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MEMORIE
DELLA
SOCIETÀ ENTOMOLOGICA
ITALIANA
MEMORIE
DELLA
SOCIETÀ ENTOMOLOGICA
ITALIANA
VOLUME I - 1922
GENOVA
Stabilimento Tipografico G. B. MARSANO — 1922 —
14*^172
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https://archive.org/details/bollettinodella541922soci
GUELFO CAVANNA
GUELFO CA VANNA
La Presidenza della Società entomologica italiana, nel- l’iniziare la pubblicazione delle Memorie che, in omaggio alla recente deliberazione, vengono ad aggiungersi al Bollettino^ crede doveroso tributare un modesto omaggio a Guelfo Ca- vanna che, per molti anni, fu attivissimo redattore delle pub- blicazioni sociali.
Guelfo Cavanna, nominato nel 1874, appena ventiquat- trenne, professore aggregato alla cattedra di Zoologia ed Ana- tomia comparata dei Vertebrati nel R. Istituto di Studi su- periori in Firenze, si ascrisse subito alla Società entomologica e dava bentosto prova della sua attività partecipando assidua- mente alle sedute e facendovi interessanti comunicazioni sugli studi da lui già compiuti, sicché nel maggio 1875 ne veniva nominato sostituto segretario e segretario effettivo nelTanno seguente. Egli tenne quell’ufficio sino al 1893, anno n cui si trasferì a Roma quale Ispettore superiore nelle scuole medie, per essere poi nominato Provveditore agli studi prima a Ma- cerata e poi a Lucca, ove restò sino al 1913 per ridursi poi a vita privata in Firenze, ove egli moriva il 18 dicembre 1920.
Guelfo Cavanna restò sino aU’ultimo giorno della sua retta e nobile vita un appassionato entomologo* ed un affe- zionato socio del nostro sodalizio, nel quale teneva ancora l’ufficio di Consigliere. Il periodo nel quale egli ebbe le fun- zioni di segretario, sotto la presidenza di quell’illustre e ge- niale naturalista che fu Adolfo Targioni Tozzetti, va annove- rato come il più brillante della nostra vita sociale, la quale pur troppo d’allora in poi andò sempre declinando. Ci augu- riamo che il porre questa nuova fase di pubblicazione sotto
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rauspicio del nome di Guelfo Cavanna segni Tinizio di un’era di rinnovata attività della società nostra.
Guelfo Cavanna fu zoologo nel vero senso della parola, dotato di ampia cultura nei varii rami delle scienze da lui coltivate, come attestano i libri di testo da lui dettati per le scuole secondarie, insuperabili ancora per chiarezza e preci- sione, nei quali egli teneva conto di ogni più recente osser- vazione e scoperta che avesse carattere di serietà, rifuggendo dalle teoriche sofìsticherie e mantenendosi scevro dagli errori madornali che si leggono in qualche scritto di zoologi più recenti. Ma se egli si poteva dire eclettico nella sua cultura, l’entomologia era pur sempre la scienza da lui prediletta ; con essa può dirsi aveva iniziato la sua carriera occupandosi di Aracnidi con varii scritti pubblicati nel nostro Bollettino nei 1876, e con quella quasi la finiva a quaranta anni di distanza, con una nota sugli Euscorpius inserita nel Monitore Zoologico del 1916, e fra i lavori manoscritti da lui lasciati incompiuti avvi anche una Monografia degli Scorpioni* italiani.
Pur trovandosi addetto a un istituto nel quale appari- scenti specie esotiche avrebbero potuto attrarre la sua atten- zione, egli preferì limitarsi allo studio della entomologia di casa nostra, che offre sempre abbondante messe da radunare e fu appassionato raccoglitore di artropodi nostrani, recandosi a ricercarne sui due più elevati monti della Calabria, il Vul- ture ed il Pollino, che potevano dirsi allora quasi inesplorati e le sue raccolte gli offrirono materiale per parecchie note da lui pubblicate nel Bollettino, talune in collaborazione con altri, sui Coleotteri, gli Emittori, i Formicidi e i Miriapodi di quella regione, come pure meritano di essere ricordate quelle sui ^Coleotteri, Emitteri ed Ortotteri di Lavajano, in provincia di Pisa. Descrisse anche, sempre nel nostro Bollet- tino, un nuovo genere di Scolopendridi di Sardegna e studiò il dimorfismo sessuale degli Aracnidi.
Molto apprezzate furono anche le sue ricerche sui Pic- nogonidi da lui eseguite, neU’inizio della sua carriera, nella Stazione Zoologica di Napoli, delia quale fu uno dei primi frequentatori.
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Per la indole della sua mente e per Tinfluenza che eser- citava su lui la continua dimestichezza con Adolfo Targioni. Tozzetti, fu anche portato ad occuparsi di questioni di ento- mologia applicata, diffondendo notizie sugli insetti nocivi alla vite e ad altre piante coltivate e promuovendo la costituzione del Consorzio antifillosserico toscano.
Fra i lavori inediti ed incompiuti che Guelfo Cavanna lasciò dietro di sè, oltre alla già ricordata monografia degli scorpioni, alcuni, che sono ricordati nel cenno biografico pub- blicato dal prof. Balducci negli Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, si riferiscono ad argomenti ento- mologipi, quali: La Cicala nei greci e nei latini, Le Api di Aristotile, I Lathrodecius ed il loro veleno, i quali servono ad attestare non solo la scienza entomologica, ma anche la vasta cultura classica posseduta da Lui.
Nel ricordare la memoria di Guelfo Cavanna e l’opera da Lui data alla nostra Società abbiamo creduto di compiere un sacro dovere, il quale ci impone anche Tobbligo di fare ogni sforzo perchè l’indirizzo che noi ci proponiamo di se- guire sia tale da meritare, se Egli fosse ancora in vita, la sua approvazione.
R. Gestro.
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Il CRAMBUS GRAPHELLUS Const. in Italia PEL CONTE Emilio Turati
(Tav. I)
Allorché nel 1919 trovai in un lotto di Microlepidotteri mandatimi da classificare dal Dottor Attilio Fiori un Crambus che io non avevo mai veduto prima, raccolto a Casinalbo, vicino a Modena, nella villa stessa della famiglia Fiori, non tardai a riconoscerlo pel Crambus graphellus Constant, la di cui figura a Tav. 9 Tomo IV (sesta serie) 1884 degli Annali della Società Entomologica di Francia concordava perfetta- mente con Tesemplare emiliano.
Avvisati tosto della mia scoperta tanto il Dottor Attilio Fiori, quanto il Signor Alessandro Costantini, il primo potè r anno seguente raccogliermi alcuni altri esemplari di quella specie, il secondo ne ritrovò subito nella collezione alcuni, che passavano sotto il nome di salinellus Tutt. e di contami- nellus Hb.
Grazie alla cortesia dei due egregi amici ho potuto così avere sott’occhio una^piccola serie interessantissima di questa rara specie, che non appare nemmeno nel catalogo commer- ciale (Lista 58), pur così repleto, della Casa Staudinger-Bang Haas ; specie nuova per V Italia, e che, secondo quanto gen- tilmente mi comunica l’ illustre specialista Abate Giuseppe De Joannis, si può ormai dire, in seguito alla mia scoperta italiana, « occupi verisimil mente tutta la regione mediterranea con prolungamento verso TAtlantico ».
Infatti il distinto lepidotterologo parigino mi autorizza a dichiarare, eh’ egli possiede in collezione la specie del Porto- gallo (Setubal); dell’Algeria (Philippeville, Sidi Fermah, M.te Babor); del Marocco (Casablanca), dove è molto abbondante
Memorie della Soc. Entom Ital. Voi. I
1-3. Crambus graphellus Const. cT cf 4-8. Crambus graphellus Const. 9 9 9-10. Crambus salinellus Tutt. d" cf 11-13. Crambus contaminellus Hb. cT cf
14. Crambus contaminellus Hb. ab. 9
15. Crambus contaminellus vernellus Costui, cf
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in ottobre ed assai variabile (i) ; di Siria (Akbes). Egli poi ha personalmente verificata la determinazione di esemplari raccolti sulle coste delTAtlantico alle Sabbie d’ Olonne (Van- dea) ed anche più entroterra, fino a Niort (Deux-Sèvres).
L’ egregio amico mio Comandante Daniel Lucas V ha preso ad Auzay (Vandea).
E sempre V epoca di apparizione della specie è agosto- ottobre.
Constant aveva descritto la specie su di un unico esem- plare maschio del Golfo Juan (Varo).
Gli otto esemplari che mi stanno davanti furono presi al lume in località pochi chilometri distanti fra di loro e vi- cinissime alla città di Modena, in perfetta pianura, e cioè a Saliceta, a Villa Poppi, ed a Casinalbo. Sono 5 cTgT e 3 9 9-
Quattro (due del Dottor Fiori di Casinalbo ed una
9 del Signor Costantini di Villa Poppi sono rispettivamente del 5 settembre 1920 e del settembre 1906. Una 9 del Signor Costantini porta la data Saliceta agosto 1906 e l’altra solo l’anno 1906. I g^gT sono: uno di Casinalbo del Dottor Fiori con la data 5 settembre 1908, ed è il primo da me visto, ben caratteristico ed identico alla figura di Constant ; uno di Saliceta colla indicazione agosto 1906, ed uno di Villa Poppi coir indicazione settembre 1906 del Signor Alessandro Costantini.
Nella sua corrispondenza con me a proposito del Cram- bus graphellus Const., del quale non si conoscono ancora i primi stadi nè le abitudini di vita, Costantini parrebbe voler ritenere questa una specie paludicola. Infatti egli mi scrive sulla cattura dei suoi graphellus^ che « quelli di Villa Poppi « entravano certamente dal contiguo argine del fiume Sec- « chia, ove le piene hanno fatto impaludare dei tratti di « sponda, ora tutti canneti e giunchiglie. A Casinalbo vanno « al lume da dei tratti pure paludosi adiacenti ai canale dei « Molini ».
(i) Chrétien nel fase. XIX 2. a parte della Lepidoptèrologie Compaiée di Obeithiir ap parso nel giugno 1922, Io segi^iala pure di Casabianca fine ottobre 1918.
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La descrizione originaria di Constant pel suona come segue : « Espansione : 26 mm. — Ali anteriori arrotondate air apice, d’ un grigio leggermente giallastro, attraversate vi- cino alla loro estremità da una riga nerastra, che parte obli- quamente dalla costa, e s’ arrotonda in curva elissoide, paral- lela, nel suo insieme, ai contorni dei margine esterno deH’ala. Questa riga, prima di raggiungere il margine posteriore, forma sulla prima nervatura inferiore un angolo rientrante molto acuto, il di cui vertice si prolunga in linea ondulata e spezzata fino all’ inserzione dell’ ala nel torace. Un punto di- scoidale nerastro,, abbastanza grosso, posto sulla riga che parte dal vertice dell’ angolo, e sormontato da una seconda macchietta più vaga e d’una tinta meno oscura Una riga di sei punti terminali segue la base della frangia, che è dello stesso colore del fondo dell’ ala, colla punta estrema dei suoi peli biancastra. Tutte le nervature indicate in tinta più chiara del fondo » .
« Ali posteriori d’ un grigio più pallido delle anteriori sopratutto vicino alla base ».
« Il disotto d’ un grigio unito senza righe nè disegni, le posteriori più chiare nella regione anale. Torace del colore delle ali anteriori; addome d’un grigio più chiaro ».
E continua : « Il Cr. graphellus è vicino del Cr, conta- minelhiSy ma se ne distingue facilmente per le sue ali ante- riori arrotondate e non acute alV apice ; pel suo colore più grigio e appena tinto di giallo ; per 1’ assenza della riga me- diana; per la forma della subterminale perfettamente arroton- dala e non angolosa 0 spezzata nella sua parte superiore; per r angolo inferiore di questa riga molto più acuto e posto sulla prima nervatura, mentre che è situato sulla seconda nel contamindlus. Aggiungo che quest’ ultimo ha le righe meno distinte e meno inspessite che il graphellus ».
L’« assenza della riga mediana » e tutto quanto nella descrizione si riferisce alla « riga ondulata e spezzata » attra- versante r ala fino al torace, col punto discoidale e la mac- chietta nerastra è meno felicemente descritto, poiché questa
li
riga, riunita qualche volta da un sottile tratto oscuro coll’an- golo rientrante della riga antemarginale (« subterminale ») è precisamente la riga mediana quasi ad arco di circolo aperto verso la costa, che comprende come ispessimento il punto discoidale (?) e la macchietta nerastra. Questa riga apparisce più distintamente nella femmina, ed è ben diversamente di- sposta nel contaminelhis^ ma è assai rassomigliante nei sali- nellus Tutt. Essa è più o meno segnata anche nei maschi emiliani.
Quanto alla Constant non conosceva, e che
non mi risulta sia stata descritta ancora o figurata, essa ha come in molte specie di Crambus un taglio d’ ala più stretto del e più acuto nell’apice. La sua riga mediana è un po’ più crassa che nel specialmente nella parte dove è ispes- sita dal cosidetto punto discoidale e dalle macchiette ad esso sovrapposte. Il colore varia nelle femmine più che nei maschi dal lutescente al grigio bruniccio.
Il Crambus salinellus Tutt. ha col graphellus Const., come si è detto, comune la forma della riga mediana arcuata, ma questa è più marcata e crassa anche nel (^ . Il taglio dell’ ala anteriore è più corto e più tozzo che nel graphellus Const. ed il colore è più bruno-castaneo.
Non v’ è confusione possibile del graphellus Const. nè col contaminellus Hb., nè col salinellus Tutt. Eppure un po’ ne era stata fatta dai vecchi autori sul nome di contaminellus Hb., finché il Tutt vi ha tagliato corto col descrivere sali- nellus, specie propria dell’Europa settentrionale, e cioè della Germania, dell’ Inghilterra e della Scandinavia.
La confusione del resto 1’ avea già rilevata il Catalogo Staudinger-Rebel 1901, che riporta a salinellus Tutt la figura di Hùbner 442 9 {inquinatelld) la quale, per la prima riga trasversa non arcuata ma a risalto mediano, sembrerebbe piut- tosto da ascrivere ad un contaminellus', la figura di Duponchel N. 4 Tav. 283 Voi. X (contaminellus') e le figure di Herrich Schàtfer 88 e 89 (contaminellus).
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Lo stesso Catalogo 1901 vorrebbj che la descrizione di contaminellus fornita da Zeller a pag. 43 dei suoi « Chiloni- darum et Crambidarum genera et species », si riferisse al salinellus di Tutt. Infatti Zeller accenna a « strigis duabus brunneis in medio incrassatis, posteriore angolata », ma della anteriore nulla dice, quindi « non angulata », il che è il carattere della linea mediana di salinellus Tutt.
Queste differenze fra contammellus e l’altra specie, che di poi nominò il Tutt, Zeller non le aveva afferrate, poiché per contaminellus indica come « ottime » le figure 88 e 89 9 di Herrich Schaffer, mentre sono veri e propri sali- nellus Tutt, come abbiamo visto che il Prof. Rebel ha indi- cato nel Catalogo 1901.
Ancora Zeller vorrebbe riferire a contaminellus la figura 264 di Hubner (Tinee II) indicata col nome di immistella che ha bensì il taglio dell’ ala e le due righe trasverse ed il colore bruno (troppo oscuro però) del contaminellus ^ ma ha le antenne corte, come spezzate a metà, e sopratutto i palpi brevissimi che non corrispondono a quelli del genere Crambus. Rebel nel Catalogo ha preferito ignorare affatto questa immi- stella Hb.
Una « var. b. » di contaminellus « alis totis fusco obum- bratis » è indicata da Zeller. Costantini ha rilevato questo carattere in esemplari di contaminellus Hb. da lui raccolti in giugno a Reggio Emilia, ch’egli ascrive ad una prima gene- razione che chiama f. vernellus (i. 1.). Oltre al fondo oscu- rato delle ali in confronto degli esemplari di agosto-ottobre più giallognoli o rossicci egli vi trova « un taglio d’ ala più « panciuto, e in isfumatura la linea mediana delle ali poste- « riori^ che manca alla forma, anche più piccola, deli’ au- « tunno ».
Questa opinione dell’ avere il contaminellus Hb. due ge- nerazioni, o non piuttosto una generazione continuata dalla fine giugno all’ ottobre, come accade in moltissime specie di lepidotteri, il di cui schiudimento avviene scalarmente in se- guito ad un maggiore o minor tempo di letargo pupale, dovrà essere provata da allevamento di laboratorio.
Ma intanto Costantini vorrebbe inferirne che anche il graphellus Const. a guisa del contamimllus Hb. potrebbe avere due generazioni da noi. Gli esemplari raccolti finora nel nostro paese non giustificano una simile supposizione, tanto più che negli altri paesi, anche più meridionali del nostro, dove fu raccolta questa specie, come si è visto sulla autorevole indicazione dell’Abate De Joannis, la data di appa- rizione della specie è agosto -settembre (ottobre nel Marocco).
Ritengo prezzo dell’opera il riprodurre qui le 9 9 sieme ai Gf’Gf, e perchè si possano più facilmente rilevare le diversità fra graphellus Const., saline llus Tutt e contaminellus Hb. aggiungerò anche le figure di queste ultime due specie.
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TENEBRIONIDEN AUS DER CYRENAICA (Col.)
Von A. ScHUSTER, Wien. IV.
Herr Dìrektor Prof. R. Gestro sandte mir eine Anzahl von Tenebrioniden von Bengasi, in der Cyrenaìca, Eìgentum des Museo Civico di Storia Naturale in Genova, zur Bestim- mung, die teils neu sind, teils wegen des Fundortes bemer- kenswert erscheinen.
Die meisten dieser Arten wurden von dem um die Fauna der Cyrenaica hochverdienten Herrn R. P. Dr. Vito Zanon gesammelt.
In der Cyrenaica stossen zwei Faunéngebiete aufeinander, das àgyptisch -syrische und das algerisch-tunesìsche ; es ist daher begreiflich, dass sowohl agyptisch-syrische Arten als auch algerisch-tunesische Arten vorkommen. Ausserdem sind natùrlich auch endemische Arten vorhanden.
Ich gebe im nachfolgenden ein Verzeichnis der Arten dieser kleinen Sendung, das als Vorarbeit einer Tenebrioniden Fauna der Cyrenaica dienen Kann :
Erodiiis barbarus Sol. Im Gebienschen Katalog auch vom Senegai angegeben, nach Reitter, B. T. 71 auch in Al- ^ gier und Tunis.
Eradius Festae m. n. sp. Die Beschreibung erscheint auf Wunsch des Herrn Dr. E. Festa, der diese Art fing, im « Boll, dei Musei di Zool. ed An. Comp. di Torino ».
Curimosphena (Himatismus) villosa Haag, die bekannte, ùber das ganze Mittelmeergebiet, Guinea und Angola verbreitete Art.
Zophosis algeriana Sol. Nordafrika.
Hionthis tentyrioides Mill. Àgypten und Syrien. Tentarla cyreaaica m. Nach Stiicken von Bengasi (leg. Dr. Kiaptoch) beschrieben.
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Tentyria cyrenaica v. subpunctafa m. n. v. Unter den typischen Stiicken der cyrmaica mit stark ausgebildeten Punktreihen der Flùgeldecken, waren auch 2 Stùcke, bei denen diese fast vollstàndig verschwinden.
Adesmia Faremonti Lue. Algier.
Adesmia monilis Klug. Àgypten und Syrien. Die vorlie- genden Stùcke sind viel gròsser als die agyptischen ; einzelne cf erreichen 21 mm. Untereinander variieren sie sehr stark hinsichtlich der Tuberkelreihen der Flù- geldecken. Es sind Stùcke vorhanden mit sehr dichten Tuberkelreihen, andere mit Reihen, bei , denen auf der einen oder auf beiden Flùgeldecken mehrere Tuberkeln fehlen und schliesslich solche, bei denen nur einzelne wenige Tiiberkeln vorhanden sind, so dass diese Stùcke ein ganz fremdartiges Aussehen bekommen. Freund Gebien, Hamburg, dem ich diese Stùcke zUr Ansicht sandte, bezeichnete sie als « Riesenform der moniliSy die nicht nur in der Skulptur, sondern auch in der Bildung der Unterseite recht veranderlich ist. ».
Adesmia Zanoni m. n. sp. Ich sandte auch diese Art an Gebien, um mich zu vergewissern, ob es nicht etwa eine mir unbekannte nicht palàarktische Art sei. Er schrieb mir, dass auf sie auch die Beschreibung keiner exoti- schen, z. B. Somali- oder arabischen Art passe.
Stenosìs filiformis F. Algier, Marokko. Die Stùcke tra- gen zwei Zettel: filiformis und Quedmfeldti, Letztere Art kann es aber unmòglich sein, weil diese runde Punkte der Halsschildes hat und vorliegende Stùcke làngliche besitzen.
Morlca Schweinfurthi Qued. Morica Pharao Rtt. ist sy- nonym mit Akis Schweinfurthi Qued. wie ich bereits anderweitig festgestellt habe. Kommt hauptsachlich in Agypten vor.
Morica grossa L. Spanien, Syrien, Àgypten, Tunis.
Akis Gestroi m. n. sp.
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Scaurus vicinus Sol. Nach Reitter B. T. 72 in Sizilien, Spaniel!, Algier, Tunis. Auch auf Malta.
Genera hìspida Forsk. Sizilien, Syrien, Arabien, Nordafrika.
Pimelia cornata King. Àgypten.
Pimelia derasa King. Àgypten, Syrien.
Pimelia bengasiana m. n. sp.
Pimelia sp. ? i Stùck einer wahrscheinlich auch neuen Art, aber leider so schlecht erhalten, dass ich nìcht ein- mal feststellen konnte, ob es eine Piesterotarsa sei. Die Fliigeldecken zeigen Spuren einer weisslichen Behaarung.
Blaps Requieni v. cyrenaica Seidl. Die Stammform in Algier und Marokko.
Blaps Requieni v. substriata Sol.
Blaps Wiedemanni Sol. Àgypten und, nach Seidlitz, in Algier.
Blaps sulcifera Seidl. Aus der Cyrenaica beschrieben. Der Blaps sulcata Cast, aus Àgypten sehr àhnlich, aber durch das dachfòrmige Prosternum und die Form der Flùgel- decken abweichend.
Blaps approximans Seidl. ? Tunis, Nur i 9 vorhanden, daher nicht sicher bestimmbar.
Blaps Doderoi m. n. sp.
Gonocephalum perplexum Lue. Nordafrika und Syrien.
Opatroides punctulatus Bruii. Mittelmeergebiet, Centra- lasien etc.
Crypticus nebulosus Fairm. Algier, Marokko.
Tribolium ferrugineum F. Kosmopolit.
Tribolium confusum Duv. Europa.
BESCHREIBUNG DER NEUEN ARTEN
Adesmia Zanoni n. sp.
^ lang eifòrmig, auf der Scheibe der P'iugeldecken ziem-
iich flach. 9 fiach hinten birnfòrmig erweitert, stark gewòlbt.
Schwarz, matt, mit glànzenden Rippen der Fliigeldecken.
Kopf grob punktiert, Kopfschild von den Fuhlerhòckern
nach vorne allmàhlich verengt, vorne fast gerade abgestutzt.
I?
Oberlippe frei, eìnfach. Eine tiefe, quere Kehlfurche fehlt. Mandibeln scheinbar einfach, der zweite Spitzenzahn befìndet sich auf der Unterseite. Fiihler gestreckt, dìe Basis des Hals- schildes etwas iiberragend. Halsschild grob, fast grubig, wie bei monilis King, punktiert. Basis beiderseits neben den Hin- terwinkeln flach gebuchtet, mit schwach vorgezogener Mìtte. Prosternalfortsatz hinter den Vorderhiiften . niedergebogen. Flùgeldecken beim àhnlich gebiidet wie bei Solieri Lue., bei beiden Geschlechtern an der Spitze steli abfallend ; mit 3 Rippen, einer einfachen, fast glatten, gekielten Seitenrand- (Schulter-) Rippe, zwei Dorsalrippen und einer sehr stark aus- gepràgten Supplementàrrippe, die beilàufig in der Mitte zwis- chen der Naht und der ersten Dorsalrippe an der Basis be- ginnt und schràg verlaufend im dritten Viertel die Naht er- reicht. Alle Rippen, auch die Supplementàrrippe scharf Kiel- fòrmig erhaben, fast glatt, mitunter schwach gekerbt. Meìst ist die supplementàrrippe bis zur Naht vollstàndig, mitunter .aber ist sie im letzten Tede nur durch unterbrochene Tuber- keln angedeutet. Am seitlichen Abhange keine Rippe. Die Naht schwach Kielfòrmig erhaben. Die Zwischenràume sind nicht bei alien Stùcken gleichartig tuberkuliert, bei den mei- sten auf dem ersten Zwischenraum mit einer unregelmàssigen Reihe mehr minder grosser Tuberkeln, auf dem zweiten mit wenig zahlreichen, unregelmàssig angeordneten mittelgrossen Tuberkeln, zwischen Supplementàrrippe und Naht wenige ge- reihte kleinere Tuberkeln ; sàmtliche Zwischenràume ausserdem mit wenig zahlreichen kleinen Kòrneni. Bei einzelnen Stùcken sind die grossen Tuberkeln der Zwischenràume schòn gereìht an die Dorsalrippen angelehnt. Epipleuren verwischt punk- tiert, mitunter undeutlich quergerunzelt. Beine lang. Hinter- und Mittelschienen im Querschnitt ovai, die Kanten stumpf. Vorderseite der Hinterschienen leicht abgeflacht und schwach gefurcht. Schienen mit kurzen Endspornen. Endsporne der Hinterschienen das erste Tarsenglied nicht ùberragend. Erste
Mem. Soc. Ent. It., I. 1922.
2
18
Glied der Hintertarsen verlàngert, so lang wie das zweite und dritte zusammen. Das ganze Abdomen ziemlich dicht gekòrnt, das erste bis dritte Sternit an der Basis mit mehr minder starken Làngsfurchen.
Long. 12-15 V2 ^ 9-io> 9 IO- Il mm.
Cyrenaica : Bengasi.
Die Art gehòrt zu Adesmia s. str. und zwar in die Gruppe tripolitana-Solieri -affinisi von denen sie sich durch den grob punktierten Halsschild und durch die scharf aus- gepràgte Supplementàrrippe unterscheidet.
Akis Gestro! n. sp.
Schwarz, matt, vom Habitus der Akis Goryi Guér. Kopf breit, sehr fein punktiert, beiderseitig mit einer ziemlich tiefen Làngsfurche. Halsschild sehr fein, zerstreut punktiert, der vor- dere Teil der Scheibe ausgehòhlt, der Vorderrand in der Mitte fast gerade, die Vorderwinkel spitzig, vorspringend ; an den Seiten schwach .gerundet, gegen die Basis ausgesch- weift, die Seiten rànder schwach aufgebogen, oben schwach gefaltet ; die Basis gerade, Hinterwinkel stark zugespitzt, beim cf betràchtlich lànger als beim 9 • Flùgeldecken lànglich ei- fòrmig niedergedrùckt, nach rùckwàrts schwach erweitert ; Schultern verrundet ; mit einer scharfen dùnnen Randrippe, auf welcher sich in ziemlich weiten Zwischenràumen nach hinten gerichtete, mehr minder zugespitzte Hòcker befìnden ; nur mit einer, in der Mitte zwischen der Randrippe und der hinten schwach Kielfòrmige erhabenen Naht befindlichen Dor- salrippe, die nach riickwàrts nach innen, gegen die Naht zu, gerichtet ist ; zwischen der Dorsalrippe und der Randrippe eine weitlàufìge Reihe verschieden grosser, zugespitzter Tu- berkeln ; zwischen Dorsalrippe und Naht ohne Spur yon Tu- berkeln ; die Oberseite glatt. Epipleuren breit, schwach ge- wolbt, glatt.
- Long. 22-23 Lat. 9 V2 "
Cyrenaica : Bengasi.
.. Die Art gehòrt in die nachste Verwandtschaft von A,
1§
Goryi Guer. voti der sie sich durch die vorne stàrker ausgè- hòhlte Halsschild-Scheibe und durch die Tuberkelreihe zwi- schen Borsai und Randrippe unterscheidet.
Es liegen mir 2 gT i 9 vor. Bei dem einen ^ sind die Halsschild-Hinterwinkel mehr nach aussen gerichtet, bei dem zweiten hingegen schnabelfòrmig nach hinten gezogen.
Herrn Direktor Pruf. R. Gestro als Zeichen meiner Dank- barkeit fùr sein liebenswùrdiges Entgegenkommen gewidmet.
PimeGia derasa Klug.
Die syrischen Stiicke dieser Art weichen von jenen aus der Cyrenaica stark ab. Ich war versucht letztere fiir eine neue Art zu halten, da sie in einigen wichtigen Punkten mit der Beschreibung von Sénac nicht ùberreinstimmen. Sénac sagt in seiner Monographie II, p. 25 : « légèrement déprimée sur le milieu du dos » und von den Flùgeldecken : « le pre- mier intervalle est presque entièrement lisse, les autres pré- sentent quelques fines granulations subsérìalement disposées longitudinalement ».
Diese und die ùbrigen Angaben passen volkommen auf syrische Stiicke.
Klug beschreibt in Symb. phys. II, 1830, nr. 7, t. ii, f. 7 àgyptische Stiicke (von Alexandrien), ' die ich leider nicht gesehen habe und sagt : « Elycra dorso laevia^ late- ribus punctata, punctis rarissimis elevatis, quadrilineata, linea prima fere tota, secunda basi obsoleta^ ad apicem dmticulata, tertia quartaque elevatis defiticulatis »,
Diese Beschreibung passt auf die Stiicke aus der Cyre- naica und, wie mir Herr Agostino Dodero, Genova, mitteilt, stimmt auch die Abbildung von Klug vollkommen auf die Stiicke von Bengasi.
Daraus ergibt sich nun folgendes : Die àgyptischen Stii- cke stimmen mit jenen aus der Cyrenaica ùberein und bilden die echte P. derasa Klug. Die syrischen Stiicke, die wahr- scheinlich Sénac beirn Entwurf seiner Beschreibung vorlagen, weichen in folgenden Punkten ab.: Die Oberseite ist nicht*
^0
gewòlbt, sondern abgeflacht, die Rippen sìnd stàrker, beson- ders gegen die Spitze sehr stark vortretend^ die ersten 3 Zwischenràume sind nicht ganz glatt, sondern kòrnig punk- tiert, der erste und zweite vereinzelt, der dritte mit zahlrei- cheren kleinen und einigen gròsseren Kòrnern.
Ich nenne die syrische Form ; derasoides.
Reichlicheres Material wird es ermòglichen festzustellen, ob hier 2 verschiedene Arten vorliegen.
Pimelia bengasiana n. sp.
Mehr minder glànzend, im Habitus P. errans M\\\. (i) àhnlich. Kopf sehr weitlàufig fein punktiert. Fùhler schlank, mit gestreckten Gliedern, Glied 9 so lang als breit, Glied 3-5 ohne lange Haarbewimperung ; die Basis des Halsschildes nicht ganz erreichend. Halsschild gewòlbt, breiter als der Kopf, und etwas breiter als eine Flùgeldecke, an den Seiten voll- stàndi g gerandet und ziemlich stark gerundet, nach hinten twas mehr verengt als nach vorne, fast herzfòrmig ; Vo rder seite in der Mitte gerade, mit schwach vorspringenden Vor- derwinkeln ; Hinterseite gerade, fast ohne Hinterwinkel. Scheibe glatt, mit einzelnen feinen Punkten, an den Seiten mit zer- streuten, ziemlich grossen, flachen Tuberkeln. Prosternalfort- satz nicht ùber die Vorderhùften vorragend, lanzettfòrmig, an der Spitze meist mehr minder deutlich halbmondfòrmig oder winkelig ausgerandet. Mittelbrust einfach Kissenfòrmìg herabgewòlbt. Fliigeldecken kurz und breit eifòrmig, an den Seiten schwach gerundet, mehr minder stark gewòlbt, ah stelle der Dorsalrippen mit nicht sehr dicht stehenden, grossen, abgeflachten, eifòrmigen Tuberkeln ; die erste Borsai reihe bis zur Basis reichend, zur Spitze die Tuberkeln weitlàufiger und kleiner, etwas vor der Spitze verkùrzt ; die zweite Dorsalreihe ge- wòhnlich kùrzer als die erste,. mitunter mit der ersten zu- sammentreffend ; die Humeralreihe, beilàufìg von der Hàlfte der Fliigeldecken an, mit stàrker hervorragenden, fast zahn-
(1) Obwohl P. bengasiana der orientalis Sén. am àhnlichsten ist, ziehe ich P, errans um Vergleiche heran, weil Ittztere Art in den Sammlungen haufiger vertreten ist.
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formigen Tuberkein, so lange oder etwas lànger als die erste Dorsalreihe ; Marginalrippe abgesetzt, gekerbt, gegen die Spitze schwach gezàhnt. Erster und zweiter Zwischenraum mit unregelmàssig gereihten Tuberkein, die beilàufig halb so gross sind wie die der Dorsalreihen, ausserdem mit nicht zahlreichen, unregelmàssig verteilten kleineren Kòrnern ; der dritte Zwischenraum vorne mit einer kurzen Reihe gròsserer Kòrner, im ubrigen mit ziemlich zahlreichen kleinen Kòr- nern. Die falschen Epipleuren mit zerstreuten kleinen Kòr- nern. Zwischen den Tuberkein und den Kòrnern der Flugel- deckenscheibe bleiben gròssere Zwischenràume frei. Abdomen dicht gekòrnt, das vorletzte und das Analsternit an der Basis glatt. Beine normal. Die 4 hinteren Schienen auf der Unter- kante weit uber die Mitte gefurcht, die abgeflachte Hinterseite nicht tomentiert, die Hinterkante tief gefurcht. Die 4 hinteren Tarsen nicht zusammengedruckt, seitlich nicht abgeflacht, ringsum kurz beborstet.
Long. 17-21 mm. - Lat. 12-13
Cyrenaica : Bengasi.
Die Art gehòrt zu Pimelia s. str. und ist von P, orien- talis Sén., mit der sie am nàchsten verwandt ist, durch den fast herzfòrmig verengten Halsschild, der bei orientalis schwach gerundet verengt ist, durch die starke Wòlbung der kiirzeren, viel weniger dicht skulptierten Flugeldecken, die viel weniger stark hervortretenden, mehr verwischten eifòrmigen Tuberkein der Dorsalreihen, die bei orientalis zahnfòrmig sind, den wie oben geschilderten Prosternalforsatz, der bei orientalis hinter den Vorderhùften steil abfàllt und in der Mitte gefurcht ist, verschieden.
Es liegen mir 8 Stiicke vor, von denen einzelne .stark glànzen, andere matt sind. Die Tuberkein der Dorsalreihen sind meist gross und lang eifòrmig, mitunter aber sind sie hòckerartige.
Blaps Doderoi n. sp.
Schwach glànzend, die ganze Oberseite der Quere nach stark gewòlbh Kopf und Halsschild sehr fein, zerstreut punk
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tiert ; Kopfschild breit ausgerandet, jederseits deutlich winke- lig vorgezogen ; Kinn vo) ne sehr schwach oder gar nicht eingedrùckt, nicht ausgerandet ; Fiihler kurz, die Basis des Halsschildes nicht erreichend. Halsschild an den Seiten schwach gerundet und vor der Basis schwach ausgeschweift, mit ver- rundeten Vorder- und schwach stumpfwinkeligen Hinterwin- keln. Prosternum zwischen den Vorderhùften dicht und rauh punktiert, mit tiefer Rinne in der Mitte, der Fortsatz hinter den Vorderhtiften steil abfallend und in einer kurzen, schna- belfòrmigen Spitze endigend. Fliigeldecken lànglich-eifòrmig, mit stellenweise fast geradlinigen Seiten, etwas mehr nach hinten am breitesten ; sehr fein, zerstreut punktiert, auf der Scheibe mit mehr minder deutlichen Spuren von Furchen, gegen die Spitze mit deutlichen Furchen und schwach rip- penfòrmig erhabenen Zwischenràumen ; der Rand in den letz- ten zwei Fiinfteln von oben nicht sichtbar ; hinten sehr hoch und steil abfallend ; der schwanzfòrmige Fortsatz beim kurz, I mm. lang, fast parallelseitig, schwach nach abwàrts gebogen, mit spitzwinkeligem Hiatus, oben nicht quergerun- zelt, vereinzelt punktiert, unten gemeinschaftlich ausgehòhlt, quergefaltet. Beim ist ein Bùrstenfleck vorhanden, der ziemlich starke Rocker liegt zwischen Vorderrand und Mitte des ersten Sternites, vor dem Rocker mit 1-2, dahinter mit zahlreichen Querfurchen, das zweite und dritte Sternit gerun- zelt und mit feinen, kòrnigen Punkten besetzt. Epipleuren nach hinten fast gleichbreit. Hinterschenkel stark, Mittel- schenkel schwach gekerbt ; Hinter- und Mitteltibien ge- krùmmt, erstere stàrker. Das unter den Klauen vorragende Elide des Klauengliedes dreieckig und zugespitzt.
Long. 30-34 mm.
Cyrenaica : Bengasi.
Das Kinn ist zwar vorne mitunter sehr schwach einge- driickt, aber doch viel weniger als bei den Arten der Grup- pen 6-1 1 der I Abtéilung nach Seidlitz. Die Art gehòrt we- gen des zwischen Mitte und Vorderrand des ersten Sternites liegeiiden Hòckers und wegen des deutlichen schwanzfòrmigen,
parallelseitigen Fortsatzes der Flugeldecken in die 4 Gruppe der I Abteihing nach Seidlitz und in dieser wegen der steil abfallenden Flugeldecken und dem gerunzelten zweiten und dritten Sternit zu divergens Faìrm. und nef;auensis Seidl. (i) Mit letzterer Art ist sie am nàchsten verwandt und durch folgende Merkmale zu unterscheiden. Der Halsschild ist an den Seiten weniger gerundet, die Flugeldecken sind stàrker quergewòlbt, hinten noch steiler abfallend, der Prosternal- fortsatz ist nicht scharfkantig, sondern steil abfallend,' der Hòcker hat vorne keine Làngsfurchen.
Der Hauptunterschied liegt aber in der Bildung der schwanzfòrmigen Fortsatzes der Flugeldecken. Dieser ist bei Doderoi n\xx halb so lang, àhnlich gebaut wie bei Edmondi Sol., allerdings nicht so stark herabgekrùmmt bei nefzaii- ensis hingegen so gebaut wie bei gigas Limi.; bei Doderoi ist er oben nicht, unten stark querfaltig, bei nefzauensis oben stark, unten nicht querfaltig.
Es liegen mir 4, bis auf die Gròsse und die Halsschild- randung ubereinstimmende (-f vor. Fin Stòck ist auf der Oberseite sehr undeutlich punktiert.
Ich erlaube mir, diese Art Herrn Agostino Dodero, Ge- nova, zu Ehren zu benennen.
(1) Dr. Seidlitz schreibt irrtùmlich ne/rauensis, die Oase heisst aber < Nefzaua * wie mir H^rr Direator Prof. Gestro mitteilte. »
GLI APION (CATAPION) ITALIANI di Arturo Schatzmayr, Trieste.
Il sottogenere Catapion è un complesso di forme abba- stanza omogenee, le quali sono, per tale ragione, più facili a riconoscere che a definire.
Le caratteristiche che lo distinguono dagli altri sotto- generi sono:
Elitre elittiche, la loro larghezza massima si trova circa nel mezzo. Questo carattere, che è assolutamente costante, è, da principio, un po' difficile ad afferrarsi bene, per cui, prima di passare alla classificazione degli Apionini, è necessario d’imprimerselo nella memoria. Si può acquistare in ciò una certa pratica, confrontando attentamente la struttura delle elitre del smictilus con quella p. e. del Unm, d^lV intermedium o del loti.
Esse possono essere allungate o brevi, a strie strette e superficiali o larghe e profonde, e sono nella 9 > solito, un po’ più larghe che nel nere, in una sola specie europea azzurre ed in altra, non italiana, rosso-brune; la pubescenza, raramente squamuliforme, è distribuita regolarmente; gli omeri sono sempre bene marcati, lo scudetto p’ccolo, normale.
Rostro, meno che in una specie delle Sporadi, senza dicroismo sessuale, di struttura normale, curvato, nel cf rela- tivamente grosso, nella 9 lungo, più sottile e lè antenne, per correlazione, pure più lunghe. Solco antennale più o meno bene sviluppato, mai prolungato alla parte inferiore della testa; clava normale.
Testa piuttosto breve; occhi piani o sporgenti; fronte talora impressa; spazio interoculare quasi sempre carenulato (v. burdigalense).
Torace più o meno cilindrico o conico, di solito strozzato anteriormente,
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Le zampey nelle specie italiane, sono nere; alcune specie della seconda sezione, specialmente i gT gT» hanno le tibie, di solito le anteriori, parzialmente o interamente giallo-brune.
Tarsi di lunghezza normale, uguali nei due sessi.
La fossetta mediana del metasterno non è sempre più profonda nel che nella $ .
Dimorfismo sessuale debole.
Per l’incostanza della struttura dei singoli organi e del- l’aspetto, inoltre per l’assoluta mancanza di caratteri marcati, le specie del sottogenere Catapion sono molto difficili da divi- dere dicotomicamente. I lavori fino qui presentatici dai diversi autori peccano di troppa rigidezza, poiché in essi, di solito, non vengono considerate le forme aberranti, nè i bastardi molto frequenti in questo sottogenere. Questa tendenza a variare ostacola molto una sollecita e sicura classificazione dell’insetto, non solo, ma lo rende talora irriconoscibile per le anomalie individuali che ne cancellano la struttura originaria.
A queste difficoltà si aggiungono quelle create da espres- sioni inesatte, adottate da certi autori nelle loro descrizioni. Parlando p. e. deW atomarium^ lo si definisce come « um die H'àlfte khmer » della metà più piccolo, del vicinum^ la lun- ghezza del quale misura in media 2,6 mm. Invano si cerche- rebbe un atomarium della grandezza di soli i’3 mm. !
Un inevitabile inconveniente lo riscontriamo anche nel differente apprezzamento delle dimensioni fatto dai diversi autori. Mentre troviamo chi descrive il rostro del seniculus ‘9 come lungo quanto testa e torace riuniti, vi è altri che invece lo ritiene considerevolmente più lungo, e così via.
Altri ostacoli ancora concorrono a rendere vieppiù difficile la classificazione degli Api on, fra. cui la manìa di alcuni autor di descrivere nuove specie su individui unici, senza che questi presentassero caratteri morfologici tali da rendere scusabile la descrizione.
Con Wencker s’è fatto un passo innanzi. Nella sua mo’ nografia degli Apion (L’Abeille I, 1864) egli si dimostra sereno nei giudizi e parco nella creazione di nuove specie; Desbrochers
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segna nel Frelon (1893-1896) invece un regresso nella cono- scenza di questo genere. La leggerezza con cui egli definisce le vecchie specie e crea le nuove, e la superficialità dèlie de- scrizioni di nuove specie inceppano ostinatamente la via alla mèta che lo studioso si prefigge di raggiungere, rendendo- gliela aspra e piena d‘insidie.
Bedel, nella sua breve tabella degli Apion (Coléoptères du Bassin de la Scine, Ann. Soc. Ent. Fr, 1888, Publication hors serie) manifesta tutta la perspicacia di cui è dotato.
Schilsky, nella sua monografia nel Kiist. u. Kraatz, Die Kàfer Europa’s 1902-1906, seguendo Eppelsheim (Seidlitz, Fauna Transsylvanica, 1891) venne a portarci un po' di nuova uce, specialmente colla sua geniale divisione dei sottogeneri, il cui coordinamento sistematico però è completamente errato. Egli si è mostrato all’altezza del compito assuntosi, e le sue tabelle, per quanto concise, sono chiare e bene esposte. Pec- cato che la stampa ne sia poco curata; gli errori vi pullulano.
Specializzatosi da anni negli Apionini di tutto il mondo, Hans Wagner ha dato prova, nei suoi diversi e sparsi lavori, di essere profondo conoscitore di questo gruppo.
Reitter, nella « Fauna Germanica » (1916) ha commesso l’errore di seguire Desbrochers, innalzando V Oxy stoma Dum. a genere. Del resto il lavoro corrisponde alle esigenze per cui fu creato.
Nel compilare la presente tabella ho badato di attenermi ai caratteri esteriori delle specie e, per quanto possibile, a quelli visibili negli insetti preparati secondo l’attuale usanza. Certamente per una facile classificazione è necessaria almeno una mediocre preparazione.
Affinchè lo studioso abbia una generale visione di questo sottogenere, oltre alle forme italiane che studiai accuratamente e coscienziosamente, ho citato tutte le altre della regione paleartica, alle quali’ però non mi dedicai più di quanto non fosse necessario per formarsene un’idea.
Per ciò che riguarda la nomenclatura, io mi sono attenuto 3.Ì nomi accolti generalmente dagli autori. Esumare i sinonimi senza un fondato motivo è, secondo me, tempo perso.
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Le abbreviazioni che adottai per esprimere i gradi di parentela fra L’una e l’altra forma sono le seguenti: sbsp. == sottospecie (razze geografiche, locali, event. biologiche o prin- cipi di nuove specie, come le chiamerebbe Darwin); ab. — aberrazione (più o meno leggere e comuni differenze (croma* tiche o morfologiche) individuali, collegate da passaggi tra il tipo e la forma aberrante); an. == anomalia (differenze più o meno spiccate che si riscontrano eccezionalmente negli indi- vidui, e non collegate da pa;ssaggi). L’abbreviazione var., di cui troppo si abusa, l’adotterò solamente in quei casi in cui, per una ragione o l’altra, non sarò in grado di stabilire il valore dell’affinità che passa fra l’esemplare variante ed il tipo.
Più innanzi ho enumerato le aberrazioni ed i bastardi, in modo che ulteriori osservazioni di tale genere possono venir segnalate e distinte da numeri progressivi in continuazione ai numeri da me già esposti.
Allo scopo di agevolare la classificazione dei Catapion italiani ho dato alla fine della tavola analitica, un’altra breve tabella accessoria basata su caratteri facilmente afferrabili.
Con questo mio modesto lavoro intendo iniziare la pub- blicazione di una serie di tavole analitiche dei nostri coleotteri, nella speranza anche di vedermi imitato dai colleghi italiani e di dare così un maggiore impulso ai nostri languenti periodici, perchè non è necessario di trascurare la propria casa, per ammirare quella degli altri.
E’ mio obbligo infine di ricordare pubblicamente tutti quei signori colleghi che vollero in diversi modi dare corte- semente il loro appoggio al presente mio lavoro. Essi sono- Otello Chenda, dott. Ed. Gridelli, Carlo Lona, Candido de Mayer, dott. Gius. Messa, dott. Carlo e Giorgio Ravasini, A. Siega e dott. H. Springer (tutti di Trieste); Guido Depoli (Fiume); Maria de Canussio (Fola); dott. A. Andreini, Agost. Dqdero e C. Mancini (di Genova); dott. G. Della Beffa, dott. F. Capra e F. Muzzi (di Torino); A. Falzoni (Bologna); Enrico Ragusa (Palermo); Pietro Novak e dott. Ed. Karaman (Spalato); dott. Staudacher (Lubiana); Otto Leonhard (Dresda) e I. Clermont (Parigi).
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Sono riconoscentissimo in modo speciale poi ai miei amici Ernesto Circovich e dott. Giuseppe Mùller; il* primo perchè mi è stato fedele compagno nelle mie caccie e mi ha ceduto tutto il materiale raccolto; il secondo perchè ha messo a mia disposizione le sue annotazioni raccolte pazientemente da oltre due decenni, ed al dott. Ferdinando Solari. Questi, oltre airavermi inviato il materiale più prezioso della sua collezione, mi fu largo e generoso di saggi consigli, i quali mi conferma- rono quanto profonde sieno le sue cognizioni entomologiche.
Il merito sarà adunque suo, se il presente lavoro dovesse incontrare il favore degli entomologi italiani: mia la colpa, se non ho saputo profittare degnamente dei suoi consigli.
Per rispetto al diritto di priorità, prima ch’io passi alla divisione analitica dei Catapion, pubblico la seguente diagnosi, pervenutami dai signori A. e F. Solari.
Àpion (Catapion) calabrìcum Solariy «. sp. A. corsico Desbr. simillimuniy tamen capite multo latiore, oculis praecipue in 9 subglobosisy prominuliSy fronte distincte depressa^ deinde capite a rostro distinctissime separato, thorace breviore, pro- fundius punctato, lateribus perparum rotundato, elytris minus ovalibus, humeris calloso-prominulisy rostro in paullulum longiore ac nitidiore, in 9 sensim longiore et multo minus curvato, distinguitur .
Calabria [Gerace, legit G. Paganetti- Hummler\
Per la forma della testa il calabricum si distingue facil- mente dal corsicum Desb., al quale, peraltro, è molto affine. Nel calabricum la testa, in posizione naturale, risulta molto larga (almeno lunga quanto larga) e di forma quadrata, a causa degli occhi globosi e sporgenti; inoltre essa è, nel suo complesso, molto appiattita onde la sua curva risulta molto diversa da quella del rostro. Nel corsicum invece gli occhi sono ovali e punto sporgenti, la testa è molto più stretta, meno larga che lunga, la sua curva si confonde con quella del rostro.
Somiglia anche estremamente al puhescens YiSxhy y che ha pure la testa larga, gli occhi sporgenti, la fronte depressa; se ne distingue per il rostro visibilmente meno curvato, tanto nel che nella 9 » ^ forma più allungata. Inoltre nel pubcscens 9 rostro è più corto della testa e del torace riuniti, nel calabrictim è visibilmente più lungo, per quanto di poco. Il calabricum ha infine gli elitri più lunghi (lunghi quanto nel corsicum^ e gli omeri più sporgenti, gli occhi delle 9 9 globosi e più sporgenti.
Il natricis Planet ha il rostro molto più largo alla base che alfapice, la testa molto meno larga che nel calabricuniy gli occhi ovali, non sporgenti.
Il curtulum è considerevolmente più piccolo ed ha il rostro completamente differente.
Dall' ononiphagum Schatzm. e dal stmculus Kirby si distingue facilmente per la vestitura del corpo molto meno abbondante e per la forma della testa, dalla 9 primo anche per la forma caratteristica del rostro che, w^Vononi- phagum, descrive una curva irregolare, la quale si accentua sempre più quanto più ci si avvicina alla sua estremità.
A. e F. Solari.
TAVOLA ANALITICA DEI CATAPION ITALIANI
I. Sezione (specie dominanti : pubescens seniculus).
Elitre a striatura normale o fina, talora superficiale, inter- valli molto più larghi delle strie.
In una sola specie {natricis) le strie delle elitre sono larghe e profonde; grintervalli però sono molto convessi e, come nelle altre specie di questa sezione, non hanno margini acuti. Normalmente, anche nel (^, le tibie sono nere. Segmento anale a punteggiatura molto densa; se più rada, gl’intervalli dei punti sono lisci, od a zigrinatura finissima, quasi micro- scopica, formata da strie parallele. Metasterno ed i due primi segmenti, nel mezzo, molto più finemente punteggiati che ai
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lati, il primo di regola liscio, o con punteggiatura indistinta. Solo nel burdigalense e nel seriatosetosulum, entrambi col rostro meno che equilungo (^) e più largo nella porzione basale che nella distale, queste parti del corpo sono punteggiate anche nel mezzo. (Confr. la II sezione a pag. 39).
1. L’unica specie italiana con elitre azzurre. Struttura del corpo come quella del pubescenSy del rostro, come del seriatosetosulum. Corpo nero, : Rostro molto grosso, un poco assottigliato verso l’apice, fortemente curvato, opaco, punteggiato, peloso e molto meno che equilungo. 9 : Rostro poco più lungo, ma più sottile e più lucente. Lo spazio che passa tra il ’ margine anteriore degli occhi e l’inserzione delle antenne è poco (9) ^ sensibilmente (cf) più breve di quanto è lungo l’asse degli occhi.
Testa grossa, opaca, fronte assolutamente piana, spazio interoculare senza carenatura distinta, a punti fini, ma profondi. Torace a punteggiatura nè troppo grossa, nè troppo densa, gli spazi tra i punti zigrinati. Elitri un poco lucenti, a strie piuttosto fine. Metasterno e i due primi segmenti addominali muniti, anche nel mezzo, di punti fini e sparsi. Lungh. 2’4-2’7 mm. (^).
Alsazia, Paesi mediterranei, Caucaso, Siria, Algeria, (loc. class. Bordeaux, Fréjus).
La pianta albergatrice è ancora sconosciuta.
Italia: Venezia Giulia (Barcola, Roiano e S. M. Madda- lena Inf. presso Trieste ! Parenzo ! Pola !) (^); Dalmazia (Dugo- polje presso Spalato, Cattaro!); Puglie (M. Gargano!); Napoli, Messina (secondo Desbr. Frelon 56); Sicilia (sec. Ragusa, Nat. Sic. 1906, 17).
Sinonimi: s&micyaneum Muls. Rey, Opusc. IX, 1859, 7. talpa Desb. Mitt. Schweiz. Ent. Ges. Ili 1870, 185.
(1) Equilungo, termine ch’fo propongo ai colleghi italiani per evitare la tediosa ripetizione « lungo quanto testa e torace presi insieme > e con il quale intendo dire che la linea retta, che passa tra l’apice del rostro ed il margine anteriore dell’occhio è tanto lunga, quanto è lunga la linea fra questo ed il margine anteriore del torace. Questa misurazione io l’ho fatta sempre al profilo destro dell’insetto.
(2) Sempre compreso il rostro .
(3) Le citazioni delle località e delle piante sono prese dalla bibliografia: il punto esclama tivo seguente una di queste citazioni indica che la località od anche le piante furono da me stesso accertate.
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Wencker, Ann. Soc. E. Fr. (3) VI, 1858, 237. blirdigalense.
— Elitre nere. . . . . . . * » . 2.
2. Rostro della 2 > di profilo, circa equilungo o
più corto. Elitre meno allungate . . . . 3.
— Rostro della 2 distintamente più che equilungo; me- tasterno e talora anche i due primi segmenti addo- minali punteggiati soltanto ai lati. Elitre più allungate. 5.
3. Rostro grosso, fortemente curvato, nella 2 lucido ma poco più lungo e più sottile che nel cf, alla metà basale più largo che a quella distale. Strie ed inter- strie delle elitre munite di rigide setole bianche, la cui lunghezza talora varia un poco, a seconda della località. Inferiormente la punteggiatura è più forte che nelle specie affini e regolarmente distribuita. Dif- ferisce dal puhtscens per la struttura e la lunghezza del rostro in ambo i sessi, per le antenne che sono inserite più verso la base del rostro, per la testa più stretta e punto o molto leggermente depressa, per la pubescenza del corpo molto più grossa e più ordi- nata e per la punteggiatura della parte inferiore del corpo; dal curtulum per la struttura del rostro, il torace un poco più largo, molto più fortemente e densamente punteggiato, le elitre più larghe e molto più fortemente striate, per il rivestimento del corpo più denso, i singoli peli più grossi e disposti più ordinatamente e per la punteggiatura del metasterno e dei due primi segmenti addominali.
Secondo Schilsky (Die Kàf. Eur. 39, 41), il seriatoseto- sulum avrebbe talora le elitre a riflessi metallici. Non vidi mai individui d’un simile colorito.
Lungh. 2-2’3 mm. Paesi circum mediterranei (loc. class. Nizza, Andalusia).
La pianta su cui vive è ancora sconosciuta; le 2 9 sem- brano molto più rare dei
Italia: Venezia Giulia (S. M. Maddalena Inf. presso Trieste! Pirano! Parenzo! Cdiersol); Dalmazia (Salonal Poljica
presso Spalato!); Emilia (Forlì!); Toscana (Firenze! Arezzo!); Sicilia ! Abruzzi (Gran Sasso ! Cerchio ! M. Gargano).
Schilsky, riferendosi ad una notizia di Kiesenwetter (Die KàT Eur. 39, 41 a) cita questa specie della Siria, ciò che è indubbiamente errato.
Sinonimi : neapolitanum Desb. Mitt. Schw. Ent. Ges. Ili, 1870, 200.
Wencker, L’Abeille I, 1864, 179. serìatosetosulum. li griseosetulosum Desbr. Op. I 1874-75, 29, erroneamente ripor- tato nel catalogo Wagner e nei successivi col nome di griseosetosulum-, è indubbiamente un Catapion e forse il seriatosetosulum stesso. L’au- tore, che crea la specie, secondo la sua abitudine, su di un solo in- dividuo, non fa alcun confronto con le specie affini, ma per il rostro più grosso alla base, cilindrico, glabro e brillante, per la pubescenza abbondante, formata di corte setole un po’ sollevate, disposte in serie sulle elitre e rese confuse dagli analoghi peli delle interstrie, è cer- tamente affine al precedente. Impressione frontale e sporgenza degli occhi nulle. Torace quadrato, senza alcuna strozzatura anteriore. sconosciuto. Egitto (ex Desbrochers).
— Rostro più sottile, di grossezza uniforme; peli normali, fini; metasterno punteggiato solo ai lati; i due primi seg- menti addominali nel mezzo quasi lisci, o molto più leg- germente punteggiati che ai lati , . . .4.
4. Testa distintamente depressa, infossata, quadrata o più larga che lunga; occhi sporgenti. La fossetta interoculare è, di regola, marcata, in rari casi essa è appena accen- nata. Rostro della 9 equilungo, un individuo della
Valle del Vippaco ed un altro di Vallombrosa (Firenze)
10 hanno un tantino più lungo, abbastanza fortemente curvato, lucido e, rispetto al corpo, piuttosto gracile. Elitre larghe, a strie normali, omeri prominenti. (^: Rostro molto più breve dì quello della 9> grosso e rugoso e pubescente quasi fino all’apice. Nel (visto di profilo) l’inserzione delle antenne dista dal margine anteriore degli occhi tanto quanto è lungo l’asse di questi; nella 9 questo spazio è poco più lungo. Un individuo di Palermo è simile al corsicum e non differisce da questo che per
11 rostro più breve. Lungh. 2-2’7 mm.
èà
Europa, Sìria, Algeria. Vìve su Salìx vitellina^ cinerea, repens e purpurea!
Abbastanza frequente in tutta Tltalia: Venezia Giulia! Vene- zia Propria! Emilia! Liguria! Isole del Carnaro ! Dalmazia! Castel di Sangro! Palermo! M Gargano. Sardegna! Lazio! Biologia: Corti, Riv. Col. It. I, I9c>3»
Sinonimi: civicum Germ. Mag. Ent. II. 1817, 234.
salicis Gyllenh. Schònh. Gen. Spec. Cure. I. 1833, 286.
Kirby, Trans. Linn. Soc.-Lond. X, 1811, 350. pubescens.
gemuluin Faust, D. E. Z. 1885, 29, 186. Aspetto del pubescens, fronte piana, elitre di un verde metallico, spesso con riflessi azzurro, gnoli. Rostro della lunghezza del torace ) o poco più lungo (9)- curvato. Zampe nere. Lungh. 2’2-2’3 mm. Turkmeni a ( Margelan ), Dshisak, Aulie-Ata, Ak-Dshar (loc. class.). Ex Faust.
Sinonimi: soricinum Desbr. Le Frelon IT, 1892-93, 108 e V, 247 mus Desbr. 1. c. VI, 1896-97, 25.
turkestanicum Desbrochers, Le Frelon, 1895-96, 249. Meno convesso del gemulum, primo aiticolo del funicolo appena ingrossato, quasi due volte più lungo che largo, testa più piccola, occhi leggermente ma distintarpente sporgenti. Torace più finamente punteggiato. Scudetto stretto Anziché puntiforme. Turkestan, (ex Desbrochers).
Doriae Desbrochers^ Le Frelon III, 1893-94, ^ ^ Mon. 248. Estre- mamente vicino al gemulum, ne differisce per la forma della testa che è grande, punteggiata; fronte larga, occhi più grandi, non pro- minenti, rostro bruscamente curvato. Il corpo è più robusto, il torace è più strozzato anteriormente, di modo che i lati sono un po’ arro- tondati. Zampe, compresi i femori, rosse. Lungh. 2’2 mm. Persia, (ex Desbrochers).
acuticlava Desbrocheis, Le Frelon X, 1901-1902, 159. L’autore non lo confronta con la specie affine, lo cita solamente come « proche de soricinum *, che è il gemulum Faust. Insetto a densa e lunga pube- scenza grigia. Testa larga, occhi piani. Antenne gracili, inserite sul primo terzo basale del rostro, clava lunga, acuminata. Rostro abba- stanza sottile, fortemente curvato, circa della lunghezza del torace. Caucaso (i 9)' Fa lunghezza del rostro però fa supporre che si tratti di un d”. La descrizione, come si vede, è vaga, (ex Desbrochers). — Fronte piana, testa più stretta, ma gli occhi, specie nel cTi sporgenti quasi al pari del pubescens; elitre più strette, a
Mem. Soc. Ent. It., I., 1922.
3
M
strìe più fine, talora molto deboli. Torace più stretto, un po’ arrotondato ai lati, a punteggiatura più fine e più sparsa. • Rostro lucido, poco più lungo del torace, a puntr rari e fini e pubescenza sparsa. J : Rostro distin- tamente meno che equilungo. Inferiormente il curtitlum è molto più finamente punteggiato del pubescens. Metasterno liscio nel mezzo, segmento anale, specie nel (^, molto \ finamente punteggiato. Lo spazio che passa tra il margine anteriore degli occhi e l’inserzione delle antenne è più breve di quanto è lungo l’asse degli occhi. Lungh. 2-2’4 mm.
Schilsky (Die Kafer Eur. 39, 39) dice : « von pubescens und seniculus durch langeren Rùssel unterschieden » (’). Si
tratta d’un lapsus calami. Il rostro del curtttlum è più breve di quello dei summenzionati. Secondo il detto autore (1. c. 43, XXXXVII), e credo abbia ragione, la v. frontale di Desbrochers, proveniente da Genova, non è che una aberra- zione del curtulum o del pubescens e va posta in sinonimia, anche per la ragione che Desbrochers, a pag. 162 della sua monografia, descrive un altro frontale, della Siria, dichiarato dai più competenti autori pure quale razza del curtulum. Secondo F. Solari (i. litt.) il frontale genovese sarebbe molto affine 2.VII ononiphagum Schatzm. Ne dubito, perchè quest’ul- timo non ha nulla di comune col curtulum. Comunque ecco come l’autore distingue il suo frontale genovese dal curtulum: Rostro meno sottile, meno lungo, fronte infossata, torace a lati subparalleli. Il frontale Desbr. (Le Frelon, Mon. 162) della Siria (i (f) differirebbe dal curtulum per la testa per- fettamente conica, il torace un poco meno corto, ad orlo anteriore distintamente rilevato, per le strie delle elitre molto meno fine. Caratteri questi, di regola, poco costanti. Il Wagner nei suoi cataloghi lo riporta come var. del curtulum.
Paesi circummediterranei. Non si conosce ancora la pianta su cui vive.
(1) Si differenzia dal pìibescens e senicidtis per il rostro più lungo.
Italia: Venezia Giulia (Fola! Medolinof); Toscana (Ca- stelnuovo Garfagnana !); Sicilia (Ficuzza ! Palermo! Mistretta 1); M. Gargano. Camerata Nuova! M. Amiata! Napoli! Filet- tino! (Lazio). Sardegna!
Sinonimi: Curtisi Wenck. (nec Walton) L’Abeille I, 1864, 178.
(v.) frontale Desbr. Le Frelon, 1900-901, IX, 83. Desbrochers, Mitt. Schweiz. E. G. Ili, 1870, 203. curtulum.
5. E’ specie propria. Nella descrizione originale considerato come sbsp. del seniculus. Differisce dalle specie seguenti per la forte e irregolare curvatura del rostro nella 9 • Il (f ha il rostro poco meno che equilungo, peloso, opaco. E’ più corpulento del seniculus^ ha le elitre più fortemente arrotondate ai lati. Si distingue da questo inoltre per il tratto punteggiato della testa, che sorpassa di molto il livello del margine posteriore degli occhi; il (f per le antenne più grosse, più brevi e costantemente nere o picee, la 9 oltre che per la struttura del rostro anche per Tarticolo basale delle antenne, che non è più lungo di quanto è largo il rostro all’inserzione delle stesse. Nell’aspetto ricorda il corsicum, ne differisce, nei solo per le antenne più grosse, le elitre più allun- gate e gli omeri meno prominenti, ma dalle 9 9 ■ corsicum è ben distinto, oltre che per le differenze testé citate, per il rostro che è considerevolmente più curvato e per il primo articolo del funicolo quasi globulare.
Il segmento anale è fortemente punteggiato.
Si distingue dal natricis oltre che per la forte e irrego- lare curva descritta dal rostro, anche per la grossezza più uniforme dello stesso; dal calabricum per la testa più stretta e gli occhi meno sporgenti. Lungh. 2’2-2’9 Vive ?>\x\V Ononis spinosa!
Italia: Venezia Giulia (S. Daniele del Carso! Dutto- glianq! (loc. class.), Monfalcone !); Liguria (Sampierdarena: Belvedere! Isoverdè, M, Greto, Albissola! i dubbio); Emilia (Razzano! Forli!) M. Pagano! Castel di Sangro. Gli individui
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della Liguria differiscono dal tipo per lo spazio interoculare un po’ depresso e gli omeri un po’ più prominenti, quello 9 del M. Pagano per il rostro un tantino più sottile.
Schatzmayr, Bull. Soc. Ent. It. 1919, 42. ononiphagum.
— La curvatura del rostro è normale anche nella 9 •
6. Testa larga, occhi sporgenti, fronte depressa. Metasterno
senza punti nel mezzo, i due primi segmenti muniti di punti fini ma distinti. (Confr. la descrizione a pag. 28). E’ un corsicum colla testa del pubescens. Óltre che dalla località citata dagli autori, conosco esemplari di Cimina (pure nella Calabria) e di Pachino (Sicilia), i quali hanno il capo bensì più largo e gli occhi più prominenti del tipico corsicum, ma meno del calabricum. Questa oscilla- zione dei caratteri principali che distinguono le due specie, mi faceva supporre che il calabricum fosse una sottospècie del corsicum, ma dinanzi al fermo convincimento dei signori Solari che, certo meglio di me, avranno saputo valutare il grado di parentela che passa fra le due forme, ho dovuto riconoscere anch’io il calabricum come specie propria.
A. e F. Solari, Mem. Soc. Ent. It. 1, 1922, p. 28 calabricum.
— Fronte piana, testa più stretta, occhi non sporgenti 7.
7. Strie delle elitre larghe e profonde, a punti molto grossi,
le interstrie sono molto convesse, poco più larghe delle strie e lucentissime. Differisce inoltre dal corsicum, a cui somiglia molto, per le dimensioni un po’ maggiori, per il rostro più lungo e più sottile in ambo i sessi, per il torace meno largo e per le elitre più allungate, più appuntite all’apice. Il rostro del gT è nella porzione basale un po’ più largo che verso l’apice, molto rugoso, a punti densi e grossi e peli lunghi abbastanza più distintamente visibili nella parte inferiore che nelle specie affini. Anche nelle 9 9 > bene conservate, questo carattere è marcato. Il collega F. Solari mi fece vedere un individuo cf del M. Pagano con la striatura simile a quella dei tipi francesi; lo stesso ha però le elitre più strette ancora e più lunghe ed
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il rostro di grossezza un po’ più uniforme, senza la caratte- ristica dei peli bene distinta. — Segmento anale densamente punteggiato. Lungh. 2*8 2*9 mm. Fralìcia (Guiers, Soissons (Aisne), Saclas! (Seine et Oise), Grenoble, Sorcy (Mense), Camp de Chàlons). Vive Orioni s natrix,
Italia: M. Pagano.
Planet, Ann. Soc. Ent. Fr. 1917, 154. natrìcis.
— Strie strette, a punti fini, interstrie piane, larghe e poco brillanti ......... 8.
8. E’ un pubtscens con le elitre più allungate, il rostro distin- tamente più lungo, la testa più stretta e non depressa. Occhi non molto sporgenti; questa prominenza è un po’ variabile, quindi il carattere citato dallo Schilsky (Die Kàf. Eur. 42, 40) e cioè che gli occhi della 9 sono prominenti, mentre quelli del lo sono distinta- mente, non s’adatta ad ogni individuo, non solo, ma io osservai talora proprio l’inverso. Nel cT rostro è gene- ralmente poco meno che equilungo (secondo Schilsky 1. c., poco più lungo del torace), nella 9 molto più lungo e più sottile (Desbrochers, Le Frelon V, 251, non è esatto definendolo, « dt la longmur de la téte et du prothorax >). Differisce dal seniculus principalmente per iP corpo più largo e più robusto e gli omeri molto più prominenti. Segmento anale fortemente punteggiato. Lungh. 2’5-2’9 mm. (^). L’A. corsicum è, circa dal 42° 30’ lat. in giù, molto più frequente del semculus; dalla bi- bliografia risulta che il seniculus vive, qua e là, assieme col corsicum.
Italia media, meridionale, Sardegna, Corsica (loc. class.). La pianta su cui questa specie vive non è stata ancora accer- tata. Sicilia (Mistretta ! Madonie ! Palermo!); Toscana (Pergine di Arezzo! Arcidosso! Castelnuovo Garfagnanà!); Lazio! Ca- labria (S. Giovanni in Fiore! (Cosenza) Cimina ! (individui che per la forma della testa si avvicinano al ealabricum A. e F.
(i) Alcuni individui della Sardegna (Lula, Dorgali) sono piccolissimi mm.) ed hanno elle itre strette quanto il seniculus.
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Solari); Emilia (Spilamberto ! c un esemplare un po’ più stretto dei siciliani, dei dintorni di Forlì!) Puglie (M. Gar- gano). Napoli ! Sardegna ! (ovunque frequente).
Desbrochers, Ann. Soc. Ent. Fr. 1888, CXCHL corsicum.
subpubescens Wencker, l’Abeille I, 1864, 176. Somiglia molto al corsicum, ne differisce per gli occhi assolutamente piani, la testa più breve, un po’ conica, per il rostro più lungo e per la pubescenza del corpo molto rada. La $ ha il rostro mglto brillante, gracile e circa I ^2 volte più lungo che testa e torace riuniti. Lungh. 2’6-2’8 mm. Algeria (Bone, loc. class.; Chellala). Esaminai tipici esemplari della collezione Solari.
— Più gracile del precedente. Elitre strette ed allungate, : Rostro di lunghezza abbastanza costante, un po’ meno che equilungo, grosso, solo due volte più stretto della base della testa, peloso e punteggiato quasi fino all’apice. Un individuo di Castelnuovo (Dalmazia) ha il rostro un po’ più breve e gli occhi più sporgenti. I tipi d\ Vienna (Eichkogel) hanno invece il rostro quasi equilungo. An- tenne raramente tutte nere, inserite a distanza maggiore della lunghezza dell’asse dell’occhio; 9 • Rostro molto più gracile, più lucido e più lungo, circa tre volte più stretto che la testa alla base; antenne nere o picee, rara- mente giallo-rossiccie come nel .
Occhi leggermente sporgenti, la punteggiatura della testa sorpassa, all’indietro, di poco il livello dei margini posteriori degli occhi. Nella 9 l’articolo basale delle antenne è più lungo di quanto ò largo il rostro all’in- serzione delle stesse. Il torace varia un po’ di lunghezza, ma non è mai molto più largo che lungo. Le elitre tanto nel (-f che nella 9 sono strette ed allungate, gli omeri poco prominenti. Qua e là si presenta qualche esemplare con le elitre meno strette del normale. In genere il serà- culiis è variabile ed il classificarlo talora non è facile.
La pubescenza del corpo, negli individui bene con- servati, è abbastanza lunga, sottile e densa. La punteg- giatura del segmento anale è pure variabile e non di rado si presentano esemplari con questo segmento quasi liscio.
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Lungh. .'^-2’7 mm. (Secondo Reitter, Fauna Germanica V, da 2 a 3’5 mm.) La var. jaffense (Le Frelon V, 250) è stata fondata da Desbrochers su due sole 9 9 biella Siria (Jafìfa, Gomorra). Differisce dal tipo, secondo l’autore, per la testa meno grossa, per il rostro d’un quarto più lungo, opaco, punteggiato sino all’apice e per l’articolo basale delle antenne più lungo. Per var. Maieri Desbrochers (1. c. IX, 82) intende un seniculus colle tibie anteriori un po’ curvate. L’autore lo descrive come specie (dei dintorni d’Amburgo) affine al pu- bescens, col quale, però, a causa del rostro lungo, nulla ha che fare. Il Maieri non è che una semplice aberrazione del seniculus.
Europa, Algeria, Tunisi, Siria, Anatolia, Turchestan, Siberia, Manciuria.
Vive su Trifolium pratense ! medium, Melilotus offici- nalis, Ononis sp. ? (secondo Kleine, Ent. Blàtt., 19 io, 317). Nella metà settentrionale dell’Italia questa specie è ovunque più frequente che in quella meridionale.
Sinonimi: murinum Everts, Nat. Sic. II, 1889, 252; palpebratum Gyllh. S:hònh. Gen. Spec. Cure. I, 1833, 258; plebejum Germ. Mag. Ent. II, 1817, 215; pusillum Steph. 111. Brit, IV, 1831, 179; setosum Wenck. l’Abeille I,- 1864, 180; tenuis Gyllh. Faun. Suec. Ili, 1813, 57.
Biologia: Frauenfeld, Verh. Zool. Bot. Ges. Vienna, 1866, 963.
Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond. IX, 1808, 61. seniculus.
Konigi Desbrochers, le Frelon VI, 1896-97, 26. Somiglia molto al- seniculus; ha la testa più larga, il torace cilindrico, il rostro meno curvato più ingrossato alla base e la gola munita di un piccolo dente, questo dente però è talora poco evidente o nullo nel Tiflis (Caucaso) ex Desbrochers.
II Sezione (Specie dominanti: atomarium ed elongatum). Elitre a striatura larga; i punti nelle strie sono grossi e pro- fondi e non intaccano il margine delle interstrie; queste piane, a spigoli acuti. Antenne, di regola, inserite più vicino alla base. Segmento anale senza punti, oppure, verso l’apice, a
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punti deboli e radi, i quali però non mascherano la scultura del segmento, che è formata di densa e regolare granulazione opa:a, il metasterno ed i primi segmenti addominali sono ovunque fortemente punteggiati.
1. Elitre molto brevi, poco più lunghe che larghe, oppure,, se allungate, 1’ insetto raggiunge raramente i 2 mm. Anche nel le zampe sono ordinariamente nere. 2.
— Insetto stretto ed allungato, di dimensioni maggiori (da
2 a 3*3 mm.). Specialmente i hanno ordinariamente
almeno le tibie anteriori e le antenne, meno la clava, giallo o bruno-rossiccie. (Fa eccezione il samai ense c\\q\\3. zampe ed antenne nere) . . . . . 7.
2. Rostro della 9 distintamente più che equilungo . 3.
— Rostro nella 9 massimo equilungo ... 6.
3. Lunghezza ordinaria delhinsetto da mm. 2’5 ^ a 2’6- 2’8 9 • I <^Glla Val Susa (Exilles) sono generalmente più piccoli (2’35-2’4 mm.) . Omeri sporgenti; episterni raramente a pubescenza più densa del resto del corpo. Insetto variabile, al pari ddV atomarium. 9 • Rostro talora considerevolmente più che equilungo (i esempi, di Bisterza, Venezia Giulia). In alcune 9 9 della Val Susa il rostro è quasi equilungo. cf : Rostro molto più breve, più tozzo e più rugoso. Antenne, eccetto la clava, spesso giallo- rossiccie.
Un (-f di Monfalcone ha il rostro più breve e più grosso di un del Dobratsch (Villaco), e gli omeri più prominenti. Torace ora larghissimo, ora più conico e più stretto. Elitre brevi, a omeri prominenti, ma nè la struttura delle prime, nè la sporgenza delle seconde sono assolutamente costanti.
Differisce à-dXV aiomarium in sostanza solamente per le sue dimensioni in media maggiori, gli omeri di regola più prominenti, il rivestimento del corpo meno appariscente, i singoli peli più brevi e più fini e per il rostro del cf un po’ più grosso. I piccoli esemplari della Val Susa non sono diffe- renziabili dai grandi atomarium del Genovesato, che per la pubescenza meno marcata. Esaminai 2 esemplari dell’^ . ori-
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gatti d. St. Jullien de Raz, che non differiscono dal tipo che per gli omeri un po’ meno sporgenti. In un abbondante ma- teriale si riscontrano spesso simili aberrazioni, le quali possono formare, in certe località, anche piccole razze.
L’an. stilcithorax Desbr. (Le Frelon, 9, 82) fu descritta come varietà su un unico catturato più di 20 anni fa presso Amburgo e d’allora, per quanto mi consti, mai più rinvenuta. Si distingue dagli individui normali per il rostro un po’ più lungo e per il solco mediano toracico esteso in avanti sino oltre la metà del torace (ex Desbrochers).
Europa, Siberia, Algeria, Siria. Vive su Mentha aquatica^ arvensis, Lotus corniculaXus , Thytnus serpyllum, Origanum vulgate e Nepeta cataria. Non è comune.
Italia: Venezia Giulia (Bisterza! Tarvisio! Monfalcone! Mossa!); Dalrnazia (Muc! Mossor! Biocovo!); Emilia (Forlì!); To'scana (Montrone!); Liguria (S. Stefano d’Aveto! Staglieno!); Piemonte (Val Susa: Exilles!); Alto Adige (Bolzano, secondo Gredler, Die Kàfer Tirol’s); Sicilia (secondo Ragusa, Nat. Sic. 1906).
Biologia: Kieffer, 111. Zeitschr. fùr Ent. 1899, 4, 7*
Sinonimi: incrassatum Germar, Mag. Ent. 1817, 2, 140, loti Gyllenhal (nec Kirby) Fauna Suec. 1813, 3, 60; origani V. Planet, Ann. Soc. Ent. Fr. LXXXVI, 1917, 155*
Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond. 1808, 9, 25. VÌcinum. caucasìcum Hochhut, Bull, Soc. Nat. Moscou 1847, 20, 463. L’au- tore dà una assai vaga descrizione di questa forma caucasica, della quale non ci si può fare un’idea nemmeno approssimativa. La sua posizione sistematica è imprecisabile, perchè l’autore confronta il caucasicum con il vicinum e lo stolidum., due specie appartenenti a ben differenti sottogeneri. Un simile nome, che da 75 anni si trascina nella letteratura senza che il suo valore abbia potuto essere stabilito nè prevedibilmente mai -più si potrà stabilire, causa la deficiente descrizione originale, va radia^ dalla nomenclatura entomologica.
praecarium Faust, Stett. Ent. Zeit. 1889, 50, 225. La posizione sistematica di questa specie non è ancora ben precisata. Secondo Schilsky (Die Kàfer Eur. 39, 66) il praecarium dovrebbe essere un affine del minimum., dal quale differirebbe per la pubescenza del corpo più densa, il rostro più lungo e per la più forte convessità.
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delle elitre, dal vicinum differirebbe principalmente per le elitre di forma conica. Secondo Wagner (Miinch. Kol. Zeit. Ili, 198) invece questa specie è consanguinea del vicinum e AqW atomarium e ciò per il rostro sottile e lungo, per il torace strozzato all’apice e alla base e per gli ang- li posteriori acuti come in quest’ultimo. Lungh. s’i-s’s mm. Hagi (Giappone). Ex Faust.
Hilleri (‘) Schilsky, Die Kàf. Eur. 39, 67. Molto simile al praeca- rium dal quale differisce per le antenne lunghe, giallo-rossiccie, per la grossezza uniforme del rostro e per il torace bruscamente stroz- zato all’apice. Lungh. 2’3 mm. Hagi (Giappone), ex Schilsky.
— Massima lunghezza del corpo 2*4 mm. Rivestimento dello stesso più abbondante che nel vicinum. Episterni, di re- gola, ricoperti di squamulazione più densa . . 4.
4. Faccette degli occhi più grosse. Il rostro della 9 è ro- busto, aU’inserzione delle antenne è tanto grosso quanto è lungo l’articolo basale delle stesse o più grosso ancora. Differisce dal vicinum per le dimensioni minori, per la densa e lunga pubescenza subsquamiforme delle elitre, la quale ricopre, inferiormente, gli episterni. La pube- scenza ha talora un colore che ricorda quello del rive- stimento deir^. holosericeum. Il rostro nella 9 non è forse più breve, ma molto più grosso che nel vicinum. Torace a fondo un po’ meno opaco che in questo ed a margini delle interstrie delle elitre un po’ meno acuti. T)dXVatomarium, al quale è somigliantissimo, si differenzia per il rivestimento ancora più spiccato, per le faccette degli occhi un po’ più grosse e principalmente per il rostro della 9, che è molto più robusto. Inferiormente non differisce punto édW atomarium.
Desbrochers (Le Frelon IV, 157, sub 6) dice:
« pube scene e des élytres en séries peu nette s ou nulle s » ,
Schisky (Die Kafer Eur. 42, 44) parla invece così:
« auffàllig durch die stark markirte Haarreihe auf den Interstitien der Deken » , (trad. : caratteristico per i peli sulle interstrie delle elitre disposti in serie ordinatissime). Probabil- mente hanno ragione tutti e due. Inoltre Desbrochers (1. c.
(1) Del Giappone va notato ancora il gnseofyub^scens., Roelofs, Ann. Soc. Ent Belg. XVII, 1874, <1* cui non ho visto la descrizione.
I
158, sub II) descrive le antenne del consors come « pàles »; gli esemplari da me esaminati avevano le antenne nere.
Credo che uno studio, esplicato su abbondante materiale del consors, ci condurrebbe agli stessi risultati ottenuti nelle specie affini e forse ci convincerebbe che il consors non è che una razza insulare- del vicinum o deWatomarium.
La subspecie algerina Solariorum Wagner (Ent. Blàtt, 1908, 105) è stata descritta su un unico individuo ($?), che si distingue dal tipo per il rostro un po’ più sottile e più lungo e le antenne proporzionalmente più sottili.
Lungh. 2’3-2’4 mm.
Corsica, Sardegna (Fluminimaggiore ! in coll. Dodefo). Sembra molto raro e la pianta su cui vive non è ancora conosciuta.
Desbrochers, Op I, 1874-75, 31. COnsors.
— Faccette degli occhi più piccole, rostro più gracile. Rara- mente raggiunge la lunghezza del precedente . 5.
5. Corpo più breve, omeri prominenti, torace distintamente più largo che lungo. UA. atomarium, pur presentando una certa costanza di forma negli individui della stessa provenienza, è variabilissimo tra gli individui di località diverse, anche se talora queste non sono divise che da lievi distanze, tendendo così a formare piccole razze. Magnifico esempio questo del principio della selezione naturale e della divergenza dei caratteri.
Per evitare ripetizioni adotterò nella presente descrizione le seguenti abbreviazioni di località, delle quali ho esaminato esemplari di A, atomarium:
B = Bjelasnica (Bosnia); ÌD = Dobratsch (Carinzia); E = Eichkogel presso Vienna; G = Gropada (Carso di Trieste); Gr = Graz (Stiria); L = Lipizza (parco erariale presso Trieste); M = Montoggio (Genova); Mo = Monfalcone (cittadina della Venezia Giulia); S = San Daniele (Carso di Trieste); SM — S. Maria Maddalena Superiore (versante lito- rale del Carso triestino); U = Unie (Isola del Carnaro); Z = Zara,
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cf : Rostro circa equilungo, di grossezza normale (B, D, E), un poco più grosso (G, M), più grosso ancora e più breve (Gr, L, S, SM, Z). Occhi or più, or meno sporgenti. Più piani e forse più piccoli ancora si riscontrano negli esem- plari raccolti sul B. Torace abbastanza largo, talora alFapice solo lievemente strozzato ed ai lati poco arrotondato. Gli esemplari di G hanno il torace più largo di quelli di SM, larghissimo poi è in quelli di B. La prominenza degli omeri è poco più costante già negli individui della stessa località. Poco prominenti sono nei Gr, L, Mo, S, SM, Z ed in alcuni deir E. La stessa cosa dicasi della lunghezza delle elitre. Non di rado vediamo 9 9 con le elitre più strette dei cTcf . I c/cf provenienti da D hanno le elitre appiattite sul dorso, ai lati sono parallele, le 9 9 invece le hanno molto brevi, quasi globulari come in quelle di B. Elitre relativamente strette hanno gl’individui delle località Gr, Mo, L, S, SM, Z.
9: Alcuni esemplari di E hanno il rostro poco più lungo del cf, ma più sottile; la maggior parte però lo ha distinta- mente più che equilungo. Quelli di G, SM, Z hanno il rostro un po’ più breve, quelli invece della località B lo hanno, in proporzione al corpo, molto sottile e più lungo di quello che lo hanno gli E. Gli esemplari Gr hanno, invece, il rostro gracile e appena più che equilungo. Nella sporgenza degli occhi e nella larghezza del torace le 9 9 variano quanto i cTcf. Anche le elitre sono or più or meno arrotondate ai lati. Gli M 9 hanno le elitre più lunghe dei cTcf, un po’ arro- tondate ai lati, sul dorso più convesse e all’apice alquanto appuntite. I D hanno le elitri molto brevi, quasi globulari come i B. Quelli di G hanno il torace largo e strozzato e le elitre meno allungate dei SM. Questi le hanno più allun- gate degli E. Le 9 9 B hanno il corpo tozzo, gli occhi piani e la testa larghissima. Merita menzione un esemplare di Unie (Carnaro), la cui struttura non mi permette di stabi- lire a quale sesso esso appartenga. Ha il rostro troppo lungo per il cT, ma troppo breve per la 9. Gli omeri sono meno prominenti che in quelli degli esemplari E ed il torace è larghissimo.
La parte inferiore àtW atomarìum è regolarmente pun- teggiata, ad eccezione, naturalmente, degli ultimi tre segmenti, che sono soltanto granulosi.
Lungh. B cf i’6, $ i’9 mm.; E l’ó-i’ps mm.; Gr i'6- i’7 mm.; M sino a 2*4 mm.; SM i’7*i’9 mm.; U 2’2 mm. Óltre che delle succitate località, esaminai ancora esemplari di Arbe (Dalmazia!); Tarvisio! Firenze! Lesignana! Forlì! Valestra! (Reggio Emilia); Torretta Albaiola! (Emilia) e della Val Pesio! (Alpi Marittime). Sembra lo si trovi anche in Sar- degna (Asuni).
Europa, Anatolia, Algeria. Vive su Thymus serpyllunif Cuscuta europaea ed è abbastanza frequente.
Sinonimi: pusillum Germar, Mag. Ent. II, 1817, 209; III, 1818, 43; acium QxyXih.. Schònherr, Gen. Spec. Cure. I, 1833, 257.
Kirby, Trans. Finn. Soc. Lond. IX, 1808, 59. afomarium. Hauser! Wagner, Munch. Kol. Zeit. 1906-908, III, 203. Differisce atomarium per le elitre più allungate, dal tunicense per il rostro più grosso e meno curvato, da entrambi per il suo colorito bruno e per Tultimo articolo dei tarsi molto più lungo. Lungh. i’6-2 mm, Buchara (Repeetk); Regione Transcaspica (Portkuju, Kopet-Dagh. Germab). Ex Wagner.
tunicense Desbrochers, Le Frelon 1894-95, 167. Forma interme- dia fra Vatomarium e Voblivium. Dal primo differisce per il torace un po’ più lungo e più stretto e per le elitre più allungate, dal se- condo, al quale è somigliantissimo, per il rostro più breve e molto più fortemente curvato. Lungh. i’5-i^8 mm Tunisi. (Ex Schilsky). S’identifica forse col minutisstmum Rsh.
— Omeri poco prominenti; cT molto stretto, quasi quanto il serpyllicola^ torace poco o punto più largo che lungo. Lo spazio che passa tra il margine anteriore degli occhi e l’inserzione delle antenne è tanto grande quanto è lungo l’asse longitudinale degli occhi, visti di sopra. Questo ca- rattere, nelle $ $ , che distingue Voblivium ddiW atomarium e dal sefpyllicola, è abbastanza costante.
Diversamente ddXV atomarium, l’articolo basale delle an- tenne è, come nel serpyllicola^ non più lungo di quanto è largo il rostro all’inserzione delie stesse.
u
Rostro molto leggermente curvato, molto opaco alla metà od ai suoi prossimali, in conseguenza di microsco- pica, ma regolare e distinta rugosità, e senza traccia di pun- teggiatura, nel d' distintamente meno che equilungo, nella 9 non più lungo, ma molto meno curvato e più gracile che nelV atomarium. Il torace è meno conico che in questo, talora quasi cilindrico, con l’orlo anteriore poco o punto rilevato.
cT: Lungh. i’5-i’6 mm. Elitre strette, quasi parallele ai lati, come nel millum.
9: Lungh. i’65-2 mm. Elitre un poco più larghe, più arrotondate ai lati.
Struttura di transizione fra V atomarium ed il serpyllicola , In ambo i sessi gli omeri sono debolissimi, ma distinti. Europa Vive sul Thymus serpyllum e sale talora sino nelle regioni alpine. È raro.
Italia: Alpi marit. (Nava); Lombardia (M. Generoso, Campo dei FiorU [Varese]). Esaminai inoltre esemplari del- l’Eichkogel (Vienna).
Schilsky, Die Kàfer Europa’s 1902, 39, 54. oblivium.
6. Grazie alla cortesia del signor Leonhard, fui in grado di esaminare un paio di esemplari del minutissimum prove- veniente dalla località classica : Andalusia (Grenada, Sierra Nevada). Essi si differenziano atqmarmm per il’ rostro della 9 circa equilungo o un po’ più breve, nel d più breve ancora, in ambo i sessi più sottile, cilindrico e glabro; per il torace più stretto, in proporzione alle elitre più piccolo, subcilindrico, a lati leggerissimamente arro- tondati nel mezzo, per le elitre un poco più strette dei più stretti atomarium e per le strie un poco più larghe. La pubescenza è bianca, grossa e seriata. Gli omeri però sono marcati più ancora che in certi individui angusti atomarium.
Nell’aspetto somiglia pochissimo al serpyllicola sensu "Wancker, Desbrochers et Reitter e le forme estreme, come ad esempio quella della località « Campo dei Fiori », fanno l’impressione di specie propria.
Eccone la descrizione: Rostro della 9 poco, ma distin- tamente meno che eqiiilungo, curvato, corpo stretto ed allun- gato a pubescenza molto più sottile e rada. Antenne, specie nel cT, inserite quasi al margine degli occhi. Torace cilindrico, a punti molto più fini che negli esemplari andalusi. Elitre non tanto lunghe, ma quasi altrettanto strette quanto w&W aciculare , a pubescenza molto fine e rada, omeri quasi nulli, cf : Rostro non più lungo del torace. Differisce àdXV obliviunt per il rostro più breve in ambo i sessi, per il torace cilindrico e più fina- mente punteggiato, per le elitre strette anche nella 9 > c per le dimensioni più piccole di quest’ultima.
Una forma di transizione tra questa e quella dell’Anda- lusia si trova nella Francia meridionale ( p. e. Lagrasse, Aude). Essa si distingue da quella spagnola per essere più stretta, da quella lombarda per le elitre un po’ più larghe, omeri più marcati, rostro $ più lungo e rivestimento del corpo più grosso. Io credo di non errare considerando il tenuitubus come la forma più stretta del minutissimum.
Mancandomi abbondante materiale per decidere sul valore filogenetico della forma del Wencker, la chiamerò per intanto var. serpyllicola (l’Abeille, I, 1864, 150). Europa media e me- ridionale. Vive sul Thymus serpyllum ed è raro.
Italia: Lombardia (Campo dei Fiori!); Alpi Marittime (Monte Frouté, Solari i. litt.).
Sinonimi: parvulum Muls. Opusc. IX, 1859, 5* " tubus Desbrochers, le Frelon, 1908, 83.
Rosenhauer, Thiere Andai. 1856, 232. minutìssimum.
fissile Faust, Hor. Soc. Ent. Ross. 1888, 22, 175. Nella sistematica, secondo Schilsky, va collocato nelle vicinanze del flavimanum, secondo Desbrochers vicino al rapulum. Wagner è del parere che il fissile sia bensì un Catapion^ ma che non abbia alcuna affinità col flavimanum e, naturalmente, meno ancora col rapulum. Egli dà una esatta descri- zione del fissile (Munch. Kol. Zeit. Ili, 197), ma, per precauzione non ne cita la posizione sistematica. Corpo relativamente tozzo, elitre un po’ allungate, quasi mozzate alla base, a causa degli omeri promi- nentissimi, quasi parallele ai lati, viste di sopra sembrano quasi quadrate. Torace relativamente piccolo, fortemente ristretto in avanti,
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alPapice quasi della metà più stretto che alla base. Lungh. 2*8 rnm. Siberia (Amur: Raddefka).
7. Rostro della 9 equilungo od appena più che equilungo.
Nel millum (tanto cf quanto $,) se anche- normalmente punteggiato e finamente peloso, pure sempre lucido; nel flavimanum esso è rugoso ed opaco, ma più breve del torace o circa della lunghezza di questo; nella 9 è equi- lungo o un poco più corto ancora. Rivestimento del corpo poco appariscente; zampe robuste, piuttosto brevi . 8.
— Rostro opaco tanto nel cf che nella 9 (v. longituhus della Spagna/ Nel primo, fortemente rugoso e peloso e molto più lungo del torace, nella 9 il rostro è gracile e ordi- nariamente molto più che equilungo. Zampe più lunghe e più gracili; rivestimento del corpo più abbondante, i singoli peli più grossi . . . . . . 9.
8. Rostro del cT lucido, un po’ più lungo del torace, curvato,
tozzo, di spessore piuttosto uniforme, quello della 9 luci- dissimo, glabro, curvato, a punteggiatura sparsa, un po’ più che equilungo. Episterni ricoperti di dense squamule bianche.
Insetto nero, opaco, le tibie anteriori del cf , di regola, per la maggior parte rossiccie, i femori più grossi che nel prece- dente; antenne, eccetto la clava, giallo-brune.
Le 9 9 hanno le antenne picce e le tibie bruno oscure o completamente nere.
Antenne inserite non più distante dagli occhi di quanto è lungo l’asse longitudinale degli stessi (9), o questa distanza è molto più breve (cf). Testa molto breve, larga, occhi spor- genti, nel cf molto più grandi che nella 9.
Torace circa largo quanto lungo, in seguito alla stroz- zatura apicale e basale, un poco arrotondato ai lati, a punti grossi, ma non troppo densi, ed interstizi opachi. Elitre di unghezza normale, interstrie più larghe delle strie. La parte inferiore del corpo è fortemente punteggiata, i punti sono grossi e abbastanza densi e lasciano, specialmente nel cf , uno stretto spazio liscio, talora triangolare, alla metà posteriore
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del metasterno. Segmento anale rugoso, raramente provvisto di punti radi.
Lo scorso anno ebbi la fortuna di catturare, nei dintorni di Capodistria, una coppia del millum in copula. Insospettito che il cf dello stesso passasse nella letteratura sotto altro nome, mi rivolsi a diversi colleghi perchè mi facessero per- venire V obtusipeiine di cui, come è noto, finora non si cono- sceva che il cf . Esaminatolo, potei accertare che V obtusipenne Desbr. nuli’ altro è che il millum cf. Nell’inviarmi il suo obtusipmne, il collega F. Solari, senza ch’io gli avessi parte- cipato i miei dubbi, mi faceva delle comunicazioni conformi. Lungh. 2’4-2’9 mm. Europa media, meridionale. Vive su Mentha spec. I cfcT sembra sleno molto più rari delle $$.
Italia: Venezia Giulia (Monfalcone! Mossa! Capodistria ! Ancarano! Salvore!); Alto Adige (secondo Gredler); Certosa di Pesio (Alpi Maritt.); Toscana (Monti apuani di Castelnuovo I); Umbria, Abruzzi (Castel di Sangro, Solari in litt.). Vidi inoltre individui dell’ Erzegovina (Jablanica !) e della Bosnia (Tuzlal.
Sinonimi: minulipes Wencker, l’Abeille, ^I, 1864, 145; cintraceum Wencker, 1. c., 146; cf obtusipenne^ Desbr. Frelon V, 221.
Bach, Kàf. N. u. M. - Deutschl. II, 1854, 198. millum. — - Rostro opaco in ambo i sessi; nel cT, visto di sopra, non o poco più lungo del torace, grosso, curvato soltanto un po’ alla base, parallelo, mozzato all’apice, nella 9 circa equilungo, leggermente curvato e un po’ più sottile. Il rostro varia un poco tanto nella grossezza che nella lunghezza. Gli occhi nel cf sono un po’ più grandi che nella 9. Episterni a pubescenza normale. Differisce dal millum per le dimensioni in media più piccole, le zampe un po’ più gracili, nel cf per la testa più piccola e per i femori non ingrossati. Il flavimanum 9 ha spesso le an- tenne giallo-rossiccie come il c?.
Lungh. 2-2’ 5 mm. Furono descritte ancora le seguenti forme :
Meni. Soc. Ent., I, 1922.
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an.? torquatum Wencker, TAbeille, I, 1864, 148. Corpo più grande, fronte larghissima, rostro gibboso alla base, i cT dei dintorni di Montpellier.
ab. latithorax Desbrochers, le Frelon 1894*95, 4, 171. Torace largo, strozzato all’apice e alla base, i 6' dell’ An- dalusia.
sbsp.? Uhagoni Desbrochers Mitt. Schweiz. Ent. Ges. 1870, 3, 195. — Uhagoni Desbr. Mon. 171. Generalmente molto più grande del tipico flavimanum, tutte le tibie sono giallo-rossiccie, i femori neri, ad eccezione degli anteriori, che sono per la maggior part rossi. Europa media, meridionale. Per fissare il valore sistematico Uhagoni, sarebbe necessario di stu- diarne l’espansione geografica. Del resto Desbrochers (Frelon 16,99) lo considera uguale al torquatum,
sbsp. samarense, descritta dal Faust (Hor. Soc. Ent. Ross. XXV, 1891, 41 1) della Russia meridionale (Samara) come specie, differisce dal flavimanum solamente per le zampe nere, per la forma un po’ diversa del torace e per le elitre un poco più convesse. In considerazione della variabilità delle specie di que.sta sezione, sono d’avviso che questa forma non sia che una razza del flavimanum. Di questo parere, del resto, sono anche Schilsky (Die Kàf. Eur, 39, 49) e Wagner (Mùnch. Kol. Zeitschr. Ili, 191), il quale ha osservato indi- vidui colle zampe quasi irteramente nere, anch’essi della Bosnia.
Per stabilire, definitivamente il valore sistematico del samareuse è indispensabile studiarne abbondante materiale della regione Samarese.
Il signor Dodero m’invia per l’esame tre esemplari d’un Apion (i c/ e 2 9), provenienti da Meana di Susa (Piemonte) e portanti l’etichetta: « samareuse subsp. Doderoi Wagn. Cotypi ! » . Eccone la descrizione :
Zampe completamente nere. cT : Rammenta un robusto vicinum, ma il corpo è un po’ più allungato, però molto meno allungato che nel flavimanum. Rostro grosso e pube- scente, un po’ più lungo del torace. Antenne bruno-rossiccie,
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gli ultimi articoli del funicolo e la clava, neri. Testa molto breve, occhi grandissimi e prominenti, torace più largo che lungo, a punteggiatura grossa e molto densa, all’apice molto più stretto che alla base; in seguito alla strozzatura post- apicale e prebasale, i lati sono un po’ arrotondati. Elitre molto più brevi e più convesse che nel millum o flavimanum^ con omeri pronunciatissimi. $: Corpo più allungato, rostro un po’ più che equilungo, glabro, impuntato, opaco, solo all’apice lucente; torace meno largo che nel cf, a lati meno convergenti in avanti; antenne picee, più scure all’ apice. Lungh. cf : 2’5; 9 3’i mm.
\J Apion Doderoi, che per la sua struttura generale forma in certo quale modo un anello di congiunzione fra il gruppo millum, flavimanum e quello doWelongatum, leuco^ phaeatum ecc., (^) fa l’impressione di specie propria; purtroppo non sono in grado di esprimermi decisamente in merito, non essendomi stato possibile di esaminare i tipi di Faust.
Europa, Anatolia. Vive su Mentita aquatica, rotundifolia ed è abbastanza raro.
Italia: Venezia Giulia (Monfalcone l’Alto Isonzo!) Firenze! Sicilia, secondo Ragusa, Nat. Sic. 1906. Certosa di Pesi© (Alpi Mar.); Quartu S. Elena (Sardegna); Razzano (Emilia).
Biologia: Perris, Ann. Soc. Ent. Fr. (4) III, 1863, 457.
Sinonimi: picicorne Steph. Man. 1839, 257.
Gyllenhal, Schònh. Gen. Spec. Cure. I, 1833, 276.
flavimanum.
Delagrangei Desbrochers, le Frelon 1894-95, IV, 83, 173. Differisce dal flavimanum per il colorito delle zampe, abbastanza costante. Esse sono giallo-rossiccie, solo i femori sono neri nel mezzo. Lungh. 2^3 mm. Siria, Grecia, (ex Desbrochers).
Bruleriei Desbrochers, Opusc. 1874-55, I, 30. È simile al Dela- grangei, ma le elitre sono rosse. Turchia asiatica, Berutti (ex De- sbrochers).
arcirostre Desbrochers, le Frelon 1894-95, 4; ^^9- Differisce dal flavimanum per il rostro molto gracile, non più grosso che nel mi- nutissimum, regolarmente curvato e per le interstrie delle elitre tanto
(i) Secondo me, VA. Doderoì è affine al leuco phaeatum più che al flavimanum.
larghe quanto le strie, sconosciuto. Russia merid. (ex Desbrochers).
dllatìpes Desbrochers, le Frelon 1895-96, 5, 220. Caratteristico per i femori del molto ingrossati e per le tibie della 9 dilatate verso Tapice. 9’ Corpo allungato, zampe ed antenne nere; rostro equilungo, opaco. (/: Occhi più grandi, rostro meno che equilungo. Lungh. 9 3 mm. Caucaso (ex Desbrochers).
tenuirostre Desbrochers, le Frelon, Mon. 149. Differisce dai /lavi- manum per il rostro più gracile, di grossezza più uniforme, {(f) equilungo, torace quasi trapeziforme, a lati indistintamente arroton- dati e per le elitre un po’ più lunghe. Lungh. 2 mm. Tunisia, un solo cT (ex Desbrochers).
subfarìnosum Desbrochers, le Frelon, [896-97, 6, 23. Si differenzia dal dilaiipes 9 per il corpo più breve e più abbondantemente coperto d’una pubescenza biancastra. Rostro distintamente meno che equilungo. Lungh, 2*5 mm. Turchestan. (ex Desbrochers).
phocopus Eppelsheim, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1888, 380. Ricono- scibile da tutti gli affini per il rostro rosso, nero solo alla base e per le zampe, meno i tarsi, giallo-rossiccie. Lungh. 2 mm. Sporadi. (ex Schiisky).
angustipenne Desbrochers, le Frelon, 1895-96, 5, 222. L’autore suppone che questa forma non sia che la 9 obtusipenne . Siccome la posizione sistematica àeW obtusipenne è chiarita (vedi sub miUum), può darsi che V angustipenne sia effettivamente una specie buona. Ha le antenne più brevi del millum dal quale differisce inoltre per le tibie posteriori rossiccie e per le elitre molto più strette. Lungh. 2*3 mm. Spagna, (ex Desbrochers).
