'C^^^w^^ i^-^'-yp. ■<^r ]^' k N' v . \ V - ^^ BIBLIOTECA ITALIANA O SI A GIORNALE LETTERATURA, SCIENZE ED ARTI cojiphato DA VARJ LETTERATI. ToMo LXXXin. ANNO VENTESIMOPRIMO. Luglio, Agosto e Seitembre i836. MILANO PB£SSO LA DIR£ZI0NB DEL GIORNALE. IMl'ERIALE P.KGIA. STAMPEKIA. II prescnte Ginrnale^ con tutti i voltimi prccedentl^ e posto sotto la salvnguardia clella Lcgge , essendosi adenipiuto a quaiito essa prescrive. BIBLIOTECA ITALIANA PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. Delia condizione dell Italia soLto il goveriio dcgV im— pcratori Tomaui. — 3Iilano, i336, dalla dpografia Eivolta. U/i vol. in 8.° in due parti, di pngine 140 e 267 , al j)rezzo di lire 5 austr. Dedicato a S. E. il sig. don Antonio Mazzetti, prcsidente dell' I. R. tribunale d Appello generale in Lombardia ecc. I libri clie facciano testinionianza di studi lnn2,Iii , ordinati , coscienziosi non furono mold , probabil- nieiite, in nessuna eta; pcrche Tingegno e la pa- zienza non si alliatellarono molto spcsso ; e il dcsi- dcrio di una pronta celebrita str;isciii6 sempre non poclii tuoii di (piella via die sola poteva conduili alia vex-a fama. Qudora pertanto ci vienc alia niani iin' opera dove si vegga nn nomo che, medirando im alto argomento, attese pel corso di lunghi anni a niet- teisi in giado di tiattarlo con ibrze sue proprie, di fortiiicarlo con ragioni trovate dal suo ingegno , di esornarlo con erudizione non tolta in prestanza, ma derivata dal tesoro della sua mente , si vuole acco- glieilo con quel ri^petto ch" e dovuto agli ottinii csempi. E tale appunto ci semhra quella clie ora an- nunziaino; il cui autore si e volute celar per nio- destia , e poteva mostrarsi con sicurezza di ottenere 4 L ITALIA 80TTO IL GOVERNO la stima anche di clii iion credeia di dovere in tutto coricorrere nelle sue opinioni. Descriveie la condizionc dell' Italia sotto il governo degrimpcratori romani torna lo stcsso come rappre- seiiiai- le cagioni pt-r le quali declino e decaddc il pill celebiato iinpeiio del inondo: argomento che per la sua grande iiiiportanza fii gia tolto a tiattare da niassimi ingegiii. L alitor c , a dir vero, non s' e im- posto Tobbligo di venir diinostrando quanto o le isti- tiizioni o gli abusi del governo imperiale abbiano contribiiilo a quella famosa roviiia ; ma se da questa parte la sua impresa puo parer niinore di quella a cui si accinsero il Gibbon , il Montesquieu e il Si- smondi , dail' altra pcro cgli si e obbligato ad uua scriipolosa e minuta notizia di tutto cio ehe costituisce la vita di una nazione , ili tutto cio che que2;li scrit- tori dovettero aver conosciuto prima di accin2.erb.i alle loro considerazioni. iMcntre nel RJontesquieu e nel Sismondi, e diremo anche nel Gibbon, si cercano in- darno alcune notizie die pur scrvirono di fondamento ai blosofici ra£;ionamenti onde tanto si lodano i loro libri, cpiesto volume viene ora a somministrarci c[uanto e necessario a sapersi per ben apprezz:ire cfiielle opere; e forse ancora potremmo dire , ci abilita a credere con pill fondamento, od a dissentire con migliori ragioni da cio clie finora abbiamo creduto. Vero e bene che il nnstro autore, secondo cjuel che promette il titolo del suo libro , avrebbe dovuto paiLire soltanto del- ritalia, e nou cstendersi a tutto Tiniperio; ma oltre- che la condizione dci popoli italiani dovctte esercitar sempre una somma eiScacia su tutte le genti sotto- poste al dominio romano , vennero poi ben presto i tempi nei quali F Italia non i'u punto distinta dalle altre provincie dell imperio. Al titolo del libio si attiene piii veramente la prima parte, in cni si discorre del!a condizione d Italia nei primi due secoli e mezzo dopo fondato I'impeiio, quando la sua sorte non era ancora accomunata con quella degli altri paesi conquistati dalle armi romanc DEGL IMPERATOKI nOMVNI. 5 sotto la denominazione cli provincia. Colle parole di Plinio comincia 1* egiegio autore il suo libio dal lo- daie r Italia , eletta di, la nosira asserzione si f'arebbe ancor piu maniCota. In generale non sarebbe ragionevole oggiinai aspettarsi in questa materia alcuna novita: la diHercnza da scrit- tore a scrittore deve necessariamente consistere o nella precisione delle notizie o neir argutezza delle dedu- zioni; e in quanto alle notizie (poiclie questo e Tuf- ticlo imposiosi dal nostro autore) non dubitiaino di afiermare ch' egli ha veramente studiata la sua ma- teria con una diligenza instancabile, mcttendosi cosi nella situazione di poterla tiattaie con tutta qudla erudizione die si ricliiede al so2;getto. Questa prima parte del suo libro potrebbe considerarsi quasi come una statistica dell Italia ne' tempi de' qnali egli Iraita; e se molte fra le notjzie di die si compone, gia erano state messe in luce da altri e derivate da quelle DEGL* IMPERATORI KOMANI. j medesime fonti alle quali anch' egli le attinse; non e da tacersi peio che fia Je numerose citazioui di questo libro se ne incontrano parecchie, le quali aiun^eran nuove anchc ai piu pratici di coteste materie. A dir breve crtdiaiiio che queste cento quaiama pa^ine di che si compone la prima parte dell' opera annunziata comprendaiio non solo cjuant.- notizie si trovano eia raccolte da altri sullo stato dtll' Italia durante 1' im- pcrio romano, nia si anche r.iolte altre rimaste Hnora inosservate per entro agli antichi scrittori. Ma passando poi dalla prima alia seconda parte, la materia si scambia , quasi diremmo , nelle niani delPautore senza cli'ei mostri di avvedersene. A con- vmcersi di questa verita basta considerarne la con- clusione. « Ottanta milioni di uoniini hberi e ciu- » quanta di schiavi , i quali sparsi in cento sedici » provmcic! , che avevano un' estensione di cent' e » venti niira leghe quadrate, abitavano come il cen- » tro deir.antico mondo, erano stati da un piccolo, » ma valoroso popolo ridotti in un solo corpod'im- )^ l)pro; e la gagliarda dominazione del vincitore aveva » dato a qm-sta massa cotanto eterogenea una qualche » uniformity, dilfondendo per tutta essa le sue leg'-i >> le sue massime e la sua lingua. Ma appena fu que^s'ta » conquista, merce il consiglio del senato, la foitezza » del popolo e I'ambizione d'alcuni grandi, compiuta' » ecco dalla repubblica sorgere la monarchia. E co- » lui che la fondo, avenJo a reggere uomini che >^ parevano nati per ubbidire e uoimni che si crede- y> vanonati per comandare, con tanta avvedutezza si >. governo, che chi aveva a ubbidire gl, seppe buon y grado dell usurpazione; e chi comandava in addie- » tro o SI credette comandar tutta via, o si die per » contento... L'avarizia d' un impeiatore dichiaro » cittadini romani tutti gli uomini liberi , e questa » dicluaraziot.e che doveva essere apportatrice di >> hetissimi frutti, divenne foriera di egual servitii y pei cittadiiu antichi e i novelli . . . Le due classi » de ncchi e de'poveri, in che il genere umano 8 l' ITALIA SOTTO IL COVERNO » quasi per natura dividesi , vennero pei novelli or- y> dinamenti a risolversi in tre ; e siccome la cor- » riizione dell" eta poco curava una sterile gloria... » qiianto i due primi ordini si estollevano piu , » tanto piu veniva I'lnfinio a restar calpestato e de- » presso. La plebe die oppressa da tutti non aveva » clii opprimcre, o si uni in corpo onde piu fafil- » niente riniuover da se le violenze, o ronipero da' 5) 2;randi e da' niinistri del governo protezione con- y> tro il governo , contro i grandi e conlro i miui- >j stri. ]\]a ne Y un rimedio ne Taliro giovo ; e non y> giovo che gl' imperatori le deputassero speciali di- V fensori: per la qual cosa impoverita esscndo da y> tutti e straziata, ridotta venne in piu luoglii a » privare della liberia se ed i figliuoli . . . Tutte » le provincie e fino le piu interne, dalla tine del » secondo secolo sempre corse e depredate .... Gli » anticlii ordini della niilizia alterati, perclie con ren- » dere stanziali gli eserciti e far invecrhiare i soUlati » nelTarnii la niilizia divenne mestiere, e i popoii si » disavvezzarouo dal niilitare servizio e le arnii pas- » sarono in mano di mercenarj . . . Indi liccnza sol- » datesca, ne' capitani anibizione ; indi Fingordigia » delle paghe, de' donativi e delle ricompense; indi » le guerre civili, indi le usurpazioni, indi, finalmente y) la caduta deW impero .... Tale dalle cose che si y> sono in questo libro discorse ci appare il governo y> degrimpcratoii romani, tale la condizione de' po- » poli tutti , tale per coiiscgnenza quella d' Italia, j) Da questa conclusione apparisce come sia vero quel che dicevamo poc' anzi, cioe che il libro del nostro anonimo discorre in generate le cigioni per le quali cadde 1' imperio romano; e piu ancora come sia vero che la seconda parte si allarga a contini molto piu ampj che non sono quelli promessi dal titolo del libro stesso. Dovendo trattare della condi- zione deir Italia, riesce veramente un po* strano che Tautore ci conduca a vedere lo stato di tante lontane provincie, e die dopo tante notizie generali e coniuni DEGL IMPERATORI KOMANI. Q a tutto qnanto rimperio, solo nell' ultima riga ed a moflo fli seinplice induzione concliiiida, clie pari a qnella di quo" pacsi dovette essere anclie la condizione d' Italia in qnella eta. I! lettoie non put) contcntarsi d' una congettura, d una induzione sopra quejlo clie forma 1 ar^oniento principale del libro; e se real- mente dopo un certo tempo tutte le provincie ro- mane ebbero le stesse leggi, le stesse istituzioni , e soggiacquero alle medesime calamita , 1' anonimo non avrebbe dovuto peio dimenticarsi che il suo soggetto era 1" Italia ; e battendo una via contraria a qnella ch' ei tenne, sarebbe stato convenientc , se non erriamo, venire ad una condusione del tutto op- posta, lasciando che i suoi le^l^itori dalla dcscrizione del la provmcia italiana argomentassero lo stato di tutte r altrc. E Ibrse la mancanza di alcune 2;enerali noti- zie poteva tollerarsi in questo volume qualora, ap- punto per la loro geneialita, non servi«sero ad illu- strare specialmente 1" Italia di que' temj)!; ma non a torto moveranno lamenio i lettori , che in un' opera consaerata alia descrizione di questo paese spesse volte jiel corso di molte pagine se ne certhi in vano nienzione; e che Tautore abbia vohito mostrar loro quasi un' immagine riflessa di quell' o^Sietto che prometteva di metter loro direttamente dinanzi agli occhi. Neir ultima opera del sig. Sismondi (i) s'incontrano alcune notizie di £itto e di giurisprudenza civile o poliiica, delle quali pare che il nostio anonimo non avrebbe dovuto dimenticarsi. Vero e bene che « a » compiere il quadro (sono parole dell'annnimo ste^so) » resta ancora a dire delhi reli2;ione di Pvoma e de'la (i) Histoire de la chute de V Empire Romain ft du declin. de la civilisation de I'nn a5o a Vein looo, par J. C. L. Sinionde de Sismondi. Paris, i835, Crnpelet , ioL a, in 8.° La stessa opera tradotta in italiano da Cesare Cantu. Milaco, i836, tipografia e libreria Pirotta e C. , vol. 3 in ia.°i austr. lir. 7. So. lO L ITALIA SOTTO IL GOVERNO » letteratura, e narraie la storia degl' imperatori; i J) quali libri verranno in luce come Tautoie possa » couoscere clie il pubblico a cui intende presentarli » ne sia per gradire I'offerta: » ma supponendo, come ciediamo, die cotesti libri debbano contenere tiitto cpiello la cui mancanza lascia al prcsente troppo imperfetta la trattazione del proposto argoniento , restera senipre a domandarsi, perche Tautore abbia volute dividere di qnesto modo la sua materia, an- ziche fonderla tutta insieme a formare un sol corpo e cpiasi uno speccliio in cui si vedesse 1' immagine ch'egli doveva rappresentarci. La storia degf impe- ratori avrebbe dovuto probabilmente mandarsi innanzi ad o£ni altra parte; e le sventure di Roma e d" Italia neir intausta <>randezza di Tibet io , di Caligola e di Nerone ; e gli etl'etti a cui questo paese soggiacque dopo clie Costaniino trasferi la sede imperiale in Bi- sanzio, e Milauo fu preposta dai dominatori alia citta di Roma come piii opportuna a respingere i barbari; e le scorrerie di questi popoli sulla terra da cui usci- rono per tanti secoli i conquistatori del uiondo, e Hn dentro alle mura di quella citta del cui nome solevan tremare le nazioni , avrebbeto dovuto essere, se non errianio, il fondamento di tutta quest' opei'a. Segui- tando un tal ordine Tegregio anonimo avrebbe ser- vito pill fedelmente al suo tenia; e luentre la coiidi- zione d Italia si sarebbe fatta evidente, avrebbe ap- pareccliiati i suoi lettori a conoscere piili facilmente i destini di cpiesto pacse anclie ne' tempi posteriori, quand' esso sotto la generale denominazione di pro- vincia si contuse quasi del tutto col resto del niondo romano. II signor Sismondi nel secondo capitolo dell' opera gia citata pose appunto la storia di cui parliamo, e si apcise cosi la via ad una fiicile e cliiara esposizione di quanto gli parve richiesto dal suo giaiide argo- meiito. Per la vittoria riportata da Augusto sopia I\]ar- cantonio prcsso Azzio trent' aniii prima deli' era vol- gare si stabili delinitivameiite sul mondo romano la degl' impe:ra.tori KOMANI. I I dominazione d' un solo. Da quella battnglia fino al- Fanno 3^3 in cui Costaniino JMagno lu poi acne- ralmente nrotiosciuto , per lo spazio di tre se?oli e mezzo, quell' iinperio clie avea niinacciato di soaoio- gare tutta quanta la terra ando sempre declinTndo verso la sua decadenza: n.a i suoi passi furono dis- uguali, le sue mfernuta non furono senipre le stesse , e le calaniita che lo minacciavano iiiiuarono d'aspeito- e qual.he volta gli nocque la troppa uni:a, quaLhe volta la divisione del poierc, e persino la sua propria prospcrita. Ouei tre secoli e mezzo si possono di- videre in quattro periodi , ciascuno dei quali ebbe i suoi vjzj e le sue parti.olari debolezze , e tutti poi o d un modo o d\m altro contribuirono a quella distruzione che si veniva compiendo. II prinio pe- nodo SI stende dalla battaglia d';\zz>o lino alfanno 0« de.l era volgare sotto jl regno del!a nimigUa Giu- lia; nel secondo che va dall' anno 69 lino al 102 regno la casa Flayia; nel terzo regnarono dalF anno 192 a! 284 , soldati avventurien die 1' un dopo 1 altro SI strapparono il trono ; il quarto e quello dei colleghi che d.v.sero la sovramta senza distruo- gere 1 unita dello Stato, dalP anno 284 al 3^3. La lamiglia Cuba era quella del dutator Cesare, d. cui portarono il noma 1 priud cinque capi del niondo ro.nano, Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone. (,^uesti prjucqoi ( tranne soltanto il primo rntorno al quale sono ancora discordi i giud.zj) ncordano quanto Vi ha d. vergognoso, d. perl, do, d\itroce nell'abuso del potere. Nessuno ebbe Hgliuoli; nondinieno la so- vramta fu sempre regolarmente tras.nessa secon.lo le legg. de I eredita che paregg.ano il Uglio adottivo al naturale. Durante questo periodo i conlini delFim- perio romano non s'alterarono quasi punto , se nou che sotto ,1 regno di Claudio fu conqmstata la Eri- tannia. Augusto e TdDerio ercdi deila „K, in qiielli del paesaggio. Del resio in queste prege- » volissime sne opere T esagerazione di certe parti 5> serve in singolar maniera a dar risalto a molt' al- » tre ; poiche nella sua prima stampa ( la Morte di, y> Wolff), senza quel terreno, non parrebbe si leg- » giero e vaporoso il fnmo della (noschetteria, e nella 3> seconda (la Baltnglia alia Hague), senza quelle bar- » clie ( si pronunciate e scahre nel taglio ) , non par- » reblje si fluida e trasparente I'onda del mare. Tanta » uovita di stile e tanta ndondanza di gusto gli pro- divisa. WooUett e incontrastabilmente il prototipo » dell'arte in quesio genera, e puo anche servire » di noinia nell" incisione di storia ; ma vuol essere » imitato con molta circospezione e con molto ri- » guardo al carattere deirautoie die si traduce. Senza » di cio per di lui mezzo e gia predisposta la via y> air eccesso , vizio nelle belT arti peiigiore del di- 5) fetto , vizio sempre crescente, perche riguarda la >) licenza soito Taspetto della bellezza; vizio final- y> mente incorreggibile, perclie riconosciuto da tutti, » fuorche dalTartista die ne e invaso. y> II celebratissimo Woollett (cosi e detto nelle Clas- » siclie stampe dal dottor Giulio Ferrario (i)) il cui y> nome solo basta a qualunque elogio e di cui nul- y> Taltro dnemo se non che pose nelle opere sue y> tanta verita e tanta illusione pittorica d' essere per (i) Pag. XLIX. DEL D. G. FERRARIO. 3 1 » tutti i calcografi contemporanei, ed ancora per noi » tutti cC eseinpio e dl marnviglla vuol essere imitato » con circospezione, cosi il Longhi ; senza dl cio per di » lui mezzo e gid predisposta la via all" eccesso, vizio » nelle belle artl peggiore del dlfelto. Noi non sap- » piamo intendere per nostra disgrazia ( ed e vero ) » come mai clii giunge quasi alia perfezione di un'arte » e che ci deve esst-re d esempio e di maraiiglia, pre- » disponga la via alT eccesso. Se fosse ammissibile tale 5) sentenza dir si dovrebbe che chi giunge alP apice » della perfezione ha gia predisposta una piu sicura » via alia sua caduta ed a quella di chi procurera d'i- » mitarlo , poiche declinando o da un iato o dali"altro 3) gli sara forza precipitare. » Da questi due brani , di cui abbiamo esibito il con- fronto, poira ciascuno fare le sue considerazioni, ed accertarsi del niodo con che fu tessuta quest' opera , onde, da quanto seinbra, menoniare i prtgi di un''al- tra. In line, se qiiesto fu lo scopo deli autore , non sapremuio iodario, come sinceramente ne lodiamo la non comune dottrina , I'amore delle arti , e special- niente per quella dell' intaglio , provato dalla prege- volissima raccolta di cui e possessore, ed il desiderio di giovarle co'' suoi scritti. /. F. 3a PARTE II. SCIENZE ED ARTI MECCANICHE. SulT Elettricitd negatlva delle cascate d acqiia; del pro- fessore G. Belli. I. 0( 'ono ormai cinquant' aniii dacche il sig. Tralles di Atn- burgo, distinto professore di fisica a Berna , fece la bella osservazione che le cascate d'acqua natural! danno vivaci segni d' elettricita negativa (i). Trovandosi egli , durante un giro nelle Alpi, in faccia alia famosa cascata appellata Staubbach , vicina a Lauterbruunen nel cantone di Berua, si accorse che presentando V elettroinetro atmosferico da tasca , anche senza 1' asticciuola metallica di cui si suole munirlo , e provveduto soltanto del suo piccolo pa.rapiog- gia secondo il nietodo di Saussure , s' accorse, dico , che presentandolo a quella spruzzaglia minutissima , oppur solo a quel velo che compariva di nebbia involgente, ne aveva dist.intissimi segni d' elettricita negativa. La stessa prova gli riesci nella cascata detta di Reichenbach , e in piti ahre occasioni, in breve tutte le volte cli' eravi una ca- duta iuipetuosa e tale che 1' acqua ne venisse sottilmente divisa e convertlta in una pioggia minutissiiua qual polvere. Appena che Volta fa inforniato di questa scoperta, cerco di verificarla , e il fece con moltissime prove. E le sperieaze gli riescirono benissirao non solo nelle grandi ca- scate, ma anche ne''ruscelli che cadendo fra gli scogli vi si rompevr.no, e ne' gorghi d'acqua ribollenti e volgenti le onde spnmose sotto a" suoi piedi; e ottenne persino de' segni della suddetta elettricita negativa da canaletti d' acqua non pill grossi d'un dito, come anche, usando del condensa- tore e dello zolfanello acceso in cima alia verghetta del- I'elettroscopio , ne ottenne dalle cateratte fatte ad arte (l) Volta, Collezione delle ojjere ^ t. I., parte 3.% pag. a38| citando un opuscolo di Tralles stampato a Berna nel 1786. sull' elettricita' negativa ecc. 33 nelle nostre grosse rogge d' irrigazione e chiamate da noi Lombardi travacche. Di maniera ch' egli noii dubito punto che non si possano avere de' segni elettricl anche dai getti snglienti delle fontane artificiali dei nostrl giardini , ogni volta cli' esse sieno tali da spandere intorno sisuile nebbia e pioggia iinissima. Vero e pero che nelle cascate che restano sotto ai piedi, in que' fondi ove fan gorgo le onde spumand de' torrenti, non otteneva egli segni d''elet- tricita se non quando il corpo d' acqua era assai grosso , e lo spumeggiare e ribollire era si forte, che dagli zam- pilli che ne uscivano si forinava quella minntissima piog- gia gia descritta, e insieme si alzava una specie di fnnio o neljljia lino al disopra dell' elettroscopio, ch' egli allora presentava a lato di tale colonna nuvolosa , tenendolo al- cun poco inclinato. E 1' elettricita ch' egli otteneva non era di seniplice pressione o accidentale , ma veniva reahnente infusa nell' elettroscopio, talche si repristinava ogni volta che veniva distrutta. Cosi pero io credo che fosse tntte le volte che T elettroscopio accoglieva direttamente su di se le stesse goccioline cadenti , non gia quando i segni si ottenevano solamente in distanza ( come si ottenevano henissimo in faccia alle grandi cascate naturali), parendonii che in quest' ultimo caso non si jjotesse avere che un' elet- tricita accidentale o di pressione. a. La spiegazione data da Volta a questo fenomeno , e adottata in seguito altresi da Tralles (i), e anche, per quanto io so, da tutti i lisici posteriori, fu di attribuirlo a una perdita d'elettrico sofFerta dalla niassa acquea cadente, in consegnenza della sua evaporazione durante la caduta ; il qual fatto 5 cioe che F evaporazione tolga elettrico al- r acqua, era stato pochi anni prima scoperto dallo stesso Volta , in compagnia di Laplace e Lavoisier. Ammise cioe esso Volta che le gocce acquee staccate dalla rimanente massa e scendenti in mezzo all'aria abbondantemente eva- porino, e cedendo una porzione del loro elettrico naturale al vapore che si forma, divengano elettrizzate negativa- mente , e manifestino poi cotale loro elettricita agli elet- troscopj sui quali o presso a cui vengono a cadere. (i) Volta, CoUezlone ecc.^ t. I, parte 2.^, pag. 244. Bibl. Jtal. T. LXXXIIl. 3 34 SULL ELET'5RIC1T\ NEOATIVl Veramente in questi ultimi tempi mostro 11 Pouillet (i) che la semplice evaporazione dell' acqua purissima noa accompagiiata da veruna contemporanea separazione chi- mica da altre sostanze, non e capace di prodarre cangia- rnento liello stato elettrico della niassa liqiiida che rimane, ma die cio ha Inogo soltaato allorquando 1' acqua nel- r evaporare abbandona delle sostanze con cui prima si trovava unita ; mostrando in partlcolare ch' essa acqua , quando abbandona delle sostanze o acide o saline, lascia i vasi e il liquido che ancor vi resta , eietirizzati in meno. Siccome pero sempre si trovano di sifFatte sostanze acide o saline nell' acqua comune esistente alia superficie terre- stre ^ cosi il fatto che I'evaporazione tolga elettrico all'acqua comune 5 rimane ancora certissimo ; e i fisici fanno ancora in esso consistere una delle principali se non forse la sola precipna causa delP elettricita deU' atmosfera. 3. Ad or.ta pero della certezza del fatto fondamentale a cui Volta ricorre , e ad onta della felicita con cui esso si presta alia spiegazione del proposto fenomeno , mi e sorto il dubbio che in questo possa aver una parte e una parte forse ancor piu grande 1' azione dell' elettricita atmo- sferica i talche I'evaporazione vi concorra assai piu come cagione remota, cice come causa dell' elettricita dell'atmo- sfera, che non come cagione immediata o prossima. Es- sendo in fatti quest' elettricita dell' atmosfera nei tempi sereni generalmente positiva , e rendendo essa per indu- zione elettrizzate in meno le sommita di tutti i corpi con- dnttori che s'innalzano in luogo libero e die si trovano in comunicazione col suolo , ho stimato che in quest' uhima condizione si debbano pur trovare le masse d' acqua che scendono dalle rupi e che formano le cascate. Ho cioe pensato che in queste masse d' acqua , finche esse riman- gono in comunicazione col terreno , le parti piu sporgenti all'infuori debbano trovarsi elettrizzate in meno; e che quando esse vengono a staccarsi e a dividersi in gocce , debbano portar seco 1' elettricita negativa che avevano mentre erano in comunicazione colle altre e col terreno ; partite le prime, sottentrino altie parti ad essere le piii promlnenti e le piii esposte all' azione dell' elettricita del- r atmosfera, e debbano anche queste alia lor volta e per (i) Ann, Chim. et Phys.^ t. XXXVI , p. 5 e seg. i''u/ ■ 1 Jii/>/. Jf,,/. Tmn an p. ri^. 4. "J DELLK CASC4TE D* ACQUA. 35 le stesse cag'ioni venire elettrizzate ia nieno , e staccarsi e caclere con tale negativa elettricita. E cosi tutte le gocce che successivamente si staccano dalla massa pi'iiicipale coii- giunta col terreno , e che le nne dopo le altre sceiiJoiio isolate nell' aria deljbano essere elettrizzate negativamente, e dare segni di cotale lore elettricita agli elettroscopj s?i cni si raccolgono, come anche agli elettroscopj lontani che si trovano sottoposti alia loro azione , pnrciie in questo se- condo case sieno abbastanza niimerose ed aljbastanza elet- trizzate. lo stiniava poi che accadendo che I'elettricita del- I'atmosfera sia negativa, come suole avvenire nelle molte e rapide di lei mutazioni durante i temporali, le dette cascate d'acqna dovrebbero dar segni d' elettricita positiva. Ben pensava che anche T evaporazione debba contribuire al fenomeno , aumentando i segni quando T elettricita del- Tatmosfera sia positiva , e diminuendoli quando questa sia negativa; ma opinava ch' essa il debba fare soltanto per una parte minima, a cio indotto dal cousiderare la pic- colezza dei segni elettrici che Tacqua manifesta evaporando, e la necessita che si ha di mezzi oltremodo dilicati per iscoprirli. Per accertarmi di questo dubbio ho istituito le spe- rienze seguenti. Sperienza I. 4. Ad un anello raetallico (fig. i) portato da un so- stegno similmente metallico appesi un vnso conico di latta con la bocca volta alTinsii, e la punta all' ingiii , alia som- mita della qual punta vi aveva un piccol foro. Riempii questo vaso d' acqua la quale usciva in separate gocce; e raccolsi queste in un recipiente isolato, mentre teneva vi- cino per di sotto e later;ilmente alia punta del cono un bastone di ceralacca stroiinato. II vaso che raccoglieva le gocce mostro elettricita positiva, e si forte, che tenendovi a contatto , durante il cader delle gocce, una boccetta di Leida, questa mi pote dare una scossa sensii^ile alia lingua. Questa sperienza mostra la possibilita che una serie di gocce si stacchi da un corpo con elettricita contraria a quella d' un altro corpo vicino , il quale le renda elettriz- zate per induzione. 36 SULl' ELE TTRICIT V* NEGATIVA Sperienza 7/ (aa maggio 1834). 5. Questa e la segaeiite veiinero fatte nel palazzo di Brera insieme coll' astrouomo Paolo Frisiani. Si fece recare la mattiiia del giorno qui indicato una fontana di compres- sioue sul terrazzo piu elevato della Specola astronoinica. Si esploro I'elettricita atniosferica con uii elettrometro a pagliette niunito della sua asta metallica , con in cima a questa la candelina accesa e con annesso il condensatore ^ ed ella si trovo sensibile e di qualita positiva, come do- veva naturalniente avvenire^ essendo tempo sereno. Si prese qnindi (fig. a ) la fontana suddetta, il cui recipiente era gia i-iempiuto d' acqua , e conteneva gia 1' aria coinpressa, e lasclato uscire un getto d'acqua ascendente in direzione leggermente inclinata colla verticale , se ne raccolsero le gocce ricadenti con un vaso isolato a cib opportuno comuni- cante con una boccetta di Leida (V. Annotazione i."), ed esplorata questa col condensatore, si trovo ch' esse gocce erano elettrizzate negativamente in un niodo sensiljilissimo. Questo pero poteva avvenire tanto per efFetto d' una pres- sione o indozione operata dalT elettricita atmosferica , la quale tenesse sempre elettrizzata in meno la sonnnita della colonna acquea ascendente quando era ancora tuttaunita, e facesse clie le gocce alio staccarsi Tuna dopo Taltra da questa estrema parte della colonna fossero tutte elettriz- zate in meno, quanto eziandio poteva avvenire in conse- guenza d' una evaporazione clie avessero sofFerto le mede- sime gocce dopo staccate. Veraniente la prima di queste due cause , per quello clie si e veduto dalla sperienza I , doveva di necessita avervi iina parte sensibile ,. ma poteva influirvi in una maniera non trascurablle anche la seconda. Per decidere il dubbio si trasporto T apparecchio in uno de' cortili del medesimo palazzo di Brera ; e c^uivi quella stessa mattina si fece la Sperienza III. 6. Si esploro antlcipatamente nel mode poc' anzi accen- nato I'azione delF elettricita atmosferica; e non se n'ebbe il minimo indizio sensibile. E cio era ben da aspettarsi ; perocche e nolo che I'azione dei corpi elettrizzati rende elettriche per influenza solamente le parti piu prominent! de' conduttori che loro si preseatano, e lascia sensibilmente DELLE CASCVTE D ACQUA. 87 alio stato naturale le parti situate in fondo alle cavita de' condnttori medesimi ; e in partlcolare per riguardo al- I'elettricita atmosferica egli e nolo ch' ella non si manifesta nei cortill clilnsl da alte nmraglie qual era appnnto il liiogo dove si fece la sperienza. Dal vedere poi nulla queir azione noi concludevamo die se poc'anzi nelT elettricitii negativa del getto cndente non aveva parte sensibile che T elettricita deir atuiosfera , nel cortile dovevano i segni negativi ces- sare dal manifestarsi , e dovevano in vece continuare a mostrarsi se dipendevano sensiljilmente anclie dall' evapo- razione. Ora Tesito si fn che nel cortile il getto non ma- nifesto nessuna sensibile elettricith. Siccome pero qnella mattina il sole snl terrazzo era molto caldo, e poteva per avventura determinare un' ab- bondante evaporazione , e con cio essere lassu una causa d' elettricita negativa pel getto d'acqua, e non esserlo nel cortile, cost si penso di fare in altro giorno una Ripetizione delle sperienze II e III (5 giugno 1834 ore 7 ^ antimeridiane). 7. Vennero adunque nella mattina dell'ora indicato giorno ripetute le medesime due sperienze , prima quella del ter- razzo 5 poi r altra del cortile, senz"" altra dift'erenza nel modo di eseguirle , se non clie alia fontana di compres- sione si adatto un cannoncino che facesse salire il getto piii unito. E se n' ebbe lo stessissimo esito. L'atmosfera esplo- rata dal terrazzo colT elettrometro gia descritto mostro di essere elettrizzata in piii ; e il getto d'acqua manifesto co- lassu un' elettricita negativa, quantunque il sole non potesse gran fatto promovere Tevaporazione , essendo ancora poco elevato nelPora che si fece la sperienza. E nel cortile non si ebbe ne indizio alcuno d' azione dell' elettricita atmosfe- rica , ne traccia d' elettricita negativa nel getto uscente dalla fontana di compressione. E mi sovvengo die in una delle due sperienze fatte nel cortile I'aria era agitata dal vento, e I'evaporazione doveva percio esser forte;, eppure, torno a dire, non si ebbe dal getto d'acqua nessun minimo indizio di elettricita. Dair esito di queste esperienze II e III mi pare di poter con sicurezza conchiudere che 1' azione dell' elettri- cita atmosferica e veramente la causa principale che rende eletlrizzate in meno le gocce cadenti ne' getti arlificiali die 38 SULI,' ELETTRICITA.' NEGA,T1T.V salgono air a per to; e che la parte dovuta aU'evaporazioue, quantnnque reale. non pub essere che estremamenie plc- cola. E lo stesso io coiicludo aiiche delle cascate d' acqua nelle moiitagae. Sperienza IF (24 maggio i836). 8. Ho tollocato in un liiogo alqiianto elevato da terra, neirangolo S. 0. del giard'mo del sig. Felice Beretta presso cui attiialmente io dimoro ( slrada alia Cavalciiina n.° 141 8 ) un delicato elettroscopio di Bohaenberger , iino sgalaello isolante e la foutana di compressione adoperata precedea- temente. Quindi cominciai ad esplorare T elettricita atinosferica. Al qnal uopo appressai al pome metallico con cui termina superiorniente il detto elettroscopio, T estremita inferiore di una verghetta nietallica lunga metri 1,07 e formata di pill pezzi invit.Tti insieme, de' qnali il piii elevato teniiinante in punta portava allato della sua sommita una candelina di cera accesa, e 1' infimo era cinto da un tubo di vetro in- crostato per un buon tratto di ceralacca alle due estremita, ma nudo nel mezzo e quivi tenuto colla niano (fig. 3). E vidi la foglietta d' oro dello struniento moversi lentamente verso il lato che indicava in essa un' elettriciia positiva, tornare pero prontaniente indietro alia sua priniiera situa- zione se coU' altra niano io toccava il porno, uia riacqui- stare di bel nuovo plan piano la deviazione di poc"" anzi al ritirare della detta mano. Era dunque Tatniosfera elet- trizzata in piii. E quantunque il luogo non fosse elevato che poco jiiii di 3 metri da terra e vi fossero a poca di- stanza degli alberi assai piu elevnti, pure attesa la deli- catezza dello struniento questa elettricita riesciva sensibi- lissima. Presl quindi la fontana di compressione, riempiuta gia d'acqua, e con entro condensatavi I'aria, e munita superiorniente di una bocchetta atta a manilare all' alto un getto sottile ; la collocai sullo sgabello isolante, incli- nandola alquanto da un lato perche il getto non venisse a ricadere snllo sgaliello e a bagnarne le gambe; e posi il piano superiore di le2;no di esso sgabello in comunica- zione col pomo delT elettroscopio. Lasciato uscire il getto, ebbi segni vivaci di elettricita positiva, niente piu deboli di quelli che otteneva precedentemente colla candelina, e DELLE CASCiTE u'ACQUA. 89 clie si rlpristlnavaao anch' essL ogni volta che col toccare momentaaeamente il pomo dell' elettroscopio venivano di- strutti. Quest' elettricita positiva era una conseguenza delPa- zione deH'atmosfera sulla colonna acquea formaute il getto. Quest' azione rendeva elettrizzata in meao T estremita su- periore di questa colonna, e la parte di fluido elettrico scac- ciatane era niandata giu alle parti inferiori della colonna liquida e al recipiente dell' acqua comaaicante col piano dello sgabello e col pomo dell' elettroscopio. Staccatasi in gocce quell'estremita, e sottentrate a quel luogo nitre parti acquee che prima erano piii basse e meno esposte al- r azione elettrica deU'atmosfera, veniva scacciato gin anche da queste un po' d' elettrico, il quale faceva crescere 1" elet- tricita positiva delle parti inferiori. Anche queste parti poi si staccavano e ne succedevano altre, le quali continuavano a far anmentare la suddetta elettricita positiva, insino a che quasi tutta la parte unita della colonna acquea ascen- dente si fosse resa elettrizzata in piii, cioe insino a tanto che le ultime e piii elevate parti si slaccassero in istato naturale e non lasciassero piu indietro del proprio elettrico. Ora se questo fluido elettrico mosso dall' azione del- I'atmosfera riesce sensibilissimo nella parte inferiore della colonna acquea dove egli si rifugge, quantunque Tevapora- zione per quel poco che ella puo , tenda a scemarne la forza, dovra altresi esser sensibile la privazione di questo elettrico nelle parti del getto staccatesi dall' estremita su- periore , specialmente quando un tal getto esca da un re- cipiente non isolato; e dovra percio una sifFatta privazione essere bastevole a produrre i segni negativi nelle gocce ricadenti della sperienza 11 e nelle cascate naturali. 9. A dare 1' ultimo compimento alia dimostrazione gio- verebbe esaniinare 1' elettricita delle cascate naturali o delle fontane artiiiciali quando si ha temporale, e osservare se nei momenti in cui 1' elettricita deU'atmosfera si niostra negativa , esse cascate e fontane diano de' segni positivi. Ma essendo difficile che io abbia presto 1' opportunita di fare questa osservazione , non posso che raccomandarniene a chi ne ha i comodi, e accontentarmi de' fatti precedente- mente esposti, i quali per altro mi sembrano gia suflicienti a poterne trarre una sicura concluslone. 40 ' SULL' tLETTRIClTA' NEGATIYA Annotazione i." - Intorno a un nuovo stnimento elettrico ( r. Sperienza II). II recipiente che io adoperava a raccogllere le gocce i'icadend nelle sperienze II, III. e rappresentato daila iig. 4. ABFD e un imbnto di latta , alto 6 pollici , lai-go 8 pollici nella bocca superiore A B piu allargata e 4 pollici nel colic cilindrico CDF E, e avente fra il collo e la pai-te conica un diaframma CE munlto di niolte piccole punte coniche forate e rivolte all' ingiii ; M N e un nianico di vetro inverniciato destinato a por- tare lo strumento ; B H e un riparo semicilindrico saldato all'imbuto, e clie serve a difendere il manico dalle 2;occe che altriinenti il bagnerebbero e il renderebbei-o inservibile. Riceve questo stimmento le gocce elettrizzate del getto Cjuando esse tornano a ricadere, e le lascia uscire ad una ad una senza elettrlcita. Perciocche quando esse stanno per distaccarsi si trovano nello stesso caso come la secchietta del pozzo di Beccaria raentre si alza dal fondo di questo pozzo gia elettrizzato ;, e percio non possono portar seco sensibilmente che la quantita naturale d' elettrico. Tutta r elettricita percio di esse gocce si accumula nello stru- mento, e messo questo in comiuiicazione con^un elettro- scopio o con una boccetta di Leida, pno in questi ultimi essa elettrlcita dar segni nianlfestissimi della sua esistenza. Non cosi avverrebbe se Pacqua uscisse in un filo che stesse unito lino al di sotto delForlo inferiore del collo, nel qual caso quest' acqua partirebbe elettrizzata. Io chiamerei un tale strnmento lo Staccio elettrico. E puo esso servire a molti altri usi. Ne' giardini ove si tro- vano delle fontane artiliciali innalzantisi in mezzo ad uno spazio libero si potreljbe isolare con fili di seta uno di questi strumenti in modo ch' ei ricevesse le gocce ricadenti da un de'getti, e desse 1' elettricita ricavatane a un filo metallico che la conducesse a un elettrometro: con che si avrebbe una nuova specie di elettrometro atmosferico, della cui utilita toccherebbe alle sperienze il giudicare. Lo staccio si potrebbe costruire alqnanto largo per ricevere maggior numero di gocce ; la parte inferiore al diaframma si po- trebbe distinguere in molti compartimenti quadrati ; tutti gli orli dovrebbero essere ben tondeggiatii e superioi*mente DELLE CASCATr D ACQUA. 41 vl si potrebbe porre un riparo tutto all' intorno , il quale impedisse alle gocce piu estei'ne del getto di cadere e scorrei-e sulle pareti dello strnmento e di partire dai loro orii inferiori senslbilmeiite elettrizzate, ma le raccogliesse esso riparo e le mandasse altrove. Vedi la fig. 5, ove M N e il riparo, A B \a bocca snperiore delT imbuto , CD il diatVaninia, AE, BF i lili di seta isolanti. Costruito \\n tale strnmento in dimensioni ancor mag- giori in mezzo ad un cortile cinto da alte muraglie, po- trebbe usarsi ^ev raccogliere le gocce della pioggia e far conoscere se queste sieno o ho elettrizzate, giacclie su questo particolare io ho forti dubbj, ad onta di quello clie molti hanno scritto ; duljito cioe che tutta T elettricita che si ha nei tempi piovosi appartenga piuttosto all' atmosfera che non alle gocce cadenti. L'elettricita atmosferica si potrebbe poi anche riconoscere facendo in mezzo a un Inogo libero salire una persona su d uno sgabello isolante posto in comunicazlone con un elettroscoplo , e facendo scliizzar all' insii un getto da una siringa tenuta aha in niano dalla persona medesima. L'elet- troscopio mostrerebbe un' elettricita analoga a quella del- 1' atmosfera. AnnQtazione a." — SiilV Elettricita negativa dell' atmosfera du- rante le piogge e i tempnrali. Ai §§ 3 e 9 ho fatto cenno di quest' elettricita. Mi si permetta ora di aggiungere alcune niie idee sulla sua causa, le quali, fra le molte cose che se ne son dette, potrebbero meritare anch' esse di essere esaminate per vedere se reg- gano alle prove di esatte osservazioni. Io ammetto prima di tutto colla maggior parte dei fisici che Io stato elettrico abitualmente positive dell' atmosfera sia principalmente una conseguenza dell' evaporazione. I vapori che all'equatore si soUevano abbondantemente dalla superficie delle acque del mare elettrizzati in piii, siccome que' che si separano da sostanze saline, alzansi insieme al- r aria calda sino alle piii elevate regioni dell' atmosfera , e secolei si allontanano dall'equatore medesimo , dirigendosi parte all' uno e parte all' altro polo, con un movniiento che nell'emisfero settentrionale e diretto da sud-ovest a nord-est. A proporzione che la massa aeriforme giugne presso ai poli , scende essa verso terra , e in direzione 43 SULL ELETTRICITA NEOXTIVA da nord-est verso sud-ovest ritorna aU'equatore, produ- cendo quivi come e noto il vento di est; tie' quali niovi- menti pero succedono delle irregolarita grandissime per molte cause die e iautlle qui riferire. Nel compiere poi qnesto giro molta elettricita si perde, specialmente pel con- tatto col terreno durante il retrocednnento all' equatore. Pero ne riiiiane seiupre nell' atmosfera una notabile por- zione particolarmente nelle regioni piii elevate che non hanno toccato il terreno i e questa e causa dello stato elet- t»ico ordinariamente positive deH'atmosfera , al quale coa- tribuisce altresi 1' eva|"orazione negli altri luoghi della su- perficie del globo, e forse in qualche modo o favorevole o contrario anche la vegetazione, e forse ancora altre cause che non sappiamo e die cl e forza per ora di trasciirare. Ora questo stato abitualmente positivo dell' atmosfera determina per induzione uno stato negativo alia sommita di tutti i conduttori elevati e puntuti che si trovano alia superficie terrestre, specialmente alie estremita delle foglie degli alberi, e in qualche piccola parte anclie delle erbe. E queste punte cosi elettrizzate sottraggono a poco a poco col loro continuo contatto una parte del fluido natnrale dell' aria che loro passa vicino, togliendolo secondo le idee di Beccaria (i) alle molecole del vapore acqaeo disseminato nell' aria niedesima, ma forse togliendolo anche alle mole- cole stesse deir aria asciutta. E cosi a Inngo andare si for- ma vicino a terra un grosso strato di aria elettrizzata in meno, il quale diminuisce notabihiiente a' nostri istronienti I'azione dell' elettricita posiiiva superiore, e ne' tempi ven- tosi arriva persino a distruggeria del tutto, atteso il con- tatto die allora e continnamente e velocemente rinnovato fra esse puiitc e I'aria. E di questa bassa aria elettrizzata in meno avviene frequentemente alia state che grandi masse si alzino , scaldate dai raggi solari , e che giunte a certa aitezza , e dilatate per la diminuita pressione e raf- freddate in conseguenza della dilatazione, lascino precipitare o divenir visibile il vapore acqueo che prima di salire a quell' aitezza contenevano invisibile. E allora si hanno quelle nubi che si appellano i cumuli, 1 quali secondo questa dottrina debbono essere elettrizzati in meno. Potranno essi (i) Della elettricita terrestre ntmosferlca a eielo sereno § I14B. DELLE CASCATE d' ACQTJA. 43 nullaclimeno divenlre elettrizzati in plu, allorqnando at- traggano a se del fluido eleitrico dalle regioiii piii elevate deli'atmosfera; il clie puo facilmente avvenire, e coa ac- compagnamento dl luce, quando qnesti cumuli siansi suf- ficientemente innalzati. Ed ecco come ne' temporali vL possa essere uelle niibi ora elettricita positlva ed ora negativa. E perche tiuto noa si creda inimaginazione, citero im fatto assai conclndente osservato dal Beccaria , il quale si occupo assai intorno ail' eletu-icita atmosferica. Trovo egli pertanto cjie i cumuli nel passare sopra i suoi apparecchl diininuivano generalmente i segni dell' ordioaria elettricita positiva deiratniosfera. " A cielo sereno, die' egli, nell'atto » die passa sul filo esploratoi-e uu nuvolo lento e basso, e » unite nel sue corpo , e solitario , cioe disgiunto ampia- >f mente da aliri nuvoli, d'oidinario Telettricita per eccesso » (quella die gli mostrava Taria serena ) << indebolisce molto » considerabilmcnte, ma non si volge in contrarian ed essa » passato quel nuvolo, torna al sue valore di prima (i). " Ora questo indebolimento di segai lo lo attribuisco ad una elettricita negativa die avessero que' cumuli, la cui azione pero non bastasse a distrugi»ere i segni proprj dell' aria atmosferica, attesa la piccolezza de' cumuli medesimi ia paragone della massa d'aria elettrizzata in piii die avevano sopra di se. Avrelibe abbisogaato a quest' uopo una gran- dezza molto maggioi-e, tale da venir ricoperta una notabile porzione del cielo; e questo e appunto quello die avviene nelle piogge e nei temporali. La forte elettricita positiva della nebbia, e quella al cadere della rugiada , sono benissimo conciliabili con queste idee, aggiungendo qualche altra supposizione. Ma io mi asterro dal passare innanzi in questa ipotesi, finche con os- servazioni diligenti non si vengano ad assicurare i primi passi. (i) Della elettricita terrestre atmosferica a cielo sereno § 107 X. 44 Relazione dei doni fatti dal consigUere cai>. Giuseppe AcERBl, gid console generate di S. M. I. R. A. in Egitto, al Gabinelto di storia naturale dell' I. R. Universitd di Padova. i^e vuolsi giudicare dal vantaggi recati nel giro di poclii anni alia zoologia cd alia niineralogia , si puo dire non esservi classe d'uomini cui nieglio convenga il viaggiare in lontane regioiii di quello sieno i na- turalisti, perciocche tutte le utili innovazioni clie si soiio fatte nella storia naturale, e particolarmente nella zoolo2;ia, si dcbbono ascrivere all' amore percgrina- torio dimosMato in questi ultimi tempi da quasi tutte le nazioni d'Europa, e specialmente da quelle che aspirano alia maggioranza in fatto di tilosolia e di buon gusto. 11 chiar. sig. cav. Accrbi, che molt' anni addietro aveva nel suo Viaggio al Capo Nord registraie le piu pregevoli produzioni naturali di quelle contrade, diede coiresempio a conoscere quanto giovino alia scienza i viao::gi; quindi e clie soggiornando egli per lunga pezza ncll" Africa, ebbe cura di mettere insieme tutte le diverse specie di animali, di piante e di minerali che pote rinvenire nelle corse per lui fatte al Fayum, nel medio e basso Egitto, ed al Mar Rosso. Era facile prevedere lo scopo a cui miravano le stu- diose sollecitudini del cons. Acerbi nel raccogliere siffatti oggetti, possedendo egli stesso in patria un copioso gabinetto di cose naturali, ma nessuno avrebbe immaginato che la piii gran parte della collezione che reco seco dall'Africa, venisse da lui graziosamente regalata ai Musei delle 11. RR. Universita di Pavia e di Padova. Cio che ricevette il Museo di Pavia e stato dili- gentemente accennato in un articolo che si legge nella Biblioteca ital. (t. 64.^ p. 38, ottobre i83i ); e cio QUADRUPEDI, UCCELLI, ecc. 46 che il signor Acerbi voile medesimamente offerire a quello di Padova vedesi qui sotto registrato. Mammiferi. Homo sapiens. IMummia sfasciata, in teca di legno, avente sul coperchio un'iscrizione geroglitica. A que- sta mnnimia assai bene conservata, jinvenuta in una toniba nella neciopoU di Tebe, si assegna F eta di 40CO anni. II cranio d'essa ha richiamato piii parti- colarmente la nostra attenzione, per un grande pro- lungamento che si osserva al di la del toro occipi- tale, pel quale le ossa deU'occipite vanno a costituire una cavita assai piu anipla di quella che si osserva nelle altre razze finora conosciute della specie umana. Pteropus cegyptiacus GeoflF. Si alia con la descri- zione assai laconica dataci da Cuvier. Di qiiesta specie, gia figurata nel tomo XV degli Annali del Museum, ill ripetuto il disegno in altre opere. Geotlroy assi- cuva di averne vediito gran numero d'individui acco- vacciati siil fondo delle camere della grande piramide; e quivi appunto si condusse il sig. Acerbi per pro- curarsi gli esemplari che porto seco in Italia. Ichneumon Pharaonis GeotF. Ogni singolo pelo o annulate di bruno e di grigio: zampe brune, come il muso-, coda lunga terminata da un ciuffo di pelo bruno. E il Mangusto egiziano di BulTon. Questo di- gitigrado non visse mai in domesticita, come credeva Burton , ma trovossi sempre selvaggio. Chi ebbe la vaghezza di tenerne qualcuno, il tenne sempre a danno gravissimo della poUeria domestica. Vive di ratti, di serpenti , di lucertole, di rane, di ova, ecc. Erinaceus auritus Auct. La specie e piuttosto rara neir Esiitto, e viceversa molto diffusa ad Astracan, . ~ . ... provincia della Eussia Asiatica. Pallas ha notato, che la tempcratura del corpo di questo insettivoro sta in rapporto con la tempcratura dclT atmosfera. Dipus sagitta Geoff'. Dipus Ge.rbona Gmel. Questo rosicante, ch'e il Mus jaculus di Liuneo, ha le gambe 46 QUADRUPEDI , LCCELLI , CCC. anteriori oltremodo bievi con cinque tlita, e le po- steriori eccessivamente lunghe, con tre dita soltanto. Gli anticlii lo chiamavano Dipus, o raito a due piedi. Esso corre per salti, e soggiace a letargo. 11 signor Acerbi, che a due individui adulti voile aggiungere due feti in ispirito di vino, assicura di averne al- levato parccchi , i quali giammai si mostrarono le- targici nel verno. Echimys rufus Cuv. Nella grande opera sulT E2;itto non si t"a menzione di questa specie, creduta propria della Cayenna e del Paraguay, e solamente si da la figura e la descrizione. di una specie non compresa tra gli oggetfi regalati dal sig. Acerbi. Echimys cinereus? Cosi in questo come nel pre- cedente il pelo del dorso e mesrolato con setole molto rigide, stiacciate e pun2;enti. E piu piccolo dell" Echimys rufus , nia non lo irovo ne fio^urato ne descritto nelle opere che ho per le mani. Vive in Alessandria e nel monte Sinai. Mus Alexandriuus Geoir. Conibina con la descri- zione data da Geoffroy ( tav. XXIII ) di questa spe- cie, nia diffcrisce nella coda, la quale dovrebbe essere piu lunga del corpo, e riesce in vece piii corta. Esem- plare malconcio ed in parte spelato. Sus scrofa Auct. Bell" itulividuo della razza sel- vaggia, di pelo fulvo. che vive nelle foieste del- I'Africa, ove fu prcso dairiilustre donatore. Antilope durcas Auct. Piccolo individuo di sesso femmineo, e quiiidi sprovveduto di corna. Vive in truppe nel nord dell'AtVica. Questo eletto ruminante, il cui dolce e carezzante aspetto risve2;l'a o inspira tante iuimagini alle poesie galanti de2;li Arabi, serve di principale pastura alle tigri cd ai leoni. UCCILLI. Falco rufus Linn. Savigny, tratto forse in errore dalla varia eta degl' individui di questo falco ch' ebbe r opportunita di esaminare, ha creato due specie, il Circus ceruginosiis cioe, ed il Circus rufus, mentre DELL EGITTO. 47 non sono die una specie sola. 1 due individui 1" uno giovane, 1" altro adulto, regalati dal cons. Acerbi, mettono in chiaro V al)baglio del Savigny. Vive e ni- difica ne'luoghi paludosi delle Venete provincie. Falco perrgrinus Linn. Non indicate fra le specie africane de' falchi illustrate da Savigny. Fiii che dcl- V Africa e comune nei moriii dEiiropa. Fu veduto piu volte nel Cadorino , ove non e certo se nidifichl. Falco ater Gmel. Milvus cetollus Savigny. Comu- nissimo nell'Afiica, e si vede anco nel Bellunese. Neir atlante della grande opera suU' Egitto ( tav. 3 ) fu data la ligiira di c[nesta specie. Falco halia'tus? Linn. In questo individuo non si sono ancora bene sviluppati i caratteri dell* adulto. Strix scops Linn. Fringdla hispanlolensis Temm. Maschio e fenimina. Piio essere appena considerata una varieta della Frin- gilla cisalpina, da cui differisce soltanto per avere qualclie niaccliia bianca sui fianclii: la parte superiore della tesia, del collo, del dorso, come pure in tutto il resto dcirabito, essa non si discosta dalla specie sopra indicata. Orioliis galbula Linn. IMaschio e femmina. Alauda desertonim? Specie dubbia, non indicata da Savigny. Somiglia piu che ad altro zXV Alauda afri- cana di Latham , ma non si puo dire die sia dessa. . Hirnndo Riocouril Audouin. Questa specie non e stata finora trovata che neir Egitto. La parte supcrioie della testa e del collo, come pure del dorso e delle ali , sono di tintableu; mentre la fronte, la gola, il ven- tre, i fianchi e 1' addome sono tinte di un rosso carico. Saxicola cursorla. Desciipt. de T Egypte., tomo 33, pag. 347. Coracias garnda Auct. Al tutto simile all' europea. Merops Saiigny Audouin ? IMessa al confronto con un individuo deWApiasler Madagascariensis di Brisson, inviato al gabinetto di Padova col nonie di Jllerrjps indlcus , si vede che fra i due individui non vi corre nessuna differenza. 48 QUADRUPEDI, UCCELLI, ecc. Merops apiaster Linn. Due individui , ne' quali la gola e gialla, non fulva come nella specie precedente. E il comune d' Europa. Alcedo ispida Linn. Specie non ricordata dal Sa- vigny fra le viventi nelT Africa. Alcedo nulls Linn. Fu omesso nel catalogo degli uccelli africani esibito dal Savigny. Centropus cegyptiacus Andouin. E il Cuculiis cegy- ptlus, e senegalensis di Linneo. Syst. nat. pag. 420- 412. Cura Gmelin. Cucidus canorus Linn. In abito 2;iovanile. Columba cambayensis? Due individui mancanti delle gambe. Perdix rubra? Linn. Perdix petrosu? Tjnn. Due in- dividui del genere Perdix non ancora conveniente- niente studiati. Pterocles .... II pollice riesce piccolissimo e moko alto, differcnza niessa a calcolo da Temminck per se- parare questo gallinaceo dal genere Perdix, col quale era coniuso. Di quest' uccello non trovo fatta men- zione nella grand' opera sulT Egitto , e nennneno in quelle d'altri autori clie ho consultate col tine di co- noscere le specie a cui appartengono i tre individui del sig. Acerbi. Visto dal signor Acerbi questo nostro catalogo , vi appose in margine la seguente postilla: Gli or- nitologi fanno due specie diverse delta Pterocle piii scura e delta giallastra , ma non sono diverse die per V etd: avendone uccise molte , ed avute anche vive posso assicurare die la gialla e la piu giovane , die cambia in oscuro invecchiando. Strutius camellus Auct. Bell' individuo mascliio , di non comune grandezza. Charadrias spinosas Linn. Dae individui. Si affa con la ligura data da Forskald , taij. XXI. Qui deve essere raddrizzato un errore corso al Niebuhr editore dell' opera di Forskalil sulF Egitto. E noto die le ta- vole furono eseguite vivente T autore , ma egli non le cito nelle sue descrizioni , perche mori prima. i DELL EGITTO. 4q Niebulir, die non era naturalista, si trovo nel ])rutto imhai'azzo tli clover attiibuire ad 02;nuna delle figure la descrizione specihca che meg;lio gli pareva con- venire; qiiindi applico il disegno della tavola XXI ad una specie di Laro, benche non olfra i caratteri dei Lari ne nci piedi , niancaiiti di membrana, ne nel becco. Ouel disecno combina in vece col C/ia- radrius spiiwsus ^ e meglio forse col C/iaradrius cegy- ptiiis citato da Forskahl senza dare la descrizione (pag. VII della Fauna oiientalis ). Charudrius candanus Linn. E specie promiscua airjtalia ed a moke altre parti d'Europa, Charadriiis mdaiioceplialus Linn. Eullon, clie fu il prioio a descrivcre questa specie , confessa di non sa- pere qnali sostanze servano ad essa di cibo ; ma il signor Acerbi , ch'' el>be Topportimiia di vederla, ci avvisa die vive di pesciolini e di piccoli crostacei. II Caradrio a testa nera si tutla nell" acqiia come il RIartin pescatore, ed e poi molto frequente presso le accpie del Nilo qiiando il fiunie si rjtira nelT or- dinario suo letto dopo la plena. Glarcola toi-quala IMeyer. Vive in branch! non molto numerosi cosi nell'Egitto, come nclla Svizzera e nclla Francia. La Glareola ?ia'via di Linneo, e di Brisson non e che un giovane indivlduo ddia presente specie. Tringa pugnax Aiict. Due individui femminc. Totaims ciiierciis Temm. Giovane avanti la muta. Temminck, torn. 2.*^, pag. 628. NumeniiLS arqitata Lath. Individuo adulto, cioe col becco ipolto lungo e arcuato, laddove riesce corto e dritto ne'giovani. Sppcie molto comune aiiche in Italia. Llmosa melamira? Leislcr. In abito giovanile. Himaiitopus riifipes Beclist. E il Charadiius liimaii- topus di Linneo, che vive anco presso le spiagge del! Adriatico , dove fa veduto da lui natiualista svizzero. Kecuniroslra Avocctta Linn. Benche rara trovasi anco in Italia , e per lo piii suUc rive del mare , la ove sboccano i tiumi. Bibl Iial. T. LXXXIII. 4 OO QUADliUPEDI, UCCELLI , ecc. Ehynclicea capensis Cuvier, o Beccaccino del Capo, del quale il signor Acex-bi e liusciio a pigliarne 40 in quattio ore. Si vegga cio ch' egli ha scritto in- toino alia caccia di quest" uccello (Bibl. ital., torn. 64, pag. 40, oltobre i83i ). Porph\rio hyacinthinus Temm. Vive anclie in Sici- lia e rarissinie volte si fa altresi vedere ncl teriitorio bolognese. ( Kaiizaiii ). Aidea bnbnlcus Cuvier. Forse Y jEgyptian ibis di Latliam. Cervice , parte bassa del collo , e dorso di color isabella ; tutto il resto bianco. Due individui. Ardca cgrelta Linn. In eta giovanile , poiclie la man- dibnla superiore e nera , non giallo-verdastra come negli adulti. Ardca nycticorax. Linn. Ai'dca ralloidcs ? Scopoli. Manca la cresta dell' oc- cjpite, e cio induce a credere c\\q ?,\aVArdea pumila di Linnco , cioc un giovane individuo (\g\]^ Ardca ral- loidcs di Scopoli. Ardca rujicapilla {non bubulcus). Abito intiera- niente bianco, cervice giallo-rossiccia. Due individui. Platalea Icucorodia Temm. Manca di nn piede. Sterna caspia Linn, e Lath. Vuolsi die i giovani innanzi la prima muta abbian la cervice coperta di piume bianche e nere , e che gli adulti abbiano la nuca intieranjente nera ; ma il signor Acerbi che ne ha uccisi piu di dodici , vide che i niaschi avevano tutti il capo e la nuca nera, e le femmine il capo e la nuca variegata di bruno e di bianco {BibL ital., torn. 64 , p«^. 39, ottobre i83i). Sterna arctica Temm. Tom. 11, pag. 742. Sterna cantiaca Gmel. Giovane individuo , che sta per prendere 1' abito d'amore, ma non ancora assunse la tinta nera alia nuca. Pelecanus onocrotalus Linn. Pelecanus carbo Liim. {Phalacrocorax carbo Cuvier). Pelecanus pygmceus Auct. {Phalacrocorax pygmceus Dumont). deil' ) gitto. 5^ Phoenicopterus ruber Linn. I fenicotteri stanno abi- tualniente sulle live del mare riiiniti in bianchi, cosi nelle parti piu meritlionali d'Europa, come nell'Asia, ma in nessim sito vcgo;onsi tanto copiosi come sul lago di Mcnziil(>li neir Egitto. Narra il signor Acerbi til averli vediiti non a millc, ma pno dirsi a millioni. Lams ruhbundus Lcisler. Vive e nidiHca neU'estua- rio vcncto. Lams melanoccphalus Natterer. Abita sulle coste deirAdriatico c nelle paludi della Dalmazia (Ranzani). Lams argcntcus Temm. Vive e nidifica nell' estua- rio di Venezia. Procellaria Acerbi Schreiber. Cosi fu chiamata questa specie non credendola confbrme a\V andorum, ma a torto. Procellaria pclagica Linn. Abita ordinariamente nel settentnone delFAmerica e deirEuropa, ma qualclie rara volta si lascia vcdere ne' paesi piu temperati. Anas qucrqucdula Linn. Femmina. Anas feriiia Linn. Femmina. sinas acuta Linn. Femmina. Anas pcnelope Linn. Femmina. Anas albifrons Temm. V ha una differenza tr« i caratteri assegnati da Temminck a questa specie e quelh dell'individiio die abbiamo fra le mani, il quale ha piumc nere sotto il ventre disposte a'fa- sce irrejiolari. Anas strepera Linn. Tutte le specie fin qui regi- strate del genere Anitra, ed altre sei die per bre- vita lasciamo d' accennare abitano nel lago di Garda e nelle valli dell'agro padovano. Podiceps auritus Temm. c Lath. Ha i fianchi sere- ziati di bianco e di cinereo fosco ; abita nel lago di Oarda , e fu preso piu d' una volta dal co. Luiffi Crazola. ° Podiceps minor Lacepede. Non e a nostra notizia Che qnesto uccello trotid in Italia. 5a quadrui'edi, uccelli, ccc. Kettili. Trionix a'gyptiacus Geoff. Vive nel Nilo, e mangia i piccoli coccodriili nppena usciti dalT novo. Testudo geograpldca Linn. Piccolo individuo , pero plu grande di un pu2;no. Crocodilus vulgaris Cuvier. Due individui, il mae;- giore de' quali in uno stato da non potei si imljalsa- inare. Di qucsto abbianio conservato il teschio , ed una gran parte degli intcgumenii estcriori. Lacerta agilis Linn. Delie muraglie del Cairo. Stellio vulgaris Audouin. Stellio di Levante del Cu- vier, il quale ritiene die lo Stellio de Latini fosse ]a Tarantola, o il Gecko tubercoloso del niczzodi d'Europa, non gia lo Stellio de'moderni. Tre indi- vidui cl'eta diverse, due nell' alcool ed uno a secco, ch' e il piu grande. Agama viutabilis Geoff. Era forse conosciuto da!i,li antichi per le varie tinte clie ricevc la sua pelle , ben piu variabili di cpiclle die offre il Camaleonte, il quale pare sia stato cjualclie volta scambiato con cjuesta specie. Cuvier lece delF Agama niutabile il BOtto gencre Trapelas. Gecko lobatus Geoff. Non confondibile col Gecko delle abitazioni {Lacerta Gecko ^ Hassclquist) , tanto frequente nei paesi posti attorno il Mcditerraneo ed al Cairo principalmente. Due individui nello spirito di vino , i quali non bene corrispondono alia iig. 5.", tav. V della grand' opera suirEgitto, attribuita a que- sta specie. Chamaleon vulgaris Auct. Lacerta africaua Gmcl. Due individui nello spirito di vino. Sincus viltatus OWwQY. Lacerta fasciata? Wnn. Cin- que linee bianche iiancheggiate in ambi i lati da una linea nera. Enciclop. Erpetol. pag. 144, tav. \III, iig. 2. Siricus pavinieiitatus Geoff'. E piii piccolo ddl" in- dividuo die sorvi di tipo alia ligura data neirAtlante deli' opei-a suUEgitto, il quale aveva tiedici pollici di lunghezza. nrrr/ ecitto. 53 Couleiare d hnnqucts Geoff. Atlnnte dell' opera sul- TEiiitto. tav. Vin, Tie;. 2. DiHWisce alcim poco nel sjstrnia di cnluiazione . ma conihina nel resto. La Scoria nnturale clegli Olidiani d' E_2;itto e stata data nclP opera siuldetta senM il sussidio de' libri, lo pcr- clie niolto inccrto c spesse volte iuesatto si mostra Taiitore nella deterniinazione delle specie. II numero dc" serpeiiti ohe il Musco nostro ebbe in dono dal signer Acerbi ammonta a sei , fra i quali si conta il Coiilcmre d capnrlion , cosi chianiato per la calotta nera che ha sulla niica. Pesci. Sqnnhis pliunheus Linn. Bell" individiio, linio;o cirrti qnattro piedi, non calcolata la lungliezza della coda. Del Mar Rosso. Squalas mustdus Linn. Due individiii postnmi, tratti dal ventre materno. Mar Kosso. Rlunohatus cemiculus Geoll\ Baja rh'uiobatus Linn, Due individni, uno neilo spirito di vino, lunjvo poi o piii d'un piede. Laltro adidto, dcl.'a lunohezza di tre piedi. ]\Iar Rosso. Myllobatis boiina Geoli'. Molto pid o;rande dell' in- dividiio di cui si e servito Gcoliroy per dare la fig. i, tav. XXVI deirAdante snlF Egitto ( Altre due sp1;cie di piccole Raje, che il Museo di Padova ricevette dal cav. Acerbi, si cuslodiscono nello spirito di vino). Echeneis naucratcs Linn. Si distingue da tutti i pe- sci in causa della placca che porta sulla nuca , com- posta di lame trasversali, di cui P animate si serve per attaccarsi al corpo degli altri pesci. Vive nel Meditenaneo Africano. Due individni a secco. E la Rcmora degli antichi. Labrns macroptcrus Lacepede. Combina colla de- scrizione e colla figura data da Lacepede alia tav. XXIV, tomo 3, fig. I. Di questa si vaUe Cuvier per romporre il nuovo genere Piimpoines. Due iudjvjdui del Mar Rosso. 54 QUADntlPEDI, UCCr.LLI, CCC. Umbrlna cirrhosa Cuvier. Sta fignrata nella tavola XXII, n." I deirAtlante sull" Egitto. Due individui del Mar Rosso. Polyptenis bisclr GeotT. Del Ndo. E il piu singo- lare de' pesci , il piu degno dell' attenzioiie de' natu- ralisti , giacclie pare essersi la natura allontanata dal- r ordinario suo tipo , quando compose questa specie, come le piacque allontanarsi qviando creo V ornito- rinco. II Biscir sembra effettivamente un composto degli elementi di piu altri animali; ha il portamento di un serpente ; sfiatatoj alia testa come i cetacei ; estremita carnose come i mammiferi , al cui apice stanno le pinne ; coda assai piu corta delle alette ; addome lungliissimo; molte pinne o alette siil dorso, donde il nome di Polyptenis che si ebbe dal Geof- froy. Quando e adulto non eccede la lun£;liczza di due piedi e mezzo, quindi male gli si addice T epiteto di gigantesco dato a questo pesce da alcuni geografi , che mai certo il videro. Perca latus Geoff. Perca nilodca Linn. Scrvi di tipo al Cuvier per delineare i carat teri del genere Centropomes di Lacepede. Oltre al preopercolo dcn- tato, prcsenta gli altri caratteri prnprj dclla specie. Pimelod/ii synodontls? Geoff. Sopra la natatoja o pinna pettorale ha nno scudo triangolare indipen- dente dallo scudo della nuca , carattere che lo allon- tana dalla specie a cui lo abbiamo con dubbiezza ragguagliato. Heterobrancus anguillaiis Geoff. Del Nilo. Differisce dai Siluroidi, a cui avealo associato Cuvier, per la struttura al tutto particolare degli organi respirator] , i quali, tuttoche apparentemente simili a quelli dei pesci , pure offrono nelF interno loro caratteri olti'e- niodo diversi. L' organo che riusci nuovo al Geoffroy padre fu detto branchic sopranniimerarie ., e puo se- condo lo stesso essere comparato per piu riguardi al polmone. Questa scoperta fa conoscere quanto al metodo ardficiale prevalga iw valore il raetodo na- turale. DELL EGITTO. 55 Cyprlnus lepldotus Geoff. Del Nilo. Combina colla figiira e colla ilescrizione data nell' opera suir Egitto ( Tav. X , lig. 2 ). Porciis Doanac Geoff. Sllurus docmak Forskahl. La sua testa e cosi schiacciata clie gli occhi sembrano coUocati piuttosto superiormente che lateralmente. Lo scudo del cranio riesce poco apparente. I cirri della mascella inferiore sono quattro; quelli della superiore pariniente quattro , due corti e due molto luni^lii. Del Nilo (Atjante sull' Egitto, tav. VIII, fig. i)." Mormyrus lahiatus Geoff. Si distingue da tutte le altre specie congeneri per la differeiiza che amniet- tono fra di loro le due labbra. Del Nilo ( Opera ci- tata, tav. VII, tig. i ). Mugil cephalus Linn. Del Mar Eosso. Cuvier di- chiara di non aver potuto esaminare i Mu2;ili del Mare Eritreo, i qnali a cid die dicouo Forskahl o Forster offrono maiiifestamente caratteri generici dit- fercnti ( Regne animcd , torn. i , pag. 292 ). Gli csem- plari die abbianio sotto gli occhi si conformano in- tieramente al Mugil cephalus delf Adriatico , se non die niostrano d'avere F apertura labiale piu roton- data, o meno acuta di quella che ollie la specie del nostro goUb. Sargns vulgaris Geoff. Spams sargus Linn. Incisivi piuttosto grandi; mascelle poco estensibili, con mo- lari di forma emisferica , disposti alia mauiera dci ciottoli nei sclciati. Mar Rosso. Esox belone? Linn. B clone , Cuvier. Piccoli indi- vidui, die nella forma combinano colla fio;. 2, tav. VII di Lacepede {Esox gambarus). Mar Rosso. Bletinius (peintille) Lacepede. Tom. 2, tav. XII, fig. 3. Pinne ventrali poste avanti le pettorali e for- mate di due raggi soltanto. Mar Rosso. Non indicate nella grand' opera sulf Egitto. Pleuronectcs ( maculatus ). I due occhi che i pleu- ronecti portano nel mcdesimo lato della testa e tale difetto di simmetria , che invano lo si cercherebbe in tutti gli altri animali delle classi de vcrtebrati. 56 QUADRUPEDt, VCCELLI, CCC. La specie prcsente non si trova descritta in nessnno de' libri d' ittiologia clie abbiamo per le inani. Mar Rosso. Spams . . . Tre specie della fainiglia degli Sparoldl di Ciivier , non ancora detei'miaaie. Mar Koj,so. Anguilla vulgaris Cuvier. Mura'iia angidlia Linn- La tnascella superiore riesce pui corta dell' inferiore. La tinta del dorso e dei lianchi n'e verdastra ; quella del ventre bianco-argentina. Cosi in qnesti, come negli altri suoi caratteri mostra di apparienere al genere delle anguille, qnale lo ha ridotto Cuvier. Balistcs capiiscus Cuvier. Oito denti disposti in una sola serie , in ciascuna mascella : la prima pinna dorsale composta di tre raggi, uno de' cjuali piu di- stante dagli altri due; la scconda dorsale, cli' c mollc e lunga , sta dirimpetto all' anale. Manca di pinne ventrali, ed e iornito di pettorali. Tinta fulva. Vive nel Mar Kosso, ne si trova ricordato fra le specie illustrate dal GeoHVoy nell' opera suU" Egitto. Crostvcki. Trapezia cceriilea Rnppel. Le antenne laterali sono inserite fuori delle cavita ocidari. Fig. 2. tav. V del- TAtlante suU' Egitto. A questa specie tengono dietro altre due, cioe la Trapezia rufo-piuictata e la T. ci- modace di lluppel. Cancer pisuin Linn. Appartiene al genere Pinno- theres di Latrcille. Vive nei gusci di certe bivalvi. Quello de' mitili ha licevnto da Linneo il nome di Cancer mydlurum. Dell' Egitto. Alcuni altri individui di questo genere hanno le zampe raccolte sotto il ventre in nianiera da non potervi ravvisare i carat- teri deir addome. Uno solo ci parve essere il Cancer excidptus di Ilerlost. Cancer jivnlnsas 'f' Risso. E moito vicino al Cancer poressa. degli autori. Thelphusa fiuviatilis Latr. Potamon fluiiatilis Sa- vigny. Testa in forma di ciiore troncato posterior- men te. dell' ECITTO. 5^ Pagurus .... Gr individui di questo genere sono alqnanto rotti, nc si puo conosccre a quale specie apparteno;ono. Spcttano tnttaA'ia a qiiei Paguri chc haniio Tabitudine d' im])osscssarsi del giiscio d' una conclijglia per ricovrarsi. Lupa (Dafouri.) Desniar. Leach fal:)biic6 il genere Lnpa a spese de' cancri che hanno la testa molto laiga, e che sono muniti di nove denti , in cambio di cinqne. II Cancer corrngritns di Penn, cd il Cancer pelagicns di lleibst furono per consegucnza annestati in ([uesto genei'e. Porlnnus pelagicns Latr. Testa a segmento di cer- cbio pill larga che liinga ; dilatata anteriormente e ri- stretta in addietro. Addonie con cinque anelli distinti nei maschi , e con sette nolle femniine; cavita boccale quadrata. I piedi posteriori sono forniti di natatoje. Mar Pvosjo. NB. Di cpiesto genere trovammo altre due specie nelle coUezioni Accrbi : il Portumis Rondeletii ed il pnher? di Rode; cjiiest' uliimo ci parve essere il Por- tnnns Chaptalil, tigurato nelia grand' opera sidFEgitto, tante volte citata ( tav. VI, n.° 3), a cui per vaghezza di novita sia stato poi applicato nn nuovo nome spe- cifico. Fra i crostacei vuolsi par qui menzionare i se- guenti : Hippolyte varians , Palcemon squi.lla , Anilo- cra capensis, Inachns araliicns, Mictyris longicarpns , Cloridins nlger , Zibina hinulata, Macropoclia pha- langium ^ non che varie alt re specie de'generi Xantho di Pvuppel, e Stenorhynchus di Lamarck, che ancora non abbiamo determinate. Aragnidi. Latrodectns venator Savigny. Figurato nella gran- d" opera suU' Egitto , tav. Ill, fig. ii. Vive nei con- torni d' Alessandria. MOLLUSCHI. Bulla ampulla Lara. Ha pcrduto la piu gran parte del suo colore. Mar Ilosso. w»3 CUA.DRUPF.Dr, UCCELLI, eCC. Helix senegalensls Lam. Dei contorni d' Alessandria. Bultmus acutus Olivier. Cyclostoma bulimoides Feriissac. Sei esemplari tutti senza opercolo. Paludina impiLra Lam. (laesta specie e accompa- gnata dalla P. unicolor di Lamarck e dalla P. buli- moides di Ferussac. Ampularia ovata Olivier. Atlaiite sullEgitto, tav. II, fig. 25. Trochus erythrceiu Brocclii ( Bibl. italiana, torn. 24, pag. 223, novembre 1821). Forskalil e Chemnitz con- siderano qiiesta specie come una varieta del T. ma- gus, nel clie sono seguiti da Gmelin. Trochus m,uaritanus ? Lam. Ha perduto i colori rosso-verdastri attribuiti a (piesta specie. Nel resto combina abbastanza bene colla fi2;ura 1547, tav. i63, tomo 5 di Chemnitz , assegnata da Lamarck al Troco presente. Mar Rosso. Fusus verrucnlatus Lam. Encycl. , tab. 429, fig. 7. Differisce per la coda ch" e dritta , non le2;germente incurvata come s" ammira nel dise2;no. IMar Eosso. Nella raccolta de" molluschi inviata dal si2;nor Acerbi al Museo di Padova , \i sono ancora le seguenti spe- cie : Fusus sulcatus , Strombns g.ibberidus , Cyprcea te- studiaaria e Cyprcea tigriiia, tutte del Mar I'osso. CoNClIIFrRE. Soleii antiquntus Lam. Si affa colla figura i, tav. 225 deir Enciclopedia, assegnata da Lamarck a cjiiesta specie. Mar Rosso. Sanguinolaria rugosa Lam. Sei esemplari; quattro della varieta rosea ^ e due della varieta lutca. Lucina edentnla Lam. lilar Rosso. Chemnitz , tab. 40 , fig. 427, tomo 7. Cyrena consobrina Ferussac. Del Nilo. Sette esem- plari. Cytherea erychia Lam. Giovane individuo, che combina anche nella grandezza colla figura i e 2 dell Atlante sidl' Egitto. Si aggiunge cjui anco la Cy- therea pccdnata di Lam. ambe del Mar Rosso. DKLL EOnTO. i>() Cardlnm rctusnm Lam. Clieni. , torn. 6, tav. 14, fig. 139-142. Beir iadivicino fornito di tutti i colori rhe gli sono propij. Forma parte de^li emicardj di Cuvier. Mar llosso. Pectiinculns pccdniformis Lam. Combina colla fi- gura 2. 2 dell Atlante sulV Egitto , tav. 10, ed an- che colla figara 5, tav. 3ii deH'Enciclopedia, appli- cata da Lamarck a questa specie. Porta siil guscio una valva della Cama grifoide. Mar Rosso. Pcctuiicidus pecdnatus Lam. Combina colla flgura 3-4, tav. 10 dell" Atlante sull'Egitto, attribuita a questa specie, ma non si accorda intieramente colla figura esibita da Chemnitz (tomo 7, tab. 58, lig. 5-o- 571) citata da Lamarck, la quale mostra d' avere le coste molto piu grosse clie quelle della specie egi- ziana. Lo stesso si dica della fig. 6, tav. 3ii del- r Enciclopedia jiur citata da Lamarck. IJnio cegyptia Ferussac ? Del Nilo. Atlante sull' Egitto, tav. 7, fig. 3. Anodonta lubens Caill. Del Nilo. Quattro individui. Irldina nilodca Ferussac. Non diiFerisce dalT Iiidina exodca di Lamarck. Del Nilo. Tiidaciia gigas Lam. ]\Iar Eosso. Tre escmplari. Etheria Ccdllaudi Ferussac Fu creduta un" ostrica a cui si assomiglia ; ma piu si avvicina alia Cama per avere due muscoli d attacco. Essa pero differisce dalle Came per la mancauza de' denti , e perclie vive neir acqua dolce. Gruppo magnifico , formato di piu individui incoUati assieme alia maniera delle osiriche. Del Nilo. Mytilus exustus Linn. Lam. Mar Rosso. Crciiatida avicidaris Lam. Mar Rosso. Atlante sul- r Egitto ,. tav. 12, fig. 7. Radiali. Asteria rubra Lam. Manca d'un raggio. Mar Rosso. Holothuria Linn. Individuo malconcio, in spirito di vino. Mar Rosso. 6o QUADRUPEDI, ICCELM, CCC. PoLIPI. Madvppora jnuiicata Gniel. Polipajo lun^o uii piede poco pin, alto quasi cgualinente, con rami dico- tomi aderenti tra lore , e con cellule piu o nieno prominenti. Alar Rosso. Ccayophyllia cespitosa Lam. Simile alia fossile del Vicentino. Mar Rosso. Alle specie cjiii riferite deb- bonsi aggiungere due Poriti, due Astree ed una Mean- drina , tratte anch" esse dal JMar Rosso. ROCCE £ MINER \LI. Delle rocce e dei minerali dcirAlrica donati dal sig. Acerbi al Museo di Padova non e nostro intendi- niento di dare una minuta dcscrizione di ciasclieduna, ma solamente di esibire la nota delle specie che piu interessano la curiosita de' geognosti , e che ad un tempo ci sono sembrate le piii utili all' istruzione. Sienite ( Syenites lapis Piinio ). \f^erner , a cui tanto deve la geognosia , stabili una differenza tra i graniti , e rcstitni a quello di Siene il nome clie d;il:o le avcvano gli anticlii sul riflesso che la Sienite di Piinio fosse essenzialniente composta d" amHbolo e di feldspato , e si dovesse ri- porla fra le rocce d' aspetto imperfeftamente grani- toideo , riferibili a1le ukime eporhe della forniazione porfidica. Ora sappiamo che la Sienite egiziana ap- partiene ai veri graniti; tuttoche possa una cpxalche volta contenere tracce d' amfdiolo •, e ne abbiamo la prova negli esemplari regalati al gabinetto dal piu volte lodato sig. Acerbi (i). (i) E oggimai dimostrato die i pezzi di Sienite sopra i quali "Werner ha fondata la differenza tra le rocce gra- niticlie e le granitoidi , appartengono non gia ai graniti deir Egitto , ma ad una cava aperta dngli antichi nel monte Falsberg , presso Magonza (Descript. de PEgypte, torn. 21, pag. 8 1 ) dell' egitto. 6i I. Sienltc iicra. Coinposta essenzialmente di feld- spato ill piccoli cristalli di qiiarzo e di mica. Pare clie il quarzo prevalga in qiiantita al feWspato, noa gia alia mica, clie vi csistc in copia grande , sempre congiuiita a poco amiibolo. A dctta di Rozicie la Sienite nera abbonda piu clie mai nelle montagne che si elevano al nord di Siene. Quclla che abbiamo sotto gli ocelli lu scliiantata dal sig. Accrbi da uno dci colossi miuori del Meimonio , siuiili a qiicllo por- tato a Londra da Bclzoni. 2. Sicnile ncra graiutolde. Fcldspato bianco c quarzo gramdare. Contiene con moka mica qualclic traccia d' amiibolo , ma cosi invilnppato dagli altri elcmenti, clie a stento puo Toccliio ravvisarla. Questa Sienite appare regolarmente stratificata, per lo clie il dotto Biongniart doveva riporla fra i suoi terreni Jgalir- siani^ piuttosto clie associarla come ha fatto ai ter- reni plutonici granitoidi. V' lia una Sienite nera con fcldspato rosso , la quale e notabilc per essere attravcrsata da una lai'ga fascia di granito rosso mancante di mica. 3. Qranito rosso. Molte e belle varieta, dipendenti o dal colore del fcldspato , o dalla varia 2;rossezza e quantita degli elenienti , o dalla mancanza della mica. Dei monti altissimi della valle Seibe , fia Fitna e la valle di Gatar ncl dcserto, all' orientc del Nilo. 4. Micaschisto graiiatlfcro. A detta di I'ozicre (jue- sta roccia ricopre il gneiss clic s' innalza all' oriente di Siene. 5. Scliisto micaceo lucente. Sembra composto intie- ramente di mica, senza parti accessorie. Le scaglie micacee si staccano con somma facilita , perciocche passandovi sopra le dita , ad esse si attaccano. Tro- vasi nel Cordofan. 6. Areruaia rossa. Nell' cticlictta clie accompagna i pezzi di questa c d'altrc rocce di scdimento non si paria della loro posizioiie gcognostica , quindi nulla possiamo dire intorno Fepoca di formazione cui spet- tano cotali rocce. 6a QUADRUPEDI, L'CCELLf, CCC. a. Grossi pezzi di arenaria con grani dl quarzo amorfo. Alcuni di questi pezzi appajono segnati da solchi cosi profondi die si crederebbero formati da un disciogliente piu attivo dell' acqua , nia che in rcalta non sono che corrosioni prodotte da questo liquido. b. Arenaiia conformata in. palle di varie dimen- sioni. Assai probleniatica sembra 1' origine di queste palle , che trovansi incastrate dentro la niassa are- nacea degli esemplari piu sopra ricordati. Alcune sono intcrnamente vuote , e racchiudono un nocciolo are- naceo, non gia mobile come quelle delle etiti , ma attaccato alle pareti interne della palla ; altre sono al tutto solide e prive di cavita. E ancora da osser- varsi che T arenaiia cosi conformata riesce molto piu dura della roccia a cni aderisce , e pare che abbia "sofferto un priucipio di fusione. Trovasi a Ibsambnl. c. Arenaria cuiicrczionata. In concrezioni botrioidi o mammcllonari, di grandezze diverse; ed anclie sotto hi forma di stallatiti. Di questi prodotti , che pur si ripetono iielle provincie Venete si terra discorso in una Memoria che a])biamo inviata alia Direzione della Biblioteca italiana. Trovasi a Ibsambul. v. Arenaria vitrea. Otto esemplari di diverse co- hire , aventi nel loro impasto nodi di quarzo mas- siccio, d'agata bianca, di diaspro ed anche di feld- "spato roseo. Di qucsta pietra , e propriamente della varieta 2;ialla , sono formate le due statue colossali di Mennoue , una delle quali gli antichi credevano che parlasse, o mandasse un suono al nascere del sole (i). Si vuole che cpiest' arenaria ricopra ii calcare conchigliaceo che fiancheggia il Nilo presso il Cairo, ma la sua vera giacitura geognostica non e stata an- cor bene divisata ne dal Rozlere , ne da altri natu- rahsti. Resta, per es. . da sapere se riguardare la si debba come un cquivalente dell' arenaria quadrata ( Quadersandstein ) oppure come una roccia terziaria. (i.) V. Bibl. ital. torn. 82.% p. :5. pell' ECITTO. 63 L* autorc piu sopra ramnicmoiato dice chc il calcare sul quale e coricata coiilienc iiumniuliti , e cio po- trcbbe indurre taluno a credere ch' cssa appartcnga al terreno di sedimento superiore, ma e ormai noto clie le nummuliti non possono piu servire di scorta sicura per sceverare le antiche dalle moderne for- mazioni ; quindi non doveva il Roziere ristarsi dal ricorrere ad altri mezzi onde meglio fissare 1* eta relativa di quelle rocce. Fortunatamente il signer Acerbi porto seco niolti esemplari del calcare che sog2;iace all' arenaria cli cui si ragiona, ciascuno de' qtiali e pieno zeppo di avanzi aniniali marini. Gli csami fatti intorno a questi avanzi mi hanno di- mostrato doversi quella roccia con2;uagliare alia for- juazione terziaria, poiclie tutte le coachiglie in essa contenute hanno le loro aualoglie nel calcare gros- solano del Vicentino e del Veronese; quindi con somma compiacenza possiamo ade&so assicurare, che an ter- reno di sedimento superioie, dccisamente simile a (|uello die si eleva ncUe dette due provincie , tro- vr.si a poche leghe di distanza dal Cairo presso il Niio. Quivi alterna col basalte ( Gebel-Kesce) , e quivi contiene le stesse conchigiie e le stesse specie di jninerali che si rinvengono nel calcare di monte Be- rico c di altri luoghi del Regno Veneto. A questa coliczione , composta di oltre cento esemplai i tra specie e varieta , voile il sia;. Acerbi aggumgerne un'altra di specie puramente orittoii;no- stiche , fra le quali meritano a preferenza di essere ricordate due varieta di smeraldo sopra il granito di monte Sacchetto (i): il crisoprasio d' Hermotis ; (i) Molii dotti ha-mo esercltata la penna per persuadere che il vero smeraldo era igaoto agli antichi, benclie Pli- nio e Teofrasto lo avessero caratterizzato e descritto in modo da non ammettere dubbio sulla conoscenza cli' essi avevano di queste gemnie , e molti altri si sono all' oppo- sto jndustriati a dimostrare il contrario. Caillaud ^ viaggia- tore franccse, scopn nelP Egiito le miniere da cui i Roinani 64 QUADRUPEDI, UCCELLI, eCC. parecclii esemplari di fcrro oligisto raccolti nella valle di Nasaip iieir Arabia Petrea , ed altre molte varieta di ferro ossidato e di lerro ossidiilato che pur. si trovano in qiiella valle. La raccolta di cui parliamo comprende eziaadio molti doppj, i quali tornano ud- lissiiiii per vcdere il passaggio che fa una specie alle varieta. Tale e la serie degli oggetti , clic il dotto si- 2;nor Acerbi ha regalati al gabinetto di Padova. Delle piante africane , da! niedesimo destinate a vantaggio della pubblica istruzlone , ne da qui contezza il ch. dott. Visiani supplente alia cattedra di botanica presso la stessa Universita. T. A. Catullo. Padova, 10 aprile i836. Plantce qncedam novce vel minus cogtiitce in jEgy^ylo a cl. Acerbi, in Nubia a eel. Brocchi dctcctoe (i). I. Asterocephalus arenarius Vis. A. pubesceus , canlibus adscendentibus, foliis I'a- dicalibus spadiulatis serratis , caulinis pinnatipartitis, laclniis oblongo-linearibus integris, coroUis radiantibus estraevano lo smeraldo f, qniiidi 1' opinioue di questi ultirai prevale adesso sopra quella de' primi ad onta delle molte ragioai allegata dal cav. Luigi Bossi coUa mira di accre- ditare il falso supposto che ne' monti delF Europa , del- r Asia e dell' Africa mancasse lo smeraldo, e solo si tro- vasse neU'America ( Observations sur le vase que Von con- servoit a Genes sous le noni de Sacro Cadno). Yeri smeraldi soiio stati poscia trovati , e si trovano tuttavia nel raica- schisto del Salisburghese , e molti esemplari li abbiamo noi stessi acquistati per conto dell' I. R. Gabinetto dell' Uni- versita di Padova. (i) Questa pregevole Relazione pervenne alia Direzione della Biblioteca Italiana accompagnata dallo scritto seguen' ■ in data del ai luglio i836. " II ch. cav. Giuseppe Acerbi gia Console generale d'Au- Btria ia Ej^itto , reduce dal Cairo nel maggio dell' anno dell' EGITTO. 65 involucro longioribus , fructihus oblongo-cylindricis, capitulis longe pedunculatis, fiuctifeiis hemisphcericis (Aiiniia). Syn. Scabiosa arenaria Forsk. fl. aeg. , pag. lxi? Delil. fl. Kg. ill. , pag. 7P'. Hall, in j?^gypto. 2. Heliotropiuin Broccliianiim Vis. H. setoso-canescens, caule friiticoso decumbente glabro , ramis adscendeiitibus, foliis ovato-ellipticis integerriniis obtusis petiolatis, spicis solitariis ebrac- teatis, corollis sctosis , tubo calycem superante (Fru- ticosa). Hab. circa Chartum in regno Sennaar Nubiaj. 3. Lithospernuim obtusum Vis. i835, fe' dono alP Orto hotanico di Padova d'uaa noii nu- merosa, iiia scelta collezione di piante egizie disseccate, cut poco appresso se ne aggiuiisero poclie altre raccolte nei regni di Berber e di Sennaar della Nubia dal celeberrimo e sventnrato naturalista bassanese Gio. Battista Brocchi. » Cliiamato a tener vece di professore di botanica nella padovana Universita il doctor Roberto de' Visiani , diedesi con ogni cura alio studio di questa preziosa raccolla , che rilevo contenere non poclie sjiecie iinora non ritrovate in Egitto, e quindi da aggiungersi a quella Flora molto biso- gnosa d' illnstrazione perclie dicliiarata da varj autori so- pra esemplari imperfetti , pareccliie con altre specie aflini ingiustamente confuse, e percio meritevoli d' essere resti- tuite alia scienza , alcnne infine del tutto nuove , o ahiieno non descritte ne' libri classici i piu recenti. II Prossimo egli pertanto a puliblicare un lavoro circo- stanziato sopra tutte le piante couiponenti 1' egregio doiio del ch. cavaliere Acerbi , lavoro ch' escira in luce nel fa- scicolo d' agosto dei Commentarj di medicina , che si stain- pano in Padova dall' esimio dott. G. F. Spongia , anticipa ai dotti i:n sunto succoso delle cose piu osservaljili in quello esposte , e rende a nome e dello stabilimento ch'e- gli dirige , e della scienza cli' egli professa , al donatore thiarissimo pubbliche e solenni grazie ". Bi'^L Ital. T. LXXXIII. 5 06 yUADULPhDI, UCC£LLI, t'CC. L. liispiilum , caiilibus lierbaceis adscemlentibus, I'oliis oblonjio-spathiilatis obtusis sessilibus, spicis con- jui>;atis, brarteis calycisque laciniis oblongo-lincaribus obtusis, corollae tubo dupio brevioribus, bmbo obli- quo, nnrulis miosis (Annua). IJab. in yEgypto. Ol/s. AlTuie L. UnctGno, tamen distinctuni pul)e ligiila crassa , nee moUi elongata , bracteis oblongis obtusis nee subcordatis acuminatis , laciniis calycinis oblongo-linearibus obtusis , nee lineari-acuminatis , corollas tubo calyce duplo longiore nee subaecjuaU. 4. Convolvolus lasiospernius Fis. C. raule flexuoso prostrato petiolisque pilis re- iiexis, foliis cordato-ovatis integiis glabiis, lobis ba- seos divaricatis rotundatis subinsequalibus, peduiaculis ])illoris supernc unifloris petiolo niulto brevioribus , I'oliolis calyeinis ovalibus , bracteis lineai'ibus, semi- nibus tomcntosis (Annua). Hab. circa Chartum in Sennaar. Arabice Hantut. o. Triantliema sedifolia Vis. T. caule herbaceo prostrato ramoso foliisque li- neari-oblongis obiyusis papillosis, floribus axillaribus ternis sessilibus triandris nionogynis , calyce quin- quefido submutico (Annua). Hab. circa CJiartum in Sennaar. Obs. Paullo differt a genere periantliio minus diviso, viridi nee intus colorato , dentibus sub apice inutieis vel obsolete mucronulatis, staniinibus ex cl. JSrocchio, semper tribus, capsula unilociilari. 6. Corchorus frutieulosus Vis. C. caule fruticuloso caespitoso diffuso, foliis sub- rotundo ellipticis plicato-crenatis glabris, capsulis si- liquasformibus seabris ecornibus tri-quadrivalvibus de- flexis , valvis unisulcis (Fruticosa). Hab. cum prcecedente. Arabice Soteh. Obs. Species distinctissima , stylo elongate et stig- mata unico a genere discrepans , ccetcris notis prorsus conveniens. 7. Volkamera Accrbiaua. Vis. dell' ECiiro. 6f V. foliis oppositis venicillatiscpie ovatis tomen- tosis , inferioiibus acutis, cymis axillaribus foliis lou- gioribus , calycis cano-tomentosi deiitibus lineari-su- bulatis (Fruticosa). Hab. in iEgypto. Obs. Species cl. eqnitis Jos. Jcerbl stirpium ha- rum aegyptiacarum coUeetoris scieatis, donatoris niu- nifici, nomine decorata. 8. Zilla microcarpa Fis. Z. siliculis bisulcatis, utiinquc tricostatis, inter costas transverse rugosis, foliis inoiso-sinuatis (Annua). Ilab. in ^gypto. Sy/i. Z. myagroides /? microcarpa DeC. syst. nat. a , pag. 647. Zilla Forsk. descr. pi. fl. asg-arab. pag. 121, n.° 75, icon. rer. nat. tab. xviii, lig. A. Obs. Z. myagroides Forsk, et DeC. loc. cit. ab liac dilTert siliculis Isevibus ecostatis, duplo miiiori- bus, foliis subdentatis, sjiinis qiioque simplicibus, ut iidem auctores jam suspicati sunt. q. Lupinus digitatus Forsk. fl. ajg-arab. descr. pi. pag. 1 3 1 . L. caulibus molliter pilosis, foliolis subnovenis obIono;is sericeo-villosis , floribus verticillatis bracteo- o _ . .... Litis, calycis labio superiori bipartito , inferiore in- tegro leguminibus rufo hirsutissimis (Pcrcnnis). Hab. in jEgy-pto. Obs. Planta a cl. Delile in fl. asg. ill. pag. 99, et postea ejus fide a eel. CandoUeo in prodr. syst. nat. 2, pag. 407 cum Lapiiio hirsuto L. confusa , a quo toto ccelo diversa duratione perenni nee annua, floribus verticillatis nee alternis , calycis labio supe- riore integro nee tritido. ic. Trigonella dura Vis. T. glabra, caule prostrato diffuso , foliolis obcor- datis apice denticulatis , pedunculis umbelbferis , apice productis, axillaribus, folia subEecjuantibus, fructifei'is induratis incrassatis cernuis, leguminibus reflcxis li- neari-falcatis acuminatis glabris, stylo mucronatis, re- ticulato-nervosis (Annua). 68 QUADRUPEDI, UGCELLI, CCC. Hab. in jEgypto. Obs. Aflinis , ut videtur , T. mnritimce Del. et litorall Cuss. Ab ilia differt leguniinlbus nee basi tur^idis nee striatis nee rectis , pedunculis folio su- beequalibns nee brevioribns ; ab liae foliis obcordatis nee obovatis, calycis dendbus lanceolatis nee ovatis, leguminibus apice nee basi attenuatis; ab utraque pedunculis fructiferis induratis crassis. II. Trigonella arguta Vis. T. caule diffuso ramoso glabriuseulo , petiolis alatis , foliolis cuneato-obovatis argute inciso-dentatis stipulis amplexicaulibus laciniatis, florum pedicella- torum capitulis axillaribus subsessilibus folio bievio- ribus, dentibus calycinis setaceis, leguminibus oblon- gis rectis nutantibus transverse rugulosis calyce paullo longioiibus (Annua). Hab. in iEgypto. Obs. Folia et stipulas T. laciniatcc vcl pinnati- fidoe: ab utraque differt leguminibus brevibus oblon- gis reetis. I a. Brocdiia nov. gen. Capitulum homogamunr ( sive flosculis omnibus hermapliroditis ) involucro imbricato adpresso circum- datum. Reeeptaculum papillosum nudum liemispha;- ricum. Corollae uniformes quadrifidas infundibulari- tubulosce, tubo diaphano eompresso-teiragono subve- sicario. Achenium nudum apterum sessile compiesso- tetragonum. Ord. Synantheraruin CI. Syngenesice polyg. oequalis. Broechia cinerea Vis. Syn. Cotula cinerea Del. fl. deg. pag. 864. H, N. hot. tab. 47. f 4. Hab. in itgypti arenosis. (Annua) Obs. Differt a Cotulis floribus omnibus herma- pliroditis cjuadrifidis coroUatis fertilibus , achcnio ses- sili tetragoao, receptaculo liemispbagrico. Differentiam jam novit eel. Candolleiis {Ann. des Sc. nat. tom. 2., .nov. 1834, pag. 265). Aluandum vero el. Lessing speciem banc inter suas Cotulas vet as recensisse, cum DFLL EOITTO. 69 eidem desiiit notce illte fere omiics, qiiihus ipsemet aurtor Cotiilas suas distingiiit. A^. Less. Syngen. comp., pag. 260-261. Genus hocce diratuin vellem memorias immor- tali cl. Joli. Bapt. Brocchi bassanensis, botanici, zoo- Jogi , ac pioecipue niincralogi et geognostas celeber- rinii , anno 1026 in regno Sennaar Afrirce borealis , quo rerum nituralium studio et amore flagrans sese coiitulerat, miserrinie vita luncti. Collectiones ejus pretiosissinicc ab ipso urbi natali legata3 , Bassani ser- vantur , illustratoieni tamen adhuc desiderant. 1 3. Anthemis cairica Vis. A. sul)viIIo?a , caule angulato paniculate ramoso, foliis bipinnatilidis , laciniis bnearibus snbincisis cu- spidatis , basi pcctinato-pinnatifidis amplexicaubbus , pedunculis terniinabbus unifloris, squamis invohicri J'usco-niarginatis , paleis rcceptaculi linearibns floscu- lis brevioiibus semina obconica rctusa stiiato-sulcata superantibns (Annua). Syn. Antlicniis i-etusa Del. fl. asg. ill., pag. io5, n.° 838 non Link. Antliemides , n.° 454-45^ Forsk. fl. asg. , pag. Lxxiv teste cl. Del. Ilab. Kahirce in vEgypto. 14. Apargia annua Vis. A. foliis late linearibns runcinato-pinnatifidis, basi attenuatis integris suIkus glabriusculis, laciniis ovato- triangulariljus mucronulatis supra et margine hispidis, pllis simplicibus , scapo basi liii suto , superne glabriu- sculo sqiiamuloso incrassato subunifloro , involucro liispido. Hab. in JEgypto. Obs. Not* generis omncs ut in Apargia Less. syn. comp., pag. i32. Species radice annua in genere unica. An lia^c Leontodon asperum Forsk, fl. a?g-arab. dcscr. pi., pag. 146? Sed in nostra nee calyces squar- rosi , nee pappus simplex. 1 5. Crozophora Brocchiana Vis. C. fruticosa stellato-lanata , foliis rhombco-ovatis obtusis plicatis subrepandis eglandulosis , racemis axil- laribus, capsulis sfjuamoso-niMdis (Fruticosa). ^O QUADR^PEDI, UCCF.I.LI, eCC. Hab. in deserto prope Nedl in regno Berber Nubias. Obs, Affinis viclctur C. seiiegalensi : divcrsa ta- men foliis mininie hastatis, ut de sua Lamarckius, plicatis neo planis, eglandulosis . utrinque cum caule stellulato-lanatis, nee illis supra viiidibus, hoc brevis- sime stcllulato-lanato, petiobs etiam muko longioribus. 1 6. Croton obliquifobiun Vis. C. stellato-birsuto fruticoso , foliis cglandulosis ©bbque subcordato-rotundatis repandis utrinque stel- lato-tomentosis plicatis , racemis axillaribus erectis multifloris, capsulis stellato-villosis pendulis, semini- bus rugnlosis (FruticosaV Syn. Croton tinctoriuni? Forsk. fl. ceg-arab. descr. pi. pag. 62 non I> Hab. in jEgypto. Obs. Differt a Crozophora pllcata et obliqua ge- nere , frutescentia , foliis. Doct. R. de Visiani Considerazioni intorno ad una inferriata riguardata come superficie , ovvero la Conoidale di W allls e le sue sezioni plane , dell' architetto Vinccnzo Antonio Rossi. — I\apoli, i835, pe tipi dclla Minerva, in 8." di pag. XIX e 653, con 16 tavole in jame, legate a parte in 4.° grande. Ducati 5,c6. Ai Lbl)iaiisi due mezze circonferenze , i cul diametri siano i lati opposti di \\n parallelogrammo-rettangolo, disegnate in piaiii perpendicolari a quello di questo stesso parallelo- grammo , e giacciano T una da una banda , 1' altra dalla opposta di essoi si dividano Tuna e 1' altra di quelle mezze circonferenze in egual numero di parti eguali , ed i punti di divisione dell* una siano congiunti per mezzo di altret- tante linee rette cogli analoghi dell' altra : se a questo si- stema di linee , compresevi le due mezze circonferenze , si sostituira uno di verglie rigide di ferro , si avra la inferriata che dicde origine , o servi di pretesto al libro CONSIDKRAZIONI INTORXO UN iNrCRRIATA CCC, -71 del valente sig. Rossi. II quale lasciaado poi subito in di- sparte quella inferriata , tiUte rlvolge le sue considerazioni intorno alia superficie clie si puo immaginare determiiiata dal teste indicato slstenia di liiiee, solo die i puiitl di dl- visione delle due mezze circoiifereuze e le rette congiun- genti s'inteiidano moltiplicate senza line. Giovasi da orima di semplici considerazioni geometriche , e riesce a porre in evidenza , clie una tale su|jeriicie appai'tiene alia faini- glia di qnelle non svilnppai*ili , che i geometii chiamano rigdte o stone con uii piano direttore , imperocche ciascaaa. delle snindicate rette e parallela ad un piano iisso. E con- seguita , clie la stessa- superlicie rlgata ha per direttrici quelle due niezze circonferenze, e per generatrice una retta , che si move appoggiandosi alle stesse co' suoi estremi, e conservandosi jjarallela ad un piano individuato. Inoltran- dosi poi r autore mano mano neir analisi della sua gene- razione , ci fa accorti, die la generatrice pub nel suo cam- niino aver due giaciture diverse : che, nella priina giacitura allontanandosi priina dal piano direttore , poi ad esso riav- vicinandosi , cangia inclinazione coi piani delle direttrici , e genera la superficie del cono-cuneo , o della coiioidale del Wallis , die e propriamente la sopra indicata superfi- cie storta. Laddove se la retta generatrice si move posta nella seconda giacitura , genera la superficie cilindrica di rivoluzione, che e tra quelle sviluppabili. Y' e andie da osservare , che sulla superficie generata colla prima giaci- tura esiste una linea speciale, chiamata linea doppia , o tinea di strizione^ la quale si dimostra essere una retta per- pendicolare al piano direttore e passante pel punto di mezzo di quella che congiunge i centri delle circonferenze diret- trici. Ma senza pretendere di voler qui esporre tutte le pe- cnliari considerazioni dell" autore , non taceremo che egli nella sua qualita di architetto dimostra di bea possedere quelle regole del disegno die hanno fondameato nella geo- metria descrittiva , risolvendo in maniera facile ed elegante diversi problemi , tendenti a fissare la posizione di ciascua punto della conoidale , e quella dei piani ad essa tangenti, come pure a determinare la natura e le propriela delle curve, che si ottengono ; segando la conoidaie con piani di individuate posizioni ; per cui ne deriva poi quel teo- rema , che la conoidale di Wallis ha infiniti piani asintoti 72 CONSIDER AZIONI INTORNC UN INFERRIATX CCC, tatti parallell al piano direttore. E fingendo la rotazione dl un particolare piano segante, nascono altre curiose avver- tenze intorno al cambiare contiiiuo della linea d' interse- zione , e si statuisce il teorema , che il luogo geometrico di tutti que'puntl delle infinite sezloni, i quali lianno egiiale ordinata , e cjnella cniva a doppia cnrvatura, che e la in- tersezione della conoidale con un cilindro di rivoluzione, avente per parametro quella ordinata , e per asse quelio , intorno cni rota il piano. Tulte qneste cose insieine a inolte altre, clie trasandiamo per brevita , coinpongono la prima parte del libro , uella quale 1' autore fece nso del nietodo geometrico. Che se con essa egli si mostra molto Versato nella geonietria descrittiva , non lo apparisce meno quando si tratta di impiegare il niagistero delTalgelira nelle qnestioni geometriche, nsando nella parte secontla di quel ramo delle mateniatiche , clie geoinctria analitica viene de- noniinato. Prima e radicale qnestione , colla quale incomincia que- sta seconda parte , che egli intilola C'onsiderciziom olgtbri- che , questione da cui tutto clie segue, ha una essenziale dipendenza , e qnella di trovare 1' equazione della snperli- cie. E poiclie per diverse maniere si puo a quella eqaa- zione perveuire, da sempre prove di perizia chi , sapendo evitaie i laboriosi calcoli, le vie tortuose , ti porge con fa- cilita la piii semplice equazione, senza obbligarti a com- plicate trasformazioni. Ed appunto di questa perizia scor- giam dotato il Kossi che, merce di alcune speciali con- siderazioni e di alcnni opportunl ripieghi, una equazione semplicissima ci porge. Ed avvedendosi poi tosto, che que- sta e scoinponibile in due, una delle quali rappresenta la superficie cilindrica di rivoluzione, T altra quella della co- noidale , di quest' ultima si occupa , come quella che forma il primissimo oggetto delle sue ricerche. 11 duplice risulta- inento del calcolo peraltro non e che una conferma di quanto ¥ autore aveva gia colle considerazioni geometriche avver- tito , cioe che movendosi una retta nella maniera da lui immaginata, secondo che si trova coUocata in una od in altra giacitura , puo generare la conoidale o la superficie cilindrica di rivoluzione. Siccome poi dall' esame attento dell' equazione di una superlicie o d' una linea si puo dednrne la forma e 1' an- daoiento;; cosi ad un tale esame egli si accinge con la piu ni V. A. nossr. r-S sci'upolosa accurntezza , sia coirattrihnire particolarl valori alle coordinate , sia col supporre segata la conoidale per mezzo di piaiii , prima paralleli ai tve ortogoaali, poi, die passino lunghesso i tre assi , o die siaiio a qnesti paral- lel! ; ed in line per mezzo di piani, die ai tre assi orto- gonali siano in qnaliinqiie maniera inclinati. Tutte le se- zioni die in tante diverse guise si ottengono sono altrettante linee, delle qnali si assegnano le equazioni, si rilevano le proprieta caratteristidie e le secondarie. E tntte quelle poi, die si ottengono con piani paralleli od inclinati ai. tre assi, sono linee, die I'autore colla scorta. delle equa- zioni loro , divide in linee di primo, secondo e terzo ge- nere; ognuno di questi generi in tre specie, facendosi carico per fino di osservare, die alcune di queste specie ammet- tono delle varieta. I nostri lettori argomenteranno facil- mente , quale apparato di forniole e di equazioni occorra per tutte svolgere e sminuzzare cosi fatte cose. Tanto piii die non v'e dubl)io od obiezione, die I'autore non risolva; non osservazione di' egli non faccia ; non que«tione ch' ei non si proponga e non tratti ampiamente, guardandola sotto ogni aspetto, facendosi quasi uno scrnpolo di metier senipre d'accordo i risultanienti del calcolo con quelli della geometria, e di smentirne le contraddizioni. Quindi se s'im- batte in curve, le quali abbiamo asintoti retti f, curve asin- toticbe o punti singolari , certo non isfuggono alle sue ri- cerclie : e sareinmo quasi per dire, die diflicilniente , chi si ponga a leggere questo libro potrebbe trovare di die aggiungere , tanto estesamente vi e trattato I' argoniento. Ingegnoso ed isiruttivo poi rcputiamo quamo e esposto ia una appendice, intorno al luogo geometrico de' punti d'in- tersezione di quelle linee , die Y autore cliiama del primo genere , coi rispettivi loro assi delle ascisse ; e di quello del loro punti di flesso. Ma tutti cosi fatti studj intorno alia conoidale ed alle sue sezioni non sono die meramente speculativi o razio- nali : e forse 1' egregio signor Rossi indovino , die da un architetto , quale egli s' intitola , i suoi lettori avrebbero dovuto aspettarsi di vedere, come egli sappia applicare le sue ricerclie agli oggetti delle artl e dell' industria. Quindi ad appagare una tale espettazione , egli dedico la terza ed ultima parte del suo lavoro. Ma forse taluno trovera che troppo brcvemente cerca sdebitarsi di un tale assunto ; 74 CONSIDERAZIONI INTORNO U.\' INFERRTATA ecc, imperocche a due sole applicazioni si llmita , spettanti, una air idraulica , 1' altra all' architettnra , delle cjuali potrenio formarci una sufGciente cognizioiie, udendo quello clie egll stesso ne dice sul principiare di qnest'nkinia parte deH'o- pera sua. « E notissimo , sono le sue parole, 1' nso che si fa della superlicie della conoidale nell' architettura, per aprir vani di luci in alcune volte, e per coprir vani d'in- gresso in alcuni casi. E per dire di qualche nuova appli- cazione di una tal superficie, lasciando stare delle sue se- zioni , clie pure, quando si volesse , non sarebbe difficile applicarle, discorreremo in questo articolo delF uso clie potrebbe farsi della superficie conoidale nella costruzione di una clepsidra , per la facile determlnazione del moto deir acqua in essa contenuta , e della sua discesa in rela- zione colla scala dei tempi f, e direnio poi del suo uso per la costruzione di una volta da sostenere gradini di un'ani- pia scala, quando il vano al di sotto di essa ad una ben decorata sala volesse destinarsi. >> Chi sara per leggere quel poco , clie qui aliljiani potuto dire intorno al libro dell' arcbitetto signer Rossi, vorra per avventura domandarci a quale scopo tendesse quel chiaris- simo autore nel pubblicare un cosl anipio volume corre- dato da tante tavole, pigliando le mosse da un cosi umile tema , una inferriata. £ noi a manifestare quello che ce ne sembra, senza pretesa di indovinare T intendimento di lui , diremo, che due precipui oggetti troviam raggiunti in quel libro. II primo , che risguarda interaniente 1' au- tore , si e di far conoscere quanto ei valga nel trattare questioni geometricbe, vuoi colla gecuietria descrittiva, vuoi colla scienza del calcolo. E per verita con questo suo la- voro da saggio di essere molto avanti nelT una, e di saper abilmente valersi dell' altra , ahneno per quanto spetta al- r algebra elementare , estesa ai primi rudimenti della su- blime. E sareljbe cosa quanto desiderabile aitrettanto utile, che al pari del signor Rossi , tutti gli architetti possedes- sero le matematicbe. Oltredicbe , se guardiamo alia cura con cui il libro h stanipato, con cui sono disegnate ed in- cise le tavole, avremo argoaiento di lodarlo anche per la somma dihgenza colla quale diresse il lavoro materiale , la cui precisione e indispensabile , perche si possa dire con frase da tipografo, che un libro e ben fatto, come si p«6 dire di questo. 131 V. A. Ros?r. ^5 n second© oggetto , che vorra certamente repnfnrsl piii importante del primo , riguarda gli stadiosi. E qui giovera r avvertire , c!ie gli studiosi , di cut iutendiamo parlare , non sono gia i provetti nella scienza. Per qnesti lo scri- vere del Rossi avretjbe uii andare troppo j^rolisso ; tante minute regole sareljbe stato inutile il citarle ;, molti risiil- tamenti di calcolo potevano essere seiuplicemente annun- ziati , alcuni altri oniniessi e sottintesi;, niolte ricerche soiio gia note a coloro clie sono dotti nelle niatematiche. Pei matematici provetti insomnia iatorno alT argomento trattato cosi distesamente dal nostro autore poteva bastare una Me- moria di piccolo volume. Gli studiosi pertanto , ai quali puo riuscire nlile T opera del Rossi, sono, per nostro av- viso , que' giovani che o sono tuttora dedicati alle scuole, o ne furono di recente licenziati. Educati , come sono nello scolastico insegnamento , a risguardare le questioni in a- stratto , trovano grande difficolta quando loro vien propo- sto qualche problema di concrete argomento. E non e raro 1' udirli cbiedere, a che giovino le teoriche, a che facciano tanto dispendio delle facolta intellettuali per apprenderle. Per la qual cosa saranno sempre commendevoli coloro, che scrivendo libri scolastici , o dettando precetti dalla cattedra sapranno alternare le astratte teoriche coUe pratiche appli- cazioni , tenendosi persuasi , che sono pochissimi i giovani, che delle prime soltanto si appaghino , e stiano contenti ai soli piaceri deirintelletto. I piit amano di vedere i loro studj rivolti ad una utilita piit positiva, vogliono riuscir capaci di prestar V opera loro pel ben essere della societa. Ora poiche il libro del Rossi tutto si versa in cjnestioni concrete ; poiche nella loro trattazione egli, per cosi dire, conduce per mano il lettore, in maniera da non lasciarlo niai nelle difficolta, nia spianandole tutte, lino al segno di non lasciarlo quasi niai meditare da se , il che forse da alcuni sara tenuto per difetto, noi non esitiarao a dichia- rarlo utile alia gioventii, che vorra essergli grata per Fam- maestramento che sara per ricavarne in leggendolo. 76 ^■■■— — ■!■— ■ — flBIWII II Mill ■■■III! IIIIMIBIIIIIBWIIHIiHIIIIIII— ■millWIiWHWIIBI PARTE STRANIERA. Histoirc natnrelle etc. Storia nnturnle apiicola rd cco~ nomica del Mais, del sig. BonaFous , direltore del R. Orto agiraio di Torino , dot.t. in meduiiia, cav. des.li Ordiiii di S. Mauiizlo e delta Legion d' Onore , conispoiidciitc dcil Accademia rcalc di medici/ia e dell Isdtuto di Francia, ecc. — Farigi, i836. grande ill fogho, con rami miniatif I 1 mnis, o grano d' Iiidia , conosciuto p'lu comunemente in Italia sotto il noine di rnelica, noii si presento mai agli scienziati sotto si ricca veste come oi-a in Parigi , ne ebbe mai nil si dottp ed accnrato panegirista rjuanto nel signer Bonafous. — II vasto in foglio cbe era annnnziamO e I'icco di 20 incisioni in rame maestrevolmente coloflte. Rappre- senta la prima i caratteri Ijotanici tntti del niais , cioe spica, fiofi mascluli e femminei , ovarj, seme, diversi gradi di germinnzlone , ecc. Undici alire oHVono 1' immagiue al naturale di tutte le specie e varieta piii cospicue di cjnesto cereale. In cinqne altre vi sono i modelli di inacchine atte a sgranare le spiclie, e tra qneste v* e cjnella inve.itata dal- r antore e cli' ebl^e nel 1834 nn rapporto favorevole con premio dal ginri centrale d" agricoltnra di Parigi. Delle due ultime stampe I'nna mostra i caratteri microscopici, era os- servati per la prima volta, cbe acquista il niais afFetto dal carbone; 1' altra le iigure de' molti insetti che gli sono no- civi , e tra qnesti alcnni sinora ignoii agli entomologi. La melica, pianta delle piii luili cbe si conoscano, meritava al certo di essere esaminata scrupolosamente sotto tutti gU aspetti possibili , di storia natnrale, di agricoltura, di eco- nomia , e cio e appnnto quello cbe ba ora egregiamente fatto il sig. Bonafous in questa sua nionografia completa di tal cereale. Gli scritti pubblicati in Francia dal Parman- tier , in Italia dalP Harasti , in Germania dal Burger , e quelli di alcuni altri piii recenti autori , non possono pa- ragonarsi a quelio die abbiamo lia mano, e cbe valutiama PAUTE STRAN1ER\. -j tanto pill in quest* epoca clie 1' agricoltnra tenJe a niettere le produzioni alimentari del suolo , piu die iiiai in rapporto con i bisognl ognor cresceiiti delle |;opolazioni. — L'opera del nostro italiano dott. Bonafous e divisa in 7 capitoli ; contiene il primo una erudita discussione storica intorno la patria del mais. E noto che alcuni lo vogliono origina- rio del vecchio , altri del nuovo moudo , nia da molti e irrefragalnli documenti riponati daU'aiuore e ormai stabi- lito che questo cereale era conosciuto prima della scoperta deir America (i). 11 secondo capitolo racchiude la descrizioue delle moke specie e varieta del genere zea. Opportune e dotte riflessioni versano intorno il prodotto di queste e sulla durata della loro vegetazione , paragonata tra sif- fatte specie e varieta. — Sono esposte nel terzo capitolo le teoriciie piu opportune a guidare gii agricohori sopra tal genere di coltivazione \, e vi sono poi indicate le pra- ticlie speclali eseguite in Piemonte, ed altre osservate dal nostro agronomo nelle varie contrade cli' egli percorse, ove piu si coltiva questo genere di gramignacea. Contiene il quarto capitolo tutte le cognizioni relative alia coltura , alio sgra- nauiento , ed alia conservazione di siffatto cereale secondo e praticato ne' paesi ove simile coltura e piix estesa, come sarebbe nel Piemonte e nella Lombardia. II quinto capitolo fa conoscere le produzioni parassite, e gli insetti diversi pill nocivi al niais. La patologia vegetabile e si poco stu- diata, die la storia delle malattie di questo cereale non puo conoscersi die nell" esporre cio che puo essere nocivo alia sua vegetazione normale, o che ne altera il prodotto. Ha porcio assai ben divisato il signer Bonafous di considerare come cagioni di niorbosita: i." diversi fenomeni meteorici; 2s.° alcune produzioni parassite ^ 3.° varie specie di anima- letti; 4.° gli errori ed i difettl di coltivazione. CoIIa parti- colare indicazione di tutte queste cause fa egli conoscere le malattie e le lesioni accidentali proprie del mais. II se- sto capitolo espone i moltiplici usi del mais, le risorse ch' esso oifre all' economia rurale e domestica, alle arti ed alia niedicina. Fa conoscere in questo capo Tautore i prin- cipj costituenti su de' quali sono basate le proprieta di que- sto cereale. L'anallsi chimica del mais e stata intrapresa dal Proust, da Garliam , da Bizio, da Lespes , da Sprengel, (1) V, Bibl. ital. torn. 24.°, pag, 389, diceuibre 1821. ^8 PARTE STR\MERA. e da parecclu altri , ma sembrando al Bonafous, e ben a ragioue, che il lavoro de'snccitati chimici su di qiiesta pianta desse de' risnltati alquaiito incompleti , e che i principj immediati da essi riiivenuti sieno tuttora irresoluti sotto il iiome di fnnterffT estrattiva, mucilagiiiasa , animalizzata ecc, ed altri principj ofFerti come nuovi , V ordeinn, il zimolia, la zeitia non si siano mai potuti ottenere isolatamente , egli si determino di sottomettere il mais ad una nuova analisi pill completa ed esatta di qnella de' suoi predecessori; ana- lisi cir egli intraprese in compagnia del sig. Payen , chi- mico d'alto grido. Quest' analisi gli ha offerto i prodotti segnenti ; amidone 71,18, sostanze azotate insoIubUi nel- r acqna a 100° 11,66, olio grasso 8,7.5, legnoso 6,17, de- sterina e zucchero 0,44, materia azotata solubile 0,44, sali solubili di potassa, soda e calce, fosfato di calce , si- lice, ossido di ferro , zolfo , olio essenziale, materia colo- rante i,ao, totale igo,oo. — Dopo di aver esposto 1' uti- lita del zea mais, come ottimo alimento per I'uomo e per gli animali, non che come bevanda sotto forma di emulsione, di birra , ecc. , passa T autore successivamente in rivista, onde non omettere alciiao degli usi nei quali si adopra questo cereale , tntte le risorse che ofFre cia- scheduna delle sue parti all'economia domestica ed al- r industria. Le foglie , per esempio, servono a riempire i pagliericci, a fabbricare carta , stuoje, cappelli , cigari ecc. 11 fiisto e le radici servono al bestiame di slrame. II mi- dollo spugnoso del cbppo s' imbeve delforina degli animali ed e utilizzato poi come letame. I gambi interi si ado- prano ancora a far palizzate, gerle , ceste , grate ecc. I pescatori snlle sponde del Nilo ue costrniscono delle zat- tere, Bruciati danno plii o nieno di potassa. II gambo ed il grano possono fornire dello zuccliero , dell' olio grasso , utile alia pittura ed all' illnminazione. Taluno si serve per lavarsi delia farina di melica aromatizzata come se fosse pasta di mandorle. Stemperata nell'acqua pura con un poco di gemma e ugualmente utile ai tessitori quanto 1' ainido. II raspo o rachis della spica e i suoi fasti sono utilizzati come un eccellente combustibile. Dopo di aver dimostrato il signor Bonafous che il mais rivalizza in utilita con gli altri cereali, per 1' impiego eco- nomico de' suoi prodotti, passa nel 7.° ed ultimo capitolo a trattare de'rapporti che pub esso avere coirigiene e colla pahtk straniera. ^5 medicina- A malgiado la cotiiprovata utilita del grano turco come ottimo alimento e conie rimedio, pui* venne acca- ffionato da alciini di prodiirre la pellagra;, ma T autore con irrefragabili argomenti, dedotti da inolti e inolti fatti, prova essere tali accuse totalmente prive di fondameiito. Che se ill alcuiie valli del Piemoate , della Lombardia e degli Stad veneti doinina la pellagra, non deve niai sifFatta derinite addebitarsi alf use di questo cereale , nia bensi al con- corso di piii cagioni morliose a cui sono di continuo espo- sti <'li abitanti di quelle conLrade, tali che sudiciume, cat- liva e scarsa alimentazione , soleggiamento , predisposizione creditaria e simili. II capitolo che tratta di questo argo- inenlo non si presta ad un sunto , e d' altronde la sua estensione non permette di essere qui riportato per Intero, cosicche iioi ci limiteremo a consigliarne la lettura iiell' o- pera stessa. Un rapporto assai favorevole sopra questa nionografia del mais venne letto dal sig. Silvestre in una delle ultime tornate dcU'Istituto di Francia : serva esso qual sufficiente atlestato che V opera del sig. Direttore del real Orto agra- rio di Torino e meritevole di molta lode. Noi pero in qua- litii di Italiani siamo doleiiti die non sia scritta nella lin- gua deir autore , e di cio gliene facciaino accusa. B. M. De la I'uhouipsie etc. Delia litotrissia. Memoria del sig. Leroy d' ErioLLE ., dottore in medicina, ecc. — » Parigi , 1806, in 0.", con rami , fr. 6. L'infrangimento de' calcoli in vescica mena attualmente in Parigi un gran rumore tra i chirurghi piu particolar- mente addetti all' estrazione de' calcoli niedesimi. Qual sia la cagione d'uno zelo si istantaneo e tanto romoroso sarebbe difficile r indovinarlo ; non e desso scolpato ne da alcuna novita di rimarco sopra sifFatta materia , ne da alcun miasma o virus calcoloso di nuova specie che abbia determinato un' infezione lapidea ne' Francesi. Fatto e, che in meno d'un mese comparvero in Parigi tre grossi volumi sopra questo solo argomento chirurgico - 1' uno del dott. Leroy d'EtioUe, inventore della litotrissia :, 1' altro del dott. Chiale, che pel prinio ebbe la fortuna di praticarla con successo sul vivo. 8o PARTE STRANIERA. ed II terzo del sig. Segalas. Sentiamo poi che il dott. Amu- sat e nelle doglie per darne alia luce ua quarto. — Per non intrattenere troppo a lungo i nostri lettori sopra un argomento al certo non molto amenOj ci limiterenio a far solamente parola del libro del Leroy d'Etiolle; ab iino di- sce omnes. Non si intrattieiie punto 1' autore nel mettere a confronto i vantaggi ed i pericoli della cistotoinia coa quelli della li- totrissia ; giacche su tal punto di dottrina non pub piii aver luogo disputa alcuna, dopo clie venne accordato dagli avversarj stessi di quest' ultima operazione , nella solenne discussione ch' ebbe luogo teste nel seno delF Accademia reale di medicina di Francia , die conviene sempre il fran- ger la pietra quand' essa non sia di vecchia data, ne troppo voluminosa , e quando la vescica si trovi sana. Sono assai chiaramente e con dottrina discusse dal si- gner Leroy le influenze moltiplici clie possono avere so- pra i risultamenti della litotrissia le condizioni varie nelle quali si puo trovare la salute generale del calcoloso, la sua vescica orinaria, e le concrezioni calcolose conteuute in essa. Ed in fatto non v' ha dubbio clie lo stato piii o meno fisiologico o anormale del paziente , la condizione d'ipertrofia, di paralisi, di catarro , di fungosita ecc, della vescica orinaria , non clie il volume , la durezza , ed il numero de' calcoli debbono contarsi tra le cagioni deU'esito felice o sgraziato di tale operazione. Iliescira anclie utile il consultar quest' opera pei varj ed istruttivi casi pratici ch' essa raccliiude sopra le piii importanti applicazioni de' varj processi ed istrumenti onde ottenere lo spezzaniento de' calcoli vescicali specialmente col frangipietra dell' Heurteloup, perfezionato dal Jacobson, dair Hanry , dal Laiigier e dall' autore stesso. Giudiziose riflessioni dedotte sempre dall'osservazione pratica vengono in appoggio della maggiore o minore utilita dell" uso di questi diversi e nuovi ritrovainenti. Avremmo volontieri desiderato che il sig. Leroy, nelio scrivere sulle pietre orinarie , non si fosse ripetutamente intrattenuto a gettar la pietra con. violenza contro alcuni de' suoi colleglii , tacciandoli or di plagio, or d'altro. — SifFatte contumelie ingrossano inutilmente la mole del libro, seiiza profitto della scienza , sono di disdoro alia profes- sione, e riescono sovente piii a danno del crilicante che del criticato. PARTB 6TRANIERA. 8 1 Chiuderemo col dire die T opera del Leroy d'Etlolle sulla litotrissia e compilata con bnoni principj di scienza e d'in- venzione ; oiid' e clie a malgrado la dovizia in cui siamo di libri sopra cfuesto stesso argoment.o, il suo sara sempre letto con profitto da coloro die preferiscono di curare i calcolosi col frantumar loro la pietra in vescica , anzidie passare ad nn' operazione craenta e sovente niortale. Qnesto libro coniiene moke figure die rappreseatano i diversi stromenti piii idonei a ridiirre in frammenti le pie- tre in vescica, e presenta in due gran quadri storici , in- torno questo prezioso ritrovato , le epoche varie de' perfe- zionamenti ch' esso ha ottenuto, ed il nome di coloro a cui sono quest! dovuti. De lingua Othomitonim Dissertatio , auctore Emma- niiele Njxera mexlcano , academice Utterarice Za~ cntecarnm socio , ex qninto tomo novce seiiei actornm societatls phllosophice americance decerpta. — Fhila- delphice, i8o5, ex pi cells James Kai, In ^°^pag. 58. L'annunzio di questa dissertazione essere non dee dis- aggradevole a' tempi nostri , ne' quali si grande progresso vanno facendo gli studj degli esotici idionii. Jve quesii studj considerarsi vogliono come sterili o vaai •, perciocche noa ci ha forse mezzo niigliore per rintracciare le origini delle nazioni , e per conoscere lo stato deila civilta loro, quanto Tanalisi della lingua, nella quale esse esprimono le loro idee ed i bisogai loro. Gli Otomiti consistono ora negli avanzi d'ua antico popolo Messicano , nomade un tempo , la cui lingua, la piii barbara e la piii povera di tutte quelle die parlansi nella vastissima regione del INIessico, sembro al sig. Na- xera meritevole d' essere particolarmente studiata. Egli ne fa conoscere gli dementi fisici , cioe le voci e le articola- zioni , per quanto e possibile di rappreseniarli co' caratteri europei : ne espone il sistema gramaticale, e ci da altresi un' idea del vocaljolario. Dalle quali sue indagini risulta die quest' idioma esprime pocliissime idee, e ch' e man- cante pressoche d' ogni precisa espressione de' rapporti. Tuttavia 1' autore lo paragona ad alcune delle lingue asia- tiche , e specialmente a quella de' Cinesi. Egli riferisce piii Bibl. Ital. T. LXXXIII. 6 8a TARTE STUANIERA. articoli della gramatica del Remusat, e dimostra ravvicl- namento di certe locuzioni degli Otomitl ad altre de' Cinesi neir ugnale slgnificato. A qnesta disscrtazione trovansi ag- giiinte le version! delP orazione dominicale e dell' XI ode di Anacieoiite in idiouia otomitico. Potra farsi qualche idea della sintassi degli Otomiti colla letterale versione latina della loro orazione dominicale : " Noster Pater , habitas » coeluin i vocabunt sanctum tuum nomen. Veniet erga » nos tua habitatio. Facient tua voluntas et ita hie terra » sicut coelum. Noster panis quaecjue dies da nos unus » dies nova. Et parce nos nostra debita sicut nos parci- " mus nunc debitores nostri. Et cave ne permittere nos >i laberaur in turpis actio ; sed salva nos non bonum, Fa- » cient. » Table of comparative weights of all the principal com- mercial towns in. the world etc. Tavola comparativa dei pesi di tutte le principali piazze di commercio del mondo , di Carlo Bell at I rnilanese. — Londra, i835. Si vende in Milano da Paolo Cavalletti al prezzo di ital. lir. 5. II commercio reclamava da lungo tempo esatti rapporti fra le monete , i pesi e le misure d' ogni nazione , ed il Governo Britannico per le estese sue relazioni politiclie e commerciali in ogni parte del globo senti il primo la ne- cessita di realizzare questa immensa operazione. Fu nel 1818 clie col mezzo de' suoi consoli si procuro, di ogni paese , i moduli debitamente verificati e attestati dalle autorita local! , e fattili paragonare con quelli d' In- ghilterra e di Francia afFido s. Kelly , esaminatore del Col- legio della Trinita , la compilazione di un Truttato com- pleto di monete , pesi e misure cbe venne poi alia luce col titolo di Cambista universale. II signer Carlo Bellati pensando die un tale lavoro non fosse alia mano di tutti , diviso di riunire in una sola ta- vola una parte del tesoro rincbiuso nei due volumi in 4.