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BOLLETTINO
DEL
Laboratorio di Zoologia Generale e Agraria
DELLA
R. Scuola Superiore d’Agricoltura in Portici
Volume V
(con 174 figure nel testo ed una tavola doppia )
PORTICI
PREMIATO STAB. TIP. E. DELLA TORRE
73.4.1
BOLLETTINO
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Laboratorio di Zoologia Generale e Agraria
DELLA
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Volume V
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RESTAURAZIONE
DEL
Genere Carpomyia (Rond.) A. Costa.
I generi della famiglia di ditteri 7yypareidae (1), malgrado
l'immensa importanza economica di alcuni fra essi, sono ancora
in maggioranza mal conosciuti, non esattamente definiti e spesso
contusi fra loro. Ciò è in parte dovuto alla incompleta conoscenza
delle specie, a quella ancor più incompleta della loro biologia,
alla molteplicità dei rapporti che passano tra forme in apparenza
assai diverse, ma in parte anche alla non esatta interpretazione
della larga e spesso vetusta bibliografia.
Credo quindi non inopportuno prendere occasione dall’ invio
di un interessante tripaneide fattomi dal prof. Silvestri, per chia-
rire le cognizioni che si hanno intorno ad un gruppo di generi
che sono spesso ancor oggi mescolati fra loro, e per rivendicare
all’ uso un nome che venne a torto bandito dalla moderna lette-.
ratura. Alludo al genere Carpomiyia che, benchè proposto in lit-
teris dal Rondani, comparve la prima volta per le stampe ad
opera del prof. Achille Costa, tanto che lo stesso Rondani più
tardi ebbe a riconoscerne come autore il professore napoletano.
Il grande ditterologo di Parma ebbe però il torto di mutare tre
volte opinione riguardo a questo genere, proponendone come tipo
successivamente tre specie assai diverse fra loro; onde la confu-
sione, accresciuta poi dal Walker e dallo Schiner per l’ inesatta
interpretazione del genere 0re/lia, divenne massima e durò fino
ai nostri giorni. Così noi vedemmo e vediamo confuse sotto un
unico nome generico, il cui impiego è per giunta completamente
errato, delle specie che appartengono a non meno di sei dif-
(1) Vedi più avanti le ragioni per cui credo necessario |’ adozione di
questo nuovo nome.
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ferenti generi, come cercherò di dimostrare nelle righe che se-
guono. Per essere più completo premetterò alcune notizie generali
sull'intera famiglia, che traggo in parte da un mio lavoro in pre-
parazione sui tripaneidi dell’ India.
Nell'attuale periodo rivoluzionario che sta attraversando la
nomenclatura ditterologica, credo necessario rivendicare alla
famiglia Trypelidae il nome di Trypaneidae che le compete in
omaggio alla legge di priorità ed all'uso di trarre il nome della
tamiglia da quello del genere più antico, che è preso per tipico.
Fu per questo principio intatti che già si dovè abbandonare il
nome Tephritidae, rimasto dal Latreille in poì vigente nelle
opere francesi e che il nostro Rondani serbava ancora nel 1870.
E per questo stesso principio ancora recentemente il Czerny (25,
p. 252) rivendicava alla famiglia il nome di £wr/dbiidae, avendo
Euribia Meigen 1800 (76, p. 66) precedenza su Trypeta Meigen 1803
(TT, p. 277). Ma io ho già altrove dimostrato (12, p. b4) che il
nome 7rypanea, proposto dal Guettard (46, p. 169) prima del 1758
e perciò non valevole, deve tuttavia venir impiegato perchè usato
nel 1795 dallo Schrank (109, p 147) per quella specie che fu poi
nel 1862 presa dal Loew come tipica del genere Urellia. Questo
ultimo deve quindì portare il nome Trypanea Schrank 1795, e
da esso deve l’intera famiglia derivare il suo. Anche lo Sherborp,
111, 818 e 1002, ammette il genere Trupanea come valevole. Le
osservazioni fatte da Coquillett 22, 259, dipendono evidentemente
dal non aver considerato che Schrank portò gia il suo genere
nel 1795.
Per quanto riguarda la classificazione generale della famiglia è
necessario riconoscere che ì due autorì che massimamente vì sì distin-
sero pecearono per due opposte cause: ed invero il Loew nel dare
troppo peso al disegno alare, ed il Rondani nel darne troppo alle rela-
tive lunzhezze deì diversi segmenti della quarta nervatura longitudì-
nale. Ambedue tennero troppo poco conto della chetotassi e della
biologia. Per quanto dei due sistemi quello proposto dal Loew sia .
stato universalmente accettato e sia tuttora dominante, é pur mestieri
riconoscere che quello del Rondani è più rispondente ai prineipi della
vera sistematica; in cid è forse da ricercarsi la ragione dì quell’enigma
così suggestivamente rilevato dall’ Osten Sacken (85, p. 151), in uno
dei piü notevoli capitoli della sua ultima opera
Pur riconoscendo le difficoltà spesso insormontabili che si incon-
trano nel suddividere una famiglia così complessa, nella quale anche
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i caratteri più essenziali incontrano spesso delle eccezioni, io ho pro-
posto nel mio suddetto lavoro la classificazione seguente
1. Sottofamiglia: Dacinae. Mancano le setole ocellari e le post-
verticali (o queste ultime esistono ma sono esilissime, manca la serie
occipitale; mancano le omerali, le presuturali (1), le dorsocentrali e le
sternopleurali; i femori anteriori sono di regola inermi al di sotto: le
antenne sono più lunghe della faccia. Le larve vivono nelle frutta;
quasi tutte le specie sono tropicali o subtropicali. Presa in questo
senso la sottofamiglia è diversa dal gruppo di ugual nome distinto
dal Loew, e si riduce si può dire al solo genere Dacus, il quale è
però certo da smembrarsi in parecchi altri minori. Vi appartiene anche
il genere Meracanthomyia Hendel che ha i femori anteriori setolosi al
di sotto, e forse anche il problematico Toxotrypana.
2. Sottofamiglia: Trypaneinae Chetotassi normale, come è defi-
nita da Osten Sacken (84, p. 511); per eccezione possono mancare le
omerali, le presuturali o le dorsocentrali, ma Ja sternopleurale è sem-
pre presente; serie occipitale più o meno sviluppata; antenne brevi.
7
Modo di vivere delle larve assai vario. Questa sottofamiglia è assai
difficile da suddividere; indipendentemente dal disegno alare io distin-
guo le seguenti tre tribù.
1. Tribù: Ceratitininae. Serie occipitale formata da sottili setole
nere acuminate, che al più sono gialle solo nella regione postverticale;
se le setole sono tutte gialle sono sempre sottili e acute o sono distinte
solo superiormente. Terza vena longitudinale di solito fornita di setole;
cella anale coll’ angolo inferiore prolungato in punta (sola eccezione
Gonyglossum) e perciò più lunga della seconda basale. Ali fasciate, od
infoscate con macchie ed incisioni ialine, non reticolate. Larve viventi
spesso nelle frutta; non di raro minatrici di foglie: solo per eccezione
galligene; non vivono sulle composite o solo come minatrici delle loro
foglie o come galligene.
2. Tribù: Myiopitininae. Come nella tribù precedente, ma la cella
anale arrotondata, non mai prolungata in punta; ovopositore lungo,
cilindrico ; ali fasciate o macchiate, non reticolate. Vivono sulle com-
posite ed assai spesso formano galle. Questa tribù si riduce ai tre
generi Myiopites, Asimoneura ed Urophora e forma passaggio fra la
prima e la terza.
3. Tribù: Trypaneininae. Occipite con una serie di setole gialle
che di solito sono incrassate ed ottuse, anche quelle laterali. Terza
(1) In un mio precedente lavoro (V. questo Bollettino, III, 1909, pag. 275
fig. 1 per ragioni di omologia io avevo mantenuto il nome di presuturale
per la seconda notopleurale (E); ma tutti gli autori recenti usano questo
nome per quello che ivi è chiamata postomerale (D).
SR Si
vena longitudinale di solito nuda ; cella anale prolungata in una breve
punta (in Schistopterum è ottusa), che però non è più lunga della se-
conda basale. Ali spesso reticolate, più raramente fasciate o macchiate
od ialine. Larve viventi di regola nei capolini delle composite, talvolta
galligene.
Il genere Carpomyta e gli altri coi quali fu confuso appar-
tengono alla tribù Ceratitininae, e sono facilmente distinti per
avere la terza nervatura longitudinale nuda o fornita appena di
qualche rara setoluzza presso la base, assai di rado setolosa in
tutta la lunghezza. Osservo però che del genere 0edaspis s. 1.,
io conosco troppo poche specie per giudicare se la sua vera po-
sizione è qui; del resto esso pare composto di elementi eterogenei,
dei quali non posso escludere che qualcuno appartenga piuttosto
alla tribù 7rypaneininae Lo stesso devo dire del gen. Peronyma
Loew, che probabilmente è affine.
Colla seguente tabella si possono facilmente distinguere i
generi di cui vogliamo parlare.
1 (2). Cella anale ottusa; proboscide lunga, piegata a go-
mito nel mezzo. Setole ocellari robuste; secondo nervo longitudi -
nale munito di un rudimento di appendice; nervi trasversali non
approssimati ; larve nei frutti di Bryonia.
Gonyglossum Rondani (sp. typ. Wiedemanni Meig.).
2 (1). Cella anale prolungata inferiormente in punta ; pro-
boscide breve, non gomitata.
3 (4). Setole ocellari mancanti; secondo nervo longitudinale
senza appendice; nervi trasversali non approssimati; larve nei
frutti di Zizyphus.
Carpomyia A. Costa (sp. typ. vesuviana A. Costa)
4 (3). Setole ocellari robuste.
5 (6). Secondo nervo longitudinale munito di un rudimento
di appendice ; corpo colorato come nei precedenti, giallo con
macchie nere. Nervi trasversali non ravvicinati; larva nei frutti
di melone.
Myiopardalis n. gen. (sp. typ. pardalina Bigot)
6 (5). Secondo nervo senza appendice ; o se questa è pre-
sente, i nervi trasversali sono fortemente ravvicinati.
II
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I SS IQ
Fig. I.
1. Capo di Gonyglossum Wiedemanni Meig.; 2. Ala delle stesso; è. Capo di Myio-
|_pardalis pardalina Bìgot; i. Ala della stessa; 5. Capo dì Carpomyia incompleta Becker;
6. Ala dì Carpomyia vesurîana A, Costa; 7. Ala dì Carpomyia incomplete Becker; 2 Ala
+ dì Oedaspis dichotoma Loew.; 9. Ala di Qedespis Zscheri n. sp.: 10. Ala dì Cecidocheres
_mnigerrima Loew Q var.
© (@. Nervi trasversì non ravvicinati; larve nelle frutta di
acee O dì ribes o di noce.
ì Rhagoletis Loew (sp. typ. cerasi L.).
8 (7). Nervi trasversali ravvicinati.
(10) Occhi rotondì : palpì non dilatati; terzo nervo nudo ;
pr oo sei tascie ; è proprio del mondo antico; metamorfosi ignota,
Oedaspis Loew (sp. typ. multifusciata Loew).
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10 (9). Occhi assai ristretti; palpi dilatati; terzo nervo
setoloso o nudo; ali con 4 fascie ; proprio del mondo nuovo; le
larve vivono entro galle delle composite.
Cecidochares n. gen. (sp. typ. nigerrima Loew).
1. — Gonyglossum Rondani.
Rond., 97, 110, 13. (1856); 98, 164. (1869); 99, 21. III. (1870). (Go-
niglossum); emend. Loew, 67, 10. (1869).
Oltre ai caratteri essenziali più sopra ricordati è assai note-
vole in questo genere la forma della testa (fig. I,1); la fronte è
più lunga della faccia, i lati della quale sono prolungati in modo
caratteristico ; le antenne sono inserite più in basso della metà
degli occhi, sono separate da una larghissima carena piatta, toc-
cano l’orlo inferiore della faccia ed il terzo articolo non è mu-
cronato allapice. I palpi sono filiformi. Tutte le macrochete sono
di color nero ; le sternopleurali sono due; le tibie intermedie
hanno un solo sperone. Il colore del corpo è giallo, con larghe
macchie nere lucenti ed opache sui lati del torace ; lo scudetto
è convesso, macchiato di nero, con 4 macrochete. Il disegno
alare (fig. 1,2), è costituito da quattro fascie gialle, infoscate qua e
li; il piccolo nervo trasversale è posto in corrispondenza del
mezzo della discoidale ; il posteriore è diritto, verticale ; il rudi-
mento della seconda longitudinale è ben sviluppato.
Questo genere è così diverso per moltissimi caratteri dagli
altri qui ricordati, che è proprio da meravigliare che venga te-
nuto confuso con essi anche nel recente catalogo del Becker. Il
Loew però già fin dal 1869 propende ad accettarlo come distinto;
ed il Verrall (119, p. 27 e p. 32) lo mantenne sempre separato
nei suoi vari cataloghi. Esso è monotipico e paleartico, anzi
finora esclusivamente europeo.
1. G. Wiedemanni Meigen, 78, 320. 15, t. 49. f. 2. [Yrypeta] 1826;
Walker, 122, 66. 1. t. 7. f. 7. [Orellia] (1835); Macquart, 69, 466. 22.