9. 1 caratteri principati che distinguono il letico phaeatiim -d' ddiWelongatum sono: occhi molto più grandi e più spor- genti; calli omerali molto più forti, sporgenti ed ango- losi; peli del corpo un poco più sottili; primo articolo dei tarsi anteriori un poco più allungato e le elitre più pa- rallele ai lati.
Io credo che le 9 $ di questa specie, o almeno quelle che gli autori ritengono per $ $ del leucophaeatum, non si possano distinguere con sicurezza da quelle àéX elongattim, che per la distanza che passa tra il margine anteriore degli occhi e rinserzione delle antenne, semprechè questo carattere sia costante. Questa distanza è nel leucophaeatum $ più breve, o almeno non'più grande di quanto è lungo Tasse degli occhi. Inoltre le $ $ del leucophaeatum hanno le elitre un po’ più brevi ed i peli più sottili di quelle doiV elongatum.
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Che poi la $ che qui descrivo sia proprio quella del letico phaeatum, non posso garantire. La soluzione ce la potrà dare solamente una coppia, colta in copula, ciò che, data la rarità della specie, non sarà cosa facile.
Sotto il nome di leiicophaeatum^ il signor A. Dodero, m’inviò un esemplare, proveniente da Crocefieschi (Liguria), il quale ha effettivamente la struttura delle elitre di questo, ma gli occhi più piccoli, il rostro grosso, glabro, molto più breve che quello dtWelongatum $, ma molto più lungo del cf di quest’ultimo o del leticopkaeattim. È tanto strano questo individuo, che non m’è possibile nemmeno di stabilire a quale sesso esso appartenga. Le antenne sono grosse e brevi, l’ar- ticolo basale è più breve di quanto è largo il rostro alla loro inserzione, (confr. 1’ A. Doderoi sub flavimanum.
Ebbi anche occasione di esaminare un obtusiusculum cT della Tunisia, classificato dallo stesso Desbrochers (in coll. Solari) ma non potei distinguerlo dal leucophaeattim cf.
Lungh. 2’2-2’8 mm. Francia meridionale, Spagna, Italia: Matera (Potenza o $!); Sicilia (P'icuzza ! Lentini! Fiori i $); Filettino! (Lazio); Zara! in coll. Mùller; Crocefieschi?! (Li- guria); Firenze! Montecatini! Un esemplare raccolto dal dott. Staudacher di Lubiana, proviene dalla Carniola (Velika Planina!). Secondo Wencker vive probabilmente sulla Salvia pratensis.
Sinonimi: obtusiusculum Desbrochers, le Frelon V, 1895- 96, 219.
Wencker, l’Abeille I, 1864, 183. leucophaeatum
pseudelongatum Wagner, Deutsch. Ent. Zeitschr. 190;, 766. — humerosum Desbrochers, le PTelon, 1895-96, 220. Più largo deWelon- gatum. Differisce da tutti i rappresentanti questa sezione per il rostro della 9> che è meno che equilungo, per gli omeri molto prominenti e principalmente per la pubescenza ispida al margine delle elitre, sconosciuto. Lungh. 2*5 mm. Russia meridionale, (ex Wagner), cylindricutn Desbrochers, le Frelon, 1895-96, 216. Sotto questo nome circolano nelle collezioni individui aberranti appartenenti spe- cialmente a\V elongaium, generando confusioni in chi studia il sotto genere Catapion, già per sè abbastanza complicato. ’
Ed è naturale che così avvenga, perchè alfinfuòri del Desbrochers, nessun altro entomologo mai lo descrisse e fautore stesso lo descrisse deficientemente.
Io ebbi occasione di esaminare due tipici esemplari (cfcT) del- l’Austria, di cui dò qui la descrizione. Le differenze citate dal De- sbrochers sono vaghe e di carattere poco stabile. L’A. cylindrictim fa effettivamente l’impressione di specie propria e si distingue da tutti gli affini, in primo luogo per il rivestimento delle elitre abba- stanza caratteristico negli individui bene conservati, I peli, anzi le squame, sono piuttosto larghe, molto corte e tanto sugli intervalli, che nelle strie, disposte in file assolutamente regolari. La serie nelle strie è formata di peli un poco distanziati l’uno dall’altro, di modo che la serie compatta dell’interstria, risalta maggiormente, dando alle elitre l’apparenza di una striatura biancastra.
Non mi meraviglio se Reitter non ha saputo distinguere questa specie àsàV elongatum (Fauna Germ. V, 249) ad onta che l’autore stesso gliela avesse classificata. L’esemplare inviatogli sarà stato indubbia- mente una delle aberrazioni summenzionate. Desbrochers, spesso, non era in grado di riconoscere, dopo un certo tempo, le specie da lui create.
I due esemplari da me esaminati differiscono ancora dàWelonga- ium per le dimensioni un po’ minori e per il rostro indistinta- mente più sottile.
Inferiormente il corpo è regolarmente punteggiato, il metasterno, al margine posteriore, è munito di una fossetta marcata ed il segmento anale è, verso l’apice, distintamente punteggiato. Il rostro del (j” è equilungo e nella struttura differisce poco da quello della 9 che, secondo Desbrochers, lo ha lunghissimo.
Lungh. ^ 2’55 mm, Austria! Germania settentrionale (secondo Desbrochers). Schilsky (Die Kàf, Eur. 43, LIV) cita il cylindricum della Dalmazia. Io credo che in Dalmazia si trovi soltanto il venus- iulum.
— Occhi del cf circa della grandezza di quelli della $, ma più sporgenti. In questa Finserzione delle antenne dista dal margine anteriore degli occhi più di quanto è lungo l’asse degli stessi . . . . . . . 10.
10. Insetto lungo da 2’6-3’3 mm. Distinto per il rivestimento squamoso del corpo. $: Rostro glabro, una volta ed un quarto più lungo che testa e torace riuniti e talvolta più lungo ancora, cT *. Rostro lucido solo all’apice, equilungo o un poco più breve. Elitre allungate, ovali. Nell’aspetto somiglia ad un grosso seniculus ed è variabile al pari di questo, ciò che trasse Desbrochers nell’errore di fondare, su singoli esemplari, diverse specie, alla cui validità non
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credo, almeno in parte. Gli esemplari di Lìpizza (Trieste), sono più gracili di quelli di Val Pesio; il rostro è più sottile e un poco meno curvato che in questi. Anche la sporgenza degli occhi e quindi la larghezza della testa, non sono costanti. Un individuo di Val Pesio ha le elitre poco, sì, ma distintamente più corte e più brevi che in altri esemplari della stessa località.
Di tre individui $ $ dei dintorni di Villaco (Carinzia), uno ha il rostro evidentemente più breve degli altri due. Il colore è pure variabile, specialmente nelle $9. Esse hanno le antenne e le zampe nere. Non di rado però le tibie sono rossiccie all’apice ed alla base.
Europa prevalentemente occidentale. Gran, Algeria (se condo Desbrochers, Frelon, VII, 36). Vive su Salvia pra- tensisy silvestris, Thymus serpyllum.
Italia: Alpi Marittime (Vai Pesio!); Liguria (Crocefieschi !) Val d’Aosta (Brusson !); Venezia Giulia (Lipizza! Sesana!);^ Emilia (Porretta Albaiola 1). Alto Adige (secondo Gredler). Esaminai inoltre esemplari del Dobratsch (Carinzia). Credo che l’espansione geografica di questa specie, ad oriente, non sorpassi il 16° o 17° long. Greenwich. Seidlitz nella sua « Fauna» non lo cita nè della Transilvania, nè dell’Ungheria.
Biologia: Fraunfeld, Verh. zool. bot. Ges. Vienna XVI, 1866, 964.
Sinonimi : ìncanum Boh. Schònh. Gen. Spec. Cure. V- 1839, 4141 ^nillum Gyllh. (nec Bach) Schònh. Gen. Spec. Cure. I, 1833, 277.
Germar, Mag. Ent. II, 1817, 214. elongatum.
— Insetto più piccolo, più gracile (2’5-2’7 mm.). Ha circa l’aspetto del seniculus. Differisce inoltre àdXV elongatum per le elitre più strette e per i peli del corpo un poco più sottili, dal cylindricum principalmente per i peli più lunghi, più sottili e disposti, sulle elitre, meno regolar- mente. d'' : Rostro indistintamente più che equilungo. elitre parallele. 9: Rostro molto più che equilungo, più gracile e curvato, elitre un po’ meno parallele ai lati.
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La $ ha il segmento anale, almeno negli esemplari da me esaminati, più distintamente punteggiato che il tipico elongatiinty mentre il cT ha questo segmento munito di punti superficiali.
La descrizione dello ZMhtri 9 del Desbrochers s’adatta perfettamente alfindividuo cT di Zara che ho potuto studiare. Le 9 9 da me esaminate, corrisponderebbero anche alla de- scrizione del longitubus, se non avessero il rostro opaco. Sebbene Wencker consideri il suo venustulum come specie propria, io, ad onta deH’impressione a favore di questa tesi, da me riportata dall’esame degli esemplari che ho studiato, lo ritengo come una razza meridionale orientale d^W elongatum e ciò per la tendenza a variare che dimostrano le specie di questa sezione e perchè nei paesi ad oriente della longitudine * citata più sopra, per quanto mi consta, V elongatum non è ancora stato rinvenuto. Grecia (loc. class, del venustiilum)\ Russia meridionale (loc. class, dello Zuberi).
Italia: Zara! (i cT, coll. Mùller). Il signor Ferd. Solari inoltre mi comunica di possedere un esemplare di Val Seriana ed uno dei dintorni di Roma, entrambi somigliantissimi a quelli della Romania (Comana Vlascai, in coll. Solari) da me esaminati.
Sinonimo: Zuberi, Desbrochers, Mitt. Schweiz. Ent. Ges. Ili, 1870, 199.
Wencker, l’Abeille, I, 1864, 148. elongatum venustulum. longìtubus Desbrochers, Ann. Soc. Ent. Fr. 1889, XXXIV. Molto simile dXV elongatum-. ne differisce principalmente per il rostro bril- lante. Il cf è sconosciuto. Spagna (Grtnada), ex Desbrochers.
medium Desbrochers, Ann. Soc. Ent. Fr. 1891, p. LVIII. La 9 di questa specie ha il rostro più lungo di tutti gli affini. Corpo robusto, convesso, antenne a pubescenza ispida, zampe lunghissime. Lungh. 9 3’7> cf sconosciuto. Algeria (Teniet el Haad) ex Desbrochers.
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Ibridi ed aberranti da me sinora osservati
NELLE SPECIE DEL SOTTOGENERE CaTAPION.
Ibridi :
1) . senicuhis-seriatosetosulum. Un cf d’Ancarano (Capodistriaj
ha del seniculus la lunghezza e lo spessore del rostro, del seriatosetosuhcm la curvatura del rostro, la struttura della testa, la punteggiatura del torace e la disposizione dei peli sulle elitre. Queste sono più brevi che nel smi- culus, un po’ più lunghe che nel seriatosetosulum.
2) . seniculus- curtuhim. Un cT del Bosco Siana (Fola) ha il rostro
più breve del seniculus, più lungo e più rugoso del cur- tulu7n. Le elitre sono del primo, la striatura del secondo.
3) . seniculus-pubescens. Una piccola $ di Monfalcone ha la
testa ed il rostro del pubescefts, la prima un poco meno depressa e le elitre del seniculus.
4) . corsicum-puhescens. Una $, dei dintorni di Palermo, ha
la struttura del corpo del primo, il rostro del secondo.
Aberranti :
1) . seniculus. Una 9 d’Ancarano (Capodistria) ha il rostro
curvato quasi come V ononiphagtim.
2) . seniculus. Una 9 della stessa località e una coppia del
Bosco Siana (Fola), hanno le elitre larghe quasi come il corsicum.
3) . pubescens. Una 9 di Lucinico è robustissima ed ha la fronte
pressoché piana.
4) . pubescens. Un cT di Ùnie (Carnaro) è di grandezza normale,
la testa è però relativamente stretta e molto debolmente depressa.
5) . seniculus. Un d' di Monfalcone ha le elitre brevi come il
curtulum.
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Tavola analitica accessoria per la classificazione DEI Catapton italiani.
I.
2.
5.
6.
7-
9-
Elitre azzurre. burdigalense.
Elitre nere. 2.
Strie delle elitre normali, fine, intervalli molto più larghi delle strie, senza orli marcati; se le strie sono larghe, allora grintervalli sono fortemente convessi e lucidissimi. 3. Strie larghe, rozzamente punteggiate, intervalli stretti, piani, a spigoli taglienti. IO.
Elitre a peli seriati, brevi e sollevati, rostro più largo alla base che alfapice. " seriatosetosulum.
Elitre a peli aderenti. 4.
Spazio interoculare infossato, testa quadrata, occhi spor- genti. 5.
Spazio interoculare piano, occhi poco sporgenti, testa più stretta. 6.
$ : Rostro circa equilungo, cT più breve; elitre brevi.
pubescens.
9 : Rostro distintamente più che equilungo, o" circa equi- lungo, elitre più lunghe. calabricum.
Interstrie delle elitre poco più larghe delle strie, forte- mente convesse e lucide. Rostro inferiormente a pube- scenza distinta. ' natricis.
Interstrie piane e molto più larghe delle strie. 7.
$: Rostro a curvatura forte ed irregolare, più che equi- lungo. cf rostro più breve, antenne oscure, primo articolo del funicolo globulare, omeri poco sporgenti, ononiphagum- 9 Rostro a curva regolare e più debole. 8.
Strie delle elitre molto fine, talora superficiali, occhi spor. genti, $ rostro meno che equilungo. curtiilum.
Strie delle elitre più forti. $ rostro distintamente più che equilungo. 9.
Insetto più robusto, elitre più larghe, più arrotondate ai lafj. corsicum.
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— Insetto stretto, più gracile, ad omeri meno sporgenti.
seniculus.
IO. Elitre poco più lunghe che larghe, oppure l’insetto è di
lunghezza inferiore ai 2 mm. s- ii.
— Corpo allungato. 15.
11. Insetto da 2’3-2’8 mm. 12.
— Insetto più piccolo. 13.
12. Episterni ricoperti di densa pubescenza. 9 rostro più
grosso. consors.
— Episterni senza pubescenza distinta. 9 rostro più gracile.
vicinum.
13. 9* Rostro più che equilungo, nel cf circa equilungo. 14.
— 9 ’ Rostro meno che equilungo. cf circa della lunghezza del torace. Corpo più stretto, oppure molto stretto.
minuti ssimum.
14. Pubescenza del corpo grossa e densa, elitre molto brevi,
larghe. atomarium.
— Pubescenza del corpo fina e più rada, elitre più allungate. Articolo basale delle antenne non più lungo di quanto è largo il rostro aH’inserzione delle stesse. oblivium.
15. Rostro curvato, cilindrico e lucido, nella 9 un po’ più che equilungo. Episterni. a squamulazione densa e bianca.
millum.
— Rostro opaco. 16.
16. Rostro grosso, nella 9 equilungo, nel cT lungo
quanto il torace o poco più, episterni senza squamu- lazione. Jlavimanum.
— Rostro molto più gracile, nella 9 considerevolmente più
che equilungo, nel cf circa equilungo. 17.
17. cf Occhi fortemente sporgenti, grandi; 9* occhi più pic- coli; la distanza tra l’inserzione delle antenne ed i mar- gini degli occhi non è, nemmeno nella 9> grande di quanto è lungo l’asse degli stessi. leucophaeatum.
— Occhi più piccoli, nel gT un po’ più sporgenti che nella
9 . La succitata distanza tra l’inserzione delle antenne e gli occhi è, nella 9 > grande di quanto è lungo l’asse degli stessi. dongatum»
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SAGGIO SULLA FAUNA ARACNOLOGICA DELLA CARNIA E REGIONI LIMITROFE del Dr. Lodovico di Caporiacco
R/ Istituto Zoologico di Firenze
Chiunque si occupi di aracnologia, e prenda in conside- razione quanto fu scritto, in modo particolare, sugli Aracnidi italiani, constaterà come la regione Gamica, pur così interes- sante sotto tanti aspetti, e per la sua posizione fra la regione Alpina, la regione Pannonica e la regione Balcanica, e per varietà di terreni e di vegetazione, sia quasi affatto scono- sciuta, per quanto riguarda la sua fauna aracnologica.
Non si può dire davvero che tale lacuna delle nostre conoscenze derivi dal fatto che le Alpi non attirino gli aracno- logi, che anzi, le regioni alpine contermini furono studiate da molti e valenti specialisti, quali lo Hahn, il Koch Carlo e Koch Luigi, il Simon, il Thorell, il Bertkau, il Cambridge, il Bòsenberg, il Chyzer, il Culczinsky, il de Lessert; e per quel che riguarda in special modo la fauna aracnologica ita- liana, essa fu oggetto di particolari ricerche di ben noti stu- diosi, quali il Pavesi ed il Canestrini, cui seguirono molti altri, quali il Ninni, il Sordelli, il Cavanna, il De Carlini, il Cantoni.
Ma, con tutto ciò, la nostra regione venne sempre ne- gletta, ed è perciò che, trovandomi in Gamia nell’estate 1921, volli dedicare le mie vacanze alla raccolta di materiale che potesse servire per uno studio della fauna aracnologica car- nica; ed è in base al materiale così raccolto che io ho com- pilato questa noj;a. Trattandosi di forme fortemente legate alfambiente, e soggette, talvolta, a causa di esso, a interes- santi localizzazioni, faccio precedere l’elenco da brevi notizie riguardanti le condizioni fisiche, geologiche e botaniche, della regione.
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Assai varia è la regione Gamica, sia dal punto di vista deiraltitudine, sia da quello della costituzione geologica e della vegetazione. L’altitudine infatti varia da circa 300 metri sul mare, a 2781 m., altezza raggiunta dal Monte Coglians nello spartiacque Tagliamento-Gail, e forse superata di pochi metri da qualche cima non ancora misurata della catena fra Gail e Brava.
La catena spartiacque fra Gail e Tagliamento è costituita da un asse di roccie paleozoiche antiche e, prevalentemente da calcari, i quali nella parte occidentale, della Gamia propria si ergono, quali nude muraglie bianche, ad altezze che supe- rano i 2000 metri, sul confine fra Italia ed Austria. Solo poche erbe allignano nelle fessure delle roccie, e, nei punti più ripa- rati, si trovano piccoli nevai. A questa massa calcarea si appoggiano potenti strati di scisti carboniferi, formanti quasi contrafforte alla muraglia calcarea nella parte occidentale; nella parte orientale invece spesso gli scisti ricoprono quasi compieta- mente i calcari, che appaiono come spuntoni insignificanti, e formano essi la catena spartiacque. Questa zona scistosa che si estende presso a poco fino all’alto Degano e alto Piave, alla Val Galda, e alle conche di Paluzza e di Paularo, e che comprende gli alti bacini del Pàdola, Piave, Degano, But e Ghiarsò, è ricchissima di acque sorgenti ed è tutta coperta di vegetazione: campi e prati grassi sul fondo delle vallate; dense foreste dai 900-1000 a 1400 metri; più in alto pascoli d’alta montagna con zone di cespugli. Essenza predominante nei boschi di questa zona è l’abete rosso; più raro, nelle zone più elevate, e quasi mai abbastanza abbondante da formar bosco il larice. I cespugli, fittissimi, sono di alni e, più in su, di rododendri e salici nani.
Alla regione paleozoica di spartiacque segue a sud, una fascia di gessi, calcari e arenarie permo-triassiche : sono terreni piuttosto poveri d’acqua, presentanti fenomeni carsici poco pro- nunciati.
Questa zona comprende press’a poco tutto il resto della Gamia propria, cioè la destra dell’alta vai Tagliamento, la valle
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del Lumiei, la valle della Pesarina, la media valle del De- gano, il bacino della Vinadia, e il medio bacino della But e del Chiarsò; essa viene invece a mancare nel bacino dell’alta Fella. Questa zona presenta aspetti assai diversi.
L’alto Tagliamento è coperto di foreste di bosco ceduo (specialmente faggio) misto ad abete, nel fondo delle vallate) più su predomina l’abete misto a larice: poi compaiono i pascoli alpini. I bacini del Lumiei e della Pesarina sono co- perti di immensi boschi d’abete fino all’altezza di 1500 1600 m.; ad essi succedono i pascoli, che sì alzano fino sopra i 2000 metri. Qua e là (fra Lumiei e alto Tagliamento, fra Pesarina e alto Legano e alto Piave) spuntano isole di dolo- mia nude. Le valli medie del Legano, But e Chiarsò sono coltivate, sparse di prati e di campi, fino verso gli 800 m., fino a 1500 m. all’incirca predomina il bosco di faggio e di abete; salendo, troviamo gli alni, rododendri e ì pascoli. Il bacino della Vinadia si presenta invece come un tavolato calcareo poco alto (in media 900 m.) con una magra vegeta- zione, pochi alberi, e con solchi profondissimi, percorsi dal torrente e dai suoi affluenti.
Nel bacino della Fella invece, alla zona di scisti carboniferi s’appoggia immediatamente una regione di terreni quasi tutti calcarei triassici, dolomitici: essi franano facilmente e danno luogo a grandi falde di detrito, che vengono poi coperte da boschi di pini, abeti e faggi.
Le prealpi Clautane sono separate dalla Gamia propria da una zona' bassa collinosa o piana, sul Tagliamento. Questa zona, ove sorgono i centri principali della Gamia, è in qualche punto ristretta al solo greto del Tagliamento, ma talora è larga qualche chilometro, e allora è coltivata a campi o a prati. Nella parte più alta del Tagliamento invece, il solo torrente separa le Gamiche dàlie Glautane.
Le Glautane sono quasi tutte calcaree; triassiche nella parte settentrionale, Giura-Liassiche a Sud; solo nelle parti più esterne compaiono terreni più recenti. Questi monti selvaggi, alti (molte cime superano i 2500 m.) hanno l’aspetto tipico
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delle Dolomiti: immani torrioni scoscesi, muraglie giganti, cuspidi aguzze, ove vìvono a mala pena poche erbe, aggrap- pate al duro sasso; talora però le rupi sono tappezzate per grandi estensioni dal piccolo pino mugo. Le vallate sono riempite da enormi frane, recenti o antiche, coperte da boschi di faggio, abete e larice, il quale ultimo in vari luoghi si spìnge fin sopra i 2000 metri. *
Tutta la Carnìa è piovosissima, anzi è la regióne più piovosa d’Italia, e il clima, ordinariamente più rigido di quanto non comporterebbe Taititudine, sì risente di questa grande precipitazione atmosferica. Tutte le piante presentano i loro lìmiti di vegetazione assai abbassati, talunè anzi in modo straordinario, per varie centinaia di metri, e i coleotteri, unici animali nella nostra regione studiati sistematicamente dal punto di vista della loro distribuzione, presentano lo stesso fenomeno.
Come già dissi, la mia collezione venne fatta durante Testate del 1921. Nonostante impiegassi quasi tutta Testate a girare la Gamia, non potei, naturalmente, percorrerla dovunque: le mie collezioni si riferiscono quindi in special modo al medio ed alto bacino del Degano con il tratto di catena che fa da spartiacque fra Degano e Gail; ai monti della Vaicalda, al bacino del Lumie! ed alla parte settentrionale delle Clautane.
Allo scopo di avere una collezione che mi potesse dare un’idea quanto più esatta possibile della fauna aracnologica, non trascurai alcuno di quei metodi, che vengono consigliati al collezionista coscienzioso. La maggior parte dei ragni della mìa collezione furono raccolti da me; però vari amici e com- pagni di escursioni concorsero ad arricchire la raccolta; ad essi mi è grato manifestar qui la mia riconoscenza: uno spe- cialmente fra tutti è degno di menzione: voglio dire il Chiar.”‘° Prof Michele Gortani, il quale nelle sue frequenti gite a scopo di studio geologico, non trascurò mai di racco- gliere e di portarmi quanti esemplari gli capitavano fra mano, e a cui sono debitore di varie forme rare ed interessanti.
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Presento ora l’elenco dei ragni raccolti, con quelle notizie di carattere sistematico, corologico ed ecologico, che ritengo possano interessare chi si occupa di questo gruppo di Artro- podi. All’elenco, aggiungo tutte quelle considerazioni d’ordine generale e quelle conclusioni alle quali il mio lavoro mi ha permesso di giungere; nonché una nota bibliografica con l’elenco dei principali lavori da me consultati.
OPILIONES
P h a I a n g i i d a e
Liobunum C. Koch.
1. Liobunum limbatum (L. Koch).
Sui muri e sulle roccie, abbastanza frequente: Malga Pussa, m. 950, e Forcella Caserata, m. 1700 (Claut.), in Agosto; Casera Avanza, m. 1400 (Forni Avoltri); conca di Sauris, m. 950, in Settembre.
Habitat: Savoia, Valais, Svizzera, Tirolo e Lombardia (Val Vigezzo).
2. Liobunum rupestre (Herbst).
Fra le erbe e sui cespugli, tanto nella zona boscosa, quanto nei pascoli d’alta montagna.
Abbastanza frequente: M. Scuffia, m. 1400 (Ravascletto) in Luglio; Col Gentile e Forchia, m. 1700-2000 (Ovaro), Luglio- Agosto; Bosco Lésis m. 1000 (Claut), Agosto; Casera Valz, m. 1200 (Forni Avoltri, Agosto; boschi della conca di Sauris, m. 900-1500 in Settembre.
^Habitat: Baviera, Svizzera orientale, Tirolo, Francia (?), Italia (Calabria).
Pro saipia L. Koch.
3. Prosalpia hibrachiata (L. Koch).
Frequente sulle cime più alte, fra i sassi; sotto la c'ma del Zellenkofel, m. 2100 (Paluzza), in Luglio; gruppo dei M7* Peralba, Avanza, fhiadénis e Cretabianca, m. 2000-2600 (Forni Avoltri e Sappada) in Agosto.
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Habitat: Catena alpina Secondo il Simon, tale specie si trova al disopra dei 2500 m. sul mare; come si vede, nella nostra regione discende notevolmente più in basso.
Phalangium L.
4. Phalanghim opilio (L.).
Un solo cf, su un muro, a Ovaro, m. 500, in Luglio.
Habitat: Tutta TEuropa.
PlatybiLmis C. Koch.
5. Platyhunus corniger (Herm.).
Un solo es. sui cespugli isolati nei prati di M. Scuffia, m. 1400 (Ravascletto), in Luglio.
Habitat: nei boschi di Francia, Germania, Russia, In- ghilterra, etc., comune.
6. Platybumts bucephalus (C. Koch).
Frequente nella zona degli alni e nelle praterie d’alta montagna, per terra: M, Vaisecca, m. 2000 (Ravascletto) in Luglio; M. Torchia e Col Gentile, m. 1700-2000 (Ovaro) in Luglio; M. Pramaggiore, m. 2300-2450 (Claut) in Agosto; Chiadin di Chiadénis, m. 2000 (Forni Avoltri) in Agosto; Casera Razzo, m. 1700 (Sauris) in Settembre.
Habitat: centro della Francia, Galizia e Tirolo; ivi però esso abita nelle foreste di abete, ove a me non è mai acca- duto di trovarlo.
Oligolophus C. Koch à Fr. M.
7. Oligolophus moria (F.).
Frequente, nei cespugli o per terra, tanto nella zona de- boschi come in quella delle praterie alpine: M. Scuffia m. 1400^ M. Vaisecca e Crasulina, m. 2000 (Ravascletto) in Luglio- Mont di Miezz, m. 1200, è Col Gentile, m. 2000 (Ovaro) in Luglio e Agosto; Val di Suola, m. 1600 (Forni di Sopra), Agosto; Giogo Veranis, m. 2000 (Fornì Avoltri), Agosto; cima del Trogkofel, m. 2200 (Pontebba), Settembre; conca di Sauris, m. 950-1600, in Settembre.
Habitat: Montagne della Francia, Germania, Inghilterra, Scandinavia, Svizzera, Ungheria, Lombardia (Val Vigezzo).
8. Oligolophus pallicìtus (Ltr.)
Mem. Soc. Ent., I, 1922.
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Raro; per terra, nelle regioni dei pascoli alpini e delle cime: alta Val di Suola, m. 1800 (Forni di Sopra), Agosto, Cima del Peralba, m. 2690 (Forni Avoltri), Agosto; punta deirUcciell, m. 1800 (Sauris), Settembre; un es. nel bosco d’abeti del Buso presso la Maina, m. 1000 (Sauris) in Settembre,
Habitat: Francia, Svizzera, nei boschi d’abeti.
9. Oligolophus alpimis (Herbst).
Comunissimo, tanto nella regione dei boschi, come in quella dei pascoli e delle cime nude: Laghi Crasulina, m. 1800 e M. Scuffia, m. 1400 (Ravascletto), Luglio; M. Forchia, Col Gentile, Chiadin, m. 1510-2000 (Ovaro) Luglio-Agosto; Val di Suola, m. .l600-2000 (Forni di Sopra), Agosto; Chiadin di Chiadénis, m. 2000 (Forni Avoltri), Agosto; sotto i ghiacciai del Canili, m. 2200 (Raceolana), Settembre; Casera Razzo, m. 1700, F.^^^ Olbe, m. 1500, Cas.*^^ Palac’, m. 1500, Cas, Tintina, m. 1500, Latteis, 1400, La Marna, m. 900 (Sauris), in Settembre; bosco di Tualis, m. 500 (Comeglians), Settembre.
Habitat: Alvernia, Alpi Francesi, Pirenei, Svizzera, Un- gheria, Italia (Basilicata) nella zona delle foreste e delle praterie.
10. Oligolophus glacialis (C, Koch).
Un esemplare sotto la cima del Roszkofel, m. 2000 (Pontafel), in Settembre, un altro in Val Raceolana, m. 800, in Settembre.
Abita tutta la catena delle Alpi, e, secondo il Simon non discende mai al disotto dei 1800 m.; perciò suppongo che l’esemplare da me trovato in Val Raceolana vi sia stato trasportato, forse dalle acque, dalle cime del Canili o del Montasio, fra le quali, quasi a picco, è scavata Val Raceolana.
11. Oligolophus cinerascens (C. Koch).
Raro, tanto nei boschi d’abete, come nella regione dei cespugli: M. Scuffia, m. 1100-1400, e Cuell Pizzul, m. 1400 (Ravascletto), Luglio; Cas.’® Forchia, m. 1700 (Ovaro) Luglio e Agosto.
Habitat: Tutta la catena alpina.
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Nemastomidae
Nemastoma C. Koch.
12. Nemastoma chrysomelas (Herm,).
Due giovani, uno sul Col Gentile, m. 2000 (Ovaro), l’altro a di Suola, m. 2000 (Forni di Sopra), sotto i sassi.
Agosto.
Habitat: Alpi, Francia, Germania, Inghilterra; dal mare alle più alte cime.
CHERNETES
Cheliferidae
Obisium Leach.
13. Obisium alpinum (C. Koch).
Un solo esemplare, sotto i sassi, a Valdajer, m. 1600 (Ligosullo) in Luglio.
Habitat: Valais, Tirolo, Boemia.
ARANEAE
CRIBELLATAE
Dictynidae
Amaurobius C. Koch.
14 Amaurobius claustrarius (Hahn).
Fra i sassi e sotto le corteccie, nella regione dei boschi, e nelle abitazioni: nelle case, a Mione, m. 712 (Ovaro) e ad Ovaro, m. 500, Luglio-Settembre; nei boschi di Sauris, m. 900- 1200, Settembre; sotto i sassi alla Maina, m. 950 (Sauris)^ Settembre.
Habitat: Tutta la catena alpina, Ungheria, Toscana, Si^ cilia, Russia meridionale, America' settentrionale.
In vari individui di questa specie è notevole il colorito; l’addome è di color bruno, le parti fulve, assai scure, ridotte a due macchie longitudinali in avanti, e a 4-5 larghi accenti di dietro.
15. Amaurobius similis (Blackw.).
Nei prati di media montagna: M. Scuffia, m. 1400 (Ra. vascletto). Settembre; Casera VaUnia, m. 1400, e casali
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Runchs, m. 700 (Ovaro), Luglio- Agosto; Latteis, m. 1300 (Sauris), Settembre.
Habitat: Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Italia (Lombardia, Calabria).
16. Amaurobius fenestralis (Stroem.).
Nei boschi di abeti e nella zona dei cespugli abbastanza comune: M. Scuffia, m. 1200, e Casera Tardnd, m. 1620. (Ravascletto) in Luglio; Cas.*^^ Fleóns di sotto, m. 1560 (Forni Avoltri), Agosto; il Buso, m. 950 e Pern Thal m. loop (Sauris) in Settembre.
Habitat: Tutta l’Europa.
17. Amaurobius iugorum (L. Koch).
Una 9 sotto i sassi a Casera Tarondùtt, m. 1812 (Ra- vascletto) in Luglio.
Habitat: Tutta la catena Alpina.
18. Amaurobius scopolii Thorell.
Sotto i sassi, a Casera Fleóns di sotto, m. 1600, e Cas.’'^ Avanza, m. 1400 (Forni Avoltri) in Agosto. Raro.
Habitat: Alpi occidentali.
19. Amatirobius erbtri (Keys.).
Tre 9 bosco fra la Maina e il Buso, m. 900 (Sauris) in Settembre.
Habitat: Francia centrale e mer., e littorale fino in Nor- mandia, Italia (Capri, Napoletano, Lombardia, Lésina), Sviz- zera, Ungheria, Russia meridionale.
Dictyna Su nd evali
20. Dictyna hortensis E. Sim.
3 9 prati di Raviestis sotto Mione, m. 650 (Ovaro) in Agosto.
Habitat: Francia, Spagna, Algeria.
21. Dictyna uncinata Thor.
2 cf e 9 bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Settembre.
Habitat: tutta l’Europa
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Filistatidae
Filistata Latr.
22. Filistata nana E, Sim.
1 cf nei prati di Raviestis sotto il Mione, m. 700 (Ovaro), Agosto; I 9 sotto i licheni di un tronco di larice a' Peni Thal, m. 1000 (Sauris), Settembre.
Habitat: Francia, Italia, Canton Ticino, Tunisia.
23. Filistata insidiatrix (Forsk.).
I 9 a F.^’^ Olbe fra le erbe, m. 1500 (Sauris), in Set- tembre.
Habitat : tutta la regione mediterranea, Azzorre, Madera, Canarie.
ECRIBELLATAE
HA.PLOGYNAE
Dy sderidae
Segestria Latr.
24. Segestria senoculata (L.).
29 bosco del Buso, m. 900 (Sauris) Settembre.
Habitat: tutta l’Europa.
25. Segestria bavarica C. Koch.
Per terra, media montagna: M. Zoncolàn, m. i40o(Zuglio) Luglio; Latteis, m. 1300 (Sauris), Settembre.
Habitat: Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Svezia, Ungheria, S. Uniti del N. America.
ENTELEGYNAE
Gnaphosidae
Drassodes Westr.
26. Drassodes lapidostis (Ulk).
Sotto i sassi, nelle praterie alpestri: Chiadin del Crostis, m. 1900 (Ravascletto), Luglio; Gaserà Posa, m. 1800 (Prato Gamico), Luglio; Malga Daùda, m. 1700 (Arta), Luglio, Luggauer Sattel, m. 2250 (Luggau), Agosto.
Habitat: tutta l’Europa^ Algeria, Tunisia, Siria, Isole dell’Atlantico, Cina.
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27- Drassodes fugax (E. Sim.).
2 9 terra fra Malga Clàupa e Malga Daùda (Arta), m. 1700, Luglio.
Habitat: Pirenei, Cevennes, Alpi, Valdaosta.
28. Drassodes villosus (Th.).
Frequente nei pascoli d’ alta montagna sotto i sassi : gruppo del Crostis (M. Crasulina e Picciméde, Casera Taron- dut, Chiadin del Crostis), m. 1812-2000 (Ravascletto), Luglio; Zellonkofel, m. 2200 (Paluzza), Luglio; Col Gentile, m. 2077 (Ovaro), Luglio; Luggauer Sattel, m. 2250, Pietrabianca e Hochalpenspitz, m. 2400, e falde del M. Peralba, m. 2400 (Forni Avoltri), Agosto; Cas.’^^ Fleóns di sotto, m. 1560 (Forni Avoltri), Agosto.
Habitat. Alpi occ., Pirenei, Cevennes, Svizzera, Tirolo, Germania, Svezia.
29. Drassodes ptibescens (Th.).
Frequente, insieme al precedente: M. Vaisecca, m. 2050 (Ravascletto), Luglio; Col Gentile m. 2077 (Ovaro), Luglio; Cas.^^ Bregolina, m. 1800 (Cimolais), Agosto, Forcella Case- rata, m. 1700 (Claut), Agosto: Luggauer Sattel (Luggau), m. 2250, Agosto; Chiadin di Chiadénis, m. 2000 (Forni Avoltri, Agosto.
Habitat: Spagna, Francia, Germania, Svizzera, Svezia, Inghilterra, Ungheria.
30. Drassodes signiftr (C. Koch).
Una 9 sotto i sassi a M. Picciméde, m. 2090 (Rava- scletto); in Luglio; e una a Pictrabianca, m. 2400 (Sappada) in Agosto.
Habitat: tutta l’Europa, Asia occidentale. Groenlandia.
Scotophoeus E. Sim.
31. Scotophoetùs blackzvalli (Th.) var. politus (E. Sim.).
I 9 casa, a Mione, m 712 (Ovaro), Agosto.
Habitat: Francia. Il tipo abita tutta 1’ Europa occidentale.
Zelotes Gistel
32. Zelotes pttrmsis (C.,Koch).
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I 9 sotto i sassi, a Casera Fleóns di sotto, m. 1560 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab.: tutta l’Europa fredda e temperata, Calabria.
33. Zelotes razoumowskyi (Pavesi).
1 9 su un muro, a Ovaro, m 500, in Settembre.
Hab.: Italia, Spagna, Francia, Svizzera, Ungheria, Inghil
terra, N. deH’Africa fino al Sahara, Madera, Cina, Tonchino»
Gnaphosa Latr.
34. Gnaphosa badia (L. Koch).
2 9) sotto i sassi delle cime del M. Avanza, m. 2485 Forni Avoltri), e del Col Gentile, m. 2077 (Ovaro), Agosto.
Habitat : Alpi, nelle parti più elevate.
35. Gnaphosa bicolor (Hahn).
I 9 sotto i sassi a Casera Tarónd, m. 1620 (Ravascletto, in Luglio.
Hab.: Francia, Germania, Svizzera, Italia, Ungheria, Svezia.
36. Gnaphosa . leporina (L. Koch).
Sotto i sassi, in alta montagna: Chiadin del Crostis, m. 1850 (Ravascletto), Luglio; M. Forchia, rn. 1850 (Ovaro) Agosto; Luggauer Sattel, m. 2250 (Luggau), Agosto; Hochal- penspitz, m. 2400 (Sappada), Agosto.
Habitat: Francia, Svizzera, Inghilterra, Transilvania, nelle regioni montagnose.
Pholcidae
Pholcus Walck.
37. Pholcus phalangioides (Fuessli).
Nelle case, a Mione, m. 712 (Ovaro), e a Ovaro, m. 500 in Luglio, .Agosto e Settembre.
Habitat : Europa, Asia, Africa, America.
Theridiidae
Euryopis Menge.
38. Euryopis flavomaulala C. Koch).
I 9 bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Settembre.
Habitat: tutta l’Europa.
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Theridium Walck.
39. TJieridhtm vittatum C. Koch»
Sui fiori, raro : lungo Rio Miozza, m. 700 (Ovaro) Agosto, e a Cas/^ Stua, m. 1600 (Ci»nolais), Agosto.
Habitat: tutta l’Europa e il Giappone.
40. Theridium ovatum (Cl.).
I $ sui fiori lungo Rio Darchia, m. 750 (Ovaro), Agosto;^ 2 5 terra a Latteis m. 1300 (Sauris), Settembre.
Habitat: tutta l’Europa, la regione mediterranea, il Giap- pone e l’America del Nord.
41. Theridium sisyphitm (Cl.).
Comunis.simo, sui fiori e le erbe nel fondo-valle, e nella zona boscosa: M. Zoncolàn, m. 1400 (Ravascletto), Luglio; prati di Raviestis sotto Mione, m. 650-700 (Ovaro), Luglio- Casali Runchs, m. 700 (Ovaro) Luglio; lungo il Rio Miozza, m. 650 (Ovaro), Luglio: lungo il Degano, m. 800 a Forni Avoltri, Agosto; Valle Fleóns, m. 1300 (Forni Avoltri), Agosto Val di Suola, m. 1200 (Forni di Sopra), Agósto; boschi intorno alla Maina, m. 900-1 000, e sotto Cas.^^ Tintina, m. 1500 (Sauris), Settembre.
Habitat: Europa e regione mediterranea.
42. Thtridium umbratic7im L. Koch.
I 9 sull’orlo del bosco d’abeti di Mont di Miezz' m. 1000 (Ovaro), Agosto.
Habitat: tutte le Alpi, Ungheria, Transilvania, Groenlandia.
43. Theridium varians Hahn var. rusticum (E. Sim.).
Piuttosto raro, per terra: M. Vaisecca, m. 1900 (Rava- scletto), Luglio; Pern Thal, m. 1000, e Latteis, m. 1300 (Sauris), Settembre.
Habitat: Francia, Corsica, Spagna, Italia sett., Calabria, Sicilia, Algeria.
44. Theridium simile C. Koch.
Raro: 19^* Laghi del Zouf Pian, per terra, m. 1800 (Cercivento), Luglio; un’altra a Latteis, m. 1300 (Sauris) Agosto.
45. Theridium musivtm E. Sim.
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Riferisco con dubbio a questa specie vari giovani, — e quindi di incerta determinazione — trovati nel fondo-valle e nella zona delle foreste : lungo la Miozza, m. 650, e a M. di Miezz, m, 1000 (Ovaro), Luglio- Agosto; a M. Chiadin sopra Ovasta, m. 1500 (Ovaro), Agosto: lungo il Legano a Forni Avoltri, m. 800, Agosto; bassa vai di Suola, m. 1200 (Forni di Sopra), Agosto; bosco Lésis, m. 1000 (Claut), Agosto.
Hab.: Francia meridionale, Corsica, Spagna, Algeria» Tunisia, Marocco.
Steaioda Sundev.
46. Steatoda hipiinctaia (L.).
Nelle case, a Ovaro, m. 500, e a Mione, m. 712 (Ovaro), Luglio-Agosto; sotto le corteccie, nei boschi di Sauris, m. 900- 1000, Agosto.
Habitat: tutta l’Europa.
TetLtana E. Sim.
47. Teutana grossa (C. Koch).
I 9 prato di Raviestis sotto Mione, m. 650 (Ovaro); Agosto.
Habitat: quasi cosmopolita.
Enoplognatha Pavesi
48. Enoplognatha mandibnlaris (Lucas).
I 9 sulle erbe a Cas.""^ Palac’, m. 1600 (Sauris) in Set- tembre.
Hab.: tutta la regione mediterranea, le Azzorre e le Canarie.
RoberUis O. P. Cambridge.
49. Robertus arundineti (O. P. Cambi*.).
Sui fiori: Raviestis sotto Mione, m. 650 (Ovaro), Agosto; e bosco del Buso, m. 900 (Sauris). Settembre.
Hab.: Francia, Corsica, Svizzera, Germania, Olanda. Inghilterra, Svezia, Ungheria.
50. Robertus lividus (Blackw.).
Sui cespugli: Bosco Lésis, m. 1200 (Claut), Agosto; Bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab.: Europa, Siberia, Alasca.
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A r g i 0 p i d a c Linyphiinae
Trichoncus E. Sim.
51. Trichoncits sordidus E. Sim.
2 9 sotto i sassi a deirUcciell, m. 1600 (Sauris),
Settembre.
Habitat: Francia meridionale.
Erigone And. in Sav.
52. Erigont meridionalis E. S.
I 9 falde del M. Avanza, m. 2100 (Forni Avoltri), in Agosto.
Hab. : Francia meridionale.
53. Erigone deritipalpis (Wid.).
Sotto i sassi e le corteccie a Peni Thal, m. 1000, e sotto la Maina, m. 500 (Sauris) in Settembre.
Hab.: Europa, Siberia, Africa sett., Siria, Azzorre.
54. Erigone remota L. Koch.
Sotto i sassi in alta montagna: Luggauer Sattel, m. 2200 (Luggau), Agosto; Chiadin di Chiadénis, m. 2000 (Forni Avoltri), Agosto, Gaserà Razzo, m. 1700 (Sauris), Settembre.
Hab. : Alpi occidentali, Svizzera, Tirolo, Siberia.
55. Erigone cristatopalpus E. Sim.
Frequente sotto i sassi della regione dei pascoli: Cas.ra Suola, m. 1600 (Forni di Sopra), Agosto; Sankt Lorenz Thab m. 1750, e Hochalpenspitz, m. 2200 (Luggau); M.te Avanza^ in. 2485 (F'orni Avoltri), Agosto; Punta deirUccieJl, m. 1700 (Sauris’) Settembre.
Habitat: Alpi occ., Gran. S. Bernardo.
Gongylidiellum E. Sim.
56. Gongylidiellum vivum (Gl.).
Per terra, zona dei pascoli alpini: M.te Vaisecca, m. 1950 (Ravascletto), Luglio, e Malga Glaupa, m. 1700 ( Arta )‘ Luglio.
Hab.: Francia, Gorsica, Inghilterra, Germania.
Oedothorax Bertkau.
57. Oedothorax de^itaUis (Wid.).
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Trachygnatha dentata (Wid.) Culcz. ^
Sotto i sassi, zona dei pascoli alpini: Col Gentile m. 2077 (Ovaio), Agosto; Chiadin di Ghiadénis, m. 2000 (Forni Avoltri), Agosto; F.lla Dóf, m. 1800 (Claut), Agosto.
Hab.; Europa, Siria, Egitto, Algeria.
Gonatium Menge.
58. Gonatium ruhens (B.).
I e I 9 bosco sotto la Cas.ra Tintina, m. 1500 (Sauris) Settembre.
Habitat: Europa, Stati Uniti.
W alkenaera B.'
59. Walkenaera iucundissima Cl.
1 e 2 9 sotto i sassi a giogo Veranis, m. 2000 (Forni Avoltri), Agosto..
Habitat: Inghilterra, Francia.
Tapinocyha E. Sim.
60. Tapinocyha pallens Cl,
2 (-f e 2 9 sotto i sassi a Luggauer Sattel, m. 2250 (Luggau), Agosto.
Hab.: Francia, Svizzera, Germania, Ungheria.
Araeoncus Simon
61. Araeoncus anguineus (L. Koch).
Non raro sotto i sassi, nella zona dei pascoli alpini: Giogo Veranis, m. 20’00 (Forni Avoltri), Agosto; Cas.ra Razzo, m. 1700, e P.ta deH’Ucciell, m. 1700 (Sauris) Settem- bre; sopra Latteis, m. 1500 (Sauris) Settembre.
Habitat : Tirolo. '
Troxochrus E. Sim.
62. Troxochrus scabriculus (Westr.).
19^ M.te Crasulina, m. 2000 (Ravascletto), Luglio, e una a Luggauer Sattel, m. 2250 (Luggau), Agosto.
Hab.; tutta l’Europa sett.. centrale e orientale.
63. Troxochrus ignobilis (Cl.).
I 9 sotto i licheni d’un tronco di larice a Pern Thal m. 1000 (Sauris) Settembre.
Hab.: Francia, Germania, Inghilterra.
76
Lophocarenuin Menge.
64. Lophocaremim nemorale (B.).
I e 2 9 passo di Suola, m. 2000 (Forni di Sopra)^ Agosto.
Hab. : Inghilterra, Francia, Germania, Svizzera, Olanda. Trichopterna Culcz.
65. Trichopterna blackwalli .{C\.).
Lophocarenum hlackivalli (Cl.) E. Sini.
I sotto i sassi nel Chiadin di Chiadénis, m. 2000 (Forni Avoltri)- Agosto.
Hab.: Francia, Germania, Ungheria.
Porrhormna E. Sim.
66. Porrhomma errans (B.).
I 9 sotto i sassi nel Chiadin di Chiadénis, m. 2100 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab.: Francia, Ungheria.
Oreoneta Culcz.
67. Oreoneta montigena (L. K.).
Porrhomma montigenum (L. K.) E. Sim.
I 9 sotto i sassi nel Chiadin del Crostis, m. 1890 (Ra- vascletto) Luglio.
Hab.: Francia, Svizzera, Italia sett., Tirolo, Ungheria. Centromerus Dahl.
68. Centromerus bicolor (Bl.).
Sotto i sassi, regione dei pascoli alpini: falde del M.te Peralba, m. 2200 (Forni Avoltri) Agosto, e P.ta deirUcciell, m. 1850 (Sauris) Settembre 1921.
Hab.: tutta l’Europa.
69. Centromerus abnormis (B.).
I sotto i sassi a F.lla Dóf, m. 1800 (Claut), Agosto. Hab.: Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Inghilterra.
70. Centromerus pabulator (Cl.).
Sotto i sassi, zona dei pascoli alpini : F.lla Caserata m. 1700 (Claut), Agosto, falde di M.te Avanza, m. 2200 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab.: Francia, Svizzera, Germania, Ungheria.
77
71. Centromenis concinuus (Thor.).
Sotto i sassi, zona dei pascoli alpini : Chiadin di Chiadénis, m. 2100, e falde di M.te Peralba, m. 2200 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab. ; Francia, Germania.
72. Centromerus levitar sis' Sim,).
Sotto i sassi, come il precedente.
Hab.: Francia.
73. Centroìnerus delphinensis (E. Sim.).
Sotto i sassi, pascoli della zona alpina : Passo di Suola m. 2000 (Claut), Agosto; P.ta deirUcciell, m. 1850 (Sauris), Settembre.
Hab. : Alpi occidentali.
Leptorrhoptrum Culcz.
74. Leptorrhoptrum huthwaiti (Cb.).
Tmeticus huthwaiti (Cb.) E. Sim.
I e 4 2 sotto i sassi a P.ta deirUcciell, m. 1850 (Sauris), Settembre.
Hab.: Germania, Inghilterra, Ungheria.
Micry't)hantes C. Koch.
75. Micryphantis rurestrìs C. Koch.
Microneta rurestris (C. Koch) E. Sim.
1 2 ^ passo di Suola, m 2000 (Forni di Sopra), Agosto.
Hab.: tutta l’Europa, Africa sett., Azzorre, Siberia.
Bathyphantes Menge.
76. Bathyphantes concolor (Wid.).
Sotto i sassi, pascoli della zona alpina: Giogo Veranis m. 2200 (Forni Avoltri); Pietrabianca, m. 2400 (Sappada), Agosto.
Habitat: tutta l’Europa.
Ltptyphantes Menge.
77. Leptyphantes frigidus (E. S.).
2 2) sotto i sassi, una a Luggauer Sattel, m. 2300 (Luggau); 1’ altra al P.sso dell’ Oregone, m. 2300 (P'orni Avoltri), Agosto.
Hab. : Alpi occ., presso i ghiacciai.
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78. Leptyphantes flavipes (BL).
Leptyphantes zonatus E. Sim.
I 9 sul Zellonkofel, m. 2200 (Paluzza), Luglio.
Hab. : Alpi occ., Svizzera, Austria.
79 Leptyphantes simoni Culcz.
Leptyphantes mansuetus E. Sim. nec Thorell.
Sotto i sassi, regione dei pascoli alpini: M.te Piccimede, m. 2000 (Ravascletto), Luglio; falde di M.te Peralba, m. 2200 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab.: Francia, Ungheria.
80. Leptyphantes blackwalli Culcz.
Leptyphantes zebrinus Simon nec Menge.
Linyphia zebrina Cambr.
Una 9 sotto i sassi a M. Pietrabianca, m. 2400 (Sappada), Agosto, e una a Cas.ra Tintina, m. 1600 (Sauris), Settembre.
Hab.: Francia, Ungheria.
81. Leptyphantes tennis (Blackw.).
Ltptyphantes Unebricola Simon, nec Linyphia tene- bricela Wider.
Sotto i sassi e fra le erbe: zona dei cespugli e delle praterie alpine: Giogo Veranis, m. 2200, e Chiadin di Chia- dénis, m. 2100 (Forni Avoltri), Agosto; Cueste Stentàrie, m. 1700 (Ovaro), Settembre, e Casera Palac’, m. 1600 (Sauris), Settembre.
Hab.: Francia, Inghilterra, Austria, Svizzera, Ungheria^ Italia sett., Calabria.
82. Leptyphantes cristatus (Menge).
I 9 sulle falde or. di M.te Peralba, per terra, m. 2300 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab.: Francia, Germania, Austria, Svizzera, Inghilterra^ Svezia.
83. Leptyphantes leprosus (Ohi.).
Un (9 alle falde del M.te Avanza, fra i sassi, m. 2200 (Forni Avoltri), Agosto; 2 e i 9? bosco del Buso»
m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab.: tutta l’Europa, Siria, Libano, Isola di S’ Elena.
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84- Leptyphantes alacris (B.)
Ascrivo eoa dubbio a questa specie una $ non svilup- pata completamente, trovata a bosco Lésis, m. lOOO (Claut), in Agosto.
Hab. : Alpi Francesi, Svizzera, Trentino, Germania, In- ghilterra.
85. LeptyphanUs sennae sp. nova.
Cephaloth. longit. mm. i, foeminae mm. 1,2; abdom. longit. mm. 1,2; 9 Cephalothorax aeque fere
latus quam longus, antice angustatus, colore rufo, leviter la- teribus infuscato. Oculorum series postica, paullisper recurva; antica autem subrecta. Oculi superi fere inter sese aequales; laterales alitici superioribus panilo maiores; mediis anticis vero duplo fere maiores. Oculi medii superi iiiter se panilo magis eorurn diametro; a lateralibus autem panilo magis distantes. Oculi laterales alitici et postici omiiino conniventes; oculi medii antici ìnter se spatio minore dimidio eorurn diametro; a late- ralibus spatio aequali lateraliuni diametro; a mediis posticis magis quam ipsi inter sese distantes. Oculi medii antici sunt in una macula nigra; oculi laterales et medii postici in pluribus macLilis. Frons aeque alta quam areae ocularis est amplitudo. Chelicera fronte duplo longiora, 0^ lateribus leviter serrata. Sternum panilo longius quam amplius, omnino nigrum. Ab- domen nigrum vittis desuper duabus albis et maculis trinis con- stantibus ornatum, etiamque latera vitta alba maculis Constant praedita. Mamillae sunt nigrae. Pedes et palpi rufi, setis prae- diti, quae duplo salteni longae quam articulorum diametrum sunt.
Pedes cf alitici 9 mm., 9 7 1 secundi paris (cf 8
mm., 9 6 mm.; terbi paris autem cT 5,5 mm., 9 4j5 mm.; postici (9 7 mm., 9 5j5 mnp, longi sunt. Marìs femora omnia seta una, patellae seta una, tibiae setis duabus superis, una infera; metatarsum primi paris setis duabus superis; reliqua me- tatarsa autem seta una armata. Foeminae femur primum seta una praeditum, coetera femora inermia; patella primi paris setis duabus, ceterorum vero una tantum; tibiae oniiies setis duabus
80
supéris, duabus lateralibus et duabus inferis; metatarsa autem seta una superiori praedita.
palpi fetnorum anticorum dimidio loiigi sunt; femur eorum longius quam patèlla cum tibia; pa- tella parallela, seta quadruplo fere longiori quam articulum, armata; tibia incrassata, seta brevi praedita; tarsum autem crassum, basi apophysi externo-laterali praeditum; apophysis ipsa, aeque longa quam tarsum est altum, basi denticulo armata, apice an- gulata.
Epigyne a tuberculo antice rotundato, postica cordiformi, sulco medio praedito constat, praedita antice in sinu, alio parvulo tuberculo. Sulcus atque sinus posterior lutei, ceterae partes brunneae sunt.
Speciem hanc magistro optimo, prof.
A. Sennae, dico.
Inveni eam sub petris in summis mon- tibus, qui Pietrabianca, m. 2400 (Sappada) atque Avanza, m. 2485 (Forni Avoltri), appellantur, mense Augusto.
Linyphia Latr.
86. Linyphia phvygiana C. K.
I 9 terra a M.te Vaisecca, m. 2100 (Ravascletto),
in Luglio; 2 a bosco Flobia, m. 900 (Sauris), in Settembre.
Hab.: Italia (Modenese), Francia, Germania, Svizzera Austria, Svezia, Stati Uniti.
87. Linyphia triangularis (Gl.)
Sulle erbe e cespugli; non supera la zona dei boschi : prati di Raviestis, sotto Mione, m. 600 (Ovaro), Luglio-
Agosto; prati di Runchs, m. 700 (Ovaro), Luglio, lungo la
Miozza, m. 750 (Ovaro), Agosto; a Forni Avoltri lungo il
Degano, m. 800, Agosto; Vallone di S.ta Caterina, m. 1000
(Weiszenbach), Agosto; bassa vai di Suola, m. 1300 (Forn; di Sopra), Agosto.
Habitat: Europa, Siberia.
Leptyphantes Sennae di Gap. Palpo del g visto dairinterno.
la 9.
81
88. Linyphia marginata C. K.
Comune con la precedente: Raviestis sotto Mione, ni. 600 (Ovaro), Luglio; lungo il Rio Darchia, m. 800 (Ovaro), Agosto; a Forni Avoltri, lungo il Legano, m. 800, Agosto; a Malga Pussa, m. 950 (Claut), Agosto; la Maina, m. 950 (Sauris)‘ Settembre.
Hab. : Svezia, Inghilterra, Germania, Francia, Svizzera, Italia settentrionale, Calabria, Stati Uniti.
89. Linyphia emphana Wlk.
Poco comune, nei prati e nei boschi; non supera la zona più bassa delle foreste: Raviestis sotto Mione, m. 700; prat; di Runchs, m. 700, prati di S. Martino, m. 500 (Ovaro), Luglio; bosco Flobia, m. 1200 (Sauris), Settembre.
Hab.: Francia centrale e sett., Belgio, Germania, Svizzera.
90. Linyphia pettata Wid.
Comunissima, nei prati e boschi; si spinge oltre la zona delle foreste: M.te Scuffia, m. 1400 (Ravascletto), Luglio; Raviestis sotto Mione, m. 600 (Ovaro), Luglio; Gaserà Palac’, m. 1600, e Forcella Olbe, m. 1500 (Sauris), Settembre; boschi della conca di Sauris, m. 1000-15000, in Settembre.
Hab.: Svezia, Inghilterra, Germania, Svizzera, Ungheria.
91. Linyphia pusilla Snd.
I 9 bosco d’abeti sopra Ravascletto, m. 1100,
Luglio; un a M. Zoncolàn, m. 1400 (Ravascletto), Luglio.
Hab.: Francia, Svizzera, Germania, Inghilterra, Spagna, Italia settentrionale, Calabria, Tunisia, Siberia.
92. Linyphia hortensis Snd.
Rara, nei boschi: sotto Malga Daùda, m. looo (Arta), Luglio; bosco del Buso, m. 900-1200 (Sauris), Settembre.
Hab. : quasi tutta V Europa.
93. Linyphia carnica sp. nova.
Foeminae cephaloth. longit. mm. 1,5; abd. mm. 2. Ce- phalothorax longior quam amplior, rufotestaceus, linea nigra subtilissima marginali ornatus. Oculorum series rectae: oculi superi aequales, aequidistantes, maculis nigris positi: inter se dimidio plus quam eorum diametrum distantes. Oculi la-
Mem Soc. Ent,, I, 1922.
6
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terales antici superioribus conniventes, a mediis anticis spatio
dimidio saltem diametro lateralium acquali distantes; medii
antici lateralibus minores, macula nigra una positi, inter se
spatio eorum diametro acquali distantes, a mediis superis
aeque distantes, quam quo distant medii superi inter se. Frons
dimidio brevior quam area ocularis; chelicera autem rufa^
altiera quam frons cum area oculari. Sternum longius quam
amplius, omnino nigrum. Abdomen rufum, perplurimis maculis
albis praeditum, vitta media rufa idest
impunctata, terque ampliata ornatum;
vitta ad tertiam abdominis partem po-
steriorem pervenit, amplifìcatio omnis
maculam nigram continet; postke vitta . 1-/: 4. 4. • r 4- T 4- Linijphia carnica di Gap.
est amplificata atque infuscata. Latera 9 Addome
antice macula fusca, elongata, postea
vittis obliquis duabus, parum distinctis, praedita; vitta obliqua secunda saepe amplificatione posteriore vittae mediae confluens.
Venter atque tertia pars posterior abdominis fusconigra, a parte rufa linea alba distincta; vitta alba autem subtus ma- culam nigram lateralem anticam delimitat. Pedes et palpi rufi, setis instructi, quae non longiores sunt quam diametrum articu- lorum. Pedum anticorum longit. est mm. 4,5, secundi paris 3,5 mm., tertii paris 2,5 mm., posticorum 3,5 mm. Femur primi paris seta superiori et seta laterali; femora secundi et tertii paris seta superiori tantum ornata, femora posteriora inermia. Patellae setis duabus; tibia primi paris setis duabus superioribus, una laterali, duabus aut tribus inferioribus; tibiae reliquae duabus setis superioribus, duabus lateralibus et duabus aut tribus inferioribus praedita; metatarsa seta superiori et seta laterali instructa.
Epigyne aream nigram, transversam, paullisper foveolatam, non valde distinctam, glabram praebet.
Marim non cognosco.
Species haec non rara est super gramina atque in silvis: Gaserà Forchia, m. 1950 (Ovaro), men.se Augusto; apud lacum qui Raibl appellatur, m. 950 (Raibl) mense Septembrili; F.lla
83
Olbe et Casera Palac’, m. 1500 (Sauris), mense Septembrilij atque silva Flobia, m. 1200 (Sauris), mense Septembrili.
Sterno nyp haute s Menge.
94. ^tefuonyphantts bucculentus (Cl.).
Lhiyphia limata (L.), E. Simon.
Abbastanza comune fra le erbe e le pietre, zona dei boschi e delle praterie: Casera Forchia, m. 1900 (Ovaro)> Agosto; M. di Miezz, m. lOOO (Ovaro), Agosto; Giogo Ve- ranis, m. 2000 e Chiadin di Chiadénis, m. 2000 (Forn^ Avoltri), Agosto;’ sotto Cas.ra Tintina, m. 1500 (Sauris)»
, Settembre.
Hab. : tutta 1’ Europa, Nord dell’Africa, Siberia e America del Nord.
Drapetisca Menge.
95. Drapetisca socialis (Snd).
I nel bosco sotto Cas.ra Tintina, m. 1600 (Sauris)^ Settembre; i 9 su un muro, a Ovaro, m. 520, Agosto.
Hab.: Francia, Svizzera, Germania.
Bolyphantes C. Koch.
96. Bolyphantes altictps (Snd.).
Abbastajiza comune nella regione dei boschi e un poco più in alto: Cas.ra Fleòns di sotto, m. 1560 (Forni Avoltri), Agosto; Casera Palac’, e For.lla Olbe, m. 1600 e Bosco Flobia, m. 1400 (Sauris), Settembre.
Hab.: PTancia, Svizzera, Germania, Italia (Modenese).
97. Bolyphantes luieolus (B.).
1 9 sui prati di Mont di Miezz, m. 1200 (Ovaro) in Agosto.
Hab.: Francia, Corsica, Germania.
98. Bolyphantes index (Thor.).
Raro: cespugli sotto M.te Scuffia, m. 1400 (Ravascletto) Luglio, e a Cas.ra Palac’, m. 1500 (Sauris), Settembre.
Hab.: Italia (Trentino), Francia, Svezia, Siberia.
99. Bolyphantes nigropictus E. Sim.
2 cf’ sui cespugli sotto M.te Scuffia, m. 1400 (Rava- scletto), Luglio.
Hab : Francia, Corsica, Sardegna.
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Tetragnathiiiae
Pachygnatha Sund.
100. Pachygnatha clerclki Sund.
1 9 sulle erbe a Sauris di Sopra, m. 1350, Settembre.
Hab.: Spagna sett., Italia settentrionale, Calabria, Francia^
Belgio, Svizzera, Germania.
Tetragnatha Latr.
101. Tetragnatha chrysochlora (Aud. Sav.)
Abbastanza freq\iente nella zona dei boschi e poco sopra:
lungo il Rio Darchia, m. 750 (Ovaro), Agosto; Valle Fleòns, sotto Cas.ra Valz, m. 1100 (Forni Avoltri), Agosto, Cas.ra P’alac’, m. 1600, bosco del Buso, m. 500, e Bosco Flobia, m. 1600 (Sauris), Settembre.
Hab. : Francia, Corsica, Sardegna, Austria, Germania.
Meta C. Koch
102. Meta segmentata (Cl.)
Frequentissima : M.te Crasulina, m. 2000 (Ravascletto), Luglio; Cuell Pizzul (Zuglio), Luglio, prati di Raviestis sotto Mione, m. 650; di Runchs, m. 700; del Bencul sopra Mione, m. 750; bosco Pilinis, sotto Mione, m. 700; lungo Rio Miozza e Rio Darchia, m. 700-800 ; cespugli sotto Casera Valinia, m. 1300; prati di M.te di Miezz, m. 1200 ; M te Chiadin sopra Ovasta, m. 1600; in un cortile a Mione, m. 712: (Ovaro), Luglio-Settembre; presso il Degano a Forni Avoltri, m. 800, Agosto; Valle Fleòns sotto Casera Valz, m. iioo (Forni Avoltri), Agosto; a Casera Stua, m. 1600 (Cimolais), Agosto; bosco Lésis, m. 1200 (Claut), Agosto; Casera Palac’ e F.lla Olbe, m. 1500 (Sauris), Settembre; boschi intorno alla Maina, m. 950; bosco Flobia, m. 1200; Cas.ra Tintina, m. 1600 ; cespugli nel greto del Lumie! sotto la Maina, m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab. : Italia, Portogallo, Francia, Svizzera, Germania, Russia meridionale.
103. Meta menar di (Ltr.)
2 9 della Grotta Corona presso Cavazzo Carnico, m. 600 in Luglio.
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Hab. : Italia, Francia, Svizzera, Germania, in grotte e cantine umide.
Argiopinae
Argiope Aud. Sav.
104. Argiope briinnichii (Sci.)
29^ Tolmezzo, in Luglio.
Hab. : Italia, Spagna, Francia, Germania, Russia merid., Turchia, Nord dell’Africa, gran parte dell’Asia.
Cyclosa Menge
105. Cyclosa conica (Pai.)
Nei boschi e prati della zona più bassa : Bencul presso Mione, m. 750 (Ovaro), la Maina, m. 900-1000 (Sauris), Settembre.
Hab.: Italia, Francia, Belgio, Germania, Svizzera, Russia merid., etc,
Araneus Cl.
106. Araneus [Epeira) grossus (C. Koch)
29^ Tolmezzo, m. 700, in Luglio.
Hab. : Italia (Basilicata, Trentino, Modenese), P'rancia, Germania, Russia merid.
107. Araneus [Epeira) angulatus Cl.
Comune fino alla zona dei boschi: Luint, m. 600, lungo la Miozza, m. 700 (Ovaro), e a Ovaro, m. 500, Luglio-Set- tembre; Canal Grande, m. 1000 (Tramonti di Sopra), Agosto; Vallone di S.ta Cate ina (Weiszenbach), m. 1000, Agosto; bosco Flobia, m. 1200 (Sauris), Settembre.
Hab.: Francia, Svizzera, Germania, Turchia, Russia me- ridion., Italia, Spagna, Algeria, Sonda.
108. Araneus {^Epeira) circe (Aud. Sav.)
I 9 ^ Tolmezzo, m. 300, Luglio.
Hab. : Italia (Pavia, Val Vigezzo, Sicilia, Ustica, Capri) ; Svizzera, Germania, Francia merid., Russia merid., Turchia, Marocco,
109. Aranetis {Epeira) diadematus Cl.
Frequentissima ovunque : Monte Crostis, m. 1600-2000,
Vaisecca, m. 2105, Scuffia, m. 1600 (Ravascletto), Luglio;
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Cucii Pizzul, m. 1400 (Zuglio), Luglio; Prati di Raviestis sotto Mione, m. 600; Luint, m. 600; Mione, m. 712: Bencul sopra Mione, m. 750; prati di S. Martino, m. 500; Staipe Chebie, m. 1300, M.te Avedrugno, m. 1700, Cas.ra Valinia, m. 1500 (Ovaro); e ad Ovaro stes'^o, m. 500, dal Luglio al Settembre; Forni Avoltri, in. 800, Agosto; Valle Flèons, m. 1100-1200, e M.te Navagiùst, m. 1600 (Forni Avoltri), Agosto-Settembre; bassa Val di Suola, m. 1200 (Forni di Sopra), Agosto; Val Settimana, m. 800; Sciól di Savalòn, m. 1300; F.lla Caserata, in. 1700 (Claut), Agosto; Canal Grande, m. 1000 (Tramonti di Sopra), Agosto; Vallone di S.ta Caterina, m. looo (Weis- zenbach), Agosto; M.te Kok, m. 1800 (Malborghetto), Agosto; Rio Pontebbana, m. 900 (Pontebba), Settembre ; Bosco della Maina e alla Maina, m. 900 e bosco Flobia, m. 1260-1 500 (Sauris), Settembre.
Hab. : Tutta 1’ Europa, Africa sett., Asia sett.
no. Araneus i^Epeira) marmoreus Cl.
Abbastanza frequente nei boschi e fra le erbe : Canal Grande, m. 1000 (Tramonti di Sopra), Agosto; Jòf di Mieze- gnott, m. 1600 (Uggowitz), Agosto ; Cas.ra Valz, m. 1200 (Forni Avoltri), Agosto ; bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab.: Tutta l’Europa, Siberia.
111. AraneiLs [Epeira) quadratiis CL
I 9 Poludnig, m, 1600 (Malborghetto), Agosto.
Hab. : Tutta 1’ Europa.
112. Araneus [Èpeira) ciLcurbitinus Cl.
Comune ovunque : M.te Scuffia, m. 1400 (Ravascletto), Luglio; M.te Torchia, m. 1900, Cas.ra Valinia, m. 1400, M.te Chiadin sopra O vasta, m. 1600, Cas.ra Tamarott» m. 1800 (Ovaro), Luglio-Agosto; Bosco Lési-s, m. 1000, e F.lla Caserata, m. 1700 (Claut), Agosto; PMla Olbe, m. 1500; Bosco Flobia, m. 1600 ; cespugli nel greto del Lumiéi sotto la Maina, m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab.: Tutta l’Europa, Africa sett., Palestina.
113. Araneus [Epeird) ceropegius Wlk.
Abbastanza comune nei prati d'alta montagna: sulla via del Crostis, m. 1750 (Ravascletto), Luglio; Cascia Tamarott, m. 1750 (Ovaro), Luglio; Cas.ra Daùda, m. 1700 (Arta), Luglio; M.te Navagiùst, m. lóoo (Forni Avoltri), Settembre.
Liab. : Italia (Lombardia, Val d’Aosta, Trentino, Sicilia, Calabria), Francia, Svizzera, Germania, Ungheria, Russia meridionale.
114. Araneus (Eptird) nmhratims Cl.
I in un cortile a Ravascletto, m. lOOO, Luglio; i (-f nel prato di Raviestis sotto Mioue (Ovaro), Luglio.
Hab. : Italia settentrionale, Calabria, Francia, Svizzera, Ungheria, Germania, Russia mer., Algeria, Egitto.
115. Araneus [Zilla) atricus (C. K.)
Frequente ovunque: via del Crostis, m. 1600 (Ravascletto), Luglio ; tutta la conca di Sauris, a Cas.ra Palac’, m. 1600, alla Maina, m. 950, a Cas.ra Tintina, m. 1500, in Settembre; M.te di Miezz, m. 1400, e Cas.ra Tamarott, m. 1850 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Italia, Francia. Belgio, Germania.
116. Araneus [Zilla) decemnotatus Cl.
Meno frequente del precedente : Pern Thal, licheni d’ un tronco di salice, m. 1000 ; bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Agosto; cespugli sotto Casera Valinia,,m. 1400 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Italia, Francia, Belgio, Germania, Svizzera, Tur- chia, Russia mer.
11 7. Araneus [Singa) semiater (L. Koch)
I 9 ^ Malga Pussa, m. 900 (Claut), Agosto.
Hab. : Europa orientale, Italia, Sicilia, Algeria.
118. Araneus [Singa) rufulus (E. Sim.)
I 9 prati del Bencul sopra Mione, m. 750 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Ungheria, Francia, Germania, Austria.
119. Araneus [Singa) sanguineus (C. Koch)
I 9 terra a Casera Suola, m. 1500 (Forni di Sopra), Agosto.
Hab. : Francia, Germania, Svizzera, Ungheria, Roma.
88
Thomisidae
Xysticus C. Koch.
120. Xysticus cristatus (Cl.)
Frequentissimo ovunque : M.te Crostis, m. lóoo, M.te Vaisecca, per terra, m. 2105, e M.te Scuffia, nel bosco d’a- beti e nei prati, m. 1200-1400 (Ravascletto), Luglio; fra le erbe e i sassi a Col Gentile, m. 2077, Forchia, m. 1900, M.te Chiadin sopra Ovasta, m. 1600; bosco Sterpét, m. 1000; lungo la Miozza e il Rio Darchia, m. 650-800; prati di Ra- viestis sotto Mione, m. 700: (Ovaro), Luglio-Agosto; per terra ai laghi del Zouf Pian, m. 1850 (Cercivento), Luglio! M.te Zoncolàn; m. 1400 (Zuglio), Luglio ; fra Malga Daùda e Malga Claupa, m. 1800 (Arta), Luglio; a Forni Avoltri, m. 800, Agosto; bassa Val di Suola, m. 1200-14C0, e P.sso di Suola, m. 2000 (Forni di Sopra), Agosto ; bosco Lésis, m. 1000 (Claut), Agosto; cima del Trogkofel, m. 2250 (Pon- tebba). Settembre; Cas.ra Palac’, m. 1500, F'orcella Olbe, m. 1500, bosco sotto Casera Tìntina, m. 1400 (Sauris), Set- tembre.
Hab. : Italia, Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Un gheria, Russia mer-id. -
121. Xysticus laterali s Hahn.
Xysticus lanio C. Koch, E. Simon
I 9 sullo Jòf di Miezegnott, m. 1600 (Uggowitz), Agosto,
Hab. : Italia settentrionale, Germania, Austria, Svizzera. Ungheria.
122. Xysticus gallicus E. Sim.
1 sotto i sassi del Chiadin del Crostis, m. 1900, i 9 nei boschi sotto M.te Scuffia, m. 1300 (Ravascletto), Luglio.
Hab. : Francia, Svizzera, Austria.
123. Xysticus kempelenii Thor.
Xystictis limatus E. Simon
2 9 prato di Raviestis sotto Mione, m. 650 (Ovaro) Agosto.
Hab. : Italia (Capri, Pisa), Francia, Germania, Svizzera, Ungheria.
89-
124. Xysticìis luctnosus (B.)
Raro: l (-f per terra presso Casera Losa, m. 1950 (Prato Carnico), Agosto ; i 9 Chiadin di Chiadèiiis
m. 2000 (Forni Avoltri), Agosto; l 9 prati di S. Mar- tino, m. 550 (Ovaro), Luglio.
Hab. : Belgio, Germania, F'rancia settentr., Inghilterra, Svezia.
125. Xysticiis acerbus Thorell.
Abbastanza frequente, nella zona dei boschi, sotto Ca- sera Valinia, m. 1400 (Ovaro), a Pern Thal, m. 1000, e a bosco del Buso, m. 950 (Sauris), Setterribre.
Hab. : Italia (Valtellina, Pisa, Basilicata, Sicilia), Francia, Belgio, Germania, Austria, Ungheria, Turchia, Russia merid.
126. Xysticus robtistus (Hahn)
I nel prato di S. Martino, m. 500 (Ovaro), Luglio.
Hab.: Italia (Pisa, Capri), Francia, Spagna, Belgio, Sviz- zera, Ungheria, Russia merid.
127. Xystims gortanii sp. nova.
9 Cephaloth. longitudo mm.- 3 ; amplitudo mm. 2.5 ; abdominis longitudo mm. 3.5. Cephalothorax colore rufo, duabus vittis lateralibus brunneis sat latis ornatus, quae pa- rallelae ab oculis lateralibus usque ad tertiam cephalothoracis partem posteriorem perve- niunt. In medio cephalothorace, duae vittae subtilissimae albae, quae intus tertia cepha- loth, parte vittas brunneas marginant, V modo convergentes. Oculorum series supera leviter procurva, oculis omnes triplo mediorum dia- metro inter se distantes; medii lateralibus minores. Oculorum series antica procurva, sed minus quam postica: oculi medii supe- rìoribus aequales ; inter se et a posterioribus triplo fere eorum diametro : a lateralibus anticis duplo saltem distantes. Oculi laterales antici duplo fere maiores quam medii antici, sed paullo maiores quam laterales superi: a lateralibus superis duplo fere eorum diametro distantes. Frons dimidio areae
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ocularis ampia; chelicera duplo fere ampia quam frons. — Sternum paullo longius quam amplius, rufotestaceum. Abdomen desuper bruiineo testaceum; latera et venter autem testacea, a parte dorsali maculis brnnneis nonnullis parvulis delimitata. Antice abdomen fascia testacea longitudinali prae- ditum, tertio antico truncata, angulis posterioribus paullo elongatiSi Segmentum ipsum postico vitta brunnea transversali medio abdomine interrupta, limbaturn. Postice, abdominis pars superior tribus vittis transversalibus testaceis, medio ab- domine paullisper procurvis ornata; inter secundam et tertiam vittam vitta brunnea transversalis, dimidio abdomine troncata, adest. Pedes testaceo-rufì : longitudo anticorum et secondi paris mm. 8 ; tertii paris autern mm. 5.5 ; quarti mm. 6. Femur primi paris tribus aculeis nigris, femora cetera uno tantum aculeo armata ; patellae inermes ; tibiae primi paris duabus seriebus inferioribus aculeorum, una e qu’nque, alia e quatuor aculeis constantibus; ceterae tibiae duabus seriebus inferioribus e tribus aculeis constantibus instructae; metatarsa autem primi et secondi paris duabus seriebus quinque acu- leorum subtus ; lateribus tribus aculeis ; tertii et quarti paris vero duabus seriebus duorum aculeorum subtus, lateribus duobus aculeis armata.
Epigyne area transversa lata, trianguliformi, apice obtuso antice sito constans, duabus foveis parvulis lateralibus.
Mas rnihi non: cognitum est.
Speciem hanc professori Michaelio Gortani, geologo, amico meo optimo dico.
Inveni eam haud raro pratis et silvis : pratis qui Ra- viestis, m. 600-650, et Bencul, m. 750, apud Mione, appel- lantur (Ovaro), mense Julio atque Augusto; atque silva super Artam posita, m. 1000, Julio mense.
Oxyptila E. Simon.
128. Oxyptila randa E. Sim.
Attribuisco con dubbio a questa specie una giovane fem- mina, trovata in un prato presso Malga Daùda (Arta) in Luglio.
Hab. : Alpi France'si, Germania.
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129- Oxy\<tila nigrita (Thor.)
Nei prati e nei boschi : M.te Scuffia, m. 14OO (Rava- scletto), Luglio ; lungo la Miozza e nei prati del Rencul, m. 700-750 (Ovaro), Agosto ; bosco Lésis, m. 1000 (Claut), Agosto.
Hab. : Spagna, Italia (Basilicata), Francia, Svizzera, Ger- mania, Danimarca.
Heriaeus E. Sim.
130. HeriaeiLs hirstitus (Wlk.)
I e I 9 Isella bassa Val Raccolana, m. 800
(Raccolana), Settembre.
Hab. : Spagna, Italia (Piemonte, Liguria, Basilicata), Francia, Germania.
Misumena Latr,
13 1. Misumena vatia (Gl.)
Comunissima fin verso i 1200 metri ; prati di Raviestis, m. 600-700, e del Bencul, m. 750, presso Mione, di Runchs, m. 700, di S. Martino, m. 500, lungo il Rio Darchia, m. 700; a M.te di .Miezz, m. 1200, sopra Ovasta, m. 1200 (Ovaro), Luglio-Settembre; a Forni Avoltri, m. 800, e in Valle Fleòns sotto Cas.ra Valz, m. iioo (Forni Avoltri), Agosto; a bosco Lésis, m. 1000 (Claut), Agosto; nella bassa Val Pontebbana, m. 800 (Pontebba), nel bosco P'iobia, m. 1200 (Sauris), in Settembre.
Mentre le femmine corrispondono perfettamente al tipo descritto dal Simon, i maschi hanno una colorazione alquanto diversa: lo sterno e le anche sono fulve; fulvi pure tutti i fe- mori e le patelle; invece nel mezzo del ventre vi è una larga macchia 'oscura. Dato che tutti i maschi da me raccolti pre- sentano queste particolarità di colorito, mi pare si possano considerare come una varietà, che chiamerò pallipes mihi.
Hab. : Tutta V Europa.
Thomisus Wllc..
132. Thomisus onustus Wlk.
I 9 prato Raviestis, sotto Mione, m. 600; una lungo il Rio Darchia, m. 700 (Ovaro), Luglio-Agosto.
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Hab : Tutte le regioni Mediterranee, Russia merid., Asia Minore, Transcaucasia, Cina.
Diaea Thorell —
133. Diaea dorsata (F.)
I 9 su un cespuglio a M.te Scuffia, m. 1400 (Rava- scletto). Luglio.
Hab.: Italia (Piemonte, Pavia, Calabria), Germania, Francia, Svizzera, Ungheria.
ThanatìLs C. Koch.
134. Thaiiatus formicinus (Cl.)
Non molto frequente, nei prati e boschi, in media e alta montagna : M.te Chiadin sopra Ovasta, m. 1600 (Ovaro), Agosto; Casera Stua, m. 1600 (Cimolais), Agosto; bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Settembre; cima Chiadin, m. 2300 (Claut), Agosto.
Hab. : Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Italia setten- trionale.
Tibellus E. Simon.
135. Tìbdliis propinqiius E. Sim.
I 9 sui fiori presso il lago di Raibl, m. 950 (Raibl) Settembre. -
Hab. : Italia (Pisa (?)), Francia, Spagna.
Philodromiis Wlk.
136. Philodromns lividus E. S.
I 9 bosco di Pilinis presso Mione, ni. 700 (Ovaro), p Agosto.
Hab. : Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera.
137. Philodromns aureolus (Cl.)
Raro, nei boschi e nella zona dei cespugli: M.te Scuffia, m. 1400 (Ravascletto), Luglio; Cuéste Stentarie, m. 1700 (Ovaro), Luglio; bosco Flobia, m. 1200 (Sauris), Settembre.
Hab. : Spagna, Portogallo, Italia, Francia, Belgio, Ger- mania, Ungheria, Russia merid.
138. Philodromns constellatns E. Sim.
Boschi e prati di media montagna : strada del Crostis m. 1600 (Ravascletto), Luglio; Cuell Pizzul, m. 1400 (Zuglio),
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Luglio ; bosco sotto Gaserà Tintina, m. 1 500 (Sauris), Set- tembre.
Hab. : Francia, Italia (Roma, Basilicata, Sicilia), Corsica.
Clubionidae
Sparassus Wlk.
139. Sparassus spongitarsis (Djjf.)
1 9 nel Bosco del Canal Grande, m. 1000 (Tramonti di Sopra), Agosto.
Hab. : Italia centrale , meridionale e insulare , Istria^ Francia.
Micrommata Latr.
140. Micrommata virescens (Cl.) var. ornata Wlk.
2 9 bosco del Canal Grande, m. 1000 (Tramonti di Sopra), Agosto.
Hab. : Italia, Francia, Germania, Svizzera, Ungheria, Siria.
Clubiona Latr.
141. Clubiona erratica C. K.
I 9 sotto ai sassi, Casera Fleòns di sotto, m. 1560 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab. : Francia, Germania.
142. Clubiona subtilis C. Koch
Frequente sili fiori, nella media montagna : Rio Miozza, m. 700; bosco Sterpét, m. 1000, Mont di Miezz, m. 1200 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Francia, Corsica, Ungheria.
143. Clubiona diversa Cb.
I $ sugli .alni sotto Casera Valinia, m. 1400 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Francia, Germania, Svizzera, Inghilterra, Un- gheria.
144. Clubiona terrestris Westr,
I 9 terra, presso Mione, m. 700 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Francia, Spagna, Germania, Svizzera, Italia sett., Calabria.
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145- Clubiona compia C. Koch
I su un muro a Ovaro, m. 550, Agosto.
Hab. : Italia (Trentino, Pavia, Roma, Capri), Francia, Germania, Svizzera.
146. Clubiona corticalis (Walk.),
I 9 casa a Ovaro, m. 550, Agosto.
Hab. : Italia (Trentino, Basilicata, Calabria), Corsica, Francia, Germania, Svizzera.
Chiracanthium C. Koch.
147. Chiracanthium erronenm Cb.
I 9 sulle erbe a bosco Lésis, m. lOOO (Claut), Agosto^
Hab. : Francia, Belgio.
Anyphoena Sund.
148. Anyphoma acctninata (Wlk.).
Rara: lungo Rio Darchia, m. 750, e a Mont di Miezz, m. 1000 (Ovaro), Agosto; Valle Fleòns sotto Casera Valz. m. LOGO (Forni Avoltri), Agosto.
Hab. : Italia settentrionale e insulare, Calabria, Francia, Svizzera, Germania, Ungheria, Palestina.
Liooranum L. Koch.
149. Liocramim rupicola (Wlk.)
I 9 sui cespugli lungo Rio Darchia, m. 750 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Francia, Corsica, Germania, Svizzera. Agelenidae Coeloits Walck.
150. Coelotes pastor E. Sim.
Frequente dai 1400 m. in su, fra le erbe e le pietre : M.te Scuffia, m. 1400 (Ravascletto), Luglio;- M.te Zoncolàn, m. 1400 (Zuglio), Luglio; M.te Forchia, m. 1950 (Ovaro), Agosto; Casera Suola, m. 1500 (Forni di Sopra), Agosto; Cima del Pramaggiore, rn. 2495 (P'orni di Sopra), Agosto; F.lla Dof, m. 1800 (Claut), Agosto ; S.nt Lorenz Thal, m. 1700 (Luggau), Agosto; Casera Razzo, m. 1700, e P.ta deir Ucciell, rn. 1850 (Sauris), Settembre.
Hab. : Francia. Il Simon dice che questa specie abita
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sopra i 1800 metri; come si vede, da noi discende alquanto più in basso.
151. Coelotes atropos (Wlk.).
I 2 sotto i sassi nel Chiadin del Crostis, m. 1900 (Ra- vascletto, in Luglio.
Hab. : Italia (Piemonte, Lombardia, Calabria), Francia, Belgio, Germania, Svizzera, Inghilterra, Ungheria. Secondo il Simon, si trova sempre nei boschi, mai nelle praterie alpestri, dove invece ho trovato il mio esemplare.
Tegenaria Latr.
152. Tegenaria parietina (Fourcr.).
I in una casa a Tolmezzo, m. 320, Settembre.
Hab.: Spagna, Italia, Francia, Svizzera, Germania, Inghil- terra, Ungheria, Russia merid., Turchia.
153. Tegenaria domestica (Cl.) nec Simon.
Tegenaria ferruginea (Panz.), Simon.
Nelle case, Ovaro, m. 550, Luglio.
Hab. : Europa.
154. Tegenaria derhamii (Scop.)
Tegenaria domestica E. Sim. nec Clerk.
19^ Cuell PizzLil, nei prati, m. 1400 (Zuglio), Luglio; una sotto i sassi a S.nt Lorenz Thal, m. 1700 (Luggau) ; roccie a M.te Avanza, m. 2200 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab.: Cosmopolita. — Ordinariamente si trova nelle case e cantine.
155* Tegenaria silvestris L. Koch.
I 9 cortile, a Mione, m. 712 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Francia, Svizzera, Germania, Ungheria, Austria.
156. Tegenaria campestris C. Koch.
Abbastanza frequente nei boschi intorno a Sauris, m. 900- 1200, Settembre.
Hab,: Francia, Belgio, Germania, tutte le Alpi, Italia.
157. Tegenaria capra E. Simon
Riferisco con molto dubbio a questa specie un giova nis- .simo maschio, trovato nel bosco d’abeti a m. Scuffia, m. 1200 (Rayascletto), Luglio. -
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Agelena Walck.
158. Ageleiia labyrinthica (Cl.)
Comune nei boschi e prati di montagna media : M.te Scuffia, m. 1400 (Ravascletto), Luglio, prati di Raviestis m. 700 (Ovaro), Agosto, prati di Runchs, m. 700 (Ovaro), Luglio, prati di Latteis, m. 1300 (Sauris), Settembre.
Hab. : Italia, Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Un- gheria, Turchia, Russia merid. Simon dice che questa specie si trova nelle praterie alpine almeno fino ai 1800 m.: da noi non r ho mai trovata sopra i 1400.
159. Agelena similis Kys.
Comune, con la precedente : M.te Scuffia, m. 1400 (Ra- vascletto), Luglio ; prati di Raviestis sotto Mione, m. 700, e prati di Runchs, m. 700 (Ovaro), Luglio- Agosto.
Hab.: Spagna, Italia, Francia, Svizzera, Belgio, Germania, Ungheria, Russia merid., Turchia.
Hahnia C. Koch.
160. Hahnia petrobia E. Sim.
I 9 terra, bassa Val Settimana, m. 800 (Claut), Agosto.
Hab. : Alpi Francesi.
161. Hahnia bressica E. Sim.
I 9 erbe, lungo il Rio Darchia, m. 750 (Ovaro),
Agosto.
Hab. : Francia, Germania.
162. Hahnia muscicola E. Sim.
Sotto i sassi a Cas.ra Razzo, m. 1700, e nel bosco del Buso, m. 950 (Sauris), Settembre.
Hab. : Francia, Tirolo.
Lycosidae
Lycos a Latr.
163. Lycosa (Tarentula) pulvernlenta (Cl.)
Frequente nei boschi e nei pascoli alpini: M.te Valsecca‘
m. 2000, e Chiadin del Crostis, m. 1850 (Ravascletto), Luglio; Casera Forchia, m. 1750 (Ovaro), Agosto; Casera Stua, m. 1600 (Cimolais), Agosto; S.nt Lorenz Thal, m. 1700 (Luggau) Agosto.
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Hab. : Spagna, Italia settentrionale, Sicilia, Francia, Ger- mania, Russia merid., Algeria, Siria.
164. Lycosa (Tarentzila) cuneata (CI.)
Rara, con la precedente: M.te Scuffia, m. 1400, e Cas.ra Vaisecca, m. 1950 (Ravascletto), Luglio ; M.te Zoncolan, m. 1400 (Zuglio), Luglio.
Hab. : Italia (Lombardia, Piemonte, Trentino, Emilia, Pisa), Francia, Svizzera, Germania.
165. Lycosa (Tarmtula) trabalis (Cl.)
Frequentissima, con le precedenti: prati di Runchs,
m. 700, Raviestis, m. 600, M.te Chiadin sopra Ovasta, m. 1600, Cas.ra Forchia, m. 1800 (Ovaro), Luglio- Agosto ; sotto Malga Daùda, m. 1000 (Arta), Luglio ; Forcella Case- rata, m. 1700 (Claut), Agosto; F.lla Olbe, m. 1600, bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab.: Italia, Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Russia meridionale.
166. Lycosa ( Tarentula) alpicola E. S.
I 9 prati di Cas.ra Forchia, m. 1900 (Ovaro)^
Luglio.
Hab. : praterie alpestri nelle Alpi Francesi.
167. Lycosa (Tarentula) nemoralis Westr.
Nei boschi e praterie alpine; sotto M.te Scuffia, m. 1200 (Ravascletto), Luglio, sotto Casera Vaisecca di Sopra, m. 1700 (Ravascletto), Luglio ; lungo la Miozza, m. 650 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Italia (Lombardia, Calabria), Francia, Svizzera; Germania, Belgio, Ungheria.
\6%. Lycosa (Tr odiosa) cinerea (F.)
Comune ovunque: M.te Crasulina, m. 2105 (Ravascletto), Luglio ; bosco Pilinis sotto Mione, m. 700 (Ovaro), Agosto ; Casera Stua, m. 1600 (Cimolais), Agosto; Malga Bussa, m. 950 (Claut), Agosto.
Hab.: Italia (Lombardia, Piemonte, Dalmazia, Sardegna, Sicilia, Calabria), Francia, tutta l’Europa, specialmente meri- dionale.
Mem. Soc. Ent.. I, 1922.
7
98
169. Lycosa (Tr oc ho sa) terricola Thorell.
Nei boschi, non frequente: sopra Arta, m. lOOO, Luglio, Latteis, m. 1300; il Buso, m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab. ; Tutta V Europa, Africa settentr., Turchestan.
170. Lycosa (Tr odiosa) ruricola (de Geer).
I 9 pi'esso Luint, m. 600 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Tutta 1’ Europa, gli Stati Uniti.
171. Lycosa (Pirata) knorrì (Sci.).
3 9 lungo la Settimana, sotto Malga Bussa, m. 900 (Claut), Agosto.
Hab. : Italia (Pisa), Francia, Germania, Svizzera, Russia meridionale.
Pardosa C. Koch.
172. Pardosa torrmtum E. Sim.
29^ M.te Chiadin sopra Ovasta, m. 1600 (Ovaro),
Agosto.
Hab. : Francia, Svizzera, Calabria.
173. Pardosa cursoria L. Koch.
Praterie di alta montagna, poco comune: M.te Vaisecca, m. 1800-2050 (Ravascletto), Luglio, M.te Chiadin di Ovasta, m. 1600 (Ovaro), Agosto.
Hab.: Italia (Veneto, Lombardia, Emilia, Basilicata,
Calabria), Francia, Svizzera, Austria.
174. Pardosa montkola (Cl.).
Frequente nelle praterie alpestri : M.te Forchia e Col Gentile, m. 1900-2050 (Ovaro), Luglio- Agosto; Cima Chiadin, m. 2300 (Claut), Agosto ; Giogo Veranis, m. 2000 e M.te Navagiust, m. róoo (Forni Avoltri), Agosto-Settembre; Punta deir Ucciell, m. 1800 (Sauris), Settembre.
Hab. : Italia, Francia, Svizzera, Belgio, Germania, Un- gheria, Russia merid.
175. Pardosa palustris (L.).
Frequentissima nei boschi e nelle praterie alpestri : M.te Scuffia, m. 1200-1400; Lago Tarònd di Crasulina, m. 850 (Ravascletto), Luglio ; bosco Sterpét, m. 1000, Cuéste Sten- tàrie, m. 1700; Casera Forchia, m. 1 800 ; Col Gentile
99
m. 2000 (Ovaro), Luglio-Agosto ; Gaserà Fleòns di sotto, m. 1560, e Chiadin di Chiadènis, m. 2000 (Forni Avoltri), Agosto; Malga Claupa, m. 1700 (Aita), Luglio; passo di Suola, m. 2000 (Forni di Sopra), Agosto ; Gaserà Stua, in. 1600 (Gimolais), Agosto; forcella Dòf, m. i8oo (Glaut), Agosto; Pietrabianca, m. 2400 (Sappada), Agosto.
. Hab. : Francia,- Svizzera, Germania, Belgio, Ungheria.
176. Pardosa bif asciata G. Koch
I 9 Runclis, m. 700 (Ovaro), Luglio.
Hab. : Francia, Svizzera, .Germania, Belgio, Italia (Lom- bardia, Modenese).
177. Pardosa patitaris E. S.
Rara, nelle praterie alpestri : M.te Scuffia, m. 1400 e M.te Vaisecca, m. 2090 (Ravascletto), Luglio ; M.te Ghiadin di Ovastà, m. 1600 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Francia, Gorsica.
178. Pardosa vittata (Kys.).
I 9 terra, lungo Rio Miozza, m. 650 (Ovaro),
Agosto, e' cima del Pramaggiore, . m. 2495 (Forni di Sopra), Agosto.
Hab.: Italia, Francia merid., Svizzera, Dalmazia.
179. Pardosa proxima G. K. var. poetica.
Gaserà Razzo, m. 1700, e bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Settembre.
Hab. : Italia, Svizzera, Germania, Siria.
180. Pardosa lugabris (Wlk.)
I 9 P^*" terra a Gaserà Stua, m. 1600 (Gimolais),
Agosto.
Hab. : Italia settentrionale, Galabria, Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Ungheria, Russia merid., Tripoli.
18 1. Pardosa morosa (L. Koch).
Frequente nella zona dei boschi e dei cespugli: M.te Scuffia, m. 1200-1400 (Ravascletto)^ Luglio; bassa Val di Suola, m. 1200 (Forni di Sopra), Agosto; Vallone di S.ta Gaterina, m. 1000 (Weiszenbach), Agosto; bassa Pontebbana, m. 900 (Pontebba), Settembre ; la Maina, m. 950 ; Sauris di
100
Sopra, m. 1400, Casera Tintina, m. 1600 (Sauris), Set- tembre.
Hab. : Francia, Germania, Svizzera, Ungheria, Spagna.
182. Par dosa amentata (CI.)
I 9 terra a Casera Stua, m. 1600 (Cimolais), Agosto, 2 e I 9 ^ Malga Pussa, m. 950 (Claut), Agosto.
Hab. : Tutta 1’ Europa.
183. Pardosa hortensis (Thor.)
I ^ al Jóf di Miezegnott, m. 1600 (Uggowitz), Agosto; I 9 ^ bosco Flobia, m, 1200 (Sauris), Settembre.
Hab.: Italia settentr., Calabria, Sardegna, Svizzera, Belgio, Francia, Germania.
184. Pardosa ferruginea (L. Koch)
Abbastanza comune ovunque: sotto M.te Scuffia, m. 1000 (Ravascletto), Luglio ; prati di Runchs, m. 700, Cas.ra Va- linia, m. 1400, M.te Avedrugno, m. 1750, bosco Sterpét, m. 1000 (Ovaro), Luglio- Agosto; bosco Lésis, m. 1000 (Claut), Agosto ; bosco di Canal Grande, m. 1000 (Tramonti di Sopra), Agosto; P.ta dell’ Uccidi, m. 1800 (Sauris), Set- tembre.
Hab. : Francia, Svizzera, Germania, Ungheria, Russia centrale.
185. Pardosa nigra (C. Koch)
I 9 nell’alta Val di Suola, m. 1800 (Forni di Sopra), Agosto ; i 9 ^ Cima Chiadin, m. 2300 (Claut), Agosto;
I (f sulla cima del Pei alba, m. 2690 (Forni Avoltri).
Hab. : Francia, Svizzera, Italia (Lombardia, Valdaosta), M.ti Tatra, Siria. Secondo Simon e de Lessert abita sopra i 2000 metri : come si vede, da noi discende alquanto più in basso.
186. Pardosa wagleri (H.)
I (f fra le erbe a Casera Avanza, m. 1400 (Forni Avoltri), Agosto.
Hab. : Francia, Svizzera, Germania, Austria, Italia (Mo- denese).
101
Salticidae
Heliophanus C. Koch.
187. Heliophanus flavipes (H.)
Sui fiori e cespugli nella montagna media: M.te Scuffia, m. 1400; Mione, m. 700, prati Bencul, m. 750, e Raviestis, m. 700, presso Mione, bosco Sterpét, m. lOOO, lungo Rio Miozza e Darchia, m. 700-800 (Ovaro), Luglio-Agosto ; Ga- serà Palac’, m. 1 500 (Sauris), Settembre.
Hab. : Italia (Lombardia, Roma, Basilicata, Calabria, Ustica, Capri, Sicilia), Francia, Svizzera, Belgio, Germania^ Ungheria, Russia merid., Turchestan.
188. Heliophanus metallicus C. K.
I 9 sui fiori in Raviestis, presso Mione, m. 650 (Ovaro) Agosto.
Hab.: Italia, Francia, Germania, Russia merid.
189. Heliophanus cupreus (Wlk.)
I (rf sulla cima del Pramaggiore, m. 2495 (Forni dì Sopra), Agosto.
Hab. : Italia settentr., Roma, Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Ungheria, Russia merid.
190. Heliophanus aenus (H.)
I 9 sulle erbe nella bassa Val Pontebbana, m. 900 (Pontebba), Settembre.
Hab. : Italia (Lombardia, Piemonte, Calabria, Sicilia), Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Russia merid.
Evophrys C. Koch.
19 1. Evophrys erratica (Wlk.)
19^ Cas.ra Rumai, m. 1420 (Ravascletto), Luglio ;
I 9 ^ Luint, m. 600 (Ovaro), Luglio ; i 9 ^ Pern Thal, m. 1000 (Sauris), Settembre.
Hab. : Tutta 1’ Europa.
192. Evophrys sulphurea (C. Koch)
Strada sulla cresta di M.te Pozzóf, m. 1700 (Ovaro), Luglio; muro presso Ovaro, m. 500, Luglio.
Hab. : Francia, Corsica, Sicilia, Grecia.
193 Evophrys finitima (E. Sim.)
19^ Mione, in un cortile, m. 712 (Ovaio), Agosto.
Hab.: Spagna, Italia (Lombardia, Veneto, Emilia, Roma, Sicilia), Svizzera, Francia, Siria,
194. Evophtys testaceozonata spec. nova.
9 Cephalothoracis long. mm. 1.8 ; abdominis vero mm. 2. Pars cephalica omnino nigra, pars thoracica testaceo- rufa, nigrolimbata. Cilia alba, barbae quoque albae.
Oculi antici conniventes, medii lateralibus duplo saltem
maiores ; linea ad limen eorum posticum tangens, laterales
dimidio resecat. Laterales antici ab oculis secundae
serici spatio eorum diametro acquali distantes;
oculis secundae serici lateralium anticorum parte
quinta, oculorum tertiae serici tertia autem parte
aequales. Oculi tertiae serici ab oculi.-ì secundae
spatio eorum diametro acquali; inter se spatio oc-
tuplo distantes. Frons aeque alta quam dimidium
oculorum anticorum mediorum diametrum. Che-
licera rufa, duplo longiora quam frons est alta. Evophrys tes- 1 .0 1 taceosonata
Sternum elongatum, tertia parte fere longius quam di Gap. 9
amplius, nigrum, pilis albis praeditum. Abdomen brunneo - testaceum, pilis albis vestitum ; tertia parte antica zona testacea transversa, pilis constanti, leviter procurva, medio linea fusca interrupta, ornatum. Venter testaceum, mamillae brun- neae. Pedes et palpi testacei, pilis albis vestiti : pedum anti- corum longitudo mm. 2,4 ; secundi paris mm. 2, tertii paris mm. 2.1 ; posticorum autem 2.8 mm. Remora omnia aculeis tribus, testaceis, longioribus quam diametrum articulorum, armata; patellae inermes. Tibiae primi et secundi paris duabus seriebus inferioribus duorum aculeorum ; tertii paris aculeo singulo inferiori, duobus lateralibus ; quarti tribus aculeis in- ferioribus, duobus lateralibus praeditae. Metatarsa primi et secundi paris duabus seriebus inferioribus duorum aculeorum; tertii et quarti ^verticillo terminali 3-4 aculeorum et uno aut duobus aculeis mediis instructa.
Epigyne e fovea satis ampia, lutea, constans.
108
Mas mihi non est cognitum.
Speciei huius 4 9 prato qui Raviestis appellatur,
apud Mione, m. 650 (Ovaro), mense Augusto.
Sitticus Simon
195. Sitticus longipes (Can.)
19^* Cima Chiadin, fra i sassi, m. 2300 (Claut), Agosto.
‘ Hab. : Le cime più elevate delle Alpi.