° del Kelly, quella cbe tratta dei pesi e fu questo un utile divisamento, percbe di fatto non sono molti quelli cbe pos- seggono quel prezioso libro. PARTE STRANIERA. 83 La tavola comparativa del sig. Bellati , lavoro di rara pazienza , condotta al suo termiae e pubbllcata a Loiidra sul fiaire dello scorso anno, rabliiamo noi diligentemente e maturatamente esamiiiata , e dai coafronti istituiti colle opere le piii accreditate clie versano su qiiesia materia, e principalmente con quella snannunciata del Kelly, die re- putiamo la piu preclsa, abbiamo potuto asslcurarcL della positiva sua utilita. II sig. Bellati , come ne dice la sua lettera dedicatoiia ai negozianti di Londra , ha dovuto superare infinite difli- colta per andar incontro ai niolti abusi ciie esisLono in una gran parte del mondo suU' uso dei pesi ; poiche in alcuni paesi togliesi od aggiungesi al proprio peso una data quan- tita per ragguagliarlo a quello di un altro o viceversa , e queste arbitrarie deduzioni od aggiunte canonizzate dal tempo e dall'uso passarono come regola di calcolo a sca- pito dei meno esperti ;, ma il diligente compilatore che ebbe 1' esperienza per maestra procuro di scoprire siffatti abusi e si studio onde non ricomparissero nella sua tavola. Facciaiiio voti percbe sia tradotta in italiano a vantaggio di tutti i commercianti di questa nostra penisola, e se a taluno ne venisse il pensiero lo pregheremmo di far posto, nella sua traduzione, alle poclie seguenti osservazioni die ci sono emerse neU'esame e che nulla tolgono al merlto della tavola suannnnciata. Easilea , libbre lOo corrispondono a chilogrammi 49,319; ma per la seta si usa il peso d'Anversa tanto a Easilea quanto a Zurigo , a Francoforte sul Meno , a Elbe.rfeld , a Bremen, a Creseld ed a Bevlino. Friborgo , libbre 100 corrispondono a chilogr. 63,88 1. Ginevra, » 100 » » >i 55, 000. 100 « » » 5o,ooo. Losanna , ) Co stanza , i Lucerna , f Zurigo, ^ It 190 ti » » 1005O00. Zurzacz , j Soletta, » 100 » » >i 51,840. Berna , » 100 » » » 5a, 000. L. B. «+ APPENDICE ITALIANA. Parisina. Tragedla di A. Somma. — Venezia, i835, tipografia di Giuseppe Antonelli, pag. 66, in 16." U, ' na nuova speranza clie sorge per 1' Italia e 11 giovane signer Antonio Somma, e cjuesta Parisina clie al sno primo apparir sulle scene fu con solenne planso salutata , ne reco rannnnzio. E certamente molta e l^elia poesia tro- vasi in questa tragedia: una poesia florida, fragrante, lu- cida , proprio la poesia della gioventu : ed e la gioventu una si ricca fonte di poesia ! o per dir meglio la gioventu stessa e una poesia plena di begli Idoli , dl aurel sogni , dl vaglil fantasml , die va pol a flnire nella prosa di una pensatrice, e sgannata virllita. Non vogliamo dire con cio che la Parisina sia una perfetta tragedia , che troppo ma- gnificheremmo le fimbrle : ma crediamo che sia tale da nieritare una distinta menzione, e da doversene render conto ai nostri lettorl. La Parisina del Somma, figlla del Malatestl slgnor dl Rlniinl , e sposa a Nicolo di Este signor di Ferrara , ama dl secreto ardentlsslmo amore Ugo figlio naturale del suo sposo che da moltl annl abbandono la patrla. Immersa quindi nel dolore vive una vita solitaria e deserta , im- memore , e quasi sdegnosa dl qnalslvoglia diletto. La tra- gedia si apre in una delie sale dticali coll' annuiizio , clie un paggio reca a Bice confidente dl Parisina, dl una danza, a cui 11 Duca desldera che la sua sposa intervenga. Bice in un monologo non breve deplora la sorte, e le angosce della sua signora , e notiiica al pulsblico che Ugo e ritor- nato, e che vuole ad ogni costo pariare con Parisina. Viene questa , e dopo molte scambievoll carezze , Bice la una lunghissima scena maneggia colle regole dell' arte 11 negozio dell' appnntamento, e ponendo in opera ogni ma- niera di accorgimenti e dl lusiogherie liidnce la rltrosa Parisina ad accousentire di trovarsi con Ugo all'estremo con- fine del parco, meutre in paiazzo si balla. Concluso 1' af- fare, sopraggiunge Nicolo che rimprovera alia sua sposa la fieddezza con cui lo tratta, e poscia la conduce alia danza. APl'ENDICE ITA.LIANA. 85 Ugo fermo al liiogo del ritrovo airestremlta del parco, da cul si vede a qiialclie distanza il palazzo diicale illu- minato , comincia T atto II con ua monologo di circa c'm- quaiita versi , con cui allevia la noja dello attendere, nar- rando alle stelle gli affetti snoi e le sue pene. Giungono Parisina e Bice , e tengono con Ugo una Innghissima con- versazione, clie si conchinde con un tenerissimo addio. Partito Ugo, restano le due donne sconfortate, ed in quella, com' e naturale, arriva Nicolo accompagnato da uomini d' arme con fiaccole, die vibra motti pungenti alia con- sorte ed aH'ancella, onde queste indispettite si allonta- nano, e sono segulte da certo Lionello confidente del Duca, clie s' interna nel parco a spiare. Neir atto III , clie si apre nelle stanze della Duchessa , Lionello riferisce al Duca die nulla gli fu dato di scoprire nella esplorazione eseguita nel parco , ma pero desta in lui il sospetto die Ugo fossn il niisterioso personaggio cola introdottosi , per cui Nicolo si riscalda all' ira , ed alia vendetta. Viene Bice, e gli narra die Parisina per do- lore e animalata. II Duca recasi tosto a visitarla, e intanto sopraggiunge Lionello , ed egli e Bice si parlano aspre e sdegnose parole. Tomato Nicolo, questi narra a Lionello die tutto e svelato, e die la inferma Parisina delirando fe' palese T amor suo per Ugo: onde vuole die questi gli sia condotto innanzi. Ma Ugo previene il comando, ed a lui si presentn , ed in quella scena il padre rimprovera al figlio i temuti oltraggi, e la vilta dell'origine, ed il contuniace ardimento, ed il figlio al padre le crudelta nsate alia niadre sua Bianca, e la rapita sposa, e la sco- noscenza dei prestati servigi; e quindi dopo un fiero scam- bio di querele , d' ingiurie e di rainacce, Nicolo ordina die Ugo sia strascinato in carcere. In quella viene Pari- sina , e tenta di salvarlo colle pregliiere : le quali non fanno die confermare il Duca nel suo crndele proposito. Nell' atto IV in una " sala attigua a quella del gludizio » Lionello annunzia al Duca die staniio raccolti i nobili , dai quali vuol questi die Ugo sia giudicato. Mentre pende la sentenza un vecdiio cavaliere nomato Cecilia, a cui Bianca, morendo, aveva raccomandato il figliuolo suo, si presenta al Duca , e gli cliiede la vita di Ugo , mostran- dogli r infaniia e il pericolo die dalla morte di lui gli deriverebbe. Rigettata la preghiera , Lionello reca a Nicolo 86 ATPENDICE ITALIANA. la sentenza die danna Ugo nel capo, e il Dnca esita pure Uii istante a sottoscriverla ; se non clie compareiido Pari- sina , e rinnovando le piu vive ed appassionate istanze , la sottoscrive. Quindi Ugo accoinpagnato da Cecilio e dalle guardie esce dalla sala del gindizio, ed attra versa la scena fra i lamentl deiramante, gli scherni del padre ed i con- forti deiramico. L'atto V si apre in una sala clie da una parte guarda per uii verone al Inogo del supplizio , dalTakra e coii- tigua alle stanze di Parisina. Cecilio sta confortando il condannato Ugo, e gli porge argomenti di snlslime s]ie- ranza , e di rassegnazione. Lionello ordina clie Ugo e Ce- cilio e le guardie lascino la sala sgombra a Nicolb, che vl giunge seco condncendo Parisina clie sviene. II Duca e il confidente ripartono subito dopo aver dato secreti or- dini alle guardie. " Parisina e sollevata dalle sue donne e posta a sedere non lunge dallo aperto verone. Poi poclii momenti s' ode a distanza fanebre canto " Parisina delira, e ricade nelie braccia dclle donne. Una di queste avvisa che sta gia nudato sotto la scure il collo di Ugo, il quale alza un di.«perato grido : " Parisina! Ella raccoglie le sue forze , si rialza , le sue donne restano immobili. Fa un passo sostenuta da queste. Porta gli occhi al verone: quando la scure tronca la testa di Ugo , da un nrlo , e niuore. » E niorta : esclama una damigella , e si cala il sipario. Da questo breve sunto ognuno comprende di leggieri che bellissimi pregi , e nello stesso tempo difetti non lievi trovansi nella tragedia del signer Somma. Illustre, commo- Vente e grave n' e I'azione-, la quale dirittamente si conduce al suo fine, senza che vi s'intreccino casi straordinarj e roiranzeschi ;, e resta sempre una ed intera , sebbene av- vengano frequenti mutamenti di scena; cio che prova che la unita che veramente rileva di conservare nelle rappre- sentazionl poetiche , e quella in cui tutte le altre si com- prendono , e la unita dell' azione. Bene preparata ed eiui- iienteniente tragica, beaclie non sia nuova, e la catastrofe; la quale al cader del sipario lascia negli aninii una impres- sione cosi profonda e terribile , clie noi prima di averla provata non avremmo saputo immaginare. I caratteri sono perfettamente disegnati, ed egregiamente attribuiti ai diversi personaggi della tragedia. Parisina e un^amante, sempre «mante,e nulPaltro che amantc. Nicolo e freddo, sospettoso, APPENDICE ITALIANA. 8^ crudele, pronto del pari agli scherni ed agli oltraggi, tra- scorrente dalle ire aile vendette, vero tiranno. Ugo e fervido amatore e prode guerriero , e si comprende che sarebbe iin ottimo figlio se dato gli fosse di avere nn pa- dre. Lionello e il vero modello dei perversi consiglieri di pessimo principe , ai quali la iiiiqnita e nierito , ed il male altrui diletto , come Bice lo e delle ancelle confideati e devote , che al bene delle loro signore sono pronte a sacriiicare e vita e quicte e decoro. E Cecilio e nn no- bile cavaliere di antlca fede, die fra i delitti di una corte tirannesca adempie lealmente un ministero di pace, di amore , di pieta. — Lo stile abbiam gia detto qual sia ; ma per altra parte egli e manifesto, clie nella tragedia del signer Somma 1' azione e talvolta fredda e vuota , e precede lentamente cosi , die sembra strascinata anzi- clie condotta a formare i cinque atti ; e die i personaggl sono alqnanto ciarlieri, e pajono intenii, piuttosto die ad operare , a tenere insieme lunglie ed inconcludenti con- versazioni; e sebbene quelle scene siano ornate con ogiii lusinga di affetto e con infinite vaghezze di stile , pure sifFatti ornamenti non bastano senipre a tener lontana dair uditore la noja. Come mai T autore non pose mente alia circostanza che Nicolo era padre di Ugo, e non penso che una qualclie voce di amore che avesse fatto sorgere dairintimo di lui petto, poteva senza indeboUre inenoma- mente i! carattere del tiranno, produrre contrasti , sospen- sioni , vicende che avrelibero sommaraente giovato ad una azione cosi bisognosa di movimento e di calore? Come non conobbe egil che T uffizio che Bice si assume di per- suadere la signora sua a conceder un notturno abljocca- mento ad Ugo tiene piu del comico ^ che del tragico , e che quella scena sebbene abbellita da elettissimi versi e per se stessa bassa e triviale , per non dire indecente e ridicola ? Perclie non da alcuna cagione al ritorno di Ugo cosi inatteso, cosi improvvlso, cosi imprudente ? Perche , alia fine dell' ultimo atto ^ luentre si consuma il supplizio di Ugo, vuole che le damigelle collochino la inferma e dellrante Parisina non lunge dalT aperto verone , da cul quel supplizio si deve per forza vedere; commettendo per tal modo un atto in se stesso crudelissimo, non necessario alia catastrofe immaginata dal poeta , perche un movimento disperato dell' amante eccitata dalle grida di Ugo moriente 88 APPENDICE ITALIANA. bastava all' uopo , e contrario non solo a quella pietk che h propria iii generale delle donne , ma a quella special- inente clie ispirar doveva alle sue ancelle la infeiicissiina Duchessa? Eppure il Roniani che prima del Souuna tratto lo stesso argomento aveva saputo evitare nel suo dramma tutti quest! difettl , facendo che Ugo si presentasse a Pari- sina tutto cliiuso e nascosto nell' ariiii , e venisse a par- lamento con lei per sorpresa , e non gia per mediazione di confidenti; che la sconfitta dei nemici di Ferrara e la conclusione della pace fosse il palese motivo delTinatteso ritorno di Ugo alia reggia estense ; che fra i sensi feroci da cui era agitato Nicolo qualche senso s' insinuasse di paterno amore, e ne nascesse qualche esitazione e qual- che rimnrso:, che finalmente I'aprimento del verone ordi- nato dal Duca svelasse a Parisina 1' orrido spettacolo del suppli/.io dell'amanie , e caglonasse la morte a quella mi- sera. In quanto alio stile noi dicianio francamente ch' e troppo ornato , e troppo splendido per jmamgiai e per figure, onde a parer nostro piu snrebbe acconcio a canti lirici di queilo che lo sia a diaioghi drammatici: ollreche alcuni modi di dire usati dali'autore non saranno forse approvati da quelli die vogliono che nelia elocuzione poe- tica la ieggiadria non si dlsgiunga dall' esattezza , e la facilita non divenga ignohile e volgare^ come p. e. in un luogo Bice narra a Parisina: = scorse sul bianco aspetto una convuha stilla, = e in un altro Parisina esclania : 0 nia- dre mia, sn quei negietti avanzi = Strisciar vedesti la movente luce' . . . = Par che il rossor di un fallo si di- pin^a = Sulle rovine sue ! E altrove Cecilio osserva a Nicolo : che gli altri di lul figli come potranno un bacio Recar sovra la man che sa del sangue D' un lor fratfHo? E Parisina eccitando il marito ad ucciderla grida : Ferisci , e volutiuo^a A me la punt a del tuo feno ecc. Si deve notar fiuahnente che in molti passi di questa tra- gedia le frasi , i pensieri , le figure stesse fanno ricordare alcuni sensi, alcuni concetti, o per usare lo stile dei mo- derni risvegliano alcuoe reminiscenze del Filippo, della Fraucesca da Rimini , del conte di Carmagnola ecc. APPENDICE ITALIANA. 89 Abbiamo volnto accennar queste mende per dimostrar che la lode clie al prlncipio del nostro articolo dienimo a qiiesta trngedia non fn ne cieca , ne parziale. Ed ora la coiifermiamo , peiclie ci pare che biianciati coi difetti i pregi , qiiesti avanzino di Innga mano. Pertanto che 11 sig. Somma segua a battere aniiiiosaniente la carriera in cuL con si fau&ti auspicj si e jjosto , clie ami la sua patria , che creda alia potenza dell' ingegno italiano, e lasci il mi- serabile peiisiero che soltanto fuori d'ltnlia siavi vera ric- cliezza poetica ; e noi sianio sicnri che al terzo passo egli giangera ad una meia gloriosa, a cui altri dopo luille non ginngono. Gioiunni Procida. Tragedia di Antonio Galatti da Messina. — Messina, i835, presso Michelangelo Nobolo. Un siciliano, che prlmo si mette a svolgere in nn dramma uno de' fatti jiiii solenni deila storia nioderna , accaduto appnnto in Sicilia, invita naturalmente T attenzione degli studiosi a fermarsi nelT esanie del sno lavoro. Per quanto sappianw , dice una nota apple della prefazlone , il signor G'llatU e il primo siciliano t che pubblica una tragedia sopra questo interessante argomento. I giornali siciliani da noi ve- duti fanno memoria di un Procida composto dal sig. Na- varro, scrittore a cui assegnano maggior facolta poetica che al Galatti , dichiarandolo pero a questo inferiore uella Closofia deir arte : ma la tragedia del sig. Navarro, che non ci venne alle niani , vide, a quanto sembra la luce posteriormente a quella di cui parllanio. II sig. Galatti, per altra parte, non entra novizio nelT aringo drammatico, avendovi sei tragedie di lui uscite dai torchi , e a cui al- lude il prof. IMissirini in una sua epigrafe encomiastica , ( il Cod o , VAmata, VAmone, V Jfigenia in Aulide , V Elcinia e V Jfigerda in Tauride) ed una se ne ricorda manoscritta, il Catone. Ottava adunque, rispetto all' ordine dei tempi , fra le tragedie del sig. Galatti e questo Procida. Pensavamo, dacche la tragedia era accompagnata da alcune pagine di prefazione, che si tenesse parola di due faiiiose tragedie moderne , quelle del Dclavigne e del Nic- colini , sopra lo stesso argomento , ma il nostro pensiero ando fallito. Sembra da cio che I'aiitoie non amasse che 90 APPENDICE ITALIANA. 11 suo lavoro fosse posto a confronto con quelll del fran- cese e del fireiitino sopra notati ^ e noi , o niodesta co- scienza delle proprie forze, o altro die a cio T inducesse , ci asterremo dal contrastare le sue intenzioiii. Solamente noteremo clie se co!!' avvertire nella sua prefazione noa aver volnto clie il suo Procida fosse ne un fanotico , ne un amhizioso , Jie un furibondo veiidicatore de siioi , anziche de torti della patria, avesse tacitamente voluto alludere al Procida fiorentino, 1" allnsione , in vero non punto giusta, renderebhe poco lodevole l" artifizio del suo silenzio. Quantunqne T azione si riferisca co' suol efFetti ad un popolo intero , il sig. Galatti amo ristringerne la tratta- zione in soli cinque personaggi. Atto I. Imelda figiia di Procida e prossima a legar maritaggio con Tancredi figlio a Guglielino di Porcelet, e Loredano , padre di Procida, benedice alTinfausto connubio. Ma Procida, creduto morto, ritorna. Atto IT. Procida e pieno di fiere speranze di li- berare la patria; ina involontariamente sparge il lerrore nella propria famiglia , atteso il raatrimonio della figlia con Tancredi, a cui ben si puo indovinare clie non sara mai per acconsentire. Atto III. Si tendono le fila della congiura , e si stabilisce la totale distruzione de' Frances!. Atto IV. Tancredi ha ottenuto Tassenso del padre alle nozze , ma vl si oppone T incrollabile volonta di Procida a non mescere il projirio coll' abborrlto sangue francese. Frainmezzo alle alterazioni e anniinziaio 1' oltraggio fatto da Droglietto alia donna di Roberto dei Mastrangeli, e ijuindi imminente lo scoppio della rivolta. Procida, trattenuto da'suoi, per poco non maledlce la liglla. Atto V. La congiura e scoppiata : le virtu di Guglielino sono scndo a Tancredi dal furor popolare. E rimandato salvo in Francia da Procida, ad una col padre. Imelda riinane colla disjierazione nel cuore. II resto de' Siciliani, guidato da Procida , corre al tenipio a ringraziare Dio del biion riusciniento dell' impresa. Semplicissinia e 1' orditura di questa tragedia, semplicis- sima a segno da mancare fin anco di que' natural! cootra- sti , o, come dicesi , colpi di scena, clie il soggetto pre- sentava da se stesso al poeta. II riconoscimento di Procida, a modo d'esempio, sembra clie a hello studio 1' autore abhia voluto indebolirne 1' effetto facendone lentamente presentire 1' arrivo , e poneiidolo materialmente in pro- spetttiva nella scena II del secondo atto. L' atto terzo e APPENDICE ITALIAN A. gi piu caldo degli altrl, nia il calore viene tutto dal fatto , iDCglio die dalla fantasia del poeta. Dicasi il somigliante del modo onde chiudesi T atto quarto, seljbeiie in questo ci sia qiialclie merito nell' aver annodato lo scopriiiieiito delle nozze sperate d" Jmelda e Tancredi all' ininiinente scoppio della cospirazione. La cntnsirofe sente del fiacco , e fra una donna che sviene , e Tamante che se ne va a casa sua sano e salvo, Tanimo dello spettatore non rimane certamente commosso quanto si desidera da una tragedia. Se r ainmirazione fosse il sentitnento cui mirasse il poeta d'eccitare con tal genere di poenii, T intento sarebbe me- glio ragginnto. Dacclie I'aninio dello spettatore, non punto discratto dal caso de' due amanti , si concentra tutto nel protagonista , die giulivo si fa guida del popolo liberato per correre al tenipio. I caratten sono in generale bene ideati, sono conve- nienti tra loro e coll' argoinento ^ ma spiccano meglio dalle poclic riglie di prosa che assegna a ciascuno I'autore neila prefazione, die dai vers! delta tragedia. Questi \ersi per poco non diremnio giustificare il nome confidenziale di Cianni , onde assai volte, per verita poco decorosaniente , e nominato nel corso della tragedia il protagonista. Noa pero tutti giungono all' iihperfezione de' seguenti , nel ritmo e nelle immagini: La voce di picta : ma ahi ! che pur troppo . . . Ma hastan voti? Cittadino sangue A scuoter hasta tirannia , che stende Souo lo scudo d' un crwiel destino Profondnmente le radici infeste . . . Vi soggiacciano i vili , a cui e il giogo . . . Di die siamo forzati a concbiudere clie la tragedia del sig. Galaiti, oltreclie per sentiiuento dell'autore, non puo nemmeno per giudizio del critico paragonarsi con quelle del Delavigne e del Niccolini, fuorclie nel caso che si vo- glia mostrare come nemmeno il trovare tracciata la via sia bastante per giugnere nell' arti d' inspirazione al fine de- siderate. 92 APPENDICK ITALIAN A. In morte di Antonietta Trevisan Gabardi , e dl Ade- laide Trevison. — Padova, i335, tipografia e fon- deria Cariallier, in 8.°, di pag. i55. II severo giudizio del dotti, il fastidio dei lettori , la censnra ed il ridicolo haano da gran tempo dato il bando alle Raccolte Poetiche, colle quali per lo passaio ogni piu lieve accidente della vita si celebrava , e die soltanto rac- coglievano quanto aver poteva di piu alibietto I'adnlazioQe, di piu frivolo la poesia, di piii sordido 1* interesse. Ma di qncsta massima ormai fermainente stabilita forma una giusta eccezione la raccolta che annunziamo, e che a parer nostro e tale da meritare ogni lode ed ogni piu onorata men- zioae. Due sagge ed avvenenti sorelle fnrono da imma- tura morte rapitej ed il padre infelicissimo cliiamo a parte del suo dolore i piii begPingegni d' Italia , e gl' invito a sparger fiori sopra quel tumuli die ogni suo bene ed ogni sua speranza- raccliiudevano. Quindi non ad oscuri fatti , non a false virtu, non alio splendor dei natali e delle ricdiezze sono questi versi consacrati , ma bensi a quegli afFetti die sono fra tutti i piii veri ed i piu santi , e die siccome sono sorgenti di virtii bellissime , cosi possono esserlo di elettissima poesia. La prima parte di questa raccolta riguarda alia primo- genita delle due sorelle Antonietta Trevisan moglie di Olivo Gabardi morta in Bologna nell' eta di anni 29. Precedono ad essa alcune brevi ed afFettuose parole del padre di lei Francesco Trevisan, e la concliiude una elegantissima iscrizlone latina die fa composta dal prof. Micliele Fer- rucci, ed incisa sulla pietra sepolcrale. I componimenti che vi si comprendono furono tutti dettati da illustri donne italiane ; e fu certo un nobile pensiero , e degno della pa- terna pieta quello di raccogliere intorno a quella tomba anzi tempo aperta un coro si gentile, il quale mostrasse co' suoi canti e quale ouore fra noi alle spente virtii ren- dano le virtii viventi , e con qual valore le donne dell' eta nostra sappiano emulare a quelle famose che nelle passate eta sparsero di tanta luce poetica i fasti della italiana let- teratura. Qneste egregie autrici sono le signore Teresa Al- harelli Vordoni, Co. Vittoria degli Emilj Carminati, Vit- toria Madurelli Berti , Co. Silvia Curtoni Verza , Edvige de'Battisti de'Scolari, Massimina Fantastic! Rosellini , Co. APPENDICE ITALIANA. gS Cornelia Sale Mocenigo , Rosa Taddei , Adele Curti , Ca- terina Murari Risenfeld , Angela Veronese Mantovani in Arcadia Aglaja Anassilide, Co. Angela Scacerni Prosperi , Caterina Franceschi Ferrucci , Lulsa Kiriaki Minelli , Eu- frosina del Carretto , e Lucietta Confortini Zambusi. Seb- bene questi componimenti molto fra loro differiscano nella qnalita e nella misura dei pregi , tutti pero sono lon- tani da quella vile mediocrita che Orazio detestava , e da tiuti splra una niesta armonia che risuona dolceinente nel- r anima , e la riempie di cara tristezza. Cio die torna del pari e ad onore del bel paese dove nascono, o si educano si valorose donne, ed a lode del sig. Trevisan che alia me- nioria deile figlie pur seppe erigere un si nobile nioaumento. La seconda parte delia raccolta riguarda alia secondoge- nita Adelaide Trevisan che mori in Padova nelF eta di anni 17. II padre con una lettera piena di amore la dedicnva alPakra sua figlia Antonietta clie per sei anni sopravvisse alia minore sorella , quando accaduta appena la morte di questa pubblicava per la prima volta in Padova nell'anno 1829 ^^ maggior parte dei versi clie nella stessa seconda parte ora si co«iprendono. I piii illustri ingegni d"" Italia, la maggior parte gia per opere insigui Jjenemeriti della patria condiscesero al pio voto del padre, e concorsero di biion grado ad ornare il volumetto coi loro versi. E se tutti noa godono di egual fa ma, nessun nome pero avvi fra essi che sia ignoliile ed oscuro. Sono questi i signori Marc'Antonio Parenti , Cesare Galvani, la signora Eleonora Reggianini, i signori Cav. I|5poliio Pindemonte , Co. Leopoido Cicognara , Cav. Angelo Maria Ricci , Giuseppe Barbieri , Co. F. M. Franceschinis , Lodovico !\lenin, Gio. Batt. Svegliato, lacopo VittorelH, Monsignor Emmanuele IMuzzarelli , e Girolamo Yenanzio. Segue alle poesie una Epigrafe composta ele- gantissimamente in latino dal prof. Giuseppe Furlanetto. Non a torto qnindi dicenuno che questo libro merita una distinta ed onorevole menzione ;, credianio anzi che sia da tenersi in gran pregio, poiche ispirato dal primo sentimento della natura, e tutto inteso a mostrarne la forza e la dol- cezza, corrisponde del pari ed alle piii eniinenti viste della morale, ed ai precetti piii gravi dell' estetica. Pensiamo infine di far cosa grata ai lettori conchiodendo il nostro articolo col riportare i versi del Vittorelli, i qnali o si ponga mente alia singolare loro eleganza, od alia eta in ciii r autore gli scrisse, saranno ad agnitno meraviglio»i. 94 APPENDICE ITALIANA. SuW ottantesim anno Con dubbio e lento passo Movo , o Adelaide , al sasso , Che chiude il tiio bel fral. Mel segna una scolpita Angelica sembianza , Mel segna la fvaganza D' un giglio virginal. O nala al pianto , o Cara, Ad onorarti io vegno ; Ma il non sopito ingegno E il facil carme ov' e ? Amor die i lagni miel , Che i miel desiri intends , Subito V der fende, E reca un don per Te. Ecco in vasel gemmato Le stille, che bognaro Nel tuo disastro amaro 11 ciglio al genitor. Prendile ni man da forte , Ne scolorare il viso , E tienle in Paradiso Sempre v,cine al cor. Del Monumcnto eretto a Gaspare Gozzl colla giunta di alcune letiere. — Padova, i836, coi dpi dclla Minerva. Da lungo tempo il desiderio die fosse eretto un monu- mento a Gaspare Gozzi era sorto nell" animo del professor Antonio Meneglielli, felice e zelantissimo cultore de' bnoni stud] , ed ingenuo ammiratore di quelli die sanno in essL segnaiarsi. II pio vote non secondavano i tempi; finche " giunto 1' anno di una pace quasi diremmo otiavlana » cioe il 1 8 14, egli dnpprima assnnse le parti di promo- tore, ed invito gli altri airimpresa; ma dubitoso dell'esito, e schivo di cliiedere " penso di fare da se cio die dovea muovere dal concorso di alcuni » Fu quindi affidato il la- voro alio scultore Giuseppe Petrelli, il quale con un con- cetto che tiene del Canoviano in un bassorilievo, che ha nove pr.lmi d' altezza, e cinque di larghezza, rappresenti APPENDICE ITALIANA. ^5 il Genio della letteratura clie composto a somiua tristezza sta seduto dinanzi al busto del Gozzi, sotto cni si legge la seguente iscrizione. Honori Gusparis . Gozzii . Viri . Litteratissimi Cvjvs . Cineres . In . Hoc . Sacello Antonivs . MeneghelUvs Voti . Pvblici . Interpres M . P. Ann . M .DCCC . XXXV. Fermato il progetto del moniimeato, si doveva pensare a collocarlo ; ed a cio pi-ovvide il Meiieglielli , il quale dopo le piu diligenti ricerche pote sapere con certezza che il Gozzi passo gli ultitni anni della sua vita e mori in Padova nella casa del conte Leopoldo Ferro posta nel borgo detto dei Vignali, e cbe il corpo di lui eblie sepoltura nel- r Oratorio dei Confratelli dl S. Antonio. In quest' oratorio pertanto fu collocato il inonumento; ma nello stesso tempo sulla parete esterna della casa indicata venne dal Meneghelli col conseuso del proprietario posta la seguente epigrafe. Svmmi . Viri . Gasparis . Gozzi Haec . Oliin . Domvs A . Comitibvs . Ferri . Locata Ohiit . VIT . Kal . Ian . 31 . DCC . LXXXVl Tuttoclo vien narrando il Meneghelli con elegante sem- plicita neir opuscolo che ora annunziamo, in cui a com- pimento degli epistolarj del Gozzi linora pubblicati si com- prendono ventuna di lui lettere delle quali quattordici furono dal Bettoni nel i83o stampate in Portogruaro , e delle altre sette finora inedite sei furono all' autore donate dal canonico Moschini, e la settima dall' abate Bianciii. E sebbene non tutte si agglrino sopra argomenti letterarj , " tutte pero portano in fronte quell' aurea semplicita , quella nitidezza , quel sapore, quelle grazie festive di cui Vanno adorni tutti gli altri scritti del nostro letterato. » A maggiore ornamento del volumetto vi si aggiunsero due tavole litograliche , I'una delle quali rappresenta T eretto Monumento, T alira il fac simile del caratiere del Gozzi. Se tante cure diligenti, tante sollecltudini , tante spese , che sono afFatto fuori dal costume dei letterati , non ba- stassero a mostrar di qual egregia tempera sia 1' anirao 96 APPENDICE ITALIANA. del Meneghelli , e quanta sia la nobilta de' suoi pensieri e la liberalita delle sue mire , lo mostrerebbe pienamente il seguente passo, che non ha bisogno ne di commenti , ne di encomj. Scrive per tarito T illnstre professore : " Con- secrar alcuni scudi ad onore di un akissimo ingegno e pia dovere che nierito. E poi e vera quella virgiiiana sentenza: trahit sua quemque voluptas , ond' e che se altri ci avrebbe trovato il suo conto impiegando quel danaro in un viaggio, neiracquisto di un qualclie dipinto, io mi calcolai satisfatto con larghissima iisura, rendendolo strumento della mia ve- nerazioae per 1' uomc che tanto merito della nostra let- teratura. » Onori alia memoria di Vincenzo Bellini. — Messina, i836, tipografia Fiumara. In 8.^, di prig. 76. Per la morte di Vincenzo Bellini. Elegia di Felice Bjsazza da 3Iessina. — IVapoli , 1 836, tipografia Perretti. In 1 6.*^, di pag. 1 1 . II dolore sentito per tutta Italia all' annunzio della niorte di Vincenzo Bellini fu corrispondente all' avidita con cui per tutta Italia si accoglieva da qualche anno ogni nuovo concetto del musicale suo ingegno. Fiovvero le biografie e senza fine: Itallane lagrime e canzoni. (Bisazza). Noi riferiremo questi onori resi alia memoria dell' illustre maestro in quella Sicilia che gli fu patria , traendone ca- gione ad una succinta necrologia. Del resto in questi Onori e da lodare assai 1' intenzione , ma non vi ha in essi cosa che pareggi 1' elegia del sig. Bisazza, noto per altri lavori di gentile poesia , come nell' elegia stessa non vi hanno forse otto versi paragonabili a quelli della dedicatoria al- I'eccellenza della signora Anna Selvaggi nata Coco, e sono i seguenti : Quando al motor d' ogni concento nprio L' nla sua d' oro I' aninia beata , Sulla sua tomha posi un fiore anch' io , Quasi ad un' ara al mio dolor sacrata ; Ma vedo che gia langue il serto mio , Come langue una rosa ahbandonata : D' una lagrima tua le smorte fronde Bagna, o gentile, e diverran feconde. APPENDICE ITALIANA. gy Nacque il Bellini in Catania il primo novembre i8oa (i) di Rosario , maestro di musica ancor egli e di Agata Fer- lito. Fancinlleito eh' egli era, batteva la cadenza da lato al padre, e con infantile festivita baizava su per le seg- gioie (ingendosi direttore d' orcliestra. E il padre nol voleva tnttavoka contrappnntista, ma pensava ad avviarlo per altra carriera. Basti avere accennatl gli ostacoli die . si opposero al genio : esso e sempre valevole a vincerli. Bellini a quin- dici anni e in Napoli nel reale Conservatorio , ottiene in onta air etii una piazza franca f, e scolare del Zingarelli ; riceve il premio e fa concepire di se molte belle speranze. Uu' opera cantata da' snoi compagni I' anno iSaS nel Con- servatorio i^AdeJson e Salvini) e il primo frntto de' suol studj e della sna devozione all" arte. Da indi , bene operando di giorno in giorno , S' accorge die la sua viitute avanza , e anziche contentarsi di niettersi servilmente suU' orme del famoso Pesarese , die senibrava avere tutti occnpati i vardii per giugnere alia fama nella via musicale , fa di aprirsi un cammino appartato , prendendo a consiglieri il proprio senno , e 1' esempio degT insigni maestri , di cui pill die altrove, fu sempre frequente Tltalia nelle sue contratle meridional!. II 3o maggio i8a6 la musa del Bellini tocco per la prima volta r arena de' grandi teatri ; quel di S. Carlo risono della voce di La Bladie clie vi cantava Bianca e Fernando, fra lo scoppio degli applausi piii compiuti al giovine cora- positore. Da Napoli il Bellini passa a Milano ; quivi il giovane siciliano mostravasi ( entri narratore il Romani ) (l) Crediaino di sfnrceue alia testimoaianza di Carlo Geinelli , siciliano, die lesse T elogio del Bellini nelfAccadeniia filarmonica di IMessina la sera 9 novembre dello scorso anno, anziche a quella di Pietro Beltrame die scriveado la biografia del Belliui ( Venezia , nella tipografia di Alvisopoli, i836) il dice uato il 28 novembre 1804. Del resto questa biografia del Beltrame tiit- toclie si vegga lavoro di giovane, e dettata con senno, e, tolta r iuteniperanza delle digressioni, meritevole di lode fra quanto fu acritto finora in proposito del Bellini. L' eiTore stesso della data trovasi nella biografia dettata da Filippo Gerardi ( Roma per Salviucci, 1 835). BibL ItaL T. LXXXIII. 7 oS APPENUICE IT \ LIANA. impresso ancora dt primi suoi studj , ma digiuno d' ogni espe- rienza , e non ancora disciolto dui legami di convenzione che lo incepparono nel sua primo teatrale lavoro. Mi accorsi (sempre il Roiiiani ) che per lui ci voleva un cdtro dranima, un' alira poesia ben dUersa da qiiella che introdolta avevano e il vial gusto de' tempi, e la tirannia de' cantanti , e I'igna- via de' pocti teatrali , e qiiella piii grande ancora dei com- positori di musica. Fu allora che io ftci il primo esperimento del giovane Bellini, e scrissi per esso il Pirata. E il Pirata, cantato la prima volta in Milano nel 1827, puo dirsi lo spartito che pose fondamento alia fama del Bellini. Dopo quel primo lavoro, ricco di bellezze Si cli' ogni musa ne sanbbe opima, ne vennero parecchi altri che portarono redifizio della fama del maestro siciliano alia piii deslderabile altezza. La Straniera, cantata anch' essa la prima volta in Milano nel 1829, gomella secondo alcani al Pirata, secondo altri gli e soltanto sorella cadetta^ ma tali questioni non fanno al caso nostro , e lo scioglierle e proprio dei dotti nell' arte. La Zaira, scritta pel ducale teatro di Parma , sembra un passo retrogrado; ma i Capulcti e Mon'ecchi , dati subito dopo alia Fenice in Venezia , sono all' incontro uno dei passi del Nettuno omericn. Bellini e chiamato lo scrlttore patetico per eccellenza. ]Ma che ? Nel i83i (un anno dopo i Capuleti) esce la Sonnnmhula, spartito ove TafFetto si accompagna alia vivacita e alia leggiadria. La Scala ode r anno seguente quello che da molti si reputa il principale , tra i lavori belliniani , ed e certo il piii applaudito, la Norma. In questo spr.rtito adempironsi le piii difficili pre- tensioni dell' arte : argomento , poesia, esecuzione , unica esecuzione di Giuditta Pasta , che rendeva evidente ad un tempo la squisita elevatezza delle idee del poeta e delle armonie con cui vennero espresse dal maestro. La Norma non guadagno tuttavia il voto universale di prima giunta ; c' e un bello che direbbesi quasi sdegnoso di trionfare al- r impensata. Ma in proporzione della lentezza degli ap- plausi e la loro durata. Piii severa sentenza ebbe la Beatrice Tenda , nel i833, alia Fenice in Venezia. Bellini portava a quest' opera grande affezionci ma il giudizio dei padri non e sempre il piii esatto in proposito de' figliuoli. 01^ treche una gran fama antecedente e inciampo alia poste- riore. E per ultimo , anche nella mente dei piii devoti APPENDICE 1TALIA.NA. gg air illustre maestro , non poteva la Beatrice tenet- fronte ai Capuleti e alia Norma. Passo in segnito il Bellini a pi'esedere in Parigi la rap- presenta/ione cle' Capuleti e in Lontlra cjuelia della Norma; uia quest' iifTicio era proprlo anclie d' altri , e il mondo , gla pieno del noma di Ini, voleva nuove creazioni. E Pa- rigi udi nel i835 i Puritani. Oseremo noi di soggiagnere nulla iiitorno a cjuesto lavoro dopo il giudizio datone dal Rossini, e gli applausi di mezza Europa ? Ginnta tra Si- cilian! la nuova dei recenti trionfi del loro compatriotta piu voci si levarono a pregarlo clie, lasciate le rke della Senna fatali al cigno pesarese ( cosi il Vapore, anno 11, n." aS), volesse ricondursi sotto il cielo d' Italia: cielo della bellezza, dell' inspirazione , dell' amionia. Nel mezzo di questi inviti the i giornali paleseniente e segretamente ripetevauo i nnmerosl amici del Bellini, ecco giugnere avviso che rimanevano troncate per sempre tante onorate speranze, resi inutili cosi cari voti , a Puteaux , poco stante da Pa- rigi, il giorno aS settembre i835. La ritrosia con cui iini- versalmente si presto fede a quest' avviso di dolore , par troppo accertato iino dal suo primo giugnere fra noi, quando in vece siamo soliti di vedere accolte e diffuse con garrnia cnriosita le nieno sicure fra le novelle , e ma- nifesto argomento clie la fania del Bellini avevt\ radici profonde nel cnore meglio ancora die nella memoria di quanti o conosciuto lo avevano , o rimasti erano commossi alle splendide prove del musicale suo ingegno. Dovettero finalmente acconciarsi al dolore tuttl gli animi geutili , e persuadersi Qual era tra i cantor del cielo artista il loro prediletto compositore. Come fosse onorata in Parigi la memoria di lui ; quali esequie se gli apprestassero nella chiesa degl' invalidi, cantandosi un requiem del Cherubini, e presiedendo all'or- cbestra T Habeneck ; come di la il feretro passando al ci- mitero del P. Lachaise , facesse alto suUa piazza degl' Ita- lian!, ove intuonavasi da una delle legioni della giiardia nazionale una funebre luarcia ^ come finalmente si aprisse nna soscrizione, di cui presidente il Clierubini; e promo- tori Rossini, Paer , Caraffa , Halieneck, Halevy, Panseron, Robert, Severini, Nourrit, Rubini, Ciiollet, Troupenaz, ad erigergli coUo, scalpello di Dautan un monuniento , ce lOO APPENDICE ITVLI.VNA. lo dissero i giornali francesi. Que' giornali stessi poco prima avevano aiiiiunziato come dopo la rappi-esentazioiie de' Pu- ritnni dal Re di Francia fossegli stata concednta la legioae d' onore. Dopo il lutto degli stranieri , e le oiiorevoli te- stimonialize da essi tributate alia memoria del Bellini cre- diamo inutile ricordare quelle degl' Italiani , di cni le poesie da noi a priiicipio annnnziate , e gli scritti biografici ac- cennati lungo il presente articolo , noii sono clie piccoia parte. Difesa di Dante Alighierl hi punto di religione e co- stume^ ossia aiviamento pel retto studio delld divina Commedia e della Monarcliia. — Belliuio, i836, ti- pografia Tissi Editrice , in 8.° Nel febbrajo dell'anno scorso il celebre incisore Putinati esegui e pubblico in Milano una medaglia destinata ad onorare I' opera del soinmo Pontelice regnante il Trionfo della Santa Sede; la qual medaglia mostra scolpita nel da- vanti il busto deirAlighieri col motto: la quale e il quale a voler dire lo vero, e nel rovescio il simulacro di Eonia sedente intesa a guardare il froutispizio del niemorando Volunue:^ e di questo nojjile lavoro parlo dottamente I' anno scorso il cli. Missirini in un articolo inserito nel fascicolo di giugno , toino 78.°, pag. 427 di questa Biblioteca. La medaglia, il concetto e la iscrizione andarono a sangue al sig. Filippo Scolari, devoto piii clie altri nol fosse mai, al noma di Dante e tenero della gloria di Ini -^ se non clie tal gaudio gli fn presto amareggiato da un anonimo di Lugano, die postillando le istorie del Botta oso scrivere : che I'Ali- ghieri fu condannato a inorte come iisurajo e barattiere, che lascio moke pagine scritte da empio, perclie mise pa- recchi pontefici e santi nel suo Inferno, e sgrido I'impera- tore Costantino per le donazioni da lui fatte alia Cliiesa ecc. Parve alio Scolari che queste invereconde parole si doves- sero confutare, e fermo nella sua fede le confuto con una lettera che diresse al relebre opitergino Francesco Amalteo , cavaliere, di cui dir non si saprebbe se sia maggiore la no- bilta della stirpe o dell' ingegno. Ora qnesta lettera e due appendici dalle qnali e illustrata formano l' opuscolo che ora annunziarao. APPENDICE ITALIANA. lOI Pertanto 1' egreglo Dantifilo dopo aver con brevi cenni dimosti'ato quanto I'Alighieri fa Ijenemerito della religione colle opere sue, si adopera a difenderlo con tre argomenti dall" accusa di emjjieta die gli fn data dal postillatore di Lugano. II prime dei quail consiste in clo clie Dante non impngno i dogml tlella sua religione, ma soltaiito deploro con vivo tlolore la disciplina die a' suoi tempi era corrot- tissiina; il secondo die Dante gridnndo la croce contro i corruttori della disciplina ecclesiastica segni I'esempio date dai pill santi uomini di quelP epoca quali furono Domenico e Francesco di Assisi, e Tommaso di Aquino, e Bona- ventura , e Pier Damiano^ il terzo die contro i liljri di Dante la Cliiesa non ha mai pronunziato condanna veriinaj e se pure il libro della Monarchia fu dal Concilio di Trento noverato fra 1 libri proibiti di seconda classe, << lo fu sol- tanto per avvisare die la dottrina del giureconsulto non veniva interaniente dalla santa Cliiesa abbi'acciata, non gia dannata come empia, perclie in caso di empieta non si puo transigere, ed i libri della Monarchia sarebbero stati re- gistrati nella prima classe n : su di die trovansi plii ampie didiiarazioni nella INIeinoria cbe forma la prima delle due appendici aggiunte alia letiera. Da questi argomenti viene condotto I'autore a concliiudere come concluse il jNIissirini nel citato articolo, die " Dante fu un gran cattolico, un vero cattolico. >i Circa poi alia condanna di niorte che si asserisce pro- uunziata contro I'Alighieri per nsure e per baratterie, V autore osserva che il postillatore di Lugano in tale as- serzione non si appose , perche quella sentenza fn ema- iiata senza processo in contumacia , da giudici avversl, e nientre bollivano le ire civili j perche il Villani stesso lo didiiara condannato a torto \ e perche dopo alcixn tempo gli fa fatta abilita di tornar in patria purche consentisse ad una lieve ammeiida , ch^egli conscio di se stesso nego alteramente di prestnre. Dopo cio P autore ritessendo le proprie orme torna a parlare della taccia di empieta data air Alighieri, e ripete alPincirca le istesse cose che prima aveva detto. La prima appendice agglunta alia lettera finora esami- nata consiste in un Pvagionamento che doveva esser pre- inesso alia ristampa progettata dal sig. Torri di Pisa dei tre libri di Dante sulla Monarchia, tradotti da Marsilio ICa APPE?fDICr. ITALIANA. Ficino. Nel quale si reade conto della dottrina contenuta in quest' opera e degU iiitendimenti, e dei fini di essa , e si prova clip la si devc studiare per tre niotivi principal! : 1° per nieglio conoscere la niente deirAllgliieri neU'ordi- mento, ed in alcnnl Inoglii della Comiiiedia ; 2.° per co- noscere la storia e la dottrina di que' tempi , e far giiada- grio di erudizione ^ 3.° per esaminare se di qnelia antica dottrina si possa profittare a giovamento della modi rna. La seconda appendice comprende diecinove postille che I'antore aflerma esser indispensabili e necessarie per la retta intelligenza dei relativi passi della divina Commedia. Esse pero non sono ne necessarie, ne important!, ne nuove, e quasi tutte sono dirette a confermare il primo argomento con cui lo Scolari voile difender Dante dalTaecnsa di em- pieta , ch' cgli cioe non era avverso alia religione, ma bensi che per zelo di essa lo era a qnelli che la contaniinavano cogli abiisi e coi vizj. Onde I'autore concliiude il sno 'opu- scolo dicendo " esser tanto vero quanto fn sin qui detto che nessuna censura ecclesiastica ha mai condannato la di- vina Commedia, che e, e sara sempre il piii meraviglioso poema uscito dalla mente umana, ed innalzato sulle basi inconcusse e quadrate della nostra santissima Religione. » Certamente il far onore alia inemoria dei grandi uomini, e il difenderli dall'invida altrni malignita e nobilissimo nf- fizio, pure crediamo che questa difesa di Dante, o non fosse necessaria, o la si dovesse sopra piu validi argomenti fondare. Dante per la eccellenza del suo ingegno a tale al- tezza s'innalza, che la petulanza degli stolti, e le contu- melie del volgo ivi non lo possono giunger mai. Coi con- cetti e coi versi del sacro poema egli tanto amore dimostro per la sua religione e per la sua patria , che a chinnque abbia veggente ed intero T intelletto apparisce manifesto. Ora e proprio di ogni caldo e sincero amore il prorom- pere in lament! , in querele, talvolta in rinjproveri ; e Fa- more di Dante per la indole di lu! doveva esser caldo, per la indole dei tempi sincero. jQuindi egli lainentava la cor- ruzione introdottasi nelle istituzioni a cui era devoto, e con forti parole i corruttori rimproverava , sempre serbando neU'intimo petto inviolata la fede , e venerando la Chiesa e le sue dignita ; ma come nota il Biagioli « nessun ri- guardo avendo per le persone che le disonorarono. >> E di questo proposito cosi giusto, cosi sajdo, cosi veemente APPENDICE ITALIAN A. I o3 valid! argomenti somministrano , oltre i passi addotti dallo Scolari e dal Missirini, altri infiniti: e se pure alcnn dub- bio aiicora rimanesse basterebbe a toglieilo il Capitolo V del Trattato IV del Coiivito iu cui sono comtnentati i versi che forniroiio la Iscrizione alia medaglia del Putinati , ed in cui si prova die le magnifiche sorti dpiPimjiero romano furono una preparazione disposta dalla Provvidenza al sor- gimento ed alia propagazione del Cristiaiiesimo; ed e strano che il sig. Scolari nella sua difesa non al^bia fatto men- zlone di questo Capitolo, del quale il Porticari trova me- ravigliosa la grandezza e la eloquenza. Cosi Dante nella sua coscienza dignitosa e pura dissipa da se stesso e senza bisogno di altri soccorsi Paccusa di empieta die gll fn data. In quanto poi alie colpe di usure e di baratti clie farongIL impn.tate non avvi per crederle ne alcnn criterio logico, ne alcuno storico fondamento. Un vivo aniore per la giu- stizia , un generoso sdcgno contro ogni specie di iniquita e di turpezza spirano dalle immortali di Ini opere , ed espressi non gia con acconce parole, o con frasi artitiziose, ma con quella splendida poesia, e con quella potente elo- quenza che dall'animo deriva e si sente nell' animo, e ch'e una sicura rlvelazione delle tendenze piii riposte, e dei piu recondlti afTetti II Boccaccio ed il Yillani che nacquero cntranibi qnando Dante ancora viveva, e che noverarono con esattezza e con iniparzialita le virtu ed i vizj di lui, neppure accennarono che di tai lordure si macchiasse. E il dire che cio e comprovato dalle parole stesse della sen- tenza che mandollo a confine e tal niiseria che destar deve piuttosto compassione che ira. Poiche quella sentenza norl fu pronnnziata contro il solo Dante, ma contro quindici j'ar- tigiani della fazione vinta , e quelle colpe furono ad essi imputate a vile pretesto delP inlqua condanna , non ))Oten- dosi la vera caglone decenteniente e legalniente manifestare. Cio tanto e vero che in tin libro di Provvisioni delle Re- formazioni fiorentine eve si tratta del Consiglio tenuto, se si dovesse dar soccorso e provvisione al re Carlo figliuolo del re di Francia, evvi al niargine della stessa o poco di- versa mano qnesta memoria. " Che per essersi Dante op- posto a delta provvisione, fn questa la vera occulta causa del sno esilio. » Questo monumento che si trova nelle De- lizie degU Erudlti Toscani del Lami doveva esser ricordato dallo Scolari : sebbene , come dicemmo , era forse piu 104 APPENDICE ITALIANA. spediente non dar retta al postillatore cU Lugano , o dirgli soltanto cio che dice Virgllio a Plutone nel Canto VII del- r Inferno. Dizionario universale critico-enciclopedico della lingua italiana delV abate Francesco bAlberti di Villa- nuova riveduto e corretto; seconda tiratura colle tavolette stereo fetdotipe del fratelll Cairo. — Mila- no , 1884-1835 coi torchi di Gioianni Silvestri , tomi 6, in 4.°, lir. 48 ital. A chi mal , per poco cli' ei sla versato nelle cose della italiana letteratnra, non e notissiino il Dizionario universale critico enciclopedico delP Alberti ? Rinscirebbe pertanto so- vercliio lo spender parole per mostrare come esso a ri- guardo della ragione filosolica e della lessicale integrila meriti d" andare innanzi a quello degli Accademici della Crusca ; nientre , d' altra parte , piu d' un difetto eccito gia la brama di vederlo emendato e ridotto a forma, cui meglio si addica il titolo di Universale critico-enciclopedico che porta in fronte , e pivi accomodato alio stato ed al bisogno della lingua. E questo e 1' impegno addossatosi dai moderai editori in ripubblicarlo. I quali accennando nella prefazione le parti per cui il dizionario puo giustamente tacciarsi d"im- perfezione , propongono akresi il modo con cui s' adope- rarono a correegerlo. Alcune di queste pecche e quindi delle eraende concernono la forma e 1' economia del dizio- nario, come: il non essersi negli esempi distinto con di- verse carattere il vocabolo doniinante, oggetto deU'esem- pio stesso ; la moltitudine dei Vedi , i quali poi trovansi o mendaci od inutili ^ lo sbaglio nelT ordine alfabetico ; la mescolanza delle voci che incominciano colle lettere I e J , U e V che genera non poco impaccio a chi svolge il Vo- cabolario. Altri difetti consistono nell' essenza della grama- tica ; nell' erronea citazione degli esempi , nel non aver distinto le voci participiali dalle verbali , nelFinesatta defi- nizione de' termini, nelP omissione di molti di essi che pur si rinvengono nelle frasi d'autori addotte dall'Alberti, ma non nella propria sede del vocabolario, ecc. Vi sareb- bero in oltre molte e molte parole tralasciate dairAlberti APPENDICE IT.VLIANA. 105 e che o si scopersero nello studio fattosi a' tempi piii re- centi sui classlci scrittori, o ricevettero cittadinanza in Italia sicconie indispensabili nel ragionare di scienze ed arti e gia conspgnate in ottime scriltnre. IMa gli editori, rifacendo in certa guisa il dizionario dell' Alberti quanto agli altri sconci notati , di cio dichiarano non essersi fatto carico , avendo dovuto assecondare Tintenzione di riprodarre il solo Alberti, riserbando, ad opera finita , ad una neces- saria appendice Taggiunta di siffatti vocaboli. Quest' ap— pendice pero finora non e coniparsa. La fatica (che cerio non dovette esser leggiera ) durata nel cosi aggiustare il dizionario dell' Alberti , per cui in effetto trovasi purgato da varie niaccliie che lo deturpa- vano , e degna di encomio : nialgrado pero le adoperatevi diligenze ( non dee dissinuilarsi ) , esso sta lungi tuttavia da quel grado di perfezione clie pure vi si desidererebbe. La ragione della pronunzia dimostra essere un fallo contro r ortografia il terminare una linea con una conso- nante segnata d'apostrofe , siccome ci e accaduto di vedere alia ]iagina seconda del primo fasclcolo. II che per altro potrebbe essere uno scorso d' inipressione , sicconie c' ini- battemmo a trovarne alcuni altri. ]\Ia in un' opera di tal fatta I'ortograda e la stampa debbono essere sommamente esatte perciie un dizionario e come un regolo si pel luodo di parlare che per quelle di scrivere. Alcune voci sono accennate per ditirambiche ed altre no, sebbene dello stesso conio. Per esempio : velocecamniinante, aggettivo usato dal Salvini nella traduzione dell' Iliade e detto dltlraniblca, e non e notato per tale velocipede ciie gli viene appresso. Potrebbesi pur anche domandare che cosa alibiasi ad intendere per voce ditirambica, mentre essendosi allegato il Salvini si toglie il luogo al primo pen- siero che si presenta da se, cioe che forse cosi s' abbiano a chiamare quei composti die la bizzarra vena poelica del Redi fece entrare nel suo Bacco in Toscana. Ciie se vi e chi ama di attribuire tale appellazione a quei termini, proprj soltanto della poesia , foggiati come i due riferiti alia maniera greco-latina, perche non dirli poetici, appar- tenendo essi a piu generi di poesia e non al solo ditirambo? Alcune spiegazioni quadrano jjoco al caso o almeno non sono giustificate dai passi che si citano in appoggio di esse, Cosi all" articolo Vantaggio sotto il § 8 si jDi-ende per ICO APPENDICE ITALIAN A. equivalente di Corollario , e si adduce in prova un liiogo del Varclii ael Boezio ove dices! : " Questo e (risposi) un bello » e prezioso o porisnm, o coroUario, o giunta, o Vantaggio » clie tu tei vogli chiamare. >; Qui ognnii vede se vantaggio stia per coroUario. Al ^ lo soito il sostantivo Ves,Ua glL si da ii signilicato di sorta di componimento poetico. Ma chi mai vieto o vietera in segnito di ciiiamar Veglie anclie i componimenti in prosa? Ii ^ a dell' articolo Vestinrio ha qnesta defuiizione : « Si dice anche della spesa clie fanno >i i religiosi per gli abiti, e di cio clie loro viene som- " ministrato per tale efFetto. » Forse clie 1' uso della parola Vestiario nel detto senso e ristretto ai soli religiosi ? II defiaire la Sviluppata (termine de' geometri) per una " Spe- >i cie di linea curva , per cui un' altra curva pub essere » formata )/ vale lo stesso clie non dir quasi nulla, tanto e vaga e generale la definizione. Alia voce Stajo si fa corrispondere la latina Scxtarius con manifesto equivoco. A qual fine poi moltiplicare gli esempi ove ne bastava un solo, spiegare certi proverbi e inodi proverbiali chiari per se , non essendo piii della nostra lingua die d'un'altra certe maniere figurate e sentenziose di esprimersi che di- pendono dalla natura generale delle cose e non da origini particolari ? Cio riesce senza profitto a puro ingrossamento di volume. E fu del pari contrario all' economin del lessico 1' avervi registrate e corredate d' autorita parecchie stranis- sime voci non piii usate , e riconosciute quali popolari non imitabili idiotismi, o fors' anclie errori de'codici, che sic- come non saranno usate giammai da scrittori cui non venga nieno del tutto il gusto e la critica , cosi sono un' inutile derrata. Piii clie inutile pero a senso niio ( ma eloquar an sileam ? ) e il tener conto di voci e frasi che non possono abbisognare nella buona letteratura , ne ai coltivatori delle scienze, e da lasclarsi dimenticate nel fango da cui i les- sicogrsfi le lianno con male assennata diligenza ricolte , perche non aggiungono un punto alia vera cognizione della nostra lingua. Ed anco nella scelta dei passi, die si addu- cono a guarentigia d' autorita nelle alire voci, ho piii volte domandato a me stesso perche mai, in mezzo a tanta dovizia che ne forniscono si i prosatori come i poeti , siensi molte volte scelte citazioni tali che anche mutilate quali sono accennano pur troppo la sorgente infetta da cui derivano. II correggere a questo riguardo il dizionario APPENDICE ITALIANA. IO7 sarebbe stato iin prestare nn servigio di alta iinportanza agli studiosi, checclie ne senta chi non la pensa cosi pel sottile. Alcnne inavvertenze qua e la osservate si presentano da se ill modo da non poierle ncm riconoscere tostamente. L'anaiogia ginstifica le voci ventiscttesimo , ventitioves'imo, ecc. che non sono citate come lo fiirono vfntiduesimo , venti- quattresinw , ventottesimo ecc. : od ammetterle tntte o niuna. Era inutile all' articolo Verso die che cosa sia il verso sciolto , il verso spondaico, e poi arrestarsi : queste smoz- zicate ilhistrazioni che si estendoiio soltanto ad alcune specie di un genere, e non a tutte, non mcttono niai Ijene. Se alcuni vocaboli antiqnatl sono notati per tali, e glu- stamente, ad eguale ragione dovevansi avvertire similmente gli altri arcaismi ;, il che pero fu qnalche volta dimenti- cato dagli editori. Queste osservazioni fatte tasteggiando non piu che tre o qnattro fascicoli deih nnova ristampa del dizionnrio del- 1' Albert! mostrano al>bastanza come questa abljia pur bisogno d' essere rimondata altra volta , sebbene non deb- basi negare , come gia ho detto, che da piu lati vantaggia il dizionario originale. G. C. La lesslcomania esaminatct. Discorso Jl Francesco An- TOLiivi iiitomo al mudo di ampliaj-e, al/brcviare ed universaUzzare il dizionnrio o vocubolario ilcdiano : se^nito da una brae analisi dei cpuittro dizionarj Alberii , Bolognese , Padovano e Napoletano, in op- pendicc cdla stcreofeidodpa edizione del dizionario Alberd , eseguita dn G. Cairo, i8:i5, e ripetuta> per cura di Giovanni Silvestri , m.dcccxxxvi. Un vol. in 4.° di pag- 90. Lir. 2 iudiane. Se lo scrittore die chiaraa a sindacato i lessicomani non ha in buon grado d' essere egU stesso annoverato tra co- storo , potremo almeno , gindicandolo dai saggi datine al pubblico , coilocarlo nel ruolo dei Icssicofili. II suo discorso e ua irrefragablle argomento a crederlo taie^ poiche e di- retto a vantaggiare la condizione de' vocabolaristi , propo- nendo loro un mode di alleggerirsi d'assai I'immane carico die s' indossano , ed a prestare coll' impiccolire la mole I08 APPENDICE ITALIA.NA. de' vocabolarj na gradito servigio a tanti letterati die noa potrebbero vlvere una giornata con plena soddisfazione di spirito , se non avessero piii volte consultato cotesti hbri atlantici, ma a cui ne riesce spesso gravoso 1' acqnisto perche ( siccome osservava nn loro collega di biiona ine- moria), sebbene egbno facciano grand''uso del sostantivo area, nel sense di pesante scrigno de' facoltosi , qiiando vanno in Parnaso^ in casa non usano die Borsello , Borsi- glio , Borsellino. II lettore vegga intanto in che consista la pratica della riforma antoliniana. Per abbreviare 11 vocabolario si dovrebbe esonerarlo : j° dagli esempi inutllmente soggiunti a migllaja di voci d' USD commiissimo die hanno un libero corso dalT uno alPaltro estrenio della nostra penisola senza la guarentigia del passaporto dei testl di lingua : le citazioni verrebliero O])portnne ( e parmi die TAntolini trovi qui un bisogno che sempre noa sussiste ) per giustilicarne i sensi nietafo- rici;^ 2.° dagli esempi al termini derivati da altri secondo le regole della gramaticale analogia ; quali sarebbero i ver- bali in onte, eiite ^ abile, ibile, ecc; 3.° dai verlii die in- cominciano con una preposizione ; rispetto ai quali, toltine alcLini che domandano speciali rignardi , basterebbe indi- care sotto ciascuna preposizione il senso di cui suole im- prontare i composti ove entra come elemento;, 4." dai ter- mini scientifici e deile arti nieno ovvj iielle opere lette- rarie ; giacche raccoglierli tutti in un dizionario destinato alia sola lingua e impresa d'impossibile riuscimento , mal- grado I'asserzione di averli tutti quanti compresi che, se non ra' inganno , sta sul frontispizio di qualdie lessico ^ e il registrarne gran numero , omettendone moltissimi di piu , e una brntta contraddizione : dunque, notati i piii generali , per gli altri si lasci che ognuno vada a cercarli ne' dizionarj che abbiamo in larga copia , delle materie cui si riferisconoi 5.° dai vocaboli , la cognizione de' quali inutile alia scienza, offende o mette a ciniento il costume ; ottimo snggerimento , che tante volte proclamato con ener- gico zelo dai cclebre autore della Pioposta non dovrebbe incontrare o]3positorl. Ma d' altra parte, per rendere meno deficiente il dizio- nario e farlo piii generate, converrebbe , a dettame del- 1' Antolini : i.° che vi avessero Uiogo tutte le voci san- cite dair uso e in cento occasioni adoperate in ogni lato APPENDTCE ITALIVNA. I09 d'ltalia, non ostante che al vocabolario della Ciusca ed ai. pedissequi che gli vennero dietro sieno sconosciuti; 2.° che a ciascuna parola si apponessero ( sara jiermesso di chio- sare : dove esistano ) le corrispondenti nelle Ungue latina e greca , indi nelle quattro pid colte d' Europa , la francese, la spagnnola , la tedesca , Pinglese; 3.° che oltre le gra- niaticali qualilicazioni a ciascun vocabolo, die avvisassero se e noine o verbo ecc. , si nnisse a secoada del caso qualche acconcia deflnizione e sinonimia ; sn di che T au- tore insiste coii qualche avvertenza. In cio sta la somma della ideata riforma pel settllingue dizionario. NeH'analisi poi de' qnattro vocabolarj , che viene in appendice al discorso, sono avvertite varie imperfezioni scoftevi dalTantore per erronee definizioni , disadatti esempi, vocaboli scorrettamente scritti o dissonauti dal carattere e dalle nonne critiche della lins-ua. G. C. Nuovo Dizionario italiano-fninccse e francese-italiano dell abate Francesco d Alberti di Villanaova. Edi- zione notahihnente corretta , mlgHorata ed accrcsciuta per cura e studio dei signori Antonio Seegent e Francesco Ambrosoli. — Illilano , i'635-\866, per G. Truffi e conip. In 4.° Prczzo d' associazione , lir. 2, austr. per fascicolo. Le copiose aggiante , onde fn successivamente arrlcchito il dizionario italiano-francese e viceversa delT Alberti lo vennero poco meno che trasformando in altro da quello che nsci dalle mani dell'autore. Pregevole sopra le prece- denti e a piu rignardi T edizione jjubblicatasi nel 1826- 1828 coi tipi del IServetti ormai , per lo stnercio clie ot- tenne , iuteramente esaurita. ]Ma un diritto inaggiore ad essere favorevolmente accolta pud vantarsi da qnella che ora annnnziamo. Siccome per lo studio di valenti gram- matici e filologi la teorica della lingua italiana e stata da alcuni annl in qua vantaggiosamente illustrata , era ben giusto che il nuovo dizionario si trov'asse a pari colle dottrine che ora sono in corso. II che cercaron di fare gli edltori, non evitando la fatica di consultare varj scritti, e fra questi il NiiO'^'O Dizionario dci sinonimi di Niccolo Tomraaseo, il Dizionario militarc italiano di Giuseppe Grassi, il Tecnico-etiinologico delP abate Marco Aurelio Marchi , il 1 10 APPENDir.r, ITALIA^-A. , Vocabolario della lingua italiana conetto ed accresciuto da Giust'ppe Mamizzi, e soprattiUto il Vocabolario universale dtlla lincua italann cli' esce iu Napoli dai torctii del Tra- mater. Pei- la lingua francese temiero conto del dizionario deir Accadcmia , di quello di Noel e Ciiapsal, e del dizio- nario classlco di Rivarol. E veramente la presente ristampa sembra condotta con queir accuratezza clie si promette sovente, e di rado si mantieiie. I miglioraineati die la fregiano sono parecchi : e voglionsi in ispecie accennare le avverteuze su quanto la lingua francese ha di piu difficile, il bel corredo delle accessorie distinzioni di senso pei* cui T ua sinonimo si diparte dall' altro nell' uso piii esatto del discorso, e cio per ambedue le lingue, le definizioni scieiitifiche soggiunte secondo il bisogao ai vocaboli. Ne deve andar senza lode quella giudiziosa economia die ci e avve.iuto di ravvisare nel dizionario, allorclie trattandosl delle prcposizioni die nella nostra lingua si adoperaao in tante fogge e significanze , vengono esse schierate in inodo per cui non v' lia luogo all' ommissione di alcuoa, ne al difetto di tornar piu volte a ridire la stessa. Questo metodo giova niiraliilinente a jjorgere idee cliiare e sicure della proprieta della lingua , ed e prova di noa poca diligenza in clii lo ha adoperato. G. C. Grammat'ica tedesca del dott. G. L. Gross. Fascicoli Ire in 8.",- i due prind di pngine 26 J cornpless'wameiite^ il tcrzo di pagine iS~. Con una tuiola di scrittura tedesca. — Milano, novembre 1884; dlcembre 1884; noiembre i835, coi dpi Pirotta e C., a spesc del- r autore. Dopo le gramatiche tedesclie , di cui a dovizia sovrab- bondiaiiio , compiiarne una nuova e inetter mano a tale fatica ove non puo sperarsi di cogliere il diletto di recon- dite idee, o ia lode di imporianti iiinovazioni. Liiperocche r organism o della lingua ha toccato quelT eta che possiain dire di consistenza , ne piu ( siccome per quelle di cui si scrivano le jjriiue gramatiche, o la cui indole non sia per ancc alibpstanza chiarita ) fa di mestieri che lo spirito di analisi vada indagandone e ponendo in ordine i caratteri , o ne dimostri i principali rapporti colla lingua nostra. APPENDICE ITALIA.NA- III Laoiide qui rimane solo a seguir le pedate de'migliori gra- matici, salvo ad emendarli in alcuni particolaii. II die viioisi iiiteiulere di qnelli die si circoscrivono eatro i limiti delle comiuii gramaticlie, destinate ad una eleinentare istiii- zloiie , lion gia di coloro die pongono il loi'O studio nel- r esplorare retimologia e le relazioni delle lingue sorte dal medesimo ceppo ; perclie questo e argomento di altra sfera , e assai manca innanzi die sia esaurito rispetto al- r idioma germanico. La gramatica del dott. Gross appar- tieae air ordinaria categoric; ma deve aniioverarsi tra le niigliori. Alcune inesattezze die vi s' incontrano, malgrado la iiiaaifesta diligenza adoperatavi , P autore istesso le ricono- scerel)l3e facilineiite, e le saprebbe correggere in una se- conda edizione. Due cose avrebbero giovato a rendere ancoi* piii utile questo libro. La prima sarebbe stata V esposizione del si- stcma della prosodia ailemanna die I gramatici sogliono ommettere, quantunque clii ignora la versificazione d' una lingua non possa dire di averne una compiuta perizia, specialmente trattandosi di una lingua in cui i poeti oc- cupano un alto seggio. La seconda sarebbe state 1' uso dei prospetti e delle tavole , dovunque la materia si presta a questa forma, che riesce la piu nitida , la piii comoda per r occhio , e la piu giovevole per la memoria. Del re- sto r ordine in generate di tutta T opera, e i precetti brevi, cliiari , conqirovati o illustrati da esempi per opportunita evidenti, per autorita sicnrissimi , devono collocare il nome del dott. Gross fra que' pochi che meglio contribuirono ^ diffonder tra noi lo studio della lingua tedesca. La Fisica dello Spcltacolo della Nalura delV ahutc Flu-- che rccata agli odierni lumi, dialoghi del dottore Bartolomeo Bizio , scgretarlo per le scienze del- TAteneo veneziano, ecc. Tom, 2.° — Vcnezia, i835, presso G. Battaggia , dal fascicolo 6.° alt i i ." ( Fed. Bibl. itaL , torn. 8c.°, pag. 289, /zop. i835). Continua lodevoliAente quest' opera risguardando a tre fini : cioe a correggere il Pluclie, a far conoscere i piii ovvj fenomeni naturali non senza apprezzare il loro merito, e ad esporre i principali vantaggi die 1' industria uinana sa frarre dalle cose e dalle forze naturali. Dopo die il prima Iia APPENDICE ITALIANA. volume tratt6 di queste forze vien ora il secondo a trat- tare delle sostanze semplici, e de' coniposti clie queste for- mano unendosi a due a due, noii die del sail. Quindi 1' a- ria e con essa il trattato della combustione, I'acqua e con essa quelle delle meteoi-e, il carbone , lo zolfo , il fosforo , le plu notabili sostanze terree ed alcaliue ; i metalli e sail die pill sovente si impiegano negli visi della vita , danao principalmente materia all' annunziato volume. Annali del mondo ossia Fasti unwerscdi di tutti i tempi e di tutti i luoghi della terra tratti dalle migliori opere isloriche e critiche fino a questo giorno per ogni dove puhblicate iiei qiiali oltre I origine, s progressi, la gloria e la decudenza di tutti i popoli, contiensi la storia generale e particolare delle na- ziordi la storia generale delle religioni e delle loro diverse sette , la storia della filosofia e della legisla- zione presso gli untichi ed i inoderni; le scoperte ed i progressi nelle scienze e nelle arti ,■ la biogrufia di tutti gli uomini celebri che si segiialarono per opere, azioni, virtu, o delitti, ecc corredati da pro- spetti generali e particolari e da tavole alfabetiche degli uomini e delle cose pel cui mezzo il libio di- venta un repertorio enciclopedico storico — Venezia, i835-i836, coi tipi dclleditore Giuseppe Antonelli, premiato della medaglia doro. Pubblicati fascicoli 1 1, o o m o. La storia universale e sclenza tutta propria de' moderni. Gli antichi (la storia biblica non entra in questo confronto; e unica nel suo genere), gli antichi non seppero mai ol- trepassare la barriera di alcune contrade ed eta, ovvero ci porsero, immagiaandosi di scrivere la storia universale, una informe narrazione non padroneggiata da metodo, ne da critica o filosofia. Era d' uopo che lo spirito di discussioni e di generalira avvivasse le nienti, che le associazioni scien- tifico-letterarie e le comunicazioni fra i dotti, lo studio delle lingue e dei monumerrti fornissero i materiali per po- tersi elevate a tanta altezza. Gli antichi scrittori ravvisavauo negli avve^umenti un' occasione di sfoggiare la potenza della APPENDICE ITVLIANA. Il3 psrola, e se aJornavano il racconto di niorall senteuze, le loro cousiderazioni si ferniavaiio all' individuo. TNIa i moderni fecero ben piu : iniesero che lo studio deile po- liticlie vicende servir potea di base all' arte di coiioscere e goveraaie gli uomini. Se quelli eran paghi spesse volte di piacere coi pregi oratoij, questi miraado ad istruire diiiienticaroii talora che 1' uonio ha pur bisogno d' cssere anche allettato. Tra i primi a correre questo novello aringo presentansi il sublime autore del Discorso sulla storia universale, e lo storico di Carlo V , anzi del secolo di quel monai-ca. Ma 1' Italia che in nulla o in poco si lasclo prevenire dagli ol- tramontani, 1' Italia additava nei Principj di scienza nuova un tentativo solennemente ardito e profondo che jjoneva a parallelo le epoche della primitiva e della ritornata bar- baric; fonte a cui, dissimulandolo in silenzio , altinse pjii d'uno non poche luminose idee. Celebre si, ma peccante per metodo e ])er falsi giudizj e la vasta mole dei 126 voiumi ia 8.° puljlilicati dai letterati inglesi, che Anquetil compendio, ritenendone i difetti. Meglio di qnesti riusci r abl^ate Dillon nel segreto di connettere ad unita i f;itti e di classiiicarli in epoclie ;, ma troppo ommise vinto da soverciiia paura di cadere nelia incertezza e nell' errore. A noi piu vicini ne vengono, per tacer d'altri fregiati di chiara fama, il notissimo estensore deW Atlaiite istorico , e Prevost d" Iray e Jondot. Instaacabile nella fatica di ben treat' anni Buret di Longcliamps studio colore che lo pre- cedettero in questa scientilica iiupresa , voglioso di ofFrire al publjlico una tal opera che meglio d' ogni altra meri- tasse il nome di storia wuversnle. E dessa appuato il testo su cui sono foggiati i citati Annali. Tutto ponderate, I'esimio autore si risolse a scegliere , anziche I'oratoria, la forma di quadri a piii colontie , per additare ia essi i popoli , le rivoluzioni, gli uomini secoudo che contemporaneamente o successivamente figurarono snlla scena del inondo. In tal gulsa compajono questi con tutto quel contorno di circostaaze coesistenti che li circoiida- vano , e non isolati , siccorae nella via narrativa ordinaria, o ne' quadri sinotticl separati , quali per esempio souo in Le Sage in cui le nazloni preseutansi staccate dalle loro coetanee, e vedi qua i soli Italian), la i Francesi soli, ecc. J^lbl. Ital. T. L-XXXIII. 8 114 Al'l'ENUlCE KTiLIANA. La divisione per secoli parvegli la piii approprlata all' iii- tento di abbracciare tntti i paesi ^ mentre qnella per epoehe conveniente ad alcuiii popoli, cul piii storici vollero riferire come a centre gli avvenimenti tutti , mal si adatta alia plnralita degli altri. Obbligato pero a deciders! per vin si- steuia di croiiologia , adotto quello che in Europa ha ri- ceviito una incontrastabile sanzione. Alieno da idee preventive, non si diinostra ne esclnsivo ammirator del Chinesi, ne indianista, ne ellenista , ne orientalista ; e cosmopolita ed espositore indifFereute a qua- Innque sistenia illosofico. Intento a comprendere tutti i tempi e i luoglii, accolse nelle sue tavole le favolose tradizioai provenuteci dagli antichissimi orientali ed occi- dentali sulla origine loro , sulle dinastie sovrane e sui fasti nazionali. Non vi prestava egli gia una cieca credeuza ( cosa nemmen da supporsi), ma perclie riguardando quelle favole^ ridicole ed assurde come sono, quali avanzi pre- ziosi di primeve nieniorie sfigurate dalla ignoranza , dal capriccio , dall' orgoglio e dalla malvagita, peiiso che nella deiicienza delle genuine relazioni smarrite per sempre , do- vessero conscrvarsi anclie questi mostrnosi frantumi, siccome atti a rendere meno imperfetti gli annali del mondo , od a fornire almeno importanti elenienti per chi sa adoperarli jiella vasta scienza deiruomo morale. Ed appunto per giovare a questo utilissimo scopo ag- giunse egli a lato alle notizie sulle vicende civili di ogni secolo quelle altresi riguardanti le religionl , la lilosolia , le scoperte e i progressi nelle arti e nelle scieaze , conser- Aando anche qui le mitiche narrazioni dove la storia vien meno. Cio parci sufficiente per dare una idea dell' opera ori- ginale. I compilatori italiani cercarono di apjjortarvi qualche niiglioramento. II che fecero i.° correggendo con minuta cura le due tavole alHibetiche , Puna dei nomi de' popoli e personaggi celebri , I'altra delle cose, le quali essendo gravemente inesatte ncl testo riuscivano poco utili ed anche talvolta generavano confusione quando alle medesirae si ricorreva per trovarvi i luoghi in cui si mentovano quei nomi e quelle cose: 3.° adottando, siccome piii conioda della originale , la forma di ottavo grande : 3." sostituendo ai tre Prospelti sinottocL ( geograiico-lopografici ecc.) alciini Qitudri da tenersi aperti dinanzi insieme col volume che ArPINDICL 1TALI\NA. l\o si pcrcorrc a maggior giovnmentp clella inemoria, e coa uti meccanisino , per cosi dire, tipografico ben piii sem- plice di quello immagiiiato dall' aiitore. Vero e che il disegno di compilare la storia in tante tavole ideato gia da Bacone, e che piacqne a Bolyngbrocke e D'Agtiesseau. lia sul nietodo narrative imjjortanti vantaggi. Poiche oltre al compendiarsi la mole del volume, si ofFre im forte appiglio alia memoria artiilziale , non che un fa- cile mezzo per ritrovare cjualche eiemento dimenticato, o scorrere in breve una Innga serle di noml e di fatti con notabile economia di tempo, e piii agevolmente ravvisare gli antecedent! e 1 conseguentl di avvenimenti deter minati. Ma il metodo della narrazione e piu capace di legare Is idee per le tante secondarie associazioni che accadono nella lettura ; T interesse che sveglia 1" elocjuenza dello scrittore, i pregi della elocuzione , hanno per chi stndia la storia per la prima volta un' eflicacia ranmiemorativa cui I'arida severa forma delle tavole , dove le cose sono sconnesse di ogni vincolo oratorio, invano aspirerebbe. Nondimeno , gli accennati vantaggi di quesfnltima forma sono tali che hen con ragione trovo appoggio presso grandi pensatori. G. C. Una Iczione di aritmetica, ceniii sulV oiiginc e compo- Sizione , e sul metodo d ijiseg/iamento della scienza suddeUa ., del ragioniere Lodoiico Giuseppe Crifpa^ capo dipartiniento all' I. R. Contabilitd centrale. — Jllila/io, i836, tip. Nei'vctti, in 8.°, di pag. 64. Nel primo capitolo, che verte in ispecie sulla numera- zione , parte principale dell' aritmetica, si riscontrano no- zioni ampie, e necessarie a sapersi da un allievo, e piii ancora da un istruttore. In esso si conosce in qual tempo, e presso qnali popoli ebbe origine la numerazione, i pro- gressi rapid! dal suo nascere sino a' tempi nostri , ed i vantaggi incalcolabili che ne derivarono. Nel secondo ca- j)itolo si dimostra in primo luogo 1' efficace influenza, che la numerazione ha sopra gli altri successivi operati del- r aritmetica. Si prova inoltre come la quantita e il sog- getto proprio ed esclnsivo delle materaatiche , come lo e pure deir aritmetica paite di essa; si tratta delle variaziq«i di cui la quantita e suscettita, della sua percezione i dei Il6 Ari'ENDlCE ITALIANA. i*apporti aritmetici e geometrlci , si conchiude clie T alge- bra conglunta coiraritraetica forma la storia e la logLca della scienza. Per ultimo rautore stesso propone ua me- todo d' iiisegnamento appogglato al sistema da esse adot- tato, e che in vero seinbra soddisfacente , e atto ad ope- rare utili risultamenti. Siccome tutto in complesso porta 1' aria del vero , e si scorge maneggiato con ordine esatto , con pretto raziocinio e nietodicamente condotto , pare in consegnenza , che me- ritar possa la pubblica stima ed approvazioae. Un tale opuscolo si renderelDbe assai piii interessante allorche I'autore si prestasse alia rettiiicazione delle erro- neita, e degli assnrdi incorsi nell' aritmetica del Soave concernenti gli interessi di capital!., i ripaiti , gli adequad ecc, che reahiiente hanno bisogno di riforma, cioe di una identica , precisa e sancita decisione , che valga a troucare le soverchie dissensioni e discrepanze fra'ragionieri e com- putisii. V A R I E T A. Arti belle. Relazione delle principali opere di pittwa csposte nelle sale dell 1. R. Accademia di belle aid in Fenezia V agosto del i836. J_J da due anni die I'esposizione dei lavori di bel'le arti nelle sale dell' I. R. Accademia veneta si e fatta copiosa per modo da meritare che se ne parli anche fuori di quella citta. Non ci dilnngheremo per altro in descrizioni troppo minute, dacche cio che puo credersi i-icchezza nelle stanze destinate alle prove degli studiosi sarebbe super- fluiia in uno scritto rivolto a giudicar brevemente di quelle prove. Scorreremo dunque i sommi capi ^ tanto piii die non mancarono i fogli veneziani di tutta divisare a parte a parte la loro supjiellettile cittadina. Cominciando da' quadri di prospettiva, il prof. Borsato dipinse la sala , ehe fu dei banchetti , nel giorno in cui V A R 1 K T \ . 117 Ic loro Altezze vicereali servirono a inensa dopo la lavanda dei piedi ventinuaftro vecclii povpri , dodici uoiiiini il Yi- cere , dodici donne la -Viceregina. Dlflicile oltremodo eblie il pittore il fondo del qnadro in una saia bianclieggianie tutta , senza interrompimento nella monotona tiata, se non d'alcnn fregio o cajjitello dorato. Molia perizia si vide essere stata necessaria al pittore per vincere una tatita difficoUa, di nianiera die cio die non piace tuttavia al- 1' occhio puossi dire colpa del soggetto , tnttoci6 die do- Trebbe spiacere , e non spiace , virtii dell'artista. Le ta- vole suir andare di cfuesta , di cui pressoche ogni anno ci viene regalando il Borsnto, servono , oltre al resto , alia storia contemporanea ;, non vorremmo tuttavia die a qnesto genei'e allettante la curiosita si desse egli per modo da dimenticare I'akro, in cui le figure non sono piii die ac- cessor], e di cui ci porse piii d' una volta bellissimi esempi. Tre luoglii di Venezia v' ebbero del Ciiilone , Nestore dei pittori veneti attuali, e a' suoi migliori anni felice segui- tatore del Canaleito. liC tracce del suo antico valore ri- mangono in certa calma e nettezza , che pecca presente- niente nel freddo e uel duro, ma die diedero invidiabile verita ad aitre tavole della stessa mano. Pienl in vece della gloventu dell' artista sono i dipinti di Tonimaso Viola , notisi pero quanlo a vita ; che la diligenza e inaestria del disegno nulla sentono del giovanile. In uno d' essi , nella parte piu accosto a clii guarda, e la punta della Dogana: gran pressa di facdiini die sbaixano mercanzie , e j^arec- chie figure di sfaccendati die si baloccano all'altrui fatica. Somnia verita nelle movenze e nel costume , squisito ar- tifizio nella disposizioue. Se il lontano non facesse presu- mere maggior distanza che non c' e in fatto tra la dogana e la piazzetta , questa tela potreblie dlrsi cosa perfetta. Piii prossima alia perfezione, in OLita alia malagevolezza del soggetto, e una marina, con barca nel mezzo e un pali- schermo vicino ad essa. Nulla sporge dai lati, o sul di- naazi ad agevolare 1* illusioae prospettica , ma tutto voile essere precisione di disegno. Nuoce forse air ultima eccel- lenza del dipinto qualche jiassaggio troppo siibito da tinta a tinta nella distesa dell" acque ; passaggio cli' e forse se- condo natura , ma la dove natura si fa intrattabile al'e arti. Gli altri cpiadri del Viola rimangono addictro nel nic- rito ai due sopra uotati . e tolto alcun punto prospetiico 1 i8 y A R I E T a'. assal feliceniente trovato, e 1' esatto lavoro della froiiznrs darebljcro un po' cU Iiiogo airinvidia da respirare. II Mi- lani e riccliezza delle venete scuole quasi direi repentina. Sembra voler egli arieggiare TAzeglio : ma perche cimen- tarsi con rivale tanto potente negli argomenti medesimi ? Cio non iscema per altro la lode die gU e dovuta per la solerzia nel ritrarre quanto la natiira presenta di piu op- portnno all' opera del peniiello. Ottimameme sa fare che sfondino quelle sue gole di monti , e mal si saprebbe Im- niaginare eflicacia maggiore di quella ci ba nella rappre- sentazione di que"" suoi niolti rocclii , e bnrroni e cascate. La liw;e e il men buono delP opera ; non si sa qual ora del giorno vogliano indicare que' dipinti, no di qual giorno. In generale pero qnando stndii Tartista di farsi piii vario nelle invenzioni , piii diligente nel disegno , piu animato nel colorire , non dubitiamo die non ne sia conceduto di salutarlo tra poco pittore degno di sedere co' primi. Molto e ancora in germe nell' ingegno veramente pittorico del Milani ; ma nessuna delle yarti d'un graude artista si vede che gli abbia a luancare, sebbeae nessuna forse sia ancora in lui ginnta al suo intero sviluppo. Prima di passare ai quadri storici ricorderemo come genere interniedio una pescheria di Eugenio Bosa , e aK cnni lavori del Francesconi e del Coniirato. Non mancano a! quadro del Bosa vlvacita ed evidenza ; forse il vene- ziano puo desiderarvi niaggior verita locale e scelta mi- gliore di tipi. Questo pittore si rese familiari alcune cari- cature di popolani delle lagune , e i ritratti die ne face gli acquistarono fama. Ma vorra starsene sempre la con- finato ' Non dice tra i popolani in generale, ma di questi fra i piu tozzi e tangocci ' In vece di quelle tende , per Teritk un po' steccbite, che occupano il fondo del quadro, perche non darci alcun maggiore indizio del sito ove tiensi il mercato' Ma cio, ben si vede, e domandare al pittore altro da quello ch' egli ha fatto , non che il fatto da lui non sia degno in moltissime parti di lode. Appresso la pescheria del Bosa naturalissimo e il ricordare alcuni pesci del Francesconi. L'imitazione e perfetta , sgombri ed orate gtiizzanti sulle panclie de'^pescatori non rendono vista punto diversa da quelli che T abile pittore copio nelle brevi sue tele. II Comirato e valente incisore ; molta finitezza e di- ligenTia e ne'suoi lavori spettanti al bulino: ora in alcune V A R I E T A . I I(^ grazlose vetUitlne all' acquerello tinto lia mostrato aver da natiira di die farsi, volendo, pittoi* non volgarc. Parlando di quadrt storici vuol ginstizia che s'incomincl da qiielli del prof. Lodovico Lipparini , che sono tre,uno de' quali , il Caino ramingo colla moglie e col figlio , di grandezza presso che natnrale. In questo Caino Tartista parve meno eccellente die nelT altre due tele. II cielo e intenebrato, se noii in quanto lo sfende una striscia sul- farea : il fratricida irto i capelli, torvo gli occhi , serra una mano al petto , e spiega T altra con tutto il braccio , in tale atto di domanda, che non e certo preghiera. La donna, inabile a mitigare quella disperazione , se gli trae dietro dolorosaniente , e il fanciullo sta sul dinanzi , da lato il padre , gnardando tra stupefatto ed ignaro. Parve a taluno in questo Caino dimenticata la bellezza insepa- rabile dalla famiglia che fn ceppo a tntta Tunianita, a tnl altro di non abba stanza finite lavoro la figura dejia donna ; clii disse piii esagerata che vera la mossa del delinqnentej chi poco naturalc il volgere dagli occIii della sposa piut- tosto al cielo che al furiiiondo consorte. Si potrebbero ri- spondcre niolte cose in dit'esa dell' artista , ma qui non e liiogo a polemiche, tanto piii che le lodi che si volessero in parte negare al Lipparini pel Caino, se gli debbono intere per la Cia degli Ailiertazzi , argomento al secondo quadro. La misura di questo e assai minore , ma non cosii il pregio. Nobilniente pacato e il contegno dell' eroina che ricusa di cedere al padre la citta di Cesena , datale a cn- stodire dal niarito, e l' aria del volto e 1' attitudine della persona si afFanno nil' Indole del dovere cui serve. Nel padre e certa guerriera rozzezza , propria de' tempi e del personaggio ; composta a religiosa insinuazione e la faccia del veccliio. Una cara fignretta di figlio die sta sul di- nanzi colla testa supina alia madre , aggiugne gentilezza alia composizione. Alcuni accessor] sono iniracolo di verita, e il colorito pregevole al sommo. Nel terzo quadro si mo- stra il carcere di S. Anna e il Tasso visitato dal duca Gonzaga. Delicata appassionatezza e nella testa del poeta, forse un po' eccedente in mollezza e languore per essere d' uomo che fanciullo segul il padre nell' esilio , crcbbe in dura povena, tenne fronte- a tre assalitori sulla pnbblica strada , deliro d' amore e di religione, logoro la vita negli studj, immaginb Argnnte e SoliirKino : oltre cbe vano e il 120 V A R I K T A . cercare tipi immnginnrj cF nominl soninii , qnando ci hanno ritratti. Pure e testa assai l^ella , e nelT universale penuria clelP arti su qnesto punto degnissiiiia di considerazione. Po- trebl)esl anche volere nelPattitudiiie qnalclie indizio de'Ia conscenziosa alterezza delT iaclito prigioniero, vederne piu graciletta la persona specialmente riscontrata colla testa, e le gambe non cosl come sono attraversate T una alFaltra con soverchia grazia. Ma si abbiano per sottigliezze. II Gonzaga e lodevole dal collo in glu ; la testa ci parve tri- viale, e non certo quale dovette essere a meritare i pa- negirici de' contempoianei. Sciagurataiuente tieae essa il mezzo della tela, e la ricca profusione delle vesti , mira- bilmente condotte dal pittore , la fa piii cospicua in cio die lascia a desiderare. Anche le restanti figure , dei se- guaci del duca e del padre GriUo , belle tutte , qnal piii , qual nieno. In somma caro quadro, die ognuno desidere- rebbe di avere iielie sue stanze. Dalla delicata tavolozza dello Schiavone , Natale , e uscito un qnadretto rappresen- tante Tiziano intento a ritrarre la bella Yiolante. II dipinto ha morbidezza , e in alcuni particolari verita molta. L' oc- chio se ne coinpiace , tuttoclie la fusione delle tinte possa sembrare eecessiva. Nel Tiziano desideri fisoiiomia piu espri- niente, ne sai come si ponesse a dipingere con indosso il meglio delle vesti e fin anco la collana e il medaglione. La Violaate ha qualcbe volgarita nella faccia , e sei ten- tato a chiedere se T al^ito di lei non sia feljia , special- mente nella gonnelia in cui le pleghe piu indurano e la luce batte piii intensa. Erminia die, Vista la faccia scolorita e hellci , Non scese no, precipito r/f sella, si ha dlpinta dal Grigoleiti con vivacita somma e con sommo efletto. Diciamo vivacita il xol[)ire che fanno le tinte freschissime e graziosaraente assortite , ed effetto 1' at- trarre a se gli sgnardi e i voti della piu parte quasi fosse il principal quadro dt- tl' esposizione. E tuttavia ei permet- tiamo domandare alT illustre artista: e il suolo riarso della Palestina qnello che fa canipo alia tela ? E attonito di rac- capriccio il molle e rosato voho di Erminia ' Sono le la- grinie si pronte a venire soir occhio di chi si afFaccia a vista tanto terribile ? Cavalcarono alia foggia delle moderne niilfdy T eroine delle Crociate ? I cavalli si bardavano in allora come quivi si vede ' La faccia del giacente Taucredi VARiETA. 121 c scolorata e hella'^. L'armatnra mostra bastantemcnte i vestigi del recente conflitto ? II Vafrino , a cnl il pittore diede le piu fine cure, e bene die vinca di bellezza i due protagonisti V Dalla vista di qnesta tavola ti parti tocco di terrore e di compassioue , come vorrebbe 1' argoinento , o noa piuttosto gradevohnente allettato ' Che se in onta a tali niancamenti (dato ancora die siano) il i{uadro non si riniane di piacere , e da cercarne ragione in moke altre doti , e in qitella principale del colorito , come s' e detto , vaghissimo. In somma e quadro in cni i non pittori pos- sono niolto trovar che ridire , ma die i pittori vorranno invidiare. Giovane di alte speranze e il prof. Malatesti ; cercatore nel dipingere delT antica piirezza , e di qnella evidenza a cni si gingne per via della semplicita. Quest'anno, non gia die scapitasse nella fama, ma rimase indietro al- r espettazlone. Yi lianno varj gradi di fertilita nello stesso terrene , a seconda degli anni ; perche voler dall' ingegno sempre ugnali frntti ''. Cristo die attende il battesimo DalV attonita man del Prccursore e il soffgetto del quadro, di proporzioni prossime al na- turale. Sarebbe forse convenuto dare al Redentore iiiraria piii rispondente alia divina natura , e meglio condiirre le parti che succedono alT anche. II Battista parve ancli' esso alcnn poco volgare , ma crediaino gli nuocesse la troppa viciniia della niiraljile tela , in ctii la selvaggia natura del profeta acquisto nobilta sotto il pennello dell' unico Cado- rino. Quattro angioli stanuo nell' alto in atto di corteggiare, adorandolo, Teterno Padre. Dissero alcuni monotona e secca - I'attitndine di questi quattro angioli, disposti due per parte a foggia di cortinaggio : altri trovarono in cio alcun che di raffaellesco. Ma il pittore in cio venne ligio ai concetti di que' nioderni die vogliono far trasparire le astrazioni sotto le forme inseparabili della natura sensibile. In gene- rale le due parti superiore e inferiore del quadro fareb- bero miglior prova staccate , di quello sia cosi congiunte come si trovano ; si puo dire inoltre die cio che nel Ma- latesti eccita il desiderio , contenterebbe in molti altri, e che jnglustizia sarebbe paragonare una tela si ampia coa altre d'assai ininori , e in cui 1' esattezza del disegno lia confini incomparabilmente men ardui perche meno detei*- minati. II colorito di questo pittore vuole anch' esso molta lode di verita e d' armonia , e sopra tutto di certa calma 132 V A R I K T \\ e uguaglianza , non molto comune specialmente a' di nostri in cui tanto e rainore dello sniagliante e dell' infocato. Fantasia grande e facilita poco men che incrediljile sono possednte dal Dusi : cosi non ne abusasse troppo sovente! Due grandi quadrl died' egli quest' anno sul quail diresti corso un pennello inspii'ato , nia impaziente per modo da lasciarne incompiuto uno per passare all' altro , senz' arre- starsi nemmeno su questo quanto occori*eva per passare subitamente ad un terzo. Di qui cio clie hanno d' imper- fetto tali lavori. In uno e la gloria di S. Caterina, e il paese sottoposto e ideafco con tanta felicita da poter esse solo for mare la riputazione d' un artista , ma anclie in questa parte came nelle restanti dell' opera desideri die fosse condotta a maggior compimento la rappresentazione. Due santi vescovi Erardo e Gottardo die fanno miracoll sono soggetto dell' altra tela ; soggetto doppio e pero ma- lagevole. Auche qui non mancano indi/j della rara valentia dell' artista : intelligenza prospettlca si vede nella cappella ill cui i santi operano que"" prodigi; verita ed espressione in alcune fisonomie, fra le quali la delicatissima della cieca, piena del confidente afFetto ch' e via a meritare la grazia; secondo natura , non senza gli abbellimenti dell' arte , il niorto die sla sul risensare. Ma il meglio die dal Dusi si esponesse fu uno scliizzo rappresentante Edoardo III sotto Calais, pregato di farsi benevolo ai legati francesi: com- posizione variata, abbondante , bene disposta f, se alia bonta dello scliizzo corrisponda la paziente assiduita dell' artista neir esecuzione , ne avremo quando die sia un quadro nia- raviglioso. Arriva ultima nella descrizione la tela rappre- sentante una scena del diluvio, opera del Giuseppini , perche data alia pubblica vista ne' due ultimi giorni sol- tanto dell' esposizione. La terribile vastita del soggetto , compendiata in un gruppo solo d' un uomo, che, tenen- dosi afFerrata la spirante compagna , aspetta snr un" ultima punta di rupe 1' ondata die devc ingojarlo, ha dato campo al giovanissimo pittore di palesare quanta in lui sia la forza del sentimento e lo studio della sua arte. L' opera non e del tutto terminata, sarebbe quindi indiscrezione r assoggettarla ad esami scrupolosi. E per altra parte, dac- che il lavoro di questo giovane ha trovato tanto favore nel pubblico , perche intorbidargli la sua bella aurora di gloria? Non viene mai tarda la voce della censura dietro r A R I E T A,. 123 al merito vero ; si apparecchl ad accoglleila con coraggio. Molti sapranno essergli liberali dl coasigli , nia clii sapra tlargli , passata la prima illnsione giovanile . luia di quelle liete ore presenti , in cui preocctipando il fnturo Tingegno si conGda di poter abbondantemente pagare le lodi die dietro la niisnra delT espettazione gli fui'ono anticipate? Udra ad altro tempo le lodi stesse, ne udra forse delle niaggiori , nia col cuore cangiato ;, e la triste esperienza della vita e delle malagevolezze delP arte , a nessuno me- glio sensibili die agli altl intelletti , lo avra reso circo- spetto , se non freddo del tutto alle lusinghe della speranza. Fra i ritratti il lavoro di uu altro giovane, il sig. Ga- vagnin , merita il primo Inogo. Tolto di fresco alle panche degli scolari , attrasse potentemente I'attenzione , non die de' suoi condiscepoli , della citta tntta. Ardito fu Tassunto dl' ei prese di ritrarre una faccia , qnella di un prete, dl cui una parte illuminata dalla luce entrante per una fine- stra , r altra dalla reflessa nella parete. L' intelligenza nel giovine artista fu pari alia dilHcolta dell' assunto , e pari air intelligenza il buon effetto della pittura. La testa si spicca veramente dalla tela, il pennello vi pote quanto il sole. La verita degli accessor] e ancir essa considerablle , fra cui Toro e il velluto d'una poltrona, variamente splen- denti secondo loro varia natura. Lodevolissimi si eljbero ancora tre ritratti della giovane Tagliapietra , si per la perfetta rassomiglianza cogli original!, si per la morbidezza del lavoro. Non va tacinto un ritratto del Carrer , pittore diligente e studioso delT antico , che diede inoitre all' espo- sizione una carita non mancante di pregi. Ultimo , non perclie tale nel merito , ma per cliiudere ia relazione con due illustri nomi d'artisti, ricorderemo il ritratto del Vi- viani dipinto dal Grigoletti , gia nominato ■■, maestro pen- nello die si fe' tributario a maestro bulino. Dipinti a fresco del cav. Pietro Benvenuti nel cappel- lone de Sepolcri Medicei in S. Lorenzo dl Firenze^ dichiarazione dl Melcliior Missirtni. Fra i meriti esimj onde la casa Medicea fu donata di corona immortaie dalla storia e dalla posterita , e massimo quelle di avere consacrato parte della sxxa. immensa for- tuna air esaltameato della religione e a bencficio delle buone arti. 124 V A R I E T J^. La sua benemerenza A'erso il ciilto divino e Jimostrata dall'aver fntto erigere la cliiesa e il convento di S. Marco, il nionastero di Santa Verdiana, la badia Fiesolana, il con- vento de' basiliani in Mngello e tanti ;:ltri pii ediiizj. E in qiianto ai servigi prestati aile arti, basti accennare doversi alia protezione del Magnifico lo spnntare di quelT astro , die ristoro tntte Parti delT inspii-azione , le riscaldo del- r eterna sua liamma , e colle ininiortali sue opere le fe- condo , dico il divino Micbelangelo. Qnesta doppia gloria nondinieno sendira illnstrare iq ispecial niodo la fan.iglia Medici per le costruzioni , clie icolla basilica di S. Lorenzo formano complesso maraviglioso. Non prima i Medici lasciarono le loro anticlie case in Mercato Veccbio , e si condnssero ad abitare nel popolo di S. Lorenzo, clie Giovanni di Averardo primo fondatore dell' opnlenza medicea, voile ricdificare la chiesa parroc- cbiale con una niagnificenza degna della niaesta, della re- ligione e della grandezza del suo animo. Ne allogo T impresa a Filippo di Ser Brunellesco, il quale quanto grande arcbitettore sia stato lo attesta il nuovo ardimento della vasta mole innalzata sul templo di Santa Maria del Fiore, concetto clie lascio al Buonaroti la sola gloria deir onore secondo. Taccio della Lauienziana di clie fu poi commesso il disegno alio stesso Micbelangelo da papa Clemente : ma diro bene clie Cosimo primo lino dai principj del suo regno, volse in mente di costruire dietro il coro del tempio una vasta cappella pei sepolcri doniestici. Giorgio Vasari ne ideo un disegno magnifico e il prin- cipe generoso fece anclie raccolta di marmi j^reziosi per queir editicio : ma la iiiorte T esecuzione del nobile pensa- mento a Cosimo invidio. Francesco primo, dnlle paterne cure educato all' amore delle belle arti , fu erede di quel progetto : e percbe dal concorso di pin architetti nascesse un disegno anclie piii perfetto , commise a Bernardo Buontalenti di proporgli un nuovo concetto : ma sventurata mente anclie a Francesco primo la vita non tenne fede per eseguirlo. S' inSammo per ventura di quel pensiero il duca Fer- dinando. Avea egli derivato sublimi spiriti per la reina delle arti I' arcbitettura , dalla maesta degli antichi romaiii edilicj e dalla grandezza dei monumenti ai qnali Sisto V A R I E T A . laS qiiiiito, GInlio secondo e Leone clecimo gran parte della celebrita del loro noma e dello splendore temporale del seggio pontificale aveauo raccomandato : e percio dellbe- rossi a volere erigere una fabbrica , che fosse delle piu magnifiche e piu riccbe dell' Italia. Ma piacendogli che la sontuosa impresa splendesse unicamente del doinestico senno , rinunciando alle prune idee , voile che lo stesso suo fratello don Giovanni il sacro luogo architettasse. Vero e che il Bottari si lagna die siasi adottata la figura ottangolare, per cui la costruzione manca della sein- plicita e unita di linee necessarie al hello e grande stile arcliitettonico. Nondinieno sostengono gli ammiratori ini- parziali il difetto della semplicita. dell' ordinanieiito venir compensato dalla vastith , iniponenza e dovizia dell' edili- cio. E perche fossero combattuti i sarcasuii del uiordace Mihzia , non manco chi tolse a sostenere essere qnesto la- voro superiore alia stessa cappella de'reali depositi alFEscn- riale in Ispagna. E veramente, se vuolsi aver riguardo alia solennita del luogo e alia profusione ornamentale, questo monuniento vince ogn'altro piii splendido della bella Toscana. Vn or- dine composite si appoggia qui sopra ricco piedistallo, e ricorre per tutto il giro con pilastri di diaspro, e basi e capitelli di bronzo. Sui capitelli e posto un architrave, con cornice di granito e fregio di paragone di Fiandfa. Ne' fondi e nelle niccbie fra gli spazj dell' ordine splende tanta ricchezza di diaspri, che tutto puo dirsi una pietra preziosa. Le imprese della citta, i vasi , le urne , le iscri- zioni sono intarsiate di lapislazzuli , di diaspri, di giallo antico , di calcedonie e di coralli e corniole. Qui depositi di graniti orientaii, qui statue in metallo di miro artifi- cio , e soprattutto guanciaii tunerarj di diaspro tenq^estati di topazj e rubini. Cosi con arte operosa e con isplendido lusso d' ogni maniera di riccliezza fu decorata questa cappella nclla sua parte inferiore. Ma l' anipia volta rino ai di nostri riniase afFatto disadorna, anzi par grezza. Lo stupendo ornamento inferiore facea rilevare maggior- mente la rozzezza della ciqjola : e questa discordanza me- nomava 1' efFetto e I' amniirazione di tutto Fcdificio. Racconta il Cinelli , che iin dal prlncipio della costru- zione era stato ferinato, che dall* ultimo cornicione fjuo ia6 VARIETY. air occlilo della luce tmto il clelo delta volta dovea cssere incrostato dl laplslazzuU con rosoni di bronzo dornto. Posterionneate vl fu aiiche movimento e pratica per- che la cupola venisse dipinta dal Mengs , artefice dottissiuio, e in quanto al disegno seguace de' graadi priucipj della larga scuola rouiana , e traente nel colorito alia maniera lomljarda : ma amendue questi progetti non sortirouo efFetto. Leopoldo secondo dalla div'uia Provvidenza concesso ora al felice i-eggimento della culta e gloriosa Toscana , priu- cipe, quanto pio , giusto e cleiuente, altrettanto delle bnone arti padre munificepte e sostegno , era serljato dalla be- nignlta della fortuna a coronarsi della gloria di dare in ogai parte compimento sublime al magnllico edificio. Laonde noa pago di aver fatto condurre moke opere squisite pel perfezionamento interno ed esterno del niede- simo, volse ancbe le auguste sue cure perclie venisse ab- hellita la cupola in maniera , die attestasse al posteri la inunificenza del regale sue animo e 1' eccellenza delle pre- senti arti iiostre. Rispondea per avventura col pensiero magnanimo la circostanza di essere ora la pa;ria accade- inia fiitta illustre dalla fauia e dal valore d' un dipintore chiarissimo nella persona di Pietro Benvenuti. L' alto avvedimento del benefice principe conobbe T im- portanza di valersi di questo sommo artelice per far di- pingere la volta , e quindi il grandiose e difficil lavoro al sapere e all' esperienza di questo maestro affido. La cqnfigurazlone ottangolare della cupola non permet- tendo al Benvenuti di condurre una sola storia seguita , come avviene nelle cupole rotoade, egli s' appiglio al par- tite di fare un quadro per ogni spicchio : ma cerco nondi- meno die la nioltiplicita dei sog2,etti non fosse a danno dell' unita , sempre desiderabile , e forse necessaria nella ])lttura di una cupola, eve T occhio ne abbraccia a un tempo tutte le parti, e la mente le comprende. Pensande adunque die il carattere della cappella me- dicea e di essere un sepelcrario cristiane, a cui va stret- taraente connessa 1' idea della morte , credette non potere far meglio , quanto col mezzo di fatti della Storia sacra esprimere un concetto , die seguitanienle si aggirasse in- torno la morte , considerata sotto i punti principal! nei tpmli vienc presentata dalla nostra sania religione. V A R I E T A . 1 :2 7 Compose adiinque fra loro taute storie, die diinostras- sero quanto ha fatto T uomo nella sua debolezza e superbia per darsi in braccio alia morte, e quanto abbia operato il Signore nella sua misericordia per renderlo immortal- mente Felice. Quindi rappresento la nascita dell'uonio, e vi contrap- pose la nascita del Recleatore : il peccato originale e la divina riparazione : I'uomo vinto dalla morte, e 1' uomo Iddio vincitore della morte: lo esterminio della carne , e la risurrezione universale della carne. Questo concetto porto i seguenti quadri: 1." L' eterno Iddio benedice all' uomo e alia donna dopo la creazione. 2." II Peccato originale. 3." Adamo ed Eva piangenti sulP ucciso Abele. 4.° II Sacriticio di Noe dopo il diluvio. S." La Nascita di Gesu Cristo. 6." La Morte del Redentore. 7.° La Risurrezione di Nostro Signore. 8." La Risurrezione della carne nel Gludizio finale. Sopra quest! otto quadri magglori introdusse poi per ogni spiccliio sopra ciascun quadro altrettanti Profeti, che avessero relazione ai primi quattro quadri , cioe Mose , Aronne , Davidde e San Giovanni precursore : e indi gli Evangelist!, che parlato haruio de' soggetti degli altri quat- tro quadri. Or a il cavaliere Renvenuti ha compiuto la sua grande opera. La potenza della sua mente , la robustezza della sua complessione , la perseveranza al lavoro e I'esperienza della sua arte fecero che nove anni gli bastassero a tanta impresa ove le figure principal! nelle prime I'mee ecce- dono la dimensione di dieci braccia liorentine , pari ai co- lossi di Monte-Cavallo. No! daremo conto in quest! fogl! di si gr^ nde lavoro , e lo faremo tanto plu volontier! , perche a questa volta ci parra non discostarc! dagli usat! nostri studj delle lettere , avvegaache il dipintore attinse ! suo! concetti dr.lle sublimL inspirazion! de' sacri profeti, dalle fort! imraagini di Mil- ton, dalle dipinture di Gesner e dalla sublime anima del dl\'!iio Alighieri. La quale circostanza fara sempre piii manifesta quella vcrita che le art! sono strcttamente unite alle lettere e che I aS V A R 1 E T a'. percio gli artisti debbono dare opera a formarsi !o spirlto colto ed eriidito , poiche senza un ingegno bene educato, senza un cnore avvezzo a comniovei-si alle impressioni del bello , del grande , del maraviglioso , noii potra produi-si da essi lavoro alto e gentile. Ma prima di tutto vogliamo qui notare due esimj me- rit! , pei quali il Benvenuti si e fatto dritto alia gratitndine deir Italia: quello cioe d' avere scelto soggelti nobilissimi , tenendo il largo stile della classica sctiola romana : T altro d' avere preferito il fresco, in vece di condnrre le sue storie a olio^ come potea ben fare, avendo diviso il la- voro in otto quadri maggiori e in otto minori. Ei cerco adunque col suo esempio di sospingere i gio- Vani allievi alia scelta di grandi e nobili argomenti , e alia pratica del magnitico stile. La nobilta del subbietti ajuta il concetto del dipintore, e arriccliisce la sua maniera. E percio non sapremmo cb' estimare poveri di cuore e ab- bietti di pensiero que'giovani artisti cbe in v^ece di scerre temi insigni e cospicui , susccttibili di grandezza e ric- cbezza , preferiscono soggetti esili, plebei, scurrili, o atrocL nefandita di masnadieri, o storie miserabili e spaventose di tempi di calamita e d' ignoranza : e questi soggetti an- che conducono in forme pigmee, con un loro fare secco , ignudo e graraoj cbe vedere quel dipintl e un vero scon- forto al cuore. Rnvvivate adnnque , o giovinetti ingenui , sopra opere grandiose e sublimi la fiamma del vostro genio : ardete i A'ostri incensi sulle are della dignita , della bellezza , della grazia , delT idea. Eleggete temi forti , stupendi , virtuosi e utili all' incremento della civilta, alia perfezione della ' morale. Volgetevi soprattutto alia jiratica del fresco: questa maniera , cbe non ammette indiigi, e domanda filosofia nella composizione, vivi spiriti neir espressione , perfezione sin- golare nel disegno, grandezza di stile, vagbezza, leggia- dria , magnificenza , vi obbligbera agli studj piii profondi per porvi in grfdo di stampare a un tratto sui frescbi intonacbi i vostri concetti, ben ragionati prima nella mente, e bene ordinati e lineati ne' cartoni. Con questo mezzo farete pure le vostre opere piii eterne , cbe sulle fragili tele e sulle tavole corruttibili : non esiste Vestigio delle anticlie pittiire consegnate alle tavole , e de- »tano ancora rammirazione delP erudito e dell' artista le VARIETA. 129 nozze aldobrandine , e 1' immensa raccolta de' freschl poiu- pejani. Che se anche avete onesta ambizione di lasciare nella vostra patria onorati inonumenti del vostro valore, attac- cate i vostri dipinti ai mnri noii cangiabili coll' oro stra- niero , ne esposti a mulameiiti di sito. Finalmente se Testro, il genio , la fecondita dell' inven- zione , la forza dell' immaginazione vi traggono a vaste imprese , qnal tela pno piestarvi campo opportuno, quanto una grande parete ia Inogo orrevole e insigne? Scovria ii fero Michelangelo la volta della cappella Sistina e r intera Roma accorrea ad ammirarvi quanto di \3'm sublime potea sperarsi da niano mortale. Le strane nazioni si versavano sul Teliro cbiamate dalla celebrita di tanta opera, di tanto nome : e tutti restavano quasi atterriti al sovrumano ardimento, e alia vista di que' Profeti , di quelle Sibille 6 dei fatti ivi ritratti , andavano orgogliosi della umana dignita. La pittura levava le menti a piu eccelsi pensieri : purificava il cuore con piu nobili voti : e il pit- tore , altro Prometeo, informava 1' uomo come di una nuova vita , di una nuova natura , trascendeiite la sua condizione ! Rilevate le quali glorie del sig. Benvenuti, verremo cspo- nendo le sue composizioni , interpretando principahnente gl' interni e chiusi sensi della pittura. A chiunque si con- sacra air analisi dell' umana ragione e lecito parlare della metafisica delle produzioni dell' arti: e questa facoka ci confidiamo vogliasi beniguamente acconsentire a noi , che per lungo uso ci versammo neU'esame delle opere de' piu insigni artisti dell' eta nostra. E senza attenerci all' ordine serbato dal pittore nella condotta della cupola, bastando 11 cenno che ne abbiamo fatto, verremo ragionando or di questa, or di quella storia per esso dipinta , secondo che per la sua prevalenza sul- r animo nostro si usurpo la precedenza. E intanto diremo della storia del Giudizio finale , motivata da Dante Alighieri in que' versi : Quale i Bead al novissimo hando Sorgeran prfsti : ognun di sua caverna , La rivestita came aUeviando. Alcuni maestri ancbe di primo ordine rappresentarono qiiesta treraenda giornata al momento in che il Giudizio Bibl. Ital T. LXXXIII. o l3o V A R 1 E T a\ sl pronuncia : e percio fiirono costretd a splegare una sto^ ria vastissima , talora a discapito dell' effetto e della chia- rezza , giacche ne I'occliio., ne il pensiero possoao a un tratto abbracciare interamente tanto spettacolo. Al nostro dipintore , oltre qnesta considerazioae , impo- nea prescrizioni anche lo spazio in clie egli dovea dipin- gere , ti-oppo angusto per riinmensita del soggetto , spe- cialniente nella necessita in che egli era di fare le figure della stessa dimensione di quelle degli altri quadri. Fu egli adunque obliligato alia scelta d'un iiiomento piu opportuno al suo bisogno , e piii circoscrltto , e preferi r ultimo istante del Giudizio, quando distrutta Ja terra, cacciati i reprobi nell' inferno , e saliti i giusti verso il paradiso , Cristo giudice riprende il suo niansueto carat- tere , e accoglie in grembo della sua gloria gli eletti. Ordino I'autore questo stupendo lavoro sulle visioni del- I'Apocalisse, die a fondamento della storia vogliamo qui riferire coUa cantica del Locresio. Orribil fiioco giii dal Ciel xliscende, Che aide e ricopre il inondo , e il popol tutto. In un momento divorando incende ; Qui fui da nuova meraviglia preso , Che mirai bianco e luminoso seggio , Ove il terrihil Giudice era asceso : Disposti in ccrchio , e chiari piii che spegU , Son ventiquattro seggi , ed altrettand Vi seggon sopra venerandi vegli. Veston le sacre membra august i ammantl, Bianchi qual neve , e adornano le teste Ventiquattro corone aureo-brillanti ; Poi la immensa mirni Gloria celeste. Sopra questo testo divise il pittore la sua rappresen- tazione in tre parti La caduta de' Reprobi , la chiamata de' Giusti , la Gloria eterna. Nella prima parte e colto P istante in cul i dannati pre-, cipitano in seno del loro supplizio : ecco in basso al slni- stro angolo del quadro pochi di questi ne rimangono vi- sibill, clie si agitano, e cercano afFerrarsi ad alcnn ritegno , sperando forse di non cadere. Quale si morde forsennato le mani, e conoscendo allora 1" infallibiliia della giustizia divina , maledice a se e al momento della sua nascita ; e quale abbraccia T oggetto dell' impnro amor suo. Tutti vauibta'. i3i . freniono orrendi, con irti i capelli e occlii spaventosi. Ogni cosa e terrore e disperazioiie. Lo squillo iQtanto delle sette angeliche trombe segue ad atterrirli. L' Arcangelo Micliele , fiilgente di una corazza di color d'oro, gl" iiicalza coa una spada rovente : il cielo piove fuoco : e anche dal centre della terra sbocca ua fuoco piu rogglo e piii nero tantoche i luiseri soiio fra due incendj. Gia la terra e disfatta : le montagne sprofondate : dalle voragini soggette esce un funio con riverbero infernale , che illumina i corpi dei dannati e gli arroventa anche prima clie cadano nel centre del fuoco. Se non che tanto orrore viene mitigate dalla seconda parte della storia , eve i giusti salgono al meritato lore guiderdoae. Qui il pittore spiego tutta la dovizia della sua imma- ginazione ritraende gli eletti , coll' incrodurre fra essi ac- cident! beilissiini. Oh le soavi senibianze di questl giusti ! Oh le amorose movenze ! Occhi sinceri , ardenti di carita : visi di conoscenza , atti pudichi e santi. L' espressione vl e potentemente signilicata, quella espressione religiesa , angelica , che tanto seguirono i dipinteri del quattrocento e che ora sventuratamente e quasi smarrita. Senza un forte sentiuiento di religlone non e date esprimere I'unzione, Tumilta, la fede , la carita, la spirituallta dei santi. L'one- sto , dilicato sentire , lo squisito e verginale espriuiersL fuggono dai cuori superbi e profani! Gli angeli intanto iovitano a salire questi eletti : gia dessi prelibano parte della celeste dovizia : gia la gloria gF investe , e sono come attratti e assorbiti dai celesti splendori. Sovra essi si schiude 1" eterna gloria. II Salvatore assise sul trono della sua niaesta e giustizia, guarda benigno agIL eletti , e stende ad essi le braccia amorose per accorli al sue seno, e par che dlca : venite, benedetti, al regno mie ! Questa situazione della storia e consolante per tutti i buoni, ed e speclalniente bene augurata per gli augusii personaggi Je ceneri dei qnali riposano negli avelli soggetti alia cupola! Sotto al trono del Redentore sono schierati in giro i pa- triaehi , i profeti , gli aposioli : quelli come seniori hanno I'arpe in mano, e ricchi diademi fregiano ad essi i crini venerandi. Gli apostoli sono vestiti di bianche stole , e in atto di orare. 1 3a V A 11 I E T a'. Alia destra del trono medesimo e la Yerglne Madre, alia sinistra un angelo. La Vergine , clie mai non sa dipartirsi dal titolo a lei caro di Madre dclle niisericordie, guarda con amorosa pieta , e pare si dolga alqnanto di tanti esclusl dalla pa- tria celeste , se non clie si conforta tuttavia , vedendo nel medesimo tempo. Quanta e il convento delle blanche stole. Come gli eterni scanni son rivieni , Che poca gente omai vi si desira. L' angelo apre il libro de'Vangeli, e a cjuella vista gli apostoli rainmentando quanto si travagliassero nella predi- cazione della fede , danno segno di alcuna amarezza , clie per molti le loro fatiche e lo sparse sangu'e di Gesii Cri- sto siano stati indarno. Dne bande di spiriti angelici sono divise in quella per le volte del paradiso, e presentando gli strnmenti della dlvina passione fanno cerchio alia croce, che trionfa in mezzo ad una luce Di tre colori e d' una contenenza , E V un dalV altro , come iri da in Viene rijlesso ! Riassumendo la quale storia diremo clie la prima parte e piena di terribilita ; 1' altra di amore ^ la terza di letizia. Alia punizione de'reprobi deljbe palpitare il ciiore a qnanti peccaton siano anche apparentemente felici e ono- rati qui in terra. Alia vocazione degll eletti toglie motivo di sperare e di confortarsi T uomo probo , quantunque misero e calpestato in vita. E finalmente V ultima letizia dell' eterna gloria c' impa- radisa talmente , Che quantunque io avea visto davante, Non mi mostib di Dio tanto sembiante ! BiBLlOGRAFIA. Sulla Biblioteca Malatestiana di Ccsena. Ai signori Direttori della Biblioteca Italiana. Solamente da poclii giorni mi e caduto sott' occhio un articolo inserito nel t. 74. °5 pag. aSg del loro dottissimo ed V A R I E T a'. i33 iitilissirao Giornale Letterario , nel quale fra le celebri Bi- blioteche dTtalia in oggi in parte penlute , al pari di quella di Boljljio ( della quale piu non riinane veruna traccia ) si aniioverava la Mala test iana di Ceseiia. La qual cosa essendo air intntto contraria ad un fiitto in cui ho avuto mano io medesinio, stinio mio debito, per T onor della patria, pel Vantaggio delle lettere e pel decoi'o dello stesso Giornale, ma soprattiUto per amore della verita, di dare alle SS. LL. un breve raggnaglio dello state di quella ceiebre Bibliote- ca , cosi come la memoria mi suggerisce, pregandoli di vo- lergli concedere un posto in qnalcuno de'prossimi fascicoli. Codesta bellisslma Biljliotcca fu eretia , siccome e note, nel 145a , dal principe Domenico Malatesta Novello, onde trasse ii nome : essa e formata a guisa di basilica senza tribuna , divisa in tre navate da 20 coloane striate di mar- mo, di un ordine fra il dorico ed il toscano, coUe volte, gli archi e le finestre a sesto acuto. Nelle navi laterali pia ampie di quella di mezzo, vi Iiiuino 58 grandissimi plutei r uno presso T altro a forma de' banclii die si usano in oggi nelle cliiese. Questi contengono i liljri tutti mano— scritti , fra'quali non poclii di grandissimo pregio per I'an- ticliita , e pel merito delle opere ebraiclie, greclie , latine ed italiane, in ogni maniera di studj, ma specialmente sto- rici e filosofici : nella gran parte pero furono fatti co- piare espressnmente dal fondatore, e sono ornati de' suoi stemmi, e di tutto il lasso librario del secolo XV. TnttL questi codici sono legati in tavole di legno, coperti di cuojo e di ornamenti metallici, ed assicurati con catenelle di ferro al loro posto , sicclie non si possono leggere die sul sito dove si trovano ; per cui vi ha ad ogni libro lo spazio sufficiente di sedile e leggio. In tal modo tutti quanti i li- bri della Biblioteca possono essere aperti e studiati como- damente nello stesso tempo ; siccome similmente si vede nella Lanrenziana, ed in quella di S. Croce di Firenze con- temporanee alia nostra. 11 prezioso deposito fa mantenuto intatto da' frail con- venluali , die ne aveano la custodia, Jino alia soppressione. del loro convento in sul finire dello scorso secolo ; allor- che per le guerresciie vicissitudini del tempo , lo stesso convento colla grandissima chiesa e la Biblioteca furono miseramente convertite in alloggio e caserme di milltari stra- nieri, Allora i plutei co' loro codici furono trasportatl a gran l34 V A K I F. T A*. fretta in alcime sale del pnbblico palazzo , dove i-iniasero rincliiusi per circa tre anni. Ma appena fii ricomposto al- cnii poco r ordlne pnbblico , per la cura di alcuni cltta- dini fa conchiuso di riinettere nel pristino statu la Mala- testiana , e di unirvi a rlscontro altra bihlioteca di libri a stampa raccolti in varie soppressioni di case religiose , e con altri niezzi del comune. A tale operazione fu dalP ani- ministrazione dipanimcntale nominate a presiedere il dotto monsignor Niccolo ]\Iasini , siccome vedesi nel suo elogio scritto dair aurea penna di Pietro Giordani ; ed a lui io stesso fui dato dalla municipalita di Cesena in qnalita di aggiiinto. E tanta fn la cnra di riinettere le cose nello stato priniiero ed originarlo , cbe non solo i codici fnrono tr.tti riposti ne' phuei ed ai numeri die tenevano dapprima se- condo i catalogbi e le anticbe tavolette aflisse a ciascuno de' plutei stessi; ma dovendosi fare non poche ristanra- zioni , e rinnovare in gran parte i snppedanei , ne essen- dosi potuto rinvenire nelle nostre provincie le tavole di larice di grossezza iiguale alle anticlie, furono ricercate al governo di Venezia , ed ottennte da quell' arsenate. Con non minor dlligenza furono rlstaurati gl' intagli alia bellis- sima ]5orta, i vetri alle linestre, e fatti lavorare sngli stessi modelli i ferri mancanti. Quindi la Malatestiana fu rista- bilita esattamente qnale usciva dalle mani de' suoi primi autori ; e presenta in oggi il vero tipo delle grandi Biblio- teche, qnali si nsavano prima della invenzione della stampa, e ci trasporta a' costumi relativi di qnattro sccoli addieiro. Ivi con gelosa cura si conservano , ed all' occasione si rao- strano dal pnbblico bibliotecario agli studiosi ed acli ama- tori tutti gli antichi codici, nello stesso modo cbe si leg- gono descritti negli elencbi, sin da due secoli compilati da Fl Angelo Giuliano e dal Possevino , e poscia dal Mansi, dal Montfaucon e dal Zaccaria , iiiseriti nel gran cataiogo ad illustrazlone della stessa Biblioteca , lavoro assai dotto del francescano P. Muccioli , in due tomi in foglio, stam- pati in Cesena nel 1780 e 84, colle figure in rame cbe mostrano la pianta ed ortografia del fabbricato , i plutei , le sculture in niarmo, e tutte le cose piii osservabili di que- sto rarissimo nionumento delle arti del secolo XV. Non vuolsi dissiuiulare cbe un leggiero perdimento sof- ferse la nostra IMalatestiana al primo ingresso dell' armi francesi \ quando dopo il trattato di Tolentiao qulvi si V A n I E T a'. i35 fecaroiio i commlssarj per la requisizioile degll oggetti scien- tiiici convennti ; perocche s' impossessarono essi e traspor- tarono in Francia i due soli lihri a stampa die vi si tro- Vavano ; la Cosmografia di Tolomeo coUa data di Bologna 1462 (i), segiiaia al catalogo jliUeo XV. num. 6; e la Orlografia del Torteliio , in ]iergan)eiia^ stampata a "Venezia nel 1471 al catalogo ])lut. XX, luiin. i, e-eaiplare unico e singolare per le bellissime miii ature allusive a' principi Malatesta di Rimini, da' quali insieme col precedente venne offerto a questa liln-eria dopo la morte del fondatore. Maggiore pero del danno ora accennato, ed indipendente dalia cura ed amore de' Cesenati verso questo magniiico stabilimento , vsnto e decoro grandissimo della patria , e stato r incremento clie ha ricevuto, noa solo per i dettl restaur! , e per la hellissima sala die si e formata a guisa di atrio a questa ed air altra Biblioteca di nuova istituzio- ne , abbondevolmente fornlta di opere a stampa di maggior ilso alia comune istruzione , la quale rimane aperia ogni giorno a coniodo degli studiosi ; ma anclie per non pochi doni ed acquisti di mss. e di alcuni libri specialmente di scrittori pairj , onde incessantemente \iene accresciuta. la- torno alle quali cose non accade ora di fare maggiori pa- role, bastandomi di avere tolto ogni dubbio alle SS. LL. lelativamente all" esistenza di questo importante monu- mento della italiana letteratura. Pavia il 14 agosto j836. Prof. P. V. AldiiiL. GeOGRAFIA FISICA Prossima apparizione d una nuova isola nel golfo dl Santorino. Nella radunanza dell' Accademia delle scienze a Parigi al 3o dello scorso maggio , il sig. Tommaso Virlet lesse una JNIemorla, nella quale venne dimostrando che fra pochi (1) I Bibliografi pongono a ragione moki dubbj intorno alUi sincerita della data di questa edizioue , e pretendoao m.fiicarvi una X. Ln eseiii|ilare bellisslmo se ne conserva nel nuovo pub- blico Gabinetto di belle arti eretto in Pavia dal benemerito mar- chese Liiigi Mal.ispina di Sanazzaro , quale si vede desrritto nel Catalogo delle 8ue stampe al tomo IV, pag. 2C)6. l36 V A R I E T a'. anni apparira una nuova isola nell' arcipelago della Gre- cia. " Nessuno ( disse egli ) si e dlmenticalo degli impor- tanti fenoineni vnlcaiiici, che nel i83i segnalarono ne' mari della Sicilia la nascita d' uti' isola , alia cui ricognizioiie 1' Accademia spedi snbito un geologo il sig. Coiistaiite Pre- vot, e che poi disparve sotto la prepotenza delle oade. » Dopo delle quali parole si fece egli a narrare qnanto se- gue: " E noto che qnesto golfo fu da remotissimi tempi il teatro di fenomeni vulcanici, i quali diedero successiva- mente luogo alia formazione di piccole isole tuttora sussi- stenii. Dopo le eruzioni dal 1707 al 1712, che fecero sorgere la Nuova Kaimeni , nulla osservato erasi che sem- Lrasse indicare una continuazione d' attivita nella causa , da cui si fatti fenomeni erano derivati Nondimeiio dopo molt' anni va in questo golfo forniandosi pel progressivo sollevarsi del fondo , e senza seiisibili scuotiiiienti , uno scoglio che sembra dovere bentosto raggiugnere la superficie del mare. Nei primi anni della repnbblica francese in cui Olivier visitava Santorino , i pescatori dell' isola asseve- rantemente afFermavano che il fondo del mare erasi da poco tempo d' assai innalzato tra la piccola isola Kaimeni ed il porto di Thira. In fatti lo scandaglio non indicava allora che i5 a 20 braccia , la dove altre volte poteva a stento toccarne il fondo. Allorche nel 1829 il colonnello Bory di Saint-Vincent e lo stesso signor Virlet visitarono quest' isola , non solo potettero assicurarsi della verita del fatto riferito dall' Olivier ; ma di piii con diversi scanda- gliamentl riconobbero che il suolo dell' indicato punto da queir epoca non aveva cessato di sollevarsi, e che piii noa era distante dalla superficie se non quattro braccia e mezzo. Nel i83o il sig. Virlet avend' avuto occasione di ritornare a Santorino colT ammiraglio di Lalande , pote col mezzo di piii scandagliamenti riconoscere la forma e 1" estensione del banco di scoglio, e rilevare che nel solo intervallo di Un anno eiasi esso ancor soilevato d' un mezzo braccio. Questo banco aveva allora 800 metri dall' est all'ovest, 5oo dal sud al nord. 11 fondo aunientava gradualmente dal nord all'ovest da 4. fino a 29 braccia, menire all' est ed al sud quest' aumento giugneva fino a 4-5 braccia. Dopo quests lunite lo scandaglio piii non indicava tutt' intorno che un grandissimo fondo. " L' ammiraglio di Lalande ( ag- giugne il signor Virlet ) mi ha ora partecipato che dopo V A n I E T a'. 