[Tephritis] (1835); Loew, 60, 342. 19. t. I. f. 16. [Trypeta] (1844);
Scholtz, 108, 11. [7rypeta] (1849); Walker, 123, 1012. ]7rypeta] (1849);
Schiner, 105, 643. 1. [7ypeta] (1858); Kaltenbach, 50, 157. 1. [7ry-
peta) (1858); Loew, 64, 49. 4. t. VI. f. 2. [Oedaspis) (1862); Schiner, 106,
125. |Orellia] (1864); Frauenfeld, 40, 500. t. XII. f. 24, [Orellia] (1807);
IN
une
Rondani, 98, 161. (1869, e 99, 22. 1. (1870); Kaltenbach, 51, 255. 5.
[Trypeta] (1872); Mik, 131, 288 [Orellia ] (1898); Becker, 7, 116. [ id. |
(1905), — Bryoniae Megerle ap. Meig., 78, 321. [Tephritis] (1826).
Questa bella specie è rara ovunque benchè la pianta sulla quale
vive sia comune, e Kaltenbach ricordi di aver raccolte ben 20 bacche
infette da larve su di una unica pianta. Essa fu ricordata di Germania,
Austria, Inghilterra, Francia ed Italia. Il Rondani la dà di Lombardia
e Piemonte; io la raccolsi presso Pavia ed in Val di Susa; il professor
O. G. Costa la ricorda dell’ Isola d’ Ischia. Nella collezione del signor
Becker si trova un esemplare di Ungheria.
La specie è così caratteristica che non fu descritta sotto altri nomi,
ed ha quindi la fortuna di non contare sinonimi. Veramente il Walker
nel 1855 credette di poter riconoscere che la Orellia flavicans del Robi.
neau-Desvoidy [95, 765. 1. (1830)] fosse ad essa eguale, e fu disgra-
ziatamente seguito in questa via dal Loew e dallo Schiner e da tutti
gli altri autori sino ai nostri giorni.
Da ciò derivò l’errore del falso uso del nome generico Orellia che
‘abbiamo sopra deplorato, malgrado il Macquart avesse già dal 1885
(69, 467. BB) mostrato quale era la sua vera natura. Ma, spetta al
Rondani nella sua nota del 1869 di aver messo a posto le cose, dimo-
strando che la Orellia flavicans R. D. non è altro che un sinonimo
della Euribia (Trypeta) falcata Scopoli, e dimostrando quindi 1° impos-
sibilità di usare il nome Orellia nè per Gonyglossum nè per qualsiasi
altro dei generi qui trattati. Il Robineau-Desvoidy mette infatti il suo
genere tra quelli che non hanno la proboscide gomitata; ed io aggiungo
che se veramente egli avesse avuto davanti agli occhi la specie Wze-
demanni avrebbe pa:lato di taches e non di points neri sul torace.
Il dubbio esposto dallo Schiner (106, 125, nota) che Meigen nella
descrizione della Wiedemanni possa aver avuto davanti a sè degli esem-
plari invece della Schineri, mi pare escluso dal fatto che pel nome
del Megerle si tratta indubbiamente della specie vivente nei frutti di
Bryonia.
Per quanto riguarda la metamorfosi di questa specie, si sa che la
larva vive nei frutti di Bryonia alba e dioica; ma nè la larva, nè la
pupa furono ancora descritte o figurate; solo il Mik descrive breve-
mente il pupario. Evidentemente il Megerle fu il primo a conoscere
che questa specie vive sulla Bryonia come rileviamo dal nome da
esso proposto e ricordato dal Meigen nel 1826, nome che fu deplore-
vole non aver mantenuto, come già ebbe a dire il Loew nel 1844.
La prima notizia esplicita la troviamo però solo nel 1849 presso lo
Scholtz, il quale ricorda con un segno di interrogazione che secondo
Boie e Loew la specie sarebbe minatrice delle foglie di Bryonia alba,
cosa riportata ancora dallo Schiner nel 1858. Loew nel 1844 si limitò
a dire che la specie si rinviene nei fiori di Bryonia.
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Ancora nel 1856 il Frauenfeld (39, 541) dice che vive sulla Bryonia
alba, ma senza definire il modo ; è solo nel 1867 (40, 500) che dice di
averla ottenuta dalle baeche rosse di Bryonia dioica. Ma anche il Brauer
(19, 89) ha torto di attribuire questa scoperta al Frauenfeld, perchè già
fin dal 1858 il Kaltenbach corresse 1’ errore dello Scholtz, disse che le
larve vivono nelle bacche di Bryonia e che passano a trasformarsi nel
terreno ; questo breve cenno, ripetuto anche nel 1874, è tutto ciò che
cli più diffuso venne fin’ora seritto intorno all'argomento. Anche Schiner
nel 1864 ignorava questa osservazione, poichè egli nella sua Fauna ebbe
solo ad esprimere il dubbio che le larve vivessero nelle bacche.
2. — Myiopardalis nov. gen.
Ritengo necessario fondare un nuovo genere per la Carpo-
myia pardalina del Bigot, della quale ho davanti a me il tipo
nella collezione del Museo indiano di Calcutta. Essa infatti non
può stare nel genere nel quale fu collocata dal suo autore, spe-
cialmente in causa della presenza di un paio di robuste macro-
chete ocellari. Per il colore e l’ aspetto generale, nonchè per la
presenza dell’appendice al secondo nervo longitudinale e per vi-
vere allo stato di larva nelle cucurbitacee si avvicina a Gony-
glossumi, dal quale differisce però grandemente per la forma del
capo e per la proboscide non allungata.
I caratteri essenziali del nuovo genere sono i seguenti. Capo
(fig. 1,3) più alto che largo, faccia prolungata inferiormente, colle
guance assai dilatate; occipite alquanto rigonfio inferiormente;
occhi piuttosto rotondi, non ristretti; fronte convessa, prominente;
faccia piatta, senza carena sporgente e con epistoma non spor-
gente; proboscide breve; palpi non setolosi; antenne inserite
sopra il mezzo degli occhi, cortissime, col terzo articolo un po’
acuminato all’ apice; arista pubescente in modo distinto sopra e
sotto. Chetotassi del capo e del torace completa; orbitali 2, 3;
serie occipitale quasi indistinta; macrocheta guanciale non di-
stinta; scapolari molto deboli; dorsocentrali presso la sutura;
2 mesopleurali; pteropleurale robusta. Scudetto piatto con 4 se-
tole. Addome largo, setoloso all'apice; genitali del maschio pro-
minenti, con un organo mediano pendente al di sotto; ovopositore
breve, non appiattito, rigonfio, cogli articoli terminali assai piccoli.
Piedi corti e robusti: tibie intermedie con un solo sperone. Ali
(fig. 1,4) con fascie gialle complete, e senza striscioline basali scure;
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spinula costale ben distinta; prima longitudinale corta, 3. e 4. pa-
rallele, tutte diritte, la seconda con appendice, la terza nuda;
piccola trasversale un po’ prima del mezzo della cella discoidale,
grande perpendicolare; angolo inferiore della cella anale pro-
lungato in una punta più corta della seconda basale.
Non so se la Trypeta Schineri Loew, che mi è ignota in
natura, corrisponda a tutti questi caratteri; per ora io la colloco
qui provvisoriamente, ma se fosse sfornita di macrochete ocellari
sarebbe da mettersi in Carpomyia, malgrado la presenza dell’ap-
pendice al secondo nervo longitudinale.
2. M. pardalina Bigot, 14, 77. t. V. f. 1. [Carpomyia] (1891);
Cleghorn, 1. c., II. 24. [id.] (1893); Maxwell-Lefroy, 73, 171. f. 194 [éd.]
(1906) ; 74, 229. f. 72 [id.] (1907) e 75, 230 [#d.] (1909); Froggatt, 42,
112. [id.] (1909).
Tutte le macrochete sono nere, meno le postverticali e sternopleu-
«rali che sono gialle. I genitali del maschio sono nitidi, gialli, con mac-
chia apicale bruna; pure gialla è l’appendice pendente.
Questa specie è finora nota solo dell’ India; la sua metamorfosi fu
più volte descritta e la larva e la pupa figurate; è chiamata col nome
di Beluchistan Melon Fly e sono lamentati i danni che la larva reca
ai meloni coltivati.
3. ? M. Schineri Loew, 63, 52. 50. [Trypeta| (1856); Schiner, 105,
644. 2. [id.] (1858); Loew, 64, 48. 2, [Oedaspis| (1862]; Schiner, 106.
125. [Orellia] (1864); Frauenfeld, 40, 500. t. XII. f. 22. [id.] (1867):
Rondani, 98, 164 (1869) e 99, 23. (1870); Perris, 87, 238. [Orellia] (1876):
Brauer, 19, 89. [id.] (1883); Réder von, 100, 209. [id.] (1891); Mik,
131, 280 [id.] 1898); Becker, 7. 116. [öd.] (1905).
To non conosco questa specie, e non posso quindi dire nulla sulla sun
vera posizione sistematica. Il Rondani riteneva che essa fosse sinonimo
della vesuviana; ma il Frauenfeld prima ed il von Roeder poi ne di-
mostrarono la diversità. Essa pare rarissima, e fu finora ricordata solo
di Germania, Austria, Francia, Rumelia. Benchè la larva non sia stata
ben descritta nè figurata, si sa però che vive nei frutii di varie specie
del genere Rosa, avendola il Perris osservata nella canina, il Brauer
e il Mik nella spinosissima ed il von Roder nella gallica var. damascena.
3. — Carpomyia A. Costa.
A. Costa, 24, 87. (1854); Rondani, 98, 164. (1869).
È Questo genere si distingue facilmente da tutti quelli qui
| trattati per la mancanza delle macrochete ocellari, carattere di
ER Ko
grande importanza, tanto piü che nella famiglia dei tripaneidi si
riscontra piuttosto raramente. Per l’aspetto, la colorazione ed il
disegno alare si avvicina ai due precedenti, ma mansa dell’ap-
pendice alla seconda longitudinale. La forma del capo e delle
antenne (fig. 1,5) è pure diversa.
Il nome Carpomyia comparve la prima volta nel 1854 per
opera del prof. Achille Costa, che l’aveva certo avuto in litteris
dal Rondani ; egli descrive la specie vesuviana, ma non il genere,
che è però compreso nella descrizione specifica. Il Rondani non
nomina questo genere che nel 1856 (97, 111. 15.), dandogli per
tipo la Musca arctii Degeer; siccome questa é sinonimo di Zw-
ribia tussilaginis Fabricius, così in questo senso sarebbe uguale
ad Euribia (Trypeta), come riconobbe lo stesso Rondani nel 1870.
Ma nell’importante nota del 1869 lo definisce bene, gli dà come
tipo la vesuviana, gli riconosce come autore il prof A. Costa,
ed osserva a piede di pagina che vi appartiene anche la 7. sz
gnata. Nel 1870 (99, 6) infatti gli dà come tipo questa ultima
specie, per cui in tal senso sarebbe sinonimo di ‘thagoletis
Loew 1862. La suddivisione stabilita dal Rondani nel lavoro
del 1869 viene accettata anche dal Loew nel 1872 (68, p. 260
e 262) Ciò che dice Mik (131, 180) è errato iu parte.
]l genere Carpomyia conta al presente due specie, che vi-
vono tutte e due in Italia, ma che hanno una distribuzione geo-
grafica abbastanza estesa; allo stato larvale abitano entro i frutti
di varie specie coltivate di Zizyphus. Esse*si possono facilmente
FERA come segue :
1 (2). Torace e scudetto ornati di larghe macchie nere; ali
epliersoliier 4 fascer 27 : . . vesuviana A. Costa.
2 (1). Torace. e Sen dei ogni immacolati, meno
due macchie nere al metanoto; ali fornite solo di 3 fasce in
parte incomplete: 2. „er. en ncomplerasecokeg
4. C. vesuviana A. Costa, 23, 87. n (1854); Rondani, 98, 164,
(18691 e 99, 23. 1. (1870); Röder, 100, 210. [Orellia] (1891); Becker, 7,
115. [Orellia] (1905). — Bucchichi Frauenfeld, 40, 500. t. XII. f. 23.
| Orellia] (1867) e 41, 154. 5. [id.] (1868); Kaltenbach, 51, 776. 1. [Orel-
lia] (1872).
Questa specie è nota dell’ italia meridionale e della Dalmazia; io
ho visto gli esemplari tipici nella collezione del prof. A Costa, che mi
vennero gentilmente comunicati in esame dal prof. Monticelli. Nel Mu”
fed
r
u
seo indiano esiste un esemplare ottenuto a Caleutta dai frutti di Zizy-
phus Jujulia.
La metamorfosi non fu propriamente descritta finora ; ma già fin
dal 1854 il Costa ricordò di aver ottenuto la specie dai frutti di Zizy-
phus sativa. I puparii di questa e della seguente specie sono di color
paglierino, e simili in tutto a quelli della Rh. cerasi, mentre quello di
Gon. Wiedemanni è ross» bruno.
Il sinonimo del Frauenfeld è sicuro, come stabili il von Röder; ab-
biamo già ricordato che il Rondani credette di aggiungervi anche la
Schineri; e dobbiamo rammentare che forse lo stesso Loew accettò que-
sto modo di vedere come risulta dalla citazione in 68, 262, lin. 4 dal
di sopra (1873). V. fig. I,6.
5. C. incompleta Becker, 6, 135. 219. t. 4. f. 50 [Trypeta| 1903).
Questa specie così ben distinta fu descritta ottimamente dal Becker,
che ne trovò un esem-
plare presso Suez ; esso
osservò già le differen-
ze notevoli che presen-
tava col genere in cui
provvisoriamente la ac-
coglieva. Recentemente
ricevetti dal prof. Sil-
vestri due esemplari
provenienti da Kartum
nel Sudan, dove furo
no osservati dannosi ai
frutti di Zizyphus. Aven-
domi il signor Becker
mandato in esame l’u-
nico tipo, potei consta-
tare l’identità. Nella
Fig. II.
