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Scuola Superiore d’Agricoltura in Portici Volume V (con 174 figure nel testo ed una tavola doppia ) PORTICI PREMIATO STAB. TIP. E. DELLA TORRE 73.4.1 BOLLETTINO DEL | | Laboratorio di Zoologia Generale e Agraria DELLA R Scuola Superiore d’ Agricoltura in Portici Volume V Î PORTICI | PREMIATO STAB. TIP. E. DELLA TORRE | ae 2157/7 | | 1911 | : | | | \ e) è Prot. M. BEZZI nai RESTAURAZIONE DEL Genere Carpomyia (Rond.) A. Costa. I generi della famiglia di ditteri 7yypareidae (1), malgrado l'immensa importanza economica di alcuni fra essi, sono ancora in maggioranza mal conosciuti, non esattamente definiti e spesso contusi fra loro. Ciò è in parte dovuto alla incompleta conoscenza delle specie, a quella ancor più incompleta della loro biologia, alla molteplicità dei rapporti che passano tra forme in apparenza assai diverse, ma in parte anche alla non esatta interpretazione della larga e spesso vetusta bibliografia. Credo quindi non inopportuno prendere occasione dall’ invio di un interessante tripaneide fattomi dal prof. Silvestri, per chia- rire le cognizioni che si hanno intorno ad un gruppo di generi che sono spesso ancor oggi mescolati fra loro, e per rivendicare all’ uso un nome che venne a torto bandito dalla moderna lette-. ratura. Alludo al genere Carpomiyia che, benchè proposto in lit- teris dal Rondani, comparve la prima volta per le stampe ad opera del prof. Achille Costa, tanto che lo stesso Rondani più tardi ebbe a riconoscerne come autore il professore napoletano. Il grande ditterologo di Parma ebbe però il torto di mutare tre volte opinione riguardo a questo genere, proponendone come tipo successivamente tre specie assai diverse fra loro; onde la confu- sione, accresciuta poi dal Walker e dallo Schiner per l’ inesatta interpretazione del genere 0re/lia, divenne massima e durò fino ai nostri giorni. Così noi vedemmo e vediamo confuse sotto un unico nome generico, il cui impiego è per giunta completamente errato, delle specie che appartengono a non meno di sei dif- (1) Vedi più avanti le ragioni per cui credo necessario |’ adozione di questo nuovo nome. MRO Ray RES Kar v* Me n E ferenti generi, come cercherò di dimostrare nelle righe che se- guono. Per essere più completo premetterò alcune notizie generali sull'intera famiglia, che traggo in parte da un mio lavoro in pre- parazione sui tripaneidi dell’ India. Nell'attuale periodo rivoluzionario che sta attraversando la nomenclatura ditterologica, credo necessario rivendicare alla famiglia Trypelidae il nome di Trypaneidae che le compete in omaggio alla legge di priorità ed all'uso di trarre il nome della tamiglia da quello del genere più antico, che è preso per tipico. Fu per questo principio intatti che già si dovè abbandonare il nome Tephritidae, rimasto dal Latreille in poì vigente nelle opere francesi e che il nostro Rondani serbava ancora nel 1870. E per questo stesso principio ancora recentemente il Czerny (25, p. 252) rivendicava alla famiglia il nome di £wr/dbiidae, avendo Euribia Meigen 1800 (76, p. 66) precedenza su Trypeta Meigen 1803 (TT, p. 277). Ma io ho già altrove dimostrato (12, p. b4) che il nome 7rypanea, proposto dal Guettard (46, p. 169) prima del 1758 e perciò non valevole, deve tuttavia venir impiegato perchè usato nel 1795 dallo Schrank (109, p 147) per quella specie che fu poi nel 1862 presa dal Loew come tipica del genere Urellia. Questo ultimo deve quindì portare il nome Trypanea Schrank 1795, e da esso deve l’intera famiglia derivare il suo. Anche lo Sherborp, 111, 818 e 1002, ammette il genere Trupanea come valevole. Le osservazioni fatte da Coquillett 22, 259, dipendono evidentemente dal non aver considerato che Schrank portò gia il suo genere nel 1795. Per quanto riguarda la classificazione generale della famiglia è necessario riconoscere che ì due autorì che massimamente vì sì distin- sero pecearono per due opposte cause: ed invero il Loew nel dare troppo peso al disegno alare, ed il Rondani nel darne troppo alle rela- tive lunzhezze deì diversi segmenti della quarta nervatura longitudì- nale. Ambedue tennero troppo poco conto della chetotassi e della biologia. Per quanto dei due sistemi quello proposto dal Loew sia . stato universalmente accettato e sia tuttora dominante, é pur mestieri riconoscere che quello del Rondani è più rispondente ai prineipi della vera sistematica; in cid è forse da ricercarsi la ragione dì quell’enigma così suggestivamente rilevato dall’ Osten Sacken (85, p. 151), in uno dei piü notevoli capitoli della sua ultima opera Pur riconoscendo le difficoltà spesso insormontabili che si incon- trano nel suddividere una famiglia così complessa, nella quale anche Sd ET ET WE De Pio R eni + i caratteri più essenziali incontrano spesso delle eccezioni, io ho pro- posto nel mio suddetto lavoro la classificazione seguente 1. Sottofamiglia: Dacinae. Mancano le setole ocellari e le post- verticali (o queste ultime esistono ma sono esilissime, manca la serie occipitale; mancano le omerali, le presuturali (1), le dorsocentrali e le sternopleurali; i femori anteriori sono di regola inermi al di sotto: le antenne sono più lunghe della faccia. Le larve vivono nelle frutta; quasi tutte le specie sono tropicali o subtropicali. Presa in questo senso la sottofamiglia è diversa dal gruppo di ugual nome distinto dal Loew, e si riduce si può dire al solo genere Dacus, il quale è però certo da smembrarsi in parecchi altri minori. Vi appartiene anche il genere Meracanthomyia Hendel che ha i femori anteriori setolosi al di sotto, e forse anche il problematico Toxotrypana. 2. Sottofamiglia: Trypaneinae Chetotassi normale, come è defi- nita da Osten Sacken (84, p. 511); per eccezione possono mancare le omerali, le presuturali o le dorsocentrali, ma Ja sternopleurale è sem- pre presente; serie occipitale più o meno sviluppata; antenne brevi. 7 Modo di vivere delle larve assai vario. Questa sottofamiglia è assai difficile da suddividere; indipendentemente dal disegno alare io distin- guo le seguenti tre tribù. 1. Tribù: Ceratitininae. Serie occipitale formata da sottili setole nere acuminate, che al più sono gialle solo nella regione postverticale; se le setole sono tutte gialle sono sempre sottili e acute o sono distinte solo superiormente. Terza vena longitudinale di solito fornita di setole; cella anale coll’ angolo inferiore prolungato in punta (sola eccezione Gonyglossum) e perciò più lunga della seconda basale. Ali fasciate, od infoscate con macchie ed incisioni ialine, non reticolate. Larve viventi spesso nelle frutta; non di raro minatrici di foglie: solo per eccezione galligene; non vivono sulle composite o solo come minatrici delle loro foglie o come galligene. 2. Tribù: Myiopitininae. Come nella tribù precedente, ma la cella anale arrotondata, non mai prolungata in punta; ovopositore lungo, cilindrico ; ali fasciate o macchiate, non reticolate. Vivono sulle com- posite ed assai spesso formano galle. Questa tribù si riduce ai tre generi Myiopites, Asimoneura ed Urophora e forma passaggio fra la prima e la terza. 3. Tribù: Trypaneininae. Occipite con una serie di setole gialle che di solito sono incrassate ed ottuse, anche quelle laterali. Terza (1) In un mio precedente lavoro (V. questo Bollettino, III, 1909, pag. 275 fig. 1 per ragioni di omologia io avevo mantenuto il nome di presuturale per la seconda notopleurale (E); ma tutti gli autori recenti usano questo nome per quello che ivi è chiamata postomerale (D). SR Si vena longitudinale di solito nuda ; cella anale prolungata in una breve punta (in Schistopterum è ottusa), che però non è più lunga della se- conda basale. Ali spesso reticolate, più raramente fasciate o macchiate od ialine. Larve viventi di regola nei capolini delle composite, talvolta galligene. Il genere Carpomyta e gli altri coi quali fu confuso appar- tengono alla tribù Ceratitininae, e sono facilmente distinti per avere la terza nervatura longitudinale nuda o fornita appena di qualche rara setoluzza presso la base, assai di rado setolosa in tutta la lunghezza. Osservo però che del genere 0edaspis s. 1., io conosco troppo poche specie per giudicare se la sua vera po- sizione è qui; del resto esso pare composto di elementi eterogenei, dei quali non posso escludere che qualcuno appartenga piuttosto alla tribù 7rypaneininae Lo stesso devo dire del gen. Peronyma Loew, che probabilmente è affine. Colla seguente tabella si possono facilmente distinguere i generi di cui vogliamo parlare. 1 (2). Cella anale ottusa; proboscide lunga, piegata a go- mito nel mezzo. Setole ocellari robuste; secondo nervo longitudi - nale munito di un rudimento di appendice; nervi trasversali non approssimati ; larve nei frutti di Bryonia. Gonyglossum Rondani (sp. typ. Wiedemanni Meig.). 2 (1). Cella anale prolungata inferiormente in punta ; pro- boscide breve, non gomitata. 3 (4). Setole ocellari mancanti; secondo nervo longitudinale senza appendice; nervi trasversali non approssimati; larve nei frutti di Zizyphus. Carpomyia A. Costa (sp. typ. vesuviana A. Costa) 4 (3). Setole ocellari robuste. 5 (6). Secondo nervo longitudinale munito di un rudimento di appendice ; corpo colorato come nei precedenti, giallo con macchie nere. Nervi trasversali non ravvicinati; larva nei frutti di melone. Myiopardalis n. gen. (sp. typ. pardalina Bigot) 6 (5). Secondo nervo senza appendice ; o se questa è pre- sente, i nervi trasversali sono fortemente ravvicinati. II = I SS IQ Fig. I. 1. Capo di Gonyglossum Wiedemanni Meig.; 2. Ala delle stesso; è. Capo di Myio- |_pardalis pardalina Bìgot; i. Ala della stessa; 5. Capo dì Carpomyia incompleta Becker; 6. Ala dì Carpomyia vesurîana A, Costa; 7. Ala dì Carpomyia incomplete Becker; 2 Ala + dì Oedaspis dichotoma Loew.; 9. Ala di Qedespis Zscheri n. sp.: 10. Ala dì Cecidocheres _mnigerrima Loew Q var. © (@. Nervi trasversì non ravvicinati; larve nelle frutta di acee O dì ribes o di noce. ì Rhagoletis Loew (sp. typ. cerasi L.). 8 (7). Nervi trasversali ravvicinati. (10) Occhi rotondì : palpì non dilatati; terzo nervo nudo ; pr oo sei tascie ; è proprio del mondo antico; metamorfosi ignota, Oedaspis Loew (sp. typ. multifusciata Loew). i È dt ma a me aed e e Ta oe ui ì u o 10 (9). Occhi assai ristretti; palpi dilatati; terzo nervo setoloso o nudo; ali con 4 fascie ; proprio del mondo nuovo; le larve vivono entro galle delle composite. Cecidochares n. gen. (sp. typ. nigerrima Loew). 1. — Gonyglossum Rondani. Rond., 97, 110, 13. (1856); 98, 164. (1869); 99, 21. III. (1870). (Go- niglossum); emend. Loew, 67, 10. (1869). Oltre ai caratteri essenziali più sopra ricordati è assai note- vole in questo genere la forma della testa (fig. I,1); la fronte è più lunga della faccia, i lati della quale sono prolungati in modo caratteristico ; le antenne sono inserite più in basso della metà degli occhi, sono separate da una larghissima carena piatta, toc- cano l’orlo inferiore della faccia ed il terzo articolo non è mu- cronato allapice. I palpi sono filiformi. Tutte le macrochete sono di color nero ; le sternopleurali sono due; le tibie intermedie hanno un solo sperone. Il colore del corpo è giallo, con larghe macchie nere lucenti ed opache sui lati del torace ; lo scudetto è convesso, macchiato di nero, con 4 macrochete. Il disegno alare (fig. 1,2), è costituito da quattro fascie gialle, infoscate qua e li; il piccolo nervo trasversale è posto in corrispondenza del mezzo della discoidale ; il posteriore è diritto, verticale ; il rudi- mento della seconda longitudinale è ben sviluppato. Questo genere è così diverso per moltissimi caratteri dagli altri qui ricordati, che è proprio da meravigliare che venga te- nuto confuso con essi anche nel recente catalogo del Becker. Il Loew però già fin dal 1869 propende ad accettarlo come distinto; ed il Verrall (119, p. 27 e p. 32) lo mantenne sempre separato nei suoi vari cataloghi. Esso è monotipico e paleartico, anzi finora esclusivamente europeo. 1. G. Wiedemanni Meigen, 78, 320. 15, t. 49. f. 2. [Yrypeta] 1826; Walker, 122, 66. 1. t. 7. f. 7. [Orellia] (1835); Macquart, 69, 466. 22. [Tephritis] (1835); Loew, 60, 342. 19. t. I. f. 16. [Trypeta] (1844); Scholtz, 108, 11. [7rypeta] (1849); Walker, 123, 1012. ]7rypeta] (1849); Schiner, 105, 643. 1. [7ypeta] (1858); Kaltenbach, 50, 157. 1. [7ry- peta) (1858); Loew, 64, 49. 4. t. VI. f. 2. [Oedaspis) (1862); Schiner, 106, 125. |Orellia] (1864); Frauenfeld, 40, 500. t. XII. f. 24, [Orellia] (1807); IN une Rondani, 98, 161. (1869, e 99, 22. 1. (1870); Kaltenbach, 51, 255. 5. [Trypeta] (1872); Mik, 131, 288 [Orellia ] (1898); Becker, 7, 116. [ id. | (1905), — Bryoniae Megerle ap. Meig., 78, 321. [Tephritis] (1826). Questa bella specie è rara ovunque benchè la pianta sulla quale vive sia comune, e Kaltenbach ricordi di aver raccolte ben 20 bacche infette da larve su di una unica pianta. Essa fu ricordata di Germania, Austria, Inghilterra, Francia ed Italia. Il Rondani la dà di Lombardia e Piemonte; io la raccolsi presso Pavia ed in Val di Susa; il professor O. G. Costa la ricorda dell’ Isola d’ Ischia. Nella collezione del signor Becker si trova un esemplare di Ungheria. La specie è così caratteristica che non fu descritta sotto altri nomi, ed ha quindi la fortuna di non contare sinonimi. Veramente il Walker nel 1855 credette di poter riconoscere che la Orellia flavicans del Robi. neau-Desvoidy [95, 765. 1. (1830)] fosse ad essa eguale, e fu disgra- ziatamente seguito in questa via dal Loew e dallo Schiner e da tutti gli altri autori sino ai nostri giorni. Da ciò derivò l’errore del falso uso del nome generico Orellia che ‘abbiamo sopra deplorato, malgrado il Macquart avesse già dal 1885 (69, 467. BB) mostrato quale era la sua vera natura. Ma, spetta al Rondani nella sua nota del 1869 di aver messo a posto le cose, dimo- strando che la Orellia flavicans R. D. non è altro che un sinonimo della Euribia (Trypeta) falcata Scopoli, e dimostrando quindi 1° impos- sibilità di usare il nome Orellia nè per Gonyglossum nè per qualsiasi altro dei generi qui trattati. Il Robineau-Desvoidy mette infatti il suo genere tra quelli che non hanno la proboscide gomitata; ed io aggiungo che se veramente egli avesse avuto davanti agli occhi la specie Wze- demanni avrebbe pa:lato di taches e non di points neri sul torace. Il dubbio esposto dallo Schiner (106, 125, nota) che Meigen nella descrizione della Wiedemanni possa aver avuto davanti a sè degli esem- plari invece della Schineri, mi pare escluso dal fatto che pel nome del Megerle si tratta indubbiamente della specie vivente nei frutti di Bryonia. Per quanto riguarda la metamorfosi di questa specie, si sa che la larva vive nei frutti di Bryonia alba e dioica; ma nè la larva, nè la pupa furono ancora descritte o figurate; solo il Mik descrive breve- mente il pupario. Evidentemente il Megerle fu il primo a conoscere che questa specie vive sulla Bryonia come rileviamo dal nome da esso proposto e ricordato dal Meigen nel 1826, nome che fu deplore- vole non aver mantenuto, come già ebbe a dire il Loew nel 1844. La prima notizia esplicita la troviamo però solo nel 1849 presso lo Scholtz, il quale ricorda con un segno di interrogazione che secondo Boie e Loew la specie sarebbe minatrice delle foglie di Bryonia alba, cosa riportata ancora dallo Schiner nel 1858. Loew nel 1844 si limitò a dire che la specie si rinviene nei fiori di Bryonia. AG ae Ancora nel 1856 il Frauenfeld (39, 541) dice che vive sulla Bryonia alba, ma senza definire il modo ; è solo nel 1867 (40, 500) che dice di averla ottenuta dalle baeche rosse di Bryonia dioica. Ma anche il Brauer (19, 89) ha torto di attribuire questa scoperta al Frauenfeld, perchè già fin dal 1858 il Kaltenbach corresse 1’ errore dello Scholtz, disse che le larve vivono nelle bacche di Bryonia e che passano a trasformarsi nel terreno ; questo breve cenno, ripetuto anche nel 1874, è tutto ciò che cli più diffuso venne fin’ora seritto intorno all'argomento. Anche Schiner nel 1864 ignorava questa osservazione, poichè egli nella sua Fauna ebbe solo ad esprimere il dubbio che le larve vivessero nelle bacche. 2. — Myiopardalis nov. gen. Ritengo necessario fondare un nuovo genere per la Carpo- myia pardalina del Bigot, della quale ho davanti a me il tipo nella collezione del Museo indiano di Calcutta. Essa infatti non può stare nel genere nel quale fu collocata dal suo autore, spe- cialmente in causa della presenza di un paio di robuste macro- chete ocellari. Per il colore e l’ aspetto generale, nonchè per la presenza dell’appendice al secondo nervo longitudinale e per vi- vere allo stato di larva nelle cucurbitacee si avvicina a Gony- glossumi, dal quale differisce però grandemente per la forma del capo e per la proboscide non allungata. I caratteri essenziali del nuovo genere sono i seguenti. Capo (fig. 1,3) più alto che largo, faccia prolungata inferiormente, colle guance assai dilatate; occipite alquanto rigonfio inferiormente; occhi piuttosto rotondi, non ristretti; fronte convessa, prominente; faccia piatta, senza carena sporgente e con epistoma non spor- gente; proboscide breve; palpi non setolosi; antenne inserite sopra il mezzo degli occhi, cortissime, col terzo articolo un po’ acuminato all’ apice; arista pubescente in modo distinto sopra e sotto. Chetotassi del capo e del torace completa; orbitali 2, 3; serie occipitale quasi indistinta; macrocheta guanciale non di- stinta; scapolari molto deboli; dorsocentrali presso la sutura; 2 mesopleurali; pteropleurale robusta. Scudetto piatto con 4 se- tole. Addome largo, setoloso all'apice; genitali del maschio pro- minenti, con un organo mediano pendente al di sotto; ovopositore breve, non appiattito, rigonfio, cogli articoli terminali assai piccoli. Piedi corti e robusti: tibie intermedie con un solo sperone. Ali (fig. 1,4) con fascie gialle complete, e senza striscioline basali scure; a PRA © © gg © =) enti È spinula costale ben distinta; prima longitudinale corta, 3. e 4. pa- rallele, tutte diritte, la seconda con appendice, la terza nuda; piccola trasversale un po’ prima del mezzo della cella discoidale, grande perpendicolare; angolo inferiore della cella anale pro- lungato in una punta più corta della seconda basale. Non so se la Trypeta Schineri Loew, che mi è ignota in natura, corrisponda a tutti questi caratteri; per ora io la colloco qui provvisoriamente, ma se fosse sfornita di macrochete ocellari sarebbe da mettersi in Carpomyia, malgrado la presenza dell’ap- pendice al secondo nervo longitudinale. 2. M. pardalina Bigot, 14, 77. t. V. f. 1. [Carpomyia] (1891); Cleghorn, 1. c., II. 24. [id.] (1893); Maxwell-Lefroy, 73, 171. f. 194 [éd.] (1906) ; 74, 229. f. 72 [id.] (1907) e 75, 230 [#d.] (1909); Froggatt, 42, 112. [id.] (1909). Tutte le macrochete sono nere, meno le postverticali e sternopleu- «rali che sono gialle. I genitali del maschio sono nitidi, gialli, con mac- chia apicale bruna; pure gialla è l’appendice pendente. Questa specie è finora nota solo dell’ India; la sua metamorfosi fu più volte descritta e la larva e la pupa figurate; è chiamata col nome di Beluchistan Melon Fly e sono lamentati i danni che la larva reca ai meloni coltivati. 3. ? M. Schineri Loew, 63, 52. 50. [Trypeta| (1856); Schiner, 105, 644. 2. [id.] (1858); Loew, 64, 48. 2, [Oedaspis| (1862]; Schiner, 106. 125. [Orellia] (1864); Frauenfeld, 40, 500. t. XII. f. 22. [id.] (1867): Rondani, 98, 164 (1869) e 99, 23. (1870); Perris, 87, 238. [Orellia] (1876): Brauer, 19, 89. [id.] (1883); Réder von, 100, 209. [id.] (1891); Mik, 131, 280 [id.] 1898); Becker, 7. 116. [öd.] (1905). To non conosco questa specie, e non posso quindi dire nulla sulla sun vera posizione sistematica. Il Rondani riteneva che essa fosse sinonimo della vesuviana; ma il Frauenfeld prima ed il von Roeder poi ne di- mostrarono la diversità. Essa pare rarissima, e fu finora ricordata solo di Germania, Austria, Francia, Rumelia. Benchè la larva non sia stata ben descritta nè figurata, si sa però che vive nei frutii di varie specie del genere Rosa, avendola il Perris osservata nella canina, il Brauer e il Mik nella spinosissima ed il von Roder nella gallica var. damascena. 3. — Carpomyia A. Costa. A. Costa, 24, 87. (1854); Rondani, 98, 164. (1869). È Questo genere si distingue facilmente da tutti quelli qui | trattati per la mancanza delle macrochete ocellari, carattere di ER Ko grande importanza, tanto piü che nella famiglia dei tripaneidi si riscontra piuttosto raramente. Per l’aspetto, la colorazione ed il disegno alare si avvicina ai due precedenti, ma mansa dell’ap- pendice alla seconda longitudinale. La forma del capo e delle antenne (fig. 1,5) è pure diversa. Il nome Carpomyia comparve la prima volta nel 1854 per opera del prof. Achille Costa, che l’aveva certo avuto in litteris dal Rondani ; egli descrive la specie vesuviana, ma non il genere, che è però compreso nella descrizione specifica. Il Rondani non nomina questo genere che nel 1856 (97, 111. 15.), dandogli per tipo la Musca arctii Degeer; siccome questa é sinonimo di Zw- ribia tussilaginis Fabricius, così in questo senso sarebbe uguale ad Euribia (Trypeta), come riconobbe lo stesso Rondani nel 1870. Ma nell’importante nota del 1869 lo definisce bene, gli dà come tipo la vesuviana, gli riconosce come autore il prof A. Costa, ed osserva a piede di pagina che vi appartiene anche la 7. sz gnata. Nel 1870 (99, 6) infatti gli dà come tipo questa ultima specie, per cui in tal senso sarebbe sinonimo di ‘thagoletis Loew 1862. La suddivisione stabilita dal Rondani nel lavoro del 1869 viene accettata anche dal Loew nel 1872 (68, p. 260 e 262) Ciò che dice Mik (131, 180) è errato iu parte. ]l genere Carpomyia conta al presente due specie, che vi- vono tutte e due in Italia, ma che hanno una distribuzione geo- grafica abbastanza estesa; allo stato larvale abitano entro i frutti di varie specie coltivate di Zizyphus. Esse*si possono facilmente FERA come segue : 1 (2). Torace e scudetto ornati di larghe macchie nere; ali epliersoliier 4 fascer 27 : . . vesuviana A. Costa. 2 (1). Torace. e Sen dei ogni immacolati, meno due macchie nere al metanoto; ali fornite solo di 3 fasce in parte incomplete: 2. „er. en ncomplerasecokeg 4. C. vesuviana A. Costa, 23, 87. n (1854); Rondani, 98, 164, (18691 e 99, 23. 1. (1870); Röder, 100, 210. [Orellia] (1891); Becker, 7, 115. [Orellia] (1905). — Bucchichi Frauenfeld, 40, 500. t. XII. f. 23. | Orellia] (1867) e 41, 154. 5. [id.] (1868); Kaltenbach, 51, 776. 1. [Orel- lia] (1872). Questa specie è nota dell’ italia meridionale e della Dalmazia; io ho visto gli esemplari tipici nella collezione del prof. A Costa, che mi vennero gentilmente comunicati in esame dal prof. Monticelli. Nel Mu” fed r u seo indiano esiste un esemplare ottenuto a Caleutta dai frutti di Zizy- phus Jujulia. La metamorfosi non fu propriamente descritta finora ; ma già fin dal 1854 il Costa ricordò di aver ottenuto la specie dai frutti di Zizy- phus sativa. I puparii di questa e della seguente specie sono di color paglierino, e simili in tutto a quelli della Rh. cerasi, mentre quello di Gon. Wiedemanni è ross» bruno. Il sinonimo del Frauenfeld è sicuro, come stabili il von Röder; ab- biamo già ricordato che il Rondani credette di aggiungervi anche la Schineri; e dobbiamo rammentare che forse lo stesso Loew accettò que- sto modo di vedere come risulta dalla citazione in 68, 262, lin. 4 dal di sopra (1873). V. fig. I,6. 5. C. incompleta Becker, 6, 135. 219. t. 4. f. 50 [Trypeta| 1903). Questa specie così ben distinta fu descritta ottimamente dal Becker, che ne trovò un esem- plare presso Suez ; esso osservò già le differen- ze notevoli che presen- tava col genere in cui provvisoriamente la ac- coglieva. Recentemente ricevetti dal prof. Sil- vestri due esemplari provenienti da Kartum nel Sudan, dove furo no osservati dannosi ai frutti di Zizyphus. Aven- domi il signor Becker mandato in esame l’u- nico tipo, potei consta- tare l’identità. Nella Fig. II. Carpomyia incompleta Becker(ingrandita). collezione Costa trovai poi esemplari di questa specie provenienti da Lecce ; ed il prof. Silvestri mi disse di averla pure osservata a Monopoli (Bari) e in Calabria nei frutti di Zizyphus. V. fig. I,7. I genitali del maschio sono gialli cor una macchianera all’apice, l’organo appendicolare è bifido all’estremità. Tanto in questa che nella precedente tutte le macrocrete sono gialle, solo qualcuna un po’ im- brunita od oscura all’apice. In una serie di esemplari di Rosarno (Calabria) mandatami recen- temente dal prof. Silvestri, ho potuto osservare che l’addome è spesso infoscato, e che la terza fascia alare è spesso completa; in alcuni esem- plari si nota anche un rudimento della quarta fascia od apicale. (fig. II.) Gli oechi nel vivo sono di colore verde porporino, senza fasce. E er 4. — Rhagoletis Loew. H. Loew, 64, 44. IX. (1862). Questo genere è strettamente affine al precedente, ma facile a distinguersi per le forti macrochete ocellari, pel corpo di solitc di color nero od oscuro con macchie gialle, e per le fascie alar di regola brune non gialle. Le larve vivono pure nelle frutta, m: attaccano quelle di svariate piante sia selvatiche che coltivate. In Europa abbiamo una sola specie, che è la notissima mosc; delle ciliegie, tipica del genere; ma nell'America del Nord se ne hanno parecchie che furono oggetto di una recente monografia del prof. Aldrich (2, p. 69). Il disegno alare non è in fondo molto diverso da quello tipico del genere Carpomiyia, anzi in alcune specie, come p. e. in ribicola, è quasi identico ; però di solito è più ricco e le fascie mostrano tendenza a fondersi fra loro. Delle specie che il prof. Aldrich ha comprese nel sno lavoro credo necessario escludere le due seguenti: 1. caurina Doane 29, 182, t. III. f. 5. (1899), perchè ha la cella anale non prolungata in punta inferiormente; pel disegno alare essa pare appunto una Myiopites (genere non ancora ricordato dell'America), ma ha la proboscide corta. 2. formosa Coquillet, 21, 71. (1894), che pel di- segno alare si accosta a cerasi ed a ochraspis, ma di cui la pro- boscide è detta essere : slender, geniculate, the apical halfbent downward. Le specie genuine si riducono dunque alle seguenti, che si possono facilmente distinguere come segue. 1 (6). Le quattro fascie alari sono tra loro separate, meno la terza e la quarta che sono unite. 2 (5). La quarta fascia alare od apicale è staccata dall’orlo - alare ; nessuna piccola fascia soprannumeraria. 3 (4). L’orlo ialino apicale dell’ala è senza macchia scura. ribicola Doane. 4 (3). L’orlo ialino apicale presenta una macchia bruna alFapıce. del ferzo neryo/ 7 ar sca cingulata Loew. 5 (2). La fascia apicale è in sa dell’orlo alare; una piccola fascia abbreviata tra la seconda e la terza . cerasi L. 6 (1). Le fasce alari sono unite fra loro o tutte od almeno la seconda, terza e quarta. 7 (10). La fascia apicale non è contigua all’orlo alare. | ie, = 8 (9). Le fasce alari sono unite fra loro a due a due, cioè la prima con la seconda, e la terza con la quarta tabellaria Fitch. 9 (8). Tutte e quattro le fascie unite fra loro pomonella Walsh. 10 (7). La fascia apicale & contigua all’orlo. 11 (14). La fascia apicale non è divisa, per cui le fasce sono solo 4 come nelle precedenti a 12 (13). Torace nero nel mezzo, con linee grigie . Macquarti Loew. 13 (12). Torace nel mezzo di color giallo rosso, senza linee #chiare distinte.. . . ss “aden sUavis Loew: 14 (11). La fascia de: è dia per cui le fascie sem- ‘brano essere cinque ; torace nero. 15 (16). Addome non cingolato di ehiaro ; torace sfornito di linee bianche ; divisione della fascia apicale sci fausta Osten- i 16 (15). Addome cingolato ; torace con due linee bianche . longitudinali mediane ; scudetto macchiato di nero. 17 (18). Scudetto con due macchie nere; ali sfornite di È i Hascia abbreviata. . . . . see stpentellia Whales 18 (17). Scudetto con lo a Pace nera; una fascia abbre Wine ira la seconda ela terza. .-. . othe aspis Wiedemann. 6. Rh. ribicola Doane, 28, 69. t. I. (1898) e 29, 181. t. IIL f. 4. (1899); Piper e Doane, 89, 1, figg. (1900); Aldrich, 1, 607 (1905) e 2, 636.4 £. 1 (1909). Questa specie, che nel disegno alare ha grande somiglianza colla Carp. vesuviana, è comune negli stati di Washington e di Idaho, dove riesce dannosa molto alle frutta di Ribes ed Uvaspina. La sua metamorfosi è ben nota per opera di Doane. La specie vive anche nelle frutta dei Ribes selvatici, come osservò il prof. Aldrich nel- l’Idaho. E’ notevole che un altro tripetide ben differente, la Epochra canadensis Loew il nome del genere è corretto in Epochroa presso Wil _liston, 128, 286), attacca pure le stesse piante nei medesimi luoghi. 7. Rh. cingulata Loew, 65, 76. 10. t. II. f. 11. [Trypeta] (1862) Er 68, 263. 23. t. X f. 11. [id.] (1873); Slingerland, 112, 1. [1899] e 112, (128. [1902]; Kellogg, 54, 349. f. 498-499. (1905); Aldrich, 1, 606. (1905) | e 2, 69. t. IV. f. 2. (1899). — cerasi Hagen, 47, 159. [Trypeta] (1883). Anche di qnesta specie la metamorfosi è nota; la larva danneggia le eiliegie in vari stati della Unione americana, ed Hagen aveva quindi ereduto che si trattasse della nostra europea cerasi, che non consta però SARI sia stata finora introdotta nell'America del Nord. E’ notevole che in 68, 263, parlando di essa il Loew dice che è assai vicina alle specie europee di Rha, letis, parlicolarmente alla Fh. flavicincta Loew;ora una specie di questo nome non venne mai da lui pubblicata, nè consta che egli co- noscesse altre specie europee tranne la cerast. 8. Ah cerasi Linnè, 58, 600. 95. [Musca] (1758), pe 1878. [id.] (1761) e 58, 998. 124. [éd.] (1767); Fladd, 37, 106. [id]. 75); Fabri- cius, 31, 787. 77. [id.] (1775), 32, 453. 99. [id.] (1781), ee 353. 119. [id.] (1787), 34, 358. 188. [éd.] (1794) e 35, 320. 17. [Tephritis] ( 1805); De Geer, 26, 50. 19. [Musca] (1776); Müller, 79, 173. 2032. [id.] (1776); Retzius, 93, 175. 1155. [éd.] (1783); Gmelin, 44, 2858. 124. [id.| (1788); Villers, 120, 506. 240. [éd.] (1789); P. Rossi, 104, 71. 556. [éd.] (1794); Mitins, 1138, 277, xa.]2.(1795]; Walckenser;s 1219 399.25 Be (1802); Schrank, 110, 151. 2526. [Trupanea] (1803); Loew, 60, 361. 32 | Zrypeta]| (1844), 61, 508. 32. [id.] (1846) e 64, 45. 1. t. V. f. 4. (1862); Boiè, 17, 327. 18. [Trypeta] (1847); Zetterstedt, 130, 2208. 25 [Tephritis] (1867) e 6351. 25. [id.] (1860); Scholtz, 108, 17 [Trypeta] (1849); Frauenfeld, 39, 540 [id.] (1856); Schiner, 105, 650. 17 [id.) (1858) e 106, 121. [Spi- lographa] (1864); Boisduval, 18, 602. [Ortalis]| (1867); Bach, 5, 58. [7ry- peta] (1868); Künstler, 55, 83. (1871); Neuhaus, 80, 272. 3. [Spilographa| (1886); Karsch, 52, 384. [id ] (1889); Mik, 131, 279 f [V (1898); Ber- lese, 9, 60 fig. (1900); Leonardi, 56, 294. f. 153-154. (1900); Becker, 7, 115. (1905); Aldrich, 1, 72. (1909). cerasorum Dufour, 30, 209. [Urophora] (1845); Macquart, 71, 326. [id.] (1852); Costa A., 24, 130 [id.] (1857) e 24, 137. t. V B. [id.] (1877). Hebe Newman è secondo Collin, Ent. monthl. Mag., 1910, 174, una Myiopites, come pure la Sphenella signata del Walker. liturata Robineau Desvoidy, 95, 771. 5. [Urophora] (1830). signata Meigen, 78, 332. 30. t. 49. f. 4 | Zrypeta] (1826); Macquart, 69, 458. 11. [Urophora] (1835). Roser 101, 196. [Trypeta] (1837) e 102, 60. nota [id.] (1840); Bach, 4, 263. [éd.] (1842); Rondani, 96, 158 [7d.| (1843) e 99, 23. 2 [Carpomyia] (1870); F Rossi, 103, 70. [Zrypeta] (1848); Walker, 123, 1022. [îd.] (1849); Goureau, 45, | Urophora| (1861); Kalten- bach, 50, 92. 50. [Trypeta] (1869) e 51, 175, 209. [id.] (1874); Perris, 87, 238. (1876). solstitialis Sulzer, 115, 216. t. XXVIII. f. 11. [Musca] (1776). Questa specie è frequente in tutta Europa, eccetto l’estremo Nord, e attacca varie sorta di ciliegie; producendo talvolta rilevanti danni (52); in certi tempi verso la fine di giugno è così frequente, che quasi tutte le ciliegie albergano una larva; ciò malgrado l’insetto adulto è sempre raro ad osservarsi in libertà. Credo probabile che le larve arri- vando viventi nel tubo digerente dell’uomo, siano causa di alcuni di- A San sturbi intestinali che si osservano frequenti in quella stagione dell’anno, come fu osservato per la Piophila casei L Il prof. A Costa ha dato una buona deserizione della metamorfosi, ma la migliore è quella del prof. Mik (131); anche nel lavoro del dottor Petri (88, passim) si notano quà e là alcuni dati anatomici im- portanti sulla larva di questa specie. Oltre che nelle varietà coltivate delle ciliegie, la larva fu osservata vivere anche nei frutti di parecchie piante selvatiche, come in varie Lonicere (Lonicera Xylosteum e tatarica) e nel Crespino (Berberis vul- garis). A questo proposito parmi molto importante l’osservazione avan- zata pel primo dal Bvoiè, che cioè la RA. cerasi fosse in origine propria della Lonicera xylosteum, dalla quale passò ad infettare le ciliegie col- tivate. Ciò troverebbe riscontro in quanto avvenne nell'America del Nord, dove si constatò positivamente che la Rh. pomonella passd da specie indigena di Crataegus ad infettare i meli coltivati. Il fatto riportato dal Rondani nel 1843 e ripetuto nel 1870, che la larva viva anche nel culmo dei cereali causandone la morte, pare dovuto ad errore di osservazione od a scambio colla larva di qualche - eloropide, come già osservarono Loew (64, p. 46) e Mik (131, p 281). E notevole la confusione che regnò per molto tempo riguardo a ‘questa mosca delle ciliegie, che pure dovrebbe essere notissima. Già Di . fin dal 1668 il nostro Redi (92, 264. figura) ne diede una buona descri- zione accompagnata da una pessima figura; il Dufour nel suo lavoro del 1845 riportd questa descrizione, e fece rivivere i] nome di cerasorum, accettato anche dal prof. Costa, ma che non può mantenersi nella no- menelatura moderna. Fra gli autori prelinneani ne trattarono pure bene il Réaumur, 91; 12 t. XXXVIII. f. 22-23 ed il Blankaart, 16, t. XVI. f. 4; meno fortunato fu il Degeer. Ma la disgrazia maggiore toccò alla nostra specie entrando ceol battesimo di Linneo nella nomenclatura scientifica. Infatti Linneo nei suoi vari lavori, anche nella prima edi- zione della Fauna suecica (n.° 1061), diede della cerasîi una diagnosi rico- noscibile, mentre nella descrizione, pur citando la descrizione del Redi che chiama buona, confuse assieme la 7Aryophila frondescentiae L Questo deplorevole errore fu fatto rimarcare per primo dallo Zetterstedt e sulle sue orme dal Loew, ma fu causa di una enorme confusione. Il Meigen tenne il nome di cerasi per la Thryophila frondescentiae, ed attribuì a questa specie i sinonimi di Fabricius e di molti autori antichi; ma ciò a torto, perchè questi parlano di fasciis inaeqnalibus che si riferiscono evidentemente a quelle della vera cerasi. Zetterstedt mantenne lo stesso nome per tutte e due le specie contortato dall’as- erzione di Thunberg, 116, 91; ma Macquart e Rondani tennero per las Rhagoletis quello di signata e conservarono l’altro alla Thryophila. Si ebbe anche confusione rispetto alla biologia; gli antichi dicono sempre che la larva vive in cerasorum nucleis; onde quelli che riconobbero le 2 AAT due specie, ritennero che una vivesse nella polpa e l’altra nel nocciolo. Per opera del von Roser gid nel 1840 fu riconosciuto l'errore, che ancora nel 1828 era ripetuto dal Guerin in De Tigny, 117, 171; e nella confusione cadde anche il Westwood (126, 572) con parecchi altri; perfino la figura che da il Boisduval 1. ec. & quella della Thryophila. Anche il Disconzi, 27, 227. 22 ed il Massalongo, 72, 324 49, sono ancora nella confusione. La Thryophila frondescentiae L. (Herina cerasi Rondani) apparfiene alla famiglia degli ortalidi; la sua metamorfosi è ancora ignota, mal- grado il Rondani nel 1869 dica ancora che vive nei frutti del ciliegio. Pure lo Zetterstedt aveva già osservato che essa si trova anche in Lapponia, dove il ciliegio non. vive; è verosimile che la sua larva viva nel fusto dei giunchi o di altre piante palustri, sulle quali si rin- viene in quantità innumerevole l’insetto adulto. 9. Rh. tabellaria Fitch, 36, 66. [ Yrypeta] (1856); Loew, 65, 60. 46. [îd.]) (1852) e 68, 263. 24. [id ] (1873); Aldrich, 1, 69. (1909). Fu trovata negli Stati Uniti settentrionali atlantiei e nel Canada; non se ne conosce la metamorfosi. 10 Ah. pomonella Walsh, Amer. Journ. Hortie., 338-343 [ 7rypeta] (1867)e 124, 29. f. 2. [¢d.| (1868) 5 Loew, 68, 265,25. rd] STE Glover, 43, 72. [id.] (1874); Comstock, 20, 195. t. XIV. [id.] (1893); Lin- tner, 59, 1 (1883), 117 figg. (1885) e 245. (1893); Harvey, 48, 190. t 1-4 (1889); Riley e Howard, 94, 253. (1890; Weed, 125, 31. fig. (1896); Mik, 131, 282. (1898); Fletcher, 38, 223. (1899); Leonardi, 56, 300..fig. 155. (1900); Aldrich, 1, 606 1905) e 2, 72. t. 4. f. 4. (1909); Smith, 113, 366. f. 421. [Trypeta] (19061. — zephyria Snow, 114, 164. t. II. fi . (1894). Questa ben nota specie è diffusa per tutti gli Stati Uniti dell’ America del Nord, e il Canada, dove riesce dannosissima al melo ed è conosciuta col nome di Apple maggot. La sua metamorfosi fu ben descritta e figurata. Pare che in origine essa attaccasse solo i frutti di specie selvatiche di Crataegus, da cui passò sul melo coltivato ed anche sul ciliegio. 11. Rh Macquartii Loew, 68, 267. (1873). scutetlaris Macquart (non Wiedemann) 70, 261. (288) 13. t. 26. f. 15. [Urophora] (1851). Questa specie del Brasile (Goyaz) è detta dal Loew essere assai affine alla precedente; io non la conosco, e la figura dell’ala data dal Macquart è poco chiara. Molto notevole il fatto che il Loew al 1. e. dice che nell'America meridionale vivono molte specie di questo gruppo, che non furono però ancora descritte; cosa vera anche oggidì, dopo ben 37 anni! 12. Rh. suavis Locw, 65, 75. 9. t. II. f. 10. [Trypeta] (1862) e 68, 35. 9. t. X. f. 10. [id.] (1873); Coguillett, 22, 260. (1899) Babb,t9; 42, t. I. (1902); Aldrich, 1, 603. [Acidia] (1905) e 2, 69. (1909). Questa elegante specie , che pare rara negli stati di mezzo della Unione Americana, differisce dalle altre pel colore chiaro del torace; e per questo il Loew l’aveva collocata nel genere Acidia malgrado le 2 2 SIG See nudità del terzo nervo. ll Coquillett fu il primo a dichiarare la sua vera posizione sistematica nel presente genere, cosa che io non posso che confermare coll’ osservazione di un esemplare della mia collezione trovato presso Nuova York dal mio amico J.R. de la Torre Bueno. La larva vive nel noce nero, come fu osservato dal Babb. 13. Rh. fausta Osten Sacken, 83, 346. [Acidia] (1877); Coquillett, 22, 260. (1899); Aldrich, 1, 603. [Acidia] (1905) e 2, 70 t. 4. f. 3 (1909). intrudens Aldrich, 2, 70. (1909). Specie affine alla precedente, dei medesimi luoghi e del Canada, e che ha avuto una storia analoga. La sua metamorfosi è ancora ignota. 14. Rh, striatella Wulp, 129, 408. 1. t. XI. f 30. (1899). È specie nota solo del Messico. 15. Rh. ochraspis Wiedemann, 127, 466. 15. |Ortalîs] (1830); Wulp, 129, 409. (1899). È specie del Brasile, che il Wulp crede probabile appartenga a questo genere, di cui infatti presenta la colorazione tipica. 5. — Oedaspis Loew. H. Loew, 64, 47. X. (1862). Ho già detto più sopra come questo genere, anche preso nel senso più limitato a cui fu ridotto, comprenda elementi eterogenei. Che questi abbiano però in gran maggioranza rapporti coi generi qui trattati mi pare fuor di dubbio; infatti i colori del corpo spesso gialli con macchie nere, il disegno alare per quanto spesso più ricco, la frequente mancanza di setole al terzo nervo, la pre- senza talvolta di un nervo trasversale sopranumerario nella cella sotto-marginale, sono caratteri che indicano questa parentela. Caratteri peculiari sono la grande incavazione alla lunula fron- tale e il forte ravvicinamento dei nervi trasversali; la speciale pubescenza bianca del torace, così sviluppata nelle specie ame- ricane, è anche caratteristica. Disgraziatamente la metamorfosi della maggior parte delle specie è ancora ignota; anzi si conosce solo per le specie ameri- cane. Queste sono galligene delle composite, fatto eccezionale pei tripaneidi di questo gruppo; onde io, basandomi su diversi carat- teri, credo opportuno separarle in un genere distinto, che per le abitudini chiamo appunto Cecidochares. Ritengo però probabile che anche le specie del mondo antico siano galligene; esse infatti presentano quella eccezionale rarità che si osserva spesso in dit BEER N teri di simili abitudini, come le Lipara, che si possono ottenere in quantità solo allevandoli dalle galle, mentre in | berta non si osservano quasi mai. I caratteri del genere, come io qui lo restringo, sono i se- guenti. Chetotassi completa e normale. Diametro anteroposteriore del capo non ristretto; occhi grandi e rotondi; forma generale del capo quindi come in Carporzyia. Corona occipitale composta di setole bianche; ma però non ingrossate nè ottuse. Palpi non dilatati. Terza nervatura delle ali sempre nuda; spinula costale distinta; terza e quarta fascie alari divise, onde le fascie alari si possono dire sel. Le specie note finora abitano l’ Europa e le Canarie ; io qui ne deserivo una nuova dell’ Australia; dell’ Asia non ne sono an- cora note. Dell’ Africa neppure, poichè la A. diaphasis che il Bigot, 15, 384. 37. (1891) ha descritto dell’Assinia appare essere tutt'altra cosa; e la Frauenfeldi Schiner, che io stesso 1, 140. 50. (1908) ho citato del Capo è invece specie esclusivamente brasiliana. Le specie si possono distinguere come segue : 1 (6). Nella cella marginale, subito dopo lo stigma, si trova appena un piccolo punto ialino o più spesso manca affatto anche questo. Scudetto nero, più o meno giallo alla base e sui lati. 2 (5) Le fascie alari non raggiungono completamente l’orlo posteriore ; scudetto con macchia apicale e laterali nere. 3 (4). Addome di colore giallo come i lati del torace . . multifasciata \.oew 4 (3) Corpo ed addome quasi interamente neri lucenti. . fissa Loew. 5 (2). Le fascie alari raggiungono completamente 1’ orlo posteriore; scudetto nero con due piccole macchie gialle laterali quinquefasciata Becker. 6 (1) Cella marginale subito dopo lo stigma con grande macchia ialina, che talvolta si fonde colla penultima incisione ialina del margine posteriore; scudetto giallo, con due macchie nere apicali. 7 (8). Addome in gran parte nero; nessun nervo trasverso sopranumerario; specie europea . . . . . dichotoma Loew. 8 (7). Addome giallo con macchie nere; esiste talvolta un nervo trasverso sopranumerario nella cella sottomarginale. Specie australiana’ fo.) eu Sl e a RO ORO CA ieri i i ¥ 3 | 3 i - 7 16. Oe. multifasciata Loew, 62, 52, [Yrypeta] (1850) e 64, 47. 2. t. VI. f. 1. (1862); Schiner, 105, 644, 3. [Trypeta] (1858) e 106, 123. (1864); Rondani, 99, 174. 1. (1871);? Raddatz, 90, 94. 1. (1873); Becker, 7, 116. [Orellia] (1905). Questa rarissima specie, tipica del genere, fu trovata finora solo nella Francia meridionale (Pirenei, Lione) e nell’ Italia settentrionale; nè il Rondani nè io non ebbimo però mai occasione di vederla. Se ne conosce solo il maschio. Il Raddatz invero, che trovò la specie nel Meclenburgo, descrisse anche la femmina; ma come egli osserva, la specie pare diversa; importante sopratutto il fatto che dalla descrizione pare si abbiano due paia di dorsocentralij; non potrebbe forse l’autore aver dunque equivocato colla Euribia (Trypeta jaceae R. D.? 17. Oe fissa Loew, 64, 46. 1. (1862). Anche questa specie, descritta della Spagna, non fu più vista nè raccolta 18. Oe. quinquefasciata Becker, 8, 139. 402. t. IV. f. 42 (1908). Di questa specie, raccolta in due esemplari a Teneriffa dal signor Becker, ho potuto vedere per gentilezza del chiarissimo amico gli esem- plari tipici. 19. Oe dichotoma Loew, 67, 12. 2. (1869). Questa specie fu descritta di Sarepta nella Russia meridionale ; e pure di questa località ho avuto in esame dal signor Becker un esem- plare 9. Questo differisce alquanto dal tipo nel disegno alare, tanto che nella collezione Becker era segnato come n. sp., ma io eredo non si tratti altro che di una varietà, in cui la maechia ialina dopo lo stigma è fusa colla penultima incisione ialina del margine posteriore, onde le due fascie apicali restano completamente isolate. V. fig. 1,8. 20. Oe Escheri n. sp gd. Nigra, cinereo-tomentosa, albopilosa macrochaetis tamen fuscis, serie occipitali lutea, capite antennis p dibusque luteis, scutello luteo maculis duabus apicalibus nigris, abdomine luteo segmentis tertio et quarto ma- culis duabus latis basalibus rotundatis nigris, alis fasciis sex ex luteo fuscis ornatis, stigmate luteo basi et apice nigro, nervis secundo et tertio nervulo transverso interdum conjunctis, areola anali inferne acuta at vix producta. Long. corp. mm. 4-4 4/3. Ho davanti a me alcuni esemplari di questa notevole specie racc. colti in Australia a Sydney, N. S. W.:; essi mi furono comunicati dal signor J. Escher Kiindig di Zurigo, nella cui collezione se ne trovano altri; mi è grato insignire la specie col nome del prelodato ditterologo che mi fu sempre largo d’aiuti e che mi onora della sua amicizia. Questa specie non è molto dissimile da quelle europee, tra cui mas- simamente si accosta alla precedente; ma è distinta da tutte pel colore dell’addome, per le ali più strette, per lo stigma bicolore e per la pre- 299). = senza del nervo sopranumerario. Di questo però in due dei 3 esemplari esaminati non si riscontra alcuna traccia. Faccia coperta di leggero tomento bianco; occhi rotondi come in Carpomyia; cuance strette ; fronte piana ; lunula abbastanza incavata; antenne brevissime, col terzo articolo non distintamente acuminato; arista breve, nuda: proboscide corta, di color giallo ; palpi sottili, gialli, con peli pallidi. Macrochete normali, di color fosco ; le postver- ticali, le verticali esterne e la corona occipitale sono però di color giallo assai chiaro. Torace con brevi peli pallidi; omeri, linea laterale notopleurale e propleure gialle. Chetotassi normale; scapolari poco distin- te: seudetto con 4 macrochete. Bilaneeri e squame gialle. Addome con peli brevi chiari e corona di lunghe setole fosche al margine posteriore dell’ ultimo segmento Piedi comprese le anche interamente gialli, con peli chiari; macrochete dei femori anteriori nere: tibie intermedie con uno sperone nero. Pel disegno alare vedi la fig. 1,9; le fascie sono gialle, infoscate verso il margine posteriore; le due ultime fascie confluiscono talvolta fra di loro, per cui della ultima incisione ialina non rimangono che delle tracce in qualche macchia isolata. 6. — Cecidochares nov. gen. Ho già detto più sopra che credo conveniente separare in un genere apposito le specie americane finora ascritte ad Vedaspis, tanto più che all'importante carattere della distribuzione geogra- fica, se ne aggiungono altri plastici e biologici. Disgraziatamente io ho davanti a me una sola specie brasiliana; ma siccome il Loew in vari punti della sua monografia dichiara che le specie nordamericane sono perfettamente simili alle sudamericane, credo così di non errare ascrivendole tutte ad un medesimo genere, i cui caratteri io traggo dalla C. nigervima che conosco in natura. I caratteri essenziali sono: Chetotassi completa e normale. Diametro anteroposteriore del capo assai accorciato, per cui gli occhi sono ristretti vome in Gonyglossiim, almeno due volte piu alti che larghi nel mezzo ; la lunula è assai grande ed assai ap- profondita; i palpi sono molto dilatati e setolosi; la corona occi- pitale è composta di setole nere o gialle ma non incrassate ; la speciale pubescenza crassa e bianca che copre il torace è assai sviluppata ; il terzo nervo alare è di solito nudo, ma talvolta è fornito di setole per tutta la sua lunghezza ; spinola costale indi- stinta Il disegno alare è anche costante e caratteristico ; esso è meno ricco che nelle vere Vedaspis poichè è ridotto a sole 4 fasce, essendo le due ultime sempre indivise ; le tre fasce esterne sono Seno: LS di regola unite fra loro lungo il margine anteriore dell’ ala ; tal- volta si nota tendenza a dividersi nella 2° fascia, fatto che non avviene mai nelle specie del mondo antico. In una specie (gibba ) si osserva anche il nervo sopranumerario completo come nella Oe. Escheri. Di due specie nordamericane (polita ed atra) e di una bra- siliana (Frauenfeldi) è nota la metamorfosi: con notevole concor- danza questa si verifica entro galle prodotte sulle composite. Per questo fatto il genere si accosta a quelli della tribù #'ypaneininae; ma i caratteri delle setole della corona occipitale sono come nelle ceratitinae. Conoscendo io in natura una sola specie di questo genere non posso dare una chiave analitica; mi limito quindi alla enumera- zione delle specie note finora. Per quanto riguarda il genere Pe- ronyma del Loew, non conoscendolo io in natura non so dire se ‘appartenga a questo gruppo o no; le setole del terzo nervo lon- gitudinale lo avvicinano alle specie brasiliane qui riportate; ma il decorso generale delle nervature, il disegno alare ed i colori del corpo sono assai diversi. A. Terza nervatura setolosa per tutta la sua lunghezza; specie neo- tropiche; le loro galle sono pleurocecidii legnosi nudi. 21. C. nigerrima Loew, 65, 219. nota. [Trypeta] (1865) e 68, 258. 2x7. f. 18. [id.]' (1873). Io riferisco a questa specie alcuni esemplari di S. Paulo nel Bra- sile, gentilmente avuti in esame dal sig. Barone von Ihering, direttore del Museo Paulista. Essi differiscono alquanto dalla descrizione del Loew per avere il terzo articolo delle antenne completamente arrotondato ; i femori del tutto giallo rossi ; il colore del corpo non nero intenso ma nero rossiccio, cosa dovuta forse ad immaturità, ed il disegno alare . alquanto diverso. Questo infatti (fig. 1,10; presenta la seconda fascia (ossia la prima dopo la macchia basale) munita al margine posteriore di una incisione ialina (carattere della leucotricha), che però talvolta non è distinta. Poi nella fascia apicale o marginale esistono solo due punti ialini (carattere della connexa), pure arrivando detta fascia fin oltre l’apice della quarta longitudinale. La corona occipitale è fatta di setole nere; le macchie nere vellu- tate laterali del torace sono assai distinte; l’ovopositore della 9 non è piatto, sibbene convesso come nelle genuine Oedaspis. Nella mia convinzione le due specie seguenti sono la medesima cosa colla presente, che allora dovrebbe portare il nome di connexa. Be tee 22. C. leucotricha Schiner, 107, 266. 105. [Oedaspis] (1868). Descritta del Brasile; differisce dalla precedente per avere la corona occipitale di setole bianche, per mancare delle macchie nere velutine del torace e per avere di regola la seconda fascia alare con incisione ialina inferiormente. Io credo però che il primo di questi caratteri di- penda da un errore di stampa, che il secondo sia dovuto a dimenti- canza e che il terzo sia soggetto a variazione. 23. C. connexa Macquart 70, 224. (64). 7. t. 7. f. 10 [Urophora] (1847); Loew, 65, 78. nota (1862). Descritta del Brasile; il tipo si trova nella collezione Bigot presso il signor Verrall a Newmarket. Carattere peculiare di questa specie sarebbe l’arrestarsi della fascia apicale in corrispondenza del secondo nervo longitudinale, mentre in tutte le altre giunge fino al quarto. Ma io credo questo dovuto solo ad inesattezza della figura del Macquart. 24. C. Frauenfeldi Schiner, 107, 266. 104. [Oedaspis] (1868). Di questa specie è nota la metamorfosi. Essa nacque da galle rae- colte dal Frauenfeld presso Rio Janeiro al 13 Agosto 1857 e portate nel viaggio della Novara al Capo di Buona Speranza, dove uscì il 27 Set- tembre dello stesso anno. Il fatto è ricordato anche dal Frauenfeld stesso in Verh. zool. bot. Ges, X. 86 (1860). Le galle furono rinvenute su una specie del genere Ageratum ed erano rigonfiamenti caulinari non dissimili da quelli prodotti dalla Urophora cardui sul Cirsium palustre. B. Terza nervatura nuda; specie in massima parte neartiche; le loro galle sono acrocecidii squamosi a rosetta. 25. C. polita Loew, 65, 77, 11. t. II. f. 12. |Trypeta] (1862) e 68, 256. 20. t. X. f..12. [¢d.] (1873); Osten Sacken, 82, 301. za.) (1869); Beutenmiiller, 10, 274. [id.] (1892 e 11, 33. fig. 74. [éd.] (1904); Jarvis, AO ES Le [ta (1909) Questa specie si rinviene negli stati centrali atlantici della Unio- ne Americana e nel Canada. La sua metamorfosi fu primieramente ri- cordata da Osten Sacken che descrisse le galle da essa prodotte sulla Solidago altissima; Beutenmiiller diede la figura di queste galle, che talvolta sono così frequenti da coprire tutta la pianta; e Jarvis le ricordò anche della Solidago canadensis. Le galle sono diverse da quelle della C. Frauenfeldi, perché ter- minali e squamose: come ricorda il loro primo deserittore hanno l’ap- parenza di un piccolo Chow de Bruxelles. ~ 26. ©. atra Loew, 66, 219. 74 [Trypeta] (1865) e 68, 256. 21. t. XI. f. 17. [id.] (1873); Patton, 86,.247. [éd.] (1897); Wulp, 129,408) 1 t ZT. f. 29. [Oedaspis] (1899); Aldrich, 1, 606. [éd.] (1905). Questa specie abita i luoghi della precedente, ma non sale al Nord e scende invece molto al Sud fino al Messico. Produce galle su specie di Solidago uguali a quelle prodotte dalla precedente. Î e ~ — Zo — 27. C. anthracina Doane, 29, 180. t. III. f. 3. [Oedaspis] (1899). Assai affine alla precedente, ma abita gli stati verso il Pacifico: metamorfosi ignota. 28. C. penelope Osten Sacken, 83, 346. [rypeta] (1877). Descritta di Nuova York, ma non più ritrovata dappoi. 29. C. minuta Snow, 114, 164. t. VI. f. 2. [Oedaspis] (1894). 30. C. montana Snow, 114, 163. t. VI. f. 5. [Oedaspis (1894). Questa e la precedente furono descritte dello Stato di Montana. 31. C. gibba Loew, 68, 260. 22. [T’rypeta] (1873). Questa specie del Texas è distinta dalle altre per la presenza di un nervo trasverso sopranumerario fra la 2. e la 3. longitudinali; non se ne conosce la metamorfosi. 32. C. setigera Coquillett, 22, 262. [Oedaspis] (1899). Questa specie fu trovata in diversi stati dell’ Unione, sia orientali che occidentali. Essa è distinta da tutte le altre per la presenza di due paia di macrochete dorsocentrali; questo fatto così importante richiama alla mente quanto disse il Raddatz della sua dubbia Oedaspis multi- ‘ fasciata. Credo opportuno dare qui un elenco delle piante sulle quali furono sinora osservate le specie di cui è nota la metamorfosi. A. Viventi nelle frutta. Berberis vulgaris. -— Rh. cerasi. Bryonia alba e dioica. — Gon. Wiedemanni. Crataegus sp. — Rh. pomonella. Cucurbita sp. (coltivata). — Myi pardalina, nell’ India. Juglans nigra. — Rh. suavis. Lonicera tatarica e xylostewin. — Rh. cerasi. ? Paliurus australis (1). — C. vesuviana. Prunus cerasus e avium (coltivato). — Rh. cerasi in Europa e Rh. cingulata e pomonella nell’America del Nord. Pyrus malus (coltivato). — Rh. pomoneUa nell America del Nord. Ribes sp. variae (coltivate). — Rh. ribicola nell'America del Nord. Rosa canina, gallica e spinosissima. — Myi. Schineri. Zizyphus sativa (coltivato). — C. vesuviana e incompleta in Eu- ropa, Africa ed Asia. B. Viventi in galle delle composite. Ageratum sp. — C. Frauenfeldi. Solidago altissima e canadensis. — C. polita e atra. (1) Secondo la citazione di Kaltenbach, 51, 776. 1., che credo però errata. 10. ie 12. 13. 14. 15: Bone BIBLIOGRAFIA ALDRICH J. M. — A Catalogue of North American Diptera (or two- winged Flies). — Washington, Smithsonian Institution, 1905. ALDRICH J. M. — The fruit-infesting forms of the dipterous genus Rhagoletis, with one new species. — Canad. Entom., X 41, 69-72, pl. IV. London, 1909. Bass G. F. — Notes on Rhagoletis suavis, with description of larva and puparium. — Ent. 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Caput omnino crebre punctulatum albido sericeum, genae conspicuae, clypei margine antico parum sinuoso, ocelli po- stici magis inter sese quam ab oculis remoti. Mesonotum conspicue | sat dense punctulatum, marginibus lateralibus carinulatis. Pleu- rae sat crebre punctatae. Segmentum medium rugosum, flave- scenti-sericeum, vix conspicue areolatum. Segmentum primum abdominis longitudine mesonoti cum scutello, basi lineari tenuis- sima; segmentum secundum longitudine metatarsi postici, parum conıpressum; segmenta reliqua fortiter compressa; terebra ferru- ginea, longitudine segmenti sexti !reola alarum perparva, longe petiolata, triangularis. Ex larva Daritis sacrificae (Lepidopt.). Hab. Argentina, La Plata (C Bruch coll.). Eremotylus szepligetii n sp. 9 E. fusco-ferrugineus abdomine obscuriore, antennis dilute ferrugineis, 33 mm. Mandibulae bidentatae apice fusco, genae articulo secundo antennarum paullum breviores; clypeus irregulariter hexagonalis, latior apud angulos prope basin mandibularum; scutum nasale elongatum, in medio obsolete foveolatum; antennae breves (in hoe genere), + 62 — articulatae; ocelli maiusculi, superiores ab ocu- "da a. lis linea angusta discreti, inter sese fere duplo remoti. Thorax ro- bustus lobulo medio obsolete longitudinaliter impresso; segmentum medium transversim bicarinatum, carina prima (basalis) valde conspicua, sinuata, secunda obsoleta, caeterum curvatim rugoso- striatum. Segmentum primum abdominis reliquis longius, fere fi- liforme, post spiracula subite imflatum; reliqua gradatim decre- scentia. Pedes dilute ferruginei unguiculis regulariter pectinatis. Alae fulvo hyalinae, pone radialem macula hyalina (a latere in- fero visu concava), extus lineola brevi fulva ornata, venulis fer rugineis, cellula submediana quam mediana paullum brevior Long. capitis cum thorace 11 mm, segmenti primi abdominis 6 mm, re- liquorum 16,5 mm, antennarum 25 mm, alae anticae 25 mm, te- rebrae 3,5 mm. Hab. Paraguay, Encarnacion. Cl.’ G. V. Szepligeti amice dedicatus Supram. Pimplinae. Apechoneura paraguayensis n. sp. Q A. flavido ferrugineoque varia, annulo subapicali antenna- rum et valvularum terebrae albis, alis hyalinis macula apicali fusca. Long. corp. 17 mm., terebrae 18., antennarum 13 mm. Ferruginea; flavida sunt: caput fere totum exceptis apice man- dibularum; macula magna verticis et facie postica occipitis, pec- tus cum pre-et mesopleuris excepta sutura inter eas et macula magna in mesopleuris infra alas, margo anticus et macula media oblonga mesonoti, scutellum, metanotum, segmentum medium ex- cepta fascia lata transversali marginis anterioris, stria longitudi- nalis segmenti primi, macula elongata apicalis segmenti secundi, maculae oblongae formae ferri-equini segmentorum tertii et quarti, macula lateralis retriusque segmenti quinti, margo posticus in medio interruptus segmentorum sexti et septimi, margo ventrali- lateralis segmentorum omnium, pedes antici et intermedii femoribus exceptis et tibiis postice et tarsis omnino, coxae et trochanteres postici striis lateralibus exceptis, macula parva basalis femorum et annulus basalis tibiarum posticarum. Albida sunt: annulus sub- -apicalis, 1,3 mm latus, antennarum, annulus fere apicalis 3 mm latus valvularum terebrae et annulus tarsorum posticorum, arti- _ culos 2-4 et apicem primi occupans Nigra sunt: maculae apicalse Sex #0 enza A pi a : oa Cages ei gee — J6 — segmentorum 3-5, tibiae posticae magnam ad partem, tarsi ante- riores toti, postici basi et apice. Caput rugulosum; dorsulum creberrime rugoso-punctatum; ab- domen politum impunctatum; segmentum primum abdominis la- titudine apicali ter longius tuberculis perparvis ante medium sitis; sesmenta 2-4 latitudine duplo longiora Forsan subspecies Apechoneurae brevicaudae Kriechb. Hab Parisuay, Puerto Berteni (6. X. 09) Susram Cryptinae Folycyrtus giacomellii n. sp © P. rufus capite dorsuloque nigro alboque variegatis, anten- nis nigris albo-annulatis, pedibus flavido-ferrugineis, alis hyalinis apice paullum infuscatis. Long. 12-14 mm. Nigra (tamen luxurie albo-picta) sunt: vertex, articuli 9 basales et decimus septimus usque ad apicem antennarum, prothorax, mesonotum, scutellum, metanotum et pars superior mesopleurarum. Alba sunt: clypeus, mandibulae excepto apice, genae excepto mar- gine apicali, scutum nasale, margines anticus et posticus oculo- rum, articuli 10-16 antennarum, prosternum, margo posticus pro- noti latissime in medio (aliquandum) interruptus, 2 striae longi- tudinales mesonoti, tegulae, carinae laterales et macula apicalis scutelli et metanoti, macula magna et sutura postica mesopleu- rarum. Caeterum rufum vel rufo-testaceum, tibiis tarsisque omnibus coxis femoribusque anticis testaceis. Spina frontalis nigra, parva, acuta; genae aeque longae atque latae; ocelli magni magis a margine postico capitis quam inter sese remoti; occiput valde emarginatum; dorsulum nitidum parapsi- diis profundis; pleurae subtiliter sparsim punctulatae; segmentum medium nitidam, concavum, basi impressa, utriusque tuberculata et carina sinuosa circumdata; spinis sat acutis. Segmentum pri- mum abdominis longius quam segmentum medium, petiolo tenui apice parum inflato; segmenta reliqua gradatim breviora. Areola alarum parva subrectangularis; cellula mediana paullum longior quam submediana. Hab. Argentina, La Rioja (Dr. Eug. Giacomelli leg.). F. SILVESTRI e > Descrizione di un novo genere DI Stafilinide termitofilo di Singapore. GEN. Termitoptochus nov. © Corpus (Fig. I) elongatum, abdomine obtriangulari, inflato, sursum et antrorsum directo ita ut sternita 2-6 postica et dorsalia sint. __ Caput (Fig. II, 1-2) depressum circumlitione subovali, latitu- dine majore pone oculos sistente, labro excepto subaeque longum atque latum. Oculi laterales, pro- minentes. Antennae (Fig. II, 3) superae, 1l-articulatae apicem versus paullulum incrassatae, ar- ticulis 3-10 apice quam basis latiore, articulo ultimo ovali La- brum transversale ce. */, latius quam longius, medium paullu- lum sinuatum, supra setis duabus submedianis sat longis et sat robustis et setis nonnullis brevibus marginalibus instructum. Mandi- bulae (Fig. II, 4) perparvae, subtriangulares, margine apicali in- terno vix dentato. Maxillae primi paris (Fig. II, 5) parvae, cardine brevi, stipite aliquantum longius quam latius, lobis labium haud superantibus, lobo interno (lacinia) apice dente terminali attenuato, acuto introrsum directo et setis marginalibus c. 12 sat longis aucto, lobo externo (galea) parum arcuato apice lato, margine serie setarum subtilium contiguarum penicillum linearem formante instructo. Palpus maxillaris (Fig. II, 5 P) stipiti apicalis est, haud lateralis, 2-articulatus, articulis depressis ad latera galeae et labii accomodatis, praesertim secundo aliquantum arcuato, forma et setis cfr. fig. II, 2 et 5. Labium (Fig. II, 2 et 6) dilata- tum laminare, obtrapezoideum, margine antico parum sinuato. Fig I. ap oss Palpus labialis (Fig. II, 6 P) minimus est, 2-articulatus articulo primo interne aliquantum producto, articulo secundo processum Bi pece = 1. Caput pronum; 2. caput supinum, P palpus maxillaris; 3. antenna; 4. mandibula altera; 5. maxilla primi paris supra inspecta, P palpus; 6. labium, P palpus; 7. tho- rax pronus; 8-10. pes primi, secundi, tertii paris; 12. tibiae apex et tarsus et prae- tarsus paris tertii; 12-14, abdominis par postica prona, supina et lateraliter inspecta. internum articuli secundi longitudine aequante. Mentum c. ?/9 lon-- gius quam latius setis sat numerosis longis instructum. Thorax. Pronotum (Fig. II, 7) aliquantum latius quam longius, dorso parum convexo, lateribus parum arcuatis, margine antico, in processus duos breves latiusculoss ubmedianos producto. Scutellum parvum transversale elytris clausis vix manifestum. Elytrae quam _ pronotum aliquantum longiores, simul sumptae parum longiores quam latiores, postice aliquantum oblique truncatae. Alae posticae obsoletae. i Prosternum (Fig. III, A) parvum, transversale inter coxas subrectangulare. Mesosternum (Fig. III, B) transversale antice si- nuatum, postice aliquantum productum, in parte sublaterali parva concavitate, ad angulum posticum internum coxae II sistente, in- structum, superficie laevigata setis nonnullis brevissimis aucta. Me- tasternum (Fig. III, C) medium parum elevatum, postice late et — - ae triangulariter parum productum. Episterna metathoracis longa, sub- rectangularia, aliquantum obliqua; epimera sat parva, -marginem posticum elythrarum aliquantum superantia. Fig. III. Thorax supinus; A pro—, B meso —, C meta — sternum ; 1-3 coxa primi, secundi et tertii paris. Pedes coxa primi et secundi paris (Hie. I, 28-9 et Ill, 1 et 2)elongata, tertii Batis Chics fil, 2i0) et: Tl 3) brevi, basi dilatata, lamina externa ad epimera perti- nente, tibiis subcylindraceis inermibus , primi paris interne fere per totam longitu- dinem setis brevibus densis instructis, tarsis omnibus 4-articulatis, praetarso unguibus duobus sat longis, sat robustis aliquantum arcuatis composito. Abdomen (Fig. 1) sternito primo quam cetera multo majore, parum longiore quam latiore, sternitis ceteris forma consueta, ter- gitis 1-5 latioribus quam longioribus, ter- gito 7° minus quam duplo latiore quam longiore, tergito 8° (Fig. II, 12-14) subaeque longo atque ad basim lato, partem posticam versus gradatim paullum angustato, margine postico late rotun- dato, sternitum sextum superante. Observatio. Genus hoc ad genus Termitomimus Tràg. proxi- mum sed palpi maxillaris peculiari forma a Termilomimo et a generibus hucusque descriptis distinctissimum est. Termitoptochus indieus sp. n. x Corpus (in alcool) partibus chitineis pallide rufescentibus, parti bus membranaceis stramineis, laevigatum, setis paucis instructum. Characteres ceteri in generis descriptione expositi vel in fi- guris bene delineati sunt. Long. corp. (abdomine haud extenso) mm. 3, lat. abdominis 1,00, long. antennarum 1,10 pedum paris tertii 1,70. Habitat. In nidis Eulermes singaporensis Havil. ad Singa pore exemplum descriptum lectum est. Dr. G. MARTELLI NOTIZIE sul’ APHIS BRASSICAEB L. e su alcuni suoi parassiti ed iperparassiti. Ospite. Aphis brassicae L. Costumi. — L’Aphis brassicae vive in colonie numerose come molti altri afidi, sulla pagina superiore o inferiore delle foglie di cavolo e di parecchie altre crucifere, nonchè sui peduncoli fiorali e sullo stelo o rachide fiorale. Qualunque movimento della parte ove si trova fissato l’Afide, sia esso provocato da una leggera folata di vento (anche sof- fiandovi sopra), sia provocato da un insetto col posarsi accanto 0 volando ad una certa distanza, determinando colle vibrazioni delle ali uno spostamento dell’aria circostante, fa scattare l’Afide, di qua- lunque età, da larva ad adulto, il quale restando col rostro fissato, solleva il corpo insieme alle zampe posteriori facendo con quello e queste un movimento semirotativo. Anche quando la causa determinante questo atto difensivo viene a mancare, l’Afide, per qualche po’ di tempo, continua ad agitarsi Spesso questi movi- menti sono provocati dagli stessi compagni che passano accanto per cambiare di posto e basta che un solo Afide reagisca perchè tutta la colonia segua l’esempio con rapidità tale che sembra contemporaneo il movimento. Passato il pericolo vero o appa- rente tutto torna alla calma. NUTRIMENTO. — L’Afide col suo rostro, che tiene infisso nel tessuto, succhia gli umori della pianta dei quali si nutre. Gli escrementi che emette a forma di goccioline sono dol- ciastre e si raccolgono, insieme a quelle di vapor acqueo con- densato, nei luoghi bassi delle foglie accartocciate entro le quali l’Afide si trova, formando spesso delle goccie abbastanza grosse. Queste si vedono avvolte da una patina grigiastra formata e dalle Pea ap es sostanze escrete dall’ Afide e dalla polvere cerosa dell’ Afide stesso. DEPOSIZIONE DELLE LARVE. — La femmina partenogenetica de- pone le larve continuando a succhiare col rostro. Quando depone comincia a vedersi, dall’orificio vulvare, spuntare l'estremo addome della larvetta; poi, mano mano, fuoriesce il resto, cioè le zampe posteriori, le mediane e le anteriori e finalmente il capo. Liberate le zampe posteriori la larva, dopo qualche po’ di tempo, comin- cia ad agitarle con movimenti laterali, ma molto debolmente; in seguito, quando le altre zampe sono libere, i movimenti sono più sensibili cercando con esse di arrivare a toccare la superficie del luogo, ove la madre è fissata, mentre la larva trovasi sospesa all’orificio vulvare. Finalmente sia con un brusco movimento della madre, sia con l’avvenuto aggrappamento della larva a mezzo degli uncini delle zampe posteriori, sulla superficie, la larva si stacca liberandosi definitivamente. Da questo momento le an- tenne sono anch'esse libere. La durata della deposizione di una larva varia da un'ora a due circa, a seconda che si è in maggio o in gennaio-febbraio. Deposta una larva la madre riposa per qualche tempo e poi torna a deporne altre senza allontanarsi finchè sul posto non ne abbia deposto una quindicina o poco più. La deposizione in generale comincia dopo circa un’ora che il sole si trova all’orizzonte e finisce poco tempo prima che esso scompare; per cui durante la notte non si avvera deposizione. Nella giornata, le larve che sono deposte vanno da 1 a 12 (maggio 1907), e in questo stesso mese, ad un massimo di 10 al 4° giorno è succceduto un minimo di uno, aumentando gradata- mente all’8" giorno a 12 e finendo al 13° con uno. Finita la deposizione l’Afide è tutta emaciata e raggrinzita e vive per un altro giorno o due per poi morire, ina prima si allontana dall’ultimo luogo della deposizione. NUMERO DI LARVE DEPOSTE. — Il numero di larve deposte da tre femmine attere, dal 30 maggio al 12 e 13 giugno 1907, è stato, a Portici, di 45, 48 e 52. LARVE. — Appena nate le larve sono giallo-pallide, lunghe circa !/, mm Staccate dalla madre esse non si allontanano, ma re- stano a lei vicinissime, fissandosi attorno e anche sulla superficie che le sta sotto il ventre, dando l’aspetto di una chioccia che custo- disce sotto il corpo e le ali i pulcini. or Le larve se ne stanno insieme, associate, fino a mute com- piute; dopo si allontanano per conto proprio in cerca di un luogo ove fissarsi e deporre. MuTE. — Le mute dell’Aphis brassicae sono quattro. In gen- naio la 1.* avviene dopo 12-15 giorni dalla nascita; la 2% dopo 16:17 dalla 1.°; la’3.% dopo 8-9) dalla 22 eda 4° -dopostt- 12 ida questa. In marzo (1.* decade in poi) le mute sono avvenute : ) 1.2 muta dopo 6-8 giorni dalla nascita > » » 6-7 » » be our » » 6-8 » » Du Ara » » TS » » ee In maggio (dopo la 1.* decade) le larve hanno fatto la 1* muta dopo tre giorni dalla nascita e le altre a distanza di due giorni da quella precedente; verso la fine dello stesso mese le mute si sono succedute dopo due giorni dalla nascita e dalle prece- denti mute. Appena fatta la muta la larva è di color verde chiaro. Dopo qualche ora si riveste di sostanza polverulente cerosa. L’Afide divenuto adulto dopo tre giorni in febbraio, dopo due giorni o poco meno in marzo e dopo 24 ore circa in maggio, dalla 4° ed ultima muta, comincia a deporre le larve. FEMMINE ALATE. — In marzo si nota un gran numero di fem- mine alate, ma si ha un massimo di sciamatura nel mese di aprile e primi di maggio. Anche queste come le attere fino a giugno, quando interruppi le osservazioni, depongono le larve nella stessa maniera delle attere. GENERAZIONI. — Il numero di generazioni dell’ Aphis brassicae da settembre a giugno è di circa 10 DANNI. — Le foglie di cavolo attaccate si rattrappiscono, si- accartocciano sulla pagina superiore mostrandola di color gial- lognolo o grigiastro. Su questa pagina si trovano spoglie di larve, polvere cerosa, escrementi e goccioline d’acqua miste a questi ul- timi come si è detto in precedenza. : Le foglie seccano e così pure i fiori attaccati, e poi tutta la pianta. Quando la foglia è deperita gli Afidi passano su altre fo- glie non trascurando quelle del centro molto tenere ge Parassiti. Tra i parassiti del? Aphis brassicae riscontrati a Portici sono: Imenotteri: Aphidius brassicae Marsh; Ditteri: 5 specie diverse di Sirfidi che, secondo la determinazione fatta dal chiar.mo Prof Mario Bezzi, sono: Lasiophthicus (Syrphus) pyrastri L., Syrphus auri- collis Meig, Syrphus balteatus Deg., Syrphus latifasciatus Macq. e Syrphus ribesti L. _ Di questi ditteri ho potuto seguire la biologia del primo e del terzo Poi ad Acireale una specie di Leucopis e un Cecidomide dei quali è in corso lo studio biologico; Coleotteri: Adonia variegata var. carpini Geoftr. ad Acireale, Adalia bipunctata L., Scymnus ~ sp. a Portici e ad Acireale e Coccinella 7 - punctata ad Acireale. Imenotteri. ; : / Aphidius brassicae Marsh. / ADULTO — Si trova in discreto numero in dicembre, in gran- de numero poi in maggio. CosSTUMI. — L’Aphidius si aggira incessantemente attorno agli afidi volando da una foglia all'altra, il maschio in cerca di femmine e queste di Afidi, se accoppiate. Cammina adagiò o me- glio lentamente muovendo le antenne anche lentamente; se toc- cato si lascia cadere, ma nella caduta prende il volo. Passa la notte sulla pagina inferiore delle foglie di cavolo NUTRIMENTO. — È la sostanza escrementizia degli Afidi che succhia con avidità. ACCOPPIAMENTO — Il maschio come vede la femmina solle- va le ali e le vibra rincorrendola; raggiuntala le sale sul dorso. La femmina drizza e piega le antenne all’indietro e il maschio muove il capo, che si trova in corrispondenza del mesotorace della fem- mina, da destra a sinistra per parecchie volte con un ritmo eguale toccando con la porzione posteriore delle sue le antenne della femmina, tra le quali esso le ha poste, e strisciando con la ‘anteriore il suolo Qualche volta si sofferma, solleva e vibra le ali. Dopo questi preliminari, si tira indietro curva l'addome e tocca con l’estremità quella della femmina, accoppiandosi. L’ac e coppiamento dura circa mezzo minuto, qualche volta anche un minuto. Durante l'accoppiamento il maschio scatta e vibra le antenne più o meno rapidamente e anche con ritmo eguale; tiene abbrac- ciati, diremo così, con le zampe anteriori e mediane il torace e l'addome della femmina, mentre le posteriori poggiano sul suolo. DEPOSIZIONE DELLE UOVA. -- La femmina, come si è detto, s'aggira tra i gruppi degli Afidi camminando lentamente e pal- pando con le antenne. Toccata una larva, poichè generalmente inquina l’Afide a questo stato, di un mm. o poco più, questa scatta nei modi detti parlando dei costumi; allora il braconide si tira un po’ indietro e appena che la larva si sia chetata, sì avvicina piano piano, e dalla parte posteriore di essa, a distanza di circa 2 mm. sollevandosi sulle zampe posteriori, curva l addome io allunga fino ad arrivare la larva e con la corta trivella le per- fora rapidamente il ventre appena lo tocca, nonostante che essa si agiti, e in un secondo o poco più, depone un sol uovo, tenendo nel frattempo le ali un po’ divaricate e sollevate. Avvenuta la deposizione, la larva continua a dibattersi, e con essa anche le altre, mentre il braconide si allontana, pulendosi l'estremo addome e le antenne. Spesso l’ApRidius dopo deposto un uovo non torna l’addome nella posizione normale, ma lo tiene ancora curvato per qualche tempo per allungarlo nuovamente e deporre un altro uovo in altra larvetta vicina alla prima. NUTRIMENTO DELLA LARVA PARASSITA. —- La larva di Aphi- dius che nasce dall’uovo, nei primi tempi si nutre della sostanza adiposa, senza intaccare gli organi vitali dell’ ospite; in seguito, crescendo, divora tutti gli organi. Quando però distrugge gli or- gani, l'ospite è già pervenuto allo stato di adulto, e di esso ne rimane la sola pelle. La larva dell’Aphidius quando è adulta, distesa non è con- tenuta nel corpo dell’Afide e perciò sta ricurva. AFIDE PARASSITIZZATO. — Dopo qualche giorno, circa una de- cina, da che l’Afide è stato inquinato, si mostra di color giallo- gnolo e più turgido dei sani, i suoi movimenti sono anche più lenti. Quando la larva dell’Aphidius è matura ed ha divorato da poco tutto l’interno dell’ospite, si vede molto bene per traspa- renza fare dei movimenti col capo per rivestire l’interno della a Fa Mr stele det An — pelle dell’Afide di un tessuto sottile di fili di seta Mercé questo tessuto la pelle si indurisce, e diventa più tardi di color giallo di paglia, più o meno coperto di polvere cerosa L’Afide morto resta turgido, rigonfio con le zampe distese come se fosse sano e le antenne abbassate o meno, rivolte allo indietro. Esso rimane fissato per il rostro, molto tenacemente. Giunto il momento in cui !’ Aphidüus & adulto, questo fuoriesce dall’ospite aprendosi un varco di forma circolare nella parte poste riore; varco che rimane chiuso o semichiuso dalla parte distaccata a guisa di coperchio che perciò è sollevato col capo dall ApRidis quando esce. TEMPO IMPIEGATO NELLO SVILUPPO. — In aprile l ApRidius ha impiegato 28-30 giorni per compiere il proprio sviluppo e 24-26 in maggio. GENERAZIONI. — Il numero di generazioni che V ApRidius può compiere da settembre ai primi di giugno è di 10 circa. Aphidius rapae (Curt) Marsh. e Lipolexis picea (Cress ) Ashm. Il Marshal cita la prima specie come altro parassita del- VAphis brassicae e Ashmead la seconda. Ditteri predatori. Lasiophthicus (Syrphus) pyrastri L. ADULTO. — Si vede frequentare i cavoli infetti di Afidi da febbraio in poi, nei dintorni di Portici. CosTUMI. Ha un volo rapido, come saetta, c si libra nell’aria egregiamente, tenendo un po’ fuori l’ovopositore. Quando si posa fa dei movimenti di alto e basso con l’addome, prima di accin- gersi a qualche cosa. Tra loro si inseguono e quando uno sta fermo, l’altro si slancia su di esso percotendo col capo il capo del primo. NUTRIMENTO. — È la sostanza escrementizia degli Afidi, non- chè il nettare dei fiori, specialmente di ombrellifere. ACCOPPIAMENTO. — Il maschio volando insegue la femmina sulla quale si posa e abbracciatola con le zampe, fa alcuni pre- liminari e poi curvato l’addome ne porta l'estremo a contatto di quello della femmina. Questa fa sporgere di poco l’ovopositore nello stesso tempo che il maschio ne afferra l'estremità col suo SR apparato genitale esterno e lo tira un po’ fuori. Cosi si accoppia. In questa funzione il maschio tiene le zampe anteriori distese in avanti con Ja tibia e il tarso poggiati lungo il torace, e le unghie del pretarso sulla parte anteriore della femmina; le mediane col pretarso sull’attacco delle ali e le posteriori abbraccianti i fianchi del 1° e 2' segmento dell’addome, sulla cui parte ventrale si con- giungono poi i pretarsi. La femmina a sua volta tiene le ali leg- germente divaricate. Accoppiatisi, la femmina prende il volo portando sul dorso il maschio e va a posarsi in luogo sicuro dalle aggressioni. L’accoppiamento dura circa tre ore. DEPOSIZIONE DELLE UOVA. — La femmina esplora a volo in tutti i sensi le foglie di cavolo infette da Afidi e trovato un luogo adatto si posa, fa qualche movimento di alto e basso con l’addome e poi sta immobile per breve tempo, in attesa che gli Afidi si chetino dal loro solito movimento di difesa. Finalmente curva l’addome, mette fuori e allunga l’ovopositore con l’estremità del quale tasta il luogo e poi emette l’uovo. Questo è adagiato nel senso della lunghezza, con il polo più stretto superiormente. L’uovo viene deposto ovunque, accanto o lontano dagli Afidi, ma sempre ove questi possono fissarsi. Alla deposizione di un uovo può succedere un secondo poco più lontano, senza riprendere il volo. Generalmente deposto un uovo se ne vola in cerca di altre foglie con altri Afidi. Uovo. — È di forma ellittica, leggermente ristretto verso il polo anteriore, il quale é un po’ schiacciato; è lungo mm. 1.13-1.26 e largo (larghezza massima) mm. 0.38-0.45. Color bianco latteo con guscio provvisto di tanti rilievi a forma di S allungata, di- sposti nel senso della maggiore lunghezza, in serie alterna tra- sversale all’uovo. L'uovo aderisce colla parte inferiore mediante una sostanza ‘attaccaticcia in modo che non si stacca senza romperlo e, quando delicatamente ci si arriva, resta una patina bianca sul posto. Ap- pena deposto ha un color chiaro di albume. SCHIUSURA DELL’'UOVO. — L’uovo un giorno o due prima di schiudere prende il color grigio scuro. La larvetta si apre un varco nel polo anteriore ed esce rimanendo il guscio o intatto o con la parte superiore addossata alla inferiore. ER. > L’uovo schiude dopo 11 giorni dalla deposizione ‘3.° decade di febbraio) o dopo 6-8 (1° decade di marzo). LARVA. — La larva appena nata misura 1/'/, mm. circa; é di color giallo-paglia, còn corti peli disposti in senso orizzontale su piccolissimi tubercoli in numero di 8 per ogni segmento del corpo; inoltre i segmenti hanno la parte dorsale punteggiata. La larva matura è conica, appiattita al ventre, lunga mm. 15-18 circa e larga alla base circa 3 mm. ' ; di color verde, qualche volta roseo con una fascia dorsale stretta di color bianco o roseo e due laterali. La larva essendo sprovvista di zampe, camminando, fa presso a poco come le larve di Geometre, si allunga cioè nella parte anteriore, emette dalla bocca una sostanza vischiosa ialina, curva il capo e si afferra con gli uncinetti boccali, indi spinge in avanti il re- sto del corpo e ne poggia l'estremità ad una distanza varia dal . Gapo, a seconda l’età 1] cammino che fa la larva è spesso molto rapido, special- mente quando è affamata. Può percorrere quando è adulta un 50 cm 0 poco più a minuto. NUTRIMENTO DELLA LARVA. — Dopo qualche ora dalla nascita, la larva se é lontana dagli Afidi, si pone in cammino per trovarli, tastando con il capo la superficie che percorre, e comincia a di- vorare, o meglio succhiare, le tenere larvette Quando cammina in cerca di nutrimento, la larva avanza nei modi suaccennati, ma ad ogni passo, diremo così, si protende molto in avanti, arrivando ad una lunghezza di ben 28 mm. quan - do è adulta, e alza ed abbassa i primi due terzi del corpo ta- stando col capo innanzi e a destra e a sinistra. Se trova un Afide lo afferra sul dorso con gli uncinetti boccali, e di colpo lo strappa dal luogo fissato, indi alza il primo terzo del corpo e lo tiene così sollevato fintantocchè non abbia finito di succhiare la vittima. Durante il succhiamento questa si agita con le zampe e le antenne cercando di svincolarsi, ma poi perde le forze e finalmente muore. Finito di succhiare la spoglia è rigettata con movimenti di avanti e indietro del capo della larva predatrice. Qualche volta mancando gli Afidi le larve possono succhiare le compagne, come ho avuto occasione di osservare. SOSTANZA ESCRETA DALLA LARVA. — Le deiezioni della larva sono di color nero e vengono lasciate come macchie lunghe, co. niche sulle foglie o steli della pianta. Esse sono molto abbon- EI danti negli ultimi giorni di vita larvale e qualche volta restano aggrumite. NUMERO DI AFIDI DIVORATI. — Le larve di Lasiophthicus pyra- stri dal giorno della nascita al momento di*trasformarsi in pupa consumano un gran numero di Afidi. Infatti larve nate il 18 marzo fino al 6 aprile consumarono tra larve, ninfe e adulti di Afidi un minimo di 472 ad un massimo di 538. PUPARIO E PUPA. — La larva, giunto il momento, scende dalla pianta e si interra a 2-3 cm. e qui si raccorcia fino a 6-9 mm. di lunghezza e si allarga arrivando a mm. 3.5-4.5 Queste lun- ghezze sono poi quelle stesse del pupario. Questo appena formato, ma non staccato dalla larva, ha color verde e la nota fascia dorsale bianca, poi si mostra testaceo, o rosso mattone, o castagno e finalmente chiaro, quando l’adulto è uscito fuori. La forma è di pera allungata leggermente concava alla parte ventrale. Dopo 24-30 ore, in maggio, da questa modificazione, la pupa è già formata e se si rompe il pupario la si vede di color bianco. A maturità essa si vede abbastanza bene attraverso il pupario con le 6 macchie biancastre sull’addome e con gli occhi composti di color rosso-scuro. Trascorso il periodo ninfale l’adulto rompe col capo la parte anteriore del pupario, cioè quella più grossa, in direzione obbli- qua, dall’alto in basso e dall’indietro in avanti ed esce fuori alla superficie della terra aiutandosi col capo, come altri ditteri, per aprirsi un varco. Fuori, alla luce, l’adulto cerca un luogo riparato dal sole e completa la sua trasformazione. TEMPO IMPIEGATO NELLO SVILUPPO. — È in rapporto con l’an- damento della stagione, ecc. In febbraio-marzo il tempo è stato: da uovo'a-/larva: è (i.e giorni 65h > dalva @ pupa:sii i eo A val 2024 » -pupasad. adultor nern 18-22 Totale giorni 44-57 In aprile-maggio & stato: da 10Y0 a: larya: 74% 5... Siormi 5-8 » larva) a pupa. estende fino all’estremo posteriore. Grossolanamente si può raffi gurare la seconda metà dorsale del corpo ad escrementi di gal- lina. Parte ventrale della 2' metà nerastra dovuto anche al con- tenuto dell’intestino. La larva fin da quando nasce è viscida per il secreto glan- dulare e vive in ambiente umido, scegliendo perciò sulla foglia i luoghi riparati dal sole e l’interno delle foglie accartocciate Essa emette dalla bocca una sostanza ialina vischiosa elastica come quella delle lumache e lascia perciò sul suo cammino que. sta specie di bava che seccata è lucente. La larva adulta si trasforma in pupa o sulla pagina accar- tocciata del cavolo, o lungo lo stelo, ecc., ma sempre facilmente reperibile ai parassiti PUPARIO E PUPA. — Il pupario è piriforme molto pronunciato, leggermente concavo alla parte ventrale, con la parte dorsale ‘mediana della regione ristretta carenata; pallido appena formato, poi giallo pallido nella prima metà: questa limitata da una fascia arcuata brunastra con concavità verso la parte infossata; ad 1 mm. circa di questa fascia ne segue una seconda dello stesso co- lore più ristretta però e parallela, infine ad un altro mm. e !/, circa vi è una linea bruna diritta in senso trasversale. Tutto il resto é ialino. Il pupario vicino a schiusura dell’adulto è di color bruno; rossastro vicino a maturità della pupa. La pupa è pallida ed ha forma quasi identica al pupario. La lunghezza del pupario é di mm. 6 ‘/,-7 ‘/, per 2'/,3 /, di larghezza massima. Il pupario è più piccolo e rossastro se contiene il Bassus al bosignatus. TEMPO IMPIEGATO NELLO SVILUPPO. — Il Syrphus balteatus ha impiegato, in settembre-ottobre, a svilupparsi 23-26 giorni così ri- partiti: Dalla deposizione dell’uovo a larva giorni 4-5 o EVAraN Budo IN te. re LID Pe puddle arten. Pu! 8-9 Totale giorni. . . 23-26 GENERAZIONI. — Dato il tempo impiegato a svilupparsi in set tembre e calcolandolo maggiore in inverno, il numero delle ge- nerazioni da settembre a maggio € di 7, come quelle del Z. pyra- ser: ia Un altro parassita finora riscontrato é una specie di calci- dide, un Pachyneuron. Parassita del S. balteatus Pachyneuron sp. 0 L’adulto inquina le pupe del S. dalteatus racchiuse nel pu pario. DEPOSIZIONE DELLE UOVA. — La femmina del Pachyneuron salita sul pupario lo esplora attentamente e minutamente in tutti i sensi con l’estremità delle antenne. Trovato un luogo confacente, curva l'addome e conficca adagio adagio la trivella, che penetra dopo 10 minuti circa, e depone l’uovo. Deposto un uovo ritira la trivella, torna ad esplorare e a deporre altre uova. Queste sono deposte all’esterno della pupa. Uovo - E di forma ellittica, curvo alla parte ventrale e leg- germente stretto verso il polo anteriore. È bianco, lungo mm. 0.55-0.38, largo mm. 0.12-0.14. NUTRIMENTO DELLA LARVA. — La larva da quando nasce suc- chia gli umori della vittima dall’esterno fino a rimanere di essa la sola pelle. Giunte a maturità le larve sì trasformano in pupa nell’in- terno del pupario dal quale poi escono adulti perforandolo in un punto qualunque. TEMPO IMPIEGATO NELLO SVILUPPO. — Da pupe di Syrphus inquinate il 23 marzo uscirono gli adulti del Pachyneuron il 5 maggio, da altre inquinate il 24 marzo uscirono gli adulti il 6 maggio e finalmente da pupe inquinate il 50 marzo uscirono gli adulti l 8 maggio Per modo che il tempo impiegato da uovo ad adulto fu rispettivamente di 42-43-49 giorni. NUMERO DI Pachyneuron USCITI. DA UN PUPARIO. — È stato da 8a 18: da alcuni di essi vennero fuori tutti maschi, da altri tutte femmine e infine da altri più femmine che maschi. GENERAZIONI. — Il numero delle generazioni del Pachyneuron da settembre a maggio può essere di 10. ALTRI PARASSITI. — Ratzeburg cita parassita di questo Sirfide l’Homotropus tarsatorius (Panz.) D. T. e lo stesso Ratzeburg e Bignell citano anche il Bassus laelatorius (Fabr.) Panz., Giraud il Pachyneuron formosum Walk. e Bouché il Megaspilus syrphi (Bouché) Marsh. u Syrphus ribesii L. Di questo Sirfide Newamm cita parassita un Cinipide cioè l’Eucoela crassinervis West. Secondo Ratzeburg un altro pa- rassita del S. ibesii è il (hrysolampus syrphi Ratzb. Iperparassiti. Tra gli iperparassiti dell’Ap/hidius finora riscontrati sono : Encyrtus aphidivorus Mayr, trovato parassita dell’ Aphidius brassicae dal Prof. F. Silvestri e dallo stesso studiato nello svi luppo delle uova, ecc. (1) e descritto dal Masi (2); Pachyneuron Sp. ottenuto da me, da Afidi inquinati e morti; Allotria vittria West var. infuscata Kieft., la quale come in una nota dice il Prof. Silvestri è parassita dell’Aphidius (3), e non parassita dell’Aphis brassicae come è stato ritenuto; P/eromalus sp. ottenuto da me e visto di inquinare gli afidi morti per parassita. Non so il grado di parassitismo nè di questa nè della precedente specie di Pachy- neuron, ma me ne sto occupando. Ashmead cita parassita del l’Aphis brassicae il Pachyneuron aphidivorum Ashm., ma proba- bilmente sarà anche questo un iperparassita. Tra i predatori degli adulti di Aphidivs trovati a Portici vi è uno Stafilide che secondo il chiaro prof. Fiori è il Philonthus sordidus e due specie di Tachydromia (T. flavipes F. e T. mi- nuta Meig. Ditteri Empididi). Allotria vittrix West. var. infuscata Kieft. CoSTUMI. — E un insetto molto più vivace dell’Aphidtus e prende facilmente il volo quando è minacciato. Lo si trova spesso dove gli Afidi sono isolati. NUTRIMENTO — E la sostanza zuccherina escreta dagli Afidi. (1) F. SiLvesTRI. « Contribuzioni alla conoscenza biologica degli Imenotteri parassiti, II, IV. » Estr. Boll. Zool. gen. e agr. R. Scuola Sup. di Agric’ di Portici pag. 53-71, Vol. III, Portici 1908. (2) L. Ması « Contribuzioni alla conoscenza dei Calcididi italiani » Boll. Zool. gen. e agr. della R. Scuola Sup. Agric. di Portici, pag. 96-98, vol. III, Portici 1908. (3) Conf. F. SILVESTRI op. cit. pag. 34, nota in calce. e ACCOPPIAMENTO. — Il maschio postosi di fronte alla femmina, solleva e vibra le ali e le antenne per qualche tempo, poi va dietro e le sale sul dorso ove si porta molto in avanti e, con il pretarso delle zampe anteriori poggiato sulla fronte della femmina, sollevando le ali e vibrandole nel mentre che scatta col capo e tiene le antenne curvate all’ingiù fa scivolare queste ad ogni scatto su una porzione della parte interna di quella della fem- mina, che le tiene, a sua volta, diritte e all’insù. Dopo questi pre- liminari il maschio si tira indietro rapidamente, curva l’addome e ne porta l'estremo sul mezzo del ventre della femmina restan- do accoppiato per qualche secondo. DEPOSIZIONE DELLE UOVA. — Le uova sono deposte nelle larve di 1 mm. e '/, a due, degli Afidi ancora viventi. La femmina esplora con le antenne il dorso dell’Aphis, poi sale su esso generalmente dalla parte posteriore e con la trivella si pone subito a perforare il corpo. In 40” 60” arriva a perforare, con lenti e quasi invisibili movimenti di alto e basso dell’addo- me, il dorso dell’Aphis e a deporre l’uovo. i In questo lavoro l’Afide sentendosi ferito reagisce nei modi indicati, ma l’Allotria non se ne da intesa e continua la sua opera di perforazione. Spesso l’Afide ritira il rostro e si allontana men- tre l’AZlotria si lascia trasportare. Deposto l’uovo scende e si allontana rapidamente. Uovo. — È biancastro, lungo mm. 0.27 02.8, largo mm. 0.20 -0.205, di forma rotonda con un peduncolo lungo circa */, della lunghezza dell’uovo F. SILVESTRI Csi ee es = a Un novo genere di Acaro mirmecofilo dell’ Australia. ms E HE Fra alcuni Artropodi mirmecofili che il Signor H. W. Davey mi ha gentilmente mandato in istudio ho trovato due esemplari di una bella specie di Acari nuova per la scienza e da riferirsi ad un genere pure nuovo nella famiglia Antennophoridae, che ne comprende già altri di abitudini uguali. ACARI - MESOSTIGMATA. Fam. Antennophoridae. Gen. Ptochacarus nov. g Corpus (Fig. I et II, 1) aliquantum longius quam latius, elevatum, scuto dorsuali dorsum totum haud cccupante, tritosterno bene evoluto, jugulari integro utrimque magis chitineo, sternali integro ab ano- ventrali distin- cto, genitali inter pedum par terti- um sistente su- baeque longo at- que lato, ano- ventrali integro, lato subtriangu- lari, in apice po- stico anum con- tinente, metapo- diali brevi. Cir- ca corporis partem ventralem totam a parte antica laterali limbus adest, latiusculus, convexiusculus, setosus. Psedocapitulum inferum, mandibularum articuli secundi pro- cessu laterali et articulo tertio forma valde peculiari (cfr. Fig. 11, 2-3), palpo maxillari articulis liberis quatuor consistuto. Fig. I. 1. Corpus pronum; 2. lateraliter inspectum; 3. supinum. Pedes primi paris antenniformes ambulacro destituti, ceteri robusti ambulacro, unguibus nullis, instructi. Femina ignota est. Species typica: Plochacarus Daveyi sp. n. Observatio. Genus hoc corporis forma et praesertim scuto dorsuali dorsum totum haud occupante inter familiae genera bene distinctum. Ptochacarus Daveyi sp. n. SJ Corpus (Fig. I) seuto dorsuali, ventre pedibusque latericiis, ceterum fulvo-isabellinum; aliquantum longius quam latius, ele- vatum, parte postica dorsuali inflata, bene et late convexa, sur sum et retrorsum producta, marginem posticum ventralem spatio longo superante, circa marginem ventralem limbo latiusculo, subtus convexiusculo, setis pluribus simplicibus aliquantum arcuatis in- structo, auctum. Psedocapitulum inferum sub scuti dorsuali parte antica ob- tectum. Epistoma (Fig. II, 4) triangulare, parum longum. Mandi- bulae (Fig. II, 2-3) articuli secundi parte basali supera in pro- cessum longum, apicem articuli tertii attingentem producta, huius processus et articuli tertii forma cfr. fig. II, 2-3. Maxillae (Fig. II, 4) basi coalitae, setis duabus submedianis brevioribus et seta alia sublaterali instructae, lobo laterali externo foliaceo simplici, la- mina maxillaris interna in processum angustum, sat brevem, acu- tum, producta, seta sat longa, sat robusta aucta et interne lamina ciliata bilobata instructa. Palpus maxillaris articulis liberis 4 compositus, brevibus, ro- bustis, gradatim angustioribus, articulo ultimo subconico quam praecedens c. '/; longiore, apicem setis nonnullis brevioribus aucto et facie interna seta bifurcata, praeter setas nonnullas alias sim- plices, instructo. Seutum dorsuale (Fig. I, 1) integrum, dorsum totum haud oc- cupans, tantum per c. °/, corporis longitudinis et c. 3/; ejusdem latitudinis extensum, antice haud productum, recte truncatum, superficiei parte postica (Fig. II, 6) setis pluribus brevibus plu- matis, ceterum setis nonnullis sparsis brevissimis simplicibus auc- tum. Ceterum dorsum bene chitineum superficie supera setis plu- ribus brevibus plumatis, superficie cetera laterali et infero-poste- riore setis brevioribus simplicibus sat raris. ak Na til le il ae cr etal! tei A ee DEN u een See ee ee N ee u ge Tritosternum (Fig. II, 1) longum, dimidia parte distali bifur- cata brevissime ciliata. Scutum jugulare transversum, integrum, utrimque area magis chitinea setis duabus brevibus instructa. Fig. II. 1. Corpus supinum limbi parte et pedibus totis vel eorumdem articulis plerisque abruptis: A-D pedum I-IV pars basalis; 2. mandibula interne inspecta; 3. eadem externe inspecta; 4. hypostoma cum maxillis; 5. idem lateraliter inspeetum ; 6. pars postica-laterali scuti dorsuali ( E) et dorsi pars confinis; 7. pes primi paris; 8. ejusdem articulus ultimus; 9. pes paris secundi; 10. ejusdem ambulacrum; 11. pes paris tertii. Sternum (Fig. II, 1) integrum, a scuto ano-ventrali fere ad pedum IV fovearum marginis postici libellam distinctum, setis brevibus simplicibus, subtilioribus nonnullis instructum. Scutum genitale subaeque longum atque latum. Scutum ano-ventrale subtriangulare, apice postice sistente , aliquantum parum longe a basi latius quam longius, setis sat nu- merosis brevibus simplicibus auctum. Scuta metapodialia brevia striata; scutum marginale ad stig- matis partem externam poris 10 instructum. Bore Pedes primi paris (Fig. II, 7) corporis longitudinem aequan tes, articulo ultimo quam praecedens c. */, longiore, setis nonnullis longis et nonnullis brevibus terminato. Pedes ceteri (Fig. II, 8-11) valde robusti, ambulacro unguibus destituto instructi, secundi paris quam sequentes parum longiores, setis et ambulacri forma cfr. fig. II, 8-11. Long. corp. mm. 1,10, lat. corp. 0,74. Habitat. Exempla duo in nidis formicae H. W. Davey, cui animo grato speciem dico, ad Geelong (Victoria, Nova Hollandia) legit. Gili aS, F. SILVESTRI — 3 - Due nuovi ospiti del Termes malayanus Hav. elegy AA A: Ho ricevuto dal Signor Ed. Jacobson una collezione di Ter- mitidi e Termitofili di Giava, nella quale ho trovato il nuovo genere di Coleotteri e la nuova specie di Tisanuri che appresso descrivo. COLEOPTERA - STAPHYLINIDAE. GEN. Jacobsonella nov. 2 Ovigera (Fig. II, 3). Corpus elongatum, abdomine elongato _ obtriangulari, subtus aliquantum convexo, supra subplano. Caput (Fig. I, 1) mani- festum depressum aliquan- tum longius quam latius lateribus subparallelis an- gulis late rotundatis. Oculi sat magni. Antennae (Fig. I, 34) crassiusculae, sat longae, 11 — articulatae. Labrum (Fig. I, 1 et 5) transversale, magis quam duplo latius quam longius, antice medium arcuatim vix producto, supra setis 3+3 et seta sublaterali marginali nec non seta non- nulla breviore auctum. Mandibulae (Fig. I, 5) lon- gae, robustae, apice atte- a a a 3 ante NUALO, arcuato, acuto, unci- altera; 6. maxilla; 7. labium; 8. ala postica; 9. pedis niformi, extensae labrum primi paris tibiae apex, tarsus et praetarsus; 10. tarsi superantes. Maxillae (Fig. Ti apex et praetarsus. 6) longae, lobo interno quam oxternus parum breviore, dente apicali acuto introrsum directo ter- minato et serie setarum robustarum super marginem internum in- = et structo, lobo externo apice lato setis nonnullis brevibus aucto, palpo longo 3 — articulato, articulo secundo quam ceteri longiore et cras- siore, articulo ultimo valde attenuato, seta externa parum supra basim oriente et aliquamtum sub apice terminante, juxta articulum eumdem posita, aucto. Submentum (Fig. I, 2 et 7) longum, antice latum, setis duabus sublateralibus anticis instructum, ligula angusta aliquantum producta, antice bipartita, paraglossis subtriangularibus brevioribus, palpo sat longo, 3-articulato, articulo secundo quam ceteri breviore, articulo ultimo tenui quam primus parum longiore. Thorax. Pronotum quam Caput iparumi latrus sacd > latius quam longius. Scutel- lum partim ab elytris obtec- tum, subsemiovale. Elytrae breves angulo antico interno exciso - rotundato , margine postico interne parum obli- que truncato ; elytra singula vix longior quam latior, su- perficie setis nonnullis sat robustis et sat longis aucta. Alae posticae (Fig. I, 8) bene evolutae, extensae abdominis apicem subattingentes. Pro- sternum subdtrapezoideum. Mesosternum (Fig. I, 1) Fig. II. 1. Meso-et metasternum cum pedum basi et epi- antice arcuatim profunde sterno et epimero; 2-4. pes primi, secundi et tertii : . * x € . . 16 oO = paris; 5. foeminae corporis pars postrema prona; 6. sinuatum postice ut iangula eadem supina; 7. maris corporis pars postrema prona; Titer breviter prod uctum, 8. supina; 9. penis lateraliter inspectus. superficie setis sat nume- rosis sat longis instructa. Metasternum (Fig. II, 1) utrimque per coxarum II longitudinem et latitudinem aliquantum concavum, margine postico medio in processum brevem subtrapezoideum producto. Episterna metathoracis angusta et partem posticam versus gradatim angustiora. Epimera lata, angulo postico exciso rotundato. Pedes (Fig. II, 2-4) coxa primi et secundi paris elongata, tertii paris paullulum ad basim latiore quam longiore lamina externa spatio brevi epimera attingente. Femora elongata ad apicem interne, ad tibiae basin partim continendam, excavata; tibiae elongatae, etti dici n EN. tarsi etiam elongati, primi paris 4-articulati, ceteri 5-articulati. Praetarsus (Fig. I, 10) unguibus duobus longis, attenuatis, acutis arcuatis et seta mediana longa compositus est. Abdomen tergitum nonum (Fig. II, 5) profundiore incisum, decimum (Fig. II) arcuatim parum profonde sinuatum. 9 gestans (Fig. III, 1-2) physogastra, habitu a faemina ovigera valde dissimilis: abdomine valde inflato , expanso , parte antica elevata antrorsum producta et pronotum fere omnino obtegente , corporis parte postica detecta. 5 Foeminae ovigerae similis. Observatio. Genus hoc ad Termitogaster Casey proximum sed tarsis primi paris 4-articulatis saltem distinctum est. Jacobsonella termitobia sp. n. © ovigera adulta (Fig. III, 3) badio-castanea, capite thora- ceque castaneis vel nigrocastaneis, tibiae apice tarsisque rufo- castaneis Caput (Fig. I, 1-2) supra et lateraliter setis nonnullis sat Fig. III 4. Foemina physogastra supina; 2. prona; 8. foemina ovigera, robustis sat longis instructum. Antennae (Fig. I, 3 et III) quam corporis longitudo parum magis quam dimidium breviores, articulis praeter pedicellum basalem basi et apice truncatis, apicem versus ERRO su gradatim parum latioribus, forma singulorum et setis cfr. fig. I, 3. Oculi vix prominentes. Pronotum angulis posticis aliquantum excisis rotundatis, superficie setis nonnullis sat robustis et sat longis auctum. Urotergita setis nonnullis posticis brevibus instructa, corporis parte postrema cfr. Fig II, 5-8. Pedes (Fig II, 2-4) longi, femore, tibia et tarso setis nonnullis externis longis auctis, tibia spinis duabus apicalibus parvis, minoribus in pedum paris 2° — 3° instructa Long. corp. mm 3,25, lat. abdominis 1.24 ; long. antennarum 1,50, pedum paris tertii 2,10. © gestans membranis stramineis, urotergitis et urosternitis, praeter ultima,nec non disculis pleuralibus ferrugineo-rufescentibus. Long. corp. mm. 3,10, lat. abdominis 2,5. 3g quam femina ovigera parum minor. Organum copulativum cfr. fig. II, 8-9. Habitat. Ad Samarang (Java) exempla nonnulla in nidis Termes malayanus Hav. Ed. Jacobson legit THYSANURA - LEPISMATIDAE. Atelura Jacobsoni sp. n © Corpus ochroleucum elongatum, antice aliquantum rotun- datum, partem posticam versus gradatim angustatum. Caput antice tantum setis numerosis instructum, superficie cetera squamis vestita. Antennae (Fig. IV, 2-3) quam corporis longitudo c. */s bre- viores, 14-articulatae, articulis 8-10 indistincte subdivisis, arti- culis 11-13 in articulinis divisis, articulo ultimo integro, sensillis eb Setisweire ne IV, 2-28. Mandibulae, palpi maxillares et labiales cfr. fig. IV, 4-6. Thorax (Fig. V, 1) lateribus paullulum convexis quam ab- domen aliquantum brevior et quam abdominis pars antica paul- lulum latior, scutis dorsalibus margine laterali setis brevibus, tan- tum ad angulum posticum seta sat longa, robusta, margine postico seta nonnulla minima aucto, superficie squamosa. Squamae (Fig. IV, 1 et V, 2) plus minusve longiores quam latiores, pluri- radiatae, radiis postice haud liberis, majores p_ 56 x 33. 63 = Pedes coxa squamosa spinis et setis cfr. fig. IV, 7 et V, 6, praetarsi (Fig IV, 8 et V, 7) ungue laterali simplici, sat arcuato, attenuato, a- cuto, ungue mediano la- tiusculo quam laterales ali- quantum bre- viore, apice acutissimo. Abdomen (Fig. V,1) par- tem posticam versus grada- tim parum an- gustius, tergi- tis seta sat longa et robu- sta postica-la- Fig. IV. terali et setis 1. Corporis squamae; 2. antenna supra inspecta; 3. antennae pars proximalis nonnullis in- subtus inspecta; 4-5. mandibulae; 6. maxilla primi paris et labium; 7. pes te DEC a e WEB are an = feris, posticis paris tertii; 8. eju-dem apex; 9. urosterna 2-3; 10. urosterna 8-9 cum ovopo- ? sitore ; 11. corporis pars postrema, brevibus auc- tis, superficie cetera ut eadem scutorum dorsalium vestita. Tergitum decimum (Fig. IV, 11) aliquantum ad basim latius quam longius, subtrapezoi- deum, margine postico profunde sinuato angulis sat acutis, seta longa robusta auctis. Urosternum secundum (Fig. IV, 9) vesiculis duabus medianis et setis 6 posticis instructum, urosterna 3-6 setis duabus subme- dianis sat longis, urosternum septimun vesiculis et stilis sat longis instructum, Ovopositor (Fig. IV, 10) crassiusculus, ad apicem stilorum segmenti noni pertinens, sat setosus et pseudoarticulatus. Cerci laterales (Fig. IV, 11) breves, quam urotergiti decimi longitudo aliquantum longiores, attenuati, setis et sensillis cfr. fig. IV, 11; cercus medianus ? (in exemplo typico abruptus est, certe quam cerci laterales saltem aliquantum longior). Long. corp. mm. 3,5, lat. 1, long. antenn. 1,00, palpi maxil- laris 0,52, pedum paris tertii 1,35, cercorum lateralium 0,52. BE = SJ Antennarum articulus secundus (Fig. V, 4) processu haud auctus, tantum in parte infera laterali fovea parva oblonga in- structus. Fig. V 4. Maris corporis circumlitio; 2, corporis squamae; 3. Antenna subtus inspecta; 4. ejusdem articuli 1-2 subtus et lateraliter inspecti: A fovea sensitiva; 5. labii pars antica cum ligula supra inspecta; 6. pes paris tertii; 7. ejusdem apex; 8. corporis pars ventralis postica a segmento septimo. Urosternum octa- vum (Fig. V, 8) mar- gine postico haud si- nuato. Paramera (Fig. V, 8) cylindracea, crassa, quam stili seg- menti noni parum bre- viora. Penis brevissi- mus, Habitat: in nidis Termes malayanus Hav. ad Samarang (Java). Observatio. Spe- cies haec ad Alelura pseudolepisma Gr. et Rov. proxima est, sed foeminae urotergito decimo postice tantum seta robusta angulari et praetarsi ungue mediano latiore, et maris antennarum articulo secundo processu destituto et urosterni octavi margine postico haud sinuato bene distincta est. F. SILVESTRI m pp Della Trigona cupira Smith e di due ospiti del suo nido nel Messico, rrFscrers esita; — HYMENOPTERA-APIDAE. Trigona cupira Smith. Questa specie ha una larga distribuzione dal Brasile meri- dionale alle regioni calde del Messico. Essa è facilmente ricono- scibile per il colore nero e per le tibe posteriori (Fig. I, 1-3) che sono circa il dop- pio più lunghe che larghe colla faccia esterna concava fornita verso la metà di due lunghe se- tole, rivolte in dietro che rag- giungono o sor- passano il mar- gine posteriore della tibia stes- Fig. I. Tibia e tarso posteriori: 1. di esemplare di Jalapa, 2.-3. di esemplari sa. Queste due di Coxipò (Matto Grosso, Brasile). setole possono essere fra di loro più o meno distanti ed alle volte trovarsi allo stesso livello di una lunga setola premarginale. In questo caso, se la setola premarginale è un poco più discosta del solito dal margine verso la faccia in- terna (Fig. I, 3), si vedono verso la parte anteriore della conves- sità della tibia tre setole, invece di due, rivolte in dietro sulla convessità stessa. Per la disposizione, forma e numero|delle altre setole si confrontino le figure I, 1-3. Nel Messico, durante la rapida escursione che io feci nell’ot- tobre del 1908, scoprii un nido di Trigona cupira nel suolo presso 5 e966 a Jalapa ed un altro nelle vicinanze di Cuernavaca in un buco di una roccia lungo un torrente. Non potei estrarre quest’ultimo per la vicinanza di un nido di vigili e irrequiete vespe, ma facilmente misi allo scoperto quello nel suolo presso Jalapa. Tale nido si trovava ad una profondità di circa 60 centimetri e complessivamente misurava centimetri 22 in altezza e 18 in larghezza. Era pertanto un nido non grande. La sua parte cen- trale si componeva di nove favi i quali erano situati orizzontal- mente l’uno sull’altro, separati e sostenuti fra di loro da brevi e sottili colonnette cilindriche e da un tratto laterale di ciascun favo stesso, comprendente cinque cellette, in senso radiale, e continuante col favo superiore. Questa parte laterale del favo inferiore che si continuava colla laterale del favo soprastante, e quella late- rale di questo che continuava colla laterale del terzo e così via, si trovavano tutte in uno stesso lato e perciò sovrapposte e for- mavano una specie di scala a chiocciola lungo la quale le Tri- gone potevano passare da un favo all’altro. Attorno ai favi si trovavano i soliti strati fogliacei di cera e di materiali estranei cementati, e in un lato pochi e incompleti otricelli con miele e polline. Tutti i favi erano composti di celle uguali di operaie, nelle quali in quel tempo si trovavano sol- tanto ninfe. In questo nido trovai vacanti per i favi e per la parte pe- riferica del nido esemplari di un Coleottero Silfide e di un Col- lembolo. Come appendice descrivo una nuova specie di acaro che trovai attaccato al corpo di una Trigona cupira presso Coxipò (Brasile) e una varietà dello stesso acaro, che raccolsi pure a Coxipò su larve di Centris thoracica Lep. Coleoptera-Silphidae. Scotocryptus (Parabystus) inquilinus Matth. Il Matthews (1) descrisse questa specie con esemplari rac- colti da Champion a Cerro Zunil nel Guatemala in un nido di Melipona. (1) Biologia Centrali-Americana, Coleopt. II, Pt. I, p. 80. Be ar oe To ne raccolsi varii individui nel nido della Trigona cupira presso Jalapa. Essi si aggiravano per i favi e toccati si ferma- vano, si contraevano e ritiravano zampe e antenne assumendo una forma quasi emisferica. Questa posizione di difesa li protegge certamente molto bene anche dagli attacchi delle Trigone. Quanto alla descrizione del genere Parabystus Portevin (1) debbo notare che è vero che le elitre ad occhio nedo ed a piccolo ingrandimento sembrano glabre, ma a forte aumento (Fig. III) si vedono provviste, presso le strie, di cortissime setole abbastanza fitte e di poche e corte setole sparse. Fig. II. Fig. III IT, Animalculum pronum; III. elytrae parva pars multo ampliata. Del genere Scotocryptus sono conosciute altre 4 specie del Brasile e della Guyana e Messico (2) tutte trovate in nidi di Me- liponidi, perciò sembra che questo genere sia prettamente me- littofilo e particolare, per quanto fino ad ora sappiamo, dei generi Melipona e Trigona. Se tali specie si nutrono del miele e del polline che si trova nei nidi di tali Apidi non è accertato ma è più che probabile. Il v. Ihering trovò in nidi di Melipona anthi- dioides Lep., presso S. Paulo, adulti di Scotocryptus parasita Reitter ed anche larve. (1) Ann. Soc. ent. France LXXVI (1907), p. 80-82. (2) Cfr. Portevin, op. cit. p. 81 e Wasmann. Contribuicào para o estudo dos hospedes de abelhas brazileiras, in Rev. Mus. Paulista VI (1904), pp. 482-487, Est. XVII. — 68 — Collembola-Entomobryidae. Cyphoderus dimorphus sp. n. ? Albus. Caput parum latius quam longius, seta mediana an- tica sat longa attenuata et setis nonnullis aliis anticis et setis lateralibus instructum. Antennae (Fig. IV, 2) quam corporis longitudo (furca haud sumpta) magis quam dimidium breviores, articulo primo brevi, arti- culo secundo quam tertius parum lon- giore, praeter se- tas consuetas, setis tribus sat brevibus introrsum direc- tis aucto, articulo quarto quam se- cundus */, longiore. Mesonotum an- tice vix arcuatum c. 1/3 latius quam longius,quam meta- notum magis quam duplo longius, anti ce setis brevissi- mis, lateraliter se- tis sat longis in- Fig. IV. structum. 1. Corporis cireumlitio; 2 antenna; 3. dens eum muecrone; 4. mucro Abdominis Sse- lateraliter inspeetus; 5. pes paris tertii; 6. ejusdem apex; 7. ma- o x ris caput pronum cum artieulis 1-2 antennae alterius; 8. maris gmentum IV quam antenna; 9, maris abdominis IV-V pars lateralis. tertlum Cc. a (in- parte mediana mensa) longius, setis subtilissimis tribus longis (sensillis ) auc- tum et praeter setas minores setis quatuor sat longis et sat ro- bustis ut fig. V demonstrat instructum. Segmentum tertium etiam setis duabus sublateralibus sat longis, sat robustis et sensillis uni- setis tribus instructum. Sgmentum secundum sensillis unisetis duobus auctum. Segmenta V-VI setis numerosis sat brevibus et nonnullis brevibus et aliis sat longis sat robustis vix clavatis ciliatis instructa. Li Au dal Te oes ange Manubrium quam dentes fere duplo longius,supra setis nonnul- lis lateralibus sat longis, paullulum clavatis, ciliatis et setis bre- vibus instructum. Dentes (Fig. IV, 3) quam mucrones duplo lon- glores, integri, supra utrimque serie laterali squamarum et inter squamarum series serie setarum sat longarum nec non setis nonnullis brevibus aucti,squama angulari externa quam mucrones paullulum breviore. Mucrones (Fig. IV, 3-4) robusti, apice pa- rum dilatato bidentato. Pedes setis cfr. fig. IV, 5, tarso ad apicem supra seta sat longa sat robusta paullum clavata instructo praetarsi ungue supera longa robusta, acuta, interne ad basim ungue altera sat longa aucta et supra utrimque spinula singula attenuata, ungue inferiore bicuspidato ut fig. IV, 6 de- monstrat. SME Long. corp. mm: 1,75. lat. 0,58; long. an- dia pars a segmento tertio. tennarum 0,65, pedum paris tertii 0,90, fur- cae (mucronibus exceptis) 0,62. o Caput (Fig. IV, 7) in parte laterali subantica setis nonnullis robustis ciliatis instructum. Antennae (Fig. IV, 8) articuli primi parte supera lateralis setis numerosis brevibus instructa, articulo secundo apice exter- ne in processum sat longum, crassum, parum attenuatum, parum arcuatum, postice setis numerosis auctum, extrorsum vergentem producto. Abdominis segmentum IV parte sublaterali postica (Fig. IV, 9) setis duabus robustioribis ciliatis instructa; segmentnm V parte sublaterali antica seta longa robustiore ciliata praeter setas alias aucta. Habitat. In nidis Trigona cupira Sm. ad Jalapa (Mexico) spe- cimina nonnulla legi. Observatio. Species haec furcae forma bene distineta et ma- ris notis inter Cyphoderi species descriptas diversissima est. Fig. V. le APPENDICE Acari - Mesostigmata. Fam. Gamasidae. Urozercon melittophilus sp. n. Corpus (Fig. VI, 1) obovatum parum magis quam '/, longius quam latius, antice rotundatum, dimidia parte postica gradatim angustiore, scuto dorsali corporis partem postremam haud tegente, setis pluribus simplicibus sat longis et sat robustis, nec non setis duabus submedianis posticis et duabus lateralibus posticis, sat 1 Fig. VI. 2 1. Urozercon melittophilus; 2. Idem var. angustatus. longis et robustis instructo; ventre seta singula parum longe a pedum basim et pone pedes quartos setis 8 transversaliter 4 seria- tis sat longis simplicibus, nec non in apice ipso, pone anum, pa- rum acute producto setis tribus robustis sat longis, inter sese subaequalibus quam setae dorsuales laterales subposticae bre- vioribus et quam corporis latitudo */, brevioribus aucto. ee Rostrum breve, inferum Epistoma sat late rotundatum, palpis brevibus. Pedes quam corporis latitudo breviores, spinulosi, primi paris quam ceteri paullum breviores, ambulacro quam idem pe- dum sequentium latiore. Long. corp. mm. 0.52, lat. mm. 0.37. Habitat. Exemplum descriptum super abdomen Trigonae cu- pirae Sm. ad Coxipò (Matto Grosso, Brasile) legi. Observatio. Species haec ad Urozercon paradoxus Berl. perproxima, sed setarum ventralium posticarnm brevitate saltem bene distincta est. Urorzercon melittophilus var. angustatus nov. Corpus (Fig. VI, 2) elongatum, */ longius quam latius, seta ventrali postica mediana quam submedianae minore et breviore. Habitat. Super corpus larvarum Apidarum familiae speciei Centris thoracica Lep. ad Coxipò exempla due legi. F. SILVESTRI — Materiali per lo studio dei Tisanuri. / —___—_—_&.TT>_ - — 5 x 3 Un novo genere e undici specie nove di Japygidae 3 dell’America settentrionale. 3 1. Japyx diversiunguis sp. n. Corpus cremeum segmentis 7-9 ochroleucis, segmento decimo ferrugineo, forcipe fulvo ferrugineo maxima pro parte infuscato, setis sat numerosis sat longis, brevibus, brevioribus, omnibus integris. Antennae 26-articulatae, articulis partis proximalis (Fig. I, 1) setis nonnullis longis, sat subtilibus et setis sat brevibus, ab ar- ds Riad e Pt Fig. I. 1. Antennae pars proximalis supra inspecta; 2. antennae articulus 15"S; 3. pes paris tertii; 4. ejusdem apex; 5. abdominis tergita 6-8; 6. abdominis sterna 1-2;.7. uro- sterni primi pars lateralis postica; 8. forceps. ticulo 5° brevibus et subtilibus auctis, articulis ceteris (Fig. I, 2) serie setarum sat longarum, sat subtilium et setis sat numerosis Set brevibus subtilibus instructis, sensillis unisetis 13 (3-5-5) in ar- ticulis 4-6 dispositis. Palpus labialis */; longior quam ad basim latior, setis non- nullis sat longis et setis brevibus instructus. Setae dorsales thoracis longae, ventrales breviores. Pedes (Fig. I, 3) parce setosi, tarso infra setis sat numerosis sat brevibus instructo, praetarsi (Fig. I, 4) ungue postica quam antica c. !/, longiore, unguicola mediana brevissima. Abdomen (Fig. I, 5) tergito sexto angulo postico rotundato, tergito septimo angulo postico vix producto, tergito octavo late- raliter haud producto. Segmentum decimum c. ‘/, longius quam latius. Urosternum primum (Fig. I, 6-7) superficie antica setis parum numerosis, parte postica submarginali setis sat numerosis brevibus, margine postico organis duobus sat latis inter sese spatio, latitu- dinem organi singuli paullulum superante, seiunctis, seriebus 2-3 setarum brevium et serie postica setarum breviorum instructis aucto. Urosterna cetera (Fig. I, 6) setis sat brevibus parum nu- merosis instructa. Stili consueti. Forceps (Fig. I, 8) quam segmentum decimum */,, brevior, brachio dextero quam laevum crassiore dentibus et setis cfr. fig. Long. corp. mm. 8; lat. urotergiti septimi 0,80; long. forcipis 0,65. Habitat. Exempla duo ad Yosemite Park (California) legi. Observatio. Species haec urotergiti septimi et forcipis forma et praetarsi unguium longitudine multo bene inter ceteras di- stincta est. Japyx allodontus sp. n. © Corpus colore generi consueto, setis haud numerosis (cfr. fig. II, 4-5) instructum. Antennae (Fig. II, 1-2) 30-articulatae, articulis omnibus setis nonnullis longis et aliis numerosis subtilibus auctis, sensillis uni- setis 15 (8-5-5) in articulis 4-6 dispositis. Palpus maxillaris setis sat numerosis sat longis instructus; palpus labialis c.*/; longior quam ad basim latior, setis nonnullis sat longis auctus. Pedes parce setosi, tarso (Fig. II, 3) sat attenuato praeter setas breviores, seriebus duabus setarum ventralibus longis nec non setis aliis longis instructus, praetarso consueto. a Abdomen. Tergitum 6°” (Fig. II, 4) angulo postico rotundato; tergitum 7"” angulo postico triangulariter, acute, retrorsum ali- quantum producto; tergitum 8"" angu- lo postico laterali retrorsum etiam ali- quantum producto. Urosternum primum (Fig. IT, 5-6) superficie postica praesertim latera- liter setis brevibus sat numerosis, or- ganis marginalibus lateralibus duobus parum latis, latitu- dine spatium inter organum idem et or- ganum medianum aequanti, serie se- tarum brevium et Fig. II. 4. Antennae pars proximalis lateraliter inspecta; 2. ejusdem ar- ticulus 15US; 3. pedis paris tertii tarsus et praetarsus; 4. abdominis setis brevissimis 2-3 tergita 6-8; 5. abdominis sterna 1-2; 6. urosterni primi pars po- stica mediana et lateralis; 7. forceps. seriatis instructis, organo mediano glandulari parum lato poris numerosis instructo. Urosterna cetera (Fig. II, 5) setis haud numerosis instructa. Stili attenuati, conici, acuti. Segmentum decimum (subtus mensum) aliquantum longius quam latius. Forceps (Fig. II, 7) quam segmentum decimum aliquantum brevior, brachio dextero quam laevum crassiore, parum longe a basi dente magno triangulari, profunde a praecedentibus sejuncto, armato; dentibus' ceteris -et-setis-ctr. fig, TL i: Long. corp. mm. 13, lat. tergiti septimi 1,45, long. forcipis 1,22. Habitat. Ad Jalapa (Mexico). Observatio. Species haec forcipis forma (brachii dexteri) prae- sertim inter ceteras bene distincta est. doni Gen. Evalljapyx nov. Caput subaeque longum atque latum, partem posticam versus gradatim quam antice parum latius. Antennae 24-30 articulatae, sensillis unisetis 13 in articulis 4-6 (3-5-5) dispositis. Labrum latitudine spatium inter antennarum radices sube- quans, antice setis nonnullis brevibus auctum. Mandibulae (Fig. III, 1) quam caput c. °/, breviores, stipite angusto et depresso laminari, apice etiam depresso, quam stipes latiore dentibus tribus inter sese sat profunde sejunctis et dente alio valde a ceteris sejuncto elongato triangulari a- cuto armatae. Maxillae primi paris (Fig. III, 2-4). mala interna apice ar- cuato acuto et laminis pectinatis 5 instructa, mala externa apice la- minari margine rotun- dato et appendice conica breviore setas tres apica- les gerenti aucta, palpo maxillari sat longo haud perfecte biarticulato, parte apicali setis non- Fig. III. 4. Mandibulae; 2. maxillae primi paris pars distalis cum Hi ES] È t ligula (A) et paraglossis (B); C maxillae lobus externus, nullls sa ongis aucta. D palpus maxillaris; 3. lobi interni maxillae laminae Labium (Fig. HI, 5): men- pectinatae prima et secunda; 4. maxillae primi paris lobi : ns externi pars distalis; 5. labium cum genis (G et G!) tum aliquantum longius M mentum, L labii subcoxae (vel coxae) coalitae, O lobus quam latius subcoxis COa- labialis, P palpus labialis; 6. antennae pars proximalis sys . = ore ° supra inspecta; 7. pedis paris tertii pars distalis. litis sed linea distinctis, lobis internis perparvis conicis, lobis externis latis, setis numerosis instructis, palpo labiali sat longo. Thorax forma familiae consueta. Pedes praetarso unguibus duobus et unguicula mediana instructo. Abdomen segmento septimo quam praecedentia paullulum angustiore, tergito ejusdem lineis duabus sublateralibus inter sese Zur parallelis et angulo postico rotundato vel incrassato. Segmentum octavum cum sequentibus quam praecedentia angustius, supra men- sum subaeque longum atque latum vel longius quam latius. Pleurae segmenti septimi prominentes vel non. Sternum primum stilis et organis marginalibus duobus ciliatis instructum, sterna cetera 2-7 stilis consuetis conicis aucta. Stigmata utrimque 11 ut in Japyw (saltem in specie typica Evall. sonorano). Corpus setis serratis vel breviter ramosis instructum. Observatio. Genus hoc mandibularum forma a genere Japyx Hal. praesertim distinctissimum est. Conspectus specierum. 1. Antennae artieulis 24 eonstitutae. 3. Abdominis segmentum octavum longius quam latius E. dolichodduus. 4. Abdominis segmentum octavum haud longius quam latius. Pleurae abdominis segmenti septimi postice inerassatae, valde chitineae, extrorsum aliquantum productae. 7. Abdominis tergitum septimum duplo latius quam longius E. euryhebdomus. 8. Abdominis tergitum septimum haud duplo latius quam longius. 9. Abdominis tergitum septimum angulo postico in processum unciniforme producto . E. heterurus. (1). 10. Abdominis di septimum angulo postico ro- tundato- re m ar diversipleura; 6. Pleurae abdominis segmenti septimi postice haud incrassa- tae, haud productae. 11. Abdominis segmenta 8-10 setis pluribus brevissimis mul- to ramosis instructa . . . . . E. heterurus (2). 12. Abdominis segmenta 8-10 setis eisdem ceteri corporis instructa. 13. Corporis setae bifurcatae. . . . . E. furciger. 15. Corporis setae ramis unilateralibus integris nonnul- lis (3=7), em: ei Fame Egeo palpasi 2. Antennae articulis 27-30 constitutae. 15. Antennae 30-articulatae. Forceps brachio dextero gradatim an- gustato .... 3. nahe la VORORAAUS 16.. Antennae 27-28-articulatae. Mördeps brachii dexteri parte di- e stali valde sinuata. . . . . . EH. propinquus. ' (1) Mas. (2) Femina. ; i 4 eda enni Caletta ceh Sa ae | - AE Evalljapyx sonoranus sp. n. Q Corpus cremeum, segmento septimo ochroleuco, segmentis sequentibus fulvo-ferrugineis; setis (Fig. IV, 1) majoribus, praeter Big LV. - 1. Corporis setae majores; 2. antennae articulus 1555; 3. abdominis segmentum septimum lateraliter inspeetum : P pleura, S stigma, 7 tergitum ; 4. abdominis sternum primum; 5. ejusdem pars postica la- teralis extroflexa; 6. abdominis sternum secundum; 7. forceps. forcipis, tarso- rum, antenna- rum seta8, ra- mulis brevissi- mis 6-10 (-12) auctis. Antennae 30 - articulatae, articulis partis proximalis (Fig. III, 6) setis non- nullis sat longis et seta nonnulla breviore, articu- lis ceteris (Fig. IV, 2) setis nu- merosis sat bre- vibus et ‘setis aliis breviori- bus subtilibus instructis. Pedes bre- ves, sat robusti, tibiae apice et tarso (Fig. III, 7) magis setosis, practarsi ungui- bus brevibus subaequalibus parum arcuatis, unguicola mediana brevissima. Abdomen tergito septimo (Fig. IV, 3) angulo postico haud incrassato, rotundato, pleuris ejusdem segmenti angulo postico haud incrassato, haud prominente. Urosternum primum (Fig. IV, 4-5) superficie ut urosterna ce- tera (Fig. IV, 6) setis sat numerosis sat brevibus aucta et organis marginalibus latis inter sese parvo spatio sejunctis, serie setarum brevium postica et setis minimis 4-5 seriatis auctis instructum. Stili conici. Segmentum decimum (subtus mensum) c. !/; longius quam la- tius carinulis lateralibus parvis. Forceps quam segmen- tum deecimum c.'/, brevior, forma tert he INT onze corp. mm Alle lat. segmenti sexti 1,06, long. forcipis 0,58. Habitat. Kxempla duo ad Tucson (Arizona) in humo legi. Evalljapyx propinquus Sp. N. Species haec praece- denti valde affinis, differt tantum notis sequentibus : Antennae 27-28 arti- culatae. Forceps (Fig. V, 4) 3 brachio dextero parte di- EE CUT stali valde sinuata. FA AN, Oh WA if’. È o Ka iv at A ik era Corporis setae (Fig. V, È 1) majores ramulis magis Fig. V. numerosis (12-20) et paul- 1 Corporis setae majores; 2. abdominis segmentum |ylum brevioribus quam ra- septimum pronum; 3. urosterni primi pars postica late- li ne: 3 ss ralis subtus inspecta; 4. forceps. muli setarum speciel prae- cedentis. Long. corp. mm. 6,2, lat. abdominis segmenti septimi 0,65, long. forcipis 0,45. Habitat. Exempla quatuor legi super M'" Lowe (Los Ange- les) et alium ad maris litora Monterey (California). Evalljapyx diversipleura sp. n. Antennae 24-articulatae. Urosternum primum (Fig. VI, 4-5) ut in speciebus praece- dentibus. i ag Urotergitum septimum (Fig. VI, 2-3) lineis duabus parallelis sublateralibus, angulo postico incrassato, subrotundato, verrucoso, badio ferrugineo. Pleurae ejusdem segmenti postice incrassatae, verrucosae, ba- dio-ferrugineae, extrorsum et retrorsum aliquantum productae. Forceps (Fig. VI, 6) eodem £. sonorano similis. Corporis setae majores (Fig. VI, 1) ramulis brevio- ribus c. 10 instructae. Long. corp. mm. 6,5; lat. abdominis 0,58; long. forcipis 0,42. Habitat. Exemplum descriptum ad Mac Cloud 1. Corporis setae majores; 2. abdominis segmentum Cana ul) septimum pronum; 3. idem lateraliter inspectum: S legi. stigma; 4. abdominis urosterna 1-2; 5. urosterni primi pars lateralis postica subtus inspecta; 6. forceps. ( > I I Fig. VI. Observatio. Species haec tergiti septimi et pleu- rarum ejusdem segmenti forma, nec non antennarum articulorum numero ab Ev. sonorann distinctissima est. Evalljapyx brevipalpus sp. n. Q Corpus pallide cremeum segmento septimo ochroleuco segmentis ceteris posticis cum forcipe ferrugineis, setis sat nume- rosis quarum maiores (Fig. VII, 1), praeter capitis et antennarum et forcipis, ramosae sunt, ramis 3-7 brevibus. Caput parum longius (c. !/3) quam latius, superficie setis nu- merosis brevibus et brevioribus instructum. Antennae 24-articula- tae, articulis 1-6 (Fig. VII, 3) setis nonnullis sat longis, articulis ceteris (Fig. VII, 4) setis brevibus et brevioribus sat numerosis instructis, sensillis unisetis 13 consuetis (3-5-5) in articulis 4-6. Palpus labialis (Fig. VII, 2) brevior, tuberculiformis, setis quatuor (duabus sat longis, duabus brevibus) instructus. Pedes breves, sat robusti, setis brevibus (cfr. fig. VII, 5) in- structo, praetarsi unguibus sat brevibus parum arcuatis. = ely) = Abdomen tergitis 6-7 (Fig. VI, 6) praecedentibus aequalibus, angulis posticis excisis rotundatis, setis sat numerosis. Segmentum octavum fere */,latius quam longius late- raliter haud productum et quam seg- mentum prae- a I \\ Dr ft / 118%, Pu) \N i. 7 \ ] 2 ì AGI PI TI VI] \/ } Lore perth Wy WN AST fara) HOHE rte | cedens fere ‘/4 / Reza) angustius. Uroster- num primum (Fig. VII, 7-8) superficie se- tis sat nume- rosis brevibus ramosis ut urosterna ce- Fig. VII. 1. Corporis setae majores; 2, labii pars laeva; 3. antennae pars proximalis; . e . . .. . . 5 OLE È Or. 4. antennae articulus 15¥S; 5. pedis paris tertii pars distalis; 6. abdominis tel a, et orga segmenta 7-8 prona inter sese membrana articulari extensa; 7. urosterni nis duobus pa- primi pars postica lateralis; 8. abdominis sterna 1-2; 9. abdominis segmen- n tum decimum cum forcipe. rum evolutis marginalibus latis, inter sese spatio parvo sejunctis et a stilo etiam eodem spat io remotis, setis c. 10 uniseriatis, brevioribus et setis pluribus- brevissimis auctis. Stili conici, acuti, attenuati. Segmentum decimum fere 7/; longius quam latius lateraliter, longitudinaliter parce carinulatum. Forceps (Fig. VII, 9) quam segmentum decimum '/, brevior, brachio dextero quam laevum dimidia parte distali parum crassiore, margine subaequaliter denticulato, brachio laevo aliquantum longe a basi dente sat magno armato, cetero et setis cfr. fig. VII, 9. Long. corp. mm. 6, lat. segmenti septimi 0,60, long. forcipis 0,39. Habitat. Ad Jalapa (Mexico) exempla nonnulla sub saxis in humo legi. Observatio. Species haec ad £. sonoranus perproxima sed an- tennarum articulorum numero, palpi labialis brevitate nec non magnitudine bene distincta est. SISSA Ze Evalljapyx furciger sp. n. Corpus colore consueto, setis (Fig. VIII, 1), praeter forcipis et antennarum setas, brevibus bifurcatis, ramo altero quam alter aliquantum breviore, interdum ramo alio minimo etiam auctis. Antennae 24-articulatae, articulis partis proximalis (Fig.VIII,3), praeter sensilla uniseta, consueta, setis nonnullis sat longis et seta nonnulla brevi, ar- ticulis ceteris (Fig. VIII, 4) setis sat brevibus et setis brevibus subtilibus sat numerosis in- pla! Wy 4 n 1) = structis. hy i N ni ah H Palpus labialis (HI (Fig. VIII, 2) per- brevis, subovalis, paullulum longior quam latior setis quatuor instructus. Pedes tibiae (Fig. VIII, 5) setis ramis brevissimis nonnullisinstructis, Fig. VII. tarso setis integris 1. Corporis setae majores; 2. labii pars laeva: A glandulae labi- COnSuetis, praetarsi alis pars extrema extroflexa, B glandulae labialis ductus: P pal- oni a e pus; 3. antennae pars proximalis supra inspecta; 4. antennae unguibussubaequa- articulus 1555; 5. pedis tertii paris pars distalis; 6. abdominis libus, sat longis, segmentum septimum pronum; 7. ablominis sterna 1-2; 8. urosterni unguicola mediana primi pars postica lateralis; 9. forceps. 7 breviore. Abdomen tergito septimo (Fig. VIII, 6) linea sublaterali recta instructo, angulo postico haud producto, rotundato. Segmentum octavum subaeque longum atque latum, quam segmenta praece- dentia fere '/, angustius. Segmentum decimum */ longius quam latius. Urosternum primum (Fig. VIII, 7-8) superficie ut urosterna ce- tera (Fig. VIII, 7) setis brevibus sat numerosis et setis brevioribus instructa, margine organis duobus latis inter sese parvo spatio ‘ sejunctis, serie setarum posticarum brevium et setis paucioribus minimis 1-2 seriatis auctis instructo. Stili consueti. a ae ak ae i Berg ‘ nein et a ee a. Forceps (Fig. VII, 9) quam segmentum decimum c. °/, bre- vior, forma ut fig. demonstrat. Habitat. Exemplum descriptum ad Cordoba (Mexico) legi. Observatio. Specie haec speciei praecedenti valde affinis sed setarum corporis forma et organis urosterni primi distinguen- da est. ittici tti at itt ad ble Evalljapyx euryhebdomus sp. n. o Corpus pallide cremeum segmentis 7-8 ochroleucis, ceteris | posticis cum forcipe ferrugineis, sat setosum, setis majoribus, | praeter setas forcipis et antennarum breviter ramosis, ramis bre- | vibus 3-5. | | Fig. IX. 1. Corporis setae majores; 2. antennae pars proximalis supra inspecta; 3. ejusdem articulus 1545; 4, mandibula ; 5. pars distalis maxillae primi paris; 6. labium eum genis lateris alterius; 7. pedis paris tertii pars distalis; 8. abdominis segmenta 7-8 prona; 9. abdominis segmentum septimum lateraliter inspectum: P pleura, S stigma, T tergitum, V sternum; 10. urosterna 1-2; 11. urosterni primi pars postica lateralis; 12. abdominis segmentum septimum supinum ; 13. abdominis segmentum decimum cum forcipe. Antennae 24-articulatae, articulis partis proximalis (Fig. IX, 2), praeter sensilla uniseta, setis nonnullis sat longis et paucis bre- vibus, articulis ceteris (Fig. IX, 3) setis brevibus et setis brevio- ribus sat numerosis instructis. Mandibulae et palpus maxillaris cfr. fig. IX, 4-5. En Ss: ae Palpus labialis (Fig. LX, 6) brevissimus, crassiusculus, tuber- culiformis setis quatuor (duabus longis, duabus brevibus ) in structus. Pedes breves, sat robusti, parce setosi, tibia (Fig. IX, 7) infra ad apicem setis duabus lateralibus longis ramosis, tarso infra setis sat longis biseriatis integris aucto, praetarsi unguibus brevibus. Abdomen usque ad segmentum septimum gradatim aliquan- tum dilatatum. Tergitum 6"" angulo postico rotundato, tergitum 7"" (Fig. IX, 8) quam praecedens aliquantum latius, parum magis quam duplo latius quam longius, utrimque linea recta sublaterali longitudinali et linea obliqua postice et externe vergente affectum, angulo postico exciso rotundato. Segmentum octavum c. '/, latius quam longius, quam tergitum septimum fere */,, angustius, angulo laterali postico haud producto. Urosternum primum (Fig. IX, 10-11) setis ut urosterna cetera sat numerosis brevibus instructum et organis duobus marginalibus latis sese tangentibus serie setarum brevium et setis brevissimis numerosis auctum. Stili forma consueta, attenuati, acuti, seg- menti 7° quam ceteri parum longiores. Pleurae segmenti 7' (Fig. IX, 9 P) multo chitineae, angulo postico depresso extrorsum parum producto, tuberculum ferrugi- neum in parte laterali subpostica gerente. Segmentum decimum c. !/, longius quam latius, lateraliter longitudinaliter carinatum. Forceps (Fig. IX, 12) quam segmentum decimum c. '/, bre- vior, brachio dextero quam laevi pars distalis crassiore, parum aute apicem sinuato, cetero cfr. fig. Long. corp. mm. 4,30, lat. tergiti septimi 0,70, long. forcipis 0,42. Habitat. Ad Jalapa (Mexico) exemplum descriptum legi. Evalljapyx heterurus sp. n. o Corpus stramineum segmentis 7-9 ochroleucis, segmento decimo cum forcipe ferrugineo, setis brevibus sat numerosis ra- mosis, ramis (Fig. X, 1) 4-6 brevibus unilateralibus et setis nu- merosis brevioribus multo ramosis (Fig. X, 7) in segmentis 8-10 et in forcipe instructum. Antennae 24-articulatae, partis proximalis articulis (Fig. X, 3) setis nonnullis sat longis et setis nonnullis brevibus, nec non ar- ticulis 4-6 sensillis unisetis (3-5-5), articulis ceteris (Fig. X, 4) setis brevibus et sat brevibus numerosis instructis. — 84 — 3 Palpus labialis (Fig. X, 2) latiusculus, brevissimus, setis con- suetis quatuor instructus. Pedes tibia et praesertim tarso (Fig. X, 5) bene setosis, praetarsi unguibus sat longis. Abdomen tergito septimo (Fig. X, 6, 8, 11) fere */s latiore quam longiore, linea sublaterali recta et linea obliqua “ad marginem multo ante an- RARA gulum * posti- Mm ee cum termi- a fu ld nante, angulo 147 Ws postico in pro- Zt 8 cessum bre- vem sat angu- stum, uncini- formem re- trorsum pro- ducto, pleuris ejusdem seg- menti angulo postico multo chitineo, in- crassato in processum nu depressum a a pars distalis; 6. abdominis segmenti septimi pars postica lateralis: A ter- nuatum eX-— a ee C sternum; 9. urosterni primi pars postica lateralis; 10. foeminae abdo- quantum pro- minis segmenta 6-11 prona; 11. maris abdomen a segmento quinto pronum. ductis. Processus tergiti septimi cum processu pleurarum organum stridentem verosimiliter formans. Segmentum octavum quam praecedens c. */, angustius, sub- aeque longum atque latum, prasertim superficie sublaterali et la- terali setis brevissimis pluribus multo ramosis (Fig. X, 7) in- structum. Segmentum decimum parum magis quam !/, longius quam latius, ut segmentum nonum et octavum superficie supera, laterali et infera praeter partem submedianam setis pluribus bre- vissimis multo ramosis auctum. Urosternum primum (Fig. X, 9) superficie ut urosterna cetera setis brevibus sat numerosis instructa et margine postico organis 11 è — 8 — . duobus latis inter sese spatio perparvo sejunctis, serie setarum bre- vium et setis brevissimis 2-seriatis auctis instructo. Stili consueti. ‘ Forceps (Fig. X, 11) quam segmentum decimum fere '/, bre- vior, setis sat longis et setis brevissimis pluribus integris auctus, brachiis subaequalibus, parte basali dexteri paullulum denticulata, laevi parum longe a basi dente sat parvo aucta. Long. corp. mm. 4,5; lat. urotergiti septimi 0,52, long. for- cipis 0,40. © Exempla duo paullo minora (Long. corp. mm. 3,2-3,8) uro- tergito septimo (Fig. X, 10) angulo postico haud multo chitineo, haud producto, pleuris ejusdem segmenti haud multo chitiniis haud productis, cetero ut in exemplo descripto instructa sunt. Exempla haec sexu foemineo pertinentia considerata sunt. Habitat. Ad Cordoba (Mexico) in memorum humo exempla quatuor legi. Evalljapyx dolichodduus sp. n. Pallide cremeus, vel stramineus , segmentis 7-8 ochroleu- cis, ceteris posticis cum forcipe ferru- gineis. Cor- poris setae majores. (Fi- gura XI, 1) ramulis late- ralibus 3-4 instructae. Anten- nae 24- arti- Fig. XI. 1. Corporis setae majores; 2. caput et pronotum prona; 3. labii pars dex- culatae arti- tera; 4. antennae pars proximalis supra inspecta; 5. antennae articulus 15"; culis artis 6. pedis paris tertii pars distalis; 7. abdominis segmentum septimum et P segmenti oetavi circumlitio anterior prona; 8. abdominis sterna 1-2; 9. uro- proximali Ss sterni primi pars postica lateralis, * (Fig. XI, 4), praeter sensilla uniseta 13, setis nonnullis sat longis et seta non- ee 86 = Al 2 nulla brevi auctis, ceteris (Fig. XI, 5) setis sat numerosis sat brevibus et setis brevibus subtilibus instructi. Mandibulae et maxillae eisdem speci rsa ei Ev. heuryhebdomi subaequales. INA I Palpus labialis (Fig. XI, 3) c. duplo i N N longior quam latior, setis quatuor (duabus Alta lach N sat longis, duabus sat brevibus) instructo. > ee ee Pedes parce setosi, tarso (Fig. XI, 6) EX NN praesertim infra setis sat numerosis, | ca praetarsi unguibus sat brevibus, parum Rat, [> bees N arcuatis, subaequalibus, unguicola me- uf \ diana brevissima. I IR Abdomen (Fig. XII) segmento septi- LE > mo praecedentibus paullulum angustiore, EL EN, tergito c. '/, latiore quam longiore lineis MIEI duabus sublateralibus inter sese paral- N N lelis instructo, angulo postico exciso ro- ae le tundato, pleuris bene chitineis tergiti a angulum aliquantum superantibus. Seg- ATS ays mentum octavum c. Y, longius quam fl 1 VK latius et quam septimum c. '/, angustius. ] VIN Urosternum primum (Fig. XI, 8-9) Y 1 superficie ut urosterna cetera setis bre- = vibus sat numerosis instructa, et margine it N ven È N Ss postico organis duobus latis inter sese a A IN parvo spatio sejunctis serie setarum ; NZ N brevium et setis brevissimis 2-3-seriatis instructo. Fig. XII Segmentum decimum parum magis eni quam ’/; longius quam latius. quinto pronum. Forceps (Fig. XII) quam segmentum decimum °/, brevior, brachio dextero tantum tuberculis margina- libus parvis basalibus, brachio laevo parum longe a basi dente sat magno triangulari armato, cetero ut fig. XII demonstrat. Long. corp. mm. 6, lat. abdominis 0,70, long. forcipis 0,39. Habitat. Exempla legi ad Cérdoba, Orizaba, Jalapa (Mexico). Observatio. Species haec segmenti octavi longitudine inter omnes distinctissima est. dina rà Parajapyx grassianus sp. n. Corpus albo-stramineum, abdominis segmento decimo cum forcipe ferrugineo, setis sat numerosis, brevibus, integris instructum. Antennae (Fig. XIIT, 1) 18-articulatae setis brevibus nonnullis instructae, sensillis unisetis nullis. Labium (Fig. XIII, 2) palpo nullo. Pedes breves parce setosi, praetarsi unguibus brevibus, aequa- libus, simplicibus, unguicola mediana minima. Abdomen tergito septimo praecedentibus aequali, an- gulo postico rotundato, seg- mento octavo quam septimum ce. !/;, angustiore, vix longiore quam latiore, segmento de- cimo c. !/, longiore quam la- tiore. Urosternum primum (Fig. XIII, 3) superficie ut urosterna cetera seriebus transversali- bus quatuor setarum brevium instructa et margine postico e o 1. Abin organis duobus parum latis, sterna 1-2: 4. abdominis pars postira a segmento inter sese spatio latitudinem roe organi singuli aequante se- junctis, serie setarum brevium subtilium auctis. Urosterna 2-3 vesicula instructa. Stili forma consueta. Forceps (Fig. XIII, 4) quam segmentum decimum c.'/, bre- vior, brachiis subsimilibus dentibus 5 armatis apice attenuato introrsum recurvo. Long. corp. mm. 1,7; lat. abdominis segmenti septimi 0,13, long. forcipis 0,09. Habitat. Exemplum descriptum ad Cördoba (Mexico) legi. Observatio. Species haec cl. G. B. Grassi dicata, magnitudine et forcipis forma a P. Isabellae (Gr.) bene distincta est. Fig XIII: ER DONI Nuove specie di Machilidae della regione indo-malese. Machilis Lefroyi sp. n. © Corpus (in alcool) fulvo-castaneum, antennis pallide annu- latis. Oculi (Fig. XIV,1-2 A) magni, inter sese per c. ‘/, longitudinis oculi singuli tangentes. Oculus singulus (Fig. XIV, 2 A) parum latior quam longior. Ocelli (Fig. XIV, 1-2 5) sat parvi inter sese spatio sat magno re- moti, transversi, sub- rectangulares, libel- lam externam oculo- rum spatio sat magno haud attingentes. Antennae sat ro- bustae, gradatim at- tenuatae, in exemplis typicis haud integrae quamı corpus parum breviores, sed si inte- grae forsan quam cor- 4. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A et ocellus PUS longiores, squamıs B supra et parum lateraliter inspecti; 3. palpus maxillaris ; et setis brevibus in- 4. palpus labialis; 5. pes paris tertii; 6. urosternum quintum; i 7. maris palpus maxillaris; 8. maris palpus labialis. structae. Palpi maxillares (Fig. XIV, 3) longi, squamosi et setis nonnullis et spinis superis in parte distali aucti. Palpi labiales (Fig. XIV, 4) articulo ultimo in apice aliquantum dilatato. Arcus thoracicus parvus. Pedes (Fig. XIV, 5) robusti, processu coxali pedum paris secundi et tertii longo, squamis induti et setis etiam sat robustis praesertim in parte infera tarsi instructi. Abdomen. Sternorum pars mediana sat magna, segmenti quinti (Fig. XIV, 6) ad basim latior quam longior et quam subcoxae c. 1/, brevior. Stili segmenti quinti quam subcoxae minus quam dimi- dium breviores squamis et setis instructi, segmenti noni quam BR a ceteri crassiores et longiores, quam subcoxae ejusdem segmenti aliquantum breviores. Vesiculae in urosternis 2-5 utrimque duo, in urosternis 1 et 6-7 utrimque singula sistentes. Ovipositor longus, tenuis, breviter setosus, stilorum IX apicem spatio sat brevi su- perans. Cercus medianus in exemplo typico certe haud integer, corporis longitudine parum longior; cerci laterales quam media- nus c. ”/, breviores. o Palpi maxillares (Fig. XIV, 7) quam idem foeminae parum crassiores, articulo ultimo subeylindraceo in apice convexo, arti- culis 2-7 infra squamis destitutis et setis minimis pluribus indutis, articulis 5-7 supra inermibus. Palpi labiales (Fig. I, 8) articulo ultimo obovali c. duplo lon- giore quam latiore, setis pluribus minimis, ut articulus praecedens, infra aucto. Penis sat attenuatus marginem posticum urosterni noni at- tingens. Paramera postica Inngitudine penem aequantia. Long. corp. 9,5, lat. 2,3, long. antennarum 8, long. pedis ma- xillaris 9 4,2, pedum paris tertii 3,64, stili segmenti quinti 0,45, stili segmenti noni 1,50, cerci mediani 10,2, cercorum lateralium 4. Habitat. Exempla nonnulla H. M. Lefroy, cui species dicata est, ad Mussooree (India) legit. Observatio. Species haec inter ceteras sectionis Machilis cy- lindrica Geoff. oculorum et ocellorum forma praesertim bene di- sticta est. Gen. Allopsontus nov. Corpus, antennis, palpis, pedibus et stilis inclusis, squamis indutum. Oculi sat magni, inter sese parvo spatio tangentes. Ocelli transverse obliqui, parum lati, inter sese multo distantes. Antennae articulo primo quam dimidia longitudo paullum longiore, flagello sat robusto, gradatim parum attenuato, im exemplo typico haud integrae, sed quam corpus breviores exstimandae sunt. Palpi maxillares longi, forma consueta. Palpi labiales articulo in apice aliquantum dilatato et sensillis numerosis subconicis auctum. Arcus thoracicus sat magnus. Pedes robusti, secundi et tertii paris processu coxali longo aucti, tarso quam tibia paullum bre- Sg viore, infra seriebus duabus setarum brevium robustarum sub- spiniformium armato, praetarsi unguibus brevibus robustis sim- plicibus. Abdomen. Urosternorum pars mediana magna, triangularis. Vesiculae utrimque una in urosternis 1 et 6-7 et utrimque duo in urostermis 2-5 sistentes. Stili in segmentis 1-9. Cerci bene evo- luti sed in exemplo typico haud integri sunt. Ovipositor bene evolutus. Species typica: Allopsontus Annandalei sp. n. (1) Observatio. Genus hoc a genere Mackilis L. oculi inter sese parvo spatio tangentes et ocellorum forma bene distinctum est. Allopsontus Annandalei sp. n. © Color (in alcool) fusco-castaneus. Oculi inter sese per c. '/, longitudinis oculi singuli tangentes; oculus singulus supra et late- raliter inspectus paullum latior quam longior. Ocelli subrectangu- lares, transverse obliqui inter sese multo distantes et ad libellam oculorum marginis externi haud pertinentes. Antennae haud integrae, forsan quam corpus haud longiores. Palpi maxillares longi, robusti, gradatim parum attenuati. Palpi labiales articulo ultimo fere duplo longiore quam ad apicem latiore. Pedes robusti. Stili sat breves, praeter squamas et setam apicalem robustam, setis numerosis sat robustis, sat longis aucti, segmenti quinti quam subcoxae minus quam dimidium breviores, segmenti noni quam ceteri robustiores et longiores, quam subcoxae ejusdem segmenti parum breviores. Ovipositor breviter setosus stilorum IX apicem paullum superans. Long. corp. mm. 12; lat. corp. 2,9, long. antenn. ? (in exemplo typico mm. 7), palpi maxillaris 4,94, pedum paris tertii 4,82, stili segmenti quinti 0,58, segmenti noni 1,56, cerci mediani ? Habitat. Exemplum typicum ad Bhowali, Kumaon (m. 1700 super montes occidentales Hymalaya) A. D. Imms legit et alterum juvenem Prof. Annandale ad Kasauli (Simla) legit. (1) Le figure di questa specie saranno pubblicate in una nota sui Tisa- nuri conservati nel Museo di Calcutta, che il Prof. Annandale mi ha gentil- mente mandato in istudio. N On 3 i 1 i ; 3 È i Gen. Machilellus nov. Corpus praeter antennas, palpos maxillares, pedes et stilos squamis indutum. Oculi magni, ocelli (Fig. XV, 1-2 B) nigri, lati, oculi singuli latitudinem aequantes. Antennae sat breves, attenuatae, breviter setosae. Arcus: thoracicus sat parvus. Pedes omnes processu coxali destituti sunt. Abdominis sternorum pars mediana brevissima. Stili in segmen- tis 2-9, vesiculae duo (utrimque singula) in segmentis 1-7 sistentes. Cerci longiusculi. Ovipositor tenuis longus. Species typica: Machilellus orientalis nov. Observatio. Genus hoc ocellorum forma excepta notis omnibus cum genere Machilinus Silv. (Typus: Machilinus rupestris Lucas, Silv.) congruit. Machilellus orientalis sp. n. © Corpus (in alcool) fusco-castaneum. Oculi (Fig. XV,1-2 A) inter sese per c. */; longitudinis totius oculi singuli sese tangentes. Oculus singulus tam lon- gus atque latus. Ocelli (Fig. XV, 1-2 B) lati, oculi sin- guli latitudinem aequantes, pistilliformes, parte latiore interna. Antennae quam corpus breviores (in exem- plo typico haud integrae) articulo primo (Fig. XV,3) minus quam duplo longiore quam latiore, flagello (Fig. XV,4) gradatim magis atte- nuato et articulino singulo 1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A et ocellus B supra et parum lateraliter inspecti; 3. an- setis brevibus plei umque tennae pars proximalis; 4. antennae pars distalis; uniseriatis aucto. 5. palpus maxillaris; 6. palpus labialis; 7. pes paris : . . tertii; 8. urosternum quintum, Palpi maxillares et palpi labiales cfr. fig. XV, 5-6. Arcus thoracicus sat parvus. Pedes (Fig. XV,7) breves, bre- viter setosi, tarso gradatim attenuato setis paucis quam ceterae Fig. XV. 00. parum longiores infra instructo, praetarsi unguibus apice attenuato, paullulum arcuato. > Abdomen. Urosternorum pars mediana (Fig.XV,8) brevissima. Stili breves, segmenti quinti (Fig. XV, 8) c. dimidio breviores. Ve- sicula singula utrimque in urosternis 1-7 sistens. Stili segmenti noni quam subcoxae ejusdem segmenti seta apicali haud sumpta, magis quam dimidium breviores. Ovipositor tenuis, brevissime setosus, stilorum IX ‚apicem, c. longitudine ejusdem stili, superans. Cercus medianus in exemplo typico haud integer quam cor- poris longitudo brevior. J ignotus. Long. corp. 5, lat. 1,5, long. antennarum ? , palpi maxil- laris 2, pedum paris tertii 1,85, stili segmenti quinti 0,24, stili segmenti noni 0,6, cerci mediani? , cercorum lateralium 2. Habitat. Exemplum typicum cl. Ed. Jacobson ad Samarang (Java) legit. Gen. Macropsontus nov. SJ Corpus praeter antennas, palpos, pedes et stilos squamis indutum. Oculi permagni, multo convexi, inter sese fere per oculi sin- guli longitudinem totam tangentes. Ocelli lati, transverse obliqui, nigrescentes quam oculus singulus parum minus lati Antennae perlongae, flagello valde attenuato filiformi. Arcus thoracicus sat parvus. Pedes omnes processu coxali destituti sunt. Abdominis sternorum pars mediana (Fig. XVI, 6) subevanida, haud bene distincta ut in generibus ceteris hucusque notis. Stili in segmentis 2-9. Vesicula singula parva utrimque in segmentis 1-7 sistens. Cerci longi. Penis brevissimus; paramera nulla. Species typica: Macropsontus Greeni sp. n. Observatio. Genus hoc a praecedenti oculorum magnitudine, antennarum forma et longitudine, urosternorum parte mediana subevanida (haud bene distincta) differt, nec non a genere Ma- chilinus Silv. ocellorum forma et urosternorum charactere dicto. sò, aio Ba TE Te n e En | do, 09 | Macropsontus Greeni sp. n. Sg Corpus (in alcool) castaneo-fulvescens, antennarum arti- culo primo utrimque nigro vittato, pedibus etiam nigro vittatis. Oculi (Fig. XVI, 1-2 A) inter sese fere per longitudimem to- tam tangentes; oculus singulus aliquantum longior quam latior. Ocelli (Fig. XVI, 1-2 5) lati, transverse obliqui ante oculorum marginem anticum sisten- tes, inter sese spatio sat lato remoti. Antennae quam corpus magis quam duplo longiores articulo primo, longo fere*/, longiore quam latiore, flagello ad basim tenui, cetero tenuiore fili- formi. Palpi maxillares (Fig. XVI, 3) longi, attenuati, processu basali supero ex- terno longo, angustato, pro- 1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A et CLASE apicali articuli secun- ocellus B supra et parum lateraliter inspecti; 3. palpus di sat longo, attenuato, maxillaris; 4. palpus labialis; 5. pes paris tertii; unciniformi cetero cfr. 6. urosternum quintum, 3 fic XVI. 3: Palpi labiales (Fig. XVI, 4) articulo ultimo in apice parum dilatato sensillis brevibus appendices nonnullos minimos geren- tibus aucto. Arcus thoracicus sat parvus. Pedes (Fig. XVI; 5) sat robusti et sat longi, tarso attenuato setis brevibus instructo, praetarsi unguibus paullulum arcuatis. Abdomen. Sternorum pars mediana (Fig.X VI, 6) ut in generis descriptione dixi, subevanida. Stili parum longi, segmenti quinti (Fig. XVI, 6) quam subcoxae parum minus quam dimidium bre- viores setis subtilibus et seta apicali robusta instructi, segmenti noni quam ceteri crassiores longiores, quam subcoxae aliquantum breviores. Vesiculae parvae. Cercus medianus in exemplo typico haud integer, forsan quam corpus longior. Penis brevissimus, parameris nullis. Long. corp. mm. 10, lat. 2,5; long. antennarum 25, (palpi ma- xillaris 4,55, pedis paris tertii 4,2, stili segmenti quinti 0,45, stili Fig. XVI. Belogi e segmenti noni 1,20, cerci mediani ?, cercorum lateralium haud integrorum 7. Habitat. Exemplum descriptum cel. E. Green, cui speciem grato animo dico, ad Labugama (Ceylan) legit. Meinertellus Jacobsoni sp. n. © Color (in alcool) fulvescens. Oculi (Fig. XVII,1-2 A) inter sese c. per ‘/, longitudinis oculi singuli sese tangentes. Oculus singulus (Fig. XVII, 2 A) parum latior (c. 1/)) quam longior. Ocelli (Fig. XVII, 1-2 5) lati, quam oculus singulus parum A a latiores, pistilliformes VII, IMI QE ISS VN WSS ANN Nr parte latiore interna. Antennae valde attenuatae quam cor- pus longiores, breviter setosae. Palpi maxillares (Fig. XVII, 3) breviter setosi et spinis superis biseriatis in parte a- picali articuli 5! et superficie supera tota 1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus et ocellus R È B supra et parum lateraliter inspecti; 3. palpus maxillaris; articulorum 6- T n 4. palpus labialis; 5. tarsus et praetarsus pedis paris tertii; structi. Palpi labiales 6. uroste:num secundum; 7. urosternum quintum; 8. pars po- ER TXT agis ° stica urosterni octavi et urosternum nonum cum pene. (Fig. XV II, 4) al ticuli tertil apice transver- Fig. XVII. sali, introrsum valde producto. Arcus thoracicus sat parvus. Pedes robusti setosi, tarsi (Fig. XVII, 5) articulo ultimo in parte infera apicali penicillum nigrescentem setarum sat brevium den- sium gerente, praetarsi unguibus brevibus, apice attenuato, parum arcuato. Urosternorum pars mediana perparva (Fig. XVII, 6), corporis partem posticam versus gradatim minor (Fig. XVII, 7). Vesicula utrimque singula in urosternis 1-7 sistens. Stili urosterni 5' quam subcoxae magis quam dimidium breviores, breviter setosi et seta apicali longa instructi. Stili segmenti 9' quam subcoxae minus quam dimidium breviores, crassiusculi. a ae dan eg Ovipositor tenuis quam stilorum IX apex (seta apicali haud sumpta) paullum longior. Cercus medianus in exemplis typicis haud integer, corporis longitudinem subaequans; cerci laterales quam medianus aliquan- tum breviores. o Penis (Fig. XVII, &) crassior, brevior parameris nullis. Long. corp. mm. 7, lat. 2; long. antennarum 9, stili seg- menti secundi 0,58, stili segmenti noni 0,78, cerci mediani 8, cer- corum lateralium 5, pedum paris tertii 3. Habitat. Exempla nonnulla in insula Krakatau cl. Ed. Jacob- son, cui speciem grato animo dico, legit. XIV. Nova specie di Lepidospora di Ceylan. Lepidospora ceyloniea sp. n. Q Cremea, squamis vestita et setis etiam instructa, postice aliquantum augustata. Caput antice et lateraliter setis sat brevibus simplicibus et setis nonnullis robustis sat longis, in apice incisis nec non setis duabus sat longis submedianis, subposticis in- structum. Antennae ? (in exemplo typico partim abruptae) articulo primo parum longiore quam latiore, articulis 2-8 subtus et lateraliter setis et sensillis cfr. fig. XVIII 1. Palpi maxillares (Fig. XVII, 2) longi, tenues. Palpi labiales articulo ultimo (Fig. XVIII, 3) clavi- formi, parum longiore quam latiore. Thorax quam abdomen c. dimidium brevior et quam eiusdem pars antica paullulum latior. Scuta dorsalia setis marginalibus lateralibus et posticis brevibus, nec non nonnullis longis, robustis aucta. Pedes cfr. Fig. XVIII, 4. Abdomen postice aliquantum angustatum, tergitis I-VIII (Fig. XVIII, 5), utrimque setis longis 6-7 marginalibus posticis et setis brevibus nonnullis instructis, tergito decimo (Fig. XVIII, 7) longo, parum ad basim latiore quam longiore, gradatim angu- stato, basi quam apex magis quam triplo latiore, margine postico profunde inciso, angulis sat rotundatis setam longam robustam gerentibus. Sternitum primum medium profunde et parum late Be Go excisum, margine postico laterali latissime rotundato; sternita II-IX (Fig. XVIII, 6) stilis et sternita II-VII etiam vesiculis in- Fig. XVIII. 