187 il i83o egli fece due volte ritonio a Santorino , ove pote assicHrarsi clie lo scoglio continuato aveva a sollevarsi , e che nel settembre del i835, epoca della sua ultima visita, piu non presentava clie ua foudo di due braccia , di modo che forma ora uno scoglio sotto acqua, a cui le navi ac- costars; non possono senza pericolo. Se questo scoglio continua ad elevarsi con una proporzionata quantita , puo calcolarsi ch' esso verso il 1840 fara nascere una nuova isola. » Sul dissiparsi piu facilmente nelV aria comune T elet- tricitd negativa che con la posidva. Crcdiamo conveniente di qui riportare un articolo che leggesi nel giornale francese VJnstitut ( ao luglio i836 , Sez. I, Scienze matematiche , fisiche e nnturali, pag. 287 ) riguardante un fenomeno fisico per la prima volia annun- ziato in questa nostra opera periodica. " II sig. Peltier, dice T articolo , legge (alia Societa filo- « matica di Parigi, nella sessione g luglio i836) alcune sue » osservazioni su certe cause d' errore che possono incor- » rere nella misura delle tensioni elettriche, e presenta la >/ descrizione di un nuovo eletcrometro. » Questa comunicazione ha avuto occaslone da una Nota >i pubblicata dal prof. Belli di Milano nella Bihlioteca Ita- » liana, t. 81.°, nella quale Nota si asserisce che T elet- " tricita negativa si dissipa nella nieta tempo di quel che » faccia Telettricita positiva. Colpito da un tale risultamento, " sfuggito alle ricerche di Coulomb e di Biot ( Phys. ma- u them. t. II, p. 206), il sig. Peltier cerco di vedere qual po- }> tesse essere la causa di una sifFatta differenza , la cui >/ veracita egli non pone mininiamente in dubbio. » Per ripetere qucste sperienze non fece egli uso dell'elet- trometro di Herley sic'come poco delicato , e neppure della bilancia di Coulomb la quale in questo caso presenta di- Versi inconvenienti , ma si servi d' un elettrometro da lui inventato , simile al DiagOmetro di Rousseau (Pouillet, Elemens de physique t. I, p. 671 ), e di cui noi ci di- spensiamo trascrivere la descrizione. " Con questo strumento Peltier ripete le sperienze sulle 1/ perdite dell' elettricita si all' aria libera, come entro uno " spazio chiuso. Sperimentando all' aria libera , siccome 1 38 V A R I E T A*. »/ Tatmosfera e abitualmente elettrizzata in piu,e tin tale i> stato viene nei gabinetti ancora aumentato pel lavorare « delle comuni macchine elettrlche , Telettriciia negativa >/ data air appareccliio viene facilmente neutralizzata dalla » contigua aria positiva , la quale contmnamente si rin- » nova ill coiitatto dell' apparecchio medesimo ^ ma com- i> prendendo qnesto con una campana, e impedendo con cio » il rinnovamento dell' aria si haiino per le due elettricitk » de' risultameati pros^imamente uguali. E si puo far va- » riare a piacere la diflicolta a disslparsi delPuna o delPal- >i tra elettricita , elettrizzando opportunamente I'aria conte- )i uuta nella campana. A quest" uopo il sig. Peltier colloca » dentro la delta campana un fascetto di punte divergent! )i di rame , comunicanti coll' esterno per mezzo di un con- >t duttore metalllco , sul quale cgli appoggia T esterna ar- n matura di una laoccia di Leida carica. A proporzione » che dal pomo della boccia si va dissipando 1' elettricita, »/ p. e. positiva dell'armatura interna, le punte nietalliche >» comuaicano all' aria interna della campana un" elettricita " negativa ; operazione die si accelera d' assai col mettere /; quel pomo in comunicazione col terreno. Ora elettriz- n zando ea;li nel modo anzidetto la suddetta aria interna, */ ora negativaraente ed ora positivamente , 1' apparecchio >i conservava piu a lungo 1' elettricita somigliante , e per- » deva piu facilmente la contraria. Di maniera che la dif- » ferenza dei risultamenti non dipende da una proprieta }> intrinseca dell' elettricita , ma dai niezzi di neutralizza- » zione ch' essa trova nell' aria ambiente. » Avendo noi comunicato quest' articolo al professor Belli , gli riesci grato il vedere che le sue osservazioni sieno state confermate, ben sapendo che le verita sperimentali non possono mai dal pubblico ritenersi per certe , se non quando le vede assicurate dalla testimonianza di piii fisici che le abbiano separatamente comprovate. In quanto poi alia causa assegnata dal sig. Peltier, egli procurera di oc- cuparsene appena che il possa , per vedere s' egli debba soscriversi alle idee del iisico francese , owero debba ri- correre ad altra spiega zione. V A R I E T a'. 189 C H I M I C A. Luce dulla cristalUzzazione. Abblansi due o tre dranime cT ncido arsenioso vitreo,e dopo aveile locate in un matrarcio di vetro bianco si ba- gnino coa iin'oncia e mezzo d'acido idroclorico non fn- mante , della forza consneta , e una mezz'oncia d' acqua. Sia condotto un tal miscnglio a boUii-e , e reboHizione ne duri died minnti o un quarto d" era. In appresso dee raf- freddarsi quanto mai lentainente si pos«a, e il migllor uiodo di ottenere un tal rafFreddamento si e quello di dimiouire con tutta gradazione la fiamina di spirito di vino die fa operatrice del IjoIIimento. Se i cristalli cominciano a for- marsi in luogo oscuro , la loro formazione accompagnasi di viva luce, e quella di ciascun cristallo e significata da nna scintilla. Se allora si agiti il vaso , n' avviene che si formino moltissimi cristalli a un tempo solo, ed altrettante scintille emergano al medesimo tenipo. Se T esperimento si faccia con ragguardevoli quantita d'acido arsenioso, qual sarebbe un'oncia o un' oncia e mezzo, o pin, e con una proporzionata quantila d'acido idroclorico dilnito, e se si colga il momento propizio, tanta luce si spande nell' atto che per la scossa ha kiogo la formazion de' cristalli , che nna camera scura ne puo essere rischiarata. Con questi precetti il sig. Rose insegnava ultimamente (Ann. de chim. et de phys. mars. i836) a ottener quando piaccia, e in modo segnalato, dalla formazion de' cristalli quell' emission di luce, che sinora non era avvenuto salvo che accidentalmente di osservare , e non sapevamo a no- stra voglia procurarci. Ci fu narrato , in occasione che abbiamo visltato le sa- line di Comacchio (i), che talvolta , sotto i piii forti ardori , (i) Le saline di Comaccliio, istituite com''elle furono con molta industria e molra spesa vincendo gravissime diflficolta; coadotte com^ elie sono serondo i miglim-i ynecetti dell' arre sicclie se ne trae copia ed oltinia qunlita di sale; tali saline, sebbene venule appena alia nieta di qiiello die dovean essere per prowedeve insienie a quelle di Cervia, come proponevasi clii le fece ese- guire , a' bisogai del cessato regno d' Italia; foi-mano uno stabi- liiuento il quale avvegnache poco conosciuto, e degno d'essere an- noverato tra' niigliori d"' Italia. Ne fu autove il sig. Eayan di Mar- siglia. 140 V A R I E T A.'. Taria sovrastante a' campi innondati delle saline medesime, apparisce tutta scintillante; e qiiesto un fenomeno di luce riflessa, ovvero di luce da'cristaili die si fonnano emaiiata tanto da poter renders! anche di pieno giorno visibile? Medicina. Intorno idle risaje considerate rlspetto alia loro in- fluenza suir umana salute. Nel fascicolo d'aprlle, maggio e gingno del Giornale agrario lonibardo dell' anno corrente leggesi una risposta alle brevi osservazioni die, nel fascicolo di gingno 1834, abbiamo fatte in questa Biblioteca al libro intitolato: Delle risaje situate in diversi villaggi eld tenitorio della citta di Crema e della minore mortalita dei loro abitanti in confronto di altri villaggi situati nel territorio stesso ove non esistono ri- saje, ed anche in paragone di alciine citta e proi'incie in- tere ; analisi dell' ingegnere Paolo Racchetti- Tama e la scon- cezza della suddeita risposta da non doverlesi alcuna sorta di re[)lica. Nondiineno e cosi importante il corroborare le menti ( ]ireinnnendoIe da ogni inganno) nelTopinione te- nnta universalmente circa le male conseguenze che s' ac- compagnano alia coitnra del riso, die utile ne serabra riferire alcune informazioni die intorno a tale argomento ne sono state gentilmente comunicate dal sig. dott. G. Re- gazzoni di Bergamo, tanto piii opportune in quanto che egli e medico di professione , possessore di campi poco distanti dal Cremasco , fra quali stanzia dalla nascita in poi per lunglie tratte, inteso a cose agricole. . . . . " Siano pure le risaje salutevoli agli attigui con- fratejii cremaschi. Noi pero abbiamo dati per credere die i medici nati e cresciuti tra quelle dissentono afFatto per la loro esperienza dal gludizio d' un ingegnere , il quale se pecca nelT applicazione dei dati della statistica medica, non puo esserne incolpato come se volendo egli fare un'ope- razione cbirurgica o amministrare un rimedio uccidesse r ammalato. Quelli poi die non sono nati tra le risaje e ben nolo die incronidiiscono e muojono tutti per tempo se si ostinano a rimanervi ; pero garbando ai piu la vita, disertano coU' ostinata terzana o quartana anclie dalle piu ben condite condotte preferendo di vivere con scarsi ad- ventizj nei loro paesi^ e di questi , da Crema alia Valtellina VARIETA.. 141 ve ne ha piu che una dozzina. Almeno il privilegio di floridezza e longevita di ciii giolscono i coloni crema- schi, si estendesse a tulti gli akri che in Lombardia col- tivano le risaje ! Per tacere di qnanto all' incontro avviene nella bassa , possianio gnrantire colla nostra pratica inedica, che i coltivatori delle risaje, ubicati presso il lago Maggiore ( siccotne in quelle di Besnate e circonvicine del fu duca Visconti di Modrone ) , abbenche i suoli siano elevati sul livello del mare di un buon tratto sopra Crema , e come d' indole ghiajosa non vi si costitnisca che scarsa fanghi- glia e macerazione di stoppie, det;i coltivatori sebbene dor- niienti fra bnone lenzuola e in ottime abitazioni, vengono assaliti sino in ottobre da terzane, quartane, malattie pu- tride maligne, e soccoinbono fisconici ed idropici , anche non lavorando nel sarcliiamento dtlle risaje. Alia stessa condizione vanno soggette intte le altre popolazioni rnsti- che dei luoghi acqnitrinosi o marcitoi delTalto Milanese, e noi possiamo assicnrarlo coi medici di que' paesi per avervi dimorato pnrecchi anni , trattate estese epidemic ac- cagionate tanto dalle risaje e lagune del distretto di Soma che dalle torbiere e ristagnamenti paludosi della valle d'Olo- na (i) dalla macchina per la filatura del cotone di Sol- biate sino oltre Cairate. Tali fatti, essendo noti abbastanza a chi soggiorna nell'alto IMilanese, come concordi a qnanto avviene alie popolazioni rustiche del basso Lombardo e del Novarese , credo provino abbastanza contrariato dalla pratica, che fuor del Cremasco almeno, la fanghiglia pu- trescente delle risaje e la rispettiva mofetta carbonica siano emanatrici di salute, longevita e prosperazione agl'incoli intesi alia coltura del riso. >> " L' alimento saluberrimo e nutritivo del prodotto puo tornare un compensatore ai danni delT insalnberrima col- tivazione del niedesimo : certo e che nell' alto Milanese quantunque ( a riserva di brevi tratti ) 1' atmosfera sia asciutta e sempre aereata , la popolazione rustica e dege- nerata e soggetta ad ogni piu sozzo malore, forse piii che nelle risaje del Cremasco , dacche ridotta ad alimentarsi collo zea mais , piuttosto che col formento, il quale quasi tutto va al granajo del proprietario per T incongruo ne benigao sistema dell' affitto in prodotti di grani. Cio che (i) Breislak. Geolog. di Milaiio. 1 43 VARIETA. intendiamo inipugnare solenuemente si e , che perche = ia una data localita contornata dalle risaje le malattie sono meno freqnenti sia mi iiisuko al bnon senso ed alia ve- rita comprovata dai fatti I'asserire che i lavoratori stra- nieri vi veiignno assaliti da kiiighe iiifermita , e soccoin- bano al ritonio nelle loro pai-rocchie e spedali. = Repu- tiamo die il sig. B. ( antore dell' articolo della Bibl. ital. ) abbia appoggiata la di liii filantropica lameiitanza sni fatti che a migliaja le i-elazioni coll" Oltrepo , e delP attiguo Apennino , mandano a Pavia ed a Cremona per esser cre- dnti dai cuori sensiijili e con carattere di tutta autenticita. Tanta e essenzialmente la iiiicidiale influenza delle risaje sugli stranieri , che i montanicoli apennlnesi ed alpini non si risolvono a discendere al tristo pane delle risaje che spinti da disperata fame: ranno 1817, ancorche non tor- nasse ricordato per le desolanti conseguenze della deii- cienza dei grani, lo sarebbe abbastanza per la mortalita di quegli sventurati che per non poter sostenere la vita colla alimentnzione protratta del fieno boUito, precipitarono quali branchi di uccelli grani vori in busca di un po' del riso franto che spetta per solito alle galline. Quanti individui allora anuuorbati ed uccisi di Ijreve dalle feliliri fisconiche di cui furono generose inoculatrici le vantate come iiinocenti risaje cremasclie. Quante faniiglie, in prima roliustissime e in fior di salute, ridotte cauaveri spavejitevoli prima di morire , a capo di tre niesi , od al piii di un anno, per enormi infartl lapldei insolubili dei visceri addominali ? Se a noi manca T opportunita di comprovare T asserto col- I'elenco dei morti delTApennino , non ci manca per quelli di Valseriana, Valcamonica e Valtrompia, e le regie De- legazioni iie possono far fede : lo scriveute non avrebbe che a staccare dai libri del distretto piii a lui vicino nel- 1' ora presente, cioe di Lovere , la nota degrindividai morti nel 18 17-18 18 per feiibre miasmatita recata nelle vena dai Cremasco, perche appai-issero famiglie di 4, 5 e forse piii individui , distrutte : un domestico di quel distretto che fu in mia casa a cercar pane nel 1820 aveva vediuo morirsi inadre , due sorelle ed un piccol fratello in breve tempo per indomlta fcljjjre guadagnata nelle risaje Cremasclie nei fatale anno della carestia. Pero qiKinto e a noi Bergama- schi seguitereino da Calcio a Breno ( ch' e il nostro Battro e Tile a riguardo di Creaia ) a vietare filantropicameate V A R I E T a'. ' 145 nelle scritture coloniche la discesa nel Cremasco anche per le sole opere cU falciatura tU frumento e di fieno, I'espe- rienza avendoci abbastanza dimostrato, clie col dilnaga- inento 3ul Cremasco attiguo di sole cinque o sei miglia, i nostrl agricoltori per le inflneiize nilasinatiche della notte ci tornano affetti di felibri periodiche e di altri malanni sovente Insanabili, e die per lo meno colle spese di cura spiantano le famiglie. Pigli informazione intorno a cio il eig. ingegaere agli spedali di Treviglio, di Caravaggio, di Palazzolo e di Bergamo. Per non istupire di questi fatti, valga il sapere die 1' opra sola del maciullare la canapa, sebbene in tempo d' inverno , guadagna la febbre periodica a due terze parti di que"' coloni dell' alto Milanese die i possidenti lasciano andare sal Novarese dopo i lavorl au- tnnnall , dietro il calcolo quasi sempre fallito che col lucro importato scemino o cancellino la partita del debito . . » Don. fis. Gasp. Regazzoni di Bergamo. Storia naturale. Nodzie circa T ornitorinco. Nessuna quistione zoologica e da tanto tempo e da tanti e si valorosi contenditori discnssa, siccome e quella della generazione dell' ornitorinco , s'ella cioe sia vivipara ov- vero ovipara. Quando Blumenbacli, die il ricevette in dono da Banks, fece per priaio conoscere a" dotti nel 1796 1' or- nitorinco, il pose, come animal quadrupedo e peloso, tra i mammiferi, comunque non riuscisse a trovarvi le niam- melle. Ma quel sno becco d' anitra ond' ha il nome e che ne e un si cospicuo e singolar distintivo, era nunzio non fallace d' una strana natura (per cui fu detto paradoxus) , e d' una qufildie sua aflinita cogli ovipari animali. Infacti fu trovato per alcuni riguardi affine agli uccelli , e per riguardi maggiori affine ai rettili ; e ottenne , insieme al- r echidna, il nome di monotremo , per la quallta , comune ad entramlii e propria anche degli uccelli e dei rettili , di esser nuinito esteriormente di una sola apertura per le funzioni generative, e per isgravarsi delle feci e delle orine. Quanto alia generazione, la privazion di niammelle e il becco . li' e organo poco acconcio a succhiamento , e certe altre interne condizioni , fecero che da Home fosse creduto ovoviviparo alia maaiera delle vlpere e d" altri rettili ; e 144 VARIETA.. da Lamarck decisamente oviparo, la quale opinione fu se- guita da parecchi e pertinacemente dal celebre GeofFroy sosteniUa. Le informazioni de"" nativi della NnoVa Olanda, patria dell' ornitorinco , comuiique spesso contrsddittorie , pareaiio anch' esse testificarne la ovipara geaerazione , e ottenne credito presso alcnni dotti una conforme attesta- zione stata pubblicata nel 1826 dallMratoZogi-z clie statnpa- vasi in Firenze. Ma dappoiclie Meckel pubblico nel mede- sinio anno la sua grand' opera Ocnithorhynchi paradoxi de- scriptio anatomica e descrisse le mauimelle ch' egli avea sco- perto neir ornitorinco , smentendo cosi la fama clie ne dichiarava sfornito un sifFatto animale; poiche in appresso fu dato di trovar latte da potersi spremer fuori ne' con- dotti delle mammelle medesime, non e a dirsi quanto ne fosse corroborata 1' opinione della vivipara natura delT or- nitorinco. II signor Owen e il sig. Bennett, i quali come ebbero occasion! piu clie tutt' aitri acconce a fare studio dell' ornitorinco , cosi veraniente il fecero con singolar cura e diligenza , convengono entrambi nella suddetta opinio- ne (i). II primo dice die la struttura dell' ovaja dell' or- nitorinco, e quella delP novo prima e dopo d' essersl se- gregato dal proprlo sacco , porgono la piu forte prova d' analogia a sostegno dello svilnppo intra-uterino detPem- brlone. II secondo afferma esser disposto a considerare quanti fatti ebbe a verificare come contrarj all' opinione per cui T ova si risgnardano eliminate dal corpo innanzi alia comparsa del novello animale. Resta pero ancora a (l) II piii recente lavoro del sig. Ov/en circa P oniitorinco versa intorno all' anatoinia di due teneri individui di questn spe- cie, ed e contenuto nel volume 1.°, parte III delle Transazioni della Societa zoologica di Londra, nel qual libro niedesinio tro- vasi una Memoria del sig. Bennett circa la niturale istoria del- rornitoi-inco. Questi non solo fece caccia col fucile di varj or- nitorindii, cogliendogU in tempo die nuotavano, ma penetro nei loro nidi sotterranei, e pote inipadronirsi d' individui viventi, te- nei-i e adultl , e serbarli in vita alcun tempo. Quincli egli fu in grade di darci ampie e sicure informazioni circa la loro storia naturale, dalle quali risulta essere T ornitorinco animal timido , inoffensivo , impaziente della schiavitu. Fa conedo alia Memoria una tavola che rappresenta Y animale in atto di pasc'ersi , di dormire , raccolto com' egli e allora in se stesso quasi a luodo dj palla, e di forbirsi il corpo secondo egli appiinto accostuma. T A R I E T a'. 145 •apersi qual sia precisamente la condizlone del piccolo ornitorinco qnando la madre se ae scarica , I'estaao a ri- solversi alcuii' altre incertezze. Ben ebbe speranza il sig. Bennett di rlsolverle essendogU riuscito di mantener viva una feiniuina d' ornitorinco , la quale dava inJizj d'esser pregnante, ma sul piii bello essa gli fuggi. Altre feminine di cui riusci ad inipadronirsi , e le quali davaao segni di parte gia efFettuato , le trovo nondinieno scarse o prive di latte, e sfornite di capezzolo: da un nido gli avvenne di raccogliere tre plccoli appena lunghi i poll, -j-; non vi era in esso alcuna traccia di gusci. Per conclusione esporremo quel concetto circa la gene- razione dell' ornitorinco a cui si condusse il sig. Blainville dopo attenta disamina delle proprie ed altrui osservazioni. L' uovo deir ornitorinco si sviluppa dentro 1' ovario piu. ch' ivi non si svilnppi quello di qualunqne altro mammi- fero ; continuano i suoi progressi anclie nelle vie uterine, ma senza sussidlo di placenta, e quindi di attacco con esse; Tanimaletto nasce poi vivo, o spoglio o cinto d'in- vlluppi avventicci , e riceve in appresso il latte materno. Cosi tal generazione, die il sig. Blainville chiama subovi- paru, difFerisce dalla vivipara, cioe dalla comune a' mam- miferi , perche questa concede pocliissimo sviluppo alTuovo dentro 1' ovario , ed e in vece molto operativa nell' utero raedianie la placenta , e difFerisce da quella clie il mede- sinio cliiama 5£i^>razpara , ed e propria dei dldelfi (i), per- che quest' altra concede pochissimo sviluppo non solo nel- r ovario ma anche nell'ntero, e quasi tutto il riserba al- r opera delle uiammelle. Programml di premj. La prima classe dell'Istituto R. dei Paesi Bassi ha messo al concorso per I'anno iSSy i seguenti programmi di premj: i.° Esporre lo svolgiraento compiuto della teoria anali- tica delle pressioui laterali che esercita un fluido in mo- vimento , applicato specialmente alle sperienze di Venturi suU'efllusso per tubi conici ; ai fenomeni osservati quando (1) Veggansi circa i didelfi i recenti dizionarj di Storia na- turale, e fra gli altri il Dictionnaire jnttoresque cthist. nut. , nel quale T articolo Didelphes e scvitto dal sig. Geivais. mbl Ital. T. LXXXIIl. 10 146 V A R I E T a'. r efflusso del fluido per un orificio e modificato da una lamina posta a piccola distanza avanti I'orifizio inedesinio, e agli altri analoglii fenomeni. Le Memorie che abbracce- ranno il problenia nella sua maggiore gcneralita saranno di preferenza prese in considerazione , cio nulla ostante , in vista della difficolia dell'argoniento , la classe non ri- iiutera quelle che non lo tratteranno clie per rispetto ai fliildi detti incoinpressibill. 2.° Quail malattie interne od esterne si presentano sotto le stesse forme o sotto forme analoghe nell' uomo e nei grand! animali domestici? Fino a qual punto se ne pos- sono spiegare le difFerenze coi principj deiranatomia, della fisiologia e della patologia' Quali principj generali si pos- sono dedurre da simili ricerclie rispetto al trattaniento delle malattie dell' uomo e degli animali? II premio per ciascun soggetto sara una inedaglia d'oro dl 5oo fiorini , e il termine del concorso e stabilito al piinio febbrajo 1837. CoiVUlERCIO. Stoiia dello zncchero : commercio che ne fanno le co- lonic attualL Lo zuccliero fu conosciuto assai tardi in Europa. Gli an- tichi scrlttori non ne fanno parola ; appena il solo Teofra- sto , che terniino la sua carriera tre secoli avanti Gesii Cristo, lo accenna in un breve passo. Pliaio e Dioscoride che scrivevano nel primo secolo dell' era nostra lo carai- terizzano in guisa da lasclarci scorgere che la sostanza di cuL parlano era lo zucchero candito. A quanto ne dice Paolo d' Egina nel VII secolo , lo zucchero era tuttavia poco diffuso : lungo tempo ancora passo prima che 1' uso ne divenisse generale. La canna da zucchero trae I'origine dall' Asia centra le ; alligna nel sud della China, nell' arcipelago indiano e nei regni di Siani e di Cochinchina : donde sembra fosse re- cata nell' Indostan , molto dopo nell' Arabia , e da ultimo nelle regioni deir Africa fiancheggianti il Mediterraneo , nel- r Etiopia , nella Nubia , ecc. Prima che la pianta passasse , come si e detto, dal- I'una all'altra contrada , passaggio che giovo ad avvicinarne il luogo della fabbricazione a quello del consume , gli V A R I E T A . 147 occidentall ne vedevano lentainente iiisinnarsi I'liso presso di loro. Era mcstieri cbe quest' oggctto s'introducesse di mano in mano dalla China nei porti dell' India, di la nel Golfo Persico o nel Mar Rosso, e die col mezzo di caravane sino al littorale del Mediterraneo terminasse il cammino che aveva da percorrei-e. I traflicanti a que' tempi rimoti assumevano il carico di piii preziose derrate che raeno gli ingombravano : qual nieraviglia pertanto se lo zucchero fosse allora una coea rara e poco incno die di semplice curiosita ? E verosimile che I'aumento del consumo di esso neir Europa debbasi ascrivere alle conqniste degli Arabi o Saraceni. I Saraceni, durante 11 IX secolo , fattisi padroni delle isole di Rodi , di Cipro, di Creta e della Sicilia, e fami- gliarizzati colla coltivazione e preparazione della canna da zucchero , ve la introdussero. I regni di Valenza , Granata e Murcia in Ispagna 1' aveano gia veduta farsi naturale al loro suolo , dopo la conquista cui sogglacevano. E tale fa r attivith della coltura che anche nel 1664 era di qualche momento , sussistendone tuttora alcune piantagioni. Verso il secolo dodiceslino i commercianti veneti prov- vedevansi di zucchero a niiglior patto in Sicilia che in Egitto , e se il viaggiatore Marco Polo osserva che coltiva- vasl nel Bengal , ei pero non lascia luogo a pensare che I'Enropa fosse costretta a procacciarselo tanto da lungi. Le Crociate, mettendo i popoli dell'occidente a contatto cogli orientali , poi 1' attivita della navigazione de' Vene- ziani ed altri popoli d' Italia , furono causa che il gusto e il bisogno dello zucchero si dilatassero per tutta 1' Europa occidentale. Al principiar del tecolo XV, gli Spaguuoli ed i Portoghesi portarono la pianta alle isole Canarie ed a Madera. Anzi v' ha opinione che dall' ultimo di qnesti paesi fosse esportata nel Nuovo Mondo , sebbene alcuni storici sieno d' avviso che prima d' allora allignasse naturale ia diversi luoghi d' America. Lo zucchero non era d'egual pregio, ma dove piii, dove meno , a seconda si del luogo ove coltivavasi , si dell' indu- stria de' prodnttori. Sembra die quello di Madera venisse considerato pel migliore, mentre di quello dell' Arabia e deir Egitto covrea voce che fosse assai difettoso. Sul decli- nare del secolo decimoquinto , i Veneziani ne inventarono la raffineria, arte che a' nostri giorni tocco un alto punto di perfezione. 148 V A R I E T a'. L' isoletta cli S. Tommaso sotto I'equatore , clie ubbl- disce ai Portogliesi , coiitava alio spuntare del sestodecinio secolo (verso il 1620 ) bnon numero cli fabbriche di zuc- chero , il ciii prodoito dagli autori contemporanei si stima piu di due milioiii di cbilogrammi. Al tempo stesso la canna recata dagli Spagnnoli ad Haiti vi jjrosperava assai. Grazie al clinia ed al suolo , ella rendeva il triplo od il quadru- ple del proJotto die d;iva in Ispagna, e per fabbricare lo zuccliero erano in attivita veiitotto torchi. Questa coltivazione propagata in diverse parti del conti- neiite americano, venne ia celebrita nel Brasile. Di la i Portogliesi ne esercitarono il nionopolio per fornirlo all' Eu- ropa sul finire del secolo XVI e sul couiinciare del segiieiite : cotesto traffico e il commercio colP India misero Lisbona nello stato del niassimo splendore. Vero e die tale coltivazione durava iielle grandi Antille sog^rette alia Spagna ; ma era si languida che qnando gli Inglesi nel i656 s' insignorirono della Giamaica, ne trova- rono sokanto tre fabljriche , di cui per altro non ando guari die crebbero il numero. Fin dal i 646 coininciossi alia Bar- bada ad esportare lo zuccbero : nel che adoperaronsi con tale operosita gli abitanti die trent'anni da poi il commercio di quell" isola dava materia a cjuattrocento navigli. die tntti iusieme avevano il carico di sessanta inila tonnellate. Questa colonia uon produceva altro fuordie cattivo ta- bacco , zenzero e cotone , allorcbe nel 1641 alcuni industri coltivatorl si procacciarono varie piante di zuccbero dal Brasile , die loro fecero prosperosa riuscita : in un secondo viaggio attinsero quante cognizioni loro abbisognavano an- cora per trarne T utile desiderato. 11 commercio delle Antille era nei primi tempi aperto a tutte le nazioni : ne poteva di leggieri essere altrimenti. Imperocclie nulla ostava alle comunicazioni d" isole si vicine ed ancora podiissimo popolate. Quei paraggi erano visitati speclalmente dagli Olandesi , la cui singolare attivita traeva dovunque eravi qualcbe guadagno a procurarsi. I bastiitienti olandesi , stante il loro basso prezzo di nolo , erano preferiti ancbe da' negozianti inglesi pei tras- porti si nelTandare che nel tornare dalle colonic inglesi alia nietropoli. II commercio del paese era intero nelle loro mani. La marina inglese declinava , e i mariuai emigra- -Vano. Era jmpossibile che il pericolo di tale situazione V \ R I E T A . I 4() passasse inosservaio Jal parlamento, nel quale riseileva al- lora il potere, innasprito, d'altra parte, dal catiivo acco- glimento che i suoi inviati aveaao ricevuto nelle Provincie Unite. Fu pertanto proclainato un bill, che ebbe vigore al piimo di dicem1)ie del i65i: il quale concepito coa geuerali stipulazioni mirava tutto a liaccare la nazions olandese. Ivi si trova la prima edizione del fauioso Atto di jiovigazione che, onnal faniio due secoli, e ancora il car- dine del commercio inglese. Questo bill accese fra le due potenze una guerra durata fino alT aprile del 1654. Crom- well divenuto protettore vi pose termine con un trattato che J fiicendo cessare le altre cause di dissapore, non venue per verun modo a derogare all' atto di navlgnzione. Atto , il quale rinnovato e convalidato sotto Carlo Se- condo nel 1660 fu . a credere r.lla niaggiorita degli scrit- tori, 1' origiue delT aumento della potenza inglese. Lasciata ogni discussione su questo proposito che ricliiederebbe uuo studio speciale , ci liniiterenio a citarne le disposizioni prin- cipali. Ai soli navigli inglesi era accordato il diritto d'ini- portare in Lighilterra le derrate o nierci jiroprie delFAsia, deirAffrica, o dell' America, e degli staiJilimenti inglesi in queste ire parti del moudo. Riguardo alle merci d'Europa, queste non pcite\'ano giungere se non sopra navigli inglesi o sopra navigli del paese ove generavasi il prodotto, e che ivi fossero stati costruiti. L' atto di navigazione assicuro alia metropoli il commer- cio esclusivo delle sue nuove colonie, ma ringhilterra, ve- gliando al tempo stesso perche queste non fossero frastor- nate dal recare a prosperita i loro prodotti , proibi sin dal i652 la cultura del tabacco, che si era diffusa, e oon buon esito , in parecchie contee del regno. I motivi del- 1' atto sono due: di conservare cioe il diritto d'ineresso, e di obbligare a non nuocere alle piantagioni della Virgi- nia. Cromwell nel 1654 prepose alcuui commissar] a guar- dia di questo editto, perche fosse osservato appuntiao; il quale editto fu sotto Carlo II confermato e sancito con pene severe. Mentre fm d'allora la Gran Brettagna adot- tava il sistenia proibitivo , uon si lasciava pero dagli in- teressi dell' interno trascinare ad ingiustizie verso i snoi coloni. In Francia gli ordini vietanti il trafEco alle colonic fran- cesi 5 del 26 di novembre 1634 e 12 di febbrajo i635. t5o V A R I E T a'. colpivano i soli sucUllti inclinatl a violare II privileglo ac- cordato alle compagnie cui gll stabiliuienti appartenevano per concessione. Piii tardl , ai lo di settemljre 1668, fu statuito clie il coniniercio delle isole si dovesse prati- care soltanto dalla compagnia delle Indie occidental!, o dai bastimenti francesi, ottenendone dalla compagnia la facolta. Al 10 di gingno 1670 usci divieto ai uavigli stranieri di abbordare alle dette colonic ; al 18 di luglio 1671 fii proi- bito a chi possedea bastimenti costrutti nelle colonie il com- mercio straniero ; ed al 4 di novembre 1671 vi si aggiunse Ja proibizione di trasportar merci da paesi esteri nelle isole,' linahnente al 2 1 di gennajo 1 684 si promulgo il de- creto di non piu erigervi nnove raflinerie. Le guerre con cui venne a chiiidersi il secolo XVII fu- ron causa inevitabile che alcune di queste leggi proibitive sogglacessero ad infrazioni ; per la qnal cosa vennero esse ripetute e ratificate da un regolamento del 20 d' agosto J 698 , ove si riflette che 1' importo di merci straniere nelle colonie aveva inceppato lo smercio di quelle iuviatevi dalla Francia dopo la pace. Ulteriori dichiarazioni , editti o regolamenti del ao d' a- prile 171 7 5 2,3 di luglio 1720, 14 di niarzo 1722, 2 3 di giugno 1723, e 10 d'ottobre 1727 mantennero rigorosa- niente Fesclusione del coinniercio straniero. La sola Guia- na , perclie colonia che durava fatica a prosperare, ottenne qualche eccezione ; imperocche con patenti del primo di maggio 1768 ebbe la liberta del connnercio per un dodi- cennio , la quale fu prorogata al i5 di maggio del 1784, ed in parte e tuttora in vigore. Un decreto del 3o d' agosto 1784 raitigante la severita di alcune prescrizioni e 1" ultimo atto uliiciale clie abbia preceduto la rivoUizione del 1789. Lo vedremo piix tardi rimesso in vigore. Sotto r impero di leggi che guarentivano a ciascuna rae- tropoli il commercio esclusivo delle sue colonie , e talvolta a malgrado di queste leggi , la produzione dello zucchero ando di pari passo colla ricchezza de' consumatori. Soddi- sfatti i bisogni , assai esigenti in generale , de' produttori istessi , convenne fornirne all'Europa ed al bacino del Me- diterraneo , alimentato dal commercio europeo. Le colonie seguirono la fortuna della loro madre patria; a ciascuna di esse tocco alia sua volta di concorrere piii o meno alia V A R I E T A . l5l provvlglone generale. Documenti esatti sullo stato cU que- sto coimnercio a diverse epoche non ne abljiaino ; se non die cU tanto in tanto liicontriamo alcune vestigia delle va- riazioni principali. La prodnzione di Madera e di S. Toni- inaso succedette e fn daiinosa a quella della Sicilia, del- r Egitto e deir Arabia. Poscia la coltnra nella Terra Fer- ma e nel Messico la scemo nell" Andalusia. II Brasile in fine, sotto il dominio portoghese, e divennto il centro princijiale della jirodnzione, e fin verso la meta del se— colo XVII eblae il vanto di provvedere per la via dl Li- shona a quasi uitti i mercati d"" Europa. Coutinuo ad avervL jiarte durante tutto il periodo dell' ingrandimento delle co- lonic rivali i lalmente die non prima delT intervallo tra il 1720 e il 173c venne fatto alle altre nazioni di procacciarsL lo zucchero d' altronde. Ad onta delle varie sue vicende il Brasile e anclie oggidi uuo de' paesi die primeggiano per qnesLo prodotto. II prezzo dello zucchero fornito dal Brasile verso il i65o, la cui quantita montava dai 60 ai yS milioni di diilo- grammi, era molto caro , cioe , secondo il tesiiinonio degli antichi scrittori , dai 3 franclii ai 3 franchi e 5o centesiml per cliilogrammo: si abliasso poi gradatamente per la con- correnza colle Antille. GPInglesi verso il 1728 compiace- Vansi pensando die il prosperare delle loro colonic avea ridotti a 32 o 33 scelliiii ( 80 ad 82 centesimi il cliilo- grammo ) il prezzo dello zucchero die da prima pagavano ai Portoghesi dalle 4 alle 5 lire sterline per quintale (cioe dai 2 franchi ai 2 franchi e 5o centesimi per cliilogram- ino ). II cotone , il pimento , lo zenzero , V indaco e i le- gni tintorj avevano provato un calo simile. Tuttavia, verso il 1736, il Brasile esportava ancora 40 milioni di chilogrammi, e le colonic olandesi delTAinerica del sud ao a 28 milioni di chilogrammi di zucchero. Nel 1767 la quantita giungeva a 62 milioni (tanto greggio die terroso ); e toccava quasi gli 82 milioni nel 1790 anno della rivoluzione. Verso il 1778 la Martinica , la Guadalupa e la Cajenna esportavano insieme circa 22 milioni di chilogrammi di zucchero. La cultura intrapresa dagl' Inglesi alia Barbada , A'erso il 1641, e promossa con molto calore alia Giamaica ira- mediatamentc dopo il conquisto che fecero di questa isola , l52 V A p. I E T A." porto con se , come in tutte le altre colonie, il bisogno d' iii- trodurvi gli schiavi tratti dalPAffrica. Questo ripiego impresse ben teste un celere movimento al commercio britannico. Sitcome i prodotti coloniali andavano vieppiu crescendo d' impoi'tanza , il parlamento nel i685, primo anno del regno di Giacomo II, staljili una tassa speciale sullo zuc- chero e snl tabacco , che fino allora erano soltanto gravati deir imposta generale (poundage ) del 5 per ioo sul va- lorc. Questo carico lisso addossato a due oggetti d' un uso si recente e divenuto una delle principal! funti di vita per I'impero britannico, e fa entrare nel tesoro circa 200 mi- lioni di franchi. Lo zucchero importato nella Gran Brettagna pel consu- mo ed il rafifinamento verso il lySi sommava dai 7 agli 800 uiila quintal! : la quantita crebbe gradnalmente ai 12 O i5 mila quintal! verso il 1780. La totalita in questi cin- quant'anni fu di 2567448 tonnellate di 1000 chilogrammi; il che suppone la quantita media annuale di 40 milioni e I25 mila chilogramm! dal 173 1 al 1760, e di 68 mi- lioni e i83 mila chilogramm! dal 1761 al 1780. Indagando a' tempi ancor piu vicini il prodotto delio zuc- chero nelle colonic ingles! , trovasi che importarono annual- niente nella Gran Brettagna 79 milioni 533 mila chilogramm! , in termine medio, dal 1773 al 1782. E r esportazione ne ha ripigliato g milioni e 76 mila chilogramm!. Nel 1787 rimportazione ascese a 79 milioni e 337 mila chilogramm!, e P esportazione a 9 milioni e 970 mila. Non prima del 1760 le colonie di Cuba e di Porto Ricco estesero la produzione dello zucchero. Prima d' allora i pos- sedimenti spagnnoli del continente e delle isole non fecero che sovvenire ai blsogni dei divers! paesi soggetti alio stesso dominio in America ed in Europa. Si pno dunque ammet- tere che lo zucchero che passava nel commercio europeo un secolo fa proveniva nella quantita di 40,000,000 di chilogramm! dal Brasile, 25,000,000 dai possedimenti olandesi, 40,000,000 dalle isole inglesi, 20,000,000 dalle isole francesi, 125,000,000 di chilogrammi di zucchero, non compre- 80vi il prodotto ed il consumo degli Spagnuoli. V A R r E T a'. I 53 Verso il 1775-76 ( sessant' annl fa ) il movimento com- merciale poteva computarsi cosi : 22,000,000 di chilogrammi greggio e terroso dal Brasile, 80,000,000 greggio dalle isole inglesi , ove la "Gia- niaica e comjiresa per 45 milioni, 3o,ooo,ooo greggio dai possedimenti olandesi e danesi, 3o, 000, 000 greggio e terroso dalle isole spagnuole , 83,000,000 greggio e terroso da S. Domingo e dalle altre Antille francesi. 24.5,000,000 di chilogrammi di zncchero, astrazion fatta dai consiimi locali e dalle relazioni stabilite tra le colonie dello stesso popolo. Quindici anni dopo , cioe aU'epoca della rivoluzione fran- cese , qnesto stato di cose soggiacqne a qualche cambia- mento. La giierra per Tindipeiidenza degli Stati Uniti aveva da prima incejipata la prodnzione in piii liioghi ; ma sei o sette anni di pace scorsi dopo il tratlato del 1783 ave- vano vednto risvegliarsi la cnltnra a nuova jirosperita , massime ne' possedimenti francesi. Nel 1789 la Francia aveva di clie dominare sui diversi mercati d' Enropa , ne ricevette nel 1790 meno di qS milioni di cliilogranuui di zucchero dalle sue diverse colonies donde , attesa la pro- porzione dello zucchero terroso, si possono arguire almeno 120 milioni di zucchero greggio. I limit! entro i qnali dobbiamo restringerci non ci per- mettono di tener dietro alle fasi difFerenti del connnercio degli zuccheri durante il Inngo periodo di guerra dal 179a al 18 1 5. Questo quarto di secolo ha mostralo fenomeni straordinarj originati dalla viva lotta destatasi tra le na- zioni europee. La sorte delle armi ha fatto successivamente cadere nelle mani degP Inglesi gran parte delle colonic dello zucchero ; ed attesa la situazione del continente europeo , le colonie non occupate da essi non avevano altro sfogo fuori del loro mercato. Gli Stati Uniti , sinche venne lor fatto di rimanersene neutrali , oft'rono il solo caso di ec- cezione. Dal iSor al 1812 inclusivamente, gli Stati Uniti inipor- tarono nel loro interno , in quantita media annualmente, 54,000,000 di chilogrammi di zncchero , di cui ne con- servarono , 23,000^000 pel consumo proprio , e ne rivendettero 315OOO5O00 sugli altri mercati. 1 54 V A R T K T A*. Gil Stati Unitl esportavano i prodotti delle colonie fran- cesi che resistevano aacora , e delle altre colonie straniere :, ma nei rapport! colle colonie inglesi ristabiliti nel 179+ avevano il divieto d' esportaro in iscamljio delle lore mer- canzie legname di costruzione, pesci salati ecc, piii di 6000 barili di zucchero o circa tre milioni e mezzo di chilograni- nii. In forza di una si llmitata concessione, che si fondava per akro snlla sola tolleranza del governo, il commercio inglese aveva a se rlserbato il movimento de" prodotti co- loniali. Ma i coloni n' erano tanto piii aggravati quanto che erano costretti a pagare in contanti alcune derrate di ciil noii potevano far seaza ^ il qual danaro , atteso la condi- zione deU'Inghilterra , la metropoli a mala pena poteva lore fornire in contraccambio de' loro prodotti. Con tutto cio era tale T acciecamento, che la stessa concessione fn ri- tirata nel 1806, e d" allora in poi tutti gli znccherl pre- sero la via per V laghilterra. E facil cosa il concepire qual fosse ringomliro de' mer- cati della Gran Brettagna nel 1807, perche allora 1' au- inento dell' annuo prodotto ragguagliato a quello di quin- dici anni prima non si faceva sommare a meno di 100 milioni di chilogrammi. Di qui la crisi , di cui si hanno pochi. esempi, che emerse quando si scorse che il sopracca- rico , del quale non potevasi trovare lo spaccio , montava a 75 mila barili (4.5 milioni di chilogrammi) di zucchero, di cui Ijlsognava sgravarsi per ripristinare 1' eqnillbrlo. I prezzi caddero a 60 scellini (computatovi il dirltto di 27 scellini ) , e 33 scellini nel fondaco: 11 clie avvenne mentre fervea una guerra che rincariva tutti gli element! della produzlone , 1 noli e le guareutigic. II prczzo medio dello zucchero in magazzino era stato d! 75 scellini ne' quattro anni che volsero dal 1794 al 1797- Si giudichi da cio qual fosse la condizlone degll importa— tori. Ad innalzarne 1 prezzi dopo 11 1807 non valse altro che 11 slstenia delle licenze accordate in Francla, e poscla il riaprlmento degll sfoghl a misura che i rovescl dell'lm- pero avvicinavano alia Francla le truppe che osservavano il sistema contlnentale. Ed ecco elevarsl 11 valore : nel 18 14, quando si rlstabllirono le comunicazloni, 11 prezzo medio nel fondaco fu di yo scellini. La pace del 18 i5, la restituzlone d' una parte delle co- lonie , la diminuzione del noleggio e delle assicurazioni , V A R I E T a'. I 55 noil die tU tutti gli oggetti cU consuino , e qnalche tempo dope Jl ripristiuamento in Ingliilterra de' pagamenti in con- tanti , cagionarono un nuovo avvilimento nel prezzo dello zuccliero. Questo calo ando al sue massimo nel i83o e i83i ;, nia il niercato d' Ingliilterra se ne compenso bene in segLiito. L' attuale produzione dello zucchero di canna , per cio clie spetta al commercio generale, nel suo niovimento per r Europa , il Mediterraneo e I' America settentrionale pu6 valutarsl come segue : 280,000,000 di chilogrammi dalle piantagioni britanni- clie, dalle Indie occidental!, dalla Guiana e Maurizio , 8S,coo,ooo da Cuba e Porto Ricco, 86,000,000 dalle Antille francesi, Guiana e Bourbon, 32,000,000 dalle isole olandesi e Guiana, 10,000,000 dalle isole danesi e svedesi , 80,000,000 dal Brat-ile, 7,000,000 da IManiglia e dalle Filipplne, ao, 000, 000 da Giava , 14,000,000 dal Bengal e da' paesi cbe trafficauo a. Sincapore, 16,000,000 dalla Cbina e da' paesi die vi si accostauo, 40,000,000 dalla Luigiana, 620,000,000 di chilogramnii in totale. Non e possibile di tener dietro con esattezza ne' diversl camraini e sui mercati degli Stati Uniti e dell' Europa al- r uso ed al consumo della totalita di questo prodotto : ac- cadrebbe di leggieri d' iiicontrar due volte la stessa derrata in arrivo a diversl punti pei traslocamenti commerciali. D' altra parte, nel calcolo precedente fu ommessa la quan- tita die rimane nelle diverse comrade dell' Asia e ne' paesi dell' America , die si possono riguardare conie luoghi di produzione. Osserveremo soltanto die le colonic inglesi del- r America settentrionale prendono nelle Antille della stessa nazione 5 a 6,000, 000 di diilogramml di zucchero da compu- tarsi nci nosti-i calcoli. Gli Stati Uniti assorbono i 40,000,000 di chilogrammi di zucchero della Luigiana, la cui produEione , per essere il paese dominato da una I 56 V A R T E T a'. temperatura gia rigida, e necessarianiente varia. Eglino coa- suniano inoltre una parte dello zucchero straniero die iinportaiio. La media di tre anni , tenninati col 3o di set- tembre 1834, di questo zucchero forestiero passato nel loro consumo fu di 67,000,000 chilosjrammi. Siccoine negll Stati Uniti non esistono diritti difFerenziali, e lo zucchero tassato paga indistiiitainente 2 dollari , So cent, per 100 libhre , o tVanclii 28,94 per 100 cliilogr. per lo zucchero bianco, e 3 dollari o franchi 34,78 ogni 100 chilogr. per lo zucchero bruno, ne segue die le loro importazioni costituiscono un indizio ragionevole dei punti donde torno loro nieglio di provvedersene , in ragione del loro conimercio commutativo. La bandiera degli Stati del- r Unione essendo ammessa dovunque non e sistema ri- pulsivo, e facile cavar delle conseguenze dal movimento commerciale d' un popolo non nieno intraprendente che illiiininato. Gli Stati Uniti haano iniportato ne' loro diversi porti , durantl i tre anni, dal prinio di ottoljre i83i al 3o di set- tembre 1834. 126,729,026 chilogr. di zucchero, che provenivano per 94,967,144 chilogr. dalle colonic spagnuole Cuba e Porto Ricco , 18,188,915 dalle colonie danesi Santa Croce ecc, 2,141,197 dai possedinienti britannici , 6,459,664 dal Brasile, 766,878 dalle isole svedesi , francesi, olandesi ed un poco dal continente amerlcano, 2,989,393 da Maniglia e dalle Filippine , 608,862 dalla China, 227,393 dair Isola Maurizio , 362,336 dal Bengal, da Giava e da tutti i paesi deir India, 127,246 da contrade diverse dell' Enropa mede- sima , ecc. Non ci tratterrerao sulle illazioni che potremmo dedurre da questo prospetto , parendoci che esso possa valere ad emendare le false idee che anche a' nostri giorni circolano riguardo ai mezzi di sussistenza di diversi paesi. Gli Stati Uniti, che hanno I'arbitrio di scegliere fra tnttl i mercati, hanno iinportato dall'India in un triennio il valore di doe piccoli carichi di ritorno dalle Antille francesi. V A R I r. T A . ' iSj La retroesportnzione del porci dell' Unlone monto nel tre anni a 16,887,603 cliilogr. di zuccheco forestiero. Abliiamo gia calcolata la quantita media rimasta in paese pel consuuio. Gettando iin nitiino sgiiardo sui fatti analizzati , scorgia- mo ciie la Graa Brettagna inipiega pel consuino del regno unito 194,000,000 chilogr. di zncchero e 6,000,000 per le sue colonie del nord. Gil Stati Uniti 40,000,000 del loro prodotto e 37,000,000 di zucchero straniero importato. La Francia 65,000,000 di znccliero colonlale, che sono la media del 1834 e iS35, dedotti gli zuccheri raffinati e le me- lasse retroesportate, ma non compresa la produzione ia- digena ;, il che fa 342,000,000 chilogramml impiegati nei paesi da cni si poterono ottenere i documenti officiali. Computando, come facemmo , la produzione normale a 620,000,000, rimarreljbero 278,000,000 cliilogr. per alimentare laSpagiia, il Por- togallo , r Italia, la Svizzera , e in line gli Stati dell' est e del nord dell' Europa. Questo quadro ha per niira di assicurare i produttori coloniali quando si troveranno nel caso di una concorrenza leale e sgomlira d' ogni inciampo. ( Da una Memoria del sig. D. L. Rodct. ) CosTUMl. Preparazione e conimercio di teste iimane. II capitano Dumont d'Urville ci ofFre nel celebre suo Viaggio curiose notizie intorno al commercio di teste d' uo- rnini nella Nuova-Zelanda. Gli abitanti di questo paese hanno un metodo semplicissimo e pronto per condurre ad uno stato di ammirabile conservazione gli avanzi deiruomo dopo la sua morte. Essi talvolta ne fanno uso per coa- servare i corpi dei loro capi ciie pid si distinsero. Qifeste reliqule sono I'eligiosamente custodite dalle tribu e dalle famiglie cni esse appartengono , ed i depositarj non s' in- d^u•rebbero a prlvarsene sotto qualsivoglia pretesto. La piii l58 V A R I E T a'. plccola ofFesa fatta a queste spoglie eccitereblje la veadetta di tntta la Irlbii. Tale specie cF imbalsameiito s' applica ben pill soveiite alle teste dei capi , il ciii corpo cadato sia in potere de' nemici. Questi le preparano per poterle poi tras- portare nelle loro trlbu come trofeo di vittoria. In altrl tempi il possessore di simile tesoro lo conservava diligen- temente , onde prenderlo seco quando farebbesi a guerreg- giare contro la trilm a cui tolto avealo : hen egli sapeva cho salvercbbe la sua testa restituendo quella del gtterriero da lui estiiito. Quelle teste diveiiivano dunque ostaggi d'un gran prezzo per coloro da' quali si possedevano. Da cio rilevasi 1' interesse clie dagli Zelandesi avere doveasi per prepararle e custodirlc; pero fra loro non ne facevano traffico alcuno. Fn d' uopo per tanto dell' arrivo degli Eu- rope! per creare il commercio delle teste nella Nuova-Ze- landa. I natnralisti , die accompngnavano Cook furono , per quanto sembra , i primi a conoscere cotale specie di umano disseccamento presso i Nnovi-Zelandesi. Portate ne Vennero alcune pocbe in Ingbilterra, dove la mirabile loro conservazione eccito grandissimo stupore. Dopo Cook nes- suna scientifica spedizione ebbe rapporti coila Nuova-Ze- landa , per 5o anni : nia al cominciare di questo secolo i balenieri ed i pescatori di focbe videro in cotali teste disseccate una nuova derrata di smercio vantaggioso. Alcune teste ben conservate furono da essi A'endute sino a 3 o 400 francbi. Quando il sig. d' Urville iiel 1824 passo a Port-Jakson , il prezzo cbe pagarle dovettero alcuni del suo equipaggio era tuttora dai 120 ai i5o francbi per ciascuna. Questo commercio sembrava cosa s\ naturale cbe piix persone della coionia di Port-Jakson sapendo cb' ei toccare doveva la Nuova-Zelanda , rallegraronsi con lui percbe avesse una si favorevole occa^ione con cui procu- rarsi delle teste a buon mercato ; e aggingnevano, cbe ba- stava il dirigersi ad un capo, ed indicargli fra' suoi scbiavi le teste , che sembravano piu convenevoli , per riceverle belle e preparate fra 408 giorni. Queste asserzioni erano al certo esagerate >, pure la disonorevole cupidigia degli Europei e 1' avidita di que' selvaggi per procurarsi polvere e fucili possono aver dato luogo ad atti cosi ribnttanii. B. GlEONI, F. CARLINI, I. IVMAGALLI e G. BnUCXATELlJ , liirettori ed editorl. Pubblicato il di 24 settcmbre i836. stratto delle osservazioni meteorologlche fatte ctlla nuova torre astronomica deW I. R. Osservatorio di Brera all'aUezza dl tese 16,67. {metri 26,54) sidV orto botaiiico , e dl tese 70^48 (mem 147,11) sul livello del mare. L U G L I 0 i836. i B A n 0 METRO ezione del \e 1 1 rido tlo all a teni] teiaUii a + 10° R. 21'' Dm- nto. 11 o'- 5'' 6'' 9'' 12'' i8'> 6'> I2'' |.oll. lin. iiii. i.ii. 1..1. lin. lin. Uii. ■ I 27 10,1 9.^ 9,0 9,4 10,6 10,7 10,2 0 0 N N E N E 1 27 10 0 9,7 9,5 9,8 10,1 10,5 10,8 S s s 0 E N E E D 27 10,7 io,4 io,o 10,2 10,0 10.3 10,0 S E s 0 N 0 E 4 27 9i^ q,o 8,6 8,9 9,0 9,0 9,2 S 0 0 K 0 E 5 "6 27 9,' 8,8 8,3 8,6 8,9 8,9 8,9 ESE<-) E S E E N E ' 27 8,7 8,3 8,3 8,7 9,3 9,3 9,2 S S E S S E E <" E 7 27 HiO 8,5 8,3 8,9 9,-'' 10,4 1 0,4 0 S E E N 8 27 8,2 9,6 9,0 9,8 9,8 10,1 1 0.0 s E N E N E 0 27 10,0 9;> 9,4 9,7 10,0 9,8 9,8 E S E S E E 10 27 9? 8,5 8,2 8,5 8,5 8,4 8,7 s s 0 N 0 0 E II 27 8,7 8,3 8,3 8,7 8,9 9,1 9-1 S S £ S E E 12 27 0V> W^ 8,0 8,5 8,1 7,2 7,3 S 0 N 0 NN E N 0 ' i5 27 7,2 6,G Q.,6 7,7 8,1 8,4 8,6 0 0 S E E i4 27 8,G 8,3 8,1 8,5 8,8 8.7 8,6 E S E E E E .5 27 8,4 7,7 7,2 7-9 8,1 7,5 7,4 S E HNo'"*] 0 S 0 N E (6 27 7,3 69 6,1 6,9 7,1 7,8 8,1 S E S S S 0 '7 27 8,5 8,2 8,2 8,8 9-1 9,5 9,6 N E S E E iS 27 9,^ 9,0 8,y 8,8 8,9 8,8 8,8 S 0 s E E i 'P 27 8,6 7,9 7,^ 7'7 7,6 7,3 '7,-^ E s N E N 0 'i 20 27 7,0 6,5 6,1 6,2 6,1 5,5 5,4 S S 0 N S E ■i\ 27 5,2 4,3 3,9 4,2 4.3 4,7 5.0 E 0 N E N E 11 27 5,4 54 5,2 5,0 6,1 6,2 6,5 N E s 0 E N E N E i:i 27 t),4 6,4 6,6 7.5 8,0 8.6 8,6 E N £ S 0 ^4 27 8,q 8,6 8,6 8,8 8,6 8,2 8,3 E E E E s eC> 25 27 7,8 7,6 7,4 7,9 8,3 8,2 8,4 N E S E E S 0 26 27 8,4 8,7 9,0 9,7 10,3 10,7 11,5 0 S 0 S S 0 N E E 27 27 11,4 1 1,0 11,0 II, I 11,5 I', 7 '1,7 E S E S 0 N E > E 28 27 11,8 1 1,0 10,7 10,8 XI, 0 10,6 10,9 E S E E N E •■'9 27 10,7 10,2 9,8 10,1 10,0 10. 0 10,6 1 E E X. E .10 27 10,1 9,8 9,7 9,7' 9,7 9,1 9,6 0 s 0 S 0 N 0 0 N 0 :>! 27 9,8 10,0 10,3 II, ( 11,4 11,5 11,4 N ^" N E*'* E N E Altcz za mas si ma (1 iina . el bar( )metro poll. 27 lin » 27 » 11,8 5,9 8,74 ale da meizo „ mec ia . » 27 » Le ore delle osserv izioni sono i n tempo vero coni di. iii'^iVBTS i6o L U G L I O i856. Altezza del termomelro R. 6'' q'' 12** 1 8'' +22,6 +25,5 +23-7 +2^,0 +25^5 +22,5 +22,^ +21,5 +20,'} +21,5 +22,6 +25,1 +22,4 +20,5 +22,5 + 19,5 + .9,3 +20,4 +21,0 +2T,6 +21,7 + 12,8 +16,6 +17,1 + 14,2 +17,8 +18,3 +•8,9 +20,1 +20,5 +19,8 +24,! +24,0 +24,0 +25,9 +25,9 +25,5 +25,8 +2 5,0 +21,6 +22,2 +20,7 +25,7 +25,9 +22,5 +2 5,5 +20,7 +20,4 +2 1 ,2 +22,1 +22,5 +24,0 +24, ^i +24,4 +25,7 +23,5 +20,3 +24,1 +22, 'j +2 1 ,5 +21,8 +21,1 +21,7 +22,0 +22,5 +20,7 +20,3 + 23,6 +24,5 +22,7 +21,4 +2 1,0 + 21,5 +f8,4 +18,4 +20,3 + '9'9 +20,8 +20,7 +19,6 + i5,4 +ig,5 +20,9 +21,2 +22,5 +2 1,6 +22,1 + i5,6 +17,8 +17,8 +16,4 +20,9 +16,8 +17,9 +1755 +i5,5 +t8,9 +20,'/ +'9^7 +20,6 +21,7 +i9i9 +19,8 + 19,5 +'9^9 +20,6 •*-'9'4 + 19,2 + i5,4 + 17,6 + 1 9,5 + ig,8 + '9i9 + 18,2 + 14,5 +i4,i +i4,8 +i5,3 +16,2 +17,0 + 17,5 + 18,3 +17,6 +14.9 + 19,5 + r 9,2 +20,4 +20,5 +19,5 + '9^1 +20, '( + l5,2 + 18,5 +18,7 +19^4 +'759 +•9^7 + 18.5 + i5,5 +14,0 +16,5 +16,8 + 17,5 + 17,5 + 17,0 + 12,0 + 1 1,6 + 12,4 +11,4 +14, 1 +14,7 + '4,9 +16,3 + 16.2 + l5,2 Sialo del cielo. da o [2,6 +21,3 +22,0 +22,2 +21,9 +20,9 +20,6 + 19,6 +190 +20,2 +20,4 +21,4 +21,3 +20,0 +20,9 da 12'' a 24'' Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Ser. nuv. Sereno. Sereno mi v. Ser.lemp.piog. Seruuv.lainpi, Ser. nuv- Ser. neb. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Ser. nuv. Ser. nuv. Pioggia. Sereno. Sereno. Nuv. ser. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Ser. nuv. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno nuv. Sereno. INuv. ser. Sereno. Nuv. ser. Ser. nebb. Sereno. Sereno. Ser. nuv. Ser. nuv. Nuv. ser. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno, Ser. nuv. Piogg. nuv. Sereno. Sereno. Sereno. Sereno. Ser. nuv. Nuv. ser. Sereno. Altezza massima del terniometro + 25'',9 >i minima + 10 ,5 >> media + 17 ,95 Quantita della pioggia in tulto il mese linee 22,93. i6i BIBLIOTECA ITALIANA PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LIBERALI. Nou Dizionariu unwersall sardu-italianit compilau de su sar.erdotu benefiziaii Vissentu Porru , ecc. — Casteddu, io32-i834, in 4.° grande, di pag. 641. Prezzo 5 scudi sardi. JLiniii sono palesammo in questo giornale il desiderio che la Sardegna , la Calabria , il Genovesato , il Friuli iinitas- sero pei rispettivi loro dialetti 1' esempio delle altre pro- vincie Italia ne le quali tutte sono oggimai provTediite del proprio Vocabolario vernacolo; unico mezzo per avventura col quale rendere piu comvine die non sia in ogni parte d' Italia 1' uso della lingua illustre della nazione , e di far noti ai singoli paesi di essa quei vocaboli proprj delle provincie respettive che tutta Italia ha diritto a conoscere perche rappresentanti oggetti , usi, idee d'escUisiva perti- nenza di quelle stesse provincie. Quel desiderio e ora compiuto rispetto alia Sardegna per opera del sacerdote Vincenzo Porru, Accademico di Cagliari e professore eme- rito di belle lettere di quella univcrsita. A questo dotto era gia debitrice quell'isola d'una grammatica del dialetto cagliaritano raffrontato colla lingua italiana , a cui nessuna altra provincia d' Italia pub contrapporne di migliore. In oggi cresce la sua benemerenza colla patria per mezzo di questo Dizionario sardo, di cui pensiamo non si poter fare maggior elogio che dicendolo degno di posar terzo fra i Bibl. Ital T. LXXXllI. 11 162 NUOVO DIZIONARIO SARDO-ITALIANO due migliorl Dizionarj vernacoli , cioe il siclliano del Pa- squalino e il veneziano del Boerio. La Sardegna coiita piu dialetti l^eii distinti ; come a dire il Gampidanese o Cagliaritano o del Capo di sotto, il Lo- gudorese o del Capo di sopra , il Tempiese o Gallurese o Sassarese , I'Algherese 5 il Sampietrino e il Maddalenese , non facendo caso del Gastlgliano parlato dalle cappnccine, e del Catalano parlato dalle altre inonache dell' isola. Fra qnesti dialetti i prlmi due sono veramente sardi ; gli altri sono stranleri , cioe a dire toscano corrotto , catalano , ge- novese, corso. Fra c£ue' primi , die tutti hanno raistura di latino, di greco , di spagnuolo, d' italiano e di moresco, il logudorese e quello che conserva I'impronta piu pura della latinlta. Oltre a ci6 osservansi diverse anomalie in certi paesi, per le quali accade sentire alcune voci in bocca dei Bosinchi , degli Oristanesi , degl' Iglesiensi e d' altri , che sono esclusivamente loro proprie. II ch. Porru ha intitolato questo suo libro Dizionario universale sardo non gia perche v'abbia registrate tutte le voci usate ne' varj dialetti della Sardegna , ma perche in luogo di un Dizionario sardo nieramente domestlco , gia da lui promesso, ha esteso alia totalita della lingua in genere il rafFronto delle sole voci veramente sarde spiegate colle corrispondenti italiane. Fra le sarde vedesi chiaro ch' egli ha preferite quelle proprie del dialetto meridionale e nella parte etica del linguaggio , ed anche nella tecnica ; come per esempio parlando del dentale e del pernio parti co- stituenti T aratro ha omesso Spadu e Testa e registrate in vece Nerbiu e Dentali. Talvolta pero , soprattutto per la parte tecnica , ha fatto ragione anclie alia parlata speciale del Logudoro , del Sassarese e di altre plaglie sarde. AUe molte voci proprie del regno animale ed alle moltissime del regno vegetabile ha aggiunto anche la no- menclatura linneana , il che , dal Boerio e dal Pasqualino in fuori , o non venne fatto punto o il fu troppo ine- sattamente dagll altri Vocabolaristi vernacoli. Alle voci principali ha sottoposte quelle rappresentanti le parti onde constano gli oggetti che esse voci primarie rappresentano. Alia Cairada per esempio, cioe alia boite, tengono dietro immediatainente Maffulii , Misiiana , Scetta , Tuponella , Jnginna , ecc. spiegate per cocchiume, luUa , cannella , zipolo, capruggine , ecc. Alcuni di talii oggetti primarj DI VINCFNZO PORRU. 1 63 sono esotic'i per la Sardegua e qniiicU prlvi di nome sardo per le parti clie ne derivano o clie li compongoiio , niea- tre haniio pure nn tal nome iiella lingua italiana perclie indigeni d* Italia : 1" autore non lia lasciato i suoi conna- zionali jorivi di sifFatti nomi italiani , ma gli ha sogginnti alle circonlocuzioni sarde clie ha introdotte per loro cor- rispondenti. Cos\ mentre a Zinibri (ginepro, pianta indi- gena ) ha aggiunto Amilloni o RiiUoni coccola , iu Fau (faggio, pianta esotica per la Sardegna) ha aggiunto Fruttu de su fans faggiuola. Ogni vocabolo sardo nella sua sede alfabetica e accen- tuato ; ottima avvertenzi per la quale e dato solo ora ai non Sardi di ben pronunciare quelle voci die nelle opere di Cetti , Gemelli , Delia Marmora , ecc. , da ogni Italiano voientieri consultate , riescoao le piii volte d' ignota pro - nunzia. La quaglia, clie il Cetti ci dice denomiuata Circuri dai Sardi, e che noi ignoriamo se sia Circari o CirCi'iriy ne viene dal Porru accertata per Circuri. Anclie nel Viag- gio del cav. Delia IMarmora , che pure segna assai volte coll' apostrofe interposta 1' accento delle voci sarde, varra il Dizionario presente a torre di mezzo le ambiguita la dove tale avvertenza fu omessa. Per esempio il facill di pag. 235 di quel Viaggio, che altri potrebbe leggere fdcili^ non sara letto che faccili dopo questo Dizionario del Porru, e cio con doppio vantaggio agevole a indovinarsi per clii legga quella voce nella sede ov' e posta. Talora nelle opere del Gettl le voci sarde indicanti gli esseri naturali sono esposte per modo che il lettore non puo riconoscer'e a quale dei dialetti sardi appartengano. In questo Dizionario del Porru e assai volte accertata la natura di tali voci. Per esempio della Pispoletta (^Alnuda campestris spinoletta Lin. ) , che il Cetti ci fa riconoscere nella sua PiuU sarda , noi sappiamo coi Porru che ella e cosi chiamata nel Logudoro e non nel Capo di sotto. Avvertenze di questa specie ne sono parecchie nel Dizio- nario ; e ognun vede che elle sono pure di qualche utilita pei cultori degli studj naturali. Non molti Dizionarj sono corretti si bene quanto e questo del Porru ; pochi stampati si nitidamente e in miglior carta. Al Dizionario precedono le conjugazioni dei verbi ausiliari , il tipo di quelle dei verbi regolari e irre- golari sardi, e varie note ortolo";iche; cose tntte necessarie 164 NUOVO DIZIONARIO S ARDO-ITALIANO trattandosi d" uii dialetto che anclie nelle forme grani- matlcali si scosta assai dalla lingua comune. In fine del volume veggonsi altresi una ricca Appendice delle voci sarde state omesse per isvista nel corse dell' opera , varie Tavole sardo-italiane dei nomi proprj cosl d' nomo e di donna come delle terre attuali o gia esistenti neirisola, e le Notizie storiche delle citta antiche di Sardegna era distrutte. AlDbiamo detto dei pregi del libro ; soggiugneremo ora cio che a nostro avviso non sarebbe forse inopportnno per renderlo sempre piu perfetto ; certi che il benemerito au- tore e del numero di cjuelli a cui non sanno male le os- servazioni fatte col solo fine di giovare alia scienza. In tutti i paesi d' Italia le persone dotte , allorquando parlano di cose scientifiche usando per qualsivoglia motivo il dialetto locale, sogliono intarsiare de' latinismi e de' gre- cismi proprj della scienza quel loro discorrere colto in sostanza e incolto nella forma. Non per questo e da dirsi che appartengano al dialetto quelle voci di lingue morte proprie della scienza , ne pare a noi che il Vocabolarista del dialetto abbia a introdurre nel suo lavoro una tale derrata. II popolo, e per conseguenza il dialetto ch' e tutto del popolo , non conosce punto quelle voci , e dell' una in mille che gli occorre nominarne fa uno strazio siffatto die rare volte anche di quell' una e riconosciuta la nobile ori- gine. A noi quindi pare che Anemoftoria , Assinomanzia , Fotometria , Gastronomia , Logridia , Logodedalia , Ziinosi- metru , ecc. e cosi pure Ignivomu , IncornmensurabUitadi , ecc. e peggio ancora Bardessanerista , V Estravagante ( ca- nonica)^ Galenismo ^ Galenista, I Hade , ecc. ecc. e qualche migliajo d'altri vocaboli tutti di simil foggia non avrebbero dovuto trovar sede in questo Vocabolario sardo. Omettendo queste voci, le sole lettere A ed I sarebbero tornate un terzo meno : e una tale massima, estesa in proporzione a tutte le lettere, avrebbe escluso dal volume un buon sesto dei trentaseimila vocaboli in esse registrati, e forse un sesto meno di prezzo ne sarebbe venuto in conseguenza. Questa minorazione di costo, agevolando lo spaccio dell' opera, ne avrebbe diffusa piii presto 1' utilita e favorito di rimbalzo il perfezionamento coll'affrettarne quelle ristarape senza le quali neppure a un' adiinanza di Vocabolaristi e dato di condurre a perfezione i lavori di questa specie. Pure, DI VINCENZO PORUU. l65 slccoiiie ch'i scrlve non conosce la Sardegna, puo tlarsi che il nostro Porru al)bia avuto le sue belle e buone ragioni j3er operare cosi, essendoche nella prefazione egli stesso va incalzando essere stato bene il farlo; ove cio sia , le nostre riflessioni siano dirette soltanto alia generale condizione d' un Dizionario vernacolo , non alia parziale per questo sardo. Non gia per accagionare il ch. Autore di ommissioni d'altronde inevitabili nei lavori vocabolareschi, ma piut- tosto per asslcurare noi stessi della esistenza anclie ai di nostri d'alcune voci che sulla fe del Cetti e d'altri rite- nemino fin qui sarde , le soggiugniamo qui perche man- canti nel Dizionario. Jqua gelada, specie di marmo sardo d'assai bella qualita. Boca per boga , cioe lo Sparus hoops de' sistematici. Caddargiu per Cardaxu (caldaja). Chwellu ( aigherese ) per Gravellu che crediamo la Viola purpurea, lo spag. Clavel, voce usata dal Madao nelle Ar- monie de Sardi a pag. 62. Crabedu (aigherese) per VA/ias querquedula minor de' si- stematici. Culisaida , specie di motacilla. Disteinpu (a). Voce Ijellissima e ben diversa dal contrat' tempus, e che sarebbe desiderabile anche nella lingua ita- liana a rappresentare in una sola voce l' idea di fuor di tempo. Faluga sp. d' insetto ? del che da sospetto la registrata Matafaluga , cioe la Pimpinella anisum de' botanici {mata — • ammazza = faluga — ? ) Intemperiusu , aggett. di luogo maremmano e soggetto alia nota intemperie sarda. Lam per Lau (lauro). Mala de ambiddas, mucchio di anguille aggoililtolate che trovasi entro terra. Ollu de casu , olio di cacio. Prascieri , luogo da ballo pubjjlico e venale. Punteri ( sassarese ) sinonimo del registrato Biccafigu , lieccafico. Puzone de santu Martinu (bosinco) per I'Alcedine ispida dei naturalisti , uccello ignoto per avveutura nelle altre parti di Sardegna. Re (tal'pinti (sassarese) per Frosone. 1 66 NUOVO DIZIONARIO SARDO-ITALIANO liosjni. I Teinpiesi conoscono il Rospo , e nsano questo nome per clenotarlo. Sa mamma de sits amhiddas pel Ditisco piceo di Linneo. Secretu per Pesce crognolo , cioe per V Atherltia hepse- tits di Linneo. Sidloni per Fusone, cioe pel registrato Cerbu de duus annus. l^occadorza (cagliaritano) per Piccliio grosso , cioe il Pi- cas major di Linneo. Trespodres (del Capo di sopra), sinonimo della registrata Circuri. sas Vanderas , pel registrato Astas , cioe pei palchi tlei cervi. E i tahacchi detti Zenziliu, Manoccu, Regalia, Albacciu, Mezza grana , Scaglia bianca. Di alcuni di questi vocaboli sareljbe ntilissima cosa il certificarsi se siano scusabili omissioni onde non rimanere neir incertezza die I'Autore ahbia appostatamente volute ometterli perche dati da altri come sardi crroneamente. Toccadorza specialmente sarel^be A'oce da aggingnere o come giusta se tale , o come riprovata se riportata con errore dal Cetti, essendo die questi I'lia data per propria di quel dialetto che per appunto forma la dote niaggiore del Dizionario. Lo stesso dicasi di Clavellu. E clie il Porru abbia potuto fare queste omissioni a correzione degli er- rori del Cetti ce ne lascia dubbio il vedere in altre parti eseguite altre parziali emendazioni , quali sarebbero per esempio il Biccugrossu da lui sostituito con Imon senno al Picugrossu del Cetti, ecc. Gran parte deH'utilita die la ciiltura sociale deve ripromettersi dai Vocabolarj ver- nacoli consiste appunto in questo che essi diano modo a identificare gli enti dei tre regni natnrali e a distinguerne le varieta esclusive fra luoghi e luoghi, senza dare in mol- tiplicazioni di subspecie originate spesso dalla sola varieta de' vocaboli corrente fra que' luoghi ; ed e percio che ab- biamo insist! to qui sopra in tale proposito. Per riguardo a queste voci la piii parte sistematiche abbiamo trovato quaiche difetto che accenniamo. BiaravOt per esempio, die e detta soltanto Beta vulgaris, voleva esser detta Beta vulgaris rubra a scanso d'accomunamento colla Beta vulgaris prlmaria detta Eda, e colla Beta vulgaris Intea. detta Eda s;iarna in sardo. — In Marra2.au., che e detto DI VINCENZO PORKU. 167 soltanto Me rope , potevasi aggiungere anche Apiustro comu- ne, per distinguerlo dairApiastro del Capo di Buona Spe- ranza , ecc. — In Can. marinu voleva essere notato che la voce e oristanese, e aggiimto il nome sistematico di Ardea garzetta. — Alia registrata Buccameli ci pare che avreb- bei-o tenuta buona compagnia anche le voci Anemtli o Ca- nemeli, Comadreja, JBeddula , Ana de muru e Donna di muro le quali rappresentano nel Capo di sopra , in Algheri , in Tempio , nel Logndoro, e in Sassari qnella stessa. Donnola (^Mustela vulgaris di Linneo ) che il Cetti ci dice alquanto diversa in Sardegna dalla nostrale , che il Delia Marmora nega tale , e che il Campidan di Cagliari riconosce nella sua Buccameli. — DeWArgia ( Aranea tarantula Linnei o Theridion i3guttatuiii Latreil. o Aranea i3guttata Rossii o Latrodecte nialmignatta JValcken. ) sarebbe stato bene ac- cennare le tre varieta nominate dai Sardi Argia hugadia^ Argia cojada , Argia viudu. I naturalisti accusano troppo spesso il popolo come quello che non dla noini distinti agli oggetti dei tre regal della natura , perche non s' abbia a cogliere ogni occasione di sgravarlo da tale accusa la cui Verita non (f qui il liiogo di discutere. Ora T esimio Delia Marmora ci ha qnasi accertati che una distinzione reale esista fra quelle tre Argie, e che la prima sia la femmina, la piu grande e la piii frequenter la terza il niaschio, pic- cino , meno frequeute e piu nocivo i la seconda una va- rieta di quelle due , forse in istato morboso. Pare quindi opportuno che il Dizionario sardo non oraetta quelle tre distinzioni , tanto piu che anche i Pugliesi ce ne fanno fede coUe loro Taraiitelle zitella, maritata, e vedova. — A pag. 282 Ludovico Vivo s'avrebbe a mutare in Ludovico Vives. — Astidadori vuol essere tradotto bensi coll" italiano TagUalegne, raa non gia coUa voce barbarica di Steccalegna come leggesi nel Dizionario. — Madiscedda e Madischedda 'mentovate in Coetta volevano esser registrate nella loro sede alfabetica. Lo stesso dicasi di Caputanni mentovato in Mesi, di Arbdci mentovato in Orhdci , che Delia Marmora chiama anche Erhdci e Furesi e il Purqueddu Arhacci. II Dizionario ci e sembrato non ricco di voci entomo- logiche e ittiologiche cosi corae lo e delle altre voci spet- tanti al regno animale , non sappianio pero se per motivo che gli oggetti soliti rappresentarsi da quelle voci manchino nffatto in Sardegna. Dei tanti Scarabei , per esempio, non l6B NUOVO DIZIONARIO SARDO-ITALIANO abbiamo incontrato posto a registro che il solo Pillulario* cioe lo Scraffajoni , come dei tanti Pleuronetti il solo So- lea , cioe la Palaja. Pocliissiini proverbj pure abliiamo letti nel libro, e forse anche di questa mancanza e da accagionare piuttosto la lingua che non il Vocabolarista^ come ce ne ha dato so- spetto la lettura delle poesie dell'Araolla, del Cubeidu, del Madau, del Pes, del Sanna, del Pintor, del Purqueddu e d'altri cantori sardi. Crediamo pero che sarebbero stati registrati con vantaggio i seguenti : Ammaina ammaina. Meno furia. Colle buone. Piano cli e' non si levi polvere. Non tanto ammenne. Baliri dus dinais centii cofas. Non valere un bagattino. Dettato piu incalzante che non i registrati Baliri unu nienti, Baliri una figu siccada. Fai comenti fainti a Bosa. Far come quei da Prato , la- sciar piovere. Proverbio che eslste anche nella nostra Brianza ove soglion dire Fa come quij del Lissoeii ; quand pioeuv lasso, pioeuv. Indi pesa de pruini o vero Pesai chi pruinl che soli fairi margiani inter eguas. Lanciar campanili. E propria- mente vantarsi alcun niisero o gonzo di aver fatto gran cose a concorrenza di potenti o sapienti. Issa e una tunaria. E una ladronaja , e luogo ove tntti rubano ; tratta dalla tacita concessione, esistente nelle ton- nare di Sardegna, di appropriarsi in terra quel tonno che un pub rapire a spalle all'insaputa del padrone della ton- nara. Po is carrogas mai no plantari o plantai figu. Per paura di passere non seminar panico. E propriamente tralasciar di fare cose utih per timore di critiche o di spiacere altrui. Segai is setti cordas. Rompere la testa. Dettato forse pill volgare e piu logico che il registrato Segai tottus is cordas a unu. Trist'e chi aspetta prangin de omu allena. Chi per le man df altri s' imbocca , tardi si satolla o non mai. Aggiugniamo le seguenti voci trovate nel Della Marmora: forse alcune saranno errate per isviste tipografiche , come crediamo clie possa dirsi del Tilibricu scambiato in Filibricu, ecc. •, in generale pero troppo lodevole ed esatta opera e il Voyage en Sardaigne di quello scrittore per non sup- porre esatte anche nella piu parte queste voci , e quindl meritevoli d'entrare nel Dizionario sardo. DI VINCENZO POI!RU. 1 69 A roccii {plantai su trigu), piantare il frnmento a bu- cherelle e pinolo in luogo di seminarlo, cioe piantarlo a quel modo clie si pianta fra noi il grano turco o fornien- tone clie si dica. Uso de' luoglii uinidi vicini a Capoterra e Oristani. Accahadiira, qnella donna che vuolsi fosse destinata in qualche cantone di Sardegna ad afFrettare 1' ultima ora dei moribondi , a finirli , a les acheier (^accabari). Barbarie cessata poi certamente da piii d' un secolo. Alcaide , il capotorriere. Attitu , lo stridore arrabbiato ed eccitante alia vendetta clie in qualche parte montuosa delta Sardegna suol fare tuttora quella specie di prefiche le quali vanno a piangere un uomo state vicciso da qualche suo avversario. Tiene luogo del compianto di lutto ordinario che soglioa fare a chi e morto da se. Aydazzoni, adito alia Bidazzoni^ cioe al podere cosl detto. BaranceUu, ogni niembro del cosi detto Barancellatu. E questo una compagnia d' assicurazione annata a cui ogni possidente paga una data somma annua per essere assicu- rato dai guasti e furti d' ogni specie , e indennizzato di quelli che gli venissero fatti ne' suoi possedimenti. Caccia grussa , quella delle bestie salvatiche. Camoladu , accaldato , scarmanato. Cappottu serenicu , cappotto alia salonicense. Elmu , quel vaso di grano ben accestito che suol essere simbolo del cosi detto comparatico di S. Giovanni (*). Ed Elmu, o anche Ncnneri , e detto altresi ognuno di que' cesti di grano piii vcgnenti che appariscono qua e la in un campo in cui il grano sia stato o seminato o piantato mal pari. Fiargiu fades fades , proverbio denotante T incostanza della teniperatura in febbrajo. Furesi, sinonimo dei registrati Orbdd e Foresi. Fiirfaru , il tritello. C^razia , quelle uianciate di grano, sale e confetti che la piii prossima parente suole scagliare agli sposi al loro en- trare nella casa e nella stanza nuziale. Luxu , sui. del registrato Orriu. (*) lu clie cosa consista questo comparatico si veda nella nota a pag. 181 e seg. l^O NUOVO DIZIONARIO SARDO-ITALIANO Manalitu , sin. del reglstrato Porco crastau. Manna, sin. del registrato Mannugu. Mese-idas , il dicembre. Mum baibaru , mnro a secco , macena. Nenneri , sinoniino AeW Elmu notato piii sopra. Ponidura o Paradura , la questua del bestiame clie ogni pastore cui sia andato a male I' armento ha diritto a fare tra i compastorl del proprio cantone ed anclie dei cantoni vicini. Un capo di bestiame che ogniin di loro da al que- stuante gli rlmette V armento e lo pone in istato di ren- dere il medesimo servigio al compagno die cada poscia nella stessa sciagura. Quartaliu, sinonimo del registrato Jchettoni. Hagas pel registrato Bragas. JRampinu ( voce cagliaritana ) , vento di terra. Saccu da coperri, specie di sago. Siccus de Gennargiu , gli asciuttori di gennajo , o meglio la serenita del tempo solstiziale vernio. Sposa e angidis , quella giovane die e assegnata a te- nere compagnia ad una sposa novella nei primi tre giorni susseguenti alle nozze , giorni ne' quali T uso del paese proibisce alle spose di rivedere i proprj parenti. Ti spizzuU s'argia viiida , specie d' imprecazione eqniva- lente a Malanno ti colga , e letteralmente Tu possu essere niorso dalla peggio tarantola , cioe dal tardntolo. Turraru , torriere , sinonimo del registrato Tunitanu. Vidazzoni , sinonimo della registrata Bidazzoni iisatissima anclie da Gemelli. E i nomi delle uve nere Agracera , Bovali mannii , Nieddu moddi , Zinzillosu, come quelli delle biaiiclie Ga- lopeddu, Galoppu mannu , Nascu, Ogii de rana , Sarrabusu, Semidamu, e Bianchedda. La lettura di questo bel Dizionario del Porri\ ci ha con- dotti a parecchie considerazioni. Anche in esso abbiamo riconosciuta una proprieta generale alia nostra lingua e ai suoi dialetti: quella cioe che le lettere, ^, D, / ed R siano poverissinie 5 per non dire quasi prive , di voci tecniche propriamente dette. L'indagare le cause di questa partico- larita sareblie studio frivolo e vero , ma pure iion afFatto iugrato per chi occupandosi di lingue avesse agio da cio. Molti reputano lavori di sola utilita niunlcipale i Voca- bolarj vernacoli ^ e non credono cli' essi jjossano gioA'ar DI VINCENZO POHRU. I7I punto alia coltura della lingna comune. A parer nostro una tale credenza fe erronea. Omettiamo la luce clie i dia- letti possono arrecare alia lingua riguardo alle origini ed alle niutazioni che occorre ponderare ia essa, e di cui nei dialetti, piii tenaci delle vecchie forme, si trovano piu inveterate e feruie nozioni. Omettiamo que" vividi traslati che le plaghe speciali suggeriscono alle fantasie colpite da speciali fenomeni , e che , ringentiliti secondo la forma illustre, possono da penne esperte introdursi nella lingua a onesto suo arriccliimento. Omettiamo pure e qitesti ed altri vantaggi facili a indovinarsi di per se. Non e egli vero pero che nelle varie provincie d' Italia esistono pro- fession! o esclusivamente proprie di alcuna d" esse o fio- renti piu in questa die non in quella provincia? Ora , come e certo clie Taumento d' idee distinte esige aumento di voci per rappresentarle, cosl e certo che la lingua ge- nerale della nazione potra bensi ringentilire, ma non mai avere in se stessa tutti qvie'vocaboli clie occorrono a par- titamente rappresentare le idee particolarlzzate di cio che forma soggetto di certi usi o di certe profcssioni , qualora non li venga accattando dal linguaggio speciale di quei Inoghi ove sono o esclusive o in maggior liore. I cantieri di Livorno , di Venezia , di Genova daranno alia Hngua que' vocaboli d' architettura navale che malagevolmente sa- prebbero darle le stesse Accademie di Torino, di Milano, di Firenze, di Roma f, le cascine milanesi, lodigiane , par- migiane le daranno quelle voci di casearia che non pos- sono darle neppur le pianure del Pisano •, le vetrerie di Venezia le daranno quelle voci di conteria che nessuna altra fornace italiana sapra darle f, le valli comacchiesi quelle voci della pesca e della concia delle anguille che non potranno le rive salodiensi;, e cosi di cent"altre. Tutto questo iioi venimmo qui dicendo per dimostrare come an- che questo Dizionarlo sardo potra essere utile non solo a' suoi nazionali ma anche agF Italiani in genere. Ognuno sa che la pesca del tonno e una delle inaggiori e piu fruttifere occupazioni dei Sardi. E vero che anche nelle acque italiche di Sicilia, di Napoli, delTIstria e dell" Elba e in onore questa pesca; ma in nessuna di quelle costiere la e tanto quanto nelle acque siciliane e piu ancora nelle sarde ; e que' medesimi pescatori siciliani o genovesi che i Sardi adoprano in tale pesca assai voci ad essa relative 17a NUOVO DIZIONARIO SARDO ITALIANO prendono in prestanza dal Sardo , come i Sardi prendono in prestito da'pescatoi*! delle coste italiane i nomi dl molti pesci die frequentano le loro acque. Ora in qnesto Dizio- nario sardo deve rAccademla della Crusca ritrovare cento vocaboli tonnareschi i quali anderebbero perduti per la lingua generale della nazione e per la suddisiinzione delle idee relative ove Ella non avesse qnesto sussidiatore ver- nacolo. E a voler vedere come ne' diversi luoghi le idee si vengano sempre piu specificando e appurando secondo che piu o men florido e in essi 1' esercizio di quella jDro- fessione a cui le idee stesse si riferiscono , e come sempre maggior ricchezza dl voci occorra in que' luoghi dove tali idee sono piu esattamente notomizzate, ci si conceda che appunto in riguardo delle tonnare noi esponiamo qui una specie di scala di vocaboli relativi cosi come ella ci e nota e viene aumentando a seconda che o il commercio o la pesca del tonno viene aumentando di paese in paese. Incominciamo da Milano , paese mediterraneo dove il tonno giugne di gia appezzato , acconcio e dl terza mano. Qui non abbiamo altre idee inerenti a questo pesce fuor quelle che ce ne somministra il non molto commercio che se ne fa. Ton (tonno), Tonina (la tonnina deH'AIberti en- ciclopedico ) , PansceUa ( sorra ) e Ton sott' oli ( tonno sott' olio ) costituiscono tutto il Dizionario nostro rappre- sentativo delle idee die abbiamo intorno al tonno. Nulla della sua pesca , nulla delle sue parti costitutive , nulla delle varie specie di leccumi a cui quelle parti vengono con diverse conce ridotte. A Yenezia , paese lagunoso , ove pero non si pescano tonni , ma dove e' giungono ammazzati ed interi sulle barche quarnerotte , istriane o dalmatine , e dove qualche negoziante attende a tuetterne parte sott' olio, il Dizionario relativo prende aumento. Ivi , oltre al Ton, alia Tonina, alia Panzetta e al Ton in agio di cui sopra, si conoscono altresi la Tonera (tonnara), il Pescator da ton (tonnarotto), la Tarante/a (tarantella), la Cdncara ( il tonno giovane non centilibbre), il Trompeto o Trompin o Trompilo o Fompia o Pompilo ( tonno varieta ) , la Palamida o Palamia ( pa- lamita ) , ecc. In Toscana in vece , in Sicllia , e soprattutto in Sarde- gna veggasi ora quanta ricchezza di vocaboli corrisponda alia ricchezza della pesca e del commercio che si fa dello DI VINCENZO PORRU. I^S stcsso pesce ; e notisl che noi non abbianio qui reglstrate che le sole voci a noi note jjer mezzo delle opere di Cetti, Albert! , Pasqualino e Porrn. Specie diverse di tonnare (*). Significazione del name- T. Tralto di arretato per ia mare pesca del touno, e Luogo alia spiaggia dove si a|)pez- za e si concia il lonno. 2. Tonnara in cui si prendono i tonni al tempo del passo in glu- gno e luglio. 5. Tonnara tesa ai loani per quando a mezzo luglio ripassauo dimagrali di levante per tornarsi airoceano. 4. Tonnara che ri- spetto alia \icina e piii innoltrata verso la par- te dondeviene il touno 5. Tonnara che ri- spetto alia vicina e men innoltrata rerso la par- te onde vieue il tonno. 6. Tonnara i cui ma- rinaj , profittando dei primi tonni che entra- no nelle reti , le tirano su senza aspetlare che ne sopravvengano allri come si fa nelle ton- nare n " 2 , 5, 4 e 5. Nome sardo. Tunaria- Tunaria de torrada. * Tunaria su- bra ventu. Tunaria suttu ventu. * Tunaria de monta e le- va.* Nome Nome siciliano. toscano. Tunnara. Tonnara.** Tonnara di posla.** Tunnara su- pra ventu. Tunnara'sut- ta ventu. Tunnara di niunta e leva. (*) Le voci senza asterisco som> regi?trate uel Dizionario sardo del Quelle con a^terisco feiuplice mancano nei Dizionario suddetto gonsi negli Anfibj e Pesci di Sardegna del Cetti da pag. 137 a paj 11 doppio asterisco denota che le Toci furono gia registrate o con opportnno corrispondeute nel Dizionario italiano universale dell' e mancano in questo Dizionario del Porrn. A queslo niodo speriamo clie non d"~piacera ai lettori di tro" frontate ic voci de' due linguaggi e dci tre scrittori , e suggerite li canti al bcnemerito Dizionarista. II rjuarto colonnino e intitolato nome toscano in geiiere ; se voce sia piuttosto livonicse che elbuna, vedraniio i Toscani. Porru. e leg- . j88. COS! O Alberti ar raf- man- poi U 174 nuovo dizionario sard0-italia.no Parti della tonnara, reti e attenexze. Significazione del nome. 1. Funi che il rais ferma a galla delPac- qua paralelle fra loro per segnar i due mas- sioil lali del parallele- pipedo della lonnara da levante a punenle. 2. L' aggregato delle sette spartizioni di rati ove rimane preso il tonno- 3. Spartimenti delle setle reti. 4- Primo spartimento di rete. 5. Secondo sparti- mento fatto a labirinto. 6. Terzo spartimen- to. 7. Quarto spartimen- to. S.Quinto spartimen- to. g. Sesto spartimento. 10. Sellimo sparti- mento (fatto di canape e coa foudo, cioe per cosi dire cubo di rete ) — Gli altri sei detti di sopra sono di sparto e senza ftjndo. 11. Lunga striscia di rete che si cala fra la spiaggia e la tonnara colla cui quarta stanza si uuisce. 12. Simile striscia d rete che dal prime spartimento sporge per lungo iralto in mare rastremandosi in una curva. Il tonno urtando in essa la costeggia s''avTia alia tonnara. Nome sardo. Iniitulas.* Isula.* Cameras.* Camera di levanti.* Bordonali di levanti.* Sa grandi* o sa Foraticu.* Bordonali di ponenti.* Sa bastardu.* Camera di ponenti * o de r oru.* Camera di morti * o Corpu.* Coda.* Codardu* Nome Nome siciliano. toscano. Cammari di la tunnara. Testa di le- Camera di vanti. levante.** 3Iezza por- ta.** Faralicu. Il grande.** Burdunaru. Bordonaro.** Bastardu. Porta chia- ra.** Picciulu — Camera di Testa di ponente.** punenti. Corpu. Cuda 0 Pic- Pedale.** ciulu Cu- dardu. Cudardu. DI VINCENZO PORKtJ. Signijicazione del nome. Nome sardo. 10. Imboccalura del Bucca de fo- ferzu sjjarlimento. 1 4- Quella rele con cui strignesi la camera del lonno per obbli- garlo a fuggire di ca- mera in camera. 1 5. Funi che da un capo sono altaccale' alle reti della lonnara e dairaluo alP ancore die la tengono a luogo. i6. Funi sosteuenU' le reti. 17. Fascio di pietre alligato alle reti per di sotlo che serve a ralte- nere a fondo la parte] mia della tounara. 1 8. Fascio di sughe- ri legato sulle t'uni so- slenenti le reti accio la parte sup. della lon- nara galleggi sempre. | raticu. Lingiarru.* Nome siciliano. Bucca de lu faralicu. Mazzan. 175 Nome toscano. Ormeggi.** Paromelle.* Mazzera.** Sugheri.** Impiegati di toknara. 1. Direttore o Capo de'' pescatori o Sovra- slante alia pesca dei tonni. 2. Soltodireltore. 3. Impiegati che il padrone della tonnara delega a vegliare e ordinare i lavori. 4- Marinari che fan- no sentinella in alto della lonnara onde spiare quanto tonno enlra nelle reti. 5. Uonio che ferisce il tonno cogli arpioni quando si avvicina a terra. Rais. Sutturais.* UiEciali.* Marinari de parte.* Foraticu * Piscadori fo- raticu. * Raisi. •176 NUOVO DIZIOT (*) A Cadice la Stanca i la cass pubblica uve si porta il touiio petcalo. i8o NUOVO DIZIONAKIO SAUDO ITALIAN© Significazione del name. Nome sardo. Name siciliano- Nome toscano. 14. Scafo di nave che s''avvicina alle reli allorche si lirano in terra , e donde si feri- sce il tonno. 1 5. Barchetta che sta di sentinella alia bocca del foratico. 16. Barca piatta da tonnare. Capurais.* Capu raisi. Bordonaro. Musciara. Pare a noi che gli autori di Vocabolarj vernacoli raolto coopererebbero al perfezionamento del Dizionario generale della lingua qualora ne' loro lavori sponessero sotto la voce principale un prospetto sommai-io di tutte le voci da essa dipendenti (spiegate poi diffnsamente nelle loro rispettive sedi alfabetiche) simile in qualche modo a quello fin qui per noi dato ad esempio. Questo pero riguardo a quelle sole voci che si riferiscano a oggetii o pratiche esclusive o in fiore sommo nel respettivo paese a esclusione delle altre terre italiane. In qviesto Dizionario sardo abbiamo trovato assai riscon- tri di specialissime voci quasi esclusivamente proprie del dialetto milanese, di alcune delle quali i-ende ragione Tuso della lingua spagnuola famigliare gia tempo in ambi questi paesi ancorche assai distant! fra loro , di altre o e greca o ci rimane tuttavia misteriosa I'origine. Tali voci sarebbero per esempio : Italiano. I Spagnuolo. Sardo. Abbacai. Ammutriau. Baraunda. Biga. Bisu. Boxinai (voci- ferare. ) Buzerra. Cassola (de ca- boniscus). Milanese. Balca (gr. Immotriaa {gr. Baraonda. Bice. Bis (oeucc) per assonnati. Bosinada. Bozzera. Cazzoeura. Cessare, quietarsi. Irabronciato. Tuniulto. Tronco d'albero. Sonno. Cantafavola. Nulla, boccicata. Gibreo , Civreo. Barahuada. or VINCENTIO rORRU. i8i Spagnuolc. Laton. Latonero. Raya. Tachiiela. Sardo. Milanese. Italiano. Cassola (depi- Cazzoeura de Cibreo di pesce. sci ). inguilla, ecc. Cometa. Cometta. Aquilon volante. Cometa. Fragnoculu. Frigaoccola. Giocator di mano. Garropu. Garr6v(A.MiI.) Tura da pesca. Gliia-Ghiai. Ghiaa. Pungolo. Ghia. Inginna. Ginna {^gr. Capi'uggine. Lottoni. Lotton. Ottone. Lottoneri. Lottonee. Ottonajo. Mutria. Motria (gr. Broncio. Passa. Spazz Ulna ? Raja (linea). Raja. Perlferia. Sedazzu. Sedazz. Staccio. Taccitta. Stacchetta. BLilletta. Testa de ferru. Testa de ferr. Uomo di fieao. Trigai. Triga. Ritardare. Zaccara. Zaccara. Litigare. Xacarear. Ziccheddu. Zicchin. Miciiio. In proposito del qiiali ravvlcinamenti di lingua, die pos- sono prestare servigio a parecchi rami di letteratura e di scienza , pare a noi clie il lienemerito Porru avrebbe po- tuto ritrarre assal nozioni utili pel sno scopo dalla bella Memoria del sig. Janbert de Passa sulla lingua catalona (i), e cio pev le molte analogie clie corrono fra qnella parlata e la sarda , e partieolarmente per le voci special! d'Algheri state registrate nel Dizionario. Mirabile pol e il vedere come anche negll usi corrano fra il Milanese e la Sardegna vivissime simiglianze. Del Saccu da copetri dei pastori sardi ognuno puo vedere un raffronto in quel vero Sacco d'l cui i nostri contadini fan- no mantello alle schiene e al petto allorclie stanno lavo- rando sotto la pioggia o negli stridor! di gennajo all'aper- to. II Comparatico di S. Giovanni^ fiorente in Sardegna (a) (i) Questa Blemoria leggesi ne' Melanges sur les langues , dla- lectes et patois etc. (Paris chez Delaunay, i83i ) di cui Tautore del presente articolo rese conto nel tomo 65." di questo Giornale da pag. 2o3 a pag. 209. (2) In aprlle uomo e donna, la plii parte raaritati, si danno parola di esser fra loro compare e comare del San Giovanni , ben inteso clie ogni conjnge sreglie persona d'altra famiglia, Sul finire di maggio la futnra comare , preso un pezzo di scorza di 1 82 NUOVO niZIONAKIO S ARDO-1TALIA.NO eCC. ha tuttora fra noi un ultimo avanzo di vita in quelle pas- seggiate campestri che faniio i nostri giovani e le no- stre giovani in snll" alba del di sacro al nome del Precur- sore di Gesu, per aversi la rugiada cusi detta di San Gio- vanni e cogliere i fioil di camamilla per fame il cosi detto mazzo di San Giovanni ;, uso mirando per la sna coinci- denza nell' epoca in cui il cucule ammutollsce quasi per tutto. La Grazia dei Sardi e viva in parte nelle colline dell'Alto Milanese, dove i confetti non si presentano , ma si scagliano dalla nioglie del capoccia da un capo all'altro della mensa verso i commensali. A questo volume terra dietro il Vocabolario itallano sardo che consistera in a a fascicoli al piu , al prezzo di un quarto di scudo sardo per ognl fascicolo. Da un avviso che leggesi nell' ultima pagina del presente Dizionario ab- hiamo luogo a credere che la pubblicazione di questo altro lavoro sia incominciata fin dall'anno scorso. Al primo suo pervenirci ne ragguagUeremo i nostri leitori. Ch. PS. Di recente ci e stato detto che il benemerito Porru sia mancato di vita poco tempo fa. Molto a noi , moJtis- simo alia Sardegna duole la perdita di questo valentuomo. Speriamo pero die la stampa del Vocabolario italiano-sardo non verra intermessa , e facciamo voti perche trovi chi si assuma I'incarico di venirla compiendo coi mss. del ch. autore. E forse il dotto filopatro teologo D. Antonio Manunta vorra aggiugnere anche questo ai tanti meriti ch' egli si e gia fatto colla patria. Sughero , lo accartoccia a nianiera di vaso , 1' enipie di terra, e vi semina una manciatelia di grano della migliore qualita. Annaf- fiato da lei di gioruo in giorno colla niassinia cura, il grano ger- mina pi'csto per modo che in capo a un venti giorui tu ne vedi nel vaso un bel cesto, e allora gli viene posto nome Elme o Nerv- neji. Giunto il di di S. Giovanni , compaix e comai'e prendouo il vaso, e, seguiti da nuiiieroso corteggio , s'awiano alia prima cliiesuola del coutorno. Giuntivi , Tun d' essi scaglia il vaso con- tro la porta della cliiesa , e in seguito tutta la comitiva niangia in comune una frittata coll' erbe. Fatto questo , ognuno , impal- niando il conipagno , canta ad alta voce e iterataniente le parole Compare e Comare di San Giovanni ; dopo di che si danno a bal- lare per piu ore , e coUe danze si chiude la festa. 1 leganii di questo comparatico diirano solo per un anno , e sono per cosi dire venerati , nh mai pullula per essi alcun dubbio o sospetto nelle faiuis,lie. i83 Trattuto delV arte oratoria in parti F, volumi due. — Firenze, i835, tipografia della Speranza , in 12.° ( articolo i .° ) J_je arti clie s" iutitolano dal Bello, sebbene sieno una emanazione di questo Bello, e consistano nel sa- per riprodurre al di fuori quelle immagini clie stam- pano neir intimo animo le impressioni operate dalla universale natura , tuttavia perche siano accomodate ai progressi della civilta , ed al bisogno dei tempi e dei paesi , fa d' uopo clie siano dirette ed avvalorate dair intelletto, e che le passioni , se prorompono in- doclli e sbrigliate, e la fantasia se piu che ad un e- qua liberta inclini ad una licenza invereconda , siano moderate dalla ragione ; la quale non deve gia arro- garsi un impero prepotente e tirannesco suUe umane facolta; ma deve frenarle in modo che giustamente fra loro si bilancino , ne 1' una a danno dell' altra pre- valga. Questi consigli dell' intelletto , questi dettami della ragione si convertono in teoriche e regole, le quali se vengono insegnate da una fredda e compas- sata rettorica, ed apprese, ed adottate dai creduli di- scenti per 1* autorita dell' insegnatore formano una servile e pedantesca disciplina atta piii ad invilire che ad animare gl' ingegni ; laddove se sono fondate sulle leggi dell'umanita e chiarite con una retta ana- lisi , di vengono parte della filosofia, e fanno che le lettere e le arti siano sapienti , e utili e gloriose. Questa importante differenza se fosse bene osser- vata ed intesa basterebbe a cessare molte fastidiose querele, ed a togliere alcune utili e salutari disci- pline dalla proscrizione a cui ingiustamente e cieca- mente si condannarono. Percio 1' autore del Trattato di cui ora parliamo , avviso saggiamente di rimontare ai prinripj dell' arte oi-atoria , per far derivare i pre- cetti ch' egli vuole insegnare dall analisi di questi 184 TRATTATO principj , e non altrinienti da arl)ltrarle e minute par- tizioni, e da un povero e timido calcolo di pospor- zioni e di convenienze. Quindi egli nella piefazione dopo aver accennato alle tre classi in cui oggidi si dividono i letterati, cioe ai classici, ai romantici ed a quelli che vogliono stare in mezzo pigliando dagli imi e dagli altri le piii acconce e le piu sane dot- trine senza prevenzione e senza amove di parte, di- cliiara di essersi con ogni ciira adoperato « di riporre Farte oratoria in quel grado di dignita che le spctta, considerandola come sorella della poesia, e come fi- glia e imitatrice della bella natura e di coUe- gare le greclie e le latine liberali discipline con gli insegnamenti di questa guisa die, massime ai di no- stri , i piu cliiari ingegni produssero : affinche si tenga per fermo clie uno sempre universale ed inalterabile fu il vero buon gusto di tutte le eta. » E proseguendo r autore dichiara, che nella sua opera con questo in- tendimento voile unire « le venerande autorita di Aristotile, di Qnintiliano, e soprattutto di Cicerone » e c|uelle « dei celebri autori si nostri , che stranieri che teste, e anteriormente coi libri loro giovarono o alle arti in generale , o in particolare alia oratoria » , e nomina fra questi vdtimi il Venanzio, il Costa , il Cesari, il Genovesi, il Blair, il Batteux, il Burke ecc. Con queste mire pertanto accingendosi al meditate lavoro r autore nella parte I tratta della invenzione , e comincia con queste parole che a noi parvero di buon augurio pel resto dell' opera. « Non vi ha arte e scienza qualunque che le sue fondamenta sopra un sicuro ed invariabil principio non getti , e sarebbe nebuloso e pieno di brighe per le menti dei leggitori quel trattato che di alcuna di esse favellando privo fosse di questo sostegno. II perche sebbene paja che di troppo lungi si dia cominciamento ai precetti del- r arte oratoria, mi son risoluto, secondo che mi mo- stra il mio giudicio , di far capo da cio che e il vero fonte della buona invenzione non tanto per 1" oratore, quanto per chiunque intender voglia alle arti belle: dell' arte Or.ATORIA. l85 le quali tuttc , come afferma Cicerone , lianno nn certo comune vincolo e parentela fra loro. Ed a questa in- dagine molto ne stimola il desiderio di non scrivere, se le forze nostre il permettono, im semplice trattato di rettorica , il clie riusciieblje meschino ed inutil lavoro, ma di ragionare dell" arte oratoria consideran- dola quale arte bella e produttrice di grandi argo- nienti e delle forti mozioni . afiinclie nei discenti non artefici di vuote jjarole e di hbrate antitesi, ma elo- quenti e robusti dicitori si ottengano. » Dopo cio r autore allegando bellissime sentenze di Longino, di Platone, del Batteux , del d'Alembert, di Socrate, di Aristotile, di Baccone precede a mostrare cir era la eloquenza prima clie la rettorica fosse; che se dalla ispirazione della natura ebbero vita la poesia naturale e la naturale eloquenza, dairimitazione della natura medesima nascono la poesia e F eloquenza ar- tificiali, clie 1" eloquenza artificiale e quella facolta che passa dalla rettorica o teorica da un lato, e dalT elo- quenza naturale o pratica dalFaltro, e s'intitola arte oi'atoria; che quindi gli stessi generali principj che le opere pratiche ed oratorie dirigono, devono essere a quest' arte comuni ; che tutte le arti in generale si dividono in due classi, secondo che ai bisogni od ai piaceri degli uomini provvedono ; che le une si chia- mano meccaniche , le altre buone o belle, o liberali. Premesso cio, T autore afferma che le arti belle sono tutte fra loro somiglianti , e che nacquero ([uando r ingegno umano dotato di ristrettissime facolta dove « ridursi a scegliere le parti piu belle della natura per larne un intero squisifo, e piii perfetto della natura medesima : ed e questo il principio sopra il quale dev" essere stato delineato il disegno e il fon- dameuto delle arti belle, e sul quale 2;li artisti di tutti i secoli le loi'o mirabili cose j)rodusscro; ed ecco che la loro invenzione altro non fa e non e che un vasto complesso delle ricchezze della natura di cui r ingegno a suo talento dispose , e puo disporrc. » Colle quali parole mostra 1' autore cfintendere che l86 TRATTVTO invenzlone e Ik-Uo ideale siano la slessa cosa; cd in cio crediamo die non si apponga , poiche a parer nostro la invenzione in cio consiste clie le impres- sioni operate dalla bellezza sugli animi ingenui e sen- sitivi eccitandoli gagliardamente , ed imprimendo in essi una immagine , e destando un affetto , ed inoltre risvegliando qiiante imniagini e quanti afletti possono trovarsi nei tesori della memoria e della immagina- zione , divengono germi di poesia e forniscono i ma- teriali di cui essa abhisogna; fra i quali materiali de- vesi poscia cogli accorgimenti dell' arte eseguire quella scelta , con cui propriamente il bello ideale si forma. Percio la invenzione e un subito commovimento, una immediata inspirazione , una specie di fecondazione deir animo , laddove il bello ideale e un particolare magistero, un mirabile artilicio , una splendida com- posizione delF ingcgno. Progredendo quindi 1' autore per la sua via diniostra che iniitare non e copiare , ne illudere , dimostra la necessita dell' imitazione , e dimostra quali su tale proposito furono le opinioni e le sentenze di artefici eccellenti e di classici scrit- tori. Infine divide tutte le arti in due grandi classi , nella prima comprendendo quelle che rispondono alia vista, e die si cliiamano del disegno , nella seconda quelle die si riferiscono air udito, e die si cliiamano deir armonia. In questo capitolo l" autore lia tratto dalla Callofilia del D. Venanzio gran parte delle teo- riche e degli argomenti di cui si vale per diniostrare i suoi assunti , riportandone i brani letteralmente. Nel capitolo II Tautore spiega cosa intender si debba per bella natura , stabilisce il principio fbndamentale estetico nel bisogno die ha 1" uomo di esercitare le proprie flicolta vitali, niostra die questo bisogno si appaga col vero , col bello e col buono , e ferman- dosi a trattare del bello parla delle sue division!, dei suoi sentinienti, delle sue parti essenziali , e delle sue graduazioni. Anclie questo secondo ,capitolo e quasi tutto composto di brani tratti dalla mentovata opera del Venanzio , cosicche inutile addiviene offerirne un dell" arte ORA.TORIA. iS/ estratto al nostri lettori. Talora pero in quei brani r autore introduce quelle aggiunte e quelle muta- zioni che gli sembrano opportune ed acconce ai suoi intendimenti ; e particolarmente trattando del grande e del sublime egli espone alcune sue important! os- servazioni e le lUustra con gran copia di erudizione, con molta sapienza di teoriche e con bella luce di esempli. Per fare poi meglio conoscere il procedi- mento delle idee delf autoie nei due primi capitoli del suo Trattato crediamo spediente di riportare il passo con cui conchiude il secondo. « Fu nostro in- tendimento , dice egli , di considerare 1' arte oratoria nn' arte sublime gemella della poesia e delle belle arti sorella, e pero dimostrammo che ancVella al pari di ogni altra andava soggetta al gran principio d'imi- tazione della bella natura , principio unico e fonda- mentale di ogni squisito diletto che per mezzo di dette arti si ottiene. Posto cio , si voile accuratamente esaminare cosa mai fosse questa bella natura , e si conobbe esser quel bello che considerate nella natura medesima e nella imitazione di lei in tre parti si di- vise, cioe in naturale, morale ed artificiale. Ed a que- st' ultima parzialmente arrestandoci , siccome proprio di tutte le arti belle nelle operazioni Ipro , in esso riconsolidammo i principj nostri. Dovendo pero ogni rispettiva arte produrre questo bello artificiale se- condo i mezzi , la materia , e gli strumenti suoi propj, e chi col pennello , e chi coUo scalpello , chi col numero , chi coUa parola od altro , ne risulta che ognuna di esse ha le sue particolari istituzioni , per cui nella imitazione si addestra. Laonde convenendo semplicemente all' arte oratoria quanto saremo per dire in appresso , ella fin da questo punto dalle altre sorelle separasi per chiudersi nella sua palestra, e per giovarsi de' suoi precetti in qualunque di quelle ope- re a cui disegna per mano. Ne in brevi coufmi e la provincia della sua imitazione o invenzione rinchiusa. Prose familiar! , miste , liorite, istoriche , oratorie, fonti di argomenti, fonti di affetti, e simili cose sono ibb TRVTTATO i moltiplici materiali die le si ofTrono , ed in mi, come ora veclremo incessantemente fatira per far mo- stra del suo sommo valore e potenza. » L'arte della paiola, inse2;na I'autore nel capitolo III, avendo largliissimo dominio comprcnde tutti i modi con cui puo manifestarsi un concetto , o umili e sem- plici , o gaj e leggiadri , o forti cd elevati , o grandi a sublimi. Quindi a sommi capi riducendo la relativa materia, avrassi a trattare: i.'' della prosa familiare e didascalira; 2.° della prosa mista e fiorita ; 3.° della prosa istorica ; 4.° della prosa oratoria. Prima pero di esporre i precetti , Tautore coU' autorita e coUe pa- role stesse di Cicerone dimostra con quale alacxita e con qnal fermo proposito debbano i giovani inten- dere alio studio dell' arte del dire, se in essa vogliono segnalarsi. Quindi trattando in primo luogo della prosa familiare o didascalica, egli premette clie questo ge- nere non si deve confondere col linguaggio comune, « essendo piuttosto una colta elezione di quanto vi ha di semplice e di preciso nel quotidiano uso del fiivellare » ; cosicche non debbansi in esso ammettere ne scherzi, ne giuoclii di parole , ne affettazioni , ne leziosaggini. In sostanza questo genere « e lo stesso genere oratorio sino al semplice intertenimento ab- bassato », poiche con esso si consiglia, si consola, si esamina, si domanda, o si loda, o si biasima, si ac- cusa, o si ringrazia. Sono leggiadri condimenti della prose familiar! i sali e le facezie clie consistono o in lepidezze delle quali far puossi uso libcramente, o in motti pungenti a cui non senza pericolo puossi allentare il freno. Donde poi attinger si debbano cotali festivi modi lo dimostra F autore coUe parole di Cicerone. « Inline egli dice , il piii esseiiziale di ogni precetto si e di por mente senipre in qnel die si scrive a tutto il decoro die al nostro ed alfaltrui carattere si conviene. 5) In quanto poi alle prose di- dascaliche, dissertazioni , racconti istruttivi, ed altri simili scritti 1" autore a\verte « che sara ognuno atto di per se a fare di ogni avvertimento la conveniente dell' ARTE OliATORIA. 189 applicazione , ed a conoscere se il leggiadro edificio e aderente al foiidaniento clic natura pone. » Dopo aver accennato che le lettere di Plinio sono una delle collezioni piu celebii dell' antichita , e clie quelle di Cicerone , sebbene meno elaborate , sono pero assai piu pregevoli e forse le migliori clie si abbiano in cjualunque lingua, 1 autore porge niolti e lunghi escnipli di prose familiuri italiane tratti dai libri di Lorenzo il Magnifico , del Martinelli, del Bon- fadio, del Caro, dei tine Tassi ; di prose didascaliche ed istrnttive tolte dalle opere dell' Ariosto , del Ca- stiglione, del Pandolfini; e di racoon ti forniti dal Caro, dal Firenzuola , dallo Speroni , dal Galli , dal Gozzi , dal Manzoni , dal Colombo. Procedendo a trattare della eloquenza niista c fio- rita r autore dice ch' essa « e quel secondo gencre di prose , in cui piu che in ogni altro spicca la imita- zione ; imperciocclie a questa maniera principal.iienre di scrivere i dialoglii, i ronianzi , le selve miste di prosa e verso , e quelle che volgarniente opere di spirito son dette appartenendo , di leggieri si coni- prende che molto al verosiraile la loro invenzione si estende. » Qui V autore accenna la quesdonc sc le prose di questo genere possano vestire forme pocti- che, e se all' incontro possa gindicarsi prosa la pof sia medesima , sebbene la elocuzione sia in versi ; c col- r autorita di Aristotile afferma , che la essenza e la sostanza di ogni coniponimento trovansi nel solo con- cetto qualunque ne sia la forma esteriore ; ed impu- gna il Metastasio che in tale argomento si oppose ad Aristotile, e lo confuta coUe parole e colle sentenzc di Orazio. II dialogo cc considcrato non come una bassa conversazione, ma sibbene come vm leggiadro in- tertenimento su cose scicntiliche o dilettevoli, o di- lettevoli e scientifiche insieme, c una delle princi- pali e distinte produzioni di prosa Horita » : Y autore ricorda i dialoghi dell'oratore di Cicerone, quello del Boccaccio che introduce al Decamerone , e che a suo avviso emula e vince ogni antico raodello di tal 190 TRATTATO genere , quelli cli Luciano e di Platone , e qiiclli dei santi Giustino , Atanasio, Basilio e Grisostonio, di cui tanto si vanta la letteratura ecclesiastica , e quindi tragge dal Blair i precetd e gli avvertinienti relativi a questa maniera di comporre. « Le selve per le quali metaforicamente intendiaino i componimenti misti di prosa e di verso , le opere dette di spirito , e le al- tre arnene scritture di simil fatta , o con le accennate regole si compongono , ed in quel torno. » In qiianto ai romanzi 1' autore ne tocca brevemente le origini e brevemente espone i mutamenti a cui andarono sog- getti dai tempi dell' antica mitologia sine ai nostri. In questo rapido discorrimento avremmo voluto clie egli non trasandasse i romanzi greci , clie pure al- cuni ve n ebbero clie giunsero tino a noi , e clie al- quanto fermasse la sua attenzione sopra i romanzi detti storici ai quali si applica era con si assiduo e fecondo studio Y Italia , e sui quali vennero ormai da eccellenti ingegni dettate tante osservazioni e tante teoriclie da costituire una compiuta poetica. II Boc- caccio, il Sanazzaro e Busone di Gubbio sommini- strano gli esempli clie porge 1' autore di dialoglii, e di maniere di stile fiorito , di selve e di prose miste di versi, e di romanzi. Si parla quindi nel nostro trattato della prosa isto-r rica , e si addotta Tavviso del Batteux , il quale dice « che ogni racconto istorico e il ritratto delF avveni- mento che ne forma il soggetto. » L' autore con sot- tile accorgimento distingue le qualita che sono fon- damentali e costitutive della istoria da quelle clie ne formano l' ornamento e con validi argoinenti , e con grande chiarezza mostra che le prime sono la veiita, la gravita , la unita , la dignita , la cognizione del- r umana natura , la sapienza politica, la chiarezza e Tordine, e che ad ornare deccntemente la storia con- corrono le descrizioni delle cose natural! , le pitture degli oggetti morali e le parlate od aringhe. Ac- cenna con brevita e con sensatezza i caratteri ed i pregi dei principali istorici greci e latini, e per dell' ARTE OUATORIA. Kjl ultimo propone bellissinii esempli tiatti dal Boccac- cio, dal Dei, da Castiuccio Castracani, dal Guicciar- dini, dal Maccliiavelli e dal Botta. Dopo cio tiatia Y autore della poesia oratoria ; e prima di ogni altra cosa colle parole di Tullio ne di- mostra il decoro e la potenza. Quindi accemia la di- visione che dalle orazioni facevano gli antichi nei tre generi deliberativo , giudiciario e diinostrativo , che avevano per fine il primo la persuasione o dis- suasione , il secondo T accusa o la difesa; il terzo la lode od il biasimo : divisione alia quale in qual- che modo corrisponde quella proposta dal Blair, che neir eloquenza distingue T eloquenza delle popolari adunanze , l' eloquenza del foro e 1' eloquenza del pulpito. Ora parlando dell' eloquenza delle popolari adunanze , ovvero del genere deliberative , V autore premette che le cause di tal genere « sono quelle in cui trattasi di consultare intorno a cio ch' e da farsi o no ; e pero il fine delfoiatore ha da es- sere di persuadere 1' onesto , e di dissuadere tiitto cio che air onesto e contrario ». Ma per persuadere fa d' uopo convincere V intelletto ; e quindi necessa- ria esoprattutto la solidita del pensiero, la qu^de di gran lunga prevale all'eleganza delle parole ; ed e pur necessario che 1' oratore sia intimamente per- suaso di cio che vuol agli altri persuadere. L' autore mostra quindi che nelle popolari adunanze i discorsi improvvisi il piu delle volte sono piu efficaci degli studiati ; e che sebbene la eloquenza popolare nou chieda metodi esatti e divisioni compassate, vuol pero certamente ordine e chiarezza. Tocca poscia di « quella veemenza del dire , e di quel calore di sentimento che nasce da una mente avvivata ed inspirata da qual- che grande e pubblico negozio, e che forma il par- ticolare carattere della eloquenza popolare nel suo piu alto grado di perfezione ». La (jual veemenza pero e calore devono esser proporzionati al soggetto , e quindi non eccedenti e soverchi , devono essere sin- ceri e non mentiti , convenienti al pubblico die ascoUa igZ TRATTATO e non offendenti il decoro del luogo , del tempo e della persona. Tutti questi precetti sono suagellati con un bellissimo passo di Cicerone, dopo il quale ci porge Tautore, come esempli di eloqiienza deliberativa , due orazioni 1' una del Berabo e 1' altra di monsignor della Casa. Utili senza dubbio , ed all' uopo adattati sono sif- fatti insegnamentj ; ma noi , rendendo per questa parte la debita lode aH'autore, avremmo pero desiderato che in tanta copia di erudizione, ed in si gran nu- mero di cit^zioni non trasandasse il principio che la probita e il primo requisito dell'oratore, e die sta- iDilito che lo avesse deducesse da esso con partico- lare diligenza i gravi ed importanti precetti che ne derivano; nel dettar i cjuali Plutarco avrebbe potuto servirgli di eccellente e sicura guida. « La eloqucnza giudiciale , dice frate Guidotto , e favella di conten- zione, perche contiene in se accusa o domandagione, contraddicimento o difensione, ed e detta giudiciale perche si usa di fare innanzi agli giudici e signori che rendono intra le genti ragione v, e soggiunge il nostro autore che il precipuo oggetto di essa . Quindi va speciticando le varie nianiere di elogi, ed accenna gli scrittori die in c|ue- sto genere singolarmente si segnalarono ; e la cono- scere, valendosi anche delle parole del Muratori. che Bibl. Ital. T. LXXXIII. i3 194 TKATTATO in esso (cl'arte oratoria nelle invenzioni e nelle im- magini non solo si mostra apertamente sorella della poesia , ma pur seco gareggia ». Dagli elogi in ge- nerate passa r autore a parlare dei panegirici, ovvero elogi sacri, intonio ai quali nota che V esagerazione delle parole e 1' esagerazione dcUe cose sono i di- fetti da cui ordinariamente sono raacchiati , e dopo aver provato cpiesta sentenza con giuste considera- zioni e coU' autorita di alcuai celebri scrittoi'i , con- chiude che l' oratore non debbe dimenticare mai che si asside suUa cattedra della verita ; e deve penetrarsi profondamente del carattere e delle azioni del!' eroe die vuole encomiare. Acute ed ingegnose sono le osservazioni con cui Y autore stucliasi di niostrare le analogic che vi sono tra i componimenti di questo genere , e i drammatici « sebbene , egli dice, I'elo- quenza degli oratori monologhi non possa eccitare mozioni si vive e si proionde come vagliono a de- starle la poesia e Tazione con ogni artiticio compo- sta , e la rapidita del dialogo , e il contrasto dei ca- ratteri , e ogni specie d'illusione che sul palco si vede; nondimeno potra pur anche il panegirista giovarsi di tragiche scene, or togliere, or ridonar le speranze, mescere le sventure ai confoi ti , formare del suo rac- conto un problema lino al memento in cui una im- prevista e cjuasi incredibile prosperita, che da ultimo sorge come il pin bel trionfb della virtii tacilita i. prodigi delta carita, seconda le mai-avigUe tuLte della pubblica vita del nostro eroe , e tinalmente disvela in quel lungo corso di afifanni e di angustie quali fa- rono le intenzioni del Cielo ». Dopo aver distinto le varie maniere con cui si possono intessere i panegi- rici , dopo aver notato che quanto lu detto dell' elo- gio in generale e del panegirico in particolare puossi applicare alle orazioni funebri recitate in chiesa od altrove, 1' autore accenna quali orazioni di genere di- mostrativo ci abbiano dato i Greci, quali 1 Pvomani, quali i Padri della chiesa, e conclude col noverare i principali fra quegli oratori die nella eloquenza civile DELL ARTli OUATORIA. Kjo ed ccclesiastica haniio prcsso di noi fania distinta. Po- 8cia precede agli esempli. 1 quali consistono iii biani di prediclie di F. Giordano di Rivalta e di Paolo Se- gneri, di orazioiii del Cappellano e dello Speroni, di panegirici del Segneri e del Salvini , e di orazioni funebri del Varolii e del Salviati. Nel capitolo IV cominciasi a trattare dei mezzi coi quali r arte oratoria fassi possente a domiaare sugU animi. Qiiesti mezzi Pautore insegna che soiio il con- viiicimento deiriatelletto ed il conmioviniento della volonta ; al prinio fine giiingesi coiruso degli argo- menti , al secoiido colla eificacia degli affetti. Gli ar- gomenti per essere validi e poderosi devono appog- giarsi sul vero ; e quindi necessario die siavi una stretta alleanza tra P eloquenza e la tilosofia , « poiclie la grande eloquenza , tutta la forza di una solida e perfetta ragione , tutta la comprensione di uno spi- rito colto e profondamente istruito ricliiede » ; e cio si conferma coll' autorita di Cicerone e del Salvini. Da questi principj deduce P autore , che base e so- stegno della invenzione oratoria sara la dialettica o P ai-te di argomentare , di ragionare , di disputare : c die saranno gli argomenti per P oratoria come le co- lonne per 1" arcliitetttira delle quali e doppio T ufH- do, P uno di sorregger stabilmente la mole, P altro per la sinunetrica loro disposizione, ordine e varieta di aggiungerle decoro e vaghezza » . Percio egli si accinge a trattare delle varie forme degli argomenti coi quali 1' intelletto si convince , ed uno dei princi- palissimi fino delP eloquenza si ottiene ; ed entra nei confini della logica colla scorta del Genovesi ; « e se dopo le logiclie teorie, egli dice, non ne faremo spe- ciale applicazione alParte nostra, cio deriva dalla ta- cil maniera con die un sillogismo o un entimema fi- losofico puo ridursi oratorio merce la conveniente aniplirtcazione die ciascuna proposizione puo rice- vere dall' eloquenza. » Per arrivare al segno prelisso comincia P autore a parlare della capacita, delPestensione e delPattcuzione 1^6 TKATTATO clie a ben ragionaie si richiede. 11 ragionare non e die r arte di condursi a scopriie e dimostrare ve- rita ignote , discorrendo una seiie di verita note. La capacita di cio fare consiste in sei principal! doti : i.° in una pronta memoria d' idee e di segni; a.° in una forte reminiscenza ; 3.° in una focile intelligenza dei rapporti delle idee ; 4.° nella cliiarezza di con- cepirle e legarle ; 5." in una instancabile attenzione ; 6° in una forza creatrice. L' estensione poi della mente dipende da due cose , dal numero delle idee reali e dai lavori clie per esercizio vi son fatti. L' at- tenzione, dice, con non niinore ingegno clie verita il nostro autore e il niicroscopio delf animo; e nasce da tutte quelle cagioni clie destano la curiosita , le quali sono principalniente il vivo dcsiderio di ben conoscere le cose , la novita delle cose stesse , V uso dei segni sensibili , la forza degli affetti , finalmente lo scrivere , e lo scrivere con contenzione. Cio pre- messo , r autore passa a trattare del raziocinio, e di- mostra quali ne siano le parti , e quali e quante le forme. Quindi discorre le usitate maniere di argo- mentare, le quali sono sette , cioe il sillogismo, f en- tirnenia , Y epiclieronia , il dilemma , la induzione , il sorite e V esempio o paragone alle quali si contrap- pongono i diversi generi di sofismi , che gli antichi ridussero parimente a sette; ai quali altri sei aggiunge il Genovesi. Questa parte del trattato e aridetta anzi che no , e si veste di austerita tilosofica piuttosto clie di rettorica amenita. Eppure il far uso delle armi dia- letticlie nei certami della eloquenza , e T applicare le forme scolasticlie all' arte oratoria richiede attento stu- dio , fino accorgimento , ed una grande cautela , per cui si apre un bel campo all' ingegno dell' insegna- tore. Onde se l' autore avesse adeguatamentc spiegato le regole e le avvertenze da osservarsi in tal mate- ria avrebbe bene compiuto l' opera sua , e meglio di- mostrati i mezzi coi quali I'oratore s' impadronisce degli aninii; poiche il dire semplicemente, come ve- demmo, che « i sillogismi o gli entimema si riducono dell' arte ORATORIA. IQ'7 orator) merce la conveniente amplificazione , che cia- scuna proposizione puo ricevere dalla eloquenza 5) non basta certamente alia plena e giusta istruzione degli alunni. Dai modi di convincere 1' intelletto col dimostrargli la verita passa naturalmente 1' autore nel capitoio V a quelli di myovere il cuore coll' eccitarne le passio- ni ; parte principalissima delia eloquenza, per cui af- fermava Cicerone die se si toglie all' oratore quella parte di filosofia che tratta della vita e dei costumi, nulla 2;li rimane. Ma la scuola delle passioni sta den- tro di noi; e tutto F insegnamento si ridure alia nota sentenza di Orazio : si vis me flere^ dolendiun est pri- muni ipsi tibi. « Laonde , dice il nostro autore , un seni- plice quadro delle passioni , un brano di bello mo- rale , una reminiscenza di quella brama insaziabile di eserbitare le nostre facolta sensitive ( clie si pose come attiva cagione di ogni buona invenzione), un' ul- tima occhiata alia bellezza , come quella che in noi desta nobili sentimenti , ed informa i costumi nostri, sara la migliore di ogni lezione. Cosi il lavoro si ri- dnce ad unita , e si conchiude colle stesse massime con cui fii cominciato 5). Pertanto per mostrare F origine , la natura e la serie delle passioni T autore adotta la teorica che il Venanzio insegno nella sua Calloiilia. II quale pone come principio e fonte di tutta la moralita il biso- gno che ha \ uomo di esercitare le proprie facolta sensitive, e distingue in questo csercizio tre gradi , la tennita, la medieta e 1' eccesso cui corrispondono tre cpialita neir eserclzio medesimo , cioe T eserclzio te- nue , il moderato, ed 11 vlolento, e tre stati delFani- ma che chiama di noja, di piacore e di dolore; e fa che tutti gll umani difetti nascano dalla noja , tvitte le virtu dal piacere , tutti i vizj dal dolore. Qnindi , come r autore stesso avverte , questo capitoio si com- pone quasi tutto di brani della Calloiilia bene con- nessi ed oppoitunamentc acconciati all' uopo. Iq8 TRATTATO dell arte OPxVTOr.IA. Cosi ha tine la prima parte di questo trattato , in cui 1 autoie pose i fondanienti di tutto cia clie nelle altre quattro parti si propone d" insegnare e ch' e ricra d' importanti osservazioni, di saggi precetti e di utili esempli. Noi non potremmo abbastanza racco- mandarne T attento e diligente stndio, poiche in essa si comprende quella vera e soda dottrina estetica die rende 1' arte oratoria efficace e sapiente , e che apre la via a bene apprendere nelle altre quattro parti sussegvienti quelle regole e quelle avvertenze che co- stituiscono per cosi dire il meccanismo dell' arte me- desima. Per tal motivo e per meglio imprimere nelle menti questi fondamentali principj V autore alia fine del 1.