Carpomyia incompleta Becker(ingrandita).
collezione Costa trovai poi esemplari di questa specie provenienti da
Lecce ; ed il prof. Silvestri mi disse di averla pure osservata a Monopoli
(Bari) e in Calabria nei frutti di Zizyphus. V. fig. I,7.
I genitali del maschio sono gialli cor una macchianera all’apice,
l’organo appendicolare è bifido all’estremità. Tanto in questa che nella
precedente tutte le macrocrete sono gialle, solo qualcuna un po’ im-
brunita od oscura all’apice.
In una serie di esemplari di Rosarno (Calabria) mandatami recen-
temente dal prof. Silvestri, ho potuto osservare che l’addome è spesso
infoscato, e che la terza fascia alare è spesso completa; in alcuni esem-
plari si nota anche un rudimento della quarta fascia od apicale.
(fig. II.) Gli oechi nel vivo sono di colore verde porporino, senza fasce.
E er
4. — Rhagoletis Loew.
H. Loew, 64, 44. IX. (1862).
Questo genere è strettamente affine al precedente, ma facile
a distinguersi per le forti macrochete ocellari, pel corpo di solitc
di color nero od oscuro con macchie gialle, e per le fascie alar
di regola brune non gialle. Le larve vivono pure nelle frutta, m:
attaccano quelle di svariate piante sia selvatiche che coltivate.
In Europa abbiamo una sola specie, che è la notissima mosc;
delle ciliegie, tipica del genere; ma nell'America del Nord se ne
hanno parecchie che furono oggetto di una recente monografia
del prof. Aldrich (2, p. 69). Il disegno alare non è in fondo molto
diverso da quello tipico del genere Carpomiyia, anzi in alcune
specie, come p. e. in ribicola, è quasi identico ; però di solito è
più ricco e le fascie mostrano tendenza a fondersi fra loro.
Delle specie che il prof. Aldrich ha comprese nel sno lavoro
credo necessario escludere le due seguenti: 1. caurina Doane 29,
182, t. III. f. 5. (1899), perchè ha la cella anale non prolungata
in punta inferiormente; pel disegno alare essa pare appunto una
Myiopites (genere non ancora ricordato dell'America), ma ha la
proboscide corta. 2. formosa Coquillet, 21, 71. (1894), che pel di-
segno alare si accosta a cerasi ed a ochraspis, ma di cui la pro-
boscide è detta essere : slender, geniculate, the apical halfbent
downward.
Le specie genuine si riducono dunque alle seguenti, che si
possono facilmente distinguere come segue.
1 (6). Le quattro fascie alari sono tra loro separate, meno
la terza e la quarta che sono unite.
2 (5). La quarta fascia alare od apicale è staccata dall’orlo -
alare ; nessuna piccola fascia soprannumeraria.
3 (4). L’orlo ialino apicale dell’ala è senza macchia scura.
ribicola Doane.
4 (3). L’orlo ialino apicale presenta una macchia bruna
alFapıce. del ferzo neryo/ 7 ar sca cingulata Loew.
5 (2). La fascia apicale è in sa dell’orlo alare; una
piccola fascia abbreviata tra la seconda e la terza . cerasi L.
6 (1). Le fasce alari sono unite fra loro o tutte od almeno
la seconda, terza e quarta.
7 (10). La fascia apicale non è contigua all’orlo alare.
|
ie, =
8 (9). Le fasce alari sono unite fra loro a due a due, cioè
la prima con la seconda, e la terza con la quarta
tabellaria Fitch.
9 (8). Tutte e quattro le fascie unite fra loro
pomonella Walsh.
10 (7). La fascia apicale & contigua all’orlo.
11 (14). La fascia apicale non è divisa, per cui le fasce sono
solo 4 come nelle precedenti
a 12 (13). Torace nero nel mezzo, con linee grigie .
Macquarti Loew.
13 (12). Torace nel mezzo di color giallo rosso, senza linee
#chiare distinte.. . . ss “aden sUavis Loew:
14 (11). La fascia de: è dia per cui le fascie sem-
‘brano essere cinque ; torace nero.
15 (16). Addome non cingolato di ehiaro ; torace sfornito
di linee bianche ; divisione della fascia apicale sci
fausta Osten- i
16 (15). Addome cingolato ; torace con due linee bianche
. longitudinali mediane ; scudetto macchiato di nero.
17 (18). Scudetto con due macchie nere; ali sfornite di
È
i
Hascia abbreviata. . . . . see stpentellia Whales
18 (17). Scudetto con lo a Pace nera; una fascia abbre
Wine ira la seconda ela terza. .-. . othe aspis Wiedemann.
6. Rh. ribicola Doane, 28, 69. t. I. (1898) e 29, 181. t. IIL f. 4.
(1899); Piper e Doane, 89, 1, figg. (1900); Aldrich, 1, 607 (1905) e 2,
636.4 £. 1 (1909).
Questa specie, che nel disegno alare ha grande somiglianza colla
Carp. vesuviana, è comune negli stati di Washington e di Idaho, dove
riesce dannosa molto alle frutta di Ribes ed Uvaspina.
La sua metamorfosi è ben nota per opera di Doane. La specie vive
anche nelle frutta dei Ribes selvatici, come osservò il prof. Aldrich nel-
l’Idaho. E’ notevole che un altro tripetide ben differente, la Epochra
canadensis Loew il nome del genere è corretto in Epochroa presso Wil
_liston, 128, 286), attacca pure le stesse piante nei medesimi luoghi.
7. Rh. cingulata Loew, 65, 76. 10. t. II. f. 11. [Trypeta] (1862)
Er 68, 263. 23. t. X f. 11. [id.] (1873); Slingerland, 112, 1. [1899] e 112,
(128. [1902]; Kellogg, 54, 349. f. 498-499. (1905); Aldrich, 1, 606. (1905)
| e 2, 69. t. IV. f. 2. (1899). — cerasi Hagen, 47, 159. [Trypeta] (1883).
Anche di qnesta specie la metamorfosi è nota; la larva danneggia
le eiliegie in vari stati della Unione americana, ed Hagen aveva quindi
ereduto che si trattasse della nostra europea cerasi, che non consta però
SARI
sia stata finora introdotta nell'America del Nord. E’ notevole che in 68,
263, parlando di essa il Loew dice che è assai vicina alle specie europee
di Rha, letis, parlicolarmente alla Fh. flavicincta Loew;ora una specie di
questo nome non venne mai da lui pubblicata, nè consta che egli co-
noscesse altre specie europee tranne la cerast.
8. Ah cerasi Linnè, 58, 600. 95. [Musca] (1758), pe 1878. [id.]
(1761) e 58, 998. 124. [éd.] (1767); Fladd, 37, 106. [id]. 75); Fabri-
cius, 31, 787. 77. [id.] (1775), 32, 453. 99. [id.] (1781), ee 353. 119.
[id.] (1787), 34, 358. 188. [éd.] (1794) e 35, 320. 17. [Tephritis] ( 1805);
De Geer, 26, 50. 19. [Musca] (1776); Müller, 79, 173. 2032. [id.] (1776);
Retzius, 93, 175. 1155. [éd.] (1783); Gmelin, 44, 2858. 124. [id.| (1788);
Villers, 120, 506. 240. [éd.] (1789); P. Rossi, 104, 71. 556. [éd.] (1794);
Mitins, 1138, 277, xa.]2.(1795]; Walckenser;s 1219 399.25 Be (1802);
Schrank, 110, 151. 2526. [Trupanea] (1803); Loew, 60, 361. 32 | Zrypeta]|
(1844), 61, 508. 32. [id.] (1846) e 64, 45. 1. t. V. f. 4. (1862); Boiè, 17,
327. 18. [Trypeta] (1847); Zetterstedt, 130, 2208. 25 [Tephritis] (1867)
e 6351. 25. [id.] (1860); Scholtz, 108, 17 [Trypeta] (1849); Frauenfeld,
39, 540 [id.] (1856); Schiner, 105, 650. 17 [id.) (1858) e 106, 121. [Spi-
lographa] (1864); Boisduval, 18, 602. [Ortalis]| (1867); Bach, 5, 58. [7ry-
peta] (1868); Künstler, 55, 83. (1871); Neuhaus, 80, 272. 3. [Spilographa|
(1886); Karsch, 52, 384. [id ] (1889); Mik, 131, 279 f [V (1898); Ber-
lese, 9, 60 fig. (1900); Leonardi, 56, 294. f. 153-154. (1900); Becker, 7,
115. (1905); Aldrich, 1, 72. (1909).
cerasorum Dufour, 30, 209. [Urophora] (1845); Macquart, 71, 326.
[id.] (1852); Costa A., 24, 130 [id.] (1857) e 24, 137. t. V B. [id.]
(1877).
Hebe Newman è secondo Collin, Ent. monthl. Mag., 1910, 174, una
Myiopites, come pure la Sphenella signata del Walker.
liturata Robineau Desvoidy, 95, 771. 5. [Urophora] (1830).
signata Meigen, 78, 332. 30. t. 49. f. 4 | Zrypeta] (1826); Macquart,
69, 458. 11. [Urophora] (1835). Roser 101, 196. [Trypeta] (1837) e 102,
60. nota [id.] (1840); Bach, 4, 263. [éd.] (1842); Rondani, 96, 158 [7d.|
(1843) e 99, 23. 2 [Carpomyia] (1870); F Rossi, 103, 70. [Zrypeta] (1848);
Walker, 123, 1022. [îd.] (1849); Goureau, 45, | Urophora| (1861); Kalten-
bach, 50, 92. 50. [Trypeta] (1869) e 51, 175, 209. [id.] (1874); Perris,
87, 238. (1876).
solstitialis Sulzer, 115, 216. t. XXVIII. f. 11. [Musca] (1776).
Questa specie è frequente in tutta Europa, eccetto l’estremo Nord,
e attacca varie sorta di ciliegie; producendo talvolta rilevanti danni
(52); in certi tempi verso la fine di giugno è così frequente, che quasi
tutte le ciliegie albergano una larva; ciò malgrado l’insetto adulto è
sempre raro ad osservarsi in libertà. Credo probabile che le larve arri-
vando viventi nel tubo digerente dell’uomo, siano causa di alcuni di-
A
San
sturbi intestinali che si osservano frequenti in quella stagione dell’anno,
come fu osservato per la Piophila casei L
Il prof. A Costa ha dato una buona deserizione della metamorfosi,
ma la migliore è quella del prof. Mik (131); anche nel lavoro del
dottor Petri (88, passim) si notano quà e là alcuni dati anatomici im-
portanti sulla larva di questa specie.
Oltre che nelle varietà coltivate delle ciliegie, la larva fu osservata
vivere anche nei frutti di parecchie piante selvatiche, come in varie
Lonicere (Lonicera Xylosteum e tatarica) e nel Crespino (Berberis vul-
garis). A questo proposito parmi molto importante l’osservazione avan-
zata pel primo dal Bvoiè, che cioè la RA. cerasi fosse in origine propria
della Lonicera xylosteum, dalla quale passò ad infettare le ciliegie col-
tivate. Ciò troverebbe riscontro in quanto avvenne nell'America del
Nord, dove si constatò positivamente che la Rh. pomonella passd da
specie indigena di Crataegus ad infettare i meli coltivati.
Il fatto riportato dal Rondani nel 1843 e ripetuto nel 1870, che la
larva viva anche nel culmo dei cereali causandone la morte, pare
dovuto ad errore di osservazione od a scambio colla larva di qualche
- eloropide, come già osservarono Loew (64, p. 46) e Mik (131, p 281).
E notevole la confusione che regnò per molto tempo riguardo a
‘questa mosca delle ciliegie, che pure dovrebbe essere notissima. Già
Di .
fin dal 1668 il nostro Redi (92, 264. figura) ne diede una buona descri-
zione accompagnata da una pessima figura; il Dufour nel suo lavoro
del 1845 riportd questa descrizione, e fece rivivere i] nome di cerasorum,
accettato anche dal prof. Costa, ma che non può mantenersi nella no-
menelatura moderna. Fra gli autori prelinneani ne trattarono pure bene
il Réaumur, 91; 12 t. XXXVIII. f. 22-23 ed il Blankaart, 16, t. XVI.
f. 4; meno fortunato fu il Degeer. Ma la disgrazia maggiore toccò alla
nostra specie entrando ceol battesimo di Linneo nella nomenclatura
scientifica. Infatti Linneo nei suoi vari lavori, anche nella prima edi-
zione della Fauna suecica (n.° 1061), diede della cerasîi una diagnosi rico-
noscibile, mentre nella descrizione, pur citando la descrizione del Redi
che chiama buona, confuse assieme la 7Aryophila frondescentiae L
Questo deplorevole errore fu fatto rimarcare per primo dallo Zetterstedt
e sulle sue orme dal Loew, ma fu causa di una enorme confusione.
