vat d SES 1 ia | HARVARD" UNIVERSITY. Ly I BYE OF THE MUSEUM OF COMPARATIVE ZOÒLOGY. [ i 957 I Fra Musei di Fotone a ed Srolemi, Wrboroa dell Undici dea di 16q9— Brava 15, BOLLETTINO E Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino I ATA N. 268-310 TORINO TIPOGRAFIA PIETRO GERBONE via Gaudenzio Ferrari, 3 MTRSEnE ouigot n diodistao vaio ii La cireniai pteepe ttt ner VSS "i FEB 15 1998 A zz s SIZIAIOA INDICE . Griffini A. — Nuova specie del genere Cybister Curtis, raccolta dal Rev. L. Jalla a Kazungula. . Rosa D. — Nuovi Lombrichi dell’Europa orientale. . Simon E. — [Viaggio del Dott. A. Borelli nella Repubblica Argentina e nel Paraguay, XXII]. Liste des Arachnides. . Pavesi P. — Aracnidi raccolti nell’alto Zambesi dal Rev. L. Jalla. . Noelli A. — Reduvidi del Piemonte. . Peracca M. G. — Intorno ad alcuni Ofidii raccolti a Maldi (Eritrea) dal capitano A. Gasca. . Peracca M. G. — [Viaggio del Dott. A. Borelli nel Chaco Boliviano e nella Repubblica Argentina, II]. Rettili ed Anfibi. . Nobili G. — [Viaggio del Dott. E. Festa nella Repubblica dell'Ecuador e regioni vicine, I] Decapodi terrestri e d’acqua dolce. . Giglio-Tos E. — [Viaggio del Dott. E. Festa nella Rep. dell’Ecuador e regioni vicine, II]. Il maschio della Dicrania cervus. . Silvestri F.— Descrizione d’una nuova famiglia di Diplopodi del Messico. . Peracca M. G. — Sopra un nuovo genere di Colubride opistoglifo della Repubblica Argentina. . Boulenger G. A. — [Viaggio del Dott. A. Borelli nel Chaco Boliviano e nella Repubblica Argentina, III]. Poissons. . Nobili G. — Decapodi e Stomatopodi raccolti dal Dott. E. Festa nel Darien, ecc. . Wierzejski A. — Berichtigung betreffend die Entdeckung der Aeglea laevis in den Gewaàssern Argentinas. . Peracca M. G. — Intorno ad una nuova specie di Ofidio di San Paulo (Brasile). . Silvestri F. — [Viaggio del Dott. A. Borelli nel Chaco Boliviano e nella Repubblica Argentina, IV]. Chilopodi e Diplopodi. . Peracca M. G. — Intorno ad una piccola raccolta di Rettili di Cononacco. . Dollfus A. — Isopodes de Vallombrosa. . Peracca M. G. — Sulla presenza della Rana graeca Blgr. in Italia. . Salvadori T. — Lista di Uccelli raccolti dal Dott. Muzioli nel Tigré. . Borelli A. — [Viaggio del Dott. A. Borelli nel Chaco Boliviano e nella Repubblica Argentina, V]. Planarie d’acqua dolce. . Dollfus A. — [Viaggio del Dott. A. Borelli nel Chaco Boliviano e nella Repubblica Argentina, VI]. Isopodes terrestres. . Griffini A. — Intorno ad alcuni Ortotteri raccolti dal Rev. L. Jalla a Kazungula. . Camerano L. — Materiali per lo studio della sutura temporo-frontale nell’Orango e nei Miceti. . Salvadori T. — [Viaggio del Dott. A. Borelli nel Chaco Boliviano e nella Repubblica Argentina, VII]. Uccelli. . Camerano L. [Viaggio del Dott. E. Festa nella Repubblica dell’Ecuador e regioni vicine, [ll]. Gordii. . Camerano L. — [Viaggio del Dott. A. Borelli nel Chaco Boliviano e nella Repubblica Argentina, VIII]. Gordii. . Dervieux L. — Due casi di anoftalmia unilaterale nella Rana esculenta. . Graff L. — [Viaggio del Dott. A. Borelli nel Chaco Boliviano e nella Repubblica Argentina, IX]. Neue Landplanarien. . Montandon L. A. — Hemiptera cryptocerata. Revision de la s-fam. Limnocorinae. . Sacco F. — I Molluschi dei terreni terziarii del Piemonte e della Li- guria. Parte XXIII e XXIV. . Peracca M. G.— Intorno ad un nuovo genere di Iguanide del Brasile. . Peracca M. G. — [Viaggio del Dott. E. Festa nell’ Ecuador e regioni vicine, IV]. Rettili. . Giglio-Tos E. — Ortotteri raccolti nel Darien dal Dott. E. Festa, III. Acrididae-GrylIidae. . Giglio-Tos E. — [Viaggio del Dott. A. Borelli nel Chaco Boliviano e nella Repubblica Argentina, X]. Ortotteri. . Grandis V. e Muzio G. — Sui processi d’assimilazione nel Callidium sanguineum Fab. ? . Peracea M. G. — Sulla presenza dell’Agama Phillipsii Blgr. nella Co- lonia Eritrea. . Silvestri F. — [Viaggio del Dott. E. Festa nell’Ecuador e regioni vi- cine, V]. Chilopodi e Diplopodi. . Griffini A. — Descrizione d’un nuovo Conocefalide di Perak. . Griffini A. — Descrizione d’una nuova Necroscide di Perak. . Rosa D. — Descrizione d’una nuova specie di Acanthodrilus delle isole del Capo Verde. . Ancey C. F. — [Viaggio del Dott. A. Borelli nel Chaco Boliviano e nella Repubblica Argentina, XI]. Resultats malacologiques. . Rosa D. — Osservazioni su due nuove Microchaete. UUL 2 1897 11695 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N 268 pubblicato il 7 Gennaio 1897 Vor. XII Dott. ACHILLE GRIFFINI Nuova specie del genere CYBISTER Curtis raccolta del Rev. L. Jalla a Kazungula (Alto Zambesi) Fra i molti coleotteri raccolti dal Rev. L. Jalla, missionario evangelico a Kazungula (Alto Zambesi), e da lui recentemente donati al Museo Zoologico di Torino, havvi un grande Cydister 9 molto notevole in prin- cipal modo per la singolarissima disposizione e profondità della scolpitura delle proprie elitre. Dallo studio fatto di questo esemplare esso mi risultò appartenere ad una specie nuova, più che ad altra affine al C. owas (1). Nondimeno il C.0was, di cui esistono 3 individui (fra i quali una 9g) nelle collezioni del Museo Zoologico di Torino, perfettamente corrispondenti alle descri- zioni di Laporte, di Sharp, di Kolbe, di Regimbart, non può assolutà- mente confondersi con questa nuova specie. Nella incisione qui unita la figura 0 rappresenta il contorno del C. owas 9 delle collezioni suddette, e la fig. Y rappresenta il contorno della nuova specie raccolta dal Rev. Jalla, specie che io chiamerò Cybister Jallae. i Le lineette segnate in ciascuna figura sul protorace e su di una delle elitre mostrano la scolpitura di queste e di quello. Le dimensioni della nuova specie sono a un dipresso quelle del C. 0was; (1) Cybister owas LAPORTE, Etudes entomologiques, Paris, 1835, p. 100. — SHARP, On Dytiscidae, Dublin, 1882, p. 723. — KoLBE, Ueber die Madagascarschen Dytisciden des K. ent. Mus. zu Berlin, Arch. fur Naturgesch., Berlin, 1883, p. 418. — VAN DEN BRANDEN, Catalogue des Col. carn. aquat., Bruxelles, 1885. p- )13. — ReGIMBART, Dytiscidae et Gyrinidae d’Afrique et Madagascar, Mém. Soc. Entom. de Belgique, IV; Bruxelles, 1895, p. 215. îl suo corpo è oblungo, allargato posteriormente, mentre nel C. 0was il corpo è regolarmente ovale. Per questo carattere la forma del C. Jalltae sì ravvicina a quella del C. Mocquerysi Regimbart (2), che l’au- tore descrive come « ovalis, antice longe oblique attenuatus, post medium fortiter dilatatus ». Il C. Mocquerysi nondimeno è lungo soltanto 28-32 mm., e le elitre delle sue 9 presentano una scolpitura assolutamente simile e similmente disposta a quella del C. 0was. Il protorace delle 9 del C. 0was presenta una solita consistente in numerosi tratti lineari irregolari, omogeneamente sviluppati, ben impressi, fitti sui lati, ove giungono fin quasi all’orlo esterno del protorace stesso, più scarsi invece verso il mezzo e mancanti in un piccolo spazio centrale. La direzione prevalente di questi tratti lineari è la longitu- dinale e la longitudinale-obliqua. Sul protorace invece della 9 del C. ZJaZ/ae si notano due plaghe la- terali definite, pressochè circolari, minutissimamente rugose, che esa- minate con forte ingrandimento appaiono come fittamente corrugate nel senso trasversale con minute ondulazioni trasversali; ciascuna plaga poi è circondata, principalmente in avanti e all’indietro, da tratti lineari impressi, quasi raggianti dalla sua periferia. Altri tratti longitudinali rettilinei, paralleli fra loro, esistono lungo l’orlo posteriore del protorace; la scolpitura sui lati rimane sempre ben distante dagli orli esterni. O. Cybister owas Lap. — J. Cybister Jallae n. sp. Eo. Risvolto epipleurale del C. owas — Ej. Risvolto epipleurale del C. JaZlae. Lo scudetto nell’unica 9 di Cybister Jallae a me nota porta un’im- ‘pressione a guisa di ampia concavità. (2) Dyliscidae et Gyrinidae d’Afrique et Madagascar, 1895, p. 217. (3) Alle varietà enumerate da Regimbart nell’opera citata devesi aggiungere ila var. congoana Duvivier, Notes sur les col. des vallées de VItimbiri-Rubî et de VUelle, Ann. Soc. Entom. Belg., Tome 36, 1892, p. 272. UUL 2 1897 © Arti Nel C. owas tipico, come nelle sue varietà (3), come anche nel C. Mocquerysî, le femmine hanno sulle elitre una scolpitura particolare, uniforme in tutti. Tale scolpitura (fig. 0) consiste in striature /ongitu- dinali, abbastanza sottili, ben impresse, parallele, lievemente irregolari, che occupano la parte basale ed esterna di ciascuna elitra; le elitre del C. 0was sono quindi liscie all’apice ed inoltre per un certo tratto anche lungo la sutura fin presso la base. Nella 9 del C. Jallae la scolpitura è assolutamente diversa, in tutto “opposta a quella del C. 0was, poichè è disposta trasversalmente ed è più profonda e più fitta posteriormente, cioè all'apice, che non alla base. La scolpitura delle elitre del C. Jallae consta di fitte striature ra- sversalî, che ne occupano quasi tutta la superficie; di tali striature sono meno accennate quelle della parte basale interna, e sono invece più marcate le esterne e gradatamente più profonde le posteriori (apicali), per il che le elitre nella metà posteriore sono assai scabre, molto più di quanto siasi finora verificato in ogni altra specie congenere. Le striature suddette presso la sutura sono regolarissime, perfetta- mente parallele fra loro, perpendicolari quindi alla sutura stessa e ret- tilinee, mentre in seguito sono più irregolari, si fanno alquanto sinuose ‘o sono intricate presso l’orlo esterno. Queste striature trasversali, in ciascuna elitra, sembrano disposte e divise in circa 6 file longitudinali connesse intimamente fra loro, ma sensibilmente delimitate fra ioro da 5 leggere linee longitudinali impresse, ‘Tugose, poco marcate. I risvolti laterali esterni (epipleurali) delle elitre sono pure ben diversi nelle due specie. Nel C. owas (fig. E 0) sono larghi alla base, ma dopo il metasterno si fanno sottili e tali rimangono fino all'apice. Nel C. JaZae invece (fig. E.j) essi sono mediocremente larghi alla base, quindi si attenuano alquanto dopo il metasterno e poi si allargano nuovamente, rimanendo distintamente larghi fin quasi all'apice. Poichè non mi consta che dopo la pubblicazione della monografia di - Regimbart (1895) sieno state pubblicate altre specie del genere Cybister riferibili al gruppo del C. 0was, sembrami risultare ben evidente l’ap- partenere la 9 raccolta dal Rev. Jalla ad una specie nuova, distintissima -da quante finora si conoscono. La diagnosi di questa nuova specie è la seguente: Cybister Jallae, n. sp. Grandis, ovalis-oblongus, antice longe attenuatus, post medium di- tatatus; sat crassus et sat convexus, postice tamen obsolete deplanatus; supra piceo-olivaceus, prothoracis margine laterali indistincie fer- rugineo, viridi limbato; subtus nigro-piceus, pedibus anterioribus piceîs, pedibus posterioribus robustissimis nigris. d mihi ignotus. 9 long. mm. 40; /atit. media prothoracîs mm. 14; lat. marima elytrorumimm. 21,8 (fig. 7). — Caput sublaeve. — Prothorax utrinque: ‘praga circulari sub lente crebre et minute rugosa, corrugata, rugutis undulatis transversalibus, circumcirca impressa et praecipue antice et postice striolis rectis radiantibus circumdata, praeditum; ad.mar- ginem posticum prothoracis etiam striolae rectae longitudinales,y inter se \pavr'alleltae (quamobrem margini ipso perpendiculares) adsunt, et ante cas utrinque paucae striolae transversales inter medium pronoti et plagas laterales conspiciuniur ; margines laterales prothoracîis sub- laeves — Scutellum în unica 9g milti cognita foveolato-impressum — Elytra rugosa, postice scaberrima, triseriutim puncilata et sulciolis transversalibus complurimis praedita, basi obsoletis, sed gradatim apicem versus fortioribus, ad suluram rectis, regularibus et inten se parallelis fquamobrem suturae perpendicularibus), deinde, mar- ginem externum versus, gradatim minus regularibus, magiîs sinuosis, intricatioribus; lineae 5 longitudinales rugulosae împressae, parnum perspicuae, sulciola transversa in seriebus 6. longitudinalibus inter se transeuntibus videntur dividere; margo externus elytrorum 8ub- laeviîs, limbatus, limbo crassiusculo; elytrorum imma basis striolîis paucis obsoletis longitudinalibus, brevibus, subradiantibus ornata — Epipleura ad humeros sat lata, postea leviter attenuata et deinde usque ad apîcem latiuscula, planata, compressa — T'arsi postici tantum în latere interno pilis natatortis longis, fulvis, praediti, et unguicuto unico apicali armati. Hab. Kazungula, no n__—mesr e. i 10774 — lp V Fodratti & E. Lecco - Torino. OT N e POT SE e UUL 2 1897 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata LI della R. Università di Torino J1,693 N. 269 pubblicato il 28 Gennaio 1897 Vor. XII Dr. DANIELE Rosa Nuovi Lombrichi dell'Europa orientale. (Seconda serie). Il Dr. E. von Marenzeller Custos al k. k. naturhist. Hofmuseum di Vienna mi ha cortesemente inviato in esame una nuova raccolta di lombrichi presi in diverse regioni dell’impero Austro-Ungarico dai signori Dr. Sturany e Handlirsch, e in Bulgaria e Rumelia dal Dr. Rebel (1). Descrivo qui le nuove specie che ho trovato in quest’invio, cioè le A/- lolobophora Rebelii, A. Handlirschi ed A. auriculata; aggiungo qualche osservazione su alcune delle specie già note, dando di tutte l'elenco e le località. Le provenienze sono le seguenti : 1° Slivno (Bulgaria). Dr. Rebel leg. 1896. 2° Kusch Bunar (Rumelia est). Id. 3° Lovrana presso Abbazia (Istria). Dr. Sturany, 1896. 4° Monte Maggiore presso Fiume. Id. 5° Baden presso Vienna. Id. 6° Ruine Pangraz presso Hafnerberg (Austria inf.). Id. 7° Ruine Araburg presso Kanmberg (Austria inf.). Id. 8° Veitschalpe (Steiermark). Id. 9° Schneealpe (Steiermark). Id. 10° Seewiesen, al piede dell’Hochschwab (Steiermark). Id. 11° Unterberg (Austria inferiore, a 1300 s. m.). Handlirsch leg. 12° Gutenstein (Austria inf.). Id. (1) Per le specie appartenenti ad altri anteriori invii dalle stesse regioni cfr. Rosa, Revisione dei lumbricidi (Mem. R. Acc. delle Scienze, Torino, 1893); Ip., Nuovi lombrichi dell'Europa orientale (questo Boll., vol. x, N. 215); ID., Allolobophora Ganglbaueri ed A. Olivetrae) Ibid., vol. 1x, N. 170); Ip., AlZo- lobophora tigrina ed A. egacystis (Ibid., vol. xI, N. 246). > Ia Allolobophora Rebelii, n. sp. Bulgaria (loc. 1), 3 esemplari. CARATTERI ESTERNI. — Lunghezza 8-12 cm.; diametro presso il cli- tello 7 mm.; forma tozza a sezione cilindrica anche posteriormente; aspetto complessivo di una piccola A. complanata; nessuna traccia di pigmentazione; segmenti 236 nell’esemplare maggiore. Setole strettamente geminate; le dorsali (cd) sulla linea laterale; lo spazio laterale è *|, del ventrale (dc = ?|} 2a). Prostomio piccolo, trapezoide, incidente per !| il 1° segmento. Ctitelto (25-32)= 8 coi segmenti ben distinti anche dorsalmente ; tubercula pubertatis formanti solo cinque leggere intumescenze ai mar- gini clitellari sui segmenti 27, 28, 29, 30, 31. Aperture è invisibili; 7° poro dorsale all’intersegmento 6-7. CARATTERI INTERNI. — Dissepimenti molto robusti 6-7, 7-8, 8-9. Ghiandole di Morren formanti al 10° segmento un paio di grandi rigonfiamenti laterali, globulari, sessili, che dorsalmente quasi si toc- cano! l’un l’altro. Vasi intestino-tegumentari partenti dal vaso dorsale al fine dell’un- decimo segmento subito dietro all’ultimo paio di cuori moniliformi. Capsule seminali quattro nei segmenti 10 e 11, delimitate ciascuna da una sottilissima membrana; vescicole seminali quattro paia nei seg- menti 9, 10, 11, 12, le prime due paia piccole; le due ultime paia (sopra- tutto il 3° paio) molto più grandi. Spermateche in serie trasverse di tre per parte in ciascuno dei segmenti 10 e 11 (dodici in tutto) e apren- tisi agli intersegmenti 9-10 e 10-11 nello spazio laterale dc; sono sacchi subsessili, dei quali gli interni (più ventrali) sono i maggiori. Questa specie per la disposizione delle spermateche è affine all’A. Leoni che si trova in Rumania e nella Dobrugia. Allolobophora auriculata, n. sp. Austria inf. (loc. 12); 1 solo esemplare. Lunghezza un po’ meno di 2 cm. (18 mm.); diametro, subito dietro al clitello, un po’ più di 2 mm.; aspetto. molto simile a quello di un esemplare molto piccolo e contratto di A. rosea; pigmentazione assente; segmenti 97. Setole distanti; la setola ventrale esterna (0) si trova sulla linea late- rale, lo spazio laterale inferiore è eguale al ventrale (a0 = aa), i laterali mediano e superiore, più o meno uguali fra loro (sebbene quest’ultimo sia un po’ maggiore), non: misurano ciascuno che circa i ?/3. del laterale inferiore (bc+ = cda += ?| ab), l'intervallo laterale superiore sta eirca una volta e mezza nel dorsale, Questi. rapporti sì riferiscono, come; sempre, alla rezione postelitelliana anteriore, ma sono sensibilmente gli stessi anche davanti al. clitello. UUL 2 1897 sl Vi Prostomio munito di un breve solco trasvyerso che lo separa da un «breve processo postico che giunge a ‘/ del 1° segmento. Clitetto (24-34) = 11 coi segmenti ben distinti ma senza traccia Gi pori dorsali, con margini laterali mal definiti; udercula pubdertatis ai segmenti 31, 32, 33; essi costituiscono due diese intumescenze fortemente sporgenti (come due orecchioni) dalle linee laterali del corpo; i loro limiti ventrali non sono netti perchè anche ventralmente i seg- menti che li portano sono rigonfi. Aperture 3 al 15° segmento poste sulla linea laterale del corpo e munite di labbra piccole ma ben marcate, visibili anche dal dorso. Rigonfiamento ghiandolare occupante tutto quanto il segmento 10, che perciò si mostra maggiore degli adiacenti. I caratteri interni non furono esaminati per non deteriorare l’unico esemplare; però bastano gli esterni a distinguere facilmente questa forma dall’A. octoedra che è la specie che le si mostra più affine. Allolobophora Handlirschi, n. sp. Austria inferiore (loc. 11), 5 esemplari. CARATTERI ESTERNI. — Lunghezza 5-6 cm.; diametro 4mm.; forma snella, simile a quella di un’A, foetida; pigmentazione assente; seg- menti 120-130. Setole strettamente geminate, le superiori (cd) stanno nella linea late- rale, lo spazio laterale è */; del ventrale. Prostomio incidente per ‘|, il 1° segmento. Critelto (26-33) =8, con segmenti ben fusi, ‘ubercula pubertatis for- manti una callosità continua a limiti indecisi sui segmenti 29, 30, 31, 32. Aperture d' invisibili, CARATTERI INTERNI. — GhRiandole salivari molto sviluppate; ghian- dole di Morren formanti due rigonfiamenti laterali cupoliformi, coll’apice in avanti nel 10° segmento, Capsule seminali mancano; vescicole seminali tre sole paia nei seg- menti 9, 11 e 12, quelle del 3° paio essendo le maggiori, quelle del 2° le minori; spermateche due paia, nei segmenti 9 e 10 aprentisi agl’ in- tersegmenti 9-10 e 10-11 sulla serie dorsale di setole. Questa specie offre nei suoi caratteri esterni una rassomiglianza fal- lace coll’A. foetida, i suoi caratteri interni invece fanno vedere che non la si può collocare come quella nel gruppo Notogama, ma piuttosto malgrado le setole appaiate, nel gruppo Dedrodaena caratterizzato so- pratutto dalle 3 paia di vescicole seminali. Ailolobophora lissaensis, Mich. Steiermark (loc. 9, 10); Istria (loc. 4). Da questa specie segnalata per la prima volta dal Michaelsen (1892) and: di A nell'isola di Lissa, io aveva separato nel 1895 (questo Boll., vol. x, N. 215: Nuovi lombrichi, ecc.) come var. croatica alcuni esemplari pro- venienti dalla Croazia e dalla Carinzia. L’esame di questo nuovo mate- riale dimostra che la variabilità che presentano in certi caratteri gli esemplari da me osservati (e che tuttavia son certo specificamente iden- tici) permette di far rientrare la var. croatica nella forma tipica. Fra i caratteri da me dati nella descrizione della var. croatica, quelli che si vedono ora presentare una notevole variabilità, sono i seguenti : 1° Il prostomio, che può tagliare il 1° segmento per ?/; o per */; 0 anche completamente. i 2° Il clitello che si estende per 6 od 8 segmenti incominciando col 27, 28 o 29, e terminando col 34, 35 o 36, i tubercula pubertatis lo fian- cheggiano per tutta la sua lunghezza e talora lo oltrepassano all’in- dietro di un segmento. 3° Le spermateche delle cui sei paia, le prime si trovano bensì sempre alla parte anteriore del dissepimento relativo, e le ultime alla posteriore, ma senza che sia costante il segmento in cui avviene il cambiamento. Rimane ancora alla forma tipica la differenza di essere posteriormente depressa (carattere variabile secondo lo stato di contrazione) e quella d’avere le setole a intervalli laterali gradatamente diminuenti di basso in alto (ab > dc > cd), mentre nei nostri esemplari questi intervalli sono subeguali, il maggiore di tutti essendo ora ad, ora dc, ma anche in specie vicine, p. es., nell’A. #ranspadana, sì vedono simili differenze. Ho verificato in questi nuovi esemplari la presenza delle capsule semi- nali già accennata dal Michaelsen. L’A. exacystis (Rosa, 1896, l. c.), che ha pure sei paia di sperma- teche e che per la posizione del suo clitello e dei suoi tubercoli, s’ac- costa molto a certi individui dell'A. croatica, se ne distingue per mole molto maggiore, mancanza di pigmento purpureo, mancanza di capsule seminali, e per i dissepimenti 9-10, 10-11 e 11-12, molto spessi e saldati fra loro ai margini. A. cyanea (Sav.) sbsp. profuga, Steiermark (loc. 8, 9, 10), Austria inferiore (loc. 11). A. transpadana, Bulgaria (loc. 1), Austria inferiore (loc. 12). A. complanata, Istria (loc. 3), (loc. 4 juv.?). A. caliginosa, Bulgaria (loc. 1), Steiermark (loc. 10), Austria infer. (1. 12) (®). A. smaragdina, Istria (loc. 4). (*) Nell’invio erano inoltre compresi molti esemplari di A. caliginosa di Suez. è E, A. foetida, Bulgaria (loc. 1). i A. veneta sbsp. typica, Baden pr. Vienna (loc. 5). A. rosea sbsp. typica, Bulgaria (loc. 1), Austria inf. (loc. 7), Steiermark (loc. 10). A. putris sbsp. subrubicunda, Rumelia orientale (loc. 2). A. constricta, Steiermark (loc. 8, 10), Austria inf. (loc. 12). A. oetoedra, Austria inf. (loc. 7), Steiermark (loc. 8, 9, 10). A. Ganglbaueri sbsp. typica, Steiermark (loc. 9), Austria inferiore {loc. 12)à A. platyura, Austria inf. (loc. 12). Allurus tetraedrus, Steiermark (loc. 10). Lumbrieus rubellus, Bulgaria (loc. 1), Rumelia orientale (loc. 2), Steiermark (loc. 8, 9, 10), Austria inf. (loc. 11, 12). Inoltre 2 esempl. giovani di un’ A//0/obophora, probabilmente nuova dall’Austria inferiore (loc. 6), ed un Lumbricus dubbio pure dell’Au- stria inf. (loc. 7). Questo aveva la grandezza di un L. castaneus, aper- ture d' rigonfie, clitello (28-32)=5 e tubercula 29, 30, 31; forse è da considerare;come una variazione di L. Meliboeus. Mn. dr ANA cl, DU) PINTRCITERA, "00 R% di: ANI A i, {est stor BUTIAIPA { sie y si "i ol Rai db; ‘204 SOA a pe IRR: MES at td “a IPA; a TA DU) A ipatate saab - sO DI 4a qua PERSE duo Sl Apa » 46 Località. Un solo esemplare o di Salta (Repubblica Argentina). Per l’aspetto generale questa specie ricorda assai il G. Dorbignyi. D. & B. 4. Phyllopezus goyazensis — Ptrs. Boulenger (2), vol. 1, p. 145 — Peracca (12), p. 2. Numerosi esemplari della missione di S. Francisco (Bolivia). In complesso gli esemplari sono superiormente di un grigio cinereo più o meno lavato di brunastro sulla faccia superiore del corpo e della coda, volgente decisamente al bruno-chiaro sulla faccia superiore del capo. Sul capo osservasi una striscia nera che va dalla narice all'occhio, che attraversa, per estendersi in seguito passando al di sopra dell’apertura uditiva, sul collo e lungo il lato del corpo. Queste due linee si man- tengono parallele (una per parte) sui lati del corpo e possono essere più o meno interrotte. Tra di esse osservansi due serie di grosse macchie nerastre, quelle di un lato alternanti con quelle dell’altro lato, che ta- lora sì estendono trasversalmente, dando luogo a delle sbarre trasversali più o meno regolari e complete, orlate posteriormente di bianco. Sul capo, di solito senza macchie, osservansi in alcuni esemplari delle pic- cole macchie irregolari, lineari, confluenti, _ 4 Sulla coda si notano infine, più o meno appariscenti, delle fascie ir- regolari in forma di V, coll’apice rivolto all’indietro, orlate posterior- monte di biancastro, che corrispondono a ciascuno degli anelli della coda. I più grandi esemplari raggiungono la lunghezza di 155 mm, 5. Polychrus acutirostris — Spix. Boulenger (2), vol. Il, p. 99. Numerosi e grandissimi esemplari di S. Lorenzo (Jujuy-Argentina) ed alcuni esemplari di Aguairenda e di Caiza (Chaco boliviano). 6. Stenocercus roseiventris — D. & B. Boulenger (2), vol. ll, p. 133. Parecchi esemplari di S. Lorenzo (Jujuy, Argentina). La specie è figurata nel D’Orbigny e ricorda assai bene gli esemplari portati dal Dr. Borelli; la descrizione del tipo però, data da Dumeril et Bibron, non coincide troppo per quanto riguarda la coda. Secondo questi autori (p. 352, Tom. 4°, Erpétologie générale) « Za quewue..... est grosse et très comprimée: aussi le dessous en est-il fort etroît et le dessus complétement tranchant. » In tutti i nostri esemplari la coda è cilindrico-conica, largamente arrotondata al di sotto e con un margine superiore appena appari- scente, essendo le spine delle carene della serie mediana di scaglie un po’ più lunghe e rialzate delle spine delle carene laterali. Di più, le scaglie dei fianchi sono nettamente carenate, mentre, secondo i citati autori, nel tipo, privo in gran parte di epidermide, esse sarebbero liscie. Il D.r Mocquard, assistente al Museo di Parigi, al quale, per eliminare ogni dubbio sulla determinazione, inviai un esemplare con preghiera di confrontarlo col tipo, mi confermò, che la specie è senza dubbio da ri- ferirsi allo St. roseîventris e che le differenze sopraccennate sono pre- cisamente imputabili alla mancanza dell’epidermide nel tipo, nel quale la coda appare realmente più compressa nella sua melà posteriore sol- tanto, sui lati della quale le carene e le spine sporgono pochissimo. 7. Liolaemus Darwinii — Bell. Boulenger (2), vol. ll, p. 155. Un solo esemplare &' di Tala (dintorni di Salta-Argentina). L’assenza totale del gruppo di grandi scaglie carenate alla faccia poste- riore delle coscie mi aveva lasciato grandemente incerto, sulla identifica- zione di questa specie, affine per tanti rispetti al L. wiegmanni. D. & B. Il D.r Boulenger, al quale la comunicai, mi assicurò che l’esemplare in discorso deve senza dubbio riferirsi a questa specie. 8. Liolaemus Wiegmanni — D. & B. Boulenger (2), vol. 1I, p. 156. Tre esemplari di Tala (dintorni di Salta-Argentina). 9. Liolaemus Gravenhorstii — Gray. Boulenger (2), vol. II, p. 142. Due esemplari 4 e 9 di Lesser. (a 2000 m. circa sul mare nelle Cor- digliere sopra Salta-Argentina). 10. Liocephalus bolivianus — Blgr. Boulenger (9), p. 82, pl. Ix. I numerosi esemplari di questa specie portati dal Dr. Borelli coinci- dono assai bene colla diagnosi e colla figura datane dal Boulenger. Nei maschi le estremità posteriori, tirate lungo il corpo in avanti, raggiun- gono la narice o la punta del muso; nelle femmine generalmente non oltrepassano l’occhio. Nella parte più grossa del corpo si contano da 39 a 42 serie longitudinali di scaglie. Tanto nei maschi quanto nelle femmine si nota all’ascella una fossetta assai profonda, rivestita da minutissime scaglie granulari, e chiusa im- perfettamente da due ripiegature cutanee, sporgenti, una superiore molto piccola, ed una inferiore assai grande, a margine dentato, che si vede molto bene scostando il braccio dal corpo. Questa fossetta è paragona- bile alle fossette indicate dal Mocquard in alcune specie di Camaleonti. Numerosi esemplari delle missioni di S. Francisco e di Aguairenda (Bolivia) ed un esemplare di S. Lorenzo (Jujuy, Repubblica Argentina) dove il genere Liocephalus non era stato finora segnalato. 11. Tropidurus spinulosus — Cope. Boulenger (2), vol. lI, p. 175. Numerosi esemplari della missione di S. Francisco (Bolivia). 12. Tropidurus hispidus — Spix. Boulenger (2), vol. II. p. 177. Numerosi esemplari delle missioni di S. Francisco ed Aguairenda (Bo- livia). di Caiza (Chaco boliviano) e di S. Lorenzo (Jujuy-Argentina). 13. Tupinambis rufescens — Gthr. Boulenger (2), vol. II, p. 335. Alcuni giovani esemplari di Caiza (Chaco boliviano) della missione di S. Francisco (Bolivia) e di Campo Santo (Salta-Argentina). = È 14. Ameiva surinamensis — L. Boulenger (2), vol. II, p. 352. Parecchi esemplari delle missioni di S. Francisco e di Aguairenda (Bolivia) ed un giovane esemplare di S. Lorenzo (Jujuy-Argentina). 15. Cnemidophorus occellifer — Spix. Boulenger (2), vol. Il, p. 372. Alcuni esemplari di Caiza (Chaco boliviano). 16. Cnemidophorus Leachei — n. sp. Capo allungato, muso appuntito come in C. occeZlifer, Spix. di cui la nuova specie ha il facîes generale. Narice scavata nel primo nasale, anteriormente alla sutura tra i due nasali. Soproculari tre, di cui l’an- teriore piccolo, talora piccolissimo; i due che seguono grandi, subeguali, in contatto col frontale e coi frontoparietali. I due grandi sopraoculari sono separati dagli scudetti sopraciliari da una serie di granuli, mentre il primo piccolo sopraoculare è in contatto col primo sopraciliare. Qualche volta il primo piccolo sopraoculare è più o meno separato dal frontale per la presenza di un piccolo scudetto granuliforme incastrato nel punto comune di contatto tra il primo sopraoculare, il secondo ed il frontale. Dopo il terzo sopraoculare osservasi una piccola area triangolare (cor- rispondente al un quarto sopraoculare) coperta sempre (in tutti gli undici esemplari) da minutissimi granuli uniformi. Sopraciliari cinque, di cui i due primi molto allungati subeguali, il terzo cortissimo, il quarto ed il quinto un po’ più lunghi, subeguali. Manca un freno-orbitale pro- priamente detto. Le scaglie della gola, anteriormente ad una linea ideale che unisca le due aperture uditive, sono tutte uniformemente allargate, subeguali, salvo un gruppo poco apparente, sulla linea mediana (in con- tatto colla linea 7deale sopraccennata) di scaglie leggermente più grandi; posteriormente alla detta linea ideale fino alla prima piega golare, la gola è coperta da minutissime scaglie subeguali: mesopiychium con un gruppo centrale di 6-7 scaglie relativamente grandi, più grandi delle più grandi scaglie golari, col suo margine libero coperto da una o più serie di scaglie granulari. Scaglie dorsali granulari, convesse, subeguali, ap- pena più piccole sulla nuca. Squame ventrali in diecé serie longitudinali, ed in 4r'entatre - trentaquattro serie trasversali. Preanali assai irregolari, numerose, fra le quali, în genere, spicca un gruppo di sette squame, sei disposte in esagono ed una centrale più piccola. Squame drackiali tauto larghe quanto lunghe in tre serie, di cui l’interna si continua colle ppi antebrachiali, più nn che lunghe, in due serie. i La Regione posteriore del braccio e dell’avambraccio coperta da scaglie granulari. Squame femorali in cinque-sei serie; le squame delle serie superiori sono le più grandi; squame della tibia in due o tre serie, di cui l’esterna costituita da squame più grandi. Pori femorali da dieci a dodici. Scaglie caudali oblique, quadrangolari allungate, non fortemente ca- renate, non mucronate, colle carene disposte diagonalmente su ciascuna scaglia in modo da formare delle linee parallele. Scaglie della faccia inferiore debolmente carenate. Colorazione. Parti superiori bruno-nerastre chiare, capo bruno chiaro. Una fascia nera parte dalla narice, costeggiando il canthus rostratis, attraversa l’occhio e la regione temporale sopra il timpano, e si estende allargandosi sui fianchi fino alla coda, dove si continua più o meno evi- dente fino alla sua estremità. Superiormente, dall’occhio all'origine della coda, essa è orlata da una sottile linea bianca, marginata all’interno alla sua volta da una stretta fascia bruno-nerastra a margine interno irre- golare. Un'altra fascia nera si inizia dietro l’occhio, attraversa il timpano e corre sui fianchi per perdersi sulla faccia laterale inferiore della coda. Tra queste due fascie nere corre una stretta fascia bianca che si con- tinua sui lati della coda, diventando man mano più scura, fino a scom- parire del tutto. Labbra e lati della gola macchiati di nero-grigiastro, parti inferiori biancastre. Estremità bianchiccie inferiormente, nerastre superiormente, percorse in tutta la loro lunghezza, anteriormente e po- steriormente, da una sottile ed irregolare fascia bianca. Dimensioni. Individuo più grande a coda incompleta 9 Lunghezza totale . . i ao rie n) » Holtemmoi tn, n è OR e aci Srna Larghezza » PIPPA E CERRO DE NONO ZIONI MERE TS PO » 9 Dalla punta del muso all’estremità dello scudetto interparietale » 13 Distanza tra gli angoli posteriori delle regioni sopraoculari. . » 6 Dalla: pumaidel'imuaso alla*spalià ”".. (0 Cl. «è. è e » 20 » » » all’ano Si rn an n » 60 Lunghezza estremità anteriori io IR RE A » » pystegiori:.i Aaron 818 a » 38 Coda. Incompleta. I tre esemplari più grandi sono tutti 9, gli altri esemplari sono gio- vani affatto e verisimilmente 9. In un esemplare di statura mediocre a coda intera la coda è presso a poco lunga il doppio della lunghezza del COTp.). Località. S. Lorenzo (Jujuy-Argentina). Rena. Dedico questa specie a Don Francisco Leache, proprietario di vaste tenute a S. Lorenzo, il quale ospitò cortesemente il Dr. Borelli durante il suo soggiorno a S. Lorenzo. 17. Tejus teyou — Daud. Boulenger (2), vol. II, p. 379. Alcuni esemplari della missione di S. Francisco (alto Pilcomayo-Bolivia) e di S. Lorenzo (Jujuy-Argentina). 18. Pantodactylius Schreibersii — Wiegm. Boulenger (2), vol. ll, p. 388. Numerosi esemplari. Caiza (Chaco boliviano), missione di S. Francisco (alto Pilcomayo-Bolivia), S. Lorenzo e Ledesma (Jujuy) Argentina. 19. Amphisbaena camura — Cope. Cope (11), p. 350 — Boulenger (11), p. 344. Un grande esemplare del Chaco di Oran (riva sinistra del Rio Vermejo) Argentina. Esso presenta 213 annuli sul corpo (comprendente ciascuno annulo nella parte piò grossa del corpo 67 segmenti, di cui 27 nella parte superiore, 30 nella parte inferiore) e 22 annuli sulla coda. Scu- detti anali 10. Pori preanali 6. Un esemplare medio di Caiza (Chaco boliviano). 210 annuli sul corpo * (comprendente ciascun annulo nella parte più grossa del corpo 66 se- gmenti, di cui 32 nella parte superiore, 34 nella parte inferiore) e 25 annuli sulla coda. Scudetti anali 12, pori preanali 4. 20. Amphisbaena Darwinii — D. & B. Boulenger (2), p. 442. Un solo esemplare di Caiza (Chaco boliviano). 198 annuli sul corpo (comprendente ciascun annulo nella parte più grossa del corpo 36 se- gmenti, 16 nella parte superiore, 20 nella parte inferiore) e 1'7 annuli sulla coda. Scudetti anali 8, poripreanali 4. 21. Amphisbaena Borellii, n. sp. Muso cumpresso, subacuto, fortemente sporgente sulla mandibola infe- riore. Rostrale leggermente più lungo che largo, a margini laterali quasi paralleli, largamente arrotondato in avanti, appena visibile guardando il capo dal di sopra; nasali larghi, largamente in contatto fra di loro, più corti dei prefrontali; un paio di larghi prefrontali, formanti una sutura mediana eguale alla distanza (o superantela di poco) che intercede tra di -2-Q@Ui essi e l’apice del muso; un paio di stretti frontali, formanti una sutura più lunga della sutura dei prefrontali, seguiti da un paio di scudetti occipitali, piccoli, subquadrati; occhio visibile nell'angolo anteriore dello scu- detto oculare romboidale, che poggia coi suoi due lati inferiori sul 2° e 3° labiale; un postoculare allungato; tre labiali superiori, aumentanti gradata- mente in grandezza ed altezza dall’a- vanti all’ indietro; scudetto mentale campaniforme, troncato posteriormente, seguito da uno scudetto postmentale mediano îrregolarmente esagonale- allungato; tre labiali inferiori, di cui il 3° è il più grande ed è seguito da uno scudetto postmentale laterale, assai grande, triangolare. 240-241 annuli sul corpo e 20-22 sulla coda. Ciascun annulo, nella parte più grossa del corpo conta 34 segmenti, di cui 16 segmenti sopra i solchi laterali e 18 sotto, I segmenti della parte superiore del corpo sono più lunghi che larghi, quelli della parte inferiore, sulla linea mediana, sono pressapoco tanto lunghi quanto larghi, più lunghi che larghi verso i solchi laterali. Superiormente di color bruno grigiastro, ciascun segmento essendo più scuro nel centro; inferiormente di color bianco sudicio, senza macchie. Tre esemplari giovani (?) di Caiza (Chaco boliviano). 22. Mabuia frenata — Cope. Boulenger (2), vol. II, p. 194. Parecchi esemplari di Caiza (Chaco boliviano) delle missioni di $. Fran- cisco e di Aguairenda (Bolivia), di S. Lorenzo e di Ledesma (Jujuy) Ar- gentina. OPHIDIA 23. Glauconia albifrons — Wagl. Boulenger (4), vol. I, p. 63. Parecchi esemplari di Caiza (Chaco boliviano), della missione di $. Francisco (Bolivia) e di S. Lorenzo (Jujuy-Argentina). 24. Epicrates cenchris — L. Boulenger (4), vol. % pi 94. Un esemplare di media grandezza. S.b51.V.252.A.1.S0,56. Missione di S. Francisco (Bolivia). — Go 25. Boa constrictor — L. Boulenger (4), vol. 1, p. 117. Un solo esemplare di S. Francisco (Bolivia). S.81.V.245.A sllafSC,.,85. 26. Drymobius bifossatus — Raddi. Boulenger (4). vol. Il, p. 10. Un solo esemplare assai grande di Caiza. 27. Leptophis nigromarginatus — Gthr. Boulenger (4), vol. II, p. 112. Un solo esemplare grande della missione di S. Francisco (Bolivia). 1 14] So Toy. Va .Ai-. SC. — id S.15.V.168.A.3 Ca 28. Liophis poccilogyrus — Wied. Boulenger (4), vol. II, p. 131. Numerosi esemplari di Caiza (Chaco boliviano), della missione di S. Francisco (Bolivia) e di S. Lorenzo (Jujuy-Argentina). 1 49 54. Si 19, VETDI-L030040 mie SC. — sd° 29. Liophiîis sagittifer — Jan. Rhadinaea sagittifera, Jan. — Boulenger (4), vol. II, p. 165. Liophis sagittifer, Jan. — Peracca (13), p. 3. Numerosi esemplari di Caiza (Chaco boliviano, delle missioni di S. Francisco ed Aguairenda (Bolivia), di S. Lorenzo (Jujuy-Argentina). Gli esemplari portati dal Dr. Borelli differiscono notevolmente dagli esemplari figurati dal Jan e dagli esemplari di S. Luis (Argentina) (che corrispondono alla diagnosi del Boulenger), per la colorazione. Le parti superiori degli esemplari adulti sono generalmente di un color bruno- rossastro, soventi piuttosto oscuro, senza macchie o con appena traccie pallidissime della colorazione giovanile di cui dirò in seguito. Le labbra sono gialle, immacolate e dietro l’occhio osservasi una sot- tile linea nera che si continua sul collo, continuandosi più o meno evi- dente sui lati del corpo dove corre sulla seconda serie delle scaglie, perdendosi più o meno completamente sui lati del corpo. La superficie inferiore del corpo è di un bianco giallognolo sudicio che si estende, diventando più chiaro, sulla prima serie delle scaglie del corpo. Sulla parte ventrale dei gastrostegi si osservano gdelle macchie nero- grigiastre irregolari, ed una serie longitudinale assai regolare di macchie nere-grigiastre che occupa l'estremità laterale dei gastrostegi stessi. Nei giovani il colore fondamentale tanto delle parti dorsali che delle parti ventrali del corpo è lo stesso che nell’adulto: solo si nota che tutte le macchie degli adulti sono più nere, più decise. Inoltre sul dorso si RIE (I osservano due serie longitudinali di piccole macchie nere alternate, soventi confluenti tra di loro in modo da formare come una striscia longitudinale continua sul dorso, a margini ondulati, bruno-nera nel centro e nera sui margini. Le scaglie dei fianchi sono generalmente marginate di nero, o macchiate di nero. In nessun esemplare, anche giovane, si osservano delle macchie sulla faccia superiore del capo. 1 ‘34 ia ic) Ste 19 30 2 9 adulte della Valle del Rio Santiago. Fra le numerose specie di Ppseudothelphusa la P. Henricî Nobili, per UUL 2 1897 SÒ quanto mi è dato giudicare dalle descrizioni dei vari Autori, ha qualche affinità con P. plana Smith (6) pag. 147, con P. colombianus Rathbun (5) pag. 653 pl. LxxIv, fig. 10, Lxxv, fig. 1, e con P. chilensis Edw. Luc. (4), pag. 32, pl. 10, fig. 1. Dalla P. plana Smith del Perù diffe- risce pel fronte inferiormente non diritto, per l’umerite assai più lungo, sporgente oltre l’angolo latero-anteriore del carapace e fortemente den- tato, per le orbite molto più larghe e non riempite dal podoftalmite. Dalla P. chilensis Edw. Luc. pure del Perù differisce pel carapace molto più piano, a regioni meno distinte e salienti, pei lobi epigastrici meno convessi e non tubercolati, e pel dente orbitale esterno non pro- nunciato. Dalla P. colombianus Rathb. della Colombia, a cui molto si avvicina, si distingue pei denti laterali più ampii e forti, per la cresta postfrontale meno largamente divisa dal solco mediano, pel fronte in- feriormente molto meno avanzato, per le dita più lunghe e che non combaciano se chiuse, e per le dimensioni più grandi. 2. Pseudotelphusa Conradi, n. sp. P. magna, carapace plano, laleribus irregulariter dentatis, regio- nibus branchialibus postice et inferne sat dense sed breviter pube- scentibus. Chelipeda în utroque sexu valpe inaequatles; digiti maioris manus multo quam minoris încrassati, apîce quoque; tuberculis pun- ctiformibus regulariter 3-4 seriatis instructi. Il carapace è piatto, e disposto quanto alla forma dei solchi e delle regioni come nella P. Zenrici Nobili. Sui margini latero-anteriori i denti sono più staccati dal bordo del carapace stesso, subconici, sub- eguali; ma nella porzione anteriore divengono più irregolari di forma e di posizione in modo da simulare quasi una cresta tubercolato-lobulata che si continua fino alle orbite. Queste sono leggermente tubercolato- crenulate al disopra. Il fronte è presso a poco come nella P. Henrict, ma i tubercoli della cresta postfrontale sono più visibili. Le orbite sono alquanto più corte e più larghe, e internamente cigliate. Nella porzione inferiore delle regioni branchiali (sopra l'inserzione delle 3 ultime paia di zampe ambulatorie) è oltremodo notevole la presenza di un tomento composto di peli nerastri brevi e rigidi che si estendono anche in corrispondenza sulla faccia superiore del carapace. L’umerite e il carpo dei chelipedi sono come nella P. Henricî. Ma le pinze sono assaì curiosamente conformate. Esse sono ineguali nei due sessi, e la sinistra (tenendo l’animale colla fronte rivolta in avanti) è notevolmente più grossa della destra. Le dita della pinza destra sono gracili, ugual- mente sottili in tutta la loro lunghezza, quasi lineari e terminate a punta, con denti grossi, triangolari, a forma di canini, alternati con altri più piccoli ma di ugual forma, e combaciano se. chiusi. Nella pinza sinistra invece le dita sono grosse; rigonfie, quasì tumefatte, ricurve verso l’apice avg. jd non terminano naturalmente in punta (quantunque l’esistenza di un dente apicale renda il dito appuntato) e non combaciano se chiusi. Inoltre tanto quelli della mano sinistra che quelli della destra presentano alla loro parte esterna 3 o 4 serie di tubercoli puntiformi neri e brillanti, rego- larmente allineati. Notisi ancora che le dita sinistre benchè uguali in lunghezza alle dita destre, sono però in rapporto alla rispettiva palma proporzionalmente più corte. Le zampe ambulatorie sono come in P. Henrici. Le seguenti misure sono prese sulla più grossa 9 (Gualaquiza). Lunghezza del carapace. . . . mm. 48,5 Larghezza » 5 «80 Lunghezza del chela siaggidre » 111 Lunghezza della mano sinistra . » 60 Lunghezza del pollice sinistro. . dir «88 Lunghezza della mano destra . . » 56 Lunghezza del pollice destro . . » 32 I caratteri dei chelipedi e della pelosità del carapace la distinguono nettamente dalle specie finora descritte. Gualaquiza 19; Valle del Rio Santiago 34 e 19; San Josè de Cu- chipamba 19. Questa specie è dedicata all’avv. Corrado Festa, padre dell’egregio naturalista e viaggiatore Dr. Enrico Festa. 3. Pseudothelphusa gracilipes. A. Milne Edwards (3), pag. 204. Valle del Rio Santiago 20 e 19; San Josè de Cuchipamba 49; Valle del Rio Zamora l piccola 9g. È oltremodo interessante il ritrovamento di questa piccola e ben ca- ratterizzata specie nell’Ecuador. Essa fu descritta da A. Milne Edwards nel 1866 su esemplari raccolti nelle montagne di Vera Paz nel Guate- mala, e, a mia cognizione, non fu ritrovata poi in nessuna altra località intermedia. Notisi ancora che questa, come tutte le altre specie della collezione Festa, fu raccolta sul defluvio Atlantico delle Aude, verso la Valle dell’Amazzone. Questo fatto è degno di nota a chi consideri la distribuzione geografica dei Telfusidi americani. Questo gruppo infatti è rappresentato in Ame- rica dalla famiglia Pseudothelphuside a cui appartengono 5 generi (Pseu- dothelphusa Sauss, Potamocarcinus Milne Edwards, Epilobocera Stm., Opisthocera Smith, Rathbunia Nobili) tutti esclusivamente americani. Le 31 specie che compongono questa famiglia abitano di preferenza l'America Centrale e le Antille. Assai numerose nel Messico, nelle Re- pubbliche centro-americane, come pure nelle isole di Cuba, Haiti, Domi- nica, ecc., nell'America Meridionale, ecceltuate due specie che si tro- -2eB0 a vano nella Guyana (Pseudothelphusa talifrons Rand. e P. denticulata M. Edw.) seguono la costa Pacifica e si trovarono finora nella Colombia (P. colombianus Rathb., Rathbunia Festa Nobili), nella Bolivia (P. 224- cropa M. Edw.) nel Perù (P. chilensis Edw. Luc., P. plana Smith). Come si vede gli animali di questa famiglia non furono mai segnalati oltre il versante Atlantico delle Cordigliere, e la loro distribuzione era sinora limitata ai versante Pacifico. Le località ove il Dr. Festa rac- colse le specie indicate si trovano, come più sopra dissi, verso la valle dell’Amazzone, ed è quindi possibile che lungo i fiumi di tale regione idrografica si siano espanse anche dalla parte Atlantica dell’ America del Sud e più specialmente nel Brasile. Queste specie abitano, come si sa, sui margini dei fiumi, ma paiono più frequenti nelle regioni montagnose. MACRURA. 4. Palo:emon Nattereri. Heller (1), pag. 414, taf. 11, fig. 36, 37. Pozzanghere nelle foreste di Gualaquiza 10 es.; Valle del Rio Zamora, 2 es.; Valle del Rio Santiage, 1 es. È ir la località nuova di questa specie, che ne allarga la i stribuzione geografiche. L’Heller la descrisse pel primo del Rio Negro (Brasile meridionale), indi E. Miers (2), pag. 660 la segnalò nella Guyana (fiume S. Lorenzo). Il ritrovarla quindi abbondante nell’ Ecuador prova che questa specie è diffusa e distribuita in tutta la regione tropico- equatoriale dell’America del Sud. Secondo una nota manoscritta del Dr. E. Festa il nome dato a questa specie dagli Indiani Jivaros è: Cumurunch. INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE. . HELLER C. — Beitrige zur ndheren Kenntniss der Macrouren. — Sitzb. d. Math. Naturw. Cl. d. k. Akad. Wissensch. Wien. t. 45, p. 389. 1862. . Miers Ep. J. — On a collection of Crustacea chiefly from South America. — Proc. Zool. Soc. London 1877, pag. 653. . Milne EbwaRDS ALPH. — Description de trois nouvelles éspèces du genre Boscia. — Aun. Soc. Ent, Fr. 1866, pag. 203. . Milne Ebwarps H. et Lucas H. — Crustacès, in Voyage dans l’ Amérique Meridionale par A. d’Orbigny. — Paris 1843. . RatHBUN Mary J. — Description of new species of American freshwater crabs. — Proc. U. S. Nat. Mus., vol. XVI, pag. 649. . SmitH ‘(S, F. — On American Crustacea, N. I. — Trans Conn. Acad., vol. 2, pag. 112, New Haven, 1870. RAT JUL 2 1897 Il, b9s BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino —< N. 2'76 pubblicato 18 Febbraio 1897 Vor. XII Viaggio del Dr, Enrico Festa nella Repubblica dell’ecuador e regioni vicine, DE Dr. ERMANNO GIGLIO-TO0S Il maschio della DICRANIA CERVUS Wied. L’anno scorso io descriveva in questo stesso Bollettino un nuovo Tabanide (Pi/yocera Festae) raccolto dal Dr. Enrico Festa nel Darien (1), e ne lo distingueva in un nuovo genere a cagione della singolare forma delle antenne, di cui il terzo articolo è diviso in sette segmenti e di questi i sei primi sono alla loro estremità lungamente biforcati in due rami ben distinti e divergenti, mentre il settimo è semplice e legger- mente subulato, ricordando così la struttura delle antenne del genere Ctenophora. Ne dava in quella nota anche una figura. Ben sapendo che tale singolare conformazione delle antenne non è generalmente che un carattere sessuale secondario del maschio, mi venne allora il dubbio che forse quel curioso Tabanide non fosse altro che il maschio della Dicranîa cervus, finora ignoto. Di fatto il WIEDEMANN, il MACQUART ed il WALKER, che conobbero questa specie, non ne de- scrissero che la femmina, la quale nelle antenne presenta appunto una conformazione sul tipo di quelle della Pi/yocera Festae. Ma essendo allora nella mancanza di esemplari della Liîcrania cervus che potes- sero servirmi per una comparazione, dovetti star contento ai caratteri indicati nelle descrizioni e ad una figura — del resto alquanto meschina ed anche errata — che ne diede il MACQUART. Con tutto ciò io venni nella convinzione che il Tabanide in questione non era il maschio della Dicrania cervus, ma una nuova specie da questa ben distinta. (1) GireLIo-Tos E. — Un nuovo genere di Tabanidi, raccolto nel Darien dal Dr. E. Festa. in Boll. Musei Zool. Anat. comp. Torino, 1896, vol. XI, n. 224. Pes aa Fortunatamente ora sono in grado di confermare la mia asserzione e di togliere perciò ogni dubbio che per avventura potesse ancora es- servi sulla bontà di quella specie. Tra i numerosi insetti raccolti recentemente dal Dr. E. Festa nell’E- cuador e da lui generosamente donati al R. Museo Zoologico di Torino, ho trovato un Tabanide che deve certo essere il maschio della Dicranîa cervus. Esso corrisponde di fatto perfettamente alle descrizioni della femmina date dai suddetti autori (1), per quanto riguarda la colorazione delle varie parti del corpo e la struttura delle antenne. Che anzi, non ne differisce nemmeno per quegli altri caratteri che generalmente so- gliono in questo gruppo considerarsi come distintivi del maschio: intendo dire la vicinanza degli occhi sul fronte e la direzione del palpi. Chè quelli sono sul fronte visibilmente distanti, quasi come nella femmina e questi sono, pure nel maschio, adagiati lungo le setole boccali. Ma il carattere sessuale secondario che in questo caso distingue net- tamente il maschio dalla femmina, e che è ben più saliente e raro, e forse unico finora in questo ordine di insetti, è la conformazione e la lun- ghezza della proboscide. Questa, di fatto, è lunga circa tre volte il corpo intiero — la lunghezza del corpo è di mm. 16 e quella della proboscide mm. 45 circa — depressa e longitudinalmente percorsa da un solco mediano fin verso la sua estre- mità dove gradatamente si attenua, diventa cilindrica ed è priva di solco. La sua superficie è liscia e lucente, fuorchè nel suo tratto apicale dove appare alla lente finissimamente granulosa. Il colore è bruniccio, più scuro e quasi nereggiante alla estremità; ed il solco mediano è più pal- lido. A breve distanza dalla sua base, a pochi millimetri cioè dalla sua origine, presenta una sorta di piccolo rigonfiamento a mo’ di nodo, for- mato da 5 anelli separati da solchi, che la circondano interamente per breve tratto. Sebbene una proboscide così lunga sia veramente enorme per un Ta- banide, e non abbia riscontro se non con quella di taluni Bombilidi, tuttavia in essa, più che la lunghezza, mi colpì la struttura, tutta spe- ciale e, credo, affatto sconosciuta in questo ordine di insetti. In poche parole si può veramente dire che la proboscide di questo Tabanide è una spiritromba come quella dei lepidotteri. L’esemplare che ora descrivo — l’unico d'altronde che abbia potuto trovare nella ricca collezione inviata — è conservato nell’alcool e perciò la proboscide ha mantenuto quella flessibilità che aveva molto proba- (1) WIEDEMANN W. — Aussereurop. zweifliig. Insekten. 1, 1828, p. 94.15: Pangonia cervus. — Macquart J. Diptères exotiques, 1 vol.. p. 110, tab. xv, tig. 4, 4a: Dicrania cervus. — WALKER F. List of Dipterous Insects of the British Museum, Part. V, Supp. 1, p. 131,65. UUL Z 1897 DE pa bilmente nell’insetto vivo. Essa non è distesa nè rigida, nè protratta come nei Bombilidi, nelle Pangonie e nelle femmine di questa stessa specie, ma è molto flessibile e nella posizione normale è, poco oltre il nodo descritto, ravvolta in alcuni (4) girì di spira, e quindi con la sua estremità diretta all’indietro oltrepassando ancora di molto l'estremo posteriore del corpo. Se si distende la proboscide sciogliendo così quella sorta di riccio, si incontra una leggera resistenza che è senza dubbio dovuta alla sua elasticità; e per effetto pure di questa medesima, appena lasciata libera, nuovamente si ravvolge su se stessa, Io non ho voluto su quell’ unico esemplare procedere ad un esame istologico di essa, ma è facile arguire -‘che questa elasticità sia dovuta ad un tessuto elastico, e che perciò nel- l’insetto vivo la distensione si faccia per opera di muscoli estensori, mentre l’adduzione avviene per effetto di quel tessuto. Sul modo di vita di questo insetto, che, a quanto pare, è molto raro non ho alcun ragguaglio, ma dalla struttura e dalla forma della probo- scide si può facilmente dedurre qualche nozione. Come si sa, le fem- mine sole dei Tabanidi si nutrono di sangue, mentre i maschi hanno abitudini antofile e succhiano il nettare dei fiori. Lo stesso deve essere per questa specie, e la esagerata lunghezza della proboscide del maschio è senza dubbio in relazione con il nutrirsi del nettare di qualche fiore a corolla profonda. Quanto agli altri caratteri, che riassumerò brevemente, è somiglian- tissimo alla femmina. Le setole stesse boccali sono lunghe quanto nella femmina, giallo-bruniccie, leggermente curve in basso. I palpi, giallicci alla base e poi neri, sono un terzo delle setole e stanno adagiati ai loro lati. Le antenne, le guancie, il petto, il ventre, i piedi ed i bilancieri “sono giallo-rossicci più o meno pallidi. Il fronte e la faccia sono neri- lucenti: quest’ultima, assai protratta, è profondamente solcata per tra- verso. Gli occhi sono neri e visibilmente pelosi fuorchè al loro margine posteriore. Il torace, l’addome e le calittere sono di color di pece e le ali sono infoscate della stessa tinta. La prima cellula posteriore delle ali è chiusa e lungamente peduncolata. Quanto alla disposizione delle nervature delle ali la figura data dal MACQUART è abbastanza fedele. Non così si può dire per quella delle antenne, che è molto imperfetta ed anche errata. Imperfetta, perchè i ‘rami dei singoli segmenti sono in realtà più gracili e più lunghi di quanto siano figurati : errata, perchè i segmenti del terzo articolo non ‘sono già otto come MACQUART non solo figura ma anche descrive, bensì «solamente sette come nel gen. Pityocera. Alla Pityocera Festae d'altronde questa specie si assomiglia moltis- «simo non solo nelle dimensioni, e nel tipo di struttura delle antenne ma anche nella colorazione generale del corpo, e nell’aspetto. Il maschio ora descritto fu raccolto a Gualaquiza nell’Ecuador. tr stat get Tito rat te (SI h' stabi penali al He fc orttsv'S 039965 s. faggi (TIA De (390 lion eu (ja yo gori 0 Di ANIRORE dip. i ti sad aa sin Satiorast aio Baita n quer font è è po î, : I Ut. 9 55) VI ti Î i MIT si Gis srt 3085 ti f ficik ivi Aratta rasa. E bf ME ind si bn Pu fagad eis abre dae gi att cvloa not TALÙR LORI CÒ ha igita gito9 é Lecco, o, Verbone & &D ani — n: ano * VUL 2 1897 /1,694° BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino ON. 2757 pubblicato 22 Febbraio 1897 VoL..XJI Dr. FiLIPPO SILVESTRI Descrizione di una nuova famiglia di DIPLOPODI del Messico. Ord. POLYDESMOIDEA. Fam. CRYPTURODESMIDAE, nov. Corpus in globum contractile. Antennae subclavatae, articulo 5° maximo. Somita praeter caput et somitum anale 20. Tergitum pri- mum parvum. Tergitum secundum carinîs omnibus coeteris latioribus, deorsum vergentibus. Tergita calera 3-18 cariînîs deorsum vergen- libus. Tergitum 19 postice valde latum, somita prazanale et anale spalio matore obtegens. Tergitum 20 postice angulatum valvulas anales aligquanitum superans. Gen. Crypturodesmus, nov. Tergita omnia supra yranulosa, dorso medio seriebus quaternis longîtudinatlibus, binis transversalibus tuberculorum maiorum sub- rolundatorum aucto. Carinae margine taterali integro, tantum în angulo postico-lalerali incisura recla. Poriî repugnatorii indistincti. Crypturodesmus Targionii, sp. n. 9 Color rufo-brunneus totus, ventre rufo-pallido. Caput medium super anlennarum radices elevatum. Antennae perbreves el crassae, subclavatae, articulo 5° maximo, 6° et 7° minimis. Tergitum primum subsemicirculare, parte rotundata postice vergente, angulis parum acute productis. Tergitum secundum lateribus carinatis valde latis, angulo antico rolundalo, antrorsum aliquanium vergente, angulo postico acuto, utrimque postice eacisum. Tergila cotera carinis mar- gine antico ad basim incisura rectangulari affecto, margine laterali integro, anguto lateratli-postico incisura rectangulari. Tergilum 19 somila praenale et anale oblegens, postice valde latum, rotundatum. Somitum praeanale supra postice în cauda sat elongata produclum. Somitum anale valvutlis fere deplanatis, sternito semicirculare. Slerna taevia. Pedes extîles, breves. Long. corp. mm. 28; lat. corp. mm. 5. Hab. Mexico. Rini ri è E dn st ——____—_- 10803 - Tip. Lecco, Gerbone & Delleani - ‘l'orino. VUL £ 1897 ‘BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 278 pubblicato 25 Febbraio 1897 Von: XI Dott. M. G. PERACCA Assistente al R. Museo Zoologico di Torino Sopra un nuovo genere di colubride opistoglifo della Repubblica Argentina. Pseudotomodon, n. g. Mascellare superiore mediocre, estendentesi in avanti al di là dei palatini, munito di 8 denti assai piccoli, crescenti in lunghezza dall’a- vanti all’indietro, seguiti, dopo un grande intervallo, da due denti più grandi, solcati, situati sopra una verticale tangente al margine poste- riore dell’occhio. Mascellare inferiore fornito di denti numerosi, assai piccoli, di cui gli anteriori sono leggermente più lunghi. Capo distinto dal collo; occhio mediocre con pupilla subrotonda (?); nasale intero; corpo subcilindrico; scaglie liscie in serie oblique, con un’ impressiorle apicale, in 17 serie; ventrali arrotondate, anale diviso. Coda assai breve; subcaudali in due serie. Ipapofisi in forma di dassa carena. Pseudotomodon Crivellii, n. sp. Rostrale appena visibile guardando il capo dal di sopra, lungo due volte la sua altezza; internasali pressochè triangolari, molto ristretti in avanti, tanto lunghi quanto larghi, lunghi come i prefrontali; frontale allungato, ristretto, a margini laterali quasi paralleli, più stretto dei sopraoculari, lungo all’incirca due volte quanto è largo, più lungo della distanza che intercede tra di esso e la punta del muso, lungo come ì parietali; na- sale intero lungo il doppio della sua altezza, quadrangolare allungato ; loreale piccolo, più lungo che alto; un preoculare largamente separato dal frontale; due postoculari ; temporali 2+ 2; 8 labiali superiori di cui il 4° ed il 5° formano il margine inferiore dell'orbita; 9 labiali inferiori, Pg fe di cui i 4 primi sono in contatto col primo paio di scudetti post-mentali che sono eguali in lunghezza agli scudetti del secondo paio. Scaglie in 17 serie oblique; ventrali, arrotondate ai lati, 153; anale diviso; sub- caudali 41 in doppia serie. I due esemplari presentano esattamente lo stesso numero di scaglie. Superiormente di un bruno giallastro finamente ed uniformemente punteggiato di nero-bruno. Sul capo osservasi una grande macchia bruno scura grossolanamente triangolare, ad apice anteriore smussato ed in- ciso, che incomincia sulla metà posteriore del frontale e si estende, posteriormente, sul collo, dove essa è divisa longitudinalmente da uno spazio chiaro in due macchie longitudinali brune. Sulla rimanente parte del corpo e della coda osservansi lateralmente e contigue alla linea mediana due serie di macchie brune o nerastre in forma di mezzo cir- colo (in superficie). Queste macchie ora si trovano simmetricamente a contatto e formano una macchia mediana circolare o irregolarmente poligonale, isolata, ora stanno a contatto in modo asimmetrico, e ven- gono a costituire una vera striscia sinuosa, più o meno continua che si estende per gran tratto dal corpo. Sui lati del capo osservasi una macchia nero-bruna obliqua-indietro sotto l’occhio ed una striscia dello stesso colore che va dall'occhio all’angolo della bocca. Sui lati del corpo notansi due serie di piccole macchie bruno-nere, poco appari- scenti, di cui la superiore alterna colle macchie dorsali e l’inferiore orla i gastrostegi. Le parti inferiori sono di un giallognolo sudicio coperte da serie longitudinali assai regolari di macchie nero-brune, costituite, ciascuna, da minutissimi punti. Due soli esemplari in gran parte privi di epidermide di Las Chimbas, a circa 90 Chilom. a nord ovest di San Luis (Argentina). Questa specie interessantissima mi fu procurata dal sig. Telemaco Crivelli, appassio» nato e distinto cultore di scienze naturali, al quale sono lieto di dedi- carla. Il nuovo genere ricorda moltissimo per il facies generale il gen. T'o- modon D. & B.. mentre se ne allontana per il debole sviluppo dei due denti posteriori solcati: esso si può considerare come un genere inter- medio tra il gen. Tomodon D. & B. e Philodryas Wagl. __________________mtttt 10808 - Tip. Lecco, Gerbone & Delleani + Torino. UUL 2 1897 Il 695 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 279 pubblicato 6 Marzo 1897 Vor. XII Viaggio del Dott. Alfredo Borelli nel Chaco boliviano e nella Repubblica Argentina. III. G. A. BOULENGER POISSONS La seconde collection formée dans l’intérieur de l’Amérique du Sud par le Dr. Borelli, et dont l’étude m’a été de nouveau confiée, est plus riche que la première, décrite dans ces Bulletins en 1895 (vol. X, n. 196), tant par le nombre des espéces représentées que par l’abondance des exemplaires. Les localités qui les ont fournies sont les suivantes: . Mission de San Francisco, Rio Pilcomayo, Bolivie. . Caiza, Chaco Bolivien, . Mission d’Aguairenda, Chaco Bolivien. . San Lorenzo, Prov. Juguy, Rép. Argentine. . Tala, Prov. Salta, Rép. Argentine. . Lesser, Prov. Salta, Rép. Argentine. DD OT Ha 0 di Cichliase. l. Crenicichla saxatitis, L. — San Lorenzo. 2. Acara bimaculata, L. — San Lorenzo. Ssiluridae. 3. Pimelodus maculatus, Lacép. — Mission de San Francisco. 4. Heptapterus mustelinus, Val. — Mission de San Francisco; Tala. La téte mesure un cinquième à un sixième de la longueur totale (caudale comprise) chez les jeunes, un sixième à un septième chez les moyens et les adultes. Mas ge 5. Callichthys paleatus, Jen. — Lesser. 6. Plecostomus robinti, C. & V.— Mission de San Francisco ; Tala. "l. Plecostomus boreltii, sp. n. Téte longue comme large, 3Ì fois dans la longueur totale; trois ca- rènes mousses, très faibles, sur l’arrière de la téte; museau arrondi, entièérement cuirassé sauf tout au bout; diamètre de l’oeil 8 fois dans la longueur de la téte, 4 fois dans la longueur du museau, 2} fois dans la largeur interorbitaire; barbillon un peu plus court que l’ceilj 35 dents environ de chaque còté de la màchoire supérieure, autant à l’inférieure; de très petites épines à l’interopercule. Ventre en grande partie gra- nuleux, nu de chaque còté en avant des ventrales. Dorsale I '7} premier rayon presqu'aussi long que la téte; trois écussons dorsaux séparent la dorsale repliée de l’adipeuse. Epine pectorale mesurant les È de la téte, sa moitié postérieure armée d’aiguillons recourbés assez forts. Ventrales 15, aussi longues que les pectorales, atteignant l’anale. Anale I3. Cau- dale échanerée, symétrique. Pédoncule caudal près de 4 fois aussi long que haut. Aréte posthumérale mousse, ne s’étendant pas au delà de la base de la ventrale. Ecussons du corps rugueux et obtusément carénés; l. lat. 28-29; 14 écussons entre l’anale et la caudale. Brun olive en dessus; téte semée de petits points noirs très rapprochés; ventre bru- nàtre, à grosses taches brunes arrondies; dorsale à taches noires ‘en séries simples entre les rayons. Longueur totale 210 millimètres. Deux spécimens; Mission de San Francisco. 8. Loricaria catamarcensîs, Berg. — Mission de San Francisco. 9. Trichomycterus cordovensis, Weyenbergh. Téte longue comme large, comprise 4 - à 5 fois dans la longueur to- tale ; ceil très petit, un peu plus rapproché du bout du museau que du bord operculaire, son diamètre4 de la largeur interorbitaire; barbillons maxillaires atteignant la base de la pectorale; fente branchiale ne s'é- tendant pas en avant jusqu’'au dessous de l’ceil. Corps comprimé; pé- doncule caudal fortement comprimé, sa longueur le double de sa hauteur. Dorsale à 8 ou 9 rayons, insérée au-dessus de l’espace séparant les ven- trales de l’anale, 2 — fois plus éloignée du bout du museau que de la base de la caudale. Anale à 6 rayons. Rayon externe de la pectorale prolongé, filiforme. Ventrales à égale distance du bout du museau et de l’extrémité de la caudale, où un peu plus rapprochées de celle-ci. Caudale tronquée vu légèrement échancrée. Jaune olivàtre en dessus, plus ‘ou ìÌmoins dis- tinctement ponetué de brun; une raie grisftre vu noiràtre s’'étemtant UUL © 1897 da We de chaque còté du corps, de l’opercule à la base de la caudale; ventre et nageoires d’un blanc jaunatre, immaculés, Longueur totale 62 millim. Caiza; plusieurs exemplaires. C’est bien à tort que C. Berg met cette espèce et T. fenvîs, Weyenb., en synonymie de 7. areolatus, C. & V., espéce du Chilì occidental, dont le rayon externe de la pectorale n’est pas prolongé, et dont la dorsale a 13 rayons et l’anale 8. Perugia compare avec raison 7. cor- dovensis à T. dispar, Tsch. des Andes du Pérou. Le Musée Britan- nique possède des exemplaires du Rio de Cordova. 10. Trichomycterus boreltii, sp. n. Téte longue comme large, comprise 5-à 55 fois dans la longueur totale; ceil très petit, à égale distance du bout du museau et du bord ‘operculaire, son diamètre — de la largeur interorbitaire; barbillon maxil- laires atteignant la base de la pectorale; fente branchiale ne s'étendant pas en avant jusqu’au dessous de l’ceil. Corps comprimé; Pédoncule caudal fortemement comprimé. 1 3 fois aussi long que haut. Dorsale à . 10 rayons, sa base s’étendant en arrière jusqu’au dessus de la naissance de l’anale, 2 - à 3 fois plus éloignée du bout du museau que de la base de la caudale. Anale à 7 rayons. Rayon externe de la pectorale non prolongé. Ventrales à égale distance du bout du museau et de l’extré- mité de la caudale. Caudale tronquée. Brun jannatre en dessus et sur les còtés, tout tacheté de grosses macules brun-noiràtre arrondies; ventre «et nageoires blanc jaunàtre, immaculés. Longueur totale ‘93 millim. Mission d’Aguairenda; Tala; Lesser. Plusieurs exemplaires. Characinidse. 11. Macrodon trahira, Spix. — San Lorenzo. 12. Nanostomus ltateratis, Blgr. — Tala. 13. Curimatus elegans, Star. — San Lorenzo. 14. Prochilodus lineatus, Val. — Mission de San Francisco. 15. Parodon affinis, Stdr. — Caiza; Mission de San Francisco. 16. Leporinus obtusidens, Val. — Mission de San Francisco. 17. Characidium fasciatum, Reinh. — Caiza; Mission de San Francisco. 18. Tetragonopterus fasciatus, Cuv. — Lesser; D. 11. A. 19-26. Sq. 25-37 23. 19. Tetragonopterus rivularis, Lùtk. — Mission de San Francisco. si e 20. Tetrogonopierus rutilus, Jen. — Caiza; Mission de San Fran cisco; San Lorenzo. i D. 10, A, 25-27. Sq. 35-40 53» 21. Tetragonopterus moorti, Blgr. — Caiza. D. 11. A. 28-32. Sq. 35.373. 92992. Tetragonopterus dichrourus, Kner. — San Lorenzo. D. 10. A. 23-26. Sq. 32-36 +. 23. Tetragonopierus agassizii, Stdr. — San Lorenzo. Chez le plus grand nombre des spécimens (jeunes) la ligne latérale ne s'étend que sur quelques unes des écailles antérieures; chez d’autres, elle est complète. 24. Chirodon interruplus, Jen. — Tala. steindachner a signalé la présence, chez certains exemplaires ‘(màles?) de C. insignis, Stdr., de petites épines précédant les rayons inférieurs de la. nageoire caudale. Ces épines se retrouvent chez les spécimens re- ceuillis par M. Borelli, et forment méme, sous les @cailles, tout le long du pédoncule caudal, une petite scie 4 dents courbées en avant. 25. Chirodon pequira, Star. — Caiza; Mission de San Francisco. 26. Brycon orbignianus, C. & V. — Misssion de San Francisco; Caiza. Brycon moortìi, Stdr., me semble se rapporter à cette espèce. 27. Serrasalmo serrulatus, C. & V. — Mission de San Francisco. Cyprinodontidze. 28. Jenynsia multidentata, Jen. — Lesser; Tala. L.. lat. 30-34. La femelle atteint 78 millim. de longueur. 29. Jenynsia lineata, Jen. — Tala. L. lat. 27-30. La plus grande femelle ne dépasse pas 59 millim. Ces deux espéces, représentées par de très nombreux exemplaires, sont fort voisines, mais je les crois néanmoins distinctes. La première a le corps plus allongé et l'oeil moins grand que ln seconde. Il est facile de- les distinguer par la coloration. 30. Girardinus decemmaculatus, Jen. — Caiza. Symbranchidee. 31. Symbranchus marmoratus, BI. — Mission de San Francisco; Caiza, ere pp 10807 - Tip. Lecco, Gerbone & Delleani - Torino. VUL 1897 11,6 95 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 28O pubblicato il 15 Marzo 1897 Vor. XII GiusEPPE NOBILI - Decapodi e Stomatopodi raccolti dal Dr. Enrico Festa nel Darien, a Curacîo, La Guayra, Porto Cabello, Colon, Panama, ecc. La collezione di crostacei fatta dal Dr. Enrico Festa nel Darien è per diverse ragioni assai importante. Il Darien non fu finora studiato particolarmente, perchè le esplora- zioni dei naturalisti si rivolsero specialmente alla regione delle Antille e dell'America Centrale, oppure all'America meridionale. è La regione del Darien situata sul Pacifico nel così detto Golfo di Pa- nama è ancora poco conosciuta per ciò che riguarda i Crostacei terra- gnoli e di acqua dolce e salmastra, poichè la stessa spedizione scientifica americana sulla nave « Albatross » rivolse le sue cure quasi esclusiva- mente alla fauna pelagica ed abissale. Il Dr. Enrico Festa riunì durante il suo breve soggiorno nel Darien una serie numerosa di crostacei che donò colle altre ricche raccolte al Museo Zoologico di Torino. Unisco all’elenco delle specie del Darien quelle che il Dr. E. Festa raccolse durante il suo viaggio in varie località di passaggio. Si avverta che le specie che portano l’indicazione « Darien » pro- vengono dalle regioni circostanti il Golfo di San Miguel. DECAPODA BRACHYURA 1. Mithrax sculptus (Lamk.) A. Milne Edwards (15), pag. 105, pl. 20, fig. 2. — (10. Colon). RE 2. Panopeus Herbstii. H. Milne Edwards (16), t. I, pag. 403. — Benedict and Rathbun (1), pag. 358, pl. xIx, fig. 1-2. — (14 e 1 9. Colon). 3. P. planus Smith. — Bened. Rathb. (1), pag. 369, pl. xxIv, fig. 10-11. — (1&. Panama). 4. P. xanthiformis A. Milne Edwards (15), pag. 3583, pl. 53, fig. 4. — (24. Colon). 5. P. chilensis H. Milne Edwards et Lucas (17), pag. 16, pl. 8, fig. 2. — (14. Rio Sabana (Darien)). 6. Leptodius floridanus (Gibbes) A. Milne Edwards (15), p. 268, pl 49, fig. 2. — (100. Colon). 7. Menippe Rumphii (Fabr.) A. Milne Edwards (15), pag. 265, pl. 48, fig. 4. — (19. Colon). 8. Eriphia gonagra (Fabr.) H. Milne Edwards (16), t. I, pag. 426. — (34. Colon). 9. Pilumhnus limosus Sinith: A. Milne Edwards (15), pag. 291; pl. 50, fig. 4. — (10. Darien). 10. Callinectes Danae Smith (25), pag. 7; Rathbun (23), p. 357, pl. xvi. — (10 e 29. Curacào). ll. Callinectes arcuatus Ordw. — Rathbun (23), pag. 362; pl. xx. — (2 9. Rio Sabana (Darien)). . Neptunus anceps (Saussure) (24), pag. 484, pl. 1, fig. 11. — (19. Colon). . Cronius ruber A. Milne Edwards (15), pag. 232. — (1. Darien). . Cronius Edwardsii Lockington (8), pag. 43. — (1. Colon). . Rathbunia Festae Nobili (18). Credo opportuno ridare la descrizione e pubblicare la figura degli ectognati di questo mio genere: Hectognathis divaricatis, ischiognathitis sub- quadratis, merognathitis obliquis, ovato-subrhom- boideîs, in medio posteriore marginîs superioris recti ischiognathita insertis; quare ischiogna- Ihites multo magîs quam merognathites intus productus, margine interno recto. Oltre a questa forma assai importante degli ec- tognati, che si può verificare dalla qui unita figura, il genere Rathbunia presenta le cavità antennulari ampie e poco profonde per cui le antenne sono scoperte; l’epistoma è piuttosto alto, incavato, e il bordo labiale è diviso in 3 denti, di cui il mediano è robustissimo, appuntato, orizzon- tale e molto visibile dal disopra. Dà esso parte Rathbunia Festa Ectognato ingrandito. una carena robusta che divide in due il palato ampio e a volta. Le JUL £- 1897 oi aperture efferenti sono più strette che nel g. Pseudothelphusa. Con esso concorda però negli altri caratteri. La descrizione della specie tipica fu già data nel mio lavoro citato. Una 9 adulta. Laguna della Pita. Darien. 16. Pseudothelphusa Xartusi. Rathbun (22), pag. 652. Un d' giovane delle dimensioni di mm. a e 4 altri 9 piccolissimi. La Guayra. Rio de Macuto. 17. P. Richmondi Rathbun (22), pag. 654, pl. LxxV, fig. 6-10. — (14 molto giovane. Rio Cucunati. Darien). 18. Cardiosoma crassum Smith (26), pag. 144, pl. v, fig. 5. — (Da- rien. 34 Rio Sabana; Punta di Sabana 1; Rio Tuyra ld). 19. Cardiosoma latimanus Lockington (9), pag. 150. Rio Cucunati Darien 1 9; Curacào 1 9. Questa specie è considerata da Miers (13), pag. 220 come probabil- mente sinonima del C. crassum Smith. Avendo però potuto esaminare degli ottimi esemplari di quest'ultima e avendoli paragonati colla prima, mi convinsi che il C. Zatimanus Lock. va considerato come una vera e propria specie, differente dal C. crassum, oltrechè pei caratteri della mano dati dal Lockington, anche per la convessità molto maggiore del carapace, la colorazione variegata di azzurro e violetto (in alcool) e le zampe ambulatorie poco pelose, e guarnite solo di peli più rari e non penicillati. Siccome la collezione Festa non possiede che 29 non potei esaminare le verghe addominali del maschio. 20. Gelasimus vocator (Herbst) Kingsley (6) pag. 147, pl. 10, fig. 20. (10. Darien. Rio Lara). 21. G. minax Le Comte. Kingsley (6), pag. 148, pl. 10, fig. 21. — (Numerosi d' e 9. Laguna di Porto Cabello). 22. Grapsus maculatus (Cat.) Kingsley (6), pag. 192. — (10. Pa- nama). 23. Goniopsis cruentatus (Latr.) Kingsley (6), pag. 190. — (1. Colon). 24. G. pulcher Lockington (9), pag. 158. — (24. Rio Lara. Darien). 25. Sesarma cinerea Say. Journ. Acad. Phil. I. pag. 97. — (19 Cartagenova; e 19 Panta di Sabana. Darien). 26. Calappa fiammea (Herbst) Miers (13), p. 284, pl. xxI, fig. 1. — (10. Cartagenova). 27. Osachila acuta Stimpson (27), X, pag. 114. — (1d. Darien). ANOMOURA 28. Coenobita diogenes (Cat.) H. Milne Edwards (16), t. II, p. 240. » — (Un d. Porto Cabello). lina 29. Clibanarius sclopetarius (Herbst) (5), II, pag. 23, pl. xxnI, fir. 3. — (Numerosi esemplari. Colon). 30, CI. panamensis Stimpson (27), pag. 84. — (Darien. Rio Sabana). 81. C1. antillensis Stimpson (27), pag. 85. — (Un solo a. Colon). 32. Calcinus sulcatus (Milne Edwards) (16), t. II, pag. 230. Alcuni esemplari di Colon; dei quali uno molto adulto presenta il solco della terza zampa destra quasi completamente cancellato, mentre esso è visibilissimo nei giovani. 38. Petrolisthes galathinus (Say). Porcellana sexpînosa (Gibbes) (3), pag. 191. Petrotisthes sexspinosus (Stimpson 27), p. 73. Molti esemplari d’ambo i sessì. Colon. Credo necessario ridonare a questa specie il nome primitivo di Say, modificato secondo le ragioni grammaticali e secondo la sua nuova po- sizione sistematica. Infatti questa specie fu descritta da Th. Say nel 1817 sotto il nome di Porcellana gatathina; quindi nel 1850 Gibbes la descrisse come nuova sotto il nome di Porce/lana sexspinosa, pur du- bitando che potesse essere la P. galathina Say. Finalmente Stimpson, riconosciuta l’identità di queste due specie, le collocò nel suo genere Petrotlisthes chiamandole però, con un’ incomprensibile mancanza alle leggi di priorità P. sexspinosus. Da ciò che sopra si è detto risulta chiaro che questa specie va detta, in ossequenza alle leggi succitate Pezrolisthes ga- lathinus (Say). i 34. P. politus (Gray), Porcellana magnifica Gibbes (3) pag. 191. — (1 esemplare di Panama, e molti di Colon). 