4. Antennae pars proximalis; 2. palpus maxillaris; 3. palpus labialis; 4. pes paris tertii; 5. dimidia pars urotergiti quinti; 6. urosternum quintum ; 7. urotergitum decimum cum cercorum parte basali, 8. animal pronum., structa. Stili sat longi et setis brevibus et setis nonnullis robustis sat longis aucti. Sterniti octavi pars mediana subtriangularis. Ovipositor longus, tergitum decimum spatio magno superans, cras- siusculus, pseudoarticulatus, breviter setosus apice subacuto. Cerci in exemplo typico haud integri, quam corpus breviores attenuati. Long. corp. mm. 8, lat. thoracis 1,4, long. palpi maxillaris 1,7, pedum paris tertii 3,90, cercorum 5,5. Habitat. Exemplum descriptum ad Namunakuli (Ceylan) cl. E. Green legit. Observatio. Species haec a Lepidospora gracilis Esch. ovi- positore crassiore saltem distincta est. adr Arne i 1 an en EEE Nova specie di Heterojapys dell’ Australia. Heterojapyx Vietoriae sp. n. Corpus ochraceo-melleum, segmenti decimi parte postica dor- suali et infera laterali fulvo-badia, forcipis parte proximali fulvo- SET end Fig. XIX. 1. Antennae pars basalis ab articulo secundo sopra inspecta; 2. antennae articuli 13-14 supra inspecti; 3. maxillae primi paris lobus externus; 4. ejusdem lobus internus; 5. tarsi apex et prae- tarsus; 6. urosterna primum et secundum; 7. urosterni primi dimidia pars postica; 8. corporis pars postica cum forcipe; 9. Heterojapyx novaeseelandiae: corporis pars postica cum forcipe. ferruginea angulis nigrescentibus, parte distali etiam nigrescente, dorso et ventre setis paucis brevibus et brevioribus simplicibus instructis. Caput subaeque longum atque subpostice latum, antrorsum parum angustatum. Antennae 39-articulatae, breves, articulis ba- salibus (Fig. XIX, 1) setis paucis sat longis et sat brevibus in- 7 structis, ceteris (Fig. XIX, 2) gradatim magis et breviter setosis, sensillis unisetis in articulis 4-13, brevibus et numero 3-4 in articulo singulo dispositis. Mandibulae robustae, apice 5-dentato. Maxillae lobo externo (Fig. XIX, 3) apice subrectangulari externe setis sat numerosis brevibus instructo et interne sub apice in laminam latam producto, palpo brevi subcylindraceo setis sat numerosis sat longis et sat brevibus aucto, lobo interno (Fig. XIX, 4) apice attenuato, aliquantum recurvo subacuto laminis 5 pectinatis longis instructo. Labium palpo magis quam triplo longiore quam ad basim latiore setis brevioribus et sat brevibus instructo, lobo antico setis brevibus pluribus aucto. Pedes breves, robusti, parce setosi, praetarso (Fig. XIX, 5) unguibus lateralibus sat longis, sat arcuatis, subaequalibus, subtus ad unguium basim utrimque in processum conicum breve pro- ducto et supra inter ungues laterales unguicula brevi aucto. Abdomen: tergita omnia angulis posticis rotundatis. Uroster- num primum (Fig. XIX, 6-7) setis paucis brevibus ut urosterna cetera instructum, nec non organis subcoxalibus duo- bus perlatisinter sese parum remotis, seriem setarum brevium gerentibus aucto. Stili breves conici. Seg- mentum decimum subtus mensum aliquantum lon- gius quam latius, parte po- stica supera mediana gra- Dee nulis nonnullis nigris in- 1. Heterojapyx Souleî Bouv. et 2. Heterojapyx dux Skor.: corporis pars postica cum forcipe. structa. Forceps (Fig. XIX, 8) quam segmentum decimum aliquantum brevior brachiis subaequa- libus superficie basali granulis nigris aucta apice gradatim ar cuato, attenuato, subacuto, margine interno dentibus duobus majoribus inter sese remotis et dentibus minutis pluribus armato. Long. corp. mm. 88, lat. 3-5, long. forcipis 3,5. Habitat. Exempla nonnulla vidi ad Ocean Grove et ad Tim- boon (Victoria, Nova Hollondia) a H. W. Davey collecta. Observatio. Species haec ad Heterojapyx novaezeelandiae Verh. proxima est, sed forcipis brachio laevo ad brachium dex- terum simili distincta est. Praeterea Verhoeff antennas Heteroja- EE ee ee, ee ee pyx novaezeelaudiae 39 — articulatas descripsit, sed antennae exempli typici in Museo Berolinensi asservati et mihi benignissime a Directore Prof. Brauer communicati 46-articulatae sunt. Species generis Heterojapyx hucusque notae ita distinguen- dae sunt: 1. Forcipis brachia subsimilia. 3. Foreipis brachia (Fig. XX, 2) dente singulo majore praeter mi- MOTES ANIMATE ie Can my he, een. 4, Het.;dus (Skorik:;). 4 Foreipis brachia dentibus duobus majoribus praeter minores armata. 5. Dentes majores ambi (Fig. XX, 1) magis ad basim appro- ximati quam ad apicem ; antennae 47-articulatae ; corporis longitudo.ad mm. 49). isjo.0 400.2242... Ho Soulei: Bouv. 6. Dens major secundus ad forcipis apicem approximatus; an- tennae 39-articulatae; corporis longitudo ad mm. 38 H. Victoriae sp. n. 2, Forcipis (Fig. VI, 9) brachium dexterum dentibus majoribus duobus, brachium laevum dente singulo armatum; antennae 46-articu- latae; corporis longituderad mm.36 et n, H. Novaezeelandiae Verh. Prof. A, TROTTER ——— = — —— -3- e a CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA delle galle dell’ America del Nord (Con 21 figure ed 1 tavola). L’egregio amico Prof F. Silvestri da un lungo viaggio compiuto nell’ America del Nord ed alle Isole Hawai, durante l’anno 1908, riportò un copiosissimo e svariato materiale scienti- fico, già in parte illustrato da vari specialisti. Egli volle gentil- mente a me affidato lo studio di un interessante contigente di galle da lui raccolte nella stessa circostanza, specialmente sulle Querce, che in numerosissime specie popolano quelle regioni. Ri- serbo ad un futuro contributo solo un certo numero di galle, rac- colte su matrici la cui identificazione mi è per ora troppo dub- biosa, e delle quali, per di più, non mi fu possibile esaminare alcun sicuro produttore. Le raccolte del Prof. Silvestri si svolsero sopratutto nelle parti settentrionali degli Stati Uniti (Dakota) ed in quelle occi- dentali (Stato di Washington, Oregon, Arizona, California) inoltre nello Stato del Mexico. Per quest’ultima regione ho creduto op- portuno aggiungere alcune poche specie pervenutemi anni ad- dietro dalla cortesia dell’Egregio Dr. Emilio Bonansea. Le galle illustrate nel presente lavoro sono in buona parte nuove, nè ciò deve recar meraviglia qualora si pensi che la ce- cidologia nord-americana, riguardante cioè un territorio esteso quasi due volte l'Europa, non conta sin qui che poco più di 1500 specie, mentre quelle europee non sono meno di 5000! E l’ambiente climatico e biologico del Nord America, specialmente nei territori più meridionali, sì dimostra tra i più favoriti per un largo e co- hat , hei de A i — 101 — pioso sviluppo del fenomeno cecidogenetico. Si aggiunga poi che la pianta gallifera per eccellenza, la Quercia, la quale in Europa, pur essendo rappresentata da sole dieci specie principali, conta non meno di 800 specie di galle, nell'America essa è rappresentata da un numero circa quadruplo di specie! E la flora forestale dell'America del Nord non è solo ricca di Querce, ma anche di moltissime altre specie legnose le quali devono essere indubbia- mente assai produttive di galle, come accade in Europa, Asia, Africa, in una parola in tutte le zone forestali della superficie terrestre. Ho creduto opportuno di raggruppare le galle qui illustrate a seconda dei territori nei quali furono raccolte. L’indetermina- tezza, non generica ma solo specifica di taluni substrati, viene ri- parata, per il genere Quercus, da qualche cenno descrittivo o dalla riproduzione fotografica di talune delle foglie appartenenti alle Querce che mi si sono dimostrate più riccamente gallifere. STATO DI OREGON Quercus (1). 1. Amphibolips quereus-inanis (O. S.). Galle fogliari sferoidali, vesicolose, a pareti sottilissime, ester- namente glabre, giallognole o rossastre, regolarmente macchiet- tate di rosso-bruno. Nucleo centrale, contenente la cella larvale, congiunto alla faccia interna delle pareti mediante sottile fibre radianti di tenue tessuto fibro-vascolare. Galle assai caratteristi- che, paragonabili a piccole palle di celluloide ; costituiscono, as- sieme a quelle di altre specie congeneri, un tipo morfologico e strutturale che non ha riscontro in alcun’ altra galla quercina di Europa ed Asia. Ricordano le galle descritte per il Messico al n. 79. Albany (n. 22). (1) Specie a grandi foglie, profondamente lobate ed a lobi subottusi, col- l’ipofillo sparsamente provvisto di peli stellati. — 102 — 2.9? Andricus n. sp. (Fig. 1). Any Bags Andricus (? n. sp.); a, galla intera, b, galla sezionata, con la galletta interna; tutto leggermente ingrandito. Galle dei ramoscelli, per lo più solitarie, nascenti però da una gemma. Sono subglobose, all’ estremità subarrotondate od apicolate, nella parte basilare più o meno profonda- mente incavate intorno alla loro in- serzione e perciò più o meno ab- braccianti il ramoscello. La loro su- perficie, di un colorito pallido-ocra- ceo, possiede qua e là qualche piccola cresta o mucrone ed è tutta rive- stita di un tomento grigio. Hanno un diam. di 12-15 mm. Le loro pareti legnose, grosse 2-3 mm., limitano una ampia cavità contenente nella parte basilare la galletta interna, a pareti sottilissime, lunga circa 5 mm. Sono molto affini alle galle eu- ropee dell’Aphelonyx cerricola. Le galle americane più prossime sono quelle dell’Andricus quercus-omnivorus (Ash.). Albany (n. 77), mese di agosto. 3. Cynipide (Fig. 2). Galle dei ramoscelli, sferoidali, sub- legnose, 7-9 mm. di diam., in basso atte- nuate in brevissimo peduncolo, solitarie o per lo più approssimate in vario nume- ro sul ramoscello. Sono liscie, allo stato giovanile forse glutinose ed il loro co- lore, quando sono secche, è simile a quello del ramoscello. Le loro pareti spesse limitano una camera larvale di circa 4 mm. di diam. Ricordano un poco le galle europee di Cynips conglomerata e sono affini alle galle americane di Callirhytis quer- cus-agrifoliae (Bass.). Albany (n. 57), mese di agosto. Das 2 vie Fig. 2. a Cynipide: a, galla intera, è, galla i sezionata; ingr. circa X 2, | an Dusch dr, 2 — 103 — 4, Cynipide. Ipertrofie dei ramoscelli di dimensioni variabili, multilocu- lari, con celle larvali distinte, circa 3 mm. lunghe Ricordano le galle europee di Newrolerus macropterus. (6 fr. nn. 30, 34, 47, 51). Albany (n. 25), mese di agosto. STATO DI WASHINGTON Rosa sp. 5. ? Rhodites dichlocerus (Harr.). Ipertrofia dei ramoscelli globuloso-fusoidea, lunga 15 mm. larga 9, legnosa, probabilmente pluriloculare ma con cavità lar- vali indistinte. Superficie liscia, rossastra. Tacoma, esemplare unico (n. 73); mese di agosto. 6. Rhodites bicolor (Harr.) var. minor n. var. Galle ordinariamente fogliari ed epifille, sferoidali, distinta- mente ed uniformemente aculeolate, del diam. di 5-8 mm. com- presi gli aculei. Sono inseparabili dalla lamina alla quale aderi- scono con una base larga 2-3 mm. Sono glabre, giallognole, sfu- mate di rosso, sublegnose, uniloculari, per lo più aggregate in vario numero su ogni fogliolina, talora anzi l’intera foglia è im- piegata nello sviluppo di numerose galle le quali perciò in que- sto caso aderiscono al ramoscello. Differiscono dalle tipiche galle di Rh. bicolor per le loro dimensioni un po’ più piccole. Tacoma, mese di agosto (nn. 12, 13). 7. Rhodites Silvestrii n. sp. (Fig. 3). Piccole galle fogliari di circa 3-5 mm. di diam. per lo più epifille, globulose o suburceolate, uni- loculari, verdi o rossastre, glabre, saldate alla lamina ed appariscenti dal lato opposto in forma di piccola protuberanza mammellonare rossastra Fig. 3. del diam. di circa 1-2 mm. Rhodites Silvestri n. sp.; La loro superficie è longitudi- rn nalmente rugolosa od anche qua e là provvista di qualche lieve tubercolo irregolare. L’ estremità so = libera è subtroncata e provvista di una caratteristica espansione laminare, discoidale, a margine per lo più irregolarmente. inciso. Galle distinta da tutte le altre di Rhodites sin qui descritte. La più prossima specie sarebbe data da Rhodiles gracilis Ashm. Tacoma, (n. 70); mese di agosto. 8.? Rhodites n. sp. (Fig. 4). Galla fogliare epifilla nascente dalla costa, uniloculare, glo- bulosa, di circa 5 mm. di diam., simile a quella di Rhodites po- litus Ash., dalla quale però distinguesi per essere sormontata, nel terzo superiore, da sottili appendici flessuose, lunghe 2-3 mm. a lor volta pubescenti. Per tale carat- tere s’accosterebbero un po’ alle galle del Rh. tumidus Bass. le quali sono invece Fig. 4. pluriloculari e di più notevoli dimensioni. Rhodites (? n. sp.); una galla Anche questa parmi galla assai diversa isolata ed ingr. circa 2 volte. da quelle sin qui descritte. Tacoma, un solo esemplare (n. 73); mese di agosto. 9. Rhodites. Asse dei germogli terminali o laterali fortemente ipertrofiz- zato, assieme alle corrispondenti lamine, trasformato in una galla subvesicolosa, subglobosa o subfusoidea, lunga 5-15 mm. larga 4-7 mm., provvista nell’interno di ampie cavità irregolari. La su- perficie della galla è glabra, qua e là provvista di qualche mi- nuta appendice o cresta fogliacea, cosichè nell'insieme si mostra all'apice più o meno distintamente acuminata. Sarebbe affine alle galle di Rh. fusiformans Ashm. e vernus O. S. Tacoma (n. 73); mese di agosto. Salix (1). 10. Pontania sp. Galle fogliari vesicolose, uniloculari, subglobose di 7-10 mm. di diam., attraversanti il lembo fogliare da ambo i lati ma d’ordi- (1) Specie a foglie subellittiche, glabre, lunghe 2-3 cm. | | 3 yar — 105 — nario maggiormente prominenti sull’ una parte (ipofillo) che sul- l’altra. Sono glabre, rossicce, d’ordinaric situate alla base della lamina, presso il picciolo, ed appaiate, cioè situate parallelamente, luna di fronte all’altra, sulle due meta della foglia. Sono simili a quelle qui descritte ai nn. 54-55. Per il modo come sono collocate, ma non per la loro forma, ricordano le galle europee di Pontania femoralis. Tacoma, (n. 66); mese di agosto. 11? Tenthredinide, [pertrofie de’ rami, unilaterali, lunghe 10-12 mm., solitarie o , oD talora confluenti, percorse da uno stretto canale longitudinale il uale si apre ad una delle estremita della galla. q S Tacoma, (n. 19); mese di agosto. CALIFORNIA Quercus (1). a. galle fogliari 12. ? Disholeaspis sp. Galle sferoidali, di 15-20 mm. di diametro, leggerissime, prov- viste di pareti molto sottili e di una piccola camera larvale cen- trale congiunta alla faccia interna delle pareti da fibrille radianti di tessuto fibro-vascolare. Superficie della galla glabra, lucida, di colore rossiccio. Affine alle galle di Disholcaspis brevipennata (Gill.) e maculipennis (Gill.). Los Angeles (n. 68), Yosemite (n. 47). 13. ? Andricus pseudo-callidoma n. sp (Fig. 5). Galle fogliari ipofille, inserite sulle nervature secondarie Sono fusoidee, alla base sostenute da un breve e sottile peduncolo ci- lindrico; sono lunghe, compreso il peduncolo, 8-10 mm., quest’ul- (1) Specie a foglie lunghe 4-6 cm., subcoriacee, biancastre al di sotto, con margine intero o più o meno dentato-spinoso; da ascriversi al cielo di Quercus virginiana Mill. = Q. virens Ait. 00 — timo lungo 2 mm. Il corpo della galla, contenente una camera larvale abbastanza ampia limitata da sottili pareti, ha un massimo diametro di circa 1.5 mm. ed una leggera strozzatura, a circa i *;, inf. lo separa da una porzione ancora più angusta di poco più di 1 mm. La loro superficie, di un colorito rossiccio-bruno, è liscia o solo prov- vista di qualche minuto pelo stellato. Fig. 5. Ricordano le galle europee di Andricus Galla di ? Andrieus callidoma, e quelle americane di Andricus gr "i quercus-fusiformis (0. S.), Amphibolps coelebs (0. S.), ed Andricus longepedunculatus n. sp. (cfr. n.....) diverse però, dalle une e dalle altre, per le sue piccole di- mensioni e per vari dettagli della sua forma California, ? loco (n. 37). 14.? Acraspis n. sp. (Tav..I, fig. 16, 19, 20). Galle fogliari ipofille, solitarie o per lo più concrescenti, sal- damente inserite sulla costa, meno di frequente sul picciolo, sfe- roidali, 4-10 mm. di diam., rivestite di una fitta e lunga lanugine costituita di peli bianco-fulvi, semplici, unicellulari. Tali peli na- scono da un tessuto corticale il quale, nelle galle mature e secche, può facilmente staccarsi dal resto della galla a guisa di una buccia. La parte interna della galla è invece legnosa e pluriloculare e le logge sono subperiferiche. Ciò naturalmente nelle galle con- crescenti, le galle di più piccole dimensioni, solitarie, sono invece probabilmente uniloculari. Le galle più affini sono quelle di Acraspis villosa Gill. ed A. lanaeglobuli Ash., le prime però costantemente uniloculari ed a superficie screpolata, le altre provviste di galla interna e facil- mente staccabili dalla lamina. Mte. Lowe (n. 24, n.? 37, n. 40). Yosemite (n. 46, n. 49). 15. ? Andricus patelloides n. sp. (Fig. 6). Galle fogliari ipofille inserite sulle nervature. Sono solitarie e di forma subturbinata, cioè in forma di un largo cono rovescio, a pareti laterali incavate verso l’inserzione, superiormente spia- — 107 — nate o per lo più leggermente depresse (Fig. 6 a), specialmente sul mezzo. Hanno un diametro di 10-13 mm. ed un’altezza di 6-7 mm. Sono glaberrime, lisce, e la loro superficie, per il colore e la lucentezza, ricorda quella di un osso vecchio e levigato Le loro pareti, sottili e fragili, ma al tempo stesso dure, li- mitano nell’ interno un tessuto submidollare, il cui centro è oc- cupato dalla camera larvale di circa 2 mm. di diam., la quale viene a tro- varsi perciò immediatamente al di sotto della depressione superiore (Fig. 6 0); \ perciò il foro di uscita suole trovarsi Fig. 6; in corrispondenza del centro superiore. 2 Andricus patelloides n. sp. Al disotto della camera larvale trovasi b, camera larvale; ingr.X.2:5 un’altra piccola cavità c sovrastante il punto d’inserzione sulla lamina. Ricor- dano un po’, per la forma generale e la levigatezza della loro su- perficie, le galle europee di Cyn7p Stefanii. Affine alle galle ame- ricane di Diplolepis discus Bass. e Andricus parinula Bass. Sulle stesse foglie si riscontrano anche delle galle di egual forma ma più piccole, di 4-6 mm di diam., certo da attribuirsi alla stessa specie di cecidozoo. Però, oltre a queste, ve ne hanno delle altre ancora più piccole e depresse, di 3-4 mm. di diam. e di forma lenticolare, cioè piano-convesse e che ricordano, per la forma soltanto, le galle europee del Neuroterus lenticularis. Sic- come però posseggono eguale colore e lucentezza della prece- denti, così non so se debba trattarsi di galle arrestate nel loro sviluppo oppure appartenenti a specie distinta. Fatto analogo aveva riscontrato il Bassett a proposito delle due galle su citate. Mte. Lowe (n. 24). Yosemite (n. 46). 16. ? Trigonaspis vaccinioides n. sp. (Fig. 7). Galle fogliari ipofille, solitarie, nascenti dalla costa o dalle nervature secondarie, subcilindriche, alte sino a 7 mm. e 5 mm larghe, troncate all’ apice e quivi provviste di una cavità abba- stanza profonda, limitata dalle pareti laterali rialzate e più o meno conniventi. Sono subcoriacee, liscie, giallo-rossastre, uniloculari, e la camera larvale, di circa 2 mm. di diam., occupa la parte cen- trale della galla ed è in immediato contatto con il fondo dell’inse- los natura a scodella della parte superiore. Al di sotto della camera larvale vi & del pari un’ altra cavitä, sub- | cilindrica, che arriva sino all’inserzione a Sn \ della galla. Il | Molto affine alle galle di Tiigonaspis | i as i] vaccinii (Ashm.), salvo che queste, almeno i elite a) dalle descrizioni e figure a me note (1), Xe SE) sono brevemente picciolate, un po’ stroz- >» — e zate nella parte superiore, percui posseg- Fig. 7. gono una forma più distintamente urceolata, ? Trigonaspis vaccinioides inoltre riunite in numero notevole lungo n. sp.; db, camera larvale; in- grandim. X 3,5. la costa. Yosemite (n. 46). 17. Diplolepis sp. Galla ipofilla sferoidale, subcoriacea, rossiccia, uniloculare, glabra, di 4 mm. di diam., uscente dalla costa attraverso una stretta fenditura. Camera larvale centrale congiunta alle pareti da fibrille radianti. Affine alle galle di Diplolepis emoryi (Ashm.) e D. simillima (D. T.) Yosemite (n. 46). 18. Neuroterus n. sp. Pustole fogliari subellittiche, lunghe 2-2,5 mm., appariscenti sulle due pagine, molto simili a quelle europee prodotte dall’ An- dricus coriaceus. Affini alle galle americane di Neuroterus per- minimus Bass. Los Angeles (n. 68). Mte. Lowe (n. 61). 19. ? Diplosis Silvestrii n. sp. (Fig. 8). Galle fogliari marginali, solitarie o talora abbinate, costituite da una insaccatura ipofilla a pareti fortemente ipertrofizzate. (1) Beutenmiiller, Bull. Amer Mus. Nat. Hist. XXVI, 1909, p. 255, tav. XLII fig. 6. Bere | Ä ì ; { 1 ti ttt en nel + eat a Bd ww, Ls, lol. Sk % t Y Ra Cc Meetic sis nia e — 109 — Si apre sull’ epifillo a mezzo di una stretta fenditura margi- nale lunga quanto la galla, cioè al massimo 5-8 mm. Ricordano un poco le galle europee delle Dryomyia della Quercus Ilex, o delle Clinodiplosis della Quercus Robur. Yosemite (n. 69). 20. Eriophyes. Erinei ipofilli in cespugli tondeggianti di un colorito ferrugineo-bruno, situati in depressioni della lamina più o meno pronun- 7 ciate. 1 9 ırrY Yosemite (n. 37, n. 49, n. 52). I I Fig. 8. Diplosis Silvestrii n. sp.: 5 A a, galla, ingr. circa X 2; in b. galle delle gemme. basso, una di queste galle se- zionata trasv. e rappresen- One ? Disholeaspis Sp. (Fig. dr tata a maggiore ingrandim. Galle per lo piü solitarie, sublegnose, glabre, brune, a su- perficie sublucente. Risultano formate di due distinte parti: una parte basilare, subeilin- drica o subconica, alta 3-4 mm. aderente al ramoscello, una parte terminale che sor- monta la prima, più espansa, di forma sub- conico-piramidata, bruscamente ristretta ed acuminata all’apice, larga 8-12 mm. alta 10-12 mm. La galletta interna è situata nella por- zione basilare, in corrispondenza della stroz- zatura che limita le due parti su descritte. Assai affini alle galle di Disholcaspis Bassetti (Gill). Differirebbero, stando alle de- scrizioni a me note, per la distinta con- formazione della porzione basilare e per essere d’ ordinario solitarie. Tanto queste, quanto quelle genuine di Dish. Bassetti, ri- cordano le galle europee di Cynips mitrata, Fig. 9. ? Disholcaspis SP.; galeata etc. leggermente ingrandite. Yosemite (n. 52). — 110 — 22.? Disholeaspis mamma (Walsh.) Galle subglobose, del diam. di 10-13 millimetri sublegnose, almeno nei tessuti più esterni, bruscamente ristrette nella parte superiore in un mucrone cilindraceo più o meno lungo. Sono glabre, di un colorito verde-rossiccio, a superficie ineguale, più 0 meno distintamente rugolosa. Le loro pareti massiccie circondano la camera larvale formante una distinta galletta interna subellit- tica, lunga circa 3-4 mm. Queste galle sono solitarie o talora an- che riunite in numero variabile, specialmente nelle parte termi- nale del ramo. Mte. Lowe (n. 23). 23.? Callirhytis Bakeri Kieffer (Tav. I, fig. 18) Galla assai affine alla precedente dalle quale sopratutto se ne distingue per le dimensioni un po’ più piccole, per la forma leggermente affusolata, non sferoidale, il colorito più chiaro ver- de-giallastro, la consistenza più legnosa, il lungo mucrone cilin- drico solcato, la camera larvale più piccola, non distintamente limitata da proprie pareti. Affine anche ad Andricus quercus- macrocarpae (Karsch). Yosemite (n. 26 e n. 52), 25 sett. 1908. 24. Cynipide. Galla ellissoidea-subcitriforme, lunga 17 mm. larga 10 mm., leggermente attenuata verso la sua inserzione, all’apice arroton- data e sormontata da un brevissimo mucrone ottuso, lungo 1,5 mm. È dura, legnosa, di colore grigio-verdognolo, la sua superficie è liscia, glabra, lucidetta, provvista di qualche tenue solco longi- tudinale appena sensibile. E° uniloculare con camera larvale cen- trale, distinta, circondata da un parenchima fondamentale uni- forme, però meno compatto del tessuto corticale esterno. Per il colore, la forma e la levigatezza appare come ben diversa dalle due precedenti ed è piuttosto affine a quella descritta al n. 38. Un solo esemplare, Yosemite (n. 26). 25. ? Callirhytis Rossi Kieff. Corrisponderebbero assai bene alle galle di questo Cinipide; ne differiscono solo per il mucrone superiore, minuto, appena distin- — 141 — guibile e per la superficie un po’ meno ineguale. Posseggono una certa affinità anche con le galle descritte al n. 31. Sierra Madre, presso Los Angeles (n_ 1). 26. ? Callirhytis sp. Assai affini alle precedenti, dalle quale si differenziano uni- camente per la maggiore sfericità, cioè per essere, nella parte opposta alla loro inserzione, arrotondate e non un poco depresse, e per la superficie che un è po’ più liscia e manca di qualsiasi prominenza. Sierra Madre presso Los Angeles (n. 1). 27.? Andricus quercus-californicus (Bass.). Galle assai irregolari per forma e dimensione; sono subglo- bose o talora anche subreniformi spesso confluenti e lunghe sino a 12-13 cm. per 5 cm. di larghezza. Sono inserite lateralmente al ramo e pare abbiano origine da una gemma. Il loro colore è bian- co-gialliccio più o meno bruno; nella parte centrale vi è una massa legnosa, entro la quale stanno le celle larvali lunghe 5-6 mm., limitata da un parenchima fondamentale spugnoso-compatto e di una consistenza assai caratteristica, per cui è friabile e ricorda anche per il colore del vecchio pane biscottato. Grant (n. 79). 28. Cecidomyidae. Galla gemmiforme di 8-15 mm. di diam., di forma subglo- bosa o subconica, situata lateralmente al ramoscello. È costituita da tante squame subfulve, embriciate, fittamente pubescenti, subcordate, attenuate all’apice in un mucrone più 0 meno allungato. Non ne conosco la struttura interna avendo avuto a mia disposizione un solo esemplare. Ricordano le galle europee di Andricus foecundator. o meglio quelle di Contarinia Cocciferae Tav. Yosemite (n. 75), sett. 1908. Mte. Lowe (n. 62), sett. 1908. c. galle dei rami 29.? Disholcaspis sp. (Tav. I, fig. 17, 21). Galle subreniformi distintamente unilaterali, fuoruscenti at- traverso fenditure della corteccia, di dimensioni variabili, talora — 112 — confluenti e lunghe sino a 3 cm. ed alte 2 cm. Sono dure, sub- legnose, multiloculari, con logge larvali distinte, lunghe circa 2-3 mm. La loro superficie è liscia, glabra, sublucida, di un colorito giallognolo o giallo- bruno. Sono molto simili alle galle di Disho/caspis truckeensis Ashm. Mte. Lowe (n. 7). 30. Cynipide. Ipertrofie dei rami, irregolari, subglobose o subfusoidee, le- gnose, multiloculari, con una superficie, per colore ed aspetto, si- mile a quella della porzione normale del ramo. Sono lunghe 24 cm. e grosse 12-20 mm. Forse da identificarsi con Callirhytis polythyra Kieff (cfr. nn. 4, 34, 47, 51). Sierra Madre presso Los Angeles (n. 17, n. 31, n. 43). Ouercus (|). a. galle delle gemme 31. Cynipide n. sp. (Tav. I, fig. 5-6). Galle sferoidali, sino a 3 cm. di diam., a superficie glabra, mucronulata ; sono dapprima verdastre, quindi giallognole, infine brune. I loro tessuti sono poco resistenti, specialmente verso la periferia, mentre la parte centrale è occupata da tessuto suble- gnoso limitante varie logge larvali regolarmente agglomerate, el- littiche, lunghe 4-5 mm., connesse al sistema vascolare della galla, che è ricco di fibre lignificate, convergenti all’inserzione di que- . sta nel fusto. Queste galle, d’ordinario solitarie, pare si sviluppino escluvamente sui ramoscelli giovani, che leggermente abbracciano con la loro base. Ricordano le galle europee dell’Andricus Seckendorffi: sono affini ma diverse dalle galle americane di Callirhytis quercus-cor- nigera (0. S.) e così da quelle di Call. Rossi (cfr. n. 25). Portal (n. 3). Los Angeles (n. 31). x (1) E una specie a foglie coriacee, più o meno dentato-spinose, lunghe 5-6 em., minutamente pubescenti di sotto. Affine a Quercus virginiana. i 1 | 2 — 113 — 32. Andricus sp. Gemma fortemente ingrossate, alta 10-12 mm. con una mas- sima larghezza di 7-8 mm., rivestita esternamente di numerose squamette rossiccie, non molto diverse dalle normali, solo un poco più allungate, fortemente embriciate, cosicchè nella parte superiore rimangono densamente appressate nè si allargano come in altre galle consimili. L'asse della gemma, in corrispondenza dell’apice vegetativo, è trasformato in una galletta legnosa di 2-3 mm. di diam., poco distinta ed inseparabile, uniloculare. Pare diversa dalle due galle più prossime dell’ Andricus cel- lularius Gill. e Callirhytis frequens Gill. Un solo esemplare a Portal (n. 3). 33. Cynipide n. sp. Galle subgloboso-ellittiche, all’apice submucronate, 10 14 mm. lunghe 6-9 mm. larghe, legnose, a superficie glabrescente ma più o meno ruvida e rugosetta. Sono di un colorito grigio-rossiccio e le loro pareti legnose limitano la camera larvale circa 3 mm. lunga 2 mm. larga. L’ ostiolo si apre d’ ordinario alla base della galla, cioè in prossimità della sua inserzione, ove persistono le piccole squame immutate della gemma dalla quale hanno avuto origine. Mte. Lowe (n. 72). b. galle dei rami 34. ? Callirhytis sp. Forti ipertrofie rameali, irregolari, pluriloculari, legnose, lun- ghe sino a 10 cm larghe sino a 2,5 cm., mentre il ramo che le porta può avere un diametro di non più di 4-6 mm. Ricordano le galle europee di Neuroterus macropterus e sono simili alle galle già quì descritte ai nn. 4, 30, 47, 51.Paiono affini alle galle americane di Callirhytis quercus-punctata (Bass.). Los Angeles (n. 80). 35. ? Andricus sp. Ipertrofia dell’ asse di un germoglio, subglobosa, per cui ne risulta una galla che ricorda quelle europee dell’Andricus pseudo - 8 — 114 — inflator, salvo la struttura interna, che in queste galle americane mi è ignota avendo avuto sott'occhio un unico esemplare. Yosemite (n. 75 . Ouercus (1). galle delle foglie 36. Cynipide. Forte ispessimento della lamina in prossimita del picciolo; ne deriva una galla subglobosa, di 4-5 mm. di diam, sporgente sulle due pagine, ma specialmente dal lato inferiore. È sublegnosa, plu- riloculare, rossiccio-bruna e ricorda le galle europee del Plagiotro- chus Lichtensteini. loco? (n. 37). Ouercus (2). 37. Cynipide. Piccole galle ellittico-sferoidali, uniloculari, uscenti dalla co- sta fogliare attraverso una piccola fenditura Sono sublegnose, a pareti sottili ed a superficie glabra, lucida, rossiccia. Ricordano un poco le galle europee di Andricus ostreus. Portal (n. 64). Quercus (3). galle delle gemme 38. Cynipide (Tav. I, fig. 22-23). Galle ellissoidali, citriformi, alte 10-15 mm. larghe 7-10 mm,, con l’apice più o meno bruscamente e distintamente attenuato in una breve appendice mucroniforme. Sono liscie, glabre, di colorito verdastro, col tempo gialliccio e finalmente bruno. Sono unilocu- (1) Specie a foglie piccole, profondamente ed acutamente dentato-spinose, minutamente pubescenti di sotto. È pure del ciclo di Q. virginiana. (2) Specie a foglie piccole, verdi, glabre a margine debolmente dentato, a denti distintamente mucronati. (3) Specie a piccole foglie coriacee, dentato-spinose, larghe 15-20 mm. (cfr. tav. I, fig. 22, 24). Questa pure é del ciclo di Q. virginiana. cette atte htt a ee ee N 0 “i — 115 — lari, provviste di una cella larvale ellissoide, disposta in direzione del maggior asse della galla, lunga circa 4-4,5 mm. larga 1,5-2, provvista di distinte pareti a lor volta limitate dal tessuto fon- damentale compatto ma non legnoso. Sono solitarie o ravvicinate in numero di 2-4 all’estremità dei ramoscelli. Mte. Lowe (n. 65). Yosemite (n. 46, n. 75). 39. ? Callirhytis flocculenta n. sp. (Fig. 10, e Tav. I, fig.24-25) Galle per la loro forma generale simili alle precedenti. Ne differiscono per le minori dimensioni (8-10 mm per 5-7 mm) per essere di forma meno regolare, anzi assimmetriche ed un po’ incur- vate, non mucronate, alla base ristrette in un breve stipite subcilin- drico ai lati del quale s’ apre ordinariamente l’ostiolo. Ne differisco- Fig. 10. no sopratutto per essere Galle di ? Callirhytis flocculenta n. sp. prive del loro rivestite di una abbon- invoglio lanoso; ingr. x 2,5; in c, una galla sezionata e longitudinalmente. dante produzione coto- nosa, costituita di lun- ghi peli semplici, plurisettati, bianco-tulvi, i quali però sembra si stacchino assai facilmente col maturarsi della galla. Pareti le- gnose compatte, limitanti una angusta camera larvale piuttosto allungata Affini alle galle di Callirhytis eriophora K., dalle quali differiscono per la forma, le dimensioni e la consistenza. Mte. Lowe (n. 2). Ouercus ? obtusiloba Michx. a. galle delle foglie. 40. ? Disholcaspis Douglasii (Ash.) (Tav. I, fig. 13-14). Galle fogliari ipofille, fissate alle nervature secondarie me- diante un distinto peduncoletto cilindrico, lungo 2-5 mm. largo 1,5-2 mm., il quale si allarga superiormente nel corpo gallare, che è sor- montato da circa 10-15 appendici divergenti, subconico-allungate, lunghe 3-4 mm, solcate per il lungo, leggermente assottigliate verso — 116 — l’apice. Perciò la galla nel suo complesso possiede un massimo diametro di 10-12 mm. La superficie di queste galle è glabra, di un colorito roseo opaco, pruinoso, assai carat- NZ teristico. Il corpo gallare e cosi il penduncolo ) JL wy sono occupati da una cavità allungata, la camera Gia larvale, limitata da un tessuto bianchiccio fibril- \ di loso. Assai affine alle galle di Holcaspis Dou- if glasit Ash. (secondo Beutenmiller, non rig. 11. secondo Dalla Torre-Kieffer) ma ne ? Disholeaspis Douglasö differisce per possedere una base distintamente een attenuata, una superficie leggermente solcata. Portal (n. ? 6, n. 44, n. 59). 41. Andricus sp. Galle epifille nascenti attraverso una fenditura della costa, ordinariamente nei due terzi inferiori. Sono subellittiche o sub- cilindriche, lunghe circa 3 mm., a pareti sottili ma resistenti, ri- vestite esteriormente da una fitta e lunga pubescenza gialliccia, quindi fulva e dello stesso colore della galla. Sono d’ ordinario strettamente riunite, in numero di 2-3, e fortemente appressate alla costa. Affine alle galle di Andricus infuscatus Ash., dalle quali differirebbe per la forma non globosa e per una maggiore consistenza dei suoi tessuti. Portal (n. 44). Grant (n. 45). b. galle delle gemme ? 42. Disholeaspis eldoradensis (Beuten- müller, Bull. Amer. Mus. Nat. Hist. v. XX VI, 1909, p. 38, pl. IX fig. 6-7 (galla)). (Fig. 12, Caan el tei); Aderiscono fortemente ai rami, fuorie- scono attraverso fenditure della corteccia e air x 4 are Disholcaspis eldoradensis perciò sembrerebbero di origine endogena. (Geut.); una galla sezionata Sono di forma obconica con l’estremità libera 10n8.; ingr. >< 3 circa; a, ca- b d a 1 aa a mera larvale; b, tessuto fon- subconvessa ed un po’ prominente all’intorno: aamentale legnoso; e, tes- hanno un massimo diametro di 69 mm. ed sSuto corticale. un’altezza di 4-6 mm. Sono fortemente le- gnose, uniloculari, glabre, lateralmente di un colorito bianchiccio- Fig. 12. i — 117 — giallastro e con la superficie longitudinalmente solcata; nella parte superiore, cupuliforme, sono ruvido-rugulose e di un colorito bru- no-rossiccio simile ma un po’ più oscuro di quello della corteccia del ramoscello. Portal (n. 44). Ouercus (|). a. galle delle foglie 43. Cynipide. Galle ipofille nascenti dalla costa ordinariamente nei due terzi inferiori. Sone piriformi a rovescio, cioè con la parte ristretta in- serita alla costa, rossiccio-brune, leggermente rugose e rivestite, sotto la lente, di una minuta pubescenza biancastra. Sono alte 5-8 mm. ed ordinariamente agglomerate in vario numero sulla costa, perciò più o meno schiacciate lateralmente per la mutua pres- sione. Hanno una consistenza sublegnosa e sono provviste di una sola piccola loggia centrale e di qualche altra periferica (? com- mensali). Affine alle galle di Cynips caduca Pack. ed Andricus piperoides Bass. Portal (n. 44, n. 59). 44. Andricus pistillaris n. sp. (Fig. 13). Galla ipofilla, inserita sulla costa, assai caratteristica. Ha quasi la forma di un brevissimo chiodo o meglio di un pestello poco più lungo che largo, con parte assottigliata assai bre- ve ma che si allarga rego- larmente al disopra in una testa ottusa, un po’ depressa nel centro, con margine spesso sporgente a guisa di orlo e la superficie ra- dialmente striata. Il colo- Fig. 18. rito di queste galle è rosso- Andricus pistillaris n. sp.; ingr. X 6 circa, B, galla "vinoso Gon una macchia sezionata long.; c, cavità generale; d, camera larvale. pallida nella porzione supe- riore depressa. Massima altezza 6 mm., massima larghezza 4,5 mm. (1) Specie a foglie piuttosto piecole, brevemente picciolate, lunghe 4-6 cm., subcoriacee, a lobi poco profondi mucronulati, tomentose di sotto. — 118 — Nell’interno sono cave e la camera larvale, limitata da pareti pro- prie ma assai sottili, è disposta trasversalmente nella porzione superiore espansa (Fig. 153 d). — Faccio seguire la descrizione del- l’ insetto: O Rosso-bruno; antenne di 14 art., pelose, verso l'apice più scure: 1? art. clavato, robusto, 2 art. piu lingo der Tutti, "gu altri insensibilmente decrescenti; zampe, testa, specialmente all’innanzi, torace, ad eccezione di un breve spazio delle imeso- pleure, e base del 2 anello addominale più o meno pubescenti; addome nitido, rosso-bruno, più oscuro superiormente; anelli, a cominciare dal 3° punteggiati: spinula ventrale lunga circa 4 volte la propria larghezza, pubescente; fossette dello scutello rossastre, nitide; mesonoto minutamente ruguloso, solchi poco di- stinti, percorrenti; unghia tarsale bifida; ali trasparenti lunga- mente ciliate ai margini. Statura 2.5:3 mm. Asti (n. 58). Portal (n. 59). 45. Cynipide. Galla ipofilla inserita sulla costa, sferoidale, di 8 mm. di diam. E legnosa, (?) uniloculare, a superficie glabra, grigia, provvista di minute verruche cineree, sotto la lente puntiformi e concrescenti. Un solo esemplare; Portal (n. 44). 46. Eriophyes (Fig. 14). Erinei ipofilli, talora marginali, situati in profonde insaccature della la- mina, sporgenti perciò notevolmente sull’epifillo, quivi provviste di distinte gibbosità rivestite da peli simili a quelli Fig. 14. che costituiscono l’erineo ipofillo. Eriophyes sp.; sezione long. se- mischematica; ingr. X 2,5 circa. Portal (n. 44, n. 59). o sit nti ee ee —— ee — 119 — b. galle dei rami 47. Cynipide. Forti ipertrofie rameali, per lo più subfusoidee, lunghe 1,5-5 cm. per 1-2 cm. di diametro, fortemente legnose e multiloculari. Ricordano le galle europee di Neuroterus macroplerus e quelle qui già segnalate ai nn. 4, 30, 34, 51. Portal n. 16. Quercus (Il). galle delle foglie 48. Cynipide (Tav. I, fig. 9). Galle ipofille, agglomerate sulla costa o sulle nervature se- condarie : costituiscono nel loro insieme una massa emisferico- depressa di 5-15 mm. di diametro. Ogni singola galla è di forma subpiramidata, con base larga 3-4 mm. ed una massima altezza di 4-5 mm. ed è inserita, con il suo vertice leggermente attenuato in peduncoletto, sulla nervatura. Il suo colore è grigio-mattone, la sua superficie, ineguale, è rivestita di un tenue tomento costi- tuito da minutissimi peli fascicolato-stellati. Le pareti sono di consistenza sublegnosa e limitano una camera larvale abbastanza ampia. Grant (n. 41, n. 45). 49.? Neuroterus perpusillus n. sp. (Fig. 15). Piccolissime galle ipofille, subellissoidi, sparse sulla lamina fogliare e quivi adagiate su uno dei lati. Sono lunghe al massimo 1 mm., di un colorito giallognolo, sotto la lente minutamenfe pubescenti, e nella parte superiore provviste di un minutissimo (1) Specie a foglie di grandi dimensioni, attenuate alla base, profonda- mente lobate, tomentose di sotto, con odore aromatico penetrante (tav. I, fig. 9). Quercus (? alba). | — 120 — dischetto orlato di peli; sono uniloculari, a pareti sottilissime, inserite sul parenchima a mezzo della loro base, leggermente depressa, provvista di un brevissimo mammel: lone che si incunea entro una minutissima de- pressione circolare della lamina. Sul lato opposto della foglia, in corrispondenza delle galle, si nota una macchia discoidale, gialliccia, di circa 1-2 mm. di diametro. Fig. 15. Difteriscono dalle galle di N. exiguissimus ? Neuroterus perpu- Bass. per mancare di un fitto e lungo rivesti- ns Snasiler. IT mente tpelt. = SII art, Grant (n. 45). 50.? Neuroterus sp. Altra piccolissima galla epi-od ipofilla, subdiscoidale, di 1,5 2,9 mm. di diametro, adagiata sul parenchima, glabrescente, giallo- rossastra, coi margini rilevati all’insu a guisa di una piccolissima Peziza. Sembra affine alle galle del N. umbilicatus Bass. Grant (n. 45). Ouercus (7 rubra L., s. 1). galle dei rami 51. Cynipide. Ipertrofie subfusoidee dei ramoscelli, lunghe 3 cm. e del dia- metro di 10-12 mm. Sono legnose, multiloculari. Ricordano le ipertrofie segnalate ai nn. 4, 30, 34, 47. Portal (n. 39). 52. ? Lepidopterocecid. Ipertrofie dei ramoscelli, subfusoidee, per lo più uniloculari ma spesso concrescenti e perciò provviste di più gallerie allun- gate (7-9 mm. circa lunghe). Portal (n. 39). me GOR = Salix (1). 53. Pontania sp. Galle fogliari sferoidali, giallo-rossastre, glabre, di 7-9 mm. di diam. sporgenti sopratutto sull’ipofillo, mentre dal lato opposto appaiono sotto forma di leggera prominenza lenticolare. Le loro pareti sottili limitano un’ampia cavità. Ricordano le galle europee di Pont. salicis le quali hanno però pareti più robuste. Shasta Springs (n. 21). 54. Pontania sp. Galle fogliari vesicolose, subreniformi, giallo-rossastre, lunghe 10-12 mm. larghe 6-9 mm., sporgenti egualmente sulle due pa- gine e per lo più appaiate in vicinanza della base fogliare. Hanno pareti sottilissime le quali circoscrivono un’ampia cavità centrale. Affine alle galle europee di Pont. vesicator. Shasta Springs (n. 21). Salix (2). 55. Pontania sp. Galle simili alle precedenti, dalle quali differiscono un poco per essere meno allungate e provviste di pareti leggermente più grosse. (Cfr. n. 10). Yosemite Vall., sett. 1908 (n. 8). Salix (3). 56. Eriophyidae. Galle sparse in gran numero sulle foglie e quasi egualmente sporgenti sulle due pagine, del diametro di 1-1,5 mm. Il loro con- torno è assai ineguale, sono cioè provviste di minuti lobi irrego- larmente solcati. Grant (n. 42). (1) Specie a grandi foglie ellittico-lanceolate, larghette, subglabre, nella pagina inferiore di colorito bianco-cinereo. (2) Specie a foglie strettamente lanceolate, a pagina inferiore biancastra, minutamente pubescente. (3) Specie a grandi foglie rigide, lanceolate, più larghe in prossimità della base, glabre, sull’ipofillo di un colorito bianco-cinereo ; ramoscelli di colore rossiccio, — 122 — Salix (1). re 57.? Cryptocampus sp. Ipertrofie unilaterali dei ramoscelli, prominenti in forma di gibbosità, lunghe 10-12 mm., spesso però confluenti e perciò più allungate ed interessanti l’intero perimetro del ramoscello. Nel- l'interno trovasi una cavità irregolare, abbastanza ampia, occu - pata da un faiso bruco di colore verdognolo. Grant (n. 14). MESSICO chamaecyparis thyoides L. 58. Ceeidomyide. Deformazione di un germoglio, trasformato in una galla gem- miforme a sezione subquadrangolare, costituita da molte foglioline deformate, assai più larghe delle normali, densamente embricate. Le parti più interne della galla sono costituite da squame strette ed allungate le quali, nel centro, limitano una angusta cavità, oc- cupata da una unica piccola larva rossastra. Sono molto simili alle galle europee prodotte dall’Oligotrophus sabinae etc. Dintorni di Mexico (S. Bonansea), gennaio 1906. 59. Micocecidio (Gymnosporangium Bonanseae). Ramoscelli provvisti di cospicue escrescenze gibbose, aggre- gate in numero variabile, distintamente unilaterali. Dintorni di Mexico (S. Bonansea), gennaio 1906. Persea gratissima Gaertn. 60. ? Coceiniglia. Galle fogliari ipofille, subeilindriche, simili a quelle da me già descritte per il Messico in altro lavoro (cfr. Marcellia, v. VIII, 1909, p:763). Jalapa (n. 56). (1) Specie a foglie strettamente lanceolate, biancastre, pubescenti-lanu- ginose in ambedue le pagine; ramoscelli di color rossatro, glabri o qua elä pubescenti. — 123 — Quercus acuminata (Michx.) Sarg. a. galle delle foglie 61. Cynipide. Galle ipofille inserite sulla costa fogliare, talora anche sul pic- ciolo; sono solitarie, uniloculari, sferoideo-depresse perciò alla base leggermente appiattite e talora anzi un po’ umbilicate. Sono dapprima di un colorito giallognolo quindi invecchiando di un colorito terroso pallido. La loro superficie è sparsa di piccolissime verruche e sotto la lente si veggono, specialmente verso la base, dei radi e lunghi peli misti ad altri più brevi, fascicolati, rossicci. Jalapa (n. 38). 62. Cynipide (Fig. 16). [a 7 | Y Galle ipofille inserite sulla costa; sono di Wr forma substellata e cioé fornite di quattro ap- 4 pendici o braccia disposte quasi in uno stesso VW piano ed irradianti da un corpo centrale, proba- 4 bilmente uniloculare, fuoruscente dalla costa. eg Sono di color bruno-rossiccio e da un estremo i 3 eed Cynipide; gallaleg- - @ll’altro misurano circa 5 mm. germente ingrandita. n Jalapa, un solo esemplare (n. 38). 63. Cynipide (Tav. I, fig. 4). Galle ipofille sferoidali, inserite sulla costa fogliare e quivi un po’ attenuate, solitarie o ravvicinate in vario numero e in questo caso lateralmente compresse. Sono glabre, rossiccie, a su- perficie rugolosa. Hanno un diametro di 5-6 mm. e le loro pareti spesse, sublegnose, resistenti, limitano una camera larvale cen- trale, del diametro di circa 2,5 mm. Jalapa (n. 38). 64.? Andricus longepedunculatus n. sp. (Tav. I, fig. 2-3). Galle per lo più epifille inserite sulla costa fogliare. Sono subgloboso-fusoidee, portate da un lungo e sottile peduncolo il quale esce attraverso ad una tenue fenditura della costa fogliare. Sono AN oo liscie, glabre, nitide, rossiccio-brune, di consistenza legnosa, e nella parte più rigonfia trovasi la cavità larvale, lunga circa 3. mm. quasi 2 mm. larga. L’intera galla può essere lunga, compreso il peduncolo, sino a 4 cm.; la parte più rigonfia misura un diam. di circa 3,5-4,5 mm. Possono trovarsi inserite in qualunque punto della costa, ma per lo più nel terzo basilare, ed ogni costa può portare anche più di una galla. Per la forma ricordano le galle americane di Andricus quer- cus-coelebs (0. S.), le quali però traggono talora origine dal ramo e posseggono inoltre nell'interno una distinta galletta congiunta alle pareti da fibrille radiante. Più affini sarebbero invece quelle di Andricus ? gallaestriatae Stebbins, ma anche queste non per- fettamente corrispondenti, perchè si originano da una gemma, perchè sono meno acuminate ed inoltre provviste di distinte ru- ghe longitudinali rossastre. Jalapa (n. 29, n. 48). 65. ? Acraspis comata n. sp. (Fig. 17, e Tav. I, fig 11-12). Galle ipofille fissate alla costa in numero variabile, talora formanti dei glomeruli di 10-20 mm. di diam.; osservate sin- golarmente hanno l’aspetto di un feltro subdiscoideo-emisferico del diam. di 6-8 mm., talora sino a 15 mm., co- stituito da un fitto intreccio di lunghi peli semplici, plurisettati, di un colo- rito assai caratteristico giallo-dorato chiaro. L'altezza di queste galle com- preso il loro indumento è di 3,5 mm. > Acraspis comata n. sp.; galla talora sino a 10 mm. Questi fitti peli sezion. long. ; ingr. X 3. rivestono una galla sferoidale suble- gnosa, fuoruscente dalla nervatura a mezzo di un brevissimo attacco, e contenente una o più camere larvali periferiche. Cfr. n. 80. Jalapa (n. 29, n. 54). Ba gaia 66.? Neuroterus sp. Sulla pagina inferiore delle stesse foglie ho potuto osservare due altre galle, aderenti al parenchima fogliare, molto più piccole e probabilmente da non potersi considerare come una forma anor- male od abortita della precedente. Hanno un diam. dimm. 2-2,5, — 125 — sono leggermente ombelicafe nel mezzo e rivestite di peli più brevi, di color bruno-rossiccio e ricordano un po’ nell’ aspetto le galle europee di Neuroterus nomismatis. I peli che la rivestono sono assai più brevi che nelle galle precedenti, inoltre unicellul- lari, pachidermi, fascicolato-stellati. Jalapa (n. 29). 67.? Neuroterus sublenticularis n. sp. (Tav. I, fig. 1). Galle fogliari sparse in numero variabile sull’ ipofillo; sono piano-convesse o piano-subconoidee, poggianti sulla foglia con larga base, all’ apice subtroncate o quasi umbilicate. Hanno un diametro di 4-5 mm. ed un’altezza di mm. 2,5 3,5. La parte basi- lare è leggermente concava e provvista nel centro di un minu- tissimo peduncolo. Il loro colorito è bruno-rossiccio, determinato però da un fitto e minuto rivestimento di peli di tal colore, i quali al microscopio si mostrano essere unicellulari, acuminati, pachidermi, fascicolato-stellati. Queste galle sono formate da un tessuto consistente, quasi legnoso, che circonda una minuta camera larvale situata nella metà basilare, in prossimità dell’ inserzione della galla. Sono assai affini alle galle europee del Neuroterus lenticu- laris, dalle quali però differiscono per molti caratteri accessori, come il colore, la densità dei peli, consistenza ete. Jalapa (n. 38). 68. Cynipide. Pustola fogliare subdiscoidale, del diam. di mm. 2,5 circa, la quale sporge leggermente sull’ipofillo, d’onde esce il cecidozo, mentre è quasi piana sul lato opposto e provvista nel centro di un minutissimo mucrone. Jalapa, un solo esemplare (n. 38). 69. Micocecidio (Cystotheca Wrightii B. et C.). Questa interessante Erisifacea, sin qui nota solo del Giap- pone, determina sulla lamina fogliare delle piccole bollosità ed increspature, accompagnate da un irregolare sviluppo della lamina quando sono marginali. Il micelio, di un colorito grigio-avellaneo, è molto denso e facilmente potrebbe scambiarsi con un erineo. Il — 126 — fungo, che era anche imperfettamente noto nei dettagli della sua struttura, fu meglio ridescritto dal Prof. P. A. Saccardo, sul materiale messicano da me fornitogli (cfr. Annales Mycol. VIII, 1910, p 342) Jalapa (n. 29, n. 38, n. 48, n. 51). b. galle dei ramoscelli 70. Cynipide. Galie subglobose sviluppantisi a spese di una gemma laterale od ascellare. Hanno un diametro di 8-10 mm, alla base sono un po’ appiattite, umbilicate e talora quasi adagiate sul ramoscello ; dal lato opposto sono arrotondate o talora anche un po’ acumi- nate. La loro superficie è glabra, liscia o irregolarmente verru- colosa, di color grigio-rossiccio o subfalvo. Le loro pareti spesse e legnose limitano nel centro la camera larvale, a sua volta circoscritta da una galletta interna del diametro di 2-2,5 mm. e con pareti bianchicce. Jalapa (n. ? 35, n. 51). 71. Cynipide (Fig. 18). Hanno origine dal parenchima corticale e fuo- riescono dalla corteccia del ramoscello attraverso una piccola fenditura. Si mostrano in forma di pro- tuberanza subellittica o subglobosa, col maggior asse disposto parallelamente a quello del ramo- scello. Sono lunghe 4-7 mm, larghe ed alte 3-5 mm. circa La loro superficie è rossiccia e liscia, sono uniloculari ed a pareti piuttosto sottili. Ricordano le galle europee del Neuroterus Fig. 18. x 3 nà Cynipide;ingran- sallans (forma rameale), le quali però sono di di- Aachen: mensioni assai più piccole. Jalapa (n. 71’. Ouercus ? Castanea Nee. 72. Cynipide. Galla fogliare epifilla, nascente dalla costa o dalle nervature secondarie. E subemisferica, leggermente depressa, del diametro di 5-6 mm., 3-3,5 mm. alta; aderisce alle nervature e per breve É in sità a , TATE INA 2 Sidi, = spazio anche al parenchima fogliare circostante. La sua superficie è glabra, di color grigio-terroso e sotto la lente leggermente squa- mulosa. Le sue pareti sono sublegnose, bianchicce, e limitano una camera larvale subarcuata. Ricorda la galla descritta al n. 45. Jalapa (n. 33). Ouercus (1) a. galle delle gemme 73. Cynipide. Galla aderente ai ramoscelli, subglobosa, gialliccia, col mag- gior diametro di circa 2-3 cm., uniloculare, provvista nel centro di un’ampia cavità larvale tondeggiante, del diam. di circa 6 mm., limitata da pareti proprie. Tessuto fondamentale della galla molle, subparenchimatico. Superficie glabra, ineguale, cioè leggermente rugosa e solcata. Jalapa (n. 9, n. 28). b. galle dei ramoscelli 74. ? Callirhytis sp. (Tav. I, fig. 7-8). Molle pallottola pelosa, simile a bambagia, che avvolge più o meno strettamente il ramoscello, del diam. di 1-3 cm.; di un colorito dapprima bianco, sfumato di rosa, quindi invecchiando di un colorito fulvo-ferrugineo. Questi peli sono lunghi 5-10 mm., sottili, semplici, multisettati, e rivestono in spessi ciuffi delle pic- cole galle subglobose, sublegnose, uniloculari, nascenti a spese del parenchima corticale e fuoruscenti attraverso fenditure della cor- teccia. Queste galle sembrano affini a quelle prodotte da CallirRytis quercus-operator (0. S.) e Cynips imitator Cam. Jalapa (n. 34). (1) Specie a foglie caduche, di mediocri dimensioni, che per la forme ricordano la Q. pedunculata d'Europa. — 128 — 75. Cynipide (Fig. 19). Galle rameali subglobose, del diametro di 10-15 mm., solitarie o ravvicinate, ed in questo caso più o meno fuse tra loro. Deri- vano dalla proliferazione dei tessuti cor- ticali del ramo. Nell’interno si trovano numerose celle larvali del diametro di > circa 1,5 mm. Alla superficie si aprono numerosi ostioli tondeggianti, limitati da un piccolo cercine. Jalapa (n. 35, n. 36). Ouercus Prinus L. 76. Cynipide. (Tav. I, fig. 15). Fig. 19. Cynipide; un ramoscello con Forti ispessimenti della costa foglia- 3 galle, leggermente ingrandite in a, una galla sezionata. re o delle nervature secondarie, uni - 0 pluriloculari, appariscenti su ambedue le pagine, da 3 a 4 mm. di diametro, spesso però confluenti ed allora di dimensioni maggiori. L’ostiolo è ordinariamente situato sul lato della pagina supe- riore e la lamina, in prossimità della galla, è più o meno incre- spata o contorta. Ricordano le galle europee di Andricus testaceipes od anche, per l'aspetto esteriore, quelle di Andricus curvator. Jalapa (n. 78). 77. Cynipide. Galla dei ramoscelli, subcilindrica, arrotondata all’ apice, ? uniloculare, 6 mm. larga, 8 mm. alta, a superficie glabra, nitida, sublucente. Poggia sul ramoscello con la sua parte basilare ed ha una larga inserzione. Non sono certo se essa abbia origine da una gemma o dal parenchima corticale del ramoscello. Jalapa (n. 78). Ouercus è Prinus L.) 78.? Diplolepis sp. Galle fogliari, globose, inserite per lo più sulla costa o sul picciolo, di dimensioni variabili, talora sino a 5 em. di diametro. — 129 — Hanno pareti sottilissime e nel secco assai fragili, un nucleo cen- trale contenente la camera larvale ed un parenchima fondamentale molle, fibrilloso, di colorito ferrugineo-bruno come la superficie della galla, la quale è vellutata, fittamente rivestita di brevi peli ferruginei, al microscopio fascicolati, semplici, più o meno fusoidei, unicellulari. Ricordano le galle di Amphibolips quercus inanis (O. S.), le quali sono però completamente glabre e di un colorito giallognolo. Pare possa invece trattarsi della stessa galla descritta da Karsch per Quercus Benthami del Messico (Ztsch. f. ges Naturw. Bd. LUI, 1880, p. 303, fig. 13). Dintorni di Mexico (S. Bonansea). 79. ? Diplolepis n. sp. Galle per lo più fogliari ed in tal caso nascenti ordinaria- mente dalla costa e per lo più epifille, talora invece dal picciolo o dai ramoscelli ma probabilmente, anche in quest’ ultimo caso, a totale spesa di una lamina fogliare Sono sferoidali, di 1-2 cm. di diametro, leggermente attenuate in basso verso la loro inser- zione, glaberrime, opache, levigate, oppure a seconda del loro stato di sviluppo, più o meno raggrinzate. Hanno una colorazione molto particolare, gialliccio sporco, con screziature di un colorito rosso vinoso, le quali talvolta sono disposte in serie lineari verso Il’ in- serzione della galla. Le loro pareti sottili, al massimo nelle galle maggiori sino ad 1 mm, però resistenti, sono dotate di una con- sistenza assai particolare, subcornea. La regione centrale della galla è occupata da un nucleo sferoidale di circa 5 mm. di dia- metro, nel quale trovasi la camera larvale, congiunta alle pareti interne della regione corticale della galla a mezzo di numerose e sottili fibrille biancastre, di un aspetto fioccoso quasi sericeo, a lor volta costituite da elementi istologici fibrosi e da fasci di cellule assai allungate, vascolari. (Onfr. n. 1). È questo un tipo istologico di galle, che non ha riscontro in alcuna galla quercina europea, ma che si ripete assai spesso nelle galle fogliari delle querce dell'America del Nord ed è in modo speciale rappresentato dall’Amphibolips confluentus Harr. Dintorni di Mexico (an. 1906, S. Bonansea). — 130 — 80. Cynipide (Fig. 17)). Galla fogliare nascente dalla costa, sull’ epifillo, del diametro di circa 12 mm. Nell’interno & sublegnosa, pluriloculare, con superficie provvista di un fitto rivestimento di lunghi peli giallo fulvi, semplici, plurisettati. Sono molto simili alle galle descritte al®n 65: Dintorni di Mexico (an. 1905, S. Bonansea). 81.? Neuroterus ostreatus n. sp. (Fig. 20). Galla in contatto di una nervatura secondaria, anzi nascente lateralmente alla nervatura stessa. Ha l' asvetto di una pustola TE subellittica prominente in modo distinto sull’ipo- (NSA fillo, così da sembrare quasi una produzione in- | separabile dal substrato. Ad un più diligente esame si scorge ch’essa è invece facilmente se- a parabile ed aderisce alla nervatura stessa a mez- | zo di un brevissimo e sottilissimo peduncolo ee situato in prossimita del margine gallare. Sepa- Fig. 20. rata dalla foglia è subreniforme, appiattita da Aa un lato, distintamente convessa dal lato oppo- dal di sopra nella sua sto. E lunga circa 2,9 mm. larga 2 mm., unilo- A Snai culare, di colorito grigio, pubescente, provvista di sottili pareti. Dintorni di Mexico (an. 1905, S. Bonansea). 82.? Neuroterus Bonanseae n. sp. (Fig. 21). Piccole galle ipofille, sparse in gran numero sul parenchima fogliare, tra le nervature di terzo e quarto ordine. Sono subdiscoidali, del diam. di 2-2,5 mm., costituite da nume- rosi peli bianco-grigiastri, lucenti, irra- dianti da un piccolissimo nucleo cen- trale di '/;-"/; mm. di diam., costituente la camera larvale. Tale nucleo aderisce fortemente al parenchima fogliare, ren- dendosi sensibile anche dal lato op- ee ? Neuroterus Bonanseae n. Sp.: posto, in forma di piccola areola de- a, porzione di faglia con aleune a DI Di > galle viste di prospetto, X 2; oo I > 2 ? colorata, leggermente depressa, del diam ea E di circa 1 mm. Dintorni di Mexico (an. 1905, S. Bonansea). Fig. 21. deine > Mio oc aS a ee — 131 — 83. Cynipide. Grossa galla di 4-5 cm. di diametro, subsferoidale o subpiri- forme, probabilmente uniloculare, glabra, molle, costituita da un parenchima fondamentale soffice. Dintorni di Mexico (S. Bonansea). 84. Cynipide. Forti ispessimenti pluriloculari della costa fogliare o del pic- ciolo, del diam. di 8-15 mm., prominenti per 5-6 mm. su ognuna delle due pagine fogliari, talora però più da un lato che dall’altro. Sono glabri, rossiccio-bruni, fortemente legnosi, durissimi, prov- visti di numerose celle larvali allungate, irradianti regolarmente dal centro. Pare diversa dalle galle di Andr. quercus-petiolicola (Bass.) e Callirhytis tumifica (0. S.) che pur sono le più affini. Presso Tenancingo, Mexico, an. 1905 (S. Bonansea) Salix (7 pendula). 85. Eriophyes. Galle fogliari cefaloneiformi, appariscenti sulle due pagine, rossastre, del diametro di appena 1 mm., provviste di un minuto ostiolo per lo più ipofillo. Molto simili a quelle assai diffuse sui Salici d'Europa (Follicolus Salicis-albae). Dintorni di Mexico (S. Bonansea). Vitis sp. 86. Cecidomyidae. Grosse galle fogliari, consistenti in un ispessimento vesicoloso di una nervatura e del circostante parenchima. Sono solitarie e talora confluenti, del diam. di 10-12 mm., sporgenti egualmente sulle due pagine. Ordinariamente sull’epifillo, sono provviste di un largo foro del diametro di 2-3 mm., che mette in una cavità in- terna piuttosto ampia ed irregolare. La loro superficie é di un colorito giallo-rossiccio sulla pagina inferiore, più oscuro in quella superiore. La lamina fogliare, specialmente quando è affetta da più galle, si presenta più o meno contorta e deforme. Boschi del «Desierto » presso Tenancingo, Mexico (S. Bonansea). °C Mares. = Me Ne SITE ARI ote eet a bai ex ro — 132 — STATO DI ARIZONA Covillea merzicana (@). 87. ? Cecidomyidae. L’estremità del germoglio è trasformato in una galla sferoi- dale di 1-2 cm. di diam., costituita da un densissimo agglomera- mento di fillomi, sottili, lineari, di un aspetto muschioso, nascenti tutto all’intorno di un corpo centrale sublegnoso, pluriloculare. Posseggono una certa analogia strutturale con le galle europee delle Artemisia, prodotte dalla Rhopalomgia tubifex Bouch. Tucson, 1 ottobre (n. 50). HAWAI Metrosideros sp. 88. Psyllide. Pustole fogliari, appariscenti sulle due pagine, un po’ più prominenti però sull’ipofillo; sull’epifillo hanno un colorito rosso- bruno, mentre sul lato opposto sono eguali per colore alla lamina normale. Nell’ interno sono provviste di una cavità abbastanza ampia. La pustole si apre sull’ipofillo a mezzo di una laceratura dei tessuti di forma stellata, cioè con cinque denti triangolari. Kilauea, settembre (n. 27). csi stica ninni nni è A cut j — 133 — SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA Big, a . — ? Neuroterus sublenticularis n. sp. Vedi testo n. 67. Fig. 2-3. . — ? Andricus longepedunculatus n. sp. Vedi testo n. 64. Fig. 4. . . — Cymnipide. Vedi testo n. 63. Fig. 5 . — Cynipide. Vedi testo n. 31. Fig. 6 . — La stessa specie vista dal lato della sua inserzione. Fig. 7-8. . — ? Callirhytis sp. Vedi testo n. 74. Fig. 9. . . — Cynmipide. Vedi testo n. 48. Fig. 10. . — Disholcaspis eldoradensis (Beut.) Vedi testo n. 42. Fig. 11-12. — ? Acraspis comata n. sp. Vedi testo n. 65 c a. 80. Fig. 13. . — ? Disholcaspis Douglasii (Ash.) Vedi testo n. 40. Fig. 14. . — La stessa specie vista di prospetto. Fig. 15. . — Cynipide. Vedi testo n. 76. Fig. 16. . — Acraspiîs sp. (cfr. fig. 19, 20). Vedi testo n. 14. Fig. 17. . — ? Disholcaspis sp. (cfr. fig. 21). Vedi testo n. 29. Fig. 18. .— ? Callirhytis Bakeri Kieff. Vedi lesto n. 23. Fig. 19. . — ? Acraspiîs sp. (cfr. fig. 16, 20). Vedi testo n. 14. Fig. 20. . — ? Acraspis sp. (cfr. fig. 16, 19). Vedi testo n. 14. Fig. 21. . — ? Disholcaspis sp. (cfr. fig. 17). Vedi testo n. 29. 2-23. — Cynipide. Vedi testo n. 38. 4-25. — ? Callirhytis flocculenta n. sp. Vedi testo n. 39. N. B. — Tutte le figure sono in grandezza naturale. Sala» si È = an CARLO EMERY. > La fondazione di formicai da femmine fecondate di Pheidole pallidula e di Tetramorium caespitum. Sulla intolleranza o fratellanza fra le formiche di formicai differenti. Ho fatto in questi ultimi due anni alcune osservazioni sulla Pheidole pallidula e sul Tetramorium caespilum che credo in- teressanti, in parte perchè aprono la via a considerazioni sulle relazioni reciproche tra le formiche di formicai differenti. Le femmine di PhReidole pallidula, dopo il volo nuziale, si dealano subito. Il 5 Luglio 1909 ho raccolto le femmine dealate e le ho messe, separate o più insieme, in ciascuna camera di nidi artificiali (1); quando erano in più insieme s’incontravano vagando, ma non davano segno di ostilità. AI secondo giorno di reclusione, ciascuna femmina deponeva un mucchio di uova, e ognuna custodiva le uova deposte da essa. Dopo alquanti giorni mi sono accorto che le femmine si ag- gredivano a vicenda, e con le mandibole taglienti si mutilavano, troncando zampe e antenne; persino una volta ho osservato la decapitazione. : Credo che le uova fossero cagione di contesa, e che ciascuna femmina cercasse di appropriarsi le uova delle altre. Quando le femmine erano mutilate dei due flagelli delle antenne, erravano (1) Questi nidi sono ottenuti segando un mattone traforato (di quelli che si adoperano dai muratori per costruire divisioni leggere) trasversalmente ai fori di una sezione. Faccio un fondo di gesso ai singoli fori di una sezicne, mentre la faccia opposta è coperta di un vetro mobile. I mattoni che ho adoperati erano a quattro fori, e per conseguenza ciascun nido è a quattro camere che si possono fare indipendenti o comunicanti. Si possono ideare diverse combinazioni, p. es. stabilire una comunicazione fra tre camere e lasciare una camera estrema isolata per servire di recipiente d’ acqua, come nei nidi di gesso sistema Janet. — 135 — senza direzione e non si curavano delle uova. In una camera dove avevo messo tre o quattro femmine insieme, era eccezionale ve- dere una formica con i suoi membri al completo; ma essa, o in mancanza di essa la meno mutilata, si godeva le uova deposte da tutte le prigioniere. II 15 Agosto cominciano a schiudere le operaie. In media ho osservato che dalle uova di una femmina schiudono 15 operaie. Il 21 Agosto ho fatto il seguente esperimento : Tre femmine collocate sole in altrettante camere di un nido avevano allevato la loro nidiata di operaie. Feci un solco in due sepimenti del nido, in modo da mettere in comunicazione le tre camere, dove erano alloggiate le femmine con le loro rispettive famiglie. Designerò le tre camere con i numeri 1, 2 e 3. Appena le operaie si sono accorte delle comunicazioni le hanno ostruite con materiale lasso. 22 Agosto; comunicazione tra 1 e 2 sgombera; tra 2 e 3 ostruita; le operaie delle due ultime famiglie portano materiali nel solco. Le operaie di 1 e 2 si sone battute nella notte; si vedono parec- chi cadaveri; hanno trasportato la prole di 1 nella camera 2. 23 Agosto; mi sembra vedere le operaie fare tentativi per trasportare la femmina dell’ 1 nella camera 2, trascinandola per le zampe. Hanno mangiato miele e una efemera, che loro aveva dati il 22. 24 Agosto; le operaie continuano a tirare la femmina 1. Lo stesso il 25. 27 Agosto; la femmina 1 è morta; le operaie continuano ad occuparsi di essa. 28 Agosto; la femmina 1 è abbandonata. 29 Agosto; tento più volte di distruggere la barricata tra 2 e 3; sempre le operaie la riparano di comune accordo. 1 Settembre; la famiglia 3 diminuisce. 7 Settembre; la barricata tra 2 e 3 è distrutta; le larve sono state tutte riunite nella camera 2; la femmina 3 è sana, ma iso- lata nella sua camera. Lo stesso giorno, ore pomeridiane; la femmina 3 ha ostruito la comunicazione. 10 Settembre; la barricata è distrutta. 11 Settembre; la femmina 3 è morta, fatta a pezzi e traspor- tata nella camera 2 dalle operaie; la barricata è ristabilita tra 2 e 3. 12 Settembre; i frammenti della femmina 3 riportati nella camera 3. — 136 — Ho poi fatto l'esperimento parallelo, che si accosta di piu alle condizioni in cui le femmine di Pheidole si trovano in na- tura. 14 Luglio; parecchie femmine dealate, provenienti da un al- tro volo, sono state messe in un nido Lubbock, di cui una metà era riempita di terra e l’altra vuota. Le femmine scavano nella terra le loro tane; ciascuna per sè, o in due insieme. Dopo due giorni hanno deposto le prime uova. Data la disposizione dell’ap- parecchio, contenente uno strato piuttosto spesso di terra, non è possibile fare osservazioni molto particolareggiate. Dopo diversi giorni sono uscite due femmine dalla terra, una mutilata. 22 Agosto; si vedono diverse operaie vagare fuori di terra; incomincio a dare mieie e qualche insetto. 29 Agosto: da diversi giorni le operaie fanno lavori di terra. 1 Settembre; ho trovato residui di due femmine morte. 12 Settembre; almeno due femmine sono state recentemente uccise. 14 Settembre; le operaie sono molto agitate fuori di terra, si vedono alla superficie due femmine trascinate dalle operaie. 15 Settembre; le operaie trasportano larve e pupe da un buco all’altro e viceversa. 16 Settembre; le femmine e i formicai sono ridotti a due, come risulta da un accurato esame dell’apparecchio; è cessato il trasporto delle larve; le operaie sono occupate a richiudere i buchi. Dalle cose osservate nelle due serie di esperimenti, mi trovo portato alle conclusioni seguenti : i 1) Le femmine fecondate vivono in pace finchè non ab- biano deposto le prime uova; questo si argomenta sopratutto dal vedere che scavano in comune in due la tana nella terra. 2) Il disaccordo delle femmine incomincia con la maternità e l’attrazione delle uova. 3) Dopo che sono metamorfosate le operaie, incominciano a lavorare per fare l’apertura esterna ed estendere gli ambienti del formicaio; avvengono incontri con altre operaie, sia all’aperto, sia sotterranei; succedono zuffe, e le operaie cercano di uccidere operaie e femmine straniere, mentre le uova, le larve e le pupe sono saccheggiate. Sex gato In quest'anno ho fatto alcuni esperimenti con le femmine del Tetramorium caespitum, forma tipica 11 Luglio; ho preso circa 30 femmine dealate vaganti, e le ho ripartite nelle quattro camere di uno dei nidi artificiali de- scritti Sopra. Dopo due giorni avviene la deposizione delle uova; le fem- mine vivono fraternamente ed accudiscono all’allevamento delle uova che formano un cumulo comune. Muoiono successivamente parecchie femmine, e le superstiti ne staccano e ne sviscerano l'addome, ma non pare che la morte di essa sia stata violenta. 7 Agosto; ho messo le due pù numerose famiglie dell’espe- rimento precedente in una camera di un nido di mattone traforato che designerò col numero 1; questa comunica con le altre due camere, 2 e 3, per mezzo di solchi scavati nei setti. Pace perfetta; sono 15 femmine in complesso. 18 Agosto; si sono metamorfosate parecchie operaie. 21 Agosto: ho veduto una femmina mezzo paralizzata e ro- vesciata; un’ altra sana stava mordendola al peduncolo. Tolsi la ammalata colla pinzetta, e mi sembrò non avere lesioni. La riposi nel nido; dopo alcune ore, la trovai morta e con l'addome staccato. 28 Agosto; ho messo una femmina di una colonia differente nel nido; è stata accolta ostilmente dalle operaie. L'indomani è tirata per le zampe e le antenne dalle operaie. Il 30 è semipa- ralizzata e relegata nella camera 2. Il 51 è morta. 31 Agosto; metto un’altra femmina della stessa colonia; è at- taccata dalle operaie, trasportata nella camera 2 e abbandonata. 1 Settembre; la femmina straniera ritorna nella camera 1, dove è di nuovo attaccata dalle operaie e ritrasportata nella camera 2. 2 Settembre; la femmina straniera è semiparalizzata nella camera 2 12 Settembre; parecchie femmine sono morte, in apparenza di morte naturale; l’ultima è stata trasportata dalle operaie fuori dalla camera abitata nel nido. Le femmine sono ridotte a 5. Attualmente (30 Novembre) la colonia conta 3 femmine vive, superstiti dalle 15 originali. — 138 — La Pheidole pallidula è una specie di formica monogina per eecellenza, in cui la rivalità tra le femmine fecondate inco- mincia presto, con combattimenti, nei quali restano più o meno mutilate, finchè resta una sola regina ad allevare la prole. Nel Tetramorium caespitum, all’opposto, vi è possibilità di fondare colonie con parecchie regine; però dubito molto che le operaie, le quali sono molto aggressive ed intolleranti, accolgano femmine straniere, per rinforzare il loro formicaio. E più verosi- mile che debbano contentarsi delle femmine fondatrici. Ma vi sono formiche molto meno esclusive ed intolleranti del Tetramorium caespitum. Io non ho avuto occasione di fare esperienze sulla fondazione dei formicai di quelle specie, p. es. della Plagiolepis pygmaea, che è abitualmente, anzi quasi costan- temente poligina. Ho mescolato due o tre popolazioni di questa formica, con femmine larve e pupe; sono avvenute alcune risse, stiramenti di antenne e di zampe per tutto il giorno, ma la pace è stata fatta l'indomani, e non vi sono stati morti. La fraternità va più oltre col Leptothorax unifasciatus, il quale, nei dintorni di Bologna, abita frequentemente nei ramu- scoli morti degli alberi, che giacciono sul suolo. Ho mescolato tre nidi, con femmine, operaie, larve e pupe; le formiche, senza nessun contrasto, misero le loro larve e le loro pupe in un muc- chio, si comportarono insomma come se appartenessero ad uno stesso formicaio. Un caso analogo è descritto nelle belle osservazioni del Ne- well (1), sull’Iridomyrmer humilis, la terribile per quanto mi- nuta « formica argentina », che poco a poco va invadendo il mondo, e che già, pur troppo, ha messo piede in Europa. Questa formica non conosce differenza tra famiglia e famiglia, purchè siano della stessa sua specie; si raccoglie nell'inverno in popoli immensi, i quali consistono del complesso di molti formicai, e si sparpagliano in primavera. Il Forel (2) illustrando le formiche che vivono nei ramuscoli disseccati dei noci, nella Svizzera, dice di due specie (Dolicho- derus quadripunctatus e Camponotus truncatus) che occupano (1) Wilmon Newell. The life history of the Argentine Ant: Journ. Eco- nomic Entomology, Vol. 2, N. 2 p. 174-192, 1909. (2) Auguste Forel. Faune myrmécologique des noyers dans le Canton de Vaud: Bull. Soc. Vaudoise Sc. Nat., Vol. 39, N. 146 p. 83-94, 1903. — 139 — sull’albero un nido unico, diviso però in molte celle, quanti sono i ramuscoli abitati: un « nido polidomo », secondo l’ espressione dello stesso Forel. Ciò è provato: 1° dalla mancanza di femmine e di larve in molti rami; 2° dalla possibilità di mescolare le di- verse popolazioni, senza che avvengano discordie. AlVopposto, il Leptothorax affinis, che abita gli stessi ra- muscoli, costituisce nidi separati e nemici. Io non ho avuto agio di sperimentare sopra quelle due for- miche, per cui non voglio contrastare la estensione alle dette specie della teoria dei nidi polidomi, del mio amico e collega; ma sospetto che ci sia in quelle formiche uno spirito di fratel- lanza che si estende, non solo ai rami abitati di uno stesso albero ma a tutti i nidi della medesima specie. Vi sono adunque, tra le formiche, specie ferocemente parti- colariste, cioè nemiche di tutto quel che non è la propria famiglia, .il proprio formicaio, e altre che coltivano la fratellanza, per così dire, federale. Tra questi estremi, vi sono certamente molti gradi intermedii. Vi sono anzi, nello stesso genere Leptothorax, due forme vicinissime (a/finis e unifasciatus) di tutt'altra indole, nelle loro relazioni interfamiliali. Questo prova all'evidenza che il ca- rattere particolarista o federalista delle formiche non è in rela- zione col grado di differenziamento filogenetico, ma è dipendente da fatti di adattamento. Dorr. L. MASI a CONTRIBUZIONI ALLA CONOSCENZA DEI CALCIDIDE ITALIANA (PARTE IV) Questa quarta serie di descrizioni di Calcididi, che fa se- guito a quelle pubblicate nei volumi I, III e IV di questo Bol- lettino, riguarda le specie seguenti: AXXV IM. Genere Merisordesin.. a) isla — #Mer2soidles \CRaSsiceps Sp. n.. 3. vr 2 ee » ivi XXXIX. ar Prospaltellat olieina) Spuctis \ 9° att ees ee » 145 XL. — Encarsia elegans Spree ot See a i ee ye ean ae rae » 147 XLI. = CUrrospulus PUleher sp: mei... a we ne » 149 XLII. —EIACHISCUSSAfRIS spe De li ee Ds alle XLIII. ud Aphelinus myilasptlis Lac » 156 — 2, Aphelinus maculicornis SPp.n. 0 Lili » 158 XLIV. — Ageniaspis fuscicollis (Dalm.) Thoms. . ... . >) AbD XLY, — Genere Copidosoma Ratzeburg. ...... . » 163 —Copidosoma buyssorni Mayr ot. ea aa » 165 XLVI. —Encyrtus euphyillunae SUw. 2. nn... » 169 Nota. Nella 34 parte di queste « Contribuzioni » la fig. 27% posta per errore nella deserizione dell’ Encarsia partenopea, si riferisce al Physcus te- staceus, che ivi & descritto per ultimo. — 144 — XXXVIII. Genere Merisoides n Caratteri del genere: -- Femmina. Testa più larga del torace; mandibole forti, col margine esterno sinuoso, ambedue ugualmente conformate, quadridentate, con i due denti intermedî concrescenti alla base; antenne inserite alquanto al disotto della metà della faccia, immediatamente sotto la linea oculare inferiore e molto ravvicinate, col primo articolo del funicolo annuliforme, il funi- colo poco ingrossato verso l'estremità, la clava appena distinta, ovato-conica; torace fornito di collare anteriormente, col metato- race breve, minutamente reticolato, con stigmi reniformi e nuca piccola foggiata a mo’ di collare, non punteggiata. Nervo margi- nale più lungo dello stigmatico. Addome più lungo del torace, "ovato-conico. — Maschio ignoto. Ho istituito questo genere per un esemplare femmina otte- nuto dal Dr. Giovanni Martelli dai bozzoli di un Icneumonide, trovato come parassita sull’Inula viscosa a Catanzaro qualche anno fa. Ho atteso, prima di pubblicare la presente descrizione, che si desse l’opportunità di ottenere altri esemplari, specialmente per conoscere il maschio; ma non essendo stato ciò possibile, ho voluto pubblicare intanto la descrizione della specie e la diagnosi del genere basate sui soli caratteri della femmina. Probabilmente la differenza principale fra questa ed il maschio si limita alla forma delle antenne. Secondo la classificazione adottata da Schmiedeknecht nel « Ge- nera Insectorum », il genere Mer:soides deve assegnarsi alla tribù dei Merisini, sottotribù Merisina, e può collocarsi fra i generi M7- cromelus ed Homoporus, distinguendosi dal primo principalmente pel metatorace breve e l’addome non accorciato, e dal secondo per l’antenna con tre anelli (nella femmina) e l'addome pure non accorciato. Merisoides crassiceps sp. n. Femmina. — La testa è piuttosto grande, superando in lar- ghezza il torace nel rapporto di 5:4. In lunghezza misura */,, della propria larghezza. Inoltre, veduta di fronte, si presenta arroton- data, con la maggiore larghezza verso il mezzo, col vertice ar- — 142 — cuato, le orbite estese poco più della metà della lunghezza di essa, alquanto più discoste inferiormente che superiormente; gli occhi non sporgenti, glabri; le gene convesse, leggermente sinuose nella metà inferiore, alla quale corrisponde una depressione la- terale che è limitata in avanti da uno spigolo smussato, il quale si estende in direzione obliqua dal lato anteriore esterno del pe- ristomio fin presso l'estremo inferiore dell’orbita. Gli ocelli son tutti ben visibili quando si osserva la testa di fronte, avendo quelli esterni una posizione antero-snperiore e trovandosi quello mediano assai più in basso degli altri due: nell’insieme essi de- terminano un triangolo alquanto ottuso. I laterali distano fra di loro quanto dal margine esterno delle orbite. Le antenne s’inse- riscono immediatamente al disotto della linea oculare, a */, della lunghezza del capo, e poco distanti l'una dall’altra. Il clipeo non è distinto. Il tratto dall’ocello me- diano all’inserzione delle anten- ne ha un solco poco profondo e abbastanza largo, che si biforca al disopra delle inserzioni delle antenne, continuandosi poi in basso fino al margine orale in due solchi quasi dritti e quasi paralleli: lo spazio compreso fra questi due solchi è rilevato, in- curvato a tetto, e termina costi- Fig. I. Merisoides crassiceps. 