196. Sitticus pubescens (F.)
Abbastanza frequente ovunque nei luoghi soleggiati : P.ti di S. Martino, m. 500; Luint, m. 600, Casera Tamaròt sulle roccie, m. 1750 (Ovaro), e ad Ovaro, m. 500, Luglio- Settembre; la Maina, m. 500 (Sauri?), Settembre.
Hab. : Tutta V Europa.
197. Sitticus rupicola (C. Koch) '
M.te Kok, m. 1800 (Malborghetto), Agosto, e a Cas.ra Fleòns di sotto, m. 1560 (Forni Avoltri), Agosto,
Hab.: Francia, Germania, Svizzera, Trentino, Galizia.
198. Sitticus floricola (C. Koch)
Non raro, ovunque: Cas.ra Torchia, m. 1750, e Luint, m. 600 (Ovaro), Luglio; Casera Valz, m. 1200 (Forni Avoltri), Agosto; bosco del Buso, m. 900 (Sauris), Set- tembre.
Hab. : Italia (Trentino, Lombardia, Napoletano), Sviz- zera, Germania, Francia, Galizia, Ungheria, Russia merid.
Marpissa C. Koch
199. Marpissa muscosa (Cl.)
1 9 terra, presso Mione, m. 700 (Ovaro), Agosto.
Hab.: Italia, Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Russia merid.
Phlegra E. Simon
200. Phlegra cinertofasciata (E. Sim.)
I per terra, Mione, m. 712 (Ovaro), Luglio.
Hab. : Francia.
Pkilaeus Thorell
201. Philaeus chrysops (Roda)
Abbastanza frequente nei fondo valle, sui muri soleggiati:
104
Luint, m. 600; P.te di S. Martino, m. 550, segherie Aplis, m. 500 (Ovaro), Luglio-Settembre.
Hab.: Italia, Francia, Svizzera, Germania, Norvegia, Un- gheria, Russia mer., Turchia, Siria, Tunisia.
Evarcha Simon
202. Evarcha falcatus (Cl.)
Hasarius falcaUts E. Simon, 1876; , non *9 • Hasarius arcuatus E. Simon, 1876: 9 » gT-
Nei boschi, piuttosto raro: Casera Stua, rn. 1600 (Cimo- lais). Agosto ; bosco Lésis, m. 1000 (Claut), Agosto ; Canal Grande, m. 1000 (Tramonti di Sopra), Agosto.
Hab. : Italia, Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Un- gheria, Russia mer.
SCORPIONES
Ischnuridae
Euscorpius Thorell
203. Euscorpius carpathiciis (L.)
Comune ovunque, sotto i sassi, alla base dei muri : Ca- sera Tarondùt, m. 1812, e Chiadin del Crostis, m. 1900 (Ravascletto), Luglio; Ovaro, m. 500, Luglio; Latteis, m. 1300 (Sauris), Settembre.
Hab.: Italia, Francia, Spagna, Sicilia, Sardegna, Corsica, Turchia.
204. Euscorpius italicus (Herbst.)
I (9 in una casa, a Mione, m. 712 (Ovaro), Agosto.
Hab. : Francia mer., Italia sett., Turchia.
Conclusioni
Considerando V elenco ora presentato, mi sembra che possano scaturirne alcune conclusioni generali sulla fauna carnica, non prive d’ interesse, nonostante il numero non grande di specie citate. Vediamo intanto come la fauna aracnologica Carnica sia di un tipo piuttosto settentrionale. Rare infatti sono le specie meridionali, che non oltrepassano ordinariamente verso Nord l’ arco alpino {Dictyna horteiisis E, Sim., Filistata insidiatrix (Forst.), Theridium varians
105
rusticìLm (E. Sim.), TheridUim musivum E. Sim., Enoplognatha mandibularis (Lue,), Erigane meridionalis E. S,, Tibellus propinquus E. Sim., Philodromns livìdns E. Sim., Philodromus consUllatus E. S., Sparassns spongitarsis (L. Duf.), Pardosa vittata (Kys.)), laddove sono circa tre volte più numerose le specie che nelle Alpi raggiungono il loro limite meridionale di distribuzione {Liobumim limbalum L. Koch, Platybnnus bncephahis (C. Koch), Oligolophus moria (F.), Obisium alpi- num (L. Koch), Gnaphosa leporina (L. Koch), Theridiurp, ìimbraticum (L. Koch), Erigane remota L. Koch, Walekenaera iucundissinia (Cb.), Tapinocyba pallens (Cb.), Troxochrns scabriculus (Wstr.), Troxochrns ignobilis (Cb.), Trichopterna blackwallì (Cb.), Centromerits pabnlator (Cb.), Centromerus concinnus (Thor.), Leptoxrhoptrum huthwaiti (Cb.), Lepty- phantes cristatus (M.), Leptyphantes alacris (B.), Linyphia emphana Wlks., Linyphia pettata Wid., Bolyphantes index Thor., Xysticus galltcus E. Sim.. Xysticfjs luctnosns (B.), Oxyptila nigrita (Thor.), Clubiona diversa (Cb.), Pardosa ferruginea (L. Koch), Sitticus rupicola (C. Koch)). Tale carat- tere settentrionale della fauna aracnologica appare anch'è con- siderando il numero di specie rappresentanti le varie famiglie: caratteristico specialmente è il fatto che la numerosissima fa- miglia dei Salticidae, che ha nei paesi caldi il massimo numero delle sue specie, è qui rappresentata da sole i6 ; mentre le Lilly phiinae, proprie in gran parte dei climi freddi, sono rappresentate da ben 48 specie. Numerose sono pure le specie proprie alla catena Alpina, quali Prosalpia bibra- chiata L. Koch, Oligolophus glacialis (C. Koch), Amaurobms iugorum (L. Koch), Amaurobius Scopolii Thor., Gnaphosa badia (L. Koch), Erigane cristatopalpus E. àim., Araeoncus anguinetLS L. Koch, Centromerus delphinensis (E. Sim.), Leptyphantes frigidus E. Sim., Coelotes pastor E. Sim., Hahnla petrobia E. Sim., Lycosa (Tarentula) alpicola E. Sim., Sitticus longipes (Can.) ; quattro poi (Leptyphantes sennae, Linyphia carnica^ Xysticus gortanii, Evophrys te stacco zonata) sono nuove per la scienza.
106
Ma un’ altra considerazione possiamo fare, osservando i limiti altimetrici delle varie specie, e cioè che la fauna arac- nologica conferma pienamente quanto ci dicono la fauna dei coleotteri e la flora ; ossia che i limiti altimetrici delle specie sono sensibilmente abbassati rispetto a quanto avviene in altre parti delle Alpi. Questo fatto risulta evidente considerando le specie di media montagna e quelle abitanti contempora- neamente la pianura e i monti, che in Gamia non si spingono tanto in alto quanto in altre regioni : p. es. Amaurobius fe- nestralis (Stroem.), Ageleria labyrinthica (Gl.) e Agelena si- milis Kys, che non superano mai i 1400-1500 m., menti e altrove si innalzano al disopra dei 1800 m. ; Pardosa amen- tata (GL), che arriva fino ai 1600 m. mentre altrove supera i 2000, Sitticus rupicola (G. K.) che- giunge fino ai 1800 m., invece che fino ai 2200 m., Pardosa bifascìata G. K. e Ar- giope brilnnichii (Sci.) che si trovano solo nelle parti piu basse delle vallate, mentre arrivano, in Francia, la prima, quasi ai 2000, l’altra ai 1200 m. Nè tale fatto è meno evi- dente, considerando le specie glaciali o comunque particolari all’alta montagna, quali Prosalpia bibrachiata L. Koch, Eri- gone remota L. Koch, Leptyphantes frigidus E. Sim., Cde- lotes pastor E. Sim., Pardosa ferruginea (G. Koch), Pardosa nigra (G. Koch), Sitticus longipes (Gan.), le quali discendono ben 200-400 m. più in basso della loro altezza minima nelle Alpi occidentali e centrali. — Questo interessante fenomeno è dovuto certo, in buona parte, ai molti vincoli diretti ed indiretti che legano la microfauna alla flora ; ma in parte è certamente connesso a cause fisiche quali 1’ umidità, la nubi- losità, la natura chimica del suolo, la sua permeabilità, la sua sfaldabilità, le quali possono avente sugli animali un’influenza diretta.
Tale questione è assai importante, ed è pure del mas- simo interesse la conoscenza più esatta dei rapporti della fauna carnica con la fauna delle regioni contermini. È evi- dente che a risolvere compiutamente tali problemi non basta il materiale da me finora raccolto : infatti le mie ricerche fu-
107
rono compiute nelle peggiori condizioni possibili, poiché la siccità ostinata, eccezionale per la Gamia, aveva letteralmente bruciati i pascoli alpini. Chi rifletta a tutto ciò, si convincerà come sia anzitutto necessario procurarsi con ampie ricerche continuate durante diversi anni, un abbondante materiale fau- nistico, e vedrà come la Gamia sia stata finora a torto trascurata dallo zoologo. Io ho la ferma convinzione che questa regione, già nota al geologo come feconda di ottimi risultati, non d irà se studiata accuratamente, minori soddisfazioni allo stu- dioso della fauna, e mi auguro quindi che ad essa si rivolga l’attenzione dello zoologo e dell’entomologo in ispecie.
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108
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65 - Id. id., Études scorpiológiqties, « Atti Soc. ìt.'Sc. Nat. »,
Milano 1876.
Firenze, Luglio 1^22.
D. VITO ZANON.
Missionario Giuseppino.
Contributo alla conoscenza
DELLA FAUNA ENTOMOLOGICA DI BeNGASI.
Coleotto**!.
Per formarsi un adeguato concetto della fauna coleot- terologica del paese è necessario conoscerne succintamente la topografìa, il clima, la flora.
La regione di Bengasi va divisa in tre zone tra loro di- stinte per posizione, per vegetazione e pur anche per clima.
La zona litoranea è formata da una striscia di sabbie più o meno estesa, buttate dal mare e dai venti e che for- mano in alcune località, come ai Sabri, al Palmeto, a Mona- stir, a nord della città, delle dune più o meno elevate, che però non avanzano oltre entro terra a causa delle palme ivi piantate e dei venti del sud. Questa zona è a clima preva- lentemente mediterraneo perchè battuta maggiormente dai venti del mare: in certe epoche dell’ anno ed in certi giorni havvi tra essa e la zona interna una notevole differenza di umidità, di calore, di vento. In questa zona nelle vicinanze della città, dalla parte della Giuliana vi sono lagune salate, e saline che danno ottimo sale, mentre dalla parte del Palmeto (nord-est della città) vi sono lagune salmastre formate dal confondersi dell’ acqua del mare con quella dolce del sotto- suolo, che ivi affiora talora con polle d’acqua viva, come ad Ain-Es-Selmani (Sorgente di Solimano). Sempre nella zona sabbiosa, a io km. a sud di Bengasi trovasi il villaggio d^ Gariunes, dove pure ho cacciato qualche volta ; più a sud, a 26 km. da Bengasi, trovasi Bu-Sceriba sbocco a mare del nostro presidio e il villaggio arabo di Ghemines situato a 6 km. entro terra.
113
A circa 15 km. a nord dì Bengasì trovasi Koefia, ed a 18 km. da Bengasi trovasi Sidi Kalifa, villaggi che si pro- lungano fino al mare, ma il cui centro trovasi più entro terra in zona rocciosa.
Parallela alla zona sabbiosa di Bengasi segue una zona di arenaria più o meno compatta che va fino al sobborgo della Berka (circa 3 km. dalla città). A Sìdi-Husseìn, villag- gio intermedio, essa presenta delle alture (antiche dune) al- cune delle quali sono, state spianate dopo T occupazione Ita- liana per la bonifica delle lagune adiacenti alla città e pel passaggio della linea ferroviaria Bengasi-Benina-Regima: altre sussistono ancora in parte, come alla Mefluga, ove è piantata la Stazione Radio-Telegrafica della R. Marina, come la col- lina su cui posa la Batteria Orientale.
A questa zona di origine talassogena ed eolica relativa- mente recente, segue la regione della terra rossa e della roc- cia calcare, ove sorgono le più belle oasi, fra cui il Fuehat o Foahed (che significa porte della città) a km. 6 a S.-E. di Bengasi, coi suoi bei giardini e la nostra Missione, le Due Palme con doline carsiche in vicinanza, (fra cui Auà-Zarda, pressa il forte Luhesci), il Giok-Kebir (ossia la Grotta del Lete, famosa nell’ antichità) a 12 km. a est di Bengasi, con numerosi giardini infossati, piantati entro doline carsiche: ed attorno a tutte queste oasi, che formavano le antiche Espe- ridi, c’è il deserto roccioso, la steppa desertica, senza una casa, senza un albero. Nella stessa zona a circa 2 km. a sud del Fuehat trovansi altri giardini isolati fra cui uno impor- tante perchè ha un caseggiato annesso, detto Sciallabi-el-Bebas, ora Scavone e casa Mei. Pure a sud trovasi la bella oasi con villaggio arabo e Ridotta del Guarcià, collegata colla Berka, da cui dista 7 km., a mezzo di una Decauville. Più a sud nella pianura deserta trovansi gli ultimi nostri presidii militari Soluk (circa km. 60 da Bengasi) e Tilimun (km. 70 circa da Bengasi). Ad est di Bengasi s’ alza 1’ altipiano sul cui ciglio trovasi il Presidio Er-Regima (km. 30 da Bengasi) collegato ad essa con ferrovia, con due stazioni intermedie Lete e Benina.
Mem. Soc. Ent.. I, 1922.
tl4
Di zone alberate nella zona di Bengasi, vi è mancanza assoluta, eccetto i bei palmeti lungo la spiaggia e i giardini della Berka, ove trovansi oltre la palma, numerosi olivi, mandorli, albicocchi, fichi; fuori delle oasi del Fuehat, del Guarda, del Giok ove sono pure magnifici agrumi, non in- contri un albero. La regione è a carattere steppico: verso l’altipiano di Regima anch’ esso nudo affatto di vegetazione arborea (Gebel-el- Abid) incontri dei cespugli di Zizyphus lotus e di Crataegus oxyacantha. Per vedere dei boschi, o meglio delle macchie, bisogna andare nell’altipiano di Tocra, Merg, Cirene (Gebel Akdar = montagna verde) ove trovansi Juni- perus phoeniceay Cupressus horizontalis, cambi ed olivi selva- tici, Cisttis salviaefolius e parviflorus, Pistacia lentiscus e Arbutus tinedo. Sebbene abbia avuto occasione di far qualche gita nell’ altipiano di Tocra e di Merg, non ho avuto però comodità di farvi delle caccie, e di più la stagione estiva non ne era molto propizia.
La vegetazione erbacea nella pianura di Bengasi è di breve durata: al sopraggiungere delle pioggie in Novembre, la zona della terra rossa, brulla ed arida per otto mesi dell’ anno, si riveste in quindici giorni tutta di verde; forma magnifiche praterie di erba più o meno alta, a seconda della profondità dello strato di terra sovrapposto alla roccia, od a seconda che il terreno è più o meno infossato, e quindi riceve più o meno acque di scolo. In fin d’ aprile però è tutto seccato, e non sopravvivono che poche specie xerofile. — Nella zona sabbiosa la vegetazione si risveglia più tardi e si prolunga invece a tutto l’autunno, perchè vi prevalgono le piante aio- file che vivono di acqua salmastra, colà abbondante e ne immagazzinano per la durata dei calori estivi.
All’abbassarsi della temperatura, dopo i caldissimi e forti Ghibli di Settembre, collo spuntar che fanno in Ottobre le prime piante a rizoma, a radice profonda e vivace, od a bulbo, si risveglia pure la vita dei coleotteri. Buona parte di essi erano rimasti allo stato di letargo estivo profondamente interrati entro nicchie di terra impastata, od entro le spacca-
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ture delle roccie, o sotto la corteccia degli alberi da frutto delle oasi, o sotto le grosse pietre. Al sopraggiungere delle pioggie, quando tutta la natura è in festa, seguono gli ac- coppiamenti e la riproduzione. In molti casi si hanno più generazioni favorite dal clima mite, dal pascolo abbondante anticipato e prolungato; è questa la ragione per cui in certi anni si hanno abbondanti invasioni di questa o di quell’altra specie, talora con grande pregiudizio delForticoltura. A volte queste invasioni sono autoctone e rimangono ove nacquero, altre volte sono emigranti e giungono nelle - oasi ordinaria- mente trasportate dal vento caldo ed impetuoso di Maggio. I venti caldi meridionali di Settembre non portano invasioni di insetti perchè pochissime sono le specie che in quelFepoca sono ancor vive o deste.
Dopo i grandi calori prodotti dai Ghibli di Maggio, cessa man mano la frequenza dei coleotteri, mentre altre poche specie si susseguono più resistenti ai caldo, o nate sul posto, o portatevi dal vento del sud: e le vedi percorrere imperter- rite le zolle infuocate dal sole di bel mezzogiorno; mentre altre se ne stanno appostate, mezzo Intontite, entro una buca, Q sotto un gran sasso, per aspettar di uscirne verso sera ed incominciar la vita notturna in cerca di preda, quando l’aria è fresca ed umida, quasi sempre priva di vento.
I coleotteri di Be'ngasi hanno in generale aspetto mo- desto; sono molto poche le specie dalle elitre bronzate appa- riscenti. La bella Tttracha euphratica mena vita notturna e di giorno sta entro buchi scavati nel margine della salina della Giuliana. Il bel buprestide Julodis onopordi var. siti- fensis vive in mezzo ai campi di orzo: qualche Chrysomela, le goffe e tozze Meloe confondono il loro verde metallico colle erbette tra cui si trascinano nella stagione delle pioggie; alcune Cicindele saltano sulle sabbie in riva al mare d’estate: si può dire che son quasi tutte qui le- bellezze coleotterolo- giche del paese. Gli altri rappresentanti di questo grande ordine sono per lo più neri, più o meno splendenti, mentre altri hanno il colore della terra rossa di cui si infarinano per confondersi con essa.
IIG
Mi sembra di essere scusabile se in questo mio elenco di coleotteri di Bengasi, non figurano moltissime altre specie che richiedono caccie particolari, come quella al setaccio. Esse avrebbero potuto fruttare un materiale ricchissimo e prezio- sissimo per la scienza; ma le raccolte entomologiche erano solamente le mie ricreazioni: essendo sopracarico di altri non pochi nè lievi doveri. Non feci che raccogliere quanto mi capitava fra mano durante i lavori in campagna, in giardino, o nelle brevi gite nelle vicinanze della Missione coi miei pic- coli allievi negri e beduini, avendo di mira piuttosto lo stu- dio dell’entomologia agraria locale, come la più praticamente utile per me e per gli altri.
Ho voluto poi lasciare qua e là nell’ elenco la designa- zione della località che trovasi indicata nel cartellino di cia- scun insetto giacente nella mia raccolta, sebbene spesso ri- sulti che essa non è la sede ordinaria di quella specie. Questa indicazione denota un fatto puramente accidentale, dovuto il più delle volte al vento. Non è da farsi meraviglia, se in una regione eminentemente ventosa capita di cogliere sopra un flore, un insetto che ha costumi limicoli o sotterranei.
La data segnata indica la prima cattura: ho lasciato di indicare le seguenti catture e la quantità degli esemplari, non essendo ciò necessario al mio scopo, accontentandomi di ri- ferire qua e là se l’insetto è comune o raro.
Non occorre qui riportare le varie cause che ritardarono la pubblicazione di questo elenco, che avrebbe potuto esser pronto fin dal 1920. Ad ogni modo non mi rattristo se altri più competenti di me hanno potuto già dare altri contributi alla conoscenza della fauna Libica.
Un primo esame delle specie da ane raccolte è stato fatto da me con 1’ ajuto del Prof. Fiori. Di esse ho potuto man- dare soltanto una parte al Museo Civico di Storia Naturale di Genova e il Signor Agostino Dodero, Conservatore Ono- rario di questo istituto, si è compiaciuto di verificare e di correggere le precedenti determinazioni. Le specie da lui ri- studiate sono precedute da un asterisco.
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Sento il dovere di esprimere i sensi della mia sincera gratitudine a questo valentissimo entomologo, che con cure premurose ha reso questo mio modesto lavoro presentabile al pubblico e mi compiaccio in pari tempo di ringraziare il Dott. Ferdinando Solari per la parte che vi ha preso assumendosi lo studio dei Curculionidi, di cui è distinto conoscitore.
Ordo — Coleoptera.
Fam. Cicindelidae ,
(. Cicindela litorea Forsk, Spiaggia della Giuliana, Luglio I9i5* comune.
2. Cicindela melancholica F. Numerosa negli orti da Mag- gio ad Agosto; di giorno corre lungo i canaletti d’irri- gazione predando bruchi ed insetti in mezzo agli ^or- taggi. E quindi utilissima all’orticoltura - — Maggio 1915.
3. Cicindela aulica Dej. Spiaggia della Giuliana — Agosto 1915, comune.
4. Cicindela lunulata F. Spiaggia della Giuliana — margine della Sebka-el-Bunta — Giugno 1915, comune.
5. Tetracha euphratica Dej. Vive entro buchi scavati nella sabbia in margine alle saline della Giuliana: piuttosto rara — Maggio 1915. In quest’epoca fu per la prima volta raccolta dal carissimo amico e compagno di caccia^ l’allora Tenente, ora avvocato Giorgio Umani di An- cona. In seguito ne raccolsi altri esemplari, sempre però nello stesso mese.
Fam. Carabidae.
6. "^Calosoma Maderae F. Comune negli orti e nella steppa da Marzo a Maggio. È utilissimo all’ orticoltura perchè di- strugge una grande quantità di insetti , specialmente allo stato di larva, da Novembre a Febbraio. Allo stato adulto però è ghiotto di api arrampicandosi sui fiori per predarle. Nei miei primi esperimenti di bachicoltura a Bengasi (1915) mi recava non poco disturbo pene- trando nella bacheria e divorando gran quantità di ba-
colini. Nell’anno 1918 si verificò una vera invasione, non portata dal vento, ma autoctona perchè fin dall’in- verno si videro numerosissime larve attraversare persino la strada dalla Berka al Fuehat. Contemporaneamente v’era grande abbondanza nella steppa di bruchi di Ocnogyna loewii di cui esse si cibavano.
7. *ScarÌteS iaevigatus Fabr. Maggio 1916. Giuliana, luoghi
sabbiosi, comune.
8. Bembidion laetum Brulle. Fuehat, nell’orto — Aprile 1916.
9. Bembidion testaoeum Duft. Fuehat, caccia notturna alla lampada — Aprile 1918.'
10. *TachyS bistriatus Duft. Fuehat, neU’orto — Aprile 1918.
11. *TachyS parvulus var. curvimanus Woll. Fuehat, nell’orto
— Aprile 1918.
12. *LÌCÌnus aegyptiacus Dej. Fuehat. Comunissimo — Aprile
e Maggio, nella steppa, nelle case, negli orti: di giorno sta sotto i sassi, la sera va in caccia e vola. Nell’Aprile 1915 ve ne fu un’invasione venuta dal sud col vento caldo detto Ghibli. Esso con le due specie di Laemo- stenuSj di cui più sotto, minacciarono seriamente il mio primo esperimento di bachicoltura divorando gran quan- tità di bacolini: per liberarmene (poiché penetravano dalle più piccole fessure) mettevo dei sacchi umidi agli angoli del salone: sotto questi essi si rifugiavano durante il giorno, e così ne era facile la caccia. Anche il riccio ne divora gran quantità. — Aprile 1915.
13. *Ditomus sphaerocephalus Oliv. Fuehat — Luglio 1916,
comune, sotto le pietre.
14. Carterus cephalotes Dej. Fuehat, steppa — Maggio 1916, comune, sotto le^pietre.
15. *CarteruS asiaticus Chaud. Tilimun -- Maggio 1919, raro,
sotto le pietre.
16. *AcÌnopus grassator Coq. Fuehat, steppa — Marzo 1916,
poco comune, id.
17. Acinopus megacephalus Rossi. Fuehat, — Marzo 1916, steppa, e Tilimun — Maggio 1919, id.
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18. Ophonus rotundatus Dej. Fuehat, steppa, sotto i sassi — Aprile 1916, comune.
19. Ophonus syriacus Dej. Fuehat, steppa, sotto i sassi — Aprile 1916, comune.
20. *Harpalu$ litigiosus Dej. Fuehat, steppa, sotto i sassi —
Aprile 1916, comune.
21. Egadroma marginata Dej. Fuehat, steppa, sotto i sassi — Aprile 1916, comune.
22. "^Amara Cottyi Coq. Fuehat, steppa, comunissima. NelTA- prile 1916 ve ne fu un’invasione proveniente dal sud.
23. Amara brevis Dej. Fuehat, steppa, sotto i sassi — A- prile 1916, comune.
24. ’^Amara rufescens Dej. Fuehat, steppa, sotto i sassi . —
Aprile 1916, comune.
25. Pterostichus barbarus Dej. Fuehat, steppa, sotto i sassi — Maggio 1916 e Novembre 1917.
26. Sphodrus leucophthalmus Linn. Fuehat, comune negli orti e nella steppa — Aprile 1915. Ha gli stessi costumi del Calosoma Maderae^ e ripeto quanto dissi per questo con cui andò commisto nell’invasione del 1918 e dan- neggiò i miei bachi nel 1915.
27. *Laemostenus complanatus Dej. Fuehat, abbondante —
Aprile 1915.
28. *Laemostenus picicornis Dej. Fuehat, abbondante — Aprile
1915. Questo col precedente erano commisti nell’ inva- sione del 1915 insieme al Licinus sopra citato, col quale un occhio poco pratico lo può confondere. ‘ Nel- l’invasione prevaleva il Licinus.
29. Calathus mollis Marsh. Fuehat, steppa e orti, comune Aprile 1916.
30. ’^Metabletus sagitta Reitt. Fuehat, negli orti — Aprile 1916, sotto le pietre.
31. ’^Microlestes Abeillei var. Brisouti Holdh. Fuehat, sotto i
sassi vicino alle pozze di acqua piovana — Dicembre
1916, e negli orti lungo i rigagnoli — Aprile 1917, comune.
1
m
32. Dromius crucìfer Lue. Fuehat. — Maggio 1916. Fu da me colto mentre si nutriva delV A spidiotns hederat sul- l’olivo.
33. Demetrias atricapillus var. erythrocephalus Buy ss. Fuehat — Maggio ed Agosto 1918. Raccolto come il precedente.
34. *Cymlndis sitifensis ab. laevistriata Lue. Fuehat, steppa, sotto i sassi — Aprile 1916, comune.
Fam. Dytiscidae.
35. *Hydroporus (Deronectes) Cerìsyi Aubé. Ai Sabii, Dehehin, nelle pozze di acqua salmastra — Dicembre 1919.
36. *Agabus conspersus Marsh. Fuehat nelle vasche di irri-
gazione dei giardini — Marzo 1916.
37. ’^CymatopteruS fuscus Linn. Fuehat, nella melma delle va- sche di irrigazione dei giardini — Aprile 1916.
Fam. Siaphylinidae,
38. Omalium oxyacanthae Grav. Fuehat — Aprile 1916.
39. *TrogophloeUS corticinus Grav. Fuehat — Aprile 1916.
40. Oxytelus plagiatus Rosh. Fuehat — Maggio 1916.
41. *Platystethus cornutus Grav. Fuehat — Dicembre e Marzo
1916 e 1917.
42. *Platy8tethus arenarius Geofìf. Fuehat — Aprile 1918.
43. *BledÌUS furcatus var. haedus Bandi. Fuehat — Ottobre
1918 caccia notturna alla lampada e Aprile 1919 alla Giuliana, ove trovasi numerosissimo entro il fango della riva dello stagno chiamato Sebka-el-Bunta.
44. ’^Bledius unicornìs Germ. Giuliana, insieme al precedente
— Aprile 1919.
45. *Astenus melanurus Kuster. Fuehat — Luglio 1919.
46. Lithocharis ochracea Grav. Fuehat — Maggio 1916.
47. *LeptacÌnuS bathychrus Gyll. Fuehat — Aprile e Maggio
1916.
48. Xantholinus glabratus Grav. Fuehat — Novembre 1915.
49. Xantholinus relucens Grav. Fuehat — Aprile, Marzo, Agosto 1916.
50. Eulissus fulgidus Fabr. Fuehat — Marzo 1916.
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51. *CafÌUS xantholoma Grav. Giuliana — Agosto 1920.
52. *RemuS sericeus Holme. Giuliana — Agosto 1920.
53. *PhÌlonthuS concinnus Grav. Fnehat — Aprile 1916.
?4. *Philonthus bimaculatus vai . nitidicollls Lac. Fuehat — Aprile 1916.
55. *PhÌlonthuS fimetarius Grav. Fuehat — Aprile 1916.
56. *PhÌlonthus sordidus Grav. Fuehat — Aprile 1916.
57. *PhÌlonthus longicornis Steph. Fuehat — Maggio 1919. 53. *Staphylinus (Ocypus) ophthalmicus Scop. Fuehat — Mag- gio 1916, sui cadaveri di cavallette.
59. Staphylinus fulvipennis Er. Fuehat — Maggio 1916. Staphylinus fulvipennis var. confusus Baudi. Fuehat — Maggio 1916.
60. Creophilus maxillosus L. Fuehat — Maggio 1916, sui
cadaveri di cavallette. ^
61. *Tachyporus pusillus Grav. Fuehat — Aprile 1918.
62. *Tachyporus nitidulus F Fuehat — Maggio 1916.
63. *FalagrÌa sulcata Payk. Bengasi, scarico a mare — A-
prile 1918.
64. ^Falagria obscura Grav Bengasi, scarico a mare — A-
prile 1918.
65. *Atheta gregaria Er. Fuehat — Aprile 1916 — Bengasi
scarico immondezze — Aprile 1918.
66. Athefa pygmaea Grav. Fuehat — Febbraio 1918.
67. Atheta aterrima Grav. Fuehat — Febbraio 1919.
68. Atheta parva Sahlb. Fuehat — Febbraio 1919.
69. *Atheta fungi Grav. Berka, su Lycopirdon maximum —
Marzo 1916.
70. Atheta clientula Er. Fuehat — Febbraio 1919.
71. *ZyraS puilus Rottbg. Berka, su Lycoptrdon fnaximum
— Marzo 1916.
72. Aleochara crassicornis Lue. Fuehat — Maggio 1918.
73. ^Aleochara clavicornis Redtb. Bengasi, città, scarico a
mare — Giugno 1919.
74. ^Aleochara moesta Grav. Bengasi, città — Marzo e Mag-
gio 1919.
75. ^Aleochara laevigata Gyll. Bengasi, città - Maggio 1919.
76. Aleochara bipustulata Lin. Fuehat — Aprile 1919.
Fani. Sìlphidae.
77. Choleva sp.? Fuehat — Aprile 1917, sui fiori, (acciden- taleV.
78. *Ptomaphagus Rosenhauerì Uhag. Fuehat — Aprile 1918,
sui fiori, (accidentale).
Fam. Histeridae.
79. Mister grandicollis III. Fuehat — Dicembre 1917.
80. Mister praetermissus Peyr. Fuehat — Aprile 1918.
81 ^Mister graecus Brulle. Fuehat — Aprile 1918. L’ esem- plare avuto in esame è una forma molto interessante, inedita, caratterizzata dalla diversa punteggiatura del prepigidio e della stria suturale non abbreviata (Do- dero in litt.).
82. ^Mister Touthmosis Mars. Fuehat — Maggio 1918, sullo
sterco.
83. *saprinus ornatus Er. Fuehat Aprile 1916.
84. *saprinus semipunctatus Fabr. Fuehat — Maggio 1919.
85. ^Saprinus Pharao Mais. Fuehat — Maggio 1919.
86. *Saprinus detersus var. beduinus Mars. Fuehat —
Maggio 1919.
87. ^Saprinus chalcites Illig. Fuehat — Maggio 1919.
88. Saprinus subnitidus Mais. Fuehat — Aprile 1917.
89. *SaprÌnus niger Motsch. Fuehat — Maggio 1919.
90. Saprinus concinnus Motsch. Fuehat — Aprile 1917.
91. "^Saprinus semistriatus Fabr. Fuehat — Maggio 1919.
92. *SaprÌnus politus Brahm. Fuehat — Maggio 1919.
93. Saprinus immundus Gyll. Fuehat — Agosto 1919.
94. *SaprÌnus sparsutus Sol. Fuehat — Maggio 1919.
95. Saprinus^aemulus Illig. Fuehat — Maggio 1919.
96. *SaprÌnUS metallescens Er. Var? presenta il torace più
stretto che nel tipo ed è evidentemente, benché molto finamente, punteggiato sul disco (Dodero in litt.). Un esempi. Fuehat — Maggio 1919.
97. "^Saprinus nova sp.? del gruppo del precedente, presenta
le strie dorsali 1-3 molto accorciate, la 4^ brevissima, stria suturale abbreviata in avanti (Dodero in litt.) Fue- hat — Maggio 1919. Tutte queste specie di Saprinus furono raccolte sui cadaveri di cavallette accumulate nell’orto per farne concime.
98. *CarcÌnopS pumilio Er. Fuehat — Maggio 1919.
99. Onthophilus globulosus Oliv. Fuehat — Maggio 1919.
Fam. Hydrophxlidae.
100. Cercyon quisquilius Linn. Fuehat — Aprile 1918, co- mune ovunque.
Fam. Cantharidae,
101. Malacogaster nìgripes Schauf. Fuehat — Marzo 1916, sui fiori, nell’ orto.
102. Hypebaeus flavicollis Er. Fuehat — Aprile 1916, sui fiori nell’ orto.
103. *Hypebaeus nodipennis Kryn. Fuehat — Maggio 1919,
sui fiori nell’ orto.
104. Psilothrix cyaneus ab. viridis Rossi. Fuehat — Maggio 1916, nell’orto sui fiori.
105. "^Dasytiscus indutus Kiesw. Var?... Fuehat — Maggio 1916,
sui fiori nell’ orto.
106. "^Zygia oblonga Fabr. Fuehat — Maggio 1917.
107. Zygia rubripes Lue. Fuehat — Maggio 1916, nell’orto sui fiori.
Fam. Cleridae.
108. Necrobia rufipes Degeer. Fuehat — Aprile 1915, su carogne.
109. Necrobinus defunctorum Waltl. Bengasi, Giuliana, su ca- rogne alla spiaggia del mare — Aprile 1916.
Fam. Ostomidae.
110. Tenebrioides mauritanicus Linn. Bengasi: nei granai mi- litari alla Berka ed alla Giuliana — Aprile-Novembre 1917.
Fam. Nitidulidae.
111. "^Carpophilus hemipterus Linn. Fuehat, sui fichi messi a seccale — Luglio 1916.
112. Cybocephalus rufifrons Reitt. Fuehat -- Maggio 1916, su alberi infestati da Aspidiotiis htderae.
Fam. Cucujidae.
113. *LaemophloeuS minutus OHv. Fuehat, in casa, nei depositi
dell’orzo — Novembre-Dicembre 1916.
1 14. *LaemophloeuS ferrugineus Steph. Fuehat col precedente.
115. *Laemophloeus_ater Oliv. Fuehat col precedente — Mag- gio 1919
*Laemophloeus ater, var. capensis Waltl., col precedente — Agosto 1917.
116. Silvanus Surinamensis Lìn. Bengasi: nei granai militari alla Berka e alla Giuliana, Novembre 1917.
Fam^. Cryptophagidae.
1 1 7. *Cryptophagus dentatus Herbst. Fuehat - Aprile 1919.
118. * Cryptophagus affinis Sturm. Fuehat — Apiile 1919.
Fam. Phalacridae.
119. Tolyphus sp,? presso syriacus. Fuehat — Aprile 1918 sui fiori nell’ orto.
120. Phalacrus fimetarius Fabr. Var. Humberti Rye. Fuehat Maggio 1916 sui fiori nell’ orto.
121. *0librus pygmaeus Sturm. Fuehat — Maggio 1916, sui
fiori nell’ orto.
122. Olibrus aenescens Kfist. Gariunes — Maggio 1919.
Fam. Thorictidae.
123. ThorictUS pilosus Peyron. Fuehat — Maggio 1916.
Fam. hathridiidae,
124. *IVIelanophthalma distinguenda Com. Bengasi — Giugno 1918.
1 25. *Holoparamecus caularum Aubé. Bengasi — Aprile 1918
e Agost’o 1920.
125
Fam. Mycetophagidae.
126. *Typhaea stercorea Linn. Fuehat — Giugino 1918, caccia
notturna alla lampada.
Fam. Colydiidae.
127. Wlyrmecoxenus picinus Aubé. Bengasi — Luglio 1919.
Fam. Goccine llidae.
128. Coccinella septempunctata Limi. Fuehat, comune tutto l’anno: la larva si trova spesso numerosa sulle foglie dei cardi coltivati — Maggio 1916.
129. *ChÌlocorus bipustulatus Liun. Fuehat - Maggio- Agosto
1915, sugli olivi infestati da Aspidiotus hederae.
130. *Exochomus pubescens var. Gestro! Fairm. Fuehat, Giugno
1919, sui cardi coltivati.
131. Exochomus sp. ? Fuehat — Maggio 1916, su olivi infe- stati da Aspidiotus.
132. *Pharus varius Kirsch. Fuehat — Agosto 1919, su fico
d’india infestato da Aspidiotus hederae.^ di cui si nutre.
133. *Pullus subvillosus a. juniperi Motsch. Fuehat — Aprile 1918, nell’orto sui fiori.
Pullus subvillosus ab. pubescens Panz. Fuehat — Mag- gio 1918, su olivi infestati da Aspidiotus.
134. ^Pullus pallidivestis Muls. Fuehat — Maggio 1916, come
il precedente.
Pullus pallidivestis Muls. ab. nanus Muls., Fuehat — A- gosto 1918, sui fichi messi a seccare
135. Rhizobius litura F. Fuehat — Maggio 1916, nell’orto, sui fiori di cardi.
136. Lithophilus cordatus Rosh. F'uehat — Maggio 1915.
Fam. Dermtstidae.
137. *0ermestes vulpinus F. Bengasi — Maggio 1919 presso
il mattatoio.
138. Dermestes Prischi Kugel. Fuehat — Maggio 1915, co- munissimo tutto l’anno, nelle carogne e nelle pelli.
126
1
139. Dermestes laniarius Illig. Fuehat — Luglio 1915, in casa, nei materassi di lana.
140. *0ermestes sardous Kiist. Bengasi — Ottobre 1919.
141. *Attagenus piceus Oliv. Fuehat — Maggio 1918, in casa.
142. *Atta9enus bifasciatus ab. Rossi! Ganglb. Febb. — No-
vembre 1916, in casa e sui fichi secchi.
143. *Attagenus sericeus Guér. Guarcia — Ottobre 1918.
144. ^Anthrenus minor WolL? Fuehat — Luglio 1916, sui fiori
di Eryngium campestre nella steppa.
145. *Anthrenus sp.? prope Simoni Reitt. Fuehat — Luglio
1916, insieme al precedente.
Fam. Elateridae.
146. *0rasterius figuratus Serv. var.? Fuehat — Marzo 192(3.
Fam. Buprestidae.
147. *JulodÌS onopordi var. sitifensis Lucas. Fuehat — Marzo
1915, nei campi di orzo: numeroso.
148. *MelanophÌla cuspidata Klug (veris.). Bengasi, città —
Giugno 1918.
149. ^Anthaxia inculta Germ. var?. .. Fuehat — Maggio 1919.
150. Anthaxia copri ventris Mars. Fuehat — Aprile 1916, nel- Torto, sui fiori di Convolvulus arvensis.
151. *Anthaxia hypomelaena 111. Fuehat — Agosto 1916, nel-
l’orto sulle infiorescenze di finocchio.
Fam. Bostrychidae.
152. *RhÌZOpertha dominica Fabr. Fuehat — Ottobre 1917, nei
granai.
153. Bostrychus capucinus Linn. Fuehat — Agosto 1916, in casa.
154. Scobicia Chevrieri Villa. Fuehat — Giugno 1918/ caccia notturna alla lampada.
155. Enneadesmus trispinosus Oliv. Fuehat ~ Maggio 1918» in casa.
156. Xylomelas coronata Mars. Fuehat — Agosto 1916, in casa — Giugno 1920, portata dal Ghibli.
127
Fam. Ptinidae.
157. ’^Gibbium psylioides Czempinski. Bengasi — Maggio 1918,
Fuehat, in casa — Luglio 1917.
158. *Ptlnus brunneus Dft. Fuehat — Aprile 1916, in casa.
159. *Ptinus sp. n. ? prope siibaeneus Rttr... in casa.
160. *ptinus aureopilis Desbr. Bengasi — Giugno 1918.
Fam. Anobiidae.
161. Nicobìum castaneum Oliv. Fuehat — Febbraio 1918, in casa.
162. ’^Sitodrepa panicea Linn. Fuehat — Novembre 1915, fra
i semi vecchi.
163. Lasioderma serricorne Fabr. Fuehat — Aprile 1916, in casa.
164. Lasioderma punctulatum Reitt. Fuehat — Maggio 1916, sui fiori.
165. ^Lasioderma Redtenbacheri Bach. Var.?.... Bengasi — Lu-
glio 1919.
^ Fam. Oedemeridae.
166. Chitona sp. ? presso suturalis Oliv. Ghemines — Mag- gio 1919, sui fiori di Fra7ikenia laevigata revoluta a Ghemines-Busceriba.
167. Oedemera caudata Seidl. Fuehat — Marzo 1916, sui fiori nell’orto.
Fam. Anthicidae.
168. * Anthicus instabilis Schaum. Bengasi — Giugno 1919,
detriti vegetali.
*AnthÌCUS instabilis var. sabuleti Laf. Bengasi — Maggio 1919, detriti vegetali.
169. ^Anthicus humilis Germ. Bengasi, Cimitero nuovo — Mag-
gio 1919.
170. Anthicus Bremei Laf. Fuehat, nelforto sui fiori — Mag- gio 1916.
1 7 1 . ^Anthicus quadriguttatus Rossi. Bengasi — Maggio Giugno
1919.
m
172. *AnthÌCUS crinitus Laf. Fuehat — Febbraio 1918, sui fiori.
173. *AnthÌCUS hamicornis Mars. Gariunes — Maggio 1919.
Fam. Meloidae.
174. *Meloe cavensis Petagna. Fuehat, in tutta la steppa —
Novembre 1915* Numerosissima. Le sue innumerevoli larve triunguline nel mese di Febbraio e Marzo assal- gono gran numero di imenotteri e recano considere- vole danno all’apicoltura saltando sopra le api posate sui fiori per farsi trasportare nell’ alveare. (Vedi L api- coltura a Bengasi D. Vito Zanon in < L’ apicoltore moderno», Torino 1919 N. ii e 12). Mi consta che trovasi anche nell’ altipiano.
175. Meloe sp.? prope murinus Brdt. Fuehat, steppa — No- vembre 1915, poco comune.
176. Zonabris Hemprichi Klug. Fuehat, steppa — Maggio 1917, sui fiori di Carthamus.
177. *Zonabris maculata Oliv. var. maroccana Eschr. Fuehat — Luglio- Agosto 1915. Abbondantissima nella steppa sopra i fiori di Carthamus divaricatus.
178. ’^Zonabris tenebrosa Cast. Fuehat — Marzo-Maggio 1915.
Reca gravi danni in giardino divorando i petali di va- rie piante ortensi e da fiore. Nel Marzo 1915 se ne ebbe una forte invasione, che danneggiò seriamente gli olivi rodendone i fiori.
179. Zonabris nigriplantis Klug. Fuehat — Agosto 1915. Rara sopra i fiori di Carthamus divaricatus.
180. Zonabris 18-maculata Mars. Bengasi — Maggio 1919, su Carthamus divaricatus.
181. ’^Cabalia segetum Fabr. Fuehat — Febbraio-Marzo 1917,
sopra i fiori nell’orto. Non mi sono accorto recasse danni.
182. ’^Hapalus sp. nova? prope necydaleus Pali. Fuehat
(Raaba) — Dicembre 1916, rarissimo.
129
Fam. Rhipiphoridae .
183. Rhipiphorus {Myiodes Latr.) subdìpterus Bosc. Fuehat — Agosto 1918; Giugno 1920. Raro.
184. IVIacrosìagon merìdionalis Costa. Koefia, steppa, sui fiori. Maggio 1919.
Fam. Mordellidae.
185. *ScraptÌa ophthalmica Muls. (veris.) Bengasi — Giugno 1919.
186. Mordellistena brevicollis Em. Fuehat — Maggio 1917, sui fiori di finocchio.
187. ^Mordellistena micans Germ. Fuehat — Maggio 1916,
nell’orto, sui fiori di finocchio.
Fam. Alleculidae.
188. Heliotaurus parvicollis Reitt. Fuehat — Marzo 1916, sulle spighe di orzo: talora è numerosissimo.
189. Omophius sp.? prope lucidus Kirsch. Fuehat — Aprile
1916, sui fiori neU’orto; raro.
Fam. Tembrionidae.
190. Zophosis viridilimbata Chob. Bengasi, Giuliana — Mag gio 191Ó, Cimitero nuovo — Maggio 1919.
191. *ZophoSÌS algeriana Sol. Fuehat — Aprile 1918, comu
nissima.
192. *£rodÌUS Festae Schuster. Bengasi, Giuliana — Aprile
1917.
193. *ErodÌUS barbarus Solier. Bengasi, Giuliana — Aprile 1917,
194. *AdesmÌa monilis Klug. Fuehat — Febbraio 1915, co-
munissima tutto l’anno in tutte tre le zone di Bendasi.
o
195. "^Adesmia Faremonti Lue. Bengasi, Cimitero nuovo —
Maggio 1919.
196. "^Adesmia Zanoni Schuster, n. sp. Bengasi, Cimitero nuovo
— Maggio 1919.
197. Tentyria Gantarae Fairm. Fuehat — Maggio-Novembre 1916.
198. Tentyria Latreillei Sol. Fuehat - Novembre 1917, co- munissima tutto l’anno sotto i sassi.
Mem. Soc. Ent.. I, 1922.
9
130
199. ^Tentyria cyrenaica Schuster. Fuehat — Novembre 1917.
200. Adelostoma cordatum Sol. Fuehat — Aprile 1916, sotto i sassi.
201. Machlopsis elongatula Qued. Alle Due Palme — Aprile
1916, sotto i sassi.
202. iVIachtopsis alata Fairm. Fuehat — Marzo 1916, sotto i sassi.
203. *HÌmatismus villosus Haag. Fuehat — Maggio 1916, sotto i sassi.
204. *HyonthÌS tentyrioides Miller. Fuehat — Novembre 1916, sotto i sassi.
205. *8ten0SÌS filìformis Fabr. Fuehat — Novembre 1917.
206. Eutf*genia sp.? smymensis. Fuehat — Maggio 1919.
207. Microtelus Lethlerryi Reiche. Fuehat — Maggio 1919.
208. Asìda Bengasiana Wilke. Fuehat — Aprile 1916.
209. Sepidium sp.?... Forte Luhesci — Aprile 1917.
210. *IVIorÌca grossa Limi. Tilimun — Maggio 1919.
211. ^AkÌS Schweinfurthi Qued. Fuehat — Maggio 1916, sotto
i sassi.
212. *AkÌS Gestro! Schuster sp. n. Fuehat — maggio 1916,
sotto i sassi.
213. *Scaurus vicinus Solier. Fuehat — Maggio 1916.
214. *Scaurus trìstis OHv. Giuliana — Aprile 1920.
215. Pimeiia parva Sénac. Fuehat — Novembre 1917.
216. Pimeiia tenuicornis var. tripolitana Sénac. Fuehat — Aprile 1917.
217. *Pimelia derasa Klug. Fuehat — Aprile 1917.
218. Pimeiia spec.?... presso Latastei. Fuehat — Aprile 1917.
219. Pimeiia consobrina Lue. Fuehat (Raaba) — Aprile 1917, Giuliana Aprile 1920.
220. *pimelia urticata Klug. Fuehat ^ — Marzo 1916.
221. *Pimelia cornata Klug. Fuehat — Aprile 1917.
222. Pimeiia echidna Fairm. — Marzo 1916.
223. *P*melia bengasiana Schuster sp. n. Fuehat — Aprile 1917.
224. *0cnera hispida Forsk. Bengasi, Sidi Hussein, di fronte
alla Mefluga — Luglio 1916; Fuehat, (Raaba) Luglio
1917, sotto i sassi.
131
225. *Blaps Wiedemanni Sol. Fuehat — Dicembre 1916.
226. *Blaps approximans Seidl. Fuehat — Dicembre 1917.
227. ’^Blaps Doderoi Schuster n. sp. Fuehat — Dicembre 1917.
228. ’^BIaps gigas Limi. Fuehat — Dicembre 1915, sotto i
sassi, ed entro le tane dei Dipus. Questa, come le spe- cie seguenti, ed in generale quasi tutti i coleotteri, vien detta dagli arabi Kanfuss, Dal fatto del trovarsi queste specie entro i nidi sotterranei del Dipus aegyptiacus, i ragazzi deducono la favola che esse sono buone ami- che Arafti e dei Gerboa perchè ne colgono i pi- docchi che si nascondono fra il loro pelo, in cambio del qual servizio essi danno loro ospitalità nelle loio tane. Mentre è risaputo che i Blaps si nutrono degli escrementi di questi roditori.
229. *Blaps Requieniì v. substriata Sol. Fuehat, (Raaba) sotto
i sassi — Dicembre 1916.
’^BIaps Requienii v. cyrenaica Seidl. Fuehat Dicembre 1916.
230. *BlapS sulcifera Seidl. Fuehat — Dicembre 1916, sotto
i sassi. Bengasi, Cimitero nuovo. Dicembre 1917.
231. "^Blaps Ruhmeri Seidl. Bengasi, Cimitero nuovo — Di-
cembre 1917.
232. *Scleron inversum Fiori sp. inedita. Fuehat — Aprile 1916.
233. Anemia sardoa Gene. Fuehat — Maggio 1916.
234. *6onocephalum perplexum Lue. — Dicembre 1916, Fue-
hat, comunissimo sotto i sassi.
235. *OpatroÌdes punctulatus Brulle. Fuehat — - Dicembre 1916,
sotto i sassi.
236. '''Cabirus rotundicollis Mill Bengasi, Giuliana — Aprile 1920.
237. "^Brachyesthes Gastonis Fairm. Gariunes, sotto i sassi
— Giugno 1919.
238. ^Ammobius rufus Lucas. Bengasi, Giuliana — Aprile 1920.
239. *PhalerÌa bimaculata Linn. Giuliana — Aprile 1920, nell»
sabbia sotto lo sterco.
240. *crypticus nebulosus Fairm. Fuehat — Maggio 1919.
132
241. *Coenocorse Ratzeburgi Wism. Bengasi, scarico a mare —
Giugno 1918.
242. *ì rib0lium navale Fabr. Fuehat — Maggio 1916, in casa.
243. *TrÌbolÌUm confusum Duv. Bengasi — Maggio 1916.
244 ^Cataphronetis n. sp.? Bengasi — Giugno 1918;
245. Alphitobius piceus Oliv. Fuehat — Maggio 1916.
246. Helops sp.? Fuehat — Aprile 1916.
Fam. Cerambycidae.
247. Stenopterus rufus Lin. ab. genxulatus Kr. Fuehat — Maggio 1916, sui fiori di cardo coltivato.
248. Cartallum ebulinum Limi. Fuehat, nell’orto sui fiori di finocchio — Maggio 1916.
249. Hesperophanes cinereus Villeis. Fuehat — Aprile 1916. Larva nel legname vecchio.
250. Hylotrupes baiulus Lin. Fuehat — Maggio 1916, in casa nel legname vecchio.
251. Calamobius gracìlis Creutz. Fuehat — Febbraio 1916.
252. Agapanthia annularis Oliv. — Maggio 1917, Fuehat, neH’orto sui fiori.
253. *AgapanthÌa cardui Lin. Fuehat — Maggio 1916, sui
fiori nell’orto.
Fam. Chrysomelidae.
254. Lema asparagi Linn, var. macilenta Ws. ab. Toiirnleri
Pie. Fuehat — Aprile 1916, nell’orto.
255. Labidostomis taxicornis Fab. Fuehat, steppa sui fiori di Eryngiuin camptstre — Maggio 1916.
256. Tituboea sexmaculata Fabr. Fuehat, steppa, sui fiori di Erynghim campestre — Aprile 1916.
257. Barathraea cerealis Oliv. Fuehat — Gennaio 1916, sul- l’orzo.
258. Timarcha brachydera Fairm. Bengasi, Cimitero nuovo — Maggio 1917.
259. Timarcha rugosa Linn. Bengasi, Cimitero nuovo — Maggio 1917.
260. *Chrysomela numida Reich. Fuehat, steppa e negli orti —
Maggio 1916.
IBS
261. *Chrysomela bicolor Fab. Fuehat, steppa — Maggio 1916. Chrysomela bicolor ab. mima Mars. Fuehat, steppa — Maggio 1916.
Chrysomela bicolor ab. nigra Fi. Fuehat, steppa — Mag- gio 1916.
262 Podagrica fuscicornis Lin. Fuehat, nell’ orto sulle foglie di malva — Maggio 1916.
263. Psyiliodes cuprea Koch. Fuehat, nell’orto — Aprile 1918-
264. Psyiliodes luridipennis Kiitsch. Fuehat, nell’ orto — A- prile 19,18.
265. Psyiliodes aigirica Allard. Fuehat, nell’orto — Aprile 1918.
266. Phyllotreta corrugata Reiche. Fuehat, steppa in riva alle
pozze di acqua piovana Dicembre 1918.
267. *Aphthona sp.? Fuehat, neU’orto — Aprile 1918.
263. Longitarsus brunneus Redt. Fuehat, nell’ orto — Mag- gio 1916.
269. Dibolia cynogiossi Koch. Fuehat, nell’orto — Aprile 1916.
270. Cassida vittata Vili Fuehat, nell’orto — Maggio 1919* Fa danni alle foglie di bietole da coste, però è poco numerosa.
Fam. Laviidae.
271. *Spermophagus subfasciatus Boh. Fuehat — Maggio 1920,
in casa. Non mi sono accorto che questo Bruchide, di origine Brasiliana ed importato già anche in Sicilia (^), siasi riprodotto in Bengasi in quantità inquietante: è certo però che lo può divenire, perchè vi trova clima favorevolissimo. Del resto i legumi si coltivano poco estesamente nella regione a causa della mancanza d’ac- qua e vengono importati man mano dall’Italia, e quindi presto consumati. È facile che esso sia venuto dalla Sicilia.
272. Spermophagus cisti Oliv. Fuehat, sui fiori di fave nel- l’orto — Maggio 1916.
(i) Vedi Luigioni Paolo, Coleotteri esotici rinvenuti nel Lazio, in Atti della Pontificia Accademia Romana dei Nuovi Lincei. Sess. i.a 19 XII, 1920.
134
273. Laria rufimana Boh. Fuehat, su fave secche provenienti dalla Sicilia — Novembre 1916. DaU’allevamento di que- sto coleottero, ottenni un imenottero endofago delle sue larve : è un Braconide della specie : Sigalphus thoracicus Curtis. — Novembre 1919.
274. Laria ornata Boh. Fuehat, sui ceci provenienti dairi- talia — Aprile 1916.
275. Laria sp.? Fuehat, nell’orto — Aprile 1918.
276. Bruchidius caninus Kraatz. Fuehat, nell’ orto sui fiori di fave — Maggio 1916.
277. *Bruchìdius cinerascens Gyll. Fuehat — Giugno 1916.
278. Bruchidius bimaculatus Oliv. Fuehat, nell’orto sui fiori di fave — Aprile 1918.
279. Bruchidius murinus Boh. Fuehat, nell’ orto, sui fiori — Aprile 1918.
280. Bruchidius imbricornis Panz. Fuehat, nell’ orto sui fiori — Aprile 1918.
Fam. Curculionidae.
281. Pholicodes sp.? Gariunes. Sotto i sassi — Maggio 1919.
282. Sitona grissus Fabr. Fuehat ~ Maggio 1919.
283. Sitona ocellatus Kiist. Ghemines — Maggio 1919.
284. Sitona crinitus Herbst. Fuehat — Aprile 1916.
*Sitona crinitus ab. seriesetosus Fabr. Fuehat — A- prile 1916.
285. *Brachycerus kabylianus Desbr. var. Fuehat — Aprile 1917,
sotto i sassi.
286. *Brachycerus plicatus Gyll. var. Fuehat — Marzo 1920.
287. *Coniocleonus excoriatus Gyll. Fuehat — Maggio 1917,
sotto i sassi.
288. Coniocleonus nigrosuturatus Goeze. Bengasi, Cimitero nuovo — Maggio 1919.
289. ^Coniocleonus planidorsis Fairm. (veris.). Bengasi, Cimitero
nuovo — Maggio 1919.
290. Pachycerus varìus Herbst. Fuehat — Luglio 1917, sotto ì sassi.
135
291. *ConorrhynchuS (Temnorhinus) conicirostris Oliv. Fuehat,
nell’orto — Giugno 1918.
292. Cyphocleonus morbillosus F. Fuehat, nell’orto — Luglio 1916. Su alberi di Zizyphus vulgaris coltivato, da me colto a corroderne le foglie.
293. Lixus augurius Boh. Fuehat — Giugno 1918, nell’orto.
294. Lixus anguinus L. Fuehat, nell’ orto — Luglio 1916. Reca gravi danni al cavolo fiore, cavolo cappuccio e cavolo da cimare. L’ uovo vien deposto all’ ascella delle foglie, e la larva scende lungo il caule tenendosi nel mezzo e lasciando dietro di sè i detriti del fusto con- sumato senza che all’ esterno apparisca nessun danno. Giunta al colletto la pianta muore quasi improvvisa- mente coi primi calori della giornata. Nel 1916 ve ne fu una forte invasione autoctona che devastò tutte le colture dei cavoli nei giardini della zona a terra rossa. Ho osservato due generazioni. Ogni pianta porta una sola larva.
295. Lixus junci Boh. Fuehat — Marzo 1916, nell’orto. Reca gravi danni alle bietole da coste; le larve annidandosi numerose alla base dei piccioli delle foglie finiscono coi loro detriti a farle marcire: mi sembra non intacchino il colletto. Anche questa specie ha due generazioni, una in primavera che dà l’ insetto adulto i-n Aprile-Maggio, l’altra in estate e si prolunga fino all’autunno.
296. *LÌXUS ferrugatus Oliv. Bengasi, Cimitero nuovo — (Giu-
gno 1918, e Fuehat Maggio 1920 su Carthamus di- vario atus.
297. Larinus onopordi Fab. ab. numidicus Gap. Fuehat, steppa Luglio 1916, su Carthamus divaricatus.
298. Larinus vittatus v. albarius Gyll. Fuehat, steppa — Lu- glio 1916.
299. ^Larinus flavescens Germ. Bengasi, Cimitero nuovo —
Luglio 1916.
136
300. "^LarìnuS Zanoni Solari sp. n. Fuehat, steppa — Maggio
1916. Nel Maggio 1920, con un vento caldissimo di Ghibli ve ne ebbe nella vicinanza della Missione, nel pomeriggio, un’invasione proveniente dal sud. Il rumore prodotto dal volo degli insetti attorno 1’ abitato, somi- gliava allo scrosciar di un acquazzone sopra una tettoia. Non fece alcun danno negli orti alle piante coltivate.
30 1 . *BangaSternuS planifrons Brulle. Bengasi, Cimitero nuovo
— Aprile 1916, sotto i sassi.
302. Rhinocyllus conicus Oliv. Fuehat, steppa, sotto i sassi — Aprile 1916.
303. *RhytÌrrhÌnus sp.? Fuehat ~ Giugno 1919.
304. *RhytÌdoderes piicatus Oliv. Fuehat, steppa sotto i sassi
— Aprile 1916.
305. *Hypera phìianthus Oliv. Gariunes — Maggio 1918, sotto
i sassi.
306. *Hypera hìspiduU Boh. Bengasi, Cimitero nuovo, sotto i
sassi — Maggio 1919.
307. Phytonomus trilineatus Marsh. Fuehat — Luglio 1915, sotto la s:orza degli alberi di fico.
308. *PhytonomuS constans Boh. Bengasi, Cimitero nuovo —
Maggio-Giugno 1919.
309. *PhytonomuS jucundus Cap. Bengasi, Cimitero nuovo —
Maggio 1919.
310. Phytonomus variabilis var. siculus Cap. Fuehat, nell orto — Aprile 1918.
311. Smicronyx jungermanniae Rqich. Fuehat — Giugno 1918, di notte alla lampada.
312. *Calandra granaria L. Bengasi, depositi di grano militari
alla Berka e alla Giuliana tutto 1’ anno e Fuehat neh l’orzo e grano — Maggio 1915- In arabo Sus.
313. ^Calandra oryzae Lin. Come il precedente.
314. * Tychius spec.? Fuehat, sotto la scorza di alberi di fico
— Maggio 1919.
315. *rychÌUS spec.? Gariunes, sotto la scorza delle piante di
fico — Maggio 1919.
137
316. ^Sibinia planiuscula Desbr. Fuehat — Luglio 1915, sotto
la scorza di un albero di gelso.
317. ^Sibinia arenaria Steph.? Fuehat — Giugno 1919, sotto
la scorza di un Eucalyptus.
318. Sibinia algirica Desbr. Fuehat — Agosto 1915, id. id. Sibinia algirica var. id. id. id. id. id.
319; Mecinus pyraster Herbst. Gariunes, gallerie sotto la scorza
di alberi di fico — Maggio |
1919. |
|||
320. Wlecinus barbarus Gyll. id. |
id. |
id. |
id. |
id. |
321. ^Meoinus Schneiderl Kirsch. |
id. |
id. |
id. |
id. |
322. *Mec^nus Aubei Desbr. id. |
id. |
id. |
id. |
Id. |
323. *6ymnetron simum Muls id. |
id. |
id. |
id. |
id. |
324. *6ymnetron nigronotatum Pie. |
id. |
id. |
id. |
id. |
325. *Gymnetrt)n variabile Rosenh. |
id. |
id. |
id. |
id. |
Gymnetron variabile a. curtulum Reitt. |
id. |
id. |
id. |
|
326. "^Apion (Ceratapio n) n. sp.? P'uehat — |
Maggio 1916, |
su |
alberi di albicocco.
Fam. Ipidat.
327. *Eccoptogaster rugulosus Ratzeb. Fuehat nell’ orto — Marzo 1915* Reca gravissimi danni agli alberi di albi- cocco e di mandorlo. Parecchi alberi di albicocco di belle dimensioni furono distrutti nel 1915 da una forte invasione. Sul mandorlo e sull’ albicocco la deposizione delle uova sui teneri ramoscelli, che avviene in Marzo- Aprile, provoca la gommosi visibilissima in tante goc- cioline di gomma splendenti al sole. Sono arrivato a snidare dal nostro giardino il pericoloso insetto reci- dendo in primavera tutte le cime dei rametti giovani ed applicando in inverno sul tronco e sui rami pennel- lature, a parecchie riprese, di calce e solfato di ferro sciolto nell’acido solforico. (V. L’Orticoltura a Bengasi, Zanon, in « L’Agricoltura Coloniale » anno XII, Marzo 1918, pag. 47). Da rametti di albicocco morti ebbi molti Eccoptogaster rugulosus nel Marzo 1916 e da questi ottenni parecchi Calcididi endofagi delle loro larve. Li mandai in istudio al Dott. L. Masi, che P
138
descrisse come specie nuova, col nome di Cerocephala eccoptogastri (V. Annali del Museo Civico di S. N. di Genova, serie III Voi. IX® (XLIX) 9 Marzo 1921).
328. *PhloeoSÌnuS bicolor Brulle. Fuehat — Maggio 1919, sotto
la scorza morta del fico.
329. *Hypoborus ficus Er. Fuehat — Maggio 1919, sotto la scorza morta del fico. Non mi sembra, da osservazioni fatte più volte, che intacchi i tessuti vivi.
Fam. Scarabceidae.
330. *Trox granulipennis Fairm. Fuehat — Febbraio 1917, sulle carogne, numeroso.
331. *PleurophoruS caesus Panz. Fuehat — Dicembre 1918,
su sterco.
332. "^Aphodius granarius Linn. Fuehat — Novembre 1918. Raccolto come le altre specie seguenti di Aphodius, nello sterco.
Aphodius granarius var. brunneus Reitt. Fuehat — Mag- gio 1916.
333. "^Aphodius hydrochaeris Fab. Fuehat — Marzo 1916.
334. Aphodius nanus var.? Fuehat — Novembre 1918.
335. Aphodius Sticticus Panz. Fuehat — Novembre 1918.
336. *AphodÌUS lucidus Klug. Giuliana — Aprile 1918.
337. "^Aphodius {Orodalus) sp.? Fuehat — Marzo 1916.
338. ''Aphodius sp.? presso inquinatus Fabr. Fuehat — Marzo
1916.
339. *Thorectes rugatulus Jekel. Fuehat — Dicembre 1916,
nello sterco.
340. Scarabaeus sacer Linn. Fuehat — Luglio 1918, di notte, presso la casa; di giorno è difficile vederlo: iè più facile trovarlo di giorno alla Giuliana nei luoghi sabbiosi. Questa, come le altre specie di stercorari, vien detta in ara- bo Budrenna. Il ragazzo beduino avendo osservato Tarro- tolamento del letame in pallottole e T accoppiamento, ha dedicato ad esse delle rime : la Budrenna dardascenna giab a russa fi'l bernussa^ che significa; O stercorario,
139
arrotola la pallottola, porta la sposa sul cappuccio, im maginando che sia il maschio che si porta la sposa a diporto.
341. ^Scarabaeus puncticollis Latr. Fuehat — Luglio 1918, di not-
te, presso la casa, e Giuliana nella spiaggia sotto lo sterco.
342. "^Onthophagus Bedeli Rttr. Fuehat — Gennaio 1918, nello
sterco.
343. Onthophagus aleppensis Rdt. Fuehat — Febbraio 1918, come il precedente.
344. *CoprÌS hispanus Linn. Fuehat — Novembre 1915, nello
sterco.
345. *Bubas bubalus Limi. Fuehat — Dicembre 1917, nello
sterco.
346. Onitis numida Cast. Fuehat — Dicembre 1917, nello sterco.
347. *ChironÌtÌS furcifer Rossi. Fuehat — Maggio 1916, nello
sterco.
348. "^Chironitis irroratus Rossi. Fuehat — Maggio 1916, nello
sterco.
349. *RhÌZOtrogus Quedenfeldti Brenske. Fuehat, nell’orto e alla
Raaba, nei vigneti — Novembre 1917-
350. *Phyllognathus Silenus Fab. Fuehat — Maggio 1918.
351. Temnorrynchus Baal Reiche. Giuliana — Maggio 1916.
352. *TropÌnota {Epicometis) squalida Scop. Fuehat — Maggio
1916. Nel giardino, sulle piante da fiore e da orto. Reca gravi danni specialmente alle colture di fave; si caccia entro il fiore e ne rode solo i pistilli. Distrugge rose, garofani e molti altri fiori. Alcuni anni è talmente nu- merosa che forma dei grappoli sopra le infiorescenze dei fiori di cavoli, lasciati fiorire per seme, e li di- strugge totalmente. Bisogna farne la caccia di buon mattino col fresco, quand’ è immobile, oppure di mez- zogiorno quando succede l’accoppiamento sui fiori stessi.
353. *0xythyrea tripolitana Reitt. Giuliana, Aprile 1920.
354. "^Aethiessa floralis F. Maggio 1916 Fuehat, numerosa sui fiori di cardi coltivati nell’orto.
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Contributo allo studio della Fauna Libica
Prof. Mario Bezzi.
DITTERI DI CIRENAICA
raccolti dal Rev, Miss. Don Vito Zanon
Il Prof. Alessandro Ghigi, nella sua interessante memoria sulla Fauna Libica (i), ha posto in evidenza le diversità che passano fra le due proviiicie zoologiche in cui la Libia può dividersi, la Tripolitania e la Cirenaica. Per mio conto, nella prima nota sulja Dittero-fauna della Libia (2), io riconoscevo r assoluta mancanza di dati riguardanti i Ditteri della Cire- naica.
A colmare questa lacuna ha posto mano alacremente lo stesso Prof. Ghigi, il quale in una rapida escursione del 1920, raccolse un primo nucleo di 93 specie, da me poco fa enu- merate (3); ed ora mi comunicò per lo studio le 83 raccolte da Don V. Zanon nei dintorni di Bengasi, formanti oggetto della presente pubblicazione.
Una parola speciale di elogio è dovuta al M. R. Missio- nario Don Vito Zanon, che si è reso benemerito della Scienza riunendo questo materiale, del cui interesse fanno fede, non solo le 3 specie qui descritte come nuove, ma anche le os- servazioni unite agli esemplari. Parecchi di questi, sopratutto fra quelli più direttamente connessi coll’economia umana, erano già stati dal raccoglitore classificati.
Sono così 163 specie di Ditteri note a tutt’ oggi della Cirenaica, contro 68 della Tripolitania: ossia si sono capovolte le condizioni più sopra riferite. Comuni alle due provincie
(1) Materiali per lo studio della Fauna libica. Mem Accad. Sci. Bologna., (6) X (1912- 19 '3) 1914. P- zts-agó.
(2) Contributo allo studio della Fauna libica. Materiali raccolti nelle zone di Misurata e Homs (1912-13) dal Dott. Alfredo Andreini, Capitano medico. Annali Mus, Civ. Genova (3) VI, 1914, p. 165-181.
(3) Ditteri di Cirenaica raccolti dal Prof. Alessandro Ghigi durante l’escvrsione organiz- zata dal Touring Club Italiano nel mese d’aprile 1920. Atti Soc, li. Sci, Nat. Milano, IX, 1921* P 43^-443.
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sono 19 delle specie enumerate, in massima parte ubiquisti legati air uomo ; onde il numero effettivo dei Ditteri libici resta stabilito in 212. Questa esigua cifra ci mostra qual la- voro rimanga a compiersi, per portare la Libia ad un livello corrispondente a quello in cui si trovano Algeria e Tunisia da un lato, ed Egitto dall’altro.
Per scrupolo di esattezza spiegherò che il numero da me qui assunto pei Ditteri Tripolitani, differisce da quello di 61 dato nella mia Nota del 1914, per l’aggiunta del Bom- bilide HtUrotropus Trotttri Bezzi (4) e dei 6 seguenti Ceci- domiidi riportati dal Trotter (5); Asphondylia punica March., Asph. ononidis F. Loew, Perrisia tamaricina Kieff., Perr. sìihpatula Br., Rhopalomyta producticeps Kiefì. e Baldratia salicorniat Kitff.
E’ inutile rilevare che allo stato attuale delle nostre co- gnizioni sulla Dittero-fauna libica, sarebbe non solo prema- tura ma del tutto infondata qualunque osservazione di na- tura generale. Riesce notevole, come in altri paesi simili, la abbondanza dei Bombilidi, che sono in numero di 35 specie, rappresentando il 16,5 7o del totale; 8, ossia rii,7 7o» f^urono raccolti in Tripolitania, e 29, ossia il 17,4 in Cirenaica, 2 soli essendo in comune alle due provincie. Si può ricordare che la percentuale da me data nel 1909 per i Bombilidi' della Siria era del 21,6 ®/q.
I. Diptera Nematocera. ^
Fam. Tipulidae.
1. Nephrotoma scurra Meigen 1818.
I Fuehat, io aprile 1918, di notte, alla lampada. Questa specie è ricordata dell’Algeria dal Becker ; essa è propria dell’ Europa centrale e meridionale.
(4) Contributo allo studio della Fauna libica. Heteroiropm Trotteri nuova specie di dittero della Libia Annali Mus. Civ . Genova (3) VII, 1915, p. 17-25.
(5) Nuovi materiali per una Cecidologia della Tripolitania. Marcellìa, XIV, 1915»
p. I tav. — Vi sono compresi anche i dati dei 3 lavori del De Stefani del 1913,
1914 e 1915.
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Fam. Limoniidae.
2. Trimicra hirsutipes Macquart 1838.
I gT di Bengasi, aprile 1918, ed un altro di Fuehat, in un cesso, ottobre 1918.
Probabilmente si tratta solo di una forma minore della diffusissima Tr. pilipes, distinta anche per qualche parti- colare della venatura alare, come si vede dalle figure della recente monografia del Kuntze. Fu descritta origi- nariamente delle Canarie, ma il Kuntze la ricorda anche di Porto Said, ed il Becker la dà dell’ Egitto, dal Cairo al Fayum.
3. Dicranomyia sericata Meigen 1 830 (^r<?^/f^a£gger 1863).
I cf e I 9 dell' Uadi Gattara; Sidi Lefi a Sud Est di Bengasi, 21 febbraio 1920.
Specie dell’Europa meridionale.
Fam. Chironomidae.
4. Chironomus aprilinus Meigen 1830.
1 9 Fuehat, Marzo 1918, numerosissima nelle vasche d’ irrigazione.
F'am. Culicidae.
5. Theobaldia (Allotheobaldia) longiareolata Ma- cquart 1838.
2 cf e I 9> Fuehat, nei cessi, ottobre 1916. Distintissima e grande specie, diffusa per tutta la sotto- regione mediterranea; lungo la costa orientale dell’Africa scende fino al Capo, mentre per i paesi transcaspiani, la Persia e la Mesopotamia si estende sino all’ India occi- dentale.
6. Culex pipiens Linnè 1758.
I cT e I 9 P'uehat, Ospedale militare, gennaio 1920. Comunissima tutto 1’ anno.
Fam. Bibionidae.
7. Dilophus lingens Loew 1869.
I 9 Fuehat, febbraio 1920.
Specie mediterranea, estesa da Ròdi alla Tunisia.
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II. Diptera Brachycera.
Fanti. Nemestrinidae.
8. Nemestrinus ruficornis Macquart 1840.
3 9 Fuehat, aprile 1918.
Fanti. Bombyliidae.
9. Exoprosopa (Mesoclis) Pygmalion Fabrìcius 1805.
I e I 9 Bengasi, Giok Kebir, maggio 1916.
Specie diffusa nei paesi mediterranei.
10. Exoprosopa (Defilippia) vesperugo A. Costa 1895. I (rf di Bengasi, Fuehat, Maggio 1916.
E’ una piccola forma, distinta dalla Megerlei per avere le ali più largamente ialine all’ apice e lungo il margine posteriore, con una macchietta scura isolata alla base della forca cubitale.
Nota di Tunisia.
11. Exoprosopa (Defilippia) Mayeti Bigot 1888.
I 9 Bengasi, Giok Kebir, maggio 1916.
Specie parimente tunisina.
12. Exoprosopa (Argyrospila) baccha Loew 1869.
I cf e 2 9 Bengasi, Giok Kebir, maggio 1916 e Fue- hat, maggio 1917.
Specie mediterranea.
13. Exoprosopa (Exoprosopa) ZanonI n. sp. $. —
Vedi fig. I : ala.
Nigra, scutelli dimidio postico pedibusque rufis, abdomine lato albo- nigro- et badio- tomentoso lateribus fasciculis pilorum nigrorum ornato, alis hyalinis maculis fuscis vel nigris late confluentibus reticulatis, nervis omnibus luteis, cellula posteriori prima apeìda, cellula discoidali regulari non angulata ncque appendiculata et vena transversa apicali panilo sinuosa sed brevi et satis obliqua, cellula anali latissime aperta apicem versus sensim dilatata.
Long. corp. mm. io; lat. abdom. mm. 5; long, alae mm. 12. I 9 Bengasi, Fuehat, steppa, marzo 1917 ; specie magnifica, nominata in onore dello scopritore. Fra tutte quelle a me note, ricorda più dappresso la serpmtata Loew, che appar-
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tiene però al sottogenere Cladodisca e presenta per di più la prima cellula posteriore chiusa e peduncolata ; anche la delineata Becker è simile pel disegno alare, ma presenta la nervatura del sottogenere Mesoclis. Fra le specie che non conosco in natura si dovrebbe ricordare la Pandora Fabricius, che non può coincidere colla presente, essendo una Argyrospila.
Capo nero, giallo rossiccio solo attorno alla bocca e sui lati del peristoma ; orlo occipitale largo, coperto di tomento giallognolo, volgente al bianco presso il margine degli occhi, sopratutto in corrispondenza deU’intaglio. Fronte larga quanto l’occhio, dilatata verso Fava^iti, coperta di peli neri eretti e di tomento giallognolo ; faccij^ conica, prominente, con scarsi peli neri sui lati ed inferiormente e con tomento giallognolo. Antenne nere, cogli articoli basali coperti di peli neri ; terzo articolo brevemente conico, più corto del proprio stilo. Probo- scide nera, non sporgente oltre l’ orlo boccale ; palpi sottili, filiformi, ricurvi in alto, brunastri, con peli chiari. Torace nero, colle macrochete pure nere; sul dorso è coperto di peli neri eretti e di tomento giallognolo, che si fa biancheggiante sui lati ; pleure coperte di tomento grigio, con peli chiari e scuri frammisti, con prevalenza però dei primi, anche sul ciuffo metapleurale. Scudetto nero nella metà basale, rossiccio in quella apicale, con peli neri marginali. Bilancieri bianchi. Addome assai allargato, quasi discoidale, di color nero ; i segmenti 2-5 presentano una fascia basale di tomento nero, interrotta nel mezzo ed arrotondata posteriormente in cia- scuna delle sue parti, per cui il tomento chiaro che copre il resto del segmento prende forma di fascia doppiamente ar- cuata; l’orlo posteriore di ogni segmento porta nel mezzo una macchiolina di squamette bianche, ma non argentine, assai poco appariscente. Il dorso è coperto di lunghi peli eretti, radi, di color chiaro verso la base dei segmenti, di colore scuro verso la parte posteriore. Assai caratteristico é il mar- gine laterale, che porta su tutti i segmenti, a cominciare dal primo, un denso ciuffo di peli neri all’ orlo anteriore, seguito da una striscia di squamette cenerognole, in modo che questa
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alternanza di colori riesce piuttosto spiccata. Il ventre è uni- colore, essendo tutto coperto di tomento bianco-giallognolo e di lunghi peli chiari. Le spine dell’ ovopositore sono rossic- cie. Piedi interamente rossicci, tranne i 2-3 ultimi articoli tar- sali, che sono neri; sono vestiti di tomento bianco-giallognolo, specialmente sui femori; tutte le spicele e le spine sono nere; i femori deU’ultimo paio presentano al di sotto una fila com- pleta di spine ; le tibie anteriori sono mutiche ; i tarsi ante- riori sono più corti delle rispettive tibie e sono brevemente cigliati; le unghie sono nere, colla base rossiccia e con dente basale grosso e breve.
Fig. 1 Ala di Exoprosopa Zanoni n. sp. — Ingrandita.
Le ali (fig. i) sono assai caratteristiche, sia per la ner- vatura che pel disegno. Il secondo nervo longitudinale ha origine in corrispondenza del nervo trasversale discoidale, e presenta la sinuosità apicale poco pronunciata ; il nervo tra- sverso discoidale è collocato prima del mezzo della cella di- scoidale; la prima cella posteriore è aperta, ma ristretta verso r estremità ; cella discoidale stretta e lunga, semplice, colla nervatura trasversale e terminale fatta un po’ come nel sotto- genere Defìlippia, ma relativamente corta ed obliqua; il pe- duncolo basale della terza cella posteriore è breve ; la cella anale va allargandosi verso l’estremità, per cui termina assai dilatata, appena un po’ meno larga della terza cella poste- riore. Pettine basale coperto di tomento rossiccio, biancastro verso la base ; uncino basale breve e nero. Le ali sono per- fettamente ialine e lucide nella parte limpida, con un netto disegno in forma di larga reticolazione, di colore bruno con
Mem. Soc. Ent., I. 1922.
1
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macchie nerastre più intense, in cui spiccano le nervature rossiccie, quasi strettamente marginate di giallognolo. Tutte le macchie sono largamente unite fra di loro, di isolato non essendovi che una macchia ovale-arrotondata presso T estre mità del secondo nervo longitudinale. Base del terzo e del secondo nervo con larghe macchie nere, di cui T ultima è unita a quella che si trova sui nervo trasversale discoidale. Il ramo superiore della forca cubitale, e tutti i rami che met- tono capo al margine apicale e a quello posteriore delT ala sono largamente marginati di nero, ciascuno per proprio conto, meno la macchia che si trova all’ apice della prima cella posteriore e ne abbraccia ambo i rami terminali. La cella discoidale risulta nera, con nel mezzo una macchia ialina unita all’ indentazione falina dell’ orlo posteriore dell’ ala. La cella anale è pure tutta scura, con piccola macchia ialina nel mezzo (fusa coll’ indentazione del lobo ascellare) e con una piccola macchietta ialina all’ apice. All’ infuori di queste mac- chie e marginature nere, le rimanenti parti scure volgono piuttosto al rossiccio, sopratutto verso la parte basale dell’ala; così la seconda cella basale è nera solo all’ apice, mentre in tutto il resto è rossiccia ; la prima cella posteriore è nera, colla parte basale rossiccia dopo la macchia nera che sta sopra il nervo trasversale discoidale, ed una macchia ialina nell’ ultimo terzo, unita all’ indentazione ialina della seconda cella posteriore. Si potrebbe quasi dire che le ali son'S scure, con 3 macchie subialine lungo 1’ orlo anteriore, e 6 indentazioni ialine lungo la parte apicale e quella posteriore, delle quali la penultima si estende fin nel mezzo della cella discoidale ; non si conta la piccolissima indentazione ialina dell’ estremità della cella anale. Alula assai stretta.
14. Thyrìdanthrax incanus Klug 1832.
I Fuehat, aprile 1918.
In questa specie le tibie anteriori sono distintamente spicu-
lose, come nel gen. Villa ; è di distribuzione mediterranea.
15. Anthrax (Leucamoeba) aethiops Fabricius 1781.
I 9 Fuehat, steppa, marzo 1916.
Specie europeo-mediterranea.
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16. Anthrax (Argyramoeba) lucida Becker 1902.
I 9 Bengasi. Fuehat, steppa. Specie egiziana.
17. Argyramoeba (Chalcamoeba) ? virgo Eggei 1859.
I 9 Fuehat, aprile 1916.
Si tratta di una forma di questa specie mediterranea, distinta per avere i piedi interamente rossicci, compresi
1 femori.
18. Amictus zinamominus Becker 1906.
2 9 Bengasi, aprile 1918.
Specie algerina, probabilmente solo varietà del pulchellus Macquart 1849, pure dell’Algeria, e par'menti fornito di fascie bianche oblique addominali ; pare se ne distingua pel disegno più spiccato del torace, che presenta due strisele bianche longitudinali.
19. Chalcochiton bisalbiffrons n. sp. cf.
Simillimus al bifronti Loew ex Turchestaii, at statini di- ^S^notus pilis in fronte nitida et in thoracis dorso maxima ex parte nigris, abdominisque segmento quinto quoque tomento niveo obtecto. A speciebus affinibus holosericeus , argenti- frons et syriacus distinguitur thoracis -dorso tomento albo-lute- scenti sub pilis sparso^ alarumque dimidio basali diluto ac non abrupte infuscato
Long. corp. 7nm. 6; alae mm. 6.
I cf Fuehat presso Bengasi, aprile 1918, sui fiori in giardino.
La testa è come nelle specie affini sunnominate; la grande placca argentina copre tutto il centro della faccia, e si estende dall’ orlo boccale passando fra le antenne sin sopra la metà anteriore della fronte; questa è di un nero lucido (non opaco co ne nel resto del corpo), ed è coperta di peli neri eretti. I peli dell’occipite e quelli del peristoma sono bianchi. Anr tenne nere, col terzo articolo lanceolato, acuto. Proboscide nera, non sporgente, lunga come la bocca. Il torace è di un nero vellutato ; sul dorso è coperto di peli eretti, che sono in massima parte neri sul mezzo, mentre sono chiari verso [ lati e posteriormente ; sotto i peli si nota un tomento giallo-
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gnolo sparso; le setole sono nere ; le pleure sono coperte di spolveratura cenerina e portano peli di co’or- bianco sudicio, formanti ciufìfì sulle mesopleure, e candidi davanti ai bilan- cieri ; superiormente si nota una striscia bianca notopleurale, Bilancieri giallognoli ; squame bruniccie, con frangia candida. Addome nero, con lunghi peli candidi nei mezzo, giallognoli sul primo segmento ed in parte neri sugli ultimi due; i seg menti 2-5 sono tutti coperti di denso tomento argentino, an- che sul ventre, dove pure i peli sono lunghi e candidi ; gli ultimi due segmenti sono coperti di tomento bruno-giallognolo. Piedi interamente neri, come pure tutti i loro peli e le spi- cole e le setole; tuttavia i femori sono in parte tomentosi di bianco. Ali grigio-ialine, colla infoscazione della metà basale poco intensa, sfumante alFinfuori, dove il confine è poco de- ciso e corre in linea obliqua dalla fine del primo nervo lon- gitudinale all’ apice della cella anale. I nervi sono neri. La cella discoidale non è appendicolata.
20. Usia versicolor Fabricius 1794.
2 gT e 4 9 Bengasi, Fuehat, in giardino, febbraio 1920. sui fiori.
Specie assai comune per tutto il bacino del Mediter- raneo.
2f. Conophorus bellus Becker 1906.
I 9 piccole dimensioni, Bengasi, sui fiori, febbraio 1920.
Specie tunisina, di cui ho visto anche esemplari egiziani, pure assai piccoli.
22. Bombylius sticticus Boisduval 1835 {punctatus Fabr. nec Deg.).
I 9 Buehat, steppa, aprile 1918.
23. Bombylius basilinea Loew 1855.
I 9 Bengasi, Fuehat, steppa, febbraio 1920.
Specie mediterranea.
24. Bombylius discolor Mikan 1796.
i 9 Bengasi, Fuehat, steppa, febbraio 1920.
Specie europeo-mediterranea.
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25. Bombylius pallìpes Loew 1855.
I cT e 2 5 Fuehat, steppa, febbraio 1920.
Specie mediterranea. '
26. Bombylius medius Linnè 1758.
I 9 Fuehat, steppa, febbraio 1920.
Specie europeo-mediterranea.
27. Anastoechus retrogradus Becker 1902.
29 Fuehat, steppa, aprile 1917.
Specie diffusa per la costa africana sett., dall’ Egitto al- l’Algeria.
28. Dischìstus eximius Becker 1906.
I (?f Fuehat, steppa, febbraio 1920.
Specie gigantesca nel suo genere, descritta di Tunisia, da paragonarsi solo col Disch. giganteus Villeneuve 1920 del l’Algeria. E’ assai simile ad un Bombylius del gruppo sentx per la forma generale del corpo, pel colore della peluria dell’addome e per la posizione del nervo trasverso discoidale : se ne distingue solo per avere la prima cella posteriore aperta.
II maschio, che non è ancora stato descritto, ha folti peli neri alla base delle antenne ed in una striscia frontale anteriore ; anche il torace presenta una larga striscia noto- pleurale di peli neri e dei peli neri sulle pleure. L’ addome ha la metà apicale di color nero lucido, coperta di lunghi peli bianchi, in contrasto con quelli giallognoli della metà basale.
Fam. Asilidae.
29. Leptogaster latestriaia Becker 1906.
I Fuehat, aprile 1918.
Specie della Tunisia, assai caratteristica per la larga stri- scia bianca mediana del dorso del torace, e per la forma e colorazione dei piedi dell’ ultimo paio,
30. Saropogon Lamperti Becker 1906.
I Fuehat, 20 luglio 1918 ed un altro di Auà Added^ maggio 1916.
Specie algerina e tunisina.
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31. Stenopogon cervinus Loew i86i.
I (rf e 2 9 Fuehat, luglio 1918.
Specie iberica, trovata in Algeria e Tunisia.
32. Apoclea algira Fabricius 1775.
1 9 Fuehat, novembre 1919 Specie mediterranea.
33. Eccoptopus erythrogastrus Loew 1871.
2 9 Fuehat, ottobre 1916 e Giock Kebir, novembre 1918.
Specie diffusa per tutta la costa africana sett., dall’Egitto al Marocco, e vivente pure nella Spagna. •
34. Antiphrisson adpressus Loew 1849.
I c/* e 2 9 Fuehat, steppa, ottobre-novembre 1918 e Fuehat, novembre 1919.
Sotto questo nome sono confuse due forme, una delle quali ha i peli brevi del dorso del torace di color bianco, mentre l’altra li ha neri; è anche probabile che nessuna delle due corrisponda alla specie siriaca.
35. Heligmoneura munda Loew 1849.
I cf Fuehat, 12 luglio 1918.
Corrisponde a questa specie dell’ Arcipelago greco, ma ha le setole dello scudetto nere anziché gialle.
Fani. Empididae.
36. Empia sp., cfr. nigrimana Becker 1907.
I e I 9 Bengasi, febbraio 1920; 3 9 Fuehat,
marzo 1920.
Piccola specie del gruppo tessellata, simile alla suddetta che il Becker ha descritto di Algeria, sopratutto il maschio \ ma le femmine hanno le tibie rossiccie, i femori anteriori nudi, quelli mediani un po’ pennati al di sopra, quelli poste- riori leggermente cigliato-pennati da ambo le parti nella metà basale. Cionondimeno essa non è una Pterempis, per via della forma della cella discoidale. Si tratta quasi certamente d' specie non descritta.
151
III. Diptera Athericera.
Fam. Syrphidae.
37. Lasiopticus seleniticus Meigen 1822.
I 9 Fuehat, in giardino, 16 luglio 1918.
Specie di larga distribuzione.
38. Lasiopticus albomaculatus Macquart 1842.
1 9 Bengasi, Fuehat, in giardino.
Specie mediterraneo-caspica.
39. Syrphus balteatus De Geer 1776.
2 e I 9 Fuehat, in giardino, marzo 1920.
Specie ubiquista, diffusa in tutto il mondo antico.
40. Syrphus auricollis Meigen 1822.
1 cf Fuehat, in giardino, marzo 1918.
Specie europeo-mediterranea.
41. Erisfalis ténax Linnè 1758.
2 e I 9 Fuehat, sui fiori, aprile-maggio 1918.
42. IMerodon albifrons Meigen 1822.
I e~ I 9 Gabr Faraun, sui fiori di Scilla, 13 set- tembre 1918; I 9 Fuehat, maggio 1919.
Specie europeo-mediterranea.
43. NIerodon funestus Fabricius 1794.
I Fuehat, steppa, marzo 1920.
Specie europeo-mediterranea.
44. Syritta pipìens Linnè 1758.
I (-f Fuehat, steppa e in giardino, aprile 1916.
Specie ubiquista, diffusa per tutto l’emisfero boreale.
45. Eumerus amoenus Loew 1848.
I Fuehat, in giardino.
Specie mediterranea.
Fam. Conopidae.
46. Physocephaia fruncata maculigera Kròber 1914.
3 cf Fuehat, steppa, febbraio-marzo, 1916-1920.
Specie delTAfrica sett.
47. Zodìon erythrurum Rondani 1865.
I Fuehat, steppa, febbraio 1920.
Specie mediterranea.
152
48. Myopa dorsalis Fabrìcius 1794.
2 (;^ e I 9 Fuehat, steppa, febbraio 1920.
Specie europeo- mediterranea.
49. Myopa piota Panzer 1798.
3 e 2 9 Fuehat, steppa, febbraio 1916. e
luglio 1920
Specie europeo-mediterranea.
Fam. Ortalidae.
50. Chrysomyza demandata Fabricius 1798.
I e 2 9 Fuehat, aprile-luglio, 1917-1918.
Specie europeo-mediterranea, diventata cosmopolita.
Fam. Trypaneidae.
51. Terellia serra tulae Lìnnè 1758.
I 9 Fuehat, maggio 1916.
Specie europeo-mediterranea.
52. Sphenella marginata Fallén 1820.
3 Fuehat aprile 1918.
53. Acanthiophilus helianthi Rossi 1790 (= Urellia
eluta Meig.).
I cf’ e 2 9 Fuehat in giardino sui fiori di girasole, aprile 1918. Specie europeo-mediterranea.
54. Trypanea augur Frauenfeld 1856.
I 9 Fuehat in giardino, aprile 1918.
Specie mediterraneo-africana.
55. Trypanea stellata Fussly 1775.
I Gf P'uehat, aprile 1918.
Fam. Sepsidae.
56. Sepsis punctum Fabricius 1794.
I 9 Fuehat, aprile 1918. >
Fam. Piophilidae.
57. Plophila casei Linnè 1758.
1 9 Bengasi, allevata da larva.
Specie domestica, ormai cosmopolita.
Fam. Scatophagidae.
58. Scatophaga stercoraria Linnè 1758.
2 gT e 3 9 Bengasi, novembre 1917-febbraio 1920.
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59. Scatophaga merdaria Fabricius 1794 I 9 Fuehat, marzo 1920.
Fam. Musciclae.
60. Chortophila cinerella Fallén 1825.
I 9 Bengasi, febbraio 1920.
61. Hylemyia strìgosa Fabricius 1794.
I Fuehat, febbraio 1920.
Specie europeo-mediterranea.
62. Limnophora tonitrui variegata Stein 1903.
1 gT e 5 9 Bengasi, Ospedale Militare, sui grappoli di datteri, novembre 1919.
Specie mediterraneo-africana, diffusa per tutta la costa settentrionale, dall’ Egitto alla Tunisia, di dove la pos- seggo di Gerba.
63. Muscina stabulans Fallén 1823.
1 (cf e I 9 Bengasi, Ospedale Militare, gennaio 1920, determinata erroneamente per Haematobia stimulaus.
64. Stomoxys calcitrans Linnè 1758.
2 9 Bengasi, Ospedale Militare, gennaio 1920.
65. Placomyia vitripennis Meigen 1826.
2 (-f Bengasi, febbraio 1920.
66. Musca humilis Wiedemann 1830.
2 (-f Bengasi, Ospedale Militare, sui grappoli di datteri, novembre 1919.
67. Musca domestica Linnè 1758.
I e I 9 Bengasi, gennaio 1920.
68. Gastrophilus intestinalis De Geer 1776 = equi auct.
4 9 Fuehat, ottobre-novembe 1917-18, det. come asi- ninus, chiamato localmente « Sciara » dagli Arabi.
69. Gastrophilus ilavìpes Olivier 1811.
1 Bengasi,, maggio 1916.
Specie mediterranea.
Fam. Hippoboscidae.
70. Hippobosca camelina Leach 1817.
2 9 ^ pupario, Fuehat, luglio 1916.
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71. Hfppobosca capensis voti Olfers 1815.
1 Fuehat, luglio 1916, det. come equina.
72. Lynchia maura Bigot 1885.
7 9 Buehat, febbraio-giugno 1916, sui piccioni. De-
term. esattamente.
Fam. Tachinidae.
73. Oestrus ovis Linné 1758.
2 9 Bengasi, maggio, e Fuehat, marzo.
74. CalSiphora erythrocephala Meigen 1826.
I 9 Bengasi, gennaio 1920, in città, det. come vomi- toria.
75. Lucilia sericata Meigen 1826.
1 Bengasi, aprile 1916, det. come Caesar. \
76. Chrysomyia (Pycnosoma) bibula Wiedemaim 1830.
2 ([f e I 9 Fuehat, aprile 1916, det. come Lucilia Caesar.
Specie mediterranea.
77. Miltogramma oestraceum Falién 1820.
2 9 Fuehat, febbraio 1920.
Specie europea.
78. Craticulina tabaniformis Fabricius 1805.
I 9 Fuehat, giugno 1919.
Specie mediterranea.
79. Sarcophaga haemorrhoidalis Falién 1816
I (rf e I 9 Fuehat, aprile 1918, det. come cani aria ; un esemplare ottenuto da larva estratta dall’ occhio di una pecora.
80. Paraprosena magnipalpis n. sp. 9-
Si tratta di una forma molto interessante, che colloco provvisoriamente nel gen. Paraprosena, la cui specie tipica marmorata Meig. = Waltlii B. B., non ha però le parti boc- cali così ridotte ; essa, al dire del Dott. Vilieneuve che ne ricorda esemplari dell’Algeria {Bull. Soc. ent. Fr., (1917) 1918, p. 515), ha il terzo articolo delle antenne variabile in lunghezza, da una a tre volte il secondo. Non può trovar posto nei generi Gymnostylia, Microphthalma e Megaprosopus
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per avere le guaiicie nu de ; e .neppure in Pododexia per la fronte non sporgente e per le gambe non allungate. La Stic- todexia Lesnei Villeneuve (Bull. Miis. Paris, 1912, p. 2) pare abbia nella femmina dei palpi simili, e si avvicina anche per la colorazione del corpo e delle antenne, ma ne differisce per molti caratteri e per la nervatura alare.
E indubitato che questa mosca ricorda per certi carat- teri i cosidetti Tachino-estridi od addirittura gli Estridi. L’apertura boccale ed i palpi sono come nella Villeneuviella harterii Austen 1914, la quale per tale rispetto si trova nelle condizioni delle Cobboldia o della Rhodainomyia ; ma se ne allontana per le macrochete del corpo e sopratutto dell’ ad- dome ancora molto sviluppate. Tuttavia in Pododexia si nota una riduzione delle macrochete, particolarmente nella P. de- ìuidata Villen. 1920 del Capo. La faccia poi non è ancora così stretta da formare un distinto canale, quale si osserva nei generi Pododexia, Micro pliihahna, Megaprosopus e Xysto- minia.
Differì a marmorata cor por e pedibusque obscure rufescen- tibus, antemiarum seia fere nuda, ac praesertini apertura o} ali perparva proboscide rudimentali.^ palpis tamen clavatis éxsertis valde injiatis.
Long. corp. rnm. iq.
Una sola 9 Bengasi, maggio 1917, malconservata, ingrassata, coll’ apice delle ali rotto, di guisa che non si può vedere la condizione della prima cella posteriore, che pare però aperta.
Capo bruno- rossiccio, coll’occipite (eccetto che nella parte superiore) e la fronte nereggianti ; il clipeo volge al giallo- gnolo ed i lati della faccia ed il peristoma sembrano copeiti di denso polline cenerino. Fronte assai larga, circa il doppio di ciascun occhio, arrotondata e poco prominente in profilo; la striscia mediana nerastra è stretta, uguale a metà di cia- scuna orbita. Occhi piuttosto piccoli, tre volte più alti che larghi, nudi. Antenne brevissime, inserite sotto il mezzo degli
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occhi ; esse sono interamente rossiccie, col terzo articolo ap- pena iin po’ più lungo del secondo; arista rossiccia, gradata- mente assottigliata, appena un po’ pubescente. La fossa antennale non è marcata, nè vi è carena mediana ; il clipeo è assai largo e piatto, appena un po’ ristretto verso r angolo vibrissale, che sta assai sopra V orlo boccale. Le guancie sono nude, larghe all’ incirca quanto le orbite. L’ apertura boccale è piccolissima, e quasi del tutto nascosta dai grossi palpi rossicci, globoidali, assai più lunghi dell’aper- tura stessa; frammezzo ai palpi si scorge un piccolo rudi- mento di proboscide. Peristoma con setole nere, un po’ più corto del diametro verticale dell’ occhio. Macrochete ocellari bene sviluppate; orbitali esterne 4-5 in una serie nel mezzo di ciascuna orbita, j)iegate in avanti ; un paio di vibrisse in- crociate, e sotto questo 6-7 minori non incrociate; tutte queste macrochete sono di color nero. Torace bruno-rossiccio, più oscuro nel mezzo del dorso, dove pare si distin- guano due larghe strisele nerastre longitudinali; pleure rossiccie, con linee scure suturali; scudetto tutto rossiccio. Vi sono 4 dorsocentrali postsuturali ed alcune piccole presuturali; sternopleurali 2-1; ipopleurali 6-7, in una fila; 2 paia di prescutellari. Scudetto con un paio di forti discoi- dali, 2 paia di laterali ed un paio apicale incrociato. Bilan- cieri giallognoli ; calittre grandi, bianco-giallognole. Addome bruno rossiccio, più scuro nella metà apicale. Il primo seg- mento ha una sola macrocheta laterale per parte ; il secondo ne ha un paio di sagittali e 2 paia di laterali ; il terzo ed il quarto presentano una corona completa. Piedi bruno rossicci, colla base dei femori ed i tarsi nereggianti ; tibie posteriori non pettinate; unghie nere, lunghe ; pulvilli brevissimi. Ali grigio-ialine, senza spina costale; tronco basale del radio nudo; terzo nervo con 3-4 setole alla ima base. Cubito fornito di uni lunga appendice non spuria. Piccolo nervo trasversale posto prima dell’ apice del primo nervo longitudinale, verso jl mezzo della cella discoidale ; nervo trasversale posteriore quasi diritto od appena un po’ sinuoso.
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81. Mintho algira Macquart 1849.
3 9 Fuehat, in casa, aprile-luglio, 1916-18.
L’ebbi anche di Tripoli dal Dott. Onorato.
82. Histochaeta marmorata Fabricius 1805.
I Fuehat, marzo 1920.
Specie europeo-mediterranea.
83. Peletieria ruficeps Macquart I845.
I $ Fuehat in casa, Maggio 1919.
Specie deir Europa meridionale, nuova per la costa afri- cana del Mediterraneo. Non posso differenziare questo esemplare da quelli italiani ; nè so quindi riferirla alla P. albaìiica Bigot, che il Brauer considera buona specie, ricordandola anche dèlia Siria.
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GLI APIONINI ITALIANI.
DI Arturo Schatzmayr, Trieste.
Genere ONYCHAPION Schilsky.
Per la strana struttura dèi tarsi, gli Onychapion non possono venir compresi nel genere Apion Herbst, bensì de- vono essere considerati quale genere a sè, in quanto mancano nei due generi specie che presentano caratteri di transizione. Infatti, anche se in alcuni rappresentanti del genere Apion si osserva una tendenza aH’allungarsi dei tarsi, è però sempre il primo articolo degli stessi che subisce una tale modifica- zione e ciò appena come carattere secondario, cioè sessuale (p. e. nel vorax^ nel difforme ecc.) (^). Negli 0 nychapion abbiamo invece, come carattere principale, l’ allungamento delTonichio, onde il tarso raggiunge la lunghezza della tibia.
Insetti minuscoli, che abitano alcune regioni meridionali deir Europa, le coste delTAfrica settentrionale, il Caucaso ed il Turchestan.
Uno dei più piccoli Apionini della regione paleartica. Corpo nero, elitre più o meno distintamente bronzate, con pubescenza argentea, fina e sparsa. Ro.stro senza punti, luci- dissimo, distintamente curvato, cilindrico e molto più breve del torace. Antenne brevi, con clava robusta, inserite quasi al margine anteriore degli occhi; questi grandi, ma poco sporgenti. Solchi antennali nulli a causa della posizione delle antenne. Torace molto più lungo che largo, quasi cilindrico, senza punti distinti, ma zigrinato trasversalmente. Elitre piri- formi, alla base poco più larghe della base del torace, con omeri debolissimi, a strie profonde, larghe quanto le interstrie, od ancora più larghe, queste ultime convesse, quasi costi-
(1) L’unic I specie, per quanto mi consti, è V Apion (Catapion) Hanseri della regione Transcaspiana, che ha l’onichio debolmente allungato.
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formi; scudetto ridottissimo. Metasterno con una leggera fos- setta, segmenti a punteggiatura irregolare abbastanza evidente, quello anale solo zigrinato. Lungh. i,i - 1,5 mm. Francia meridionale! Sardegna: Decimo! (in coll. Dodero), Sicilia (se- condo Schilsky), Egitto! Tunisi, Algeria. Vive sul Tamarix gallica.
Sinonimo: Tourn. ' Abeille 1868, 146.
Gyllenhal, Schònh. Gen. Spec. Cure. 1839, 388. tamaricis.