35. P. marginatus Stimpson (27) pag. 74. — (Colon ?). MACRURA 36. Palinurus Martensii, nov. sp. Do questo nome ad alcuni individui raccolti sulle coste Pacifiche del Darien, che corrispondono al Palinurus sp. (ornatus?) di Ed. von Martens (11) pag. 128, num. 66. Salvo differenze di colorazione, gli esemplari da me esaminati coincidono pienamente colla descrizione di v. Martens, mentre questa differisce da quella del P. ornatus Bosc. data da H. Milne Edwards (16), t. II, pag. 296. Questo autore infatti dice chiaramente parlando del carapace: sans épines médianes près de Za base des cornes frontales, et n’ayant tatéralement que des dents trés- petites sur son bord antérieur. Invece Martens dice: 2weî gròssere und mehrere kleine Stacheln am vordern Seitenrand “ber der ein- f{ugung der grossen Funhler. Gli esemplari da me studiati presentano presso a poco (per quanto sì può osservare dopo circa un anno che sono conservati in alcool) la RI colorazione del P. ornatus Bosc. Il loro colore è bruno verdastro con qualche macchia biancastra sul carapace; i segmenti addominali sono bruni e presentano al margine inferiore una linea bianco-giallastra di- ritta e continua, e una macchia oculiforme dello stesso colore su ciascun margine laterale. Le zampe sono ad anelli alternati verdi e giallastri. Il colore invece dell'unico piccolo maschio del Pazinurus sp. di v. Martens è bruno. Ma non credo che si possa dare una grande impor- tanza alla differenza di colorazione, trattandosi forse di differenze indi- viduali, vista la piena concordanza degli altri caratteri. Reputo quindi che la mia forma sia da collocarsi insieme a quella di Martens. Tuttavia essa va distinta dal P. orna/us Bosc. pei caratteri sopra- indicati. Inoltre conviene notare anche che questa specie è propria del- l'Oceano Indiano. Reputo quindi che la forma americana sia da conside- rarsi come specie distinta ma vicinissima al P. ornatus Bosc., di cui anzi deve essere la vicarirende Art delle regioni americane. Essa sa- rebbe in America l’unico rappresentante dei Pal/inurus subg. Panulirus a segmenti addominali non solcati. La dedico al Prof. Ed. von Martens di Berlino, ben noto carcinologo, a cui spetta pel primo il merito di aver segnalato in America questa forma. 37. Atya scabra Leach. A. Milne Edwards (14), pag. 146 — Ortmann (20), pag. 409. Un solo individuo adulto. Rio de Macuto presso la Guayra. 38. Caridina americana Guér. Ortmann (20), pag. 401-403 — Pocock (21), pag. 16, pl. II, fig. 4. Numerosi individui d’ambo i sessi. Rio do Paso Real presso Porto Cabello. | 39. Alpheus clamator Lockington (10), pag. 469. — (7 esemplari. Panama). 40. Palaemon Lamarrei. H. Milne Edwards (16), t. II. pag. 397. — Ortmann (19) pag. 701, taf. xLVII, fig. 2 — P. amazonicus Heller (4), pag. 418, taf. 2, fig. 45. Numerosi esemplari quasi tutti giovani raccolti nel Rio Lara. Darien. Questa località è molto importante per stabilire la distribuzione geogra- fica in America di questa specie. A questo proposito cfr. Ortmann, l. c. 41. P. mexicanus Saussure (24), pag. 468, fig. 27 — Ortmann (19), pag. 733. Alcuni esemplari giovani di Colon; 3 adulti del Rio Tuyra (Darien) e 5 del Rio Lara (Darien). È la prima volta, credo, che tale specie è se- gnalata sulle coste del Pacifico (1). (1) Riguardo alla presenza dei Palemonidi fluviatili atlantici sulle coste Pa- cifiche e alle considerazioni filogenetiche e zoogeografiche che ne derivano cfr. E. BouvieRr, Sur les Palaemons d’eau douce de la Basse Californie. Bull, Mus. Hist. Nat. Paris 1895, n. 4, pag. 159. tl eh 42. P. Olfersii Wiegman (28), pag. 150 — Ortmann (19), pag. '733. 2d di Macuto presso La Guayra, e 2 di Rio Sabana (Darien). Anche questa specie è la prima volta che viene segnalata sul Pacifico. 43. P. faustinus Saussure (24), pag. 469, fig. 80 — Ortmann (19), pag. 734. — (Numerosi esemplari & e 9 di tutte le età. Rio do Paso Real. Porto Cabello). Un esame comparativo più approfondito farà forse riunire in una sola specie questa e il P. O/fersti. Queste due specie infatti differiscono fra loro nei seguenti caratteri: Il P. O/fersiî Wieg. ha il rostro più corto del peduncolo antennale, e le mani appena il doppio lunghe che larghe; mentre nel P. Faustinus Sauss. il rostro è uguale o più lungo del pe- duncolo antennale e le mani sono lunghe più del doppio della loro lun- ghezza. Ora esemplari adulti da me esaminati, riferibili per la dimensione della mano maggiore al P. Olfersiù Wiegm., presentano il rostro del P. faustinus; mentre invece, esaminando individui di P. /austinus, notai, che se si considerano delle 9 anche adulte e con uova, o dei &' più giovani, il rapporto fra la lunghezza e la larghezza della mano maggiore è quale gli autori la stabiliscono, mentre in un d' adulto la lunghezza è mm. 11,5 e la larghezza 5,5, ossia la lunghezza supera il doppio della larghezza di una quantità minima e trascurabile. Dubito quindi forte- mente che i caratteri fin qui stabiliti abbiano ad imputarsi a differenze di sesso, di età, o a variazioni individuali, e che non vi sia quindi ra- gione di distinguere le due specie. Noto ancora a scanso di possibili errori, che le misure vanno sempre prese sulla mano maggiore, perchè la minore è sempre in ambe le specie quasi tre volte più lunga che larga. 44, Gnathophyllum panamense Faxon (2), pag. 146, pl. E. — Un esemplare raccolto a Panama. STOMATOPODA 45. Gonodactylus chiragra (Fabr.) Miers (12), pag. 118. — Due esemplari. Darien. BIBLIOGRAFIA. . BenEpICT J. and RATHBUN MaRy J. — The genus Panopeus. — Proc. U. S. Nat. Mus. vol. xIV, pag. 355. Washington 1891. . FAxXOoN W. — The stalk-eyed Crustacea of Albatross. — Mem. Mus. Comp. Zool. Cambridge 1895, vol. xVIIT. . GrgBes L. R. — On the carcinological collections of the United States. — Proc. Amer. Assoc. Adv. Sciences. 1850, p: 167. . HELLER C. — Beitrdge zur naheren Kenntniss der Macrouren. — Sitzb. k. Akad. Wissensch. t. 45, p. 389. Wien. 1862. . HeRBST I. F. W. — Versuch einer Naturgeschichte der Krabben und Krebse, — Zurich, 1782. . KinesLEy J. S. — Carcinological Notes. No I, No II Gelasimi, No III Ocypoda, No IV Grapside. — Proc. Acad. Philadelphia 1880. . LocxinaTton W. N. — Remarks on the Crustacea of the Pacific Coast of North America. — Proc. California Acad., vol. vir, pag. 27. . LocKINGToN W. N. — Description of seventeen new species of Crustacea. — loc. cit. pag. 4l. . LocxinaTton W. 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Dies ist unrichtig, da ich bereits im J. 1892. in meiner Arbeit « Siisswasser-Crustaceen und Rotatorien in Argentinien » (polnisch mit deutchem Resumé in Abhandl. der Krakauer Akad. D. Wiss.) diese Art aus der Umgebung von Mendoza angefiihrt habe. Die betre- ffende Stelle meiner Arbeit p. 15. lautet: Lebt in Gesellschaft mit Hya- lella inermis in einem einer grossen Lagune entstròmenden Bache in der Umgebung von Mendoza. Bei Lebzeiten ist er wahrscheinlich dun- kelblau, die Alkohol-Exemplare sind von der Rickenseite blàulich grau, von der Bauchseite ròthtich. Insofern ich aus der Beschreibung von Prof. Martens schliessen kann, besteht zwischen der argentinischen Form und derjeningen aus Chili und Brasilien, welche von Milne-Ed- wards und Dana beschrieben worden sind, kein wesentlicher Unterschied, Die groòssten Exemplare messen 7 Cm Lange und 1,7 cm Breite; die Eingeborenen sammeln diesen Krebs zum Kochen. Bisher war er bloss aus den durch Urwàalder stròmenden Bachen in Chili und Brasilien bekannt. Martens betrachtet ihn als eine fiùr Sidamerika eigenthimli- che Art. In den Muskeln einiger secierten Exemplare fanden sich in Menge encystirte Distomeen, die auscheinend das Leben ihres Wirthes nicht bedrohen, sobald die untersuchten Exemplare lebend gesammelt worden sind und keine Auzeichen einer Krankeit verriethen. Auch bei unse- rem Flusskrebs fand ich oft eingekapselte Distomeen in Menge, und i — ee konnte nicht feststellen, dass sie eine Krankheit verursachen, wie dies andere Forscher vermuthen. » Gelegentlich will ich bemerken, dass ich in der citirten Abhandlung noch 2 andere Malacostraken aus der Umgegend von Mendoza ange- fihrt habe und zwar Zya/eZla inermis Smith. und Armadillum com- mulatum Brandt, ausserdem aus der Gruppe der Eutomostraca im canzen 24 Arten, darunter 4 neue Arten und 3 neue Varietàten. Krakau den 21|2 1897. " 1084[ - Tip. Lecco, Gerbone ‘& Delìeani - Torino UUL 1897 re BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N.28S2 pubblicato il 22 Marzo 1897 VoL. XII Dott. M. G. PERACCA Assistente al R.. Museo Zoologico di Torino. Intorno ad.;una nuova specie di cofidio. di S. Paulo (Brasile) riferibile al gen. Uromacer 'D. &'B. Il Dott. Ricardini ha donato al nostro Museo due esemplari di .ofidii provenienti da S. Paulo (Brasile), di cui uno è la Rhadinaea Jaegeri Gihr. e l’altro una specie nuova interessantissima, riferibile, almeno provvi- soriamente, al Gen. Uromacer D..& B. finora segnalato soltanto nell'isola di S. Domingo, e di cui presenta i caratteri essenziali. Uromacer Ricardinii, n. sp. Denti al mascellare superiore in numero di 23, piccoli, ‘leggermente crescenti in lunghezza dall’avanti all’indietro, seguiti, dopo'un notevole intervallo, da due denti alquanto più lunghi dei precedenti; denti al mascellare inferiore piccoli, numerosi, di cui gli an- teriori leggermente più lunghi. Capo di- stinto dal collo, assai depresso, a muso sub- troncato; occhio moderatamente grande, a pupilla rotonda, il cui diametro è con- tenuto una volta e due terzi nella lun- ghezza del muso. Rostrale circa due volte più lungo che alto, ben visibile guardando il capo dal di sopra; internasali subtrian- golari, un poco più larghi che lunghi, notevolmente più corti dei prefrontali; frontale stretto, a margini quasi paralleli, eguagliante in lunghezza due volte e un terzo la sua larghezza, più corto dei pa- rietali, notevolmente più lungo della di- (Ingrandita circa due volte). ’ v ; # Nar \ stanza che intercede ‘tra di esso e l’ apice del muso; ,nasale lungo e stretto, semidiviso (in basso); loreale grande presso a poco come il nasale, se- guito da un preoculare molto ristretto inferiormente, largamente separato dal frontale; due postoculari; temporali 1+-2; 8 labiali superiori a destra di cui il 4° ed il 5° formano il margine inferiore dell'orbita e 7 a sinistra (per probabile fusione dal 2° e 3° labiale); 8 labiali inferiori, di cui quattro in contatto col primo paio di scudetti postmentali, che sono più corti degli scudetti del secondo paio. Scaglie del corpo in serie lon- gitudinali, lanceolate allungate in avanti, man mano meno strette al- l’indietro, finamente striate, senza impressioni apicali, in 15 serie; ventrali leggermente piegati ad angolo lateralmente, 143; anale divisa; sottocaudali 158 in doppia serie. Parti superiori ed inferiori di un color bronzo-brunastro, con riflessi metallici bronzo dorati nei tratti sprovvisti di epidermide. Tutte le scaglie superiormente sono. fittamente e minutamente punteggiate di.nero; i ventrali ed i sottocaudali sono striati di nero. Il capo è superiormente macchiato di bruno-nero. Le labbra sono ‘scure, ad eccezione del 4°, 5°, 6° labiali i quali, assieme alla gola ed alla parte inferiore-anteriore del corpo, sono di un gialliccio chiaro imma- colato. Lunghezza totale mm. 720; coda mm. 340. Un solo esemplare di S. Paulo, Brasile. Malgrado l'assenza delle impressioni apicali e la presenza di una fine striatura sulle scaglie del capo, la nuova specie per il tipo della den- tizione e per gli altri caratteri mi pare possa rientrare, almeno unt visoriamente, nel gen. Ur'omacer D. & B. i es e n 10833 - Tip. Lecco, Gerbone & Delleani - Torino UUL -— 1897 11,695" BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 2835 pubblicato il 23 Marzo 1897 Vor. XII Viaggio del Dott. Alfredo Borelli nel Chaco boliviano e nella Repubblica Argentina, IV. Dott. FILIPPO SILVESTRI CHILOPODI e DIPLOPODI La collezione dei Chilopodi e dei Diplopodi fatta dal Dr. Borelli durante il suo secondo viaggio nella Bolivia e nell’Argentina, consta di 9 specie di Chilopodi, di cui 2 nuove e di 19 specie di Diplopodi di cui 11 nuove; abbiamo quindi un nuovo e notevole contributo alla conoscenza della fauna di queste regioni. Dei Chilopodi va notato specialmente l’Menicops inermipes, specie appartenente a genere per la prima volta notato di questa regione, e dei Diplopodi il Rrkinocricus heteromorphus per la peculiare forma della coda. Ho creduto poi opportuno formare alcuni nuovi generi. Le località che furono oggetto di queste ricerche sono: 1° Missione di San Francisco, Rio Pilcomayo, Bolivia; 2° Caiza, Chaco Boliviano; 3° San Lorenzo, prov. di Jujuy, Rep. Argentina; 4° Estancia San Felipe (Tala), Rep. Argentina; 5° Dintorni di Buenos Ayres, Rep. Argentina. Porgo i miei più vivi ringraziamenti al Prof. L. Camerano ed al Dr. A. Borelli per la gentile comunicazione del materiale, che ha servito per questa nota. Bevagna (Umbria), dicembre 1896. CHILOPODA Fam. Scutigeridae. 1. Scutigera Guildingii, Newp. Bolivia, S. Francisco, Caiza. | IO) | Fam. Lithobiidae. 2. Henicops inermipes, sp. n. Color brunneo-rubescens vel terreus. Caput subcirculare. Antennae 30-33 articutalae, articulo secundo maximo, articulis partis termi- nalis elongatîs, tergilum quintum superantes. Ocutli ocello singulo magno. Sternum pedum maxriltarium dentibus 2+ 2. Tergila omnia marginibus rectis vel rotundatis. Sternita transversaliter rugosa. Pori coxales uniseriati, 2, 3, 3, 2. Genîtalium femineorum unguis integer, calcarium duo paria. Pedes omnes calcaribus nutllis, pilosi, articulis tarsalibus valde attenuatis. Long. corp. mm. 14; lat. corp. mm. 2. Hab. Argentina: S. Lorenzo. Fam. Seolopendridae. 3. Scolopendra carinata, Newp. Bolivia: Caiza, S. Francisco; Argentina: $. ‘Lorenzo, Estancia S. Felipe. 4. Seoleopendra longipleura, Silv. Argentina: Estancia S. Felipe. 5. Otostigma imerme, Porat. Bolivia: Caiza. 6. Otostigma HMerviliei, Karsch. Argentina: S. Lorenzo, Estancia S. Felipe. 7. Rihysida coeleris (Humb. et Sauss.). Bolivia: S. Francisco. 8. Cupipes ungulatus, Mein. Bolivia: Caiza; Argentina: S. Lorenzo. Fam. Schendylidae. 9. Namnophilus bolivianus, sp. n. Q Color flavo-ferrugineus. Lamina cephalica tongior quam latior, postice profunde bisulcata. Antennae sat longae, attenuatae. Pedes maxillares fiexi marginem frontalem parum superantes, commis et sterno înermibus. Tergita profunde bisulcata. Sternita 1-c.17 sulco profundo antico et area porosa subrotunda, postica notata, coetera media sulco întegro longitudinali profundao et utrinque postice areota porosa subrotunda instructa. Sternitum ullimum latum subtrape- UUL © 1897 zoideum. Pleurae parvae porîs nullis. Porî anales nulli. Pedes parîs ultimi praecedentium parum longiores, articulo ultimo caeteris lon- giore et subtiliore. Pedum paria 46. Hab. Bolivia: Caiza. NoTA. Anche le specie Geophilus Borellii, G. longîtarsis, G. para- guayensîs Silv. appartengono al genere Nannophilus, come ho potuto constatare con l’osservazione delle parti boccali. DIPLOPODA Fam. Strongylosomatidae. Gen. Mestosoma, nov. Corpus minus elongatum, crassum. Somita (Fig. 1 et 2) laevia, supra sulco transversali manifesto vel nullo, carinîis minimis, crassis, carinis porigeris aliquantum crassioribus. Pori repugnatorti in s0- mitis 5, 7, 9, 10, 12, 13, 15-19, in parte laterali postica carinarum siti. Sutura inter pleuras et sternita carinata. 3 Sterna segmenti 5È processu manifesto vel nullo. Organum copultativum (Fig. 3, 4, 5) articulis quatuor constitutum, articulo ullimo valde recurvato, fia- getto stiliformi elongato aucto. Typus Strongylosoma Salvadori, Silv. A questo genere appartengono anche le seguenti specie: .S/7-0ngy!0- soma montanum, Balzanti, derelictuim, Borelliî, Cameranti, pseu- domorphum Silv., S. semirugosum Poc. Per lo Strongylosoma paraguayense Silv., credo opportuno fondare un nuovo genere: Lezosoma, ben distinto dal genere Mesfosoma per avere i somiti 3-19 affatto senza carene iaterali, i pori si aprono sulla faccia laterale dei somiti. I. Mestosoma Salvadorii (Silv.). Syn. Strongylosoma Salvadorii, Silv., Boll. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino, X, N° 203, .p...6. Bolivia: Caiza. 2. Mestosoma lugubre, sp. n. Color fusco-niger, pedibus flavo-rufescentibus. Caput vertice sulco profundo, media facie sub antennarum radicibus sulco transversali impressa. Antennae somilum terlium superantes, articulis 5° et 6° coeteris crassioribus. Collum lateribus rotundatis, marginatis. So- mita coetera parte postica media supra sulco transversali profundo, carinis minimis crassis, porîs în parte postica- laterali carinarum. silis. Somitum praeanale a, x supra postice triangulare, apice truncato, setis instructo. Somilum anale valvulis marginatis, Ì sterniîto semielliptico, apîce ulrinque tuberculo ) x 6 singuto parvo. Sterna laevia. Pedes exîles infra setosi. 3 Pedes (Fig. 6) parium 3-8 articulo 4° infra în parte supera processu conîco parvo instructo. Organum copulativum unco (Fig. 7) articuli primi parum uncinalo, articuto ultimo (Fig. 8) apice minus tato flagetto obsoleto. Long. corp. mm. 14, lat. corp. mm. 18. Hab. Belgrano (Buenos Ayres). 3. Mestosoma Iuctuosum, sp. n. Color nigro-piceus, ventre pedibusque luride rufescentibus. Caput vertice sulco profundo. Antennae tongae, allenualtae, somitum quartum superanltes. Collum lateribus tate rolundatis. Somita coetera laevia, sulco nullo, carinis minimis, crassis; laleribus sub poris striîs ru- gosis nonnullis impressis. Somitum praeanale supra postice sat alle- nuatum, parum recurvalum, valvulas anales spatio magno superans. Somitum anale valvulis marginatis, utrimque tuberculis setigerîs duobus, sternito magno subsemicirculari, ad apicem ulrîimque tuberculo singulo parvo. Sternita laevia. Pedes longi, pilosi. 3° Pedes articulis duobus ultimis N) 9 10 pulvinatis. Organum copulalivum unco (Fig. 9) arti- culi primi lateraliter compresso, lato, apîce valde at- tenuato, arliculto ultimo (Fig. 10) valde recurvato apice attenuato, flagello obsoteto. Long. corp. mm. 26, lat. corp. mm. 3. Hab. Bolivia: Caiza. 4, Mestosoma laetuma, sp. n. Color fusco-rufus, dorso fasciis duobus tongiludinatibus, talis, fla- vicantibus, ventre, antennis pedibusque rubro terreis. Caput vertice sulco obsoleto. Antennae altenuatae, somilum lertium superantes. Coltum lateribus rotundatis, marginatis. Somita coetera carinis per- parvis, crassîs. Somitum praeanate supra parum longe angulatum, apice truncato setis nonnultis instructum. Somitum anale valvulis marginatis, sternito subsemielliptico, tubercutîis duobus parvis. Sterna laevia; pedes exiles, infra setosi. Long. corp. mm. 18; lat. corp. mm. 2. Hab. Bolivia: S. Francisco. 5. Mestosoma Borellii (Silv.). Syn. Strongylosoma Borellii, Silv. Bull. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino, Xx, Nî;:2033 pedi Argentina: S. Pablo (Tucuman). Fam. Chelodesmidae. Gen. Leiodesmus, nov. Corpus postice minime attenuatum. Antennae forma obsoleta. So- mita tota laevia, sulco nullo, carinis non magnis, marginibus integris. Porî repugnatorti in somitis 5,7,9, 10, 12, 13, 15-19, pulvino gesti in parte supera lateratli-postica carinarum. d Corpus magîs atte- nuatum, pedes longiores et crassiores. Organum copulativum biarti- culalum. articulo primo brevi, percrasso, unco magno parum recur- vato, apice sursum aliquantum vergente, articulo secundo erecio processibus duobus vel tribus viag Typus: Lefodesmus major, sp. NOTA. Appartengono a questo sea genere le seguenti pece Odon- tepelltis Bovei, Borellii, Salvadorii, Cameranti, proxima, argentinea, discrepans, Silv. 6. Leiodesmus major, sp. n. Color rubescente vinosus, margine postico somitorum et parte postica carînarum flavescente. Caput vertice sulco manifesto, facie pilosella. Antennae attenuatae, somitum secundum superantes. Collum latitudine somitum secundum carinatum fere aequans, medium postice ali- quantum excisum, lateribus angulo antico rotundato, postico parum acuto. Somita coetera carinis angulo antico et postico (in parte an- teriore corporis) rotundatis, în parte posteriore corporîs angulo an- tico magiîis rotundato, postico recto, în somiltis 17-19 angulo postico acute producto. Somitum praenale supra postice allenualum, parum re- curvatum, apice truncato, circa nonnulliîs în- cisuris. Somitum anale valvutis marginatis , ulrimque tubercuto singulo, sternito ad apicem tuberculis parvîis. Sterna laevia; pedes pilosi praesertim articulis 11% ullinvis. I. Organum copulativum vnco (Fig. 11) articuli, primi magno; arlicuto secundo (Fig. 12) processibus duobus, quorum alter perbdrevis, parvus, apice difido, aller longior, maior, laminaris, mar- ginibus reflexo, apice nonnultis dentibus în parte reflexa instructo. Long. corp. mm. 65; lat. corp. mm. 9. Hab. Bolivia: S. Francisco, Caiza; Argentina: S. Lorenzo. 7. Leiodesmus proximus (Silv.). Syn. Odontopeltis proxima, Siv. Boll. Mus. Zool. Anat. comp. Torino N° 203, p. 5. Bolivia: Caiza. Argentina: S. Lorenzo. 8. Leîodesmus trifidus, sp. n. Color rubro-vinosus, parte postica segmenitorum fascia plus minus tata fiavo-rosea, carinîs flavo-roseis, venire pedibusque rufescentibus. Caput vertice sulco profundo, facie, praesertim circa labrum, pilosa. Antennae altenuatae somilum secundum spatio magno superantes. Collum antice rotundatum, postice medium aliquantum va excisum, lateribus marginatis, rotundatis. Somita coetera \ carinîs parvis, angulo antico magis quam postico rolun- ” dato. Somitum praenale postice supra altenualum, obtusum setis ulrinque duobus instructum. Somitum anale valvutis marginatis, sternito triangutlari, apice acuto, utrimque tuberculo setigero sat magno. Sterna laevia. Pedes sat exiles. > Organum copulativum unco (Fig. 13) articutli primi magno, articulo secundo (Fig. 14), processibus tribus, © » quorum duo alter laminaris, latus, apice rotundato, concavo, alterum attenuatum, claviformem complectente, coeter. falciformis. Long. corp. mm. 26; lat. corp. mm. 4. Hab. Bolivia: Caiza. Fam. Spirostreptidae. 9. Archispirostreptus curiosus, Silv. Bolivia: Caisa, S. Francisco; Argentina: S. Lorenzo. 10. Urotropis Cameranfi (Silv.). Syn. Archispirostreptus Cameranii, Silv. Bull. Mus. Zool. Anat. Comp. Torino, x N° 2034000: Bolivia: Caiza, S. Francisco. Il colore di questa specie varia molto: in alcuni individui il dorso è nero, in altri bruno-cioccolatte, le zampe nei primi sono rossastre negli altri rosse fosche. La scultura della parte posteriore dei somiti è pure pae. gp variabile: im alcuni individui, è molto, marcata, in altri, invece è. assai debole. Il numero dei somiti negli esemplari di San Francisco è nei d' 54-58, 0 55-57, in quelli di Caiza S 54-57, 9.53-57. i 11. Plusioporus Cameranii, Silv. Bolivia: Caiza, S. Francisco. Il numero dei somiti riscontrati in questi esemplari è d' 65-69, 9.67-69. Ho trovato tra di loro alcuni individui d' non giunti ancora a, perfetta maturità sessuale, di cui voglio indicare i caratteri principali : gt Immaturus somitis 67-69: Collum eadem forma ut în foemina. Pedes soleîs destituti. Organum copulativum eadem forma ut în adulto sed parte antica. elongata nondum a postica complexa. Gen. Orthoperus, nov. Collum lateribus infra inflexis, carinatis. Porî repugnatorii a somito 6 incipientes. Organum copulativum pare antico (= pare interno) brevi, laminari. 12. Orthoporus diapprofides, sp. n. Color fusco-cinereus, antennis pedibusque plus minus rubescentibus. Caput vertice sulco tenui, facie rugosa, labro parum excîso. Oculi inter se paulto plus diametron oculi distantes, ocellis c. 39, 6 seriatis. Antennae collum superantes, articulis brevibus, crassis, articulo se- cundo longiore, articulis 3-6 longitudine subaequalibus, quinto cras- store, sexto attenuato, articulo ultimo perparvo. Collum lateribus infra înflexîs, angulo antico obtuso, postico rolundato, carînîs utrimque quatuor. Somita coelera parte antica antice subtiliter et concentrice striala, postice punctata, parle postica tota punctis obsessa, sub porîs în parte anteriore corporiîs carinis îinstrucia, în parte postica strîis obsoletîs. Sutura foveolis circularibus parviîs tota împressa. Sterna laevia. Porî repugna- torîî longe pone sulturam siti. Somitum preanale supra postice parum angulatum valvulas anales non superans. Somitum anale valvulis marginatis, ster- nito brevi, lato, trianguliformi. Pedes infra setîs 15 nonnultis insiructi, ungue perlongo attenuato. T Corpus magîs atte- nuatum. Pedes longiores articulis 4° et 5° soleatîs, ungue minore. Organum copulativum (Fig. 15) parte antica (interna) brevi apice la- minari, tato, parle postica apice rotundato processibus nullis. Somi- torum numerus 57-61. Long. corp. mm. 80; tat. corp. mm. 6.5. Iuvenes: color nigrescens pedibus rufo-fuscis I: Somitis 53, ultimis 5 apodis; oculi ocellis c. 22, 5 seriatis. Long. corp. mm. 25; lat. corp. mm. 2. sai Wo Îl: Somilis 54, ultimis 4 apodis; oculis oceltis c. 30, 5 seriatis. Long. corp. mm. 44; lat. corp. 3-5. III: Somitis 59, ultimis 3 apodis; ocutis ocellis c. 30, 5 seriatis. Long. corp. mm. 44; lat. corp. mm. 3-5. Hab. Bolivia: S. Francisco, Caiza. NoTA. Genus Or/hoporus generi Diaporus nov. (Typus A//oporus americanus Silv.), valde affine, differt tantum poris repugnatoriis in segmento sexto incipientes. Fam. Pseudonannolenidae. 13. Pseudonannolene Borellii, Silv. Bolivia: S. Francisco, Caiza. Argentina: S. Lorenzo. Fam. Spirobolidae. 14. Rhinocricus heteromorphus, sp. n. o Color fusco-cinerascens. Caput medium sulco integro notalum, labro sat excîso, circa labrum poris 2-+2. Antennae perbreves ar- ticulo secundo maîtore, collum magno spalio non superantes. Oculîi subcirculares, ocellis deplanatis c. 38. Collum antice utrimque leviter excisum, lateribus sat latis rotundatis. Somita coetera sparse pun- ctata, laevia, inferne tantum striîis parvis, sulco partis posticae tenui, integro. Pone poros repugnalorios stria profunda. Scobîina în somitis c. 13 ad penultimum. Sterna sltriata. Pedes breves articulis seta singula ad apicem instructi. Somitum praeanatle (Fig. 16) supra postice angulatum, apice obluso, utrimque incisum, valvulas anales vice superans. Somilum anale 16 valvulis immaginatis, sternito subiriangulari, apice rolundato. So- mitum numerus 54. Long. corp. mm. 70; lat. corp. mm. 7. Had. Bolivia: Caiza. 15. Rhinocricus segmentatus, sp. n. d Color nigro-fuscus, marginibus colli et margine postico somî= torum patlido-rufis. Caput medium sulco integro. Antennae arliculis ultimis crassioribus. Ocutli ocellis distinctis c. 50. Collum lateribus minus lalis et minus rolun- datis. Somita coetera parle antica subtiliter striata, parle postica punctis minimis, sulco transversali profundo, margine postico atliore, magis laevigato, înferne strîis obsoletis. Sterna " profunde striata, Scobina în somitis c. 6 ad pen- TT ultimum. Somitum praeanale postice supra angulatum valvulas anales gr via via non superans. Somitum anale valvulis compressis, non mar ginatis; sternilo magno, rotundato. Pedes longi, soleis nullis, setis 1,1,1,1,1,3. Pedes parium 1 5 articulis infra aliquantum late nodu- losis producti, pedes parium 3 4 arliculo primo processu tato, parvo. Organum copulativum (Fig.17) lamina antica triangulari apice minus acuto, parte interna (Fig. 18) apice processibus duobus, quorum aller stiliformis parum longior, alte» apice lato medio încîso, apice interne stito sat longo, subtili, reflexo aucto. Somitorum numerus 52-58. Long. corp. mm. 75-83; lat. corp. mm 6-6.5. Hab Argentina, S. Lorenzo. 16. Rihinocricus indiseretus. Silv. Color niger, marginibus colli et margine postico somitorum flave- scente vel rufescente. Caput medium sulco integro. Oculi subtrape- zoidei, ocellis sat depianatis c. 45. Antennae sat allenuatae, breves. Collum lateribus minus late rotundatis. Somita coete»a parte antica striis subtilioribus, parte postica supra et ad latera laevi, sulco tran- sversali manifestissimo, margine postico aliquantum alliore, et magîs laevigato, inferne striis perprofundioribus. Sterna transversatiter striata. Scobina in somitis c. 9 ad penultimum. Somitum praeanale supra postice angulatum valvulas anales non vel vix superans. So- mitum anale valvulis non marginatis, slternito magno rotundato. Pedes breves. d' Pedes parium 1-2 articulis bre- vibus, crassis, infra parum rolundatim pro- ductis, pedes parium 3-5 articulis infra rotun- DATIS datim sat productiîs, pedes parium 3° et 4 articulo primo processu longo, apice aliquantum atte- nuato, rotundato. Organum copulativum (Fig. 19) lamina antica subtriangulari, summa parte 20 3 vero longa, apice peracuto, parte interna (Fig. 20) apice processibus duobus sat brevibus, quorum aller parum brevior, parum crassior, alter parum longior, minus crassus. Somitorum numerus 48-53. Longit. corp. mm. 60-70; lat. corp. mm. 7-8. Hab. Argentina: S. Lorenzo; Estancia S. Felipe. 17. Rhinocricus gracilipes, sp. n. Color niger, marginibus colli et margine postico somitarum fusco- rufis. Caput medium sulco integro. Antennae breves sat attenvalae. Oculi ocellis c. 30, sat distinclis. Collum pone ocutos aliquantum excisum, taleribus parum angustatis, rotundatis. Somita coetera parte anlica sublilissime sltriuta, parte postica punctis minimis obsotetis, sulco transversalî manifesto, margine postico parum alliore, inferne striis obsoletis. Sterna striata. Scobina în somitis c. 7 ad penultimum. —=10 + Somitum, praeanale postice supra sat tatum, rotundalum, valvulas minus superans Somitum anale valvulis non compressis, non mar- ginatis, sterniîto tato, rotundato. Pedes ‘breves exiles, articutis seta singula subapiîcati. T Pedes soleis nullis;j pedes parîs 1° et 2' infra setîs sat numerosîis, pedes pariîs 3° articulo primo processu brevi, apice attenuato, rotundato, pedes parîs 4° et 5° ar'ticulo primo processu brevi lato, anyuto interno ati- quantum producto. Organum copulalivum (Fig. 21) lamina anlica basi lata; subrectangutari, “ LAI parte mediana elongata apice minus acuto, parle interna (Fig. 22) processibus duobus stiliformibus, quorum alter altero fere duplo longior. Somitorum numerus 52-53. Long. corp. mm.'‘68; lat. corp. mm. 65. Hab. Bolivia: S. Francisco. 18. Rhinocricus nodulipes, sp. n. Color fusco-nîiger, marginibus colli el margine postico somitorum fusco-rufis. Caput medium sulco integro. Antennae sal attenuatae, articulis forma obsoleta. Ocuti ocellis deplanatis c. 34. Collum late- ribus rotundatis. Somita coelera supra laevia, sulco partis posticae subtili, inferne strîis obsolelis ; sterna profunde striata; scobina în somitis c. 6 ad penullimum. Somitum praeanale supra postice angu- latum valvulas anales minime superans. Somitum anale valvulis im- marginatis, sternito lato rotundato. Pedes minus breves infra setîs %y 1,1,1,1,1,2. 3 Pedes parium 1-7 infra rolundatim producti, pedes paris 3° (Fig 23) et 4' arliculo prîmo processu longo apice aliquan- tum attenuato, pedes paris 1° articuto primo processu sat brevi lato. Organum copulativum (Fig. 24) lamina antica basi minus lata, ro- tundata, processu mediano, longo, acuto, parte interna (Fig. 25) apice processibus duobus cilindricis, quorum aller parum longior apice esterne reflexo. Somitorun numerus 49-53. Long. corp. mm. 100; lat. corp. mm. 10. ‘Hab. ‘Bolivia: S. Francisco, Caiza. Me 19. Rhinocricus unicornis, sp. n. Color lurido-rufus, parte postica somitorum fusca. Caput medium sulco întegro, media facie supra antennarum radices impressione minus profunda notata. Antennae forma obsoleta. Oculi ocellîs plus minus deplanatis c. 30. Collum antice pone oculos parum eaxcisum tateribus late rotundatis. Somita coetera parte antica subltiliter striata, parte postica punclis minimis impressa, sulco transversali sublilis- sîmo, în dorso minime manifesto, inferne striis obso- letis. Sterna transverse striata. Scobina în somitis 9-c. penultimum. Somitum praeanale supra postice elonga- tum, attenuatum, valvulas anales alîiquantum superans. Somitum anale valvulis parum compressîis, non mar- ginatis, sternito sat magno, triangulari, apice rotun- dato. Pedes infra setis 1,1,1,1,1,2-4. d Pedes parum longiores, articulis non sulcatis, arlticulo ultimo magis setoso. Pedes parium 1-5 articulis crassioribus; articulus primus pedum 3° et 4 percrassus, parum productus. Organum copulativum (Fig. 26) lamina antica lata, apice brevi, rotundato, parte interna (Fig. 27) proces- sibus duobus, quorum alter stiliformis, alter laminaris apice exlerno în stilum producto. Somitorum numerus 53-56. Long. corp. mm. 123; dat. corp. mm. 12. Hab. Argentina : S. Lorenzo. — T__—1 ee ès.r-r—-— o; Opi La ‘ TI il Li Pra xk ii 5) Ce A na i “I a, ‘ 4 ev Lei oi *%; € i +e GERE | le a PI TA di o "RU TLT | i \ ' 1% NE CRI; i 14 % " 1 ) ì Ù il ì "P Ùi Ù Ì Ù \ Ù r ì: ù \ \ È) ì ì j / } i \ : Ù È I vA 14) (ara * n ala h } Vea i 6 î Se " nh è | Ù vi . LI 7 } . 10809 - Tip. Lecco, Gerbone & Delleani - Torino. YUL © 1897 11,695 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 254 pubblicato il 24 Marzo 1897 Vor. XII Dr. M. G. PERACCA Assistente al R. Museo Zoologico di Torino Intorno ad una piccola raccolta di rettili di Cononacco (PERÙ ORIENTALE). I rettili che formano oggetto di questa nota furono raccolti a Cononacco piccolo villaggio sul Rio Cononacco che fa parte dell’alto bacino idro- grafico delle Amazzoni. Cononacco sì trova a nord ovest di Yquitos e fa parte del Perù. LACERTILIA. 1. Gonatodes albogularis var. fuscus, Hallow. Boulenger, Catal. Liz., vol. I, p. 59. Un solo esemplare la cui coda, anche all’ sven è uniformemente bruna. Dorso finamente e fittamente vermiculato di bruno. 2. Thecadactylus rapicaudus, Houtt. Boulenger, Catal. Liz., vol. I, p. 111. Un solo esemplare. 3. Ophiogmon trinasale, Cope. Boulenger, Catal. Liz., vol. II, p. 420. Un solo esemplare. Differisce dall’esemplare descritto da Cope nei punti seguenti: dopo il primo scudetto postmentale impari si osservano tre paia di scudetti postmentali, di cui gli scudetti del secondo paio sono due volte più grandi degli scudetti del primo paio ed i quattro scudetti sono ampiamente in contatto tra di loro sulla linea mediana; si contano sul corpo 26 serie longitudinali di scaglie e 41 serie trasversali tra l’a- scella e l’inguine. Se per l’elevato numero delle serie longitudinali (20 nel tipo) il nostra HGx gii esemplare si avvicina all’O. Abendrothii Ptrs. per le proporzioni delle estremità esso rientra decisamente nella specie del Cope, essendo l’estre- mità anteriore lunga quanto i tre labiali superiori, e l'estremità poste- riore (che è minuta e tubercolare in 0, Abendrothii) eguagliando in lunghezza la metà degli scudetti anali. L'esemplare, assai mal conservato, pare essere una femmina, non avendo potuto osservare la presenza dei pori femorali: quanto alla colorazione il nostro esemplare presenta le due linee longitudinali giallastre sul dorso e tra di esse si notano due linee gialle longitudinali più sottili che cominciano sulla nuca e si riuniscono sul bacino, dove si terminano senza prolungarsi sulla coda. 4. Amphisbaena fuliginosa, L. Boulenger, Catal. Liz., vol. II, p. 437. Un solo esemplare. OPHIDIA. 5. Epicrates cenchris, L. Boulenger, Catal. Snak., vol. I, p. 94. Un solo esemplare. 6. Spilotes pullatus, L. Boulenger, Catal. Snak., vol. II, p. 23. Un solo esemplare giovane. 113 S.16,V.214.4.1.50,7: 7. Herpetodryas carinatus, L. Boulenger, Catal. Snak., vol. II, p. 73. Due esemplari assai grandi, un maschio ed una femmina. Il maschio ha le due serie mediane di scaglie fortemente carenate, mentre la fem- mina ha tutte le scaglie assolutamente liscie. Essi sono riferibili alla varietà D del Catalogo del Boulenger. 1 128 S.12,V, 142.4. 7.80. 1g 19 1 13) S.12.V.144.A.7 +80. 3]: 9 8. Herpetodryas fuscus, L. Boulenger, Catal. Snak., vol. II, p. 75. Un solo esemplare giovane riferibile alla varietà B del Catalogo del JUL 1897 RS Boulenger. Esso presenta sei labiali inferiori in contatto col l° paio di scudetti postmentali. 110 è . . 1 . è . Manto S.10.V 03.4.1022 9. Leptophis nigromarginatus, Gthr. Boulenger, Catal. Snak., vol. II, p. 112. Un solo esemplare. 1 145 7 n — Filo Va lognà: I SO. 10, Liophis albiventris, Jan. Boulenger, Catal. Snak., vol. II, p. 130. Un solo esemplare in tutto simile ad altri del Darien e dell'America centrale della Collezione del Museo, salvo nelle serie longitudinali di scaglie che sono in numero di 15, mentre normalmente dovrebbero es- sere in numero di 1/7. 8.15, V.145.A.7.80, 0, g, 65 ll. Rhadinaea occipitalis, Jan. Boulenger, Catal. Snak., vol. II, p. 175. Un solo esemplare. 115. V,186/A;-4 80; 20 . "I, . À. 1 9 on! L, Differisce alquanto nel disegno del capo e della parte anteriore del corpo. Il capo è superiormente bruno oscuro e questo colore si prolunga all'indietro, al di là dei parietali a formare una macchia longitudinale, ristretta all’indietro, che si estende sul collo, sulla linea mediana, per 4-5 centi- metri tagliando le tre prime macchie trasversali bruno- scure, chs sono molto nette e decise. La striscia bruno- nera che dalla punta del muso, normalmente, attra- versando l'occhio, si estende e termina sul lato del capo, sì continua invece nel nostro esemplare sui lati del collo per una lun- ghezza di circa 8 centimetri; contro questa striscia vengono a terminare le macchie trasversali dalla parte anteriore del corpo. 12. Hydrops martii, Wagl. Boulenger, Catal. Snak., vol. II, p. 187. Un solo esemplare, adulto. Lunghezza totale mm. 1010; coda mm. 200, 1 68 S, dè sl . CREA arrice e 17.V.171.A.. SO n° 13. Atractus elaps, Gthr. Boulenger, Catal. Snak., vol. II, p. 302. Due esemplari uno adulto ed uno assai giovane. Entrambi gli esem- plari sono di un color fondamentale rosso, con anelli neri disposti due a due. Nel più giovane le scaglie degli intervalli rossi sono nere verso l’apice e gli spazii rossi campeggiano distinti. Nell’esemplare più vecchio le scaglie degli intervalli tra gli anelli neri, sono completamente nere, marginate di giallo rossiccio. Gli intervalli sono appunto riconoscibili per la presenza dei margini delle scaglie, le scaglie degli anelli nerd non essendo marginate. Nei due esemplari gli anelli neri disposti due a due nella parte anteriore del corpo sono seperati da intervalli regolariì, subeguali ; nella parte posteriore del corpo e sulla coda le paia di anelli neri si avvicinano due a due, per modo che tra due intervalli rossi troviamo quattro anelli neri. 36 9% los . . A. . pasti V.152 1.SC 36 14. Atractus collaris, n. sp. Muso piuttosto ottuso. Rostrale moderato, molto più largo che alto, uguagliante in larghezza due volte al- l’incirca l’ altezza, appena visibile guardando il capo dal di sopra. Internasali piccoli, trapezoidi irregolari, eguaglianti in lunghezza la metà all'incirca della sutura dei prefrontali; prefrontali leggermente più lunghi che larghi (il destro è più largo del sinistro); frontale più lungo che largo, eguagliante in lunghezza la larghezza del frontale (in avanti) e del sopraoculare presi insieme, leggermente più lungo della distanza che intercede tra di esso e la punta del muso; loreale lungo due volte la sua altezza; due postoculari subeguali; temporali 1+-2; sette labiali superiori di cuì il 3° ed il 4° formano il margine inferiore dell’orbita ; sette labiali inferiori, di cui i tre primi sono in contatto con un unico paio di scudetti postmentali, mediocri, lunghi due volte la loro larghezza, separati in avanti dai due primi labiali, che si toccano, dallo scudetto mentale. Scaglie liscie in 17 serie; ventrali 163; anale intero; sottocaudali 3) in doppia serie. Coda breve, appun- tita, contenuta 8 ‘|, nella lunghezza totale. Parti superiori di color bruno-olivastro chiaro. Il capo è bruno-nerastro e questo colore si estende all’indietro, oltre i parietali, sopra circa tre serie trasversali di scaglie in modo da formare, come un collare scuro. Sul capo tra gli occhi e la punta del muso osservansi inoltre due tratti sinuosi, convergenti in avanti, di un giallognolo scuro, e nella regione temporale due macchie trasversali giallo-chiare che sono separate supe- riormente sulla linea mediana e si continuano sui lati colla tinta giallo avorio della gola e del ventre. Osservansi inoltre tre macchie giallognole sui tre primi labiali superiori ed un’altra macchia giallognola sul 5° e 6° labiale superiore. Sotto l’occhio notasi una macchia nero-bruna che si estende fino al margine libero del Jabbro. Sul corpo e sulla coda spic- cano sul fondo bruno olivastro chiaro due serie parallele di piccole macchie bruno-nerastre non alternanti e tutte le scaglie sono finamente. orlate di nero-bruno; sui lati osservansi due striscie nere parallele che partono dal collare giallognolo sopra accennato e corrono: l’inferiore in parte sul margine esterno dei gastrostegi ed in parte sulla prima serie longitudinale di scaglie; la superiore sulla seconda e terza serie longitu- dinali di scaglie. Tra queste due striscie nero-brune notansi una striscia, di color giallognolo sucido, assai netta sulla prima serie di scaglie, ed una seconda di color giallognolo più scuro, poco appariscente, sulla parte inferiore della seconda serie di scaglie che sono orlate di nero- brunò. Parti inferiori, di un giallo avorio immacolato, ad eccezione delle labbra inferiori che sono macchiate di nero-bruno. Un solo esemplare. La figura annessa è ingrandita circa quattro volte. 15. Himantodes cenchoa, L. Boulenger, Catal. Snak., vol. III, p. 84. Un solo esemplare, 16. Leptodira annulata, L. Boulenger, Catal. Snak., vol. III, p. 97. Cinque esemplari. Di questi tre sono normali e due melanici, varietà di colorazione non ancora segnalata in questa specie. I due individui, di cui uno di mezza età e l’altro adulto (lunghezza totale mm. 680), sono superiormente e sui lati di un color nero fuliginoso, attraverso al quale, ne/la parte posteriore del corpo, più spiccatamente nel giovane che nell’adulto, si 7n/ravede la striscia sinuosa nerastra degli esemplari normali. Dietro al capo, uniformemente nero sopra e sui lati, si nota sull’occipite un coZlare a margini irregolari, estendentesi lateralmente fino alla regione golare, di un bianco candido immacolato. Regioni inferiori gialliccie, più o meno velate di nero fuliginoso. l 88. ir S.19.V.189-190.A. T.S0. 7 d1 17. Oxyrhopus bitorquatus, Gthr. Boulenger, Catal. Snak., vol. IlI, p. 104. Sei esemplari adulti. 74 91 S.19.,V.193-205.A.1.5S0.27— 97 Nessuno degli esemplari presenta anelli neri disposti in irtadi sul corpo; alcuni presentano sul collo uno o due anelli neri; un esemplare, senza anelli neri sul collo presenta una stretta striscia nera longitudinale ben evidente, a margini indecisi, che comincia ad una certa distanza dal capo e termina sul bacino. In alcuni esemplari le scaglie del corpo sono disposte in serie Zegger- mente, ma posttivamente oblique e la serie mediana di scaglie (10), senza essere nettamente allargata, è diversa per forma (come succede sempre nel caso delle scaglie in serie oblique) dalle serie laterali. Gli esemplari, molto freschi, presentano superiormente una tinta fon- damentale rosso-gialliccia con tutte le scaglie orlate di nero, coll’apice nero, inferiormente una tinta gialliccia sui lati delle scaglie ventrali e sottocaudali volgente al giallo ocraceo vivace sulla regione mediana. 18. Oxyrhopus cloelia, Daul. Boulenger, Catal. Snak., vol. III, p. 108. Due esemplari assai giovani, bruno-rossastri superiormente, colla parte anteriore del capo nera e colla nuca nera, cioè con colorazione normale, Uno di essi presenta 100 S.19,V.184.A.1.SC.77 La pupilla è rotonda o leggermente subovale, e sull’apice di ciascuna scaglia osservansi due piccole impressioni apicali ovali. L’altro esemplare in tutto simile pel facies generale al precedente ne differisce per alcune curiose particolarità, sulle quali credo opportuno richiamare l’attenzione. Esso presenta 8.19.V.216.4,1.50.35. Le scaglie del corpo sono disposte in serie perfettamente longitudinali, ma, mentre nell’esemplare precedente ed in tutti gli esemplari finora da me esaminati di O. c/oelia tutte le scaglie sono liscîe, ed esattamente eguatî tra di loro, in questo esemplare le scaglie, esaminate colla lente, sono finîssimamente striale, prive affatto di ogni impressione apicale, per quanto esaminate attentamente con luce favorevolissima, e la serie mediana di scaglie (la 10") è visibilmente e nettamente dilatata trasver- salmente. La dentizione è però del tutto simile a quella degli 0. cloezia normali e credo che l’esemplare in questione, curiosissimo, debba senza dubbio riferirsi a questa specie. 19. Oxyrhopus coronatus, Schn. Boulenger, Catal. Snak., vol. II, p. 111. Un solo esemplare S.17.V.194.A.1.,SC.74. RO ro” Bruno rossastro chiaro superiormente, bianco-gialliccio inferiormente capo e collo neri. 20. Homalocranium melanocephalum, L. Boulenger, Catal. Snak., vol. III, p. 215. Un solo esemplare. S.15.V.154.A. ei SO, ata l 57 21. Xenopholis scalaris, Wuch. Boulenger, Catal. Snack., vol. III, p. 232. Un solo esemplare. 32 Sly. V..142:; 404 -SC. 33: 22. Elaps annellatus, Ptrs. Boulenger, Catal. Snak., vol. III, p. 418. Un solo esemplare. i 47 S.15.V.193.A.—.SC. n°: Nero con 61 anelli bianco-giallicci di corpo, di cui alcuni disposti in paia sulla parte posteriore del corpo, ed 8 sulla coda. Il primo anello bianco trovasi sul capo ed attraversa i parietali. 23. Elaps spixii, Wagl. Boulenger, Catal. Snak., vol. III, p. 427. Un solo esemplare. 18 S. x: A.— .SC. — Fox 211 7 0. 189. 22 anelli neri sul corpo e sulla coda, e l’occhio eguaglia in diametro i due terzi della distanza che lo separa dal margine del labbro, 24. Elaps lemniscatus, L. Boulenger, Catal. Snak., vol. III, p. 430. Un solo esemplare. Sela VW ..2010 E sc, 4° 15. 40° 25. Leptognathus catesbyi, Sentz. Boulenger, Catùl. Snak., vol. III, p. 449. Cinque esemplari. 84 92 S.13.V.173-184,A.1.SC.-——. 5 81 92 Osservai una grande variabilità nel numero dei labiali superiori; in un esemplare contansi 7 labiali a destra, 8 a sinistra; in un secondo 8 a destra e 9 a sinistra ed in un terzo 9 a destra ed 8 a sinistra, UNTTN estoni 13114 ciglio pi! > dali i vi “abeti ni i FIR Re adito at alii. cessi FORO als da uri Rd aaa. pio Ko), DIE fe Gotan adi! se gi ML ha ' ti SHARE eo: INTERE VARESE PA sota ET + da ue / i RT LMOO VI. dl URI AL EER A ati sile Mi. te i j Pat ge iti AI UA N dA ZA re pan B ER N } La TR] Ù i] pe PE Ambutigenga pqetsi i | Ridi, RL: sile Lo SAR dated 300 i xd nil cuangi RENE Mii 3 S artt Pai AL sic Th î Li n us Manga Ffgsto 199 de ogtog Lao iuniiopg. 0 MIA ui tas ‘i cb BHE Mae Da 0 RD LIO. 4 3 È, PÀ 4 È j SUBIN ARA sei Do OE LA dA tà Cr \ , "SUI I, n cd “a FSE Se angie vis IRC AN ABI pre fe dint PIANETI ri tà AR a RSS Ye E + Ta I, Fi al 4 x ta È : Lola a VE di ira ‘ si CES SIR { [TRE Gi | IV LISPALA; 9 gt PE, Fi SO | CAT) IR 3 Lit £ y A © 8. ’ bb e e i È (IP PIÙ, O OESICE: 6 LA Ca e poetiait 43190 ‘ , pe #1 I &® I 3 603% RORZA OA s£ gatti bu po PRA i. ETA IRAZO RENE MIR o si i \ lub ig nà IAAD RIRESO da Adlio2 87 desi MIRILRETATAI RIOSSITOE std 4 EE 10€ DST VARIE] da su i - Per: i a n Ure tane à : PA Di M.3 del # i ’ N i x piu -. SAG Lusi ser. VATI Pra e €+ uri, die PERSrit frei fre . “hip slug aliua he rica fab 019 LUC 18:46 rt dose sha + GM 108 ‘bbitooni ib MEL; i gfalata Ad Sao ASTICO TS RA VNEZONE SS finta Dans ENTIRÌ cia ita ti —— - = ‘10854 - Tip. Lecco Gerbone & pet - Torino. È Naso UUL 1897 var BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 285 pubblicato il 15 Aprile 1897 VoL. XII Isopodes de Vallombrosa déterminés par ADRIEN DOLLFUS. La faune isopodique de l’ Apennin central aux environs de Vallombrosa a de grandes affinités avec celle des Alpes maritimes d’une part et avec celle de la Corse d’autre part. — Philoscia Corsica et Ph. Pygmaea que nous avons notées dans l’envoi de M° le D° Cecconi, étaient considérées Jusqu'à présent comme exclusivement Corses. Armadiltidium sordidum avait été signalé aussi bien en Corse que sur les confins des Alpes Ma- ritimes où nous l’avons découvert à San Remo en 1885; l’an dernier, M. Claudon nous en à envoyé des exemplaires recueillis à St. Martin Vèsubie. — A. opacum et Porcellio montanus indiquent plus nettement encore la parenté de cette faune avec celle des Alpes méridionales ; A. opacum remonte méme le long des Alpes francaises jusqu'au Jura et se retrouve par cì par là dans l’Europe centrale. C'est également à l'Europe centrale et méme septentrionale que paraît appartenir Triconiscus vividus, espèce peu connue encore et dont la dispersion géographique n’a pas encore été déterminée avec exactitude, par suite de confusion avec les espèces voisines, Par contre, Porcellio pumicatus, parait bien cantonné dans l’Apennin où il a été trouvé depuis Génes jusqu’à Naples. Les autres espèces appartiennent è l’Europe moyenne. Voici la liste des espèces recueillies par M. le D' Cecconi à Vallom- brosa: Armadillidium sordidum, Dollfus. Id. opacum, Koch (Armaditto opacum, Koch). Cylisticus convexus, De-Geer (Oniscus convexus, De-Geer). Porcellio montanus, Budde-Lund. Id. pumicatus, Budde-Lund. Platyarihrus Hoffmannseggii, Brandt. | | Philoscia muscorum, Scopoli (Oniscus muscorum, Scopoli). Id. Corsica, Dollfus. Id. pygmaea, Budde-Lund. Trichoniscus vividus, Koch (Itea vivida, Koch). Asellus aquaticus, Linné (Oniscus aquaticus, Linné). n à AL isa 10907 - Tip. Lecco, Gerbone & Delleani - Torino. UUL 1897 sar BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 286 pubblicato il 19 Aprile 1897 VoL. XII —ITzì;|’”{£È’_’{Ea{F+-+-:-<-<{ {<< Dott. M. G. PERACCA Assistente al R. Museo Zoologico di Torino. Sulla presenza della Rana graeca Blgr. in Italia. Or non è molto ricevetti un discreto numero di rane rosse da Perugia, da Firenze e da Siena che, colla più viva sorpresa, constatai doversi riferire alla Rana graeca Blgr. specie trovata per la prima volta in Grecia, più recentemente nella penisola balcanica e che finora non era stata segnalata in Italia. Per quanto l'aspetto caratteristico di questa specie escludesse in ogni modo trattarsi della Rana Latastiz Blgr. (la specie del gruppo delle rane rosse che in Italia maggiormente le sì avvicina) tuttavia, non avendo ancora potuto esaminare la larva, che spiccatamente differisce dalla larva della R. Latastiî e non avendo mai avuto l'opportunità di esaminare il tipo della R. graeca (una 9 giovane), comunicai alcuni esemplari al D' Boulenger, il quale confermò piena- mente l’esattezza della mia determinazione. Sopra questa interessante specie esistono a tutt'oggi la nota del D” Bou- lenger (1) contenente la diagnosi originale della specie e la ridescrizione della R. iberica Blgr. e della R. Latastii Blgr. ed una nota recentissima del D" F. Werner (2) in cui l’autore descrive il maschio di questa specie, senza portare per verità un ulteriore utile contributo alla conoscenza di questa forma. Credo perciò che una nuova descrizione della R. graeca fatta sopra un abbondante materiale possa essere di qualche utilità, specialmente pei naturalisti in Italia, dove unicamente, per quanto se ne sa ora, co- esistono le due specie. (1) Description of a new European frog. Ann. & Magaz. N. H. (6), VII, 1891, p. 346. (2) Rana graeca in Bosnien. Zoologischer Anzeiger, N. 526, 1897. SIAE Rana graeca, Blgr. Denti vomerini in due piccoli gruppi obliqui, convergenti all’indietro, tra le coane, di cui oltrepassano il margine posteriore. Capo un poco più largo che lungo nei maschi, più spiccatamente largo che lungo nelle femmine. Muso assai corto, più o meno prominente, un poco più lungo del diametro dell'occhio ; regione loreale moderatamente obliqua, legger- mente, ma distintamente concava. Narici equidistanti dall'occhio e dalla punta del muso o leggermente più vicine alla punta del muso; distanza tra le narici molto più grande dello spazio interorbitale, leggermente superante la larghezza della palpebra superiore. Timpano assai piccolo, a margini poco visibili, talora quasi del tutto invisibile, il cui diametro eguaglia circa la metà del diametro dell’occhio e costantemente la lun- ghezza del tubercolo metatarseo interno. Estremità anteriori leggermente più corte del tronco (misurato dal margine posteriore del cranio alla apertura anale) nei due sessi, robustissime nei maschi, specialmente l’avambraccio che supera del doppio il volume dell’avambraccio delle femmine (1). Primo dito delle estremità anteriori eguale in lunghezza al secondo: tutte le dita sono molto ottuse, dilatate e come rigonfie a pallottola alla loro estremità; tubercoli subarticolari grandi, sporgenti, fortemente sviluppati; tuberosità copulatrici sul margine interno del primo dito nei maschi in numero di due, di cui l'anteriore ovale, gran- dissima, e la posteriore, alla base e sulla faccia inferiore del dito, pure ovale, di circa due terzi più piccola. Estremità posteriori molto lunghe, di cui l'articolazione tibio-tarsale (tirando in avanti le estremità poste- riori lungo il corpo) oltrepassa di circa un centimetro la punta del muso (nel giovane un po’ meno). Femori di poco più corti delle tibie, per modo che ripiegando le tibie lungo le coscie l’articolazione tibio-tarsale viene a corrispondere all’apertura anale o l’oltrepassa di poco e operando nello stesso modo sulle due tibie, tenendo le coscie piegate obliquamente in avanti, le articolazioni tibio-tarsali vengono a contatto tra di loro, senza che le tibie siano obbligate a scostarsi dalle coscie. Dita delle estremità posteriori ingrossate e dilatate alla punta come le anteriori, completamente palmate; nei maschi la palmatura si termina con un margine libero quasi rettilineo (che ne accresce l’ampiezza), più o meno concavo infuori nelle femmine; tubercoli sottoarticolari fortemente svi- . luppati, sporgenti. Tubercolo metatarseo interno ovale, allungato, a mar- gine libero arrotondato, ottuso, molto sporgente, eguagliante in lunghezza il diametro del timpano; un tubercolo metatarseo esterno (alla base del quarto dito) piccolo, conico, distintamente sporgente. (1) Nei maschi la circonferenza dell’avambraccio supera quella della gamba, mentre nelle femmine Ia circonferenza della gamba supera quella dell’avam- braccio. UUL © 1897 Pai ge Pelle della faccia superiore del corpo ruvida, coperta da minutissime rughe ghiandolari, fortemente rugosa e quasi granulare sulla faccia posteriore ed inferiore delle coscie. Pieghe ghiandolari dorso-laterali poco sviluppate, più discoste tra di loro sulla regione scapolare, indi quasi rettilinee fino sui lati del bacino. Il colore fondamentale dell’animale è costantemente giallo terroso chiaro, sul quale spicca, più o meno un sistema di macchie pressochè identico a quello della Rana Latastîî. La regione loreale è generalmente chiara, o lavata di bruno-scuro. Una linea nera va dalla narice all'occhio. Dietro l’occhio osservasi una grande striscia nero-bruna che, coprendo il tim- pano, sì estende e termina all'angolo della bocca. Fra gli occhi osservasi una sottile striscia nera orizzontale, assai costante. Sul dorso osservasi in alcuni individui una macchia a V rovesciato, generalmente poco netta e decisa; nella maggior parte degli individui però manca o ne esistono appena traccie. Le due pieghe ghiandolari dorso-laterali sono percorse da una sottile linea nera, in alcuni esemplari interrotta o mancante. In tutti gli esemplari osservansi sul dorso dei minuti e rari punti neri, che sono soventi frammisti a macchiette ovalari giallo-chiare. In alcuni esemplari invece i punti neri sono più grandi e numerosi e danno un aspetto affatto caratteristico agli esemplari, ricordando alcune macchiet- tature analoghe frequenti nella Rana temporaria. Le estremità anteriori e posteriori presentano delle fascie nero-brune più o meno numerose e sulla faccia anteriore del braccio esiste sempre una macchia omerale. Negli individui esposti a luce intensa il colore fondamentale giallo terroso n0n cambia, mentre tutte le macchie si fanno intense e decise; negli indi- vidui tenuti al riparo dalla luce viva diretta ulfe Ze macchie scompa- iono e l’animale appare di una tinta giallo terrosa uniforme, chiaris- sima, immacolata. Gola di un rosso vinoso diffuso o cosparso di minute macchie bianche rotonde, con una striscia bianca mediana. Ventre bianco, con pochissime e piccole macchie color rosso-vinoso, che, generalmente, non appaiono mai così scure come in R. Latastii. Faccia inferiore delle coscie di un color giallognolo carneo. c'g ||| eg | 9 | se eten | c'e | Fe) c‘Ig| 8z| 87 s‘og|c'og| 9€| sel 87) 8 degl go| “202 done) ga] 8 S°6| OTT | SIT | 66 | c°9g8| ‘68 STE | S°Le| 98) 98| 0g |c°0g Gigcl aci etc] 9'6| 3 4 Pes i u g € L pale. #4) L ao Sp ess) | De v e S| v } cele |9%|<4| 5 i) rp | e | eGo s5 | SOT | S'GT| S°6L| S°LT.| ST | a‘cr 9T. | G°81|S°8F| 8L| GT] II TECH) 6%| SS| L%| 67 dr da] do |vpa 2-0 USHUVA © to rr—r—P____e= omnis i '___— IILSV.ILVI VNVU va | 9% 9 | 69 ge | e‘6£ c‘LE | 663 ca | e‘cg| 06 ‘og | 8 593 2g c‘a | 9° G'p| 38 Lee |a 5 | 9% c'e | ce c4| T°9I | S9I c°CT | SCI 6P| 67 Por] VNUHIS __—T—T—---—_ ew —T —— ee E osi 6 ES) Se 9 L.0| Le] 9 ea| 18) See | c9z | c'og] Te] Fe| 9% | <3| 08) 13 SI8| 6 | 90L| 6L c‘9 6 L c'e | 9 | e | e‘ CEF|c|ecelces ce ||| e | 9 9 i) GOT | 61 || Corpo mm. 163; protorace mm. 7,5; mesotorace mm. 32. elitre mm. 23; parte di ali sporgente mm. 29; fem. anter. mm. 42-46; fem. medii mm. 35; fem. poster. mm. 46. altezza delle appendici corniformi del capo, mm. 3. Il colore è giallastro misto di bruno, ventralmente bruno; i lati del: protorace, la parte anteriore del mesotorace, l’orlo posteriore dei se- gmenti addominali, sono bruni. Le antenne, fittamente pubescenti, sono- giallastre coll’apice di parecchi segmenti bruno; le zampe, pure fitta- mente pubescenti, sono ornate di indecise anellature brune. Le elitre e- la parte esterna delle ali sono giallastre, variegate indecisamente di: bruniccio pallido. Le appendici corniformi del capo sono quali vennero descritte da Stàl, subtriangolari cioè, compresse, rugosissime, con den-. ticolature esterne ed anteriori, e principalmente col margine posteriore- fortemente dentato; dietro queste appendici scorrono sul capo tre pic- cole carenature longitudinali e delle serie longitudinali di tubercoli la-- terali, come nel P. aestuans. Il pronotum ha un solco longitudinale mediano e numerosi minuti tubercoletti ai lati di questo. Il mesotorace è carenato longitudinalmente al mezzo nei due terzi posteriori, porta rugosità e tubercoli longitud’nali, e qua e là alcuni pochi tubercoli spi- niformi irregolarmente disposti come nel P. aestuans. Capo, protorace e- mesotorace sono fittamente pubescenti; il torace inferiormente porta suî. margini esterni dei varii segmenti alcuni tubercoli spiniformi irregolari. Le elitre, ovali, hanno un rialzo compresso arrotondato, nella parte basale. L’addome è tutto rugoso, coi segmenti dorsali 3°, 4° e 5° forniti all’a- pice di rugosità salienti a guisa di piccole appendici lobiformi irregolari. L’apice dell'addome è pallido: le parti genitali sono come nel P. aestuans.. I piedi sono quali vennero descritti da Stàl; i femori cioè mancano di denti apicali; i 4 femori posteriori presentano superiormente, nella parte- basale, delle curiose appendici lobiformi compresse, dentate ; le 4 tibie posteriori hanno delle insensibili dilatazioni lobiformi presso la base e- presso l’apice. le nuove specie: P. hippotaurus Karsch., Neue Orthopt. aus dem trop. Afrika, Stett. Entom. Zeit., 1896, p. 245; P. Moérae, Kirby. Descr. of new sp. of Stick-- insect from Brit. cent. Africa. Ann. and Mag. of Nat. Hist., 1896, vol. XVIII, p. 463. (8) Cyphocrania aestuans Westw., Catal. of orthopt. of British Museum, Lac Phasmidae, London, 1859, p. 109, Tab. VII, tig. 4. 11040 - Tip. Lecco, Gerbone & Delleani - Torino UUL 1897 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata I/ ( I della R. Università di Torino N. 29A pubblicato il 12 Maggio 1897 VoL. XII Prof. LORENZO CAMERANO Materiali per lo studio della sutura temporo-frontale nell’ORANGO e nei MICETI. Recentemente il Prof. Robert 0. Cunningham (1) ha descritto in un cranio. di un giovane Orango un nuovo caso di sviluppo assimetrico (ai due lati del capo) del processo frontale della squama del temporaie (per mezzo del quale :il temporale viene ad articolarsi col frontale). Ciò si osserva nel temporale destro; mentre il temporale sinistro si trova nelle condizioni che vengono descritte come normali. Come è noto'il processo temporale nei cranii delle Scimmie può es- sere più o' meno grande: e come dice l’Hartmann (2) talora si trova da un solo lato e tal’altra in ambedue. Esso è frequente nei Gorilli, nei Chimpansé, nei Macachi, negli Inui e nei Babbuini. Invece è piuttosto raro nei Gibboni, negli Oranghi, e nelle scimmie del nuovo mondo (Scimmie ruggenti, cappuccine, ecc.). Il Flower (3) viene a dire ad un dipresso la stessa. cosa: per ciò che riguarda gli Oranghi. Credo ora non privo di interesse il riferire ciò che io ho osservato nei cranii di Orango e delle Scimmie Americane del Museo di Anatomia comparata di Torino. I crani di Orango da me studiati sono cinque e' sono giovani, ma a vario grado di sviluppo come si può vedere dalle figure-in grandezza naturale qui unite. Di questi cranii uno solo (fig. S-f e fig. D-f) presenta (1) On the Occurence of a Pair of Supernumerary Bones in the Skull of a Lemur and on Peculiarity in the Skull of a young Orang. — Proc. Zool. Soc. London. 1896, p. 996 e seg. (2) Le scimmie antropomorfe (trad. italiana del Prof. G. Cattaneo). Milano 1884. (3) Au Introduction to the Osteology of the Mammalia, p. 138. ORANGO Fig. Da... S-a DO D- 080 » D-c... $-c)Orango » D-e... Se » D-S BASF P parietale. Fr frontale. A alisfenoide. J jugale. $S squamoso. D lato destro del cranio. $S lato sinistro. UUL © 1897 Mycetes nigra. II significato delle lettere come nelle figure precedenti. il temporale senza il processo frontale e quindi il Pterion normalmente fatto come nell’uomo. Negli altri quattro cranii di Orango il processo frontale del temporale esiste in ciascuno simmetricamente dai due lati, ma con sviluppo tuttavia molto variabile come mostrano le figure qui unite. I crani della famiglia dei Cebidi (1) (sottofam. Micetini, Cebini), da me studiati sono trentadue e fra questi uno solo appartenente ad una fem- mina di Mycetes nigra E. Geoff. proveniente dal Paraguay (Viaggio del Dottor Borelli) presenta ben sviluppato il processo frontale del tempo- rale il quale viene anche, in modo assimetrico dai due lati, ad unirsi più ò meno ampiamente col jugale. Ricorderò fra gli Autori che sì oc- cuparono della craniologia delle Scimmie antropomorfe, il Giglioli che (Studii craniologici sui Cimpanzòè. - Annali Mus. Civ. di Storia Nat. di Genova, vol. 1) sopra 36 cranii di Orang-Utan da lui esaminati, ne trovò sette nei quali lo squamoso si spinge avanti unendosi col frontale. (1) Intesa coi limiti del Catalogus Mammalium del Trouessart, Berlino 1897 (fasc. 1). “i pa «regie db) sog fe Lat trait alto r'euica, oredtal stfob otsodicgla i 63 118 OMERO N KOMA fi ibaiup s olataonì 022990" lì sxsvoa” alle 9 i F Mer orcon' [lent 9 ti shrtogeto) laf alal tot os409041q Hi GSSTARI iO ih flaeto ostìe: up Falla fi pivatiu) ogqquiiva sog pra ital ov tab sdusugolatom mie 9113:f D26k | i i REBISCIT ole ARA si \égetizoni 1905) sl idoitavà oil id i om gb dinidoi .initsbi uratoà (£} IDIMAOroo dit inte ab ns 4 fair. i «ftot soup ha aln pri d îo 1a driti ieoirp' a4T 4 Ski taon1) QI, 1 lbb oigygniv MIL ;J-lab attratti Mawotg Mogio PAY A DAN: 1 +oquoft di o Hus Magaou it otaqgilitra said pindse tg | mi: ipglinu ba .iisl sub isb 09trtomizet obom pi ados oasi si «d0i dg adoriroiuA dig st Grobio00iftsfegut 105 atho Ap osgt odo itoriaio Li 1atiomogortia simtmioa alleb etgordia di "allob'à (19 ID'Ieri slot ib VIa fauna? + ragno SUL sila oa ibabirtiazo if Bh senile 20610 ib iias'19-0E guide (D» for 8 .Qfatgont fon izo bout tanta oggficài ia GRomsupa of iau ion IUS DL Ni LA LAS lo! vi nia ( pen ’ Sele; " \ i i MA PRC) i ner PRDO x \ \ Pair «ii il k| HI { v y A Pai ì prat Ut x o # # | : " LA T, i” * wu il s \ l É ò ne di 4 i N I #0 9 l w wu Ci “ da © sti t* rbt veni x A ii - Mn 0] t (i . L] Ù ' | Li di a è LI 4 a ud CU) o hg od pd A hf BE, I\ A Tp Pd TOS. ogitide ss» lobi vile fr Leb iti în UUL 1897 BOlLl.ESbNO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata ] I b via della R. Università di Torino N. 292 pubblicato il 12 Maggio 1897 Vor. XII Viaggio del Dott. Alfredo Borelli nel Chaco boliviano e nella Repubblica Argentina. VII. UCCELLI per ToMMASO SALVADORI. Il Dr. A. Borelli, dopo il viaggio fatto negli anni 1893 e 1894 nell’A- merica meridionale, è tornato a visitarla nel 1895 e nel 1896, facendo numerose collezioni, tra le quali molto ricca è quella degli uccelli; egli esplorava le provincie settentrionali della Repubblica Argentina, cioè quelle di Salta e di Jujuy, ed il Chaco Boliviano. Nella provincia di Salta i luoghi da lui visitati sono Salta, Campo Santo, l’Estancia San Felipe nei dintorni di Tala, Lesser, a venti chilometri circa a N. O. della città di Salta e Cara-huassi, nella regione di Las Conchas fra Tala e Guachipas. Tanto Lesser quanto Cara-huassi si trovano nella Puna, cioè nella regione montana e rocciosa, con scarsa vegetazione, posta nella parte occidentale della provincia di Salta. Nella provincia di Jujuy la località esplorata fu San Lorenzo. Finalmente nel Chaco Boliviano il Borelli visitò Caiza e le non lontane Missioni di Aguairenda e di San Francisco. In questi diversi luoghi il Borelli raccolse 696 uccelli appartenenti a 213 specie; di queste sette sembrano nuove (1. Buarremon borellii, 2. Euscarthmus viridiceps, 3. Phylltomyias berlepschi, 4. Serphophaga inornata, 5. Sublegatus frontalis, 6. Leploptita callauchen, "l. Lep- toplila saturata). Molto interessante è un bell’esemplare di San Lorenzo, di un rarissimo uccello-mosca, Eriocnemis glaucopoides, di cui si conosceva prima d’ora un unico esemplare boliviano, il tipo, conservato nel Museo di Parigi; CS pos ha pure speciale interesse una Cariama cristata di Tala; giacchè non era ben certo che questa specie si estendesse fin nella Repubblica Ar- gentina; e così pure una Formicivora strigilata, Max., che si-eredeva confinata nel Brasile. Inoltre la collezione del Dr. Borelli aggiunge 26 specie (1) a quelle note dell'Argentina e 38 (2) a quelle note della Bolivia. Tra le prime, come era da aspettarsi, vi sono molte specie note finora soltanto della Bolivia, come fra le 38 specie nuove per la Bolivia, molte si conoscevano della Repubblica Argentina. Per lo studio delle specie dell'Argentina mi sono valso specialmente dell’opera « Argentine Ornithology » dello Sclater e dell’Hudson, e per lo studio delle specie boliviane mi è stato di grande aiuto la lista degli Uccelli della Bolivia compilato dallo Sclater e dal Salvin (3). Per la determinazione di alcune specie oscure e difficili ho dovuto ricorrere all'aiuto dello Sclater e Sharpe, e specialmente del Conte von Berlepsch, ai quali io rendo vivissime grazie, (1) 1. Basileuterus bivittatus — 2. Buarremon borellii, nov. sp. — 3. Buar- remon fulviceps — 4. Saltator fulviventris? — 5. Chlorospingus albitemporalis — 6. Euscarthmus viridiceps, nov. sp. — 7. PhylIlomyias berlepschi, nov. Sp. — 8. Mecocerculus leucophrys — 9. Phacelodomus ruber — 10. Xenops rutilus — 11. Formicivora strigilata — 12. Adelomyia inornata — 13. Eriocnemis glaucopoides — 14. Momotus nattereri — 15. Glaucidium ferox — 16. Ru- pornis saturata — 17. Urubitinga zonura — 18. Micrastur ruficollis — 19; Ac- cipiter guttatus — 20. Accipiter erythrocnemys — 21. Gampsonyx swainsoni — 22. Leptoptila callauchen, nov. sp. — 23. Leptoptila saturata, nov. Sp. — 24. Cariama cristata — 25. Belonopterus chilensis — 26. Ptiloscelis resplendens. (2) 1. Vireosylvia chivi — 2. Atticora fucata — 3. Guiraca argentina — 4. Sal- tatricula multicolor — 5. Molothrus brevirostris — 6. Serphophaga inornata, nov. sp. — 7. Sublegatus frontalis, nov. sp. — 8. Rhynchocyclus sulphurescens — 9. Pyrocephalus rubineus — 10. Furnarius rufus — 11. Thamnophilus ma- culatus — 12. Heliomaster furcifer — 13. Anthrostomus parvulus — 14. Ceo- plloeus lineatus — 15. Chloronerpes chrysochlorus — 16. Picumnus orbignyanus 17. Coceyzus melanocorhyphus — 18. Coceyzus cinereus — 19. Speotyto cuni- cularia — 20. Accipiter erythrocnemys — 21. Ardea egretta — 22. Butorides striata — 23. Ardetta involucris — 24. Tigrisoma marmoratum — 25. Nycti- corax griseus — 26. Plegadis guarauna — 27. Ajaja rosea — 28 Nettion tor- quatum — 29. Columba picazuro — 30 Columba rufina — 31. Leptoptila chloro- auchenia — 32. Leptoptila saturata, nov. sp. — 38. Ortalis canicollis — 34. Charadrius dominicus — 35. Aegialitis collaris — 86. Totanus solitarius — 37. Tringoides macularia — 38. Tachybaptes dominicus. (3) On the Birds collected in Bolivia by Mr. C. Buckley (P. Z. S. 1879, pp. 588-645). YUL 1897 prof glo Il Dr. Borelli ha diliventemente notato il colore delle parti molli degli esemplari raccolti; queste indicazioni sono state riferite trattando delle singole specie, di talune delle quali il Borelli ha dato anche alcuni cenni relativi ai costumi. Torino, Museo Zoologico, Aprile 1897. I. Turdus leucomelas, Vieill.; Sclat. & Salv. P. Z. S. 1879, p. 54l (Bolivia); Selat. et Hudson, Arg. Orn. I, p.1; Salvad. Boll. Mus. Zool. ed Anat. Comp. Tor. x, n. 208, p. 2 (1895). a (96) 5 ad. San Francisco, dicembre 1896 « Becco giallo; iride bruna, piedi cornéi » (B.). — è (449) g' juv. San Lorenzo, maggio 1896 « Becco bruno; iride grigio-bruna; piedi grigio chiaro » (B.). Il primo esemplare ha il becco giallo, il secondo l’ha scuro come nella Tavola LXXII della « Exotic Ornthology »; il colore scuro si attribuisce all'età giovanile, ma si verifica anche in un esemplare dell’ Argentina che ha le piume logore, e sembra al tutto adulto. 2. Turdus crotopezus, Licht.; Seebh. Cat. B. v, p- 210; Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 591 (Bolivia). a (330) 4 ad. Caiza (Chaco Boliviano), marzo 1896 « Becco nero-bruno colla mandibola bruna; iride giallo-bruna; piedi grigi-bruni. Ucciso nella fo- resta » (B.). — è (159) J' juv. Caiza, febbraio 1896 » Becco nero-bruno; iride grigio-bruna; piedi grigi » (B.). L’adulto somiglia a quello del 7. /ewcomelas, ma: ne differisce per avere il dorso bruno, la coda superiormente cenerino-plumblea ed il becco nero. Il giovane ha le parti inferiori bianche, macchiate di bruno; alla maniera ordinaria dei tordi giovani, e le piume delle parti superiori con macchie longitudinali mediane rossigne. Questa specie somiglia al 7. Zeucomelas, ma ne differisce per avere il becco nero, la macchia gulare bianca molto cospicua, il dorso olivaceo= bruno e la coda cenerina. 3. Turdus rufiventris, Vieill.; Salvad., 1. c. a (24) 3 ad. Campo Santo, settembre 1895. « Becco grigio-verdognolo, in= feriormente corneo, marginato di giallo; iride bruna; piedi cornei » (B.). — d. (375) 2 ad. San Lorenzo (Jujuy), maggio 1896 « Becco giallo corneo; iride bruna; piedi grigio cornei » (B.). 4. Turdus fuscater, D’Orb. et Lafr.; Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 4. — Turdus fuscatus (sic.), Sclat. et Salv., P. Z. S. 1879, p. 591 (Bolivia). — Merula fuscatra, Seebh. Cat. B. v, p. 213. a (12) 9, Campo Santo, settembre 1895 « Becco giallo ocra; iride castagno chiaro; piedi giallo-solfino. Ucciso in un aranceto » (B.). — 0 (560) g' ad. Tala, luglio 1896 « Becco giallo-arancio; iride bruna; piedi gialli » (B.). — c. (489) Q (2) Tala, luglio 1896 « Becco giallo carota ; iride bruna; piedi gialli » (B.). Nessuno degli esemplari suddetti ha il becco così lungo, come è indi- cato dal Seebohm (/. c.). SO E 5. Mimus modulator (Gould); Sharpe, Cat. B. vi, p. 347 (Bolivia); Salvad. 1]. c. p. 2. a (128) 3° San Francisco, dicembre 1895 « Becco nero colla base della man- dibola chiara; iride grigio-giallognolo; piedi grigio-bruni » (8.). — 5 (329) gf Caiza, marzo 1896 « Becco nero ; iride grigio-giallognolo; piedi grigio-scuro. » — c (503) J' Tala, luglio 1896 « Becco e piedi neri; iride gialla » (B). 6. Mimus triuwrus (Vieill.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 592 (Bolivia); Salvad. d“ e. pe2. a (286) 4" Caiza, marzo 1896 « Becco nero; iride grigio-giallognolo; piedi neri » (B). — è (292) g° Caiza, Marzo 1896. — c (297) g° Caiza, marzo 1896 « Becco nero, colla mandibola grigia; piedi grigio-nero » (B.). — d (298) 9 Caiza, marzo 1896. — e (324) J' Caiza, marzo 1896 « Comparve in autunno, al principio di marzo. Comunissimo » (B.). Gli esemplari suddetti differiscono fra loro per la estensione del bianco sulle remiganti secondarie, maggiore in alcuni, forse più adulti, che non in altri. 7. Polioptila dumicola (Vieill.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 592 (Bolivia); Salvad. I. c. | a, a' (5, 27) 3° Campo Santo, settembre 1895. — d-h (158 J', 265 9, 276 J, 277 3, 296 9, 314 J') Caiza, gennaio-marzo 1896. « Becco grigio-scuro, colla mandibola grigio-chiaro; iride bruna; piedi grigio-plumbeo » (B.). 8. Troglodytes furvus (Gm.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 593 (Bo- livia); Salvad. l. c. p. 3. a (23) 9 Campo Santo, settembre 1895 « Becco corneo chiaro; iride castagna; piedi carnicini. Comunissimo; fa il nido nei fori profondi dei muri di fango delle vecchie case » (B.). — 8 (76) g juv. San Francisco, novembre 1896. — c, d (105. 116) 7g San Francisco, dicembre. — e (233) g° Caiza, febbraio. — g, (551, 579) J'9 Tala, luglio 1896. Due esemplari (76,233) non hanno le macchie bianche sulle piume del groppone e sembrano giovani. 9. Parula pitiayumi (Vieill.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 593 (Bo- livia); Salvad. 1. c. p. 3. a (117) 9 San Francisco, dicembre 1895 « Becco nero-bruno colla mandi - bola bianca giallognola ; iride castagna; piedi carnicini » (B.). — 0, c (264, 274) 99 Caiza, febbraio 1896. — d (323) g' Caiza, marzo 1896. — e (420) 9 San Lo- renzo, maggio 1896. — 7. Senza cartellino. 10. Geothlypis velata (Vieill.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 594 (Bolivia); Sharpe, Cat. B. x, p. 363, pl. 1x, fig. 5; Sclat. et Huds. Argent. Orn. I. p. 20. — Geothlypis canicapilla (Sw.); Berl. J. f. O. 1887, p. 114, n. 12. a (37) 3° Aguairenda, novembre 1895 « Becco nero mandibola bianchiccia coll’apice nero, iride grigio bruna; piedi carnicini » (B.). — è, c (360, 280) TL Caiza, marzo 1896. 1]. Basileuterus bivittatus (d'Orb. e Lafr.); Sharpe, Cat. B. x, p. 491. a, è (425, 429) gg San Lorenzo, maggio 1996 « Becco bruno-nero; iride bruna; piedi gialli » (B.). Specie nuova per l'Argentina. — i} — 12. Setophaga brunneiceps, D’Orb. et Lafr.; Sharpe, Cat. B. x, p. 428; Sclater et Huds., Arg. Orn. I, p. 21. a, b (387, 422) 3 San Lorenzo, maggio 1896 « Becco nero; iride castagna; piedi neri; si nutre di vermi » (B.). — (632) J Lesser (Salta), settembre 1896. 13. Vireosylvia chivi (Vieill.); Salvad., 1. c. p. 3. a (71) g San Francisco, novembre 1893 « Becco grigìo oscuro colla man- dibola chiara; iride grigio-bruna; piedi grigio-piombo » (B.). Nuova per la Bolivia. 14. Cyelorhis viridis (Vieill.); Salvad., ]. e. p. 3. a, b, c (548, 601, 613) gg. — d, e, f (549, 599, 600) 99 Tala, luglio- agosto 1896 « Becco grigio-nocciola colla base della mandibola grigio-perla.; iride giallo-ranciato più o meno chiaro; piedi grigio-perla, o plumbei » (B.). 15. Procne furcata, Baird; Sharpe, Cat. B. x, p. 175; id. Mon. Hirund. II, p. 459, pl. 89. — Procne purpurea, Sclat. et Salv. (nec Linn.?), P. Z. S. 1879, p. 173 (Bolivia). a, bd (202, 206) JT ad. Caiza, febbraio 1896 « Becco nero; iride grigio- bruna; piedi grigio neri » (B.). — € (60) 9 Aguairenda, novembre 1895. — d, e (204, 205) 99 juv. Caiza, febbraio 1896 « Piedi grigio-plumbei » (B.). 16. Procne chalybea (Gm.); Sharpe, Cat. B. x, p. 178; id. Mon. Hirund. Il, p.. 473, pl. 92. a (203) 9 Caiza, febbraio 1896 « Becco nero; iride grigio-bruna; piedi grigio-plumbei » (B.). Determinata dallo Sharpe. 17. Atticora cyanoleuca (Vieill.); Sclat. et Salv., P. Z. S. 1879, p. 595 (Bolivia); Berl. J. f. O. 1887, p. 114; Sclat. et Huds. Argent. Orn. 1, p. 33; Sharpe, Mon. Hirund. 1, pl. 99. a, 6, c, d (331, 332, 333, 331) 7J, 2 juv. Caiza, marzo 1896 « Becz0 nero; iride castagna; piedi grigi-bruni » (B.). Nessuno dei quattro esemplari è adulto; in tutti la base del sottocoda è bianca e quindi pare probabile che essi appartengano alla forma che è stata distinta col nome di Alticora patagonica, Baird. « Nidifica entro profondi cunicoli scavati nelle ripe scoscese dei tor- renti. Partirono da Caiza al principio di Aprile » (2.). 18. Atticora fucata (Temm.); Sharpe, Cat. B. x, p. 188; Berl. J. f. 0. 1887, p. 114; Sclat et Huds. Argent. Orn. I, p. 35; Sharpe, Mon. Hir. 1, pl. 101. a (254) 9 Caiza, marzo 1896. « Becco nero; iride bruna; piedi grigio- bruni » (B). e Il pileo è di colore bruno-nericcio tinto di rossigno, nettamente separato dal rossigno cannella delle gote e del collare cervicale. Nuova per la Bolivia. 19. Euphonia chlorotica (Linn.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 598 (Bolivia); Sclat. Cat. B. x1, p, 64. — Euphonia chiorotica serrirostris, Berl. J. f. O.. 1887. pp. 6 e 114. a, db. c (240, 239, 241) 3 ad. 3 juv. £ Aguairenda, febbraio 1896 « Becco grigio-oscuro, mandibola chiara; iride bruna; piedi grigio-neri » (B.). — e 20. Tanagra sayaca (Linn.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p.:600 (Bolivia); Salvad. l. c. p. 4. a, 6 (3, 11) 9g Campo Santo, settembre 1895 « Becco e piedi grigi; iride castagna » (B.). — e, d (58, 59) 79 Aguairenda, novembre 1895 « Becco grigio- oscuro colla base perlacea, mandibola grigio-perla; iride castagna; piedi grigi - plumbei. Il ventriglio della femmina era pieno di semi » (B.). — e, f (147, 275) 99 Caiza, febbraio, marzo 1896. — 9g, f (386, 395) 97 San Lorenzo, maggio 1896. Le femmine ed i giovani hanno il colorito volgente alquanto al ver- dognolo. 21. Tanagra honariensis (Gm.); Salvad. 1. c.p 4. — Tanagra striata, Sclat. et Salv. P.Z.S. 1879, p. 600 (Bolivia). a(337) g' ad, Caiza, marzo 1896 « Becco superiormente nero, inferiormente biancastro; iride rosso-bruno; piedi grigio ferreo » (B.). — (4) 9 Campo Santo, settembre 1896. — c, d, e (156, 294, 338) 9? Caiza, gennaio, febbraio, marzo 1896. — 7, 9 (293, 300) g'juv. Caiza, febbraio 1896 « Iride giallo-bruno » (B.) — h, è, j, k (563-566) TL Tala, luglio 1896. Gli esemplari di sesso mascolino 7, 9, senza dubbio giovani, somi- gliano alle femmine, ma hanno i colori un po’ ‘più vivi, specialmente il colore rossigno del petto. 