1, testa veduta di fron- x te. 2, mandibola, 3, antenna. 4, metatorace e tuendo la parte mediana del principio dell'addome. 5, nervatura dell’ ala margine orale in forma quasi di anteriore. (Tutte le figure ingrandite). un dente largo, molto ottuso, troncato e leggermente concavo all'apice, dove presenta anche sulla superficie esterna una fossetta snbtriangolare. Le orbite sono margi- nate. La parte posteriore del capo è profondamente incavata. Os- servando di profilo, la faccia si presenta abbastanza convessa, il vertice arrotondato, lo scapo non giunge all’altezza dell’ocello anteriore. Il pedicello è notevolmente più ristretto del funi- colo, circa due volte più lungo che largo verso l’estremità ed un poco più lungo del secondo articolo del funicolo. Il primo ar- ticolo di questo è annuliforme, il secondo manifestamente più lungo che largo, i successivi gradatamente ma quasi insensibil- mente crescenti in larghezza e descrescenti in lunghezza : l’ul- timo di essi e più largo che lungo. La clava non è ingrossata — 143 — e misura la lunghezza dei due articoli che la precedono. I sen- silli lineari sono inseriti alcuni alla metà degli articoli, altri più verso la base. Tutta l'antenna ha un fitto rivestimento di peli corti; la sua lunghezza totale supera di poco quella del to- race, la lunghezza complessiva del funicolo e della clava ugua- glia quella del capo. Le due mandibole sono quasi ugualmente conformate, robuste, incurvate in modo che in un disegno che Je rappresenti in un piano non si può dare un’idea esatta della loro forma: il margine esterno di esse è sinuoso, il lato masticatorio fornito di quattro denti robusti, dei quali il secondo situato un poco più in dentro degli altri; e per tale disposizione, osservando le mandibole con piccolo ingrandimento, può sembrare che esse siano tridentate. Il torace, veduto dal disopra, si presenta piuttosto largo, mi- surando trasversalmente °/, della lunghezza: ha il collare col mar- gine leggermente smussato; nella parte anteriore, al disopra del callo, è fornito di una costa trasversale assai marcata. Lo scudo è lungo circa una volta e mezza il margine anteriore dello scu- tello : questo non ha frenum distinto ed è poco convesso. Il me- tatorace, veduto dal disopra, ha una conformazione caratteristica: presenta il dorsello abbastanza sviluppato; gli spiracoli reniformi, contigui alla costa trasversale che rasenta il dorsello posterior- mente; due solchi poco profondi ma nettamente delimitati, ter- minano a poca distanza dagli spiracoli e son diretti obliquamente in modo da convergere verso la parte posteriore. La porzione mediana dorsale non presenta nè carena nè coste longitudinali o trasversali, ma è uniformemente convessa formando un’area se- micircolare, nettamente delimitata dalle parti adiacenti e prolun- gata all’indietro fino a raggiungere la nuca. Questa ha la forma di un collare, incompleto verso la parte inferiore. Le due por- zioni della convessità mediana del metatorace, le quali ne for. mano gli angoli anteriori esterni, vengono separate da un leggero solco che ne costituisce il lato interno, mentre il lato anteriore coincide con la costa che rasenta il dorsello, e il lato esterno corrisponde ad una fossetta lineare, un poco incurvata e netta- mente delimitata. 11 callo è fornito di peli abbastanza numerosi, Lo scutello nella parte posteriore presenta tre paia di peli di- sposti secondo due serie longitudinali che distano fra loro per uno spazio minore della larghezza del dorsello. Il presterno è ristretto — 144 — e allungato e si trova alquanto discosto dall’orlo del protorace, il quale innanzi al presterno si presenta un poco rigonfiato. Le ali anteriori hanno la nervatura piuttosto ispessita, con la porzione marginale un poco più lunga della postmarginale, questa pure un poco più lunga della stigmatica, la quale termina con una clava mediocre e smussata obliquamente all’estremità. La cellula costale è ampia e rivestita di peli come la maggior parte della superficie dell’ala. Alcuni peli si trovano in corrispon- denza alla vena basale, ed un’altra serie di peli attraversa lon- gitudinalmente nel mezzo la cellula basale. Lo specolo non è net- tamente delimitato, inoltre la direzione delle prime serie di peli del mezzo dell’ala è obliqua dall’esterno all’interno e dall’innanzi all'indietro. Il bordo esterno è guarnito di peli molto corti. Le ali posteriori presentano la maggiore ampiezza verso il primo '/, della lunghezza. Le zampe sono robuste. Le anche posterteriori son fornite di peli corti anche alla base. L’'addome è più ristretto del torace, ma più lungo nella pro- porzione di 9:7, ovato-conico e con l’apice molto acuto. Nell’e- semplare essiccato qui descritto, la parte ventrale de!l’addome presenta una carena che ne occupa più della prima metà. La testa e il torace son fortemente punteggiati, l'addome di aspetto squamoso. L’episterno è liscio, mentre il mesostermo e l’epimero hanno una scultura assai evidente. Il dorsello presenta una leggerissima striatura trasversale, e la nuca è pure striata in questo senso, ma con strie più marcate. La parte mediana con?- vessa del metatorace è finamente reticolata, con maglie trasver- sali, mentre il reticolo presenta le maglie più grandi nella por: zione che sta all’ indietro dei solchi laterali; e la porzioue al di fuori di questi solchi ha un aspetto ruvido. La testa, il torace e gran parte delle zampe sono di color nero, gli occhi e gli ocelli rosso-bruni, lo scapo e il pedicello co- lor bronzo scuro, i tre anelli delle antenne pure scuri, la prima metà degli articoli del funicolo e della clava di color bruno, il resto giallo-bruno, Questo stesso colore presentano la nervatura delle ali, i gi- nocchi, l’estremita delle tibie e i tarsi: pero l’estremita delle tibie posteriori è biancastra come il primo articolo dei rispettivi tarsi: nelle tibie anteriori e medie le estremità chiare sono unite da due fascie longitudinali laterali dello stesso colore a contorno ai AR RE ge ee 2 FF ET sfumato: l’ultimo articolo in tutti i tarsi è bruno, inoltre i tarsi anteriori e medî sono più o meno nettamente marginati di scuro nel lato anteriore e posteriore degli articoli. I parapteri sono neri. L’addome è verde bronzo, più scuro all’apice, con alcuni riflessi ramei o porporini. Tutti i peli del torace sono bianco- grigiastri. Lunghezza, mm. 3,5. Usservazioni. — Questa specie è descritta, come ho detto più innanzi, da un solo esemplare femmina, ottenuto a Catanzaro da bozzoli di un Icneumonide, raccolto sull’ Inula viscosa. XXXIX. Prospaltella olivina sp. n. Femmina. — La testa è grande, larga quanto il torace, un poco più larga che lunga, ristretta inferiormente, col vertice piano, gli ocelli disposti a formare un angolo poco ottuso, gli ocelli la- terali distanti da quello anteriore quanto distano dal margine in terno degli occhi composti, i quali hanno la cornea fittamente ri- vestita di lunghi peli. Le gene sono percorse da un leggero solco. La porzione laterale del capo dietro gli occhi è rigonfiata. Le mandibole hanno tre denti ottusi. Il pedicello è lungo quanto il secondo articolo del funicolo, piriforme; il primo articolo del fu- nicolo uguale a °/, del pedicello, il terzo uguale al secondo, circa due volte più lungo che largo; gli articoli 4°, 5° e 6° costituenti una clava lunga circa quanto i tre articoli che precedono nel funicolo. Il torace è tanto largo che lungo, col pronoto brevissimo, appena visibile osservando l’animale dal disopra; lo scudo un poco più largo che lungo, i solchi parapsidali ben marcati, le ascelle col margine interno distante dal solco parapsidale circa la metà della loro’ larghezzza. Lo scutello è lungo poco più di */, dello scudo e °/, della propria larghezza. Il metatorace misura la metà della lunghezza dello scutello. Gli spiracoli sono appena visibili. Sullo scudo vi sono verso il mezzo sei setole lunghe disposte in due serie, ed un’altra setola presso ciascuno dei solchi parapsidali all’altezza del margine anteriore dell’ascella. Lo scutello ha due setole poco distante dall’angolo interno posteriore delle scapole e due presso il suo margine posteriore 10 se LG Le ali anteriori sono lunghe il doppio del torace, ristrette nel primo terzo della lunghezza, nel quale nen sono rivestite di peli. La nervatura premarginale è fornita di due setole, e poco più corta della marginale, che arriva a °/, della lunghezza del- l’ala e termina in uno stigma sessile. La nervatura postmarginale manca interamente. I peli del bordo esterno aumentano gradata- mente in lunghezza a cominciare dall’ultimo terzo dell’ala, fino alla parte posteriore esterna, poi descrescono fino ad '/, della lunghezza dell’ala. Il ptero- stigma termina ad angolo poco acuto ed ha il margine anteriore quasi parallelo al margine corrispondente dell’ ala. La figura ch’ è qui annessa mostra anche, per confronto, il pte- rostigma della Prospaltella lutea, non rap- presentato nella descrizione di questa specie Fig. II. pubblicata nella 3? parte di queste « Con- 1. = Estremitä della ner. tribuzioni » : esso si presenta molto più acuto. vatura dell’ ala anteriore . , x 3 x di Prospaltella olivina. Si confrontino poi anche le figure riferentis 2. — idem, di Prospaltella CA een alla P. conjugata e P. similis nella 2 parte. Apparisce da tali figure che la forma del pte- rostigma può essere un elemento diagnostico per distinguere le specie, però essa è incomoda ad osservarsi e richiede molta cura. Nelle ali posteriori la superficie ha solo pochi peli sparsi, mentre l'estremità ed il margine posteriore hanno peli molto lunghi: quelli dell’estremità essendo uguali ai più lunghi delle ali anteriori, gli altri quasi tutti di lunghezza doppia. Il primo articolo dei tarsi è lungo quasi tre volte più del secondo. L’addome è lungo poco meno del torace e non più largo di esso. Con un ingrandimento di un centinaio di diametri si può ve- der bene sullo scudo e sullo scutello un reticolo minutissimo. Il vertice e la fronte sono di color giallo citrino, la faccia bianco-giallognola, le mandibole pure di questo colore ma coi denti di color bruno ; gli ocelli sono rossi scuri, gli occhi bruni violacei; sopra l’attacco delle antenne si trovano due macchie scure, allungate, disposte trasversalmente ed obliquamente, che non arrivano al margine interno dell’orbita: l’occipite ha due grandi macchie brune, ed altre due macchie si trovano dietro gli occhi. Lo scapo è bianco giallognolo, tutto il resto dell’an- — 141 — tenna di color fulvo. Il torace è giallo, o arancio scuro, con sfu- matura bruna nella parte anteriore, le ascelle un poco ombrate, le tegole brune; alcuni punti scuri si osservano nelle parti late- rali. L’addome presenta alla base e all’apice il colore del torace, nel resto è bruno-nero, tendente un poco al violaceo. Le zampe sono bianco-giallastre. La nervatura delle ali è grigio-giallognola. Inoltre nelle ali anteriori la porzione compresa fra il nervo mar- ginale e la linea ispessita del margine posteriore, è leggermente ombrata. Tutte le setole sono chiare, comprese quelle della cor- nea degli occhi. Lunghezza, mm. 0,87. Apertura d’ali, mm. 2,53. Osservazioni. — La presente descrizione è basata sull’esame di due esemplari ottenuti dall’ Aleyrodes olivinus Silv. di Catan- zaro. La specie somiglia molto alla P. citrella di Howard, la quale è pure parassita di un Aleyrodes ed è stata trovata nella Florida. Tuttavia credo che la P. olivina possa considerarsi come qualche cosa di più che una semplice varietà della citrella. In questa, secondo la descrizione di Howard, il colorito generale, e quindi anche quello del torace, sarebbe di un bel giallo citrino, e sul vertice di un giallo intenso, quasi aranciato; l’ultimo arti- colo dell’ antenne più scuro degli altri; la fascia bruna trasver- sale dell’addome estesa solo a due segmenti; inoltre le dimen- sioni alquanto minori, avendosi 0,72 mm. di lunghezza e mm. 1,7 di apertura d’ali XL. Encarsia elegans sp n. Per una descrizione più dettagliata di una Encarsia si veda quella pubblicata nella 3* parte di queste « Contribuzioni », ri- ferentesi alla E. partenopea. Nella descrizione presente indicherò solo i caratteri propri della specie. Per i caratteri delle ali di E. elegans, delle quali è data qui la figura, valga la stessa de- scrizione che persl' E. partenopea (1). (1) Come ho indicato pure in nota alla prima pagina di questa 42 parte delle « Contribuzioni », la figura 272 della 3a parte, posta per errore nella descrizione dell’E. partenopea, si riferisce al Physcus testaceus descritto nella stessa 3a parte. — 148 — Femmina. — Il pedicello è della stessa lunghezza del primo articolo del funicolo, piriforme e piuttosto rigonfiato; il primo ar- ticolo del funicolo è poco più lungo che largo e meno largo dei successivi; il secondo di lunghezza doppia della larghezza; il terzo e il quarto differiscono appena dal secondo per essere un poco più ingrossati. Nella clava il secondo articolo, in confronto del primo, è alquanto più corto e più ristretto. Sullo scudo vi sono due serie longitudinali di quattro peli ciascuna. Il secondo e terzo paio di zampe presentano il primo articolo un poco più lungo dei due successivi; nel secondo paio lo sperone della tibia mi- sura °/, e nel terzo paio '/, della lunghezza del primo articolo tarsale. Il colore della testa è giallo ocraceo, gli ocelli sono rosso carminio, gli occhi rossi scuri. La fronte presenta una fascia bruna trasversale, ben determinata, estesa dalla metà della parte ante- riore di un’orbita all’al- tra, larga quanto il fu nicolo. Inoltre la parte vicina alla bocca e a ciascuna orbita presenta una sfumatura cerulea. La antenne sono gial- lognole, eccetto l’ultimo articolo che è grigio az- zurrognolo. Inoltre i sen- silli appariscono in tutto Fig. III. : Encarsia elegans. 1, ala anteriore. 2, estremità della il flagello come una, due nervatura dell’ala anteriore. 83, ala posteriore. (Molto in- o tre linee scure in cia- grandite). scun articolo, della lun- shezza degli articoli stessi. Lo scudo e le ascelle son bruno-gri- giastri, lo scutello è grigio giallognolo, e questo stesso colore pre- sentano le suture delle ascelle con le parti adiacenti, il dorsello e un certo tratto della superficie ai lati dello scutello. Questo, inoltre, ha il margine anteriore di color bruno. L’addome e i lati del torace son bruni scuri, solo l’ultimo segmento addominale si distingue pel colore giallo zolfo. Le zampe sono appena giallo- gnole, tuttavia con l’apice dei tarsi ed i femori posteriori scuri. Nelle ali la nervatura è bruno-grigia, e in quelle anteriori pre- senta questo colore scuro anche la linea ispessita del margine posteriore: inoltre è leggermente ombrata la parte al disotto del- — 149 — nervo marginale, in modo però che verso la metà posteriore del- l’ala la tinta scura va sfumando e riesce appena sensibile. Nella nervatura marginale l'estremità prossimale è quasi incolora. Lunghezza, mm. 0,75. Osservazioni. — Questa specie è descritta da un solo esem- plare conservato in preparato, e ottenuto nel mese di maggio di quest'anno dall’A/eyrodes olivinus Silv. degli olivi di Catanzaro, insieme con la Prospaltella citrella How. L'E. elegans somiglia per alcuni caratteri alla £. Townsendi How. la quale è stata pure ottenuta da un A/eyrodes, del Messico. XLI. Cirrospilus pulcher sp. n. Femmina. — La testa è larga quanto il torace, poco più larga che lunga, nel rapporto di 7:6. Veduta di fronte, presenta il ver- tice leggermente rilevato; gli occhi un poco sporgenti, le gene appena più e- stese del dia- metro longitu- dinale degli occhi, poco in’ curvate , di- stintamente solcate; la par- te inferiore della faccia angusta; il cli- peo col mar- gine uniforme Pie: IV. Cirrospilus pulcher, femmina, ingrandita. ed arcuato; le mandibole col margine masticatorio interamente visibile, fornito di sei pic- coli denti ottusi, dei quali l'estremo più grande ed alquanto più discosto; l’ocello anteriore visibile al limite superiore del capo, disposto però in modo che si vede quasi di faccia. Osservando la testa di profilo, il vertice si presenta piuttosto ampio, legger- mente arcuato, la parte inferiore angusta, la faccia non convessa. Nella norma superiore l’ocello mediano è pochissimo spostato in avanti. Gli occhi son forniti di peli piuttosto lunghi ma un poco -- 150 — radi. Altri peli più radi, ma più grandi, sono distribuiti sul capo, con una certa simmetria. Le antenne s'inseriscono poco al disotto della metà della faccia e sulla linea oculare, a distanza uguale dagli occhi e fra di loro. Esse seno brevi, ma tuttavia con lo scapo in proporzione abbastanza sviluppato, poichè raggiunge l'altezza dell’ocello anteriore, e leggermente compresso e dilatato. Il pedicello misura in lunghezza poco meno della metà dello scapo ed è ristretto all’estremità. Ad esso seguono due piccoli anelli, il primo dei quali, in esemplari che non abbiano subito alcun disseccamento, si unisce al pedicello mediante un breve peduncolo. La larghezza degli anelli è la metà di quella dell’estre- mità del pedicello: lo spessore del secondo è il doppio di quello del primo. Il rimanente dell ‘antenna è piuttosto ingrossato, di larghezza co- stante, lungo la metà del torace, e si compone di due articoli del funi- colo ed una clava triarticolata. Fra il primo e il secondo articolo del fu- +: nicolo, e fra il secondo e la clava, si Fig. Cirrospilus pulcher. 1, testa veduta OSServa un peduncolo poco piu largo di Tronto, u l’antenna TEU 2, an- che lungo, bipartito da una stria tra- tenna di profilo. 3, estremità della ner- 3 vatura dell’ala anteriore. (Ingrandite). sversale. Inoltre il primo articolo del funicolo termina tagliato obliqua- mente secondo un angolo di circa 30°, mentre il secondo ha la parte distale meno obliqua. Nel primo la lunghezza del lato infe- riore è doppia della larghezza, nel secondo è poco maggiore. La clava è oblunga, appena più ristretta nell’ultimo dei tre ar- ticoli, che son di lunghezza uguale, e termina con una specie di bastoncello. I sensilli lineari sono in due serie nel primo articolo del funicolo. Tutto il flagello presenta dei peli sparsi, incurvati, abbastanza lunghi, i quali non terminano assottigliati. Il collo è breve, ma bene distinto dal protorace. Il torace è lungo poco meno del doppio della sua larghezza. Osservan- dolo dal disopra, il protorace si presenta abbastanza grande, ma non foggiato a cono, col limite anteriore quasi semicircolare, le estremità postero-laterali discoste dalle scapole. Presso il margine posteriore ha due setole lunghe e due meno sviluppate. Non vi è distinzione di collare. Lo scudo, privo di solco mediano, è quasi una volta e mezza più lungo che largo, col margine anteriore — 151 — foggiato ad arco molto convesso, e porta sulla corda di tale arco due setole molto grandi, mentre due piccole si trovano poco in- nanzi al lato posteriore. I solchi parapsidali sono sinuosi e ter- minano posteriormente a contatto coi due solchi dello scutello. Questo è un poco più largo che lungo, non marginato nella parte posteriore, pianeggiante e fornito di due paia di setole. Il dor- sello è ben sviluppato, di forma semiellittica. Il metatorace è pure grande, a superficie omogenea, percorsa tuttavia da una carena che è lunga una volta e mezza il dorsello. Il callo è fornito di peli piuttosto numerosi. Nel mesosterno la pleura è ben separata, a superficie omogenea, con la sutura anteriore abbastanza incur- vata. Il presterno è grande, triangolare. Nelle ali anteriori la lunghezza della nervatura marginale supera, ma non molto, quella della cellula costale. Il prestigma non è separato, il nervo postmarginale è breve e in parte jalino, cosicchè apparisce anche più breve del nervo stigmatico. Questo forma tutt'uno con la clava ed ha un uncino breve ed obliquo: il suo lato inferiore è solo leggermente incurvato: la lunghezza è '/. di quella del nervo marginale. L’ala è ristretta, con l’estre- mità bene arrotondata e guarnita di numerosi peli corti: la sua superficie presenta pure dei peli molto fitti, che mancano per uno spazio largo e ben definito in corrispondenza al margine po- steriore, e nello specolo che è piuttosto angusto. La loro lunghezza è uguale alla distanza dalla metà dello scudo all’apice dell’ad- dome. Nelle ali posteriori, le quali misurano in lunghezza ‘/. delle anteriori, i peli del margine esterno e posteriore sono il doppio più lunghi. Le zampe son mediocremente robuste. Il primo articolo del tarso anteriore è notevolmente più breve del secondo, e questo appena più largo del terzo, il quarto più lungo di tutti. Nel se- condo paio di zampe il primo articolo tarsale è più lungo del secondo e nel terzo paio è notevolmente più allungato. Gli spe- roni delle tibie sono assai corti: le tibie posteriori ne hanno uno solo. Il peduncolo dell’addome è ben distinto, ma brevissimo e nell’estremità posteriore accolto in un infossamento. L’addome supera in larghezza il torace, sebbene di poco, ed è appena più largo, di forma ovata allungata, terminato in una punta ben di- stinta. Superiormente è poco convesso, e anche inferiormente è meno rigonfiato di quello che sia sui lati. = Mata Il colorito generale è giallo chiaro verdastro ed il corpo è semitrasparente, con macchie bruno-nere regolarmente disposte. Gli occhi sono di un carminio cupo, gli ocelli bruni, le mandibole bruno chiare, le antenne giallo-brune. Gli ocelli son situati in una macchia scura del vertice nettamente delimitata. Un’area nera circonda anche il forame occipitale. Sono inoltre di color nero: il margine anteriore del pronoto, i solchi parapsidali, una macchia presso l’angolo anteriore delle ascelle, quella nel mezzo della porzione dello scutello compresa fra i due solchi, questi solchi stessi, le linee di sutura anteriori e laterali dello scutello, la parte superiore del metatorace; nell’addome si osserva una macchia nera nella parte anteriore, un’altra macchia grande dopo '/, della lunghezza, di forma rettangolare, che si prolunga su ciascun lato in due strisce trasversali, una macchia di forma quasi rombica situata dopo */, della lunghezza, unita alla precedente da una breve fascia longitudinale mediana a contorno irregolare; una macchia nera arrotondata si trova sul petto fra le anche del primo paio di zampe, un’altra, di forma quasi trapezoidale, fra le anche medie e le posteriori. Le ali sono incolore, con la nervatura bru- no-chiara. I peli di tutto il corpo sono scuri. Lunghezza, mm. 3,25. Osservazioni. — Questa specie è parassita della larva di un lepidottero, la quale fa delle gallerie nelle foglie dell’Elce, tro- vata nel bosco della Scuola di Agricoltura di Portici. La descri- zione che ho dato del parassita è fatta su un solo esemplare di femmina ottenuto nel maggio del 1908. Non è senza qualche dub- bio che ho stabilito la nuova specie Cirrospilus pulcher, essen- dovene parecchie nel genere, le quali, a quanto risulta dalle de- scrizioni, somigliano nel colorito alla forma che ho descritta; e questa potrebbe presentare anche delle varietà nella disposizione di alcune macchie: tuttavia, poichè non è possibile identificare il parassita con alcuna delle forme finora descritte, credo di po- terne fare, almeno provvisoriamente, una nuova specie. XLII. Elachistus affinis sp. n. Femmina. — Hala testa larga quante il torace, lunga ?/, della propria larghezza massima, con gli ocelli piuttosto grandi, con- tornati da un solco sottile che determina un’area quasi ellittica, disposti in un angolo molto ottuso, quelli esterni distanti dagli Lena occhi quanto distano fra di loro; gli occhi, molto grandi, occu- pano °/, della lunghezza della faccia e sono forniti di peli abba- stanza sviluppati ma piuttosto radi; le gene sono molto brevi, il clipeo leggermente arcuato, a margine appena intaccato verso il mezzo. L’occipite è marginata solo verso il mezzo, immediatamente die- tro agli ocelli posteriori. Le antenne si inseriscono sulla linea oculare, a distanza poco inferiore a quella che intercede fra luna e l’altra. Il loro scapo non arriva all’ocello anteriore, ha forma cilindrica ed è guarnito di pochi peli abbastanza lunghi. Il pe dicello misura circa °/, della lun- ghezza dello scapo. L'anello è poco te Mn DE DEREN distinto. I quattro articoli del funi- a era) della fontaine, ai) COLO decrescono gradatamente in lun- a. ene annate «li giossezza: del maschio, dal di sopra. 5, ultimo il primo è circa una volta e mezza articolo cl funicolo di una femmina. più largo che lungo, ultimo dr lar- 6, estremità della nervatura dell’ ala 5 anteriore. (Figure ingrandite). shezza quasi uguale alla lunghezza: inoltre, veduti dal lato superiore si presentano un poco compressi. Gli ultimi tre e la clava sono forniti diun breve peduncolo. La clava & lunga il doppio del quarto articolo, foggiata a cono dopo la seconda metà della sua lunghezza- Negli esemplari freschi si può riconoscere facilmente che essa non risulta di due soli articoli, ma di tre, l’ultimo dei quali è molto ri- dotto: esso misura circa la metà della lunghezza del secondo articolo, i cui sensilli lo ricoprono in parte alla base con la loro estremità. Il primo articolo è più lungo del secondo. Il torace misura in larghezza poco più della metà della lun- ghezza. Il protorace è assai sviluppato, tanto largo che lungo, di lunghezza uguale alla metà della distanza fra il margine ante- riore dello scudo e quello posteriore dello scutello: misura alla base ‘/. della larghezza massima del torace, ed è foggiato a cono nella metà anteriore. Lo scudo misura in lunghezza solo °/. della larghezza toracica. I solchi parapsidali sono interi, ben distinti: essi terminano sul lato anteriore delle ascelle, un poco prima del- Vangolo interno di esse. La forma dello scutello può paragonarsi ad un ferro di cavallo che sia molto allungato, disposto con la parte meno larga in avanti; i lati esterni terminano anteriormente alla meta del lato interno delle ascelle; ma più all’innanzi, su questo lato, hanno origine due solchi, che decorrono quasi paralleli ai lati dello scutello e poi s’incurvano per seguirne ad una certa distanza il limite posteriore e ricongiungersi: cosicchè, in realtà, si ha un solco unico. Lo spazio racchiuso da questo solco e dal margine anteriore dello scutello è distinto per la scultura squamata da quello che rimane esternamente lungo il margine, che è liscio. Sul proto- race e sul mesotorace sono sparse delle setole abbastanza lun- ghe, ma alcune ancora più allungate si trovano presso il limite posteriore del protorace, dello scudo e delle scapole, disposte ad uguale distanza tra loro, e due se ne trovano in ciascun lato dello scutello, immediatamente al di fuori del solco. Il metatorace, ve- duto dal disopra, ha forma quasi semicircolare: presenta il dor- sello abbastanza sviluppato, con le due metà del lato posteriore leggermente incavate: la carena, ben marcata, si continua all’in- nanzi con una piega semilunare che abbraccia il dorsello. Gli spiracoli sono piccolissimi. Il callo è fornito di molti peli lunghi. Le ali anteriori, ripiegate sul dorso, arrivano all’estremità dell’addome. La loro nervatura marginale è poco più breve della costa, la nervatura postmarginale uguaglia ?/, della marginale, la stigmatica è '/, più breve della postmarginale, con la clava non ingrossata. Le zampe sono piuttosto deboli e abbastanza lunghe. Il peduncolo dell’addome misura in lunghezza poco più della metà del metatorace, ed è più lungo che largo, con due piccole sporgenze laterali verso il mezzo. L’addome è lungo quanto il torace, non più largo di esso, con la maggiore ampiezza verso il mezzo e dopo il primo terzo; è un poco ristretto nella parte anteriore, che è nettamente separata dal peduncolo, acuminato all’apice, appena depresso. Ha il primo articolo circa una volta e mezza più lungo dei cinque articoli successivi; gli ultimi due articoli sono i meno sviluppati. La « valvula ventralis » occupa la metà della lunghezza del lato inferiore. La testa e il torace presentano una scultura reticolato-squa- mosa più o meno evidente, ad eccezione del metatorace che è in parte liscio e in parte ha una scultura appena visibile. Anche i lati del mesotorace sono lisci. Le squame sono più piccole nella parte dello scutello circoscritta dal solco che non sullo scudo, e — 159 — ancora più piccole all’ esterno del solco dello scutello e sulle ascelle. L'addome è liscio, ad eccezione dei due ultimi segmenti che presentano delle piccole squame appena marcate e svilup- pate nel senso trasversale assai più che nel longitudinale. Il colore del capo e del torace varia dal nero appena ver- dastro al verde scuro; il peduncolo dell’addome ha lo stesso co- lore del torace; e tutte queste parti sono dotate di una certa lu- centezza: l’addome è giallognolo con i due ultimi segmenti bruno- neri, oppure presenta della sfumature brune e leggeri riflessi ver dastri a cominciare dal terzo segmento. Esso diviene giallo scuro negli esemplari essiccati. Inoltre nel lato inferiore, poco. distante dalla base, ha due piccole macchie brune, un poco allungate lon- gitudinalmente. La faccia è talora di un bel verde splendente; gli occhi sono rossi scuri, gli ocelli rosso rubino: la radicola delle antenne nerastra, lo scapo bianco giallognolo, il resto dell’an- tenna giallo-grigio, ma negli esemplari essiccati giallo-bruno. Le zampe hanno il pretarso bruno-nero, nel resto sono bianco-gial- lognole o giallognole, ma sempre alquanto più chiare dell’addo- me: le anche si presentano talora un poco scure alla base. Le ali sono incolore, con la nervatura assai pallida, le tegole grige scure. I peli del capo e del torace e le setole sono grigi. Lunghezza, mm. 1,9-2,1. Maschio. — Si distingue per la mole minore, le antenne col primo articolo del funicolo e della clava più lunghi, le ali po- steriori terminate a punta, la seconda metà dell'addome di color verde. Osservazioni. — Questa specie è descritta da parecchi esem- plari vivi che furono ottenuti dall’Ewdemys botrana. Sebbene i caratteri che ho esposti concordino più o meno con quelli di qual- che altra specie di Klachistus, sopratutto con quelli dell’ E/achi- stus lateralis Spinola, credo di dover ritenere come nuova la forma che ho descritta: può darsi che essa sia identica a qual- cuna delle altre specie che lo Spinola aveva osservate e deno- minate, ma poichè di tali specie egli non ha dato la diagnosi, nè se ne trovano i tipi, non può tenersene conto. — 156 - XLIII. 1. Aphelinus mytilaspidis Baron Aphelinus mytilaspidis. Howard, Revision of Aphelininae of N. America. Washington, 1895, p. 25. Femmina. — La testa è larga quanto il torace, notevolmente più larga che lunga, con gli occhi grandi, pubescenti, gli ocelli disposti ad angolo ottuso, la faccia poco sviluppata, i margini in- terni delle orbite paralleli in corrispondenza al vertice e alla fronte, molto divergenti nella porzione facciale, le gene solcate, coi solchi rettilinei e disposti obliquamente nella parte anteriore del capo e non già sulle parti laterali ; l’occipite incavato e separato dal vertice mediante uno spi- golo acuto. Le antenne s’in- Fig. VII. 5 i Aphelinus mytilaspidis. 1, antenna. 2, ala ante- Seriscono molto in basso e riore. 3, ala posteriore. 4, endofragma. (Figure in- poco distanti Vuna dall’altra ; grandite). Rn hanno lo scapo assottigliato, il pedicello conico, quasi una volta e mezza più lungo che largo all'estremità, seguito da due articoli poco sviluppati, i quali presentano il margine distale disposto obliquamente : il primo di questi articoli è lungo circa la metà del pedicello e poco più dell’articolo successivo. Il quinto articolo dell'antenna è relativa- mente molto sviluppato , lungo quanto il pedicello e poco più largo. La clava non ha distinzione di articoli, è larga come il quinto e pochissimo ristretta alla base, poco ristretta verso l’estre- mità, dove si presenta troncata obliquamente. Le mandibole sono fornite di tre piccoli denti. I palpi mascellari sono biarticolati, i labiali uniarticolati. Lo scudo è due volte più largo che lungo, lo scutello di lun- ghezza uguale a */, di quella dello scudo, alla base poco più di due volte più lungo che largo, col margine della parte posteriore e delle parti laterali formato da una curva continua. Il metato- race, lungo quanto lo scutello, non è inclinato rispetto al piano di questo e dello scudo, ed ha la superficie quasi omogenea. Lo — 157 — scudo e lo scutello presentano un leggero solco longitudinale me- diano; sullo scudo vi sono alcune setole sparse, sullo scutello quattro setole. Il metatorace ha gli spiracoli molto grandi. Le ali anteriori hanno la stessa lunghezza del corpo, misu- rata dall’ocello anteriore all’apice della terebra; la loro nerva- tura omerale è assottigliata e la cellula costale è lunga */, del nervo marginale. La nervatura postmarginale non è visibile, quella stigmatica è assai ridotta, onde la clava rimane quasi sessile. Sulla superficie dell’ala vi sono alcuni peli sparsi al disotto della nervatura omerale, uno spazio triangolare senza peli al disotto del prestigma, poi delle serie di peli disposte obliquamente dal- l’innanzi all'indietro e dall'esterno all’interno, e per lo più in nu- mero di sei. Dopo l’ultima serie di questi peli sì trova una stri- scia in cui essi mancano, e tale striscia, che rappresenta lo spe- colo, ha principio dalla. nervatura stigmatica. Il rimanente della | superficie dell’ala è rivestito di peli lunghi circa */, di quelli delle sei serie anzidette. I peli del margine sono mediocremente svi- luppati, e in corrispondenza al bordo esterno aumentano di lun- ghezza andando dalla parte anteriore verso la posteriore. Nel secondo paio di ali la maggiore ampiezza si trova poco prima dei */. della lunghezza ed è uguale ad '/, di questa: l’estremità è acuta, i peli del margine posteriore son molto lunghi. Lo sperone tibiale del secondo paio di zampe uguaglia quasi la lunghezza del primo articolo del tarso ed è abbastanza robu- sto, non tuttavia come negli Encirtidi; si assottiglia gradatamente verso l’apice ed è fornito sul lato interno di peli sottilissimi. Quello dell’ultimo paio misura la metà del primo articolo. L’addome é di forma ovata, depresso, con l’ultimo segmento assai più ristretto del penultimo e di forma conica. La sua lar- ghezza massima è uguale a quella del torace, la lunghezza quasi uguale a quella della testa e del torace presi insieme. I segmenti sono tutti a un dipresso della medesima lunghezza. La terebra è appena sporgente. | La superficie superiore del torace si presenta minutamente alveolata, con alveoli contigui l’uno all’altro, più sviluppati in senso longitudinale che in senso trasversale. Negli esemplari non essiccati il colorito generale è un bel giallo croma, più intenso nel lato superiore del corpo che nell’in- feriore. Le antenne, le zampe e la nervatura delle ali appariscono di un giallo meno vivo. Gli occhi sono verdognoli, ma sotto la — 158 — cornea trasparente apparisce la retina come una macchia nera- stra che cambia posizione secondo come si osserva l’animale; gli ocelli sono di un rosso carminio, e presentano anch’essi una mac- chia scura visibile per trasparenza; le mandibole son di colore bruno corno. La superficie delle ali è perfettamente limpida. Ne gli esemplari essiccati il colorito è più scuro e volge un poco al giallo testaceo, mentre sul dorso e talora anche sul vertice divie- ne giallo rossastro. I peli delle antenne e del torace sono neri Lunghezza, mm. 0,57-0,85. Osservazioni. — Questa specie di Aphelinus è stata ottenuta dall’Aspidiotus belulae (Catanzaro) e dall’ A. hkederae di varie lo- calità. 2. Aphelinus maculicornis sp. n. Femmina. — In questo Afelino l’antenna è conformata come nella specie precedente. L’ala anteriore e la posteriore si pre- sentano però meno larghe e l’addome è alquanto più lungo. L’en- dofragma che si estende nell’ad- dome occupan- done una gran parte del lato ventrale, diffe - risce pure per essere un po’ me- avidi ne Mi no sviluppato in Aphelinus maculicornis. 1, ala anteriore. 2, endofragma. (Figure ingrandite) larghezza, come si può riconosce- re confrontando la figura qui annessa con la figura VII della de- scrizione precedente. Ma le differenze più rilevanti fra le due specie per riguardo alla forma, consistono nello sviluppo maggiore dei peli del bordo esterno dell’ala anteriore, e di quelli del nervo marginale; nella lunghezza dei peli più grandi dell’ala posteriore, i quali uguagliano la larghezza massima dell’ala stessa. La cellula costale si estende per */. della lunghezza del nervo marginale. Nei preparati, in cui talora scomparisce la colorazione nera di alcune parti delle antenne e del corpo, sarebbe difficile di- stinguere questa specie dall’ Aphelinus mytilaspidis non tenendo conto dei caratteri particolari di conformazione. Gli esemplari — 159 — dell’ A. maculicornis non alterati, sono di un color giallo smor- to, con gli occhi grigi, gli ocelli rossi, il peristomio marginato di nero; e di questo stesso colore sono i due anelli dell’ an- tenna e il primo articolo della clava, la metà apicale del secondo articolo di questa, mentre l’altra metà è bianca, e i due colori sfumano l’uno nell’altro; inoltre son pure di color nero il limite dell’occipite, il margine masticatorio delle mandibole, due punti alla base della terebra, alcune piccole macchie sfumate lungo i lati dell'addome, e le setole del dorso. Le ali anteriori presentano una macchia sfumata in corrispondenza al principio ed una al termine del nervo marginale. L’estremità di questo è scolorita, tanto che nei preparati non mi è stato possibile distinguere l’esten- sione e la forma del pterostigma e del rudimento del nervo post- marginale. Dimensioni. Lunghezza, mm. 0,5. Apertura d’ali, mm 1,5. Osservazioni. — Di questa specie ho avuto tre soli esemplari femmina nella seconda metà di settembre da una cocciniglia, che è frequente sulle foglie del Ligustrum vulgare dei giardini di Roma. XLIV. Ageniaspis fuscicollis (Dalm.) Thoms. Ageniaspis fuscicollis. Thomson, Hymen. Scandin. IV, P. 1, 1875, p. 182. Id. Mayr, Verh. zool. bot. Ges. Wien XXV. 1875. Femmina — La testa è appena più larga del torace, sub. triangolare, negli esemplari essiccati fortemente incurvata e ri- piegata, cosicchè quando è veduta di fronte apparisce più lunga che larga e col vertice elevato e ad angolo ottuso. L’occipite è incavato. Il vertice ha il margine acuto e presenta gli ocelli di sposti a formare un triangolo rettangolo: quelli esterni sono di- scosti dagli occhi per uno spazio uguale circa al proprio dia- metro. Gli occhi sono pubescenti, le gene estese una volta e mezza il diametro di essi, il peristomio angusto, col labro grande. Le antenne s'inseriscono a metà dell’altezza fra la linea oculare e il margine del clipeo e distano da questo poco meno della di- stanza fra i loro punti di attacco. Le fosse antennali sono brevi, gradatamente ristrette verso l’alto e convergenti verso la linea mediana della faccia, dove però non s’ incontrano, rimanendo — 160 — separate da un rilievo mediano che si estende in basso fino al labro e porta su ciascun lato quattro setole. Le altre se- tole che ornano il capo sono più brevi, disposte quasi regolar- mente a quinconce. Le antenne sono lunghe meno del doppio della testa: hanno lo scapo quasi line- are, solo un poco dilatato verso il mezzo, fornito di molti peli corti e rigidi: la radicola è lunga quasi la metà dello scapo ed uguale in lun- ghezza al pedicello: l'anello manca: i primi due articoli del funicolo misu. Fig IX. rano in lunghezza Ageniaspis fuscicollis. 1, testa veduta di fronte; 2, di profilo DR ar 3, mandibola. 4, antenna della femmina. 5, antenna del maschio. 5 larghezza rer 6, ala anteriore. 7, nervatura dell’ala anteriore. 8. ala posteriore. la metä delle di- 9. profilo del dorso; da destra verso sinistra: seudo, ascelle, seu- 2 . De È > ; ! -Orrl- tello (l'esemplare figura inclinato in basso e in avanti). 10, estre- DES a heer i mità della tibia e primi due articoli tarsali del terzo paio di spondenti del pedi- zampe. 11, estremità della tibia col tarso, del secondo paio di zampe. (Figure ingrandite). cello, mentre il ter- zo è un poco più grande, i tre successivi notevolmente più ingrossati e l’ultimo di essi quasi due volte più lungo e più largo del primo articolo. La clava, di forma ovale allungata e compressa, non segmentata, è lunga circa come i due e '/, articoli che la precedono, più larga di essi verso la metà. I peli che guarniscono Il funicolo sono lunghi quasi quanto gli articoli rispettivi, quelli della clava un poco più corti degli altri. Le mandibole sono piccole ed appaiono, quando si os- serva il capo di fronte, come due uncinetti che si toccano e si sovrappongono in parte con le loro punte ricurve. Il loro mar- gine masticatorio è parallelo all’asse longitudinale del corpo e fornito di tre piccoli denti, dei quali l’anteriore e il medio a punta acuta, il terzo troncato e più grande dei precedenti. Il torace presenta i caratteri comuni alla maggior parte degli Encirtidi. Lo scudo e lo scutello sono guarniti di lunghe setole quasi tutte regolarmente disposte secondo linee longitudinali, ma — 161 — più numerose sullo scutello, fuorchè all’ apice, cosicchè osser- vando esso scutello di profilo, lo si vede fornito di una fitta e lunga peluria. Le ali anteriori, ripiegate sul dorso, oltrepassano notevolmente l'addome, il quale supera di poco il loro nervo marginale. Esse sono ampie, con la maggiore larghezza situata ai */, ed uguale a ?/. della lunghezza, con l’estremità a curvatura ellittica e la parte posteriore esterna tagliata obliquamente secondo una linea poco convessa. La cellula costale è piuttosto ampia, fornita di molti peli brevi; il nervo marginale breve, ma non già subqua- drato, bensì due volte e mezza più lungo che largo; il nervo po- stmarginale a limite indeterminato, ma tuttavia lungo poco più del marginale; lo stigmatico uguale a */, del marginale, parallelo al margine posteriore della cellula basale, non bene distinto nella sua estremità dove è dilatato e termina troncato. Questa parte terminale non costituisce una clava distinta e corrisponde alla metà della lunghezza dell’ala. Il margine apicale e la metà ester- na di quello posteriore sono forniti di peli molto corti ed assai numerosi, Lo specolo è ristretto, incomincia in alto al disotto del nervo marginale e dello stigmatico ed è imperfettamente de- limitato verso la cellula basale dai pochi peli sparsi di cui que- sta è rivestita, mentre verso la parte distale dell’ala è limitato nettamente dal fitto rivestimento di peli corti della superficie alare. Notevolmente più piccole delle ali anteriori sono quelle del secondo paio, che misurano in lunghezza */, delle prime, in larghezza un poco meno di ‘/, della propria lunghezza: esse hanno il margine anteriore, dopo il termine della nervatura, notevol- mente incurvato e la cellula costale molto ‘assottigliata: questa si estende, mantenendo sempre la stessa larghezza, fino agli un- cinetti. Le zampe sono robuste e piuttosto lunghe. Il primo articolo dei tarsi è poco più lungo del secondo. Lo sperone delle zampe medie arriva alla metà del secondo articolo tarsale ed è rivestito di peli brevi e rigidi: il lato inferiore degli articoli del tarso è fornito di setole robuste e di spine notevolmente ingrossate: una simile spina, però assai più corta, si trova nel margine distale della tibia presso l’attacco dello sperone. Le zampe posteriori hanno solo uno sperone molto debole, che si assottiglia gradata- mente verso la punta e misura in lunghezza il doppio dei ba- stoncelli chitinosi che rivestono l’estremità della tibia. 11 — 162 — La lunghezza dell’addome, anche negli esemplari essiccati, è inferiore a quella del torace: la forma è quella di un triangolo isoscele: negli esemplari essiccati si forma una piega a carena secondo la linea mediana dorsale. Il vertice e la fronte sono fortemente zigrinati, privi di lu- centezza, il resto della faccia è minutamente reticolato squamoso. Lo scutello e la parte dorsale del torace al dinanzi di esso sono zigrinati. L’addome è reticolato-squamoso. La fronte non presenta delle fossette puntiformi disposte in serie. Il vertice del capo, la parte del torace dinanzi allo scutello, questo stesso e l'addome sono bruno-neri, con leggero riflesso me- tallico, il quale manca però sul vertice e sullo scutello. L’addome tende leggermente al rosso. La faccia è bruno-verdastra, anche sui lati, e con leggera lucentezza metallica. Gli occhi e gli ocelli sono grigio-nerastri, le mandibole giallo-brune, le antenne giallo- grigiastre. I lati del torace, tutto il metatorace e la striscia chi- tinosa fra lo scudo e lo scutello sono pure giallo-bruni. Il colore delle zampe è bianco giallognolo: però nelle tibie medie vi è un anello bruno chiaro nella seconda metà, e nelle zampe posteriori sono di questo colore il femore e la prima metà della tibia: il ginocchio tuttavia è del colore del rimanente. Le ali, incolore, non sono perfettamente limpide: la loro nervatura è giallognola. I peli sparsi sul corpo sono bianchi. Lunghezza, mm. 0,8-1 ed anche più (quasi 2 mm. secondo Thomson) se in una larva si sviluppano pochi esemplari. Maschio. — Differisce per la forma delle antenne e per l’ad- dome alquanto più breve: inoltre pel colorito della faccia che è violetto intenso e splendente: la fronte e il vertice sono di un verde scuro metallico. Le antenne hanno lo scapo dilatato verso il mezzo ma non compresso, fornito di peli molto corti e rigidi; la radicola lunga poco più di '/, dello scapo: il pedicello mi- sura la metà dello scapo, è una volta e mezza più lungo che largo all'estremità, quasi triangolare quando si osserva di profilo, ma tuttavia col lato superiore convesso, conforme al tipo nor- male dei Calcididi. I primi due articoli del funicolo sono appena più grandi del pedicello, gli altri quattro poco più sviluppati, e circa una volta e mezza più lunghi che larghi. L’istmo fra gli articoli del funicolo e fra l’ultimo di questi e la clava & brevis- simo, e, osservando l’antenna di profilo, si presenta spostato verso il lato ventrale degli articoli. La clava presenta abbastanza ma- — 163 — nifesta la divisione in tre segmenti ed è lunga quanto i 2 '/, ar- ticoli che la precedono, e di uguale grossezza. Tutto il flagello è guarnlto di numerosi peli lunghi circa quanto i rispettivi ar- ticoli. Distribuzione. — Europa. Osservazioni. — Per questa specie il Silvestri ha fatto una sot- tospecie, A. fuscicollis subsp. praysincola, che si distingue solo per caratteri biologici, mentre non differisce morfologicamente dalla forma tipica. Per la presente descrizione ho avuto sott’oc- chio l’una e l’altra forma. La subsp. praysincola è stata ottenuta dal Prays oleellus e Prays citri di diverse località; la forma tipica è stata ottenuta a Portici dalla Hyponomeuta malinellus. XLV. Genere Copidosoma Ratzebursg. Questo genere comprende un certo numero di specie che sono state riunite tanto dal Thomson come dal Mayr con quelle del genere Litoimastix, e dal primo sono state descritte sotto il nome generico di Litomastix, dal secondo sotto quello di Copidosoma. Inoltre, coloro che hanno ammesso la distinzione dei due generi fino a poco tempo fa, hanno posto nell’uno qualche specie che dovrebbe riferirsi all’altro genere. Per non entrare in merito in tali questioni, essendomi limitato finora a descrivere in questa pubblicazione il Lifomastix truncatellus (1) e il Copidosoma Buys- soni, adotterò provvisoriamente l’opinione espressa di recente da Schmiedeknecht nel suo volume sui Calcididi, del « Genera Inse. «torum ». Lo Schmiedeknecht osserva quanto segue, riguardo alla distinzione dei due generi: « Nelle tavole dicotomiche, seguendo l'esempio di Ashmead, ho mantenuto la distinzione di Copido- soma e Litomastix. Come carattere distintivo dei due generi sono stati considerati la diversa lunghezza del pedicello e la confor- mazione della clava. Nel genere Litomastix il pedicello si pre- senta non meno di tre volte più lungo che largo all’estremità, e la clava è tagliata molto obliquamente; invece nel genere Co- pidosoma il pedicello non raggiunge in lunghezza il triplo della (1) V. queste « Contribuzioni », parte III, in questo « Bollettino », vol. EH, p. 103: — 164 — sua larghezza massima e la clava, lunga, leggermente incurvata, è anche poco acuta all’apice. Sulla forma della clava può essere basata opportunamente una distinzione, anche se tale carattere non abbia a riscontrarsi che nelle femmine soltanto. Ma per ri- guardo a questo dubbio occorrebbero osservazioni esatte sulle sin- gole specie. Mayr e Thomson fanno tutt’uno dei due generi. Per- chè Thomson abbia proposto un nome nuovo, io non so compren- derlo, giacchè egli colloca nel gruppo il Copidosoma boucheanum. Thomson poi ha errato quando ha detto nella diagnosi a propo- sito della clava del Litomastix: « Clava oblique acuminato-trun- cata » e poi ha descritto una serie di specie nuove nelle quali tale carattere non si riscontra; egli ha posto inoltre fra i Lito- mastix il Copidosoma boucheanum, flagellare e filicorne, specie che hanno la clava lunga, leggermente incurvata e solo un poco acuta all'apice. Come si vede, il genere, inteso a questo modo, comprenderebbe forme non omogenee, ed io mi credo autorizzato a porre fra i Copidosoma tutte le specie con la clava lunga, poco acuta all’apice, e fra i Litomastix quelle con la clava tagliata molto obliquamente. Al genere Copidosoma apparterrebbero quindi le specie boucheanuin, citripes, coleophorae, filicorne, flagellare, geniculatum, hilare e terebrator; al genere Litomastix tutte quelle comprese in esso dal Thomson, ad eccezione delle specie boucheanus, filicornis e flagellar'is >. Nella fig. 10° della 2.* parte di queste « Contribuzioni », la quale rappresenta l’antenna del Lifomastix truncatellus, è se- gnata la divisione in tre articoli della clava: tuttavia questa di- visione è molto difficile a vedersi negli esemplari freschi od es- siccati e in alcuni individui non riesce affatto visibile: non lo è mai nei preparati. Sicchè si può dire che la clava del L. trunca- tellus, e forse quella di tutti i Litomastix, sia unita, come quella dei Copidosoma. Le figure qui annesse, tratte da preparati, ripro- ducono la clava del Copidosoma buyssoni (del quale segue la de- scrizione con la figura dell’antenna) e per confronto l’antenna del Litomastix truncatellus. Lo Schmiedeknecht non registra fra le specie di Copidosoma il ©. Buyssoni descritto alcuni anni fa dal Mayr. Questa specie è un vero Copidosoma nel senso voluto dallo Schmiedeknecht, ed è, come nota il Mayr, molto affine al Copidosoma coleophorae da lui stesso descritto. — 165 — Copidosoma Buyssoni Mayr Copidosomu buyssoni Mayr, Verhdlg, k. k. zool.-bot. Gesellsch., Wien 1902, p. 290. Femmina. — La testa è grande, larga quanto il torace; ve- duta di fronte, negli esemplari essiccati, nei quali presenta ap- pena alterata la sua forma, tanto larga che lunga, col vertice no- tevolmente Am =e 3 a ey peristomio Ze largo poco più dii, della fronte, le ge- ne uniforme- mente e leg- germente in- curvate, lun- Ssheil @IT«a quanto il dia- metro mag- giore degli oc- chi. Questi Fig. X. non Sono spor- Copidosoma buyssonì. N.° 6 si riferisce al Litomastix truncatellus. 1, testa genti 6) pre- di fronte. 2, la stessa dal di sopra. 3, mandibola. 4, antenna della fem- mina. 5, antenna del maschio. 6, sperone e primo arto tarsale del 2° paio sentano sulla di zampe. 7, clava della femmina. 8, estremità della nervatura dell’ala, 9, superficie al- estremità della tibia con lo sperone e col primo articolo del tarso, del se- È È x condo paio di zampe. 10, lestesse parti, del tezo paio. (Figure ingrandite). cuni piccolis- simi peli spar- si. Gli ocelli formano un triangolo rettangolo, e quelli esterni distano dagli occhi per °/, della distanza che intercede fra l’uno e l’altro: tuttavia, osservando il capo dal disopra, a causa della convessità del vertice, gli ocelli laterali sembrano molto vicini agli occhi. Nella metà inferiore della faccia, in corrispondenza alla linea mediana, vi è un rilievo che per la sua forma corri- sponde alla metà di un cilindro-cono, ed è separato dalle parti adiacenti, nella sua metà superiore, da un avvallamento: mentre alla metà inferiore di esso, in ciascun lato; corrispondono le aree d’inserzione delle antenne, molto grandi, piriformi, e contornate — 166 — da un cercine. Le antenne si inseriscono molto in basso: hanno lo scapo piuttosto lungo, il pedicello di lunghezza uguale al dop- pio, o poco più, della sua larghezza all’estremità; il funicolo piut- tosto assottigliato, con articoli crescenti di poco in grossezza pro - cedendo verso la clava, uniti da istmi che stanno a livello del loro lato inferiore; il primo di tali articoli lungo la metà del pe- dicello e manifestamente più lungo che largo; i successivi un poco più sviluppati in lunghezza. La clava è cilindroide, leggermente incurvata in modo che di profilo presenta il lato superiore al- quanto convesso e l’inferiore concavo: termina arrotondata alle due estremità e misura una lunghezza quadrupla della grossezza: la sua lunghezza uguaglia quella dei quattro articoli e mezzo che la precedono, e la sua grossezza supera quella dell’ultimo articolo del funicolo. Essa presenta inoltre delle sporgenze in forma di bastoncelli troncati e disposti perpendicolarmente alla parete chi- tinosa cui si attaccano. Le mandibole sono larghe alla base e ri- strette verso il margine masticatorio, dove presentano tre denti acuti. La larghezza massima del torace, misurata fra i punti più sporgenti delle tegole, uguaglia */, della lunghezza. La parte del mesonoto al dinanzi delle ascelle è per !/, più larga che lunga, convessa. Lo scutello è lungo quanto la parte precedente del me- sonoto, e appena più esteso in lunghezza che in larghezza. Nelle ali anteriori il lato posteriore esterno è leggermente convesso e diretto molto obliquamente: l’estremità è bene arro- tondata. La nervatura termina alla metà della lunghezza dell’ala e presenta un tratto marginale quasi puntiforme, il quale è di- stinto dall’omerale per un breve spazio quasi scolorito, e si con- tinua poi in un nervo postmarginale brevissimo, senza limite determinato, mentre verso l’interno dà origine ad un nervo stig- matico piuttosto lungo. Questo forma col margine anteriore della ala un angolo di 45°, e termina senza clava nè dente, ma quasi troncato; è un poco più ristretto presso la sua origine, ha i due lati con un ispessimento della chitina piuttosto notevole, ed all’estremità presenta le quattro areole chiare disposte in qua- drato. Le setole vicine alla nervatura e quelle che s’ inseriscono su di essa sono molto forti e circonvallate al loro punto di origine. Le più grandi fra queste setole son quelle che formano la metà anteriore del limite prossimale dello specolo. Questo presenta la stessa forma che negli Encyrtus, Litomastix, Ageniaspis, ecc., — 1607 — vale a dire quella di una striscia glabra obliqua dall’innanzi allo indietro e dal di fuori all’indentro: è un poco più largo verso la parte posteriore, ma vicino al margine posteriore dell’ala manca perchè le setole si estendono senza interruzione sulla superficie dell’ala. La cellula basale è fornita di setole nella parte distale e nella metà anteriore. Nel margine dell’ala le setole sono me- diocremente sviluppate. Le ali posteriori sono simili a quelle dell’ Ageniaspis fuscicollis descritto precedentemente. Nel secondo paio di zampe lo sperone, lungo quanto il lato esterno del primo articolo del tarso, è foggiato a cono nella se- conda metà e termina con un forte dente chitinoso conico, smus- sato all’apice: dei denti simili a questo, per lo più in numero di sette, si trovano sul margine interno del primo articolo tarsale, dove son disposti a distanza uguale l’uno dall’altro. Alla parte interna dell’estremità della tibia s'impiantano due altri denti, dei «quali il più interno è il più lungo e il più grosso rispetto anche a quelli del tarso. La tibia dell’ultimo paio di zampe presenta l'estremità munita di brevi aculei e di un solo sperone, acuminato, lungo la metà del primo articoio del tarso o poco più. L’addome è esteso in lunghezza quanto il torace e di larghezza pure uguale, di forma ovata allungata. La terebra è poco sporgente. Il vertice presenta la scultura caratteristica punteggiata-alveo- lata, ovvero a ditale (schuppig) come la chiamò Ratzeburg: tuttavia essa non è molto marcata. Mancano fossette circolari fra gl’incavi di tutta la superficie superiore del capo. La faccia è reticolata, e tale scultura è più evidente sulla carena che separa le fosse antennali. Il collo e il pronoto presenteno una scultura squamosa. La parte dorsale del protorace corrispondente allo scudo e alle scapole (detta « mesonoto » da alcuni autori) ha una scultura a reticolo molto marcata con maglie minute e quasi rettangolari. Dietro questa parte del dorso e dinanzi alle ascelle vi è una fascia levigata; le ascelle sono punteggiate; lo scutello presenta delle maglie quasi lineari, brevi. La scultura reticolata dall’addome è poco evidente. La pleure sono assai minutamente reticolate, con le maglie quasi rettangolari. La faccia è di color verde bronzo, con forti riflessi dorati o porporini; il vertice rosso rame. Gli ocelli hanno questo stesso colore e perciò si distinguono difficilmente con un leggero ingran- dimento, Gli occhi son bruno-neri. Il colorito dello scapo e della — 168 — seconda metà del pedicello è giallo pallido, la radicola dell’an- tenna, la prima metà del pedicello e la clava sono brune, questa però ha l’apice scolorito. Nel funicolo i primi due articoli sono bruno chiari, gli altri presentano questo colore alla base, nel resto sono di un giallo scuro grigiastro. Il collo e il pronoto sono ne- rastri, la parte corrispondente allo scudo e alle scapole presenta un bel verde dorato: tuttavia innanzi alle ascelle si osserva una striscia, formata dalla membrana articolare dell’esoscheletro, la quale è bruno-scura ed ha superficie levigata. Le ascelle e lo scutello presentano un color bronzo assai scuro. Le pleure hanno un colorito verde dorato nella parte anteriore, e nel resto sono di un bel violetto intenso, splendente, che solo verso il verde della parte anteriore sfuma in una tinta azzurra. Il colore delle tegole è bianco grigiastro; la nervatura delle ali è bruna alla base, nel rimanente giallo-bruna. Mentre le anche medie e posteriori sono color bronzo, le anteriori si presentano scure solo alla base, nel resto hanno lo stesso colore giallo chiaro che presentano i femori e le tibie in tutte le zampe. I tarsi anteriori son giallo-bruni, gli altri bianchi giallognoli, molto più chiari delle tibie e dei femori, eccettuato il pretarso che è grigio scuro, e l’ultimo articolo tarsale del terzo paio che è giallo-bruno. L’addome si presenta quasi interamente di un nero verdastro, con deboli riflessi: alla base, nella parte superiore, è di un verde azzurrognolo. Sulla parte anteriore del mesonoto vi sono alcuni peli biancastri molto lunghi ed assai sottili. Lunghezza: mm. 1 — 1,15. Maschio. — La lunghezza del flagello è poco inferiore a quella complessiva del capo e del torace. Il pedicello è appena più lungo che largo all’estremità Le antenne, vedute di profilo presentano il funicolo seghettato. Questo aspetto è dovuto non tanto alla posizione dell’istmo fra gli articoli, il quale è situato come nella femmina allo stesso livello del lato inferiore di essi articoli, quanto alla forma che presentano questi, essendo tron- cati all’ estremità e ristretti verso la base. Gli articoli mediani sono circa una volta e mezza più lunghi che larghi all’estremità. La clava è appena più lunga dei due articoli che la precedono, e larga verso il mezzo la metà della propria lunghezza. La sua forma è un ovale molto allungato. La scultura è simile a quella della femmina: tuttavia sul vertice e sulla fronte è più minuta, sullo scutello le maglie sono meno ristrette; le ascelle presentano = 469 — una punteggiatura assai fitta. Il colorito generale è verde scuro con riflessi violacei e dorati. Gli occhi e gli occelli son bruno-neri. Le antenne giallo-brune, con la radicola e quasi tutto il pedicello bruni scuri. Le zampe sono giallo chiare: però le anche anteriori quasi fino al loro apice, le medie e posteriori interamente, sono dello stesso colore del corpo, come pure i trocanteri medi e po- steriori, una macchia oblunga sfumata nella parte inferiore della prima metà del femore anteriore, ed i primi due terzi del femore posteriore. Un anello bruno senza limiti netti circonda la tibia posteriere cominciando presso la base ed estendendosi fino alla metà. I tarsi si presentano, nei primi tre o quattro articoli, più chiari delle tibie nel secondo e nel terzo paio di zampe; nei pri- mi e negli ultimi i due articoli terminali e il pretarso sono di color bruno scuro, nei secondi l’ultimo articolo e il pretarso son di questo colore. Le tegole sono bianco-giallognole; la nervatura delle ali bruniccia, più scura nelle parti distali. Lunghezza: mm. 0,8 - - 1,1. Osservazioni. — Di questa specie si sono ottenuti numerosi esemplari, d’ambo i sessi, da Coleophora Stefanii Joannis pro- veniente da Trapani. XLVI. Encyrtus euphyllurae Silv. in litt. Femmina — La testa è tanto larga che lunga ; osservata dal disopra, presenta il vertice nel punto di minore ampiezza un poco più largo dello spazio occupato dall’occhio ; gli ocelli son dispo- sti in un angolo poco ottuso. Il vertice si unisce alla fronte for- mando una curva regolare. Il pedicello è circa due volte più lungo che largo all’ estremità, lungo una volta e mezza il pri. vp. Fig. XI. __ mo articolo del funicolo. In que- ca a intenta 3 estenità sto tutti gli articoli sono alquanto dell. tibia e primo articolo tarsale. (Ingran - più lunghi che larghi ed au- yeh mentano sensibilmente di gran- dezza dal primo all’ultimo. La clava non raggiunge la lunghezza degli ultimi tre articoli del funicolo. — 170 — Le ali anteriori hanno la nervatura marginale brevissima, la stigmatica piuttosto allungata, la postmarginale estesa per circa °/, della stigmatica. Lo sperone delle zampe medie è lungo la metà del primo ar- ticolo tarsale. Anche quello del terzo paio di zampe, che è unico all’estremità della tibia, misura tale lunghezza. L’addome è grande, cuoriforme allungato, più largo del torace verso il mezzo, ma ugualmente estesa in lunghezza. La terebra è poco sporgente Il vertice e la fronte presentano una fitta punteggiatura, con qnalche incavo un poco più grande degli altri; la faccia è reti- colata; la porzione anteriore del mesonoto è minutamente squa- mosa ; lo scutello punteggiato in modo simile al vertice. La testa presenta un colore violaceo cupo, lo scapo e il pe- dicello sono nero-violacei o bruno-violacei ; il resto dell'antenna grigio-bruno ; la porzione anteriore del mesonoto di un bel verde, in qualche punto tende al verde bronzo o al rosso rame; anche le ascelle e lo scutello, che sono di un verde meno vivo, tendono al colore bronzo o al rossiccio; le tegole sono scure; il callo azzurrognolo ; le pleure hanno un riflesso porporino. L’addome si presenta verde scuro alla base, nel resto di color bronzo. Le zampe sono in parte brune o bruno-violacee, e in parte giallo- scure, senza limiti netti fra le parti diversamente colorate. I gi- nocchi, la seconda metà delle tibie anteriori, gli ultimi */, di quelle medie e |’ ultimo terzo delle posteriori son gialli scuri: questo colore presentano pure i tarsi, tuorchè al loro apice, il quale è bruno. Le ali sono incolore, con la nervatura bruna. Lunghezza mm. 1 — 1,2. Osservazioni — Questa specie fu riconosciuta e indicata come nuova dal Silvestri, il quale non ne diede perö la descrizione. Essa & stata ottenuta da Kuphyllura oleae. Costa nell’Italia cen- trale (Bevagna) e anche in Sicilia (Catania). Insieme con gli esemplari di femmina descritti, si sono avuti dei maschi di Encyrtus i quali devono riferirsi ad altra specie, nonostante la mancanza di altra forma di maschi di Encyrlus fra i parassiti ottenuti dall’Ewphyllura, e la mancanza di altra forma di femmine dello stesso genere. Gli Encyrtus maschi somigliano a quelli dell’Encyrtus silvius e differiscono dalle femmine descritte in parecchi caratteri. In essi si trovano due speroni all’estremità della tibia del terzo paio di zampe. Inoltre la nervatura margi- Si — nale è notevolmente più larga che lunga; sul vertice e sulla fronte si osservano molte fossette puntiformi. La calorazione dif- ferisce principalmente per essere le antenne e le zampe di un giallo intenso. La femmina dell’ Encyrtus euphyllurae somiglia per certi caratteri a quella dell’ Encyrtus meges e per altri all’ E. clavel- latus. F. SILVESTRI ea Contributo alla conoscenza dei Mirmecofili x del Messico. Cercando specialmente Miriapodi e Tisanuri nella escursione che feci nel Messico dal 5 al 17 dell’ ottobre del 1908 raccolsi anche alcune specie di formiche (1) e con queste i mirmecofili, che sono oggetto di questa nota. Essi comprendono dieci specie riconosciute tutte, meno una (Grassiella praestans Silv.), come nuove per la scienza, due appartenenti a nuovi generi (Myrmo- myia, Myrmecodesmus), e una ad un nuovo sottogenere (Laelaps subgen. Apolaelaps). Alla descrizione delle specie del Messico ho aggiunto, dopo l’Apocellus myrmecobius, quella di un’altra specie di Apocellus, che raccolsi nel 1900 nel Brasile (Cuyabà). DIE TER, Fam. Phoridae. Chonocephalus mexicanus sp. n. Q Castanea capite pedibusque rufo-umbrinis, oculis nigris. Caput pronum (Fig. II, 1) parum, ad oculos, latius quam lon- gius, antice rotundatum utrimque pone antennarum basim usque ad oculos depressum, superficie setis brevibus sat raris, subtilibus instructum, nec non seta sat longa et sat robusta ad depressionis (1) Oltre le specie di formiche ricordate dal Prof. W. M. Wheeler nella sua nota « Ants collected by Prof. F. Silvestri in Mexico » pubblicata in questo stesso periodico Vol IV, pp. 228-238, raccolsi anche le seguenti: 2ra- chymyrmex Heeri Forel subsp. obscurior Forel (Cordoba), Pheidole crassicornis Em. (Jalapa), Cyphomyrmex rimosus Spin. subsp. minutus Mayr (S. Fran- cisco presso vera Cruz). — 173 — lateralis marginem internum et ad oculorum marginis antici li- bellam sita auctum et setis tribus sat longis et sat robustis mar- Fig. 1. Animal pronum. ginalibus externis ante oculos. Oculi parvi, corneis c. 23 instructi. Antennae (Fig. II, 3) quam caput circa duplo longiores, arti- culo sexto plumoso. Palpus (Fig. II, 3-4) uniarticulatus, */,; longior quam latior, quam proboscis parum brevior, setis non- nullis sat longis instructus est. Proboscis longa et lata, c. '/, longior quam latior. Thorax. Mesonotum (Fig. I) quam caput paullulum minus latum, multo latius quam longius, margine antico et postico aliquan- tum sinuatis, superficie setis brevibus, sub- tilibus sat raris instructa. Pedes longi setis ut fig. II, 6-9 demonstrant instructi, praetarso unguibus duobus sat longis, attenuatis, arcuatis, acutis instructo. Abdomen circa duplo lon- gius quam la- tius, tergitis 1-6 bene chiti- neis, setis bre- vibus, subtili- bus sat raris instructis, ter- gito sexto po- stice rotundato et setis quatuor sat longis etiam aucto. Sternita 1-5 membra- nacea, antica subnuda, posti- ca setis non- nullis breviori- bus; sternitum Fig. II. 4-3. Caput pronum, supinum, lateraliter inspectum ; 4. palpus; 5. proboseis supra inspecta; 6-8. pes primi, secundi et tertii paris; 9. pedis tertii paris tibiae apex, tarsus et praetarsus. 6" sat chitineum setis quatuor posticis sat longis et setis non- nullis brevibus auctum. Segmentum ultimum quam praecedentia multo minus, tubiforme, setis brevissimis sat robustis instructum. — 174 — Appendices terminales (Fig. I) brevissimae, tuberculiformes, setis 4-5 instructae. Long. corp. mm. 0,92, lat. abdominis 0,42, long. antenna- rum 0,40, pedum paris tertii 0,90. Habitat. Exempla duo in nidis formicae Brachymyrmex Heeri Forel, subsp. obscuri0r Forel ad Cordoba legi. Observatio. Species haec a Chonocephalus dorsalis Wand. setarum majorum frontalium numero minore (una tantum!) di- stinctissima est; a Chonocephalus Kiboshaénsis Brues characte- ribus setarum etiam distincta. Puliciphora incerta sp. n. © Badio-castanea oculis nigris, ventre, abdominis parte po- stica pedibusque rufo-umbrinis. Caput (Fig. III, 1-2) subaeque longum atque latum, fronte media pone antennarum radices convexiuscula, clypeo rotundato, superficie setis brevibus parum raris et macrochaetis 2 + 2 an- Fig. III. 1. Caput pronum ; 2. caput lateraliter inspectum; 3-5. pes primi, secundi et tertii paris; 6. abdominis tergiti secundi dermatos particula; 7. abdominis tergiti sexti dermatos particula; 8. animal pronum. ticis, 2 +2 sublateralibus, 2 + 2 posticis et setis longis 4 margi- nalibus ante oculos instructum. Ocelli bene evoluti. Oculi sat magni, corneis c. 40 instructi. Antennae (Fig. III, 2 et 8) quam eis) corporis longitudo fere */; breviores, articulo tertio globoso parum latiore quam longiore, cetero forma generi consueta. Proboscis extroflexa, longa, quam caput totum (a clypei margine antico ad occipitem mensum) fere dimidio brevior, c. '/, longior quam latior. Palpus (Fig. III, 1-2) longus, uniarticulatus, interne parum con cavus, setis longis 5 et setis nonnullis brevibus, praeter setas bre- vissimas, instructus est. Thorax. Mesonotum capitis latitudinem subaequans magis quam */; latius quam longius, superficie setis brevibus sat raris et macrochaetis 3 +3 posticis et macrochaeta altera praestigma- tica instructum, macrochaetis submedianis posticis quam ceterae minoribus. 3 Pedes spinis et setis cfr. fig. III, 5-5. Abdomen subovale, segmentis postice a septimo valde an- gustatis, tergito primo brevissimo, secundo quam tertius longiore, tertio quam quartus parum longiore, quarto quam quintus aliquan- tum longiore; tergitis 1-3 bene chitineis, tergito 4° fere toto bene chitineo angulis posticis rotundatis, tergito 5° spatio majore bene chitineo, cetero membranaceo ut segmenta sequentia. Tergita 1-5 parte bene chitinea (Fig. III, 6) transversaliter, subtilissime reticulata et per reticulum setis brevissimis sub- tilioribus sat densis instructa nec non setis brevibus parum raris, parte membranacea (Fig. III, 7) setis minimis, robustis vel aci- culis minimis densis et setis brevibus sat raris, singulis super parvam aream castaneam sistentibus aucta. Segmenta postica a septimo setis vix conspicuis vestita et setis nonnullis brevibus instructa. Cerci elongati c. */, longiores quam latiores, seta longa apicali et setis nonnullis sat brevibus instructi. Long. corp. mm. 1,45; lat. abdominis 0,50; long. antenna- rum 0,52, pedum paris tertii 1,5. Habitat. Exemplum descriptum sub saxo prope formicas So- lenopsis geminata F. (non inter formicas, ergo incertum est an species myrmecophila sit vel non!) ad Jalapa legi. Gen. Myrmomyia nov. © Corpus (Fig. IV) Puliciphorae simile. Caput (Fig. V, 1-3) aliquantum latius quam longius antice ‘fronte convexiuscula, superficie setis brevibus sat raris et ma- crochaetis 2 + 2 anticis, 3 +3 ad oculorum marginem inter- — 176 — num, 1+ 1 posticis inter et parum pone ocellos laterales, nec non parum longe ab ocello antico utrimque seta sat longa instructa, margine laterali externo ante oculos macrochaetis duabus. Oculi magni, convexi, corneis fere 100 compositi et setis inter corneas instructi. Ocelli adsunt, tres. Antennae (Fig. V, 1 et 3) forma familiae consueta. Palpus (Fig. V, 3-4) sat longo uniar- ticulatus, basi anulata, apice praesertim macrochaetis instructo. Proboscis (Fig. V, 5) sat longa, c. !/, longior quam latior, haud pro- minens est, sed omnino interna. Thorax quam caput parum angu- stius. Mesonotum macrochaetis 4 +4 4 instructum. Alae et halteres nulla. Pedes longi, tibiis secundi et tertii paris (Fig. V, 8) spina apicali longa Fig. IV. armatis, tarsi tertii paris articulo primo Waimalprohund interne seriebus transverse obliquiis setarum instructo, praetarso unguibus duobus sat longis attenuatis, arcuatis, acutis et appendicibus dua- bus ramosis composito. Abdomen segmentis decim (primo excepto cum secundo coalito) manifestis compositum, subovale, parte postica a segmento septimo multo angustata, tergito 2’ (primo manifesto) quam cetero segmento parum magis chitineo, tergito 3° spatio quam idem secundi minori et tergito 4° spatio quam idem tertii minore et tergiti 5° tantum glandulae operculo quam segmentorum pars cetera parum magis chitiniis et setis minimis diversis instructis. Segmenti 5' glandula dorsualis parva est. Sterna membranacea. Cerci longiusculi, setosi. Observatio. Genus hoc ad genus Puliciphora Dahl proximum, sed proboscide interna, haud prominente praesertim distinguendum est, nec non etiam charactere tergitorum dorsalium, quae minus chitinea sunt. Myrmomyia brachymyrmecis sp. n. © Caput et thorax castaneo-nigra, oculis nigris, abdomine pedibusque rufo-umbrinis. Antennae (Fig. V, 1 et 3) quam dimidium corpus breviores, articulo tertio globoso subaeque longo atque lato, articulis 4-5 — 111 — subaequalibus, brevissime setosis, articulo sexto quarta parte basali quam ceterum parum crassiore, perbreviter setosa, cetero tenui breviter plumoso. Palpus (Fig. V, 3-4) parum magis quam !/, longior quam latior, setis minimis vestito et setis nonnullis bre- vibus nec non ma- crochaetis in fig. V, 3 delineatis in- structus est. Thorax. Me- sonotum quam ca- put parum angu- stius animalculo prono fere ?/; lon- gius quam latius, arcuatum antice parum sinuatum, superficie setis brevibus parum raris et macro- chaetis dictis sat longis, robustis auctum. Pedes setis et spinis ut fig. V, 1-3. Caput pronum, supinum, lateraliter inspectum ; 4. palpus; 5. 6 8 demonstrant. proboscis; 6. pes paris primi; 7. pes paris secundi; 8. pedis paris tertii tibiae apex, tarsus et praetarsus; 9. abdominis tergiti seeundi Abdomen. dermatos particula; 10. abdominis tergiti quinti dermatos particula; Tergitum secun- 11. abdominis tergiti quarti margo postica et tergiti quinti pars R antica; 12. corporis pars postica. dum ( == primum manifestum) setis brevissimis vestitum et setis brevibus parum raris instructum; ter- gitum tertium parte magis chitinea parum extensa transverse ovali, parte membranacea huius tergiti, praecedentis et eorumdem seg- mentorum lateribus et primi nec non segmenta 5-6 (Fig. V, 9) setis brevissimis parum crassis, parum robustioribus quam setae brevis- simae (Fig. V, 10) partis magis chitineae, et setis brevibus sat raris instructa. Glandula dorsualis segmenti 5! (Fig. V. 11) fere */; latior quam longior. Segmenta 7-9 quam cetera multo angustiora setis mi- nimis vel aciculis minimis vestita et setis nonnullis brevibus sub- posticis aucta. Segmentum decimum brevius, setis nonnullis bre- vibus instructum. Cerci ovales elongati c. */; longiores quam la- Fig. V. 12 — 178 — tiores, seta apicali longa et setis nonnullis sat longis instructi. Long. corp. mm. 1,15, lat. abdomen. 