° volume reca in poche parole il concetto die ebbe nel riunire i varj precetti dei grandi antichi e moderni maestri dell' arte del dire, ed offre nel modo seguente Y epilogo della piima parte. « L' arte ora- toria, egli dice, e arte bella al pari delle altre imi- tatrici , agisce pel medesimo stimolo , ed al medesi- mo speglio si abbiglia e si atteggia, ed in conseguenza la sua invenzione non e che una imitazione della na- tura , siccome una imitazione della natura e pur la invenzione delle altre dive sorelle. Ispirata anch'ella dal genio , consigliata dal gusto , guidata dall' abilita, prevalendosi de' suoi mezzi e delle sue particolari isti- tuzioni dipinge il bello della natura medesima , or semplice , or mezzano , or sublime : producendo , or prose umili e famigliari , ora eleganti e fiorite , or solenni ed elevate a seconda della materia e delle occasioni , in cui debbe far mostra del suo valore. Finalmente ogni arte ha per iscopo primario o il di- lettare o T istruire. Ella antcpone Futile al diletto, e a pro del vero , del giusto e dell' onesto impicga le armi della ragione e Tassalto degli affetti, onde giun- gere gloriosa al suo intento. Cosi si voile rappresen- tare quest' arte sublime, la quale uscendo armata dal seno della natura come Minerva dalla fronte di Giove per sostegno e conforto dell' umanita ai piu grandi perigli si avventura e trionfa ». 199 PARTE 11. SCIENZE ED APvTI MECCANICHE. Lettera al sig. dottore De Filippl sulla Ikotripsia. Pregiatissimo signor Cavaliere , X oiche il felice e l)el risultato clie I'ainico e collega mio dottor Collicx pubblicamente ottenne in Rlilano nella cura d' un infermo affetto dal mal della pietra, per qnella nuova inaniera d" operare , per la quale anziche estrarla da taglio la si va a cercai-e e distruggere meccanicameiite nella ve- scica delle orine , ha persnasi finalmente gli animi sulla vera milita di qnesto ritrovato , ed lia fatte nascere per nn lato filanu-opiclie cure e provvediinenti perche se ne propaghi T uso , per T altro onorevole gara onde eseguiria a dovere e meritare 1' assegnato premio ; allora io, non ultimo forse fra i medici italiani clie di tale scoperta piu operosamente si occuparono e primi la misero in pratica, ebbi in aniuio di riunire quanto di buono e di nieglio mi ho sentito su tale subbietto, non che il frutto della mia espe- rienza e de' miei pensamenti , ed offerirlo a coloro che vorrebbero addestrarsi a condurre fellcemente tal inaniera d' operazione. Se non die pari al dcsiderio non furon poi le forze mie, ed uno sgraziato male che mi colse e gia si lungo tempo mi travagliava, togliendomi occasione a nuovi fatti, e nuove idee m' ha tolta pure ogni lena ad esteso la- voro. — Egll e perche ml e stato forza , pregiatissimo si- gnor Cavaliere, di rimandare a miglior tempo I' esecuzione del mio proposto , il quale avvegnache dilTicile a lien con- dursi per la novita e T importanza dell'argomento, per cio appunto spero sarebbe benignamente accolto da' medici che pur vorrebbero un traitato su tal maniera d" operare che ijianca fino ad ora. Ella si e di fatto generale querela che uitte le opere che si hanno su tale soggetto non siano suf- ficienti a darne chiara e precisa idea, che veritiere non siano neile narrazioni lore, infine abbiano jrli autori d'csse 200 SULLA LITOTRIPSIA, avuto per solo scopo lo esaltare II proprio metodo a sca- pito clegli altrl e nulla piu. Non abbinn quincli avvertito a quali pericoli o danni si possa andar incoiitro e come sfug- girli , e mostrando qnella operazione seinpre in tutta la pienezza del suo bello, scevra da quegli ostacoli e malau- gurati avvenimenti clie, quantnnque rari , pure Tesperienza ha talvolta dimostrati , anziche propagarne T uso , lo ab- biano liniitato o reso dannoso. — Questa e la ragione die mi avrebbe mosso per dire su questa operazione clo cli'io ne so , questa sara la guida che condurra il niio lavoro , il quale faro pubblico a suo tempo ove altri degnamente non mi preceda. — Miglior argomento al certo trovar non si potrebbe della somma utilita dl questo bel ritrovato del- r arte di guarire che i molti e rapidissimi progress! che ha fatti nel corso di pochi anni , si che il metodo , die non ha niolto era ancor reputato, per la piii parte dei medici d' ogni nazione , troppo ardita anri dannosa impresa , ora si accetta quasi da tutti cui tocca I'animo filantropico sen- tire , con uno sguardo di soave compiacenza , e si move a gara per fame benefico imj^iego. Ne questa diffidenza che per buon tempo si ebbe contro la nuova scoperta, era in- giusta cosa o vituperevole , die tale soltanto poteva essere quella di coloro cui eccitava a disprezzarla vile passione o bassa ignoranza. No ! la litotripsia, operazione che dob- biamo all" eta nostra die ne la diede in buon punto, non era, allorche fu presentata alia scienza, gran fatto diversa dagli informi tentativi che si trovano accennati ne" fasti deir arte nostra :, e lo averci presentata quella merce sic- come nuova cosa e capace di felicissimi risultati, rese a buon dritto restii nello accettarla con quel calore che pur meritava il soggetto. La viva gara , che di poi si accese principalmente fra tre de' medici francesi che ambivano al- I'onore della scoperta, tolse cio che di gretto ancora e d'|im- perfetto vi restava della prima coucezione, allora si fecero di molti tentativi per renderne piii perfetti gli stromenti destinati all' uopo , si costrinse la meccanica alle piu ar- dite combinazioni , e con bella serie di fatti si fissarono i destini di questa nuova operazione. Pure, cio malgrado, il principio su cui essa si fondava , abbenche vero in buon numero di casi , non lo era pero in tutti ; ed avvegnache si portasse in campo e 1' autorita degli antichi , e 1" ob- bliata sentenza d'alcuni repntati autori , ed i fatti recenti. LETTERS DI A. BKNVENUTI. 201 tuttavolta il sontlaggio rettilineo poco o nulla quadra va, die lo addirizzare la curvatura del canale deH'uretra quan- d'aiiche in molti casi possihil cosa , era pur sempre un far violenza alia natnrale direzione delle parti. Lo stromento retto non era poi ben adntto onde ricercare coiiveniente- mente 11 basso fondo della vescica ; e protetta dalla pro- stata ed afTondnta pel proprio peso, la pietra o non po- teva esser afferrata dalle branche dello stromento, o sfug- glva al tocco , nascosta in quella intentata cavita. L'avevi tu presa ;, ben raro egli era die tu la tenessi a dovere , die talvoltr, si stava fra due sole brandie e fuori del cen- tre, per cui vana riesciva Tazione de' trapani : tal altra tu credevi poteria intaccar ben bene e passarla da parte a parte, e quando men lo si aspettava, scappava la pietra di mezzo alle brandie dello stromento che la tenevan fer- ma non gia co' suoi uncini ma per sola elasticita di esse. Ingegnosissimi oltre ogni credere si furono i raezzi che vennero posti in opera onde far larglii forami alle pie- tre e distruggerle per tal modo nel piii breve spazio di tempo possibile f, se non die la forma diversa di esse e la consistenza loro, non die Tincertezza del luogo, ove avrebbe ad agire il trapano, facevan si die si trovassero intoppi e non se ne traessero tutti que' vantaggi die pur se ne vo- levano. Quindi le cure riescivano lunglie anziche no , per- clie troppe volte doveano esser adoperati gli stromenti : da cio il lagnarsi degFinfermi e il danno che pur sovente ne nasceva. — Malgrado ogui ostacolo, si continue pero a far litotripsie e si suppli colla destrezza e con ogni ma- niera di cure a cio che pure era nianclievole in quella ope- razione. Infrattanto si moltiplicarono i fatti, ed av-egna- che accadessero per la piii parte in Parigi , dove ebbe e cuUa e fomite quel nuovo metodo , cio nulla nianco qual- cuno se ne annoverava in altri paesi e presso altre na- zioni. E che cio sia , lo prova il vedere , siccome un va- lente chirurgo danese, il sig. Jacobson , fosse il primo a dare un' altra direzione alle ricerche a fine di dare mag- giore perfezione alia litotripsia. Egli presento alia scienza uno stromento curvo e fondato su d' un altro principio , lo stritolameiito cioe per mezzo della pressione. Le quali due innovazioni , quantunque gia fossero state messe in opera , quella della forma curva prima d' ogni altro , dal vero inventore, a parer niio, della litotripsia il signer 202 SULLA LITOTRIPSIA, Eldgerton di Edimlmrgo e dal signer Leroy d' Etiolles , Taltra dal signer dottore Amussat, pure non aveaao sor- tito un esito felice e non se u' era tratto partito. Questo nuovo stromento fu accolto dalla celebre Acca- demia delle scienze di Parigi con tal aura di favore die non sareblje facilmente giustificabile. L' illustre Dupuytren, uno de' suoi piii gran luminari , lo prese sotto il patroci- nio suo ; ma le niolte mende clie si riscontrarono in quel nuovo congegno 1' han fatto clo malgrado lasciar da Ijanda. Infatti peccava egli , perclie poco attivo, peccava perclie difiicile a maneggiarsi , peccava infine perclie pericoloso. II iDodo con cui afFerra la pietra e incerto oltre misura e poco dilicato, giacche in cio solo consiste, nel farla entrare in quell'ansa clie forma lo stromento quando siasi spinta in avanti la parte mobile articolata. ]Ma quell" apertura non puo capire clie pletre piccole assai, le quali ove non sieno prese nel bel mezzo , scnppan via se tenti di stringerle forte per iscbiacciarle. E lo scliiacciarle e ella poi azione che distrugga rapidamente e bene '' E lo stromento puo egli esser lobusto a segno da concederlo nel piu de' casi' No certo ; la presslone impiegata come mezzo raeccanico per rorapere la pietra in vescica, e mezzo infedele, spesso anclie pericoloso. Di fatto si opera alia cieca , con una forza morta die non puo essere calcolata, ed in vece di far buona copia di frantumi , spesso accade die il corpo straniero appena si divida in due , spesso anclie sgraziatamente lo stromento si storce o si rompe. Questo modo d* azione inol- tre e poco conducente ad effetto, conciossiache in cam- bio di distruggere alia presta , alio invece forza le mole- cole costituenti la pietra a ravvicinarsi sempre piii e le ammassa per modo, die talvolta e spesso rimangono ade- renti alle brandie dello stromento die resta percio soc- cliiuso e piii grosso di quello die si convenga. Pure egli e grave a non poclii cliirurghi lo abbandonare questo si- stema di'essi reputano, forse senza la dovuta ponderazio- ne , piu dilicato ed egualmente attivo della percussione per la quale la litotripsia lia recentemente avuto il marcliio d' una sublime semplicita. Se 1' abbiano essi adunque ove lor piaccia 5 ma pongan mente , che se non saran parchi nello impiegarlo , e se in cambio di farne uso per ecce- zione , soltanto in cjualclie caso di pietra piccola o molle , ovvero su di un infermo assai pusillanime , vorranno farne LETTERA DI A. BENVENUTT. 203 regola gencralc e servirsene iu ogni circostanza, non varra ne perizia , ne ciira , ne lo averlo adattato a stromenti me- glio foggiati di qiiello nol sia il frangipieira di Jacobson , a preservarli da un danno immiiiente. Vaglia il vero perb, quel frangipietra e di tutti gli stromenti di litotripsia il solo che possa essere messo in opera senza tenia clie n'alj- bia a venir male , quand' anclie accadesse cli' egli abbia a piegarsi o rompersi , poicbe in tal caso lo si puo ancora estrarre facilmente e parte alcuna non vi rimarra per en- tro la vescica. Cio si ottiene col levare da sola la canmila che rac- cliiude le aste costituenti le due brancbe, la fissa cioe e r articolata : allora, se quella si sia piegata , vi si adatta Taltra assai facilmente, ed ambedne si estraggono, od una di esse e rotta , eppero tutto lo stromento verra fuori,clie quella parte restera tuttavia attaccata da un lato e sara strascinata, per cosi dire, a rimorcbio. La somma sempli- cita del litotriptore di Jacobson poteva ancbe un tempo conciliargli gli animi ;, ma ora un altro ne al)biamo die a nessun la cede ne in bella semplicita , ne in vera potenza. Ma prima che di questo io passi a far discorso, egli e qui luogo, e me ne varro, per dire alcnncbe su di quello, die io pure ho imaginato durante la mia fermata in Pa- rigi nelle annate i832-33. Vero egli e, che poicbe 1' espe- rienza ha dimostrato essere la percussione mezzo vitilissimo ed applicabile nella maggior parte de' casi a tal maniera d' operazione , tutti gli altri stromenti, ed il mio con essi, hanno perduto del lore valore ; tuttavolta parmi non an- dar lungi dal vero , se porto lusinga poter esso ancora ia qualche circostanza servir bene all' uopo. — Accade tal- volta die la pietra che s'' ha da rompere , sia dura oltre- modo , e la via da percorrere per giungere in vescica al- quanto stretta, s\ che sohanto e lecito il passarla a stro- mento di jDiccoIo calibro:, tal altra si e condotti per molte ragioni a porre in uso questa operazione, malgrado il vo- lume del calcolo , giaccbe una spaziosa vescica ed altre fa- vorevoli circostanze il concedono. Non sara egli ben fatto ia tal caso di bucherare il corpo straniero in varie di- rezioni a fin di stritolarlo di poi facilmente , senza tema die egli resista alia forza di stromenti die ne sara stato dato di porre in opera ? Ed ove si al)bia a servirsi di stromenti a perforazione , perche non poss' io iusingarmi 204 SULLA LITOTRIPSIA, die il mio venga preferito, siccome il solo cnrvo , presta- mente attivo e foniito di vanlaggi, del quali noa voglio era parlare, ma clie furono da me esposti quando feci di pubblico diritto il mio ritrovato. Oppose nella Gazzetta me- dica di Parigi il sig. dottore Pravaz all' opinione emessa parimente in quel foglio da persona cui piacqne di ana- lizzare favorevolmente il mio lavoro, e disse, non aver io presentata cosa nnova, ma essere stato proposto un si- mile stromento al mio nella principale sua costruzione dal sig. dottore Enrico Earle , con questa difFerenza per o, die egli lo voleva fatto per rompere pletre voluminose die non potevano escire dopo il taglio;^ mentre io I'lio destinato a penetrare per le vie natural! e la romperle. — ■ Agglunse inoltre , die non v' ha stromento cnrvo die alia naturale direzione del canale s' adatti andie durante 1' operazione , infuori di quello per esso lui imaginato, e die gli altri tutti ed il mio non aveano quelle qnalita die per tal for- ma di congegni si sarebbe voluta. — Fu risposto alia pri- ma di queste obbiezioni, die non essendosi riscontrato in alcuna delle opere mediche die parlano di tale operazione, e le pill iasigni furono citate, cenno alcuno di quello stro- mento oh' egli diceva predecessore del mio , sarebbe stato bene die ci facesse note donde tratta egli avea tal cognl- zione. Detto die la cosa stava nel XI volume delle Transa- zloni medico-diirurgiche di Londra , fu consultato il libro, e quanto fosse povera quella opposizione non vale il dirlo ; ben diro , die se lo stromento mio portasse frutti , poco assai mi carrebbe vi si trovasse affinita con altro conge- gno ad altr' uso destinato ;, che lo avere il litolabo di Le- roy, detto a torto di Civiale, rassomiglian^a col leva-palle Alfonsino , come Tottlmo percussore curvo del dott. Heur- teloup con altro piii ignobile stromento, il podometro dei calzolai , non inferma ne punto ne poco il merito di que- ste belle invenzioni. — II litolabo del sig. dottore Pravaz, non v' ha dubbio, e fatto per tal modo che resterebbe curvo e s' adatterebbe, come egli dice, alia naturale ten- denza del canale anche durante P azione di esso , ove po- tesse esser messo in opera , ma sgraziatamente pare che la curvatura appunto che egli vi ha data , lo renda inetto alio scopo, e non si sa se sia stato adoperato con qualche esito. Foggiato com' egli e, le tre branche di cui consta si svolgono rivolte alio insii anziche tendere al basso dove LETTERA. DI A. BENVENUTI. 200 trovasi la pietra, e per distrnggerla quaiid' anche fosse piesa , non vi sono clie niezzi assai deboli ed infidi. Per lo die vorrei die fosse pubblico almeiio per disegno quello stromento siccome lo e il mio ^ allora Y aao e V aliro po- trebbero essere gludicati a piii sicura prova; ne parrebbe forse severo cio che di quello stromento credo dover dire in rlsposta al sig. Pravaz : aver egli cioe mostrato con quel lavoro , essere piii versato assai uelle diflicili combinazioni ineccaniche, del qual sapere egli ba date luminose prove neir arte ortopedica , di quello cbe sia nella organica strut- tura delle vie die dovea percorrere il suo stromento. Con buona pace quindi del sig. Pravaz permetta egli cbe imo straniero possa ricevere nel suo paese quell' onore di cui fu creduto degao, cbe nulla toglie al merito del suo ritro- Vato , giudicato gia da tempo. — Del mio stromento tu detto dalPamico e coliega mio dottor Colliex , non dover esso raccorre piccoli frammenti e calcoletti nell' interno della vescica , la qual cosa ammetto io di buon grado , ma per difendere pero tal menda , varrommi delle sue stesse pa- role, quando egli dice in altro luogo cbe " la facilita di " prendere la pietra dipende piuttosto dalFabito cbe si ba » di operare con uno stromento o coll' altro. " Vero egli e die il percussore curvo del dottore Heurteloup , di cui a buon dritto si va rapidamente propagando 1' uso , tutti li viiace non solo per altre ragioni ma anclie per cio ;, re- sta pur tuttavolta buono il mio litolabo pe' casi d' erce- zione di cui bo parlato piii sopra, e terra quindi non inu- tile posto nella storia dell' arte. Singolar fortuna delle cose ! La litotripsia nasce da una idea opposta afFatto a quella cbe s' aveva in allora, doves- sero cioe gli stromenti essere curvi per entrare in ve- scica , ne potersene adoperare di retti : 1' esperienza mostra la possibilita del fatto , e si cbiania a rassegna la teoria , e nuovamente la si coraponci poi eccoci di bel nuovo alia forma curva , ed in quella troviarao tutti gli dementi di un' attiva cooperazione. — L' impresa e ardua assai, sic- cbe si fanno di molti tentativi e si niettono a cimento le pin ardite combinazioni della meccanica , ed eccovi d' un bel tratto la litotripsia al suo piu gran perfezionamento a cui forse possa giugnere fatta a colpi di inartello. — Que- sta idea non ebbe, siccome molte delle piix importanti alia umanita, credito di cosa buona, allordie nata appena, si 206 SULLA LITOTRIPSliV , seppe in Francia: fii detto esser bizzarria d' uomo ne aver- sene a tener coiito ^ altri, ed io f'ra quelli il confesso , cre- dettero non potere uiio stroiuento di tal volume avei- teni- pra si forte da spezzare uaa pietra vescicale anche di mole ordinaria: linalmente non pocUi vi fnrono che prima d'ogni esperienza e d' ogni analisi dissero dover essere qnella dan- nosissima impresa. Eppero pochi anni ajjpena sono tra- ' scorsi , e gia una baona serie di fatti hanno assegnato a quella invenzione il posto clie le conviene, onorevolissimo per la scienza e coufortante oltre modo per T umanita. Gia tal maniera d' operare ha tocco al vivo la mente dei raedici d' ogni nazione, e si amove a gara per arricchire la scienza di nuove cure per tal mezzo ottenute , e per dare ancora, ove sia possibile, maggior lustro alia cosa. Se non che non vorrei che troppo allettati da un' apparente facilita , e sedotti dalla brauiosia di fame in copia grande, avessero essi ad incappare nell' error e di scegliere preci- pitosamente gl' inter mi e gli stromenti all' uopo, dal clie venirne potrebbe danno alia nuova scoperta. Questa e tal operazione che sebbeue riesca in alcune circostanze nel raodo il piii semplice e con un operare ar- dito , pill spesso pero vuole un dilicato ed accuratissimo procedere onde 1' esito ne sia chiaramente fortunato , ed abljia tutto 1' incanto clie si bella la rende. Ne sembrar potrebbe esagerato il mio dire a chi F avesse vista ese- guita da niano niaestra. — L' infermo sia che s' adagi sul proprio letto o su d' altro destinato all' uopo, e coHocato in tal posizione che ne lo cruccia , ne lo spaventa , come sgraziatamente accade quando si faccia il taglio. Egli pog- gia placidamente le membra su quel piano, ha solo il capo e le spalle sorrette da morbidi guanciali , e le cosce rac- colte un po' verso il ventre , puntellate da' piedi , a line che le parti tutte del corpo sieno lievemente rilassate. Al- lora vedreste il chirurgo, nel caso che 1' infermo non possa rattenere sulTiciente quantita d'orine per distendere a do- vere la vescica , introdurre dilicatamente una sonda me- tallica , e per quella far spingere entro per mezzo d' uno schizzettatojo un liquido semplicemente mucilaglnoso o me- dicato com' e niia usanza. Cio fatto ed uscitone quello stro- mento nella stessa guisa, 1' altro vi e condotto, al quale tocca di afFerrare e rompere la pietra con pratiche si gen- tili che r infermo non abbia a trar laraento nel piii de' casi , LF/iTEUA DI A. BENVtIsUri. 207 e nel piii Ijreve spazio di tempo possibile. Qucsta , assni jiiii tl' ogiii akra operaz.ione , vuole avverato quel detto si coiiiune , die s' abliia ad agire alia presta , sicuro e con serPiiita d'animo;, ma questa , siairii pur lecito il dirlo , dair altre tutte si scosta per moke maniere d' argomenti , si die mal gindicherebbe chi per I'esito infausto die u'cbbe tal reputato chirurgo, accagionar ne volesse il metodo. E gia lo provava le inoke volte P esperienza , ed io fni te- stimonio de' bruttissiini risultati die ne ottenne uno de' piii gran Inmiiiari dell'arte nostra die ora uoii e piii. Di fatto ella e ben akra cosa lo operare alia cieca , o quaiido le jjarti ti stan sott' occliio, ben diverso egli e il tagliare fran- camente e con arditezza , o ricercare dilicataiuente e con rapido procedere cosa die ti sfugge in una profonda ca- vita , per lo die vi vuole tal destrezza die non s' acquista die per lungo lunghissimo osercizio. Egli e vero , il letto meccanico del dottore Ileurtelonp ha reso assai piii facile ii trovare tosto ed afl'errare il calcolo ; pure v' ha de' casi ne' quali s' inconlra ancora molta diflicolta , ed una bella ed esattissima esplorazione e pur sempre non agevol cosa. Arroge a clo , die se per hen operare negli akri casi di nialattia riesce utilissinia guida lo avere veduto in prima farsi quella operazione da mano maestra , e cio vale assai piii d'ogni niinuta descrizione die se n'abbia letta, la lito- tripsia lo vorra a piii buon dritto per la gran varieta di casi die preseiita , de' qnali invano si cercherebbe di dare con parole un" idea sufficiente. — Ho spesso udite persone dell'arte reputar diflicili alcuni tempi dell' operazione, ep- pure nol sono, e dar poco peso ad akri ne' quali appuuto sta 1' arduita dell' impresa. Akri ne ho visti e ( mi sla le- cito il dirlo ) sono il piii gran numero , guardare i varj stromentl destinati all' uopo senza saper scernere le di- verse qualita loro , la ragioii delle cose, ed avvertiti dover eglino por mente a tale o tal altra forma, non fame caso ^ forse mal applicando in loro pensiere la vieta sentenza ap- pena vera ne' casi piii comuni d' operare : Essere la mano del chirurgo, non gia lo stromento, die fa 1' operazione. E vi sono di moki cambiamenti e modificazioni a mo' d'esem- pio nelle dentellature del percussore curvo del dottore Heur- teloup che in se racchindono grande argomento di buoiia e bella riescita , e pero non sono ne conosciuti tutti , ne ponderati davvero. 20O SULLA LITOTKIPSIA, Del quale errore vorrei non avessero a convincersi col fatto coloro die porraniio In jjratica questa inaniera cl'ope- rare per lo meglio degl' iiifermi e per onore della scienza e della nuova scoperta. Vorrei parimente non fossero troppo corrivi a servirsi di stromenti esciti da ignota oilicina e non abbastanza provati per non averne danno. Tolga il Cielo clie io voglia menoinaniente defraudare con cio il merito d' artefici anche oscuri e specialmente quelli del no- stro paese capaci di rivalizzare per arte e per ingegno con quei d' ogni akra piu colta nazione ; ma forza di cose ci Vuole per questa maniera di congegni, servi di maggiori ofEcine straniere. E di fatto in quelle gran copia se ne co- struiscono da particolari operai con ogni sorta di cure e raftinanienti 5 ed i migliori sono scelti per essere soggetti a ripetute prove e messi in commercio ; lo clie invano si pretenderebbe fra noi dove si poca e si rara ne e I'in- cetta. Che se poi spinti da onorevolissimo sentire si vuole animare e dare incoraggiamento agli artefici d' Italia, lo si faccia , ma stia del pari V altro ben sacro dovere di non arriscliiare la salvezza degl' infermi con istromenti sulla validita de' quali non s'alibiano gia avute ripetute ed in- dubitabili prove fuor della vescica umana. Chi vuol adde- strarsi a tal maniera d' operazione faccia iiso di que' stru- menti , ed ove gli accada di rinvenirne uno , nel quale la tempra sia riescita per modo die resista a' piu forti colpi e con pietre volnminosissime e di gran durezza , allora solo lo metta arditamente in opera. Se nelle officine d'armi a fuoco si suole imporvi doppia carica di polvere per fare sicura prova della forza die posseggono , e nol dovremo noi per I'armi nostre dalle quali dipendeH' puo la vita del- r infermo e la nostra reputazione? — Ho detto die sono stati fatti cambiamenti al percussore curvo del dott. Heur- teloup 5 e quantunque tali modificazioni nulla abbian tolto al principle su cui si fonda, pure lo hanno reso per molte ragioni piii perfetto assai di quello non fosse da prima. Egli e fuor d' ogni duliljio die le dentellature distribuite , siccome lo erano neilo stromento primitivo , lasciavano parti di esso piii fragili d' altre ; conciossiache cssendo opposti sulla stessa branca i denti quadrati , eran quindi opposti gli spazj inferiori e la peccava necessarianiente lo stromento in solidita. Questa menda fu corretta con esJto felicissimo, facendo in modo fosse im dente opposto LETTERS DI A. BENVENLTI. 200 ad uno spazio, sicclie nessuna parte di esso restasse d'altra piu debole ; la quale niodificazioiie doveva ottenere gene- rale assenso, e pare 1' ahljia avuto. Non cosi saraii da lutd accettate le aggiuate ed i cam- biamentl die fecero al percussore i signori dottor Segalas di Parigi e Francesco Cliarriere repntato fabbricatore di stromenti cbirnrgici in qnella capitale. Pensarono essi di adattarvi iin conipressore e ne modilicarono le dentellature cbe eglino credettero pericolose per la vescica. Ma si Tuna che r altra di queste idee non furono felici, e lo stiomento per tali aggiuate non fu perfezionato. Clie la pre^isione non sia da sostituirsi alia percussione die si presto, cou tanta attivita e senza pericolo puo essere inessa in uso col per- cussore del dottore Heurteloup, gia lo dissi , ella e indu- J)ital)ile cosa , ed ogniino potra fame esperienza ; die poi lo smussato che diedero que' signori alle dentellature dello stromento I'abbian reso piu adatto a iiiano inesperta, egli e cio ancora che asserire non si potrebbe. Dice il dottore CoUiex che quelle stromento diilicilmente tien ferma a do- vere la pietra , speciahnente se sia rotonda e piuttosto la taglia anzi die spezzarla, a cagione di quella terza serie di denti che stanno nel mezzo della branca mobile ; ma quella cresta pare 1' abbia tolta il signor Cliarriere , poiclie ne' varj stromenti che ho presi dalla sua fabbrica, e ne ho di recenti , quel dentellato si sta a paro de' due laterali e niente piii. Tuttavolta anche cio malgrado , quel modo di costruzione non ha a parer mio gran valore, anzi nel piii de' casi puo riescire dannoso. Di fatto deve essere qualita essenziale di un percussore curve che le branche abblan forza eguale , si die 1' una all' altra non ceda ; ma nello stromento de' signori Segalas e Cliarriere la Iranca fissa e di gran lunga piii debole di quella che le deve spingere contro il calcolo che sta afFerrato fra di esse, essendo- che quella e fatta a foggia di cucchiajo , questa e com- patta, e piii spessa di mezzo il volume dello stromento. Le dentellature, siccome dissi , sono poco pochissimo at- tive , ma forza del vero vuol pero che si dica pure che rotta e schiacciata la pietra, quand' anche si raccolga buona dose di trltume nel cucchiajo della branca fissa che non sempre tutto tutto si puo far escire, lo stromento sara bensi piii voluminoso di quello forse nol si vorrebbe, ma i denti jion reclieranno guasto al cauale orinario , perchi; sono Bibl, Ital T. LXXXIH. 14 aiO SULL.V LITOTKII'SIA, rivoltati alio indentro. — E perche ini son fatto a parlare de' cainbianienti clie sono stati esegniti iiel percussore, un altro pure ne annovefero, il quale avvegnaclie non abbia come anche gli altri cambiato per nulla alia foinua prin- cipale dello stromento ed al prhicipio su cui vi fonda , tuttavolta fu buona idea e sark da adottarsi in certi casi. La niaggior delle mende die si riscontri pur senijire nel percussore ancbe il piu ben costrutto , ella si e la som- ma difTicolia clie si ha per cacciar fuori dalle branche tutto il trituine che vi si raccoglie , e sia che la forza impiegata sia di pressione o quella migUore della percus- sione, resta pero quasi senipre lo stromento un po' piii voluminoso. II sig. Holdhara di Duljlino ha fatta , a luio av- viso 5 non ispregevole modilicazione colPaprire interamente fin presso alia sua estremita la branca fissa che prima non era perforata che nella curvatura di essa e nelia parte retta dello stromento dove meno im porta. Riesce per tal fatto facilissima la espulsione di tutti i frantumi e del tritume che via son cacciati dalla iDranca mobile che s"" interna in quella apertura. Ne si creda dover per cio essere piu de- bole quel braccio dello stromento di quello die sia negli altri ; primieramente perche le due pareti laterali che lo compongono sono sulTicientemente larghe, anzi quant' e il diametro del percussore, poi per quella legge lisica per cui una lamina resiste al sommo, se tenti di spezzarla forzandola nel senso della sua larghezza , meotre cede tosto se la si prema secondo la sua spessezza. Neila parte concava della cosi detta branca fissa sonovi leggiere denteliature od in— tagli che dir si vogliano per rattenere piii sicuramente la pietra ■■, per distruggerla poi va armata la branca mobile di buoni denti quadrati ed alterni — Malgrado le quali mo- dificazioni ingegnose ed utili , il percussore curvo del dot- tore Heurteloup con denti alternati , sta ancora, a mio pa- rere, in primo posto, perche stromento da adoperarsi con esito felice nella generalita de' casi , mentre gli altri nol sono che per circostanze particolari e a mo'' d' eccezione. I fabbricatori inglesi e francesi ne hanno cambiata 1' in- terna costruzione, la quale ora si e semplicissima oltre ogni credere e di gran lunga migliore di quello die non fosse; prima lo stromento constava di tre parti che si iinivano tra lore a coda di roiidlne , ora son due sole e piii sicuramente connesse, ban cambiate anche le armature ed altre parti LETTER4 DI A. BENVENUTI. 211 accessorie, ma di cio non vale il parlare piu oltre. — Avvi cosa pero che parini degna dl qnalche riflesso , e si e la diversa Inngliezza data a' pcrcussori , de' quali nientre al- ciini appena toccano otto pollici, altri ne iianno fin dipci; e cio vale vi si ponga inente. — Noa v' ha diibljio che se r uretra d' ordlnario snol essere almen lunga otto poUici nel suo stato natnrale, uno strouiento per potersi spiegare ed agire nell' intenio della cavita vesclcale, vorra esser piii lungo di quanto iiiiporta per contenere nella sua apertura il calcolo ; ma se in cambio di tenere il canale siirato siillo stroniento 5 come se lo si volesse con quello livestire , lo die da qualche vezzo all' operazione e vero, e pare al ve- dersi dilicato procedere , si spingera il perciissore verso la vescica senza por mente alio ammassarsi e raccogliersi in poco spazio che fa il pene col suo canale per la sonmia flessibillta di cui va dotato , si vedra come abbia nno stro- mento di soli otto pollici di lunghezza a bastare per af- ferrare con facilita nel recipiente delle orine quella pietra che sara stata riconosciuta capace di meccanica distruzione. Se quindi ambedue ponno servir bene all' uopo , perche non si fara egli uso di stromenti piii corti , ne' quali mag- giore sara la forza e la sicurezza , perche 1' azione desti- nata a rompere la pietra, sia dessa pressione o percussione, partendo da un punto piii vicino, perde percio assai nieno della sua energia. — Tutto fu saggiamenie calcolato, e lo si dovea in questa operazione, per fino la forma e la com- posizione del martello onde sia eflicacissimamente attiva. Di fatto piii d' ogni altro stromento da percuotere vale na mar- tello , il cui capo alquanto grosso sia di ferro semplice e raolle , onde nulla venga tolto dalla forza elastica di esso. II coUo che lo porta deve essere lungo e sottile si clie i colpi riescano piu vibrati, il manico di legno facile a te- nersi nella mano, o diro meglio fra le dita, perche per tal modo meno forza va perduta. Quantunque il battere tuUa estremlta liljera di un percussore possa sembrare cosa di poco momento , piire perche riesca cfficaceniente attiva ella e nianovra che vuol essere stiidlata. Chi non sa che to- gliendo per rapidi e ripetuti coljji alle molecole di un corpo di ricomporsi per 1' elasticita loro , questo si sfa in breve, rotto da minor forza di quella che parrebbe dovervlsi im- piegare ; tale principio si applichi al caso ed oiterrasii il desiato intento. — E poiche ora mi accade di parlare di 212 SULLA LITOTRIPSIA , questa legge , per cui piii facllmente rompesl uii corpo qua- Iniique qiiando ei sia prccipltosamente percosso , diro sic- come io noil al)bia mai voluto far use di un punto fisso adoprando la percusslone perche credo che il fatto vi sia applicabile. Percosso uno stromento gia fermato sul punto fisso, tutta la forza, e vero, si porta siil corpo afFerrato e non iie va perduta ^ ma ne riceve il rimbonibo la branca posteriore dello stromento che forza ta a rapido oscillare pub rompersi se la pietra ti reslste , lo che non e impos- sibil cosa. Se alio in vece verra coUocato e fermo il lito- triptore su di adatto congegno, che un attento assistente terra stretto fra le manl , avrassi non solo facile e pronta maniera di dirigere lo stromento a seconda del bisogtio, ma immobilita sufficiente per battere sulla pietra seuza te- ma. E se questa ti resiste a forte e ben regolata percus- sione, caso pero ben rado , meglio sara cedere il campo ad altra operazione , che per ostinato volere rompere o storcere ( tristissimo caso ) uno stromento in vescica. Al- I'appoggio di queste ragioni che pur mi sembran buone , hommi 1' esperienza mia e quella degli altri chirurghi che non fanno uso di punto fisso , ed ove anco non trovassi che le cose camminano piii facili e piii preste con tal pro- cedere, avrei per confortarmi a continuare in questa guisa il vedere e sentire dagl' infermi , che percio essl non s'ac- corgono de' colpi portati in vescica maggiormente di quello che accada facendo altrimenti. Ho parlato piii sopra del letto rettangolo del dottore Heurteloup destinato a rendere piix facile il sentire e pren- dere le pietre in vescica , e forza del vero vuole ch' io dica che questo congegno talvolta rende possibile tale ope- razione che per altro modo riescirebbe ardua assai ed anclie impossiblle. Fu tempo in cui portai opinlone contraria a questa sorta di letti meccanici , e la feci palese in un pic- colo saggio che pubblicai sulla Litotripsia. Dissi allora che grave pel medico e dannoso per la propagazione di questo nuovo metodo, egli sarebbe^ ove necessario esser dovesse I'incomodo apparecchio d'una tavola particolare da ope- razione , che quasi tutte afFatto i cliirurglii d''oggidi le hanno sbandite dalla pratica. Ma questa pratica appunto ne in- segna , che facendo si che T infermo , ad un cenno , si trovi col capo in basso e le gaaibe in alto, quella pietra che pel proprio peso e per spasmodiche contrazioni del LETTEKA DI A. BENVENUTI. 2l3 basso-fondo vescicale si sta afTondata e quasi immobile t e condotta a passare altrove, cioe nella sommita del re- cipiente die la raccliiude, ove piu libera d' impacci in luogo spesso anche meno dolente , perclie noii irritato dal contatto del corpo straniero, lo stromento la sente meglio e la prende piii agevolmente. Ho avuto un iiifermo, po- lacco di nazione , nel quale la pietra era stnta reputata da rinomati chirurghi fissa alia parete vescicale 5 ne giudicai altriiiienii, e messo in uso il letto rettangolare del dottore Hem'telonp, essa fu sloggiata da quella sorta di nicchio die si era fotto per la gravezza sua e dove pareva im- mobile jjerche strettavi ; fu fatta indi in pezzi con somma facilita. Quel letto inoltre rende piu sicura una esplora- zione per entro la cavita vescicale , sia per far cliiara una incerta diagnosi, sia per dare, conipiuta per tal mezzo una litotrjpsia , altissimo grado di certezza a quella guarigione. Ma per giugnere a beila meta non basta no sempre ne lo avero infermo adatto a tal manicra di operazione , ne lo impiegare i migliori fra gli stromenti che possegga la scienza e la dovuta perizia , ma fortuna che si spesso si fa arbitra delle sorti del medico , fortuna concede od ar- resta non di rado il piix bel fatto. lo vo' dire con cio che avvegnache la pietra sia stata facilmente e bene rotta in vescica , pure egli e forza aspettare con qualche ansia die il prodotto di qiielia meccanica distruzlone esca frammisto alle orine senza arrestarsi , ne ledere in suo cammino. Ne basta che 1' infermo prenda a larga mano bevanda mit- cilaginosa , o se quelle non lo accontentano , acqua sem- plice per avere una maggior secrezione d' orine, che tal- volta spinto dalle contrazioni della cavita che lo raccliiude e portato dal flusso di esse, un frammento s'arresta a mezzo il corso e si fa cagione di dolore che potrebbe volgere in danuo ove rimedio non si ponesse al caso. Deve quindi il medico insegnare tosto all' operato quali arti usar gli convenga per agevolare I'escita di pezzi che ne sou capaci , o determinare quella d' altri che per avventura abbisognassero solo di essere smossi per venir fuori. Gli dirk perclo , dover egli, per quanto il concede il dolore, dar libero corso alle orine, mentre si sta giacente in letto, meglio ancora se sara seduto , lo che pcro non si ottiene di leggieri dagP infermi specialmeute sul bel principio ^ gl' inscgnera come debba talvolta arrestare la sortita delle 214 SCLLA LITOTIUPSIA, orine col preniere sull' estremita del pene , a fine clie ponzando con forza e non trovando il liqnido esclta , esso dilati per mode il canale che ne escano grossi pezzi , e cio che pin nionta , qnello die per case si fosse arrestato per la grossezza sua o la sua forma irregolare. Queste ed altre simiii artl avvertira T operatore al suo ammalatoi ma siccome alle volte accade che sufficienti non siano, avra d' uopo allora di porre in opera qualcuno de'varj stro- menti che a tale scopo furono immaginati. II numero ne e grande, non pero di buoni e veramente profittevoli. Ve n' ha per romperli nel luogo ove si trovano , e ve n' ha per estrarli a seconda de'casi, del che pero non e facile di tostamente giudicare. La moUetta di Halles che piii co- munemente vien delta di Hunter , perche ei ne trasse par- tite, e piu d' ogni altro la mise in onore, e lo stromento che vale ancora piii di tutti e che piii generalmente e messo in opera. Per renderla piu attlva in certe circo- stanze in cui il pezzo sarebbe troppo grosso per essere estratto com' egli si trova , vi si e aggiunto un piccolo trapano che pub servire all' uopo, e la meccanica che in quest' operazione ha dati si bei frutti , giunse a tale di fare quell' asta costrutta per niodo , che volendolo il caso , essa si dilati nel foro fatto nel frammento e lo ri- duca in pezzi. Altri uso di preferenza uno stromento fog- giato come un piccolo litolabo di Civiale , ma per vero dire, non vi scorgo alcun vantaggio se pure non e meno adatto. Di recente il signor dottore Leroy d'EtioIles, il quale prinio in Francia ebbe il pensiero della distruzione mecca- nica della pietra in vescica , abbenche ad altri se ne sia dato r onore , e che tanto di poi ha fatto pei progress! di questa bella scoperta , un' idea felicisslma ebbe non ha niolto , che ne ha arricchiti di utllissimo mezzo per estrar- re dal canale orinario non solo grossi grani di renella , ma pezzetti di pietra cola fermatisl. Lo stromento per esso lui iinaginato e semplicissinio : si compone d' una piccola cannula retta , schiacciata per tutta la sua lunghezza e terminata da un lato a foggia di cucchiajo , dall' altro con una sorta di rigonfiamento olivare dove preme itna vite che s' aggira sul maschio d'un'asta che s' interna nello stromento. II modo d' adoperarlo e facilisslmo, tutta- volta vi vuole un tatto iino e diiicato. Intrisolo prima LETTER \ DI A. BENVENUTI. 2l5 d'ollo, e soffregato per qnalclie tempo si cho pcrda quel freddo metallico die sarebl)e ingrata sensazione airinfenno, s' introduce lievemente il cuccliiajo nelP imboccatnra dol- r nretra e si spinge piaii piano iinclie si ginnga al corpo straniero ; ivl si tenta la via per passarvi al di la, clie r irregolarita del framuiento e la somma elasticita del ca- nale generalniente il concedono ; allora girata fra le dita la vite , 1" asta interna , colla quale si articola il cuccliiajo risospinto fa si che dessa camlii direzione e formi coUo stromento stesso un angolo sul quale poggia , ed e portato via il corpo straniero. Egli e vero che non di rado puo quel pezzettino , s'egli e irregolare e con angoli non isnius- sati , grafliare iiel suo passaggio la mucosa per entro al canale e dar vivo dolore , ma tocca all' operatore il giu- dicare se meglio convenga afFerrarlo colla pinza di Hunter e se fia d'uopo romperlo in sito, o trascinarlo fuori con queir istromento , cio die rapido riesce e piu sicuro. Ad ognl evento quand' anche ne nasca qualdie abrasione , la cosa sara di poco momento se fii fatta con bel garbo , clie tardando a tirarlo fuori venire ne potrebbe danno non poco. Vi sono circostanze in cul sara lecito il risospingere il pezzo avviatosi e fermato in suo corso, e questo sara specialmente se ancora non ha passata la parte meinbra- nacea dell' uretra, che il volerlo far percorrere quel lungo cammino non tornerebbe a conto. In tale caso varranno anche injezioni per mezzo d' uno schizzettatojo con liquidi mucilaginosi od olio: talvolta usai anche un decotto di di- gitale , e vi feci unire un po' d' estratto di belladonna misto ad unguento. Si crede abbia questo estratto virtu di far allargare i canali ed alcuni fori del nostro corpo , quindi non solo lo si b adoperato per dilatare la pupilla , di che ne ha convinti una lunga esperienza, ma bensi neir ernie strozzate , sotto forma di frizione , e nelle con- trazioni che parevano spasmodiclie , del retto e delT uretra. Condotto per tal fatto, qual che sia il magistero per cui egli accade, me ne sono valso soventi volte, e mi e sem- brato fosse con vantnggio ; poiche cacciato per mezzi d'in- jezione ben insu nel canale delle orlne, ne sono esclti al- cune ore di poi pezzi di grandezza in vero straordinaria. II dottore Heurteloup ha parlato di slromenti civ egli ha imagluatl per facilitare la sortita de" frantumi , ma pare cir egli non li riconosca ancora utlli per modo da farli di 2l6 r-;ULLA LITOTRIPSIA, pubblico (liritto •, sicche , quantunque a me notl e per co- struzione e forse per merito, mi asterro dal parlarne. Per le dette cose cliiaro ella vedra , pregiatissimo signer Cavalierc, clie sebbene questa grande scoperta dell' arte di curare abbia fatti somiui progressi nel breve spazio di pochi anni, e malgrado se ne debba altamente proclamare il merito ed i benefizj che ne ponno venire quando sia bene istndiata e degiiamente messa in pratica , tnttavolta io non posso ristarmi dal dire del pari, che forse amor di parte ne ha troppo esaltata Tinnocuita e la facile ese- cuzione , se pure non se n' e da qualcuno anche abusato. Sbandire o circoscrivere troppo strettaniente T operazione del taglio, ella sarebbe al di d'oggi pazza idea. Verra tempo, e tocca al medico filantropo di proclamarlo con sicurta , che la cistotomia sara solo fatta pe' bambini e per alcuni casi rari ove ignoranza o troppa temenza avrk fatto ce- lare il male sinclie non sara piu capace di questa men nocua maniera di riniedio ; ma finche tale epoca non giunga dovrassi piuttosto consigliare prudenza , ne volerla porre in pratica se non essendo il caso manifestamente adatto , ovvero quando sia volonta. delT infermo, che avendo or- rore al taglio sarebbe altrimenti dcstinato a sicura morte. Sarebbe pero indegno del santo ministero che il chirurgo esercita se per disdegno alia nuova cosa , o per isfuggire le maggiori brighe a cui andrebbe incontro, si fara a distorne gl'infermi, e li privera del benelizio che loro ne potrebbe venire. Certo lo estrarre la pietra pel taglio non e poi al di d'oggi fra le ardue imprese della chirurgia, e non po- chi vi sono che felicemente vi si cimentano , senza che percio loro se ne possa ascrivere merito insigne. Eseguita r operazione , forza medicatrice di natura e poche cure condurranno a guarigione 1' infenno, se tale dev' essere di lui ;^ ma fatta una litotripsia , raro sara che tu sia al ter- mine di tue fatiche , che anzi le molte volte ti rimarra ancora non poca materia a lavoro , e poi avverra che si facciano avanti intoppi , i quali saran cagione di cruccio e di ritardate speranze. Ma se ne chiedi coloro a cui tu devi apprestar salute , e' ti diranno che voglion esservi condotti per la via che men li addolora , meno li spaventa , e cio che piu monta , men sovente e seguita da danno ; e che tale sia la distruzione meccanica della pietra in vescica , quando il caso lo conceda , e fra mani esperte , mi fo LETrER\ DI A. nENVENUTI. 2I7 ardito di francmnente asserirlo. La litotripsia ebbe ed ha nemici , ha caldi partlgiaiii clje la niettono in pratica , ha medici attenti che la gnardano con mente placida e ne stanno ad osservare i progress!. La litotripsia nata solo da pochi aniii ha toccato recenteniente si alto panto di perfczione, che poco assai ne resta piii a sperare per la parte istrumentale di essa. La forma del congegno e la piii conveniente e direi quasi foggiata sulla configurazione delle parti , sia per farlo facilniente peaetrare in vescica , sia per afferrare tosiamente la pietra. Un esperto operatore in buone circostanze la prende con tal facLlita e prestezza come s' ei T avesse sott'occhio, e si servisse della mano. La forza poi per distrnggeria e dessa pure la piii facile e la piu attiva, ella si e quelia d' un martello che per- cuote un corpo su d'un piano da cai non puo sfuggire. Per lo che chiafo apparisce , che se questa nianiera di guarire dal mal della pietra, vuole ancora maggior perfc- zione e |d1ii sicuri fatti, non li puo gia dare la meccaiiica cui restan forse pochi frutti da concedere, ma pinttosto insiem con un lungo e paziente esercizio , 1' arte medica che meglio puo preparare gl' infermi e condurli a felice meta di quello che finora non sia accaduto. L'AcCodemia di medicina in Parigi ha fatto, non ha molto , argoraento di sue disquisizioni il determinare i li- miti die alia litotripsia assegnar si convenga , ed avvegna- che non pochi dei piu illustri membri di essa vi prendes- sero parte, e per modo vi s' interessassero da impiegare buon nuniero di sedute, pure la cosa e restata ancora non decisa , sebbene la quistione ne venisse rischiarata. Mi e pur forza il dirlo, io non so se in quelia discussione si sono posti in campo tutti gli argomenti che potranno va- lere a dar peso ad una decisioiie proiittevole. Dapprima si e voluto tener conto de" risultamenti della litotripsia nel suo be! principlo quando povera di mezzi , e da pochis- simi conosciuta a dovere, dava frutti a gran peiia : e non si dovea farlo che per la litotripsia quando si ebl^ero stro- nienii curvi, o per dir meglio, dacche il percussore del dottore Heurteloup stalDili una nuova Era per questa nuova nianiera d' operare. La quale innovazione siccome data da pochi anni ancora, non ha dato fino al di d''oggi numero sufliciente di fatti da contrapporre alle statistiche che si hanno sulla litotomia. Poi, mi sia lecito il dirlo, avransi ai8 SULLA LITOTRIPSI.V, fra non molto da porre sulla Ijilancia anclie 1 risultati avutisi fuor del suolo francese, poiche tal nietodo va pro- pagandosi anche altrove con certo favore. Allora vedransi pure le differenze che pub dare un diverse clinia, una medicina diversa e fors" anco diverso modo di operare. Amor di parte cedra infrattanto il loco a ragione, e di- venuti gli uni meiio avversi , e per- dovere e per forza di cose, gli altri meno entusiasti per esperienza si compor- X'anno ad onore della scienza dogmi da dettare. E tale epoca non sara poi cosi lungi , come lo si vuol credere. Forte di quell' aniore per la cosa che il dottore Amussat avrebbe dovuto dir fiiantropia per evitare che taluno si ap- piccasse alia parola per fame scherzo non adatto alia gra- vita del soggetto, forte io dico d'un filaniropico sentire la deve porre in pratica con motlerazione si, ma plii spesso di quel che facciano i suoi oppositori , perche lo si puo , e certo senza danno. Ne verra quindi che la verita si fara strada, ed allora vedrassi non aver troppo ardito T illustre Lisfranc asserendo che piii tardo gl'lnfermi verranno con- fidenti per essere liberati dal male ch' essi portano , per- snasi che piit non lianno a temere come altre volte. Questa e pure niia opinione gia da tempo , e godo essermi tro- vato d' accordo con si gran maestro fattosi difensore di questa nuova operazione , non gia per la gi-atitudine che egli porta a cosa a cui deve la sua salvezza. ma per quella convinzione che gli dava lo studio che su tale argomento egli faceva ; convinzione die condusse pure ad avere ri- corso a' benefizj suoi, il celebre Dubois, e gran numero di medici che in quella posizione, lasciando da banda ogni altro riguardo si affidavano a cio solo che sana ragione dimostrava. Vorrei non dover qui dire quanto spesso alle proprie passioni si sacrificano i sacri interessi dell' umanita, ma questa non si e forse T ultima fra le prove di tal fatto , e quelli che troppo spesso misero in pratica la li- totripsia, come qnelli che la limitarono a segno di adope- rarla rarissime volte , temo pur troppo fossero a cio solo condotti splntivi dal proprio interesse. Cio che per me fin d'ora v'ha fuor d'ogni dubbio, poiche 1' esperienza me lo dimostrava , egli si e che T arte medica si e arricchita di tale scoperta che concede in bnon numero di casi curare il mal della pietra in un modo semplice e rarissime volte seguito da danno. Che la morte la quale alcune volte e LETTEFxA DI \. BENVENUTI. 2H) vciiut.1 a turbare le piu belle speranze , non era no sem- pre frutto di queir operazione , e se T era , la si dovea ( diclamolo in segreto ) o a troppa precipitazione nell' a- dottare 11 metodo al caso inadatto, o a poco sapere me- dico. Sarebbe inutile che io mi facessi ora ad annoverare i danni ed il pericolo , che T abilita non vale a scansare neir operazione del taglio per darne mnggior risalto alia meccanica rottura ch' io credo preferibile pel bene degli infermi , e che io vorrei gia vedere a porsi in pratica piu spesso di quello che sia. Ed appunto perche la cre- detti cosa buona e da trarne partito , me ne feci gia tempo caldo seguace ; ed ora seco lei , pregiatissimo signor Ca- valiere, mi son fatto a parlarne : perche so, che, degno ministro dell' arte ch' ella con tanto lustro esercita , ed a me cortese d'ambita benevolenza, vorrebbe non isdegnare di sentire su tale argomento la niia qualsiasl opinione ch'io appoggiava sui fatti felici , pe' quali ottenni forse non igno- bili palme. Da Vienna a di 5 giugno dell' anno i836. A. Benvenuti. aao PARTE STRANIERA. Voyage aulour da monde. Viaggio all' intomo del moiido pel marl dell India e delta Cina , eseguiti sulla coivetta dello Stato La Favorita negli anni i83o, 1 83 1 e 1 832, sotto il comando del sig. Laplace, capitano di fregata, pubblicato per ordlne del signor viceammij-agUo , conte di Rignt, miidstro della ma- rina e delle colonie --^ Parigi , 1 833-36, stampeiia Reale. Vol. 4, gr. in 8.°, fr. 3o con due adanti^ V nno di vedute gr. in fol. fr. 3o, I' altro di geogra- fia ed idrografia in fol. massimo fr. 144 a Parigi. Articolo primo. Isola di Francia , Make , Maldive , Pondicheri, ecc. Congetture sui futuri desiini delle Indie orkntaU. J? orse a taluno sembrera cosa sovercliia e strana clie in questo giornale diasl luogo si di frequente a geografi- che indagini e ad analisi di viaggi. Ma noi von-emmo che si ponesse mente essere si fatto genere di relazioni e di studj, siccome altre volte accennammo, non solo utilissimo, ma quant' altri tnal dilettevole, variato , scevero poi da quelle incertezze e da que' mutabill sistemi , che in alcune delle scienze a' di nostri piia coltivate , e non rade volte nelle lettere ancora sogliono domlnare. Perclocclie se lo stu- dio deir uomo e della natura e bello sempre e di grandi verita sempre fecondo , non mai potra esso presentarsi in piu ampio e piii fruttifero campo, quanto allorche non ai soli popoli deir europea civilta , ma aliresi a sconosciute genti estendesi. Che se riguardare si voglia al dilettevole , quale piii cara amenita di studj pub mai iuiaginarsi, quanto il contemplare nelle narrazioni de' piii ai'dimentosi e cele- bri viaggiatori 1' indole ed i costumi di popoli da noi per immensita di mari segregati, e la fisononiia o T imagine, per cosi dire , e le prodnzioni di sconosciute o non ben PARTE STIl\NIERA. 221 note region!, eel 11 conteniplarle come siil Iiiogo stesso le coiitoini)leren]mo ^ e nondimeiio senza disagio o peri- colo , ma colla tranquillita dello studioso die nel proprio gabinetto ricreasi per gioconda lettura , o del filosofo clie sta meditando suUa naiura , su questa gran madre , clie le sue braccia dali' un polo all' altro estende ? Tnttavia agglu- gnersi dee clie le piu accreditate opere risguardanti qnesto genere di studj o di leitura vengono il piu delle volte con tale sontuosita pnbblicate , che dalle sole grandi o piii do- viziose biljlioteclie possono procacciarsi. Percio il darne un sunto, lo estrarne cio che di piu importante contengono , il renderne partecipi tutte le classi de' lettori , il presen- tarle in soiiima quasi in miniatura anclie a quelle moltis- sime persone clie altrimenti contemplarle non potrebliero ne' grandiosi originaii , e opera certamente utile , bella e d' uii giornale scientitico e letterario degnissima. Da queste valevoli ragioni sospinti noi daremo frequente luogo anche in avvenire ad articoli intorno a si fatte opere ; attenen- doci , siccome in addietro pratlcammo, ai viaggi piii auto- re voli, intrapresi col precipuo scopo di estendere le umane cogaizioni sovra sconosciuti o remoti paesi , ed a quegli specialmente clie eseguiti furono cou ogni sorta di mezzi per ordine de' priucipi o de' governi. A quest' ultima classe appartiene il Viaggio su cui ci facciamo a discorrere. Esso fu scritto e pubblicato per or- dine del reale Governo di Francia ; fu intrapreso da un ufficiale d' esperimentato coraggio , di sicura prudenza , di amplissirae cognizioni , che dalla prima sua gioventii edu- cate venne alia marina , e che visse la piu gran parte cd i migliori anni della sua vita sui mari. Lo scopo a lui commesso era quello di far si che dopo le passate politi- clie vicende, e dopo la serie di molt' anni nuovamente ap- parisse negli arcipelaghi dell'India e della Gina lo stendardo proteggitore del commercio francese, e di rinnovellarne le relazioni, sia colle colonic europee ivi stabilite , sia co' po- poli e co' governi di quelle vastissinie regioni. La corvetta di guerra , La Favorita, sulla quale egli viaggiare dovea , stata era appostatamente costrutta ed armata;, iiumeroso e scelto erane 1' equipaggio , adatto anche a guerreschi in- traprendimenti : uomini csperti nell' idrografia, nella stoiia naturale e nelle scienze a queste ailini accompagnavanlo ; ne mancavagli copioso corredo di raacchine e stromcnti. 222 PARTE STKANIERx\. Questo viagglo perclo va del pari coa qiielli di Cook , di Bongainville , di Anson, e di altri celeberrimi capitani. Tuttavolta nel darne il suuto ci asterremo da quelle mi- nute notizie die le fortunose vicende de' naviganti, o la nautica e 1' idrografia puramente risguardano , e che pre- ziose pei geograli e pei marini , monotone e nojevoli forse riuscirebbero alia piu parte de' nostri leggitori. La Favorita salpo dal porto di Tolone il 3o dicembre del 1829 : al 6 del io3o vide il picco di TenerifFa, la cui immensa cupola appariva di nevi coperta e sulle nuvole dominante. Alia sera del 1 9 trovavasi dlnanzi al Capo Verde: al 19 getto 1' aacora nella rada di Gorea , piccola isola piu lunga che larga, di vulcanica produzione. Ella fu scoperta dai Portoghesi nel i5.° secolo , poi dispntata dalla Francia e dall' Inghilterra , come una scala al coramercio favorevolissima : florida conservossi , finche la tratta del Negri ebbe vigore; poi decadde in meno che prospera for- tuna : ora e 1' unico stabilimento francese lungo P occiden- tale spiaggia delP Africa ; ma circoscritta nelle sue rela- zioni col continente per la gelosia e prepotenza degli Inglesi. La sua popolazione era un tempo di 5ooo anime, ora e di molto diminuita e quasi tutta di Negri e di mu- latti. Bianche sono le sue mulatte , ben couforraate e ce- lebri su tutta la costa per bellezza e per singolare inge- gno nel sedurre. I loro occhi , il garbo e le mosse lore spirano una lasciva moUezza che inebbria gli Europei e gli attrae in funestisslmi lacci. Quivi non meno che sulla costa domina tuttora il superstizioso culto di Mama Combo, fantoccio d' orribile aspetto, cui immolate vengono vittime umane. II di 4 del febbrajo la corvetta valico I'equatore al 21° 3o' di longitudine 0. II passaggio venne festeggiato , giusta Tuso, dalla gajezza e dalla foUia : a lei dinante spalan- cossi per la prima volta Timmenso oceano del sud, cti' essa per piu e piu mesi scorrere dovea. Tutte spiegale f'urono le vele, ed il bel tempo che ricomp&rve al giugnere del mezzodi sembro un buon augurio per I'av venire: succes- sero quindi i balli ed i canti animati dal vino die il ca- pitano distribuir face in I'icompensa dei torrenti d' acqua di mare die sparsi eransi nella cerimonia del mattino, ce- riiuonia celebre sotto il nome di battesimo della linea. II di 6 del marzo la nave supero , non seuza pericolo per PAKT:" STUAXlIiRV. 22o teiiipeslosi contrast!, il Capo tli Bitona Speranza , terribile Capo, ciii i prlnii intrepidi navigatori purtoghesi dato avcaiio r agginnto dflla tempesta. « Dl cjual forza d' anima ( cosi il sig. Laphice esclama all' aspetto ue' superati osta- coli ) , di quale eroismo essere nou dovettero muiiiti cjuegli straordinarj uomini die pei priiiii ci inostrarono la via tra' mari teinpestosl, verso di coste la cui esistenza era per essi uii problema ''..... Quante volte, nel corso del viaggio nostro , non eblj' io luogo d' ammirare T iatrepidezza ed i talenti di Gaina , di Magellano , e 1' audacia de' loro com- pagni?" Ora il passaggio del Capo va di giorno in giorno diveiiendo piu facile e meno pericoloso , merce delle buone carte idrografiche , die quasi ne additano i passi, e merce ancora de' progressi dell'astronoinia, e della costruzioae dei navigli die va ognora piu perfezionandosi. Al 7 deir aprile La Favorita trovavasi dinanzl alia ri- dente prospetiiva del Porto-Luigi nell'isola di Francia, nella cui rada die fondo. Quivi il capitano ebbe cortesissima ac- coglienza dall'inglese governatore il generale Colleville die lo voile ad ospite in una niagnifica sua villa posta in de- liziosa situazione sul!a sommita d' nn colle. Seducente e la descrizione ch' ei fa di quest' isola. Sicuro ne e il porto ^ eccellente la posizione pel cominercio dell' Europa coll' In- dia; saluberriiiio il clinia ; belle le abitazioni , ma da mi" riadi d'insetti infestate ^ fertilissimo il suolo , tutte prospe-- randovi le piante dei tropici, ma di continuo sacclieggiato da eserciti di scimie verdi , contro della cui astuzia poco o nulla valgono la forza , la vigilanza e le insidie de' col- tivatori ^ agiati gli abitanti , bellissime in generale le donne. Tuttavoka ei ne trovo la popolazione meno gaja , meno contenta di quello die Io fosse sotto il governo de' Fran- cesi die ne perdettero il dominio nel i8io. Ed il sigoor Laplace ben fame potea il confronto , giacdie a quelFepoca trovavasi come alunno in una delle fregate die ne soste- nevano la difesa. Ben altrimenti gli apparve I'isola di Bor- bone , alia cui rada di S. Dionigi approdo la sera del 21, bencbe il suo sguardo ricreato fosse all' aspetto dello stendardo di Francia. Quest' isola sorge non lungi dali' an- zldetta , ma piii al sud. Essa e bei-saglio di uragani , della CUI furia poco manco ciie La Favorita non rinianesse vittima nel suo tragitto : fa restituita alia Francia nel 1 8 14. Tixttavia il capitano non ebbe quivi quella cordinle 224 PARTE STRANIERA. ospitalita clie tanto rallegrato avealo nell'lsola di Francia, ove pur trovavasi in terra straniera e rivale. Appcna cre- duto sarebbesi che fosse cjuesta una colonia francese. Priva di tutte le relazioni coU' Europa , giacente in un tal quale isolamento pel pericoloso accesso delle sue coste e pel poco vantaggio clie allora offerire poteva a'mercanti, conservate aveva tutte le forme de' precedenti governi , massime poi del portoghese , alle quali la poca influenza del governatore, e la debolezza della guarniglone arrecate non aveano che lente modificazioni. Nondinieao un nuovo stato di cose viene da alcuni anni ad essa preparandosi; e gia ne prova 11 beneficio , da che divenuta T avanzo forse unico della francese dominazione nelFoceano indiano, forma ora neces- sariamente il centro del commercio di quel regno ad onta de' suoi ostacoli ad una sicura navigazione. Importanti sono le notizie clie il sig. Laplace ci viene esponendo intorno alia fertilita ed alle produzioni di quest' isola , agli effetti del suo vnlcano , ed alle costumanze ed al carattere degli abitanti; e belle ed importanti non meno le indagini sue intorno ai futuri destini della colonia. II I." del maggio i83o La Fm ' salpo dalla rada di S. Dionigi volgendosi ver*o le coste dell'India. II capitano, a norma degli ordini che stati gli erano impost!, visitare dovea I' Isola di Sabbia, banco pericoloso al N. di Borbone e spa- vento de' navigatori. Sulla punta sua piii alta vedevasi tut- tora una pertica sormontata da una croce , con avanzi di capanne costrutte certamente da una parte deU'eqiiipaggio della gabarra francese, V Utile, la quale nel 1767 ne fece la scoperta, rimanendovi fracassata. Essa avea a bordo 80 schiavi negri. Qnesti infelici furono cola abbandonati dai bianchi , die col mezzo di canotti e nierce di favorevoli venti raggiunsero la costa di Madagascar. La posizione del- 1' isola conservavasi tuttavia pressoche ignota, linclie dalla reale corvetta La Ddigcnza fu riconosciuta. Degli auzidetti negri soltanto cinque donne resistito aveano all' orrenda miseria , dalla quale stati erano mietuti i loro miserandi compagni. Elleno su cotale terra di desolazione vissero di ciiiocciole sospintevi dai flutti , e di testuggini che fortu- natamente apparivano talvolta sulla riva: alcuni pertugi sca- vati nella sabl)ia loro somministravano un'acqua sahuastra. Le niisere ridotte erano ad uno stato di Iniitale stupidezza. Condotte all' isola di Francia ebbero la liberta e mantenute PAUTE STRANllLRV. 220 fnrouo a spcsc dello Stato. II sig. Laplace nc fece piii volte il giro facendovi col riiuljombo del cannone sollevare una itiiiuensa moltitudine di uccelli marini , die co' loro gridi ne assordavano T aria. La sua posizioiie fu determinata al iS" 53' 8' di latitudine S. e 52° 1 1' g" di loiigitudine E. II minaccevole stato di salute in cui trovavasi T equi- paggio costriiise il capitano ad afirettare il suo corso verso Tisola MaJic, diiianzi alia quale glunse il 14. II governatore ingiese gli fc' helia accoglienza , e gli fu generoso d' ogni sorte di sussidj. L' arrive suo fu ))ure festeggiato dagli avanzi die is'i ancor sussistevano della colonia francese uu di floridissima. Questa e la piu grande delle Seicelle, gruppo d'isolette forinauti Tarcipelago die ne porta il •noine. Esso in un colle isole di Francia e di Borbone costituivano gia un coloniale dipartiinento della Francia , la cui totale po- polazione calcolarsi poteva in circa 90,000 abitanti, com- presi i negri , impiegati nella coltivazione del suolo, su cui forniavansi numerose piantagioni di cotone : scoperte furono dai Francesi nel 1741 e presero il iioine dal governatore die allora comandava nell' isola di Francia. Make , posta quasi nel mezzo, giace al 4° 38 di lat. S., ed al 53° i5' di long. E. merid. di Parlgi , e forma un triangolo , il cui lato piu esteso e verso 1' 0., ed ha sei leghe dal N. al S. I priini suoi abitanti non erano die pescatori di testuggini. Verso la fine del secolo scorso le sue terre cedute ven- nero a coloni provenienti dall' isola di Francia. Costoro trovato avendo un paese alpestre e coperto pressodie tutto da densissime selve , e non conoscendone il preglo, cliia- marono in loro sussidio il fuoco : pronto ne fu 1' efFetto , nia disastroso. Le fiamme divorarono la piu gran parte de- gli alberi , ne sguernirono i monti , i cui fianclii esposti era alle piogge ed a' torrent! piu non ofTrono die uno sco- glio arido e nericcio. Ad onta di tutto cio la piccola colonia pervenne ad una prosperita , alia quale sembrava die non potesse giammal agognare. Bnoiii generalmente ne sono gli abitanti, affabili ed ospitali : essendo pressodie tutti marini conservano uno spirito ardiuientoso ed inti'aprendente. Gran- dissima e facile e la pescagione die vi si fa delle testug- gini. I pescatori colgono il niomento in cui esse veugono di notte a deporre le uova nella sabliia , le rovesciano sul dorso ed al niattino le trasportano ne' loro battelli : til- Volta accostansi dolcemente alF aniinale raentr' esso dorme mbl. Jtal. T. LXXXIII. i5 2,26 P.VKTE STUANIEKX. suir acqua , lo circoncKino d' una rote fortissima , ed in ta! modo se ne rendoiio padroni. II sig. Laplace fii da mara- viglia sorpreso alF aspetto delle enorini dimensioni di non poclii di questi amfil^j : la loro squama aveva sino a quat- tro piedi di lunghezza su circa tre e nie/zo di larghezza. Fra quelle che trasportate vennero a borclo della corvetta, incite pesavano bea lao libbre, e nondimeno pagate non vennero die 20 Iranchi. 11 lore sangue , ch' e nero e dense, quando si beva ancor caldo e , per quanto dicesi , un ec- cellente riniedio contra lo scorbuto. Nel mattino del 3o dl maggio La Favorita entronell'e- misfero settentrionale pel 67° 3o' di long. O (*). II dimane la sua latitudine era t° 3o' N. A.1 primo di giugno trovavasi in mezzo al canale Adumati , tra le Maldive , il cui arci- pelago componesi di quattordici isolette , o piuttosto sco- gliose catene di corallo dette attole, tutte di forma circolare. Esse divise sono da' passaggi piu o meno larghi , piu o meno pericolosi , ne' quali lo scandaglio irovare non puo il fondo. Giascuna e separatamente formata da un' enorme massa di coralli clie dal fondo del mare soUevansi sino alia superficie. Siano questi o il prodotto del lavoro d'una molti- tudine d'insetti finora impercettibili, od una vegetazione marina, la maraviglia deU'osservatore non e meno grande air aspetto di cotali mura, clie in linea or retta, or curva da un' immensa profondita elevandosi formano finalmente di- verse isole , e resistono ai raddoppiati sforzi d'un oceano, spesso da uragani terribili battuto. " Di quale successione di tempi (riflette il sig. Laplace) fu mai d'uopo percbe opera sifFatta fosse a compimento condotta con si deboli niezzi ; perclie il corallo giunto alia superficie del mare, e perdendo la vita pel contatto dell' aria, e successivamente sciogliendosi in polvere componesse il suolo delle isole che ad esso deb- bono la loro formazione ! Quale niai inconiprensibile serie di circostanze condusse su questa nuova terra , nata per cosl dire nel mezzo dei mari , i frutti del cocco , svelti sulle lontane coste dai venti e dalle correnti '' " Tale, se- condo tutta I'apparenza, fu la jjriniiera formazione delle Maldive: esse sono tutte a fior d' acqua. Pero ign^-asi tut- tora r epoca in cui vennero popolate, sebbene gia da tempi (*) Forse colia IctteiM O Tautore ha vo'uto indicarc non una loiigitiuUne ovcst , ma una longitucliuc orlentale. PARTE STRANlEFxA. 02" assai rciuoii jiratichino 11 coiumercio ccrlla costa Malaba- rica , che ne e distante ben cento leghe. Que' priini Euro- pei die dai naiifragi gettati furono su quest' arcipelago vl trovaroao gia stabiliti il niaouiettanisino , ed abitantl attivi, industriosi e dediti alia marina. Qiiesti anche a' di nostri dalla piu parte dei viaggiatori rappresentati ci vengono come buoni ed ospitall, ma paventanti la visita degli Eu- rope'i , contro della quale vennero linora giiarentiti dalla loro poverta e dai perigliosi scogli : sono goveinati da un legolo die risede suU'isola piii centrale , e plii delle altre favorita dalla natura. Lui felice nella stessa poverta sua , se osato non avesse di agognare a migliore fortuna abbaii- donandosi alia pirateria , e per tal modo eccitando la cn- pidigia piii che 1' indegnazione degli Europei! La costa di Ceilan, isola celebre per gli elefanti, le cui numerose bande tutte ne scorrono le pianure , presentossi al sig. Laplace al 4 di giugno. Egli riconosciutane la sponda orientale , continue il suo viaggio verso la costa di Go- romandel. Alia sera del 9 gia trovavasi dinanzi a Pondi- clieri, un tempo floridissimo possedimento de' Frances!, ora luetropoli di uno de' piii grandi , de' piii splendidi anglici stabilimenti. Livitato per ordine del governatore dai co- uiandante del porto discese a terra , accoltovi con ogni ge- nera di gentilezze e distinzione. " II dimane ( dice egli ) comincial a godere d" uno spettacolo totalmente uuovo. Un vasto campo d' osservazioui mi si apriva dinanzi: a me non fu dato che di spigolarlo , e quand' anche il mio soggiorno stato fosse men breve , non avrei tuttavia potuto che dare un' iuiperfetta idea d'un paese e di ajjitanti che non of- frono alcun punto di somiglianza coll' Europa e colla sua popolazione. Parlero di quelle che vidi e die degno mi parve d' essere notato si nell' India , come negli altri loiitani paesi ». E qui vlen egli narrando e la molestia dei cosi detti daubarhi, specie d' agenti indiani che circondano Feu- ropeo al primo porre ch' ei fa de' suoi piedi a terra, ed ai quail gli e d' uopo abbandonarsi per qualslvoglia suo bi - sogno ; e r immensa popolazione composta d' Europei cola stabilitisi , di varie caste d' ladiani , e di moltitudiue di Maomettaiii , discendenti dai conquistatori , che piu volte occuparono la penisola dell' India facendone orrendo stra- zio i e le costumanze dei Bonzi ed il culto di Viciui e di Brama ■, e le fogge del vestito ^ e le maniere del \ivere domestico ; e le leggi , le consuetudini , il govenio. 228 PARTE STRANIERA. II vestimento degrincUani e uniforine, e conslste in paii- taloni di tela bianca stretti aU'estreaiith, ma larglii pe' nia- sulmani, in nn giuliberello di cotone parimente Ijianco che avviluppa la superior parte del corpo, coperta per lo piu da una camicia nelle classi piu distiiite, le quali sogliono pur sostituire la niussollna alia tela di cotone. Vesti pero si leggieri possono sotto di un cocentissimo clima essere appena adatti e bastevoli per una parte dell' anno ; ma quando soHTia il mussone di N. E. , e subitanee e sensibi- lissime variazioni succedono nella temperatura, questi miseri Indiani colpiti vengono da mille malattie. E certamente queste medesime cause , siccome il signor Laplace os- serva , operando sur una popolazione sommessa pei pre- giudizj della religione alle medesime abitudini e ad uguali costumi , vi adducono il tremendo cholera. Le stragi clie r indomabile morbo vien quivi faceudo sembrerebbero fa- volose ben anche in Europa , ad onta della crudele espe- rienza ch' ella aacora ne lia fatta, e ne va facendo. Esse neir India spopola i villaggi , le citta, le intere provincie j ma specialmente ne soffVono gl' individni delle inferiori caste, delle quali componesi la piu gran parte della popo- lazione. Esse non hanno in retaggio che la miseria, senza soccorso alcuno ; quindi giacciono dalle altre separate per una specie di riprovazione : allora questi infelici sotto r inesorabile flagello cadono morti , come gl' insetti sotto il rigore dell' inverno. Le classi agiate pompeggiano per moltltudine di servi. Perocche i nimierosi incarichl di una casa affidansi ad al- trettanti diversi individni : ripartizione clie ha per iscopo non il lusso soltanto , ma altresi un uso , che sino da' plii remoti tempi determino in ciascuna famiglia 1' incarico o la sola incumbenza , che da ciascuno de' suoi merabri vi si possono esercitare. Siccome pol la religione di Brama ad una parte de' suoi settarj vieta di toccare tutto cio ch'ebbe vita , ed a tutti prescrive di riguardare il bue e la vacca come animali saeri ; cosi i soli pnria , cioe i soli Indiani deir infima casta , considerati couie reprobi , ne vanno per lore infamia da questa legge dispensati. Percio dalla loro classe prendonsi i cuochi, i calzolai ecc, e gli uomini clie attendono ai piu bassi incarichi della famiglia. Ma costoro sono generalmente dissoluti , libertini , ladri e meritevoli della riprovazione , sotto la quale gemono per tutta la loro PARTE STRANIERA. ^30 vita. Percio ad un europeo appena giunto e noa pratico ancora delle costumanze del paese , fa d' uopo d' uu vero studio per distinguere tra' domestici, die ogni mattina af- follansi alia sua toeletta , cokii clie recargli dee V oi. Egli afFerma die iion mai dimenticarsi po- teva della grnziosa mollezza d' ogni attitudine di queste leg- giadre fanciulle , delle voluttnose propovzioni de'loro corpi, de' lor movimenti in cadenza , della loro pantominia si ben calcolata per eccitare nell' anima degli spettatori una ognor crescente coniinozione. IMezzana era la loro statura, ma perfettamente conforinata : in ogiii parte del loro corpo ani- miravnsi la piii bella proporzione. Braccia ben tornite e pascintelle termlnavano in leggiadre e piccole mani , le cni dita d' anelli coperte vaganiente spiegavansi sur un flauto ond' elle simulavano far uso quando la pantomimica loro azione o rartificioso movimento e giuoco d' una ciarpa di inussolina ricamata in ore piu non ricliiedevano lo sviluppa- mento di tutte le loro grazie. Un incantevole sembiante , lineamenti dilicati , due grand' occhi neri ^ cui nuovo pre- gio aggiugneva il cerchi^) azzurro , end' erano attorniate le palpebre , una bocca adorna di bei denti , cbe dalla vo- lutta stessa collocati sembravano, un seno dolcemente pal- pitante sotto una leggiera mussolina ; tutte queste preroga- tive esprimevano tratto tratto le piu soavi sensazloni, spe- cialmente quelle del piacere , ed ogni cuore ne lasciavaiio inebbriato. Queste bajadere erano vestite in un modo bizzarre al primo aspetto , ma ricco e squisitamente scelto per dare risalto alia loro bellezza. Una lieve tunica , coperta d' ore conteneva una parte de' capelli , die poi cadevano in lun- ghe anella sur un coUo cinto di preziosi raonili ; la cam i- cia di bella mussolina stretta al liasso seno da una stofFa rossa tessuta in oro, discendeva sino ai piedi : una specie di giubbettino ( cafetar ) in seta verde o cilestre senza ma- niclie, aperto al dinanzi e riccamente adorno : numerosi anelli d' oro massiccio agglomeravansi al di sopra dei pu- gni e nella Inferior parte delle gambe ^ nudi erano i piidi, ma piccioli e dilicati :, dagli orecclii e dal naso pendevano preziosi giojelli. Quest! ornamenti debbonsi tutti alia pro- fusione de' ricchi Indiani, die conslderauo la feliclta di I'ARTE STRANTEK\. 23o farsi per piii ore spettatori cJelle danzanti bajadere, come le pill grancU dclizie clie nn seguace di Brama gustare possa in qnesto inondo. Pcrcio T arricchirle , qualunque lie sia il iiioti\ o della ricoinpcusa , sembra ai loro ocelli un"' azione alia divinita gradevole e cnra. II sig. Laplace trovo die farsi noa potrebbe alcuu coii- fronto tra le bajadere e le danzatrici dell' opera francese. " Qneste ( dice egli ) non hanno per lo piu di niira nei balli se non 1' effetto generale : tiitta la lor arte e nelle gambe riposta , od in qualclie positura , da cui piii o ineno imperfettamente esprimersi possa la tacita parte od azione, clie venne loro affidata : in sonima la loro ilso- nomia non altro esprinie fuorcbe la fatica cagionata dal grandl e necessarj sforzi per sostenere una reputazione di leggerezza. La danzatrice indiana al contrario non abban- dona mai la terra : essa pnnto non balla ;, ma alia misura da' leggiadretti suoi piedi inarcata tutte corrispondc-.io le parti del corpo, tra le quali ammirasi una deliziosa ar- monia , di modo clie ella otterrebbe la preferenza sulla sua rivale, pivi leggiera certamente, ma meuo atta , valevole meno ad incnntare. La bajadera non ha die imo scopo solo, qnello d' inebbriare gli spettatori, d' impadrpnirsi di tutte le loro facolta , d' infondere nelle loro anime a stilla a stilla il fuoco di cui ella sembra avvampare : da' suoi sguardi , dal giuoco , per cosi dire , della sua fisonomia , da' piu piccoli suoi movimenti , spira In volutta, al cui culto consecrata venne la gioventu sua. — L' orchestra com- ponevasi d' un tamburo e di una specie di oboe, i cui suoni acuti mescevansi ad interralli col moderate rumore del primo di questi due strumenti ». Passa quindi il sig. Laplace a descrivere una delle pan- tomimiche azioni . che nella medesima sera vennero suc- ccssivamente rappresentate "Una giovinetta spaventata alia vista d' un serpente (^serpent copelle) che dagl'Indiani do- talo credesi di virtii magiche , non osa accostarsegli. In- tanto sotto 1' attraente influenza del rettile fatale , essa fa inittili sforzi onde scaniparne : il seno stesso della niadre in cui tenta piii volte d'ascondersi non puo salvarla : compiesi il suo destino : essa cade moribonda fra le brac- cia della compagna. Qiiesta per qualche tempo sta in dub- bio sulla ^Dropria sciagiira ; colle sue carezze sforzasi di ri- chianiare la vita nella vittima del mostro. Delusa nelle 236 PARTE STRANIERA. 9 speranze sue scongiura il cattivo genio , suona il flaiuo, prende mille grazlose posizioni , volgendosi a piccoll passi intorno alia sua diletta , la quale a poco a poco rinviene, e finalniente gettasi tra le braccia di lei. Allora coniincia una specie d' intei'mezzo, in cui le due bajadere gareg- giano di grazia e di seduzione. I loro occhi umidi di vo- lutta volgonsi in traccia di quei degli spettatori: ogni mo- vimento palesa nuovi incantesimi , e risveglia un nuovo desidcrio. Le commozioni prodotle dalT arte di queste dan- zatrici incantano tanto piu , quanto che non sono esse in alcun niodo provocate, almeno in pubblico, dall' appa- renza della lubrlcita : nessun gesto libero ofFende la de- cenza, ne il disgusto inspira. Tuttavia converiire deggio che le sole apparenze ne vanno salve ; giacche nessun popolo parvemi piu libertine degl' Indiani. A Janaon, e piu ancora a Coringui , le case di prostituzione eransi in modo stranissiuio nioltipllcate; e la numerosa societa onde le jjorte e le finestre ne erano costantemente guernite, ben ne annunciavano la destinazione >>. Bellissime sono e veramente filosoficbe le osservazioni del sia;. Lnplace suIP odierno stato politico ed economico della Compagnia delle Indie. Egli e d' avviso che Tim- menso possedimento di esse piii non sia che di peso per r Inghilterra , e che senza il nazionale orgoglio attaccato alia conservazione di questi paesi, senza il vantaggio, che la coite di Londra ne trae dal collocarvi una moltitudine delle sue creature con grande loro utilita , la penisola gia stata sareljbe abbandonata , massime poi se in qualche modo guareatiti ne fossero gl' interessi della stessa Com- pagnia. La carta sulla quale posano i trattati od i diritti di questa societa e viciiia al suo sciogliinento. Percio essa sta per presentarsi al parlamento colla ferma risoluzione di ri- fiutare , auche a costo dell' esistenza , ad ogni concessione contraria ai proprj interessi. Perciocche I'lndia le e ora gia di carico, e percio passiva, specialniente dopo T ultima guerra contro de' Birmani , per la quale consumati furono piii di cento milioni di franchi senz' alcun positivo conipensamento. Per sostenere un si gravoso pondo voile a se sola riser- vare I' esclusivo commercio del the colla Ciua. Questo mo- nopolio eccito neiringhilterra grandi mormorazioni. Percio al prossimo rinnovarsi della carta , e secondo ogni appa- renza, sara esso abolito ad onta degli sforzi del governo - PARTE STR.\^^IEK\. 287 a carlco del quale caJere necessariamente tlovra T India coHo sciogliersi della Couipagnia. Tale imbai'azzo andera vie piii aiiinentandosl a cagione delle difllcolta provenienti in gran parte dalla giusta dimanda clie gli azionisti faranno pel pagamento dell' iminenso niateriale , sn cui ipotccati sono debiti ancor piii considei"al)ili die 11 valore stesso ma- teriale. A tutte le quail cause aggiugnersi debhono le rivolu- zioni die di continuo minacciate vengono da' natii compo- nenti il piii gran nerbo delP esercito della Coinpagnia , ai quali servono quasi di fomite le settentrionali Ijellicose genti, si die fu d'uopo piu volte il secondare le capricciose loro indiieste con impolitiche concessioni e con detrimento della publ)!ica autorita, die per esse conoscere fece la propria deljolezza. Laonde vicinissima senibra I'epoca in cui 1' In- dia inglese andare dovra soggetta ad un' ultima crisi : al passaggio della Favorita gia ne tremavano in Madras gli impiegati della Compagnia. II sig. Laplace e d' avviso che il politico rinnovellamento di queste si belle e si ricdie contrade sia alia Russia riser- bato. " II governo loglese ( dice egli ) puo ogni anno far credere sulla fede di autori da lui stipendiati , essere im- possibile che un esercito dalla Persia venga neirindostano : pero la sua inquietndine ci dimostra tutt' il contrario. I Russi distruggeranno un giorno la sua potenza nell" India. Eglino ne validieranno i deserti ; baluardi troppo deboli contro di truppe avvezze ad ogni genere di faticlie e di privazioni : eglino vedranno i popoli venir loro incontro, ingrossarne le schiere , ed essere loro di formidabile ajuto nel rovesciare la possanza del nemico. Gli aliitanti del nord appena sommessi precipiteranno sulla penlsola , scopo co- stante della loro cupidigia. AUora la Compagnia assalita da tatte le parti , non altro piii avendo ad offerire alle sue truppe fuorche le fatiche ed i pericoli d' una guerra difen- siva in vece del saccheggio e dei tesori , avra una novella prova die le truppe mercenarie, all'aspetto del pericolo , non sono giammai fedeli, quando del loro sangue piii aspet- tarsi non possano un generoso prezzo. Le forze militari della Compagnia dividonsi fra le tre presidenze di Calcutta , Madras e Bombai. Nel tempo di pace i governatori sono 1' uno dall' altro indipendenti ; ma al sorgere della guerra essi riconoscono la supremazia di 238 I'ARTE STKANIEUA. cjuello di Bengala. Qnesti di fatto e il plii posseute; il corpo d' esercito soao gli ordini di lul e il piii poderoso : piu imponente e pare il lasso della sua corte. Tale si emiuente carica , di cui immense sono le rendite , viene dal re ac- cordata a' primarj sigiiori tra la nobilta iaglese. Essa al- Tepoca del passaggio della Favorita sostenevasi da iord Bentinck, grand' uomo di Staio, che alia lealta. ed alia fer- mezza accoppiava una nobile semplicita di costuuii. laca- ricalo delle ecoaomiche rlforme dalla Compagnia prescritte, eccitato avea niormorazioni e disgusti , ma pel pregi del suo carattere stato era generalmente rispettato. Belle ed important! sono altresi le osservazioni del si- gner Laplace intorno ad una nuova via che fra pochi aniii prendere potrebbe il commercio delle Indie colP Europa. Perciocche vuolsi notare che da Boml^ai , florida cltta e centre del commercie della Compagnia delle Indie sulla co- Sta del Malabar , partono era i battelli a vapore, da' quali in brevissimo tempo portansi a Koseir , poco distante da Suez, i viaggiatori che per 1' Egitto e pel Mediterraneo ritoruano in Europa. Questo tragitto comincia ad essere frequentato. Esso e uno di quelli pe' quali trasportavansi le merci dell'Oriente, prima che Gama ne tracciasse un nuovo e meno dispendioso pel Capo di Buona-Speranza. Ma al- lora r Egitto , teatro di freqaenti rivoluzioni, era in po- tere de' feroci Mamalncclii. Gli Ara])i ladroni poi infesta- vano il deserto , pel quale e d'uopo passare onde rag- giugnere il Cairo, e scannavano od a dnrissimo servaggio riducevano il mercante , che lasciato non erasi sbigottire dai banchi di saljljia , dagli scogli e dalle frequenti pro- celle del Mar Rosso. " Ora (soggiugne il sig. Laplace) tutti questi ostacoli svanirono : la pace, la tranquillita, un prin- clpio ancora d' incivilimeato regnano ne' paesi posti tra i due mari interiori. I battelli a vapore navigando senz' al- cuna tenia sui bassi fondi e fra mille pericoli , arrivano e partono dalla costa arabica ad epoche determinate , e per tal mode staljiliscono continue relazioni tra gli emporj in- glesi sulla costa del Malabar e del Mediterraneo. Nondi- meno questa via comeche pronta e sicura , convenire non puo che alle preziose mercanzie ed ai viaggiatori. Ma se r antica opera dei Faraoni venga ristabilita , se il canale di Suez sbarazzato venga dalle saljbie che ringombrano, chi mai prevedere potrebbe le coaseguenze dello scompiglio, PARTE STIIAMEHV. ^So cui andeia ^oggetto il conuiiercio ili tutte Ic iiaziotii.' L'lii- ilia nvviciuata, per cosi dire all' Europa , cUverra miova- iiieiue il tcatro, su cui le potenze cominerciauti lotte- laauo di foiza e d' industria >;. Q. Die Beurtheilung dcs Essal ccc. — Qiudlzio lii.torno al Saggio stadsdco sulle Biblioteche di Vicuna , di Adriano Balbi, iiiserito nel fascicolo di fcbbrajo della Cazzctta gcnerale di letteratura di Jena , Iratto dal Giornale nustjiaco di storia e poUtica. — Vienna , i836, coi dpi dcgli eredi nobili di Chelen, in 8." Ci ha una genia di semiletterati die per del.olezza d'in- gegno e di studj inipotente a soUevarsi oltre Todiosa me- diocrita lusingasi di acquistar noine graccliiaiulo contra la fema da altri ottenuta col sudore della fronte. Costoro corrosi di continiio dal nialedetto verme dell' invidia non avveggonsi die incil cammina Qual si fa danno del hen fare altrui. Cio preniesso, se ci si cliiedesse dove tendano Ic parole nostre: al Saggio, risponderemmo , del sig. Adriano Balbi sidle Biblioteche di Vienna , intorno al quale ra'i-ionato ab- biamo nel tomo 8l.° di questo giornale (i). Contro di quest' opera si e appunto scagliato il sig. Schreiner, pro- fessore di statistica nell' Universita di Gratz col sovracci- tato articolo deJla Gazzetta generale di letteratura die pubblicasi a Jena, contraddicendo col fatto alia filosofica sentenza da lui alia diatriba sua premessa. Sine ira et studio. Egli per tanto fattosi campione degli autori del Mamiale di geografia , ad alcuni de' quali il sig. Baljji nel- r appendice al suo Saggio dirette avea giuste lagnanze , perclie eglino, preso a iiiodello ed a base il suo Abrege de geographie, T avessero poi travolto in modo di dar luogo ad inesattezze ed a non pocbi errorl ; entra bai- danzosamente nell' arena , e gettnta sul Balbi qualchc lucl- liflua parola di lode, inconiincia coll' airermare esscre in (l) Fascicolo del geniiajo-febbrajp di quest' anim, paj:. 5e. a40 PARTE str.vniera. generale 1' opere di lui adatte bensi agl'Italiani ed ai Fran- ces!, ma di poco o ncssun pregio pe' Tedesclii, giacche la Germania non e altrimenti vaga di simili leggerezze . . . Grazie, sig- pi'ofessore! Ella dnncjue mette in un fascio Italiani e Francesi e con bel garbo scocca ingiurie ed insolenze contro d' ambedue le nazioni ? Ignora fors' ella die il bel paese vanta in ogni genere di sapienza , opere gravissiuie, solenni , ch' esse fu gia maestro alle altre na- zioni, e die a' di nostri ancora nutrisce uoniini di sonimo ingegno e di profondissime cogulzioni , siccome splendida testinionianza ne fanno le loro opere? Ed ella qnal no- vello Tersite, ella di nome pressoche scoiiosciiito ha Tau- dacia d' aringare a nome delta Germania tutta , paese si colto , si ridondante di uomini celebri in ogni genere di umano sapere' Ora noi dalle niolte giii celebrate opere del signor Balbi rivolgendo il discorso al Saggio , cui speclalmente riferi- sconsi le parole del critico alemanno , potremmo rinfac- ciargli die ben altrimenti ne giudicarono anclie i veri dotti della Germania. Ma il sig. Schreiner procedendo di sar- casmo in sarcasmo attentasi di far credere die il signor Balbi scritto abbia il sno Saggio per gratificarsi la Francia col dare il primo seggio alia R. Biljlioteca di Parigi ( seg- gio die accordato pur le viene dal fatto stesso e dai bi- bliografi tutti ) o per altri segreti suoi impegni , senza ac- corgersi die le contuinelie ricadono su clii le proferisce, e non giovano die a far vie nieglio apparire le virtu ed i jneriti di clii ne e innocente bersaglio. II sig. Kaltenbaeck per tanto, estensore di uno de'piu ac- creditati giornall di Vienna e coltissimo giovane, sdegnato per silFatte turpitudini d' un suo medesimo connazionale fecesi neirannunziato Giudizio a confutare T articolo della gazzetta di Jena , e lo fece si valorosamente die tiitto ne emerse il mal geuio del novelio Aristarco. Egli primiera- mente dimostra die ncU'articolo del sig. Schreiner scorgesi ad ogni passo il veleno del sarcasmo e della malevolenza, il quale dall' iudice e dal titolo stesso dell' opera del signor Balbi via via serpeggia sui capitoli tutti ^ il clic basterebbe a togliere ogni crcdenza alle critiche di lui osservazioni: dimo- stra in secondo luogo , die quest' opera anzi die meritarsi il disonorevole aggiunto di prccipitata , e lavoro di lunghis- sima leua e d' indefesse investigazioni 5 degaa percio di PARTE STRANIERA. 24 1 essere collocata fra le piu pregiabili di simile natura; che il sig. Balbi nell' annoverare le Biblioteche di Vienna non ne lia omessa alcuna delle principali, nel desci'iverle si e giovato de' sussidj di cliiarissimi viennesi, ed anzi de' loro stessi custodi e signori tuttora viventi ; eccita quindi il critico scfittore ad indicai-e quali siano le biljlioteclie da lui dimenticate; e ben con ragione, perciocclie nulla af- firmci colui die gratuitamente afferma: terzo, clie il capi- tolo intorno all' origine della Bibiioteca Imperiale, e 1' aa- nessavi tavola cronologica non sono lavori leggieri , o di poco criterio, ma il frutio bensi di ardne ed indefesse indaglni ;, il die vien egli conferniando cogli stessi autorevoli documeuti , su' cjuali fondansi le asserzioni ed i giudlzj del sig. Balbi ^ che le critiche osservazioni fatte al numero de' volumi della stessa Imperiale Bibiioteca, al loro annuo aumento, alia dotazione , ecc. svaniscono da se medesime qnando a rincontro pongansi delle censurate materie, la cui veracita appare evidentlssima si pel modo end' elle trattate vennero, come per la plena persiiasioae clie ri- donda dalle autentiche font! , alle quali T autore attinse le sue nozioni. Passando poi aU'Appendice, piix ancora del Saggio mal- menata, il sig. Kaltenbaeck dimostra la piccolezza e I'im- becillita delle censure. Tale, per esempio, e la critica osservazione , suUa quale non poco afFannasi il sig. Schrei- ner , quanto al comparativo numero de' forestieri che nel 1 83 1 trovavansi a Parigi ed a Vienna j perciocche quand'an- che ammettersene volesse la preiesa da lui difFerenza co- meche noa fondata sovra solida base , questa non sarebbe che tra il n." i3883 ed il n.° 13977, e percio piccolissima e da trascurarsi nella statistica di due raetropoli si popolose. Tale quell' altra ancora suUa frequente ripetizlone che nei paralleli del Balbi incontrasi de'nomi delle diverse provincie, giacche per porre a confront© fra di loro diversi oggetti fare non puossi a meno di ripeterne i nomi , differenti pur essendone i paralleli e diversa materia risguardanti. Di non dissimile natura sono tutte le altre censure della Je- nese gazzetta , le quali dal sig. Kaltenbaeck espugnate ven- gono in modo convincente co' document! stessi dal Balbi riferiti, e coUe ragioni desunte dalla statistica e dalla pub- blica economia ; facendosi egli a dimostrare il preglo e 1' uti- lita dei confront! in fatto di popolazione, d' industria , di Blbl. ItaL T. LXXXIII. i6 242 PARTE STKANIERA. commercio e d' incivilimento ; e come il sig. Baibi praticati gli abbia col lame della critica e col sussidio di positive irrefragabili cognizioni. L' importanza per tanto da noi nell' articolo nostro as- serita intorno al Saggio stadstico clelle Biblioteche di Vienna non e altrimenti esagerata. Essa risorge anzi piu luminosa dalle critiche stesse del sig. professore di Gratz. Preuda dunque coragglo il sig. Balbi : anzi che avvilirsi , presentisi animoso in nuova pubblica tenzone col promesso Saggio d' un quadro stadstico del globo terracqueo. Che se nuovi detrattori sorgessero contra la sua si ben procacciatasi fama, si sovvenga delle nieraorande parole dell' AUghieri nel III deir Inferno : E la lor cieca vita e tanto bassa Che 'nvidiosi son d' ogni ultra sorte Fama di loro il mondo esser non lassa Non ragioniam di lor, ma guarda e passa. II Cholera-Morbus. Notizia estratta da un andchis- simo libro cinese, il Ching-Che-Chin-Shing. II dottore Livingston di Calcutta nelle Transazioni me- dico-fisiche di questa citta ha pubblicata una Memoria sul Cholera-Morbus , nella quale espongonsi le idee che di essa aveansi nella Cina a' tempi piii remoti. Vi si fa menzlone d'un medico di nome Whang-Slioo-Hor ^ che per lo meno contemporaneo era d' Ippocrate. Eccone la descrizione, no- tabile si per chiarezza come per precisione, la quale ci fa rincrescere che 11 dottore Livingston siasi nella Memoria sua circoscritto a questo sempUce estratto. " L' ho-iwan ( cholera-morbus ) consiste in un subitaneo attacco di dolore che sentesi nel cuore e nelF addome con vomito e diarrea , con timore di freddo e deslderlo di ca- lore. Esso e accompagnato da vertigini e da male di testa. Se 11 dolore nasce nel cuore ne provengono tosto i vomiti, primo sintomo ; se manifestasi neU'addome , se ne ha un si- curo indizlo che il morbo comiucla a svilupparsi ; se spie- gasi ad un tempo e nel cuore e nell' addome , gli sono si- multanei e i vomiti e la diarrea. Allorche la malattia sta PARTE STR.VNIER.V. 2^.0 per aggravarsi, rammalato ha degli spasinii. se questi spa- simi guadagnano il basso-ventre, ne proviene la morte. •/ La Meinoria continua coa quest' altro estratto , il cui ca- rattere aforistico lo avvicina al precedente : bea Inteso che trattasi seinpre dell' oplnione de' medici cinesi : " Le cause cercarsi debljono nelle bevande fredde , nell' uso del pesce ed ia tutto cio che di troppo rafFreddare possa 11 sistema vitale , negli eccessi del coito, nel somio a nudo sur ua luogo umido e nell'esposizione ad una corrente d' aria fredda. L'aria fresca assaiendo il corpo ne arresta la digestione e fa nascere la malattia. — II cholera-morbus doniina spe- ciahnente nell' estate e nell' autunno. Pero quando ha luogo nei mesi freddi , ne e causa per lo piu 1' impressione d'ua estremo caldo. Essa ne' forti calori dell' estate dichiarasi coa vomiti e diariea; ne conseguono doglie contorcenti il cuore e r addome , una sete ardente , una penosa sensazione di calore che consuma i visceri, convulsioni nelle estremita , sudor! freddi, ed uno stato spasmodico che spontaneamente s' inipadronisce delle membra. Nella stagione estiva il po- polo mangia melloni ed altri sifFatti vegetabili , prende be- vande fredde , ed esponesi all' aria aperta, cause tutte del- 1' indigestione e del cholera. Ogni caso di cholera con ispa- simo , vertigini e torbidezza nella vista diviene incurabile infallibilmente ed all' improvviso. — Nel cholera I'amma- lato talvolla sente della sete e desidera la frescura j tal- volta teme il freddo e trema ; i suoi piedi , le sue man! raffreddansi ; altre volte egli e spasimante di caldo, inquieto e sbarazzarsi vorrebbe di tutto cio che lo copre. In ogni caso, in cui lo stomaco plii sofiFerire non possa I'acqua di riso , la morte e pressoche certa. — II cholera in una douna Incinta proviene o da un eccessivo calore, o da un' aria itj- salubre. In tal caso ne consegue quasi sempre I'aborto. » 244 APPENDICE ITALIANA. JBiografia di Francesco Aglietti scritia da Paolo Zan- NlNi. — Padova, 1 836, coi tipi della Minerva. Vtuando al mancare di un uomo illustre vi avesse sera- pre nella sua stessa citta , e fra quelli occnpati ne' mede- simi studj , chi ricordasse 1 fatti principali della sua vita , e i titoli veri che ne devono mantenere fra' posteri la me- moria , poca faccenda rimarrebbe agli scrittori di storie let- terarie, e le notizie e i giudizj passerebbero limpidi e certi dai llbri destinati alia gloria di un uomo a quelli consa- crati alia gloria della intera nazione. Ma questo ufficio si adempie assai spesso da menti o inette o preoccupate , e quindi la piu parte delle notizie e dei giudizj contempo- ranei , anziehe un omaggio reso alia verita , sono un eco delle passioni indivlduali. Non cosi, vaglia il vero , possiamo dire di questa bio- grafia ; nella quale Y evidente desiderlo del Zannini di met- tere in nobile mostra i pregi di Francesco Aglietti non corre mai a quella guisa di ciechi e trasmodati panegirici , per cui si puo doniandare al biografo: Di chi rai parli? Si vede certamente in questo libretto non esser mancato certo ar- tifizio nel dar rilievo anche alle picciole cose , lodando fin anco le buone intenzioni (pag. 14, i5) o le memorie non piu che lette a qualche accademia, e note al pubblico per le relazioni fattene dalFautore medesimo (pag. 10, 11 )» ma I'artlfizio di cui parliamo, meglio che offesa, puo chia- marsi abbellimento del vero. Anclie I'amicizia vuole che se le abbia rispetto ; e dopo 1' ingenua dichiarazione pre- inessa alia biograiia circa alia riconoscenza dovuta da grato discepolo a dotto e affettuoso maestro, da cui il Zannini fu indotto a scrivere , alcuni ingrandimenti, sempre pero mo- derati come qui sono , raeritano piuttosto lode per genti- lezza d' anlmo , che censura per difetto d' ingeguo. Uso , com' e , il nostro giornale a concedere un luogo alle necrologie di qnanti uomini rispettabili lasciaao voto APPENDICE ITALIANA. a^S il posto d' onore che tenevano tra'vivi, per congiungersi agli onoratl che piu noa sono, non ommetteremo di dare succintamente anclie quella di Francesco Aglietti , dacche abbiamo nel libro del Zannini chi ce ne agevola il mezzo con tanta giustezza di dottrina e sceltezza di locuzione. Nacque Francesco Aglietti in Brescia nel 1757, e nel se- minario di Padova ebbe la prima educazione letteraria e sclenlifica, indi nella Unlversita la medica laurea. A con- validare colla pratica osservazione gli studj teorici, visito gli spedali di Bologna e di Firenze, di dove, dopo breve dimora fatta in Padova , passo a fermare la propria stanza a Venezia. Comincio quivi entro breve tempo a salire in fama di medico valente , fama che si estese a piii lar^hi confini mediante la pubblicazione del Giomale per servire alia storia della medicina di questo secolo , a cui diede mano fino dal 1783, in compagnia di Stefano Gallini e di Anto- nio Gualandris, e di quanti erano migliori medici e chi- rurghi a quel tempo. Dieci anni dopo ( 1793 ) si pose pure a dirigere un giornale letterario , intitolato Memorle per ser- vire alia storia letteraria e civile, in cnl ebbe a coUabora- tori i piu distinti fra i letterati. Ambidue questi giornali cessarono I'anno 1800. Alcuni articoli che I'Aglietti iuseri in questi giornali sono le scritture di lui , che prime ve- nissero in luce. Nominato professore di medicina pratica neir ospedale di Venezia , vi lesse un discorso sopra la co- stanza delle leggi fondamentali deW arte medica, die fu stam- pato r anno seguente 1804. Tre anni dopo pote tornare a vita durabile e decorosa la Societa medica , che iino dal 1790 aveva cercato di fondare in compagnia di Antonio Valatelli e di Pietro Pezzi , e di cui le continue mutazioni politiche avevano sturbato le adunanze e gli studj. Questa societa venne per decreto zS dicembre 18 10 del cessato regno italico compresa nell' Ateneo , del quale , com' era stato della societa medica , fu 1' Aglietti uno de' principali sostegni. Alia societa medica avea letto nel 1809 una Me- moria sulla litiasi dell' arterie, " argomento, cosi il Zannini, mal conosciuto fra noi in quel tempo, e nuovo pel modo nel quale fu da lui considerate. " la questa Memoria I'A- glietti " pose in luce una verita che il Santorini aveva ve- duta, ma non illustrata quant' era convenlente, e fu la pre- valenza, fra le cagloni delle morti repentine , delle offese organiche del cuore e dei vusi inaggiori sopra quelle del 246 APPKNDICE ITALTANA. cervello e dci polmoni Ove la dissertazione , ch'e tuttora Inedita, venisse pubblicata al presente ( nota col solito suo senno il Zannini) noii otterrebbe quell' applauso clie me- ritamente avrebbe conseguito nel 1809;, perclie le dottrine die allora erauo rare e chcoscritte a poclii , ora, merce i progress! dell' anatomia patologica , sono fatte comuni e di generale insegnaniento. » Cio non scema per altro il me- rito deir Aglietti considerato il tempo in cui la disserta- zione fu scritta. Questa Memoria e il discorso teste ricor- dato sono, aggiunti alcuni articoli inseriti nei due giornali, quel tanto che 1' Aglietti compose in fatto di medicina. In fatto di lettere ci lascio quattro relazioni accademiche e due elogi. " Quantunque le relazioni accademiche ( sempre il Zannini ) f iano per indole propria scritture vuote di so- stanza , perche riuscirebbero disadatte all' oggetto cui mi- rano se ne fossero piene ; tuttavia esse danno prova e sono anzi misura dell' ingegno dell' autore , della quantita delle sue cognizioni e dell' attezza sua al bello scrivere. n Quelle dell'Aglietti , per giudlzio del suo biografo , se lasciano de- siderare alcuni altri pregi , " in quanto a cognizioni, ne ri- boccano cosi , che basterebbe la loro letlura a mostrare il vasto sapere di lui e la singolare e maravigliosa varieta sua. >/ Degli elogi , a quello di G. Pellegrini nocque la fretta con cui fu scritto , ma di pregio singolarissimo e 1' altro alia famiglia dei Bellini, recltato all'Accademia di belle arti nella distribuzione dei premj dell' anno 18 12. CI6 che avrebbe fatto quel lavoro " immediatamente secondo , se non per la quantita , certamente pel pregio di recondita erudizione, aUa Notizia d' opere di disegno che il Morelli pubblico .... state sarebbero le Annotazioni , che dovevano salire al nu- mero di trentadue. » Otto erano gia scritte fino dal 1819, ed apparecchiate per la stampa. Altri lievi discorsi , seb- bene corrano sotto il nome dell'Aglietti, o non sono opera di lui , o poco aggiugnerebbero alia sua fama. Ricordate le opere , si raccontano i moiti e onorevoli carichi di cui fu 1' Aglietti investito. Oltre airinsegnamento medico nella citta di Venezia a cui fu piu d' una volta pre- posto, e a qualche incumbenza di minor conto, fu elettore del collegio dei dotti , membro pensionario dell' Istituto ita- liano , medico direttore dell' ospedale civile , protomedico del magistrato di sanita marittima, e consigliere protome- dico del governo di Venezia. APPENDICE ITALIANA. 247 L'Aglietti, dopo le cognizioni mediche e letterarie, pos- sedeva ancora luolta erudizione e molto gusto in proposito delfarti Belle. L'elogio dei Bellini e le note di quello, gia accennate , ne sono una sicifra pruova ^ oltre a cio si ri- corda dal diligente biografo la sua biblioteca e la sua rac- colta , se non copiosa , certainente sceltissima di stampe. f Queste, cedute per transazioni domestiche alia figlia sua adottiva, passarono in proprieta del nobile sig. Giovanni Papadopoli , e sono splendido oi'namento delle ricche ed eleganti sue stanze. » Fra quelle stampe " sono degne di particolare meraoria le cosi dette battaglie di Alessandro , possedute un tempo dal conte de Firmlan, governatore della Lombardia, il quale dallo scomponimento di cinque esemplari piu o meno perfetti aveva tratto quest' unico per- fettissimo ; battaglie clie, venute poscia nelle mani del conte Francesco Algarotti, erano giunte per ultimo in quelle di Aglietti. » La vita deU'Aglietti fu avventurata quanto puossi da chic- chessia desiderare -^ onorevoli impieghi , pratica estesa nel- I'arte medica , riputazione piix estesa ancora, come uomo ch' egli era di prodigiosa niemoria, di copiose e svariate cognizioni, « di aspetto gi-ave e gentile ad un tempo ( cosi il suo biografo ) e quale propriamente si addirebbe ad un Ippocrate del secolo presente , con modi semplici , facili , non disgiunti da certa sua particolare e soave cortesia, con indole umana , pieghevole , indulgente, calda d' affetti, sen- sibile a tutte le impressioni del bello, fossero di natura , o venissero dall'arte odall'arti. » Solo nel giorno 4 agosto 1829 fu posto termine a tanta umana prosperita, nel quale I'Aglietti '< colpito da accidente di apoplessia , perde gran parte delle forze del corpo , e piu ancora di quelle del- 1' intelletto. >/ Da indi, riavutosi imperfettamente e vissuto fino al 3 maggio i836, non pote plii essere I'Aglieiti d'un tempo. Tanto per 6 era egli stato da non potere rimanersi nemmeno dopo il suo infortunio , confuso con la moltitu- dine ;, e per dirla colla immagine adoperata dali' eloquente biografo , sebbene di Aglietti non esistesse a que' giorni clie una larva , " quella larva era pur sempre larva d'Aglietti, avanzo, se si vuole, reliquia d' un tempo ormai trapassato; ma reliquia di grande e ben contesta mole romana , non d' infornie casaccia , costrutta di rena e di povere pietre , raccolte qua e la con ostinata e per lo piu inane fatica. » 348 ArPENDIGE ITALIANA. L' ultimo squarcio lU cjuesto libro contiene osservazloiii di tanta giustezza e compendia si bene i meriti veri del- TAglietti in tntta la loro pienezza , da crederci in obbligo di riferirlo distesamente , toriiando da esso piii onore al- r illustre defunto di quello sia da qualunque altra delle so- lite lunglie ed enfatiche dicerie. " L' eccellenza d' un me- dico pratico e tale virtu , che mentre sarebbe degnissima di gloria immortale, non la couseguisce clie passeggiera ; sopravvive di poco a chi la merito , e rauore coi testimonj dei benefizj che 1' hanno procurata. Cosi avvenne dei mi- gliorl fra i pratici , e cosi avverra pure di Aglietti , ossia di quella parte di lui , che il suo piii vivo splendore traeva dal possedimento di quella virtu. Ed era senza dubbio la maggiorc ■ perche s' ebbe uguale fra noi nella cura delle malattie acute , non n' ebbe sicuramente in quella delle croniche, pericolosa e difficile, nella quale lottano tutti, ma vincono solamente i gagliardi. Ed egli vinceva da spesso: tali vittorie ho veduto , la cui ricordanza mi riempie tut- tora di maraviglia. Ma e suono che passa , e per la morte del salvatore e del salvato ammutisce per sempre. Piii lunga che quella di Aglietti medico di grande valore, vivra nelle menti nostre e future la memoria di Aglietti restauratore in Venezia dell' anatomia patologica j studio solenne , posi- tivo, crescevole ; base principale, e, se pur una ve n'ha, inconcussa della pratica medicina. II quale studio , portato sul cominciare del secolo XVIII a difficile altezza da Gio. Domenico Santorlni , protomedico del magistrato di sanita, era scaduto da poi ed obliato cosi , che niun indizio ae ri- maneva allora che Aglietti si fece con la voce e con 1' e- sempio a ridestarlo dall' ignava dimenticanza. Ne fu vano 1' invito ; piu d' uuo dei medici di Venezia 1' udi : e I'ana- tomia patologica qui pure si conosce al preseute, e si col- tiva e si onora. Finalmente vuolsi lode al nome di Aglietti, come a quello di tale scrittore fra i medici , che fu supe- riore a tutti in Venezia , eguagliato da pochi in Italia , vinto forse da un solo ^ rara e desiderabile qualita, la quale stringendo in nobilissima unione la grave austerita delle sclenze con le grazie allettatrici delle lettere , diventa mi- sura ad un tempo e ornamento di ogni verace dottrina. Sono questi i titoli pei quali vuole giustizia che il nome di Aglietti sia ricordato con onore dai posteri. " APPENDICE ITALIANA. 240 Considerate da un lato I'opere dell' Aglietti e dall*altro il concetto die dl lui rimane dopo la lettuia di questa bio- grafia, cl siauio confermati nella seatenza che la gentl- lezza congiunta all' acurae sa trovare il vero modo di ornare le parti piii belle di una vita gloriosa senza ren- derle meno credibili , e di velare decorosamente le parti men belie senza dissimularle. Ove non siavi questo doppio accorgimento , le lodi non hanno valore , e le critiche che si presumono dai lettori sono piii gravi di quelle che il biografo ha voluto occultare. Sulla miniera di ferro dell isola dElba , Memoria del prof. Paolo Savi. — Pisa, 18 36, tip. Nistri, in 8.° I monti formanti la costiera orientale dell'isola d'EIba , come tutto il Promontorio della Calamita, sono d' un' are- naria quarzosa cliiauiata verrucano, e di inarmo piii o meno salino : dentro e presso questo verrucano si trovano le varie masse del ferro, una delle quali costituisce la miniera di Rio , primario oggetto di questa Memoria. La quale mi- niera da quasi tutti i naturalisti fu sin adesso riguardata come una gran massa di ferro, di struttura ed origine di- versa affatto da quella degli ordinarj filoni metallici. Ma il prof. Savi crede e dimostra questa non diversificare dalle altre miniere se non che per la mole, e doversi per con- seguenza considerare come un amplissimo filone, o per dir meglio un complesso , o nodo di grossi filoni , i quali in piu direzioni attraversano gli strati dell' arenaria sllicea e de' suoi schisti , che son sottoposti al calcare, insiem coUegandoli , e racchiudendo ancora frammezzo grossi am- massi, o porzioni, di quegli stessi schisti e di quella stessa arenaria. II pregio deU'Elba rispetto a' suoi minerali di ferro con- siste non solo nella copia e bonta de' medesimi , ma anche nella loro situazione , che mentre e necessario altrove ca- varli dalle viscere della terra, ivi raccolgonsi dalla super- ficie. Non si fanno dunque nella miniera di Rio ne fosse, ne gallerie ■, ma siccome quasi 1' intera massa del monte ove si lavora , eccettuati varj filoni di scliisto siliceo-ma- gnesiano alterato , resulta da piii specie di minerali dl ferro, varie per la durezza e tenacita , e che di queste le com- patte essendo a corde, o nodi, o masse, stan racchiuse aSo APPENDICE IT^LIANA. frammezzo alle fragili o terrose, i lavoranti eseguiscono lo scavameiito dirupando sempre , quasi a pioiiibo il moiite , mediante picconi , o pall di ferro, o mine, e facendo pre- clpitare in basso tntte le sostanze clie scavano. Tra qneste scelgonsi poi i pezzi di mineral buono per via trasportarli; ma di tali pezzi se ne raccolgono ancbe da' campi in tempo clie si lavorano , e dal lido del mare rigettati come sono dalle sue onde. L'Elba produce non una sola quallta di minerale capace di dare il ferro, come taluno ha scritto, ma ne produce molte, e di varia bonta , alcune apportatrici di ferro dolce, altre di ferro crndo, ecc. Ora I'autore ha fatto una de- scrizlone preclsa di tutti i minerali ferriferi che T Isola offre, cioe una Monografia del ferro Elbano, con P indica- zione del posto ove si trovano , e dell' uso che se ne fa o sen potrelibe fare. Ecco 1' elenco delle specie e varleta de- scritte. Sp. I. Ferro ossldulato , due varleta , con tre sotto- varieta ; II. Ferro oUgisto , due varleta, sette sottovarleta; III. Ferro ossidato scuro , sei varieta , tre sottovarieta ; IV. Ferro ossidato rosso, due varleta; V. Ferro arsenicale; VI. Ferro solforato giallo , tre varieta ; VII. Ferro siliceo calcareo. II minerale dell' Elba viene trasportato alle officine del litorale occidentale d' Italia , e massime a quelle della ma- remnia toscana, ed ivi lavorato. Non e a dire quanto I'ab- bondanza del corabustlbile e delle acque rendano la ma- remma acconcla a sifFatto lavoro. Nella maremma oltre la copia immensa del combustlbile apprezzar se ne vuole I'ot- tima quallta. Imperciocche fra tutte le specie dl carbone fine ad ora conosciute, non eccettuatone il tanto celebrato coke inglese, 11 mlgllore ed il plii adattato alia lavorazione del ferro , e a confessione di tutti gli autori di metallurgia, il carbone di leccio , di cerro e sughera , il qual carbone , per r abbondanza di queste piante , e quello in maremma esclusivamente adoperato. Quanto all' acque son esse vera- mente, nelle parti della maremma dove lavorasi 11 ferro ( per la maggior parte comprese nella Val di Pecora ) , ab- bondanti e perenni, e scorrendo velocemente verso 11 mare, producono al termine di varj riplani in cul opportunissl- mamente ivi 11 terreno scompartesl , altrettante belle ca- scate , le quail sembrano quasi espressamente destlnate a dar moto a macchine , ad animar manifatture. E qui I'esi- mlo Natitralista pisano , la sostanza del cui lavoro, quasi APPENDICE ITALIANA. 25 I sempre nsando delle sue stesse parole, abbiamo fatto co- noscere, si volge nel conchiiiderlo a celebrare le ricchezze clella maremma , e Y odierne opere insigni onde vien ri- condotta a salubrlta e floridezza :, a' quali soggetti abbiamo noi pure in altre occasioni tributato il nostro piauso e la nostra ammirazione (i). B, V A R I E T A. V I A G G r. Posteriori chiarimenti intorno alia celebre ladi Ester Stanhope, regina di Palmira, tratti dal Viaggio ad Alessandria, Damasco, Gerusalemme ecc. del dottore Edoardo Hogg. " J_jadi Ester non ci tenne nascosto che dopo il sue sog- giorno in Siria , la condotta sua stata era non rare volte I' oggetto di amare critiche, perclie preso erasi abbaglio su 1 motivi che diretta aveanla^ ma che essendo perfettaraente libei'a, e dare non dovendone ragione ad alcuno , essa non sommettevasi che al tribunale del suo proprio discernlmento. Riguardata come un soggetto di curiosita da ceiti viagaia- tori , e procacciatasl una specie di celebrita del tutto al vo- lere suo contraria, ben s'avvide che il suo ritiro stato era spesse volte sorpreso , e la sua ospitalita pressoche vio- lentata da persone , che osato ne pur avrebbero di presen- tarsele in Inghilterra , senza esservi condotte od almeno raccomandate da comuni amici. Era dessa pienamente di- sposta a venire in soccorso di tutti que' suoi concittadini che bisogno avrebbero della sua assistenza e ad agevolare le indagini de' coiti viaggiatori e degli eruditi , dando loro le notizie e gl' indizj che riuscito erale di procurarsi col soggiorno suo nel paese : ma paleso T invincibile sua ripu- gnanza per le visite di pura curiosita, le quali non hanno verun altro scopo fuorche quello di farla discorrerc, e di (i) Ved. Eibl. ital. torn. 71.", luglio i833 , pag. 43 , e toiu. 78 , tuarzu 1834 , jiag. 35 1. aSa V A R I E T a'. pubblicare poi le sue opinion! travestlte o malamente In- tese ond' esporla allc risa ed al biasinio del publjllco : a questo riguardo seppe esprimersl con molta vivacita ed energla. II solo Intento suo, siccome ella medeslma soggiugneva, il solo suo intento recandosi ad abltare nella Siria state era quello di renders! utile alia propria patrla : coll' afFe- zlonars! le tribii arabe, aperta avea la strada d! Palmira, ed agevolati i mezzi con cu! scorrere In tutta sicurezza celeberrimi luoghl e visitare monumenti degnl della piu grande attenzione. Ladi era persuasa die nelle lontane ed ignote parti sussistevano tuttora avanzi dl meccanici pro- cedimenti e di arti ingegnose cadute ora nell' obblio , ma die anticamente era no di una pratica generale, e che quando fare se ne volessero delle indagini cominciando dall' estre- mlta delta Persia e dell' India , se ne troverebbero preziosi documenti. Essa per tal modo pervenuta era a scoprire 11 segreto di alcune inalterabili tinture proprie a qualche di- stretto, e quella specialmente della maravlgliosa tempera delle arm! , la quale scoperta servi poi di norma e di lunie ad altri paesi. Dolevasi che i suoi piu caldi e piu costanti desiderj, di promovere cioe vantaggiosi cambj tra paesi loa- tani e privi d' ogni precedente relazione, stati fossero con- trariati da quel inedesimi che approfittarne doveano. Varj Europe! di diverse nazioni , mossi da difFerenti motivi , aveanla assediata con modi i piu spiacevoli : taluno tentato avea d'ingannarla simulando d'entrare ne'disegni di lei; da altri stata era riguardata come una visionaria. CertI spirit! melanconici ed infermicci, die corrono da per tutto in traccia della salute, precipltati eransi nella casa di lei co- me in un privilegiato ospizio , dove abusarono della sua confidenza e della generosa sua ospitalita, sicclie finalmente essa videsi costretta a chiudere la porta a tutti questi im- portuni ed indiscreti. La sua conversazione sempre animata saltava di continuo da un soggetto all' altro senza mai ces- sare di vivamente interessarci , e seminata era di pungenti e curiosi aneddoti sui talent! e su gl! att! del padre suo, e sul soggiorno suo presso dello zio neU'ultima parte della burrascosa carriera del padre. In quest' occasione fece I'e- logio della superiority de' talent! del grand! politic!, co' quali stata era intimamente legata ; e siccome !o le palesava la sorpresa mia , perche potuto abbia rinunciare ad una sorte V A n I K T a'. 253 si degoa d" invidia , ella cosl mi rispose con profonda coni- niozione. /< lo ho vlssuto col sig. Pitt ; con clu altro mai avrei potnto vivere in seguito' » Ella die fine con varie osservazioni suU' antico stato della Siria , sulle turbolenze end' agitato era questo paese, e sulle rivoluzioni die de- rivar ne doveano , e che interamente cangerebbero i de- stini deir Oriente. Metzorolocia. Terremoti sentitl in diversi punti del globo. Supplemento alia nota dei terremoti dell' anno 1834 inserlta in questa Biblioteca , toino 78.°, pag. 144. a8 Glugno al 19 Inglio , scosse orribili in alcnni punti della China: 100,000 case rovinarono ; 4000 persone ri- masero schiacciate sotto le rovine e 700 furono grave- mente ferite (i). 23 Dicembre, alle ore 7 e minnti 55 della sera, a Kiakta ( Siberia merid. ) una scossa alquanto violenta della (i) Un terribile trerauoto e stato scntito nel dipartiniento di Ciang-te-fu, iiella provincia di Ho-nam. II fenomeno comincio la sera del XXII gioriio della 5.^ luna (28 di giugno 1 884) e non cesso che il XIII giorno della 6.* luna (19 luglio ). 11 tremiioto si estese a ponente sino alia provincia di Scian-si ; a settentrione fino a quella di Pe-cl-li , cd a mezzodi sino alia provincia di Canton. Nel capoluogo del distretto di Tu-ngan un gran nu— mere di persone sono state uccise dalla caduta delle case e degli edlfizj: 1 95 cascine nelle Vicinanze del capoluogo sono state distrutte. II numero delle case che furono rovinate e fatto ascendere a 100,000: le persone ri- maste miseramente schiacciate sotto le rovine sono 4000 ; i ferlti sono 700. Nel circondario di Tse-ceva non solo si e sentito uuo spaventevolissimo tremuoto , raa ancora in niolti luoghi la terra si e aperta ed ha inghiottite 4000 persone circa. II governatore del distretto, la moglie, i servi ed i suoi officiali sono rimasti tutti schiacciati nel disastro. Non si puo conlare il numero delle case che sono state distrutte , e delle persone che sono pe- rite ne' distretti di Thang-in , Lin-ciang, Nyan-tang, Vu-ci-u. I campi erano coperti di cadaveri , che nessuno pensava a seppellire ; i superstiti non ave- vano piu casa e pernottavano a migliaja al sereno, ne altro notte e giorno si udiva che gemiti e pianti. Nel paese di Pong-cing la terra si e aperta e sgorgo un gran jiume d'acjua nera, il quale trascino seco ville, messi, uowini ed armenti e tutto c[uanto iiicojitrava nel suo corso. 254 V \ R I E T a'. durata di 5 second! , nella direzione del NO al SE , pre- ceduta da sordo runiore ed acconipagnata da tuoiii lontani. Le case fnrono scosse gagliardamente ma non danneggiate. NelV anno i835. 12 Gennajo, alle ore 7 del mattiiio , in Borgotaro ( Val" tarese) una scossa ondulatoria molto senslbile. a I detto , alle ore 2, niinuti 5 mattina, nelle ville di Collecchio e di Sala {Due. di Parma) una lleve scossa. 26 detto, alle ore 10, minuti 64 della sera, in Borgo S. Donnino ( Due. di Parma ) una scossa debolissima. 6 Febbrajo, nelle ore pom., in Firenze alcune scosse, fra cui la piii notabile fu alle ore 7, minuti So. Si seppe posteriormente che il centro del fenoraeno fu la parte set- tentrionale del Mugello , ove pero non accadde guasto con- siderevole. 