Il Meigen tenne il nome di cerasi per la Thryophila frondescentiae,
ed attribuì a questa specie i sinonimi di Fabricius e di molti autori
antichi; ma ciò a torto, perchè questi parlano di fasciis inaeqnalibus
che si riferiscono evidentemente a quelle della vera cerasi. Zetterstedt
mantenne lo stesso nome per tutte e due le specie contortato dall’as-
erzione di Thunberg, 116, 91; ma Macquart e Rondani tennero per las
Rhagoletis quello di signata e conservarono l’altro alla Thryophila. Si
ebbe anche confusione rispetto alla biologia; gli antichi dicono sempre
che la larva vive in cerasorum nucleis; onde quelli che riconobbero le
2
AAT
due specie, ritennero che una vivesse nella polpa e l’altra nel nocciolo.
Per opera del von Roser gid nel 1840 fu riconosciuto l'errore, che ancora
nel 1828 era ripetuto dal Guerin in De Tigny, 117, 171; e nella confusione
cadde anche il Westwood (126, 572) con parecchi altri; perfino la figura
che da il Boisduval 1. ec. & quella della Thryophila. Anche il Disconzi,
27, 227. 22 ed il Massalongo, 72, 324 49, sono ancora nella confusione.
La Thryophila frondescentiae L. (Herina cerasi Rondani) apparfiene
alla famiglia degli ortalidi; la sua metamorfosi è ancora ignota, mal-
grado il Rondani nel 1869 dica ancora che vive nei frutti del ciliegio.
Pure lo Zetterstedt aveva già osservato che essa si trova anche in
Lapponia, dove il ciliegio non. vive; è verosimile che la sua larva
viva nel fusto dei giunchi o di altre piante palustri, sulle quali si rin-
viene in quantità innumerevole l’insetto adulto.
9. Rh. tabellaria Fitch, 36, 66. [ Yrypeta] (1856); Loew, 65, 60. 46.
[îd.]) (1852) e 68, 263. 24. [id ] (1873); Aldrich, 1, 69. (1909).
Fu trovata negli Stati Uniti settentrionali atlantiei e nel Canada;
non se ne conosce la metamorfosi.
10 Ah. pomonella Walsh, Amer. Journ. Hortie., 338-343 [ 7rypeta]
(1867)e 124, 29. f. 2. [¢d.| (1868) 5 Loew, 68, 265,25. rd] STE
Glover, 43, 72. [id.] (1874); Comstock, 20, 195. t. XIV. [id.] (1893); Lin-
tner, 59, 1 (1883), 117 figg. (1885) e 245. (1893); Harvey, 48, 190. t 1-4
(1889); Riley e Howard, 94, 253. (1890; Weed, 125, 31. fig. (1896); Mik,
131, 282. (1898); Fletcher, 38, 223. (1899); Leonardi, 56, 300..fig. 155.
(1900); Aldrich, 1, 606 1905) e 2, 72. t. 4. f. 4. (1909); Smith, 113, 366.
f. 421. [Trypeta] (19061. — zephyria Snow, 114, 164. t. II. fi . (1894).
Questa ben nota specie è diffusa per tutti gli Stati Uniti dell’ America
del Nord, e il Canada, dove riesce dannosissima al melo ed è conosciuta col
nome di Apple maggot. La sua metamorfosi fu ben descritta e figurata.
Pare che in origine essa attaccasse solo i frutti di specie selvatiche di
Crataegus, da cui passò sul melo coltivato ed anche sul ciliegio.
11. Rh Macquartii Loew, 68, 267. (1873). scutetlaris Macquart
(non Wiedemann) 70, 261. (288) 13. t. 26. f. 15. [Urophora] (1851).
Questa specie del Brasile (Goyaz) è detta dal Loew essere assai
affine alla precedente; io non la conosco, e la figura dell’ala data dal
Macquart è poco chiara. Molto notevole il fatto che il Loew al 1. e. dice
che nell'America meridionale vivono molte specie di questo gruppo, che
non furono però ancora descritte; cosa vera anche oggidì, dopo ben 37 anni!
12. Rh. suavis Locw, 65, 75. 9. t. II. f. 10. [Trypeta] (1862) e 68,
35. 9. t. X. f. 10. [id.] (1873); Coguillett, 22, 260. (1899) Babb,t9;
42, t. I. (1902); Aldrich, 1, 603. [Acidia] (1905) e 2, 69. (1909).
Questa elegante specie , che pare rara negli stati di mezzo della
Unione Americana, differisce dalle altre pel colore chiaro del torace;
e per questo il Loew l’aveva collocata nel genere Acidia malgrado le
2
2
SIG See
nudità del terzo nervo. ll Coquillett fu il primo a dichiarare la sua
vera posizione sistematica nel presente genere, cosa che io non posso
che confermare coll’ osservazione di un esemplare della mia collezione
trovato presso Nuova York dal mio amico J.R. de la Torre Bueno. La
larva vive nel noce nero, come fu osservato dal Babb.
13. Rh. fausta Osten Sacken, 83, 346. [Acidia] (1877); Coquillett,
22, 260. (1899); Aldrich, 1, 603. [Acidia] (1905) e 2, 70 t. 4. f. 3 (1909).
intrudens Aldrich, 2, 70. (1909).
Specie affine alla precedente, dei medesimi luoghi e del Canada, e
che ha avuto una storia analoga. La sua metamorfosi è ancora ignota.
14. Rh, striatella Wulp, 129, 408. 1. t. XI. f 30. (1899).
È specie nota solo del Messico.
15. Rh. ochraspis Wiedemann, 127, 466. 15. |Ortalîs] (1830);
Wulp, 129, 409. (1899).
È specie del Brasile, che il Wulp crede probabile appartenga a
questo genere, di cui infatti presenta la colorazione tipica.
5. — Oedaspis Loew.
H. Loew, 64, 47. X. (1862).
Ho già detto più sopra come questo genere, anche preso nel
senso più limitato a cui fu ridotto, comprenda elementi eterogenei.
Che questi abbiano però in gran maggioranza rapporti coi generi
qui trattati mi pare fuor di dubbio; infatti i colori del corpo
spesso gialli con macchie nere, il disegno alare per quanto spesso
più ricco, la frequente mancanza di setole al terzo nervo, la pre-
senza talvolta di un nervo trasversale sopranumerario nella cella
sotto-marginale, sono caratteri che indicano questa parentela.
Caratteri peculiari sono la grande incavazione alla lunula fron-
tale e il forte ravvicinamento dei nervi trasversali; la speciale
pubescenza bianca del torace, così sviluppata nelle specie ame-
ricane, è anche caratteristica.
Disgraziatamente la metamorfosi della maggior parte delle
specie è ancora ignota; anzi si conosce solo per le specie ameri-
cane. Queste sono galligene delle composite, fatto eccezionale pei
tripaneidi di questo gruppo; onde io, basandomi su diversi carat-
teri, credo opportuno separarle in un genere distinto, che per le
abitudini chiamo appunto Cecidochares. Ritengo però probabile
che anche le specie del mondo antico siano galligene; esse infatti
presentano quella eccezionale rarità che si osserva spesso in dit
BEER N
teri di simili abitudini, come le Lipara, che si possono ottenere
in quantità solo allevandoli dalle galle, mentre in | berta non si
osservano quasi mai.
I caratteri del genere, come io qui lo restringo, sono i se-
guenti. Chetotassi completa e normale. Diametro anteroposteriore
del capo non ristretto; occhi grandi e rotondi; forma generale
del capo quindi come in Carporzyia. Corona occipitale composta
di setole bianche; ma però non ingrossate nè ottuse. Palpi non
dilatati. Terza nervatura delle ali sempre nuda; spinula costale
distinta; terza e quarta fascie alari divise, onde le fascie alari
si possono dire sel.
Le specie note finora abitano l’ Europa e le Canarie ; io qui
ne deserivo una nuova dell’ Australia; dell’ Asia non ne sono an-
cora note. Dell’ Africa neppure, poichè la A. diaphasis che il
Bigot, 15, 384. 37. (1891) ha descritto dell’Assinia appare essere
tutt'altra cosa; e la Frauenfeldi Schiner, che io stesso 1, 140.
50. (1908) ho citato del Capo è invece specie esclusivamente
brasiliana.
Le specie si possono distinguere come segue :
1 (6). Nella cella marginale, subito dopo lo stigma, si trova
appena un piccolo punto ialino o più spesso manca affatto anche
questo. Scudetto nero, più o meno giallo alla base e sui lati.
2 (5) Le fascie alari non raggiungono completamente l’orlo
posteriore ; scudetto con macchia apicale e laterali nere.
3 (4). Addome di colore giallo come i lati del torace . .
multifasciata \.oew
4 (3) Corpo ed addome quasi interamente neri lucenti. .
fissa Loew.
5 (2). Le fascie alari raggiungono completamente 1’ orlo
posteriore; scudetto nero con due piccole macchie gialle laterali
quinquefasciata Becker.
6 (1) Cella marginale subito dopo lo stigma con grande
macchia ialina, che talvolta si fonde colla penultima incisione
ialina del margine posteriore; scudetto giallo, con due macchie
nere apicali.
7 (8). Addome in gran parte nero; nessun nervo trasverso
sopranumerario; specie europea . . . . . dichotoma Loew.
8 (7). Addome giallo con macchie nere; esiste talvolta un
nervo trasverso sopranumerario nella cella sottomarginale. Specie
australiana’ fo.) eu Sl e a RO ORO CA
ieri i
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16. Oe. multifasciata Loew, 62, 52, [Yrypeta] (1850) e 64, 47. 2.
t. VI. f. 1. (1862); Schiner, 105, 644, 3. [Trypeta] (1858) e 106, 123.
(1864); Rondani, 99, 174. 1. (1871);? Raddatz, 90, 94. 1. (1873); Becker,
7, 116. [Orellia] (1905).
Questa rarissima specie, tipica del genere, fu trovata finora solo
nella Francia meridionale (Pirenei, Lione) e nell’ Italia settentrionale;
nè il Rondani nè io non ebbimo però mai occasione di vederla. Se ne
conosce solo il maschio. Il Raddatz invero, che trovò la specie nel
Meclenburgo, descrisse anche la femmina; ma come egli osserva, la
specie pare diversa; importante sopratutto il fatto che dalla descrizione
pare si abbiano due paia di dorsocentralij; non potrebbe forse l’autore
aver dunque equivocato colla Euribia (Trypeta jaceae R. D.?
17. Oe fissa Loew, 64, 46. 1. (1862).
Anche questa specie, descritta della Spagna, non fu più vista nè
raccolta
18. Oe. quinquefasciata Becker, 8, 139. 402. t. IV. f. 42 (1908).
Di questa specie, raccolta in due esemplari a Teneriffa dal signor
Becker, ho potuto vedere per gentilezza del chiarissimo amico gli esem-
plari tipici.
19. Oe dichotoma Loew, 67, 12. 2. (1869).
Questa specie fu descritta di Sarepta nella Russia meridionale ; e
pure di questa località ho avuto in esame dal signor Becker un esem-
plare 9. Questo differisce alquanto dal tipo nel disegno alare, tanto che
nella collezione Becker era segnato come n. sp., ma io eredo non si
tratti altro che di una varietà, in cui la maechia ialina dopo lo stigma
è fusa colla penultima incisione ialina del margine posteriore, onde le
due fascie apicali restano completamente isolate. V. fig. 1,8.
20. Oe Escheri n. sp gd.
Nigra, cinereo-tomentosa, albopilosa macrochaetis tamen fuscis, serie
occipitali lutea, capite antennis p dibusque luteis, scutello luteo maculis
duabus apicalibus nigris, abdomine luteo segmentis tertio et quarto ma-
culis duabus latis basalibus rotundatis nigris, alis fasciis sex ex luteo
fuscis ornatis, stigmate luteo basi et apice nigro, nervis secundo et tertio
nervulo transverso interdum conjunctis, areola anali inferne acuta at vix
producta. Long. corp. mm. 4-4 4/3.
Ho davanti a me alcuni esemplari di questa notevole specie racc.
colti in Australia a Sydney, N. S. W.:; essi mi furono comunicati dal
signor J. Escher Kiindig di Zurigo, nella cui collezione se ne trovano
altri; mi è grato insignire la specie col nome del prelodato ditterologo
che mi fu sempre largo d’aiuti e che mi onora della sua amicizia.
Questa specie non è molto dissimile da quelle europee, tra cui mas-
simamente si accosta alla precedente; ma è distinta da tutte pel colore
dell’addome, per le ali più strette, per lo stigma bicolore e per la pre-
299). =
senza del nervo sopranumerario. Di questo però in due dei 3 esemplari
esaminati non si riscontra alcuna traccia.
Faccia coperta di leggero tomento bianco; occhi rotondi come in
Carpomyia; cuance strette ; fronte piana ; lunula abbastanza incavata;
antenne brevissime, col terzo articolo non distintamente acuminato;
arista breve, nuda: proboscide corta, di color giallo ; palpi sottili,
gialli, con peli pallidi. Macrochete normali, di color fosco ; le postver-
ticali, le verticali esterne e la corona occipitale sono però di color
giallo assai chiaro. Torace con brevi peli pallidi; omeri, linea laterale
notopleurale e propleure gialle. Chetotassi normale; scapolari poco distin-
te: seudetto con 4 macrochete. Bilaneeri e squame gialle. Addome con
peli brevi chiari e corona di lunghe setole fosche al margine posteriore
dell’ ultimo segmento Piedi comprese le anche interamente gialli, con
peli chiari; macrochete dei femori anteriori nere: tibie intermedie con
uno sperone nero. Pel disegno alare vedi la fig. 1,9; le fascie sono gialle,
infoscate verso il margine posteriore; le due ultime fascie confluiscono
talvolta fra di loro, per cui della ultima incisione ialina non rimangono
che delle tracce in qualche macchia isolata.