0,45; long. antenna- rum 0,44, pedum paris tertii 1,20. Habitat. Exempla 3 in nidis Brachymyrmex Heeri Forel, subsp. obscurior Forel ad Cordoba legi. Questa specie si deve considerare come un mirmecofilo euxeno che riceve o toglie il nutrimento alle formiche raccogliendolo nella apertura boccale, dalla quale non fuoriesce la proboscide, a differenza di quanto si osserva negli altri generi qui ricordati. La proboscide resta del tutto nascosta nella cavità boccale. Degno di nota è il fatto che colla stessa specie di formica, e aggiungo sotto la stessa pietra, vivevano due specie di Phoridae, cioè la Myrmomyia e il Conocephalus mexicanus. COLEOPTERA. Fam. Staphylinidae. Apocellus myrmecobius sp. n. © Corpus sat robustum, depressum, abdomine lato, politum, setis minimis dorsalibus sat numerosis instructum, fulvo-badium. Caput (Fig. VI, 1-2) quam prothorax latius, parum depressum, marginibus pone oculos gradatim parum convergentibus et bene arcuatis, collo dimidiam majorem latitudinem capitis subaequante, superficie laterali supera ante oculos longitudinaliter elevata et super antennarum radices rotundatim producta, parum pone libel- lam oculorum marginis postici foveis duabus submedianis latiu- sculis, circularibus profundis impressum. Oculi sat parvi, paullum prominentes brevissime setulosi. Antennae (Fig. VI, 3) quam caput et prothorax simul sumpta parum longiores, robustae, ab articulo quinto apicem versus gradatim aliquantum latiores, articulis 2-3 quam ceteri tenuioribus, articulo tertio quam secundus parum longiore, articulo decimo vix longiore quam latiore, articulo ultimo quam penultimus parum magis quam ‘/, longiore. Labrum (Fig. VI, 2) utrimque in processum sat longum, profundiore in margine interno laciniatum, productum, margine mediano setis pluribus inferis aucto et supra setis 6, quarum duo laterales longiores, aucto. Mandibulae, maxillae primi paris et labium cfr. fig. VI, 4-6. — 179 — Prothorax (Fig. VI, 1) quam caput et quam mesothorax an- gustior, paullum longior quam latior, antrorsum vix angustior, Fig. VI. 1. Animal pronum membrana intersegmentali aliquantum extensa; 2. caput pronum cum antennarum basi; 3. antenna; 4. mandibula; 5. maxilla primi paris; 6. labium; 7. pes tertii paris a femore; 8. tertii paris tibiae apex, tarsus et praetarsus. margine postico medio vix sinuato, superficie convexiuscula setis minimis aucta. Elytrae simul sumptae ad scapulas quam caput aliquantum latiores, c. '/, ad scapulas latiores quam longiores, lateribus par- tem posticam versus aliquantum divergentibus, parte postica quam antica latiore, angulo antico rotundato, angulo postico acuto To- tundato. Scutellum breve, latum, subtriangulare. Pedes (Fig. VI, 1) sat longi, paris tertii (Fig. VI, 7-8) femore medio parum latiore, tarsi articulo tertio quam articuli 1-2 simul sumpti longiore, praetarsi unguibus longis. Abdomen quam elytrae maxima latitudine parum latius, postice gradatim magis angustatum, supra setis minimis et postice et subtus etiam setis nonnullis brevibus auctum. Long. corp. mm. 3,4; lat. maxima abdominis 0,97; long. anten- narum 1,35, long. prothoracis 0,45. lat. ejusdem 0,42; long. pedum paris tertii 1,62. — 180 — Habitat. Exempla duo in nidis Solenopsis geminata F. ad Jalapa legi. Observatio. Species haec inter Ap. brevipennis Casey et A. analis Lec. collocanda est, Nello stesso nido di Solenopsis, nel quale trovai i due adulti dell’Apocellus descritto, raccolsi 3 esemplari di larve di Stafili- nide, che io riferisco, almeno provvisoriamente, al genere Apocel- lus. Dei tre esemplari due erano della stessa eta e sono ritenuti e descritti per prima forma larvale dell Apocellus myrimecobius, il terzo esemplare, molto diverso dagli altri per la forma delle setole, ma con essi concordante per gli altri caratteri, è ritenuto come seconda forma larvale della stessa specie, senza escludere del tutto che potrebbe appartenere anche ad altra. In queste larve ciò che colpisce è il grande allungamento della linguetta del labbro inferiore, la quale è anche rivestita di molti e lunghi peli. Questo fatto induce a credere che esse si servano di tale parte per sollecitare dalla bocca delle formiche il nutrimento. Larva prima. Corpus (Fig. VII, 1-2) elongatum, depressum, partem posticam versus gradatim parum augustius, parti - bus bene chitineis subcastaneis, cetero pallide avellaneo. Caput (Fig. VIII, 1) subrotundum, suturis manifestis, clypei margine an- tico dentibus 4 armato, quorum duo ex- terni quam interni parum minores sunt. Oculi ocellis 5 compositi. Pone ocellum superum posticum sensillum seta longa subtilissima compositum, adest. Setae ce- terae aitenuatae forma et dispositione cir, es Nii dl: Antennae (Fig. VIII, 1) quam caput parum breviores, 4-articulatae, articulo primo brevissimo et a secundo vix di- stinguendo, articulo tertio quam ceteri longiore, appendice antica quam arti- culus quartus parum breviore, setis ceteris cfr. fig. VIII, 1. Fig. VII. 1. Larva prona; 2. supina, — 181 — Mandibulae falciformes margine interno subtilissime serrato. Maxillae primi paris (Fig. VIII, 2) lobo sat longo simplici at- tenuato, palpo longo, tenui et attenuato, 3-articulato, articulo ter- tio quam articuli 1-2 simul sumpti longiore. Labium (Fig. VIII, 3-4) mento subaeque postice longum atque latum, setis duabus bre- vibus robustis instructum, subeoxis coalitis antice in processum longum, sub- triangularem, apice valde angustato quam palpus pa- rum breviorem, setis plu- ribus instructum productis, palpo 2-articulato articulo secundo quam primus ali- quantum breviore et sen- sillis apicalibus nonnullis brevibus instructo. Thorax. Pronotum pa- rum latius quam longius et quam mesonotum magis quam duplo longius, me- tanotum et mesonotum ae- qualia setis cfr. fig. VII, 1-2. Sterna nuda. Fig. VIII. 1. Caput pronum; 2. maxilla primi paris; 3. iabium ; Pedes longi subtiles se- 4. palpi labiali : ‘+ 5. i TIRA i pal] i apex; 5. pes paris tertii; 6. ejusdem tis cfr. fig. VIII, 5-6, prae- pars distalis, tarso ungue longo valde attenuato et setis duabus basalibus lateralibus composito. Abdomen (Fig. VII, 1-2) tergitis 1-8, mediis membranaceis, setis 2+ 2 instructis, pleuris seta longa et seta breviore auctis, tergito nono setis duabus submedianis et seta laterali brevi in- structo appendicibus longis, biarticulatis, articulo primo elongato subconico quam segmento decimo magis quam duplo longiore, et quam articulus secundus duplo longiore, articulo secundo valde tenui cylindraceo setam apicalem longam gerente, setis ceteris cfr. Fig. VII, 1-2. Sterna 2-8 media membranacea setis cfr. fig. VIII, 2. Long. corp. mm. 3,9; lat. pronoti 0,78; long. antennarum 0,50; long. pedum paris tertii 1,9 , appendicium segmenti noni abdo- minalis cum seta apicali 1,20. — 182 — Habitat. In nidis Solenopsis geminata F.ad Jalapa exempla duo legi. Larva secunda. Corpus (Fig. IX, 9) elongatum parum depressum, parte postica aliquantum angustata, partibus bene chitineis isabellinis cetero pallide avellaneo. Caput (Fig. IX, 1-2) subrotundum, suturis manifestis, clypei margine antico 4-dentato, dentibus externis quam interni minores. Fig. IX. 1. Caput pronum; 2. idem supinum; 3. antenna; 4. seta dorsalis capitis; 5. pes paris tertii; 6. ejusdem apex; 7. segmenti noni abdominalis appendix; 8. abdominis sternorum 4-5 pars mediana et pars lateralis; 9. animal pronum. Oculi ocellis 5 deplanatis compositi. Pone ocellum posticum sen- sillum, seta longa subtilissima compositum, adest. Setae ceterae dispositione cfr. fig. IX, 1-2, forma Fig. IX, 4, crassae subcylin- draceae, undique longitudinaliter lineatae. — 183 — Antennae (Fig. IX, 3) quam caput magis quam dimidio bre- viores 4-articulatae, articulo primo a secundo paullum distincto, articulo tertio quam secundus et quam quartus longiore , appen- dice antica quam articulus quartus parum breviore, setis ceteris cfr; ie IRB. Mandibulae (Fig. IX, 2) falciformes, margine interno sublilis- sime serrato. Maxillae primi paris (Fig. IX, 2) lobo elongato, sat attenuato, palpo longo, articulo tertio quam articuli 1-2 simul sumpti paullulum breviore sensillo apicali sat longo. Labium parte antica mediana subtriangulari apice valde angustato antrorsum usque ad apicem dentium submedianorum clypei producta, setis pluribus instructa. Thorax. Scuta dorsualia setis crassis, cylindraceis, lineatis ut Fig. IX, 9 demonstrat instructa. Pedes (Fig. IX, 5-6) longi, tenues, praetarsi ungue longo, at- tenuato, acuto, ad basim utrimque seta sat longa aucto. Abdomen. Dorsum setis crassis, cylindraceis, lineatis ut fig. IX, 9 demonstrat instructum. Appendices segmenti noni (Fig. [X, 9 et 7) inarticulatae, conicae, seta apicali quam articulus aliquantum breviore, setis ceteris cfr. fig. IX, 7. Sterna (Fig. IX, 8) setis attenuatis 4-4, pleuris ventra- libus setis 2 attenuatis, pleuris dorsualibus setis tribus cylindra- ceis, crassis. Long. corp. mm. 4,6, lat. pronoti 0,92; long. antennarum 0,34; pedum paris tertii 1,70, appendicium abdominis segmenti noni cum seta apicali 0,78. Habitat. In nidis Solenopsis geminata F. ad Jalapa exemplum descriptum legi. Apocellus agilipes sp. n. Corpus elongatum parum robustum, abdomine parum lato, sat depresso, antennis pedibusque praesertim longis, fulvo-lateri- cium, politum, setis nonnullis sat longis instructum. Caput (Fig. X, 1) quam prothorax parum latius, convexiu- sculum marginibus pone oculos gradatim parum convergentibus, late rotundatis, collo angustiore latitudine c. tertiam partem ca- pitis latitudinis majoris aequante, superficie setis nonnullis sat longis aucta et lateraliter ante oculos super antennarum radices elevata — 184 — et in margine rotundata. Oculi sat magni, bene convexi, nudi. Antennae (Fig. X, 1) reversae, elytrarum marginem posticum attin- gentes, apicem versus ab articulo quarto gradatim paullum cras- siores, articulo primo quam articuli 2-3 simul sumpti longiore, articulis 2--3 quam ceteri tenuioribus, articulo tertio quam secundus aliquantum longiore, articulis omni- bus plus minusve longioribus quam latioribus, articulo ultimo quam prae cedens c. 5/. longiore. Prothorax quam caput et quam mesothorax angustior, vix longior quam latior, antice magis quam po- stice angustatus, convexus setis non- nullis sat longis auctus. Elytrae simul sumptae ad basim quam caput latiores, parum longiores quam ad basim la- tiores et postice quam antice paullum latiores, angulo postico laterali ali- Fig. X. quantum rotundato. Scutellam par- Te Corporis pars antica prona; 2. pes vVUM, subtriangulare. A ee ne Pedes (Fig. X, 2-3) longi, tenues, femore elongato, haud incrassato, ti- bia tenuiore, pedis paris tertii tarsi articulo tertio quam ar- ticuli 1-2 simul sumpti longiore, praetarsi unguibus longis atte- nuatis. Abdomen mesothoraci latitudine subaequale, segmentis anticis quam ceteri paullam angustioribus segmentis duobus posticis quam praecedentia multo angustioribus, segmento ultimo triangulari , acuto, superficie setis nonnullis sat longis aucta. Long. corp. mm. 3,4, lat. maxima abdominis 0,78; long. anten- narum 1,56, long. prothoracis 0,50, lat. ejusdem 0,46, long. pedum paris tertii 2,20. Habitat. Exemplum descriptum in nido formicae speciei incer- tae ad Cuyabà (Matto Grosso) legi. Observatio. Species haec ad A. brevipennis Casey aliquantum proxima, sed notis expositis distinctissima est. — 185 — Fam. Pselaphidae. Phamisus myrmophilus sp. n. © Corpus (Fig. XI, 5) oblongum, capite quam prothorax ali- quantum angustiore, prothorace quam abdomen c. !/3 angustiore, rufo-badium, palpis tarsisque pallide fulvis, capite et prothorace setis subtilibus sat brevibus pluribus, praesertim supra capitis partes laterales posticas pernumerosis, instructis, elytris et ab- domine e- tiam setis sat brevi- bus nume- rosis auc- tis, setis omnibus fulvis. Caput subrotun- datum, o- culi rotun- dis, bene Fig. XI. 1. Antenna cum capitis tuberculis antennalibus; 2. antennae articuli 8-11; x 3. palpi maxillaris artieulus ultimus; 4. pedis paris secundi tibiae apex, CONVEXIS , tarsus et praetarsus; 5. animal pronum. tuberculis antenna- riis ad basim constrictis, ad apicem externe in tuberculum par- vum convexum productis. Antennae (Fig. X, 1) robustae, retror- sum reversae elytrarum basim brevi spatio superantes, arti- culo primo robusto, medio dorso menso subaeque longo atque lato apice utrimque acute parum producto, articulo secundo quam primus paullulum angustiore et eumdem longitudine subaequante, articulo tertio quam secundus parum breviore et angustiore, ar- ticulis 3-10 gradatim latioribus et a sexto apicis margine in pro- cessus breviores acutos, ut figurae XI, 1-2 demonstrant, producto, articulo ultimo quam articuli 8-10 simul sumpti parum breviore. Palpi maxillaris articulus ultimus (Fig. XI, 3) fere */, longior quam latior, parte distali gradatim angustata apice acuto. Pronotum campanulatum antice spatio haud longo angusta- tum, postice angulo laterali in processum brevem acutum, nudum, spiniformem producto, supra utrimque parum depressum. — 186 — Elitrae simul sumptae c. !/, postice latiores quam breviores et latitudine postica abdominis longitudinem subaequantes, mar- gine laterali antico exciso, late rotundato, parum longe a basi parum profunde et spatio brevi constrictae. Pedes sat longi, breviter setosi, tibiarum parte distali parum crassiore, inermi, tarsis tenuibus, articulo primo perbrevi, articulo secundo quam tertius longiore, praetarsi ungue antica quam po- stica parum longiore et in pedibus parium l' et 2' (Fig. XI, 4) profunde bifida, ramo postico quam anticus minore, ungue eodem in pedibus paris 3! ad basim interne tantum in processum bre- vissimum producto. Abdomen subaeque longum atque latum, tergito secundo quam tertium aliquantum longiore, processu sternali antico sat longo, subtriangulari, inter coxas III accomodato. Corporis longitudo mm. 2,60; lat. abdominis 0,94; long. anten- narum 1,05; long. pedum paris tertii 1,70. Habitat. Ad Jalapa sub saxo cum Ponera sp. exemplum ty- picum legi. Observatio. Species haec inter ceteras hucusque descriptas antennarum forma, pronoti angulo laterali, elytris quam prono- tum longioribus, pedum primi et secundi paris ungue antica bifida bene distincta est. Huius generis species ceterae descriptae, quarum duo ex Co- lumbia et tertia ex Bolivia, nondum ut myrmecophilae notae sunt. Fam. Trichopterygidae. Limulodes mexicamus sp. n. Corpus (Fig. XII) elongatum semipyri- forme, capite perparvo, pronoto magno ab- domine spatio brevi ab elytris haud omnino obtecto; badio-ferrugineum. Caput perparvum, pronum parum latius quam longius. Oculi nulli. Antennae (Fig. XIII, 1) breves, clavatae, 10-articulatae, articulo primo triplo longiore quam latiore, arcuato, Fig. XII. articulo secundo parum longiore quam latio- 1. Animal pronum; re, seta longa externa et setis duabus aliis 2. suinum. aucto, articulis 3-8 brevibus et quam secundo multo subtilioribus, clava biarticulata, compressa, quam articulus — 181 — 8s latiore, articulo decimo quam nonus fere duplo longiore. La- brum trapezoideum minus quam dimidium ad basim latius quam longius, utrimque ad basim setis nonnullis instructum. Fig. XII. 1. Antenna; 2. palpus maxillaris; 3. pes primi paris supra inspectus; 4. pes secundi paris supra inspectus; 5. idem praeter coxam subtus inspectus; 6. pes tertii paris supra inspe- etus: 7. tibiae apex, tarsus et praetarsus paris secundi; 8. pars meso-et metasterni cum pedibus secundi et tertii paris; 9. tibiae apex, tarsus et praetarsus paris tertii; 10 abdo- minis sternitum primum ; 11. Limulodes paradoxus : antenna praeter articuli primi par- tem basalem, 12. tibiae apex, tarsus et praetarsus paris tertii. Palpus maxillaris (Fig. XIII, 2) 3-articulatus, articulo primo longo quam ceteri simul sumpti parum breviore, articulo secundo crassiore quam tertius subtilis parum longiore. Thorax. Pronotum magnum convexum antice rotundatum, me- dium mensum fere '/, longius quam latius, angulis lateralibus po- sticis retrorsum parum productis ita ut margo posticus utrimque aliquantum sinuatus sit; superficie setis brevissimis sat densis in- structa. Scutellum breve, latum, cum elytris coalitum. Elytrae in- ter sese coalitae, abdomen majore pro parte obtegentes, setis bre- vissimis sat densis indutae. Prosternum longum, latiusculum, parte postica aliquantum super mesosternum laminae instar productum, = 188 = margine postico aliquantum sinuato. Mesosternum medium crassius, carinam elongatam subrectangularem formans. Metasternum pla- num margine postico inter coxas lato, aliquantum producto et rotundato. Coxae primi et secundi paris (Fig. XIII, 3-4) globosae, tertii paris (Fig. XIII, 6) laminares, magnae, subaeque longae at- que latae, margine postico oblique truncato, angulo postico sub- acuto articulos ceteros retractos usque ad dimidiam tibiam obte- gens. Femora lata apice primi paris supra et subtus laminato, ceterorum subtus laminato, tibiae partem proximalem obtegente. Tibiae longae, primi paris magis. spinosae; tarsi omnes biarticu- lati, attenuati, articulo primo quam secundus multo breviore, prae- tarso (Fig. XIII, 7 et 9) unguibus duobus lateralibus elongatis, setis duabus superis et appendicibus duabus sat longis, subfolia- ceis composito. Abdomen postice acutum, sternito primo (primo saltem mani- festo) (Fig. XIII, 10) depressione laterali antica lata impresso, se- rie setarum antica et serie postica instructo ; segmentis ceteris setis numerosis auctis. Long. corp. mm. 1,10, lat. 0,50; long. antennarum 0,254, pe- dum paris tertii extensi 0,450. Habitat. Ad Orizaba exemplum descriptum in nidis Chelio- myrmex Nortoni Mayr legi. Observatio. Species haec a Limulodes parodoxus Matth. an- tennarum forma et praetarsi (cfr. Fig. XIII, 11-12) praesertim bene distincta est et a Limulodes (Ecitorenus) heyeri Wasm. ma- gnitudine et antennarum forma etiam distincta. Matthews qui primus genus Limulodes dignovit, antennas ut 9-articulatas descripsit, sed certe erravit quia in eadem specie (Fig. XIII, 11) articulos decim bene distinctos vidi. THYSANURA. Fam. Lepismatidae. Grassiella praestans Silv. Alcuni esemplari di questa specie non distinguibili da quelli dell'America meridionale furono da me raccolti presso Jalapa in nidi di Solenopsis geminata F. che è la stessa specie di formica, colla quale trovai tale Grassiella a Buenos Aires. — 189 — ACARI — MESOSTIGMATA. Fam. Laelaptidae. Gen. Laelaps Koch. Subgen. Apolaelaps nov. 2 Corpus subovale scuto dorsuali dorsum totum spatio sat longo haud occupante, scuto genito-ventrali ab anali spatio longo discreto. Mandibulae chelae brachiis simplicibus compositae. Subgenus hoc a subgen. Mypoaspis Can. scuti dorsualis bre- vitate praesertim bene distinctum Apolaelaps mexicanus sp. n. Corpus c. */, longius quam latius elongato-ovale, antice late rotundatum, postice minus rotundatum, scuto dorsuali cum corporis Fig. XIV. 1. Corpus pronum ; 2. idem supinum ; 3. mandibulae apex; 4. rostrum subtus inspectum; 5. pedis primi paris apex; 6. idem paris secundi. — 190 — partibus ceteris bene chitineis pallide isabellino, partibus mollibus stramineis. Scutum dorsuale (Fig. XIV, 1) c. */, corporis longitudinis occu- pans, nitidum, setis simplicibus sat raris, sat brevibus instructum et antice setis duabus submedianis brevibus antrorsum directis, ce- tera parte dorsuali postica molli setis utrimque 7 sat longis instructa. Scutum sternale medium postico parum sinuatum, utrimque ad latera setis tribus auctum. Scutum genito-ventrale pone pedes quartos aliquantum dilatatum, postice late rotondatum seta laterali parum pone pedes quartos instructum. Scutum anale seta apicali quam scutum ipsum longiore et setis duabus brevioribus instructum. Cetera pars ventralis mollis utrimque setis 7 ut in fig. XIV, 2 dispositis aucta. Pedes primi paris longi, ceteri sat breves, parce setosi, am- bulacro cfr. fig. XIV, 5-6. Long. corp. mm. 0,65, lat. 0,39, S Foeminae similis et quam eadem minor. Long. corp. mm. 0,50, lat. 0,286. Habitat. Ad S. Francisco (prope Vera Cruz) specimina tria in nido Solenopsis geminata Fab. legi. DIPLOPODA — POLYDESMOIDEA. Gen. Myrmecodesmus Silv. (!) Corpus capite, collo, segmento anali et segmentis aliis 19 constitutum, antice paullulum, postice aliquantum angustatum, nec in globum, nec in spiram contractile, tantum paullulum arcuatim. Caput (Fig. XV, 1-2) omnino obtectum et spatio maiore vel minore a collo superatum, fronte media ab antennarum radices usque ad verticis spinas, pone antennarum radices, ut parva carina recta elevata, ad limitem inter verticem et frontem utrim- que processibus tribus spiniformibus armatum, ab antennarum radices ad marginem externum foveatum, antennarum articulos 1-3 continens. Antennae (Fig. XV, 4) sat longae, articulo quinto quam sextus longiore. (1) Zool. Anz, XXXV (1910), p. 359. — 19% — Labrum tridentatum. Mandibulae laminis pectinatis 6. Hypo- stoma (Fig. XV, 5), basilari haud sumpto, parum longius quam latius, inframaxillari postice sinuato, medio aliquantum breviore quam ad basim longiore, stipitibus maxillaribus internis postice parum augustatis, palpulis maxillaribus longis, stylis apice inciso. SR 2 aa N ) © \ È = Y 0, 0800 3000 7 A Fig. XV. 1. Caput antice inspectum; 2. corporis pars antica supina; 3. eadem prona; 4. antenna; 5. hypostoma ab inframaxillari; 6. corporis segmenta 8-9 prona; 7. segmentum nonum postice inspectum; 8. corporis pars postica a segmento decimoseptimo prona; 9. eadem supina; 10. faeminae sterni noni pars cum pede altero; 11-14 maris pes primi, secundi, tertii et decimi paris. Collum (Fig. XV, 3) convexum, tam latum quam segmentum sequens antice et lateraliter discendens, parte antica subhorizon- tali, 10-lobata, margine postico mediano subrecto, postico laterali obliquo antrorsum directo. Trunci segmenta (Fig. XV, 3, 6-9) bene convexa: primum carinis quam ceterae parum latioribus et parum longioribus, mar- gine laterali trilobato. Carinae omnes parum supra ventris libel- lam orientes, basi crassa, margine laterali bilobo et in segmentis porigeris usque ad 15 mm. processu subeylindraceo sat longo sub- postico auctae, marginibus antico et postico integris. Dorsum segmentorum 2-17 tuberculis ternis in seriebus lon- gitudinalibus dispositis, auctum, tuberculis seriei submedianae quam — 192 — ceteri majoribus praesertim in segmentis 15-17. Segmentum 18 tuberculis tribus medianis ad basim connatis perlongis, processi subrectangulari instar retrorsum directis, ita ut segmentum cau- dalem spatio majore vel minore superent. Cauda (Fig. XV, 9) lata, gradatim aliquantum augustata, mar- Fig. XVI. 1, Organum copulativum antice inspectum; 2. idem postice inspectum: A articulus primus, B articulus secundus, C uncus, D processus internus, E pro- cessus canalifero. gine 6-lobato, valvulas anales aliquantum superans. Pori in segmentis 4, 6, 9, 12, 15-1815, 710,13,16-19 auct.), in segmentis 4, 6, 9, 12, 15 in Jatere externo processus subcylindracei sat longi, in partem posticam carinarum siti, sese aperientes et in seg- mentis 16-18 super superficiei carinarum dimidiam partem posticam aliquantum a margi- ne remoti sese aperientes. Sterna inter pedum basim augustissima. Pedes (Fig. XV, 10) bre- ves, articulo secundo tertium longitudine subaequante, ar- ticulo sexto quam tertius pa- rum breviore. O Pedes magis setosi et parium 1-3 (Fig. XV, 11-13) setis sat numerosis latiusculis instructi. Pedes ceteri (Fig. XV, 14) articulo secundo ad apicem, seta sat longa, lata, truncata aucta. Organum copulativum (Fig. XVI) biarticulatum, articulo primo brevi, crasso, excavato, articuli secundi basem complectente, unco bene evoluto, articulo secundo sat brevi, sat longe a basi in ramis duobus diviso, quorum alter brevior in apice bifidus, seminis duc- tum habet, alter longior, latior et etiam in apice bifidus est. Typus: Myrmecodesmus formicarius Silv. Observatio. Genus hoc ad Lophodesmus Poc. proximum est, sed pororum numero et dispositione distinctissimum. — 193 — Myrmecodesmus formicarius Silv. © Fulvo-terrea, carinis praeter margines luride stramineis, capite praeter frontem, antennis, ventre pedibusque stramineis, dorsi colore saepe plus minusve obtecto humi dorso adherentis causa. Caput (Fig. XV, 1-2) fronte granulosa et carinis submedianis longitudinalibus pone antennarum radices in media fronte con- vergentibus instructa, clypeo in parte postica laterali parum inflato et parum scabro. Antennae (Fig. XV, 4) articulo quarto paullulum minore, arti- culo quinto ceteris longiore et crassiore, articulo sexto quam quintus minus quam duplo breviore. Collum (Fig. XV, 3) spatio magno (mm. 0,260) caput superans antice 10-lobato, superficie tuberculis parvis rotundatis aucta. Trunei segmentum primum carinarum margine laterali trilo- bato, segmenta cetera carinarum haud porigerarum et carinarum 16-18 margine laterali bilobato. Carinae porigerae (Fig. XV, 6-7) incisura postico-laterali rectangulari affectae, ex cuius angulo pro- cessus subcylindraceus, sat longus extrorsum vergens erigitur. Ca- rinae a margine laterali ad basim mensae quam segmenti luminis diametros multo minus quam dimidio breviores. Dorsum segmentorum tuberculis subrotondatis auctum, quorum Series submediana et series sublateralis aliquantum maiores sunt. Segmentum 1% (Fig. XV, 8) tuberculis medianis nullis, submedianis quam iidem segmenti praecedentis maioribus et posticis extrorsum aliquantum productis. Segmentum 18 tuberculis medianis basi con- nata, longioribus, retrorsum valde productis, segmentum praeanale spatio magno (mm. 0,260) superans. Segmentum praeanale (Fig. XV, 9) partem posticam versus gradatim parum angustatum, margine 6-lobato, processu mediano setigero lobos medianos haud superante. Lamina subanalis (Fig. XV, 9) triangularis. Long. corp. mm. 8, lat. segmenti noni cum carinis 1, 58, sine carinis 0,78; long. antennarum 0,98, pedum 0,78. Sg Foeminae similis. Organi copulativi forma cfr. Fig. XVI. Habitat: Jalapa (Mexico) in nidis formicarum Solenepis gemi- nata F. et Pheidole crassicornis Em. — 194 — Myrmecodesmus modestus sp. n. Q Castanea, terreo-variegata, clypeo, antennis, ventre pedi- busque stramineis. Caput (Fig. XVII, 1) fronte granulosa et carinis submedianis longitudinalibus pone antennarum radices in media fronte conver- gentibus ins- tructa, clypeo in parte posti- ca laterali ali- quantum ele- vato, scabro, granuloso et extrorsum rotundatim paullulum producto. Antennae (Fig. XVII, 3) eisdem spe- Pigs Ay: ciel praece- 1. Caput antice inspectum; 2. corporis pars antica supina 3. santenna; dentis sub- 4. corporis pars antica prona; 5. corporis segmenta 8-9prona ; 6. seg- 3 il mnteum nonum postice inspectum; 7. corporis pars postica a segmento SIMILES. decimoseptimo prona; 8. eadem supina. C ollum spatio sat ma- gno (mm. 0,130) caput superans, antice 10-lobato, superficie tuber- culis parvis et tuberculis 44 4 sat magnis aucta. Trunci segmentum primum carinarum margine laterali trilo- bato, segmenta cetera carinarum haud porigerarum et carinarum 16-18 margine laterali bilobato. Carinae porigerae (Fig. XVII, 5-6) processu postico subcylindraceo extrorsum vergente auctae. Ca- rinae omnes breves, a margine laterali ad basim mensae quam segmenti luminis diametros magis quam dimidio breviores. Dorsum segmentorum tuberculis subrotundatis auctum, quorum series quatuor quam ceterae aliquantum majores sunt. Segmen- tum 17 (Fig. XVII, 7) tuberculis posticis seriei submedianae quam iidem segmenti 17 majoribus, longioribus, retrorsum productis, segmentum praeanale caudam spatio sat magno (mm. 0,091) su- perantibus. Segmentum praeanale partem posticam versus grada- — 195 — tim parum angustatum margine 6-lobato valvulas anales spatio sat magno (mm 0,091) superans, processu mediano infero seti- gero lobos medianos haud superante. Lamina subanalis (Fig. XVII, 8) triangularis Long. corp. mm. 6, lat. segmenti noni cum carinis 0,98, sine carinis 0,62; long. antennarum 0,58, pedum 0,52. Habitat: Ad Jalapa in nidis formicae Solenopsis geminata F. exempla duo legi. Observatio. Species haec a praecedente clypei forma, collo antrorsum minus extenso, statura minore distinctissima est. Dort. ACHILLE GRIFFINI (R.° Istituto tecnico di Bologna) Sulla Gryllacris armata Walker e sopra una nuova specie congenere (Gryllacris Ficalbii) Gryllaeris armata Walker O GryUacris armata Walker 1870, Catal. Dermapt. Saltat. Brit. Mus. London, Part III, Additional species, pag. 470. — Kir- by 1906, Synonym. Catal. of Orthoptera, London, Voki, Part Lepage 145: Hapirat: Ceram (Walker, secundum typum ex collectione Dominae Idae Pfeiffer). La descrizione che WALKER ha dato di questa specie è una delle più disgraziate fra le numerose cattive descrizioni pubbli- cate da quell’autore. Come al solito vi abbondano i caratteri inu tili, comuni a tutto il genere, e mancano o sono persino falsati i caratteri specifici importanti. L’autore, ad esempio, nella diagnosi vi parla semplicemente di < alae posticae cinereae », e nella descrizione di « hind wings cinereous hyaline; veins pale testaceous ». Ma io sapevo già a proposito della Gr. nobilis Walk., che il Walker era stato capace di descrivere come cineree, e così sem- plicemente, delle ali che sono brune a chiazze bianco jaline per- fettamente definite e circoscritte. D'altra parte avevo osservato come il Kirby nel suo catalogo collocasse la Gr. armata Walk., di cui aveva la fortuna di poter vedere il tipo nel British Mu- seum, fra la Gr. heros Gerst. e la Gr. athleta Brunn., insomma fra le fusco-fasciatae (1), ciò che naturalmente non avrebbe po- (1) Cioè fra quelle aventi le venule delle ali oscure e cinte da fascie bruno-nere, oppure il color bruno-nero diffuso su gran parte delle ali fuorchè nel centro delle areole. Per il nome qui usato, veggasi l’introduzione al mio Prospetto delle Gryllacris hyalino-fasciatae: Atti Soc. Ital. Scienze Natur. Mi- lano, vol. XLIX, 1910. — 197 — tuto essere se la Gr. armata avesse avuto le ali puramente ci- neree con venature gialliccie. Scrissi pertanto al Dott. KiRBy perchè, come già gentilmente aveva fatto per altri tipi di Walker, volesse darmi qualche in- dicazione sul tipo della Gr. armata, e propriamente sulle ali di questa. i Il 19 gennaio 1909 egli infatti cortesemente mi scriveva della specie in discorso : « Gr. armata. The hind wings are light yellowish grey, with « rows of nearly connected brown spots between the nervures, « each containing a black line ». Altro, dunque, che, ali cineree con venature gialliccie! Queste ali dovevano essere giallognole con macchie brune sulle vena- ture nerastre, e quindi, d’altro lato, totalmente diverse da quelle della Gr. nobilis, che pure il Walker aveva definite come ci- nerec. Con tutta probabilità quell’ autore, come ben notava il | Kirby, non aveva neppure aperte le ali di questi suoi tipi. La Gr. armata Walk. non fu mai ricordata da alcun altro auto- re, e pare che più non sia stata ritrovata o identificata. Io stesso fi- nora non ne vidi alcun esemplare in nessuna delle collezioni che potei studiare. Solo recentissimamente, fra alcuni Grillacridi che acquistai al sig. H. ROLLE di Berlino, osservai un esemplare 9, di specie a me tuttora ignota, affine alla Gr. punclipennis Walk. per la strut- tura generale, per la colorazione principalmente delle ali, per la grande lunghezza delle spine alle tibie anteriori, e che non po- teva però essere una Gr. punctipennis sia per la maggior lun- ghezza dell’ovopositore, sia pel presentare una larga fascia tra- sversale nera, perfettamente definita, sulla parte superiore del lato anteriore del capo. Questo esemplare proveniva dalla Nuova Guinea. Era forse una Gr. armata Walk? La cosa mi sembrava poco probabile per diversi motivi. Le dimensioni assegnate dal Walker alla sua Gr. armata sono le seguenti: Length of the body 21 lines: expansion of the fore wings 40 lines », corrispondenti rispettivamente a mm. 44,4 e mm. 84,5, indicanti dunque una grande specie con elitre lunghe circa 40 mm. almeno, mentre l'esemplare da me esaminato le ha lunghe mm. 23,3 ed ha il corpo lungo mm. 27. — 198 — Inoltre nella descrizione di Walker vi erano altre indicazioni alquanto problematiche che conveniva delucidare: « Caput nigrum postice testaceum; prothorax strigis quatuor obliquis unaque lon- gitudinali testaceis ». Walker infatti disse la sua specie di colore testacea: come mai allora il protorace, che non veniva indicato di colore diffe- rente, poteva presentare quelle striscie distinte se fosse stato tutto testaceo ? Conveniva pertanto ammettere che esso protorace fosse invece d’altra tinta fondamentale. Mi rivolsi dunque ancora alla cortesia del Dott KIRBY, pre- gandolo di voler esaminare nuovamente il tipo della Gy. armata e di darmi ulteriori notizie su di esso. Colla consueta sollecitudine, egli mi rispondeva in una sua lettera del 13 dicembre: 1910: « Gryllacris armata — Head entirely black in front and on the si- « des; bordered behind with testaceous, which widens out on the ver- « tex, to about the level of the eyes, and also widens out behind each « eye. Below, it narrows to a line, and ceases opposite the base of the « mandibles. Eyes testaceous. Antennae testaceous except the scape « and the second joint, which are black; scape with a testaceous mark « above and bordered below with testaceous. Two testaceous spots re- « sembling ocelli between the antennae in front, and a conical one in « the middle lower down. The palpi, and the tips of the mouth parts « are also testaceous. The upper part of the head is not so black as « the rest, inclining towards dark reddish chesnut. — As regards the « pronotum, I understand Walker to mean that the pronotum is black, « with testaceous markings; it is very dark chesnut, almost black, about « the same colour as the vertex, and the testaceous markings towards « the extremity are slender, and not very distinct. — The abdomen, « legs, tegmina and wings are testaceous, the ovipositor castaneous. — « The spots (of the wings) are very uniform in size, and there are « about 6 rows, the two outer most being successively narrower, fol- « lowed by an interrupted festonned dark line ». « Longitudo capitis mm. 6; pronoti mm. 11; abdominis mm. 32; « stylorum mm. 9; ovipositoris subincurvi mm. 29; elytrorum mm. 38; « alarum mm. 36. — Latitudo elytri obtuse-rotundati mm. 16; latitudo « alae mm. 39 ». Ringrazio ancor quì il Dott. KIRBY per la sua gentile solleci- tudine a mio riguardo, e credo far cosa utile a tutti gli entomo- logi, pubblicando le notizie da lui datemi sopra il tipo di una — 199 — specie finora tanto poco nota e la cui descrizione originale è così deficiente. Riconosciuta frattanto come molto distinta e come inedita la specie della Nuova Guinea di cui recentemente ebbi un esem- plare del sig. Rolle, passo alla descrizione di questa: Gryllacris Ficalbii n. sp. O. Apud Gryllacridem punctipennem Walk. locanda, cui valde affinis. Testacea, concolor, exceplo capite anterius superne late nigro vittato ab uno ad alterum oculum, vitta transversa nigra perfecte limitata, scrobes antennarum, fastigia capitis et partem inferam primi articuli antennarum occupante ; ely- tris apicem abdominis et femorum posticorum minime superan- tibus, testaceo-subhyalinis; alis flavidis, seriebus circiter 6 ma cularum ovalium nigrarun supra venulas transversas positarum ornatis; ovipositore longo, elytris longiore, femoris postici lon- gitudinem circiter 1°/, attingente, parum incurvo. LONG WMA. COV POTIS. ms. IR I TAMIL » DEE e PI RI 6,1 » CONE ELI De » Temorum. anlicorum.....-. »-10 » femorum posticorum . . » 17 » CCDOSIIONI Sun a rela de O HABITAT: Finschhafen, Deut. Nova Guinea. Typus: 1 9 (collectionis meae) D. H. Rolle acquisita. Corpus statura modica, parum robustum, testaceum pallidiuseulum, excepta vitta capitis, concolor. Caput modicum, pronoto perparum latius, ab antico visum ovale subelongatum. Occiput et vertex regulariter convexa. Fastigium verti- cis anterius depressiusculum, fere subconcavum, lateribus verticaliter carinulatis, articuli primi antennarum latitudinem aequans. Maculae ocellares nullae. Frons modica, inaequalis, punctis et lineolis impressis incertis praedita, inferius utrinque irregulariter impressa. Sulei subo- culares distineti. Clypeus et labrum longiuscula. Color capitis testaceus, excepta vitta transversa nigra anterius ab uno ad alterum oculum perducta, lata, regulari, circiter 2 mm. alta, scrobes antennarum, basim primi articuli antennarum, et fastigia ca- pitis, regulariter, continue occupante. Haec vitta propterea tantum in summitate partis anticae capitis adest, a margine antico unius oculi — 200 — ad marginem anticum alteri oculi perdueta; inferius a margine infero scrobum antennarum perfecte limitata et inter hos a margine infero fa- stigii frontis; tota undique alta ut fastigia capitis simul sumpta, ideo- que superne in medio a margine supero fastigii verticis limitata utrin- que non solum serobes antennarum replens sed etiam in tertiam par- tem basalem primi articuli artennarum extensa, ibique margine supero fere recte transverso. Fastigium frontis et fastigium verticis tota nigra sine limite inter unum et alterum. Antennae, excepta parte infera ni- gra primi articuli, totae testaceae. Pronotum testaceum, a supero visum subquadratum, leviter lon- gius quam latius. Margo anticus in medio rotundato parum productus, crassiusculus; suleus anticus valliformis regularis, quamvis parum ex- cavatus:; circiter ad 1 mm. post hune sulecum, utrinque verrucula di- stinetissima, fere transverse carinulaeformis, adest; sulculus longitudi- nalis tenuis, posterius in depressionem exeuns; metazona anterius tran- sverse, leviter irregulariterque convexiuscula, apud marginem posticum transverse leviter irregulariterque depresso suleata, margine postico le- viter ascendente, truncato. Lobi laterales humiles, postice levissime al- tiores, margine infero subrecto, angulo antico rotundato, angulo postico rotundato-truncato, margine postico subverticali brevi, sinu hnmerali subnullo; sulci soliti bene expressi. Elytra apicem abdominis sensim superantia, apicem femorum po- stieorum eireiter attingentia, testacea subhyalina, campo antico magis subhyalino et pallido, venis venulisque concoloribus. Alae subeyeloideae, flavidae, basi et ad marginem anticum imma- eulatae, venis concoloribus, caeterum maculis permultis subovalibus nigro-fuscis supra venulas transversas fuscas sitis ornata. Hae macu- lae circiter in 6 series transversas sat regulariter sunt dispositae, tran- sverse ovales, apicibus subacutis, interdum a plica subtili pallida le- viter incisae vel intersectae, ideoque interdum geminatae. Versus par- tem anticam et anticam basalem paucae harum macularum parvae, etiam longitudinaliter a venula pallida sunt intersectae. Pedes longiusculi, parum crassi, concolores Tibiae 4 anticae so- lito modo spinosae, spinis utrinque 4, etiam in hoc genere valde longis, praecipue basalibus. Femora postica basi modice incrassata, ad apicem longe attenuata, subtus spinulis in margine externo 5-7, in margine in- terno 4-5, haud minoribus, apice fuscis. Tibiae posticae superne post basim planiusculae, spinis extus 7, intus 6, apice dilute fuscis armatae, necnon spinis apicalibus solitis. Abdomen Q concolor. Ovipositor longus, basi distincte incurvus, dein levissime incurvatus, rigidus, modice angustus, ferrugineus, apice fere pallide castaneus, utrinque fere usque ad apicem sulcatus, apice subdilatato, oblique truncato, superne obtuse rotundato, posterius magis producto, subacuto. Lamina subgenitalis rugulosa sed nitida, posterius — 201 — apicem versus attenuata, ibique parum profunde et parum anguste sed distinetissime incisa, lobis triangularibus acutis. Segmentum ventrale ultimum lobo brevi crasso posterius verso, apice rotundato ibique bre- viter bilobo, praeditum. Mi sono procurato il piacere di dedicare questa rimarchevole e bella specie al nome del chiarissimo Prof. Eugenio Ficalbi, che già fu mio ottimo insegnante, e che in seguito mi dimostrò ancor sempre molta benevolenza, tanto che nel 1904, presso la R. Università di Padova, insieme coi Professori Hesse, Saccardo e Tedeschi, ai quali pure sono gratissimo, e davanti ai quali fui chiamato a svolgere la lezione pubblica, Egli volle dare voto favo- revole alla mia domanda per Libera docenza in Entomologia (1). Riguardo alla notevole e netta fascia trasversale nera sulla parte superiore del lato anteriore del capo della Gryllacris Fi- calbii, si potrebbe proporre la stessa questione che Brunner pro- pone appunto e discute pel suo Udenus W-nigrum (2): « Come e perchè un tal disegno si è prodotto ? ». Brunner così rispondeva: « Les partisans opiniätres de la « selection nous disent: Il était dans l’intérét de l’Insecte de « porter ce dessin, soit pour effrayer, soit pour se cacher, et il l’a « acquis petit a petit parla sélection des individus propres pour « la propagation de ce dessin .... Dans un ouvrage sur la co: « loration des Insectes (3), j’ai cité un bon nombre d’ exemples « analogues pour démontrer la grande obligeance que l’on at- « tribue aux organes pour satisfaire aux exigences de la selec- « tion, et j’ ai rejeté cette théorie en la remplacant par une autre « qui consiste & admettre une action créatrice complètement in- « dépendante du besoin de l’objet . .... L’admission de ce dé- « veloppement indépendant du besoin de l’éspèce laisse intacte « la théorie d’une sélection postérieure, mais celle-ci est secon- (1) Che il Consiglio Superiore però non approvò, dichiarando bensi di non entrare nel merito dei titoli, ma di attenersi semplicemente all’ articolo 48 del Regolamento nel quale si legge: « Essa (libera docenza) può conce- « dersi anche per parte delle materie insegnate a titolo pubblico quando que- « sta parte abbia già acquistato sufficiente autonomia ed importanza scien- « tifica ». Resta così fissato che l’Entomologia non & una parte della Zoolo- gia che abbia ancora acquistato sufficiente autonomia ed importanza. (2) Expédition Antarctique Belge, Orthoptères, pag. 10-11. (3) C. BRUNNER VON WATTENWYL, Betrachtungen über die Farbenpracht der Insecten, Leipzig, 1897. — 202 — « daire et elle se borne à approprier les produits -de la phylo- « genése aux besoins de l’éspéce ». L’opera del Brunner fu criticata, ma credo che lo sarebbe stata meno, se egli avesse trovato una espressione più felice di quella « azione creatrice » da lui enunciata, che si presta anche ad interpretazioni confinanti col mistico e coll’inammissibile. Non si può negare però che, a parte l’interpretazione lette- rale dell’azione creatrice ammessa dal Brunner, la Biologia mo. derna, cogli studi sulle mutazioni, col significato e coll’impor- tanza più ristretti e più precisi, dati alla scelta naturale, non sia venuta a conclusioni che concordano colle teorie già esposte da quell’Entomologo ! La Gr. Ficalbii, insieme colla Gi. punctipennis, colla Gr. Horvathi, e colle loro varietà, costituisce un piccolo gruppo na- turale, entro il grande genere Gry/lacris, gruppo che, come già osservai in un precedente lavoro (1), appare essere attualmente in via di molteplici mutazioni. Questo gruppo può così definirsi : Species Novae Guineae et insularum proximarum Statura modica. Color testaceus pallidus. Fastigium verticis angustum, latitudinem primi articuli antennarum haud vel parum superans. Pronotum superne verruculis duabus post sulcum anticum plus minusve distinctis praeditum, lobis lateralibus humilibus, sinu humerali subnullo. Elytra testaceo subhyalina, abdomen et femora postica perparum vel minime superantia, venis venulisque saepe pallidis, concoloribus, raro fuscis (Gr. Horvdthi). Alae plus mi- nusve flavicantes, interdum fere aurantiacae, venulis typice fuscis et partim fusco maculatis, interdum pictura fusca ad marginem late extensa, vel picturis fuscis tantum ad marginem sitis et ir- regularibus, raro his picturis omnino deficientibus (Gr. Horvdthi subsp. decolor). Tibiae 4 anticae spinis utrinque 4 valde longis. Genitalia in 7g cognitis, secundum typum A Brunneri confecta. Ovipositor 9 plus minusve incurvus, semper rigidus, lateribus sulcatus, apice oblique truncatus. Lamina subgenitalis 9 ad api- cem attenuata, ibique incisa, lobis acutis vel subacutis. Segmen- tum ventrale ultimum 9 lobo posterius verso praeditum. (1) A. GRIFFINI. Studi sopra alc. Grillacridi del Mus. Nazion. di Buda- pest; Annales Mus. Nation. Hungarici, VII, 1909. babi — 293 — Questo gruppo si collega a quello comprendente la Gr. heros Gerst., la Gi. athleta Br. e forme affini (compromittens Br, adju- tric Br.) ed ancora la Gr. malayana Fritze in Carl. Le specie che lo compongono sono le seguenti, che così si possono disporre : A — Caput testaceum sed anterius vitta transversa nigra, regulari, lata, optime definita, ab uno ad alterum oculum extensa, fa- stigia capitis, scrobes antennarum et basim primi articuli an- tennarum occupante, praeditum. Ovipositor longus, elytris sen- sim longior, longitudine circiter 1 '/, femoris postici. Alae fla- vidae, super venulas fusco maculatae. Elytra venis venulisque pallidis : Gr. Ficalbii n. sp. (2) Hapitat: Nova Guinea. AA - Caput concolor testaceum vel leviter nebulosum vel infuscatum. Ovipositor semper elytris multo brevior : B — Alae flavae, super venulas fusco maculatae vel fusco maculatae et fusco late marginatae. Elytra venis venulisque pallidis: C — Ovipositor femore postico brevior : D — Alae flavae, super venulas fusco maculatae : Gr. punctipennis Walker 1869, Catal. Derm. Saltat. Brit. Mus., London, pag. 172 (7). — Kirby 1906, Synon. Catal. of Orthopt, Vol. II, Part. I, pag. 145. — Gr. aurantiaca Brunner 1888, Monogr. Stenopelm. u. Gryllaer.; Verhandl. K. K. Zool. Bot. Gesellsch. Wien, Band 38, pag. 356 (partim), (7, 9). — Kirby 1906, Catal. cit., pag. 145. — Gr. punctipennis subsp. Dempwolffi Griffini 1909, Le Gryllacr. papuane ad ali bicolori; Bollett. Laborat. Zoolog. Portici, vol. III, pag. 213-15 (<7, 9).— Gr. punctipennis Griffini 1909. Studi sopra ale Grillaer. del Mus. Nazion. di Budapest: Annales Mus. Nat. Hungarici, VII, pag. 313-14 (cum notis). —- Griffini 1910, Revision des types de cert. Gryllaer. deer. par Walker; Deut. Entom. Zeitschr., pag. 91 92 (cum revisione typi). — Griffini 1910, Notes sur quelques Gryllacr. du Mus. Zool. St. Pétersbourg; Annuaire Mus. Zool. St. Pétersbourg (cum notis, adhue non editis). HABITAT : Batchian (Walker): Amboina, Insula Nova Britannia (Brunner); Nova Guinea, Archipelagus Bismarcki (Griffini, sec. specim. Musaei Berolinensis). DD — Alae flavae, supra venulas fusco maculatae, sed colore fusco magis extenso, ad marginem fasciam valde latam fusco-nigram maculis flavis interpositis, efficiente : — 204 — Gr. punctipennis var. confluens Griffini 1909, Studi so- pra ale. Grillaer. Mus. Naz. di Budapest: op. cit., pag. 314 (9). — Gr. aurantiaca (specimen 9 ex Amboina) Brunner 1888, Monogr. cit., pag. 356. HABITAT: Amboina (Brunner); Nova Guinea (Griffini sec specim Musaei Hungarici). CC — Ovipositor circiter longitudine femorum posticorum. Alae flavae, super venulas fusco maculatae, areolis maculam subhyalinam ineludentibus: Gr. punctipennis var Erimae Griffini 1909, Studi sopra ale. Grillacr. Mus. Naz. di Budapest; op. cit., pag. 3814-15 (J, 9). Hapitat: Nova Guinea (Griffini, sec. specim Musaei Hungarici). BB — Alae saltem basi vitreae, haud regulariter super venulas fusco maculatae vel omnino pieturis fuscis destitutae : E — Elytra subhyalina, venis venulisque fuscis. Alae basi vitreae, dein flavidae areolis maculam subhyalinam ineludentibus, de- nique apud marginem partim nigro-fusco variae, areolis etiam ibi maculam subhyalinam ineludentibus. Ovipositor longitudine femoris postici : (r. Horvathi Griffini 1909, Studi sopra ale. Grillaer. Mus. Naz. Budapest; op. cit, pag. 315-18, fig 2 (9). Hapirtat: Nova Guinea (Griffini, sec. specim. Musaei Hungarici). EE — Elytra subhyalina, venis venulisque pallidis. Alae hyalinae ve- nulis testaceis flavido cinetis, areolis paucis maculam incertam albidam ineludentibus Ovipositor femore postico sensim longior: Gr. Horvathi subsp. decolor Griffini 1909, Studi sopra ale. Grillaer. Mus. Naz. di Budapest; op. cit. pag. 318-19 (9). Hapirat: Nova Guinea (Griffini, sec. specim. Musaei Hungarici). Bologna, R. Istituto tecnico, 19 Dicembre 1910. Dott. LUIGI MASI EI Due nuove specie di Calcididi dei generi Caenacis e Pseudocatolaccus. Nell’esaminare alcuni Calcididi raccolti dal dott. Embrik Strand nella Germania settentrionale e nella Novergia, ed appartenenti al Museo Zoologico di Berlino, ho ritrovato due esemplari ma- schi del Pseudocatolaccus asphondyliae mihi (specie che gia descrissi nel vol. III di questo Bollettino (1) i quali sono i primi due cotipi esistenti finora; ed ho trovato anche un altro maschio che appartiene allo stesso genere Pseudocatolaccus da me isti- tuito, ed è il tipo d’una specie nuova. L’esame di quest’ultimo esemplare ed il confronto col Pseudocatolaccus asphondyliae, mi hanno porto l'occasione di rivedere e modificare la diagnosi del genere, che avevo già pubblicata. Darò quindi in questa nota la nuova diagnosi, insieme con la descrizione della seconda specie che viene ad aggiungersi al Psewdocatolaccus asphondyliae. Un altro esemplare della collezione Strand appartiene ad una specie nuova di Caenacis, della quale darò pure qui la diagnosi. I caratteri del genere Psewudocatolaccus si possono così sta- bilire : — Occipite non marginato. Occhi glabri (solo con forte ingrandimento appariscono alcuni rari peli, corti, sulla cornea). Parte inferiore del capo ristretta, con le gene incavate. Margine esterno del clipeo con una insenatura fra due denti molto ottusi. Mandibole grandi, robuste, sporgenti, col margine esterno sinuoso, ambedue quadridentate. Antenne inserite nel mezzo della faccia, poco discoste l’una dall’altra; nella femmina fornite di tre anelli e cinque articoli al funicolo, nel maschio con due anelli e quindi col funicolo di sei articoli. Pronoto senza collare. Scapole non distinte. Metatorace sfornito di carena ma foggiato a tetto, scul- turato; spiracoli più o meno oblunghi. Presterno piccolo, episterno triangolare con apofisi inferiore linguiforme, che s’interpone fra (1) Contribuzioni alla conoscenza dei Calcididi italiani. Pag. 158 e seg. — 206 — il mesosterno e l’epimero senza raggiungere le anche intermedie. Anche del terzo paio senza peli alla base, nel resto del lato po steriore con alcuni peli ben sviluppati; tibie dello stesso paio for- nite di un solo sperone. Ali con nervatura robusta, le anteriori con la cellula costale ampia, il nervo postmarginale più o meno lungo del marginale, la clava grande, lo specolo, e talora anche la cellula basale, nudi. Addome della femmina ovato conico, più lungo del torace, col secondo segmento poco più esteso dei suc- cessivi. Addome del maschio coi lati paralleli o poco incurvati. I più importanti fra quesii caratteri si riassumono nella se- guente diagnosi : Oculi glabri, facies inferne perangusta, genis excavatis; mandibulae 4 dentatae, validae, margine externo sinuato. Antennae adproximatae, in media facie insertae, feminae triannulatae. Prothorax collare haud di- screto. Nervus postmarginalis quam marginalis plus minus elongatus ; clava magna. Metathorax insculptus, haud carinatus. Coxae posticae basi pubescentes, tibiae ejusdem paris unicalcaratae. Species typica: Pseudocatolaccus asphondyliae Masi, in collectione in Scuola Superiore d’Agricoltura di Portici, Laboratorio di Zoologia, specimina duo, 3 et 9, ex coecydiis Asphondyliae collecta. Paratypi duo gg in Museo Zoologico Berolinense, quos collegit Strand ad Marburg die 81 octobris anno 1904. Della nuova specie di Pseudocatolaccus, che dedico al dott, Strand che ne raccolse il primo esemplare, non è nota finora la femmina: tuttavia il maschio, dati i caratteri specifici assai spic- cati che presenta, può servire da solo a stabilire la diagnosi della specie. Esso si discosta dal maschio di Pseudocatalaccus asphon- dyliae sopratutto per la forma della clava della nervatura nel- l’ala anteriore; e certamente, se altre specie del genere si tro- vassero, alcune con la clava conformata come nella specie asphon- dyliae, altre con l’altra forma, si potrebbe, in base a questi due caratteri, distinguere due sottogeneri. Caratteri del Pseudocatolaccus Strandi n. sp. Maschio. — Colorito generale verde scuro, quasi verde bron- zo; occhi rossastri scuri, antenne con lo scapo giallo, il resto di un bruno scuro. Addome bruno violaceo, nel secondo segmento con lo stesso colore verde che presenta la maggior parte del corpo. Anche posteriori di color bruno sui lati, giallo scuro nella loro parte inferiore, a superficie minutamente scolpita da un reticolo — 207 — di linee sottili formanti delle maglie allungate. Zampe gialle scure, eccetto le tibie anteriori che son grigio-brune e l'estremità dei tarsi ch’è oscurata. Antenne lunghe, con gli articoli del funicolo più allungati che nel Ps. asphondyliae, ciascuno un poco ristretto verso l’estremità (?), forniti di peli piuttosto corti e non nume- rosi. Freno meglio distinto che nel Ps. asphondyliae pel colore scuro e per la scultura, specialmente verso i lati, dove la porzione an- Eid Pleudoenintabtgs teriore dello scutello ha una scul- Strandi (molto ingrandito). tura minutissima, cosicchè appare quasi liscia se non la si osserva con un ingrandimento abbastanza forte. Metatorace senza creste laterali, zigrinato in tutta la sua parte dorsale. Spiracoli minuti. Nervo postmarginale manifestamente più lungo del marginale ; cellula basale fornita di alcuni peli, nervo radiale con la clava a forma di romboide. Addome (schiacciato nell’esemplare tipo) probabilmente con i lati un poco convessi. — Tipo nel Museo Zoologico di Berlino, collezione Strand: esemplare co’ raccolto nella Norvegia orientale il 3-IV-1903. A distinguere le due specie di Pseudocatolaccus finora cono- sciute bastano i caratteri seguenti : Ali anteriori con la cellala basale nuda, la clava a contorno arrotondato. Metatorace non uniformente zigrinato al disopra, con spiracoli grandi. Anche posteriori punteggiate sui lati, verdi. Ps. asphondyliae. Ali anteriori con la cellula basale fornita di peli, la clava allungata, rom- boidale. Metatorace zigrinato, con spiracoli piccoli. Anche posteriori con minuta scoltura a losanga sui lati, i quali sono di color bruno, mentre la loro parte inferiore è giallo-scura. Ps. Strandi. Come ho detto più innanzi, uno degli esemplari raccolti dallo Strand rappresenta una nuova specie del genere Caenacis. L’esem- plare è una femmina, proveniente dalla Germania settentrionale. I caratteri della specie sono i seguenti : Caenacis flavipes n. sp Femina. — Olivaceo-aenea, thorace supra aureo-cuprescente, abdomine distincte cupreo fasciato, pedibus, exceptis coxis, luteis. Pubes alba. An- tennae pedicello et scapo metallicis, hic tamen basi rufescens; flagellum nigricans funiculi articulo primo latitudine parum longiore, ultimo tran- — 208 — sverso, clava distincte articulata et etiam extremo apice bene separato. Mesonoti sulci linea laevi sat distineta in dorso continuati. Frenum vix distinctum. Metathorax carina et plicis elevatis, his arcuatis, in lateri- bus nuchae transversae continuis, areis mediis subrugosis. nucha rugosa, spiraculis parum oblongis. Episterna nitida, tantum inter epimerum et mesosternum punctis minimis confertissimis notata; praesterna parva. Alae clava magna pyriformi, metacarpo quam stigmate evidenter longiore. Coxae posticae sculptura squamosa minuta, pilis confertis ornatae. Scul- ptura thoracis evidentissima. Typus in Museo Zoologico Berolinensi, ab E. Strand collectus. Questa specie si distingue facilmente dalle altre finora cono- sciute, descritte dal Thomson, pel colore giallo delle zampe. Dort. GIOVANNI MARTELLI eu BREVI NOTIZIE SULLA SATURNIA PAVONIA L e su un suo parassita. Ospite. Comparsa dell'adulto. — La Saturnia pavonia L. comincia la sua comparsa verso la prima metà di marzo (Catanzaro), ha un massimo di nascita alla fine dello stesso mese e termina ai primi del mese di aprile e qualche volta anche ai primi di maggio. Costumi. -- Come le altre farfalle notturne, la S. pavonia du- rante il giorno se ne sta riparata nei cespugli alla base dei tron- chi degli arbusti di Rovo od altro, con le ali leggermente divari- cate e le antenne addossate ai fianchi del capo e sotto le ali. Sull’imbrunire esce dai ripari e vola, se è femmina accop- piata per deporre le uova, se non è accoppiata od è maschio per attendere all’accoppiamento. Ove questa farfalla si trova in discreto numero, come la sua congenere, la Saturnia pyri L., la si vede svolazzare attorno ai lumi richiamatavi dalla luce. Nutrimento. — La S. pavonia allo stato adulto non si nutre affatto, poichè come è ben noto, è sprovvista di proboscide. Accoppiamento. — Si compie alla stessa guisa della Dicra- nura vinula L. (1), rimanendo i due sessi, durante l'accoppiamento, l’uno opposto all’altro con le ali non completamente chiuse. L’accoppiamento dura più ore nella notte e qualche volta si prolunga anche nel giorno. (1) Cfr. G. Martelli — « Contribuzione alla conoscenza della DICRANURA VINULA L. e di alcuni suoi parassiti. ». — Estr. d. Boll. d. Lab. d. Zool. gen. e agr. d. R. Sc. Sup. d’Agr., pag. 239-269, Vol. III. 1909, Portici. 22 O40 = Deposizione delle uova. — La femmina nella notte depone le uova perloppiù all’estremità dei rami del Rovo, attorno o no ad essa, sempre però aggruppate le une accanto alle altre. La deposizione continua fino verso la 1.* decade di maggio. Uovo. — È di forma irregolarmente cilindrica, coni due poli leggermente schiacciati; lungo mm. 1.8 e largo 1.2; bianco latteo appena deposto, poi olivaceo e finalmente testaceo-bruno. L'uovo schiude dopo 12-15 giorni dalla deposizione. La larva che ne nasce rode circolarmente il guscio al polo superiore e lo divora. Numero di uova deposte. — Îl numero di uova che una fem- mina depone varia da 71 a 158, ma la media é di 105. Larva. — Appena nata la larva è brunastra, poi completa- mente nera. Misura 5-6 mm. di lunghezza; è provvista di tur- bercoli abbastanza sviluppati e in serie trasversale sul mezzo dei segmenti; 8 di essi sui toracici e 6 sugli altri, tranne il penultimo che ne ha 4 e l’ultimo 58 disposti a triangolo. Da ciascun tubercolo escono numerose setole nere relativamente lunghe. La larva dopo la 1.2 muta è anch'essa nera, ma è provvista ai lati di una fascia di color verdastro o giallastro. In seguito alle mute cambia il color nero in verdastro, molto spesso conservando delle fasce nere lungo il dorso, o ai fianchi, o inferiormente, non- chè sul mezzo del dorso ove, tra i due tubercoli mediani, diven- tano spesso macchie, disposte ad angolo più o meno acuto con il vertice rivolto verso il capo. Qualche volta queste macchie nere si notano alla base dei tubercoli. Le setole fino alla 3* età si con- servano lunghe, ma più corte di quelle delle precedenti età ri- spetto alla lunghezza del corpo. Alla 4.8 e 5. età le setole si riducono a 2-3 su ogni tuber- colo, mentre al posto delle altre (5-6), si notano delle brevi spine. La larva matura, con o senza le fasce o macchie nere più innanzi accennate, è verde con tubercoli più o meno aranciati; ha la lunghezza di mm. 55-65 e la larghezza di 12-14 mm. Le larve fino alla 3.* età, cioè fino a che non compiono la 2.* muta vivono in società, poi si sbandano vivendo ciascuna per conto proprio. Nutrimento della larva. — Io ho trovato le larve sul Rovo (Rubus), di cui divoravano le foglie e le ho allevate con queste. Alcuni autori dicono che esse si nutrono anche del pruno, di te- Lor A n +, de TRATTI ev RE AED IT er RUN DR is ite > Y 2 È . pi » — 211 — neri getti dell’olmo, carpino ecc.; altri dicono del susino di mac- chia (selvatico), del biancospino, pero, melo e susino. Il Del Guercio, dal quale ho preso questa seconda categoria di piante, dice (1) che le larve di S. pavonia vivono sociali sulle prime due di dette piante, poi passano alle altre (pero, melo ecc.) e finalmente tornano alle siepi ove si trasformano. Io veramente questi passaggi non li ho osservati; ho seguito le larve in tutta la loro vita nelle siepi di Rovi, ove non era al- cuna delle piante suindicate e neppure nelle vicinanze. Quindi posso dire che la S. pavonia non ha bisogno, di fare questi pas- seggi. Mute — Le larve di S. paronia fanno 4 mute che in mag- gio si sono avverate : 1% muta dopo 7-8 giorni dalla nascita, De ae >... 8-06 0» » 1? muta, 38 » » 7-8 » » Ya » 4a » » 9-10 » > 32 » Bozzolo. — È a forma di pera allungata, con tessuto relati - ‚amente forte, e di color testaceo- bruno, lucente, e quasi tutto li- scio, tranne qualche scabrosità, nell’interno. È lungo mm. 40 e largo (larghezza massima) 18-20. I bozzoli formati da larve parassitizzate dal Dittero di cui parlerò, sono di color sbiadito. La larve arrivate a maturità scendono dalle piante ospiti e vanno a costruire il bozzolo tra i cespugli e tronchi secchi, ove si riscontra addossato ed attaccato con fili di seta. Crisalide. — È bruna, lunga 20-24 mm. larga 12-13; si nota un ciuffo di una ventina di spine all’estremità, curve verso la faccia ventrale della crisalide. Tempo impiegato nello sviluppo dalla Saturnia pavonia, da uovo a crisalide. — A Catanzaro dalle uova deposte il 20 aprile si ebbero le crisalidi dal 16 al 26 giugno, compiendo così lo sviluppo in 57-67 giorni; da quelle deposte il 5 maggio si ebbero le cri- salidi dal 21 al 27 giugno, compiendo lo sviluppo in 47-53 giorni. (1) Nuove relazioni intorno ai lavori della R. Staz. di Entom agr. di Fi- renze. — Serie 1. a N. 5, pag. 176-177, Firenze 1903. 9 — Questo tempo è così ripartito : aprile-giugno maggio-giugno da uovo a larva giorni 15 da uovo a larva giorni 10 » larva a crisal. » 42-52 » larvaa crisal. » 37-43 La crisalide passa l’autunno e l’inverno ed alla primavera seguente da l’adulto. Generazioni. — Da quanto si è sopra esposto risulta che la Saturnia pavonia ha una sola generazione all’anno. Parassiti. Di parassiti della Saturnia pavonia ho trovato, a Catanzaro, un Dittero che, il Ch.mo Prof, Bezzi determinò, per Masicera sil- valica Fall. Deposizione delle wova. — Questo Tachinide depone le uova sulle larve che abbiano fatto la 5.2 0 4* muta, in numero di uno o più a seconda del numero degli ospiti che si trovano. Le uova si trovano tenacemente attaccate sulla pelle in modo da non potersi distaccare senza spesso rompere la pelle della larva stessa Il luogo dove riscontrai le uova fu sulla parte toracica, o sulla laterale o inferiore addominale; qualche volta anche tra le congiunture dei segmenti. Uovo. — È semiellittico, cioè schiacciato alla parte ventrale, bianco latteo, lungo circa ‘/, mm. i Nutrimento della larca parassita. — È dapprima la sostanza grassa dell’ospite poi tutto il resto della parte molle della crisa- lide, poichè l’ ospite arriva a formarsi il bozzolo e a trasfor- marsi in crisalide. Pupa e pupario. — La pupa è lunga mm. 10-11 e larga 5-5.5. Il pupario è rosso-testaceo, lucente, lungo e largo poco più della pupa. La larva arrivata a maturità (fine giugno), fora la crisalide in una congiuntura dei segmenti addominali e si trasforma in pupa nel bozzolo dell’ospite, ove sverna. L’adulto nasce in primavera, verso la fine di marzo e primi di aprile, attraversando il collo del bozzolo e allargando il tessuto di seta che si trova in esso e che è meno fitto del restante. ne Re Aspetto della crisalide. — Quando la larva della Masicera silvatica è da poco fuoruscita dalla crisalide, questa è molle, e contiene un liquido giallo-bruno, terreo. Dopo qualche tempo però, il liquido secca e la crisalide indurisce e annerisce non lasciando vedere affatto il punto perforato dalla larva parassita. Inoltre la crisalide é molto più piccola delle normali e il bozzolo meno te- nace e meno colorito. Generazioni. — Come l'ospite, S. pavonia, così il parassita, M. silvatica, ha una sola generazione all’anno. F. SILVESTRI aS Di una nuova specie di Aleurodes vivente sull’ olivo. HEMIPTERA-HOMOPTERA. Fam. Aleurodidae. Aleurodes olivinus sp. n. Adulto. Femmina (Fig. I). — Corpo cremeo o ocroleuco cosparso di polvere cerosa bianca con una fascia fulva sul pronoto, due subme- Fig. I. Femmina dal dorso (ingrandita). diane dello stesso colore sul mesonoto e due laterali sul metanoto. L’addome ha sul primo tergite due macchie fulve sub- mediane, dal terzo al quinto una fascia trasversale mediana poco innanzi il margine, e sul sesto una macchia me- diana pure fulva. Il quinto urosternite è quasi tutto nerastro. Le ali sono co- sparse di polvere cerosa bianca leg- germente tendente al cenerino e le an- teriori hanno macchie fulve disposte co- me'si vede nelle eure Tel, Lunghezza del corpo senza le ali mm. 1,60-1,70, colle ali mm. 2-2,10; larghezza del torace 0,58; lunghezza dell’addome 0,97 e larghezza 0,74; lunghezza delle antenne 0,71; lunghezza dell’ala anteriore 2, larghezza 0,93; lunghezza dell’ala posteriore 1,49, larghezza 0,71; lunghezza delle zampe del terzo paio 1,35. Il capo (Fig. II) è quasi tanto lungo (misurato dal margine posteriore) che largo. Occhi bene sviluppati e divisi come in altre 2915 specie in una parte superiore ed una inferiore, ocelli a contatto col margine superiore degli occhi. Antenne (Fig. III, 14) di 7 articoli col primo di essi molto corto, il secondo subcilindrico, il doppio più lungo che largo, il terzo molto più sottile del secondo e poco più di tre volte più lungo dello Stesso ar- ticolo, nel- la sua par- te distale fornito di 4 sensilli, uno rap- presentato da una se- 1 2 3 tola gros- Fig. II. setta e al- 1. Capo di fronte; 2. lo stesso di fianco; 3. capo e torace dal dorso: A base lungata 3 dell’antenna, B labbro superiore, D mandibola, E mascelle del primo paio, 4 i F labbro inferiore, 0 occhi, P ocelli, S setole mandibolari e mascellari. invece da una fosset- ta con un corto processo subconico; il quarto articolo è breve, più breve di tutti gli altri ed anche del secondo, il quinto è più lungo del secondo, e provvisto di un sensillo verso la parte di- stale, il sesto più del quinto e il settimo circa il doppio più lungo del sesto, che ha una setola grossetta e alquanto lunga verso la sua parte mediana e una setola sottile apicale. Il rapporto di lunghezza tra un articolo e l’altro delle an tenne può variare un poco tra un esempiare ed un altro. Labbro superiore (Fig. II, 1-2) terminato in punta acuta e ro- busta. Rostro giungente coll’estremità alla base delle zampe del terzo paio, 3-articolato, col secondo articolo più lungo del terzo e verso l’apice alquanto allargato, il terzo all’apice è ristretto e quasi a forma di capezzolo Ali colle nervature semplici caratteristiche del genere e di- rette come si vede nelle figure III, 1-2 Il loro margine (Fig. III, 3) è finamante crenulato e fornito di cortissimi e sottilissimi peli. Le zampe (Fig. III, 4-8) sono abbastanza lunghe, le tibie più lunghe dei femori, cilindriche, fornite di una serie di brevissime se- tole lungo il margine superiore interno e all’ apice di 6 brevi setole, — 216 delle quali due superiori, due laterali interne, una esterna e una superiore. Il tarso è cilindrico col primo articolo più lungo del se- condo. Il pretarso è composto di due unghie laterali e di una ap. pendice mediana lunga quanto le unghie, di esse un poco più larga e non di- ritta, ma piü o meno piegata Ver Sor ıl mezzo ad arco. Addo- me alquan to piü lun- go che lar- go, ovale. L’opercolo anale (Fig. TEE 120706 alquanto più largo che lungo ed ha il margine posteriore leggermen- | i pia te sinuoso; i ri eg articolo del tarso e pretarso visti di fianco; 8. gli stessi dal dorso; 9. ovopo- si va gra sitore visto dal dorso; 10. una lamina laterale dell’ovopositore; 11. antenna del Fig. II. maschio; 12-13. parte posteriore del corpo del maschio vista dal dorso e di datamente fianco; 14. antenna della femmina. allargando verso la- parte posteriore e termina col margine arrotondato. L’ovopositore (Fig. III, 9) è bene sviluppato ed ha i due pro- cessi superiori un poco più lunghi degli inferiori e laterali, molto assottigliati; i processi laterali (Fig. III, 10) sono finamente cre- nulati. Maschio. — Lunghezza del corpo colle ali mm. 1,49, senza le ali 1,50; lunghezza delle antenne 0,78. = oy Antenne (Fig. III, 11) col quarto articolo brevissimo, il quinto un pò più grosso e circa il doppio più lungo del quarto, il sesto poco più lungo del quarto, il settimo circa il doppio più lungo del secondo. Gli ultimi due segmenti dell'addome sono molto più stretti del precedente e l’ultimo (Fig. III, 12-18) è circa tanto lungo che largo, coll’opercolo poco più largo che lungo e la lingula alquanto più lunga dello stesso opercolo. Le due appendici posteriori sono quasi un terzo più lunghe dell'ultimo segmento, coll’apice assottigliato rivolto in dentro. Il pene è più corto delle appendici laterali, gradatamente assotti- gliato e curvato in alto. Ovo. È di forma (Fig. IV) subellittica, col polo libero più assottigliato dell’opposto, una faccia (ventrale) pianeggiante e l’altra ab- bastanza convessa È fornito al polo meno assottigliato di un brevissimo e sottile pe- duncolo, con cui è inserito alla foglia. Ap- Fig. IV. pena deposto è di colore paglierino pallido Ovoimolio ingrandito); in seguito diventa bruno. La sua superficie è tutta reticolata. È lungo mm. 0,247-253 e largo 0,117-123. Larva I. La larva neonata è di colore fumoso, sprovvista di cera ed è lunga mm. 0,325 e larga 0,234; antenne lunghe 0,074, con zampe 0,061. Il suo corpo (Fig. V) è molto depresso, a contorno quasi ellittico essendo leggermente più stretto i innanzi che dietro Dorso con DAR drop ae es quattro lunghe setole sublaterali, delle quali due situate sulla parte posteriore del capo e due sul secondo segmento addominale. Il margine del corpo è finissima- mente crenulato e porta 16 setole per lato della lunghezza e di- — 218 — sposizione che sì vede nella (Fig. V) esattamente disegnata. Nella parte submarginale anteriore ai lati della prima setola esiste un’al- tra setola poco più corta della sua vicina. L’opercolo è poco più largo che lungo e poco più corto della lingula. Le antenne (Fig. VI, 1) sono com- poste di 3 articoli, il primo dei quali è breve, il secondo un poco più lun- go, il terzo sottile e circa cinque o sei volte più lungo del secondo, esso termina con una breve setola, che potrebbe essere anche considerata co- me un quarto articolo rudimentale, inoltre un poco innanzi all’apice ha una piccola sporgenza esterna ad an- golo su cui si trova una brevissima setola. In corrispondenza a questa parte dell’antenna io non ho distinto una divisione, diversamente da quanto osservarono il Tullberg (1) e il Trà- gardh (2) in larve di altri Alewrodes. 1. Antenna SR di larva neo- £ Le SEME (Fig. a; 2) Da Dis nata; 3. antenna (A) e zampa del » Vi, raggiungenti appena, se distese, il Bao) EU alma ara sera marine, lelscorpo, consu e liianicali zampa della stessa (ingrandite). Re ee vg distinti. La tibia porta nella parte su- periore innanzi l’apice una setola poco più lunga della tibia e del tarso presi insieme; il tarso uniarticolato mì è parso sempre più o meno distinto dalla tibia, è di questa molto più corto ed è prov- visto di una setola esterna apicale, che è più lunga del. tarso stesso. Il pretarso è breve, sottile, allargato all’ estremità. La 1.* larva dopo che si è fissata (Fig. VII, 1), comincia a se- cernere cera bianca lungo tutto il margine del corpo, attorno alle setole dorsali e tra le setole anteriori dorsali. Attorno il corpo la cera marginale forma una frangia della larghezza di mm. 0,042, intorno alle setole dorsali una specie di astuccio e tra le setole dorsali una laminetta. (1) Arkiv for Zoologi ITI (1907), N. 26. (2) Zeitsch. f. Wiss. Insectenbiologie IV (1908), pp 296-297. BERO = Larva II- IV. Larve della 2° e 8° età. — Queste due larve appena sgusciate fuori, rispettivamente dalla spoglia della prima e della seconda lar- va, sono bianche, poi castagne, poi nero-azzurre ed infine nere. La secondalarva(Fig. VII, 2) misura mm.0,48 X 0,39 - 0,57 X0,45 e per la forma del corpo, compresa quella delle zampe, è simile N Se a U N “SL, N N vii II, Fig. VII. 1 Larva del primo stadio dopo che si & fissata; 2. larva del secondo stadio; 3. larva dell’ ultimo stadio; 4. la stessa vista dal ventre, (variamente ingrandite). alla quarta larva che sotto si descrive. Ha attorno il margine del corpo una frangia di cera formata da nastrini della lunghezza di mm. 0,084 e della larghezza di mm. 0,009. Questi nastrini verso l’apice si possono più o meno arricciare e separare dai vicini, mentre colla parte prossimale ognuno di essi è a contatto col pre- cedente e col seguente. La larva seconda differisce dalla prima pel colore, per la grandezza, per la forma delle antenne e delle zampe e per la mancanza delle 4 setole dorsali. La larva della 3? eta @ simile a quella della seconda e della quarta e presenta le seguenti dimens. mm. 0,75 xx 0,67—0,93 x 0,81. Larva della 4* età (Fig. VII, 3). -— Corpo molto depresso quasi laminare, poco più lungo che largo, al dorso nero, con due ciuffi lineari trasversali obliqui di cera bianca sulla parte marginale del cefalotorace alquanto dietro il livello degli occhi ed uno stretto ciuffo longitudinale, pure di cera bianca, sulla parte mediana po- steriore del corpo dietro l’opercolo. Attorno il margine esiste una frangia di cera come nella larve della seconda e terza età; ma in, queste larve della 4% età tale frangia spesso è più o meno rotta e durante l’inverno per lo più viene perduta del tutto. — 220 — Il colore del ventre (Fig. VII, 4) è verde-scuro nella parte centrale e atro in quella marginale, con una stretta area cerosa laterale a livello della base del 2° paio di zampe, la quale presso le zampe di questo stesso paio si biforca per giungere ai due stigmi. Un'altra area di cera esiste nella parte mediana posteriore del corpo. Lunghezza della 9 mm. 1,68-1,75, del maschio 1,20-1,35; larghezza della femmina 1,48-1,52, del maschio 1,04-1,18; lunghezza delle antenne 0,325, delle zampe 0,143. La parte superiore del corpo è divisa da un solco in una zona marginale ed una centrale La prima non ha traccia di di- visione in segmenti ed è larga un poco più di un terzo della metà della larghezza totale del corpo ed è variamente striata alla parte prossimale, trasversalmente striata in quella distale e al margine minutamente lobata, corrispondendo ogni lobulo allo sbocco delle ghiandole ceripare attraverso le quali fuoriesce un nastrino marginale di cera. Questa zona osservata a forte aumento mostra anche una serie circolare di pochi e cortissimi peli presso la base e qualche piccolo poro molto sparso. La zona centrale è variamente rugosa, presenta distinte le impressioni segmentali, che si vedono esattamente riprodotte nella figura VIII, 3. Gli occhi sono dorsali situati alquanto dietro il margine an- teriore del corpo e rappresentati all’ esterno da una cornea cia- scuno. Le antenne (Fig. VI, 3 A) sono affatto ventrali, inserite ai lati del rostro appena innanzi le zampe del primo paio, sono dirette sotto di questo in dietro e un poco in fuori giungendo a livello del margine posteriore della base delle zampe del secondo paio. Sem- brano formate da un solo articolo (almeno non se ne vedono di- stinti), sono un poco assottigliate dalla base all’apice e tutte ir- regolarmente annulate; l’apice termina con una punta un poco ri- piegata, quasi unguiforme. Le zampe (Fig. VI, 3 e 4) sono cortissime, formate da una lunga e abbastanza larga base che si prolunga in una breve appen- dice subtriangolare, troncata all’estremità e provvista di un disco membranoso concavo, che costituisce una sorta di ventosa. Le zam- pe anteriori sono dirette all’innanzi, le medie e le posteriori all’in- dietro. L’opercolo è subtriangolare poco più lungo che largo alla base, coll’apice leggermente rotondato e coprente del tutto la lingula. ae nn — 221 — NOTE BIOGRAFICHE. Questa specie è stata da me osservata fino ad ora soltanto sull’olivo nell’Italia centrale e nella meridionale, e ad eccezione di una diecina di piante presso Soverato in cui nel 1909 era abbondante, è stata sempre vista molto rara. Nel caso di Soverato la maggior parte delle foglie (Fig. VIII) portava larve di questo Aleurodes in numero vario da una a venticinque, ed anche di più fino a sessanta. Esse si trovano fissate sulla pagina superiore della foglia, raramente sull’inferiore. L’Aleurodes olivinus ha una generazione per anno i cui adulti compaiono alla fine di Giu- gno e primi di Luglio. L’accoppiamento ha luogo lo stesso giorno della comparsa degli adulti e così pure la de- posizione delle ova. Ogni femmina deposita 50-60 ova potendo- sene almeno tante contare negli ovarii di fem- Fig. VIII. : en Foglia d’ olivo con Den molte larve della 4* eta Le ova sono deposte perpendicolarmente di Aleurodes olivinus, ili fecale) sulla pagina superiore delle foglie, inserite con- un breve peduncolo (Fig. IV) e disposte in file quasi rette (Fig. IX) o leggermente curve alla distanza quasi re- golare, l’uno dall’altro, di mm. 0,30- 0,40, oppure senz’ordine. In una fila se ne possono contare 3, 7, 8, 9, 11. I ¢ Quando si trovano disordinate, pos- e SQ < sono vedersene due quasi a contatto @ @ fra di loro, altre da queste lontane J mm, 0,5-2 ed altre piu. g Q Dalla deposizione dell’ ovo alla 1 nascita della larva decorrono una . Fig. 1X. quisidieima: ‘dibipiorni; A. Portici, nel); Dae pezzi di foglia d. olivg.con ova E f er di Aleurodes olivinus, (ingrandite). 1909, da ova depositate nei primi dieci giorni di Luglio si ebbero le larve dal 18 al 24. La larva neonata vaga un poco per la foglia fino a trovare un luogo opportuno per fissarsi, che è sempre la pagina supe- 5 ? 