7. detto, in Roma e ne'dintorni una debole scossa. ao detto , terribili scosse in molti punti del Chili ( Ame- rica merid. ) : sette grandi citta tra Valparaiso e Valdevia furono i"ovinate quasi interamente. II numero delle vittime non fu pero considerevole (i). (l) II terremoto, i cui effetti si sono fatti sentire con tanta violenza a Valparaiso, si e esteso alia Concezione , Talcahuana, Yome ed a tutte le citta situate fra Valparaiso e Valdevia , non raeno che tra Mendoza a mez- zodi delle Cordigliere sino all' isola di Juan Fernandes , cjuattro miglia presso la costa ; donde ad un niiglio e mezzo da terra , si vide prorompere una colonna di fiamma e fumo dall'Oceano, il quale in quel sito lia lOO braccia di fondo. Per buona fortuna Valparaiso e Santiago si trovarono fuori delle cerchia del grand' urto; altrimenti il Chili piii non sarebbe. Queite due citta non furono molto danneggiate. Varj bastimenti in mare ebbero guasti gli alberi ; pareva che dessero su frangenti e che le carene toccassero il fondo del mare. Questi terribili fenomeni non furono da altro preceduti che da un fragor cupo nelle viscere della terra. Un momeuto dopo, la terra tra- ballo si gagliardamente ch' era malagevole il tenersi in piedi. Le case non poterono reggere a questi crolli oltre ad un minuto: le travi si sconnessero e le mura rovixiarono successi\amente ne' cinque minuti che duro la piii violenta scossa. Appeua una casa rimase in piedi ad acceimare il luogo ov' erano state le citta. A si miserando sovvertimento le popolazloni credet- tcro essere venuta la fine del raondo. Vuolsi intanto rJngraziare il Cielo che la catastrofe segul di giorno: se fosse avvenuta di notte , un terzo della popolazione non avrebbe forse poluto sottrarsi ad una lenta e dolorosissima raorte. 11 nuraero dcUe vittime perite alia Concezione e solo di 80: il nu- mero fu anche minore a Talcahuana e nelle altre citta. E inipossibile ridirc lo spavento che si e messo in tulti gli auimi: coloro che sono stati tesli- monj di questo spcttzcolo di desolazionc atTermano che non vi ha parola V A R I E T \'. 255 6 Marzo , nella notte , a Gagliarl ( Isola di Sardegna ) alcune scosse deboli d' ondulazione da poncnte a levante , accoinpagnate da uii violentissimo NO. 8 detto , verso le oi-e 9 1/4 antim. , in Borgotaro una forte scossa ondiilatoria della dnrata di 8 secondi , prece- duta da fragore : dopo mezz' era altre due scosse ma de- bolissime. 12 detto, scosse violent! in alcuni punti dell' Ungheria. 16 detto 5 alle ore 2, niinuti 40 del niattino , in Bor- gotaro una debole scossa. 24. detto, alle ore 2, minuti 7 matt., in Palermo forti scosse succussorie, che fecero versare il raercurio da tutti i lati del sismografo nel R. Osservatorio : alle ore 4, mi- nuti 23, altre tre forti scosse ondnlatorie della durata di 5 in 6 secondi di tempo oella direzione di NE a SO. Un gruppo di nuvole nere a NNO niandava de' baleni. 3 Aprile , gagliarde scosse nel comitato di Szathmar (Aha Ungheria). 1 .5 detto , alle ore 1 1 ^4 ^^1 mattiuo , in Borgotaro due deboli scosse. 18 detto, alle ore 6, minuti 2 5 della sera, nella valle d'luterlaken ( Sw'zzera ) una forti»sima scossa che duro quasi un niinuto. II nuovo edifizio del castello fu scosso da tre urti successivi accompagnati da spaventevole scro- sciameuto. La terra fu scrollata visibilinente e la campana bastevole a descriverlo. TalcaUuana e gli altri siti vicini alia costa sono i luogUi ove il flagello percosse piii forte. Appena riavuti dal terrore della lunga scossa , i miseri abitanti si erano messi per salvare dalle roviiie (juello che potevaiio contenere di piu pre— zioso ; ma il mare , agitatosi subitamente , si sollevo come un fil di rauro ad un* altezza sterrainata , e lore lascio appena il tempo per salvarsi nelle mon- tagne, Dopo di essersi cosl alzato, il mare piorabo precipltosamente sulle rovine delle cilta ed inghiotti quanto iiicontro nel suo corso. Quell' ultimo disastro compl la rovina degl' infelici abitanti : essi non hanno piu di che vivere • !e onde del mare lore han portato via quel poco ch' era rimasto nelle cascine e ne' raagazzini. Le navi ch' erano in porto furono strappate da sulle ancore , rotte o sbat- tute sulla spiaggia ; il mare si era alzato 24 piedi sopra il livello delle alte acque ; ma quando precipito sulla costa , alcuni legni che avevano 54 piedi d'acqua sotto, si trovarono a secco. Gli abitanti hanno piantato alcune pic- cole tende salle rovine delle abitazioni ; esse sono circondate da rottami e irantumi di arredi, di alberi coperti di sabbia, ecc. 11 raccapriccio dello spavento ha fatto perdere a parecchi la ragioiie- La Concezioue contava 10,000 abitanti; ora come al tempo della prima sua distruzioue , tutti 1' abbanUonano. 256 V A R I E T a'. diede due tocclil. Cinque mlnuti appresso fu sontita una seconda scossa ed una terza alle ore 9 3/4 , ma meno ga- gliarde. ao detto , alle ore 4 del mattino, in Borgotaro e nei luoghi limitrofi una scossa ondulatoria gagliardissima della durata di 5 secondi : nella mattina seguente , alle ore 6 , due altre scosse gagliarde, e due gagliardissime e lunghe alle ore a pomeridiane, accompagnate da detonazioni straor- dinarie. 21 detto, alle ore 8 '/* della sera a Kischinew {Mol- davia) una forte scossa di 3 a 4 secondi di durata, se- guita da uno spesseggiar di lampi e da vento impetuo- gissimo. La sua direzione fu da tramontana a mezzodi. Air ora medesiraa una scossa fu sentita ad Ismail. 25 detto, alle ore 3 3/^ del mattino, in Borgotaro una scossa ondulatoria violentissima accompagnata da fortissimo rombo : la popolazione spaventata fuggi all' aperto. AH' ora medesima fu sentita quasi con egual forza in Pontremoli , Compiano , Bedonia , e lievemente in Bardl. TO Maggio, verso le ore 10 '/a della sera, in Borgo- taro una lieve scossa. 19 detto, ad un'ora, mlnuti 10 del mattino, in Trie- ste una scossa ondulatoria molto sensibile della durata di 4 secondi , nella direzione da mezzodi a tramontana. a3 detto, alle ore 9 '/^ della mattina, a Boves {Pro- vincia di Cuneo ) una forte scossa accompagnata da fragore che parve venire da tramontana. Nelle case rovescio gli arredj , screpolo molti muri , fece cadere molti fusti di cammino^ e scosse fortemente una parte dello spedale per gli uomini , che rainacciava rovina. Due ore dopo si fece sentire un' altra scossa. 16 Giugno, a minuti 29 del mattino a Palma {Isola di Majorica ) sobbalzo sensibilissimo dall' alto al basso , ac- compagnate da una terribile detonazione simile ad una fortissima scarica d' artiglieria. Questa scossa fu sentita nella parte medio occidentale dell'isola, ove si propago nella direzione di mezzodi ponente a settentrione. Nella mattina del 18, egualmente a minuti 29, fu sentita altra scossa e detonazione ma meno forte della precedente ; e alle ore 8, minuti 16 della sera del 20 un' altra violenta , accompagnata egualmente da detonazione. La popolazione fuggi air aperto. V A U I E T a\ ^St J a Luglio, alle ore lo antimeridiane, scossa gagliarda ill vicinanza di Zante: un' ora prima la siiper/icie del mare alia distanza di 3 a 4 iniglia verso Libeccio del capo Ya- silico fti tinla di ua rossiccio soiiiigliantissimo al colore del catrame , e clie pnr ne dava un odore consimile inolto acute. i.° Agosto, alle ore 8 ^f,. della sera, in Borgotaro rombo sotterraneo della durata di molti second!. 1 3 detto, scosse violentissiine distrussero una gran parte della citta di Kaisarieh, 1' antica Gesarea di Cappadocia , ed alcuni villaggi vicini (i). i3 detto, nella contea di Lancastro (Inghilterra) una forte scossa di 3o second! di durata. Anche a Preston ed in varj altri luoglji una scossa fu sentita , preceduta da un sordo rumore simile al rapido trasporto di un grosso pezzo d' artiglieria. So detto, alle ore 7, niinuti 8 antimeridiane, in Costan- tinopoli una lieve scossa. 12 Ottobre, nel mezzo della notte , forte tremuoto scosse la Calabria citeriore , e un poco anche le altre confinanti provincie. Al primo scuotimento, clie duro 4. secondi, ne tenner dietro ben altri 10 in quella medesima notte ed altri ancora ne' giorni susseguenti. Castiglione , comune di Cosenza, parve il centro del terribile fenomeno; esso rimase adeguato al suolo. De' suoi abitanti , ch' erano intorno a niille , piu di cento restarono sepolti sotto le mine, e molti fra quelli che si sottrassero colla fuga^ furono dalle fabbriche clie cadevano gravemente ofFesi nella persona. (1) II 1 3 di agosto, yerso le ore 5 della sera, si levo dalle radici del nioiite Argeh, sulle cui falde sorge ia citta di Kaisarieh ( 1' antica Cesart-a di Cupjiadocia ) un fumo densissinio , duude uscivano , con terribili scoppj , varie colonne di fuoco : pareva 1' eruzioue d" un vulcano. Nel niedcsimo tempo la terra traliallava , e le scosse durarono quasi senza interruzione per ben 7 ore : senibrava che si fosse in mare durante una tenipesla. Piu di 2000 case furono abbattute : lo spavento era grandissirao ; gli abi- tanti si salvarono confusi 1' un coU' altro utile campagne: 1 5o circa furono miseramcnlc seppeiliti sotto le rovine. Siuo ai 2o non si cesso di sentire due o tre croUi al giorno, pero meno violcnti di quelli del i3 e senza ac- cident! notablli. A quest' cpoea gli abitanti, accarapati nella pianura o ri- ciiverati iielle tetre vicine non erano ancora tornati nella citta: alcuni che si erano provati di venirvi , non poterono feniiarvisi die pochi niinuti. Tulti i villaggi situati al mezzodl del nionte Argeh, per un tratto di ol- tre 3o niiglia, furono gravissim.imente dajmeggiati. II nuniero delle persoiie j'critc e ragguardevole: la maggior pane delle rase e stata distrntta. Bilfl. Ital T. LXXXIII. 17 258 V A R I E T a'. Gli edifizj cli Cosenza furono rotti in p'lii luoghi , nia ivi nessuno peri^ in alcune ville vicine all'opposto si conta- rono quasi trenta tnorti ed altrettanti feriti. a8 detto, circa le ore 4 1/4 del inattino a Tarbes [Fran- cia) una scossa violenta della durata di 8 secoiidi. In al- cunJ luoghi vicini ai Pirenei scosse violenti e lunghe , accompagnate in taluno di essi da un fragore simile a quello del tuono , e in altri , per esempio a Luz vicino a Bagneres , da una colonna d' aria inliaramata. 39 detto, verso le ore 4 del mattino, a Sangallo [Sviz- zera) e ne' dintorni una scossa violenta. Sonarono alcune campane d'' orologi , caddero parecchie tegole ^ un rumore sordo fn udito simile alia lontana esplosione di un can- none , e si videro nel cielo alcune ignee meteore. 24 Novembre, alle ore 4 pomeridiane, forti scosse ai Dardanelli. 17 Dicembre nella mattina, in Atene due scosse, una delle quali , alle ore 3, minuti 20 , gagliardissima. Nell' ora medesiraa ne furono sentite a Tebe e nella Livadia. Nel mese niedesinio fortissime scosse arrecarono orribiJi disastri alle isole Molucche. Ad Amboina 5o persone pe- rirono e 66 furono gravemente ferite. Parma, 3o aprile i836. Antonio Colla. Discese straoidinarie del barometro osservate alia spe- cola meteorologica della D. Uiuverskd di Parma nel gioriio 3o gennajo e nei glorni 2 e 6 febbrajo i836. II barometro di cui si e fotto uso nelle seguentl osser- vazioni e alPaltezza di piedi parigini 104 al disopra del cortile del palazzo. Questo struraento e stato costrutto dal sig. abate Giuseppe Conti ora professore di meccanica a Napoli : esso e a fondo mobile, ed ha un tubo di quasi quattro linee di diametro interno, ed e raunito di due scale di ottone , una delle quali da le altezze in milllmetri e dieci millimetri ^ e I'altra in pollici e linee del piede di Parigi, i decimi delle quali vengono indicati da un nonio. In questa taljella , accanto delle altezze osservate si sono poste le altezze ridotte a zero, delle quali soltanto si par- lera, siccome quelle die esprimoao la vera pressione atnio- sferica. V A U I E T A 259 Epoca dell.; II 1 I U 0 Iso 9 0 i S -a N Epoca delle 0 . 5 J; M 0 0 5 2 0 S c «J h Genu. 3o 5 malt. poll. 27 5,3 27 5,4 h Febb. a 9 matt. l.oll. 27 7,0 27 6,5 6 27 5,0 27 5,0 0 27 6,4 27 5,5 7 -A a? 3,9 27 3,9 1 eera 27 5,6 27 4.9 9 »7 3,7 27 3,6 3 - 7 •'"' 1 1 27 4.1 .0 -A 27 3,3 27 3,0 7 27 4,7 27 4,0 27 3,1 27 2,8 lo'A 27 4,5 27 4,2 1 sera 27 3,0 27 2,7 0 27 4,3 27 4,5 3 27 2,9 27 2,5 3 8 matt. 27 4,0 27 3,8 3 -A 27 2,7 27 2,4 9 27 3,9 27 3,7 4'A 27 3,0 27 2,5 II 27 3,7 27 3,5 f-'A »7 3,4 27 2,8 0 27 3,6 27 3,3 8 27 3,6 27 2,9 I sera 27 3,4 27 3,0 9 ^7 3,7 27 3,0 3 27 3,2 27 2,9 10 27 4,0 27 3,4 8 27 3,5 27 3,3 1. -A ^7 4.7 27 4,0 9 27 3,9 27 3,6 Fenonieni atmosferici. — Kel 3o gennajo , prima tlelle ore 9 auti- mcridianc e do])0 le 10 '/» cadde pioggia gelata , e dalle II alle 12 '/» neve. Dalle 12 '/^ alle 5 '/» pomeridiane soffio un NO impetuoso ; im- petuosissimo e freddo dalle b sino alle a del di scguciite. 11 2 febbrajo, dalle ore 6 antiraeridiane alle 6 pomeridiane cadde neve folta, accompagnata dall'una alle 4 pomeridiane da violento NON. Nel 3 pioggia e forte SE E KO. Risulta da questa tabella che il barometro nel breve Intervallo di 98 ore e mezzo provo due straordinarie di- scese accoinpagnate da sconcerto atiuosferico , la prima delle quali segui alle ore 3 e mezzo pom. del 3o gennajo e fu di poll. 27 2,4, e la seconda alle 3 pom. del 3 feb- brajo, la quale fu di poll. 27 2,9, vale a dire di soli 5 decinii di linea minore della predetta (i). Qnesto fenomeno noa ebbe luogo soltanto tra noi , ma ben anco in mold altri luoghi tra loro alquanto distant! , come si vedra tra (1) Ual di 2 3 al 3o gennajo il niercurio discese lince i6,i , da 28 6,5 a 27 2,4; dal 26 al 3o linee 14,1 ; dal 28 al 3o linee 12,4; e dalle ore 9 antim. del 29 alle 3 '/» pora. del 3o , cioe in ore 3o '/» linee 8,9. — Dalle ore 3 '/a pom. del 3o alle 9 della sera del 3i , il mercuric ascese linee 7,4 da 27 2,4 a 27 9,8; c dalle 3 pom. del 3 febbrajo alle 9 autim. del 6 , aiccse linee 10,2 da 27 2,9 a 28 1,1. 26o V A R I E T a'. poco , e da per tutto preceduto , o accompagnato , o se- guito da UQO sconcerto atniosferico straordinario. Tornando ora al minimo delle ore 3 e mezzo pomerid. del 3o geiinajo = 27 2,4 ;j se si confronti coi minimi che seguirono a Parma dal iSaS al i835, cioe negU 11 anni precedenti, si vede che esso non e pero de' piii straordi- narj , venendo snperato da quelli del iSaS, 1827, 1829 e 1 835, come si pub facilmeate vedere nel seguente pro- spetto , ove sono notati i minimi degli 1 1 anni sopra mea- tovati , r epoca in cui seguirono , e i fenomeni atmosferlci che gll accompagnarono. ,^ 0 Epoca Anni in cui seguirono. Fenomeni atmosferici. poll. («) h 1825 27 0,0 20 ottobre, 7 matt. SO furiosissimo , nebbia elettrira. 1826 27 3,0 26 noveni., niezzodi SSO furiosissimo e gran pioggia. 1827 27 1,0 4 gennajo, 10 sera 0 violentissimo e gran pioggia. 1828 27 3,2 6 niarzo , 3 idem SO furioso , teniporale , nevischio. 1829 27 2,3 8 ottobre, 5 matt. 0 SO impetuoso e teniporale. i83o 27 2,7 6 febb., II idem 0 violento e neve copiosissima. iS3i 27 ri,o 25 gennajo , 9 sera NE furioso , pioggia e neve. 1832 ^7 5,0 5 novem. , 9 idem IS'O furiosissimo , lanipi lontani. 1833 27 4,0 3i agoito , 9 idem SO impetuoso , tempor. nel di seguente. 18 34 27 3,7 24 ottob., 6 '/2 mat. NO violentissimo. i835 27 2,3 1 1 tletto , 4 idem SO furioussimo e teraporale. Osservazioni barometriche fatte in altri luoghi. A Modena il barometro alle ore lo antim. del 3o gen- najo scese a poll. 27 4,8, e nel 3 febbrajo all' ora mede- sima, a 27 5,3. A Piacenza il minimo barometrico osservato dal ch. si- gnor prof. Veneziani fu di poll. 27 3,5 tanto nel di 3o gennajo che nel 3 febbrajo. — NO impetuoso nel di 3o gennajo, e neve e pioggia copiosa nel 3 febbrajo. A Milauo il barometro alle ore 3 pom. del 3o gennajo scese a poll. 27 0,1 , e a mezzodi e alle 3 pom. del 3 febbrajo a 27 0,4. — Nella notte del 3o al 3i gennajo (') Nella m.ittina pieccclente scgnava poll. 28 piecisi. V A R I E T A . 201 ONO furioso, in qiiella del i.° al a febbrajo neve e veuto turblnoso , e nei giorni a , 3 e 4 pioggia e vento forte. A Genova nel cli 3o gennajo nella iiiattina il harometro segno poll. 37 3,5, e nel a febbrajo alle a pom., 37 3, a. A Torino il barometro scese uel 3o gennajo quasi a poll. a6 , e nella sera del 3 febbrajo scese precisamente a a6 7,3. A Ginevra, a Zurigo e al Gran San Bernardo vi fu un abbassamento straordinario e sublto di barometro nel giorno 3o gennajo i la sua altezza fu di poll. a6 e 3 linee a Gi- nevra, di soli poll. a6 a Zurigo e di ao poll, e a linee al Gran San Bernardo. Nelle due prime citta segui alle ore 9 antini. e al Gran San Bernardo a mezzodi e alle 3 pomeridiane. — Nel giorno arj e 3o cadde enornie quan- tita di neve al Gran San Bernardo ; e nella notte del a 9 al 3o imperverso a Ginevra un violentissimo uragano clie arrecb molti guasti nella citta e nelle campagne. A taluno parve aver sentita in quella stessa notte una debole scossa di tremuoto. Fenomeni atmosferici straordinarj succedutL in luogJii diversi. Negli ultirai giorni di gennajo imperversarono burrasche nel mare di Toscana : nel giorno 3o domino nelle acque di Livorno un terribile vento di mezzogiorno e di libeccio, con danno delle navi. Lungo le coste settentrlonali della Spagna , nella fine di gennajo regnarono burrasclie violentissime ;, furono contati pill di ao naufragj. Anclie nelF interno furono interrotte le comunicazioni pel cattivo tempo. Nel cantone di Vaud , nella notte del 39 al 3o gennajo vi fu una fierissima procella. Notizie di Brest del 3o arrecarono che una tempesta imperversava da 48 ore in quelle acque con gran danno delle navi. Air Havre la sera del 39 gennajo vi fu un furioso tem- porale accompagnato da tuoni e da grossa grandine , la quale sfracello le invetriate di niolte case esposte airini- peto del vento. In mare pareccbie navi furono maltrattate da una burrasca clie duro quasi il resto della notte. A Mons nella notte del 29 al 3o gennajo softiarono venti fnriosissimi: alcuni giornali dissero essere stata quella notte piena di terrore. Nei vicini coinuni si ebbero a deplorare 263 V A U I E T A . molti gravi accidenti e segnatamente a Spay , ove alcuni di essi ebljero dello straordinarlo. Notizie di Morlaix (Finisterra) arrccarono che nella notte del 29 gennajo uii fulniine rovescio il campanile e sac- cheggio interamente la cliiesa dtlla comune di Botsorliel cantone di Ponthon , e la cappella di Lusivlly nel cantone medesimo. II a febbrajo poi alle ore 10 del mattino il vento si fece sentire tutto ad uii tratto e duro con vio- lenza inaudita siuo al 3 . trasportando i tetti di alcune case e crollando persino del muri. A Morlaix quasi tutte le case sofFrirono, le strade erano ingombre di rottami, e nei giardini e nel campi luolti alberi altissimi e gros- sissimi furono svelti. Nel giorno 3 e 3 febbrajo imperversarono nuovamente furiose burrasclie nella Manica , e nelle coste occidentali della Francia e della Spagna con naufragi. Nel principio di febbrajo caddero nevi enormi nelle Alpi e In molti punti delfAlemagna. A Vienna vl fu una vi- cenda continua di bufere di pioggia e di neve , accompa- gnate da un freddo rigidissimo^ e bufere e freddo rigidis- simo provo pure una gran parte dell' Italia. A Roma dal i.° al 6 febbrajo caddero piogge dirotte. I venti meridio- nali produssero liquefazione di nevi ne' monti viciui e inondazioni di fiumi. II Tevere nel giorno 5 Inondo una parte della strada di Ripetta, deU'Orso, della piazza del Panteon ed altri luoglii bassi della citta. Parma, 3o aprile 18 36. Antonio Colla. Programmi. L' Accademia R. delle scienze di Berlino propone per soggetto d' un premio accademico da distribuirsi il di 7 lugllo i838. = L'esposizione d'un metodo proprio alia de- terminazione delle radici immaginarie delle equazioni nu- merlclie, il quale riunisca alFavvantaggio d'una facile ap- plicazione^ quello d' indicare fino a qual punto convenga spingere il caicolo per ottenere con un determinato grado d'approssimazione le due parti di ciascuna raJice. =: Le Me- morie dovranno essere presentate prima del 3i niarzo i838. La stessa Accademia propone per soggetto d" un premio accademico da distribuirsi il di 7 luglio 1839. = La deter- minazione deU'orblta della cometa di Biela . quale risulta V A R I E T a'. a63 dal confronto delle osservazionl del j8o5, i8a6 e iSSa, accompagnata da un' esatta efTemeride per V apparizione nel 1839, che serva a facilitare da un lato le ricei-clie degli astronoini , e che pernietta dair altro di giudicare del- r esattezza degli elenienti o delle ipotesi adoperate per ista- bilire il ritorno al perielio nell' anno suddetto. Sarebbe desiderabile che le osservazloui del 1772 di questa cometa fossero ben rappresentate da una stessa orbita del pari che le osservazioni posteriori ; ma richiedendosi percio un lavoro troppo considerabile ^ rAccademJa non lo esige. = II termine del concorso e stabilito al 3i marzo 1839. En- trambi i premj sono di ducati cinquanta. Meccanica. Progetto della slrada di ferro da Milano a Como , deir ingegnere Giuseppe Bruschetti: con tavola in Tame. Introduzioi^e. Se presso il pubblico Lombardo non mancb d' incorag- glamento e d'appoggio negli scorsi dieci anni il progetto d' introdurre sopra i tre piu estesi laghi della Lombardia il nuovo metodo di navigazione coi battelli a vapore, tal- che quest!, malgrado molti ostacoli incoatrati , vi contri- buiscono tuttavia a facilltare le comunicazloni per acqua, sia neir interno dello Stato che coll' estero , e se in con- seguenza di cio non tardarono poi ad essere introdotte ed attivate dianzi per conto di prlvati intraprenditori e poscia del R. Erario le nnove vetture celeri dette anche velociferi, die facendo ceatro in Milano eseguiscono le loro corse giornaliere in contlnuazione e corrispondenza delle corse dei suddetti battelli a vapore, e niettono cosi in piu facile comunicazione tra di loro le principal! citta ed acque na- vigabili del Milanese con grande vantaggio del commercio e del pubblico, ci sembra che dovrebbe ora essere ugual- mente ben accolto ed aggradito dallo stesso pubblico il pensiero di costruire una strada fcrrata fra Milano ed il piu viclno dei suddetti laghi, che e quello di Como, ap- plicandovi le macchine a vapore per qualche tratta in vece dei cavalli per motore , onde avere cosi una prima strada di tal genere anche in Italia. a64 V A R I E T a\ A questo proposito la citta dl Milano da tempo assai antico lia un' idea del vautaggio delle strade rotaje nelle guide di pietra pei carri e per le carrozze , di cui vanno munite tutte le sne strade interne. Conio e le altre citta della Lombardia cominciano pure a seguire da alcani anni Tesempio della capitale a questo rignardo. Ora egli e uno spettacolo ben degno di animirazione ed uno del maggiori trionfi deir arte dell' ingegnere a' nostri giorni T esempio offertoci di recente dalT Inghilterra , dalla Francia , dalla Germania e da altre industriose nazioni d' Europa e d'Ame- rlca, che a maggior vantaggio del commercio ed a maggior comodo delle popolazioni adottarono gia T utilissimo ed in- gegnosissimo slstenia di consimili strade colle guide di ferro e colle uiacchiue a vapor e dette locomotive , per viepiii ac- celerarvi il movimento dei veicoli d' ogni maniera. Presentando adunque in realta questo nuovo mezzo di trasporto per terra tutti i caratteri della perfezione nello stato attuale delle nostre cognizioni, non pub tardar molto ad eccitar la gara e 1' emulazione anclie fra i nostri piii valenti e piu coraggiosi intraprenditori d' opere di pub- blica utilita. Intanto e gia da varj anni die in Lombardia si coltiva il pensiero di farvi costruire una prima tratta di strada di ferro clie serva come di modello e di esperi- mento alle successive costruzioni dello stesso genere. E sic- come sono moke le tratte di strada che vi si oflVono alia scelta per questo primo saggio , potendo ogni citta di pro- vincia ed anclie i laghi Maggiore e di Garda aspirare ad avere col tempo la loro strada di ferro die li congiunga con Milano ; cosi e che diverse altre proposizioni di strade di simil genere vi sarebbero da promuoversi e mettersi iix campo fra di noi con speranza di prospero successo ^ se non die sarebbe diilicile il rinvenire in tutta T estensione della Lombardia due altri punti estremi d' una data linea posti alia moderata distanza di un' amena glta per qualche ora di viaggio , e die in complesso per T oggetto di quel primo esperimento siano piu favorevoli, adattati ed oppor- tuni delle citta di Milano e di Conio. — Di fatto queste due citta sono come due centri principali della popolazione e del commercio interno del Milanese , considerar potendosi in certo qual modo tutta la riviera del lago di Como per riunita e raccolta nei deliziosi sobborglii della citta di que- sto nome. Esse trovansi anche sititate sopra la principale V A R I E T a'. 265 dire/.ione del commercio estero ed in ispecie di transito die si fa attraverso tutio il continente europeo dal Baltico e dalla Manica all" Adriatico , al Mediterraneo c viceversa. D' altroiide osservasi die fra i punti estremi della sud- detta strada di ferro da Milauo a Como sboccano e faniio capo lateralmente parecchie strade di noii piccola impor- tanza come lo sono le strade di Varese, della Svizzera ita- liana e del lago Maggiore da una parte, non die quelle di Monza, della Yalle Assina e della Brianza daU'alti-a. — Ci sembra adunque di non andare errati stimando la uuova strada di Como die si propone di costruire, capace di attirare a se molta allluenza e concorso di persone e di merci d'ogni genere , considerando principalmente die anche P attuale strada postale da Milano a Como e una delle piu frequen- tate e commerciali di tutta la Loiiibardia , non meno per i passeggieri e vlaggiatori, die per i prodottl del suolo , per le manifatture nazionali , e per le derrate di transito e di dogana. Atteso poi la circostanza di essere gia da niolti anni felicemente attivato in continuazione del viag- gio sul lago di Como il battello a vapore della Societa privilegiata di Milano , servira piu specialmente I'ideata strada di ferro per ricliiamare e conservare a Como tutti i viaggiatori e transiti die fossero deviati di recente , od inclinati a deviare da questa direzione per andare in vece a passare e diffondersi sulle estere strade del lago Maggiore e del Canton Ticino. II vantaggio principale di slfFatta strada di ferro sarebbe pero sempre quello di rlunire le due citta di Milano e di Como per cosi dire in una sola , rendendo in certo mode vicini a Milano un lago amenissimo ed i ridenti contorni di Como , e facendo sentire agli abitanti di Como tntti i comodi e divertimenti di questa grande citta. II viaggio da Milano a Como sulla strada di ferro diventerebbe cosi Ijreve come quello di una semplice passeggiata in carrozza al corso , ed economico per modo da non lasciar piii con- venienza di farlo a piedi ad alcuno , beuclie del piu ini- nuto popolo e dcgli abitanti della campagna. E da rite- nersi penanto die a un dipresso anche il inoviniento an- nuo dei passeggieri sulP ideata strada da Milano a Como sarebbe come se tutta la popolazione di Milano e di Como facesse almeno una volta all' anno il viaggio sulla mede- siuia strada di ferro. 266 V A R I E T a". Finalniente per assicurare meglio il continuo alimento della proposta strada di ferro da Milano a Como vi sara la risorsa di poterla destinare anche al trasporto delle grosse merci e del geneii di consumo die pev giungere da Milano al lago di Como o viceversa da Como a Milano seguono al presente la via d'acqua benche assai tortuosa ed indi- retta liingo i Navigli della Martesana e di Paderno, iion die lungo il fiume Adda e la riviera del lago di Lecco e di Como. Per concepire la possibllita di fare alia via d' acqua I'an- zidetta concorrenza colla strada di ferro, bisogna i-iflettere die mentre suUa prima pel trasporto de' suddetti generi si esige la spesa di circa mezza lira anstriaca al quintale nie- trico impiegandosi un' intera giornata nella discesa dal lago, e consumandosi poi d' ordinario quindici giorni di tempo per riavere sul lago di Como le jjarche vuote die hanno servito al detto trasporto per acqua ; sulla eeconda , cioe sulla strada di ferro, riesce in vece eseguibile lo stesso tra- gitto in un' ora di tempo e per la meta prezzo si nell' a- scesa die nella discesa. Ne qui sarebbe il caso da temere die potesse mancare alP uopo la sufficiente massa di simili oggetti di trasporto per il raovimento di tutto I'anno, una volta die fossero avviati alia direzione della suddetta strada di ferro , giacclie dai dati statistici piu sicuri si ha die ogni anno sottosopra verificasi sulla mentovata via d' acqua un passagglo in soli articoli di grossa mercanzia discendenti dal lago di Como per 1' ammontare di circa un mezzo mi- lione di quintali metrici , ed ascendenti per circa altri cento mila quintali metrici. A questo riguardo e da osservarsi altresi , die se sulla direzione del lago di Como a Milano si e potuto deside- rare e far voti altre volte onde si aprisse al comraercio una diretta comunicazione per acqua mediante un canale navigabile da Como a Milano, non ostante T elevazione delle colline iiiterposte fra queste due citta , tanto piix esegui- bile , utile e di gran lunga preferiljile riesce ora il pen- siero di costruirvi invece una strada di ferro. Ed allor- quando pol fosse costrutta realmente e praticata con van- taggio del commercio la breve tratta di strada di ferro dal lago di Coino a Milano, si prevede fin d'ora, die altre con- simili tratte di strade rotaje non tarderebliero ad esser pro- poste ed eseguite nelle vicinauze di Milano in continuazione V A K I E T a'. 267 o lateralniente a quella di Como, e clie cjuindi si po- trebbero studiar meglio con questo primo niodello sot- t' occbio ancbe i piu vasti progetti di consimili opere in Italia , come per esempio cjuello deW ideata strada tli ferro da Milano a Venezia che vcrrebbe allora a riceverne si- curamente una uotabile spinta virso 1' esecuzione (i). Laonde era ben naturale che i primi pensieri ed i primi studj per quest' oggetto delle strade di ferro in Lombardia fossero rivolti alio stradale da Mdano a Como. Ecco poi come ne nacque fra di noi V idea : (l) Id rigiiardo delle nuove strade di ferro v' e fra di noi chi crede clie prima di risolvere la questione d' arte sul progetto dell' opera si p.ossa deci— dere la cjnestioiie speciale sulla liiiea niigliore della strada di ferro fra due dati punti estrenii , e cio col seiiiplice Ijuon senso , col con-edo dei jirin- cipj purameiite cconomici e di tulte le notizie statistiche e storiche estratte dai Gioriiali c dalle Memorie pubblicate sinora colla stanipa su queito inte- ressante argoiiiento , fa!ta per consegueii^a aslraiione datia question (V arte ossia dalla parte tecnica clie abbraccia il piano geiierale d' esecuzione dell'o- pera. Ci pernietteremo pero qui di osservare che in simlli casi dipendendo es.-enzialmente la questione econoniica dalla question d' arte , e impossibilc il risolvere bene in via definitiva la prima senza aver i dati per risolvere la seconda. Rileniamo poi per niassima clie senza rilevare la planinietria e la bvellazione generale del lerreno }ier la prop»j?ta strada si possono fare beiisi varie osservazioni gencriche e seusate suUa preferenza che merita piuttoslo r una clie 1' allra linea , ma gianimai si arrivera a stabilire con precisione la convenjenza relativa di due o piu linee di stj-ada se non si conoscono dianzi gli eleraenti piu essenziali del progetto secondo ciascuna data linea , cioe la pianta cd il ])rofilo di livellazione del terreno con akune sezioni principall che valgano a determinare alraeno per approssimazione la lungbez- za , la pendcnza e la spesa di costrnzione occorrente a formare il letto di ciascun tronco di strada. Per conseguenza € senza dubbio assai lodevole lo scopo del sig. dott. Carlo Cattaneo , finche colle sue spiritose ed erudite Ri- terclie sul pr'jgetto di una strada di ferro da Milano a Venezia ( \. Annali univ. di slatistica , ccc. fuse, di giugno 1 8,^6 ), si limita a promuoverc gli studj e le discussioni cconomiche sulla linea piu conveniente da stabil'rsi per r anzidetta strada di ferro ; ma in rcalta sarebbe inconcludente ed insuffi- cjente anche il suo discorso qualora niirasse invece a far decidere la nias- sima sulla linea deir anzidelta strada in mancanza del rilicvo di un regolare progetto per tin' opera di tanta imporlanza. La stessa osservazioue si applica pure agl" intraj-renditori che otteimcro il privilegio della gran strada di ferro da Vienna a Eoclinia delta Nordliahn e die sono da considerarsi come gli autori dell' opuscolo stanipato in marzo p." p.' a Vienna col tilolo : Das Project der Wiener Borliuia-Eisenbahn in techniscer , kommeriieller und ji- namieller Hinsicht hctrach'et. Del resto pcrcbe la semplice jiroposlzione di una strada di ferro fra due dati punti estreml marcata sopra la carta geo— grafica tlel paese venue chiamata improprianiente col nome di progetto, oguun vede clic non racrita di essere qualilical.i c riteuula per tale oude farne il soggetto di una scria confutazionc. 268 V A R I E T a'. Fin dal i8a6 ehhe occaslone lo scriveiite tli visitare ed ammirare in IngUiltcrra per la prima volta una strada di ferro, cioe qiiella da Leeds a Middleton clie serve segnata- inente al trasporto dei carri di carlion fossile messi in inovimento da un carro a vapore secondo 11 sistema del sig. Blenkinsop. Ma alia stessa epoca si riferiscono soltanto alcuni studj preliniinari fatti fra di noi suU' importantc oggetto di riunire simihnente con una rampa a guide di ferro pel trasporto delle persone la bella citta di Bergamo ai ricchi e popolosi suoi sobborglii. Nel i83o si passo a proporre d' introdurre le guide dl ferro colle maccliine a vapore sulle esistenti strade di Lom- bardia cosi dette anzane in fregio dei canali e fiumi navi- gabili, come mezzo il piu sicuro di ottenere il piu rapido trasporto dei carri di mercanzia sulla via di terra e di fa- cilitare altresi nel tempo stesso il movimento delle Ijarche vuote ascendent! sulla via d' acqua ( Vedi la Storia della nai'igazione del Milanese. Edizione del i83o). Successivamente , cioe nell' anno i833 in vista del bo- nissirao esito e della specie di celebrita a cui salirono in Europa le strade di ferro di piii receute costruzione e se- gnatamente quelle da Liverpool a Manchester in Inghil- terra e da Lione a S. Etienne in Francia attivatesi pel trasporto delle persone e delle merci coll' use delle mac- chine cosi dette locomotive , si penso piii di proposito ai mezzi d' introdurre anche in Lombardia il nuovo ed uti- lissimo sistema delle strade a guide di ferro sopra qual- che direzione ben scelta ed adattata al caso nostro. Quindi a tale effetto , dietro 1' esempio del prof Giirstner di Praga die gla da piu anni aveva non solo cliiesto ed ottenuto il sovrano privilegio di 5o anni per la costru- zione di diverse tratte di strada di ferro in Germania, ma anche progettata ed eseguita in parte un' opera di tal genere per conto di una compagnia di privati intrapren- ditori (i), si coinincio dallo scrivente a presentare nell'anno suddetto I 833 una prima istaiiza al Governo di Milano di- retta ad ottenere per se e suoi socj 1' assicurazione del con- simile privilegio di 5o anni per una strada di ferro da Milano a Como , non che la previa espressa dicliiarazione della pubblica utilita di sifFatta 'strada con tutte le altre re- lative concession! e facilitazioni. (i) v. Journal dii Gene cii'il. Parti \'iz'i e scg. V A R I E T a'. 269 II riscontro governatlvo portava clie dovessi rivolgerini direttaincnte al Sovrano per ottenere il conferimento del privilegio e delle altre concessioni addiuiandate ; e percio essendomi nel frattempo associate per quest" iiitrapresa col sig. Zanino Volta di Como , figlio del celebre fisico Ales- sandro Volta , di concerto ed in unione al niedesimo (clie dal canto sue avea concepito lo stesso pensiero e non e meno di me ardente del desiderio di promoveila e di ve- derla presto mandata ad eftetto , come lo coniprova T ar- ticolo SLilIo stesso oggetto da lui inserito nel giornaletto scientiiico die si stampa a Como col titolo Raccolta pnit.ica di scienze c d' indnstria , fascicoli XV e XVI del settem- bre ed ottobre i833) fn vimiliata al Sovi-ano in Vienna nel- I'anno 1884 la formale proposizione di costruire la sud- detta strada di ferro da Milano a Como a spese dei soli privati nell' atto di chiedere Tassicurazione del suddetto privilegio di 5o annl in un colle altre relative dicliiarazioni e concessioni sovrane ; e cio onde mettersi in grado di dar mano ad eseguire non inutilmente il rilievo e la com- pilazione d' un. regolare progetto dell' ideata strada di ferro, come pure di passare alia formazione di un' apposita so- cieta d' azionisti per Tesecnzione della divisata impresa. Nel settembre dello scorso anno i835 ci fu annunziato il conferimento delT invocato privilegio seguito con sovrana Risoluzione del giorno 27 luglio dell' anno medesimo ; e del quale si attendono le piii precise decisioni, per riguardo alle altre concessioni, dichiarazioni e condizioni dell' atto di privilegio. In tale state di cose desideravasi di poter por mano sen- z'altro indugio al rilievo del progetto regolare dell' opera, lasciando sospesa frattanto la formazione della suddetta so- cieta d' azionisti sino all'epoca, in cui si potranno cono- scere compiutamente le condizioni del privilegio sovrano. Essendomisi pero ofFerta 1' occasione propizia nella scorsa primavera di fare un viaggio in Germania , non trascurai di proiittarne per esaminare davvicino le opere dello stesso genere iinora eseguite in Austria, in Boemia ed in Ba- viera, nella quale circostanza mi riusci infatti di poter ap- prezzare ed esperimentare la nuova maniera di viaggiare, specialmente sul bel tronco di strada di ferro tra Norim- berga e Furth in Baviera statu costrutto negli scorsi anni sotto la direzione del signer ingegnere Denis di Monaco , 270 VARIETY. e die sotto moiti iMpporti puo benissimo ^ervire til mo- dello per la costruzione della dlvisata strada di ferro da Milano a Como. Ebbi pur canipo nella stessa occasione di visitare tanto la succeiinata strada di ferro della Boe- mia e delf Austria fra Budweis e Linz , costrutta gla da molti anni in parte sotto la direzione del signer Garstner, quanto Taltra in coatinuazione, aperta appunto in inaggio dell'anno corrente fra Linz ed il lago di Gnmnden , ed i cui lavori sono stati diretti dal signor ingegnere Sclionerer. Reduce a Milano dal suddetto giro, trovai gia accordato dal Governo il cliiesto perniesso di prendere le niisure ed i livelli occorrenti suUa linea,ed incominciati i rilievi della planimetria e della livellazione del terreno fra Milano e Como per cura del mio aaiico e coUega ingegnere Albino Parea , iiglio del benemerito ispettore generale d' acque e strade Carlo Parea. Nell' intervallo poi di qualche niese successivo poterono essere ultimati gli anzidetti rilievi tec- nici preliminari dallo stesso ingegnere Albino Parea che gli aveva incominciati, e die d'ora innanzi mi sara pure socio e coUaboratore per i disegni e le perizie occorrenti nel progresso di quest' intrapresa. Intanto desumendo la pla- nimetria dalle migliori carte topografidie gia esistenti , e seguendo sul terreno indicatogli 1' andamento che prossi- mamente aver dovrebbe la nuova strada dietro ripetute vi- sile ed ispezioni preliminari da lue fatte sopra luogo , il predetto ingegnere Parea e passato , come si dlsse , a rile- varne una scrupolosa livellazione. Un buon livello a bolla d'aria con cannocchiale acromatico di 14. poUici di lungliez- za , adoprato con tutte le cautele dell' arte , e due biffe con scopi cosi decisi e facili a fissarsi da poter spingere 1' e- sattezza sino al inillimetro nelle misure delle altezze, sono stati gli istrumenti de' quail egli si e servito per quest' ope- razione. Gli anzidetti rilievi tecnici preliminari furono poscia espressl sopra disegni in grande scala di -^— al vero per la planimetria , dl -jjj^ al vero per le lunghezze del pro- file di livellazione , e dl ^ al vero per le altezze del me- desimo profilo. Passando quindi a studiare ed a redigere il piano regolarc d' esecuzlone dell' opera dlvisata per con- glitngere , assal meglio che non si ottiene coUa strada po- stale ;, le due citta di Milano e di Como , e coUa scorta di quel dati che offrirono in fattl un' assal esatta cognizione V A n I E T \ . 271 dei rapporti del terreno, si oitenne la convinzione che fra le due date estremita della strada in rignardo dclla liingliezzn, pendenza e spesa di costruzione per radattamento del letto di strada non potrehlie esser scelta liiiea piii favorevole di cjuella marcata sulla Planimetria deirannessa tavola dei disegni nlle lettere XXXXX. Finclie pero la direzione della strada di ferro si puo tracciare in perfetta pianura non v' e dubbio sulla scelta della linea piuttosto retta che curva. Percio fra IMilano e Lentate al di sopra di Barlassina la linea della strada di ferro scorre quasi in un sol rettifilo di dodici e piu miglia di lungliezza , intersecando in cjualche punto la strada postale ed il iiume Seveso, lambendo per lo pill Fandainento dello stesso fiume Seveso, per cui schi- vansi in tal modo le prime alture o collinette clie s' incon- trano a destra ed a sinistra andando sulla linea da Milano a Como e che costituiscono propriainente lo sbocco della vallata del Seveso suddetto nella gran pianura del Milanese. Nella successiva tratta della strada di ferro da Lentate fin di sotto alia cosi detta Camerlata , siccome si ristringe al- quanto la valle del Seveso e si rinserra fra le colline op- poste il letto di qiiesto fiume, cosi non fu possibile di evi- tare alcune curvature della linea , benche di raggio assai esteso e di risparmiare la proposta di qualclie galleria sot- terranea e di qualche profondo scavo nel terreno a cielo scoperto selibene di non molta estensione in lunghezza. In generale pero non si offrono sulP intera linea di que- sta strada ostacoli insuperabili coi mezzi ordinarj delTarte e con assai modica spesa , mentre non si hanno da attra- versare canali navigabili, o fmiui , o torrenti di moka ri- levanza, ne si ha da intersecare la fitta rete dei cavi, fonta- nili e canali di irrigazione che s' incontrano sulle linee delle altre strade di ferro proponlbili per il Milanese. — Al luogo del passaggio colla linea della strada di ferro dalla valle del ramo del Seveso detto Acquanegra a quella del fiume Aperto venne naturalmente scelto il punto piu depresso nel piano dove succede la spartizione d' acqua di quel due fiu- micelli , nascenti di lianco della Camerlata , ma ad un li- vello alquanto inferiore a quello dell' ivi attigua strada po- stale. Questo varco presenta il vantaggio della minima pos- sibile elevazione in un colla piii favorevole distriljuzione di pendenze sopra ciascun versante in tutta la linea del- r ideata strada di ferro. — Onde arrivare all' elevazione 272 V A R 1 E T A . deiranzidetta spvirt'izion d'acqua sul livello dl Mllano da una parte, e del lago di Como dall'altra, seguendo la linea indicata come la p'm vantaggiosa , richicdesl di assegiiare alia strada di ferro tali pendeaze che in qualche tratta in- termedia verso Milano riescouo tutt" al piu di i a 200 al- I'incirca, cioe ancora entro i limiti delle ascese snperabili con vantaggio dalla forza delle macchine locomotive. Su- perata poi appena che si abbia la suddetta spartizion d''acqua a fianco della Camerlata, il terreno discende rapidameute verso il lago di Como , e qui e dove le difficolta per la costruzione dell' ideata rotaja non sono veraraente ne po- che , ne piccole qualora si volesse continnare a servirsi delle macchine locomotive per il trasporto delle merci e dei passeggieri nel ritorno dal lago di Como alia Ca- merlata ;^ ma postoclie si ofTre per quest' ultima tratta di strada di ferro 1' ovvio ripiego di servirsi dei cavalli in Vece del vapore , mentre 1' uso dei cavalli per 1' attiraglio dei carri e delle carrozze suile rotaje di ferro comporta pendenza e curve assai maggiori, almeno nello stato attuale di perfezionamento delle macchine locomotive inglesi, e cosi permettono di non allungarne di troppo la linea con molii giri per andare a spianarsi colla strada di ferro sotto il li- Vello del pelo basso del lago di Como. Del resto il sud- detto profilo di livellazione comljinato colla planimetria della strada di ferro servi di base e fondamento alle cal- colazioni degli elementi e del costo di costruzione d' ogni singola parte delT opera. Nella scelta del sistema di costruzione della strada fer- rata e nella valutazione dell' efFetto meccanico della mede- sima sono stati presi per norma generalmente tutti quel dati di confronto in parte anche confermati colla propria osservazione ed esperienza, die ofFrono le rotaje consi- mili gia costrutte nell' America settentrionale , nell' Inghil- terra , nella Francia , nel Belgio e nella Gerinania , e che si trovano sparsi ne' libri stampati sinora su questo im- portante nuovo ramo dell' arte dell" ingegnere. — Special- inente la strada a rotaje di ferro da Norimberga a Furth in Baviera, e Paltra consimile da Brusselles ad Anversa nel Belgio , che nello scorso e nel corrente anno furono attivate col piu gran successo, e che danno tuttogiorno dei risultati superiori d'assai all'aspettazione ed ai conteggi preventivi, servirono di scorta per calcolarc in via approssimativa le V A R I E T A.. - 273 spese di costruzionc, di esercizlo e dl maiiiitenzione d'ogni singola parte dell' ideata strada. Duncjue ci lusingliiamo clie si trovera abbastanza fon- dato suir osservazione e suir esperienza il Progetto clie si ha r onore di presentare al publilico Loiiibardo. Esso ser- vira se non altro di un primo invito a riniiirsi per for- mare in seguito una societa d' azionisti per la costruzioue deir ideata strada di ferro da Milaao a Gomo tosto clie saranno concesse le invocate facilitazioni , e fatte previa- iiiente le opportune dichiarazioni relative all' esercizio del privilegio per la stessa intrapresa. Intauto per norma di tutti qnelli clie si occupano e si interessano fra di noi di siraili oggetti, e clie quindi amano di formarsi iin d'ora un'idea possibilmeute chiara e precisa deir opera della progettata strada di ferro non solo sotto il punto di vista tecnico, ma anclie ne'rapporti economici e coininerciali, ci faccianio qui a pubblicare la serie degli ar- ticoli proposti pel nostro Privilegio di Como , e che nella sostanza non sono raolto differenti dalle coudizioni lissate coi privilegi gia accordati ad altri fin dal 7 settembre 1824 per le strade succennatt" di ferro della Boemia e dell' Au- stria , non che per quella da Vienna a Bochnia in data 4 marzo prossimo passato. Modula dei principali articoU dell'Atto di privilegio per la costruzione della strada di ferro da Milano a Como. I." GV intraprenditori di quest' opera di declsa utilita pubblica sono liberi d' associarsi con una o piii persone per 1' esercizio di questo privilegio di 5o anni; se pero questa associazione prendesse il carattere d' una societa anonima o per azioni , saranno obbligati a presentarne gli statuti all' autorita couipetente. Cosi pure potranno i nie- desimi intraprenditori trasferire i loro diritti ad altri sotto le condizioni che i medesinii intraprenditori intenderanno di lissare. 2." Sicconie questo privilegio non e valevole che per la strada da Como a Milano, cosi, se in seguito gl' intra- 2'>renditori deslderassero di dare maggior estensione al loro piano collo staiiilire in coiitinnazione o lateralmentc alia suddetta , altre strade a rotaje di ferro, loro sara con- cesso c conferito anche per qiieste un egual privilegio cou L'ibL Ital T. LXXXIII. i3 ^-74. V A R I E T A . tutte le facilitazioni e concession! :, e sotto le condizlonl del presente. 3.° La costruzione di questa strada che e dichiarata di utilita pnbblica e la relativa occupazione dei fondi si re- golera coUe stesse leggi ch'esistciio per le stiade regie po- stali. Pero avanti di procedere alia stima dei terreni ne- cessari per la sua costruzione, gl' intraprenditori sono ob- bligati di teatare un accomodamento all' amiclievole coi proprietarj. Non riescendo 1' accomodamento sara facolta- tivo ai privilegiati di chiedere e dovra il tribunale ordi- nate una visita giudiziale ex primo decreto colF opera di periti , dei beni stabili da occuparsi all' efFetto di rilevare la misura e lo stato dei beni medesimi e tutte le circostanze che potessero in segnito influire per la liquidazione del prezzo i subito dopo questo rilievo e facoltativo ai privile- giati di procedere airoccupazione dei beni stabili, salva la successiva liquidazione del loro prezzo. 4." Sono pure obbligati di stabilire, dove sulla linea s' in- contra qualche canale o strada preesistente e necessaria, una comunicazione praticabile di questa strada preesistente, comunicazione per la quale si accordano le stesse facilita- zioni che per 1' occupazione dei terreni occorribili per la strada che a scelta dei privilegiati attraversera oppure passera sopra o sotto la strada a rotaje , e sono altresi tenuti di stabilire, ossia di surrogate, ne'luoghl dove il terreno d'una strada preesistente e impiegato per la strada di ferro, un'altra strada in sostituzione di quella soppressa, tutte le volte che cio sara necessario. 5.° I terreni occupati per la costruzione della strada di ferro e dei fabbricati annessi saranno esenti da ogni im- posta come per le strade regie, e se quei terreni saranno infruttiferi ed incolti e di ragione comunale o del regie erario si cederanno per uso della strada di ferro gratui- tamente ossia senza compenso. 6.° Per cio che riguarda i furti commessi sulla strada ed i guasti che potrebbero esservi fatti dalla nialevolenza , essi saranno giudic iti strettamente dietro le leggi esistenti. 7.° Le stesse facilitazioni ed esenzioni di dazio d' ogni sorta accordate dagli articoli sesto e settimo della Notifi- cazione 27 dicembre 18 17 del Governo di Milano pei bat- telli a vapore , sono pure concesse alia Societa suddetta per r introduzione dei materiali occorrenti alia strada di ferro, delle niacchine e del necessario corubustijjile. V A R I E T a'. 275 8.° La linea ed il livello della strada e tutti i materiali saranno a libera scelta dei privilegiati. Le maccl-.ine a va- pore pero d''applicarsi alia strada di feri'o secondo i me- todi altrove iiitrodotti saranno soggette alle visite di sicn- rezza prescritte dai regolaiuenti vigenti in projjosito. 9.° Gr intraprenditori soiio antorizzati a trasportare sulla strada di ferro passeggieri , bestiami , merci , derrate ed ogni altro oggetto a comodo del puliljlico anclie con corse giornaliere , periodiche e ad ore iisse senza pagamenti di alcuiia tassa o tributi nemmeno al regie erario per le corse niedesime. Nascendo cjnalche contestazione dopo costrutta la strada sulT nso della medesiina, verra decisa giudizialinente e non si potra da nessuaa autorita far sospendere le corse. lo." Nel caso clie per qualsiasi impreveduto accideate alcuna delle macchine a vapore si rendesse inservibile o non fosse coiiveniente di usare nn tal motore, sara egual- niente autorizzata la societa a servirsi di cavalli con cam- bio per Tattiraglio sulla strada di ferro, e cio pure senza pagamento di alciina tassa o tribnto come sopra. 11." Durante lo stesso privilegio il Governo preferira in parita di circostanze la nuova strada di ferro per i tras- porti d' efFetti militari e dei generi di privativa , ma non fara uso in ogni caso della strada medesima die sotto le condizioni segnenti: GT intraprenditori stessi trasporteranno i carichi il cni trasporto sara loro pagato a danaro sonante al prezzo iis- sato da essi niedesimi pei cariclii dei particolari oppure al prezzo clie ogni volta si stabilira di mutuo consenso nei casi particolari. 12.° Per tutta la durata del privilegio non sara stabilito ne percepito dal Governo nessun pedaggio sulla strada di ferro costrutta dalla societa , e la medesima societa sara esente dal pagamento d' ogni tassa o tributo di qualiinque genere a titolo anclie di patente , licenza , pedaggio , arti e comniercio , ecc. 1 3.° Per facilitare agl' intraprenditori la formazione della societa d'azionisti vengono ad essere abilitati i Comuni e particolarmente quelli cadenti nella linea della nuova strada ad entrare come socj oppure azionisti nella suddetta in- trapresa gla dichiarata d' utilita pubblica : potranno gl' in- traprenditori diramare e pubblicare col mezzo della stam- pa il programma di soscrizione per la raccolta dei fondi 376 V A R I E T a'. occorrenti, ed il progetto d'esecnzione dclle opere aiiche prima dell' attlvazione dclla societa snddetta. 14°. Onde facilitare il rilievo del regolare progetto d'ese- cuzione non die gli aiidanienti dei lavori sara cura spe- ciale dalle rispettive Delegazioni provinciali di einanare le opportune circolari ed avvisi alle autorita subaltenie come si fece per la costruzione della consimile strada di Boemia, cosicche gP intraprenditori abbiano da trovare appoggio e protezione presso il Governo. 1 5°. La R. Finanza nellft percezione del dlritti daziarj ad essa spettanti suUe merci od altro, e 1' I. R. Polizia nelle ispezioni di suo istituto ai passeggieri viaggianti sulla strada di ferro dovranno usare tutte le possibili facilitazioui , ed in ogni caso durante le corse non potra mai aver luogo alcuna fermata per tali oggetti nei punti intermedj dello stradale , ma tutte le incumbenze di Polizia e di Finanza verranno disimpegnate dai rispettivi agenti alle stazioni di partenza e d'ai-rivo d' ogni convoglio o d' ogni carro o car- rozza viaggiante sulla strada di ferro. 16.° Volendosi particolarmente favorire la costruzione della suddetta strada di ferro e la citta di Como in vista anche delle sue circostanze speciali qualora la strada entri per non pill d' un miglio uel circondario confinante stabilito dai veglianti Regolamenti di Finanza , tanto la detta strada che i piazzali di carico e scarico addiacenti , come pure la stessa citta di Como non saranno considerati come facenti parte del circondario confinante, restando cosi facilitato il trasporto dei prodotti nazionali. 17.° Per tutte le liti che insorgessero tra la compagnia della strada di ferro e qualunque terzo resta fissato quale unico foro speciale il Tribunale mercantile di Milano. I privilegiati potranno per le occorrenti riparazioni ciiiudei-e la strada pel tempo conveniente : cosi pure potranno per la costruzione , riparazione e manutenzione della strada scavare pietre , ghiaja e sabbia ove troveranno il luogo piu opportuno, compensando I'occupazione del terreno colle stesse facilitazioni come pel terreno occorrente per la co- struzione della strada. Sara pure facoltativo ai privilegiati valersi deir opera dei militari per la costruzione dcUa strada ove lo trovassero conveniente , prevj i concert! da pren- dersi coi rispettivi capi. V A U I E T A . 277 1 8° Ai privilegiati si concede 11 diritto di stabilire un podaggio pel trasporto del passeggieri e delle merci d'ogai specie suUa nuova strada. Per la coiiservazione dclla strada in Imono stato con- tribuiranno tutte le autorita locali col braccio forte della Giustizia e della Polizia. 19.° Si concede pure con questo privilegio agl'intrapren- ditori la licenza per lo scavo di qualunqne miniera di carbon fossile od altro combustlbile fossile che non fosse gia ad altri accordata in tutta V estensione del Regno Lom- bardo-Veneto sotto 1' osservanza del vigente decreto 9 ago- sto 1808 sulle niiniere. Viene pure ad essi in consegixenza accordata fin d'ora la privativa di quelle cave di carbon fossile od altri minerali che avessero a scoprirsi nello scan- daglio e nel taglio del terreno da operarsi lungo la linea della nuova strada di ferro. 20.° Dopo i cinquant' anni , durata del privilegio, e in arl)itrio degl' intraprenditori di disporre come di loro li- bera proprieta di tutte le attenenze tanto immoljili che mobili della loro intrapresa. Sara loro fiicokativo di trat- tare relativamente alia loro vendita sia col Governo, sia coi particolari , e nel caso che gli stessi intraprenditori o gli acquisitori della strada venissero a cliiedere la conti- nuazione delP esercizio, il Governo accordera vina proroga del privilegio per un altro successivo termine d' anni 5o. 21.° In fine sara considerato il presente privilegio come estinto ove senza legittimo e giustificato impediniento dopo quattro anni dalla data del medesimo non sia gia costrutto alnieno un miglio metrico della nuova strada a rotaje di ferro , e cosi pure se fra dodici anni dalla data di esso , pure senza giustificato impedimento , non sara interamente costrutta tutta la strada tra Como e Milano. AUTICOLO I. Deir andamento e limghezza della rotaja. La linea per la strada di ferro fra Milano e Como si poteva fissare in diverse nianiere, massinie nella sua prima tratta dove scorre in perfetta planura da Milano fino al disopra di Barlassina. Cosi prendendo per punto di par- tenza a IMilano la strada di circonvallazione presso al ponte sul Naviglio della Martesana di fianco alia Gabella del Sale 278 V A R I E T A . fuori cU porta Nuova , e stando colla linea della strada di ferro piu a destra verso levante, cioe in maggior vicinanza delle postal! di Monza e di Desio , si sarebbe potuto asse- condare randainento del Seveso per una piii Innga tratta air insii di Brnzzano , ed ottenere cosi il vantaggio di evi- tare alcune iatersecazioni di strade postali e comunali, co- me si ba dai rilievi fatti ancbe lungo quella linea. Por- tando invece il punto di partenza a Milano presso TArco della Pace, ed attenendosi pinttosto sulla sinistra verso po- nente presso la postale di Saronuo, sarebbe riuscita la li- nea della strada di ferro tracciata di fianco alle cosi dette Groane sopra nn piano assai ineno dolcemente inclinato di quello sia il terreno in poca distanza dalla postale di Como fra Milano e Barlassina. Si e preferita pero sopra ogni al- tra la linea die incomincia in prossimita al dazio di Porta Tenaglia della citta di Milano e si distende per piu lunga tratta in una sola retta verso Como. I motivi di siffatta scelta sono niolti e piu o nieno evidenti e ragionevoli. Di fatto la linea cosi adottata riesce la piii breve di tutte ed e meno soggetta delle altre a variar d' inclinazione ad ogni tratto per seguire le ondulazioni del terreno fia Mi- lano e Barlassina , come si dira nel successive articolo delle pendenze ecc. Per tal niodo 1' ingresso in citta della strada a rotaje non va incontro ad alcuna minima diffi- colta ^ clie anzi coll' assumere quella linea si evita di at- traversare il terrapieno de' bastioni e le mura dell'antica fortificazione, come pure tutta la fda susseguente di orta- glie , giardini e caseggiati di privata ragione , volendola prolungare nell' interno della citta ^ mentre snlla linea della rotaja non cadrebbe altro clie il muro di cinta all'angolo della piazza del Foro presso a Porta Tenaglia dove suc- cede rincrociccbiamento della postale di Varese colla strada di circonvallazione. Cosi dall' ivi attlguo popoloso sobborgo detto degli Ortolani ^ non cbc dal vicino stupendo e ma- gnifico Arco della Pace sarebbe resa comoda e per cosi dire istantanea la gita ed il passaggio sopra la strada di ferro verso il centro di Milano, e vice versa, attraverso tutta la suddetta piazza del Foro. Inoltre iissando tale piazza del Foro per la continuazione della strada di ferro in Milano si verreblie a farla passare necessariamente in vicinanza del sito dove si e gia da altri intrapreuditori , non cbe dal R. Erario e dal Municipio di Milano proposto V A R I E T A . 2-9 e divisato dl erigere il nuovo stabilimento della gran Do- gana (i) die ove non mancasse di tutti gli occorrenti fabbricati per gli TJfTizj della R. Fiiianza, e per i deposit! e niagazziiii delle nierci estere ad uso dei ncgozianti di ogni genere , mnniti di portici e di piazze coperte colle strade a guide di ferro pel giro interno dei carri come ai docks di Londra fin sotto ai torchj idraulici per Y imballag- gio de'coZZt, alle grue ed alie altre niacchine per sollevare gli stessi colli di mercanzie a qualuuque piano superiore , riuscirebbe al certo uno degli emporj del couimercio di Milano piu proporzionato al bisogno e piu adattato al comodo degli abitanti nella nostra bella e ben popolata citta 5 di quello siano al presente le cosi dette Soslre di Porta Romana e di Viarenna insieme alia Dogana del pa- lazzo Marino. Per ultimo si osserva a giustificazione della linea proposta per la prima tratta di strada di ferro die si distacca dal terreno gia spianato e sgombro della piazza del Foro in Milano e gia di jjubblica ragione , potersi ivi piii facilmente costruire e stabilire con minore spesa che altrove le tre ramificazioni della strada rotaja die occorrono per estenderla nell" interno della citta sino alPincontro del Na- viglio dalla parte del Pontaccio di Porta Comasina e del ponte di Porta Vercellina, come pure sino all' imboccatura delle contrade Cusani , S. Vincenzino e S. Giovanni sul Mure, che conducono dalla suddetta piazza del Foro verso il centro ed ai difFerenti quartieri piii abitati della stessa citta. In conseguenza per una tratta di dodicl e piit miglia geo- grafiche di 60 al grado , ossia per piu della meta della lim- ghezza dell' intera linea , la rotaja interseca 1' estesa pia- nura interposta fra Milano e Lentate. Cosi la linea viene condotta nella direzione die si vede disegiiata affine di farla entrare presso Lentate con una dolce curvatura nella piu bassa vallata del Seveso, di cui poscla assecoiida i'an- damento meno tortuoso e le sinuosita meno forti fino air origine dell' influente del Seveso detto Acquanegra e fino a raggiungere il punio piii elevato di tutta la linea presso (l) 11 bel disegno e progetto tli questo pubblico edificio e gia da piu anni nllestito , ed e lavoro del valcnte ingegiiere aicliitetto sig. Eareggj, ad- detto alia Direzione gcnerale delle puLbliche costruzioni , che raeriterebbe A' cssei- rcso di pubblica ragione colle stanipe pel- poterlo csajuinaie e discu- terc beue in ogui sua parte avanti V eseciizionc. 2oO V A U I E T A . la cosi delta Camerlata di Como. IvL Li tratta clelf alto- piano (plateau dei Francesi) su cui e tracoiata la linea della strada di ferro , si stende orizzontaliiiente per circa un miglio formaiido il giogo della coUina dis|30sto in lui sol dorso pressoclie piano fra le prime scaturigini del Seveso e del fiunie Aperto, dopo di che si apre e si sud- divide di nuovo la valle in due opposti dorsi , 1' uno cioe a destra e 1" altro a sinistra del fiume Aperto verso la citta ed il lago di Como. Al di la della Camerlata poi per la continuazione della linea dell' ideata rotaja viene scelto di preferenza il lianco sinistro di detta valle del fiume Aperto su cui ergesi il monte del Castel Baradello, attorno al quale si ravvolge come a centro la linea della rotaja intersecandovi di nuovo la postale e formando una curva tagliata nel pendio del suddetto monte; il die si crede conveniente di proporre per non entrare nell' impegno di sostenere la strada di ferro sopra un argine a molti ordini di arcate attraverso il fianco destro della valle del fiume Aperto e la successiva profonda valle del torrente Cosia, onde condurla al suo termine presso alia citta od alia riva del lago di Como. Onde superare T ostacolo delle piu forti sinuosita die s' incontrano nella valle del Seveso e dell' Acquanegra fra Lentate e la Camerlata potevasi altresi proporre di con- durre la rotaja per una linea a brevi tratte rette e di poco declivio , interrotte di quando in quando da piani indinati con macchine stazionarie ai luoghi dove il terreno cade o si alza maggiormente sotto o sopra il livello delle circostanti campagne e nella stessa guisa che sono inter- rotti dai sostegni o dalle cnnche i differenti tronchi dei no- stri Navigli o canali navigabili ; ma 1' impiego di simili piani indinati e delle relative macchine a vapore stazio- narie incontra molte difficolta nella pratica , massime se piu d' un meccanismo di simil gencre si richieda e si debba usare ne' punti intermedj della data linea , talclie ormai non si ricorre piu ad esso anche in Inghilterra die nel- I'assoluta mancanza d' ogni altro sistema niigliore; percio si e in vece proposto di continuare la linea della rotaja mediante lo scavo di una galleria sotterranea nella coilina di ceppo o pudinga di fianco a Cncciago e CantiL per schi- varvi un giro del Seveso troppo tortuoso e per evitarvi un' interruzione della linea ; come anche si e proposto lo V A K I E T a". 281 scavo ossia tnglio dell' altnra o terreno in eminenza clie s'iiicontra snila linca presso la cassina Baraggiola cU lianco a Senna ed al Bassone alP op;£;etto di evitare quella vizio- slssiiua svolta e piegatura liell" Acquanegra senza iinpegnarsi nella perforazione d' una seconda galleria sotterranea clie atteso la natura sciolta di qnel terreno si giudica clie ver- rebbe ad essere un' opera piu difficile, di riuscita per lo nieno assai dub!)ia , ed in ogni case assai costosa e d' assai lenta esecuzione. In confronto adnnque degli altri ripleghi proponihili per la continuazione della linea nelle due menzionate localita della sezione fra Lentate e la Camerlata ci sembrano piu sicuri e piu economici quelli dell' anzidetta galleria e del taglio consecutivo ch' entrano a formar parte del presente Progetto , e di cni si parlera con piii dettaglio nel para- grafo 4.° deirarticolo III. Volendo poi scliivare anche la formazione d'nn piano inclinato con macchine stazionarie per smaitire in breve spazio la gran pendenza del ter- reno sulla restante porzlone di linea fra la Camerlata e Como, si ofFrono alia scelta due soli partiti , cioe i." quello di alliingare alquanto la linea della rotaja onde poterla disporre in una pendenza assai luoderata per 1' uso delle macchine locomotive , protraendola cosi per una prima tratta di rettililo dal Monte Baradello sino dicontro a Porta Sala di Como verso Borgovico col letto scavato sul pendio della col- lina a sinistra del corso del ilume Aperto , e qitindi risvol- tandola neli' opposta direzione con un secondo rettililo dal suddetto punto di sopra a Porta Sala di Como sin verso restreniita superiore del borgo di S. Bartolomeo per condurla a spianarsi e svilnpparsi nel basso della vallata del torrente Cosia mediante un'' ampia curva ed altra consecutiva tratta di reitifilo che faccia capo al Porto del borgo di S. Ago- stino di Como ; oppure 2.° quello di sostitiiire alle mac- chine locomotive 1' uso dei cavalli per motore snli" ultima tratta della proposta rotaja , in quanto sia dalla Camer- lata al Ingo di Como presso lo sbocco del suddetto torrente Cosia dalla ]?arte di Borgovico, giacche questa sostituzione permette di dare alia rotaja una pendenza maggiore. Ora il secondo degli accennati partiti e appunto quello da noi prescelto e proposto come il piu semplice e sicuro, in at- tenzione almeno che si confermino, si diffondano e si in- troducano anche in Europa gli ulteriori perfezionamenti 282 V A R I E T a'. che si vuole essere stati ultimamente recati ad efFetto nella costruzlone delle maccliine locomotive iii America, secondo che venue, noii ha gaari, amiuuciato dai puhblicl fogli (i). Del resto al complete conseguimento dello scopo di que- sta strada a rotaje per il trasporto delle mercanzie e un indispensabile condizione che essa termini e sbocchi in riva al lago di Como sulT ampia piazza del cosi detto Fra Pa- sque in Borgovico , dove vi sara tutto lo spazio e la co- modita di scavare a fianco dell' ultimo pezzo di rotaja un tronco di canal navigabile ed un nuovo porto a sicurezza delle barche che vi faranno stazione coi carichi e scarichi diretti o provenienti dalla strada rotaja al lago e viceversa, e dove sara assai opportuno di costruire in seguito anclie una nuova Dogana coi fabbricati per gli ufFicj di finanza e coi magazzini dei negozianti per il deposito delle merci estere simile a quella progettata per la citta di Milano, e di cui si e fatto cenno di sopra. Le lunghezze delle sin- gole tratte suUa linea progettata risultano come nella se- guente tabella , in cui sono segnati i punti d'incontro della strada a rotaje colle strade comuni ed ordinarie , non che i punti di arrive e di partenza alle estremita o al lungo della linea. Ad ognuno di questi punti sone pure stati ac- cennati i luoghi che lateralmente vi corrispendene e vi sbec- cano , e che si potrebbero fors' anche congiungere in se- guito mediante strade di ferro secondarie colla linea prin- cipale da Milano a Come. (1) Veggasi Vestratto dal Giornale rendenti effetti di una nnova macchina loconiotiva della Compagnia per la rotaja da Baltiiiiora all' Ohio negli Stati Unili d'Anierica, d'invenzione dei faltbricatori americani Gallingham e Wijians J e che si dice esperimentata col piu felicc successo si per T ascesa che per la discesa sopra piani inclinati della pendeiiza di i a 22, ossia dal 4 al 5 per cento. Se qnesta notizia d' oltreniare fosse attendibile, e contenesse la pura verita, verrebbe a sparire in grarx parte la difficolta di attraversar le Juontagne sopra le strade di ferro colle carrozze a vapore , le quali in Eu- ropa si crcdevano adattate e piu convenienti dei cavalli solanientc per i paesi di pianura o di colllna simili all" Inghilterra, Eelgio, Baviera , ecc, Veggasi pure I'articolo inserlto nel jMoniteur univenel di Parigi del giorno 9 ottobre di quest' anno sotto la data di Filadelfia 26 agosto, e relativo ad altra niac- cliina loconiotiva d'invenzione del sig. Guglielmo Norris di Filadelfia. Ma sul dubbio sar.a prudente consiglio di attenersi ancora pel caso presente del Pro- getto di Conio al sistema di costruzione delle strade di ferro, conibinato colla natura e cogli efFetti delle raacchine locomotive inglcsi che sono gia co- nosciutc ed esperimentate per le niigliori t piii perfcttc in tiitt' Europa. V A R I E T \ 283 ,1a retti cco, ana, CS V -i a cfl V -3 --^1=; u ;=^ luoghi pondenz lerro lo-Venel ;ato, i d Moden di Gall Maggior di Cant sina. coi dis UTino, omo e L zzera ita .^ Lombard Genoves iacenza e Saronno , -2 a ii J3 o " ^ _2 'i: ione di < trad t« 0) •■= f^ CO .rt CO '^ 'S T, >^ C3 •B . . -0 1f1 provin^ emonte . Parma istretli di Som islretti ianza e stradal Varese gno, G riviera ( lago di L •— ._ rrt no i-i _ •- CO " PhT3 ly CQ O n3 u ^ 7^ 1-1 H-l l-H M 1-1 O S o •-< U a • •-t M in »o o o !>. CTi 00 m m o to CTj CS in vd-m o ^^^ tn lo !>. OO CS ^3- O CN m m C8 <~i t-i w ci M to to ^d- ^* '- m oo in ^ O in tn vs- OO ^3- - C^ Ci to I > • n o>n cn in to to OO o m to Q in 3 « " to CS in !>. to o c 1 ^ SJ CS — < '•" ^ • '« r-9 3 . o U p Pm • ^ oj c; * o .^ - a o « ri .— c 3 Cm 0) S p o M c r r o a o-sUfts CJ (ft o S^ o o o ^3 SP^-? a;^-? II c 2 -S'S 2 evesi amn enta ticcii amei orgo Pont ago al P. S <;eQU WCJk-4 UUPqhJ a84 V A R I E T a'. Articolo II. Delle pendenze della strada a rotaje. Per ottenere una piu uniforme e miglior distribuzione di pendenze sn tutta la linea della nuova strada si nian- tiene questa in direzione da mezzogiorno a tramontana seguendosi in generale I'andamento longitndinale delle valli del Seveso, dell' Acquanegra e del fiume Aperto. La ro- taja cosi si avvia gradataniente a sormontare 1' alto-piano della Camerlata con sei differenti livellette di ascesa con- tinuata dalla parte di Milano verso Como. Arrlvata poi la strada alia cresta meridionale di quell' eminente spianata, viene con un'altra llvelletta proseguita e condotta attra verso I'alto-piano quasi orizzoiitalmente nel mezzo ossia nella parte piu depressa dove succede lo scolo delle acque tanto in una direzione clie nell' altra opposta. Parimente con una sola livelletta discende la rotaja da quell' eminenza della Camerlata verso settentrione e si distende di la in- sino al pelo d'acqua del lago di Como senza dar luogo ad alcuna inutile e dannosa contrappendenza ; il die tutto si desume chiaramente dalla semplice ispezione dell' annesso Profilo di llvellazione della proposta rotaja ( V. la tavola de'disegni). E mentre la massima elevazione del punto cul- minante della strada di ferro cosi tracciata nella valle del Seveso non e maggiore di metri i5i circa sopra IMilano, e quindi non piii di metri 77 circa sopra il lago di Como , in vece la sommita della strada postale giunge ripetutamente ad essere molto piii alta , cosicche la stessa postale in piu punti attraversando le colline fra Barlassina e la Camerlata forma col profilo come una specie di saliscendi o zigzag continuo per dieci miglia di viaggio, che sono pitr troppo sensibili ed incomodi a chionque fa uso di qnella strada. Di qui e che il semplice confronto de' due profili di livel- lazione, cioe della strada postale e della nuova strada rotaja di Como basterelihe a dimostrare la gran difFerenza ed il sommo vantaggio clie deve aver quest' ultima sopra la prima per la comodita , celerita , sicurezza ed economia dei trasporti. Inoltre avviene che colla proposta galleria sot- terranea e col taglio progettato da farsi nel terreno presso al luogo della suddetta spartiziou di acque a fianco della Camerlata , non che mediante le altre opere occorrenti di V A R I E T a\ :>85 scavo , arginatura e siinili nelle diverse tratte clella liuea, come si c di sopra accennato e come si spiegliera niegllo in seguito , vengono le naturali cadiite del terreno nella direzione della rotaja moclilicate per modo die la forma assai ondulata del profilo della strada postale del tutto spa- risce in qnello della strada rotaja clie assume in vece la figura di una salita senza contrappendenze od interriizioni ed assai dolce e moderata, nia continua e variabile fra certi limiti a seconda delle valli del Seveso e dell' Acquanegra da Milano sine alia spartizion d'acque della Camerlata. Andando sulla linea della rotaja da Milano verso Como, nelle vicinanze di Lentate e dove s' iacomincia ad incontrar la collina , e da dove la valle del Seveso si fa di pin in piii stretta e tortuosa. Di fianco a Fino la rotaja si allontana di pill dalla postale. — Ora una proprieta comune a quasi tutte le vallate si e che quanto piu si avvicinano alia lore orlgine , tanto piu le medesime diventano erte ed anguste , e questa circostanza rende impossilnle nella inaggior parte de' casi il condnrvi una strada rotaja con pendenze in- variabilniente favorevoli tutt' al lungo di esse vallate se frammezzo alle medesime esiste un' eminenza od elevazione troppo forte in confronto della sua base. Siccome poi le pendenze generali della rotaja vengono determinate dai punti di pass.Tggio delle spartizioni d' acqua e delle valli , cosi si regolano le cadute speciali delle singole tratte della uiedesima rotaja secondo Televazione del terreno su cui e situata , e secondo il rilievo delle strade comuni trasver- sali che s' incontrano sitUa linea. — La naturale disposi- zione del terreno esercita un notabile influsso , il clie e di gvande importanza in riguardo della spesa di costruzione, in quantoche la massa di materia d' escavazione deve eguagliar possibilmente quella di riempiniento per modo clie si renda necessario il niinimo trasporto di materia a' luoghi lontani. — Le opere succennate della galleria sot- terranea di Cucciago e del taglio a cielo scoperto dell' emi- nenza della Baraggiola vengono appunto pro^Doste e con- sigliate da questo riflesso del maggior tornaconto , giacche coir accrescer sulla linea di strada il numero delle curve, o col diminuirne il raggio , non che col variare maggior- mente la pendenza generale della strada , assegnandone di pill forti all' approssimarsi ed all' incontro di quelle due localita si sarebbero bensi potuto risparmiare , ma si 286 V A R I E T a'. osserva che c'lo avrebbe accresciuto gl* inconvenieati del Progetto anziche dimlnuirli. Le strade cotnuai trasversali possono soltanto in tre ma- niere incrociccliiarsi colla strada di ferro , cioe o in uno stesso piano colla niedesima o sopra o sotto in una determi- nata dlfFerenza di livcUo. Non essendo pero permesso nel niaggior numero de' casi di portare una grande variazione al piano delle strade comuni nei luoglii d' incontro colla rotaja proposta , di qui deriva die jier lo piii bisogna provvedere ai frequentl passaggi di strade comuni colT ii- vervi riguardo all' atto della determinazione dei punti di elevazione della rotaja medesima. — Ma questo principio generate non e applicabile senza eccezione sopra tutte le strade comuni attraversanti la rotaja. Cosl se la rotaja non fosse obbligata ad assecondare ogni contorno del ter- reno per cui i passaggi delle strade comuni fossero rima- sti indeterminati di livello anche colla fissazione dei punti di livello della rotaja , in tal caso viene ammesso che i medesimi passaggi di strade possono operarsi ed essere col- locati in uno stesso piano colla rotaja dando alle prime una pendenza di i a ao per riempimento o per escavazione nelle tratte vicine ai punti d' incontro. Che se le difTerenze di livello della rotaja e delle strade comuni trasversali ar- rlvlno o sorpasslno 5 o 6 metri in altezza , in allora de- vono anche queste strade comuni essere condotte a passare mediante opere di ponte o sopra o sotto la rotaja. Qite- sto caso si verifica appunto per la nostra rotaja di Como air incontro della nuova e vecchia strada comune nella discesa dalla Camerlata al lago. In riguardo adunque delle premesse generali e partico- lari circostanze che vanno prese in considerazione nel de- terminare i punti di livello e le pendenze di ogni strada a rotaja , e stato progettato il profilo delle singole tratte di strada rotaja fra Milano ed il lago di Como , qual si vede tanto nel seguente Prospetto che nell' annessa tavola de' disegni della strada a rotaje. V A R I E T A 287 Prospetto delle ascese e discese di og/ii iingola tratta della strada di ferro da Mllano a Como. 6 t1 Lunghezza delle tratte La strada a rotaje Relative ascese e cadute della strada a rotaje T3 in metn sale metri cade metri I a metn ossia I 6008 17^774 2,00 al — ■ -' 00 1 338 II 5371 25,401 0 I <^o 4,82 al — ^ 00 I 207 III 8593 44.377 5,16 al — 00 I IV 9159 37,310 00 4,07 al — ' 00 I 245 V 2840 8,780 • 0 1 °o 3,00 al — ^ 00 I 523 VI 363i 17,059 4,65 al — 00 I 2l5 VII 1645 O5160 , 00 0,097 al' — ■^ 00 I io3io VIII 4275 77,244 0 00 18 per — 00 I '56 41422 1 50,70 1 77,404 Articolo III. Adattamento e costruzione della strada a rotaje. Neir atto che si propone di introdurre in Italia il nitovo sistema di comunicazionc per mezzo di private societa d'in- trapreaditori sembra opportuno e naturale die si debba 288 V A R 1 E T a\ approfittare con tutta dlligenza delle esperlenze clie sono gia state fatte all' estero intorno alle stratle-rotaje desti- nate al commercio in generale onde compartire alle co- struzioni consimili del nostro paese qnella perfezioiie clie e stata conseguita cola mediante il leuto progresso dell' arte ed i costanti e continui sforzi diretti a quello scopo. Dalla completa riuscita della prima opera di questo ge- nere dipende pero senza duljbio Tulteriore sviluppo e di- lataniento delle medesime strade nella nostra patria, dove un' intrapresa clie aljlila pieno successo non meno die al- trove da vita a niolte altre, ed una in vece clie vada fallita in tutto o in parte avviliste e scoraggia per niolti anni successivi anche i piii animosi promotori di siniili iniprese, e quindi ritarda od inipedisce T esecuzione dei piii belli ed utili progetti che potrebljero per avventiira contribnire al pill rapido avanzamento dell' industria nazionale. Ora con sicnrezza si piio garantire del successo soltanto allorche siano sceiti esclusivamente quei sistemi di costrii- zione che nelle esistenti strade di ferro sono gia riusciti e sei'vono perfettamente altrove ; in conseguenza vengono nel presente piano preliminare e generale per Como lasciati da parte tutti i progetti di miglioramento del sistenia in- glese per le strade a rotaja di cui 1' utilita e la prntica- bilita non sia provata nel niodo piii convincente da espe- rienze fatte in grande scala e ripetiite si in Inghilterra clie nel Belgio, in Baviera ed in akri luoghi del continente sino al momento attiiale. Che poi le migliori strade di ferro inglesi ammettano an- cora del perfezionamenti , anzi che ne abbisognino fin d'ora, non puo essere qui posto in dubbio , ma soltanto si deve rendere avvertito il pubblico come sia pericoloso in una prima costruzione di simil genere che ha gia da conibat- tere principalmente fra di noi con niolte diflicolta tecniche e morali , il tentare I' applicazione dei pensieri e progetti di miglioramento al primo annunzio che siano stati imiiia- ginati e proposti altrove. — In massima pero e stato qui j-isoluto e stabilito di attenersi rigorosaraente alle forme e costruzioni gia confermate dal successo all' estero , ed in quanto esse possono essex'e imitate ed applicate al presen- taiieo nostro caso speciale di Como , passeremo a dichia- rarlo meglio ne' seguenti distinti paragrali. >.:• V A R I E T \'. 289 S I- Disposizione delle tratte a doppio ordine di guide di ferro. La progettata rotaja fra Mllano e Como in vista del suo scopo e commercio princlpale si puo annoverare fra le strade di comunicazione specialniente destinate a favorire il commercio iuterno da provincia a provincia della Lom- bardia. Basta per conseguenza una semplice rotaja di due guide con un proporzionato numero di cainbj di opportuna lunghezza. II numero e la lunghezza di queste doppie tratte dipende dagl' incontri possibili nelle due direzioni dei varj tratti di trasporto, e questi a vicenda dipendono dalla massa dei carichi da trasportarsl in ciascun giorno dell' anno. II piu gran commercio in prodotti del lago e del paese si verifica nella discesa da Como a Milano ;, ma il numero de' jjasseggieri e la quantita delle merci di transito e lo stesso ad un dipresso tanto nella discesa che nell' ascesa. In generale pero basteranno ora cinque cambj o tratte di doppia rotaja in lunghezza di 1000 metri per ciascuno sulla progettata strada da Milano a Como, cioe uno per ciascuna estremita della corsa colla carrozza a vapore e tre altri ad viguali distanze intermedie, nientre calcolandosi un' ora di tempo per la corsa suU' intera linea coi treni delle vetture tirati dalla carrozza a vapore fra Milano e la Camerlata , si avra tanto d' estate che d' inverno tutto I'a- gio di poter fai-e otto o dieci partenze in complesso, cioe quattro o cinque da ciascuna parte senza dar luogo ad al- cun incontro. — Prevedendosi poi di aver in seguito sulla strada un piii grande moviraento commerciale per cni le partenze dei treni da Como e da Milano siano necessa- riamente contemporanee , in allora bisognera aver riguardo agl' incontri possibili dei treni viaggianti in opposte dire- zioni 5 e quindi determinare esattamente il numero , la lun- ghezza ed il luogo de' cambj , ossia delle doppie rotaje per evitare le fermate ai punti d' incontro colla scorta del cal- colo e dietro la piu precisa cognizione della forza e velo- cita della macchina locomotiva. BibL Ital T. LXXXIII. 19 aQO VARIETY*. § a Larghezza e scolo delta strada di ferro. Per il caso che venisse nel tratto successivo ad essere dlmostrata la convenienza di aggiungere la seconda rotaja alia prima proposta ora di due sole guide di feiTO per ren- derla doppia generalmente, e per poter avere spazio di plan- tare al due lati su tutta la linea della strada due fili di gelsi o movoni da allevarsi di alto fusto all' use cremonese onde servano anche all' uopo di dar ombra alia carreggiata nella stagione estiva , si ritiene di assegnare la larghezza di 8 metri alia stessa strada nuova da Milano a Como. La carreggiata nel mezzo della strada e tenuta larga me- tri I \ costantemente. Sebbene poi le strade di ferro coi carri a vapore non abbisognino di alcun marciapiede , pure e necessaria una maggior larghezza dell' argine di terra anche per poter bene adagiarvi i fondamenti della rotaja , affinche siano possi- bilmente protetti contro 1' azione dell' atmosfera e 1' intem- perie delle stagioni. La qualita di terreno che domina su tutta la linea ri- chiede generalmente per sostenersi una scarpa di 45.° tutto al piu , tanto per le rive arginate , che per quelle incas- sate sotto il piano delle laterali campagne. Un completo scolo della strada a rotaja e una delle principali condizioni della di lei buona tenuta e conserva- zlone , per cui da per tutto dov' e incassata , o dove 1' ele- vazione dell'argine non sorpassa il mezzo metro si propon- gono dei fossi laterali di proporzionata ampiezza. — ■ Dove pero II fondo stesso della strada e sortumoso, si pratiche- ranno altresi sotto il plan di strada dei canaletti niurati di scolo che sboccheranno nei fossi laterali anzidettl , e vi opereranno il perfetto asciuganiento del corpo di strada. § 3. Curvature della linea della rotaja. Le tratte piu estese della strada a rotaje di ferro sono, come si e detto , stabilite in perfetta linea retta nell' ampia pianura del Milanese dove va a spianarsi e perdersi il letto del fiume o torrente Seveso. Laddove poi un carabiamento V A R I E T A . 291 nella direzione geiierale della strada diventa necessarlo , si puo ai luoghi di passaggio dall' una airnltra tratta di linea un poco incurvata dare una tale estensione in raodo da fare sparire quasi del tutto gl' inconvenienti delle stesse curve. Meno favorevole si trova cjuesto ripiego , dove la strada a rotaje dev' esser condotta attraverso paesi di nion- tagna. Le strette valli per le quali si ravvolge la linea della strada onde poter giungere a superare T eminenza della spartizion d' acqua , camlaiano di necessita assai so- vente e tutt' ad un tratto la loro direzione, per cui le curve non solo si moltiplicano sulla linea, ma diventano anche piu forti , e percio piu svantaggiose per I'uso della strada. Nel caso attuale della rotaja di Como con ua accurato disegno della linea ci e pero riuscito di ottenere anche nelle piii difllcili e scabrose localita della valle del Seveso e deir Acquanegra tali archi di cerchio , il cui seniidia- metro generalmente e non niinore di 1000 metri . cioe di quasi ~ di un miglio geografico. Piu precisamente s' incon- trano sulla prima sezione di linea da Milano alia Camerlata, dove devono correre le locomotive, due leggiere inflessioni a Seveso ed a Camnago , una doppia curva del raggio di 1000 metri a Bovisio, una curva semplice al disopra di Lentate , che e pure un arco di cerchio del raggio di me- tri 1000; un'altra curva doppia al disopra di Asnago , simile a quella di Bovisio 5 una curva semplice al disopra di Cucciago come quella di Lentate che e del raggio di metri 900, e finalmente le due curve di Casnate ed Acqua- negra che sono pure del raggio di 1000 metri la prima e di 900 la seconda. Nella riraanente porzlone di linea dalla Camerlata al lago di Como , dove devono agire soltanto i cavalli per motore e non le macchlne locomotive, si lianno due sole curve , la prima deile quali glra attorno al moate del Castel Baradello , ed e un arco di cerchio del raggio di 5 00 metri f, la seconda serve per risvoltare la linea della rotaja al suo termine nel prato cosl detto Pasque presso al lago di Como in Borgovico, ed appartiene ad un arco di cerchio del raggio di metri 800. Paragonate quindl tali curve con quelle di diverse altre strade di ferro gla attivate in Francia, Inghilterra ed Ame- rica , si trovera che le proposte per la strada di Como sono ancora da contarsi fra le piu favorevoli, comode e moderate, e che quindi si possono tollerare ed ammettere , tanto piu 2^2, V A R I E T A . che in Francia, in Germania e nel Belgio ne sono gia co- strutte e se ne vanno a costrulre niolte altre assai plu strette ed incomode con ogni sorta di motore. §4. Galleria sotterranea e taglio del terreno a cielo scoperto. Gondotta la linea della strada da Milano sino in poca distanza da Cucciago , s' incontra cola una tale svolta del Seveso che assai difficilmente potrebbe essere assecondata dalla linea della nuova strada. Si presento adunque subito r idea ed il pensiero di operarvi o il taglio del tei-reno che vi sta di fronte , elevato air altezza di metri 80 per x-ag- guagliato , oppure di scavarvi una galleria sotterranea per aprirsi un passaggio in retta linea attraverso quella coUina. Lo scavo della galleria venne stabilito a preferenza del ta- glio a cielo scoperto perclie, come si ebbe gia occasione di osservare di sopra, dalla natura del terreno sodo in quella localita si puo argomentare che 1' opera della galle- ria in confronto del taglio dovra riuscire meno costosa e meno difficile. Lo scavo dell' anzidetta galleria sara da farsi alia profondita di metri i5, sotto il livello del pian superiore di carapagna verso Y iraboccatura , la cui luce o sezione sara di metri 4 in larghezza alia base, di metri 5 air imposta dell'arco della volta, di metri 3 in altezza sino alia detta imposta , e di metri 5 i in altezza sino alia serraglia del detto arco di volta. La lunghezza della galleria sara estesa per la tratta di metri Oao in linea perfettamente retta onde vi abbia a penetrare la luce del giorno dalle due estremita; ed affinche sia abbastanza illuminata durante il tragitto col convoglio dei carri e delle carrozze tirate dalla macchina a vapore, si apriranno due finestroni laterali sul fianco destro di detta galleria sotterranea. Al sito poi della voltata brusca e repentina die fa 11 corso deirAcquanegra presso alia Cassina Baraggiola afFac- ciandosi suUa linea della rotaja un altro monticello di terra leggiere e sciolta dell' altezza di metri 14 per rag- guagliato , e che si estende per linea retta in lunghezza di metri 460 sino a sboccare di nuovo superiormente nella valle dell'Acquanegra , e pivi convexaiente il taglio del ter- reno a cielo scoperto secondo la curva stabilita per quella V A R I E T a'. 293 localita , anziche lo scavo di una seconda galleria sotter- ranea , atteso le circostanze ivi diverse da quelle di Cuc- ciago e troppo sfavorevoli per ripetervi un' operazione di qiiesto genere. §5. Ponti e hotti sotterranee. La proposta rotaja sorpassa ed attraversa diverse volte nella sua linea il fuimicello Seveso , VAcquanegra e qualche altro influente del Seveso, come pure la strada ordinarla nuova e vecchia di Como al di sotto della Camerlata. Un altro ponte si richiede per passare colla rotaja sopra la strada postale clie conduce alia Svizzera in Borgo Vico di Como. Sono da attraversarsi per botte o tomba ordinaria la Roggia di Desio e la Roggia di Cesano Borromeo. Ma in generale non vi sono ponti di grande impegno su tutta la linea di questa strada. Per ischivare un maggior numero di edifizj di ponti e tombe si progetta di surrogare in qualche tratta il letto del Seveso , non che la strada po- stale da Milano a Como presso Cesano Borromeo. A tutti gli edifizj di tombe e ponti viene assegnata la normale lar- ghezza della strada-rotaja che occorrerebbe nell' ipotesi che questa abbia da avere col tempo un doppio ordiae di guide di ferro , cioe di metri 8. L' altezza delle loro luci in vece varia dai a ai 6 metri a seconda delle circostanze e del bisogno, o di dar sfogo innocuo alle acque di plena di quei torrentelli cui servono, opptire di permettere il comodo e libero sottopassaggio di tutti i rotanti ordinarj della strada postale col loro pieno carico. §6. Consolidamento del piano di strada-rotaja. Una delle piii importanti condizioni di buone strade a rotaje si e 1' inalterabilita di posizione della palafitta che serve di base e di sostegno alle guide di ferro , poiche i migliori vantaggi di questo nuovo metodo di comunicazione spariscono interamente se non si soddisfa a questa condi- zione nel modo piii rigoroso e completo. Dunque non puo essere abbastanza ripetuto che il meccamco efFetto delle strade a rotaje (ii ferro solo dipende dalla perfetta loro 294 V A R I E T A . costruzione e che quelle formate con forti pendenze e con leggieri materiali o di trascurata manntenzione sono assai lontane dall' ofFrire i vantaggiosi risultati che ad esse si at- tribniscono troppo facilmente. La regolarita ed invariabi- lita della i-otaja dipende ( se pur non sia troppo debole in se stessa o nel legame delle sue parti ) tutta dall' op- portuna solidita dei fondamenti , motive per cui quest' og- getto e della piu grande importanza e ricbiede piii at- tenzione di quello cbe d'ordinario ad esso si presta nella co- struzione delle strade rotaje. Di qui ne derivano anche le spese maggiori di conservazioue cbe esigono certe strade a rotaja state mal costrutte in origlne. La piii gran parte di silFatte spese va consuiita nel ripristinamento della forma perduta e nel raddrizzamento delle porzioni di rotaja ce- dute. Cbe poi una rotaja , massime quando deve servire al trasporto delle persone con grande velocita, si abbia a tenere sempre ben curata ed in uno stato sempre perfetto e normale in direzione tanto verticale cbe orizzontale per oftVire la pill grande sicurezza , si puo desuniere da cio cbe le de- viazioni di pocbi centimetri nella posizione in altezza delle guide di ferro congiunte Puna coll'altra puo cagionare la sortita dei carri dalle rotaje e quindi dare occasione a si- nistri accidenti. Per il presente caso della rotaja di Como si propone di adottare il sistema di palafitta gia usato con buon suc- cesso da dieci mesi sulla consimile strada da Norimberga a Furth in Baviera, stata aperta per la prima volta al pubblico il 7 dicembre prossimo passato. I dadi della palafitta ( V. le sezioni della strada di ferro nelV unita tnvola di disegni) consistono in pletre quadrate di nietri o,5o in quadro , e di metri o,3o in altezza. Essi portano ognuno un cuscinetto di gliisa che con due forti cbiodi e attaccato alia pietra sottoposta. All' unione del ferro colla pietra servono le caviccbie di legno cbe sono adattate per entrare ne' fori praticati nelle pietre , e ne' quali vengono conficcati i suddetti due cbiodi cbe tengono insieme il letto della palaiitta. Fra il cuscino e la superfi- cie della pietra viene posto un pezzo di cartone o di feltro inzuppato nel catrame cbe riceve sopi'a di se alcuni urti , e li ammorza impedendo il distacco e la frattura dei primi, cioe del cuscinetto e della pietra. V A R I E T a'. 295 Pel consolldamento del letto di strada viene negli spazj dei dadi di pietra forniata una buca , a niodo di una cassa di terra , col luaterlale proveniente dalle escavazioni piu pros- sime; mentre si elevano i due arglni sopra gli orli del piano di strada. Sul fondo dell' anzidetta cassa di terra viene po- sto uno strato di gliiaja alto un decinietro, ossia di minute pietre possibilmente piatte , indi riempiuti che si abbiano tutti gP interstizj , e spianata la superficie superiore con sabbia si passa a batterla coll' ordinario martino a mano. Finalmente su questo fondo vengono collocati i dadi di pie- tra , e poi si ricoprono ai lati in giro d' uno strato di ghiaja o pietre spezzate simile al sopra detto. II materiale da impiegarsi pel suddetto consolldamento del letto e speciahnente quello per i dadi di pietra deve avere la proprieta di resistere alPazione atmosferica ed alle intemperie d'ogni stagione. — Di fatto egli e noto che la piu gran parte delle pietre o dadi applicati alia strada rotaja da Manchester a Liverpool, che consistevano in una pietra arenaria di cattiva qualita , non poterono resistere e sono divenute inservibili in breve tempo , talche dovettero gia essere rifatte tutte a grandi spese con migliore materiale. Sulla strada di ferro di Como si ofFrono alia scelta per i dadi di pietra le arenarie di Vigano e di Viggiii, a meno che non si trovasse all' atto pratico piu adattata o la brec- cia risultante dalla perforazione della galleria sotterranea di Cucciago od il calcare che forma la base di molte col- line in vicinauza della linea della rotaja verso il lago di Como. — In massima pero non e ammissibile 1' idea e la proposizione di servirsi per i dadi di pietra dei nostri so- lidissimi graniti, non tanto perche riuscirebbero piii cari in natura, quanto perche, come sono i graniti assal difficili al lavoro, senza grande spesa non si potrebbero spianare e forare airuopo di coUegarli bene coUe rotaje di ferro. § 7- JRotaje di ferro. Le guide di ferro cilindrato che si applicano al commer- cio su tutte le nuove strade di questo genere ofFrono in confronto alle guide di ferro fuso cosi tanti e riconosciuti vantaggi che senza esitanza vengono ora proposte le pri- me per la costruzione della strada di Como. 2^6 V A R I E T a'. Le guide cilindrate die si usano piii comunemente sono di due forme diverse , cioe colla superficie al di sotto o parallela od ondulata;, la prima forma piii specialmente e quella applicata in Baviera alia strada da Norimberga a Fiirtli , e che si propone qui anclie per Como. La forza e solidita delle guide dipende dal peso dei ca- vichi pill grossi da trasportarsi sulle rotaje , e questi sono certamente le stesse macchine locomotive, le quali , ben- che le pill recenti siano fatte con tre paja di ruote , por- tano da i5 a i6 quintali metrici di peso sopra ciascuna ruota , mentreche il carico per ogni carro di mercanzia di rado sorpassa i i8 quintali per ogni pajo di ruote. Sopra la strada da Norim])erga a Fiirth le guide di ferro sono lunghe metri 4,38, e pesano chilog 6i,6o per cia- scun pezzo ;, laonde si ritiene che possa bastare altrettanto per la strada da Milano alia Camerlata. Per la discesa poi dalla Camerlata al lago di Como occorrera un aumento di peso alle guide in causa dello sfregamento maggiore che vi sofFrono le ruote dei carri ad ogni fermata od allen- tamento nella discesa ?u qiiella tratta di maggior pendenza. Ogni pezzo di guida di ferro verra ad avere cinque punti d' appoggio intermedj e due altrl alle estremita , cosicche riposera e sara tenuto fermo sopra sette cuscinetti di ghisa. I cuscinetti dei punti intermedj pesano chilog. 4,48 e quelli air unione delle guide chilog. 5, 60 per ciascuno , come sono quelli della suddetta rotaja di Norimberga. La congiunzione degli anzidetti cuscini colle pietre sot- toposte si opera mediante i chiodi , le cavicchie ed i pezzi di feltro gia menzionati di sopra , e che si vedono nel- Punito disegno (V. le Sezioni). II serramento poi dei cuscini di ghisa colle guide di ferro si fa mediante cunei lateral! di ferro battuto per i jiunti di unione dei pezzi, e di ghisa temprata per i punti d' appoggio intermedj. II piano su- periore delle guide di ferro su cui scorrono le ruote e ge- neralmente alP altezza di metri 0,1 5 sopra il piano di strada. §8. Passaggi da una rotaja all' akra o di strade comuni sidla rotaja ecc. In quei luoghi dove la semplice rotaja si cambia in una doppia e dove laterali rotaje concorrono nella stessa , si V A n I E T A . 2^97 rendono necessarj degli apparecchi, coi quali e possibile ai treni di carri 1' ingresso nelle rotaje laterali senza perdere la direzione dell' orlo sporgente delle ruote e senza irupe- dire il viaggio ai rimanenti treni di carri sopra la rotaja principale. Nella maggior parte de' casi di questa specie viene pero adesso presa la disposizione ciie al punto^ di divisione delle due guide una porzione della rotaja di ferro lunga dai 2 ai 3 metri e tenuta moliile e puo esser girata tanto intorno ad un punto di rotazione che si trova airestremita d' ogni guida , per modo clie le altre estre- mila possono venir in contatto coUe guide laterali e for- mare cosi una sol guida continuata. II trasporto delle guide pieghevoli deve succedere per mezzo di un custode stabi- lito presso ogni dojjpia rotaja , il quale accenna con ua segnale a chi dirige il treno che arriva, quale delle due rotaje sia aperta. Se pero venisse il trafEco cosi ordinate che tutti i treni viaggianti in una direzione battessero la strada laterale , e gli altri viaggianti nell' opposta direzione la strada principale , in allora potrebbero essere rispar- miati i custodi sorveglianti alia strada, purche sia presa la disposizione in uso suUa strada ferrata da Darlington a Stockton in Inghilterra , di mantenere cioe i pezzi di ro- taja movibili nella richiesta posizione merce di un contrap- peso , e di farli ritornare nella stessa quando ne siano stati spostati dai treni di vetture e carri gia passati. I passaggi da una rotaja all' altra suUa strada di Coroo sono da operarsl col mezzo di un arco si esteso che lo sfregamento laterale non si aumenti al segno d' impedire 1' avanzamento dei treni di carri o d' arrestarlo del tutto. Nei punti d' incontro delle strade comuni colle rotaje si riducono le prime al livello delle seconde mediante gli opportuni accompagnamenti di pietre vive e di ciottoli per il passaggio libero delle vetture e carrozze ordinarie. Af- finche poi gli orli sporgenti delle ruote di ferro possano continuare a scorrere suUe guide anche attraverso quelle strade comuni , si lasciano nel piano di strada-rotaja gli opportuni incavi a fianco delle stesse guide di ferro. Per evitare ogni sinistro accidente sulla rotaja massime nelle vicinanze delle cltta e de'luoghi d'incontro con altre strade comuni poste alio stesso livello , si trova conveniente r isolamento , ossia la separazione della strada di ferro dai circostanti terreni ed edifizj, — Ora la costruzione dei muri 298 V A R 1 E T a'. di c'lnta , la posizlone in opera di doppie barriere o can- celli sono i mezzi iisati comunemente onde preservarsl da simili pericoli. Quindi anche per Como glovera di fame uso. Le stazioni per la provvista d' acqna e conibustibile suUe rotaje, dove si iaipiegano come motore le maccbine loco- motive, si collocano alia distanza di 20 in 20 miglia, glac- che si calcola che tale distanza si abbia a poter sempre percorrere in un' ora di tempo colla maccbina a vapore. Cosi per la strada di Como sarebbero da collocarsi le dette stazioni soltanto alle due estremita della corsa, cioe a Mi- lano ed alia Camerlata. Sara poi ancbe bene di erigere i fabbricati occorrenti alle dette stazioni sopra gli spazj in- termedj delle due guide di una rotaja doppia, potendo ivi essere provvedute di acqua e combustibile nello stesso tempo le maccbine viaggianti in senso opposto. Finalmente tanto per la regolarita del servizio , quanto per il comodo de'viaggiatori, si propone di dividere la li- nea della rotaja di Como in tante sezioni di 1000 metri ciascuna da indicarsi sul terreno con altrettanti segnali ab- bastanza chiari e visibili. Articolo IV. Modo e tempo per V esecuzione dell' opera. i. dell' interesse non raeno del pubblico che degli intra- prenditori il fare in modo die una volta determinata e sta- bilita r opera dell' ideata rotaja di Como incominci al piu presto e proceda avanti verso il suo termine nel piii breve spazio di tempo , senza pero die la celerita del lavoro nuoca alia solidita della sua costruzione. S'intende che 1' opera e da eseguirsi col metodo degli appalti parziali divisa in ogni singola porzione. Non v' e dubbio che i movimenti di terra occorrenti per la strada da Milano a Como si potrebbero eseguire nel corso di due anni , e che tutti gli altri lavori si potrebbero distribuire e compire parimente nello stesso intervallo di due anni di tempo, comunque , volendo per ogni caso contingibile stare piu in largo su questo articolo, siasi chiesto e supposto che venga accordato il termine di quattro anni all' incominciamento dell' opera, e di otto altri anni successivi al di lei compimento. V A R I E T A . 399 Articolo v. Dei motori per la proposta strada di ferro. I mezzi di trasporto tanto sopra le strade comuni, quanto sopra le strade di ferro consistono di due elementi , cioe dei carri da carico e della forza motrice ; ambidue oggetti, sulla cni applicazione e perfezlonamento sono a' nostri giorni stati posti in opera con molto ta lento e buon successo tutti i mezzi ausiliarj die ofFrono la fisica e la meccanica. I progressi neU'lndustria de' mezzi di trasporto suUe strade di ferro in riguardo si della forma dei carri che della ma- niera ed applicazione della forza d'attiraglio sono avvenuti gli uni indipendentemente dagli altri; motivo per cui cjuesti due oggetti possono trattarsi anche distintamente, il che e necessario per la loro miglior disamina , tanto piu che i carri possono sulle rotaje esser mossi da quattro diverse specie di forze , cioe dai cavalli , dalla forza di gravita , dalle macchine ad acqua od a vapore stazionarie , e dalle locomotive. Sulla strada da Milano a Como si introdurranno i carri costruttl secondo la forma piu perfezionata in Inghilterra, e per riguardo ai motori la forza di gravita e le macchine stazionarie si lasceranno da parte come insufficiente la pri- ma , e troppo dispendiose , incomode ed imbarazzanti le seconde. II cavallo venlva dapprima applicato ai carri mossi sull» strade di ferro per unico motore, ed e ancora adesso in uso sovente laddove si adoperano altresi le macchine loco- motive come per esempio sopra le strade di Darlington in Inghilterra, e di Lione in Francia. L'uso dei cavalli per motore offre singolari vantaggi dove sono assai cari i com- bustibili, e dove all'incontro e a buon mercato il mante- nimento de' cavalli ; dove le inclinazioni o pendenze della rotaja cambiano sovente e notabilmente , dove non si pos- sono evitare le curve di piccol raggio , e dove vi sia un piccolo traffico , o dove puo esser superflua la grande ce- lerita di trasporti, e fuialmente dove superiori riguardi ren- dano necessario dl rinchiudere entro i piu ristretti limit! il capitale destinato ai mezzi di trasporto quand' anche cio dovesse influire a produrre un aumento delle spese di con- dotta e di esercizio della rotaja. 300 V A H I E T a'. £ pero quasi totalmente inapplicabile questo motore lad- dove un trasporto assai celere ed economico sia divenuto una condizione indispensabile pel trafEco della strada di ferro; e Y unico mezzo per soddisfare ai bisogai del com- mercio gia esistente, non che per determlnare ua grande aumento nel movimento giornaliero delle persone viag- giaati sopra una data direzione ; giacche come e noto , i cavalli non sono suscettibili che d' una moderata velocita non eccedente mai , senza fare uno sforzo con pericolo di perderli , il limite di sei o sette miglia geografiche all' ora. Facendo poi il paragone delT efFetto meccanico dell' uso de' cavalli e delle carrozze a vapore come forza motrice , ne risultano i pivi decisivi vantaggi in favore di quest' ul- timo mezzo di condotta sopra quello del cavalli , mentre si e calcolato che a circostanze d' altronde eguali, le spese degli stessi con una velocita di sei in sette miglia all' ora ascendono a molto piu del costo della forza del vapore. Non e poi meno vero che questa difFerenza diventa sem- pre piu grande coll' aumento della velocita , e non spari- sce del tutto ne aiiche per un movunento piix lento che d' altronde non puo essere ne vantaggioso , ne adattato nep- pure pel minimo traffico sulle strade di ferro. Pertanto non v' ha soggetto ad alcun dubbio che la forza a vapore come mezzo di locomozione merita generalmente la preferenza , ed e quindi projjosta anche da noi per la strada da Milano sino alia Camerlata , presso Como, dove la pendenza non e troppo forte. Si ritiene pero che nella tratta molto pendente dal lago di Como alia Camerlata si potra usare con piu vantaggio il cavallo per motore si nel trasporto delle merci che in quello dei passeggieri. Che anzl occorrendovi il motore per r attiraglio dei convogli di carri e carrozze soltanto nel- r ascesa, si potranno lasciare riposare i cavalli nella discesa come si pratica a Darlington in Inghilterra. V A R I E T A 3oi [65,5c 64,000 PROSPETTO Delia spesa occorrente per la costruzione della strada a guide di ferro fra le due cittd di Miluno e Como. Piano stradale. Terreno da occuparsi colla detta strada della lunghezza di me- tri 4o mila e della larghezza di metri 8. Comprese le banchine, scarpe e spazj di senizio ad uso della medesima, sono in tutto metri quadrati 627000 che per ragguaglio avuto , riguardo alia diversa qualita di terreno, si calcolauo in ragione di centesimi 5o al metro quadrate, e qiiindi in tutto austriache lir. Movimento di terra per la formazione del piano stradale, cioe escavazioni, riempimenti, il tutto a norma delle rispettive livellette , come dal profilo di livellazione, si sono calcolati metri cubici n.° Saoooo che in ragione di centesimi 20 importano " Adattamento della detta strada, ossia formazione del piano carreggiabile in due regolari pioTenti, co- sti-uzione delle cunette e marciapiedi, formazione dei cigli, compreso la ghiaja e sabbia e ciottoli occorrenti pel consolidamento dei dadi di pietra come si dira in appresso, e cio per la lunghezza di metri 40 mila in ragione di lir. 2. jS al metro di fuga " Spesa occorrente per n.° 24 inlersecazioni di strade postali e comunali, cioe cordoni di vivo con saette di ferro, e selciature laterali, per cadauna strada lir. 100 in tutto . • " Idem per n.° 4o strade privative in ragione di austr. lir. 80 per cadauna sono in tutto « Spesa per la costruzione di n.° 02 ponti di colto ad un solo arco sid Seveso ed altre piccole aequo , non che per alcune strade trasversali che s'' incontrano nella liuea della strada a rotaje, de"" quali n." 9 di grande dimensione, n.° 6 mezzani e n.° 17 piccoli che in complesso importano la somma di " Muri di terrapieno formalo in sassi e calce pel so- stegno di varie tratte di strada compreso la costru- zione di alcuni tombini di scolo, in tutto per metri cubici 8000 in ragione di lir. 6. 5o " Si aggiunge la spesa di alcune piccole tratte di strade postali e comunali da sostituirsi a quelle , che ver- ranno occupate colla rotaja in tutto per la superiicie di metri quadrati 6000 che per la sola costruzione , ritenendosi gia calcolata la superficie', si calcolano . » 2,400 5,200 40,000 52.000 ti,4oo Lir. 456,5oo 302 V A R I E T a'. Somma retro lir. Per una doppia fila di gelsi da poisi ai due mar- gini del piano stiadale alia distanza di metri la , in tutlo gelsi n." 6666 » Somma la complessiva spesa del piano stradale lir. E quindi per ogni metro lineare di fuga iniporte- rebbe la soinma di au^triache lir. ii. 91. Si aggiungono alle suddette spese I'escavazione, os- sia taglio pel passaggio della collina cosi delta della Baraggiola , di lunghezza metri 460 e dell'' altezza rag- guagliata di metri i4,percui in complesso compieso le scarpe laterali e gli acconipagnamenti si calcolano metri cubici 1 28000 di trasporto di tena die in ra- gione di certesimi 20 al metro cubico importano la somma di lir. 25,ooo Come pure si aggiunge lo scavo nella pu- dinga ossia ccppo misto con sabbia e terra compatta per la formazione d"" una galleria vicina a Cucciago della lunghezza di metri 620 e della larghezza ragguagliata di metri 4 per r altezza di metri 5 compreso qualche ac- compagnamento alPimboccatura, e n." 2 li- nestroni laterali , in tutto per metri cubici 14,000 in ragione di lir. 6 » 84,000 Sommano da aggiungersi lir. 109,000 Ammonta la spesa compless.* del piano stradale lir. Per cui in complesso al metro lineare importa lir. 14. 64. NB. C indennizzi ai proprietarj dei fondi e la lar- ghezza della strada e dei ponti sono calcolati per una strada a doppie lolaje in tutta la lunghezza. Sis tenia per la rotaja dijerro. Spesa occorrente per n.° 4^6 dadi di pietra cosi detti normali distanti fra di loro metri 90 ciascuno, della lunghezza di metri 2 e della grossezza di metri o,5o in quadro in ragione di lir. 7. 5o cadauno, im- portano lir. 3,420 — Idem per n.° io863o dadi di pietra detti secondarj di grossezza metri o,5o in quadro, alti metri o,3o che in ra- gione di lir. I. 80 colla posizione in opera, importano » 195,554 — Lir. 198,954 — V A R I E T A . Sommano retro lir. Per n.° 219084 fori da farsi nei sud- delti dadi della profondita di melri o,i55 e del diametro di metri o,o25 in ragiorie di cent. ]5 cadauno sono » Caviggioli di legno della lunghezza di metri o,i3 del diametro di metri o,o25, in tutto n." 219084 che in ragione di cent. 2 e mezzo cadauno danno ...» Per altrettanti chiodi di ferro lunghi metri 0,1 5 cadaimo, in ragione di cen- lesirni i5 per cadauno >» Cuscinetti di ghisa alle unioni delle rotaje in tutto n.° 18264, ciascuno del peso di ch. 5,6o e quindi in tutto di ch. 102278, ill ragione di cent. 3o al chilograinmo, importano » Cuscinetti di ghisa ai punti inter- medj n.° 91278, ciascuno del peso di ch. 4,48 che sono ch. 4t»8925 in ragio- ne di cent. 3o come sopra , importano >» Per n° 18264 pe/zi di guide di ferro laniinato della lunghezza di metri 4,3o cadauno del peso di ch. 61,60 sono in tutto ch. ii25o62 che a cent. 5i im- portano la somma di >» Per n." 36528 cunei di ferro battuto lunghi metri 0,18, grossi metri o,oi5 ed alti 0,020 da porsene due ad ogni cuscinetto delle unioni delle guide , cia- scuno del valore di cent. 3o » Per n.° 91278 cunei di ghisa tem- perata lunghi e grossi come i suddetti, alti metri o,o43, da porsene uno per ciascuno dei cuscinetti intermedj ai suddetti pezzi di guide, e ciascuno dei valore di cent. 25, in tutto w N." 109542 pezzi di feltro da porsi fra i cuscinetti di ghisa ed i dadi di pietra , ciascuno a centesimi 20 , importano >/ Ch. 56oo di catrame per inzupparvi i detti pezzi di feltro, in ragione di lir. o,3o al chilogrammo , importano » Somma la spesa per la rotaja di ferro lir. i 3o3 igS'jSI - 585,5oo 32,862. 60 5,477. 10 32,862. 60 3o,683.;5o 122,677. 5o 573,781. 80 10,953. 4o 22,8 ig. 5o 21,908 — 1,680 — o54,665 — Lir. I 585,5oo 304 V A R I E T a'. Sommano retro lir. i,o54,665 — E quindi per ogni metro lineare di rotaja a due sole guide, lir. 26,36. NB, Nei suddetti prezzi si ritiene compresa la posizione in opera. Si aggiungono per le doppie rotaje di ferro pei cambj delle vetture da di- stribuirsi nei siti piii convenienti che in tutto si calcdlano un ottavo della lun- ghezza della strada suddetta , ossiano metri 5ooo di doppia rotaja , che in ragione di lir. 26,36 come sopra im- portano la somma di » i3i,8oo — Somma austr. . . lir. i,i 86,465 — Cosicche al metro lineare di fuga compresi i siti di canibio importano austriache lir. 29,66. Si aggiungono poi alle suddette cal- colazioui i due accompaguamenti da farsi alia suddetta strada, cioe la con- tinuazione dal principio della citta di Como sino al lago per la lunghezza di metri 1422, non che le varie dirama- zioni nell'' interno della citta di Milano sulla piazza del Foro per la lunghezza di met. iBjS ossiano in tutto met. 3ooo che calcolati come sopra tauto rap- porto al piano stradale, che al sistema delle rotaje in ragione di lir. 38,27 '^ metro di fuga importano la somma di >» ii4,8io — Sommano lir. 1,301,275 — Ascende la spesa complessiva del piano stradale e del sistema di rotaja a lir. Fabbricati di 5emz.io, inacchine a vapore, vetture, carri^ cai>alli ed oggetti dwersi occorrenti per la suddetta strada a guide di Jerro. Locale occorrente per n.° 2 ufficj da fabbricarsi alle estremita della strada compresi i siti di magazzi- ni, riraesse, staUe, e comprese ben anco le spese di una tratta di canale vicino al lago di Como per la comuuicazionc delle barche colla strada a Lir. 585,5c 1,301,275 1,886,775 1,886,775 V A R I E T A. Somma retro lir. lutaje e degli steccati occorrenti per poter isolare la strada a rolaje alle estremita, in tutto si cal- colano lir. 100,000 Per n.° 10 casini , da distribuirsi .nulla linea della strada pei ciislodi della strada , composti di ua locale terreno con corri- spondenle superiore e sito di scala in tutto ); 24,000 Per allri due locali da costruirsi attigui al Casino della Camerlata, ed a quelle da porsi a meta della strada pel ripostiglio delle vetture, dei carri e della carrozza a vapore non che pel magazzino del combu- stibile compresa uua tromba pel carico del- racqua ad uso della macchina, in tutto. » 45^00 Sommano in tutto lir. Pel mobiliai-e occorrente ai due UtHcj comprese le bilance, carrette^ scaffali ed altri oggetti di servizio, in tutto lir. 6,000 Per n.° 4 piattaforme circolari d bascule per le voltate delle car- rozze tauto a Milauo che alia Ca- merlata col fabbisogno occorrente e coUa posizioae in opera, in tutto « 4?^oo Per n.° 2 macchine a vapore comprcsi la veltura ed il carro del combustibile e gli stromenti an- nessi alle macchine , in tutto . . " 5o,ooo Per n.° 12 cavrozze delle quali sei coperte ad uso di vel'cijero e n.° 6 scoperte , in tutto w 18,000 Per n." 20 carri da trasporto per nierci, colli, ecc, e n.° 4 carri bassi pel trasporto delle vet- ture ordinarie e carrozze private » 12,000 Sommano lir. 90,500 Spesa occorrente per n.° 4 cavalli per r ascesa dal lago di Como alia Camerlata corapresi i finimenti » Si aggiungono pure per spese accessorie, pel rilievo del prugelto generale e dei det- tagli , pei viaggi necessarj , per T acquisto i8,5oo go,5oo 5,000 3o5 1,886,775 Bibl. Ital T. LXXXIII. Lir. 224,000 1,886,775 20 3o6 V A R I E T a'. Sommano retro lir. 234,000 (li ferri , macchiiie , combustibile e per altre piccole spese anche imprevedute . . w /lO^iiS Sommano lir. 264,225 Ascende la spesa complessiva per la costruzione della strada a guide di f'erro fra Milano e Como ad austriache lir PROSPETTO Delia spesa annua di conservazione e di esercizio della strada dijerro tra Milano e Como non che d' anuninistrazione di quest' intrapreSa- Per il combustibile occorrente alle carrozze a va- pore, nella supposizione clie abbiano ad effettuarsi n.° 4 partenze al giorno da Milano e n." 4 da Como, in tutto quintali metrici n." 8000 a lii'. 2,5o . . . y Per la manutenzione delle rotaje di ferro , sulla base di altre consimili strade di ferro si calcola il 2 per cento sul costo primitivo di lir. 1 301275 esclusa la slrada ordinaria da calcolarsi a parte , avuto ri- guardo ben anche aUa maggior manutenzione pel piano inclinato dalla Camerlala a Como dovendosi usare la cosi detta scarpa nella discesa > Per la manutenzione del letto ordinario della stra- da, avuto riguardo al piano battuto dai cavalli dalla Camerlata a Como e manutenzione degli edifizj tutti e regolamento delle piante in ragione deH'uno e tre quarti per cento sul costo primitivo di lir. 714000 > Per le riparazioni delle carrozze a vapore e da trasporto e mobiliare occorrente si calcola il 7 per cento del loro costo primitivo di lir. goSoo ossiano » Pel manlenimento di n." 4 cavalli a servizio gior- naliero, avuto riguardo al loro deperimenlo, si cal- colano annue > Annue spese pei seguenti impiegati: i.° Un ispettore sulla strada, sulle maccliine, carrozze, ecc, oltre Talloggio lir. 2,400 2." Due cassieri e ricevitori dei prezzi di trasporto, iucaricati della lenuta dei registii >> 5.° Per due macchinisti e due fuochisti per la condotta delle maccliine e pel servizio del combustibile » 2,4c b.ooo Lir. 10,800 Lir 2, 1 5 1, 000 V A R I K T A . Sommano retro lir. io,8oo 4.° Per altri ilue ajiitanli pel carico del combustibile e dcll''acqiia m i.Soo 5.° Per n-° 2 condiitluri » 2,000 6.° Per II. ° 10 custodi per la sorveglianza e polizia della strada ollre le rispettive abi- tazioni » 8,000 7.° Per n.° 2 f;icchini pel trasporto di gruppi 6 pacchi » 1,000 Sommnno in tutto lir. 23,5oo Si aggiungono finalmente per la regolare direzioae deir impresa, cioe per un direttore, segrelario, cas- siere, ragioniere, scriltori , per spese di cancelleria, oltre le accessorie spese di procedure giudiziarie, vi- sile ed ispczioni d^ ingegneri, in tutto lir. Somma P annua spesa di maniitenzione, condotta ed amministrazione , austiiache lir. PROSPETTO Ecanomiro degV irttroifi prcsiimibili sopru la strada a guide di Jerro da Milano a Como. II seguente calcolo e fondato sopra il movimento commerciale che attualmeale si %-erifica per le strade comuiii nella direzione da Milano al lago di Como e viceversa ; e cio comunque possa atlendersl pre- sumibilnienle che un tal moAiiueuto commerciale , massinie pel trasporto delle persoue, abbia a molti- plicarsi anche sopra la di^isata rotaja di Como a somiglianza di quanto e nnora avvenuto ed avviene tuttogiorno di tutle le altre consimili state attivate air estcro , e riteuuto che in ciascun giorno del- r anno si effettuino per ragguaglio n.'' 4 '^ 'aggi pe- riodici e quindi quatlro partenze tanto da Milano, quanto da Como e che per ragguaglio si trasportino n." 20 passeggieri per ogni coisa compresi anche quelli dci punli intermedj della linea al prezzo me- dio di lir. 2,5o , si a^ rebbero annualmente » Pel trasporto di seta e cotone ed altri prodotti di merci di valore in colli e pacchi, merci di tran- sito e di dogana quintal i annui n.° iSoooo in ra- gione di lir. i al quintale » Pel trasporto di granaglie e prodotti minuti del paese per I'ammontare di altri quiulali 5oooo anuui in ragione di cent. 5o » [ Lir. 307 7o,85o 25,3oo -,85o 112,000 146,000 i5o,ooo 26,000 321,000 3o8 V A R I E T a'. Somma retro lir. Per le merci e prodotti grossi , come pietre da Moltrasio e S. Fidelino, gesso, calce, legnanii d*'o- pera, sale, combustibili ed altri materiali per Fam- montare d''allri annui quintali Sooooo fra quelli che era seguono in maggior numero la via d''acqua dal lago di Como a Milano per Lecco, fiume Adda e Naviglio Martesana, i quali valutati a cent. aS danno » I bestiami, la foglia de''gelsi, le carrozze dei privati, il danaro ed altri simili articoli di traspoito non si calcolano e si ritengono compresi negli antecedenti; come pure non si calcola il presumibile ricavo che in pochi anni si potrebhe avere dalle piantagioni dei gelsi proposte per T abbellimento della linea , non che dalle acque sorgwe e scaturienti nel terreno da scavarsi sulla stessa linea della strada. Somma P annuo i-icavo presumibile lir. Da cui dedotle le suddetle spese annuali di ma- nutenzione e coiidotta ....." Rimane T annuo ricavo netto presumibile da di- vidersi a titolo di utili ed interessi fra gP intrapren- ditori di austriache lir. 3a 1,000 ^5,000 396,000 284,000 La qua] somina sul capitale di lir. aiSiooo di costo del- r intiera strada a guide di ferro corrisponde ad oltre il i3 per cento di ricavo netto. Annunzj. / prezzi sono in lire italiane. La Satra Bibbia di Vence giusta la quinta edizione del si- gner Drach , con atlante e carte iconografiche corredata di Duove illustrazioni ermeneutiche e scientifiche , per cura del professore Barlolomeo Catena dottore bibliotecario delFAmbro- siana. Dissertazioni , tomo \1I ed ultimo. — Milano, i835, presso Antonio Fortunate Stella e Figli , contrada di S. Mar- gherita, in 8.