22. Pyranga azarse, d’Orb.; Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 601 (Bo- livia); Salvad., l. c. p. 4. a (54) J" Aguairenda, novembre 1895 « Becco grigio piombo colla man- dibola più chiara; iride giallo-bruna; piedi grigio piombo » (B.). — d5(91)g San Francisco, novembre ‘:1895. — e (443) gY° San Lorenzo, maggio 1896. — d, e (516, 518) TT, f, 9 (510, 517) 99, A (687) Tala, luglio, settembre 1896. I.primi tre esemplari, sebbene adulti, conservano qualche piuma giallo- olivastra dell’abito giovanile. L'ultimo esemplare somiglia alla femmina, ma ‘ha il giallo della fronte e della gola tinto di rosso, e perciò è da credere che sia iun maschio giovane. 23. Chlorospingus albitemporalis (Lafr.); Sclat. et Salv., P. Z.S. 1879, p. 602 (Bolivia); Sclat. Cat. B, xI, p. 239. a, è (410, 411) 99 San Lorenzo, maggio 1896 « Becco nero; iride bruna- rossiccia; piedi grigi-plumbei » (B.). Nuovo per l'Argentina. 24. Buarremon borellii, nov. sp. a (418) g° San Lorenzo, maggio 1895 « Becco nero; iride giallo-bruna; piedi grigio carnicini » (B.). ho Buarremon B. torquato (Lafr. et D’Orb.) et HB. assimili (Boiss.) similis; differt ab illo fascia pectorali nigra, ab altero superciliis conspicue albis et margine carpali laete flavo. ; Capite nigro, superciliis et macula medio fronlis albis, fascia ver- ticali cinerea; corpore reliquo supra otivaceo ; lateribus colli cinerets, collo anlico, peclore abdomineque medio albis; lateribus et subcau- dalibus brunneo-olivaceis, alis caudaque supra olivaceis, subtus fuscis; -- dea margine carpali flavo-citrino ; subalaribus otivaceîs, « rostro nîgro; pedibus carneis, irîde brunneo-flava » (B.). Long. tot. 0,170; al. 0,078; caud. 0,070; rostri culm. 0",013; tarsi 0",026. 25. Buarremon fulviceps (D'Otb. et Lafr.); Scelat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 603 (Bolivia); Sclat. Cat. B. xt, p. 270. — Emberiza fulviceps, D’Orb. Voy., Ois. p. 362, pl. 46, f. 2. a, bd, © (620, 621, 622) TT d, e (637. 639) TP f, 9 (648, 649) 9,9. Lesser (Salta) settembre 1896 « Becco grigio-nero o nero; iride rosso-bruna, piedi grigio-bruni » (B.). Gli esemplari suddetti corrispondono in tutto alla figura citata del D’Orbigny. Questa specie, rara nei Musei, è nuova per l'Argentina. 26. Arremon orbignyî, Sclat.; Sclat et Salv. P. Z. S. 1879, p. 603 (Bolivia); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 4l. a (47) 9 Aguairenda, novembre 1895 « Becco nero, marginato di giallo, mandibola ranciata; piedi grigi » (B.) — 0 (685) gY° Tala, settembre 1896 « Becco giallo col culmine nerastro; iride bruna-rossiccia ; piedi grigi giallognoli » (B.). 27. Saltator cserulescens, Vieill.; Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 603 (Bolivia); Salv., l.c. p. 4. a (178) 3° ad. Caiza, febbraio 1890 « Becco nero, iride giallo-bruno; piedi grigio ferro » (B.). 28. Saltator fulviventris, Lawrence; Ann. Eye. N: H. New York, vilt, p. 41 (Paraguay) (1864); G. R. Gr. Hand-List, 11, p. 75, n. 7098 (1870); Gicb. Thes. Orn. 11, p. 445 (1877); Berl. Journ. f. Orn. 1887, p. 3; id. Pr. U. S. Nat. Hist. Mus. vii, p. 564 (1888) (= caerulescens, Vieill. juv.!) (1). a (403) 2 ad. San Lorenzo, maggio 1896 « Becco grigio-ferro; mandibola giallognola; iride bruno-rossiccia; piedi grigio-plumbei » (B.). Saltator $. cacrulescenti Vieill. similis, sed gastraeo toto; a.gula usque ad crissum, rufescente. i Notaeo fere toto griseo-olivaceo, capile supra griseo, macuta utrin- que frontali el superciliis albidis; laenia utrinque gutari stricta nigra; gula et gastraco reliquo rufescentibus, fasciu obsoleta subgullurati transversa taleribusque via olivaceo-tinclis; alîis fuscis, remigibus pri- mariis fuscis, griseco marginatis; tectricibus alarum minoribus griseis, albido marginatis;s margine carpali albido ; subalaribus rufescentibus; margine interno remigum albido; cauda fusca, olivaceo br'unneo tincta; « rostro griseo-chalybeo, mandibula flavida,; pedibus griseo- plumbeis, iride brunneo-rufescente » (B.). Long. tot. circa 02,230; alae 0",105; caud. 0,100; rostri culm. 0",018; tarsi 0",029. Il tipo di questa specie, descritto dal Lawrence, è senza dubbio un esemplare giovane; invece l'esemplare raccolto dal Borelli è certamente adulto non avendo traccia di giallognolo nè sui sopraccigli, nè sul margine (1) Tutte queste citazioni mancano nel volume xI del Catalogue of Birds in the British Museum. fear carpale, come nei giovani delle specie affini; intoHre esso non ha traccia di olivastro sulle piccole cuopritrici delle ali, che sono grigie, marginate di perlaceo. 29. Saltator aurantiirostris, Vieill.; Salvad., l. c. p. d. a (36) £ Campo Santo, settembre 1895 « Becco superiormente bruno, infe- riormente giallo marginato di brun»; iride grigio-bruna; piedi grigio-ferro ; si nutre di semi » (B.). — è (504) g* ad. Tala, luglio 1896 « Becco giallo-ran- ciato ; iride giallo-bruno; piedi grigio-plumbeo » (B.). — c (587) 9 Tala, agosto 1896 « Becco giallo; iride bruna; piedi grigi » (Bi). Ambedue le femmine hanno il becco alquanto bruniccio. 3). Pheucticus aureiventris (D’Orb. et Lafr.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 604 (Bolivia); Sharpe, Cat. B. XII, P. 55; Sclat. et Huds. Argent. Orn. I, p. 43. a (404) g'juv. San Lorenzo, maggio 1896 « Becco nero, inferiormente bianco sudicio; iride bruna; piedi grigio-plumbeo » (B.). — d (448) juv. San Lorenzo maggio 1896 — c (530) g' Tala, luglio 1896 — d (695) 9 Cordigliera di San Pablo (Tucuman), ottobre 1896 « Becco grigio-nero, mandibola grigio-plumbeo ; iride castagna; piedi grigio-plumbeo » (B.). L'ultimo esemplare soltanto ha la gola nera, sebbene sia indicato come femmina! 3); Guiraca argentina, Sharpe; Salvad. l. c. p. 5. a, 6 (369, 442) J9 San Lorenzo, maggio 1896 — e (312) 9 Caiza, marzo 1896 « Becco grigio nero; iride castagna; piedi neri » (B.) — d, € (477, 588) QgJ Tala, luglio, agosto 1896 « Piedi grigi-bruno » (B.). Non trovo differenze fra l'esemplare di Caiza e quelli dell’ Argentina. Specie nuova per la Bolivia. 32. Spermophila crerulescens (Vieill.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 904 (Bolivia); Salvad., |. c. p. 5. a (56) Jg'° Aguairenda, novembre 1895. « Becco grigio-perla marginato di giallo citrino; iride castagna, piedi grigi plumbei » (B.). — 5, c (302, 303) Sg Caiza, marzo 1896. 33. Spermophila lineola (Linn.); Sclat. et Salv. P.Z.S. 1879, p. 604 (Bolivia); Salvad. I. c. p. 5. a (62) g' San Francisco, novembre 1895. — 0 (136) 7° Aguairenda, gennaio 1896. « Becco nero, iride grigio-bruna; piedi grigio-ferro » (B.). La fascia bianca frontale nel primo esemplare è molto più larga che non nel secondo. 34. Catamenia analis (D’Orb.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 606 (Bolivia); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 57. — Spermophila analis, Sharpe Cat. B, xt, p. 106. o a (657) 9 Salta, settembre 1896. « Becco grigio-oscuro colla mandibola gialla; occhi bruni; piedi grigi-neri » (B.). 35. Paroaria cucullata (Lath.); Sharpe, Cat. B. xt, p. 809 (Bolivia); Salvad., ì. c. p. 6. a, b (199, 218) 99 Caiza, febbraio 1896. « Becco grigio chiaro, oscuro alla base, mandibola bianco sudicio; iride grigio-bruna; piedi grigio-plumbei » (B.)» Sig 36. Coryphospingus cristatus (Gm.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 603 (Bolivia); Salvad., l. c. p. 6. a, b, c, d (38, 39, 40, 61) JJ, 9 Aguairenda, novembre 1895. — e (75) g° San Francisco, novembre 1895. — 7, 9, h (145, 175, 200) JJ, q Caiza, gennaio, febbraio 1896. — è, j (390, 465) g'9 Sin Lorenzo, maggio, giugno 1896. 37. Volatinia jacarini (Linn.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 605 (Bo- livia); Sharpe, Cat. B. xI, p. 152. a (146) J' Caiza, gennaio 1896. « Becco nero bruno, mandibola grigia; iride castagna; piedi grigi-oscuri » (B.). — è (92) 9 San Francisco, novembre 1895 « Becco nero, mandibola grigia-chiara; iride castagna; piedi grigi-oscurì » (B.). Cuopritrici inferiori delle ali e base del vessillo interno delle remiganti bianche. 38. Lophospingus pusillus (Burm.); Salvad., l. c. p. 6. a (474) £ Campo Santo, giugno 1896. Differisce dal maschio della precedente collezione Borelli per avere il pileo, il ciuffo e i lati della testa di color bruno anzichè nero, e la gola bianchiccia senza la grande macchia nera. 39. Poospiza hypochondriaca (D’Orb. et Lafr.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 105 (Bolivia); Sharpe, Cat. B. xII, p. 636. — Emberiza hypo- chondriaca, D’Orb. et Lafr. Voy., Ois. p. 361, pl. 45, f. 1. — Zonotrichia hy- pochondria, Sclat. et Huds. Arg. Orn. I, p. 60 (Mendoza); Holland, Ibis, 1897, p. 166 (Argentina). a (372) J' juv. Tala (Salta, agosto 1896. « Becco grigio-oscuro, iride bruna; piedi grigio-oscuro » (B.). Esemplare giovane, differente dagli adulti per mancare della fascia pettorale trasversa grigia e pel bianco all'apice delle timoniere più ri- stretto e confinato alle tre esterne. 40. Poospiza melanoleuca (Vieill.); Sclat. et Salv., P. Z. S. 1879, p. 605 (Bolivia); Salvad. |. c. p. 6. i a (13) 9 Campo Santo, settembre 1895. « Becco e piedi grigio-oscuro ; iride castagno-chiaro » (B.). — d (135) 9 Caiza, gennaio 1896 « Becco grigio-nero, mandibola grigio-ardesia; iride ranciata; piedi grigio ardesia » (B.). — € (372) J° San Lorenzo, maggio 1896. « Becco nero ; iride rosso fiamma; piedi grigi piumbei » (B.). — d, e, f (561, 570, 609) 9g Tala, agosto 1896. 4i. Poospiza withei, Sclat.; Salvad., 1. c. p. 4 a, b, c, d (507, 519, 583, 584) JT, 9 Tala, luglio 1896 « Becco grigio-oscuro colla mandibola perlacea; iride bruna j piedi grigi-bruni » (8.). La figura del maschio, data dallo Sclater, P. Z. 5. 1883, pl. Ix, fig. 1, mostra il mento più estesamente bianco di quello che non sia nel maschio adulto n. 583. La figura della femmina, tav. citata fig. 2, è pure ine- satta, mancando del bianco sul mento e lungo-la stria malare, inoltre la gola e il petto sono nell’esemplare 584 di color castagno molto più vivo. 4:. Poospiza erythrophrys, Sclat. Ibis, p. 599, pl. xv, fig. 1; Sclat. et Huds. Arg. Orn. I, p. 50. Lo 9 | fio a, bd (623, 629) 9J' Tala, agosto 1896 « Becco grigio-nero colla mandibola perlacea; iride bruna; piedi grigio-bruni » (B.). — c, d (641, 647) Y9 Lesser (Salta), settembre 1896. 43. Poospiza torquata (D’Orb. et Lafr.); Sclat. et Salv., P. Z. S. 1879, p. 605 (Bolivia); Sharpe, Cat. B. xII, p. 645. — Sclat. et Huds. Arg. Orn. I} pool: a (618) g' Tala, agosto 1896 1896 « Becco nero colla mandibola grigio- bruna; iride bruna; piedi neri » (B.). 44 Zonmotrichia pileata (Bodd.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 606 (Bolivia); Salvad. l. c. p. 7. a (266) 9 Caiza, febbraio 1896 < Becco grigio, mandibola colla base giallo rosea; iride giallo-bruna; piedi carnicini » (B.). — 6 (306) 9juv. Caiza, marzo 1896 « Iride bruna » (B.). — c (466) g° San Lorenzo, giugno 1896 — d (686) J' Tala, settembre 1890. 45. Saltatricula multicolor, Burm.; Salvad., 1. c. p. 7. a-f (161, 162, 251, 208, 309, 325) JT, 99 Caiza, gennaio, febbraio, marzo, 1896 « Becco grigio-bruno marginato di giallo, mandibola gialla; iride grigia- bruna; piedi grigi-plumbei » (B.). — 9; h (434, 467) YL San Lorenzo, maggio, giugno 1896. Nuova per la Bolivia. 46. Embernagra olivascens (D’Orb. et Lafr.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. I, p. 63. i a, b, c, d (501, 559, 578, 684) JJ Tala, luglio, agosto, settembre, 1896. « Becco ranciato col culmine grigiastro; iride giallo-bruno; piedi gialli » (B.). 47. Hoemophila whitei (Sharpe); Salvad., |. e. p. 7. a (625) ZJ° Lesser (Salta), settembre 1896. « Becco grigio-nero colla man- dibola bianchiccia alla base; iride bruna; piedi grigio-bruno chiaro » (B.). 48. Chrysomitris feterica (Licht.); Salvad., 1. c. p. 7. a (1)g Campo Santo, settembre 1895 « Recco grigio-nero colla mandibola più chiara; iride castagno-oscura; piedi grigio-nero » (B.). 19. Sycalis arvensis (Kittl.); Sharpe, Cat. B. xII, p. 382. — Sycalis luteota (partim) Sclat. ‘et Huds. Arg. Orn. 1, p. 69. a (535) J Tala, luglio 1896. « Becco e piedi grigio-bruni, iride bruna » (B.). 50. ‘Sycalis pelzelmi, Sclat.; Sharpe, Cat. B. x11, p. 300 (Bolivia); Salvad. li @SpeTa a (281) J' Caiza, febbraio i896 « Becco bruno-grigiastro; iride bruna » (8.). + ‘b, c, d, e (489, 505, 506, 534) gg, g Tala, luglio 1896. 51. Cassicus albirostris (Vieill.); Salvad. 1, c. p. 7. a (597) Y Tala, agosto 1896. « Becco bianco-grigiastro; iride bianca-gri- giastra; piedi grigio-neri » (B.). 52. Molothrus bonariensis (Gm.); Salvad. 1. c. p. 6. a (310) g' jun. in muta, Caiza, marzo 1896. — d, c (369, —) 9 Caiza. — d, e (201, 242) 99 Caiza, febbraio 1896. — f (159) g juv. Caiza, gennaio 1896. — g (645) g Lesser (Salta) settembre 1896. « Becco nero; occhi castagni; piedi neri » (B.). Gli esemplari suddetti sembrano riferibili al Mo/otRrus bonartensis — 1 — (Gm.), al quale, secondo lo Sclater (Cat. B. XI, p. 335 nota), sarebbe da riferire pure il Mo/othrus maxiltaris (d'Orb. et Lafr.). 53. Molothrus brevirostris (Lafr. et D’Orb.); Salvad. 1. c. p. 8. a (226) 9 ad. Caiza, febbraio 1896. « Becco nero; iride bruna; piedi neri ». (B.). — è (313) ? in muta Caiza, marzo 1896. « Becco grigio-nero » (B.). — c (521) 9 Tala, luglio 1896. È Il secondo esemplare somiglia moltissimo alla figura del giovane che sì trova nell’opera « Argentine Ornithology » PI. vI, fig. 2. Nuovo per la Bolivia, 54. Leistes superciliaris (Bp.); Sclat. et salv. P. Z. S. 1879, p. 608 (Bolivia); Salvad. 1. c. p. 8. a, d (364, 347)g, g juv. Caiza. » Becco grigio-bruno, mandibola bianco- sporco; irtde gialla-bruna; piedi grigi-bruni » (B.). 55. KHeterus pyrrhopterus, Vieill.; Salvad. 1. c. p. 8. a, 6 (6, 8) Tg Campo Sauto, settembre 1895. — c, d (341, 345) Ji Caiza, marzo 1896. — e (433) 9 San Lorenzo, maggio 1896. « Becco nero; iride ca- stagna; piedi grigi-plumbei » (B.). — Y (539) g7 Tala, luglio 1896. 56. Cyamnocorax chrysops (Vieill.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 609 (Bolivia); Salvad. 1. c. p. 9. a (307) g' Caiza, marzo 1895. « Becco nero; iride giallo-chiaro ; piedi neri » (B.). 57. Myiotheretes striaticollis (Sclat.); Sclat. et Salv. P. Z. S 1879, p. 610 (Bolivia); Sclat. Cat. B. xIv, p. 9. a, d (640, 646) 99 Lesser (Salta), settembre 1896. « Becco nero; iride bruna; piedi neri » (2B.). Nuovo per l'Argentina. Si noti che gli esemplari suddetti differiscono alquanto da altri due del Perù e della Nuova Granata, per avere il colore cannella delle re- miganti primarie esteso anche sul vessillo esterno, ove resta soltanto un sottile margine bruno-nero; inoltre ambedue presentano la prima remi- gaute smarginata presso l'apice del vessillo interno. 58. Toenioptera murina (D'Orb. et Lafr.); Sclat. et Huds. Argent. Orn. 1, p. 119; Sclat. Cat. B. xIv p. 15. a, è (439, 168) 99 San Lorenzo, maggio, giugno 1896. « Becco nero-bruno, inferiormente chiaro ; iride rosso-bruno; piedi neri » (B.). — € (514) 9 Tala, luglio 1896. « Becco e piedi grigio-nero, iride grigio-bruno » (B.). 59. Taemnioptera nengeta (Linn.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 610 (Bolivia); Salvad. I. c. p. 9. a (368) 3° Caiza, marzo 1896. « Becco e piedi neri; iride grigia » (B.). 60. Taenioptera :irupero (Vieill.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 610 (Bolivia); Salvad. 1. c. p. 9. a (110) 9 San Francisco, dicembre 1895. « Becco e piedi neri; iride ca- stagna » (B.). 61. Sayornis cineracea (Lafr.); Sclat. et Huds. Argent. Orn. 1, p. 121; t — 12 — Sclat. Cat. B. x1v, p. 34. — Sayornis cineracea latirostris (Cab. et Heine); Berl. J. f. O. 1887p""i31. a, 6 (401, 399) Y'9 San Lorenzo, maggio 1895. « Becco nero; iride bruna; piedi neri grigiastri. Frequenta i torrenti, volando di sasso in sasso, in cerca d’insetti » (B.). — c, d, e, f (543, 542, 596, 607)9, 7g Tala, luglio, agosto, 1896. 62. Fluvicola albiventris (Spix); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 611 (Bolivia): Salvad. 1. c. p. 9. a (268) g' juv. ? Caiza, marzo 1896. « Becco e piedi neri; iride bruna » (B.). Esemplare apparentemente giovane, col nero delle parti superiori al- quanto bruno e senza macchie bianche all’ apice delle grandi e medie cuopritrici delle ali e delle remiganti secondarie. 63. Sisopygis icterophrys (Vieill.); Salvad. |. c. p. 9. a (633) 9 Linn. (Salta) settembre 1896. « Becco nero, iride bruna; piedi neri » (B.). 64. Cmipolegus anthracinus, Heine; Sclat. Cat. B. xIv, p. 44; Sclat. et Huds., Arg. Orn. 1, p. 126; Salvad. l. c. p. 9. a, db, c,d (494, 513, 602, 606) gg Tala, luglio, agosto 1896. » Becco grigio perla colla punta oscura; iride castagna; piedi neri » (B.). — e (650) g° Lesser (Salta) settembre 1896. — 7 (683) 9 Cara-huassi (Salta), settembre 1896. 65. Cnipolegus cinereus, Sclat.; Salv. Ibis, 1880, p. 357, PI. 10. — Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 128; Sclat. Cat. B. xIv, p. 47. a, ò, c (497, 581, 603) Kg Tala, luglio, agosto 1896. « Becco grigio-perla col culmine e l’apice oscuri; iride rosso scarlatto; piedi neri » (B.). — d, e (568, 582) 99? Tala, luglio, agosto 1896. Gli ultimi due esemplari sono simili in tutto ai tre maschi precedenti e tuttavia sono indicati come femmine, forse per non esatta constata- zione dei sessi. 66. Lichenops perspicillatus (Gm.); Salvad. I. c. p. 9. a, è (385, 414) 9, 3 San Lorenzo, maggio 1896. « Becco nero-bruno, infe- riormente giallo-paglia; iride giallo-paglia; piedi neri » (B.). Il secondo esemplare indicato come maschio somiglia alla femmina, e se il sesso è stato indicato esattamente, è da credere che sia un giovane. c (556) J' Tala, luglio 1896. « Becco giallo paglia » (B.). 67. Machetornis rixosa (Vieill.); Salvad. 1. c. p. 10. a (383) g° San Lorenzo, maggio 1896. « Becco e piedi neri; iride rossiccia » (B.). 68. Centrites niger (Bodd.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 134. a, d (545, 536) Y'? lungo il rio Tala, luglio 1896. « Becco nero; iride ca- stagna, piedi neri. » (B.). 69. Euscarthmus viridiceps, nov. sp. — ? Euscarthmus gularis, White (nec Temm.) P. Z. S. 1882, p. 605 (Oran). a (419) g° San Lorenzo, maggio 1896. « Becco nero-bruno; iride castagna; piedi grigio-plumbeo » (B.). Euscarthmus E. GULARI (Temm.) sîmi0is, sed pileo olivaceo, dorso 45 ff = concolori, nec cinereo, fasciis alarum finvis latioribus, colore olivaceo dorsi minus brunnescente, fascia superciliari pallidiore, rostro la- liore, et cauda alisque brevioribus distinguendus. Supra cum pileo flavo-olivaceus, superciltis, lateribus capîtis ac mento rufescentibus, collo antico et corpore subtus albis, lateribus fiavo-tinctîs ; alis fuscîs, remigibus viridi-marginatis, apicibus tec- tricum alarum mediarum el majorum flavo-rufescente terminatis, fascias duas transalares formantibus, subalaribus pallide flavis, mar- gine interno remigum flavido, rectricibus fuscîs, viridi marginatis. Long. tot. circa 108 mm.; al. 40 mm.; caud. 28 mm.; rostri culm. 12 mm.; tarsi 19 mm. Il Berlepsch, che ha esaminatn l'esemplare descritto, e l’ha confrontato con un altro dell’E. gu/ariîs del Brasile, mi ha segnalato le differenze indicate. 70. Eusecarthmus margaritaceiventris (D’Orb. et Lafr.); Sclat. . et Euds. Argent. Orn. 1, p. 136; Sclat. Cat. B. xIv, p. 80. a, 6 (68, 66) gg San Francisco, novembre 1895. « Becco bruno carnicino; iride giallo oro; piedi carnicini » (B.). — e, d, e (258, 322, 261) TY, 9 Caiza, febbraio 1896. « Becco bruno, più o meno grigio; iride gialla; piedi carnicini, talora bruni nocciola » (B.). 71. Phyliomyias berlepschi, nov. sp. a (430) 3° San Lorenzo, maggio 1896. « Becco nero colla mandibola bizn- chiccia; iride bruna; piedi grigi-plumbei » (R.). Phyltomyias P. BURMEISTERI, Cab. et Hein. s77727/78, sed colore vi- ridi nolaei clariore, abdomine laetius viridi-flavo, atis longioribus et cauda breviore diversus. Corpore supra olivaceo, margine frontali atbo-flavido, gastraeo toto flavo, sed collo antico parum otivascente lincto; alis fuscîs, teclricibus olivaceis, mediis et majoribus late olivaceo-flavido marginatis, mar- ginibus remigum, praesertim secundariarum, olivaceis, stricltis; mar- gine interno remigum el subalaribus flavo-sulphureis; cauda fusca, marginibus exlernis rectricum olivaceis; « maxilla fusca, mandibula albida; îride brunnea; pedibus plumbeiîs » (B.). Long. tot 130 mm.; al. 65 mm.: caud. 60 mm.; rostri culm. 8 mm.; tarsi 16 mm. Devo al Berlepsch la determinazione di questa specie e ia indicazione delle differenze fra la medesima e la P. burmeisteri. 72. Stigmatura budytoides (D’Orb. et Lafr.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 613 (Bolivia); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 139. a, b, c, da (278, 247, 279, 353) J', LL Caiza, febbraio, marzo 1896. « Becco nero; iride grigia-bruna; piedi grigi-oscuri » (B.). — e. Esemplare senza cartellino, Caiza. Le femmine non differiscono sensibilmente dal maschio. 73. Serphophaga inornata, nov. sp. a. b, c,d (69, 70, 81, 88) 7J. San Francisco, novembre 1895. « Becco nero; iride bruna; piedi grigio-plumbeo » (B.). Serphophaga S. SUBCRISTATAE (Vieill.) sîm2/îs, sed plumis pilei medii haud eltongatis, area alba obtecta medio pilei nulla, et suba- larîibus margineque interno remigum flavo-citrinis laelioribus di- versa. Pileo sordide griseo-olivaceo, margine frontali et superciltis albidis; collo antico albido, pectore abdomineque pallide fiavîs, alis fuscîis, tectricibus mediis et maioribus late albo-terminatis, fascias duas alares formantibus, remigibus primariis flavido limbatis, secundartis albo marginatis, subalaribus et margine interno remigum pallide flavis, rectricibus fuscis, margine paliîdioribus, apice albido-limbatis. Long. tot. 108 mm.; al. 50 mm.; caud. 45 mm,; rostri culm. 9 mm.; tarsi 18 mm. 74. Serphophaga munda, Berl. — Musicapa cristata, part. D’Orb. Syn. Av. I, p. 52 (Bolivia) (1838). — Musciécapara subcristata, part. D’Orb. ‘Voy., Ois. p. 326 (femelle). — ? Serphophaga verticata, Burm. Journ. f. Orn. 1860, p. 241 (Parana). — Serphophaga subcristata, part., Sclat. Cat. B. xIV, p. 102 (specim. e Cordova et Bolivia) (1890). — Serphophaga munda, Berl. Orn. Monber. 1, p. 12 (Bolivia) (1893). a (290) g° Caiza, febbraio 1896. « Becco nero; iride bruna; piedi grigio- neri » (B.). — d, c (569, 663) gg Tala, agosto, settembre, 1896. Serphophaga S. SUBCRISTATAE (Vieill.) sîm27//7ma, sed notaeo toto ci- nereo, minime olivascente tinclo, et gastraeo toto pure albo, minime favicante. Supra cinerea ; cristae plumis longiuscutlis, nigricantibus, basi albîis ; loris, superciliis et corpore subtus albis, alis nigris, tectri- cibus minoribus cinereo marginatis, medîis et matoribus albo termi- natis, fascias duas transatares praebentibus; remigibus albido mar- ginatlis, margine interno remigum et subalaribus albis; cauda griseo- nigricante, rectricum marginibus externis griseo limbatis; « rostro nigro, pedibus griseo-nigris; iride brunnea » { B.). Long. tot. 110 mm.j al. 50 mm.; caud, 50 mm.; rostri culm. 9 mm.; tarsi 18 mm. Lo Sclater, trattando della S. sudcristata, disse che gli esemplari di Cordova e della Bolivia, aventi le parti superiori grigie e le inferiori di un bianco puro, dovevano probabilmente essere separati specifica- mente; ciò che fu fatto posteriormente dal Berlepsch. 75. Serphophaga nigricans (Vieill.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. I, p. 141; Sclat. Cat. B. xIv, p. 104. a, d (355, 553) J'9. Tala, agosto 1896. « Becco nero; iride bruno-chiara nel maschio, castagna nella femmina; piedi neri » (B.). 76. Sublegatus frontalis, nov. sp. a, b (230, 305) TFT Caiza, febbraio, marzo 1896. « Becco bruno; iride ca- stagna, piedi grigi-plumbei » (B.). Supra griseo-olivaceus fere unicolor, margine frontali stricto et gula griseo-albidis, gastraeo religuo cum subalaribus flavo-sulphureis ; — 15 — alis fuscis, tectricibus mediis et majoribus late fiavido marginatis, primartis via flavido limbatis; pogonio interno remigum avido marginato; cauda fusca; « rostro nigro-brunneo; pedibus grisco- plumbeis, îride brunnea » (B.). Long. tot. circa 130 mm.; al. 67 mm.; caud. 60 mm.; rostri culm. 7 mm.; tarsi 18 mm. Debbo al Berlepsch la determinazione generica di uno degli esemplari suddetti, che egli ha confrontato col S. pla/yrAynchus, dal quale diffe- risce per le parti superiori più olivacee, e per l'addome di color giallo più vivo. Sembra anche che questa nuova specie somigli al S. griseocularîs (Landb.), dal quale differisce per le parti superiori più olivacee, e pel margine frontale bianchiccio, che non trovo menzionato nelle descri- zioni delle specie affini. 27. Myiopatis semifusca (Sclat.), Cat. B, xiv, p. 123 (Bolivia). a (65) 9 San Francisco, novembre 1896. « Becco nero bruno, mandibola carnicina alla base e bruna alla punta; iride grigio-bruna; piedi grigio-ferreo » (B.). Esemplare adulto colle fascie chiare all'apice delle cuopritrici medie e maggiori bianchiccie, senza tinta fulva. Secondo il Berlepsch, che pure ha esaminato l'esemplare suddetto, esso differisce da un altro di Bartica Grove nella Guiana inglese ( WWite/y) per avere il pileo un poco più scuro, più bruniccio, le fascie alari più bianchiccie, l’addome più giallognolo, le ali un poco più brevi, e la coda un poco più lunga, e quindi non è improbabile che esso appartenga ad una specie distinta. Secondo lo stesso Berlepsch, la M. superciliaris (Elainea superciliaris Reinw.) di Bahia è alquanto più bruniceia o rossigna superiormente, e la M. vagae (Tacz.) del Perù è alquanto più verdognola, ha le fascie alari meno distinte, e la gola bianco-gialliccia. 78. Mecocerculus leueophrys (D’Orb. et Lafr.); Sclat. Cat. B. xIV, p. 27. a (616) g° Tala, settembre 1896. « Becco e piedi neri; iride bruna » (B.). — d 634 9 Lesser (Salta), settembre 1896 « Becco e piedi neri; iride gialla ‘bruna » (B.). La femmina è notevolmente più piccola del maschio. Specie nuova per l'Argentina. 79. Elainea viridicata (Vieill.); Berl. J. f. Ò..1887, p. 118; Sclat. et Huds. Argent. Orn. 1, p. 146. — E/aînea placens part. Sclat. Cat. .B. xIv, p. 148 (Bolivia). a, d (64, 80) YJ San Francisco, novembre 1895..« Becco nero bruno.0 grigio nero colla base della mandibola:perlacea; iride grigio bruno; piedi grigi plumbei » (B.). I due esemplari differiscono alquanto fra Joro pel colore della macchia verticale gialla, che nel primo volge all’aranciato; ambedue sono alquanto ie più piccoli di un esemplare probabilmente del Messico ed hanno le parti inferiori di un giallo più vivo. 80. Empidagra suiriri (Vieill.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 614 (Bolivia); Salvad. |. c. p. 10. a (29) 3° Campo Santo, settembre 1895. « Becco nero; iride grigia-bruna; piedi grigio-ferreo » (B). — d (250) 9 Caiza, febbraio 1896. — c (592) g' Tala, luglio 1896. — 4 (613) 9 Lesser (Salta), settembre 1896. 8]. Rhynchocyelus sulphurescens (Spix); Sclat. et Huds. Argent. Ornit. 1, p. 147; Sclat. Cat. B. XIV, P. 168. a (49) 9 Aguairenda, novembre 18935 « Becco nero colla mandibola bian- chiccia; iride e piedi grigi » (B.). i Nuovo per la Bolivia. 82. Pitangus boliviamus (Lafr.); Sclat. Cat. B. xIv, p. 172 (Bolivia); Salvad. 1. c. p. 10. a (336) g' juv. Caiza, marzo 1893. « Becco nero; iride castagno-rossiccia; piedi grigio-neri » (B.). : Esemplare giovane avente appena una traccia di giallo sul pileo. 83. Pyrocephalus rabineus (Bodd.); Salvad. 1. ce. p. 11. a, b, c (365, 366, 339) J'g ad. et juv. Caiza, marzo 1886 « Becco nero bruno; iride bruna; piedi neri » (B.). — d (340) 9 juv. Caiza, marzo 1896. « Becco bruno-scuro; iride bruna; piedi grigi-neri. Comparvero presso Caiza alla fine di Marzo » (B.). — € (655) J' ad. Salta, settembre 1898. L’esemplare d ha la regione anale ed il sottocoda di color giallo pal- lido, distintivo dei giovani; questa cosa non è menzionata nel Catalogue of Birds, XVI, p. 212. Non trovo questa specie annoverata fra quelle della Bolivia! 84. Myiarchus erythrocercus, Sclat. e Salv.; Salvad. 1. c. p. 11. — Myiarchus tyrannulus, Sclat. et Salv. P.Z.S. 1879, p. 616 (Bolivia). a (262) J Caiza, febbraio 1896. « Becco bruno caffè; iride bruna; piedi grigi-oscuri » (B.). — d (371) g° San Lorenzo, maggio 1886. « Becco nero-bruno; iride castagna; piedi neri » (Bi): 85. Empidonomus aurantio-atro-cristatus (D’Orb. et Lafr.); Salvad. |. c. p. 11. — Tyrannus aurantio-atro-cristatus, Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 616 (Bolivia). a (25) g'° Campo Santo, settembre 1895. — , c, d (142, 272, 273) Sd Caiza, gennaio, marzo 1896. « Becco nero, iride grigio-bruna; piedi grigio ferro (B.). 86. Fyrannus melancholicus, Vieill.; Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 616 (Bolivia); Salvad.1. c. p. ll. a, db, c (148, 153, 301) ST, 9 Caiza, gennaio, marzo 1896. « Becco e piedi neri; iride bruna » (B.). Differiscono da due esemplari del Paraguay pel colore giallo delle parti inferiori molto più vivo. 87. Tyrannus pipiri Vieill.; Sclat. et Salv. P. Z.8. 1878, p. 616 (Bo- livia); Sclat. Cat. B. xIV, p. 267. SE a (138) g' juv. Caiza, gennaio 1896 « Becco nero; iride bruna; piedi grigio ferreo » (B.). Esemplare in abito imperfetto, colle prime remiganti non assottigliate all’apice. 88. Milvulus tyrammus (Linn.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 616 (Bolivia); Salvad. 1. c. p. ll. a (133) g' juv. Caiza, gennaio 1896. « Beeco nero; iride bruna; piedi grigio-ferreo » (B.). Esemplare giovane con coda molto breve, senza giallo sul pileo e colle copritrici superiori delle ali marginate di rossigno. 89. Casiornis rubra (Vieill.); Sclat. et Salv. P. Z.S. 1879; p. 618 (Bo- livia); Salvad. l. c. p. 11. a, è (124, 125) JJ San Francisco, dicembre 1885. « Becco nero; iride ca- stagna; piedi grigi-oscuro. Frequentano le cime degli alberi » (B.), Ambedue gli esemplari differiscono da quelli del Paraguay della pre- cedente collezione, per avere il becco un poco più lungo e quasi inte- ramente nero. 90. Ehytotoma angustirostris, d’Orb. et Lafr.; Salvad. 1. c. p. 12. a (589) g° Tala, agosto 1896. « Becco grigio-plumbeo ; iride giallo-bruna; piedi grigio-scuri » (B.). — d (590) 9 Tala, agosto 1896. « Becco e piedi grigi; iride gialla » (B.). — ce (682) J' Cara-huassi (Salta). « Becco grigio-plumbeo colla mandibola bianco-sudicio; iride gialla; piedi grigio-plumbei » (2.). 91. Furmarius rufus (Gm.); Salvad. 1. c. p. 12. a (295) g' Caiza, febbraio 1896. « Becco giallo corneo; iride castagna-ros- siccia; piedi carnicini » (B.). — 6 (232) 9 Caiza, febbraio 1896. « Becco bruno mandibola bianchiccia; iride castagna rossiccia; piedi grigi plumbei » (B.). Non riesco a distinguere gli esemplari suddetti da quelli del Paraguay. Nuovo per la Bolivia. 92. Upucerthia luscinia (Burm.); Salv. Ibis. 80, p. 358 (Salta); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 171; Sclat. Cat. B. xv, p. 20. a, d (275, 576) JP Tala, agosto 1896, « Becco grigio-nero colla mandibola bianco-sudicio; iride bruna; piedi grigi-oscuri » (B.). 93. Cinclodes fuseus (Vieill.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1; p. 172; Sclat. Cat. B. xv, p. a, db (538, 541) gg. — c, d, e (537, 540, 598) 99 Tala, luglio, agosto 1896. « Becco bruno-nero; iride bruna; piedi grigi-bruni » (B.). — 7, 9 (675, 681) Sg Cara-huassi, settembre 1886. 94. Cimelodes bifasciatus, Sclater; Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 173; Sclat. Cat. B. xv, p. 25. a, db, c (672, 673, 674) 99, J' Cara-huassi (Salta), settembre 1896. « Becco. nero-bruno; iride e piedi bruni. L’ho trovato soltanto a Cara-luassi e non pare che scenda a Tala. Frequenta i torrenti » (B.). 9. Leptastenura fuliginiceps (d’Orb. et Lafr.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. I, p. 177; Sclat. Cat. S. xv, p. 37. a, d (508, 615) Tg Tala, luglio, agosto, 1896. Becco grigio-oscuro; iride bruna; piedi grigi, leggermente verdognoli » (B.). — 1808 96. Synallaxis frontalis, Pelz.; Sclat. et Salv. P. Z. 5. 1879, Pi 620 (Bolivia); Salvad. 1.‘c. p. 12. a (382) J° San Lorenzo, maggio 1896. « Becco grigio-piombo; iride rosso vivo ; piedi grigi » (B.). — 8 (63) g' juv. San Francisco, novembre 1895. « Becco nero- nino? iride bruna; piedi grigio-chiaro » (B.). L’adulto è simile ai due esemplari della Colonia Risso, nell’alto Pa- raguay, raccolti dal Borelli, ma ha le ali e la coda alquanto più lunghe. ‘ Il giovane ha la parte anteriore del collo grigiastro, quasi come nel maschio adulto, ma non ha il color castagno sul pileo, che è bruno gli vastro, come il dorso. i 97. Synallaxîs superciliosa, Cab.; Sclat. et Huds. Arg. Orn, 1, p. 178;_ Sclat. Cat. B. xv, p. 4l. ur a (431) 9 San Lorenzo, giugno 1896. « Becco nero, mandibola bianchiccia alla base, nera alla punta; iride grigio-bruna; piedi grigio-chiaro colla parte posteriore del tarso e la parte inferiore dette! dita giallognole » (B.). " L'esemplare suddetto è stato determinato dal Berlepsch; esso ‘ha le sopracciglia giallognole, carattere distintivo della specie, ma ha le parti © inferiori tinte di bruniccio chiaro ed il pileo non nettamente definito, 5 forse per essere una femmina non al tutto adulta. i 98. Symallaxis whitei, Sclat. Ibis. 1881, p. 600, pl. xvir, fig. 2 (figura minus exacta); Sclat. et Huds. Argent. Orn. I, p. 181; id. Cat. B. xv, p. 50. a, 6 (427, 428) 99 San Lorenzo, giugno 1896. « Becco grigio-plumbeo; iride . rosso mattone; piedi giallo-carnicino chiaro » (B.). — ce (384) g' juv. San Lo- renzo, maggio 1896. « Becco nero-bruno; iride grigio-bruna; piedi giallo- paglia » (B.). Il giovane differisce dagli adulti specialmente per la macchia nera sulla gola appena distinta. 99. Symallaxfs phryganophila (Vieill.); Sclat. Cat. B. xv, p. 57 (Bolivia); Salvad. 1. c. p. 12. a (271) 9 Caiza, febbraio 1894. « Becco grigio-corneo; iride gialla; piedi carnicini » (B.). 100. Siptornis striaticeps (d'Orb. et Lafr.); Sclat. Cat. B. xv, p. 63. Synallaxis striaticeps, Salv. Ibis 1880, p. 258 (Salta); Sclat. et Huds. Arg. Orn.3, pi 182; È a, d (515, 584) 7g, c, d, e, f (498, 527, 528, 562) 99 Tala, luglio, agosto 1886. « Becco grigio plumbeo, mandibola bianca-rosea colla punta grigia- ‘ chiara; iride bruna-rossiccia; piedi grigi-verdognoli » (B.). 101. Siptornis orbignyi (Rchnob.); Sclat. Cat. B. xv, p. 65. — Synal- laxis orbignyi Salv., Ibis, 1880, p. 358 (Salta); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 183. a (591) g' Tala, agosto 1886. « Becco grigio-bruno colla mandibola più chiara; iride grigio-bruna; piedi grigi plumbei » (8.). L'esemplare suddetto differisce dalla figura del D'Orbigny (Voy., Ois. p, 245, pl. 17, fig. 2), per diversi rispetti, e specialmente per la regione temporale e per i lati del collo distintamente di colore grigio. Mg pi 102. Siptornis sordida (Less.); Sclat. Cat. B. xv, p. 68. — Synallaxis sordida, Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 184. a (656) 9 Salta, settembre 1896. « Becco nero bruniccio, colla mandibola bianco sudicia; iride grigio-bruna; piedi nero-bruni » (8.). 103. Coryphistera alaudina, Burm.; Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 188; Sclat. Cat. B.. xv, p. 75. » A, è (485, 486) JP Tala, luglio 1896. — c, d (511, 512) 39 Tala, agosto 1896. — e (595) g" Tala, agosto 1896. « Becco giallo corneo; iride bruna; piedi giallo, zafferano » (B.). ] La figura di questa specie (P. Z. S. 1870, pI. 3) è molto inesatta, a- vendo una tinta soverchiamente rossigna, laddove dovrebbe essere grigia; i lati della testa, specialmente la regione sotto l’occhio, non dovrebbero essere. rossicci, ma bianchi argentini. 104. Phacelodomus simcipitalis, Cab.J. f. O. 1883, p. 109 (Tucuman). — Phacelodomus frontalis, Salv. (nec Licht.) Ibis, 1880, p. 359 (Salta). — Phacelodomus rufifrons, Sclat. et Huds. Arg. Orn. I, p. 192; Sclat. Cat. B. XV, p. 89 (partim, Bolivia). a, bd, c (18, 94, 9) TS, 2 San Francisco, novembre 1895. « Becco grigio ‘oscuro, mandibola perlacea; iride grigia; piedi grigi chiari » (B.). — d, e (260, 263) 99 Caiza, febbraio 1896. « Becco grigio-bruno; mandibola grigio perla; iride grigia; piedi grigio perla » (B.). Sotto il nome di Phracelodomus rufifrons lo Sclater ha confuso tre specie, cioè una del Brasile, il vero PY. rufifrons (Max.)(= frontatis, .Licht.), piuttosto piccola e colla coda grigia-olivastra unicolore, come il dorso ; di questa il Museo di Torino possiede un bell’esemplare; la seconda specie è quella dell'Argentina (Ph. sincipitalis Cab.) più grande, ‘colle timoniere mediane brune come il dorso, e colle laterali brune, leg- germente rossigne; e finalmente la terza è il Phacelodomus inornatus, Ridgw. della Venezuela: lo Sclater dice che esso ha meno rossigno sulla fronte; invece il Ridgway lo distingue appunto per mancare completa- mente di ogni traccia di rossigno sulla fronte. Il Museo di Torino pos- siede un individuo cosiffatto © non dubito di affermare che esso appar- tiene veramente ad una specie distinta, da non confondersi col Phace- lodomus rufifrons. 105. Phacelodomus sibilator, Doering; Sclat. et Huds. Arg. Orn. I, p. 192; Selat. Cat. B. xv, p. 81. a (665) 9 Cara-huassi (Salta), settembre 1896. « Becco grigio-oscuro colla mandibola chiara; iride grigio-chiaro leggermente verdognolo; piedi grigio- plumbei » (B.). 106. Phacelodomus striaticollis (D’Orb. et Lafr.); Sclat. Cat. B. xv, p. 82. — Phacelodomus maculipectus, Cab. Journ. f. Orn. 1883, p. 109 (Tu- cuman). — Phacelodomus ruber Sclat. et, Hudson (nec Vieill.) Arg. Orn. I, p. 194. a, 6 (624, 636) JL Lesser (Salta), settembre 1896. « Becco grigio-oscuro colla mandibola perlacea; iride grigia nel maschio, grigio-giallognola nella femmine; piedi carnicini » (B.). per a Un esemplare di Rosario di Santa Fè, nel Museo di Torino, somiglia al Ph. striaticollis, ma è meno rosso sul collo e sul petto, non ha la tinta cannella sulle ali ed anche la coda è meno rossigna; forse appar- tiene ad una specie distinta. Secondo il Berlepsch (în 277.) la identità del P. strialicollis (D’Orb. et Lafr.) col P. macutlipectus, Cab. non è al tutto certa. 107. Phacelodomus ruber (Vieill.); Sclat. Cat. B. xv, p. 80 (1890). — Anumbius ruber, D'Orb. et Lafr. Syn. Av. I, p. 18 (1838). a (440) 3° San Lorenzo, Giugno 1896. « Becco grigio-oscuro, mandibola perlacea; iride giallo oro; piedi grigio-perla » (B.). L’esemplare suddetto è stato determinato dallo Sclater; esso corri- sponde abbastanza bene colle descrizioni del Vieillot e del D’Orbigny e Lafresnaye, ma è notevole per avere distinte macchiette o strie bianche sulla parte anteriore del collo, la quale cosa non è indicata in quelle descrizioni, ed anzi per quel carattere parrebbe dovesse appartenere alla seconda sezione del genere, secondo la chiave dicotomica dello Sclater. Anche il Berlepsch, che ha esaminato l'esemplare, non è al tutto certo che esso sia veramente riferibile alla specie indicata, giacchè avendolo confrontato con un esemplare del Paraguay, esso ne differisce per avere il becco più lungo e più robusto, le ali e la coda più lunghe, il colore rosso cannella del pileo e delle ali più cupo e le strie scapali sui lati del collo molto più cospicue. 108. Anabazenops oleagineus, Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 198; Sclat. Cat. B. xv, p. 106. a, 6, c, d, e (402, 407, 416, 421, 426) gg San Lorenzo, maggio, giugno 1896. « Becco bruno, mandibola bianchiccia; iride castagna; piedi grigio-ver- . dognoli » (B.). — 7 (604) g* Tala, agosto 1896. — g (635) g* Lesser (Salta), settembre 1896. Specie notevole pel colorito giallo-chiaro della gola, delle sopracciglia e delle macchie sui lati della testa e sul petto. Il sottocoda non è im» maculato, come dice lo Sclater, ma ha una stria longitudinale fulva, lungo lo stelo di ciascuna piuma. 109. Kemops rutilus (Licht.); Sclat. Cat. B. xv. p. 1ll. «, è (381, 417) 99 San Lorenzo, maggio 1896. « Becco grigio-bruno, man- dibola bianchiccia; iride bruna; piedi grigio plumbeo » (B.). Ambedue gli esemplari, differiscono da altri due del Brasile per avere le piume delle parti inferiori con strie longitudinali mediane ocracee anzichè bianche, ed i margini delle stesse piume olivacei, anzichè grigi. Tuttavia tanto lo Sclater, quanto il Berlepsch, che li hanno esaminati, LI credono che siano riferibili alla specie indicata, che è nuova per l’Ar- gentina. 110. Sîittosomus erithaceus (Licht.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 622 (Bolivia); Salvad. l. c. p. 12. a (106) San Francisco, dicembre 1895. « Becco nero; mandibola grigio- SIC chiara; piedi grigi-bruni » (B). — 5, c, d (400, 452, 461) gg. — e,.f (383, 453) 99 San Lorenzo, maggio, giugno 1896. « Becco grigio-oscuro;. iride ca- stagna ; piedi neri » (B.). — 9, ” (544. 605) g'g}, Tala, agosto 1896. 111. Drymornis bridgesi, Eyton; Sclat. et Huds. Arg. Orn. I, p. 199, PI. x; Sclat. Cat. B. xv, p. 157. a, db, c, d (484, 577,585, 608) YJ Tala, luglio agosto 1896. « Becco grigio bruno colla base della mandibola bianco-rossiccia; iride bruna; piedi grigio- oscuri » (B.). 112. Xiphocolaptes major (Vieill.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 622 (Bolivia); Salvad. 1. c. p. 13. a (109) Y" San Francisco, dicembre 1895. « Becco grigio-chiaro; iride rossa; piedi grigi-chiari » (B). — è (152) J' Caiza, gennaio 1896. « Becco corneo; iride bruna; piedi grigi verdognoli » (B). — € (172) g° Caiza, febbraio 1876. « Becco corneo; iride bruna; piedi grigi-plumbei »(B). — d (409) g° San Lo- renzo maggio 1896. « Becco grigio-corneo; iride bruna-rossiccia; piedi grigi- giallognoli » (B.). — e, f (529, 536) g'? Tala, agosto 1896. Gli esemplari d e c di Caiza differiscono dagli altri, per avere le piume del pileo marginate di nero all'apice, ed una stria rossigna lungo lo stelo; essi hanno anche le cuopritrici inferiori delle ali fasciate di nero; penso che tali individui debbano essere giovani. Gli altri due di San Francisco e di San Lorenzo hanno il pileo di colore bruno olivastro quasi uniforme, le cuopritrici inferiori delle ali di colore uniforme, quasi senza fascie, e l'addome di color cannella pure uniforme. I due esemplari di Tala differiscono dagli altri, per la testa di colore bruno olivaceo più chiaro, e per la gola più chiara con tinta giallognola. 113. Picolaptes angustirostris (Vieill.); Sclat. et Huds. Argent. Orn. I, p. 201; Sclat. Cat. B. xv, p. 155 (Bolivia). a, 6, c,d(77, 97, 114. 112) g'g,g San Francisco, novembre, dicembre 1895. « Becco grigio corneo, mandibola carnicina; iride castagna; piedi grigi-chiari » (B.). — e (115) g juv. San Francisco, dicembre 1895. — 7 9, A (140, 144, 1555) Q, Tg Caiza, gennaio 1896. — è, j (3x9, 408) gg San Lorenzo, maggio 1896. — K& (483) 9 Tala, luglio 1896. 114. Dendrocolaptes pallescens, Pelz.; Sclat. Cat. B. xv, p. 171 (Bolivia). a (89) J' San Francisco, novembre 1895. Becco bruno-corneo; iride ca- stagna; piedi perlacei » (B.). — è (180) g° Caiza, gennaio 1896. « Becco grigio corneo; iride bruna; piedi grigio-ferreo » (B.). — c (398) g* San Lorenzo, maggio 1896. « Becco grigio corneo; iride castagna; piedi grigi-plumbei » (B.). Il primo esemplare è un giovane, gli altri due sembrano adulti ; tutti si distinguono pel colore bruno olivastro della testa e della cervice e pel colore chiaro del becco. Lo Sclater ha esaminato uno degli esem- plari ed ha confermato la mia determinazione. 115. Thamnophilus major (Vieill.); Salvad. 1. c. p. 13. a (15) 9 Campo Santo, settembre 1895. « Becco nero, mandibola grigio oe petla; iride rossa; piedi grigi-plumbei » (B.). — è (454) gd ‘8hn' L'oretizo, “giugno 1896. « Becco nero colla mandibola grigia-scura » (B.) 116. Thamnophilus maculatus (D'Orb. et Lafr.); Berl. et Jhering, Zeitschr. ges. Orn. 1855, p. 147; Sclat. Cat. B. xv; p. 201. l a, 6 (379, 451) gg San Loser maggio, giugno 1896. « Becco nero, man- dibola grigio-plumbea; iride bruna; piedi grigi-plumbei » (B.). — c, d (412, 441) 99 San Lorenzo, maggio, giugno 1896. « Becco grigio-nero, mandibola grigia-chiara; iride bruno-rossiccia; piedi grigi-plumbei » (B.). — e (48) 9 Aguairenda, novembre 1895. « Iride grigia » (B.). Il Berlepsch (1. c.) ha bene indicato i caratteri distintivi fra questa specie ed il Thamnophilus caerutescens. Specie nuova per la Bolivia. 117, Thamnophilus ruficapillus, Vieill.; Sclat. Cat. B. xv, p. 213; Sclat. et Huds. Argent. Orn. I, p. 204. a (450) 3° San Lorenzo, maggio 1896. « Becco grigio-oscuro; mandibola perlacea, occhi rosso fiamma; piedi grigi-plumbei » (B.). — d (573) 9 Tala, agosto 1896. 118. Formicivora strigilata (Max.); Sclat. et Salv. Exot. Orn. P. 159, pl. 80; Sclat. Cat. B. xv, p. 251. i aisi a ‘(378) J' San Lorenzo, maggio 1896. « Becco nero-bruno; iride bruna; ‘piedi grigio-chiaro alquanto violaceo » (B.). “Simile ad un esemplare del Brasile del Museo di Torino, ma alquanto più grande. Specie rara nei Musei e nuova per l’Argentina. 119. Heliomaster furcifer (Shaw); Salvad. 1. c. p. 13, a (184) J° Caiza, gennaio 1896. « Becco nero; iride castagna ; ‘piedi grigio neri » (B.). — d (388) g? San Lorenzo, maggio 1896. — c (22) 9 Campo Santo, settembre 1895. Sembra nuovo per la Bolivia. 120. Adelomyia imnornata (Gould); Gould, Mon. Troch. 111,'pl, 197; Salv. Cat. B. xvi, p. 172. a (462) 9 (?) San Lorenzo. « Becco nero; iride bruna j piedi grigi oscuri » (B.). L’esemplare suddetto ha piuttosto l’abito di un maschio, anzichè di una femmina, avendo le macchie della gola di color azzurro metaltico. Confrontato cogli esemplari della Bolivia del Museo Britannico, mi seri- vono che esso differisce per avere le parti inferiori molto più rossigne; anche il Berlepsch ha riconosciuto la stessa differenza, ma dubita che sia individuale, e quindi converrà attendere l’arrivo di altri esemplari ‘di Jujuy per decidere se essi appartengano veramente ad una specie distinta. Intanto l'A. 7nornata è nuova per l'Argentina. 121. Chrysuronia ruficollis (Vieill.); Salvad. 1. c. p. 13. — Chrysu- ronia chysura, Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 630 (Bolivia). a (4l) g' Aguairenda, novembre 1895. — è (119) g° San Francisco. — c, d (213, 214) gg Caiza, febbraio 1896. Becco rossiccio colla punta nera; occhi bruni ; piedi grigio-neri » (B.). 122. Eriocnemis glaucopoides (D’Orb. et Lafr.); Salv. Cat. B. xvi, p. 367. a (463) c' San Lorenzo, giugno, 1896. « Becco. nero; iride castagna; piedi... grigi oscuri » (B.). Jisemplare adulto in abito perfetto, similissimo in tutto alla figura dell’ Eriocnemis d’ Orbignyi, Gould, Mon. Troch. Iv, pl. 278. Finora non si conosceva che un solo esemplare di questa specie, il tipo della Bolivia, esistente nel Museo di Parigi. La fronte è nell’esem- plare di San Lorenzo, come nella figura del Gould, e come nella descri-. zione originale del D’Orbigny et Lafresnaye, di siga azzurro acciaio splendente, e non ha traccia di colore violetto, che viene indicato nelle descrizioni del, Gould e dell’Elliot. Specie nuova, per l’Argentina. 123, Chlorostilbon splendidus (Vieill.); Salvad. 1. c. p. 14. a, è (14, 21) gg Campo Santo, settembre 1895. « Becco rosso mattone colla, punta nera; iride castagna; piedi neri » {B.). — c, d, d, e, /,9; h, î (143, 164, 220, 246, 315, 328, 342) JT ad., Caiza. — j (316) 9 Caiza. « Becco nero, mandibola rosso mattone colla punta nera » (B.). — & (464) 9 San Lorenzo. — 2 (20) g' juv. Campo Santo, settembre 1895. « Becco nero, rosso mattone alla base » (B.) — 7 (120) g' juv. San Francisco, dicembre 1896. — x (291) g juv. Caiza, febbraio 1896. — 0:(579) g° Tala, agosto 1896. — p (644) g Lesser, set- tembre 1896. 124. Leucippus chionogaster (Tsch.); Salvad. |. c. p. 14. a (28) g° Campo Santo, settembre 1896. « Becco nero, mandibola rossiccia; iride castagna; piedi neri » (B.). — è (631) (y Lesser (Salta), settembre 1896. — € (669) g° Cara-huassi (Salta), settembre 1896. 125. Sappho sparganura (Shaw); Salvad. l. c. p. 14. a, d (475, 476) JJ Salta, giugno 1896. « Becco nero, iride castagna; piedi neri » (B.). — c, d, e, f, y (496, 520, 531, 532, 614) g Tala, luglio, agosto 1896. — h, m (479, 480, 499, 500, 534, 558) 99 Tala. — n'(630) Y" Lesser (Salta), settembre 1896. — 0, p (668, 667) g9 Cara-huassi (Salta), sett. 1896 (B.). « Trovai due nidi a Cara-huassi, attaccati ai rami del tetto della casa del mio ospite, don Conrado UO ne portai meco uno che ha la solita forma ad imbuto e le spesse pareti intessute di muschi ». (B). 126. Amthrostomus parvulus (Gould); Salvad. 1. c. p. 14. a, d (84, )26) TL San Francisco, novembre 1895. » Becco bruno corneo colla punta nera; iride bruna caffè; piedi grigi carnicini » (B.). — c (52) 2 Aguairenda, novembre 1895. — d, e, f (179, 257, 352) 99 Caiza, gennaio, feb- braio, marzo 1896. « L’esemplare c aveva il ventriglio ripieno di larve di co- leotteri » (B.). Nuovo per la Bolivia. 127. Campophilus leucopogon (Valenc.); Salvad. 1. c. p. 14. — Cam- pophilus boiaeî, Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 631 (Bolivia). si a (50) 9 Aguairenda, novembre 1895. « Becco bianco corneo; iride giallo- paglia; piedi grigi » (B.). — 2, c (98, 99) J'g San Francisco, novembre 1895. — d (287) 9 Caiza, marzo 1896. 123. Ceophloeus lineatus (Linn.); Salvad. 1. c. p. 15. a, b, c (101, 82, 109) JPL San Francisco, dicembre 1895. « Becco grigio» — BA oscuro, mandibola bianco sudicia; iride bianca; piedi grigi » (B.). — d (171) g Caiza, Febbraio, 1896. « Becco grigio-perla » (B.). Gli esemplari suddetti sono notevoli per avere, specialmente le fem- mine, il sottocoda molto nereggiante. Due di queste, , c, hanno anche la gola in gran parte nera, Non trovo questa specie indicata fra quelle della Bolivia. 129. Dendrocopus mixtus (Bodd.); Hargitt, Cat B. xv, p. 259. — Picus mixtus, Berl. J. f. O. 1887. p. 120; Sclat. et Huds. Arg. Orn. tu, p. 19. a (16) g° Campo Santo, settembre 1895. « Becco grigio; iride rosso-ran- ciata; piedi grigio-chiari » (B.). — d, c, d (495, 567, 617) 99 Tala, luglio, agosto 1896. « Becco grigio-nero colla mandibola chiara; iride rosso-bruna; piedi grigi » (B.). Nel maschio la fascia occipitale rossa è continua e le piume del pileo hanno strie bianche sottili lungo lo stelo. Le femmine hanno il pileo e l'occipite interamente bruno nero; soltanto nell’esemplare c si notano alcune brevi strie bianchiccie sulla fronte. 130. Eleopicus olivimus (Malh.). — Dendrobates olivinus, Hargitt, Cat. B. xv, p. 356 (Bolivia); Salvad. I. c. p. 15. a (177) 3° Caiza, febbraio 1896. « Becco grigio-nero; iride rossa; piedi grigio-ferro » (B.). — è (380) 9 San Lorenzo, maggio 1896. « Becco grigio- nero, mandibola grigio-plumbeo; iride bianco-rossiccia; piedi grigi-plumbei » (B.). — c (610) 9 Tala, agosto 1896. Questa specie è stata annoverata dallo Hargitt nel genere Dendro- bates Sw. (1831) che non può essere usato in Ornitologia, essendo stato adoperato precedentemente dal Wagler (1830) per un genere di Anfibi. 131. Chrysoptilus cristatus (Vieill.); Hargitt, Cat. B. xvi, p. 112 (Bolivia); Salvad. 1. c. p. 10. a (139) g° Caiza, gennaio 1896. « Becco nero, iride bruna; piedi grigi-ver- dognoli » (B.). — d (285) 9 Caiza, febbraio 1896. — c, d, e (487, 488, 533) g, 99 Tala, luglio 1896. « Becco grigio-oscuro; iride rosso-bruna; piedi grigio- plumbeo » (B.). I due maschi a e c hanno le fascie nere del sopraccoda trasversali, laddove le tre femmine d, 4, c hanno le stesse fascie arcuate ed on- dulate. 132. Chloronerpes echrysochlorus (Vieill.); Berl. J. f. 0. 1887, pp. 20, 120; Hargitt, Cat. B. xvII, p. 72. a (83) 9 San Francisco, novembre 1893. « Becco nero; iride bianca; piedi verdognoli » (B.). Nuovo per la Bolivia. 133. Chioronerpes rubigimosus (Sw.); Hargitt, Cat. B. xvi, p. 86. — Chloronerpes tucumanus, Cab. J. f. O. 1883, p. 103, Sclat. et Huds. Arg. Orn. ul, p. 21]. a (413) 9 San Lorenzo, maggio 1896. « Becco grigio-nero; iride bruna- rossiccia; piedi grigi-plumbei » (B.). — è, c (492, 493) Y9, d, e (658, 688) 9,g Tala, luglio, settembre 1896. peri LATE 134. Melanerpes cactorum (D’Orb. et Lafr.); Salvad. t. c. p. 16. a, db, c, d (523, 524, 525, 526) JJ, 99 Tala, luglio 1896. « Becco grigio scuro ; iride bruna ; piedi grigio-oscuro, leggermente olivastri » (B.). 135. Leuconerpes candidus (Otto); Salvad. l. c. p. 15. a (394) 9 San Lorenzo, maggio 1896. 136. Picumnus orbignyamus (Lafr.); Hargitt, Cat. B. xv, r 533 (Argentina). a, db (42, 46) Tg Aguairenda, settembre 1895. « Becco nero o grigio plumbeo colla mandibola più chiara; piedi grigi-plumbei » (B.). — c, d (259, 219) g'9? Caiza, febbraio 1896 « iride grigio-bruno » (B.) — e (432) g° San Lorenzo « Iride castagna » (B.). L’esemplare d, apparentemente giovane, ha il pileo nero senza macchie bianche, tranne che sull’occipite. Debbo al Berlepsch la determinazione di questa specie, che sembra nuova per la Bolivia. 137. Momotus nattereri, Sclat.; Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 632 (Bolivia); Sharpe, Cat. B. xvII, p. 322. a (57) J° Aguairenda, novembre 1895 « Becco nero; iride rossa-ranciata; piedi grigi cornei; si nutre d’insetti »(B.). — è, c (67, 121) 7° ad. San Francisco, novembre, dicembre 1895. — d, e (122, 123) juv. San Francisco, dicembre 1895. « Becco nero, punta giallo cornea; iride grigia; piedi carnicini » (B.). — f (376) cg' San Lorenzo, maggio 1890. I due giovani non hanno le due timoniere mediane allungate e spa- tolate come negli adulti, dai quali non differiscono sensibilmente nel colorito. Specie nuova per l'Argentina. 138. Ceryle torquata (Linn.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 632 (Bo- livia); Salvad. 1. c. p. 16. a (327) g' Caiza, aprile 1896. « Becco grigio-corneo colla punta nera; iride castagna-scura; piedi grigi » (2.). 139. Ceryle americana (Gm.); Salvad. 1. c. p. 16. a (522) 9 Tala, luglio 1896. — d, c (626, 642) 99 Lesser (Salta) « Becco nero; iride castagna; piedi neri grigiastri » (B.). 140. Trogon variegatus, Spix; Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 633 (Bolivia); Salvad. l. c. p. 16. a (118) Y° San Francisco, novembre 1895. « Becco bianco sudicio legger- mente verdognolo; iride bruna, palpebre bianche col margine giallo paglia; piedi grigi » (B.). — è (396) 9 San Lorenzo, maggio 1896. « Becco grigio ver- dognolo » (B.). 141. Bucco striatipectus, Sclat.; Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 633 (Bolivia); Salvad. 1. c. p. 17. a, b (7, 17) 99 Campo Santo, settembre 1895. « Becco nero coi margini rossicci; iride gialla; piedi grigi perlacei » (B.) — c (93) San Francisco, no- vembre 1895. — d, e (304, 354) gg Caiza, marzo, aprile 1896. — 7 (586) 2 Tala, agosto 1896. 142. Crotophaga anî, Linn., Salvad. 1. c. p. 17. a (472) 3° San Lorenzo, giugno 1896. Becco nero; iride castagna; piedi neri » (B.). = Ae 143. Guira pirigua (Vieill.); Salvad. 1. c. p. 17. a (471) 9 San Lorenzo, giugno 1896. « Becco aranciato, giallo alla base; iride ranciata; piedi grigi verdognoli » (B.). 144. Diplopterus nmoevius (Gm.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. n, p. 35; Shelley, Cat. B. xIx p. 423. a, h (405, 457) J' ad. J' juv. San Lorenzo, maggio e giugno 1896. « Becco giallo corneo col culmine nero; iride giallo-bruna; piedi grigi plumbei » (B.) 145. Piaya cayana (Linn.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 633 (Bolivia); Salvad. 1. o. p. 17. a, è (87, 113) y7°9 San Francisco, novembre, dicembre 1895. « Becco verde pomo; iride rossa, palpebre grigio-perla, marginate di rosso-cinabro; piedi grigi-chiari » (B.). — c (348) g' Caiza, marzo 1896. — d (447) 9 San Lorenzo, giugno 1896. 146. Coccyzus melanocoryphus (Vieill.); Salvad. 1. c. p. 17. a (45) 3 Aguairenda, novembre 1895. « Becco nero; iride grigio-bruno ; piedi grigi (B.). Nuovo per la Bolivia. 147. Coccyzus cinereus, Vieill.; Sclat. et Huds. Arg. Orn. Il, p. 38, pl. 13. — Shelley, Cat. B. xIx, p. 312. a, è (269, 270) J' juv. 9 ad. Caiza, febbraio 1896. « Becco nero; iride rosso carmino, palpebre cenerine, marginate di rosso cinabro; piedi grigi-chiari » (B.). Nuovo per la Bolivia. 148. Rhamphastos toco (Mill.); Sclat. Cat. B. xIx, p. 120 (Bolivia); Salvad. 1. c. p. 17. a (108) gJ* San Francisco, dicembre 1895. « Becco giallo col culmine e i margini rossi, colla mandibola inferiore rosso-scura e coll’apice della mandibola superiore nero; iride gialla, pelle nuda circumoculare di colore arancio, pal- pebre azzurro-cupo; la palpebra inferiore di colore giallo limone inferiormente; piedi grigi azzurrognoli » (B.). — d, c (248, 262) 7°? Caiza, marzo 1896. 149. Ara auricollis (Cass.); Salvad. 1. c. p. 18. a, d (33, 34) 33 San Lorenzo, ottobre 1895. « Becco nero coll’apice bianco sporco; iride giallo-oro; palpebre bianche; piedi gialli-chiari o carnicini; si nutre di semi » (B.). — c, d, e (397, 415, 470) ?7'9 San Lorenzo, maggio 1896 (B.). Nuovo per l’argentina, ove è comunissimo presso San Lorenzo nella provincia di Jujuy, meno comune era nel Chaco Boliviano. I due primi esemplari, apparentemente giovani, o non perfettamente adulti, hanno il nero della parte anteriore del pileo meno esteso e bru- niccio ; inoltre essi sono alquanto più piccoli degli adulti. 150. Conurus acuticaudatus (Vieill.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. II, p. 42; Salvad. Cat. B. xx, p. 172. a, 6 (9, 10) £7 Campo Santo, settembre 1895. « Becco superiormente roseo colla punta grigio-ferreo, inferiormente grigio-ferreo; palpebre bianche; iride giallo-ranciato; piedi giallo-rosèi; si nutre di semi. Comunissimo nell’Argen- tina, ed anche nel Chaco Boliviano » (B.). siti Vf 151. Conurus mitratus, Tsch.; Salvad. 1. c. p. 18. a, è (481, 482) J'g Tala, luglio 1896. « Becco bianco sudicio, grigio all’a- pice; iride giallo-ranciata; piedi bianco sudicio » (B.). 152. Conurus leucophthalmus (Mull.); Salvad. 1. c. p. 18 (Bolivia). a, b (165, 166) 7g Caiza, gennaio 1896. « Becco carnicino coll’apice della mandibola superiore grigio-oscuro; iride ranciata; piedi grigi carnicini » (B.). 153. Pyrrhura molinze (Mass. et Souancè); Salvad. 1. c. p. 18. — Co- nurus molino, Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 635 (Bolivia). a, è, c ( (102, 104, 107) 99 San Francisco, dicembre 1895. « Becco nero grigiastro, mandibola grigio-chiara, volgente al verdognolo; palpebre bianche; piedi grigi-neri. Si nutre di semi » (B.). — d-9 (131, 132, 136, 183)g7g Caiza, gennaio 1896. — A, è ( (137, 252) 99 Caiza, gennaio, febbraio 1896. — 7, &, 2 (373, 374, 423) 79? San Lorenzo, maggio 1896. Gli ultimi tre esemplari di San Lorenzo, differiscono da quelli di San Francisco e di Caiza, per avere le piume della parte anteriore del collo più chiare, più grigie e colla fascia subapicale bianco-grigiastra molto più pallida. Forse ciò dipende dall’età più giovanile, o dalla muta più recente. 154. Bolborhynchus aymara (D’Orb.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 11, p. 46, pl. Lv; Salvad. Cat. B. xx, p. 234. a (680) J' Cara-huassi (Salta). « Becco bianchiccio; iride castagna; piedi carnicini » (B.). 155. Chrysotis tucumana, Cab.; Salvad. Cat. B. xx, pp. 311, 618; Sclat. Bull. B. O. C. N° xIx, p. 45. a, bd (627, 628) 99 Lesser (Salta), settembre 1896. » Becco bianco sudicio; iride giallo ranciata; palpebre bianco sudicio; piedi grigio-chiaro. Trovai l’in- gluvie piena di infiorazioni simili a quelle di amentacee; questo pappagallo non è raro nella provineia di Salta ove s’incontra in branchi di 15 a 20 individui » (B.). Il primo esemplare, più adulto del secondo, ha il rosso della fronte più vivo e più esteso, le cuopritrici delle remiganti primarie di un rosso più vivo, le piume inferiori delle tibie di color rosso-roseo, marginate di giallo verdognolo e le piume del sopraccoda marginate di rosso-bruno. Il secondo esemplare, evidentemente più giovane, ha il rosso della fronte meno esteso e meno vivo, le cuopritrici delle remiganti primarie di un rosso più pallido, collo stelo e coll’apice verde; le piume inferiori delle tibie hanno appena traccia di rosso, e mancano affatto i margini rosso-bruni alle piume del sopraccoda. 156. Pionus maximiliani (Kuhl); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 635 (Bolivia); Salvad. 1. c. p. 19. a (26) 3° Campo Santo, settembre 1895. « Becco nero colla punta giallognola; iride castagna; palpebre bianche, piedi grigi » (B.). — d, c (90, 108) 9 san Francisco, dicembre 1895. — d, e, f (181, 182, 224) 97 g Caiza, gennaio, feb- braio 1896. — g (611) Tala, settembre i896. « Specie comunissima nel Chaco Boliviano e nella provincia di Salta, ove viene detta Choclero » (B.). i MR Per l’esame degli esemplari suddetti sono tratto a confermare l’iden- tità del Pionus lacerus, Heine, col P. marimiliani. 157. Scops brasilianus (Gm.); Sharpe, Cat. B. 11, p. 108 Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 636 (Bolivia); Berl. J. f. O. 1887, pp. 27, 122; Sclat. et Huds. Arg. Orn. I, p. Ddl. a (151) 9 Caiza, gennaio 1896. « Becco grigio verdognolo colla cera più oscura; iride giallo paglia; piedi giallo-corneo » (B.). 158, Speotyto cunicularia (Mol.); Sharpe, Cat. B. I, p. 142; Sclat. et Huds. Arg. Orn. I, p. 52. a, è, c (318, 319, 367) Y'H' Caiza, marzo 1896. « Becco grigio-verdognolo chiaro; iride gialla; piedi superiormente verde oliva chiaro, inferiormente gialli » (B.). — d (619) J' Tala, agosto 1896. L'ultimo esemplare ha il colorito bruno delle parti superiori meno grigio e più rossigno. Non trovo questa specie menzionata della Bolivia. 159. Glaucidium ferox (Vieill.); Sharpe, Cat. B. 11, p. 200. a (550) 9 Tala, agosto 1896. « Becco e piedi verdognoli; iride gialla » (B.). L’esemplare somiglia grandemente alla Planche Coloriée 344, Nuovo per l'Argentina. 160. Circus cinereus (Vieill.); Sharpe, Cat. B. 1, p. 56; Gurney, List Diurn. B. of Prey, p. 20; Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 57. a (502)9 juv. Tala, luglio 1896, « Becco grigio-corneo; cera giallo-limone; iride gialla; piedi giallo-zolfo » (B.). 161. Rupornis saturata (Sclat. et Salv.) P. Z. S. 1876, p. 357 (Bolivia); Gurn. Ibis, 1876, p. 481; Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 636. — Asturina pucherani, part. Sharpe, Cat. B. I, p. 205, specim. c (Bolivia) (1874). — Ru- pornis saturata, Gurn. List. Diurn. B. of Prey, p.72 (1884); Gurn. jun., Cat. of the B. of Prey, p. 25 (1894. — ? Rupornis nattereri saturata, Berl. J. f. 0. 1887, pp. 28, 123, 134 (Paraguay! et Rio Grande do Sul!). a-d (194, 196, 210, 267) JFK, 9 Caiza, gennaio, febbraio 1896. « Becco grigio chiaro coll’apice oscuro; cera e palpebre giallo-chiaro; iride giallo-paglia ; piedi giallo limone nei maschi, giallo più oscuro nelle femmine. Alcuni esemplari avevano delle cavallette nello stomaco » (B.). — e, 7(192, 195) g'9 juv. Caiza, febbraio 1896, « Iride giallo-oscuro » (B.) — 9, f (406, 437) J'9 ad. San Lorenzo, Maggio 1896. Specie nuova per l'Argentina. I giovani sono similissimi a quelli della R. pucheraniî, e non è pos- sibile distinguerli ; ciò mi fa dubitare che gli esemplari giovani di Rio Grande do Sul e del Paraguay, riferiti a questa specie dal Berlepsch (?. C./, non siano stati esattamente determinati. 162. Buteo erythronotus (King); Sclat. et Huds. Arg, Orn. tI, p. 62, a, è (490, 491) Tala, luglio 1896. « Becco grigio-piombo; cera giallo-citrino; iride bruna; piedi giallo-mais. I piedi della femmina erano di un giallo più chiaro che non nel maschio » (B.). 163. Amtenor unicinetus (Temm.); Salvad. 1. c. p. 20. — Uruditinga unicineta, Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 637 (Bolivia). a RG a (321) 9 Caiza, marzo 1896. Becco grigio-plumbeo; iride bruno-chiara; piedi giallo limone » (2.). 164. Heterospizias meridionalis (Lath.); Salvad. 1. c. p. 30. — Urubitinga meridionalis, Sclat. et Salv.. P. Z. S. 1879, p. 637 (Bolivia). a (209) J'? Caiza, febbraio 1896. « Becco grigio-chiaro colla punta scura; iride giallo-bruna; piedi giallo-citrino » (B.). — 6 (351) g* Caiza, marzo 1896. « Cera giallo-citrino » (B.). — c (554) 9 Tala, luglio 1896. 164. Urubitinga zonura (Shaw); Sharpe, Cat. B. I, p. 213 (partim); Sclat. et. Salv. P. Z. S. 1879, p. 637 (Bolivia). a (36) 3° San Lorenzo, settembre 1895. « Becco nero colla base bianco su- dicio; cera giallo-zolfo; iride bruna; palpebre bianco sudicio; piedi giallo ci- trino » (B.). — 6 (149) 9 Caiza, gennaio 1896. Ambedue gli esemplari sembrano adulti, ma mentre il primo ha le penne del sopraccoda interamente bianche, il secondo le ha nere con larghi margini bianchi; segno probabile di immaturità. Specie nuova per l'Argentina. 165. Herpetotheres cachinnans (Linn.); Sharpe, Cat. B. I, p. 278; Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 638 (Bolivia). a (244) J° Caiza, febbraio 1896. « Becco nero; cera giallo-limone; iride giallo-bruna; piedi giallo-paglia. Si nutre di rettili ed anfibi (B.). 167. Micrastur ruficollis (Vieill.); Sharpe, Cat. B. 1, p. 76 (1834); Ridgw. Pr. Ac. Philad. 1875, p. 490. a (460) g' juv. San Lorenzo, maggio 1896. Becco grigio-nero; cera, man- dibola e palpebra superiore giallo-citrinoj; iride gialla, variegata di grigio; piedi giallo-chiaro » (B.). Juv. Supra brunneus; superciliis cum fascia cervicali conjunectis, capîtisque lateribus fulvis, brunneo variis; supracaudatlibus macutis nonnutllis albis transversis nolatis; subtus fulvus, pectore fasciis non- nulltis transversis brunneis notato ; abdomine, subcaudalibus, libiisque unicoloribus; subalaribus et pogonio interno remigum basîn versus pallide fulvis, fusco transfasciatis; cauda nigricante, fasciîs quinque albis transversis notatis; maxilla nigro-cornea; mandibula fava; tride luride flava, pedibus flavis; ceromate et palpebra superiore flavis. Long. tot. circa 350 mm.; al. 180 mm.; caud. 165 mm.; rostri culm. 18 mm.;, tarsi 60 mm. L'esemplare suddetto somiglia molto alla descrizione che il von Pelzeln (Reis. Novara, Vogel, p. 9) dà del giovane del M. concentricus (Ilig.); secondo lo Sharpe, che l’ha esaminato, è probabile che esso appartenga al M. ruficollis; anche il Berlepsch crede che si tratti di un giovane della specie indicata. 168. Accipiter guttatus (Vieill.); Sclat. et Salv. Exot. Orn. pp. 169, 170, pl. 85; Sharpe, Cat. B. 1, p. 152; Gurney; List. Diurn. B. of Prey, p. 44. a (637) g° Lesser (Salta), agosto 1896. « Becco grigio-neroj palpebre e cera giallo-limone; iride gialla; piedi giallo-mais. Si nutre di uccelletti » (B.). L'esemplare suddetto somiglia. alla tavola 85 della Exot. Orn., ma = Ma he differisce per avere appena indicate le macchie bianchiccie sulle piume delle parti inferiori. Lo Sharpe, che ha esaminato l'esemplare, suddetto, ha confermato la mia determinazione. 169. Accipiter erythrocnemis, Gray.; Sharpe, Cat. B. 1, p. 147 (specim e, Bolivia). a (361) g' juv. Caiza, marzo 1896. Becco grigio-ferreo; cera giallo limone, iride giallo paglia; piedi giallo zolfo » (B.). — 6, c (478, 551) 99 juv. et ad. Tala, luglio 1896. Due degli esemplari suddetti sono stati esaminati dallo Sharpe, che ha confermato la mia determinazione. Specie nuova per l'Argentina. 170. Geranospizias gracilis (Temm.); Gurney, Ibis, 1875, p. 233; id. List. Diurn. B. of Prey, p. 25. — Geranospizias hemidactyla, Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 638 (Bolivia). a (150) g° Caiza, gennaio 1896. « Becco nero, base della mandibola bianco sudicio; piedi giallo ranciato. Aveva un topo nello stomaco » (B.). L’esemplare suddetto ha le parti inferiori con numerose fascie bianche e plumbee, e somiglia grandemente alla Planche Coloriée 91; ne di ffe- risce per la testa più bianchiccia e per le ali maggiormente variegate con fasce e linee bianchiccie. 171. Gampsonyx swainsoni, Vig.; Sharpe, Cat. B. 1, p. 340; Gurney, Ibis, 1879, p. 330; id. List. Diurn. B. of Prey, p. 83. a (2) 9 Campo Santo, settembre 1895. « Becco nero; cera grigia; palpebre gialliccia; iride rosso-minio; piedi giallo-paglia » (B.). La scoperta di questa specie nell'Argentina estende grandemente l’area di diffusione della medesima, giacchè prima d’ora non si conosceva di una regione più al sud del Brasile, e neppure della Bolivia. 172. Falco fusco-craerulescens, Vieill.; Sharpe, Cat. B. I, p. 400; Sclat. et Huds. Arg. Orn. II, p. 69. — Aypotriorchis femoratlis, Scl. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 638 (Bolivia). a (346) 9 ad. Caiza, marzo 1896. « Becco grigio piombo, bianco sudicio alla base; cera e palpebre giallo-citrino; iride castagna; piedi giallo-limone » (B.) — è (593) 9 Tala, luglio 1896. 173. Tinnunculus cinnamominus (Sw.); Salvad. 1. c. p. 20. — Tin- nunculus sparverius, Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 438 (Bolivia). a (51) g* Aguairenda, novembre 1895. » Becco grigio plumbeo; coll’ apice grigio-nero; iride castagna; cera, palpebre e piedi gialli » (B.). — 6-f (267, 208, 234, 253, 355) JJ 99 Caiza, febbraio e Murzo 1896. — 9g (473) ci San Lorenzo, giugno 1896. 174. Ardea egretta (Gm.); Salvad. l. c. p. 21, a (193) 9 Caiza, gennaio 1896. « Becco giallo; iride giallo-paglia; palpebre giallo-brune; piedi neri » (B.). Non ricordata della Bolivia. 175. Butorides striata (Linn.); Salvad. I, c. p. 21. «A, 6 (225, 249) 99 juv. Caiza, febbraio 1896. « Becco nero, ‘colla mandibola du Vi giallo-verdognolo; palpebre.e pelle nuda dai lati della testa giallo verdognolo; iride ‘gialla; piedi anteriormente verdognoli, posteriormente gialli » (B.). Non ricordata della Bolivia. 176. Ardetta involuceris (Vieill.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1r, p. 101, pl. 17 (tigura errata). a (357) Caiza, aprile 1896. « Becco giallo col culmine grigio-bruno; iride giallo paglia; piedi anteriormente verde-erba, posteriormente gialli « (B.). La figura che si trova nell'opera citata non mostra gli apici rossigni delle remiganti. Non ricordata della Bolivia. 177. Tigrisoma marmoratum (Vieill.); Salvad. 1. c. p. 21. a (157) J Caiza, gennaio 1896. « Becco grigio-nero, inferiormente giallo- verdognolo; iride gialla con macchie scure; piedi giallo-verdognoli » (B.). — b (283) 9 Caiza, febbraio 1896. — c (359) 9 juv. Caiza, aprile 1866. « Becco bruno-nero, inferiormente giallo-verdognolo; iride giallo-oro; piedi giallo-ver- dognoli » (B.). — d (32) 9 juv. San Lorenzo, settembre 1895. Nuovo per la Bolivia. 178. Nyeticorax griseus (Linn.); Salvad. 1. c. p. 22. a (356) J juv. Caiza, aprile 1896. — d (612) 3g" juv. Tala, settembre 1896. « Becco grigio-nero, orlato di verde chiaro, mandibola verde chiaro coll’apice nero; iride giallo-oro; palpebre grigio-verdognole; piedi verde-cloro » (B.). — c (678) g' juv. Cara-huassi (Salta), settembre 1896. Nuovo per la Bolivia. 179. Plegadis guarauna (Linn.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 11, p. 109. a (335) 9 juv. Caiza, mnrzo 1896. « Becco grigio-plumbeo; iride caffè; piedi grigio-neri » (B.). Nuovo per la Bolivia. 180. Yheristicus caudatus (Bodd.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 11, p. 110. a (677) 9 Cara-huassi (Salta), settembre 1896. « Becco verde scuro; iride ranciata; piedi e palpebre rosso-mattone » (B.). 181. Ajaja rosea, Reichenb.; Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1r, p. 114. a (169) gJ' Caiza, gennaio 1896. « Becco bianco-sudicio, punteggiato di az- zurro e di verdognolo, coll’apice rossiccio; iride bruna; palpebre bianco-sudicio; dita nere; gambe e tarsi rosso-mattone colle articolazioni nere » (B.). Nuovo per la Bolivia. 182. Nettion flavirostre (Vieill.); Salvad. Cat. B. xxvII, p. 261. — Querquedula flavirostris, Sclat. et Huds. Arg. Orn. n, p. 131. a (671) 3° Cara-huassi (Salta), settembre 1896. « Becco giallo col culmine e l’apice nero; iride castagna; piedi grigio-plumbeo » (B.). 183. Nettion brasiliense (Gm.); Salvad. Cat. B. xxvir, p. 266. — Quer- quedula brasiliensis, Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 390 (Bolivia). a (74) g' San Francisco, novembre 1896. « Becco rosso cinabro colla man- dibola più chiara e l’unghia bruna; iride bruna; piedi rosso scarlatto » (B.). — 6 (215) J' Caiza. « Becco rosso sanguigno; iride bruna; piedi rosso scar- latto » (B.). — € (9403 9 Caiza, febbraio 1896. « Becco rosso scuro; Lp bruna; piedi rossi, un po’ più chiari del becco » (B.). Ba 184. Nettion torquatum (Vieill.); Salvad. Cat. B. xxvII, p. 268. a (141) J' Caiza, gennaio 1896. « Becco grigio-chiaro coll’unghia scura; iride bruna ; piedi bianchi carnicini » (B.). — 0 (134) 9 Caiza « Becco grigio coll’unghia giallo-bruna; piedi bianco carnicini » (B.). Non indicato finora con certezza della Bolivia. 185. Columba picazuro, Temm.; Salvad. l. c. p. 22. a, 6 (1819) 9£ Campo Santo, settembre 1895. « Becco grigio azzurognolo; iride rosso-ranciata ; palpebre azzurognole, orlate di rosso roseo; piedi rosso rosei ». — Cc, d (282, 283) 99 Caiza, marzo 1896. « Becco grigio-corneo; iride rosso fiamma; piedi rosso carmino; si nutre di mais e frutta delle foreste. A Caiza comparvero verso la fine di febbraio » (B.). Non era certa prima d’ora la presenza di questa specie nella Bolivia. 186. Columba maeulosa, Temm.; Sclat. et Huds. Arg. Orn. I, p. 140 Salvad. Cat. B. xxI, p. 273. a, d (509, 552) JP Tala, luglio 1896. « Becco grigio oscuro; iride bianca; grigiastra; piedi rosso carmino. Vive insieme alla columba picazuro in branchi di 15 a 20 » (B.). 187. Columba rufina, Temm.; Salvad. l. c. p. 23. a, è (186, 187) 7°? ad. Caiza, febbraio 1896. « Becco nero; iride rosso vino chiaro nel maschio, rosso leggermente ranciato nella femmina; palpebre ce- nerine, orlate di rosso bruniccio, o rosso carmino; piedi rosso bruniccio nel maschio, rosso carmino nella femmina » (B.). — c, d, e, 7, 9 (191, 212, 228, 284, 299) J'gS'juv. — Ah (227) 9 juv. Caiza, febbraio. « Specie comune a Caiza, donde scomparve al principio di marzo, poco dopo l’arrivo della columba pi- cazuro. Si nutre di bacche » (B.). Non pare che questa specie sia stata registrata prima d’ora fra quelle della Bolivia. 188. Zenaida auriculata (Des Murs); Salvad. l. c. p. 23. — Zenaida maculata, Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 639 (Bolivia). a (43) £ Aguairenda, novembre 1895. — è (154) g* Caiza, gennaio 1896. — c, d, e (444, 445, 446) 9; Tg San Lorenzo, maggio 1896. « Becco nero; iride giallo bruno; piedi rosso-rosei » (B.). 189. Metriopelia melanoptera (Mol.); Sclat. et Euds. Arg. Orn. I, p. 142; Salvad. Cat. B. xxI, p. 497. a, b, e, d(651, 652. 663. 654) KF ad. et juv. Monti a Nord Ovest di Lesser (Salta), settembre 1896. « Becco nero ; iride verde azzurognola; palpebre nude cenerine coll’angolo anteriore e la parte inferiore giallo-ranciato; piedi nero brunastri. Si nutre di semi. Ho trovato questa specie. soltanto sui monti a Nord Ovest di Lesser; essa frequenta i luoghi rocciosi, posandosi su qualche raro albero » (B.). 190. Columbula picuî (Temm.); Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 640 (Bolivia); Salvad. l. c. p. 23. a (111) 9 San Francisco, dicembre 1895. — 5, c, d, e (265, 256, 358, 363) % TT ad. Caiza. — f, 9g, h (176, 343, 344) JT, ? juv. Caiza, gennaio, marzo 1896. — t (424) 9 San Lorenzo, maggio 1896. « Becco nero colla base bianco- sudicio; l’iride ha tre cerchi concentrici; bianco interno, azzurro medio, roseo = IR solferino esterno; palpebra cenerina, ‘orlata di giallo paglia; piedi rosei vio- letti » (B.) 191. Cham» pelia talpacoti (Temm.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 144; Salvad. Cat. B. xxI, p. 485 (Bolivia). a,b, c.d, e (168, 188, 189, 163, 190) g'g SP Caiza, gennaio, febbraio 1896. « Becco grigio-corneo coll’apice grigio nero e la mandibola grigio-verdognola; iride gialla leggermente ranciata; palpebre cenerine, orlate di giallo paglia; piedi carnicini. Si nutre di semi. Frequenta le foreste, ove s’incontra general- mente in numero di 4 o 6 insieme; talora appaiate » (B.). 197. Leptoptila chlorauchenia, Gigl. et Salvad.; Salvad. 1. c. p. 23. a-f (160, 470, 198, 111, 222, 311) gg ad., 9, h, i, j (197, 217, 221, 231) 99 ad, Caiza, gennaio, febbraio 1896. « Becco nero ; iride giallo ranciato; pal- pebre grigio-azzurognole cogli angoli orlati di rosso-cinabro; piedi rosso-roseì » (B.). — & (223) J' juv. Caiza. « Becco nero; iride giallo affumicato; piedi rosso-brunastro » (B.). Questa specie ha costumi terragnoli, si posa sui cespugli e non sugli alberi. Si nutre di semi e di piccoli molluschi. Le femmine sono alquanto più piccole dei maschi. I tre esemplari di San Lorenzo, hanno il riflesso ametistino della parte superiore della cervice molto più vivo che non quelli di Caiza; nella parte inferiore appare il riflesso verde bronzato come in quelli; forse gli esemplari di San Lorenzo si potranno considerare come appartenenti ad una forma distinta. Nuova per la Bolivia. 193. Leptoptila callauchen, nov. sp. Leptoptila $. echloroaucheniae, Salvad. et Gigl. sîmi/lima, sed parte superiore cervicis nitide cupreo-amethystina. Long. tot. 330 mm.; al. 163 mm.; caud. 115 mm.; rostri culm. 17 mm; tarsi 32 mm. a, d, c (377, 391, 392) YgJ San Lorenzo, maggio 1896. « Becco nero; iride giallo dorato; noli rosso carmino » (B.). 