5 — 229 — riore della foglia tanto per essa come perle altre forme larvali. Fissatasi, a poco a poco secerne la cera marginale e quella che ri- veste le setole e lo spazio dorsale tra le setole anteriori Fig. VII, 1). Tra l'adulto e la prima larva si hanno altri tre stadii larvali, perciò si hanno tre mute e la spoglia dell’ultima larva-serve a questa per trasformarvisi in ninfa e quindi in adulto. Le tre mute accadono in Luglio Agosto, avendo osservato che larve nate ai primi di Luglio il 10 Agosto stavano compiendo, ed altre l'avevano compiuta, la 2% muta. Tutte avevano compiuta la 1% muta. Nella seconda quindicina dello stesso mese osservai la terza muta. Per compiere la muta la larva fuoriesce dalla parte ventrale della spoglia e si fissa quasi nello stesso punto potendo fare lenti movimenti colle cortissime zampe. La spoglia larvale rimane perlopiù sulla parte posteriore del dorso della larva fuoriuscita e ripiegata sul ventre ad angolo acuto; altre volte, ma raramente, può trovarsi distesa o altrimenti disposta. L’adulto invece fuoriesce dalla spoglia dell'ultima larva (Fig. X) per la parte cefa- lo - toracica dorsale che si distacca nella parte posteriore rovesciandosi in alto ed al- l’innanzi sotto la spinta dell’adulto stesso. Fig. X. ? An Sand + ve è Spoglia dell'ultima larva L’Aleurodes olivinus fino ad ora, come di Alewrodes olivinus dopo dicevo, è stato osservato molto raro, eccetto l’uscita dell’adulto (ingr.). Fe nel 1909 presso Soverato, dove lungo una strada si vedevano una diecina di olivi molto infetti. Anche in questo caso però le piante non mostravano un evidente depe rimento perchè forse quello era il primo anno in cui erano sog- gette a tale intenso attacco. Pertanto possiamo ritenere che di regola questo A/evrodes è un nemico dell’olivo trascurabile. Nemici naturali. Data la consueta rarità di questo A/eurodes, deve esso avere in natura molte cause nemiche che lo distruggono. Io ho osser- vato qualche volta esemplari di larve dell'ultima muta morte e invase da micelio di non so quale specie fungina, e ho ottenuto da larve della stessa età tre specie di Imenotteri parassiti endo- fagi, dei quali due appartengono alla famiglia Cha/cididae e sono NE ER! — 223 — Me a la Prospaltella olivina Masi (Fig. XI) e l’Encarsia elegans Masi ambedue descritte recentemente a pagina 145-149 di questo stesso bollettino. La Prospaltella olivi- na è stata da me ottenuta in pochi esemplari da larve di Aleurodes olivinus di Catanzaro, Soverato e Ma- safra (Taranto) e VEncar- sta elegans una sola volta da larve di Aleurodes di Catanzaro. La terza specie di Ime- nottero parassita di questo Aleurodes si ebbe in nu- merosi esemplari nei mesi di Giugno e Luglio da larve della 4* eta raccolte a Soverato. Essa appartiene alla famiglia Proctotrypidae, tribù dei Platygasterini, genere Amifus Hald. e viene qui appresso descritta come nuova Fig. XI. Prospaltella olivina (ingrandita). Amitus Minervae sp. n. Femmina (Fig. XII). — Nera lucida coi primi due articoli delle antenne e le zampe, eccet- = 4 tuato l’ultimo articolo tarsa- le brunastro, di colore o- craceo; gli ar- ticoli 3-4 delle antenne di co- lore bruno - 0- craceo, e gli # \ Ss altri bruna- FASI | stri; ali ialine ) leggermente fumose, primo segmento del- l'addome castagno. Tutto il corpo è a reticolato e for- nito di pochi brevissimi peli. Fig. XII. Amitus Minervae, (ingrandito). — 224 — Il capo è grosso, più stretto del torace, cogli occhi nudi non prominenti, gli ocelli formanti un triangolo coll’angolo del vertice molto ottuso, il clipeo col margine arrotondato leggermente rial- zato, le mandibole bidentate. Le antenne (Fig. XIII, 1-2) sono lun- ghe, clavate, brevemente pelose, inserite a breve distanza dal margine del clipeo e fra di loro poco allontanate; la clava è alquanto più lunga di due articoli precedenti presi insieme e osservata a discreto aumento pre- senta distinti due solchi che la dividono su- perficialmente in tre articoli; per la forma e dimensione degli altri articoli si confronti la feura NIE Il mesoscuto (Fig. XII) ha due (uno per lato) solchi sublaterali longitudinali, i quali a poca distanza dal margine anteriore vanno convergendo posteriormente fra di loro, così che la distanza che li separa anteriormente En ange circa tripla della posteriore. A poca distanza tenna di femmina; 2. elava di tali solchi si trova in ciascun lato del me- a no “ soscuto un’altro solco che dal margine po- steriore decorre quasi retto all’innanzi fin verso la metà del mesoscuto stesso, delimitando così col solco interno un’area allungata triangolare. Lo scutello è più largo che lungo, leggermente convesso, colla parte marginale posteriore lon- gitudinalmente e leggermente carinulata, coprente il metanoto, Il propodeo (o epinoto) ha un leggerissimo rialzo ad arco, mediano, con poche strie longitudinali e si prolunga nel mezzo in un bre- vissimo e stretto anello, che riceve il peduncolo dell’addome. Le ali hanno la superficie brevemente setosa e la frangia posteriore abbastanza lunga come si vede nella figura XII, Le zampe hanno anche brevi subglobose, trocanteri lunghi, femori ir- regolarmente fusiformi, tibie un poco ingrossate verso l’apice e fornite le medie e le posteriori di uno sperone, le anteriori di una stregghia all’apice biforcata, tarsi di 5 articoli abbastanza sottili. Addome poco più lungo del torace e allo stesso uguale per larghezza: il primo segmento ha nella parte mediana cinque ca- rene longitudinali, due fossette submediane provviste di peli e due piccole sporgenze sublaterali anteriori spiniformi; il secondo Fig. XII. — 225 — segmento si estende per gran parte del resto dell’addome essen- do quattro volte più lungo del primo; gli altri segmenti sono molto corti e vanno di mano in mano restringendosi fino al- l’ultimo che termina a punta. L’ovopositore sorpassa appena, op- pure non, l'apice dell’addome. Lunghezza del corpo mm. 0,98; larghezza del torace 0,39; lunghezza delle antenne 0,78; delle zampe del 3° paio 1,10; delle ali anteriori 1,10, larghezza delle ali anteriori 0,39. Maschio. — Antenne lunghe, abbastanza sottili, composte di 10 articoli di forma e lunghezza come si vede nella figura XIII, 3. Corpo di dimensioni simili a quelle della femmina; antenne lunghe mm. 0,95. Habitat. Soverato (Catanzaro). Osservazioni. — Di questo genere si conoscono una specie del Nord America (Amitus alewrodinus Hald.) ed una europea (Ger- mania, Am. longicornis Först.), le quali sono pure parassite di specie di Aleurodes. L’Amitus Minervae, da me descritto come nuovo, sembra distinto dall’Aim. longicornis per la maggior lun- ghezza della clava delle antenne e per la scultura del margine posteriore dello scutello e di quella del primo segmento addo- minale, e dall’Am. aleurodinus per le antenne della femmina piu corte, e per quelle del maschio sprovviste di setole verti- cillate. Tali differenze sono desunte dalle brevi descrizioni date dal Forster per la prima e dall’ Ashmead per la seconda; però soltanto da un accurato nuovo esame degli esemplari tipici, po- tranno essere meglio confermate, o dichiarate inesistenti, mentre altre potrebbero essercene che non sono ora messe in evidenza dalle descrizioni che possediamo. Così nè il Forster, nè l’Ashmead parlano del secondo solco che esiste sul mesoscuto e che è molto evidente e caratteristico; l Ashmead anzi nemmeno lo rappresenta nella tigura dell’insetto intero che egli ha pubblicato (1). (1) Bull. U. S- Nat. Mus. N. 45, p. 293, Pl. XII, Fig. 8. Dorr. GIOVANNI MARTELLI ——_»—- PRIMO CONTRIBUTO ALLA BIOLOGIA del Phytonomus variabilis Herbst. Nell’aprile del 1909 osservando che in un appezzamento del parco Gussone della R. Scuola Sup. di Agric. in Portici, col- tivato ad erba medica esistevano numerose piante di questa con le foglie in parte divorate e in parte rose sulla pagina, volli ve- dere a che fosse dovuto. Trovai numerose larve di un Curculio- nide. Ne raccolsi parecchie per seguirne la biologia e anche per sapere la specie a cui appartenevano. A suo tempo ottenni i primi adulti che erano appunto di Phy- tonomus variabilis. Era mio desiderio di completare la biologia di questo Co- leottero prima di rendere pubbliche queste iotizie, ma poichè ora sono a conoscenza che, nell'America del Nord, il Prof. E G. Ti- tus, entomologo dell’Utah Agricultural College Experiment Station, ha, nel settembre dell’anno scorso, pubblicato un Bollettino sul Phytonomus murinus Fab., e non ha trovato di esso alcun pa- rassita endofago od ectofago, ho creduto opportuno affrettarmi a pubblicare le poche cose osservate (rimandando il resto alla pros- sima primavera, in cui spero completare lo studio), perchè mi sembra che possano essere utili per gli entomologi del Nord Ame- rica, che vogliono tentare l'introduzione dei parassiti europei di Phytonomus. Alle osservazioni fatte a Portici nel 1909, aggiungerò alcune altre fatte ad Acireale nel 1910. Comparsa dell’adulto. L’adulto del Phytonomus dal mese di giugno e anche di lu- glio non si osserva più, almeno a Portici, sulle piante, e ricom- pare verso la fine di febbraio (Portici). Nelle belle giornate di dicembre (Acicastello-Catania) ho osservato alcuni adulti divorare le tenere foglie di erba medica. ya — Costumi dell’adulto. È molto difficile poter seguire quello che fa l'adulto, poichè appena, anche di lontano, sente un rumore, si lascia cadere dalla pianta e fa il morto sul suolo confondendosi pel suo colore con quello della terra. Quando crede esser passato il pericolo si muove e sì affretta a camminare cercando tra i detriti un nascondiglio nel quale attende che tutto taccia all’ intorno per riprendere le sue abitudini. Nutrimento dell’adulto. Il nutrimento è la foglia, specialmente quella tenera, che ro- de ai lembi o nel parenchima della passina superiore. Qualche volta però difettando le foglie rode anche l epidermide del fu- sticino della pianta nutrice. Larva, suo costume e suo nutrimento. Le larve cominciano a trovarsi verso la fine di febbraio e primi di marzo a seconda dell’andamento della stagione. Quando sono piccole sono di color verde molto pallido o an- che giallognole. Sul dorso, longitudinalmente, spesso si nota una fascia biancastra e, qualche volta, anche di color roseo; esse se ne stanno sulle ultime foglie che sono chiuse, cioè tra le due metà combacianti sulla pagina superiore delle foglie apicali, non- ché tra la pagina inferiore di una fogliolina chiusa e l’altra della vicina. Quando sono molto avanzate nello sviluppo però le larve stanno anche sulla pagina superiore. Se disturbata la larva si dispone a cerchio e si lascia cadere. Il nutrimento della larva è lo stesso di quello dell’adulto, cioè le foglie e anche il parenchima dello stelo. La larva matura è lunga mm. 8-10 e larga mm. 1,5-2. Bozzolo. La larva matura discende dalla pianta e sulle foglie secche, che si trovano alla base della pianta medesima, e tra esse e qualche volta anche su quelle ancora verdi, si intesse un bozzolo di forma rotonda od ovale a tessuto resistente, ma a maglie molto larghe per modo che la larva, e poi la pupa, si vede molto bene attraverso il tessuto. Te Il bozzolo è di color biancastro, del diametro di mm. 4-6 se rotondo, e di mm. 4 in un senso per 5-6 nell’altro e 4 nel terzo, cioè nei tre assi perpendicolari, se è ovale. Pupa. Compiuto il bozzolo la larva, dopo tre-cinque giorni, sì tra- sforma in pupa. La quale può misurare 4-5 mm. in lunghezza e 3-4 in larghezza massima. È di color verde sul principio, poi di color verde più carico sul torace e sulle elitre. Dopo 14-15 giorni la pupa si trasforma in adulto, il quale rode la parete del bozzolo che gli sta di fronte ed-esce all'aperto. Comparsa degli adulti della generazione dell’anno. A Portici (1939) i primi adulti li ho ottenuti verso la fine di aprile, ad Acicastetlo (1910) verso i primi della seconda metà dello stesso mese di aprile. La massima nascita si è verificata a Por- tici (1909) verso la fine della 2.8 decade di maggio e gli ultimi adulti sono nati alla fine di questo stesso mese. Ad Acicastello (1910) invece la massima si ebbe nella prima decade di maggio e gli ultimi nella 2.2 decade dello stesso mese. Generazioni. Tanto a Portici quanto ad Acireale ho osservato una sola ge- nerazione del Phylonnmus. Danni. I danni che questo Curculionide arreca sono forti quando esso si sviluppa in gran numero. A Campobasso, nel 1909, le la- gnanze degli agricoltori per danni avuti dal Phylonomus furono molte. Parassiti. I parassiti di questo Coleottero da me trovati a Portici sono tre: un Ichneumonide: Canidia curculionis Thoms., e due Calcidi- di: Eulophus sp.? e Eutelus sp.? Ad Acicastello ho trovato oltre al primo anche la Pimpla maculator F. ea EC) IO aot! Canidia curculionis Thoms. Comparsa dell’adulto. — I primi adulti sono nati verso la fine di febbraio da bozzoli svernanti; un’altra schiusura si è avuta a maggio da bozzoli della prima generazione. Nutrimento dell’adulto. — E la sostanza zuccherina. Deposizione delle uova. — La femmina depone le uova nelle larvette piccole di Phytonomus, perforando con la trivella il corpo di esse. Nutrimento della larva parassita. — Come tanti altri endo- fagi a vita larvale relativamente lunga, la larva parassita si nutre dapprima delle sostanze elaborate dalla larva ospite, poi quando questa è matura, divora tutti gli organi interni, lasciando la pelle intatta. Bozzoli del parassita. — La larva di Phytonomus parassi- tizzata arriva a maturità e tesse il proprio bozzolo, ma ad un | certo punto invece di trasformarsi in pupa, muore e dalla pelle sbuca fuori la larva parassita che liberatasi dalla pelle medesima, comincia subito a tessere il proprio bozzoletto Questo dapprima è bianco, ma dopo un giorno o due acquista un colore rosso scuro passando al testaceo bruno con una fascia bianca mediana. Ha forma di un bell’ovale quasi tutto regolare, è lungo mm. 2 2'/, e largo poco più di un mm. Durata dello sviluppo del parassita. — Da larve di Phyto- nomus fatte inquinare ad Acireale, il 24 marzo 1910, nacquero i parassiti il 20-24 aprile, impiegando dallo stato di uovo a larva matura 11-13 giorni, da larva matura a pupa 2 giorni e da pupa ad adulto 14-16 giorni. Totale giorni trascorsi da uovo ad adulto 27-31. Generazioni. — Da quanto si è sopra esposto questo paras- sita pare che debba avere due generazioni. Da osservazioni che farò quest'anno si potrà stabilire se ad Acireale ne ha due od una. Eulophus sp.? Comparsa dell'adulto. — I primi adulti li ho ottenuti a Por- tici (1910) verso la 2.* decade di maggio, con un massimo di na- scita verso la fine dello stesso mese Nutrimento dell'adulto. — È la sostanza zuccherina. — 230 — Deposizione delle uova. — Questo parassita è un ectofago; depone le uova all’esterno della larva, non so bene se quando questa è chiusa nel suo bozzolo o prima. Il numero di uova che depone sull’ospite è più di uno, ma non più di 5-6. Nutrimento della larva parassita. — La larva parassita sue- chia l’ospite dall’esterno che perciò muore, quando però si è già chiuso nel proprio bozzolo. Qui le larve parassite si trasformano in pupa ed attendono per trasformarsi in adulto fuoruscendo dal bozzolo. Questo parassita pnò essere anche di 2.° grado, poichè se la larva di Phutonomus contiene il parassita Canidia curculionis, questo non può compiere il suo sviluppo. Pimpla maculator F. Di questo parassita di primo grado trovato ad Acicastello non posso ancora dir nulla, non avendo potuto fare osservazioni in proposito. Parassiti di 2.° grado o iperparassiti. Gli iperparassiti del Phyfonomus riscontrati a Portici sono tre, cioè: un Habrocytus, una Chalcis e il Dibrachis boncheanus. Essi sono tutti parassiti del Canidia. F. SILVESTRI — — =} —____— a | ]E E SULLA POSIZIONE SISTEMATICA DEL Genere Termitaphis Wasm. (Hemiptera) con descrizione di due specie nuove. Il Wasmann (1) descrisse nel 1902 un novo genere di Emit- teri, termitofilo, raccolto dal Forel in un nido di Amitermes Fo- reli Wasm. presso Baranquilla nella Columbia e lo chiamö Ter- mitaphis ascrivendolo alla famiglia Aphididae Nel 1908 durante una rapida escursione, che io feci nel Messico, raccolsi presso S. Francisco (Vera Cruz) in gallerie, abitate da Lez- cotermes tenuis (Hag.) var., un esemplare di Emittero che riconobbi appartenere al Termitaphis Wasm., e in una collezione di Termiti e Termitofili africani fatta dal compianto, insuperabile raccogli. tore, Leonardo Fea, e gentilmente comunicatami dal Prof. Gestro, ho trovato anche un esemplare dello stesso genere Termi/aphis preso in un nido di Rhinolerines putorius Sjost. L’esame dell’esemplare del Messico e di quello dell’isola Prin- cipe, rappresentanti ambedue nuove specie, mi ha permesso di riconoscere meglio i caratteri del genere Termitaphis e mi ha convinto che esso non può considerarsi affatto come un Aphididae e neppure come un Omottero, ma che invece deve essere ascritto agli Eterotteri e per ora almeno, finchè le sue relazioni con al- tre famiglie, colla scoperta di altre forme, non siano più evidenti, si deve considerare come rappresentante di una nuova famiglia. (1) Species novae insectorum termitophilorum ex America meridionali. Tijdschr. v. Entom. XLV (1902), pp. 75-107: Termitaphis, p. 105, PI. 9, fig. 7,7 ae. Hemiptera-Heteroptera Fam. Termitocoridae nov. Corpus (Fig. 1) valde depressum capite, thoracis segmentis TA Fig. I. Termitaphis subafra. 4. prona, 2. supina (setis omissis): a-a! frontis carinae, b-b! pronoti, c-c! mesonoti, d metanoti carinae; e-m abdominis segmentorum carinae, n segmen- tum ultimun eum ano; A antenna, C capo, P!-P* pedum basis, R rostrum, S!-S7 stigma, (multo amplificata). NF et abdominis segmen- tis 8 distinctis, capitis et _ segmentorum. Gete- rorum omnium. lateri- bus subaequaliter dila- tatis et a capite ad seg- mentum ultimum abdo- minalem circumlitione graduali; apterum; oculis destitutum. Antennae in- ferae, 4-articulatae; ro- strum 4-articulatum. Pe- des coxis distantibus , tarso biarticulato, prae- tarso unguibus binis, ap- pendicibus duabus et setis duabus composito. Stigmata (Fig. 1,2S'-S’) septem, ventralia, in mesotorace, me- tatorace et abdominis segmentis 1-5 sistentia. Gen. Termitaphis Wasm. Caput . (Fig. I, let 2 a-a! et. II). frontis lateribus valde elongatis dilatatis, antrorsum directis, clypeum spatio magno superantibus, incisione brevi in partem internam majorem (a) et partem externam minorem (a!) partitis. Antennae (Fig. I, 2A) inferae, 4-articulatae, articulo primo longo retrorsum et introrsum directo, articulis ceteris antrorsum directis, articulo ultimo quam articuli 2-5 simul sumpti longiore et crassiore. Rostrum inferum, retrorsum vergens, 4-articulatum, articulo secundo brevi et pa- rum distincto setis mandibularibus et maxil- laribus bene evolutis. Rie I. Termitaphis subafra . caput supinum frontis carinibus laevis omissis, (multo am- plificatum). ME RR — 293 — Thorax (Fig. I,b-d): segmentum primum quam secundum et secundum quam tertium majus. Pronotum lateribus in partem anticam majorem (0) et partem posticam minorem (0') divisis et superficie sulco subintegro impressa, carinis antrorsum directis et caput maxima pro parte complectentibus. Mesonotum lateribus incisione parum profunda in partem anticam parum minorem et posticam divisis, superficie media sulco arcuato impressa. Meta- notum quam abdominis segmentum primum parum minus. Abdomen (Fig. I, e-n) segmento primo horizontali, carinis ceteris retrorsum gradatim magis directis, segmento sexto quam quintum et septimum quam sextum minus, segmento octavo parvo, quam septimum brevius et anum pilis nonnullis cireumdatum con- tinens. Carinae laterales omnes lobulatae, lobulo singulo setam gerente. Dorsum totum pulchre areolatum et papillis sparsis instructum. Pedes (Fig. IV,5 et VI,5) tibiae apice setis numerosis lon- gis et spina nonnulla brevi aucto, tarso biarticulato , praetarso (Fig. IV, 6 et VI, 6) unguibus duobus lateralibus, appendicibus dua- bus longis, latiusculis, arcuatis, ad unguinm basim orientibus, nec non setis duabus, inter appendicium basim sitis, composito. Species typica: Termitaphis circumvcallata Wasm. (Columbia). CONSPECTUS SPECIERUM. 1. Lobulorum marginalium setae subtiliores, integrae (1) . . . = i T. circumvallata Wasm. 2. Lobulorum marginalium setae minute serratae. 3. Setae dietae elongatae, multo longiores quam latiores . . | T. subafra sp. n. 4. Setae dictae breves, latae, minus quam dimidium longiores quam lauoressine a ele eee E MeVCANIAIBE Di Osservazione. — Questo genere di Emitteri è certamente un termitofilo di molto antica data a giudicare non solo dalla sua forma, che rappresenta caratteri di molto speciale adattamento, ma anche dalla sua distribuzione geografica che comprende due località così lontane attualmente, come l'America centrale e l’isola Principe presso la costa africana. Peccato che il materiale finora avuto sia rappresentato sol- tanto da tre esemplari e che nulla si conosca dell’anatomia in- terna e delle relazioni che passano tra questi curiosi Emitteri e (1) Saltem secundum descriptionem et figuram cl. auctoris E. Wasmann. CAZIONE i loro ospiti. Speriamo che richiamata meglio l’attenzione dei rac- coglitori sopra questi interessanti insetti, presto ne saranno accre- sciute anche le nostre cognizioni anatomiche e biologiche. nn a 1 : Termitaphis mexicana Sp. n. Corpus (Fig. III) valde depressum, sublaminare, cir- cumlitione elliptica, */, lon- gius gram latius, stramineum. Dorsum (Fig. IV, -2) mi- nutissime et pulcher areola- tum et per areolas papillis Fie. II. 9 minimis, claviformibus, nume. Termitaphis mexicana: 1. prona; 2. supina, rosis, sparsis instructum. Seg- (amplificatae). mentorum omnium margo la teralis (Fig. IV 1-2) lobatus lobis dimidii corporis, a capite enumeratione incipiente, 7,4; SAD TATE PAL 4:2 et lobo sin- SUILONS RISE IV,1) setam laminarem obovalem, ali- quantum lon- giorem quam latiorem et in margine den- ticulatam, ge- rente. Seg- mentorum la- tera subtus (Fig IV,2) se- tis nonnullis longis et bre- Fig. IV. Termitaphis mexicana: 1. dorsi lateris dermatos particula super in- specta; 2. abdominis segmenti primi carina subtus inspecta; 3. antenna; 4. antennae articuli 3-4; 5. pes paris tertii; 6. pedis paris tertii tibiae apex, tarsus et praetarsus; 7. tarsi apex et praetarsus; 8. abdominis seg- menti septimi et octavi pars postica, (figurae omnes multo amplificatae), vibus aucta sunt. Antennae (Fig. IV,3) 4-articulatae, articulo primo quam ulti- mus parum longiore, introrsum et parum retrorsum directo, arti culis 2-3 antrorsum directis, articulo secundo quam primus multo breviore et quam tertius aliquantum longiore, articulo quarto elongato, elliptico, magis quam duplo longiore quam latiore, setis, ut Fig. IV,4 demonstrat, jnstructo. Rostrum spatio brevi mesosternum attingens. Pedes (Fig. IV,5-6) extensi corporis latera parum superantes, femore basi quam apex latiore, setis paucis instructo, tibia infra ad apicem setis c. 12 longis, sat robustis et spina brevi sat ro- busta mediana et altera minori antica armata, tarsi articulo se- cundo infra seta nonnulla breviore aucto, praetarsi unguibus la- teralibus arcuatis, appendicibus laminaribus quam ungues parum brevioribus et setis basalibus subtilibus. Long. corp. mm. 2,5; lat. corp. 1,5; long. antennarum 0,52, pedum paris tertii 0,98. Habitat. Ad S. Francisco (Vera Cruz) exemplum descriptum in cuniculis nidi Leucotermes tenuis (Hag.) var. legi. Termitaphis subafra sp. n. Corpus (Fig. V) valde depressum, sub- laminare, circumlitione elliptica, c. !/3 lon- gius quam latius, subochraceum. Dorsum (Fig. VI, 1-2) deplanatum, Fig. V. praeter partem marginalem totam, minutis- Termitaphis subafra: prona, —sime et pulcher areolatum et per areolas pa- ask pillis minimis, subclaviformibus, numerosis, sparsis instructum. Sgmentorum omnium margo lateralis (Fig. VI,1 et 3) lobatus, lobis, a capite enumeratione incipiente, 7,3;12,4;5,5;7;7;7;7;7;7;4:2, lobo singulo setam elongatam, subquadrangulam et per angulos minutissime serratam gerente. Segmentorum latera subtus (Fig. VI,3) setis nonnullis sot longis et brevibus aucta sunt. Antennae (Fig. VI,4) articulo ultimo fere triplo longiore quam latiore. Pedes (Fig. VI,5-6) tibiae apice subtus setis sat numerosis, longis, sat robustis et spinis inferis nec non spina interna armato, praetarsi unguibus et appendicibus (Fig. VI,6) sat longis. — 296 — Long. corp. mm. 3,1; lat 2; long. antennarum 0,65; pedum paris tertii 1,49. ign aval Termitaphis subafra: 1. dorsi lateris dermatos particula super inspecta; 2. dorsi superficiei medianae dermatos particula super inspecta; 3. abdominis segmenti mipiae arina subtus inspecta; 4. antenna; 5. pes paris tertii; 6. pedis paris tertii tibiae apex, tarsus et prae- tarsus, (figurae omnes multo amplificatae). Habitat. Ins. Principe: Roca Infante D. Henrique 100-300 m °/m in nidis Rhinotermes pulorius Sjöst. Ie e Dorr. G. LEONARDI == === DS lello CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DELLE Cocciniglie della Repubblica Argentina —_— ->eo-... Dal Sig. Dott. F. Lahille, Capo della divisione di zoologia agraria del Ministero di Agricoltura dell'Argentina, mi fu inviata, tempo addietro, una collezione di Cocciniglie raccolte a Cacheuta, località della Repubblica presso le Ande, dal Sig. Dott. Lucien Iches. Lo studio della predetta collezione riusci assai interessante, giacchè, su un substrato costituito, da non più di una quindicina di piante trovai rappresentanti di ben 25 specie di cocciniglie tutte nuove per la scienza, distribuite in 16 generi appartenenti a famiglie diverse, e tra questi generi due riscontrai nuovi del tutto. Ma lo studio della collezione riusci ancora interessante sotto un’altro punto di vista. Fu notato, infatti, che le cinque specie appartenenti al gruppo dei Diaspiti sono tutte vivipare, come vi- vipara si constatò, con tutta certezza, essere una specie di Pseu- dococcus, mentre incerta rimase, per scarsezza di materiale, la constatazione, di questo fatto, per l’altra forma; vivipara si trovò, inoltre, una delle due specie di £r/ococcus da noi descritte. Colla viviparità nei Diaspiti abbiamo trovato che corre, di pari passo, la riduzione di certi organi che in altre forme sono numerosi e bene sviluppati. In quasi tutte le specie, eccetto una, mancano i dischi ciripari perivulvari, mentre le palette, i pettini, i peli filiere ecc. sono poco numerosi e di sviluppo men che mediocre. Questi due fatti, viviparità e riduzione di organi, fa pensare che esista una stretta relazione colle condizioni di vita, la quale, certamente, non può essere favorita da una regione che è rivestita di scarsa e stentata vegetazione quale è quella, appunto, ove venne raccolto il materiale in parola. — 238 — Ringrazio per tanto di nuovo e nel modo più vivo il signor Dott. F. Lahille e il Dott. L Iches di avermi offerto l'occasione di studiare forme si interessanti, alcune delle quali mi onorai chia- mare col nome loro in omaggio alla cortesia usatami. Fam. Coccidae. Subfam. Monophlebinae. Gen. ICERYA Signor. 1. — Icerya subandina n. sp. Larva. — Forma del corpo ovale, coi segmenti toracici poco bene distinti tra loro e male, ancora, si distingue il torace dal capo; più evidente, invece, è la segmentazione dell’addome. Al dorso il corpo presenta 6 serie longitudinali di dischi ciripari alter- nate con serie di peli disposti pure in senso longitudinale. Dal lato, del ventre, si osservano, al contrario, due sole serie longitudinali di dischi ciripari e questi, in confronto ai dorsali, sono notevolmente più piccoli; quanto ai peli, che rivestono que- sto lato del corpo, sono pure disposti in serie, però, essi sono meno numerosi che al lato dorsale, ma in compenso un poco più lunghi. Oltre le serie di dischi ciripari su ricordati ve ne ha un’altra mar- ginale, disposta cioè lungo i margini liberi del corpo dell’insetto. I dischi ciripari di questa serie, per la fabrica loro, corrispon- dono a quelli delle serie dorsali prima notate. Peli semplici, di varia lunghezza, si trovano inseriti lungo i margini liberi del corpo. L’ estremità addominale presenta 6 setole lunghe quanto la lunghezza totale del corpo, le quali sono piantate su altre- tanti tubercoli. Parti boccali bene sviluppate con setole ma- scillo-mandibolari molto lunghe. Antenne di 6 articoli di cui l’ar- ticolo basale breve e grossetto i seguenti, meno l’apicale, sottili, cilindrici e brevi pur essi, che in ordine di lunghezza si seguono nel modo seguente: 4°, 2°, 3°, 5°. L'articolo apicale, lungo quasi quanto i tre articoli precedenti presi assieme, è fusiforme e for- temente ingrossato in confronto degli altri. Tutti gli articoli por- tano dei peli, i più lunghi e robusti, però, stanno piantati sull’articolo apicale. Zampe molto lunghe e abbastanza robuste colla tibia lunga all’incirca quanto il femore, sottile e cilindrica; tarsi circa un terzo più brevi della tibia e armati di sottile unghia. Peli semplici, 2939 — poco numerosi e piü o meno lunghi sono inseriti sui vari arti- coli delle zampe. Colore del corpo rosso miniaceo colle zampe e le antenne, parti boccali e occhi di color caffè assai oscuro e di tale tinta sono pure i peli che rivestono il corpo. Lunghezza del corpo 900 py. Larghezza » > A090, U. Lunghezza delle antenne 500 x. » » Zampe del 2.° paio 700 p. Femmina. -- La femmina, sprovvista del sacco ovigero, è semi- circolare nella regione anteriore comprendente capo e torace, ma dietro l'inserzione del 3." paio di zampe gradatamente si allarga per raggiungere la massima ampiezza all’altezza del 5.° segmento ad- dominale Derma, tanto dal dorso che dal ventre, come pure lungo i margini liberi del Corpo, provvisto di nu- merosi peli, variabili inlunghezza e disposti senz’ordine alcuno. Il numero di questi peli tuttavia è sempre no- tevolmente inferiore a quelli che si osser- vano nell’ Icerva Pur- chasi ed inoltre, in essa, non si notano, lungo i margini liberi del corpo, aggruppa- menti molti fitti di così fatti peli come, al con- trario, è dato osser- Fig. 1. vare nell’/. Purchasi. Icerya subandina : 1) Larva veduta dal ventre; 2) Dischi ci- Però anche nella no- ripari della serie marginale e pelo marginale; 3) Antenna ; N s 4) Zampa del 2.° paio; 5) Antenna della femmina adulta; 6) stra specie, in zone Zampa della stessa; 7) Femmina adulta col sacco ovigero. corrispondenti alle zone marginali del- l’Icerya Purchasi occupate dai suriferiti fitti aggruppamenti di peli, si osservano delle piccole aree provviste di numerosi dischi ciripari. — 240 — Dischi ciripari si rivengono ancora diffusi altrove, tanto al dorso che al ventre, però essi sono più numerosi in quest’ultima regione dove sono anche parzialmente raccolti in gruppi. Gruppi più numerosi, infatti, si osservano nella zona circo- stante le aperture stigmatiche e più all'indietro del corpo, dove riuniti tra loro, circoscrivono un’area entro cui viene ad aprirsi l'apertura sessuale. Le antenne e le zampe, in proporzione al corpo, sono molto ridotte; le prime si compongono di 11 segmenti che vanno su per giù decrescendo gradatamente in lunghezza e gros- sezza procedendo dalla base verso l’apice, salvo per l’ultimo ar- ticolo che riesce più lungo di tutti. Tutti gli articoli dell'antenna sono provvisti di peli piuttosto brevi. Le zampe presentano il femore alquanto ingrossato, più breve della tibia la quale è ci- lindrica ed è lunga circa il doppio del tarso Quest’ ultimo, alla sua estremità, è armato di una breve unghia. Tutti gli articoli della zampa portano dei peli i quali sono brevi e poco numerosi. Colore del corpo, antenne, zampe e peli come nella larva. Lunghezza del corpo 4 mm. Larghezza » DA CRT Lunghezza delle antenne 1100 p. Lunghezza delle zampe del 1 paio 1500 p. Sacco ceroso. — Il sacco ovigero è bianco niveo, molto con- vesso e costituito da tante lamelle cerose segregate dai dischi ciripari delle zone marginali addominali prima menzionate. Questo sacco ceroso ricorda assai da vicino quello dell’ /cerya Purchasi. Lunghezza del sacco ovigero fino a 7 mm. Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Bulvesia retana. Subfam. Ortheziinae. Gen. ORTHEZIA Bosc. 2. -— Orthezia varipes n. sp. Larva. — Forma del corpo decisamente ovale coi segmenti che lo compongono bene distinti tra loro per la presenza di mar- cati solchi. Parti boccali, antenne e zampe bene sviluppate. Le antenne sono costituite di 6 articoli di cui l’articolo apicale è il più lungo di tutti raggiungendo una lunghezza superiore a quella dei due articoli precedenti presi assieme; gli altri articoli, di forma pressochè cilindrica, vanno gradatamente diminuendo in lunghezza procedendo dalla base verso l’apice. Pochi e brevissimi peli semplici si trovano inseriti sopra gli ultimi segmenti termi- nali delle antenne. Zampe abbastanza lunghe e robuste col femore notevolmente in- grossato e più lungo degli altri articoli; la tibia è più breve del tarso, ilquale, allo estremo anteriore, è armato di robusta ed acuta unghia. Peli semplici pochi e brevi distribuiti sui varii articoli che compongono detti organi. Il derma, dal Orthezia varipes: 1) Larva vista dal ventre; 2) Antenna; lato del ventre, nei seg- eee kee menti addominali, presenta un certo numero di tubi ceriferi di ugual fabrica riuniti in pic- coli gruppi di 2, 3, 4 elementi; detti gruppi sono disposti su 4 serie longitudinali di cui due corrono parallele ai margini liberi dei segmenti addominali e le altre due sono situate nello spazio inter- cedente le serie marginali e l’asse longitudinale del corpo dell’in- setto. Altri due gruppi, più numerosi, di così fatti tubi ceriferi, si osservano verso i margini liberi del protorace. Dal dorso il derma presenta pure 4 analoghe serie di tubi, salvo che, a differenza di quanto fu notato dal lato ventrale, qui le serie non sono limitate ai soli segmenti addominali, ma si prolungano anche sugli altri seg- menti. Un'altra differenza consiste ancora nel numero dei tubi i quali nei gruppi dorsali sono più numerosi che nei gruppi ven- trali. Dietro il capo si notano sempre dal dorso, 6 tubi disposti ad “arco, tubi che mancano dal lato del ventre. Oltre queste particolarità il derma non presenta che pochi e brevi peli semplici e pochissimi dischi ciripari disseminati al lato ventrale, essendone privo il derma del dorso. Apertura anale con 6 peli piuttosto brevi. Colore del corpo miele. Lunghezza del corpo 550 up. Larghezza >» » 350 p. Lunghezza delle antenne 250 x. > » » zampe del 3.° paio 350 p. 16 Soa = Femmina. L’insetto, spogliato dalle secrezioni cerose, che più o meno abbondantemente lo rivestono, è leggermente piriforme, colla massima larghezza che cade dietro l’inserzione del 3.° paio di zampe. Il derma, sia dal lato dorsale che da quello ventrale, presenta numerosi tubi ceriferi identici a quelli osservati prima nella larva, tubi che per la massima parte sono disposti similmente a quanto abbiamo osservato in quella, cioè in serie longitudinali. Antenne di 7 articoli, poco più lunghe della metà del corpo. I varii segmenti, che concorrono a costituirle, hanno forma più o meno cilindrica e di essi l’ar- TICO Ob. Seo: 2Es nos più brevi, mentre gli altri sono presso a po- co egualmente lunghi tra loro, però, meno robusti man mano che sì procede dalla base all’apice. Il segmento ultimo od apicale è di color nero, mentre il precedente ha una tinta meno oscura e quelli precedenti que - st’ultimo una colora- zione piü chiara an- cora. . Le zampe sono molto lunghe e robu- Fig. IH. Orthezia varipes: 1) Adulto femmina spogliato delle secre- 3 CEL. zioni ceree, veduto dal dorso; 2) Antenna; 3) Zampa del 1.0 ste, carattel istiche pel paio; 4) Femmina col sacco ovigero. fatto che i varii arti- coli che le compongono non sono uniformementi colorati, ma a zone più oscure si alternano altre più chiare conforme quanto osservasi nella fig. III. Peli semplici brevissimi sono inseriti sui vari articoli delle zampe di cui il femore è piuttosto grossetto e fusiforme, lungo circa quanto la tibia che è di forma piuttosto ci- lindrica, come il tarso il quale è notevolmente più breve dei due articoli precedenti ed, all’apice, è armato di breve ma robusta unghia. Colore del corpo verde-scuro. — 243 — Sacco ceroso. — La cera segregata dall’insetto concorre quasi tutta a costituire il sacco ovigero poi che l’insetto, sia dal ventre che dal dorso, non porta che pochi glomeruli disposti senz’or- dine apparente. Il sacco ovige1to, costituito da cera bianchissima raccolta sotto forma di tante lamelle saldate assieme tra loro, per quanto riguarda la forma riesce al tutto simile a quello di cui vanno provviste le altre specie del genere. Lunghezza dell’ insetto senza I’ ovisacco 1600 u. circa » » » > 1450 u. > Lunghezza dell’insetto compreso l’ovisacco 31/, --4 mm. circa. Lunghezza delle antenne 880 up. Lunghezza delle zampe del 1.° paio 1300 p. Habitat. — Raccolto a Cacheuta sull’ Atriplex lampa. Subfam Dactylopiinae. Genn. CEROCOCCUS Comst. 3. — Cerococeus badius n. sp. Larva. — Corpo ovale allungato, rotondato all’innanzi, più ristretto e bilobato posteriormente. La massima larghezza cade all’altezza dell’ inserzione del secondo paio di zampe. Antenne piuttosto brevi, di sei articoli di cui il terzo, quinto e sesto sono presso a poco egualmente lunghi e maggiori degli altri; il quarto, al contrario, è più breve di tutti. I primi tre articoli sono nudi, il quarto e quinto portano ciascuno un unico pelo mentre parecchi se ne osservano, inseriti più o meno verso l’apice, sull’articolo api- cale. Zampe bene sviluppate col tarso lungo quanto la tibia e armato, all’apice, di lunga ed acuminata unghia. Dal dorso il corpo presenta numerosi sbocchi di ghiandole ciripare conformate ad otto, distribuite simetricamente in serie longitudinali e parallele ai margini del corpo secondo quanto osservasi nella.fig. IV, 1. Aper- tura anale circondata da 6 peli lunghetti. Lobi provvisti, all'apice, ognuno di una robusta e lunghissima setola. Colore del corpo giallo. Lunghezza del corpo 600 up. Larghezza >» > (200 pw. Lunghezza delle antenne 150 p. » » zampe del 1.° paio 240 p. — 244 — Femmina. — Corpo globulare, un poco più attenuato poste- riormente anzichè all’innanzi, protuso all’indietro in due lobi ben distinti. Antenne rudimentali, ornate di 3-4 peli corti e grossetti. Zampe pure rudimentali, dentiformi. Stigmi con un piccolo gruppo di dischi ciripari. Epidermide con numerose ghiandole di fabrica — u » me — 245 — Follicolo maschile. — Allangato, quasi cilindrico, ad una estre- mità rotondato, all’altra depresso, presentante quasi un’opercolo piano futura via d’uscita dell’insetto. Colore del follicolo giallo-paglia. Lunghezza del follicolo 1200 y. Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Vendtia calycina e Baccharis rosinarinifolia. 4. — Cerococcus andinus n. sp. Femmina — Per la forma generale del corpo rassomiglia alla specie precedente e come quella presenta zampe rudimentali, dentiformi ed antenne costituite da un tubercolo sormontato da 4 brevi peli. Dalla specie pre- cedente si differenzia, però, per E, SAR N presentare i lobi anali più brevi ER x e piü grossi muniti, all’apice, di h x SL q9 una setola un poco più breve e 17 per avere l’orlo libero interno di E essi ornati ognuno di tre peli Ceroccocus andinus: 1) Femmina adulta, an- tenna; 2) Zampa; 3) Lobi anali e apertura Semplici; di più per presentare, u aniaeänle ciripate. ancora, detti lobi, verso l’apice, dei corti processi conici che mancano, invece, nella specie pre- cedente. Altro carattere differenziale importantissimo è dato dalle ghiandole ciripare a forma di otto le quali sono notevolmente più piccole che quelle della specie precedente. Colore del corpo (bollito in potassa) castagno-bruno. Lunghezza del corpo 1750 p. mm. Sacco ceroso. — Il sacco ceroso nella forma è molto simile a quello della specie precedente però, a differenza di quello, manca, al dorso, delle impressioni foveoliformi e quanto a colore anzi che rosso mattone è di color miele. Lunghezza del sacco ceroso 2 mm. Follicolo imaschile del tutto conforme a quella della specie precedente solo diversifica pel colore che è giallo sulfureo. Lunghezza del follicolo 1200 x. Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Trieyela patagonica e T. cacheuta. CRON: = Gen. BIRCHIPPIA Green. 5. — Birchippia americana n. sp. Larva. - - Corpo ovale allungato, appena più attenuato all’in- dietro, dove, all'estremità, presenta una larga e profonda incisione. Segmenti del corpo ben distinti tra loro. Antenne gracili, di sei articoli, di cui l’articolo terzo è il più lungo di tutti; a questo se- gue, per lunghezza, l’articolo apicale il quale porta alcuni peli tra i quali taluni lunghetti. Dei rimanenti articoli il quinto è il più breve di tutti, mentre gli articoli basale, secondo e quarto sono tra loro all’incirea eguali in lunghezza. Zampe abbastanza lunghe ma piuttosto esili; degli articoli il femore é il più lungo e la tibia è appena più lunga del tarso che è ornato dei soliti digituli. Pochi e brevi peli si trovano inseriti qua e là sui vari articoli che com- pongono detti organi. Stigmi, al margine libero del corpo, non con- trasegnati da spine. Anello anale con 6 peli lunghetti e piatti. Apice dei lobi provvisti di una setola abbastanza lunga. Dal lato ventrale i segmenti addominali presentano due serie longitudinali di dischi ciripari paralleli, più o meno, ai margini del corpo stesso e due serie di brevi peli parallele, invece, al diametro longitu- dinale dell’insetto. Colore giallo. Lunghezza del corpo 600 p. Larghezza » » 280 p. Lunghezza delle antenne 160 p. » » zampe del 3.° paio 250 wp. Femina. — Corpo più o meno globulare-ovale, rilevato, nella regione del rostro, in una prominenza conica molto accentuata, posteriormente inciso. Antenne più o meno rudimentali rappre- sentate, a seconda degli individui, o da semplici tubercoli o, nei casì di maggior sviluppo, da brevi monconi che possono essere costituiti da tre articoli di cui l’articolo basale risulta sempre più sviluppato degli altri Cosifatte antenne portano, all’apice, un ciuffo di peli grossetti e di varia lunghezza. Le zampe mancano. Il mento è monomero. L'anello anale, situato alla base della fessura posteriore, è for- nito di 10 peli lunghetti e piatti e si apre nel mezzo di una pia- stra chitinosa foggiata a ferro di cavallo e rialzata lungo le due iii tei. = OTe — branche in una robusta cresta. Su questa, ed in altri punti della piastra, stanno inseriti dei peli. Mancano, ai margini liberi del corpo, ie spine stigmatiche. Al di sopra dell’apertura anale, ad una certa distanza, ma al lato ventrale dell’insetto, si osservano gli sbocchi di 4grossis- simeghian- doleciripa- re situate ai vertici d’un imma- ginario tra- pezio. Der- ma ricco , ancora, di dischi ciri- pari della consueta Fig. VI. Birchippia anomala: 1) Larva vista dal ventre; 2) Antenna; 3) Zampadel 3. forma. paio; 4) Apertura anale e lobi anali; 5) Adulto femmina visto dal ventre; Colore 6) Antenna; 7) Piastra anale e apertura anale; 8) Grossa ghiandola ciripara ventrale; 9) Insetto adulto entro il suo sacco, visto dal disopra; 10) Lo stesso del corpo visto di fianco. essicato bruno, mentre, se viene bollito in potassa, tinge il liquido in rosso purpureo. Lunghezza del corpo 1 */, mm. Scudo. -— Lo scudo entro cui sta riparato l’insetto, è robusto, molto duro, di color fulvo, triangoliforme, col vertice più acuto all'indietro e quivi, al dorso, presenta una piccola apertura roton- deggiante, corrispondente all’ apertura anale, convesso, carenato longitudinalmente e trasversalmente e appena depresso solo nelle regioni laterali posteriori. Lunghezza del sacco 3 mm. circa Larghezza >» RO ILE > Altezza massima poco più di 1 mm. Habitat. Raccolto a Cacheuta sulla Larrea divaricata e L. cuneata. en Osservaz. — Questa interessante specie, come si può rilevare dalla descrizione, ha comune con la specie descritta dal Green molti ed importanti caratteri, però da essa diversifica, ad esempio, gg per la mancanza delle spine stigmatiche, e delle ghiandole tu- bulari ed ancora per possedere, attorno all’apertura anale, una sola piastra chitinosa anzichè 4 e per la presenza delle 4 grosse ghiandole ciripare ventrali che mancano nella specie descritta dal Green. Gen. ERIOCOCCUS Targ. 6. — Eriococcus parcispinosus n sp. Larva. — Corpo di forma ovale posteriormente prodotto in due modesti lobi forniti, all'apice, di una setola robusta e di me- diocre lunghezza Margine libero del corpo provvisto di spine molto brevi e poco numerose. Apparecchio boccale bene sviluppato. Antenne di 6 articoli dei quali l’articolo estremo é molto più lungo e grosso dei pre- cedenti; viene secondo, per lunghezza, l'articolo basale, mentre lo articolo terzo è più breve di tut- 7 ers: 4 bis guaio agli SEN ar altri articoli la i dl N = 25 e lunghezza loro | (È A sta tra l’articolo TA 71 E. terzo e l’ arti ISSN pi i colo basale. Tut- | VI CIO ti gli articoli so- 7 VE: | “A no provvisti di NEN, peli, più numero- Ae Li si e relativamen- a A3 te robusti si os- 4 | x servano però ; À Be solo sull’articolo Fig. VII. i da : estremo. Eriococcus parcîspinosus: 4) Larva vista dal ventre; 2) Antenna ; 3) Zampa del 1° paio; 4) Lobi anali dal ventre; 5) Femmina adulta, an- Zampe bene tenna; 6) Zampa del 1° paio; 7) Lobi anali e apertura anale; 8) Un pez- : sviluppate, poco zetto di derma con peli e spine di diverso sviluppo. PP ‚pP robuste, colla ti- bia notevolmente più breve del tarso. Lobi anali, dal dorso, al mar- gine libero, armati di tre spine riunite in gruppo più lunghe erabuste di quelle che si osservano, altrove, sul rimanente orlo libero del corpo. Apertura anale con 6 peli robusti e lunghetti. Segmenti del LOG E corpo abbastanza bene distinti tra loro, presentanti, dal lato del ventre, dei brevi peli e dei dischi ciripari disposti simmetrica mente. Colore del corpo atro-porpureo. Lunghezza del corpo 450 x. Larghezza >» +52 200 Lunghezza delle antenne 150 p. > » zampe del 1° paio 200 u. Femmina. -- Corpo globulare appena più lungo che largo, posteriormente prodotto in due corti e grossi lobi. Antenne brevi piuttosto gracili, composte di 8 articoli, non molto diversi nelle dimensioni. Tutti gli articoli hanno dei peli i quali sono brevi ed esili e più numerosi si rinvengono sull'articolo apicale. Zampe brevi pur esse e non molto robuste; degli articoli il femore è il più sviluppato ed il tarso è più breve della tibia. Lobi anali, ‘come è stato detto, brevi e grossi, provvisti di numerosi dischi ciripari di fabrica diversa, diffusi in maggior quantità al lato dor- sale che non sia a quello ventrale. Margini dei lobi provveduti di alcuni peli semplici e di una robusta e lunga setola. Altri peli semplici sono piantati qua è là sulla faccia dorsale e ventrale dei lobi riuscendo più numerosi su quest’ultimo lato. Apertura anale circoscritta da 8 peli abbastanza lunghi e robusti. Superficie del Gorpo cosparsa di numerose ghiandole. Ultimi segmenti addominali provvisti, dal dorso, di numerose spine coniche di lunghezza varia, distribuite in serie trasversali Colore del corpo atro-porpureo. Vivipara Lunghezza del corpo circa 2 '/, mm Sacco ceroso. — Esso è bianco, di forma ovale, panciuto, no- tevolmente attenuato alle due estremità. Lunghezza del follicolo circa 3 mm. Habitat. — Raccolto a Cacheuta sull’Atriplex lampa. 7. — Eriococcus diversispinus n. sp. Larva. — Corpo ovale allungato riuscendo la massima lar- ghezza, che cade all'altezza del protorace, meno della metà della lunghezza del corpo. Questo, all’innanzi, è rotondato, posterior- mente più attenuato e prodotto in due lobi bene manifesti i quali portano inserita, al margine libero, una lunga e robusta setola. 950 Antenne di sei articoli, di cui il basale largo il doppio della lunghezza; il secondo è anche più largo che lungo; il terzo cilin- drico, più lungo e più lungo che largo; il quarto più breve di tutti, più largo che lunga; il quinto cilindrico più lungo del precedente; l’ultimo grossetto, arrotondato all'apice e munito di vari peli tra tra cui qualcuno abbastanza lungo; altri peli stanno sugli altri articoli, ma in minor numero Zampe bene sviluppate col femore robusto, quasi cilindrico e col tarso lungo quasi due volte la ti- bia. Margine libero del corpo provvisto di spine accoppiate a due a due di cui l’una abbastanza robusta e lunghetta e l’altra, al contrario, molto più breve e minuta, si trova inserita innanzi alla più lunga se procediamo dall’innanzi all’indietro. Dal lato del dorso si osservano, ancora, altre spine disposte in serie longitudinali. Queste spine, però, sono tutte minute e cor- rispondono, all’incirca, alle spine marginali più brevi. Anello anale con sei peli. Lobi anali, dal dorso, con tre spine disposte come vedesi nella fig VII, 7. Colore del corpo giallo ocraceo. Lunghezza del corpo 650 wp. Larghezza » >» 300 u. Lunghezza delle antenne 130 u. > » zampe 230 u. Femmina. -- Corpo ovale rotondato, posteriormente prodotto in due modesti lobi, coi segmen- ti poco bene di- stinti tra loro. Antenne brevi di sei articoli, dei quali il secondo è più lungo di tutti; seguono per lunghezza il terzo, sesto e pri- a] a Fig. VI. mo, ilquale è più acri n gene een 6) Spine che rivestono il capo; 7) Lobi anali dal dorso; 8) Uno dei lobi gli articoli quar- anali dal ventre. to e quinto sono eguali in lunghezza e più brevi dei precedenti. Peli semplici di ? É «i WI Pi vario sviluppo sono inseriti su tutti gli articoli eccetto che sul secondo. Zampe bene sviluppate, molto lunghe e robuste colla tibia alquanto più corta deltarso, provviste di pochi e brevi peli. Lobi addominali, dal lato del ventre, ornati di tre peli lunghetti ed all’apice, come è già stato osservato, di una robusta setola; dal dorso, invece, di tre spine robuste. Anello anale con otto peli lunghetti. Derma con numerosi dischi ciripari e altre ghian- dole tubu'ari. Margini laterali del corpo ornati di robuste spine coniche appaiate a due a due. Ad ogni segmento corrispondono probabilmente due paia di spine, uno situata a destra e l’altro a sinistra del corpo, così, ho ragione di credere debba essere almeno per i segmenti addominali, per quanto, ripeto, non abbia potuto sincerarmi della questione causa la scarsezza del materiale a mia disposizione. Colore del corpo atro-porpureo. Lunghezza del corpo 1500 u. > delle antenne 200 y. > >» zampe del 3° paio 700 u. Sacco ceroso. — Esso è ovale allungato, a lati paralleli, poco convesso, feltrato, bianco, rotondato alle estremità. Lunghezza del follicolo 2 mm. Larghezza >» » 1 mm. Habitat. Raccolto a Cacheuta sulla Zuccagnia punctata. Gen. GYMNOCOCCUS Dougl. 8. — Gymnococcus Lahillei n. sp. Larva. — Corpo allungato, all’ innanzi rotondato, di dietro attenuato e col segmento ultimo prodotto in due modesti lobi. Segmenti del corpo ben distinti tra loro e, al dorso, provvisti di robuste spine coniche disposte nel modo seguente: Due serie, molto avvicinate tra loro, che corrono parallelamente al diame- tro longitudinale del corpo, una serie inserita lungo i margini liberi del corpo e due altre serie che si trovano interposte, rispet- tivamente, una per ciascuno spazio esistente tra il margine del corpo e le due serie mediane. Oltre queste spine se ne osservano poche altre distribuite simetricamente nella regione cefalotoracica. Dal lato del ventre mancano le produzioni su ricordate tuttavia i vari segmenti, da questo lato, presentano alcuni peli molto brevi nonchè dei dischi ciripari; si gli uni che gli altri, però, in numero esiguo e disposti in serie longitudinali parallele. Epidermide tutta areolata. Antenne brevi, non molto robuste, di sei articoli di cui l’articolo basale è circa il doppio più largo che lungo; il secondo breve: il terzo più lungo di tutti; il quarto e quinto presso a poco eguali tra loro e lunghi quanto il secondo: il sesto un poco più lungo dei precedenti e leggermente ingrossato all’apice. I primi quattro articoli sono provvisti ognuno di un pelo, il quinto di due e l’apicale di vari trai quali si contano i più lunghi e robusti. Zampe piuttosto lunghe e robuste colla tibia molto breve, rag- giungendo una lunghezza di poco superiore alla metà del tarso che è lungo, all’incirca, quanto il femore. Apice del tarso ornato di robusta unghia e dei soliti digituli. Pochi e brevi peli sono inse- riti sulle zampe. Anello anale con 6 peli lunghetti e robusti. Lobi anali muniti, all'apice, di una lunga e robusta setola e di altri peli disposti alla faccia ventrale, di lunghezza varia, mentre, dal dorso, presentano tre robuste spine coniche inserite come vedesi nella fig. IX, 4. Colore del corpo giallo ocraceo. Lunghezza del corpo 650 pu. Larghezza >» » 300 p. Lunghezza delle antenne 150 u. > » zampe del 1° paio 250 yu. Femmina. — Corpo di forma ovale coi segmenti che lo com- pongono mediocremente distinti tra loro e non prodotti posterior- mente in lobi bene manifesti. Al dorso essa presenta numerose e robuste spine di sviluppo vario, tra cui predominano quelle di maggiori dimensioni. Alla faccia ventrale, invece, si osservano qua e là dei peli e dei dischi ciripari in numero però limitato. An- tenne brevi di 7 articoli, di cui il quarto è il più lungo di tutti, mentre il quinto è il più breve di tutti. Tutti gli articoli hanno dei peli salvo il terzo. Zampe alquanto robuste, di sviluppo di- verso, riuscendo il paio anteriore il più breve e gracile, il po- steriore, invece, più lungo e robusto. Le tibie, in tutte e tre le paia di zampe, sono più brevi del tarso e tale differenza è più spic- cata nel paio di zampe anteriori che nelle posteriori. I tarsi sono provveduti di robusta unghia e dei soliti digituli, i quali sono relativamente brevi. Pochi peli sono distribuiti qua e là sui vari articoli delle zampe. Anello anale con peli lunghi e sottili. Lobi PROT e RT Ca 2 953 — anali, all'apice, muniti di robusta setola e di alcuni altri peli di lunghezza diversa inseriti alla faccia ventrale dei medesimi, men- Gymnococeus Lahillei: 1) Larva dal dorso; 2) Antenna; 3) Zampa del 1° paio; 4) Lobi anali e apertura anale; 5) Antenna della femmina adulta; 6) Zampa del 1° paio della stessa; 7) Idem, del 3° paio; 8) Un pezzetto di derma dell’ adulto femmina con dischi ciripari e spine diverse; 9) Lobi anali e apertura anale della stessa; 10) Gym ococeys adulto in sito, avvolto dal sacco ceroso. tre, dal dorso, si osservano varie spine coniche più o meno ro- buste e più o meno lunghe. Colore del corpo, negli esemplari essiccati, aureo fosco Lunghezza del corpo 2250 wu. Larghezza >» 990% Lunghezza delle antenne 250 u. Lunghezza delle zampe 1° paio 480 n. » » » 3° paio 650 p. Sacco ceroso. — Il sacco ceroso è più o meno sferico ed è costituito da un tessuto compatto e robusto. Colore del sacco ceroso giallo-paglia. Diametro del sacco ceroso 3 mm circa Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Larrea divaricata e L. cuneata. oh Gen. PSEUDOCOCCUS Westw. 9. — Pseudococcus percerosus n. sp. Femmina. — Corpo largamente ovale, anteriormente, nella regione compresa tra gli occhi, protuso in avanti a guisa di cono, posteriormente finito in due modesti lobi i quali, all'estremità, sono forniti di una robusta setola di lunghezza mediocre. Antenne molto brevi e gracili inserite in avanti tra gli oc- chi, composte di 7 articoli; di questi l’articolo più lungo è l’api- cale, segue il basale, indi il quarto poi il secondo; il terzo e il sesto, tra loro eguali, sono di poco più brevi del pre- cedente, ultimo infine è l' articolo quinto. Zampe brevi, però robuste; de- gli articoli il femore è il più svilup- pato e per quanto sia breve altret- tanto è grosso e panciuto, così che il diametro trasverso massimo è di poco inferiore alla sua lunghezza. Tarsi più brevi della tibia, armati di robusta unghia, la quale, al suo mar- gine interno, è dentata. Tutti gli arti- coli sono provvisti di peli, ma questi Fig. X. sono pochi e brevi. Anello anale con 6 Pseudococcus percerosus: 1) Adulto fem- peli robusti e lunghi. Derma ricco di i eroina Da numerosi tubi ceriferi brevi, di dischi li, dischi e tubi ciriferi; 4) Lobi anali eiripari, di peli semplici di varia lun- a eee ghezza e di corte spine coniche con- forme quelle rappresentate nella fig. X, 3. Colore del corpo atro-porpureo. Lunghezza del corpo 2-2 '/), mm. Larghezza >» vr ssmmı. Lunghezza delle antenne 270 gp. Lunghezza » zampe del 3° paio 400 wu. L’insetto, giunto a maturità, segrega un'abbondante quantità di cera bianca, di aspetto cotonoso, abbastanza compatta, sotto for- ma di una piccola pallotola. Questa massa cotonosa si rinviene I o tra l’intreccio dei piccoli rametti o negl’interno formato dal groviglio di più foglioline. Habitat. Raccolto a Cacheuta sulla Gourliea decorticans. 10 — Pseudococcus mendozinus n. sp. Femmina. — Corpo, nella forma generale, molto simile a quello della specie precedente, terminato posteriormente in due modesti lobi rotondati e provvisti, all'apice, di lunga e robusta setola. Sui detti lobi si osservano ancora alcuni peli, dei dischi ci- ripari e due spine coniche, brevi e robuste. Antenne e zampe brevi e poco robuste, le prime di 7 articoli, di cui l’articolo api- cale di forma cilindrica è più lungo di tutti ed è ornato di pa- recchi peli tutti brevi, segue, per lunghezza, l’ articolo secondo, mentre il terzo e quinto, egualmente lunghi tra loro, sono più brevi del quarto che è lungo quanto il sesto. Tutti gli articoli hanno dei peli che sono brevi. Zampe, come è già stato osservato, brevi e poco robuste, col [ tarso più breve della tibia. Apparato bocca- 9 le bene sviluppato e con le setole maxillo- mandibolari notevol- mente lunghe. Il der- Pseudococcus mendosinus: 1) Femmina adulta vista dal ven- a Bene Ano 5 là, tre; 2) Antenna; 3) Zampa del 3° paio; 4) Un pezzetto di dei peli, nonchè dischi derma con peli e ghiandole cerifere; 5) Lobi anali e apertura ciripari e tubi ceriferi, Pas perö tanto gli uni che gli altri scarseggiano, in confronto di quanto osservasi nella specie precedente e ciò, probabilmente, starà in rapporto colla viviparità della specie, la quale, per tal fatto, non ha bisogno di creare uno speciale riparo per la sua prole. Margine libero, degli ultimi segmenti addominali, provvisti di 3-4 spine coniche conforme quelle osservate prima sui lobi, salvo che le loro dimensioni e la loro robustezza varia, e precisamente diminuiscono procedendo dagli estremi segmenti addominali verso Fig. XI. — 256 — quelli anteriori. Anello anale con 6 peli meno lunghi e robusti di quelli corrispondenti della specie precedente. Colore del corpo atro-porpureo. Lunghezza del corpo 1'/ mm. Lunghezza delle antenne 2/0 u. Lunghezza » zampe de! 3° paio 450 u. Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Hyalis argentea. Subfam. Tachardinae. Gen. TACHARDIA R. Blanchard. 11. — Tachardia Lycii n. sp. Larva. — Corpo ovale allungato, rotondato all’innanzi, acuto di dietro. Parti boccali bene sviluppate. Antenne di sei articoli di cui il basale è più largo che lungo; il se- condo cilindrico; il terzo notevolmente lungo e un poco più ingrossato all’e- stremità distale che ver- so la base; il quarto cilin- drico,lungo circa quanto il secondo; il quinto piu lungo del precedente, no- tevolmente rigonfiato verso il terzo superiore, ma più breve dell’artico- lo terza; il sesto più lungo e più esile di tutti. L'articolo secondo e terzo portano ciascuno un breve pelo; il quinto ne presenta, invece, due molto lunghi ; il sesto Fig. XII. parecchi tutti più omeno Tachardia Lycii:1) Larva vista dal ventre; 2) Spine stig- brevi; gli altri articoli matiche; 3) Ghiandole; 4) Antenna; 5) Zampa del 3° paio; j 6) Estremità addominale vista dal dorso; 7) Vista dalven- SONO nudi. tre; 8) Adulto femmina, antenna; 9) Zampa del 3° paio; Zampe bene svilup- 10) Estremità addominale vista dal dorso. pate di cui il paio an- teriore è il più breve mentre il posteriore è il più lungo di tutti. Tibie un poco più corte dei tarsi i quali sono armati di unghie e provveduti stia dei soliti digituli; pochi peli si rinvengono sui varii articoli che com- pongono detti organi. Dal lato del ventre dell’ insetto, su ogni segmento, si osserva un paio di brevi peli disposti uno a destra l’altro a sinistra della linea longitudinale del corpo; il complesso di questi peli costituiscono due serie che corrono, più o meno, parallele al predetto diametro longitudinale. Stigmi anteriori più grandi del solito; stigmi posteriori normali; i primi accompagnati da 3-5 dischi ciripari. Al margine gli stigmi sono contrassegnati da una incavatura semilunare i cui bordi sono dentati. Anello anale provvisto di 6 peli ai lati dei quali si trovano delle produzioni chitinose dentiformi. Setole anali una per cia- scun lato, lunghissime, raggiungendo esse la metà o poco più della lunghezza totale dell’insetto. Colore del corpo rosso porpureo. Lunghezza del corpo 700 up. Larghezza » » 290 p. Lunghezza delle antenne 220 x. » » zampe del 1° paio 250 p. » » » + paio 300 [L. Femmina. —- Corpo, dopo la deposizione delle uova, più o meno profondamento deformato. Parti boccali disposte su un pro- cesso conico assai pronunciato Antenne corte, rudimentali, com- poste di tre articoli di cui l’apicale sormontato da alcuni brevi peli. Zampe rudimentali e rappresentate da un corto processo dentiforme. Stigmi anteriori grandi, accompagnati da un gruppo di dischi ciripari più o meno numerosi; stigmi posteriori più pic- coli e con 5-6 dischi ciripari soltanto. Processo anale molto. pro- nunciato, coniforme, all'apice munito di appendici chitinose va- riamente conformate e di peli. Anello anale formato da 4 placche chitinose dalle quali si staccano 10 peli lunghetti e molto robusti. Attorno a questo anello vengono a trovarsi distribuite le ap- pendici chitinose prima ricordate. Derma ricco di numerose ghiandole tubulari. Colore del corpo rosso-porpureo. Lunghezza del corpo 1800 » delle antenne 50 u. » della spina anale 90 n. Scudo. — L’involucro, entro cui sta riparato l’insetto, è con- vesso, a pareti sottili, ovale rotondato, lateralmente impresso cosi che appare come trilobato coi lobi mediani più pronunciati degli 17 og altri; al dorso, verso il mezzo, rilevato, ancora, con protuberanza mamellonare. Apertura corrispondente all’ano grande, circolare. Colore atro-porpureo. Lunghezza dello scudo 4 mm. Habitat. -- Raccolto a Cacheuta sul Zyeium chilense. 12. — Tachardia cordaliae n. sp. Larva. — Forma del corpo conforme quello della specie pre- cedente. Parti boccali bene sviluppate (1). Antenne di sei articoli, di cui l’articolo quarto é il più breve di tutti, mentre il sesto è il più lungo. Segue , per maggior lun- ghezza, il terzo che è molto sot- tile; mentrerıl quinto sì presen- ta, verso l’estre- mità distale, ri- gonfiato e prov- veduto di due Fig. XIII; lunghissime se Tachardia cordaliae: 1) Antenna della larva; 2) Zampa del 3° paio tole e di qualche 3) Ghiandole tubulari; 4) Estremità addominale dal ventre; 5) Adulto altro pe lo pi ù femmina dopo la deposizione delle uova, liberata dal suo involuero, N nella quale l’ estremità addominale è stata ritirata entro la cavità breve; altri po- toracica; 6) Antenna; 7) Estremità addominale vista dal dorso; 8) In- chi e brevi peli volucro entro cui sta riparato l’ insetto. sono inseriti su- gli altri segmenti dell’ antenna. Zampe bene sviluppate con po- chi peli e non molto lunghi, armate, all’ apice dei tarsi, di un- ghia e dei soliti digituli. Tibie lunghe quanto i tarsi non com- presa l'unghia. Dal lato del ventre il corpo dell’insetto presenta, come nella specie precedente, due serie longitudinali di brevi pelli. (1) Nelle larve embrionali, a differenza di quanto si osserva generalmente negli altri gruppi di Cocciniglie, le setole maxillo-mandibolari hanno origine in punti molto discosti tra loro. as n Stigmi anteriori grandi con dischi ciripari, stigmi posteriori più piccoli, normali. Anello anale con 6 peli lunghetti e robusti, inseriti su 4 distinte placche chitinose e circoscritto da altre appendici chitinose conforme quanto osservasi nella figura XIIT,4. Setole anali due, lunghissime. Colore del corpo rosso-pur- pureo Lunghezza del corpo 600 u. Larghezza » » 280 u. Lunghezza delle antenne 200 1. > » zampe del 3." paio 300 u. Femmina. — Il corpo, come nella specie precedente; dopo la deposizione delle uova, è più o meno deformato. Antenne corte, di tre articoli, di cui l’apicale provvisto, all’estremita, di due o tre brevi peli. Zampe rudimentali, rappresentate da un processo chitinoso dentiforme. Stigmi anteriori molto più grandi dei posteriori, prov- visti di dischi ciripari che si prolungano in una serie che v’ha da uno stigma all’altro; stigmi posteriori meno grandi, ognuno con un gruppo di sei dischi ciripari. Processo anale molto sviluppato e verso l’apice fortemente chi- tinizzato. Anello anale con 10 peli lunghetti e robusti situati su 4 placche chitinose, le quali, come al solito, sono circoscritte da altri processi chitinosi. Spina anale molto lunga e robusta. Derma ricco di ghiandole tubulari. Colore del corpo rosso porpureo. Lunghezza del corpo circa 5 mm. » delle antenne 90 ». » della spina anale 160 u. Scudo. — Lo scudo è per la forma molto simile a quello della specie precedente salvo che, al dorso, invece di presentare una sola gibbosità ne presenta due molto bene evidenti. Apertura corri- spondente all’ano grande. Spessore delle pareti dello scudo cospi- cuo. Nei casi nei quali gli individui sono vicini gli uni agli altri la lacca, che concorre a costituire l’ involucro protettore degli uni, confluisce con quella degli altri, dando origine a delle in- crostazioni le quali, però, non raggiungono mai dimensioni di qualche entità. Colore dello scudo atro-porpureo. Lunghezza dello scudo 6-9 mm. Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Cordalia lineata. — 260 — Sabfam. Coccinae Gen. PULVINARIA Targ. 15. — Pulvinaria argentina n. sp. Larva. —- Corpo ovale, appena un poco più attenuato di die- tro che all’innanzi dove è rotondato, mentre, al contrario, l’estre- mo margine posteriore, dal lato del ventre, è un pochino infos- sato e, dal dorso, prodotto in due lobi. La massima larghezza del corpo viene a cadere all'altezza dell'inserzione del primo paio di zampe. Segmenti del corpo abbastanza bene distinti tra loro e provveduti, lungo il margine libere, in prossimità degli angoli anteriori, di un breve pelo. Derma striato tutto a zig zag. Parti boccali bene sviluppate, con setole maxillo-mandibolari molto lunghe. Antenne alquanto brevi, di sei articoli di cui Var- ticolo distale è il più lungo di tutti, segue per lunghezza il terzo, mentre il secondo è appena più breve del primo; quanto all’ar- ticolo quarto e quinto, quasi egualmente lunghi, sono più brevi dei precedenti. Tutti gli articoli sono provveduti di peli, dei quali i più lunghi si riscontrano sui tre primi articoli, e di questi peli il più lungo si osserva inserito sull’articolo terzo. Zampe piutto- sto esili e apparentemente normali; dico così perchè l’unico esem- plare di larva, da me posseduto, presenta detti organi tutti più o meno mutilati. Stigmi contrassegnati al margine, che è tutto leggermente crenulato, da una piccola incavatura semilunare i cui bordi sono provveduti di tre piccoli tubercoli. Lobi anali be- ne sviluppati, triangolari, con pochi peli; anello anale con 6 peli lunghetti e robusti. Colore del corpo giallognolo. Lunghezza del corpo 450 u. » » » 250 pd > delle antenne 130 u. Femmina. — Corpo triangoliforme all’innanzi subacuto, di dietro largamente espanso e diviso, per la presenza di una inse- natura non molto profonda, in due grandi lobi largamente roton- dati. In fondo alla insenatura si rinvengono le squame anali. Aper- tura anale con 8 peli brevi, ma grossetti. Antenne di mediocre lunghezza composte di 7 articoli di cui il secondo cilindrico lungo RR Pot — 261 — quanto i tre seguenti presi assieme; segue, per lunghezza, l’arti- colo apicate provvisto di molti peli di lunghezza varia tra i quali uno notevolmente lungo; detto articolo è lungo quanto l’articolo terzo e quarto presi assieme i quali sono tra loro presso a poco a yyy! I a (a WAY È u Fig. XIV. Pulvinaria argentina: 1) Larva vista dal dorso; 2) Spine stigmatiche; 3) Antenna; 4) Lobi anali e apertura anale; 5) Femmina adulta, spine stigmatiche anteriori; 6) Idem posteriori; 7) Antenna; 8) Zampe del 3.° paio; 9) Femmina adulta col sacco ovigero in sito, eguali e lunghi quanto il quinto; l'articolo sesto è il più breve di tutti, mentre il basale è inferiore in lunghezza all’articolo apicale, ma superiore al terzo e articoli seguenti. Tutti gli articoli portano dei peli in complesso brevi eccetto due inseriti sull’articolo ba- sale, uno sull’articolo quarto e l’altro, prima ricordato, situato sull’articolo apicale. Zampe abbastanza lunghe, però alquanto esili con la tibia sottile e di forma cilindrica, appena meno lunga del femore, ma molto più lunga del tarso che è armato di breve un- ghia e provveduto, ancora, di 4 digituli di cui quelli del paio più breve, in confronto di quelli del paio più lungo, sonc, all’apice, molto più ingrossati Pochi peli sono distribuiti qua e là sui vari articoli delle zampe. Margine libero del corpo armato di una serie di spine coniche molto robuste. Spine stigmatiche in numero di tre per gli stiemi anteriori più lunghe e robuste di quelle marginali prima notate; di dette tre spine la mediana è più lunga delle altre — 262 — due; spine stigmatiche posteriori in numero di due, una più lunga dell’altra e rispettivamente più lunghe, anch'esse, delle altre spine marginali. Colore del corpo fulvo. Lunghezza del corpo 3 mm. circa. » delle antenne 500 . > » zampe del 3.° paio 800 u. > della spina stigmatica mediana anteriore 100 u. > > » » maggiore posteriore 90 y. Sacco ovigero. — Ovale, molto convesso, a contorni rotondati, bianco niveo. Dimensioni del sacco ovigero: Lunghezza 3-4 mm. Larghezza 2-3 mm. Altezza 2 mm. Habitat.-- Raccolto a Cacheuta sul Lyctwm chilense e sulla Fabiana denudata. Gen. LUZULASPIS Ckll. 14. — Luzulaspis spinulosa n. sp. Larva. — Corpo ovale-allungato, così che il diametro longi- dinale è doppio del trasversale e tale massima larghezza cade all’altezza dell’inserzione del primo paio di zampe. Margini li- beri del corpo crenulati e ornati di brevi peli. Epidermide striata. Segmenti del corpo abbastanza bene distinti tra lero. Antenne mediocremente lunghe e robuste, composte di 6 articoli di cui l’ultimo è il più lungo di tutti, viene secondo, in lunghezza, il terzo, il quale porta due lunghi peli, mentre l’apicale è provvisto di più peli tra i quali solo uno lunghissimo. Gli altri articoli hanno pure dei peli, ma questi sono tutti brevi. Zampe bene sviluppate, sottili, colla tibia lunga circa quanto il tarso che è armato di acuta unghia e ornato dei soliti digituli due più lunghi e due più brevi. Tutti gli articoli hanno qualche pelo. Stigmi provvisti, al margine libero del corpo, di un’unica lunga spina. Orlo posteriore del corpo, dal lato ventrale, leggermente in- cavato e ornato da due peli più lunghi di quelli che stanno in- seriti altrove lungo il margine libero; dal dorso, invece, proteso in due ben manifesti lobi anali alla di cui base viene ad aprirsi l'apertura anale cireondata da 6 peli lunghetti, però non tanto da ca E en DIE ea ENDE EIN eg Se = RUN, i dA N“ i 2 7 — 963 — soverchiare l’apice dei lobi stessi. I vari segmenti poi, dal lato ventrale, presentano, ancora, ognuno due corti peli che, nel loro complesso, costituiscono due serie longitudinali. Colore del corpo giallo. Lunghezza del corpo 600 u. Larghezza » > 300 y. Lunghezza delle antenne 150 u. » del 2.° paio di zampe 200 u. » della spina stigmatica 20 1. Fenvnina. — Corpo molto allungato, piatto, arrotondato alle due estremità, ma più espanso di dietro dove, verso il mezzo, pre- Fig. XV. Luzulaspis spinulosa n. sp.: 1) Larva vista dal ventre; 2) Spine stigmatiche; 3) Antenna; 4) Zampa del 2° paio; 5) Lobi anali e apertura anale dal dorso; 6) Idem dal ventre; 7) Adulto femmina dal ventre; 8) Spina stigmatica; 9) Spine marginali; 10) Antenna; 11) Zam- pa del 3° paio; 12) Estremità tarsale della zampa del 3° paio maggiormente ingrandita; 13) Apertura anale e squame anali; 14) Follicolo dell’adulto femmina. senta una profonda incisio- ne, in fondo alla quale si osservano le squame anali piuttosto piccole Regione cefalica, al di là delle an- tenne, molte considerevole. Margini liberi del corpo provvisti di numerose e robuste spine. Stigmi con- trasegnati al margine da tre spine di cui la media- na è molto più lunga e ro- busta delle laterali, le quali, su per giù, non differiscono dalle altre spine prima ri- cordate. Antenne brevi di 7 articoli, di cui l’articolo secondo è il più lungo di tutti; i seguenti, proceden- do verso l’apice, vanno man mano diminuendo in lunghezza, salvo Il ultimo che è un poco più lungo del precedente. Il secondo e terzo articolo sono nudi- gli altri provvisti di peli di cui i più lunghi sono inseriti sull’ar- ticolo basale e sul quarto mentre più numerosi si trovano sull’ar; ticolo estremo. — 2604 — Zampe piuttosto brevi, rivestite di pochi peli, colla tibia lunga più del doppio del tarso il quale, all’apice, è armato di robusta e breve unghia rivolta verso l’interno; digituli quattro di cui due notevolmente lunghi e due, al contrario, brevi, ma assai ingros- sati all'apice. Anello anale con 8 peli lunghetti e molto grossi. Colore del corpo giallastro. Lunghezza del corpo 5 mm. circa. > delle antenne 520 u. » » zampe 600 p. > della spina stigmatica 70 wp. » delle spine marginali 35 u. Follicolo. — Follicolo molto allungato, notevolmente convesso, di dietro lobato, costituito di sostanza cerea sotto forma di tante piccole squame distribuite secondo le produzioni contormi che ri- vestono il corpo dei pesci e come queste sono sottili e mandano riflessi argentei. Lunghezza del follicolo 7-8 mm. Habitat. — Raccolto a Cacheuta sull’Atriplex lampa. Gen. — CEROPLASTES Gray. 15. — Ceroplastes breviseta n. sp. Larva. — Corpo di forma ovale, all’innanzi rotondato e di dietro, verso il mezzo, inciso. Margine libero del corpo crenulato e provveduto di pochi e brevi peli disposti simmetricamente. Seg- menti del corpo bene distinti. Apparecchio boccale bene sviluppato, con setole maxillo-man- dibolari lunghe quanto il corpo. Antenne di 6 articoli, coll’articolo basale più largo che lungo, il secondo ed i seguenti cilindrici di cui il più lungo è l’articolo terzo, dopo di esso viene l’articolo apicale; seguono poi, per or- dine di lunghezza, il quinto, quarto e secondo. Su tutti gli articoli si trovano dei peli, i quali sono più numerosi sull’articolo estre- mo però, tra questi, non si rinvengono i più lunghi che, in- vece, sono inseriti sull’articolo terzo e quinto. Zampe col femore più breve della tibia e del tarso e questo, alla sua volta, meno lungo dell’articolo precedente. Il tarso è ornato, all’apice, di un- ghia sottile e lunghetta ed è provveduto di 4 digituli appaiati a due a due di considerevole lunghezza; pochi peli sono inseriti — 265 — qua e là sui diversi articoli delle zampe. Aperture stigmatiche, contrasegnate, al margine libero, da piccole incavature da cui sporgono tre brevi spine coniche. Alla base di queste spine si osservano da 1-3 dischi ciripari. Estremità posteriore del corpo, dal lato del dorso, terminata da due lobi, provvisti, all’apice, di una lunga e robusta setola, nonchè di altri peli, molto più brevi, inseriti ai lati di detta setola Anello anale con 6 peli di mediocre sviluppo. Colore giallo arancio. Lunghezza del corpo 500 u. Larghezza » » 300 1. Lunghezza delle antenne 220 y. > » zampe 300 y. Femmina. — L’insetto, rivestito dalle secrezioni cerose, si pre- senta molto convesso raggiungendo in altezza, all’incirca, la lun- ghezza del diametro trasverso, di forma ovale, un poco più ristretto anteriormente che po- steriormenfe. La secrezione cerosa che riveste l’ insetto, come si os- serva in molte altre specie con- generi, si può distinguere in tre parti cioè: una laterale, una centrale ed una intermedia. La zona laterale si risolve poi in 6 piastre, contigue tra loro, di cui due si trovano disposte sul lato sinistro, due su quello de- stro, una all’innanzi e la sesta di dietro. Quest’ ultima piastra è notevolmente più grande delle altre e tali dimensioni sembrano dovute aila fusione di due di esse Ceroplastes breviseta; 1) Larva vista dal ventre; : . a . 2) Spine stigmatiche; 3) Antenna; 4) Zampe plastre. In ciascuna piastra Sl del 3° paio; 5) Adulto femmina, rivestito dalle osserva, nettamente delimitata, secrezioni ceree, veduto di fianco, in sito; 6) . op Idem, visto dal disopra; 7) Antenna; 8) Zampa una piccola area di forma qua del 3° paio. drangolare, depressa al centro a guisa di ombellico; quivi, con ogni probabilità, negli stadi più giovanili dell’insetto, emergeva qualche raggio ceroso. Al centro della piastra posteriore si os- Fig. XVI. Oa serva, al contrario, un piccolo foro, protetto dalle squame anali, il quale, precisamente, corrisponde coll’apertura ‘anale. Il colore delle secrezioni cerose, negli esemplari freschi, è, con ogni pro- babilità, identico a quello, ad esempio, che presentano le secre- zioni analoghe del Ceroplastes rusci e tale tinta, come in detta specie, cambierà di gradazione a seconda dei diversi stadi di svi- luppo dell’insetto stesso. Negli esemplari essiccati il colore della cera e di un giallo sudicio corrispondente esattamente a quello della cera vergine che abbia subito per un periodo, non troppo lungo, l’azione dell'ossigeno dell’aria. La zona intermedia è co- stituita da una specie di anello più o meno inclinato dall’indietro all’avanti, mentre la zona centrale è più o meno convessa, di forma ovolare e appare formata come da due strati concentrici, di cui, il più interno, trovasi sormontato da una piastra cerosa di forma ovale-allungata. Anelli cerosi e piastre naturalmente sono intimamente saldati tra loro. Apparato boccale bene sviluppato con setole maxillo-mandibolari di mediocre sviluppo. Antenne di sei articoli che per lunghezza si seguono in quest'ordine: 3,° 2,° 1,' 6,° 4,° 5. Eccetto il secondo articolo delle antenne che è nudo, tutti gli altri hanno dei peli che, però, sono tutti brevi. Zampe gracili, colla tibia poco più lunga del femore; tarso fornito di unghia robusta e di quattro digituli, di cui quelli del paio più breve sono molto più ingrossati all’apice di quelli del paio più lungo. L’insetto, spogliato dalle secrezioni cerose, salvo una piccola protuberanza chitinosa in corrispondenza del centro della zona centrale ed una breve codetta, costituita dalla fusione delle squame anali. non presenta nulla di speciale. Lunghezza dell’insetto rivestito dalle secrezioni cerose 4-5 mm. Larghezza » » » » » » 3 mm. Altezza BE SS » » » » 3 mm. Lunghezza delle antenne 260 ». > del 3' paio di zampe 460 n. Habitat — Raccolta a Cacheuta sull Atriplex lampa. 