Poupillieri Wenck. Abeille 1864, 127. Simile al tamaricis, ne dif- ferisce per il rostro diritto, molto più lungo, la testa più stretta e più allungata, torace più lungo, omeri più pronunciati e per le elitre più parallele. Lung. 1,6-1, 8, 9^ 2,1 mm. Vive pure sul Tamarix.
Spagna, Egitto, Tunisi, Algeria, Palestina, (ex Wencker et Schilsky).
pumilìo Desbr. Frelon, III, 1893-94, 17. Difìerisce dal Pùnpillieri solamente ptr il rostro un po’ più corto e 1^ elitre più allargate al- l’indietro, caratteri questi poco costanti e non sufficienti a precisare una specie. Caucaso: Araxes (ex Schilsky),
Kirschi D esbr Mitt. Schweiz. Ent. Ges. 1870, 202. Differisce da tutti gli affini per le sue dimensioni (2,5-2, 7 mm.), e per le elitre for- temente dilatate all’indietro. Egitto (ex Schilsky).
A questo gruppo va ancora aggiunto il pyrìpenne Reitt. Bull. Soc. Ent. Egypte 1908, 15, della regione Transcaspiana,
UA. Vincenti Desbr. Frel. XII, 54, dell’Egitto, lungo 3,2 mm., di color bruno chiaro, che l’autore confronta col Kitschi, sarebbe, se. condo Schilsky, affine al malvae).
Gen. Apion, subg. SYNAPION Schilsky. ^
Per la loro struttura semplice, le specie di questo sotto - genere occupano, nel sistema, il primo posto; sono filogene- ticamente le più vecchie.
I caratteri che le distinguono sono: rostro semplice, an- tenne normali, elitre senza calli omerali e senza scudetto o con scudetto rudimentale, corpo glabro o quasi glabro, di- morfismo sessuale debole.
ColFesclusione delFy^. Leprieiiri, il quale, avendo lo scu- detto bene sviluppato, è estraneo a questo gruppo, il sotto- genere Synapion consta di 5 specie paleartiche, bene definite
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ed omogenee. Esse abitano a preferenza le regioni alpestri (^) e sono rappresentate in Italia da 3 forme.
1. Nerissimo, lucido, glabro. Rostro di lunghezza e strut- tura un po’ variabili. Nel meno che equilungo, grosso, fortemente punteggiato fino all’ apice, distintamente dilatato all’inserzione delle antenne, leggermente curvato, con fossetta antennale piccola, circolare; occhi un po’ più sporgenti che nella 9) questa ha il rostro circa equilungo, talora più lungo ancora, un po’ più sottile, ma poco più finamente punteggiato che nel (-f. - Testa breve, antenne robuste, gli articoli del
funicolo sono sferici; torace molto più lungo che largo, stroz- zato all’ apice e alla base, a punteggiatura or più or meno distinta, ma sempre molto piana, talora evanescente. Nei casi estremi il torace è perfettamente liscio. Elitre senza omeri marcati, più((2f)o meno ( 9 ) allungate, a striatura fortissima. I punti delle strie sono grossissimi e catenulati e le intestrie sono costiformi; scudetto nullo. Inferiormente il metasterno e i segmenti sono distintamente punteggiati, i punti però sono sparsi, meno il segmento anale che è densamente punteggiato. Lungh. 2,9“3,5 mm. Europa e, secondo Schilsky, anche in Algeria. Vive su Lotus uliginosus, major, corniculatus e Oro- bus vernus. In Italia sarà sparso, probabilmente, in diverse regioni montane, io però non lo conosco che del Nevoso, Alto Isonzo, Nanos, Selva di Tarnova, Tarvisio, Auremiano, Alpi Venete (Cansiglio) e del Gran Sasso d’Italia.
Sinonimo: Kunzei^oh.. Schònh. Gen. Spec. Cure. V, 1839, 419. Kirby, Trans. Limi. Soc. Lond. IX, 1808, 55. ebenìnum.
corvinum Faust, Stett, Ent. Zeit. I., 1889, p. 224. Molto più pic- colo deW ebeninum^ le elitre più brevi, elittiche, globose, sul dorso fortemente convesse. Corpo perfettamente nero, antenne e zampe picee. Lungh. 2 mm. Giappone (ex Schilsky).
( I ) Il signor V. Warendorff mi comunica, che T A . eheninum fu da lui spesse v Ite cat. turato nell’ isola di Rugen (Germania settentrionale^ Dell’ Europa centrale io lo osservai solamente di paesi mcntuosi.
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Elitre azzurre. 2
2. Torace a punteggiatura grossissima e molto densa, cilindrico, un po’ più lungo che largo, con solco basale li- neare e ridotto. Ricorda un Perapion. Opaco, nero, quasi glabro, elitre, azzurre. Rostro ((-f) distintamente meno che equilungo, un po’ irregolarmente curvato, grosso. Antenne grosse, brevi, con articoli compatti, tanto nel funicolo quanto nella clava. Testa conica, più larga che lunga, • fortemente punteggiata, spazio interoculare senza carenatura regolare, occhi piani. Elitre turgide, quasi globulari, all’ estremità un po’ appuntite, le strie larghe, a punti più fini, ma più densi che nell’ ebeninum, interstrie larghe, fortemente convesse, un po’ careniformi, munite di peli radi e microscopici. Scudetto minutissimo, quasi invisibile. Zampe robuste, non molto brevi. Metasterno di un terzo più breve del primo segmento addo- minale, quest’ultimo ed i seguenti a punti molto fini e sparsi; il segmento anale però è munito di punti grossi e densissimi. Lungh, 2,65 mm. Alpi Marittime e Cozie, Svizzera (Rothorn, presso Brientz, (loc. class.); esaminai un esemplare di Fiéry d’Ayas (Val d’Aosta), in coll. Solari.
Brisout, Ann. Soc. E. Fr. 5, X, 1880, 232. Bonvouloiri.
Torace molto più lungo che largo, fortemente ed un po’ irregolarmente arrotondato ai lati, elittico, con indizio di stroz- zatura apicale, a punti abbastanza grossi e profondi ed inter- valli piani e lucidi, con solco mediano pronunciatissimo nel primo terzo prossimale, evanescente invece verso l’apice. Nero, lucido, glabro, elitre azzurrognole. Rostro (9) equilungo, molto gracile, lucido, di grossezza uniforme dalla base all’inserzione delle antenne, poscia leggermente ristretto, indi allargato dol- cemente, a guisa di trombone, verso l’ apice, distintamente curvato, cosparso di punti radi e minuti. Fossetta antennale piccola e circolare. Antenne inserite nel primo terzo basale del rostro, a pubescenza ispida, articolo basale delle antenne rosso-bruno molto più lungo di quanto è largo il rostro al- r inserzione delle stesse; il primo articolo del funicolo è un po' ingrossato, ovale, molto più lungo che largo, il secondo un
Mem. Soc. Ent.. I, 1Q22.
11
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poco più breve, gli altri globulari, circa lunghi quanto lar- ghi; clava ovale, compatta e grossa. Occhi assolutamente piani, tondeggianti, il loro asse è più breve di quanto è lunga una tempia. Testa larghissima e conica, vertice a punti grossi e densi, spazio interoculare con una fossetta allungata, tempie e base della testa liscie. Elitre senza scudetto e senza calli omerali, convesse, allungate,, elittiche, la loro larghezza mas- sima sta nel mezzo, strie molto larghe e profonde, ma senza punteggiatura distinta, con interstrie strette, fortemente con- vesse, careniformi. Gambe robuste, tarsi larghi, uncini muniti alla base di un dente minutissimo. L’unico esemplare da me esaminato misura quasi 5 mm. di lunghezza. Esso proviene dalla collezione Solari e porta l’etichetta: Prov. d’Alger (Te- niet el Haad). E conosciuto anche di Sidi-bel-Abbés e del Tiaret (loc. class.). Secondo Schilsky il (-^ misura 3 e la 9 4,5 mm.
Desbrochers, Bull. Acad. Hippone 1884, 159. Perrauditri, Il signor Falzoni di Bologna ebbe la fortuna di catturare il 4-7-1909, sul M. Vettore (Sibillini) un esemplare (9) pion, che somiglia stranamente al Perrmidieri. Gli occhi sono un’ inezia più convessi, il primo articolo del funicolo più breve e più turgido, il torace regolarmente arroton- dato ai lati sènza accenno di strozzatura, col solco mediano pronunciatissimo nei due terzi prossimali e le interstrie elitrali larghis.sime e assolutamente piane. Quest’ ultimo carattere è tanto marcato da far ritenere questa forma specificamente diversa dal Perrmidieri. Anche il collega Ferdinando Solari, al quale comunicai questo strano Apion, è perplesso nel giu- dicarne il valore filogenetico. Nel dubbio, ed in attesa di esa- minare ulteriori esemplari, lo considero quale razza del Per- raudieri, specie finora non segnalata d’Europa. Inferiormente, il primo e secondo segmento sono cosparsi di punti radi e molto grossi, il segmento anale è però densamente punteg- giato. Metasterno quasi liscio nel mezzo, solchi antennali ah quanto prolungati all’indietro. Lungh. 3,8 mm.
Perraudieri sbsp. n. Falzonii.
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pistillum Faust, Hor. Soc. Ent. Ross. 1894, 146. substriatumSchW^'ky , die Kaf. Eur. 1902, 39, pag. 17. Nero, brillante, quasi glabro, elitre leggermente azzurre. Testa breve, distintamente strozzata dietro gli occhi, inferiormente con un tubercolo gulare, fortemente punteggiata. Rostro abbastanza grosso, leggermente curvato, di grossezza piuttosto uniforme. Antenne brevi, picee. Torace più lungo che largo, legger- mente arrotondato ai lati, a punteggiatura densa, ma non grossa. Elitre allungate, ovali, s-^nza calli omerali, a strie superficiali, inter- sti'ie larghe, piane e scudetto nullo. Lungh. 3 mm. Siberia sud-occi- dentale, Przewalsky, Territorio dell’Issyk-Kul, Ferski-Tau. (ex Schilsk^S-
SuBG. PHRISSOTRICHIUM Schilsky.
Piccolo gruppo, i cui rappresentanti sono caratterizzati principalmente dal colorito metallico del corpo e dalle setole irte e seriate di cui sono munite le elitre. Essi hanno il rostro perfettamente diritto e tubolare; la punteggiatura della testa , ma più specialmente quella del torace, è densa e per lo più grossa e confluente.
1. Testa tanto lunga quanto larga alla base, conica (9) o parallela (gT)! occhi poco (0^) o punto (9) sporgenti. I solchi antennali tendono a prolungarsi oltre il margine ante- riore degli occhi. Rostro del (rf robusto e meno che equi- lungo, della 9 sottile e una volta e mezza più lungo che testa e torace riuniti. Quest’ ultimo circa largo quanto lungo, arrotondato ai lati, all’apice più stretto che alla base; con punteggiatura molto grossa, densa e confluente. Elitre allungate, ovali, interstrie più larghe delle strie e perfetta- mente piane. Primi segmenti, ai lati, e segmento anale a punti grossi e densi. Corpo di colore ottone o verde chiaro (tipo), oppure d’un azzurro chiaro (ab. sicanum Wenck. Abeille 1864, 125). Questa aberrazione cromatica trovasi più frequen- temente nellTtalia meridionale. Il prof. Cecconi cita (Riv. Col. It. 91 1, 67), col nome di v. minor Reitt., una forma del tubifc' riLm dell’ isola di Pianosa. Si tratterà probabilmente di pic- coli individui che Reitter, per quanto mi consta, non de- scrisse mai. Lungh, 2,9 - 4,3 mm. Europa meridionale, Al-
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geria, Siria. Vive su diverse specie di Cistus ! e sul Helianthe- mum vìilgare. Italia: Venezia Giulia (Unie! Lussili! Albona! Brioni); Dalmazia (Bocche di Cattaro! Lesina, Brazza, Solta, Bibinie presso Zara !); isola di Pianosa (S. Domino); Sardegna (AsuniI) ; isola di’ S Pietro (S. .Leone); Liguria (Vado! Le- vanto!) ; Emilia (Croata presso Bologna! Forlì!); Alpi Marit- time (Val Pesio!); Sicilia; Calabria (Aspromonte); Toscana (Pisa! Grosseto! Arezzo! Pian di Mugnone!); Umbria (Poggio Mirteto!). Biologia: Perris, Ann. Soc.^ Ent._ Fr. 1863, 460; Xambeu, Rev. d’ Ent. 1890, 2.73, e Ann. Soc. Limi. Lyon, 1893, 50.
Gyllenhal, Schònherr, Gen. Spec. Cure. 1833, 284.
tubiferum.
1 b. Testa un po’ più breve che nel tubiferum, ma più lunga che nel rugicolle; differisce dal primo per le dimensioni minori, il rostro più breve, la punteggiatura del torace molto meno grossa e meno allungata, gl’interstizi formanti rughe più brevi e più strette, le elitre meno allungate e per le se- tole del corpo distintamente più brevi. Dal rtigicolle, a cui somiglia molto, si distingue per il rostro più lungo, gli occhi meno sporgenti, il torace ai lati meno arrotondato e per l’assenza della serie di punti sulle interstrie elitrali. Lungh. 2, 3-2,5 mm. Corsica (loc. class.). L’unico individuo ((^) ch’io conosco dell’Italia (in coll. Dodero) proviene dalla Sardegna (Orri); esso misura la lunghezza di mm. 2,6. Sinonimo: dù versum Desbr. Mitt. Schweiz. Ent. Ges. 1870, 186.
Perris, Abeille VII, 1870, 24. Revelierei.
Wenckeri Bris. in Gren. Cat. Col. 1863, 96. Azzurro-verdastro non sempre facilmente differenziabile dal tubiferum. Le setole sono molto più brevi e seriate regolarissimamente sulle interstrie; queste concave. Rostro $ più lungo e più gracile che nel precedente. Lungh. 2,5-4 Pifenei orientali (Vernet, loc. class.), Spagna, Portogallo, (ex Schilsky).
— Testa più larga che lunga; elitre elittiche, ad inter- strie piane, larghe quanto le strie o poco più larghe e mu-
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nite di una serie di punti superficiali ma marcati e spesso larghi quasi quanto Tinterstria stessa. Rostro del cf più breve, della 9 poco più lungo del torace. Elitre a setole più brevi che nel Utbifertim. Testa più larga nel (^, parallela, nella 9 leggermente conica. Punteggiatura della parte infe- riore del corpo grossa, meno densa nel mezzo. Lungh. 2,5 - 2’9 mm. Germania occidentale. Baviera, Nassau, Turingia, Svizzera, Francia (merid.?), Austria Inferiore, Savoia (Mt. Sa- lève), paesi mediterranei occidentali. Sale sino nelle regioni alpine. Non posseggo che vaghe notizie sulla sua diffusione ili Italia. Secondo la letteratura si sarebbe rinvenuto presso Genova (Schilsky), nell’ Alto Adige (Gredler) ed in Sicilia (Minà-Palumbo). Dubito molto dell’esattezza di quest’ ultima località. Biologia: Perris, Ann. Soc. Ent, Fr. 1863, 456; Kal- tenbach, Pflanzenfeinde 1874, 43.
Sinonimi: setifemm Gyllh. in Schónh. Gen. Spec. Cure. 1833, 266; hirsiLttim Villa, Col. Eur. dupl. Suppl. 1835, 49.
Gerrnar, Mag. Plnt. 1817, 201. rUgicolle.
Leonhardi Reitt. Wien. Ent. Zeit. 1903, 178. Affine al precedente ne differisce per i punti dei torace meno alhingati, le rughe longitu- dinali meno marcate, ma principalmente per le brevi setole di cui è munito il corpo. Esse sono molto più brevi di quanto sono larghe le interstrie delle elitre. Anche il torace è un po’ meno largo che nel rugicolle. La punteggiatura della parte inferiore del corpo è grossa e densa e distribuita regolarmente. I solchi antennali sono brevi. Il Leonhardi non fa impressione di specie propria. Lungh. 2,5 mm. Er, zegovina (Bjelasnica).
Orenieri Desbr. Opusc. I 1874-75, 31; Moroderi Desbr. Frelon 1907-08, 85. Un individuo ^ della Provenza, da me esaminato, diffe- risce dal rugicolle per la punteggiatura del torace più hna e per le interstrie elitrali molto più larghe (e non più strette, come -erronea- mente indica Schilsky, nel voi. 38, p. 5, della sua opera « die Kàfer Europa’s). Secondo lo stesso autore (1. c. 43, IX) \\ Grenieri doMrehhe differire dal rugicolle anche per il rostro più lungo e più . sottile in ambo i sessi Lungh. 2,4 mm. Francia merid., Spagna.
brevipilis Desbr. Frelon IV, 1894-95, 83. L’ autore dà di questa specie una descrizione deficiente; « ^ Rostrum thorace vix longius crassiusculum; $ rostrum capite thoraceque subaequale. tenuius ».
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Sembra si differenzii dal Grenieri principalmente per le brevissime setole. Lungh. 3 mm. Oran, Mikalis. (ex Desbrochers).
Perrisii Wenck. Ann. Soc. Ent Fr. 1858. 238: rugicolle Gemi. Stett Ent. Zeit. VI 1845, 143. Interstrie delle elitre più larghe delle strie e concave. Rostro nella $ meno che equilungo. borace forte- mente arrotondato ai lati, più largo che lungo, percorso da fortissime e grosse rughe confluenti. Lungh 2, 5-3, 5 mm (secondo Schilsky); un esemplare, da me esaminato, misura mm. 3,6. Francia merid. Spagna, Portogallo. Vive su Cisttis alyssoides e monspeliensis.
SUBG. PERAPION H. Wagner.
Questo gruppo, con alcune altre specie che poi vennero scisse dal nucleo principale, faceva parte, fino a pochi anni fa, del sottogen. Apion s. str. Siccome però le sue specie sono abbastanza omogenee per il carattere del rostro, relativamente costante, Wagner credette opportuno di fondare per esse il sottogen. Perapion.
Il rostro è caratteristico per la sua forma semplicissima; esso è, in quasi tutte le specie, più breve o 'circa della lun- ghezza del torace, diritto, tozzo, di grossezza uniforme, aU’a- pice più o meno distintamente troncato. Con un poco di pra- tica è abbastanza facile distinguerlo da quello degli altri gruppi.
Alcune forme, come il marchician (specialmente 9 9 ) hanno il rostro non tanto breve ed un pò curvato, formando così un passaggio tra questo sottogenere e quello affine, tut- tavia esso è sempre riconoscibile per la sua struttura uniforme.
Un evidente esempio di transizione tra i Perapion ed i Phnssotrichinm Tosserviamo nel velatnm, il quale ha il ro- stro molto simile a quello del tnbifernm^ onde, anche nel vecchio sistema, il primo veniva considerato come affine a quest’ultimo.
Una nota stonata porta nel gruppo VA. malvae, special- mente per il suo colorito, il quale costituisce bensì un anello di congiunzione fra gli Erythrapio7i ed i Perapio7i^ ma apre pure una lacuna fra il malvae stesso e gli altri rappresentanti di quest’ultimo sottogenere. Tuttavia, non volendo creare per una specie un nuovo sottogenere, considero il malvae come
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appartenente al sottogenere Perapion, benché Taspetto ne sia ben diverso.
Le specie di questo gruppo generalmente hanno le an- tenne brevi ; gli articoli del funicolo, per lo più sono circa tanto lunghi quanto larghi. Inferiormente i solchi antennali raggiungono di solito il margine anteriore degli occhi; il me- tasterno è munito, al margine posteriore, in ambo i sessi, di una fossetta distinta.
Le specie sono diffuse in tutti i paesi della regione pa- leartica e bene rappresentate in Italia.
1. Giallo rossiccio, rostro, testa, torace, base e margini late- rali delle elitre e uncini neri. La sutura è ordinariamente offuscata. Schilsky cita le seguenti aberrazioni croma- tiche : i) rostro rosso all’apice ; 2) elitre interamente giallo-rossiccie; 3) base dei femori nera ; 4) zampe nere. Di queste tre ultime aberrazioni non vidi esemplari italiani. (^) Rostro distintamente curvato, nel (/ lungo circa quanto il torace, nella § poco più lungo. Elitre allungate, un pò appiattite sul dorso, a strie fine ed interstrie piane. Il rivestimento del corpo è composto di peli bianchi, or più or meno densi. Lungh. 2, 2-2, 7 mm. Europa media, meridionale, Siria, Algeria.
Vive sulla Malva silvestris e rotundifolia.
Biologia : Perris, Ann. Soc. Ent. Fr. 1863, 458 ; -Wagn. Zeit. f. wiss. Ins. Biol. 1909, 52. Sinonimi : flavescens Villa, Col. Eur. Suppl. \ herbarum Aubé, Ann.
Soc. Ent. Fr. 1850, 338; piilex Gmel. ed. Linn. I, IV, 1777» P- 1758; minutiis Fourcr. Ent. Par. I, 1875,
F. Syst. Entom. 1775, 132. malvae.
Vincenti Desbr. Frelon XII, 1904, 54, che l’autore confronta con il Kirschi, dovrebbe essere, secondo Schilsky, un affine del malvae. Corpo d’un bruno chiaro, eccetto l’apice del rostro ed i tarsi, che sono neri ; pubescenza finissima, non squamiforme, rostro i etto. Lungh. 3,2 mm. Egitto (ex Desbr.).
(M Fra l’enorme materiale è.’ Apion pervenutomi dall’Italia, pochissimi furono \ malvae Sono convinto però che questa specie è ovunque molto frequente nella nostra penisola.
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■ — Insetto d’altro colore. 2.
2. Insetto a pubescenza densissima ; il tegumento ne è com-
pletamente mascherato (vedi ntyochroum e Horvathi del Turchestan e deU’Armenia).
■ — Pubescenza del corpo normale, costituita di semplici peli. 3.
3. Insetto nero, se leggermente bronzato, gli episterni sono
ricoperti densamente di peli bianchi ; rostro più lungo della testa. 4.
— Almeno le elitre azzurre o di altro colore metallico. Se l’insetto è nero, il rostro non è più lungo della testa. 6.
4. Scudetto piccolo, circolare o subtriangolare. Rostro da 2
(gT) 3 Y2 (9) volte più lungo che largo alla base ; torace un pò più largo che lungo, di solito distintamente arrotondato ai lati, con punti abbastanza profondi, ma nè troppo grossi, nè troppo densi ; solco basale ridotto ad una fossetta circolare. Testa meno breve che nel si- niiim ; elitre allungate, a strie forti e interstrie assoluta- mente piane e molto più larghe delle strie ; omeri pro- nunciati. Metasterno c primo segmento, nel mezzo a punteggiatura molto hna e sparsa, il segmento anale è invece munito di punti grossi e densi. Simile al curtiro- strè, ne differisce per la struttura dello scudetto, per gli occhi più prominenti e per lo spazio fra gli stessi distin- tamente punteggiato. A, Maassi Flach (W. E. Z. 1908, 130) è, secondo l’autore, una razza biologica del sedi^ dal quale si distingue principalmente per la sua robu- stezza (2, 8-2, 9 min.). Lungh. 2,5-2,/ mm. Europa, Sibe- ria. Vive su Sedum acre, album, reflexiim, telephium, exangìdare, Rttmex acetosella. Sembra che questa specie sia molto rara in Italia. Vidi individui della Venezia Giu- lia (Conca di Orlek, Opicina e Tarvisio) ; di Bussoleto (M. Cervetto). E’ citato anche della Sicilia (Vitale), dell’Alto Adige (Gredler) e di Brusson (Val d’ Aosta) Solari i. litt.
Biologia : Buddeberg, Jahresb. Nassau, Ver. f Nat. 1885, 90. Sinonimo': tiimidicolle Bach, Kàf. N. u. Mitt. Deutschl. 1854, 201.
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Germar Mag. Ent. i8i8, 49. sedi.
. defensutn Faust, Hor. Soc. Ent. Ross. 1886, 177. Affine al ctirti- rostre ne differisce per il rostro distintamente curvati;, le elitre un pò più appiattite e p'.ù lunghe, le strie delle stesse più fine, lo scu- detto più piccolo e non solcato, i tarsi più gracili, nel (J' il primo articolo dei tarsi posteriori semplice. Lungh. 2, 4-2,8 min. Turchestan: Usgent (loc. class.); Baldschuan, M. Karateghin. (ex Wagner. Mùnch. Kol. Zeit. Ili, 207).
connexum Schilsky Kaf. Eur. 39, 1902, 28. Molto simile al curti- rostre^ se ne distingue per la prima stria delle elitre, che raggiunge quasi la base delle stesse congiungendosi alla seconda, per lo scu- detto molto più piccolo e per la fronte senza alcuna scultura. Lungh. 2, 3-2, 5 mni. Turchestan : Aulie-Ata (ex Schilsky).
— Scudetto più lungo che largo, grande, parallelo, spesso un pò emergente dal piano delle elitre, troncato all’apice, con solco longitudinale, superficiale, di regola distinto. 5. 5. Episterni a pubescenza normale. Elitre alquanto convesse, all’indietro distintamente allargate, con strie larghe e pro- fonde ed interstrie più o meno convesse ; queste alla base delle elitre, poco più larghe delle strie. Rostro (-f più breve, $ P® lungo del torace (carattere leggermente variabile). Torace circa tanto lungo quanto largo, a pun- teggiatura densa, or più or meno grossa. Primo articolo dei tarsi posteriori del ef, all’angolo interno, foggiato ad uncino, il quale però non è sempre chiaramente visibile. Inferiormente la punteggiatura è abbastanza grossa e densa. L’ A. ilvense, fondato da Wagner come specie (Riv. Col. It. 1905,38) venne dallo stesso autore (Mùnch. Kol. Z. Ili, 208) degradato a sottospecie del curtirostre. Nei cataloghi di Junk e Wytsman, compilati dallo stesso Wagner, esso ricompare quale specie. Uilvense è indub- biamente una razza meridionale dei curtirostre. Esso è generalmente più gracile e corrisponde alla var. B del Wencker (Abeille I, 1864, 260). Differisce dal tipo prin- cipalmente per le gambe ed i tarsi più gracili, per lo scudetto indistintamente solcato e per la punteggiatura più fina del torace (^).
(>) Schilsky (Kàf. Eùr. 44 Nachtr.) pone V ilvcfisc erroneamente in sinonimia del brevi- r osti' e.
I tipi del Vesuvio hanno le gambe più robuste di quelli della Sardegna, questi, a loro volta, meno gracili di quelli del Portogallo. La differenza della lunghezza del rostro fra le due forme, citata dal Wagner, è un pò variabile il rostro dovrebbe anche essere, secondo l’au- tore, più retto nell’ ilvense ma anche questo carattere non è costante. Un esemplare di Gan (B. Pyren.) ha il rostro ancor più grosso e più breve che nei tipi di Graz (Stiria), lo scudetto distintamente solcato, ma le gambe gracili quasi come X ilvense. Un’altro di Tullner- bach (Austria Inferiore) è somigliantissimo al più tipico ilvense.
La razza, secondo Wagner, è sparsa in tutti i paesi del Mediterraneo, dalla Morea alla Spagna. Nella Ve- nezia Giulia e nella Dalmazia manca totalmente, sembra anzi che manchi in tutti i paesi circumadriatici. Nem- meno Holdhaus lo cita dal M. Gargano. In merito al pene, ecco come s’esprime Wagner : « Il pene è molto « più piccolo che nel ciirtirostre, più sottile in- propor- « zione alla sua lunghezza; verso l’estremità, ai, lati, al- « quanto allargato-arrotondato (nel ctirtirostre parallelo), « all’estremità, da ambo i lati, abbastanza fortemente « scavato ed arrotondato all’apice ; nel curtirostre il pene « è uniformemente arrotondato verso Testremità, quest’ul- « tima troncata in linea retta. Il pene dtWA. ilvense os- « servato di profilo, appare foggiato a punta in modo « uniforme, neìXA. curtirostre. è ingrossato debolmente a « forma di clava. »
Lungh. 2, 6-3, 3 mm. Specie diffusa dall’Europa al Giap- pone. Vive su Teucrium scorodonia, Ricmex acetosa e acetosella. La razza ilvense vive, secondo Flach, nel Por- togallo sul Rumex bucephalophorus. Italia : La forma tì- pica, nella Venezia Giulia (nella parte* settentrionale di questa regione non dovrebbe essere raro. Un esemplare raccolto più a sud proviene da Divacia ! ed un’ altro da Obrovo), nell’ Alto Adige (secondo Gredler); Alpi Mar.
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(Certosa di Pesio !) ; Apennino Ligure ! Genova ! Torino ! Alpi Venete (Cansiglio !). La X2.7/L2, ilvt)ise\ Isola d’Elba (loc. class.) ; Vesuvio ! Calabria (St. Eufemia !) ; Sicilia (Trapani ! Pachino ! Nicolosi !) ; Isola di Pantelleria ! M. Misurasca ! (i esemplare molto robusto e vicinissimo al tipo) ; Sardegna (Enas ! Golfo Aranci 1 Fonni ! Car- loforte ! Monte Albo ! Sassari ! M.te Sette Fratelli !) ; Campania! Pisa! Guazzino! nella Toscana (non tipico).
Biologia: Perris, Ann. Soc. Ent. Fr. 1863, 461 ; Rùb- saamen, Beri. Ent. Zeit. 1889, 65.
Sinonimi : aquilinum Boh. Schònh. Gen. Spec. Cure. 1839^ 440 ; brevirostre Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond 1808, 68 ; humile Germ. Mag. Ent. 1817, 232 ; media num Thoms. Skand. Col. 1865, 48 ; plebejum Steph. 111. Brit. 1831, 172 ; sedi Gyllh. (nec Germ.) Faun. Suec. 1827, 545 ; tenellum Sahlb. Fauna Finnl. 1834, 18.
Germar, Mag. Ent. 1817, 230. curtirostre.
oblongum Gyllh, Schònh. Gen. Spec. Cure. 1839, 421 ; sibiricum Boh. 1. c. pag. 442. Rostro (p lungo come il torace, tre volte più lungo che largo alla base, talora un pò più lungo ancora, $ un pò più sottile e distintamente più lungo del torace, circa quattro volte più lungo che largo alla base. Non sempre è facile distinguere, dalla lunghezza del rostro, un sesso dall’altro. Testa quidrata, alla base con punti sparsi e grossi, occhi leggermente sporgenti, lo spazio fra gli stessi piano od indistintamente impresso, finamente e densamente carenato. Torace più lungo che largo, subcilindrico, a punteggiatura relativamente poco grossa, ma molto densa. Fossetta antescutellare debole, lineare ed abbreviata. Elitre allungate, distintamente allargate all’indietro, ma non quanto negli esemplari normali della precedente specie, a strie forti ed interstrie piane. Scudetto molto grande (e non triangolare come è indicato dal Wencker nell’Abeille I, 228), parallelo ai lati, troncato all’apice, con solco mediano distinto. L’angolo in- terno del primo articolo dei tarsi posteriori prolungato e curvo a modo di uncino. Inferiormente la punteggiatura varia alquanto, e di regola è abbastanza grossa e densa. U oblongum è generalmente più grande e più allungato del curtirostre^ dal quale differisce anche per il torace più lungo, più densamente e regolarmente punteggiato e per le elitre talora un pò più strette. (’) Lungh. 3-3,4 mm. A me è cono-
(1) I piccoli individui oblongum non sono facilmente differenziabili dai grandi cur- Hr ostro.
scinto delle seguenti località : Crimea, Brandeburgo ! (Francoforte suirO.) Hradisch (Moravia) ed Orsova ! (corso inferiore del Daaubio). Wagner lo cita dell’Europa centrale, del Caucaso, della Siberia e della Siria.
Marseuli Wenck. Abeille, 1864, 26i. Ancora più piccolo dell’ //- vense\ il torace è p ù lungo, più finamente punteggiato, le elitre eie interstrie delle stesse più strette, la pubescenza del corpo più densa. Ricorda il temie. Lungh 2 mm. Algeria : Biskra, nelle dune, sul Calligonum comosum. (ex Schilsky)
myochroum Schilsky, Kàf Eur. 39, 29. Distinto dal cnrtirostre e da tutti gli affini per la grigia e densissima pubescenza del corpo, la quale maschera completamente il tegumento. Lungh. i,9mm. Tur- chestan : Aulie-Ata (ex Schilsky). Per il carattere del rivestimento questa specie ha una certa affinità coW Morva thi, dal quale si di- stingue già per i peli brevi, ma non squamiformi e per il colorito del corpo.
Horvathi Schilsky, Termész. Fuzet 1901, 153. Corpo breve, di un nero piceo, elitre e zampe rosso brune, rivestimento formato di squame grigie e così dense che il tegumento ne è completamente mascherato. Rostro poco più lungo della testa, 9 lungo quanto il torace. Armenia: Aralich ; la sbsp./flrco^sowf Wagn. (Soc. Ent. 1909-10) nel Bukara.
— Episterni ricoperti di pubescenza densa e bianca. Forma tipica della Francia : rostro un pò più breve del to-
race, antenne brevi, clava molto allungata. Testa un pò più larga che lunga, talora con una leggerissima depres- sione al vertice ; spazio interoculare finamente carenato ; torace subcilindrico, quasi lungo quanto largo, a punteg- giatura estremamente densa, senza solco mediano, op- pure con solco rudimentale. Scudetto emergente dal piano delle elitre, queste allungate, a strie forti e interstrie strette e molto convesse. Corpo di un nero plumbeo, ri- vestito abbondantemente di peli sottili e lunghi. Insetto alquanto variabile ; gli esemplari di Yvours (Rhóne) hanno il torace circa tanto lungo quanto largo o più lungo ancora, con punteggiatura meno densa che in quelli della Haute- Marne è della Ile de Ré. Anche la fossetta antescutellare ne è più distinta. La pubescenza dà talora agli esem- plari bene conservati un leggero riflesso bronzeo {gilvu- lans Pand. confr. Le Frelon VI, 7).
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Dell’Italia due sole località mi sono note, entrambe deiristria : Salvore e Colmo. Gli esemplari di queste lo- calità differiscono da quelli francesi per il corpo un pò più grande, molto più stretto e più allungato, ricordando in ciò Vintermedium. La 9 istriana è molto più stretta dei più stretti ef francesi. Il cf testa almeno
tanto lunga quanto larga ; anche il torace è più lungo che largo ed è cilindrico ; elitre molto strette, molto leg- germente arrotondate ai lati. Inferiormente la punteggia- tura è regolarmente sparsa. Lunghezza dei tipi francesi : 2,4-2, 5 mm. ; degli istriani : 2, 5-2,8, mm. Un esemplare di Frigang (Valle del Rodano), cedutomi gentilmente dal signor Otto Leonhard, non misura più di 1,6 mm. Fran- cia, Italia, (Bedel e Schilsky lo citano di Napoli), Siria, Algeria. Vive sul Polygomim avictilare.
Brisout, Bull. Soc. Ent. Fr.' 1880, 35. Lemoroi.
6. Torace e testa neri. 7.
— Insetto completamente porporino, bronzeo, o d’altro colore
metallico. Il simitm è tutto nero ed ha il rostro lungo quanto la testa. 9.
7. Lunghezza dell’insetto .da 2,5 a 3 mm. Torace alquanto
cilindrico, un pò più largo che lungo, talora evidente- mente più largo che lungo, con punti or fini e sparsi, or più grossi e densi ; elitre un pò allungate, al massimo due volte e mezzo più lunghe che larghe agli omeri, azzurre, o d’un azzurro violaceo, raramente verdognole, o, secondo Wencker, talora anche nere, a strie forti ed interstrie più o meno piane, talvolta però anche un pò convesse. Scudetto circa tanto lungo quanto largo. La lun- ghezza del rostro è molto variabile ; nel è grosso e lungo quanto il torace, non di rado però evidentemente più lungo ancora, avvicinandosi in ciò a quello della 9» la quale lo ha più sottile e circa eqqilungo. Europa, Si- ria, Africa .settentrionale. Vive su Rumex acetosa, aceto- sella, Spartiiim scoparimn.
Italia: Messina (confi-. Minà-Palumbo nel Nat. Sic.
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1896) ; Alpi Marittime (Val Pesio !); Toscana (Guazzino! Pania della Croce ! nelle A. Apuane) ; Piemonte (Valle Orba ! Torino I) ; Venezia Propria (Nervosa !) ; Venezia Giulia (Lucinico !).
Sinonimi : aterrimìts L. Syst. Nat. 1758, 378 ; aterri- m?im Kirby (nec Redtenb.) Trans. Linn. Soc. Lond. 1808, 60 ; rumicis Kirby, 1. c. 67 ; spartii Kirby, 1. c. 56; violacetim Gylh. (nec Kirby) Fauna Suec. Ili, 1813, 50 ; laeviihorax Gyllh. in Schònh. Gen. Spec. Cure. 1833, 288.
Herbst, Kaf. VII, 1797, 118. marchicum. (^) Secondo gli autori, V affine differisce, dal marchicum per il rostro più lungo (Desbrochers), per il torace arroton- dato ai lati, per la punteggiatura dello stesso più gro.ssa, talora un po’ confluente, le elitre più brevi e più con- vesse, a interstrie larghe e affatto piane (Desbrochers) o leggermente convesse (Schilsky), e per le tempie e la gola fortemente punteggiate (Bedel). Desbrochers e Schil- .sky non vanno d’accordo. Il primo attribuisce al mar- chicum le interstrie subconvesse, il secondo all’ affine. Nella punteggiatura delle tempie Bedel fa distinzione fra le due specie. Esaminati tipici marchicum, osservo che i punti delle tempie non differiscono da quelli dell’ affine. Anche le proporzioni del rostro, citate dal Desbrochers non corrispondono. Veniamo alla struttura delle elitre. Io po.sseggo un affine della Croazia con le elitre molto brevi e convesse, ma le interstrie assolutamente piane, il torace quasi cilindrico, a punteggiatura simile a quella del niarchicuin. Del resto la punteggiatura della testa e del torace è variabiiissima in tutte e due le forme Pur- troppo non mi è stato possibile di esaminare materiale più abbondante per decidere sul valore specifico dell’io/- fine, credo però che in avvenire difficilmente esso potrà
. (1) Wencker (l’ASeille 1864, 238) coafronta il marchicum con il burdigalense. Ritengo si Iratei di una svista, poiché quest’ultimo appartiene a tutt'altro gruppo ed è differentissimo dal primo.
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sostenersi quale specie propria. — Europa, Algeria, Siria, Asia Centrale. Vive sul Sarothammts scoparius e sul vuU garis. Non ebbi occasione di vedere esemplari italiani. Sinonimo: aterrimum Redtenb. (nec Kirby). Fauna Austr. Ed. Il, 1858, 693.
Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond. 1808, 68- affine.
— Insetto lungo da 3,1 a 4,1 mm. Elitre più strette. 8.
8. Testa più larga alla base che alla sporgenza degli occhi, leggermente conica. Rostro all’ inserzione delle antenne circa due volte più stretto di quanto è larga la base della testa (carattere non troppo costante), nel (~f circa tre volte più lungo che largo, circa della lunghezza del torace, raramente un po’ più breve o più lungo dello stesso, leggermente curvato; nella 9 sottile,
all’apice più lucido e di regola meno che equilungo; To- race circa lungo quanto largo, a punteggiatura nè troppo - grossa, nè troppo densa, con solco basale breve. Scu- detto grande, un po’ allungato, parallelo, più o meno troncato all’ apice e non sempre distintamente solcato. Elitre azzurre (tipo), verdi (ab. vìrescens Schilsky, Kaf- Eur. 38, 70) o verde-olivo con riflessi bronzei o violetti (ab. harcyniae Hubenth. di Blankenburg nel Harz, Ent. Bl. 1911, 192), che secondo lo stesso autore (in litt.) sarebbe sinonimo del fallax Wollaston (nec Wencker) Cat. Can. Col. 1864, 313, descritto delle Isole Canarie), o le elitre sono quasi nere (an. ohscurum Gerh. D. E. Z. 1898, 335). La sbsp alpinum Wenck. (Abeille 1864, 254) differisce dal tipo per le dimensioni minori e per i punti del torace più fini e più sparsi. La punteggiatura della parte inferiore del corpo è molto variabile nel violactum^ Di regola gli esemplari del Nord hanno i punti grossi e densi, quelli del Sud molto più fini e più sparsi. Europa, Paesi mediterranei, Caucaso, Siberia, Transcaspio, Ca- narie. Vidi esemplari di tutte le regioni italiane. Vive su Polygonum hydropiper , Rnmex acetosa, patùntia aquaùctts, conglomeratns, crisptis, obtiisifolius ^lemorosiis.
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Biologia: Laboulbène, Ann. Soc. Ent. Fr. 1862, -365 ; Perris, 1. c. 1863, 462;^ Kaltenbach, Pflanzenfeinde 1874, 514; De Stefani-Perez, Nat. Sic. 1905, 177. Sinonimo: cyaneum Oliv. Ent. V, 81, 1807, 32.
Kirby, Trans. Finn. Soc. Lond. 1808, 65. violaceum. — Testa, dagli occhi, larga quanto alla base od un po’ più larga. È somigliantissimo al violaceum dal quale non si riesce' sempre a distinguere con sicurezza. Generalmente il rostro è distintamente più breve, nel da due a due volte e mezza più lungo che largo, di regola appena più lungo della testa; nella 9 rostro è più sottile e molto meno che equilungo. Testa più grossa. Solco mediano del torace lineare e più lungo; striatura delle elitre un po’ più fina, i tarsi più gracili. Nel ^ il primo articolo dei tarsi posteriori è pure uncinato, contrariamente a quanto asserisce Schilsky (Kàf. Eur. 38, 69), ma forse un po’ meno distintamente che nel violaceum. La parte in- feriore del corpo è molto finamente punteggiata, ma questo carattere non è, come vorrebbe Schilsky (1. c.), tanto costante, da potersene servire con sicurezza nella distinzione di queste due forme tanto affini. — 'Paesi mediterranei, Inghilterra. Vive sul Rumex hydrolapathum. Italia: Sicilia (Madonie); Monte Gargano (Cagnano); Dal- mazia (Kosore! Salona! Traù). Sinonimo: coentltipenne Steph. 111. Brit. 1831, 173.
Marsham, Ent. Britann. 1802, 249. hydrolapathi.
latìcepSy Desbr. Mitt. Schweiz. Ent. Ges. 1870, 205. Ricorda molto il precedente, ma per la pubescenza del corpo più densa e special- mente per le antenne mo to più sottili ne differisce specificamente. Secondo Schilsky il laticeps ha la fronte ancora più larga del hydro- lapathi. Lungh. 3 mm. Russia Orientale: Perm, (ex Schilsky).
robustirostre, Desbr. Mitt. Schweiz. Ent. Ges. 1870, 184. Dal vio- lacetini e hydrolapathi facilmente differenziabile per il torace arroton- dato ai lati, a punteggiatura grossissima. Lungh. 2,5 mm. Algeria (ex Schilsky).
externepunctatum, Desbr. Op. I, 1874-75, 30; Martjanovi Faust, Hor. Soc. l?!?it. Ross. 1891, 413). Differisce dal robustirostre per il
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torace cilindrico e T assenza del solco frontale, dal violaceùm per il rostro robustissimo e retto e per la rozza punteggiatura della testa e del torace. Lung. 3,6 mm. Siberia: Minusinsk (loc. class, del Mar- tjanovi) e Dobroudja-Cerne voda. (ex Wagner, Miinch. K. Z. Ili 206).
9. Elitre brevi, distintamente allargate posteriormente. IO. ~ Insetto molto stretto e lungo, le elitre, verso l’apice, punto
o poco allargate. Torace più lungo che largo. 13.
10. Torace cilindrico, più lungo che largo. Insetti di colore
metallico vivace. . 11.
— Torace non perfettamente cilindrico, più largo che lungo. 12.
11. Insetto più grande; omeri debolissimi. Torace a punti fini
e sparsi, con fossetta antescutellare breve, ma profonda. Elitre, come il resto del corpo, d’un colore rosso o verde rame, porporine o violette (molto di frequente il torace ha un colore un po’ diverso da quello della testa e delle elitre), fortemente arrotondate ai lati, turgide, a strie leg- gere ed interstrie piane e larghe. Inferiormente la pun- teggiatura è relativamente grossa, ma poco densa. Di- morfismo sessuale debolissimo. Nella forma tipica la pu- bescenza del corpo è fina e poco appariscente, nella sbsp. limoniastri Flach (W. E. Z. 1908, 130) dell’Algarve (Porto- gallo) il rivestimento è un po’ più distinto. Gli esemplari di questa località sono in- media più piccoli di quelli della Provenza. Lungh. 2,9 4,1 mm. Inghilterra, Belgio, Olanda, Francia, Spagna, Portogallo, Algeria e Marocco. Vive Static? limonium^ dichotoma, dubeyi e la razza
sul Limoniastrum articulatuni. Non mi pervenne questa specie dairitalia, ma non è esluso che vi si possa trovare. Biologia: Perris, Ann. Soc. Ent. Fr. 1863, 462.
Kirby, Trans. Limi. Soc. Lond. 1808, 78- limonii.
artemisiae, Mor. Bull. Mose. 1861, 292. Insetto grande (4-5 mm.), verde metallico lucido, rostro, testa e torace talora di un rósso-rame chiaro. Testa poco più larga del rostro, questo robustissimo, nel A’ lungo quanto il torace, nella $ quasi equilungo. Torace più lungo che largo, cilindrico, elitre convesse, un po’ allungate. Russia meri- dionale.
Metti. Soc. Ent., I, 1Q22
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superbum, Tourn. Abeille 1868, 147. Circa della struttura del linionii. Molto caratteristico per il suo colorito. Corpo d’ un bronzeo oscuro, elitre ferruginee, opache. Egitto (ex Desbrochers).
aeneicolle, Gerst. Stett. Ent. Zeit. 1854, 277; aereirostre Desbr. Frelon 1900-01, 77; laudabile Faust, Hor. Soc. Ent. Ross.- 1891, 415. Verde oscuro metallico, elitre d’ un verde azzurro. Testa più larga che lunga, strozzata dietro gli occhi, rostro breve e grossissimo, al- l’inserzione delle antenne con un dente minuto. Elitre elittiche, scu- detto molto piccolo. Lungh. 3 mm. Turchestan (Annan): Transcaspio (Aschabad); Palestina, (ex Schilsky).
— Insetto più piccolo, omeri pronunciati, torace a punti più grossi, profondi e abbastanza fìtti. Elitre meno dilatate, di un colore rosso-rame, oppure porporine (tipo). Rara- mente le elitre sono di un bronzeo-oscuro quasi nero (ab. carbonarium Everts, Tijdschr. Ent. 1879, 60), oppure verde-rame (ab. aemscens Schilsky, Kaf. Eur. 38, 74). La punteggiatura della parte inferiore del corpo è densa e gro.ssa. Lungh. 2, 2-2, 4 mm. Spagna, Francia meridionale e, secondo Wencker, Schilsky e Wagner, anche in Italia. Della Sicilia lo cita Minà-Palumbo nel Nat. Sicil. 1896,
' 205. Vive su Helianthemmn viti gare e guttatum. Biolo-
gia: Perris, Ann. Soc. Ent. Fr. 1863, 456.
Gyllenhal in Schònh. Gen. Spec. Cure. 1833, 260.
Chevrolati.
12. Torace più largo che lungo, non perfettamente cilindrico, con punti molto grossi e fìtti. Elitre meno brevi che nelle specie precedenti, a strie quasi della larghezza delle interstrie; queste perfettamente piane, con una serie di punti grossi, ma superficiali. Rostro nel più breve,
nella 9 poco più lungo del torace, più sottile e brillante. Il tipo è di colore ottone, più a sud predomina il colorito verde più o- meno chiaro. Inferiormente la punteg- giatura è grossa, profonda e densa. Lungh. 2-2,8 mm. Europa, Paesi mediterranei, Siberia. Vive su Hyperiaiìn V. veroiiense! , perforatum, hirsutum. Italia: Venezia Giulia (Isola! Lussin!); Dalmazia (Zara! Vrana! Muc!); Sila (Serra Candela!; Toscana Guazzino!); Sicilia! ; Mte. Gargano;
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Calabria (Camigliatello !); Roma (Genzano !). Biologia: Perris, Ann. Soc. Ent. Fr. 1863, 457. Sinonimo: inter- stitiale Boh. in Schònh. Gen. Spec. Cure. 1839, 443*
Herbst, Kàf. VII, 1797, 120. brevirostre.
— Torace più lungo che largo, elitre molto strette ed al-
lungate. 13.
13. Insetto nero; rostro brevissimo, in ambo i sessi non più lungo della testa, due volte scarse più lungo che largo alla base; testa quadrata; torace cilindrico, più lungo che largo, a punti talora un po’ confluenti, fitti e grossi, ma non troppo profondi, con solco mediano distinto alla base, evanescente verso 1’ apice; elitre molto allungate, strette, alla base poco più larghe del torace, molto leg- germente arrotondate posteriormente, con strie profonde e larghe quasi quanto le interstrie, queste convessej callo omerale indistinto. Corpo rivestito di pubescenza relati- vamente lunga e sottile. I punti della parte inferiore del corpo sono grossi ed abbastanza densi. Lungh. 2, 4-2, 6 mm. Europa media, meridionale, Algeria. Vive su Hy- pericum perforatami hirsntitm, Cornus sanguinea? Astra- galus glycyphylloSi Sedum? Italia: Venezia Giulia (Fola); Sicilia (Messina); Toscana (Vallombrosa!); Campo dei Fiori (Varese Lombardo) Solari in litt.
Biologia: Frauenfeld, Verh. Zool. Bot. Ges. Wien, 1866, 965.
Germar, Mag. Ent. II, 1817, 235. simum.
— Insetto di colore bronzeo; raramente le elitre sono azzurro
bronzee. 14.
14. Testa a lati paralleli; rostro perfettamente retto, nel
un po’ più lungo della testa, nella 9 indistintamente più sottile e più lungo. Torace assolutamente cilindrico, molto più lungo che largo, con punteggiatura fitta e quasi sempre privo di solco mediano. Elitre strettissime e lun- ghe, nell’ab. lasureum Schilsky (Kàf. Eur. 38, 60) az- zurro bronzee, alla base poco più larghe del torace, con- vesse, a strie larghe e interstrie convesse. Corpo a pube-
\
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scenza distinta, inferiormente a punteggiatura grossa e densa. Nel Tuncino del primo articolo dei tarsi poste- riori è piccolo, ma distinto. Lungh. 1,9-2 mm. Europa media, meridionale, Algeria. Vive su Heliauthemmn vnl- gare e giUtatum. In Italia questa specie è molto rara; finora la conosco della Venezia Giulia (Lipizza presso Trieste!) della Toscana (M. Cetona !) e dell’ Emilia (Ver- gato Tolè! Forlì!). Il collega F. Solari mi scrive di averla catturata nell’ Apennino ligure (Colle dei Giovi).
Biologia: Perris, Ann. Soc. PTit. Fr. 1863, 456. Sino- nimo: pulchelhim Mill. W. Ent. Mon. 1857, I5-
Germar, Mag. Ent. 1817, 245. aciculare.
Insetto più grande. Testa' cònica, a punteggiatura non molto fina, rostro perfettamente retto, nel lungo quanto il torace, nella 9 circa equilungo. Torace tanto lungo quanto largo, leggermente arrotondato ai lati, con pun- teggiatura non molto fina, profonda e fitta. Fossetta antescutellare piccola, ma distinta. Elitre menò allungate che nel precedente, a strie più fine delle interstrie, queste piane. Corpo con pubescenza distinta, inferiormente a punteggiatura grossa, profonda e fitta. Primo articolo dei tarsi posteriori del distintamente uncinato. Lungh. 2-2,7 mm. Europa media, meridionale, Anatolia, Cau- caso. Vive sul Heliaìithemnni vulgare. Italia: Liguria occid. (Toirano!); Varese Lombardo (Campo dei Fiori!); dintorni di Genova (M.te Greto), lago di Nemi (Roma) secondo Solari (i. litt.); Sicilia (secondo Wagner). Sinonimi: aeru- giimim Kirsch, in Leder, Beitr. .1878, 304; he.lianth?mi Bedel, Bull. SocT Ent. Fr. 1887, CLIV.
Gerst. Stett. Ent. Zeit. 1854, 278. velatum.
Tavola analitica accessoria
PER LA CLASSIFICAZIONE DEI PERàPION ITALIANI.
1. Corpo per la maggior parte e gambe di regola rossi, malvae.
— Insetto d’altro colore. 2.
2. Rostro non più lungo della testa; elitre strettissime, in- setto nero.
simum.
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- — Rostro più lungo. 3.
3. Corpo, nero (spazio interoculare non carenato, ma punteg- giato — aberrazioni di niarchicum^ affine o violacenni). 4.
— Almeno le elitre d’altro colore. 8.
4. Scudetto non solcato, tondeggiante o subtriangolare. 5.
— Scudetto grande, solcato, parallelo, troncato airapicei 6.
5. Spazio interoculare a punti grossi, talora allungati, sedi.
^ — Spazio interoculare densamente carenulato o striolato.
curtirostre sbsp. ilvense.
6. Pubescenza del corpo normalmente distribuita. 7.
- — Episterni ricoperti di pubescenza densa e bianca. Lentoroi.
7. Spazio interoculare densamente carenato ostriato. cnrtirostre.
— Spazio interoculare a punti gro.ssi, talora allungati.
violaceum an. osbcurum.
8. Torace e testa neri. 9.
— Anche la testa ed il torace distintamente metallici. 11.
9. Elitre brevi; scudetto subcircolare, non od indistintamente
solcato. (affine) marchicum.
— Elitre allungate; scudetto grande, parallelo e solcato. 10.
10. Testa, dagli occhi, larga quanto alla ba.se o più larga;
rostro più breve. hydrolapathi.
— Testa più stretta dagli occhi che alla base; rostro più
lungo. violaceum.
11. Elitre molto convesse e dilatate all’ indietro, porporine,
verde rame o nero bronzate. Torace più lungo che largo; a punteggiatura fina e rada. 12.
— Corpo di un colore ottone chiaro, raramente le elitre sono azzurrognole; torace a punteggiatura grossa e densa. 13.
12. Omeri appena accennati, insetto più grande. limonii.
— Omeri distintamente pronunciati, insetto più piccolo.
Chevrolati.
13. Torace più largo che lungo, elitre più brevi, brevirostre. — ■ Torace tanto lungo quanto largo o più lungo, elitre
molto strette ed allungate. 14.
14. Testa più o meno parallela; torace molto più lungo che
m
largo.. aciculare.
Testa conica; torace tanto lungo quanto largo od un po’
più lungo. velatmn.
SuBGEN. EUTRICHAPION Reitter.
Se Reitter non avesse distinto questo gruppo con un no- me, io l’avrei considerato come una semplice sezione del sot- tog, Apion s. str., perché non è possibile negli Apion, carat- terizzare sufficientemente un sottogenere, soltanto in base alla densità di rivestimento del corpo.
In considerazione però che nessuna convenzione vieta di distinguere una sezione con un nome, credo opportuno, per evitare anche continui cambiamenti, di mantenerlo nel senso voluto dall’autore.
Questo sottogenere è composto d’elementi molto etero- genei, per cui non è possibile di scinderlo, nella tavola ana- litica, nettamente in gruppi e sottogruppi. Differisce dal sot- togenere Apion s. str., principalmente per la pubescenza del corpo più marcata. Questo carattere è però molto vago; prova ne é il fatto' che sono considerati appartenenti allo stesso sottogenere, tanto V Apion punctirostre., il quale potrebbe, per la sua rada pubescenza, far parte degli Apion s. str. (^) quanto V holosericeum, il quale invece ha un rivestimento for- mato da peli lunghi, grossi e così densi che mascherano per- fino il tegumento. Questo tipo di pubescenza deir.^4. holoseri- ceum fa ricordare IM. candidimi, col quale il primo non solo ha comune la densità dei peli, ma anche la struttura del cor- po; se non che il candidum, tipico rappresentante del sotto- genere Lepidapion, ha le fossette antennali di tutt’altra strut- tura. Anche X Apion varie gatum, ha il rivestimento molto den- so, e tanto per la strana distribuzione dei peli, quanto per la struttura del corpo, potrebbe a sua volta, c forse con mag- gior diritto, costituire un sottogenere distinto; ma se si con- tinuasse in cotal gui.^a nelle suddivisioni si finirebbe da un
(i) Reitter, certamente per una svista, pone VA. Sundevalli fra gli Eutrichapion. Esso è un tipico rappresentante dei sott. gen. Apion s. str.
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lato, col ridurre ai minimi termini il sottogenere Eutrichapìon, dall’altro col creare indefinitamente nuovi sottogeneri, fondati su basi debolissime ed insufficienti.
La punteggiatura della testa, posteriormente alla scultura iiiteroculare, è più marcata che nelle specie àéX Apion s. str. e i punti sono quasi sempre distinti, anzi densi di regola, La carenatura fra gli occhi è bene sviluppata, mentre che nell’,^- pion s str. essa è di solito evanescente.
La parte inferiore del corpo è nel talora più rózza- mente e più densamente punteggiata che nella 9 1 alcune specie, il ha il metasterno, in altre, il primo segmento ad- dominale provvisto di un tubercolo acuto. Il carattere princi- pale che distingue la prima dalla seconda sezione, sta nella struttura della fossetta antennale. Nella prima sezione essa è quasi sempre piccola, circolare e mai aperta in avanti.
In casi eccezionali si scorge, neiruna o neH’altra delle specie, un leggerissimo solco punteggiato, che parte dalla fos- setta e si prolunga verso l’apice del rostro.
Nelle forme della IL sezione questa fossetta è più grande, molto irregolare e, specialmente nel aperta in avanti a guisa di spaccatura. Alcune specie (9) dalle elitre azzurre, hanno la fossetta normale, sono però facilmente riconoscibili per gli altri caratteri che le dividono dalla prima sezione (fronte infossata o tempie convesse, oppure rostro tozzo, poco più lungo del solo torace).
Nel colorito gli Eutrichapion, come pure gli Apion s. str., sono molto costanti. Le specie dalle elitre azzurre non hanno la tendenza ad annerire. Se una di queste appare con le elitre nere, lo è in forma d’anomalia (an.), giammai d’aber- razione (ab.) ciocché, come si sa, non è la stessa cosa. Nel primo caso, pur apparendo la specie costante nel suo colo- rito, presenta, in casi eccezionali, una differenza marcata del colore (anomalia cromatica); nel secondo, la specie varia, pas- sando gradatamente dal colore tipico a quello aberrante al quale tende (p. e. Cryptocephalus sericeus, molte Coccinella ecc.). A questo accertamento logicamente, non può condurre
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che uno studio fatto su ricco materiale e per dippiù in istato di buona conservazione.
Fra centinaia di esemplari del pisi, Curtisi, rtflexum, piinctigertim, columbinum, eltganUiliim ed altri, dapprima ne osservai una buona percentuale di affatto neri, che però libe- rati dalle sostanze untuose che li coprivano, risultarono aver la normale colorazione azzurra delle elitre. Non credo errare considerando vacillante la consistenza della maggior parte delle aberrazioni nere ài Apion finora descritte, perché basate su differenze immaginarie.
Coll’inclusione àéX' A. flavofemoratum negli Eiiirichapion, 1 sottogenere K^alcapion viene a cadere. Schilsky basa il suo Kbalcapion su tre specie (separandiim, semivittatiim e flavo- femoratiLm, quest’ultimo assolutamente estraneo ai due primi, le cui fossette antennali sono tanto prolungate aU’indietro da traversare tutta la parte inferiore della testa.
Wagner considera, e con ragione, il semivittatum ed il suo affine separandum come appartenenti ai Taeniapion; io ritengo il flavoftmor atiLm come consanguineo alle specie della seconda sezione degli Eutrichapion eciò per il motivo che, in tutte le specie di questo gruppo, il solco antennale é molto sviluppato all’indietro.
Il nome di EìLtrichapion, è posteriore a quello di Kalca- pion\ tuttavia mantengo in vigore il primo, perchè l’aggrup- pamento da me adottato si basa sui caratteri enunciati dal Reitter per la definizione del ^uo sottogenere, anziché su quelli definiti dallo Schilsky per i suoi Kalcapioii.
Per facilitare la determinazione delle specie di Eiitricha- pioti ho aggiunto, in appendice alla tavola analitica principale una tavola sinottica accessoria, ridotta alle sole specie sinora osservate in Italia.
I Sezione : Specie dominanti : minimum, tenue, loti, pa- vidum. Fossetta dell’inserzione delle antenne piccola, circolare, lateralmente mai aperta in avanti. Inferiormente i solchi an- tennali raggiungono, di regola, il livello dei margini anteriori degli occhi.
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1. Rivestiiriento del corpo cospicuo, i peli sono lunghi, grossi e densissimi, oppure essi sono più brevi, ma distribuiti a macchie o fascia; antenne e tibie rosse o ferruginee. 2.
- — Rivestimento del corpo normale. 3.
2. La pubescenza del corpo è molto lunga e densa, cosic- ché il tegumento ne viene quasi mascherato. Colorito ge- nerale, di esemplali bene conservati, grigio o grigio bruno.
Rostro di grossezza uniforme, solamente alla base un pò ristretto, tubùlare, curvato, nel equilungo, nella $ poco più lungo; antenne rosse : testa molto breve. Torace più largo che lungo, a punteggiatura relativamente grossa e fìtta. Elitre larghe, ovali e non troppo convesse; a fondo nero lucido ed interstrie larghissime e piane. Gam- be corte e grosse, nere, tibie e tarsi d’un rosso-bruno oscuro. Inferiormente la punteggiatura è grossa ed abba- stanza densa. Lungh. 3,2 - 3,6 mm. Europa centrale me- ridionale, Paesi orientali del Mediterraneo, Caucaso. Vive sul Carpirms duiiieusis ! Italia: Venezia Giulia (Lipizza ! Trebiciano ! Parenzo ! Leme! Fola!); Dalmazia (Mossot i Muc ! Castelnuovo! Karin ! Knin !); Venezia Propria (U- dine !); Lombardia (Mantova!) Recine^ presso P'iuuie! Si- cilia (secondo Minà-Palumbo); Roma, Puglie (M. Gargano).
Sinonimi : cuneatum Hoehh. Bull. Mose. XX 1847, P* 464; hiemale Hampe, Wien. Ent. Monatschr. V, 1861,67.
Gyllenhal in Schònh. Gen. Spec. Cure. I, 1833, 268
holosericeum.
semisericeum Wagner, Ent. Mitt. 1920-199. Struttura e grandezza del holosericeum^ elitre a pubescenza più rada e più sottile, munite di due fascie trasversali, formanti angolo alla sutura, apparentemente glabre, delle quali, una trovasi un pò innanzi, l’altra un pò indietro alla metà. Rostro in ambo i sessi, sensibilmente più lungo e più gra- cile, distintamente più curvato; torace più stretto. L. 2,7-2,9 mm. Giap- pone : Kioto. (ex Wagner).
— Specie molto caratteristica per il suo aspetto generale Rosso-bruno oscuro, gambe ed antenne più chiare. Il terzo basale delle elitre è coperto di pubescenza densa.
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grossa, lunga, giallo-dorata, la porzione mediana è quasi glabra, quella apicale è invece cosparsa di piccole mac- chie, formate da una pubescenza gialla. Rostro della 9 circa equilungo, cilindrico, curvato, brillante, del (-f poco più breve, airinserzione delle antenne leggermente dila- tato; testa molto breve, spazio interoculare rugoso, ma non distintamente punteggiato, occhi sporgenti. Torace più largo che lungo, a punti densi e grossi, un pò co- nico, con strozzatura preapicale forte e solco mediano lungo e bene inciso. Elitre ovali, brevi, fortemente dila- tate posteriormente, a striatura larghissima, talora molto più larga delle interstrie, queste strette e convesse quasi careniformi. Gambe brevi e grosse. La punteggiatura del- la parte inferiore del corpo é normale. Lungh. 3 mm. se- condo Schilsky da 2,7 - 3,3 mm. Francia meridionale, Corsica, Germania occidentale, Austria Inferiore. Vive sul Viscum album. DellTtalia è citato da diversi autori dell’Alto Adige (Passeier) e della Venezia Tridentina; i miei esemplari provengono dalla collezione Reitter e portano V etichetta : « Gallia » .
Biologia: Guerpel, Rev. Ent. France XII, 1893, 25/-
Sinonimo : bicolor Gredl. Kàf. Pass. II, 1857, 69.
Wenck. l’Abeille I, 1864, 188. variegatum.
3. Elitre a striatura larghissima e profonda, rozzamente punteggiata; le interstrie molto più strette delle strie, for- temente convesse, careniformi. Corpo di un nero intenso, con pubescenza piuttosto rada e fina. Testa breve, occhi piani; i solchi delle brevi antenne s’estendono talora sino quasi al livello dei margini posteriori degli occhi.
Rostro lungo quanto il torace ((;f) o quasi equilungo (9)5 leggermente curvato, grosso. Torace un pò più largo che lungo, a punteggiatura molto grossa e fitta, con solco mediano breve e distinto solo alla base. Zam- pe robuste. Meta- e mesosterno muniti di punti grossi e profondi. L’ultimo segmento è vagamente punteggiato, gli interstizii zigrinati isodiametricamenté, come nei Cala-
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pioli della seconda sezione. Lungh. 2,3 -2,9 min. Europa, Caucaso, Siberia, Algeria. Vive su Salix repens^ cinerea, vitellina, purpurea ! Comune in tutta l’Italia.
Biologia: Perris, Ann. Soc. Ent. Fr. (4) III, 1863,462; Kaltenbach, Pflanzenfeinde 1874, 542; Carpentier, Bull. Soc. E. Fr. 1908, 262.
Sinonimi : foraminosnm Gyll. in Schònh. Gen. Spec. Cure. I, 1833, 289; velox Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond. X, 1811, 349-
Herbst, Kàf. VII, 1797, 115. minimum.
vastum Sch’lsky, Die Kàf. Eur. 39, 64. Simile al minimum, ne differisce per la pubescenza del corpo più distinta, la punteggiatura del torace più fina, il rostro del più breve e più grosso, le an- tenne del (T più grosse e per le interstrie delle elitre più larghe e più piane. Lungh. 2 min. Giappone (ex Schilsky).
— Le interstrie delle elitre non sono mai più strette delle strie. 4.
4. Insetto nero, leggermente bronzato. Antenne nere, brevi, articolo basale più corto (cf)> o tanto lungo quanto é largo il rostro alFinserzione delle stesse (9)? il secondo articolo è subsferico, il terzo e quarto lunghi quanto larghi o poco più lunghi, l’ottavo è distintamente più largo che lungo. Rostro curvato, nel quasi equilungo, nella 9 P® lungo e più lucido. Testa larga, oc- chi un pò sporgenti. Torace più largo che lungo, a pun- teggiatura grossa e fitta, con solco mediano breve e spesso poco distinto. Elitre piuttosto brevi, a strie forti ed interstrie convesse. Corpo d’un bronzeo quasi nero, a pubescenza lunga e abbastanza densa. Metasterno e se- gmenti addominali a punti finissimi e sparsi. Gambe cor- te, tibie non di rado d’un rosso bruno incerto (ab. rubri- pes Desbr. le Frel. V 1895-96, 244). Una forma dell’Al- geria (sbsp. nothum Desbr. le Frel. VI 1896-97, 24) differisce dal tipo per il corpo quasi glabro ed il rostro più curvo. Lung. 2,4-3
Wencker, Desbrochers e Schilsky considerano V aeneo-
188
niicans affine al pavidìim, ma per le gambe robuste, le antenne corte e gli occhi più piccoli esso è più vicino al loti.
Europa media, meridionale, Algeria (loc. class. : Hyè- res, Toulon e Bèziers). Vive su DorycniiLm herbaceìim ! sitbfruticosiim e Lathyriis praiensis; si rinvenne anche sul Quercus sessiliflora. Non ebbi occasione di vedere esemplari italiani che della Venezia Giulia (Monfalcone Trieste-Scala Santa, Opcina, Cattinara, Matteria, Noghera e Lussili, ove sono abbastanza frequenti); della Dalmazia (Muc) e deir Umbria (Perugia). Ragusa lo cita anche della Sicilia.
Wencker, 1’ Abeille I, 1864, 242. aeneomicans.
~ Insetto nero, azzurro, Verdastro o leggermente bronzeo. In quest’ultimo caso gli episterni sono ricoperti di pube- scenza, densa, grossa e bianca, ed il ha una spiccata ciliatura al margine inferiore degli occhi. Articoli delle antenne, di regola, più allungati, oppure il rostro è quasi diritto. 5.
5. Elitre molto strette ed allungate, un pò appiattite sul
dorso, posteriormente poco o punto allargate. Testa un poco più lunga che larga. 6.
— Elitre più brevi e più convesse, testa più breve. 8.
6. Insetto più piccolo, con elitre nere (il margelanìctim del
Turchestan le ha azzurrognole) 7.
— Elitre azzurre, insetto più grande e variabile nella scul-
tura. Rostro fortemente curvato, nel ^ un pò meno, nella 9 più che equilungo e più sottile. Occhi
or più ((9) or meno (9) sporgenti. Torace più largo che lungo, a punti grossi e abbastanza densi, con solco mediano prolungato in avanti. Scudetto lungo parallelo, solcato. Elitre molto allungate, azzurre o d’un verde bron- zato fab. aeneovirtns Schilsky, die Kaf. Eur. 39, 86), a strìe forti, ma più strette delle interstrie; queste spesso con una serie di punti microscopici. I segmenti addo- minali sono muniti di punti sparsi e più ((-f) o meno
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(9) grossi. Lung. 3, 8-4, 2 mm. Europa, Siria, Caucaso, Algeria .e Tiirchestan (loc. class, deiraberrazione). Vive su Trifolium arveiise, Melilotus officinalis ed albus. Ita- lia : Venezia Giulia (Monfalcone ! Grado ! Portorose !); Daluiazia (Knin !); Alto Adige (secondo Gredler); Pie- monte (Andiate! Venaria! Torino!); Sicilia (secondo Ragusa).
Biologia: Frauenfeld, Verh. zool. bot. Ges. Wien XVI, 1866, 963.
Sinonimi: angustatnm Gyll. Faun. Suec. Ili, 1813, 56; hifoveolaUim Steph. 111. Brit. IV, 1831, 176.
Kirby, Trans. Finn. Soc. Lond. IX, 1808, 64. melìlotì (^).
7. Testa meno stretta, la scultura della stessa s’estende, al- r indietro, di poco oltre il livello dei margini posteriori degli occhi. Affine al tenue, ma più grande, la pube- scenza del corpo è più densa, gli occhi sono più grandi e più piani, il rostro più lungo, la differenza di lun- ghezza fra i due sessi è maggiore, il secondo articolo delle antenne è un po’ più allungato, i punti del torace più grossi e le strie delle elitre più larghe. La punteg- giatura della parte inferiore del corpo è finissima e molto sparsa. La forma (v?) amphibolum Faust (Oefv. Finska Vetensk. Soc. Fòrh. 1890, 53) della Siberia oc- cidentale (Verchne Sujectu) differisce dal tipo solamente per la punteggiatura del torace più forte e per le inter- strie delle elitre più convesse. Questi caratteri variano però nel tipo, per cui non è escluso che V amphibohim sia una semplice aberrazione òqW interniedmm.
Lungh. 2,6-3, 1 nim. Europa media, meridionale, Cau- caso, Siberia, Ru.ssia meridionale.
Fu sinora osservato suW Onobrychis sativa. Italia: Ve- nezia Giulia (Muggia ! Trieste-S. M. Maddalena Inf !) ;
(1) subviolaceum Desbr. Frelon, 1908, XVI, 82. Ricorda il violaceiini, è però affine al meliloti dal quale differisce per le elitre meno allungate, regolarmente convesse, il rostro più gracile e per i lati del torace quasi diritti. ungh. 2,8 mm. i maschio della Rtissia, senza località precisata (ex Desbrocliers).
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Toscana (Lippìano !) ; Emilia (Forlì !' Porretta Albaiola ! Toscana (M. Cotona ! Guazzino!) Sassuolo!); Liguria (St. Stefano d’Aveto !).
Eppelsheim, Stett. Ent. Zeit. XXXV, 1875, 76. intermedium.
margelanicum Wagner, Wien. Ent, Zeit. 1912, 90. Molto simile ?i\V intermediiiìn^ ne differisce per i calli omerali molto più pronun- ciati, le elitre azzurrognole, in proporzione al torace, più larghe, più arrotondate ai lati, con la massima larghezza quasi nel mezzo, a strie più fine, per il rostro del A* un po’ più lungo, l’articolo basale delle antenne più breve, il funicolo invece più snello e per i tarsi più al- lungati. Lungh. senza il rostro: 2,4-2,5 mm. Margelan (ex Wagner).
— Insetto molto piccolo e stretto. Testa molto lunga e leg-
germente conica, la sua scultura s’ estende all’ indietro molto più di quanto è lungo 1’ asse degli occhi, questi sporgenti. Rostro poco differente nei due sessi, circa equi- lungo (9) o poco più breve (gT)* Torace circa largo quanto lungo, subcilindrico, a punteggiatura molto fina e sparsa. Tanto la scultura di questo, che quella delle elitre va soggetta a sensibili variazioni. Primo articolo del, funicolo quasi sferico, il secondo non più lungo del terzo. Inferiormente la punteggiatura è finissima e sparsa.
Lungh. 1,9-2, 7 mm. Europa, Paesi mediterranei, Asia.
Vive su Dorycnìum herbacenm^ Medicago saliva!, Me- lilotus officinalis, ìuacrorrJiiza, tricarinatus, altissimus, Trifolium pratense^ Ononis spinosa.
Comune in tutta l’ Italia.
Biologia: Perris, Ann. Soc. Ent. Fr. (4) III, 1863, 453, Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond. IX, i8o8, 6i. tenue.
8. Interstizi dei punti, sul torace, più larghi dei punti stessi,
questi molto finì, o più grossi {virens dal corsaletto me- tallico), ma poco profondi. Elitre di colore metallico . 9-
— Gl’ interstizi dei punti, sul torace, più stretti dei punti
stessi, questi densi e grossi; se più fini, le elitre sono- nere. Carenatura interoculare distinta . . .12.
9. Torace a riflessi metallici . - . . . . .10.
— Torace nero . . . . . . . .11.
191
10. Occhi molto prominenti, torace a punti or più or meno distinti, talora evanescenti, più largo che lungo, legger- mente arrotondato ai lati. Rostro fortemente curvato, nel grosso e pubescente, breve, nella 9 circa equi-
lungo, più sottile e lucido. Testa larga, a carenatura evanescente. Elitre verdastre, azzurre (ab. coeleste. Schilsky, [nec Faust] Kàf. Eur. 42, 71), raramente violette (ab, violatttm Schilsky 1. c.) o eccezionalmente nere (an. atra- inlum Vitale T.iv. It. 1905, 207), or lucidissime e quasi glabre, or con pubescenza marcata, di struttura un po’ variabile, però sempre alquanto allungate, leggermente appiattite sul dorso, a strie larghe (specie la prima) e fortemente punteggiate, ad interstrie convesse e non di rado quasi careniformi. Inferiormente la punteggiatura è fina e sparsa (9)> grossa e abbastanza densa (cf).
Lungh. 2, 5-3,2 mm. Europa, Paesi mediterranei, Si- beria. Vive su Trifoliiim pratense e repens. Frequente in tutta Italia. ,
Biologia : P'rauenfeld, Verh. Zool. Bot. Ges, Wien, XVI, 1866, 963.
Sinonimi: aentocepìialnm Gyll. Fami. Suec. Ili, 1813, 49; marchicum Kirby (nec Herbst), Trans. Linn. Soc. Lond. IX, 1808, 54; tristicnlnm Schilsky, die Kaf. Eur. 42, 1906,. 71.
Herbst, Kaf. VII 1797, 118. virens.
— Differisce dal virens per le dimensioni un po’ maggiori, per le strie delle elitre più regolari e meno fortemente impresse, le interstrie piane, gli occhi molto meno spor- genti e per il rostro, che nel è equilungo, nella 9 considerevolmente più lungo. Questo organo presenta, fra l’inserzione delle antenne, un punto talora indistinto. Antenne, anche alla base, costantemente nere. Il meta- sterno del è munito, nel- mezzo, di un piccolo tuber- colo. I primi segmenti addominali sono or più (cf), or meno ( 9 ) fortemente punteggiati. Raramente la fronte è un po’ impressa {p\\. fossnlifrons Desbr. le Frelon, V, 152,
192
della Stiria). La sbsp. araxellum Reitt. (Fauna Germ. V, 1916, 255) deirArmenia, differirebbe dal tipo per il to- race a punti più grossi e più densi.
Il piuictirostre è spesso confuso col reflexiim, dal quale differisce per il corpo molto meno pubescente, per il torace spiccatamente metallico e molto più finamente punteggiato, per il rostro più sottile e più lungo e per lo spazdo interoculare debolmente carenato.
Lungh. 2, 9-3, 8 mm. Europa media orientale, Russia meridionale, Armenia, Caucaso, Siberia, Mongolia.
Vive su Astragahts glycyphyllos, danicus e aiistriacns.
In Italia sembra molto raro; non lo conosco della Ve- nezia Giulia. Ne ebbi alcuni esemplari di Torino e di Pragelato (Val Chisone, Cozie) ; Gredler lo cita di Bol- zano, Ragusa della Sicilia.
Biologia : Frauenfeld, Verh. Zool.-bot. Ges. Wien, 1868, 159.
Sinonimo: Schmidti Bach, Kaf. N. M. Deutschl. II, 1854, 206.
Gylh. in Schonh. Gen. Spec. Cure. V, 1839, 42 5. punctirostre,
daurìcum Faust. Hor. Soc. Ent. Ross. 1888, 176. Somiglia molto al punctirostre^ ne differisce per le antenne j più sottili, picee, per il torace alla base tanto largo quanto all’apice, arrotondato ai lati, a punteggiatura più forte e più densa, con leggerissimi riflessi me- tallici, quasi nero, per il rostro più grosso e per la punteggiatura della testa più densa e più grossa. L. 3,2 m. Caucaso (ex Sch'lsk}^.
11. Ricorda un largo loti o più ancora un virens. Corpo lu- cido, a pubescenza rada e corta, nero, elitre azzurre. Rostro 9 brillantissimo, circa equilungo o poco meno, alla base un po’ più stretto che all’ inserzione delle an- tenne, da qui fin verso l’ apice leggermente attenuato, nel (-f più grosso e meno che equilungo. Antenne piut- tosto grosse, brevi, nere, l’ articolo basale circa lungo quanto è largo il rostro alla loro inserzione (9)> ^ breve (gT). Primo' articolo del funicolo breve, ovale, nel quasi sferico, i seguenti circa tanto lunghi quanto larghi,
193
r ultimo più largo che lungo, clava abbastanza lunga. Testa normale, a punti piuttosto fini, ma profondi, spazio interoculare senza carene, ma talora con 1-4 brevi solchi; torace subcilindrico, quasi tanto lungo quanto largo od un po’ più breve, a punti abbastanza densi, fini e profondi, interstizi leggermente zigrinati, alla base con una fossetta circolare, profonda. Elitre alquanto allungate, un po’ depresse sul dorso, larghe, a strie or più or meno forti ed interstrie piane o leggermente convesse, omeri molto prominenti, callo omerale sviluppatissimo. Metasterno ed i due primi segmenti deU’addome quasi lisci nel mezzo, ai Iati con punti fini, ma profondi, il primo munito ta- lora d’ una leggerissima carena.
Lungh. 2,5-2,65 ' mm. Paesi mediterranei, Caucaso, Armenia. La pianta su cui vive non è ancora nota.
Citato da diversi autori dell’Italia (^); io non ebbi che un esemplare della Sardegna (Flumentorgiu). Esaminai però anche tipi francesi (Mont Ventoux, Vaucluse), Sinonimi : arragonictini Everts, Wien. Ent. Zeit. Ili, 1884, 219; viridicotrulans Desbr. Ann. Soc. Ent. Fr. (6) IX, 1889, P- CCXVI.
Hochh. Bull. Mose. 1851, 14. cognatum.
12. Elitre alquanto allungate, nere, eccezionalmente con leg- geri riflessi metallici, in tale caso le elitre sono un po’_ appiattite sul dorso, gli occhi piani e la testa legger- mente conica. Rostro glabro inferiormente, distintamente curvato, nella 9 equilungo. Margine inferiore
degli occhi, anche nel (rf, non ciliato, episterni a pube- scenza normale (confi*, le forme non italiane, affini al loti^ con le elitre azzurre). . . . . .13.
- — Elitre azzurre ; se nere, 1’ in.setto è molto più grande (L. 3,6-4, 3 mm.) o considerevolmente più piccolo, a elitre brevi e convesse (tipo pavidnm, ervi, ecc.). Talora il rostro è munito inferiormente di lunghi peli seriati, op-
(1) Majella e varie località nei dintorni di Roma (Solari i. liti.).
Metti, Soc. Ent., I, 1922
13
m
pure esso è quasi retto. Nel simile le elitre sono alquanto allungate, ma leggermente bronzate e gli episterni rico perti di pubescenza densa. In due o tre specie le an- tenne sono almeno rossiccie alla base, oppure le gambe sono parzialmente giallo-rosse . . . . .14.
13. Questa specie è distinta dal loti^ col quale finora si confondeva, per il rostro (9) più gracile e più lungo, gli occhi piani, la testa alquanto conica, corpo, sopra, distintamente metallico, un po’ depresso sul dorso. Tutti questi caratteri sono costanti, come potei accertarmene su alcuni esemplari, tutti 9 9? della Sardegna (Carlo- forte, Alghero, Golfo Aranci, Cagliari, in coll. Dodero) Dieci esemplari (pure tutti 9 9) biella Dalmazia (senza località precisata, probabilmente di Zara o deli’ isola di Lesina) cedutimi dall’ amico Pietro Novak di Spalato, si distinguono da quelli della Sardegna, per gli occhi ancora più piani, per la testa e torace quasi neri e per quest’ ultimo un po’ più finamente punteggiato. Essi prò vengono dalla vecchia collezione di suo padre Giambat- tista, mio primo maestro d’ entomologia. Anche 1’ autore che descrisse questa specie della Tunisia, non conosceva che 9 9 •
Desbrochers, le Frelon 1893-94, 9. Sìcardi.
“ — Specie variabilissima, le cui forme estreme sono state de- scritte con diversi nomi, specialmente dal Desbrochers. Insetto nero, le elitre talora plumbee. Il rostro del . di regola, un’inezia più che eqilungo, abbastanza grosso e di curvatura diversa, talora quasi retto. La 9 ha poco più lungo e poco più sottile. In singoli casi esso è molto più sottile che nel {tennirostre Desbr.). La prominenza degli occhi è pure variabile. Testa circa tanto lunga quanto larga, a lati or quasi paralleli, or un po’ convergenti in avanti. Torace un tantino più largo che lungo, strozzato all’ apice e alla base, perciò un po’ ar- rotondato ai lati. La punteggiatura è variabilissima, di regola essa è grossa e molto fitta, in casi rari gli in-
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terstizi sono più larghi dei punti. Generalmente le elitre sono allungate e debolmente allargate posteriormente, però non sono rari gli esemplari con le elitre abbastanza fortemente arrotondate ai lati. Esemplari con le elitre strette [fallax Wenck.) sono frequenti nei paesi mediter- ranei, più rari sono invece quelli con le elitre strettissime e quasi parallele {maroccanum Desbr.). Della Dalmaz'a (Knin) posseggo un piccolissimo esemplare di questa forma (lungh. 2,5 mm.), caratteristica anche per la spic- cata lucentezza del corpo. Il derelictiim Desbr. differisce dagli esemplari normali per il protorace a lati diritti, per le antenne a pubescenza più ispida e per le interstrie delle elitre più piane. Queste, nei tipi, sono convesse, special- mente alla base, ma si riscontrano molti passaggi. Le strie delle elitre sono nella maggior parte dei casi larghe e abbastanza fortemente punteggiate. Tibie or più or meno robuste, tarsi, di regola, brevi e tozzi; negli esem- plari del Portogallo essi sono più stretti e più allungati. Anche la punteggiatura della parte inferiore del corpo è variabile. Gli esemplari vecchi sono di un colore nero intenso ed hanno le tibie brune.
Lungh. 2, 5-3,4 mm. Europa, Paesi mediterranei, Si- beria. Vive su Dorycnium herbaceiim, Tetragoiiolohiis sili quosuSy Lotus uliginosus e corniculatus.
In tutta Italia, abbastanza frequente.
Biologia: Perris, Ann. Soc. Ent. Fr. (4) III, 1863, 460; Frauenfeld, Verh. zool. bot. Ges. Wien 1868, 158.
Sinonimi: angustatum Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond. 1811, 352; languidum Gylh. in Schònh. Gen. Spec. Cure. 1833, 292; modestum Germ. Mag. Ent. II, 1817, 234; fallax Wenck. Abeille I, 1864, 242 ; tenuirosirt Desbr. le Frelon XII, 1903-904, 109, nec 1. c. 1894-95, 169); derelictum Desbr. le Frelon XV, 1907-908, 90 nec 1. c. pag- 85 ; maroccanum Desbr. le Frelon XVI, 1908, 84); bruimeirostre Gerh. D. E. Z. 910, 557.
Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond. IX, 1808, 58. Ioti.
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GLI AFFINI DELL’APION LOTI.
Colla scorta di ricco materiale ed abbondante bibliograPa ho ten- tato di mettere un po’ di ordine in questo difficilissimo gruppo, per quanto me l’ha permesso l’impossibilità di esaminare i tipi del Desbrochers, descritti quasi tutti su esemplari unici.
Apion loti è così variabile in tutti i suoi caratteri, che non è tracciabile una delimitazione, non dico precisa, ma nemmeno appros- simativa fra il tipo ed il fallax. Questo fu descritto dal Wencker quale specie ed i diversi autori, non riconoscendolo come tale, lo differenziano dal tipo per gli occhi un po’ meno sporgenti, le elitre più allungate ed il corpo a pubescenza più abbondante. Wagner considera '\\ fa llfjx come una razza Jiiediterranea del Da confronti fatti su ricco materiale dei nostri paesi ho potuto convincermi che non si può nemmeno riconoscere come razza.
A Trieste, nell’ Istria, nell’ Isola di Lussin, la cui fauna ha un carattere prevalentemente mediterraneo (si trovano p. es. VA. tubi- feriim, V aìtgHsiicolle. la Colaspidea oblonga, la Hispa testacea, la Chrysomela grossa, ecc.) si riscontra VA. loti tanto nella forma descritta dal Wencker, quanto in quella descritta da Kirby, non solo, ma in diverse altre forme che, seguendo l’esempio di Wencker, do- bero venir denominate. Desbrochers ne ricorda alcune, fra cui una con il nome di v. tenuirostre (‘), la quale, insieme 2\ fallax., va posta, naturalmente, in sinonimia del loti.
Il subplumbeum D.sbr. ^Frelon XII, 1904, 108) differisce dal /o//, in sostanza, solo per le strie delle elitre più fine ed indistintamente punteggiate. Tutti gli altri caratteri, citati dall’autore sono adattabili alle innumerevoli forme del loti. Uno studio d’abbondante materiale porterà, forse, alla conclusione che il suòplumbeum nuli’ altro è che una razza del loti.
Il cyanellum Desbr. (Frelon V, 1895-96, 138) per la struttura della testa, lo ritengo affine al plumbeomicans, dal quale differisce per il rostro meno che equilungo e per le elitre poco o punto dilatate all’in- dietro. L’autore non cita se l’unico esemplare che ha servito alla sua descrizione sia un (f o una $. Non è facile precisare il valore filoge- netico del cyarellum.^ in quanto che il (f' del pliimbeomicans non è finora conosciuto e, secondo la regola, il rf' dovrebbe distinguersi dalla 9
(i) T^o stesso autore descrive anche un Catapiou della Tunisia sotto il nome di tenuirostre (Frelon IV, 189). Questo fatto dovrebbe bastare per negare alla definizione v. tenuirostre il diritto di esistere, per quanto lo Schilsky sia del parere che in un genere sieno ammissibili due uguali denominazioni, una riferentesi alla specie e 1' altra alla sottospecie. Dal lato pra- tico l’egregio autore non ha ragione, perchè non v’è nessun motivo, cob’abbondanza di nomi che è a nostra disp sizione, di scegliere proprio quelli che possono generare confusione. (Confr. Schilsky, D. E. Z. 1908, 608).
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per il rostro più breve e le elitre più strette. In tale caso quale dif- ferenza passerebbe fra il cyanelliim ed il plumhconiicans. ?
L’A. siibconiceps Desbr. (Frelon, XII, 1904, 57) è tutt’ al più una razza del plumbeomicans, il quale, come ritiene lo Schilsk}^ (die Kaf. Eur. 39, 88 a.) era allora sconosciuto al Desbrochers. Questi, nella compilazione della sua monografia, aveva sott’ occhio un vero loti anziché un plumbeomicans. Dalla descrizione risulta, infatti, che il subconice.ps, fuorché nel colorito, in nulla differisce dal plumbeomicans L’autore ricorda ancora ^Frelon XII, T09) che il suo siibconiceps pro- viene dalla provincia di Gers (Francia merid. occid.) e non da quella di Carcassonne, come dice erroneamente il Wagner nel « Genera In- sectorum » e nel « Coleopterorum Catalogus ».
Riassumo nella seguente tabella le mie opinioni sul valore siste- matico delle forme del gruppo loti:
i) Punteggiatura del torace molto più fina che nel loti (elitre azzurrognole);
A) 9 l'ostro equilungo;
a) torace a punteggiatura finissima ed a riflessi metallici;
b) splendidulum Desbr. Op. I, 1874-75, 27; damascenum Desbr. I. c. 29. Testa conica, occhi piani. Lungh. 2 mm. Siria, Palestina. b) Testa a lati quasi paialleli. Lungh. 2,5-3
c) arrogans Wenck. Ann. Soc. Ent. Fr. VI, 1858, iióa; cyaneomicans Desbr. Op. I, 1874-75, 28. Elitre di un azzurro vivace, brillanti. Siria, Anatolia.
c) derelictum Desbr. Frelon XV, 85, nec 90. Insetto più opaco, più piccolo. Rostro nella sua porzione mediana più forte- mente dilatato; punti del torace più densi; strie delle elitre più lar- ghe e più profonde che neW arrogans. Armenia russa.
a) cognatum. Torace nero, punteggiatura più marcata (confi descr. a pag. 193).
A) 9 Rostro più che equilungo.
a) Peyrimhoffi, recte Peyerimhoffi Desbr. Frelon X, 1902, 109. Interstrie delle elitre affatto piane, striatura normale. Antenne più lunghe che nel cognatum. Lungh. 2,5 (senza il rostro). Costantina (Algeria).
a) impressidorsum Desbr. Frelon V, 1895-96, 286; 1. c. XV» 1907-908, 86. Interstrie delle elitre subconvesse, striatura profonda. Differisce ddiW arrogans per il corpo più robusto, più allargato alFin- dietro, per le elitre appiattite sul dorso, più larghe agli omeri, per il torace ristretto alla base ed all’apice per cui i suoi lati si presen- tano più arrotondati. .Secondo la descrizione, nel V volume del Fre- lon, questa specie sarebbe munita di un minuto dente gelare. Nel XV voi. dello stesso periodico Desbrochers non fa menzione di que- sto importante carattere. Lungh. 3 mm. Siria, Anatolia.
,198
i) Punteggiatura del torace più grossa, simile a quella del loti.
A) 9 rostro poco o sensibilmente più che equilungo. Elitre dilatate all’indietro.
a) plumbeomìcans Rosh. Thiere Andai. 1856, 243. {cyanellum (/?) subconiceps Desbr. Frel. 1904, 57. Da un esemplare della colle- zione Solari (Andalusia, ex Rosenhauer). Differisce dal loti 9 per il rostro più gracile, più lungo e più lucido, occhi più piani, testa co- nica, antenne più gracili, punteggiatura della testa e del torace più fina e più rada e per gli interstizi della stessa più lucidi. Le strie delle elitre sono molto più fine e più superficiali e le interstrie sono piane anche alla base. Gambe più gracili, tibie più sottili, tarsi più stretti. Individui da me raccolti nel Portogallo (Evora), formano un evidente passaggio fra il plumbeomicans ed il loti. Essi hanno le tibie un po’ più grosse e le strie delle elitre più larghe che nel primo, ma meno grosse, relativamente più strette che nel loti. Forse lo . studio di ricco materiale porterebbe alla conclusione che il plumbeomicans non è che una razza occidentale del loti. Spagna, Portogallo. (Secondo Schilsky questa specie avrebbe le elitre azzurre).
d) Occhi meno sporgenti, oppure le tibie sono più grosse.
b) subplumbeum Desbr. Frelon XII, 1904, 108. Strie delle elitre più fine ed indistintamente punteggiate. Forse è una razza del loti. Arabia.
b) Strie delle elitre marcate, a punteggiatura distinta.
c) Elitre azzurrognole, un po’ app’iattite sul dor^o (confr- descr. del Sicardi a pag. 194).
c) Elitre nere (vedi loti a pag. 195).
A) cyanellum Desbr. Frelon 1895-96, 284. Rostro più breve che testa e torace riuniti; elitre azzurrognole quasi parallele ((f del plumbeomicans?) Armenia.
14. Insetto nero o quasi nero (forme italiane) grande, robusto (Lung. 3,6-4, 3 mm.). Se più piccolo, il torace è forte- mente convesso sul dorso, gli occhi piani e il rostro retto. In due specie delFArmenia la scultura del torace è molto caratteristica (vedi cantabrictcm., àe.\\di Spagna). 15.
— Insetto più piccolo, rostro curvato, nel melancholicum esso è diritto, ma gli occhi sono molto sporgenti. 16.
15. Torace arrotondato ai lati, fortemente convesso sul dorso, a punteggiatura grossa e fìtta, con fossetta antescutel- lare breve, talora evanescente, strozzatura preapicale di- stinta. Testa molto più larga che lunga; rostro quasi
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retto, di lunghezza un po' variabile, nel più che equilungo, nella 9 poco più sottile, ma distintamente più lungo e più lucido. Antenne robuste, brevi, gli ul- timi articoli più larghi che lunghi, clava breve. Elitre poco allungate, convesse, debolmente arrotondate ai lati, con strie forti e abbastanza rozzamente punteggiate, a omeri molto sporgenti. Corpo nero, a pubescenza fina e poco marcata. Lungh. 3,8-4, 3 mm. Un individuo (^, catturato da me nel Portogallo (Evora), misura solamente 3,1 mm. ed ha il rostro equilungo. Lo ritengo un’ano- malia del cyatiéscens. Francia meridionale, Spagna, Alge- ria. Vidi però anche esemplari della Liguria occ. (Vado). Al Signor F. Solari è conosciuto anche di Sestri Po- nente. Vive su Cistus crispus e ladaniferus. Biologia: Gerber, Bull. Soc. Ent: Fr. 1902, 208. Sinonimo: Ca- pioniotiti Wenck. Ann. Soc. Ent. Fr. 1858. 105.
Gylh. Schònh. Gen. Spec. Cure I, 1833, 306.
cyanescens.
rectinasus Desbr. Frelon XII, 1903-904, 56. Molto più piccolo del cyanescensj ne differisce per la forma più breve del corpo, per la testa più stretta, per le antenne più gracili, il torace non strozzato alla base e per le zampe più robuste. Lungh. 2,1 mm. Francia meri- dionale. (ex Desbrochers).
auletoides Reitt. Wien. Ent. Zeit. 1901, 228. Caratteristico per la pnnteggiatura del torace. Insetto nero, quasi glabro. Testa più larga che lunga, rostro equilungo, fortemente curvato, sottile. Torace più lungo che largo, a punteggiatura molto densa e grossa, i singoli punti sono più larghi che lunghi, grinterstizi formano delle rughe trasver- sali. Lungh. 3-3,5 mm. Armenia russa: Araxes (loc. class.); Turche- stan: Territorio del Serafschan, Weschab. (ex Schilsky).
aspericolle Wagner, Mùnch. Kol. Zeit. Ili, 1906-908, 30Ó. Distinto ddXV auletoides per le elitre in proporzione al torace molto più strette per il solco antescutellare distinto e per il rostro della 9 più lungo e meno curvato. Lungh. 2,6 mm. (senza il rostro). Armenia: Kasiko- poran (ex Wagner).
— Somiglia molto ad un grande loti. Rostro della 9 quasi una volta e mezza più che equilungo, fortemente curvato, quello del <-p più grosso e circa equilungo.
20U
Testa breve, conica, occhi piani. La scultura interoculare raggiunge all’ indietro il livello dei margini posteriori degli occhi. Torace circa tanto lungo quanto largo, a punteg- giatura grossa e densissima, solco antescutellare breve. Elitre allungate, nere, talora indistintamente azzurrognole, dilatate all’ indietro, a strie forti ed interstrie piane. Callo omerale debole, omeri poco sporgenti. Scudetto grande, allungato, a lati paralleli, con solco mediano bene inciso. Lungh. 3, 6-4,2 mm. Europa occidentale meridionale, Siria, Algeria, Tunisi. Non vidi ancora esemplari italiani. Le indicazioni di Liegei (Carinzia, confr. Schilsky, die Kàf. Eur.' 39, 84 a), quella di Desbrochers (toute V Eu- rope), Frélon, Mon. 273, nonché quella di Bertolini (g — Re- gione Giulia) sono senza dubbio errate. \JUlex eiiropaeus e nanttSy che albergano questa specie, mancano tanto in Carinzia che nella Venezia Giulia.
Biologia: Perris Ann. Soc. Ent. Fr. IX, 1840, 90; Si- nonimi: Kirbyi Germ. Mag. Ent. Ili, 1818, 50; nlicicola Perris, 1. c.
Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond. 1811, 353. scutellare.
excellens Wagner, Mùnch. Kol. Zeit. 1906-908, III, 205, Nel il rostro è meno curvato di quello che lo è nello scutellare^ nella 9 esso è quasi diritto, all’ inserzi ne delle antenne distintamente dila" tato. Nero, elitre d’un verde-azzurro. Lung. ^,5-4,8 mm. Buchara: Ter- ritoiio del Kissil-Kum. (ex Wagner).
dubium Desbr. Frelon V, 1895-96, 274. Differisce dallo scutellare per la testa più larg?, la fronte distintamente impressa e più forte- mente stimolata, per il rostro più grosso, specialmente nel (^, per le elitre ai interstrie più larghe e più piane, dal cantabricum per il rostro più grosso, distintamente dilatato alla base e per la pubescenza tomentosa dell’addome. Lungh._4-4,5 Spagna (Jaen).exD. sbrochers.
cantabricum (‘)- Desbrochers Heyden, Reise Spanien, 1870, 160; sinonimo: tieydeni Desbic Petit. Nouv. Ent. I, 1869, 30. Molto simile allo scutellare, dal quale differisce, in sostanza, sulamente per le sue dimensioni minori. Lungh. 3-3,5 mm. Spagna: Asturie (Santes Albas); Castilia (La Granja), ex Schilsky.
d) li’ A. Schneideri Tourn. Schneider u. [.eder, Beitr. 1878, 306, del Caucaso (Tiflis) é una specie di cui ancora nessun entomologo ha saputo formarsi un’ idea esatta. Secondo Maurice Pie, l’A. Schneideri sai ebbe un affine del cantabricrtm .
201
16. Elitre azzurre; se nere, il rostro è glabro inferiormente, cur-
vato. Zampe nere, episterni a pubescenza normale. 17.
- — Elitre nere o leggermente bronzate. 'NeìVervi le antenne sono in gran parte rossiccie. 22.
17. Tibie nel cT di grossezza irregolare, contorte, antenne
completamente o quasi completamente giallo-rossiccie. Primo articolo dei tarsi tanto lungo quanto i seguenti presi insieme (9)? ^ P’d lungo ancora (gT)- 18*
— Tibie semplici anche nel (?f. 19.
18. Insetto più grande, nel gT le antenne sono offuscate verso
l’apice, nella 9> di regola, solo i due primi articoli com- pletamente rossi. Corpo a pubescenza breve, grossa, ab- battuta e densa (cT), oppure più fina e più sparsa (9)* Torace subconico, un po’ arrotondato ai lati, di regola un po’ più lungo che largo, a punteggiatura relativa- mente fina, ma profonda e fitta, con distinta strozza- tura preapicale. Elitre azzurre (tipo) o verdi (ab. Vg- sbrochersi Kirsch. Ent. Monatsbl. II, i88o, 13), nella 9 meno allungate che nel gT, ad interstrie piane. La pun- teggiatura dei segmenti addominali è grossa e densa. Gambe lunghe, gT* Kostro meno che equilungo, opaco e pubescente, occhi sporgenti, antenne giallo-rossiccie, offuscate verso l’apice, gli articoli i, 2, 3 e 4 del funi- colo molto più lunghi che larghi e compressi, il qninto poco più breve del 4, gli articoli 6 e 7 circa sferici. La clava è lunga, gli articoli poco compatti e più stretti del terzo e quarto del funicolo, sicché le antenne si presen- tano più larghe nel mezzo che all’ apice. Tibie anteriori di grossezza irregolare, compresse, un po’ contorte. Primo articolo dei tarsi posteriori molto più lungo che i seguenti riuniti. Metasterno nel mezzo del margine posteriore, con un tubercolo acuto. 9* Kostro conside- revolmente più che equilungo, quasi glabro, lucido, an- tenne semplici, di regola solamente i due primi articoli completamente rossi, 1’ articolo basale è quasi due volte più lungo di quanto è largo il rostro all’inserzione delle
antenne. Tibie semplici, primo articolo dei tarsi posteriori un po' più breve che gli altri presi insieme. Lunghezza normale da 3,5 a 3,8 mm. Un individuo di Lippiano (Arezzo) misura solamente 3 mm.
Europa, Paesi mediterranei, Siberia. Vive su Vida faba, sepiiim, hirsuta, Leiis esciileìita, Pisiiin arvense e sativiim. Italia: Venezia Giulia (Lussili!); Fiume (secondo Miller, zool. bot. Ges. Wien 1880, 6); Dalmazia (Zara! Castelvecchio! Salona!); Liguria (Vado! Voltaggio!); Emilia (Lesignana ! Bologna!); Toscana (Firenze! Fojano! Mon- tisi! Guazzino! Pisa! Grosseto!); Puglie (M. Gargano! Altamura!); Calabria! Sicilia (Ficuzza! Madonie! Calta- nissettal); Sardegna (Ozieril). Sinonimi: fuscicornis Marsh. Ent. Brit. I, 1802, 244; longipes Woll. Cat. Can. Col. 1864, 315; pallicorne Gylh. Schònh. Gen. Spec. Cure. E 1833» 302; shnplidpes Desbr. Bull. Soc. Ent. Fr. 1891, LVII; villosulus, Marsh. Ent. Brit. 1802,' 250.
Herbst, Kàf. 1797, 119. vorax.
Specie molto variabile e talora non sempre facile a di- stinguersi dalla precedente. Molto più piccolo del vorax ^ il rostro del è molto meno che equilungo, quello della 9 talora un tantino più breve, alle volte però un’inezia più lungo che testa e torace riuniti. Le antenne sono semplici anche nel ^ completamente giallo-rossiccie, la clava è compatta e più larga che gli articoli mediani, nella 9 laramente le antenne sono leggermente offuscate verso l’apice. Il torace è più breve che nel vorax (ca- rattere alquanto variabile), con strozzatura preapicale più costante, elitre larghe come nel pavidtim ( 9 )> o più strette ((^), ma di regola meno lunghe che quelle del vorax. Nel ^ il tubercolo del metasterno è molto più piccolo, un po’ inclinato, anziché eretto verticalmente all’asse del corpo, come nel precedente. Lungh. 2, 5-2,8 mm. Europa meridionale orientale. Italia: Venezia Giulia (Montona! Muscoli!); Dalmazia (Arbe! Castelnuovol); Pie- monte (Torino! loc. class.); Emilia (Bazzanol); Toscana
203
(Fojano Chiana! Rapolano ! Gdazzino! Lippiano di Arezzo!). Esaminai pure esemplari di Scutari d’ Albania. Solari lo conosce anche della Romania (Bucarest, Co- mana Vlasca, ex Montandoli), oltre che del Lazio (Roma), deir Umbria (Gubbio) e della Lombardia (Voghera). Sinonimo: ochraceus Desbr. Érelon XV, 1907 1908, 87. Desbrochers, le Frelon V, 1895-96, 232. Gribodoi.