194. Leptoptila saturata nov. sp. Leptoptila L. megalurae, Sclat. et Salv. similis, sed supra griseo- brunnea, valde obscurior. Supra griseo-brunnea, nitore nonnulto purpureo-amethistino, dorso imo magîs olivascente; fronte albicante, vertice paullum grisescente, occipite cerviceque brunneis amethystino nitore perfusis ; subtus vi- nacea, genis pallide griseo-vinaceîs; mento et gula media albîs; ab- domine medio et subcaudalibus albis; his în pogonio externo paullum griseo-tinctis; remigibus nigricantibus, externîs vix rufescente lim- batis; subalaribus, axillaribus et pogonio interno remigum basîn, versus, cinnamomets; rectricibus mediîs dorso concoloribus, reliquis basi griseo brunneis, parte apicali nigris, apice ipso albis; rostro nigro; pedibus rubris; iride brunnea. Long. tot. circa 300 mm.; al. 150 mm.; caud. 125 mm., rostri culm. 14 mm.; tarsi 32 mm. a, è (455, 456) 7g San Lorenzo, giugno 1896, « Becco nero; iride bruno- BT. SE caffè; piedi rosso-carmino » (B.). — € (679) g' juv. Cara-huassi (Salta). « Becco nero; iride bruna; piedi rosso-bruni » (B.). — d juv. Caiza, « Piedi rosso-. neri. Questa specie differisce nei costumi dalla precedente, giacchè frequenta anche gli alberi alti » (B.). Il maschio giovane di Cara-huassi somiglia notevolmente agli adulti nel colore bruno delle parti superiori; invece il giovane di Caiza ha le stesse parti volgenti più all’olivaceo e non è improbabile che esso ap- partenga ad una specie distinta. 195. Penelope obscura, Illiger; Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 640 (Bolivia); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1r, p. 146; Grant, Cat. B. xx, p. 497. a, db (225, 236) 9g ad. Caiza, febbraio 1896. « Becco nero; pelle nuda della gola rossa; iride bruna; piedi grigi leggermente bruni. Si nutre di bacche e foglie » (B.). — c (238) Pullus. Caiza. « Becco nero; pelle nuda della gola giallognola ; iride giallo-bruna; piedi bruni » (B.). Il giovane ha le piume del pileo marginate di grigio, precisamente come gli adulti e così pure per tutto il resto somiglia nel colorito ai medesimi ; soltanto le piumette sparse sulla pelle nuda della gola sono bianchiccie anzichè nere. Per l’esame del giovane suddetto, io inclino a credere che gli esemplari del Brasile, aventi appena traccia di grigio sui margini delle piume del pileo, appartengano ad una specie distinta, che il Gray chiamò Penelope nigricapilla. 196. Ortalis canicollis (Wagl.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. II, p. 147 (descr. errata); Grant, Cat. B. xxII, p. 508. a, è (167, 229) JJ Caiza, gennaio, febbraio 1896. « Becco giallo corneo; iride gialla; palpebre e pelle nuda rosso cinabro; piedi cornei » (B.). La descrizione dello Sclater, l. c., è errata, giacchè indica le cinque paia di timoniere esterne terminate di castagno, laddove sono soltanto le 2 paia esterne che hanno questo colore nella metà apicale. Specie nuova per la Bolivia. 197. Rallus rytirhymehus (Vieill.); Sclat. et Huds. Arg. Orn, 1, p. 149. — Limnopardalus rythirynchus, Sharpe, Cat. B. xxMI, p. 29. a (547) 3° Tala, agosto 1896, « Becco verde erba, colla base del culmine azzurro ed una macchia rosso scarlatto alla base della mandibola; iride rosso scarlatto ; piedi rosso minio » (B.). 198. Aramides chiricote (Vieill.); Salvad. ]l. c. p. 24. a (438) 5g" San Lorenzo, maggio 1896. » Becco verde, collo scudo frontale e l’apice gialli; iride rosso ranciato; palpebre e piedi rosso minio « (B.). 199. Gallinula galeata (Licht.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. n, p. 156; Sharpe, Cat. B. xxII, p. 177. a, b (435, 436) J'9 San Lorenzo, maggio 1876. « Becco ranciato colla parte apicale verde cloro; iride grigio-bruna; piedi verde pomo » (B.). 200. Cariama cristata (Linn.); Sharpe, Cat. B. 1, p. 42; Sclat. et Huds. Arg. Orn. II, p. 16l. a (580) yY Tala, agosto 1896. « Becco e piedi rosso minio; iride grigia bianchiccia; palpebre grigie azzurrognole. Ho trovato questa specie soltanto PR IS “presso Tala (Salta); nelle vicinanze della estancia San Felipe, da me abitata, “ve n’ era una dozzina » (B.). L’esemplare suddetto differisce da un altro del Museo di Torino, pel «colorito un poco più grigio, per le redini e per. un distinto sopracciglio «di colore bianchiccio, ed anche per le lunghe piume della fronte più larghe all'apice, che è di color bruno-nero. Lo Sclater, nell’opera citata, fa notare come fino ad allora non vi ‘fossero testimonianze sicure per potere affermare la presenza di questa specie nella repubblica Argentina. 201. Parra jacana, Linn.; Salvad. 1. c. p. 29. — Jacana jacana, Sharpe, Cat. B. xxIV, p. 82 (Bolivia). a (326) 9 ad. Caiza, marzo 1896. « Becco giallo, collo scudo frontale rosso ‘sanguigno; piedi verde oliva » (B.). — (317) ? juv. Caiza, marzo 1896. « Becco verde oliva colla mandibola gialla-verdognola, base del becco violetto chiaro; ‘scudo frontale verde-oliva nel mezzo, violetto sui lati; iride gialla; piedi ver- -dognoli, dita isabelline » (B.). 202. Belonopterus chilensis (Fraser); Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 165. a (666) J° Cara-huassi, « Becco rosso-carmino coll’apice nero; iride rosso» cinabro ; piedi rosso-carmino; dita e parte anteriore e posteriore del meta- ‘tarso nere » (B.). Nuovo per l’Argentina, ove si trova nella parte Nord-Ovest. 203. Ptiloscelis resplendens (Tschudi); Sharpe, Cat. B. xx1v, p. 137. a, db, c (664, 670, 676) 99, JS Cara-huassi (Salta), settembre 1896. « Becco rosso-carmino, o rosso-roseo coll’apice nero ; iride e margini palpebrali rosso- -cinabro ; piedi rosso-carmino chiaro, o rosso-rosei » (B.). Specie nuova per l’Argentina, e neppure sembra che essa sia stata trovata finora in altro luogo lungo il versante orientale delle Ande. 204. Charadrius dominicus, Miller; Sclat. et Huds. Arg. Orn. n, “p. 170; Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 195. a (44) g' Aguairenda, novembre 1895. « Becco nero; occhi bruni; piedi .grigio-oscuro. Si nutre di larve » (B.). — d, c (85, 86) J'9 San Francisco, novembre 1895. : A quanto pare anche questa è specie nuova per la Bolivia. 205. Aegialitis collaris (Vieill.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1, p. 173; ‘Sharpe Cat. B. xxIv, p. 288. a, b, c (129, 173, 174) 3'Fg Caiza, gennaio 1896. « Becco nero; iride bruna-caffè; piedi carnicini « (B.). — d-î (689, 690, 691, 692, 693, 694) 99, TT ‘Tala, settembre 1896. « Piedi giallo-oscuro, unghie nere » (B.). : Nuovo per la Bolivia. 206. Tringa maculata, Vieill.; Sclat. et Salv. P. Z. S. 1879, p. 641 (Bo- ‘Hvia); Salv. 1. c. p. 24. — Heteropygia maculata, Sharpe, Cat. B. xxIV, p. 562. a (243) 9 Caiza, febbraio 1896. « Becco bruno coll’apice nero; iride ca- stagna; piedi gialli » (B.). 207. Totanus solitarius (Wils.); Salvad. 1. c. p. 24. — Helodromas so- ditarius, Sharpe, Cat. B. xxIV, p. 444. lucia a (55) ? Aguairenda, novembre 1895. « Becco nero colla mandibola bruna: alla base; iride bruna; piedi grigi-verdognoli » (B.). — 6, c, d (237, 255, 320} Q9 Caiza, febbraio, marzo, 1896. i Nuovo per la Bolivia. 208. Tringoides macularia (Linn.); Sharpe, Cat. B. xxIv, p. 468. a (127) £ San Francisco, dicembre 1895. « Becco nero, colla base della mandibola bruna; iride castagna; piedi grigio-verdognoli » (B.). Specie nuova per la Bolivia. 209. Tachybaptes dominicus (Linn.); Sclat. et Huds. Arg. Orn. 1,. . 205. n a, 6 (72, 73) SF San Francisco, novembre 1895. « Becco grigio-nero ;; iride gialla; piedi grigio-ferreo » (B.). Non annoverato nella lista degli uccelli della Bolivia dello Sclater e- del Salvin. 210. Crypturus tataupa (Temm.); Salvad. 1. c. p. 24; id. Cat. B. xxvII, p. 525 (Bolivia)). a (349) 9 Caiza, marzo 1896. « Becco rosso leggermente bruno all’apice ; iride caffè; piedi roseo-bruni » (B.). — è (350) g' Caiza. « Becco rosso coll’a- pice bruno; iride rossiccia; piedi roseo-violetto » (B.). — c, d (659, 660) 9g Tala, settembre 1896. » Becco rosso-minio; iride rosso-bruno; piedi rosso-vio- laceo; si nutre di semi e lumachelle. Vive nei boschi ove si trova sempre a. coppie » (B.). Le prime due femmine (a, c), hanno macchie nere sulle ali, e la prima: anche sul dorso. 21]. Cryptarus kerberti, Buttik. Not. Leyd. Mus. xvi, Note 1 (Argen=- tina) (1896)? a, d (458, 459) 9 San Lorenzo, giugno 1896. « Becco rosso-minio eoll’apice- grigiastro; iride rosso-bruno; piedi rosso-terroso » (B.). Questi esemplari differiscono da quelli della specie precedente per avere la gola grigio-lavagna e non bianchiccia, le parti superiori di colore castagno più cupo con qualche riflesso violaceo e le dimensioni: alquanto maggiori: ala 0"%,135-0",140; tarso 0",035-0®,037. Pel colorito questi esemplari sembrano corrispondere al C. kerdertî,. Buttik., sebbene ne differiscano per le dimensioni alquanto maggiori, la quale cosa non pare sia da attribuire a differenze di sesso, giacchè anche- il tipo del C. Rerderti sarebbe una femmina. 212. Nothoprocta cinerascens (Burm.); Salvad. l. c. p. 24; id. Cat. B. XXVII, p. 552. a (661) Tala, settembre 1896. « Becco grigio-corneo; iride gialla; piedi. bianco sudicio » (B.). 213. Nothura boraquiîra (Spix); Salvad. Cat. B. xxvil, p. 561 (Men- doza). a (662) 9 Tala, settembre, 1856. « Becco grigio-corneo; iride giallo-ocraceo;. piedi bianco-sudicio » (B.). L’esemplare suddetto è stato confrontato cogli esemplari di Mendoza, conservati nel Museo Britannico. 11011 - Tip. Lecco, Gerbone & Delleani - Torino. UUL 2 1897 Il, bos BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N 293 pubblicato il 15 Maggio ‘1897 Vor. XII Viaggio del Dr. Enrico Festa nella Repubblica dell'Ecuador e regioni vicine. III. Prof. LORENZO CAMERANO GORDII Fra le importanti e ricche raccolte zoologiche fatte dal dott. E, Festa nella sua esplorazione scientifica dell'Ecuador ed inviate generosamente in dono al Museo Zoologico di Torino vi sono pure parecchi esemplari di Gordii i quali appartengono alle specie sotto indicate. Una di queste è nuova per la scienza; le altre sono per varii rispetti assai interessanti poichè i Gordii dell'Ecuador erano fino ad oggi quasi interamente sco- nosciuti. Gordius obesus Camer. Notes from the Leyden Museum v. XVII. 1895. Io descrissi questa specie, nell’opera sopracitata, sopra un esemplare portante scritto come indicazione di località senz'altro « Hollande » non senza avere qualche dubbio sulla esattezza della località stessa. Il dott. Festa ha raccolto tre esemplari di Gordii maschi che pei caratteri dello strato cuticolare esterno, dell’estremità posteriore del corpo, per le pro- porzioni del corpo e per la colorazione si debbono riferire al G. odesus. Maschio della Valle del Santiago lungh. m. 0,260 — largh. m. 0,001 » » » » » » 0,640 — » >» 0,001 » di Gualaquiza » » 0,215 — >» >» 0,001 Questi esemplari hanno già dato opera alla riproduzione. Gli Indigeni Ivaros danno ad essi il nome di Panghi. (Nota manoscritta del dott. E. Festa). Chordodes Bouvieri Villot. Ann. Sc. Nat. 1886. p. 316. Riferisco a questa specie due esemplari raccolti dal dott.- Festa a Gualaquiza. femmina lungh. m. 0,280 — largh. m. 0,0015 » » » 0,360 — » » 0,002 I caratteri dello strato cuticolare esterno e quelli della colorazione. corrispondono al tutto a quelli dell'esemplare sul quale il Villot de- scrisse la specie, ma del quale è ignota la provenienza. Chordodes Festae nov. spec. Parecchi esemplari maschi di Cuenca. Lungh. m. 0,120 — Largh. m. 0,0007 » » 0,095 — » =» 0,0005 La forma generale del corpo è quella che si suole trovare nelle specie del genere Chordodes. L’estremità posteriore ha il solco posteloacale longitudinale poco spiccato, ed è come leggermente bifida all'apice. L’apertura cloacale è ventrale ed è collocata a un po’ meno di mezzo millimetro di distanza dall’apice del corpo. Il colore è bruno più o meno scuro od anche nero. Lo strato cuticolare esterno è coperto da areole molto ravvicinate fra loro, di due sorta. 1. areole a contorno poligonale irregolare, poco elevate, di color chiaro con una pozione mediana più o meno rifran- gente. 2. areole a contorno grossolanamente ovale o rotondo di color più scuro, notevolmente più elevate delle prime con una parte mediana più chiara e coll’orlo superiore coronato da corti e fini prolungamenti rifrangenti. Queste areole si riuniscono di tratto in tratto in gruppi di 25 o 30 intorno a due di esse che portano fra loro un prolungamento rifrangente, oppure sì trovano isolate o riunite in gruppi di due o tre fra le areole della prima sorta. Qua e là fra le areole più chiare spor- gono dei prolungamenti rifrangenti, alcuni assai grandi e fatti come spine un po’ ricurve e altri più piccoli quasi cilindrici. Il diametro massimo delle areole è in media 12 micromillimetri; i prolungamenti rifrangenti spiniformi misurano alla base un diametro di circa 4 micromillimetri. 11041 - Tip. Lecco, Gerbone & Delleani - Torino e 2a Par e UUL 2 1897 /l 694 | BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 294 pubblicato il 25 Maggio 1897 Vor. XII Viaggio del Dott. Alfredo Borelli nel Chaco boliviano e nella Repubblica Argentina, VIE Prof. LORENZO CAMERANO GORDII Il Dott. Alfredo Borelli, durante il suo nuovo viaggio nell’ America me- ridionale, nel quale riunì numerose ed interessante collezioni zoologiche che egli donò generosamente al Museo di Torino, raccolse un notevole numero di esemplari di Gordii appartenenti alle specie sottoindicate. Di queste una è nuova per la Scienza. 1. Gordius Afredi Camer. Boll. Mus. Zool. Anat. Torino, vol. IX, n. 175 — 1894. Un esemplare maschio di Tala (Provincia di Salta). Lungh. m. 0,158 — Largh. massima m. 0,0008. Gli esemplari raccolti dal Dott. Borelli nel viaggio precedente, tipi della specie, sono di S. Pablo (Tucuman). 2. Gordius varius, Leidy. Numerosi esemplari della Missione S. Francisco (Alto Pilcomajo, Bo- livia) e di S. Lorenzo (Jujuy). i maschio Lungh. massima m. 0,110 — Largh. massima m. 0,0005. femmina » » » 0,220 — » » » 0,0008. 3. Chordodes Peraccae, Camer. Boll. Mus. Zool. Anat. Torino, vol. IX, n. 175 — 1894. Un esemplare femmina di Aguairenda (Chaco Boliviano). Lungh. m. 0,198 — Largh. m. 0,0008. MEO pa L'esemplare raccolto dal Borelli nel viaggio precedente è di S. Pablo {Tucuman). 4. Chordodes brasiliensis, Janda. Numerosi esemplari di S. Lorenzo (Jujuy) e di Tala (Salta). femmine Lunghezza m. 0,225 — Largh. massima m. 0,002 maschi » » 0,221 — » » » 0,0015 » » » 0,180 — » » » 0,001 » » » 0,120 — » » » 0,0008. Il Janda descrisse solo il maschio di questa specie; io riferisco ad essa i maschi e le femmine raccolte dal Borelli a S. Lorenzo e a Tala i quali hanno la struttura dello strato esterno cuticolare fatta sullo stampo di quella descritta dal Janda pel maschio, colla differenza che lungo la linea longitudinale ventrale, e in grado minore anche lungo la linea dorsale mediana, si notano fra le areole più rialzate lunghi ciuffi di fi- lamenti chiari. La colorazione della femmina è bruno-chiara: non vi è collare nero: l'estremità posteriore è biancastra intorno all’apertura cloacale la quale è mediana e terminale. Nei maschi la colorazione è bruno-oscura, talvolta quasi nera. L’esemplare studiato dal Janda (tipo della specie) (1) proviene dal Brasile senza indicazione più precisa di località. Uno degli esemplari (femmina) di S. Lorenzo (Jujuy) uscì sotto gli occhi del Dott. Borelli da un individuo di Stagmatoptera hyaloptera Perty (Mantide) che egli aveva messo in un vaso di vetro con cianuro di potassio. Il Dott. Borelli mi riferisce che gli Indiani Chiriguanos, asseriscono che spesso dalle Mantidi escono i Gordii, vermi che essi co- noscono molto bene. 5. Chordodes talensis, nov. spec. Numerosi esemplari di S. Lorenzo (Jujuy) di Tala (Salta) e della Mis- sione di S. Francisco (Alto Pilcomajo, Bolivia). Maschio lunghezza variabile m. 0,123, m. 0,145; larghezza m. 0,0008. Femmina lunghezza m. 0,100; larghezza m.0,001. La forma generale del corpo è quale si suole trovare nelle specie del genere Chordodes. I maschi sono di color bruno-scuro o nero; un po” più chiari all'estremità anteriore. L’estremità posteriore è intiera col solco inferiore che parte dall’apertura cloacale e va all’ apice di essa, appena visibile. L'apertura cloacale è collocata a un po’ meno di mezzo millimetro dall’apice dell’estremità del corpo. (1) Beitràge zur Systematik der Gordiiden, Zool. Jahrb., 1894, vol. VII, p. 608. UUL 2 1897 str La femmina è di color bruno-chiaro, coll’estremità del corpo un po” aigonfio e coll’apertura cloacale terminale. Lo strato cuticolare esterno presenta areole a contorno grossolana- mente rotondo disposte a gruppi irregolari di 2, 3, 4, oppure isolate: talvolta riunite cinque o sei in serie tortuosa. I gruppi delle areole o le serie sono distanti fra loro. Negli spazii interareolari si notano rag- grinzature e granulazioni brillanti variamente numerose, talvolta quasi mancano, altre volte riempiono totalmente gli spazii (ciò ho osservato particolarmente nei maschi con strato cuticolare fortemente inscurito). qua e là sulle areole o fra due areole vicine si notano piccoli prolun- gamenti rifrangenti. Le areole misurano 10, 15, 18 micromillimetri di «diametro alla base e si presentano negli individui a tinta nera, notevol- mente rialzate; alcune sono rotondeggianti altre alquanto claviformi. Nella femmina le areole sono più grosse e prevalgono le areole isolate: i gruppi di areole sono più scarsi e più piccoli. Questa specie appare ben distinta fra quelle del genere Chordodes per la struttura della sua cuticola. st pri > elsosolo “rarsgaio Pe: ; attodnos. s 0109485. R ioaserg. ostiniz is arslooitno otsrta e lozi stnggo ,d 8 .C ib inslogetat lagglra s alzo. ih ohao; dl jli19 4 t ‘ Pa ge dosi < . IxT x e (OS LTIFORLÌ LITRI LITRI" ‘ LD cina 109 do ta) [9 È eil : É i A P , n ii o auf +1) ULI AI | ni i n À a Ù N 10, 109 33 91 | BI) ‘hh monti Sn”i «Gi, lanterne Bidone oo. ito r ., « » Li #rre 5 è Za) x | (90 201? OMsmiaRotg T: toa 7 «SPOT I8U} = 9048: 108 nRoh tofort 0go8 airtioie Sa Bi | 0 I Oonogisvetg © pes A di DÈ "ORO ( vB 5 «alogttno nia BIlsb KH DS Pr li . is . . d Ù f a ZIA : vali ara 004 di i “i n . Mr AR E È di vd e ai ea | . ì è \ % LI È Di ® É i tr] si 2,5 sE n » Pd x n % . : x : no” bis - Tip. Lecco, Gerbone 4 Dellani - - Torino. ,, di; Col CL» se a ; UUL 2 1897 ‘BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 295 pubblicato il 28 Maggio 1897 Vot. XII LUIGI DERVIEUX Due casi di anoftalmia unilaterale nella Rana esculenta. Mi è accaduto di trovare nelle vicinanze di Torinò (Millefonti) il 7 febbraio 1897, una giovane Rana esculenta che era priva di un occhio; un’altra’ presentante la stessa deformazione, era pure stata trovata, nei pressi di Vanchiglia (Torino) il 15 ottobre 1891, dal Dott. A. Griffini, che la donava al R. Museo di Anatomia Comparata di Torino. Alcune osservazioni anatomiche, sia sulla rana da me presa, che sul- l’altra gentilmente concessami in studio dal prof. Camerano, direttore dei musei di Zoologia ed Anatomia Comp., formano oggetto della pre- sente nota. La prima rana è un individuo maschio, il cui corpo misura cm. 2,5 di lunghezza, colla larghezza massima del capo di 8 mm.; esternamente il corpo è ben costituito e proporzionato, ma vi manca però il globo oculare sinistro, deformità questa assai appariscente, per la nessuna spor- genza su 'tutta la‘parte sinistra del capo in confronto colla destra, dove il globo oculare sporge superiormente per più della metà. L’integumento nella regioné corrispondente all’occhio presenta un piccolo infossamento poco più lungo di 1 mm. in direzione antero-posteriore, il che lascia” supporre l’esistenza delle palpebre in uno stadio primitivo di sviluppo. La seconda rana è pure un maschio, col corpo della lunghezza di cm. 3, 5, e colla larghezza massima del capo di circa 1 cm. Anche questo esemplare non ha dall’apparenza esterna alcun’altro vizio di conforma- zione, che la mancanza del globo oculare sinistro. Vi è eziandio una fes- sura palpebrale lunga circa 2 mm. Per esaminare l’intima struttura di queste anomale formazioni, dopo di ‘aver fissato la testa del primo col liquido di Perenyi (il secondo in- dividuo fu conservato in alcool), e dopo decalcificate entrambe le teste a col liquido di Marsch, e incluse nella paraffina col solito metodo, ho fatto delle sezioni trasversali dell’intiero capo, in modo da avere come termine di confronto l’occhio destro, che ho riconosciuto essere nor- malmente costituito; usai l’ematossilina di Covk per la colorazione delle sezioni. Incomincierò dal descrivere quanto ho potuto osservare nell’individuo da me trovato. La parte interna sinistra tra il cranio e l’integumento, che dovrebbe esser occupata dal globo oculare, è invece per buona parte ripiena di tessuto connettivo. In esso, oltre ai nervi della regione, stanno sparsi i muscoli proprii dell'occhio, un po’ deformati e non sempre ben distin- guibili, tranne il muscolo /evator bulbi che si trova regolarmente e ben sviluppato tra la volta palatina e il connettivo superiore. Parecchi di questi muscoli percorrono in senso longitudinale la regione della cavità orbitaria vicino alla parete laterale del cranio, e spesso sono separati l’uno dall'altro da un sottile strato di connettivo fibrillare. Esistono poi, come ho già accennato, le palpebre; poichè l’integu- mento nella regione antioculare è assai sviluppato, formando varie ri- piegature in dentro, oltre a ciò mancano quasi totalmente le ghiandole del derma. Ad un certo punto, verso la parte superiore del grande in- fossamento palpebrale, esiste una discontinuità dell’integumento, il che corrisponde all'orifizio palpebrale nel primitivo stadio di sviluppo: ma lo strato epidermico, formato quì da alcuni straterelli di cellule epite- liali, subisce un ulteriore grande infossamento interno in forma di sacco, sul cui fondo si ha una piccola ripiegatura verso la parte delle palpebre. Questa formazione sì può considerare esser la congiuntiva, che forma- tasi da prima, e non avendo da distendersi sulla cornea, ha assunto quella forma irregolare a sacco, ma avente però in modo rudimentale le sue curve caratteristiche. Quasi all’altezza dell’accennata ripiegatura al fondo del sacco congiun- tivale, ma più all’indietro, si trova un corpicciuolo sferico, formato da parecchi strati concentrici di cellule epiteliali, strati più numerosi verso la parte del cervello e ridotti solamente a due o tre verso la parte opposta, cioè verso le palpebre. Esso ha inoltre un piccolo spazio in- terno occupato da formazioni in apparenza cellulari, con un contenuto omogeneo, senza nucleo distinguibile, che sono probabilmente da con- siderarsi come cellule in via di degenerazione. Credo si possa ritenere questo corpicciuolo essere il cristallino, il quale dopo la sua prima for- mazione in vescicola cristallina, non abbia più subito un normale svi- luppo, non presentando infatti traccie di cellule lunghe; ma dopo un arresto nella formazione, giacchè il suo diametro non è che un quarto del diametro del cristallino normale dell'occhio destro, si trovasse ora in via di degenerazione. Non pare sia circondato da una vera vescicola UUL 2 1897 del cristallino, ma da semplice connettivo fibroso non ben delimitato dal circostante. Non vi è alcun rudimento nè di sclerotica, nè di cornea, nè di co- roide. In quanto poi alla parte propriamente nervosa dell’occhio, non esiste nulla; giacchè non vi è traccia nè di retina, nè di nervo ottico. Il terzo ventricolo cerebrale non presenta alcuna deformazione nella zona del chiasma e al punto da cui dovrebbe dipartirsi il nervo ottico sinistro, cioè nel luogo del diverticolo sinistro dell’infundibulum, non vi è altro che il normale sottile strato dell’epitelio cerebrale interposto tra il ven- tricolo stesso e le meningi, senza alcun rudimento di peduncolo ottico. Non esiste foro ottico, ma mentre tutta la parete laterale del cranio è formata ‘da tessuto fibro-cartilagineo, al posto di questo foro vi è un semplice strato di tessuto connettivo fibroso. Nel 2° individuo lo spazio tra la volta palatina e l’intesumento è più ristretto che nel primo; sicchè la cavità boccale resta sproporzionata, presentando una maggior ampiezza dalla parte sinistra. In questo spazio, oltre alla presenza di connettivo assai scarso e ad abbondanti cellule adipose, stanno pure i muscoli del bulbo con i nervi proprii della re- gione. Esistono eziandio le palpebre sotto forma di parecchie ripiegature dell’integumento, il quale possiede in questo luogo un quasi normale ‘sviluppo dello strato ghiandolare del derma. Non ho potuto vedere al- cuna apertura che accennasse alla divisione delle due palpebre, e quindi nessun rudimento di congiuntiva. Non ho trovato quel corpo globulare che dissi nel primo individuo essere il cristallino e neppure alcun residuo di sclerotica o di cornea o di coroide. Anche in questo come nel primo individuo, non vi è retina, nè nervo ottico, nè alcun rudimento che ne accerti la loro passata esistenza; e per conseguenza, mentre sono assai evidenti le fibre del nervo ottico destrò che attraversano la regione sotto il ventricolo per dirigersi obli- quamente in alto verso la parte sinistra, non si scorgono assolutamente fibre nervose che in senso inverso si dirigano verso la destra per co- stituire il chiasma dei nervi ottici. Non vi è foro ottico ma semplicemente la continuazione del tessuto connettivo fibroso che si congiunge collo sfenoide. Tanto nell’uno come nell’altro manca dalla parte sinistra la ghiandola di Harder. In complesso posso dire che questi due individui anomali sono identici per la mancanza delle parti nervose essenziali dell’occhio; in quanto poi ad alcune diversità riscontrate specialmente nelle parti di origine tegu- mentale, benchè si possa credere che non si siano formate, pure io le attribuirei ad una maggior riduzione di queste parti avvenuta nel se- i fl e condo individuo che non nel primo, dato forse lo stadio più avanzato del suo sviluppo; il che risulta dalle dimensioni del corpo sopradette. Colla mancanza assoluta delle parti nervose dell’occhio, abbiamo qui veri casì di anoftalmia e non semplici casi di microftalmia, dove tutte le più importanti parti dell’occhio si devono trovare allo stato di maggior o minor atrofia. In quanto alla causa del fenomeno credo assolutamente sia da esclu- dersi l’ipotesi che si tratti di una ferita che questi due individui avreb- bero ricevuto mentre si trovavano allo stato girinale; poichè in questo caso sarebbe impossibile, stante la loro giovane età, che le parti ner- vose, specialmente il nervo ottico, avessero potuto ridursi totalmente senza lasciar alcune traccia della loro esistenza. Inoltre poi, secondo Je osservazioni del Colucci sui tritoni (1), l'occhio quando non sia completamente asportato, si rigenera; ora non si può nei nostri casi ammettere una totale esportazione, e non si trovano neppure traccie di alcuna rigenerazione delle parti nervose. Secondo pure le esperienze di L. Griffini e G. Marchiò (2), che ope- rarono il taglio del nervo ottico su di un numero notevole di tritoni a vari stadi di sviluppo, per cui poterono osservare da prima la distruzione e poi la rigenerazione della retina; si può notare, che se si fosse avuto in questi due casi una ferita che avesse leso le parti nervose, stante appunto la facoltà, esistente in alto grado negli anfibi, della rigenera- zione anche di parti così delicate; sì dovrebbe trovare una parziale 0 totale ricostituzione delle parti nervose dell’occhio. Inoltre non sì ri- scontra nessuna formazione patologica, o qualche altro indizio che da tale ferita ne avrebbe dovuto conseguire. Non credo si possa quindi ammettere nessun’altra ipotesi che quella che fa dipendere questi casi da anomalie di sviluppo del sistema neryoso centrale. Benchè però il Picqué parlando delle cause che possono spie- gare l’anoftalmia (3) dica « On doit rejeter à peu près complètement l'hypothèse qui consiste à admettre l’absence de vésicule optique, car la non- -formation de cette vésicule suppose dans l’évolution du système nerveux un trouble profond et incompatible avec l’existence », ciò non- dimeno io stimo in questi casi trattarsi di una vera mancanza di for- mazione della vescicola ottica primitiva, la cui causa embriologica ignota (1) Collucci V. L. — Sulla rigenerazione parziale dell’occhio nei tritoni. Istogenesi e sviluppo. in Mem. R. Acc. Sc. Istit. di Bologna (5.) T. 1. Bologna, 1891. 4° (39 p.). — Estrat. in Monitore Zool. Ital. II Ann. N° 12 p. 237-238. (2) L. Griffini e G. Marchiò. — Sur la regeneration totale de la retine chez les tritons. — Archiv. Ital. de Biologie, T. 12, fasc. !/,, p. 82-89. Picqué L. — Anomalies de dovalonn amici et maladies congenitales du globe de eil. 4° pp. x1 et 476. Paris Imprim. Chamerot — V. pag. 144, è certamente la stessa che impedisce il totale o parziale sviluppo di altre parti dello stesso sistema nervoso centrale, e la formazione di altri or- gani nelle prime fasi della vita embrionale di un animale. Evidentemente, benchè la presenza delle parti dell’occhio di origine cerebrale implichi tutta la formazione del globo oculare, ciò non ostante la loro mancanza non può impedire un primo sviluppo delle parti di origine tegumentale, e neppure un primo accenno delle parti di origine mesoblastica, quando non abbiano stretto rapporto colla vescicola ottica secondaria; infatti nei nostri casi se non vi sono gli invogli del globo, esistono però i muscoli oculimotori. Da quanto ho potuto sapere dalla bibliografia, casi di anoftalmia negli anfibi non ne sarebbero ancora stati finora osservati; e ciò oltre alla poca frequenza dei casi, si deve pure attribuire alla grande possibilità che questi anoftalmi presentano ad essere sorpresi dai nemici, special- mente nei periodi giovanili; sicchè mentre credo che negli anfibi, in- dividui con anoftalmia bilaterale non giungano allo stato adulto, quelli con anoftalmia unilaterale devono essere pure assai rari. Nell'uomo eziandio la vera anoftalmia è considerata come rarissima; io ho potuto trovare solo un caso descritto da Fusari e Morpurgo (1) di un’anoftalmia doppia in un feto umano accompagnata da altre anomalie nel corpo, caso che presenta qualche analogia coi due da me riferiti; e un altro descritto da Hilbert (2). (1) Fusari R. e Morpurgo B. — Ricerche anatomiche su di un caso di ano- ftalmia bilaterale totale. Atti R. Accad. Scienze Med. e Natur. in Ferrara. Anno 68, fasc. 2, p. 109-115. (2) Hilbert R. — Zwei Falle angeborener Anomalie der Augen. 1) Anophthalmus congenitus, . . . + . Klinische Monatsblatter fùr Augenheilkunde, Jahrg. xXx, 1892, 287-290. Altre indicazioni bibliografiche su casi di anoftalmia nell’uomo si trovano sia nel già citato lavoro del Fusari e Morpurgo, sia pure nella parte biblio- grafica dell’opera di Picqué a pag. 453. wi CARI nr ii (ITTICA LIA CA se: (97 olstrti hi soeli TITR : pmolatà dg duo isa 15 GIORN pi de plarfasde afgoniaani gato tai his Di “olensiaa: KIA) ib stano atlah ie ia anti tw ib dito be 191 quallebp cis abano Ab Sgas d Adrara i GI categ artt ES, difaluso udalg lab arcdinamietoh ab 6 du iaia Mh pag «i Hat Qugigigfiva Occiug fu atihegort. dog dou piso pi igle tori TRE pilab ONka dano RL CIA SIUGRIA >» olatà a; i soltio alavignà yi Abioo 01100: i ostante dosidle tosto | per «odor; 19 sita da quioa Tuo mpamnoai irapi.ieon ipu iva 4; ci i i 1 la tofoagibino, lose i}006 a Fig he Jgga stations ib lago ciîtesia To saghe altafriatogaa: 03430 0) 060 atta antioi dio: se vilavisane: soul iheta, RARO Quodd8188 as non prifidiaog obustg a sflo cicli dia Brperk 'enabizià» ciao isla: DT SL; -fsisoga siolateti talk (ess quaa, onogao fog DARdt9201 0: tinta Myag ; » Seb Sign lho Sa sii boro ant adegli suoni dt mos ibatag: ipso: nb alolà, Ghia: 0Ag gig on OPERE ritratod 1048, AO: ; «Pda inastori) G19s0 aseteh. spie roiaiioo Sio iserizai LI VRESTALZOO, WIE Tdi (409 dist sctatio Lee, IOTOA sl ot ag lagti È TA 009 Ga rigo) vi etiaguti «bi opta solo CEN fb “for MRETIoniA TT ni Gihs arti: ai stoniriih000e. 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Tucuman und drei Exemplare von San Lorenzo, Prov. Jujuy, gefunden in feuchter Erde unter faulen Baumstàmmen und alten Ziegeln. Die letzgenannten sind von hellerer Grundfarbe und haben einen kràftigeren dunklen Medianstreifen als die von S. Pablo. Geoplana eugemiae nov. spec. (MS.). Unter diesem Namen figurirt in meinem Manuscript eine Species, welche ich nach Exemplaren des Zoolog. Museums in Géòttingen aufge- stellt habe und welche von D" Bohls in zahlreichen Exemplaren bei Concepcion (Paraguay) gesammelt wurden. Es sind im conservirten Zustande platte und dorsal nur wenig gewéòlbte Formen, deren gròsste eine Lànge von 28 mm. bei einer Breite von nahezu 4 mm. erreichen. Die vordere Kéòrperhàlfte verschmàalert sich allmahlich zum abgerun- deten Kopfende. Die Farbe ist gleichmassig schwarzbraun am Ricken und schmutziggelb mit blaugrauen Flecken am Bauche. Das Vorderende ist ventral braun eingefasst, so weit als die Reihe der Sinnesgrubchen verlàuft. Der Mund liegt etwas vor der Mitte, die Geschlechtsòffnung am Beginne _ des letzten Viertels der Kéòrperlànge. D" Borelli sammelte bei San Lorenzo (Prov. Jujuy, Argentinien) und bei den Mission d’A- = guairenda (Chaco Boliviano) eine grosse Anzahl von Exemplaren, die ich fiir identisch mit obigen halte, obgleich sie im Allgemeinen gròsser und schlanker sind als die von D" Bohls gesammelten. So mass das grosste 52 mm. in der Lànge, 4,3 mm. in der gròssten Breite und bis i, 3 mm. in der Dicke. Choeradoplana langi nov. spec (MS.). In dem Berichte liber die Landplanarien von D' Borelli's erster Reise (1) erwàhnte ich diese von Fritz Miller in Brasilien und Borelli in Asuncion (Paraguay) gefundene Species als Geoplana langî. Seither habe ich mich uùberzeugt, dass sie dem von mir aufgestellten neuen genus Choradoplana (2) angehòrt. Neuerlich sammelte D" Borelli ein Exemplar in Tigre bei Buenos Ayres. Die folgenden drei Species sind mir vòllig neu und ihre Beschreibung grindet sich ausschliesslich auf das von D'" Borelli mitgebrachte Mate- riale. Die zugehòrigen Abbildungen werden in meiner « Monographie der Turbellarien » II Bd. publicirt werden. Geoplana carrièref nov. spec. In Gestalt an G. rufiventris Fr. ML. erinnernd, aber gleichmàssig schwarzbraun gefàrbt mit hellen feinen Piinktchen in den Seiten der Ruckenflàche, der Bauch gleichmàssig blaugrau oder gelblichgrau und am Rande nicht dunkel eingefasst sondern noch heller als in der Mitte. Nur die Ventralflàche des ròthlichgelben Vorderendes besitzt in der Lànge von 8-9 mm. eine feine braune Randeinfassung. Eines der gròssten Exem- plare ist 48 mm. lang und erreicht in der Pharyngealregion eine Breite von fast 9 mm. und eine Dicke von 1,7 mm. Der Mund liegt 27 mm., die Geschlechtsòffnung 34 mm. von Vorderende entfernt. D' Borelli sammelte eine grosse Anzahl von Exemplaren im November 1895 bei der Mission d’Aguairenda im Chaco Boliviano und Mai 1896 bei San Lorenzo, Prov. Jujuy in Argentinien. Geoplana brittlebamki nov. spec. Es liegen Bruchstùcke einer schlanken, dorsal stark gewéòlbten Geo- plana vor, die sich von allen bisher bekannten neotropischen Arten durch ihre Zeichnung unterscheidet. Die Dorsalseite zerfallt in 5 Langs- streifen, von denen der mediane und die beiden marginalen durch die (1) Dieses Bollettino vol. IX, N. 182, p. 3. (2) Ueber das System und die geographische Verbreitung der Landplanarien. Verhandlungen der deutschen zoologischen Gesellschaft 1896. I.eipzig 1896, p. 65. LI 10u7 DEC mo VECI hellgelbe Grundfarbe gebildet werden wahrend als Begrenzung der hellen Medianlinie zwei kràftige schwarze Làngsstreifen vorhanden sind, deren Breite die der gelben Léngszonen kaum merklich ùbertrifft. Gefunden in Tigre bei Buenos-Ayres unter einem feuchten Stamme. Rhynchodemus hectori nov. spec. In der Leibesform sehr dem Rhynchodemus borellii (1. c.) gleichend, unterscheidet er sich von dieser Species sowohl durch bedeutendere Gròsse als durch die Fàrbung. Bis 18 mm. lang und fast drehrund, erreicht der Kòrper nur eine Breite von 1,5 mm. Der Mund liegt bei dem gròssten Exemplare 8 mm. die geschlechts6ffnung 12 mm. vom Vorderende entfernt. Die gelbliche grundfarbe ist sowohl dorsal als in den Seitentheilen des Bauches von schwarzbraunen Pinktchen ibersàet. Ueber den Rucken laufen zwei breite, nur eine feine helle Medianlinie freilassende schwarze oder braune Làngsbinder, die hinter den Augen beginnen und daher die vor den Augen gelegene gleichmàssig grau gefàrbte Spitze des Kòrpers nicht erreichen. Die weissliche Kriechleiste beginnt erst ca. 2 mm. hinter dem Vorderende, sie springt convex vor und nimmt ‘/3-‘/, Bauchbreite ein. In zahlreichen Exemplaren von Mai bis October in den Argentinischen Provinzen Salta (Tala, Lesser), Tucuman (San Pablo) und Jujuy (San Lorenzo durch D' Borelli gesammelt. a! NIE i RA ui * i ; A au i i Ad dee spo CREPO ; È È Ri La iv n! 8% È I: n MET SI POAGID \ 4 . dl r “@LD doi hi AMI (4 pj' ne O n... > E LR 4 I (fa a ud ue de È n dd. : pr ‘ Pt ki A ? pi, VIA Ti GX Ur PARI VC tr ea té tra) DI IR] MO H 11 fa ùu | r.tb i P.09 | i sed int” Y Li , LEUR si I du BI rs 0a i | i PI i DIM i oi R$ | FRiti Mana 7 ha hg ai totali «di j U ite ® ® POR n ie “ta d% i b É Pa A "] e À ) ì A «1 à î Sy * ME 7 è } Li si î (fo Fi | : (Raf Fj Ly I “gp x Î h 4 LI \ va "i Li , NA 4 3 i i f, % 3 f Ps i M:* 5 9 #77] i, pra n. ì E dl, = è La ur : 31 —_- in b na se LUO, Letra i 11090 - Tip. Lecco, Gerbone e Delleani - Torino. pa r Pd N PA È î DEC 20 1897 “BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino NT pubblicato l ll COMI 1897 bc xIl Hemiptera cryptocerata Révision de le S. Fam. 4 Lìmnocorinae ,, par A. L. MONTANDON L’examen des richesses entomologiques récemment récoltées par M. le Dr. A. Borelli, lors de son dernier voyage dans l’Amérique du sud, m’ayant fourni l’occasion de reconnaître quelques espèces nouvelles très remarquables dans cette petite sous famille, j'ai été amené, ayant ju- stement sous les yeux le matériel important de plusieurs de nos grands musées européens, à faire une étude comparative des formes qui s’y rattachent. Gràce aussi à l’obligeance de M. le Prof. Chr. Aurivillius du musée de Stockolm, j'ai pu examiner les types nommés par Stàl et leur com- parer une série d’insectes dont la détermination m’aurait autrement été impossible. En effet, les diverses espèces se rgssemblent beaucoup et les diffé- rences qui pouvàient servir à reconnaître les formes déjà décrites n’é- taient pas indiquées d’une facon suffisamment exacte ; l’auteur suédois manquait du reste de matériel pour établir les points de comparaison et ses descriptions un peu brèves ne concordent pas non plus, sur un point, avec ses types que j'ai étudiés. Ainsi, à propos de L. insignis Stàl Enum. Hemipt. V. 1816, p. 146 il est dit: « L. profundo simillimus, differt impressione lineari transversa « pone medium pronoti posita, multo subtiliore, obsoletiuscula, nec non « margine laterali hemelytrorum pone partem posteriorem embolii minus « profunde sinuato. » Or l’insecte du Venezuela, qu'il a rapporté à tort, à mon avis, comme je le dirai plus loin, à L. pr “ofunaés Say a l’embolium beaucoup moins , dilaté latéralement et la sinuosité derrière l’embolium sensiblement plus faible que chez son type de L. însiîgnîis Staàl du Brésil. Cette erreur est très probablement le fait d’une simple interposition, [e Quant à L. profundus Say Annual report of New York State Agric. Soc. 1858, p. 808, où se trouve la copie des notes de l’auteur amé- ricain données précédemment dans: New. Harm. Indiana Decemb. 1831, il est dit: « Naucorîs profunda-oval dark greenish, rugulous; inferior membrana velvet black. Inhab: Mexico. The whole surface îs covered wîth a minute, confused roughness ; the form is rather dilated oval; thoran profundly emarginate to re- ceive the head; posterior sub marginal line very distinct; lateral margin depressed; posterior angles obtusely rounded; hemelytra with the covered membrana deep velvet black; tergum dull yellowish with a blackish line on the edge and spots on the margin, beneath blackish fuscous; feet greenish; anterior pair of thighs dilated, triangular, ciliated with golden hair. Lengih two fifths of an inch. The Femorata Pall de B. ?îs /ess dilated, polished, the head larger, and less profundly inserted into the thorax; the thorax îs also not marginally depressed and its angles are not oblusely rounded as în this species. » i Or, l’insecte que Stàl a nommé L. profundus, ne correspond pas precisement à cette description; il n’atteint pas tout à fait la taille in- diquée par Say, équivalant à 10,8 millimètres; la couleur est flave pàle, non verdàtre foncée; la membrane est à peine brunàtre et non d’un noir de velours; les angles latéraux postérieurs du pronotum sont plutòt étroitement tronqués qu’obtusèment arrondis; le dos est flave sans taches et les pieds également flaves, non verdàtres. Je n’ai du reste pas vu d’insectes auxquels la description de Say aurait pu s’appliquer exactement; l’insecte qui me paraissait devoir le plus s’en rapprocher, surtout par la forme des angles latèraux postérieurs du pronotum, trés arrondis; le sillon transversal du pronotum trés di- stinct; la membrane noire; provenant également du Mexique, est par contre de taille sensiblement plus faible, de teinte brunàtre, non ver- dàtre foncée; les pattes fiaves brunàtres non verdàtres, et il n°a pas non plus les fémurs antérieurs dilatés, triangulaires, ciliés avec des soies dorées comme dit Say. Ce dernier caractère me laisse méme quelques doutes sur la famille de l’insecte qu'il a décrit. Aussi jusqu'à plus ample informé je laisse de coté N. profunda Say et je nomme les deux espèces dont il est question plus haut et qui pouvaient offrir quelque similitude avec sa description: L. Stél? nov. sp. celle que Stàl avait rapportée à N. profunda Say et L. Signoreti nov. sp. les exemplaires du Mexique qui avaient appartenu à la collec- tion Signoret et chez lesquels ce dernier avait aussi cru reconnaître la méme espèce. D’autre part je ne puis admetre le genre Bordorocoris Stàl, comme DEN 20 1897 Pane étant basé sur des caractères trop peu apparents, pouvant à peine servir à distinguer des espèces entre-elles; le professeur Suédois comme je l’ai dit plus haut manquait évidemment de matériel de comparaison et son genre Bordorocoris, déjà bien difficile à distinguer lorsqu’on n’a sous les yeux que les trois espèces qu'il possédait, devient tout à fait impossible avec la nouvelle série qui vient s°y ajouter aujourd’hui. Le tableau suivant permettra de reconnaître facilement les diverses espèces que je rattache à l’unique genre Liîmmnocorîs, composant la sous famille Limnocorinae. Tableau analytique des espèces du genre Limnocoris. A. Angles postérieurs des segments du connexivum acuminés, saillants et proéminents en arrière. Sillon transversal du pronotum bien visible, la partie postérieure du pronotum légèrement déprimée derrière le sillon. B. Pronotum très élargi en arrière avec les angles latéraux posté- rieurs aigus, à peine arrondis au sommet. Taille grande, 11-12 milli- mètres de longueur sur 8,7-9,5 millimétres de largeur; forme très ar- rondie. Pronotum plus de trois fois plus large postérieurement que la largeur de la téte en arrière, yeux compris. Téte entièrement encaissée dans l’échancrure antérieure du pronotum, très peu proéminente, sub- tronquée au devant des yeux; ces derniers assez divergents en avant. Espace interoculaire aussi large ou à peu près aussi large en avant que la longueur de la téte. Rebord externe des yeux très étroit en arrière, très obtusément sinué sur la moitié de sa longueur; un peu élargi, bien visible en avant. Écusson très obtusément sinué sur ses cotés latéraux. Elytres granuleuses avec une bordure concolore presque lisse le long de la marge derrière l’embolium. Embolium assez large, très obtusément arrondi au bord externe, subtronqué à l’extrémité. Membrane peu dé- veloppée plus étroite et moins valvante que chez les autres espèces. Couleur gènérale flave, un peu rembrunie sur le milieu du disque de la partie antérieure et sur la partie postérieure du pronotum, ainsi que sur les élytres sauf l’embolium presque entièrement flave, finement granuleux. Carène mesosternale assez élevée avec une petite fossette allongée, profonde, bien arrétée tout autour, acuminée en avant et en arrière au sommet de la carène avec un trés petit tubercule en avant, assez éloigné de la fossette, sur le milieu de la déclivité antérieure de la carène. Labre plus long que large, acuminé au sommet, bord anté- rieur de la téte avec une longne et étroite fossette transversale de chaque coté près des yeux L. Borellii nov. sp. Caiza, Bolivie, des chasses de M. le Dr. A. Borelli, collections du Musée Zoologique de Turin, et la mienne. BB. Pronotum moins explané latéralement et moins élargi en ar- QAR Meg riere, avec les angles latéraux postérieurs presque droits, assez large- ment arrondis ou subtronqués au sommet. Largeur postérieure du pro- notum sensiblement moins de trois fois la largeur de la téte en arrière, yeux compris. Membrane bien développée, largement valvante. C. Taille assez grande, 8,9-10 millimètres de longueur sur 6,5-7 mil- limètres de largeur. Forme un peu moins arrondie que l’espèce prècé- dente. Téte un peu plus large entre les yeux en avant que longue sur la ligne médiane, avec le bord antérieur un peu proéminent, obtusément arrondi au devant des yeux; ces derniers très divergents en avant avec le rebord externe non sinué, très étroit en arrière, un peu élargi, bien visible en avant. Embolium' plus rétréci en avant, plus arrondi au bord externe, subtronqué postérieurement. Ecusson très vaguement sinué sur les cotés latéraux. Teinte générale d’un flave pale avec les élytres finement granuleuses et la marge un peu plus lisse et généralement noiràtre depuis derrière l’embolium. Carène du mesosternum plus ou moins coniquement élevée avec une fossette parfois arrondie au sommet, parfois un peu allongée longitudi- nalement sur Ja partie la plus élevée de la caréne qui s’abaisse toujours assez rapidement en lame de couteau à sa partie antérieure avec un très petit tubercule en avant sur le milieu de l’arète qui est abruptement verticale devant le tubercule L. Stàli nov. sp. Venezuela (Stevens) Collection du Musée de Stockolm (= L. pro- fundus Sta! nec Say) Guatemala et Bolivie Collection Signoret. K. K. Hof Museum Vienne. N.lle Grenade, Ocana, Collection Fallou Museum Paris et ma collection. C.C. Taille plus faible 8,2-8,5 millimètres de longueur sur 5,5-5,7 millimétres de largeur. Forme un peu plus allongée que le précédent. Téte aussi large antérieurement entre les yeux que longue sur la ligne médiane, avec le bord antérieur obtusément arrondi au devant des yeux, un peu plus proéminent que chez l’espèce précédente. Yeux di- vergents en avant avec ie rebord externe très étroit, peu élargi en avant. Ecusson à cotés latèraux droits non sinués. Embolium assez ré- gulièérement arrondi au bord externe, atténué assez également en avant et en arrière, non tronqué à l’extremité. Teinte générale flave un peu jaunàtre, à peine rembrunie sur le milieu du disque et la partie posté- rieure du pronotum. Ecusson flave sur la ligne médiane, un peu rem- bruni de chaque coté. Embolium flave, ainsi que la base des éIytres et du clavus; élytres granulées ponctuées jusque sur la marge externe, fai- blement rembrunies sur le disque et postérieurement, un peu noiràtres sur un étroit liseré irrégulier derrière l’embolium. Membrane brunàtre claire. Carène mésosternale assez élevée, subarrondie vue de coté, ob- tuse au sommet, très brusquement tronquée en avant, sans fossette ap- = parente, sillonnée longitudinalement au milieu, le sillon un peu élargi sur la déclivité postérieure L. ovatulus nov. sp. Salta, Rep. Argentine, des chasses de M. le Dr. A. Borelli. Musée Zoologique de Turin et ma collection. A.A. Angles postèrieurs des segments du connexivum non acuminés ni proéminents en arrière. Membrane toujours bien développée, large- ment valvante. D. Pronotum sillonné transversalement, la partie postèrieure plus ou moins déprimée derrière le sillon. Dilatation du bord externe de l’em- bolium assez régulièrement arquée, non brusquement tronquée en ar- rière où la marge élvytrale est très obtusèment sinuée. E. Carène du mésosternum plus élevée et plus large en arrière qu’en avant, creusée d'une fossette allongée sur la partie posterieure élargie, cette fossette à bords relevés qui la limitent exactement ne s’étend pas sur la déclivité antérieure de la carène, en lame de couteau très fai- blement tuberculée en avant et brusquement tronquée devant le tuber- cule. Angles latéraux postérieurs du pronotum droits, à peine arrondis au sommet. Rebord latéral des yeux très étroit, imperceptiblement élargi en avant. Sillon transversal du pronotum assez faible, nul au milieu; dépression postérieure assez bien accusée derrière le sillon. Teinte un peu brunàtre, marge élytrale bordée de noir sur sa moitié postérieure. Longueur 9 millimètres, largeur 6,2 millimètres —L. pauper nov. sp. Cumbase, Nord du Brésil, ma collection. E.E. Carène du mesosternum sillonnée dans toute ou presque toute sa longueur ou avec une fossette allongée occupant presque toute la longueur de la carène. F. Angles latéraux postérieurs du pronotum très obtusèment arrondis. G. Partie postérieure du pronotum assez fortement déprimée derrière le sillon transversal très accentué, méme sur le milieu du disque. Partie antérieure du pronotum avec de fortes rides transversales derrière l'espace interoculaire. Carèòne mesosternale boursoufflée, un peu plus élevée au milieu, ruguleuse de chaque coté du sillon assez faible qui la parcourt dans toute sa longueur. Teinte légèrement brunàtre, marge élytrale bordée de noir sur sa moitié postérieure derrière l’embolium. Rebord latéral des yeux un peu élargi en avant. Membrane noiratre. Cotés latéraux de l’écusson non sinués. Longueur 8,8-9 millimètres, largeur 6,2 millimètres L. Signoreti nov. sp. Mexico (Collection Signoret = L. profundus Sign. nec Say), K. K. Hof Museum Vienne, Musée Civique de Génes et ma collection. Un exemplaire sans localité de provenance, Museum Paris. Cette espèce peut assez facilement étre confondue avec la précédente: L. pauper. Montand., à laquelle elle ressemble beaucoup à première vue. Elle en diffère surtout par la forme des angles latéraux postérieurs LEE du pronotum largement arrondis et par la carène mesosternale sillonnée, sans fossette à bords relevés. G.G. Partie postérieure du pronotum moins fortement déprimée der- rièére le sillon transversal qui est nul ou presque nul sur le milieu du disque. Rides de la partie médiane antérieure du pronotum assez super- ficielles, bien moins accusées que chez l’espèce précédente. Carène me- sosternale en forme de trapèze, vue latéralement, avec une longue fossette profonde bien accusée en forme de poire élargie en avant, at- ténuée en arrière, recouvrant presque toute la partie supérieure; la carène très brusquement et abruptement tronquée en avant, devant un très petit tubercule plus ou moins visible. Teinte générale d’un fiave jaunàtre sur presque toute la partie supérieure; les élytres avec une bordure noiràtre sur la marge latérale postérieuvement, derrière l’em- bolium ; parfois le disgue des élytres est aussi un peu rembruni. Mem- brane brunàtre. Le dessous des angles antérieurs du pronotum, les meso et metapleures fortement rembrunis, parfois méme noiràtres. Rebord latéral des yeux très étroit, très faible méme en avant. Cotés latéraux de l’écusson très obtusément sinués. Longueur 9,2-9,5 millimétres ; lar- geur 6,4-6,6 millimètres L. pectoralis nov. sp. Salta, Rep. Argentine, des chasses de M. le Dr. A. Borelli, Musée Zoologique de Turin et ma collection. F.F. Angles latéraux postérieurs du pronotum aigus, à sommet à peine arrondi; partie postérieure du pronotum moins déprimée derrière le sillon transversal, le sillon très superficiel au milieu du disque. Partie antérieure du pronotum avec de très fines rides transversales derrière l'espace interoculaire. Carène du mesosternum non boursoufflée, pas plus ou très légèrement plus élevée en arrière qu’en avant, creusée sur toute sa longueur d’un fort et large sillon assez régulier un peu attenué en avant derrière le tubercule de la partie antérieure au devant duquel la carène est brusquement tronquée. Teinte flave pale avec l’extremité des élytres plus ou moins rembrunie, la moitié postérieure de la marge élytrale bordée de noir. Longueur 7,5-8 millimètres; largeur 5,3-5,6 millimètres L. pallescens Stal. Venezuela (Stevens) Musée Royal de Stockolm type de Bordorocoris pallescens Stat. Venezuela (Coll. May) K. K. Hof. Museum Vienne et ma collection. N.lle Grenade, La Guayra, Colombie (coll. Signoret) K. K. Hof Mu- seum Vienne. Chez les exemplaires dont ln moitié postérieure de l’élytre est mieux rembrunie, comme le type de Stàl que j’ai pu examiner, la ponctuation de l’embolium n’est pas entiérement concolore, les points enfoncés pa- raissent un peu rembrunis et chez un exemplaire de Colombie de la Collection Signoret, les points sont franchement bruns; Signoret l’avait étiquetè L. punctatus, nom resté inédit et qu'il n’y a pas lieu de res- susciter. D.D. Partie postérieure du pronotum non déprimée, sillon transversal nul ou trés superficiel. H. Pronotum très élargi en arrière avec les angles latéraux posté- rieur aigus, non arrondis ni tronqués au sommet; embolium peu dilaté latéralement à bord externe presque droit, subitement arrondi en avant vers la base et brusquement tronqué en arrière où la marge élytrale est sinuée en angle obtus. Carène mesosternale un peu plus élevée et sensiblement élargie en arrière, avec une large fossette sur la partie postérieure, cette fossette assez allongée, attenuée en avant, à bords relevés tout autour, n’atteignant pas la partie antérieure de la carène en lame de couteau, abruptement tronqué en avant, sans tubercule ap- parent. Rebord latéral des yeux un peu élargi en avant. Teinte ver- dàtre assez uniforme. Longueur 9,2 millimètres; largeur 6,8 millimètres L. virescens nov. sp. Costa Rica, Buenos Aires (H. Pittier) ma collection. H.H. Pronotum moins élargi en arrière avec les angles latéraux po- stérieurs arrondis, rebord latéral des yeux faible, très peu élargi en avant, presque nul. I. Embolium très dilaté, le bord externe fortement arqué sur les trois quarts antérieurs, assez brusquement tronqué par une sinuosité obtuse qui occupe le quart postérieur; carène mesosternale un peu plus élevèe et légèrement élargie postérieurement avec une fossette au sommet de la partie postérieure; cette fossette plus longue que large ne s’étendant pas en avant sur la déclivité antérieure en lame de couteau tuberculée en avant et abruptement tronquée devant le tubercule. Teinte flave pale avec le bord antérieur du pronotum étroitement noiràtre, une tache brunatre sur le milieu du disque de la partie an- térieure du pronotum et de chaque coté de cette tache deux lignes obli- ques partant du bord antérieur de chaque coté du bord postérieur de l'oeil atteignant en arrière le sillon transversal qui est très faible mais cependant visible. Ecusson brunàtre avec les angles plus pales. Elytres avec quelques taches brunàtres mal accusées sur le disque postérieu- rement, et un très fin liseré noiràtre le long du bord externe de l’élytre depuis la sinuosité de l’embolium jusqu’à l’extrémité. Connexivum flave avec une bande brunatre sur la base de chacun des segments. Lon- gueur 8,5-9 millimètres, largeur 6,2-6,5 millimètres L. insignis Stàl Brèsil (T. Sahlber) Musée Royal de Stockolm. Id. (Schott) K. K. Hof Museum Vienne. Cette espèce se reconnaît à première vue par les taches foncées assez régulières du disque de la partie antérieure du pronotum. II. Embolium régulièrement arqué au bord externe avec la marge “gle élytrale sans sinuosité apparente derrière l’embolium. Carène mesoster- nale pas plus élevée en arrière qu’en avant, sillonnée au sommet sur presque toute sa longueur, faiblement tuberculée et abruptement coupée en avant. Sillon transversal du pronotum très faible, presque nul. Teinte flave avec des taches brunàtres très vagues sur le disque du pronotum de l’écusson et des élytres, point de liseré noir sur la marge élytrale. Longueur 6,6-7 millimètres, largeur 4,5-4,7 millimètres L. pbillus nov. sp. /4L Novo Friburgo (Miller) Musée Royal de Bruxelles et ma collection. Janvier-Mars 1897. 11091 - Tip. Lecco, Gerbone e Delleani - 'l'orino. DEC 20 1827 “ BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino _— < N. 298 pubblicato l’ 11 Giugno 1897 Vor. XII I MOLLUSCHI dei terreni terziarii del Piemonte e della Liguria | descritti dal Dott. FEDERIco Sacco Parte XXIII e XXIV. PARTECXOEHE (Ostreidae, Anomiidae e Dimyidiae). Classe PELECYPODA. Goldf. 1821. Ordine Tetrabranchia Fisch. 1886. Fam. OSTREIDAE Lamarck 1809. Gen. Ostrea Aristotile, Linneo 1758 (tipo O. edulis L.). Sottog. Ostrea str. s. — Ostrea edulis L. e var. italica, foliosa, cri- stata, pseudoflabelluta, oblongula, corrugata, cymbaeformis, pseu- ‘ docochlear, lametlosa, dertoplana, taurolamellosa, intusplicata e tauroverrucosa — O. neglecta Micht. e var. rugosella e caudatellala. — 0. gingensis (Schloth.) — O. cf. digitata Eichw. — 0. cyatula Lk. var. carcarensis — 0. Cossmannî Dollf. var. oligoplicata ed oligolonga. Sottog. Cubitostrea Sacc. 1897 (tipo C. cuditus (Desh.)) — Cuditostrea frondosa (De Serr.) e var. caudata, dertocaudata, percaudata, sub- fimbriata e colligens — C. Delbosi (May.) e var. Addolii e Com- panyot. Sottog. Gigantostrea Sacc. 1897 — Gigantostrea gigantica (Sol.) (tipo del nuovo sottog.) var. gassinensîs ed oligoplana. — G. rarilamella (Desh.) var. o/#gappenninica Sace. — G. cf. subdettoidea (Miinst.), Sottog. Crassostrea Sacc. 1897 (tipo C. virginiana (Gml.)) — Crassostrea crassissima (Lk.). — 100 — Sottog. Ostreola Montrs. 1884 — Ostreota Forskélii (Chemn.) e var. undulatior, perrostrata, subcucullata e persaccellus. Sottog. Aleetryonia Fisch. v. Waldh. 1807 — A/ectryonia tauroparva Sacc. Sottog. Aleetryonella Sacc. 1897 — A/ectryonetlla plicatuta (Gm. Lk.) (tipo del nuovo sottog.) var. germanttala, dertocrassa, crassoplicata, e lauriînensîis — A. proplicatula Sacc. Gen. @ryphaea Lk. 1801 (tipo G. angulata (Lk.)). Sottos. Pyenodonta Fisch. v. Waldh. 1835 — Pycnodonta Brongniarti (Brn.) e var. expansior, oblongula e parvulina — P. cochlear (Poli) e var. navicularis, perelliptica, Hennei, Brocchii, alata, bialata, tlransversa, impressa e taurotypica — P. Queteleti (Nyst) var. tran- siens — P. oligoradiata Sacc. — P. Hòrnesi (Reuss) — P. pede- montana (May.). Gen. Exogyra Say 1819 (tipo E. costata Say). Sottog. Aetostreon Bayle 1879 — Exogyra eoparvula Sacc. — E. mio- taurinensis Sacc. e var. simplex, rugosella e quatuorcostata. Fam. ANOMIIDAK Gray 1840 emend. Gen. Amomia L. 1767, O. F. Mill. em. 1776 (tipo A. ephîppium L.). Sottog. Anomia str. sensu — Anomia ephippium L. e var. squamuta, eleclrica, membranacea, plicata, cepa, orbiculata, nucleolina, cy- lindrica, ruguloso-striata, pergibbosa, sulcata, HOrnesi, helvetica, costata, pellis serpentis e pseudopecten — A. cf. albertiana Nyst. Gen. Miomia Gray 1849 (tipo M. zelandica Gray). Monia patelliformis (L.) e var. percosticillata ed acostulata — M. aculeata (Mùll.) e var. substriolata — M. tauraculeata Sacc. e var. . colligens — M. margarttacea (Poli) — M. striata (Br.) e var. pia- nulata. Fam. DIMYIDAKE P. Fischer 1886. Gen. Dimya A. Roualt 1850 (tipo D. deshayesiana (Roualt)). Dimya fragitis Koen. var. miopliocenica e crassiplicata. DEC 20 1857 — 101 — PARTE XXIV. Fam. PECTINIDAE Lamarck 1801. Gen. Chlamys Bolten 1798 (tipo C. îslandica (Chemn.)). ‘Sottog. Chlamys str. sensu — Ch/amys varia (L.) e var. percostutata, strangutata, minor, major e alternicostulata — C. gloriamariîs (Dub.) var. /ongolaevis, pervariecostata, ed elaticostata — C. mul- tistriata (Poli) e var. costicilltatissima, elongata, limata e gibbosella — C. tauroperstriata Sacc. e var. simplicula, persimplicula, per- elongata e rotundula — C. Brueî (Payr.) e var. leptogaster, sim- pliculata e parvolonga. Sottog. Hinnites Defr. 1821 — ZMinmnites crispus (Br.) e var. orbdicu- tarîs e costicillatior — H. Leufroyi De Serr. var. Defrancei — H. Brussonîi De Serr. var. faurinensis, crassicostala e colligens — H. ercolanianus Cocc. e var. subdistorta, perlaevîis, pseudocrispa e taurocostata. ‘Sottog. Aequipecten Fisch. 1886 — Aequipecien opercularis (L.) var. . Audouini, transversa, costalissima, elongata, plioparvula, serde= cimcostata, paucicostata, laevigatoides — A. Malvinae (Dub.) var. ,acuticostulata — A. Northamptoni (Micht.) e var. multispinosa, ton= gobliqua, laevitransiens, laevisulcata, oblita, arcuatolaevis e per- elaticosta — A. oblitaquensis Sace. e var. sublaevisulcata — A. oligoflabellatus Sacc. — A. deletus (Micht.) e var. angutlaticosta, intercosticillatina, rugosecostata ed inovnata — A. oligosquamosus Sacc. e var. perrugosa — A. oligopercostatus Sacc. — A. parvi- costatus (Bell.) var. Rovasendae — A. Angelonii (Meneg.) — A. Bicknellîii Sacc. e var. pseudovaria — A. spinosovatus Sacc. — A. Haveri (Micht.) -— A. mioalternans Sacc. — A. spinulosus (Miinst.) — A. eocrassus Sacc. — A. eoelegans Sacc. — A. cf. Iriangularis (Goldf.) e var. subthorenti — A. scabrellus (Lk.) e var. etongatula, planundulata, planolaevis, bollenensis, taurolaevîs e taurogibbula — A. multiscabrellus Sacc. — A. miocenicus (Micht.) e var. deatero- ‘ gîbbosa — A. pseudomiocenicus Sacc. — A. scabriusculus (Math.) var. zibinica, camaretensis, stricticostata e gibbulosa. Sottog. Macrochlamis Sacc. 1897 — Macrochlamis latissima (Br.) (tipo . del nuovo sottog.) e var. g970boplana e praecedens — M. Holgeri (Geintz) var. regularior, rolundatior, variecostata, subsimplex e * percostata — M.? Tournati (De Serr.) var. subtypîca e gibbangutata. Sottog. Felipes Loc. — Felipes pesfelis (L.) e var. quinqueundata e ligustica. — 102 — Sottog. Peplum B. D. D. 1889 — Peplum infleaum (Poli) e var. sub- septemradiata — P. septemradiatum (Mùll.) e var. latecostata, triradiata, miopliocenica ed bero — P. oligopercostatum. Sacc. Sottog. Flexopecten Sacc. 1897. — Flexopecten flexuosus (Poli) (tipo del nuovo sottog.) e var. per/aevis, biradiata e percolligens — F. inaequicostalîs (Lk.) e var. squamulosetta e pertransiens — F. glaber (L.) e var. sulcata ed anîisopleura — F. proteus (Sol.) var. subprae- terita — F. tigrinus (Mull.) var. laeviligustica — F. subdiscors (D'Arch.) var. gassinensis — F. bernensis (May.) var. laevigassi- nensis. À Sottog. Palliolum Mòntr. 1884 — Palliolum incomparabile (Risso) — P. cf, vitreum (Chemn.) — P simile (Lask.). Sottog. Lissochlamis Sacc. 1897 — Lissochiamis excisa (Brn.) (tipo del nuovo sottog.) e var. per:striatula. Gen. Amussìium Rumphius 1711, Klein em. 1753 (tipo A. pleuronectes (L.)).. Sottog. Amussium str. sensu — Amussium cristatum (Brn.). Sottog. Parvamussium Sacc. 1897 — Parvamussium duodecimiamel- latum (Brn.) (tipo del nuovo sottog.). Sottog. Variamussum Sacc. 1897 (tipo V. cancezzatum (Schmidt.)) — . Variamussum cf. fenestratum (Forb.) — V. felsineum (For.) e var. virgulata. Sottog. Propeamussium De Greg. 1883 — Propeamussium UNSOIORO num (For.) var. prodalli. Sottog. Pseudamussium Klein 17753 — Pseudamussium corneum (Cow. ) var. denudata — P. oblongum (Phil.). Gen. Peeten (Plinius) Belon 1553, Mùll. 1776 (tipo P. jacodaeus (L.)). Sottog. Amussiopecten Sacc. 1897 — Amussiopecten burdiîgalensîs (Lk.) (tipo del nuovo sottog.) e var. spinosella ed elongata. Sottog. Oopecten Sacc. 1897 — Oopecien rotundatus (Lk.) (tipo del nuovo sottog.). Sottog. Flabellipecten Sacc. 1897 — F/adellipecten flabelliformis (Br.) (tipo del nuovo sottog.) e var. persulculata e persimpleax — d) A- lessti (Phil.) — F. Bosniasckii (De Stef. e Pant.) e var. acosticillata ed elatecostala — F. nigromagnus Sacc. — F. leythajanus (Partsch.). — F. cf. Besseri (Andrz.). Sottog. Pecten str. sensu — Peclien maximus (L.) — P. jacobaeus (L.) e var. striatissima, minor e subbipartita — P. rhegiensis (seg.) — P. medius Lk. var. plioparva — P. planomedius Sacc. — P. Gray Micht. e var. perlaltesulcata e Bonetllii — P. stazzanensîs May. — P. Beudanti Bast. var. conîungens, stricticostata e subco- sticillata — P. benedictus Lk. — P. revolutus Micht. e var. perglabra,: pertransversa e pseudobenedicta. — P. cf. paulensis Font. — P. cf. subbenedictus Font. — P. Fuchsi Font. var. per/labellata ed arcua- toîdes — P. subarcuatus Tourn. — P. cristatocostalus Sacc. — P. Josslingiî Sow. var. lychnula ed expansior — P. arcuatus (Br.) e var. perdilatata, angutocostata e deperdita — P. laevicostatus (Seg.) var. astensis. 11113 - Tip. Lecco, Gerbone e Delleani - 'l'orino. DEC 20 1837 adi BOLLEWTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino \ 299 pubblicato il 5 Agosto 1897 Vor. XII Dott. M. G. PERACCA Assistente al R. Museo Zoologico di Torino. Intorno ad un nuovo genere di IGUANIDE del Brasile. Tra i rettili della collezione erpetologica del Museo Zoologico della R. Università di Genova di cui il prof. Corrado Parona volle affidarmi la determinazione, rinvenni l’interessantissimo nuovo genere di Igua- nide che forma oggetto di questa nota. Nel dedicare la nuova specie all’egregio direttore, sono lieto di pubblicamente ringraziarlo per la fiducia di cui mi volle onòrare. Aperopristis n. gen. Timpano distinto, profondamente infossato. Corpo subcilindrico co- perto da scaglie piccole granulari, coniche o carenate; una cresta nu- cale distinta molto bassa e quasi nascosta in un solco, costituita da piccole scaglie compresse acuminate; una cresta dorsale, appena visi- bile nella parte anteriore del dorso, costituita da piccole scaglie acu- minate. Scaglie della parte superiore del capo assai larghe anterior- mente, molto piccole posteriormente. Una piega golare trasversale, nessun sacco golare, Dita piuttosto corte, subcilindriche, leggermente denticolate lateralmente, rivestite inferiormente da lamelle tri- o qua- dricarenate. Nessun poro femorale. Coda moderatamente lunga, rotonda; denti laterali a corona ottusa; esistono denti pterigoidei e coste addominali. Affine al gen. Lîosaurus D. & B. Brasile. Aperopristis Paronae n. sp. Aspetto tozzo. Capo piuttosto largo, convesso, leggermente più lungo che largo; muso corto, tanto lungo quanto il diametro dell’orbita,,a canthus rostralis breve ed ottuso; narice laterale alquanto più vicina alla punta del muso che all’orbita; apertura dell’orecchio obliquamente ovale, un poco più piccola dell’apertura dell’occhio. Scaglie della re- gione superiore del capo molto piccole sul muso, liscie e convesse, più larghe e tuberculari al davanti degli occhi e nello stretto spazio inter- orbitale dove esse formano una sola serie, scudetto occipitale appena più grande delle scaglie che lo circondano; scaglie sopraoculari molto piccole, sopratutto verso il margine sopracigliare, mentre se ne osser- vano alcune alquanto più grandi, disposte in gruppo verso i regolari semicircoli sopraorbitali, costituiti da grandi scaglie tubercolari com- presse; notasi una serie di scaglie sotto orbitali compresse, sporgenti, che si continuano in avanti ed all'indietro colle scaglie dei semicircoli sopraorbitali; osservasi una doppia serie orizzontale di scaglie tubercu- lari allargate sulla regione temporale. Labiali superiori ed inferiori molto numerosi, piccoli, quadrangolari, non differenziati in scudetto rostrale e mentale. Scaglie delle regioni temporale e occipitale molto piccole, coniche. Cresta nucale molto bassa, costituita da 5-6 piccole scaglie compresse, appuntite, solcate lateral- mente, sporgenti da una specie di solco longitudinale, seguite da una serie longitudinale di piccole scaglie compresse, acuminate, cortissime, e per la maggior parte solcate lateralmente, le quali formano una cresta appena visibile, senza l’aiuto della lente, sulla parte anteriore del dorso. ‘Scaglie dorsali e laterali, molto piccole, grapulari, coniche, non embri- cate, con qua e là sparsi irregolarmente alcuni tubercoli conici alquanto più grandi. Scaglie golari granulari, convesse, non embricate, più pic- cole delle ventrali, ad eccezione di quelle che stanno contro la piega golare che rassomigliano alle ventrali. Scaglie ventrali più larghe delle ‘golari, romboidali, embricate, carenate. Estremità moderatamente lunghe ; le posteriori, tirate in avanti lungo il corpo, raggiungono la spalla (maschio); dita piuttosto brevi, tozze, subcilindriche, leggermente den- ticolate lateralmente, con lunghe unghie falciformi. Coda rotonda, as- sotigliantesi gradatamente verso l'estremità, lunga all’incirca una volta e mezza il capo ed il corpo presi insieme, coperta sulla sua faccia su- periore da scaglie piccole, leggermente carenate, embricate, le quali diventano gradatamente più grandi verso l’estremità della coda dove le carene vengono a formare delle linee longitudinali rilevate; sulla faccia inferiore le scaglie sono più grandi delle ventrali, più fortemente embricate e carenate e le carene formano delle linee longitudinali ri- levate. Le parti superiori sono di un color grigio brunastro chiaro, volgente al giallognolo chiaro sulla parte anteriore del capo e con qualche mac- chia ovalare dello stesso colore ai lati delle macchie nere che si osser- vano sulla linea mediana del dorso. Sul capo tra gli occhi notasi una fascia nera foggiata a —— dalle cui due estremità esterne partono due sette DEC 20 1857 ) fascie longitudinali a contorno ondulato, nere, che terminano sulle re- gioni temporali. Sulla linea mediana del collo e della parte anteriore del dorso osser- vasi una striscia nera sinuosa, a sporgenze laterali uncinate, alla quale fa seguito una serie mediana di macchie a margini sinuosi simmetrici, ben visibili nella tavola annessa e che mal si potrebbero definire a pa- role. Queste macchie si estendono sulla coda, dove, nell’ultimo tratto, assumono l’aspetto di fascie od anelli che abbracciano tutta la coda. Sui fianchi osservansi 5-6 macchie nere irregolari, verticali. La regione loreale è nera; sotto l’occhio notasi una striscia nera sottile che di- ‘scende al margine libero del labbro, seguita, dopo un intervallo bianco giallognolo, da una grossa macchia nera irregolarmente quadrangolare, ‘contigua al margine posteriore dell’occhio. Il labbro superiore è bianco giallognolo. La faccia inferiore dell'animale è di un grigio brunastro, più scuro della tinta fondamentale che si osserva sul dorso; tanto sulla gola quanto sul ventre notasi un fino reticolo nero assai regolare, a maglie ovalari assai grandi. Le quattro estremità, del colore del corpo, immacolate inferiormente, sono assai regolarmente fasciate di nero, «come le dita, superiormente. Lunghezza totale .. a...» mm, 211 » del capo. free 23 Larghezza » teste 21 Lunghezza del corpo . . . . . » 65 » estremità anteriore. . >» 40 » » posteriore . » 92 » della coda: 2028 73. (>) 0123 Un solo esemplare maschio del Brasile (*). (*) La figura annessa rappresenta l’animale in grandezza naturale. Td (O p3 43? So a Mt ri pt Tr RR di Va? det Mala Ae o ie Boi; RI Li } i Hi DA i AC ”' Ipo 8 pedi RO "" } if ina NE h ; $ } } «bit bili salina Bo 3101 ist ubioranino o sctibmttà cavoli | ; A ue PONE LPTOOI : dboracà Ul) h Lat. 00006) su silebra olfog.iohag ru: dog aentià Ù è dl tt Lee Marais oxssatoggtà trita sioetuiae di; Sha bet; È ono tirbgie o 1, 6 too Abe cei inte vi pedata odiamo pei MMETO fas fatico io Inecrtei stlagnili iii Ù na «Ott, asttiintfan caxoh bon afosa aio Li Si2198 di w adorata cosiiborrteditio adotto becetten MIL MICI ‘È duomo biolibrorm.i aloni actor hag 947 PPT ù ) fhgado s«tiltoo RESBRE@PSIVER INTE SUN AL n Pr pae i uf ogunid atti ied Al it cavie atimpaa sarddafifalono circeo i eri RI dere gie 393 CA ee o icAbt vida That Ari hi lel vd o}fova!tisb' amati VELLA la eg i‘ rev ni in sb gtabtimta: vr lròdfaspi ti ria iasuly pletateti pil sf) grad) “fat i | Y JA pie: dano la NI pe | ; rl } otti dg ae et si Gin rt ori ON ; i g (tyt LARIO sla a) dite a BR PECTRRA (ANT, DÎ li "lf : sbatti disc wi e mu tab è I Loc iron da A : a: NOLO fr ti o kl ingas i AROCE NE «0, AO Riti i ir feb ano } TOA af [N È Di Ù N L ia s : È Maw Rex ì Me» eat saran, e : i ru. «blind FA > Tp Las, osi a Torino. © ti Sui a: DRS si PE U P #, x a » Và da Mi è LIES UA DEC 20 1887 na BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. BOO pubblicato il 16 Agosto 1897 Vor. XII Viaggio del Dr. Enrico Festa nell’Ecuador e regioni vicine. IV. Dr. M. G. PERACCA Assistente al R. Museo Zoologico di Torino RETTILI. La collezione erpetologica riunita dal Dr. Festa nell’Ecuador e gene- rosamente donata, unitamente alle altre numerose collezioni, al nostro Museo, contiene 15 specie di saurii e 24 di ofidii. Quattro specie di saurii sono nuove per la scienza ed una di esse appartiene ad un nuovo genere ‘ (Lepidoblepharis) della famiglia degli Eublefaridi, che per i suoi caratteri esterni costituisce una vera forma di passaggio tra i Geconidi e gli Eu- blefaridi. Degli ofidii una sola specie è nuova. Parecchie rarissime specie, prima imperfettamente note, furono ritrovate dal Dr. Festa (A/0poglossus Buckleyi, Hoplocercus annularis, Himantodes lentiferus) ed in genere la maggior parte delle specie sono rappresentate da parecchi esemplari ciascuna. Nella recensione furono omessi gli An0/7s rappresentati da poche specie, il cui studio, per lo scarsissimo materiale di confronto del nostro Museo, mi tornò per ora pressoché impossibile. Come al solito mi reco a dovere di ringraziare pubblicamente il col- lega Boulenger che colla consueta cortesia si incaricò di confrontare coi tipi del Britisn Museum alcune specie dubbiose che ebbi a comunicargli. LACERTILIA ‘Lepidoblepharis, n. gen. Fam. Eublepharidarum. Dita sottili, compresse alla estremità, colle due ultime falangi rialzate, formanti un angolo colla porzione basale delle dita, coperte inferiormente da lamelle trasversali tutte eguali tra di loro. Unghie a tutte le dita intie- ramente nascoste in un grande astuccio compresso, formato da 5 scaglie, aprentesi inferiormente. Pupilla rotonda. Palpebra inferiore rudimentale, la superiore laminare, sporgente all’esterno a mezzaluna, non chiudente l’occhio. Corpo subcilindrico, coperto da granuli superiormente, da scaglie cicloidi inferiormente. Coda cilindrica appuntita. Parietali fusi insieme; vertebre procele. Ecuador. 1]. Lepidoblepharis Festae, n. sp. Facies del Gonatodes albogutaris D. & B. Capo piccolo, spesso; muso subacuto, corto, eguagliante in lunghezza la distanza che intercede tra l’occhio ed il meato uditivo ed una volta e mezza circa il diametro orizzontale dell'orbita; regione superiore del muso e del capo convessa in ogni senso; apertura uditiva piccolissima, rotonda, grande all’incirca due volte la narice. Corpo mediocre, sub- rotondo in sezione; estremità di moderata lunghezza, gracili e snelle; dita assai lunghe, cilindriche a ie o alla base, compresse alla estre- ‘gang Tal \ mità, ricoperte inferiormente tags II ——_ da lamelle trasversali, tutte (II £ eguali tra di loro e solo decre- Moneta sd scenti in larghezza dalla base vado del dito alla estremità. Unghie a” >= sug a tutte le dita, completamente è nascoste da un astuccio costi- tuito da una lunga e stretta scaglia mediana superiore e da due scaglie laterali sovrapposte la superiore all’inferiore; il margine superiore della scaglia laterale superiore rimane coperto dal margine laterale della scaglia mediana superiore. Rostrale assai grande, con un incavo a V nella sua parte superiore ed una incisione mediana che partendo dal margine po- steriore occupa tutta la lunghezza dell’incavo sopradetto. Narice apren- tesi tra il rostrale, il primo labiale, tre scudetti sopranasali, di cui i due. posteriori grandi come le scaglie granulari dalla parte superiore del capo. Tre labiali superiori, di cui il primo lungo quanto gli altri due presi in- sieme, percorsi longitudinalmente da una carena parallela al margine del labbro; mentale larghissimo, foggiato a V coll’apice rivolto in avanti, seguito da due labiali (inferiori) di cui il secondo piccolissimo. Palpebra circolare, quasi invisibile nella parte anteriore, inferiore e posteriore dell’occhio, sviluppatissima e sporgente in forma di lamina semilunare superiormente; il margine libero di essa è visibilmente denticolato e coperto anteriormente da un largo scudetto seguito, sul margine libero della palpebra, da una serie di scudetti più piccoli; la rimanente parte DEC 20 1897 Ca pio della palpebra è coperta, come la faccia superiore del capo, la faccia supe- riore e laterale del corpo e la faccia superiore delle estremità, da minute scaglie rilevate e sub-coniche in contatto tra di loro ma non ricopren- tesi. La gola è coperta da minute scaglie granulari, il ventre da larghe scaglie cicloidali embricate. La faccia superiore della coda è coperta di scaglie mediocri romboidali, liscie, leggermente embricate, più piccole delle ventrali; la sua faccia inferiore è coperta da scaglie cicloidali grandi come le ventrali, di cui la serie mediana è più grande di circa il doppio delle serie laterali. L'animale è di un color nero brunastro superiormente : sull’occipite notasi una macchia bruno chiara in forma di W, ed una sottile striscia dello stesso colore parte dall’occhio e si estende lateralmente lungo il collo perdendosi sui fianchi. Gola di color brunastro più chiara nel centro, macchiata irregolarmente di bianco sudicio. Parti inferiori di un nero acciaio scuro. Lunghezza totale . . . . mm. 62 » del capo . .— - » 8 Larghezza del capo . . . ; agli 0) Lunghezza del corpo . . » 22 Estremità anteriore . . . pitt » posteriore . . » 12 Coda (la punta è riprodotta) » 32 Due esemplari di San Josè Cuchipamba (lîcuador orientale). Questo nuovo genere, scoperto dal Dr. Festa. è certamente la novità più interessante della collezione. Per le vertebre procele ed i parietali fusi insieme esso appartiene senza dubbio alla famiglia degli Eubletfaridi, famiglia rappresentata oggigiorno da così scarse forme. Per la palpebra inferiore, rudimentale, e per la narice in contatto collo scudetto rostrale, esso si avvicina ai Geconidi e più particolarmente al genere Gonalodes di cui riproduce quasi esattamente il factes. 