16. — Ceroplastes subrotundus n. sp. Larva. — Corpo conforme a quello delle specie congeneri. Mar- gini liberi del corpo provvisti di pochi peli brevi. — 267 — Setole maxillo-mandibolari raggiungenti, distese , l’estre- mità posteriore del corpo. Antenne di sei articoli di cui il basale grossetto, più largo che lungo; il secondo cilindrico, più breve di tutti; il terzo un poco più breve del sesto, che è fusiforme, più lungo di tutti; il quarto e quinto, presso a poco eguali fra loro, appena più lunghi del secondo. Tutti gli articoli sono provvisti di peli dei quali alcuni brevi altri più lunghi; tra quest'ultimi sono da annoverarsi, due inseriti sull’articolo distale ed uno piantato sull’articolo precedente. Dei due peli piantati sull’ articolo apicale uno è eccezio- nalmente lungo, superando di gran lunga la lunghezza totale dell'antenna. Zampe bene sviluppate, ma relativamente gracili, rivestite di pochi peli; il femore e la tibia cilindrici sono pres- so a poco uguali, mentre il tarso è più breve ed è fornito di unghia lunga, acuta e sottile e di 4 digituli che hanno peduncolo . molto lungo, rimanendo, però, sempre due più lunghi degli altri due. Aperture stigmatiche contrassegnate ai margini liberi da brevi spine coniche in numero di tre per gli stigmi anteriori, di quattro per i posteriori. Dal lato, del ventre, gli ultimi segmenti addominali presentano qualche breve pelo. Lobi anali bene sviluppati con lunga e robusta setola all’apice e con altri due peli più brevi inseriti ai lati di quella. Apertura anale con 6 peli lunghetti. Colore del corpo giallastro. Lunghezza del corpo 350 u. Larghezza >» >» 280 u Lunghezza delle antenne 160 y. » del 2° paio di zampe 200 w. Femmina. — L’insetto, ricoperto dalle secrezioni ceree, pre senta forma più o meno circolare, riescendo, però, un poco più espanso di dietro che all’innanzi. La quantità di sostanza cerosa segregata da questa specie è assai esigua, così che l’insetto si trova rivestito da uno strato di cera molto sottile. Malgrado ciò, anche in questa forma, si può suddividere detto rivestimento nelle tre zone, laterale, intermedia e centrale. La zona laterale è costituita da placche cerose i margini delle quali non sono bene appariscenti di guisa che il numero di esse, più che riconoscersi per la presenza di detti margini, si rileva dal fatto che la parte centrale, corrispondente ad ogni piastra, è OE notevolmente più convessa che le aree circostanti e per di piu perchè le parti maggiormente convesse sumentovate spiccano, in modo speciale, per essere rivestite in gran copia di fumaggine che altrove, invece, si trova in quantità molto minore. Il nu- mero delle piastre e di 7 di cui una posteriore più grande delle altre. Antenne di 7 articoli, di cui il più sviluppato è 1’ articolo quarto, segue il terzo e il settimo; gli articoli secondo, quinto e sesto sono presso che eguali tra loro in lunghezza, mentre l’ar- ticolo basale è più largo che lun- go. Tutti gli articoli, meno il ter- zo, hanno dei peli e tra questi, di notevole lunghezza, ne abbiamo uno inserito sull’articolo secondo dip ci n ne sull'articolo quarto e questo ventre; 2) Antenna; 3) Zampa del 3° paio; 4) è il più lungo. Sull’articolo api- Lobi anali e apertura anale; 5) Adulto fem- cale i peli sono più numerosi mina rivestito dalle secrezioni cerose; 6) An- "i - tenna; 7) Zampa del 3° paio. che altrove, mediocremente lun- ghi e robusti. Zampe esili colla tibia più lunga di tutti gli altri articoli. Peli sulle zampe pochi e brevi. Squame anali piccole e brevissi- me, tanto da costituire una minuta punta anzichè prendere l’aspetto di breve codetta. Fig. XVII. Diametro dell’insetto rivestito dalle secrezioni cerose 3 '/, mm. Altezza wis > > > >> Jo, TNA Lunghezza delle antenne 260 ». > » zampe 480 p. Habitat. — Raccolto a Cacheuta sul Cercidium andicolum. 17. — Ceroplastes longiseta n. sp. Larva. — La forma del corpo ricorda quella delle specie con- generi e i segmenti che lo compongono sono distinti tra loro da solchi ben marcati. an Ho. = Apparato boccale con setole maxillo-mandibolari molto lun- ghe così da sorpassare la lunghezza totale del corpo. Antenne piuttosto brevi, di 6 articoli; articolo basale breve, grossetto, più largo che lungo; secondo più breve del precedente; terzo più lungo di tutti; quarto più lungo del secondo, ma più breve del primo; quinto più lungo del basale, ma più breve del seguente che è fusiforme, mentre gli articoli precedenti sono cilindrici. Peli su tutti gli articoli robusti e lunghetti, tra essi ve ne ha uno, inserito sull'articolo apicale, che supera in lunghezza notevolmente la lunghezza totale dell'antenna. Zampe con tibia e tarso cilindrici, mentre il femore è leg- germente fusiforme; la tibia è lunga, all'incirca, quanto il femore, mentre il tarso è più breve, ed all'apice è armato di robusta un- ghia e di 4 digituli notevolmente lunghi. Peli semplici, non molto numerosi, sono distribuiti su vari articoli delle zampe. Ultimi seg- ‘menti addominali, del lato del ventre, con alcuni brevî peli. Lobi anali bene sviluppati e provveduti di lunga e robusta setola. Apertura anale con 6 peli di mediocre lunghezza. Stigmi contrassegnati, al margine libero del corpo, da 2-3 corte spine coniche inserite sui margini di una piccola insenatura semicir- colare. Attorno agli stigmi vi sono 2-3 dischi ciripari. Coloro del corpo giallastro. Lunghezza del corpo 500 w. Larghezza >» >. 250) Lunghezza delle antenne 130 w. > » zampe del 4' paio 200 u. Femmina. — L’insetto, rappresentato nella collezione da un unico esemplare, rivestito dalla secrezione cerosa, ricorda assai da vicino, sia per colore che per la fabrica del corpo, la specie di Ceroplastes da noi qui per prima descritta. Detta secrezione cerosa possiamo suddividerla nelle tre zone consuete, osservando che le dimensioni della zona centrale sono notevolmente ridotte a vantaggio della zona intermedia. Quanto alla zona laterale, que- sta si compone di sei piastre le quali, sia per la disposizione come per altre particolarità, ci richiamano alla mente quelle del Cero- plastes ruscti. Una differenza, però, di qualche interesse, presenta la piastra maggiore posteriore della zona laterale, la quale, anzichè possedere la sola protuberanza centrale, ne mostra altre due disposte ai lati — 270 — di quella. Riguardo all’altezza dell’insetto, essa, anche in questa spe- cie, è accentuata ed il punto più culminante si trova spostato all'indietro, di guisa che la zona centrale presenta un’ inclina zione che va dall’in dietro all’avanti. Spogliato dalle se- crezioni ceree, il cor- po dell’insetto si pre- senta di forma ovale, convesso - rotondato , con delle protuberan- ze coniche abbastanza lunghe e fortemente chitinizzate in corri- spondenza dei centri delle piastre. £ inu- Fig. XVIII. Ceroplastes longiseta; 1) Larva, antenna; 2) Zampa del 3° ; - paio; 3) Lobi anali visti dal ventre; 4) Adulto femmina rive- tile osservare che, stito dalle secrezioni ceree, visto dal di sopra; 5) Visto di nella regione posterio- fianco; 6) Spogliato dalle secrezioni ceree; 7) Porzione di an- tenna; 8) Zampa del 1° paio. re, le protuberanze so- no tre, corrisponden- ti cioè a quelle osservate sulla piastra cerosa posteriore della zona laterale. Apparato boccale bene sviluppato. Delle antenne, non posso dare una figura e una descrizione completa avendole rinvenute ambedue mutilate. Zampe gracili, non molto lunghe, coll’anca più sviluppata del normale, col femore grossetto ma breve, colla tibia più lunga di tutti gli altri articoli, cilindrica, col tarso, più breve del fe- more, provvisto di unghia robusta e coi digituli più brevi molto ingrossati all’apice. Pochi peli brevi sono distribuiti qua e là sui vari articoli delle zampe. Squame anali bene sviluppate. Lunghezza dell'insetto ricoperto dalla secrezione cerosa 3 / mm. Larghezza » » > » > 3; dd 2 Sr Altezza » » » » » >. 2. mm: Lunghezza dei primi cinque articoli dell’antenna 260 u. » del 1° paio di zampe 500 u. Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Fabiana denudata. ur ce Mr — 1 — 18. — Ceroplastes irregularis n. sp. Larva. — Corpo di forma ovale-allungata, più attenuata di dietro che all’innanzi e colla massima larghezza che cade all’al- tezza dell’inserzione del 1° paio di zampe. Segmenti del corpo ben distinti tra loro, col margine libero crenulato e provveduto di pochi e brevi pelli. Apparato boccale bene sviluppato. Antenne di sei articoli; di questi il basale è corto e grosso, più largo che lungo; il secondo cilindrico, più lungo del precedente, ma più breve del terzo che è più lungo di tutti; il quarto più breve del se&ondo; il quinto lungo circa quanto il secondo; il sesto o apicale conico, meno lungo del terzo. Tutti gli articoli portano dei peli alcuni brevi altri più lunghi; tra questi merita di essere menzionato uno, inserito sul- l'articolo apicale, che supera la lunghezza totale dell’antenna. Zam- pe col femore lungo, all’incirca, quanto la tibia, mentre il tarso é più breve. Questi, all’apice, porta una robusta e lunga unghia e dei quattro digituli i più brevi non sono ingrossati più dei più lun- ghi. Peli su tutti gli articoli delle zampe, ma pochi e brevi. Stig- mi con pochi dischi ciripari, contrassegnati, al margine libero, da una piccola incavatura semicircolare dalla quale sporgono 3-4 spine coniche, brevi. Lobi anali bene sviluppati con setola, all'apice, robusta e con altri peli più brevi. Apertura anale con 6 peli che non sorpas- sano la lunghezza dei lobi. Colore del corpo giallo. Lunghezza del corpo 600 u. Larghezza >» >; 1900. pi Lunghezza delle antenne 160 u, » » zampe del 3° paio 250 wp. Femmina. — L’insetto, rivestito dalla secrezione cerosa, pre- senta un’aspetto tutto speciale poiché la cera non è distribuita in placche più o meno simmetriche, ma bensi in modo molto ir- regolare di guisa che la superficie del corpo si mostra d’aspetto as- sai rugoso per la presenza di creste cerose, più o meno pronun- ciate e a margine libero ora tagliente ora smussato, a cui seguono depressioni, pur esse, più o meno marcate, percorse, talvolta, da al- tre creste minori. In molti casi l’aspetto dell’insetto assume forma piramidale, tal’altra poligonale ecc., ma, si nell’un caso che ne- gli altri, tali aspetti sono sempre molto irregolari. Riesce, quindi, impossibile, almeno negli esemplari da me posseduti, delimitare le singole zone cerose e tanto meno il numero delle piastre, in- quantochè, il rivestimento ceroso è più o meno imbrattato da fu- maggine che nasconde i margini delle piastre, fumaggine che non si può togliere senza dan- neggiare l’integrità dello scudo. Denudato 1’ insetto dalla cera, esso ci appa- re come un corpicciolo di forma pentagonale, più espanso di dietro che all’innanzi e di conves- sità mediocre. Esso, da ciascun lato, presenta due robuste protuberan- ze chitinose, mentre po- steriormente ne mostra una quinta data dalle squame anali saldate tra loro, le quali, rispetto al Ceroplastes irregularis : 1) Larva vista dal ventre; 2) An- piano orizzontale su cui tenna; 3) Zampa del 3° paio; 4) Femmina adulta, in sito, poggia l’insetto, hanno rivestita di tutte le secrezioni cerose ; 5) La stessa denu- 4 È Li î data dalle secrezioni cerose; 6) Antenna; 7) Zampa del una direzione obliqua 3° paio; 8) Un pezzetto di derma. dal basso in alto. In ba- se, adunque, alla disposi. zione abbastanza simmetrica e costante dei detti rialzi chiti- nosi, corrispondenti, in altre specie, al numero delle piastre, è le- cito suppore, che, in questa forma, la zona cerosa laterale sia com- posta di 5 sole piastre. Im taluni esemplari, inoltre, ebbi modo di osservare, ai lati della protuberanza formata dall’ unione delle squame anali, ora una, ora due consimili appendici, ma molto più minute e che, secondo me, stanno a dimostrare che, in passato, il numero delle piastre doveva essere maggiore del nu- mero presente. Antenne di 7 articoli; di questi l'articolo basale è più largo che lungo; il secondo lungo quanto il terzo; il quarto più lungo di tutti; il quinto e il sesto egualmente lunghi, ma più Fig. XIX. + — 273 — brevi dei precedenti; il settimo appena pit lungo del sesto. Peli su tutti gli articoli; i più lunghi, però, sono inseriti sull’articolo quarto e settimo. Zampe abbastanza lunghe e robuste colla tibia più lunga di tutti gli altri articoli; tarso provvisto di robusta unghia e coi digituli, sia brevi che lunghi, a differenza di quanto osser- vasi in altre specie, notevolmente ingrossati all’apice. Peli su tutti gli articoli delle zampe, ma pochi e molto brevi. Squame anali, come fu osservato, abbastanza sviluppate e saldate tra loro. Lunghezza dell’insetto rivestito dalle secrezioni cerose 3 mm. » » » spogliato » » » > delle antenne 300 u. > » zampe del 3.° paio 500 u. Habitat. — Raccolto a Cacheuta nella Larrea cuneata. Gen. EULECANIUM CKkll. 19. — Eulecanium elegans n. sp. Larva. — Corpo ovale, più accuminato di dietro che all’in nanzi, allungato, poichè la massima larghezza, che cade all’ al- Fig. XX. Eulecanium elegans: 1) Larva vista dal ventre; 2.) An- tenna; 3.) Zampa del 1° paio; 4.) Lobi anali; 5) Adulto femmina, spine marginali; 6.) Un pezzetto di derma; 7.) Antenna; 8.) Zampa del 3° paio; 9.) Squame anali. tezza dei segmenti tora- cici, non raggiunge che la metà delia lunghezza. Segmenti del corpo ab- bastanza bene distinti tra loro e provvisti, tanto alla faccia dorsale quan- to alla ventrale, di nume- rose e grosse ghiandole. Margine libero del corpo ornato di corte e grosse spine coniche. Antenne brevi, di sei articoli; di questi l’articolo apicale é il più lungo e porta vari peli tra i quali due lunghissimi e altri molto più brevi, grossetti e robusti. Dopo l’articolo apicale viene, per lun- ghezza, il terzo il quale, tra gli altri peli, ne ha uno notevolmente lungo; l’articolo quarto 18 — 274 — e quinto, presso a poco egualmente lunghi, sono più brevi dei precedenti, ma più lunghi del basale e del secondo che sono più larghi che lunghi; di essi il basale ha un brevissimo pelo, mentre il secondo è nudo; l’articolo quarto presenta due peli e uno solo l’ articolo quinto. Zampe lunghette, ma non molto robuste, colla tibia un poco più lunga del tarso, il quale, all'apice, è armato nel solito modo. Due o tre peli, soltanto, su ogni articolo delle zampe. Lobi anali, all'apice, muniti di setola lunghissima e con altri peli più brevi piantati lungo il margine libero e altrove secondo mostra la fig. XX, 4. Anello anale con 6 peli lunghetti. Colore del corpo giallastro. Lunghezza del corpo 600 u. Larghezza >» » 300 y. Lunghezza delle antenne 160 u. > >» zampe del 1° paio 280 p. Femmina. — Corpo molto convesso, appena ovale, legger- mente più ristretto all’innanzi che di dietro, dove esso raggiunge la massima altezza. Al dorso presenta una grande macchia di color fuligineo che spicca nettamente sul color fondamen- tale del corpo tinto in color crema. Detta macchia ha, all, incirca, forma romboidale ed è disposta simmetricamente lun- go la linea longitudinale del corpo. Dal vertice posteriore, di detto rombo, la macchia si pro- lunga, con una striscia, fino ad attingere le squame anali, men- Fig. XXI. tre il vertice anteriore si pro- Eulecanium elegans: 1.) Alcuni esemplari di lunga egualmente percorrendo femmina adulta in sito; 2.) Un’esemplare visto di sopra; 3.) Visto di fianco. la linea segnata dal diametro longitudinale. Egualmente pro- lungati sui fianchi sono i vertici mediani, con striscie oscure che finiscono ai margini liberi dell’insetto e che riescono perpen- dicolari al diametro longitudinale. In corrispondenza di queste linee il corpo presenta un leggero strozzamento. A metà dei lati — 275 — minori del rombo, che sono gli anteriori, partono altre due striscie oscure che dividono ciascun quadrante in due porzioni eguali; dette fascie, però, sono più brevi e non raggiungono i margini liberi del corpo dell’insetto. La macchia non presenta una tinta uniforme, ma mostra qua e là delle chiazze più o meno grandi, più chiare. I margini liberi del corpo portano delle spine coniche non molto lunghe, ma grossette e robuste. Derma, dal lato dorsale, ricco di ghiandole. Antenne di 7 articoli, dei quali il terzo e il quarto, presso a poco eguali tra loro, sono più lunghi degli altri e di essi il primo è nudo, mentre l’altro porta tre peli dei quali uno molto lungo; articoli seguenti più brevi dei precedenti com- presi gli articoli primo e secondo. L'articolo estremo o apicale porta diversi peli tra i quali uno, inserito di fianco, notevole per la sua lunghezza. Zampe piuttosto brevi e gracili colla tibia appena più lunga del tarso. Sguame anali grandi, sporgenti al- l’infuori e provviste di più peli lunghetti e robusti. Anello anale con 6 peli lunghi e abbastanza robusti. Lunghezza del corpo 2-3 mmn.. Larghezza » 3.22: 2 00m: Altezza » » 1/2 ma Lunghezza delle antenne 280 w. » » zampe del 3.° paio 500 y. Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Larrea cuneata e L. di- varicata. Gen. SAISSETIA Deplanch. 20. — Saissetia Silvestrii n. sp. Larva. — Corpo decisamente ovale, colla massima larghezza che cade all’altezza del mesotorace Margine libero del corpo cre- nulato e con pochi e brevi peli. Segmenti mediocremente distinti tra loro e provvisti, al ventre, di pochi e brevi peli. Apparecchio boccale bene sviluppato con setole maxillo mandibolari notevol- mente lunghe. Antenne di 6 articoli di cui l’apicale coniforme | più lungo di tutti, segue, per lunghezza, il terzo ed il quarto, men- tre il quinto è il più breve di tutti. Tutti gli articoli hanno dei | peli che variano in lunghezza, però due soli di essi sono lun- ghissimi e questi si trovano piantati sull’articolo apicale. Zampe col femore grossetto e più breve della tibia, la quale, a sua volta, — 276 — rimane più corta del tarso. Questo, all’apice, è provvisto di ro- busta unghia e di 4 digituli notevolmente lunghi. Tutti gli arti- coli delle zampe hanno dei peli più o meno lunghi; tra questi peli v ha notato, per la straordinaria lunghezza, uno che si trova inserito sul femore delle zampe del secondo e terzo paio. Aperture stigmatiche contrassegnate, al margine libero, da una piccola incavatura da cui sporge una spina molto lunga, più o meno torta, alla base della quale trovansi due altre appendici con- simili, ma molto più brevi. Lobi anali bene sviluppati, all’apice, provvisti di lunga e robusta setola. Anelo anale con 6 peli. Co- lore del corpo giallo arancio. Lunghezza del corpo 600 u. Larghezza >» > 360 1. Lunghezza delle antenne 160 ». » » zampe del 3° paio 270 u. » del pelo femorale del 53° paio di zampe 160 p. » della spina stigmatica 32 u. Femmina. — La forma del corpo, negli individui adulti e che hanno già deposte le uova, è ovale e ricorda, nell’aspetto gene. rale, la Saissetia oleae. Infatti esso, al dorso, è come questa, più I J 4 Fig. XXII. Saiîssetia Silvestriî: 1.) Larva vista dal ventre; 2.) Spine stigmatiche ; 3.) Antenna; 4.) Zampa del 3° paio; 5.) Adulto femmina visto di ‘sopra; 6.) Un pezzetto di derma dorsale ; 7.) Antenna; 8.) Zampa del 3° paio; 9.) Squame anali. o meno convessa ed, inoltre, percorsa da carene variamente sviluppate. Di più nella nostra specie, in confronto alla S. oleae, oltre la carena longitudinale abbiamo tre altre carene trasversali anzichè due sole. Dette carene sono più o meno pronunciate a ER ORE OR ROR EN TORR Ue ea re BR seconda degli individui che si prendono in esame. Negli spazi che intercedono le varie carene il corpo & sensibilmente depresso e, spesso, percorso da altre carene secondarie di minor sviluppo. La superficie del corpo si presenta, quindi, ruvida sia per la pre- senza delle dette carene, sia per le abbondanti incrostazioni di lacca essudata dall’insetto. Derma, dal dorso, ricco di numerose cellule di forma ovale. Setole maxillo-mandibolari lunghe. Antenne di 7 articoli, cilindrici, e che vanno gradatamente assottigliandosi procedendo dalla base all’apice. Di questi articoli il terzo è l’articolo più lungo; segue, per lunghezza, il secondo, indi il primo, che è più largo che lungo, il settimo, sesto e quinto. L'articolo apicale è quello che presenta maggior numero di peli i quali, però, sono tutti brevi. Zampe poco robuste, colle tibie più lunghe del tarso. Estremità posteriore del corpo incisa profonda- mente rimanendo, tuttavia, i margini dell’incisione avvicinati tra loro cosi che non resta che una fessura molto stretta. In fondo all’ incisione si osservano la squame anali che sono di forma semilunare e molto piccole. Colore del corpo rosso bruno traente al violaceo. Lunghezza del corpo da 3-4 mm. > delle antenne 300 u. > » zampe del 3.° paio 450 ». » » squame anali 160 u. Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Zuccagnia punctata. Subfam. Diaspinae, Genus HEMIBERLESIA Cock. 21. — Hemiberlesia argentina n. sp. Femmina.-- Corpo obovato-piriforme, di dietro acuto, ro- tondato all’innanzi. Orlo libero del corpo crenulato e provvisto qua e là di qualche pelo breve e poco robusto. Segmenti addo- | minali prodotti, lateralmente, in modesti lobi rotondati al cui margine libero si osserva un breve pelo Pigidio con un paio di palette mediane molto vistoso, men- tre quelle del secondo paio sono rappresentate, invece, da un’acuta -- 278 — punta dentiforme, jalina. Le palette del terzo paio mancano ed al loro posto non si osserva altro che un maggiore ispessimento del derma. Pettini due, brevi, stiliformi, tra le palette mediane; due, varia- mente dentati e piu svilup- pati, disposti tra le palette su mentovate e quelle del secondo paio; tre, di fabrica diversa, inseriti nello spazio compreso tra le palette del secondo paio e la cresta chitinosa che si riscontra al posto del terzo paio, al di là, di quest’ultima, il margine mostra, ancora, rudimenti di altri pettini stiliformi. Peli semplici, lungo l’orlo libero del pigidio, pochi e distri- buiti conforme vedesi nella fig XXIII Stigmi senza dischi ciripari. Apertura sessuale situata molto più innanzi dell’ apertura anale, la quale giace a poca distanza dal margine libero, del pigidio. Fig. XXIII. Hemiberlesia argentina: Pigidio, dal dorso, di femmina adulta. Colore del corpo giallo. Vivipara. Lunghezza del corpo 1000 p. Larghezza > >... 200 u. Follicolo femminile. — Ovale-allungato, convesso, bianco-gri- giastro. Parte sericea robusta, che riveste in parte le esuvie le quali sono eccentriche. L’esuvia ninfale € abbastanza grande mentre la larvale e piccola. Colore delle esuvie giallo -ocracee. Velo ventrale bianco; rimane aderente all’ organo su cui è fissato il follicolo. Lunghezza del follicolo 1680 u. Larghezza >» » 1280 u. Habitat. — Raccolto sui ramoscelli di Ophryoporus andinus a Cacheuta. Gen. TARGIONIA Sign. 22. — Targionia Fabianae n. sp. Femmina. — Corpo obpiriforme, stretto ed acuto di dietro, ampio, rotondeggiante nella regione cefalotoracica. Segmenti ad- —. 279 — dominali ben distinti tra loro e protusi, lateralmente, in modesti lobi ad orlo rotondato e provvisti, nel punto più saliente, di un pelo lunghetto. Rimanente margine libero del corpo leggermente crenulato e ornato di pochi peli, identici a quelli inseriti sui lobi dei seg- menti addominali, i quali sono distribuiti a debita distanza tra loro. Pigidio con due sole paia di palette mediocremente svi- luppate; il terzo paio é affatto rudimentale ed è rappresentato da un più forte ispessi- mento del derma. Le palette mediane sono triangoliformi e tali Fig. XXV. sono pure quelle del Targionia Fabianae: 1) Femmina adulta; 2) Pigidio di femmi- secondo paio le quali na adulta visto dal dorso; 3) Follicolo di femmina adulta. ra i 2 x erò, in paragone alle > ‘prime, hanno dimensioni minori. Tra le palette del primo e quelle del secondo paio e tra queste e il rudimento chitinoso, rappresentante il terzo paio, si osservano delle insenature più o meno profonde Rimanente orlo del pigidio leggermente crenulato. Peli, lungo il margine libero del pigidio, pochi, ma piuttosto lunghi e robusti. Stigmi senza dischi ciripari. Mancano i dischi ciripari perivul- vari. Apertura sessuale ampia, disposta molto all’innanzi; apertura 2 anale, al contrario, situata presso il margine libero del segmento. Dal lato, del dorso, il pigidio presenta, ancora, quattro robuste cal- lositä, disposte ad arco, in prossimitä dell’orlo anteriore del seg- mento. Colore del corpo ocraceo-oscuro. Vivipara. Lunghezza del corpo 1380 u. Larghezza >» MZ Follicolo femminile. — Ovale, molto convesso, colle esuvie larvali eccentriche, piccole, e di color ferrugineo. Esuvia larvale non sempre presente perchè facilmente asportabile. Parte sericea del follicolo abbastanza robusta, ocroleuca. — 280 .— Velo ventrale bianco, esile e che rimane quasi totalmente aderente all’organo su cui è fissato il follicolo quando questo ven- ga rimosso. Lunghezza del follicolo 1500 x. Larghezza > > 1400 uw. Habitat — Raccolto sui rametti di Fabiana denudata a Ca- cheuta. Genere PROTARGIONIA n. g. Femmina. — Corpo ovale, col pigidio provvisto di palette, privo di pettini, di peli filiere e di parafisi; presenti i gruppi di dischi ciripari perivulvari Follicolo femminile più o meno ovalare colle esuvie disposte ad un’estremità Osservaz. --- La specie, che mi diede opportunità di istituire questo nuovo genere, risponde, per la generalità dei caratteri, alle forme del genere Targionia dalle quali, però, diversifica per pos- sedere i dischi ciripari perivulvari Questa specie viene, quindi, opportunamente a riempire il vuoto da me lasciato nel mio lavoro Monografico sugli Aspidiotus pubblicato nel 1897 in cui, a pag 8, divido il vasto genere da prima in due sezioni basate sulla pre senza o sulla mancanza dei dischi ciripari su mentovati e sud- dividendo, poi, ciascuna sezione in altri gruppi in base agli altri caratteri. Si osservava, allora, come i generi Aonidia e Targionia, caratterizzati dalla mancanza dei dischi ciripari perivulvari, non trovassero, nell’altra sezione, i generi corrispondenti, per iden- tità di molti caratteri, ma provvisti, invece, dei dischi ciripari pe- rivulvari. A questo difetto ripara in parte la nuova specie ed è spe- rabile che, quanto prima, si scopra altra che dia modo di colmare l’unico vuoto rimasto. > 23. — Protargionia Larreae n. sp. Femmina. — Corpo di forma ovale, più ristretto posterior- mente che all’innanzi. Segmenti del corpo poco ben distinti tra loro, gli addominali, lateralmente, non pronunciati in lobi manife- sti. Pigidio con tre paia di palette di cui le mediane abbastanza bene sviluppate, mentre, quelle del terzo paio, sono affatto rudi- mentali. — 281 — Al di là della terza paletta, a breve distanza, il margine si presenta, per un buon tratto, fortemente chitinizzato e dentato così da attestare, che, in passato, esistevano altre consimili appendici. k ) S) % me f 4 O 0 wl Tx + PS‘ = A N N EN loka g dale Fig. XXV. Protargionia Larreae : 1) Pigidio dal dorso, di femmina adulta; 2) Follicolo di femmina adulta. Lungo il margine libero del pigidio si osservano, ancora, gli sbocchi di alcune grosse ghiandole sericipare disposte conforme mostra la fig. XXV, 2 nonchè pochi minuti peli. Dischi ciripari peri- 2 2 vulvari in cinque gruppi secondo le formule seguenti : 11-12 ; 9-9 Stigmi senza dischi ciripari. SETE Apertura sessuale disposta tra i quattro gruppi di dischi ci- ripari perivulvari laterali; apertura anale situata in vicinanza del margine libero del pigidio Colore del corpo giallo. Vivipara. 4 Lunghezza del corpo 1250 w. È Larghezza » » 1100p = Follicolo femminile. — Più 0 meno ovale, discretamente con- a vesso, colle spoglie situate verso l’estremità anteriore ove si nota È la maggior ristrettezza del follicolo. Esuvie larvali gialle, la nin- = fale più pallida della larvale. R Tessuto sericeo del follicolo robusto, atro, con un lembo, al- l’ingiro, bianco. “ Velo ventrale bianco; rimane in parte attaccato all’ organo su cui poggia il follicolo quando questo viene rimosso. Pat ER È Lunghezza del follicolo 1300 u. = Larghezza >» » 1120 u. Lunghezza dell’esuvia larvale 370 u. Larghezza » > > 280 u.. Lunghezza dell’esuvia ninfale 700 y. Larghezza >» » » 600 u. Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Larrea divaricata e . cuneala RS Gen. DINASPIS n. gen. Femmina. -- Corpo stretto, assai allungato, coi segmenti del torace, specie col secondo, lunghissimo in paragone di quanto os- servasi nelle forme congeneri. Regione cefalotoracica, quando l’insetto raggiunge la matu- rità, fortemente chitinizzata così da costituire un robusto astuccio entro cui vien ritirata completamente la regione addominale, la quale conserva, al contrario, l’epidermide molle e pieghevole. Fi. gidio con palette e peli filiere; lobi dei segmenti addominali con peli filiere. Mancano i dischi ciripari perivulvari. Follicolo femminile. — Mitilaspisforme, allungato, colle esuv.e situate ad un’estremità. Velo ventrale robusto, completo o quasi. (4 24. — Dinaspis Ichesii n. sp. Femmina. — Corpo allun- gatissimo, subacuto e stretto allo innanzi, appena più espanso di dietro nella regione corrispon- dente all'addome Regione cefa- lotoracica rappresentante la mas- sima parte del corpo. Pigidio con tre paia di palette di mediocre sviluppo, spatoliformi. Peli filiera poco vistosi di cui due situati tra le palette mediane ed uno Se 9 x Ji negli spazii che intercedono tra ò SÙ Ny, le predette palette e* quelle del hi SRO: tie) secondo e terzo paio. Peli sem- A. rl na” plici pochi e non molto robusti. Fig. XXVI. Lungo il pigidio, inoltre, si trova- Dinaspis Ichesii: 1) Femmina adulta vista NO disposte cinque paia di STOS- dal ventre; 2) Pigidio di femmina adulta vista "his aarı ra x 5 se ghiandole sericipare, v fig. dal dorso; 3)Follicolo femminile visto dal dorso; og Pare, edi 8 / N EN 4) Idem, visto dal ventre. XXVI, 2. Ultimi segmenti addo- minali con lobi laterali muniti, al oro margine libero, di due o tre peli filiere, conici, grossetti, ma non molto lunghi. Epidermide del corpo striata fittamente per traverso. $ è b 3 È e : ee N a ı — 283 — Margini liberi della regione cefalotoracica senza peli. Stigmi senza dischi ciripari. Apertura sessuale situata nel mezzo del pi- gidio; apertura anale disposta al dorso un pò più innanzi della sessuale. Colore del corpo ocraceo più accentuato nella regione cefalotoracica e del pigidio anzichè nella rimanente regione addo- minale. Vivipara. Lunghezza del corpo 1550 u», Larghezza >» » 400 pw. Follicolo femminile. — Lineare ,j,appena curvato, molto lungo, atro-vireo, abbastanza convesso ed appena più espanso poste- riormente colle spoglie larvali di color terrugineo, la larvale più pallida della ninfale e lunga circa la metà di questa. Velo ventrale presente solo nei due terzi anteriori del folli- colo, non saldato lungo la linea mediana longitudinale ove ri- mane libera una stretta fessura che comunica coll’interno della cavità così formata e che viene ad essere occupata dall’insetto. Lunghezza del follicolo 2600 w. Larghezza >» » 500 w. Lunghezza della esuvia ninfale 850 up. » » » — larvale 450 . Habitat. —— Raccolto a Cacheuta sull’Ephedra andina. 25. - Dinaspis Lahillei n. sp. Femmina. -- Corpo molto allungato, però, un poco meno di quello della specie precedente, anteriormente più stretto ed acuto an Fig. XXVII. Dinaspis Lahilleî: 1) Femmina adulta vista dal ventre; 2) Pigidio di femmina adulta visto dal dorso; 3) Follicolo femminile visto dal dorso. — 284 — che di dietro ove va gradatamente allargandosi per raggiungere, il maggior diametro trasverso, all’altezza del metatorace. La re- gione cefalotoracica, molto sviluppata, rappresenta circa i due terzi del corpo. Pigidio con due paia di palette poco sviluppate, le mediane un pò più grandi di quelle del paio laterale che hanno forma trian- golare, mentre le prime sono conformate piuttosto a spatola. Peli filiere pochi e brevi, due tra le palette mediane, uno per ciascun spazio intercedente dette palette e quelle del secondo paio e due, da ciascun lato, al di là di quest'ultime, debitamente distanziati tra loro. Lungo il margine libero del pigidio vengono a sboccare 6 paia di grosse ghiandole sericipare. Peli semplici, lungo il pigidio, pochi e brevi e disposti con- forme vedesi nella fig. XXVII, 2. Segmenti addominali non protusi lateralmente in lobi bene manifesti e gli ultimi provvisti, al margine libero, di uno o due peli filiere brevi, ma grossetti. Epidermide del corpo, come nella specie precedente, striata per trasverso. Orlo libero della regione cefalotoracica senza peli. Stigmi senza dischi ciripari. Apertura sessuale situata verso il centro del segmento; aper- tura anale aprentisi più all’innanzi verso il segmento preanale. Colore del corpo ocraceo più accentuato nella regione mag- giormente chitinizzata cefalotoracica Vivipara. Lunghezza del corpo 1200 ». Larghezza >» » 350 p. Follicolo femminile. — Virgoliforme, appena convesso, più di- latato di dietro che all’innanzi, di color argenteo, con il contesto sericeo piuttosto delicato, a margini più o meno slabbrati. Velo ventrale quasi completo, non lasciando libera che una stretta fes- sura lungo il diametro longitudinale. Esuvie larvali gialle, la pri- ma piccola, la seconda lunga quasi il doppio della prima. Lunghezza del follicolo 1500 x. Larghezza » > 450 p Lunghezza dell’esuvia ninfale 750 uw. » STE larvale 420 p. Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Bulvesia retana. Portici 5 Febbraio 1911. Cali + 7 è Gy. SZEPLIGETI e —— - SS _ — ]! ]@ zer meine Braconiden aus basi bien Biosteres brasiliensis n. sp. Oo. Glatt, schwach behaart, Gesicht mit einzelnen Punkten Kopf quer, hinter den Augen rundlich erweitert; Scheitel hinten schwach gebuchtet nicht gerandet; Wangen ziemlich lang mit un- deutlicher Furche; Augen ziemlich klein und rundlich, Gesicht mit Kiel, Fühlerbasis vorne erhaben; Clypeus gestutzt vorne in der Mitte mit kurzer Spitze; Kierfern mit ungleich langen Zähnen und an den Clypleus nicht anliegend. Fühler dünn, borstenförmig;, länger als der Körper, Schaft eiförmig, drittes und viertes Glied gleich lang. Thorax ziemlich kurz; Parapsiden vorn ausgebildet, die Grube vor dem Schildchen glatt, Mesopleuren ohne einer deut- lichen Furche; Metathorax gewölbt, nicht gefeldert, längs der Mitte mit Furche. Randmal lanzettlich, mit gleich langen Seiten; Radial- zelle lanzettlich, erreicht nicht die Flügelspitze; erster Radialab- schnitt so lang wie die zweite Cubitalquerader, zweiter Radial- abschnitt etwas kürzer wie die erste Cubitalquerader und dop- pelt so lang wie der erste Abschnitt; dritter Abschnitt der Radial- nerv gerade; rücklaufender Nerv an die erste Cubitalzelle inse riert; Parallelader unten gefügt, Nervulus schwach postfurkal und schief. Beine schlank, Klauen klein, Haftlappen gross. Hinterleib länger als Kopf und Thorax; erstes Segment breit, kaum länger als hinten breit, vorn gehöhlt, in der Mitte gewölbt, mit zwei Kielen, an der Seite mit einer Furche; zweites Segment quer, länger als das dritte, an der Basis mit zwei Vertiefungen; zweite Sutur äusserst fein. Braunrot; Kopf, Fühler, Brust, Mittel-und Hinterhüften schwarz; Spitze des Hinterleibes oben mehr oder weniger geschwärzt; Mundteile, Vorderbeine un die Mittelbeine von den Schenkel an — 286 — (das 5. Tarsenglied ausgenommen) gelbrot. Fliigel braun, Rand- mal gelb. Länge 5, Bohrer 6 mm. Biosteres areolatus n. sp. © Dem B. brrasiliensis m. ähnlich. Gesicht mit schwachem Kiel, Clypeus ohne Spitze, Metanotum gefeldert Erster Abschnitt der Radialader länger als die zweite Cubi- talquerader, der zweite Abschnitt etwas länger als die erste Cu- bitalquerader; Nervus recurrens fast interstitial. Hinterschenkel ziemlich kurz Gelbrot; Flagellum braun. Basis der Hinterschienen und das 5. Tarsenglied, sämmtlicher Beine schwarz; Ende der Hinter- schienen und Metatarsus oben braun. Flügel bräunlich, Randmal gelbbraun. Länge 3 mm., Bohrer eben so lang. Beide Arten wurden aus Puppen der Anastrepha fraterculus Wied. (Trypetidae) gezogen und stammen aus Sao-Paolo (Bra- silien). F. SILVESTRI - —- -- 2 SON ERIBHZTONTI ALLA CONOSCENZA degli insetti dannosi e dei loro simbionti. TILL) Plusia gamma (L.) LEPIDOPTERA-HETEROCERA. Fam. Noctuidae. GEN. Plusia Och. Il genere Plusia appartiene alla tribu dei Plusini distinti dagli altri Noctuidae per gli occhi nudi e per le ali posteriori Fig. I. Plusia gamma. ala anteriore e posteriore, 1-12 ner- vature, A contorno della macchia principale, B mar- gine delle squame, C cellula, E frenulo, (ingrandita). (Fig. I) aventi la quinta vena più o meno conver- gente colla quarta. Esso è caratterizzato dagli occhi con ciglia mar ginali, antenne assottigliate in ambo i sessi, palpi ri volti in avanti e in alto e sorpassanti un po’ il ca- po, torace e primi segmenti dell'addome con ciuffi di squame setiformi, ali an- teriori col margine interno, poco lungi dalla base, al- quanto sporgente ad arco e ornate, più o meno estesamente, di colori brillanti e spesso di una o due macchie verso la parte mediana dell’ala, dietro la cellula. tino, Vol. IV (1910), pp. 257-289. 1) I. Galerucella dell’olmo (Galerucella luteola F. Müll.). Questo Bollet- — 288 — Larve con sei paia di pseudozampe (sul quinto, sesto e de- cimo segmento addominali) e con poche e brevi setole disposte come si dirà appresso per la Plusia gamma. Il genere P/usia comprende varie specie anche italiane, delle quali io ho finora trovato a Portici la Plusia ni (Hb.) (comune in settembre sui cavoli), la P. chalcytes (Esp.) e la P. aurifera (Hb.). Plusia gamma (L.) Och. Adulto. Capo e parti scoperte (Fig. II) del torace rivestiti di squame molto allungate disposte in serie trasversali ascendenti e formanti sulla parte posteriore del mesonoto un ciuffo irregolare abbastanza alto, più alto del primo ciuffo addominale e questo più del terzo. Musia gamma ; 1. adulto ad ali aperte; 2-4. adulti allo stato di riposo in varie posizioni, grandezza naturale). Il colore di dette squame è di terra d’ombra o un po’ fulvo colla parte premarginale nerastra e la marginale grigio-pallida. Le ali anteriori sono vellutate, di colore fondamentale bruno-baio varie- gato di grigio specialmente alla base, nonchè posteriormente, a lato della linea ondulata trasversale, che si trova a circa due terzi dalla base, e all’apice. Sulla parte submediana dell’ala spicca in campo bruno baio una macchia argentea in forma di 7 compren- dente fra i suoi rami una macchietta isabellina, e alla base del- l’ala e presso l’apice della cellula si notano due macchiette nere fiancheggiate da sottile linea argentea, arcuata. La frangia alare è dentata. Le ali posteriori sono, come l’ad- dome, di colore isabellino pallido ed hanno una larga fascia tra- ce di sii in ‘etti titti ren hls ai al rn nt ri EEE i bia ret — 289 — sversale apicale di color castagno più o meno pallido e frangia di color paglierino, macchiata lungo la base di castagno. Antenne lunghe e assottigliate. Apertura d’ali per lo più di mm. 40. Fig. IH. Ova di Plusia gamma: e tutto il resto della superficie attraversato 1. visto di sopra, 2. visto di fianco, (ingrandito). Ovo. L’ovo (Fig. III) appena deposto & bianco- paglierino, poi coll’avanzare dello sviluppo dell'embrione diventa giallastro. È a forma di echino, un po’ più largo che alto, col polo libero presentante areole piccole e non ben definite da circa trenta linee equidistanti e convergenti al polo superiore. Misura in diametro mm. 0.640- 0.680 e in altezza mm. 0.490 LARVA NEONATA (Fig. IV). — Di color verde, eccettuata la base delle setole (che ad occhio nudo è presso che invisibile), il capo e il pronoto che sono neri. É lunga mm. 2,5. piere la muta, ha raggiunto di solito la lun- Larva. Fig. IV. Quando la prima larva si prepara a com- Piusia gamma : larva neo- nata dal dorso, di fianco, dal ventre, (ingr.). ghezza di mm. 4 ed è di colore paglierino col capo, il pronoto ed i tubercoli setiferi neri. Fig. V. Plusia gamma: lar- va adulta dal dorso e di fianco, (quasi gr. nat.) Il suo capo è un po’ meno largo del corpo. LARVA DELLA SECONDA ETÀ. -- Dopo la prima muta, la larva è lunga circa mm. 4.5, di colore verde compreso il capo ed eccettuatii tubercoli setiferi che sono bruni LARVA ADULTA. — Le larve della 3°, 42 e 5% età sono fra di loro molto simili, perciò descrivo l’ultima. Questa (Fig. V) è nn pò assottigliata nella parte anteriore del corpo e va gradatamente allargan- dosi fin verso il 5' segmento addominale per tor- nare a restringersi nella parte posteriore dell’8° e specialmente dal 9° al 10° segmento. Il suo colore è verde, ma spesso variabile fino al verde-grigiastro, con due fascie submediane e due laterali stigma- 19 tiche, gialle pallide, il capo (eccetto una porzione mediana dorsale e più o meno larga ed una ventrale), due macchie mediane su. pro- noto più o meno estese e le zampe toraciche bruno-baie. Setole Plusia gamma : 1. terzo segmento toracico e primo addominale; 2. quinto segmento addominale fianco; 3. secondo segmento addominale dal ventre: I tubercolo anteriore, // posteriore, ZII soprastig- matico, IV-V sottostigmatici, VI laterale, marginale, VIII e IX ventrali, S stigma, (ingr.). Fig. VII. Plusia gamma: 1. capo prono; 2. parte anteriore del capo dal ventre; 3-4. mandibole; 5. antenna, (ingr.). del corpo colla disposizione caratteristica che si vede nella figura VI, portate da tubercoli tutti bruni o bruni solo alla periferia. Capo (Fig. VII, 1) quasi tanto largo che lungo, fornito dei peli Fig. VII Plusia gamma : 1. terza zampa toracica; 2. pseudozampa vista dalla faccia interna, (ingr.). Ocelli sei, disposti ad arco. A INI che si vedono nella figu- ra VILCI Antenne (Fig. VII, 5) col primo articolo mol- to breve, il secondo un poco ingrossato all’api- ce, con una setola mar- ginale esterna più di due volte più lunga dell’arti- colo stesso e due sensilli conici; il 3° articolo è bre- vissimo, anulare e por- tante due sensilli conici. Mandibole (Fig. VII, 3-4) allungate, terminanti in cinque denti. — 37 — Zampe toraciche (Fig. VIII, 1) robuste, abbastanza lunghe. Pseudozampe (Fig. VIII, 2) situate sul 5° e 6° segmento addominale e sull’ultimo, bene sviluppate, fornite lungo il margine inferiore esterno di circa 18-20 uncini disposti in due serie. Lunghezza del corpo mm 25-30, larghezza del capo mm. 2, larghezza massima dell’addome 4,5-5. La larva adulta, quando ha terminato di nutrirsi e sta per tessere il bozzolo, acquista un colore verde-porro pallido, quasi uniforme, restando solo la regione corri- spondente al vaso dorsale verde scura. Crisalide. La crisalide (Fig. IX) è obconica, es- Fig. IX. sendo arrotondata anteriormente e termi- fees -ponpalide dal nante in punta la parte” posteriore. E dorso, di fianco e dal ventre, (grand. natur). nera opaca al capo e al torace, nera lu- cida all'addome. Nella parte mediana del mesonoto esiste una leggera carena longitudinale; il resto del corpo non ha sporgenze. Le pteroteche si prolungano posterior- mente fino al margine del 7° segmento addominale e terminano con una breve parte libera, compressa, ad apice arrotondato. È lunga mm. 19 e larga, al torace, mm. 6. Bozzolo. Il bozzolo è costituito di fili di seta bianca alquanto fitta- mente disposti, ma formanti uno strato abbastanza sottile da la- sciar vedere per trasparenza il contorno della crisalide. Esso è perlopiù di forma ellittica più o meno irregolare e misura mm. 25 nel diametro maggiore e 12 nel minore. BIOGRAFIA. Larva. NUTRIMENTO. — La larva di questa Plusza si nutre di molte specie di piante erbacee. In provincia di Napoli e di Caserta è stata da me vista riuscire dannosa ai cavoli, ai finocchi, al granturco, alla canapa, ma essa si nutre anche di molte altre specie di Croci- fere, di Leguminose, di Graminacee, di Solanacee, nonchè di ogni — 292 — sorta di piante ortensi, di barbabietole, di ortica e di varie erbe selvatiche. Qualche Autore riferisce che alle volte ha danneg- giato i gelsi, i salici e persino i pini (?). Mangia sempre la lamina fogliare rispettando soltanto le ner- vature di varia grossezza secondo l’età e divora interamente an- che getti terminali e foglie, quando hanno nervature tenere. La figura X mostra un cavolo ischeletrito appunto da larve di questa specie. : TEMPO NECESSARIO PER LO SVILUPPO EMBRIONALE. — Dalla deposizione dell’ovo alla nascita della larva, nel mese di Giugno, ho osservato che decorrono quattro giorni, in Luglio ed Agosto tre giorni, in Settembre 5 giorni. ETA DELLA LARVA — Sono cinque; ciascuna di esse in Set- tembre-Ottobre durò i giorni appresso indicati : Deposizione delle ova 24-25 Settembre Nascità delle larve | 29-30 » Prima muta 1-2 Ottobre Seconda muta 4 » Terza muta I » Quarta muta 9-10 » Trasformazione in ecrisalide 17 » Fuoriuscita dell’adulto 29 » In Giugno e Luglio dalla deposizione dell’ovo all’adulto de- corrono una trentina di giorni. Da ova deposte il 14 Giugno ebbi le larve il 18, le prime crisalidi il 2 Luglio, gli adulti il 10-11 e le ova dal 15-16 dello stesso mese. Da larve trasformatesi in crisalidi il 17 Agosto si ebbero gli adulti il 25 dello stesso mese. In inverno invece lo sviluppo da ovo ad adulto avviene len- tamente. Da ova deposte verso il 25 Novembre da farfalle uscite dal bozzolo il 17-20 dello stesso mese, nacquero le larve il 4 Di- cembre. Esse cominciarono a tessere il bozzolo il 10 Marzo e dettero l’adulto il 21 Aprile. Uno degli adulti era ancora vivo il 12 Maggio. NUMERO DELLE GENERAZIONI. — Tenendo conto di quanto io ho osservato, si può ritenere che il numero delle generazioni della Plusia gamma siano nell’Italia meridionale cinque, cioè una che s’inizia alla fine di un anno e termina nell'Aprile dell’anno se- guente, la seconda dall’Aprile o Maggio al Giugno, la terza in Luglio, la quarta in Agosto, la quinta in Settembre-Ottobre a Novembre. — 293 — Può essere che questa Plusia passi l’inverno anche allo stato seine Fig. X. Cavolo ischeletrito da larve di Plusia gamma, (molto impiccolito). di crisalide oltre che a quello di larva, ma da mie {osservazioni — 294 — non risulta; io da crisalidi raccolte anche il 26 Novembre ho ot- tenuto adulti in Dicembre. DI QUALCHE COSTUME. — Le larve giovani di Plusia sono ab- bastanza sedentarie, si spostano di poco e rodono il parenchima delle foglie, se sono di cavoli, rispettando l’epidermide della pa- gina opposta a quella sulla quale si trovano e che puo essere la superiore o l’inferiore. Toccate, spesso sogliono ripiegarsi su Sè stesse ad S o in spira. er en Fig. XI, Plusia gamma: larva che si & pie- gata ad arco per andare innanzi sulla nervatura prineipale d’una foglia, (gr. naturale). Quando se ne trovano molte sulla stessa foglia, si lasciano cadere a terra a poco a poco, sospendosi con un filo di seta e vanno poi a cercarsi il nutri- mento sopra un’altra pianta. Queste larve avendo pseudozampe sul. be 10° segmento addominale, nel camminare (Fig. XI) si rassomigliano alle larve dei Geometridi, perchè men- tre stanno ferme colla parte anteriore portono innanzi la posteriore facendo un arco in corrispondenza ai primi segmenti addominali. La larva dell’ ultima età quando ha terminato di nutrirsi comincia a tes- sere il bozzolo e per far ciò, se sì trova su piante a foglie larghe come il ca- volo, si dispone sulla pagina inferiore di una foglia, ripiega in un punto la parte marginale di essa e in tale seno tesse il bozzolo. Se invece sta sulla canapa, o sul finocchio o su altre piante a foglie lobate o strette, lega insieme con fili di seta alcuni lobi (Fig. XII) o varie foglie e sotto tale involucro, che può nascondere quasi del tutto il con- tenuto, costruisce il bozzolo. Nel caso della canapa e dei finocchi la larva tes- se il bozzolo nella parte superiore delle piante, così che guardando queste pa- rallelamente alla cima, si vedono assai bene le foglie legate insieme che contengono il bozzolo. IE N a ee, wise METER a LETTI a nd Fig. XII. Bozzolo di Plusîa gamma costruito tra i lobi di una foglia di canapa, (grand. naturale). — 295 — Adulto. La farfalla di questa specie è molto attratta da sostanze dolci, delle quali si ciba. In estate, dopo 4-5 giorni dalla sua fuoriuscita dal bozzolo comincia a depositare le ova sulle foglie delle piante nutrici. Queste (Fig. XIII) non sono disposte a grandi croste, ma a srup- petti sparsi, composti di poche ova ciascuno, 2-11 perlopiü, alcune ova si trovano anche af- fatto isolate. Il numero di ova, che ciascuna femmina depone, non è stato da me bene ac- certato, ma deve essere almeno di 500. Questa specie non raramente si moltiplica molto in una data località e allora gli adulti a schiere, composte di innumerevoli individui, emigrano anche a grandi distanze, similmente a quanto fanno altri Lepidotteri, tra cui ricordo la Pyrameis cardui (L.), che a più riprese è ap- parsa in grande quantità anche contempora- neamente alla Plusia gamma. Di alcune grandi Fig. XIII. apparizioni di quest’ultima si hanno esatte noti- Benzo di foglia di ca-. zie. Così il Reaumur parla di una invasione di volo con ova di Plusia R : = 5 a iii questa specie avvenuta nei mesi di Giugno e Luglio del 1735 nei dintorni di Parigi ed altre località della Francia, lo Speier di un’ altra del 1860 in Germania (Maggio-Giugno), varii entomologi di quella del 1879, che avvenne insieme alla grande comparsa di Pyrameis, cardui e di qualche altra farfalla, in Inghilterra, in Germania, in Francia, in Italia. Altre apparizioni si ebbero nel 1816 e nel 1828 in Germania, il 1826 in Francia, il 1871 nel Portogallo, nel 1883, 1889, 1892 in Inghilterra, nel 1882 nella piccola isola Helgoland (Germania). Secondo Hawkschau il periodo del volo della Plusia gamma nel 1879 durò fino verso mezzanotte, mentre secondo Gatke a Helgoland il 15 Agosto 1882 cominciò verso le 11 pom. e ter- minò alle 3 antm. DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA. — La Plusia gamma è diffusa in tutta la regione paleartica ed anche nella neartica. In Italia sì trova ovunque. — 296 — DANNI CAUSATI DALLA PLUSIA GAMMA. Le larve di questo Lepidottero, come si è detto innanzi, si cibano delle foglie di molte specie di piante erbacee, tra le quali quelle interessanti dal punto di vista agrario sono le piante ortensi, il fagiuolo, il pisello, il granturco, l’avena, l’orzo, la canapa, il lino, il tabacco, la barbabietola, il trifoglio, l'erba medica e qual- che altra; perciò negli anni in cui le larve di Plusia sono nu merose, possono produrre danni anche grandissimi. Riferisce il Reaumur che esse nel 1875 distrussero completamente tutte le piante ortensi dei dintorni di Parigi e di altre località lasciando solo il fusto e la nervatura costale, e danneggiarono molto anche le fave, i fagiuoli, la canapa e risparmiarono invece le lenticchie; in Alsazia fecero grandissimo danno al tabacco. In Italia la P/usia ha di quando in quando recato danni alle volte notevoli alle piante menzionate. Per mie osservazioni ricordo che in provincia di Caserta, specialmente nel comune di Marcianise, danneggiò nel Maggio del 1904 il granturco e la canapa, e nel- l'autunno del 1906 causò qualche leggero danno ai finocchi e ai cavoli dei dintorni di Napoli. Sui cavoli, nella provincia di Napoli, ho trovato spesso in Ottobre, insieme alla Plusia gamma (L.), la Plusia ni. Hub. CAUSE NATURALI CHE OSTACOLANO LO SVILUPPO DELLA PLUSIA GAMMA. Il fatto che questa specie, come la Pyrameis cardui, ed altri Lepidotteri, compare alcuni anni in quantità straordinaria, mentre in altri è ridotta a rari o a pochi individui, indica certo che ci sono cause naturali che favoriscono lo sviluppo di tale, ed altre specie, e cause naturali, che lo ostacolano. Le prime non sono ben precisate e possono ritenersi com- plessivamente per quelle meteoriche e per tutte le altre ad esse direttamente ed indirettamente collegate, quando, s’ intende, non manchino le piante nutrici. È facile comprendere come la Plu- sta gamma negli anni, nei quali in natura esistono le condi- zioni ottime per la sua vita, possa moltiplicarsi in quantità pro- digiosa, poichè essa è una specie che si nutre di molte piante erbacee ed ha da noi almeno 5 generazioni. ee Pe Se OO > — 207 — In qual modo le condizioni meteoriche possono ostacolare lo sviluppo della Plusia gamma, se direttamente, o indirettamente, favorendo lo sviluppo specialmente di microrganismi parassiti della Plusia, € pure cosa che non si può molto bene precisare, ma sembra che una temperatura calda accompagnata da molta umidità possa essere capace di fare sviluppare tra le larve di questo Lepidottero, come di altri, la flaccidezza che è la causa sterminatrice più rapida e più potente per questi insetti. Inoltre sono conosciuti molti insetti nemici della Plusia gamina allo stato di uovo, di larva, di crisalide, nonchè varii uccelli e altri animali predatori di larve e di adulti di essa. Gli Autori citano come parassiti di questa specie i seguenti insetti: Hymenoptera, Chalcididae: Hulophus pennicornis Nees; Litomastix trun- catellus (Dalm.). » Braconidae: Apanteles congestus (Nees); A. pallidipes Reinh.; Microplitis Spinolae (Nees) ; Rhogas testaceus (Spin.). » Ichneumonidae : Amblyteles sputator (F.); Ichneumon comi- tator L., I. nigritarius Grav., I. saturatorius L.; Mesochorus anomalus Holmgr. ; Pimpla brassicariae (Poda); Sagaritis femoralis (Grav.). Diptera, Tachinidae: Phryxe vulgaris (Fall.); Lydella nigripes (Fall.); Compsilura concinnata (Meig.); Pales pavida (Meig.); Voria ambigua (Fall.), V. ruralis (Fall.); Petina erinaceus (F.); Bucentes cristata (F.). Io durante le mie osservazioni sulla Plusia gamma, che quan tunque frammentarie riferisco in questa nota, ho potuto avere esemplari delle seguenti specie: Lifomastix truncatellus, Euplec- trus bicolor (Chalcididae); Apanteles congestus (Braconidae), Pimpla brassicariae, P. instigator; Paniscus testaceus Gray. (Ichneumo- nidae); Pales pumicata, Voria ruralis (Tachinidae), e un paras- sita di quest’ultima specie: Pferomalus nidulans. Ordo Hymenoptera - Fam. Chalcididae. Litomastix truncatellus (Dalm.) Thoms. Syn. Encyrtus truncatellus Dalm., Svensk. V. Acad. XLI (1820), p. 168; Ratzeburg, Ichneum. d. Forstinsect. I (1844), p. 213 et III (1852), p. 190; Litomastix truncatellus Thomson, Hymen. Scand. IV, P. 1 (1875), p. 174; Masi, Boll. Lab. Zool. R. Se. Agr. Portici III, p. — 298 — 103; Copidosoma truncatellum Mayr, Verh. zool.-bot. Ges. Wien XXV (1875), p. 734 et 739. FEMMINA (Fig. XIV). — Bruno-nera colla parte anteriore del mesonoto nero-azzurrognola ; l’apice dello scutello talora verda- stro; le zampe, comprese le anche, sono nerastre, eccetto i ginoc- chi, l'apice delle tibie e i tarsi che sono di colore terra d'ombra. Ali incolore a riflesso viola ceo. La clava delle antenne è intera, terminata quasi a cono. Lunghezza del corpo colle ali mm 1,90 e senza ali 1,40, in larghezza 0,55. Quan- do nella stessa larva si svi luppano molti individui, que- sti possono avere dimensioni minori delle indicate. MASCHIO. — Ha la clava i 2 delle antenne più breve e EN meno larga di quella delle Femmina di Litomastix truncatellus in atto di . deporre un ovo nell’ovo di Plusia: 1. dal dorso femmine. 2. di fianco, (ingr.). Ovo. — A forma di un fiasco col collo circa tanto lun- go quanto il resto o di questo più corto, e misura di regola mm. 0,150 in lunghezza e 0,040 di maggior larghezza. Talvolta può essere di poco più grande o notevolmente più piccolo (fino a cui delle dimensioni date). LARVA (Fig. XV). — Biancastra, nuda, un po’ fusiforme colla parte posteriore più assottigliata della anteriore. Composta, oltre che del capo, di 13 segmenti. Il suo capo è breve, circa tanto largo che lungo, meno largo del primo segmento toracico, sopra convesso, sotto pianeggiante con apertura boccale piccola e for- nito di due mandibole (Fig. XV, 4-5) corte, leggermente curve, terminate in punta ed alquanto distanti fra di loro. Lunghezza del corpo mm. 1,60-1,80, larghezza 0,50-0,60. PUPA (Fig. XV, 3). -- Prima bianca, poi gradatamente si va oscurendo fino a diventare atra e poi nerastra. È lunga mm. 1,70- 1,85 e larga 0,50-0,55. LARVA ASESSUATA (Fig. XVI). — Dall’ovo di Lifomastix trun- catellus oltre le larve normali, sessuate, si sviluppano, come dirò, in certo numero, larve, che non hanno accenno alcuno di or- — 299 — gani sessuali, che non si trasformano in pupa e che io ho chia- mato larve asessuate Queste sono affatto diverse dalla larva sessuata. Hanno una forma allungata, cilindrica per la maggior 4 > 6 Fig. XV Litomastix truncatellus : 1. larva adulta vista di fianco (le macchie scure corrispondono ai dischi immaginali delle antenne, ali e zampe); 2. un’altra larva mostrante il sistema tracheale; 3. pupa; 4-5. mandibole; 6. larva mostrante per trasparenza gli organi interni: A disco immaginale delle antenne, a e b dischi immaginali delle ali, E ganglio soprae- sofageo, G organi genitali; / intestino medio, N catena nervosa ventrale, P intestino posteriore, S ghiandole anteriori, 7 tubi malpighiani, 1-3 dischi immaginali delle zampe, i (tutte le figure variamente ingrandite). parte del corpo, ma dal decimo segmento si vanno assottigliando fino a terminare in punta oltre l'estremità dell’intestino posteriore. Lunghezza del corpo mm. 1,20-1,50 1,80, larghezza 0,10-0,14. Il corpo è costituito di un capo e di un tronco tra loro ben distinti, POR E — SI — Il capo è lungo circa 10 p mentre è largo alla base u 6-7, quindi circa un quarto più lungo che largo ; alla faccia superiore 3 4 Fig. XVI. Litomastix truncatellus: larve asessuate, 1.in sezione ottica; 2. intera; 3-4. mandibole: © cellule adipose, I intestino, N catena nervosa ventrale, S ghiandole anteriori, (ingr.). e anteriore è conves- so, sotto pianeggiante. Non ha traccia di an- tenne. Nella cavità boccale è armato di due robuste mandi- bole (Fig XVI, 3-4) fortemente uncinate e adunche, così avvi- cinate fra di loro che quasi si toccano con le estremità libere. Il tronco è costi- tuito di 15 segmenti, dei quali i primi tre rappresentano il tora- ce e gli altri l’ addo- me. I segmenti, che compongono il tronco, non sono articolati fra di loro per mezzo di membrane artico- lari invaginate nel segmento anteceden- te, ma disposti gli uni di seguito agli altri in modo che ad una porzione corrispon- dente alla piastra più chitinosa precede sen- Zaltro in ogni seg- mento, completamen- te distesa, la parte che si puo ritenere corrispondere alla membrana articolare Per questa speciale segmentazione i movimenti del corpo di que- ste larve sono svariatissimi e serpentiniformi. — 301 — Il torace non ha affatto traccie di zampe nè di ali in al- cuno stadio, si presenta differenziato dagli altri segmenti sol- tanto nel tegumento, perchè le sue parti maggiormente chitinose sono meno estese che nei segmenti dell’ addome e sono così di- sposte lateralmente da formare una biforcazione rivolta con la parte allargata verso il dorso. Il torace è in lunghezza circa il sesto del tronco intero. L’ addome è composto di 10 segmenti, i primi 8 dei quali hanno ciascuno una fascia di tegumento più chitinizzato e con la scultura caratteristica, di cui sotto si dirà. L'ultimo segmento si prolunga oltre l’estremità dell'addome e termina in punta. Tutto il corpo della larva è rivestito da una sottile ma resi- stente cuticola, la quale nella metà posteriore dei segmenti toracici e dei primi otto addominali, corrispondente alla parte sempre espo- sta dei segmenti delle larve sessuate, presenta leggerissimi e poco estesi rialzi di forma variabile e nel torace disposti lateralmente, in modo da lasciare libero uno spazio liscio a contorno triango- lare con la base rivolta al dorso. Queste larve hanno il sistema nervoso e il digerente ben sviluppati, ma mancano di sistema genitale, respiratorio, circola- torio nonchè dei tubi malpighiani. Costumi. I Zitomastix truncatetlus (Dalm.) Thoms (Fig. XIV) depone le uova. nelle uova di Plusia gamma L e di Plusia ni Hb. e secondo osservazioni di altri autori anche nelle uova delle seguenti specie : Zeuzera aesculi L; Agrotis fumosa Hb.; Hadena polyodon L.; Leucania albipuncta F.; Plusia moneta F., P. concha F., P festucae L., P jota L; Catocala electa Bkh., Eupithecia absyn- thiata Cl Da parte mia credo però che almeno parte di queste osservazioni richiedono una conferma. Appena gli adulti del Litomastix vengono alla luce, se fem- mine hanno le uova pronte a essere depositate, se maschi, belli . e formati gli spermatozoi. Le femmine accoppiatesi col maschio, oppure no, sono atte a deporre le uova, che con o senza fecon- _ dazione possono svilupparsi nel mezzo particolare alla loro specie. i L’ accoppiamento, quando per la presenza di individui dei . due sessi può aver luogo, dura per ciascuna femmina pochi se- condi. I maschi come freccie si precipitano sulle femmine introdu- — 302 — cendo il pene nella vulva, e rapidamente abbandonata la femmina del primo amplesso passano ad una seconda e così via chi sa per quante volte. Certo si è che se le femmine in presenza dei ma- schi sono poche, finiscono per essere da quelli uccise per l’eccesso, delle copule, alle, quali sembra che esse non possono sottrarsi. Tenendo in un tubo femmine e facendovi entrare maschi, se questi sono numerosi, si vede spesso salire sopra un maschio in copula un secondo maschio, e poi un terzo e perfino un quarto, che ten- tano di scacciarsi l’un l’altro per l'ambito possesso della femmina. Tutto ciò è affare di pochi secondi, perchè il primo maschio sod- disfatto il suo istinto si stacca dalla femmina per andare a cercarne rapido un’altra, mentre al suo posto passa subito il più svelto degli altri maschi contendenti. Le femmine, ripeto, fecondate o no, sono atte alla deposizione delle uova e appena si accorgono della presenza di uova di Plusia, si avvicinano ad esse, le tastano con rapide vibrazioni delle an- tenne, salgono sopra diun uovo e poggiando su di esso le zampe posteriori e le mediane, mentre tengono le zampe anteriori sulla foglia o su altro uovo (se ve ne sono immediatamente innanzi a quello scelto) e le antenne piegate in basso, incurvano un poco all’ in giù ed all’ innanzi l’ addome, appuntano l’ ovopositore sul guscio dell’uovo e ridistendono in dietro l'addome (Fig. XIV). In tale posizione premono sul chorion l’acuto ovopositore, che non indugia a penetrare nell’ uovo e ad affondarvisi del tutto. Con le zampe ferme nei punti sopra indicati, il flagello delle antenne ripiegato in basso ed un po’ in dietro, le ali chiuse, l’ovopositore conficcato nell’uovo, gli insettucci restano quasi immobili per 60 o 90 secondi, o un minuto in estate ed anche due in inverno, trascorsi i quali ritraggono l’ovopositore, girano un poco intorno ‘ e passano sopra un altro uovo per ripetere le suesposta opera- zione. Quante uova sia capace di deporre una femmina non ho po- tuto determinare, ma, a calcolarlo dal numero di uova contenute nei tubi ovarici, non credo che vada oltre quaranta o cinquanta. Vidi una femmina deporre 4 volte di seguito sopra 4 uova diverse. Generalmente sullo stesso uovo una femmina sale a deporre l’uovo una volta, ma ho visto anche in qualche caso tornare a deporvi una seconda. Se due uova si trovano vicine, una stessa femmina dopo la deposizione in uno può passare sull’ altro e poi di nuovo sul primo, di modo che è lecito dedurre che esse non ricono- rs ae ni = ve - “Fr — 303 — scono o non sfuggono affatto uova, nelle quali siano state già de- poste altre uova. In. una sola deposizione una femmina di Litomastia lascia un ovo nell’ovo di Plusia. Le femmine depongono nelle uova di Plusia sopra qualunque corpo si trovino esse attaccate o semplicemente posate, così le ho viste deporre anche in uova giacenti sopra il fondo di un vaso di vetro dopo di essere state staccate da una foglia Quando le femmine sì trovano sopra una foglia, che porta at- taccate uova di Plusia, sono molto mansuete ed una volta che abbiano raggiunto le uova stesse non se ne lasciano allontanare che a forza. Mentre poi hanno l’ovopositore conficcato nell’ ovo, bisogna fare addirittura violenza per toglierle dall’ ovo e alle volte accade che si stacchi anche l’ ovo di Plusia senza che esse per questo l’abbandonino prima di avere dato completa sod- disfazione al loro istinto. Si possono lasciare all’ aperto foglie con ‘uova di Plusia e femmine di Litomastix con sicurezza che molti individui anche dopo varie ore staranno sulle stesse foglie. Gli adulti sono molto agili nel moto e tenutiin vasi di vetro si vedono camminare rapidi per molte ore della giornata, rima- nendo fermi, o poco attivi, e vicini gli uni agli altri, soltanto dalle undici antimer. circa alla sera. Toccati scattano e vanno a posarsi a poca distanza, per lo più da due a dieci centimetri. I Litomastix si cibano volentieri di sostanze zuccherine, per mezzo delle quali li ho tenuti in vita per quindici giorni dal 20 Set- tembre al 5 Ottobre; durante |’ estate mi morirono sempre dopo pochi giorni (3-8). Intorno a tutti i particolari dello sviluppo delle aova. di Zi- tomastix truncatellus ho parlato in un’ altra nota (1906), qui mi limiterò a riassumere ciò che interessa conoscere per la vita della specie in discorso. Un uovo di P/usza che sia stato inquinato da una femmina di Litomastix non è rifiutato punto, come ho già detto, da altre femmine, ma invece prediletto, almeno sembra, non meno di quelle intatte, cosicchè uno stesso uovo può ricevere un numero di uova del parassita variabile assai col numero di parassiti presenti e tale numero può essere tale, che impedisca |’ ulteriore sviluppo dell’ ovo di Plusia e quindi la nascita della larva di questa, morendo ospite ed ospitatore. In natura questo fatto non sarà troppo frequente, poichè è grande sempre lo spazio in cui ovo — 304 — di Plusia e adulti di Lifomastix vengono a trovarsi, ma quando accade un grande sviluppo del parassita favorito da cause propizie, deve probabilmente avvenire in natura ciò, che in lobaratorio ho varie volte osservato. L’ovo di Litomastix deposto nell’ ovo di P/lusia comincia il suo sviluppo in questo, ma lo continua poi nella larva di Plusza. Se nell’ovo di Plusia & stato depositato un ovo di ZLilomar stix, o così poche uova che la loro presenza non impedisce il normale sviluppo embrionale dell’ ovo o della larva di Plusia nelle prime età, da ciascun ovo di Lilomastix per un processo molto particolare, che io ho descritto nella nota citata, sì origi- nano circa un migliaio di larve sessuate e qualche centinaio di larve asessuate. Il periodo larvale delle Plusie parassitizzate dura in estate e principio di autunno 17 a 18 giorni (larve nate il 21 settembre tesserono il bozzolo l’ 8 ottobre), mentre quello delle larve sane 15 a 16. La larva di Plusia parassitizzata (Fig. XVII, 1) nel maggiore suo sviluppo misura in lunghezza 37 a 40 millimetri ed in lar- ghezza massima mm. 6,5-7,5, mentre quella sana è lunga sol- tanto 25-30 mm. e 4,5-5 larga. Dal giorno in cui la larva parassitizzata costruisce il bozzolo a quello in cui vengono fuori gli adulti del parassita, decorrono 7 ad 8 giorni, cosicché essendo in estate al massimo di tre giorni lo sviluppo dell’ ovo nell’ ovo di Plusia e di 8 giorni quello nel bozzolo, in 29 giorni si compie tutto il ciclo di sviluppo del Li- tomastix truncatellus. In Novembre lo sviluppo del Litomastix avviene molto più lentamente che in estate. Dal momento della formazione del boz- zolo della larva parassitizzata alla nascita degli adulti decorrono da 25-28 giorni Lo sviluppo nell’ uovo della Plusia & cosi lento che dopo 22 ore corrisponde a quello di 6 ore in estate. Nei mesi d’inverno lo sviluppo del Lifomastix è ancora più lento, ma sempre in rapporto diretto a quello della Plusia, di modo che ad una generazione della Plusia ne corrisponde una del Zitomaslix, come nelle altre stagioni. Quando la larva di P/usia parassitizzata tesse il bozzolo, le larve dell’ endofago, che si trasformeranno in adulti, hanno le dimensioni di millimetri 1,6-1,8 per 0,40. — 305 — Il bozzolo, che tesse la larva parassitizzata, è simile a quello della larva sana. Terminato il bozzolo la larva di P/usia ormai ripiena di larve del parassita resta un poco di tempo come immobile e fissata alla parete che aveva scelto per costruirvi il riparo serico, ma ben presto i suoi interni abitatori, cibandosi di tutti i suoi organi, la riducono ad un semplice sacco formato dallo strato superficiale 1 bo co » Fig. XVII. 1. Larva di Plusia parassitizzata in grandezza naturale; 2-4. larve di Plusia ridotte alla parte esoscheletrica e riempite di pupe di Litomastix, (un po’ ingrandite). della chitina, che riveste il suo corpo e che essi rigonfiano e fog- | giano nelle guise più svariate. In questo stadio la spoglia larvale | infarcita di larve dell’ endofago resta mummificata e si presenta | sotto la forma di una S, o di C o di U od il altre guise le pit | svariate (Fig. XVII, 2-4); se però si toglie la larva dal bozzolo prima | Chei parassiti ne abbiano divorato tutto l’interno e si dispone so pra un piano orizzontale, allora resta diritta senza ripiegamenti di sorta o piegata ad angolo retto. Sotto la cuticola della larva mummificata appaiono , in forma di corpiccioli ovali, lunghi un millimetro e mezzo e larghi poco più di mezzo millimetro, i pu- | parii dei parassiti, derivati dalla cuticola di ciascuna larva stac- catasi nella muta che precede la trasformazione in pupa. ; La maggior parte delle volte i parassiti sono in numero tale da riempire completamente e distendere fortemente il dermasche- letro larvale, accade però di rado che riempiano soltanto metà di detta spoglia. ì j u i — 306 — Il numero di parassiti, che si può sviluppare da una larva, è variabile avendone contati 1320, 1370, 1508, 1656, 1789, 2000, 2320, ma in media si può ritenere che il loro numero varia fra 1000 e 2000. L’Howard riferisce che da una larva di Plusia brassicae fuo- riuscirono più di 2500 individui di ZLilomastix truncatellus e il Giard di aver contati quasi 3000 individui dello stesso parassita usciti pure da una larva di Plusia. Gli individui di una stessa larva sono per lo più tutti dello stesso sesso, essendo poco frequenti i casi in cui da una larva parassitizzata si ottengono maschi e femmine. Su 35 larve paras- sitizzate io ne contai 4 contenenti soltanto femmine, 30 soltanto maschi ed 1 maschi e femmine; più tardi su 10 larve 3 conte- nenti femmine, 5 maschi e 2 maschi e femmine. In Novembre, di 105 larve parassitizzate 53 dettero femmine, e 62 maschi. Si vede pertanto che la proporzione tra maschi e femmine è molto variabile. DESTINO E FUNZIONE DELLE LARVE ASESSUATE. — Tali larve si è visto che non hanno sistema genitale, nè sistemi circola- torio e respiratorio, nè tubi malpighiani ed hanno invece un corpo molto sottile, agile, rivestito di resistente cuticola, un capo armato di forti mandibole uncinate ed un intestino ben sviluppato con ghiandole anteriori pure bene sviluppate. Esse non cambiano mai la loro struttura interna, non si trasformano in insetti adulti, restano perciò sempre larve asessuate e tali si ritrovano anche quando gli organi interni della larva di Plusia sono ormai ridotti ad una poltiglia, in mezzo alla quale si muo- vono esse insieme alle larve sessuate. Queste però fanno un ab- bondante pasto per trasformarsi in pupa e quindi in adulto, esse invece, le larve asessuate, vanno tutte distrutte. A che cosa dunque servono queste larve asessuate di strut- tura così singolare, anzi unica fra tutte le larve di insetti cono- sciute ? Non potendosi osservare nell’interno della larva di Plusia ciò, che le larve asessuate libere fanno, è d’uopo ricorrere alla loro struttura per conoscere con qualche fondamento qual’è la loro funzione. La prima idea, che si aftaccia alla mente nel con- siderare tali larve, sì è che esse siano forme abortive senza spe- ciale funzione e destinate quindi a perire, però tenendo presente lo sviluppo delle mandibole e del sistema scheletrico, muscolare al e” — 307 — e digerente a me sembra più naturale ammettere che potendo esse coll’esilità ed agilità del corpo penetrare molto facilmente tra gli organi della larva ospite e con le forti mandibole essendo adat- tissime a dilaniarli, possono avere appunto una funzione dila- niatrice degli organi della larva di P/usia negli ultimi giorni, in cui tali organi devono servire al nutrimento delle larve sessuate, Avremmo pertanto un dimorfismo larvale nel Litomastix parago- nabile al polimorfismo degli insetti sociali, cioè per me nel me- raviglioso sviluppo di quest’imenottero parassita endofago insieme al grande perfezionamento rispetto al parassitismo della specie raggiunto con la formazione di un migliaio di individui da un uovo, si è ottenuto anche un dim orfismo larvale utile alla specie stessa Se tali larve asessuate si dovessero considerare soltanto come forme abortive, sarebbe inesplicabile il perfezionamento del si- stema scheletrico, muscolare, digerente e specialmente il grande sviluppo delle mandibole, nonchè la durata della vita loro, che si protrae fino allo sviluppo quasi completo delle larve sessuate. PERCENTUALE OSSERVATA DI LARVE DI PLUSIA PARASSITIZZA- TE. — Nel Maggio del 1904, quando si ebbe una forte invasione di Plusia in provincia di Caserta, su 500 larve tre soltanto furono trovate infette di Litomastix, mentre nel 1906 a S. Gio- vanni a Teduccio (Napoli) di 855 bozzoli 552 contenevano una larva di Plusia parassitizzata dal Limomastix, cioè circa il 60 °/, delle larve di Plusia erano state distrutte da tale parassita. In altri anni ed altre circostanze la percentuale delle larve di Plusia, uccise dal Litomastix, potrà essere anche maggiore, per- ciò questo parassita ha una grande importanza nel combattere la Plusia gamma. | CAUSE NEMICHE AL LITOMASTIX. - Queste possono essere la flaccidezza o altri parassiti, che uccidono la larva della Plusia prima che si siano completamente sviluppate le larve del Li/o- -mastix o che distruggono l’ovo della Plusia. Tra queste ultime fio nemiche è da comprendersi lo stesso Litomastix, perché «come ho detto innanzi, se in un ovo di P/usia vengono deposte troppe ova di Litomastix, quello non si sviluppa più. Tra le prime anche la seguente specie di Imenottero, che può essere parassita primario o secondario. — 308 — Euplectrus bicolor (Swed.) Hal. Syn. Pteromalus bicolor Swederus. Vet. Akd. XVI (1795), p. 204; Eu- lophus bicolor Walker, Monogr. Chalcid. I (1839), p. 173; Euplec- trus bicolor Haliday, Trans. ent. Soc. London, III (1843), p. 297; Masi, Boll. Labor. Zool. Portici III (1908', p. 124, fig. 27-29. FEMMINA (Fi. gXVIII,1). - Colore predominante nero piceo colla faccia, le antenne, le zampe e la nervatura delle ali giallo- gnole. Antenne di otto articoli. Parte superiore del capo e del torace fornite di alcune setole lunghette.Lunghezza del corpo mm. 2,3-3. MASCHIO. -- Un po’ più piccolo della fem- mina cogli articoli 4-6 delle antenne meno al- lungati di quelli della 1 9 femmina. Ovo (Fig. XVIII,3). È reniforme colla parte convessa rivolta in alto e la parte inferiore prov- vista di una breve ap- pendice che serve a te- nerlo fissato al derma- scheletro della larva su Cui è deposto. È lungo mm. 0,210 e alto 0,105. LARVA (Fig. XVIII, qa 2). — Questa, quando è | > 6 Fig. XVIII. adulta, ha la forma, se | I Euplectrus bicolor: 1. adulto; 2. larva; 3. ovo visto di distesa, irregolarmente RIO ergo della lare Le eee odio dorso, di fianco, dal ventre: A ventre, B dorso, (ingr.). riore, a cominciare, dal settimo segmento addo minale, molto assottigliata, il dorso convesso, il ventro pianeg” giante Se invece tiene i segmenti 7-11 dell'addome contratti. come può fare, il corpo diventa affatto ovale. Il suo colore è bian, ag castro o paglierino e la superticie del corpo è nuda. È lunga, se distesa, mm. 4, se contratta, 3. Il capo è breve, porta due brevissime antenne coniche, ed ha una piccola apertura boccale, protetta da un labbro superiore laminare e ai lati di essa internamente si trovano due mandibole (Fig XVIII,4M) brevi, triangolari, colla parte apicale allungata, molto assottigliata, acuta. L'ultimo segmento addominale ha due brevi papille dorsali e due poco più lunghe ventrali. Costumi. La femmina di questa specie deposita le ova sul corpo delle larve di P/usia, e anche di Mamestra brassicae e altri Lepidot- teri, nonchè di qualche Imenottero avendo il Destefani ottenuti esemplari da galle di /sosoma tritici. Nel caso delle larve di Plusia, come di Mamestra, la fem- mina dell’Ewplectrus, per quanto io ho osservato, deposita le ova sul dorso, dal mesotorace al 4° segmento dell’addome, Posi un giorno una larva di P/usia in un tubo con una femmina di Euplectrus e potei vedere la deposizione delle ova. La femmina del parassita non tardò ad accorgersi della presenza della larva e poco dopo, giunta a circa tre millimetri di distanza dalla parte posteriore di essa, stese le antenne tastando, si avanzò adagio adagio cautamente a destra e giunta verso la parte mediana del corpo di essa, la tastò nuovamente e le piombò sul dorso tra il secondo e il terzo segmento addominale piantandovisi fortemente colle zampe in senso trasversale. La larva di Plusza si agitò, contorse la parte anteriore del corpo, ma il parassita si man- tenne fermo al posto che aveva occupato, piegò in basso l ovo- positore e ne introdusse la punta nel dorso della larva. Questa fece un movimento brusco di sorpresa, mentre lungo l’ovoposi- tore del parassita si vide scendere subito un ovo, che, ritirato l’ovopositore, restò fermo nel punto in cui era stato piantato l’ovo- positore stesso. Immediatamente dopo, l’Euplectrus ripetè a circa un millimetro di distanza la stessa operazione e così di seguito . fino a deposizione di nove ova, delle quali 4 si trovarono preci- samente sulla parte posteriore del secondo segmento e 5 su quella anteriore del terzo segmento dell’addome, in uno spazio di circa un millimetro quadrato. — 310 — Le ova dopo circa dieci ora dalla deposizione presero un co- lore isabellino-fulvo e dopo 4 giorni (2-6 Ottobre) dettero le larve. Queste restarono al posto dove erano nate suechiando gli umori interni della larva, la quale fino al 12 Ottobre (Fig. XIX, 1) era ancora viva. Il 13 a mattina la Plusia fu trovata morta e rac- corciata (Fig. XIX, 2), ridotta al dermascheletro con poca sostan- za molle internamente, mentre le larve del parassita disposte sparpagliate attorno al corpo della vittima avevano comin- ciato a tessere un radissimo bozzolo. Il 16 a mattina queste larve erano trasformate in pupe e il 29 Ottobre alcune in adulti. Impiegarono perciò da ovo ad adulto, in Ottobre, 27 giorni. Da ova deposte il 25 Set- tembre si ebbero gli adulti il 14 Ottobre cioè in 20 giorni. In estate il tempo impiegato per una completa generazione deve essere molto minore, forse di 2 3 10-12 giorni. Fig. XIX. Le larve dell’ Euplectrus ue- 1. Larya, di Plusia gamma che porta attaccate. ceidono.la.larva:vittimassolianio sul secondo e terzo segmento addominale larve di Euplectrus; 2. la stessa morta e colle larve all’ultimo periodo del loro svi fi fugit chestanno coseno hesasle: luppo; allora succhiano tutti gli zolo e in gran parte nascoste sotto il corro umori del corpo di essa lascian- e on agio date na, do Soltanto in quantità maggiore di Euplectrus, (ingr.). o minore ciò che è per esse su- perfluo, e si staccano dal punto del dermascheletro della vittima che non avevano mai abbando- nato dal nascere, si dispongono alcune ai lati, altre specialmente sotto di essa, di rado qualcuna sopra, nel modo più svariato e cominciano subito a emettere attraverso l’ano fili di seta grossetti, irregolari, che distendono tra la superficie della foglia e i lati del | corpo della vittima, finchè formano attorno e sotto di essa una ~ rada rete (Fig. XIX, 3), entro cui si trasformano in pupe. | x 4 e — 311 — Il numero delle larve di Euplectrus, che io ho osservato in natura su larve di P/usia e di Mamestra, è stato di 3-15, ma in laboratorio ho visto deporre sopra una larva di Mamestra lunga 2 centimetri anche 50 ova in tre gruppi e da tutte si sviluppa- rono le larve. Dopo sei giorni dalla nascita dei parassiti, la lar- va della Mamestra si era accorciata di mezzo centimetro e l’ot- tavo giorno morì. Questo parassita deve però avere l'istinto di depositare un numero di ova proporzionato alla grandezza della vittima, o nella specie si devono essere formate varie sottospecie bioligiche, per- chè deponendo esso le ova su larve molto piccole, come quelle di Isosoma stipae De St. e Asphondylia menthae Pierr., non può mai depositare più di uno o due ova su ciascuna di esse. Inoltre se si tratta sempre della stessa specie sistematica e biologica, è notevole anche il fatto che essa depone ova su larve che vivono allo scoperto come su larve che vivono in galle (/sosoma, Asphon- dylia). Sarà interessante sperimentare se individui adulti ottenuti da insetti galligeni depongono ova su larve di Lepidotteri, come la Plusia, e viceversa. L’Euplectrus bicolor è diffuso in tutta Europa ed è stato in- dicato parassita di larve di Lepidotteri, dell’ /sosoma stipae De Stef. (Imenottero), e dell’Asphondylia menthae Pierr. (Dittero). Altre specie di Ewplectrus, viventi nell’ America settentrio- nale, sono note come parassite di larve di Lepidotteri. Sull’ Hu- plectrus comstockhiî How., parassita in detta regione della Alelia xylina How., esistono osservazioni biologiche dello Schwarz. Importanza dell’ Euplectrus nel combattere la Plusia gam- ma. L’Euplectrus come ectofago della larva di Plusia può es- sere parassita primario o secondario, perciò non in tutti i casi esso riesce utile; inoltre vivendo a spese di varie altre specie di insetti non sviluppa tutta la sua attività contro la Plusia soltanto e la percentuale delle larve, che esso attacca, è stata da me tro- vata molto limitata. Questo però non esclude che talora anche questo parassita possa svilupparsi in grande quantità sulla Plusia o su altre specie di Lepidotteri avendo esso il vantaggio sulla Plusia stessa di poter compiere almeno due generazioni nello spazio di tempo durante il quale la vittima ne fa una. A Portici ho osservato 1’ Euplectrus bicolor più frequente sulle larve di Mamestra brassicae che su quelle di Plusia. — 312 — Fam. Braconidae. Apanteles congestus Nees. ADULTO (Fig. XX). — Nero colle zampe fulvo-castagne. Lun- go 3 mm. Questa specie è stata da me osservata parassita della Plusia una volta, nel 1910. Ai primi di Giugno avendo raccolto alcune larve di Plu- sta, le tenni in laboratorio in allevamento, dopo pochi giorni ne trovai una morta, ridotta ad una massa raggrinzita e avente di lato un mucchio di bozzoletti di color bianco pa- glierino, tenuti insieme, e in parte nascosti, da fili di seta dello stesso colore. Tali boz- — Fig. XX. zoletti erano lunghi mm 2,8. — Apanteles congestus: femmina adulta, (ingr.). Da essi il 18 dello stesso mese fuoriuscirono gli adulti. L'Apanteles congestus è molto diffuso in Europa ed è noto come parassita di molte specie di Lepidotteri (c. 20). Fam. Ichneumonidae. Fimpla brassicariae (Poda). FEMMINA (Fig. XXI). — Nera con le zampe tutte di color rosso. mattone, parte posteriore dello scutello con una fascia trasversale aranciata intera o interrotta o anche mancante del tutto. Lunga fino a mm. 16. | Questa specie è diffusa in tutta Europa ed è stata indica da varii Autori, parassita delle seguenti specie: Vanessa urticae L., V polychloros L., Polygonia c-album (Lj), Pieris brassicae L., Aporia crataegi (L.), Limenitis camilli © = — 313 — Schiff., Sphyna ligustri L., Scoliopterix libatrix (L.), Stilpnotia salicis (L.), Sylepta ruralis (Sc.), Tortrix viridana L., Gelechia pin- guinella (Tr.), Phlyctaenodes verti. calis (L.), Lymantria monacha (L ), Thecla W-album Knoch., Neptis lu- cilla F. Io ottenni due individui da cri- salidi di Plusia gamma in Novembre, altri 25 dal 2 al 20 Aprile, 2 il 29 Aprile e uno il 10 Maggio pure da crisalidi della stessa Plusia, rac- Fig. XXI. colte in Novembre dell’anno pre Pimpla brassicariae: femmina adulta, cedente. (ingrandita). Osservai pure che questa Pim- ‘ pla deposita l’ovo nella crisalide racchiusa nel bozzolo. * _ Lepidotteri. Pimpla instigator F. Questa specie è molto simile alla precedente per grandezza e colorito, ma se ne può distinguere facilmente per le anche e i trocanteri neri. Ne ottenni alcuni esemplari da crisalidi di Plusia gamma nelle stesse epoche ricordate per la P. brassicariae. La Pimpla instigator è cono- sciuta parassita di molte specie di Paniscus testaceus Grav. ADULTO (Fig. XXII). — Di co lor testaceo cogli occhi e l’area ocellare neri e la parte posteriore dell'addome brunastri. Lunghezza del corpo 12-18 mm. Fig. XXII. To ottenni un maschio di que- Paniscus testaceus: adulto, (ingr.). sta specie il 10 Giugno 1906 da un bozzolo di Plusia che avevo raccolto l'autunno precedente. Questo Icneumonide è indicato parassita di una trentina di specie di Lepidotteri e anche di alcuni Imenotteri fitofagi Mar- telli ha pubblicato varie notizie intorno alla biologia di questo MI r4i od ih a? — 314 — parassita, in una nota sulla Dicranura apparsa nel volume 3° di questo stesso « Bollettino ». Ad essa rimando chi desidera cono- scere i costumi di tale parassita. Ordo Diptera - Fam. Tachinidae. Voria ruralis (Fall.) ADULTO (Fig. XXIII, 1). - Capo cenerino con antenne e se- tole nere. Torace cenerino scuro con fascie dorsali longitudinali. nere, addome al dorso cenerino scuro eccettuati i margini poste- Fig. XXIII. Voria ruralis : 1. adulto; 2-3. larva dal dorso e dal ventre; 4-5. pupario dal ventre e di fianco, (ingrand.). riori, che come il ventre sono neri. Setole e zampe nere. Dispo- sizione delle setole come si vede nella figura. Lunghezza del corpo mm. 7 '/,, larghezza del torace 2 1/,. Ovo (secondo Pantel). — Allungato, raggiungente la lunghez za di mm. 0.460. LARVA ADULTA (Fig. XXIII, 2-3). Cremea, colla parte anteriore, entro cui non è accumulato molto grasso, biancastra e quella dorsale mediana verdastra pel colore dell’intestino, che si vede per tra sparenza. Stigmi neri Gli anteriori portati da due appendici sot- tili lunghe !