19. Torace a riflessi metallici, talora poco spiccati, ma sempre
evidenti. Primo segmento dell’addome e metasterno senza caratteri sessuali marcati. 20.
— Torace perfettamente nero. Primo segmento addominale del (eccetto che nei lanigeruni) munito di un tu- bercolo. 21
20. Torace alquanto lucido, leggermente metallico, a punteg- giatura più grossa e un po’ meno fitta che nel C?ir- tisi. Rostro circa (U^) o distintamente più che equilungo (9)- Le antenne nel U’ sono di regola inserite un po’ innanzi alla metà del rostro. Elitre di un azzurro od azzurro-verde distinto, raramente violette, abbastanza al- lungate, a strie fortemente punteggiate ed interstrie piane, queste a fondo microscopicamente punteggiato. Le elitre variano un po’ nella struttura. Un esemplare dello Sbeu- nizza (Istria) ha le elitre molto più brevi del normale. Altre voltò esse sono un po’ più piane sul dorso. La punteggiatura della parte inferiore del corpo è densa. Schilsky (die Kàf, Eur. 42, 66) lo confronta con il vorax, esso invece somiglia più ad un robusto Ctirtisi, ne dif- ferisce per la punteggiatura della testa, che s’ estende all’ indietro poco oltre il livello dei margini posteriori degli occhi, per quella del torace più grossa e meno densa, per il solco antescutellare di regola più prolungato in avanti, per le strie delle elitre più forti, per il colore delle stesse più spiccato, per la pubescenza del corpo più fina e meno densa e per la porzione delle antenne nel . Lungh. 2, 8-3, 5 mm. Europa, Algeria, Siberia. Vive su Onobrychis vicìaefolia, saliva e Vida faba.
m
Italia: Venezia Giulia (Trieste — ■ f). M, Madd. Inf, Montebello!); Alto Adige (secondo Gredler); Piemonte (Val Susa - Exilles!); Toscana (Firenze! Guazzino! Mon tisi! Madonna della Vittoria!); Emilia (Bologna! Forlì);
Liguria (Torrazza presso Genova!); Venezia Propria (Cadore!); Sicilia (secondo Ragusa).
Sinonimi: differtiis Desbr. Op. I, 1874-75, 28; live- sceritm Gylh. Schònh. Gen. Spec. Cure. 1833, 298; translatHinm Gylh. 1. c. V, 1839, 427. -
Gylh. in Schònh. Gen. Spec. Cure. I, 1833, 290.
reflexum.
armeniacuni Desbr. Frel. V, 1895-96, 239. Somiglia alquanto al Curtisi filicorne, per quanto riguarda la struttura del corpo. Insetto verde, azzurrognolo e talora anche violetto. In rari casi il torace è verdognolo e le elitre azzurre. La punteggiatura interoculare si estende all’indietro circa sino al livello dei margini posteriori degli occhi. R' - stro della 9 un po’ più che equilungo. Torace lungo quanto largo. Segmento senza tuberculo. Transcaucasia, (ex Desbrochers).
strictum Desbr. Frel. V, 1895-96; 239. Affine a\V armeniacuni^ ne differisce per il rostro molto più gracile e più brillantf^, la testa più stretta e per il torace cortissimo. ,Lungh. 2,8 mm. Caucaso occiden- tale. (ex Desbrochers).
lenense Schilsky, die Kàf. Eur. 1906, 42, 67. Differisce dal refle- xuni per le elitre più largh'", con un’ evidente impressione all’ apice, pel rostro a punteggiatura molto più densa, per la fossetta antennale più grande, per le antenne munite di pubescenza ispida e per la clava molto più lunga. Lungh. 3-3,5 mm. Siberia: Territorio inferiore del Lena, (ex Schilsk^ò-
persicum Desbr. Frel. Ili, 1893-94, ii. Gli occhi sono più grandi, più globosi e più sporgenti che nel reflexum^ il torace a punteggia- tura più densa e le interstde delle elitre più larghe e affatto piane. Persia (ex Desbroch rs). La sbsp. Wagner, Wien. Ent. Zeit.
1912, 90, del Caucaso, differisce dal tipo per lo spazio interoculare non chiaramente carenato, bensì punteggiato, per il rostro della 9 molto più lungo e più sottile, per il torace un po’ più largo e per le strie delle elitre più fine. Insetto superiormente di un azzurro intenso. Lungh. 2,75 mm. (ex Wagner).
semicyanescens Desbr. Frel. XII, 1^03-904, 54. E molto simile al reflexum^ ne differisce per la testa più grossa, il torace quadrato, le antenne più gracili, il rostro meno grosso e meno corto. Insetto for- temente convesso. Lungh. 2,5 mm. Turchestan (ex Desbrochers).
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foveatum Desbr. Frel. XII, 1903-904, 55. Molto simile al prece- dente. Nero, rostro più grosso, antenne meno gracili, a peli ispidi, torace più largo, lucido, a punti radi, con una profonda fossetta alla base. Lungh. 3 mm. Caucaso (ex Desbrochers).
Occhi un po’ sporgenti, testa circa tanto lunga quanto larga.
Torace poco più largo che lungo, a punteggiatura den- sissima. Elitre piuttosto brevi, convesse, allargate all’in- dietro, a strie forti e interstrie piane. Inferiormente senza caratteri sessuali marcati, a punteggiatura normale. Nel tipo la pubescenza del corpo è meno regolarmente pet- tinata che nella sottospecie.
Il rostro del di regola è un po’ meno che equi- lungo, pubescente c rugoso, nella § è più lucido e più che equilungo, talora però esso è grosso come nel (J' e quasi cilindrico.
Specie molto variabile nella struttura dei singoli or- gani, nella statura e un po’ anche nel colorito. Questo è ordinariamente di un verde bronzeo, poco spiccato a causa della densa pubeseenza. Le molte contraddizioni in cui trovansi i diversi autori nel descrivere Vjuniperi ed il jìiicorne Wenck. (Abeille 1864, 235) mi fecero sor- gere il dubbio che queste due forme null’altro fossero che delle prossime derivanti del Cnrtisi, tanto più che i migliori conoscitori degli Apion dimostrano con le loro classificazioni, di brancolare nell’incertezza. Il collega Ferdinando Solari che, almeno in parte, non era del mio avviso, spedendomi una piccola serie di ciascheduna di queste forme, potè, infatti, in un primo tempo, farmi cam- biare d’opinione, se non che lo studio di un abbondantis- simo materiale del Curtisi.juniperi e jìiicorne, mi convinse che la mia prima . supposizione era la giusta. Secondo me ' Xjnniperi è la forma di transizione fra il Cnrtisi ed il filicorne. Nei dintorni di Trieste, dove il Curii sì è co- munissimo, si possono osservare tutte le forme di pas- saggio fra il tipo e Xjnniperi^ mentre il tipico filicovìie si riscontra più al sud. Ma anche là dove la forma
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juniptri s’incontra con questa, ì passaggi sono evidenti. La differenza che passa fra il Curtisi ed il jìlicorne è grande. Questo è più robusto, ha, in ambo i sessi, il rostro più lungo, gli occhi, di regola, più grandi e più ovali, la pubescenza del corpo più densa e più ordinata e le antenne molto più lunghe e più gracili; Vjuniperi,, secondo gli autori, è un po’ più grande del Curtisi, ma più piccolo del filicorne, ha le antenne più lunghe del primo, ma più brevi del secondo. Per l’instabilità dei caratteri però non è, come ho detto, possibile differen- ziarlo nettamente nè dal Curtisi, nè dal filicorìie.
Lungh. 2, 2-3, 2 mm. Europa media e settentrionale; la razza nel mezzogiorno. Vive su Onobrychis sativa. Po- tentina spec. Non di rado si riscontra anche su alcune specie di Pinus e Juniperus (^). Italia : Venezia Giulia (Trieste-Lipizza ! Rojano! Boschetto! Monfalcone ! Colmo! M. Maggiore!); Fiume! Dalmazia (Sinj !). Liguria (Tor- riglia! \_jtmiperf\)] Toscana (Porrètta ! Montisi! M. Cetona ! [juniperi']); la razza: Dalmazia (Lesina! Spalato! Ca- stella! Mossor!); Sardegna! Toscana (Montalcino ! Arci- dosso!); M. Sacro (Vallo Lucano!;) Ragusa, nel Nat. Sic- 1906, 4, cita il Curtisi della Sicilia; ma si tratterà cer- tamente della sbsp. filicorne o di una specie male clas- sificata.
Sinonimi: Waltoni Steph. Manual 1839, 259; juniperi Boh. in Schònh. Gen Spec. Cure. V, 1839, 433; Mar-, qutti Wenck. Ann. Soc. Ent. Fr. VI 1858, 237a; monta- num Miller, Wien. Ent. Monatsch. VI, 1862, ^4$; decorum Wenck. Abeille I, 1864, 238.
Stephens 111. Brit. IV, 1831, 169. Curtisi.
Lethierryi Desbr. Mitt, Schweiz. Ent. Ges. ili, 1870, 188. Colorito e pubescenza del Curtisi. Testa più larga, occhi grandi. Rostro A fortemente curvato, verso l’apice molto brillante, un po’ più lungo del torace, molto linamente punteggiato, verso la base a punti più
{\) Uu esemplare della collezione Solari porta l’etichetta: « Env. de Bourges, su Hippo- erepis comasa » .
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forti. Rostro 9 Po’ meno che eqiiilungo e meno curvato. Torace tanto lungo quanto largo, a punteggiatura fina e densa: interstrie larghe e piane. Primo segmento addominale del (J' con un tube colo acuto. Lungh. 2-2.3 mm. Algeria, Caucaso, (ex Schilsky).
Gavoyi (‘) Desbr. Frelon XII, 1904, 53. Differisce dal Curtisi so- lamente per il rostro più breve, più gracile e meno rugoso, per gli omeri distintamente più prominenti e le elitre un po’ più turgide. Il rostro è anche nella 9 visibilmente meno che eqiiilungo Questa specie pure non è costante nella sua struttura. Un con l’etichetta: « Gallia, Gondal 1905 » ha le elitre molto brevi, fortemente arroton- date ai lati, le interstrie larghissime; una 9 di < La Motte d’Aigues, Vaucluse > cedutami dal collega Clermont di Parigi, ha le elit e più allungate e meno arrotondate e gli occhi meno sporgenti di un’altra 9 della medesima località. Nè il secondo articolo delle antenne più breve, nè le interstrie delle elitre più « strette » (credo si tratti di un errore di stampa; dovrebbe essere detto « moins étroits »), nè la scultura del rostro, citati dall’autore, corrispondono ai tipi che cir- colano nelle collezioni per Gavoyi e per tali riconosciuti anche dal Wagner. Francia meridionale
21. Rostro della Q circa equilungo. Elitre azzurrognole. So- miglia al pavidum e ne differisce per gli occhi di regola più sporgenti, il rostro Q molto più breve e più lucido, la punteggiatura della testa più estesa alFindietro, per la mancanza, nel (rf, del tubercolo al primo segmento ad- dominale, per il torace di regola a punti più grossi e per la pubescenza del corpo più abbondante. JMetasterno fortemente punteggiato ed a stilatura trasversale distinta; la punteggiatura dei primi segmenti addominali è pure grossa, profonda e densa. Lungh. 2, 7-2, 8 mm. Francia (Parigi, Nimes, Privas loc. class.). Baviera. Svizzera. Vive sul Lotus cor7iicnlattis. Italia: Liguria (Torriglia! Mon- toggio ! St. Tecla prov. Genova!); Venezia Propria (Cu- stoza! punto più orientale della sua espansione geografica).
Sinonimo: lamiginostim Wenck. Abeille I, 1864, 236. Gemm. Col. Hefte, Voi. Vili, 1871, 123. lanigerum.
— Rostro della Q distintamente più che equilungo. Primo
(i) Il collega Solari mi scrive: «Wagner ritiene che A Gavoyì~Lei7iierryi;ìocoi\àWìào la sua opinione. Dell’una e dell’altra specie ho esemplari avuti dall'autore, e non riesco a rilevare fra di essi alcuna differenza
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segmento addominale nel con un acuto tubercolo nel mezzo. La punteggiatura della testa cessa subito dietro il livello del margine posteriore degli occhi, a) Antenne, nel tipo, più o meno distintamente rossiccie alla base. Occhi or più, or meno prominenti, nel forte- mente cibati. Elitre, nel tipo, leggermente azzurre o ver- dognole, callosità omerali sporgenti e brillanti, interstrie piane o poco convesse. Presso Trieste, nel bosco di Li- pizza, incontrasi questa specie talora con le antenne e le elitre nere.
Suppongo si tratti d’individui vecchi, che denomino ab. senior per distinguerli dal rapulum, al quale somi- gliano molto.
Rostro nel più breve, nella 9 po P'ù che equi- lungo. Torace a punteggiatura grossa e fìtta, spesso mascherata dalla pubescenza, più largo che lungo, con solco mediano stretto e percorrente quasi tutta la sua lunghezza. Corpo a pubescenza fitta. Primo segmento addominale del con una prominenza acuta nel mezzo, di cui già . Desbrochers (Frelon, Mon. 234) fa menzione, solamente che questi confonde il primo segmento con il metasterno (confr. Schilsky, die Kàf. Eur. 39, 93a).
Il pavidum è simile all’^^'^^f e ne differisce, oltre che per i caratteri citati, anche per gli occhi più piccoli e meno sporgenti del torace all’apice, per il rostro nella 9 P^h lungo, per lo spazio interoculare più finamente carenato e per le elitre normalmente azzurre. Lungh. 2,2-3 mm. Europa, Siria, Caucaso. Esaminai esemplari della Liguria, della Venezia Propria, della Toscana, del Piemonte, di P'iume e della Dalmazia. Gredler lo cita anche dell’Alto Adige e Ragusa della Sicilia. Nella Venezia Giulia è molto frequente sul Lathyrus praiensis e sulla Coronilla varia; secondo Gredler vive anche ?,\\\V Ononis spinosa.
Sinonimi: orbitale Boli, in Schònh. Gen. Spcc. Cure. V, 1839, 434; plnmhemn Gylh. 1. c. 1833, 30 1; ervi 'dh. Schilskyi Gerh. Jahre.sheft 1911, 3.
Germar, Mag. Ent. II, 1817, 203. pavidum.
m
Wagneri Flach, Wien. Ent. Zeit. 1906, 121, Distinguesi da tutti gli affini del pavidum per la punteggiatura molto grossa e confluente del torace, gEinterstizì della stessa lucidissimi. Corpo verde-azzurro, brillante. Lungh. 2, 1-2,3 mm. Cascaes presso Lisbona e Tarifa (An- dalusia. (ex Flach)
Reitteri Desbr. le Frelon I, 1891, 108. Consanguineo al pavidum^ ma superiormente d’un colore bronzeo opaco, a pubescenza densa, quasi squami forme. Testa più larga che lunga, antenne nere. Secondo Schilsky (die Kàf. Eur. 42. 52 a) il metasterno è munito, nel cf, di un tubercolo acuto, mentre nel pavidum è il primo segmento addominale che ne è provvisto. Lungh. 2, 2-2, 5 mm. Turchestan : Taschkent. (ex Desbrochers et Schilsky).
subsquamosum Desbr: le Frelon V, 1895-9 S, 247. L’autore non fa confronti con la specie affine. Nella tavola analitica (1, c. 230) lo col- loca fra il pavidum ed il plicatum. Differirebbe da tutte le specie vicine per la pubescenza del corpo grossa, cosparsa di isquamule, per le strie delle elitre profonde, ad intervalli stretti e convessi. Insetto nero. Lungh. 2,8 mm. i del Portogallo . (ex Desbrochers).
b) Insetto nero, raramente le elitre presentano leggerissimi riflessi verdastri. Somiglia estremamente al pavidum ab. senior m., ma ne differisce per le dimensioni in media minori, il rostro più gracile, nel più lungo e per la testa più stretta. Inferiormente la punteggiatura è abba- stanza grossa e densa. Gflindividui di Pietra Gavina (prov. di Pavia) sono in media molto più piccoli dei tipi francesi. Differisce dal lanigernni per gli occhi molto meno sporgenti, le elitre nere, il rostro della 9 distinta- mente più lungo, per il tubercolo del sul primo seg- mento addominale, per la punteggiatura più fina del torace e per la pubescenza del corpo meno abbondante. Con Vononis non ha nulla di comune (confi*. Wencker) Francia, Algeria. DelFItalia non lo conosco che della succitata località e di Lippiano d’ Arezzo.
Wencker, Abeille, I. 1864, 175. rapulum.
plicatum Faust. Stett. Ent. Zeit. 1887, 185. Pubescenza più grossa di quella del rapulum, un po’ eretta, i singoli peli disposti in serie più ordinate. Rostro sottile, circa equilungo. Torace appena più largo che lungo, non strozzato. Non si fa menzione dei caratteri sessuali. Lungh. 2,3 mm. Turchestan: K3mdyr-Taii; Thian-Schm: Nar^m-Kol. (ex SchiDky).
Mem. Soc. Ent , I, 1922.
14
perspicillum Faust. 1. c. i86, I piccoli individui di questa specie somigliano molto al plicatum, il rostro è però più lungo, le antenne pure lunghe, le elitre alla base più strette e verso l’apice più dila- tate. Insetto più grande. Segmento addominale senza tubercolo. Lungh. 3.3-4 mm. Turchestan, Buchara, Persia, (ex Schilsk}^-
andalusìacutn Desbr. Ann. Soc. Ent. Fr. IX, 1889, pag. XXXIV; ciliare Desbr. 1. c. pag. CCXVI. L’autore, nel Frelon (Mon. 233) lo separa dal perspicillum per la forma delle tibie nel Lo strano si è però che nella diagnosi egli non parla della differenza deile tibie nei due sessi, sicché non è possibde formarsi un’idea del valore di questo carattere. Più grande del pavidtim, dal quale differirebbe per il colorito nero, il rostro, specialmente nella 9^ lungo, per le antenne unicolori, con articolo basale molto più allungato, le strie delle elitre più larghe e le interstrie subconve'Se. Metasterno munito di un tubercolo. Dalla descrizione non è facile distinguere Vandalu- siacum dal rapulum. Andalusia, Algeria, (ex Desbrochers).
22. Tibie anteriori e i 4 femori posteriori rossi (tipo), rara- mente le 4 zampe posteriori sono nere (ab. Griesbachi Steph. III. Brit. IV 1831, 179). Elitre nere, opache, brevi, convesse, a striatura relativamente larga, le in- terstrie piane e più larghe delle strie; omeri pronuncia- tissimi. Torace più largo che lungo, con strozzatura postapicale, un po’ arrotondato ai lati, a punteggiatura grossa, profonda e molto fìtta, (rf : Antenne quasi
sempre completamente rosse; rostro nel terzo basale più largo che nella porzione distale, molto meno che equi- lungo. Occhi, al lato inferiore, muniti di cigliatura bianca, fitta e lunga. Segmenti addominali a punti grossi, meta- sterno, nel mezzo, con un acuto tubercolo or più, or meno distinto, nei tipi meridionali, da me esaminati, manca anzi totalmente. 9 • rostro equilungo, più sottile e più lucido. Occhi tutt’al più con cìglia rade e sottili. Antenne offuscate verso l’apice. Somiglia al pavidum. Un cT anormale, della Siria, con il rostro rosso-bruno all’apice fu denominato da Desbrochers, rufinasus (Frelon V, 1895-96, 84). Lungh. 2, 4-2, 7 mm. Europa, Paesi mediterranei, Siberia. Vive su Vida cracca^ hirsuta, sepìuni e Melilotus altissima. In Italia è ovunque fre- quente.
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Biologia': Perris, Ann. Soc. Ent. Fr. (4) III, 1863, 458.
Paykull, Fami. Suec. Ili, 1798, 18 1. vìciae (^).
— Zampe nere. 23.
23. Antenne completamente giallo-rossiccio ((^) od offuscate verso l’apice ($), raramente solo i due primi articoli rossicci. L’ab. nigroclavatuni Gerh. (D. E. Z. 1911, 337) ha solamente la clava nera. È somigliantissimo al viciae ; ne differisce in sostanza soltanto per le zampe nere ed il rostro della 9 po’ lungo e di grossezza più uniforme. In ambo i .sessi l’articolo basale delle antenne è più lungo dì quanto è largo il rostro alla loro inserzione. Questo arti- colo, nel viciae, è più breve. Metasterno del nel mezzo, con una distinta prominenza acuta, i segmenti addominali a grossa e densa punteggiatura. \J ophthalmicum Desbr. (Frelon V, 1895 96, 237) è una anomalia à^W'ervi. Esso si distingue dalla forma normale per la struttura corta e tozza del corpo e per gli occhi più grandi e più spor- genti. Lungh. 2, 6-2, 9 mm. Un individuo anormale dei dintorni di Trieste misura soltanto 1,9 mm. Europa, Paesi mediterranei. Siberia. Vive su Lathyrus pratensis^ Vida cracca, hirsuta, faba, dumttorum, sativa, Coro- nilla varia, Lotus corniculatus, Pismn saiivmn e Lens esculenta. In tutta Italia abbastanza frequente.
Biologia: Dietrich, Stett. Ent. Zeit. XVIII, 1857, 1375 Perris, Ann. Soc. Ent. P'r. (4) III, 1863, 460.
Sinonimo : lathyri Kirby, Trans. Finn. Soc. Lond. IX, 1808, 24.
Kirby, Trans. Limi. Soc. Lond. IX, 1808, 23. ervi.
— Antenne nere, talora solo la base del primo articolo ros- siccia. 24.
24. Rostro rètto, inferiormente glabro, elitre brevi, con- vesse. 26.
(i) litigiosum Wencker, rAbeille 1864, 189. L’autore dà una breve descrizione di questa specie, mai più riveduta da altri naturalisti, senza citarne la posizione sistematica. Desbrochers suppone che il litigiosum sia parente àzW'ervi e ciò iu seguito al colorito rosso delle zampe La diagnosi del Wencker però è così vaga che non è facile formarsi un’idea della struttura di questo insetto. (Nero, leggermente metallico, breve, ovale). Anche la località è poco chiara: « Turquie: Scutari » (Anatolia? Albania?).
m
— Rostro distintamente curvato (confr. anche medi taòtmdum
della Siberia). 25.
25. Rostro inferiormente glabro. Ricorda un po’ il ioti, più ancora alcune specie di Catapion^ del gruppo flavima- njtm, milliim. Insetto nero, leggermente bronzato. (^\ Occhi al margine inferiore fortemente cigliati, rostro lungo quanto il torace od un po’ di più; 9- Cigliatura degli occhi più debole, rostro un po’ più che equilungo. Me- tasterno ai lati ricoperto di pubescenza bianca. Primi segmenti addominali a punti fini e poco densi. Testa molto breve, alla base liscia, spazio interoculare poco chiaramente carenato. Elitre allungate, ad interstrie leg- germente convesse. Lung. 2,5*2,95 mm. Europa, Algeria, Anatolia, Siberia. Vive sulla Betnla alba. L’unica località italiana a me nota è il Monte Auremiano (Artvise, Ve- nezia Giulia), ove venne raccolto in pochi esemplari dal dott. Springer il 15/5 1910.
Sinonimi : Eppelshehni Faust, D. Ent. Zeit. 1887^ 179; super ciliosum Gylh. Fauna Suec. Ili, 1813, 58; triste Germ. Mag. Ent. II, 1817, 233.
Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond. X, 18 ii, 351. sìmile.
— Rostro inferiormente, visto di profilo, con peli seriati, robusto, nella 9 circa equilungo, con fossetta antennale re- lativamente piccola, nel cf un po’ meno lungo, con la fos- setta più grande, ma non aperta in avanti, in ambo i sessi opaco, peloso. Testa più lunga che larga, occhi piani, grandi. Torace leggermente conico, circa tanto lun- go quanto largo, con punteggiatura grossa e fitta. Elitre a striatura larga e distintamente punteggiata. Metasterno ai lati con pubescenza normale. Ha l’aspetto di un 'pic- colo Gyllenhali. Schilsky (die Kàf. Eur. 43, 88) attribui- sce erroneamente al deW ononis una piccola promi- nenza sul primo segmento addominale. Lungh, 2,3 - 3,4 mm. Gli individui siciliani sono generalmente robusti. Europa. Paesi mediterranei. Vive su Ononis spinosa, re- penSy iiatrix ed arvensis. Lo conosco di tutta Italia, ma
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sembra ovunque poco frequente. Biologia: Perris, Ann.
Soc. Ent. Fr. (4), III, 1863, 460. Sinonimi: ciiierascens Gemi. Mag. Ent. II, 1817, 138; fnrvum Seidl. Fauna Transsylv. 1891, 738; glaìicimim Gylh. Schònh. Gen.
Spec. Cure. I, 1833, 255; perpleximi Gylh. 1. c. I, 1833,
293; niecops Boh. 1. c. V, 1839, 413.
Kirby, Trans Limi. Soc. Lond. IX, 1808, 25. ononis.
26 Rostro quasi retto, inferiormente senza peli seriati. In- setto perfettamente nero, un po’ più grande à&W ervi, al quale somiglia molto. Ne differisce per le antenne nere,
(tutto al più la base del primo articolo talora è rossiccia) per il rostro retto, nella 9 robusto, e per la testa molto più larga. Le coscie anteriori ed il mesosterno ai lati, nel ^ ricoperti di densa e grossa pubescenza bianca.
Il metasterno, nel mezzo, con un tubercolo rudimentale.
I primi segmenti deH’addome sono abbastanza densamente punteggiati. Lungli. 2,95 . 3,2 mm. Europa media, meri- dionale. Loc. class. Viterne, Dijon, Forét de Senart, Pro- vence. V\\fQ?>w\Lathyriis pratensis. Italia: Umbria, (Gubbio!);
Toscana (M. Cetona ! Montepulciano !) Montecapraro !
(Val Curoné); Liguria (Voltaggio!); Lazio (Roma!) ^).
Sinonimi; ìiadrops Thoms. Skand. Col. VII, 1865, 72; provinciale Desbr. Bull. Soc. PEit. Fr. 1889, pag.
XXXIV ; italicum Desbr. Frelon XII, 1904, 57.
Wencker, l’Abeille I, 1864, 217. melancholicuni. meditabundum Faust, Ofversigt af Finska Vetensk. Soc. fòrh. 1890. ì
52. Molto simile ad uno sciupato melancholictim Bruno nero, rostro più sottile e più curvato, la punteggiatura del torace e delle strie elitrali è un tantino più forte. Lungh. 2,3 mm. Siberia sud-occiden- tale: Verchne Sujetuk. Sembra che il 3 non sia ancora conosciuto (ex Wagner, Munch. Kol. Zeit. Ili, 193).
il Sezione: (Specie dominante: Gyllenhali). Fossetta anten- nale, almeno nel grande, irregolare ed aperta in avanti a modo di fessura. Questo carattere è bene visibile anche
("1) Il signor F. Solari mi comunica ancora le seguenti località melane ho iicnnf. Final- marina, Vallo Lucano, Colle dei Giovi (presso Genova) e Isola d’Elba. Ragusa lo cita pure della Sicilia.
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negli individui preparati. I solchi antennali raggiungono, air indietro, di solito, il livello dei margini posteriori degli occhi, attraversano, adunque, tutta la parte inferiore della testa.
1. Forma di passaggio dalla I alla II sezione. Somiglia al melaìicholictim ed un po’ anche ad un Oxystoma. Specie bene distìnta per la strana punteggiatura del torace. Oc- chi abbastanza grandi e molto prominenti, fortemente ci- gliati inferiormente. Rostro (cf un po’ meno che equi- lungo, pubescente fino all’ apice, fossetta antennale non prolungata all’ indietro, aperta in avanti, ma non tanto quanto nelle specie seguenti; inferiormente a peli abbon- danti, nella ^ il rostro è circa equilungo, rugoso e pu- bescente soltanto nella metà basale, la fossetta antennale è circolare e non aperta in avanti e la pubescenza del corpo è più rada. In ambo i sessi il rostro è quasi retto. Testa liscia alla base, torace molto più largo che lung;o, all’apice strozzato e molto più ristretto che alla base, ai lati un po’ arrotondato. I suoi punti sono grossi e fitti, ma alla base lasciano una zona liscia, di larghezza e for- ma variabili. Insetto tutto nero, i due primi articoli delle antenne, talora anche la metà del terzo, rossicci. Antenne brevi, articoli 6, 7 e 8 più larghi che lunghi. Segmenti addo- minali a punteggiatura grossa e densa, nel il metasterno è munito di un grosso tubercolo ottuso. Lungh. 3,1 - 3,6 mm. Specie molto rara, che vive nelle regioni boschive delle Alpi occidentali. Le località a me note sono: Val Susa (Exilles! Meana!); Basses Alpes ! ; Versante occidentale delle Alpi Cozie (Canosio); Cuneo (Tenda !) ; Val Bellino, Fenestrelle, Val del Preit e, secondo quanto mi comunica il collega F. Solari, si riscontra anche negli Abruzzi (S. Franco, in coll. Fiori).
Wericker, fAbeille I, 1864, 174. hydropicum.
— Punteggiatura del torace distribuita regolarmente. 2.
2. Insetto nero, spazio interoculare piano, testa, dietro gli
occhi, non strozzata. 3.
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■ — ■ Insetto ad elitre azzurre o verdognole. Se nere, lo spazio interoculare è fortemente depresso e la testa, dietro gli occhi, distintamente strozzata. 4.
3. Testa più lunga che larga, occhi piani (9), od alquanto sporgenti ((^). Rostro in ambo i sessi robusto e peloso, nel circa equilungo, nella 9 considefevolmente più lungo, ma poco più sottile. Solchi antennali, di solito, estesi air indietro oltre tutta la testa e confluenti nella sutura gulare. Torace più o meno conico, con punti grossi e fitti, circa tanto lungo quanto largo. La parte inferiore del corpo è densamente e fortemente punteggiata. Il tuber- colo del metasterno, nel culmina in due minute punte. Lungh. 2,9 - 3,6 mm. Europa. Vive su Vida cracca! saliva e faba. Italia: Venezia Giulia! (ovunque abba- stanza frequente); Alto Adige, Merano e M. Baldo, se- condo Gredler ; Liguria (Genova; M. Candelozzo! Vio- zene! Voltaggio!); Emilia! Toscana (Vallombrosa !) ; Pu- glie (M. Gargano, secondo Holdhaus). Sinonimi: unicolor, Kirby, Trans. Limi. Soc. Lond. IX, i8o8, 58; aethiops Gylh. (nec Herbst) Ins. Suec. Ili, 1813, 54; p2inctige- rum Thunbg. (nec Payk.) Nov. Act. Ups. VII, 1815, 118.
Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond. IX, 1808, 63.
Gyllenhalì.
— Testa più larga che lunga, occhi grandi, sporgenti. Rostro di struttura molto variabile ; nel equilungo o più breve, nei tipi meridionali, di regola, appiattito sul dorso, dalla base al terzo apicale progressivamente dilatato, raggiun- gendo la massima larghezza oltre il punto d’inserzione delle antenne, indi repentinamente ristretto. In certe lo- calità dell’ Europa media e settentrionale il rostro del platalaea ha una struttura più uniforme. 9 • Rostro di lunghezza variabile, però sempre più che equilungo, quasi semplice (tipi del Goriziano, Monfalconese, S. Daniele del Carso, Lokovec, Bologna (Vergato Tolè), del Piemonte (Val Curone, Torino), Liguria (Voltaggio) ; di grossezza uniforme (tipi della Stiria, Carinzia e dell’ Europa setten-
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trionale; nei dintorni di Vienna però il platalàea ha il rostro di struttura uguale a quelli dell’Europa meridio- nale), o dilatato quasi al pari del (tipi di Barcola presso Trieste, dellTstria, d’Ancona, di Bazzano presso Bologna e della Toscana). Holdhaus cita questa specie anche del M. Gargano e Ragusa della Sicilia. Gl’ indi- vidui di Turlago in Lunigiana (Toscana) sono molto pic- coli, hanno il rostro sottile e il torace a punti grossissi- mi, ma non troppo densi. Il platalaea ha le elitre ta- lora quasi parallele ed il corpo superiormente a pube- scenza un po’ meno densa che nel GylUnhali, al quale, del resto, somiglia molto. Lungh. 2,35 - 3,7 mm. Europa, Caucaso. Vive su Vida cracca e Lathyrus megalanthus latifoliiis ! Sinonimi: afmm Gyllh. Schònh. Gen. Spec. Cure. I, 1833, 291; fiirvurn Sahlb. Ins. Fenn. II, 1834, 17; puncticolle Steph. Manual, 1839, 259; iLnicolor Thoms. Skand. Col. VII, 1865, 69; validirostre Gylh. Schònh. Gen. 'Spec. Cure. I, 1833, 30i*
Germar, Mag. Ent. II 1817, 143. platalaea.
offensum Faust, Hor. Soc. Ent. Ross. XXV 1890-91, 413. Diffe- risce dal platalaea per le elitre più allungate, la testa più larga e per il rostro poco allargato nel mezzo. In considerazione della vai labilità del platalaea^ Wagner ritiene che V offensum sia una lorma di questo (Mùnch. Kol. Zeit. Ili, 194). Lungh. 2,8 mm. Crimea; Teodosia (ex Schilsky).
gnarum Faust, Ofv. af Finska Vetensk. Soc. £òrh. 1891, 54. È tanto simile al platalaea^ che non riesce sempre facile il distinguere le $ 9 deir uno da quelle dell’altro. Il rostro è in ambo i sessi più grosso e più breve, nel di grossezza uniforme e indistintamente più bre- ve che quello della $. Fronte impressa, indistintamente carenata, occhi più sporgenti. Lungh. 3 mm. Siberia occidentale (Abakanski Sawod; Hammerstròm) ex Schilsky.
4. Zampe nere. 5.
— Zampe parzialmente rosse. 7.
5. ■ Tempie convesse, dietro gli occhi ^strozzate, più lunghe
di questi. Testa allungata, spazio interoculare profonda- mente infossato e spesso irregolarmente diviso da una
217
grossa carena. Occhi poco sporgenti. Rostro del più robusto e circa equilungo, della 2 poco più esile, più lungo e lucido. Nella 2 raramente il solco anten- fìale è aperto in avanti. Torace più largo che lungo, leg- germente arrotondato ai lati, talora quasi parallelo, con punteggiatura grossa, foveiforme e Attissima. Elitre az- zurre, èccezionalmente nere (an. pedemontanum Desbr. Mitt. Schweiz. Ent. Ges, III, 1870, 197), alquanto allun- gate. Metasterno del y nel mezzo, con un piccolo tu- bercolo acuto, ai lati dello stesso, lo sterno è un po più convesso che nelle specie affini; primi segmenti addomi- nali densamente punteggiati. Lungh. 3,2 - 3,9 mm. Eu- ropa, Paesi mediterranei, Transcaspio. Vive su Lathyrus pratensis, heterophylluSy latifolms! e silvestris. Italia: Ve- nezia Giulia (ovunque abbastanza frequente) ; Fiume ! Li- guria (Genova! Molassana! Santuario di N. S. della Vit- toria!); Toscana (Arezzo!); Emilia!
Germar. Mag. Ent. II, 1817, 185. columbinum.
— Tempie a lati diritti, circa della lunghezza del diametro longitudinale degli occhi o un po’ più brevi. 6.
6. Torace nero, molto più largo che lungo, a punteggiatura variabile, talora grossa e fìtta, tal’ altra meno densa e tendente a lasciare qua e là delle piccole zone liscie; solco mediano lungo, ai lati dello stesso con una impres- sione trasversale spesso poco distinta. Rostro grosso, ro- busto e curvato, nel circa equilungo e tutto peloso, nella 2 glabro e un po’ più lungo. Solco antennale ta- lora raggiungente all’ indietro il -livello posteriore degli occhi, questi nel qP fortemente, nella 2 f>aeno sporgenti. Testa non strozzata, spazio interoculare carenato e forte- mente impresso. Elitre poco più lunghe che larghe, elit- tiche, opache, cosparse di -peli relativamente lunghi ; strie larghe, a punteggiatura grossa e forte; omeri pronuncia- tissimi. Metasterno nel a punti più grossi che nella 2, con un tubercolo a punta divisa. Nella 2 spesso questo tubercolo è pure visibile, ma è ridotto a debole
218
carena. Lungh. 3,1 - 3,6 mm. Europa, Algeria. Vive su Onobrychis viciaefolius, Picea ex ce ha, Vida crucca, se- pium, faba, villosa e dametorum. Italia: Venezia Giulia (Castellaro ! S. Lucia! Tarvisio!, ovunque raro); Alto Adige (Hall, Brennero, secondo Gredler) ; Monte Baldo! M. Gargano (secondo Holdhaus); Liguria (Montoggio !), Sinonimi: coliLmbimun Steph. (nec Germar) IH. Brit. IV. 1831, 194; cyaneum Gylh. Fauna Suec. Ili, 1813, 45; foveolahiììi Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond. IX, 1808, 9; intrusimi Gylh. Fauna Suec. IV, 1827^ 550.
Kirby, Trans. Linn. Soc. Lond. IX, 1808, 57. Spencei.
" Torace azzurro come le elitre. Solchi antennali nella ^ piccoli, normali. Rostro un pò meno che equilungo ((^f) o più lungo (9)* Antenne rossiccie alla base, elitre az- zurre, raramente verdognole. Somiglia molto allo Spencei^ ne differisce per gli occhi tanto nel quanto nella 9 poco o punto sporgenti, per il torace metallico, privo di de- pressioni, antenne più brevi e più grosse, elitre più al- lungate, solchi antennali della 9 normali e per il rostro più breve. Metasterno del con una piccola fossetta circolare a margini ben delineati. Primi segmenti addo- minali a punti grossi e densi. Lungh. 3, 2-3, 7 mm. Nel tipo lo spazio interocLilare è infossato, nella sbsp. hispa- nicuni Wenck. (HAbeille I, 1864, 232) è piano. Europa media (tipo), meridionale (la sbsp.). Vive su Lathyrus ci- cerus e pratensis. Alcuni autori citano la razza Jiispani- cum della Sicilia, fra cui Ragusa. Io non conosco indi' vidui italiani ; data; però, l’espansione geografica di questa specie, non è escluso che si trovi anche in qualche re- gione d’Italia.
Germar, Mag. Ent. II, 1817, 205. alcyoneum.
coniceps. Desbr. Le Frelon VI, 1896-97, 27. Molto vicino alla sbsp. hispanicum deW alcyoneum. Antenne completamente oscure, testa conica, occhi assolutamente piani, più lunghi delle tempie, torace più corto. Lungh. 2,8 mm. Caucaso (ex Desbrochers).
— Ha circa il colorito dcW A. astragali e non è molto dis-
219
simile da un piccolo piuictìgenim. Sopra di un azzurro abbastanza brillante ; rostro peloso e rugoso fino al- l’apice, grosso, talora un pò spatuliforme come nel pla- talaea, meno che equilungo, solchi antenhali aperti in avanti ; 9 rostro più che equilungo, di grossezza un pò più uniforme, non peloso, brillante. — Antenne inserite avanti la metà del rostro, molto brevi, il primo articolo del funicolo quasi sferico, il secondo le.germente allun- gato, i seguenti più larghi che lunghi. Occhi grandi e sporgenti, testa alla base più stretta che dagli occhi, spazio fra gli stessi con 203 lineette incise, cosparso di rada e finissima punteggiatura. Torace più largo che lungo, strozzato all’apice e alla base, ai lati leggermente arrotondato, sopra con punti fini, superficiali e non densi. Elitre brevi, fortemente convesse, ad omeri pronunciatis- simi, strie bene incise ed interstrie larghe. Il metasterno è quasi liscio nel mezzo, verso il margine posteriore è però munito di un distinto tubercolo. Punteggiatura dei segmenti addominali fina. Lungh. 2, 7-2, 9 mm. Europa media meridionale. Paesi mediterranei. Esaminai esem- plari della Siria e di Cefalonia (Argostoli). Non lo co- nosco d’Italia, ma non è escluso che vi si possa riscontrare. Sinonimi : glabratttm Kiesw. Beri. Ent. Zeitschr. 1864. 289 ; glabrum Gemm. Col. Hefte Vili, 1871, 123. Desbrochers, Mitt. Schw. Ent. Ges. Ili, 1870 183.
subglabrum.
7. Elitre di un azzurro o verde metallico {yiridimicans Desbr.) abbastanza brillante, brevi, convesse, con strie molto lar- ghe e rozzamente punteggiate, interstrie poco più larghe delle strie. Rostro molto robusto, di grossezza uniforme e di curvatura irregolare, molto meno che equilungo. Per la lunghezza e struttura del rostro i due sessi non sono facilmente differenziabili fra di loro. Solchi anten- nali molto sviluppati, prolungati all’indietro oltre tutta la parte inferiore della testa e più marcati che nelle specie precedenti. Testa molto larga, occhi grandi e sporgenti,
nel con densa cigliatura. Torace più largo che lungo, strozzato àU’apice e alla base, leggermente ondulato ai lati, con punteggiatura grossa, profonda e fitta. Il primo articolo delle antenne rosso, o alla metà apìcale nero. Tutte le tibie, l’apice dei rossi femori e i trocanteri neri. Nel (-f il primo segmento addominale con un di- stinto tubercolo. Della sbsp. crociifemoratìim Kiesw. Beri. Ent. Zeit., 1864, 288. (Grecia, loc. class.) vidi alcuni esemplari dell’isola di Rodi (in coll. Della Beffa). A prima vista fanno effettivamente l’ impressione di specie a .sè e non condivido l’opinione di Schilsky, secondo la quale la diagnosi del Kiesenwetter sarebbe riferibile a individui robusti di diversi paesi europei, non esclusa la Germania. Del flavofemoratum esaminai centinaia d’individui d’I- talia, del Portogallo e dell’ Europa centrale, ma nessuno per quanto robusto, ha l’aspetto di quelli presentatimi dal dott. Della Beffa di Torino, raccolti il 18- 12-92 1, nell’isola di Rodi e che corrispondono perfettamente alla descri- zione dell’autore. Sono rimarchevoli tanto per la loro di- mensione (3,2 mm.) quanto per l’aspetto generale. Elitre larghissime, quasi globose, torace largo, a lati fortemente convergenti in avanti, leggermente arrotondati. I punti pero sono relativamente fini e superficiali. Le interstrie delle elitre sono larghissime e distintamente punteggiate. Rivestimento del corpo normale.
Lungh. 1,8-3 Europa, Paesi mediterranei, Asia
settentrionale e media. Vive a preferenza nei siti boscosi, su Genista pilosa, tinctoria!, anglica, Cytisus nigricans, Trifolium pratense, Sarothamnns ^scoparius, Anagyris foetida, Medicago satina, Melampyrum neniornm, Vicia sepium e saliva. In tutta l’Italia, non troppo frequente. Nel bosco di Lipizza, presso Trieste è però comunissimo.
Sinonimi : boops Schònh. Gen. Spec. Cure. V, 1839, 396 ; croceifemoratum Gylh. (nec Kiesw.) 1. c. ; scabio- s\im Weise, Deutsch. Ent. Zeitschr. 1889, 184 ; var. vU ridimicans Desbr. le Frelon III, 1893-94, 33.
Herbst, Kàf. VII, 1797, 115. flavofemoratum.
TAVOLA ANALITICA ACCESSORIA PER LA CLASSIFICAZIONE DEGLI EUTRICHAPION ITALIANI
1. Zampe almeno parzialmente rosse o ferruginee. 2.
— Zampe nere. 6.
2. La pubescenza del corpo è densissima, tanto che negli in.
dividui bene conservati il tegumento ne viene in gran parte mascherato. 3.
— Pubescenza del corpo normale. 4.
3. La pubescenza delle elitre è distribuita a macchie gialle e
brune.
variegatiim.
La pubescenza delle elitre è unicolore, grigia o grigio.
holostricenm. flavo femora Ui m .
5.
bruna, e distribuita regolarmente.
4. Elitre azzurre o verdognole.
— Elitre nere.
5. Antenne nere. aeneomicans ab. ruhripes.
— Antenne almeno in parte rossiccio. viciae.
6. Elitre azzurre o verdognole. 7.
— Elitre nere, talora leggermente bronzate. 24.
7. Delle antenne, almeno i primi articoli rossicci. 8.
— Antenne nere, raramente la base del primo articolo è
rossiccia. 12.
8. Spazio interoculare infossato. alcyoneum.
— Spazio fra gli occhi piano. 9.
9. Antenne interamente giallo-rossiccie, raramente la clava è
offuscata. Grìbodoi.
— Antenne, almeno verso Tapice, offuscate. 10
10. Tempie circa della lunghezza degli occhi.
alcyoneum hispanicum.
— Tempie più brevi degli occhi. 11.
11. Insetto più grande (3, 5-3,8 mm.), rostro soltanto legger-
mente curvato, primo articolo dei tarsi anteriori tanto (2) o più lungo ((~f) dei seguenti riuniti. vorax.
— Insetto più piccolo (2,2-3 rnrn-)> rostro fortemente cur-
vato, primo articolo dei tarsi anteriori più breve dei se- guenti presi insieme. pavidum,
12. Torace nero. 13.
222
— Torace più o meno distintamente azzurrognolo o ver-
dastro. 18.
13. Spazio interoculare fortemente impresso. 14.
— Spazio interoculare piano. 15.
14. Occhi più brevi delle tempie, queste un pò convesse e
strozzate anteriormente. columhinum.
— Occhi circa della lunghezza delle tempie o più lunghi
ancora. Spencei.
15. Spazio interoculare non carenato, ma con punti fini e profondi ; anche il torace è finamente punteggiato, gli interstizi fra i punti sono più larghi dei punti stessi.
co gli attlni.
— Spazio interoculare più o meno distintamente carenato,
senza punti. Punteggiatura del torace più densa e più grossa. 16.
16. Elitre allungate o molto allungate, talora un po’ appiat- tite sul dorso. - 17.
— Elitre brevi, convesse, testa più larga che lunga, occhi fortemente sporgenti. Tipo del pavidiim, lanigerum.
17. Insetto più grande (3,8 - 4,2 mm.), elitre lunghissime.
vieliloti.
Insetto più piccolo, elitre più brevi. Sicardi.
18. Spazio interoculare fortemente impresso. alcyoneum.
— Spazio interoculare piano. 19.
19. Punti del torace fini od almeno piani e non più larghi
dei loro interstizi. 20.
- — Punti del torace più grossi e densi. (Confi*, anche Sicardi con le elitre più allungate ed il rostro 9 gracile e molto più che equilungo). 22.
20. Solco antennule aperto in avanti. siibglabrum.
— Solco antennule piccolo, circolare. 21.
21. Occhi molto sporgenti, rostro ^ molto meno che equi- lungo. virens.
— Occhi piani, rostro equilungo, in ambo i .sessi, fra
l’inserzione delle antenne, munito di un piccolissimo, mi- croscopico punto. punctirostre
22. Tempie circa della lunghezza degli occhi.
alcyoneum hispanicum.
— Tempie più brevi degli occhi, 23.
23. Punti del torace relativamente fini e molto densi. Nel
le antenne sono inserite un po’ indietro alla metà del rostro. CìLì^tisi.
• — Punteggiatura del torace grossa e densa, gl’ interspazi dei punti convessi. Nel (T le antenne sono inserite un po’ innanzi alla metà del rostro. reftexum.
24. Almeno i primi articoli delle antenne rossi. 25.
— Antenne nere, raramente la base del primo articolo è
rossiccia. 26.
25. Punteggiatura del torace distribuita regolarmente. An-
tenne nel ^ completamente giallo-rossiccie, nella 9 fuscate verso l’apice. ervi.
— La punteggiatura del torace lascia, specialmente alla base,
dei campi lisci ed irregolari. Delle, antenne, solo i due primi articoli rossicci. Insetto molto più grande (3,1 - 3,6 mm.). hydropicum.
26. Interstrie delle elitre careniformi e più strette delle strie.
minimum-
~ — Interstrie più larghe delle strie. 27.
27. Spazio interoculare fortemente impresso, tempie convesse e più lunghe degli occhi, cohtmbmum an , pedemontanum,
— ■ Spazio interoculare piano, tempie a lati diritti. 28.
28. Inferiormente il rostro è munito di peli distinti e seriati.
ononis,
— Inferiormente il rostro è glabro o quasi glabro. 29.
29. Solco antennale molto grande, irregolare ed aperto in
avanti. 30.
— Solco antennale circolare, chiuso, 31.
30. Testa più lunga (9) o tanto lunga quanto larga (cf).
Gyllenhali.
— Testa più larga che lunga, Rostro di regola spatuliforme.
plaialaea.
31 . Elitre molto strette e lunghe, sul dorso un po’ appiattite. 32.
— Elitre molto più brevi, distintamente dilatate all’indietro. 33.
32. Testa punteggiata anche alla base, occhi sporgenti. (Lungh.
1,9 - 2,7 mm.). tenue
— Testa liscia alla base, occhi piani (Lungh. 2^,6 - 3,1 mm.).
intermedium
33. Insetto grande (Lungh. 36 - 4,3 mm.). 34.
— Insetto più piccolo. 35.
34. Omeri molto sporgenti, rostro quasi retto. cymiescens.
— Omeri debolissimi, scudetto grande e solcato, scutellare.
35 Rostro pressoché retto. meìaìicholicimi.
— Rostro distintamente curvato. 36.'
36. Episterni a pubescenza densa e bianca, elitre leggermente
bronzate. simile.
— Inferiormente la pubescenza è distribuita regolarmente. 37.
37. Occhi fortemente sporgenti, punti del torace poco densi,
pubescenza del corpo rada. virens' an. atratulimi.
• — “ Occhi piani o poco sporgenti, torace a punti più densi, pubescenza distinta. 38.
38. Articoli del funicolo circa tanto lunghi quanto larghi, an- tenne brevi, corpo di solito leggermente bronzato.
aeneomicans .
— Antenne più lunghe, articoli del funicolo più lunghi che
larghi. 39.
39. Testa distintamente più larga che lunga, occhi grandi, la scul- tura interoculare cessa circa al livello dei loro margini poste- riori, antenne gracili, elitre brevi e fortemente convesse. 40.
— Testa circa tanto lunga quanto larga, occhi più piccoli,
elitre allungate e meno convesse. 41.
40. Specie propria alla Liguria occidentale, Francia ed Alge-
ria, Rostro più esile, nel quasi equilungo, glabro dal- r inserzione delle antenne all’ apice. rapulum.
Espansione geografica della specie: Europa, Siberia, Cau- caso. Rostro robusto, nel molto meno che equilungo, pubescente quasi fino all’apice. pavidum ab. senior.
41. Occhi piani, testa leggermente conica, elitre un po’ ap- piattite sul dorso. Sicardi.
— Occhi leggermente prominenti, testa a lati più paralleli, elitre regolarmente convesse, rostro più robusto. loti.
225
AGGIUNTE
Dopo Apion Grenieri (Vedi pag. 165). delphinense Hustache (Bull. Soc. Ent. Fr. 1912, 408). Differisce dal rugicolle per le dimensioni un po’ maggiori, il rostro più robusto, più retto e più lungo, per la clava antennale più larga, la pun- teggiatura non confluente del torace e per la fossetta antescutel- lare distinta ; dal Grenieri per la forma quadrata della testa e per le elitre più allungate e più ovali, ad omeri arrotondati. Francia (Isère: G.de Sùre et col de l’Arc. 1500 m.). Vive sul Helianthenmm grandiflorum (ex Hustache).
Dopo Apion velatimi (Vedi pag. 180).
Subsp. kefense Norm. (Bull. Soc. Ent. Fr. 1921, p. 78). — Questa sottospecie mi è ignota in natura. Secondo l’Autore differisce dalla forma tipica per l’aspetto metallico, il corpo più breve e più tozzo, il rostro più corto e più spesso, più liscio e più lucido, la punteg- giatura meno profonda e la pubescenza più squamosa.
INDICE ALFABETICO PER MATERIE
ARACNIDI.
Agelena labyrinthica, pag. 96 — similis, 96.
Amaurobius claustrarius, 67 — Erbari, 68 — fenestralis, 68 jugorum, 68 — Scopolii, 68 - — similis, 67.
Anyphoena accentuata, 94.
Araeoncus anguineus, 75.
Araneus angulatus, 85 — atricus, 87 — ceropegius, 86 — circe, 85 — cucurbitinus, 86 — decemnotatus, 87 — diadematus, 85 — grossus, 85 — marmoreus, 86 —
quadratus, 86 — rufulus, 87 — sanguineus, 87 — se- miater, 87 — umbraticus, 87.
Argiope Brùnnichii, 85.
Bathyphantes coneolor, 77.
Bolyphaiites alticeps, 83 — index, 83 — luteolus, 83 — ni- gropictus, 83.
Centromerus abnormis, 76 — bicolor, 76 — concinnus, 77 — delphinensis, 77 — levitarsis, 77 — pabulator, 76.
Chiracanthium erroneum, 94.
Clubiona compta, 94 — corticalis, 94 — diversa, 93 — er- ratica, 93 — subtilis, 93 — terrestris, 93.
Coelotes atropos, 94 — pastor, 95.
Cyclosa conica, 85.
Diaea dorsata, 92.
Dictyna hortensis, 68 — uncinata, 68.
Drapetisca socialis, 83.
Drassodes fugax, 70 — lapidosus, 69 — ■ pubescens, 70 -- signifer, 70 — villosus, 70.
Enoplognatha mandibularis, 73.
Epeira angulata, 85 — ceropegia, 86 — circe, 85 — cucur- bitina, 86 — diademata, 85 — grossa, 85 — marmorea, 86 — quadrata, 86 — umbratica, 87.
227
Erigone cristatopalpus, 74 — dentipalpis, 74 — meridionalis, 74
— remota, 74.
Euryopìs flavomaculata, 71.
Euscorpius carpathicus, 104 — italicus, 104.
Evarcha falcatus, 104.
Evophrys erratica, lOi — finitima, 102 — sulphurea, lOi — - testaceozonata Capor., 102.
Filistata insidiatrix, 69 — nana, 69.
Gnaphosa badia, 71 — bicolor, 71 — leporina, 71.
Gonatium rubens, 75.
Gongylidiellum vivum, 74.
Hahnia bressica, 96 — muscicola, 96 — petrobia, 96. Hasarius arcuatus, 104 — falcatus, 104.
Heliophanus aenus, lOi — cupreus, loi — flavipes, loi — metallicus, lOi.
Heriaeus hirsutus, 91.
Leptorrhoptrum Huthwaiti, 77.
Leptyphantes alacris, 79 — Blackwallii, 78 — cristatus, 78 — flavipes, 78 — frigidus, 77 — leprosus, 78 — mansue- tus, 78 — Sennae Capor., 79 — Simoni, 78 — tenebri- cola, 78 — tenuis, 78 — zebrinus, 78 — zonatus, 78. Linyphia carnica Capor., 81 — emphana, 81 — hortensis, 8i
— lineata, 83 — marginata, 81 — peltata, 81 — phry- giana, 80 — pusilla, 81 — triangularis, 80 - zebrina, 78.
Liobunum limbatum, 64 — rupestre, 64.
Liocranum rupicola, 94.
Lophocarenum Blackwallii, 76 — nemorale, 76.
Lycosa alpicola, 97 — cinerea, 97 — cuneata, 97 — Knorri, 98 — nemoralis, 97 — pulverulenta, 96 — ruricola, 98
— terricola, 98 — trabalis, 97.
Marpissa muscosa, 103.
Meta Menardi, 84 — segmentata, 84.
Micrommata ornata, 93 — virescens, 93.
Microneta rurestris, 77.
Micryphantes rurestris, 77.
Misumena vada, 91. :
Nemastoma chrysomelas, 67.
Obisium alpinum, 67.
Oedothorax dentatus, 74.
Oligolophus alpinus, 66 — cinerascens, 66 — glacialis, 66 — morio, 65 — palliatus, 65.
Oreoneta montigena, 76.
Oxyptila nigrita, 91 — rauda, 90.
Pachygnatha Clercki, 84.
Pardosa amentata, lOO — bifasciata, 99 — cursoria, 98 — ferruginea, 100 — hortensis, 100 — lugubris, 99 — monticola, ,98 — morosa, 99 — nigra 100 — palitans, 99 — palustris, 98 — poetica, 99 — proxima, 99 — torrenti! m, 98 — vittata, 99 — Wagleri, lOO.
Phalangium opilio, 65.
Phlegra cinereofasciata, 103.
Philaeus chrysops, 103.
Philodromus aureolus, 92 — constellatus, 92 — lividus, 92.
Pholeus phalangioides, 71.
Pirata Knorri, 98. ^
Platybunus bucephalus, 65 — corniger, 65,
Porrhomma errans, 76 — montigenum, 76.
Prosalpia bibrachiata, 64.
Robertus arundineti, 73 — lividus, 73.
Scotophoeus Blackwallii, 70 — politus, 70.
Segestria bavarica, 69 — senoculata, 69.
Singa rufula, 87 — sanguinea, 87 — semiatra, 87.
Sitticus floricola^ 103, longipes, 103 — pubescens, 103 — ru- picola, 103. ■“
Sparassus s})ongitarsis, 93.
Steatoda bipunctata, 73.
Stemonyphantes bucculentus, 83.
Tapinocyba pallens, 75.
Tarentula alpicola, 97 — cuneata, 97 — nemoralis, 97 ■ — pulverulenta, 96 — . trabalis, 97.
Tegenaria campestris, 95 — capra, 95 ■ — Derhami, 95 — domestica, 95 , ferruginea, 95 — parietina, 95 — sil-
vestris, 95.
Tetragnatha chrysochlora, 84.
Teutana grossa, 73.
Thanatus formicinus^ 92.
Theridium musivum, 72 — ovatum, 72 — rusticum, 72 — simile, 72 — sisyphium, 72 — varians, 72 — vittatum, 72 — umbraticum, 72.
Thomisus onustus, 91.
Tibellus propinquus, 92.
Tmeticus Huthwaiti, 77.
Trachygnatha dentata, 75.
Trichoncus sordidus, 74.
Trichopteriia Blackwallii, 76.
Trochosa cinerea, 97 — ruricola, 98 — terricola, 98. Troxochrus ignobilis, 75 — scabriculus, 75.
Walkenaera iucundissima, 75.
Xysticus acerbus, 89 — cristatus, 88 — gallicus, 88 — Gor- tanii Capor., 89 — kempelensis, 88 — lanio, 88 — la- teralis, 88 — lineatus, 88 — luctuosus, 89 — robus- tus, 89.
Zelotes petrensis, 70 — Razoumowskyi, 71.
Zilla atrica, 87 — decemnotata, 87.
COLEOTTERI,
Acinopus grassator, pag. 118 — megacephalus, 118. Adelostoma cordatum, 130.
Adesmia Faremonti, 15, 129 — monilis, 15, 129 — Zaiioni Schust., 15, 16, 129.
Aethiessa floralis, 139.
Agabus conspersus, 120.
Agapanthia annularis, 132 — cardui, 132.
Akis Gestro! Schust., 15, 18, 130 — Schweinfurthi, 130. Aleochara bipustulata, 122 — clavicornis, 12 1 — crassicor- nis, 12 1 — laevigata, 122 — moesta, 12 1.
Alphitobius piceus, 132.
Amara brevis, 119 — Cottyi, 119 — rufescens, 119. Ammobius rufus, 131.
230
Anemia sardoa, 13 1.
Anthaxia cupriventris, 126 — hypomelaena, 126 — in- culta, 126.
Anthicus Bremei, 127 — crinitus, 128 — hamicornis, 128 — humilis, 127 — instabilis, 127 — quadriguttatus, 127 — sabuleti, 127.
Anthrenus minor, 126 — Simoni, 126 — sp. ? 126.
Aphodius brunneus, 138 — granarius, 138 — hydrochoeris, 138 — lucidus^ 138 — nanus, 138 — sticticus, 138 — sp. ? 138.
Aphthona sp. ?, 133.
Apion (Catapion) acuticlava, 33 — angustipenne, 52 - — arci- rostre, 51 — atomarium, 45, 59 — Bruleriei, 51 — bur- digalense, 31, 58 — calabricum Solari, 28, 36, 58 — caucasicum, 41 — ■ consors, 43, 59 — corsicum, 38, 58
— corsicum-pubescens, 57 — curtulum, 35, 58 — cy- lindricum, 53 — Delagrangei, 51 — dilatipes, 52 — Do- deroi Schatzm., 50 — Doriae, 33 — elongatum, 55, 59
— fissile, 47 — flavimanum, 51, 59 — gemulum, 33 — griseosetulosum, 32 — Hauser!, 45 — Hilleri, 42 — Kònigi, 39 — latithorax, .50 — leiicophaeatum, 53, 59 longitubus, 56 — medium, 56 — millum, 49, 59 — mi- nutissimum, 47, 59 — natricis, 37, 58 — oblivium, 46, 59
— ononiphagum, 36, 58 — phocopus, 52 — praeca- rium, 41 — pseudelongatum, 53 — pubescens, 33, 57, 58
— samarense, 50 — seniculus, 39, 57, 59 — seniculus- curtulum, 57 — seniculus-pubescens, 57 — seniculus- seriatosetosulum, 57 — seriatosetosulum, 32, 58 — sub- farinosum, 52 — subpubescens, 38 — tenuirostre, 52 — torquatum, 50 — tunicense, 45 — turkestanicum, 33 — Uhagoni, 50 — venustulum, 56 — vicinum, 41, 59.
Apion (Ceratapion), n. sp. ? 137.
Apion (Eutrichapion) aeneomicans, 188, 221, 224 — alcyo- neum, 218, 221, 223 — andalusiacum, 210 — arme- niacum, 204 — arrogans, 197 — aspericolle, 199 — atratulum, 224 — auletoides, 199 — cantabricum, 200
cognatum, 193, 222 — columbinum, 217, 222, 223
— coniceps, 218 — Curtisi, 206, 223 — cyanellum,
196, 198 — cyanescens, 199, 224 — dauricum, 192 — dqrelictum, 197 — dubiiini, 200 — ervi, 223 — excel- lens, 200 — flavofemoratum, 220, 221 — ^ foveatum, 205 — Gavoyi, 207 — gnarum, 216 — Gribodoi, 203, 221 — Gyllenhali, 215, 223 — hispanicum, 221, 223 — holo- sericeum, 185, 221 — hydropicum, 214, 223 — iinpres- sidorsum, 197 — iiitermedium, 190, 224 — lanigerum, 207, 222 — lenense, 2C4 — Lethierryi, 206 — loti, 224
— margelanicum, 190 — meditabundum, 213 — melan- cholicum, 213 — meliloti, 189, 122 — minimum, 187, 223
— ofìfensum, 216 — ononis, 213, 223 - pavidum, 208,
221, 224 — pede montami m, 223 — persicum, 204 — perspicillum, 2 io — Peyerirnhoffi, 197 — platalaea, 216, 223 — plicatum, 209 — plumbeomicans, 198 — puncti- rostre, 192, 222 — rapulum, 209, 224 — rectinasus, 199
— reflexum, 204, 223 — Reitteii, 209 — rubripes, 221
— scutellare, 200, 234 — semicyanescefis, 204 — semi- sericeum, 185 — senior, 224 — Sicardi, 194, 222, 224 — simile, 212, 224 — Spencei, 218, 222 — splendidulum, 197 — strictum, 204 — subglabrum, 219, 222 — sub- plumbeum, 196, 198 — subsquamosum, 209 — tenue, 190, 224 — variegatum, 186, 221 — vastum, 187 — viciae, 21 1, 221 — virens, 191, 222, 224 — vorax, 202, 221 — Wagneri, 209.
Apion (Onychapion) Kirsch!, 159 — Poupillieri, 159 — pu- milio, 159 — pyripenne, 159 — tamaricis, 159.
Apion (Perapion) aciculare, 180, 182 — aeneicolle, 178 — affine, 175 — artemisiae, 177 — brevi.rostre, 179, 18 1 — Chevrolati, 178, 18 1 — connexum, 169 — curtirostre, 171, 181 — defensum, 169 — externepunctatum, 176 — Horvathi, 172 — hydrolapathi, 176, 181 — ilvense, 18 1 — laticeps, 176 — Lemoroi, 173, 181 — limoni!, 177, 181
— malvae, 167, 180 — marchicum, 174, 18 1 — Mar- seuli, 172 — myochroum, 172 - oblongum, 17 1 —
232
obscurum, l8i — robustirostre, 176 -- sedi, 169, 18 1 — simum, 179, 180 — superbum, 178 — velatum, 180, 182 — Vincenti, 167 — violaeeum, 176, 18 1.
Apion (Phrissotrichium) brevipilis, 165 — Grenieri, 165 ■ — Leonhardi, 165 — Ferrisi, 166 — Revelierei, 164 — ru- gicolle, 165 — tubiferum, 164 — Wenckeri, 164.
Apion (Synapion) Bonvouloiri, 161 — corvinum, 160
ebeninum, 160 — Falzonii, 162 — Perraudieri, 162 -- pistillum, 163.
Asida bengasiana, 130.
Astenus melanurus, 120.
Atheta aterrima, 12 1 — clientula, 12 1 — fungi, 12 1 — gre- garia, 12 1 — parva, 12 1 — pygmaea, 12 1.
Attagenus bifasciatus, 126 — piceus, 126 — Rossii, 126 — sericeus, 126.
Bangastermus planifrons, 136.
Barathraea cerealis, 132.
Blaps approximans, 16, 13 t — cyrenaica, 16, 131 — Do- deroi Schust., 16, 21, 13 1 — gigas, 13 1 — Requienii, 16, 13 1 — Ruhmeri, 13 1 — sulcifera, 16, 13 1 — sub- striata, 16, 131 — Wiedemanni, 16, 131.
Bostrychus capucintis, 126.
Brachycerus kabyliaiius, 134 — plicatus, 134.
Brachyesthes Gastonis, 131.
Bruchidius bimaculatus, 134 — caninus, 134 — cinerascens, 134 — imbricornis, 134 ~ murinus, 134.
Bubas biibalus, 139.
Cabalia segetum, 128.
Cabirus rotundicollis, 131.
Cafius xantholoma, 121.
Calamobius gracilis, 132.
Calandra granaria, 136 — oryzae, 136.
Calathus mollis, 119.
Calosoma Maderae, 117.
Carcinops pumilio, 123.
Carpophilus hemipterus, 124.
m
Cartallum ebulinum, 132.
Carterus asiaticus, 118 — cephalotes, 118.
Cassida vittata, 133.
Cataphronetis n. sp. ?, 132.
Cercyon quisquilius, 123.
Chilocorus bipustulatus, 125.
Chiroiiitis furcifer, 139 — irroratus, 139.
Chitona sp. ?, 127.
Choleva sp. ?, 122.
Chrysomela bicolor, 133 — - mima, 133 — nigra, 133 — nu- mida, 132.
Cicindela aulica^ 117 — litorea, 117 — lunulata, 117 — me- lancholica, 117.
Coccinella septempunctata, 125.
Coenocorse Ratzeburgi, 132.
Coniocleonus excoriatus, 134 — nigrosuturatus, 134 — plani- dorsis, 134.
Conorrhynchus conicirostris, 135.
Copris hispanus, 139.
Creophilus maxillosus, 12 1- Crypticus nebulosus, 16, 131.
Cryptocleonus morbillosus, 135.
Cryptophagus affinis, 124 — dentatus, 124.
Curimosphena villosa, 14.
Cybocephalus rufìfrons, 124.
Cymatopterus fuscus, 120.
Cymindis laevistriata, 120 — sitifensis, 120.
Dasytiscus indutus, 123.
Demetrias atricapillus, 120 -- erythrocephalus, 120. Dermestes Prischi, 125 — laniarius, 126 — sardous, 126 — vulpinus, 125.
Deronectes Cerisyi, 120.
Dibolia cynoglossi, 133.
Ditomus sphaerocephalus, 118.
Drasterius figuratus, 126.
Dromius crucifer, 120.
Eccoptogaster rugulosus, 137.
Egadroma marginata, 119.
Enneadesmus trispinosus, 126.
Epicometis sqnalida, 139.
Erodius barbarus, 14, 129 — Festae, 14, 129.
Exochomus Gestroi, 125 — pubescens, 125 — sp’. ?, 125. Falagria obscura, 12 1 — sulcata, 12 1. /
Gibbium psylloides, 127.
Gonocephalum perplexum, 16, 131.
Gymnetron curtulum, 137 — nigronotatum, 137 ■ — simum, 137 — variabile, 137.
Hapalus n. sp. ?, 128.
Harpalus litigiosus, 119.
Heliotaurus parvicollis, 129,
Helops sp. ?, 132.
Hesperophanes cinereus, 132.
Himatismus villosus, 14.
Hionthis tentyrioides, 14.
Hister graecus, 122 — grandicollis, 122 ^ — praetermissus, 122 — Touthmosis, 122.
Holoparamecus caularum, 124.
Hydroporus Cerisyi, 120.
Hylotrupes bajulus, 132.
Hypebaeus flavicollis, 123 — nodipennis, 123.
Hypera hispidula, 136 — philanthus, 136.
Hypoborus ficus, 138.
Julodis onopordi, 126 — sitifensis, 126.
Labidostomis taxicornis, 132.
Laemophloeus ater, 124 — capensis, 124 ferrugineus, 124 ininutus, 124.
Laemostenus complanatus, 119 — picicornis, 119.
Laria ornata, 134 — rufimana, 134 sp. ?, 134.
Larinus albarius, 135 — flavescens, 135 — numidicus, 135 — onopordi, 135 — vittatus, 135 — Zanoni, 136. Lasioderma punctulatum, 127 — Kedtenbacheri, 127 — ser- ricorne, 127.
m
/
235
Lema asparagi, 132 — macilenta, 132 — Tournieri, 132. Licinus aegyptiacus, 118.
Lithophilus cordatus, 125.
Lixus anguiiius, 135 — augurius, 135 — ferrugatus, 135 — junci, 135.
Longitarsus brunneus, 133.
Machlopsis alata, 130 — elongatula, 130.
Macrosiagon meridionalis, 129.
Malacogaster nigripes, 123.
Mecinus Aubei, 137 — barbarus, 137 — pyraster, 137 — Schneideri, 137.
Melanophila cuspidata, 126.
Melanophthalma distinguenda, 124.
Meloe cavensis, 128 — sp. ?, 128.
Metabletus sagitta, 119.
Microlestes Abeillei, 119 — Brisouti, 119.
Microtelus Lethierryi, 130.
Mordellistena brevicollis, 129 — micans, 129.
Monca grossa, 15, 130 — Schweinfurthi, 15.
Myiodes subdipterus, 129,
Myrmecoxenus picinus, 125.
Necrobia rufipes, 123.
Necrobinus defunctorum, 123.
Nicobium castaneum, 127.
Ocnera hispida, 16, 130.
Ocyp .s ophthalmicus, 121.
Oedemera caudata, 127.
Olibrus aenescens, 124 — pygmaeus, 124.
Omophlus sp. ?, 129.
Onitis numida, 139.
Onthophagus aleppensis, 139 — Bedeli, 139.
Onthophilus globulosus, 123.
Opatroides punctulatus, 16, 13 1.
Ophonus rotundatus, 119 — syriacus, 119.
Oxythyrea tripolitana, 139.
Pachycerus varius, 134.
236
Phalacrus fimetariiis, 124 — Humberti, 124.
Phaleria bimaculata, 13 1.
Pharus varius, 125.
Philonthus bimaculatus, 12 1 — conciniius, 121 — fiineta- rius, 12 1 — longicornis, 12 1 — nitidicolljs, 121 — sor- didus, 121.
Phioeosinus bicolor,. 138.
Pholicodes sp. ?, 134. ,
Phyllognathus silenus, 139.
Phyllotreta corrugata, 133,
Phytonomus constans, 136 — jucundus, 136 — siculus, 136
— triliiieatus, 136 — variabilis, 136.
Pimelia bengasiana Schust., 16, 20, 130 — coniata, 16, 130 consobrina, 130 — derasa, 16, 19, 130 — echidna, 130
— parva, 130 — tenuicornis* 130 — tripolitana, 130
— urticata, 130 — sp. ?, 130.
Pleuiophoiuscoesus, 138.
Podagrica fuscicornis, 133.
Psilothrix cyaneus, 123 — viridis, 123.
Psylliodes algirica, 133 — cuprea, 133 — luridipennis, 133. Pterostichus barbarus, 119.
Ptinus aureopilis, 127 — brunneus, 127 — n. sp. ?, 127. Ptomaphagus Rosenhaueri, 122.
Pullus juniperi, 125 — iianus, 125 — pallidivestis, 125 - — pubescens, 125 — subvillosus, 125.
Remus sericeus, 121.
Rhinocyllus conicus, 136.
Rhipiphorus subdipterus, 129.
Rhizobius litura, 125.
Rhizopertha dominica, 126.
Rhizotrogus Quedenfeldti, 139.
Rhytidoderes plicatus, 136.
Rhytirrhinus sp. ?, 136.
Saprinus aemulus, 122 — beduinus, 122 - — chalcites, 122 — concinnus, I22 — detersus, 122 — immundus, 122 — metallescens, 122 — iiiger, 122 — ornatus, 122 —
237
Pharao, 122 — politus, 122 — semipunctatus, 122 — semistriatus, 122 — sparsutus, 122 — subnitidus, 1^2 — n. sp. ?, 123.
Scarabaeus puncticollis, 139 — sacer, 138.
Scaurus tristis, 130 — vicinus, 16, 130.
Scleron inversum, 13 1.
Scobicia Chevrieri, 126.
Scraptia ophthalmica, 129.
Sepidium sp. ?, 130.
Sibinia algirica, 137 — arenaria, 137 --- planiuscula, 137. Silvanus surinamensis, 124.
Sitodrepa panicea, 127.
Sitona crinitus, 134 — griseus, 134 -- ocellatus, 134 — se- riesetosus, 134.
Smicronyx jungermanniae, 136.
Spermophagus cisti, 133 — subfasciatus, 133.
Sphodrus leucophthalmus, 119.
Staphylinus confusus, 12 1 — fulvipennis, 12 1 — ophthal-
micus, 12 1.
Stenopterus geniculatus, 132 — rufus, 132.
Stenosis filiforinis, 15.
Tachyporus nitidulus, 12 1 — pusillus, 12 1.
Tachys bistriatus, 118 — curvimanus, 118 — parvulus, 118. Temnorhinus conicirostris, 135.
Temnorhynchus Baal, 139.
Tenebrioides mauritanicus, 123
Tentyria cantarae, 129 — cyrenaica, 14, 15, 130 — La- treillei, 129 — subpiinctata, 15.
Tetracha euphratica, 117.
Thorectes rugatulus, 138.
Thorictus pilosus, 124.
Timarcha brachydera, 132 — rugosa, 132.
Tituboea sexmaculata, 132.
Tolyphus sp. ?, 124.
Tribolium confiisum, 16, 132 — ferrugineum, 16 ■ — navale, 132. Tropinota squalida, 139.
238
Trox granulipennis, 138.
Tychius sp. ?, 136.
Typhoea stercorea, 125.
Xylomelas coronata, 126.
Zonabris Hemprichi, 128 — maculata, 128 — maroccana, 128 — nigrìplantis, 128 — octodecimmaculata, 128 — tene- brosa, 128.
Zophosis algeriana, 14, 129 — viridilimbata, 129.
Zygia oblonga, 123 — rubripes, 123.
Zyras pullus, 12 1.
DITTERL
Acanthiophilus helianthi, 152,
Allotheobaldia longiareolata, 142.
Amictus zìnamominus, 147.
Anastoechus retrogradus, 149. ,
Anthrax aethiops, 146 — lucida, 147.
Antiphrisson adpressus, 1 50.
Apoclea algira, 150.
Argyramoeba lucida, 147 — virgo, 147.
Argyrospila baccha, 143.
Bombylius basilinea, 148 — discolor, 148 — medius, 149 — pallipes, 149 — sticticus, 148.^
Calliphora erythrocephala, 1 54.
Chalcamoeba virgo, 147.
Chalcochiton bisalbifrons Bezzi, 147.
Chironomus aprilinus, 142.
Chrysomyia bibula, 154.
Chrysomyza demandata, 152.
Chortophila cinerella, 153.
Conophorus bellus, 148. ,
Craticulina tabaniformis, 1 54.
Culex pipiens, 142.
Defilippia Mayeti, 143 — vesperugo, 143;
Dicranomyia sericata, 142 Dilophus lingens, 142.
239
Dischistus eximius, 149.
Eccoptopus erythrogastrus, 150.
Empis nigrimana, 150.
Eristalis tenax, 15 1.
Eumerus amoenus, 151.
Exoprosopa baccha, 143 — Mayeti, 143 — Pygmalion, 143 — vesperugo, 143 — Zanoni Bezzi, 143.
Gastrophilus flavipes, 153 — intestinalis, 153.
Heligmoneura muiida, 150.
Hippobosca camelina, 153 — capensis, 154.
Histochaeta marmorata, 157,
Hylemyia strigosa, 153.
Lasiopticus albomaculatus, 15 1 — seleniticus, 151. Leptogaster latestriata, 149.
Leucamoeba aethiops, 146.
Limnophora tonitriii, 153 — variegata, 153.
Lucilia sericata, 154.
Lynchia maura, 154.
Merodon albifrons, 15 1 — funestiis, 15 1.
Mesoclis Pygmalion, 143.
Miltogramma oestraceum, 154.
Mintho algira, 157,^
Musca domestica, 153 — humilis, 153,
Muscina stabulajis, 153.
Myopa dorsalis, 152 — pietà, 152.
Nemestrinus rufìcornis, 143.
Nephrotoma scurra, 14 1.
Oestrus ovis, 1 54.
Paraprosena magnipalpis Bezzi, 154,
Peletieria ruficeps, 157.
Physocephala maculigera, 15 1 — truncata, 151.
Piophila casei, 152.
Placomyia vitripennis, 153.
Pyenosoma bibula, 154.
Sarcophaga haemorrhoidalis, 1 54.
Saropogon Lamperti, 159.
Scatophaga merdaria, 153 — stercoraria, 152. Sepsis punctum, 152.
Stenopogon cervinus, 150.
Stomoxys calcitrans, 153.
Sy ritta pipiens, 151.
Syrphus auricollis, 15 1 — balteatus, 15 1. Terellia serratulae, 152.
Theobaldia longiareolata, 142.
Thyridanthrax incanus, 146.
Trimicra hirsutipes, 142.
Trypanea augur, 152 — stellata, 152.
Usia versicolor, 148.
Zodion erythrurum, 151.
LEPIDOTTERI.
Crambus contaminellus, 8 — graphellus, 8 — immistella, 12 — inquinatella, 11 — salinellus, 8 — vernellus, 12.
INDICE.
R. Gestro. — Guelfo Cavanna (con ritratto) Pag. 5- 7
E. Turati. — Il Crambus graphellus Const.
in Italia (Tav. I) . . . . . » 8-13
A. SCHQSTER. — Tenebrioniden aus der Cy-
renaica (Col.) . . . . . . » 14- 2^
A. SCHATZMAYR. — Gli Apìou {Catapion)
Italiani .......
L. DI Caporiacco. — Saggio sulla fauna arac-
nologica della Gamia e regioni limitrofe V. ZanON. — Contributo alla couoseenza della fauna entomologica di Bengasi - Coleotteri.
M. Bezzi. — Contributo allo studio della
fauna libica - Ditteri di Cirenaica raccolti dal Rev. Miss. Don Vito Zanon A. SCHATZMAYR. — Gli Apionini italiani Indice alfabetico per materie . . . .
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BOLLETTINO
DELLA
SOCIETÀ ENTOMOLOGICA
ITALIANA
BOLLETTINO
DELLA
SOCIETÀ ENTOMOLOGICA
ITALIANA
ANNO LIV - 1922
GENOVA
Slabilimento Tipografico G. B. MARSANO
BOLLETTINO
DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA
Anno LIV N. i.
Pubblicato il 20 Giugno 1922
Sommario: Statuto - Atti Sociali.
Comimicazioni scientifiche : C. Emery - Il genere Lasius {Fi) Mayr. -- Nuove pubblicazioni : Mercet. Himenop- teros, fam. Encirtidos (L. Masi) - Nuove specie de- scritte della fauna italiana : Coleotteri.
STATUTO DELLA SOCIETÀ
Approvato dairAssemblea del 3 Maggio 1922
Titolo I. — Costituzione della Società.
Art. 1° — Sotto il titolo di Società Entomologica Ita- liana è costituita una associazione scientifica, la quale ha per iscopo di cooperare al progresso della Entomologià, sì pura che applicata, con particolare riguardo alla fauna italica.
Art. 2^ — Per conseguire i fini indicati all’ art. i° essa tiene adunanze, stabilisce e dirige escursioni e pubblica an- nualmente un volume di Memorie ed un Bollettino della So- cietà Entomologica Italiana.
Titolo IL — Dei Soci.
Art. 3° — Il numero dei soci è illimitato. Possono ap- partenere alla Società anche stranieri ed Enti- scientifici, però senza diritto di voto. I soci italiani acquisteranno tale diritto soltanto dopo convalidazione dell’Assemblea Generale.
Art. 4° — I soci sono di due categorie : Onorari e Or- dinari.
a) I soci Onorari sono scelti fra gli illustri cultori degli studi entomologici o fra le persone benemerite della Società
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e vengono eletti a maggioranza di voti nella Assemblea ge- nerale. Non pagano alcuna quota.
b) I soci Ordinari sono ammessi dalla Presidenza e pa- gano una quota annua di Lire 40. Col versamento di Lire 500 in una soia volta sono nominati soci a vita.
c) Per i soci ordinari residenti all’estero la quota è sta- bilita in Lire 60, comprese le maggiori spese postali. Per la iscrizione vitalizia essi dovranno versare Lire 750.
d) Avranno titolo di Soci Benemeriti, con diritto di per- petua iscrizione in apposito elenco da pubblicarsi annualmente colla lista dei Soci, quelli che, oltre le loro quote, faranno dono alla Società di una somma non inferiore a Lire 500.
Il capitale dei versamenti eseguiti per ottenere la iscri- zione vitalizia o il titolo di Socio benemerito sarà inalienabile.
Art. 5® — Le ammissioni dei Soci vengono sempre con- siderate, in ordine alla quota e al Diploma, come fatte al 1° Gennaio dell’anno in corso.
Art. 6° — La quota annuale di ogni Socio già iscritto deve essere pagata nel primo bimestre dell’anno ; ai soci mo- rosi sarà intanto sospeso l’invio delle pubblicazioni.
Art. 7° — Coloro che per un intero anno manchino al pagamento delle quote, vengono, con lettera del Tesoriere, invitati a mettersi in pari, il che non facendo entro il primo bimestre dell’anno seguente, possono per deliberazione della Presidenza, essere cancellati dall’albo della Società. Qualora la Presidenza non creda provvedere, dovrà riferirne alla pros- sima Assemblea generale che deciderà in proposito. Le di- missioni da socio devono essere presentate almeno due mesi prima della fine dell’anno.
Art. 8° — Ogni socio sia onorario che ordinario, ha diritto di ricevere gratuitamente una copia delle indicate pub- blicazioni sociali dell’anno, di intervenire alle adunanze ed alle escursioni di studio promosse dalla Società e di servirsi del Bollettino per inserirvi gratuitamente, previo accordo colla Presidenza, avvisi di offerte e richieste di cambio ed altri an- nunzi consimili non eccedenti cinque righe di stampa, per non più di tre numeri all’anno. La Presidenza può dare in prestito ai soci residenti nel Regno i libri della Biblioteca so-
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ciale, in numero non maggiore di tre contemporaneamente, purché essi ne rilascino ricevuta, si obblighino a restituirli entro un dato tempo da fissarsi dalla Presidenza e assumano a loro carico le spese di spedizione.
Titolo III — Delle cariche sociali.
Art. 9® — Il Consiglio si compone di un Presidente, un Vice Presidente, un Segretario, un Tesoriere e otto Consiglieri.
Art. 10° — I titolari a questi uffici vengono eletti dai soci nazionali riuniti in Assemblea generale, per mezzo di schede segrete ed a maggioranza di voti : a parità di voti risulta eletto il socio più anziano di iscrizione.
Art. 11° — I soci possono, in occasione della indicata elezione del Consiglio o altre votazioni dell’ Assemblea, farsi rappresentare da altri soci o spedire in busta sigillata la scheda di votazione. Nel caso che nessun socio abbia tra- smesso schede di votazione in busta sigillata, 1’ Assemblea potrà adottare quei sistemi di votazione che riterrà più op- portuni.
Art. 12° — I titolari del Consiglio restano in carica due anni. Tutti sono rieleggibili.
Art. 13° — Il Consiglio, alla fine di ogni anno, compila il Bilancio preventivo per l’anno seguente, e trasmette entro il primo bimestre il Bilancio consuntivo del precedente a tre Revisori dei Conti che lo esaminano insieme ai relativi alle- gati e presentano una relazione alla Società nella successiva adunanza generale.
Art. 14° — I Revisori dei conti vengono eletti come i Membri del Consiglio, restano in carica due anni e sono rie- leggìbili.
Art. 15° — Al Presidente sono affidate la esecuzione delle deliberazioni del Consiglio e della Assemblea, la ordi naria amministrazione sociale, e quanto riguarda la redazione, la stampa e la distribuzione delle pubblicazioni sociali.
Art. 16° — Il Presidente rappresenta la Società, convoca e dirige le Assemblee generali e quelle del Consiglio. No- mina all’occorrenza Commissioni per qualche studio speciale, e legalizza colla propria firma gli atti sociali.
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Art. 17® — Il Vice Presidente supplisce il Presidente, che per malattia, per assenza o per altri motivi non possa temporaneamente attendere al disimpegno delle proprie attri- buzioni.
Art. 18® — Il Segretario ha cura di tutto ciò che ri- guarda gli atti sociali, la compilazione e la stampa delle pub- blicazioni e le corrispondenze con i soci per quanto si rife- riscono alle pubblicazioni sociali. Per la corrispondenza con le Società scientifiche e tutto ciò che attiene ai cambi delle pubblicazioni è coadiuvato da un Bibliote ario scelto tra i soci.
Il Segretario e il Bibliotecario hanno in consegna il re- siduo delle copie delle pubblicazioni ed ogni altra stampa della Società, i libri venuti in dono od in cambio, che co- stituiscono la Biblioteca sociale, e ne curano V ordine e la buona conservazione.
Art. 19® — Il Tesoriere riscuote le entrate della So- cietà, rilasciandone le ricevute, e paga sopra mandati firmati dal Presidente e dal Segretario. Tiene in regola un libro di entrata e di uscita ed è responsabile dei fondi sociali che, d^accordo col Presidente, debbono essere depositati a frutto in un Istituto di Credito o investiti in titoli pubblici.
Titolo IV — Delle adunanze.
Art. 20® — Le adunanze del Consiglio sono convocate dal Presidente quando lo ritenga opportuno.
Art. 21® — Le adunanze o assemblee generali sono convocate almeno una volta all’anno presso la Sede sociale e dentro il primo quadrimestre per l’appprovazione dei Bilanci preventivo e consuntivo, per la rinnovazione delle cariche so- ciali, quando necessita, per udire la relazione sullo stato della Società e per qualunque altro affare concernente il Sodalizio. Essa è valida in prima convocazione, qualunque sia il nu- mero degli intervenuti, purché i soci aventi diritto di voto siano stati invitati almeno venti giorni avanti, con avviso con- tenente l’ordine del giorno, inserito in ogni caso sul Bollet- tino della Società.
Su domanda firmata da almeno un quinto dei soci aventi
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diritto di voto il Presidente dovrà pure convocare V Assem- blea con iscrizione alTordine del giorno delle pratiche indicate nella domanda.
Art. 22° — Il Presidente può indire adunanze scienti- fiche, escursioni o riunioni straordinarie.
Titolo V — Delle pubblicazioni.
Art. 23° — La Società pubblica, come è detto al- Part. 2° un volume di Memorie ed un Bollettino della So- cietà Entomologica Italiana. Il primo racchiude scritti origi- nali concernenti gli Artropodi, note di Entomologia applicata ed eventualmente sunti o traduzioni di lavori nazionali e stra- nieri che per la loro mole ed importanza non possono essere compresi nel Bollettino. Nel secondo saranno pubblicate brevi memorie, descrizioni, note di caccia e bibliografiche, od altre notizie concernenti l’Entomologia, che però non eccedano di massima ciascuna le tre pagine di stampa, nonché gli atti sociali e le inserzioni di cui all’art. 8®.
Art. 24° — Il prezzo di vendita delle pubblicazioni so- ciali sarà stabilito volta per volta dalla Presidenza, tenuto conto del costo e delle condizioni del mercato librario. Per la cessione ai soci e agli studenti potranno essere concesse le maggiori possibili facilitazioni.
Art. 25° — I lavori destinati alle pubblicazioni possono essere scritti, oltreché in italiano, in latino, in francese, in te- desco, in inglese e in spaglinolo.
Art. 26° — L’accettazione dei lavori e delle note da pubblicarsi nel volume di Memorie e nel Bollettino é affidata alla Presidenza.
Art. 27° — I manoscritti devono essere inviati completi unitamente ai disegni ed alle tavole occorrenti. La spesa delle incisioni e delle tavole, come pure quella per eventuali ri- composizioni dei lavori in corso di stampa é totalmente a carico degli autori.
Art 28° — La Società concede agli autori 50 copie a parte dei loro lavori pubblicati nelle Memorie e 25 copie dei lavori pubblicati nel Bollettino, purché raggiungano la pagina
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di stampa. Qualora l’autore desideri di avere più delle 50 o 25 copie gratuite o estratti di note pubblicate nel Bollettino, potrà ottenerle a prezzo di costo.
ATTI SOCIALI
RESOCONTI SOMMARII DELLE SEDUTE
Assemblea Generale 5 Aprile 1922.
Firenze Sede sociale — Soci presenti 13 : rappresentati per delega 34. Presidenza Dott. Ferdinando Solari. L’Assemblea ha proceduto alla elezione delle cariche sociali in sostituzione dei membri dimissionari, e ci(^è : Senatore Passerini, Presi- dente ; Prof. Gestro, Prof. Senna e Dott. De Marchi, Con- siglieri ; o scaduti per anzianità, e cioè : Prof. Berlese e Prof. Carazzi, Vice Presidenti, Prof. Baldasseroni, Tesoriere ; e Dot- toressa Calabresi, Segretaria (questi ultimi tre anche dimis- sionari). Sono risultati eletti con 37 voti i Signori : Prof. Comm. Raffaello Gestro, Presidente ; Dott. Ferdinando Solari e Sig. Agostino Dodero, Vice Presidenti; Marchese Fabio Invrea, Segretario ; Rag. Cesare Mancini, Tesoriere ; Prof. Carlo Emery, Ing. Giovanni Gribodo e Prof. Giuseppe Mùller Consiglieri, rimanendo in carica gli altri tre Consiglieri Prof. Mario Bezzi, Prof. Filippo Silvestri e Dott. Roger Verity.
E’ stata fissata la data del 3 Maggio 1922 per una nuova assemblea) da tenersi in Firenze, allo scopo di discu- tere le proposte di modificazioni allo Statuto Sociale e per il rendiconto della gestione 1921.
Sono stati ammessi quali nuovi soci effettivi i Sigg. Prof. Comm. Decio Vinciguerra, Dott. Luigi Masi, Dott. Ubaldo Rocci, Adele Dodero, Sen. Prof. Battista Grassi, March. Prof. Giuseppe Lepri, Dott. Massimo Sella, Dott.sa Lydia La Face, Lorenzo Seri, Avv. Azelio Marchi, Comm. Avv. Adelchi Ti- relli, Dott. Angelo Solari, Dott. Francesco Diaz De Palma, Edoardo Firpo, Rag. Francesco Muzzi, Gio Batta Lombardo, Riccardo Lombardo, A. G. Santagata, Ernesto Circovich,
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Ing. Ten. Coloiin. Jean Sainte Claire Deville. E’ stata data inoltre comunicazione delia nomina a socio del Prof. Antonio Porta,, fatta dal Comitato.
Assemblea Generale 3 Maggio 1922.
Firenze Sede sociale — Soci presenti i8 ; rappresentati per delega 64. Presidenza Dott. F'erdinando Solari. E’ stata data comunicazione della nomina a soci effettivi, fatta dal Consiglio, dei Signori : Mario Naldi, Prof. P. Luigi IJigliani, Prof. Alberto Razzauli, Ing. Paolo Bensa, Leopoldo Cerosa e Dott. Attilio Fiori. L’Assemblea ha quindi ampiamente discusso, articolo per articolo, lo schema di nuovo statuto proposto da un gruppo di soci, con tutte le aggiunte e le varianti proposte sia a voce dai presenti, sia per iscritto da soci non intervenuti. Approvati singolarmente i diversi arti- coli, il nuovo Statuto è stato messo in votazione nel suo in- sieme ed approvato dall’Assemblea all’unanimità. Pure all’u- nanimità, astenuti i soci genovesi in proprio, l’Assemblea ha deliberato il trasferimento della Sede Sociale a Genova. Avendo quindi l’intero Consiglio rassegnate le dimissioni, perchè l’e- lezione delle cariche potesse avvenire in conformità al nuovo Statuto, l’Assemblea, a’ sensi dell’art. 1 1 dello Statuto stesso ha eletto all’unanimità per acclamazione :
Prcsidentt Prof. Comm. Raffaello Gestro Vict Presidente Dott. Ferdinando Solari Segretario March. Fabio Invrea Tesoriere Rag. Cesare .Mancini Consiglieri Prof. Antonio Berlese Prof. Mario Bezzi Prof. Carlo Emery Ing. Giovanni Gribodo Prof. Giuseppe Miiller Prof. Filippo Silvestri Conte Emilio Turati Dott. Roger Verity Revisori dei conti Armando Baliani Ing. Paolo Bensa Dott. Angelo Solari
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Il Prof. Baldasseroni quale Tesoriere del vecchio Consi- glio ha quindi presentato il Bilancio consuntivo delPanno 192 1 che è stato approvato airunanimità.
BILANCIO ANNO 1921
APPROVATO NELL’ASSEMBLEA DEL 3 MAGGIO 1922
ATTIVO
Residuo attivo Bilancio precedente . . L. 586.92
Quote sociali riscosse e ricavo vendita
Bollettini » 1363.15
Crediti per quote sociali da riscuotere . » 1415 —
Crediti per rimborso spese clichés ed estratti » 231 —
Totale Attivo L. 3596.07 L. 3596.07
PASSIVO
Pagate al Tipografo Ricci per il Volume
53. I trimestre L. 845 —
Gratificazione all’Esattore per l’anno 1921. » 80 —
Acquisto d’occasione di N® ii annate del
Bollettino » 150 —
Spese di posta, segreteria^ cancelleria, ecc. » 33i-.50
Debito verso il Tipografo Ricci per il Voi.
53. II e III trimestre » 1645.65
Debito verso il Tipografo Ricci per il Voi.
53. IV trimestre » 964.50
Totale Passivo L. 3916.65 L. 3916.65
Disavanzo L. 320.58
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AVVISI AI SOCI
^ Avendo TAssemblea generale del 3 Maggio deliberato il trasferimento della Sede sociale a Genova, tutte le comu- nicazioni riguardanti la Società, come pure gli invii, di pub- blicazioni, manoscritti ecc, devono d’ora innanzi essere diretti al seguente indirizzo : Società Entomologica Italiana, presso il Museo Civico di Storia Naturale — Genova.
★ La Presidenza prega vivamente i soci a voler trasmet- tere al Segretario l’indicazione dello speciale ramo di studi entomologici di cui ciascuno di essi prevalentemente si oc- cupa, onde poter corredare di tali indicazioni l’elenco dei soci che sarà pubblicato sul Bollettino.
Comunica inoltre che ogni sabato alle 13,30 i soci si radunano nella Sede sociale.
I soci sono pregati a voler inviare 1’ importo della quota sociale al Tesoriere della Società Rag. Cesare Mancini, Corso Ugo Bassi 4, Genova (8). Del ricevimento delle quote il Tesoriere renderà cdhto nel Bollettino successivo, a comin- ciare dal prossimo numero.
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
IL GENERE LASIUS (F.) Mayr
E PARTICOLARMENTE LE FORME MEDITERRANEE DEL GRUPPO UMBKATUS NYL.
Nota di C. EMERY
Anzitutto sento il dovere di dichiarare le ragioni, che mi fanno ritornare a chiamare Lasius quel genere di Formiche, di cui avevo proposto nel 1916 che si dovesse mutare il nome in Formicina. A mio parere, a norma del principio di priorità rigorosamente applicato, il nome di Formicina Shuckard è il solo giustificato. Ma questa non è 1’ opinione del Doni- sthorpe, il quale è d’ avviso che Acanthomyops Rog. dovrebbe avere la preferenza. Il Wheeler, per ragioni che sarebbe troppo
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lungo riferire, ritiene che il nome fabriciano Lasius non sia decaduto, ed in questo, ha 1’ approvazione del Forel e di altri. Visto che non c e modo di andare d’ accordo, mi sono riso- luto a ritornare al vecchio nome adottato dal Mayr e, da più di mezzo secolo, dalla maggioranza dei mirmecologi, nonché dagli autori di entomologia applicata e popolare.
Dietro rinnovati studi, ho modificato la partizione del genere suddetto, in sottogeneri seguita nella mia monografia delle Formiche d’Italia (1916) e criticata dal Forel (i): questi
dice che non c’ è ragione di dividere i Lasius pr. d, dai ChthoHolasmSy basandosi sulla struttura dei palpi più o meno brevi, e che la brevità dei pal- pi sta in relazione con la vita più o meno sotterranea. Enu- mera una serie di forme, in cui i palpi vanno decrescendo di lunghezza, (nigur., alienus, hi- malayanus, brunneus, alieno- briinmus, flavus, myeps). A dir vero, questa serie fa un sal- to vistoso da alieno -b rum itus a flavus, e non sarebbe stata sufficiente per convincermi. Ma una specie che il Forel non novera è intermedia (almeno in quanto ai palpi) tra le due forme ed è L. alieno-jlavus Bingh. dell’ Imalaia. Tenendo in considerazione questa specie, riunisco L. flavus F. e brevicornis Emery al sottogenere Lasius s. str.
Però ritengo che il gruppo di forme (specie e varietà) affine al L. umbratus Nyl. meriti di essere separato come sot- togenere con i caratteri seguenti :
1. ® — Le femmine poco maggiori delle operaie e dei maschi, col gastro poco voluminoso.
2. ® — Fondazione dei formicai per parassitismo so- ciale temporaneo (Z-. umbratus parassita del L. nigtr).
Quest’ ultimo carattere biologico corrisponde esattamente
i'ig. I. - a) Ultimi quattro articoli del palpo mascellare del Lasius alieno-òrun- nens For. ^
b) Gli stessi articoli del L. alie- no-Jlartcs Bingh ^
c) Gli stessi articoli del L. Jia- rus F. ^
Tutti allo stesso ingrandimento.
(i) Bull Soc. Vaudoise Se. Nat. Voi. 51, p. 725 (igi8).
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a quello che distingue il sottogenere Formica s. str. da Ser- viformica. Mi lusingo che il Forel ne accetterà la separazione e la denominazione col nome di Chthonolasius. (Ruzsky) Emery emend. (i).
Il Bondroit, nella sua monografia delle Formiche di Francia e del Belgio (2), ha tentato di stabilire nuovi criterii per discriminare le forme varie del gruppo itmbrattis, del quale ha distinto parecchie forme nuove (specie e varietà), in generale fondate su lievi differenze del contorno del capo della femmina. Il punto su cui egli insiste è quello di negare r importanza della pelosità o meno delle tibie, come differenza tra L. umhratuSy mixtms e altre forme.
Ho scambiato nel corso del 1920 alcune lettere col com- pianto collega Viehmeyer di Dresda, il quale aveva a deter- minare una collezione di Formiche di Germania, per conto di un museo. Egli venne alla stessa conclusione del Bondroit, in quanto al negare il valore della pelosità, ma, vista la varia- bilità estrema delle forme del gruppo, trovò non giustificata la distinzione delle specie dell’ autore belga. In una sua lettera, il Viehmeyer mi esponeva la sua partizione dell’ intero gruppo, considerato come una sola specie [L. umbratus), diviso in tre sottospecie {umbrattis, mixtus e bicornis) con varietà. Anch’ egli ammetteva come me (3) che l’ ibridismo deve aver preso una parte importante nella produzione di forme inter- medie. (4).
Il Viehmeyer, al quale avevo comunicato le forme ita- liane della mia collezione, è stato di parere che io avessi errato in alcune determinazioni cioè :
1. L, umbratus Emery = tLmbratus var. meridionalis Bondroit.
2. L. distinguendus Emery = umbratus var. affinis Schenck [nuda Bondroit).
(1) Il Ruzsky, non avendo indicato il tipo dtl sottogenere, credo di avere facoltà di sce- gliere L. umbratus Nyl. invece di L Jlavus F. scelto dal Wheeler ne) 1916.
(2) Ann, Soc. Entom. France, Voi. 87, 1918,
(3) Emery, — Formiche d’Italia nuove o critiche, Rend. Accad. Se. Bologna 1915-16. p. 66. Formiche ibride, ibid, 1916-17.
(4) Avendo assunto informazioni in Germania, non mi consta che il Viehmeyer avesse •critto un lavoro destinato alla pubblicità su questo argomento.
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3- Emery = bicornis Forster (incisus Schenck).
Accetto senza riserve la prima rettifica: soltanto sog- giungo, per mia giustificazione, che la var. meridionalis Bon- droit è stata pubblicata non prima del 1919. Questa varietà è distinta dal tipo per avere gli articoli del funicolo più al- lungati, particolarmente nella femmina, e nella stessa la pu- bescenza più rada per cui il tegumento è più lucido.
Non so se il tipo del L. umbratus si trovi in Italia.
La seconda e la terza correzione non possono accettarsi da me, se non con alcune modificazioni.
Sono propenso ad ammettere col Viehmeyer che il L. affinis Schenck sia una varietà del L. umbratus con tibie non pelose (i) e che la var. nuda ne sia sinonimo. Ma la de- scrizione originale dello Schenck e quella del Mayr dicono che il mesonoto della femmina è irto di peli come nel L. umbra- tus. Ora la femmina del distili guendus ha il mesonoto pube- scente ma senza peli. Bisogna dunque considerare var. distin- guenda, come forma separata dalla var. affinis (2).
È verosimile che il Mayr (Formicina austriaca), che ha determinato per affinis gli esemplari ricevuti da Imola dal Pirazzoli, abbia confuso questa forma col distinguendus.
Che il Lasius dell’ Italia meridionale, determinato erro- neamente da me per L. affinis^ sia una forma del gruppo bicornis^ non esito col Viehmeyer ad ammetterlo. Ma a mio parere bisogna farne una varietà distinta:
1. per la forma della squama della 9 (vedi la mia figura del 1916);
2. per X habitat discontinuo dalle altre forme, nell’ Italia meridionale e media; non fu trovato sinora nella Pianura Pa- dana nè in Liguria.
Propongo di nominarla var. citrina n., per l’odore intenso di limone che esala. Nella descrizione del L. incisus (sinonimo quasi certo del L, bicornis), lo Schenck dice che questa For- mica ha un odore forte, che però non definisce.