2. Polychrus marmoratus, L. Boulenger (1), p. 98, vol. II. Parecchi esemplari adulti di Gualaquiza e della Valle del Rio San- tiago. Due giovani esemplari, appartenenti indubbiamente a questa specie, uno di Gualaquiza e l’altro della Valle del Rio Santiago, presentano le scaglie ventrali liscie. 3. Enyalioides Festae, n. sp. Capo un po’ più lungo che largo; canthus rostratis e margine sopraci- gliare a spigolo spiccatamente acuto, sporgente lateralmente in fuori, ma e SA non dentellato; narice aprentesi sotto il can/hus rostralis posta ad esual distanza tra l’angolo anteriore-interno dell’occhio e la punta del muso; timpano verticale ovale un po’ più piccolo dell'apertura dell'occhio , orlato anteriormente da una serie di 4-5 grosse scaglie di cui la superiore più grande a carena rialzata e sporgente. Scaglie della faccia superiore- del capo mediocri, grandi presso a poco come le scaglie del dorso, salvo nella regione anteriore agli occhi dove esse sono un poco più grandi. Esse sono tutte di forma poliedrica (esagonale) irregolare, conico-pri- smatiche sporgenti, appuntite e sporgenti sopratutto nella regione sopra- orbitale, nella regione temporo-occipitale ed all'estremità posteriore del margine sopracigliare dove esse si presentano appiattite da destra a si- nistra e molto elevate. Due serie di scaglie un po’ più grandi e forte- mente sporgenti costituiscono due semicircoli sopraorbitali ben evidenti; scudetto occipitale appena visibile; dodici labiali superiori e dodici in- feriori. Scaglie golari più grandi delle scaglie della faccia superiore del capo, quadrate sui lati, romboidali sul mezzo, ottusamente, ma spicca- tamente carenate. Sacco golare nel maschio appena accennato. Cresta nucale elevata formata da molli e grosse spine lunghe come il diametro verticale del timpano: detta cresta sulle spalle diminuisce bruscamente di altezza, riducendosi all’altezza di due millimetri circa su tutto il dorso; sul bacino la cresta dorsale propriamente detta cessa e sulla coda non osservasi più che un margine denticolato, costituito da due serie pa- rallele di scaglie fortemente appuntite, La cresta nucale e dorsale è fiancheggiata da due serie, una per parte di scaglie fortemente appun- tite. Scaglie dorsali e laterali subeguali grandi presso a poco come quella della regione occipitale, incavate e carenate, ma non mucronate, sem- plicemente a contatto nella regione scapolare, dove esse sono soventi circondate da una serie di minuti granuli; leggermente ricoprentesi (embricate), nella regione lombare e nella regione del bacino dove le piccole carene vengono a formare delle linee continue, leggermente rilevate, dirette all’indietro ed all’interno (in alto). Ventrali grandi, romboidali, fortemente carenate e leggermente mucronate. Estremità lunghe coperte da scaglie fortemente carenate, più piccole superiormente, molto più grandi inferiormente. Dita lunghe, debolmente denticolate sui lati. Tirando in avanti le estremità posteriori (4) lungo il corpo, l’unghia del quarto dito raggiunge la narice. Due o tre piccoli pori femorali per parte. Coda fortemente compressa, leggermente denticolata superior- mente, coperta superiormente da scaglie piccole romboidali allungate, carenate e leggermente mucronate, inferiormente da scaglie romboidali allungate, fortemente carenate e mucronate, grandi come le ventrali, Per quanto le scaglie laterali della coda siano tutte eguali, pure essa appare, lateralmente, divisa in anelli di circa sei serie verticali di scaglie, e ciò è dovuto al fatto che la sesta serie di scaglie (dall’avanti = & all'indietro) è più larga in basso ed il suo margine posteriore (margine dell'anello) assume una direzione diversa dei margini posteriori dalle altre serie di scaglie dell'anello. La coda eguaglia in lunghezza circa due volte la lunghezza del capo e del corpo presi insieme. Superiormente di un rosso assai vivace sopratutto sul capo e nella regione mediana del dorso. Sul collo e sui fianchi notansi delle fascie ver- ticali assai poco decise, di un color bruno nero, Una macchia irregolare dello stesso colore notasi tra l'occhio ed il timpano. La coda e le estre- mità sono di un rosso più pallido con delle fascie verticali grigio-chiare, marginate di nero. Dette fascie sono però appena accennate sulle estre- mità anteriori. Labbro superiore, parte anteriore della gola, lati del ventre, faccia inferiore delle estremità e della coda di un giallo rossiccio. Parte centrale della gola e del ventre di un rosso acceso. Notasi una intensa macchia nera sulla gola in corrispondenza della piega golare. Le spine della cresta dorsale e nucale sono, a tratti, ora rosse ora nerastre. Lunghezza totale . . . mm. 367 » del.capp, uates. lreta3 Larghezza del capo . . De 28 Lunghezza del corpo . . » 104 » estremità anteriore » 73 » » posteriore » 118 » Coda! TI IeCE » 230 Due esemplari della Valle del Rio Santiago. Questa interessante specie, secondo quanto mi riferisce il Dr. Bou- lenger al quale la comunicai, sarebbe intermediaria tra |)’ E. Zaticeps e lE. microlepîs. Dell’E. microlepîs riproduce il facîes generale, distinguendosene fa- cilmente per le scaglie laterali e dorsali più grandi, per l’assenza della serie dorsale di scaglie più grandi, per le scaglie della coda non disposte in anelli evidenti; dall’ E. la/iceps, cui si avvicina pure assai, si di- stingue per le scaglie del ventre fortemente carenate, e per la cresta dorsale molto più alta. 4. Enyalioides praestabiliîs, 0’Shaughn. Boulenger (1), p. 113, vol. II. Parecchi esemplari giovani ed adulti di Gualaquiza, della Valle del Rio Santiago e della Valle del Rio Zamora. 5. Liocephalus iridescens, Gthr., Boulenger (1), p. 167, vol. II. Alcuni esemplari di Guayaquil. L'A 6. Liocephalus Guentheri, B]lgr. Boulenger (1), p. 169, vol. II. Alcuni esemplari di Cuenca. Essi presentano nella parte più grossa del corpo 53-54 serie longitudinali di scaglie. 7. Liocephalus Festae, n. sp. Scudetti della faccia superiore del capo unicarinati; nasali separati dal rostrale; scudetti sopraoculari non allargati, scudetti parietali indi- stinti, quantunque, in un grande esemplare, essi siano assai grandi; margine anteriore dell'apertura uditiva fortemente denticolato per la presenza di 4-5 scaglie molli, allungate, carenate. Lati del collo senza pieghe, coperti da scaglie identiche a quelle dei lati del corpo. Cresta dorso-nucale moderatamente alta, (appena più bassa che in ZL. ornatus Gray) che si continua sulla coda dove però man mano decresce in altezza per scomparire quasi interamente oltre la prima metà della coda. Scaglie dorsali moderata- mente grandi, fortemente mucronate e carenate, le carene formando delle linee longitudinali che convergono all’indietro verso la linea me- diana del dorso; scaglie dei fianchi appena più piccole delle dorsali; ventrali, grandi come le dorsali o leggermente più piccole, romboidali, liscie. Nella parte più grossa del corpo si contano, in media, 52 serie di scaglie. Scaglie golari più piccole delle dorsali, liscie, simili alle ventrali. Le estremità posteriori, nei maschi, tirate in avanti lungo il corpo rag- giungono l'orecchio. Coda assai fortemente compressa, a margine supe- riore denticolato nella sua metà anteriore, lunga all'incirca due volte la lunghezza del capo e del corpo presi insieme. Colore fondamentale del dorso e dei fianchi verde pallido con delle fascie trasversali nere o nero-brune, più larghe sulla linea mediana, che scompaiono verso la metà dei fianchi, dando luogo un reticolo nero più o meno appariscente. Parte superiore del capo color bruno grigiastro, macchiato irregolarmente di nero. I lati del capo, verdognoli in due esemplari e bruno-grigiastri nel terzo, presentano due tratti neri oriz- zontali, di cui uno va dall’occhio al timpano, e l’altro, parallelo a questo, dal sopraciglio si estende sui lati della regione temporale. Le labbra sono rossastre o rosso-aranciate e presentano traccie di una striscia longitudinale nera più o meno marcata secondo gli esem- plari. Gola bianco sucida od azzurognola, parte anteriore del ventre e parti inferiori degli arti e della coda bianco giallognoli. I lati del ventre sono soventi di un color grigio-ferro. Sotto il collo notasi una larga macchia nera intensa, più o meno confluente con una stretta macchia nera scapolare, unita più o meno con una macchia nera omerale, 208 Di La parte centrale e posteriore del ventre è di un color nero intenso, come la faccia inferiore del collo. Gli arti presentano sulla loro faccia anteriore e posteriore delle sottili fascie nero brune. La faccia superiore della coda presenta pure numerose fascie nero-bruno, poco appariscenti, che si riuniscono più o meno completamente e regolarmente sulla sua faccia inferiore. Lunghezza totale . . . mm. 228 » del'capo. pane LX Larghezza del capo. . . » 13,5 Lunghezza del corpo . . pw “ei » arto anteriore . » 32 » arto posteriore » 56 » della coda . . » 150 Questa specie è molto simile al L. trachycephalus A. Dum. dal quale principalmente si differenzia pel margine anteriore dell’orecchio forte- mente denticolato, per le scaglie dorsali fortemente mucronate e, forse, ancora, per la cresta dorsale leggermente più alta. Il Dr. Boulenger al quale comunicai un esemplare della specie perchè la confrontasse col L. trachycephalus mi confermò appunto le differenze sopraccennate. In un esemplare evidentemente molto vecchio, a coda disgraziatamente incompleta, le scaglie della gola, della regione sternale, e della parte posteriore del ventre, appaiono leggermente subcarenate. Tre esemplari di Cuenca. 8. Hoplocerceus annularis, O’Shaughn. Boulenger (1), p. 200, vol. II. — O'Shaughnessy (3), p. 244. Di questa interessantissima specie il Dr. Festa raccolse numerosi esem- plari di tutte le età nella Valle del Rio Santiago. Gli adulti non mi sembrano differire gran fatto dal tipo, un esemplare molto giovane, de- scritto nel 1881. In generale nell'adulto tutte le spine e i tubercoli sono più spiccati e le estremità sono più corte. Così mentre negli adulti le estremità poste- riori tirate lungo il corpo oltrepassano di poco la spalla nei due sessi, e le anteriori raggiungono il centro dell’occhio, nel giovane le estremità posteriori quas? raggiungono il timpano e le anteriori all’incirca la punta del muso. Tanto neì maschi quanto nelle femmine si contano in genere quattro pori femorali, raramente tre. Nei grandi maschi adulti infine mi pare esista una vera borsa golare, quantunque poco sviluppata. di Ba Lunghezza totale . . . mm. 297 » del capo . . » 39 Larghezza del capo . . ». 32,5 Lunghezza del corpo . . pi113 Estremità anteriore . . 15) » posteriore . . » 89 Coda (riprodotta) . . . » 145 Valle del Rio Santiago. 9. Centropyx pelviceps, Cope. Boulenger (1), p. 342, vol. II. Parecchi esemplari di Gualaquiza, della Valle del Rio Santiago, e della Valle del Rio Zamora. In alcuni maschi molto adulti le scaglie preanali sono pressochè liscie, mentre di regola, nella maggior parte degli altri maschi ed in tutte le femmine esse sono assai fortemente carenate, Nei giovanissimi ‘esemplari non esistono che traccie della forte concavità che si osserva nei maschi adulti nella regione occipitale; nelle femmine, anche adulte, questa con- cavità o depressione è sempre molto meno marcata che nei maschi. Nei giovani è visibile sempre fino alla punta del muso la fascia longitudinale mediana bianco verdognola chiara che sul capo acquista una particolare intensità; nelie femmine adulte detta fascia tende a scomparire sul capo ed è generalmente poco visibile; nei maschi adulti essa scompare affatto sul capo e si arresta nettamente all’occipite. 10. Alopoglossus Buclkleyi. 0’'Shaughn. Boulenger (1), p. 305, vol. II. — O’Shaughnessy (3), p. 233. Due esemplari della Valle del Rio Santiago, di cui un giovane in cat- tivo stato ed un adulto ottimamente conservato. Come ne fa fede la nota apposta in calce alla descrizione riportata dal Boulenger nel Catalogo, in causa del cattivo stato dell’esemplare tipico la descrizione è imperfetta; non tornerà perciò inutile una nuova descrizione dell’ottimo esemplare adulto raccolto dal Dr. Festa. Aspetto /acertiforme; muso largamente arrotondato all'estremità; frontonasale più largo che lungo; due prefrontali, formanti una breve sutura mediana; frontale più lungo che largo; un paio di frontoparietali più grandi dei prefrontali; un interparietale quadrangolare allungato, fiancheggiato da due parietali leggermente più lunghi, più ristretti al- l’indietro, appena più piccoli dell’interparietale; all’esterno dei parietali notasi uno scudetto ovalare (più corto dei parietali) fortemente carenato longitudinalmente. I frontoparietali, l’interparietale ed i parietali sono _ = percorsi ciascuno da due carene ottuse longitudinali e pressocchè pa- rallele. Non esistono scudetti occipitali. Quattro sopraoculari, di cui il primo ed il quarto più piccoli; i due primi sono percorsi longitudinalmente sul loro margine esterno, da una ottusa carena longitudinale. Narice aprentesi tra due nasali a sinistra, ed in uno scudetto semi diviso (in alto) a destra; un loreale obliquo, che poggia sul primo scudetto delle serie infraorbitale e non raggiunge il labbro; il terzo scudetto infraorbitale è lunghissimo; scaglie temporali piccole, carenate; apertura uditiva molto grande ovalare verticale, or- lata da piccole scaglie granulari; sette labiali superiori, di cui il terzo è il più lungo, lungo come il più grande scudetto infraorbitale. Quattro labiali inferiori allungate, subeguali. Uno scudetto postmentale impari, eptagonale, seguito da tre paia di altri scudetti postmentali, di cui le due prime paia in contatto sulla iinea mediana, mentre gli scudetti del terzo paio sono separati da due o tre serie di piccole scaglie. L'ultimo paio di scudetti postmentali è orlato posteriormente da una serie di quattro 0 cinque piccole scaglie liscie, grandi come le più grandi scaglie golari. Scaglie della gola più grandi sulla linea mediana e crescenti di ampiezza dall’avanti all’indietro, romboidali, imbricate, fortemente care- nate; scaglie dei lati della gola e del collo granulari, sub-coniche. Col- lare distinto formato da otto-nove scaglie, esagonali allungate, fortemente carenate, disposte in serie oblique. Scaglie del dorso esagonali allun- gate, embricate, fortemente carenate, disposte in serie trasversali ed oblique, ed in modo tale che le carene di una scaglia non si trovano sulla direzione della carena della scaglia della serie seguente; sulla nuca esse sono più strette e più corte, triangolari allungate, fortemente ca- renate. Le scaglie dei fianchi sono molto più piccole, più corte, ed un po’ più debolmente carenate; esse si allargano nuovamente sui lati del ventre, facendo un graduato passaggio alle ventrali, che sono leggermente più grandi delle dorsali, disposte in serie longitudinali, quadrangolari allun- gate, a margine posteriore ottusamente angolare, distintamente sub-ca- renate. Preanali in due serie, e cioè quattro piccole scaglie allungate, subeguali, nella prima serie, e quattro scaglie allungate nella seconda serie, di cui le due esterne più piccole, e le due mediane quadrangolari allungate, grandi come le più grandi ventrali; tutte le preanali sono subcarenate come le ventrali. Si contano 28 serie longitudinali nella parte più grossa del corpo, 32 scaglie dall’occipite al sacro e 21 scaglie dal collare alle preanali. Si contano 12 pori (d') di cui 10 femorali pro- priamenti detti e 2 anali. Le scaglie della coda sono quasi quadrate sulla faccia superiore a margine posteriore angolare, embricate, disposte in serie longitudinali, fortemente carenate: le scaglie della faccia infe- riore sono più strette e più lunghe e pure fortemente carenate: tanto A NPA sulla faccia superiore che sulla inferiore le carene formano delle linee longitudinali rialzate. Lungiezza totale o. Sme 0 MITO] » U6l CUD" n » 12,5 Larghezza del capo . . . » 9 Dalla punta del muso alla spalla” »' ‘621 » » » all’ano ». (5656 Estremità anteriore . . ... » 19 » posteriore; pifi #11» 0g 30 Goda:s(intera)..;.;.} ji daeiiza zo > (0105 11. Ecpleopus affinis, Ptrs. Boulenger (1), p. 402, vol. II. Due esemplari di Cuenca (d) e due di Sig-Sig (9). 1 nostri esemplari differiscono alquanto nella colorazione, che è però identica nei due sessi. Si nota una linea bianchiccia orlata sopra e sotto di nero che comincia sulla punta del muso dove si unisce con quella del lato opposto, percorre il canthus rostratis, il margine sopracigliare, la regione temporale, i lati del collo e si estende sui fianchi impallidendo man mano fino sui lati della coda, dove scompare. Un'altra linea di un bianco chiaro, molto distinta anteriormente, percorre il labbro inferiore dalla punta del muso al timpano, che circonda inferiormente, e passando al di sopra della spalla corre lungo i fianchi parallelamente alla linea bianca sopra descritta. Sui fianchi essa però è assai pallida, ma sì con- tinua più indietro sui lati della coda, mentre la linea chiara superiore scompare quasi totalmente sul bacino. Al di sotto di questa seconda linea chiara, ne esiste una terza, pa- rallela alle due prime che va dall’ascella all'inguine. Infine sui lati del collo si osserva una linea bianchiccia che si estende orizzontalmente all’indietro dal timpano alla spalla dove sì perde del tutto. I maschi si riconoscono a colpo d’occhio dalla femmina, oltrechè pel capo più grosso, per la coda molto più grossa e più robusta. 12. Euspondilus Festae, n. sp. Aspetto lacertiforme. Capo non depresso, moderatamente largo, a muso subacuto, allun- gato, distinto dal collo tanto nei maschi quanto nelle femmine; corpo moderatamente allungato, estremità assai lunghe. Rostrale assai alto, più largo però che alto; frontonasale quadrato o per meglio dire sub- pentagonale, il suo lato posteriore essendo angolare; prefrontali grandi presso a poco come i fronto-parietali, formanti una lunga sutura me- diana ; frontale allungato, molto ristretto all'indietro, a margini laterali Lt te. fortemente concavi all’esterno; due fronto-parietali; un interparietale quadrangolare allungato, di cui il margine anteriore, angolare, s’inoltra tra i frontoparietali, più lun- =" go dei parietali, i quali ul- timi sono talora più larghi e talora leggermente più stretti dell’interparietale ; una serie di occipitali qua- drangolari irregolari, dispo- sti raggiatamente dietro il margine dell’ interparietale e dei parietali; quattro so- praoculari di cui il primo piccolissimo, ed il secondo è il più grande. Nasale sub- triangolare, assai grande, in- diviso, con la narice nel mezzo; loreale quadrango- lare, più piccolo del nasale, posto sopra un freno-orbitale triangolare, pure più , piccolo del nasale (in contatto col secondo labiale in uno dei tre esemplari); una serie di piccoli infraorbitali allungati; regione temporale coperta da piccole scaglie rotonde, cohvesse, irrego- larmente striate, limitata in alto da una serie orizzontale di squame larghe come gli occipitali, a superficie scabra. Il timpano, molto super- ficiale è assai grande ma più piccolo dell'apertura palpebrale. Sei labiali superiori e sei inferiori; mentale assai grande, triangolare, seguito da quattro paia di scudetti postmentali di cui gli scudetti delle due prime paia in contatto sulla linea mediana; scaglie golari irregolarmente ro- tonde, liscie, più grandi lungo gli scudetti postmentali, molto piccole sui lati e nel centro della regione golare; sulla linea mediana, sulla faccia inferiore del collo propriamente detto, osservansi due serie longitu- dinali di due scaglie quadrangolari ciascuna; le due scaglie della quinta serie (a contatto del collare) sono fiancheggiate lateralmente da due o tre scaglie quadrangolari, grandi pressochè come le scaglie del collare; collare poco spiccato formato da sei scaglie quadrangolari. Scaglie della nuca e della parte dorsale del collo, piccole, ovalari, convesse, scabre 0 quasi striate, molto più piccole sui lati del collo, non embricate; scaglie del dorso, in serie trasversali, interrotte sulla linea mediana, non o molto leggermente embricate, quadrangolari, leggermente più lunghe che larghe, più piccole delle ventrali, carenate molto debolmente nei grandi esemplari; la carena pare non raggiunga il margine posteriore della scaglia, e la superficie delle scaglie è scabra e percorsa da deboli strie a id che convergono dall’avanti all'indietro verso la carena. Scaglie: laterali convesse, ovalari allungate, molto piccole, in serie trasversali, di cui due serie corrispondono ad una delle serie trasversali del dorso. Nella parte più grossa del corpo si contano da 35 a 38 serie di scaglie, comprese le ventrali. Ventrali qua- drangolari, leggermente più larghe che lunghe sui lati, liscie, in 8 serie longitudinali, ed in 22 serie tra- sversali. Due paia di scudetti preanali quadrangolari; gli scudetti del paio posteriore sono più grandi di oltre il doppio degli scudetti del paio anteriore e sono più lunghi che larghi. Estremità co- perte anteriormente da larghe scaglie liscie; la faccia superiore della tibia è coperta da scaglie scabre subcarenate; le faccie postero-inferiori del braccio e della coscia sono granulari. Maschio con 25 pori femorali, di cui i 2-3 più interni, che quasi raggiungono la linea mediana, possono considerarsi come pori preanali; femmine con 3 pori preanali (per parte) Tirando in avanti lungo il corpo le estremità posteriori esse raggiun- gono od oltrepassano di poco il collare nei due sessi. Coda lunga, sub- quadrangolare alla base, leggermente compressa dalla metà circa alla estremità, coperta da regolari annuli di scaglie strette, quadrangolari allungate, rugose, debolmente carenate superiormente, da scaglie più larghe e liscie inferiormente. Parti superiori color grigio ferro, più scuro sui fianchi, più chiaro nella regione mediana del dorso, dove intravedesi una linea ondulata longitudinale più scura, formata da due serie di macchie oscure alter- nate e confluenti. Sui fianchi notansi due o tre serie longitudinali irre- golari di macchie indecise, poco evidenti, di un bianco sudicio. Le labbra sono macchiate di bianco e di nero e si nota, costante nei tre esemplari, una macchia bianca quadrangolare sotto l’occhio. Si osservano pure delle macchie biancastre irregolari poco appariscenti sulla faccia supe- riore nerastra degli arti. Gola biancastra con piccole macchie nere sparse, ventre biancastro senza macchie, faccia inferiore della coda biancastra nella sua parte basale, nerastra nella rimanente parte. La faccia superiore della coda è grigio ferro, più chiaro nella re- gione mediana, quasi nerastra sui lati. Sulla parte mediana notansi tre serie longitudinali di macchie nere alternate. Nel maschio, che è il più giovane dei tre esemplari, la gola è imma- culata, e notansi sul collo due striscie bianco brunastre, una per parte, che partendo dalla regione temporale corrono parallele fino a livello delle spalle, dove scompaiono. PES EE e, 9 Lunghezzartalale ©; .. tegg Eos. 129,5: ‘<*05 » del'capo.4sgt.. 1000 : HR pedt wo dla 16 Larghezza del capo : . . . . +. + è » 8 ll Lunghezza: del corpo... i ftt » 36,5 54,5 » arto anteriore. + \.v° e. e 7 23 » arto posteriore . . . . + » 28 33 » coda (incompleta all’estremità) » 80 125 (intera) Questa nuova specie che sottoposi all'esame del Dr. Boulenger per poterne determinare le affinità, non possedendo la nostra collezione nes- suna delle specie del gen. Euspondylus, è intermediaria tra lE. stran- gulatus Cope, e lE. maculatus Tschd. accostandosi però maggiormente alla prima specie. Essa si distingue da entrambe essenzialmente per un numero minore di serie di scaglie nella parte più grossa del corpo (35-38), per gli scudetti preanali affatto differenti per numero, posizione e gran- dezza, e dall’E. strangutlatus, col quale ha comune il carattere di aver le scaglie dorsali tutte carenate (le scaglie sono debolmente carenate soltanto nella parte posteriore del corpo nell’. maculalus) per esser le scaglie dorsali grandi, quasi quadrate, disposte molto regolarmente in serie trasversali. Tre esemplari, di cui due femmine della Valle del Rio Zamora ed un maschio della Valle del Rio Santiago. 13. Proctoporus unicolor, Gray. Boulenger (1), p. 413, vol. II. Due esemplari di San Josè Cuchipamba, nell’Ecuador orientale. L’e- semplare più piccolo che, a giudicare dallo sviluppo del capo e della coda, è senza dubbio una femmina non presenta traccia di pori nè anali nè femorali. L’altro esemplare, più grande, maschio, ha 10 pori femorali. 14. Amphishaena fuliginosa, L. Boulenger (1), p. 437, vol. II. Numerosi esemplari di Gualaquiza, della Valle del Rio Santiago e della Valle del Rio Zamora. 15. Mabuia agilis, Raddi. Boulenger (1), p. 190, vol. III. Numerosi esemplari della Valle del Rio Santiago e della Valle del Rio Zamora. Gli esemplari della prima località presentano prevalentemente 29 serie di scaglie e quelli della seconda 30 serie. — dd OPHIDIA ]. Epicrates cenchrifs, L. Boulenger (2), p. 94, vol. I. Due esemplari di Gualaquiza. 2. Drymobius dendrophis, Schleg. Boulenger (2), p. 15, vol. II. Un solo esemplare della Valle del Rio Santiago. 1776 S . . . . . . errati 17. Va 157--AVIGOSC 196 3. Phrynonax sulphureus, Wagl. Boulenger (2), p. 19, vol II. Tre esemplari, di cui due grandissimi, di Gualaquiza. Essi presentano tutte le scaglie disposte in serie oblique, ciascuna con due impressioni apicali. 126 JSI SELIC VA 204 AdaleSo 131° I tre esemplari appartengono per la colorazione alla varietà A del Catalogo. 4. Phrynonax poecilonotus, Gthr. Peracca (4), p. 6. Un solo esemplare grande della Valle del Rio Santiago, di color bruno olivastro scuro superiormente, volgente al giallognolo nella parte an- teriore del ventre e della gola, labbra superiori comprese. Esso presenta 8 labiali superiori, di cui l’ottava, molto allungata, a giudicare dal suo margine superiore è evidentemente il risultato della fusione dell’ottavo e di un nono labiale. Vi sono 7 labiali inferiori in contatto col. primo paio di scudetti postmentali. Tutte le scaglie presentano due impressioni apicali e le due serie mediane (si tratta di una /e7227na) sono debol- mente carenate. 13 113° L'esemplare, specificamente, è indubbiamente identico agli esemplari del Darien da me descritti nella nota sopra citata. Ne differisce solo per S 23, V19FTANTUSO. - Mae il numero un po’ minore dei gastrostegi e degli urostegi. L’unico esem- plare venne raccolto dal Dr. Festa nella Valle del Rio Santiago, che è un affluente delle Amazzoni, il che conferma l'opportunità di mettere in sinonimia del Phr. poecilonotus Gthr. il Phr. fasciatus Ptrs. che abita la Guiana inglese, il Surinam e l’alto Amazzoni. 5. Coluber dichrous, Ptrs. Boulenger (2), p. 30, vol. Il. Due esemplari. di cui uno adulto di San José Cuchipamba (Ecuador orientale) ed uno giovane di Gualaquiza. 2 SilmnAW. 174 . Aidoa8SG. 5 (giovane) SA5 VITA A 0I0 SO 3 9 (adulto). I due esemp:ari presentano entrambi sulle scaglie dorsali due impres- sioni apicali. 6. Herpetodryas carinatus, L. Boulenger (2), p. 73, vol. II. Un esemplare grande della Valle di Mendez appartenente alla var. C del Catalogo, ed un altro esemplare di Gualaquiza appartenente alla var. A. 7. Herpetodryas fuscus, L. Boulenger (2), p. 75, vol. II. Un solo esemplare di Gualaquiza. 8. Liophis reginae, L. Boulenger (2), p. 137, vol Il. Un adulto di Gualaquiza e parecchi giovani di San José Cuchipamba \Ecuator orientale). 9. Xenodon severus, L. Boulenger (2), p. 149, vol. II. Un adulto e molti giovani, tutti di Gualaquiza. Il 39 42 . . . -]l . . ra . S . = FPS S.21.V.137-144.A Ì SC 39 — 49 Essi presentano tutti la coda normalmente ottusa all’apice. Sg MA 10. Rhadinaea undulata, Wied. Boulenger (2), p. 174, vol. II. Un solo esemplare della Valle del Rio Santiago. 1 53 S . 1 . V . 1 . . 7="vEI . . rs . 7 63. A I SC 53 (eg ll. Rhadinaea Festae, n. sp. Muso largamente arrotondato, quasi troncato all’estremità. Occhio moderato, eguale in diametro alla distanza che intercede tra l’occhio e la narice. Rostrale circa due volte più largo che alto, assai visibile guardando il capo dal di sopra; internasali tanto lunghi quanto larghi, molto più corti dei prefrontali; frontale piuttosto piccolo, a margini laterali paralleli, poco prolungato in punta posteriormente, lungo come la distanza che intercede tra di esso e la punta del muso, notevol- mente più corto dei parietali; narice tra due nasali subeguali; loreale pentagonale irregolare, tanto alto quanto lungo o un poco più lungo; due preoculari di cui l’inferiore molto più piccolo ed il superiore lar- gamente separato dal frontale; due postoculari, di cui l’inferiore molto piccolo; temporali 1+-2; 8 labiali superiori, di cui il 4° ed il 5° con- corrono a formare il margine inferiore dell'orbita; 5 labiali inferiori in contatto col primo paio di scudetti postmentali che sono molto più lunghi degli scudetti del secondo paio. Scaglie in 19 serie longitudinali. Gastrostegi arrotondati, 166 ; anale diviso; urostegi 60 in due serie. Coda piuttosto breve, molto acuminata, contenuta 5 volte e ‘|, nella lunghezza totale. Alla mandibola superiore si contano 18 denti seguiti da 1 dente più lungo e più grosso non separato dai precedenti da un intervallo apprez- zabile. I denti della mandibola inferiore sono subeguali. Le parti superiori e laterali presentano una tinta fondamentale grigio chiara appena più scura sul capo. Sul capo notasi una traccia di fascia trasversale nera che occupava (nei giovani?) gli internasali ed i prefron- tali, limitata in avanti dal rostrale e posteriormente dal margine ante- riore del frontale; una macchia nera a V coll’apice molto ottuso rivolto in avanti che comincia alla estremità posteriore del frontale ed i cui due rami sinuosi si estendono obliquamente indietro ed in basso sul collo; una striscia nera che dall’occhio si dirige verso l’angolo della bocca e va a terminare contro l'estremità dei rami della macchia a V. Tra i rami della macchia a V osservasi una grande macchia romboi- dale nerastra, seguita da una serie di grandi fascie nero-grigiastre (36-37) orlate di nero, che discendono lateralmente sui fianchi, restringendosi notevolmente, e si riuniscono più o meno esattamente sul ventre. Le 2-3 prime fascie terminano lateralmente contro i gastrostegi. Alcune di La = queste fascie nella parte anteriore del dorso, sembrano formate di due metà riunite asimmetricamente sulla linea mediana. Sui fianchi tra le fascie nere ristrette osservasi una piccola macchia nera, sovente con- fluente colle fascie stesse. Colore fondamentale delle parti inferiori giallognolo chiaro. Labbro superiore giallognolo chiaro spolverato di grigio, colore che si estende pure sui primi labiali inferiori. Gola immacolata. Un solo esemplare, maschio, della Valle del Rio Santiago. 12. Coronella micropholis, Cope. Boulenger (2), p. 203, vol. II. Due grandi esemplari di Cuenca. 46 Salmi. 220, A . bi zia . THSG 169 l S,21,V.216.A,1.50. e. 13. Atractus major, Bigr. Boulenger (2), p. 307, vol. II. Numerosi esemplari di Gualaquiza, della Valle del Rio Zamora e della Valle del Rio Santiago. 29.45 . ui . . i . . . ai 77 Stig 191-170 ASSISSO 59 45 La coda nei maschi è contenuta da 5 volte e ‘|; a 6 volte e ‘|, nella lunghezza totale, nelle femmine essa-vi è contenuta circa 9 volte e ‘|. L'occhio nei giovani è lungo come il loreale e leggermente più corto negli adulti. Un esemplare giovane ha i pre/rontali fusi insieme in un largo scudetto. 14. Atractus badius, Bosé. Boulenger (2), p. 308, vol. II. Un solo esemplare di Gualaquiza. 517, Viodostea Iaotg 40 La coda è contenuta circa 7 volte nella lunghezza totale; il diametro dell'occhio è contenuto circa due volte nella lunghezza del loreale. Per la colorazione esso è riferibile alla var. m0w/ticinctum Jan, sug È 15. Atractus occipitoalbus. Jan. Boulenger (2), p. 310, vol. II Un solo esemplare della Valle del Rio Santiago che coincide perfet- tamente colla diagnosi e colla figura del Jan. 18 S.15.V.157.A.1.50. 159. 16. Himantodes lentiferus, Cope. Boulenger (2), p. 86, vol. III. Un maschio della Valle del Rio Santiago ed una femmina di Guala- quiza. 133 N . . . . . IA «Le 9.15. V.222.A.1.S0.35+n.g 147 Sa 298. AI, SO 1a eg Non ho potuto consultare la diagnosi originale del Cope e quanto segue si riferisce alla breve diagnosi riportata dal Boulenger nel Ca- talogo. Oltre che per avere solo 15 serie di scaglie questa specie si distingue assai bene dal Zi. cenchoa per aver l’occhio molto più grande e più sporgente. | Negli Hi. cenchoa di media grandezza, in genere il diametro del- l’occhio eguaglia la distanza che intercede tra l'occhio e la narice od il margine laterale del rostrale; nei grandi esemplari il diametro dell'occhio è forse anche leggermente più | corto della distanza tra l’occhio e la narice: nell’ Hi. ; lenlîiferus invece il diametro dell'occhio supera la lun- ' ghezza del muso. Le scaglie della serie vertebrale anche . nella parte più grossa del corpo sono tanto larghe quanto lunghe o appena leggermente più larghe. Le macchie dorsali discendono lateralmente a metà dei fianchi, rimanendo generalmente assai distanti dagli scudetti ventrali; non si osservano macchie laterali. Nei due esemplari gli internasali sono metà più corti dei prefrontali, il frontale ha i margini laterali quasi paralleli ed è 702/00 più lungo della distanza che lo ” separa dalla punta del muso ed appena più corto dei parietali. Il loreale è piccolo, più alto che lungo; vi è un solo preocu- lare, in contatto, nei due esemplari, col frontale; si notano due po- stoculari, di cui l’inferiore più piccolo e 1+2 temporali. Vi sono 8 labiali superiori, di cui il terzo, quarto e quinto formano il margine Si inferiore dell'orbita. In uno degli esemplari (9) vi sono sei labiali infe- riori in contatto col primo paio di scudetti postmentali, nell'altro (d’) cinque. Gli scudetti postmentali del primo paio sono lunghi come quelli del secondo paio o leggermente più lunghi. 17. Leptodîra annulata, L. Boulenger (2), p. 97, vol. III. Tre esemplari di Gualaquiza. 18. Oxyrhopus petolarius, L. Boulenger (2), p. 101, vol. II. Parecchi esemplari di Gualaquiza e della Valle del Rio Santiago e di San José Cuchipamba (Ecuador orientale) , riferibili alle varietà B e C del Catalogo. Uno degli esemplari presenta nove labiali superiori. 85 112 SC 19: V..183-217 AGE: 87 2: 19. Erythrolamprus Aesculapii, L. Boulenger (2), p. 200, vol. III. Tre esemplari di Gualaquiza, riferibili alla varietà M del Catalogo. 1 38 45 S.15.V.188-190.A. 7.50.38 20. Leptognathus Catesbyi, Sentz. Boulenger (2), p. 449, vol. III. Parecchi esemplari di Gualaquiza, della Valle del Rio Santiago, della Valle del Rio Zamora e di San José Cuchipamba (Ecuador orientale). 21. Lachesis mutus, L. Boulenger (2), p. 534, vol. III. Parecchi esemplari, fra i quali alcuni grandissimi di Gualaquiza. 22. Lachesis lanceolatus, Lacép. Boulenger (2), p. 535, vol. III. Parecchi esemplari di tutte le età di Gnalaquiza, della Valle del Rio Santiago e del Rio Zamora, presentanti tutti lo stesso /uczes. 19) 23. Lachesis microphthalmus, Cope. Boulenger (2), p. 540, vol. III. Quattro esemplari di varia età, di cui uno della Valle del Rio San- tiago, uno di San José Cuchipamba (Ecuador orientale) e due di Gua- laquiza. L’esemplare della Valle del Rio Santiago presenta solo 21 serie longitudinali di scaglie sul corpo. Credo opportuno far notare che in questa specie il capo è straordinariamente distinto dal collo, assai ap- piattito, a canthus rostralis pronunciato, a muso sub-acuto, più che arrotondato, assai sporgente, sul labbro inferiore, essendo lo scudetto rostrale assai fortemente inclinato in avanti. 49 55 S.21-23. V. 149-157.A.1.SC.—-—_. 1-23 49-157 S 5 _ 5 24. Lachesis Castelnaudi, D. & B. Boulenger (2), p. 544, vol. III. Due esemplari, uno della Valle del Rio Zamora, l’altro della Valle del Rio Santiago. S.25.V.234.A.1.SC.9.0. INDICE BIBLIOGRAFICO. 1. BOULENGER G. A. — Catalogue of the Lizards in the British Museum (Na- tural history). Vol. I, Il, HI. 2. BOuLENGER G. A. — Catalogue of the Snakes in the British Museum (Na- tural history). Vol. 1, II, III 3. O’ SHAUGHNESSY W. E. — An account of the Collection of Lizards made dy Mr. Buckley in Ecuador and now in the British Museum, with De- scriptions of the new Species. Proceedings of the Zoological Society of London. 1881. i 4. PERACCA M. G. — Rettili ed Anfibii raccolti nel Darien ed a Panama dal Dott. E. Festa. Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino. N. 258, vol. XI, 1896. 11225 - Tip. Lecco, Gerbone & Delleani - Torino. nie. BOLL ETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. SO1 pubblicato il 20 Agosto 1897 Vor. XII Dott. ERMANNO GIGLIO-Tos. ORTOTTERI raccolti nel DARIEN dal Dr. EF. Festa III. ACRIDIDAE-GRYLLIDAKE Il presente lavoro serve di compimento a due altri precedentemente pubblicati dal Dr. GRIFFINI in questo Bollettino (1). I tipi di quelle poche specie nuove qui descritte si trovano nelle col- lezioni del Museo Zoologico di Torino, a cui il Dr. FESTA generosamente ha donato gli insetti raccolti nel suo viaggio. È da notarsi che essi furono conservati in aleool per un certo tempo e perciò si deve tener conto di questo fatto per le colorazioni indicate nelle descrizioni. Le specie qui enumerate sono 37, di cui 6 sono nuove, ACRIDIDAE Tryxalinae. Gen. Metaleptea Br. — M. brevicornis Lin. Stal. Tryxalis adspersa BLANCHARD in: D’ORBIGNY. Voyage dans l’Amér. mérid., P. 742. pl. xxvu, fig. 2. Due femmine ed un maschio da Tin-tin, Colon, Punta di Sabana. Non ho potuto in essi trovar differenze specifiche da quelli dell’A- merica meridionale. (1) GRIFFINI A. — Ortotteri raccolti nel Darien dal Dr. E. Festa. — I. Locustidi, in: questo Bollet. vol. XI, 1896, n° 232. — II, Blattidi, Mantidi, Fasmidi, ibidem, n° 236. i | O) La Tryxalis adspersa BI. sopra accennata è identica a questa specie. Gen. Orphulina Giglio-Tos (questo Bollett. vol. IX-1894, n° 184, p. 9). O. pulchella Giglio-Tos (questo Bollett. loc. cit., pag. 10). Alcuni individui dei due sessi dalle foreste della laguna della Pita e da altre località del Darien. Qualcuno anche da Cartagena nella Colombia. Gli esemplari di questa località sono stati conservati in alcool, mentre quello dell'America meridionale su cui fu descritta la specie ed il genere era stato conservato a secco. Perciò in quelli il colore è molto svanito, ma i caratteri plastici sono ben conservati e mi permettono di ritenerli identici alla specie già descritta. La femmina, da me prima non conosciuta, è simile al maschio ma di dimensioni alquanto maggiori, con le antenne leggermente ensiformi ed i lobi metasternali quasi contigui. Gen. Orphula Stal. 0. (Orphulella) punctata De Geer. Stal. (non Giglio-Tos, questo Bollett. 1889, vol. IX, n° 184, p. 12). Punta di Sabana, Tin-tin, Colon. Anche qualche individuo della Ve- nezuela. Questi individui concordano perfettamente con la figura del DE GEER e la descrizione dello StAL. Quelli dell’ America meridionale che io ri- tenni prima per questa specie sono più piccoli e con le carene laterali del pronoto più convergenti posteriormente nella prozona del pronoto. Ritengo che appartengano a due specie diverse di cui tuttavia è quasi impossibile la distinzione senza avere esemplari delle due località. O. (Orphulella) olivacea, Morse. Stenobothrus olivaceus Morse (Psyche, June, 1893, p. 477). — BEUTENMÙLLER (Bull. Amér. Mus. Nat. Hist. vol. VI-1894, p. 294). — Orphula olivacea MoRrsE (Psyche, 1896, p. 4ll). Parecchi individui da Tin-tin, Punta di Sabana, Foreste della laguna della Pita e del Rio Lara, Colon ed anche qualcuno dalla Venezuela. In taluni i lobi deflessi del pronoto sono quasi interamente bruni 0 grigiastri, variegati di bianco. In altri sono quasi interamente bruni, fuorchè una fascia bianca che occupa il loro margine inferiore, ed una striscia bianca obliqua che dall’angolo posteriore va fin verso il loro mezzo. Gen. Amblytropidia Stal. — A. ferruginosa Stal. Alcuni individui da Punta di Sabana, Colon e Tin-tin. Essi sono alquanto differenti di statura con il dorso del pronoto, l’oc- cipite ed il vertice, compreso il fastigio, giallo-pallidi (verdi nel vivo ?), senza la striscia nera-mediana indicata dallo STAL e senza la striscia ferruginea sulle elitre. In qualcuno si vedono appena distinte due striscie nere sottili che dal vertice vanno fino al margine posteriore del pronoto ai lati della carena mediana, come in quelli descritti in questo Bollettino, vol IX, 1894, n° 184, p. 13. DECO .Z0-1037 a ge Gen. Pseudostauronotus Br. — P. Brunneri Giglio-Tos (Zool. Jahrb. Bd. VIII-1894, p. 809). Un solo maschio da Colon. Oedipodinae. Gen. Heliastus Saus. — H. Venezuelae, Saus. Punta di Sabana, Colon. Coelopterninae. Gen. Coelopterna Stal. — C. acuminata, De Geer, Stal, Giglio-Tos. Alcuni individui dei due sessi dalle foreste intorno alla laguna della Pita. Essi appartengono alla varietà brevipennis Giglio-Tos. Tettiginae. i Gen. Paratettix Bol. —? P. peruvianus Bol. Colon, Rio Cianati, Punta di Sabana. Due di questi esemplari portano due macchie nere vellutate sul pro- noto dietro gli angoli umerali. Tale carattere non è certamente specifico. Acridinae. Gen. Elaeochlora Stal. — E. Caternaultii Feisth. Numerosi individui dei due sessi e larve da Punta di Sabana, Rio Lara, Tin-tin, Foreste della Laguna della Pita. Gli individui suddetti corrispondono perfettamente alla descrizione di Xiphicera octotunata Serv. la quale, secondo PICTET e SAUSSURE (Catal. d’Acridiens, 1887, p. 340) è sinonima di X?pRicera Calernautltii Feisth. Accetto così questa sinonimia non avendo potuto verificarla io stesso. SCUDDER, ingannato forse della somiglianza di colorazione, credette che questa specie appartenesse allo stesso genere Aeo/acris che egli creò per la sua Xiphicera octomacutata, ma ciò non è. La X. octolunata Serv. è una vera E/aeochlora. Gen. Rhomalea Burm. — R. trogon Gerst. Sono alquanto incerto nella determinazione di questa specie, perchè gli esemplari esaminati sono molto alterati nella colorazione, essendo stati in alcool. Punta di Sabana, Foreste del Rio Cianati, Foreste della laguna della Pita, e del Rio Lara, Tin-tin. Gen. Tropidacris Scud. — T. dux Thunb. Stal, Saus. Punta di Sabana, Foreste presso il Rio Cianati. Gen. Hisychius Stal. — H, Festae, n. sp. 3 Flavus (viridis2), granosus, antennis ferrugineis, ensiformibus, longîs, basi late nîgris, geniculorum posticorum sulcis laleralibus nigris, tibiarum posticarum ima basi nigra. Caput magnum, exser- tum, fronte genîsque totis fortiter impresso-punctatis: carinis latera- Lal Gf i libus subdistinctis, deorsum divergentibus. Costa frontalis infra ocel- lum nulla, inter antennas distincte producta, a latere visa rotundata, cum fastigîio verticîs continuata, profunde sulcata, sulco în fastigium verticis perducto, et în vertice îpso continuato. Spatium îinteroculare costa frontali aeque latum. Oculi valde prominuli, ovali, conver- gentes. Pronotum subcylindricum, postice via dilatalum, in dorso granulis nonnultis obtusis, nitidis instructum, lobis deflexis haud granosis, rugulosîs: margine antico în dorso laeviter rotundato pro- ducto, medio via inciso; margine postico recto, truncato ; sulcîis tran- sversis distincltis, metazona brevissima, quam prozona et mesozona simut sumptis triplo distincte breviore. Mesonotum metazona pronoti aeque longum, postice serie tuberculorum in latera continuata in- structum. Metanotum et segmentum medianum (in segmenium w- nicum fusa) tuberculis nonnultis, discoidalibus et nonnullis margi- nalibus în serie disposttis instructa. Abdomen medio carînalum. Elytra et alae nulla. Tuberculum prosternale conicum, subacutum. Pedes robusti. Femora postica in carinis omnibus granoso-serrala, superne spina apicali media armata, lobis genicularibus sub-acutis. Tibiae et tarsi postici longe albo pilosî. Tibiae basi curvatae, spina apicali utrinque armatae : extus spinis 7, intus spinis 8 praeter apicales armatae. Spinae nigrae, ima basi ferruginea. Tarsorum posticorum articuto tertio coeterîs unitis longior. Segmenium anale medio rotun- datim profunde încîso: utrinque dentibus duobus instrucium, altero ad îincisuram mediam parvo, allero ad margines laminae supra- anatis majore postto. Lamina supraanatis triangularis a basi ultra medium sulcata. Cerci longiusculi, conici, tereles. Lamina subgeni- talîs subconîca, obtusa. Longît. corp. mm. 31 Longît. pron. mm. 3,75 Longît. fem. post. mm. 19,5. Un solo maschio preso nelle foreste lungo il Rio Cianati. Gen. Stenopola Stal. — S. xanthochlora Marsch. Gryllus canthochlorus MaRscHALL. Decas Orthopt. nov. in: Ann. d. Wiener Museum d. Naturges. — Wien-1835, p. 215, 8 tab. xv, fig. 7. Foreste del Rio Cianati e della laguna della Pita. Gen. Coscineuta Stal. — C. coxalis Serv. Stal. Punta di Sabana, Tin-tin. Gen. Anniceris Stal. — A. olivaceus, n. sp. Q Viridi-olivaceus, antennis nigris pallide anguste annulatis, basi apiceque viridi flavis, geniculis posticîs exlus ferrugineîs, vitta post- oculari, în pronoto deleta, fusca. Caput exsertum, modice impresso- punctatum, nitidum. Frons obliqua, carinis lateralibus nullis. Costa frontatis ante ocellum nulla, inter antennas producta, a latere visa subrotundata, lata, nullo modo sulcata, nitida, a fastigio verticis ca- si & a rina transversa recta distincia. Vertex inter oculos carinula insiru- ctus; spatio înteroculari costa frontali angustiore; fastigio verticis subhorizontali modice dilatato, antice iruncalo, taleraliter oblique truncato. Oculi ovati, prominutli. Antennae longae, filiformes. Pronotum subcylindricum, totum impresso-punctatum (praecipue în prozona et în metazona) margine antico în dorso modice rotundato-producto, margine postico via rotundato-truncato ; sulcis transversîis modice impressis; carîna media subobsolela in metazona magis distincta; sulco postico distincte pone medium sito. Elytra ovata, pronoto vix longiora, înter se distantia, lateralia, tota fortiter impresso-punctata; margine externo dilute ferrugineo. Abdomen carinatum. Tuberculum prosternale obtusissime conicum, subnullum (prosternum tantum tu- mefactum). Femora postica compressa, carîna supera inermi, lobis genicularibus subacutis. Tibiae posticae breviter pilosulae, extus spinis 6, intus spinîs 7 apice nigrîs armatae. Tarsi posticîi pilosuliî ; articulo secundo et primo subaeque longis, tertio via longiore. Longit. corp. mm. 18 Long. elytr. mm. 4,5 » VM 4 a e Er 153 pr1D 5 Long. fem. post. mm. 11,5. Una sola femmina dalla Punta di Sabana. Gen. Phaeoparia Stal. — P. maculipennis Stal. Due femmine dalle vicinanze del Rio Lara e del Rio Cianati. Per la brevità delle elitre questi individui sono somiglianti a quello che lo STAL menziona, ad elitre abbreviate, esistente nella collezione del Dr. BRUNNER. P. rotundata Stal. Foreste presso il Rio Cianati, e presso la laguna della Pita. Gen. Vilerna Stal. — V. aeneo-oculata De Geer, Stal. Punta di Sabana, foreste della laguna della Pita, Tin-tin, Foreste del Rio Lara, Gen. Schistocerca Stal. — S. peregrina Ol. Stal. Punta di Sabana, foreste della laguna della Pita, Tin-tin, Colon. Gen. Osmilia Stal. — 0. violacea Thunb. Stal. Punta di Sabana, foreste del Rio Cianati, Colon. Molti individui sono di colorazione generale assai più pallida, ma non vi ho trovato altri caratteri differenziali specifici. GRYLLIDAE. Gryllinae, Gen. Gryllodes Saus. — ?G. parvipennis Saus. Punta di Sabana. G. pusillus Burm. Punta di Sabana. ? G. micromegas Saus. Colon. G. forcipatus Saus. (Biol. centr. amer. Orthopt., p. 229, tab. xI, fig. 29-34). Una sola femmina dalla punta di Sabana. Mi pare che sia da riferirsi a questa specie stando alla descrizione ed alla figura del solo maschio, non essendo la femmina conosciuta. Certo non oserei affermarlo recisamente. Essa corrisponde abbastanza bene alla diagnosi. Le elitre, come si sa, sono più brevi trattandosi della femmina: esse sono laterali, squamiformi, e non si toccano col margine interno, e sono troncate molto obliquamente. L'area laterale conta 5 nervature; l’area dorsale presenta alcune brevi nervature di cui le in- terne poco distinte. Le elitre, ai lati, dove misurano la maggior lun- ghezza, oltrepassano appena di poco il mesonoto. L’ovopositore è diritto, di poco più breve dei femori posteriori, coll’estremìtà delle valve sem- plici, non dentate. Per gli altri caratteri collima con la descrizione del maschio sopra indicata. SAUSSURE è in forse se per certi caratteri delle elitre del maschio e dell'apparato copulatore non sia da crearsi per questa specie un nuovo genere. È vero che la femmina nel complesso presenta un aspetto un po’ diverso dalle altre specie congeneriche, ma non credo che meriti di essere distinta in un genere diverso, almeno per ora. Gen. Anurogryllus Saus. — A. muticus De Geer, Saus, Ciman. Trigonidinae. Gen. Phylloscirtus Guer. — P. costatus Saus. Una sola femmina della punta di Sabana. Myrmecophilinae. Gen. Cycloptylum Scud. — C. americanum Saus. Macunto la Guaira (Venezuela). Oecanthinae. Gen. Amusus Saus. — A. kirschianus Saus. Una sola femmina dalle foreste del Rio Lara. A. Festae, n. sp. Q Ferrugineus, testaceo-maculatus, subtus pallide testaceus. Caput parvum, pallide testaceum, occipîte ferrugineo vittis quatuor testaceîs. Palpi longi, testacei, articulis duobus primis brevibus, ITI-IV longîs- simis gracilibus, V praecedenti aequelongo, apicem versus modice dilatato, oblique truncato. Antennae nigrae, albido-annulatae. Pro- "a notum fornicatum, dorso ferrugineo-nigro, testaceo-ferrugineo va- riegato, lobîs deflexîs testaceis, margine infero obliquo, angulo antico late rotundato. Elytra tobiformia , late rotundata, metanotum via superantia, iîintus sese tangentia, area dorsali ferruginea, venis sub- nultis, obsoletis, area laterati testacea, venis 3-4 albîdis. Pedes longi, testaceî, fusco-annulati. Tibiae anticae utrinque foramine ovato in- structae, calcaribus apicalibus duobus. Tibiae intermediîae calcaribus apicalibus quatuor. Femora postica abdomen longe superantia, basi valde încrassata, apice gracili, fusco oblique strigata. Tibiae posticae utrinque serratae, 4:4 spinosae: calcaribus apicalibus internis, su- pero longissimo, intermedio breviore, infero brevi: calcaribus exler- nîs, supero brevi, intermedio longiore, infero quam supero breviore. Metatarsus posticus elongatus, utrinque serratus. Ovipositor incur- vus, femore postico brevior. Cercî tenues, longissimi. Long. corp. mm. 18 Long. elytr. mm. 4 MON» 4 » fem. post. » 16 Long. oviposît. mm. 12. Una sola femmina dalla punta di Sabana. Gen. Endacustes Br. — E. (?) darienicus, n. sp. c'q Obscure castaneus, testaceo maculatus, pedibus testaceo annu- latis. Caput parviusculum, fronte fortiter reclinata, costa frontati flava, articulo primo antennarum dislincle angustius. Palpi modici, graciles, articulo ultimo apice vix dilatato. Fastigium verticis fortiter compressum, valde angustum, ocellis albidis distinctis în triangulum acutum.disposttis; ocello antico în fossula sito. Foveolae antennarum magnae. Antennae piceae, fulvo annulatae, crassiusculae, setaceae, articulo prîmo valde incrassalo, subgloboso. Pronotum superne de- planatum, medio cruciato-impressum, castaneum, testaceo maculalum, lobis deflexîs nigris, margine infero valde obliquo, angulo antico late rotundato. Elytra > minuta, lobiformia, apice rotundata, mar- ginem posticum metanoti haud superanltia, margine interno haud sese tangentia, minime vero distantia, venîs nullis, sulculo anali tantum obsolete instructa. Elyira q nulla. Alae în utroque secu nullae. Abdomen pronoto latius, depressum. Pedes longiuscutli. Tibiae anticae în latere interno foramine instructae, calcaribus duobus apicalibus. Tibiae inltermediae calcaribus tribus apicalibus, calcare eaterno- supero nullo. Femora postica încrassata, abdomine longiora, parte apicati filiformi, brevi. Tibiae posticae utrinque serratae, extus spinis 4, intus spinis 3 brevibus armatae: calcaribus apicalibus, extus in- termedio longiore: intus intermedio longiore, supero aliquantulo brevîiore, infero minusculto. Metatarsus posticus fulvo pubescens, su- perne carinatus, uniserialim serratus. Cercî longiîssimi. Ovipositor parum incurvus, corpore aequelongus, valvutlis teretibus, Nar pro o 9 Longît. corp. mm. 15 18 » pron. » 4 4 » ein dine » /em.post. » 13 ? (desunt.) » OVipos. » 18 Due maschi e due femmine dalle foreste intorno al Rio Cianati. Per la forma del capo, del metatarso posteriore, delle elitre potrebbe questa specie, che diversifica notevolmente dalle altre congeneriche, for- mare il tipo di un nuovo genere, ma essendo le femmine mancanti dei piedi posteriori credo opportuno iscriverle provvisoriamente in questo genere. E. apterus, n. sp. to Castaneus, testaceo maculatus et irroratus, fulvo lomentosus et sparsim setosus. Caput parviusculum, fronte valde reclinata, costa frontali angustissima, vitta albida, signata, deorsum in macula V- formi divisa. Antennae longissimae, graciullimae, articulo primo valde incrassato. Fastigîum verticis compressum, elevatum, angustissimum, superne setis nonnullis fulvis deorsum incurvis insiructumi: ocellis in triangulum acutum disposttis, albidis, ocello antico în fossuta api- cali. Oculi prominentes, globosi. Pronotum superne deplanatum, lobis deflexis margine infero valde obliquo. Elytra et alae în ultroque sexu nulla. Abdomen pronoto latius, depressum. Pedes \longiusculi, gra- ciles. Tibiae anticae foramine în talere interno instructae, calcaribus apicalibus duobus. Tibiae intermediue calcaribus apicalidus quatuor, minuscutlis. Femora postica basi incrassata, apicem versus filiformia. Tibiae postice utrinque serratae, 3 : 3 spinosae, spinis minuscutis: cal- caribus apicalibus intus intermedio longiore, supero paulo breviore, infero minuto : extus intermedio longiore. Metatarsus posticus elon- gatus, uniseriatim serratus. Ovipositor incurvus, femore postico aequelongus. CI n Long. corp. nanna 12 » pron. » IM. » fem. post.» 10 10 » 0vipos. » 10 Un maschio ed una femmina dalle foreste del Rio Lara. Eneopterinae. Gen. Paraeneopterus Saus. — P. elegans, n. sp. o Superne niger opacus, vitta dorsuali lata sulphurea, percur- rente ornatus: subtus flavo-testaceus. Caput testaceum, pronoto latius, fronte tata, laevigata, subverticali. Fastigium verticis latum, depres- ig fa sum. Antennae testaceae, graciles. Pronolum superne depressum, margine postico recto, lobis deflexîs vertîcalibus, flavis, nigro-punctatis, margine înfero obliquo. Pedes flavo-testacei, fusco-punctati. Tibiae anticae foramine nullo, calcaribus apicalibus duobus. Tibiae inter- mediae calcaribus apicalibus tribus. Femora postica apicem versus gracilescentia. Tibiae posticae utrinque serratae, 4:4 spinosae: cal- caribus apicalibus: eaxtus intermedio valde longiore, supero et înfero minusculis: intus intermedio multo longiore, supero minore, infero minusculo. Melatarsus posticus elongatus, extus uniseriatim serratus. Ovipositor rudimentarius. Elytra et alae nulla. Longit. corp. mm. 11 Longît. pron. mm. 2 Long. fem. post. mm. 10. Punta di Sabana. Bella specie riconoscibile facilmente per la larga fascia longitudinale gialla in mezzo al dorso tutto nero vellutato. Gen. Diatrypus Saus. — D. Championi Saus. (Bio). centr. amer., tab. x, fig. 2, 3). Di questa specie non è stata finora pubblicata la descrizione. Vi rife- risco, stando solamente alle figure suddette, un maschio proveniente dalla Punta di Sabana. Gen. Paroecanthus Saus. — P. podagrosus Saus. (Biologia centr. americana. Orthoptera, tab. x, fig. 7-11). Determino anche questa specie semplicemente basandomi sulle figure, giacchè la descrizione non è ancora pubblicata. Con tutto ciò sono quasi sicuro della giustezza di questa determinazione, perchè l’elitra dell'unico esemplare maschio che ho osservato corrisponde perfettissimamente alla figura (fig. 9) datane dal SAUSSURE. Foreste lungo il Rio Cianati. P. niger ? Saus. Una sola femmina dalle foreste del Rio Lara. Gen. Apithes Saus. — A. montanus Saus. (Biol. centr. amer., tab. x, fig. 18-20). Riferisco a questa specie, di cui non è ancora data la descrizione, due femmine, prese l'una alla punta di Sabana, l’altra nelle foreste della la- guna della Pita, e che corrispondono molto bene alle figure sopra citate. e ap.ss INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE BLANCHARD Orthoptéres, in: D’ORBIGNY — Voyage dans l Amériques méri- dionale. BoLivar I. — Essaz sur les Acridiens de la Tribu des Tettigidaé, in: Ann. Soc. ent. Belgique. T. xxxI, 1887. GERSTAECKER A. — Charakteristik einer Reihe bemerkenswerther Orthoptera, in: Mittheil. naturw. Vereins f. Neuvorhommen und Rùgen, xIxX u. xx Jahrg., 1888. GieLIo-Tos E. — Ortotteri del Viaggio del Dr. Borelli nella Rep. Argentina e nel Paraguay in: questo Bollettino, vol. 1x, 1894, n° 184. — Ortotteri del Paraguay raccolti dal Dr. J. BoHLS, in: Zool. Jahrb., Bd. vin, 1895. 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Borelli nel Chaco Boliviano e nella Republica Argentina. Xx. Dott. Ermanno GiGLIO-TOS. ORTOTTERI In questo secondo suo viaggio nell’ America meridionale il Dr. Alfredo BORELLI percorse le provincie nord-owest dell'Argentina e la regione sud della Bolivia, detta il Chaco boliviano. Le collezioni che ne riportò sono veramente preziose e furono da lui date in generoso dono al Museo zoologico di Torino. Quanto agli Ortotteri, sebbene le località percorse non siano molto lontane da quelle visitate nel primo viaggio, tuttavia le specie sono in massima parte diverse, così che ben poche sono comuni con quelle rac- colte allora e da me pubblicate in questo stesso Bollettino (1). Le località in cui il Dr. BORELLI raccolse, © che saranno qui nomi - nate, sono le seguenti : Repubblica Argentina Salta capoluogo della provincia di Salta. Tala e Oran nella medesima provincia di Salta. S. Lorenzo nella provincia di Jujuy. Bolivia Caiza capoluogo del Chaco boliviano. Aguairenda e San Francisco, Missioni del Chaco boliviano. Le specie qui enumerate sono 134 di cui 36 specie e © generi sono nuovi. Vi sono aggiunte altre 4 specie nuove e un nDUoVo genere che non aveva descritto nel precedente lavoro già menzionato. (1) Gierio-Tos E. — Ortotteri del viaggio del Dr. A. Borelli nella Repub- blica Argentina e nel Paraguay, in: questo Bollettino, vol. IX, 1894, n° 184. —pre È da ricordarsi che in massima parte questi ortotteri sono stati con- servati in alcool ed i colori sono perciò alquanto alterati. Di ciò è da tenersi il dovuto conto nell’interpretare le descrizioni, BLATTIDAE 4Anaplectinae. Gen. Anaplecta Burm.— A, albomarginata Saus. et Zehn. (Biol. centr. amer. p. 26). Missione di Aguairenda, S. Lorenzo. Blattinae. Gen. Loboptera Br. — L. laurenziana n. Sp. g Magna, gracilis, convexa, ferruginea, nitida, glabra: pronoti lateribus, elytrorum margine externo, ventreque fusco-aurantiacis: pedibus sordide testaceis. Lamina supraanatis brevis, triangularis, obtuse angutlata, integra. Elytra lobiformia mesonotum via supe- rantia. Longit. corp. mm. 16 Longit. pron. mm. 5 » elytr. » 3 Latit. » Du dla Due femmine da S. Lorenzo. Un'altra un po' più depressa e coll’ad- dome alquanto più scuro da Tala. Il corpo di questa specie è allungato, a margini laterali quasi paralleli e molto convesso in tutta la sua lunghezza e lucente. Il capo e le an- tenne sono ferruginei, ma alquanto più pallidi del dorso. I palpi sono festacei pallidi. Gli occhi sul vertice distanti come le antenne (2 mm.). Il pronoto è pure molto convesso e lucido, quasi altrettanto lungo quanto è largo, a margine posteriore tronco, ad angoli laterali arrotondati : il disco ferrugineo, i lati largamente più chiari, quasi aranciati. Le elitre squamiformi, triangolari, all'apice arrotondate, appena oltrepassano il mesonoto, ma hanno distinto il campo marginale che è opaco aranciato e con la costola leggermente rilevata, il campo discoidale molto piccolo con alcune nervature appena accennate, ed il campo anale, privo di nervature, e separato dal discoidale con un solco discretamente visibile. Le ali mancano affatto. L’addome è al di sopra uniformemente ferru- gineo, quasi castagno, più scuro del torace: al di sotto è più chiaro. L’ultimo segmento dorsale è più convesso, fatto a tegola e col margine posteriore prolungato all’indietro a punta arrotondata. La lamina sopra- anale è breve, triangolare, ottusangola, intiera, carenata lungo il mezzo. La sottogenitale è grande, arrotondata all'apice, parcamente pelosa. I piedi testacei, le spine ferruginee. Le spine dei femori anteriori sono (come nel tipo Platamodes) quattro più lunghe presso la base, le altre minutissime. Non v°è dubbio che questa specie somiglia molto alla ZL. fortunata DEC 20 1897 RES, re Kraus (Zool. Anzeig., 1892, p. 165), ma se ne distingue perchè non è affatto pelosa, e perchè i piedi sono testacei. L. Borellii n. sp. Q Nigra, tibiis larsis elytrisque îinterdum ferrugineîs: larsis an- ticis crassis, rufo-pilosulis. Etytra el alae lobiformia, metanotum vix superantia. Abdomen dilatatum. Lamina supraanalis triangularis, medio longitudinaliter carinulata, apice integro. Lamina subgenttatis late rotundala. Longît. corpor. mm. 14-16 Longit. pron. mm. 5 » elytr. » 4-4,5 Latit. » sode Parecchie femmine da Caiza, San Francisco, Tala. Il maschio adulto di questa specie mi è ignoto: solo ho trovato un maschio allo stato larvale il quale non differisce dalle femmine che per le dimensioni minori, la mancanza di ali e di elitre, e la lamina sotto- genitale munita di due stili distinti. Il capo è nero lucente col labbro testaceo più o meno rossastro: i palpi testacei fuorchè l’ultimo articolo. Le antenne nere, pelose, talora verso l’apice ferruginee. Gli occhi al vertice distanti 2 mm. Il pronoto uniformemente nero, alquanto lucido, parabolico, a margine posteriore rettilineo. Le elitre, sovente nere, talora ferruginee, sono coriacee colle nervature ed i campi appena segnati. lobiformi, triangolari, col margine anteriore retto, il posteriore obliquo, l’apice arrotondato, oltrepassanti appena il metanoto. Le ali lobiformi, coriacee e ferruginee, lunghe quanto le elitre. L’addome è piatto, a lati curvi, così che in taluni individui è quasi circolare, mentre in altri pochi però è più convesso ad a lati quasi paralleli. La lamina sopraanale è triangolare, oltrepassa quella sottoge- nitale, l'apice è intero ed è longitudinalmente carenata nel mezzo. I piedi hanno talora le tibie ed i tarsi ferruginei, ma in tutti e sempre i tarsi anteriori sono alquanto più robusti e pelosi. Gen. Temnopteryx Brun. — T. ardua n. sp. Q Nigra, nitida, ore palpis pedibusque testaceîs: pronoto, margine postico eacepto, elytrorum margine antico aurantio limbatis. Elytra marginem posticum primi segmenti abdominalis vir altingentia, apice late rotundata: sulco anali perspicuo marginem suluralem ante a- picem attingente. Lamina supraanalis lata, apice tate rotundato, medio rotundatim emarginato. Longit. corp. mm. 12 Longît. pron. mm. 3 » elytr. » 4 Latit. » PARRA: Mas: mihi ignotus. Una sola femmina da Salta. Questa specie è somigliantissima alla 7. Guatemalae Saus. e Zehnt. (Biol. centr. amer., p. 53, tav. Iv, fig. 27, 28) e non avrei forse osato & L separarla da quella, se non avessi trovato fra le blatte raccolte dal Dr. BORELLI nel suo primo viaggio un esemplare proveniente da Luque che corrisponde perfettamente alla 7. Gualtematae, per cui dal confronto ho visto che i caratteri principali che ne la distinguono sono: la forma più gracile e allungata del corpo, la forma delle elitre e più specialmente la disposizione del solco anale e la forma della lamina sopraanale. Come in T. Guatematae il capo è nero, il pronoto è forse alquanto più scuro, tutto, fuorchè al margine posteriore, marginato di giallo aran- ciato, più largamente ai lati. Le elitre sono di color castagno scuro, più arrotondate all'apice che in 7. Guatemalae, e colle vene meno distinte, ma il solco anale leggermente più profondo e che non raggiunge il mar- gine suturale al suo apice, ma distintamente alquanto prima. Il loro margine esterno è listato di giallo-aranciato. L’addome è più convesso e più gracile, nero, lucido. La lamina sopraanale che in T. Guatematlae è veramente triangolare e incisa ad angolo al suo apice, è invece in questa specie trapezolde, largamente arrotondata all’apice e nel mezzo dolcemente sinuosa. I piedi sono pallidi testacei. I femori anteriori ar- mati nella metà basale dì 4 lunghe spine, e nella metà apicale di nu- merose altre piccolissime, come nel tipo Platamodes. T. continua n. sp. Q Nigra, nitida; pronoto, elytris, abdomine tlateribus testaceo late limbatis: pedibus testaceiîs. Elytra cornea, segmenti secundi abdomi: nalis apicem haud atlingentia, apice truncata, anguto postico externo late rotundato. Lamina supraanatis brevis, triangularis, testacea, apice minime inciso. Longit. corp. mm. 8 Long. pron. mm. 2,75 » Ciyixs pics Lat. » » (i SI Mas: mihi ignotus. Una sola femmina da S. Lorenzo. Il capo è tutto nero lucente, fuorchè il labbro ed i palpi pallidi, te- stacei, Il pronoto è nero lucidissimo, ai lati marginato da una larga fascia longitudinale, testacea, opaca, alquanto dilatata posteriormente : queste due fascie laterali sebbene couvergano anteriormente, sono tut- tavia separate l’una dall’altra nella regione del margine anteriore so- vrastante all’occipite. Le elitre tendenti alquanto al castagno e con tutto il margine esterno largamente testaceo ed opaco, sono cornee, tronche all’apice, non oltrepassanti di molto il primo segmento dell’addome col- l'angolo esterno molto largamente arrotondato, e con quello interno retto. Si toccano al margine suturale, che è alquanto testaceo, e le nervature sono poco distinte. Il solco anale invece ben visibile, ma non profondo, sbocca al margine suturale assai prima dell’apice dell’elitra. L’addome nero lucente è tutto marginato di una stretta fascia testacea che poste- Pe tiormente si dilata e occupa quasi interamente i due ultimi segmenti e la lamina sopraanale. Questa perciò è quasi tutta testacea fuorchè la base che è un po’ bruna; è triangolare, breve, coll’apice ottusangolo ed appena minimamente inciso. I piedi testacei: le tibie anteriori un po’ brune. I femori anteriori nella metà basale armate di quattro spine lunghe, nell'altra metà inermi. Cerci lunghi, neri, all'apice testacei. (#en. Ischnoptera Burm. — |. marginata Brun. I. bilunata Saus. Rev. Mag. Zool. 1869, p. 111. S. Francisco, S. Lorenzo, Caiza, Aguairenda. A giudicare dai numerosi esemplari raccolti, questa specie pare molto comune nell'America meridionale e varia notevolmente nella colorazione. Non sempre il pronoto è nero nel mezzo e marginato di giallo: in pa- recchi esemplari, presenta nel mezzo della parte nera del disco una macchia giallo-rossastra, la quale in altri si ingrandisce al punto che estendendosi in avanti ed all’indietro finisce per separare l’unica macchia del pronoto in due macchie longitudinali e laterali. In questi individui, a cagione appunto del pronoto così macchiato unitamente alla forma generale del corpo è tale la somiglianza con la Blatta germanica che facilmente si può scambiare con questa ad una osservazione superficiale. La si distingue per caratteri generici delle nervature alari ed anche perché le macchie laterali del pronoto sono sempre un po’ gGiverse da quelle della B. germanica; cioè più larghe e più a forma di mezzaluna. Inoltre la testa ed il ventre in questa specie sono interamente neri, mentre in B. germanica il vertice ed il ventre sono testaceo-rossastri. Sono precisamente individui col pronoto così macchiato che SAUSSURE descrisse col nome di /. dbilunata. Solamente avendo un certo numero di esemplari è facile vedere il graduale passaggio del tipo della /. 220r- ginata a quello della dilunata e convincersi così che non sono due specie distinte. Per quanto riguarda l'armatura dei femori anteriori, questa specie appartiene al primo dei gruppi \P/afamodes Scud.) in cui SAUSSURE e ZEHNTER (Biol. centr. amer., p. 35) dividono le specie di questo genere. I. brasiliensis Brun. — S. Lorenzo, Caiza, Oran. I. tolteca Saus. — Alcune femmine da S. Lorenzo, Caiza, Tala, S. Francisco. In questi individui le ali sono quasi limpide; la vena ulnare manda solo due rami all'apice. La lamina sopraanale è leggermente biloba, a lobi arrotondati. Il ventre è nero opaco. I. rufa Br. — S. Francisco, S. Lorenzo, Caiza. Dei sei esemplari uno è maschio e corrisponde per la forma della la- mina sopraanale al disegno datone da BRUNNER. Ma nelle femmine la lamina sopraanale non è triangolare come BRUNNER disegnò, sì bene prolungata nel mezzo e all’apice arrotondata, come SAUSSURE figurò per E aa quella della sua /. consobrina (Biol. centr. amer. tab. mr, fig. 24). La vena ulnare negli esemplari da me esaminati non manda 4, ma solo 3 rami verso l’apice. Nonostante queste differenze ho creduto meglio ri- ferire questa specie alla Z. rw/a, piuttosto che alla I. consobrina, da cui differisce per altri caratteri che mi sembrano di maggior importanza. I. ignobilis Saus. Riferisco un po’ dubbioso a questa specie molti maschi provenienti da S. Francisco, S. Lorenzo, Caiza, Ne do perciò una breve descrizione, tanto più che il maschio di questa specie non è ancora conosciuto. Il capo è nero lucente, fuorchè il labbro e le macchie ocellari testaceo- ferruginee. Antenne nere. Pronoto nero, lucido uniforme. Elitre castagno- ferruginee, verso l’apice alquanto infoscate. Ale brunneggianti lungo la costa e all’apice; la vena scapolare intera, la vena ulnare manda 3 rami all’apice e 4-6 alla vena dividente. Addome tutto nero opaco uniforme. La lamina sopraanale trapezoide, all'apice appena sinuata nel mezzo. La lamina sottogenitale arrotondata, con due stili, uno nel mezzo ed uno a sinistra. Petto e ventre e piedi tutti uniformemente neri, talora i piedi ferruginoso-nerastri. Cerci lunghi e neri. Longit. corp. mm. 15 Longit. pron. mm. 4 » elytr. » 16 Latit. » » 5 I. castanea Saus. — Una sola femmina da S. Francisco. La vena ulnare delle ali manda solo 2 rami all'apice e 6 incompleti, brevi alla vena dividente. La lamina sopraanale è testacea alla sua e- stremità. Nyctiborinae. Gen. Nyctibora Bur. Le specie di questo genere che io conosco possono essere così distinte: A. Major: pronoto ellyptico, N. mexicana, Saus. AA. Miînores pron. parabolico. a) Pronotum unicolor. b) Elytra foeminae abdomine aeque tonga vel breviora. c) Etytra abdomine aeque tonga, N. confusa n. sp. cc) Etytra abdomine breviora, N. Borellii, n. sp. bb) Etytra foeminae abdomine tongiora, N. glabra, n. sp. aa) Pronotum flavo-marginatum, N. Bohlsii, n. sp. (1). (1) Di queste cinque specie la prima, N. mezicana, non fu trovata dal Dr. BoRELLI e l’esemplare da me esaminato fu raccolto nel Darien dal Dr. FESTA (Vedasi GRIFFINI, Ortotteri raccolti nel Darien dal Dr. Festa, in: Boll. Musei Zool. Anat. comp. Torino, vol. XI, 1896, n° 226) e l’ultima è una specie finora gi de N. confusa n. sp. (1). Q Fusco-castanea, lata, obesa, pallide sulphureo-tomentosa. Elytra abdomine aeque longa. Alae elytris breviores, margine antico ferru- gineo. Lamina supraanatis haud prominula, rotundato-triangularîs, medio longitudinaliter carinata, lateribus reflexiîs, apice anguste sed profunde incisa. Lamina subgenitalis late rotundata. Pedes rufi, tibiis posticis nigricantibus. Longit. corp. mm. 27 Longit. alar. mm. 18 » elyira! » 1» 121 Maul prom » 0:88 Lat. pron. mm. 12 Mas.: mihi ignotus. Una sola femmina da San Pedro nel Paraguay. ignota, raccolta dal Dr. BonLs nel Paraguay e di cui pertanto do qui la de- scrizione: N. Bohlsii n. sp. — g° — Nigra, glabra. Pronotum, excepto margine po- stico, late flavo marginatum, sublillime nigro limbatum, elytris ferrugineis flavo pectinatis, margine antico basi flava. Antennae crassae. Pronotum parabolicum, margine postico recto. Elytra etalae abdomine longiora. Alae campo antico lato, dilute ferrugineo, campo postico sub=hyalino. Lamina supraanalis triangularis apice incisa. Lamina subgenitalis longiuscula, ro- tundata. Longit. corp. mm. 20 Longit. elytr. mm. 19 » pronotî » di « alae > Sl Latit. pronoti mm. 7 Q mihi ignota. Paraguay. “ Sebbene questa specie abbia il corpo quasi nudo, mancando così di quella peluria sericea che è caratteristica di questo genere, è certo tuttavia che deve essere in esso compresa. Anzi, per la colorazione del pronoto è somigliantis- sima alla N. sericea Burm., da cui tuttavia è facile distinguerla per la colo- razione delle elitre. Di fatto queste non sono tutte uniformemente ferruginee, ma il campo marginale alla base è giallo, continuando così il margine giallo del pronoto, e le nervature principali insieme riunite e nere formano una striscia nera, quasi parallela al margine, da cui partono le nervature costali e le altre discoidali ferruginee, separate da striscie gialle alternate con esse, donde l’aspetto pettinato. Il campo anale è breve e largo con questo mede- simo disegno. Solo la parte coperta dell’elitra destra è uniformemente ferru- ginea,. Gli occhi sul vertice sono distanti quasi quanto sono larghi. (1) Il solo esemplare femmina di questa specie raccolto dal Dr. BORELLI nel suo primo viaggio nella Rep. Argentina e nel Paraguay fu da me deter- minato allora impropriamente come N. holosericea. Essendo ora ritornato sulla determinazione fatta, fui tratto a concludere che sia una specie distinta e nuova, e ne do perciò qui la descrizione. n lo Oltre la lunghezza delle elitre che non oltrepassano l'addome, concorre anche a distinguere questa specie dalle altre seguenti la forma larga e piuttosto tozza del corpo, in cui l’addome è specialmente dilatato. Gli occhi sono, come nelle altre, vicini sul vertice, ma non contigui. Le macchie ocellari ranciate. Il pronoto distintamente parabolico ha il mar- gine posteriore quasi tronco e solo leggerissimamente sporgente ad an- golo arrotondato nel mezzo. Le elitre sono coriacee, lucenti, con le ner- vature poco sporgenti. I peluzzi giallo-pallidi del pronoto e delle elitre sono assai abbondanti. Il margine anteriore e l’apice delle ali è ferru- gineo. La lamina sopraanale non oltrepassa quella sottogenitale ed è a forma di triangolo a lati curvi, divisa all'estremità da un’incisione molto stretta ma profonda: nel mezzo elevata a carena longitudinalmente ed i lati rilevati, cosicchè la carena è separata da essi da due solchi la- terali convergenti posteriormente. I cerci lunghi, nerì e depressi. N. Borellii n. sp. Q Nigra; pallide sulphureo-tomentosa: pronotum parabolicum, po- stice rotundato-truncatum. Elytra castanea, distincle abdomine bre- vîora. Alae elytris breviores, venis et margine antico late ferrugineîs. Lamina supraanatis longe prominula, triangularis, apice înciîsa, medio longitudinaliter carinata. Lamina sub-genitatis late rotundata. Cerci depressi, longi, acuminati. Longît. corp. mm. 30-32 Longît. alar. mm. 15 » elytr. » 20 » pron. » 8 Latit. pron. mm. 11-11,5. * Mas distinctus: elytris et alîis longioribus abdomen longe superan- tibus. Lamina supraanatlis haud prominuta, apice attenuata, rotun- data. Longit. corp. mm. 25 Longîit. alar. mm. 27 Ò » elytr. 0101390 » pron. I AD Latît. pron. mm. 10 Tre maschi e due femmine da Caiza e S. Francisco. Numerose larve. Queste sono nere e si riconoscono facilmente oltre che per la finissima peluria che le ricopre, anche per i due ultimi segmenti dell’addome che sono di color rosso cupo — mentre tutto il resto del corpo è nero — ed hanno gli angoli laterali ripiegati all’insù. Il carattere principale distintivo di questa specie sta nella brevità delle elitre e delle ali nella femmina. Le elitre sono di fatto così corte che lasciano. scoperti pressochè i due ultimi segmenti dell'addome. Esse sono coriacee, robuste, lucenti, uniformemente di color rosso castagno scuro, colle nervature poco rilevate, fuorchè nella parte coperta dell’e- litra destra e col margine anteriore poco arcuato, così che sono al loro apice largamente arrotondate. Le ali sono assai più corte delle elitre, piccole, col campo -anteriore quasi più largo del posteriore; il margine 2 sì = anteriore è ferrugineo, così anche la vena discoidale con i suoi rami, mentre le vene del campo posteriore sono più pallide. Nel maschio non differiscono per altro che per essere più lunghe le une e le altre. Le macchie ocellari del capo sono gialle e gli occhi sul vertice sono molt. vicini, ma non contigui, e ugualmente distanti nei due sessi. Il pronoto è distintamente parabolico, ad angoli laterali arrotondati e con il margine posteriore leggermente arcuato. I segmenti dorsali dell'addome sono nei due sessi alquanto prolungati all’indietro ad angolo, ma nella femmina il 6° ed il '7° sono anche dilatati a lamina lateralmente e gli angoli po- steriori più accentuati. Nella femmina la lamina sopraanale è lunga, triangolare e leggermente incisa all’apice, rilevata a carena nel mezzo e con i lati leggermente risvolti all’insù. Nel maschio la stessa lamina è invece appena lunga quanto la lamina sottogenitale, triangolare e arro- tondata all'apice. I cerci sono nei due sessi lunghi assai e depressi, neri, acuti. Gli stili del maschio ottusi e pelosi. N. glabra n. sp. Q Castanea, parcius tomentosa, sub-glabra: pronoto, abdominis apice, capîte nigriîs. Elytra abdomine distincle longiora. Alae elytris paulo breviores, margine antico ferrugineo. Lamina supraanatis brevis, vix prominula, medio longitudinaliter carinata, apice lale rotundato, minime inciso. Lamina subgenilulis rotundato-truncata. Longiît. corp. mm. 25 Longit. atar. mm. 23 >» MU: "> ZO » pron. > 6,9 Latit. pron. mm. O Mas distinctus: sfalura minore, pronoti angulis lateralibus rotun- datis, lamina supraanali trapezino-rotundata, medio sub-emarginata. Longît. corp. mm. 19 Longit. alar. mm. 25 » elytr. » 26 » pron. » 6 Latit. pron. mm. 8 S. Francisco, Caiza. Il corpo più lucente e quasi glabro, perchè munito di scarsi e brevi peluzzi giallo-pallidi, distinguono questa specie dalle altre di questo ge- nere. La femmina specialmente va distinta per questo carattere, mentre nel maschio i peluzzi, pur essendo rari, sono tuttavia un po’ più abbon- danti. Gli occhi sono assai avvicinati sul vertice nei due sessi (come in N. Borelli). Le macchie ocellari ed il labbro sono giallo-ferruginei, le antenne nere: il pronoto, nero lucente, è anche distintamente parabolico ma il margine posteriore essendo più arrotondato, si avvicina alquanto alla forma ellittica. Nel maschio specialmente questo carattere è più saliente e perciò gli angoli laterali sono più largamente arrotondati. L’aspetto delle elitre e delle ali, salvo la lunghezza, è come in N. Bo- reltiî. L’addome è ferrugineo nel mezzo, nero ai lati ed all'estremità: al di sotto è convesso nella femmina, piatto nel maschio, nero lucente — Mai fuorchè nel mezzo che è castagno scuro. La lamina sopraanale nella femmina oltrepassa appena la lamina sottogenitale, è poco attenuata verso l’estremità, pelosa, e al suo apice largamente arrotondata e appena incisa nel suo mezzo. Anch’essa, come in N. Bore/lii, è rilevata a carena lungo il suo mezzo ma i lati sono appena risvolti. I cerci sono lunghi assai, neri, pelosi, depressi. 