/, di millimetro, situate più vicine alla parte ventrale che alla dorsale, un poco divergenti fra loro e distanti alla base !/, millimetro. Gli stigmi posteriori sono portati da due corte ap- pendici, tozze e contigue alla base. Corpo floscio, anteriormente subacuto e poi gradatamente allargato. La sua superficie è ad occhio nudo liscia, ma esaminata a forte aumento mostra minu- — 315 — De tissime spine. Mandibole colla parte uncinata apicale molto breve. _ Antenne brevissime, tuberculiformi. Lunghezza del corpo mm. 7,5; larghezza massima 4,5. PUPARIO (Fig. XXIII, 4-5). — Nero cogli stigmi anteriori api- cali ed i posteriori ventrali. Lungo mm. 6; largo 3,6. Costumi. Io non ho osservato la deposizione delle ova o delle larve di questa specie. Secondo il Pantel essa pone sul corpo della vit- tima l’ovo contenente la larva pronta a fuoriuscire o la larva già libera dal chorion. Le larve di questo Tachinide possono trovarsi nella larva di Plusia, per quanto ho visto io stesso, in numero di 2-5, ra- «rissimamente di una o di sei. Di 37 larve di Plusia inquinate una aveva una larva di questa Vorza, 15 ne avevano due, 16 tre, 3 cinque, 2 sei. Le larve di //usia, che contengono una o più larve di Voria, raggiungono la lunghezza di 15-20 mm. e sono riconoscibili per infette perchè presentano nei punti più svariati del dorso (almeno quelle che contengono larve grandi) una o più macchie (tante quante sono le larve) brunastre, rotondeggianti o ovali, del diametro di mm. 0,260-0,300, in mezzo alle quali si trova un foro a contorno ovale di mm. 0,091Xx0,065. Presso questo si nota subito una mac- «chia nerastra, per corpo nero che si vede per trasparenza e che è costituito dagli stigmi posteriori della larva della Voria. Apren- _ do una larva di Plusia infetta, in corrispondenza al foro del te- | gumento, si vede proseguire il margine del foro sulla base di una campana cuticolare, che circonda la parte posteriore del corpo della Voria,i cui stigmi posteriori restano così in diretta comu- l - nicazione coll’ambiente esterno. a ‘La larva di Plusia, quando sta per diventare adulta la larva o le larve di Vorza, che essa contiene, tesse un bozzolo che è lungo 20-24 millimetri e largo 8-12, cioè un poco più piccolo di quello della larva sana, ma a questo uguale per spessore. ee: — Quando la larva della Voria è quasi adulta, la larva della _ Plusia (Fig. XXIV, 1) diventa immobile, il suo torace si riduce enormemente a guisa di tre brevi anelli e l'addome diventa di f- colore giallo sporco su cui spiccano molto bene le macchie sopra ricordate. In questo stadio la larva di Voria divora le parti molle | della Plusia e in 12-24 ore si trasforma in pupa. Nel caso in cui mi: — 316 — nella larva di Plusia se ne trova una di Voria, il pupario di questa resta disposto con l’asse longitudinale secondo lo stesso asse del corpo della Plusia e coperto dalla cuticola della Plusia stessa ec- cetto sugli stigmi posteriori che sporgono in fuori. Quando invece in una larva di Plusia esistono due larve di Voria, i puparii di queste (Fis. XXIV, 2) si dispongono più o meno obbliquamente rispetto all’asse lon- Fig. XXIV. gitudinale della larva di Plusia e “e no (Fig. XXIV, 3), quando in una larva dell’ addome due piccole macchie ovali, corrispondenti agli stigmi posteriori delle di Plusia sono 3-6 larve di Voria. due larve parassite; 2. la stessa colle due 5 R larve trasformate in pupa; 3. un’altra larva In quest’ultimo caso si vedono 3-6 di Plusia con cinque puparii di Voria, puparii disposti Vuno di seguito (un po’ ingr.). x E all’altro con l’asse maggiore di- sposto in senso trasversale e colla parte anteriore del corpo situata quale a destra e quale a sinistra. Tali puparii sono te- nuti insieme dalla cuticola della larva di Plusia, la quale cuti- cola si è però fessa lateralmente e irregolarmente e copre per- ciò soltanto la parte superiore e inferiore dei puparii. Il capo della larva di Plusia è sempre ben visibile nella parte anteriore di ciò che è ormai una spoglia mummificata della larva stessa. Una larva di Plusia con un pupario di Voria & lunga mm. 9, ‚con 5-6 puparii mm. 18-20. Io non conosco il tempo impiegato dalla Voria a svilupparsi da ovo ad adulto, ma avendo osservato che in Ottobre dalla for- mazione del pupario all’uscita dell’adulto decorrono 11-12 giorni e che lo sviluppo della larva adulta nel corpo della larva di Plu- sta coincide anche colla trasformazione delle larve sane di Plusia, suppongo che il numero delle generazioni della Vorza sia uguale o poco diverso da quello della Plusia gamma. La Voria (Plagia) ruralis (Fall) è stata indicata da varii Autori parassita anche delle se:uenti specie: Anarta myrtilli (L.), Arctia Hebe (L), Mamestra brassicae (L.), Plusia chrysitis (L.), Pyrameis atalanta (L.). Essa è diffusa in tutta Europa. IMPORTANZA DELLA VORIA RURALIS NEL COMBATTERE LA PLU- SIA GAMMA, — Questa Voria non è stata da me osservata molto Oe ene ee Fs ee ee ee ee PET "e ys Mg NE f AED rn — 311 — comune. Soltanto nel Novembre 1906 fra 420 bozzoli di Plusia 43 contenevano larve con puparii di Voria, i quali erano in tutto 130. Perciò a giudicare da questa percentuale si dovrebbe rite- nere poco importante il parassitismo della Vorza rwralis rispetto alla Plusia gamma, ma senza molte osservazioni continuate per varii anni non è possibile affermare in modo assoluto quanto sopra. Questo Tachinide può essere, oltre che parassita primario, an- che secondario, quando attacca Plusie già infette di Lifomastix. CAUSE NEMICHE ALLA VORIA RURALIS — Conosco particolar- mente un parassita della famiglia Chalcididae di cui appresso parlo. Pteromalus nidulans Thoms. FEMMINA (Fig. XXV, 3) — Il corpo è di color verde scuro a riflessi metallici colle zampe, eccettuate le anche, gialle scure. Antenne di 13 articoli, dei quali il 3° e il 4° sono brevissimi anu- lari. Lunga mm. 1,7-2,3. MascHIO. — Si distingue facilmente dalla femmina per l'addome ovale, poco allun- gato, e le antenne aventi gli articoli dal 3° in poi tanto lar- 2 3 ghi che lunghi, mentre nella Fig. XXV. femmina sono più larghi che Pteromalus nidulans: 1. larva; 2. pupa; 3. a- lunehi dulto, (ingr). a Per maggiori dettagli di descrizione si confronti il lavoro di Masi pubblicato in questo stesso « Bollettino » vol. III, p. 122. LARVA ADULTA (Fig. XXV, 1). — Bianca, nuda, poco più as- sottigliata posteriormente che anteriormente; lunga mm. 3 e larga 1,3. Capo molto corto, fornito di due antenne cortissime, subci- lindriche, di due peli submediani e due sublaterali cortissimi. La bocca è infera, subapicale, molto piccola e armata internamente di due corte mandibole a forma di triangolo, diritte, acute. Costumi. La femmina di questo Pteromalo è stata più volte da me vista dentro il bozzolo di larve di Plusia gamma parassitizzate dalla Vo- ria. Non so se essa si lascia chiudere dalla larva di Plusta dentro — 318 — il bozzolo oppure se vi penetra in seguito per qualche piccolo foro della parete. E molto mansueta quando si trova vicino alla vit- tima, che è la Voria ruralis Nelle pupe di questa deposita 13-20 ova, almeno io ho osservato tante larve nei puparii. Le pupe restano libere nel pupario della Voriza senza circondarsi di alcun involucro. Da 29 pupe di Voria parassitizzate da questo Calcidide il 6 Novembre 1906, gli adulti fuoriuscirono dal 9 al 16 Maggio 1907 e in numero complessivo di 383 individui. Di 43 bozzoli di Plustia, contenenti larve infette di Vorza, undici avevano nel loro interno una femmina di Pleromalus. Non ho seguito lo sviluppo di questo Calcidide in estate, ma è probabile che dalla metà di Maggio ai primi di Novembre esso possa compiere almeno due altre generazioni. È specie nota per l'Europa settentrionale, ma trovandosi an- che nell’Italia meridionale, deve avere in realtà una larga distri- buzione. Fales pumicata (Meig.) Syn. Tachina, Senometopia, Phorocera pumicata Auct. ADULTO (Fig. XXVI). Di color nero-azzurro cogli occhi pelosi. Lungo mm. 9, largo al me- sonoto 3,2. PUPARIO. -- Di colore rosso mattone o più scuro, di forma ellittica, misurante 7 mm. in i i ; lunghezza e 3,8 in larghezza. Sulla sua superfice Fig. XXVI. sono visibili le divisioni segmentali e nella parte Pales pumicata: adulto, ‘posteriore sporgono due cortissimi tubercoli CREO: submediani, che partono gli stigmi. Questa specie è diffusa in tutta l'Europa ed era stata fin qui indicata come parassita della Thawmatopoea processionea (L.). Io ne ebbi pochi esemplari nel 1906 da crisalidi di Plusia gamma. La larva adulta di questo Tachinide fuoriesce dalla cri- salide per un foro praticato sulla parte anteriore del corpo o sul- l'addome dietro le pteroteche e si trasforma in pupa nel bozzolo (almeno i pochi esemplari da me osservati così fecero). — 319 — È BIBLIOGRAFIA. 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Io nel 1898, ricorrendo solo a dissezioni, ritrovai in tutti i Diplopodi queste due ghiandole tubulose e l’accennai nelle « Note preliminari sulla morfologia dei Diplopodi » (R. Ac Lincei (5) VII, p: 180): Or ora il Dr. Rossi ha pubblicato una nota preliminare « Sul- Vapparecchio digerente del /lus communis » (Boll. Soc. ent. ital. XXXIV), dove tratta naturalmente anche delle ghiandole anteriori e ripete che esse sono due. Egli si diffonde su alcune partico- larità anatomiche di tali ghiandole e ne indica il vero sbocco, però non ne nomina affatto altre e meglio anzi non qualifica per ghian- dolare il tessuto, alla cui topografia egli accenna, e che chiama < così detto adiposo ». Dalle mie osservazioni invece sul Pachyyiulus communis ri- sulta che le ghiandole cefaliche o anteriori sono otto (quattro paia); delle quali due sono tubulose e sboccano, come indicò il Rossi, (1) Questa nota fu stampata a parte il 9 Giugno 1902 in poche copie, che sono affatto esaurite, perciò credo opportuno riprodurla integralmente in que- sto periodico coll’aggiunta di una figura. al margine libero dell’Hypostoma fra le mascelle e le galee, due (Fig. 1, y') sono a grappolo, stanno situate dentro il capo, in- nanzi l’encefalo, e sboccano nella parte superiore laterale della cavità boccale, due (Fig. 1, y?) sono ugualmente a grappolo e situate nel capo, però più in dietro delle pri- me ed hanno lo sbocco nella parte superiore del- la bocca, meno lateral- mente delle altre, due sono ancora a grappolo e sboccano nella parte posteriore ventrale della bocca fra le mandibole e l’ipofaringe, estenden- dosi all’indietro per tutta la lunghezza dell’intesti- no anteriore. Sono ap- punto quest'ultime ghian- dole, le quali, circondan- do posteriormente ad a- nello l’intestino anteriore e restando ad esso for- Volta della cavità boccale di Pachyiulus communis: I la- temente unite DEN mine palatine, L labbro superiore, e! ghiandole palatine, zo di numerose trachee, y' condotto escretore delle glandulae buccales laterales, rs : aes x y? condotto escretore delle glandulae buccales mediales. furono dichiarate per un tessuto di natura ignota, ma simile a quello adiposo, e dal Plateau e dal Visart (Soc. Nat Napoli VIII) e recentemente anche da! Rossi. Questi comprese che tale tessuto era ben distinto da quello adiposo e che nulla aveva a che fare, con quello perintestinale, ma nemmeno sospettò la vera sua natura. Del resto tanto il Plateau che il Visart avevano dubi- | tato che tale tessuto fosse adiposo, poichè il primo scrisse che è _ formato de petit globule comme un tissu graisseux, e Visart par- È lando, nelle conelusioni, di detto tessuto, lo chiama adiposo, ma | con un punto interrogativo. A me sembra abbastanza interessante la scoperta di altre tre pair di ghiandole anteriori nei Diplopodi e specialmente di Fig. 1. 21 — 322 — teriori Glandulae buccales laterales ele posteriori Glandulae bue- cales mediales. Le ghiandole che prima fiancheggiano e poi cir- condano completamente il prointestino possono chiamarsi Glam - dulae mandibulares, e G. maxillares infine quelle sboccanti al margine libero dell’Hypostoma. Le prime tre paia, ho detto, sboc- cano nella cavità boccale e quindi possono ben ritenersi vere sa- livali: le Glandulae maxillares invece è probabile che secernano una sostanza, che molti Diplopodi usano per impastare terra, con la quale fabbricano i nidi per ricoverarsi durante la muta, i pe- riodi di siccità o la deposizione delle uova; possono esse. secer- nere probabilmente anche seta Infatti in Misiones dell’Argentina trovai sotto pietre alcuni nidi di Crypturodesmus, i quali erano formati da uno strato sterno terreo ed uno interno sottile sericeo. Non avendo tali Polidesmidi ghiandole sericipare posteriori, è assai verosimile che la seta tappezzante la parete interna del nido sia stata secreta dalle Glandulae maxillares. Le ghiandole cefaliche o anteriori dei Diplopodi sono certa- mente omologhe alle G. duccales, mandibulares e maxillares dei Chilopodi. Gy. SZEPLIGETI =: Ein neuer Sigalphus (Braconidae) aus Dacus oleae (Gmel.). Sigalphus daci sp. n. © Kopf quer, Stirn und Scheitel glatt, Wangen kurz. Fühler 20-gliedrig, etwas kürzer als der Körper, Endhälfte perlschnur- förmig. Mesonotum glatt, Parapsiden tief, Schildchen glatt, die Grube breit, Metanotum runzelig. Hinterleib elliptisch, etwas kürzer als der Thorax, glänzend, sehr fein lederartig runzelig, mit undeutlichen Längsrunzeln, Ende glatt, der Hinterrand unten leicht gebuchtet; nur die erste Sutur ausgebildet. Schwarz; Mundteile und Beine gelbrot, 5te° Tarsenglied und Ende der Hinterschienen braun. Flügel hyalin, Randmal braun, Tegula gelbrot. Länge mm. 2, Bohrer etwas kürzer als der Hinterleib. Parasit des Dacus oleae (Gml.) aus Transvaal. F. SILVESTRI ==: Contributo alla conoscenza dei Machilidae dell’ America settentrionale. Le specie di Machilidae del Nord America, compreso il Mes- sico, fino ad ora note sono le seguenti: Machilis variabilis Say, M. vittata Burm., M brevicornis Pack, M. cavernicola (Tellk.), M. orbitalis Pack., M. aurantiaca Schott, M arctica Folsom e M. conjuncta Folsom. Durante una breve escursione, che io feci in quella regione nel 1908, raccolsi esemplari di tredici specie e di altre due ebbi esemplari in comunicazione, così che ho avuto sott'occhio quin- dici specie di Machilidae del Nord America. Di esse una, rap- presentata da buon numero di esemplari, ma giovani, è ritenuta da me come Machilis (?) variabilis Say, è largamente distribuita nella parte orientale degli Stati Uniti e non è qui descritta, perchè, ripeto, non ho in collezione esemplari adulti. A Cold Spring (Long Island, N. Y.) raccolsi esemplari di 7rigonophthalmus alternatus (Silv.), che non sono riuscito a distinguere da quelli dell'Europa. Delle altre tredici specie, dodici sono descritte in questa nota come nuove ed una, che è riferita al Machilis aurantiacus Schott, viene pure ridescritta sotto il genere Machilinus Silv, cui essa realmente appartiene. Fra i Machilidae del Nord America qui ricordati meritano una speciale menzione i due generi nuovi Me- somachilis e Hypomachilodes, perchè posseggono un processo coxale soltanto al 3° paio di zampe, mentre i generi finora cono- sciuti hanno un tale processo al 2° e al 3' paio, oppure ne sono affatto sprovvisti. Del genere A/lopsontus si conoscevano specie asiatiche, del Machiloides specie del Sud America e della regione etiopica, del Machilellus specie dell’ Etiopia, della Malesia, delle Galapagos, dell'America meridionale, del Machilinus specie dell’ Europa. Il genere Neomachilis, rappresentato da una specie alofila e il sot- togenere Pedetontus, con varie specie, per quanto sappiamo fino ad ora, sono particolari del Nord America. I Gen. Fetrobius Leach. Corpus, antennarum articulis primo et secundo, palpis, pe- dibus et stilis inclusis, squamis indutum. Oculi inter sese spatio variabili tangentes; ocelli lati, transversales, plus minusve angu- stati et plus minusve pistilliformes. Antennae plus minusve longae, flagelli parte distali in articulis, articulinis numero variantibus, compositis. Mandibulae apice plus minusve distincte 4-dentato. Maxillarum lobus internus eodem ceterarum Machilidarum similis. Palpi maxillares 7-articulati, plus minusve in parte apicali atte- nuati, processu supero-externo articuli primi plus minusve longus. Palpi labiales apicem versus parum crassiores. Arcus thoracicus sat magnus vel sat parvus. Pedes paris secundi et tertii paris processu coxali instructi, tarso gradatim attenuato, praetarsi unguibus attenuatis, acutis, paullulum ar- cuatis. Abdomen. Urosternoram pars mediana longa, ad basim plus minusve lata, triangularis. Urosterna 2-5 vel 2-6 vesiculis utrimque duabus, urosterna 1 et 7, vel 1, 6, 7 utrimque vesicula singula instructa. Stili in segmentis 2-9 sistentes. Ovipositor plus minusve longus, anulatus, inermis vel cal- caratus. Cercus medianus longus vel longior, quam cerci laterales multo longior. S Palpi maxillares ab eisdem foeminae parum diversi, magis setosi et parum crassiores. Urosternum nonum tantum parameris instructum. Paramera anulata vel non. Penis plus minusve longus. Genus hoc in subgenera duo dividendum est: 3 Urosternum octavum medium postice rotundatim productum. Paramera haud anulata. Penis longus, apicem urosterni noni superans. Subgen. Petrobius s. s. Typus P. maritimus Leach '). Sg Urosternum octavum medium postice haud productum. Paramera ad apicem saltem partim anulata. Penis quam urosternum nonum spa- tio sat longo brevior. Subgen. Pedetontus nov. Typus P. californicus sp. n. 1) Europa. — 326 — Petrobius (Pedetontus) ealifornieus sp. n. © Corpus (in alcool) rufescens antennis anulis stramineis parvis, inter sese distantibus (in parte apicali articulorum com- positorum sistentibus) ornatis. Squamae (Fig. I, 1) forma consueta. Oculi (Fig. I, 2) inter sese per c. ‘,, oculi longitudinis tangentes. Oculus singulus (Fig. I, 3) fere '/, latior quam longior. Ocelli late- Fig. I. 1. Corporis squama; 2. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 3. oculus A et ocellus B supra, capite parum obliquo, inspecti; 4. antennae pars basalis '); 5. antennae partis distalis articulini duo; 6. mandibula; 7. maxillae lobi interni apex; 8. foeminae palpus maxil- laris; 9. ejusdem articulus ultimus; 10. palpus labialis; 11. pedis paris tertii tarsus et praetarsus; 12. segmenti quinti urosternum: P pars mediana, R subcoxa, S stilus, V ve- siculae; 13. stilus segmenti quinti; 14. ovipositoris valvarum inferiorum pars apicalis; 15. maris palpi maxillaris articulus ultimus. 1) Squamis semper omissis, rales (Fig. I, 3 B) lati, transversi, pistilliformes. Antennae (Fig. I, 4-5) in exemplis typicis haud integrae, si integrae forsan quam corpus parum longiores vel corpus aequantes, articulis primo et secundo squamis indutis, articulo primo parum magis quam !/, lon- giore quam latiore, flagello gradatim attenuato, parte distali in articulis, articulinis 10 compositis, divisa, sensillis et setis cfr. Neo: a se BOW Mandibulae (Fig. I, 6) apice 4-dentato, dentibus haud acutis. Maxillae lobo interno cfr. fig. I, 7. Palpi maxillares (Fig. I, 8-9) gradatim attenuati, articulo ultimo magis attenuato, processu apicali supero externo articuli primi sat longo, squamis, nec non setis subtilibus et spinis superis ad apicem articuli quinti et superficie supera articolorum 6-7 armati. Palpi labiales (Fig. I, 10) articulo ultimo ce. */, longiore quam latiore, apice aliquantum dilatato et sensillis subconicis consuetis aucto. Thorax. Arcus thoracicus sat parvus. Pedes robusti, squamis et setis numerosis subtilibus nec non infra femore ad apicem, tibia et tarso (Fig. I, 11) setis subspiniformibus armatis, processu coxali quam coxa c. dimidio breviore squamis et setis nonnullis instructo; praetarsi unguibus attenuatis, acutis, apice parum arcuato. Abdomen. Urosterni pars medianain segmento quinto (Fig. I, 12) quam urosterni dimidia longitudinis aliquantum longior. Stili (Fig, I, 13) squamis, setis sat subtilibus, longis et seta apicali ro- busta aucti, segmenti quinti urosterni dimidiam longitudinem sub- aequantes, segmenti noni quam praecedentes °/,, longiores, quam urosternum c. */, breviores. Urosterni septimi pars mediana re- trorsum aliquantum producta, rotundata. Urosterna 1 et 7 utrim- que vesicula singula, urosterna 2-6 utrimque vesiculis duabus instructa. Ovipositor (Fig. I, 14) tenuis, crebre anulatus et setis brevibus subtilibus instructus, apicem stilorum IX paullulum superans, setam apicalem stilorum eorumdem haud superans. Cercus medianus in exemplis asservatis haud integer, si in- teger forsan corporis longitudinem aequans vel quam eadem pa- rum longior. Long. corp. mm. 11, lat. thoracis 2,5; long. antennarum (haud integrarum) 11, palporum maxillarium 4, pedum paris tertii 4, sti- lorum segmenti quinti 0,40, stilorum segmenti noni 1,10, cerci mediani (haud integri) 8, cercorum lateralium 2,8. S Antennarum flagellum quam idem foeminae parum robu- stius; palpi maxillares quam iidem foeminae longiores, infra setis numerosis subtilioribus longis instructi, articulo ultimo (Fig. I, 15) paullulum arcuato, spinis superis parvis. Pedes quam iidem foeminae crassiores. Urosternum octavum parameris nullis; urosternum nonum pa- rameris quam penis parum brevioribus. — 328 — Penis elongatus, setis subtilibus brevibus instructus, apicem urosterni noni spatio sat longo haud attingens. Habitat. Exempla duo Q super M'*™ Lowe (Los Angeles) et nonnulla 9 et g ad S. Francisco parum longe a maris litoribus legi. Petrobius (Pedetontus) superior sp. n. © Corpus (in alcool) fusco-rufescens. Ocali (Fig. II, 1) sat magni, inter sese per c. ‘/ oculorum longitudinem tangentes. Oculus singulus (Fig. II, 2) fere '/, latior quam longior. Ocelli (Fig. II, 2) lati, transversi, pistilliformes, parum angustati. Anten- nae (Fig. II, 3-4) quam corpus longiores, articulo primo c. */, lon- giore quam latiore, flagel- lo gradatim magis atte- nuato, ad api- cem filiformi, aliquantum longe a basi in articulis, articulinis 9- 17 compositis, diviso, articu- lo primo et secundo squa- mosis, ceteris setis et sen- sillis cfr. fig. II, 4. Palpi maxil- Fig. II. lares (Fig. II, 1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oeulus A et ocellus B su- 5 6) longi, at- pra, capite parum obliquo, inspecti; 3. antennae pars basalis; 4. antennae tenuati, arti- partis distalis articulini duo; 5. faeminae palpus maxillaris; 6. ejusdem R articulus ultimus; 7.labii pars cum palpo; 8. pedis paris tertii tarsus et culo ultimo praetarsus; 9. segmenti quinti urosternum; 10. segmenti septimi uro- praesertim at. sternum; 14. segmenti quinti stilus; 12. ovipositoris valvarum inferiorum pars apicalis. tenuato, acu- to, squamis et setis numerosis nec non articulis 5-7 supra spinis instructis, articuli primi processu supero laterali externo sat brevi et latiu- 2 oy es eS eee oo = 7 =” pe sculo. Palpi labiales (Fig. II, 7) articulo ultimo apicem versus gradatim paullulum crassiore, in apice ipso sensillis subconicis, simplicibus instructi. Thorax. Arcus thoracicus sat magnus. Pedes robusti, squamis et setis numerosis brevibus, nec non in parte ventrali tibiae et tarsi (Fig. II, 8) setis subspiniformibus instructi, paris tertii pro- cessu coxali quam coxa c. !/3 breviore, tarso elongato, attenuato, quam tibia °/, longiore; praetarsi unguibus ad apicem paullulum arcuatis. Abdomen. Urosterni pars mediana sat magna, in segmento quinto (Fig. II, 9) quam urosternum dimidium vix brevior. Stili (Fig. II, 11) attenuati, setis subtilibus sat longis et seta apicali sat robusta, in segmento quinto quam urosterni pars praecedens c. '/ breviores, in segmento nono longi, quam praecedentes c. duplo longiores, quam subcoxa urosterni noni vix breviores. Angulus posticus internus subcoxarum IX triangularis apice valde angu- stato, acuto. Urosterna 2-6 utrimque vesiculis duabus, urosterna 1 et 7 utrimque vesicula singula instructa. Ovipositor (Fig. II, 12) tenuis, longus, stilorum nonum apicem et eorumdem setam apicalem inclusam etiam spatio sat longo — mm. 1) superans, valvis sat crebre anulatis setis brevibus et seta apicali longa instructis. Cercus medianus in exemplis asservatis haud integer, si in- teger forsan corporis longitudo parum superans, quam cerci late- rales magis quam duplo longior. Long. corp. mm. 11; lat thoracis 2,5; long. antennarum 12, palporum maxillarium 4,5, pedum paris tertii 4,6, stilorum seg- menti quinti 0,52, stilorum segmenti noni 1,68, cerci mediani haud integri 10, cercorum lateralium 4,5. Habitat. Exempla tria 9 et duo juvenilia ad Lebanon (Oregon) super humum inter cespites vagantia legi. Observatio. Species haec ad Ped. californicus proxima est, sed oculorum magnitudine et ovopositoris longitudine praesertim distinctissima est. Petrobius (Pedetontus) submutans sp. n. © Corpus (in alcool) fusco-nigrescens maculis nonnullis nigris et vittis pallidis ornatum. Corporis squamae paucae (Fig. III, 1) multo longiores quam latiores (p 208 x 39), aliae (Fig. III, 2) forma — 330 — consueta plus minusve longiores quam latiores. Oculi (Fig. III, 3) magni, inter sese fere per oculorum longitudinis */, tangentes; oculus singulus (Fig. III, 4) parum latior quam longior. Ocelli (Fig. III, 4) lati transversales, pistilliformes. Antennae (Fig. III, 5-6) in exemplis typicis haud integrae quam corpus parum longiores, articulo primo fere dimidio latiore quam longiore, flagello grada- tim attenuato parte apicali filiformi, parte distali in articulis, ar- ; ticulinis 8-9- 10-12 compo- sitis divisa , articulis pri- mo et secun- do squamosis, articulis cete- ris setis bre- vibus instru- ctis. Palpi ma- xillares (Fig. III, 7-8) atte- nuati, squa- mis et setis numerosis brevibus, praeter spinas Rig dorsuales ar- i eee en ae eee en ticulorum D7 5. antennae pars basalis; 6. antennae partis distalis articulini duo; 7. pal- 7: instructi ; ORO pedis ii ili de oom! gag ce urosternum; 12. segmenti quinti stilus; 13. ovipositoris valvarum inferio- nultimo quam rum pars apicalis; 14. maris palpi maxillaris articulus ultimus. ultimus ce. uP Jongiore, ultimo magis attenuato. Palpi labiales (Fig. III, 9) articulo ultimo apicem versus gradatim paullulum crassiore, apice sensillis consuetis. Thorax. Arcus thoracicus sat magnus. Pedes squamosi et in- fra praesertim setis brevibus, nec non in parte ventrali femoris, tibiae et praesertim tarsi (Fig. II, 10) setis spiniformibus instructi, paris tertii processu coxali quam coxae longitudo */, breviore, squamis et setis nonnullis longis robustis et aliis brevibus aucto, we van oe Un x È — 31 — tarso quam tibia c. '/, longiore, attenuato, praetarsi unguibus at- tenuatis apice paullum arcuato, acuto. Abdomen. Urosterni pars mediana sat magna, in segmento quinto (Fig. III, 11; quam urosternum dimidium parum longior. Vesiculae in urosternis 1,6-7 utrimque singula et in urosternis 2-5 utrimque duo sistunt. Stili squamis paucioribus et setis brevibus et setis sat longis, sat subtilibus, nec non seta longa apicali ro- busta instructi, in segmento quinto (Fig. III, 12) quam urosterni pars praecedens c. ‘'/, breviores, in segmento nono quam octavi duplo longiores et subcoxas ejusdem segmenti longitudine aequantes. Urosternum septimum margine postico medio retrorsum, rotunda- tim, aliquantum producto; urosterni noni subcoxae angulo interno acuto et ad angulum et parum longe ab eodem setis spiniformi- bus robustis 5 armatae. Ovipositor (Fig. III, 13) tenuis, setam apicalem stilorum IX spatio sat longo (c. 1 mm) superans, valvis crebre anulatis, setis brevibus subtilibus et seta apicali longa instructis. Cercus medianus in exemplis typieis haud integer quam corpus parum longior; cerci laterales quam medianus minus quam */, bre- viores. Long. corp. mm. 11; lat. thoracis 2,6; long. antennarum 12, palporum maxillarium 4, pedum paris tertii 4,40, stiloram segmenti quinti 0,58, stilorum segmenti noni 1,35, cerci mediani 11,5, cer- corum lateralium 3,8. o Palpi maxillares infra setis sat numerosis longis, subtilio- ribus instructi, articulo penultimo quam ultimus (Fig. III, 14) '/; longiore, ultimo vix arcuato. Habitat. Exempla legi ad Tacoma (Eatonville, Elbe), ad Long- mire Springs (M. Tacoma), ad Lebanon (Oregon). Variatio. In exemplis ex Eantoville oculus singulus interdum tam latus, quam longus vel paullum longus quam latus. Observatio. Species haec ad P. superior affinis est, sed oculis inter sese spatio majore tangentibus et urosterno sexto utrimque vesicula singula instructo bene distincta. Petrobius (Pedetontus) persquamosus sp. n. Q Corpus (in alcool) castaneum macula nonnulla parva ob- scuriore. Oculi (Fig. IV, 1) inter sese per oculi longitudinem e. */, tangentes. Oculus singulus (Fig. IV, 2) subaeque longus — 332 — atque latus. Ocelli (Fig. IV, 2) lati, transversi, angustati, parum pistilliformes. Antennae (Fig. IV, 3-4) articulo primo ce. !/; lon- giore quam latiore, flagello in exemplis typicis haud integro, si integro forsan corporis longitudinem subaequante, gradatim magis attenuato, parte distali in articulis, articulinis 8-10 compositis, divisa, articulis 1-2 squamosis, ceteris setis cfr. Fig. IV, 4. Palpi maxillares (Fig. IV, 5) arti- culo ultimo quam penultimus c. '/; breviore, apicem ver- sus attenuato, spinis dorsuali- bus elongatis armato, articulis omnibus bene squamosis et setis brevibus sat numerosis instructo. Palpi labiales (Fig. IV, 6) articulo ultimo apicem versus gradatim parum cras- siore, apice sensillis elongatis, conicis instructo. Thorax. Arcus thoracicus sat parvus. Pedes robusti cras- siusculi, squamis numerosis etiam in tarso et setis brevi- bus parum numerosis, nec non ad femoris apicem ven- Fig. IV. tralem, tibiae et tarsi praeser- 1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus tim (Fig. IV, 7) facie infera A et ocellus B supra et parum oblique inspecti; ER ; 3. antennae pars basalis; 4. antennae partis di- setis subspiniformibus. elon- Sia articulini duo; 5. foenumae palpi ln: gatis, aucta, praetarsi ungui- articulus ultimus; 6. palpus labialis; 7. pedis paris È x tertii tarsus et praetarsus; 8. segmenti quinti uro- bus sat elongatis, apice at- sterni: P pars nen, AD oLan Status V ve- tenuato, acuto, paullulum ar- sieulae; 9. stilus segmenti quinti. È 2 da cuato, pedis paris tertil pro- cessu coxali quam coxa parum minus quam dimidium breviore, tarso quam tibia parum longiore. Abdomen. Urosterni pars mediana sat magna, in segmento quinto (Fig. IV, 8) quam urosterni longitudo c. */, breviore; urosterni septimi pars mediana postice rotundatim aliquantum producta. Vesiculae in segmentis 1,6,7 utrimque singula, in segmentis 2-5 utrimque duo sistentes. Stili in segmento quinto (Fig IV, 9) quam urosterni pars praecedens dimidio c. breviores, bene squamosi, setis modice numerosis attenuatis et seta sat robusta apicali in- — 333 — structi. Stili segmenti noni quam octavi c duplo longiores et quam subcoxae ejusdem segmenti parum breviores. Superficies infera subcoxarum postice, ad marginem, spinis 2-3 robustis armata. Ovipositor tenuis, valvis crebre anulatis et breviter setosis, stilorum segmenti noni setam apicalem paullulum superans. Cercus medianus integer quam corpus paullulum brevior et quam cerci laterales magis quam duplo longior. Mas ignotus. Long. corp. mm. 10; lat. thoracis 2,4; long. antennarum haud integrarum 7, palporum maxillarium 3,5, pedum paris tertii 3,6, stilorum segmenti quinti 0,45, stilorum segmenti noni 1,25, cerci mediani 9, cercorum lateralium 3,5. Habitat. Exempla duo in nemoribus ad Shasta Springs (Ca- lifornia) inter saxa legi. Observatio. Species haec, toeminae characteribus saltem, ad P. submutans proxima est, sed oculorum forma, squamis in pal- porum maxillarium articulo ultimo, in stilis et in tarso magis nu- merosis sat bene distincta est. Petrobius (Pedetontus) ealearatus sp. n. Corpus (in alcool) obscure casteneum. Oculi (Fig. V, 1-2) magni, inter sese fere per longitudinis oculi 7/, tangentes. Oculus singulus (Fig. V, 2) fere tam longus quam latus. Ocelli laterales (Fig. V, 2) lati, transversi, sat angusti, quam oculi fere '/; minus lati, forma parum subpistilliformi. Antennae (Fig. V, 3-4) quam corpus, secun- dum exempla asservata, aliquantum breviores, articulis primo et secundo squamosis, primo e. duplo longiore quam latiore, flagello gradatim attenuato, parte distali in articulis, articulinis (9-)10 com- positis, divisa, setis et sensillis cfr. fig. V, 4. Mandibulae (Fig. V,5) apice latiusculo, parum profunde 4-lo- bato. Maxillae lobo interno cfr. fig. V,6, lobo externo in parte apicali sensillis nonnullis conicis brevissimis et setis brevissimis subtilibus sparsis aucto. Palpi maxillares (Fig. V, 7-8) sat breves, gradatim attenuati, toti squamosi et setis nonnullis sparsis, nec non ad apicem articuli quinti et per superficiem superam articu- lorum 6-7 spinis nonnullis robustis armati. Palpi labiales articulo — ultimo (Fig. V, 9) apicem verrus paullulum dilatato et in apice ipso sensillis nonnultis subconicis, longiusculis, instructo. — 334 — Thorax. Arcus thoracicus parvus. Pedes sat longi et sat ro- busti, toti squamosi, processu coxali conico, paris tertii quam coxae longitudo fere dimidio breviore, squamis et setis nonnullis instructo, femore, tibia et tarso (Fig. V, 10) infra setis subspinifor- x: n LAN CARON LANA A DAS FI APR iP Fig. V. 1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus et ocellus supra, capite parum obliquo, inspecti; 3. antennae pars basalis; 4. antennae partis distalis articulini duo; 5. mandibulae apex; 6. maxillae lobi interni apex; 7. foeminae palpus maxillaris; 8. palpi maxillaris articulus ultimus; 9. palpi labialis articulus ultimus; 10. pedis paris tertii tarsus et prae tarsus; 11. segmenti quinti urosternum; 12. segmenti septimi urosternum; 13. segmenti quinti stilus; 14. ovipositoris valvarum inferiorum pars apicalis; 15. maris palpi maxil- laris articulus ultimus; 16. maris urosternum octavum; 17. maris urosternum nonum: F paramera, G penis, P urosterni pars mediana, R subcoxa, S stilus. mibus nec non setis subtilibus auctis, praetarsi unguibus sat bre- vibus, apice attenuato acuto paullulum arcuato. Abdomen. Urosterni pars mediana in segmento quinto (Fig. V, 11) quam urosternum dimidium aliquantum longior, urosterni septi- mi pars postica mediana (Fig. V, 12) postice rotundatim aliquantum producta. Stili segmenti quinti (Fig. V, 15) quam urosternum c. dimidio breviores, squamis et setis subtilibus longis, nec non seta ıobusta longa apicali aucti; stili segmenti noni quam subcoxae ejusdem segmenti c. */. breviores, crassiusculi. Subcoxae segmenti noni ad apicem parum longe a margine interno spinis 2-3 in-. — 335 — structae. Urosterna 2-5 utrimque vesiculis duabus, urosterna 1, 6 et 7 utrimque vesicula singula aucta. Ovipositor (Fig. V, 14) crassus, stilos segmenti noni vix supe- rans valvis crebre anulatis, setis subtilibus sat longis et anu- lis 2-3 apicalibus processibus 3-5, nec non anulis 4-5 valvae sin- gulae parum ante partem apicalem seta robusta spiniformi sat longa introrsum vergente armatis. Cercus medianus quam corpus parum longior et quam la- terales °/, longiores. Long. corp. mm. 10; lat. thoracis 2,2; long. antennarum 8, pal- porum maxillarium 3, pedum paris tertii 3,2, stilorum segmenti quinti 0,40, stilorum segmenti noni 1,10, cerci mediani 10,5, ceı- corum lateralium 3,5. O Palpi maxillares quam iidem foeminae parum longiores, infra (Fig. V, 15) setis numerosis longis subtilioribus instructi. Urosternum octavum (Fig. V, 16) vesiculis vet parameris nul- lis; urosterum nonum parameris quam penis vix brevioribus. Penis (Fig. V, 17) quam urosternum aliquantum brevior, parte apicali subeylindracea, aliquantum depressa. Habitat. Exempla nonnulla vidi ad Valmont Buttes et Boulder Cafion (Colorado) collecta et in Museo New Yorkensi asservata. Machilis? strenua sp. n. Corpus (in alcool) rufescens. Oculi (Fig. VI, 1) inter sese fere per oculi longitudinis °/, tangentes; oculus singulus (Fig VI, 2) c. '/,, latior quam longior. Ocelli (Fig. VI, 2) latiores, transversi, angustati, subpistilliformes. Antennae (Fig. VI, 3-4) quam corpus longiores, totae squamis et setis instructae, articulo primo fere dimidio breviore quam longiore, flagello gradatim magis atte- nuato parte apicali subfiliformi, c. dimidia parte distali in arti- culis, articulinis c. 18 compositis, divisa, setis et sensillis cfr. fig, VI, 4 Palpi maxillares (Fig. VI, 5-6) longi, apicem versus ali- quantum attenuati, squamis et setis brevibus numerosis nec non spinis dorsualibus brevibus, robustis in articulis 5-7 instructi, articuli primi processu supero apicali externo longo, articulo penultimo quam ultimus '/; longiore, articulo ultimo vix arcuato. Palpi la- biales (Fig. VI, 7) articulo ultimo subtriangulari, apice latiore, oblique truncato, sensillis numerosis instructo. — 336 — Thorax. Arcus thoracicus parvus. Pedes longi, robusti, squamis et setis brevibus nec non in femoris, tibiae et tarsi parte infera spinis apice nigriscentibus instructi, paris tertii processu coxali quam coxa fere dimidio breviore, tarso quam tibia parum lon- giore, praetarsi unguibus brevibus, apice paullulum arcuato. Abdomen. Urosterni pars mediana sat magna, in segmento quinto (Fig. VI, 8) c. dimidium urosternum aequans. Urosternum Fig. VI. 1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A etocellus B supra, capite parum obli- quo,inspecti;3 antennae pars basalis; 4. antennae partis distalis articulini duo; 5. palpus maxillaris; 6. ejusdem articulus ultimus; 7. palpus labialis; 8. segmenti quinti uroster- num; 9. segmenti quinti stilus; 10. pars postica subcoxarum segmenti noni et ovipositoris, stilorum pars basalis: 0 ovipositor, R subeoxae, S stili. r i" medium postice rotundatim aliquantum productum, urosterni noni subecoxarum angulo interno triangulari acuto et superficie postica ad marginem setis tribus robustis aucta. Stili (Fig. VI, 9) | squamis et setis longis, robustis, nigrescentibus nec non spina 3 apicali sat robusta et sat brevi instructi, segmenti quinti quam — urosterni pars praecedens c. '/; breviores, segmenti noni quam — octavi fere ‘/, longiores et subcoxas ejusdem segmenti longitu- dine subaequantes. | i MN SEEN — 337 — Ovipositor (Fig. VI, 10) crassus, brevis, apicem anguli interni urosterni noni paullulum superans, valvis anulatis setis brevibus subtilibus instructis. Cercus medianus quam corpus longior, sed in exemplis typicis haud integer est, quam cerci laterales magis quam duplo longior. Long. corp mm. 12, lat. thoracis 2,6; long. antennarum (haud omnino integrarum) 15, palporum maxillarium 5, pedum paris tertii 4,5, stilorum segmenti quinti 0,65, stilorum segmenti noni 1,7, cerci mediani haud integri 12, cercorum lateralium 5. Mas ignotus. Habitat. Exempla tria inter saxa in nemoribus ad Shasta Springs (California) legi. Observatio. Species haec antennarum articulis omnibus squa- mosis, palporum labialium forma, ovipositoris brevitate et crassitie a praecedentibus distinctissima est et magno cum dubio ad gen. Machilis Latr. relata; forsan cum mas notus sit, ad genus novum adscribenda est. 7 Allopsontus americanus sp. n. o Corpus (in alcool) rufo-fuscum. Oculi (Fig. VII, 1) inter sese spatio parvo, c. per oculi longitudinis !/3, tangentes. Oculus singulus (Fig. VII, 2) c. '/,latior quam longior Ocelli (Fig. VII, 2) lati transversi, subrettangulares inter sese spatio lato remoti. An- tennae in exemplo typico haud integrae, parte sistente (long. mm.2,5) squamis et setis instructa, articulo primo fere duplo longiore quam latiore. Palpi maxillares (Fig. VII, 3) elongati, parte distali atte- nuata, squamosi et setosi, infra setis subtilioribus longis instructi, articuli primi processu supero apicali sat longo, triangulari, partis distalis spinis dorsualibus sat longis, articulo penultimo quam ultimus c. '/, longiore, articulo ultimo (Fig. VII, 4) sat attenuato. Palpi labiales (Fig. VII, 5) articulo ultimo apice aliquantum di- latato, introrsum aliquantum producto, sensillis numerosis aucto. Thorax. Arcus thoracicus sat parvus. Pedes sat robusti, squamis vestiti et setis subtilibus, infra sat longis vel longis, in- structi, nec non in parte infera femoris, tibiae tarsique setis non- nullis longis sat robustis aucti, pedis paris tertii processu coxali quam coxae longitudo c. '/; breviore, tarso (Fig. VII, 6) gradatim attenuato quam tibia c. 1/; longiore, praetarsi unguibus sat longis, attenuatis, apice paullulum arcuato. 22 A ii — 338 — Abdomen. Uresternorum pars mediana (Fig. VII, 7) sat magna triangularis; urosterna 1, 6-7 utrinque vesicula singula et uro- sterna 2-5 utrinque vesiculis duabus instructa; subcoxae segmenti octavi utrinque, spatio sat longo ante marginem posticum, spina auctae, subcoxae segmenti noni pa- rum longe a mar- gine interno serie longitudinali spina- rum 6-7 instructae. Stili (Fig. VII, 8) squamis sat longis, sat subtilibus nec non seta apicali in- structi, stili seg- menti quinti quam urosterni pars prae- cedens dimidio bre- viores, segmenti noni quam octavi C. ”/; longiores et aliquantum crassio- Fig. VO. 1. Oculi A et ocelli B supra inspectì; 2. oculus A et ocellus B supra, capite parum obliquo, inspecti; 3. palpus maxillaris; 4. T€S, quam subcoxae ejusdem articulus ultimus; 5. palpus labialis; 6. pedis paris tertii tar- ejusdem segmenti sus et praetarsus; 7. urosternum segmenti quinti; 8. ejusdem stilus. */, breviores. Penis subcylindraceus, apicem urosterni noni spatio sat longo haud attingens, quam paramera vix longior. Paramera forma con- sueta, anteriora multo brevia, postica penis longitudinem subae- quantia, anulis incompletis 6-7 interne setis numerosis brevibus crassiusculis instructa. Cerci in exemplis typicis haud integri sunt. Long. corp. mm. 8,5, lat. thoracis 2; long. antennarum ?, pal- porum maxillarium 3, pedum paris tertii 3,35, stilorum segmenti quinti 0,33, stilorum segmenti noni 0,80, cercorum ?. Habitat. Exempla duo in nemoribus ad Jalapa (Mexico) legi. Gen. Mesomachilis nov. © Corpus antennis fere usque ad apicem, palpis, pedibus et stilis inclusis, squamis indutum. Oculi (Fig. VIII, 1-2) sat magni, — inter sese spatio magno tangentes. Ocelli lati, transverse pistilli- fee n di Anti atlanti nnt det Ag ei formes. Antennae (Fig. VII, 3-4) articulo primo fere duplo lon- giore quam latiore, flagello longo, sat robusto, gradatim attenuato longitudinis causa apice filiformi, articulis aliquantum longe a basi articulinis 15-18 compositis, setis et sensillis cfr. Fig. VII, 4. Mandi- bulae (Fig. VIII, 5) apice bene 4-dentato. Palpi maxillares (Fig. VIII, Fig. VIII. 1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A et ocellus B supra, capite parum obli- quo, inspecti; 3. antennae pars basalis; 4. antennae partis distalis artieulini duo; 5. man- dibulae apex; 6. palpus maxillaris; 7. palpi maxillaris articulus ultimus; 8. labii pars cum palpo; 9. pes paris tertii; 10, segmenti quinti urosternum; 11. segmenti quinti stilus; 12. maris pes paris tertii: E processus coxalis; 13. maris pedis paris tertii pars basalis externa coxae; 14. maris urosterna 8um et dum. 6-7) longi, forma consueta. Palpi labiales (Fig. VIII, 8) articulo ultimo apicem versus gradatim parum crassiore, sensillis apicalibus subconicis instructo. Arcus thoracicus magnus. Pedes sat longi et sat robusti, paris tertii (Fig. VIII, 9) lantum processu coxali instructi, tarso gradatim parum attenuato, infra seriebus duabus setarum spini- formium armato, praetarsi unguibus acutis paullulum arcuatis. Abdomen. Urosternum 2-7 pars mediana (Fig. VIII, 10) sat magna, triangularis; urosterna primum, sextum et septimum utrin- que vesicula singula, urosterna 2-5 utrinque vesiculis duabus — 340 — instructa. Stili in urosternis 2-9 sistentes, subtus setis sat robustis aucti. Cerci longiores. Ovipositor brevis, robustus, anulatus, breviter setosus, inermis. ST Pedum paris terlii cora processu minimo (Fig. VIII, 12- 13 E) instructa. Penis (Fig. VII, 14) apice, lato, depresso infra spinulis aucto, quan paramera longiore. Segmentwn nonum tantum parameris duobus (Fig. VII, 14) instructum. Typus: Mesomachilis nearclicus Sp. n. Observatio. Genus hoc ad Petrobius Leach proximum, sed pedibus paris secundi processu coxali destitutis praesertim di- stinctissimum est. Mesomachilis neareticus sp. n. Corpus (in alcool) rufo-castaneum. Oculi (Fig. VIII, 1-2) in- ter sese c. per °/, longitudinis tangentes; oculus vix latior quam longior. Ocelli (Fig. VI,2) pistilliformes, parte mediana multo angu- stata. Antennae in exemplis asservatis haud integrae, quam cor- pus '/, longiores. Palpi maxillares (Fig. VIII, 6-7) articulo ultimo sat attenuato, spinis superis robustis. Palpi labiales (Fig. VIII, 8) ad apicem c. */, quam ad basim latiores. Pedes infra et supra setis nonnullis tenuibus, tarso (Fig. VII,9) infra seriebus duabus setarum subspiniformium et tibia et fe- more, ad apicem, etiam setis nunnullis subspiniformibus auctis. Pedes paris tertii (Fig. VIII, 9) processu coxali bene evoluto, conico, quam coxa dimidio vel aliquantum magis quam dimidium breviore. Stili (Fig. VIII, 11) infra setis sat numerosis, sat robustis, in parte distali nigriscentibus et seta robusta apicali spiniformi aucti, segmenti quinti quam urostermi longitudinis c.!/; breviores, seg- menti noni quam quinti c. duplo longiores, quam subcoxae ejusdem segmenti (processu interno haud sumpto) parum longiores. Urosterni segmenti quinti pars mediana (Fig. VIII, 10) quam urosternum idem parum minus quam dimidium brevior. Urosterni septimi an- guli mediani retrorsum rotundatim vix producti. Ovipositor urosterni noni apicem vix superans. Cercus medianus quam corpus longior et quam cerci laterales magis quam duplo longior. a De na calorici it ic in sc hall È di - ‘ — 341 — Long. corp. mm. 12; lat. thoracis 2,9; long. antennarum 18, palpi maxillaris 5, pedum paris tertii 4, stili segmenti quinti 0,95, stili segmenti noni 2, cerci mediani 15. o Foeminae similis, parum minor, characteribus in generis descriptione expositis diversus est Habitat Exemplum typicum 9 ad M.'e™ Lowe (Los Angeles) et alterum 9 super saxum ad Yosemite Park (California) legi; exem- plum 9 etiam vidi ad Boulder Caîion (Colorado) collectum et mares duos ex eodem loco. Gen. Neomachilis nov. Q Corpus, antennarum articulis 1-2, palpis, pedibus et stilis inclusis, squamis (Fig. IX, 1) indutum. Oculi (Fig. IX, 2-3) inter Fig. IX. 1. Corporis squama dorsualis; 2. oculi A et ocelli B supra inspecti; 3. oculus et ocellus B supra, capite parum obliquo, inspecti; 4. antennae pars basalis; 5. antennae partis di- stalis articulinus; 6. mandibulae apex; 7. maxillae lobi interni apex; 8. foeminae palpus maxillaris; 9. ejusdem articulus ultimus; 10. foeminae labii pars cum palpo; 11. palpi labialis apex; 12. pes paris tertii; 13. pedis paris tertii tarsus et practarsus; 14. segmenti quinti urosternum; 15. segmenti quinti stilus; 16. ovipositoris valvarum inferiorum pars apicalis; 17. maris palpi maxillaris articulus ultimus; 18. maris labii pars cum palpo; 19. maris urosternum octavum; 20, urosternum nonum. sese spatio sat magno tangentes. Ocelli (Fig. IX, 3) transversi, ante partem anticam lateralem oculorum siti, nigri. Antennae fla- er gello gradatim attenuato et in parte distali in articulis, articuli- nis 8-10 compositis, diviso. Mandibulae (Fig. IX, 6) apice 4-dentato; maxillae lobo interno cfr. fig. IX, 7. Palpi maxillares (IX,8-9) parte distali gradatim attenuata. Palpi labiales (Fig IX, 10) articuli ul- timi apice quam basis paullum crassiore, sensillis subconicis, simplicibus instructo. Arcus thoracicus sat magnus. Pedes secundi et tertii paris (Fig. IX, 12-13) processu coxali instructi, tarso gradatim attenuato praetarsi unguibus acutis, paullulum arcuatis. Abdomen. Urosternorum 2-7 pars mediana (Fig. IX, 14) sat magna, longa, triangularis; urosterna 1-7 utrinque vesicula sin- gula instructa, urosterna 2-9 utrinque stilo aucta. Ovipositor tenuis, longus, anulatus. Cercus medianus longus, quam cerci laterales multo longior. $ Palpi maxillares articulo ultimo (Fig. IX, 17) paullulum attenuato, articulorum ultimi et penultimi parte infera setis bre- vissimis pluribus instructa. Palpi labiales (Fig. IX, 18) articulo secundo parum longe a basi extrorsum dilatato. Paramera (Fig. IX, 19-20) in segmento 8° et in segmento 9° sistentia. Penis subcylindraceus quam segmenti noni urosternum brevior. Typus: Neomachilis halophilus sp. n. Observatio Genus hoc ad Dilta Strand proximus, sed ocellorum forma et maris characteribus bene distinctum est. Neomachilis halophilus sp. n. Corpus (in alcool) rufo-castaneum Oculi (Fig. IX, 2-3) inter sese parum magis quam dimidia longitudo oculi tangentes. Oculus singulus (Fig. IX, 3) parum magis quam '/, latior quam longior. Ocelli laterales (Fig. IX, 3) inter sese multo remoti, transversi, subrectangulares lateribus externo et interno plus minusve rotun- datis, magis quam ?/, latioribus quam longioribus, latere externo oculorum marginis externi libellam parum superantes. Antennae (Fig. IX, 4-5) quam corpus aliquantum breviores, articulo primo minus quam duplo longiore quam latiore, flagelli parte basali sat crassa, parte cetera gradatim magis attenuata, ab articulo 10-13 in articulis compositis, apicem versus gradatim magis distinctis — et articulinis magis numerosis constitutis, divisae, articulo apicali (vel subapicali) articulinis 10 composito, setis cfr. Fig.IX,5 Palpi 3 — 343 — maxillares (Fig. IX, 8-9) articuli primi processu supero laterali externo brevi, articulo ultimo attenuato acuto, spinis superis sat robustis. Palpi labiales (Fig. IX, 10) articuli ultimi apice quam ceterum paullum crassiore. Arcus thoracicus sat magnus. Pedes robusti, toti squamosi, tarso infra setis sat numerosis, sat robustis instructo, tibia etiam seta nonnulla robusta infra aucta, praetarsi unguibus apice paul- lum arcuato, processu coxali paris tertii quam coxae longitudo dimidio breviore. Abdomen. Urosterni quinti (Fig. IX, 14) pars mediana quam longitudo ejusdem urosterni dimidio brevior. Urosterni septimi subcoxarum angulus internus retrorsum spatio sat longo (mm. 0,16) productus, rotundatus. Stili seta apicali longa, robusta et setis sat numerosis ventralibus sat numerosis, longis, parum robustis in- structi, segmenti noni quam ceteri aliquantum robustiores et lon- ‘ giores, quam subceoxae ejusdem segmenti c. '/, breviores. Ovipositor (Fig. IX, 16) tenuis, anulatus, breviter setosus, apice parum magis attenuato, longus, setae apicali stili IX apicem spatio sat magno (c. '/; - 1 mm.) superans. Cercus medianus quam corpus parum longior et quam cerci laterales magis quam °/, longior. Long. corp. mm. 13; lat. thoracis 26: long. antennarum 11, pedum maxillarium 4, pedum paris tertii 4,5, stili segmenti quinti 5,2, segmenti noni 1,30, cerci mediani 14, cercorum lateralium 4,2. S Palpi maxillares articulo ultimo (Fig. IX,.17) apicem versus gradatim paullulum attenuato, apice ipso convexiusculus spinis robustis brevioribus armato, articulorum ultimi et penultimi parte infera setis brevissimis pluribus aucta. Palpi labiales (Fig. IX, 18) articulo secundo parum supra basim extrorsum dilatato, setis plu- ribus brevissimis et setis nonnullis longis subtilioribus instructo. Paramera (Fig. IX, 19-20) anulata et interne breviter setosa. Paramera postica quam penis vix breviora. Penis (Fig. IX, 20) subcylindraceus, quam paramera postica vix longior et quam subcoxae segmenti noni aliquantum brevior. Habitat. Exempla nonnulla ad Montrey (California) et exempla tria ad S. Francisco per saxa maris litorum vagantia legi. — 344 — Machiloides Banksi sp. n. dg Corpus (in alcool) rufo-fuscum. Oculi (Fig. X, 1) magni, inter sese per c. °/, oculi longitudinis tangentes; oculus singulus (Fig. X, 2) ce. ‘4 latior quam longior, vel minus. Ocelli (Fig. X, 2) lati, sat angustati, quam oculus singulus c. '/ minus lati, parum pistilliformes. — Antennae (Fig. X , 3-4) per- longae, in exem- plis typicis haud integra essed Corpus superan- tes, articulo pri- mo cylindraceo, longo, parum mi- hus quam triplo longiore quam latiore, setis plu- ribus brevibus instructo, flagel- lo gradatim at- tenuato, parte distali in articu- lis, articulinis 1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A et ocellus 12-15 compositis, B supra, capite parum obliquo, inspecti; 3. antennarum pars basa- divisa, setis cfr. iss, 4. rn pars distalis Bez duo; DI spalpus maxillaris fig. x, A. Palpi articulus ultimus; 6. palpus labialis; 7. pedis paris tertii tarsus et : praetarsus; 8. segmenti quinti urosternum; 9. ejusdem stilus; 10. palpi maxillares (Fig. maxillaris articuli 1-2: © processus superus externus articuli primi, xs 5 et 10) longi, D processus preapicalis internus articuli secundi, H processus apicali 8 o internus et I processus basalis articuli primi. attenuati, setis brevibus pluri- bus instructi, spinis dorsualibus partis distalis sat robustis, articuli primi processu supero externo sat longo triangulari, articuli secundi processu praeapicali interno longo, bene arcuato, attenuato, acuto, articulo penultimo quam ultimus c. !/; longiore, articulo 2 ultimo multo attenuato. Palpi labiales (Fig. X, 6) articulo ultimo longo, apice convexo vix incrassato, sensillis sat numerosis in- structo. Fig. X. — 345 — Thorax. Arcus thoracicus sat parvus. Pedes longi, setis plu- ribus brevibus et nonnullis sat longis, nec non tibiae et tarsi parte infera spinarum brevium seriebus duabus instructi, paris tertii processu coxali quam coxae longitudo c. °/, breviore, setis plu- ribus brevibus et nonnullis longis aucto, tarso (Fig. X, 7) grada- tim attenuato, quam tibia c. '/, longiore, praetarsi unguibus sat longis, apice paullulum arcuato. Abdomen. Urosterna (Fig. X, 8) parte mediana perparva, 1-7 utrinque vesicula singula lata instructa. Stili (Fig. X, 9) setis nu- merosis sat longis, parum robustis et seta apicali instructi ; stili segmenti quinti quam urosterni pars praecedens c. ‘/ breviores, segmenti noni quam octavi parum minus quam duplo longiores et parum crassiores. Penis brevissimus; paramera nulla. Cercus medianus in exemplis typicis haud integer, si integer certe quam corpus longior. Lon. corp. mm. 9,5, lat. thoracis 2,2; long. antennarum haud integrarum 13, palporum maxillarium 4, pedum paris tertii 4,10, stilorum segmenti quinti 0,58, stilorum segmenti noni 1,26, cerci mediani ?, cercorum lateralium 4,2. Habitat. Exempla tria ad Great Falls, Va. legit Nathan Banks, cui species dicata est. Observatio. Species haec scapi antennarum longitudine, palpi labiali forma inter ceteras distinctissima est. Gen. Hypomachilodes nov. © Corpus, praeter antennas totas, palpos, pedes et stilos, squa- mis indutum. Oculi inter sese spatio parvo tangentes. Ocelli lati, approximati. Antennae flagello valde attenuato et in parte distali in articulis compositis diviso. Palpi maxillares (Fig. XI,4-5) arti- culo primo processu supero externo longo triangulari et processu conico ad basim instructi, apice attenuato. Arcus thoracicus sat parvus. Pedes primi et secundi paris processu coxali destituti, paris tertii processu coxali brevi aucto, tarso gradatim parum attenuato infra spinis armato, praetarsi un- guibus paullulum arcuatis. Abdomen. Urosternorum (Fig. XI, 10) pars mediana perparva; urosterna 1-7 utrinque vesicula singula, 2-9 utrinque stilo aucta. — 346 — Ovipositor longus, tenuis, anulatus. Cerci forma consueta. Typus: Hypomachilodes texanus sp. n. Observatio. Genus hoc a Machilodes Silv. pedibus paris se- cundi processu coxali destitutis distinctum est. Hypomachilodes texanus sp. n. © Corpus (in alcool) fuscum palpis maxillaribus pedisque ni- gro maculatis. Qculi (Fig. XI, 1) inter sese fere per !/; oculi lon- Fig. XI. 1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. antennarum pars basalis ; 3. antennarum partis distalis articulini duo; 4. palpus maxillaris; 5. ejus- dem articulus ultimus; 6. palpus labialis; 7. pes paris tertii; 8. ejusdem processus coxalis; 9. ejusdem tarsus et praetarsus; 10. segmenti quinti urosternum; 11. ejusdem stilus; 12. ovipositoris valvarum inferiorum pars distalis. gitudinis tan- gentes; ocu- lus singulus parum latior quam longior. Ocelli Er XI, 1. lati, ap proximati, subpistillifor- mes. Antennae iFig. XI, 2-3) in exemplo typico haud beneintegrae, quam cor- pus brevio- res; articule primo minus quam duplo long 1028 quam latiore, setis brevibus instructo, fla- gello attenua. to, parte distali in articulis, articulinis 8 compositis, diviso, setis cfr. fig. X, 3. Palpi maxillares (Fig. 4-5) longi, setis brevibus et aliis sat brevibus instructi, parte distali attenuata, spinis dorsualibus ro- bustis nigrescentibus, articulo penultimo quam ultimas c. '/, lon- 3 giore Palpi labiales (Fig. XI, 6) articulo ultimo sat brevi, apice dilatato, introrsum parum vergente, sensillis sat longis aucto. — 347 — Thorax. Arcus thoracicus sat parvus. Pedes sat graciles, se- tosi, tibiae tarsique parte infera (Fig. XI, 7 et 9) spinis robustis ni- grescentibus armatis, pedis paris tertii processu coxali quam coxae longitudo magis quam */; breviore, conico, setis nonnullis instructo. Abdomen. Urosterna (Fig. XI, 10) parte mediana perparva, vesiculis latis, stilis (Fig. X, 11) setis numerosis longis, parum robustis et seta apicali instructi, stili segmenti quinti quam uro- sterni pars praecedens fere duplo breviore, segmenti noni quam octavi parum magis quam '/, longiores et aliquantum crassiores et quam subcoxae ejusdem segmenti c. dimidio breviores. Ovipositor (Fig. XI, 12) tenuis, setae stilorum segmenti noni apicem aliquantum (mm. 0,520) superans, valvis anulatis, setis nunnullis brevibus et sat longis instructis. Cercus medianus in exemplo typico maxima pro parte abrupto. Long. corp. mm. 8; lat. thoracis 2,2; long. antennarum haud inte- grarum 6, palporum maxillarium 2,7, pedum paris tertii 2,7, sti- lorum segmenti quinti 0,26, stilorum segmenti noni 0,6, cerci me- diani ?, cercorum lateralium 2,75. Habitat. Exemplum vidi ad Austin (Texas) collectum. Machilellus mexicanus sp. n. © Corpus (in alcool: subcastaneum. Oculi (Fig. XII, 1) inter sese spatio parvo (per c. */, oculi longitudinis) tangentes. Oculus singulus (Fig. XII, 2) c '/; latior quam longior. Ocelli (Fig. XI, 2) lati, oblique transversi, parum angustati, subpistilliformes. Antennae (Fig. XII, 5-4) corporis longitudinem aequantes, arti- culo primo fere duplo longiore quam latiore, setis pluribus bre- vibus instructo, flagello attenuato, parte distali tenuiore in arti- culis, articulinis 15-17 compositis, divisa, setis cfr. fig. VII, 4. Palpi maxillares (Fig. XII, 5-6) longi, apice attenuato, setis plu- ribus brevibus et partis distalis spinis dorsualibus sat longis in- structi, articulo penultimo quam ultimus c. '/; longiore, articuli primi processu supero externo triangulari sat longo. Palpi labiales (Fig. XII, 7) articulo ultimo apice aliquantum dilatato introrsum producto, sensillis apicalibus numerosis aucto. Thorax. Arcus thoracicus sat magnus. Pedes (Fig. XII, 8-9) sat robusti, setis pluribus brevibus et aliis sat longis, nec non in femoris et tibiae parte infera setis spiniformibus nonnullis robustis et tarso infra ad basim setis spiniformibus nunnullis, ad apicem — 348 — setis robustis longis aucto, praetarsi unguibus sat longis, apice parum arcuato. Abdomen. Urosterna (Fig. XII, 10) parte mediana perbrevi, > os x ZI GAZZ / Fi 1 il i IH it / 7 x i I) ALL ac E È UE Sn WU ——— CTZ ZL Fig. XII. 1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A et ocellus B su- pra, capite parum obliquo, inspecti; 3. antennarum pars basalis; 4. antennarum partis medianae articulini duo; 5. palpus maxillaris; 6. ejus dem articulus ultimus; 7. palpus labialisj 8. pes paris tertii; 9. ejusdem tarsus et praetarsus; 10. segmenti quinti urosternum; 11. ejusdem stilus. 1-7 utrinque ve- sicula singula instructa. Stili (Fig. XIT, 11) se- tis sat numero- sis, parum robu- stis, sat longis, nec non seta a- picali longa in- structi; stili seg- menti quinti quam urostermi pars praecedens fero duplo bre- viores, segmenti noni quam octa- vi c.°/„ longiores et robustiores. Oviposi- tor longus, te- nuis, apicem se- tae apicalis sti- lorum segmenti noni parum su- perans, valvis anulatis, setis brevibus et sat longis, subtilibus in- structis. Cercus medianus in exemplo typico haud integer, si integer forsan quam corpus parum brevior, lateraliter spinis brevibus ar- mato, cerci laterales latere interno spinis etiam armato. Long. corp. mm. 9; lat. thoracis 2,5; long. antennarum 9, pal- porum maxillarium 3,5, pedum paris tertii 2,95, stilorum segmenti quinti 0,39, stilorum segmenti noni 1,18, cerci mediani haud in- tegri 6, cercorum lateralium 3,2. Habitat. Exemplum typicum ad Cuernavaca (Mexico) legi. Machilinus aurantiacus (Schött) Syn. Machilis aurantiacus Schött, Proc. Calif. Ac. Sei. VI (1896), p. 188, PI. XVII, fig. 42-44. ai i ri ti o — 349 — Q Corpus subcastaneum. Oculi (Fig. XIII, 1) inter sese per c. oculi longitudinis °/, tangentes. Oculus singulus (Fig. XIII, 2) subaeque longus atque latus in parte antica, laterali aliquantum sinuatus. Ocelli laterales parvi transversi-obliqui, subelliptici, ar- gentei, in parte antica laterali oculorum siti. Antennae (Fig. XIII, 3-4) in exemplis typicis integrae videntur et quam corpus paul- Fig. XIII. 1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A et ocellus B supra, capite parum obli - quo, inspecti; 3. antennarum pars basalis; 4. antennarum partis distalis articulini duo; 5. frontis particula pone ocellum medianum; 6. mandibula; 7, palpus maxillaris; 8. ejus- dem artieulus ultimus; 9. palpus labialis; 10. pes paris tertii; 11. ejusdem tarsus et prae- tarsus; 12. segmenti secundi urosternum; 13. segmenti tertii urosternum; 14. ejusdem stilus; 15. ejusdem stili apex; 16. maris palpi maxillaris articuli 1-2. lulum breviores, articulis primo et secundo setis pluribus brevibus instructis, squamis destitutis, flagello gradatim magis attenuato parte distali in articulis, articulinis (7- ) 8 compositis, bene di- visa, setis et sensillis cfr. fig. XIII, 4. Frontis pars mediana inter oculos et ocellum anticum setis (Fig. XII, 5) brevibus, robustis apice introrsum vergente aucta. Mandibulae (Fig. XII, 6) apice nigrescente, latiusculo, bene 4-dentato. Maxillae lobi interni apicis dentibus externis nigrescentibus. Palpi maxillares (Fig. XIII, 7-8) sat longi, sat tenues, parte distali parum attenuata, setis bre- vibus pluribus instructis et in parte dorsuali apicali articuli quinti et in superficie dorsuali articulorum 6-7 spinis brevibus robustis È — 350 — aucti, articuli primi processu laterali externo sat longo, articulo penultimo quam ultimus c. */, longiore. Palpi labiales (Fig. XIII, 9) articulo ultimo apicem versus gradatim parum latiore, sensillis apicalibus elongatis. Thorax. Arcus thoracicus parvus, late convexus. Pedes sat breves et sat graciles, setis pluribus brevibus et in parte infera femoris, et tibiae tarsique (Fig. XIII, 10-11) setis brevibus robustis spiniformibus instructi, tarso tibiam longitudine subaequante, paris secundi et tertii (Fig. XIII, 10) coxa setis duabus longis aucta, praetarsi unguibus brevibus, apice parum arcuato. Abdomen. Urosternorum pars mediana (Fig. XIII, 12-13) bre- vissima, subcoxarum angulus ad stilorum basis partem externam setis c. 15 instructus. Urosterna 2-3 (Fig. XIII, 12) stilis inter sese magis approximatis quam in segmentis sequentibus. Urosterna 2-7 utrimque vesicula singula parva instructa. Stili (Fig. XIII, 12) squamis nullis, infra setis numerosis gradatim apicem versus ro- bustioribus et longioribus nigrescentibus, sela apicali destiluti sed paullulum pone apicem (Fig. XIII, 14-15) setis duabus longis ro- bustioribus, subdepressis aucti; stili segmentorum 2-3 quam quarti aliquantum longiores, segmenti quinti quam urosterni pars prae- cedens c. '/, breviores, segmenti noni quam octavi fere */; lon- giores, quam subcoxae ejusdem segmenti c. */; breviores. Ovipositor tenuis, longus, apicem setarum subapicalium sti- lorum segmenti noni aliquantum (c. mm. 0.80) superans, parum distincte anulatus et setis paucis brevibus et longis, subtilibus instructus. Cercus medianus quam corpus vix longior et quam cerci la- terales c. °/, longior. Long. corp. mm. 7; lat. thoracis 1,9; long. antennarum 6,5, pal- | porum maxillarium 2,60, pedum paris tertii 2,60, stilorum seg- | menti secundi 0,5, stilorum segmenti quinti 0,32, stilorum segmenti noni 0,72, cerci noti 7,2, cercorum lateralium 2,2. S Palpi maxillares. articuli secundi (Fig. XIIl, 16) processu supero apicali externo sat longo, uncinato, introrsum vergente, apice sat acuto, articuli eiusdem facie interna setis brevibus sat | robustis obsessa. Penis brevissimus, paramera nulla Habitat. Exempla nonnulla per terram apricam vagantia ad Shasta Springs (California) legi, alia ad Boulder Canon collecta vidi. . INDICE DEL VOLUME V. 1. Bezzi, M. — Restaurazione del genere Carpomyia (Rond.) A. Costa. (4 Settembre 1910) (1). 2. SCHROTTKY, A. C. — Ichneumonidarum species quatuor novae. (26 Settembre 1910). .. . : : 3. SILVESTRI, F. - Descrizione di un novo genere di Sta- filinide termitofilo di Singapore. (4 Novembre 1910). . 3 : 4. MARTELLI, G. — Notizie sal An: Watsons Le su alcuni suoi parassiti ed iperparassiti. (1° Dicem- bre 1910) . ; . - i : 5. SILVESTRI, F. — Un novo genere di Acaro esi dell’ Australia. (12 Dicembre 1910) . 3 5 6. SILVESTRI, F. - Due nuovi ospiti del 7ermes malayanus Hav. di Giava. (19 Dicembre 1910). 7. SILVESTRI, F. — Della Trigona cupira Smith. e di due ospiti del suo nido nel Messico. (21 Dicembre 1910) . : e 5 : : 8. SILVESTRI, F. — Materiali per lo studio dei Tisanuri. XII — XV. (30 Dicembre 1910). 9. TROTTER, A. — Contributo alla conoscenza delle GANG dell’ America del Nord. (31 Dicembre 1910) 10. Emery, C. — La fondazione di formicai da femmine fecondate di Pheidole pallidula e di Tetramo- rium caespitum. Sulla intolleranza o fratellanza fra le formiche di formicai differenti. (10 Gen- naio 1911) . ; : - 11. Masi, IL. — Contribuzioni dl conoscenza Ha Bali. didi italiani. Parte 4*. (16 Gennaio 1911) Pag. v 29 65 100 134 140 1) La data qui posta, e presso i titoli seguenti, è quella in cui fu pub- blicata, come estratto, la memoria relativa. Le memorie 16, 19 e 21 furono pubblicate anche nel vol. X degli Annali della R. Scuola Superiore d’Agricoltura in Portici, 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 24. — 392 — SILVESTRI, F. — Contributo alla conoscenza dei Mirme- cofili del Messico. (18 Gennaio 1911) GRIFFINI, A. — Sulla GryUacris armata Walker e sopra una nuova specie congenere a Fical- biz). (18 Febbraio 1911) 3 Masi, L. — Due nuove specie di Calcididi o generi Caenacis e Pseudocatolaccus (27 Febbraio 1911). MARTELLI, G. — Brevi notizie sulla Saturnia pavonia L. e suun suo parassita. (2 Marzo 1911). SILVESTRI, F. — Di una nuova specie di Alewrodes vi- vente sull’olivo. (4 Marzo 1911) MARTELLI, G. — Primo contributo alla biologia del Phy- tonomus variabilis Herbst. (13 Marzo 1911) SILVESTRI, F. — Sulla posizione sistematica del genere Termitaphis Wasm. (Hemiptera) con descrizione di due specie nuove. (28 Marzo 1911) 19. LEONARDI, G. — Contributo alla conoscenza delle Coc- ciniglie della Repubblica Argentina. (1° Aprile 1911) x È x 2 i . : 20. SZEPLIGETI Gv. — Zwei neue Braconiden aus Brasilien. (25 Luglio 1911). ; : SILVESTRI, F. — Contribuzioni alla conoscenza degli in- setti dannosi e dei loro simbionti. — Il. Plusia gamma (L.). (25 Luglio 1911) . : 22. SILvESTRI, F. — Sulle ghiandole cefaliche o anteriori del Pachyiulus communis (Savi). (25 Luglio 1911) 23. SZEPLIGETI, Gv. — Ein neuer Sigalphus (Braconidae) aus Dacus oleae (Gml.). (2 Agosto 1911). 24. SILVESTRI, F.— Contributo alla conoscenza dei Machilidae dell’ America Settentrionale. (16 Agosto 1911) Pag. » 205 231 DI DI —I 285 285 320 223 322 ‘ a . > % E x } i Di k \ . a Ò N N r j De | Pri YA É i x ' % } pai f u 5 Ra i A, i (SRO È LI gi % MX i TRA W° iS be * “ N i 4 \ . 4 ~ ) ) A; A h i N 5 | ù i ei Î da . A , } se Pa a oul 2) f bt an TNT 4 È; IMMA: Ve UE) Mane es) , nn . ud | ERAHNEN 3 9088 0