(') Tale era pure l’opinione del Nylander (Ann. Se. Nat., Zool. (4), Voi. 5, p. 70, 1856)’ espressa da più di un mezzo secolo !
(2) Il complesso umbraius. affinis, 7nix'ns è oggetto di grande confusione tra gli autori ; lo stesso -Bondroit confessa implicitamente di non capirne gran qosa (Ann Se. Entom. Bel- gique, Voi. 59, P- i43, ipip)-
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Le piccole 9 Napoli, descritte nella mia monografìa sotto il nome di L. bicornis, rassomigliano molto per la forma della squama alla var. citrina. Il Bondroit crede che i sud- detti esemplari si riferiscano al L. microgynus Bondroit dei Pirenei (l), della qual cosa dubito forte. La femmina differisce dalla descrizione e dalla figura del Bondroit per la diversa forma del capo, più incavato di dietro. Il maschio per gli occhi non pelosi. Comunque sia, credo conveniente distinguere questa forma col nome di var. neapolitana n.
In conseguenza di quanto è stato detto sopra, bisogna rettificare la lista delle forme italiane della serie umbratus nel modo seguente :
L. \umbratus Nyl.]
var. meridionalis Bondr. (1919)
(umbratus Emery (1916) var. distinguenda Emery (1916) var. hybrida Emery (1916) umbratus mixtus Nyl.
L. bicornis Fòrst.
(incisus Schk.)
(bicornis, part., Emery, 9 Lombardia) var. citrina n.
(affinis Emery nec Schk.) var. neapolitana n.
(bicornis, part., Emery, 9 gT Napoli).
Descrivo una forma nuova dell’ Oriente mediterraneo, che considero come varietà del L. umbratus :
L. umbratus var. Viehmeyeri n.
Femmina. — Bruna, mandibole, squama e zampe più chiare, antenne e tarsi fulvi ; lucida più che le altre forme della specie, quasi come il L. fuliginosus ; la pubescenza è quasi microscopica sul capo e sul torace, più appariscente e fitta sul gastro, cui dà un lieve riflesso giallognolo ; peli bre- vissimi sul capo, sul torace e sul segmento basale del gastro,
(i) Ann. Sóc Entom. Franco, \'ol. 87, p. 34, 1918.
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molto più lunghi sull’ ultimo segmento; scapo e tibie senza peli.
Il capo è un poco più largo che lungo, più largo del torace, molto ristretto in avanti, con gli angoli posteriori for- temente rotondati ed il margine occipitale molto incavato ; il clipeo è carenato, V area frontale è indistinta e la linea fron- tale è sostituita nella sua parte anteriore da un lieve rilievo subcareniforme. Le mandibole sono densamente punteggiate, striate presso il margine dentato. Lo scapo oltrepassa il lobo occipitale; gli articoli del funicolo sono ancora un poco più allungati che nel L. timbratus var. meridionalis e gli ultimi
Fig. 2 - L. umbraius var. Viehmeye/i n. a Capo della (^\ c squama della s'essa di faccia e di profilo: d capo della e estremità della squama della stessa.
Tutti i disegni uniformemente ingranditi.
articoli sono poco ingrossati. La squama è alta, assottigliata molto in alto, col margine superiore incavato ad angolo ottuso.
Lungh, 9 mm. ; senza gastro 5,5; capo, senza mandibole L7 X 1*9) scapo 1,6; funicolo 2,2. Ala ant. 8,5 mm., for- temente imbrunita nella metà basale.
Questa forma è facile a riconoscere per la grandezza in- solita, la forte lucentezza e particolarmente per la forma del corpo.
Morea settentrionale, Erymanthos (800 - 1000 m.) Agosto 1901 (Holtz), 2 esemplari.
Attribuisco alla stessa forma un’ § raccolta a Cipro dal Prof. G. Cecconi.
Operaia. — Gialla, capo tendente al rosso. Tegumento lucido con scarsa pubescenza ; peli brevi sul tronco, più ab- bondanti sul gastro, assenti sullo scapo e sulle tibie.
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'Capo lungo quanto è largo, molto più stretto anterior- mente ; linea frontale abbreviata, subcareniforme nella sua parte anteriore ; ocelli distinti ; funicolo quasi come nella 9 > gli ultimi articoli un poco più ingrossati che in questa. La squama è relativamente alta, molto assottigliata in alto ed un poco incavata al margine superiore.
Lung. 5 mm.; capo 1,3 X 1)31 scapo 1,3.
NUOVE PUBBLICAZIONI
Mekcet, R. G. — Himenópteros, fam. Encirtidos. (Fauna iberica) — Madrid, 1921 — (18 pesetas)
Fra le pubblicazioni recenti straniere che possono inte- ressare per lo studio degli Imenotteri della fauna italiana, me- rita particolare menzione, ed elogio, questa bella opera del dottor Ricardo Garcia Mercet, l’egregio entomologo del Museo di Scienze Naturali di Madrid, nella quale sono descritte più di duecento specie di Encirtidi della Penisola Iberica, appar- tenenti alla collezione di quel Museo. Questo gruppo di Cal- cididi — considerato come famiglia e suddivisione dei Calci- doidei nella classificazione dell’ Ashmead, come sottofamiglia in altre classificazioni e nel « Genera Insectornm » — uno dei più interessanti dal punto di vista entomologico-agrario, appartenendovi molti parassiti di Cocciniglie e di Lepidotteri, era dei più difficoltosi per lo studio e la determinazione delle specie, sia pel grande numero di esse, e per le loro piccole dimensioni, sia per la mancanza di una monografia che ne illustrasse la maggior parte : poiché il migliore lavoro sulle specie europee, di cui si poteva disporre finora, era quello pubblicato da Gustavo Mayr nel 1876, lavoro classico ai suoi tempi, ma limitato a venticinque generi, con un centinaio di specie descritte in poco più di cento pagine, senza alcuna figura. Il volume del Mercet consta di più di 700 pagine ed è corredato di figure a chiaroscuro, che rappresentano quasi tutte le specie nell’insieme dei loro caratteri, sebbene non vi
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manchino anche figure di dettagli ; i generi che vi sono de- scritti sono più di un centinaio, dei quali molti nuovi. L’A., che ha lavorato sei anni intorno a quest’opera, di cui troppo modestamente dice che « no puede considerarse corno una monografia » perchè molto rimane ancora da fare sulle specie iberiche, ci ha dato con essa il primo libro che tratti di un grande gruppo di Chalcididae della fauna europea; altre sei
0 sette gruppi, pure molto ricchi di specie ed interessanti, non sono stati ancora oggetto di simili lavori.
Gli Encirtidi sono distinti dal Mercet in due sottofamiglie: Arrenofaginos e Encirtinos, questi ultimi suddivisi semplice- mente in 12 gruppi. Il quadro dicotomico di tredici pagine per la determinazione generica delle femmine e quello, poco più breve, per i maschi, sono certamente molto più maneg- gevoli, quando si tenga conto dell’aiuto delle figure, che non
1 quadri dicotomici di Ashmead, Schmiedeknecht e Girault, nei quali erano pure molte inesattezze e gravi errori.
L. Masi
NUOVE SPECIE DESCRITTE DELLA FAUNA ITALIANA COLEOTTERI
Queditis Gestroi Gridelli, Atti Accàd. scient. Veneto- Trent. — Istr., Voi. XII-XIII, estr. p. 7 e i6, — Sardegna, Si- cilia, Napoli.
Attalus lateralis ab. simplex Ragusa, Atti Accad. Scienze, Lett., Belle Arti, Palermo, XII, 1922, estr. p. 4 — Sicilia.
Euzonitis sexmaculata var, octomaculatay Ragusa, loco cit., estr. p. 9, — Sicilia : Madonie.
Mordellistena ptdchella ab. bimaculata, Ragusa, loco cit., estr. p. IO, — Sicilia.
Luperus Vitalei, Ragusa, loco cit., estr. p. 13 — Sicilia: Messina, Mistretta, ecc.
Tychius [Miccotrogus) cuprijer v2iX.xupriftroideSy Ragusa, 1. c., estr. p. 14 — Sicilia.-
Orchestes alni ab. sicilianus, Ragusa, 1. c., estr. p. 14 — Sicilia : Ficuzza.
BOLLETTINO
DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA Anno LIV N. 2 e 3. -
Si pubblica dieci volte l’anno.
Conto corrente colla Poi-,ta
Pubblicato il io Luglio 1922 Sommario: Alti Sociali.
Comunicazioni scientifiche : F. Silvestri : Contribuzione allo studio della fauna delle caverne in Liguria — E. Gri- delli : Descrizione di alcuni nuovi Staphylinidae pa- leartici — A. e F. Solari : Intorno ad alcuni Otior- rhynchus delle Asturie — G. Miiller : Di alcuni Otior- rhynchus della regione adriatica orientale — A. Do- dero : Appunti coleotterologici — Nuove specie della Janna- libica.
ATTI SOCIALI
Nuovi Soci. — La Presidenza, a sensi dell’ art.° 4.° b, dello Statuto Sociale, ha ammesso in qualità di Soci ordi- nari i Sigg. :
Botto avv. Gmào {^Coleotteri). Via S. Lorenzo 8-6^’% Genova. Zangheri rag. Pietro {Entomologia regionale) Via Giuseppe Miller I, Forlì.
De Dalmas conte R. {Aracnidi). Rue de Berri 26, Parigi.
R.® Stazione Bacologica, Padova.
Andrewes H. E. {Carabidae). 8, North Grove, Highgate, London N. 6.
Depoli prof. Guido {Coleoijeri). Fiume.
Bacci Pietro E. {Coleotteri). Via Roma io, Livorno.
Fleutiaux Edmond {Elateridae e Melasidae). 6 Avenue Su- zanne, Nogent-sur- Marne.
Casiccia Dott. Tulio {Fauna Ligure). Piazza Paolo da Novi, 3 Genova.
Soci benemeriti. — La Presidenza ha dichiarato Soci benemeriti i seguenti Signori, che hanno versato ciascuno la somma di L. 500 a sensi dell’art.® 4" d, dello Statuto: Dodero Adele - Dodero Agostino - Solari Angelo - Solari Ferdinando.
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Quote sociali. — Il Tesoriere comunica che hanno pagata la quota 1922 i Soci : Bigliani, Lombardi M., Falzoni, Ceresa, Capra, Della Beffa, Gribodo, Invréa, Bezzi, Botto, Dodero Adele, Gestro, Solari F., Solari A., Andreini, Zangheri, Baliani, Masi, Moro, Simondetti, Mancini, Vinciguerra, Messa, Mùller, Ra- vasini, Springer, Schatzmayr.
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
F. SILVESTRI CONTRIBUZIONE
ALLO STUDIO DELLA FAUNA DELLE CAVERNE IN LIGURIA
Nel Comune di Verzi, a breve distanza dalla città di Loano (Liguria occidentale), esiste una caverna che fu am- piamente illustrata in un opuscolo edito nel 1863 (^), ma che solo in tempi più recenti fu visitata a scopo di ricerche faunistiche.
I primi entomologi che Thanno esplorata vi hanno trovato una forma di Bythimis Vaccae, Dodero, che vive in piccola quantità nel suolo umido, in mezzo a residui di canne bru- ciate. Restano però tuttora sconosciuti certi tratti più profondi e di più difficile accesso, ed in questi è probabile si possa scoprire qualche altra specie di coleottero cavernicolo. Il Dot- tore Alfredo Andreini, appassionato ed abilissimo raccoglitore di insetti, specialmente ipogei, si è proposto appunto di pra- ticare indagini più estese in questa grotta, che pare assai promettente dal punto di vista entomologico, e intanto, da una gita fattavi il 29 Aprile scorso, ha riportato un piccolo materiale non privo di interesse.
Oltre a pochi molluschi (Zonites), lombrichi e tisanuri non ancora studiati, trovansi nella sua raccoltina: un ragno,
(1) B. E Maineri — Della caverna di Verii-Pietra (Albenga) e d’alcuni caratteri caver- nosi dell'appennino ligure occidentale. Genova 1863.
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Nesticus eremita, E. Simon, e un pseudoscorpione Obisium (Roncus) euchirtis, E. Simon (^), ambedue però appartenenti a forme non esclusivamente cavernicole, più alcuni Miriapodi che formano argomento della presente nota. Questi materiali sono conservati nel Museo Civico di Genova.
CHILOPODA.
Lithobiidae.
Lithobius tricuspis Mein.
Questa è una specie che ha una larga distribuzione in Europa e si trova sotto sassi all’aperto. Deve essere stata rac* colta presso l’entrata, perchè non presenta caratteri di forma cavernicola.
DIPLOPODA.
Fam. POLYDESMIDAE,
Polydesmus Barberii Latz.
Questa specie fu descritta dal Latzel su esemplari raccolti pure nella Liguria occidentale nella grotta di Monte Gazzo, e in quelle dette Tana Balòu e Lubea.
Fam. Glombridae.
Spelaeoglomeris Andreinii sp. n. (fìg. i).
Corpus totum ochroleucum, dorso Levigato.
Antennae articulo tertio articulos primum et secundum simili sumptos subaequante, articulis 4° et 5° brevibus, s'imul sumptis articulum tertium subaequantibus, articulo sexto longo, apicem versus gradatim aliquantum latiore circiter duplo lon- giore quam latiore.
Tomòsvaryi organum fere duplo latius quam longius.
Collum supra striis duabus transversalibus auctum.
Trunci mesotergitum primum utrimque striis 5 instructum, parte supraincisurali margine rotundato quam pars subincisu- ralis aliquantum breviore, mesotergiti secundi pars lateralis angustata, mesotergiti tertii pars lateralis aliquantum minus angustata sed quam idem S. Doderoi parum angustiore, me- sotergitorum 9' et IO’ angulo postico retrorsum parum pro- ducto, sed quam idem .S. Doderoi parum magis producto.
(i) Djbbiamo la determinazione di questi due Aracnidi alla gentilezza del Conte R. de Dalmas.
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Pedes articuli primi latere externo oblique exciso, arti- culorum setis vide fig. I, 5-
Long. corp. mm. 4, lat. 2,3, long, antennarum 1,40, pedum paris decimi 1,56.
Pedes paris 17' articulo primo laminari magno margine infero externo late rotundato, articulis secando et tertio bre- vissimis simplicibiis, articulo tertio articuli primi marginem inferii m parum superante, setis vide fìg. I, 7.
Pedes paris i8‘ et 19* eisdem vS. Doderoi subsimiles (vide fig. I, 9-10).
Habitat. In caverna prope Verzi apud Loano (Liguria occ.), cl. Dr. A. Andreini exempla typica legit.
Observatio. Species haec, prima in Italia collecta, ad 5. Doderoi Silv. proxima est, sed statura minore et pedum coxae forma praesertim distinctissima est.
5 pes paris decimi; 6. mai'is pes paris 17' : 8. ejusdem pes paris 18 ; 9-10.
ejusdem pes paris 19’ antice et postice inspectumi
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DESCRIZIONI
DI A.LCUNI NUOVI STAPHYLINIDAE PALEARTICI del dott. E. Grioelli
Quedius (Sauridus) duplepunctatus n. sp.
È una specie simile per la forma del corpo e colore delle elitre al Q. humeralis e affini, che non si può confondere con nessuna di esse per la grandezza e specialmente per la doppia punteggiatura delle elitre. S’ avvicina per questo ca- rattere al fumatus Steph. dal quale si distingue subito per il corpo parallelo, poco ristretto d’ ambo i lati, per la punteg- giatura secondaria delle elitre molto più rada etc.
Il capo e il collo sono neri, il torace t osso-bruno con una fascia giallo-bruniccia lungo i lati e la base, le elitre bruno rossiccie, con la sutura. Torlo apicale e due piccole mac- chie, una alT omero e T altra alT angolo apicale esterno di color giallo bruno. L’ addome è rosso-bruno con viva iride- scenza metallica violetta, gli orfi apicali dei tergiti sono privi di colorazione più chiara, tranne i due ultimi.
Le antenne sono rosso-brune, il loro l.® articolo e parte del 2.^, i palpi e le zampe di color giallo-bruno. Le tibie e i tarsi, specialmente delle zampe posteriori sono iridescenti.
Le elitre e i tergiti sono coperti da una rada pubescenza grigio bruna. Il i.® articolo dei tarsi posteriori è lungo quanto Tultirno, il 3.® articolo delle antenne è più . lungo del 2.^, gli articoli apicali hanno la lunghezza eguale alla larghezza.
Il capo è grande, però pochissimo più largo che lungo, con occhi molto distanti tra loro. La superfìcie del capo è finamente striata e presenta i soliti punti setigeri, cioè un punto oculare anteriore, uno posteriore, un punto temporale nonché un punto presso la linea del collo. Le tempie dietro agli occhi sono finamente punteggiate.
Il torace ha la superficie finamente striata, è poco più largo che lungo, con angoli posteriori completamente arroton- dati, ristretto anteriormente. La sua superficie presenta oltre ai soliti 3 punti dorsali e ai punti lungo il margine, anche
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due punti laterali da ciascun lato. Lo scutello è privo di punti e finamente striato.
Le elitre sono più lunghe del torace e possiedono una doppia punteggiatura e pubescenza, e precisamente una pun- teggiatura primaria composta da punti alquanto profondi e radamente disposti (rintervallo tra essi è maggiore del dia' metro) ai quali corrisponde la pubescenza descritta più sopra, nonché una punteggiatura secondaria finissima, bene evidente soltanto al microscopio, composta da punti minutissimi sparsi non troppo fittamente tra i grossi punti primari e ciascuno munito di un corto pelo. A debo’e ingrandimento le elitre sembrano finamente zigrinate. La zona basale depressa delle elitre che di solito è coperta dal torace è priva della punteg- giatura primaria, presenta però bene evidente la secondaria.
La superficie dei tergiti è coperta da una striatuia finis- sima e molto densa, la loro punteggiatura è fina e densa, va però diradandosi gradatamente sui tergiti apicali.
Lunghezza 7,5 mm. Francia, Pirenei orient. : Montlouis.
Conosco soltanto un esemplare femminile di questa specie, rac:olta nel luglio 1904, e che si trova nella collezione del Sig. Dodero.
Quedius (Microsaurus) Doderoi nov. spec.
Il capo è rosso-bruno, offuscato tra gli occhi, il torace rosso-bruniccio chiaro, le elitre e l’addome bruni. La sutura, r omero e l’ orlo apicale delle elitre nonché lo scutello sono rossastri, le antenne, palpi e le zampe rosso-brunicci, le tibie medie e posteriori nerastre, l’addome lievemente iridescente.
Le antenne sono molto lunghe e snelle, lunghe quasi quanto il capo e torace presi assieme, il 3.® articolo é molto più lungo del 2 il 4.® più di due volte più lungo che largo, gli altri sono gradatamente più brevi, il io.® é ancora i volta e 112 più lungo che largo e 1’ 1 1.® affusolato, più lungo del io.®.
Il capo è quadrato, egualmente largo che lungo, con an- goli posteriori completamente arrotondati, le tempie sono più lunghe degli occhi. Tra i due punti oculari anteriori la fronte mostra due impressioni puntiformi prive di setole, situate un pò anteriormente al livello dei punti oculari e formanti con
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essi una serie interoculare ad elementi equidistanti. Il punto oculare posteriore è molto vicino all’orlo dell’occhio, anterior- mente ad esso si trovano 3 puntini setigeri. In prossimità del punto oculare posteriore, prossimalmente ed internamente ad esso si trova da ciascun lato un punto setigero il quale sta al medesimo livello del punto temporale; vicino alla linea di stroz- zatura del collo si trova pure un punto, il quale forma quasi una linea retta col punto oculare posteriore e col punto medio suddetto. Le tempie dietro agli occhi sono finamente punteg- giate, il labbro superiore è fortemente bilobato.
Il torace è egualmente largo che lungo, appiattito, con un orlo marginale bene pronunciato, è più ristretto anteriormente di quello che non lo sia verso la base. Lateralmente il torace è lievemente depresso, i suoi lati non sono arrotondati bensì vanno convergendo quasi in linea retta ; gli angoli posteriori sono obliterati.
Le serie dorsali constano di tre punti finamente impressi, esternamente al primo punto lungo 1' orlo anteriore del torace si trovano tre puntini. Lateralmente alle serie dorsali e vicino air orlo è ben visibile il solito punto laterale, il quale occupa la medesima posizione che nelle specie del gruppo del fulgidus\ manca qualsiasi punto che si trovi a un livello posteriore al sud- detto, soltanto che nell’ esemplare esaminato la parte destra del torace presenta un punto intermedio tra il laterale e il primo della serie dorsale.
Le elitre sono un po’ più lunghe del torace, prese nel loro complesso, più lunghe che larghe, appiattite; ciascuna di esse ha l’ angolo apicale interno arrotondato, sicché 1’ orlo apicale delle elitre è fortemente rientrante ad angolo ottuso.
La punteggiatura delle elitre è piuttosto fina e poco densa, r intervallo fra i punti è in media maggiore del loro diametro. A piccolo ingrandimento esse sembrano opache e fittamente punteggiate, quasi rugose. Ciò è dovuto alla presenza di una fitta punteggiatura secondaria, visibile al microscopio e simile a quella delle specie affini al fiimatus.
I tergiti hanno soltanto una punteggiatura primaria simile a quella delle elitre, essa va man mano diradandosi sui ter- giti apicali.
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Notevole è sopratutto il grande sviluppo in lunghezza delle zampe, specialmente delle posteriori, le quali hanno i femori molto lunghi, grossi alla base, più sottili e leggermente ricurvi nella metà apicale. Il primo articolo dei tarsi posteriori è più corto deir ultimo. Il margine posteriore dell’ 8.^ tergite è orlato di bianco.
Il capo è reticolato, nella parte anteriore la reticolatura è formata da maglie fìtte e piccole, esagonali ; prossimalmente le maglie s’allungano, le anastomosi diventano sempre meno fre- quenti, e la scultura si avvicina sempre più ad una striatura trasversale.
Il torace è pure reticolato, con maglie molto allungate trasversalmente. I tergiti sono coperti come nei Philonthus da una striatura fina e densissima.
Caratteri sessuali maschili: I tarsi anteriori sono fortemente dilatati, il 7.^ sterilite ha l’orlo apicale smarginato; la smargi- natura è profonda, larga, a fondo arrotondato. La superficie dello sterilite mostra in corrispondenza alla smarginatura una superficie triangolare poco estesa, depressa e lucente.
Lungh: 9 mm. — Monte Misurasca (Apennino ligure). I 15 Agosto 1897. I cf nella coll, del Signor Dodero (Genova).
È una specie quanto mai interessante e caratteristica; non conosco alcuna specie di Microsaurus che le sia affine. Per definirla basta la scultura delle elitre, soltanto il Microsaìtrus lateralis ha una scultura simile.
La forma del corpo snella e appiattita, la lunghezza delle zampe e delle antenne e la ricchezza di setole ai lati del corpo fanno forse pensare a un principio di adattamento alla vita ipogea.
Quedìus (Ediquus) satanas Bernh.
Oltre all’esemplare tipico, descritto dal Bernhauer e pro- veniente da Vallo Lucano (S. Biase) il signor Dodero ebbe la bontà di comunicarmi un secondo esemplare catturato a La Granja (Spagna).
L’esemplare spaglinolo differisce dall’ italiano soltanto per la minor grandezza e per il capo molto più piccolo e snello, leggermente più lungo che largo.
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Quedius (Raphirus) collaris niger nov. var.
Digerisce dal tipo per avere il torace completamente nero. Vidi un* solo esemplare o, catturato sul Gran Sasso (Ap - pennino centrale) e che si trova nella collezione del Museo Civico di Genova.
Heterothops Gestroi nov. spec.
Il corpo è nero-lucide, le elitre sono pure nere, lungo l’orlo apicale e laterale e all’angolo esterno colorate abbastanza diffusamente in giallo-bruno. La colorazione non ha limiti de- finiti. Le zampe sono rosso-brune, le antenne e i palpi nero-bruni.
Il capo è grande, quasi più largo ^he lungo, con angoli posteriori bene evidenti ; oltre al punto oculare anteriore il capo mostra la solita serie di tre punti laterali, comune alla maggior parte delle Heterothops^ e cioè un punto oculare po- steriore, uno presso il collo e uno intermedio.
Il torace è egualmente largo che lungo, la sua larghezza è alla base eguale a quella delle elitre, anteriormente esso è molto ristretto.
Le elitre sono lucide, un pò più lunghe del torace, con punteggiatura fine e densa e con pubescenza grigio-bruna.
I tergiti hanno la pubescenza del medesimo colore che le elitre, la loro punteggiatura è però più fine e più densa. Essi hanno lungo il margine apicale un orlo brunastro molto oscuro e poco evidente.
II 3.^ articolo delle antenne è più lungo del 2.®, il 4P è più lungo che largo, i seguenti sono gradatamente più corti, il IO.® è egualmente lungo che largo.
Lungh. 4,7 mm. (corpo lievemente retratto).
Persia settentrionale, viaggio Doria. Vidi un’ esemplare di questa specie nel materiale del Museo Civico di Genova e de- terminato a suo tempo da Fauvel quale H. brunneipennis Kiesw.
Distinto da tutte le altre specie per le antenne di un nero uniforme, coi tre primi articoli non più chiari degli altri. Si distingue pure subito dalla quadi ipiuictida Gravh. e nigerri- ma Bernh., colle quali ha in comune la colorazione delle antenne, per il corpo molto più grande e il capo con angoli posteriori bene pronunciati.
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Non si può confondere colla praevia var. nigra per la forma degli articoli delle antenne.
Aleochara (Ceranota) Caprae nov. spec.
Il capo è nero, il corsaletto nero bruno, ai lati con una stretta zona rossastra la quale s’allarga negli angoli posteriori ; le elitre e l’addome sono rosso-brunicci, ad eccezione del 7.® e S.^ segmento colorati in nero. I palpi e le zampe sono giallo- brunicci, le antenne hanno la parte basale giallo-bruna e la distale offuscata, brunastra. La pubescenza del capo, torace e elitre è rada e lunga, giallo-bruna, i tergiti sono glabri, con pochi peli lungo l’orlo posteriore e i lati. Il capo è piuttosto piccolo in confronto al corsaletto, un po’ più largo che lungo con occhi non molto grandi, ma sporgenti; le tempie sono più lunghe del diametro oculare, i lati del capo convergono quasi rettilinei dagli occhi fino al collo.
La punteggiatura del capo è molto fina e sparsa nello spazio interoculare, sulla superficie posteriore del capo e spe- cialmente dietro agli occhi essa diventa molto più grossolana e più densa.
Tra le inserzioni delle antenne il clipeo è quasi comple- tamente privo di punti.
Le antenne sono molto lunghe e snelle, i tre primi arti- coli sono egualmente lunghi, il i.® più grosso dei seguenti, il 4P molto più breve del 3.®, assai più lungo che largo, i se- guenti simili per forma però gradatamente più brevi, non tra- sversi, il 10.^ di eguali dimensioni in lunghezza e larghezza. L’ ultimo è lungo, acuminato, lungo quasi quanto il gP e lOP presi assieme.
Il torace è più largo che lungo, ristretto fortemente verso gli angoli anteriori e poco verso i posteriori, i quali sono poco evidenti, ottusi e arrotondati; sul disco esso è privo d’ impres- sioni, con punteggiatura fina e piuttosto densa, ruvida. Le elitre sono un po’ più lunghe e molto più larghe del torace, nel loro insieme esse sono più larghe che lunghe, appena si- nuate all’angolo esterno, con punteggiatura ruvida, alquanto grossolana e molto densa, i punti sono quasi aderenti l’uno all’ altro.
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I primi quattro tergiti hanno una profonda impressione trasversale alla base, tutti i tergiti sono privi di punteggiatura, la loro superficie è però cosparsa di rari punti setigeri, spe- cialmente lungo l’orlo posteriore. Ad ogni modo questi punti sono così radi e sparsi irregolarmente che non si può parlare di una punteggiatura
Le zampe sono lunghe e snelle, i tarsi posteriori hanno il primo e quinto articolo molto lunghi, il primo è più lungo del quinto, lungo quanto i tre mediani, presi assieme.
Al microscopio il capo, torace, e elitre appaiono fina- mente e densamente reticolati, i tergiti invece lisci, speculari.
Caratteri sessuali maschili : I tarsi anteriori non sono di- latati, il terzo tergite è munito di una vistosa sporgenza, ap- piattita longitudinalmente a forma di lamella, arrotondata all’a- pice; a visione laterale l’apice della sporgenza e il punto più alto del torace si trovano a eguale livello.
II quarto e quinto sterilite portano nel mezzo un ciufib di peli giallo-dorati. I peli sono fittissimi, molto lunghi e leg- germente piegati verso Tapice delfiaddome. A visione laterale i ciuffi sono bene visibili e occupano la parte anteriore dello sternite, lasciando libera la posteriore.
L’esemplare tipico avendo la parte apicale dell’addome dan- neggiata, purtroppo non sono in grado di descrivere gli even- tuali caratteri dei due ultimi tergiti.
Lunghezza: 6 mm.
Un solo esemplare cf raccolto dal signor Felice Capra presso Torino (Colli S. Margherita) e facente parte della sua collezione.
E’ una specie ben definita dal colore, punteggiatura e dai caratteri sessuali, differente da tutte le specie contenute nella tabella del Bernhauer e da quelle descritte più tardi.
Nella tabella suddetta essa troverebbe il suo posto al n. 68, dopo la caucasica Epp.
L’ Aleochara Caprae mihi dovrebbe essere affine alla Matzmaueri Ramb., descritta secondo un esemplare $; però da quanto si può arguire dalla descrizione e dalla figura essa dovrebbe essere bene distinta per il colore nero del torace, per il capo privo di fossette, le antenne più lunghe e più
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snelle, con gli ultimi artìcoli non trasversi, le elitre più lunghe con punteggiatura grossolana e densa. Inoltre il capo della Capvaz ha i lati dietro gli occhi convergenti fino al collo e non divergenti come nella Matzenaiieri, almeno per quanto si può arguire dalla figura.
In chiusa a questo lavoro mi permetto di ringraziare vi- vamente i signori prof. R. Gestro e Agostino Dodero di Ge- nova, per il gentile invio del loro numeroso materiale e spe- cialmente il signor Dodero per la gentile comunicazione delle specie descritte, già da lui riconosciute quali nuove.
Trieste, 77 Maggio ig22.
INTORNO AD ALCUNI OTIORRHYNCHUS DELLE ASTURIE Nota di A. e F. Solari
Otiorrhynchiis evanescens nob. n. sp.
0. pajaveiisis Reitter similis et affinis, tamen oculis prominulis, elytris breviter ovalibus, squamosis, haud striatis sed disco seriato-punctatis, antennis pedibusque rufescentibus, distinctus est.
Nigro-piceus, nitidus, parce squamosus e.t pilosus ; scapo recto, parum clavato, scabroso-punctato, pilis brevibus, flavo- cinereis, tote applicatis parce vestitus; funiculi articulo i.° se- cando parum breviore, 3.° obconico, reliquis rotundatis; rostro latitudine longiore, à capite impressione sellata, sat profunda, separato, crebre rugoso-punctato, medio carinato ; fronte sub- plana, irregulariter punctata, oculis prominulis; thorace con- vexo, latitudine aequilongo aut parum longiore, lateribus ro- tundato et basim vetsus parum constricto, basi marginato» disco irregulariter remote punctato, glabro nitidoque, lateribus crebre rugoso-granulato et parce squamoso, squamulis pilifor- mibus, longis, flavo-griseis ; elytris ovatis, basim conjunctim parum emarginatis, humeris rotundatis, evanescentibus, regu- lariter convexis, dorso dense subtiliterque confuse coriaceis, n declivitate postica crebre sed confuse rugoso-granulatis, se-
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riato-punctatis, punctis ad basim elytrorum parum profundis, dein gradatim minoribus et tenuioribus, versus apicem evane- scentibus, in declivitate postica nullis, interstriis subplanis, sqLamulis piliformibus raris, interdum micantibus et maculatim condensatis, obsitis ; pedibus parce pilosis, femoribus clavatis, basi intus hispide pilosis, tibiis emarginatis, scabroso punc- tatis, intus hispide pilosis. Subtus parce pilosus, subopacus, crebre granulatus sed segmento abdomìnis 2.° apice, 3.° quar- toque nitidioribus, parce et irregulariter punctulatis aut obsole- tissime aciculato-substrigoso-punctatis.
(j^. Angustior, subtus impressus, tibiis omnibus incurvis, segmento anali basi punctulato, apicem versus crebre sed te- nuissime strìolato.
9. Latior, tibiis omnibus rectis, anticis apice extus subdi- latatis, segmentis abdominis valde convexis, segmento anale apice impresso ibique confuse aciculato-punctato.
Hispania sept.
Nelle tabelle di Reitter, questa specie prende posto nel 4° gruppo degli Otìorrhynchus s. str., vicino al pajarensis, dal quale si distingue per il colore del corpo più chiaro, le antenne e le gambe rossastre, gli occhi distintamente spor- genti, gli elitri squamosi, più brevemente ed anche più esat- tamente ovali (cioè con omeri meno marcati) e diversamente scolpiti, le tibie anteriori, nel 0^, più curvate.
La scultura degli elitri invero è molto variabile, però, mentre nel pajarensis essi sono solcato - o substriato-punteggiati dalla base all’ apice, nell’ evanescens sono seriato-punteggiati sul disco soltanto, senza traccia di strie o di solchi ; inoltre i punti nelle strie, sul disco, sono fitti, ben definiti ed abba- stanza profondi nel pajarensis^ mentre sono distanti fra loro, mal delimitati e superficiali nell’ evanescens. Il fondo degli elitri (sempre sul disco) è densamente ma confusamenre subrugoso- coriaceo, con granuli foggiati a guisa di denti di raspa, ap- piattiti, poco numerosi e confusi nell’ evanescens ; invece nel pajarensis il fondo è leggermente coriaceo con punti abba- stanza numerosi, leggeri ma ben visibili, nelle interstrie.
Infine mentre sugli elitri il pajarensis porta dei peli brevi, r evanescens ha squamale piliformi, più lunghe dei peli del
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pajarensis^ condensate talvolta in rare macchiette e, quivi specialmente, con riflessi metallici.
Asturie : Oseja, Marana (Schramm-Kricheldorfif).
L’ abbiamo ricevuto dal Sig. Kricheldorfìf, di Berlino, col nome di Perei{i Stierlin (Vedi a pag. 32-34); possediamo il pajarensis di Oseja, Piedra F ta, Pico de S. Isidro, Vengara (Asturie - leg. Schramm).
Otìorrhynchus^analis nob. n. sp.
O. jiigicolae Stierlin similis et aflìnis sed magis elon- gatus, antennis longioribus, thorace longiore, lateribus minus rotundato-ampliato, femoribus tibiisque gracilioribus, processu mesosternali haud nodoso, segmento anale in (-p' late satisque profunde foveolato-impresso, confertissime transversim rugoso, ibique dense, longe flavo-piloso, diversus est.
Ovato-elongatus, niger, subnitidus, supra obsoletissime pruinosus, in declivitate postica parce subtus sat abunde atque longe flavo-pilosus, antennis subgracilibus, scapo recto, apice parum clavato, rude rugoso-punctato, opaco, articulis funiculi hispide setosis, articulo 2.*^ primo longitudine subaequali, la- titudine longiore, 3-7 globosis, moniliformibus, subnitìdis ; rostro subcrasso, rude et dense rugoso-punctato, medio carinato, dorso subplano ; fronte parum sellato-depressa, sat remote et irregulariter punctata, medio foveolata, oculis lateralibus parum prominulis ; thorace latitudine longiore, lateribus parum ro- tundato, maxima latitudine ante medium, dorso convexo, sub- remote parum profunde versus latera densius punctato, late- ribus granulato ; elytris ovatis, basi subconjunctim parum profunde emarginatis et thorace parum latioribus, humeris ro- tundatis, dorso parum convexis, apice oblique declivibus, se- riato-substriato-punctatis, punctis sat remotis, subrectangula- ribus, a basi ad apicem gradatim minoribus, in declivitate postica multo obliteratis, interstriis planis, fundo obsolete co- riaceis, remote punctulatis, femoribus muticis, parum clavatis, apicem versus parum profunde et sat late sinuatis, tibiis apicem versus parum incurvatis, rude rugoso-punctatis, intus hispidis, basim versus parum dilatatis et asperatis, apice late parum profunde sinuatis, subtus sat longe flavo-piloso, dense rugoso-
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granulato, segmentis 2-4 medio subnìtidìs, remote punctatis, segmento anale subopaco. Processa mesosternali haud nodoso, rude rugoso-punctato.
(f. Angustior, subtus dense longeque pilosus; late et prò funde impressus, in impressione transversim confertissimeque rugoso-punctatus atque dense flavo-pilosus, segmentis 2-4 la- teribus haud impressis.
9 . Convexior, subtus minus dense pilosus, conveus, seg- mento anale coriaceo, lateribus obsolete impresso, apice obso- lete foveolato, sat dense et transversim aspero-rugoso-punctato, segmentis 2-4 lateribus leviter impressis.
Patria : Hispania.
Molto affine dXV jugicola ed al Johannis Stierlin; per la forma del torace somiglia anche al variabilissimo andarensis Reitter, dal quale ultimo però si distingue per la minore ro- bustezza delle antenne, per gli articoli esterni del funicolo rotondi (invece trasverso-arrotondati nell’ andar ensis\ per il processo mesosternale non nodoso, per la pubescenza del- l’addome molto più abbondante, più lunga e più ispida, per la scultura del segmento anale nel Questo segmento, nel andarensis^ è relativamente poco peloso e provvisto di una impressione foveiforme apicale, la quale occupa 74 della sua su- perficie, mentre xvdiV anali s la stessa occcupa i 74 del segmento.
T)2ì\V jugicola si distingue per i caratteri citati nella dia- gnosi, per la minore dilatazione interna delle tibie anteriori e e la conseguente minore "sinuosità delle stesse, infine per i femori meno robusti, non angolosamente dilatati e, dopo la dilatazione molto meno profondamente sinuati, non stretta- mente sinuato-incisi come ntW jugico la.
Nell’ insieme dei caratteri e nella forma del corpo 1’ O. analis è ancora più simile al Johannis che dXV jugicola; nel Johaìinis gli elitri sono però dappertutto provvisti di peli giallo-aurei, le strie sono ben marcate, i punti nelle stesse arrotondati, più fitti e separati da un granulo appiattito; le interstrie, verso i lati, sono distintamente asperato-granulose; nell’ analis invece i punti sono quasi rettangolari, separati da uno spazio piano lungo almeno quanto il punto e le interstrie.
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anche verso i lati degli elitri, sono distintamente punteggiate, non granulose.
Infine nel Johannis il segmento anale, nel , ha verso l’apice una depressione foveiforme molto ridotta, superficiale e quasi nulla, è poco peloso, abbastanza fortemente ma poco densamente rugoso-punteggiato.
Tre esemplari (2 cf cf, i 9) raccolti a S. Isidro e Puerto de S. Isidro (Asturie) del Signor Schramm (coll. Dodero, coll, nostra).
Nella 9 torace è subopaco, perchè leggermente coriaceo sul fondo; riteniamo però che tale scultura sia anormale, come pure riteniamo suscettibili di variazione ed anche di scomparsa totale le impressioni ai lati dei segmenti; ciò che si verifica ad esempio nel andarensis.
I grossi esemplari di quest’ultima specie frequentemente portano, sul ‘4.® segmento, una impressione laterale, sulciforme ed obliqua, la quale occupa tutta la lunghezza del segmento; i piccoli esemplari ne mancano quasi sempre.
Otiorrhynchus Perezi Stierlin.
Reitter nella tabella LXIX (Wien. ent. Ztg. XXXII p. 56) pone r O. P^'^'ezi ed il pilicornis Chevrol. in sinonimia dell’t?. atroapterìis Gyll. Noi riteniamo ingiustificata questa sinonimia pura e semplice: il Perezi, anche secondo noi, non è specifi- ’ camente distinto àdXV atroapterìis, però deve essere considerato come razza, distinta dalla forma tipica per i caratteri dati da Stierlin, e cioè per la clava più breve, meno distintamente articolata, il torace più breve, gli elitri proporzionalmente più larghi e scolpiti un po’ diversamente da quelli atroapterìis tipico. In quest’ultimo essi, sul disco, sono distintamente gra- nulati su fondo quasi liscio, di guisa che i granuli appariscono nettamente separati gli uni dagli altri e, visti sotto qualsiasi luce, sono sempre apprezzabili come tali; i solchi degli elitri sono più leggeri e sprovvisti di veri punti, le interstrie un po’ meno convèsse.
Invece nel Perezi i granuli sono più piccoli e più appiattiti, posti sopra un fondo irregolarmente rugoso-coriaceo, col quale si confondono facilmente e, visti sotto una certa luce, appaiono
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essere granuli o punti, che dir si voglia, foggiati a guisa di raspa. I solchi elitrali sono più profondi e distintamente pun- teggiati (per quanto i punti sieno molto leggeri), le interstrie sono più convesse.
Nella collezione Stierlin esistono, col nome di Perezi^ due esemplari, gentilmente mandatici per V esame dal Sig. O, Leonhard, che non sono tipi.
Infatti, mentre Stierlin dice espressamente (Beri. ent. Zeitschr. VI-1862 p. 361) di aver descritto la specie su esemplari co- municatigli da Perez, dei due esemplari sopra citati: il i.° ((-f) porta r indicazione « Espagne-Seoane », il 2.'^ (9)> che ha uno spillo differente dal primo e pare anche preparato da altra mano, non ha indicazioni di località e porta semplice- mente il segno « 2 cf risponde perfettamente alla de-
scrizione del Perezi, la 2 invece appartiene alla specie pa jarensis Reitter (2- Nella nostra collezione abbiamo un esem- plare (2) Perezi, che appartenne alla collezione Stierlin.
Questi, nell’ inviarcelo molti anni or sono, scrisse sulla distinta dell’invio « Perezi'. Spanien » perchè lo spillo non portava alcun cartellino con indicazioni di località di cattura od altre. — Osserviamo che lo spillo della nostra 2 c differente da quello del della collezione Stierlin, onde si può supporre che la nostra 2 ”r)n provenga dalle raccolte Seoane. E’ forse la nostra 2 vero tipo ?
Otiorrhynchus cantabricus Seoane.
A pagina 61 della Tabella LXIX, Reitter dice che la descrizione non permette di identificare questa specie, para- gonata dall’ Autore al monticola Germ.
Esaminata attentamente la descrizione, riprodotta a cura del Dr. v. Heyden sulla Deutsche ent. Zeitschr., 1909, p. 609, noi crediamo di poter affermare che la specie descritta da Seoane è l’ atroapterus^ -e precisamente la razza Perezi.
(i) Non è possibile confondere il Perezi col Pajarensìs dello stesso sesso, perchè il Perezi ha le tibie anteriori molto visibilmente laminate, lo scapo munito di peli ispidi e bianchi, in- vece \\ pajarensìs (ed anche V evjLnescens nob.) ha le tibie anteriori di forma quasi normale, cioè non laminate, e manca totalmente di peli ispidi sullo scapo.
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Nessuno dei caratteri indicati dà Secane, per quanto espressi in modo certamente poco intelligibile, non si addice
al Perezi^ anzi i più salienti gli sono propri! e cioè : sub-
nitidus, /i:/<^o-pilosus antennis tì:/^^-pilosis elytris ovatis,
rugosis, costis paulo elevatis, scapo albo-^\\om^ pedibus
pilosis. » V’ ha poi la chiusa « habitat in arenosis maritimis che induce a concludere trattarsi certamente ééW' areno su s e, per ragione di distribuzione geografica, della razza Perezi.
Che si tratti del Perezi ci induce anche a crederlo il fatto che V esemplare (-f del Perezi^ della collezione Stierlin, proviene appunto dalle raccolte di Secane.
In base a quanto abbiamo esposto precedentemente si stabilisce la seguente sinonimia:
0. atroapterus Gyll.
ar enosus {}As.c 'LQdLy) SiÌQvWn Beri. Ztschr. i86i p. 103
var. Perezi Stierlin.
cantabricus Secane ? pilicornis Chevrol.
Dott. Giuseppe Muller
Conservatore del Museo Civico di storia naturale di Trieste
DI ALCUNI OTIORRHYNCHUS DELLA REGIONE ADRIATICA ORIENTALE
i) Note sui Dodecastichus.
Otiorrh. (Dodecastichus) dalmatinus v. sutomorensis Apfb. 1920 (Glasn. Zem. Muz. u Bosni i Herceg., pag. 16) = dal- matinus ab. rubripes Solari 1915 (Annali Mus. Civ. Genova, XLVI, pag. 281). — I fratelli Solari hanno espresso già nel 1915 esser loro convinzione che Y Otiorrh. latin Stri, non possa riferirsi alla forma eritropoda del dalmatinuSy bensì al con- senianeus, ed hanno proposto per quella il nome rubripes. All’Apfelbeck pare sia sfuggito Timportante lavoro dei Solari sui Dodecastichus italiani, perchè senza farne menzione, enun- cia nel 1920 « O. lauri Stri, est = c onsent aneti s 'o e deno-
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mina la forma eritropoda del dalmatinus « var. sutomorensis ».
Per le forme affini al turgidus rilevo con piacere che l’Apfelbeck nel suo recentissimo lavoro (Glasn. 1920, 16) ha accettato la mia opinione, distinguendo specificamente \'0. brevìpes dal turgidus e considerando XO. sinjanus Pen. come una forma piccola del hrevipts Apfb. Purtroppo anche qui l’Apfelbeck enuncia tale constatazione come novità, senza far menzione del mio lavoro d^^l 1916 (Ent. Blàtter, XII, 105), nel quale sostenni, contro l’opinione del Reitter, la diversità specifica del sinjanus dal turgidus e la probabile identità spe- cifica del sinjanus col brevipes o bilekensis che eraniD ri- tenuti prima come semplici varietà del turgidus.
Sempre nello stesso lavoro (1920) l’Apfelbeck cita XO. turgidus come specie a sè. Come ebbi ad asserire sei anni fa (Ent. Blàtt. 1916, 104-106) sono tuttora convinto dell’unità specifica degli O. turgidus e mastix. Infatti, prescindendo da tutti i passaggi che s’incontrano nella regione adriatica set- tentrionale, sarebbe ben strano che un Otiorrhynchus tanto frequente quanto il mastix nei paesi della cessata monarchia e in Italia manchi del tutto in Dalmazia. La verità è che vi manca la forma tipica, ma non la specie come tale, che è sostituita in Dalmazia dall’ O. turgidus. Questo va conside- rato adunque come una forma vicariante o razza dalmata del 'tnastix. La presunta differenza nella scultura del torace tra il mastix e il turgidus perde ogni valore per l’enorme variabilità di tale carattere in certe regioni della- Venezia Giulia.
Un fatto del tutto analogo di distribuzione geografica troviamo nel gruppo del pidverulentus - dalmaiimis. Il pul- veruleìitus, specie sparsa dai_ monti della Transilvania e della Bosnia fino alla Venezia Giulia, non si arresta al confine della Dalmazia, ma ne invade buona parte del territorio, assumendo i caratteri del dalmatùius. Questo ultimo va considerato adun- que come una forma vicariante dOi. pulverulenttis, ciò che dichia- rai pure nel mio surriferito lavoro del 1916, pag. 106. Del resto l’Apfelbeck stesso fi. c. 1920, pag. 16) parla di una forma di transizione tra il pulverìilentus e il dalmatinus (la var. orni della Bosnia centrale e dell’Erzegovina settentrio-
naie), senza trarne però la debita conclusione dell’unità spe- cifica di questi due Otiorrhynchus.
2) Otiorrh. spalatrensis subspec. nova biocovensis m.
Nella mia relazione sul viaggio in Dalmazia nel 1905 (Vei h. zool. bot. Ges. 190?, 12) riferii V Otiorrh. spalatrensis trovato sulla vetta del Biocovo per la granulazione più fine alla razza gylippus Reitt. Essendo ora in possesso di alcuni esemplari dell’Erzegovina (Jablanica, leg. W. Liebmann), che credo di poter considerare quali veri gylippus, mi accorgo che la forma del Biocovo rappresenta una razza ben diversa che descrivo col nome di biocovensis. Essa ha bensì la gra- nulazione più fina del vero spalatrensis, però non così fina come nel gyUppus', specialmente i granuli del torace ap- paiono più grossolani che negli esemplari erzegovinesi. La dif- ferenza principale sta però nelle squamule delle elitre che nel biocovensis sono molte addensate ai lati e molto rarefatte sul dorso, di modo che le elitre appaiono grigio-chiare ai mar- gini e nerastre nel mezzo. Nel gylippus deU’Erzegovina che ho sott’occhi le squamule rivestono uniformemente il dorso e i lati delle elitre. Inoltre il dimorfismo sessuale è ben più accentuato nel biocovensis essendo le femmine molto più lar- ghe e tozze dei maschi; infine le elitre del maschio sono più attenuate verso l’apice, di conseguenza più appuntite, locchè fa apparire il biocovensis maschio più simile per la forma eli- trale a un piccolo O. bisulcatus che a uno spalatrensis.
Sul _Mosor, la montagna che fa seguito al Biocovo verso N.O., trovasi già la forma tipica dello spalatrensis con gra- nulazione delle elitre ben più grossolana e senza squamula- zione condensata ai margini. Essa vive poi su diversi monti della Dalmazia centrale (Dinara, Prolog), non però nei pros- simi dintorni di Spalato come potrebbe presumersi dal nome.
Più al nord, in Croazia, sul M. Risnjak, havvi una forma dello spalatrensis con granulazione alquanto più fina della forma tipica, però meno fina del gylippiLS, Le squamule sono poco dense, come nello spalatrensis tipico, e uniformemente sparse, non addensate ai lati. Questa forma locale, essendo la più nordica e differente dalle altre, merita certamente un
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nome; però converrà esaminare prima i tipi della v. cardini- geroides Reitt., pure della Croazia (Bjelolasica) che, data la vicinanza dell’habitat, potrebbe eventualmente riferirsi anche alla forma del Risnjak.
3) Otiorrhynchus novaki n. sp.
Specie del gruppo del duinensis Germ. (Satnalistus Reitt. Tab. 70, pag. 23). Esteriormente essa presenta alcuni carat- teri del duinensis altri del signatipennis: i punti delle strie elitrali sono evidentemente pupillati e le setole delle interstrie un poco sollevate, come nel duinensis, però il capo ed il rostro sono ben più larghi e più somiglianti al signatipennis (sensu Apfb. 1898). Differisce da ambedue per le elitre poste- riormente meno attenuate, più ampie, e all’apice più larga- mente arrotondate, nonché per il pene diverso, come risulta dalle figure qui riprodotte.
y
1
Apice del pene deW Otiorrhynchus signatipennis (fig. i), del Novaki (fig, 2) e del duinensis (fig. 3),
Una serie di esemplari perfettamente identici venne cat- turata dal mio amico Pietro Novak sulle falde del M. Svilaja nel circondario di Muc (Dalmazia centrale) nel Giugno 1913.
Il gruppo dell’f^. duinensis venne studiato nel 1898 dal- l’Apfelbeck (^), il quale ridusse il numero delle specie già note a due {duinensis e signatipennis), aggiungendone una nuova {stenorostris Apfb.). Reitter seguì l’Apfelbeck e distinse nella sua tabella degli Otiorrhynchus pure le medesime tre specie. Lo studio comparativo del materiale delle Alpi orientali e del Carso mi convinse trattarsi effettivamente di due sole
(1) Verh. zool. bot. Ges. Wjen, voi, 48, pag. 371.
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specie : duinensis e signatipennis, ben distinte anche per la conformazione del pene. Lo stenorostris rientra nella cerchia specifica del duinensis, del quale esso rappresenta la forma continentale. Evidenti esemplari di transizione la collegano perfettamente col vero duinensis, che costituisce la forma littorale. Il pene dello stenorostris è identico a quello del duinensis.
Diverso, e per caratteri esteriori e per la conformazione del pene, apparisce VO. Novaki, che viene a formare una terza specie distinta, dalmata.
Per maggiore chiarezza fo seguire uno specchietto per la determinazione delle specie del gruppo del duinensis, osser- vando però che in casi dubbi converrà assolutamente ricorrere aU’esame del pene :
1. I punti delle strie elitrali (in esemplari freschi e bene con-
servati) pupillati, con squametta centrale ben visibile. Le rimanenti squame della superficie elitrale più larghe, tondeggianti o ovali, molto dense . . . . 2
-. I punti delle strie elitrali non pupillati, con squametta centrale poco appariscente, setuliforme. Le rimanenti squame elitrali generalmente più allungate, meno dense ed in parte anche setuliformi. Rostro breve e tozzo, specialmente nella femmina. — Montagne dell’ Istria, Camicia e Croazia. signatipenuh Mill.,. Apfb.
2. Rostro breve e tozzo, simile a quello del sìgnatipennis,
elitre più brevi, posteriormente più larghe, meno attenuate. — Dalmazia centrale. Novaki m. n. sp.
-. Rostro più stretto e lungo, elitre più allungate, più atte nuate verso l’apice . . . . . . .3
3. Forma littorale con setole elitrali più o meno sollevate e
perciò ben visibili in profilo. — Plaghe littorali dell’Istria.
duinensis Germ.
-, Forma continentale, più piccola, con setole elitrali aderenti. — Carniola, Stiria, Croazia. subsp. stenorostris Apfb.
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4) Il gruppo deirOtiorrhynchus praecellens bosnarum.
Già Stierlin (Mitteil. Schweiz. Ent. Ges. Vili, 1891, 332) nella sua descrizione Otiorrh. puncticollis lo designa pros- simo parente del praecellens. Reitter, nella sua tabella degli Otiorrhynchus (Wien. Ent. Zeitg. 1913) copsidera il praecellens ed il puncticollis come appartenenti a due differenti gruppi {P hai abitar rhynchns e Dibredtis) (i). L’inesattezza di questa scissione venne recentemente rilevata dall’ Apfelbeck (Glasn. Zem. Muz. u Bosni i Herceg., 1920, 13), il quale però, a quanto pare, considera il praecellens e W puncticollis (o bosna- rum) bensì come molto affini, ma specificamente diversi.
In base allo studio comparativo degli Otiorrhynchus della mia collezione e specialmente del materiale del Krivosije e del M. Dinara, propendo per l’unità specifica degli Otiorrhyn- chus in questione. Il fatto che i due Otiorrhynchus abitano territori diversi e che studiando il materiale dal punto di vista geografico si possono stabilire per vari gruppi di mon- tagne altrettante razze strettamente locali, delle quali alcune attenuano le differenze morfologiche delle due forme estreme, mi pare che parli abbastanza chiaramente in proposito.
Una caratteristica di questo grupypo di Otiorrhynchus, messa in rilievo involontariamente per la prima volta dal
(i) Non è questo l’unico caso, come osserva giustamente l’ Apfelbeck, che Reitter abbia posto specie assai affini o addirittura identiche in gruppi diversi (Glasn. Zem. Muz. u Bosni i Herceg., 1919). In generale si osserva che nè la tabella di Stierlin nè quella di Reitter rispecchiano il grado di parentela effettiva delle specie. Gli innumerevoli nomi esotici introdotti dal Reitter per la designazione dei suoi gruppi di spec'e non sono- anzitutto validi dal punto di vista della nomenclatura ora in vigore, perchè fondati su gruppi di rango inferiore al sot- togenere; ma sono benanco superflui e vanno, a mio modo di vedere, del tutto ignorati, perchè i rispettivi gruppi sono spesso tutt’altro che omogenei. Nemmeno il dente femorale, che servì finora per definire il sottcgenere Dorymerìis, è a mio parere un carattere adoperabile per la divisione primaria del genere, essendovi tante specie con dente talmente indistinto, che riesce difficile il dire se trattasi di un Otiorrhynchus o di un Darymerus. Secondo me con- verrà-rivedere con pazienza tutta l’enorme schiera di Otiorrhynchus cercando di stabilire an- zitutto quei gruppi di specie che risultano indubbiamente omogenei per la totalità dei loro caratteri e per la loro distribuzione geografica ; poi si potrà da ultimo stabilire in quali e quanti sottogeneri e gruppi minori si divida realmente il genere Otiorrhynchus. Lavoro tita- nico, che richiederà ancora molti anni di studio basato sopra un ricco materiale ed effettuato con criteri moderni. Mi auguro che 1’ amico Carlo Lona, il quale si dedica ormai esclusiva- mente allo studio degli Otiorrhynchus possa sbrogliare almeno in parte la matassa costituita da un genere sì caotico.
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Reitter, (2) sta nella conformazione speciale apice elitrale^ che presenta un ingrossamento arcuato^ sporgente, del mar- gine apicale e un’ impressione più o meno profonda del de- clivio elitrale immediatamente innanzi al predetto ingrossa- mento. Il colore profondamente nero, la mancanza di un dente femorale e le' elitre, del tutto o quasi, prive di pube- scenza sono altri caratteri distintivi del gruppo.
Per stabilire la nomenclatura delle varie forme conviene ricorrere alle descrizioni originali. Il praecellens venne descritto da Stierlin (Mitt. Schweiz. Ent. Ges., 1886, 282) della Dal- mazia e dell’ Ungheria meridionale e f accolto dal Dr. Branc- sik. Come osserva l’Apfelbeck (Glasn. 1. c., 1920, 18) risulta da una relazione di viaggio del Dr. Brancsik (Reise an der dalmatinischen Kùste im Jahre 1885) che egli scoperse il praecellens in una località vichip ad Almissa, dunque in Dal- mazia e non già in Ungheria. Io non posseggo esemplari dei prossimi dintorni di Almissa, però ne raccolsi sul Mosor, montagna situata tra Almissa e Spalato. Credo perciò di poter riferire i miei esemplari del Mosor al praecellens, o tutt’al più a una pìccola varietà alpina del medesimo. Il Reitter, che nella sua tabella degli Otiorrhynchus cita il praecellens solo deir Ungheria, ne distingue la forma del Mosor col nome di var. mosorensis Reitt., senza nemmeno accennare al vero praecellens dalmate di Almissa.
Rispetto dì puncticollis (attualmente bosnarum Csiki nom. nov.) il praecellens o mosorensis, come si voglia chiamarlo, sì distingue per il rostro più breve e più tozzo, le elitre lu- cide, non zigrinate, più slanciate e 1’ ingrossamento apicale arcuato delle elitre più fortemente sviluppato e più ampio.
Reitter riferisce alla sua var. mosorensis anche gli esemplari del M. Maggiore nell’Istria, che io ritrovai colà fin dal 1908. Infatti per grandezza e forma gli esemplari del M. Maggiore combinano perfettamente con quelli del Mosor, solamente la carena mediana del rostro è poco evidente o quasi del tutto obliterata. Però, non essendo del tutto costante
(2) Dico « involontariamente », perchè ad onta della scoperta di tale carattere Reittcf non riconosce l’intimo nesso filogenetico delle due speci?,
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sviluppo della carena rostrale nemmeno nella forma del Mosor, tralascio di fondare una razza speciale per gli esem- plari del M. Maggiore.
Posseggo poi il praecellens del M. Biocovo (1762 m.) in Dalmazia ove lo raccolsi nel 1905 e 1907. Gli esemplari del Biocovo sono quasi identici a quelli del Mosor.
Di statura maggiore sono invece gli esemplari raccolB da me sul M. Orljac, ad est del Biocovo, in posizione più bassa (circa 900 m.). Non è da escludersi che questa forma raccolta più in basso sia proprio identica col vero praecellens del Dr. Brancsik, essendo questo pure una forma relativamente grande (lunga 8 mm. secondo Stierlin).
Nei monti del Krivosije, alle Bocche di Cattaro, riscon- trasi una razza ben distinta dai praecellens surriferiti, sia per il rostro più allungato, sia per la zigrinatura delle elitre che occupa nel maschio almeno il declivio posteriore e nella fem- mina tutta la superficie delle elitre. Le elitre stesse sono poi più larghe, maggiormente arrotondate ai lati.
Per questi caratteri la razza del Krivosije si avvicina al bosnarunty però ne differisce per V ingrossamento apicale ar- cuato molto più sviluppato e la punteggiatura del torace più fine. Propongo per questa razza del Krivosije il nome di pseudobosnarum.
Sul Durmitor in Montenegro troviamo la razza Ptntheri Reitt., che per le elitre opache (specialmente nella femmina), per le strie elitrali fine, per la lunghezza del rostro e V in- grossamento apicale delle elitre meno sviluppato coincide col òosnarnm, dal quale differisce per la punteggiatura del torace molto più fina.
Nella Bosnia meridionale, specialmente sulla Bjelasnica, vive il bosnarum Csiki {punctlcollis Stri.) s. str. È una forma a rostro allungato, elitre zigrinate, con ingrossamento apicale relativamente debole e forte punteggiatura del torace. Il territorio del bosnarum si estende sino ai confini del Monte- negro (Volujak), donde potei esaminare alcuni esemplari nella collezione del mio amico Dott. Messa di Trieste.
Sul M. Dinara, ai confini tra la Bosnia e la Dalmazia, raccolsi nel 1909 assieme alkamico P. Novak un Otiorrhynchus
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di questo gruppo che va distinto da tutte le altre razze finora descritte. Si tratta di una razza piccola, simile al mosorensis di Reitter, con rostro breve e carene rostrali assai deboli, la quale differisce però dalla razza del Mosor e del M. Mag- giore per la zigrinatura delle elitre e per V ingrossa- mento arcuato all’ apice delle elitre meno sviluppato. Questi due caratteri avvicinano la razza del M. Dinara al bosnarum. dal quale essa differisce però per statura minore, rostro molto più breve e tozzo, gambe e antenne più brevi e punteggia- tura del torace più fine.
Io designo questa razza del M. Dinara col nome di subspec. Lonae in omaggio al mio ottimo amico Carlo Dona di Trieste, assiduo studioso di Otiorrhynchus.
Riassumo i caratteri distintivi nel seguente specchietto per la determinazione delle razze dell’ (9. praecellens.
1. Elitre punteggiate sulle interstrie, lucide, non zigrinate. -
L’ingrossamento arcuato del margine apicale molto spor- gente e ampio. - Rostro più breve, punteggiatura del torace più fine che nel bosnarum. - M. Maggiore, Mosor, Biocovo, Orljac. praecellens
-. Elitre zigrinate almeno sul declivio posteriore, spesso total- mente opache ....... 2.
2. L’ ingrossamento apicale delle elitre molto ampio e spor-
gente, come nel praecellens, però il rostro lungo come nel bosnarum, - Punteggiatura del torace fine. - Kri- vosije. subsp. pseudobosnarum m.
-. L’ingrossamento arcuato dell’apice elitrale meno sporgente, più piccolo e meno ampio ..... 3.
3. Punteggiatura del torace grossolana e densa, rostro
lungo, bisoleato e tricarenato. - Strie elitrali più marcate. - Bielasnica, Volujak ed altri monti della Bosnia merid.
subsp. bosnarum Csiki. -. Punteggiatura del torace fina. Strie elitrali molto fine.
4.
4. Della grandezza e statura del bosnarum, col rostro egual-
mente carenato e solcato, però un poco più breve. - Durmitor, subsp, Pentheri Reitt.
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Razza più piccola, più allungata, il rostro evidentemente più tozzo del bosnarum, superiormente quasi piano, punteggiato, con leggeri accenni di carene. - Dinara.
subsp. Lonat m.
5) Otiorrhynchus (Aleutinops Reitt.) crepsensis nov. spec.
Molto affine all’ (9. elegantulus, però per la mancanza di squamale e la lucentezza del tegumento somigliante ad un TroglorrhynchiLS.
Il capo conformato come nell’ 6^, elegantuluSy cogli occhi di eguale grandezza, solamente le antenne più allungate. Il torace parimente come nell’ elegantnhis, con leggera carena mediana, però la superficie meno granulosa, anzi nel mezzo evidentemente punteggiata, con intervalli lucidi e piani. La squamulatura del torace quasi deficiente, ridotta a poche squamule laterali, poco appariscenti. I peli invece bene svi- luppati e dispost' trasversalmente, come néWelegantiilus. Le elitre della stessa conformazione come noW elegantidus, però un poco più allungate e lucide in seguito alla mancanza di squamale / le interstrie con una serie di peli giallognoli molto evidenti. Le zampe come n^Welegantiilics, però tutti i femori, specialmente i posteriori, con dentino a c u t o, spiniforme. Il colore del corpo rosso bruno, lucido, come nei Troglorrhyn- chiis. La statura maggiore che nell’ degantulus ; lunghezza (col rostro) 5.5 mm.
Questa bellissima specie venne scoperta dal Signor Giorgio Ravasini durante un’ esplorazione intrapresa dalla Sezione Universitaria del Club Alpino italiano nella Pasqua decorsa in una caverna nell’isola di Cherso.
Trattandosi di un Oiìorrhynchus certamente affine al- Velegantiiliis volli accertarmi se non fosse il caso di riferirlo alvo, tennis Stierl. del Velebit che Reitter mette in sinonimia QoW eUgantidus. Scrissi perciò al Sig. Otto Leonhard di Dresda, il quale con squisita gentilezza mi mandò i tipi del- VO. tennis che si conservano nella sua collezione. E questi infatti sono dei veri elegaìdulus, densamente squamulati, col torace granulato ecc. ecc. e perciò affatto diversi dalla nuova specie scoperta da Ravasini a Cherso.
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APPUNTI COLEOTTEROLOGICI
per Agostino Dodero fu G.no IIP (i)
Amblysfomus rectangulus Reitter — Non mi risulta che questa specie sia ancora stata segnalata d’Italia. Io ne vidi un esemplare dei dintorni di Roma raccolto dall’ amico Lui- gioni, e ne posseggo un altro proveniente da Lipplano (prov. di Arezzo) donatomi dal Dr. Andreini.
Pterostiehus Andreinii, n. Sp. — Specie interessantissima appartenente al gruppo dei rari P. riodicornis Fairm., micro- phthalmus Belar, e Nadari Vuillef. — Più vicina al micro- phthalmits, ^del quale ha la statura e 1’ aspetto, sopratutto negli esemplari imperfettamente pigmentati, ma ben distinta da esso per i seguenti caratteri :
Il colore, negli individui a completo sviluppo, è nero profondo, soltanto i palpi e le altre parti boccali sono di un bruno rossiccio, le tibie, i tarsi e le antenne di un bruno scurissimo, quasi nere.
Il capo è più stretto, la carena laterale che termina sopra la inserzione delle antenne è in avanti molto ingrossata ed ottusa, gli occhi sono molto più grandi e sporgenti, sicché riproduce quasi esattamente la forma e le caratteristiche di quello del nodicornis. Le antenne invece sono conformate come nel microphthalmiis.
Il torace è simile a quello del microphthalnius, ma un poco più breve e più cordiforme, gli angoli anteriori non sono però acuti e sporgenti in avanti, ma sensibilmente arroton- dati all’apice e meno sporgenti ; manca poi completamente la dilatazione della doccia laterale presso gli angoli anteriori, essendo essa di uguale larghezza in tutto il suo percorso. Il prosterno oltrepassa alquanto il livello posteriore delle anche an- teriori, poi subitamente si ripiega in alto determinando così un angolo ben visibile di profilo.
(i) Vedi : I. serie in Riv. Coleott. ital , VI, 1908, p. 93 :
» II. » Ann. Mus. Civ. Genova, voi. XLVU, 1916, p, 337,
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Elitre un poco più brevi, a lati leggermente incurvati, sicché appaiono meno parallele ; interstrie dorsali piane, le strie però un poco più marcate, punteggiatura in esse poco apprezzabile ; terzo intervallo segnato da tre punti addossati alla 3^ stria, grossi punti sulla 8^ stria più numerosi, special- mente nella serie apicale. Apice delle elitre leggermente si- nuato ai lati e più regolarmente arrotondato.
: L’ultimo sterilite nel ^mezzo è munito di una pic- cola carena un pò obliqua, non troppo regolare, dentata o appuntita verso la sua metà. Ai lati di questa carena si os- servano due depressioni irregolari poco profonde.
Lungh. 13-14 mill.
Oltreché per i caratteri desunti dalla descrizione prece- dente, la nuova specie si distingue facilmente dal Nadari per la base del torace non punteggiata, e dal nodicornis per le antenne più allungate e la presenza di un solo poro seti- gero presso gli angoli anteriori del torace.
Questa bella e rara specie é stata scoperta nel 1910 dall’amico Dr. A. Andreini, che ne raccolse un unico esem- plare a Monte Nerone, nell’ Appennino umbro-piarchigiano. Dieci anni dopo ne ritrovò pochi altri che mi hanno per- messo di valutarne con maggior precisione i caratteri e sten- derne la descrizione.
Metadromius Myrmidon Fairm. — Segnalato sinora sol- tanto di Sicilia, io ne ho osservato esemplari provenienti da Poggio Cavallo, prov. di Grosseto, e da Lippiano, prov. di Arezzo (Andreini).
La sinonimia del Dromiolus nanus Fiori colla specie pre- sente é stata già indicata dal Vitale (Atti Accad. Pelorit., Anno CLXI, Voi. XXIX, 1920, estr. p. 7, nota), tuttavia non credo superfluo ripeterla, poiché essa apparve in un pe- riodico poco noto alla generalità dei coleotterologi.
Bidessus thermalis Germ. — Di questa specie, indicata nel catalogo Bertolini di provenienza toscana e sicula, ebbi or sono parecchi anni alcuni esemplari raccolti a Montegrotto presso Padova dal Prof. R. Issel, e il Dottore A. Andreini l’aveva trovata fin dal 1899 a Porto Corsini (prov, di Ra-
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velina). Più recentemente ne ebbi alcuni altri esemplari delle acque termali di Roselle vicino a Grosseto, mandatimi dal Prof. Razzanti. Questi ultimi esemplari differiscono però dagli altri sopra citati e dalle diverse varietà di questa specie per statura minore e la forma più stretta, e per la colorazione delle elitre che è sovente molto più scura ; le macchie nere invadendo quasi tutta la superficie elitrale, il colore chiaro resta ridotto ad una macchia subtriangolare vicina alla base, limitata internamente dalla stria suturale, ad altra laterale esterna subumerale allo stesso livello della prima, una terza piccola macchia pure laterale esterna verso i dell' elitra, ed infine una piccolissima, trasversale, preapicale. Questa co- lorazione stacca nettamente gli esemplari grossetani da tutti gli altri ed è abbastanza costante negli individui . esaminati. Propongo per questa forma il nome di var. Razzautii in onore del suo scopritore.
Megarthrus stercorarius Rey — Questa specie, nota si- nora soltanto dei Pirenei, deve aggiungersi alla lista di quelle trovate in Italia, essendo stata raccolta, in pochi esemplari, sul Monte Rima e sulle Cime Serolo nelle Giudicarle dal Sig. C. Mancini.
Anthobium ophthalmicum Payk. var. nova Biglianii m.
— L’/4. ophthalmicum è concordemente descritto da tutti gli autori come di colore uniforme testaceo in ambo i sessi (ad eccezione della porzione apicale delle antenne), e solo, una var. è segnalata da Gredler (var. disciniim) che presenta una macchia scura sul disco delle elitre.
Io ho però ricevuto dal nostro Consocio P. Bigliani un esemplare di Anthobium da lui raccolto a Carcare, che non posso riferire che aW ophthalmicum., ma che ha l’addome nero fuorché all’apice. Ho creduto per molto tempo si trat- tasse di una variazione accidentale, ma più tardi presi io stesso alla Certosa di Pesio parecchi esemplari di questa forma che è perfettamente costante. Ritengo quindi utile as- segnarle un nome, dedicandola al suo scopritore.
Le 9 sono colorate come nella forma tipica.
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Anthobìum tempestivmn Er. — E’ certo per un errore di stampa che è indicata la Sicilia quale provenienza degli Anthohmm tempestivum Er. e varietà obscurellum Luze e Satanas Luze nella nota pubblicata dal Luze nelle Verh. d. k.k. Zool. bot. Gesellschaft di Vienna, Voi. LXI, 1911, p. 334. — Questi insetti furono invece raccolti tutti in Sardegna, e precisamente nei dintorni di Aritzo, come era del resto in- dicato nei cartellini di località annessi agli spilli che pur por- tavano gli insetti. — La presenza dell’ A. tempestivuni Er. in Sicilia è per me molto dubbia, e, fino a prova contraria, da escludere.
Orochares angustata Er. — Notata del Piemonte nel Catal. Bertolini, fu pur trovata a Lippiano (Arezzo) dall’An- dreini, crivellando mucchi di riccie di castagne più o meno in decomposizione. E questa la località più meridionale di cui io conosca la specie.
Oxytelus tetratonia Czwal — Di questa rara specie ho raccolto quattro esemplari nei dintorni del Santuario di Graglia (Biellese). Credo sia specie non ancora indicata per la fauna italiana.
Cyrtotyphlus convexus Dodero — Ho già detto, nella prima .serie di questi Appunti, della cattura di questa specie in Garfagnana, ma essa pare più largamente diffusa in To- scana, poiché in seguito ne ebbi esemplari provenienti da Bagni di Lucca, Stazzema, Pisa, Montecatini, e, molto più al sud, da Pòrgine e da Camaldoli (Casentino) in provincia dì Arezzo.
Nell’ Emilia la specie fu pure trovata, dal Minozzi, a Valestra, frazione del comune di Baìsó (prov. di Reggio).
Io la ho ritrovata anche nel Veneto, a Lumignano nei colli Berici (prov. di Vicenza), e il Dr. Andreini a Premariacco , (prov. di Udine) ed a Ramno nell’alto Isonzo, non lontano da Tolmino.
Gli esemplari del Veneto e dell’ Isonzo non differiscono affatto da quelli liguri sui quali è fondata la specie, per cui, considerata la esiguità dei caratteri invocati per stabilire la descrizione del C, Winkleri Breit, e la non grande lontananza
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tra Kamno e il Monte Nanos, donde quest^ultima specie è descritta, io rimango assai dubbioso sulla validità della stessa.
Stenus aterrimus Er. — Segnalato nel Cat. Bertolini del Trentino, Sardegna e Toscana. Io la presi pure nell’Apennino ligure parmense, a Rezzoaglio d’Aveto crivellando nidi di Formica fitsca Linn., var. fusco-ciiierea Forel.
Medon debilicornis Woll. — Manca nel Catalogo sopra indicato, ma è specie sparsa anche da noi. Il Dott. Andreini lo raccolse molti anni addietro numeroso nella loppa marce- scente a Poggio Cavallo presso Grosseto, io ne ho pure un esemplare dei . dintorni di Genova, e il Prof. Fiori lo trovò anche in Sicilia, poiché dalTesame del tipo del suo Euastenus pallidus ho potuto constatare che questa specie non è altro che il Medoo debilicornis.
NUOVE SPECIE DELLA FAUNA LIBICA
COLEOTTERI
Alphasida bengasiana, Wilke, Arch. fiir Naturgeschichte, 87, 1921, p. 254, tav. I, fig. I, Bengasi.
Alphasida mysiica, Wilke, loco cit., p. 255, tav. i, fig. 2, Berna.
(Le due specie sono descritte ciascuna sopra un unico esemplare 9>'Td i caratteri differenziali sono relativamente lievi. Non è quindi escluso che dalFesame di maggior mate- riale delle due provenienze e di altre intermedie, si debbano in seguito riconoscere come due forme di una sola specie.
L’Autore, in altra parte del suo lavoro asserisce la iden- tità, dall’esame dei tipi, delle Asida Combae Gene e Lostiae Allard, di Sardegna, ma evidentemente gli esemplari da lui ritenuti per tipici non erano tali, poiché le due specie sono nettamente distinte. Egli pure considera come razze della Asida sabulosa Fuessl. una quantità di specie, tra le quali le Pir uzzolii Allard, Leosinii Leoni, Fiorii Leo*ii, ed altre che colla sabulosa non hanno altra affinità che quella generica.
A. Dodero).
March. FABIO INVREA, Redattore responsabile.
Stab. Tipografico G. B. MARSANO, Via Casaregìs, 24 - GENOVA
BOLLETTINO
DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA
Anno LIV N. 4
Si pubblio dieci volte l’anno
Conto corrente colla Poeta
Pubblicato il 29 Luglio 1922 Sommario : Atti Sociali.
Comunicazioni scientifiche : A. Dodero : Nuova specie e varietà inedite di Cyrtosus italiani — L. Masi: Reperti di Chalcididae rare o poco note — A. e F. Solari: Alcune note sui Peritelus, e specialmente su quelli appartenenti al sottogenere Homorhythmus Bedel — A. Do- dero : L’ Acanthocnemus ciliatus Perris {Còl) trovato pure sut con- tineìite italiano — R. Gestro: Nuova Platypria delle Isole Filippine.
ATTI SOCIALI
Nuovi Soci. — Furono ammessi dalla Presidenza come nuovi Soci ordinari i signori :
Rag. Emilio Prestigiacomo, Villa Sperlinga, Whitaker, Pa- lermo {Coleotteri della Sicilia).
Prof. Athos Mainardi, piazza S. Jacopo 3-II, Livorno {Ento- mologia Generale, specialmente Coleotteri).
Dr. Pietro Rossi, via S. Maria Valle 5, Milano 6 [Crisidae e Buprestidae).
Dr. Lucio Micheli, via Goldoni 34, Milano 20 {Imenotteri - Biologia).
Guglielmo Ferina, viale Abruzzi 66, Milano 32 {Coleotteri paleartici - Cerambycidae).
D. Vito Zanon, Collegio Pio X, via Etruschi 36, Roma 38 {Entomologia generale).
Frof. P'ilippo Pagliari, via Avignonesi 5, Roma 4 {Entomo- logia generale, particolarmetiie Ortotteri).
Quote sociali. — Il Tesoriere partecipa che hanno pagato la quota pel 1922 i Soci ; Boldori, Andrewes, Bensa, Gasicela, Brian, Ragusa, Fleutiaux, Lombardo G. B., Depoli, Sainte-Claire Deville, Luigioni, Grassi, Micheli, Ferina, Rossi, Bacci, Parisi, Fiori, Marchi, Festa.
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Avvisi ai Soci. — Il Tesoriere prega i Soci che ancorà non hanno trasmesso la loro quota, di farlo con sollecitudine, onde evitare ritardi nella spedizione delle pubblicazioni, se- condo è disposto dall’ art. ° 6.° dello Statuto.
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
NUOVA SPECIE E VARIETÀ^ INEDITE DI CYRTOSUS ITALIANI (Col.) per Agostino Dodero fu G.^:»
Cyrtosus ovalis Lap. (^) ab. nova 9 apicenotatus —
Posseggo un solo esemplare 9 questa forma, che si di- stingue dalla 9 tipica per avere Tapice delle elitre ornato di una piccola macchia rotonda giallo rt>ssiccia. Esso proviene dal Bosco Gariglione, nel cuore della Sila piccola (Calabria), ove fu raccolto dal signor Adolfo Rossi il 17 Giugno 1913.
Cyrtosus dispar Fairm. subsp. nova unicolor — Molto affine alla forma tipica, però facilissimo a distinguere a prima vista, almeno il perchè manca totalmente la colorazione gialla all’apice delle elitre. Ma a questa differenza cromatica, che dà un aspetto particolare all’insetto, si deve aggiungerne un’altra di importanza maggiore perchè si riferisce alla forma degli articoli delle antenne. Queste, nella forma tipica, hanno il 4° articolo quasi regolarmente triangolare, leggermente più lungo che largo, e il lato apicale forma un angolo retto col laterale esterno, e il 5° ha la forma di una roncola robusta.
(i) Nel Catalogo dei Coleotte.i d’Europa, ecc , dei signori Heyden, Reitter e Weise, 19' 6, è inscritto, come varietà delVoz>alù, il Cyrtostis variicolUs Ab., il quale è pure notato alla pagina seguente come varietà del dispar ^ al quale l’avevt dapprima riferito l’autore.
Per c .iarire i dubbi che avevo formati, chiesi ed ottenni, due anni or sjno, la comunica- zione degli esemplari tipici del C. variicoUis che sono conservati nel R.o Museo Zoologico di Torino, e dall’esame di essi potei verificare con certezza che il C. variicolUs Ab. (Ann. Soc* Enf . de Fr , 1891, -p. 2jo) appartiene realmente come varietà al C. dispar. Perciò la forma descritta più tardi, collo stesso nome, (Anales Soc, Esp. Hist. N.it., 189 1, , 90) come varietà deW ovalis dovrà ricevere un nuovo nome, che mi astengo dal proporre non avendo ancora osservato alcuna delle varietà df^Wuvalis descritte nella nota citata.
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della quale la lunghezza del becco non raggiunge quella della porzione basale. Invece nella sottospecie qui descritta il 4° ar- ticolo articolo è più sviluppato, un poco più largo che lungo, il lato apicale è, nella parte interna, scavato e colla punta apicale rivolta in avanti, mentre il 5° è molto più gracile che nella forma tipica, quasi falcato, e quindi col dente incurvo apicale interno nettamente più lungo, più sottile e più aguzzo che nel tipico dispar. Anche i seguenti articoli delTantenna (ó-ii) sono evidentemente più gracili, e quindi, proporzional- mente, appaiono più lunghi, ed i tarsi tutti sono più robusti e più lunghi.
Le 9 invece è assai più diffìcile separarle dalla forma tipica, dalla quale non differiscono che per una maggiore gracilità e lunghezza proporzionale degli articoli delle antenne, specialmente rilevabile negli articoli 4- io, e per il maggiore sviluppo degli articoli dei tarsi.
Fui molto tempo perplesso nel decidere se i caratteri tarsali e delle antenne, uniti al diverso colore e ad una statura lievemente maggiore, potessero avere valore specifico; in ultimo però mi parve più prudente avviso, dato il poco materiale che avevo sott’occhio, di considerare questa forma come una sotto- specie del dispar.
Non ho che un solo e tre 9 > ^ntti provenienti dal Monte Albo (tra Siniscola e Lula) in Sardegna. Del dispar ho molti esemplari di varie località sarde, ma nessuno pre- senta traccie di passaggio alla sottospecie descritta. Gli esem- plari in parola furono raccolti nel Giugno 19 ii dal mio rac- coglitore Derosas.
Cyrtosus Àbeillei nova spec. — Anche questa specie appartiene alla fauna sarda, ed è stata probabilmente sinora confusa col dispar. Ma da esso ne differisce troppo per la forma degli art. 4" e 5° delle antenne per potersi considerare come una estrema variazione. Anche il colore è ben diverso: le antenne sono totalmente nero-submetalliche nei due sessi, la macchia apicale delle elitre nel è per contro più svi- luppata e visibilmente più pallida, talvolta quasi biancastra.
Inoltre essa non è limitata alla parte soprastante la de-
clività apicale, ma invade anche questa in massima parte, é solo rimangono nere le lacinie e spine apicali e strettamente annerita la breve zona tra esse.
Nelle antenne, l’art. 4° è abbastanza simile a quello della sottospeeie ora descritta, ma è ancora più largo, e l’incavo della metà interna del lato anteriore è più marcato, sicché l’angolo anteriore interno dello stesso è più acuto e maggior- mente prolungato in avanti. Il 5° è poi maggiórmente falcato, benché meno gracile che nella subsp. unicolor del dispar, sicché i due art. 4° e 5° dell’ahtenna raffigurano una specie di pinza a punte aguzze e fortemente incurve l’una verso l’altra.
Nella massima parte degli esemplari di questa forma ho pure osservato che il torace é proporzionalmente più breve e* meno ristretto verso la base che non sia negli altri Cyrtosìis, si trovano però, rarissimi, anche esemplari a torace un poco meno breve, quasi normale, sicché non credo si possa valere di tal differenza per avvalorare la separazione specifica delle forme, ben distinte per altro in altra maniera.
11 Cyrtosìis Abeillei era già stato riconosciuto come nuovo dal compianto amico Sig. E. Abeille de Ferrili, ma siccome egli non ebbe occasione, prima della sua morte, di pubblicarne la diagnosi, lo descrivo ora, cambiando soltanto il nome (Doderoi Ab. i. litt.) che Esso gli aveva assegnato.
La nuova specie vive sparsa e non comune (sono rari i (3f) in gran parte della Sardegna, salvo forse la meridionale e le pianure del Campidano. Io ne ho esemplari di Campeda (tipi cf 9 )> Uras, Ales, Giara, Monte Ferru sópra Seneghe, Alà dei Sardi, Tempio e Terranova Pausania.
Cyrtosus cyanipennis aberr. nova apicalis — Variazione di colore assolutamente analoga alla aberr. apicenotatìis, ma che si riferisce a specie diversa. Io ne ho due esemplari, una 9 raccolta nei dintorni di Genova nel Maggio ha la mac- chietta gialla dell’angolo suturale delle elitre più chiara, più tondeggiante e più piccola, l’altra 9 invece, che trovai presso Albenga in fine Maggio 190O, ha questa macchietta un poco più grande, più triangolare e di tinta più rossiccia.
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L. MASI
REPERTI DI CHALCIDIDAE (Hym.) raf<e o poco note
1. Plastotorymus cothurnatus Ms. (asitea Parahoiaspls). Egitto : Kerdassi (Mochi) Noto per il Lazio e dintorni di Bengasi.
2. Cryptopristus trigonomeriis Ms. (Da riferirsi al gen. n,
Exopristiis Ruschka in lift.). Vallo Lucano (Solari), Francia (H. Du Buysson), Austria sup. (Ruschka). De- scritto per risola del Giglio.
3. Diomorus armatus Boh. Bergamo (Micheli). Noto per la Svezia, Inghilterra, Francia, Germania, Austria.
4. Euchalcis agilis (Klug). Egitto: Kerdassi (Mochi). De-
scritta nel 1834 su esemplari di Dongaia Antica nella Nubia.
5. Spilochaicis xanthostigma (Dalm.) Thoms. Sondrio (Coll. Magretti). Nota per la Svezia e Inghilterra.
6. Laniprostilus auricollis Fòrst. Cerchio (Coll. Magretti), Francia (H. Du Buyssoji). Noto per la Germania e Liguria.
7. Phìiomìdes paphius Hai. (~ Sternodes Pusateri De Sie- fani = Deste fania Pnsateri). Sicilia (De Stefani). Noto per l’Albania, Cipro, Sumatra (Coll. Schmiedeknecht), Formosa.
8. Encyrtus chaicostonius Dalm. Bardonecchia (Solari). Noto per la Svezia, Germania, Austria, Spagna.
9. Chalcaspis fumipennis (Ratz.) Mayp Forlì (Zangheii). Trovato in Germania, Austria, Spagna, Is. del Giglio.
10. Paraphaenodiscus bicolor Mercet. Genova (Mantero), Si- cilia: Pachino (Dodero), Sardegna: Flumentorgiu (Solari), Cagliari (Dodero) e Is, Asinara (Folchini). Descritto re- centemente per la Spagna.
11. Anaslatus eurycephalus Ms. Calabria: Sambiase (Menozzi),
Piemonte (Gribodo). Descritto per l’Isola del Giglio.
12. Merostanus excavatus (Dalm.) (— Enpelminus). Diid. di Torino (Gribodo). Noto per l’Europa sett. e centrale e l’Isola del Giglio.
13. Platygerrhus gracìlis Thoms. Sardegna (Folchini). Noto per la Svezia e Liguria.
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14. Colofrechnus subcoeruleus Thoms. Liguria (Maniero). Noto per la Svezia e Austria sup.
15. ChaetOSpila elegans Westw. Veneto (Coll. Magretti). Specie quasi cosmopolita, ma confusa spesso con altre di generi affini.
16. Theocliolax formiciformis Westw. Kamno (Alto Isonzo) (Andreini). Noto per l’Inghilterra, Svezia e Francia.
17. Cecidostiba leucopezus (Ratz.) Mayr. Lago d’Orta, da galle di Cynips calicis in settembre (Maniero). Nota per la Germania, Austria sup., Moravia, Svezia (= C. ru- gifroìis Thpmson, fide Mayr).
18. Hemiptarsenus fulvicollis Westw. Calabria: Sambiase (Menozzi). Noto per l'Inghilterra e Svezia.
19. Àphelìnus longiclavae Mercet. Genova, da Aspidiotus hederae» Descritto per la Spagna.
20. Centrodora amoena Fòrst. Francia centr.: Broùt-Vernet (H. Du Buysson). Descritta per la Germania.
ALCUNE NOTE SUI PERITELUS
E SPECIALMENTE SU QUELLI APPARTENENTI AL SOTTOGENERE
HOMORHYTHMUS Bedel
A. e F. Solari
Reitter nelle sue tabelle degli Otiorrhynchus e nella « Fauna germanica » (1916 - Voi. V, p. 13, 14 e 21), ritor- nando ad un’antica divisione sistematica, basata sulla forma degli uncini, mise nuovamente i Peritelus del sottogenere HomorhythmtLs Bedel (Faune des Coléoptères du bassin de la Scine, Voi. VI, 1888, p. 38) fra gli Otiorrhynchiis s. str. Senza entrare ora in discussione di sistematica generale, che ci condurrebbe troppo oltre, noi esprimiamo il nostro parere che il carattere degli uncini saldati più o meno, o totalmente liberi, è di importanza secondaria, e non può quindi valere per una grande divisione sistematica, perchè, fra l’altro, fa giun- gere al risultato di allontanare forme che invece hanno evi dentemente una parentela molto stretta.
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Preferiamo pertanto attenerci alle conclusioni di Seidlitz (Beri. Zeitschr. 1865 e 0(iorrÌLynchidtiL 1868) il quale separò i Peritelini dagli Otiorrhynchini sopratutto in base alla forma dei femori, che sono poco da vati nei primi ed invece sono nettamente clavati negli ultimi. Il carattere indicato non è così netto come quello tratto dagli uncini, ma conduce ad un aggruppamento sistematico che rispetta più soddisfacente- mente la successione delle varie forme.
In ogni modo non possiamo sottoscrivere alla inclusione negli HoinoyJiythìnus (fatta da Reitter, Tab. LXIX - Wien. E. Z. 1913, pag. 72 e seguenti) degli Otiorrhynchiis Buglioni Caroli^ Kirschi, S lussi neri e seguenti.
Essi sono troppo evidentemente diversi dai Peritelus Cre- mieri^ hirlicornis, e simili, per poter essere considerati, anche se a solo scopo di comodità descrittiva, appartenenti ad uno stesso gruppo di specie.
P. planidorsis Seidlitz.
Reitter (Tab. p. 73) caratterizza il P. gra/tdis. Il P. pla- nidorsis è una specie ben diversa, descritta esaurientemente da Seidlitz (Beri. e. Zeitschr. 1865, p. 341). Ne conosciamo un solo esemplare ( 9 ) di Narbonne (ex coll. Jekel).
Il collega Hustache ci ha scritto di averne visto 4 esem- plari (3 ex coll. Tournier, i ex coll, de Mlarseul) provenienti tutti dai dintorni di Tolone e che anch’egli lo ritiene specie a sè, ben distinta dal grandis.
P. grandis Desbrochers [nebrodensis Daniel i. litt.).
Desbrochers ha descritto la specie su materiale siculo, ma poi ha mandato a noi, col nome di grandis, un esem- plare 9 di astragali, coll’etichetta « grandis m. » scritta di suo pugno.
Probabilmente la stessa cosa è successa nei confronti dei Daniel, onde essi, tratti in inganno dalla falsa determina- zione fatta d'airAutore della specie, e riscontrata la differenza specifica àdV astragali dal grandis, hanno battezzato quest’ul timo nebrodensis.
Il P. grandis si trova in Sicilia (Madonie, Castelbuono) ed anche nella Campania (Cava de’ Tirreni — Anguissola).
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P. astragali Stierlin.
Abbiamo sott’occhio il tipo (ef), gentilmente mandatoci dal collega Leonhard e già visto da Reitter.
La specie è esclusivamente sarda (dintorni di Laconi, Sadali, Seui), per quanto consta a noi; e l’ indicazione dì « Sicilia » per l’esemplare dianzi citato, mandatoci dal De- sbrochers come grandis, è certamente falsa.
Nella collezione Stierlin si trovano anche, col nome di astragali, due esemplari di hirticornis (errore di determina- zione già rilevato dal Reitter), uno di Berna e l’altro senza indicazione di località, certamente non sardo !
P. astragali var. montanus nob. jiova.
A forma typica, indumento grìseo-terreo, antennis panilo gracilioribus, articulis externis funiculi brevioribus, rostro panilo breviore, pterygiis minus dilatatis,thorace plerumque angustiore paullo breviore, minus arcte squamulato deinde minus evi- denter punctato, distinguitur.
Sardinia : M. Gennargentu.
I caratteri indicati sono troppa piccola cosa per far as- surgere al rango di specie il montanus, benché il pene delle due forme sia sensibilmente diverso.
astragali esso si restringe poco e regolarmente ai lati dalla base all’apice, nel montanus invece, all’altezza del foro ejaculatorio, si restringe bruscamente e presenta suc- cessivamente, verso l’apice, una leggera dilatazione angolosa.
Pochi esemplari, raccolti dall’amico Agostino Dodero sul monte Gennargentu. Uno di essi (9) ha il torace estrema- mente sviluppato, tanto che fa, a tutta prima, l'effetto di ap- partenere ad una specie diversa.
P. junìperi Desbrochers.
P. juniperi non è affatto sinonimo di astragali, come vorrebbe Reitter (Tab. p. 74). Non sappiamo capacitarci come egli abbia potuto giungere a tale conclusione avendo avuto sott’occhio il vero juniperi, determinato come tale, che è pre- cisamente l’esemplare di Capo Caccia, da lui descritto col bar- barico nome di sardonins.
Reitter scrisse di aver visto dei co-tipi àtWjufiiptri : evi-
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dentemente però non li controllò colla descrizione (ciò che si dovrebbe far sempre, e sopratutto con cosidetti tipi di certi autori o di certe collezioni), perchè, se l’avesse fatto, avrebbe facilmente constatato che essi nulla avevano a che fare colla specie del Desbrochers.
Noi non abbiamo visto nè tipi nè co-tipi, però abbiamo esaminato un discreto numero di esemplari della collezione Dodero, che li catturò a Capo Caccia in un’ escursione fatta insieme a Damry, e la specie è stata appunto descritta su materiale raccolto dal Damry a Capo Caccia, in quell’occasione.
Del resto Desbiochers ha descritto inusitatamente bene il P. junip ri, onde la specie è identificabile anche senza l’au- silio dei 'tipi.
Del P. sardoniiis abbiamo esaminato il tipo, favoritoci dal Sig. Leonhard di Dresda.
P. ignoratus nob. n. sp.
Elongatus, subdepressus, dense squamosus et breviter setosus ; antennis sat robustis, funiculi articulo 2° parum breviore, 3® breviter obconico, reliquis transverso rotundatis, clava ovata ; rostro capite parum longiore aut subaequale, apicem versus parum angustato, pterygiis parum prominulis, scrobibus supra valde approximatis, oculis prominulis ; tho- race latitudine parum longiore, lateribus paullo rotundato, apice quam basi parum angustiore, crebre punctato, punctis sat profundis interdum confluentibus ; elytris basi conjunctim subangulato-emarginatis, postice rotundatis et abrupte decli- vibus, dorso deplanatis , humeris rotundatis , sat anguste striato-punctatis, interstitiis planis, abunde irregularitei que fusco setosis ; tibiis asperatis et subrigide (posticis praecipue) setosis, anticis, etiam in 9 > apice intus hamatis, extus rotun- datis.
(-/' Parum angustior et robustior, elytris lateribus magis parallelis.
9 Elytris tantulum longioribus, subtus haud dèpresso.
Patria : Sardinia (Laconi, Sadali).
Questa nuova specie, scoperta dal collega A. Dodero, è stata distribuita fra gli amici suoi col nome di astragali, dal
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quale però si distingue con tutta facilità per la diversa forma del rostro e degli scrobi, per il torace più lungo che largo e diversamente conformato, per le antenne molto meno robuste le strie elitrali molto più leggere, le interstrie piane, le squa- mule molto più piccole, gli occhi distintamente sporgenti.
Il P. juniperi ha il torace molto più largo (visibilmente più largo che lungo), molto più sparsamente punteggiato con interstizii irregolarmente rugoso-oiidulati, gli elitri proporzio- nalmente più lunghi, la fronte più larga, il rostro solcato.
hirticornis, del quale ha l’aspetto generale, la sta- tura, ed al quale si avvicina maggiormente che alle altre specie per la lunghezza e la forma del torace, Vignoratns si distingue facil niente per il rostro molto più breve e confor- mato in modo diverso, per gli occhi sporgenti, il articolo del funicolo non incrassato, la punteggiatura del torace molto più densa, le setole delle interstrie punto seriate e molto ab- bondanti.
P. hirticornis Herbst.
A noi non è mai capitato di trovare dei ’ molti
esemplari esaminati. Ci limitiamo a rendere nota questa nostra constatazione, senza trarne deduzioni. Certamenta la parteno- genesi ciclica irregolare ha bisogno di essere provata da ele- menti di fatto più convincenti di quello della constatata dif- ficoltà di catturare i (rfcf di talune specie.
P. tenuicornis Schaufuss.
Reitter (Tab. p. 73) lo ritenne uguale al Cremitri Boli.
La sinonimia però era già stata stabilita da qualche altro autore, perchè risultava già cfal catalogo Heyden, Reitter, Weise del 1891 ; Stierlin nelle sue tabelle (Mitt. Schw. e. Ges. VII, p. 185) si era limitato a fare una supposizione.
Noi crediamo però che tale sinonimia, passata da tanto tempo in Cosa giudicata, sia erronea II P. tenuicornis è, se- condo noi, una buona specie, appartenente al VP gruppo Seidlitz, ridescritta da Pie (Échange XXIV {1908) n° 287, p. 82) col nome di inviridis, e paragonata da lui al Gonge- leti, il quale invece appartiene al IX® gruppo.
La descrizione data da Schaufuss (Nunquam otiosus III,
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i879> P- 539) permette di identificare neXV inviridis (che co- nosciamo su esemplari, certamente ben determinati, raccolti a Capdepera nelPisola Mallorca) il P. ten^iicornis, special- mente per il carattere molto evidente, tratteggiato da Schau- fuss colle parole « elytris.... humeris ampliatis, ex humeris ad posticam partem angustatis ».
Questo stesso carattere serve a separare con tutta faci- lità il tenuicornis dal Cremieri, prescindendo da quello degli uncini e da altri non meno appariscenti, quale, ad esempio, quello della P rma del rostro.
P. Cremieri Boheman.
E stato raccolto dall’amico Cav. Paolo Luigioni nei din- torni di Roma. Non ci è conosciuto di altre località italiane.
P. quadraticoliìs Desbrochers.
La descrizione data nel Frelon XIV, p. 22, lascia dei dubbi sulla pertinenza di questa specie al sottogenere Homo- rhythmus. Reitter nelle sue tabelle non ne fece menzione.
P. pyginaeus Stierlin (Mitt. Schw. e. Ges. 1899, p. 199).
La semplice lettura della descrizione ci aveva fatto sup- porre che dovesse trattarsi di un Rhinomias ; l’esame del tipo, favoritoci dal Sig. O. Leonhard, ci permise di identifi- carlo al R. Peiitckti Reitter (Wiener e. Z. 1894, p. 316).
In dipendenza delle rettifiche fatte sopra, il catalogo de li Homorhythmus europei risulterebbe costituito come segue:
plailidorsis Seidh, Mon. Beri. 1865, p. 341. Ga. mer.
hirticornis Herbst, Kàf. VI. 327. Mt. E.
variegatus Boh., Schh. VII, I, 360. depubes Boh., 1. c. 361.
var. setulifer Reitter, Tab. LXIX p. 75. AIp. Cott. Mar. grandis Desbr., Ann. Fr. 1888, 205 Si. It. Mer.
planidorsis Reitt. nec Seidh, Tab. p. 73. ignoratus Solari n. sp. Sard.
astragali Stierlin, Mon. Otior. 130. Sard.
var. montanus Solari nova. Sard.
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Ottonis Reitter, Tab. p.-74. juniperi Desbr., Ann. Fr. 1888, 205.
sardonius Reitter, Tab. p. 74.
Schònherri Bob., Schh. VII, I. 149. —
Cremieri Bob., 1. c. 363. ’Ga.
platysomus Seidl., Mon. Beri., 1865, 329.
SUbdeprèSSUS Rey, Ecbange 1894, 138.'
? quadraticollis Desbr., Frelon XIV (1905) 22.
Sard.
Sard.
Ga. mer. mer. 1. c. Ga. mer.
Hi.
L’ACANTHOCNEMUS CILIATUS Perris (Col.)
TROVATO PURE SUL CONTINENTE ITALIANO
Nota di Agostino Dodero fu
V.' AcanthocnemiLS ciliattis Perris, descritto sopra esemplari raccolti da Révelière in Corsica sotto corteccie- di ginepro, fu in seguito ritrovato in molte parti del globo, ed un elenco dettagliato di esse ba dato Bourgeois (Bull. Soc. Ent. Fr., 1904, p. 25) mentre stabiliva la sinonimia della specie ; ma non era stato mai trovato, per quanto a me risulta, sul con- tinente europeo.
Al principio del febbraio dell’ anno corrente il Sig. G. Leoni mi maiidava in dono un piccolo coleottero a lui ignoto, raccolto a Poggio Mirteto nell’ Umbria^ ed in esso potei riconoscere la rara specie del Perris.
Poiché se ne presentava la occasione, volli confrontare il mio unico esemplare italiano a quelli raccolti in Birmania e nel Tenasserim da L. Fea, e la identità specifica degli esemplari di così diversa provenienza mi apparve evidente ; avendo però sott’ occhio una discreta serie di esemplari (15) potei rilevare che non soltanto il colore, la densità e gran- dezza dei punti impressi sul capo e sul torace, e la statura sono assai variabili, ma quest’ ultima lo è anche in maggiori proporzioni di quelle indicate.. L’autore che dà le dimensioni massime e il Fairmaire, che dW Hovacnemiis pallitarsis del Madagascar, riconosciuto da Bourgeois come identico agli
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esèmpìari del Tenasserim, assegna una lunghezza di corpo variabile tra i 4 mill. e i 6
Invece tra gli esemplari del Tenasserim conservati nel Museo Civico di Genova, benché manchino quelli di statura massima, se ne trovano diversi di lunghezza inferiore ai 4 mill., ed uno che appena raggiunge i 3 mill., nettamente mi- nore quindi della statura minima notata da Schilsky nella descrizione del suo Acantìiocntmus Kraatzi della Guinea (3,8 a 5,2 mill.), che lo stesso Bourgeois pone egualmente in sinonimia del ciliatns.
Ho pure osservato una sensibile variazione nello spessore delle antenne: il mio esemplare italiano ha gli articoli 4.^-8.® evidentemente più brevi, alquanto trasversali, mentre in quelli della Birmania e del Tenasserim essi sono generalmente glo- bosi, però anche tra questi ho constatato differenze sensibili, sicché qualche esemplare ha gli articoli 4.°-8.® foggiati qua^i identicamente all’esemplare di Poggio Mirteto.
Ma più ancora che per la sua inusitata variabilità e per la grande dispersione del suo habitat, VAcanthocitemtis ciliatus é, a parer mio, rimarchevole per la singolare struttura del disotto del torace, sfuggita, a quanto pare, a quasi tutti gli autori che descrissero questo insetto, e solo segnalata dal Bandi (Beri. E. Z. 1873, p. 321) nel caratterizzare il suo Acanthocnemus Trtiquii di Cipro, pur esso, in seguito, rico- nosciuto uguale al ciliatns.
Alludo alla grande e profonda fossetta situata alquanto all’indietro degli angoli anteriori, della quale il fondo, in pros- simità anteriore esterna della base delle anche anteriori, è costituito da una membrana rotonda, quasi liscia, relativa- mente grande, che rassomiglia ad un timpano, e che potrebbe fors’ anche essere un organo luminoso. Bandi la raffronta ad uno stigma, ma a me pare che a tale ipotesi si opponga anche la grandezza della membrana, che non presenta traccie di apertura.