6. — Cecidochares nov. gen.
Ho già detto più sopra che credo conveniente separare in un
genere apposito le specie americane finora ascritte ad Vedaspis,
tanto più che all'importante carattere della distribuzione geogra-
fica, se ne aggiungono altri plastici e biologici. Disgraziatamente
io ho davanti a me una sola specie brasiliana; ma siccome il
Loew in vari punti della sua monografia dichiara che le specie
nordamericane sono perfettamente simili alle sudamericane, credo
così di non errare ascrivendole tutte ad un medesimo genere, i
cui caratteri io traggo dalla C. nigervima che conosco in natura.
I caratteri essenziali sono: Chetotassi completa e normale.
Diametro anteroposteriore del capo assai accorciato, per cui gli
occhi sono ristretti vome in Gonyglossiim, almeno due volte piu
alti che larghi nel mezzo ; la lunula è assai grande ed assai ap-
profondita; i palpi sono molto dilatati e setolosi; la corona occi-
pitale è composta di setole nere o gialle ma non incrassate ; la
speciale pubescenza crassa e bianca che copre il torace è assai
sviluppata ; il terzo nervo alare è di solito nudo, ma talvolta è
fornito di setole per tutta la sua lunghezza ; spinola costale indi-
stinta Il disegno alare è anche costante e caratteristico ; esso è
meno ricco che nelle vere Vedaspis poichè è ridotto a sole 4 fasce,
essendo le due ultime sempre indivise ; le tre fasce esterne sono
Seno: LS
di regola unite fra loro lungo il margine anteriore dell’ ala ; tal-
volta si nota tendenza a dividersi nella 2° fascia, fatto che non
avviene mai nelle specie del mondo antico. In una specie (gibba )
si osserva anche il nervo sopranumerario completo come nella
Oe. Escheri.
Di due specie nordamericane (polita ed atra) e di una bra-
siliana (Frauenfeldi) è nota la metamorfosi: con notevole concor-
danza questa si verifica entro galle prodotte sulle composite. Per
questo fatto il genere si accosta a quelli della tribù #'ypaneininae;
ma i caratteri delle setole della corona occipitale sono come nelle
ceratitinae.
Conoscendo io in natura una sola specie di questo genere non
posso dare una chiave analitica; mi limito quindi alla enumera-
zione delle specie note finora. Per quanto riguarda il genere Pe-
ronyma del Loew, non conoscendolo io in natura non so dire se
‘appartenga a questo gruppo o no; le setole del terzo nervo lon-
gitudinale lo avvicinano alle specie brasiliane qui riportate; ma
il decorso generale delle nervature, il disegno alare ed i colori
del corpo sono assai diversi.
A. Terza nervatura setolosa per tutta la sua lunghezza; specie neo-
tropiche; le loro galle sono pleurocecidii legnosi nudi.
21. C. nigerrima Loew, 65, 219. nota. [Trypeta] (1865) e 68, 258.
2x7. f. 18. [id.]' (1873).
Io riferisco a questa specie alcuni esemplari di S. Paulo nel Bra-
sile, gentilmente avuti in esame dal sig. Barone von Ihering, direttore
del Museo Paulista. Essi differiscono alquanto dalla descrizione del Loew
per avere il terzo articolo delle antenne completamente arrotondato ; i
femori del tutto giallo rossi ; il colore del corpo non nero intenso ma
nero rossiccio, cosa dovuta forse ad immaturità, ed il disegno alare
. alquanto diverso.
Questo infatti (fig. 1,10; presenta la seconda fascia (ossia la prima
dopo la macchia basale) munita al margine posteriore di una incisione
ialina (carattere della leucotricha), che però talvolta non è distinta. Poi
nella fascia apicale o marginale esistono solo due punti ialini (carattere
della connexa), pure arrivando detta fascia fin oltre l’apice della quarta
longitudinale.
La corona occipitale è fatta di setole nere; le macchie nere vellu-
tate laterali del torace sono assai distinte; l’ovopositore della 9 non è
piatto, sibbene convesso come nelle genuine Oedaspis.
Nella mia convinzione le due specie seguenti sono la medesima
cosa colla presente, che allora dovrebbe portare il nome di connexa.
Be tee
22. C. leucotricha Schiner, 107, 266. 105. [Oedaspis] (1868).
Descritta del Brasile; differisce dalla precedente per avere la corona
occipitale di setole bianche, per mancare delle macchie nere velutine
del torace e per avere di regola la seconda fascia alare con incisione
ialina inferiormente. Io credo però che il primo di questi caratteri di-
penda da un errore di stampa, che il secondo sia dovuto a dimenti-
canza e che il terzo sia soggetto a variazione.
23. C. connexa Macquart 70, 224. (64). 7. t. 7. f. 10 [Urophora]
(1847); Loew, 65, 78. nota (1862).
Descritta del Brasile; il tipo si trova nella collezione Bigot presso
il signor Verrall a Newmarket. Carattere peculiare di questa specie
sarebbe l’arrestarsi della fascia apicale in corrispondenza del secondo
nervo longitudinale, mentre in tutte le altre giunge fino al quarto. Ma
io credo questo dovuto solo ad inesattezza della figura del Macquart.
24. C. Frauenfeldi Schiner, 107, 266. 104. [Oedaspis] (1868).
Di questa specie è nota la metamorfosi. Essa nacque da galle rae-
colte dal Frauenfeld presso Rio Janeiro al 13 Agosto 1857 e portate nel
viaggio della Novara al Capo di Buona Speranza, dove uscì il 27 Set-
tembre dello stesso anno. Il fatto è ricordato anche dal Frauenfeld
stesso in Verh. zool. bot. Ges, X. 86 (1860). Le galle furono rinvenute
su una specie del genere Ageratum ed erano rigonfiamenti caulinari non
dissimili da quelli prodotti dalla Urophora cardui sul Cirsium palustre.
B. Terza nervatura nuda; specie in massima parte neartiche; le loro
galle sono acrocecidii squamosi a rosetta.
25. C. polita Loew, 65, 77, 11. t. II. f. 12. |Trypeta] (1862) e 68,
256. 20. t. X. f..12. [¢d.] (1873); Osten Sacken, 82, 301. za.) (1869);
Beutenmiiller, 10, 274. [id.] (1892 e 11, 33. fig. 74. [éd.] (1904); Jarvis,
AO ES Le [ta (1909)
Questa specie si rinviene negli stati centrali atlantici della Unio-
ne Americana e nel Canada. La sua metamorfosi fu primieramente ri-
cordata da Osten Sacken che descrisse le galle da essa prodotte sulla
Solidago altissima; Beutenmiiller diede la figura di queste galle, che
talvolta sono così frequenti da coprire tutta la pianta; e Jarvis le ricordò
anche della Solidago canadensis.
Le galle sono diverse da quelle della C. Frauenfeldi, perché ter-
minali e squamose: come ricorda il loro primo deserittore hanno l’ap-
parenza di un piccolo Chow de Bruxelles.
~ 26. ©. atra Loew, 66, 219. 74 [Trypeta] (1865) e 68, 256. 21. t. XI.
f. 17. [id.] (1873); Patton, 86,.247. [éd.] (1897); Wulp, 129,408) 1 t ZT.
f. 29. [Oedaspis] (1899); Aldrich, 1, 606. [éd.] (1905).
Questa specie abita i luoghi della precedente, ma non sale al Nord
e scende invece molto al Sud fino al Messico. Produce galle su specie
di Solidago uguali a quelle prodotte dalla precedente.
Î
e
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— Zo —
27. C. anthracina Doane, 29, 180. t. III. f. 3. [Oedaspis] (1899).
Assai affine alla precedente, ma abita gli stati verso il Pacifico:
metamorfosi ignota.
28. C. penelope Osten Sacken, 83, 346. [rypeta] (1877).
Descritta di Nuova York, ma non più ritrovata dappoi.
29. C. minuta Snow, 114, 164. t. VI. f. 2. [Oedaspis] (1894).
30. C. montana Snow, 114, 163. t. VI. f. 5. [Oedaspis (1894).
Questa e la precedente furono descritte dello Stato di Montana.
31. C. gibba Loew, 68, 260. 22. [T’rypeta] (1873).
Questa specie del Texas è distinta dalle altre per la presenza di un
nervo trasverso sopranumerario fra la 2. e la 3. longitudinali; non se
ne conosce la metamorfosi.
32. C. setigera Coquillett, 22, 262. [Oedaspis] (1899).
Questa specie fu trovata in diversi stati dell’ Unione, sia orientali
che occidentali. Essa è distinta da tutte le altre per la presenza di due
paia di macrochete dorsocentrali; questo fatto così importante richiama
alla mente quanto disse il Raddatz della sua dubbia Oedaspis multi-
‘ fasciata.
Credo opportuno dare qui un elenco delle piante sulle quali
furono sinora osservate le specie di cui è nota la metamorfosi.
A. Viventi nelle frutta.
Berberis vulgaris. -— Rh. cerasi.
Bryonia alba e dioica. — Gon. Wiedemanni.
Crataegus sp. — Rh. pomonella.
Cucurbita sp. (coltivata). — Myi pardalina, nell’ India.
Juglans nigra. — Rh. suavis.
Lonicera tatarica e xylostewin. — Rh. cerasi.
? Paliurus australis (1). — C. vesuviana.
Prunus cerasus e avium (coltivato). — Rh. cerasi in Europa e
Rh. cingulata e pomonella nell’America del Nord.
Pyrus malus (coltivato). — Rh. pomoneUa nell America del Nord.
Ribes sp. variae (coltivate). — Rh. ribicola nell'America del Nord.
Rosa canina, gallica e spinosissima. — Myi. Schineri.
Zizyphus sativa (coltivato). — C. vesuviana e incompleta in Eu-
ropa, Africa ed Asia.
B. Viventi in galle delle composite.
Ageratum sp. — C. Frauenfeldi.
Solidago altissima e canadensis. — C. polita e atra.
(1) Secondo la citazione di Kaltenbach, 51, 776. 1., che credo però errata.
10.
ie
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AG. SCHROTTES
rc nun — 2 —— 7 ee
Ichneumonidarum species quatuor novae.
Supram. Ophioninae.
Campoplex daritis n. sp.
© C. niger abdomine obscure rufo, pedibus testaceis, alis fla-
vido-hyalinis. 13 mm. i
Testacea sunt: mandibulae, antennarum articuli 2 basales,
tegulae, pedes antici, tibiae et tarsi intermedii et postici, segmen
tum primum abdominis fere totum. Nigra sunt: caput, mesonotuin,
scutellum, basis segmenti medii et antennae. Partes reliquae ob
scure rufae.
Caput omnino crebre punctulatum albido sericeum, genae
conspicuae, clypei margine antico parum sinuoso, ocelli po-
stici magis inter sese quam ab oculis remoti. Mesonotum conspicue |
sat dense punctulatum, marginibus lateralibus carinulatis. Pleu-
rae sat crebre punctatae. Segmentum medium rugosum, flave-
scenti-sericeum, vix conspicue areolatum. Segmentum primum
abdominis longitudine mesonoti cum scutello, basi lineari tenuis-
sima; segmentum secundum longitudine metatarsi postici, parum
conıpressum; segmenta reliqua fortiter compressa; terebra ferru-
ginea, longitudine segmenti sexti !reola alarum perparva, longe
petiolata, triangularis.
Ex larva Daritis sacrificae (Lepidopt.).
Hab. Argentina, La Plata (C Bruch coll.).
Eremotylus szepligetii n sp.
9 E. fusco-ferrugineus abdomine obscuriore, antennis dilute
ferrugineis, 33 mm.
Mandibulae bidentatae apice fusco, genae articulo secundo
antennarum paullum breviores; clypeus irregulariter hexagonalis,
latior apud angulos prope basin mandibularum; scutum nasale
elongatum, in medio obsolete foveolatum; antennae breves (in
hoe genere), + 62 — articulatae; ocelli maiusculi, superiores ab ocu-
"da
a.
lis linea angusta discreti, inter sese fere duplo remoti. Thorax ro-
bustus lobulo medio obsolete longitudinaliter impresso; segmentum
medium transversim bicarinatum, carina prima (basalis) valde
conspicua, sinuata, secunda obsoleta, caeterum curvatim rugoso-
striatum. Segmentum primum abdominis reliquis longius, fere fi-
liforme, post spiracula subite imflatum; reliqua gradatim decre-
scentia. Pedes dilute ferruginei unguiculis regulariter pectinatis.
Alae fulvo hyalinae, pone radialem macula hyalina (a latere in-
fero visu concava), extus lineola brevi fulva ornata, venulis fer
rugineis, cellula submediana quam mediana paullum brevior Long.
capitis cum thorace 11 mm, segmenti primi abdominis 6 mm, re-
liquorum 16,5 mm, antennarum 25 mm, alae anticae 25 mm, te-
rebrae 3,5 mm.
Hab. Paraguay, Encarnacion.
Cl.’ G. V. Szepligeti amice dedicatus
Supram. Pimplinae.
Apechoneura paraguayensis n. sp.
Q A. flavido ferrugineoque varia, annulo subapicali antenna-
rum et valvularum terebrae albis, alis hyalinis macula apicali
fusca. Long. corp. 17 mm., terebrae 18., antennarum 13 mm.