°, di pag. 682. Pubblicali 7 lomi di testo ed al- trettanti di dissertazioni, compresi in 72 i'ascicoli, e T atlante. Lir. I , ^4 3^ fascicolo : T atlante lir. 18, 80. Vedi Biblioteca Italiana, lomo 66.°, maggio 1802, pag. 184. Opere di Giuseppe Parini. — Monza, i836, tipografia Cor- betta, in 4-° piccolo a due colonne , di pag. sSp, con ritratto. Lir. 6. Rime piacevoli di un Toscano. Seconda edizione con aggiun- te. — Como, 1806, presso i Figli di C A. Ostinelli, in 8.% di pag. X e 224. Lir. 2. In Milano presso Gio. Silvestri, corsia del Duomo. IIMMnyi ImI',IM f'"" " • • tml/i .l/rtntn ptr la riaiiimrlha ettti h-o/lli "Vo Jvi « nfi- *fw -i^ tet>» J'f-w /^/■f7/7r i// J f/ 1//1/ Ji /// ,/,//// .)////t/i/ ///////■/ //■// . ////i///r I (,///! i ( I Xi^QO ciooa;oacr' ScaU Metrua ptr It ifujunt iltBa Strada Ji Itgna f ffltni in gnwJttMt A^Jtl otn- I.plB [n I I n I I n I ; r I ( n I P I LHTdD un LZDTZma llj ^CF^^ ._^__A V A R I E T a'. 309- Poesie e prose scelte di donne ilaliane del secolo XIX rac- colte e pubblicate per cura di Giuseppe Vedova, socio di va- rie Arradeniie. — Milaiio , i83G, Pirolla e C", cont. di S. Ra- degonda, in 4 ° Fascirolo » .° di png. 52, con due litografie. Lir. 2, 6 1 al fascirolo. Saraimo 20 iascicoii. II ^'o^elliere pei j,'io\anetti , racconli dei piii accreditali scrit- tori franresi coulemporanei , liadolli per cura di Ercole Ma- renesi. — Milano, 1806, Pirolta e C.°, in 52.° grande, di pa- gine 256. Lir. 2, 17, La reale Galleria di Torino illustrata da Roberto d'Azeglio direllore dclla medesima, membro deirAccadeniia di belle arli di Torino e di Milano. Dedicala a S. M. il Re Carlo Alberto. — • Torino, i855-i856, tipografia Cbirio e Mina, in foglio. Pub- blicati fascicoli 4? ciascuno di quattro lavole col relativo teslo. Lir. 12 al f'ascicolo. In Milano, presso Angelo Monii librajo ia contrada del Cappello, u.° ^020. YeJi Bibl. Hal. tomo 79.°, pa- gina 91. L'*Ape Italiana delle Belle Arli, giirnale dedicato ai loro cullori ed amalori. — Rotna , i856, a spese degli edilori pro- prielarj , dalla tipografia Sah iucci, in fogl. fig., fascicolo 25." primo delTanno 5." Lir. 2, 5o al fasc. In Milano, presso la Sociela tipo^iafica de' Classici Italiani, coniradu di S. Marghe- rita. Vedi Bibl. Hal. tonio 77.°, pag. i25. Descrizione del Campidoglio , di Pitlro Rigbelti. — Roma , i853-i836, lifiografia di Crispino Puccinelli a spese di Pietro Bigbetli. In Milano, presso la Societa tipografica de'' Classici Ilaliani , in fogl. fig. Pubblicati i4 fascicoli. Lir. 180. Atlante del basso ed alio Egilto, illustralo dal professore Do- menico Valeriani , sui disegni di IJenon , della grand' opera dclla spedizione fraucese, e di quella di Gau, Caillaud e Ro- sellini, diretta da Girolamo Segato corrispondenle di varie Ac- cademie. — Firenze , i835-i83f), in foglio. Saranno 4^ fasci- coli e due lomi di lesto : pubblicati 20 fascicoli, ciascuno di tre lavole. Lir. 5 , 60 al fascicolo^ e il primo lomo di teslo lir. 6. In Milano , presso Angelo Monli. Archilellura idraulica, ovvero arte di condurre , innalzare e regolare le acque pei varj bisogni della vita , di Bernardo Belidor, con note ed aggiunte di Navier ingegnere nel corpo dei pouti e sirade. Vers^one italiana suiPullima edizione fran- cese, di Basillo Soresina dollore nelle scienze fisiclie e male- matiche. — Manlova, i855-i836, presso i fralelli Negrelli , coi tipi di F. Branchini. In 4-° coQ rami. Pubblicati 7 fascicoli. Lir. 3, o5 ciascuno, di 6 fogli di lesto e cinque lavole. In Milano, presso A. Monti. Vcdi Bibl. Ilul., loino 80, pag. 325. L" Arcliitellura pratica dei niulini trattata con metodi sem- plici ed elementari, desunti dal Neumann e dair Eytelwein ; unilovi un ragguaglio sulla teoria delle ruote idrauliche,sulla fabbricazioae delle ruote raetalliche , e sui perfezionamenti 3 ] O V A R I E T a'. delParte di macinare. Per cura delP ingegnere G. Cadolini. ■ — Milaiio, i855-i85G, piesso Angelo Monii , coi tipi di R. Fan- fani. In 4-° t'ascicoli 3.° al 6.° lir. 3, o5 al fasciculu. Vedi Bibl. Ilal., lomo 8o.°, pag. 53o. Biblioteca di For.io [)alriai'ca di Costantiiiopoli , tradotta in italiano dal cav. Giuseppe Compagiioni , e ridotta a piu co- modo uso degli sludiosi. — Milaiio, i836, per Giovaimi Sil- veslri, tomi 2 in i6° di jiag. xvi 592 e 43o. Lir. 7. Delle istorie iioreuline di Gio. Michele Brulo , volgarlzzate dal Padre Stariislao Galtescbi delle Scuole Pie. Col leslo a i'rori- te , e corredale di ineisioni in rame. — Firenzc , i856, jier V. Batelli e Figli, in 8." gra-jde. TuUa T ojiera, in due volu- mi , verra distribuila in 16 fascicoli, e Tiniporto tolale, in ra- gione di cent. 56 ogni slampa in rame, e di eenl. 3o ogni fo- glio di 16 pagine di lesto , non oltrepassera le lir. 4o- I" ^^^~ lano, presso la lipografia di Ranieri Faufani, conlrada de'' Due Muri, n ° io55. Sloria d''Ancona dalla sua fondazione alPanno i552, di Ago- stino Vermii. — Pesaio, i8o5, dalla lipografia Nobili , in 8.°, tomi 2, di pag. 85o. Lir. 9. In Milano, presso Aninnio Fortu- nalo Slella c Figli. Studj , ossia Discor.si teorici sopia la caduta dell* impero Ro- mano ., r origine e i piogressi del Crislianesimo e 1" invasione dei Barbari, seguiti d'' un" auidisi raglonata della Storia di Fran- cia , del visconte di Chateaubriand Iradolli per cura di Pielro Molinelli. — Milano, i856, Pirolla e Comp., in 02.° grande, ■vol. i.° e a.°, di pag. circa 4oo ciascuuo. Lir. 2, 17 al volume. Sarannc in lullo 4 volurai. Jani Vincentii Gi'avina; de orlu el progressu juris civilis li- tri tres, quibus accedunt de Romano imperio liber singularis el adnolaliones Gotiridi Mascovii. — Romae, i835, apud Mi- chaelem Perego-Salvioni. Edebat Macerala; Alexander Manciui sumptibus /Emigdii Csesariui , in 12.°, tomi 3 di pag. 1426. Lir. 10, 5o. L'' Italia, la Sicilia, le isole Eolie, Pisola d''Elba, la Sarde- gna ecc. Prima edizione italiana con aggiunte e correzioui. — Torino, i855-i856, presso G. Pomba e C.°, in 4-° piccolo coa rami. Pubblicati io3 fascicoli, ciascuno di pag. 8 e 2 tavole in rame, cent. 5o al fascicolo. In Milano, presso Antonio Fortu- nalo Stella e figli. Vedi Bibl. Ital., lomo yg.°, pag. io3. Memorie islorico-criliche delle gloriose gesta di S. Flaviano martire , arcivescovo e patriarca di Custantinopoli , protettore del clero e cilia di Recanati e di Giulia ; raccolte dal P. lett. Stanislao i^lelcbiorri M. O. professore di sacra Teologia dom- matica nel V. Seminario-Collegio di Recanati. — Fermo, i856, tipografia arcivescovile del Bartolini , con permissioue, io 8.", di pag. Tin c 271. Lir. a, 70. V A R 1 E T a'. 3 I I Museo della reale Accademia di Maiitova , descrilto ed ilhi- stralo dal dott. Gio. Labus. — Manlova, presso gli editor! Carlo d"' Arno e I'ratelli IN'egretti , coi torchi di Omobono Manini in Milano , in 8.° fig., fascicolo 9.° del lomo 5.° ed ullimo , iu Milano , presso A. Monli. Lir. i, 74 ^1 fasc. Vedi Bibl. Hal., tomo 76, ]jag. 56 1. Qiiadro di geografia numismalica da servire alia classifira- zione geografK'a delle collezioiii, eon uii cataiogo geneiale delle cilia delle qiiaii si conosrono le monele non solo aulonome, quanto dei re e degP iinperatori , arriccbito di pareccbie niKive sedi e niu)ve tesle , e corredato di alcune nolizie geogvafiihe da Carlo Sliosjzi. — Fircuze, i83G, roi lipi di Federico Dcn- cini alP insegna di Uanle , in 4°i di pag. \n e io4, con una carta in foglio grande niiniala. Lir. i5- In Milano , presso la Societ:'i tipografica de'' Classici Italiani. Isliluzioni di arcbilellura civile, raccolle ed ordinate dal contc Luigi Ponza di S- Marlino, capilano del Genio niililare. — Torino, i856, Giuseppe Pomha e C , in 4-°5 f^on lavole in- cise in ramc Fascicoli 5.° e 6.°. Lir. 5, 4^ ciascuan. In Milano, presso Anlunio Forlunato Stella e Figli. Vedi Bibl. Ital. lorn. 82. pag. 3o6. Opere f)ostume di G. D. Romagnosi, vol. 2.°; t.° delle Ri- cercbe sulla Aalidila dei giiidizj del pubblico a disrernere il \ero dal (also. — Milano, i856, dalla lipografia di Kanieri Fanfani , a spese di Angelo Caslelli, in 8.° di pag, vin e 547 eol ritralto delPautore. Lir. 3, 48. Tutta la raccolla cbe si fa per cura di G. Ferrari e di C. Caltaneo, sara di volumi 5 circa. Maniiale dei commercianti in relazione alle leggi e allc la- rilFe di Finanza ora vigenli uel regno l.omburdo-\ eneto. Opera ulilissima anrbe ai -Niaggiatori e a chiunque voglia conosccre e apprendcre i sislenii di Finanza recenteuienle introdotli nel- r impcro AusUiaco. — Milano, i856, Gio. Silvestri, in 8.° di pag. 195. Lir. 2, 61. Alanuale del maestro e dello scolaro di sesla, ossia Metodica per insegnare ed apprendere ordinatamente e per gradi i prin- cipj della lingua lalina per via d''esercizj teorico-praliri pro- gressivi a voce ed in iscritlo. Per Micliele Ponza maestro di granimalica lalina e preCetto nel collegio di Porta Nuova in Torino. — Torino, i836, dalla lipografia Favale, in 8.° di pag. i52. Arilmetica clenientare esposla con melodo progressivo da Carlo Conti , aggiunto all" L R. Osservatorio astronomico, pro- fessore siipplente di calcolo sublime nella Universila e socio altivo delPAccademia di Padova. — Padova, i836, coi lipi del Seminario , in 8.", di pag. viii e 190. Suir istruiione coiueniente alle diverse condizioni di per- sone, col progelto di rendere Fistruzione siraultanea ai lavori iiemminili , ed un'' appendice sulle Scuole dell" infanzia. Memoria 3l2 varieta'. corredata di tavole delP abate G- Bagutti, direltore dell'I. R. Islituto dei sordi-muti in Milano. Dedicala a S. E. il sig. conte di Hailig, consigliere intimo altuale di Stalo, governatore della Lombardia, ecc. — Mdano, dalla tipografia di Ranieri Fanfani, in 8.°, di pag. 172. Lir. i, 5o. ElTemeridi delle scienze medicbe compilate da Giovambalti- sta Faulonelli , dottore in medicina delle facolta di Pavia e di Torino, gia professore supplente alia catledra di clinica me- dica nein. R. Univer. di Pavia, ecc. — Milano, i856, coi tip! di Paolo Andrea Molina, conlrada deirAgnello n.° 96?). Di que- sto giornale , incominciato col luglio di quesf anno, si piibblica un lascicolo di olio Ibgli in 8." al mese. Lir. 17, 4o airanno : franco per lulto il regno Lombardo-Venelo lir. ai, j5. Sono pubblicati 4 tascicoli. Neuronomia Francisci Canaveri medicinae professoris in re- gio taurinensi Atheneo. Opus poslhumum. — Taurini, i836, ex typographia Cassone , Marzorali, Verceilolli, in 8." di pag. SSg. Lir. 5. In Milano, presso Gio. Pirotta e C." Ricerche suUa struttura del caule nelle pianle monocotile- doni , di Giuseppe Meneghini dottore in medicina e chirurgia, socio naziouale deir L R. Accademia di scienze, leltere ed arti, ed assistente alia catledra di bolanica nelP I. R. Universita di Padova. — Padova, i856 , coi tipi della Minerva, in 4-% di pag. no, con to tav. in litografia. Lir. 10, 44- ^Q Milano, presso Antonio Forlunato Stella e Figli. Saggio suUe vili e sui vini della valle d'Aosta , del dottore Lorenzo Francesco Gatla , medico sostitulo del regio spedale e del collegio e seminario vescovile della cilta d'lvrea, socio libero della reale Sociela agraria di Torino ecc. — Torino, i836, in 8.*, di pag. 126. Storia naturale. Nel foglio scientifico inglese , V Ateneo, n." 463, dove si fa conoscere in conipendio il tenore delle varie dlsser- tazioni lette dai membri della Societa dei naturalisti bri- tannici nella sesta loro radunanza, troviamo menzione d' una Memoria del professore Royle snl Caoutchouc ( gomma ela- stica). Dope aver narrato che il suddetto trovo quella materia in piante di diverse faraiglie (Cicoriacee, Lobe- liacee, Apocinee , Euforbiacee ed Artocarpee), il relatore chinde coUa seguente interessante notizia. = L' osserva- lione che le piante contenenti il Caoutchouc sono rimar- chevoli per la durevolezza e tenacita delle loro fibre, che la pania sotto ai tropici si estrae da vegetabili spettanti ad uguali famiglie con quelle che danno la gouima elastica. V A R 1 E T a\ 3 1 3 e che questa sostanza fu scoperta in inolte piante la di cui foglia somniinistra il cil^o al baco da seta, genero nel professore Royle il dubbio clie appunto il caoutchouc sia in qualche niodo la cagione della tenacita del filo serico ed essenziale suo elemento. Sospetto dl consegnenza 1' esistenza del caoutchouc nel gelso; e verreljbe questa confermata dal- I'analisi chimica istituita da un suo aniico. = V. C. Necrologia di Cesare Ariel. A Cesare Arici , morto di 53 anni in Brescia sua pa- tria il secondo giorno dello scorso luglio, possiamo fare nn elogio breve ma vero , afTermando che nella sua glo- vinezza fu amato e lodato da Vincenzo Monti e da Pietro Giordan! , ne mal si niostro poi indegno di quell' affezione o dl quella lode. E gli e onorevole altresi , che fra i giu- dizj de' meno propensi a lodarlo questo solo paresse ge- neralmente assentito , aver lui avuto un ingegno ma2;giore delle produzioni in cui voile manifestarlo. Nel che peral'tro stimiamo che la critica pericoli sempre o di essere ingiu- sta o di parere invidiosa ; come se per negare sotto qual- che onesto colore la lode gia meritata ne mettesse in campo una molto maggiore possibile ad acquistarsi. II fatto poi mostra che F Arici coltlvo di preferenza appunto quegli studj a cui lo chiamavano la tenipra dell' animo e la qua- llta dell' ingegno ; riuscitoci poco pin che mediocre nel- I'epopea, felice ma non sorvolante pero nella lirica, per- fetto nella poesia didascalica e descrittiva. II suo pregio consiste princlpalmente nella varia e sempre squlsita ar- monia del verso , e in una vena inesausta di stile pure , elegante, pieghevole a significare tutti i concetti, ad im- primersi di tutti i sentimenti , e immagine migliorata di quanto fecero i piu perfettl nell' arte. Le poesie didasca- liche e descrlttive non sono il campo dell' invenzione o della fantasia creatrice ^ e forse e vero altresi che I'Arici, troppo innamorato de'suoi grandi esemplari, voile da questo lato esser minore di quello che avrebl^e potuto e dovuto: nondimeno e da dirsi che anche dove egli prende da altri il pensier principale, ivi medesimo sa conservarsi il titolo di poeta f, tanta e sempre la copia delle immagini sue con cui lo viene ringiovenendo e adornando. Fra le sue molte produzioni ci pajono degne principalmente d' encomio la 3l4 V A R 1 E T A*. Pastorizia , il Sirmione , il Campo Santo e Z' Origine delle Fonli; ma speriamo che i giovani studiosi del vero stile italiano vonanno leggerle tutte; e non dubitiamo di asserire clie le leggeranno con molto profitto. Perche pochi meglio di lui fra i moderni seppero 1' arte di rinverdir le ric- cliezze o non ben conosciute o malamente dimeuticate dai vecchi ; senza la quale poi lo studio d'esser nuovi e pe- ricoloso di cadere nel false , e per fuggire I' imitazione dei nostri ci faccianio assai leggerinente imitatori degli stranieri. I giovani studiosi conosceranno in quelle opere Tanimo buono e modesto di Cesare Arici ; e volentierl vor- ran perdonare alcuni anni oziosi , o voti almeno di nuove produzioni, ad un uomo che porto incontaminato 1" ingegno alia tomba , lie cerco farlo strumento d' ambiziosi disegiii. Ne per questo passo la sua vita senza ricevere da' con- temporanei qualche testimonianza d'onore: nia ebbe dalla pubblica autorita grado e stipendio di segretario dell' Isti- tuto , e professore di storia e di belle lettere ne! liceo di Brescia; i suoi concittadini lo fecero segretario del patrio Ateneo ; S. M. il Re di Sardegna lo ascrisse all' ordine dei cavalieri. Come segretario dell' Ateneo publilico poi pa- recchi volumi di Commentarj , nei quali, oJtre alia puritk della lingua ed alia grazia dello stile , e mirabile vera- mente la sua attitudine a percepire e significare cio che hanno di piii astruso la filosofia morale e le scienze colla chiarezza d' un gran maestro e coll' eleganza di un perfetjto scrittore. E da questa duplice dote ricevono appunto una lode singolarissima anche i suoi poemi, ne' quali par che il suo ingegno si faccia sempre maggiore di se medesimo nelle piu gravi difficolta, e che dove il terreno e piu ste- rile ivi egli faccia piu agevolraente spuntare i fiori della miglior poesia. B. GiRONi, F. Caelini, I. Fumagallt e G. Brvgnatelli , dlrettori ed editor i. Pubblicato il di 3i ottobre i836. Milano , daW I. i?. Stamperia. 3i5 triitto delle' osservazioni meteorologiche fatte alia nuova tone astronomica deW I. R. Ossermtorio di Brera all' altezza di tese i3^6a {metri 26,64) suW orto botanico , e di tese 75,48 {metri 147,11 )iuZ Uvello del mare. A G 0 S T 0 1 856. : BARO METRO 1 Diiezione del vento. ridotlo alia tein[ieralara + io° R. 2l'M T 0'^ :V' 6'' 9^ 12'' 1 1 8*^ o'> tf^ 12'^ 18^ o 1 i 1 1 _^ I ,,ai, l.n. 27 11,2 lin. 10.5 l\n. I 0,0 lin. 10,2 liii. 10,2 1,,.. 10,5 Un. 9,4 s s 0 E E 2 27 90 8,4 8,3 8,9 9,4 10,0 10,6 E S 0 S 0 E '6 27 II, I 10.5 10,1 10,0 10,4 9,0 1 0.0 1 S E E E N E E 4 27 10,1 q,6 9,' 9,2 9,^ 8,8 8,8 E S E s E N E E S E 5 27 8,4 7,8 7,6 7,7 7,8 7,« 7,5 S s 0 5 0 E 6 27 7,5 7.^ 7,« 8,0 7,8 7,8 8,1 E E N£ K N E S 0 7 27 8,1 8,0 7,8 8,1 8,'6 8,2 8,3 S S £ N E S 27 8,2 8,Q 7,8 8,1 8,2 8,5 8.6 S S E S S E E E q 27 8,5 8,5 8,0 8,5 8,6 9,0 9,2 i S S 0 S N E N E 10 27 9i' 8.9 8,8 9,^ 9,' 9,-^ 9,6 E 0 N E N E II 27*9.9 9.7 9,4 9,G 9,8 9,9 1 0,1 ! X E N N N 12 27 IO,U 9,7 9,4 9,^^ 9,7 10,0 10,0 S 0 N N 0 £ 10 27 10,1 9,4 9,' 9,5 9,4 9,^ 9,4 S E N E N E i4 27 9:' 8,5 8,2 8,5 8,'6 8,4 8,7 S S 0 S S E S E i5 27 8,2 8,0 8,0 8,2 8,2 8,2 8,4 E S E E E t> 76 27 8,3 8.0 7,7 8.5 8,7 9,4 9,5 s 0 0 s 0 0 s 0 E I? 27 9.5 8,8 8,8 9,4 9,« 9,7 9,7 N 0 S 0 K E N E i8 27 9P 8,4 8,1 8,4 8,2 7,ij 7,i^ s s 0 0 N 0 E iq 27 7,0 6S 6,5 7,4 8,1 7,9 8,1 N 0 nW E K 0 20 27 7,8 7^^ 7,0 7,2 7,4 7,2 7,2 S S 0 E E E ■21 27 6,y 6,6 6,6 7,'J 7-3 74 7,6 E S E £ E 22 27 7,0 7,'^ 6,8 7^0 7,(^ 7,-i> 7,8 E S E E E N E 20 27 7'9 7,8 7,(i 8,1 8,4 8,6 9,0 E S N 0 E 24 27 9,0 8,7 8,3 9,' 9,2 9,2 9,4 0 S 0 E 0 N 0 25 27 9A 9,1 9-0 9,4 9-M 10.5 10,5 S 0 N N E N N £ E 26 27 10,2 9,*^ r),5 9,8 1 0.0 10,0 10,1 S S 0 S 0 1 0 N 0 E 27 27 10,0 q,0 9,2 9,6 9,8 8,9 10,3 S E E E S E E 28 27 9,9 9,4 9,1 9,4 9,5 10,0 9,f S E s s 0 t I* E 29 27 8,4 7,« 7,0 7,1 7.6 7,4 7,8 E 0 N E N :)o 27 7,8 7,7 7,9 8,9 9,4 10,0 10,6 N S E E 61 27 10,8 10,6 10,5 10,8 11,2 11,0 I, ,4 S E<' S E S E E Altezza massima del barometio poll. 27 liii. 11,4 •/ niPili.T 11 in >/ 8.S.i/l Le ore delle osservazioni sono iu tempo vci'o coutale da inezzodi. r.i..^j ESHEEI* wir-wntm 7WJ..f»vMri TTrrnT J ■"' "" "" '• ,T!Ji^.^5Sa '"'" ' ' jI 3 [6 ' AGOSTO i836. Altezra del termometro R. Slalo del cielo. "S o '6 0'' 5'' 6'' 9^' ,2^ 1 8'^ 21'' da 0'' a 12'' da 1 2'' a 24^' I +18,0 +18,7 +19,3 + 15,9+13,6 + l3,2 +16.0 Sereno. Ser. nuv. a +18,6 +19,5 +19/1 + 17,2 +16, r +i4,8 +17,0 Ser. nebb.nuv. Sereno. 3 +18,7 + 19,5 +'9^7 +i7,5j+i5,4 +14,8 +18,1 Sereno. Sereno. 4 +19,8 +20,9 +20,3 +19,9 +18,0 +16,5 +18,1 Sereno. Sereno nuv. 5 +21,1 +2I,'{ +21,5 +19,7 +16,8 + ii),o +18,5 Ser. nuv. Ser. nuv. 6 +i8,5 +20,2 +12,6 +i5,3 +i3,o +i5,o + i5,o Ser. nuv. Piogg. tem. n + 17,8 + 18,6 +18,8 +i5,3 +14/. +i5,3 +17,3 Sereno. Sereno nuv. 8 + 19.7 +20,2 +20,1 +17,5 +i5,5 + i5,8 +18,4 Sereno. Sereno. q •f20,4 +20,9 +20,2 + 14,8 + l5,2 +16,1 +17^9 Ser. nuv. temp. piog. Ser. nuv. 10 + .9,8 +20,0 +20,2 +17.4 + i[),8 +•4.9 +17,9 Ser. nuT. temp. plog. Sereno nuv. II + '9^4 +20,4 +191I +18,7 +17,6 +i4,5 + 19,2 Ser. Quv. Ser. nuv. 12 +20,7 +20,2 +19,0 +i7i9 + 16,6 +ib,5 + 19,0 Ser. nu.pocapiog. Ser. nav. i3 +20,9 +22,5 +21,0 +iS,9 +,8,4 +17,4 + 19,7 Sereno. Sereno. i4 +21,2 +22,4 +21,1 +20,0 + 19,0 +17,1 + 19,6 Sereno nuv. Ser. nuv. i5 +20,6 + 18,0 +14,1 +i4,o +i5,8 + i3,4 + t6,4 Piogg. ser. Ser. nuv. i6 ^18,5 + 19,5 + iq,8 +17,0 +17,3 +i5,5 +17,1 Ser. nuv. Sereno. 17 + ig,6 +2 0,6 + 19,8 + i8,q + 16,2 +i4,8 '*-'759 Sereno. Sereno. i8 +'9^9 +20,8 + 19^9 + 18,1 +16,6 +i4,3 +16,9 Sereno. Ser. nuv. iq +17^9 +19,8 + 18,7 + 17,3 +14,0 + 12,0 +i5,4 Ser. nuv. Ser. uuv. ' 20 +17.6 +18,6 + 18,6 +i5,9 + i3,8 + i3,7 + 16,2 Ser. nuv. Sereno. 21 +i7'9 +iS,3 + 18,4 + 14,8 +i3,o +i3,o +i5,5 Ser. nuv. Ser. nuv. 9.-2 +17,6 + 18,5 +i8,3 +16,7 +14,2 +i3,5 +16,6 Sereno. Ser. nuv. 30 + l8,2 +19,3 +18,5 +16,3 +i5,o +i3,5 +17,2 Sereno. Sereno. 24 + 19,3 +20,0 +19,0 +17,7 +16,6 + l5,2 +17,5 Ser. nuv. Sereno. 25 + i9'7 +20,7 +20,3 +18,3 +16,4 +16,2 +18,0 Sereno. Sereno. 26 +20,4 +21,21+20,6 +18,8 +17,5 +i5,7 +18,5 Sereno. Sereno. 27 +21,3 +2 1, 3 1+2 1, 5 +18,6 +j6,8 +16,2 +19,9 Sereno. Sereno. 28 +21,9 +22,2 +21,1 +18,7 +17,6 +17,2 +19.7 Sereno. Ser. nebbioso. 2q +21,3 +22,'^ +20,8 +17,7 +16,7 +^4,9 +17,7 Sereno. Nuv. piogg. 3o + 19,8 +20,8+20,2 +17,6 + 16.8 +i5,o +17,0 Sereno. Ser. nuv. piog 01 + 18,5 +19,2+19,3 +16,8 +i5,4 +i4,s +16,6 Nuv. ser. Sereno, Altezza massima del termomelro + 22°,4 1/ minima + 12 ,3 '/ media * ^7 5^*^ Quanlita della pioggia in luUo il mese liaee 5i, 54. 1^~"~ BIBLIOTECA ITALIANA ,^ -t r ~^ ~» 'm ^m I PARTE I. LETTER AT UR A ED ARTI LIBER ALL Le nozze dl Costanzo Sforza con Camilla dl Aragona celebrate in Pesaro nel MCCCCLXXV. Narrazione di anoniino contemporanco. — Venezia, io36, dalla tipografia dl Alvisopoli. Edizionc di soli centotrenta esemplari , in 8.°, di pag. 76. I I sig. Gamba ci fa sapere clie di questa narrazione si trova nella Bil)lioteca Marciana un' edizione antica e rarissima fatta in Vicenza nel I47'5; « ed e ( sog- giunge ) , per qnanto a me consta , la piu antica De- scrizione di questo genere clie si conosca vergata nel volgare nostro. » Questa operetta k non puo ( sono ancora parole del sig. Gamba ) non porgere ed istru- zione e ddetto, dando la pittura fcdele de' costumi, delle magniticenze , e fino del banchettare de' potenti illustri clie signoreggiavano un tempo le citta italia- ne : » e poteva aggiungersi altresi clie a romanzieri moderni poclie scritture devono giunger gradite al pari di questa. E poiclie all' editore e piaciuto clie r opera non perdesse il prcgio della rarita, si scarso e il numero degli esemplari da lui pubblicati, cre- diamo far cosa grata ai nostri Icttori dandonc loro un sunto. Alia Sposa gia vicina al territorio di Pesaro a di 26 maggio 1475 (venerdi), andarono incontro tredici Bibl. hat f. LXXXni. 21 3l8 LE NOZZE DI COSTANZO SFORZA giovani vestite di bianco come ninfe , accompagnate da molti nomini a cavallo e a piedi. Scontraronla nel ter- ritoiio di Fano presso ad un fiuniicello, e facendo vista di venire dalle solve circostanti cacci:indo, le presentarono alcunc Icpore e volpi; e poi una di loro che rappresentava Diana le recito qucsti versi : Scesa , com' esser suole il mio costume , A cacciare in cosi belle comrade , Sentendo fama della tua beltade Che splende sopra ogri altro maggior lame , Ti son venuta incontro a cjuesto fiume : Innamorata di tua umanitade Ti vogUo accompagnar ver la cittade Che di vederti par che si consume ; E se ti annunzio che sei per avere Il pill hel tempo , anzi il maggior diletto Che niai madonna avesse in questa parte , Sappitel dare; perb non volere Scordarti mai di Dio ne del mio affetto , Che 'Z ben far col piacer sempre comparte. Proceduta poi verso il castello di Novellara, le ven- nero incontro molti fiinciulli vestiti di bianco con ghir- lande in testa e con palme di olive in mano , e tutti in quatti'o squadre gridavano chi Aragona, clii Sforza, chi Gostanzio , chi Camilla. Ai confmi la Sposa trovo un arco trionfale di verdure con bossi e pini, e un frascato appresso da riposarsi ,• e sopra detto arco erano molti spiritelli die spargevano fiori sopra la conipagnia dei cavcdcanti. Ivi poi la scontrarono set- tanta giovani del detto castello vestiti di verde con tremolanti al collaro d'oro, e al di sotto d' argento. Tutta la via da Fano al castello era stata racconcia e spianata e adorna con piante di ciriegie cariclie di frutti, e con altri alberi , e suvvi spiritelli spargenti fiori e corone. Dal castello usci ad incontrare la Sposa madonna Ginevra Sforza de' Bentivogli con circa venti dame; e quando furono sopra un ponte a mezzo del castello calo giu juio spiritello ornatissimo il quale re- cito a madonna le infrascritte rime : CELKBRVTE NEL MGCCCLXXV. 819 Dal cielo io vengo sol per accntarte Qua nel tuo stuto , 0 ^lonosa donna. Ogn nom s' allegra , ogn uom viene a toccarte La mono , e dice : Ben venga Madonna. Gridan le strode , it castcllo , e la villa Viva Costanzio con la sua Camilla. Qiiella notte allo modo ed ordine clie qua di sotto si dira nel con- » vito. » Quando poi la detta porta di nuovo serra- vasi rimanevano bgurati il sole e la luna con ben :25oo stelle scintillauti nell' oro e nell' argento. Le pareti erano ornate con fcstoni all'antica e coUe arme e le divise del signer Costanzo Sforza. « In capo della » sala era un tribunale alto cinque piedi , a cinque » gradi , lungo cjuanto e larga tutta la sala, coperto y> di tapeti e largo dieci piedi, sopra il quale sedc- » vano il signore Sposo e I\Lndonna, il cluca d' Ur- » bino e tutti gli ambasciatori e degne donne. » So- pra il capo degli Sposi un grandissimo scudo coronato d' oro e colori lini con le armi d'Aragona : da mano destra , circa a mezzo il niuro , un poggiuolo di co- lonnette di pietra viva dove stavano i pifferi-^ e poco da lungi, un poggiuolo di Icgname coperto dirazzi, con gran quantita di donne. Eravi la credenza alta lino al cielo della sala , carica di argenti ; e di c^ua Saa LE NOZZE DI COSTANZO sforza. e di la due leoni di rilievo tutiidoro, che teneano lo scudo del Signore. Vera un bcllissimo organo che sonava a festa. In questa sala al cospetto di grande ma bene ordiniita moltitudine di spettatori lo chtrissimo dottore di Icgge messer Pandolfo CoUenuccio di Pesaro recito un orazione latina degnissima die duio iin' oi'a o poco pin ; ]ioi monsignore di Terni tesaurario del Papa ( Sisto IV ) lesse le parole del contrntto , il quale concluso per le parole di monsignore, il Signore sposo e Madonna si baciarono. Appresso eglino e la comi- tiva n andarono alF episcopate. Quivi gli sposi « sta- 5) vano inginoccliiati » ( sopra uno sgabello tutto co- perto di panno d'oro, e sotto bcllissimo baldacchino, tenuto da 14 cavalieri e signori di 14 anni ) « te- » nendo in mano un cerco candiilissimo di altezza dt » cinque piedi , lavorato con oro e azzurro e spiri- >j telli pure di cera ben flitti , che sostencvano le » armi , con un bel piede d'orofino, dov erano fitti X mold ducati, i quali il signore offriva alia chiesa. » II prefato monsignor tesaurario canto la messa so- » lenne ordinata a quell' atto ; e prima che comuni- » casse fece la benedizione dclli sposi, e benedetti y> che furono , un' akra volta si baciarono all'usanza » regale ... Fu trionfante la messa di organi , piiTari, » trombetti , e d' inlhiiti tambnrini . . . Fiuita la messa » solenne, tutta la brigata si ridusse in corte, dove, » stante Madonna in camera per un poco, ciascuno » se ne venne in sala, profumata prima da odori » da cipro e di profumi napolitani , dov' erano ap- » parecchiate le tavole per il convito. 5> Erano nove tavole ; una lungo il tribunale gia det- to ; e poi akre otto da dodici pcrsone Tuna, con mantili e tovagliuoli di tela di Reus , siniscali-hi e sottosiniscalchi con bacchette d' oro e d' argento , e ciascuno avea sotto di se quindici garzoni con penne di struzzo, pavoni d' oro ed altre insegne. II convito ebbe due parti principali , una del Sole, I'altra della Luna : ciascuna poi di queste due parti fu divisa in sei , sicche in tutto erano dodici , e ciascuna parte dedicata al suo Dio. CELEBRATE NEL MCGCCLXXV. 3a3 Qiiando tutti si furono posti a tavola , si aperse qnella porta clT era ncl cielo dcUa sala , e di la calo in una nuvola d'oro il Sole tutto cinto di raggi d'oro e di lumi ardenti , e fatto silenzio recito alcuni versi, adcrmando che il Fattore di sopra disegno ab eterno crear cosa che morle mai non copra: la qual cosa poi erano Camilla e Costanzo , due giovani singolari, due verdi piante gid del del supcrno , una vera virtii , un! alma con due corpi , a cui fece benegne le stelle che Stan fissc e quelle cli erra. Aggiunse poi die per festeggiare quegli sponsali egli ( il Sole ) crasi tolto dair usato cammino ; promise a Costanzo gloria m terra c in onde ; n\a finalrnenle fu tirato suso il sole^ e data Tacqua rosata alle mani, cominciossi a mangiare. Nclla prima parte del convito attribuita al Sole vi ebbero vivande d'bneneo, di Venere, di Giove, di Ginnone, di Apollo, di PalJade: nella seconda parte sa- cra alia Luna vcnnero ' vivande di Vesta, di Nettuno, di Diana , di Marte , di Cererc , di Bacco. Di tutte queste divinita, il solo Imeneo venne in persona; le altre niandarono qnalclie loro conlidente al convito : cosi Venere mando Eiato ; Giove mando Peiseo ; Apollo mando Orfeo ; Nettuno mando Tritone , e tutti questi messi recitarono poesie piu o men lunglie, e condussero seco di. quelle vivande , clie secondo il giudizio degli uomini di quel secolo avevano qualche relazione col nome e cogli attributi della divinita da loro rappresentata. Cosi. per modo di esempio, Ime- neo porto fra 1' altre cose savonea in forma di stelle dorate, e tre capi daglio di zuccaro per ciascuno , e alia mensa degli sposi una resta; Venere mando 01 a non nate, mortadellc , polpette di vitello; Giove mando un ceno vesttto , cioe cotto con tulta la sua pelle ed un corno d argento , e teste di vitelle pur con un corno ; Apollo raando forme di cacio parmigiano gran- dissime'i Pallade, marzapani dorati'^ Nettuno, cipolle contrajfatte dt zuccaro , e un pesce gi ande mezzo alesso e mezzo arrosto ed integro. Dopo tutti costoro venne uno vestito di nuovo abito , cliiamato Influsso di Fortuna; uomo vestito in 3:^4 LE NOZZE DI COSTANZO SFORZA fiiio a mezza ganiba di tutti li sette colori, colla ve- ste tiuta tempestata di inonete d' oro e d'ar2;ento, cappello moresco carico di siioje contrairatte , stivali d'oro, e una collaiia grande al coUo, piena di gioje e campanazzi d*'oro. Portava una mestella di zuccaro dorato e dipinta, e piena di nionete di zuccaro d'oro e d'argento. Anclie cosiui, cosi carico com' era, recito alcuni versi ; poi distriljui le nionete ed anche la mestella la quale in piii pezzl si rnppe. Qumdi si aperse di nuovo la porta nel mezzo dello zodiaco, discese un" altra volta il Sole, e recito una poesia per annunziare una festa da celebrarsi nel di seguente. « Duro detto convito circa sette ore e mezzo, ab- » bondantissimo quanto dire si possa . . . Furono mu- » tati al tribunale (dov'erano gli sposi) li tovagliuoli » pill volte, ed alle altre tavole due volte; ed erano » detti tovagliuoli tutti di tela di Rens, e profumati » con suavissimi odori napolitani. » Singolare forse non men del convito fu poi la festa datasi il lunedi 28 ma<>;2:io. S' intr-odusse nella sala una inontagna di legno con alberi e varj animaU; e su- bito cc salto fuora un lione contraffatto , liero e leg- 3) giero che saltava sopra ogni tavola non altramente » che se fosse stato un vero lione , e con grande » ammirazione di tutto il popolo. faceva cose incre- » dibili a farsi da uomo vestito d' una pelle di lione. » Dietro a lui venne fuora un uomo salvatico tutto » peloso ed orrido , con un tronco in mano circon- » dato da una serpe die faceva prova di pigliare il 5) lione ... In questo mezzo vennero fuora da due 5) porte quasi come da due grotte di quel monte, 3) due giovani vestiti uno di seta verde e I'altro di » seta alessandrina con frange d'oro intorao . . . ca- 5) richi di tremolanti d'oro. » Questi, ed altri dieci die vennero dopo, danzarono variamente, presenta- rono di confetti il Signore e Madonna; poi tutti pre- sero una donna , e danzato alqnanto , ciascuno se ne fuggi colla sua aUa moutagna, die poco stante disparve. Allora il duca d' Urbino , gli ambasciatori ed i sud- diti offer Jrono al Signore ed a Madonna 1 loro doni; CELEBRA.TE NEL MCCCCLXXV. 325 e fu notabile T Un'wersitd de Giudei di Pcsuro , i quali con Ikrea hella c oriiatissima rappresentarono la Re- gina Saba quando amid a visltare e a prcsentare Sa- lomone. Precetluta da molti giovani veuiva la detta regina portata da un elcfante sopra una sedia d'oro coperta da un'ombrella d'oro, e dietro a lei due altri elefanti e numeroso corteggio. La gloriosa regina paila agli sposi in ebreo, poi ordino ad un suo turcimanno clie inteipretasse le sue parole : ed egli ubbidi tra- ducendole in versi italiani , benclie protestasse di vo- ler parlare in lingua latina (i). c< Venne a[)presso un' altra montagna non manco » bella die la prima , tutta plena di erbe , arbori e » aniniali . . . Da uno delli capl aveva una torre assai a alta, dalla cpial torre, fermata clie fu in sala la mon- » tagna, senza clie si vedesse come, venne fuora uno 5) spiritello dalla cima , il quale disse alcuni versi. » Altri ne recito un vecchio uscito anch'esso della mon- tagna per doniandare al Signore terreno da lavorare. II Signore gli disse esser contento dargli il campo , ed allora il vecchio con altri versi cliiamo fuori do- dici suoi servi giovinetti graziosamente vestiti, i quali con Hnti arnesi d' oro e d argento , fingendo clie la sala fosse il carapo, fecero tutti gli atti proprii del- Fagricoltura , sempre ballando con bellissimo ordine , cli era un degno spettacolo da vedere. « Danzandosi tuttavia nella sala venne un' altra li- » vrea dei sette Pianeti, li quali sedevano sopra sette 5) carrette quadre all' antica . . . e prima clie si con- )> ducrssero alia presenza del Signore venne un bcllo •» spiritello ornatissimo clie disse queste parole : La Tama ha tuo gran Nome in terra sparso: Non contenta di cib , penenne al Cielo , Per non far di tue laiidi il secol scarso, Tutt' i Dei , mossi da super no zelo , Qual porta al caro padre il dolce figlio, (i) Ma prima vi dir'o in lingua latina 11 nome suo , la patria , e poi la mente , E quul occasion fa che a voi s' inchina. 326 LE Js'OZZE DI COSTANZO SFOKZA Vengon per darti del suo regno il veto ; Questo han lor rato e fenno per consgUo, III questa vita darti e in ultra ancora , Felicita con grata e lieto cigUo. A cjuesti sacri don or senza mora Apri 'I tuo petto , e fa die sien hen posti Per ornar un di que' che 'I mondo adora. Cio deLto, i pianeti coi loro cairi sgombraiono la sala Insciaiido il camj^o libcro per la colazione grande clie gia si appareccliiava. Ottanta giovani, i quali avevano goiinelliiii corti a mezza coscia di tela dorata e frap- pata con le maniche fiiio a mezzo braccio , frappata alia franciosa, ed un cappellelto ben fatto d'oro con tie penne di fagiani dinanzi per ciascuno , e la calza sforzesca, portaiono ceste tutie piene di confezioni di confetti di plit ragione. « Li piffari intanto souavano » una piva niolto suave e larga ordinata per prima ■>•> dal Signore per qucsia colazione , e venendo alia » fila tutti ballavano al suono di detta piva con qne- » St' ordine. II primo aveva un grande e magnifico 5) castcllo di zuccaro in capo, e due il seguitavano 5) con le ceste dorate in spalla; poi veniva un altro » con castello pure in testa , e dopo quello due con » ceste-, e cosi successive Jino al numero di circa » cento venti giovani. y> Si ordinarono danzando in forma della leltera 5, inginocchiandosi in cadenza di musica e Icvandosi tutti insieme ; poi presentarono di castelli , vasi , ecc. gli sposi e i personaggi piin- cipali deir adananza. Fatta la colazione , il Signore prese Madonna e comincio il ballo , posato il quale , un garzonetto da Fano con suavissima voce e grande eleganza di pronimziare recito un'ode saffica latina in laude del Signore e di queste nozze composta da misser Antonio Costanzio poeta laureate e dottissimo uomo, ambascialore della cominiita di Fano sua patria. E volendosi poi dar fine alia festa della sala vennero scudieri ed altri giovani con frutti e fiori , e monti e punte di diamanti , e varii alberi con pigne , co- togni e persici di zuccaro: venne un cammello si ben contraffatto e con tanta arte clie pareva vivo con CELEBRATE NEL MCCCCLXXV. 3a cesti dorati pieni e colmi di varie confezioni, ed altri rinfresclu e dnni. Fiiialmoiitc fu detto aj^li sposi die Id dl fiiora della sola era la Santa Pocsia, la quale con molti poeti doniandava di essei'e animessa; ed il Signore disse clie fosse introdotta. « Ed ecco venire una donna con » capelli sparsi, cinta d'una corona di lauro, e nella » niano sinistra aveva un ponio d'oro , il quale porno » era scritto con letter e clie dicevano Veritas, a di- » niostrare clie sotto contosto e velamento poetico » sta nascosta la verita. » Venivano dietro a lei tre damigclle rappresentanti Gramniatica , Rettorica ed Astrologia , le cpiali portavano un alto e l^el nionte di zuccaro; ed era il monte Parnaso col fonte Eli- cona , con un lauro , e le muse ed Apollo colla lira danzanti ; ogni cosa di zuccaro. Seguitavano vcnti poeti , dicci greci e dieci latini , ciascuno con ua finto libro di zuccaro in mano. La poesia presento al Signore il monte Parnaso con certi versi che , per dirla cosi di passaggio, srirebbero indcgni del piu mescliino poeta ai di nostri. Ciascun poeta poi re- cito due versi o greci o latini, e dono il suo libro. Cosi termino quella festa: e la sera v'ebbe in piazza una girandola o fuoco d'artiFizio. L' ultimo giorno delle feste fu il martedi susse- guente, dedicato alia giostra con quattro premii. « E 3} prima che si corresse alcuna botta, venne in mezzo » il campo ... un magnifico e trionfante carro . . . « Era ( su questo carro) un beilissimo triiuigolo do- » rato , e sopra ogni cantone del triangolo posava » un" arpia tutta d'argento con testa di donzclla e ale » di pavone, la quale con la coda levata in alto fa- » ccva sostegno ad una grandissima palla (onda , la » quale era tutta d'azzurro e colore cVacqua, eccetto » quella parte vicina alia terra, ch' e abitata e sco- » perta, nclla quale era tutto figurato secondo la » cosmogriifia. E sopra questa, figurata per la terra, » era una bellissima donna vcstita d'ar2,ento . . . che » rapprcsentava la Fama. Era le tre arpie , sotto il >J pie dclla Fama ed il gloljo dclia terra ncgli archi SaS LE NOZZE DI COSTANZO SFORZA CCC. •» del triangolo sedevano tre uomini armati airantica J) riccliissimamente, uno rappresentante Scipione, al- » tro Alessandro , altro Cesare. » Qiiando il carro ristette si udi una voce recitare un'altra cinqiiantina di versi in nonie della Fama; poi fu dato principio alia giostra. I vincitori salirono svil carro predctto dove la Fama gli accolse con questi versi: Splendidi cavalier di eccelso core, Ch' in qutsto bel cospetto e questa giostra Mostrato avete il vostro gran valore , Rendendo sperienza e chiara mostra Di vinii vostra, or vi facciamo degni Di questa sedia e della grazia nostra ; Montate dunque qua sotto mie' insegni , Che con quest' altri del collegio antico Intendo di portarvi in tutt' i regni : Tal virtii aspctta chi e di vinii anuco. cc Dette queste parole si avvio il detto cari-6 con » gran trionfo , e dopo di lui rilliistrissima Madonna » in carretta cortigiana, e tutti gli altri si2;nori am- » basciatori , ciascuno al suo alloggiamento ; e cosi » quel di fini la giostra e la gloriosa festa di que- » ste nozze. » Tale e il libro pubblicato dal ch. signor Ganiba. Oltre ad essere un testimonio, per moki forse pre- zioso, di costunii e di usanze del secolo XV, e anclie un documento della Hngua e dello stile di quell'eta; e percio abbiamo cercato di conservarne spesso i pe- riodi intieri, e quasi sempre poi le parole e le frasi. Uanonimo autore, o clii scrisse V argomento al suo libro dice che i versi ivi contenuti sono sentenziosi ed elegantissirni , che le feste vi sono dcscritte con facondia oinatissima, e che sono cose da far rima- nere quelll che leggcranno picni di meraviglia e di stupore. Non sappianio se i nostri lettori consenti- ranno a siHatto giudizio: ad ogni modo anche questo argomento, sotto il rispetto della storia, ci parve no- tabile; faccndoci sapcre che Fusanza di lodare o far lodare le cose proprie non e cosi nuova fra i lette- rati e gli artisti come vorrebbero alcuni. A. 3^9 DorAimentl di Storia italiana copiad su gll originali autentici e per lo piu aiitografi ^ esistenti in Faiigi, da Giuseppe JlToLiyi, gid bibliotecario palatirio, con note. Torno i." — Firenze, i836, tipografia al- V insegna di Dante, in 8.°, di pag. LXXIV e 3 3 7. In Milano , presso la Socictd tipografica dei Clas- sici italiani , contrada di S. Margherita , lir. 7, 20 ilaliane. c v guerra a Venezia, mentre il Corio, cortigiano degli » Sforza, nelle ultime pagine lia trascritto per disteso » la commissione caldissima data a quest' elTetto da » Lodovico ai stioi oratori. Nella quale tra lo sfoggio » della solita sapicnza politica c notal)ile la frase in » questo JMemorialc ripetuta, clie la Signoria di Vc- » nezia non muorc mai, e mira alia morte degli aliri » principi per fame guadagno. » Segue un ccnno al testamento f)olitico del Moro. Ed al ricliiamo dei mercanti ("lorentini stabiliti in Lione toccato di sopra e ad una lettera d' Alberto Pio conte di Carpi, am- basciatore di Francesco I a Roma che riguarda anche questa bisogna dei Fiorentini, fece quest' altra nota : « A questi danni era esposto il conmiercio dei Fio- » rentini alf ester o, e quello principalmente di Lione, » dov' era come una vasta colonia : questa come ogni » altra 2;randezza d' uno Stato mai costituito e mai >) difcso legava 1' interesse dei cittadini a quello di » un altro Stato troppo di gia prepotente : parte » degli averi e degli elTetti ponca fuori della patria. » A poco a poco i mercanti fiorentini dopo aver soc- V corso dcbolmente alia cadente repubblica, se ne se- » pararono , diveuacro fuoiusciti; cd ogni toniiuercio 336 DOCUMENTI DI STORIA. ITA.LIANA CCC. » odiato e temuto piu dai nuovi dominatori, pcr- » die in mano di nemici anch' esso divenne come » fuoruscito. Ed i Fiorcntini si sviarono da quelle » industrie coraggiose , die prima facevano la gran- » dezza loro •, riposero ogni felicita nell' ozio sicuro. » Francesco I prodigo sempre, percio senipre pe- » nurioso di danaro , arrestava in Lione le mercanzie » dei Fiorentini , perclie amici del Papa. Quelle dci » Francesi soffrivano in Roma eguale violenza , ma » in parte giustificata. Questo modo barbaro di farsi » guerra , comune in antico , lo vedemmo rinnovato 5) anclie a' di nostri, e clii men doveva, ne diede » I'esempio, e pati la pena. » Alia supplica dei Fiorentini die dicliiarano voler » essere Francesi, va unita la lista delle case aperte » in Lione. Questa con poclie differenze e ripetuta » in un manoscritto della Riccardiana (n." i853), » ricco d' indicazioni pregevoli per la storia del » commercio fiorentino, la quale rimane tuttora da y> farsi. » Dopo questa qualunque siasi esposizione parmi clie sia tutto leo;ittimo il desiderio die il si^nor Molini possa continuare a far dono all' Italia di si fatti do- cumenti tuttora inediti , e die il sijinor marchese Capponi voglia sempre accompagnarli coU'abbondanza deUe notizie e coUa saggia critica delle sue note. F. R. 337 Studj sulla storia delle arti , ossia Qaadro del pro- gressi e delta decadenza della scidtura e delta pit- tura presso gti andclii durante le rivoluzioni die agitarono la Grecia e I Italia , opera di P. I. De~ CHAZELLE. Prima versione italiana. — • Venezia , 1834 e i835, daUa tipografia di Paolo Lampato. Vol. 2, in 8." 1 er qaelli che avessero gia svolte le opere di Win- kelmann, di Ennio Quirino Visconti, del d'Agincourt, del conte Cigognara e di mold altri , i quali la pra- tica degli amichi investigaiono nello studio delle arti, e questo un libro die puo loro seivire di utile re- miniscenza : per la gioventii tanto delle alte che delle medic classi sociali , cui in virtu dell' arnore ovunque diffusosi per si belle discipline lo studio medesimo e divenuto un ramo addizionale della odierna educa- zione, e lilno che torna veramente, a giudizio nostro, vantaggiosissinio , e puo riguardarsi come elementare ed agevolante 1' acquisto di piii inq>ortanti cognizioni. L' autore di esso ha saputo raccogliere tutte quelle nozioni che sparse ritrovansi nelle opere di Plinio, di Pausania e degli altri antichi scrittori. E siccome nelle tradizioni che ci pervennero intorno a si nobile oggetto , sgraziatamente esistono par troppo parecchie lacune, cosi le ha egli oppoitunamente e con bcU'or- dine annodate al lilo delle epoche principaii della esi- stenza politica e morale degli antichi popoli , di modo che ne risulta una narrazione seguita, e facile riesce a classificarle nella memoria dei giovani artisti. Con- siderata sotto tale aspetto, egli dice nella sua prefa- zione , la storia dell' arte s' immedesima con quella dello spirito umano e delle rivoluzioni che mutarono faccia agl' imperj. La cjuale osservazione chiaramente si dimostrera scorrendo il quadro delle varie eta della statuaria e della pittura nelle tumidtuanti citta della 338 STUDJ SULLA STORIA DELLE ARTI , Grecia ed in Atene specialmente , dove si perfezio- narono tutte quelle arti the abbellano le nostre ore di riposo, leniscono le nostre ore di pena. Per si utili prerogative era nostro divisamento di qui por2;erne una estesa notizia onde il premesso no- stro giudizio avvalorato venisse dalla dimostrazione del fatto ; ma dopo qualche prova abbiamo dovuto accorgerci che la materia cresceva a dismisura sotto la penna per poterla qui tutta inserire con quell'or- dine stesso con che ne avevamo disposta una por- zione. Che flir dunque ? abbiamo dovuto nioderare il desiderio nostro, restriugerci ai punti pin importanti ed accouiodarci al limite prescritto con un sun to ri- dotto alia niaggior breviia. A malgrado pero di tale accorciamento osiamo riprometterci che l" opera no- stra non sia per riuscire discara , o per lo meno che possa satisfare in parte alia curiosita degli studiosi e degli amatori delle arti. Nel discorso preliminare cui tengono dietro alcuni schiarimenti, il ch. autoie tocca dell' attitudine natu- rale dei Greci per le arti : egli fa vedere in primo hiogo come la geografica posizione del loro paese , un cielo puro e sereno , uiia dolce temperatura, Tab- bondanza delle produzioni dell' agricoltura e del com- mercio dovettero concorrere alio sviluppo dell' ingegno e ad una prestante conformazione dei corpi; in secon- do luogo in qual conto fosse tenuta la bcllezza, cpali precauzioni venivauo usate onde propagarla , quali esercizj e premj fossero insiituiti onde niantenerla e promuoverne la conservazione, e quanto propizie fos- sero le occasioni che venivano offerte per gli scul- tori e pei pittori onde studiaie la struttura del corpo umano . consuharne i tanto syariati movimenti ed educarsi alia leggiadria delle proporzioni e delle forme. Fa susse^uentemente osservare quale favore- vole effiracia esercitasse sulle arti del disegno la mi- tologia dei Greci o la stnria favolosa delle loro di- vinita state mokiplicate airinllnito dalla fervida loro innnaginazione, come pure la disuguagliante coltura r>I p. I. DECHAZELLE. S'Sq delle nrti stessc fra popoli fratelli , la cui sensibile naturaera spesso soggena ad iiniformi condizioni. In quella patria di semidei, egli dice, in cui tutto ser- viva a lusingare i sensi , a vcstire di sempre rina- scenti attrattive il pcnsiero ; dove 1' ardore di gloria, i pubblici giuochi, Fapparato voluttuoso di un cnlto tutto ajlegorico niovevano negli spiriti cosi potenti emozioni , la severa Sparta rifuggiva da esse arti quasi corruttrici dei costumi. Le abitudini pastorali ne allontanavano i fortunati coloni di Arcadia e della Fo- cide. Tebe scarso vanto nietteva nei lavori die ser- vono ad aliaientare le esigenze del lusso; e 1 opu- lenta Corinto , nella quale la commerciale industria si distingueva nel foggiare colla piii squisita eleganza vasi d'ogni specie, tappeti a varj colori ed ogni nia- niera di preziosi oggetti di mobiglio, non proteggeva liberaniente lo studio delle arti clie in quanto ave- vano relazione agli iisi delle manifatturc. In cinque libri formanti il primo volume e ripar- tito il compendio dcUa storia delle arti nella Grecia, ciascuno de' qiiali e conse2;uitato da scbiarimenti. Versa il primo di questi sul dirozzamcnto di que"" popoli indigeni operato in anticliissimi tempi da Inaco, Ce- crope , Cadmo e da altri siffatti avventurieri , pro- venuti dalla Fenicia e dall' Egitto , clie giungendo alle spiagge della Grecia , ove intendevano di fermare il loro soggiorno , vi recarono il grado di civilta gia da essi acquistato , i loro idoli ed il loro culto. Da que- ste emigrazioai ebbero origine le monarcliie di Argo e di Sicione ; ne diverse gran fatto furono quelle di Atene , di Sparta , di Tebe e di Corinto. A quella eta chiamata dell" oro succedettero i tempi eroici di Ercole, lolao, Perseo, Pelope, Teseo ecc, cui furono poscia renduti divini onori pei servigi prestati al- r umanita coll'avere spurgato cjuelle contrade dai mal- viventi , coll' aver liberato il paese dai rettili vele- nosi e dai mostri voraci die appiattavansi nclle pa- ludi , fra i dirupi e i sassi, coll' essersi insomma eretti in persecutori dei viz] introdottisi dacclie nei sovrani 340 STUDJ SULLA. STORIA DELLE ARTI, di quel piccoli Stati sottentro V ambizione di dilatarne i connni a carico dei loro vicini , e dacche i primi tentativi di commercio fecero nascere nuovi bisogni, la sete dcUe riccliezze e tutte le forsennate passioni die da esse derivano. II grido di si fatte azioni niosse r emulazione di altri giovani , e li trasse sidle orme dei primi in cerca di gloria; quindi il diseccamento delle limacciose pianure dell'Argolide, il lavacio delle stalle di Augia, la conquista del Velio d'oro ecc. Da questi stessi fatti la nascente poesia attinse i soggetti delle prime sue inspirazioni , che cantate nelle solen- nita delle feste destarono il geiiio delle arti e ne pre- pararono delle piu possenti. Prima pero di farcele conoscerc, Tautore t"a il quadro delle rozze significa- zioni de' Numi olTerte all" adorazione in tempo che Lino, Orfeo, Museo, Tamiri , Anfione, Melampo , sa- cerdoti, musici, e poeti consacravano i loro canti a celebrarne le lodi. « Un cubo di pietra, egli dice , iin tronco d' albero , una semplice colonna , due pali Icgati insieme ad un terzo trasversale bastavano per consacrare alia venerazione della moltitudine gli Dei, o gli uomini fatti pari agli Dei. Certi pilastri o cippi , sui quali coUocavansi delle palle a guisa di teste prc- sero il nome di Ernie. » Indi appoggiato alia proba- bjlita clie 1' arte d' impastaie T argilla , quella di ta- gliare le pietre od il legno , e 1' altra di londere il bronzo s" introducessero nella Grecia sia per le co- lonic Egizie , Fenicie e Tracie ivi stabilitesi , o pel commercio con que' popoli , fa un breve scliizzo della storia delf arte presso degli Egiziani, serven- dosi non solo delFautorita degli anticlii scrittori, ma eziandio delle recenti osservazioni di Champollion , ed accennati poscia i primi tentativi fatti dagli arti- sti greci tanto nelle sculture , quanto nella pittura , conchiude col dire clie nessun capo-lavoro in qualsi- voglia genere aveva preccduto i poemi di Omero. Fu dopo la dividgazione dei canti deiriliade e delTOdis- sea fatta dai rapsodi vagabondi clie F arte comincio a sentire la vitalita. Indi prosegue a dire die Vulcano DI P. I. DECHAZELLE. 841 c Prometeo non altro furono clie valenti artefici ia tempi lemotissimi ; clie la figlia di Dihutade, vasajo di Sicione, vuolsi aver trovato la prima il mezzo di fare un ritratto , segnando il profilo del suo innamo- rato quale appariva nell' ombra projettata dal sole so- pra una parete: e clie questo coiitorno essendo stato pnscia dal padre riempito di ci eta diede originc alia plasdca. Precede susseguentcmente a favellare del- Tuso inttodotiosi di decorare i simulacri delle divi- nita, coprendoli con abiti di tessuti , da cui trasse origiiie lo stile egiiictico , come in seguito si fecero statue di legno dipinte e doraie che dicevansi gUfo- grafiche, ed altre con teste e mani di marmo bianco cilia mate aerolite. Discorrendo della pittura accenna Eumaro Ateniese clie non contento di essere giunto a distinguere il sesso e V eta nelle sue rappresentazioni , comincio ad aggruppaile in modo che mostrassero cjualclie azione concertata ; indi Cinione suo discepolo clie con niag- giore intclligenza nel disegno fece apparire le forme delle membra sotto le ampie vesti clie le coprivano, e finalmente Bularco che preluse alia scoperta del chiaroscuro coll'impiegare diversi colori e colfadot- tare cjualclie dcgradazione di tuoni. Tuttocio di che abbiamo toccato viene compreso , in via cronologica , tra gli anni i8co al 7:20 prima di G. C. Successivamente 1" erudito spositore ci da una cliiara idea del genere d" industria chiamato to- leuiica, ossia dci lavori di tarsia in cui venivano spe- cialmente impiegati i inetalli e le altre materie pre- ziose : a c[uesto proposito cita la famosa cassa di Cip- selo. Nomina Reco come prinio statuario clie gettasse figure di bronzo ; Dipene e Scilli , scultori die pro- venienti da Greta e stabilitisi in Sicione vi fondarono una scuola di disegno , la quale presto divenne un semcnzajo di graudi maestri. Da questi passa ad enu- mcrare qiiegli altri cui fu profittevole il consorzio de' saggi che sedendo a mensa coi re, ed a viccnda amando conversare colle muse prepararouo i futiiri 342 STUDJ SULLV STORI,V DELLE AKTI , legami delle arti belle colla filosofia. Nota come nci la- vori di allora inentre traspaiiva ancora un avanzo di rozzezza, riscontravasi in coniponso iiuo studio coii- scienzioso del niido ; e raggiunta 1' cpoca di nienzio- nare Danea , autore della statua iconica del relebre Milone Crotoniatc cli' era di Ijronzo , e elie lii dallo stesso atleta portata lino <\\VAtl d" Olimpia dove do- veva esser posta, prende occasione di osservare « die il metodo cominciatosi allora ad adottare , di conser- vare in tali statue una rigorosa somiglianza coi linea- menti del modello , divenne favorevolissiino ai pro- gressi del disegno. » L'artista, die' egli, obbligato ad imitare scrupolosamente la natura , intese sino d' al- lora clie la hellezza del corpo iimano dipcnde , come gV istessi filosofi insegnavauo , dalla pcrfetta organiz- zazione di lutle le parti die lo compongotw , e dalla loro piii comeaieiite dlsposizioiie alle diverse fanzionl che soiio dcsdiiate ad ademplre. In cpiesto scnso e se- condo queste regole si attribui il nome di siminetria air accordo armonico delle parti onde 1' uoiro e com- posto, nella quale pel primo si distinse Pitagora di Reggio per essere stato uno dei preeipui inventori del sistema delle proporzioni , i cui principj fu- rono poscia con piia evidenza dimosti'ati dal lainoso canone di Policleto di Sicione. Tal era 420 anni pri- ma di G. C. la tendenza dell' arte statu;uia nelle of- ficine di Egina, di Reggio , d'Argo verso c[uel l)ello ideale clie poscia ricevette tanta perfezione pel genio e per la prodigiosa fecondita degli artisti aienicsi. II secondo libro e tutto quanto destinato a niostrare le glorie della scuola ateniese: in esso il ch. autore seguendo di pari passo le politiche istitnzioni e le vicende delle arti , fa vedere come durante il mezzo secolo in cui furono in vis^ore le leggi di Solone si sviluppassero i germi di tulte le virtii sociali , e di ogni maniera d" ingcgni ; come le arti da esse pro- tette cooperassero coi monumenti innalzati alle eroi- che azioni a conservarne rimitazione-, come poi cliia- mate sotto il reggimento di Pcricle a spargere di DI P. I. DECHAZELLE. S^S splendore la sua politica , e quindi secondate da im- mensi mezzi salissero a qneirapice di pcrfezione cui dispeiarono poscia di rags;iiing;ere. Per riguardo alia scuhura bastera il dire die il secolo di Pericle fii qudlo di Fidia , e per rispetto alia pittura clie la scienza del colorito gia fatta adulta per le scoperte di Polignoto fii sollcvata all' incanto dcUa piu sedu- cente illusione dai successori di quel maestro e spe- cialmente da Apollodoro, Zeusi, Parrasio e Timante; e clie in quanto alTardiitcttura sorse eretto da Te- tino e Callicrate, sotto Tispczione di Fidia, il Par- tenone. Nel tcrzo libro 1' autore ei viene narrando i danni cui soggiacquero le arti per le dissensioni insorte e le consegueiiti guerre tra le diverse republiliche gre- che. Soggiogata Atene dagli Spartani , s' innalza una statua al duce Lisaudro ; ma come la memoria delle giornate di Maiatona , di Salamina e Platea non in- fiammasse la fontasia degli artisti , attesta un ti'ofeo ottenuto siigli stcssi fratdli e non gia sui perpetui nemici ddia nazione. Le citta alleate di Sparta affret- tansi di accordare gli uguali onori ai proprj duci; ma nessuna pero di quelle opere trovasi menzionata da- gli anticlii scrittori in modo da fame concepire van- ta^giosa idea. Pvincorata poscia Atene per la gene- rosa azione di Trasibulo, e per la vittoria di Conone suir ai mata Lacedenione , stancansi gli Spartani dal guerrcggiare, e per trattati col re di Persia, cui ve- nivano cedute le colonie asiatiche, costringono la ri- vale e le altre citta di Grecia a sottoscrivere con vergognosi sagrificj una pace generale. Fu in quel- r intervallo di pace die gli Ateniesi scmpre piii si convinsero della necessita d' incoraggire ed onorare i grand' inge^ni , i quali soli potevatio compensarli delle reccnti sciagure e repristinare in tutto il suo splendore la rinascente citta. In quest' epoca vcngono promulgate le leggi suUa educazione degli artisti , provocate dalla domanda di Panfilo capo della scuola di Sicionc : per esse vcnivano esclusi colore i quali 344 STUDJ SULLA. STOHIA DELLE AFxTI , fossero nati in comlizione servile, etl ei-a imposto agli aspirant! di liecpientare I'intero corso delle lezioni che diirava non meno di dieci anni , ed il cui prezzo era akissimo. D' allora in poi il costo delle pitture sali oltre niisura. In questo niedesinio torno sono citate le opere di Teomnesto, di Aristide di Tebe, di Pausia di Sicione e del famoso Scopa di Paros , autore della Venere e del gruppo delle Niobi esistenti nella Gal- leria di Firenze , non meno clie altre opere eseguite pel sepolcro di Mausolo in concorso degli artelici Briassi, Ipatodoro , Timoteo e Policle. Segue poscia un I'apido ccnno di quanto si passava in Atene in quel medesimo intervallo, in cui con piii ardore di prima dispiegossi la naturale tendenza di quegli abi- tanti per le scienze e per le arti belle , e da essa prende 1' autore argomento di favellare di quella gra- zia misteriosa, di cui I'attrattiva sfugge ad ogni me- todico esanie , ma die sentita specialmente da Pras- sitele , s' aggiunse alle diverse graduazioni dell' arte, e fu il coniplemento della perfezione ch essa poteva ricevere ancora dopo il sublime e robusto carattere che il genio creatore di Fidia le aveva impresso. Enu- merati finalmente i principali capolavori di quell' au- tore e di Cefissodoro, chiude il terzo libro con un rapido cenno delle mene di Filippo, con die a mal- grado della fermezza di Focione e del tonare di De- mostene giunse ad insignorirsi della Grecia , il cui possesso venne poscia assicurato dalle vigorose mi- sure adottate dal giovine successore Alessandro. II quarto libro offre da principio un succinto com- pendio della rapida e vittoriosa invasione dell' Asia , fatta da Alessandro die lo rese padrone del trono e dei tesori delF impero Persiano , e niette nel tempo stesso in cliiara luce 1' influenza die i costumi asia- tici esercitarono sull' animo di si grande conquista- tore. « La natura, dice 1' autore, avea indubbiamente poste nel cuore di quel principe buone inclinazioni ed amore alio studio. Le lezioni di un dottissimo pre- cettore non furono sterili per lui; ma e altresi vero Di P. I. deciiazelle:. 845 die allorquando i Satrapi dell' Asia lo inebbriarono dei loro omaggi , non sep[)e resistere a dividere le loro tendenze, sicche fii tratto ad adottarne le vesii e bra- mare die i Maccdoni i quali lo seguivaiio , si uni- forniassero alia loggia dei cortigiani di Dario. Non e fjuindi fuor di liiogo il presuniere die Alessandro sor- preso alia vista dei palazzi di Persepoli e di Susa cercasse d'introdiirre quella stravagante magnilicenza nelle nobili combinazioni del sistema econoniico dei Greci. 51 Delia mescolanza di questo gusto un luminoso eseiiipio troviamo nel gran rogo fatto erigere da Alessandro ad Efestione , di cui Diodoro Siculo ci la- scio la descrizione, e die qui viene dall' autore ri- portata. Si gigantesca mole fu foggiata sul modello delle pagode dell' India , ed e probabilissiino , asseri- risce lo scrittore , die T ardiitctto Stesicrate die ne fu r inventore abbia in qnell' opera consultato il gu- sto dei Satrapi Persiani , di cui come accorto corti- giano avra cercato di procurarsi 1' approvazione onde conseguire quella eziandio del suo monarca. Le de- corazioni di essa fiuono poi dipinte da' greci artisti die non essendo piii ecdtati dall' entusiasmo repub- blicano nella patria loro , ed attratti dalla muniilcenza e generosita del gran conquistatore , erano accorsi a cercare piu felici inspirazioni fra la pompa della sua corte. Per porgere un adequata idea di questo edi- ficio di forma tetragona giova qui solo acceniiare die Alessandro, per erigerlo e contenerlo , fece demolire dieci stadj delle mura di Babilonia tenute allora tra le sette maraviglie del inondo , e die la spesa di tale costruzionc sorpasso, a dire degli storici, la som- ma di mille talenti, equivalenti a circa jS milioni di franchi. Parlando poi Y autore della squisitezza cui saliroiio le arti durante il regno di Alessandro, fa os- servare die non dcve attribuirsi alle cognizioni ed al gusto particolare di quel monarca; perocche a favorirc eflicacemente il fermento degli spiriti valsero senza dubbio lo splendore della sua eorte nelle occasioni in cui voieva spiegarc tutta la inaesta del supremo suo 346 STUDJ SULL.\ STOniA DELLE ARTI , grado , la sua niuniticenza verso gli uomini piu il- liistri e i suoi trionfi si spesso celei)rati da niagnili- clic fcste. Ne meno calcolabile torna su questo stesso proposito la seiitenza del Winclielmann, il quale par- lando degli artisti , degii oratori , dei poeti e dotti di queir epora memorabde li qualifica come rampolli pieni di vita di quei vigorosi tronchi che dopo la vittoria di Maratona e Salamina avevano posta radice in im suolo si ubertoso. Cio che poi tra queste osser- vazioni riesce di maggior peso si e la tranquillita di die durante la spedizione deU'eroe Macedone godet- tero le repubbliche greclie sotto la sorveglianza di Antipatro , la quale, sopite le discordie , indusse in quegli auitanti gia si avanzati nella coltura il solo in- teresse del progresso deir uniano ingegno. Qui I'au- tore dopo di aver toccato di volo il raffinamento ch' e- rasi introdotto per una scambievole istruzione in tutti i rami del sapere , viene a discorrere di quella emi- nenza di gusto cui fu condotta specialmente la pit- tura per opera di Apelle. Al nome di questo corifeo dei sommi, alia sua vita, alle sue opere si associano, come ognun sa, quelli di Alessandro e diPolignoto; quindi trovangi ricordati i fatti, gli aneddoti, i prin- cipali loro lavori , non che quelli di Nicomaco , di Aezione e di diversi altri pittori contemporanei. In questo stesso memorando periodo vengono successi- vamente accennati i tanto rinomati bronzi dello sta- tuario Lisippo , ch' ebbe con Apelle 1' esclusivo pri- vilegio di ritrarre Alessandro ; e il trovato dello scultore Lisistrate , fratello di Lisippo, di levare la forma in cavo dalle persone estinte , nella quale fusa la cera ed ottenuti i rilievi , soleva ritoccarli in modo da in- fondere ai ritratti il movimento e la vita. Cosi pure a queste notizie tien dietro un motto sulla dispera- zione e sidle stravaganze di ApoUodoro soprannomi- nato il Maniaco per la superiorita di Lisippo, da cui temeva di essere eclissato : indi con Silanione , au- tore di un ritratto lodatissimo da Cicerone, sono men- zionati alcuni allievi di Lisippo, di cui la fama ha DI P. I. DECHAZELLE. 847 consrrvato i nomi. Finalmcnte questo quarto libro si compie con uii succinto indizio sul giado di perfe- zione cui era 2;iunta I'arte d'incidere i cammei; nella quale specialmcntc tanto si distinse Pirgotele per la destrczza nel manciigio dei ferri, e per 1' ecccllenza del gusto, die gli fu ronccsso il medcsimo ouore 01- tcnuto da Apelle e Lisippo di poter ritrarre Ales- sand ro. Nel ([uinto libro l" autore ci viene diniostrando sem- pre colla scorta della storia le vicende cui soggiacquero le arti ncllo smembraniento dell' impero fondato dalle conquiste di Alessandro. La Grecia in allora e singo- larmcnte Atene, dove Tirrequieto spirito de' cittadini ad 02;ni volsier di fortuna dec;li Stati delP Asia pi- gliava speranza di poter nuovaniente sottrarsi al giogo straniero, vide dolorando in preda a tante rivoluzioni i suoi maggiori ingegni cercare tranquillo rifugio in stranieri paesi. La corte di Alessandria fu la prima ad accoglicrli. Tolommeo Sotero della stirpe dei La- gidi che vi risiedeva in qualita di re d'Egitto e Fi- ladelfo da lui assnnto alle cure di quel governo , avevano con incoraggiamenti d' ogni sorta chiamato intorno al trono la filosoHa e le belle arti, e niun altro trono sfolgorecgio di luce piii grande. La dc- scrizione del tenipio di Serapide e della torre del Faro lasciataci dalla storia , le sorprendenti scoperte nelle scienze mateniatiche allora divulgatesi , gli elementi di Enclide cli' ebbe contemporanei Archimede , Era- tostene , Apollonio di Pergamo , Teocrito , Callima- co, ecc, attestano quanto potente fosse la protezione concessa dai priuii Lagidi alle arti belle ed a tutto il sapere, e come in Alessandria soi-gcsse una seconda Atene. Intanto mentre Apelle spero mvano di mettersi sotto i generosi auspicj di Tolommeo Filadelfo pei raggiri del rivale Antiiile, ed erasi rifuggito ad Efeso, dove esejiui il famoso suo qiiadro della Calunnia, tutti cjucgli altri artisti greci , i quali senza lasciarsi im- paurire dallo stato di convulsiva incertezza in cui trovavansi le rispettive patrie lore , non avevano 348 STUDJ SULLA STOKrV DELLE ARTI. creduto dl lasciarc le proprie scuole, vi mantenevano per biiona sorte 1" autorita dei principj adottati dai Fidia, dai Prassitcli , dai Zeusi sotto la inspirazione delle muse. Di questi come pure di alcuni altri ri- fuggiti nei varj Stati dell'Asia, viene Tautore a mano a niano notilicando i nonii e le opere , ne rileva lo stile e le cose degne di curiosita. Indi, ripresa la nar- razione di qiianto avvenne al tempo delle leghe Achee formatesi successivamcnte le unc alle altre contro i re di Lacedemone , contro gli Etolj e i re di Mace- donia, accenna la distruzione e la dispersione di tanti preziosi oggetti d'arte, e dipinge il momenco in cui il console Flaniinio giunto in Grccia come pacilica- tore di quelle intestine discordie per V intromissione del senato romano , fu accolto nella solennita de' giuo- chi Istmici. Fa poscia notare come tale inaspettato scio2;limento iinprimesse nuova vita alia nazione e come il genio delle arti risentisse quello sprone alia gloria ond" era stato animate nei giorni piii felici. In tal concorso di rinascenti ingegni specialmente fi- gurarono Eufranora lodato da Plinio e da Quintiliano, e Nicia cui gli Ateniesi suoi compatriotti eressero un mausoleo nei recinto del Ceramico. Per mala ventura quest' ultimo periodo di gloria e di libero dominio non duro che mezzo secolo , perclie i Romani rendutisi signori della monarcliia dei saccessori di Filippo e di Alessandro fomentarono le discordie tra le citta al- leate , cominciarono a disporre da padroni e sotto pre- testo clie alcune di esse avessero parteggiato per Tulti- nio re di Macedonia, astrinsero pin di miile personaggi a sgravarsi di tale imputazione in Roma stcssa , ove giunti furono trattenuti come ostaggi. Siffatio tiran- nico procedere diede impulso all' eliervescenza degli animi, quindi al rompere dclla guerra, il cui primo esito fu la sconiitta delfesercito della lega Achea sotto le mura di Corinto, e questa stessa citta data in preda alle fiamme e messa a ruba. I quadri , le statue, i preziosi oggetti di lusso onde Corinto era tanto do- viziosa furono parte venduti a vil prezzo , parte per DI P. I. DECHAZELLE. 049 comando del console Mummio destinati ad ornare il Campidoglio. Da questa catastrofe in poi i Romani in- cominciaiono ad apprezzaie le produzioni delle arti, ed Atene trovossi ancora per qualche tempo in grado di poter offrire un quieto asilo agli artisti che dalle sciagure della guerra erano di nuovo stati dispersi , giacche per non avere questa citta favorita la causa di Pcrseo era stata posta in una specie d' indipen- denza sotto la protezione del senato. Ma dopo aver prolittato eziandio dei vantaggi delle successive emi- grazioni degli artisti cui diedero luogo le vicende dei re della Siiia e delP Egitto, incautamente prese a fa- voreggiare gl' interessi di Mitridate eterno nemico dei suoi protettori ; quindi punita da Sdla , non solo fix abbandonata al furore delle soldatesche, ma vide spo- gliati i templi di Olimpia , di Epidauro , distrutti i magnifici viali del Liceo e delle Accademie, demoliti gli edilicj del Pireo, dell' arsenale, trasportate perlino le colonne e le soglie di bronzo dei portici del tem- pio di Giove Olimpico. Dopo tanto esterminio gli scultori , i pittori e gli architetti , senza impiego , senza speranza di men tristo avvenire in quella citta, mossero alia volta d' Italia, dove le arti avevano gia cominciato ad acquistarsi un patrocinio , e dove, al dire delPautore, dovevano mandar novello splcndore per la magnificenza de' Gesari , come si vedra nci successivi libri. /. F. ( Sard cojitinuato. ) JMl Ital T. LXXXm. -26 35o Dellc Istorie fiorentine di Glo. Michele Briito, volga- rizzate dal P. Stanislao Gatteschi, col tcsto afrontc e uiclsioni ui ramc. Volume primo , distrlbuzioni 4 finoju. — Firenze , i836, per V. Battel!! e figli , in 8.° gr. II prezzo totale dell opera non oltrepas- serd le lire 40 italiane. In M'dano presso Ranieri Fanfani , contrada de due Muri, n" io35. Oappiamo dal Mazzucchelli clie le Storie fiorentine dl Gio. Michele Bruto cittadino veneto furono gia tradotte due volte in Firenze ; prima da Scipione Albert! , quando viveva ancora 1' antore ; poi da Leonardo Buini : ma die la prima di quelle version! rlmase inedita , e cosi forse e avvenuto anche dell' altra , la quale o anch' essa non fu stamjiata , o certamente non si dlvulgo. E gia i Medici avevan potuto occupare e sopprimere quasi tutti gli eseui- plari del testo latino, e rendere per tal raodo rarissimo un libro in cui la loro famiglia e trattata con tanta seve- rita die a loro dovette parere inglusta o pericolosa , e fu giudicata soverchia anche dal Foscarini , dal Tiraboschi e da niolti altri. Per questo poi 1' opera del Bruto , die si ristampa dopo circa due secoli e mezzo, e quasi una novita letterariaj e questa versione del P. Gatteschi, l^enche terza nell' ordine del tempo, e la prima die sara letta in Italia. Da lui aspettiamo altresl la vita dello storico , di .cui il Tiraboschi dice si poco ; ne altri finora raccolse e ordino tante notizie die bastino a soddisfare la curiosita dello studioso intorno ad un uomo tenuto dottissimo anche nel secolo XVI , vissuto in varie corti d' Europa , cogli uomini pill famosi al suo tempo per ingegno , per dottrina , per politiche fazloni. La diligenza, il giudizio e, per dir breve, tutte le doti necessarie a ben condurre si fatto lavoro, noa possono venir nieno a clii se ne mostra cosi riccamente fornito in questa sua nobile versione e nelle note onde la viene illustrando : per la qual cosa speriamo che questo libro del Bruto e per se stesso e per le diligenze del traduttore andra a collocarsi fra' piu important! de' nostri giorni. La storia del Bruto discorda in molte parti da cio che troviamo negli altri scrittori del secolo XVI , ma percio DELLE I5TORIE FIOKENTINE CCC. 35 1 appunto conformasi spesso all' opinione de' piii recentl. II Tiraboschi dice ch'egli troppo apertamente didiiarasi ncmico dei Medici , e die un continuo studio di oscurarnc la fama e d' interpretarne in reo senso le uzioni , e I' unica , ma non leggiera taccia di questa storia. Ma cliiunque raccolga in uno le cose dette dai varj storici di Firenze noa puo a meno di rawisare negli annali di cjuella citta una lotta continua tra i Medici die tendono al principato, e i partigiani della liberta die si sforzano di diiuderne loro la via. I Medici non lottarono quasi iiiai colle arini , se non quando la dis- sinmlazione gia era fatta inutile dalla prevalente loro for- tuna ; e peixio gli storici o poterono essere illusi dalle loro arti , come gran jjarte del popolo fiorentino; o forse vol- lero paliiare la verita, quando il diria apertamente sarebbe stato pericoloso ed inutile. Nicolo Madiiavelli, coinbattuto spesse volte dal Briito come troppo favorevole ai ]Medici , non pote essere certamente nel numero degl' illusi; ma in- contro volontario quella taccia o stanco dell' ozio infelice ed iiionorato , o persuaso dalle cose vedute e dalla condi- zione dei tempi die fosse necessaria a Firenze ed utile all' Italia Tesaltazione di quel casato. Egli per altro in piii luoglii trova occasione di frammischiare ai meriti ed alle lodi di Giovanni e di Cosimo quanto basta a farsi cono- scere non ignaro delle coperte loro intenzioui , ed a dl- mostrare cli' egli anche nella storia seguito il suo sistema di cousiderare non 11 possibile o il desidei'abile delle cose, ma la realta , e insegnare a trarne il raiglior partito. E di questo crediamo si possa vedere una prova assai manifesta ove parla di Nicolo da Uzzano , e com' egli da prima ten- tasse di contrastare all' ingrandlinento dei Medici , e per- clie poi si astenesse dall' unirsi con quelli die volevano spogliarli della grandezza gla acquistata. Quando pertanto nel 1420 Giovanni di Bini de' Medici fu condotto al su- premo magistrato , di die 1' universale della citta faceva grande allegrezza, e la moltltudlne immaginavasi d' aver cuadacnato uu difensore " Nlccolo da Uzzano noa manco d' avvertire gli altri cittadini , mostraiido quanto era peri- coloso nutrire uno die avesse nell' universale tanta ripu- tazione \, e com' era facile opporsl ai disordini nei prlncipj, ma lasciandogli crescere era diflicile il rimediarvi. » E quando per non essersi dato a queste ammonizioni quel peso die meritavano , i Medici erano divenuti gia grandi c potenti, e i partlgiaui della liberta congiuravano coatro Cosimo , per 352 DEIiLE ISTORIE FIORENTlNE cacciarlo della citta, lo stesso Uzzano animonivali, che dovcs- sero prima d' ogiii altra cosa inisurare le fovze loro e quelle di Cosiino , ne facessero troppo fondamento sopra la giu- stizia della propria causa , giacche questa ginstizia iion era intesa ne creduta dalla moltitudine. E al Barbadori capo di quella congiura diceva ( secondo il Machiavelli ) queste espresse parole : " La cagione che ci uiuove e tutta foa- data in sul sospetto che ( Gosimo ) non si faccia Principe di questa citta. Se questo sospetto noi 1' abbianio , noa r hanno gli altri ; anzi , ch' e peggio , accusano noi di quelle clie noi accusiamo lui. L' opere di Gosimo che ce lo fanno sospetto sono , perche egli serve de' suoi danari ciascuno , e non solamente i privati ma il pubblico, e non solo i Fiorentini ma i Gondottieri ; perche favorisce quello e quell' altro cittadino che ha bisogno de' magi strati ; per- che e'tira colla benivoleiiza ch'egli ha nelP universale que- sto e quell' altro suo amico a maggior gradi d' onori. Adnn- que converrebbe addurre le cagioni del cacciarlo , perche egli e pietoso, ufficioso, liberate e amato da ciascuno. Dimmi un poco, qual legge e quella che proibisca o che biasimi e danni negli uomini la pieta, la liberalita, Tamore ? E benche siano modi che tirano gli uomini volando al Principato , nondimeno ei non sono creduti cosi , ne noi «iamo sufficient! a dargli ad intendere. » Diceva pertanto parergli assai malagevole impresa il cacciarlo , o cacciatolo impedirne il ritorno , al quale si adopererebbero i suoi mol- tissimi amici. Ed allora (aggiungeva) " ne avreste gua- dagnato questo , che voi 1' avreste cacciato buono , e tor- nerebbeci cattivo : perche la natura sua sarebbe corrotta da quelli che lo rivocassero , a' quali sendo obbligato , non si potrebbe opporre. » Finalraente diceva che quand' anche fosse stato possibile o cacciarlo e impedirne il ritorno , o farlo morire, non vedeva qual vantaggio ne dovesse pro- var la Repobblica , perche liberandosi da Gosimo si facea serva a Rinaldo Albizzi : " Ed io per me (conchiudeva ) sono uno di quelli che desidero che ninno cittadino di po- tenza e d' autorita superi 1' altro \ ma quando alcuni di questi due avesse a prevalere, io non so qual cagione mi facesse amare piii messer Rinaldo che Gosimo. >> In questo discorso pare a noi di ravvisare le vere opinioni del Ma- chiavelli intorno ai Medici ed alia loro grandezza \ e cre- dlamo altrcsi di ravvisarvi abbastanza spiegati i niotivi pei quali egli , certamente non abbagliato dalle arti di quella DI G. M. BRUTO. 353 Inmiglia, no avverso al governo d'una raglonevole llberta, si mostro inditiato a permcttere die la signoria de' Medici si foiidasse. II Machiavelli adempiendo T ufficio di storico , in quel inodo die gli era posslliile , non tacque ne le arti de' Medici , ne gli errori del popolo fiorentiiio ; ma come uonio di Siato e filosofo pratico , non voile perdei'si ia vane declamazioni, ne ridestare gli antichi umori gia tante volte infausti a Firenze , e studiavasi in vece di condurre i suoi concittadini ad accoinodarsi in quello state di cose cli' erano T inevitaliile conseguenza delle eta precedute , e ad avere il luiglior principato possibile poiche non avevan saputo conservarsi la liberta. II tempo e gli eventi dinio- strarono poi sempre piu ch' egli aveva ragione , e fecer parere profetiche quelle parole poste da lui in bocca a Niccolo da Uzzano, che i Fiorentini cacciavano i Medici liuoni ed essi ritornerebbero cattivi, Non faccianio 1' apo- logia delle opere e dottrine del Macliiavelli ; ma conside- riamo soltanto la sua storia, cercando di prevenire o di sciogliere quelle duljbiezze die posson nascere in moiti leggeudo questo volume del Bruto. Costui non liorentino ina nondlineno assai bene infor- mato delle cose di quella citta , mostrasi intento nel suo libro princlpalinente a scoprire per quali arti la famiglia de' Medici avesse acquistata la sigaoria di cui al suo tempo godeva ; e per desiderio di mostrarsi piu acuto del Ma- cliiavelli a svelare le segrete intenzioni dei fatti, coglie volentieri le occasioni di confutarlo dovunque gli pare ch'ei taccia o ricuopra le colpe di quella famiglia contro la li~ berta di Firenze. Ma per le cose da noi citate e per altr6 moltissime die si potrebbero aggiungere, e manifesto non avere il Machiavelli ignorata nessuna parte del proprio tenia ; se non die poi , come cittadino di Firenze e desi- deroso di condurre la patria a quella niiglior condizione che la realta delle cose permetteva di sperare , voile ta- cere o toccar leggermente cio che il veneto scrittore a grande studio discopre. Una differenza molto notabile fra questi due storici rl- sguarda TingiLista e infelice guerra di Lucca, della quale il Machiavelli fa princlpalissimo nutore messer Rinaldo Al- bizzi, e il Bruto la reca in vece alle brighe di Cosimo, che per fondare la sua signoria sopra la liberta , studiavasi d' avvolger la patria in continue guerre e spese , per le quali poi egli ricchissimo e pronto non pur a dare ma ad 354 DEIXr. ISTOnil; FIOKENTINE ofFerire 11 proprio dannro , dlveiitava senipre piii grande c potente. Ci6 ch" egli dice In contrario del Macliiavelli si fonda principalmente sulla testimonianza di Niccolo Tinucci ( notaro del Dieci e poi accasato di crimenlcsc) dcUa quale il P. Gattesclil ha potiito arriccliire la sua tradnzione traen- dola dalla libreria inagliabechiana. Ma Tegregio traduttore, oltre al farcl sapere d' averne esaniiiiato quattro copie in quattro diversi manoscritti e in tutti con notabill varianze , sogginngc : " E per altro da notare esser questa la con- fessione d'un uonio che stancato dai disagi della carcere svelo tutto cio die sapeva dei Medici, dei quali prima era stato confidente. Anzi e probabilissimo clie il Tinucci in quel pe- ricolo, per provvedere come meglio poteva a se stesso , e per aver grazia dalla parte avversa , caricasse la dose a danno degli antichi amici , all' efFetto di guadagnarsl la compassione di quelli ai quali parlava. Qnando 1' uomo ha rotto il segreto , grava sovente plu che non dovrebbe coloro ai quali doveva serbarlo , specialmcnte allorche il gravarli puo tornare in sue utile. » Or noi lasciamo cer- care da chl avra i necessarj documenti , quali fossero i veri motori di quella guerra , e quail le coipe e gli errori o le virtu ed i vizj degli uomini che v' ebbero parte -^ e solo citerenio alcun passo del Biuto e del Machiavelli a nio- strare come 11 desiderio di combattere un gran nome po- tesse nel veneto scrittore assal plu della verita. Dice adunque lo storico fiorentlno che Timpresa di Lucca era stata fa- vorita dalla parte di Cosimo , ma che nondimeno se n'era poi affidato 11 governo a molti della parte avversa come uomini piu reputati nello Stato. " Al che ( soggiunge ) non potendo Averardo de' Medici e gli altri rimediare , atten- devano con ognl arte e industria a calunniarli. Questo fece aggravare 1 peccati d'Astorre Gianni, questo fece sde- gnar messer Rinaldo degli Albizzl. n E le cahinnie onde nacque lo sdegno dell' Albizzi le annovera altrove il Ma- chiavelli medeslmo con queste parole : " Messer Rinaldo degli Albizzi era difFamato, ch' egli faceva la guerra non per utllltk del popolo fiorentlno, ma sua. E come, poi che fu comaiissario, gli era fugglta dall'animo la cupidita di pigliare Lucca , perche gli bastava saccheggiare il con- tado , c riempiere le possession! sue di liestiame , e le case sue di prcda ; e come non gli bastavano le prede che da' suoi satelliti per propria ntillta si facevano , ei DI G. M. BRUTO. 355 comperava quelle de'soldatii talche di commissarlo era di- veiinto mercatante. Qucste cnlunnie- perveniite all' orecclue sue mossero T intern ed altero aiiimo suo plu die a \x\\ grave uoino non si convetiiva, e tanto lo perturbarono , clie . . . senz' aspettare o domandare licenza se ne torno a Firenze, ecc. » Con queste parole crediamo avere il Ma- chia\ elli bastevolinente dato ad intendere , come non solo r impresa di Lncca nia l)en anclie i disordiiii die la resero pill dannosa dovevansi attribnire alia fazione de' Medici ^ e come egli sebbene ponesse tra i fautori di quella guerra andie T All^izzi , nondimeno stimava caliinnie le dissemi- nazioni de' suol avversarj , e giudicava intern il suo animo nel tempo medesimo die disapprovava la subitaiiea sua partenza dal campo. Ma il Bruto a nialgrado di queste clilare parole non dnbita d'alTermare die il Machiavelli ritorce tutta la colpa della guerra di Lucca da Cosimo del Medici in Rinaldo degli Albizzi ; e induce altresi a crederlo autore od almeno confermatore di quelle dicerie die riferi come ne- cessarie airintelligeaza dei fatti , ma le disapprovo dichia- randole caliinwe e parlando subito dopo deW intero animo dell'accusato. In fatti, dopo avere confutate alcune altre cose asserite dal tladiiavelli, il Bruto soggiunge: " E da tenersi il medesimo conto di cio che narra per rispetto a Rinaldo degli Albizzi . . . qtiando dice ch' espugnate avendo le altre castella de' Lucchesi , alloggiato a Poate Tetto, quasi nei sobborglii della cltta , piu non badando a provvedere alia guerra , sol di guadagno e di preda era sollecito ; e com- missario dell' esercito della Republslica , con grande infamia e pessimo esempio, messe su un mercato dove vendeva i giumenti e i bestiami die o predato avea la sua raasnada, o egli comperato avea dai soldati, ecc. " Ora veggano i nostri lettori se sia vero die il Machiavelli dice dell' Al- bizzi cio che il veneto scrittore gli attribuisce i, e consi- derino quanto sia differente in uno storico il dire come propria opinionef die un commissario si fece mercatante, o il riferire che questa calunnia fu disseminata da' suoi avversarj. L' egregio traduttore nello scriver la vita del suo storico non ti'alascera certamente di farci conoscere le cagioni di questa perpetua tcndenza a combattere le asser- zioni e talvolta anche i ragionamenti del Machiavelli o le sue opinioni ; ed allora si potra leggere con maggior frutto <:otesto libro che per altro e degnissimo di cssere studiato. A. 356 PARTE II. SCIENZE ED ARTI MECGANICHE. Principj fondamentali dell" economia politica tratti da tezioni edlte ed iiieditc del sig. N. Q. Senior, pro- fessors emerito d' economia politica nelT Universitd di Oxford, dcd Iraduttore di Mill. — Lugano, i836, tlpografia di G. Ruo;gia e comp., in \i.°, di pag. 288. Gli stessi, nella Biblioteca deW Intclletto. — Milano , 1 836, presso J ntonio Fontaaa, in 12."^, di pag. a88. xLigli e da certo tempo clie anco tra noi coiramore alle scienze morali si va facendo niagglore la propensione agli studj ecoiiomici, siccome ne danno esempio chiai'issimo gli Annali universali di swtistica e d' economia di Milaao , I'l. R. Accademia de'' Georgofili in Firenze ed il Progresso di Napoli , il quale anche ultimamente fece solenne in- vito ad indicare le condizioni presenti ed i bisogni della scienza econoniica in Italia , e le vie per recarla a maggior perfezione (i). Da sorte cosi avventurosa della scienza noi prendianio assai volentleri 1' occasione a parlare deir ope- retta deir illustre Senior sui principj fondamentali dell' eco- nomia politica , siccome quella che per la sua importanza fu voltata nella nostra lingua e nella francese , e che tra noi venne per pubblico sufFragio commendatissima (2). L' opera e breve , ma succosa : essa riducesi ad un' Intro- duzlone con cinque generali proposizioni le quali formano tutta la teorica dell' economia politica secondo Y inglese scrittore. Facciamo di considerare ad una ad una si fatte (i) V. II progTamma nel Progresso delle scienze, lettere ed arti di Napoli. Anno XI, -vol. XIII, i!(36. (2). V. Principes fondamentaux de I'economie politique tires de Iccons edites et inedites de M. N. IT. Senior, professetir , etc. Paris, i830, S-'ipag. 400. TRINCIPJ Dl ECONOJU\ POLITIC \ , eCC. 007 proposizioni per vedere slno a qual punto sussistaao , e di quanto per esse possa avvaiitaggiarsi Titaliana economia. § I . Indole ed oggetto dell' economia politica. II Senior comincia neirintroduzione a discorrere 1' indole e r oggetto della sclenza economica , riponendo la prima nclla disciplina che considcra la natura e V origine delta ric- chezzn, ed il secondo nell' accertare la natura di tale ric- chezza e le leggi che regolano la produzione , i cambi e la distribuzione di essa. Sicclie per Ini memre P economia po- litica va distinta dalla scienza del Coverno e dalle scienze ansillari della morale e della legislazione , il cui scopo ultimo ed immediato si e quello della felicita, e da sti- niarsi una scienza a se , die ha confini assai limitati , e die non esce mai dallo scopo della ricchezza ; una scienza che ha la sua teorica fondata sopra pochi principj dedotti da pochi fatti risultanti dall' osservazione e dalla riflessione, e che si ripetono sotto tutti i clinii ove esistono umane societa ; una scienza che non e men certa delle altre, tut- toche non discenda a' fatti particolarissiml , quanto e nobile e degna al pari di quelle die insegnano la virtii e la fe- licita , essendo la riccliezza come cumulo di mezzi una sorgente di felicita e di morale perfezionamento. Anzi sic- come la difFusione d' una certa quantita o somma di ric- chezze fra il popolo, d'una sonima die la sottragga al- 1' immediato bisogno, e essenziale affiiiche ci siano in lui felicita e virtii, cosi 1' economia politica e da porsi in cima alle scienze morali (i). Tali idee pertanto che il Senior manifesta sulla natura e sull' oggetto dell' economia politica non ponno essere ne piii lucide, ne piu risolu- tive alio scopo di stabilire deiinltivameiite e con tutta pre- cisione la linea che separa questa scienza dalle altre piii afRni ; e se esse consuonano con quelle che corrono nelle scuole innlese e francese , si discostano assai dalle altre che vanno omai difFondendosi tra' seguacl della scuola italiana. La scuola inglese e con questa la francese in quanto il Say avreljlie continuato in gran parte gl' insegnamenti di Smithy e in quanto tornano a ben poco frutto gli sforzi di taluni die si studlano d'allontanare Tuna dairaltra, dicliiara I'eco- nomia politica, siccome scienza puramente della ricchezza, (j) V. pag. 1-^8 tleir IiitroiUuiouc. 35i> I'RINCJPJ DI Er.ONO>lI\ POIITICV, o del tornaconto incUviduale , una sclenza di mcro calcolo o del coinputo tra il dare e I'avere, una scienza tutta di spirito mercantile. Laonde per la generalita degli economisti inglesi e francesi liasta il dire clie un' iiitrapresa conviene ed e utile, perche sia buona ed accetta (i). Questo prin- cipio clie da un carattere di seccliezza e d' aridita propria delle scienze positive all' economia inglese , se fu 1' eiletto del plauso generale al sisteuia smithiajio , ma piii ancora delle circostanze del paese , pare incredibile come potesse esser predicato da quel medesimo filosofo clie professava in tutta r estensione la dottrina del senso morale svolta colle pm-e massinie del disinteresse di Hutcheson e degli altri moralistl scozzesi, ed annobiiita dalla sublime senti- mcntalita della simpatia (2). Eppure esso e il cardine e il distintiv^o di tutti gli economisti britannici , ed a tale ri- spetto il Senior voile mostrarsi piu clie mai fedele al me- todo o al sistema della sua propria nazione. La scuola ita- liajia airinvece proclamando Teconomia politica una scienza complessa ed eminentemente sociale e legislativa , la ri- sguarda come scienza del comun bene o della felicita pub- blica, come scienza essenzialmente cougiunta coUa politica e colla giurisprudenza (3) Qnesta grandiosa veduta ch' e ereditaria tra gli economisti italiani piuttosto clie propria ed esclusiva del Romngnosi, e lino ad un certo punto in opposizione con quella clie ne porge cogP Inglesi e coi Francesi il iiostro autore; ma da qual parte stark mai (i) Fra coloro clie cercano di ilisginngere la scuola ecouomca francesc dair inglese si tllstinguono principalnieute il professore Pcllegrino JRossi cd i! Duthens, Tl primo nclla sua prolusioiie al corso d' economia che detta in Parigi , applica il sistema storico al gran principlo Smithiano del lavoro , ma considera la scienza come scienza dell' uorao per qtianto c parte della societa cd una frazione solidale di quella, e noii gia come individuo , donde un' eco— uomia sociale piuttosto die individuah , siccome la pretende Smith- II secoiido, iieir opera Phi/osophie de I'iconomie politique i835, vorrebbe ritornare la scienza ai principj di Qtiesnay o del fisiocratismo , tcntando una conciliazione fra i tre sistemi mercantile , fisiocraiico e industriale ; ma si fatta dottrina e rispinta con sommo vigore dal professore Cherbuliez clie ne porto un giudizio Beverissimo iiella Bibliotlicque unlversellc de Geneve, Janvier et mars i836. (2) V. The theory cf moral sentiments by Adam Smith. Basil, lygS: au- tore dopo (i 775-1776) della famosa opera: Recherches sur la nature et les causes de la richesse dcs nations, traduit de I' anglais. Paris, iSoo. (3) V. Annali universali di statistica, ccc. , giugno i836, Collezione degli articoli d' economia politica del professore G. D. Romagnosi. Firenze, i83?, t'jmo io.° DI N. G. SENIOn. 359 la ragionc o il tor to ' £ questa una qnistione tli rilievo, e clie nieni a disquisizioni gravi , oppurc una di quelle tante che nascono da equivocauiento o da una semplice dif- ferenza di parole ''. E indubitato die la scuola inslese puo vantare maggior ]-)i-ecisione dell' zJoZ/a/ia nel determiaare il proprio oggetto deirecouoraia politica, ma nou gloriarsi , come quesLa , d'una risposta definitiva alle question! economiche le quali si legano necessariamente coir ordine morale e gluridico. Cosi se la scuola inglcse. e per essa il Senior, mette per jjrincipale ed esclusivo oggetto dell' economia la riccliezza, bisogna \n\r clie s' attemper! all' italiana nel farlo dipea- dente e sottomesso alia felicita ed alia virtu. Laonde que- ste due scuole cotanto divergent! nelle parole s' accordano nelia sostanza , cioe nel considerare 1' economia politica in relazione cHretta o indiretta colla morale e colla giurispru- denza. Questo accordo fra due scuole che vorrebbero es- sere opposte d! metodo e d! oggetto, non e arliitrario o capriccioso , ma !mposto e dettato dalla forza della verita e dalla necesslta delle cose. L' utile o la r!cchezza e in continua corrispondenza e comunicazione coU' onesto e col giusto; r uno non puo distruggere I'altro, quand' anche colle scientificlie astrazioni sia dato di separarli. Ma nel case del loro ordine o del loro conflltto , quale di quest! tre element! dovra prevalere ' Se nell' economia politica deve primeggiare il principio deWiitile o della ricchezza, verra per- cio esso assunto siccome normale ed assoluto? Se il principio dell' wt;7e o della ricchezza non e normale od assoluto, ma subordinate e dipendente , come converra modificarlo e di- rigerlo insicme cogli altri ''. Quali conseguenze derivano da un sistema economico fondato piuttosto sopra T uno che sopra r altro , o sopra tuttl quest! element! ' Tali domande o ricerche sono d' assoluta necessita.;, o pregiudiziali, come si direbbe dai legal i, alio stajjilimento d' un sistema delini- tivo d' economia come scienza ; eppure non vi avrebbe finora risposto in raodo soddisfacente e plausil)lle ne la scuola inplesc, ne la scuola italiana. La prima immobile e fissa nell' idea dell" economia che non esce mai dal- r utile o dalla ricchezza , salta a pie pari tutte queste inda- gini . e dopo aver detto che tale scienza non si occupa che della ricchezza , con una patente conti'addizione e costretta a ricongiungerla colla morale, perche la ricchezza e il 36o PUINCIPJ DI tOUNOMI.V PUI.iriC\, fondainento alia virtu o alia moralita. La seconda jilii larga e pill generosa, mentre subordina la ricchezza alia mo- ralita ed alia ginstizia , ne tiascende , o noii ne asse- gna esattamente le relazioni , affermando rie' trasporti del suo entusiasmo clie v' ha ricchezza anche quando i ca- pitali siano infrnttiferi per I'individuo, che la vera eco- nomia sta nelT ottenere il bene comune. Tra qiieste varie opinion! o sentenze di scuole, come sara egli mai possi- bile raggiugnere il vero ? Come mai col priiicipio nor- male ed esclusivo della ricchezza o dell' uti/e si pigliera un sicuro partito tra il sistema proibitivo o conservatore , e quello della libera concorrenza, tra la lotta del credito puliblico e il private , tra la sempre sfrenata emulazione delle industrle, ed il loro equilibrlo necessario alia generate agiatezza ? Che se si rispinga e si soffochi il movente del gnadagno o dell' utile anche privato con dettami troppo ri- gidi e rigorosi 5 donde trarra il suo possente incitamento I' industria produttrice , come potranno fiorire le arti e le ricchezze die si perfezionano e si accumulano soltanto colla speranza del guadagno e della specnlazione ? Noi conce- diamo di buon grado alia scuola ingiese ch' ogni scienza ha il suo proprio e naturale oggetto \, che una scienza qua- lunque non potra mai da se sola insegnare la felicita^ die la ricchezza serve di mezzo alia virtu ed alia moralita col lavoro ; die una nazione non puo dirsi morale ed incivi- lita 5 se non quando abbondi altresi di mezzi o di ricchezze i ma ad onta di cio non potremmo negare alia scuola ita- liana che la fellcita non esiste che nella vlrtii e non nella ricchezza ; che la ricchezza puo essere il mezzo ma non il fine ; die il desiderio del guadagno , si per I' individuo , come per le nazioni ha un limite ed una norma nelle na- turali sanzioni del giusto e dell' onesto sussistentl in un ordine morale universale e fatti per convenire ed arrao- nizzare , e non per contrariarsi o distruggersi in quello ; che una fortuna pubblica o privata, lorda d'avarizia o d'altre turpitudini puo diventare funesta anche a chi 1' abbia accu- mulata. Laonde in un ben inteso sistema d' economia po- litica e indispensabile mettere in giusta corrispondenza il principio della ricchezza o deW utile con quelli delPonesta e della giustizia. Noi non assumiamo qui il tuono di declaraa- tori o predicatorl contro la scuola ingiese ch' e veramente classica nella scienza dell' economia ; raa vogliam mostrare DI N. G. SENICR. 36 1 soltanto le diflicolta cli' ella non lia ancora superate. D'altra parte non invocliianio che la piu severa analisi dei fatti e dei principj economici , e da questa ognuno comprenderii la necessiia in che sono le scuole e gli economisti di risalire alle grandi quistioni snll' onesto e sail' utile prima d' av- venturarsi al pericolo d' nna scienza manchevole ed imper- fetta , o al danno d' un principio o sistenia del quale non lianno misurata abbastanza ne tutta la portata , ne tutte le conseguenze. § 3 . Storia dell' economia poUtica. La storia deli' economia politica e una parte integrale della sua dottrina e quindi non nieno di essa rilevante ed istruttiva. Non e pero qui 11 luogo d' esaniinare se esista vtna cosi fatta storia, come debl^a esser fatta , e quando e dove abbiasi ad insegnaria ; si perche il Senior altro non si propose se non che di darne un cenno quasi di pas- saggio, si perche farebbe mestieri un troppo luago discorso a trattare convenientemente un cosi profondo argomento. L' economia politica, dice il Senior, come scienza non esiste che da un secolo. Quesnay avrelibe cercato pel primo in che conslsta la riccliezza e da quali mezzi venga prodotta ; ed a Quesnay sarebbe succeduta la devota schiera degli eco- nomisti francesi la Riiiere , Miraheau e Turgot. Le ricerche di Quesnay, prosiegue egli , vennero continuate con mag- gior successo da Smith superiore a tutti da AristotHe in poi per r estensione e per Fesattezza delle sue cognizioni. Dopo 1' opera della ricchezza delle nazioni di Smith T eco- nomia politica ando eccitando un interesse ognora crescente: essa diveniie la scienza del Governo principalmente nelle isole Britanniche per rispetto alle materie del credito pub- blico e delle imposte. Quindi piu frequenti si rendettero gli scrittori speciali in questa scienza , siccome il Say il cui Corso fu tradotto in quasi tutte le lingue d' Europa. Quindi si distese piu che mai lo studio in cosi fatta scienza non essendovi Universita anche in America che non abbia una cattedra d' economia politica. Ad onta di cio riflette il nostro autore che la scienza non ha fatto tutto quel pro- gresso che potevasi aspettare i.° per la stessa natura della scienza , end' ella ha una diretta influenza sulla felicita ; 3." per la trattazione di quistioni isolate e premature sem- pre alia cognizione dell' intera scienza ^ 3.° pel pregiudizio 362 PRINCin DI ECONOMIC I'Ol.lTICA , che neir economia politica non faccia d' nopo di stiidj si- stematici , nia del semplice l)uon senso o talento pratico ; 4.° per la confuslone dell' economia colle scienze e colle arti sussidiarie. Ecco il rapidi?simo ceiino die ne porge il Senior intorno alia storia deli' economia politica , e che a tutti apparira troppo succinto e breve , ove si ponga a confronto anclie con quello ch' e pure ristrettissimo del Say sui progressi della scienza incominciando dagli antichi sine a' nostri giorni (1). Questo cenna pero oltre ad esser troppo corto e compendioso , non sarebbe sempre verace ed intero. In primo luogo e egli vero che T economia come scienza non esista che da un secolo? In secondo Iiiogo perche si tace nella sua storia il sistema mercantile o di Colbert , mentre si rammemorano quelli di Quesriay e di Smith? In terzo luogo e provalo che non avrebbero lavo- rato al perfezionamento di questa scienza che Quesnay , Smith e Say, ossia gli scrittori francesi ed inglesi' Per ul- timo, sussiste che lo Smith sia lo scrittore originale e su- periore , e che abbia il merito di non avere spinto troppo oltre le sue favorite teoriche ' L' economia politica come scienza fu studiata da Platone e da. Aristotele , limitandosi ad asserire il Say nel suo Com- pendio che gli antichi non posero molta riflessione al com- plesso delle cognizioni di questa scienza la quale giunse soltanto recentemente al grado di certezza. II Sismondi nei Nuovi dementi (TecoiLomia politica, ne'quali premette anch'egli un prospetto istorico de' suoi progressi , parla di Senofonte che negli Economici defini con tutta esattezza la scienza del- I'economia , lasciindo un aureo trattato svlle finanze : di Pla- tone che nel secondo libro della Repubblica va esponendo col- I'origine della societa un sistema d' economia fondato sulla dlvisione del lavoro , dimostrato con una chiarezza e con una precisione superiore a quella degli scolari di Smith ; ed infine di Aristotele che nel suo trattato pure sulla Re- pubblica avreljbe consacrati pardcchi capitoli alia profonda cognizione della ricchezza (2). Oltrediche se il medio evo (i) V. Cours compht d' economic politique et pratique. Troisieme edi'ion , ill 4.°, Bruxelles , l836. Histoire abregee des progres de V economic politique, pag. 56 1. (a) V. Nouvcaux principes d'ecoitomie politique ou dc la rickcsse , torn,, i. Paris J 1 819. Histoire de la science, liv. I. DI N. O. SENIOR. 363 non fu r epoca piu propizla alle scienze in generale , non puo dnbitarsi per altro ch"" essa non andasse onorata delle pill Ijellc Istituzioni economiche, quali sono le cam- Mali, le Ijanche , i monti di pieta e le assicurazioni. E non rimontano al medio evo Y invenzione del sistema mercan- tile per confessione dello stesso Sciy, la legislazione itatu- tiiria italiana nella cjuale si provvedeva a' niei'cati ed al lusso colle leg;;;i sontnarie , lo splendore di Venezia e di Firenze cosi celebri nel commercio e nella navigazlone ? E non s' accordano gli eruditi e gli storici tra cui il Say, il Sismoiidi , il niarchese Gino Capponi, il Pecchio e il De Augustiiiis nel discorso storico-cridco sull' economia sociale , nel dicliiarare reconomia una scienza antica, contempora- nea ad Aristotele e che comlncio in Italia sino dalPanno 1882 (i)? II Senior pertanto nel sue compendio avrebbe lasciata una lacuna importante per la storia di questa scien- za , ed erroneamente assegnata la primissima sua origine. E strano altresi il suo silenzio intorno al sistema mercantile o di Colbert, tuttoche ne parli assai lungamente, allorche si mette a confutarlo. Forseche un tale sistema non si lega anclie istoricamente con quelli di Quesnay e di Smith ? Forseche esso non venne elevato a principj ed a teoriche al pari di questi due , e non esercito aljbastanza influenza e sugli scrittori e sui governi per essere anuoverato nella storia della scienza ? Qualunqne sia il motivo, fors" anche I'avversione o il disprezzo d' un tale sistema, cli' indusse il Senior a non nominarvelo , esso costituisce un fatto scien- tifico di tanta importanza che non puo esserne ar])itraria- mente cancel! ato. D"altroude il colbert.isnio si congiuuge cogli altri grandi sistemi economici per sifFatta guisa , che riesce irapossibile il vederne tutto il graduate svolgimento , ove se ne interrompa il filo col trapassarlo. I sistemi economici incominciano da! principio del commercio, s' avanzano a quello della produzione agricola , indi dell' industria e del lavoro , e finiscono alia triplice industria commerciale, agricola e nianifattrice. Ecco 1' ordine naturale e necessa- rio ch" essi porgono sicconie fatti o fenomeni nella storia; e quest' ordine non puo essere alterato senz' alterare la storia medesiuia. (i) V. // PruQreiso di Naiioli-, vol. xiii , Ibii5. 364 PUINCIPJ DI r.CONOMlV rOLITICA, Se non che e conferraato che il Quesnay, lo Smith eel il Say concorsero essi soli al perfezionamento dell' econoniia politica ? Se la scuola inglese lia diritto ad alta i-inomanza iieir economia pubblica , essendo stata quella che a' tempi nostri la spinse ad nn grado di superiore elevazione ; se la scuola francese puo compiacersi nell' essere stata 1' in- ventrice del colbertismo e del fisiocratismo , perche dovranno andar defraudate del lore nierito in quella le altre scuole o nazioni ? E chi ignora che le prime teoriclie suUa moneta e sui cambi furono spiegate dallo Scarnffi reggiano (iSBa), dal Davanzad fiorentino (iSag), dal Turbolo (1607), dal Brog- gia (1743), dal Galianl (172,8) tutti napolitani, e poi dal Montanari modonese (1680) e fiiialmente dal celebre CarU istriano (1754), deterininatore della giusta misura o pro- porzione tra i metalli monetati e gli altri valorl? E non fn il Scrra cosentino (161 3) che trovo pel primo il prin- cipio produttore dell' industria e quelle del sistema mer- cantile fondato suIP altro principio che le sole ricchezze sono r argento e T oro ? E chi puo rapire il vanto al Ban- dini sienese (1737) d' essere stato il precursore del fi- siocratismo, rW Ones ed al IVeri, ed anzi alia Repubblica milanese (1248) d' aver anticipate le idee sulk liberta del commercio, e d' aver conceputo ed effettuato il grande progetto del catasto o censimento delle terre alia piii giu- sta percezione delle pubbliche imposte? Chi vorra dimen- ticare clie le due prime cattedre d' economia in Europa furono stabilite Tuna in Napoli coll' insegnamento affida- tone air abate GenovesL (lySS) e T altra in Milano sotto I'istruzione dell' immortale autore dell' opera sui delitti e suUe pene (1769) che analizzo pel primo le vere fun- zioni dei capitali produttivi, e che intravide eziandio il gran principio del sistema smithiano^ che la separazione cioe dei lavori contribuisce piu che mai a moltiplicare le pro- duzioni ? E una vera niiseria quella di dover discendere ad aniiche riniembranze •■, ma la giustizia il vuole , perche il patriraonio del sapere o delle scienze e inviolabile presso tutte le nazioni , e perche questa i una delle tante volte che i dotti d'oltramonte dimenticano bruttamente la raemoria de' nostri piii grandi pensatori. Queste nostre forti parole non si dirigono pero al Say il quale nel suo brevissimo compendio della storia dell' economia concede generosamente agl'Italiani la primazia nel sistema mercantile,, e ricerda BI N. G. SENIOR. 3^65 €011 onore i nomi di Galiani, di Verri e di Beccaria, co- niechfe not! proferisca scmpre un retto giudizio sopra i iiostrl scrittori (i). Finalmente ne duole di non poter nem- iiieno ammettere tutto quello di die il sig. Senior va ri- meritando lo Smith. Se non ci dk cagione di dubitare del- V originalita dello Smith T aver egli approfittato delle grandi idee di Hume e dcU' istrnttiva conversazione di Quesnay per dipartirsi dai due sistemi esclusivi rune commerciale e r altro agricola a' suoi tempi accreditatissimi , non pos- siam pero consentire ch' egli non fosse uno di qtielli che spinsero alle estreniita le sue dottrine. Tntti sanno che il lavoro e costituito dallo Smith couie sorgente unica della ricchezza e d" ogni valore , e la divisione di esso siccome causa principale del perfezionamento delle facolta clie ser- vono ad efFettuarlo. Quindi e die con tali principj esclu- sivi ed assoluti da lui non si riconosce veruna ricchezza naturale od agricola, e di niun momento I'industria com- merciale , siccome sono quasi improduttivi i capitali fissi, e dimenticati i procedimenti intorno ai cambj e alle ren- dite dei fondi de' proprietarj. Cio e tanto vero che i piii caldi e sinceri estimatori dell' economista inglese come il Say non esitano a teinperarne i principj e le coiiseguenze ed a risguardare il suo sistema come non compiuto e di- fettivo, ne sempre corrispondente co'risultaiiienti deU'espe- rienza. Cio e tanto vero, che gli stessi Inglesi Bicanlo, Ganilh e Mncculoch si sono intetamente distaccati dal loro maestro, sostituendo al metodo dell' esperienza quello del calcolo e della speculazione. Veggiaino ora quali slano le dottrine od il sistema di Senior, su di che s'aggirano sin- golarmente le cinque capitali proposizioni. § 3. Ricchezza. Valore. Cambio. Moneta. Popolazione. Pro- duzione. Consume. Lavoro. Le dottrine economidie del Senior si riferiscono alia ricchezza ed al valore, a\ camhio , alia moneta, alia popola- zione, alia produzione , al consumo ed al lavoro, riservan- doci di considerare per ultima ed a motivo della sua grande importanza la celebre quistione sul sistema mercantile. La ricchezza in economia ebbe assai diverse definizioni. II Gioja ne cita tredici ( tomo 4.' ) , senza quelle ch' egli non (l) v. Conn complet etc., png. 569. Bihl. hal. T. LXXXIII. 24 366 PRINCIFJ DI ECONOMIA. POLITICA, si euro dl rapportare , o che vennero date dopo il suo J^uoio Prospetto delle scienze economiche. La ricchezza in economia politica suona ben altro da cio che significa nella lingua comune. Pel Senior una cosa qnaliinque che sia og- getto di ricchezza , o che abbia valore deve avere le tre seguenti qnalita , V utilita , i\ limite nella qnantiia e \a tras- feribilita. U utilita e la facolta diretta o indiretta di caglo- nar piacere od un soddisfachnento qnalunqiie. Essa non dinota qualita intrinseclie , ma una semplice relazione tra le cose e i piaceri e i dolori. II liinite nella quantita co- stituisce il valore delle cose e quindi la loro possibilita ad esser cambiate. La trasferibilita e la loro capacita ad esser trasferite da persona a persona assolutaniente o a tempo determinato : laonde slccome non si trasferisce se non quello eh' e di alcuno, cosi la trasferibilita suppone la proprieta , come la proprieta suppone la ricchezza. Percio secondo il nostro autore la ricchezza componesi di tutto quello ch' e proprio o d'altrui, e suscettivo dl cambio e dl valore. La definizione del ialore , ovvero la suscettwitit di una cosa ad essere data o rlcevuta in cambio d' un' altra, od anche la relazione precisa tra due oagettl le cui quan'itd possono essere concamhinte entra od e compresa in quella della ric- chezza. A determlnare il valore o cotesta relazione occorre da un canto la forza delle cagioni che danno utilita alia cosa ond' essa e richlesta , e dall' altro la debolezza degli ostacoli che limltano la sua quantita , o veramente la fa- cilita di prodnrla onde poterla ofFerire. La prima e la do- manda e la seconda e V offerta: dal che consegnlta che i valori reclproci di due date cose sono soggetti a perpetue varlazloni per le cagioni intrinseche ed estrinseche dalle quail dlpendono, sebbene sotto un certo aspetto un tale valore possa dirsi farmo , come quando le sue fluttuazioni riguardano a cagioni intrinseche per le quail il suo alzarsi od abbassarsi non e generale. Per tal modo ognuno av- vlsa come la definizione della rlccliezza data dal Senior difFerisca dalle altre sclentifiche che ne porgono gli autori e che contengono o 1' elemento del prodotto nett.o , o la materialita e la durahilitd delle cose , oppnre la loro capa- cita a' cambj ulteriori ; le quail cose sono pluttosto acci- dent! che non qualita essenzlall e costltutive della ric- chezza medesiraa (i). Se non che la definizione stessa del (I) V. Pag. 47, 72 e 1 38. DI N. G. SENIOR. 867 Senior parrebbe soggetta a qualche difficolta , ove ci luet- tessiino ad esaminarla con logico rigore. II piacere e T effetto della ricchezza , jna non la ric- cbezza stessa. II pane non place piii a chi e sazio, eppnre esso e ancora in se medesimo una ricchezza. V ha delle cose che danno piacere, e che sono tutt'altro die ricclrezza. L' aria che si respira e piacevohssima , com' e gioconda la luce che si vede, eppnre ne I'aria, ne la luce si po- sero niai nel novero delle ricciiezze. La ricchezza in ge- nerale lungi dall'esser quella che produce il piacere, all'in- vece e qualunqiie oggetto materiale o per se stesso, 0 pel siio modo che ahbia la sola facolta di soddisfare immedlatameiite o mediatamente ad uno o piii bisogni. In lal senso la riccliezza lia il suo prime elemento nell'essere materiale , comprende non che le cose di necessita, quelle ben anco di mero comodo o piacere, ed ha la sua utilita nella facolia o di- sposizione a poter soddisfare a'nosiri bisogni. La ncc/jezza richiede necessariamente il limite nella quantita, senza di che non e possihile ne il cambio, ne la determinazione di un reclproco valore, come pure la trasferibilita o la pro- prieta ^ poiche cio che non si puo possedere non e ric- chezza ne per noi , ne per gli altri. Queste due qualita sono per altro relative e secondarie , ma quella dell' utilita e principale e predominante. La prima e riconosciuta da tutti gll economisti ; e le altre due vennero iatrodotte come nuovi elementi soltanto dal Senior. Ma progredendo uell'esa- uie della defiaizione della ricchezza , vediamo se la riccliezza possa identificarsi col valore, e quindi col cambio f, sicclie non ci sia ricchezza dove non v'abbiano cambio e valore. Quest' idea si distingue un po' da quella colla quale si vor- rebbe non esservi ricchezza se non dove ci sia Uworo, oppnre materia a cambio ulteriore, ma in fondo collima a quella, in quanto viene a far della ricchezza un solo oggetto di valore. Ma la ricchezza e qualche cosa di diverso e di sussistente per se indipendentemente dal valore. La ricchezza e il sog- getto, ed il valore 1' attributo. L' una pub coacepirsi senza deir altro almeno nel suo senso proprio. Perloche se pos- siara dire che il valore racchiude sempre la ricchezza, non COS! potremo aliermare che la ricchezza abbia sempre con se il valore, massime che pel Senior il valore suppone il mercato o la relazione delle cose da concambiarsi , e quindi e piuttosto il loro prezzo die non il pre^io o la stiuia in 368 IPRINCIPJ DI ECONOMIA POLITICA., generale che dipende alia fine dall' utilita o da cib die forma essenzialmente la ricchezza medesima. Laonde se in ecouomia e assai famigliare e comune la proposizione die il creare ricchezze vuol dire creare valori, cio deve inten- dersi per vero soltanto, allorche si prenda la parola di valore nel senso di cosa die vale o die e stimata, nia non gia di cosa die si cambia con un' altra. Egli e percio die in quest' ultimo caso il valore e variabile , mentre ri- iiiane costante ed invariabile la ricchezza ossia la qualita intrinseca onde risulta. A togliere pertanto ogni equivoco non sarebbe nial fatto il i-idurre a piii preciso e costante significato questa parola di valore. II valore ha un signi- ficato doppio generale e particolare. II valore in generale e cio che vale e si stima una cosa, e potrebbe dirsi ^regio, il quale e comune se di tutte le cose in generale , o speci- fico se d"" una o piii cose in ispecie. II valore in partico- lare e la quantita d' una cosa paragonata con un' altra , e potrebbe appellarsi prezzo. II valore in questo senso non e altro die il preglo delle cose determinato e riconoscluto all'atto del contralto o del cambio. Allora si distingue net- tamente la ricchezza dal valore e si capisce subito come non si dia ricchezza senza pregio o stima , e come la quantita o la relazione della ricchezza s' accompagni col valore del cambio o del mercato. La ricchezza oltreche si moltiplica e si produce coUa spinta d' un desiderio indefi- nito , o di quella generale persuasione die divenendo ric- clii si pixo soddisfare a tutti i nostri bisogni , e fatta per difTondersi e per circolare. A quest' uopo intervengono il cambio e la inoneta. II desiderio e lo stimolo o 1' eccita- mento; il cambio e la moneta ne sono il mezzo. II cambio segue la legge generale che il valore rispettivo delle cose sta ill ragione diretta della domanda ed inversa delV offerta. Se le cose da camlDiarsi sono oggetti consueti e di cambio diretto, come una lira con venti scellini , la transazione e facile e semplice. Se il cambio deve elTettuarsi con cose di natura diversa , come tra grano e carbone , allora vi occorre una terza cosa , un misuratore delle altre due. Quest' universale misuratore del valore delle cose e la nioncta , la quale non si considera ne come mezzo di go- dimento , ne come mezzo di trasferimento , ma siccome pe- giio circolunte che non puo mai essere consumato almeno intenziooalmente , ch' e diverse dal credito personale in DI N. G. SENIOR. 369 alia persona, vale a dire, un vero e semplice sostituto del crcdito , un mezzo universale del cambio. A tale nflicio la nioneta deve avere i requisiti a) dell' unZita e del valore, h) della qucdita uiiifornie , senza di die noii sarebbe una od unica , c) della divisibilita in parti piccole senza dete- riorare nella sua propria natnra , d) della trasportazlone d' un luogo alFaltro colla ininore spesa e col minimo pe- ricolo, e) della durabiiita, f) del valore costante. La nio- neta percio non puo consistere die nell' argento e nell' oro, i quali per essere preziosi hanno il privilegio od attributo deir ubiquita, ossia un valore indipendente dalla localita in cui sono posti. La inoneta per6 come mezzo o strumento al cambio puo essere supplita dalle cainbiali. Ma queste nozioni del Senior sulla legge o formola del cambio del valore e sull' indole e sugli ufficj della moneta non sono tutte ugualmente giuste , comedie siano chiare ed evident!. La legge o formola del cambio espressa dai Senior e comune presso gli economisti italiani. II Verri ed il Frisi dissero gia cbe il prezzo delle cose sara in ragione diretta del nnmero de' compratori ed inversa de' venditor! ; ma dicliiarano soltanto approssimative iifFatte proporzioni , men- tre a rigore i compratori dovreljloero essere di quantita uguale, atrinclie I' esattezza geometrica ne andasoe contenta. II professore Valeriani corresse questa formola, sostituendo ai compratori Vinchiesta, e ai venditor! V offcrta , ond'egli in linguagglo algebrico la ridusse a P = - . II Gioja nella teoria del prezzo , mentre si fece ad indagare in tutti i suo! element! e in tutte le sue variazion! , il fece dipen- dente dair utilita , dal nuuiero de! compratori e de! vendi- tor! , dalle aflfezloni e dai singol! oggetti die possono influire sulle loro forze rispettive ^ poidie a suo avviso fra i com- pratori e ! venditor! nasce una specie d! lotta o contesa nella quale ciascuno studiando di provvedere al proprio bisogiio a spese del suo conipetitore , fa basse esibizioni ed alte domande , alle quali T altro ne oppone delle uguali, finclie non s' accordino tutti e due col dividere la diffe- renza delle loro pretese in ragione delle loro forze (i). (1) O/ieie Jilosofc/te di Pietro Verri, torn. 21. Pavia , 1800. = Gioja- Jiuov'j Prospctto delle scienzii ccimomiche , tomu 3.° Milano , i8i5-iSi7. 3~0 PRINCIPJ DI ECONOMIA. POLITICA, Qualuncjue pero siano i termini della formola i compratori o V inchicsta, i venditori o Vojferta, questi termini priraa- mente non abbracclano tiitti gli element! si intrinseci che estrinseci del prezzo che sono moltiplici ed infiniti ed in- finitaniente variabili. Ip secondo luogo I'inchiesta e Tofferta lianno rispettivamente de' confini in loro medesime e nel- r interesse limitalo di quelli clie rappresentano , sicclie un solo compratore puo prodnrre talvolta V efFetto di dieci o viceversa. In terzo luogo 1' esattezza della proporzione o ragione diretta ed inversa non puo verificarsi die tra due ternilnl esattamente uguali ed omogenei , e qnindi non nella domanda diversa dalF ofTerta , la prima delle quali e posta dal Senior neW utilita , e la seconda nella quantita delle cose. La legge o formola pertanto del prezzo se- condo il Senior e tutti gli economisti anche italiani de- v' essere accettata con alcune modiiicazioni o restrizioni le quali vengono opportunamente avvertite dal Senior stesso in quanto conchinde che il prezzo generale di tntte le cose, cioe la quantita di ciascuna che si camhia coUa quantita d'un'ahra, non pno rimanere la stessa per un sol giorno. Air incontro ci jjajono assai belle ed acute le osservazioni che ei va facendo suU' indole e sul requisiti della moneta, e si puo convenire che fra le altre e nuova quella che riguarda la moneta come semplice credito o sostituw del eambio, e come tale perpetua ed indestruttibile. Venendo il 5enz'or a parlare iinalmente delta popo/r/z/oMP, della prodiizione , del consume e del Uworo , molto a pro- posito insegna che la popolozione , soggetto importante ed immenso per I'economia , e rattenuta da freni positivi e pre- ventivi , qviali sono il male fisico , la morale e la pnidenza, laonde per suo avviso sono cause spopolatrici e necessarie in Europa i mestieri insalnbri , il clinia cattivo , il lavoro arduo e soverchio , le guerre, I'infanticidio , il libertinaggio, Pirotta = Del pre22o delle cose tutte mercatabili. Trattato legale-economico, JBologna, i8i5, in Sf, pag. agS. 11 V^aleriani gia professore d' economia pubbllca nelT Universita di Bolo- gna , e che cou rispetto e con vei-a gralitudine rirordiamo siccoiue un nostra maestro , e uno dei tanti Italiani dottissimi in cni faraa letteraria non ugua- glio sicui-amente il merito. II Gioja lo cita in nna nota per confutarlo , ed e solo ade«50 clie il profesfore Ignazio Montanari pubblicando in Forli (i836) ventiquattro bio<;r.iGe di llliistri Ivoiiiagnoli vi coniprere anclie il suo nonie. 11 Valereani era ^apientissimo singoiarmente nell' economia, ma trop])o mo— desto e non cnraotc per accattarc luia ripwtazione romorosa. Dl N. G. SENIOR. 