E da augurarsi che agli studiosi di anatomia e fisiologia degli insetti possa presentarsi la occasione di studiare a fondo siffatta particolarità, che non ha riscontro, per quanto mi .sappia, in nessuno dei generi affini.
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R. Gestro.
Nuova Platypria delle isole Filippine
È questa la terza volta che torno a parlare delle Hispidae delle isole Filippine (i) e se, come prima, avessi agio di ap- plicarmi a ricerche entomologiche, potrebbe non essere V ul- tima, perchè se io ho interrotto i miei studii, da parte sua il Prof. Baker non ha cessato di fornirmi nuovi materiali ed anche pochi giorni or sono ho da lui ricevuto un invio che senza dubbio contiene qualche specie da aggiungere al mio primo elenco. Nel frattempo non ho saputo resistere alla ten- tazione di far conoscere una nuova Platypriay genere da me prediletto e che riveste, non dirò soltanto fra le Hispidae y ma fra tutti i Coleotteri, forme le più artisticamente eleganti. Intanto mi stava a cuore di porgere ancora una volta l’espres- sione della mia gratitudine al Prcf. C. F. Baker, rattivissimo contributore allo studio della fauna entomologica dell’ arcipe- lago delle Filippine.
Platypria Bakeri, n. sp. — Il corpo al disopra è ferrugineo- rossastro sul disco degli elitri e del torace, giallo ferrugineo sul margine degli elitri, abbastanza lucido eccetto che sul disco del torace, che è opaco. Le anten ne sono giallo-ferru- ginee, coi due primi articoli appena sensibilmente più scuri. Il lobo posteriore degli el tri è nero, come pure sono nere la spina susseguente al lobo e le spine discoidali. La super- ficie inferiore del corpo e le zampe sono giallo-ferruginee e piuttosto lucide.
Il capo è percorso da un solco mediano longitudinale molto bene marcato. Le antenne sono lunghe ; gli ultimi quattro articoli, che appaiono come saldati fra di loro, for- mano nel loro insieme un leggero ingrossamento apicale. Il torace è trasverso, pochissimo convesso sul disco, leggermente depresso dietro il margine anteriore e con un solco basale trasversale ben marcato, che presenta nel suo fondo alcuni
(i) Materiali per lo studio delle Hispidae. LI. .Saggio sulle Hhpidae delle isole Filippine (Ann. Mus Civ. Genova, XLVIl, 1917, p. 307) e LH Di alcune Hispidae raccolte in Ma- lesia dal Prof. Baker (loc, cit., Xi.VIII, 1919, p. 338).
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punti sparsi e irregolarmente distribuiti. I lobi laterali sono ampli e armati di sei spine, una anteriore rivolta in avanti, una posteriore molto più corta, rivolta obliquamente alT in- dietro e all’esterno e quattro intermedie, che, invece di esser libere, sono fuse due a due alla base. Queste quattro spine, uguali fra di loro per lunghezza, sono più lunghe e più ro- buste della prima e della sesta. Lo scudetto è triangolare, a vertice ottuso e a superfìcie opaca. Gli elitri sono larghi, a late paralleli e a disco molto convesso. Sono fortemente striato-puntati; gli spazi! fra le strie sono molto elevati e for- mano quattro carene, delle quali le due interne sono le più robuste, più sporgenti alla base e cessanti all’ inizio del de- clivio apicale. I punti sono molto grossi, profondi e fitti, e disposti in doppia serie per ciascuna stria. La sporgenza omerale è armata di tre piccole spine, dietro al’e quali, a breve distanza, ne esiste un’altra più robusta; un’altra, che è la più lunga e la più robusta di tutte le spine discoidali, si iinserisce sul primo interstizio poco dopo il terzo basale del- l’elitro, e un’ altra, un po’ più corta della precedente, trovasi sul secondo interstizio circa al terzo apicale ; sullo stesso in- terstizio, all’inizio del declivio apicale si osserva piuttosto che una spina, una lieve sporgenza a guisa di tubercolo. Queste spine discoidali hanno larga base e sono nere. Il lobo ante- riore è quadrispinoso, nettamente separato in due parti for- mate ciascuna da due spine fuse insieme alla base; sembrano quindi quasi due lobi distinti, dei quali il posteriore ha lo stelo leggermente più largo ; le spine sono tutte quattro, dal più al meno, uguali in lunghezza. Segue al lobo anteriore un tratto abbastanza lungo, che presenta una sola spina gracile. Il lobo posteriore, nero a differenza del resto, è costi- tuito da due spine corte, leggermente incurvate all’ indietro e sostenute da un robusto stelo comune. Viene dopo una spina libera piuttosto robusta, nera come il lobo, che corrisponde per posizione all’ angolo apicale esterno e ad essa seguono cinque altre spine notevolmente più piccole, decrescenti in lunghezza, che guarniscono il margine apicale.
Lungh. 6 milUm,
Questa specie è affine alla cJiaetoinySy Gestro, di Borneo,
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ma oltre a iKttevoli differenze di colorazione, se ne distingue principalmente pel corpo alquanto più stretto, per i lobi late- rali del torace a base molto meno larga, per le spine ome- rali assai meno robuste, pel minore numero e la diversa di- sposizione delle spine discoidali e per la mancanza delle tre forti spine dopo il lobo apicale. Le P. chaetomys e Bakeri sono, per quanto mi consta, le sole che abbiano il lobo an- teriore degli elitri quadrispinoso e diviso in due parti di- stinte.
Il tipo,, conservato nel Museo Civico di Storia Naturale di Genova, proviene da Kolambugan (Mindanao), e fu raccolto dal Prof. C. F. Baker, cui mi compiaccio di deaicare questa bellissima specie.
Con la specie presente il genere Platypria raggiunge nell’arcipelago delle Filippine il numero di sei, che si potreb- bero disporre nel modo seguente :
Elitri con lobo anteriore 6-spinoso.
— — — posteriore 3-spinoso.
infuscata, Gestro, Ann. Mus. Civ. Genova, XLVII, 1917, P- 439-
Elitri con lobo anteriore 5-spinoso.
— — — posteriore 3-spiaoso.
Invreae, Gestro, loc. cit., p. 437.
ferruginea, Weise, The Philipp. Journ. of Science, Vili, 1913, p. 238.
longispiiia, Chap. , Ann. Soc. Ent. Belg. , XIX, 1876, p. XXVII.
subopaca, Chap., loc. cit.
Elitri con lobo anteriore 4-spin(.so.
— — — posteriore 2-spinoso.
Bakeri, Gestro, Boll. Soc. Ent. Ital., LIV, 1922, N. 4., p. 62.
March. FABIO INVREA, Redattore responsabile.
Stab. Tipografico G. B. MARSANO, Via Casaregis, 24 - GENOVA
BOLLETTINO
DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA
Anno LIV N. 5
Si pubblica dieci volte Tanno Conto corrente colla Posta
Pubblicato il 5 Ottobre 1922
Sommario : Atti Sociali.
Comimicasioni scientifiche; E. Ragusa: Note Lepidotterologiche siciliane — A. Dodero: Appunti coleotterologici — L. Masi: Nuova specie di Dinar mus (Hym. - Chalc.) — Abbé J. de Joannis: Materiali per lo studio della fauna eritrea raccolti nel i^oi-o) dal D.r A. An- dreini. Lépidoptères — A, Echatzmayr: Una nuova razza italiana d^Anoftalmo — Nuove pubblicazioni; Un appareccchio per disegnare al microscopio.
ATTI SOCIALI
Nuovi Soci. — Furono ammessi dalla Presidenza come Soci vitalizi i signori:
Dr. R. Jeannel, Institut de Spéologie, Casula postala 158, Cluj (Romania) ( Coleotteri e Rincoti).
Come nuovi Soci ordinari i signori:
Dr. Fr. G. Rambousek, Vyzkumny ustav cukrovarnicky Stresovice, Praga (Rep. Cecoslovacca) f Coleotteri).
P. Wytsman, Directeur du « Genera Insectorum », Quatre- Bras, Tervueren (Belgique).
Dr. Ricardo Garcia Mercet, Museo de Ciencias Naturales, Palaclo del Hipódromo, Madrid ( Imeìiotteri) .
Prof. Carlo Caselli, Via Cavallotti 2 A, Spezia ( Coleotteri ca- vernicoli).
Alfredo Bartolozzi, Agronomo, Presso il Municipio, Spezia
(Entomologia agraria)
R. Vitalis de Salvaza, Conservateur des collections entomologi- ques de T Institut Scientifique de l’Indochine, 50 Rue Rous- seau, Saigon (Fauna entomologica delV Indocina francese). Doct. L. Bettinger, Saint-Pierre d’Albigny (Savoia) (Coleotteri d' Europa specialmente cavernicoli).
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Quote sociali. — Il Tesoriere comunica che hanno pagato la quota per l’anno 1922 i Soci: Porta, Zanon, Seri, Mainardi, Grandi, Emery, Gridelli, Muzzi, Circovich, Wyts- man. Ronchetti, Rosa, Borelli, Jeannel (quota vitalizia), Pas- serinij Mercet, Prestigiacomo, Rocca.
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
Enrico Ragusa
Note Lepidotterologiche siciliane
Il Signor Carlo Oberthiir avendo avuto, dietro mia ri- chiesta, la gentilezza dì studiare nella collezione del Bellier de la Chavignerie, oggi di sua proprietà, alcuni lepidotteri siciliani mi scrive :
Anthocharis ausonia Hb. selon Bellier, qui ne l’a pas distingue des autres races à l’époque où il a publié le Cata- logue des Lépidoptères, observés en Sicile de Mars à Sep- tembre 1859, ^^t bien la forme Trinacriae Turati. .
Le Satyrus alloniae Ochs. est bien nommé.
Le Satyrus aristaeus Bon. n’est pas aristaeus, c’est Sici- liana Obth. (Études Lépid. comparée Voi. X, PI. CCLXXXIV fig- 2315, 2316 $9).
Le Satyrus hispulla Hb. est Jurtina Linné (voir Études Lépid. comparée, X, pag. 356).
Le Syrichtus onopordi Rbr. de Sicile est bien conforme au type de Rambur. Bellier a eu tort de mettre un point d’interrogation (Ann. Soc. Ent. Fr. 1860, pag. 706).
Le SyridUus eucrate O. est bien exactement determiné.
Le Syrichtus fritillum Hb. Bellier est Cirsii Rbr. a. Si- ciliae Oberth. (Études Lépid. comp. Voi. IV, pi. LVI, fig. 505 et Voi. VI pag. 100).
Zygaena Romeo Lefebvre. Je possède le type pris à Randazzo au pied nord de l’Etna en 1824; dédié à Madame la Baronne Romeo. Romeo est probablement une forme de
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scabiosae. Celeus Herr. Schàf. N.° 49 est sans doute assimilable à Romeo.
Ho creduto nell’ interesse della Lepidotterologia siciliana riportare queste interessantissime notizie dell’illustre scienziato di Rennes.
Palermo 2ojylp22.
APPUNTI COLEOTTEROLOGICI
per Agostino Dodero fu G."®
IV (i)
Phioeocharis laticollis Fauv. — Questa specie pare ec- cessivamente rara; io non la vidi indicata che della valle della Stura di Lanzo, donde provenivano i tipi sui quali fu de- scritta. Nei primi giorni dell’agosto 1916 ne ritrovai pochi esemplari presso il Santuario di Oropa (Biellese), crivellando l’abbondante detrito marcescente che era accumulato sotto la corteccia in vecchie ceppale.
Medon sardous n. sp. — Molto vicino al M, fusctilus Mann., e dello stesso colore di esso, sicché, a prima vista, le due specie possono facilmente essere confuse, però costan- temente più grande, più robusto, e nettamente distinto per la scoltura ed_i caratteri sessuali.
Capo più grande, sopratutto molto più largo, guancie meno parallele, angoli posteriori molto più largamente arro- tondati; punteggiatura del disopra alquanto meno densa, non rugosa, e perciò i punti sono più netti e la superficie risulta leggermente meno opaca ; quella del disotto invece è molto più sparsa, meno fina, e gli intervalli tra i punti sono lucidi.
Torace subquadrato, leggermente ristretto verso la base, evidentemente più stretto del capo, coperto al disopra, ad eccezione di uno spazio lineare mediano longitudinale, che è liscio, di punti un poco più fini di quelli del capo, e sensi- bilmente meno densi, di modo che la superficie superiore toracica presenta una maggiore lucentezza, quantunque sèm-
(i) Per la III puntata e le precedenti, vedi questo volume a pag. 44.
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pre marcatamente inferiore a quella del torace del M, hrun- neus Er.
_ Elitre più lunghe che larghe insieme all’apice, a punteg- giatura più fina e molto meno densa che nel fusculus ; pun- teggiatura dei tergiti addominali ugualmente meno densa, quella degli sterniti poco diversa da quella del fmculus.
gT. — Quattro primi articoli dei tarsi anteriori distinta- mente dilatati, benché non raggiungano in larghezza quella delle tibie anteriori all’ apice. Quinto sternite visibile larga- mente e profondamente smarginato all’ apice ; smarginatura subtrapezoidale a lati pressoché rettilinei, ornati nella parte apicale di una serie di peli rigidi, neri, rivolti all’ interno, il fondo invece é in linea alquanto concava e presenta sull’orlo, ai lati del punto mediano, due forti e lunghi ciuffi di peli neri diretti all’indietro. Questi due ciuffi sono molto vicini tra loro alla base, e vanno gradualmente restringendosi verso r apice sicché hanno normalmente l’ aspetto di due piccoli triangoli. Il 6.^ sternite é smarginato all’ apice in modo ana- logo a quello del fusculus^ però il fondo dell’ incavo è più largamente arrotondato.
Lungh. 4,5 - 5 mill.
Sparso in Sardegna, ma ovunque raro. Io ne ho esami- nato esemplari di Gonnesa (tipi ef 9 )» Teulada, S. Antioco, Fluminimaggiore, Laconi, Monte Ferru (sopra Seneghe), Seni e Aritzo. Più volte l’ho veduto determinato per M. fusculus\ io non credo però che quest’ ultimo sia mai stato raccolto nell’ isola.
Tachynus Bonvouloiri Pand. — Indicato solo del Pie- monte, io ne ho due esemplari del Monte Baldo ricevuti dal Breit, ed uno di Sicilia: Ucria, prov. di Messina, 2i novembre 1908, donatomi dal Vitale.
Tachynus rufipennis Gyll. — Specie molto caratteristica per la viva colorazione rossa delle elitre. Già nota del Veneto e del Trentino, dove la riprese il Mancini a Monte Rimà e Cime Serolo (Giudicarie), io ne trovai un esemplare a Santo Stefano d’Aveto nell’Apennino piacentino.
Tachynus Manueli Sharp. — E’ la più grande delle specie europee, e la sola statura, molto superiore a quella di
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tutte le altre basta a farlo liconoscere a prima vista. E’ estre- mamente raro ; descritto, or sono quasi 50 anni, in questo Bollettino (1874, p. 318), su di un solo trovato in Val Pesio, non fu poi, per quanto mi consta, più rinvenuto.
Nel 1912, recatomi a passare i mesi estivi alla Certosa di Pesio, ebbi la fortuna di ritrovarne due esemplari, tra i quali una ^ permette di indicarne i caratteri che
tuttora restavano sconosciuti.
Q: Ultimo segmento dorsale visibile diviso in tre lobi, dei quali il medio molto più breve dei laterali, gradualmente attenuato dalla base all’ apice, in modo da formare un trian- golo regolare, poco più lungo della sua larghezza alla base, marcatamente convesso al disopra ; lobi laterali molto più gracili, pure ristretti regolarmente dalla base fino all’ apice che è ornato di due lunghe setole nere, una situata sull’apice stesso, l’altra un poco prima, sul lato esterno.
Ultimo sterilite prolungato all’ indietro nel mezzo in un largo lobo smarginato quasi in semicerchio sulla linea mediana all’ apice e impresso davanti alla smarginatura, i due piccoli lobi formati da questa robusti, arrotondati all’ apice, ed ivi ciliati di forti setole dorate rigide, di lunghezza non inferiore a quella dei lobuli stessi. Lateralmente alla base del grande lobo medio, l’orlo posteriore dello sternite è pure segnato da una impressione simile a quella apicale, poi, all’esterno, si prolunga in una breve spina, troncata all’apice ed ivi munita di una lunga setola nera.
Devo poi accennare ad un carattere che ho rilevato nei miei due esemplari e del quale Sharp non ha fatto parola. Essi presentano sul torace, poco avanti lo scudetto un sottile tratto longitudinale impresso che raggiunge appena, in avanti, la metà circa della lunghezza toracica, e posteriormente scom- pare ad una distanza dalla base sensibilmente minore della propria lunghezza.
Typhlocyptus Pandellei Saulcy. — Ragusa ha recente- mente reso nota la presenza in Sicilia di questa specie, indi- candola col nome posteriore di atomus Rey (Atti della Regia Accad. di Scienze, Lett., e Belle Arti, Palermo, voi. XII, estr. pag. 3). Essa è evidentemente sparsa in tutta la penisola :
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Sainte-Claire Deville, nel suo Catalogo dei Coleotteri di Cor- sica, la cita di Torino, io T ho presa, molti anni addietro, abbastanza frequente, in Genova città ; 1’ ho pure trovata a Ruta frazione del comune di Camogli, nelle Alpi Apuane presso Ponte Stazzemese, al Monte Argentare (prov. di Gros- seto), a Castelgandolfo e Filettino in prov. di Roma. La pos- seggo pure, raccolta dal D.r Andreini, del Poggio di Moscona presso Grosseto e di Porgine in prov. di Arezzo. Delle isole ho pochi esemplari : uno raccolto dal Derosas alla Ficuzza (prov. di Palermo), e cinque sardi da me trovati a Ploaghe, Ozieri e Campeda. Malgrado così disparate provenienze non potei osservare variazioni sensibili, fuorché nella statura, sicché ritengo certa la sinonimia atomus Rey, descritto di Nizza, col Pandellei, descritto su esemplari di Corsica (Capo Corso).
Noto che raccolsi anche questo minuscolo ed agile Sta- fìlinide cieco anche nella Riviera francese a Fréjus e nella fo- resta del Dom, tutte due località del dipartimento del Varo.
Ollgota apicata Er. — Sempre rara da noi. Alle loca- lità indicate dal Bettolini conviene aggiungere la Lombardia, avendone io, nel settembre 1918, raccolto alcuni esemplari su funghi che vegetavano su certi tronchi abbattuti a Rez- zoaglio d’Aveto, nell’Apennino piacentino. Sul principio di ottobre dell’ anno successivo ne trovavo un altro esemplare sull’Alpe della Luna, nell’ alta valle del Tevere, in provincia di Arezzo.
Oligota rufipennis Kraatz. — Notata soltanto del Pie- monte, dove Baudi la dice, assai rara, io ne ritrovai pochi esemplari in una cantina in Genova, sulle botti piene di vino che presentavano qualche tenue trasudamento, presso il quale si erano sviluppate delle muffe. Recentemente l’Avv. Marchi la riprese in buon numero a Bettolio (prov. dì Siena), pure in cantina.
Oligota afomaria Er. — Anche questa specie, notata dal Bertolini di Sardegna e Sicilia, trovai a Rezzoaglio d’Aveto nell’ottobre 1918. Io la ebbi esclusivamente da for- micai della Formica cinerea var. cinereo-rufibarbis Forel.
Colgo la occasione per correggere un errore in cui sono incorso nella III serie di questi Appunti. A proposito dello
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Stenus aterrimus Er. (questo volume, pag. 48) dissi che lo avevo raccolto nei nidi di Formica fusca Linn., var. fusco- cinerea Forel. Avendo poi inviato alcune di quelle formiche al nostro Consocio Signor Menozzi, di cui è nota la compe- tenza, egli mi avvertì che esse andavano invece riferite alla cinerea var. cinereo-rufibarbis.
Àtheta (Megaloscapa) punctipennis Kr. — Non mi ri- sulta che questa rara e bellissima specie sia stata ancora se- gnalata di provenienza italiana. Debbo alla generosità del- Tamico Dott. A. Andreini il solo esemplare che egli abbia catturato : esso proviene da Moscona in prov. di Grosseto, e fu raccolto nel marzo 1918.
Àtheta (Taxycera) truncata Epp. — Anche questa specie va inscritta tra quelle viventi in Italia. Ne ho un salla (Apennino genovese) raccolto molti anni or sono, ed una coppia presa al volo la sera a Santo Stefano d’Aveto (Apennino piacentino) in luglio-agosto 1918.
Àtheta (Àlìanta) bipartita Fauv. — Essendo specie assai rara credo possa interessare la indicazione delle località ita- liane delle quali potei vederne esemplari. Il primo fu raccolto neir ottobre 1895 dai Fratelli Solari a Belvedere, piccola lo- calità ad occidente ed appena fuori le antiche mura della città di Genova. Altri due ne posseggo trovati a Poggio Cavallo presso Grosseto, il 28 dicembre 1914, dal Dott. Andreini.
Àtheta (Philygra) Ànisi Bernh. — Trovai per la prima volta in Italia questa specie ad Alagna Valsesia, nell’ agosto 1916; la ripresi poi, nell’agosto 1917, a Forno Volasco, sul versante orientale delle Alpi Apuane; la ritrovai infine, sem- pre però rara, dal luglio al settembre 1918, a S. Stefano d’Aveto e a Rezzoaglio d’Aveto.
Già però possedevo la specie di provenienza francese, avendone raccolto fin dal 1914 un esemplare a S.t Jean Pied de Port (Bassi Pirenei), il 29 aprile, e un secondo esem- plare a Rébénacq (Bassi Pirenei) il 14 maggio.
La Àtheta Anisi ha molta somiglianza, per la statura e r aspetto colla palustrisy ma se ne distingue assai facilmente, oltre che per i caratteri sessuali, per quelli tratti dalle antenne, ecc., per la punteggiatura delle elitre molto meno densa.
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Àtheta (Philygra) Wankae Bernh. — Nuova per la fauna italiana. Assai rimarchevole per il corpo lucidissimo e la forte (relativamente alle altre specie del gruppo) e rada punteggiatura delle elitre, che permettono di riconoscerla assai facilmente.
Ne trovai un solo esemplare, il 23 agosto 1917, a Forno Volasco nelle Alpi Apuane.
Àtheta (Microdota) excìsa Epp. — Riferisco a questa specie, non ancora indicata d’Italia, una Àtheta (c^9) colta dal D.r Andreini il 21 aprile 1909, all’imbocco della grotta di Monte Cervaro presso Lagonegro (Basilicata).
Àtheta (Microdota) speluncicollis Bernh. — Credo di dovere così determinare una specie raccolta dal Collega Signor Schatzmayr a Graschelitzen presso Villacco.
Se non sono caduto in errore (non conoscendo la specie che dalla descrizione), essa si distingue assai facilmente da tutte le altre Microdota per il i.® articolo delle antenne, il quale, almeno nel che ho sott’occhio, è straordinariamente robusto, molto più largo dei pjossimi, e quasi di spessore uguale a quello degli articoli apicali dell’ antenna. Le elitre sono quasi tanto lunghe come il capo e il torace riuniti.
Àtheta (Rhopalocera) clavigera Scriba. — Bertolini la cita soltanto di Piemonte e Sicilia. Io la posseggo del Monte Misurasca e Santo Stefano d’Aveto (A pennino piacentino), di Pieve S. Stefano in prov. di Arezzo (alta valle del Tevere), I es., e ne raccolsi pure un esemplare nei detriti d’ alluvione del torrente Bisagno (Genova) il i.® ottobre 1920.
Àtheta (s. str.) boletophila Thoms. — Nel menzionato catalogo del Bertolini è data come incerta la presenza di questa specie in Italia. Io la trovai a Rezzoaglio d’ Aveto e sul vicino Monte Penna, Andreini la raccolse a L’ppiano (Arezzo), ma gli esemplari di queste località, generalmente unici, sono 9 9 • Devo il gT all’amico Luigioni, che lo trovò a Passano di Sutri (Lazio) il 31 maggio 1908.
Àtheta (Àcrotona) pellucida Fauv. — Si deve pure an- noverare tra le specie italiane, perchè ritrovata in Sardegna. Lostia ne raccolse quattro esemplari presso Quartu S. Elena (Cagliari), e il mio raccoglitore Derosas ne prese 6 a Gon-
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nesa (circond. di Iglesias) nel febbraio 1911. La specie è fa- cilmente distinguibile per le elitre assai brevi, pallide, e per la fronte profondamente e largamente scavata nel
Atheta (Acrotona?) lucida n. sp. — Riferisco con dubbio al gruppo delle Acrotona questa specie, perchè, se di esse ha r aspetto generale, ne differisce sopratutto per la presenza di tre lunghe setole ai lati del torace, e la forma dell’ addome meno fortemente attenuato verso l’apice. Nella forma generale ha però grande somiglianza con certe forme dell’y4. fungi e specialmente colla var. orbata, ma un esame particolareg- giato fa emergere una totale differenza tra le due specie, e neppure concede un paragone con qualsiasi altra del gruppo.
Nera, nitidissima, colle elitre, le antenne, i palpi, e l’orlo apicale dei primi tergiti di un bruno scurissimo; gambe bruno testacee. Capo molto grande, un poco più stretto del torace, lucidissimo, non visibilmente punteggiato ad ingrandimento di 30-40 diametri, a pubescenza estremamente fina, breve, sparsa, ben percettibile soltanto al microscopio; occhi grandi, non sporgenti sulla curva dei lati, dei quali occupano circa i due terzi ; limite inferiore delle guancie completamente mar- ginato. Antenne relativamente brevi, oltrej^assanti di poco la base del torace: articolo i.^ alquanto dilatato al disopra verso r apice, 2.^ appena più breve ma sensibilmente più stretto, subcilindrico, 3.® ancora più breve e più stretto, lievemente obconico, 4.® un poco più lungo che largo, 5.® subquadrato, 6.®- 10.^ gradatamente più trasversali, il io.® circa di metà più largo che lungo, ii.® in forma di pera allungata, un poco più largo del io.® e alquanto più lungo dei due precedenti riuniti.
Torace relativamente breve, un poco più stretto delle elitre, trasversale, quasi di metà più largo che lungo nella sua linea mediana, troncato all’ apice, incurvato nella linea basale, lati debolmente arrotondati, un po’ più ristretti in avanti, ornati di tre lunghe setole nere, erette, situate, la i.^ all’angolo anteriore, la 2.^ alla metà, e la 3.^ un poco in avanti dell’angolo posteriore; tutti gli angoli arrotondati. Pun- teggiatura e pubescenza toracica appena percettibili anche con una buona lente, cosicché la superficie è di apparenza quasi
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speculare ; al microscopio invece sono ben visibili punti im- pressi poco densi, da ognuno dei quali nasce una finissima setola dorata, depressa, e rivolta airindietro.
Elitre lucide, brevi, appena più lunghe alla sutura della lunghezza del torace, più di metà più larghe, prese assieme, all’apice che lunghe alla sutura, a punteggiatura ben visibile ma molto sparsa, intervalli tra i punti, visti al microscopio, finamente reticolati; pubescenza simile a quella del torace, ma più visibile e più lunga, una lunga setola nera, eretta, sugli omeri.
Addome a lati quasi paralleli nei primi tre segmenti vi- sibili, che sono, trasversalmente impressi alla base, indi gra- datamente ristretto verso l’apice, di lucentezza simile a quella delle elitre, a punteggiatura più distinta di quella delle elitre, un poco granulosa, ma ancora più sparsa sui primi tergiti e molto rara sul 5.® visibile, che è molto più lungo del prece- dente e orlato, sul margine posteriore di una sottile mem- brana semitrasparente bianchiccia. Pubescenza dell’ addome molto più lunga di quella delle elitre, sopratutto sui lati e presso il margine posteriore dei tergiti dal quale sorgono rare setole biondo dorate assai lunghe. Ultimo tergile visibile a punteggiatura nettamente più densa, largamente e debolmente smarginato in lieve curva all’apice, ultimo sterilite sporgente, quasi triangolare, ad apice arrotondato (gT?)-
Lungh. 1,7 mill.
Di questa specie rimarchevole ho raccolto un solo esem- plare crivellando detriti vegetali nel bosco di Monte Lusino presso Baiso (prov. di Reggio Emilia) il 27 luglio 1920. Ho avuto dapprima il dubbio che avessi trovato la A. Fussi Bernh. {nitens Fuss), ma un esame attento della descrizione fatta di questa rara specie dagli autori che poterono vederla (Fuss, Kraatz, Fauvel), mi fece rilevare tali e tante differenze che dovetti assolutamente scartare tale possibilità.
Àfheta (Meofica) Marchi! n. sp. — Distintissima tra tutte le specie di questo gruppo per la forma e la grandezza del capo, la struttura delle antenne e la fossetta più o meno grande, di cui in ambo i sessi è marcata la fronte.
La forma del capo è simile a quella delle Hydrosmectina^ e quasi identica a quella della H. delicatissima y ma le an-
tenne sono molto più robuste che in questo gruppo, e il 3.® articolo è obconico, molto più lungo del 4.®.
Capo molto grande, quasi quadrato, a guancie pressoché parallele, lato posteriore quasi rettilineo, anteriore incurvato in avanti; occhi piccoli, alquanto sporgenti, le guancie dietro di essi lunghe quasi due volte il diametro deU’occhio ; angoli posteriori arrotondati. Superficie superiore fittamente e abba- stanza fortemente reticolata, cosparsa poco densamente di punti ben visibili, centro del disco segnato nella 9 da una fossetta relativamente grande e profonda; che nel diventa ancora più grande, più profonda e più sviluppata verso il margine anteriore della fronte, al quale molto si approssima.
Guancie non marginate, suture gulari profonde, parallele, distanti tra loro.
Antenne brevi, robuste, sensibilmente ingrossate all’apice, finamente e brevemente pelose, un poco più lunghe del capo e torace riuniti, articoli i.® e 2.® allungati, il 2.® un poco più breve e più stretto del i.®, terzo obconico, poco più lungo della metà del precedente e un pochino più stretto, 4.® leg- germente trasversale, di larghezza quasi uguale al 2.®, 5.®- io.® trasversali, leggermente e gradatamente più larghi, tutti ap- prossimativamente una. volta e mezza larghi quanto lunghi, ultimo articolo largo come il precedente, un po’ meno lungo dei due precedenti riuniti, ottusamente arrotondato all’apice.
Torace lievemente trasversale, appena di un quarto più largo che lungo, leggermente meno largo del capo e lungo quanto esso, a lati poco arrotondati, alquanto ristretti poste- riormente, angoli arrotondati, segnato nel mezzo del disco da un fino e superficiale solco longitudinale; assai debolmente convesso, a scoltura simile a quella del capo, però la punteg- giatura un poco più forte e più densa.
Elitre un poco più larghe del torace, appena più larghe del capo, di lunghezza approssimativamente uguale alla loro comune larghezza all’ apice, di un quarto circa più lunghe del torace nella sua linea longitudinale mediana; molto meno distintamente reticolate, ma a punteggiatura un poco più forte e meno densa.
Addome a punteggiatura quasi uniforme su tutti i ter- giti, in densità e grandezza poco diversa da quella delle
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elitre, ma a reticolazione meglio distinta. 5.® tergite visibile di lunghezza uguale al precedente, ultimo subtroncato in ambo i sessi; ultimo sternite alquanto sporgente, un poco più acuminato nel cT.
Tubescenza su tutto il corpo assai fina, bionda, abba- stanza fitta, breve, depressa, con qualche breve e fina setola eretta presso gli angoli anteriori del torace.
Colore bruno rossiccio, più chiaro sul torace, le elitre, i palpi e le antenne ; le gambe invece (relativamente brevi e robuste, sopratutto le tibie intermedie e posteriori) sono di colore testaceo oscuro.
Lungh. 1,5 min.
E’ abbastanza probabile che per questa specie si debba un giorno formare un gruppo speciale, poiché essa si allon- tana per parecchi caratteri importanti dalle vere Meotica, però me ne sono astenuto perchè l’aspetto generale la fa ras- somigliare assai alla exilis e specie vicine, e non mi parve opportuno lo scindere* ancora, senza pratica necessità, il già così spezzettato genere Aiheta.
Di essa raccolsi i due primi esemplari nei detriti traspor- tati, il I.® ottobre 1920, dal torrente Bisagno in Genova, altri pochi esemplari catturò a Viareggio nell’ anno successivo il Consocio Avv. Azelio Marchi, in onore del quale volli nomi- nata la specie.
L. MASI.
NUOVA SPECIE DI DINARMUS (Hymen. Chalcididae)
In una mia memoria sulle specie del genere Dinanmis (stampata nel Bollettino del Laboratorio di Zool. gen. e agr. di Portici, voi. XV, pag. 268-278) della quale sono stati pubblicati e distribuiti gli estratti recentemente, ho indicato la nuova specie D. Lichtensteini in un quadro dicotomico, senza poterne dare la diagnosi completa, non avendo più a
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mia disposizione i due soli esemplari che se ne conoscono finora, che furono raccolti a Montpellier dal Prof. J. Lichten- stein, da frutti doìVIris foetidissima^ attaccati dal Mononychus punctum-albimi. Questi esemplari mi sono stati rimandati in esame dal Prof. Lichtenstein non appena egli ha potuto ria- vere una parte della sua collezione, lasciata in altra città, e mi sono pervenuti inaspettatamente quando la mia memoria era già stampata, onde pubblico adesso a parte, in questo Bollettino, la descrizione della nuova specie,
Dinarmus Lichtensteini Ms. Testa e torace olivacei o grigi-azzurrognoli tendenti al verde, gene e lati del torace quasi neri, epinoto e primo tergite addominale verdi, metal- lici, gli altri tergiti con fascie marginali cupree ben distinte e la parte basale verde scura' o nerastra; occhi, ocelli e an- tenne, compreso lo scapo, di color bruno chiaro ; tibie bian- castre, le anteriori con una sfumatura presso la base, le in- termedie con una striscia bruna o bruno-chiara sul lato in- ternOj le posteriori di un bianco giallastro e senza parti scure; nervatura delle ali gialla-grigiastra.
Clipeo incavato ad arco nella parte media ; vertice, di profilo, angusto. Scapo superante di poco P ocello anteriore : primo anello più piccolo dei due successivi, i quali sono quasi di grandezza uguale ; primo articolo del funicolo all’ incirca due volte più lungo che largo, ultimo la metà più corto del primo e quasi quadrato ; clava più larga dell’ articolo prece- dente e poco più di una volta e mezza più lunga, uguale alla lunghezza del primo articolo, con le suture non oblique.
Margine del collare bene determinato solo nella parte media, ma non acuto. Presterno minimo. Epinoto con la ca- rena ben distinta e, ai lati di essa, con alcune lineette rilevate ed oblique, a superficie leggermente solcata-reticolata.
Ali anteriori bene arrotondate all’apice; nervo marginale lungo, stigmatico con sette setole mediane disposte in serie, a distanze uguali; proporzione fra nervo marginale, postmar- ginale e stigmatico, nell’esemplare più grande lOO : 73 : 48; nell’altro esemplare : : 100 : 76 : 50.
Addome non più largo e quasi due volte più lungo del torace.
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1
Lungh. 3,5-5 mm.
Il Dinarmus Lichtensteini somiglia per diversi caratteri al D.^ cynipidis Ms., ma si può distinguere per il colorito biancastro delle tibie, il nervo postmarginale anche più allun- gato, lo stigmatico con le setole mediane disposte in serie regolarmente, a distanza uguale T una dalFaltra.
MATERIALI
PER LO STUDIO DELLA FAUNA ERITREA RACCOLTI NEL 1901-03 DAL DOTT. A, ANDREINI
LÉPIDOPTÈRES.
HETEROCERA (suite) par l’Abbé J. de Joanwis.
J’ai publié dans ce recueil, t. XLIV, 1912, p. 122-147, une liste des Lépidoptères Hétérocères recueillis par le D.r
A. Andreini en 1901-1903 en Erythrée. Pour diverses raisons je n’avais pu alors donner les noms des quelques microlépi- doptères contenus dans ces chasses. Je répare aujourd’hui cette lacune.
Pterophoridae.
Trichoptilus congrualis Wlk., 1874, List spec. lep. ins.
B. M., t. XXX, p. 943 (déterminé par M. E. Meyrick).
Un exemplaire marqué : Adi Caiè, VII, 1902. Tortricidae.
Tortrix capensana Wlk., 1863, List spec. lep. ins. B. M., t. XXVIII, p. 295.
Un exemplaire provenant d’Adi Caiè, Vili, 1902.
Cet exemplaire m’avait été déterminé T. reciprocana Wlk., par Lord Walsingham ; d’après M. E. Meyrick
ce nom doit ètte mis en synonymie de capensana.
Eucosmidae.
Eucosma tumulata Meyr., 1908, Proc. Zool. Soc. Lond., 1908, p. 720 (déterminé par M. E. Meyrick).
Trois exemplaires, Adi Caiè, 1902.
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Plutellidae.
Plutella maculipennis Curt. 1832, Brit. Ent., IX, 420.
Trois exemplaires, Adi Caiè, VII, IX, 1902.
Gelechiidae.
Stegasta variana Meyr., 1904, Proc. Linn. Soc. N. S. Wal., XXIX, p. 314 (déterminé par M. E. Meyrick).
Un exemplaire, Adi Caiè, IX, 1902.
Phthorimaea blapsìgona Meyr., 1916, Exot. Microl., I, part. 18, p. 569; déterminé par M. E. Meyrick. L’ exem- plaire est assez mal conservé, mais cette détermination parait probable.
Blastobasidae.
Blastobasìs tarda Meyr., 1902, Trans. R, Soc. S. Austral,, XXVI, p. 170; déterminé par M. E. Meyrick, avec un peu de doute, l’exemplaire unique étant une 9 •
Tineidae.
Euplocera maculata Wlsm., 1907, Ent. Monthl. Mag., XLIII, p. 187 ; déterminé par M. E. Meyrick.
Un exemplaire, Adi Caiè, VI, 1902.
Myrmecozela eccephala Meyr., 1914, Bull. Mus. Hist. Nat. Paris, XX, p. 122 ; déterminé par M. E. Meyrick.
Une douzaine d’exemplaires.
UNA NUOVA RAZZA ITALIANA D’ ANOFTALMO
di Arturo Schatzmayr
Trechm ( Orotrechus) longicornis n. sòsp. Chendae.
Differisce dal tipico longicornis Motsch. delle grotte Lubnik e Gipsova Jama (Bischoflack), per il torace un tantino più largo, gli angoli posteriori dello stesso un po’ più pro- minenti, per la struttura delle elitre e per la posizione del primo poro setigero dorsale, rispetto al primo e secondo poro della serie umbilicata.
Le elitre sono distintamente più convesse che nel tipo, per cui la stria suturale è più impressa ed il primo poro se-
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tigero dorsale è spostato un po’ indietro, di modo che il primo poro della serie umbilicata viene a stare dinanzi al livello formato dal secondo della serie e dal primo dorsale.
Nella forma tipica il primo poro della serie umhilicata trovasi invece spostato all’indietro di questo livello.
Questo anoftalmo fu scoperto dal signor Otello Chenda e da me in soli 4 esemplari, tutti femmine, nella grotta de- nominata Velika Jama, sita presso il villaggio di Tercimonte (distretto di S. Pietro al Natisone) il 6 luglio 1922.
NUOVE PUBBLICAZIONI
Un apparecchio per disegnare al microscopio.
Nei primi giorni dello scorso Maggio, il Prof. Antonio Berlese (« Redia », Voi. XV, estr. p. 1-8, tav. I) ha pub- blicato la descrizione particolareggiata di un apparecchio da lui ideato, e da parecchi anni adoperato con grande van- taggio, per proiettare con molta nitidezza le figure ingrandite, anche oltre i 250 diametri, degli oggetti posti innanzi all’ob- biettivo del microscopio.
La proiezione è fatta su adatto tavolino, sul quale po- nendo un foglio di carta, ogni persona, ancorché poco abile nel disegno, può colla massima facilità riprodurre una figura esattissima dell’oggetto in esame.
L’apparecchio è organizzato per la osservazione di pre- parazioni su vetro e perciò visibili per trasparenza, esso può già in tal modo rendere notevoli servizi; è tuttavia da augurare che il geniale autore di esso possa trovar modo di applicarlo, colle opportune modificazioni, anche all’esame dei corpi opachi, nel qual caso la sua utilità verrà ancora grandemente aumentata.
March. FABIO INVREA, Redattore responsabile.
Stab. Tipografico G. B. MARSANO, Via Casaregis, 24 - GENOVA
BOLLETTINO
DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA
Anno LIV N. 6 - 7
pubblica dieci volte 1’ anno Conto corrente colla Posta
Pubblicato il 25 Ottobre 1922
Sominario: Atti sociali.
Comwiicasioni scientifiche . A. e F. Solari: Di alcuni Otiorrynchus Ger- mar — A. e F. -Solari: Due nuovi Curculionidi della Libia — G. Muller: Risultati scientifici della spedizione Ravasini-Lona in Alba- nia. 1. Anoftalmi e Silfidi ciechi — C. Emery: Messor barbarus (LJ Appunti di sinonimia e di sistematica — R. Gestro: Nuovi appunti sulle Hispidae delle Filippine — E. Calabresi: Sopra due nuove specie di Brentidi esistenti nella collezione Fleutiaux — L. Masi: Sui generi Colotrechnus e Zanonia (Hymen. Chalc.) — Nuove specie descritte della fauna Italiana.
ATTI SOCIALI
S0C[ Vitalizi. — Il Dr. Lucien Bettinger di St. Pierre d’ Albigny (Savoia), recentemente ammesso tra i Soci, si è fatto inscrivere come vitalizio.
Quote sociali. — Il Tesoriere comunica che hanno pagato la quota per Tanno 1922 i Soci ‘.^Stazione Bacologica di Padova, G. A. Calabresi, Bettinger (quota vitalizia).
Notizie di escursioni entomologiche. — È giunta comunicazione alla Presidenza che il 20 luglio sono ritornati dall’ Albania gli entomologi triestini Dr. Carlo Ravasini, suo figlio Giorgio ed il Prof. Carlo Tona. Essi hanno esplorato, ad onta del momento poco propizio, causa la situazione poli- tica, la regione del Tomor (Albania meridionale), montagna alta 24OC m e finora affatto ignota dal punto di vista zoo- logico. E stato provveduto acchè il materiale raccolto venga studiato e classificato possibilmente in Italia. I risultati ver- ranno pubblicati in questo Bollettino, e la prima nota su questi si troverà nelle pagine seguenti.
Sii
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
DI ALCUNI OTIORRYNCHUS Germar (Col.).
A. E F. Solari
0. Ferdinandì Reitter.
11 raro 0. Ferdinandi sembra essere una specie molto variabile. Descritto su due esemplari, della nostra collezione, raccolti in Sicilia, fu anche catturato nelle isole Pantelleria e Linosa (coll. A. Dodero): un esemplare nella prima, una doz- zina nella seconda. — Successivamente ne abbiamo visto al- cuni esemplari presi a Pozzuoli (O. Ravel). L’esemplare della Pantelleria è ben poco diverso da quelli tipici; la forma della Linosa e quella di Pozzuoli sono invece sensibilmente diffe- renti e possono essere considerate come razze distinte. Tutta- via, mentre diamo un nome alla prima (limissae), per la forma del corpo sensibilmente differente, non facciamo altrettanto per la seconda perchè troppo simile, per la lunghezza degli articoli esterni del funicolo, ad un altro esemplare della Sicilia (var. c), che rappresenta un anello di congiunzione molto stretto fra la forma del Napoletano ed il Ferdinandi tìpico.
Siamo convinti che gli esemplari presi a Pozzuoli altro non sieno che degli 0. Bagnoli Stierlin (Mitth. Schw. Ent. Ges. (1901) Voi. X, p. 364), provenienti dai Bagnoli di Na- poli (onde il nome, che forse l’autore ha creduto di persona), benché lo Stierlin non faccia cenno della dilatazione delle tibie anteriori, propria agli Arammicknus, La descrizione calza bene agli esemplari da noi esaminati, anche per la contraddizione che si rileva fra la diagnosi latina e la descrizione fatta in lingua tedesca, riguardanti la scoltura del torace, la quale porta a concludere che il disco del torace deve apparire ru- goso-punteggiato, con rughe costituite da granuli confluenti, quali si osservano nella nostra var. B; ma, non conoscendo il tipo, ci asteniamo dallo stabilire la cennata sinonimia, che pur molto verosimilmente risponde a realtà. Siccome la va- riabilità di alcuni caratteri potrebbe far nascere delle difficoltà
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nel riconoscimento della specie descritta da Reitter, crediamo utile di dare una tabella delle cinque diverse forme da noi studiate.
1. Statura maggiore, elitri quasi elittici, tibie abbastanza ro-
buste. 2,
— Statura minore, elitri quasi ovali (cr9) quasi gracili.
Elitri meno densamente vestiti, gambe e funicolo meno pelosi che nella forma tipica. Torace regolarmente arro- tondato ai lati, punteggiatura un pochino più piccola e forse anche un po’ più densa che nel tipo. Funicolo gra- cile, il 3.® articolo allungato-obconico, il 4.^ un po’ più breve del precedente e obconico-arrotondato, gli altri ar- rotondati, ma leggermente più lunghi che larghi. Rostro un po’ più profondamente solcato ; occhi piccoli, promi- nenti, dorsali, ancor più piccoli e sensibilmente più pro- minenti che nella var. C, - Is. Linosa. Interstrie distin- tamente granulate, granuli abbastanza prominenti,
Var. linussae nova,
2. Funicolo abbastanza robusto, il 3.® articolo obconico, il
4.® obconico-arrotondato, poco più lungo che largo, gli altri arrotondati, larghi circa quanto lunghi. — Torace regolarmente arrotondato ai lati. 3.
— Funicolo un po’ più allungato, il 3.^ articolo obconico-
allungato ed appena più lungo del 4.^, gli altri distinta- mente più lunghi, più o’ meno obconico-arrotondati. (Gli articoli 5-7 sono ancora un po’ più lunghi che nella va- rietà linussae). Torace abbastanza fortemente arrotondato ai lati. 4.
3. Torace fortemente punteggiato sul disco, punti ben isolati;
occhi rotondi, quasi sporgenti, piuttosto piccoli, quasi dorsali. Interstrie leggermente convesse, con granuli con- fusi e obliterati. Elitri regolarmente elittici (cf 9)-
Ferdinandi forma tipica.
— Torace un poco più densamente punteggiato, occhi un
po’ più piccoli, più dorsali, elitri un po’ più paralleli ai lati. Pantelleria. Var. A.
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4- Occhi abbastanza grandi, meno sporgenti e più laterali che nelle altre forme. Torace più densamente punteg- giato sul disco e con intervalli fra i punti rugoso granu- lati. Interstrie distintamente convesse (e quindi apparen- temente più strette che nella forma tip'ca); provviste di una serie irregolare di granuli distinti ed abbastanza pro- minenti (cf). {Bagnoli Stierlin). Pozzuoli. Var. B.
— Antenne più sottili (forse differenza più apparente che reale, dovuta al cattivo stato di conservazione dell’ in- setto) torace ancor più fortemente arrotondato ai lati, meno densamente punteggiato sul disco della var. B, occhi più piccoli, più dorsali che nel tipo, interstrie meno convesse che nella var. B, i granuli delle stesse più obli- terati {(f). Sicilia. Var, C.
0. deformis Stierlin.
Nella collezione Stierlin vi è un solo esemplare (9) di O, deformis, che porta 1’ indicazione «• See-Alpen — O. de- formis — Stierlin ». Benché non si riesca a spiegare tale in- dicazione, mentre la specie è stata descritta come proveniente da Costantinopoli (Mitt. Schw. E. G., V, N.^ io (i88o), p. 565), riteniamo che T esemplare in parola sia veramente un tipo, giacché risponde perfettamente alla descrizione (l. c. e Mon. Berlin, 1861, p. 202 — crataegi var. B).
Apfelbeck (Glasnik, 1920, p. 22) sostiene che VO. deformis é specie propria (contrariamente all’opinione del Reitter, Tab. LXX, pag. 79) e ripete i caratteri differenzianti, già esposti dall’autore della specie, ai quali si potrebbe aggiungere anche il seguente.
Nel deformis 9 base della 2.^ interstria é fortemente callosa e la callosità si protende verso il torace: lo spazio fra le due callosità é pianeggiante (carattere marcatissimo nel cf). Nel crataegi 9 invece la base della seconda interstria é poco callosa e la callosità si protende insensibilmente verso il torace.
Mentre la 9 del deformis ha gli elitri globulari, il li ha ovali. Ciò ha indotto Reitter a classificare crataegi la
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9 ed a descrivere come gazdla (Daniel nec Dahl, i. litt.) il Gf [Tab. LXVI (1912) p. 16 e 17; Tab. LXX (1913) p. 79 e 86].
Si ha adunque la seguente sinonimia : crafaegi Germ. Ins. Sp. 366. deformis Stierlin, Mitt. Schw. V (1880) p. 565.
9 crataegi var. B Stierlin, Mon. Berlin, 1861 p. 202. ga%ella Reitter, Tab. LXX, p. 86.
DUE NUOVI CURCULIONIDI DELLA LIBIA
A. e F. Solari
Brachycerus perlatus n. sp. Oculorum margo a parte juxtarostrali usque in summum dilatata, supra spissa super frontem prominens ; oculi subcordiformes longitudine vix la- tiores ; caput inter oculos plus minusve distincte carinatum ; prothoiax antice valde productus, lateribus valde et acute angulatim lobatus, post angulum usque ad basim profunde sinuatus, lobo profunde, grosse irregulariterque scabroso- punctato, dorso eminentiis quatuor, quarum 2 internis latis, valde convexis, apice subcariniformibus, subnitidis, profunde varioloso-punctatis, instructus, inter eminentias distincte trisul- catus, sulco mediano fundo carinato, sulcis lateralibus integris; elytra latitudine vix aut non longiora, sensim rotundata, lineis duo tuberculorum una dorsali altera marginali, praeterea se- riebus a teris duo interpositis granulorum praedita, granuli serierum parvi, subnitidi, setam reclinatam ferentes ; suturae basis callositate longa et irregulari instructa, tuberculi sequentes versus apicem elytrorum gradatim minores bini aut invicem oppositi, tuberculi dorsales et marginales contrarie gradatim magis prominentes, coniciformes aut subacuti, apice irregula- riter foveati ; epipleura subsulcata, intervallis plus minusve prominentibus et interdum irregulariter subtuberculatis atque foveoiis magnis, seriatim dispositis, e squamulis cretaceis re- pletis, praeditis ; tibiae omnes extus longitudinaliter carinatae.
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Patria: Libya.
Dalla descrizione, fatta sulla falsariga di quelle che si leggono nella classica monografìa del Bedel (Ann. Fr., 1874), appare che la nuova specie ora descritta prende posto presso i Brachycei^us sciitellaris Lue. e Pradieri Fairm., dai quali però si distingue con tutta facilità per la scultura delle epi- pleure e per quella del torace.
Inoltre le due serie, abbastanza regolari, di piccoli gra- nuli, contrastanti fortemente con quelle che le comprendono, formate di tubercoli grandi, distinguono in modo evidente il perlatus dalle specie dianzi citate e da tutte le altre della re- gione paleartica.
I pochi esemplari sui quali è basata la precedente descri- zione hanno la statura e V aspetto del B. algirus F. Essi furono catturati nei dintorni di Homs dal Cav. Dott. Alfredo Andreini.
Larìnus Zanoni n. sp. Ovatus, subdepressus, niger, sub- opacus ochraceo- et silaceo-squamosus et pilosus, squamulis undique pennatis ; rostro tenue, subcylindrico, curvato, in thorace breviore, in 9 paullulum longiore, irregulariter ru- goso-punctato, basi subtilissime et confuse carinato aut sim- plice, thorace trapezoidali, subcampanuliformi, crebre rugoso- punctato, medio depresso, dorso confuse bifasciatus, lateribus confertissime silaceo-albido-piloso, lobis ocularibus nullis; elytris thorace latioribus, humeris prominulis, dorso deplanato-sub- depressis, profunde striato-punctatis, punctis majusculis, pro- fundis, marginem striarum superantibus, interstriis planis, in- terstria ultima undique squamulata, epipleura densissime sila- ceo pilosa, pilis arcte applicatis. Subtus dense squamosus atque pilis albidis, elatis, praeditus.
Patria : Cyrenaica.
Per la forma e la sottigliezza del rostro, questa specie va posta nel gruppo del longirostris, del quale ha 1’ aspetto generale, pur essendo di gran lunga più grande.
II L. Za7io7ii è più grande del Lejeunei ; fra le specie a rostro' curvato, quella che gli è più simile per la statura è il centaurecE. — Da questa e da tutte le altre specie è’ distinto per la scultura del torace, costituita da punti grandi, poco
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profondi, piuttosto irregolarmente disseminati sulla sua super- ficie, con interstìzi! coriacei, senza punteggiatura di sorta. In- vece nelle altre specie gli interstizii fra i punti grandi (più o meno isolati) sono provvisti di numerosi punti molto piccoli, ben distinti.
Alcuni esemplari, raccolti nei dintorni di Bengasi, dal Rev. Dott. Vito Zanon cui la specie è dedicata. Egli li aveva inviati col nome di L. Schonherri.
Risultati scientifici
della spedizione Ravasini-Lona in Albania
. I.
ANOFTALMI E SILFIDI CIECHI.
Per il Dott. Giuseppe Muller, Trieste
Treclius (Duvalius) Georgi! n. sp.
Elongatus, pallide testaceus, glaber, nitidulus. Capite cras- siusculo, temporibus minutissime pìlosis, oculis fere nullis* Antennae dimidium elytrorum attingentes, articulo 2.® primo panilo breviore, 3.® secundo evidenter, 4.^ vix longiore, 9.^ et 10.^ latitudine fere duplo longioiibus. Prothoracc parvo, cordato, capite vix latiore, posterius modice sinuato, angulis pcsticis rectis vel subacutis. Elytris élongatìs, planiusculis, humeris valde promi nentibus, margine laterali pone humeros saepius plus minusve constricto, disco ad basim utrinque subimpresso, striis integris, ìnternis sat fortiter sul- catis, tribus punctis setìgeris dorsalibus, serici umbilicatae punctis quatuor anterioribus a margine laterali aequidistan- tibus.
Long. 4.2 mm.
Habitat juga nivosa et antra regionis « Tomor » dictae in Albania meridionali.
Questa specie viene a far parte del sottogenere Duvalius nel senso della mia monografia (1913). Provando a determi- .narla secondo la tabella a pagg. 13-16, si giunge al num. 8. Per le specie contemplate sotto questo numero diedi più tardi una tabella supplementare (Sitzungsber. Akad., Vienna, 1917,
6 io), alla scorta della quale ci si accorge subito trattarsi nel caso concreto di una specie nuova, non combinando da bel principio i caratteri differenziali contemplati al n. 8 della ta- bella. Infatti per la grandezza della nuova specie si arrive- rebbe al n. 9, se non fosse detto espressamente : « tempia nude; rudimenti d’occhi distinti ». Così non resta altro che ricorrere all’ altro gruppo (n. 8 a), le cui due specie (Knauti e peristerims) sono però ben più piccole. Confrontando poi attentamente queste due specie colla nuova dell’Albania ri- sulta tosto r enorme differenza nella conformazione delle spalle, che contradistinguono senz’altro il Georgi dallo Knauti e dal peristericus.
L’ anoftalmo in parola venne scoperto dai signori Carlo Lona e Giorgio Ravasini vicino ai nevai della Tomorica (2400 m.) nell’ Albania meridionale, sotto pietre profonda- mente interrate nel mese di luglio 1922. Lo denominai Georgii in omaggio , al bravo figlio del Consocio Dott. Carlo Ra- vasini di Trieste, che volle condividere coll’ amico Lona i di- sagi e pericoli dell’ascesa della Tomorica. Altri esemplari, che non posso distinguere da quelli della Tomorica vennero catturati sulla vetta del vicino monte « Toik » nonché in al- cuni crepacci ed abissi profondi del territorio di Kulmak nella zona dei faggi. Tutte queste località appartengono alla catena del Tomor.
Bathysciola Ravasinii n. sp.
Ovata, latiuscula, modice convexa, subopaca, ferruginea, pube subtilissima dense induta. Caput parvum, oculis nullis. Antennae breviusculae articulo 2P primo vix longiore, 3.® et 5.® elongatis, 4.® et 6,® brevioribus, 7.® maipre, latitudine lon- giore, 8.® parvo, transverso, 9.® et io.® maioribus, transversis, IO.® longitudine duplo latiore, ultimo duobus penultimis fere longiore. Prothorax amplus, elytris panilo latior, lateribus regulariter rotundatis, anterius fere semicirculariter angustatis, angulis posticis rectis, parum productis. Elytra breviter ovata, apice ultra pygidium producta, sat dense, fere irregulariter punctulata, stria suturali nulla. Carina mesosternali valde ele- vata, in angulurn rectum, apice rotundatum, producta, mar- gine ventrali recto, haud emarginato,
89
Long. 1.8 mm.
Difìfert a Bathysciola nierditana Apfb. cui proxime af- fitiis videtur, statura maiore, latiore, thorace ampliore, carina
mesosternali magis eleva-
ta, antice haud dentata- margine ventrali haud e- marginata, tarsis maris la- tioribus nec non pene ali. ter formato (cf. hoc op fig. I et Sitzungsber. A- kad. Wiss. Wien, 1917 Taf. I, fig. 4).
Scoperta dal signor Giorgio Ravasini nella lo- calità Klumaka sulla ca- tena del Tomor, purtrop- po in un unico esempla- re, trovato all’aperto, mol- la regione dei faggi, sotto un sasso (1400 m.).
Fig. 1
Bathyscidius tristiculus Apfb. sbsp. tomoricensis m.
A forma typica antennis brevioribus peneque, a subspecie fallaciosa m. tantummodo pene magis elongato, exiliori di- stincta (cf. fig. 2-5).
Habitat in monte Tomorica et Toik regionis « Tomor » dictae, sub lapidibus.
Ad onta di un accurato esame microscopico non posso trovare altra differenza tra questo Bathyscidius delFAlbania e la razza fallaciosa m. della Dalmazia meridionale, che la forma alquanto più slanciata e ristretta del pene. Essendo purtroppo inesatta la figura del pene del B. tristiculus falla- ciosus^ pubblicata da me nei Sitzungsber. Akad. Wien, 1917, Taf. I, fig. Il, riproduco qui appresso il pene di tutte le tre forme finora note del B. tristiculus sulla base di nuovi di- segni originali.
Leonhardellae subgen. nov. Ravasinia m.
Differt a speciebus duobus adirne notis generis Leonhar- della (s. 1.) ex antris Hercegovinae et Montenegri praecipue
90
carina mesosternali parum elevata, in angulum valde obtusuni producta, nec non corpore multo minori, antennis minus elongatis et tibiis anticis extus, ad apicem, parva serie setu-
Fig. 2 : Bathyscidhis tristiculus f. typ. — fig. 3: B. tristiculus falla- ciosus. — fig. 4 e 5 : B. tristiculus tomoricensis. di- prospetto e di profilo.
larum instructis, a subgen. Leonhardella s. str. autem angulis posticis prothoracis subrectis, a subgen. Victorella margine laterali elytrorum, basi haud obliterato, sed usque ad pro- thoracem distincte producto.
Leonhardella (Ravasinia) Lonae n. sp.
Testacea, subnitida, pube aurosericea, depressa sat dense induta. Caput oblongum, sat dense punctulatum. Antennae dimidium corporis paullo superantes, articulis duobus primis sequentibus paullo crassioribus, 2,^ primo fere sesquilongiore, 3.^-6.® gracilibus, valde elongatis, 7.® apicem versus incrassato, 8.® angusto, elongato, 9.® et io.® modice incrassatis, latitu- dine duplo longioribus, ii.® penultimo evidenter longiore. Pronotum transversum, lateribus medio dilatatis, antico fere recto angustatis, postico sinuato-coarctatis, angulis posticis ple- rumque rectis, paullo prominulis, interdum obtusiusculis^ su-
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perficie minutissime reticulata et sat dense punctulata. Elytris ovalibus, modice convexis, margine laterali superne undique distincto atque in regione^humerali integro, irregulariter, panilo fortius et minus dense quam pronoto punctatis, minutissime reticulatis. Pedes modice elongati, crassiusculi, tibiae anticae margine externo tantummodo apicem versus parva serie se- tularum instructae ; tarsi antici maris fere simplices, vix di- latati.
Long. 2.6 mm.
Habitat in antris montis Tomor in Albania meridionali.
Non traduco la descrizione latina e mi limito a pochi confronti colla Leonhardella anteiinaria Apfb., colla quale la nuova specie ha forse la massima somiglianza per la forma del torace e delle elitre. La L. Lonae è molto più pic- cola, le sue antenne sono alquanto più robuste e più brevi^ specialmente i due penultimi articoli, la punteggiatura delle elitre più fine, mentre qu'ella del torace è quasi eguale a quella delle elitre e su tutta la superficie uniformemente densa, il margine elitrale si prolunga nettamente anche din nanzi agli omeri fino alla base del torace ed infine la ca- rena mesosternale è molto più bassa, vista in profilo essa presenta soltanto una leggera sporgenza ottuso-arrotondata nel mezzo del mesosterno, circa come Oryotiis Schmidti subdentatus. La Leonhardella anteyinaria ha invece la punteg- giatura del torace sensibilmente più fina di quella delle elitre e diradata nel mezzo, il margine elitrale evanescente dinnanzi agli omeri e la carena mesosternale ben più sviluppata, a forma di un’ alta lamella col margine anteriore perpen- dicolare.
Mi è grato poter dedicare questo nuovo silfide caverni- colo agli intrepidi esploratori del Monte Tomor nelTAlbania meridionale, Carlo Lona e Giorgio Ravasini, i quali la rac- colsero in alcuni abissi, nonché in una spelonca orizzontale della regione detta « Klumaka »,
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MEnSOR BARBARUS (L.). Appunti di sinonimia e di sistematica.
Nota di C. Emery.
Ho pubblicato nel 1908 una revisione delle forme palear- tiche del genere Messor (^). In questo lavoro, io enumeravo 27 sottospecie e varietà riferibili al M. barbarus (L.). Da quel tempo, le forme descritte si sono moltiplicate: sono ascese a ben 68 nella lista del Genera Insectorum, compilata in fine del 1918 (pubblicata soltanto nel 1921), e seguitano ad accre- scersi.
Recentemente, negli Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova (^), ho studiato la serie di forme di que- sta specie (o superspecie) che si raggruppa intorno alle subsp, rufitarsis F. e structor Latr., separandone come specie il M. clivorum Ruzsky. Non avrò quindi a ritornare su queste, se non per correggere due errori :
1) Nel lavoro citato, avevo raccolta e fatta mia V opi- nione del Bondroit, che il Messor barbarus sordidus For. (^) fosse una varietà del M. barbarus structor. Il collega Santschi, che ha esaminato un cotipo del sordidus di Andalusia, mi scrive che questa forma non rassomiglia affatto a structor^ ma è affine al barbarus barbarus. Stando così le cose, mi vedo costretto a mutare il nome alla piccola varietà spaglinola del M, barbarus structor e di chiamarla invece:
Var. iberica n. nom.
— Var. sordida Bondroit (1918), Emery (1921), nec Forel (1892).
2) La var. Karawaiewi Sant, non è una varietà della subsp. rufitarsis F., ma è sinonimo del M. barbarus meridio- nalis var. ruja Karaw. e si connette col gruppo del M. bar- barus instabilis F. Sm., come vedremo più sotto. (*)
(*) Deutsche Ent. Zeitschr. 1908, p. 437-460.
(2) Formiche raccolte a Rudrum da R. Varriale ecc., Ann. Mus. Civ. Stor. n. Genova, Voi. 49, p. 210 e seg. (1921).
(^) Di Andalusia da non confondersi con altre forme di varie lo- calità che furono confuse con esso, anche dal Forel.
98
Il resto delle forme del M. barbazus ha urgente bisogno di una revisione critica, diretta sopratutto al fine di ridurre a giusti termini il numero delle sottospecie, che è cresciuto oltre misura, ed a riunire queste in gruppi più o meno na- turali.
Per giungere a ciò, ho studiato la struttura del funicolo delle antenne ed il psammoforo delle operaie e delle femmine. Anche la diffusione geografica mi è parsa un buon criterio per la definizione delle sottospecie.
La forma che ho descritto sotto il nome di subsp. stria- tiventris var. beduina è ben distinta dalla striativentris For., per avere il i.® articolo del funicolo lungo e compresso, quasi quanto nel M. antennatus Emery. Bisogna dunque promuo- verla al grado di sottospecie ed associarvi, come varietà la forma maroccana senza spine, che avevo confuso con la subsp. semoni For., nel mio lavoro del I908. Il Santschi V ha de- scritta some sottosp. col nome di abdelazizi (^).
Sospetto che, sotto il nome di subsp. striaticeps Er. An- dré, fautore del 2.® Voi. dello Species des Hyménoptères d’ Europe abbia confuso due forme diverse, delle quali 1' una abita il Caucaso e l’altra T Africa mediterranea. Io propongo di scegliere come tipo la forma africana , come meglio cono- sciuta, anche per evitare un cambiamento di nome, sempre increscioso, se come credo verosimile la forma caucasica fosse riconosciuta differente.
Alla subsp. striaticeps Er. André bisogna riferire le var. striatula Emery, brevispino sa Stitz e striativentris For. che hanno, oltre a parecchi caratteri comuni, funicolo e psammo- foro similmente conformati. La var. curvispina Karaw. è si- nonimo del tipo della mia var. striatula. Che cosa il Karawaiew abbia determinato per var. striatula nello stesso lavoro (Rev. Russe d’ Entom. Voi. 12, p. io, 1912) non so dire: forse striaticeps ?
La subsp. Sahlbergi For., della quale si conoscono sol- tanto § minori, si avvicina a striaticeps per la struttura del
(^) Bull. Soc Hist. n. Afrique Nord, Voi. 12, p. 70 (1921).
94
funicolo. È molto più gracile della subsp. aegyptiaca Emery. Forse converrà separarla come specie quando si conoscerà meglio.
Le altre forme mediterranee e centro-asiatiche costitui- scono due grandi gruppi.
L — Gruppo instabilis F. Sm.: forme di mediocre sta- tura; polimorfismo non eccessivamente sviluppato; psammoforo ben differenziato, con peli lunghi, curvati in avanti all’ apice; in generale, il funicolo delle operaie è poco allungato e di- stintamente ingrossato all’ estremità.
Ho distinto in questo gruppo nel Genera Insectorum sette sottospecie: meridionalis Er. André, minor Er. André {insta- bilis F. Sm.), postpetiolata Sant., sancta For., graiidinida Sant.^ aegyptiaca Emery e himalayana For. con molte varietà. Sic- come nelle tre prime sottospecie queste varietà sono basate in maggior parte sopra il colore e che spesso costituiscono delle transizioni (talvolta insensibili) da una sottospecie all’al- tra, propongo oggi di fondere queste tre sottospecie in una.
Il gruppo è diffuso in tutto il Bacino del Mediterraneo e nell’Asia centrale.
Così propongo l’elenco :
M. barbarus instabilis F. Sm. (1858).
Varietà sopratutto di colorazione:
var. aralocaspia Ruzsky (1902)
— bouvieri Bondroit (1918)
= capitata André, Emery, nec Latreille
— meridionalis André (1882)
— ■ minor André (1882)
— picturata Santschi (1921) (■’’)
— wasmanni Krausse (1910)
Varietà di scultura e di forma:
typ. instabilis F. Smith (1858)
var. maroccaìia Emery (1908)
— laeviceps Stitz (1917)
— mediorubra Forel (1905)
— postpetiolata Santschi (1917)
(^) Bull. Soc. Hist. n. Afriqiie Nord, Voi. 12, p. 69 (1921).
— punctoMceps Santsclii (19 io)
— sancta Forel (1905)
— hispanica Santschi (1919) (®)
Varietà dubbie (che non ho veduto):
var. obscuriventris Karawaiew (1912)
— splendeìis Karawaiew (1912)
M. barbarus grandinida Santschi (1910)
AL barbarus sultana Santschi (1917) var. obscurior Crawley (1920) C^)
AI, barbarus himalayanus Forel (1902) et var.
AI. barbarus aegyptiacus Emery (1878) var. tunetina n.
- La var. postpetiolata Sant, non è altro che una forma a postpetiolo alquanto più largo della mediorubra e non merita di essere distinta come sottospecie.
La var. hispanica è stata descritta dal Santschi come sottospecie, a cagione della punteggiatura caratteristica del capo. Vestigia più o meno evidenti della stessa punteggiatura si trovano in altre varietà, p. es. nella var. sancta con la quale ha strette rassomiglianze. I! sig. Carlo Menozzi, al quale devo esemplari della forma hispanica^ della località tipica, mi ha comunicato pure tre § del Marocco che differiscono da quelle di Spagna per i punti del capo un poco più piccoli e per i denti dell’epinoto meno sporgenti. Questi esemplari accennano manifestamente ad un passaggio alla var. sancta.
Il Santschi descrisse una var. sultana di Gerusalemme che riferì alla subsp. barbara. Ho creduto di riconoscere que- sta forma in una serie di § della già coll. De Saulcy della stessa provenienza ed in una § di Gerico raccolta dal Festa. Questa formica spetta indubbiamente al gruppo instabilis^ ma merita di essere separata come sottospecie a sè, per la stria- tura del capo nelle grandi ^ e per la peluria lunga e copiosa delle zampe e dello scapo.
Il Crawley ne ha recentemente descrìtto una varietà di Mesopotamia sotto il nome di barbarus semirufus var,
obscurior.
(®) Bull. Soc. Espanda Hist. n. Voi. 19, p. 244 (1919).
(9 The Entom. Record, Voi. 32, p. 164 {1920).
Il tipo egiziano della subsp. aegyptiaca differisce dagli esemplari tunisini, che vanno determinati sotto lo stesso nome, per la scultura del capo. In esso la fronte e V occipite sono distintamente striati longitudinalmente, anche nelle piccole le § tunisine non hanno strie sulle parti nominate. Nomino questa forma var. tunetina; essa fa in certo modo passaggio alla var. minor della subsp. instabilis. Non ho veduto gli esemplari Sud-Algeriani che si sogliono attribuire alla subsp. aegyptiaca.
La subsp. aegyptiaca var. incorriipta Ruzsky del Caucaso e la subsp. capitata var. jacowlevi Ruzsky di Crimea che non ho vedute, mi sembrano spettare molto dubbiamente al gruppo mstabilis. Perciò non le ho comprese nella mia lista.
Vi sono due piccole forme dell’ Asia centrale che ram- mentano quelle del gruppo precedente, se non che il loro psammoforo è poco differenziato:
M. barbarus rufus Karawaiew (1909)
= M. barbarus clivorum Karawaiewi Santschi (1917). descritto dall’autore russo come varietà del meridionalis col quale ha in comune il colore rosso del torace, ma è molto più piccolo, il dimorfismo è poco pronunziato e lo scapo è provvisto alla base di un dente acuto, molto più distinto che nel meridionalis.
M. barbarus reticuliventris Karawaiew (1909), agevolmente riconoscibile dalla scultura del gastro.
IL — Gruppo ba7^barus i. sp.: forme grandi o medie; poliformismo generalmente molto spiccato, particolarmente nelle forme maggiori; psammoforo scarsamente differenziato, per lo più senza peli lunghi; funicolo in generale più allun- gato e meno ingrossato all’estremità che nel gruppo instabilis.
Comprende tre sottospecie: barbara L. s. str., semirufa., André e semoni For. (®).
La subsp. semirufa differisce poco dalle varietà non grandi della subsp. barbara (dimorfismo meno accentuato , strie in-
(®) Forse spetta a questo gruppo il M. barbarus varrialei Emery, descritto sopra un solo esemplare proveniente dall’ Anatolia (Ann. Mus. Civ. Genova, Voi. 49, p. 215 (1921).
97
torno alla fossetta antennale meno sviluppate), talché non me- riterebbe la distinzione subspecifica, se non fosse che le due serie suddette hanno una diffusione geografica separata. Là subsp. barbara abita i paesi bagnati dal Mediterraneo occi- dentale fino air Italia e alla Tunisia (manca, per quanto io sappia, nella Cirenaica e nell’ Egitto); mentre la subsp. serii- rufa si trova nella Siria, nell’Asia minore ed in Creta.
L’elenco e la sinonimia delle forme del gruppo sarebbe: M. barbarus barbarus L. s. str. (1767)
typ. barbara
var. grandiceps Stitz {1917)
— capitata Latreille (1798)
= nigra André (1882), Emery etc.
— dentiscapa Forel (1909)
= polita Karawaiew (1912)
— sordida Forel (1892), Santschi (1917)
Ho esaminato un cotipo della var. dentiscapa For.; non è altro che una 9 niinima di cui Karawaiew ha descritto le 9 di tutte le grandezze col nome di var. polita.
Per la var. sordida For., vedi sopra (p. 92 j.
M. barbarus semirufus (part.) André (1882) /
typ. semirufus s. str.
var. dentata Forel (1910)
— ebeyiina Forel (1910)
— mtermedia Forel (19 io)
— lurida Emery (1898)
— maculifrons Santschi (1917)
?? — tatarica Ruzsky (1905)
Il Santschi riferisce alla subsp. semhnifa la var. angularis Sant. (1914), che non conosco, forma delle montagne del- l’Africa orientale.
M. barbarus s emoni Forel (1906) f M, barbarus varrialei Emery (1921)
Il M. barbarus e le specie affini, a mio parere, hanno avuto origine dalla grande zona steppo-desertica mediterraneo- asiatica. Da là la specie principale è penetrata, verosimilmente
98'
seguendo la via dei monti- dell’ Africa orientale, nel Continente Etiopico, producendo due serie di forme, ossia due sottospe- cie, cioè:
La subsp. galla Emery, che si diffonde al Sud del Sa- hara, dalla Nubia e dall’Abissinia al litorale dell’Atlantico, e la subsp, capensis Mayr, che abita le contrade asciutte del- l’Africa australe.
La subsp. galla varia poco. Si distingue agevolmente dalle subsp. barbara e semirufa dall’ enorme capo dei suoi soldati e dal psammoforo differenziato (nei grandi esemplari quest’organo è spesso consumato dall’uso).
L’elenco delle forme è:
M. barbarus galla Emery (1895)
= semirufus (part.) André typ. galla Emery var. latinoda Santschi (1917)
— rufula Forel (1918)
— triimpressa Santschi '1917)
— armata n.
? — ruginodis Stitz (1916)
Il Santschi descrisse latinoda come subsp., ma il Vieh- meyer, in un lavoro pubblicato dopo la sua morte (^), ha dimostrato che questa forma non è che una varietà molto incostante della subsp. galla.
Anche rugmodis è stata descritta dallo Stitz come subsp. di barbarus. Non ho veduto questa formica, ma suppongo che la ^ che l’autore ha descritto e figurato come soldato sia invece una ^ media, e che questa forma sia una tra le va- rietà occidentali della subsp. galla.
Posseggo due di cui una massima, della Costa d’Oro (Staudinger) che hanno l’epinoto munito di denti: var. ar- mata n.
La subsp. capensis rassomiglia superficialmente a structor, I peli della superficie inferiore del capo sono brevi e non c’è psammoforo differenziato. Segue la lista del Genera In- sectorum.
(®) Abh. Akad. Wiss. Wien, Math. Natiirw. Cl., Voi. 98, p. 87 (1922).
99
M. barbarus capeìisis Mayr (1862) typ. capensis
var. decipiens Forel 1(1905)
— proba Forel (19II)
— pseudaegyptiaca Emery (1884)
— schencki Forel (1910)
— tropicorum Forel (1910)
M. luebberti Forel (1910) dell’ Africa Australe, descritto come sottospecie del M. barbarus, pare a me che meriti di essere promossa alla dignità di specie, per le antenne brevi e grosse e per la sagoma del profilo del torace: promesonoto molto gibboso ed epinoto corto.
Nuovi appunti sulle Hispidae delle Filippine DI R. Gestro
Nell’intercalare in collezione le ultime Hispidae delle Fi- lippine gentilmente procuratemi dall’ infaticabile Prof. C. F. Baker, ho trovato alcune specie rappresentate da individui provenienti da località non ancora da me citate nei due la- vori precedenti (i), qualche specie nuova pel mio elenco, due non ancora descritte, e qualche errore da rettificare. Tutto ciò mi pare possa giustificare la pubblicazione di questa mia aggiunta.
1 . Botryonopa bipunctata, Baly . — Mindoro : Magaran
(C. M. Weber).
2. — crenata, Chap. — Mindanao : parte or.
(Semper). — Mindanao : Butuan (Baker).
3. — COllaris, (Weise). — Palawan : Iwahig
(Schultze, Weber, Lamb). — Mindanao :
Davao (Baker). — Mindanao : Zamboanga
(Baker).
4. — cyanoptera, Baly. — Mindanao (Semper).
5. — foveieollis, Baly. — Luzon : Mt. Makiling
(Baker). — Los Banos (Baker).
(i) Materiali per lo studio delle Hispidae. LI. Saggio Hispidae delle isole Filippine. (Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, XLVII, 1917, p. 3?7).
Materiali id. c. s. LII. Di alcune Hispidae raccolte in Malesia dal Prof. Baker (Loc. cit,, XLVIII, 1919, p. 34^6).
100
6.
1-
8.
9-
geniculata, Baly. — Is. Filippine, imperialis, Baly. — Mindanao (Semper). Mindanao: Surigao (Baker), opaca, Weise. — Nord di Luzon : Capo Engano. — Luzon : Mt. Makiling (Baker), punctatissima, Chap. — Luzon (Semper). — Tayabas : Malinao (Baker). — Luzon ; Mt. Makiling (Baker).
10. — purpurascens, Chap. — Mindanao (Semper).
11. — terminalis, Baly. — Mindanao.
12. — , misella, Gestro. — Mindanao: Zamboanga
(Baker).
13. Anisoflera parallela, Chap. — Mindanao : parti or.
(Semper).
14. — thoracica, Chap. — Luzon (Semper). —
Mindanao : Zamboanga (Zschokke). — Lu- zon, Laguna, Los Banos (Baker).
15. — lucidiventris, Guér. — Mindanao (Semper).
16. Anisoderopsis insularis, Gestro. — Tayabas: Malinao
(Baker).
17. Hispodoiita nigricornis^ Baly. — Cebu (Semper),
18. — Semperi, Chap. — Luzon (Semper). —
Mt. Banahao (P. I. Baker).
19. — tarsata, Chap. — Mindanao : parti or.
(Semper). — Mindanao: Cabadbaran (Weber). — Mindanao: Zamboanga e Surigao (Baker).
20. Callispa Cumingii, Baly. — Luzon (Semper). — Luzon;
Manila (Banks). - Palawan : Puerto Prin- cesa (Schultze).
21. — splendidula, Gestro. — Palawan: Puerto
Princesa (Baker).
22. — duodecimmaculata, Chap. — Bohol (Sem-
per).
23. — nigrOTittata, Gestro. — M.te Banahao
(P. I. Baker). — Luzon : M.te Makiling (Baker).
101
24* — flavesceiis, Weise. — Luzon: Manila (Schult-
ze). — Rizal: Montalban Gorge (Schultze). — Mindoro : Magaran (Weber). — Mindanao : Dapitan (Baker).
25. — nigricornis, Baly. — Mindanao: parte or.
(Semper). — Mindanao: Zamboanga (Baker).
26. Leptispa atra, Gestro. — Baguio : Benguet (Baker).
27. Octodonta depressa, Chap. — Mindanao : Zamboanga e
Davao (Baker).
28. Plesispa Reichei, Chap. — Mindanao : Zamboanga
(Baker).
29. Brontispa depressa, Baly. — Luzon : Manila (Banks»
Schultze). — Luzon : Laguna, Los Banos (Baker).
30. Prionispa Bakeri, Gestro. — M.te Banahao (P. I. Baker).
31- — lucida, Gestro. — Mindanao: Davao (Baker).
32. Oiicocephala acutangula. Gestro. — Mindanao: Davao
e Butuan (Baker).
33. — angolata. Gestro. — Mindanao : Davao e
Butuan (Baker).
34- — Mcristata, Chap. — Luzon (Semper). —
Luzon: Isabela, Marahuirahui (Banks); Ca- gayan, Sanchez Mira (Jones) ; M.te Maki- ling (Baker); Tayabas: Malinao (Baker).
35. Promecotlieca apicalis, Weise. — Is. Ticao (McGregor).
36. —
37-
38.
39.
40.
Cumingii, Baly. — Mindanao S. O. (Sem- per). — Luzon (Banks). — Palawan: Puerto Princesa (Schultze). — Tayabas : Malinao (Baker). — Luzon : M.te Makiling (Baker). — Prov. Zambales (Baker), cyanipes, Erichs. — Manila (Eydotix et Souleyet). — Est di Mindanao ; Luzon, Arayat (Semper). — M.te Banahao (P. I. Baker). — Mindanao : - Davao e Surigao (Baker). — Is. Polillo (Baker), octostriata, Chap. — Bohol (Semper). scorpio, Thoms. — Mindanao N. E. (Semper). pulchella, Gestro. — Baguio: Benguet (Ba- ker). — Luzon : M.te Makiling e M.te Li- may (Baker). — N. Viscaya: Imugin (Baker).
102
41.
42.
43-
44.
45-
46.
47.
48.
54.
55.
56.
57.
58.
59.
Walìacea palmaruiu, Gestro. — Miiidanao: Zamboanga (Baker).
— terminalis, Gestro. — Tayabas : Malinao (Baker).
— vittata, Gestro. — Baguio: Benguet (Baker). Dowiiesia tagalica, Gestro. — Mindanao: Davao (Baker). Agonia mira, Gestro. — Mindanao : Davao (Baker).
— BanliSi, Weise. . — Luzon : Manila, Rizal,
Montalban Gorge (Banks). — Palawan : Puerto Princesa (Baker). — Baguio; Benguet (Baker).
— pygniaea, Gestro. — Baguio : Benguet (Ba- ker). — Luzon: M.te Makiling (Baker).
— Yandepollii, Gestro. — Palawan (Water- stradt). — Luzon: Manila (Banks). — Min- danao : Iligan (Baker).
49. — longiila, Gestro. — Baguio: Benguet (Baker).
50. — apiealis, Baly. — Luzon (Semper). — Min-
danao : Iligan (Baker).
51. — rotondi col lis, Gestro. — Luzon: M.te Ma-
kiìing (Baker).
52. — manilensis, Weise. — Luzon : Manila
(Schultze e Banks). — Luzon : M.te Maki- ling e M.te Limay (Baker). — Los Bafios (P. I. Baker).
— opacicollis, Gestro ling e M.te Limay (P. I. Baker).
— laevicollis, Gestro.
— nana, Gestro. —
(Baker).
— Weberi, Weise. — Palawan: Iwahig (Weber).
— attenuata, Gestro. — Luzon : M.te Maki-
ling (Baker).
— macrophtlialma , Gestro. — Is. Sibuyan
(Baker).
Gonophora angusta, Gestro. — Mindanao: Davao e Su- rigao (Baker).
53.
— Luzon (Baker). -
M.te Maki- Los Banos
— Is. Basilan (Baker). Mindanao : Zamboanga
103
60. — rufula. Gestro. — Palawan : Puerto Prin-
cesa (Baker).
61. — apicalis, Baly. — Luzon (Semper). — Lu-
zon : Rizal, Montalban Gorge (Banks). — Los Bafios (P. I. Baker). — Mindanao : Zamboanga e Davao (Baker). — Baguio : Benguet (Baker).
62. — femorata, Weise. — Negros occ. : Bago
(Banks). — Palawan : Bacuit (Weber).
63. — bimaculata, Chap. — Est di Mindanao
(Semper).
Gli esemplari inviati dal Prof. Baker sono di Mindanao: Davao, Dapitan, Surigao e Kolambugan ; e tre dell’ isola Basilan. La serie è interessante per la variazione della mac- chia elitrale, che in pochi si presenta come è descritta dal Chapuis, in alcuni si estende fino a formare una fascia trasver- sale continua e in altri scompare del tutto. In uno dei tre esemplari dell’ isola Basilan le due macchie si fondono in- sieme formando una fascia trasversale triangolare, gli altri due sono affatto immaculati.
64. Gonophora Chapuisi, Baly. — Isole Filippine.
65. |
maciilipennis, Gestro. — terstradt). — Mindanao : (Baker). |
Mindanao (Wa- Davao e Iligan |
|
66. |
— |
lineata, Baly. — Is. Sulu. |
|
67. |
— |
tibialis, Baly. — Is. Sulu. |
68. Monochiriis callicanthus, Bates. — Luzon (Semper). —
Luzon : Manila (Banks). — Laguna, Los Bafios (Baker).
69. — Tiioestus, Baly. — Luzon: Benguet, Trinidad
(Banks). — Bued Riv. (Curran). — Minda- nao : Iligan e Kolambugan (Baker).
70. Bactylispa bipartita, Guér. — Palawan; Iwahig (Schultze).
— Mindanao : Dapitan (Baker).
71. — miranda, Gestro. — Mindanao: Davao, Zam-
boanga, Butuan, Dapitan e Surigao (Baker). L’esemplare di Butuan e uno, più grande di tutti, di Kolambugan (Mindanao) mancano dell’area nera elitrale.
104 72. Dactylispa |
palliata^ Chap. — Mindanao : parti occ. |
73. — |
(Semper). — Mindanao : Surigao (Baker), cladophora, Guér. — Luzon (Semper). — |
74. — |
Luzon : Manila (Schultze, Banks), dimldiata^ Gestro. — Bohol (Celestino e |
75. — |
Me Gregor). infuscata, Chap. — Bohol (Semper). — |
76. — |
Mindoro: Magaran (Schultze). — Mindanao: Surigao (Baker). — Is. Basilan (Baker), puberula, Chap. — Mindanao : parti or. |
(Semper). — Mindanao: Iligan (Baker). |
Specie notevole anche per le antenne molto lunghe.
77. Dactylispa hirtella, Gestro. — Mindanao : Davao (Ba-
ker).
78. — angusta^ Gestro. — Los Bafios (P. I. Baker).
79. — speciosissima, Gestro. — N. Viscaya: Imti-
gin (Baker).
80. — vittula , Chap. {acanthomela, Gestro). —
Luzon e parti or. di Mindanao (Semper) — Luzon : Laguna, Los Banos (Baker). — Cebu : Danao (W. D. Smith). — Baguio : Benguet (Baker), — Luzon : M.te Makiling (Baker). — Mindanao: Surigao (Baker). — Is. Basilan (Baker). — Negros: Cuernos Mts. (Baker). — Bukidnon, Tangcolan (Baker). Se ho considerato come appartenente a specie nuova il primo esemplare di vittida ricevuto dal Prof. Baker, è cèrta mente per una strana distrazione, perchè mentre preparavo il mio primo saggio sulle Hispidae delle Filippine, io avevo, naturalmente, sotto occhio la memoria di Chapuis, nella quale questa specie è descritta. In seguito mi sono perve- nuti altri esemplari e mi sono avveduto del mio errore, che sono ben lieto di rettificare.
81. Dactylispa Perroteti, Guér. Is. Filippine.
82. — hamulifera, Gestro. — Mindanao : Iligan
(Baker);
83. . - (Triplispa) Bakeri, Gestro. — Mindanao :
Davao (Baker).
105
84. Platypria Invreae, Gestro. — ■ Tayabas: Malìnao (Baker).
85. |
longispina, Chap. — Mindanao: parti S. 0. (Semper). — Mindoro: Magaran (Schultze). — Tacloban, Leyte (Baker). — Is. Basilan (Baker). |
|
86. |
— |
subopaca, Chap. — Mindanao : parti or. (Semper). — Mindanao : Davao (Baker). |
87. |
— |
ferruginea, Weise. — Mindoro : Magaran (Weber e Schultze). |
88. |
— |
infuscata. Gestro. — Mindanao : Zambo- anga (Baker). |
89. |
— |
Bakeri, Gestro. — Mindanao : Kolambugan (Baker). |
Agonia macrophthalma, n. sp.
Allungata, depressa, lucida sul capo e sul torace, un po’ meno sugli elitri. Capo giallo-ferrugineo, più scuro sul ver- tice; antenne nere. Torace giallo-ferrugineo. Elitri neri. Super- ficie inferiore del corpo e piedi giallo pallido, apice dei fe- mori, tibie e tarsi nero-picei; metasterno nero.
Capo largo, liscio, con una fossetta sul vertice ; occhi grandi ; antenne robuste. Torace appena più largo del capo, un poco più lungo che largo, più stretto all’ apice che alla base; margine anteriore sporgente sul capo e arrotondato, lati leggermente arrotondati e sinuosi davanti agli angoli poste- riori; disco poco convesso, liscio sulla linea mediana, con punti grossi e irregolarmente sparsi ai lati di essa e con una depressione foveiforme laterale, corrispondente al tratto arro- tondato del Iato, munita di alcuni punti nel suo fondo. Scu- detto. piccolo, infossato. Elitri più larghi del torace e lunghi un po’ più di tre volte ; paralleli e appena sensibilmente più larghi in addietro che alla base, con apice arrotondato e fina- mente denticolato sul margine; disco depresso. Ciascun elitro ha tre carene: l’interna è più forte e parallela alla sutura, la seconda è parallela alla prima, ma diverge da essa alla base nella direzione dell’ omero ; 1’ esterna è meno marcata delle altre e obsoleta alla base; gli intervalli fra le carene sono oc- cupati da punti molto fitti e regolari disposti in doppia serie; solo alla base del secondo la serie è tripla.
Lunghezza : 5 ^3 mhlim.
Isola Sibuyan (Baker). Un solo esemplare.
Tipo nel Museo Civico di Genova.
Specie molto distinta e facilmente riconoscibile per la sua colorazione, per il capo largo con grandi occhi e per la scul- tura degli elitri molto regolare e non tanto forte come in generale si osserva nelle altre.
Dactylispa hamulifera, n. sp.
Al disopra di colore ferrugineo rossastro, eccettuata una larga area discoidale degli elitri che è, con le relative spine, nera. I due primi articoli delle antenne (i soli che esistano nell’unico esemplare che ho sotto occhio) sono pure ferrugineo- rossastri. L’estremo apice delle spine del torace e dei margini elitrali è nero. Il corpo inferiormente è, come i piedi,- giallo ferrugineo. Capo longitudinalmente solcato. Torace trasverso, ristretto davanti all’ inserzione delle spine laterali, espanso ai lati in un lobo diviso in tre spine, robuste, piuttosto corte e quasi uguali fra di loro in lunghezza; disco appiattito, poco solle- vato trasversalmente nel mezzo fra due depressioni, delle quali l’anteriore pochissimo marcata é la posteriore più profonda; opaco e sparso di punti irregolari poco profondi e piuttosto fitti; le spine del margine anteriore sono anche esse piuttosto corte e robuste, la posteriore è un poco più lunga e dritta, r anteriore è un po’ incurvata in addietro. Scudetto triango- lare, opaco. Gli elitri sono più larghi del torace e molto con- vessi ; dietro la sporgenza omerale sono alquanto rientranti, per poi allargarsi leggermente. Alla base esistono quattro spinule lungo il margine scutellare e cinque spine sulla spor- genza omerale. Le spine discoidali, quelle ehe si trovano sul- ’area nera sono, anziché vere spine, tubercoli conici, a larga base, terminanti in punta leggermente rivolta in addietro ; di questi tubercoli i più grossi sono quelli più vicini alla sutura. Le spine laterali sono corte, numerose, regolari e foggiate ad uncino rivolto in addietro ; quelle del margine apicale sono più corte, dritte e gradatamente decrescenti. Di spine margi- nali se ne contano sedici per ciascun lato.
Lunghezza 4 millim.
107
Nell’ aspetto e nella forma ricorda la D. Leonardi^ Rìts. di Sumatra; è però più piccola, ha il lobo laterale del torace con tre sole spine, invece di quattro, il torace diversamente scolpito e le spine degli elitri molto diverse ; le laterali nella Leonardi sono meno numerose, meno unciniformi e con spì- nule interposte, delle quali non esiste la più piccola traccia nella specie presente.
Mindanao : Iligan (C. F. Baker). Un solo esemplare.
Tipo nel Museo Civico di Genova.
SOPRA DUE NUOVE SPECIE DI BRENTIDI
ESISTENTI NELLA COLLEZIONE FLEUTIAUX Nota di E. Calabresi
Fra il materiale di Brentidi che il Sig. Ed. Fleutiaux volle gentilmente affidarmi per la determinazione, trovo rap- presentate due specie nuove per la scienza e delle quali ri- tengo utile dare qui appresso la descrizione perchè riportabili entrambe a generi dei più interessanti e dei meno conosciuti.
Lo studio del nuovo Calliparius mi porge infatti l’occa- sione di dimostrare l’identità del gen. Asaphepterum Kleine (1916) con lo stesso Calliparius Senna (1892), e di mettere così in chiaro una delle non poche sinonimie che esistono tuttora nell’interno della sottofamiglia Tafroderini, e che in- generano purtroppo molto disordine e molta confusione.
Il nuovo Paramorphocephahis vale pure a sua volta ad estendere le nostre conoscenze sul genere istituito di recente da Kleine (1920) e ne prova la presenza, oltre che a Sumatra, anche nella regione Indocinese, regione che si era rilevata finora assai scarsa in fatto di Amorfocefalini.
Calliparius flavo-linealus, n. sp. — cf- Ftisco-brunneus nitidissimiis, elytris lineis flavidis or nati s. Capite mfra basi foveato\ rostro inìer anteniias apiceque crebre piinctulato ; an- te7in'xrum articiLtis medianis obconicis sat elongatis; elytris apici marginatis singulatim tenuiter acuminatis, dorso sttlcato- costatis, stilcis finissime clathratis\ femoribìts anticis intus breviter mucronatis; àbdominis segmentis et 2^ late snlcc^tis, uWmo crebre rugoso-punctato. — Long. mm.; lai. (proth.) ly'jnm.
108
Hab. N. Caledonia.
Un solo esemplare (^ .
Capo superiormente rigonfio e troncato alla base, infe- riormente alquanto appiattito e con una piccola foveola basale. Rostro a punteggiatura densa e manifesta, ampiamente inciso all’apice e percorso superiormente da un solco profondo che si allarga fra le antenne. Queste ultime lunghe quanto il torace con il primo articolo rigonfio all’estremità, i successivi fino all’S^ obconici subeguali, 9® e 10^ globoso-allungati e l’ultimo conico-acuminato di poco più breve dei due precedenti uniti. Protorace allungato, nitidissimo, con la traccia di un canali- colo longitudinale obsoleto nella regione mediana, due lievi impressioni basali ai lati del canalicolo e una rada e finissima punteggiatura sparsa dovunque. Elitre lunghe circa una volta e mezzo il torace, alla base allargate e con gli orneri elevati e callosi, verso il mezzo alquanto ristretto, quindi parallele fino in prossimità dell’apice, dove terminano ciascuna ad an- golo acuto; la striatura è ben manifesta con le coste elevate subeguali e i solchi abbastanza larghi scolpiti da una fine cancellatura. Su ciascun’elitra si ha una lunga linea gialla sul 3® interstizio interrotta per breve tratto in prossimità della base, e un’altra sul 9® interstizio pure estesa dalla base fino alla declività apicale.
Zampe con le caratteristiche proprie del genere, di più femori del i® paio brevemente dentati dai lato interno e tibie e tarsi di tutte le tre paia finamente punteggiati e pelosi.
I due primi segmenti addominali leggermente scavati nel mezzo, i successivi, e in particolare l’ultimo, densamente punteggiati.
Del gen. Calliparius vennero già rese note da Senna le due specie C. Feae e C. foveatus, entrambe provenienti dalla Birmania. Non ho poi alcun dubbio che debba riportarsi allo stesso Calliparius la specie di Formosa descritta da Kleine come tipo di un nuovo genere che indica col nome di Asa- phepterum.
A proposito di questo, Kleine (i) scrive: « Die Gattung ist mit keiner anderen Taphroderinengattung nàher ver
(i) Entomol. Mitteil. V, 1916, p. 85.
109
wandt »; ma dalTesame dei caratteri diagnostici riferiti
daH’A. non può sfuggire la perfetta coincidenza con i carat- teri dati precedentemente da Senna (2) per Calliparius, La particolareggiata descrizione come pure le figure relative 2XV Asaphtptertim formosamim Kleine ( 3 ) dimostrano anzi come soltanto assai lievi differenze specifiche valgano a di- stinguere questo dal CaJliparms Feae di Senna.
Volendo quindi porre il nuovo C. flavo-lineatus a con- fronto con le tre specie C. Feae Senna, C, foveatiLs Senna e C. formosanus (Kleine) esso risulta riconoscibile a prima vista non solo per la colorazione e le linee gialle sulle elitre, che rappresentano un carattere dei più appariscenti, ma ancora per gli articoli delle antenne più gracili e allungati, per le elitre all’apice non arrotondate ma lievemente acumi- nate, per la scultura delle elitre stesse più manifesta e per la dentatura mediana interna dei femori anteriori.
Particolarmente interessante è poi la sua provenienza dalla N. Caledonia, il che fa supporre per il genere un’area di distribuzione molto più estesa dì quanto non ci permet- tessero di prevedere le specie finora conosciute.
Paramorphocephalus binofatus, n. sp. — (^ . Castaneus plus miiiusve saturatus nitidus, elytris dilutioribus ptincHs duobus post medianis nigris juxta suturam notatis. Capite rostroque basi pilis longis aureis munitis; antennarum arti- culo ceteris valde crassìore, tarsis sat elongatis; metasUrno in medio punctato atqm piloso, abdominis segmento tdtimo profunde lateque exciso.
9 Diffèrt rostro apici cylindrico crebre minuteque gra- nulato^ abdominis segmento ultimo latvi haud exciso. — Long,
12, y mm.; 9 7>7 (proth.) ^>4
9 mm,
Hab, Long Xuyen (Cocincina).
Un e una 9 •
. Capo breve, largo più del doppio della lunghezza, nel mezzo profondamente scavato e presso gli occhi lunga- mente e densamente peloso. Metarostro separato dal capo
(2) Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova (a) XII, 1892, p, 444.
(3) 1, c. p. 87, figg. 35, 3('., 37 e tav, I, fig. 13.
110
per mezzo di un profondo solco trasversale, alla base dello scudo provvisto di peli e ai lati adorno di due tubercoli piuttosto sporgenti; prorostro largo come il metarostro, su- periormente solcato coi margini del solco elevato-carenati, all’apice brevemente inciso, ai lati arrotondato e al disotto provvisto di una moderata sporgenza mediana. Mandibole robuste e triangolari non manifestamente dentate sul lato interno. Antenne mediocri, ripiegate all’indietro non raggiun- gono il margine posteriore del protorace, con il articolo allungato e rigonfio alfestremità, il 3^ uguale circa al doppio del 2® e notevolmente ingrossato sul. lato interno, i successivi fino al 7® pure ampliati internamente e decrescenti in gran- dezza, gli articoli 8®-io^ ob conici subeguali e l’ultimo conico acuminato lungo circa il doppio del precedente.
Protorace breve e globoso, privo di scultura manifesta e con radi peli dorati ai lati e presso i margini anteriore e posteriore. Elitre normali con un lieve accenno di striatura e serie regolari di punti da ciascuno dei quali parte un fine e lungo pelo. Coxe con brevi peli disposti a spazzola; femori rigonfi nel mezzo dove portano lunghi ed ispidi peli; tibie larghe e piatte senza traccia alcuna di scultura o pelosità. I primi due articoli dei tarsi nodosi all’apice, il 3® distinta- mente più lungo che largo e compresso ai lati. Metasterno con una lieve solcatura mediana ed una fine pelosità ai mar- gini di questa; i due primi segmenti addominali pianeggianti, non solcati e privi di qualsiasi scultura manifesta, Ihiltimo provvisto di un’ampia e profonda incisura all’apice.
La 9 differenzia per il prorostro subcilindrico e fina- mente granuloso come pure per la mancanza di incisura nel- l’ultimo segmento addominale.
Il nuovo P, binotatus per la conformazione del rostro e delle antenne si distingue facilmente dalle due specie diabolus e nodosifer di Kleine (i), provenienti da Sumatra, e mostra piuttosto qualche somiglianza con il P. loricatus Kleine pure di Sumatra. Anche da quest’ultimo è però nettamente sepa- rabile per il capo più breve, per la presenza di abbondanti e lunghi peli attorno agli occhi ed estesi fin presso la fronte,
(i) Zoolog. Mededeelingen Leiden 1920, V, Afl. 4, p. 236.
Ili
per gli articoli dei tarsi meno abbreviati, e per la scultura e pelosità manifeste nella regione mediana del metasterno. Il colorito castagno tendente al rossastro con le due macchie puntiformi nere presso il mezzo delle elitre è poi carattere assolutamente peculiare della nuova specie,
Firenze^ Istituto di Zoologia, ottobre 1^22
L.. Masi.
SUI GENERI COLOTRECHNUS E ZANONIA.
(Hymen. - Chalcididae).
Dair esame di due esemplari, maschio e femmina, del Colotrechnus subcoenUeiis, gentilmente inviatimi un comunica- zione dal Dr. Fr. Ruschka, ho potuto rilevare alcune ine- sattezze che vi sono nella diagnosi originale della suhtribus Colotrechnidts e nelle diagnosi del genere Colotrechims e della specie siibcoerideus, 1’ unica trovata finora, e descritta dal Thomson nell’opera « Hymenoptera Scandinaviae » . (Tomo V, Lund, 1878, pag. 46, 47). Nel Colotrechnus subcoeruleus vi sono fossette pilifere sparse su tutta la faccia e non sol- tanto nella parte superiore della fronte ; lo scu’tello non è « acuminato » ma fornito posteriormente di un orlo, che sporge di più in corrispondenza all’apice; la costa dell’ala anteriore non è « stigmate fere duplo breviore », come è detto evidentemente per uno scambio di parole, bensì circa due volte più lunga; la tibia, nel terzo paio di zampe, è dritta, non (( leviter incurva », col margine posteriore fornito di circa 15 setole spinose, ma non « denticulata », ed ha lo spe- rone maggiore (interno) lungo quanto la larghezza di essa all’apice, il che non è uno sviluppo notevole.
Queste inesattezze (derivate evidentemente dalle condi- zioni dell’ esemplare femmina che quell’ illustre entomologo ebbe m esame) e la difficoltà di farsi un’ idea della forma dell’ insetto leggendone la descrizione, non mi avevano fatto riconoscere che il genere Colotrechnus ed il genere Za- nonia da me istituito l’ anno scorso per una specie di Ben- gasi, sono molto affini, e che inoltre la specie raccolta nel- l’Appennino Ligure dal mio collega G. Mantero, ricordata nella
112
descrizione della Zanonia vlridis (Annali Museo Civ. Genova, XLIX, 1921, pag. 184-189) e che io credevo potersi riferire a questo genere, non è altro che il Colotrechnus siibcoerideus.
Le principali differenze fra le due specie tipiche dei due generi sono indicate qui appresso.
Zanonia :
Antenne inserite sopra la li- nea oculare, alla metà della faccia.
Fossette pilifere sparse nella parte inferiore della faccia.
Scutello con 4 setole, due presso le suture con le axillule, due presso il mar- gine apicale.
Metanoto con un punto me- diano rilevato, ma senza carena.
Tibie del terzo paio senza .setole spinose.
Colotrechnus :
Antenne inserite sulla linea oculare, al di sotto della metà della faccia.
Fossette pilifere sparse anche nella parte superiore della faccia.
Scutello con una dozzina di setole, disposte irregolar- mente in tre serie trasver- sali.