Ferruginea; flavida sunt: caput fere totum exceptis apice man-
dibularum; macula magna verticis et facie postica occipitis, pec-
tus cum pre-et mesopleuris excepta sutura inter eas et macula
magna in mesopleuris infra alas, margo anticus et macula media
oblonga mesonoti, scutellum, metanotum, segmentum medium ex-
cepta fascia lata transversali marginis anterioris, stria longitudi-
nalis segmenti primi, macula elongata apicalis segmenti secundi,
maculae oblongae formae ferri-equini segmentorum tertii et quarti,
macula lateralis retriusque segmenti quinti, margo posticus in
medio interruptus segmentorum sexti et septimi, margo ventrali-
lateralis segmentorum omnium, pedes antici et intermedii femoribus
exceptis et tibiis postice et tarsis omnino, coxae et trochanteres
postici striis lateralibus exceptis, macula parva basalis femorum
et annulus basalis tibiarum posticarum. Albida sunt: annulus sub-
-apicalis, 1,3 mm latus, antennarum, annulus fere apicalis 3 mm
latus valvularum terebrae et annulus tarsorum posticorum, arti-
_ culos 2-4 et apicem primi occupans Nigra sunt: maculae apicalse
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— J6 —
segmentorum 3-5, tibiae posticae magnam ad partem, tarsi ante-
riores toti, postici basi et apice.
Caput rugulosum; dorsulum creberrime rugoso-punctatum; ab-
domen politum impunctatum; segmentum primum abdominis la-
titudine apicali ter longius tuberculis perparvis ante medium sitis;
sesmenta 2-4 latitudine duplo longiora
Forsan subspecies Apechoneurae brevicaudae Kriechb.
Hab Parisuay, Puerto Berteni (6. X. 09)
Susram Cryptinae
Folycyrtus giacomellii n. sp
© P. rufus capite dorsuloque nigro alboque variegatis, anten-
nis nigris albo-annulatis, pedibus flavido-ferrugineis, alis hyalinis
apice paullum infuscatis. Long. 12-14 mm.
Nigra (tamen luxurie albo-picta) sunt: vertex, articuli 9 basales
et decimus septimus usque ad apicem antennarum, prothorax,
mesonotum, scutellum, metanotum et pars superior mesopleurarum.
Alba sunt: clypeus, mandibulae excepto apice, genae excepto mar-
gine apicali, scutum nasale, margines anticus et posticus oculo-
rum, articuli 10-16 antennarum, prosternum, margo posticus pro-
noti latissime in medio (aliquandum) interruptus, 2 striae longi-
tudinales mesonoti, tegulae, carinae laterales et macula apicalis
scutelli et metanoti, macula magna et sutura postica mesopleu-
rarum. Caeterum rufum vel rufo-testaceum, tibiis tarsisque omnibus
coxis femoribusque anticis testaceis.
Spina frontalis nigra, parva, acuta; genae aeque longae atque
latae; ocelli magni magis a margine postico capitis quam inter
sese remoti; occiput valde emarginatum; dorsulum nitidum parapsi-
diis profundis; pleurae subtiliter sparsim punctulatae; segmentum
medium nitidam, concavum, basi impressa, utriusque tuberculata
et carina sinuosa circumdata; spinis sat acutis. Segmentum pri-
mum abdominis longius quam segmentum medium, petiolo tenui
apice parum inflato; segmenta reliqua gradatim breviora. Areola
alarum parva subrectangularis; cellula mediana paullum longior
quam submediana.
Hab. Argentina, La Rioja (Dr. Eug. Giacomelli leg.).
F. SILVESTRI
e >
Descrizione di un novo genere
DI
Stafilinide termitofilo di Singapore.
GEN. Termitoptochus nov.
© Corpus (Fig. I) elongatum, abdomine obtriangulari, inflato,
sursum et antrorsum directo ita ut sternita 2-6 postica et dorsalia
sint.
__ Caput (Fig. II, 1-2) depressum circumlitione subovali, latitu-
dine majore pone oculos sistente, labro excepto subaeque longum
atque latum. Oculi laterales, pro-
minentes. Antennae (Fig. II, 3)
superae, 1l-articulatae apicem
versus paullulum incrassatae, ar-
ticulis 3-10 apice quam basis
latiore, articulo ultimo ovali La-
brum transversale ce. */, latius
quam longius, medium paullu-
lum sinuatum, supra setis duabus
submedianis sat longis et sat
robustis et setis nonnullis brevibus marginalibus instructum. Mandi-
bulae (Fig. II, 4) perparvae, subtriangulares, margine apicali in-
terno vix dentato. Maxillae primi paris (Fig. II, 5) parvae, cardine
brevi, stipite aliquantum longius quam latius, lobis labium haud
superantibus, lobo interno (lacinia) apice dente terminali attenuato,
acuto introrsum directo et setis marginalibus c. 12 sat longis
aucto, lobo externo (galea) parum arcuato apice lato, margine
serie setarum subtilium contiguarum penicillum linearem formante
instructo. Palpus maxillaris (Fig. II, 5 P) stipiti apicalis est,
haud lateralis, 2-articulatus, articulis depressis ad latera galeae
et labii accomodatis, praesertim secundo aliquantum arcuato,
forma et setis cfr. fig. II, 2 et 5. Labium (Fig. II, 2 et 6) dilata-
tum laminare, obtrapezoideum, margine antico parum sinuato.
Fig I.
ap oss
Palpus labialis (Fig. II, 6 P) minimus est, 2-articulatus articulo
primo interne aliquantum producto, articulo secundo processum
Bi pece =
1. Caput pronum; 2. caput supinum, P palpus maxillaris; 3. antenna; 4. mandibula
altera; 5. maxilla primi paris supra inspecta, P palpus; 6. labium, P palpus; 7. tho-
rax pronus; 8-10. pes primi, secundi, tertii paris; 12. tibiae apex et tarsus et prae-
tarsus paris tertii; 12-14, abdominis par postica prona, supina et lateraliter inspecta.
internum articuli secundi longitudine aequante. Mentum c. ?/9 lon--
gius quam latius setis sat numerosis longis instructum.
Thorax. Pronotum (Fig. II, 7) aliquantum latius quam longius,
dorso parum convexo, lateribus parum arcuatis, margine antico, in
processus duos breves latiusculoss ubmedianos producto. Scutellum
parvum transversale elytris clausis vix manifestum. Elytrae quam _
pronotum aliquantum longiores, simul sumptae parum longiores
quam latiores, postice aliquantum oblique truncatae. Alae posticae
obsoletae. i
Prosternum (Fig. III, A) parvum, transversale inter coxas
subrectangulare. Mesosternum (Fig. III, B) transversale antice si-
nuatum, postice aliquantum productum, in parte sublaterali parva
concavitate, ad angulum posticum internum coxae II sistente, in-
structum, superficie laevigata setis nonnullis brevissimis aucta. Me-
tasternum (Fig. III, C) medium parum elevatum, postice late et —
-
ae
triangulariter parum productum. Episterna metathoracis longa, sub-
rectangularia, aliquantum obliqua; epimera sat parva, -marginem
posticum elythrarum aliquantum superantia.
Fig. III.
Thorax supinus; A pro—, B
meso —, C meta — sternum ;
1-3 coxa primi, secundi et
tertii paris.
Pedes coxa primi et secundi paris
(Hie. I, 28-9 et Ill, 1 et 2)elongata, tertii
Batis Chics fil, 2i0) et: Tl 3) brevi, basi
dilatata, lamina externa ad epimera perti-
nente, tibiis subcylindraceis inermibus ,
primi paris interne fere per totam longitu-
dinem setis brevibus densis instructis, tarsis
omnibus 4-articulatis, praetarso unguibus
duobus sat longis, sat robustis aliquantum
arcuatis composito.
Abdomen (Fig. 1) sternito primo quam
cetera multo majore, parum longiore quam
latiore, sternitis ceteris forma consueta, ter-
gitis 1-5 latioribus quam longioribus, ter-
gito 7° minus quam duplo latiore quam
longiore, tergito 8° (Fig. II, 12-14) subaeque
longo atque ad basim lato, partem posticam
versus gradatim paullum angustato, margine postico late rotun-
dato, sternitum sextum superante.
Observatio. Genus hoc ad genus Termitomimus Tràg. proxi-
mum sed palpi maxillaris peculiari forma a Termilomimo et a
generibus hucusque descriptis distinctissimum est.
Termitoptochus indieus sp. n.
x
Corpus (in alcool) partibus chitineis pallide rufescentibus, parti
bus membranaceis stramineis, laevigatum, setis paucis instructum.
Characteres ceteri in generis descriptione expositi vel in fi-
guris bene delineati sunt.
Long. corp. (abdomine haud extenso) mm. 3, lat. abdominis
1,00, long. antennarum 1,10 pedum paris tertii 1,70.
Habitat. In nidis Eulermes singaporensis Havil. ad Singa
pore exemplum descriptum lectum est.
Dr. G. MARTELLI
NOTIZIE
sul’ APHIS BRASSICAEB L.
e su alcuni suoi parassiti ed iperparassiti.
Ospite.
Aphis brassicae L.
Costumi. — L’Aphis brassicae vive in colonie numerose come
molti altri afidi, sulla pagina superiore o inferiore delle foglie di
cavolo e di parecchie altre crucifere, nonchè sui peduncoli fiorali
e sullo stelo o rachide fiorale.
Qualunque movimento della parte ove si trova fissato l’Afide,
sia esso provocato da una leggera folata di vento (anche sof-
fiandovi sopra), sia provocato da un insetto col posarsi accanto 0
volando ad una certa distanza, determinando colle vibrazioni delle
ali uno spostamento dell’aria circostante, fa scattare l’Afide, di qua-
lunque età, da larva ad adulto, il quale restando col rostro fissato,
solleva il corpo insieme alle zampe posteriori facendo con quello
e queste un movimento semirotativo. Anche quando la causa
determinante questo atto difensivo viene a mancare, l’Afide, per
qualche po’ di tempo, continua ad agitarsi Spesso questi movi-
menti sono provocati dagli stessi compagni che passano accanto
per cambiare di posto e basta che un solo Afide reagisca perchè
tutta la colonia segua l’esempio con rapidità tale che sembra
contemporaneo il movimento. Passato il pericolo vero o appa-
rente tutto torna alla calma.
NUTRIMENTO. — L’Afide col suo rostro, che tiene infisso nel
tessuto, succhia gli umori della pianta dei quali si nutre.
Gli escrementi che emette a forma di goccioline sono dol-
ciastre e si raccolgono, insieme a quelle di vapor acqueo con-
densato, nei luoghi bassi delle foglie accartocciate entro le quali
l’Afide si trova, formando spesso delle goccie abbastanza grosse.
Queste si vedono avvolte da una patina grigiastra formata e dalle
Pea ap es
sostanze escrete dall’ Afide e dalla polvere cerosa dell’ Afide
stesso.
DEPOSIZIONE DELLE LARVE. — La femmina partenogenetica de-
pone le larve continuando a succhiare col rostro. Quando depone
comincia a vedersi, dall’orificio vulvare, spuntare l'estremo addome
della larvetta; poi, mano mano, fuoriesce il resto, cioè le zampe
posteriori, le mediane e le anteriori e finalmente il capo. Liberate
le zampe posteriori la larva, dopo qualche po’ di tempo, comin-
cia ad agitarle con movimenti laterali, ma molto debolmente; in
seguito, quando le altre zampe sono libere, i movimenti sono più
sensibili cercando con esse di arrivare a toccare la superficie del
luogo, ove la madre è fissata, mentre la larva trovasi sospesa
all’orificio vulvare. Finalmente sia con un brusco movimento
della madre, sia con l’avvenuto aggrappamento della larva a
mezzo degli uncini delle zampe posteriori, sulla superficie, la larva
si stacca liberandosi definitivamente. Da questo momento le an-
tenne sono anch'esse libere.
La durata della deposizione di una larva varia da un'ora a
due circa, a seconda che si è in maggio o in gennaio-febbraio.
Deposta una larva la madre riposa per qualche tempo e poi
torna a deporne altre senza allontanarsi finchè sul posto non ne
abbia deposto una quindicina o poco più.
La deposizione in generale comincia dopo circa un’ora che
il sole si trova all’orizzonte e finisce poco tempo prima che esso
scompare; per cui durante la notte non si avvera deposizione.
Nella giornata, le larve che sono deposte vanno da 1 a 12
(maggio 1907), e in questo stesso mese, ad un massimo di 10 al
4° giorno è succceduto un minimo di uno, aumentando gradata-
mente all’8" giorno a 12 e finendo al 13° con uno.
Finita la deposizione l’Afide è tutta emaciata e raggrinzita
e vive per un altro giorno o due per poi morire, ina prima si
allontana dall’ultimo luogo della deposizione.
NUMERO DI LARVE DEPOSTE. — Il numero di larve deposte
da tre femmine attere, dal 30 maggio al 12 e 13 giugno 1907,
è stato, a Portici, di 45, 48 e 52.
LARVE. — Appena nate le larve sono giallo-pallide, lunghe
circa !/, mm Staccate dalla madre esse non si allontanano, ma re-
stano a lei vicinissime, fissandosi attorno e anche sulla superficie
che le sta sotto il ventre, dando l’aspetto di una chioccia che custo-
disce sotto il corpo e le ali i pulcini.
or
Le larve se ne stanno insieme, associate, fino a mute com-
piute; dopo si allontanano per conto proprio in cerca di un luogo
ove fissarsi e deporre.
MuTE. — Le mute dell’Aphis brassicae sono quattro. In gen-
naio la 1.* avviene dopo 12-15 giorni dalla nascita; la 2% dopo
16:17 dalla 1.°; la’3.% dopo 8-9) dalla 22 eda 4° -dopostt- 12 ida
questa.