3- 1 il celibato volontario suggerito dal tiiuore e dal lusso^; clie la produzione si ridnce a cagionare tale cambiainento nello stato delle particelle della materia da poterne ot- tencre qualche cosa in cambio ; onde i prodotti materiali ed immiiterUili ; clie il consumo coasiste noa gia nel di- strnggimento intenzionale della ricchezza , ma si bene nel- r uso d' una cosa, la distruzione della qnale sia un'mc/- denza commie, nia non necessaria , dipendeado percio la ricchezza d' una nazione in gran parte dal preferire gli oggetti di lenta a cjiielli di rapida consnmazione f, che il lavoro come strumento principale alia produzione altro non e clie r esercizio delle facolta del corpo e della mente del- Tuomo diretti a produrre ^ laonde alia produzione ed al lavoro concorrono agenti naturali come la terra , i finmi e gli animali, ed agenti artifiziull coiue i capitali e le inac- cliine : cbe la divisione del lavoro e 1' uso degl' istrumenti o delle uiacclune sono cagioni potenti al miglioramento e susseguite da efFetti iniportantissixni ; clie V astinenza, cioe la condotta d' una persona la quale si astiene dalV uso im~ proiluttk'o o preferisce la produzione di risultatl remoti a quella di risiiUati immediati , sarebbe un altro mezzo poten- tissimo alia produzione, tanto piu eflicace e piii prege- vole , quanto e generalraente quello die si sdegna d''im- piegare. ]\Ia anche su queste dotirine economiche del Senior cbe sembrano a prima vista inconcusse ed incon- trovertibili, potrebbesi notare cir egli non cousidera la po- polazione ne" suoi rapponi col lavoro e coUa produzione, forse percbe, al pari degli altri economisti inglesi, stlma piu le macchine che la forza dell' uomo , che le cause spopo- latrici quantunque sussistano nella legge ineluttabile di na- tura, non ponno dirsi mai necessarie ; poiclie ne' ben or- dinati governi si pensa in vece a combatterle e ad escluderle; che la cosi detta astinenza dalP uso o dal consumo ( parola assai impropria almeno per la nostra lingua ) non pub con- tribuire cosi validamente alia produzione si perche cssa vi giova soltanto in modo indiretto, si perche e tutta pro- pria o particolare a quelle poche produzloni che non si ottengono che tardi e con gravi spese. Fra tutte le dottrine perb del Senior quella cbe mcrita particolare attenzione, si e r opinione assoluta e dogmaiica che egli mauifesta in mezzo alle grandi discussioni suUa tcoria mercantile , o suUa libera concorrenza nel commercio. 372 PRINGIPJ DI EGONOMIA. POLITICA, § 4. Teorhi mercantile della ricchezza. La teoria mercantile e in dibattimento a' di nostri siccome tina controversia d' interesse europeo. Essa come tale e agi- tata particolarmente in Inghiherra ed in Francia , ma con vario successo;, poiche mentre dagl' Inglesi si propenderebbe ad abolire il sistema mercantile o proibitivo; dai Francesi si attende a mantenerlo sotto il nome di sistema conseivutore o proteiigitore. Ancbe gli economisti italiani e tra gli altri qnelli di Toscana in un col Eomagnosl pre&ero parte a si fatta qui&tione , invocando gli uni Li liberta del commercio nelPanaona, e 1' altro I'mtera ed illimitata liberta in ogni specie di mercato; senza aver forse un sufliciente rignardo a tutte le conseguenze del passaggio troppo violento dal sistema delle restrizionl a quelle dell'assoluta indipendenza. II Senior acerrinio nemico della teoria meicantile fa tutti gli sforzi per alDbatterla , sebbene non si possa applaudire ne al linguaggio troppo amaro , ne al ridicolo con cbe corre talvolta a vituperarne i sostenitori. Egli ba raccolto in breve tutte le ragioni che possono favoreggiare la causa del libero commercio, mostrando ad nn tempo i principj , V origine, le citgioni e gli effetti deU'opposto sistema mercan- tile. I principj di questo sistema, egli ne dice, consistono nel proibire T estrazione dei metalli preziosi, nel far commercio soltanto colle nazioni cbe pagano in contanti , nel proibire o limitare 1' importazione delle merci cbe fanno preponde- rare la bilancia del commercio passivo; nel renders! in- dipendenti dalle altre nazioni , nelT eccitare la produzlone interna , e nel fornire di qualita migliore ed in maggior copia queilo che si cerca a' forestieri. La cagione princi- pale ed immediata di si fatto sistema si scorge nelP opi- nione cbe la moneta sia riccbezza o valore , e non gia mezzo al cambio , indi nella gelo'ia nazionale e nel biso- gno deila sicurezza interna e dell' intervento governativo. Pero piu di tutte queste cagioni ba influito sicuramente la vista deir interesse, onde si penso generalmente essere piu ricco il paese dal quale si esporta di piii , e s' introduce di meno. Cbeccbe sia di tali cagioni, egli e indnbitato che dopo il sistema mercantile nacquero tra le nazioni una specie di rivalita , una necessita di reciprocanza o di guerra, un linguaggio comune di finanza cbe ingombra ed altera tutti i ragionamcnti e tutti i sisteini di pubblica eeonouiia. Dl N. G. SENIOR. 3 70 11 Senior si fa ad impugnai-e un tale sisteina con im ap- parato verameiite imponeute dl ragioni , non teinendo a sostegiio del siio principio troppo assoluto di toccare anco agli estrenii. Tali ragioni sarehljero le seguenti : i.* II bene dal far uso largaaiente della riccliezza o delle produzioni de'viciiii, anche con minore spesa ; 3." rimpossibilita d' in- coraggiare una classe dt produttori senza scoraggiare le altre col piivilegio delle tariU'e o delle proibizioni ; 3.^ la proibizione delT iniportazione d' una cosa , la quale diventa la necessaria proibizione dell' esportazione d' un' altra cor- rispondeiite ; 4." il vantaggio del commercio non in cl6 clie si e dato ma ricevuto, onde il forestiere ciie non ri- ceve le nostre mercanzie o deve negare le sue , o darcele per nulla; 5." I'erroneo principio di valntare la riccliezza dalla quantita dell' oro e dell' argento come moneta reale e non di conto ; 6.^ V impossiljilita di ridnrre ad atto pra- tico i principj del sistema mercantile , si perclie e impos- sibile la bilaucia continuativa del commercio favorevole o in danaro contante , si perche una nazione non puo con- servarsi a liingo indipendeate dalP altra ; 7." la perdita del pubblico di gran lunga maggiore del guadagno nel sistema delle proibizioni , e cbe cade tanto dal lato di coloro die avre])bero camliiate le nierci estere colle naziouali, quanto dal lato di quelli clie consumano le non nazionali ; S/ I'as- soluto e comune vantaggio nell' abljondanza la quale non puo ottenersi che nel sistema d' un commercio libero o nella libera concorrenza ; 9." la necessaria reciprocita nel- r indipendenza e nella sicurezza delle nazloni ; per la quale incominciano le gelosie e le guerre tra loro, ove si pretenda aU'esclusiva nell' una o nell' altra ; 10.^ la spesa e gl'in- convenienti dell' immediato e continuo intervento governa- tivo per la riscossione delle tasse doganali , e per 1' impedi- mento del contrabbando ; 11.* la compensazione del danno de' privati col bene pubblico prodotto soltanto dalla liberta assoluta del commercio; la.^ il contraljjjando immancaliile nel sistema delle proibizioni con tutli i suoi disordini , cioe i delitti , la miseria e la spesa enorme per la pub- Ijlica sorveglianza ; i3.^ la maggior riccliezza, la maggior indnstria e la maggior estensione de' capitali tra il llliero commercio e 1' arbitrario csercizio delle proprie forze , senza le imposte parziali clie somministrano inotivi artili- ciali di condotta ; 14." il voto degli siessi negozianti di 3^4 PUIXCIPJ DI ECONOMIA. PuI.I TUU , Londra, i quali colla loro petizione del maggio i8io (i) ricliiesero il parlainento delP al)oIizione del sistema mer- cantile siccoine ingiiisto ed impolitico. Ad onta die siano cosi forti e stringent! le ragioni del Senior, esse pero non valgono a rimovere ogni dnbbio , e a farci pronunciare una sentenza delinitiva ed assoluta sopra una cosi avvilnppata quistione. Noi vediamo tuttavia divisi su di essa i teoristi ed 1 pratici sii?golarmente in Francia. I teoristi die sono in generale gli scrlttori ed ai quali apparterrel)l)e il Se- nior, reclamano 1' intera ed immediata liberta con viste mei-amente speculative, e die non s' accomodano ancora coll espericnza e coi fatti. I pratici tra cui si comprendono i negozianti e gli amministratori pul)l)lici, parteggiano pel sistema proihitivo o restrittivo , ne consentirono finora an- clie in Inghilterra die al ribasso d' alcuae tarifFe. D' altra parte se la permessa estrazione dei grani e delle sete gregge porgesse gia felici risultamenti in pratica, non sa- rebbe lecito da questo fatto od esempio particolare argo- mentare al sisteina universale, mentr' esso lascia intatto tuttavia il principio della restrizione suggerito almeno dai motivi deir erario o deirimposta , della pubblica sicurezza , o del favore alle faljl^ridie e all' industria nazionale. Ad isciogliere in raodo veramente irrepugnabile si fatta qui- stione occorrono fatti e cifre die in econoinia pubblica val- gono pill di qualuuque ragionamento. Quindi bisogna far Voti die da un canto vengnno riscliiarlti e deciferati que' fatti che anche I'lstituto di Francia ultimamente ba ri- chiesti affine di conciliare la liberta del commercio coll' in- teresse de' produttori e de' consnmatori , e die dall' altro una nazione qualunque preceda colT esempio della propria rendita accresciuta sotto il sistema della libera concorrenza; poiche allora gli stessl governi spinti dalla prova dell' utile verranno animati ad accogliere quel sistema dl finanza che finora non e che un pensamento generoso degli scrlttori (a)- (i) V. Tag, 85, 93, 102 e 137. (2) v. Bihliotheque universells de Genei/e. Juin, i836. Quesito clell'Isti- tuto franrese per 1' anno i836. — Quando una nazione si prcfigga di sta- bilire la liberta del coninierclo , o di modificare le tarift'e delle dogane, quali fatii debba prendere in considerazione a fine di conciliare nel inodo \m\ conveniente ed agevole 1" intcresse d«' consumatori con quello de' produt- tori nazionali. DI N. G. SENIOR. 375 ^ 5. Merito dclV opera del Senior. II merito dell' operetta del Senior potrebhe esser risguar- dato sotto due pnnti od aspetti, T nno del progresso della scienza e Taltro del suo insetinaniento. II primo e 1111 me- rito reale ed assoluto, il maggiore ciie si possa desiderare ; ed il secondo relativo e secondario , ma di grande van- taggio. II Senior si distingue piu per qnesto die non per qiiello. Egli al progresso dolla scienza avreijbe tentato d' in- trodurvi dei nuovi elementi quali sono il limite e la trasfe- rihilith neiia delinizione deila ricchezza , 1' idea del sostituto nel canibio, o del credito nella nioneta, V astinenza come prlncipio eflicacissimo alia prodiizione, ed il sistema del- I'assolnta lilierth nel commercio anclie nei casi e motivi pei quali i piii moderati se ne fanno propugnatori ; ma questo progresso non e reale ed effettivo , mentre tali prin- cipj quand'anche fossero nuovi non reclierebbero un asso- luto mutamento alia scienza, andando soggetti a moltissimi dnbbj , siccome apparisce dalle nostre osservazioni. II me- rito veramente incontrastabile dei libro del Senior trovasi nella parte diduscalica, nella quale risplendono in grado eminente la sicurezza del metodo sperimentale o dei fatti, la cldarezza e la brevita delle materie , la semplicita della scienza e la precisione del linguaggio tecnico. Quanto pero alia semplicita della scienza e de' suoi principj , uoi noa temiamo d' osservare cbe il libro del Senior renderebbesi ancora piu utile ed importante, se si fosse fatta sentire in esso la necessita di trovare o scoprire il primo principio economico , generatore di tutti gli altri , e dal quale dipen- dono le stesse cinque fondamentali proposizioni , a die stimo il Senior di ridurre con tanta perspicuita V intero corso d' economia. Questo primo principio die deve dare I'unita sistematica alia scienza eziandio economica , sicu- ramente esiste, ed e ben diverse da quello cbe venne ac- colto sinora da' piii rinomati scrittori. Noi non osiamo di anticiparlo per 11011 comparire avventati e precipitosi , e perclie una lunga e posata meditazione e quella soltanto die vale ad iinprimere la scienza d' un carattere novello c a darle una spinta ad ulteriore progredimento. B. Poli. 3/6 Iconografia della Fauna italica, di Carlo Luciano Bo-' N APART E , principe di Musignano. — Roma , 1 832-36 , if/^o^ra^a Salviucri , in 4.° Sono uscid finora fascicoli i5 al prezzo di scudi tre romani {pari a lir. 16. 11 ital. ) per ciascun fascicolo contenente sci tavole co- lorate. II testo resta compreso nel prezzo stabilito per ogni fascicolo. Osservazioni di Giuseppe Gene , professore di zoologia nella R. Universita di Torino. Fascicolo VIII. (i) I. Arvicola arvalis Lacep. — Arvicola terrestris Bonap. — Arvicola amphibius Lacep. X er lungo tempo gli Arvicoli fecero parte del genere lin- neano Mils., ma i naturalist! aflinando ognora piu le osser- vazioni, s' accorsero come fosse indispeusabile di sottrarneli e di circoscriverii in un genere proprlo e distinto. Ne questa operazione metodica parve poi ba stare alle esigeuze della scienza: si giudico opportuno d'allontanare 1' uno daii'altro questi due generi , e di riferirli a due distinte famiglie dei Rosicanti forniti di clavicole complete e di piii mammelle, e i principali caratteri differenziali vennero somministrati dalla natura dei denti. Nella famiglia Muridce , cui spetta il vero Mus , i mascellari sono semplici; sono in vece com- posti o semicomposti nella famiglia Castondce , cui appar- tiene Y Arvicola. II chiarissimo autore considera quest' ultima come suddivisa in due sottofamiglie : quella cui da il noma di Castorina comprende tutti i generi a mascellari semi- composti, forniti di radici: V Arvicolina , cui serve di tijio il genwe Arvicola , vien distinta dai mascellari composti , privi di radice. E qui T autore espone colla diligenza a lui consueta i caratteri tanto essenziali quanto accessor] del genere, i primi de' quali consistono nella presenza di tre denti mascellari per parte sopra e sotto , profondainente (j; VtUi Cibliotcca it.iliaua , touw 80.", pny. 22. ICONOGRAFI.V DELLV FAUNA ITALIG\ CCC Zj"] solcati dai lati ; nella coda clie e corta e pelosa , e nei piedi fessi. II geiiere Anicola e tanto afiine al Lemnuis di Cuvier clie alcuni moderni li riiiiiiscono insieme sotto quest' ultimo nonie. Negli Aivicoli pero tutte le unghie sono piccole e deljoli ; laddove nei veri Lenimi quelle del piedi anteriori sono grandi , valide, atte a scavare. laoltre la coda del secondi e sempre brevissima. I denti sono perfettamente siuiili in quest! due gruppi , e cosi pure nei geaere Fiber spettante alia stessa sottofainiglia. Questo ha le dita dei piedi posteriori fornite di peli marginal! e la coda lunga , compressa, ancipite. II ciljo principale degll animal! del genera di cui trat- tasi consiste in raaterie vegetabili, specialraeate semi, ra- dici, Ijulbi. Vi sono alcune specie rhe ajDpetiscono anche le sostan/.e animali. Tiitti scavano la terra, altri per de- porre le provvisioni da servire nell' inverno, altri sempli- cemente per procacciars! un ricovero. Non cadono in tor- pore durante la stagione fredda. La particolare couforma- zione degli organl rende assai limitata la loro vista e cosi pure r udito , ma in compenso godono d' un odorato fiais- simo. Sono gregarj, e 11 loro istinto li conduce a viaggiare in grandi brigate. Fanno escursioni talvolta lungbissime , ma ritornano sempre nei luoghi donde partirono , ne si stabiliscono mal delinitivamente in nuove regloni al modo d' alcnnl topi. Quiudi la patria di ciascuna specie ha con- fin! determinati ;, ed anche dentro una medesima circoscri- zione geografica le diverse specie sogliono abitare ristretti spazj , in cui si riuiiiscono particolar! condizion! local!. VAwicola analis Lacep. , o Aivicola campagrmolo ha le parti superior! di color bruno-falvo, le inferior! grigie; le orecchie mediocri e la coda irsuta quattro volte piii coi-ta del corpo. La sua hinghezza assoluta e di 53 linee, undid delle quali spettano alia coda. Questo animaletto trovasi in tutta V Europa ed e comunissimo nei contorn! di Roma, ove chiamas! Sorcio c'leco. Fugge i luoghi pan- tanosi ; scava nella terra le sue tane , piu spesso invade i cunicoU abbandonat! dalle talpe , e vi accumula i frutti e ! semi di cui si nutre. Ad oga! altro cibo preferisce il IVumento e ne distrugge grandissima quantita nei camp! e suile aje: in ogni stagione poi rode le radici delle pianto, dei i)rati e degli orti i e specialmente quelle de! carciolli . 378 ICONOGRAFI\ DELLV FAUN.V IIALICV, recando cosl imiiiensi danni alia privata e pnbblica econo- mia. In una sola tenuta dell' Agro romano ne furono re- centemente uccisi undici mila nel corso di una stagione. IJ' Arvicola terrestris e di color fulvo-bruno al di sonra, cenerino-rossiccio al di sotto : le sue oreccliie uon eccedono i peli che le circondano^ la coda eguaglia in lunghezza la meta del corpo ; il rauso e ottuso. E lungo nove pollici , compresa la coda. Questa specie e sparsa in molte region! deir Europa dal mezzogiorno al settentrione. S' uicontra frequentemente nella penisola italica ed abbonda nel ter- ritorio Grossetano, in cui sembra cbe siasi andato molti- plicando notabilniente daccbe sonosi intrapresi grandiosi lavori di bonificamenlo. E coinune anche nei contorni di Roma, segnatamente sul luonte Mario e dal volgo cbiamasi Sorca pantanara. Soggiorna nei Inoghi colli , o intorno alle paludi, cambiando sede dall' inverno all' estate. Durante la stagione piovosa abita sul dorso delle coUine di fondo sciolto, e al venir del caldo snol discendere in luoghi bassi e inon- dati. Servendosi assai piu dei denti incisivi che delle un- ghie si scava cunicoli lunghissimi , paralleli al suolo, piut- tosto profondi , forniti di varie uscite. Corre e nuota con grande agiliia. E molto timldo. II suo clbo e esclusivamente vegetabile , almeno tenendolo in cattivita , 1' autore lo ha veduto rifiutare ostinatamente qualunque sostanza aniiuale. Si pasce sopra tutto delle radici dei cereali, delle piante da orto , dell'erbe acquatiche: rode le barbe tenere degli alberi giovani e degli arbusti, singolarmente delle viti. E tanto infesto agli ortolani e ai vignajoli che a Roma si paga per la sua distruzione una meta di piu del prezzo solito darsi per quella della talpa , e dodici volte piu che per V Arvicola arvalis. Finalmente 1' Arvicola amphibiiis ha le parti superior! fulvo-nereggianti , le inferiori cenericre ; le orecchie die non eccedono il pelo che le circonda ; la coda alquanto piu lunga della meta del corpo , e il muso un po' acuto. Questo quadrupede , la di cui statura e alquanto mi- nore di qnella deW Arvicola terrestris^ non solo e difFuso per tutta 1' Europa , ma si stende per I'Asia fino al lito orientale della China e della Siberia, seppure non vuolsi credere che siano caduti in errore i zoologi che asseriscono averlo rinvenuto in quelle contrade. E comune in tutta Italia , e vive costantemente vicino alle acque , sulle ripe DI CAULQ LUCIANO BONAPARTE. 879 tleo^Il stagai, lui:go i fiiimi ed i fossl. Nuota benissimo, si tuffa con vigoie , ma tosto ritorna alia suptrficie per respirare , o si ricovera fra i cespi delle cannucce e dei giunclii, suoi asili ordinarj dnr:inte il gioriio. Scava i cu- iiicoli al modo stesso dell'' A iv cola terrestris , preparandosi al solito nil' uscita clie metta sotto il livello delle acque. Di tutti gli arvicoli e il piii carnivoro e il piii fiero : si ciba di ranocclii , d' insetti d'acqua, di gamberi , d' nova di pesci : assale gli nccelliai ed i topi e ne divora avida- mente la carne. Dotato di un udiio assai fino , al rumor pin leggiei-o si gelta nell' acqna o fugge nella topaja. Al- lorclie e provocato e si vede cliiuso ogniscampo, si rizza su i piedi di dietro e si difende acremente colle uiigliie e co'denti. Al tempo degli amori spande ua ingrato odore di mnschio (i). La femmina produce due volte all' anno sei o sette figli , clie va a deporre fra le erbe palnstri ia una specie di nido quasi sferico assai graade costruito coU tritnmi di paglia. a. Einheriza palustris Savi. L'illustre autore deirOrnitologia toscana , il professore P. Savi cui devesi la scoperta del Dysopes Cestoni, del So- rex ecmscus , del Sorex thoracicus , della Talpa caca , del Mus tectorum, del Falco pojana, della Sylvia luscinioides , della Motacilla cinereo-capilla , fu quegli che, or non sono molti anui, separo questa Emberiza AaXV Emheriza schcB- niclus di Linneo, ritornando cosi in onore una distiazione che fin dal passato secolo era gia stata fatta dall' autore della Storia degli ucceUi , e che gli ornitologi vennti dappoi avevano del tntto o dimenticata o trascnrata. Questa specie ha colV Emberiza schccniclus nna mara- vigliosa soraii;lianza , a tal che la creazione del Savi noa va egualmente a' versi di tutti gli ornitologi ^ ma ha in sue favore il voto di tutti gli osservatori della penisola , e il principe di Musignano die dopo il Roux se n' e fatto sostenitore nel supplemento alio Speccliio comparativo degli uccelli di Filaddfia e di Roma , vien ora a provarne deii- nitivamente la giustezza con un articolo assai particolareg- giato e col soccorso d' una tavola su la quale vedonsi per la prima volta egregiamente rappresentati il maschio, la femmina, il giovane , il nido e le nova deli' ucccllo in quistione. (1) I coutadiui UmbarcU k> credouo odore di biscia. 38o IC0N0GR\FI.V DELLV FAUNA ITALICA Esso difFerisce dall' Emb. schcBniclus per una statura alquanto maggiore , pel capo anche proporzionatamente piu grande, pel tarso piu corto e piu gro9so , e per le tinte delle parti superiori piu intense : ma la diversita princi- pale consiste nel becco , ch' e grosso ed oltuso nella palu- stris , sottile ed acuto nell' altra. E vero die il becco di quest' ultima non e sempre sottile alio stesso grado, anzi e soggetto a variare non poco nelle proporzioni : risulta pero da diligenti ricerche ed osservazioni comparative , die codeste variazioni lianno un llniite fisso e clie le due forme non si confondono giaminai pienamente 1' una coU' altra. Questa specie die trovasi in tutta cpianta I'ltalia, sog- giorna costantemente in luoglii palustri , trattenendosi a heccare il cibo sul fondo pantanoso die cinge gll stagni, e raccogliendo il volo snlle cannucce e altre piante acqua- ticlie. II sig. dottore Lanfossi (i) ha osservato cli' essa noa mangia die vermicciuoli e lumachette , mentre la schos- niclus si ciba di grani. Non si mostra mai nei macchioni o sul terreno asciutto dei prati come fa la schoeniclus , ne i suoi brandii , checclie ne dica il sig. Cautraine , si accomuiiano con quelli della medesima. Le sue raigrazioni sono assai liniitate, e popola le paludi d' Italia meridionale anche alia fine deH'inverno, stagione in cui Y Emb. schce- nicliis non vi si trova affatto. Ha una voce simile a quella dei ranocchi , ma meao stridula e piu sonora. La sua carne e assai men buona a mangiare di quella della schoeniclus , ed ha un odor di formiche. Pone il nido d'esiate sui grandi amiiiassi di canne sparsi per le paludi , e lo costruisce assai voluminoso e capace adoperando foglie di carici e di quadrelli mezzo niarcite, e quinJi flessiblli e moUi. Le uova die vi depone sono d''ordinario in uuuiero di cinque, di un I^ianco sudicio spruzzato di fosco. Abbiam dunque per quest' uccello difFerenze fisiche costanti od aventi un limite nelle loro variazioni , difFe- renze d'abitudini e perfino dilFerenza di sapore nelle carni. Non ostante il peso di tante ragioni, se pur tutte vennero a cognizione dell' illustre Temminck, eg!i persiste nel vo- lume 3." del suo Manuel d'ornithologie a guardar di mal oc- chio la nuova specie. Dopo aver cliata 1' opinione del si- gner Cautraine aiFatto contraria a quella del Savi, e 1' opi- nione del Roux a questa Concorde, scrive : A mon avis il (i) Ccuui sull' oriiitologij louibanUi , toiu. yb.^ di (jucitu Gioriiale, pag. 54- DI 0\RLO LUCIANO BONAPAUTE. 38 1 en est de cet oiseait comme de tant d'autres animaux des differentes rontrees du globe , qui offrent soiivent des caracteres distincts , surtout a la vue seulenient de quelnues erhantillons , mais quon est force de raj)porter d une menie souche primor- diale, lorsqu'on parvient a comparer les iiidividus en nombre tres-considerable. Queste parole coiitengono un' evideate di- sapprovazione della nuova specie , ma si fatti disappro- vazione trovasi dall' autore medesimo, forse senza addar- sene, temperata colle espressioni clie i.ninediatamente la conseguono = Quelques especes d'oiseaux d' Europe nous en fournissent la preuve , comme , par exemple , Fringilla dome- stica et cisalpina. — Or qui domantliamo: chi ha separata la Fringilla cisalpina dalla Fringilla domestica, credendone fare, ne a torto, una liuona e vera specie' il sig. Temminck : lasci adunque valere pel prof. Savi , poiche sono identiche, le ragioni die valsero per lui. Del resto iioi diremo qui cio che abbiamo gia detto a proposito della MolacUla ci- nereo-capilla : siamo fermaniente d' avviso che quando il sig. Temminck unira alia cognizione delle difFerenze fisiche di quest' uccello quella pur anco dclle difFerenze d'istinto, die tutte fors' egli non poteva conoscere al tempo della pubblicazione del suo terzo volume, finira per consentire pienaniente col Savi, come vi consentoao tutti gU ornito- logi itnliani e parecchi fra gli stranieri. 3. Vipera ammodytes Latr. Negli ofidj e nella trtbii dei serpenti propriamcnte detti, e di questi nella sezione dei velenosi, tien laogo di- stinto tra quelli che hauno i denti feritori solitarj la Vi- pera ammodytes. II ch. autore prima di passare a descri- verla in particolare , si ferma alcuu poco a coasiderare \o strano lavoro con cui sono condotti nelle vipere i denti canini , il numero e coUocamento di essi , e T artifizio con cui vengono sguainati e versano dalle ghiandole vescicolari il mortifero veleno nelle ferite. Dall' essere questi denti o solitarj o accompagnati da altri radicati nell' osso mascel- lare, egli toglie argomento di distinguere iu due famiglie, r una chlainata d.dle Hydridce , V altra delle Viperidce , tutti i serpenti che sono forniti di denti fistolosi, e che daniio alia luce la prole uscita gia dalF novo materno. Lasciata quindi da parte la faniiglia delle Hydridce , la quale e tutta composta di specie straniere, segna a grandi tratti i caratteri di quella delle Vipcridae e la spartisce in due Bibl Itcl T. LXXXIII. 25 382 ICONOGRAFI\ DELI.A FAUNA. ITALICA sottofaniiglie , dette Tuna dei viperini, 1' altra dei crotolini secondo clie hanno o non lianno due fossette in quegli spazj die sono tra gli occhi e le nar'ici : ne mancaiio i serpenti della prima sottofamiglla , e ne sono in vece forniti quelli della seconda. Sei sono 1 generi clie 1' autore annovera nella sotto- famiglia dei viperini , cioe Flops, Echis , Cobra, Vipera , Pehas ed Aspis. Noi non seguiremo T autore nell' esposi- zione dei caratteri che spettano ai tre primi generi ( Flaps , Echis, Cobra) e all' ultimo (Aspis) perclie non couipren- dono che specie africane od asiatiche : non omettererao in vece di riferir quelli degli altri dne (Vipcra e Pelias), ne" quali stanno raccolti i serpenti velenosi d' Europa. II genere Vipera ha le narici laterali , una piastra sopracci- gliare liscia , dalla qual parte uno spigolo acuto , oriz- zontale, che giugne alia sommita dello scudetto rostrale, e tutto il capo coperto superiormente di squame e prorai- nente all'apice: sue tlpo e il Coluber aspis Linn, ed ot- timo esempio la Vipera aminodytes. II genere Pelias ha il capo superiormente spianato, non prominente all'apice, coperto di scudetti , fra i quali il verticale e gli occipitali sono grandetti, gli altri piccoli; quanto alio scudetto so- praccigliare , alle narici e alio spigolo rostrale , essi sono eguahnente foggiati e coUocati come nel genere Vipera: il Vero Coluber berus di Linneo gli puo servire di tipo. La Vipera ammodytes e una di quelle specie, che non abhisognano di molte parole per essere indicate e netta- mente distinte dalle congeneri : basta il dire ch' essa porta sulla parte anteriore della fronte una verruca o porro co- nico , calloso ed alquanto pieghevole , il quale perche so- migliante ad un cornetto valse alia specie i norai di Vi- pera a corno , Vipera cornuta , Aspido del corno , ecc. II dorso e di color cinericcio, e su di esso, a cominciare dalla nuca fino all' estremita della coda , scorrono due serie afifatto contigue di macchie nere grandi triangolari , a base allargata. L'individuo che il priacipe di Musignano ha fatto effigiare e una femmina (i) e la sua lunghezza eccede di (:) Un 1)eir elogio di quetta tavoli sta nelle segiienti pnrole dei sigiiori Bibroii e Eory S. Vincent: Les figures qu'on en auait donnees (della uipera ammodytes) jiisqu'a celle de /a Fauna italica, qui a devance la not re , etaicnt si mauvaises que nous avions cm. devoir en donner une nouvelle. — Exped. de Moree ; Zoologie ; Reptiles , pag. 74. DI CAHLO LUOrANO BONAPARTE. 383 alcun jioco i diecisette pollici. II sig. Friwaklszky pcro scrive clie iii Unghcria la specie loagUudiaeni duoruin pe- dum afUpiscitur. Questo velenosissimo rettile, frecjueate nclla Morea, nella Dalraazia, nell' Istria, nelF Illiria e nelP Unglieria , vive altresi in qaalche Inogo orientale del setteatrioue del- r Italia , segnatamente nei contorni di Ferrara , soggioraa sui colli sassosi , e allorche il caldo e piii inteiiso scende pur nelle vallicelle fresche ed erbose. Si nntre di rettili e di piccoli niaminiferi. Quasi sempre lento e tranquillo di- vien iracondo in fin di primavera , quello essendo il tempo de' suoi amori , ed allora il passargli da canto e reputato pericolosissinio. Non e noto che siensi tentati sperimeuti speciali sugli effetti del suo veleno , nia e voce comune che superi la forza di c[neUo della vipera volgare , e si narrano esempi di persone perite miseramente tre sole ore dopo aver ricevuto il suo morso. II principe di Musignano , il quale cita fra gl' Italiani die scrissero della Vipera ammodyt.es I'Aldrovandi e il Mat- tioli , dinientica afTatto il Vallisnieri, il quale ne tratto a lungo e con niolto niaggiore accuratezza in due sue lettere inserite nelle Osservazloni varie. Ci rincresce poi ch' egli non conosca la nionografia dei serpeati ungheresi del signor Emerico Friwaldszky gla da noi citata all" articolo del Co- luber vindi-flai-us. Benche la sinonimia non vi si possa dire costantemente esatta , e pero tal lavoro die molto si rac- coraanda al favore dei naturalisti. 4. Mustelus plebejus Bonap. Mustelus equsstrls Bonap. II genere Mustelus Cuv. , il quale coi generi ScjUium, Squalus , Galeus , Lamna , Notidanus , Seladie , Cestracloii , Spiriax , Centrina , Scjmnus e Sphyma compone , come al- trove si e detto, la sottofauiiglia degli S Can da denti, e al dire del sig. Nardo Mo- re tta e Can negro. 6. Spinax acanthias Cuv. Nel genere Spinax, non acquietaiidosi I'illustre autore dell' Iconografia a quanto era stato prima di lui operato, introduce una nuova collocazione di specie spartendola in due sottogeneri , detti Acanthias e Spinax. II genere , quale fn circoscritto da Cuvier , e caratterizzato dai denti (i) Non s.ippiarao die cosa si volesje inlenJere "il Bloch (juan Jo , par- laiido di rfuesto peace, .ijseri che ein jeder Zhan hat an den Seittn ,2niei kLine Spiiicn. 386 ICONOGRAFIA DELL V FAUNA ITALICA medlocri , piatti , tagllentl , con tie dentelll nel margine die guarda I'angolo della bocca , il superiore acuto, I' inter- inedio troncato , T inferiore ottiiso, prolungato al di sotto della base del deiite stesso ^ dalle piiine dorsali che soao fornite di spina, e dalla niancanza della pinna anale. Ora il principe di Musignano raccoglie sotto al nome d' Acaii- tl'ias le specie che lianno i denti superiori analoghi agli inferiori ^ le spine del dorso non solcate dai lati ;, le pinne ventrali collocate a ee;nale distanza dalle due dorsali ^ i lobi della candale non distinti ; i tubercoli che vestono il corpo trifidi ; la liiign.i, le fanci c la carne bianca. Rifcrisce poi sotto il nome di SpincLX quelle altre specie che hanno i denti della mascella superiore forniti d'' una punta lunghetta, acuta, incurvata alPingiii, oppure affatto verlicale;, le spine del dorso scavate a destra e a sinistra da un soico pro- fondo ;, le pinne ventrali collocate vicino alia seconda dor- sale ; i lobi della candale distinti; i tubercoli che vestono il corpo unlcuspidi ;, la lingua e le fauci nerastre ; la carne scura. Dei quattro Spinaci che trovansi nel Mediterraneo , lo Sfjiialus acantjdas Linn, e T Acanthias Blainville Risso spettano al primo sottogenere, lo Squalus nyatus Rafin. e lo Squalus spiiuix Linn, spettano in vece al secondo. Fiero e T istinto di questi pescl : non di raeno sogliono esser gregarj. La loro statura non giugne mai a dimensions stragrandi. Le uova sono poco nunierose e si schlutlono nel ventre stesso della inadre. Lo Spinax acanthias o Spinarolo imperiale, come I'au- tore lo chiania, e superiormente di color bruno macchiato di bianco con qualche regolarita per lungo, e Inferiormente di color bianchiccio , tendente all' incarnatino nelT interne della bocca e delle branchie : ha brevi le spine del dorso , e la seconda di queste e piu bassa della pinna della quale fa jjarte : le sue pinne ventrali sono piu vicine alia se- conda dorsale che alia prima, e 1' ano s'apre un po' al di la della meta del corpo. Questo pesce, che non eccede mai la lunghezza di tre piedi e mezzo, ha una carne bianchissima , di sapor buono e stimata piii di quella d' ogn' altra specie di Spinax. Sebbene non sia uno dei pesci piu comuni , non e neppur del pill rari lungo i lidi dell'Italia. Nell' Oceano sembra che sia piii frequente. I pescatori romani e napolitani lo chiamano Palombn pinli'cliiato o iiupiltricchiato , i quali Dl CAULO LUCIANO BONAPARTE. 38? aggiunti in lor lingnaggio vagliono qiianto cosperso di mac- clue. I Sicilian! lo dicono Njata inipiriali. Terminiamo col far osservare die nella frase latlna di qiiesta sjiecie havvi un' oiumissione tipografica clie la rende osciira e manclievole in una delle sue parti pin ini- portanti : in vece di piiinis ventniUbus dorsciU paiillo proxi- niioribus quam primce , leggasi pinnis veiitralibus secundot dorsali paullo proxiinioribus quam primCB. Nodzia sidla vita e sugli studj del conte Giuseppe Marzahi Pencati , viccntino, I. R. consigliere delle Miniere. Ai Jlorquando uno scienziato Illustre lascia dietro di se niolte opere inslgni a testimonio del sue sapere, la lode dei giornali non e necessaria , e basta I' annunziare al pulj- blico la perdita ch" egli ha fatto : ma quando si deve pian- gere la mancanza di uno scienziato che lascia pochi scritti compiuti e clie nuUadimeno ha fatto interessanti scoperte e moito contributto air avanzamento della scienza, la lode dei giornali si rende molto piti opportuna e quasi indi- spensaljile. La nostra Biblioteca che tiene dietro ai pro- gressi delle lettere e delle scienze nella penisola trova di sue obbligo il consecrare alcune pagi'ne alia memoria del conte Marzari Pencati esimio coltivatore della geologla. I rapidi progress! fatti da questa scienza negli ultinii anni sono intimaniente legati cogli studj e coUe scoperte del conte Marzari da cui procedono quasi interamente. Per la qual cosa passando in rassegna questi studj e i fatti im- portantissimi che il Marzari fece il prinio conoscere, si ha davanti gli occlii le piii interessanti innovazioni fatte alia geologia in questi ultimi anni, e si vede chiaramente qvianto sia benemerito questo uonio che con lunghi sfcrzi e con instancabile perseveranza T ha tratta dalla fallace strada sa cui era stata spinta verso la line del passato sccolo, e ri- condotta sul retto cannnino che un Illustre Itallano aveva alcuni anni prima indicate. In questa rassegna non solo e inter cssata la gloria del Marfeari ma t[uella ancora delTIta- lia i ed e poi giusto che vengano proclamati i meriti di un uomo che per alcune circostanze sfavorcvoli non otteune 388 SULLA VITA E SUGLI STUDJ da' suoi conteniporanei quando viveva , tutta la considera- zione clie uieritava. Noi cercheremo di farlo per quanto r acconsentono i nostri deboli mezzi ed oflViremo coii cio un tribute di rlconoscenza all' uomo dottissimo che ci oao- rava della sua amicizia , e ci ha dichiarati compagni delle sue investigazloni e de' suoi studj. II conte Giuseppe Marzari Pencati nacque in Vicenza nel 1779 da una famiglia nobile ed illustre per aver dato pill volte alia patria del valenti uomini. Gli fu data edii- cazione letteraria prima in Vicenza sotto il celebre istitu- tore abate Pieroj^an e poscia in un collegio di Padova i educazione che diretta secondo il nietodo di que' tempi tendeva a forxiiare un poeta dell' uomo meno atto e pro- iJive a quel genere di studj. Componeva egli pertanto nella prima giovinezza versi e tragedie, ed avrebbe forse con- tinuato a comporne per iungo tempo, se fortunate combi- iiazioni non lo avessero tratto a coltivare le scienze. E alia pill amabile appuato di esse, allabotanica, tocco di volgere il Marzari al nuovo geaere di studj. Nel pae- sello di S. Orso ai piedi del monte Sumano possedeva la sua famiglia un podere dove conduceasi tutti gli anni a villeggiare. Questo monte e celebre da piii secoli fra i bo- tanici per le nuraerose piante che vi allignano, e fu sem- pre meta delle loro peregrinazioni. Comincio pertanto quasi per diletto il Marzari a farvi delle frequenti corse , a scor- rere in ogni verso le pendici , a coglierne le erbe ^ e in questo modo fu preso da ardente amore per la botanica che divenne tosto l' unica sua occupazione. Si diede quindi a percorrere il Vicentino in ogni verso , istruendosi coa- teinporaneamente nei principj della scienza, e legandosi in amicizia coi pochi dotti che allora si occupavano dello stesso studio. Ma nessuno avea presso noi coltivata la botanica con I'alacrita propria del Marzari, nessuno potea avere pre- paratl lavori di tanta lena e cosi importanti com' egli fece nel giro di pochissimi anni. Fu quindi in grado nel i8oa di pubblicare un Elenco delle piante spontanee osservate nel territorio di Vicenza ch' e tutto frutto delle sue osserva- zioni , e comprende solo in via di appendice poche piante che altri botanici aveano indicate nel Vicentino. Si vede dal discorso prehminare qual lavoro il Marzari si propo- nesse di conipiere , e quante utili applicazioni alio arti ed DEL CONTE G. MAKZARI PENCATI. 00<) alia medicina dovesse abbracclare. II suo elenco intanto era uii invito agli altri botanici per proporre rettificazioni ed aggiunte ; ma il Marzari conoscendo qnaato maggicri lumi ei potesse procacciarsi se avesse inti-apreso dei viaggi lontani e studiate le plante nel piu celebri orti botanici , diviso prima di por mano alia Flora del suo paese di re- carsi in Francia e fare nn corse di botanica in Parigi al Giavdino delle piante. Parti dunque per ia Francia nel 1802 ed occupossi su- bito in Parigi della botanica con tutto lo zelo. Egli si fece bentosto distinguere pel suo profondo amore alio studio, e per la sua perspicacia , da tutti i cultori delle scienze di qnella imniensa capitale , ed ottenne in poco tempo la sti- nia universale. Laonde gli venne praticata ogni sorta di fa- cilitazioni ne' suoi studj , ed aperto I'adito a tutti i pubblici e privati stabllimenti. Ognuno faceva volentieri delle comu- nicazioni ad un giovane, die dimostrava tanto amore per le scienze. Nel magnilico giardino della Malmaison di Giu- seppina Bonaparte egli passava 1' intere notti per istudiare il sonno delle piante nelle numeroslssirae specie di cui era ricco quel giardino. Egli avea radunati moltissimi materiali sul clima e la geografia delle piante, perche ormai non col- tivava la scienza nel solo ristretto campo di chi si occupa di una Flora provinciale , ma in tutta la sua naturale am- piezza e con quelle nuove vednte filosoliche die posterior- mente hanno tanto ingrandita la botanica e ci lianno pro- curato i classici lavori di Humboldt, Decandolie , Scliouw, Rob. Brown, ecc. S' egli avesse proseguito in questo ge- nere di stud] , se altre scienze non lo avessero in seguito occnpato , egli vi avrebbe tatto certamente delle scoperte importanti , percbe poclii banno usato nelle investigazioni sugli organi e sulle funzioni delle piante lanta esattezza e perspicacia quanta il Marzari. Di tutti questi suoi lavori (oltre r Elenco gia accennato e che servi sempre di punto di partenza ai botanici die compilarono da poi la Flora delle nostre provincie) nulla fu reso pnbblico : si couoscono soltanto, una estesa Memoria sui climi delle piante scritta nel i8o5 ed invlata alia Societa dei naturalisti di Ginevra^ e le tavole incise del suo lavoro sul sonno delle piante delle qnali non fece piii in seguito alcun uso. Mentre occupavasi in Parigi degli studj Ijotanici ebbe 1" occasione di coiioscere da viciao varj illustri uomini die 390 SULLA VJTA E SUGLI STDDJ coltivavano una scienza molto allora in voga , la mineralo- gia. Erano quest! i signori Haiiy, Faujas Saint-Fond, De- lametherie , Hassenfratz e particolarmente T italiano Mat- teo Tondi che dava in Parigi lezioni di niineralogia. II fre- quente conversare con questi uoinini , lo assistere spesso alle lore lezioni, la visita ai loro gabinetti gP ispirarono il gusto per la niineralogia che si propose di coltivare in- sieme colla botanica. Ma a poco a poco egli divenne af- fatto infedele alia scienza da prima coltivata , e si occupo esclusivamente di niineralogia e geologia col niedesimo ar- dore con cni si era occnpato di botanica. Egli seguiva tutte le lezioni facendo in pociii mesi rapldissimi progressi in tutte le parti della scienza , cosicclie il celclsre Haiiy niolti anni dopo ricordava ancora il Marzari come il piii dili- gente fra i suoi discepoli, e quello c'le avea dato prove di maggiore acume e di una singolare attitudine nel determi- nare le specie mineral!. Conobbe egli in Parigi parecchi celebri geologi di quel tempo , di cui alcnni erano poco prima tornat! dalla spedizione di Egitto, fra i quali Cor- dier distinto allievo e compagno di Dolomieu ed erede dellc sue dottrlne : conoblje egli e udi piii volte dare delle ver- bal! relazioni de' suoi viagg! 1' Humlioldt appena tomato dair America , e quando cominciava a versare sull" Europa un cosi ricco e svariato tesoro di osservazioni fatte nel nuovo continente. Pole dunque il Marzari prima di lasciare la Francia iniziarsl nei segreti della scienza piii intimi e conoscerla al punto a cui era stata portata da! contempo- ranei ^ egli poteva cosi profondamente istrutto recarsi nel nativo paese e farvi ricca messe di osservazioni. Pertanto dopo quasi quattro anni di dimora in Francia parti alia volta deir Italia in compagnia del professore Faujas Saint- Fond , non senza aver prima e in varie riprese visitati molt! punt! della Francia interessantl per la geologia, e spe- cialmente P Alvernia , il Vivarese , la Provenza e le Alpi della Savoja , facendo in ogni luogo delle istruttive appli- cazioni di quanto aveva poco prima osservato. Una caratteristica qualita del conte Marzari era il ta- lento di osservazione cb' ei possedeva in sommo grado. Per quanto egli fosse partigiano di una teorica , non avrebbe inai veduto un fatto difTcrenteinente da quello che se gli offeriva in natura , ed avrebbe esattamente indicato la di- scordanza fra la teorica e 1' osservazione , piuttosto clie DEL CONfE C. MAKZARI PENCATI. 891 torccrc 1' osservazlone a grndo della teorica come fecero e f;inno parecclii geognosti. Laonde fin da' suoi primi viaggi nelle montagne egli ebbe occasione di scorgere dei fatti sin- golari 5 dcgli cnigini clie alia sua nicnte acuta c profonda erano inconcilialMli colle dottrine teste ricevute ; e s' egli fosse stato fino da prlncipio un geologo ineno niodesto ed nn piu ardlto innovatore, la scienza avrcbbe fatto quindici anni prima que' progressi clie furoiio dovuti piii tai'di alle sue osservazioni. Coniunicavale egli da principio soltanto a pochi suoi ainici, ed ottennero solo niolto tempo dope quella pubblicita clie si meritavano per la loro importanza. S'egli avesse iino dal iSoHrcsi pnbblici i suoi lavori sul Tirolo e sugli Euganei, il Nettunismo cirera allora assai in voga in Enropa , non avrebbe potuto resistere alle evidenti prove della sua fallacia clie spiccavano da quei lavori, e sarebbe stato forza di aprire gli occhi alia luce molto tempo prima che nuovi fatti fossero osservati, e che la morte di Wer- ner permettesse a vin gran numero di geologi T abbracciare delle opinioni indipendenti e contrarie alle dottrine del grande maestro. La geologia teoretica era retrogradata sul finire del se- colo decimottavo per la predominanza in Europa delle dottrine di Werner. Dopo il rinascimento delle lettere que- sta scienza era stata coltivata in Italia piu presto che presso le altre nazioni ; essa avea veduto i suoi principj fonda- mentali sviluppati ed appllcati alle montagne della Toscana nel secolo decimosettimo per cura di Stenone. Si vide da poi al principio del decimottavo secolo un modesto curato di un villaggio veneto, Lazzaro Moro, esporre estesamente il frutto delle sue osservazioni sulle conchiglie fossili e su- gli strati die le raccliiudono , e dedurne quelle idee sui soUevamenti delle montagne che sono tanto in voga oggi- giorno. L' ingegnoso e dlligeiitlssimo Arduini nato fra le montagne veronesi, avvezzo fin dnlla glovinezza a percor- rere le alpi , si formo quasi senza sussidio altrui e colle sue osservazioni una precisa idea della loro struttura, si accorse della volcaneita di niolti colli del VIcentino e del Veronese, e pubblico per tutto il corso della sua vita delle descrlzioni geologiche esattissime di molti distretti. Non liavvi princi- pio importaiite della geologia ch' egli non abbia colla forza del suo ingegno aniiveduto. La gran base delle attuali di- visioni geognostiche , die ha portato tanta chiarezza nello 392 SULLA VITA E SUCLI STUDJ Studio dei terreni, vale a dire la bisezione delle rocce ignce e sedimentari, fu da lui indicata con nomi perfettamente adatti alia loi-o natura ed origine. E ammirabile la sua di- visioiie in rocce calcinabili o sedimentari e in rocce vitre- scenti, ad ognuna delle cjuali classi attribuisce origine di- versa. Si era accorto die la sede piu comuue dei deposit! metallici era appunto al confine delle rocce vitrescenti colle rocce calcaree , ed erano per lui i raetalli altreitante su- blimazioni che aveano accompagnato lo sbocco dei porfidi, dei graniti e degli altri ignei prodotti. Uno dei fenomeni cliimico-geologici piii interessanti , un processo della na- tura clie un insigne geologo vivente si compiaceva di avere discoperto , saranno appena tredici anni , fu dalla penetra- zione dell' Arduini conosciuto e descritto in tutte le sue particolarita fino dal 1779. ^^ dolomizzazione della calca- ria , ovvero sia la conversione della stessa in roccia ma- gnesiaca fu dall' Arduini indicata a contatto dei filoni por- fidici e serpentinosi che attraversano la grande calcarea delle alpi ; egli segui coll' analisi la diversa natura cliiinica degli strati secondo la distanza della roccia ignea , e rese per conseguenza afFatto evidente la natura e la causa di c]uel fenonieno. L' Arduini non solo si era forraato idee giuste sul principj general! della geologia , ma conosceva anche con esattezza le principal! suddivisioni delle rocce sedimentari, la loro eta relativa, la costanza della loro po- sizione reciproca, e soprattutto la raggnardevole e costante differenza fra i petrefatti delle rocce piu antiche e quell! delle rocce alpine superior! e de! terreni terziarj. Questa suddivisione dei terreni terziarj e T alternazione di ess! coi tufi vulcanic! appajono evident! ne! libri delFArduini , e fu- rono anche fatt! conoscere alia Francia dal Desmarets in un epilogo del sistema geologico arduiniano da lui pub- blicato neir Enciclopedia. L' Arduini riguardava come le rocce piu antiche della corteccia terrestre lo scisto mica- ceo ed il gneis , non !1 granito , e non si e ma! sognato di collocare una classe di terreni interinediarj fra le rocce sfogliose sovrindicate ed i deposit! secondarj. Al^ljlamo voluto mettere in mostra quest! divers! titoli di merit! del- r Arduini , perche fu da poi dimenticato dagl' Italian!, ab- bagliati dallo splendore delle teoriche werneriane , e piii ancora dagli stranieri , benche ! suo! scritt! siano stati piu volte compendiati in francese, e compendiati uou solo ma tradotti uella lingua tedesca. DEL CONTF, C. M\RZ\RI PENCATI. 398 L' Ardiiini inorlva nel 179^) lasciando in retaggio le sue tlottrine al Fortis , uomo di sommo spirito e di vasta eru- dizione Ictteraria , ma clie non voile o noii seppe comple- tameute iiilenderle, ed alio Spallanzani clie col suo smisu- rato talento ahljracciava tutta quanta la storia naturale. Se quest' ultimo fosse vissuto piu a lungo, i sani principj geo- logicl dclPArduini non sareljbero stati posti in dimenticanza, ne le dottrine di Freyberg avrebbero preso piede in Italia. Non intendiamo con questo di togliere airimmortale Wer- ner alcuno de' suoi meriti e quello specialinente di avere cotanto promosso in Europa lo studio della geologia; ci li- raitiamo solo a far osservare che i principj ch' egli ha messo in voga hanno sviato per parecchi anni la geologia teore- tica dal retto sentiero sit cui era stata aiitecedentemente collocata dai geologi italiani. Allorquando il conte Marzari tornava in Italia, il sistema di Werner avea invaso quasi tutta 1' Europa. In Francia, in Inghiltcrra, in Germania moltissimi avevano abbracciato le sue dottrine. In Italia pure erano penetrate e dai nuovi cultori della geologia ricevute con trasporto. II Marzari ben- clie allevato all' amlibia scuola del signor Faujas ed alia werneriana del signor Tondi , riconobbe fin da principio r insussistenza del sistema di Werner e la verita delie dot- trine opposte proclamate dall'Arduinl e dagll altri Italiani. Durante il periodo di cecita a cui furono in preda quasi tutti i geologi di Europa , egli in compagnia del Breislak niantenne in vigore presso di noi le sane dottrine fino al giorno in cui fu col suo mezzo preparato il loro trionfo. Ben dilFerente in cio dal suo amico e maestro Matteo Tondi clie nato e vissuto lungamente in Napoli col Vesuvio da- vanti gli occhi si mantenne sempre il piii ostinato dei Net- tunisti : eppure il Marzari non avea mai visitato vulcani ardenti , ma si era fatto esattissime idee suUa struttura e composizione delle rocce vulcaniche coU'esaminare e stu- diare atteatamente tutti gli estinti vulcani deU'Alvernia , del Vivarese e dell' Italia settentrlonale. Abbisognava per altro di molta pertinacia e convincimento per lottare contro tutti i cultori della geologia die v' erano in Italia a quel tempo, come Brocchi , Pino, Da Rio, Maraschini, Catullo , Malacarne , egli che non trovava altri fautori dcUe sue dottrine che il sagace ed eloquentissimo Breislak, ed il Gautieri che avea coltivato molti anni prima la scienza , ma che 1' aveva in allora quasi abbandonata. 394 SULLA VITA E fUGLI STUDJ Appena ripatriato, occupossl nel 1806 a pubblicare una piccola parte delle osservazioni die avea fatto trascorrendo la Francia, e specialmente rOrlttografia del monte Coiron nel Vivarese^ cli' e una descrizione diligentlssima di quel- 1' interessante altipiano basaltico. Intitolo egli il suo libro Corsa pel hacino del Rodano e per la Liguria cZ' occiderite , e vi sparse dei cenni suUa cultura letteraria , V industria e le costumauze dei paesi pel quali trascorse. II suo libro non va distiiito per eleganza di linguaggio , ma piace per la disinvoltura con cui e scritto , per gli aneddotl brillanti e sovrattutto per la finezza e verita delle osservazioni, co- sicclie venne niolto apprezzato anche in Francia. Vi si tro- vano qua e la dei frizzi su varle costumanze rldicole della Francia meridionale espostl sempre con decenza ed urba- nlta quale non usarono tutti i viaggiatori francesi che scris- sero deir Italia. Si percorrono con Ini volentieri le belle rive del Rodano, Avignone, la Fontana di Valchiusa , Marsiglia e Nizza in un' epoca in cui grandi rivolgimenti politici aveano cambiato faccia a tutta TEuropa. Godette il Marzari per alcuni mesi in patria della com- pagnia del suo maestro il sig. Faujas Saint-Fond, e comin- cio tosto a percorrere le montagne del Vicentino e del fi- nitimo Tirolo, esaminando questi paesi sotto I'aspetto mi- neralogico e geologico. A lui prime si deve la scoperta e I'esatta determinazione di molte specie minerali di cui vanno ricclie queste provincie, come il distene, la strontiana sol- fata di Montecchio e di Montevlale , V analcime , il meso- tipo e le altre sostanze cristallizzate che racchiudono le amigdaloidi di questi paesi. Diede tosto mano a formare una raccolta delle rocce e de' minerali del Vicentino , la quale fu presentata alia direzione dell' istruzione pubblica colla relativa descrizione. Quindi intraprese nel 1808 per ordine del principe Vicere una Descrizione raineralogica de- gli Euganei, la quale e accompagnata da un panorama geo- logico di que' monti e da una carta geologica e da spac- cati di una esattezza sorprendente, i quali con danno della sclenza non furono ancora pubblicati. Simile lavoro egli intraprendeva nel 18 10 jjer la provincia bergamasca, come continui viaggi faceva pel resto delle alpi e specialmente pel Tirolo, deponendo le raccolte di questi paesi coi ca- taloghi e disegni relativi presso il Consiglio delle miulere o appresso qualche gabiaetto delle Universitii. In queste DEL GONTE G. MARZA.r.1 PENG \TI. 3()3 sue Descrizioni tnolti erano gl' iiiilizj utilisslnii ch' egU ilava airinelnstria sulle ricchezze minerali del suolo, sui uictalli, sni coinbustibili fossili , sul marnii piii utilizzabili, e niolte escavazioni datano da queir ejjoca. A Ini si deve la cono- soenza della iniiiiera di carbon fossile posta in Boigo di Valsngana vicinissima al punto dove !a Crenta coiiiincia a poftare delle zattere, la quale potrebbe diventare una delle pill importanti escavazioni di carljone fossile ora special- mente clie si progetta di costruire delle strade di ferro iiella jjianura Lond3ardo-Veneta, e che varj battelii a va- pore solcano TAdriatico. Fiiio dai priml anni che il Marzari percorreva queste montagne, si era formato idee giuste sulla loro struttura geologica e conolibe tin da princlpio mold di que' fatti im- portanti die gli procacciarono piu tardi tanta celebrita. La niodernita della trachite euganea , la sua sovrapposizioiie ad una roccla sedimentare recente , la sovrapposizione del por- fido rosso qiiarzifero a conglomerati, quando esso si riteneva ancora una roccia primitiva, la posteriorita e Torigine ignca dei porlidi e delle amigdaloidi alia calcarea secondaria, la loro analogia coi basalti , il loro inodo di sortire dal seuo della terra , erano tutte cose ch' egli conobbe e comunico ai suoi amici lino dai primi anni, come attestano le cita- zioni stampate di Breislak e di Brocchi e i suoi lavori de- positati presso la direzione della puliblica istruzione. Lo attestano speciahuente i suoi giornali di viaggio , i suoi pa- noranii e le sue carte geologiche ; e deve rincrescere che per eccesso di modestia e per trovarsi in cosi aperta op- posizione con tantl celebri suoi conteniporanei, abbia dilli- dato di se medesimo, ed alabia toko questi lavori alia con- veniente pubblicita. Ne' suoi spaccati e nelle sue carte geologiche egli cer- cava di arrivare alia massima esattezza: volea formarsi una imagine fedele delle montagne , disegnarle e colorirle nelle piii minute particolarita , misurare I'altezza dal livello dei mare delle diverse rocce, la forma dei monti e dei dirupi, per offrire iin lavoro esatto sotto ogni aspetto. Avendo pro- vato a formare dei panorami e trovando difficile di arri- vare alia desiderata esattezza senza un conveniente istro- mento, e volendo da' suoi panorami ricavare tutti i van- taggi possibili per calcolare sla T altezza , sla la distanza dei punti disegnati, iniagino di costruire un istromtnto con 396 SULLA VITA E SUGLI STCDJ cui formare de' panorami gradiiatl e tali die, oltre roffrire un' esatta imagine del paese, olFrissero ancora V aagolo sotto cui presentansi all' osservatore tutti i punti compresi nel panorama. Ottenne questo coll' inventare il tachigonimetro (celere misuratore degli angoli) cli' egli presento nel 1 8 1 1 alTapprovazione deU'Istitnto e al concorso annuo dei premj d'industria. L' istromento fu amuiirato e lodato da Mo- 6cati, Isimbardi e dagli altri dotti della capitale, di cui parecclii ne fecero costruire alcuno per proprio uso. II ta- chigonimetro fn premiato colla medaglia d' oro , e il Mar- zari ne pubblico una descrizlone dove indica i metodi da Ini seguiti per la sua costruzione, i diversi usl di cui e suscettil^ile , il confronto di varie misure di angoli prati— cate col tachigonimetro e col teodolite, nonche i migliora- menti che avea imaginati di portare da poi a quell' istro- mento. Non v'ha dubbio die i rilievi geognostici fatti col suo mezzo non debljano riuscirc esattissimi , benche la scienza abbia piu bisogno di spaccati esatti e di buone carte geo- logiche di quello sia di panorami che danno T aspetto di un paese da un solo punto di vista. Nel 1 8 12 il conte Marzari fu nominato ispettore presso il Consiglio delle miniere del regno d' Italia, dalle quali incumbenze cesso nel settembre 18 14 per la riduzlone e la susseguente soppressione del Consiglio. Continuo egli non pertanto i suoi studj sul Vicentino e snl Tirolo, fra i quali merita di preferenza essere ricordato 11 lavoro intrapreso sulle colline dette le Bergonze appiedi dei sette Coniuni , jielle quali le alternazioni fra le rocce calcaree terziarie , ed i tufi ed il basalte si ripetono ventidue e forse venii- cinque volte. II sig. Malacarne, teste rapito andv egli alia V scienza, fu condotto dal Marzari insieme col conte Vita- liano Borromeo ad osservare questi fenomeni , e ne diede una relazione in questa Biblioteca nell'anno 1818 (t. 12.°, pag. 71). Puo questa descrizione di un paese montuoso, dove le alternazioni ripetute furono seguite e dimostrate dal Mar- zari in settantadue spaccatur* o vallicelle, dare un' idea della sua diligenza somma, del suo colpo d'occhio e della sua attitudine a discoprire i rapporti di giacitura delle rocce. S. M. I. R. A. che possiede ne' suoi Statl tante e si ric- che miniere, e ne' cui dominj le scienze mineralogiche sono molto coltivate , voile incoraggiare il conte Marzari a pro- seguire i suoi studj, e gli decreto nel settembre 1818 una DEL CONTE G. MARZARI PENC.VTI. 3o7 penslone di i5oo fiorini, colla sola condizione che dovesse compicre le sue opere mineralogiche e geologiclie sulle pro- vincle Venete, e prcstarsi nella qualita d' ispettore a quei lavori che dal governo gli fossero ordinati. Suhito dopo Sua Maesta gli conferi anche il titolo di consigliere delle ininiere ad honoreni. II coiite Marzari trovo in questi segaL del sovrano aggradimento un forte motivo a continuare coa piu alacrita i suoi studj , e un impulse a pubblicare le importanti scoperte ch' egli aveva fatte da varj anni. Iii- comincio adnnque nel 1819 a dar fuori i suoi Cenni geo- logici e litologici sulle pvovincie Fencte e sul Tirolo che sfor- tunntamente sL arrestarono al prime fascicole, il quale per altro racchiude una sommaria descrizione geegnostica della valle di Fiemme, interessantissiuia pei nuovi fatti e le nuove vedute geegnestiche che contiene, e in cui fu anche accennata da lontane la piu graude scoperta del Marzari. Neiranno seguente, fatte certo ormai che le cose straordi- narie da lui osservate in Tirolo non erano soggette a fal- lacia alcuna, pubblico nel Nuovo osservatore VeiU'ziano una Notizia suUa esistenza nella valle di Fiemme di un granite superiore alia calcarea secondaria e adagiato nelle vajli scavate in essa calcarea, indicando P alterazione solFerta dalla calcarea pel centatto del granite , e il passaggio me- diate od immediate di questo all' ainigdnloide agatifera , al basalte , alia dolerite , al porfido euritico , alia serpen- tina, e presentando sulia struttura generale di quelle moii- tagne , e sulla composizione dei lore diversi strati, sniCal- tezza delle diverse formazioni, le piii minute particolariia, e tali da non lasciare alcun dubbio suU' esattezza delle sue osservazioni. E hello il vedere quanta importanza egli ascriva alia forma delle montagne , alia loro altezza , alio scavamente delle valli , aU'estensione geografica delle rocce , talche un imparzlale ed attento leggitore di que' suoi scritti peteva intendere con sufTiciente chiarezza quali fatti an- nunziasse il Marzari e quali conseguenze se ne potessero dedurre. La singolarita per altro di quelle sue scoperte e la poca disposizione a credervi nella maggier parte dei geo- logi, hanno fatte mettere in dubbio questa chiarezza, e per- cio il dottore Malacarne ne diede in questo giornale ua estratte ragionato ( t. 21.% pag. 370) tutto desunto dalle netizie pubblicate dal Marzari, estralto che fece in un istante conoscere le sue scoperte a tutta V Europa. Bihl. Ital. T. LXXXIII. 26 398 SULLA VIT\ E SUGLI STUDJ A quest' epoca erano stati intrapresi in Eui'opa moltis- siiiii lavori geologici , ma la persistenza nella teorica wer- neriana impediva di afi'errare in ogni sua parte il vero spi- rito della scienza, e fino a clie non si arrivava a conoscei-e la diversita di origlne fra le rocce sedimentari e le rocce cristallizzate , era inipossibile il farsi nn' idea ragionevole sulla struttura delle inontagne e suU' azione clie vi aveano esercitate le dilTerenti rocce. II dottore Maeculoc e molti aUri seguaci delle dottrine di Hutton aveano a dir vero osservati ed aiteutaniente descritti varj fatti importanti nella Scozia e nelle isole circonvicine , ma nessuno di que' fatti si presentava con caratteri cosi important!, e in un' esten- sione cosi luniinosa, come quelli annunziati dal Marzari. Nessuno metteva in maggior luce 1' origine ignea dei gra- niti e delle rocce porfidiclie , 1' azione esercitata da queste rocce sui sottoposti sedimenti e la modernita della loro comparsa. Accorsero dunque i geologi da tutti i jDunti di Europa per ammirare i fenomeni dell'Avisio e recaronsi a Predazzo come al pellegrinaggio che avea levato di se mag- gior grido nella scienza. De Bnch, Humboldt, Huttinger, Bcrtrand-Geslin , Boue , Maraschini , Parolini , Majer ed altri molti recaronsi successivnmente ad osservare quei fenomeni, ma parecchi vi andarono colle loro idee siste- matiche e colle prevenzioni clie impedivano piii o meno di afferrarne la verita. Nulla di meno se alcuni geologi pill pertinaci non vollero restare convinti della cliiarezza di que' fenomeni , altri molti e dei piii illustri ne hanno riconosciuta e pubblicamente dichiarata la snssistenza , e solo restarono discordi siille conseguenze piu o meno estese che se ne possono derivare. II Marzari aveva anniinziato 1' esistenza di un granito posteriore alia calcarea secondaria piu recente , e perfino alia creta, in altri punti fuori della valle di Fiemme, e spe- cialmente a Cimadasta nella Valsngana , ed avea anclie fatto osservare 1' analogia di posizione e la contemporaneita delle rocce ignee tirolesi con quelle del Vicentino clie coprono talvolta rocce assai piu moderne. Si vede quanta impor- tanza tutte queste cose dovessero esercitare sui principj general! della geologin, come doveano defmitivamente fissare le idee dei geologi sulla natura ed origine delle diverse rocce, sui modo con cui alcune sono sbucate dal seno della terra , e "come questi fatti straordinarj dovessero influire DEL CONTE C. M.VRZARI PENCATI. Oi)C) suUe osservazioni fatte o da farsi negU altri sisteinl tU inon- tagiie. Fiirono con qiicste scoperte aperti per cosl dire gli ocelli ai geologi del cont'mente , e tutti si aJFrettaroao a gara in capo a pochi anni ad anuunziare nei rispettivi paesi dei giacimeiiti analoglii a quelli indicati dal Marzari. Nelle alpi svizzere , nella Sassonia, in Francia , in paesi cotanto precedeateniente csplorati , si scoprirono in Ijreve dei fatti siinili a quclii del Tirolo , e fin presso i conlini della Mongollia Clilnese I" Humboldt vedeva giacimenti ana- loglii e confroiitava in una sua lettera al sig. Arago quei lontani paesi coi fatti meravigliosi da lui pochi anni prima veduti e riscontrati nell' alpestre villaggio di Predazzo. Abbenclie in generale i fatti indicati dal Marzari siano stati riscontrati per veii, pure fu tale la pertinacia di al- cuni geologi nel negarli o svisarli, che il Tirolo quale desso e veramente, non e ancora liene conosciuto. L'Europa non si fece in un solo momento abbastanza matura per am- mettere ed apprezzare tutte le osservazioni del Marzari. II Quadro geologico del Tirolo nieridionale del Barono de Bucli, cli"" e il piu importante lavoro provocato dalle sco- perte del Marzari , e lungi dalP ofFrire una esatta idea geo- logica di quel paese. Vi si scorge la prevalenza di alcuiii principj e 1' esagerazione di alcune idee favorite: vi si at- tribuisce ai soUevamenti un'importanza troppo estesa, senza tener conto dei fatti riportati dal Marzari e indubitatamente veri sulla orizzontalita ed immobilita di molte di quelle masse calcaree. Si mette in campo una teorica sulT origiue della dolomite, seducente al primo aspetto, ma incompreii- sibile ed inapplicabile certamente a molte localita. II nesso finalmente ed il passaggio graduato del gi-anito alia sienite, al porfido pirossenico , alT amigdaloide, che il Marzari in- dica e descrive minutamente in parecchi luoghi, viene teo- ricamente negato senza addurre prove o dimostrazioni in contrario , e nulladimeno e la cosa piu ragionevole e piu naturale che si possa credere avvennta. Mediante essa ap- punto si puo farsi una idea dolle diverse rocce a base di silice ch' entrano a formare la prima corteccia del gloho , e che passano una all' altra secondo 11 diver so modo di cristallizzazione e la proporzione niagglore o nilnore di al- cune basi. II movimento dato alle idee geologiche da que- sti fatti fu s\ grandc che non havvi alcuno 11 quale og- gidi non abbia abbandonato le vecchie dottrine . c non sia i^OO SULLiV VITxV E SUGU STUDJ entrato nella nuova strada die si fa percorrere alia scienza. La teorica del sollevamenti scientificamente proposta da Lazzaro Moro e clie trovava nei fenomeni del Tirolo una patente conferma , fu accolta quasi geueralmente da tutti i geologi. II sig. Elia de Beaumont le diede uii esteso svi- luppo e un' applicazione quasi universale, che peraltro non fu trovata generalmente esatta. Molti specialmente fra i giovani hanno esagerato questi principj ed hanuo voluto splcgare con un soUevamento de' fatti, che con osservazioni esattamente intraprese si sarebbero potuti bene spiegare altrimenti. Si deve dolersi che il conte Mnrzari non abbia egli me- desimo pubblicata una completa descrizione geognostica del Tirolo , e che T incredulita con cui furono accoiti i suoi prinii annunzj abbia dato ai suoi studj una nuova dire- zione. Scorgendo che si negava fede ai fatti evidenti da lui indicati, e che molti restavano pertinacemente attaccati alle precedent! opinioni, anche dopo replicate isjDczioni, du- bito un istante di poter acquistare da se medesimo fede per le cose che avea annunziate e si diede a cercare delle conferme delle proprie scoperte nelle opere descrittive degli antichi geologi, e specialmente di quelli che hanno trattato dei depositi minerali. L' opera di Ramond sui Pirenei , i Viaggi di Saussure nelle alpi diedero alia sua mente un ricco pascolo , ed egli discopriva col suo acume e colla sua penetrazione negli scritti loro gl' indizj di que' fatti mede- simi che con tanta fatica aveva rilevato nelle montagne. L' opera specialmente di Saussure, di quel distinto ed im- pareggiabile osservatore ch' egli avea sempre avuto in gran- dissima venerazione, gli offri molte luminose conferme delle proprie idee e tali da non lasciare nell' anlmo suo verun dubbio sulla verita de' fatti che avea annunziato pel Tirolo e sulla loro ripetizione in molti altri punti delle alpi. Egli voleva far partecipe il pubblico di questi suoi ravvicina- menti , volea per cosi dire convincerlo una secoada volta e si sdegnava clie in generale si tardasse tanto a compren- dere le verita che aveva proclainato. Dal 182, 3 in avanti, cioe fino all' epoca della sua raorte, egli non lia piu pubbli- cato osservazioni proprie , ma in vece diede in luce una serie di piccoli scritti dove trasfuse le sue quotidiane ri- cerche suUe descvizioni geologiche fatte dagli antichi e dai viventi geologi con ben diverso intendimento , nonche DEL CONTE G. MAKZARl PENCATI. 40 1 r anologia delle proprie osscrvazioni contro i tentativl per abbatterle o diuiinuirne Timportanza che aiidavano facendo alcuni geologi. Queste ricei'clie lo condussero ad iscoprire ed indicare alcune circostanze caratteristiche da lui parti- colarmente segnalate come criterj per riconoscere I'addos- samento delle rocce igiiee ai terreni di sediraento. Questi criterj sono in armonia coi principj delle scienze llsico- cliiniiche da cui derivano, e sono confennati da fenomeni analoghi clie si osservano di qiiando in quando nel vul- cani ardenti. La fordssima inclinazlone del congiiinginiento, la pseudo-stratificazione delle rocce calcaree paralalia alia linea del coagiungimento , la modificazione in marmi di varj colori, gl' inipasti poligenici, la dolomizzazione e lo screpolamento delle masse calcaree, le ainalgame ignee, ia metallizzazione, la gessificazione , ecc. sono i criterj se- gnalatl dal conte IMarzari come soliti ad accompagnare I'ad- dossr.niento delle rocce ignee alle rocce secondaries e qtiesti criterj si riscontrano facilmente iudicati nel leggere le opere di gcologia descrittlva benche siano antiche. Si vede die ab- bracciano i punti piii importanti della scienza e specialmente la sua applicazione agli scavi minerali. Noi non possianio qui offrire su di cssi niaggiori particolr.rita, e rimandianio il lettore sia agli scritti del Marzari niedesimo , sia a un epi- log© di queste sue idee che noi abbiamo pidoblicato negli Annali delle scienze del regno Lombaido-Veueto, fasc. Ill, 1 83 1. Sarebbe per altro desiderabile che fossero presi in considerazione dal direttori degli scavi minerali perche pro- cederebbero con piii sicurezza nelle loro ricerche : noi sap- piamo che furono da molti riscontrati importantisslmi, e die il sig. Majer un tempo dlrettore delle miniere di Agordo ed ora consigliere delle miniere a Przlbram in Boemia ne ha riconosciuta da per tutto I'esattezza e Timportanza per la ricerca delle ricchezze minerali. II conte IMarzari mentre ammetteva I'origine ignea della rocce cristallizzate, non ha mai jjalesato al pubblico in qual modo intendesse die fossero sbucate dal seno della terra. Egli non sembrava soddisfatto dell'ipotesi dei sollevamenti, benche in certi casi speciali sia evidentemente vera, att«- sociie alcuni geologi volcano coll' aljuso di questa ipotesi togliere T importanza alle sue osscrvazioni e dare di esse un' assurda ed insussistente spiegazione. Pero s' egli sfug- giva dal palesare al pubblico quali fossero le sue opinioni :j02 SULLA VITA E SUGLI STUD.T sullo sbocco delle rocce ignce che coprono la calcarea se- condaria , avea su questo argomeuto e palesava nelle sue conferenze private delle idee ginstissinie e soddlsfacenti , qnali saranno certainente accolte da tutti i geologi clie non vogliono dare ad una lirillante ipotesi una esagerazlone so- vercliia ed incompatibile coi fatti. Egli era neniico del sol- levamentl da poi clie il suo Tirolo per colpa loro era stato agii ocelli del pubhlico coiivertito , 00111' egli diceva , in un roinanzo. Si vede da tiuto qncsto clie il coiite Marzari non solo era 1111 diligente ed iiistaiicabile osservatore, ma ezian- dio un critico acutissiuio ed un esaminatore profondo degli altrui lavorl geologici. Sia die si i^roponesse di studiare un dato distretto di montagne , sia che in un llbro volesse deciferare qualclie enigma, egli era instancabile finche non arrivava alia mcta propostasi. Egli ritornava parecchle volte sul medesinio sito dubitando quasi di se medesimo, egli vi faceva Innghe diiiiore, e solo allora lo abbandonava quando avea potuto ottcnere quella cognizione sulla struttura e sui rapporti delle rocce clie si era proposto. Si fara , noi lo speriamo, un merito al Marzari di questa sua somma di- ligenza nelle osservazioni e per P influenza che lianno avuto sui progressi dclla geologia , e per averle fatte in un paese che alcnni celebri geologi aveauo visitato e descritto prima di lui senza accorgersi dei grandi secreti che quelle tiro- lesl montagae nascondevano. Gli si attribuira maggior me- rito quando si rifletta che quelle sue osservazioni si tro- vavano in opposlzione solenne colle teoriche dominanti, e che era necessario uno sforzo e un' audacia singolare per proclamarle. Finalmente si apprezzeranno di piu gli sforzi del conte ]\Iarzari quando si confronteranno coi lavori e colle osservazioni intraprese dai werneriani nella Sassoiiia : essl aveano per tanti anni esaniinato quel paese a pahno a palmo , lo proclamavano il tipo delle formazioni geogno- stiche, eppure furono dopo le scoperte del conte Marzari riscontrate in esso ancora delle glaciture geognostiche ana- Joghe a quelle del Tirolo e forse ancora piii singolari. Char- jjentier fin dal 1777 aveva pubblicato su Freyberg delle osservazioni importanti , avea descritto un granito ed un gneis ricoprenti una dolomite legata alia calcarea seconda- ria , eppure lo spirito sistematico della scuola di Werner non tenne conto delle osservazioni di Charpentier e di tanti altri geologi - non tenne conto dei fatti fissi ed immobili , DEL CONTE G. MARZARI PENGATI. 4o3 come le alpi clie si preseatano oggi come allora davanti cli ocelli di luio imparzialc osservatore. E dispiacevole che II sistema geologico dell" Arduini , sistema ciie risulta sol- tanto dairunioiie di esat'e osservazioni, non abbia prevalso in Enropa , e che la scienza alibia dovuto per tanti anni sotto certo aspetto non progredire. L' ammirazione del Mar- zari per tjuesto grande uonio era ukimainente e qiiando egli avea preso una cognizione piu esatta de' snoi lavori , cosi grande , che rlnnnziava per sua parte a qualunque gloria di avere proposto nuovi principj geologici e si qua- lilkava rtstauratore del sistema geologico deW Arduini Bisogna confessare che nella serie di piccoli scritti pub- blicati dal Marzari dal iSaS al i833, dei quali alcuni noa furono , benche stampati, ad alcuno comunicati, regna uii certo disordine ed una oscurita die tiene piii al nietodo di scrivere ciie alle idee. Duole soprattiitto il vedere che quasi nessuuo scritto sia teniiinato : scriveva egli e stam- pava nel tempo stesso. La niedesinia oscurita e un' analoga confusione regnavano eziandio ne' suoi abitnali discorsi, e se ne accor2;eva specialiuente chi non era usato a conver- sare con lui. Ma tale egli non sembrava a chi si era av- vezzato al sno modo di parlare , e par\ e difTerente a noi cir aveiiuiio la fortuna di godere frequentemente della sua conversazione scientifica. Abituati una volta alia sua diffi- coltosa maniera di coniunicare le proprie idee , godevasi degli slanci potenti del suo genio , delle viste estesc ed originali ch' egli enietteva sui punti piu Importanti della scienza. Giainiiiai nelle sue tante Memorie stampate, e nelle sue imperfette compilazioni rifulge quella chiarezza e quella precision d' idee , consegiienza di un vasto talento e di pro- fondi studj , che trapelavano dalla verbale esposizione dei suoi principj. Egli non parlava mai che delle cose che co- nosceva a fondo, e ne parlava sempre con intimo convin- ciuiento. Come furono di Werner , cosi le opere sue piii importanti sarebbero le sue conversazioni e la verbale mani- festazione de' suoi pensieri reconditi. S' egli avesse posse- duto il metodo, Teloquenza e Tamabilita del dotto Alemanno, se avesse occupato un posto nel pubblico insegnamento, chi potrebbe misurare T impulso che avrelibe date alia scienza egli che colla puld)licazione imperfetta di alcuni fatti , senza possedere moka celebrita,, senza allievi o giornali addetti alle sue dottrine, ha potuto canibiare la direzione generale 404 SULLA VITA E 3UGLI STUDJ della scionza e dare cotanta splnta a un nuovo ordine di idee? Negli ultimi aniii della sua vita, lungi dal trovare nella scienza e nella fama acquistata nn conforto alle in- fcrmita clie lo triliolavano , vedeiido i progress! clie la geo- logia andava facendo senza che il sno nome fosse molto ricordato , vedendo specialinente che i fenomeni del suo Tirolo non erano stati perfettamente coinpresi , e che gli scritti altrni sa qnesto paese si erano procacciata piix fama e pill credenza, un disgnsto lo prese e uno scoraggianiento, cosicche gli ultimi suoi scritti soiio quasi intieramente una querela contro T ingiustizia de' suoi contemporanei. Egli si ainisse specialmente perche 1' Huinl^oldt dopo essersi con- vinto della verita delle sue osservazionl, non le riferi piu estesamente come gli aveva proiuesso nella seconda edi- zione del Sai^iiio sulle formazioni delle rocce nei due emisferi, € provo solo alquanta gioja allorquando per un epilogo da noi riportato negli Aunali delle scienze, conobbe che si an- davano facendo in varj punti di Europa delle osservazioni analoghe alle sue : nia ormai da due anni le sue malattie rese piu. gravi gl' impedivan ogni seria applicazione , e la morte che sopravvenne tronco irreparabilmente il filo delle sue meditazioiii e de' suoi studj. Fini di vivere il 3o giugno i836 nell' eta di 56 anni. II suo contegno nella societa era piuttosto singolare , biz- zarro il suo modo di vestire, irascibile il suo temperamento. Era peraltro generalmente amato ed apprezzato dalle per- sone che il conoscevano e praticavano da lunghi anni , e contava molti aniici non solo fra i dotti italiani e forestieri, ma anche fra altre persone stimabili per sapere o per po- sizione sociale. Perdonava difficilmeiite che si difFerisse dalla sua opinione, e sovente da questa sola causa aveano ori- gine le inimicizie co' suoi conipagni di studio, inimicizie che duravano tnlvolta parecchi anni. Non abbiamo potuto rammemorare nel corso di questa notizia tutti i piccoli scritti che il conte Marzari ha pubblicato , e ne ofFriremo percio piii abbasso il catalogo. Ma i suoi lavori piii ini- portanti, e che interesserebl^ero soinmamente la geognosia descrittiva , sono ancora ineditl. Noi accennerenio soltanto i principal! , cioe la descrizione geologica di quasi tutto il Tirolo meridionale , ma specialmente delle due valli di Fassa e di Fiemme i, una Memoria sui passaggi di una al- - r altra delle rocce cristallizzate ., un rapporto geologico sulle DEL CONTE G. MAUZARI PENGATI. 4o5 montagne dl Recoaro presentato nil' I. R. Governo nel 1819, e i suoi lavori geologic! sui monti Eugaaei, sul Vicentino, sul Bergauiasco e ia geaerale su grandi ti-atti dclle provincie Venete. Soinma e 1' esattczza di qnesti suoi inediti lavori, precise le sue desci-izioni, e le carte geologiche e gli spac- cati di ua interesse assai grande. Molti de' suoi disegni fu- rono fatti coll'ajuto del tachigonimetxo , e per conseguenza di una utillta e di una verita ancora maggiore. Tutti que- sti sarel)l)ero niateriali eccellenti per una Descrizione geo- logica del regno Lombardo-Veneto e del Tirolo meridionale, paesi che foruiano un tntto geognostico e che in un lavoro scientilico completo non possono venire disgiunti. Questo lavoro sarebbe reso molto piu facile adesso che va uscendo in luce la magnifica carta topografica del regno Loniljardo- Veneto per opera del R. Isiituto geografico militare, carta in cui gli accidenti del suolo sono espressi con esattezza incomparabile e clie pub accogliere ogni particolarita sul- r estensione geografica delle rocce. Presentemeute che si vanno conipilando le carte geologiciie dell' arciducato d'Au- stria , deir alto Tiiolo, della Stiria , della Gallizia , della Transilvania e di altre provincie dell' impero, sarebbe dan- noso alia scienza che si tardasse di piu a compilare la carta geologica del regno nostro, che per varieta di rocce, per r importanza dei fatti geologici , per 1' altezza ed esten- sione delle montagne non e secondo a verun' altra parte della monarchia. Si gioverebbe molto alia scienza e alia fama del Marzari impiegando in questo lavoro i preziosi material! cli' egli ha lasciato. Schio, 2 1 ottobre 18 36. Lodovico Pasiiii. Catalogo degU scritd puhblicati dal conte Marzari Pencati. I. Elenco delle piante spontanee fino ad ora osservate nel territorio di Vicenza. Milano , 1802^ di pag. 58. a. Corsa pel jjacino del Rodano e per la Liguria d'occi- dente. Vicenza, 1806, di pag. 174, con 6 tavole, in 8.° 3. Diciassette tavole disegnate in Parigi da Garbizza e Sel- lier liglio, ed incise in Milano dallo Zafl'onato , le quali comprendono oltre a 40 specie di vegetabili dormienti e veclianti a fronte. 406 SULLA VITA E SUGLl sTUDJ 4. Desciizlone del tacliigonlmetro, nuovo strumento geode- tico premiato colla medaglia d' oro. Milano , 1 8 1 1 , di pag. 74 , con sette tavole in 4.° 5. Memoria sull' iiitrodnzione del licliene islaiidese come alimcnto in Italia. Venezia, i8i5, di pag. 102, in 4." 6. Squarci di lettere snlla niatrice dei giacinti di Loncdo. Bibl. Ital. tomo 7.% agosto 1817, pag. 847, e geniiajo 18 1 8, tomo 9.", pag. 104. 7.* Cenni geologici e litologici suUe provincie Venete e sul Tirolo. Fascicolo i.° di pag. 64, in 8." Viceuza , 1819. 8.* Notizia sopra nn gfanito in massa sovrapposto sul iiume Avisio al calcare secondario, in.serita nel supple- mento al Nuovo Osseivatore Veneziaiio , n" 118, 21 set- temhre, e n.° 127, 21 ottobre 1820. Sei pag. in foglio. 9.* Squarcio di una lettera inedita sulla giacitura del inonte Cimadasta , degli altri terreni cri^tallizzati terziarj posti fra il Grigno td il Cismon , comunicato al sig. Alberto Parolini. Vicenza , 18 marzo 1822. 10. Lettera geologica al sig. Giuseppe Dembslier e fram- menti geologici. * Lettera al Dembsher, pag. 19. Frammenti A, B e C sulle nlpi e sn Agordo \ D. Lettera alFAccademia delle J scienze di Parigi f E. Lettere al barone Isimbardii pag. CXXVI. sulla Val Travaglia * F. Fatti e coagetture intorno le amalgame ignee , ecc * Schizzo antistenoniano, ecc, pag. 24. Vicenza, 1823-1824, in 8." Questa lettera fu ristam- pata in parte nella Gazzetta PrivHegiata di Venezia del 1823 e 1824, e in parte nel Giornale di Fislca di Pavia del 1824, pag. 377 e 460. I 1 . Quadro delle formazioni del barone di Humboldt in diversa maniera disposto e comcntato dal coate Marzari e Idea di una doppia dimostrazione geognostica, ecc. Due gran fogli a piu colonne con due appendici staccate. Vicenza, 1825. 12. Coniento di una mappa e dell' appendice di una Gaz- zetta, ecc. Vicenza .J i83i, in 4.°, pag. 8. Poligrafo di Verona, settcmbre i83i, pag. 335-344. DEL CONTE C MARZAUI PENGATI. 407 1 3.* Omaggio dl alcune osservazioni die non favoriscono i soUcvanienti offerto ai signori consiglieri De Pantz e Majer e comunicato al signor Lodovico Pasini. Vicenza, giugno i832, di pag. 18 e x. Poligrafo , agosto iSSa, pag. 174-202. I4.* Centone a inio unico uso, Vicenza, i832-i833, di pa- gine Sa , in 8.°, con niolte in bianco. 1 5.* Allegati geognostici contro le assurde soppressioni e gli assurdi sollevamenti, ecc. Libro i.° con introduzione. Poligrafo, gcnnajo-niarzo i833, pag. 115-174. In Vicenza fu stampata soltanto T introduzione di pag. 16. 16.* Poscritti primo e secondo agU Allegati geognostici. Vi- cenza, i833, di pag. 14. Poligrafo, agoslo i833, pa- gine 142-163. 17.* Iliustrazioni alia geognosia tecnologica di Arduini. Vi- cenza, settembre i833, pag. vili. Schiarinienti primo e secondo, novemlire i833, pag. 8. NB. Gli scritti indicati con asterisco * non sono com- piuti. Mcmoria geognostica sopra i calcari d acqua dolce delle Provincie Venete (i). « II faut etndier ie3 phenomenes actuels avant d'explkjuer les anciens. >> Prevost. X terreni detti da Brongniart llsiani (2), comprendono le rocce d'acqua dolce formate per mezzo di una precedente dissoluzione chimica , e voglionsi distiuguere dai terreni alluviali, prodotti per via meccanica, quantunque apparten- gano tntti al terreno postdiluviano , ovvero a quell' epoca nella quale la fabbrica de' continenti era gia condotta a compimento. L' importanza clie dai geognosti e concessa alle rocce e minerali spettanti a questo periodo procaccera forse (i) Qiicsto scritto inecUto forma p.xrte ili uii piu esteso lavoro intltolato r Geognosia ■zoologica dcgli Stati f^endi, uii brano delta quale vide la luce neir opiHColo die porta il titolo: Osseivazioni sipra i terreni jwstdi/uviani , puhljlicato in Padova !' diiiiii io34, annunziato nel tomo 75.°, pag 274 '1' •juesta Uibliotcca. (2) Ltjiicns , cioe formiti per via di chimica disaoliuioiic. 40O MEMORIA GEOGNOSTIGA. favore alle osservazloni ch'ebbi Tagio tli fare intorno quelle clie si mostrano nelle provincie Venete , sebbene non molto esteso ml sia ia generale rluscito 11 numero de' proJottl chlmlcl atlegnabili all' epoca di cui si raglona. II terreno lisiano dl Brongniai-t comprende cinque diffe- renti formazloni , ciasclieduna delle quail si considera di orlglne moderna , e tale clie puo anche adesso genei'arsi , quantunque nou si possa con sicurezza divisare se la for- inazlone calcarea d' acqua dolce abbla ovunque preceduto la comparsa de' corpl Infiainmabili, o viceversa se le spe- cie metallicbe moderne, e le sostanze acide e saline die mineralizzanu le acque medicinali siano di un' origine piii antica delle altre , attesoche tali sostanze non offrono al- cuna certa cronologia che valga a dirigere i nostri giudizj sulle rispettive loro eta. Pef la qual cosa diflicilissimo as- sunto sarebbe il dare a quest! prodotti una distribuzione clie stia in rapporto coll' epoca nella quale si sono per la prima volta formati ; laonde senza abbandonarml ad ipotesi die potrebbero nuocere al piano clie mi sono proposto , ho creduto di ripartirli a seconda delle loro mineralogiclie proprieta. Daro primieramente contezza de' toil (i) e delle concre- zioni calcarie d' ogni maniera senza fermarmi a discorrere della formazione selciosa, associata da Brongniart alle rocce del terreno lisiano, non mi essendo stato ofFerto 1' incontro di osservarla in nessun luogo. Parlero in altro tempo delle acque minerali , poscia de' sali , de' corpi combustibili sem- plici e di qualclie rara specie riferibile alia classe de' me- talli e propria di questo terreno, intrecciando alle mie os- servazloni quelle che sullo stesso soggetto sono state altrove istitiiite da altri naturalisti. Con cio ho inteso allontanarmi dalla raoda degli scrittori che non amano le citazioni, e vogliono escludere dai loro librl tutto cio che non hanno essi medesimi veduto o pensato ; quasiche la buona usanza di ventilare quando che sia le opinioni altrui, d' instituire confronti , e di combinare fra loro i fatti che sono suscetti- bili di ravvicinamento , faccia indietreggiare la scienza , o si opponga direttamente ai suoi progressl. (i) AI vocabolo Travertino acloperato dai Romaiii per iudicare la roccia calcaria d' acqua dolce, sostiluisco qviello di Tofo ^ come il piu usitato dagii scalpellini veneti , sebbene ve ii' abbia alcuni i quali danno iiidisnntamente lo stesso nome al calcarc grossolaiio mariiw , e sono questi i tagliajiietra di Verojia. SUI C.VLGARI D'ACQUA DOLCE. 4C9 Calcare d acqiia dolce. Format. Calcaires lysiens di Brongniart. I travertin! , le stalattiti e le stalagniiti di non molto recente formazione , come pure le altre concrezioiii calca- rie clie tuttora si forniano , sia nelle caverne , sia in altre jjarti del snolo veneto , delibonsi tutte riunire in questo gruppo , quando vogliasi circoscrivere entro limiti naturall que' prodotti del regno lapideo clie lianno tra di loro una patente cognazioiie. E vero die Brongniart, mosso forse da buone ragioni, ha creduto di ripartire la formazione delle stalattiti ne' tre diversi periodi postdiluviano, diluviano e antidilm'iaiw , ma debbo dire clie i caratterl su cui ap- poggiano le distrlbuzioni esibite da un cosi rispettabile na- turalista , non servono tutte le volte a Ijea rilevare V eta relativa di certe rocce , od alineno , per quanto abbia cer- cato di fermare intensamente 1' attenzione sopra qualcuno de' suoi gruppi geognostici , non seppi scorgere le difFe- renze cli' egli propone di mettere a calcolo nello studio dei terreni onde meglio fissare i limiti entro i quali delibono essere compresi e ripartiti. Mi riserbo di toccare questo punto allorche trattero delle stalattiti. Anclie fra i geognosti che hanuo preso In disamina 11 terreno d' acqua dolce , avvene alcuni 1 quali ammettono difFerenti formazioni di travertine , una geologica formata dopo la comparsa de' continenti, e prima che il mare tor- nasse , come dicono essi, ad usurparne una porzione niag- giore di quella clie occupa oggidi :, V altra meno antica lua jiur anteriore ai tempi storici, e I' ultima di data molto recente : laddove altri autori sono di parere che in Europa non v' abbia , in generale , se non se una sola formazione d' acqua dolce , il cui orizzonte geognostico stia presso a poco in accordo col terreno lacustre superiore de' contorni di Parigi (Jemeson, Eding- Philosoph. jour. N. 2,2, 1824). Quelli che sono di questo avviso risguardano il calcare la- custre inferiore di Parigi come un fatto assai raro ed unico nella storia della geognosia , di cui mancando ncgli altri paesi 1' equivalente , consigliano a non tenerne gran conto. lo non mi dichiarero j^er nessuna di queste opinion! , ma parmi si possa convenire, che ove il terreno d'acqua dolce si mostri coj^erto da sediment! iiiarini, sia necessario am- niettere la distinzione che hauno fatto i Fraaccsi tra i 41 0 MEMOUIV GEOGNOSTICV diversi tcrreni laciistri, raentre ove maiicano gl' indizj o geo- gnostici o zoologici, non coiivenga attencrsi a difFercnze pn- ramente niineralogiche per giudicare della maggiore o miiiove antichita delle parti che coinpongoiio una formazione. Nelle opere in cui si tento di generalizzare le osservazioni fatte dal Cuvier e dal Brongniart intorno al calcare lacustre in- feriore di Parigi , la ragione vi sta quasi seinpre a disagio, ne ancora si puo con sicurezza asserire die quel terreno si ripeta in molte parti dell' Europa , come vorrebbe per- suadere il sig. Brongniart ( Tableau des terrains pag. 1 64 e seg. ). Vedremo in appresso, che i caratteri zoologici as- segnati a questo calcare sono prouiiscui ad altre formazioni. Brocchi tiene che il travertino addossato ai colli di Roma ad un' altezza che eccede i centoquaranta piedi dal livello attuale del Tevere , sia stato deposto da questo flume quando le sue acque attingevano il vertice di quelle eminenze, ma vedendo che la serie degli sti'ati del travertino conteneva dair alto al basso gU stessi avaazi organizzati tluviatill, noa arrischio giudicare qual parte della serie fosse piii antica, quale piii moderna , sebbene le vestigia piu eminenti della stazione del Tevere dovessero , giusta il suo modo di ve- dere , apparire ai suoi occhi piii antlche delle altre poste ad un livello pia basso ( Stato fisico del suolo di Romn , pag. 96 e seg. ). Omalius d'Halloy, e De Bucli accordano in vece una maggiore antichita al travertino inferiore, anche perche le odierne acque del Tevere piii no;i hnnno la f;i- colta di formarlo, e perclie appare piii solido e piii duro deir altro che viene giornalraente precipitato dalle acque del Teverone e dal lago della Zolfatara (i). (1) Una circostanza degna di particolare iiienzione , ramraentata dagU stia- nieri solo nel modo clie piu torua loro in accoiicio , si e che meulre ad ua dotto geologista del Eelgio era riseibata la Ventura di sceverarc nell' Agro romano il terreno lacustre , fosse d' altro canto toccata ad un nostro pado- vano naturalista la sorte di dlstiiiguere prima d' ogni altro i I terreno d'actjua dolce della Francia, E nel vero Omalius annunzib innanzi tutti rorlgine llu- viale del travertino di Roma ( Jour des mines, vol. XXXII); com' c indubi- tato die molti e molti auni prima dell' Omalius il dott. Angelo Gualandris seppe scoprire il calcare lacustre della Francia ( Lettere Odeponche pag. 167. Venecia 1780 ). Per dire tutto quello che intorno !a storia de' travertin! dell' Italia mi c nolo , aggiungero che il Santi , trenta e piii anni indietro , diedc anch' esso ne' suoi viaggi la descrizione de' calcari lacustri da lui scoperti nel Sancse , alcuni de' cjuali gli apparirouo ricoperti da deposizioni marine. Non si vede peio chiaramcntc se il travertino ojservato prcsso il casteilo dctto !c Scrre SUI C\LGARt D AGQU.V DOLCE. 4.] I Brongaiart clie livide in compagnia di Brocclii i colli del Lazio considero piu da vicino die nou fece in addie- tro i calcari d' acqua dolce , e dopo maturi esanii statui clie il pill solido, qncllo cioo di cui si valgono i Roinani pel" fabliricare , rappreseiiti ncUa serie cronologica delle rocce il terreiio lacustre superiore di Parigi, e I'altro meno compatto e privo delle qualita idonee ond' essere adoperato nei lavori di costruzione, rafllgnri il calcare d' acqua dolce postdiluviauo (i). Moki natnralisti ignorando il tempo nel quale le acque di alcuni pacsi perdettero 1' attivita di deporre il materiale calcario , si sono attenuti a caratteri troppo lievi per giu- dicare dell' antichita relativa de' travemini , giacclie appog- giarono piii clie ad altro le loro illazioni alP indole delle rocce su cui i travertini stessi riposano, quantunque si sap- pia esservcne di quelli die continuano anche adesso a for- marsi, ed lianno nulla ineno per base un suolo evidente- inente marine. Tali sono jjer la maggior parte i calcari d' acqua dolce osservati dal Beudant nell' Ungheria ( Voyage en Hongrie , toni. Ill, pag. 286 ), e tali pur si manifestano i toli o travertini die noi abbianio esaminati nelle provin- cie Venete. Deggio qui ricordare die alia formazione di cui si.a quale cgli lo annuiizia , avcuclo ii dotto autore omesso di dare i carat- teri taiito niineralogici quanto geogiiostici di quella roccia ( Viaggi nelle due provincie Sanest^ tomo III, pag. S3 3 ). Lo stcsso dubbio si puo muoverc intorno al travertino, che asserisce di aver veduto al di sotto delle rocce vulcanlcbe di Pitigliano ( ivi , tomo I , pag. 3()), giacche per le attesta- zioni di Brongiiiart , i deposit! d' acquu dolce della Toscana iion sono in ve- ruH luogo ricoperti da sedimenti marini, ne da rocce vulcaniche. Con tutta la riverenza che porto al professore Santi , rui pare non aver egli abbastanza bene divisata I'Drigiue di quel calcari, e che abbia tolto qxialche volta per travertine il calcare grossolano privo di avanzi raarini , stante la molta so- niiglianza che corre tra 1' uno e 1' altro quando si presentano massicci e senza coiicliiglic. Brocchi medesinio ebbe a prendere per travertin© il calcare gre- gio terziario di Costozza , per essersi con trojjpa confidenza attenuto all'in- gannevole analogia che hanno fra di loro questc due rocce ( Mem. sopra la valle di Fa^sa , pag. 74 e seg. ). Del resto volpndo Brongniart fare la debita distiuzione fra i c.ilcari d' acqua dolce dell' Italia , prcnde le iiornie dal tra- vcrtiuo di S. Filippo nella Toscana per giudicarc di tutti gli allri die sono coetanci, quindi il travertino di Terni , di Tivoli e del lago della Zolfatara ncllo Slato romano sono per suo avviio d' origine recente , laddovc i tra- vertini di Colle e di Yolterra appartengono , secondo lui, ad una furmaziuno alqu.mto antica ( Environs de Paris, pag. 'i\-j e seg.). (1; Kinietto il Icttorc al libro iulitolato Description geologiifie des envi^ rons de Paris , ovt quc.-to argoinento c tiattato con niolta esteu:,ioiie dt doltrina. 412 MF.MORIA GKOGNOSTICV si tratta spcttano i toll e le concrezioni calcarie vedute da Fortis sui fianchi delle montagne jnresi che servono di spoade al fiume Kersa nella Dalmazia ( Viagi^i in Dalma- zia , torn. I , pag. io8 ). Cio che si pub dire de' calcari d'acqna dolce dell' Un- gheria, della Dslmazia e dell' Italia settentrionale , non si deve ripetere per i terreni lacustri della Svizzera e della Grecia , i quali , stando alle osservazioni dello Studer e del "Vlrlet , appartengono ad epoche piu lontane , atteso che gli uni si considerano come equivalenti del terreno lacu" stre inferiort di Parigi ( Brongniart , Tableau des terrains , pag. 1 6 1 ) , gli altri voglionsi conguagliare al terreno la- custre superiore , per essere ricoperti da ua calcare tofaceo tramezzato da ligniti contenenti conchiglie fluviali e piante fossili che piix non allignano in Europa ( Annates des scien- ces naturelles, torn. XXX, 1834). Si potrebbe chiedere pero se i calcari d' acqua dolce deir Italia e, di altri paesi presentino caratteri tali da po- terli paragonare a quelli della Francia ; e se i principj che hanno condotto i geognosti a proporre sifFatti ravviclnamenti eiano giusti e applicabili in tutti que' casi , ne' quali trat- tasi d' individuare 1' eta relativa di queste rocce. Non e qui luogo di agitare una questione che porgerebbe raotivo di lunghi ragionaiuenti , e diro solo che il Beudant, a fronte delle pill accurate indagini , non giunse a scoprire veruna difFerenza ne geognostica , ne zoologica tra il calcare la- custre superiore di Parigi , ed il calcare parimente lacustre postdiluviano dell' Ungheria ; tal che il dotto uonio ebbe a confessare che se le acque entro le quali condnuano tutt'ora a precipitarsi i tofi unglieresi disparissero , nessuno ricuserebbe di ravvisare in quei depositi una formazione al tutto simile a quella dei contorni di Parigi ( Voyage en Hongrie, torn. Ill, pag. 287 ). Da questo e da simlli fatti, di cui si potrebbe allegarne Jjuon numero, con fondamento si deduce, che la distin- zione fra il calcare superiore lacustre e stabilita sopra ca- ratteri che sono comuni a piu formazioni , e quindi noa amraissibili nello studio della geognosia la quale non ad- dotta divisioni se non quando sono appoggiate sopra difFe- renze essenziali e costanti. Non so se troppo arrischiato giudizio sarebbe il cre- dere che neppure il posto assegnato al terreno lacustre SUI CALCARl d'aCQUA DOLCE. 4l3 inferiore (i) sia legittlmo e natnrale; ma so l)ene non essere con suflicieiiti ragioni tlimostrato intangibile il ravvicina- mento che si e voluto fare tli niolt'i deposit! di acqua dolce al terreno paleoteriano di Parigi , perciocche se il piu forte degli argomenti di analogia consiste nella preseaza di ossa di quadriipedi , che piu non iigurano fra le specie oggidi esistenti , egli e certo die tali ossa non rimangono entro i confini assegnati al terreno d' acqua dolce inferiore , ma si profondono eziandio nelle forniazioni marine , e per conseguenza non possoiio servire.di norma per divlsare il terreno del quale parliamo. E nel vero avanzi di Paleo- theriwn sono stati trovati in gran copia dal Robert nel calcare grossolano di Nanterre , clo clie dimostra che sifFatti animali vivevano non lungi dal baciuo di Parigi prima che la formazione del calcare grossolano fosse conJiotta a com- pimento ; e conseguentemente i limiti entro i quali si vor- rebbe restringere la schiatta deperita de' Paleoterj e degli Antracoterj , non sono stati con esattezza determinati ilai geologist! (Bull, di Femssac, torn. XVIII , pag. /i^?>?, ). Ven- gono poi a confermare il nostro assunto le mascelle di an- tracoterio rliivenute nella lignite terziaria di CadilDUona nel Genovesato ( BarelU , statistica mineral, degli Stati Sardi , pag. 3 1 5. Torino i835, in 8.°); le coste di elefante disep- pellite nel Valdarno , su cui erano attaccate alcune ostri- che ; le ossa di rinoceronte tratte dai colli del Piacentino , e ridoadanti anch' esse di gusci d' ostrica ( Brocchi , Con- chiol. fossile , pag. 200 ), e le mandibole di mastodonte sco- perte dal cav. Amoretti nel terreno marino della Rocclietta neir Astigiano (2). A scapito dell' oplnione sopra enunziata potrei alluugare la lista delle reliquie di belve esotiche terrestri che sono state trovate ne' terreni marini, ma per ora basti il gia detto , giacche dovro tornare sullo stesso (1) Cioc il terreno Paleoteriano
  • re— sunzione die le ossa tli Paleotherium e cli altri ijachidermi di specie di- strutte siano esclusivamcnte jtropric di e^so. (2) { Atti dell' Istituto Italiano , tomo IT. con tavole Utografche. Bologna 1808 in 4." ). Gli avanzi di un tescliio fossile discoperti da Gioseffo Monti a BiaucaiiO nel Eolognese , erano anch' essi rivestlti d' un tomento ar^illaceo }>ieno di conchiglle marine ^ dal quale furono liberati per nieglio giudicare della specie a c\ii appurtencvano. L' esimio naturalista prof. Ranzani assicura cli' essi spettano al rinoceronte , non gia al rosniaro come credeva lo sco- pritore ( Ratizani , Elemeiui di zoologia , tomo II, pag. 55i. BILL Itnl T. LXXXIII. 27 414 MEMORIA GE0GN0STIC4 argomento onde meglio far chiari alcuni fatti attenenti alle cose clie ho qui riferlte (i). I travertinl stratlficati e massicci delle provincie Venete non si debbono ragguagliare a nessuno de' calcari d' acqua dolce che annunziansi anteriori ai terreiii postdiluviani, per- ciocche alcuni si producono giornahtiente mediante la tra- sudazione delle acque pluviali o delle sorgenti , altri si veg- gono ill masse non molto estese , che inviluppano foglie e fusti di piante simili a quelle che la presso vi allignano , ed altri finalmente si sono formati e continuano tuttavia a formarsi nelle caverne assumendo i caratteri delle stalattiti e delle stalagniiti. Se tutte queste deposizioni si possono anche adesso generare col veicolo dell' acqua , come cer- chero provarlo nel progresso della mia narrazione , credo ancora che molti fra i travertini rimasti a secco per la scomparsa dell' acqua , siano di formazione moderna, e spet- tino air ultimo e piii recente deposito de' terreni d' acqua dolce. Prima di dare lo specilegio delle localita che testi- ficano esservi nel regno Veneto copiosi depositi di calcare lacustre, debbo dire che in proposito di terreni d' acqua dolce noi siamo alia condizione delle nazioni non ancora intese a conoscere intimamente la natura del suolo sul quale mettono il piede, e ne sia una prova il vedere che i luoghi eve si trovano tali terreni o sono taciuti nelle opere dei Veneti naturallsti, o non vi sono ricordati salvo che con cenni di poca o niuna importanza , quasiche la natura ab- bia voluto esibire nelle rocce alluviali tal fatta di produ- zioni non atte a risvegliare in noi la curiosita e lo spirito di riccrca. Senza abusarmi d' avvantagglo di chi mi e cortese d'at- tenzione vengo tosto alia storia de' travertini da me osser- vati nelle provincie Venete. 11 primo e piii cospicuo esempio di un calcare d'acqna dolce ci viene somministrato dal villaggio alpino di Lagole posto nel circondario di Calalzo , fra il torrente Molina e il fiume Piave, a circa due miglia di distanza da Pieve di (1) Forse mi 51 potreblje opporre che alcuni degli ossami fossili delF Italia si trovano alio stesso livello geognostico , nel quale giaciono i paleotcrj di Parigi , ma quand' auche cio fosse, sara sempre vero che la formazione ma- rina ossifera non puo stare in armor,'a con la formazione d'. acqua dolce in- feriore della Trancia , attesa la divtr^iita del liqiiido iu cui cbbero origine queatl terreni. SUl O.VLCARl o'ACyUA. DOLCE. 4l5 Cuclorc. Quivi dalle collino gliiajose die vi sono alia ra- dice delle alpi esce una copiosa sorgente d' acqua linipi- dissiina , Hia cosi strabocclievoliiiente pregna d'l carljonato calcario , che attaccandosi ai legiii o alle foglie die vl si gettano, o per avventui-a vi cadoiio , le investe e le ingrossa taluiente die le fa coniparire coine iaipietrite , e puo quindi forinare quelle grosse coucrezioni e quel tofi che tanto ab- bondanti si trovano sul foiido da essa irrigate (i). I pesci die a forza si voUero introdurre nella sorgente fredda di Lagole vi perirono poco dopo (2), e convien credere die neuiaieno ai testacei fluviatili sia dato di vivere in queirac- qua, nou avcndo ne'uiiei esauii saputo discernere ncssuna spoglia di animali inollusdii ne ai margini della corrente, ne deiitro al calcare che dalla niedesima viene precipitato. Credo pero che V acqua calcarifera di Lagole torni lueiio nociva ai pesci di mano in uiano che si allontana dalla sua sorgente , poiche vero e che alquanti passi sopra il punto nel quale essa si conghmge al Molina vidi io stesso guiz- zarvi dentro piii individui del CoUus gobio , segno manife- sto die in quel sito perdnto aveva la piix gran parte del sale terreo , non che la pregiudizlale sua influenza sui pe- sci abitatori delle acque dolci. Le concrezioni di cui parliamo si profoadano per ben quattro piedi al di sotto del suolo , e si estendono lino alle radici de' colli , tappezzandone ben anche gli antri o le ]}ic- cole cavita che ivi si trovano. In alcuni luoghi della valle vedesi sporgere dal fondo grossi cumuli di gesso talvoha nudi , talvolta incrostati di tofo , la cui presenza nulla of- fre che possa sorpreiidere, perciocche non sono che ap- jjendici delle grandi eniinenze gessose tanto frequenti nel Cadorino , le quali provano solaniente che il tofo alluviale puo ti-ovarsi adagiato sui terreni di moderna formazione, come sui terreni secondarj. (1) Quest" acfjua che al variare delle viciisituclini atmosferiche mantiensi £cm]>re la stessa , e stata in j)arte ruccolta denlro uii acquldotto per comoilo di UII luulino, o tale e la copla del tofo che in (juella doccia si de])oiic , ch' d d'uojio a tjuiuulo a qu.indo riniuoveilo peiche non rimanga oslruila. Quest' acrjua esjiosta qualche giorno all' aria in un liicchiere , si coprc ili una peliicola calcaria, come I' acqua di calce. (2) Ucl.ho questa notizia alia cortcsia del vciieriito e dotto niio anuco it dollore TaJdco Jacohi , juojuictaiio del mulino c dei fjiidi di L.igok. 41 6 MEMOniA CEOGNOSTIGV II tofo di Lagole e cU colore ora bianco-gialliccio, era cinereo; ha la tessitura compatta , talvolta stratiforme, ac- costantesi alia compage delle stalagmiti senza essere pel- lucido i ed e poi duro quanto basta per poter essere messo in opera come pietra da fabbrica. Contiene spesso avanzi di piante espressi cosi bene che facilmente si riconoscoao anche dal pin inesperti per impressioni di foglie di faggio e di betula , alberi che vegetano rigogliosi in quelle mon- tagne. La prima ricerca che la curiosita sospinge di fare si e quella di conoscere se alia formazione del tofo cadorino vi influisca il solo idrogeno solforato, ovvero 1' acido carbo- nico , ma per non perdere di vista il soggetto che di pre- sente ci occupa , mi riserbo di toccare in appresso questo argoraento , e solo qui osservero che le indagini e gli spe- rimenti fatti sul luogo mi hanno assicurato che I'acido idro- solforico , comunque comunissimo nelle acque di Val di Ga- dore , manca assolutaniente in quelle di Lagole , dove il solo menstruo clie ne procuri la soluzione del calcare mi risulto essere 1' acido carbonico. Questo acido si svolge dai terreni che lo contengono mediante un process© clie mi seinbra ancora molto oscuro , perciocche la mancanza del- r idrogeno e la bassa temperatura dell' acqua , vietano pen- sare clie V acido solforico derivato dalla decomposizione delle piriti , possa scacciare T acido dai carbonati, o possa lo zolfo delle stesse piriti produrre a spese delF idrogeno deir acqua 1' acido idrosolforico, come generalmente si crede rispetto alle sorgenti che lianno la facolta di generare de- posit! calcarei simili a quelli di Lagole. Alcuno potrebbe tuttavia sospettare che le piriti giacessero a grandi pro- fondita , e fosse percio impedito al gas epatico di elevarsi^ sino air acqua ; ma questa supposizione incontrerebbe Tal- tra difiicolta di spiegare come al solo acido carbonico sia concesso di mescersi all' acqua senza incontrare gli ostacoli che sono stati frapposti al gas epatico, il quale d'altronde essendo piii espanslbile e piii leggiero del gas acido car- Ijonico , doveva con maggiore facilita vincere le forze con- trarie die si opponevano al suo sviluppo. Uopo e dunque ripetere , clie non in tutti i paesi ove sonovi acque incro- stanti , si puo dire cbe T acido carbonico venga scacciato dalle sue couiljinazioni per opera deT acido solforico ge- nerate dalle piriti , quantunque in generale sia vero clie il StII GALGARI D ACQUA DOLCE. 417 niinistoro di cni servesi la natura per mettcre in istato li- Ijero r acido carbonico delle sorgenti sia Y acido sommini- strato dai solfuri di ferro , de" qiiali esistono amuiassi piii o nieno potenti nelle montagne di tutte le eta. Del rimanente , qnalunqne sia la foute dalla quale si di- parte I'eccesso deir acido carbonico contenuto neir acqua , certa cosa e die il calcare per se stesso insolubile in que- sto liquido , trova il suo dlsciogliente neir acido di ciii r acqua si e preventivamente carlcata. Le cause poi die facilitano la separazione dell' acido carbonico dell' acqua, e deterniinano la precipitazione del carbonato di calce sono il contatto dell' aria , il nioto deU'acqua, die quanto e piu agitata , tanto piu sollecitamente lo perde , e la diminuzion di pressione , per cui 1' acido gasoso puo in maggior co- pia sprigionarsi e abbandonare la materia calcaria. Nelle geognostiche osservazioni die sono andato facendo pei monti del Cadorino , del Zoldiano e dell' Agordino, fui sempre sollecito a prestar attenzione alle rocce alluvlali, se pur mi veniva fatto d'incontrarle ; quindi posso assi- curare die 1' opera delle acque doici attuali si ravvisa a Forada , di dove procedono i pezzi di calcare con iinpres- sioni di foglie die vidi dispersi presso Boica , e si ripete con nunierosi esempi nel territorio Zoldiano. Quivi suUa falda occidentale della grande niontagna di Fornesighe ap- presso alia costa dell'Arze si offre all' occbio un potente deposito di tofo coricato sopra ii calcare foniiante la parte principale della montagna , il quale si estende per buon tratto nella sottoposta pianura. Questo tofo intieramente calcario riesce tutto foracdiiato e fistoloso , ne contiene nes- suna impressione di vegetabili , ne di altri corpi organiz- zati , se si eccettuino pocbl frustoli di piante legnose die vidi annidati ne' vani della pietra , dove probabilmente li avra portati 1' acqua piovana. II tofo deir Arze , a circa trenta passi sopra il livello attuale del torrente Mareson , fu scavato nel sccolo XV per adoperarlo nella costruzione della parroccliiale di Zoldo e serve anclie oggidi come pietra da falibrica , il die nia- nifestamente palesa die la sua inassa non e ne superficiale, ne circoscritta a piccolo spazio. Era di soiiima iiiiportanza conoscere se il deposito llu- viale di Arze continua tuttora a formarsi col mezzo del- r acqua 5 ovvero sia stato prodotto iu epoclie a uoi molto 41 8 MEMORIA CrOGNOSTlCA lontane , per opera di un lluiJo che or.i piii non esiste. Le imlaglni fatte a quest' oggetto mi diniostrarono non es- servi in quel dintorni vernn'altra acqna perenne oltre quella del Mareson , la quale come dicemino, e ben trenta passi pill bassa del sunlo su cui posa il calcare tofaeeo. lo chieggo adesso , se per essere svanita 1' acqua die ha disperse e depositato quel terreno si possa senza trascen- dere i confini della probabilita, considerare il tofo di Arze come un equivalente del calcare lacnstre siipcriore di Pa- ri gi , e quindi come una roccia di gran lunga piii antica delle altre congeneri die si vcggono nel circondario di Zoldo. Per me non sono di questo avviso, e credo in vece die il terreno di Arze appartenga all' epoca delle formazioni al- luvlali , e sia stato prodotto dal Mareson quando il suo li- vello era piu alto di quello che adesso non sia, e quando le acque , animate da molto acido carbonico , avevano la facolta di sciogliere in abbondanza il carbonato calcario , che poscia abbandonarono sulle falde della vicina inonta- gna. Questa opinione non dee sorprendere qualora si con- sideri die le acque non solo del Mareson , ma di tutti i fiumi attingev^ano un tempo ad un livello molto piu alto deir attuale , e si mantennero cosi elevate anche dopo la comparsa dell' uomo , del die ne fanno testimonianza gli avanzi dell' industria umana da noi ricordati in proposito del ciottolame recato dal torrente Ardo quando correva piu alto (i). Nel Zoldiano oltre il tofo di Arze ve n' ha parecchi al- tri che si formano giornalmente per opera di lente e suc- cessive precipitazioni die disperdono le acque di cpael cir- condario. Questi toli sono pieni di cavita irregolari , riem- piute di filamenti stalattici , e sono al tutto simlli al tofo teste descritto dell'Arze , perciocdie messi con questo al confronto mi risultarono egitali cosi nella tessitura come nella composizione. lo mi ristringero ad acceniiare i princlpali luoghi ove si possono vedere i calcari lacustri alluviali del territorio zoldiano. Nella stessa montagna di Fornesighe piu verso Zoppe , nel luogo detto gli Andri , evvi un deposito tofaeeo formato (i) Osservuzioni sopra i terreiii poitdiluviani delle proviiicic Veiiele. ( Pa- tlova i>'34, in i3.'^> 5 I^i P^g- 4*^'- 9UI CALCARI D ACQUA DOLCE. 4l(^ dair acqua che vl corre vicina , la quale findie circola sotterra , ha la facolta di sciogliere gran copla di cal- care , che poi abbaiidona quando si mette al contatto del- r aria. Un simile tofo si vede nella villa di Pra presso la fontaiia dello stesso nonie , ma non appare tanto esteso , lie in banchi cosi grossi come sono quelli degli Andri. L'acqua di Pra, qnantnnqne calcarifera , serve nullameno di bevanda agli abitanti del luogo, ed e forse dall' uso clie si fa ili questa e di altre acqne consimili che dovrebbesi rintracciare la causa delle nialattie glandulari , ed In ispe- cie del gozzo , cui vanno soggetti i nostri alpigiani. II tofo celluloso ricomparisce presso le Rove, sulla strada che da Forao conduce alia Pieve di Zoldo , e si torna di bel nuovo a rivedere nel botxo detto Gavo di Stregal a So- vedale , dal qual punto si dilata lungo la sponda dritta del torrente , e va a formare sulle pendici della montagna un addossamento che si prolunga per un verso fino ai Quat- tro Stagoli , e per 1' altro liuo a Val di Porta, occupaado cosl un' estensione di oltre cinque miglia quadrate. Potrei indicare la medesima roccia a Pezze sul monte Foppa e in altri luoghi ancora pin distanti dalla Pieve di Zoldo ; ma non essendo mia intenzione di dare la lista di tutti i tofi die mi accadde osservare nel Zoldiano, bastera cio che ho detto fin qui per assicurare, che anche nell^ab- bondanza de' calcari d' acqua dolce le alpi Bellunesi non cedono il primato a verun altro paese dello State Veneto. Aggiungero solamente che le rocce linora ricordate appar- tengono al terreno postdiluviano, e derivano dall" acqua che sopra vi trascorre, ad eccezione del tofo di Arze, del quale comeche lontano dall'acqua, mal penserebbe chi si facesse a crederlo di un' origine anteriore alia forniazione de' tofi alluviali. II fenomeno de' tofi e delle altre concrezioni delle acque dolci attuali si presenta in molti luoghi delfAgordinoj ma nulla offerendo di straordinario , nulla che appuntino non corrisponda a quanto ho gia notato nei depositi dello stesso genere che vi sono nel Cadorino e nel Zoldiano, tralascio di darne la descrizione , e solo credo prezzo dell' opera di citnre alcune situazioni , nelle quali esso si mostra. A ridosso de' conglonierati o pudinghe che si veggono adagiate sui fianchi della montagna detta il Duram, e ch' e d'uopo oltrepassare per trasferirsi da Zoldo ad Agordo, vi 420 MEMORIA. GFOGNOSTXCA. ha un copioso deposito d' acqua dolce , il quale scema di volume di mano in mano clie si precede verso Agoi-do , finche sparisce del tutto per riconiparire in altri luoghi di quel dlstretto. Intasamenti tofacei si scorgono nei dintorni di Canale presso Gares, e si torna a vederne nelle gole che mettono nella valle entro cui passa il Cordevole. II piu potenie di questi intasamenti si ravvisa in Valcozena , ove e aperta una cava da cui si estrae il tofo con impressioni di foglie per adoperarlo nelle fabbriche. Sgorga dai monti superior! e discende in Valcozena un' acqua capace di aumentare a veduta d' occhio la massa de' tofi clie ivi stanno addossati sulla falda della rupe che spalleggia la valle , e della stessa facolta sono dotate alcune delle acque clie discendono nella valle delle Monache , non che quelle di altre Aalli e botri del circoiidario di Agordo. Alle acc[ue o perenni o even- tuali die di tempo in tempo discendono dalle superiori eminenze , devesi quindi attribuire 1' origine de' tofi e degli incrostamenti tartarosi che si ammirano nell" Agordino. Quanto alia formazione del tofo calcario che abbiamo nel basso Bellunese, diro di averla ravvisata ove piii ove meno abbondante in varj luoghi, e sempre sotto la forma di concrezioni , sovente raollo grosse , con la superficie co- perta di cavita ora vuote , ora attraversate da filamenti stalattitici ed ora lisce cosi che sembra vi sia stata di- stesa dentro una vernice. Nelle vicinanze di Cesio Maggiore e nei dintorni di san Gregorio , villaggi posti suU' antico confine de* due terri- torj di Belluno e di Feltre , evvi gran depositi di tofo ca- vernoso, che per essere molto solido e ad un tempo leg- giero , si escava per adoperarlo nella costruzione delle volte di certi ediiizj , e per adornare i giardini. Esso posa so- pra il calcare jurese che fiancheggia in ambi i lati quelle valli , ma non da per tutto i suoi depositi sono continuati, ne ovunque si mostrano ad una medesima altezza , il che proviene dalla maggiore o minore elevazione de' luoghi , dai quali sbucciano le sorgenti che li hanno prodotti. Co- deste sono poste alia distanza di piii metri 1' una dall' al- tra , e sono tuttora impregnate di un principio acido che le rende capaci di deporre gran copia di tofo. La man- canza di continuitii , ed i livelli differenti a cui attingono tali depositi J e una circostanza degua di essere notata. SUl C.\LC.\in D ACQUA DOLCE. 42 1 perche la cosa stessa si ripete ne' Inoghi dove le acque pid noil lianno la facoha di tenere disciolta la materia calca- ria atta a rappreudersi ed a formare que' tanari e quelle concrezioni clie deponevano in altri tempi. Di fatto Broc- clii osservo die il travertino di Roma addossato sul monte Pincio non poggia da per tutto alia inedesima elevazione, ne da per tutto ricopre regolarmente il fondo sul quale e coricato , ma il dotto uomo in vece di applicare al feno- meno la spiegazione clie pare la piu probabile , suppone che la ripidita del pendio abJjia impedito al materiale cal- cario di rimanere aderente , e solo abbia potuto deposi- tarsi ne' luoghi , in cui il corso dell' acqua gli sembrava clie avuto avesse una minore rapidita (Brocchi, Suolo di Roma pag. 128). Brocchi certamente avrebbe rinunziato alia sua opinione , ed accomodato si sarebbe alia nostra , se veduto avesse il modo , col quale il tofo di Cesio ha potuto distribuirsi ove piu alto , ove piu basso ed ove in banchi interrotti da spazj , pari a quelli eh' egli ha osser- vati sul Piucio. Puo quindi il calcai-e d' acqua dolce tro- varsi in luoghi molto elevati , ed essere colassu depositato dalle sorgenti che sbucano da quelle altezze , non gia dai iiumi quando avevano un piii alto livello , come pare in- clinato a credere il signore de Buch ( Geognost. Beobach- tungen ecc. Tom. II, 1809). Non si dee disconvenire per altro che le acque dei fiumi e dei torrenti non abbiano il jiiii delle volte avuto parte nella produzione dei calcari flu- viali adagiati sui lianclii di piii altre montagne , anzi dopo le cose sopra dichiarate sareblje quasi inutile il dire, che tanto i fiumi quanto le sorgenti alpine possono avere coo- perato alia loro formazione. Nel taglio verticale di un banco di tofo che si escava a S. Gregorio vidi dentro la massa tofacea quantita di ciot- toli calcarei stretti insienie e legati dallo stesso materiale del tofo , che in questo caso fa le veci di cemento. E chiaro che r acqua ha quivi depositato il carbonato di calce sopra un curaulo di sassi cola ragunati , formando cosi una spe- cie di conglomerate , o per servirmi di un vocabolo tolto dalle cucine inglesi , una specie di pudinga, simile a quella che in moltissimi luoghi della provincia Bellunese costituisce eminenzc , se non niolto elevate , certo di cousiderabile estensione. 