1 piedi sono castagno-rossicci e nella fem- mina le anche sono posteriormente marginate di giallo. Il maschio di questa specie ha alcuni punti di somiglianza con la N. azteca Saus. e Zehn. (Biol. centr. amer., p. 56, tab. Iv, fig. 34) e per dimensioni e per la forma della lamina sopraanale. Tuttavia mi pare distinta per la forma del pronoto che, a giudicare dalla figura, è in N. azteca assai più parabolico; per la scarsità notevole di peluzzi, che dalla descrizione appaiono più abbondanti in quella: per ii colore generale che in quello è castagno anche il pronoto, mentre in questa è nero. Epilamprinae. Gen. Epilampra Serv. — E. gracilis Brun. — S. Lorenzo, S. Francisco. E. caraibea Saus. et Zehn. (Biol. centr. amer.). — Due maschi e due fem- mine. San Lorenzo. E. caizana n. sp. 9 Pallide testacea punctis raris fuscîs adspersa: fronte nigra, 0c- cipite nigro bimaculato. Elytra abdomine longiora sulco anali basi nigro strigato, în area discoidali nonnullis punctis matoribus fuscîs ornata. Alae limpidae, margine antico sub-corneo. Lamina supra- anali haud prominula, apice rotundato incîso, basi nigra. Cerci breves, testaceî. Femora nigro limbata. Metatarsus posticus coeteris simul sumptis haud valde longior, subtus serrulalus. Longit. corp. mm. 18 Longit. pron. mm. 5 » ely»! 43,9 Lat. » > ND: Mas: mihi ignotus. Una sola femmina da Caiza. Tutto il corpo è sopra e sotto di color testaceo pallido sparso di rari punticini neri. Il capo è testaceo, ma il fronte tra le antenne e gli occhi è attraversato da una larga fascia nera lucente. Il vertice è testaceo, L’occipite porta due macchie nere, separate da una sottile striscia te- stacea che si prolunga sul pronoto, ma poco distinta. Le antenne sono brune. Gli occhi al vertice assai distanti (circa 2 mm .). Il pronoto ha gli angoli laterali ben distinti e arrotondati, e posteriormente è pro- lungato ad angolo ottuso, ma non arrotondato. La superficie è tutta sparsa di punticini poco distinti e foschi, e nel mezzo alcune macchie fosche sono quasi indistinte: tutt'intorno una serie di punti neri mar- ginali spaziati. Le elitre pallide sono sparse di rari punticini foschi, e nella metà distale di alcune macchie brune. Il solco anale è segnato di nero per un breve tratto alla sua base. Le ali quasi limpide: nel campo marginale le nervature sono così irregolari che per un buon tratto for- mano una rete di aspetto quasi corneo. Le vene sono testacee ed i rami della vena ulnare sono congiunti da piccole e deboli vene trasverse. L’addome snperiormente è di color più giallo, colle stimme nere: sotto è punteggiato di rari punti neri; lungo il mezzo è percorso da una sot- tile striscia nera, interrotta. La lamina sopraanale non è sporgente, arrotondata all’apice, incisa, I cerci sono brevi, acuti. La lamina sot- togenitale è arrotondata all’apice, smarginata ai lati sotto ai cerci. I piedi testacei, con i femori striati e punteggiati di nero e pure nera è la parte superiore dell’apice di tutti gli articoli dei tarsi anteriori e mediani, Questa specie ricorda molto nell'aspetto la E. graczlis, e, se non sa- pessi che la femmina di questa specie ha le elitre lobiformi, l'avrei forse creduta tale. Dal maschio £. gracéîs con cui l’ho confrontata differisce anche per il colore più pallido, e specialmente poi perchè il pronoto è posteriormente ad angolo acuminato e non arrotondato. Una qualche somiglianza deve anche avere con £. punctata Brun. di Ceylan, ma ne differisce per parecchi caratteri. Con questa ha anche comune il carattere delle nervature trasversali che congiungono i rami della vena ulnare delle ali. Periplanetinae. Gen. Periplaneta Burm. — P. americana (Lin.). — S. Francisco. P. truncata Kraus. — Molti esemplari con maschi in predominio. S. Lorenzo, Aguairenda, Caiza. Plectopterinae. Gen. Chorisoneura Br. — C. anomala Saus. et Zehnt. (Biol. centr. am. p. 80, tab. II, fig. 23, 24). — Un solo individuo da S. Lorenzo. C. mysteca Saus. — S. Lorenzo. Panchlorinae. Gen. Panchlora Burm. + P. thalassina Saus. et Zehnt. (Biol. centr. amer. p. 93). Tala, S. Lorenzo. Gen. Nauphoeta Bur. — N. circumvagans Burm. — Aguairenda, Caiza, S. Fran- cisco. Gen. Zetobora Burm. +— Z. verrucosa Saus. — S. Lorenzo. Una copia, di cui il maschio, affatto somigliante alla femmina nella colorazione e in tutti gli altri caratteri, ne differisce tuttavia per la forma del pronoto. Il SAUSSURE non menziona questo carattere e tuttavia mi pare strano che gli sia sfuggito. Esso consiste in ciò che il margine PEA, Ie anteriore del pronoto, invece di essere veramente parabolico e di esten- dersi perciò verso i lati con una curva non interrotta, presenta ai lati una dolce ma distinta insenatura così che è visibilmente diviso in tre lobi: due laterali poco distinti ed uno mediano più spiccato. Gen, Philohora Br. — P. conspersa Guér. — Caiza. Corydinae. Gen. Paralatindia Saus. — ? P. mancella Saus. et Zehn. (Biol. centr. amer. p. 114, tab. V, fig. 6). Riferisco molto dubbiamente a questa specie un esemplare in cattivo stato raccolto a S. Lorenzo. Blaberinae. Gen. Blabera Burm. — B. Atropos Stoll. — S. Lorenzo, Caiza, S. Francisco. B. minor Saus. S. Lorenzo, Aguairenda. Dei numerosi esemplari d’ambo i sessi una femmina sola proviene da Aguairenda, tutti gli altri da S. Lorenzo. Molto somigliante per la forma del pronoto e per il tipo di colorazione a B. Afr0pos, se ne distingue tuttavia questa specie per la forma della macchia del pronoto, che, seb- bene molto varia, è sempre più o meno dilatata posteriormente ; per le elitre di poco più lunghe dell’addome e assai più scure, e specialmente poi per la lamina sopraanale, più corta, appena leggermente incisa nel mezzo, e per i cerci che sono anche relativamente più corti che in 3. Atropos. B. claraziana Saus. — S. Lorenzo (1). (1) Gen. Hemiblahera Saus. — ? H. manca Saus. (Biol. centr. amer. Orthop- tera, p. 122, tab. V, fig. 20). Io riferisco con dubbio a questa specie un ma- schio raccolto dal Dr. BorELLI ad Asuncion (Paraguay) durante il suo primo viaggio. Esso differisce alquanto da quelli descritti dal Saussure. La macchia del pronoto è così grande che lo occupa quasi tutto fuorchè ai lati e al mar- gine anteriore. Le elitre sono troncate meno obliquamente. Tutti i segmenti dell’addome portano ai lati presso il loro margine una macchia gialla. I fe- mori anteriori portano 5 spine. Le dimensioni sono appena alquanto maggiori. Gli altri caratteri sono d'altronde così simili a quelli dell’H. manca che, avendone un solo maschio, non mi credo in diritto di distinguerlo in una specie diversa. 2 (. ge MANTIDAEKE Orthoderinae, Orthoderella nov. gen. Femora antica spinis discoidalibus 3. Membrana anatis elytrorum elongata. Pronotum lineare angustum, pone sulcum supracoxralem, modice angustatum, marginibus parallelis, anlrorsum minime di- vergentibus, angutis anticîs reclis, margine antico laeviter rotundato, per totam longîtudinem medio subliliter carinulatum, coxîs anticis dislincle longius. Caput modice crassum, vertex oculis altior. Oculi eltyplici. Antennae filiformes. Ocelli în linea curva dispositi. Scu- tellum faciale latissimum. Elytra et alae în foeminis abbreviata. Alae in foeminis coloratae, vena ulnari furcata. Lamina supraanatis longa apicem versus attenuata, rotundata. Cerci longi, conici, pilosi. O. ornata, n. sp. Q Grisea, elytris transverse nigro lineatis, alis hyacintinis mar- gine postico late fusco fasciato, abdominis segmentis 1-3 late nigro fasciatis. Verlex ocutlis dislincte altior, medio subconcavo, ad oculos în tuberculum oblusum elevatus. Pronotum laleribus minime denti- culatis, interdum fusco punctaltum. Elytra ovala apicem 5 segmenti abdominatlis vix attingentia, tota transverse nigro nilido venosa, campo marginali angusto. Alae elylris modice breviores, hyacinlinae, campo discoîdali lato, apîce nigro, incisura anali nulla, campo anali postice late fusco fasciato, venulis transversîs albidis. Abdomen fusi- forme. Coxae anticae margine antico et postico minime denticutlalis. Femora antica coxîs aeque longa ante medium modice ditalata, margine infero extus spinis 5, îintus spînis 14, proeter spinam api- calem în lobulo sita: femora intermedia et postica breviuscula, spina apicali nulla. Tibiae antice extus et intus spinis 15 armatae. Tarsi exlus striga nigra ornati. Longit. corp. mm. 38-41 Longît. elytr. mm. 14-15 » droni 041 » alar. » 10-11 » colli. » 3 » fem. ant. » 9-10 Mas: mihi ignotus. Due femmine da Gaiza. Questa bella specie è molto interessante, perchè segna in certo modo il passaggio dal gruppo delle Ortoderine a quello delle Mantine. Di fatto sebbene il pronoto sia alquanto allungato e dilatato al di sopra dell’in- serzione delle anche, tuttavia, di qui in avanti, i margini laterali sono paralleli ed anche appena divergenti e si incontrano ad angolo retto col margine anteriore. Questo poi è leggermente arrotondato. Gli ocelli sono 213 disposti, non in triangolo, ma quasi su una linea curva. Tutte le vene trasverse delle elitre ed anche le principali longitudinali sono rilevate e nere lucenti. Tutte le spine dei femori e delle tibie anteriori sono nere all’apice. Una piccola macchia nera sta nella faccia interna dei femori anteriori verso la metà di essi, e altre più piccole nere stanno alla base di tutte le spine esterne e alternatamente solo di quelle interne. Mantinae. Gen. Acontista Bur. — A. brevipennis Saus. A. vitrea Saus. e Zehn. (Biol. centr. amer.) ? Alcune femmine da S. Lorenzo, S. Francisco, Aguairenda, Caiza. Questa specie è comunissima nell’America meridionale perchè, già dal primo viaggio, il Dr. BORELLI ne portò molti esemplari; ma tutti sono femmine. E il maschio ? Io credo che la A. vî/rea, descritta da SAUSSURE e ZEHNTER (Biol. centr. amer.) come specie diversa e di cui si conosce solo il maschio, sia il maschio di questa medesima specie, sebbene diver- sifichi notevolmente per molti caratteri. E sono convinto di ciò perchè tanto nel primo viaggio, quanto in questo, gli individui di A. vitrea provengono dalle medesime località di quelli di A. drevipennis. A. vitrea Saus. e Zehnt. (Biol. centr. amer. p. 138, tab. VI, fig. 9). Alcuni maschi da S. Lorenzo, S. Francisco, Caiza. Io credo fermamente che essi non sieno altro che il maschio di A. brevipennis, perchè presi dal Dr. BORELLI, tanto nel primo viaggio quanto nel secondo, sempre nelle stesse località di A. drevipennis. Gli esemplari del primo viaggio io determinai allora impropriamente per A. bimaculata (Boll. Mus. Zool. Anat. comp., vol. IX, n° 184, 1894). A. bimaculata Saus. — Due soli maschi da S. Lorenzo. Gen. Brunneria Saus. — B. brasiliensis Saus. — S. Lorenzo. Gen. Thesprotia Stal — T. vidua Saus. et Zehn. (Biol. centr. amer. p. 170). — S. Francisco. Di questa specie non si conosce il maschio. I lati del vertice accanto agli occhi rilevati in forma di due tubercoli ottusi, la gracilità notevole del pronoto e del corpo, la striscia nera lungo la faccia interna dei fe- mori anteriori mi fanno ritenere che l’unico esemplare che ho incon- trato sia precisamente il maschio di questa specie. Esso è di color grigio pallido e differisce dalla femmina perchè più piccolo e per avere le ali e le elitre assai lunghe, sebbene non giungano all’estremità dell'addome. Le elitre strette, lineari, col margine ante- riore appena curvo, strettamente arrotondate all’apice, quasi trasparenti, colla vena discoidale ramificata e le vene trasversali nere ed incomplete. Le ali sono alquanto più lunghe delle elitre, quasi limpide, leggermente Regi i iridescenti presso la base, con le vene ascellari distanti e rare. L’ad- dome manca dell’estremità. Lungh. del pronoto mm. 12 Lungh. delle ali mm. 22 » delle elitre mec21 » del corpo » ? Harpaginae. Gen. Acanthops Serv. — A. tessellata Charp. — S. Lorenzo. Nell’esemplare da me esaminato, che corrisponde nel resto assai bene alla figura e descrizione del CHARPENTIER, le elitre sono sparse di pic- cole macchie irregolari grigie che le fanno meglio ancora rassomigliare ad una foglia secca in incipiente putrefazione. Vatinae. Gen. Cardioptera Bur. — C. vitrea Bur. — S. Lorenzo. Gen. Stagmatoptera Bur. — S. hyaloptera Perty. — S. Lorenzo. Gen. Oxyops Saus. — 0. Borellii n. sp. Q Viridis, elytrorum stigmate longitudinali albido, alis hyatinis flavo-fasciatis, femoribus intermediis et posticî fusco annulatis. Ocutli obtuse lateraliter producti. Pronotum marginibus totis obtuse sed di- stincte dentatis. Elytra abdomini aequetonga, apice late rotundata, viridia: campo marginali opaco; venis obliquis octo instructo, lati- ludinem campi discoidatlis fere aequante: stygmate albîdo, calloso, longitudinali pone venam discoidalem sîto: campo diîscoîdali sparsim hyatlino fenestrato. Alae hyatinae, dense flavo-fasciatae, apice viridi- opaco, rotundato, incisura anali parum profunda, vena ulnari iîn- divîsa. Cercî graciles, apicem versus fusci. Corxae anticae femoribus subaeque tongae, margine antico obtuse sed distincte denticulato. Longît. corp. mm. 30 Longitxeluizga ape, Boe MATA » pron wvand140,5 » FML (CESOIRE ERRATE (5) » collî. » 5) » IC NS CI RRNOTO POOCORRIARE ND; 9,5 Latit. elytr. » 6 Lat. camp. marginatis elytr. » 748) Mas distinctus: gracilior, oculis minime productis, pronoto graci- liore, parle antica sub-inermi, parte postica inermi, elytris abdomine longioribus, angustis, linearibus, campo marginali angustissimo, basim versus tantum minime dilatato, viridi-opaco, venulis obliquis magis numerosis, margine antico pallide limbato, stygmate nullo: campo discoîdali hyalino venis omnibus pallide flavo limbatis: alis flavo fa- scialis, vena ulnari apicem versus furcata: cercis unicoloribus : coris anticis margine antico minime dentatis. + = Longit. corp. mm. 30 Longit. elytr. mm. 19 » Dori >» 8 » alar. >» 18 » Colli. » ID » fem.ant. » 6,5 Un maschio da S. Francisco ed una femmina da S. Lorenzo. Questa specie è senza dubbio somigliantissima all’O. icterica Saus. e Zehn. (Biol. centr. amer., p. 190). Stando alla descrizione di questi au- tori se ne distingue: per la presenza di vene oblique sul campo mar- ginale delle elitre, per lo stimma longitudinale e non trasverso,.per le ali ialine e non gialle opache, per la mancanza di macchia nera allun- gata sulle anche anteriori, di tubercoli neri sui femori anteriori, e di lobulo all'apice dei femori posteriori. Infine in O. icterica î femori me- diani e posteriori non sono fasciati di bruno come in questa specie, Gen. Zoolea Serv. — Z. macroptera Stoll. — S. Lorenzo. PHASMIDAE. Di questa famiglia non ha il Dr. BORELLI portato alcuna specie da questo viaggio (1). (1) Il Dr. BorELLI ed il Dr. BonLs raccolsero nel Paraguay una specie di Anisomorpha che io per mancanza di niateriale di confronto determinai molto dubbiamente come A. crassa Blan. (Boll. Musei Zool. Anat. comp., vol. IX, 1894, n° 184 e Zool. Jahrbùch. System. Abth. Bd. VIII, p. 806). Essendo oggi ritornato su quella dubbiosa determinazione ho visto che la specie non è an- cora conosciuta e perciò la descrivo. Anisomorpha Borellii n. sp. — 9 — Olivaceo-fusca parce et obtuse granutlosa, pedibus ferrugineis, antennis nigris flavo annulatis, thoracis abdominisque segmentis, tribus ultimis exceptis, postice fiavo bimaculatis: elytris, alisque minimis, lobiformibus, flavis= Caput laeviusculum, depressum, planulum, oblongum. Pronotum capite longius, antrorsum parce angustatum, minute granulosum. Segmentum medianum segmentaque abdominis postice medio in tuberculo minimo compresso elevata. Segmentum IX rotundato-truncatum. Cerci breves, robusti, obtusi. Operculum apicem abdominis haud attingens, retrorsum augustatum, acutum. Mas distinetus: statura graciliore, segmento VII dorsuali abdominis retror- sum dilatato, segmento IX breviore, cercis modice longioribus, segmento VII ventrali breviore, VIII semicircolari, tumido, IX infilato, fornicato, apice inciso. 9 ef 9 of Longit. corp. mm. 55 42 Longit. metan. mm. 4 2,5 » pron. » DID 3,9 » segm. med. » DIO) 3.5 » meson. BEMICTO % » fem. ant. » 14 13,5 Longit. tibiar. mm. 16 13,5 Paraguay. 2. UR ACRIDIDAE Mastacinae. Nessuna specie di questa tribù è stata raccolta dal Dr. BORELLI du- rante questo secondo viaggio (1). Sono caratteristiche in questa specie le macchie gialle quasi semicircolari che stanno sul dorso ai lati del margine posteriore di tutti i segmenti del torace e dell’addome, esclusi i quattro ultimi. Così pure sono caratteristiche le elitre e le ali rappresentate da piccolissimi lobi gialli ovali, rassomiglianti perfettamente a due minute foglioline nascenti. Il pronoto è quasi liscio, ed un sottil solco longitudinale mediano incomincia al margine anteriore, sì in- crocia col solco trasversale ben distinto e svanisce prima di raggiungere il margine posteriore. Il mesonoto è più granuloso e ai lati taluni granuli sono più elevati degli altri. I femori sono nereggianti verso l’apice. Le differenze sessuali secondarie sono nulle, se si escludono quelle degli ultimi segmenti addominali, e perciò il maschio si riconosce facilmente per l’aspetto somigliantissimo a quello della femmina, per le minori dimensioni, per la gracilità dell’addome e per la forma dell’apparato copulatore. (1) Quel solo individuo femmina. portato dal primo viaggio e che io deter- minai allora provvisoriamente come Mastaa@ mutilata Serv. e attribuii al ge- nere Masyntes Karsch, perchè non avevo allora altra specie di questa tribù eon cui stabilire un confronto, lo ritengo ora come una specie nuova, perchè, se con Mastax mutilata Serv. ha molta semiglianza nella colorazione, ne è tuttavia differente per la forma del capo e del pronoto, sempre che la figura data dal SERVILLE sia rispondente al vero. Il fastigio del vertice, protratto alquanto avanti gli occhi e facente un an- golo acuto con la fronte, la fronte stessa più fortemente inclinata che nelle specie del genere Mastax, i lobi deflessi del pronoto con l’angolo posteriore quasi acuto, le elitre abbreviate notevolmente mi confermano nuovamente nella determinazione generica già fatta, che cioè sia una specie del genere Masyntes finora non descritta e che perciò descrivo. Masyntes Borellii n. sp. — 9 — Supra fusca, subtus flavo-olivacea: capite fusco, fronte, clypeo, labro flavicantibus; summa fronte, articulisque duobus basalibus antennarum sulphureis. Frons reclinata, costa frontali perduceta sulcata. Antennae, exceptis articulis duobus basalibus sulphureis, nigrae, apice sub-clavatae. Fastigium verticis ante oculos modice productum, cum fronte angulum acutum efficiens. Pronotum supra transverse rotundatum, testaceo-fuscum, cariînis lateralibus nullis, carina media subtili, flavida, per- currente, margine postico truncato, medio minute inciso: lobis de/lexis nigris, longioribus quam altioribus, margine infero obliquo, angulo postico acuto, retrorsum modice producto, fascia flava infera lata in metapleuras perducta ornatis. Elytra lobiformia, ellyptica, apice late rotundata, nigricantia, seg- menti primi abdominalis apicem vix attingentia. Alae elytris aeque longae. Abdomen compresso-carinatum, irregulariter flavo-maculatum, segmento 11,8 £2 Proscopinae. Gen. Tetanorhynehus Br. — T. humilis n. sp. To Viridi-olivaceus. Roslrum 9 capite reliquo via brevius, în d distincle Dbrevius, marginibus acutis, apicem versus attenuatum, apice obluso. Pronolum impresso punctatum, în d punctis magis impressiz: melanolum subelevatum. Tibiae postice supra marginibus eaterno et înterno 11-15 spinulosis, sublus apicem versus margine externo spinuloso. Lamina subgenitalis > compressa, tIriangularis, parum pro- ducta. (ed Long. corp. mm. 68-83 92-115 » capttis » 0041-44-50 14-18 » vostri » 4-6 6,9-8 » pronoti » 15-18 17-24 » fem. ani. SOG o-To;ì » fem. post. » 23-29 20-39. » tibiar >» » 23-29 28-35 S. Lorenzo, S. Francisco, Caiza. Per la forma della lamina sottogenitale del maschio è somigliante a T. punctatus Kl.; per la forma del rostro a 7. angustirostris, da cui. differisce tuttavia perchè il rustro è più breve del capo. T. Borelli n. sp. Ti Viridi-olivaceus. Iostrum in 9 et d reliquo capite diclincte ton- gius, apîce valde clavato, ab antico viso lale cruciato. Pronotum impresso-punctatum. Tibiae posticae superne intus et extus 14-22 spînulosae, sublus apicem versus spinulosae. Lamina subgenitalis compressa, rostro paulo brevior, acuminata. ca 9 Longil. corpor. mm. 80-95 124-138 » capîtis » 12-15 21-22,5 » rostri » 6,5-8 13-13,5 » pronot. » 20-24 26-28 » fem. ant.» 12,5-15 17-18 » » post. » 25-30 37-39 » tibiar. » » Oi 39-42 x sexto flavo, valvulis geritalibus testaceis. Pedes ochracei; femoribus posticis abdomine longioribus, nig: o-carinatis, annulo praeapicali geniculisque fuscis. Tibiae posticae spinis nigris, inlernis valde longioribus, armatae. Longit. corp. mm. 20 Longit. elytr. mm. 3,9 » pron. » fe; » fem. post.» 15 S. Pedro nel Paraguay. Syn. Masyntes mutilata GiLIO-Tos (questo Boll. 1894, n° 184, p. 4 e Zool.. Jahrb. VIII, p. 806). =. To Caiza, S. Lorenzo, S. Francisco. Specie distinta per la forma del rostro, che è un po’ simile a quello di 7. punctatus KI., ma ben diverso da quello per la forma e lun- ghezza e specialmente poi per la lunghezza della lamina sottogenitale del maschio. T. angustirostris Br. — S. Francisco, S. Lorenzo, Caiza. Il rostro è nella forma simile a quello di 7. humz/is, ma è visibilmente più lungo del capo. Il maschio, non conosciuto da BRUNNER, è assai più piccolo, con il rostro più gracile e più breve del capo, e la lamina sot- togenitale più lunga e più acuta che in T. Rumtilis. CI 9 Longît. corp. mm. 61 107-119 » capil. Dias 17-18 » rostri Dia 9-10 > pron. RR C-) 20-22 » fem. ant. » 9 43,0-15,9 » fem. post. » 20 32-34 » PIQUET. » 20 34-36 Gen. Cephalocoema Serv. Le nuove specie si possono così intercalare a quelle indicate dal BRUNNER nella sua Monografia: 1. Rostrum capite reliquo haud longius. 2'. Pronotum impresso-punctatum vel laeve. 3'. Tibiae posticae supra utrinque haud ultra 16 spinutis armatae. 4. Rostrum reliquo capite brevius. 5. Rostrum reliquo capite via brevius. Abdomen 5 — carinatum. C. costulata Bur. 5. Rostrum reliquo capîte distincte brevius. Abdomen haud 5 — carinalum. 6. Robustior. Rostrum pyramidale, acuminatum, ab an- tico visum anguste lamellare. Antennae 9 rostrum longe superantes. C. Borellii Giglio Tos (1). 6' Gracilior. Rostrum lineare, obtusum, ab antico vi- sum anguste crucialum. Antennae < rostrum parum superantes C. Caizana n. sp. (1) Descrissi questa specie come del genere Prosarthria; ora mi accorgo che è invece una Cephalocoema, sebbene per il complesso dei caratteri sia un po’ differente dalle altre del genere. La C. calamus Burm. è vicina a questa. (V. questo Bollettino, vol. IX, 1894, n° 184). Lu Y 1. Rostrum capite reliquo ltongius. 2. Rostrum capite reliquo triplo haud longius. 3. Rostrum capile reliquo plus quam duplo longius, acumi - nalum. C. teretiuscula Br. 3' Rostrum capite reliquo duplo tantum longius, oblusum, apicem versus dilalatum, ab antico visum crucialum. 4. Pronotum margine anlico haud tubercutato. 5. Rostrum capile reliquo haud duplo longius, apicem versus modice di'alalum. C. ottusa n. sp. 5' hoslrum capile reliquo duplo longius, apîcem versus el apice ipso valde dilalalum. U. magna n. sp. 4' Pronotum margine antico bilubercutato. C. gigantea n Sp: C. costulata Burm. — Una larva da Aguairenda. C. caizana n. sp. q Viridi-olivacea. Rostrum reliquo capile valde brevius, apicem versus via angustatum, truncatum, ab antico visum crucialum. Ab- domen 5-carinatum. Tibiae posticae sublus apicem versus utrinque spinulosae: superne îintus spinulis 18, extus spinulis 20 armatae. Long. corp. mm. 105 Long. pronoti mm. 23 » capît. » do, » fem. ant. » 16 » rostri » 4,5 » fem. post. » 32 Long. tibiar. post. mm. 36 Caiza. Molto somigliante a C. costulala Bur. ne è tuttavia ben distinta perchè il rostro è proporzionalmente assai più breve, tanto che oltrepassa ap- pena la metà del resto del capo ed è inoltre pressochè di ugual larghezza in tutta la sua lunghezza e visibilmente crociato osservato dallo innanzi, mentre che in C. costulata è più lungo, più acuminato e non crociato. C. obtusa n. sp. Q Viridi-olivacea. Rostrum reliquo capite valde img apicem versus modice dilutatum, apice rolundalo-Iruncato, ab antico visum distincte cruciatum. Tibiue posticae subtus raro spinulosae, superne extus spinulis 16, inlus spinulis 20 armatae. Longit. corp. mm. 130 Long. pronoti mm. 26 » capiîtis >» 3: » fengac@nts. > 147 » rostrî >» 14,5 » fem. post. » 38 Long. tibiar post. mm 41. S. Lorenzo. Una larva da Caiza. C. magna n. Sp. Q Statura majore. Viridi-olivacea. Rostrum capite reliquo duplo longius, apicem versus distincle ditatalum, ab antico visum tale cru- ciatum. Pronotum minute impresso-punclutum. Tibiae posticae su- =. dea perne eatus spinis 19, intus spinis 18 armatae: sublus utrinque apicem versus raro-spinulosae. Longît. corp. mm. 164 Longit. pronoti mm. 37 » capîlis » 30 » fem. ant. » 21 » rostri » 20 » fem. post. » 45 Longit. tibiar. post. mm. 49 S. Lorenzo. Specie ben distinta per la forma del rostro, dilatato quasi a clava verso l'estremità, quivi troncato, e con le lamelle che formano la croce ben allargate. C. gigantea n. sp. Q Statura majore. Viridi-olivacea. Rostrum capile reliquo subduplo longius, teltragonum, apice tantum modice ditatatum, ab antica visum cruciatum. Pronotum minule impresso punclatum, margine antico tuberculis binis oblusis, dislinclis instruclo. Tibiae posticae superne utrinque spinis 20-22 armalae, sublus apicem versus submuticae. Longit. corp. mm. 184 Long. pron. mm. 41 » capiti; ».. 180 » fem. ant. » 22 » vostaddenzi 148 » fem. post. » 61 Long. tibiar post. mm. 55 S. Lorenzo. Somigliantissima a C. magna e nella statura e nella forma del rostro: tuttavia ne è distinta perchè questo non è così lungo e così dilatato e perciò le lamelle in croce non sono così larghe. I due tubercoli che stanno sul margine anteriore del pronoto ne la distinguono meglio an- cora. i Tryxalinae. Gen. Hyalopteryx Charp. Non credo che sia finora nota di questo genere alcuna altra specie che quella tipica, 7. rufipennis CHARPENTIER (Orthopt. descripta et dep. 1843, tab. 46) del Brasile. Stando-a questa unica specie giustamente il BRUNNER (Rev. des Orthop. in Ann. Museo Civico Genova, 1893, p. 118) dà, come carattere distintivo di questo genere dal suo affine Me- tal’ptea, l’avere le elitre più larghe della lunghezza del pronoto. Ma una specie portata dal Dr. BORELLI, e che io ritengo di questo genere per vari caratteri, ha tuttavia le elitre del maschio assai più strette e si può perciò ritenere intermedia fra la ZH. »rufipennis e le specie del genere Metaleptea. Nella tavola seguente pongo in antitesi i caratteri che distinguono le due specie. 1. Stalura majore. Pronotum postice distincte angulalum, carinis laleralibus prozonae in metazona continuatis, rectis. Alae campo po- stico rubro, in 3 campo antico valde dilatato, margine antico distincle a OO rotundato, area fenestrata tatissima. Elytra d longitudine pronoti latiora. Lamina subgenitalis 3 longa. H. rufipennis Charp. l'. Statura minore. Pronotum postice subrolundatum, vel rotun- dato-angulatum, minus producium: carinis lateralibus prozonae cum carinis laleralibus metazonae haud continuatis, magiîs distantibus. Atae totae subhyalinae : in 3 campo antico angusto, margine antico recto, area fenestrata valde angustiore. Elytra 3 longitudine pronoti angustiora. Lamina subgenitalis 3 brevis. H. gracilis n. sp. Si può veramente dire che l'Z. gractilis sta all’ H. rufipennis, come la Metaleptea minor (qui appresso descritta) sta alla M. brevicornis Lin. Difatto i caratteri che distinguono la ZH. gracîlîs dalla H. rufipennis sono press’a poco quei medesimi per cui la mia Meza/eptea minor diffe- risce dalla M. brevicornis Lin. H. gracilis n. sp. co Viridis vel viridi-flavescens, interdum subferruginea, unicolor, vel fusco strigata et punctata. Frons valde reclinata, carinis lateralibus acutîs deorsum divergentibus. Costa frontalis recta, perducta, sulcata, marginibus acutis deorsum vix diver genlibus, inter antennas laminato- producta, pone antennas sulco destituta. Anlennae triquetrae. Fasti- gium verticis via longius quam latius, oculo subaeque longum, di- stincte horizontaliter laminato-productum. Pronotum angustum, com. pressum, tricarinatum, postice vix angulatum, vel angulato-rolunda- tum: carinîs lateralibus în melazona cum cariniîs prozonae havud conti. nuatis, magiîs distantibus; metazona quam prozona breviore, longi- tudinatliter rugulosa. Elylra angusta, talitudine pronoti via latiora, apice acuminala, abdomine longiora. Alae subhyalinae, venis ferru- gineis: campo anlico haud dilatato, margine antico recto, area fenestrata lata, haud lalissima. Femora postica abdomen superantia, angutis lobisque genicularibus productis, acutîs. Tibiae posticae u- trinque spinîs 11-12, apice nigris, armatae. Lamina supraanalis d triangularis, subaequitalera, apice lobulo minuto prominuto însiructa. Cerci d conici, acuti, breves. Lamina subgenitalis d brevis, conica, acuminata. i 9 Longit. corp. mm. 17 29 » pron. » 4 5,9 » elytr. A 25 » fem. post.» 11 16 S. Lorenzo, Caiza. Gen. Metaleptea Brun. (Truratlis Stal). Di questo genere, ridotto nei giusti limiti che gli diede il BRUNNER, non conosco che due specie: una è la M. brevicornis Lin., comunissima in tutta l'America, sinonima anche della 7ryaalîs adspersa di BLAN- = ss CHARD, l’altra è una specie molto affine a questa ma che ritengo distintà per alcuni caratteri che metto in rilievo nella tavola analitica seguente. 1. Statura majore. Fastigium verlicis subaeque longum et latum. Pronotum postice obluse distincte angulalum. Carinae tarerates pro- noti conlinuae, reclue. Anguli geniculares femorum posticorum pro- ducti, subacuti. Lamina subgenitalis 3 longa, valde acuminata. M. brevicornis Linn. 1’. Stalura minore. l'astigium verticis angustius, longius quam lalius. Pronotum postice rolundatum, vel subangulatuni, angulo ipso rotundato. Carinae lulerales melazonae pronoti cum carinis lalera- libus prozonae, haud continualtue, magis distantes. Anguli geniculares femorum poslicorum via productli, rolundali. Lamina subgenitatis 3 drevis, sub-oblusa. M. minor n. sp. M. brevicornis Lin. Stal. Tryxalis adspersa BLANCHARD in: D’ORBIGNY. Voyage dans l’Amér. mér., p. 742, pl. XXVII, fig. 2. Per le altre sinonimie vedasi SraL (Rec. Orth., I, 1873, p. 104). Caiza, S. Lorenzo. La Tryxalis aadspersa BI. è identica affatto a questa specie, come ho potuto stabilire da esemplari corrispondenti perfettamente alla descri- zione ed alla figura date da quell’autore. M. winor n. sp. dv? Viridis, vel flavo-viridis, unicolor vel fusco strigata el punclata. Anlennae ensiformes. Fastigium verticis angustum, tltongius quam tatius, anlice acute rolundato angulalum. Pronotum postice rotun- dalum, vel subangulatum, anguto îpso rotundato: carîinis lateralibus în metazona magis dislantibus, cum carinis prozonae haud conti- nuatis. Elytra abdomine longiora, apîce oblique truncata. Alae sub- hyalinae, apicem versus dilute fuscescentes. Femora postica abdomine longiora angutlis genicularibus via productis, rotundatis, carina su- pera în spinam minultam apicalem producta, lobis genicularibus obtusis. Tibiae posticae intus spinîs 10-11, eaxtus spinis 11-12, apice nigris, armalae. Lamina supraanatlis 3 brevis, triangularis. Cerci breves, conici. Lamina subgenitatis 3 brevis, oblusa. CI 9 Longit. corp. mm. 17 26 » pron. » 4 2 » elytr. » 16 3 » fem. post. » 11 da S. Lorenzo, Caiza, Aguairenda. Come si vede, i caratteri per cui questa specie differisce dalla prece- dente sono press’a poco quei medesimi per cui l’Zya/opterix gracîtis differisce dall’. rufipennis. — sale Gen. Dichromorpha Morse (Notes on the Acrididae of New England, II, Try- xalinae I, in: Psyche, January, 1896, p. 326, and May, 1896, p. 383, 6). D. viridis Scud. Chloéaltis viridis ScuppER (Boston Journ. Nat. Histor., vol. VII, 1862, p. 455). BEUTENMUELLER (Bull. amer. Mus. Nat. Hist., vol. VI, 1894, p. 292, pl. VII, f. 10). Chrysochraon viridis Thom. Chloéaltis punctulata Scud. (loc, cit. p. 455). Chrysochraon punctulatum Thomas. Chloéaltis viridis var. punctulata Morse, Beutenm. Tryxalis angusticornis Stal (Recens. orthopt. I, 1873, p. 105). Metaleptea angusticornis GIGLIO-Tos (questo Bollet., vol. IX, 1894, n° 184, p.8). Dichromorpha viridis Morse (Psyche, may. 1896, p. 383, fig. 7, 7a, 7D). Parecchi individui da Caiza e S. Lorenzo. Il MoRSE mette dubitativamente in sinonimia di questa specie la Truaa- lis angusticornis Stal, ma io non ho dubbio alcuno che si tratti della medesima specie. Gli individui dell’ America meridionale, a giudicare dalle descrizioni e dalla figura del BEUTENMUELLER, non differiscono assoluta- mente da quelli dell'America settentrionale. Fra i molti esemplari por- tati dal Dr. BORELLI uno solo ne ho trovato ad ali lunghe quanto l’ad- dome e corrispondente perciò alla varietà punctulata. Giustamente il MORSE creò per questa specie un nuovo genere, di- staccandola così dal genere Meta/eptea (Tryxatiîs) a cui anch'io nel mio precedente lavoro l’aveva riferita. Gen. Orphula Stal, Giglio-Tos — 0. pagana Stal. — Santos (Brasile). O. (Orphulella) maculipennis Scud. Stenobothrus maculipennis ScuppER (Boston Journ. Nat. Hist., VII, 1862, p. 458). BEUTENMUELLER (Bull. amer. Mus. Nat. Hist. VI, 1894, p. 293, pl. VII, f. 4). Orphula intricata STAL (Recen. Orth. I, 1873, p. 106). Orphulella intricata GIieLIO-T0s (questo Bollett. IX, 1894, n° 184, p. 12). Orphula maculipennis BoLivar (Mem. Soc. Zool. Frane», 1888, p. 142). — Morse (Psyche, aug. 1896, p. 408, fig. 8). Orphulella gracilis GiGLIO-Tos (questo Bollet. loc. cit. p. 11). Orphulella elegans GiGLIO-Tos (questo Bollet. loc. cit. p. 12). Orphulella punctata GIGLIO-Tos (questo Bollet. loc. cit. p. 12). I numerosissimi individui dell’America meridionale che ho potuto esa- minare, per la loro grande variabilità specialmente nella colorazione ed anche lesgermente nelle carene del pronoto, mi inducono a credere che non si possano ritenere come specie distinte, ma semplicemente come variazioni di una medesima specie. Il carattere costante di questa specie è l’avere le carene laterali del pronoto distintamente convergenti dal margine anteriore fin verso il pri- mo solco trasversale o appena oltre ad esso, quindi fortemente divergenti. Quanto alla colorazione sì possono distinguere i seguenti tipi, con tutti i passaggi però dall'uno all’altro: fo e. a) corpo quasi interamente verde; Db) corpo verde, ma i lobi deflessi del pronoto infoscati, e una striscia di macchie brune sulle elitre nell’area ulnare; c/) corpo verde con lobi deflessi bruni nella parte superiore, le elitre più macchiate, e sul pronoto due striscie nere laterali interrotte obli- quamente dalle carene bianche; (maculipennis, intricata, elegans); d) come le forme c, ma la costa frontale macchiata di nero, una striscia nera sotto gli occhi, i lobi deflessi del pronotò quasi intera- mente bruni fuorchè una fascia trasversale bianca al margine inferiore ed un’altra piccola, obliqua, pure bianca, che va dall'angolo posteriore dei lobi deflessi fin verso il loro mezzo; e) come c 0 come d ma la colorazione generale più scura, quasi ferruginea; £) colorazione generale più scura e le elitre tutte macchiettate di nero, ricordando così molto la colorazione di O. punctata De Geer (punctata Giglio-Tos). Quanto alle carene laterali del pronoto, talora sono intere, talora in- terrotte (elegans Giglio-Tos). Varia anche alquanto la lunghezza delle elitre. Caiza, S. Lorenzo, S. Francisco, Aguairenda, Tala. Gen. Amblytropidia Stal. — A. ferruginosa Stal. — Alcuni individui dei due sessi da S. Lorenzo, Caiza, somiglianti affatto a quelli già portati dal primo viaggio. In tutti manca la striscia nera mediana sul capo e sul pronoto, in taluni mancano anche le due sottili striscie nere, da me menzionate negli esemplari raccolti nel primo viaggio. Stanrorheetus nov. gen. do Caput exsertum. Foveolae verticis a supero discretae, repletae, lantum punctîs nonnullis împressis signatae. Frons reclinata, carinis later'alibus distinclis, deorsum valde divergentibus. Costa fronlatis lata, perducta, sulcata, marginibus nitidis subparatllelis, clypeum versus via divergentibus, inter anltennas modice producta et ibidem sulco destitula, tmpresso-punctata, pone antennas laevigata, a latere visa rotundala. Fastigium verticis parce ante oculos productum, ca- rina obsoleta înstructum, anlice carina semicirculari, elevata, acuta, nitida lerminatum. Oculi ovati, parte infraoculari genarum longiores. Antennae longae, filiformes. Pronolum compressum, dorso transverse rotundato, lobis deflexis rotundalo insertis, margine antico truncato, margine postico rotundato-truncato, carîna media perducia, cariniîs lateralibus medio late interruplis antrorsum et relrorsum divergen- tibus: sulco postico integro, subtilltimo, pone medium sito: metazona punctata. Elylra, excepla basi, lare venosa, pellucida. (Inter venam r'adialem posticam et venam ulnarem anteriorem venulae transversae confluentes venam întercalatam simulant). Alae în d venis nullis incrassatis nec fenestratae. Spalium inter tobos mesosternales longius quam lalius, marginibus retrorsum divergenlibus. Lobi mesosternates in 9g subcontigui, ind contigui. Femora postiza abdomen superantia, basi incrassala, pone medium gracilescenltia; sulculis areae externo- mediae angulalim confluentibus, lobis genicutaribus late rotundatis. Tibiae posticae calcaribus binis interioribus subaequalibus. Per la forma del capo e delle fossette del vertice questo genere è af- fine al gen. Sfelhophyma Fisch, da cui differisce e per la forma stessa del capo più allungato e colla fronte più inclinata, ed anche per la forma del pronoto le cui carene laterali sono interrotte largamente nel mezzo, Dal gen. Pseudostauronotus, con cui ha pure una certa somiglianza, differisce per la forma del pronoto ed anche per avere i due sproni apicali inferiori interni delle tibie posteriori ugualmente lunghi. S. longicornis n. sp. do Viridis, vel viridi-flavescens: in exemplis rile coloratis vittis duabus nigris a summis oculis per occiput perductis: cilttis duabus lateralibus latis, nigris, în dorso pronoti extus carinis lateralibus al- bidis limbatis, ornalus: elyira fuscescentia, villa albida callosa ad ve- nam radialem anlicam apposita ornala: geniculis posticiîs nigriîs, vel nigricantibus. Antennae capile pronoloque valde longiores, fuscae vel nigrae. Elytra în 9 abdomine breviora vel lantum aeque tlonga, în d longiora, inter ramos radiales vena spuria instructa, apice rolun- dato. Alae hyalinae apice tantum fusescentes. Tibiae posticae eatus spinîs 11-12, intus spinîs 10-11, apice niîgrîs, armatae. Lamina su- praanatis 3 trianjularis, acuminata. Cerci d breves, rectî, conici, compressi. Lamina subgenitalis 3 conica, acuminata. o si Longît. corp. mm. 22 39 » pron. » 4,5 7 » elytr. va 22-25 » fem. post.. » 16 24 S. Lorenzo, Tala, Caiza. Gen. Pseudostanronotus Brun. — P. Brunneri Giglio-Tos (Zool. Jahrb. Bd. VIII, 1894, p. 809). — Una sola femmina da Caiza. Oedipodinae. Da questo viaggio il Dr. BORELLI non portò alcun ortottero di questa tribù. Colgo però l’occasione per correggere la determinazione dell’u- nica specie portata dal primo viaggio e che allora determinai come Trachyrrhachis borealis. Essa è invece la Trimerotropis pallidipennis Burm. comune, come sì sa, in quasi tutta l'America tropicale. Pyrgomorphinae. Gen. Ossa Giglio-Tos — 0. viridis n. sp. To Viridis, unicolor, abdomine S supra niîgro, sub-nuda. T'ibiae posticae extus spiniîs 7-8 armatae. CI Gi Longil. corp. mm. 18 24-26 » pron. » SID/0-6 » fem. post. » 12 13-14 » elytr. spnt20 22-24 Parecchi individui dei due sessi da Caiza, S. Lorenzo, S. Francisco. Specie somigliantissima all’O. dimaculata da me descritta in questo stesso Bollettino (vol. IX, 1894, n° 184, p. 15), da cui tuttavia si distingue per la mancanza di macchie sulle elitre. Questo è il carattere più vi- sibile, ma non è il solo: la costa frontale, il fastigio del vertice, il ver- tice stesso più stretti: i femori posteriori meno dilatati ecc. sono altri caratteri che non si possono afferrare se non con un confronto delle due specie, ma che sono però tali da distinguerle bene. Per rendere più facile questa distinzione esporrò qui i caratteri del- l'una contrapponendoli a quelli dell’altra. Essi serviranno ancora a mo- lificare convenientemente la diagnosi di questo genere da me data sulla sola specie O. dimaculata. A Corpus longe albo-pilosum. Viridis. Elytra macula aurantiaca basali in dorso ornata. Costa frontatis, fastigium verticis, spatium verticis îinteroculare latiora. Oculîi globosi. Pronotum distincle gra- nosum, postice magîs angulalum. Femora postica crassiora 0. bimaculata Giglio-Tos. AA Corpus sub-glabrum. Viridis. Elytra macula basali nulla. Costa frontatis, fastigium verticis, spatium verticis inleroculare an- gustiora. Oculi ovoîdei. Pronotum obsolete rugulosum, postice angulo obtusiore terminato. Femora postica minus crassa. 0. viridis Giglio-Tos. Non è improbabile che questo genere equivalga al genere Pauliînia BLANCH. (D'ORBIGNY, Voyage dans l’Amér. mérid. p. 27, fig. 6), ma la descrizione breve e affatto insufficiente mi impedisce di pronunziarmi in proposito. Gen. Ommexecha Serv. — 0. Brunneri Bol. — Specie molto comune a giudi- care dai moltissimi individui raccolti a Caiza, S. Francisco, S. Lorenzo. Molto varia nella colorazione. Gen. Spathalium Bol. — S. Audouinii BI. Bol. — Salta, Tala. Coelopterninae Gen. Coelopterna Stal — C. acuminata De Geer, Stal, Giglio-Tos. — S. Lorenzo, == WR Tettiginae. Gen. Paratettix Bol. — P. peruvianus Bol. — S. Lorenzo. Non ho di questa località che un solo esemplare il quale concorda assai bene con la descrizione, fuorchè nelle elitre che non sono subacuminate, ma strettamente arrotondate. P. cnemidotus ? Burm. — Una sola femmina da S. Lorenzo. Non mi risulta che dopo BURMEISTER sia ancora stata ritrovata da alcun altro questa specie. BOLIVAR stesso nella sua Monografia dice: « Je n’ai vu aucune espèce à laquelle puisse se rapporter cette descrip- tion. » Io vi riferisco, un po’ dubbiamente, una femmina che concorda con la descrizione del BURMEISTER per il carattere « /femoribus qua- luor anticis clypeatis » ma non è affatto « subtus nigerrima », bensì soltanto bruno scura. Per evitare ogni confusione credo perciò oppor- tuno darne la descrizione. Q Cotore terreo, sublus fusca nigricante. Costa frontatis inter an- lennas distincle rotundato-elevala, pone antennas modice sinuata. Vertex oculo subangustior, antrorsum angustatus, medio obsolete carinulalus, carîinula antice haud prominula, ante oculos non pro- ductus, truncatus. Pronolum dorso planiusculo minute granoso, 0b- solele el sparsim rugutoso, processu postico longe subulato, apicem femorum posticorum superantej; carina media in mesozona tantum subelevala, sinuata, în prozona subnulta, relrorsum per tolum pro- cessum perducta, sed minime elevata, sinuata: angulis humeratlibus oblusis, angulo postico loborum lateralium late rolundato-truncato, extrorsum aliquantulo reflexo. Elylra etlyplica. Alae apicem pro- cessus postici via superantes. Femora antica carinis laminato-dila- tatis superne et îinferne bilobulatis. Femora intermedia clypeata : carina supera apice sinuata: carina infera latiore, bisinuata. Tibiae inlermediae superne lobulis duobus minutis insltructae. Femora po- stica sublus nigra, area exlterna apicem versus villis obliquis nigris ornata. Tibiae posticae nigricantes basi pallide annulatae. Tarsi pallidi, basi el apice nigris. Tl'arsorum posticorum arliculus primus tertio aeque longus, pulvillis acuminatis, pulvillo tertio secundo pauto ma,jore. Longît corp. mm. 8 Longit. fem. post. mm. 5,5 » pron. Ceo Per la lunghezza pressochè uguale del primo ed ultimo articolo dei tarsi posteriori questa specie viene a trovarsi vicino a P. peruvianus e P. cayennensîs Bol. P. Borellii n. sp. to Colore terreo, statura obesa. Costa frontalis inter antennas ro- tundato-compressa, distincle sulcata, pone antennas subsinuata, ante = Wi = oculos minime prominula. Vertex oculo lalior, ante oculos haud pro- minulus, truncatus, medio carinulatus. Pronolum convexiusculum, interdum fusco maculalum, processu postico apicem femorum posti- corum vix attingente, obtuso, marginibus lateralibus et apice oblique marginatis: carina media perducta, antrorsum elevato cristata, a latere visa rotundata, antice el postice declivi; angulo postico loborum laleralium tate rotundalo-truncato, parum extrorsum reflexo, lobo medio parum distincto, rotundato. Femora omnia sublus et superne carinis lobulis crenatis instructis: lobulis femorum interimediorum majoribus: femora postica apicem versus rugis obliquis areae exter- nae în nonnulla tubercula granosa elevatîs. Tibiae nigro-variegalae. Tarsi, basi et apice, nigri. Tarsorum posticorum arliculus primus lertio parum longiore: pulvilto tertio duobus primis unilis breviore, acuminatis. Elytra parva, etllyplica. Alae parvae, pronoto nullo br'eviores. o 9 Longit. corp. mm. 6 arto) » pron. » o È » fem. post. Vs 40 S. Lorenzo, Caiza. Un individuo portato da Buenos Ayres dal Dr. Borelli nel primo suo viaggio e da me allora determinato dubitativamente come P. /o/lecus appartiene invece a questa specie. Specie somigliante a P. /ollecus Saus. da cui tattavia differisce per la forma convessa del pronoto e per alcuni altri caratteri che si pus- sono desumere confrontando le descrizioni. Gen. Tettigidea Scud. — T. multicostata Bol. — Molti individui dei due sessi, da Tala, Salta, S. Lorenzo, S. Francisco, Caiza. A cridinae, Gen. Prionolopha Stal — P. serrata Lin. — S. Lorenzo. Gen. Tropidonotus Serv. Stal — T. discoideus Serv. — Caiza, S. Lorenzo. T. insignis Giglio-Tos (questo Bollettino, vol. IX, n° 184 1894 p. 16). Anche questa volta non trovai che una sola femmina da Caiza. Gen. Elaeochlora Stal — E. trilineata Serv. — Caiza. E. picticollis ? Gerst. — S. Lorenzo. Gen. Rhomalea Burm. — R. Stollii Pict e Saus. — S. Lorenzo. R. nuptialis Gerst. — S. Lorenzo, Caiza. Gen. Zoniopoda Stal. — Z. juncorum Berg. — S. Lorenzo, Caiza. Z. tarsata Serv. Pict. et Saus. — S. Lorenzo, Caiza. Z. emnicolor Blanch. in: Voyage dans l’Amér. mérid. par A. D’Orbigny (A- cridium) GiGLIO-Tos, Zool. Jahrb. Syst., VIII, Bd. 812. — Caiza. Gen. Tropidacris Scud. — T. cristata Lin., Stal, Saus. — Caiza. ni: pes Gen. Leptysma Stal — L. filiformis Serv. — Caiza, S. Lorenzo. Gen. Arnilia Stal — A. gracilis n. sp. 9 Pallide viridis, superne subrosca, gracilis. Caput angustum, co- nicum. Frons laevis, valde longior quam tlatior, reclinata. Costa frontalis integra, tota sulcala, a lalere visa recta, pone antennas subito angustala, compressa, sulco destituta, rotundato-truncata. Ca- rinae lalerales frontis sub-obsoletae. Fastigium verlticîis horizontale, planum, triangulare, apice anguste rotundato, carinis lateralibus nilidis, rotundatis. Antennae dislincie lanceolatae. Pronolum cylin- dricum, minute impresso-punctatum; metazona et prozona în dorso roseîs; în imis lobis deflexis villa pallida nitida ornatum. Elytra an- gusta, acuminata, abdomen longe superantia în area discoidali pal- lide rosea. Tuberculum prosternale retrorsum nutans, subcylindri» cum, oblusum. Tibiae posticae eatus spinis 7, intus spinis 9, apice nigris, armatae. Valvulae ovipositoris brevissimae, apice nigro. Longil. corp. mm. 27 Longîit. pron. mm. 4,5 » capîtis » 4 » elytr. »- 2005 » fastigii » 1 » fem. post » 14 Una sola femmina da S. Lorenzo. Questa specie è somigliante assai alla A. cylindrodes Stal. Se ne di- stingue tuttavia perchè di dimensioni alquanto minori, ma più special- mente poi perchè la fronte non è rugosa e assai più lunga e più stretta, con le carene laterali meno distinte, perchè le antenne sono più dila- tate alla base e perciò più distintamente lanceolate; infine anche per la colorazione e più specialmente poi per la striscia lucente e pallida al margine inferiore dei lobi deflessi del pronoto. Inusia nov. gen. (i, ivos, n= filamento) d Corpus graciltimum. Caput fortiter eaxsertum, conicum, pun- clatum, pronoto modice brevius, occipite adscendente. Frons angusta fortiter obliqua, cariînîs lateralibus acutis, deorsum divergentibus. Costa frontalis ad clypeum perducta, tota clavata, sulcata, a latere visa sub- recla, marginibus paratlelis acutis, inter antennas valde producta, pone antennas rolundato-truncata, ibidem sulco destituta, laevigata. Anltennae distincte ensiformes capite pronotoque valde longiores. Fa- sligium verticis horizontale, punctatum, medio carinatum, acutiu- sculum, longius quam latius, marginibus acutiuscutlis. Oculi elon- galo-ellyptici, a supero visi ungulo acuto antrorsum-convergentes, spatio interoculari verticis angustissimo. Pronotum punctatum, com- pressum, postice dilatatum, carinula media vix distincia, carinis lalteralibus nullis, angulis humeralibus in metazona via distinclis, rotundatis, metazona modice deplanala: sulcis transversis sublilis- nl Zi simis; sulco postico pone medium sîto: margine antico rotundato- truncato, margine postico rolundato produrto: lobis deflexis margine infero subrecto, obliquo, margine antico oculorum subparalleto. Tu- berculum prosternale gracile, conicum. Elytra abaomine multo lon- giora, laxe venosa, apicem versus dilatata, apice îpso angustissime rotundato, subacuto. Lobi mesosternales distantes. Lobi metasternates contigui. Femora postica apîcem abdominis superantia, lobis geniîicu- laribus acutis. Tibiae posticae apicem versus deplanatae, in margine externo spina apicali destitutae. A primo aspetto, per la forma molto gracile del corpo e per la lun- ghezza del capo e del fastigio del vertice, questo genere appare molto affine al genere Leptisma. Ma ad una osservazione più attenta si scorge subito che per vari caratteri, ma specialmente per avere i lobi meso- sternali distanti, e per la carena sul fastigio del vertice è forse assai più affine al genere Sl/enopola Stal. Essa sì può veramente considerare come una forma intermedia fra questi generi. I. gracillima n. sp. d Fusco-olivacea, subferruginea: vitta flava nitida a margine in- fero oculorum per genas et îimos lobos deflexos pronoti ad meta- pleuras perducia: pedibus pallide flavescentibus, genicuiis posticis nigro-notalis. Elylra femora postica longe superantia. Femora ab- domine longiora. Tibiae posticae extus spinis 6 intus spinis 9 apice nigris armatae. Lamina supraanatis sublriangularis, marginibus parce sinuatis. Cerci brevissimi, sursus subito îincurvi. Lamina sub- genitalis compresso-conica, modice acuminata. Longît. corp. mm. 17 » pron. > 4 » elytr. » 19 » fem. post. vita t1 Un solo maschio da Caiza. Gen. Stenopola Stal — S. puncticeps Stal. — S. Lorenzo, Caiza, S. Francisco. Gen. Bucephalacris Giglio-Tos (questo Bollet. 1894, n° 184, p. 30). B. Borellii n. sp. Q Olivaceo-ferruginea. Caput magnum, exertum, totum impresso- punctatum, superne ab antico viso valde latius. Frons modice obli- qua, a latere visa recla, planiuscula : cariînis_ lateralibus vix distinc- tis deorsum divergentibus. Costa frontalis lata, recta, înter antennas producta, parce dilatata, plana, impresso-punctata, ad ocellum im- pressa, ante ocellum vix sulcata et angustata, vix producia, deînde subito transverse dilatata et delela. Oculi valde convergentes, promi- nentes, ovali. Spalîium interoculare latiusculum, costa frontali tamen angustius. Fastigium verticis latum, horizontale, trapezoideum, im- presso-punclalum, truncatum, carinis lateralibus obliquis, carina pr pr antica reclta, distinclis. Antennae filiformes capite pronotoque via longiores, lestacae. Vitta postocularis în pronoto obsoleta, ferruginea, fuscior. Pronotum sub-cylindricum, cupîte valde anguslius, retror- sum vie dilataltum, totum impresso-punclalumi: margine antico ro- tundato-producto, medio sinualo, margine postico rotundato-lruncato : carina media via distincla, sulcis interrupta: sulcis distinclis, sulco postico pone medium sito. Elytra ltaxe venosa, subpellucida, abdomine breviora, griseo-sub-rosea. Alae margine fuscescente. Femora postica compressa, carînis inermibus, pallidioribus, genicutis extlus vilta ni- gra în sultco ornatis. Tibiae posticae pilosulae, superne apîceni versus taeviter deplanatae, utrinque spinis 6-7 apice nigris armatae. T'arsîi postici pilosuli, articulo secundo primo longiore, terlio secundo aeque longo. Tuberculum prosternate via conicum, subcylindricum, apice late oblusum. Longil. corp. mm. 25 Longtt. etitr. mm. 14 > pron. DIAZ > fem. post. » 13 Una sola femmina da S. Francisco. Da B. bucephata Marsch. è distinta per colorazione, ma poi special- mente ancora per la forma della costa frontale e per il margine ante- riore del pronoto che non è sinuato nel mezzo. Le dimensioni sono anche maggiori (1). Osmiliola nov. gen. to Corpus gracile, compressum. Caput parum exsertum. Frons subverticalis, carinîs lateralibus acutis, distinctis, subparatlelis. Costa frontalis ad clypeum perducia, marginibus laevigatis subparallelis, ante ocellum distincte sulcata, pone ocellum subito elevala; inter an- lennas producta, a latere visa rotundalto-truncata, laevigata, sulco destituta, in summo apice vîx angustata. Antennae breviusculae, ca- pite pronotoque via longiore, distinclissime ensiformes. Oculi ovali, (1) Nel mio precedente lavoro sugli Ortotteri portati dal Dr. BoRELLI dal suo primo viaggio io descrissi col nome di Anniceris ferrugineus una nuova specie che erroneamente attribuii al genere Anniceris Stal. Ora, avendo avuto occasione di conoscere una specie che reputo doversì ascrivere giustamente al genere Annicerts, son costretto a fare per la nuova specie descritta un genere distinto che chiamo Jodacris e che può essere così definito: Jodacris nov. gen. SL — Caput modice exsertum. Costa frontalis perducta, ante ocellum sul- cata, inter antennas subdilatata, punctata. Frons modice reclinata, cariniîs lateralibus deorsum parum divergentibus. Oculi prominuli, ovati. Antennae breves, lineares, crassiusculae. Fastigium verticis horizontale, breve, sublran- sversum, antice transverse, lateraliler oblique truncatum. Spatium intero- culare verticis costa frontali haud latius. Pronotum subcylindricum, postice vix dilatatum, totum impresso punctatum, margine antico rotundato-truncato, = sal subverticales, prominentes. Spatium interoculare verticiîs costa fron- talî angustius. Fastigium verticis horizontale vel modice adscendens, productum, antice angulo acutiusculo terminato, marginibus acutis, elevatis. Pronolum angustum, compressum, postice parce dilatatum, carinis lateralibus nullis, tantum in metazona angulis humeratibus rotundatis signatis: carina media via distinta sulcis transversis în- terruptis: margine antico truncato, margine postico medio in angu- tum obiusum rotundatum breviter productum : sulco postico vix pone medium sito: metazona depressa tuta impresso-punctata; tobîs de- fiexis parte antica marginîis inferi fortiter sinuata. Lobi mesoster- nales distantes, marginibus internis rectis paralletis, intervallo tran- sverso. Lobi metasternales magis appropinquati, marginibus internis retrorsum convergentibus. Elytra angusta, longa, apice angustissime rotundato, inter ramos radiales veniîs spurtis instructa. Femora po- stica basî incrassata, abdomen longe superantia, carîna supera remote vîx serrata, lobiîs genicularibus rotundatis. Tibiae posticae teretes, extus spinis 7 intus spînis 8 armatae. O. aurita n. sp. to Gractilis, testaceo ferruginea: vitta transversa nigra in media fronte: viîtta obliqua arcuata pone oculos per lobos deflexos în meso- pleuras perducta -fusco-nigra, inter vittas duas pallidas inclusa: femoribus posticis fascia obliqua fusca ornatis. Elytra punctis fuscis conspersa, apîicem femorum posticorum longe superantia. Alae elytrîs via breviores, infuscatae, venîs nigris. Tuberculum prosternale co- nicum, acutiusculum. Cerci d' conici, modice compressi, breves. Ti- biae posticae virescentes spinis nigris. CI È Longît. corp. mm. 13 pg » pron. » 3 4,2 » elytr. up: £' 19 » fem. post. » 9 12 medio laeviter emarginato, margine postico obtusissime angulato; sulcis transversis distinctis, sulco postico pone medium sito magis distincto; ca- rina media în prozona et in metazona tantum distincta; loborum lateralium margine infero antice emarginato. Elytra perfecte explicata, apice rotun- data. Tuberculum prosternale conicum. Lobi mesosternales SL distantes, aeque longî et lati, margine interno recto, intervallo quadrato, lobis ipsis aeque lato. Lobi metasternales in 3° valde appropinquati, in 9 minus ap- propinquati, în utroque genere vero haud contigui. Femora postica basi valde incrassata, carina supera laevi, abdomen vix superantia. Tibiae po- sticae teretes, extus spinis 7 armate. Tarsorum posticorum articulus se- cundus articulo primo distincte brevior. Species typica: Jodacris ferruginea Giglio-Tos — Anniceris ferrugineus GIGLIO- Tos, questo Bollettino, 1894, n° 184, p. 30. — Sa S. Lorenzo, Caiza. La forma del fastigio del vertice e delle antenne, avvicinano questa specie alle Vilernae, ma la forma del pronoto, la lunghezza e la forma delle elitre e dei femori posteriori la fanno collocare più giustamente vicino al Genere Xiphio/a, recentemente descritto dal BOLIVAR. La forma del pronoto e delle elitre, e la colorazione del corpo di questa specie ricordano molto quelle di Os7z/î7a obliqua a cui somiglia assai a tutta prima; se ne distingue tuttavia molto bene per i caratteri generici sovraindicati. Gen. Schistocerca Stal — S. peregrina Ol. Stal. — Caiza, S. Lorenzo. Gen. Atrachelaeris Giglio-Tos (questo Bollet. 1894, n° 184, p. 20). — A. uni- color Giglio-Tos. — Caiza. Gen. Dichroplus Stal — D. punctulatus Thun. Stal. — S. Francisco, S. Lorenzo, Tala, Salta, Caiza. D. fuscus Thun. Stal. — S. Francisco, Caiza. D. elongatus Giglio-Tos (questo Bollettino, vol. IX, 1824, n° 184, p. 23). — S. Francisco. Si noti che da questa medesima località il Dr. BORELLI portò pure due individui maschi in tutto somiglianti affatto a questa specie, ma con le elitre brevi, raggiungenti solo la metà dell'addome. Io li ritengo solo come variazioni individuali e non come varietà, perchè lo. stesso fatto ho osservato in tre altre specie D. exilis, D. distinguendus e D. bicolor. D. exilis Giglio-Tos (questo Bollettino, vol. IX, 1894, n° 184, p. 23). — S. Lorenzo. Il Dr. BoRELLI ha portato da questo viaggio un solo maschio di questa specie. Anch’esso, come due altri della specie D. elongatus, somiglia affatto agli individui a lunghe elitre portati dal primo viaggio, ma ha le elitre che appena raggiungono la metà dell'addome. Lo ritengo come una pura variazione individuale. D. distinguendus Giglio-Tos (questo Bollettino, vol. IX, 1894, n° 184, p. 22). — Calza. Anche di questa specie una sola femmina ad elitre brevi, che rag- giungono la metà dell’addome. D. bicolor Giglio-Tos (questo Bollettino, vol. IX, 1894, n° 184, p. 21). — S. Lorenzo e Caiza. Sei femmine tutte a elitre corte, lunghe appena quanto la metà del- l'addome. Gen. Paradichroplus Br. — P. bipunctatus Giglio-Tos (questo Bollettino, vol. IX, 1894, n° 184, p. 26). — Cinque femmine da Caiza, S. Francisco, S. Lorenzo. In tutte manca la doppia serie dei punti neri allineati sul dorso del- l'addome. P. bilobus n. sp. d Flavescens: capite, nîigro: vitta lata per dorsum thoracîis et CN AREE abdominis fusca vel nigricante, îinterdum obsoleta; genicutis posticis laleribus nigro vittatis. Frons subverticalis, carînis lateralibus acutis, deorsum parce divergentibus. Costa frontalis recta, ante antennas sulcala. Spatium interoculare verticis costa frontali distincte angu- stius, sulcatum. Oculî prominuti. Pronolum cylindricum, postice vix dilatatum, margine antico truncato, margine postico arcuatim emar- giînato: sulcîs transversis impressis: metazona quam prozona ei me- sozona unitis dimidio breviore, tota impresso punctata: lobis deflexis inferne magis compressiîs. Elytra lobiformia, angusta, lateralia, apice angustata, metanotum modice superantia, venis nonnullis expressis. Abdomen carinaltum. Tuberculum prosternale conicum, obtusum. Ti- biae posticae virescentes, albo-pîilosae, utrinque spinis 9, excepta basî, nigris armatae. Segmentum anale medio lobulis duobus contiguis, crassiusculis, subellypticîs instrucium. Lamina supraanatis apicem versus parce angustata, medio longitudinaliter profunde sulcata; an- gutlis posticis rotundatis, margine postico medio în lobulum prominulo, sulcum medium continuantem. Cerci conici, subcompressi, acuminati, laminam supraanalem vix superantes. Lamina subgenitalis triangu- lariter modice producta, apice oblusiusculo. Longit. corp. mm. 15-19 Longit. elitr. mm. 2,5-3,2 » pron. » 3,2-4 > fem. post. » 10-12,5 Due maschi da S. Lorenzo e S. Francisco. I due lobi mediani del segmento anale caratterizzano questa specie. P. fusiformis n. sp. do Corpus fusiforme, colore fusco olivaceo, vel ferrugineo: gentîs, parle infera loborum lateralium pronoti, pedibusque pallide-flave- scentibus: geniculîs posticis utrinque nigro vittatis: tibiîis posticis vi- ridibus: abdominiîs lateribus a basi ad medium nigro maculatis. Frons verticalis, carinis lateralibus acutis, deorsum parce divergentibus. Costa frontalis recta, ante ocellum sulcata. Pronolum postice valde dilatatum, supra deplanatum, margine antico truncato, margine postico truncato, vel vix emarginato: metazona quam prozona et mesozona dimidio breviore, minute punctata: interdum vittis duabus pallidis postocularibus in pronotum perductis, carinis signantibus, retrorsum valde divergentibus. Elytra ferruginea, angusta, lateratia, metanotum modice superantia. Tuberculum prosternate pyramidate, subacutum. Tibiae posticae pilosulae, utrinque spinîs 8, excepta basi, nigris armatae. Segmentum anale truncatum, teres. Lamina supra- analis d apicem versus modice angustata, subtriangularis, medio basi sulcata, dehin carina obtusa instrucita. Cercî d conici, acutiu- sculi, laminam supraanalem superantes. Lamina subgentitalis d, a latere visa, breviîlter conica, acuminata. dii ge d 9 Longit. corp. mm. 15 20 » pron. di) .9Ò 4 » elytr. »'d3 32 » fem..posti “95. 12 S. Lorenzo, S. Francisco. Questa specie ricorda alquanto nell’aspetto il P. Brunneri GIGLIO- Tos (questo Bollettino, vol. IX, 1894, n° 184, p. 25) da cui tuttavia differisce per la colorazione ed anche perchè il pronoto è molto più allargato posteriormente, col margine posteriore meno inciso ad angolo e col dorso più depresso. Il maschio poi somiglia a tutta prima a quello di P. Ddilobus, ma se ne distingue facilmente per la mancanza dei due lobi al segmento anale. Gen. Osmilia Stal — 0. violacea Thunb. Stal. — Caiza, S. Lorenzo, S. Fran- cisco, Aguairenda. O. obliqua Thun. — Tala, Caiza, S. Lorenzo, S. Francisco. LOCUSTIDAE Phaneropterinae, Gen. Isophya Br. — I. brasiliensis Br. — S. Lorenzo. Gen. Hyperophora Br. — H. peruviana Br. Giglio-Tos, Boll. Mus. Zool. Anat. comp. Torino, vol. IX, 1894, n° 184, p. 39. — S. Lorenzo, Caiza, S. Francisco. H. Borellii n. sp. d Otlivaceo-testacea, femorum, tibiarumque apicibus, tarsîis, anten- narum basi nigricantibus. Elylra abdomine parum longiora, vena mediastina nulla, vena radiali ramos tres obliguos non furcatos, în marginem posticum elytri emittente; vitta nigra campum lympana- lem marginante a basi ad apicem perducta, venam vinarem posti- cam includente ornata. Alae elytris subbreviores. Pronoti lobi de- fiexi postice altiores quam antice, margine postico rotundato, lineola fusca longitudinali anguto insertionis apposita. Segmenitum abdomi- nale dorsuale nonum în appendicem spiniformen produclum. Cerci processu interno pone medium sito simplice, obluso, processu prea- picali longiore, acutiusculo, sursum incurvo. Lamina subgenitalis incisa. Longit. corp. mm. 13 Longit. elytr. mm. 14 » Mron. >... 4 » fem.post. » 18 Un solo maschio da S. Lorenzo. Questa specie è affine all’ 2. 2:7nor Brun. per il tipo di struttura dei suoi cerci, i quali tuttavia differiscono per avere, oltre al dente mediano breve ed ottuso, un altro dente più gracile e più lungo subito PAG TREIA prima dell’apice. Differisce poi ancora notevolmente dalle altre specie per la brevità delle ali e delle elitre: tuttavia non è improbabile che questo carattere non sia costante. Matacus nov. gen. dd Coxae anticae spina minuta armatae. Caput parvum, oculis globosîis, valde prominentibus. Frons modice reclinata, a latere com- pressa, fastigio latiusculo, piano, summo apice haud angustato, ab antico viso rotundato. Fasligium verlicîs modice elevato-compressum, antrorsum angustatum, sulcatum, a latere visum rotundatum, apice truncato, cum fastigio frontis haud contiguum. Antennae setaceae. Pro- notum sellaeforme, antice et postice modice elevalum, margine antico laeviter rotundato emarginato, margine postico subiruncato, angulis posticîs rotundatis, magîs elevatis: lobîs deflexis rotundatîim insertiîs, latioribus quam altioribus, margine infero rolundato, obliquo. Elyira linearia, îrregulariter elevato-reticulata, apîicem versus attenuata, apice anguste rotundato: venis radialibus basi disconliguis ramis radialibus pluribus în marginem posticum exeuntlibus: campo tym- panati dilatato. Alae elytris parce longiores. Mesosternum et meta- sternum rotundato-lobata. Femora omnia sublus spinosa et sulcata. Tibiae anticae et intermediae supra sulcatae, acule marginatae, spi- nulosae. Lamina sub-genitalis d stylis insiructa. o mihi ignotae. Questo genere è per l’aspetto e per la forma del capo, degli occhi, del fastigio del vertice e del pronoto molto somigliante al genere Ephip- pithyta Serv. (BRUNNER, Monogr. Phaneropt., p. 188, fig. 54), da cui tuttavia si distingue per vari caratteri e principalmente per la diversa venatura delle elitre, per il fastigio del vertice non contiguo con quello del fronte; per i lobi deflessi del pronoto più larghi che alti; per il mesosterno e il metasterno con lobi arrotondati: per la presenza di veri stili alla lamina sottogenitale. Per parecchi caratteri ha pure una certa affinità col genere Terpni- stria da cui tuttavia è ben distinto. Il nome generico è tolto da quello di una tribù di indigeni dell’ Ame- rica meridionale, i Matacos, abitanti la località in cui fu raccolto questo ortottero. M. gracilis n. sp. d Flavus (viridis?2) antennis fuscîs, vitta aurantiaca în summis lobis deflexis pronoti, lineola rosea marginem anticum elytrorum limbante ornatus. Elytra margine antico basi modice dilatato, ro- tundato: campo tympanali vena plicata callosa, transversa: vena ulnari triramosa, cum vena radiali confluente: vena radiali ramîs 5, primo pone basim furcato. Lamina supraanatlis, triangularis, Per, ga inter cercos producta. Cerci crassi, recti, apice dente acutissimoò longo intus angulto recto incurvo armati. Lamina subgenitalis ton- giuscula, cercos aequans, apice attenuata, rotundato-excavata, an- gulis posticis, stylos ferentibus, modice productis. Femora antica subius antice spinîs 5, postice 2, intermedîa utrinque spinis 3-4, po- stica utrinque spinîs 6-8 armata. Tibiae anticae supra in margine postico, praeter spinam apicalem et spinam pone foramen, spîinîs duabus armatae : tibiae îintermediae supra margine antico spinis 1-2, margine postico spinis 5-7 armatae. Tibiae anticae et intermediae subtus tota longitudine utrinque plurîspinosae. Long: corp. mm. 16 Latit. elytr. mm. 4,5 » pron. >» 4 Long. fem. post.» 20 » ATA IRE POT] DI VOCar. > Un solo maschio da Caiza. Gen. Amaura Br. — A. spinata Br. — S. Lorenzo, Caiza. A. Borellii n. sp. tg Colore vario: olivaceo, interdum vînoso, elytris obscure ferru- gineîs, venîs rubris vel olivaceis; abdomine supra laete fiavo, vîitta media lata longitudinali usque ad apicem perducta nigra. Vitta sub- lilis transversa supra clypeum faciatle, vittisque duabus paralletis în fronte nigris. Fastigium verticis compressum, sulcatum, a latere vi- sum excavatum. Pronoltum lobîs deflexîs angulo sub-rotundato în- sertis, altioribus quam latioribus. Elytra angusta, femora postica parum superantia, venîs radialibus discontiguis, ramo radiati di- stincie ante medium oriente, in medio elytri furcato. Alae dense îin- fuscatae, nigricantes, margine antico et venis rubris vel ferrugiîneis. Femora antica et intermedia subtus inermia: femora postica apîicem versus fusciora, et utrinque spinis 1-2 minimis armata. Tibiae an- licae et intermediae sulcatae, inermes: tibiae posticae apice nigrae vel nigricanies. Segmentum abdominale d truncaltum. Lamina supra- analîis 3 triangularis, nigra, apice rotundato. Cercî dt laminam subgenitalem parce superantes, întus incurvi, apicem versus atte- nuati, nigri, oblusi. Lamina subgenitalis 3 breviuscula, apice at- lenvata, truncata, stylis parvis instructa, medio triangulariter ca- rinata. Ovipositor breviusculus, a basi subito îincurvus, marginibus acutissime eroso-dentatis, disco acute granoso. Lamina subgenttalis 9 Iriangutlaris, obtusa. o È Longit. corp. mm. 13-14 15-18 » pron. ARAN +15) 4 » elytr. » 18-20 20-22 » fem. post. » 17-18 18-19 » ovipostit. » 4-5 > aa Parecchi individui dei due sessi da Caiza e S. Lorenzo. A giudicare dalla descrizione di A. 0/îvacea Br. questa specie devé esserle molto somigliante, tuttavia il Dr. BRUNNER di WATTENWYL non fa menzione della fascia nera larga lungo l'addome che è molto carat- teristica in questa specie e che non sarebbe certo sfuggita all’osserva- zione di quel dotto ortotterologo. Del resto l'A. Borezlii ne differisce per i seguenti caratteri: i lobi deflessi del pronoto, sebbene non inseriti ad angolo acuto, non sono tuttavia arrotondati e sono più alti che lunghi: il ramo della vena radiale nasce distintamente prima del mezzo dell’elitra: i cerci del maschio non sono acuti, ma ottusi all’apice: gli stili della lamina sottogenitale del maschio sono brevi: l’ovipositore è più lungo: la lamina sottogenitale della femmina è bensì triangolare ma ottusa. Gen. Scaphura Kirby — S, Vigorsii Kirby, var. ferruginea Perty. — S. Lorenzo. Gen. Stilpnochlora Stal — S. incisa Br. — S. Lorenzo. S. marginelia Serv. Br. — S. Lorenzo. Gen. Grammadera Br. — G. clara Br. — Caiza, S. Lorenzo. Gen. Tomeophera Br. — T. Griffinii n. sp. d Pallide citrina (laete viridis2). Fasltigium verticiîs triangulare, acuminatum, compressum, horizontaliter ante antennas producium. Elytra lata, ovalta, margine antico valde rotundato, campo margi- nali medio pronoti longitudine aeque lato, campîs radiali et ulnari simul sumptis, pone medium, campo marginali lalioribus: ramis tri- bus radialibus versus apîicem elytrî decurrentibus, primo abbreviato. Lamina supraanatis longiuscula trîiangularis. Cercî longi, gracites, incurviî, apîce subincrassati, oblique truncati, inlus minute nigro mucronati. Lamina subgenttalis cercîs brevior, profunde rolundatim excavata. Longit. corp. mm. 16 Latit. elytr. mm. 8,5 » pron. ». 4 Long.fem. post. » 14 » elyir » 25 Un solo maschio da Caiza. La notevole larghezza delle elitre dà a questa specie una certa somi- glianza con le specie del genere Ctenophlebdia e la distingue dalle altre sue congeneriche. Il fastigio del vertice compresso, acuminato, non solcato, avvicina questa specie alla T. g/adiatrix Br. dalla quale tut- tavia è ben distinta, oltre che per la larghezza delle elitre, anche per la direzione del fastigio stesso, che in 7. g/adiatrîa è diretto in alto e più lungo, in questa invece è orizzontale. I lobi deflessi del pronoto hanno il margine inferiore obliquo perchè sono posteriormente assai più alti che in avanti, e sono inserti ad angolo acuto. Il disco del pro- noto è piano e la zona posteriore presenta nel mezzo una piccola carena. Dedicata al mio amico e collega Dr. Achille Griffini. Mr, ,; Gen. Phylioptera Serv. — P. phyllopteroides Br. — S. Lorenzo. Conocephalinae. Gen. Conocephalas Thunb. — C. insulanus Scud. (The Orthoptera of the Ga- lapagos Islands, in: Bull. Mus. Comp. Zool. Harward College, vol. XXV, n° 1, p. el, pi. IL. 2, 3). C. Dissimilis Giglio-Tos (in questo Bollettino, vol. IX, 1894, n° 184, p. 40). Nel mio precedente lavoro ora citato avevo riferito impropriamente al C. dissimilis due esemplari che ora, insieme ad un terzo della stessa specie proveniente da S. Lorenzo, credo invece di dover riferire al C. insulanus Scud. Il carattere spiccato di questa specie è la lunghezza notevole dell’o- vopositore, che in uno degli esemplari da me esaminati arriva fino a circa 35 mm., mentre in un altro è di 30. La figura 2 che accompagna il lavoro dello SCUDDER non è precisa, perchè dà l’ovopositore distintamente curvo, mentre invece esso è affatto diritto e gracile, come d’altronde nella de- scrizione è detto giustamente. C. maculosus Redt. Riferisco a questa specie un po’ dubbiamente un maschio ed una fem- mina provenienti da Caiza, i quali per la forma e colorazione del fastigio corrispondono alla descrizione, ma l’ovopositore della femmina è più lungo dei femori posteriori. Il maschio, simile alla femmina, porta sulle elitre alcune piccole macchie nere. Gen. Xiphidium Serv. Trattandosì di un genere con numerose specie, credo opportuno di intercalare le due nuove qui descritte fra quelle indicate nella Monografia del REDTENBACHER. i l'. Elyira plus minusve abbreviata, abdomen haud superantia, alis longiora. RA nina 2°. Tibiae anticae subtus spinis 6-7 armatae. 3. Ovipositor brevior, femoribus posticis haud longior. 4. Cerci d' crassi, apicem versus depressi, apîce ipso obtusiore. b. Femora postica subtus typice spinulis compluribus armata. 6. Fastigium verticis latum, ab antico visum margi- nibus lateralibus distincte divergentibus. 7. Femora postica geniculis concoloribus vel apice extremo tantum fusco. = db 8. Elytra pronoto plus quam duplo haud longiora. Ovipositor femoribus posticis brevior. 9. Elytra în 9 pronoto longiora. Ovipositor rectus XxX. brachypterum, Redt. 9°. Elyt. in 9 pronoto breviora. Ovipositor falcatus X. Borellii, n.sp. 8'. Elyira pronoto plus quam duplo longiora. Ovî- posîtor femoribus posticis longior. . . . . .X. ensiferum Scud. 4°. Cerci d' gracîles, acuminati hauda depressi. 5. Lamina subgenitalis angulis posticîis productis, medio în lobo inciso producta . .. ... 