In marzo (1.* decade in poi) le mute sono avvenute :
)
1.2 muta dopo 6-8 giorni dalla nascita
> » » 6-7 » » be
our » » 6-8 » » Du
Ara » » TS » » ee
In maggio (dopo la 1.* decade) le larve hanno fatto la 1* muta
dopo tre giorni dalla nascita e le altre a distanza di due giorni
da quella precedente; verso la fine dello stesso mese le mute si
sono succedute dopo due giorni dalla nascita e dalle prece-
denti mute.
Appena fatta la muta la larva è di color verde chiaro. Dopo
qualche ora si riveste di sostanza polverulente cerosa.
L’Afide divenuto adulto dopo tre giorni in febbraio, dopo due
giorni o poco meno in marzo e dopo 24 ore circa in maggio, dalla
4° ed ultima muta, comincia a deporre le larve.
FEMMINE ALATE. — In marzo si nota un gran numero di fem-
mine alate, ma si ha un massimo di sciamatura nel mese di
aprile e primi di maggio. Anche queste come le attere fino a
giugno, quando interruppi le osservazioni, depongono le larve nella
stessa maniera delle attere.
GENERAZIONI. — Il numero di generazioni dell’ Aphis brassicae
da settembre a giugno è di circa 10
DANNI. — Le foglie di cavolo attaccate si rattrappiscono, si-
accartocciano sulla pagina superiore mostrandola di color gial-
lognolo o grigiastro. Su questa pagina si trovano spoglie di larve,
polvere cerosa, escrementi e goccioline d’acqua miste a questi ul-
timi come si è detto in precedenza. :
Le foglie seccano e così pure i fiori attaccati, e poi tutta la
pianta. Quando la foglia è deperita gli Afidi passano su altre fo-
glie non trascurando quelle del centro molto tenere
ge
Parassiti.
Tra i parassiti del? Aphis brassicae riscontrati a Portici sono:
Imenotteri: Aphidius brassicae Marsh; Ditteri: 5 specie diverse di
Sirfidi che, secondo la determinazione fatta dal chiar.mo Prof Mario
Bezzi, sono: Lasiophthicus (Syrphus) pyrastri L., Syrphus auri-
collis Meig, Syrphus balteatus Deg., Syrphus latifasciatus Macq.
e Syrphus ribesti L.
_ Di questi ditteri ho potuto seguire la biologia del primo e del
terzo
Poi ad Acireale una specie di Leucopis e un Cecidomide dei
quali è in corso lo studio biologico; Coleotteri: Adonia variegata
var. carpini Geoftr. ad Acireale, Adalia bipunctata L., Scymnus
~
sp. a Portici e ad Acireale e Coccinella 7 - punctata ad Acireale.
Imenotteri.
; : /
Aphidius brassicae Marsh. /
ADULTO — Si trova in discreto numero in dicembre, in gran-
de numero poi in maggio.
CosSTUMI. — L’Aphidius si aggira incessantemente attorno
agli afidi volando da una foglia all'altra, il maschio in cerca di
femmine e queste di Afidi, se accoppiate. Cammina adagiò o me-
glio lentamente muovendo le antenne anche lentamente; se toc-
cato si lascia cadere, ma nella caduta prende il volo. Passa la
notte sulla pagina inferiore delle foglie di cavolo
NUTRIMENTO. — È la sostanza escrementizia degli Afidi che
succhia con avidità.
ACCOPPIAMENTO — Il maschio come vede la femmina solle-
va le ali e le vibra rincorrendola; raggiuntala le sale sul dorso.
La femmina drizza e piega le antenne all’indietro e il maschio muove
il capo, che si trova in corrispondenza del mesotorace della fem-
mina, da destra a sinistra per parecchie volte con un ritmo eguale
toccando con la porzione posteriore delle sue le antenne della
femmina, tra le quali esso le ha poste, e strisciando con la
‘anteriore il suolo Qualche volta si sofferma, solleva e vibra le ali.
Dopo questi preliminari, si tira indietro curva l'addome e
tocca con l’estremità quella della femmina, accoppiandosi. L’ac
e
coppiamento dura circa mezzo minuto, qualche volta anche un
minuto.
Durante l'accoppiamento il maschio scatta e vibra le antenne
più o meno rapidamente e anche con ritmo eguale; tiene abbrac-
ciati, diremo così, con le zampe anteriori e mediane il torace e
l'addome della femmina, mentre le posteriori poggiano sul suolo.
DEPOSIZIONE DELLE UOVA. -- La femmina, come si è detto,
s'aggira tra i gruppi degli Afidi camminando lentamente e pal-
pando con le antenne. Toccata una larva, poichè generalmente
inquina l’Afide a questo stato, di un mm. o poco più, questa scatta
nei modi detti parlando dei costumi; allora il braconide si tira
un po’ indietro e appena che la larva si sia chetata, sì avvicina
piano piano, e dalla parte posteriore di essa, a distanza di circa
2 mm. sollevandosi sulle zampe posteriori, curva l addome io
allunga fino ad arrivare la larva e con la corta trivella le per-
fora rapidamente il ventre appena lo tocca, nonostante che essa
si agiti, e in un secondo o poco più, depone un sol uovo, tenendo
nel frattempo le ali un po’ divaricate e sollevate.
Avvenuta la deposizione, la larva continua a dibattersi, e con
essa anche le altre, mentre il braconide si allontana, pulendosi
l'estremo addome e le antenne.
Spesso l’ApRidius dopo deposto un uovo non torna l’addome
nella posizione normale, ma lo tiene ancora curvato per qualche
tempo per allungarlo nuovamente e deporre un altro uovo in
altra larvetta vicina alla prima.
NUTRIMENTO DELLA LARVA PARASSITA. —- La larva di Aphi-
dius che nasce dall’uovo, nei primi tempi si nutre della sostanza
adiposa, senza intaccare gli organi vitali dell’ ospite; in seguito,
crescendo, divora tutti gli organi. Quando però distrugge gli or-
gani, l'ospite è già pervenuto allo stato di adulto, e di esso ne
rimane la sola pelle.
La larva dell’Aphidius quando è adulta, distesa non è con-
tenuta nel corpo dell’Afide e perciò sta ricurva.
AFIDE PARASSITIZZATO. — Dopo qualche giorno, circa una de-
cina, da che l’Afide è stato inquinato, si mostra di color giallo-
gnolo e più turgido dei sani, i suoi movimenti sono anche più
lenti.
Quando la larva dell’Aphidius è matura ed ha divorato da
poco tutto l’interno dell’ospite, si vede molto bene per traspa-
renza fare dei movimenti col capo per rivestire l’interno della
a Fa Mr
stele det
An —
pelle dell’Afide di un tessuto sottile di fili di seta Mercé questo
tessuto la pelle si indurisce, e diventa più tardi di color giallo
di paglia, più o meno coperto di polvere cerosa
L’Afide morto resta turgido, rigonfio con le zampe distese
come se fosse sano e le antenne abbassate o meno, rivolte allo
indietro. Esso rimane fissato per il rostro, molto tenacemente.
Giunto il momento in cui !’ Aphidüus & adulto, questo fuoriesce
dall’ospite aprendosi un varco di forma circolare nella parte poste
riore; varco che rimane chiuso o semichiuso dalla parte distaccata
a guisa di coperchio che perciò è sollevato col capo dall ApRidis
quando esce.
TEMPO IMPIEGATO NELLO SVILUPPO. — In aprile l ApRidius
ha impiegato 28-30 giorni per compiere il proprio sviluppo e 24-26
in maggio.
GENERAZIONI. — Il numero di generazioni che V ApRidius può
compiere da settembre ai primi di giugno è di 10 circa.
Aphidius rapae (Curt) Marsh. e Lipolexis picea (Cress ) Ashm.
Il Marshal cita la prima specie come altro parassita del-
VAphis brassicae e Ashmead la seconda.
Ditteri predatori.
Lasiophthicus (Syrphus) pyrastri L.
ADULTO. — Si vede frequentare i cavoli infetti di Afidi da
febbraio in poi, nei dintorni di Portici.
CosTUMI. Ha un volo rapido, come saetta, c si libra nell’aria
egregiamente, tenendo un po’ fuori l’ovopositore. Quando si posa
fa dei movimenti di alto e basso con l’addome, prima di accin-
gersi a qualche cosa. Tra loro si inseguono e quando uno sta fermo,
l’altro si slancia su di esso percotendo col capo il capo del primo.
NUTRIMENTO. — È la sostanza escrementizia degli Afidi, non-
chè il nettare dei fiori, specialmente di ombrellifere.
ACCOPPIAMENTO. — Il maschio volando insegue la femmina
sulla quale si posa e abbracciatola con le zampe, fa alcuni pre-
liminari e poi curvato l’addome ne porta l'estremo a contatto di
quello della femmina. Questa fa sporgere di poco l’ovopositore
nello stesso tempo che il maschio ne afferra l'estremità col suo
SR
apparato genitale esterno e lo tira un po’ fuori. Cosi si accoppia.
In questa funzione il maschio tiene le zampe anteriori distese in
avanti con Ja tibia e il tarso poggiati lungo il torace, e le unghie
del pretarso sulla parte anteriore della femmina; le mediane col
pretarso sull’attacco delle ali e le posteriori abbraccianti i fianchi
del 1° e 2' segmento dell’addome, sulla cui parte ventrale si con-
giungono poi i pretarsi. La femmina a sua volta tiene le ali leg-
germente divaricate.
Accoppiatisi, la femmina prende il volo portando sul dorso
il maschio e va a posarsi in luogo sicuro dalle aggressioni.
L’accoppiamento dura circa tre ore.
DEPOSIZIONE DELLE UOVA. — La femmina esplora a volo in tutti
i sensi le foglie di cavolo infette da Afidi e trovato un luogo adatto
si posa, fa qualche movimento di alto e basso con l’addome e poi
sta immobile per breve tempo, in attesa che gli Afidi si chetino
dal loro solito movimento di difesa. Finalmente curva l’addome,
mette fuori e allunga l’ovopositore con l’estremità del quale tasta
il luogo e poi emette l’uovo. Questo è adagiato nel senso della
lunghezza, con il polo più stretto superiormente.
L’uovo viene deposto ovunque, accanto o lontano dagli Afidi,
ma sempre ove questi possono fissarsi.
Alla deposizione di un uovo può succedere un secondo poco
più lontano, senza riprendere il volo.
Generalmente deposto un uovo se ne vola in cerca di altre
foglie con altri Afidi.
Uovo. — È di forma ellittica, leggermente ristretto verso il
polo anteriore, il quale é un po’ schiacciato; è lungo mm. 1.13-1.26
e largo (larghezza massima) mm. 0.38-0.45. Color bianco latteo
con guscio provvisto di tanti rilievi a forma di S allungata, di-
sposti nel senso della maggiore lunghezza, in serie alterna tra-
sversale all’uovo.
L'uovo aderisce colla parte inferiore mediante una sostanza
‘attaccaticcia in modo che non si stacca senza romperlo e, quando
delicatamente ci si arriva, resta una patina bianca sul posto. Ap-
pena deposto ha un color chiaro di albume.
SCHIUSURA DELL’'UOVO. — L’uovo un giorno o due prima di
schiudere prende il color grigio scuro.
La larvetta si apre un varco nel polo anteriore ed esce
rimanendo il guscio o intatto o con la parte superiore addossata
alla inferiore.
ER. >
L’uovo schiude dopo 11 giorni dalla deposizione ‘3.° decade
di febbraio) o dopo 6-8 (1° decade di marzo).
LARVA. — La larva appena nata misura 1/'/, mm. circa; é di
color giallo-paglia, còn corti peli disposti in senso orizzontale su
piccolissimi tubercoli in numero di 8 per ogni segmento del corpo;
inoltre i segmenti hanno la parte dorsale punteggiata.
La larva matura è conica, appiattita al ventre, lunga mm. 15-18
circa e larga alla base circa 3 mm. ' ; di color verde, qualche
volta roseo con una fascia dorsale stretta di color bianco o roseo
e due laterali.
La larva essendo sprovvista di zampe, camminando, fa presso a
poco come le larve di Geometre, si allunga cioè nella parte anteriore,
emette dalla bocca una sostanza vischiosa ialina, curva il capo
e si afferra con gli uncinetti boccali, indi spinge in avanti il re-
sto del corpo e ne poggia l'estremità ad una distanza varia dal
. Gapo, a seconda l’età
1] cammino che fa la larva è spesso molto rapido, special-
mente quando è affamata. Può percorrere quando è adulta un
50 cm 0 poco più a minuto.
NUTRIMENTO DELLA LARVA. — Dopo qualche ora dalla nascita,
la larva se é lontana dagli Afidi, si pone in cammino per trovarli,
tastando con il capo la superficie che percorre, e comincia a di-
vorare, o meglio succhiare, le tenere larvette
Quando cammina in cerca di nutrimento, la larva avanza
nei modi suaccennati, ma ad ogni passo, diremo così, si protende
molto in avanti, arrivando ad una lunghezza di ben 28 mm. quan -
do è adulta, e alza ed abbassa i primi due terzi del corpo ta-
stando col capo innanzi e a destra e a sinistra. Se trova un Afide
lo afferra sul dorso con gli uncinetti boccali, e di colpo lo strappa
dal luogo fissato, indi alza il primo terzo del corpo e lo tiene
così sollevato fintantocchè non abbia finito di succhiare la vittima.
Durante il succhiamento questa si agita con le zampe e le antenne
cercando di svincolarsi, ma poi perde le forze e finalmente muore.