422 MEMORIA GEOGN'OSTIOA Lc diverse qnallta di tofo addossato lungo le faldc del monti di Cesio Maggiore, di S. Mauro, di S. Gregorio ecc. sono tutte opportiinissimc nella costrnzione di mnraglie, per essere agevoliiiente lavoraljlli e resistenti alParia; quindi si rendono piu manifeste merce gli scavi clie si sono fatti era in uno , ora in altro Inogo. Nessuna di tali varieta mi prescnto I'aspetto pietroso o la tessitura compatta clie ca- ratterizza V antico travertino di Roma e il tofo tennale la- pideo di Abano negli Enganei, ma tutte si manifestano po- rose, piene di cavita interne, guernite di cilindri fistolosi , simili per questo rispetto ai tofi clie giornalmente depon- gono le acque del Velino presso Terni , e la cascata del- I'Aniene presso Tivoli nell'Agro roraano. Tra queste va- rieta posso ricordare le seguenti : A. Tofo cavernoso gialliccio inviluppante ciottoli calcarei e glebe di tofo. S. Gregorio. B. Tofo cavernoso bianco-gialliccio , con le cellule per lo piu spalmate d' una intonacatura alabastrina , dentro le quali non si ravvisa vestigio alcuno di avanzi organiz- zati , ivi. C. Tofo poroso , generalmente bianco , pendente un poco al giallognolo, leggiero, con incrostazioni cilindriche fo- rate litngo T asse , le quali non sono che impressioni esteriori di piante, noto essendo che i fustl e le foglie marciscono dopo 1' incrostazione , e soltanto restano nel tufo le impressioni. Allorche questi tubi, composti di straterelli concentric!, sono di un sensibile volume , si- mulano la forma delle ossa di animali. Codesti ricevet- tero dagli antichi il nome di Osteocolla, perche si cre- deva che presi internamente facilitassero la formazione del callo nelle frattiu'e. Sono celebri le osteocolle di Brandeburgo , di Francfort sull' Oder , di Estampes e di Albert in vicinanza di Amiens , non che quelle che si veggono nel luogo detto Acqua Sagliente presso Schio. II tofo delia presente varieta e molto abbondante nella valle di S. Mauro , ed a Cesio Maggiore. Non voglio passare in silenzio le osservazioni che intorno alia facolta incrostante delP acqua di Cesio ho fatte molti anni addietro, le quali tendono a dimostrare che la forza con cui r incrostazione aderisce alia superiicie de'corpi che ne sono investiti , non e per tutti la stessa. In una sgrottatura del aionte , dal qitale stillano contimiamentc SUI CALCARI D ACQUA DOLCE. ^26 acqne incrostanti , lio posto de' corpi dl natura e forme diffcrenti , usando ravvertenza di coHocarli In maniera che tutti fossero in cgiial niodo raggiuntl e bagnati dalP acqua. Dopo ventl e piii giorni j'itornai siil Inogo , e m" avvidi che r intonaco calcario fornuatosi attorno quei corpi variava in densita. e finezza secondo che apparivano piii o meno solidi, e piu o meno compatti. La canna palustre, sopra cui r iiicrostazione si efl'ettuo piu soUecltamente, riteneva alia sua superlicie uno strato calcario piu grosso di quelle che investiva alquante ossa di polio, coUa difFerenza die la crosta tofacea della cauna offeriva una superlicie aspra al tatto, e facihueute distaccabile dalla punta del tempe- rino , laddove quella delle ossa n' era piu sottile, piu Can- dida e piu consistente ( Osservazioni sopra i monti che cir- coscrivono il distretto di Belluno , Verona, 1818, png. 79 ). Tali sperimenti si potrebbero, a cio che mi sembra, mol- tiplicare ali'lnfinito nella grotta di Bival, villaggio non molto discosto da Cesio, dove, ponendo a profltto gli spruzzi deiracqua potrebbonsi del pari ripetere i bassi rllievi , i medaglioni e gli altri liellissimi lavori in tartaro , die si ottengono colle aequo mlnerali di S. Eilippo nella Toscana (i). ( Sard continuato. ) (1) E doviUa al sig. dott. Vegui 1' industriosa JnTenzione di far scrvirc il sale calcario delle acqxie a rcndere in rilicvo le fomie concave che vi si espongono. Immagino egli di far cadere 1" acqiia calcarifera dalV alto di una volta sopra pali e sopra traverti posti orlzzontalmente e alqiianto alli da terra, A questi stanno appc?e forme concave di zolfo piu o meno lontane dalla cadnta dell' acqua , secondo die si vuolc pin o meno fino , piu o meno lento il lavoro. Tn fatti cadendo 1' acqna dal mezzo della volta sui sottoposti tra- vcrsi , si frange in niille parti, e riscliizzando in minutissirai spruzzi va a raggiungcre gli appesi cavi di zolfo , e insensibilnicnte vi deposita tenuis- sime molccole di tartaro , il ([iialc rivestc cosi i piii miniiti e piu delicati tratti dcUa forma. Cresce intanto col tempo I'incrostazione , finclie giunta alia desiderata grossezza , si toglie di la la forma , e se ne scpara con di- ligeiiza il tartaro , il quale ha gia riccvuto pcrfettamente 1' Irapronta della medcsima. E ncceasario un mcie fino a quattro per condurre a comphucuto questi rilicvi , secondo l,i gioijczza clic loro viene data. 424 PARTE STRANIERA. Voyage autour du monde. — Fiaggio all' intorno del mondu pci mail deW India e della Cina , eseguito sulla coTvetta dello Stato La Favorita negli anni i83o, i83i e 1 832, souo il comando del sig. Laplace, capitano di fregata , puhblicato per ordine del signor viceammirnglio conte di Rigny , ministro della ma- rina e delle colonie — Parigi, 1 833-36, stamperia Reale. Vol. 4, gr. in 8°,fr. 3o , con due adand , V lino di vedutc gr. infogl.fr. 3o, I'altro di geogra- fia ed idrografia infogL massimo fr. 144 a Parigi. ArTICOLO SECOISDO. Malesi , grande arcipclago delle Indie , le FiUppine, Lussone, il Cholera , preliininari osservazioni sulla Cina. J-I soggiorno della Favorita ne' divers! stabilimenti degli Enropei sulla costa dell' Indostano non duro clie due mesi : tuttavia il sig. Laplace reiidere seppe non poclii servigi ai negozianti francesi , e preziose notizie al suo governo. La corvetta, trascorso felicemente lo stretto di Malaca, passo al 5 d' agosto del i83o il canale formate dalle isole Ni- cobar e dalla punta del regno d'Achem, all' estremita N. di Sumatra, la cui punta S. forma coll'isola di Giava lo stretto della Sonda. Le coste occidentali della grand' isola di Su- matra sono hen conosciute , e quindi frequentate dagli Eu- ropei clie vi possedono alcuni stabilimenti, pero minacciati di continuo dai sultani delle circonvicine provincie. Feroci ne sono gli abitanti , traditori, dediti alia pirateria, intinti di tutte le perverse qualita della razza malese. L'interno, massime nel sud, e coperto di boschi : una moltitudine di tigri della piu grande specie, di elefanti^ di rinoceronti , di mille specie de' piii pericolosi rettlli ne disputano la proprieta ad una popolazione miserabile , poco numerosa , d' una razza diflerenie da quella delle coste e professaate PAUTE STRANIERA. 425 tutt' alira religione. La parte nord nelle vicinanze d'Acheni, , se credersi debba agli Olandesi che pei primi subilironsi in quest' isola, e nbitata da una nazione guerriera, nume- rosa ed antropofaga. Verso il mezzodi del lo deU'anzidetto mese la corvetta gia scorgeva gli stendardi inglesi sventolare sui foiti della cltta nomata il Principe di Galles nella bell' isola del me- desimo nome , la quale per la posizione sua domiiiante lo stretto , e pel suo coniuiercio colle circonvicine coste ma- lesi e divenuta uno de' piu iniportaiiti einporj. Yi si an- novera un graa numero di negozianti europei; pure la piu gran parte della popolazione componesi di Malesi , ma piu ancora di Cinesi che vi praticano il ininuto commercio, e conipongono pressoche esclusivamente la classe degli arti- giani. Questa citta al compiersi del secolo scorso non an- cor sussisteva. A quell' epoca un giovane inglese navigando sur un naviglio mercantile innamoro la figlia del re di Queda, e T ottenne dal padre di lei che le diede in dote quest' isola chiamata Pulo—Pinang nel linguaggio malese , coperta a que' tempi di ibltissime selve, pochissirao abitata e dal continente divlsa per un canale di circa una lega. Non sapendo egli che farsi di tale immensa proprieta la cede alia Compagnia delle Indie , che la muni ben tosto di fortificazioni , e le diede il nome col quale vien era chia- mata. L' isola e montuosa ed elevata ; ma il suo lato verso la costa malese discendendo con dolce pendio sin al mare presento agl' luglesi una superba situazione su cui co- struire belle ed eleganti abitazioni , e di boschetti e giar- dini circondarle. Queste abitazioni dominano sur una rada ampia e sicura , coperta sempr^ di navlgli , che dopo di avervi portate le mercl dell' Europa , ritornano ne' grandi stabllimenti dell' India carichi di legname da costruzione e del riso che traesi dal paese d'Achem e da' varj vicini regni malesi. II nostro viaggiatore ci ha rappresentati con nerissimi colori gli abitanti di Sumatra. Tali sono tutti i Malesi an- cora. Essi comeclie della medesima razza, vivono sempre in guerra gli uni contra gli altri : lo stretto e il teatro de' loro continui ladronecci. E per verlta qual altro carat- tere, quali meno atroci abitudini avere potrebbero uomini sommessi ad un sistema di governo il piu abbojninevole fra quanti mai gravitarono sulF umana specie ' II sovi'ano e 4^6 PARTE STR\NIKU4. assoluto padrone della vita e tlei beni de' suoi sudditi , da' qiiali il noine di schiavi reputasi come il piii onorevole dei titoli. Percio i MalesL formano la piix perversa razza del globo, ma fortunatamente essi sono ben poco valorosi : altrimenti stata sarebbe agli Europei diflicilissima impresa il porre i piedi in qiieste region! e sostenervisi. Ne del morale e pur migliore il fisico : la loro statura general- inente al di sotto della mezzana ; le membra aggruppate e grosse, rivelanti bensl la forza , ma disaggradevolmente conformate \ il colore della pelle , di rame rosso carico ; i capelli neri e ricciuti die coprono una fronte larga e bassa; i pomelli delle guance saglieuti ed aguzzi ^ gli occhi affos- sati e giallicci ; lo sguardo selvaggio e traditore : queste caratteristiche deforuiita danno al Malese un sembiante non dissimile da quello della tigre. Inoltre un naso corto e schiacciato , una grandissima bocca , i labbri grossi , tinti in rosso e di continuo innaffiati dal sanguinolento succo del betel alia saliva commisto , formano a questa razza una fi- sonomia ributtante, quale non incontrasi ne pure fra po- poli i piu selvaggi. Quanto alle donne , se osservinsi nella loro infanzia , appajono ben fatte e con gradevoli linea- menti ; ma la loro bocca e pure deformata dal betel. Som- messe al piii duro servaggio, dannate ad una perpetua prigionia da uomini gelosi sino al furore, sottoposte a' piu penosi , a' piu pesanti, a' piu vili incarichi del domestico maneggio invecchiatio innanzi tempo. Notidimeno i loro occhi conservano un sentimento di dolcezza e di rasse- gnazione. Di fatto conoscono la sclagura , couipasslone- Voli sono per gli schiavi : merce di esse non pochi euro- pei conservarono la vita e ricnperarono la liberta. II loro abito componesi come quello degli uomini d' una camicia scendente al di sotto delle ginocchia sur un pantalone largo e lungo f, questo e quella di tela di cotone, azzurra pei po- veri , bianca per le classi super iori ; suUa testa una ber- retta ricamata in oro , oppure un sempllce fazzoletto: al- I'intorno del corpo una larga cintura di stoffa o di tela per lo piu di vivaci colori , nella quale gli uouiiui portano e spesse volte tengono nascosti due lunghi pugnali , i cui preziosi ornamenti compiono 1' abito d' un malese di classe elevata. I grandi personaggi portano una specie di panto- fola alia turca; i soli sultani tenerle possono costantemente; ma nessuno puo al cospetto loro apparire , e ben anco i lor ligliuoli . se non a' pie nudi. PAHTE STUANIERA. 427 La pianta cliiamata heud ha qualclie somiglianza co' fa- giuoli de' nostri clinii, s'avviticcliia iigualmeiite agli alberi ed ai pali , e jireferisce i terreni umidi e la viciuanza dei ruscelli. Essa dii il nome alia connjosizione, del ciii mastica- niento vagliissiini sono i Malesi. Questa formasi colla foglia di essa pianta di gusto aroinatico e piccante e con altri ingredienti , cioe con biancliissima calce fatta di conchlglie, con una dose di noce d' areco , alJjero assai grande , folto e Incido di fogliame il cui fi-iuto , pendente a grappoli , molto soiuiglia a rjuello ancor verde del noce europeo, ed altresi con una dose della terra del Giappone , specie di gonuua nericcia , di amaro ma gradevole sapore. Tutte queste sostanze per mezzo del boUimento riduconsi in un siroppo, die raflfreddandosi diviene duro : se ne forma una pallottola grossa un pollice , die poi tagliasi a pez- zetti i si prepara nel mattino per tutta la giornata , ed in segno di ospitalita presentasi a chinnqite nuovamente ar- rivi. II suo uso e sparso non nella sola penisola malese , ma in tutte le isole del grande arcipelago asiatico. Quali sono mai le sue qualita niedicinali' II signor Laplace non pote ottenerne una soddisfacente soluzione. Eglt propeii- derebbe a credere die questi popoli masticliino il betel come gli Europei fumano il tabacco : per oziosita e non per alcun vantaggio che loro ne derivi. Certo clie gli uni e gli altri, specialmente poi i primi , sacrificano al ca- priccio la conservazione de' loro denti , di cui vanno eglino ordinariamente privi in eta non ancora innoltrata. AI 4 di setteinbre la Favorita gia trovavasi nelle ac- que delle Filippine, ed al 7 scopriva le alte montagne di Manilla o Lussone , la piu grande e la piii iiiiportante di quelle isole. Pero sul globo terracqueo non trovasi forse regione alcuna da cui un piii vasto campo offrasi alio ri- cerclie dei dotti , quanto dal grande arcipelago dell' In- dia, la cui storia rimane tuttora da profonde teneljre cir- coudata. In qnal mai reniotissinio tempo successcro quei grandi avveninienti , quelle invasioni di popoli conquista- tori , settarj di Maoiuetto, da' quali venne successivamente occupata la piu gran parte delle grandi isole da Sumatra sino a Lussone'' Alcune ragioni ci indurrebbero a credere die costoro venuti siano dal Mar Rosso e dal Golfo Per- sico , allorclie rislamismo, quasi appena nato , niinatciava di tiitto sottoporre alle leggi sue il uiondo. Non ignorasi 428 PARTE STRANIF.RA. ancora die sino da' primi secoli deU'era cristiana gli Arab! eransl assai innoltrati nello studio della geogralia. I nume- rosi loro navigli gia veleggiavano luiigo le coste dell'Indo- stano e del Bengala, e gia perveuuti eraiio sino a Sumatra ed a Giava , le quali ebbero da essi particolari nonii, ma rinomate gia erano per fertilita e per ricchezze. Nondi- nieno tenterebbesi iudarno di staljilire alcun concludente rapporto tra i costumi e la lingua delle difFerenti nazioni, che in quel grande arclpelago siguoregginrono, per dedurne un'origine comune. La lunga scrie de' secoli , le rivolu- zioni , il mescuglio degli antichi abitauti de' paesi conqui- stati coiidurre vl dovettero di necessita non pocbi cangia- inenti; ma queste due cause lasciarono sussistere tuttavolta que' naturali punti di somiglianza tra popoli cbe ugual- mente obbediscono a leggi dettate dal Corano. Perciocche la lingua in cui questo libro , arbitro della fede e delle costumanze de'Musulmani , trovasi scritto, e lingua sacra pe' Malesi e pei Mori deiie Filippine, i cui sacerdoti per- fettamente la intendono. Non si potrebbe forse , siccome jirova di tutto cio, aggiugnere 1' antichissimo uso pel quale cola pervengono ogn' anno dalP Arabia alcune specie di missionarj destinati a fomentare e riaccendere il religiose zelo de' maomettani , su' quali essi esercitano un' eccessiva influenza ■? Aggiungasi clie presso i popoli stabilitisi su quasi tutte le coste delle isole di questo grande arcipelago in- contransi le medesiuje disposizioni pel commercio , il gu- sto medesimo per la navigazione, in somma quelle preroga- tive stesse che un giorno diedero tanta celebrita agli Arabi di Surate , di Mascate e delle altre citta al Golfo Persico vicine , le quali innanzi T arrivo de' Portogbesi tutto fa- cevano il commercio dell' Oceano indiano. Percio molti viag- giatori ben con ragione osservarono clie i Malesi avere possono la medesima ferocita , essere spinti alia pirateria al pari de' conquistatori di Borneo , di Macassar e d' una gran parte delle Filippine , i quali ebbero dagli Europei il nome di Mori, ma cbe non ne hanno ne la statura , ne le fattezze. Di fatto questa dift'erenza sussiste tuttora,edi essa trovarsi forse potrebbe la ragione nella razza de' sel- vaggi e neri , primitivi abitanti di queste isole pressoche tutte , che costretti dai conquistatori ad abbandonare le sponde del mare , rifuggironsi sulle montagne e nelle fo- reste degl' interni paesi , donde non uscivano che per PAKTE STUANU RA. 420 depredaic i loro ncmici , e farne orrcailc str.igi. Pero il sanguc di questi conservossi nella priiiiiera sua purith ; iiientre nelT arcipelngo della Sonda gli Ara))i inescersi ne- cessarianiente dovettero con una jiopolazione gla incivilita e d'un colore assai piu analogo al loro. Tali sono le os- servazloni clie il signor Laplace viene facendo nell' atto di tessere la storia di questo arcipeiago ; storia piena di ii- losofia e di attenzione degnissima. Lussone, la piu settentrionale delle Filippine, ha circa 60 leglie in lungliezza e circa un terzo nella sua piii grande larghezza dall' E. all' O. La sua superficie copresi in parte da catene di montagne. Molte di queste contengono vul- cani tuttor ardenti , da' quali T isola e spesso agitata sino dalle fondanienta. Esse divise sono da ampie, belle e fer- tilissime valli innalli te da fiumi e da numerosi ruscelli, le cui sponde presentauo continui cnmpi di riso. Mirabilis- sinia ne e la fertilith del suolo. Le spezierie le piu pre- ziose , gli alberi i piii ricercati vi crescono spontaneamenio: il cafTe , la canna dello zucchero , il tabacco , I'indaco, il caccao non aspettano die la provvida uiano degli Europei per produrre niigliori e piti copiose raccolte. Le terre nion- tuose da magnifici Ijosclii coperte cliiudono nel lor seiio mi- niere d'oro, d'argento, di rame, di ferro e di carbone di terra , del che il declivio de' colli ed il letto de' torrenti ofTrono da per tutto preziose vestigia. Le coste noa sono nieuo favorite dalla natiu-a. Quelia dell' Est e solcata da una nioltitudine di fiumi naviaabili anche con grossi navigli. Tuttavia sembra clie specialmente sulla occidentale rinniti siansi tutt' i vantaj;gi per eccitare la cupidigia delle con- quiste ne' possenti popoli dell' Europa e di questa parte deir Asia. Ben poclii paesi vennero si generosamente fa- voriti dalia natura. Belle pianure sviluppandosi con dol- cissiiuo pendio dalle montagne sino al mare attorniano porti luirabilmente situati , i fjnali oilVono un sicurissimo anco- raggio a tutte le flotte del mondo , e ricevendo le acque di liumi profondi e uavigal^ili estendono le loro rclazioni sino alle piii interne parti. Questo bel paese , ora in piii provincie diviso , apparteneva ad una popolazione libera , numerosa e guerriera , nia per la discordia e pci vicende- voli odj cadde successivamente sutto il dominio degli Spa- gnuoli. E qui 1' autore viene a mano a mana esponendo le vicende di quest' isola , dall'anuo lijo in cui le Filippiae BIOL lud. T. .LXXXIU. 28 43o PARTE STRANIERA. vennero scoperte dal celebre MagcUano , sino alPepoca in ciii fu da lui visitata. Manilla , la nietropoli clelle Filijipine , posta sulla baja di Cavita , die le serve di sicuro e spaziuso porto , nella costa S. E. di Lnssone , al iSS", 3i', i5" di long. E., 14% 36', 8" di lat. N., coata circa 38, 000 abitanti, tra' quali 3 200 spagnuoli. Belle sono le sue comrade, ma quasi iai- jjraticabili nelle piogge; vistose ed alcune anche di buona architettura le case , aglati in generale gli abitanti. La pro- vincia, di cui essa e capo, dlscende sino al raare per un insensibile pendio dalle catene delle alte montagne die scorgonsi da lontano. L' uguale uniformita del terreno , la figura delle montagne , molte delle quali sembrano sorte per formare o pichi o nuvolose altitre specialmente verso il Nord 5 dove la massa de' terreni alti dalla costa piii di- scostasi , liaalmente la poca profoudita della baja ad una grande distanxa dal lido , indurrebbero a credere clie qnc- sta fertilissima pianitra sia almeno in parte un terreno di alluvione. Essa e inaalHata da una moltitudine di ruscelli e da un fuinie sinuoso e profondo, ma navigabile cb.e serve di comunicazione tra la baja ed un immenso lago, cliianiaio con generico nome la laguna. Se non che le inondazioni e le piogge pressoche continue rendono tristi e per piii mesi dell' anno imjiraticabili i dintorni di Manilla : ma nella beila stagione amenissimi sono ed ofFrono deliziosi prospetti. Le strade che conducono ai villaggi passano fra' boschetti d"al- beri copertl di frutti. II banano, prezioso dono die la na- tura compartire voile ai paesi caldi, tutte le fiuttifere piante de' tropici e quelle ancora di altri climi vi prosperano mi- rabihnente senza die 1' infingarda mano dello Spagnuolo o del Tagalo ( cosi cliiamasi il natio della provincia di Ma- nilla ) degnisi di soccorrerle od educarle. « Noudimeno (os- serva il sig. Laplace ) qual eseinpio d' imitazione degaissimo non ofFrono qnivi i Cinesi , che s\ bene vl coltivano cani- pagne coperte d' indigene canne di zucchero , la cui specie comincia a cedere il luogo a quella delle Indie occidental! pill produttiva e di recente introdottavi ! A lato delTabita- zione dello straniero agricoltore, e propria e ben collocata, io vedeva il suolo coperto di vigorosa vegetazione , dalla quale promettevasi una prossima mietitura di piti specie di legnmi de' paesi nostri: lusso che la cinese industria fa pagare un po' troppo agli Europei. Tuttavolta piii da Ituigi vaste P.VUTE STRANILUA. 4.5 I risaje , alle qnali un colore verdognolo dava un rideme aspetto , testiiuonlavano che i Tagali ancora atti sarehbero ad iiitraprendere con buon successo una coltivazioiie die ricliiede intclligenza e grandi lavori. Con quale destrezza, alloixhe cessarono le piogge, non giovansi eglino del piii piccolo rigaguolo ad innalliare ampie campagne di riso , una sola delle quali a' paesani nostri sembrerebbe do- verne tutta assorbire 1' acqua ! Con quale perseveranza noa lavoraao eglino nel fango per interi giorni onde ad uno ad uno piantarvi ogni garabo di riso, che dopo qualclie mese somministrare dee un' abboudevole raccoita! Soni- niessi alia possanza ditutt'altra nazione d' Europa , questi incantevoli paesi coperti si vedreb])ero di belle e gradevoli abitazioni : nia lo Spagnuolo, e suU" esempio di lui la classe di sangue nusto sotto di questo clima ardente chiusi ri- niangono tra le luura di Manilla , dove in alcune epoclie dell" anno 1' aria e del pr.ri pesante che malsana. " Essere non dee quindi maraviglia , se Manilla favorita da tanti doni della natura vada nondliueno soggetta a fre- quenti malattie epideniiche e contr.giose. II lerribile cho- lera vi si sveglio per la prima volta nel 182.0, facendovi strage orrenda. La morte vi niieteva a mille a niille i nii- serl abitauti : le cliiese erano tiUte ingonibre di moribondi che indarno eransi in esse rifuggiati chiedendo al Cieio la guarigioue de' lor mali. Dicevasi che i monaci correre fa- cessero una sorda voce essersi dagli stranieri , contro dei quali avean eglino sempre nodrita una niortale inlmicizia, gettato il veleno nelle fontane, e che Iddio puniva per tal- mode i cristiaui, da' quali toUerata erasi la presenza degli eretici. Ail'istante una frenetica rabbia s' impadronisce della popolazione : i aiedici de' quali essa poche ore addietro an- dava benedicendo i solleciti non meuo che disinteressati soccorsi , cadono trucidati nelle strade come avvelenatori. Nulla arrestare puo il furore della uioldtudine. Saccheg- giate ae sono le case de' negozianti , che sorpresi cadono seaza difesa sotto il pugnale degli assassini ; i lore cada- veri trascinati vengono nel fango. La forza pubblica si mantenne inipassibile spettatrice di sifFatta atrocita finche niinacciato non ne fa il sangue spagnuolo; ma allorquando il popolo -non dissimile dalla bestia feroce che all' aspetto del sangue irritasi e si precipita sul proprio siguore, fatte avendo a brani le gia designate vittiiue. trovare voile dei 432 PAniE STR\Nit;rv\. colpevoli , la cul ricchezza saziare potesse neiranimo s«o la sete del saccheggio, frenato ventie cotanto disorcUne : lo scopo gia eras! ottenuto. Allora il capitano generale ap- parve snlle pubbliche piazze in mezzo al siio stato inaggiore complimentaiido sulla gliistizia della cansa un popolaccio lordo ancora del sangue delle projirie vittime, i cui avanzi stati erano indegnainente gettati al calpestamento de' ca- valli. Ne freno alcuno porsi potrelibe dalla inano dell'uoino a si orrendo iiialore. Che aazi ad estinguerlo invocasi un altro niicidiale flagello : I'uragano Ty-fongs, che sommove e inare e terra, rovesciando le case, tutto sconvolgendone il paese , e talora risvegliando ben anche il furore de' vul- cani. Esso percio ad outa dei terrori che ispirar suole , viene dagli abitanti invocato co' piu fervidi voti : sorge al- r improvviso, comincia dnl nord e cessa spirando al sud: i! mare calmasi a poco a poco, 1' aria di viene fresca, leg- giera ; i giorni ritornano sereni e tranquilli. L'uragano dis- sipo le fohe nebbie^ e le stagnant! esalazioni , alle quali gli abitanti attribuiscono, e ben con raglone, le malattle che al cessare del mussone del S. O. tutto ne devastano il paese. Tali pur furono gli orribili disastri , fra' quali il si- gnor Laplace trovossl ne' primi due xnesi del soggiorno suo a Lussone. La Spagna ne' tempi della sua maggiore possanza traeva da Manilla le spezierie ed i prodotti della Clna e del Giap- pone, oggetti in Europa ricercatissimi. Un comraercio si brillante , a cui prendere non poteano parte gli stranieri , formava una inessiccabile sorgente di fortuna pe' magistrati delle Filippine e pei niercantl spagnuoli. Ma dappoiche la corte di Madrid rivoltasi a favorire i magnifici suoi pos- sedimentl delTAmerica meridionale fecesi a riguardare le Filippine come un luogo d' esiglio , anzi ciie come un go- verno d' importai^za , ne nacque tra gli abitanti uno spi- riio d' intrighi , di calunnla , di disunione , che foraentato veniva dal continue conflitto delle due autorlta ecclesiastica e militare. Quindi le politiche discordie die alia colonia furono pill fatali che le quasi continue somniosse delle di- verse provincie di Lussone e delle altre isole abhorrent! il glogo sjoagnuolo. A tali disordini piii clie la forza delle armi provvide non rare volte 1' Influenza del cbro. Tut- tavia la negligenza delle clvlli autorita che generalmente parlando aljljaadonano Y Europa per porsi in traccia di I tAUTE PTRANIEHA. 433 ttVigliorc fortiiii.i, I'odio tra le famiglio, il contcgno stcsso dolle ilonnc , anclie meglio educate, deilite pressoclie tutto alia caliuinia ed alia piu ralTinata iiialigiiitu , quindi il bi- sogno di appigliarsl ad alciino de' varj partiti all' entraro in una delle socicta, ne I'endorto turbolento il coiivcrsare» pcricolose e disaggradevoli le unioni, massime per gli stra- nieri. Pero negli abitaiul indigeni siiasiste ttutora una tal quale semplicita di costuini , onde l)ea distinguonsl dagli Europei e dagli abitanti di sangue misto. 11 Tagalo e calino, intelligente , suscettivo di gratitudine ed amorevolezza ; ni.i nel suo caratterc, ne' suoi occlii neri , nella lisonoinia sua appare sempre una tlnta di diffidcnza. II suo aspetto ben poco difFerisce da quello del Malese. I due sessi amano d'apparire eleganti e ben aJDbigliati, e portano collane d'oro e di vetro ; nia sifTatti giojelli ascondere o dissiinulare non possono nelle Manillesi la sniisnrata grandezza di una boc- ca , cui le grosse labbra ed i denti neri e sporchi pel con- tinuo uso del betel rendono scliifosa e ributtante. Esse va- gbissinie pur sono del funiare, costumanza coinune auclie allc Ijelle spagiiuole ed al!e donne di sangue misto; se non clie queste usano di piccole ed eleganti cigare, clie alle loro leggiadre bocclie, talvolta lievemcnte pur rosse pel be- tel , da vezzo ed eleganza ; laddove quelle fuuiano cigare soniiglianti a grosse carote , delle qr.ali nelie abitazioni de' Tagali tengonsi sempre ricolme alcune casse, come mo- bili ad uso di tutta la famiglia. Percio le prime lasciarono die le natie belle fumatrici gettassero sole altissime grida, allorche , gia sono alcuni anni , da' marinai d' una fregata francese ebbesi la bizzarra idea di passeggiare pe' sobbor- glii )iortando sulle spalle una cigara lunga piu piedi e grossa in proporzione , cui uno de' loro compagni vestito come le indigene faceva semblanza di fumare all*una delle estre- miia. Gli uomini ne risero ;, ma poco manco clie le donne non facessero a brani gli autori della niascherata. Nondi- meno sono elleno generalmente di un carattere riservato e dolce. Infmito e il consumo dell'anzidetto genere di volutta o di lusso. Percio fra i piu notevoli edificj dell' isola , die cer- tamente molti non sono, merita d'essere visitata la regia ma- nifattura delle cigare. Nelle vaste camere di quest' iminenso edidcio niille e cinquecento operai , e tre nilla donne stanno continuauiente avvoltolandone le foa^lie , e cio non ostante 434 rAUTE STnANIER\. bastare non possono alle inchieste dell' esteriore commcrclo. Qiieste cigare clebbono la beii meritevole loro riputazione alia particolare quaiita del tabacco di Lussone , piii pic- cante, d'un colore bruno piii carico di qnello dell'Avana , col quale vien disputando di snperiorita. Esse pero non poco guadagnano coll' inveccbiare ;, percioccbe il loro gnsto, quando escono ancor uiuide dalla manifattura , ba qualcbe cosa di acre e disgnstosn ^ ma dopo qnalcbe mese presen- taiio quel profnmo, quclla facilita ad abbruciare , cbe si pregevoli le rende agli amatori. Al sig. Laplace fecero pur grande mara^iglia T ordine e la decenza cb' el dominare vide in mezzo a cotanta moltitudine di donne e di fanciuUe. I Tagali banno un singolar gusto per la musica : mara- vigliosa e la loro facilita nel sonare qualsivoglia strumento europeo. Ma la loro piii grande passione e pei giuocbi di sorte e per le scommesse, nel clie manifestano un si sfre- nato amore cbe proprio non direbbesi della serieta del loro aspetto. II conibatiimeato de' galli forma il loro piii giocondo sollazzo : specie di feroce spettacolo proprio an- cora de' Cinesi , degli abitanti di Giava, ed anclie degl'Iii- glesi, cbe non ba guari n'erano vagliissimi. Pressocbe in ogni luogo incontrasi il Tagalo portante sotto 1' un delle braccia un superbo gallo , cbe giammai non lo abbandona, e cbe viene di continuo da lui accarezzato. El lo preferisce cer- tamente alia moglie ed al figliuoli ; jsercioccbe dalla forza del coraggioso augello attende 11 guiderdone delle sue numerose scommesse. Tali spettacoli pertanto sono per gli abitanti di Manilla cio cbe 1 combattimenti de' tori per gli Spagnuoli ; una distrazlone cb'essi auiano con furore. II governo vl ap- pose alcuiie tasse e discipline non gia per rendere piii raro uno spettacolo, pel quaie fomentasi nel popolo 11 gusto del sangue, ma per trarne ua aumentn al prodotti delle sue fi- nanze. Percio nella citth , ne' sobborgbi ed ancbe nelle pro- vincie sono varj distretti dall'autorita destinati pel combatti- mento de' galli. Cola griotrepidl auimall recansi a difendere col prezzo del loro sant;ue e talvolta della vita gl' interessi de' lor padroni. Prima del combattimento gli arbitri , tratti a sorte dalla moltitudine degli spettatori cbe affoUansi in- torno ad una piccola arena coperta di linissima sabbia , dopo non breve discussione decidono se i campioni pari siano di forze , e specialmeiite di peso. Sclolta la quistione, araiasi con plccole lame d'acciajo, Itingbc, strette e di PAnTK STRVNIERA. 435 eccdleate tempera, la sinistra zanipa tli cinscimo che piii grndevdle rondere possa la vita. La sua 43^) PARTE STRANIEHA. casa e assai bene costrutta di tavole e di cnnne, e per- fettamente coperta con foglie di banani ; soige di piu piedi dal suolo sostennta da grossi pali ; di niodo che non abbla a temere de' topi e de' nialelici insetti , che a Lnssone alli- gnano infiniti ed incomodissimi , ne delle freqnenti inonda- zioni che nella staglone delle piogge desolano il paese. Arioso ne e rinterno, diviso in piii camere , e con siip- pellettili sempHci bensi , ma pnlitissime e terse. Qnesto , direm qnasi , primo incivilimento degl' indigeni di Lussone e delle Filippiiie debbcsi in gran parte all' in- fluenza del clero e specialinente de' niissionarj agostiniani. Perciocche fino daU'epoca della conrjoista in vece de'snpplizj e della violenza , del die gli Spagauoli fatto aveano cru- delissimo uso per introdurre il cri^tianeslmo nelP America , si ebbe qui ricorso alia persnasiotie. La dolcezza pertanto ed una coraggiosa e pia perseveraaza presso di questi po- poli inquieti e guerrleri ottennero quel maraviglioso e be- nefice successo , che giammai ottenato non sarebbesi colla forza o colle armi. Grande percio e la possanza de'parrochi, che era traggonsi dalle stesse classi degl' indigeni divenuti cattolici , e ne' quali per lo piii riunisconsi i due poteri lo spirituale ed il civile. Essi non rendono conto della loro condotta che all' arcivescovo di Manilla. Ricche sono le loro chiese e nell' interno dovizlosamente addobbate ; ma neir esterno presentano al pari de' conventi una massa enorme di pietre senz' alcuna grazia e con uno stile ar- chitettonico che non saprebbesi cosi facilmente deiinire. Viva pero ed ardente manliensi tnttora la gelosia e quindl la lotta fra le due autorith. Gli ecclesiastici , veri vincitori di queste feroci popolazioni , ma iiemici di qualsivoglia in- novazione , oppongonsi con ogni loro mezzo al ricevimento degli stranieri , ed eccitaao contro di questi I'odio de'natii, ch' eglino soli tenere possono in freno, e all' obbedienza sottoporre. Dirsi quasi potrebbe clT eglino soli siano i veri padroni delle Filippine. Quindi ben anco il capitano gene- rale, che da Manilla governa tutte quelle isole , e ne no- inina i niagistrati , e non rare voile costretto a cedere alia loro influenza. Queste circostanze essere per avventura po- trebbero di forte ostacolo ai progressi della civllta in quel- r arcipelago. Tale e 1' odierno state delle Filippine f, tali sono i prin- cipali ed anzi gli unici possedlmenti della Spagna ne' niari TAUTK STRANIEKA. 487 dflle Iiiclie. Quesli noii presentano ora che poca o ncssuna importanza , sebbene T oro che nelle piu interne parii dl Lussone raccogliesi da' natii iie' torreiiti , dia cbiarissima prova delle niiniere die cola sussistere pur dovrebbero : pressoche nullo II loro commercio ; nnlle od almeno dlffi- cilissime le loro comuiiicazioni colla inetrojjoli pel pirati inori die ne infestano le acqne, e contro de' quali ben poco poteva anche la numerosa flottiglia die in addietro dal governo ogni anno vi si S|3ediva a difenderne i passi. Che inai avverra di queste si belle e doviziose isole fra le politiclie procelie, che ora tntta sconvolgono la Spagna? La Favorita al i." di novembre del i83o si riniise in viag- gio. Essa dope una penosa navigazione fra il contrasto dei veuti e fra mille pericoli trovavasi al 17 a tre leghe dal capo Bojeadore. II deplorabile stato della corv^etta e dell'equi- paggio costrinse il capitano a rivolgersi verso le coste della Cina , di cui al iiialtino del 19 scopri le alte inontagne. E gia nel giorno innanzi stato eragli annunziato V avvici- narsi della terra per una moltitudine di battelli da jiesca die tutto ne coprivano il inare. Queste navi cinesi sono ample e solidamente costrutte , si che resistono alle terri- ])ili intemperie onde sommersi vanno non di rado i piix grossi navigli europei : hanno da 40 a So piedi di lun- ghezza sopra una grande larghezza : le loro estremith sono a punta: quella che forma la parte anteriore e piu sot- tile, e porta da amljedue le parti un occhio dipinco con vivissimi colori. Questi navigli veleggiano senza pericolo e velocemente , qiialunque siane la forluna del mare ; por- tano per lo piu una dozzina di persone tutte d'una ine- desima famiglia, nate tutte a bordo ed avvezzate a riguar- dare quelle fluttuaiiti abitazioni come la loro vera ed unica patria. Essi non toccano la terra, se non allor quando consumati siano tutt' i loro viveri, ed il carico del pesce salato o fatto diseccare al sole condotto sia a compiiiiento. I pescatori recansi allora a permutare il prodotto delle loro fatiche col riso , col the, col sale e con que'pochi altri oggctti de' quali abbisognare possono , e quindi fanno prontamente ritorno al mare per godervi della loro li- berta e vivere in sicuro dalle vessazioni e dalle tirannidi de' mandarini , per loro ben piii a temersl die le tempeste e gli uragani. Ad onta pero del gran numero dcgl' indivi- dui d'ambidue i sessi cola dentro stivati, mirabile e la 438 PARTE STRANIERA. pulitezza di tali navigll ; qualita inerente alle abitiulini del popolo cinese. Qnesti pescatori noii nutronsi clie di riso e di pesce e noii Ijevono clie the. Si fatta teinperanza e la piu sicura gnarentigia della loro fermissima salute i perclo niostrans! forti '» robusti e della lor sorte content!. " Quali riflessioni ( chiede qui opportunaniente il sig. La- place) fare non si potrebbero dall' avventuroso abitante clelle cittii nostre d' Europa all' aspetto di questa popola- zione condannata a scorrere tutta la vita sur un elemento spessissime volte agitato da colpi di vento, cui paventano ben ancbe i piu intrepidi navigator!? Egli persuaderebbesi cbe r uonio vivere puo felice lungi ancora da' numerosi consorzj degli esseri della sua medesima specie, e che neir isolamento, in mezzo alia sua famiglia, i beneficj d' una pill inoUrata civilta non sono al ben essere suo altrlmenti necessarj. I fanciuUi sin da' prirai anni aliitnansi alia fatica ed alia specie d' esiglio in cui scorrere dejjbe la loro vita. Questa volgerassi senz' ambizione non meno die senza grandi avvenimenti: ma i pescatori cinesi Ion- ian! dai loro compatriottl conserveranno la reputazione di probita e di coraggio, cbe seppero fin ad ora meritarsi. » Gray! pericoli ebbe pur a vincere la corvetta prima di ragglugnere le coste cinesi : poco manco cbe non facesse naufragio tra un gruppo di scogli desert!, tetri e tristl, sui quali le onde furiosamente battevano , mandando un lungo e cupo romoreggianiento : tratta venne fortunatamenie d'im- paccio da un pilota cinese, cbe colla vaga sua navicella uscito dal seno di que' medesiml scogli , prestossl per ven- ticinque piastre ad esserle di scorta nel periglioso cammino. E il capitano ben contento ne ando delle cortesi di In! irianiere. Pure dal contegno di lui s' accorse del grande spavento cb'egli ave.i pe' mandarin! ; percioccbe abliandoao brnscameute la corvetta, tosto che questa accostatasi alia piaggia di Macao, getto 1' ancora il 2 1 delF anzidetto mese al cadere del giorno. La Favorita era pervenuta al piii lontano termine del lungo suo viaggio. Le coste d' Africa, quelle dell' Indostano, la penisola malese ed una parte del grande arcipelago d'Asia passate erano successivamente sotto gli occhi dei nostri viaggiatori. Pure la loro curiosita non eras! ancor saziata. Fra tanti paesi e si diversi popoli ^ fra gP imniensi mar! pe' quali scorso aveano , i loro sguardi erano seaipre PARTE STRANIERA. 489 Verso 1.1 Cina livolti. Fiaalinente le ancore tlclla corvetta preso aveano fondo siil snolo stesso di qnesto paese piu riiiomato, che ben conosciuto. E per verita il nostro viag- giatore in tiitti i Inoghi da lui sin a qucsto punto visitati, trovato avea o la civilta europea al!e prese con una i-cli- gione e con inveterate istitnzioni non rneno crndeli clie as- surde, come nelT India , o colla ferocla e coir ignoranza delle primitive societa , come in Lnssone. Questi ultimi pero uno spettacolo lien dolce presentano per un viaggia- tore die ponesi a studiare I'umana specie ; lo spettacolo cioe della barliarie che cede a poco a poco alia mirabile influenza dell'indnstria, delParti e delle scienze. La Cina al contrario ofl'erirgli tlovea un soggetto di ben difFerenti os- servazioni : una civilta, le cui tracce perdonsi nella notte dei tempi , e die da seicento anni va lottando contro del glogo tartaro , due volte cangiato e due volte ristabilito. La Cina sotto i naturali o proprj saoi sovrani godeva ceriamente d' una prosperita di gran Innga superiore a quella die ora forma le maraviglie nostre. Testimonianza ne fanno que' gigantesclii lavori , quelle opere per grandezza e per utilita stupende ^ que' ponti della provincia di Nan- chino, dinanzi alia cui architettnra, comecbe dalle loro stesse rovine sligurati, 1' europeo inarca attonito le ciglia^ quel canali per piii centinaja di leghe navigabili con innumere- voli battelli , da' quali trasportate vengono le varie produ- zioni d' un impero , le cui frontiere dall'una parte avvici- nansi all' equatore , dall' altra toccano i ghiacciati deserti della Siberia. Tali luagnilici avanzi annunziano la grandezza d' un popolo die a lungo resistere seppe alle straniere aggressioni, e che dai primi viaggiatori genovesi e vene- ziani , la veracita della cui asserzione viene ogni di con- fermandosi , non erasi di troppo vantata agl' increduli ed ignorant! loro contemporanei. Quando considerare si voglia che la Cina, sino dai piu remoti tempi incivilita , era allora come a' di nostri cir- condata da popoli feroci e conducenti una vita nomade in selvagge pianure, dove nessun vestigio trovavasi di civilta e di coltura , non puossi a meno d' animettere 1' opinione gia da dottissimi uomini sostenuta , che la Cina cioe rice- vere non poteva 1' incivilimento da verun popolo a lei straniero , e che percio debb' essa considerarsi come uno de' pill aatichi focolari e doinicilj dell' arti e delle scienzc. 440 TAUTE STRANIERA. Verissima cosa e bensl clie indarno venne finora tlai piii illnstri viaggiatori tentato di alzare I'impenetrabile velo ond' e coperta la stoi'ia di queste regioni. Tuttavia gli aii' nali cinesi dopo la prima invasioiie de' Tartar! noti baste- volmente sono perclie decidere si possa clie il celeste im-' pero a quell' epoca era assai nieno esteso di quello che presenteniente lo sia. Se poi ammettere vogliasi Fopinione di non pochi ernditi e anticlii e moderni , essere dal set- tentrione dell' Europa e dell' Asia scaturitl i torrenti dei barbari che sul lomano impero precipitandosi , per piu secoli devastarono, e nelP ignoranza soinmersero le inci- vilite parti dell' Europa , converra altresi necessariamente concedersi che la Cina per la sua stessa situazione piu che i paesi dell'Occidente alle niedesinie sciagure esposta , incontrare dovette ben anche la medesima sorle. Tale as- serzione trovare sembr.i un appoggio nella grande mura- glia la cui origine ascende alle piii remote eta , e che ci porge ugualmente ragione di credere che le immense pia- nure della Tartaria inspirassero ne' Cinesi non lievi inquictu- dini ben piii secoli innanzi che Bizanto vedesse per la prima volta gli Unni , ed innanzi che tante altre conquistatrici tribvi ancor piu tremende scendessero a rovesciare il trono dei Cesari. Pure le medesime cause non produssero nelle due parti del niondo effetti ugualmente felici. Perciocche in Europa da quegli scianii di barbari frammescolati ai vinti popoli provennero dopo quindici secoli le piii civlli> le piu coke nazioni. Tutt' altro spettacolo ci viene dalla Cina presentato : quello dei vincitori e dei vinti tuttora perfettamente distinti come cranio nel giorno della con- quista ; quello delle arti e dell' industria lottanti contro di un governo sempre mal fermo, sempre oppressore, e cio non ostante cosiretto sempre a far uso di tutti gli artilicj per tenere in freno un' immensa popolazione. Tale e il soggetto delle considerazioni che dal nostro viaggiatore premettonsi al racconto di cio ch' egli vide , osservo od intese da persone degne di fede nel solo an- golo , ove agli Europei permesso sia di mettere piede nel cinese vastissimo impero. G. 44» APPENDIGE ITALIANA. Opere di Giuseppe Parini. — Monza, i836, tipo- grafia Coi-bctta. In 4.*^ piccolo a due coloime , di, pug. XIX e 25<.j al prezzo di lire 6 ital. col ritratto dell' autore. Una modesta e giudiziosa prefazione da conto ai lettori di questa ristampa delle opei-e di Giuseppe Parini; di quel pocliissimo clie per buone ragioni non vi fu trasportato da' sei volumi del Reina; e di alcune scritture cosi di verso come di prosa nou conosciute da queireditore. Alia pre- fazione tien dietro la vita del Parini scritta da Caniillo Ugoni ; coininciano qnindi le poesie; poi seguitano le prose; e in ultimo , per non tralasciar cosa alcuna di qualche importanza, si trovano le ag.giun'e e i cambiatnenti piu no- tahili fatti daW autore iC poi'inHti. II volume poi e stampato in bella carta, con cnratteri minuti , ma non percio in— comodi a leggersi , nitidi e l)ene interlineati. — Abbiamo data questa breve descrlzione del libro perche nella sua semplicita ci pare una delle opere tipografiche piii tiiligenti de' nostri giorni. Del Parini poi non crediamo necessario parlare, quando tutte le scuole sono concordi nell'esaltarlo. II Monti disse ch'egli per castitd di lingua e labbro d' Apollo; il Manzoni ne lodo (7 plettro miinacolato, e non dubito di chiamarlo scolu e prdestra di virtu. Nuovo, rispetto a quel molti die imitavano servilmente gli anticliii antico, a petto a colore cbe per intemperanza gittavansi a volcre esser nuovi e riuscivano vanamente licenziosi, egli lasclo nelle produzionl del suo ingegno un documento che sara lunga- inente onorato , proposio in esempio cosi a coloro die vo- gliono condurre la poesia agli argomenti utili e gravi, come a quelli die sentiranno la necessita di richiamarla con buon giudizio alia scliietta e natlva semplicita dei grandi mae- stri. Percio poi crediamo degno di tutta lode chi penso a procurarne alia gioventu quest' edizione comoda e poco costosa. A. 44^ APFENDICE ITALIANA. Medituzione sopra V arbore della Croce, testo dl lin- gua citato a penna ora novamentc recato in pub- bllco dall abate Giuseppe Mjnuzzi sccundo un co- dice Chiglano , coll' agglunta dcgli ordlnamentl della messa, altro testo non put stampato. — Flrcnze, 1 836, presso David Passigi e socj , in 8.° La Medituzione sopra V arbore delta croce e fra le prose antlche una delle piu pure e soavi che mai si possan trovare. Gli Ordinamenti della messa sono scrittura di po- che righe. 11 cli. sig. Mauuzzi racconta distesaiiieiite come gli venisse trovato il codice di cjueste operette nella bi- blioteca del principe Cliigi ^ il qual codice poi e creduto da lui quel medesimo di cui fecero uso gli Accadeiuici della Crusca nella compilazione del Yccaljolario. Sopra un co- dice Riccardiano fa gia stampata la Medituzione dal Rigoli nel 1 8 1 9 in Firenze. II prof. Pareati vi fece uiolte belle correzioni in una ristampa di Torino ; e niolte ancora ne fece D. Paolo Zanotti pubblicandola in Verona nel 1828 col riscontro principalmente dell' operetta di S. Bonaventura intitolata Lignum vitce , di cui egli pel primo di tutti sco- perse I' originale ond' e tradotta questa prosa italiana. Ma perche quel codice ( dice il sig. Manuzzi medesimo ) " e » ripieno non pur di llevi error! , ma e di gravissime » omissioni or di parole, or d'intere linee , e quando al- »/ tresi di lunghi brani , per nulla dire degli avviluppa- tt menti operati dal copista; cosi la ristampa del Zanotti » non pote aggiungere a quel compiniento die tutti gli » studiosi ed amatori di questo linguaggio nostro avreb- >i bero desiderate. » Donde poi lo stesso Zanotti facea voti affinche o a lui o ad altri desse fra mano un quulche altro codice migliore ; e noi dobblamo rallegrarci che questo co- dice fosse rinvenuto dal sig. Manuzzi , la cui perizia e di- ligenza ci ban data un' edizione da soddisfare anche i piii scrupolosi. Generalmente egli si e attenuto al suo codice ; fuori alcuni pocbisslmi casi , dei quali ragiona poi nelle note die gli studiosi di queste materie leggeranno assai volentieri. AUe note tien dietro una Tuvalu delle voci e modi allegaii nella quarta impressione del Vocaholario della Crusca; e poi un' altra Tavola di alcune voci e mcdi di dire che si ritrovano per entro a queste Operette non registrate nella quarta impressione del Vocabolurio della Crusca : e in Al'PENDIOE ITALIANA. 448 tutte due queste tavole il signer Manuzzi aggiunge spesso allc voci ed ai modi clie vieu registraado alcune conside- razioni utilissime. A dir Ijreve crediaiuo clie questo lavoro, nel suo genere, si possa dire perfetto o vicinissliuo almeno alia perfezione. Per levar poi aicun saggio di questa prosa ill scrvigio de' molti die non potraniio ancora averla ve- duta ci bastera di trascriverne poche righe. « Passando Gesii di questa vita mortale , il velo del tempio si aprl e parti dalla vetta infino al pie in due parti ; e la terra si coumiosse fortemente e treuio, e le pietre dure si I'essero e spezzaro , e' monumenti s'aprirono, e molti corpi di santi risuscitarono. Allora Centurione conobbe e confesso e cre- dette che Gesii era verace Figliujlo di Die benedetto ; e que' ch' eran venuti per vedere e dilettarsi nella sua pas- sione , ritornavano a casa percuotendosi il petto con cor- doglio e con paura e con amaro dolore. E in quell' era il formoso e Ijellissimo Gesu sopra tutti i figliuoli degli uo- mini parea in sua liellezza oscurato e nascoso, tramor- tendo, e impallidendo la faccia , e caligando e velaudo gli occhi , e morendo a poco a poco per li (igliuoli degli uo- mini. Guata dunque , dolcissimo Padre santo, del tuo san- tuario e dell' aljitazione tua altlssiiua celestiale, guata nella faccia del dolce tuo ligliuolo Gesu Cristo ; guata questa santa e sagrata oblazione ;, la quale t' ofl'era il Ponteiice nostro Sovrano per gli nostri peccati , e abbi misericordia e pieta sopra la malizia e sopra il peccato del popolo. E tu , uomo ricomperato , considera devoianiente e ripensa la smisurata altezza e bonta e grandezza; e quale, e quanto, e chi e colui che per te pende in croce , la cui morte da vita ai raorti ;, e nel cui transito piange il cielo , e treina la terra , e le dure pietre si fendono e spezzano quasi di naturale compassione. O cuore umano , ben sarai duro so- pra ogni durezza di marmo e di pietra , se tu a raemoria di si gran pieta non triemi , ne per alletto d'amore ti muovi a compassione, ne ti feiidi per compunzione e cordoglio, ne per pieta rintencrisci e rimmolii ad amore. » A. 444 APPKNOICK- ITiVLIANA. Manuale del maestro e dello scohiro di, scsta , ossia Mctodlca per iiisegnare e (tpprciiderc ordinatamente e per gradl i principj della lingua hitma ecc. , per Mlchele Ponza. — Torino, 1806, dalla tipografia Favale , in 8.°, di pag. i5i. Un libro di pratico insegnaniento, dettato da un uoino clie gia da inolti anni si esercita nell' istrnzione de' giova- netti , vuol essere accolto sempre e considerate assai vo- lentieri; perche rcsperienza e ottinia maestra. Quando poi I'autore sia un uomo, come il signor Ponza, fornito di moke cognizionl e d'ingegno non ordinario , T apparizione del llbro va accornpagnata da grande speranza di tutti co- loro i quali sanno quanto sia iniportante 1" aver buoni ine- todi per insinuar la dottrina nelle aienti giovanili, e quanto il trovar questi nietodi sia cosa dilTicile ed a pochissimi conceduta. Colore die atteudono a insegnare la lingua la- tina vorrauno certamente fare esperienza di questo libro della cui utilita sono intanto mallevadori la dottrina e la diligenza d^l sig. Ponza : in quanto a noi , benche ci paja di avervi trovato bell' ordine di materie , chiarezza di de- finizioui , esempi copiosi e opportuni , non oserenimo i)ro- nunciarne verun giudizio rispetto alia pratica utilita sopra alcuni altri clie gia si conoscono ; ma non abljiamo voluto esser lenti di annunziarlo ai nostri lettori. Guida pei fondatori e direttori delle sciiole infantili di caritd derivata da quanto si pratica nelle scuole in- fantili di Cremona. — Milano , i836, daW I. R. stamp eria , in 8.°, di pag. xiv e 40, con una ta- iola. Cent. aS. Le Scuole infanLiU di carka clie gia son diffuse in alcune delle nostre provincie , e tra breve speriaaio veder liorenti in tutta la Lorabardia , sono un solido fondainento di fu- ture benessere, e sinentiranno appo i posteri quella taccia di egoismo , di leggerezza e d' indifferenza clie alcuni si cerapiacciono di attribuire alia nostra eta. Prime ad intre- durle fra noi fu T ab. Ferrante Aporti, direttore dell' I. R. scuola maggiere di 4 classi e prof, nel Seuiinarle vescovile di Cremona i e questo libro che qui annuiiziamo non c altro APPF.NDICE IIALI\N\. 4j5 die un siuito Jelle sue istituzioni : ma 1' ajiiore ilel pubblico heue UDii fu tardo a coinmovcrsi alia vista di quell' utile novita; e gia ncl corso di poclil auni le nostre scuole ia- fautili aliuicutatc dalla caritii del privati e iucoraggiate e j)rotctte ilalla publjlica autorita, nieritarouo di esser citate in cscnipio dagli sti-anieri. II sig. Aporti volse piimauieute il pensiero a questa utilissiina inqjresa quando iiel i8i3 cesso in Creuiona la Sciiola di Cnrita per le fanciuUe die vi aveva fondata il maichese Luigi Magio ; persuadendosl die alia fdicita degli Stati sia necessario di educare nel nii- glior inodo possil)ile quella clnsse del popolo die dalla |)o- verta e dall' iguoranza e piu faciluieute strascinata allc coipe ed ai delitti. Studio a tal uopo quauto gia praticavasi neir Inghilterra , dove, per le circostanze speciali di quel paese, il liisogno di questa educazione dovetto sentirsi piu jjresto e piu fortemeate die altrove; e concepi I'idea di una luigliore istituzlone , in cui progredissero di pari passo lo svlluppo intellcttuale , morale e fisico dei fauciuUi. Ottenuta quindi T approvazione dell"!. 11. Governo aperse nel i8 3o a niodo di epperiuieuto la sua prima scuola infantile , la quale poi , niigliorata con tiTtte quelle istituzioni die furouo suggerite dall' esperlenza , e divenuta sempre piii degaa , non solo dell' approvazione ma dc Ha protezione e soUecI- tudine dell' I. R. Governo, di S. M. I'lmperatore Fran- cesco I , di sempre benedetta memoria , di S. A. I. R. il Serenissiiuo Arciduca Ranieri nostra Vicere , di S. E. il signer conte di Hartig , Governatore di Lombardia, e di quanti lianno a cuore il pubblico bene, si e venuta dillondendo e moltiplicando in piii luoglii sotto il nonie di Scuole infantili di carita. Non v' e alcuno oramai die nou conosca T importanza e 1' utilita di sifFatta istituzionc ; e clii non ne avesse ancora sufliciente notizia puo procac- ciarsela assai faciluieute visitando pur una volta alcuna di queste scuole per vederne co' propij siioi ocdii i boiiis- sinii efl'etti. Per coloro poi die piu volontieri si appagano air autorita, citeremo alcune parole del sig. Cocliin [ Aiiii tie I'enfance i835 ) il qual disse : " Nous presseutons que >f Texemple des Ecoles de TEnfance d'ltalie sera d'une " grande importance pour ramclioratlon de renseigneuient /' de nos Salles d'Asyle , car il faut Tavouer, la haute pen- " see de cette institution n'a pas encore etc generalemeiit » comprise en France. " E cita a grande onore gli stritti BIOL lud. T. LXXXIII. 29 44^ ArPENDICE ITALIANA. dci signorl Aporti e Lambruschini di alcuni del qnali, come ])arecclii altri giornali , cosi aiiche la Biblicteca Italiaua ha pai'lato f''). Ora ]:)()i con ottiino consiglio e coa boon fi'utto, speriamo , esce dnlTI. R. Stamperia questa Giiida , da cut potranno formarsi un' idea delle scnole infantili anche quelli che non avessero coniodhh di pigliarne dlretta notizia. Nel primo articolo di qiiesto libretto spicgasi /' indole cd utilica delle scuole infiuitUl pel poverty com' esse lianno lo scopo di raccogllere , custodire , educare ed aliiiieiitare dair eta del a ai 6 anni que' fanciulii poveri i quali seiiza questo benefico soccorso , per qual si voglia cagione , ri- marrebbero abbandonati a se stessi e privi di ogiii educa- zione. Queste scnole uneiido al manteiiimento ccuitatevole anche la cura morale e religiosa del fnnciuUi povtri, mettono i genltori in grado di attendere piii liberamente ai lavori dai quali traggono la sassistenza; ed apparecchiando ai tempi avvenire una geiierazione piu sana e piii virtuosa, pi-oinet- tono un accrescimento non dubbio di publjlica felicita. Nel secondo articolo trattasl deW educazione che s' iin- parte nelle scuole infantili, cioe intellettuale , morale e li- sica. L' educazione intellettuale abbraccia la cogaizione degli os;getti usuali e de'loro nomi disposti sistematicameate e distribuiti per classi ^ di manlera che mentre i fanciulii gli appreadono, imparino anclie a distiaguere le soniigliaaze o dissomiglianze, il tntto e le si\e parti dipendenti, i ge- ncri e le specie. All' educazione morale appartengono le precl quotidiane che si fanno in italiano alia mattina , al mezzogiorho e alia sera \, lo studio dei principali fatti della storia sacra, e la disciplina stessa della scuola dove i fan- ciulii si abituano all' obljedienza , alki suljordinazione ed air ordine. Oltre di clie si veagono luro insinuando neila mente la pieta , I'amore del prossimo , 1' amore della giu- Etizia 5 la gratitudine, Pamore della verita, la Ijuona fede , la bonta , il perdono delle ingiurie, e quant' altro concorre a rendere gli uomini virtuosi ed amabili ; pigliaiidone oc- casione principalmente dalle piccole differenze clie nascono qualche volta tra i fanciulii medesinii. Finalmente Fednca- zione fisica si promove colla vita ordinata che raenano (*) VecU Eiblioteca italiaua Uimo 55." pag. 284 , toiuu 71." |jjg. 3/ c -^o- tonio 7^.° pag. 1 63, tonio 74.° png. 3/2 , tomo 75." pay. 3oij , tomo 70. pag. aa6 , touio Bi." pag. i^S. APt'ENniCF. lTAr.l,\N,V. 447 ncUa sciiola , colic freqncnti ricrenzioni nvviccndatc agli stutlj ; colla regolarita del cibarsi , col moio periodico e nioderato, coU' aljituarsi per mezzo del canto a pronunciar nettauiente. II restante del libro fa conoscere piu iniiuitameiite le pratiche di qneste scuolo, 1' orario , il numero de' fanciiilli e de' maestri ecc. di clie noi non daremo ora un compen- dio perclie in uno dei sussegnenli fascicoli sperianio di poter metterne innanzi ai nostii lettori una compiuta ed autcntica relazione. Gia e noto clie le scuole istituite in Cremona dal siguor Aporti , da cui questa Gnida fn de- sunta , sono un egregio modello : hastera diffondere il suo esenipio :, bastera guardarsi dal trascendere in dellcatozze o in abitndini clie forse ])otrpli]iero far succedere ad un'in- fcinzia fflice un' adolescenza penosa ed una viriliia irre- quieta , e il frutto non pno esserne dnbbio. E la difFusione di questa scuola non e oramai un desiderlo , ma una cer- tezza : di che tutti i bnoni devono consolarsi ;, e il signor Aporti pill di tutti, perclie il suo nome dnrera lodato e benedetto fra i poster! che godranno i beaefici effetti di COS! bella istituzione. Raccolta degli OptiscoU di niediclna pratica puhhlicad ill lingua tcdesca dal signor Francesco nobile de HlLDENBRAND, esposii in lingua italiana dal dot- tore Angelo ViTTADiNi. — Pavia, i836, tipogrufia BJzzoui , ill 8.°, di pag. 77. Lir. t. 72 austr. II dottore Angelo Vittadini ha con utile divisamento pen- sato di voltare in lingua italiana , e riunire in un sol corpo gli Opuscoli di medlcina pratica del professore Francesco de Hildenbrand, onde renderne piu generale tra noi 1' in- telligenza. Nel primo di essi opuscoli, che e I'unico finora pubblicato, trattasi difFusamente dclla iperstenia apparente. II chiarissimo autore , mostrando la prevalenza della forza vitale su la materia costitnente Forganismo, sia nella for- mazione e conscrvazionc di questo , quanto nella di lei eflicacia mcdlcatrice in caso di malattia, conclude su la somma necessita pel medico dello studio della dinamica or- ganica , potendosi ogni malattia , nel suo principio , rico- nosccre come dinamica. Codesfi deviamenti delfazionc vi- tale; clie da una parte qualsiasi dclla nostra inaccliina si 448 APPENBICE ITAI.IANA. (liiFondono prontamente ad ua iiUero sisti-iua , dehhonsi studiare specialinente ne'le malattie della sfera sensibile o della in-itabile , perciocche (juivi liniino liiogo iiel niodo il piu appariscente. Dopo avere noininato coloro cha piix addentro stndiarono le deviazioni delle forze , attesta 1' iiitimo suo coiivincuuento SH la dlfficolta sonima dl deterniinarne con giustezza le morbose manlfestazioni. Non si saprebbe per altro decidere se sia proposizione conveniente e giusta la sua , ove dice in modo assoluto die a convlncerlo di qnesta verita con- tribuirono ezicndio i rlsultati sfavorevolissiuii da esso Ini osservati in Italia dalla cnra secondo i principj della dot- trina del controstimolo : inipei'occlie i prudenti niedici ita- liani sanno nsare di tal genere di cnra in inodo cosi sod- disfacente , c!ie forse clii altrimenti adopera non jiotra , volendo essere sincero, vantare egual niuiiero di felici ri- sultanienti. Poca stima facendo dei delirj di taluni, i quali cell' idea di generalizzare esposero dei principj aflatto insussistenti suir essenza della forza vitale,anzi clie confessarne il mi- stero, dice " bastare pel medico d' irapararne a conoscere " le manifestazioni , non clie le cagioni e le condizioni " de' suoi deviamentl ed i mezzi necessarj al ristabilimento " del di lei rappord norniali. " Le forze vitali possono peccare o qnantiuitivamente o qualitativamenta. Le aberrazioni di quantita sono per ccccsso ( iperstenia ) o per cUfctto ( astenia ). Se 1' eta , il sesso, il temperamento , il clima ,, il genere di vita e niolti altri agenti interni ed esterni non influissero insignemente a ren- dere vario il norniale grado della gagliardia della vita spet- tante a ciascun individno,, sarebbe certamente assai nieno diflicile , partendo da un dato iisso, il valntarne le devia- zioni in pi it od in ineno : cio pero e ben Inngi dal veri- ficarsi. Ne poco influisce a trarci in crrore eziandio il modo unico pel quale si arriva a valntarne Tintensita. L'attivita delle forze si conosce da noi sokanto dai loro cffetti , si rilevano pertanto le loro alierrazioni non per a!tra ina- niera , che per T esatta considerazione delle anoniale loro manifestazioni nelle singole forme di vita. Dividendosi la vita in somatica ed in ])sichica , conosciamo le dinamiclie alterazioni di qiiella dall' anormalc esternazione della pro- duttivita , della seiuibilita e delF irritahilita : le deviazioni AlTEXDICr, rxALIANA. ^/^(^ Vitnli ilelln sfcra psicliica ci si appr.lcs.ino coll" alicrrante manifestazione nelle fuiizioiii dello spirito, dcW (iiiiino e della voloiita. Se noa c'le raro accade clie codestc alicrrazioni siano coiitemporaneaiuente identiclie nei singoli sistemi eJ organic spesso in vece si osserva clie le facoha di sentii"c e di reagiie si trovino in uno stato di evidente contraddi- cione vitale , e che " appaja aiunentata I' eccitabilita es- " sendo depressa T inteiisiia vitale , e che qiiella al con- » trario appaja dlminuita, mentre sono esaltate le forze. •» Le maiiifestazioni vitali per* le qitali noi facciaiuo stinia dolle forze, sono in queste circostanze in apefta opposi- zione col vero niodo di essere della vitalita stessa , onde qiieste condizioni Ijene si esprimono cogli eplteti di false od uppnie/itl. La falsa debolezza jiertanto noa altro sarebbe che " una vera iperstenia sotto la niascliera di una mani- >/ festazione apparentenicnte diaiinuita. della forza, e la " falsa iperstenia nient' altro che una vera debolezza con " una osciliazione della vita apparentemeate annientata. >/ Quando Y accresciuta vitalita od esuljerante gagliardia della vita ( hyperstenia ) si nianifesta con esterne reazioni corrlspondenteniente esaltate , e cost si mantengono delle oscillazioni uniformemente accresciute tra Y irritabilita e la sensibilita , allora si ha Y iperstenia vera , conjpleta cum crcthisnio. Puo pero darsi il caso , e questo non e infre- quente, nel quale ad una iperstenia egualuiente vera in so- stanza corrispondano tarda reazione e Itnte oscillazioni orgnniche, talclie a giudicare dalle manifestnzioni esterne^ parreljbe trattarsi di deljolezza , mentre per lo contrario non havvi che oppressione delle foize csuberanti , e questo caso viene designato coll" cspressione d' iperstenia con tor- pore , oppure di debolezza spuria od apparen'e per soppres- sione di forze. Cio si verifica , a cagion d'esempio, quaado esista congestione grave a qualche viscere nobiie , per cui diminuisce la contrazione del cuore e delle arterie, ed il polso , abbenclie forte in renlta , apparisce debole ( sop- j)res30 ) , ed il topico processo esaltato di vita e cagione deir impedita aoraiale reazione generale. In quella stessa guisa che si e visto occorrere in pra- tlca r iperstenia coaipleta o con eretisiuo , e T iperstenia con torpore , cosi assai cliiarainente si oppongono a qneste condizioni vitali la vera debolezza con eccitabilita ditni- nuita o con torpore •; e la deljolezza con eccitabilita au- inentata. 4^0 Al'PENDICE ITALIVNA. Sostanzialiiiente parlnado, la debolezza e in aiii])idue i casi vera, giacclie T intensita della forza vitale si trova ridotta sempre a grado inferiore ; se noa clie la prima coadizione (del)olezza con torpore , asthenia indirecta Browii) e di facile riconosciniento , iinperocclie alia diminnzione nelle facolta di sentire corrisponde nn' eguale condizione nel potere di reagire , e la lentezza delle oscillazioni vitali e in armonia coUa sceinnta irritaljiltth. Mentre in vece uella deliolezza con eocitabilita anmentata ( eretisdca , asthenia diiccta Brown) associasi alia diminnzione del vigore di vita una vivace suscettibilitii di sentire , ed in ragione clie le forze scemano atteso la sottrazione degli stimoli alia vita necessarj, o per rinfl'jsso di potenze deprimcnti, si ac- cresce la recettivita verso gli stimoli tntii , i quali , ab- hencbe ordinarj , pure provocano al^norme reazione: che se questa e fngace e debole , corrispondente infatti alia forza afFievolita , e pero tanto piu. accelerata nelle sue oscilla- zioni ; talche se risguardasi cjuesta del)o!ezza nelT esterna sua forma, presenta moita somiglianza coUo stato iperste- nico, col quale percio si puo scambiare, e quindi fn dal- I'autore designata a buon dritto col titolo (TJperstenia spu- ria od apparente , di falsa vigor vif.ale. I distnrbi dinamici fin qui accennati supponevano sempre r incitaljilita indivisibile , sia che si mostrasse accresciuta o diminuita con caratteri veri e facilmente riconosciljili , sia che fosse mascherata da oscillazioni vitali opposte alia reale condizione delle forze : se non che e a sapersi , po- tere I'attivitii vitale devlare contemporaneamente in modo afRitto opposto neir istesso organismo: e dunque possibile la coesisteaza d' ipcrstenia in un sistema , e di astenia in un altro -.^ si da la parziale iperstenia di un viscere in un organismo indeljolito , e si riscontra talora questa opposi- zione persino ne'varj sistemi cardinali coniponenti un solo organo. Pi'eniesse qneste genorali considerazioni sni diversi stati delle forze vitali , pnssa ora al proposito suo principale , a trattare cioe delF iperstenia apparente. A spiegare Tanti- tesi tra 1' eccitabilita ed il potere di reagire , quale condi- zione necessaria aile condizioni apparenti o spurie della forza , fa ricorso alle leggi della dinamica organica e spe- cialmente alia legge d'antagonismo , invocando per T op- portnna spi<>gaziune il soccorso dolla polarita: con rigorosa I Al'PENDIOK IT,\L1:VNA. 4^1 esnttc7.7a alio varie contlizioiii ipcrsteniclio dell' cnorgia vi- tale contrappone equivalent! aberrazioni asteniclie ; cosi ora ill antitesi ai Browniani mette llasori e Tonmiasiiii come antori del controstiinolo ;, se non die senza dire parola in loro lode per aver essi , appunto colla loro teoria , messo in chiara Ince la vera condizioiie patologica di moke ma- lattie per lo addietro non couosciute e perversamcnte trat- tate , loro applica il hiasimo die piuttosto si addlce ai poco esperti lore segnaci , I'abuso cioe del metodo dehilitantc, indotti a cio dalla non conoscinta iperstenia falsa o deljo- lezza vera con cretismo. Piena di vcrita. cd interessante e la descrizione die Paii- tore minu'.amente espone dell'apparente iperstenia ; il qna- dro non piio essere piii esatto, e bastcra certamente I'averlo letto una sola volta perche ogni medico possa in appresso agevolmente conoscere qnesta ingannevole condizione delle forze vitali. Nulla essendovi in essa di superfluo , ne po- tendo il significato di una grafica esposizione a poclii ter- mini ridursi senza sJlgurare la vera immagine delle cose, COS! per la diagnosi delfapparente iperstenia viene rinian- dato il lettore alio studio dell'opuscolo stesso , non facen- dosi qui cenno die dell' ordine nel quale soao esposti i sintomi. Ricbianiato il prlncipio nienzionato per cul la vita fii divi^a in soniatica ed in psicliica, riconosce rispetto alia prima una " iperstenia vegetativa , una iperstenia soasiljile >' ed una irritaljile >> , e riduce P apparente iperstenia psi- cliica a due forme jirincipali secondo die " pronunciasi a >i preferenza nelia sfera olibiettiva , i\e\\'' intelletto , spirito , » o nella sfera snldiiettiva , del sentiincnto morale, animo »: r ordine infatti e precisamente il segucnte : /] Sintoraatologia dell'npparente iperstenia riferibile alia jiarte somatica : essa si considera 1." nella sfera vegetativa e propria mente (i) nel processo di rinroduzione o della propria con- servazione : qui si fa cenno del predominio della parte sie- rosa nel sangue , della celere digestione , delle secrezioni aumentate , del rilasciamento delle parti solido-molli , ecc. 5 h) nelle funzioni scssuali o sfera della proj)agazione: anomalie nello sviluppo della puberta , stato clorotico , dis- ordine nella mestrnazione , vivace istinto sessuale ecc. 2." Nella sfera senslhile (neurastenia erctistica) e pro- priamente 452 APPENnTCE ITAI.TANA. a) nclla sfera subbicttiva del sniso comunc : senso altcrno di fi-eeldo e caldo , mal esscre , inquietndine , sonno iiitcrrotto, tosse secca , spasini dlversi , disforia , dolore nei siugoli organi. — Treniori , coiivnlsioni. - Disposizione al ca- tari-o ed al reimia, non die alle febbri intermittenti e con- tagiose ecc. b) nella sfera obbicttiva o negli organi esterni dei sens!: un grado ordinario di Ince offende hi vista, die e debole, miodesopsia , ecc. Analoghe anomalie si ripetono relativameiite ai nervi aciistici, agli olfattorj ed aU'organo del gusto. 3.° Nella sfera irritabile. L' apparente iperstenia di qiiesta sfera organica si conosce dalle vivaci reazioni , ma del)oIi , inordinate e fugaei ; si riferisce od a) aU'apparato de' vasi subordinato al sistema gan- gliare (angiopatia eretistica): polso accelerato , forte al primo aspetto , ma in realta piccolo e debole , un battere incomodo delle arterie in varj luoghl clie si esacerba di iiotte togliendo il sonno , ecc. b) od all'apparato dei muscoli volontarj o dcir irrita- bilita animate dipendente dal midollo spinale e dal cervello: facilita alia stancliezza, uioti convulsivi, singliiozzo , voce del)ole , movimenti veloci , inuscoli molli , ecc. B Sintomatologia dell' apparente iperstenia riferiblle alia parte psichica : essa coii?iderasi i.° Nello splrito od intellctto : immaginazione vivace, facile intendimento , gindizio vaclllante , instajjilita , visle esaltate , fanatismo , ecc. ; 2." YicW animo , sentiinento morale : afFettata scnsiljilita , leggerezza 5 volulDilita , iinpazienza, contegno fastidioso, in- clinazione alia mallnconia , ecc. Gompiuta cosi la bella sintomatologia dell' illnsorio av- vainpare della fiamma \'itale, agginnge die sebbene la falsa iperstenia osscrvisi prcdominarc a prcfercnza ncil'uno o iieir altro degli accennati sistemi organic!, pure diffondesi essa ordinariamente piii o meno anclie agli altri f, ed ag- glungendo in seguito come qnesta condizione abnorme si inostri ora quale semplice disposizione a malattia , ora quale vera malattia, indica alcune norme afline di conoscerla in questo secondo caso. La parte positiva dell' eziologia dell' apparente iperstenia va di pari passo coUa sintomatologia. Oidiuatamente sono AfrrNDTcr italiana. 453 Pfsposte c con molta ililigenza eiininerate tuttc le condlzionl tU Ota, sesso , tcmpeiainento , genere cli vita, clima, ecc. capaci cli dispone alia delta morliosita indebolendo Tenergia vitale, ed esaltando la recettivita. verso gli stiinoli esterni. Le cause occasioiiali le dispone sotto triplice catcgoria , e sono : i) le potenze direttaniente deprimenti ( veleni nar- cotic!, calor lunido , affetti deprimenti, ecc); 2,) la sot- tra/ione degli stimoli vitali ( niancanza di niitrizione , d'l luce, perdue di sangue o d'altri uniori , ecc); 3) la cat- tiva rjualita di essi stimoli ( vitto cattivo, aria corrotta , r ahuso del caiFe , del the, ecc): tntte dunqite collimano in cio clie sono egualmente atte a produrre eft'etto depri- niente. Come poi dal simultaneo concorso delle cause dispo- nenti e delle occasionali ne sorga la prossima, non e cosa cosi facile a spiegarsl ; eppero il chiarissimo autore lascia qui per un momento libero corso alia immaginazione , ed espoiie come le dette cause indebolendo il processo vitale, rendano per un organismo costituito in tale condizione, diflei'enti cjiiegli stimoli , clie per un sano sono indifl'erenti , e perclo capaci di suscitare in quello delle morbose rea- zioni. In conferma di questo nggiunge un passo del Gau- dio, pel quale si rileva come quest' uomo insigne opinasse, die negli individui del)oU gli umori e s]3ecialmente il san- gue abliiano la facolta di irritare , sebbene per se stessi irritanti non sieno. Giornaliero esempio di questa verlta si ha nelle clorotiche. In relazione all" argomento del quale tratta , passa egli qui a parlare della periodiclta nelle nia- lattie , riponendola nella sensil)ilita accresciuta del sistema gangliare, provocata a morliose reazioui specialmente dalle periodiche esterne rivoluzioni ; e se co' suoi ragionamenti non convince, alineno diletta. Posto per fondamento, cousistere la iperstenia spuria nella reale diminuzione delle forze , e nella debole e fa- cilmente esauribile facolta di reagire , congiunte a recetti- vita somnia per gli stimoli e celerita dei niovimenti orga- nici , chiare ne derivo le Indicazioni terapeuticlie per la cura indiretta razionale , quando la diretta non sia possi- bile. Essa deve tendere i ) a diminidre o rendere ottusa la escdtutn irritahdita ; 2 ) ad accresccre V intensita della forza di reagire , ossia V interna forza di vita. Prima d" indicare quali siano i mezzi opportuni a sotl- disfare le su espresse indicazioni, parla del dantio che dal 4^4 ATPENDICC ITALI^NA. salasso onicrgo , ovo lo si escgnisca in caso dl dcliolcz/a crotistica raccomandaiido giustamente all'attenzione del me- dico 1' esatta distinzlone ti-a la vera e la falsa iporstenia prima di decidersi all' ajiiilicazione di si potente mezzo cu- 1-ativo. Molti medici conoscono esattam.ente la morljosa con- dizione vitale di die si ragiona, e pensano di buona fede di rimediarvi col salasso, che eseguiscono all' intento di sottrarre col sangne lo stimolo princi|">ale della esaltata ■!•- ritabilita, e di moderare per tal iiiodo que' celeri e vivaci movimenti che V accompagnano. L' autore in vece dimosira come le troppe cacciate di sangne sieno spesso cagione di falsa iperstenia , ed in cio niaiio potra non convenire con lui. La rapida ed abbondante sottrazione del sangne, pei mutati rap[K)rti meccanici tra qnesto ed i vasi, induce pronta diminuzione del turgore vitale periferico, e relativa con- gestione agli organi ceiitrali e specialmente al cuore ed ai grossi vasi. Per la diminuzione nclla copia del sangne si abbassa I' energia di tutti i sistemi , ma specialmente dei Vasi, accrescendosi in vece la loro recettivita, e facendosi jjercio le reazioni arteriose ineno impetuose , ma piu ce- leri ed apparentemente piu vivaci ^ ed ecco sorgere la iper- stenia apparente, che male si perseguita coi salassi, i quali non fanno die accrescerla con non lieve danno dell' in- fermo. Se a cio aggiungasi la discrasia idropica indotta con tale oerverso metodo di medicare, atteso la imper- fetta elaborazione del sangue , chiaro apparira , " che la >i sottrazione del sangue ne' casi di apparente iperstenia » non dovreb))e giainmai essere adoperata, e die si es''gv'» >> la piii grande circospezione anche ove una vera euergia ') vitale di cjnalche sistema od organo si sviluppa in ua » corpo altroiide indcbolito ed irritabile. » Per cliniinuive lesaltata initabilila non richiedesi cnra an- tiflogistica , ma bensi sedativa ;, i rimed] devono calmare la esternazione della forza vitale senza sccmare 1' intensita della forza istessa : cio ragginagesi solo coil' uso di quei farmaci , i quali haniio azione elettiva sul sistema organico eminenteraente ail'etto: cosi nell' angiopatia eretisiica agira come calmante " tutto cio die e in grado di diminnire la " espansione del sangue , agevolarne la contrazione , e di •) produrre una prevalenza dell' ossigene nella di lui mas- )/ sa. >> Tultc le sostanzc ricche di ossigene saranno per- clo indicafe : ed infatti souo efficaci 1' acqua pura, gli acidi Al'PRNDICK IT\LI,\N\. 455 ossigonci , r aceto, T aciilo taitrico, citrico , Ic iVutta ncide, 1' acido solforico , il carbonico , i sali meclj acltlali , il ni- tro, ecc. Alio stesso scopo calinante giovera il freddo mo- deiato ed iinpiegato per breve spazio dl tempo. Tanto il freddo (juaiito V ossigene devoao essere introdotli nell' or- ganisiiio per la via dell' assimilazioue» perche agendo per la via della cute o degli organi respirator] riescirebbero dannosi. La esterna applicazione del freddo e efiicace sol- tanto nelle congestioni ed irritazioai locali , accompagnate da moleste piilsazioni e dolorose sensazioni. Finalmente dcpriniouo P attivita dei vasi la digitale , i preparati di piombo , r ossido di manga uese. A cnrare la neuropatia eretistlca devesi cercare di mo- derare gli stiiiioli esterni , calore, luce, ecc, e di depri- inere la vita sensifera coi narcotici anodini a cui antepone i semplici (acido priisslco , lauro ceraso , ecc. ) prevalendo in qne.-ti T azione secondaria o depriiiiente i nervi , su la primaria od irritante i vasi. Ne consiglia 1* uso a dose pie- na , essendo per tal modo piu proato e dnrevole il de- siato efFetto deprimente. Nella scelta poi del narcotico, av- verte di non perdere di mira I'azione sua elettiva , come per esemplo I'azione specifica della belladonna ed ioscia- mo sul sistema de' nervi cigliari , della digitale sul nervi precordial! , dello zafTerano snll' ntero , ecc. Qui fa pur cenno della scopetta metallica , 1' eflicacia anodiua della quale fa pero ben da pochi fiaora comprovata. La uti- lita , clie nella angiopatia ricavasi dall' uso del freddo , si deriva dal calore nella locale nenropatia , pnrche sia ino- derato ed uniforme. L' impiego pertanto di qucsti niezzi dinamici varra anclie come crltcrio per farci distinguere la sede dell' eretismo : cib che potrebbe esser vero , se in ogni case la irritabilita dei nervi stesse scongiunta da quella de' vasi e viceversa. Non fa che un cenno della cura della apparente iperstenia della forza vitale plastica, proponeudo per la medesima que' rimedj die " atti sono a rall'renare " la eccedeate irritabilita dei vasi o dei nervi , e cbe pro- » niovono 1' attivita contrattile , c la facolta della cristal- " lizzazione organica. n Non basta calmare la esaltata irritabillui, e d'uopo ezian- dio awnentare la forza vitale, e cosi soddisfacendo alia se- conda indicazione. togliere T essenza della lalsa iperstenia. A qucsto scopo si arriva col metodo roborante I luezzi 456 Ari'ENniCE italian'a. convenientl sono o dietetici o farmaccntici. Ai prim'i ap- jiartengono Taria pni*a, i clbi di facile digestions, la Ijirra, il latte, ccc. I rimedj utili sono : i) i tonico-amari ( cico- ria, tai'assaco , genziana , assenzio , rabarbaro a dosi rc- fratte, la corteccia peruv^iana amministrata non in foraia di polvei'e, ccc.) ; 2) gli stiniolanti acri o permanenti , die nio- strano attivita sui vasi e nervi (ilferro, il manganese, lo zinco , il bismuto, ecc. ) ; 3) gli eccitand difFusibili, e tra questi si preferiranno sempre quelli, che eccitando i nervi, poco accelerano la circolazione ( muscbio , canfora, ammo- nlaca , castorro , Valeriana ). L' uso di questi rimedj ri- cbiede , secondo 1' antore , moltissima prudenza , perclie possono essi provocare di troppo la eccital:)ilita, ed caau- rire le manifestazloni della forza viiale : si darauno qnindi a piccole dosi, ed a brevi intervalli , aumentandone o di- minuendone la dose , o sospendendone affatto T uso a se- conda degli efFetti salutari o nocivi da essi indotti. I limiti die r avitore giiistamente prescrive nell' ammiuistrazioue dei rimedj eccitanti , lascia qualcbe ragionevole dulibio su la loro utilita, non poteiidosi con certezza dcterminare nei generi di cura misti , se il giovainento attribuire si debba, come infatti pare, a que"" riinedj die Tautore chiama se- dativi , e die altri aiiiano nieglio nominare deprimenti, anzi cbe ai difFusivi , 1' azione dei quali , adoperati in pic- cola dose , potrdibe essere corretta dalla piii eflicace dei primi. Mette line alia esposizione della parte terapentica col- r indicare la utilita del trattainento psidiico aiiche uella spuria iperstenia somatica , e mostrandoae la totale iinpor- tanza nella debolezza eretistica dell' attivita dello spirito e deir animo. Evitare le impression! , die sostengono T ir- ritazione del sistema cerebrate , ecco lo scopo principale di tale trattamento. Se non giovano la quiete , il silenzio, le miti impressioni , i calmanti , si ricorre alia cura anta- gonistica applicata a quegli organi , cbe piii col cervello consentono. Accennando, che pressoche ogni malattia puo essere coa- giunta alia iperstenia apparente, ed enumerando le princi- pal! tra queste , conchiude inline col dire , die sebljene le norme terapeittiche esposte siano quelle su cui deve agn;i- rarsi la cura , pure i mezzi ponno variare inimensamenie, a norma della sede e della forma morbosa , non die delle APrENDICF. IIAl-IANV. 467 ciicostanzp imiividaali da rilovarsi uei singoli casl ilalln sa- gacita del luedica istruito. Cia pill sopra si fecero ronoscere le parti piii iiiipor- taiiti di qiiesto opuscolo siccome quelle clie sono di to- tale verlta pratica , eppero tiitto lo scritto e concettoso ed iiiteressantc , e retto in ogni sua parte da inalteral/ile unita di teoria. Ihdhi indeftiiihiie dnmbllltd dclla vita nolle best'ie , con tin appeiidke sulln longcvitd delle piante, di Angela B ELL AN I , canonico onorario deU insignc basilica di Monza, una dci XL dclla Socictd Italiana, ccc. — Milano, i836, tipogr. Manini, in S.° di pag. IC4. Prezzo lir. i, 5o austr. " L' uomo solo fra tutti gli aniniali, astrazione fatta da tmte le alti'e cause fortuite alle qiiali e soggetto anch' esso come tutti gli altri , deve morire ; mentre la bestia nello state di natura e giunta al suo niassiino accrescimento, ri- niane stazionaria, e non declina verso quella veccliiaja die conduce I'liomo necessarianiente alia morte. » Questa e la proposizione die V autore, ora chiamandola paradosso, ora non piu paradosso, ora dubhio , assume a convniidare di uii misto di prove fisiclie e teologiche, anzi, come afierma , prin- cipalmente col proposito di attenersi strettamente alia Sacra Scrittura intorno la creazione deiruomo e degli aaiinali. In- veccliiano e iiuiojono gli animali tolti alia condizion naturale, quali sono i domestici, ma questo, dice Tautore, non e un mo- rir di vecchiaja, ma di niorte violenta piu o meno rapida^ il qiial vocabolo violenta crediamo voglia signiiicare non la vio- lenza della morte ( alia quale tutti i viventi sono soggetti, ma die non pertanto gli animali domestici sovente sfug- gono), bensi la violeuza del rimuoverli dallo stato di natura: parrebbe per altro a noi gran meraviglia se questa, o inolta o poca, ognora valesse , come pretende 1" autore, a rendere njorituri esseri die altrimentl nol sarebbero punto. Esclusi cosi dalla trattazione del proposto soggetto gli esempi de- gli animali da cui ci sarebbe dato raccoglierne , non ci avanzano die quclli die somministrar ci potrebbero gli ani- mali solo ubbidienti al beato governo di natura, e i quali, come dichiani T autore - nou siaino in grado di procurarci. 4r>8 API'ENDICE ITALIANA. Cosi ci troviamo ridotti a trattar la quistioriG non con le dirette prove di futto , ma per via di argoinentazioiil ;, r egregio Fisico pero non lascia nessun caoipo ititentato , afiine di radanarne quante crede suilicienti a reiidere di- mostrata 1' espressa opinione. E in prime kiogo avendo ricorso alle S.icre Carte , e se- condo le proprie vedate interpretandole, lue raccogUe die per gli animali diversi dairnomo, siccome esseri non ra- gionevoli e noii partecipanti del peccato del primo uomo, e percio non meriievoli di castigo, continuar deliba la pro- lungazione di quella vita ( direnimo di prima instituzione ) la quale anclie nelT uomo sarebbe stata, senza il peccato, immortale. Venendo poscia alle prove fisiciie , dope aver fatto osservare che dal lato fisico !a bestia e siata dalla natura a larga mano iiieglio provveduta de!i° uoino ( prlvi- legio clie pid o men perde se dalla condizione nainrale venga riraossa ) , passa a diinostrare come aon si riscon- trino in essa que" caratteri distintivi e graduati di vecchiezza die conducono 1' uomo e gli animali domestic! a certa morte. Quiudi dalla considerazione del denti , delle corns, del pelo , dKjir ossificazione , della facolta generativa , del- r agillta e di quant' altro puo porgere indizj di decadi- mento , raccoglie le prove del non declinare degli animali, dopo aver tocco il sommo dell' arco della vita , ossia Teta di loro consistenza. L' autore dopo aver dimostrato non potersi ottenere, rispetto agli animali, alcuna prova d' in- vecdiiamento, dimostra non potersene iieppur di morte, posciaclie cadaveri od ossa d' animali non mai , die' egli , rinvengonsi ne in luoghi deserti, ne snlla suptrficie delie acque, ne dentro reconditi nascondigli, come in niun kxogo fu dato trovare tal animale che decrepito o moribondo (me- no che per violenta otfesa ) si dimostrasse. Tratta 1' autore il sue assunto con luolta erndizione e sotiigliezza d' ingegno , e tra i fatti che adduce ve n' ha verameate de' curiosissimi ed atti a inclinare a!!a sua opi- nione la mente de' leggitori. Ne emerge pol una filosofica verita, che crediamo il piii utile friuto di sua fatica, troppo esser sovente fallace rispetto agli animali non tolti alia iiatura , il pensarne cio che vediamo nell' uomo od anclie negli animali addomesticati. Del resto opiniamo che qnegli il quale prendesse a sostenere un' opinione contrnria a quella del Bellaui, noii mancherebbc; frugando i libri e i giornali , Ari'ENDinF, ITALIANA. 469 I'.i fare anclT cy,li buona iiicsse di prove di fatto (1). ]Ma un soggetto di una tanta general'ita, qual e il proposto, noii vuolsi con particolari f;i!ti definire, che tra quel che alia \ ita si riferiscono Ibrza e conicssare esservene di tali che ad ogni regola si sotlraggono, qual e fra gli altri il ria- iiiinarsi a vita di certi auiiiiali gia ridotti a scccliezza, solo clie i corpi ne sieno d' uiiiidita ristorati. Quindi si deJjljono consuUar piuttosto i fatti e le noriue generali di natura : se noa che noii volendo noi ricorrere alle leggi iisiologi- che , perclie l^autore auia riforire a mistero la formazione e conscrvazione delie parti organiche , a un solo fatto so- leime ristringereuio le noslre obl:)iczioni. II porgono i tanti aniuiali /lecrofugl, ossia tali che por natura da' corpi di jiiorti aniuiali raccolgono il loro aliniento i e come infatti trovar giusta la loro esistenza, couie anzi render ragione dil loro sussistere , se non e crdine naturale che gli ani- uiali deljbau uiorire? I carnivori in generate, notturni com'e' sono , cioe erranti di noite in cerca di preda quando ap- puuto i viventi che ne potrebbero esser coiti sono piii ri- tirati, parreljliero quasi plii che di vivi disposti alia cerca di corpi morti e corrotti , di cui facihnente accorti li'reude r olfatto , come e in loro acuiissimo. Che se troppo e pa- lese come molti non risparmino i vivi, certo e altresi moiti akri esser avidi di morte sahue e carogae ^ tali sono le jene , che per T ingordigia de' cadaveri persino li disotter- rano da' cimiteri , tali gli avoltoj che sensitivi agli aliti di lontanissime cose corrotte sanno da mirabil distanza cer- carle e trovarle ; e sonvi citta non curanti del togliere dalle loro strade quaiuuque sozzura, a cio bastando assiduamente r istinto e la fame de' sudd(!tti aniuiali. Quanto non e va- ria e numerosa la schiera degl' insetti necrofagi (a) ! Den- tro un corpo d' animal morto abl^andonato- alia corruzione veggonsi prima pullulare i vermi che ne suggono gli viuiori. (i) Per un esempio recente e segoaUtu valga 1' enorme cetnceo, di cui diceiidone tante cose maravigUose si parla nelUi Gazzctta di jMiiunn del lO setteiubre aiixio Coi'reutc , slato giudicato viorio dl vecchicz^a da insigui 11a— luralisti. {■J.) Sonvi insetti di un ccrto gcnerc clic si chianiano necn fori Oasia por- tamorti, perclic lianno 1' istinio di scavar per di sotto la fossa a' corpi morti dc' piccoli fjuadrupedi, e in partlcolare delle taipe, dc'topi, in cui s' in— contrano , i;e' quaii corpi iniiggono le ova , oiidc nascono poi larvc die in esbi trovar dcbbono il piopjio nuuimenlo. 460 APPfiNDICR ITALTzVNA. qulmli sncccdcrsi varie schiere d' insetti die prima le parti molli e poi T altre piu consistenti ne vaniio consnmaado : contrasto inaraviglioso tea il lezzo e 1' orror del cadavere, e la liellezza e vivacita delle bestiuole ( generalniente esa- lanti dal proprio corpo odore come di inuschio ) clie den- tro vi faiino gozzoviglia. L'acqua clie Ijagai il corpo cor- rotto e alcuna parte di sua sostanza distempri , vien per essa a vivificarsi d' innumerevoli e svariatissimi animaluzzi inlcroscopici, i quali non potendo aver vita, se non per r altrui niorte , dir si potrebbero necrobiti. Abbiasi adfinque veramente qual paradosso V indefini- hile dumbilita delli vita nelle hestie , e come per consenso delPautore ha un necessario termiiie quella degl' insetti , lo stesso si ammetta di quella degli altri animali. Del re- sto si accorda intervenire di rado. in natura la morte se- nile , e ben sovente la violenta ( alia quale gli animali tanto si rendono disposti col progredir dell' eta per iade- bolimento, lesioni ed altra avverslta di casi ), Che quaggiu de V cdtnd vita si autre , Altre a nudrirne condannata , V egra Vita mortal , die il Ciel parco dispensa. B. V A R I E T A. Novitd risguardaiid le forze natimdi. N. lella storia delle scienze fisiclie de' tempi recenti le opi- nioni circa la natura e le scambievoli relazioni delle forze operative suUe molecole uiateriali ( quali sono V attrazione, il calorico e gli altri imponderabili ) appariscon.o essere state in singolar niodo variabili ^ clie da non inolto tempo volevansi pressoclie ad una ridurrc , ed ora in vece slanio disposti a riconoscere in esse tali distinzioni che mai non avremino immaglnato. Quantunque le dette forze naturali , cosi come avevano diverse nonie, si reputassero anche sostanziaimente diverse tra loro, nondimeno osservando come alcune scgnatamente, quali il calorico e la luce, 1' clettrico cd il magnetico, V A R I E T a'. 461 dlmostravano tra loro notabili relazioni e conformlta , si viveva in sospetto che nn recondite legame neli' essenza le congiungesse. Quando poi sul bel principiare di questo se- colo il Volta eJibe diinostrato che bastava il contatto di due corpi diversi , qualunqiie si fossero, a snscitare e mno- ver r elettrico , corse al pensiero che quell' elettrlco che una si continua rinnovazion di contatti tra difFerenti ma- terie ( quale s' accompagna a' natural! eventl ) dovea in- cessabilmente rlsvegliare, se non appariva coi consueti fe- nomeni delT elettricita , potesse le forme d'altra natural forza assumere , od aliueno aver con essa alcuna ancorche sconosciuta nondimeno importante relazione. E frattanto che niolti andarono fantasticando intorno a questo soggetto cose troppo ardite , e da non potersi autenticare coi fatti, e che dalla dimostrata identita del fluldo elettrico col gal- vanico , detto anche elettrico animale , molti fin d' allora chiamarono in soccorso V elettrico per la spiegazione dei fenomeni della vita, al qual partito poi s'appigliaroao si tenacemente le scuole germaniche; il Volta stesso , e chi as- sistendo a'suoi studj scorgeva i niaravigliosi eftetti che dai nuovl apparati si producevano, ben s' avvidero che prin- cipalmente erano a considerarsi le relazioni delT elettrico con le chlmlche affinita. Intorno al quale soggetto chimico- fislci Italian! , svedesl , Inglesi per piii anni si travaglia- rono , ora toccando la verita , ora non si potendo districar dair errore , sine a che puro 11 vero ne fu manifesto nel- I'anno 1807 medlante le seuipre niemoraljili scoperte del Davy circa la vlrtii chlmica dell' elettrico. Per esse si pote ammettere che le affinita chimiche dipendano da elettrlche forze 5 e qulndl ne nacque la teorla elettro-chimlca , me- diante la quale conglnnta alia dottrlna degli atomi, anch'essa a que' tempi con tanto ardore coltivata da' chiinici, a Ber- zelius riusci di comporre que' suoi flimosi sistemi, per cui a calcolo e a formole ridusse la chlmica e la niineralogia. L' elettrico poi , stato cosi riputato cagione delle chimiche affinita, si voile anche che ne fosse I'elfetto, e ne comin- clo quelia soienne contesa che dura anclie a' nostri giorni a tener divlse le raenti de' lisicl, g!i unl sosteneniio con Marianini I'opinione voltlana dello squilibrarsi e quindi far coniparsa 1' elettrico per niera conseguenza del contatto di corpi diversi j gli altri con De la Kive asseveraudo non Bibl. Ital T. LXXXIU. 3o 462 V A n I E T a'. altra mostra di se poter fare P elettrico, se noii in quanto e un seguito di cliimiche azioni. Quanto poi non s' accrebbe la meraviglia destata dalla conoscenza di queste relazioni tra forze credute prima iii- dipeiidenti Tuna dall' altra , allorache nel 1820 gianse Fan- nnnzio della grande scoperta di Oersted circa il conflitto elettro-niagnetico, cnl tenner dietro tutte le cose sorpren- denti dell'elettro-magnetismo? aliora molti, come da una medesima cansa gia credevano procedere elettrico e cliimiche affinita , un pari concetto formarono risgaardo a elettrico e magnetico. II calorico poi e la luce troppo affini tra loro per esser difficile ipotesi qiiella clie li immagiuasse proce- dere da egual cagione, potevansi agevolmente all' elettrico, e quindi a tutti gli altri agenti accoppiare , usando diversi argomenti die le nuove sperienze somministravano, e qiiella in particolare, per cui le dne opposte elettricita eraao con- dotte a scaricarsi e consumarsi nel voto su di un carbone, e questo , senza alcuna sorta di vera combustione e dimi- nuzion di sostanza , ne appariva infocato e candente. Cosi ]e menti de' fisici , qual piu qual meno, furono ne'' rereoti tempi incliinate a congiungere quanto all' essenza quegli agenti , clie nondimeno sogliono di cost diversi efFetti forsi producitori. Ma come snole delle cose umane che , mentre molti sen formano una certa opinione , altri o per sana dubitazione od anche per vezzo di non andare colla corrente , si ac- costano volentieri ad un' opinione contraria , cosl non solo parecchi fisici etettero saldi a non voJer ammettere quella identita di elettrico e magnetico , od altra, clie per comnn consenso tenevasi omai dimostrata, ma cercarono se mai non gia identita ma piuttosto distinzione sinora sconosciuta fosse a scojirirsi nelle forze naturali. Qnindi I'esimio Mel- lon!, circa 1' identita del calorico e della luce (che fra le altre era quella che jiarea doversi piii facilmente ammet- tere), col considerarne i varj assorbimenti e le varie pola- rizzazioni die diversi corpi ne faniio , mosse tali difficolta , che se non negano possibile la detta identita , dimostrano almeno lei non poter essere , quando pur sia , che molto pill remota di quello che i fisici generalmente si fossero immaginato. Inoltre il medesimo Fisico, cui pare vera- mcnte commesso di penetrare con singolare acume iiei V A R I E T A . 463 niisteri natural! (1), diinostro die Tagente calorifico am- mette in se stesso molta varieta, e come la luce si scom- parte in raggi di diverso colore e virtu , cosi anche dassi una flnora inosservata diversita di caloriiici raggi. E dopo lui il De la Rive ora si assume di provare die le cor- renti elettridie non sono omogenee , ma differiscono tra lore di specifidie difTerenze pari a quelle tra' raggi calori- iici osservate , o forse anche di loro maggiori. Che piii ! Queir azione reciproca delle molecole onde n' avvengono coiiiposizione e scomposizione , e die fu sinora risguardata non poter esser altro die un seguito immediato deir afli- nita 5 dessi, a parere del sig. Berzelius rispetto a certi fe- nomeni chiraici elf egll enumera ( formazione dello zuc- chero mediaiite T azione deiracido solforico suU'amido, trasformazione dell' amido stesso in zucchero e gomma per opera del diastase , fenomeni dell' acqua ossigenaia , del platino spugnoso, ecc), ad altra forza dairaflinita differente riferire. Questa forza nomina catalitica , e la sua eflicacia consiste neH'abilitar certi corpi a produrre in altri decomposizioni o composizioni senza prendervi parte; e tal forza rcputa operosissima massime ne' fenomeni del- r organica vita (a). Parecchi di que' fenomeni die il Berzelius reputa ine- splicabili secondo le leggi delle chimiche ailiaita, ben s'ar- gomenta spiegarli il nostro Fusinieri , mediante quella par- ticolar maniera di forza ch' egll nomina calorico natwo , a diniostrazion della quale produsse pregevolissimi esperi- menti , e gia da tanto tempo insiste con tanta persplcacia e pertinacia d' ingegno. Pero noi quanto, dolendoci die non si faccia delle cose del Fusinieri tutta la stima di cui sem- brano meritevoli , desideriamo che altri vi si applidii per istltuirne un accurate critico esame , altrettanto bramiamo ch' egli oinai Volga in altra parte lo zelo die al detto in- tento consacra , sicuri che a suo onore e della comune pa- tria egli sara per lasciarvi impronta degna deU'acutezza della sua mente , e del lungo e nobile amore con cui ha coltivate le fisiche discipline. (i) L" illustre fisico italiano di cui si favella non solo irij fu aiciitlo a molte princi|>ali accailemic d'Europa, ma anche onorato dalla Socicta di Londra del prcniio della nvcdaglia d' oro istituita da Rumford. (2) Le uovita qui acceimatc tiovauai esposte ncgli Annate! de cliimce et de physiiiue, lorn, (o, pag. .fi8 , lorn. 6i, pag. 5o, 146 c 373. 464 V A R I E T A . Clima della Palestina. II sig. Arago ha publillcato neWAnnuario del 1884 uii articolo destinato a dimostrare che dall' epoca di Mosc, la teniperatura dcUa Palestina noii ha sensibilniente cangiato. Ora il sig. duca di Ragusi nel suo Viaggio in Oriente nega I'esattezza del fatti siii quali fondasi la dlmostiazione del sig. Arago. " Non ci ha piu palmizj ( dice egli ) nella parte della Palestina indicata nell' articolo. " Nondiraeno nella parte piii sotto alia suddetta ei ne trovo alcuni sparsi al- r intorno di Jerico. A Geriisalemme ne vide tre pressodie sterlli. A Rama, citta nominata neirarticolo, ne snssistono alcuni che daiino fnitti. Ma cola dove alcuno ne sussiste , molti potrebbero pure vegetare. Percio un solo pahnizio che dia frutti maturi basterebbe a decidere in una disamina di teniperatura. II limite assegnato neirarticolo de\r Annuario alia cultura della vite e parimente contrastato dal signer duca. Giovera il qui riportare le sue parole , ond' i botanici stessi deci- dano se i fatti ch' ei riferisce siano tali che modificare possano le antiche opinioni. " L' articolo determina il 21° e 22° centigrado come il massimo della temperatura che dalla vite richiedesi per po- ter cssere produttiva. L' autore poi per giustificare quest' as- serzione dice che al Cairo, dove la temperatura media tocca il 2 2°, non piu coltivasi la vite in grande , e che percio non vi s' incontra che qualche ceppo isolato. II fatto e vero pe' tempi scorsi , ma esso deriva da tutt' al- tra causa. Si fecero non ha guari notabilissime piantagioni di viti, le quali promettono un ottimo risultamento. Ci ha anzi un fatto certo e decisivo f, perciocche in ogni tempo , ed an- che a' di nostri sussistono le viti nel Faium , che e uno de' paesi delF Egitto i piii caldi a motivo delle colline di sabliia che da ogni parte lo circondano. Queste viti tro- vansi ne' villaggi di Fidemia , d'Adjamira e di Jumbano : esse coltivate sono dai Cofti e danno deliziosi vini. Quello che ho bevuto presenta un fenomeno singolare in sifFatto clima : non da punto alia testa , ed e bevibile nel suo se- condo anno. Pockoke, che viaggiava nel 1787 parla delle viti , che dai Cofti colli vavansi nel Faium. Clie piii ! Nella superior parte deirAlto Egitto, ad Esne , dodici leghe a! I V A R I E T A.". 465 mezzodi dl Tebe , trovasi una vigna di non piccola csten- sione. II suo primitivo oggetto quelle oia certamente di dai-e soltanto uve da maagiarsi ; ma JusulT-Kacheff, vec- chio soldato dell' esercito d' Egitto , prigioiiiero de' Maiua- lucchi , rimasto In Oriente all' epoca dell' evacuazioae dei Frances!, dissemi che preso avendo a fitto questa vigna, ottenne un eccellente vino dall' uva cli' essa gli produsse , ed in quantita uguale a qaella die ottenersi suole dalle viti d' Enropa. Da questi fatti puo dunque concliiudersi die se neir Egitto la vite non venne da un certo nuaiero di anni coltivata in grande, cio attriljulrsi dee alia costumanza degli al)itanti che non bevono vino. Ma trarsene non po- trebbe induzione alcuna , da cui concliiudersi che la vite abbia un niassimo di temperatura, oltre il quale essa som- ministrare non possa veruna quantita di vino. " Aurora boreale. P.inii.i , 11/ ottobre i8 36- Jeri sera siamo stati spettatorl dl un fenouieno niagni- fico e molto raro nelle nostre latitudini. Un' aurora borealc brillo per piu di inezz' era sul nosiro orizzoiite settentrio- nale d'una luce rossa vivissiiiia. Essa comincio a farsi ve- dere dopo le ore 9 vicino all' orlzzonte in aspetto d' au- rora ordinaria, cioe senza segmento fumoso che quasi serapre accompagna questa meteora ^ e in poco tejupo si dilato in niodo tale, che alle ore 9 e mezzo , momento del suo maximum d' estensione e di luce arrivo in alcuni punti a quasi 25 gradi d' elevazione e a circa 90 d' am- plitudine , vale a dire , ad occupare colla sua base tutto il tratto d' orizzonte compreso tra il nord-est ed il nord- ovest. In quel nionieuto la luce piu viva dell' aurora , che era d' un rosso infocato , era situata nel meridiano ma- gnetico , un po' all' ovest del quale eransi elevate , alcuni minuti prima , due colonne di colore rosso oscuro di circa un grado di dianietro , quasi perpendicolari all' orizzonte , attraverso delle quali di tratto in tratto scorgevansi deJjol- mente alcune stelle delFOrsa niaggiore, le quali unitaniente ad una parte di quelle del Dragone, della Lince e di Boote , erano immerse iiell' aurora. Le dette colonne avovano ua movimento orizzontale sensibilissimo e talora oscillatorio j ma il primo, cli' era il pid dichiarato , le porto dopo po- chi xiilauti verso il nord asironomico , ove da li a poco , 466 V A R I E T A.'. alle ore 9 o tre qnartl , nnitamente aU'intera aiu-ora scom- parvero. Durante il fenonicno il cielo era sereno da ogni parte, e la luna, che aveva piii di otto giorni, splendeva verso il snd-ovest: la qiial cosa iinped'i la completa ma- gnificenza delTaurora. Alle ore q il barometro segnava nel- rOsservatorio meteorologico deU'Universita poll. 28 lin. 2,5, il termometro Reaumiirlano quasi 1 3 gradi (*) e 1' igro- metro di Saussurc 92. Un vento sensibile di ponente regno durante la stupenda meteora e anche nel rimanente della notte, alibellita di quando in qnando, specialmente verso il niezzodi , da stelle cadenti lam'iaosiss'ime. A Parma dopo il i83o si sono osservate cinque aurore Ijoreali , questa compresa , ma le quattro precedenti furono ilebolissime e basse anche nel loro maximum. La prima si osscrvo nella sera del 16 dicembre del i83oi la seconda nella sera del 7 gennajo del i83i, la quale fu visibile in quasi tutta TEuropa^ la terza nella sera del 18 gennajo del 1 833 e la quarta nella sera del i3 ottobre dell' anno medesimo. Dette aurore lirillarono di luce bianca , tranne la seconda che conteneva del rosso nella sua parte infe- riore , cioe in vicinanza dell' orizzonte. A. CoUa. Generosa istituzione di premio. Ci gode Tanimo di fare annunzio d' un' istituzione ono- revole all' Italia , e che ovunque, ma particolarmente in Italia , sara promovitrice delle fisiche e natural! discipline. II dottor Cesare Bressa di Mortara istitui morendo, or ha circa due mesi, erede delle sue considerevoli sostanze TAc- cademia delle scienze di Torino, ordinando che degl'interessi annual! di esse abbiasi a costituire al fine d' ogni blennio un gran premio da darsi all' autore della miglior opera o scoperta che in fatto di scienze fisiche e natural! sara stata pubblicata ne! precedenti quattro anni, e cio alternativa- luente , cioe destinando il premio a! sol! autori italiani nel primo biennio, agli autori di qualsias! nazione nell'altro, e cosi di seguito. La detta eredita ammonta di netto a piu che centomila franchi, qulnd! il premio biennale sara di circa franchi diecimila. ("J La uassJni.T tenipeiMturA (H tjiii.l yion>o fu di gr. i8. V A R I E T a'. 467 Ambo le clnssi della suddetta Accademia , rinnite in se- duta straordinaria, risolscro doversi tessere rdogio del lieiienierito Tcstatore incarlcaudone il prof. Gene , e no- minarono una commissione per aver cura delle faccende deir eredita e degli onori da rendersl al testatore inede- simo. Prinio de' quali dev' csser quello di fare scolpire sii bella laplde quella parte di testainento clie istltuisce erode rAccadeniia e determina i preuij : e tal lapide , soruion- tata da grande uiedaglione coU'eHigie del Bressa in rilievo, verra collocata nella gran sala delle pubbliche adunanze. Trattasi poi anclie di busto , di medaglie , ecc. II Bressa studio medicina in Pavia , dove poco dopo la laurea, cioe nel 1808 pubblico un opuscolo intitolato Suiruso primcirLo dtlla tuba eustachiana. N'ando poscia in America a professarvi 1' arte niedica , ma coltivo insieme assidixa- mente anche le scienze naturali e da qualcli' anno appena innanzi la sua niorte aveva fatto ritorno, e posto nuo- vamente dimora nella sua patria. Alberi di gran dimensione. Gli alberi di molta mole, e quindi gia vissuti per lun- ghissima eta , sono stati mai sempre soggetto a tutti d'am- mirazione e quasi di venerazione , ma da che Adanson, De Candolle ed altri ue fecero argomento delle loro dotte spe- culazioni , ottennero presso i naturalisti una particolare scientifica importanza. Percio piii che in passato non fa- cesscro si occupano essi attualmeute delle piante piii gi- gantesche ed annose delle varie parti della terra , e il sig. Castagne avendo avuto occasione d' osservarue parecchie in Oriente , e particolarniente sul Bosforo , ch' e luogo in singolar guisa propizio al crescimento degli alberi , fu soUecito di darne informazione al sig. De Candolle {^Bihl. Univ., sept. i§36 ). Grossissimi platani s' incontrano nel- r accennata regione, e particolarmente ne' contorni di Co- stantinopoli , mirabili per T ombra imniensa che gettano d' attorno a se. II piii famoso sorge nella pianuva di Bu- juckdere, e sembra un gruppo di piu alberi o rimettiticci sorti dopo il taglio dell' albero da cui nacquero , e inne- statisi Pun colP altro in appresso. Scavando alcun poco la terra alPiugiro si scorge ciie formano tre tronchi uscenti da un niedesimo stipite i questi diversi tronchi che si con- fondono in uno compongono tal giro di circonfereuza ^68 V A n I E T a'. air alte7za dcirnomo, ch"' e di iSa piedl , e lasclano nel- loro interno una cavita di 83 pledi. L' altezza d'l un tal platano non eccede i 60 piedi, molta n' e ancor la vigo- ria , iiondiineno dimostra alcuiii segnL di decadeiiza. La circonferenza di uii platano di 5o anni , vegetante neir isola di Grinkipos, nella Propontide, fu trovata di 16 piedi e mezzo. Veggonsi intorno a Costantlnopoli anche de' grandissimi perlarl ; ve n' ha da 12 a 18 piedi di circonferenza. Di gran mole son quelll del glardino de'Domenicani , nel quar- tiere di Galata • alcune tombe poc' anni sono scoperte ai piedi di detti alberi racchiudevano medaglie in bronzo di Costantino YIII e di Giovanni Zimices. L'olivo cresce anch'esso d'assai; ma senza cercare esempi d'olivi di gran mole in Orlente, valga quello di Porto- Maurizio , nella riviera di Genova , a mezza lega del vil- laggio di Caramagno, avendo esso nel tronco 32 piedi di circonferenza. Quest' albero da 45o libbre d' olio fino , e il detto sno tronco e netto e senza anfiatti. Presso Costantlnopoli ammiransi anche degli alberi di pistachia atlantica della circonferenza da 8 a 10 piedi. Sorge sulle rive del golfo di Nicomedia un ciriegio sel- vatico , apportatore per altro di frutti molto buoni a man- giarsi, alquanto grossi e di color giallo , il qual albero fu trovato grosso all' ingiro 9 pledi, alto 1 02 ^ e n' e perfetto il vigore. Fu abbattuto a Galata un clpresso , non anterlore al 14.53, e venuto alia circonferenza di 7 piedi; a S. Ste- fano sulla Propontide v' ha un alloro alto 40 pledi ; a Daoud-Pacha sorge un olmo mostruoso , valutato della cir- conferenza di 18 a 20 pledi. II slg. Bellani nella recente sua opera Sulla indefinihile durahiUta della vita nelle hestie con un appendice sulla lon- gevita deVe piante fa un' erudita enumerazlone degli alberi di mole piii inslgne ; a noi bastl di trarne una succinta notizia circa 1 plu vantati d' Italia. Castagno dell' Etna detto dei cento cavalli (pledi i63 dl circonferenza alia base)^ castagno Cimino In vetta della montagna di Yiterbo ( perlferla dl 48 palmi romanl); castagno viclno a Varese nel terrltorio dl Venegono superiore ( circonferenza di br. milanesi 19, e qulndi rispetto ad essa, di plu che 2 br. maggiore del castagno Cimino), ancora sano e vegeto; V A R I E T a'. 469 castagno vicino a Marola negli Apennini regglani (circon- ferenza del tronco br. Sa ) ; ulivo di Palombara ( 42 palmi ); ulivo di Magliano in Toscana ( giossezza di oltre br. iS); ulivo di Villafranca ( circoal'cienza di 3o piedi alia Ijase , e di 17 a 4 piedi al di sopra del suolo) si crede clie esista da piu di 10 secoli , e produce nelle buone annate 100 cbilogrammi d' olio ; cjuercia nel monte Lnco vicino a Spoleto ( circonferenza di Sz metri secondo il Cosmorama pittorico !! ) ;, cipresso di Soma (circonferenza di br. 11). Circa la longevita degli albcri , e alcuai eseinpi di sin- golar loro grossezza, veggasi anclie un articolo inserito nel toino cinfjuantesimo terzo, pag. 402 , di questa Biljlioteca. Collivazione del gelsi negli State Uiiiti iT America. Fu da pareccbie sperienze comprovata la possibilita di allevare negli Stati Uniti i bacbi da seta. Fino dal 1760 s' introdnsse il gelso bianco a Mansfield. Dal 1783 al 1793 il Governo concesse una patente di privilegio d'uno scel- lino per ogni ico gelsi e 3 soldi per ogni oncia di seta cruda. Si videro ben prestaniente tre quarti delle faniiglie del villaggio dedicarsi a cotesto nnovo ramo d' industria , il cui annuo prodotto nel distretto mentovato ammonta dalle 6000 alle 7000 lildire di seta greggia. Nel i832 si accordo il premio d'uu doUaro per ogni 100 gelsi di tre anni, e 5o per ogni libbra di seta in matassa. ISel 1834 il privilegio fu esteso anclie al gelso della Cina {Morus multicaulis ) , e lo Stato ha istituita una societa pel setifi- cio , alia quale compagnia la banca di Hartford presto 1 5,000 dollarl (80,000 fr. circa); i proventi si valutano al 43 per 100. A Provvidenza una compagnia eretta alio stesso oggetto incoraggia energicamente la coltivazione del gelso, I'educazione dei bacbi da seta e la fabbnca delle stoffe. Essa e gia venuta a capo d' avere tessuti d' assai pregevole qnalita : adopera una maccliina a vapore della forza di sei cavalli , e novera piu di 20,000 gelsi dai 4 ai 5 anni. Varj Stati segiiono questi esempi , e i nuovi provvediinenti adottati dall'autorita legislativa di Nuova Yorck concernenti i lavori dc' condannati daranno oraiai un viemniaggiore impulso a s\ f;itto genere d' industria. II Conneccicut ^ le cui rendite sonimano a 8o.,ooo doliari , lie coiisacro 600 per infervorare la coltui-a del gelso. {Mem. Encycl. . icpt. 18 36.) ^-O V A R I E T A . Statistica del diversi Stall dclle due Amcrlckc , del iiord € del sud, nel i836. Stall. Popolazionc. Lingua. Capitali. Presidenti. America centrale. . . 2,000,000 Spagnuolat S. Salvadore. Gcntr. Marajan. Stati-Uniti niessicani 8,000,000 Id. Messico. Gener. Lopez de Santa-Anna. Stati-Uniti americani 1 5,000,000 Inglese. Washington. Generale Jackson. Repubblica d' Haiti. 1,000,000 Francese. Port-au-Prince. Generale Boyer. Venezuela 1,000,000 Spagnuola. Caracas. Dottore Vargas. Nuova Granata . . . . 1,688,000 Id. Bogota. Gener. Sautander. Kepubljlica delV E- quatore 1,000, coo Id. Quito. M. Rocafuente. Peru 1,200,000 /(/. Lima. M. Orbegoso. Bolivia 1,100,000 Id. Chiiquisaca. Gen. Santacrus. Erasile 3, 000, 000 Portoghese. Rio-Janeiro. D. Pedro II, im- peratore. Paraguai 5oo,ooo Spagnuola. Assunzione. T). Francia , dit- tatorc. Chili 1,000,000 Id. Santiago. Gener. Moscoos. Repubblica argen- tina, o proviilcie unite di Rio della Plata 1,000,000 Id. Buenos-Ayres. Generale Rosas. Uruguai i5o,8oi) Id. Blonte Video. Generale Oribe. {Mem. Encycl., sept. i836.) ERRATA-CORRIGE. Tomo 83." ',2; i37 tin. 1 1 clie con leg^^ die non i85 » 36 non fa » non fu „ 195 » 3o fino » fini » 268 nota Gene » Genie » 271 » 23 e di risparmiare » ne di risparmiare w 276 » 4 gli andamenti " il corso » 3oi i> 8 per ragguaglio avuto , 1) per ragguaglio, avuto >l 304 » 16 importano n importano le rotaje >l 3o6 11 26 delle piante » dei geisi I) ivi » 2q e mobiliare 0 e del mobiliare » 3io " 22 teorici » storici R. GiBOifi, F. Carlini, I. Fumagalli e G. Brvgnatelli , direttori ed editori, Pubblicato il di 3 diceuibre i836. Milano , daU I. R. Stamperia. 471 IND ICE ilclle materie contenute in qncsto totno LXXXIII. PARTE I. LETTERATURA ED ARTI LTBERALI. D. 'ella condlzione dell' Italia sotto il governo degU imperatori romani pag. 3 Fnista musicale dl N, E. Cattaneo " 17 Le classiche stamps dal cominciamento della calcogra- fia fiao al prescnte , dl G. Ferrario " 2 5 Nuovo dizionario universale sardo-italiano, di V. Form » 161 Trattato delV arte oratpria. Articolo 1° >/ i83 Le nozze di Costanzo Sforza con Camilla di Aragona celebrate in Pesaro nel 1475 » 817 Docunienti di storia italiana copiati in Parigi da G. Molini » 329 Studj sulla storia delle arti . di P. I. Dechazelle. Arti- colo 1° " 337 Delle istorie fiorentine di M. Bnito , tradiizione di S. Gatteschi " 35o PARTE IL SCIENZE ED ARTI MEGCANICHE. SulV elettricita negativa delle cascate d' acqua , di G. Belli, con tavola in ranie » 3a Relazione del doni fatti dal cav. G. Acerbi al Ga- hinetio di storia naturale delt I. R. Universita di Padova , di T. A. Catullo " 44 Plantce qua'dani novcB vel minus cognitoi in j^gypto a cl. Acerbi , in Nubia a eel. Brocchi detectm " 64 Considerazioni intorno ad una inferriata riguardata co- me superficie, di V. A. Rossi » 70 Sulla litotripsia , lettera di A. Benvenuti » 199 Principj fondamentali dell' economia politica , di N. G. Senior <; 356 Iconografia della Fauna italica , di C. L. Bonaparte » SjO 472 I N U I C li. Notizia sulla vita e sugU studj del contc Giuseppe Marzari Pencati: di L. Pasini pag. 887 Memoria geognostica sopra i calcari d' acqua dolce delle provincie venete, di T, A. Catullo » 407 PARTE STRANIERA. Histoire naturelle du mais, par 31. Bonafous »/ 76 De la lithotripsie , par Leroy d'Etiolle » ^9 De lingua Othomitoruin dissertatio E. Naxera »» 81 Tcwola comparativa del pesi delle principali piazze di commercio del mondo , di C. Bellati » 8a Viaggio intorno al mondo pei mari dell' India e della Cina, del cap. Laplace. Articolo i.° » aao Lo stesso. Articolo a." » 4a4 Giudizio intorno al Saggio statistico sulle Biblioteche di Vienna di A. Balbi, del prof. Schreiner n a 89 II cholera-morbus. Notizia estrutta da un antichissimo libro cinese » a4a APPENDICE ITALIANA. Aritnietica. — Una lezione di aritmetica, di L. G. Crippa " 1 1 5 Arti belle — Del monumento eretto a Gaspare Gozzi , di A. Meneghelli .• colV aggiunta di alcune lettcre " 94 Biografia. — Onori alia memoria di Vincenzo Bellini » 96 Biografia di Francesco Aglietti, scritta da P. Zannini » 244 Educazione. — Guida pei fondatori e direttori delle scuole infantili di carita , di F. Aporti » 444 Filologia. — Difesa di Dante Alighieri, di F. Scolari » loo- Dizionario universale dtlla lingua italiana , di F. Alberti " 104 La lessicomania esaminata , di F. AntoUni » 107 Nuovo dizionario italiano-f ranee se e francese-italiano di F. Alberti , migUorato da A. Sergent e F. Am- brosoli " I C19 Grammatica tedesca di G. L. Gross " 110 Meditazione sopra Varbore della Croce ; testo di lingua ora nuovamente pubblicato da G. Manuzzi. ....<> 44a Manuale per insegnare la lingua latina, di M. Ponza,, 444 Fisica. — La Fislca dello Spettacolo della Natura dell' ab. Pluche recato agli odierni lumi, dialogid di B. Bizio " 1 1 r I N D I C E. 473 Medlcina. — Raccolta degU opuscoU di medlcina di F. De Hildenbrand tradotti da A. VittaiUai . . .pag. 447 Poesia. — ■ Parisina , tragedia di A. Somnia >/ 84 Giovanni Procida, tragedia di A. Gnlatti n 89 In mone di Antonietta Trevisan Gahardi e di Ade- laide Trcvisan , componiinenti di autori e autrici egregi » 9a Per la mone di Vincenzo Bellini, elegia di F. Bi- sazza » 96 Opere di Giuseppe Parini » 441 Scoria. — Annali del mondo, ossia Fasti universali di tutti i tempi , ecc. , di Buret di Longchamps . . .» 1 1 a Storia naturale. — Sulla miniera di ferro dell' isola d" Elba , di P. Savi " 249 Delia indefinibile durabilitd della vita nelle bestie , di A. Bellani » 467 V A R I E T A. Agraria. — Coltivazione del gelsi negli Stati Uniti cF America f> 469 Arti Belle. — Relazione delle principali opere di pit- tura esposte nell' I. R. Accademia di belle arti in Venezia nel i836 " 116 Dipinti a fresco di P. Benvenuti nella cappella dei Sepolcri Medicei in Firenze , dichiarazione di M. Missirini » i a 3 Arti e mestieri. — Preparazione e commercio di teste umane nella Nuova Zelanda >; 167 Progetto della strada di ferro da Milano a Como , dell' ingegnere G. Bruschetti, con tavola in ranie » 263 Astronomia. — Detenninazioiie dell' orbita della co- rneta di Biela , premio proposto dalla R. Accade- mia delle scienze di Berlino ,; 262 Bibliografia. — Sulla Biblioteca Malatestiana di Ce- sena , lettera di P. V. Aldini „ 1 3 2 Annunzj tipografici » 3o8 Biografia. — Ladi Ester Stanhope , regina di Palmira » 2 5 1 Arid Cesare » 3 1 3 Commercio , Statistica. — Storia dello zucchero , com- mercio che ne fanno le colonic attuali • . . .» 146 Statistica delle due Americlie w 470 474 1 N D I C E. Errata-Corrige pag. 474 Fisica, Chimica — Prossima apparizione di una nuova isola nel golfo di Santorino » i35 Sul dissiparsi piii facilmente nell' aria comune I' elet- tricita negativa die non la positiva " 187 Luce dalla cristalUzzazione » 1 3^ Tenemoti sentid in diver si punti del globo nel 1884 e i835 , di A. Colla » 253 Discese straordinarie del barometro osservate a Par- ma ed in altri luoghi, di A. Colla » 2 58 Fenomeni atmosferici straordinarj succeduti in luo- ghi diversi >» 261 Sospettata esistenza del caoutchouc nella seta » 3 1 2 Noi'itd risguardanti le forze naturali » 460 Clinia della Palestina » 464 Osservazioni meteorologiclie di luglio » 1 5 9 ' — di agosto » 3 1 5 i — . — di settemhre , 475 Matematica. — Svolgiinento compiuto della teoria ana- litica delle pressioni laterali che esercita un fluido in inovimento : premio proposto dal R. Istituto dei Paesi Bassi » 1 45 Esposizione d' un metodo propria alia determlna- zione delle radici inintaginarie delle equazioni nu- menche : premio proposto dalla R. Accademia delle scienze di Berlino " 2 C 2 Medicina. — Delle risaje considerate rispetto alia loro influenza suW umana salute , lettera di G. Re- gazzoni " 140 Quali malattie interne od esterne si presentano sotto le stesse forme o sotto forme analoghe neW uonio e nei grandi animali domestici ? Premio proposto dal R. Istituto dei Paesi Bassi " 146 Storia naturale. — Notizie circa V Ornitorinco .; 148 Alben di gran dimensione » 4^7 Generosa istituzione di premio » 46 6 Aurora boreale " 4^ 5 475 Estratto delle osservazioni meteorologkhe f itte alia nuova torre astronomica deW I. R. Ossen 'atorio di Brera alVdlte zza di tese i3^6a (inetri 26,64) sulV ono botanico , e di tese 76,48 {metii 147,11) siil livello del mare. SET T E M B R E i856. BARO METRO 1 ridotlo all 1 temperaUiia + 10° R. Direzione del vento. 1 iL o'- ".'' ■^[7" ,2'-- i8'' 2l'- u>» 6'^ I2'> 18'' poll. liu. tin. 1.11. liu. liu. ii». li,i. I 27 II, I 10,6 10,5 10,7 10,8 10,4 10.5 E SE S E N E E 2 27 102 9:5 9:2 9:5 9:5 9:5 10,8 0 S 0 S N 0 N 0 0 27 9^8 9o4 9:1 9:-^ 9,2 8.9 9:° S E S E E E 4 27 8,9 8,5 8,2 8,5 8,5 7:5 7:^ s E S E N S£<" 5 27 6,9 6,4 6,1 6,1 6,3 6:9 7:5 E S E ESE<'> S S E E 6 27 7,6 7:2 6,9 7:' 6,9 6,5 6,1 S 0 E N E S E n J 27 6,7 6,6 ij.6 7:i> 7:^ 7:3 7:8 KNO E E S E 8 27 7,8 7,4 7:^ 7:4 7:4 7:5 7:7 S S E N E N N E 9 27 7,5 7:a 8,1 8,8 9:0 9-4 9:3 S S 0 s s 0 N E 10 27 9^5 «-9 8,6 8,3 7:7 6,9 6,6 N E s s 0 E E 1 1 27 6,2 5,5 5,9 6,6 6,1 7:7 8,0 S S 0 E N E K<" N E \i 27 7.9 7'^ 7: 1 ID 27 7:4 !■> 7:7 8,2 8,1 7:8 ?■>? S E S E E £ i •'f 27 7,8 1-^ 7:^ 7:« 7->7 7:7 7:7 S E N E 0 E 1 lb 27 1-P 7:2 7-> 7:7 7:8 8,2 8,6 0 s 0 £ S £ E E i 1 6 27 8,6 8.5 8,7 9:2 9:5 9:8 I U,2 S S E E E S '7 27 10,1 9-9 9,9 9,9 9,7 8,7 8,0 s e(') N E N N E N E iS 27 7:7 7,^^ 7:2 7,2 7:0 6,5 6,7 N E s 0 s 0 s 0 K) 27 6,6 6.0 6,1 6,2 6.3 6,5 6,7 s 0 S 0 s 0 £ 20 27 6,8 iS, E S E E S £ E Altez Zii massima del barometro minima poll. 28 liii. 0.6 . '/ 2 7 " 5.5 j^ mec osservi lia i-7 „ 8.56 1 Le ore delle izioui sQuo iu lem )0 vei 0 coal ale da mezzo di. 4: -6 SETTEMBRE i836. | Altezza del termomelro R. Stato del cielo. O o 0*^ oV 6'' 9" 11^ 18*^ ,,h da 0*^ a 12*' da 12'' a 24*' I + i8,a + 19,3 +i8,8.+iC,6 +i5,9 + i3,9 + i5",5 Seicno. Nuv. ser. 2 +18,5 +20,4 +19,3 + 17, 4. + 16,2 +12,9 + '7,4 Sereuo. Sereno. 5 +iq,b +20,2 +19,6 + 18,41+17,3 +i5,6 + 17,0 Ser. imv. Ser. nuv. 4 + 19,3 +20/, +'9^9 + 18,0 + 16,8 +i5,9 +i5,6 Ser. nuv. Pioggia. 5 + i5,4 +i5,4 +i5,5 + 14,8 + i4,r + 12,6 + i5,6 Piogg. ser. Ser. nuv. 6 + i6,q + 17,5 +16,2 + l5,2 + 12,3 +12,4 + 13,4 Ser. nuv. Ser. nuv. n + 144 + 16,0 +i'i59 + 10,8 + 11,3 + 10,4 +10,8 Sei-. nuv. piog. Nuv. pioggia. 8 + i3,9 4.14,4 +i5,5 +12,0 + 9'9 + 9^^ + 12.4 Ser.piog.temp. Ser. nuv. 9 +i4,:i + 14,9 +14,9 + i3,o + 10,9 + 9>4 +i5,5 Ser. nuv. Nu. piog. temp. 10 +ib,f) + i5,o + l5,T +i4,o + 11,7 +12,1 +14,1 Ser. nuv. tem. Ser. nuv. II +i5,5 +16,7 +12,5 + 11,1 + to,5 + 6,4 + 1 1,0 Ser. nuv. Sereno. 12 +12,9 +ia,7 +12,4 +10,6 + 8,6 + 8,1 + 8,4 Sereno. Nuv. piogg. i3 + 11,4 +12,3 + 10,1 + 9^4 + 8,4 + 8,9|+io,i Serene nuv. Nuv. pioggia. i4 + 8,7 + 8,8 + 9t.i + 8,q * 7,4 + 5,0 i+ 9,6 Nuv- ser. nuv. Nuv. ser. i5 +11^:) + 12,3 + 1 1,0 + 9,0 + 8,5 + 7,G + 10,3 Ser. nuv. Ser. nuv. i6 +12,3 +i3,i +12,2 + 8,9 + 9,2 + 8.0 + 10,4 Ser. nuv. Ser. nuv. I? + T2,8 + t3,2 +12,2 + 10,3 + 8,8 + 8,5 + 8,5 Nuv. piogg. Pioggia. i8 + Q,9 +10,7 +10,4 + 9'7 + 9P + 9,2 +11,4 Nuvolo. Nuv. ser. iQ + 12,8 + 10,3 + 12,2 +11,5 + 11,0 + 8,3 + 12.0 Ser. nuv. Nuvolo. 20 +10,9 +i4,7 + 10,2 + 12,4 4 1 1 ,4 + 10,2 + 12,C Xuv. ser. Nuv. ser. 2! + 14,3 +14,4 +i3,4 + 12,3 ■*• 9P ■*" 9i" + 12,7 Sereno. Sereno. 22 ..14,5 + i5,3 +i5,7 +12,2 +11, u + 9,2 + 1 1,2 Sereno. Sei'eno. 23 + l3,2 +i3,4 +12,2 ■*- q,8 + 9:*^ + 8,9 + 12,0 Ser. nuv. Sei'. nebbioso. 2/i +14,2 + i5,5| + i4,4Ui3,i + lt,8 + 10,7 + 1 3,4 Sereno. Sereno. 25 + l5,2 + i5,8'+i4,8i+i3,5 1 + 12.4 + 10,4 + 14,0 Nuv. ser. nebb. Sereno. 26 +i6,i +i6,2Vi4,8 + 14,0 + "•,9 + 10,8 +14,5 Sereno. Sereno. 27 +16.6 +16,71+15,5 + .4,4 + 13,2 + 12,1 +14,4 Nuv. ser. Sereno. 28 +16,3 + iG,8| + i5,8 +i4,4 + i3,5 +i3,o +'4.4 Sereno. Nuv. ser. 2q 4.i5,6 +i5,7 +i5,o +i4.,o +i3,5 +12,6 +i3,,7 Nuv- ser. Nuv. piogg. 3o +i4,i +i45t>;+i3,f) +13,0 + 12.9 +12,2 +14,4 Nuv. ser. Sereny. Allezza niassima del tenuomelio + 20'', 4 | + 5 .0 M + 12 ,83 1 BKawJKa' qui mtita Jella 1 noggi; in tulto il mese linec 62, c '7- 1 A^^-^U?;:-^ V!4, ' %^ J ^ >.. '•s^