0... X. caizanum n. sp. X. brachypterum Redt. — Santos (Brasile). X. Borellii n. sp. do Viridis vel flavescens. Frons unicolor. Fastigium verticis ab antico visum marginibus laleralibus distincle divergentibus. Dorsum verticis et pronoti infuscalum utrinque fiavescens: lobi laterales margine postico recto. Elytra ovata, apice lale rotundata, unicoloria, testaceo-olivacea, în d' pronoto longiora, în 9 pronoto breviora, venis omnibus, eaxceptis radialibus, subobsoletis. Prosternum bispinosum. Abdomen superne ferrugineum vel fuscum, interdum utrinque fascia pallida ornatum. Tibiae anticae 6-spinosae. Femora postica spînulosa, apice extremo infuscato, lobis genicularibus utrinque bispinosis. Cerci d crassî, conici, apîce depressi, obtusi, intus ante medium dente brevi, valido, decurvo armati. Lamina subgenitalis di rotundato-truncata, medio et utrinque ad apicem subtiliter carinata. Ovipositor femoribus posticis brevior, modice sed distincte falcatus, haud rectus. Lamina subgenitalis 9 anguste truncata, utrinque carinata. CI Q Longtît. corp. mm. 13 12-16 » pron. di, vt e 3-4 » elytr. » 4 2,5-3 » fem. post. » 14 13-15 » ovipos. »l (— 7,8-10 Parecchi individui da S. Lorenzo e Caiza. Questa specie è così somigliante a tutta prima con X. brachypterum che la si può scambiare con questa: tuttavia la forma speciale delle elitre molto più larghe ed ottuse all’apice, assai più brevi e nel maschio e nella femmina, con tutte le vene, anche quelle dell’area anteriore, poco distinte la distinguono facilmente. Anche l’ovopositore è ben diverso perchè distintamente falcato, sebbene molto dolcemente, e la lamina sot- togenitale della femmina non è menomamente incisa, ona AGG Per gli stessi caratteri si distingue anche dallo X. meridionale Scud. X. caizanum n. sp. & Fusco testaceum, punctis nigris impressis omnino irroratum. Frons nigro impresso-punctata. Fastigium verticis, ab antico visum, lestaceum, lateribus distincte divergentibus. Antennae subtilissime fusco-annulatae. Vertex superne pallens, fusco punciatus. Pronotum dorso testaceo-albido, lobîs deflexis margine postico subrecto, callo convexo distincto. Prosternum bispinosum. Elytra pronoto modice longiora, testacea, margine antico albo calloso, vitta apicali apposîta nigra: campo tympanatli magno, venutis obsoletis, exceptis radialibus sat expressîs. Abdomen basi lateribus nigricantibus. Cerci graciîles, breves, apice styliformes, mucrone decurvo nigro armati. Lamina subgenitalis lata, angulis posticis stylos ferentibus sat productis, lobo mediano modice producto, decurvo, încîso insiructa. Pedes omnes nîgro impresso-punctati. Tibiae anlicae spinis 6 armatae. Femora postica mutica, subtus ad basim margine externo vitta nigra ornato: lobis genicularibus ulrinque unispinosis. Longît. corp. mm. 10 Longît. elytr. mm. 4 » PRON po \Wembanti ©» 1 Un solo individuo maschio da Caiza. Gen. Thysdrus Stal — T. abnormis Redt. — Caiza, Aguairenda. Pseudophyllinae. Gen. Anchiptolis Br. (1) — A. Borellii n. sp. do Griseus: fronte nigra, antennis fusco et pallide annulatis. An- lennarum articutus primus spina armatus. Pronotum subsellaeforme, rugulosum, testaceum, fusco maculatum, margine antico medio tuber- (1) Quando io studiava gli Ortotteri raccolti dal Dr. BoRELLI e dal Dr. BoHLS nel Paraguay, il Dr. BRUNNER di WATTENwYL stava allora facendo la sua bella Monografia degli Pseudofillidi, e per non andar incontro all’inconveniente di descrivere contemporaneamente le stesse specie con nome diverso, deter- minai allora duditativamente come Pleminia miserabilis e Meroncidius ob- scurus Serv. le due sole specie portate da quelle regioni, riservandomi di ri- tornare su tale determinazione quando fosse stata pubblicata la Monografia. Di fatto ora sono in grado di dire che la specie indicata come Pleminia mise- rabilis è invece il Dasyscelus demigratus Br. e il Meroncidius obscurus è forse l’ Anchiptolis pleminicides Br. Tuttavia non posso esser certo di quest’ul- tima determinazione perchè il carattere principale distintivo di questa specie sta nella lunghezza notevole del campo timpanale del maschio. Ora io non ho potuto esaminare che una femmina, giacchè il maschio si trova nelle colle- zioni del Museo di Amburgo. culato, sulcis distinciis: prozona el metazona utrinque tuberculo unico obtuso instructis, in metazona tubercutis paulo majoribus: metazona medio rugulosa, marginibus totis angustis limbatis, margine postico rotundato-truncato. Elytra angusta abdomine longiîora, fusco-testacea, ad venulas transversas areolis magnis nigris ornata, ramo radiali in Sq distincte pone medium oriente, campo tympanatli angusto et brevi, concolore. Alae fuscae. Pectus pallidum. Pedes fusco-marmorati. Femora antica subtus 3 spinulosa, intermedia 3-4 spinulosa, postica 7-8 spînulosa, basi valde incrassata. Tibiae intermediae superne basî bispinulosae, dilatato-compressae. Spinae omnes concolores. Segmen- tum anale &' rotundalto-emarginalum. Lamina supraanatlis d trian- guilaris, obtusa, medio late sulcata. Cerci 3 crassi, recti, apice subito incurvi, acuminati. Lamina subgenitalis 3 longa, apice angustala, stylis longîs. Ovipositor latus, rectus, margîne înfero modice rotun- dato, excepta bastî testacea, niger. Lamina subgenilalis 9 triangularis, elongata, compressa, angustissime sed profunde fissa. gt È Longit. corp. mm. 28 35 » pron. » 8 8,5 » elytr. » UND, 39 Lat. » » 6 ro Long. fem. ant. » 9 10 » » " DOSt M EDIRIA 23 » OvÎpos. » LE Un maschio ed una femmina da Caiza. Somigliante a A. pleminioides Br. da cui differisce per il colore della fronte e per la lunghezza del campo timpanale. GRYLLIDAE. Gryllinae. Gen. Nemobius Serv. — N. Paranae Saus. — Caiza. Gen. Gryllus Lin. Bur. — G. argentinus Saus. — S. Lorenzo, Caiza, Aguairenda, S. Francisco, Tala, Oran. G. assimilis Burm. Saus. — S. Lorenzo; Caiza, Tala. G. (Miogryllus) tucumanensis Giglio-Tos (questo Boll. IX, 1894, n° 184, p. 41). — Parecchi individui dei due sessi da S. Lorenzo, Caiza, Aguairenda. Gen. Gryllodes Saus. — G. Toltecus Saus. Alcuni individui dei due sessi, presi a S. Francisco ed a Caiza, corri- spondono molto bene alla descrizione di questa specie ed alla figura. Le femmine però hanno tutte l’ovopositore almeno lungo quanto i femori MA posteriori. Tuttavia non ritengo questo carattere di importanza speci- fica, ma tutto al più come di varietà. G. La Platae Saus. — S. Lorenzo, Caiza, S. Francisco, Oran. G. guyennensis Saus. — Caiza, S. Lorenzo, Aguairenda. G. parvipennis Saus. — Caiza. Gen. Anurogryllus Saus. — A. muticus De Geer. Saus. — Caiza, S. Lorenzo, S. Francisco. Le femmine non hanno le ali prolungate a coda. A. caraibaeus Saus. — Caiza. A. clarazianus Saus. — Caiza, S. Lorenzo. Gen. Hemigryllus Saus. — H. Kriechbaumeri Saus. — Oran, S. Francisco. Oecanthinae. Gen. Diplacustes Saus. — ? D. varipes Walk. Saus. — Aguairenda. Gen. Ectecous Saus. — E. Borelli n. sp. do Niger vel castaneo-niger, elytris obscure ferrugineis, palpis ar- ticulis duobus apicalibus albidis. Frontis rostrum angustum, arliculo primo antennarum aeque latum. Ocelti în triangulum dispostti. Palpi maxrillares articulis I-II brevibus, III-V subaequalibus, elongatis, IV apicem versus laminato-dilatato, V late securiformi. Pronotum superne deplanatum, antrorsum angustatum, lobis defleris rolundato insertis, margine infero obliquo, angulo antico late rotundato, dorso medio longitudinaliter sulcato. Elytra 3 abdomine breviora, latiora, tympano magno, venîs obliguis 4 parallelis, vena discoidali venutis plurimis subobsoletis in tympanum emittente: speculo subitriangulari, indiviso: area apicati subnulla. Elyltra 9 nulla vel lobiformia, tate rotundata, intus vix sese tangentia, venis longitudinalibus sat expres- sis, parallelis, segmentum primum abdominis vix tegentia. Alae nullae, Abdomen breviter fiavo-tomentosum. Pedes longi breviter nigro-setosi. Tibiae anticae tantum in latere interno foramine ovato instructae. Femora postica abdomine tongiora, apice attenuata. Tibiae posticae utrinque serrulatae 4:4longe spinosae: calcare interno-supero quam intermedio longiore, intermedio quam infero valde longiore: calcare intermedio-eaxterno coeteris duobus longiore. Metatarsus posticus elon- gatus, gracîlis, utrinque serratus. Oviposttor reclus. CI 9 Longit. corp. mm. 20 20 » pron. » 4,5 4,5 » elytr. > bl 6 » fem. post. ) RIE, (0) 16-17 » ovipostt. » — 14 Parecchi individui dei due sessi da S. Francisco e da Caiza. Le femmine senza elitre non differiscono per altri caratteri da quelle con elitre e perciò sono senza dubbio della stessa specie. Sono forse ancora allo stato larvale? Eppure a giudicare dall’insieme non si di- rebbero tali. Gen. Amusus Saus. — A. bolivianus n. sp. do Niger: palpîs articulis duobus apicalibus albidis: vertice occi- piteque ferrugineis vitta lata transversa inieroculari nigra ornatis: pronoto dorso îinterdum ferrugineo, lobis deflexîs nigris, margine postico toto aurantiaco vel ferrugineo limbato: femoribus posticis basî vittis obliquis duabus aurantiacis vel ferrugineis fasciatis. Palpiî tongî articulo IV apicem versus dilatato, arliculo V securiformi. Rostrum verticis compressum, medio subtiliter sulcatum, ocellis ma- gnis în triangulum dispositis. Pronotum antrorsum angustatum , medio longîtudinatliter sulcatum, margine postico recto, lobis deflexis rotundato insertis, margine infero obliquo, anguto antico rotundato. Elytra ® lobiformia, rotundata, nitida, margine interno vix sese tan- gentia, venis via espressis, lympano nullo, marginem posticum seg- menti primi abdominatis vix attingentia. Elytra 9 lobiformia, minuta, lateralia, înter se valde distantia, marginem posticum metanolti via attingentia, venîs subnullis. Alae in utroque sexu nullae. Abdomen sparsim albîido pubescens. Pedes aurantiaco vel ferrugineo fasciatis. Tibiae anticae foramine interno ovato instruciae, calcaribus duobdbus apicalibus testaceîs armatae. Tibiae intermediae calcaribus 4 testaceîs armatae. Femora postica abdomen superantia. Tibiae postice utrinque serratae, 4:4 spinosae, calcaribus duobus supernis internis longîs, superiore longiore: calcaribus exlernis minoribus, intermedio lon- giore. Metarsus posticus pilosus utrinque serratus. Oviposttor A femore postico valde brevior. S 9 Longit. corp. mm. 15 15 » pron. SNO ( 119) 3,5 » elytr. » 1018 2 » fem. post. >» 19 11,59 » oviposti. » _ 6 Un maschio e quattro femmine da S. Francisco. Specie ben distinta per la brevità delle elitre e per altri caratteri, specialmente anche per la forma dei palpi e per la brevità relativa dei femori posteriori, tanto che potrebbe essere anche considerata come tipo di un nuovo genere. Gryllotalpinae. Gen. Scapteriscus Scud, — S. didactylus Latr. Saus. — S. Lorenzo, Caiza. — 460 — S. tenuis Scud. — S. Francisco, Caiza, S. Lorenzo. S. Borellii Giglio-Tos (questo Boll. IX, 1894, n° 184, p. 45, fig. 12, 15). — S. Lorenzo, Caiza. S. abbreviatus Scud. — Tala. S. oxydactylus Perty. — S. Francisco. INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE BLANCHARD Orthoptéres, in: D’ORBIGNY — Voyage dans lAmérique méri- dionale. BoLIvar I. — Essaî sur les Acridiens de la Tribu des Tettigidae, in: Ann. Soc. ent. Belgique. T. xxxI, 1887. — Monografia de los Pirgomorfinos, Madrid, 1884. BRUNNER von WATTENWYL. — Nouveau système de Blattaires, Vienne, 1865. — Monographie der Phaneropteriden, Wien, 1878. — Monographie der Proscopiden, in: Verh. k. k. zool. bot. Gesells. 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Università di Torino II, CIS N. SO3 pubblicato il 25 Settembre 1897 Vor. XII Sui processi d’assimilazione del Callidium sanquineum Fabr. g Osservazioni dei Dott. V. GRANDIS e G. Muzio. Nell’inverno del 1893 abbiamo trovato tra la legna da ardere alcuni rami di quercia, sui quali si era sviluppata una discreta quantità di larve, che potemmo caratterizzare come appartenenti al Callidium sanguineum Fabr. specie appartenente alla famiglia dei longicorni. Ci attrasse il desiderio di ricercare come si facesse la nutrizione in quelle condizioni così eccezionali, ed abbiamo eseguito alcune determi+ nazioni dei più elementari componenti la compagine dell’organismo, cioè l’acqua, le ceneri e l'azoto. La vita di questi insetti, durante la dara fase larvale, eccita uno spe- ciale interesse sul biologo, perchè si compie in condizioni assai differenti dalle abituali, e degne della maggior attenzione. Dallo studio di essa si arguisce quanta debba essere l'energia colla quale può compiersi il fe- nomeno della nutrizione in alcune delle forme inferiori degli organismi viventi. Il callidium depone le sue uova nella corteccia dei vecchi alberi e le larve, sviluppandosi, vivono esclusivamente nell’interno della corteccia e più precisamente in quella parte di essa, che si trova in immediato contatto cogli strati più esterni della parte legnosa del tronco; in quella parte cioè che è più ricca di sostanza azotata, per essere la sede dove fluisce più abbondante la linfa e dove avviene l'accrescimento periferico del legno. Dopo schiuse le uova la larva formatasi incomincia a rodere il tessuto, in cui si è sviluppata, scavandovi delle gallerie col mezzo delle potenti mandibole, a forma di tenaglie taglienti, di cui è provvisto il suo segmento anteriore appiattito dall’alto al basso a mo’ di scalpello. La larva in- ghiottisce il tessuto che corrode e lo elabora per renderlo atto alla nu- trizione, e dopo avervi sottratto tutte le sostanze di cui può giovarsi, lo emette dalla parte posteriore del corpo. Colla sostanza emessa perchè i DE non assimilabile chiude ermeticamente dietro di sè la galleria e le co- municazioni dirette collo esterno. Così si difende dalla luce e dalla ventilazione che nuociono al suo sviluppo. Bastano questi cenni per far comprendere quanto interesse meriti lo studio di questo animale; esso ci dà modo di conoscere esattamente la quantità di sostanza assimilata, e di paragonarla colla sostanza ingerita e con la composizione del suo corpo. Questi dati serviranno pure per l'economista per valutare il danno di cui sono capaci i ca/lîidium. È sopratutto degno di nota come questo animale riesca a sottrarre l’acqua necessaria ad un tessuto così povero come sono le parti di cui sopra ho parlato, le quali generalmente appartengono a fusti di quercia morti ed in grado di secchezza alto, come é necessario per l’ ordinaria legna da ardere. Prima di tutto la nostra attenzione si rivolse a determinare la quantità d’acqua contenuta neì corpo della larva; l'abbiamo poscia paragonata colla quantità contenuta nello strato di tessuto corticale, in cui vive, e con quella dei residui della loro digestione. » Per brevità chiameremo semplicemente col nome di cambio o floema lo strato in cui le larve scavano i loro cuniculi e col nome di escrementi la sostanza emessa non digerita. Dopo il dosaggio dell’acqua abbiamo proceduto al dosaggio delle ceneri contenute rispettivamente nel corpo, nel cambio e negli escrementi. Sopra una porzione separata delle tre sostanze abbiamo determinato la quantità di azoto. Il peso dell’uovo da cui le larve hanno origine raggiunge appena qualche piccola frazione di milligrammo e non sarà errore troppo grave il tra- scurarlo; il confronto dei dati, cui abbiamo accennato sopra, ci darà la quantità di alimenti che dovette passare attraverso al tubo digerente delle larve, perchè esse abbiano potuto trarre la quantità d’acqua, di azoto e di cenere accumulata nella massa di sostanza animale, di cui è composto il loro corpo. Abbiamo ripetuto queste determinazioni in tre periodi differenti e po- temmo constatare l'andamento progressivo del processo d’organizzazione e metterlo in rapporto colle fasi di sviluppo delle larve. Ogni qualvolta si raccoglievano delle larve abbiamo pure raccolto il tessuto corticale, che limitava la galleria da esse scavata, ed i detriti pul- verulenti, coi quali chiudevano dietro di se il canaletto per cui erano passate. Tale avvertenza ci autorizza a considerare il risultato delle de- terminazioni fatte su quei prodotti come l’espressione assoluta di quanto è stato assimilato dall’organismo vivente. L'acqua contenuta negli escrementi e nel cambio fu determinata in DEC 20 1827 e due tempi separatamente ; lasciavamo cioè la sostanza in un essicatore ad H,SO, od a Ca CI, fintanto che il suo peso si conservasse costante, e poi si determinava il peso perduto in una stufa regolata a 100°-110° C. Ciò fatto la stessa quantità di sostanza veniva bruciata lentamente, in un crogiuolo di porcellana, fintanto che Je ceneri avessero preso una tinta bianca uniforme e sì pesava il residuo. Il dosaggio dell'azoto venne fatto secondo il metodo di Kieldahl. Diamo qui sotto le determinazioni fatte. Grammi 5,3052 di larve, raccolte nella corteccia di un ramo di quercia il giorno 7 gennaio, seccate nella stufa a 100° hanno perduto gr. 2.7673 pari a 52,16 °/, ed hanno lasciato dopo l’incenerimento, prolungato fintanto che le ceneri erano bianche, gr. 0,0678 di cenere cioè 1,27 °/ Gr. 2,2869 di escrementi di queste larve, lasciati in H,S0, dal giorno 11 gennaio fino al 18 gennaio hanno perduto gr. 0,1936 di peso cioè 8,46 °/,. Portati poscia nella stufa regolata a 100° e lasciati finchè il peso sì conservava costante per- dettero ancora gr. 0,0495 cioè 2,17 °/,. Inceneriti pesarono gr. 0,2296 cioè 10,04 °/,. Gr. 2,6288 di tessuto cambiale, circostante alle gallerie scavate dalle larve, dopo esser stati dal 23 gennaio fino al 9 febbraio su H,SO, perdettero gr. 0,2673 cioè 10,16°/, lasciati poscia nella stufa a 100° fino a peso costante perdettero ancora gr. 0,0373 cioè 1,42 °/,, Le ceneri pesano gr. 0,1998 cioè 7,6 °/,. Il giorno 23 gennaio si raccolgono altre larve, altri escrementi ed altro tessuto cambiale. Si ebbe cura ogni volta che le larve raccolte provenissero dallo stesso pezzo di legno ed avessero sempre la stessa grandezza, onde l’età loro fosse approssimativamente uguale. Non possedevamo altri indizi all’in- fuori di questo per stabilirla. Gr. 4,311 di larve seccate a 100° perdono gr. 2,3634 di peso cioè 54,820/,. Le loro ceneri pesano gr, 0,0549 cioè 1,27%. Gr. 3,7226 di escrementi vengono lasciati dal 6 al 27 febbraio sotto un essi- catore a Ca Cl, e perdono gr. 0,3196 cioè 8,58°/;; portati nella stufa a 100° p>rdono ancora 0,0984 cioè 2,37 °/o Le ceneri di questi escrementi andarono perdute. Gr. 3,1668 di cambio lasciati in essicatore a Ca CI, dal 21 febbraio al 22 marzo perdono gr. 9,2556 cioè 8,07 ®,; in stufa a 100° perdono altri gr. 0,0988 cioè 3,14 °/o. Le ceneri pesano gr. 0,265 cioè 8,35 °/,. Il giorno 6 marzo si raccoglie nn terzo campione di tutto; queste larve erano vicine ad incrisalidarsi. Pochi giorni dopo, cioè al 20 stesso mese si trovarono già crisalidi nello stesso legno. Gr. 2,2184 di larve perdono a 100° C. gr. 1,19 cioè 58,15%; le loro ceneri pesano gr. 0,0314 cioè 1,41 °/o. Gr. 0,8448 di escrementi lasciati dall’8 al 22 marzo in essicatore a Ca Cl, perdono gr. 0,0875 cioè 10,359 °/,; in stufa a 100° perdono altri gr. 0,0035 cioò 041 %/o° È Le ceneri pesano gr. 0,0882 cioè 10,44 °/o. Gr. 0,9138 di cambio in essicatore a Ca CI, dal 13 al 23 marzo perdono gr. 0,0974 cioè 10,65 °/,3 in stufa perdono ancora gr. 0,0080 cioè 0,87 °/o. Le ceneri pesano gr. 0,0729 cioè 7,97%. Il giorno 22 e 23 marzo si raccolse un grande numero di larve, molta sostanza escrementizia e molto tessuto cambiale. Su queste porzioni pra- ticammo il dosaggio dell'azoto secondo Kieldahl. Cercammo di eliminare tutti gl’individui che erano incrisalidati e possiamo ritenere che le larve studiate fossero tutte negli ultimi giorni del loro periodo larvale. Quantità Quantità totale Quantità 0/0 di sostanza studiata di N in milligr. di N Gr. 0,5769 di larve 26,05 4,51 » 0,67 » 32,63 4,87 » 0,759 » 32,79 4,4 » 0,557 » 26,6 de7T Gr. 2,52 di escrementi 8,456 0,35 » 3,07 » 8,568 0,28 SACE » 7,352 0,33 » 2,985 » 10,24 0,34 » 3,1928 » 9,33 0,292 » 8,685 » 32 0,368 Gr. 2,65 cambio Spe) 0,5 » 4,98 » 25,5 Gel Pe E. » 30,52 0,43 » 6,66 » 31,58 0,47 » 3,378 » 17,25 0,51 » 3,287 » 17,15 0,52 La media dei valori, ottenuti da queste determinazioni, ci dice che le larve contengono gr. 4,637 °|, di azoto, mentre il tessuto corticale da cui prendono il nutrimento ne contiene 0,494 %; però le larve non utilizzano tutto l’azoto contenuto nel loro nutrimento, ma la sostanza che costituisce i residui della digestione ne contiene ancora 0,351 °/y. Noi non abbiamo dei dati per stabilire se l'azoto che si trova negli escrementi sia sotto forma di prodotto di elaborazione dei tessuti, come l’urea dei mammiferi e l’acido urico degli uccelli, rettili e degli insetti, o se invece appartenga semplicemente ad azoto, che non fu assimilato e sì trova quindi ancora nelle stesse forme in cui si trovava nello strato di sostanza legnosa che fu corrosa dalle larve. È lecito non di meno di considerare come azoto realmente utilizzato soltanto quella quantità che risulta dalla differenza tra l’azoto del cambio e l’azoto degli escrementi. = ea Orbene esso rappresenta il 0.143 010; in base a questo noi possiamo concludere, che per fornire tutto l’azoto contenuto nei tessuti delle larve, supposte trascurabili le quantità di azoto contenuto nell'uovo da cui le larve trassero origine, è necessario che la larva ingerisca un peso di sostanza legnosa pari a 32,42 volte il peso del proprio corpo. Ripetendo lo stesso ragionamento sui dati che c’indicano la quantità d’acqua, contenuta rispettivamente, nelle larve, nella sostanza cambiale e negli escrementi, vediamo che nelle larve vi è tant’acqua, quanto si potrebbe soltanto ottenere da 89,46 volte il peso di cambio. Questo va- lore si riferisce naturalmente alle larve prossime al loro periodo di trasformazione. Discuteremo in seguito le ragioni, per cui questi valori non sono con- cordanti, nelle tre determinazioni eseguite sulle larve. Oltre all’azoto, all'acqua ed alle ceneri, le larve tolgono alla sostanza legnosa, che ingoiano, ancora dell'altro materiale, il quale sarà probabil- mente fatto dagli idrati di carbonio sotto forma di cellulosa, di grassi e di altre sostanze estrattive. Colle determinazioni da noi eseguite possiamo avere la misura della quantità di queste sostanze. Le determinazioni comparative della quantità di ceneri contenute negli escrementi e nella sostanza legnosa ci permettono di concludere, che occorrono 128,48 gr. di sostanza legnosa per fornire la quantità di cenere contenuta in 100 gr. di escrementi, cioè le larve consumano al- imeno il 22,16 00 della sostanza che ingeriscono. Questo valore natu- ralmente è inferiore al vero, perchè, oltre alle ceneri contenute negli escrementi, si deve pure tener conto della quantità di cenere, che si fissa nel corpo delle larve e che abbiamo visto essere uguale ad 1,316 010, quantità tolta da tutta la massa ingerita, la quale, in base all’azoto accumulato, abbiamo trovato essere uguale almeno a 32,42 volte il peso delle larve. Il valore percentuale della massa sottratta per la nutrizione sarà dunque rappresentato dal 22,16 010 della massa ingerita, aumentato 1,316 32,42‘ La quantità totale di alimento consumato da 100 parti di larve per giungere al loro ultimo periodo di sviluppo è perciò (32,42 x 22,16) + 1,316. Se da questo valore leviamo la quantità di azoto, d’acqua e di ceneri, a noi nota per le determinazioni fatte, otteniamo un valore, rap- presentante la quantità di sostanza consumata, di cui non abbiamo ri- scontrato traccia negli escrementi e che sarà stata eliminata sotto forma di CO, e doveva perciò essere cumposta da grassi ed idrati di carbonio. Tale è la quantità di materia necessaria per sopperire al lavoro, che deve fare la larva, onde procacciarsi l’alimento necessario e per prepa- rarsi a diventare insetio perfetto. del valore in questi animali la quantità di energia spesa per movimento di tra- slazione è trascurabile rispetto alla quantità di lavoro che esso fa per nutrirsi, perchè la larva che è apoda si muove solo passivamente cac- ciata in avanti dalla massa di detriti che accumula dietro di sè. Essi chiudono completamente la galleria scavata dall’animale nella corteccia e non permettono altro spazio che quello strettamente necessario per contenere il corpo della larva. Si può affermare senza esagerazioni che gli organi di locomozione di quest’insetto nello stato larvale sono co- stituiti dall’intestino e la loro forza e velocità di traslazione è misurata dalla velocità o potenza dei movimenti peristaltici del loro tubo di- gerente. La differenza che noi abbiamo ottenuto nella quantità di sostanza, che deve esser passata attraverso al corpo della larva, secondo che il calcolo venne fatto in base all’azoto contenuto, oppure in base all’H,0 del loro corpo, merita di essere alquanto discussa, onde non appaia che essa dipenda da errori commessi nelle determinazioni. Fu prima osservato, che la piccola quantità d’acqua, contenuta in ciò che costituisce ad un tempo ricovero e nutrimento delle larve, rende difficile il comprendere come sia possibile la vita di questi insetti, Dopo i risultati sopra riferiti noi ci crediamo autorizzati ad ammet- tere che questi animali possono vivere in tali condizioni appunto perchè distruggono delle grandi quantità di cellulosa, ed hanno la proprietà di ritenere l’acqua che si origina dalla scomposizione di questi idrati di carbonio; così l’acqua presa come tale dagli alimenti costituisce una piccola parte della quantità totale d’acqua contenuta nel loro corpo, la maggior parte si forma dalle reazioni chimiche che costituiscono la loro digestione. Le tre determinazioni dell’acqua contenuta nelle larve raccolte nei tre periodi differenti meritano di fermare ancora la nostra attenzione. Esse differiscono tra di loro assai più di quanto sia concesso dai limiti di approssimazione raggiungibili in un’analisi; il valore della quantità d’acqua va progressivamente aumentando dalla prima alla terza. Le prime larve furono raccolte il giorno 7 gennaio, le seconde il giorno 23 stesso mese, cioè 16 giorni dopo e le ultime il giorno 6 marzo, cioè 38 giorni dopo le seconde. Corre tra le larve delle due ultime analisi un in- tervallo di tempo quasi doppio di quello, che corre tra le due prime, e la differenza fra la quantità d’acqua, contenuta nelle due ultime, è ad un dipresso il doppio di quella, che passa fra la quantità d’acqua contenuta nelle larve, raccolte per le due prime analisi. Questa corrispondenza non è casuale e ci autorizza a conchiudere che la quantità d’acqua con- tenuta nelle larve va progressivamente aumentando coll’età. Le larve del ca/lidium passano allo stato di crisalide quando hanno potuto accumulare una quantità d’acqua pari al 60 0/0 circa del loro pei peso. Probabilmente questa è la quantità minima, indispensabile perchè possano compiersi le trasformazioni chimiche, dalle quali nello stato di crisalide si sviluppa l’insetto perfetto. Nel baco da seta secondo Lu- ciani (*) e Lo Monaco il passaggio tra lo stato larvale e quello di cri- salide rappresenta il periodo in cui l’attività del ricambio gazoso è massima. Secondo le nostre determinazioni le larve in uno spazio di circa 15 giorni distrurrebbero tanta sostanza nutritizia, da trarne una quantità d’acqua pari al 20/0 circa del loro peso. Il callidium trae gran parte dell’acqua dei suoi tessuti da reazioni chimiche che avvengono nel suo corpo e che fanno parte del processo di nutrizione. E’ difficile immaginare quale possa essere il processo di trasforma- zione, cui è sottoposta la cellulosa, nell’ intestino delle larve, e quali siano i mezzi, che sono impiegati per ottenere la trasformazione stessa. La quantità di acqua contenuta nei tessuti è così piccola, che male si comprende la possibilità di un liquido, destinato ad impregnare le so- stanze ingerite e trasformarle, per un processo d’idratazione, in corpi solubili ed assorbibili, come avviene nelle reazioni ordinarie di trasfor- mazione della cellulosa e dell’amido in zucchero e delle albumine in pep- tone. Cogli scarsi dati che possediamo non è lecito neppure avventurare delle ipotesi. Il fenomeno della digestione delle larve del ca/lidium sanguineum in- teressa la biologia anche considerato da un punto di vista più generale. La grande quantità di sali minerali, contenuti negli alimenti di questi animali, deve creare delle condizioni speciali per il fenomeno dell’as- sorbimento. Se le reazioni debbono avvenire in presenza d’acqua, nell'intestino di quegli animali vi dovrà essere una soluzione quasi satura di quei sali e quindi un’altissima pressione (tensione) osmotica, attiva in senso inverso a quello, che sarebbe necessario per un assorbimento sufficiente dei materiali nutrizi. Avviene qui l’opposto, di quanto si osserva in quei rotiferi, i quali sospendono le loro funzioni vegetative, quando l’umidità dell'ambiente è al disotto di determinati limiti. Il cal/idium passa il suo periodo di vegetazione più attivo, come è appunto lo stato larvale, in cui tutta l’energia vitale si riduce ad accumulare del materiale nutrizio, in un ambiente poverissimo d’acqua e fatto per di più di sostanze, le quali, appunto perchè contengono una grande quantità di sali minerali, sono piuttosto atte ad assorbire acqua che non a cederne. (*) Luciani e Lo Monaco. Archives italiennes de Biologie, V. XIX. i RANE Queste ricerche ci permettono di trarre le seguenti conclusioni. La vita del callidium sanguineum è possibile in un mezzo conte- nente al massimo 11,43 010 d’acqua. Gli organi digerenti di questi ani- mali sono forniti di meccanismi assorbenti tali, da sottrarre ancora 0,65 0j0 d’acqua a sostanze che contengono appena 11,43 0/0. Il potere assorbente è superiore alla pressione osmatica di una solu- zione contenente 10,24 di ceneri vegetali su 10,78 di acqua. Il potere assimilante di queste larve permette loro di ricavare la quantità d’azoto occorrente, per costituire il loro organismo, da una quantità di nutrimenti 32,42 volte maggiore del loro peso. Le larve del callidium sanguineum possono vivere in ambienti così secchi, come è la legna da ardere, perchè ricavano gran parte dell’acqua necessaria alla vita dalla scomposizione della cellulosa, di cui sì nutrono. La sostanza cambiale contiene il 22,16 0j0 di sostanza utile per la nutrizione delle larve di cal/lidium sanguineum. Le larve vanno accumulando dell’acqua nel loro tessuto. Qnando la quantità d’acqua messa in serbo raggiunge il 60 0[0 circa del loro peso esse passano dallo stato larvale allo stato di crisalide. Durante la sua vita larvale il callidium sanguineum consuma 8.500272 volte il suo peso di sostanza alimentare, che ricava da 32,42 volte il suo peso di sostanza ingerita. Di tutta la sostanza consumata rimane alla fine del periodo larvale 4,637 0|0 del peso del corpò sotto forma d’azoto, 1,316 0/0 del peso del corpo sotto forma di ceneri, 58,15 010 del peso del corpo sotto forma d’acqua. 11324 - Tip. Gerbone - Torino. DEC £ 20 1897 Il IST ”. BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. SO4 pubblicato il 14 Ottobre 1897 =— Vor. XII Dott. M. G. PERACCA Assistente al R. Museo Zoologico di Torino. Sulla presenza dell’AGAMA PHILLIPSII, Blgr. nella Colonia Eritrea. Il maggior generale Giulio di Boccard donò recentemente al Museo Zoologico di Torino una piccola collezione di rettili ed amfibii che furono raccolti a Saganeiti dai signori Colonnello Girola e tenente veterinario Clivio. “Per quanto piccola la raccolta non è priva ‘di interesse scientifico, poichè comprende una specie finora non segnalata nell’Eritrea, 1’ Agama Phillipsii Blgr. (1) che fu trovata nel 1895 dal signor Lort-Phillips nei dintorni di Berbera nel paese dei Somali. Questa rara specie non figura nell’elenco dei rettili ed Sali dello Scioa e dell’Eritrea pubblicato dal Boulenger nel 1896 (2), che riassume quanto si conosce a tutt'oggi sulla fauna erpetologica della nostra colonia. Nel ringraziare pubblicamente a nome del nostro Museo l’ egregio donatore Generale di Boccard ed i solerti raccoglitori Colonnello Girola e tenente Clivio, io mi auguro che essi continuino le ricerche zoologiche così felicemente intraprese in modo da permettere ai naturalisti italiani di completare lo studio della fauna erpetologica della nostra colonia, illustrata finora quasi esclusivamente da zoologi stranieri. La collezione comprende le specie seguenti :. (1) BouLENGER. — On the Reptiles and Batrachians obtained by Mr. E. Lort- Phillips in Somaliland. Ann. & Magaz. N. H. (6) xvI, 1895. (2) BOULENGER. — A list of Reptiles and Batrachians collected by D."' Ragazzi in Shoa and Eritrea. Ann. Mus. Civ. Stor. Natur. Genova. Ser. 2, vol. xVI (xxxviI), 1896. l. Agama spinosa, Gray. 2. Agama Philtipsti, Blgr. Quattro esemplari di cui tre maschi adulti ed una femmina giovane. Essi concordano molto bene colla descrizione datane dal Boulenger. La femmina presenta la gola reticolata di nero come nel maschio ed il ventre di un bianco giallognolo immacolato, senza traccia alcuna del colore grigio azzurrognolo diffuso nei maschi sul ventre e sulla faccia inferiore delle coscie. È probabile che questa specie, segnalata ora per la prima volta a Saganeiti, si estenda, senza interruzione, su tutta la costa dal- l’Eritrea al paese dei Somali. 3. Latastia longicaudata, Reuss. 4. Mabuia Isselii, Ptrs. o. Chamaeleon basiliscus, Cope. 6. Boodon lineatus, D. & B. 7. Psammophis sibilans, L. s__—=_e>r> = 11361 - lip. Gerbone - ‘l'orino. FED 16 199% ‘4 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 5©5 pubblicato il 18 Ottobre 1897 Vor. XII Viaggio del Dr. Enrico Festa nell'Ecuador e regioni vicine. VW Dr. FiLIPPO SILVESTRI CHILOPODI e DIPLOPODI Dell’Ecuador fino ad ora erano state indicate le seguenti specie: KarscH F. — Zeitschr. f. d. ges. Naturwiss. Bd. LIV, p. 44: Spîrostreptus specîficus, Karsch. — Berl. Ent. Zeitschr. Bd. xxx, Heft. 1: Spirobolus spinipodex, Karsch. — Otostigma Kervillei. Karsch. PoraT C. 0. von. — Soc. Entom. d. Belgique xxxl: Spirostreptus aequato- rialis, Porat. — Rhinocricus insculptus, Porat. — Rhinocricus omentatus, Porat. — Rhinocricus adstrictus, Porat. Pocock. I. — Ann. and. Magaz. Nat. Hist. 1890: Otostigma scabricauda, Humb. et Sauss. — Otocryptops ferrugineus (L.) (sub Scolopocryrtops mexicanus Sauss.) — Newportia dentata, Poc. — Newportia monticola, Poc. — ? Stenonia rufipes, C. Kock. Cook. — Brandtia x: Cyphorrhacus andinus. — Barydesmus Kerri. w in tutto Chilopodi, specie 5, Diplopodi 9. Il Dott. Festa colla sua nuova collezione ha contribuito immensamente alla conoscenza di una fauna fino ad ora così incompletamente nota. Egli ha aggiunto alla lista precedente due specie di Chilopodi, di cui il Nothiphilides Maximiliani Latzel è assai interessante, e l’altra è una nuova specie, che almeno per ora credo dover riferire al genere Po/y- cricus, Sauss. Di Diplopodi ha raccolto 26 specie, delle quali 24 nuove con nuovi 4 generi: Epistreptus, Trichomorpha, Camptomorpha, Chon- drodesmus. A queste specie ho aggiunto la descrizione di due altre della stessa regione inviatemi da V., Ortoneda di Quito e di una conservata nel Museo di Bruxelles. Bevagna, luglio 1897. CHILOPODA. Geophilidae. Polycricus aequatoriallis, sp. n. Color flavido-ferrugineus, capite magîs ferrugineo. Lamina cepha- lica multo longior quam latior, valde sparse punctata. Lamina ba- salis antice attenuata. Antennae attenuatae, tongae. Pedes maxitlares (Fig. 1) /lexî marginem frontalem spatio maximo superantes, corîs dente singulo ulrimque armatis, ad basim unguis etiam dente sat magno. Slernum pedum maxillarium sparse et grosse punctatum, anlice processibus duobus dentiformibus auctum. Tergita obsolete bisuicata. Sternita usque ad c. 155% media area porosa ovali magna; sternita coetera poris nullis. Somitum praeanale sternito elongato, angutlis posticis rotundatis; pleuris porîs 6, quorum tres maîores; pedibus antecedentibus duplo longioribus, ungue armatis, in mare crassioribus, în foemina sal tenues. Porî anales duo, magni. Somi- forum numerus 9 57,3 55. — Long. corp. mm. 30; lat. corp. mm. 1-5. Hab. S. José, Valle del Santiago. Oryidae. Notiphilides Maximiliani, Latzel. 1 esemplare & di Santiago con 97 paia di piedi. Questa specie era stata indicata fino ad ora delle Indie orientali e del Messico. Scolopendropsidae. Otocryptops ferrugineus (L.). Canar. DIPLOPODA. Stemmatoiulidae. 1]. Stemmatoiulus bioculatus, Gerv. ’ 10 Valle di Santiago. Questo esemplare d' presenta tutti i caratteri dello S/em220o/07ulus Adi Punta Sabana da me riferito allo S. dioculatus. Di questa specie non è stato descritto il d' della stessa regione, e potrebbe essere anche che in realtà si dovesse constatare che la specie di Gervais è da questa diversa; finchè però non si ha del materiale più abbondante di queste diverse regioni non possiamo decidere nulla con sicurezza. Quindi io per ora FEB 15 1898 riferisco questo esemplare allo S. dioculatus e do i principali caratteri e figure di esso: Hypostoma (Fig.2)ut în foemina. Pedes primi parîs (Fig. 3) quinque articutati, articulis 3° et 4° spina infra aucti, articulo ultimo pulvi- nalo, pedes paris 2i (Fig. 4) minimi triarticulati, articulo primo percrasso, articulo ultimo valde attenuato, pilis numerosis ad basim instructo; pedes paris 3' (Fig. 5) coeterîs crassiores, articulo ultimo pulvinato, ungue lato. Organum copulalivum: par anticum (Fig. 6 e 7) utrimque columnis duabus constitutum, quarum externa maior apice piloso, interna minor, recta, minus lata, flagello ad basim posticam colummae matorîs longo; par posticum (Fig. 8) minimum. Nora. — Mr. Prof. O. F. Cock (American Natur. Entom. 1895, p. 1111-1121, pl. xLI-xLIv) ha descritto tre nuove specie di Stemma/otulus della Siberia, che confrontate per i loro caratteri con lo Stemmatoiulus bioculatus G. risultano da questo distinte anche genericamente. I caratteri principali che giustificano la fondazione di un altro genere sono: la diversa forma dell’ hypostoma (= Gnatholicavo), che si riscontra nel 7? e nella 9 delle specie della Siberia, il numero degli ocelli, la forma dell’organo copulatore. Per questo nuovo genere propongo il nome di Diopsîulus, Typus Stemmatoiulus bellus Cook. 2. Stemmatoiulus diversicolor, sp. n. Q Corpus antice parum, postice valde atlenuatum. Color rufo-fuscus, medio dorso serie continua macularum trianguliformium pallido- rufescentium ornato, lateribus sub poris, antenniîs pedibusque viri- descentibus. Caput laevigatum, vertice sulco tenuî. Antennae longae, somitum sextum superantes. Oculi ocello obsoleto. Somita: collum lateribus angustatis infra apice inflexis, utrimque strîis tribus; so- mita coetera tota, supra eliam manifestissime, oblique striata. Somita preanate et anale forma obsoleta. Somitorum numerus 54, — Long. corp. mm. 30; lat. corp. mm. 22. Hab. S. José. Obs. Species haec saltem colore a praecedente distincia. Spirostreptidae. 3. Archispirostreptus obsecurator, sp. n. Q Color nigro-fuscus antennis pedibusque flavo-rufescentibus. Caput totum laevigalum, vertice sulco tenui, circa labrum porîs 4. An- lennae breves, somitum secundum non superantes. Oculi ocellis c. 44, 6-seriutîs. Somita: collum lateribus latis angulo antico rotundato, postico minus rotundalo; somita coetera parte antica oblecta striîs tribus, parie antica detecta et tota parte postica nitida punctis mi- nimis obsessa, sat longe sub poris striîs profundis obsoletîs, sutura I profunda indislincte crenutata ; sterna laevia. Somitum praeanale postice cauda brevi, sed altenvata, acuta, valvulas anales magno spatio non superante. Somitum anale valvulis marginatis, sternito cum somito praeanati valde coatlito, triangulari, apice sat acuto, lateribus aliquantum emarginatis. Pedes sat longi, infra selis non- nullis instrucli. di Collum anguto antico rolundatim aliquantum producito. Pedes longiores, obsolete sulcali. Organum copulativum (Fig. 9) lamina antica postica breviore, apice rotundato, lamina postica longiore apice crasso elongato retrorsum vergente, lateribus processu magno, attenuato, acuto, fere recto auctis, pare antico pro- cessibus duobus terminato quorum alter brevior reflexus, spiniformis, alter longîor, valde altenuatus, reflexus. — Long. corp. mm. 96; lat. corp. mm. 7-8. Hab. Valle del Santiago. 4. Archispirostreptus xanthoproctus, sp. n. Species haec praecedenti valde proxima, differt tantum: Colore somitorum praeanali et anali flavo-rufescente. Collo tate- ribus minus latis, angulo antico minus rotundato. d Collo angulo antico magiîs acuto. Organum copulalivum (Fig. 10) lamina antica interne apîce aliquanium elongato, lamina postica longîore apice minus elongato, crassiore, magis relrorsum vergente, lateribus pro- cessu maîtore et deorsum magis vergente; pare antico processu bre- viore recto, altero cadem fere forma. — Long. corp. mm. 100; tal. corp. mm, 8. Had. S. José. Epistreptus, gen. nov. Somita postsomito praesomilo altiore el plus minusve rugoso-pun- ctato. Somitum praeanate obtuse angulatum. d Colli angulus anticus anlrorsum aliquanium produclus. Pedes articulis 4° et 5° soleatis. Organum copulalivum lamina postica antica longiore, pare antico parle distali bipartita, parte altera attenuata, altera laminari pro- cessu longo attenuato aucia. 5. Epistreptus oscen us, sp. n. Q Color niger antennis pedibusque flavis vel flavo-rufescentibus. Caput laevigatum, vertice sulco profundo, circa labrum poriîs 4. Antlennae elongatae, somitum tertium via superantes, articulis forma obsolela. Ocutli ocellis c. 46, 6-seriatis. Somita: collum lateribus an- guto antico rotundato, postico fere obtuso, utrimque striis 2. Somita coelera parte anlica antice sublilissime slriotala, sutura profunda, = Toi sat profunde crenutata, parte postica antica altiore, densissime ru- goso-punctala, sub ipsis porîs profunde striata, antice etiam magis profunde. Sterna laevigala. Somitum praeanale postice obtuse an- gulatum valvulas anales spalio maiore non superans. Somitum anale valvulis marginatis, sternilo perparvo, talo, brevi. Pedes longi, infra setis nonnultis insiructi. dt Collum angutlo antico infra et antrorsum rotundatim producto. Pedes longiores articulis 4° et 5° soleatîs. Or- ganum copulativum (Fig. 11) /amina postica antica longiore apice triangulari rotundato, pare antico (Fig. 12) parte distali bipartita, parte altera attenuata, allera laminari supra basim externe processu attenuato, longo aucta. — Long. corp. mm. 70; lat. corp. mm. 5. Hab. Valie del Santiago, S. José. 6. Orthoporus reluetator, sp. n. Q Corpus elongatum, sal attenuatum. Color plus minusve fusco rufescens. Caput vertice sulco tenui, fronte laevigata, facie parum rugulosa, circa labrum poris 4. Antennae breves somitum secundum via superantes, arliculo secundo longiore, sexto Crassiore. Oculi ocellis c. 56, 6-seriatis. Somita: collum lateribus minime inflexis, angulo antico magis quam postico rotundato, ulrimque striis 2 ad basim bifurcatis. Somita coetera parte antica vix distincte, concen- trice striata, partibus mediana et postica nilidis, punclis minimis obsessis, sutura profunda tenuissime crenulata, via sub poris parte postica profunde striaia. Sterna laevia. Pori minimi. Somitum prae- anale postice obtuse angulatum valvulas anales spatio maiore non superans. Somitum anale valvulis marginatis, sternito tato brevi, postice rotundato. Pedes breves, sat exîles, articulis 1-5 înfra seta singula vel duabus instructis, arliculo ultimo setis nonnutllis. T Collum anguto antico parum rotundatim productum. Pedes obsolete soleati. Organum copulalivum (Fig. 13) lamina postica antica longiore apice parum acuto, lateribus processu singulo apice recurvo armatis, pare antico apice laminari reflexo, interne stylo avcto. Somitorum nu- merus 57-62. — Long. corp. mm. 70; lal. corp. mm. 5. Hab. Guayaquil (V. Ortoneda legit.). 7. Diaporus augur, sp. n. Q Color plus minusve rufus, parte postica somitorum obscuriore. Caput vertice et fronte laevigatis, facie aliquanitum rugulosa. An- lennae breves, crassae, collum superantes. Oculi subovales, ocellis sat deplanatis c. 24, 4-seriatis. Somita: collum laleribus infra in- flexîs, angulo antico obtuso, postico vix rotundato ultrimque plicîs 5, quarum interna maior. Somita coetera parte antica oblecia striis concentricis exarata, parte mediana mitidissima, parte postica niti- dissima supra laevigata, în lateribus sub ipsîs poris striis profundis. Sutura profunda crenulata. Sterna striata. Porî minimi. Somitum praeanale postice rotundalum valvulas anales spatio maiore non su- perans. Somitum anale valvulis marginatis, sternito indiscreto (cum sternito praeanati fuso ?). Pedes breves înfra setis nonnutlis instructai, ungue magno. dt Organum copulativum (Fig. 14) l/aminis posticîs anticis longioribus apice rotundato externe vix rotundalim productis, pare antico (Fig. 15) parte distali bipartita, parte altera, apice acu- minato insiructa, parum taliore, apîce bifido. Somitorum numerus 61-62. — Long. corp. mm. 70; lat. corp. mm. 4. Hab. Valle del Santiago. Spirobolidae. 8. Rbhinocricus bifasciatus, sp. n. d Color nigro-fuscus, collo antice fascia rubescente ornato, dorso utrimque fascia singula pallîido-rufescenle in margine postico somi- torum omnium interrupta, inferne parle postica pallida-rufescente, antennis pedibusque pallido-rufescentibus. Caput laevigatum, medium sulco integro circa labrum poris 2+2. Antennae sat elongatae, s0- mitum secundum superantes. Oculi sublriangulares, ocellis c. 30. Somita: collum lateribus minus late rotundatis; somita coetera parte antica obtecta laevi, parte mediana transversaliter striolata, parte postica longîtudinaliter striata. Scobina in somitis 7-c. 34, perparva. Somilum praeanale cauda elongata, attenuata, acuta, recta, valvulas anales spatio maiore superante. Somitum anale valvulis immargi- natis, sternito magno semielliplico. Pedes parium 3-5 articulo primo infra parum producito, pedes omnes longi articutis seta subapicali. Organum copulativum (Fig. 16) lamina ventrali tata, apice late ro- tundato, laminis posticiîs apice interne aliquantulum producto, pare interno (Fig. 17) apîce bipartito, parte altera styliformi, parte altera longiore apice lato, utrimque acuminato. Somitorum numerus 40. — Long. corp. mm, 46; lat. corp. mm. 4. Hab. S. José. 9. Rhîinocricus intercalatus, sp. n. Color nigro-fuscus totus vel fusco-viridescens antennis pedibusque pallido rufescenlibus. Caput laevigatum, medium sulco integro, circa labrum poris 2+2. Antennae sat elongatae, collum superantes. Ocuti subtriangulares, ocellis c. 30. Somita: collum lateribus late rotun- datis; somita coetera parte antica obtecta laevi, parte mediana tran- sversaliter striulata, parte postica supra strîis longitudinalibus eva» nescentibus vel sat distinctis, instructa vel strigosa, laleribus striis distinctissimis. Sterna striata. Scobina în somitis 8-c. 34. Somitum praeanale cauda elongata attenuata, acuta, recta, spatio magno valvulas anales superante. Somilum anale valvulis parum com- pressis, sternîto sublriangulari lateribus vix arcuatis. Pedes longî, arliculis seta singula subapicali. 3 Pedes parîum 3-4 arlticulo primo infra parum producto, pedes parîs 7 articulo terlio magis quam în pedum paribus 3-6 inflato. Organum copulativum (Fig. 18) lamina ventrali media valde attenuata, trianguliformi, laminis posticis apice externe încîso, parte interna (Fig. 19) apice bipartito parte altera longiori, styliformi, allera apîce lato medio exciso. Somitorum numerus 42. — Long. corp. mm. 63; lat. corp. mm. 6,2. Hab. S. José, Valle del Santiago, Gualaquiza. 10. Rimocricus diversicauda, Silv. Descrissi questa specie su un solo esemplare 9 raccolto dallo stesso Dr. Festa a Cuenca, ora ho potuto esaminarne altri esemplari di Cuenca, tra i quali un maschio, del quale do la figura dell’organo copulativo (Fig. 20-21), e varii esemplari &' e 9 di Gualaquiza, S. José e Valle del Zamora. Gli esemplari di queste tre ultime località hanno la coda un po’ più lunga di quelli di Cuenca ed un po’ più arcuata, inoltre gli esem- plari di S. José hanno la striatura della parte mediana sul dorso meno distinta longitudinalmente. Il numero dei somiti è per gli esemplari di S. José: 40-44; Valle del Zamora: 41; Gualaquiza: 44. ll. Rhinocricus laevigatus, sp. n. Color rufescens totus parte mediana somitorum fusca. Caput lae- vigatum, medium sulco in fronte interrupto exarato, circa labrum porîs 2 +2. Antennae brevissimae, compressae, articulo secundo la- tiore. Oculi oceltis deptanatis c. 22. Somita: collum late rotun- datum; somiîta coetera tota laevigata, în ventre tantum parte postica striîs nonnultis, sutura profunda. Scobina nulla. Somitum praeanate cauda perlonga, attenuata, acuta, apice recurvato, valvulas anales spatio maîore superante. Somilum. anale valvulis parum compressîs, sternito magno triangulari, apice rotundato. Pedes brevissimi, arti- culis infra seta singula subapicali instructis. dt Pedes articulo ul- timo soleato; pedes paris 3-5 arliculis primo et secundo înfra pav- lulum productis. Organum copulativum (Fig. 22) lamina ventrali magna, triangulari, laminis posticis sat altenuatis; pare interno (Fig. 23) apice bipartito, parte altera longiore attenuata, altera apice — Re lato. Somilorum numerus 47-51, — Long, corp, mm. 50; lat. corp. mm. d. Hab. S. José. 12, Rbinocricus longeappendiculatus, sp. n. o Color niger totus. Caput laevigatum, medium sulco integro, circà labrum poris 2 +2. Antennae breves, articulis attenuatis, collum non superantes, arlicuto 6° longiore. Ocutli subovales, ocellis c. 30. Somita: collum lateribus tate rotundatis; somita coetera parte antica obtecta laevi, parte mediana oblique striata, parte postica tota lon- gitudinaliter profunde striala. Sterna striata. Scobina nulla. Somitum praeanale rugulosum, cauda triangulari, acuta, apice deorsum a- liquantum vergente, valvulas anales spatio sat magno superante. Somitum anale valvulis rugulosis vix compressis, sternito sat magno, postice rolundato. d Pedes secundi paris articulo primo processu pyramidali sat magno infra avcti; pedes paris 3' (Fig. 24) articulo primo processu pertongo, triangulari aucto ; pedes parium 4-5 ar- liculo primo processu sal magno tato, externe acuminato, pedes coeteri seta singula subapicali instructi, Organum copulativum (Fig. 25) lamina ventrali permagna, apice tantum vatde attenuato, acuminato, taminis posticîs apice înterne aligquanlum produco, eaterne aliquan- tum rotundato ; pare interno (Fig. 26) apice biparlilo, parte altera via breviore attenuata, allera lata. Somitorum numerus 38-40, — Long. corp. mm. 40; lat. corp. mm. 4-8. Hab. Paredones, Canar. Un esemplare o di Canar riferibile con certezza a questa stessa specie presenta i processi del primo articolo del terzo paio di piedi un poco più corti di quelli degli esemplari tipici, ed una gamba del 4° paio anomala. Cambalidae. 13. Namnnolene tenella, sp. n. g Color luride rufescens, parte poslica somitorum supra macula nigra subrolunda, parva, laleribus circa poros nigris. Caput laevi- gatum vertice sulco tenui. Antennae subclavalae, br'evissimae, collum non superanles. Oculi sublriangulares ocellis c. 20,4-seriatis. So- mita: collum (lateribus sat angustatis, antice rolundatis, utrimque stria singula ; somila coetera laevigata, parte postica ventrali tantum striis nonnultis, sutura perprofunda, tenuiter sed distincle crenulata, parte postica antica altiore. Pori aliquantum pone suturam stili. So- milum praeanale postice rolundalum valvulas anales via non supe- rans. Somitum anale valvulis via marginatis, slternilo sat magno FEB /$. ie postice rotundato. Pedes breves, infra seta singula subapicatli instructi. Somitorum numerus 43. — Long. corp. mm. 18; lat. corp. mm. 1,1. Hab. Valle del Santiago. 14. Nannolene dilucida, sp. n. g Color pallido-rufescens totus, antennis pedibusque pallidis. Caput laevigatum, vertice sulco tenui. Antennae subclavatae, breves, collum non superantes. Oculi ocellis 21, 4-seriatîs (7,7, 5,2). Somiîta: collum (Fig. 27) laleribus parum latis, angulo antico rotundato, postico minus, utrimque striis duabus. Somita coetera parte antica obiecta striis concentricis, parte postica, antica altiore, laevigata, in ventre tantum striîs nonnullis. Sterna laevia. Somitum praeanale postice breviter angulatum valvulas anales via vix non superans. Somitum anale valvulis immarginatis, sternito magno crasso, postice recite truncato. Sutura salt profunda, non crenulata. Pedes sat breves, înfra setis nonnultis insiructi. Somitorum numerus 42. — Long. corp. mm. sor al: comp mm: 23. Had. Valle del Santiago. Strongylosomatidae. 1a. Mestosoma mediatum, sp. n. d Color rufo-fuscus, dorso fere toto pallide rufescente, pedibus rufescentibus. Caput vertice sulco perprofundo, facie breviter pilosa. Antennae longae, pilosellae, somitum quartum superantes. Somilta: collum lateribus rotundatis; somita coetera tota laevia sutura per- profunda, carinis lineariîbus, perparvis. Pleurae infra carinatae. Somitum praeanatle cauda percrassa, apice rotundato. Somitum anale valvulis marginatis, tubercutis obsotetis, sternito sat magno, rotun- dato, postice utrimque tuberculo singulo setigero parvo. Pedes longi, pilosi. Organum copulativum (Fig. 28) obsolete arcualum, articulo ultimo apice interne processibus duobus dentiformibus terminato, flagello forma obsoleta. — Long. corp. mm. 25; lat. corp. mm. 2. Hab. Valle del Santiago. 16. Mestosoma (?) laterale, sp. n. Q Color nigro-piceus, dorso ad angulum anticum carinarum ma- cula parva flava, angutlo postico carinarum fiavo, pleuris ad pedum basim macula sat magna fiava, parte antica ventrali somitorum etiam flava, pedibus fusco-rufescentibus. Caput laevigatum vertice sulco perprofundo. Antennae perlongae, somitum quartum superantes, Si pilosae. Somila: collum antice rotundatum postice fere recte trun- calum, angulo laterali sat acuto; somita coetera laevia, media parte postica sulco perprofundo transversali impressa, sulura perpro- funda, cariînis parvis angulo antico valde exciso, postico rotundato. Pleurae carina nulla. Somitum praeanale triangutare apice truncato. Somitum anale valvulis obsoletis, sternito sat magno, rotundato, postice tuberculis duobus setigeris sat parvis auclto. Pedes pertongi, loti pitosi. — Long. corp. mm. 28; lat. corp. mm. 2,6. Hab. Valle del Santiago. Ho riferito per ora questa specie al genere Mesfosoma con dubbio, perchè realmente presenta dei caratteri che la fanno da esso scostare, come la forma del collo, la mancanza della carena alle pleure, ed anche un po’ la forma delle carene laterali, l'esame dell'organo copulatore potrà, quando si conosca il maschio, far decidere del posto giusto che ad essa specie spetta. Camptomorpha gen. nov. Corpus antice vix, postice aliquantum altenualum. Dorsum. con- verum. Antennae articulis 2-5 subaequatibus, articulo 6 longiore, septimo parvo. Tergitum primum latitudine secundo subaequale: So- mita omnia laevia. Carinae parvae. Porî in parte postero-laterali carinarum siti, in somitiîs obsotetis 5,7, 9,10, 12, 13, 15-19. Pleurae et sterna inermia. Somitum praeanale cauda triangulari margine tuberculato. 3 Pedes longiores et crassiores, articulo penultimo s0- lealto. Organum copulativum articulo secundo hastis tribus constituto. Obs. Genus generi Orthomorpha prorimum, sed forma dorsi et or- gani copulalivi praesertim distinclissimum. 17. Camptomorpha dorsalis, sp. n. Color cinereo-rufescens, medio dorso fascia minus tata flavicante, carinis /lavicantibus, ventre pedibusque flavo-rufescentibus. Caput fere laevigatum, vertice sulco parum profundo, ulrimque non pro- ducto facie pilis brevissimis. Antennae elongatae. Somita ommia tota laevia, carinis parvis angulo antico rotundato, postico subreclo vel parum acute producto, marginibus integris. Porî a pulvino gesti în angulo postico-taterali somitorum siti. Tergitum primum antice ro- tundalum, postice recte truncatum, anguliîs sal rolundatis, în libella superiori illa somiti secundi. Somilum praeanale cauda triangulari, utrimque tuberculis tribus seltigeris. Somilum anale valvulis o0bso- letis, sternito subtrapezoidali postice tuberculis tribus terminato. Pedes articulis 1-2 seta singula subapicali, articulo ullimo selis nonnullis. = 00 d' Pedes articulo penultimo soleato. Organum copulativum (Fig. 29) articulo secundo hastîs tribus constitutum, quarum antica (Fig. 30) et postica (Fig. 31) lalae, laminares, mediana (Fig. 31), attenuata, uncinata coeterîs brevior. — Longitud. corp. mm. 32; lat. corp. prosom. mm. 3, postsom. mm. 4. Hab. S. José. 18. Camptomorpha perproxima, sp. n. Color brunneo-rufus vel luride rufescens, medio dorso fascia flavicanie îindistincta vel parum manifesta, carinis ventre pedibusque pallido rufescentibus. Somitum anale sternito postice tubercutis tri- bus, quorum laterales maiores. d' Pedes articulo penultimo magîis soleato. Organum copulativum articulo secundo ul în specie praece- dente, sed minore, lamina antica (Fig. 32) minus lata, hasta me- diana (Fig. 33) breviori, magîs atlenuata, lamina postica (Fig. 33) eliam minus lala. Notae coeterae ut in specie praecedente. — Long. corp. mm. 92 40 d 32; lat. corp. prosom. mm. 9 4-8 3 3, postsom. mm.95d 4. Hab. Valle del Zamora. Trichomorpha gen. nov. Corpus elongatum. Antennae elongatae, articuto 6° crassiore, lon- giludine quinto subaequatli. Dorsum somitorum tuberculis setigeris omnino plenum. Carinae parvae angulo postico valde acute producto, marginibus integris. Pori în angulo postico carînarum lateraliter siti, in somitis 5,7,9,10,12,13,15-19. Sterna deplanata. & Pedum articulus penullimus usque ad somitum nonum infra processu api- cali parvo auctus. Organum copulativum articuto secundo recto parum supra basim bipartito, parte altera processibus duobus com- posîita, altera laminari. 19. Trichomorpha elegans sp. n. Color brunneo-rufus, ventre pallidiore, pedibus articulis duobus primis albicantibus, coeteris pallido-rufescentibus. Caput laevigatum, vertice sulco parum profundo, facie breviter pilosa. Antennae ar- ticulo secundo coeteris parum (longîiore, articulis 3-6 longitudine subaequalibus, 6° crassiore, septimo minus brevi. Somita (Fig. 35) prosomito laevigato, postsomito supra seriebus 5 tuberculorum seti- gerorum pleno, quarum series postica tuberculîs majoribus, pleuris el sternis laevigatis. Carinae parvae angulo antico valde rotundato, postico valde acute produclo, marginibus integris. Tergitum primum si antice rotundaltum , postice fere recte truncatum, medium via si- nuatum, angulo talerali acuto, supra tubercutis nullis, sed pilis numerosis iînsiructum. Somitum praeanale cauda sat brevi el sat attenuata, triangulari, apice truncato utrimque tuberculo singulo setigero parvo. Somitum anale valvulis marginatis, sternito elongato, triangulari apice acuto, utrimque sat longo sub apîce tubercuto se- tigero parvo. Pedes perlongi. 3 Pedum articulus penulltimus usque ad somitum nonum processu brevi apicali infra auctus. Organum copulativum (Fig. 34) articulo secundo recto parum supra basim bipartito, parte altera processibus duobus constitula, quorum alter integer, altenuatus, alter apice bifido, parte altera laminari supra tenuissime dentata. — Long. corp. mm. 20; lat. corp. prosom. mm. 2,8, postsom. mm. 3,4. Hab. Gualaquiza. 20. Qdontopeltis Ortonedae, sp. n. d Corpus anlice parum, postice magîs atlenuatum. Color fusco- nigrescens, carinis pedibusque flavo-rufescentibus. Caput lotum gra- nulosum, vertice sulco parum profundo, facie breviter pilosa. An- lennae elongatae, articulo secundo longiore, articutis 3-6 longitudine subaequalibus, articuto 6° parum crassiore, septimo minimo. Somita prosomito concentrice, tenuissime striutato, postsomito supra seriebus lribus granutorum maiorum ornato, quarum duae anticae inter ruptae, et luberculis parvis toto obsesso. Carinae sat magnae, sursum via vergentes, angulo antico rotundato, postico acute producto, mar- ginibus integris. Porî in margine supero-laterali-postico carînarum siti. Tergitum primum antice rotundatum, postice recle truncatum, angulis acutis. Somitum praeanale cauda tata, brevi, triangulari, tubercutis setigeris 13 aucta, supra granutlis obsessum. Somitum anale valvulis marginatis, slternilto sublrapezoidali, postice rotundatum ulrimque tuberculo parvo seligero. Sterna ad basim pedum 4° pro- cessu brevi acuto avcta. Pedes paris 3' articulo primo infra processu cylindrico aucto, arliculo lerlio medio infra aligquanium produclo : pedes paris 4° articulo tertio ad basim infra processu cylindrico magno, articulo 4°, processu brevi; pedes paris 5 articuto tertio infra pro- cessibus duobus parvis. Organum copulalivum (Fig. 36) articulo se- cundo parum supra basim bipartito parte allera apice bifido, parle altera laminari. — Longitud. corp. mm. 37; lalit. corp. prosom. mm. 2,8, postsom. mm. 4,2. Had. Guayaquil (V. Ortoneda legit.). ti Chelodesmidae. Chondrodesmus, gen. nov. Corpus minus elongatum, postice aliquantum atlenuatum. Somîta carinis magnis, margine integro, supra tota rugulosa-granutata, infra laevia. Carinae marginatae. Pori în somtîtis 5, 7,9, 10, 12, 13, 15, 19, in parte supera, laterali, pone mediam carinam sîti, Sterna ad pedum basim spina armata. Pleurae infra aliquantum ante pedum basim processu spiniformi auciae. 3 Organum coputa- ltivum articulo secundo hasta una bipartita composito. 21. Chondrodesmus armatus, sp. n. d Color nîgro-pîiceus, carinis flavescentibus, venire pedibusque ru- fescentibus. Caput totum laevigatum, vertice non elevato, medio sul- cato. Antennae elongatae, articulis 2-5 subaequatlibus, articuto 6 tongiore. Somita tota supra în parte postica granutlis cum. rugîs confluentibus piena, infra laevia. Tergilum primum eadem lati- tudine quam illa secundi. Somitum penullimum cauda elongata, attenuata, truncata, utrimque tubercutis duobus. Somitum ullimum valvulis marginatis, tuberculo singulo ad marginem, et altero aliî- quantum remoto, sternito semielliplico, medio parum producto, utrim- que tuberculo singulo parvo. Carinae marginatae laleribus integris, angulo antico rotundato, postico antice minus, postice magiîis acule producto. Pleurae înfra aliquantum ante pedum basim processw spî - niformi sat magno auclae. Sterna a somilo seplimo ad pedum basim spina singula, postice maiore, armata. Pedes articulis primo et se- cundo infra seta subapicali longa instructis, articulis coeteris breviter pitosis. Organum copulativum (Fig. 37) articulo primo percrasso , unco magno, articulo secundo hasta una biparlita composito, parle allera breviore ensiformi, altera longiore apice lanceolato, tateratliter spina aucto. — Long. corp. mm. 54; lat. corp. prosomili, mm. 6, postsomiti cum carinis mm. 10. Bab. Ecuador, S. José. 22. Leptodesmus incarnatus, sp. n. d Corpus antice posticeque vix attenualum. Dorsum vix convexum. Color: prosomito rubro, postsomito, antennis pedibusque pallide rufe- scentibus. Caput totum laevigatum vertice sulco profundo, utrimque non producto. Antennae elongatae, altenuatae, articuto 6° longiore. Somita tota laevia, carinis sat magnis anguto antico rolundato, po- stico în carinîs 2-4 recto, 5-8 recto-rotundato, 9-10 acuto postice ER ge gradatim magis producto, carînîs marginatis, marginibus integris. Porî în pulvilto postico-lateralti carinarum siti. Tergitum primum - tatum anltice rotundatum postice recte truncalum medium aliquantum sinualum. Somitum praeanale cauda brevi, triangulari, apice trun- cato, utrimque tuberculis duobus. Somilum anate valvulis marginatis tuberculis obsotetis; sternito triangulari apice acuto utrimque tu- berculo singulo perparvo. Sterna ad pedum basim processu conico parvo înstructa. Pedes arliculis ullimis pilis paucioribus. Organum copulativum (Fig. 38) arliculo secundo apud basim bipartito, parte altera via longiore, apîce lato incîso, altera vix breviore apice lato, laminariî, non inciso. — Long. corp. mm. 36; lat. corp. prosom. mm. 3,8, postsom. mm. 5,1. Hab. Gualaquiza. 23. Leptodesmus interrupticolor, sp. n. Color rubescens, carinis porigeriîs pallidis. Caput vertice sulco minus profundo, laevigatum. Antennae tongae, somitum quarium supe- rantes, articulis 3-5 subaequatlibus, 6 parum longiore et crassiore. Somita omnia supra et sublus laevia, carinis magnis fere contiguis, angulo antico rotundato, postico minus antice, magis postice acute producto, marginibus omnibus integris. Pori supero-laterales, minus posticî. Tergitum primum latum, breve, antice rotundatum, postîce medium parum excavalum, utrimque oblique parum excisum, an- gulo tateralî acuto. Somitum praeanale cauda triangulari, minus longa, minus crassa, apice sat acuto. Somitum anale valvulis obsoletis, sternito sat magno, medio parum acute producto, utrimque tuberculo seligero singulo parvo. Pedes tongi. Sterna inermia. d Pedes paris 2-5 articulo tertio infra medio aliquantum producto. Organum co- pulativum (Fig. 39) breve arliculo secundo parum supra basim bdî- partito, parte altera ltongiori, latiori, postica, arcuata, parte altera etiam arcuata, breviori, minus lata. — Long. corp. mm. 30 ; tat. corp. prosom. mm. 2,8, postsom. mm. 4. Hab. Valle del Santiago. Platyrrhachidae. 24. Platyrrhacus bifasciatus, sp. n. d Corpus antice, postice magis altenualum. Color fusco-cinerascens, dorso fascîîs duabus atbicantibus ornato, interruptis vero ante mar- ginem posticum somiti singuli, antenniîis ventre pedibusque pallido- rufescentibus. Caput granulis minimis plenum vertice sutco profundo, - utrimque minus prominente, facie setis obsoletis 8, 2,2. Antennae forma obsoleta. Somita prosomito granulis minimis toto 0bsesso, post - somito supra seriebus tribus granulorum ornato, quarum duae an- teriores via conspicuae, carinis magîs granutlosis, pleuris granuliîs parviîs et margine postico infra spinis 4 armatis. Sterna ad pedum basim processu brevi, conico armata. Carîinae magnae horizontales anticae, angulo antico et postico fere reclîs, margine laterali profunde et îinaequalilter» 4-dentato. Tergitum primum antice fere recte trun- caltum, postice rotundatum, lateribus aliquantum roltundatis, supra etiam serîe granulorum maiorum aucto. Somitum 18 carînis angulo antico valde rotundato, margine laterali fere întegro. Somitum 19 carinis margine integro, angulo postico rotundato. Somitum prae- anale cauda lata angutlis posticîs rotundatis. Somitum anale valvulis parum marginatis tuberculis obsoletis plurisetigeris, sternito subtra- pezoidali, postice tuberculis'duobus parvis, crassis aucto. Pedes pilosis- simi. Organum copulativum (Fig. 40) articulo secundo apice proces sibus duobus, quorum aller longior, crassior parum arcuatus, alter brevior, sat crassus, rectus. — Long. corp. mm. 90; lat. corp. pro- somiîti mm. 6,5; postsom. mm. 16,5. Hab. Valle del Santiago. 25. Psammodesmus Camerani, sp. n. Color fusco-rufus, antennis, ventre pedibusque rufo-terreis. Corpus antice posticeque minus altenuatum. Caput granulosum totum, vertice minus profunde sulcaltum, facie circa labrum setis 8, supra setîs 4 arcuatim dispositis. Antennae minus longae, pilosae, sat crassae. So- mita tota supra granutis omnino obsessa et seriebus tribus granu- lorum maiorum, quarum postica magis distincta. Dorsum cCONVELUM. Carinae minus magnae deorsum aliquantum vergentes, angulo antico obiuso, postico acuto, postice praesertim, et producto ; margine la- terali serîe granulorum 5-6 serratim dispositorum. Tergitum primum subexagonale, margine antico serie granulorum maiorum ornato. Somitum praeanale cauda quadrata angutis posticis rotundatis, mar- gine setis nonnullis insiructo. Somitum anale valvulis marginatis, ad marginem tuberculîs duobus setigeriîs inter se remotis, sternito postice tuberculis duobus seligeris magnis. Pleurae et slterna granu- lata. Pedes pilosi. d Pedes crassiores et magis pilosi. Organum copu- lativum (Fig. 41) articulo secundo apice bifido, parte altera lami- nari, lata, eaterne rotundata, interne apice acuminato, parte allera unciformi. — Long. corp. mm. 52; lat. corp. prosomiti mm. 5,8, postsom. cum carinis mm. 10. Hab. S. José, Gnalaquiza. _ dae 26. Cyphorrhacus Festae, sp. n. q Corpus antice posticeque parum attenuatum. Dorsum valde con- verum. Caput totum granulatum vertice sulco profundo utrimque sat producto, facîe selis obsoletis 8, 2,2. Antennae parum elongatae, sat crassae, articulis 2-5 subaequatibus, 6 ltongiore, septimo minimo. Somita prosomito granulis minimis toto pleno , postsomito supra anltice minime ruguloso , poslice seriebus duabus granulorum ma iorum el granutlis minoribus obsesso, carinis granutlosis. Pleurae granulîs parvis, sparsis, postice înfra tuberculis spiniformibus 4, parvis. Sterna processu nullo. Carinae deorsum vergentes angulo antico rotundato, postico acute producto, margine laterali integro, margine postico sublilissime dentellato. Poriî parum magîs quam la- litudo anuli eorumdem a margine laterali distantes. Tergitum primum suberagonale lateribus acutis, supra serie etiam antica et postica granulorum ornatum. Somitum 19 cariînis anguto postico rotundato. Somitum praeanale cauda postice rotundata. Somitum anale val- vulis obsoletis, sternito sublrapezoidali postice ulrimque tuberculo singutlo sat parvo. Pedes articulis primis duobus nitidis, coeterîis parum setosis. — Long. corp. mm. 80; lat. corp. prosom. mm. 8,5, postsom. mm. 13. Hab. S. José. 27. Barydesmus acquatorialis, sp. n. Q Corpus anlice posticeque parum allenuatum. Dorsum aliquantum convexum. Color fusco-nigrescens, dorso fasciîs duabus longitudina- cibus, albicantibus ornato. Caput minime granulosum, vertice sulco profundo, utrimque parum prominente, facie setis obsoletis 8, 2, 2 instructà. Antennae forma obsoleta. Somita, prosomito toto dense el tenuîter granulato, postsomito supra granulis parvis obsesso, et serie postica granulorum matorum aucto, pleuris dense et tenuiter granulosis et infra postice ante pedum basim tubercutis spiniformibus c. 10 auctis. Sterna ad pedum basim vix producta. Tergitum primum antice fere recte truncatum, postice rotundatum, lateribus minus acutis. Somitum 19 carinis angulo postico producto, rotundato. So- mitum praeanale cauda lata angulis posticîis magis rotundatis, mar- gîne setîs înstructo. Somitum anale valvulis marginatis tubercutlo singulo setarum penicillum gerente ad margiînem ei altero inferiore prope marginem auctis, sternito subtrapezoideo, postice utrimque tubercuto singulo magno instructo. Carinae magnae deorsum ali- quantum vergentes, angulo antico recto (antice) vel obtuso (postice), angulo postico acuto, margine laterali tubercutis 4-5 acutis serratim dispositis auclo. Porî a margine laterali carinarum latitudine anuti — {ge eorumdem duplo distantes. Pedes articulis primis duobus nitidis, coe- teris pilosis. T Dorsum fere deplanatum, carinis fere horizontalibus. Organum coputativum (Fig. 42) apice articulo secundo processibus duobus quorum alter longior, crassior, porum arcuatus, alter brevior attenuatus, rectus. Long. corp. mm. 75; lat. corp. prosomit. mm. 8, posisomit. cum carinis mm. 14,5. Hab. S. José. 28. Barydesmus gualaquizensis, sp. n. d Corpus antice posticeque parum altenuatum. Dorsum parum convexum. Color dorso nigro fasciîs duabus cinereo-albicantibus ornato, carinîs cinereis. Caput forma obsoleta. Somita prosomito granulis minimis toto pleno, postsomito supra areis poligonulibus sat discretis, margine postico serie granulorum minus conspicua, carinis parum rugulosis. Pleurae granutlis parvis plenae, infra ad marginem posticum luberculis nonnullis parviîs. Sterna granulata ad pedum basim vix producta. Tergilum primum subeltiptico postice vero magis magisque rotundato, lateribus sat acutis, supra anle et postice serie granulorum ornatum. Carinae angulo antico rotundato, postico acute parum produclo, margiînibus integris. Somitum prae- anale cauda lata postice rotundata, marginibus seligeris. Somita praeanatle et anale ut în B. aequatorialis. Pedes articulis duobus primis nitidis, parce pilosis, coeleris magiîis pilosis. Organum copulativum (Fig. 43) articulo secundo apice processibus duobus, quorum alter longior, sat allenualus, magîs arcuatus, alter brevior, rectus, apîce non acuto. — Long. corp. mm. 68; lat. prosom. mm. 6; lat postsom. mm. 10,5. Hab. Gualaquiza. 29. Euryurus Devillei, sp. n. Corpus antice parum, postice magis altenuatum. Dorsum convexum. Cotor fusco-rufescens, carinis flavicantibus, antennis pedibusque ru- fescentibus. Caput laevigatum vertice sulco perprofundo, circa labrum setis 8. Antennae elongatae articuliîs 2-3, 4-5 subaequatlibus, 6 lon- giore, 7 parvo. Somita omnia laevia, nitida, carinis horizontalibus sat parvis, marginibus integris, angulo antico rotundato , angutlo postico antice minus, postice acute producto. Pori în margine omnino lalerali carinarum inflato siti. Pleurae et sterna laevia. Somitum praeanale cauda etongata, lata, angutlis posticis magis rolundatis. Somitum anale valvulis marginatis tubercutlis obsoletis via distinctis, sternito semicirculari, utrimque tuberculo minimo sétigero aucio. î_ e Pedes nitidi, infra selis paucis instructi. 3 Pedes crassiores. Orga- num copulalivum (Fig. 44) articulo secundo hasta una constituto apîce processibus duobus terminata, quorum alter rectus supra la- minaris, aller longior, attenuatus, recurvatus. Long. corp. mm. 55; lat. corp. prosom. mm. 6, postsom. mm. 9. Hab. Ecuador (E. de Ville). l 2. 3. d. 5. 6. 7 8 9 35. 