Metanoto con carena media- na brevissima.
Tibie del terzo paio fornite di setole spinose sul lato posteriore.
Mantengo quanto ho già scritto (/. cl) sulla affinità del genere Zanonia coi generi Rhoptrocerus e Anogmns, coi quali ritengo affine anche il genere Colotrechnus. La tribù Rhoptro- cerini di Ashmead (1904) potrebbe denominarsi, per ragione di priorità, secondo il nome dato da Thomson, tribus Colo- tré chnhii.
Nuove specie descritte della fauna italiana
Coleotteri
Cryptophagus lucifugus, Falcoz, BuU. Soc. Ent. de France, 1922, p. 189. Sardegna: Scala di Ciocca. Coyptophagus spclacus, Falcoz. 1. c. p. 189. Sardegna, Seulo.
March. FABIO INVREA, Redattore responsabile.
Stab. Tipografico G. B. MARSANO, Via Casaregis, 24 - GENOVA
BOLLETTINO
DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA
Anno LIV N. 8
Si pubbliia dieci volte l’anno Conto corrente colla Posta
Pubblicato il i8 Novembre 1922
Sommario: Atti sociali.
Comunicazioni scientifiche: M, Bezzi: Un dittero subattero italiano appartenente a un nuovo genere di Foridi non mirmecojili — M. Bezzi : Le specie italiane del gen. di Ditteri Hebecnema Schnabl G. Paoli: Un Lepidottero nuovo per la fiauna italiana — A. e F. Solari: Nuovo Otiorrhynchus deU isola Lampedusa — Nuove pub- blicazioni: Invasione di Leptodemus minutus a Bendasi.
ATTI SOCIALI
Nuovi Soci. — La Presidenza ha ammesso in qualità di Soci ordinari i Sigg. :
Dr. Nicolò Cuscianna, Laboratorio di Zoologia, R. Scuola Superiore di Agricoltura, Portici (Napoli).
Prof. C. F. Baker, College of Agriculture, Los Banos (Isole Filippine) — (Fauna entomologica delle Filippine).
Quote Sociali — Il Tesoriere comunica che hanno pagato la quota per l’anno 1922 i Soci: Silvestri, Cuscianna La Face, Rasetti, Baker, Zavattari, Finzi, Lona, Paoli.
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
Prof. Mario Bezzi
UN DITTERO SUB ATTERO ITALIANO
APPARTENENTE, AD UN NUOVO GENERE DI Forìdi NON MIRMECOFILI.
Come già accadde pel singolare dittero Aptilotus para- doxns Mik 1898, che fu scoperto vagliando detriti, così non poteva essere che un coleotterologo a trovare il singolarissimo Foride che forma oggetto della presente nota.
La buona ventura toccò al nostro collega Sig. Felice Capra, laureando in Scienze Natura'i dell’ Università di To-
114
fino, il quale così mi scrive in proposito: « Ho trovato la nuova forma sotto sassi non interrati (sotto i quali trovai an- che Carabus depressus v. Bonellii Dej., Car, Latreillei Dej., Cychrus cordicollis Chd., PUrostichus grajus Dej., Pier. par. nassius Schaum, e vidi collemboli, miriapodi, ragni, ma non formicai) alla base d’ un muro dell’ Alpe in rovina che sta al Bacchetto del Creso (m. 1940 s. m.) tra la Val Chiobbia (Piedicavallo, Biellese) e la Val Sorba (Rassa, Val Sesia), ed in un canalone del versante S. della Punta Cascinaccia, a breve distanza dal colle. Ne osservai dalla metà alla fine dell’Ago- sto 1922, dieci o dodici esemplari, in copula, i quali fuggi- vano con discreta rapidità a nascondersi tra i sassolini ed il terriccio, appena veniva alzato il sasso sotto cui vivevano ».
Si tratta di una scoperta assai importante, perchè è la prima forma ad ali ridotte della sottofain. Forini che si trova in Europa (il gen. Platyphora appartenendo ad altra sotto- fam.); poi perchè pare non abbia alcuna relazione colle for- miche, mentre i numerosissimi Foridi senza ali sono in gran maggioranza mirmecofili o termitofili; infine perchè ambo i sessi presentano le ali atrofiche, mentre di regola i maschi sono alati (i).
Il nuovo genere, che mi compiaccio di dedicare al suo scopritore Sig. Capra, è assai progredito nella riduzione alare, dovendosi ascrivere al grado 6 della scala da me proposta nel mio lavoro del 1916; a tal grado appartengono solo Foridi mirmecofili e termitofili, tutti esotici. Esso è poi notevole pel grande restringimento laterale del torace (verosimilmente in dipendenza dell’ atrofia dei muscoli alari) e per 1’ enorme ri- duzione delle macrochete del capo, del torace e dei piedi. Per quest’ultimo carattere esso si accosta al gen. Gymnophora Macq., che occupa già una posizione isolata nella famiglia; potrebbe anche considerarsi come una forma lapidicola sub- attera di tale genere, i cui membri noti sono tutti alati e foglicoli, erbicoli od arboricoli (V. Lundbeck, Diptera Danica, Part VI, 1922, p. 429).
(i) Solo recentemente (1921) lo Schmitz descrisse un gen. Aptinandria in cui tanto il maschio quanto la femmina sono atteri.
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Gen. Capraephora nov.
A gen. Gymnophora Macq., cui reductione macrochaeta- Tìint totius corporis ac genitalium fabrica certe simile, differì ocMÌis nudis, macrochaetis verticalibus et sciitelkwibus duabus tantum- dorsocentralibusque nulHs , tlioracis lateribìis in medio valde angìistatis, maris abdomine segmento sexto non elongato hypo- py 'gioque exseìdo, tibiis posticis apice calcaratis, a/is halteribus- que denique rìidimentalibus.
Specie di piccole dimensioni. Capo appena un po’ più largo che lungo, coll’orlo posteriore diritto e colla fronte leg- germente convessa, prolungata in avanti. Fronte un po’ più lunga che larga, priva di solco mediano longitudinale, spor- gente in avanti sopra la base delle antenne per mezzo di un breve prolungamento triangolare ad apice arrotondato; esso è coperto di brevissimi peli uguali e rigidetti, ma manca di macrochete, tranne due assai brevi, poste sui lati del vertice, presso gli occhi, una per parte. Ciglia postoculari poco di- stinte; setole postverticali mancanti. Ocelli 3, disposti in largo triangolo presso al vertice; occhi nudi. Antenne brèvi, col terzo articolo grosso e globoso, fornito di una lunga arista dorsale, microscopicamente pubescente, ad articoli basali pic- coli. Faccia breve, completamente nascosta fra le antenne; peristoma stretto, nudo; apertura boccale larga. Palpi clavati, con alcune setole brevi e robuste. Proboscide sporgente, ab- bastanza grossa e lunga. Torace assai ridotto di dimensioni» molto ristretto nel mezzo sui fianchi, non più largo del capo superiormente e meno del doppio di esso in lunghezza; il dorso del mesonoto è appena convesso e manca di area pre- scutellare e di linee impresse quali si osservano in Gymno- phora; esso è coperto di brevi peli uguali e manca di qual- siasi macrocheta differenziata sia sul dorso che sulle pleure. Scudetto pure assai ridotto nel suo sviluppo, formante come una stretta orlatura eguale del margine posteriore del meso- noto; essQ è coperto di pochi peli brevi, fra i quali due soli setoliformi verso il mezzo del margine posteriore. Postscudetto quasi altrettanto sviluppato che il primo segmento addomi- nale. Ali ridotte a due brevi rudimenti stretti ed allungati,
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non estesi oltre la base del primo segmento addominale; in essi si nota una parte anteriore più scura e più ispessita, corrispondente alle nervature esterne, colla costa nuda; ed una parte più chiara e più sottile, corrispondente alla porzione posteriore deirala, priva di nervature visibili. Bilancieri ridotti ad una piccola sporgenza in cui non si distinguono le solite parti dell’organo. Piedi piuttosto allungati, specialmente i tarsi, coi femori alquanto ingrossati, ma quelli dell’ultimo paio non dilatati; essi mancano di setole, presentando solo una breve pubescenza; le tibie posteriori hanno però uno sperone termi- nale interno bene sviluppato; i tarsi dell’ ultimo paio sono più lunghi delle tibie rispettive ed hanno il pretarso uguale in lunghezza ai due articoli successivi insieme presi. Unghie e pulvilli minutissimi. Addome grosso ed allungato, più lungo che capo e torace assiem*e; esso è composto^ di 6 segmenti, pressoché uguali fra loro in lunghezza dal primo all’ ultimo; esso è fornito di pubescenza brevissima e manca di setole. Ipopigio libero rotondeggiante, assai grande; esso è lucente e sinistrorso, foggiato a quanto sembra come in Gymnophora. Ventre membranoso, cogli steriliti non visibili.
Tipo: La nuova specie seguente.
Capraephora fapidicola n. sp. cf. Migra, opaca, antennis palpis femoribusqne conco loribus, tiibis tarsisque rufescentibus, proboscide et hypopygio nitidis lutescentibus , alarum rudimentis hudde albicantibus.
Long. corp. nini. 2; alae mm. 0,3. Ty pus in coll, niea : speci- men unicum (p' a doni. Felice Capra (cui genus honoris causa dicatum) in Alpibus pedem ontanis (Colle del Croso, 1940 m., Val Chiobbia, Biella) die 28 Aug. 1922, sub lapidibus detectum.
Capo interamente nero. Fronte leggermente punteggiata, • alquanto lucente lungo la linea mediana, coi peli e colle se- tole di color nero. Occhi di color bruno scuro. Antenne in- teramente nere, coll’ arista più chiara. Palpi neri, colle setole nere; proboscide di color giallognolo lucente, sopratutto nella parte inferiore. Torace e scudetto interamente di color nero opaco, con brevi peli neri; mesopleure nude; rudimenti delle ali e dei bilancieri di color bianco sudicio. Piedi coi femori neri e le tibie ed i tarsi rossicci, questi ultimi nereggianti
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vers > Testremità. Addome nero ed opaco, con breve pube- scenza nera; membrana ventrale di color bianco lurido. Ipo- pigio assai grosso, quasi altrettanto che il capo; esso è libero, rotondeggiante, di color giallognolo molto lucente; è contorto verso sinistra e presenta una struttura complicata, con due appendici cornee in forma di stili, sporgenti sulla parte ter- minale inferiore.
Le specie italiane del gen. di Ditteri HEBECNEMA Schnabl pel Prof. Mario Bezzi
Questo caratteristico e naturale genere di Muscidi (An- tomiidi) venne ben differenziato dal dott. Schnabl già fin dal 1889, ma fu solo molto più tardi (1907) accettato dallo Stein, il monografo della famiglia; pure il Malloch, che in un primo tempo (1920) aveva eretto il genere sinonimo Xenaricia, lo mantiene come buono.
Sorvoliamo sulla questione, puramente nomenclatoriale, deir impiego del nome Hydrophoria R. D. 1830 in luogo di Hebecnema^ come vuole il Coquillett nel 1910, basandosi sul fatto che il Westwood ne aveva nel 1840 designato la Musca vespertina Fall, [nigrita Fall.) come tipo.
Esso può brevemente venir definito come una Mydaea ad arista piumata, con piedi di Limnophora. Nel Catalogo dei Ditteri paleartici (Voi. Ili, 1907) figura con solo 4 vecchie specie, due di Fallén e due di Meigen, e non di più ne conta nei recenti lavori sinottici dello Stein (1914 e 1916); tuttavia altre due ne erano state descritte, una nel 1908 (rnfitibia Stein) ed una nel 1911 [pictipennis Schnabl).
Il nostro Rondani, che può chiamarsi il vero fondatore della sistematica di questo non facile ramo della ditterologia, aveva ben riconosciuto per V Italia tutte 4 le specie già fin dal 1866-77» aveva collocate in due generi diversi ; e
precisamente quelle ad occhi nudi (vespertina e nigricolor) in Spilogaster, e quelle con occhi irsuti (umbratica e solifuga) in Yetodesia. Egli non aveva saputo interpretare la fumosa del Meigen, che altro non è se non la sua solifuga ; fatto
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tuttavia che non ci deve stupire, poiché lo stesso già era ac- caduto allo Zetterstedt, che V aveva ridescritta col nome di fuscipes^ e perfino allo Schiner che T aveva ribattezzata come carbo\ ed anche questi celebri ditterologi ripartivano le specie in due diversi generi,
Fra gli autori più moderni, lo Schnabl nel 1889 enumerò 5 specie (delle quali la pictipennis la descrisse però solo nel 1911); lo Strobl (1893-1910) ne ebbe 4, in Arida e Spilo- gaster\ il Meade (1897) ne consideiò 3, ripartite in Yetodesia e Mydaea ] il Pande'lé (1898-99) ne «ammise 4, lasciandole tutte in Arida\ e finalmente Schnabl e Dziedzicki (1911) ne riportarono le 5 stesse del 1889.
In un recente lavoro monografico sul gen. Hebecnema (Settembre del 1921) il Malloch distingue 7 specie per T Ame- rica del Nord, cioè le 4 europee (nigricolor, fumosa, vesper- tina e umbratica), 2 endemiche (fidva Big. 1885 della Cali- fornia e dello Stato di Washington, e pallipes Malloch 1920 deir Alaska), ed una nuova, che descrive col nome di affinis^ dicendo che molto probabilmente si deve trovare anche in Eu- ropa, dove può esser stata confusa con vespertina. Ed io non posso che confermare tale supposizione, perchè avendo esami- nato ! numerosi esemplari di vespertina della mia raccolta, ho potuto constatare che essi appartengono in massima parte alla nuova affinis.
Il gen. Hebecnema conta dunque oggi 7 specie nella re- gione paleartica e parimenti 7 nella neartica, avendone. 5 comune. Oltre questa vasta distribuzione olartica, esso pre- senta una specie nella regione etiopica {semiflava Stein 1913 dell’Africa or. e del Natal); due nella regione orientale {nigri- thorax Stein 1900 dell’ Indocina, di Giava e di Sumatra, e nitens Stein di Giava, la prima delle quali trovata anche al- l’Isola Maurizio) ; e si trova perfino nella regione australiana {halterata Stein 1910 dell’Australia e infuscata Bigot 1885 della Nuova Caledonia, quest’ ultima ritenuta forse uguale a fumosa). Esso si mantiene ovunque piuttosto omogeneo, sia nell’ aspetto generale che nella colorazione, con tendenza ad assumere una tinta giallo-fulva completa in talune aree geo- grafiche ; costanti rimangono pure i suoi caratteri organici.
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sopratutto quelli chetotassici, solo in alcune poche specie {rii- fitibia e nitens) le macrochete dorsocentrali postsuturali es- sendo ridotte a 3.
Le nostre 5 specie italiane possono distinguersi come segue :
Maschi.
1 (4). Non esistono setole acrosticali presuturali differenziate, ma solo dei peli uguali disposti su sei serie ; addome più largo e più piatto, senza striscia nera mediana longitudinale; piedi in parte rossicci; ali più larghe, colla prima cella costale dilatata; bilancieri colla clava giallognola; dimensioni maggiori.
2 (3). Occhi distintamente irsuti ; tutti i femori neri ; calittre
infoscate ; secondo e terzo segmento addominale con uno o due paia di piccole macchie scure più o meno distinte . fumosa Meig.
3 (2). Occhi pressoché nudi ; i quattro femori posteriori ros- sicci; calittre bianche ; addome immacolato ; statura un po’ minore. ....... nigricolor Fall.
4 (i). Acrosticali presuturali più o meno bene differenziate, ad ogni modo i peli disposti in non più di 4 serie longitu- dinali ; addome più stretto e cilindroconico, con linea nera longitudinale mediana; piedi interamente neri; ali più strette, colla prima cella costale non dilatata; dimensioni più piccole.
5 (8). Bilancieri colla clava giallognola; setole acrosticali pre- suturali poco distinte.
6 (7). Occhi irsuti; addome opaco, coperto di denso tomento
di color grigio azzurrognolo e colla striscia mediana longi- tudinale assai stretta; tibie posteriori con una sola setola esterna nel mezzo ; calittre un po’ infoscate . . umbrUtica Meig.
7 (6). Occhi pressoché nudi; addome abbastanza lucente, con tomento di color grigio scuro e con striscia mediana del doppio più larga ; tibie posteriori con due setole esterne mediane; calittre bianche .... affinis Mail.
8 (5). Bilancieri colla clava nera ; 2-3 paia di acrosticali pre- suturali ben differenziate ; occhi nudi ; addome lucente, con tomento di color grigio scuro e striscia longitudinale piuttosto larga; tibie posteriori con una sola setola esterna .
vespertina Fall.
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Femmine.
1 (6). Piedi in parte rossicci, almeno sulle tibie.
2 (5). Bilancieri colla clava giallognola; peli acrosticali presu- turali in 5-6 serie.
3 (4). Tutti i femori neri; torace ed addome con tomento di
colore scuro . . . . . . . fumosa Meig.
4 (3). I 4 femori posteriori ^ interamente rossicci ; corpo co- perto di una leggera pruina di color chiaro, nigrìcolor Fall.
5 (2). Bilancieri colla clava nera; acrosticali in non più di 4 file; tutti i femori neri; torace ed addome di color nero lu- cente, quasi senza tomento .... vespertina p. p.
6 (1). Piedi interamente neri, anche sulle tibie; peli acrosti- cali in non più di 4-5 file.
7 (iq). Bilancieri colla clava giallognola;' dorso del torace coperto di tomento grigiastro e con distinte strisele scure longitudinali ; addome distintamente tomentoso.
8 (9). Dorso del torace con strisele scure molto spiccate ; addome poco lucente, con tomento di color chiaro
umbratica Meig.
9 (8). Torace meno distintamente strisciato; addome molto lucente, con tomento scuro .... affiuis Mail.
10 (7). Bilancieri colla clava nera ; torace nero lucido, senza
strisele visibili; addome nero lucente, quasi senza to- mento . . .* vespertina Fall.
Nota. Nel caso non improbabile che le altre due specie paleartiche possano un giorno rinvenirsi in Italia, basti licor- dare quanto segue. H. riifitibia Stein delle Isole Canarie, è affine a fumosa ed a nigricolor pel colore in parte rossiccio dei piedi, *ma si distingue da ambedue per avere l’arista più brevemente pelosa, e differisce inoltre da esse e da tutte le altre per avere 3 sole macrochete dorsocentrali postsuturali*
H. pictipeuìiis Schnabl della Russia europea nordoccidentale è affine a fumosa, ma se ne distingue pei piedi interamente neri e per le ali variegate.
La distribuzione geografica delle specie in Italia, quale risulta dalla mia collezione, è la seguente.
I. fumosa Meigen 1826 {fuscipes Zett. 1845, carbo Schin. 1862, so li fuga Rond. 1877, tristis Bigot 1885).
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Questa specie venne dapprima confusa coll’ umbratica dallo Stein, come risulta da esemplari della mia collezione da lui C')si determinati.
Essa è diffusa per tutta l’Europa, dalla Svezia all’Italia, ma manca in Inghilterra; si trova alle Canarie e si estende dall’Alge- ria alla Siria ; fu citata anche dell’isola di Formosa. Nell’Ame- rica del Nord pare rara negli Stati centrali dell’ Unione.
Io r ho del Piemonte, Valle di Susa ; della Lombardia, Val Bova presso Erba, Pavia, Sondrio; del Trentino, M. Baldo; della Liguria, Genova ; delle Marche, Macerata, S. Liberato, Bolognola, Acquasanta, Pioraco ; della Calabria, Monteleone. — Sulle nostre Alpi e sui Sibillini io non l’ ho osservata più in alto di 1500 m. ; ma il Mùller e ló Strobl la ricor- dano fino a 2400 m delle Alpi centrali e della Stiria. — Le mie date di cattura vanno dal Maggio al Settembre.
2. nigricolor Pallén 1825.
Estesa a tutta rEuro})a, dalla Scandinavia all’Italia; rara nell’America del Nord, Stati centrali.
Io l’ho del Piemonte, Val di Susa; della Lombardia, Chiareggio in Val Malenco ; ed abbastanza comune delle Marche, Macerata, Bolognola, Vallone dell’ Acquasanta. La osservai fino a 1600 m. in Valtellina, e fino a 1200 m. sui Sibillini. Dal Maggio all’Agosto.
3. umbratica Meigen 1826.
Abita tutta Europa, dalla Norvegia sett. alla Sicilia; nel ba- cino mediterraneo si estende fino alla Siria ; si trova nella Cina e nel Giappone, ed è ricordata di Formosa. Nell’ America del Nord va dal Canada agli Stati centroccidentali dell’ Unione.
Io l’ho del Piemonte, Moncenisio; della Lombardia, Pavia, M. Resegone, Sondrio, Val Malenco ; del Trentino, Mori; delle Marche, Macerata, Bolognola. Sulle Alpi fino a 2100 m., nei Sibillini fino a looo m. ; nella Stiria . lo Strobl fino a 2200 m.. Dall’Aprile all’Agosto.
E’ questa l’ unica specie del genere di cui si conosce qualcosa riguardo all’ etologia ; Howard nel 1901 la ricorda come allevata nell’America del Nord (Virginia) da sterco vaccino, assieme a 19 altre specie di ditteri ; ed io ne ebbi esemplari dal Koebele, ottenuti da pupari provenienti pure
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da fimo vaccino di Germania e di Svizzera (Bellinzona). La larva è probabilmente carnivora, predatrice di altre larve fimicole.
4. affinis Malloch 1921.
Lo Stein confuse questa specie colla seguente, come risulta da esemplari della mia collezione da lui determinati, e da quanto egli dice sul colore dei bilancieri e sul numero delle setole delle tibie posteriori nel suo lavoro generale del 1916. La sua distribuzione si estende quindi probabilmente a tutta Europa. Nell’ America del Nord è citata del Maine e del Massachussets, ed io ne ho un esemplare mandatomi da Montreal, Canada, dal sig.r Chagnon.
In Italia costituisce colla precedente la specie più co- mune del genere! Io l’ ho del Piemonte, Valle di Susa ; della Lombardia, Milano, Pavia, M. Resegone, Sondrio, M. Rolla, Val Malenco; delle Marche, Macerata, Bolognola, Acquasanta. Nelle Alpi la osservai fino a 1600 m, e nei Sibillini fino a 1200 m. Dall’Aprile all’Agosto.
5. vespertina Fallén 1823 {nigrita Fallén Ì823).
Menti e lo Stein dice che questa specie è la più comune di tutte nell’Europa centrale, dalle mie osservazioni risulta che in Italia essa è la più rara ; ciò però può dipendere dal fatto che lo Stein non aveva distinto da èssa la specie precedènte.
Si trova in tutta Europa, dalla Scandinavia all’ Italia ; è ricordata anche dèllè Canariè e dell’Algeria. Nèll’Amèrica dèi Nord si esténdè dal Canadà agli Stati centrali, abbondando di più in quèlli occidèntali.
Io !’ho di Lombardia, Milano, Pavia, Sondrio; del Tren- tino, Mori. Non oltre i 500 m. sulle Alpi. Dal Maggio al Settembre.
Guido Paoli
R. Osservatorio di Fitopatologia - Chiavari
UN LEPIDOTTERO NUOVO PER LA FAUNA ITALIANA.
(Laspeyresia molesta Busck)
L’ intensità sempre crescente dei commerci, la rapidità dei mezzi moderni di comunicazione, il desiderio di portare nuove piante e nuovi prodotti da lontani paesi hanno per
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effetto che vengano involontariamente trasportati anche a grandi distanze semi di piante, spore di fungili, e piccoli ani- mali, i quali tutti, se nel nuovo paese trovano le condizioni adatte, si moltiplicano naturalizzandosi, diventando il più delle volte assai più invadenti nel nuovo che nel loro paese di ori- gine, in rapporto alle diverse condizioni e alla mancanza delle cause avverse. Basta ricordare la Peronospora e V Oidio della vite, il decumamis^ la Fillossera della vite, la Diaspìs
pentagoìia.
Uno degli ultimi casi, se non 1’ ultimo, è quello della Tortricide nota alla scienza soltanto dal 1916, la Laspeyresia molesta Busck (i) la cui larva vive nelle estremità dei rami di diversi alberi da frutta (Drupacee e Pomacee) e nei frutti medesimi.
È dunque assai recente la sua storia. La larva fu osser- vata la prima volta nel 1899 nel Giappone quindi nel 1909 in Australia (Nuova Galles del Sud) su peschi, ma non vi fu data importanza e non fu neppure determinata; fu poi trovata alla fine del 1915 sempre allo stato larvale, negli Stati Uniti d’ America (Washington D. C., Virginia, Mary- land, New York) e finalmente nel 1916, ottenutasi la farfalla, questa fu dal Busck riconosciuta come specie nuova e nomi- nata; si ritenne' che fosse originaria dell’Estremo Oriente, e per questo le fu dato il nome volgare di « Orientai peach moth ». Fu poi anche constatato che essa trovasi in quasi tutto il Giappone e in Corea.
Sul finire del 1920 trovai sui peschi in Liguria una larva che dai caratteri sembrava riferibile alla specie in parola, ed infatti nella estate seguente ottenni l’insetto perfetto, che rico- nobbi appartenere alla specie Laspeyresia molesta, determina- zione che fu confermata dal Conte Emilio Turati.
E questo il primo rinvenimento di tale specie in Italia, anzi può dirsi in Europa. Dalle ricerche fatte mi risulta che essa è diffusa e frequente in Liguria da Sestri Levante a Ven- timiglia e anche in Francia nel dipartimento del Varo. Ovun-
(i) Adotto il nome generico di Laspeyresia anziché quello di Cydta, seguito da taluni autori, perchè la priorità spetta a quello, come ha recentemente dimostrato J. Kennel nella “uà monogiafìa sulle Tortricidae paleartiche.
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que si trovano vivai di peschi, questi presentano numerose cime interamente corrose e disseccate per opera della larva di questa farfallina; essa attacca anche i peschi adulti, purché in buone condizioid di vegetazione, prediligendo le piante giovani e vigorose; nelle frutta invece è rarissima da noi, ed io 1’ ho riscontrata soltanto due volte dentro le pesche.
Poiché la diagnosi originale fu pubblicata dal Busck in una nota di Quaintance e Wood (i) e ripetuta poi in altre memorie pubblicate tutte in periodici non entomologici e per- ciò poco alla mano dei lepidotterologi, credo opportuno ri- portare per questa specie, entrata oramai nella fauna italiana, la diagnosi defunta da quella originale del Busck, completata con altri caratteri dati dal Garman (2) e col controllo degli esemplari italiani.
Laspeyresia molesta Busck. — Testa di color fosco affumicato, scuro; faccia un poco più scura, quasi nera; palpi labiali di color fo^co un po’ più chiaro; antenne semplici, piuttosto tozze, lunghe quanto la metà delle ali anteriori, di color fosco scuro, con sottili anellature sfumate, biancastre. Torace fosco nerastro; patagia con leggere punteggiature bianche essendo ogni squama un po’ bianca aH’estremità. Ali anteriori di forma normale; termen con lieve insena tura sotto l’apice, di color fosco scuro, oscuramente punteggiate per squame coll’ estremità bianca; margine costale nerastro, striato con linee doppie bianche oscure, cioè con quattro paia assai delicate sulla metà basale e tre paia più distinte sulla metà distale, oltre a due
linee semplici, bianche prima dell’ apice; dagli intervalli costali neri
si stendono attraverso le ali delle linee ondulate molto scure, aventi tutte verso la metà dell’ala un’ondeggiatura fortemente diretta verso l’esterno; alla metà del margine dorsale gli spazi fra tre di queste
linee sono più punteggiati di bianco che nel rimanente dell’ala, così
da costituire due strisce dorsali bianchiccio, leggere e indecise.
Tutte queste macchie si distinguono soltanto in individui perfetti e coll’aiuto della lente; ocello fortemente punteggiato di bianco, orlato da due linee larghe, perpendicolari (cioè trasversali all’ala) di colore appena turchino metallico o grigio azzurro metallico e contenente diverse lineette di color nero cupo irregolari, delle quali la quarta dall’ angolo anale (Jornus) è la più lunga e situata più esternamente»
(1) Quaintance A. L. and Wooi W. B. — Laspeyresia molesta^ an important new insect enemy of thè peach. <( Journal of Agricultural Research, Voi II N.o 8, pag. 373-377 con 6 tav, Dept. of Aglio., Washington D. C. 1916.
(2) Garman P. — The Oriintal Peach Pest. • The Maryland State Coll, of Agricultural Exp. Station » Bulletin N.o 209, pagg. i-io con 25 figg — College Park, Md. Decembre 1917.
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cosi da inferrompeie il contorno esteriore metallico dell’ocello; li fila di lineette nere, al pan delle adiacenti linee turchine metalliche è continuata al di sopra dell’ocello in una curva fino alle ultime doppie macchie costali; all’apice esiste una macchia nera indistinta e due o tre piccoli punti neri sotto di essa; innanzi alle ciglia una sottile linea marginale indistinta di color nero intenso; ciglia di color bron- zato scuro fosco. Ali posteriori di color bruno scuro con margine costale ampio, bianco; nella 9 larga area giallastra bruna
all’angolo posteriore; nel manca questa area di colore diverso; ci- glia biancastre; faccia inferiore delle ali di color fosco più leggiero, fortemente iridescente; addome di color fosco scuro col lato ventrale bianco argenteo; estremità dtU’addome del ^ formante un cono cavo; i genitali, composti di valvole scure a forma di pantofola, uniforme- mente coperti di setole 'brr vi, i margini laterali recanti circa sette setole più lunghe; valvole circondate da larghe squame che formano il cono e unite al tegumen per tre quarti della loro lunghezza; geni- tali funminili formati da due guide per le uova strettamente avvici- nate, la superficie interna delle quali guide è densamente pelosa; dorsalmente ad ogni guida ventrale di uova trovasi una spazzola di ghiandole a forma di lungo pelo ottuso, (probabilmente ghiandole odorifere).
Zampe fosco scure coi lati interni argentei; tarsi nerastri con anellature sottili bianco giallognole; femori del II paio con due lunghi speroni ottusi ai loro apici; femori del 111 paio con speroni simili agli apici e con un altro paio verso la metà.
Apertura alare da io a 15 mm.
La larva matura è lunga da 13 a 15 mm. di color roseo, con tubercoli piccolissimi neri; testa piuttosto bruna, con im- pronte più scure e apici dei pezzi boccali neri; scudo toracico bruno molto pallido, con margine scuro; stigmi toracici cir- colari, bruni scuri. Placca anale bruno nerastro, zampe tora- ciche e addominali normali.
Ha quattro generazioni complete ed una quinta parziale aU’anno dal Maggio al Novembre.
Le uova vengono deposte sulla pagina inferiore delle foglie del pesco; la larva penetra nella estremità del ramo e scava una galleria in direzione centripeta, per un massimo di 5-6 cm. in seguito alla quale le foglicline terminali prima appassiscono, poi seccano, mentre l’apice del ramo ridotto alla sola scorza si incurva e si secca insieme alle foglie che vi erano attaccate; ma per lo più una larva dopo scavati due o tre cm. di galleria esce fuori e passa ad altra punta, sicché
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un solo individuo è capace di far disseccare anche 304 punte:
La larva va a incrisalidarsi nelle biforcazioni dei rami, nelle screpolature della scorza o fra i detriti e le foglie secche e tesse- un bozzoletto di seta bianca assai lasso; quando è per sfarfallare la ninfa esce per tre quarti dal bozzolo, e allora il tegumento si rompe e nasce la farfalla. Le larve di fin di stagione tessono il bozzolo, ma si trasformano in ninfe sol- tanto nella primavera seguente; passano cioè V inverno allo stato larvale.
Oltreché nei rami di pesco la larva di Laspeyresia vive in quelli di susino, albicocco, ciliegio, melo, pero, cotogno e dentro le frutta di queste stesse piante.
Non è da confondersi questo Lepidottero colf Aliar sia liueatella Z. la cui larva vive in maniera identica negli apici dei rami e denti o il frutto del pesco ma che si riconosce fa- cilmente per il color biuno generale del corpo colle giunture dei segmenti bianche, e neppure colla Laspeyresia {Carpo- capsa^ pomonella L, che pure si trova non rara allo stato di larva dentro le pesche, oltre che dentro le pomacee.
NUOVO OTIORRYNCHUS DELL’ISOLA LAMPEDUSA
per A. E F. Solari
Otiorrhynchus (Arammichnus) lopadusae n. sp.
Angustiae frontis causa, O. proximophthalmo Reitter proximus, sed nitidior, in elytris brevior et latior; rostro lon- giore et angustiore, antennis panilo gracilioribus ; thorace an- gustiore et longiore, minus dense punctato, lateribus regula- riter rotundato, apice basi subaequilato ; elytris ovatis, magis convexis, basi thorace perparum latioiibus, humeris valde rotundatis, minus distincte sulcato-punctatis, transversim sub- vermiculato-rugosis, interstriis subplanis, obsolete scobinato- granulatis, granulis praecipue disco obliteratis.
. Angustior, segmento anale mediò tenuissime striolato et punctis raris intermixtis praedito.
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9 . Latior, segmento anale medio confuse et ìrregulariter aciculato-punctato.
Patria : Ins. Lopadiisa.
Molto simile all’O. proximophthalmus, col quale forma un piccolo gruppo, distinto dagli altri Arammichnus del tipo del cribricollis Gyll. per la ristrettezza della fronte, dovuta agli occhi posti completamente suT dorso della testa e sepa- rati fra loro da uno spazio non maggiore del loro diametro.
Si distingue dal proximophthalmus per gli elitri più brevi, più ovali, più regolarmente arrotondati ai lati, più stretti alla base e con omeri pressoché nulli, inoltre per la rugosità trasversale degli elitri molto più distinta e certamente assai più regolare che nella specie citata. — Se si osserva l’insetto di fianco, si constata, nel lopadusae, che tutta la superficie deU’elitro è percorsa da rughe vermicolari quasi regolari, che si svolgono sopra assi perpendicolari alla sutura e che riuni- scono fra loro tutti i punti posti ad uno stesso livello nei solchi elitrali. — Se anche una scoltura simile si vede nel proximophthalmus , essa è però meno regolare, meno svilup- pata e disposta obliquamente rispetto alla sutura.
Pochi esemplari della collezione A. Dodero, raccolti nel- r isola Lampedusa.
NUOVE PUBBLICAZIONI
Invasione di Leptodemus minutus a Bendasi
Il padre DOtt. Vito Zanon, Missionario Giuseppino, che durante la sua lunga residenza al Fuehat, presso Bengasi, ha radunato materiali di primaria importanza per la conoscenza della fauna cirenaica, ha recentemente pubblicato nel Bollet- tino di informazioni del Ministero delle Colonie (Anno 1922, N. 4) una interessante nota sopra un’invasione di Ltptodemus minutus (Jak.) verificatasi in Bengasi il 31 Maggio 1919. La novità del fatto e la rarità dell’ insetto meritano che se ne faccia notizia anche nel nostro Bollettino.
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Il padre Z inon narra come nel pomerìggio di quel giorno, recandosi in bicicletta da Bengasi al Fuehat, mentre soffiava un fortissimo ghibli, egli notasse come V aria fosse offuscata dalla presenza di una specie di nevischio che in realtà era costituito da un numero stragrande di minutissimi insetti bianchi che riescivano ad inceppargli )a marcia anche per le punture acutissime sulle mani e sulla faccia, che potevansi paragonare a quelle dei pappataci. Tutta la città era invasa, sino ad una altezza di oltre 20 m. dal suolo, da questa massa di insettini che si estendeva anche a N. e a S. di quella, tanto che egli calcola coprisse un’ area di una sessantina di chilometri quadrati. Alla sera, cessato il vento, non vi era più in aria traccia di insetti, i quali invece erano posati sulle erbe della steppa e del deserto roccioso circostante, e non negli orti. La pianta sulla quale essi si erano posati in mag- gior numero era il Polygomim tquisetifoYnit che cresce in ab- bondanza lungo la costa del Barca e delle Sirti, il che fa supporre al padre Zanon che quella sia la pianta ospite del- l’insetto nella sua patria d’origine, donde i venti del Sud lo trasportano in altre regioni.
L’Autore fa seguire a questi cenni narrativi una accurata descrizione, accompagnata^ da figure, di questo rincoto, lungo non più di 2 mm. e 1/2, appajtenente alla famiglia dei Ly- geidi della sezione Geocoridi, che finora non è stato ritro- vato che in pochissimi esemplari in Algeria, nel Caucaso e nel Turkestan.
Da ultimo lo Zanon svolge alcune considerazioni sulla causa che può determinare la migrazione in massa di questo rincoto, escludendo che essa possa trovarsi nel bisogno di cibo e ritenendo piuttosto che sia quella della ricerca di una regione più fresca, ove ne avvenga la riproduzione.
La. nota contiene anche l’enumerazione "Begli animali succhianti il sangue dell’uomo in Cirenaica. D. V.
March. FABIO INVREA, Redattore responsabile.
Ftab. Tipografico G. B. MARSANO, Via Casaregis, 24 - GENOVA
BOLLETTINO
DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA
Anno LIV N. 9 - io
Si pubblica dieci volte l’anno Conto corrente colla Posta
Pubblicato il 20 Dicembre 1922 Sommario: Atti sociali. ^
Comunicazioìii scientifrche : F. Inviea: Crisidi delle valli del Pesio e della Vermmagua — C. Lon i : Risultati scientifici della spedizione Ravasini - Loìta in Albania^ If Otiorrhynchini — C. Menozzi : Nota complementare pet la distinzione specifica dei Camponotus liercu- leanus L. e ligniperda Latr. ijdym. ■ Formic. ) — Necrologia: Luigi Bedel.
Elenco dei soci
Indice alfabetico per materie.
Indice alfabetico per autori.
ATTI SOCIALI
Nuovi Soci, — La Presidenza ha ammesso in qualità di Soci ordinari i Sigg. :
Julieii Achard, Zborovskà 16, Praga - Smichov (Cecoslo- vacchia) — Chrysomelidae e Scaphidiidae.
Dr. Jan Obenberger, Bubenec, Badeniho, 230, Praga (Ceco- slovacchia) - Buprestidi del globo.
Quote Sociali — Il Tesoriere comunica che hanno pagato la quota per Panno 1922 i Soci: Lepri, Pagliari, Turati, Ghigi, Obenberger, Baldasseroni, Corsini, Gagliardi.
COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE
CRISIDI DELLE VALLI DEL PESIO E DELLA VERMENAGNA.
Note di corologia
di Fabio Invrea
La pubblicazione di elenchi corologici per zone più o meno estese torna, secondo nae, di grande utilità, nei riguardi di quei gruppi entomologici — e sono la grande maggio- ranza — per i quali non esistono- ancora lavori faunistici or- ganici o completi riguardanti l’Italia, mentre la caratteristica individualità- geografica del nostro paese li renderebbe, più
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che opportuni, necessari. Tali elenchi parziali sono destinati infatti a grandemente semplificare e facilitare 1’ ulteriore la- voro di sintesi che m’auguro possa, colla volonterosa attività di tutta la forte schiera degli entomologi italiani, essere con ardore intrapreso e vigorosamente condotto in tutti i rami dell’entomologia nazionale.
Per questa considerazione mi accingo a render noti i ri- sultati di raccolte mie o di altri in determinate località per la famiglia dei Crisidi, riccamente rappresentata in Italia, ma che non è stata finora’ oggetto, dal punto di vista fauni- stico, se non di scarsissimo studio, limitato a sole poche regioni.
Nella parte alta delle contigue valli piemontesi del Pesio e della Vermenagna, abbiamo cacciato a più riprese, quan- tunque per brevi periodi, io e i colleghi Armando Baliani e G. Mantero, radunando materiale sufficientemente copioso da permettere una discreta enumerazione di specie e varietà abi- tanti in quei luoghi, anche se certamente molto incompleta. In Val Pesio (S. Bartolomeo, Certosa e adiacenze, altit. 700- 900 m.), raccolse con frutto il Baliani dal 7 al 17 Luglio 1919 : vi tornammo insieme nel corrispondente periodo dello scorso Luglio 1922, ma con assai p ù scarsi risultati : le ri- cerche accurate negli identici luoghi e sugli stessi fiori non ci permisero di ritrovare la maggior parte delle specie che il Baliani vi aveva precedentemente rinvenute anche in abbon- danza; incontrammo viceversa qualche specie non prima notata. A Limone Piemonte (alt. lOOO m.) e al colle di Tenda (alt. 1870 m.) cacciai nella seconda decade di Agosto del 1921 : mi avevano preceduto il Baliani e il Mantero nel periodo dal 3 al 14 Luglio 1915. — Ecco l’elenco dei Crisidi raccolti in questi diversi periodi :
EllanipUS Wesmaeli Chevr. — Limone (i es.) su fiore di Daucus carota L.
— bìdentulus Lep. — Val Pesio (i es.) su fiore di ombrellifera.
— aeneus Fab. — Val Pesio (3 es.) su fiori di om- brellifere e su cespuglio di Rosa (colt.) infestato da afidi.
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— auratus L. — V^al Pesio, frequente su Rosa infe- stata da afidi.
Holopyga gloriosa Fab. — Trovata abbondantissima dal Ba- liani in Val Pesio in Luglio 1919, insieme alla va- rietà segueaite, su fiori di ombrellifere {Peiicedafiiim, Pimpinella, Torilis). Non fu più ritrovata que- st’ anno.
— var. ovata Dahlb. — Epoca e condizioni della forma tipica.
Hedychridium coriaceum Dahlb. — Non infrequente in Val Pesio (Luglio) su fiori di Sedwn acre L. e di Achillea millefolium L. L’ ho preso anche posato sopra un sasso.
— integrum Dahlb. — Un solo es. (Val Pesio) su fiore di Sedtim acre L.
— niinutum Lep. — Val Pesio su fiori di Sedtim acre L.
— var. jucundum Mocs. — Tre es. col precedente.
— sculpturatum Ab. — Un solo es. (Val Pesio) su ombrellifera.
— roseum Rossi. — Val Pesio (3 es.) su ombrellifere.
— var. chloropygum Buyss. — Val Pesio (5 es.) come sopra.
Hedychrum rutilans Dahlb. — Val Pesio. — Frequentissimo nel Luglio di quest’anno su fiori di Achillea mille- folium L.
— lucidulum Fab. — Val Pesio (3 es. cj^cT) su Se- dum e ombrellifere.
— Gerstaeckeri Chevr. — Molto più frequente del precedente nella stessa località su Achillea mille- folium L. e Sedtim acre L. — Si posa anche sui sassi, nelle cui piccole cavità probabilmente si ri- covera.
Chrysis simplex Dahlb. — Specie che mi sembra propria ai paesi montuosi. L’ abbiamo trovata abbastanza fre- quente in Val Pesio specialmente posata sui sassi, ma anche sui fiori di Sedtim e di ombrellifere. A Limone ho catturato 2 5 9 Daticus carola L. e sulla Crepis hieracioides Lam., un ^ sopra un
sasso e un altro ricoverato in una piccola cavità di una pietra. Anche il Mantero ha preso a Limone un piccolissimo. E’ specie che varia moltissimo di statura.
Lais Ab. — Limone (4 es.). Fiori di Daiicus ca- rota L.
versicolor Spin. — Frequente a Limone sul Dau- cus e sulle pietre.
Leachìì Shuck. — Val Pesio su ombrellifere e su Rosa con afidi.
SUCCÌncta L. — Della forma tipica non ho che due 9 9 Limone, pre.se sul Dattcus. var. Friwaldskyi Mocs. — Anche di questa va- rietà c/’cf * soli e.semplari a Limone, sul
Da7ic7iS.
var. Gennari Wesm. — Frequentissima tanto in Val Pesio che a Limone sulle ombrellifere, var. bicolor Lep. — In Val Pesio molto abbon- dante sulle ombrellifere. A Limone una sola 9 sul Dauctis.
cyanea L. — Val Pesio (4 es.) su Rosa con afidi, fulgida L. — Val Pesio, un cf posato sopra un palo telegrafico.
bidentata L. — Val Pesio (6 es.) su ombrellifere. Appartengono alla forma tipica, cyanopyga Dahlb. — Limone, un su Daucus. analis Spin. — A Limone, comune sul Daucus. In Val Pesio il Baliani la trovò altrettanto frequente sul Sedum acre L. ; io ne rinvenni quest’ anno tre individui ricoverati entro un pezzetto di ramo secco e cavo.
aestiva Dahlb. — Limone, 2 su Daticus.
inaequalis Dahlb. — Val Pesio. Su ombrellifere, sui sassi, oppure ricoverata in vecchi ramoscelli cavi.
cerastes Ab. — Limone. Tre 9 9 Daucus. ignita L. — Comunissima, come dovunque, anche in Val Pesio e a Limone, specialmente sui pali te-
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legrafici e le staccionate di legno, sulle pietre, sui fiori di ombrellifere e di Sedum e sui cespugli di Rosa infestati da afidi. In vetta al Colle di Tenda tre 9 9 sulle pietre.
— — var. curvidens Dahlb. — Un cT preso a San Bartolomeo di Val Pesio sopra un palo telegrafico. L’esemplare, oltreché per la caratteristica curvatura dei denti interni, corrisponde alle indicazioni del Dahlbom e del Du Buysson per la piccola statura, per la forte punteggiatura dell’ addome e per la forma dei denti esterni. Questa varietà, ben carat- terizzata, è molto rara.
— var. brevidens Tourn. — Val Pesio, (2 9 9) ombrellifera e su palo telegrafico.
— var. rutiliventris Ab. — Limone. Due 9 9
pietre e un su Daticus.
— var. comta Foerst. — Val Pesio. Un ^ su palo telegrafico.
— auripes Wesm. — Limone (i 9) ^ Pesio (l 9) pietre.
Stilbum splendidum Fab. var. calens Fab. — Limone. Po- sato sopra una catasta di fascine secche.
Risultati scientifici
della spedizione Ravasini-Lona in Albania
li. OTIORRHYNCHINI.
per Carlo Lona.
Otiorrhynchus Georgii nov. spec.
Piceus, subnitidus, funicolo subtili, articulo secundo primo panilo longiore, oculis modice prominulis, rostro late, haud profunde sulcato, vix carinato; prothorace latitudine fere aequi- longo aut panilo transverso, granulis lucidis, deplanatis dense obtecto; elytris oblongis, subparallelis, declivitate postica per- pendiculari, striis subtilibus, interstriis planis, latis, transverse rugulosis, breviter ■ subdepresse pilosis; femoribus anticis mu- ticis, mediis et posticis vix perspicue denticulatis,
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Long. 7-9 mill. (cum rostro).
Habitat juga montis Tomor in Albania meridionali. Sub lapidibus.
Di color nero-piceo, antenne brune. Il vertice del capo finamente punteggiato, occhi normalmente sporgenti, fronte lata; rostro e fronte muniti di fitti punti grinzosi; rostro attra- versato da un leggero e largo solco, nel mezzo del quale si eleva talvolta una strettissima carena. Lo scrobo, che è molto largo nel punto d’inserzione delle antenne, va leggermente restringendosi verso la base del rostro e si prolunga per mezzo di un piccolo canaletto al di sopra dell’occhio, dando origine ad una lieve depressione ai lati della fronte. Antenne sottili, il secondo articolo del funicolo di un terzo o di un quarto più lungo del primo, il terzo e il quarto un po’ più lunghi che larghi, gli altri pressoché sferici. Protorace piccolo, di diametri eguali nel maschio, un po’ più largo nella femmina, fortemente arrotondato ai lati, più ristretto anteriormeiite che alla base, coperto di granuli un po’ grossolani, levigati, munito di corti peli. Elitre lungamente ovali, coi lati subparalleli nel mezzo, curva terminale delle elitre piovente a perpendicolo.
Strie elitrali a punti regolari di mediocre grandezza; interstrie del doppio più larghe delle strie, piane, trasversal- mente rugulose, munite di piccoli punti e di due o tre file irregolari di corti peli, semi-aderenti sul disco e sollevati alla curvatura apicale delle elitre. Gambe forti, i femori anteriori molto ingrossati, i posteriori, di regola, muniti di denti appena visibili.
Lunghezza: 7-9 mm. (compreso il rostro).
Patria: Regione della Tomorica (Albania meridionale).
Per ora almeno riesce difficile lo stabilire il posto vero di questa specie nella sistematica degli Otiorrhynchus^ causa la mancanza di caratteri marcati. Seguendo le ultime tabelle di determinazioné del Reitter, fra i Dorynieriis si arriverebbe al gruppo Ergiferanìts; nessuna però delle specie apparte- nenti a questo gruppo gli somiglia neanche lontanamente.
Fra gli Otiorrhynchus s. str. \' Ot. plebejus è quello che più gli si avvicina; questo ne differisce però per la statura assai più piccola, per la maggiore ristrettezza e la pelosità delle inter-
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strie elitrali, il rostro più breve, più piano e per le gambe più rossiccie.
Con cuore grato, dedico questa bella specie, scoperta nel mio ultimo viaggio in Albania, al mio ottimo e valoroso amico Giorgio Ravasini, che condivise le difficoltà ed i peri- coli della indimenticabile spedizione.
Otiorrhynchus Borshii nov. spec.
Ovatus, niger, opacus, squamulis griseis et aureis tectus; rostro conico, rugoso-punctato, supra plano; prothorace gra- nulato, longitudine multo latiore, lateribus rotundato; elytris ovatis, lateribus rotundatis, obsolete punctato-sulcatis, inter- striis seriatim irregulariter, laevigate granulatis; femoribus an- ticis et posticis clavatis, vix perspicue, obtuse dentatis.
Long. 9-10 mm. (cum rostro).
Habitat; in monte « Tojk » in Albania meridionali.
Nero, coperto di due qualità di squamule: le une elis- soidali, grigie e disposte più o meno a gruppi, le altre aureo- lucenti, strette, più lunghe e sparse con una certa regolarità su tutta la superfìcie elitrale. Capo e rostro fortemente pun- teggiati, quest’ultimo conico, un po’ più lungo che largo, coperto di lunghe squamule grigie e nel mezzo debolmente carenato; occhi normalmente sporgenti. Lo scrobo si prolunga fino al margine superiore dell’occhio a mezzo di un piccolo canaletto. Antenne discretamente robuste, scapo all’apice un po’ più ingrossato che alla base, il primo articolo del funicolo un po’ più corto del secondo, gli altri più lunghi che larghi, protorace trasverso, granulato, arrotondato ai lati, coperto, specialmente ai lati, di squamule c di peli. Elitre ovate, con omeri rotondi; strie elitrali più o meno larghe, con punti pupil- lati, separati da granuli; interstrie con grossi granuli levigati e con una fila di setole ricurve aH’indietro. Femori clavati, con denti ottusi appena percettibili, o mancanti come nell’ (9/. signatipennis.
Lunghezza 9-10 mm., compreso il rostro.
Patria: monte « Tojk » (Albania meridionale).
Somiglia moltissimo a\V Ot. lavandus Gemi., ma differisce da questo per il rostro conico, più largo, per le antenne più ricurve e un po’ più corte, per lo scapo meno sottile alla
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base, per il torace più arrotondato ai lati, per le elitre più corte e più globose, per la maggior grossezza delle setole delle interstrie, per i denti femorali quasi mancanti ecc.
Dedico questa specie al mio caro amico albanese Kadri Borshi, il quale durante la mia spedizione mi fu largo di cortesie e di aiuti.
Otiorrhynchus Solariorum nov. spec.
Niger, subnitidus, fronte et rostro rugoso-punctatis, rostro parallelo, capite valde longiore, profunde sulcato. Oculis vix prominulis, antennis robustis, in 9 validi^ribus, funiculi arti- culo primo secundo aequilongo, reliquis in fere rotundis, in 9 transversis. Prothorace latitudine fere aequilongo, gra- nulis sublucidis, fortiter deplanatis, laevigatis, dense obtecto; elytris in longe ellipticis, in 9 Frullo brevioribus, pro- funde striato-punctatis, interstriis disco obsolete rugulosis, seriatim minute punctatis; apice elytrorum incrassato et re- flexo. P'emoribus dentatis, tibiis anticis extus haud dilatatis.
Long. 8-10 mm.
Habitat: in monte « Kulmak » in Albania meridionali.
Corpo, gambe ed antenne di un nero piceo, un poco lucido; fronte a punti rugosi, rostro parallelo, più lungo che largo, a punti lunghi, profondamente solcato e con margini pronunciati. Scrobi larghi, quasi aperti anteriormente e rag- giungenti all’indietro il margine superiore deU’occhio. Occhi grandi, appiattiti, debolmente sporgenti. Antenne robuste, (più nella femmina che nel maschio), scapo largo all’apice poco più che alla base, i due primi articoli del funicolo di lunghezza pressoché eguale, gli altri tondeggianti e trasversi nella femmina, leggermente più snelli nel maschio; il primo articolo della clava piriforme. Protorace quasi lungo quanto largo, arrotondato ai lati, un po’ sinuato dinanzi alla base, coperto di granuli grossi e molto appiattiti; elitre lungamente elittiche nel maschio, convesse, più appiattite ed a curva più breve nella femmina. Strie a punti quadrati, profondi, muniti di una cortissima setola che non sporge oltre il margine degli stessi; i ponti, fra i punti delle strie pari, stanno di fronte alle fosse delle strie imparù Interstrie più larghe delle strie. Le interstrie appaiono attraversate da tante linee o
m
pieghe un poco oblique, spesso alternate coi punti grossi delle strie e nel mezzo di queste linee trasversali scorgesi, osser- vando dal di dietro, un puntino munito di una piccola setola. La sutura elitrale si affonda fortemente all’apice, dando ori- gine ad una fossa semilunare, delimitata dal margine apicale rialzato ed ingrossato. Femori armati di denti di mediocre grandezza.
Grandezza 8- io mm. (compreso il rostro).
Patria: Kulmak (Albania meridionale).
Somiglia all’t?/. albanims Apfelb. ed ancor più all’ (9/. Schlàjlini Stri. Differisce dal primo specialmente per la par^. ticolare conformazione dell’apice elitrale, per la maggior cur- vatura delle elitre, per il torace meno arrotondato ai lati, per gli occhi meno sporgenti e per le antenne più robuste.
DalV Schlàflini la nuova forma differisce specialmente per il dimorfismo sessuale, per la forma del pene e per la maggior lucidità del corpo. Mentre nell’ 6^/. Schlàflini le antenne sono della medesima forma e grandezza in ambo i sessi, nella femmina dcW Ot. Solariornm esse sono di gran lunga più grosse che nel maschio. Differente è pure la forma delle elitre nelle due specie rispetto ai sessi; nell’ (9/. Schlàflini esse sono lungamente ovate nel maschio e ovate nella fem- mina; nella nuova forma le elitre del maschio sono lunga- mente elittiche e quelle della feu mina a curva elittica più breve; dunque in ambo i sessi relativamente più lunghe ed a curva più dolce alla- base. Il pene delle due forme è assai diverso; nella nuova specie esso termina in forma d’arco; nell’ (9/. Schlàflini l’apice è triangolare e ad angolo acuto.
Reitter (Tabella 70, pag. 57) fa una descrizione dell’ (9/. Schlàflini che non corrisponde affatto ai tipi della collezione Stierlin, da me esaminati. Secondo il citato autore, il secondo articolo delle antenne dovrebbe essere molto più lungo del primo, gli occhi sporgenti, le interstrie elitrali densamente e fortemente granulate con granuli levigati, il corpo evidente- mente peloso, ecc.
Tutti questi caratteri non possono essere assolutamente riferiti all’ (9/. Schlàflini, il quale ha i due primi articoli del funicolo pressoché uguali in lunghezza, gli occhi appena spor-
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genti, le interstrie del disco elitrale granulate e rugolose e con una serie regolare di punti.
La diagnosi originale del Dr. Stierlin (Rev. pag. 227) si attaglia invece perfettamente ai tipi da me esaminati. Non v’ha dubbio quindi che il 'Reitter abbia confuso V Ot. Schlàjlini con un’altra specie. Va infine rilevato il fatto che il Dr. Stierlin non accenna ad un carattere differenziale importan- tissimo dell’ (7/. Schlaflini^ precisamente alla particolare con- formazione dell’apice elitrale.
Dedico questo nuovo Otiorrhynchns ai colleghi fratelli Solari con senso di alta stima.
Ot. Kruperi subspec. nov. tomoricensis.
A forma typica, e monte Veluchi in Graecia septentrio- nali, statura minore, prothorace latiore et breviore, nec non tibiis anticis in foemina apice extus magis productis distin- guendus.
Long. Gf: 4-4,5 — 9: 5,5 mm.
Habitat in excelsis montis « Tomor » in Albania iiìeri- dionali.
Otiorrhynchus Schatzmayri nov. spec.
Anthracinus, lucens; rostro silicato, medio carinulato; oculis modice prominulis; antennis validiusculis, funiculi arti- culis exterioribus transversis; prothorace granulato, medio sublaevi; elytris ovalibus, seriato-punctatis, interstriis planis, minutissime punctulatis; femoribus dentatis, tibiis anticis apice extus parum dilatatis.
Ot. anthr acino proximus videtur.
Long. 9-10 mm.
Habitat in monte « Kulmak » regionis « Tomor » dictae, in Albania mer.
Corpo, gambe ed antenne di color nero lucido. Comple- tamente calvo, se escludonsi i microscopici peli sulla declività elitrale. Vertice, fronte e rostro punteggiati, i due ultimi più fortemente. Occhi sporgenti, la distanza fra questi più grande che quella fra l’inserzione delle antenne. Rostro del doppio più lungo del capo, largamente solcato, munito di sottile ca- rena mediana e talvolta di due carene laterali; antenne ro- buste, scapo grosso, il secondo articolo del funicolo un po’
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più lungo del primo, gli altri trasversi, ingrossantisi progres- sivamente verso la clava; questa ovale, appuntita, il suo primo articolo lungo quanto gli altri insieme. Pterigii normali, scrobo profondo, aperto anteriormente, raggiungendo aU’indietro il margine dell’occhio, sopra il quale si prolunga in forma di depressione obliqua alla base del rostro. Protorace lungo quanto largo, fortemente arrotondato ai lati, con granuli grossi, levigati specialmente sul disco dove si appiattiscono del tutto e qualche volta spariscono per far posto ad una superfìcie punteggiata. Elitre ovate e molto convesse, con superficie lucida e con file di punti poco densi, la distanza fra questi più grande che il loro diametro. Interstrie larghe, anteriormente piane, munite di una o due file regolari di punti minutissimi. Femori armati di denti, estremità delle tibie anteriori un po’ dilatate anche aH’estcrno.
Lunghezza: 9-10,5 mm. (compreso il rostro).
Patria: « Kulmak » (Albania meridionale).
Parente prossimo dell’ (9/. anthraciirjs\ differisce da questo per le antenne più corte, più robuste, per la forma progres- sivamente più larga degli ultimi articoli, per gli occhi spor- genti, per la granulazione del torace obliterata nel mezzo, per le interstrie liscio e più lucide e per la dilatazione più debole delle estremità delle tibie ecc.
Dedico questa nuova specie al mio carissimo amico Ar- turo Schatzmayr, il quale, 16 anni or sono, con squisita gen- tilezza guidò i miei primi passi nello studio deH’entomologia. Otiorrhynchus Jacqueti subsp. nova fulvicomus.
A forma typica, corpore majore, pilis longioribus, ubique, aequaliter denseque vestito, rostro panilo longiore, antennis panilo robustioribus, funiculi articulis externis brevioribus, prothorace lateribus magis dilatato-ampliato, distinguendus.
La nuova forma albanese, da noi catturata a Bargugliasi (regione del Tomor). ha un aspetto molto differente dall’unico tipo della collezione Stierlin, che ho potuto esaminare in grazia alla squisita gentilezza del signor Otto Leonhard. Oltre che per la maggior lunghezza del rostro e per la brevità degli ultimi articoli del funicolo, la nuova forma si scosta dal Jacqueti per la pelosità molto più lunga e più densa. Va
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notato ancora che sulle elitre, n^W Ot. Jacqueti^ vi sono dei peli sottili e fra questi altri più grossi ed un po’ più corti. Gli esemplari di Bargugliasi invece hanno i peli disposti molto regolarmente e tutti della medesima lunghezza.
Stomodes Miilleri nov. spec.
Rufo-ferrugineus, elytris ovalibus, fere irregulariter punc tatis, pilis longioribus, suberectis, sparsim indutis. A. St. tolutario statura multo breviori, elytris longe pilosis, declivitate apicali haud perpendiculari valde distinctus.
Long. 3 mm.
Habitat: in excelsis montis « Tojk » in Albania meri- dionali, sub lapidibus.
Piccolo, di color rosso-bruno, lucido, munito di sparsi peli molto lunghi; gli stessi semiaderenti sul torace e diretti dai lati verso il disco, che è calvo, sulle elitre più eretti e un po’ più piegati airindietro, disposti irregolarmente sulla fronte dove i peli piegati aH’indietro, visti lateralmente, formano una specie di ciuffo.
Capo e rostro formano un tronco di cono. Il rostro e la fronte densamente punteggiati, il vertice coi punti più radi e nel mezzo addirittura liscio. Nel mezzo del rostro un solco molto stretto, ma nettamente intagliato. Occhi rotondi, me- diocramente sporgenti e disposti lateralmente; lo scrobo largo e profondo raggiunge il margine degli occhi. Antenne lunghe ma robuste, lo scapo di grossezza quasi uniforme, legger- mente rigonfio all’apice, arcuato, primo articolo del funicolo grosso, più lungo del secondo, questo un po’ più lungo che largo, gli altri leggermente trasversali, la clava ovale, di grossezza quasi doppia del funicolo.
Protorace più lungo che largo, un po’ più ristretto alla base che all’apice, arrotondato dolcemente ai lati, più forte- mente verso la base; sul disco piano e lucido, coperto di péli più grandi e radi, nel mezzo con qualche singolo pun- tino appena percettibile; ai lati più fortemente e quasi rugo- samente punteggiato.
Elitre oblongo-ovali, subdepresse, viste di fianco coll’apice fortemente ma regolarmente ricurvo. Le strie elitrali non ri- conoscibili, ad eccezione delle subsuturali, che si manifestano
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per i punti più o meno allineati, la restante superficie delle elitre quasi irregolarmente punteggiata. I femori anteriori con dentino appena percettibile.
Lung. (col rostro) 3 mm.
Patria: Regione della Tomorica.
Determinando questa specie colle tabelle di H. Wagner (W. E. Z. 1912) si arriva al gruppo del tolutarius - Leonhardi - angiistatus.
La specie nuova si distingue però da tutti e tre per le elitre ben più corte e munite di lunghi peli sericei e sparsi; dai primi due anche per la declività elitrale regolarmente curvata, à-dW angustatus anche per gli occhi leggermente spor- genti, ecc.
Dedico questa interessantissima specie al mio illustre amico e maestro Dr. Giuseppe Mùller, con ammirazione e riconoscenza.
C. Menozzi
Nota complementare per la distinzione specifica dei Camponotus herculeanus L. e ligniptrda Latr.
(Hym. - Formic.)
Nylander, Mayr ed altri autori consideravano come spe- cie separate i Camponotus herculeanus L. e ligniperda Latr. Forel dopo di avere trovato intermedii tra le due forme fece del C. ligniperda una razza (o sottospecie) del C. herculeanus. L’opinione del Forel è stata seguita dalla maggioranza dei mirmecologi attuali (i).
Io ho creduto di ritornare all’opinione antica e ritengo i C. herculeanus e ligniperda come unità specifiche distinte. A questa conclusione mi hanno condotto i dati morfologici tratti dall’ armatura genitale del maschio di ambo le specie, i quali.
(i) A vero dire alcuni mirmecolo i considerano anche il C. vag^tis Scop. (mi riferisco sempre a specie che si rinviene in Italia) come subspecie del C. herculeanus^ e, se sì dovesse stare ai soli dati forniti dall’armatura genitale del maschio, ciò sarebbe giusto, perchè essa somiglia assai, almeno per quel poco che ho veduto, a quella del C. herGulea7ins , ma, sia per il complesso delle altre differenze morfologiche, che sono tante e tali che basterebbero da sole a farlo ritenere specificamente distinto, sia anche per certe caratteristiche biologiche, esso differisce dai C. herculeanus e ligniperda
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se pur non si vorranno ammettere come valori assoluti, tut- tavia, vista la costanza sinora riscontrata su un buon numero di preparazioni osservate, credo giustificato il tenere in consi- derazione. Aggiungasi poi, prescindendo da tutte le altre carat- teristiche morfologiche già note, che nei palpi mascellari delle due forme ho notato alcune differenze, come dirò più sotto, che ancora più, mi pare, legittimano la loro distinzione specifica.
Ho potuto studiare, grazie alla gentilezza del Prof. C. Emery, del collega ed amico B. Pinzi e H. Kutter, che qui sentitamente ringrazio, un ricco materiale, onde le mie ricerche non sono state soltanto limitate a precisare gli estremi specì- fici dei due CamponoUts in questione, ma si sono estese anche alle loro varietà, limitatamente a quelle che si rinvengono in Italia, una delle quali descrivo come nuova. In fine ho cre- duto utile dare una tabella per la distinzione delle due spe- cie di Camp07iotus e delle loro varietà italiane.
C. herculeanus Limi.
Armatura genitale piuttosto tozza. Rispetto a quella del C, ligiiiperda, e tenendo conto della statura degli esemplari, essa è sempre più larga e più alta. Le squamale sono leg- germente angolose nei loro margini interni; gli stipiti poco più lunghi della sagitta, provvisti al margine esterno e all’a- pice di peli corti e relativamente grossi; la lacinia è breve, circa di una metà più corta della volsella, con questa forma un tutto unito senza alcuna divisione apparente, i margini di questo pezzo sqno un po’ rilevati in alto, ciò che dà all’in- sieme l’aspetto di un cucchiaio.
Palpi mascellari del maschio, femmina, e operaia piut- tosto grossi, sempre più brevi di quelli del C. ligniperda, e coi peli del margine esterno uguali a quelli che si trovano sugli stipiti.
C. herculeanus var. Nadigi n. v.
Operaia massima. — Corpo tutto nero; funicolo delle antenne, tibie e tarsi un poco più chiari, qualche volta anche la squama e l’epinoto, solamente, tendono al rossiccio. Pubescenza e pilosità uguale a quella della forma tipica, di un colore dorato molto più manifesto. Scoltura in generale più marcata.
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A parità di statura con la forma tipica la nuova varietà risulta più robusta e tarchiata, col capo più largo e massic- cio (4 X 3>9)> coi margini laterali assai più arrotondati, quello occipitale più ampiamente incavato. Il funicolo delle antenne più corto, cioè, mentre nella forma tipica esso oltrepassa il margine occipitale per Vs deila sua lunghezza, nella varietà lo supera appena del suo diametro massimo. Il torace è fatto press’a poco come nella specie tipica, però, sempre a parità di statura, il pronoto è più largo anteriormente. Pure la squama è un po’ più grossa e larga.
L’operaia minore e la femmina si distinguono dalle rispettive forme tipiche per le medesime differenze che l’operaia massima, i vari caratteri non sono però così netta- mente manifesti.
Il maschio invece non ha nessuna differenza molto ma- nifesta che valga a distinguerlo dalla forma tipica, e anche l’armatura genitale è in tutto uguale.
Il Dr. A. Nadig, al quale mi compiaccio dedicare questa nuova varietà, l’ha trovata in Alagna, Riva e Val d’Artogna (Alta Valsesia). Egli in un suo studio sulle formiche dell’Alta Valsesia (i) dà qualche accenno descrittivo di questa forma e chiamaiìdola var. vagus-herctileanus ? l’ ascrive come varietà del C. vagus Scop., la qual cosa poi, in litteris^ riconosce errata.
Io ho avuto anche esemplari di questa varietà dal Dr. G. Della Beffa, da lui raccolti in Val Chisone (Pinerolo) ; credo che cercando meglio si troverà certamente in altre lo- calità della zona alpina.
C. ligniperda Latr.
Armatura genitale del maschio gracile. Le squamale hanno due dentini alla metà circa del loro margine interno; gli stipiti sono piuttosto sottili, di poco più larghi alla base che all’apice, con peli numerosi e specialmente più sottili e più lunghi che non quelli del C. hercnleanus ; la lacinia è per una metà o anche i separata dalla volsella, quasi to-
(i) Dott. Adolfo Nadig. Alcune note sulla fauna dell’Alta Valsesia, Formicìdee, Kx\a Soc. Ital, di Scien. Natnr. Voi, LVI (1918) pp. 331-341.
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talmente coperta da questa, di modo che riesce molto mala- gevole vederla se non facendone la dissezione.
I palpi mascellari del maschio, femmina e operaia sono sottili e delia metà dell’articolo terminale più lunghi che non quelli del C. herculeanus.
La femmina di questa specie ha il torace molto più am- pio della ^femmina di C. herculeanus, e ciò anche quando fe- condata ha perduto le ali e si è compiuta la degenerazione e digestione dei grossi muscoli alari.
C. ligniperda v. herculeano - ligniperda For.
La statura slanciata e 1’ armatura genitale del maschio di questa varietà la connettono al C. ligniperda. Un buon ca- rattere per distinguerla è dato dalla pilosità che corona il margine posteriore dei tergiti, sempre molto più sviluppata che non quella della specie tipica e del C. herculeanus. La scoltura e la pubescenza che dovrebbe essere intermedia fra i C. herculeanus e ligniperda, sono caratteri non sempre fa- cilmente precisabili.
Oltre la località di Monte Generoso (Forel) riportata dal Prof. Emery nella sua monografia delle formiche italiane (i) si possono aggiungere anche le località di Monte Pasubio e Monte Baldo, a-vendo ricevuto recentemente da colà diverse operaie riferibili a questa varietà.
Tabella per la determinazione dei Camponotus herculea- nus, ligniperda c: delle loro varietà.
Operaie.
Ah Corpo tutto opaco. Pubescenza lunga e abbondante. For- ma piuttosto tozza.
Bh Capo e gastro neri, torace, squama, zampe e talvolta la base del gastro di un rosso scuro. C. herculeanus.
B. Tutto nero, solo qualche volta la squama e l’epinoto tendono al rossiccio; forma più robu.sta e ancora più tozza della precedente. var. Nadigi n. v.
A. Gastro lucido, resto del corpo meno opaco che non C.
(i) Emery, Fauna Entomologica Italiana Hymenoptera-Formicidse. Boll, dell-a Soc. Enf Ital. Anno XLVII ^915),
145
Jierculeanus e varietà. Pubescen?:a più corta e meno ab- bondante. Statura slanciata.
Db Torace, squama, zampe e metà anteriore del gastro fer- ruginei. Pilosità del margine posteriore dei tergiti piut- tosto breve. C ligniperda.
D. Colorazione analoga alla forma precedente. Pilosità dei margini posteriori dei tergiti molto più lunga.
var. hercnleano - ligniperda.
Femmine.
Ab Gastro subopaco e pubescente. Ali giallastre. Torace piuttosto stretto.
Bb Le parti rosse molto oscure, sempre però più o meno evidenti, specialmente la macchia, un po’ più piccola che non quella dell’operaia, che orna la base del gastro.
C. herculeanus,
B Tutta nera, salvo i membri un po’ più chiari. Scoltura più marcata che nella forma tipica. var. Nadigi n. v.
A. Gastro lucido'. Ali tinte di ferrugineo. Torace largo. Le parti rosse chiare ed estese. C. ligniperda.
Non ho veduto ancora nessuna femmina della varietà ìierculeano ligniperda, non so quindi se si potrà distin- guere dalla femmina tipica, per il medesimo carattere che distinguo le operaie delle due specie. Certo è che la fem- mina del C. ligniperda ha la pilosità del margine poste- riore dei tergiti uguale a quella dell’operaia, cioè breve.
Maschi.
Ali giallastre. Armatura genitale con lacinia unita alla volsella. C. herculeanus e var. Nadigi.
Ali più scure. Armatura genitale con lacinia separata dalla volsella. C. ligniperda e v. herculeano-ligniperda.
S. Vito (Modena) novembre 1922.
NECROLOGIA
Luigi Bedel
Grave perdita per l’entomologia è stata quella di Luigi
Bedel, avvenuta il 26 Gennaio u. s. a Parigi. Fino dai suoi
più giovani anni egli si era dedicato con passione allo studio
146
dei Coleotteri: sul principio del 1866 entrò a far parte della Società Entomologica di Francia, e due anni dopo apparve nell’Abeille il suo primo lavoro, la monografia degli Erotilidi d’Europa e regioni vicine, che rivelò il grande valore dell’au- tore non ancora ventenne. Pochi anni dopo, nel 1874, pubblicò il suo studio sui Brachycerus, che ancor oggi, dopo quasi mezzo secolo, è considerato come fondamentale ed indispen- sabile a chi voglia studiare questo genere.
La sua fama di entomologo distinto e di osservatore acu- tissimo rapidamente si accrebbe e da molti anni egli era con- siderato come uno tra i più ragguardevoli coleotterologi vi- venti.
La sua produzione scientifica è stata svariata e numerosa e tutta improntata di una speciale accuratezza che la rende oltremodo preziosa, ed è valsa ad assicurargli rinomanza im- peritura. Meritano tuttavia particolare menzione il Catalogo ragionato dei coleotteri del Nord dell’Africa, e più ancora la Fauna dei Coleotteri del bacino della Senna, opere entrambe importantissime per la gran copia di osservazioni originali che racchiudono e per le quali solo è da rimpiangere che siano rimaste incompiute.
Malgrado il suo alto valore scientifico, L. Bedel fu sempre schivo di cariche ufficiali, nè mai volle essere eletto alla Pre- sidenza della Società Entomologica di Francia, malgrado le insistenze dei molti suoi amici ed ammiratori. Soltanto, quando l’ultima guerra venne a disorganizzare ogni cosa, e quindi anche la Segreteria della Società, egli, malgrado l’età avan- zata, si addossò il gravoso servizio, che tenne per ben cinque anni con regolarità perfetta, sicché le pubblicazioni sociali a lui affidate ben poco risentirono del procelloso perìodo. Ter- minata la guerra, la Società volle riconoscere le grandi sue benemerenze decretandogli il titolo eccezionale di Segretario onorario.
La Società Entomologica Italiana ha creduto doveroso con questo breve cenno di ricordo, associarsi al lutto della consorella francese.
147
ELENCO DEI SOCI
DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA
SOCI BENEMERITI
1922. Dodero (Adele). Genova.
1922. Dodero (Agostino). Genova.
1922. Solari (Dott. Angelo). Genova.
1922. Solari (Dott. Ferdinando). Genova.
SOCI ORDINARIE
Soci vitalizi!.
S. M. Vittorio Emanuele ih, Re d’Italia,
Bagnale (Richard S.), Grey Street 15, Newcastle on Tyne (Inghilterra). Entomologia generale.
Bettinger (Doct. Lucien), Saint-Pierre d’ Albigny (Savoia). Coleotteri europei, specialmente caverjiicoli.
Calabresi (Dotta Enrica), R. Museo, Via Romana' 19, Fi- renze 32. Coleotteri, specialmente Brentidi del globo.
De Marchi (Dott. Marco), Borgonuovo 23, Milano 2. En- tomologia generale.
Dodero (Agostino), Casella postale 1 160, Genova. Coleotteri europei.
Jeannel (Doct. Réne), Institut de Spéologie. Casuta postala 158, Cluj (Romania). Coleotteri e Rhicoti.
RigasOLI Firidolfi (Barone Luigi), Via Maggio 7, Firenze 32. Entomologia generale.
Soci annuali.
Achard (Julien), Zborovskà, 16, Praga-Smichov (Rep. Ceco- slovacca). Crisomelidi e Scajìdiidi del globo.
AlzoNA (Dott. Carlo), Via Montebello 30, Milano 12. Co- leotteri italiani.
AndREINI (Dott. Alfredo), Via Pagano Doria 5-9, Genova 8. Coleotteri italiani.
148
Andrewes (H. e.), 8, North Grove, Highgaté, London, N.9 (Lighilterra). Coleotteri, specialmente Carabidi.
Bacci (Pietro E.), Via Roma io, Livorno. Coleotteri.
Baker (Prof. C. F.), College of Agriculture, Los Banos (Isole Filippine). Fauna entomologica delle Isole Filippme.
Baldasseroni (Prof. Vincenzo), R. Museo, Via Romana 19, Firenze 32. Entomologia generale.
Baliani (Armando), Via Carlo Felice 12, Genova 4. Coleot- teri italiani - CiHsidi e Mutillidi.
Bartolini-Baldelli (March. Dott. Carlo), Via dei Benci 22, Firenze 17.
Bartolozzi (Alfredo), Agronomo presso il Municipio, Spezia Eìitoniologia agraria.
Bensa (Ing. Paolo), Corso Carbonara io, Genova 6. Fauna entomologica delle caverne.
Berlese (Prof. Cav. Uff. Antonio), Via Romana 19, Firenze 32. Entomologia generale ed agraria - Acari.
Bezzi (Prof. Mario), Via Pio Quinto 3, Torino 6. Ditteri del globo.
BigltANI (P. Prof. Luigi), Collegio Scuole Pie, Carcare. Co- leotteri italiani.
Boldori (Rag. Leonida), Via Stazione 15, Cremona. Lepi- dotteri ropaloceri e Coleotteri {Cicindelidi e Carabidi^ paleartici.
Borelli (Dott. Cav. Alfredo), R.® Museo Zoologico, Palazzo Carignano, Torino 8. lorficole e scorpioni.
Botto (Aw. Guido), Via S. Lorenzo 8-6 Genova 7. Coleot- teri italiani.
Brian (Dott. Alessandro), Corso Firenze 5, Genova 6. Cro- stacei.
Calabresi (Dott. Giuseppe Adolfo), Corso Vittorio Emanuele 6, Ferrara. Entom-ologia agraria.
Capra (Felice) Via Santa Giulia 42, Torino 12. Coleotteri italiani.
Caselli (Cav. Prof. Carlo), Via Cavallotti 2-A, Spezia, Co- leotteri cave^niicoli.
Casiggia (Dott. Tulio), Piazza Paolo da Novi 3, Genova 9. Insetti ligtiri specialmente Coleotteri e Lepidottej'i.
149
Castellani (Dott. Tullio), Segheria Ponte Cottredo, Malesce, Novara. Coleotteri.
Gecconi (Prof. Giacomo), Via Montevecchio I2, Fano. Ento- mologia agraria.
GeresA (Leopoldo), Via Vittor Pisani 4, Milano 29. Coleotteri.
Girgovigh (Ernesto), Direzione Uffici Geometrici, Carpano ‘ presso Albona d’ Istria. Coleotteri.
Golosi (Prof. Giuseppe), R.® Museo Zoologico, Palazzo Ca- rignano, Torino 8. Crostacei.
Goksini (Principe Andrea), Via del Prato, P'irenze 5. Entomo- logia generale.
Costa (Dott. Domenico), Via XXX Ottobre 15, Trieste. Lepidotteri.
Gusgianna (Dott. Nicolò), Lab. di Zoologia, R. Scuola Super, d’ Agricoltura Portici, (Napoli). Entomologia agraria.
De DalmaS (Conte R.), Rue de Berri 26, Parigi. Aracnidi.
Del Guergio (Prof. Cav. Giacomo), Via Romana 19, Firenze 32. Entomologia generale ed agraria.
Della Beffa (Prof. Giuseppe), Via Goito 3, Torino 6. Co- leotteri europei.
DepOLI (Prof Guido), P'iume. Eaiuia della Libnrnia, special- mente Coleotteri.
Diaz de Palma (Dott. Francesco), Colonia Arnaldi, Uscio (Genova). Entomologia generale.
Di Gaporiaggo (Dott. Lodovico), R.*^ Museo, Via Romana 19, Firenze 32. Aracnidi.
Dodero (Adele), Casella postale 1160, Genova.
Duke (Dott. Adolfo), Museo Goeldi, Caixa postai 399, Para (Brasile). Eyitomologia Generale.
Emery (Prof Carlo), Prof. Emerito della Facoltà di Scienze deir Università di Bologna, Via Manzoni 4, Bologna 2 6. Entomologia generale , . biologia e sistematica dei Formicidi.
Falzoni (Dott. Adolfo), Riva Reno 61, Bologna 19. Coleot- teri italiani.
Festa (Dott. Comm. Enrico), R.® Museo Zoologico. Palazzo Carignano, Torino 8. Entomologia generale.
Filippi (Natale), Via del Duomo 8, Zara.
150
Finzi (Prof. Bruno), Via Antonio Canova ii-i, Trieste Formicidi.
Fighi (Dott. Attilio), Viale Aldini 64, Bologna. Lepidotteri,
Firpo (Edoardo), Via Casaregis 25, Genova 9.
Fleutiaux (Edmondo), 6 Avenue Suzanne, Nogent-sur-Marne (Francia). Elateridi e Melasidi.
Gagliardi (Prof. Ing. Aldo), R. Istituto Industriale Nazionale A. Rossi, Vicenza, Coleotteri italiaìii.
Garavini (Dott. Giorgio), Cattedra Ambulante di Agricol- tura, Siena. Entomologia agraria.
Gestro (Prof. Raffaello), Direttore del Museo Civico di Storia Naturale, Genova 2. Coleotteri.
Ghigi (Prof. Alessandro), Istituto Zoologico, R. Università, Bologna. Imenotteri - Fauna entomologica della Libia.
Giaquinto (Mario), Via Torre Argentina 32, Roma 17. Co- leotteri italiani.
Giglio-Tos (Prof. Ermanno), Stazione Biologica, Regia Uni- versità, Cagliari. Ortotteri, specialmente Mantidi del globo.
Grandi (Prof. Guido), R. Scuola Superiore di Agricoltura, Portici (Napoli). Entomologia generale ed agraria.
Grassi (Sen. Prof. Battista), R. Ist. Anatomia Comparata, Via Agostino Depretis, 91, Roma 22. Entomologia ge- nerale.
Gribodo (Ing. Giovanni), Via Cavour 5, Torino ii. Imenot- teri aculeati.
Gridelli (Dott. Edoardo), Museo Civico di Storia Naturale, Genova 2. Coleotteri paleartici.
Invrea (March. Fabio), Piazza di Francia 1-24, Genova 2. Crisidi e Mutillidi.
Istituto di Zoologia della R. Università, Padova. Entomo-- logia generale.
La Face (Dott. Lydia), R.® Istituto Anat. Comparata, Via Agostino Depretis 91, Roma 22. Entomologia applicata.
LefÈVRE (Jacques), F'erma in Posta, Rio Janeiro (Brasile). Entomologia generale,
Leoni (Giuseppe), Dirigente il Movimento P'errovie di Stato, Mi lazzo. Coleotteri italiaìii.
Lepri (March. Prof. Giuseppe), Istituto Zoologico della R. Università, Roma 19. Imenotteri.
151
Lombardi (Edoardo), S. Lucia 173, Napoli 21.
Lombardi (Massimiliano), Piazzale del Re, Firenze 9 R. Co- leotteri e Lepidotteri.
Lombardo (Gio Batta), Litogr. Rossi, Via Carlo Felice 12, Genova 4.
Lombardo (Riccardo), Via Armando Diaz 12, Quarto dei Mille.
Lona (Prof. Carlo), Via Massimo d’ Azeglio 220, Trieste.
Luigioni (Cav. Paolo), Direz. Generale Telegrafi, S. Bernardo 100, Roma 5. Coleotteri eztropei.
Lurini (Dott.a Lydia), Via Romana 19, Firenze 32.
Mainardi (Prof, Athos), Piazza S. Jacopo 3-1 1, Livorno. AV tomoìogia generale specialinenie Coleotteri.
Mancini (Rag. Cesare), Corso Ugo Bassi 4, Genova 8. Co- leotteri europei, specialmente Scarabeidi,
Marchi (Aw. Azelio), Bettolio (Siena). Coleotteri di Toscana.
Masi (Prof. Luigi), Museo Civico di Storia Naturale, Genova 2. Imenotteri Calcididi.
Menozzi (Carlo), S. Vito, Modena. Formicidi del globo.
Mercet (Dr. Ricardo Garcia), Museo de Ciencias Naturales, Hipódromo, Madrid (Spagna). Imenotteri.
Messa (Dott. Giuseppe), Via S. Nicolò 2, Trieste Coleotteri
Micheli (Dott. Lucio), Via Goldoni 34, Milano 20. Imenot- teri - Biologia.
Monticelli (Prof. Francesco Saverio), Istituto Zoologico della R. Università, Napoli 43. Entomologia generale.
Moro (Gio Battista), Via Serra 5-3, Genova 2. Coleotteri ita- liani.
Muller (Prof. Giuseppe), Consei vatore del Museo Civico di Storia Naturale, Trieste. Coleotteri delle provincie adria- ticlie orientali e coleotteri cavernicoli in genere.
Muzzi (Rag. Francesco), Saronno (Milano). Coleotteri italiaìii.
Nadio (Dott. Adolfo), Via Montebello 30, Milano 12.
Naldi (Mario), Salita Cappuccini 4-3, Savona.
Obenberger (Dr. Jan), Bubenec, Badeniho, 230, Praga (Ce- coslovacchia). Bupr estidi del globo.
Pagliari (Prof. Filippo), Via Avignonesi 5, Roma 4. Ento- mologia generale specialmente Ortotteri.
152
Paoli (Dott Guido), R.® Osservatorio di Fitopatologia, Corso Umberto 38, Chiavari. Entomologia agraria.
Parisi (Dott. Bruno), Museo Civico di Storia Naturale, Milano. Crostacei.
ParvÌS (T.te Colonn Cesare), Corso Regina Margherita 22, Torino 2l. Lepidotteri
Passerini (Sen. Prof. Conte Napoleone), Scuola Agraria, Scandicci. Entomologia applicata.
PazZini (Antonio), Castello sopra Lecco.
Perina (Guglielmo), Viale Abruzzi 66, Milano 32. Coleotteri paleartici - Cerambicidi.
Porta (Prof. Antonio), Chiostro S. Antonino 5, Piacenza. Coleotteri europei.
PreSTIGIAGOMO (Rag. Emilio),, Villa Sperlinga, Whitaker, Palermo 21. Coleotteri della Sicilia.
Ragusa (Cav. Enrico), Via Enrico Albanese 31, Palermo 40.
Coleotteri e Lepidotteri della Sicilia.
Rambousek (Dr. Fr. G.), Amministratore dell’ Istituto del- rindustria. Zuccheriera, Stresovice, Praga (Rep. Cecoslo- vacca). Coleotteri paleartici e Staplinidi del globo. Rasetti (Prof. Gio. Emilio), Cattedra Amb. di Agricoltura, Pisa. Coleotteri.
Ravasini (Dott. Carlo), Piazza Borsa, 13-II, Trieste. Razzauti (Prof. Alberto), Preside R.® Liceo Ginnasio, Grosseto. Coleotteri italiani.
Rocca (Luigi), Corso Valentino 40, Torino 6. Coleotteri ita- liani.
Rocci (Dott. Ubaldo), Via Bernardo Strozzi 6 6, Genova 6.
Lepidotteri. \
Ronchetti (Dott. Vittorio), Piazza Castello i, Milano 9. Coleotteri.
Rosa (Prof. Daniele), Istituto Zool. R. Università, Modena, Entomologia generale.
Rossi (Dott. Pietro), Via S. Maria Valle 5, Milano 6. Crisidi e Buprestidi.
RosTAGNO (Comm. Fortunato). Presidente di Sezione della R. Corte dei Conti, Roma; Lepidotteri.
Sainte Claire Deville (Jean), Directeur des Laboratoires
153
centraux de V Administration des mines de la Sarre‘ Secteur postai 219 (Francia). Coleotteri d'Europa^ Zoo- geografìa.
Santagata (A. G.), Società Enotria, Salita Pallavicini, Ge- nova 4.
Sghatzmayr (Arturo), Piazza Borsa 9-m> Trieste. Coleotteri, specialmente Apion.
Sella (Dott. Massimo), R.^ Ist. di Anat. Compar., Via Ago- stino Depretis 91, Roma 22.
Senna (Prof. Angelo), Via Romana [9, Firenze 32. Entomo- logia generale, specialmente Brentidi.
Seri (Lorenzo), R.^ Istit. di Anat. Cornp., Via Agostino Depretis 91, Roma 22.
Silvestri (Prof. Pllippo), Direttore della R, Scuola Sup. di Agricoltura, Portici (Napoli). Entomologia generale ea agraria - Miriapodi.
SlMONDETTI (Mario) Via Gioannetti 29, Torino 7. Lepidotteri.
Solari (Dott. Angelo), Via XX Settembre 28, Genova 4. Curcnlionidi esotici.
Solari (Dott. Ferdinando), Via XX Settembre 28, Genova 4. Curcnlionidi europei.
Stringer (Dott. Giovanni), Piazza Borsa 7-II, Trieste. Alticini.
Stazione Bacologica Sperimentale (R.a), Padova. Ento- mologia applicata.
Stazione Sperimentale di EtETicoLTURA, Rovigo. Ento- mologia applicata
Taormina (Enzo), Via Madonna del Cassare 13, Palermo 44.
Teodoro (Prof Gennaro), Istituto Zoologico della R Uni- versità, Padova.
TiRELLt (Comm. Avv. Adelchi), Piazza Galeno i, Roma 27. Coleotteri italiani.
Tosi (Dott. Alessandro), La Scorticata, Rimini.
TuRAa'l (Conte Comm. Emilio), Piazza S. Ales.sandro 4, Mi- lano 6. Lepidotteri paleartici.
Verity (Dott. Roger), Via Masaccio 36, Firenze 21. Lepi- dotteri paleartici.
Vinciguerra (Prof Decio), Vice Direttore del Museo Civico di Storia Naturale, Genova 2. Entomologia generale.
154
Vitale (Geom. Francesco), Sezione Lavori Ferrovie delk) Stato, Messina. Coleotteri della Sicilia.
ViTALiS DE SalvaZA (R.), Coiiserv. des coliect. entom. de i’Institut scientifique de i’ Indochine, 50 Rue Rousseau, Saigon (Indocina). Faujia entoìnologica . delV Indocina francese.
Wytsman (P.), Directeur du «Genera Insectorum » , Quatre- Bras, Tervuereii (Belgio). Entomologia generale.
Zangheri (Rag. Pietro), Via Giuseppe Miller i, ¥qkX\. Fauna entomologica locale.
Zanon (R. Do,tt. Vito), Collegio Pio X, Via Etruschi 36, Roma 38. Entomologia applicata.
ZavatTARI (Dott. Edoardo), Istituto Zoologico R. Università, Modena. Afanitteri - Imenotteri. ,
INDICE ALFABETICO PER MATERIE (L
INSECTA.
Coleoptera.
Acanthocnemus ciliatus pag. 60.
Agonia apicalis 102, attenuata 102, Banksii I02, laevicoHis 102, longuìa 102, macrophthalma Gestro 102 e 105, manilen- sis 102, mira 102, nana 102, opacicollis 102, pygmaea 102, rotundicollis 102, Vandepoilii 102, Weberi I02.
Aleochara (Ceranota) Caprae Gridelli 26.
Alphasida bengasiana 48, mystica 48.
Amblystomus rectangulus 44.
Anisodera lucidiventris lOO, parallela lOO^ thoracica lOO.
Anisoderopsis insularis lOO.
Anthobium ophthalmicum v. Biglianii Dodero 46, tempesti- vum 47,
Atheta Anisi 71, bipartita 71, boletophila 72, clavigera 72, excisa 72, lucida Dodero 73, Marctìii Dodero 74, pellu-
(i) Le forme nuove sono indicate in carattere grassetto.
155
cida 72, punctipennis 71, speluncicollis 72, truncata 71, Wankae 72.
Attalus lateralis ab. simplex 16.
Bathyscidius tristiculus ssp. tomoricensis Mùller 89. Bathysciola Ravasìnii Mùiier 88.
Bidessus thermalis v. Razzautii Dodero 46.
Botryonopa bipuiictata 99, collaris 99, crenata 99, cyanoptera
99, foveicollis 99, genicLilata 99, imperialis lOO, opaca
100, punctatissima 100, purpurascens 100, termioalis lOO, misella lOO.
Brachycerus perlatus Solari 85.
Biontispa depressa loi.
Bythinus Vaccae 18.
Calliparius flavoHneatus Calabr. 107.
Callispa Cumingii lOO, duodecimmaculata ico, flavescens loi, nigricornis lOl, nigrovittata lOO, splendidula lOO. Cryptophagus lucifugus 112, spelaeus 112.
Cyrtosus Àbeillei Dodero 51, cyanipennis ab apìcalis Do- dero 52, dispar ssp. unìcolor Dodero 50, ovaiis ab. apicenotatus Dodero 50.
Cyrtotyphlus convexus 47.
Dactyiispa acanthomeia 104, angusta 104, Bakeri 104, bipar- tita 103, ciadophora 104, dimidìata 104, haniuiìfera Gestro 104 e 106, hirtelia 104, infuscata 104, miranda 103, palliata 104, Perroteti 104, puberiila 104, specio- sissima 104, vittula 104.
Downesia tagalica 102.
Euzonitis sexmaculata v. octomacuiata 16.
Gonophora angusta 102, apìcalis IQ3, bimaculata 103, Cha- puisii 103, femorata 103, lineata 103, maculipennis 103, lufula 103, tibialis 103.
Heterolliops Gestroi Gridelli 25.
Hispodonta nigricornis lOO, Semperi lOO, tardata 100.
Larinus Zanoni Solari 86.
Leonhardella (Ravasìnia) Lonae Mùller 90.
Leptispa atra lOl.
Luperus Vitale! 16.
Medon debilicornis 48, sardous Dodero 67.
156
Megarthrus ste-rcorarius 46.
Metadromius myrniidon 45.
Monochirus callicaiithus 103, tiioestus 103.
Mordellistena pulchella ab. bimaciilata 16.
Octodonta depressa lOi.
Oligota apìcata 70, atomaria 70, rufipennis 70.
On-cocephala acutangiila lOi, angolata lOi, bicristata lOi.
Orchestes alni ab. sicilianus 16.
Orochares angustata 47.
Otiorrhynchus analis Solari 30, atroapterus 34, Bagnolii 82, V. biocoven^is Muller 36, Borshii Lona 135, bosnarum 39 e 42, cantabricus 33, crataegi 85, (Aleutinops) crepsensìs Muller 43,' deformis 84 e 85, subg. Dodecastichus (di- scussione delle forme) 34, duinensis 38, evanescens So- lari 2-8, Ferdinandi 82 e 83, v. fulvicomus Lona 139, Georgii Lona 133, Jacqueti 139, Krùperi 138, v. linussae Solari 83, ssp. Lonae Miiller 43, (Arammichnus) lopa- dusaè Solari 126, Novaki Muller 37 e 38, Pentheri 42, Perezi 32 e 34, praecellens 39 e 42, ssp. pseudobosna- rum Muller 41 e 42, Schatzniayri Lona 138, signatipen- nis 38, Solarìorum Lona 136; spalatrensis 36, stenoro- stris 38, V. tomoricensis Lona 138.
Oxytelus tetratoma 47.
^ Paramorphocephalns bìnotatus Calabr. 109.
Peritelus (Homorhythmus) astragali 56 e 59, Cremieri 59 e 60, grandis 55 e 59, hirticornis 58 e 59, ìgnoratus So- lari 57 e 59, juniperi 56 e 60, v. montanus Solari 56 e 59, Ottonis 60, planidorsis 55 e 59, piatysomus 60, pygmaeus 59, quadraticollis 59 e 60, Schònherri 60, tenuicornis 58.
Phloeocharis laticollis 67.
Platypria Baker! Gestro 62, 64 e 105, ferruginea 64 e 105, infoscata 64 e 105, Invreae 64 e 105, longispina 64 e 105, subopaca 64 e 105.
Plesispa Reichei lOi.
Prionispa Bakeri lOi, lucida lOi.
Promecotheca apicalis lOi, Cumingii lOi, cyanipes lOi, octo- striata lOi, pulchella lOi, scorpio lOi.
157
Pterostichus Àndr€inii Dodero 44.
Quedius collaris 25, (Microsaurus) Doderoì Grid. 22, (Sauri- dus) duplepunctatus Grid. 21, Gestroi Grid. 16, v. niger Grid. 25, satanas 24.
Stenus aterrimus 48.
Stomodes Miilleri Lona 140.
Tachynus Bonvouloiri 68, Manueli 68, rufipennis 68.
Trechus ssp. Chendae Schatz. 79, (Duvalius) Georgi Mùller 87, longicornis 79.
Triplispa Bakeri 104.
Tychius cuprifer v. cupriferoides 16.
Typhlocyptiis Pandellei 69.
Wallacea palmarum 102, termiriali.s 102, vittata 102.
Diptera.
Capraephora lapidicela Bezzi 115 e 116.
Hebecnema afifìnis 119, 120 e 122, fumosa 119 e 120, nigri- color 119, 120 e 121, umbratica 119, 120 e 12 1, ve- spertina 119, 120 e 122.
Hymen Opterà.
Aphelinus longiclavae 54.
Anastatus eurycephalus 53. *
Camponotus herculeanus 142, v. herculeano-ligniperda 144, ligniperda 143, v. Nadigi Menozzi 142.
Cecidostiba leucopezus 54.
Centrodora amoena 54.
Chaetospila elegans 54.
Chalcaspis fumipennis 53.
(ihrysis aestiva 132, analis 132, auripes 133, bicolor 132, bidentata 132, brevidens 133, cerastes 132, comta 133,
curvidens 133, cyanea 132, cyanopyga 132, fulgida 132,
Friwaldskyi 132, Gennari 132, ignita 132, inaequalis 132, Lais 132, Leadiii 132, rutiliventris 133, simplex 13 1, succincta 132, versicolor 132.
Colotrechnus 112, subcoeruleus 54.
Cryptopristus trigonomerus 53.
Dinarmus Lichtensteini 77.
Diomorus armatus 53.
158
Ellampus aeneus 130, auratus 131, bidentulus 130, We- smaeli 130.
Eiicyrtus chalcostomus 53.
Euchalcis agilis 53.
Hedychridiiim coriaceum 13 1, chloropygum 13 1, integrum 131, jucundum 131, minutum 131, roseum 131, scul- pturatum 131. .
Hedychrum Gerstaeckeri 13 1, luciduliim 131, rutilans 131. Hemiptarsenus fulvicolHs 54.
Holopyga gloriosa 131, ovata 131.
Lamprostylus aurìcollis 53.
Lasius umbratus 9, v. citrina Emery 12, v. ncapolitana Emery 13, v. Wiehmeyeri Emery 13.
Merostenus excavatus 53.
Messor barbarus 92, v. armata Emery 98, v. iberica Emery 92, V. tunetina Emery 95.
Paraphaenodiscus bicolor 53.
Philomides paphius 53.
Plastotorymus cothurnatus 53.
Platygerrhus gracilis 53.
Spilochalcis xanthostigma 53.
Stilbum splendidum v. calens 133.
Theocholax formiciformis 54.
Zanonia 1 1 2.^
Lepidoptera.
Anthocharis ausonia 66.
Blastobasis tarda 79.
Eucosma tumulata 78.
Euplocera maculata 79.
Laspeyresia molesta 122.
Myrmecozela eccephala 79*
Phthorimaca blapsigona 79.
Plutella maculipennis 79.
Satyrus alloiiiae 66, aristaeus 66, hispulla 66.
Stegasta variana 79.
Syrichtus eucrates 66, fritillum 66, onopordi 66.
Tortrix capensana 78.
Trichoptilus congrualis 78.
Zygaena Romeo 66.
159
Rhynchota.
Leptodemus minutus 127.
MYRIAPODA.
Lithobius tricuspis 19 Polydesmus Barberii 19. Spelaeoglomeris Àndreinìi Silvestri 19.
INDICE ALFABETICO PER AUTORI
Bezzi (M.). — Un dittero subattero italiano appartenente ad una nuova specie di Foridi non mirniecofili. p. 113. — Le specie italiane del genere di ditteri Hebecnema Schnabl . p. 1 1 7.
Calabresi (E.). — Sopra due nuove specie di Brentidi esi- stenti nella collezione Fleutiaux. p 107,
Dodero (a.). — Appunti cpleotterologici. III. p. 44. — Nuove specie e varietà inedite di Cyrtosìis italiani (Col.), p. 50. — \J Acanthocnemus ciliatus Perris (Col.) trovato pure sul continente italiano, p. 60. — Appunti coleotte- rologici. IV. p. 67.
Emery (C.). — Il genere Lasiiis (F.) Mayr e particolarmente le forme mediterranee nel gruppo nmbrafus Nyl. p. 9. — Messor barbarus (L.). Appunti di sinonimia e di si- stematica. p. 92,
Gestro (R.). — Nuova Platypria delle isole Filippine, p. 62. — Nuovi appunti sulle Hispidae delle Filippine, p. 99.
Gridelli (E.). — Descrizioni di alcuni nuovi Staphylhiidae paleartici, p. 21.
InvbEA (F.). — Crisidi delle valli del Pesio e della Verme- nagna. p. 129.
JOANNIS (J. de). — Materiali per lo studio della fauna eritrea raccolti nel 1901 -03 dal Dott. A. Andreini. Lepidoptères. Heterocera (suite), p. 78.
Lona (C.). — Risultati scientifici della spedizione R’avasini- Lona in Albania. II. Otiorrhynckini p. 133.
Masi (L.). — Mercet R. G. Himenópteros, fam. Encirtidos (Fauna iberica), p. 15. — Reperti di Càalddidae (Hym.) rare o poco note. p. 53. — Nuova specie di Dinar mtis
160
(Hymen. Chalcididae). p. 76. ~ Sui generi Cototrtchmis e Zaiioiiia (Hymen. Chalcididae). p. irr.
MenoZZI (C.). — Nota complementare per la distinzione specifica dei Camponotus herculeamis L. e ligniperda Latr. (Hym.-Formic.). p. 141.
Muller (G.). — Di alcuni Otiorrhynchus della regione adriatica orientale, p. 34. — Risultati -scientifici della spedizione Ravasini-Lona in Albania. I. Anoftalmi e Silfidi ciechi, p. 87.
Paoli (G.). — Un Lepidottero nuovo per la fauna italiana [Laspeyresia ViOhstd) Busck. p. 122.
Ragusa (E.). — Note lepidotterologiche siciliane, p. 66.
SCHATZMAYR (A.). — Una nuova razza italianad’Anoftalmo.p. 79
Silvestri (F.). — Contribuzione allo studio della fauna delle caverne in Liguria, p. 18.
Solari (A. e F.). — Intorno ad alcuni Otiorrhynchus delle Asturie, pag. 28. — Alcune note sui Peritelus e spe- cialmente su quelli appartenenti al sottogenere Ho- morhythmus Bedel. p. 54. — Di alcuni Otiorrhynchus Germar (Col.), p. 82. — Due nuovi Curculionidi della Libia, p. 85. — Nuovo Otiorrhynchus dell’isola Lampedusa, p. 126.
RECENSIONI.
Nuove pubblicazioni: Invasione di Leptodemns mimitus a Ben- gasi (D. V.). p. 127. — Mercet R. G. - Himenópteros, fam. Encirtidos (L. Masi), p. 15. — Un apparecchio per disegnare ^1 microscopio, p. 80.
Nuove specie descritte della fauna italiana. Coleotteri, p. 16 e 1 12.
Nuove specie della fauna libica. Coleotteri, p. 48.
Necrologia: Luigi Bedel, p. T45.
Elenco dei soci. p. 147.
Indice alfabetico per materie, p. 154 Indice alfabetico per autori, p. 159
ERRATA.
Pag. 97 dopo la linea 15 aggiungi la linea:
— Santschii Forel (1905).
— 97 linea 18 e 19: invece di 9 ‘
March. FABIO INVREA, Redaiior Responsabile
Stab. Tipografico G. B. MARSANO, Via Casaregis, 24 - GENOVA
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