4l. — 1965 EXPLICATIO FIGURARUM. . Polycricus aequatorialis: Caput et pedes maxillares subtus inspecta. Stemmatoiulus bioculatus: y Hypostoma. » » » » Diaporus augur: » » » Pes primi paris. Pedes secundi paris. Pes tertii paris. Organi copul. par antic. antice inspectum. » » » » postice » » » » secundum. Archispirostreptus obscurator: Organum copulativum antice inspectum. xanthoproctus: » » » . Epistreptus oscenus: Organum copulativum antice inspectum. » » » par anticum. . Orthoporus reluctator: Organum copulativum antice inspectum. » » » » » » par anticum. . Rhinocricus bifasciatu8: Organum copulativum antice inspectum. » » » par internum. intercalatus: » » antice inspectum. » » » par internum. diversicauda (Cuenca): Organ. copulat. antice inspectum. » » » » par. internum. laevigatus: Organum copulativum antice inspectum. » » » par internum. longeappendiculatus: Pes paris 8i » » Org. copul. antice inspectum. » par internum. Nannolene dilucida: Collum etc. . Mestosoma mediatum: Org. cop. lateraliter externe inspectum. Camptomorpha dorsalis: Organum copulativum antice inspectum. » » » » » » lamina antica. » » » lamina postica et mediana. perproxima: » » lamina antica. » » » laminae postica et med. » . Trichomorpha elegans: Organum cupulativum antice inspectum. Somita 10-11 (brevitate sculptura som. 10î omissa. . Odontopeltis Ortonedae Organum copulativum antice inspectum. . Chondrodesmus armatu3: » » lateraliter interne inspectum. Leptodesmus incarnatus: » » » » » » interrupticolor. .» » » antice inspectum. Plathyrrhacus bifasciatus: » » lateraliter interne inspectum Psammodesmus Camerani » » » » » Barydesmus aequatorialis: » » » » » Bar. gualaquizensis: » » » » » Euryurus Devillei. » » » » » PROSE pts i Ka, À, dis | 1a ? i #I005} nie snai è i So cato | readiat pena a (rv alt: af) ll >» ct LL. Ital vdepulirto; 100 dt 0: È | napo { : CPT SUIT Li ipy) ATO ab 19 toi tettona; «RIT RIOLO Siitat 4i e ù savio aginiaoi qussagnai salle > tolto: oquui omrodut sedifastn è iBclalorai(d esog k # ARGIginO Bad a Ù * ‘letlainoieopos au nas a . s indetoxitr i. atte we Ra TIBGGLENE db VA) | 11851 - Tip. Gerbone - Torin x FEB 15 1890 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino II, 695 N. SO6 pubblicato il 30 Ottobre 1897 Vor. XII Dr. ACHILLE GRIFFINI Descrizione d’un nuovo CONOCEFALIDE di Perak (penisola di Malacca). Peracca nov. gen. (Peracca, nomen proprium donatoris). In subfam. Agroeciniorum 1) et in sectione Salomonitarum (2) apud Rhytidaspidem locandum, sed etiam Acrodontae sectionis Agroecii- tarum (3) affine. — Fastigium verticis compressum, acuminatum, articulo primo antennarum angustius et parum longius, basi supra subtusque dente armatum, apice extremo nonnihil decurvo; antennae articulo primo haud acuminato; frons et genae punctato-rugulosae. — Pronotum sat longum, subsellatum, totum crebre rugulosum, margine antico in medio subtrun- cato, margine postico rotundato; pronoti lobi laterales angusti, antice rotundati sed post angulum anticum in margine infero spina dentiformi armati, denique extrorsum undulato-ampliati, sinu humerali expresso, et angulo postico extus producto, acuminato, a supero viso triangulari; pronoti pars postica producta, convexa, elytra tota obtegit. — Elytra & squamaeformia, modice incumbentia, stridulationis apparatu instructa. — Femora omnia supra teretia, subtus in utroque latere spinulosa; lobi geniculares femorum posticorum utrimque, intermediorum postice tantum, anticorum antice (intus) tantum, spinosi. — Coxae anticae et intermediae spina armatae. — Prosternum bispinosum; mesosternum bilobatum, lobis subtriangularibus apice acutis, basi extrorsum spina armatis; meta- (1) I. REDTENBACHER, Monogr. der Conocephaliden, Verhand. K. K. Zool. Bot. Gesellsch. Wien. 1891, p. 330. i (2) C. BRONGNIART, Revision des Salomoniîtae, Bull. Soc. Philomathique Paris, 8 ser., T. viti, 1896, p. 123. (3) I. REDTENBACHER, Monogr. cit., p. 446, Tab. ui, f. 59. sternum bilobatum, lobis rotundatis. — Lamina subgenitalis & sat lata et elongata, postice truncata, stylis brevibus instructa. Typus generis: PP. conspicuithorax, n. sp. Peracca conspicuithorax, n. sp. — & — Glabra, sat nitida; saturate ferruginea, abdomine castaneo, pronoti parte postica maculis duabus elongatîs flavidis ornata, pedibus 4 anticis et epistomate ferrugineis pallidioribus, facîe nigricante. [Ex alcool]. Frons elongata, valde reclinata, cum labro nigro-picea, puncetis im- pressis rugulosa sed sat nitida; epistoma ferrugineum, palpi flavidi, genae ferrugineae transverse rugulosae; occiput planiusculum, laeviusculum, saturate ferrugineum; articulus primus antennarum inermis, piceus, articuli reliqui ferruginei, verticis fastigium subtus cum dente infero piceum, supra cum dente supero ferrugineum. — Pronotum saturate ferrugineum, maculis duabus posticis elongatis parum circumscriptis, subovalibus, flavicantibus, in partis posticae convexae lateribus'ornatum; haec pars postica medio longitudinaliter obsoletissime carinulata; mar- gines omnes pronoti limbati, margo posticus inter maculas flavidas sub- tiliter piceus. — Elytra è flavida, a pronoto fere tota obtecta, squamae- Peracca conspicuithorax J' A, corpus a latere visum (antennis omissis) — B, corpus a supero visum (pedibus omissis) C, segmentum anale et cerci. formia, margine interno sinuato ; elytrum sinistrum partim supra dextrum incumbit. — Pedes ferruginei, nitidi, nebulis obscurioribus ornati, ge- niculis et tarsis magis infuscatis; femoribus posticis extus fere castaneis, supra basì excepta ferrugineis. Pedum spinae omnes et totae nigricantes, femora tibiaeque inter spinas fimbriata; femora antica subtus antice spinis 5 (quarum 2 apicales maiores), postice spinis 6 subaequalibus armata; femora intermedia antice spinis 6, postice spinulis tantum 2-3 basalibus praedita; femora postica extus 7-spinosa, intus 9-11-spinulosa; tibiae omnes plurispinosae. — Abdomen castaneum, subtus fere piceum, segmento ultimo dorsali in d' apice producto, piloso et leviter bilobo, in FEB 15 1898 — 3 lateribus tumescentia parva nitida praedito. — Lamina subgenitalis & apice truncata, stylis parvis instructa. — Cerci d' basi crassi, dein elongati, compressi, subsinuose decurvi, apice sensim incurvo, obtuso, basi intus dente longo, acuto, decurvo, armati, dein subtus appendiculo flagelli- formi sat rigido, longo, arcuato, praediti. Long. corporis, absque fastigio, mm. 33,5; long. fastigii, mm. 2,1; long. pronoti mm, 10,5; latit. maxima pronoti ad angulos posticos mm. 9; long. femor. postic. mm. 18,4. Habitat: Perak, in peninsula Malacca. Unicum specimen typicum d Dr. M. G. Peracca Museo Zoologico Taurinensi donavit. d sileliicàtne Rane @., atto ar i 0a IAT galdo MeRiolo alfine! ba i SI TH | * dec RIONI A? Tadiga (PPrunal sanno (ca }; VOR iL QUA ibu agio gigli Na : 2 a ig: apiatoe ivi sb: Dalai: Dr è uifbererini sii silvi z nd hi pr HAGETtE Nivi Bal Pisi DUO LL: bo PNL supe si Li Brnizaai TTT Fa ' i i «SKLIRR Mi (AC 30} ti mi , ’ saiat$ “gite 6 dp gr* fi; VIGO . a, f y USE gepiinecge si \ ì rai ) fa Ù POLLEBbRNO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 3O"7 pubblicato il 20 Novembre 1897 Vor. XII Dr. ACHILLE GRIFFINI Descrizione d’una nuova NECROSCIDE di Perak (penisola di Malacca). Aruanoidea ophidiiderma n. sp. — d' et q — ZElongata, gracîilis, inermis, glabra, cinereo-fulvescens el cinereo-brunnescens, antennîs nigris, albo 4-annulatis; elytris nigris, intus late albidis, extus albido vartis; alarum area costati nigro-plumbea, maculis complu- ribus transversis linearibus albis, modice angustis, aequilatis, inaequi- distantibus, în seriebus 3-4 longitudinalibus disposttis inter venas lon- gîitudinales et supra venas transversales locatis, ornata; femoribus anticis saltem în 9 basi non curvatis, femoribus 4 posticis, tibiisque 4 posticis annulo lato subapicali fiavido praeditis. - (Ex alcool). Corpus in d' quam in 9g gracilius. — Caput modicum, sat parvum, ovale, supra perparum convexum, occipite longitudinaliter sulcato, oculis globosis optime prominentibus, tuberculis duobus forte ocellaribus, parvis, nitidis, fulvis, ad apicem sulci occipitalis locatis. Antennae filiformes, sub lente puberulae, nigrae, annulis latis albidis 4 ornatae et articulis 8 basalibus apice anguste albidis. Frons sub insertione antennarum tume- scit. — Pronotum in dimidia parte antica quam in dimidia parte postica leviter obscurius. Mesonotum supra cinereum, tuberculis nonnyllis minutis praeditum, medio et lateribus longitudinaliter subcarinulatum, carinulis albidis. Meso et metasternum tuberculis rugulisque minutis praedita. — Pedes graciles, longi. Femora antica saltem in 9 (in unico &* mihi cognito desunt) basi non curvata; pedes 4 postici sub lente puberuli, femoribus subtus denticulo subapicali praediti, in 9 sat conspicuo, in d' perob- soleto; haec 4 femora postica et 4 tibiae posticae annulo lato subapicali conio distinctissimo et ante hoc annulis similibus duobus perparum a reliquo colore distinguendis ornata. Tarsi flavidi, metatarso obscuriore, = eee longo. — Metapleurae cinerascentes maculas nonnullas lineares trans- versas pallidas, latiusculas, maculis areae costalis alarum persimiles, tamen non albas, praebent. — Elytra parva, depressa, angulo humerali sat prominente, in &* quam in 9 minus obtuso, margine interno (elytris clausis in quiete) subrecto, angulo postico rotundato, margine postico oblique truncato, margine externo sat arcuato. Mesonotum ad basim uniuscuiusque elytri tuberculum praebet. Haec elytra nigerrima, mar- Al ginem internum (elytris clausis in quiete) late albidum et marginem externum de- flexum albido-varium, idest maculis trans- versis albidis confusis maculas areae costa- lis alarum subimitantibus pictum, laete ostendunt. — Alae sat amplae, in 9 puni- ceae, in d* brunnescentes, immaculatae, forma et venatura solita, aream costalem nigro-plumbeam, transverse plurime albido lineato-maculatam praebent, pellem ser- pentis optime imitantem. Haec area costalis in & paulo post basim segmenti sexti ab- dominalis et in g paulo post basim septimi extensa (segmento mediano ut primo ab- dominis numerato). Color huius areae nigro - plumbeum sat nitidum; maculae transversae complures, sublineares, mo- dice angustae, in d' sensim quam in 9g la- tiusculae, albae, inter se parallelae, aequi- latae sed inaequidistantes, super venulas transversas locatae, in seriebus Iongitudi- nalibus 3-4 dispositae, venas longitudinales binas successivas coniungunt; haec ipsae venae pallido rufescunt. — Abdomen sub- cilindricum; in o solito modo apice in- crassatum, segmentis 8° et 9° apice ma- culis duabus lateralibus pallidioribus or- Arial denise natis, segmento anali emarginato, angulis A, 2 a supero visa; parvis apice obtusis, cercis teretibus mo- B, g* a latere visus (pedibus omissis). —dice elongatis, lamina infera partis inferae apicalis incrassatae apice rotundato-truncata. Abdomen 9 segmentis 5° 6° et '7° basi maculis duabus lateralibus nigricantibus ornatis, segmento anali emarginato, lamina supraanali minima intercalata, cercis brevibus subclavatis, sat robustis, lamina subgenitali elongata, acuminata, sed in apice ipso bidentata. FER 35 1998 È CARE NC long. corporis mm. 74 91; long. mesonoti mora 108612 » elytrorum » 4,5 7; » femor. postic. » 23,5 28,5 long. alarum post elytra Y mm. 36, 9 mm. 53. Hab. — Perak, in peninsula Malacca. — Specimina typica duo (& et 9) Dr. M. G. Peracca Museo Zoologico Taurinensi donavit. Pai hi E * BONO N con A Pa SIIRICI “apra Sprea [0° 47 Swripatlie feta RIO |. «DOVA dd Slam siii zio an afiala de ? î 1 op VUDIRASIGRTA 1 = Tin ii OP N. Lia Mie Ri! ATO AYO ION (eee, ti . é Di à n VT Ta i “ “ i ASI a) 4 Mix Ù Ù Fi 1 x i - è È 4 e = ing i LI si ì | ì A D #° Un ba esi Ea - he Î — Li i i )d i vite: ii pat Ù { 11.695 BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università dî Torino N N. SOS pubblicato il 27 Novembre 1897 Vor. XII Dr. D. Rosa Descrizione di una nuova specie di ACANTHODRILUS dalle Isole del Capo Verde. Dopo che il Michaelsen ebbe così opportunamente separato dall'antico genere Acanthodrilus il n. g. Benhamia non era rimasta all'Africa che una sola specie di Acanthodrilus, 1’ A. capensis Bedd. del Capo di Buona Speranza. Però affatto recentemente il Beddard (*) descrisse non meno di nove specie di Acanthodrilus pure del Capo. La nuova specie che qui descrivo è alquanto fuori dell’area di distri- buzione del genere ; inoltre le sue affinità non sono cogli Acanthodrilus dell’Africa del Sud ma invece con quelli dell'America meridionale, il che mi fa credere che da questa regione essa sia stata importata nelle Isole del Capo Verde. Ad ogni modo essa è facilmente distinguibile da tutte le specie note, Acanthodrilus exul n. Hab. Isola S. Antonio (Capo Verde). Lunghezza 6-9 cm.; diamelro massimo 6""; segmenti 112-120. Forma cilindrica; colore (in alcool) inferiormente giallognolo, superiormente bruno (nella regione postclitelliana la colorazione bruna del dorso è net- tamente limitata dalla linea delle setole laterali superiori (4), davanti al clitello il passaggio è sfumato, il clitello stesso è giallognolo). Prostomio intaccante circa metà del 1° segmento. Setole geminate ma non molto strettamente: le laterali inferiori (Cc) sono sulla linea laterale del corpo; le superiori (d) sono già affatto dorsali. Chiamando a, d, c, d le singole setole d’un lato procedendo dal ventre al (*) Proc. Zool. Soc. London for the Year 1897, pag. 336. dorso si trova che l'intervallo aa è leggermente inferiore a de, che ad sta un po’ più di 2 volte in aa e circa 2 volte e ‘/, in dc, che cd è un po’ superiore a de. Tutto ciò vale per la regione media del corpo: nella re- gione preclitelliana gli spazi fra le due setole di ciascun paio divengono un po’ maggiori a spese degli spazi laterali intermedii; all’estremità po- steriore lo scartamento delle due setole di ciascun paio non aumenta. Le setole sono ornate nella metà estrema della parte distale di piccoli tratti scabri trasversali. Clitello occupante i segmenti (13), 14, 15, 16, 17, il 13° però solo in parte e non in tutti gli esemplari; esso è completo sebbene ventralmente i suoi segmenti rimangano ben distinguibili, ma è meno ghiandolare nello spazio fra le papille prostatiche del 17° segmento e le setole ventrali del 16° senza però che ne risulti un’area non ghiandolare distinta ; l’ul- timo segmento del clitello è sempre più breve. Aperture delle spermateche in due paia in forma di piccole fessure agli intersegmenti 7-8 e 8-9 sulla linea passante fra le due setole di ciascun paio ventrale (02). Aperture 9 al 14° segmento in forma di due piccoli pori collocati da- vanti e un po’ ventralmente alla setola ventrale inferiore (a). Aperture prostatiche in forma di fessure su piccoli rilievi trasversali aventi il centro sulla linea delle setole ventrali esterne (0) ai segmenti 17 e 19; le anteriori non sono unite alle posteriori da alcun solco. Aperture & quasi impercettibili sul 18° segmento presso (esternamente) alla esteriore (2) delle due setole ventrali, che entrambe sono presenti. | Porî dorsali esistono almeno nella regione postclitelliana ma non sono ben visibili che sugli ultimi segmenti. Nefridioporiî sulla linea delle setole dorsali inferiori (c). Papilte di qualsiasi sorta mancano del tutto. CARATTERI INTERNI. I dissepimenti 6-7 a 13-14 inclusivi sono alquanto spessi. Il ventriglio occupa morfologicamente il segmento 5° respingendo il sottilissimo setto 5-6 che è profondamente infundibulato; esso è abba- stanza grande ed ha figura di tronco di cono rovesciato. Le ghiandole calcifere sono rappresentate solo da una porzione ric- camente vascolarizzata dell'esofago la quale comincia col segmento 9° e si estende sul 10, 11, 12 perdendo gradatamente il suo carattere al 15 e 16; al segmento 9° l’esofago si mostra repentinamente rigonfio, come pure al 10, 11, 12, poi si va impicciolendo e sui segmenti 15 e 16 ha già ripreso il diametro primitivo. L’intestino vero incomincia repentinamente nel 17° segmento. Il vaso dorsale è semplice; i cuorî moniliformi occupano i segmenti 10,*10%e'12: Le spermateche stanno in due paia nei segmenti 8 e 9; esse hanno una tasca grande, piriforme con un brevissimo peduncolo in cui sbocca un cieco pure peduncolato, ovale, lungo al più ‘; del sacco principale. La massa interna di esso si mostra divisa in molti lobuli insieme com- pressi corrispondenti certo a suddivisioni del lume interno. I padiglioni dei vasi deferenti sono in un solo paio, liberi nel 10° seg- mento in cui perciò si deve trovare un unico paio di fesltes; le vescicole seminali sono racchiuse in due paia nei segmenti 9 e 11 (queste ultime maggiori) sboccando perciò nel 10°. Delle prostate le anteriori (del 1'7° segmento) sono notevolmente più grandi delle posteriori (del 19°); esse sono tubulari, mediocremente con- torte in un solo piano e non oltrepassanti i limiti dei relativi segmenti. Le setole peniali sono lunghe 2”", subulate salvo all’estremità che è - leggermente sigmoide cioè leggermente curvata per breve tratto ripi- gliando poi alla punta la direzione primitiva; esse mancano di spine e ‘mostrano solo verso l'estremità delle leggere anellature scabre trasversali. Nefridiî in un solo paio per segmento. Di questa specie ho esaminato sei esemplari comunicatimi dal prof. Corrado Parona dell’Università di Genova. Essi appartengono al signor Mancini studente in quell’Università e furono raccolti all'Isola S. Antonio «dal Dr. Ronkey il 2 settembre 1897. , Agi = = i iui ibra Pili Ì | i : ef ta) a pr : * fui DÌ Ri . pr fododa luo si oivorobe:; Ou iva: sd Sii duo sonni i ug Lai ara Diu its, Loana feti Au tì IE ogpittà iI, O oiatg n” vu Bara NO 0: 108, i rip fNocG: sli ASpvibe pars sla RETTA ib È sist IPIOENE din: | nola: VIbb Bus a ot'imgiine! Jogaln 0 i” i WD [srt PIRA cic-.:: 0 Don li relabà fer. ibi. 100 x Di pae a ci: 1 (FAIRIOIANO A e dn 00104 de Hpp'eeo' a ii: lodf-iax tri agfiitfoo: vG0%] «or lo. Olotagpebati ilo: Alto» (oi. gna. SI deb), jininadgecol. sio WIDONIOTRI, (POLL 7 de des vi VE ;64}) sb rggi orga >! x = e 8) hi, +50 AJ z (10 AES î MAIUII {RO SOR Zld uo fede Tino 0 è ti} Odio Mi ne "l } #ò u AVI ‘al risi 4 Ù +11 I 9 tr071” di in LUMI OT i j l'a 300084200. fi » di a Je ll ;e : Lì : Li 5 > p dI \ A } 4 viti ì 3 [9] iP) 7 Cal) "I i n }, w 4 LAS na » Lon i Ì * ì è Te = = * toa MO; À v* a 11439 - Tip. Gerbone - Torino. Il IS BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 509 pubblicato il 30 Novembre 1897 Vor. XII Viaggio del Dott. Alfredo Borelli nel Chaco boliviano e nella Repubblica Argentina, XI. Resultats malacologiques accompagnés d’une notice sur les espèces précédemment recueillies par ce voyagenr par M. C. F. ANCEY Grace à la bienveillante communication de M. C. Pollonera, j’ai pu étudier non seulement les matériaux qui vont faire l’objet principal du travail qui va suivre, mais encore la plus grande partie des mollusques terrestres et fluviatiles recueillis par M. le Dr. Borelli au cours d’un pre- mier voyage effectué par lui sur les territoires de la République Argen- tine et du Paraguay. Ces derniers ont été déterminés par M. le Dr. Giuseppe Paravicini de Milan et le mémoire qu'il a fait paraître à leur sujet a été publié le 26 Juillet 1894 dans le « Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino », N. 181, vol. IX, p. 1-10. Afin de présenter un ensemble aussi complet que possible sur les co- quilles de l’Amérique du Sud récoltées par M. le Dr. Borelli, j'ai donc fait précéder le catalogue des espèces de son deuxième voyage, d'une succinte énumération de celles qui proviennent du premier, en les ac- compagnant ensuite des observations nécessaires. Je tiens cependant, avant tout, à remercier bien sincèrement M. Pol- lonera pour son intéressante communication et M. le Dr. Paravicini qui m’a obligeamment adressé son mémoire. Je les prie ici de vouloir bien agréer l’expression de toute ma gratitude. Les espèces qui suivent font toutes partie de la collection du Musée Zoologique de l’Université de Turin. I° Mollusques provenant du premier voyage de M. le Dr. Borelli. — Streptaxis (Odontartemon) comboides, d’Orb., f. minor. — Rio Apa (Colonie Risso), au Nord du Paraguay. A. d'Orbigny indique cette espèce comme trouvée sur le territoire des Chiquitos (Bolivie) et je l’ai moi-méme mentionnée de la province de Santa Cruz de la Sierra (Journ. of Conch. 1892, p. ). — Happia (Drepanostomella) Ammoniformis, d’Orb. Un exemplaire de petite taille trouvé à San Pablo (province de Tucuman). Cette espèce, primitivement découverte en Bolivie, a une distribution fort étendue, puisqu’elle a été rencontrée également au Sud du Brésil ainsi que dans la République Argentine. Le nom d’Ammonoceras a été changé en celui de Happîa par M. Bourguignat (Moll. Afrique équat., 1889, p. 39) parcequ’il avait-été déjà employé dans la nomenclature. Ce méme auteur a proposé le terme de Drepanostomella pour l Ammoniformis, mais je ne pense pas, en raison des modifications du test chez les Zappîa (olim Ammonoceras), qu'il convienne d’attribuer une valeur générique à cette coupe. Les rectifi- cations de M. de Bourguignat paraissent avoir échappé à M. Paravicini. — Scolodonta hylephila, d’Orb., var. todros, Paravicini. — Para- guay central. Cette forme semble assez distincte du type de la Bolivie dont les dimensions sont sensiblement inférieures. Une varieté de petite taille a été trouvée dans la province des Missions par l’auteur de l’espèce. Un exemptaire de la forme décrite par M. Paravicini existait depuis longtemps dans ma collection où elle était indiquée comme provenant du Paraguay (P. Germain). — Scolodonta Paraguayana Pfeiffer. — San Pedro. Cette espèce a été mentionnée par M. Paravicini sous le nom générique de Hyalinia (sect* Conulus). Elle a été classée par M. Bourguignat (loc supra cit., p. 42) parmi les espèces du genre Scolodonta. — Epiphragmophora Estella, d’Orb. — Rio Apa (Colonie Risso). Je n'ai pas vu les exemplaires de cette provenance, mais M. Paravicini déclare qu’ils se rapportent à la forme B qui est striée, d’un brun rous- satre et pourvue d'un ombilic assez large, masqué par la dilatation du péristome. D'autre part, il rapporte également à cette variété B une autre co- quille de San Pablo, près Tucuman; or, l’exemplaire adulte dont il parle, qui m’a été obligeamment communiqué par M. C. Pollonera appartient sans le moindre doute à la forme décrite par M. Adolfo Doering sous le nom de Tucumanensis. Mais cette forme doit-elle étre considérée comme spécifiguemment distinete du type? C'est ce qu’il ne m’est pas possible, en présence de la variabilité attribuée par d’Orbigny à l’ EsteZZa, de déclarer positivement. D’ailleurs les matériaux que j'ai eus entre les mains sont trop insuffisants pour pouvoir se prononcer en toute con- ce fia naissance de cause. Quoi qu'il en soit, la région qui avoisine le Chaco, tant sur le territoire de la République Argentine qu’en Bolivie, paraît étre la patrie d'un certain nombre de formes plus ou moins loealisées se rattachant à l’Es/e/la. A ce groupe appartient, outre l’Es/ella et la Tucumanensîs, la Saltana, qui va étre décrite plus loin et une autre espéce globuleuse, dépourvue d’ombilic et pourvue d’un péristome blanc, arrondi et fortement réfléchi, qui existe depuis longtemps dans ma col- lection sans indication de patrie. Le terme d'Epiphragmophora a été proposé en 1875 par Doering, pour des espèces de l’Amérique du Sud et notamment de la République Argentine, qui offrent l’aspect des Campylea de la région montagneuse de l’Europe. Le genre, tel qui a éte compris par M. H. A. Pilsbry, ren- ferme de nombreuses espéces répandues depuis le Nord-Quest des Etats- Unis jusqu’aux Andes de la province Argentine de Mendoza, et forme une série parallèle à celle des Campylea et Arionta. Européennes. — Epiphragmophora trigrammephora, d’Orbigny. — Quelques exem- plaires provenant de Santa-Rosa {province de Salta), A propos de cette coquille, M. Paravicini relate les remarques de d’Orbigny qui s’exprime en ces termes : « Il est peu d’espèces moins va- « riables que celle-ci, dans leur teinte et dans leur forme; car elle est « toujours d’une régularité parfaite. » Il ajoute que cette stabilité dans la forme et dans la coloration constitue une exception à la règle qui veut qu’une espèce soit d’autant plus variable que son aire de dispersion est plus considérable. D'après mes observations personnelles basés sur les nombreux exem- plaires de différentes provenances que j'ai eus sous le yeux, la (riîgram- mephora, bien que variable à un moindre degré que d’autres espèces, ne serait pas aussi constante dans ses caractères que le prétend A. d’Or- bigny. Il existe entr’eux des differences sensibles dans la taille, l’épais- seur du péristome, la hauteur de la spire et méme la coloration. Le plus sonvent la coquille est.ornée de trois fascies étroites et égales se détachant sur un fond d’un blanc verdatre plus ou moins clair, mais exceptionnelloment elle n'a que la fascie médiane; d’autres fois la bande supérieure seule disparaît; un peu plus fréquemment la bande médiane seule est très-apparente et les deux autres sont à peine marquées. A. d’Orbigny a recueilli cette espèce en Bolivie (Valle Grande) à l’Est de la chaîne des Andes, dans la vallée du Rio Grande, les Pampas du Nord, etc. — Epiphragmophora Pollonerae, Paravicini. — Rio Apa (Colonie Risso). Je ne crois pas, et cette opinion est basée sur l’étude des individus typiques de l’Melîa Borellii et de l’ Helix Pollonera, que l’on puisse distinguer spécifiquement ces deux formes qui proviennent de la méme est gui localité. En effet, les modifications du test sur lesquelles se base l’auteur pour justifier leur séparation, sont légères et à peine suffisantes, à mon sens, pour constituer une bonne variété. Leur constance n'est nullement démontrée, puisque les individus recueillis sont en très-petit nombre. En conséquence, il y a lieu d’adopter pour l’espèce le nom de Po//0- nerce, comme étant le premier. En tout cas, elle est bien distincte par ses caractères, notamment par sa carène, de toutes les variétés de la trigrammephora, qui n’a pas été jusqu'ici, du moins à ma connaissance, trouvée dans le Paraguay. — Solaropsis heliaca, d’Orb. (1) — Rio Apa (Colonie Risso). Deux exemplaires, bien conformes au type (largeur 37 mm., hauteur 16 mm.) de la variété A. La variété B a été également recueillie dans la région du Paraguay, à Ascension, à San Pedro, dans le Paraguay central et près du Rio Apa. M. le Dr. Paravicini dit que les exemplaires recueillis ont la région ombilicale striée comme l’indique la figure de la planche 26 et non comme en fait mention la diagnose. En tout cas, les individus concordent ab- solument avec ceux qui ont servi de types à l’auteur de l’espèce. La coquille n’est point carénée à proprement parler, mais anguleuse seu- lement et fort déprimèe. Elle est assez peu connue dans les collections où se trouve souvent le So/aropsiîs Feisthameli, Hupé, du Brésil, sous le nom de S$. heZiaca. Avant d’étudier les mollusques provenant du voyage de M. le Dr. Bo- relli, jjavais rapportè à cette lhelzaca, me basant sur la figure de Reeve, une autre espèce provenant de la partie Sud-Quest de la province Bré- silienne de Matto-Grosso. Cette espèce mesure 33 mm. dans son plus grand diamètre sur 28 dans sa moindre largeur et 13 mm. de hauteur. Elle est plus haute, moins déprimée, quoique plus lenticulaire par suite du grand développement de l’angle médian et carénant du dernier tour; son ouverture est plus anguleuse à l’extérieur. Enfin la bande inter- - rompue de la partie médiane du dernier tour est placée, non sur la ca- rène, mais immédiatement au dessous, tandis que chez l’espèce de d’Orbigny elle se trouve sur l’angle méme. De plus, il existe une série de grosses taches un peu carrées, au lieu que chez l’Re/zaca elle est remplacée par une étroite bande interrompue, d’un aspect moniliforme. Je la désigne donc, à titre provisoire, sous le nom de S. Paravicînîi, Anc. Le S. heliaca est mentionné de la Bolivie et de la province de Corrientes. (1) J'ai prié M. Hugh Fulton, de Londres, de comparer cette coquille, ainsi que plusieurs autres, avec les types du voyage d’A. d’Orbigny existant dans 1a collection du British Museum et je suis heureux de le remercier des notes qu’il m’a fournies è leur sujet. — Solaropsis rosarium, Pfeiffer. Je n’ai pas vu cette espèce, que M. le Dr. Paravicini indique à San Pedro, dans le Paraguay central et à Corrientes. — Borus oblongus; Muller. Rio Apa, Paraguay central, Ascension, San Pedro, etc. C'est l’une des espèces les plus répandues dans l’Amérique du Sud, depuis l’île de la Trinité jusqu’à la partie méridionale de la République Argentine. Dans ce pays, la coquille acquiert souvent une grande épaisseur. Cette espèce n’a pas été trouvée à l’ouest de la chaîne des Andes et est surtout caractéristique de la région orientale et centrale. — Odontostomus striatus, Spix. Rio Apa (Colonie Risso). — Bulimulus Toralyis, d’Orbigny. Santa Rosa, province de Salta (République Argentine) tant pour le type que pour la var. B. (Mesembrinus ventricosus, Paravicini). — Bulimulus pecilus, d’Orbigny. San Pedro, Santa Rosa, Rio Apa. Cette espèce variable pour la co- loration, a été observée en Bolivie, dans le Nord de la République Ar- gentine, au Paraguay et dans la province brésilienne de Matto-Grosso, à Corumba. — Bulimulus sporadicus, d’Orbigny. Rio Apa. J'ignore si les exemplaires de cette localité sont tvpiques ou bien se rapportent à la variété bolivienne connue sous le nom de sudtropicalis, Doering. — Bulimulus papyraceus, Mawe. San Pedro. Cette espèce brésilienne ne parait pas commune dans la République Argentine où elle vit dans la région de Corrientes. Je ne mentionne pas ici le B/7772ulus Pazianus, d'Orb., qui, d’après M. Paravicini, a été recueilli par M. le Dr. Borelli à Salta, attendu que J'ai examiné les individus qui m’ont parus identiques au Bu/. ToraWyi catalogué plus haut. Le véritable Pazizanus a une coloration semblable, ce qui doit avoir occasioné en ce cas une erreur de determination, — Bulimulus apodemetes, d’Orbigny. Province de Salta. Cette espèce variable pour la forme, vit en Bolivie (d’Orbigny) et dans le Nord et le Centre de la République Argentine (d’Orbigny, Doering, Borelli), jusque dans la province de Cordoba. Elle se rencontre sur les arbrisseaux (1). (1) Jai examiné avec attention les deux individus de Tucuman rapportès avec doute au B. crepundia, d‘Orb., et qui sont jeunes. Ils appartiennent a la — Bulimulus Tupacii, d’Orbigny. — Tucuman. Cette espèce Bolivienne n’avait pas été indiquée comme existant dans la République Argentine. Sa surface est très variable d’aspect, par suite du plus ou moins de développement des stries rugueuses qui parfois tendent à devenir granuleuses. Elle appartient au groupe des 8. /#hazm- noîcus, d’Orb., revincius, Hupé, jaspideus, Morelet, caractéristique de la Cordillière du Pérou et de la Bolivie occidentale (province de la Paz). — Subulina bacterionides, d’Orb. — San Pedro. C'est sous le nom de Bwu/7mus camba que cette espèce a été inscrite dans la liste de M. le Dr. Paravicini. Je ne puis comprendre d’où pro- vient une semblable erreur de détermination. La spire, chez les deux individus que j'ai eus en communication, est moins cylindrique et plus atténuée que ne semble l’indiquer la description originale, mais ces sujets concordent parfaitement bien avec les types, ainsi qu'il résulte d’une comparaison faite au British Museum par les soins de M. H. Fulton. Le plus grand a 8 tours convexes mais non renflés, simplement striés, un sommet obtus et mesure 12 mm. de hauteur sur 4 mm. de diamètre. L’ouverture a 8 ?/|} mm. de longueur. — Homalonyx unguis, Fèr. — San Pedro, Chaco, Rio Apa. Je n’ai pas vu les exemplaires ainsi déterminés, et qui pourraient peut-étre bien se rapporter à la conveza, v. Mart., récoltée à Tala (province de Salta), au cour du deuxième voyage de M. le Dr. Borelli. La Gayana, d'Orb., espèce du méme groupe, appartient à la faune de l’île de Juan Fernandez, où toutes les formes sont spéciales. Il est donc peu probable qu’elle se rencontre aussi au centre du continent Sud- Américain, bien que M. le Dr. Paravicini ait observé une grande res- semblance entre cette dernière coquille et les individus qu’il a eus entre les mains. — Vaginulus soleiformis, d’Orb. (= so/ea, d’Orb.). — Tucuman, Paraguay central, Corrientes, Buenos-Aires, etc. — Limax equinoxialis, d'’Orb. — San Pablo (province de Tucuman); Santa Rosa (province de Salta). — Physa rivalis, Maton. — Rio Apa. Une variété minor a été dé- couverte à Corrientes. — Planornis tenagophilus, d’Orbigny. — Colonie Risso, Ascension, Resistencia (Chaco). — Planorbis peregrinus, d’Orbigny. — Buenos-Aires. Je n’ai pas vu de sujets de cette provenance, mais je suppose qu’ils appartiennent bien au peregrinus, que je possède moi-méme du Rio de la Plata. Le Dr. Paravicini signale aussi l’espèce des localités sui- variété cornée et semitransparente du sporadicus trouvée ultérieuremert par le Dr. Borelli à Caiza (Chaco) et dont il est fait mention ci-après. vantes: Rio Apa, San Pedro, Chaco. Il ajoute que, de méme que chez toutes les espèces largement répandues, celle-ci varie grandement dans sa forme. Les individus typiques, dit-il, proviennent de Buenos-Aires; ceux de San Pedro et du Rio Apa ont la surface lisse, les autres pos- sèdent un test strié. En ce qui concerne ceux de San Pedro, je puis dire qu’ils se rap- portent, selon moi, non au peregrinus, mais au Pl. Bolivianus, Phil., qui paraît remplacer en Bolivie, dans le Paraguay et dans le Nord de la République Argentine, le P. peregrinus, des régions plus méridio- nales (Uruguay, Buenos-Aires, Patagonie). Chez le Bo/ivîanus, le sommet est toujours moins enfoncé que chez son congénère. — Planorbis Tancredii, Paravicini. — Ascension. Espèce voisine du Xermatoîdes, d’Orb., mais de taille plus faible et rappelant le P/. acîes, d’Europe. — Ampullaria scalaris, d’Orb. — San Pedro, Rio Apa, Paraguay central, Chaco. C'est à la variété A, c’est-à-dire à celle qui est carénée et dépourvue de fascies, que se rapportent les individus recueillis par M. le Dr. Bo- relli. Ils sont de plus petite taille que ceux qui ont servi de types à l’auteur de l’espèce. — Ampullaria insularum, d’Orb. Colonie Risso, Chaco, Ascension. Un des exemplaires mesure 70 mm. de diamètre et 80 mm. de bauteur. — Ampullaria australis, d'Orb. — Buenos-Aires. — Paludestrina Parchappii, d’Orb., juv.? — Paraguay centra). C’est plutòt à cette espèce qu’à la culminea, du lac Titicaca, que se réfère l’unique exemplaire recueilli et que j'ai eu en communication. Il possède cinq tours et non pas quatre, comme le dit M. Paravicini. D’ailleurs la détermination exacte de ces petites Pu/udestrina, surtout à l’état jeune, offre de grandes difficultés, — Helicina carinata, d’Orb. — Rio Apa. Je n’ai pu arriver à une certitude complète au sujet de l’identification de cette Hélicine, qui est encore bien peu connue. Les types de d’Or- bigny, à ce qu’il paraît, n’existent pas dans la collection de ce voyageur, qui a été acquise par le British Museum. L’auteur leur assigne un dia- méètre de 10 mm. et une hauteur de 7 mm. Les deux sujets recueillis, different entre eux léoèrement pour la taille, se rapprochent sensiblement de la varzabdilîis, Wagner, du Brésil, mais chez eux les striations spirales sont plus accentuées. La carène est bien marquée, mais n’est point tranchante, la partie supérieure est conoide et le contour de la spire est assez convexe; enfin la couleur, si l’on peut toutefois en juger d’après l’état de conservation fort défecteux des exemplaires, doit étre d’un brun uniforme, Diamétre 9 ‘|, hauteur 6 mm. D’après Pfeiffer, l’espèce mesurait '7‘/, mm. sur 6 ?/|} mm. de dia- métre, et 45), de hauteur. — Leila Castelnaudi, Hupé. — Fleuve Paraguay. Il doit y avoir erreur dans l’énoncé des dimensions indiquées par M. Paravini (long. 16 mm., haut. 15 mm.), attendu que la L. Cas/elnaudi est une grande espèce qui atteint une taille considérable. — Castalia inflata, d'’Orb. — Grands exemplaires du fleuve Paraguay, intermédiaires, dit M. Paravicini, entre les C. in/lata et C. quadrilatera, qui ne saurait en étre considérée que comme une variété. Le nom générique qu’il convienerait d’employer pour ce groupe est celui de Telraplodon, Spix. — Corbicula Paranesis, Desh. — Rio Apa. 2° — Mollusques du second voyage de Mr. le Dr. Borelli. Happia chalicophila, D'Orb., var. Testa orbiculata, depressa, tenuis, nitida, aperte lateque umbilicata, umbilicus tertio diametri tamen minor, albida, levissime virens, dia- phana; intra suturam praesertim lineis obsoletis radiantibus incrementi sat confertim impressiuscula. Spira subconvexa, vix elevata, obtusa. An- fractus 5 lente et regulariter crescentes, convexi, sutura impressa. Ul. timus subcylindricus, rotundatus, vix depressus. Apertura obliqua, lunato-rotundata. Peristoma simplex, rectum, tenue, marginibus distan- tibus. San Lorenzo, province de Jujuy, République Argentine. Diam. 9, haut 4 mill. L’unique individu a été comparé, au British Museum, avec les sept individus collés sur un carton de la collection A. D’Orbigny. Il n’existe pas de différence essentielle permettant de séparer spécifiquement la coquille de San Lorenzo de la Chalicophita, quoique celle-là soit un peu plus aplatie que cette dernière. Cependant, vu l’extrème difficulté qu'il y a d’arriver à une solution satisfaisante pour la détermination exacte des Hyalinia et de toutes les coquilles plus ou moins zonitiformes, méme en présence de figures, il m’a semblé utile de donner, comme pour la suivante, une diagnose étendue, basée sur les sujets recueillis par M. le Dr. Borelli. Happia trochilioneides, D’Orb., var. Testa parva, orbiculata, depressa, tenuis, albido-hyalina, subnitens, late aperteque umbilicata (umbilicus saltem tertium diametri latitudine adaequans), lineis confertis incrementi obsoletis vix notata. Spira con- vexa, parum elevata, obtusa. Anfractus 5 convexi, lente crescentes, su- tura impressa, ultimus subcylindricus, inferne convexus. Apertura di- e de stincte obliqua, subsinuata, margine supero antice leviter procedente, lunato-rotundata, parum emarginata, margine supero in peradultis tan- tisper declivi. Peristoma simplex, acutum, basi intus crassiusculum, marginibus remotis. Diam. max. 45|,, min. 4/[,, alt. 2 mill. Tala, province de Salta, République Argentine. D’Après M. Fulton, de Londres, qui a comparé la coquille de Salta avec les exemplaires de Bolivie ayant servi de types à A. D’Orbigny, et qui font actuellement partie de la collection du British Museum, les individus recueillis par M. le Dr. Borelli dans la République Argentine ne s’en distingueraient que par leur ombilic un'peu plus large. Cependant, pour les motifs exposès à propos de l’espèce précédente, j'ai cru utile de donner une nouvelle diagnose latine de la ZH. frochiltoneides, basée sur les sujets qui m’ont été adressés en communication. Guppya semen-limni Moricand. Je rapporte à cette espèce, qui a été constatée sur plusieurs points fort distants de l’Amérique du Sud, un exemplaire unique, provenant de Tala (Province de Salta). Epiphragmophora Saltana, Anc., nov. sp. Testa globoso-depressa, solida, vel solidiuscula, subnitens; parum dia- phana, umbilicata (umbilicus sat parvus, columellari margine ex parte plus minusve obtectus), brunneo-flavicans, fascia unica fusca supra pe- ripheriam cincta, minute quasi malleatus et costis distantibus validis parum regularibus et pallidioribus, inferne evanidis insigniter sculpta. Spira convexa, parum elevata, obtusa, apice laevi. Anfractus 44‘|,, con- vexi, sutura impressa, anguste fusco marginata, ultimus amplus, rotun- dato-subdepressus, antice longiuscule deflexus. Apertura transverse oblonga, parum lunata, obliqua, marginibus convergentibus, callo tenui junctis, supero arcuato, extero rotundato, basali subrectilineari, haud tuberculifero. Peristoma incrassatum, candidum, reflexum, supra umbi- licum magis expansum. a) Diam. maj. 32, min. 25 ‘[,, alt. 17 ‘|, mill. — è®/ Diam. maj. 29, min. 25, alt. 16‘, mill. Tala, province de Salta (République Argentine). Malgré la variabilité attribuèe à son Helix Estella par A. D'Orbigny, il ne m’est possible de faire rentrer la coquille dont je viens de donner la description dans aucune des formes de cette espèce. Semblable pour le système de coloration, elle se distingue nettement de l’EstezZa par son test solide et surtout par sa surface munie de fortes còtes distantes, plus ou moins régulières, s’effacant en dessous, et d’une teinte plus claire que le fond de la coquille. Ar Epiphragmophora eryptomphala, Anc., n. sp. Testa orbiculato-convexa, solida, nitens, imperforata (umbilicus vel omnino vel fere omnino tectus), albida, periostraco tenuissimo pallide virenti induta, fasciis tribus subaequidistantibus nigro fuscis sicut ac in E. trigrammephora D'Orb., dispositis, angustisque decorata, scilicet una supera in anfractibus sunerioribus continuata, una supra medium ultimi et tertia tandem infra peripheriam; oculo nudo laevis sed sub lente minute obsoleteque spiraliter impresso-malleata. Spira depresso- conoidea, apice laevi, concolore. Anfractus 5 convexi, regulariter et sat lente crescentes, sutura impressa et nigro anguste marginata discreti, ultimus antice paulatim deflexus, depressus, haud carinatus. Apertura obliqua, fasciis intus transmeantibus, transverse oblonga, sublunata, mar- ginibus haud conniventibus, supero arcuato, basali subdeclivi, edentato. Peristoma crassum, album, late reflexum, supra regionem umbilici eversum. a) Diam. maj. 29!|,, min. 24, alt. 15 mill. — %/ Diam. maj. 31, min. 25, alt. J4 Tak San Lorenzo, province de Jujuy, République Argentine. Cette forme, à ombilic entiérement recouvert, est évidemment dé- rivée de la 4rigrammephora, et possède avec elle les mémes rapports que la c/ausomphatos, des Andes du Pérou, avec la c/aromphalos du méme pays. Epiphragmophora trigrammephora, D'Orb. Cette espèce paraît, d’apréès les nombreux spécimens que j'ai eus entre les mains, la plus abondarite et la plus répandue des formes hélicoides de la région explorée par M. le Dr. Borelli. A en juger par la série que j'ai étudiée, la zone médiane est toujours présente, mais il n’en est pas de méme des deux autres qui parfois sont peu visibles et, plus rarement, disparaissent tout à fait. Voici, pour le surplus, en tenant compte des localités où l’espèce a été recueillie, les observations que j'ai faites : 1° Mission de San Francisco, sur le haut Pilcomayo. — Les exem- plaires de cette provenance sont en général déprimés; le péristome offre une tendance à-devenir largement tuberculeux à la base; la co- loration est d’un blanc corné-pàle, Les trois bandes sont égales et très- nettes. Je donne ci-après les dimensions de deux individus : a) Plus grand diamétre 26 ‘|, , plus petit diam. 22; haut 14 mill. Db) » 3041} » Rbl;iie» | 16% madllo De la méme localitè proviennent aussi deux formes assez remarqua- bles; l’une, que je nommerai monozona, ne présente pas trace des fascies supérieure et inférieure; son péristome est pourvu à la base de cet épaississement tuberculiforme; dont j’ai parlé plus haut; la coquille a cinq tours de spire et a 30 mill, de diamètre sur 24 et 14 mill. de 228 11 — hauteur; la seconde forme (f. dizona), plus petite que la précélente, mesure en largeur 27 sur 22 mm. et 13 ‘l, mm. en hauteur. Elle n’a que deux bandes, la médiane et l’inférieure, cette dernière moins marquée que la précédente. 2° Tala, province de Salta (République Argentine). Un seul individu avant 29 ‘|, mm. sur 23‘ mm. de diamètre et 14 mm. de hauteur. Coloration blanchatre; trois bandes bien visibiles et égales. Ombilic assez large. Forme générale déprimée. Péristome non tuberculeux, à bords assez convergents. 3° San Lorenzo, province de Jujuy (République Argentine). Exemplaires nombreux et bien caractérisés. Voici quelques mensu- rations indiquant les variations de taille observées: a) Plus grand diam. 22, plus petit diam. 18; haut 12 ‘|<, mm. D) » 26, » le! 14 » Cc) » 294, » chat 15%, » Parmi les sujets typiques de cette localité, j'ai trouvé plusieurs in- dividus représentant une forme differente (f. obso/escens), chez lesquels la zone médiane seule est bien marquée, les deux autres étant beaucoup plus pàles, d’une teinte roussàtre et peu visibles. Deux exemplaires présentent les dimensions suivantes : a) Plus grand diam. 25 ‘|, , plus petit diam. 20 ‘[|,; haut 14 mm. Db) » SI, » 22; ». la-»> 4° Caiza, Chaco de Bolivie. De cette localité proviennent les exemplaires qui sont peut-étre les | plus beaux et les mieux développés. Il ont une teinte jaune-verdatre, le péristome n’offre à sa base aucun épaississement tuberculiforme, mais est uniformément blanc et calleux. Les trois bandes existent et sont égales chez tous les exemplaires qui sont généralement de grande taille, comme l’indiquent les mensurations suivantes : a) Plus grand diam. 27, plus petit diam. 22; haut 15 mm. db) » 30, » 24; » 16 mm. c) » 3L; » #3; ® 16.5] ma: En somme, chez la &rigrammephora, qui a son analogue dans la Campylaea trizona, Ziegler, du Banat, les bandes, quand elles existent, sont toujours étroites et placées également; d’ailleurs, comme on l’a vu, elles ne disparaissent que rarement et celle du milieu persiste chez tous les individus qu’il m’a été donné d’examiner. La forme générale est plus ou moins déprimée et la couleur varie du blanc grisàtre ou lactescent au jaune tirant sur le vert. Cette espèce est caractéristique de la région méridionale de la Bolidi et du Nord de la République Argentine. Il n°y aurait rien d’étonnant à ce qu'elle fùt rencontrée ultérieurement sur le territorie du Paraguay et peut-étre méme dans la province Brésilienne de Matto-Grosso, où s’éten- dentplusieurs des espèces que l’on a cru longtemps spéciales à la Bolivie. =bpa L’epiphragme, comme chez la Sa/tana, est blanc, épais et résistant particularité qui semble avoir surtout frappé Doering, le créateur du groupe des Epiphragmophora. Borus oblongus, Mill. Le type a été rapporté de la Mission de San Francisco sur le haut Pilcomayo. Une variété 727n0r (haut. 75-80 mm., larg. 45 mm.) dont deux exemplaires seulement se tronvaient dans la collection, provient de San Lorenzo, province de Jujuy. Le test, chez ces exemplaires, n'a pas l’épaisseur remarquable de certains exemplaires rencontrés surtout dans la vallée du Rio de la Plata et de l’Uraguay, chez lesquels le péristome en particulier est ex- traordinairement développé. Jen possède de la privince d’Entrerios (L. De Vries) et de l’Uraguay. Bulimulus abyssorum, D’Orb. Cette espèce, primitivement découverte en Bolivie {province de La- guna), a été retrouvée par M. le D.r Borelli, à San Lorenzo, province de Jujuy (Rép. Argentine). Un des deux individus recueillis est bien adulte; le fond de la coquille est blanchatre et orné de dessins d’un bleu cendré tirant sur le brun; l’autre, jeune est d’une teinte plus pàle et les dessins ou maculations sont d’un brun clair. Il ne serait pas impossible, quand on aura pu réunir un grand nombre d’exemplaires des Bu?. abyssorum, hygroRylaeus et marmarinus, que l’on trouve des passages entre ces trois espèces actuellement regardées comme distinctes. En l’état actuel, le Bu/. Abyssorum est caractérisé par la hauteur de son dernier tour et la grandeur de son ouverture. L’exemplaire adulte de San Lorenzo possèda 7 tours peu convexes; il mesure 47 mm. de hauteur et 21 mm. de largeur; la hauteur de son ouverture est de 25 mm. Bulimulus peecilus, D’Orb. Cette jolie espèce est variable pour la coloration, mais sous ce rapport, les individus, presque tous jeunes, rapportés par M. le D.r Borelli de divers points de la Bolivie et de la République Argentine, sont assez uniformes. Au surplus, je vais indiquer les modifications que j'ai con- statées à ce point de vue, chez les sujets des différentes provenances: ]° Tala, province de Salta. — Jeunes individus de teinte blanche sur laquelle se détachent, au dernier tour, sept fascies noires assez larges et interrompues. 2° Mission de San Francisco, sur le haut Pilcomayo. — Fond de la coquille d'un blanc varié de jaune. Six bandes interrompues, parfois sept par suite de la présence, au dessous de la suture, d’une fascie supplémentaire. L= 3° Caiza, Chaco de Bolivie. — Méme teinte générale. Sept bandes interrompues, à l’exception de la fascie infrasuturale qui est entière. 4° San Lorenzo, province de Jujuy. — Un seul individu, semblable à ceux de Tala, et comme eux non adulte. Dans la République Argentine, cette belle espèce a donc été rencon- trée dans les provinces de Salta et de Jujuy. La variété major de d’Or- bigny a été trouvée sur les cactus (Opuntia), dans la sierra de Cata- marca, par les D"* Brackebusch et Hieronymus (Doering, Apuntes sobre la fauna de la Rep. Argentina, 1879, p. 77). Bulimulus Borellif, Anc., nov. sp. Testa elongata, pyramidalis, solidula, opaca, perforata, subnitida, pal- lide luteo-albida, strigis fuscis numerosis integris plus minusve angustis irregulariter picta et fere rectis, interpositis pallidioribus brunneis. Spira producta, turrita, conoideo-attenuata, apice minuto, sat acuto. Anfractus 9-9 '[,, subconvexi, sutura lineari parum profunda discreti, primi pallide cornei, concolores, planiusculi, sequentes obsolete stria- tuli; ultimus oblongus, basi attenuatus. Apertura oblonga, superne angu- lata, haud ampliata, lineis transmeantibus, parum obliqua. Peristoma simplex, acutum, ad perforationem sat longe et latiuscule revolutum, umbilicum supra tegens. Callum parietale nullum. a) Long. 34, lat. 11, alt. apert. 11 mill. — d/ Long. 31, lat. 11, alt. apert. 10 mill. — e/ Long. 31, lat. 9, alt. apert, 9 mill. — d/ Long. 32, lat. 10‘, alt. apert. 11‘[, mill. Mission de San Francisco, sur le haut-Pilcomayo en Bolivie. J'ai choisi, comme types de l’espèce que je viens de décrire les exem- plaires de la Mission de San Francisco, qui sont bien développés et des ‘ mieux caractérisés, mais elle a été également découverte à Caiza, dans le Gran Chaco, également sur le territoire de la Bolivie, et à San Lo- renzo, dans la province Argentine de Jujuy. Les quelques exemplaires de cette dernière localité sont de taille plus faible, n’étant peut-étre pas arrivés à un état complet de développement, mais appartiennent indu- bitablement à la méme forme. Parmi celles de la méme région qui me sont connues, je ne vois guère que le Bul. Torallyi, d’Orb., qui puisse étre assimilè au Bu. Borelli. Chez ce dernier, la spire est généralement très-allongée; elle l’est gé- néralement d’avantage que chez son congénère; pourtant, il existe, au milieu des variétés du B. Torallyi, faisant partie de la série rapportée par A. D’Orbigny et actuellement en la possession du British Museum une coquille à spire presque aussi allongée que celle des sujets normaux du Bu!. Borelli, mais qui en diffère d’ailleurs par ses autres caractères. Le Bu. Borelliî, auquel j’attribue le nom du voyageur qui l'a dé- couvert, est une coquille d’un blanc jaunàtre ou d’une teinte ochracée, 108 irréguliérement ornée de rayures brunes plus ou moins larges et sui- vant la méme direction que les stries d’accroissement, entre lesquelles s'en trouvent d'autres plus étroites et d'une teinte beaucoup plus claire. La spire très-allongée, à sommet exigu, s’atténue graduellement jusqu'à son extrémité et a un contour subrectiligne ou légèrement convexe. Les tours, au nombre de 9 a 9 ‘|, sont un peu convexes et séparés par une suture simple. Le dernier, oblong, relativement petit, est atténué à la base. L’ouverture est oblongue, anguleuse à l’insertion supérieure du bord droit et laisse apercevoir en transparence les raies foncées de la surface externe. Le pésistome est simple, mais évasé à la partie colu- mellaire qui est longue, et recouvre partiellement par son expansion assez développée une perforation allongée. Les tours embryonaires sont densément et trés-finement ponctués. Le test est plus mat et moins brillant que chez les sujets du B. To- rallyi que je possède et la teinte du fond est plus jaune. La perforation, plus ouverte chez le Borelli est réduite à une simple fente presque tout à fait recouverte chez le Tora/lyi. Le B. Borellii offre aussì des analogies incontestables avec certaines espèces du Pérou comme le radiatus, Morelet, le cereicola, Morelet, etc. sans pouvoir étre réuni à aucune d'elles. Il paraît abondant dans les localités mentionnées, à un juger par le nombre des individus rap- portés par M. le Dr Borelli, et présente des variations assez remarqua- bles sous le rapport de la longueur de la spire, rarement plus courte, mais souvent extrémement allongée, et le nombre des tours oscillant entre 9 et 9‘,. Bulimulus apodemetes, D’Orb. Tala, province de Salta, République Argentine, plusieurs exemplaires, dont quelques-uns seulement adultes; San Lorenzo, province de Jujuy; Caiza, Chaco de Bolivie, quelques exemplaire adultes et jeunes. Cette espèce représente, dans l’Amérique du Sud, le B. deatbatus, Say, du Sud des Etats-Unis. Certains sujets jeunes et ventrus, à dessins bien marqués, sont très-analogues à des individus, également jeunes, du dealbalus, provenant du Texas. La forme de cette espèce est quelquefois très-écourtée, par suite de la brièéveté de la spire; parfois elle est représentée par des individus d'un aspect oblong; d'autres exemplaires ont le dernier tour renflé et la spire conoide et relativement assez développée. L'ornementation consiste en des maculations et des flammules irré- gulières et d’un brun-corné pellucide, mais il arrive que ces dessins disparaissent presque entièrement, l’espèce devenant alors d’un blane sale avec quelques rares maculations petites et peu apparentes. D'après les citations des auteurs, cette coquille est répandue non ER seulement en Bolivie, mais encore dans la majeure partie des provinces septentrionales et centrales de la République Argentine. M. le Dr. Ad. Doering (Apuntes sobre la fauna de la Republica Argentina, IV, 1879, p. 68-69), la signale en effet des provinces de Santa Fé, d'Entrerios, de Cordobà, de San Luis, de Catamarca et de Tucuman. Eulimulus sporadicus, D'Orb. C'est à la forme considérée comme le type de l’espèce par Doering (loc. suprà cit., p. 73), qui reproduit la diagnose qu’en a donnée Hidalgo (Mal. del Viaje al Pacifico, p. 120), qu’il convient de rapporter les exemplaires d’une couleur cornée pale et sans aucune trace de lignes blanches ou roussatres, recueillis par M. le Dr Borelli, à Caiza, dans le Chaco de Bolivie. Ces exemplaires, semblables à quelques-uns de ceux qui existent dans la collection d’Orbigny, sous le nom de Bu. spora- dicus var. B, n’en différent que par la présence de très-fines lignes spirales, vraisemblablement superficielles et fort nombreuses qui ornent la surface de l’épiderme. Ce caractère n'est visible qu'à l’aide de la loupe et disparaît probablement chez les individus qui ne sont pas dans un état de fraîcheur satisfaisant. La méme remarque s’applique aux Bulimulus Pollonerae et au Bul. trichodes, dont il sera question plus loin. Hidalgo assigne comme dimensions au sporadicus typique, tel qu'il le comprend. une hauteur de 27 à 30 mm. sur une largeur de 12 à 14, et lui attribuc 7-8 tours de spire. Les sujets de Caiza ont 8 à 9 tours et atteignent 32 mill. de longueur sur 12 mill. de largeur, la hauteur de l’ouverture est de 13 mill. Les premiers tours ont parfois une teinte légèrement roussàtre. On voit donc, par ce qui vient d’étre dit, que le sporadicus affecte parfois une forme sensiblement plus allongée que les exemplaires sur lesquels Hidalgo a basé sa diagnose. Bulimulus heloicus, D’Orb.. var. C'est au B. Reloîcus que je rapporte une coquille unique, mais fraiche et bien adulte, trouvée à San Loranzo, dans la province de Jujuy. Elle en diffère cependant par un aspect un peu plus cylindrique, une épais- seur un peu plus grande et la présence, sur un fond corné et semi- transparent, de quelques linéoles brunes et étroites dans la direction des stries d’accroissement. A cet égard, l’exemplaire de San Lorenzo se rapproche de quelques sujets dn sporadicus (1), espèce éminemment (1) Javais d’abord pensé que la coquille dont il s’agit devait étre le B Spo- radicus, var. subtropicalis (D’Orb., Voy. p. 272, pl. 32, fig. 12-15. Pfr. Mon. Helic. II, n° 549, p. 201. Docring, Apuntes sobre la fauna de la Rep. Argentina IV, pag. 74), qui a cette coloration, mais les termes de « Testa angustior, Zi ac variable d’après les auteurs, mais qui renferme, je crois, plusieurs formes méritant d’étre distinguées lorsqu'on aura pu réunir, de nom- breuses localités bien authentiques, des spécimens en bon état de con- servation. Malheureusement, les éléments manquent encore pour une étude approfondie de cette nature. En l’état actuel de la science, je crois qu'il est prudent de considérer ces formes, aussi bien que le 8. Rheloicus, comme des variétés locales et plus ou moins tranchées du 2. sporadicus, dans l’ignorance où nous sommes des rapports qui les re- lient au type. Bulimulus montivagus, D’Orb., var. Chacoensis, Anc. Testa imperforata, elongata, subtenuis, nitidiuscula, oblonga, apice acuta, griseola, ad summnm saturatior, rufo-brunnea, coeterum strigis angustis fuscis integris passim variegata, interpositis exilioribus griseis minus conspicuis, striis incrementi haud valde impressis sed in medio praesertim perspicuis leviter sculpta. Spira producta, oblongo-turrita. Anfractus 8-9, lente crescentes, convexi, sutura impressa, ultimus sub- cylindraceo oblongus, basi attenuatus. Apertura subobliqua, sinuato- oblonga, supra angulata, ad dextram et praecipue ad basim effusa et expansa. Columella contorta, basi ad sînistram plerumque recedens, paululum incrassata. Peristoma acutum, marginibus remotis, callo nullo junctis. a) Long. 22, lat. 7/[,, long. apert. 84], mill. — %/ Long. 22, lat. 8, long. apert. 8 ‘|, mill. — c/ Long. 18, lat. 74, long. apert. 7 !|, mill. Caiza, Gran Chaco (Bolivie). D’après un examen attentif qu'a bien voulu faire M. Hugh Fulton, des exemplaires originaux du Bu. montivagus, la forme que je viens de décrire en différerait notamment par l’absence de perforation, tandis que le type est réellement perforé (« aperte perforata >», comme le dit L. Pfeiffer dans sa diagnose — Mon. Helic. viv. II, p. 1)}2). En outre la torsion de la columelle est un caractère fort apparent chez les exem- plaires (au nombre de plus d’une demie douzaine) qui ont été recueillis dans la partie Bolivienne du Gran Chaco. Quoi qu’il en soit, il ne me semble pas, malgré quelques différences, qu'il soit utile de distinguer autrement cette forme du véritable z20n/ivagus. Par la taille, elle se rapprocherait de la var. f major de cette espèce (Pfeiffer, Zoc. supra cit.) dont les dimensions se rapprochent sensiblement de celles du plus grand échantillon de Caiza. Il faut, d’ailleurs, observer que la diagnose première donnée par D’Or- fusca vel albida, strigis fusco corneis variegata », ne s’appliquent qu’en partie à l’exmplaire de Jujuy qui a 28 mill. de longueur sur 13 ‘|, de diamétre et dont l’ouverture a 12 mill. de hauteur. La spire a sept tours et demi. E MT bigny dans son Synopsis, diffère quelque peu de celle de Pfeiffer, car il indique le montivagus comme imperforé. D’après lui, la columelle serait droite et épaissie, au lieu que dans la variété Chacoensis elle est également plus ou moins épaissie, mais tordue et parfois méme fortement contournée en forme de cornet. Le véritable monlivagus possède 9 tours; il est d’une teinte blanchatre avec quelques lignes blanches longitudinales; le sommet est teinté de brun et obtus; enfin il n°a que 16 mill. de longueur sur une largeur de 7 mill. Ces dimen- sions sont peu différentes de delles qu’a fournies L. Pfeiffer. Les tours apicaux de la variété Chacoensis sont finement costulés dans le sens de la longueur; de plus sur les tours suivants on remarque des traces de fines lignes spirales qui semblent tenir A la nature de l’épiderme et qui s'effacent d’ailleurs bientòt sur le reste de la coquille. Cette particularité ne doit d’ailleurs exister que chez les individus frais. Bulimulus Polloner, Anc., nov. sp. Testa pyramidalis, fere imperforata, saturate rufo-brunnea et passim nonnullis strigis angustis subobliquis magis obscuris decorata, subtenuis, sericeo-nitens, vix nitida, epidermide tenui, lineis elevatis membrana- ceis in ultimo anfractu evanescentibus et exilibus sub lente ornato in- duta. Spira conoideo-attenuata, apice acuta. Anfractus 7/, lente ac- crescentes, convexi, sutura impressa; ultimus latior, rotundatus, subo- blongus. Apertura distincete obliqua, superne angulata, subovalis, inferne sub effusa. Columella vix superne contortula; peristoma simplex, acutum, haud nisi ad columellam effusum supra rimam minntissimam reflexum. Long. 15 ‘/,; lat. 6‘/,; long. apert. 5 */, mm. San Lorenzo, province de Jujuy, République Argentine. Malgré les differences importantes qui existent entre ce Bulimulus et le montivagus, ce n’est pas sans hésitation que je me suis décidé à l’ériger en espèce distincte. En effet M. Fulton m’a fait connaître que deux individus nommés montivagus dans la collection du British Museum, paraissent se rapporter à cette forme. Après un examen attentif, il ne me semble pas possible de ne la considérer que comme une simple variété du montivagus. La coloration constamment d’un brun pourpré avec quel. ques lignes peu nombreuses et d’une teinte plus sombre, l’aspect soyeux de la coquille, la forme moins allongée et plus régulièrement conique de de la spire, celle du dernier tour constamment moins oblong, plus court et plus arrondi, enfin la persistance des fines lignes concentriques sur la surface épidermique de presque toute la coquille (le dernier tour exceptè), sont autant de caractères dont il y a lieu de tenir compte. De méme que chez le monzivagus, les tours embryonaires sont fine- ment costulés. L'’ouverture, moins oblongue qne celle du m0ntivagus, est légèrement oblique et offre une direction légèrement rétrocédente à = BR la base. Le péristome, en ce point, est quelque peu évasé. La columelle, un peu contournée, est épaissie et plus ou moins infléchie de droite à gauche. La perforation ombilicale est visible, mais fort petite. Les tours, à croissance lente, sont arrondis. A mon avis, et en présence de la constance des caractères sur lequels j'ai insisté, le Bu/. PozZlonerce est donc une espèce bien distincte, qu?il est impossible, dans l’état actuel de nos connaissances, de subordonner au montivagus à titre de variété comme je l’ai fait pour la coquille de Caiza. Je me fais un devoir, en méme temps qu’un véritable plaisir, de lui donner le nom du savant malacologiste italien à qui je suis re- devable de la communication des coquilles qui font l’objet de ce modeste travail. Bulimulus trichodes d’Orb. Deux exemplaires, un peu jeunes, de San Lorenzo, province de Jujuy (République Argentine); un exemplaire de Caiza, Chaco de Bolivie, un peu jeune et cependant d’assez grande taille (long. 17 mm., larg. 16 ‘/, mm., haut. de l’ouverture 6 ‘|, mm.), a 8 tours de spire; plusieurs in- dividus de la Mission de San Francisco, sur le haut Pilcomayo, sem- blables au précédent. Un d’entre eux, bien développé et tout à fait adulte, a la méme longueur que le type (20 mm.) sur une largenr beau- coup moindre (7 mm.). Il est, par conséquent, ainsi que tous ceux qui ont été recueillis, beauconp plus étroit que le typa décrit dont le dia- mètre, d’après d’Orbigny et Pfeiffer (Mon. Helic. II, p. 112) atteint 10 mm. Cependant, d’après M. Fulton, les exemplaires provenant de l’ex- ploration de M. le Dr. Borelli concordent bien avec le f#ricRodes. L'ou- verture de celui dont je viens de parler mesure 7 mm. de hauteur et le nombre de ses tours de spire est de 8 1]2. Cette espèce offre le développement le plus complet de la sculptnre legère et très particulière qui a été observée à propos du B. Pollone- re et dont le montivagus var. Chacoensis (1) présente quelques ve- stiges sur les premiers tours. Aussi est-ce dans le voisinage de ces derniers qu’il faut placer le BuZ. /richodes. Son sommet est également costulé; cette ornementation qui disparaît bientòt, fait place à une fine granu- lation, invisible sous l’épiderme grisàtre qui recouvre la coquille, ornée à l’état frais de nombreuses linéoles membraneuses concentriques portant des séries de petits poils courts. En cet état, l’aspect du test est plus ou moins grisàtre, mais dépouillé d’épiderme, il est d’un brun un peu gris varié par des dessins longitudinaux d’un blanc opagne disposés d'une facon peu régulière. La perforation est ouverte et bien visible; le péristome légèrement épaissi et quelque peu évasé à l’état bien adulte, (1) Une sculpture semblable existe chez certains Odontostomus de la Répu- blique Argentine (O. Aconjigastanus, Doer., reticulatus, Doer., ecc. est un tant soit peu sineux et se dilate insensiblement vers la columelle. L’importance de la sculpture des tours apicaux pour la classification des formes bulimoides de l’Amérique est aujourd‘hui démontrée; aussi, à propos de celles que je viens de citer ferai-je remarquer que les 2. Torallyi et Borellii, espèces analogues sous d’autres rapports, quoique parfaitement distinctes, présentent à peu près les mémes caractères du sommet plus lisse pourtant chez le Z'orazZyiî, chez lequel il semble seu- lement chagriné, les impressions microscopiques étant peu marquées. Chez le B. pacîlus, les tours embryonaires sont très-finement et très- nettement réticulés ou treillisés. Subulina bacterionides, d’Orb. Nombreux exemplaires, généralement de plus grande taille que le type et provenant de différentes localités où l’espèce semble abondante et remplace la S. octona des Antilles et des contrées de l’Amérique du Sud situées généralement plus au Nord. Elle a été constatée sur les points suivants: Mission de San Francisco, sur le haut Pilcomayo ; Caiza, Chaco de Bolivie; San Lorenzo, province de Jujuy, République Argentine. Les dimensions des individus examinés sont fréquemment supérieures à celles qui ont été données par l’auteur. Un exemplaire de Caiza, ayant sept tonrs de spire, a un longueur de 14 mm., sur un diamètre de 3 *|, mm. Tous ont une cogqnille cylindrique comme l’indique la diagnose; à cet égard ils s’en rapprochent davantage que ceux de San Pedro, dont j'ai fait mention dans la première partie de ce mémoire. Si la constance de la forme, chez ceux-ci, était réellement reconnue, il y aurait lieu de se demander s'il n'y a pas en définitive deux espèces, ou tout au moins deux variétés locales. Succinea cequinoxialis, d’Orb. (?). C'est avec infiniment de doute, en présence de l’état très-jeune des trois exemplaires recueillis, que je rapporte à cette espéce de petites coquilles trouvées à Tala (province de Salta) et à San Lorenzo (pro- vince de Jujuy}. Homalonyx convexa, von Mart. Cette espèce, primitivement découverte dans la partie Sud du Brésil, a été retrouvée à Tala, dans le Nord-Quest de la République Argentine (province de Salta). Je possède un sujet semblable, bien qu’un peu plus grand, rapporté par Doering à la convera et indiqué comme prove- nant de Rosario. Physa rivalis, Maton e Rackett. Tala, province de Salta. Planorbis tenagophilus, d’Orb. Cette espèce, qui appartient au groupe des Ze/zsoma, a été recueillie <= DÈ en abondance à Tala, province de Salta; elle a été également rencontrée à San Lorenzo, province de Jujuy. Elle est fort voisine du P. sericeus, Dunk. D’aprés Ed. von Martens (Sudbrasilian Moll., p. 210), le PZanorbdîs lenagophilus qui est caraciéristique de la règion arrosée par le Parana, le Paraguay et ses affluents, se trouve aussi dans la province brésilienne de Rio Grande do Sul, à Porto Alegre. Ainsi que le fait remarquer cet auteur, le /enagoprilus se distingue du Bahiensis par la plus grande hauteur de son dernier tour. Il y a aussi quelques différences dans la striation, le développement des carènes et l’accroisement des tours de spire. Planorbis bahiensis, Dunker. Tala, province de Salta; peu commun; San Lorenzo. Planorbis Bolivianus, Philippi. De nombreux individus provenant de San Lorenzo, province de Jujuy et de Caiza, Chaco de Bolivie. Aucun d’eux ne se rapporte au P. pere- grinus, d’Orb., qui est l’espèce des provinces méridionales. Planorbis Tancredii, Paravicini. C'est au P/. Tancredii, que d’après la description donnée par M. le Dr. Paravicini, je crois devoir référer différents petits Planorbes ayant un peu l’aspect général de l’aczes. L’auteur fait mention des rapports de son Tancredii avec le Kermaloîdes, d’Orb., espèce péruvienne d’une taille bien supérieure, mais qui offre avec lui des analogies incontestables. Le Tancredii possède une sculpture très-fine et très-nette qui paraît faire défaut chez le Kermatoides. San Lorenzo, province de Jujuy; Caiza, Chaco de Bolivie; Mission de San Francisco, sur le haut Pilcomayo. o Planorbis purus, von Mart. C'est avec le PZ. heloicus, d'Orb., parmi les espèces du Sud-Amérique, que l’on pourrait confondre cette petite coquille connue seulement jus- qu'ici du Sud du Brésil, à Rédesberg, sur le territoire de la colonie allemande de Rio Grande do Sul (R. Hensel), mais en tenant compte des observations du Dr. Ed. von Martens (loc. supr. cit., p. 190), on verra que le P7. Reloîcus ressemble un peu à notre P/. a/bus, tandis que le purus rappelle davantage le PZ. nilidus, qui appartient au genre Segmentina. En effet, la couleur, le brillant et méme la nature du test sont à peu près semblables chez les deux dernières formes. Le purus présente aussi une grande ressemblance avec le PZ. 2uci4us, de la Gua- deloupe, ressemblance qui n’a pas été signalée par E. von Martens. Cette espèce a été trouvée par M. le Dr. Borelli dans les mémes lo- calités que le Tancredii, à San Lorenzo, à Caiza et à San Francisco, RER) fge Ancylus uncinatus, Anc. Testa perfecte ovalis, depressa, attamen convexiuscula, parum elevata, fulvida, tenuis, valde inaequilatera, supra parum nitida, sublaevigata vel interdum striis nonnullis radiantibus obsoletis antice notata. Spira valde lateralis, postica, ad dextram recurva; apex minutus, prominens, acutus. Pagina interna fulva, concolor, nitida. Long. 5-54, lat. 3 4/,-4, alt. 1‘; - 1%, mm. Environs de Salta, République Argentine. Deux exemplaires seulement. Parmi les espèces de la méme région, je ne vois guère que l1’Ancylus concentricus, d'Orb., de l'Uruguay, qui peut étre comparé avec celle que je viens de décrire,-mais d’après la description de l’auteur, le con- centricus est beaucoup plus grand (de plus du double) et en différerait encore par d’autres caractères notamment par les particularités du som- met. D’ailleurs la comparaison attentive de la coquille dont il s'agit avec les individus typiques du concentricus, qu'a bien voulu opérer M. Hugh Fulton, a démontré qu'il s’agissait bien de deux espèces di- stinctes. Les stries rayonnantes sont apparentes chez le concentricus, tout au moins chez le type, car elles tendent parfois à s’effacer chez certains exemplaires, ainsi que l’a observé Doering (Moluscos de Pata- gonia, 1881, p. 71), qui a signalé le concentricus aux environs de l’em- bouchure du Rio Neuquen, dans la Pampasie du Rio Negro. Helicina sylvatica, d’Orb. Un exemplaire unique, semblable au type, et provenant de la Mission de San Francisco, sur le haut Pilcomayo, en Bolivie. Cette espèce peu connue est extrèmement voisine de la Brasiliana, qui est commune aux environs de Rio Janeiro. Il est méme difficile de la séparer de certains sujets de cette dernière dont l’angulosité columel- laire est peu marquée. Le genre Hezîcina est plus répandu dans cette partie de l’Amérique méridionale qn’on ne l’avait suppose. Il est probable que de nouvelles investigations mettront au jour des formes inédites appartenant à ce genre qui n’a pas été, à vrai dire, signalé sur le territoire de la Ré- publique Argentine, le Sud de la Bolivie étant jusqu’ici sa limite la plus méridionale à l'Est des Andes. Il n’est pas représenté non plus, à ma connaissance, à l’Ouest de cette chaîne, mais il est utile de rappeler qu’une espèce, dernier vestige peut-étre d'une faune polynésienne (Helicina mnestotica, Dall), vit aux îles Galapagos (1). (1) Cet archipel, dont la faune est indubitablement dérivée de celle de 1’ A- mérique du Sud, se relie cependant selon moi, par la présence de cette Héli- cine et de la Leptinaria Chathamensis, Dall (qui est une véritable Tornazellina voisine de la simplex, Garr.), è celle des Archipels polynésiens, a été l’objet de récentes explorations qui en ont révelé le réel caractère. 2a Ampullaria canaliculata, Lam. Deux exemplaires recueillis vivants, mais à l’état jeune, à Caiza, dans le Chaco Bolivien, doivent appartenir à cette espèce. Je suis informé, cependant, que sur les cartons de la collection d’Orbigny, il existe deux formes apparemment distinctes et qui sont réunies sous le nom collectif de canalicultata. L’une d’elles serait certainement identique à la co- quille de Caiza. Paludestrina Parchappii, d’Orb. 5 Plusieurs exemplaires, plus ou moins développés, de Tala, dans la province Argentine de Salta. De l’exposé que je viens de faire, il semble résulter que le Nord de la République Argentine et le Sud de la Bolivie ont une faune malaco- logique semblable et un certain nombre d’espèces communes, connues seulement jusqu'ici de la Bolivie. Le territoire de la République Argen- tine est certainement plus riche en mollusques terrestres qu'on ne l’a cru et une exploration minutieuse des Sierras de l’intérieur permettrait sans nul doute d’ajouter encore de nombreuses formes inconnues à celles qu’a énumérées M. A. Doering, dans ses travaux sur la malacologie de cette portion de l’Amérique du Sud. EXPLICATION DE LA PLANCHE Fig. 1-2 — Epiphragmophora Pollonere, Parav. Fig. 3 — Epiphragmophora Polloverae var. Borelli, Parav. Fig. 4-5 — Epiphragmophora cryptomphala, Anc. Fig. 6-7 — Epiphragmopkora saltana, Anc. Fig. 8-9 — Bulimulus Borellii, Anc. Fig. 10 — Bulimulus Pollonere, Anc. Fig. 11-12— Planorbis Tancredii, Parav. Fig. 13-14— Ancylus uncinatus, Anc. Les figures 1 & 9 représentent l’animal un peu plus petit que nature. FER 15 1098 x BOLLETTINO Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino N. 540 pubblicato il 16 Dicembre 1897 Vor. XII Dr. D. Rosa Osservazioni su due nuove Microchete. Del genere Microchaeta così interessante pel passaggio che forma fra j Geoscolicidi occidentali e gli orientali si conoscevano sinora 5 specie : M. Rappîi Bedd., M. Beddardi Benham, M. Benhami Rosa, M. papî!- “lata Benham e M. Belli Benham, tutte delle terre del Capo di Buona Speranza (della M. Benhami la loc. è ignota) (1). Descrivo qui due n. sp. di Microchaeta della Baia d’Algoa che mi fu- rono cortesemente comunicate dal Dr. E. von Marenzeller del K. k. Hof- museum di Vienna. Queste due specie sono interessanti sotto varii rapporti. Anzitutto le loro aperture & sono collocate all’intersegmento 14-15, in posizione cioè più anteriore di quello che si sia mai trovata in alcun geoscolicide, sebbene il complesso degli altri caratteri non segni alcun ravvicinamento ai lumbricidi. In secondo luogo, sebbene queste due specie siano straordinariamente affini fra loro, i sacchi ghiandolari annessi alle loro setole copulatrici sono diversi; nell'una (M. Marenzellerî) essi sono sul tipo di quelli trovati dal Benham nella M. papillata, nell'altra (M. algoensis) sono sul tipo di quelli della M. Benhami, però colla differenza di essere 4 o 5 per ogni chetoforo, fatto sinora unico in tutti i geoscolicidi. A proposito di queste pseudoprostate delle Microchete che si ritro- vano in altri generi (Kynotus, Pontoscolex ecc.) mi permetto di accen- nare al fatto, passato forse un po’ inosservato, che Frank Smith (2) ha descritto nell’americano Sparganophilus Eisenî 4 paia di « prostate » evidentemente omologhe a quelle e poste pure dietro alle aperture & (1) Vedi Beddard. A Monograph of the Oligocheta, Oxford 1895. (2) Bull. Illinois State Laboratory, vol. IV, Springfield, Ill. 1895. ai segmenti 23, 24, 25, 26, nuova prova che lo Sparganophilus è un vero Geoscolicide. i Microchaeta Marenzelleri, n. sp. Loc. Algoa Bay (2 esemplari molto rammolliti). Lunghezza 11-12 cm.; diametro massimo 5"", forma cilindrica, pigmentazione (in alcool) assente; segmenti circa 175. Prostomio brevissimo, i primi tre segmenti sono semplici, i sei se- guenti (4-9) biannulati, i successivi di nuovo semplici. Setole minute, strettamente geminate, presenti fin dal 2° segmento. Ctitetto a sella occupante i segmenti (12-21) = 10 con margini laterali evanescenti. Tubercula pubertatis formanti un rilievo longitudinale interrotto dai solchi intersegmentali che comincia al 15° segmento dove si fonde col margine posteriore delle papille maschili e va perdendosi sul 19° segm. Aperture &' all’intersegmento 14-15 in forma di larghe fessure con labbra rigonfie, che si fondono coll’estremità anteriore dei tubercula pubertatis, e come questi son collocate proprio contro (dal lato interno) alle setole dorsali. Aperture 9 in forma di due minuti pori al 14° segmento davanti alla setola ventrale esterna. Aperture delle spermateche quattro in tutto, collocate agli interseg- menti 12-13 e 13-14 sulla linea delle setole dorsali. Papille con setole copulatrici presenti in cinque paia, cioè quattro paia suì segmenti 11, 12, 13 e 14 e il quinto paio sul 20. Esse si pre- sentano come piccoli rilievi o bottoni tondeggianti portanti una breve incavazione trasversale; le setole copulatrici che ne escono sostitui- scono le ordinarie ventrali. In uno dei due esemplari queste setole (colle relative papille) conservano la stessa posizione delle setole ventrali nor- mali, nel secondo esemplare invece erano in parte spostate verso l’esterno e portate poco distante dalle dorsali dimodochè venivano a trovarsi su una linea corrispondente al margine interno dei tubercula pubertatis e ‘delle aperture maschili. Nefridîoporî presenti fin del 4° segmento sulla linea delle setole dor- sali. Porî dorsali mancano. CARATTERI INTERNI. I dissepimenti 4-5, "1-8 e 8-9 sono inspessiti, gli intermedii 5-6 e 6-7 sono sottili ed incompleti. Il ventriglio breve a bulbo depresso occupa il '7° segmento; le ghian- dole di Morren stante la cattiva conservazione mi sono sfuggite. Il vaso dorsale è doppio solo nei segmenti "7, 8 (e 9?); i vasi laterali monili- formi sì trovano nei segmenti 9, 10 e 11. FEB 18 1398 Brie I padiglioni dei vasi deferenti (e perciò anche i testes) si trovano in \ un solo paio nel 10° segmento chiusi in capsule seminali fuse sulla linea mediana. Vescicole seminali un sol paio. Ho verificato il decorso dei ‘vasi deferenti sino alle aperture maschili. ‘Le spermateche non sono in tutto che quattro cioè un paio per cia- scuno dei segmenti 13 e 14, aprentisi agli intersegmenti 12-13, 13-14 sulla linea delle setole dorsali. Sono piccoli sacchi tubulari riconosci- ‘bili dal loro aspetto madreperlaceo. A ciascuna delle pap?/le dei segmenti 11, 12,13,14 e 20 citate a proposito dei caratteri esterni corrisponde internamente un corpo ghiandolare più ‘largo delle papille stesse, di forma discoide con una profonda intaccatura dalla parte esterna nella quale si trovano le setole copulatrici. Queste sono lunghe quasi mezzo millimetro, leggermente sigmoidi; la metà esterna «della loro metà distale è ornata solo di piccole e numerose infossature irregolari che però non ne alterano il profilo. Microchaeta algoensis. Loc. Algoa Bay (3 esemplari molto rammolliti). Lunghezza 10 cm., diametro 4"”, aspetto della specie precedente, «segmenti 140. Prostomio, annulazione dei segmenti e QD sizione delle sefole come nella specie precedente. Clitelto a sella con limiti anteriori e posteriori ben definiti, occupante i segmenti (12-22) = 11. Tubercula pubertatis simili a quelli della specie precedente, formando una striscia ‘che comincia sul segmento 15 e va restringendosi all in- «dietro e perdendosi sui segmenti 19 o 20. Aperture d' nella stessa posizione che nella specie precedente cioè ‘all’intersegmento 14-15 all’estremità anteriore del tubercula pubertatis e simili di aspetto benchè un po’ meno rigonfie. Aperture € e aperture delle spermateche non viste. Papitlte coputatrici affatto differenti da quelle della M. Marenzelleri. Tali papille si trovano in sei paia, le due prime paia sui segmenti 11 +e 12, le quattro ultime sui segmenti 18, 19, 20 e 21. Sono cuscinetti rigonfi dei quali gli anteriori sono quadrati cogli angoli smussati e i po- steriori (diminuenti di larghezza dall’avanti all’indietro) piuttosto ovoidi trasversali, occupanti tutta la lunghezza del segmento per cui non sono separati che dai solchi intersegmentali. Essi non portano alcuna incava- zione, ma solo si vede al centro un minuto foro corrispondente alle setole -‘copulatrici che, del resto han la precisa posizione delle ventrali solite che esse sostituiscono. Nefridioporî come nella specie precedente. CARATTERI INTERNI. Dissepimenti 4-5, 7-8 e 8-9 inspessiti. Ventriglio nel 7° segmento 7 ghiandole di Morren (?) un paio di grandi corpi ovali allungati aderenti per la loro lunghezza ai lati dell'esofago ed occupanti tutta la lunghezza del segmento 9° e parte del 10°. Vaso dorsale doppio nei segmenti ‘7 (?). 8e 9; cuori moniliformi nei segmenti 9, 10, 11. Un sol paio di padiglioni nel 10° segmento chiusi in capsule seminali, un sol paio di vescicole seminali ancora piccolissime, nell’11°, Non viste le spermateche causa forse il non essere l’esemplare aperto completa- mente adulto. I corpi ghiandolari corrispondenti internamente alle intumescenze- dei segmenti 1], 12 e 18, 19, 20, 21 sono affatto differenti da quelli della M. Marenzetlleri. I cuscinetti che si vedono dall’esterno son for- mati solo da un maggior sviluppo ghiandolare dell'epidermide che non sporge all’interno; dal centro di essi sporge invece nell’interno un lungo- ehetoforo circondato da un gruppo di 3 o 4 sacchi ghiandolari claviformi di cui i maggiori giungono colla estremità libera ingrossata sino a metà. del segmento successivo mentre altri sono molto minori. Questi corpi ghiandolari sembrano sboccare nel canale stesso del chetoforo. Le setole copulatrici contenute in quei chetofori sono diritte salvo la base che è fortemente curva e sono lunghe oltre un millimetro (cioè più del doppio che nella M. Marenzelleri); disgraziatamente tutte quelle da me osser- vate avevano l'estremità distale rotta. In ciascun chetoforo ho sempre- trovato una sola setola. DI e TIOZO em eee e ee ee TTT A 1490 - Tip. Gerbone - Torino. Bo.rett. Mus. Zoor. Ayat. Comp. Torino N.r0 299. APEROPRISTIS PARONZE. Eliot. Calzolari e Ferrario - Milano e %. Ò x N i die b Lal Lal î i dre Bi My a’ messer sstoreezarasanene ESTE N. 305. Boll. Mus. Zool.Anat. Comp. Torino - N. 309 Lit Salussolia-Torino rca