Finito di succhiare la spoglia è rigettata con movimenti di
avanti e indietro del capo della larva predatrice.
Qualche volta mancando gli Afidi le larve possono succhiare
le compagne, come ho avuto occasione di osservare.
SOSTANZA ESCRETA DALLA LARVA. — Le deiezioni della larva
sono di color nero e vengono lasciate come macchie lunghe, co.
niche sulle foglie o steli della pianta. Esse sono molto abbon-
EI
danti negli ultimi giorni di vita larvale e qualche volta restano
aggrumite.
NUMERO DI AFIDI DIVORATI. — Le larve di Lasiophthicus pyra-
stri dal giorno della nascita al momento di*trasformarsi in pupa
consumano un gran numero di Afidi. Infatti larve nate il 18 marzo
fino al 6 aprile consumarono tra larve, ninfe e adulti di Afidi un
minimo di 472 ad un massimo di 538.
PUPARIO E PUPA. — La larva, giunto il momento, scende dalla
pianta e si interra a 2-3 cm. e qui si raccorcia fino a 6-9 mm.
di lunghezza e si allarga arrivando a mm. 3.5-4.5 Queste lun-
ghezze sono poi quelle stesse del pupario.
Questo appena formato, ma non staccato dalla larva, ha color
verde e la nota fascia dorsale bianca, poi si mostra testaceo, o rosso
mattone, o castagno e finalmente chiaro, quando l’adulto è uscito
fuori. La forma è di pera allungata leggermente concava alla
parte ventrale.
Dopo 24-30 ore, in maggio, da questa modificazione, la pupa
è già formata e se si rompe il pupario la si vede di color bianco.
A maturità essa si vede abbastanza bene attraverso il pupario con
le 6 macchie biancastre sull’addome e con gli occhi composti di
color rosso-scuro.
Trascorso il periodo ninfale l’adulto rompe col capo la parte
anteriore del pupario, cioè quella più grossa, in direzione obbli-
qua, dall’alto in basso e dall’indietro in avanti ed esce fuori alla
superficie della terra aiutandosi col capo, come altri ditteri, per
aprirsi un varco. Fuori, alla luce, l’adulto cerca un luogo riparato
dal sole e completa la sua trasformazione.
TEMPO IMPIEGATO NELLO SVILUPPO. — È in rapporto con l’an-
damento della stagione, ecc. In febbraio-marzo il tempo è stato:
da uovo'a-/larva: è (i.e giorni 65h
> dalva @ pupa:sii i eo A val 2024
» -pupasad. adultor nern 18-22
Totale giorni 44-57
In aprile-maggio & stato:
da 10Y0 a: larya: 74% 5... Siormi 5-8
» larva) a pupa.
estende fino all’estremo posteriore. Grossolanamente si può raffi
gurare la seconda metà dorsale del corpo ad escrementi di gal-
lina. Parte ventrale della 2' metà nerastra dovuto anche al con-
tenuto dell’intestino.
La larva fin da quando nasce è viscida per il secreto glan-
dulare e vive in ambiente umido, scegliendo perciò sulla foglia
i luoghi riparati dal sole e l’interno delle foglie accartocciate
Essa emette dalla bocca una sostanza ialina vischiosa elastica
come quella delle lumache e lascia perciò sul suo cammino que.
sta specie di bava che seccata è lucente.
La larva adulta si trasforma in pupa o sulla pagina accar-
tocciata del cavolo, o lungo lo stelo, ecc., ma sempre facilmente
reperibile ai parassiti
PUPARIO E PUPA. — Il pupario è piriforme molto pronunciato,
leggermente concavo alla parte ventrale, con la parte dorsale
‘mediana della regione ristretta carenata; pallido appena formato,
poi giallo pallido nella prima metà: questa limitata da una fascia
arcuata brunastra con concavità verso la parte infossata; ad 1
mm. circa di questa fascia ne segue una seconda dello stesso co-
lore più ristretta però e parallela, infine ad un altro mm. e !/, circa
vi è una linea bruna diritta in senso trasversale. Tutto il resto
é ialino. Il pupario vicino a schiusura dell’adulto è di color bruno;
rossastro vicino a maturità della pupa.
La pupa è pallida ed ha forma quasi identica al pupario.
La lunghezza del pupario é di mm. 6 ‘/,-7 ‘/, per 2'/,3 /,
di larghezza massima.
Il pupario è più piccolo e rossastro se contiene il Bassus al
bosignatus.
TEMPO IMPIEGATO NELLO SVILUPPO. — Il Syrphus balteatus
ha impiegato, in settembre-ottobre, a svilupparsi 23-26 giorni così ri-
partiti:
Dalla deposizione dell’uovo a larva giorni 4-5
o EVAraN Budo IN te. re LID
Pe puddle arten. Pu! 8-9
Totale giorni. . . 23-26
GENERAZIONI. — Dato il tempo impiegato a svilupparsi in set
tembre e calcolandolo maggiore in inverno, il numero delle ge-
nerazioni da settembre a maggio € di 7, come quelle del Z. pyra-
ser:
ia
Un altro parassita finora riscontrato é una specie di calci-
dide, un Pachyneuron.
Parassita del S. balteatus
Pachyneuron sp. 0
L’adulto inquina le pupe del S. dalteatus racchiuse nel pu
pario.
DEPOSIZIONE DELLE UOVA. — La femmina del Pachyneuron
salita sul pupario lo esplora attentamente e minutamente in tutti
i sensi con l’estremità delle antenne. Trovato un luogo confacente,
curva l'addome e conficca adagio adagio la trivella, che penetra
dopo 10 minuti circa, e depone l’uovo.
Deposto un uovo ritira la trivella, torna ad esplorare e a
deporre altre uova. Queste sono deposte all’esterno della pupa.
Uovo - E di forma ellittica, curvo alla parte ventrale e leg-
germente stretto verso il polo anteriore. È bianco, lungo mm.
0.55-0.38, largo mm. 0.12-0.14.
NUTRIMENTO DELLA LARVA. — La larva da quando nasce suc-
chia gli umori della vittima dall’esterno fino a rimanere di essa
la sola pelle.
Giunte a maturità le larve sì trasformano in pupa nell’in-
terno del pupario dal quale poi escono adulti perforandolo in un
punto qualunque.
TEMPO IMPIEGATO NELLO SVILUPPO. — Da pupe di Syrphus
inquinate il 23 marzo uscirono gli adulti del Pachyneuron il 5
maggio, da altre inquinate il 24 marzo uscirono gli adulti il 6
maggio e finalmente da pupe inquinate il 50 marzo uscirono gli
adulti l 8 maggio Per modo che il tempo impiegato da uovo
ad adulto fu rispettivamente di 42-43-49 giorni.
NUMERO DI Pachyneuron USCITI. DA UN PUPARIO. — È stato
da 8a 18: da alcuni di essi vennero fuori tutti maschi, da altri
tutte femmine e infine da altri più femmine che maschi.
GENERAZIONI. — Il numero delle generazioni del Pachyneuron
da settembre a maggio può essere di 10.
ALTRI PARASSITI. — Ratzeburg cita parassita di questo Sirfide
l’Homotropus tarsatorius (Panz.) D. T. e lo stesso Ratzeburg e
Bignell citano anche il Bassus laelatorius (Fabr.) Panz., Giraud il
Pachyneuron formosum Walk. e Bouché il Megaspilus syrphi
(Bouché) Marsh.
u
Syrphus ribesii L.
Di questo Sirfide Newamm cita parassita un Cinipide cioè
l’Eucoela crassinervis West. Secondo Ratzeburg un altro pa-
rassita del S. ibesii è il (hrysolampus syrphi Ratzb.
Iperparassiti.
Tra gli iperparassiti dell’Ap/hidius finora riscontrati sono :
Encyrtus aphidivorus Mayr, trovato parassita dell’ Aphidius
brassicae dal Prof. F. Silvestri e dallo stesso studiato nello svi
luppo delle uova, ecc. (1) e descritto dal Masi (2); Pachyneuron
Sp. ottenuto da me, da Afidi inquinati e morti; Allotria vittria
West var. infuscata Kieft., la quale come in una nota dice il Prof.
Silvestri è parassita dell’Aphidius (3), e non parassita dell’Aphis
brassicae come è stato ritenuto; P/eromalus sp. ottenuto da me e
visto di inquinare gli afidi morti per parassita. Non so il grado di
parassitismo nè di questa nè della precedente specie di Pachy-
neuron, ma me ne sto occupando. Ashmead cita parassita del
l’Aphis brassicae il Pachyneuron aphidivorum Ashm., ma proba-
bilmente sarà anche questo un iperparassita.
Tra i predatori degli adulti di Aphidivs trovati a Portici vi
è uno Stafilide che secondo il chiaro prof. Fiori è il Philonthus
sordidus e due specie di Tachydromia (T. flavipes F. e T. mi-
nuta Meig. Ditteri Empididi).
Allotria vittrix West. var. infuscata Kieft.
CoSTUMI. — E un insetto molto più vivace dell’Aphidtus e
prende facilmente il volo quando è minacciato. Lo si trova spesso
dove gli Afidi sono isolati.
NUTRIMENTO — E la sostanza zuccherina escreta dagli Afidi.
(1) F. SiLvesTRI. « Contribuzioni alla conoscenza biologica degli Imenotteri
parassiti, II, IV. » Estr. Boll. Zool. gen. e agr. R. Scuola Sup. di Agric’
di Portici pag. 53-71, Vol. III, Portici 1908.
(2) L. Ması « Contribuzioni alla conoscenza dei Calcididi italiani » Boll.
Zool. gen. e agr. della R. Scuola Sup. Agric. di Portici, pag. 96-98, vol. III,
Portici 1908.
(3) Conf. F. SILVESTRI op. cit. pag. 34, nota in calce.
e
ACCOPPIAMENTO. — Il maschio postosi di fronte alla femmina,
solleva e vibra le ali e le antenne per qualche tempo, poi va
dietro e le sale sul dorso ove si porta molto in avanti e, con il
pretarso delle zampe anteriori poggiato sulla fronte della femmina,
sollevando le ali e vibrandole nel mentre che scatta col capo e
tiene le antenne curvate all’ingiù fa scivolare queste ad ogni
scatto su una porzione della parte interna di quella della fem-
mina, che le tiene, a sua volta, diritte e all’insù. Dopo questi pre-
liminari il maschio si tira indietro rapidamente, curva l’addome
e ne porta l'estremo sul mezzo del ventre della femmina restan-
do accoppiato per qualche secondo.
DEPOSIZIONE DELLE UOVA. — Le uova sono deposte nelle larve
di 1 mm. e '/, a due, degli Afidi ancora viventi.
La femmina esplora con le antenne il dorso dell’Aphis, poi
sale su esso generalmente dalla parte posteriore e con la trivella
si pone subito a perforare il corpo. In 40” 60” arriva a perforare,
con lenti e quasi invisibili movimenti di alto e basso dell’addo-
me, il dorso dell’Aphis e a deporre l’uovo. i
In questo lavoro l’Afide sentendosi ferito reagisce nei modi
indicati, ma l’Allotria non se ne da intesa e continua la sua opera
di perforazione. Spesso l’Afide ritira il rostro e si allontana men-
tre l’AZlotria si lascia trasportare.
Deposto l’uovo scende e si allontana rapidamente.
Uovo. — È biancastro, lungo mm. 0.27 02.8, largo mm.
0.20 -0.205, di forma rotonda con un peduncolo lungo circa */, della
lunghezza dell’uovo
F. SILVESTRI
Csi ee es = a
Un novo genere di Acaro mirmecofilo
dell’ Australia.
ms E HE
Fra alcuni Artropodi mirmecofili che il Signor H. W. Davey
mi ha gentilmente mandato in istudio ho trovato due esemplari
di una bella specie di Acari nuova per la scienza e da riferirsi
ad un genere pure nuovo nella famiglia Antennophoridae, che ne
comprende già altri di abitudini uguali.
ACARI - MESOSTIGMATA.
Fam. Antennophoridae.
Gen. Ptochacarus nov.
g Corpus (Fig. I et II, 1) aliquantum longius quam latius,
elevatum, scuto dorsuali dorsum totum haud cccupante, tritosterno
bene evoluto, jugulari integro utrimque magis chitineo, sternali
integro ab ano-
ventrali distin-
cto, genitali inter
pedum par terti-
um sistente su-
baeque longo at-
que lato, ano-
ventrali integro,
lato subtriangu-
lari, in apice po-
stico anum con-
tinente, metapo-
diali brevi. Cir-
ca corporis partem ventralem totam a parte antica laterali limbus
adest, latiusculus, convexiusculus, setosus.
Psedocapitulum inferum, mandibularum articuli secundi pro-
cessu laterali et articulo tertio forma valde peculiari (cfr. Fig. 11, 2-3),
palpo maxillari articulis liberis quatuor consistuto.
Fig. I.
1. Corpus pronum; 2. lateraliter inspectum; 3. supinum.
Pedes primi paris antenniformes ambulacro destituti, ceteri
robusti ambulacro, unguibus nullis, instructi.
Femina ignota est.
Species typica: Plochacarus Daveyi sp. n.
Observatio. Genus hoc corporis forma et praesertim scuto
dorsuali dorsum totum haud occupante inter familiae genera bene
distinctum.
Ptochacarus Daveyi sp. n.
SJ Corpus (Fig. I) seuto dorsuali, ventre pedibusque latericiis,
ceterum fulvo-isabellinum; aliquantum longius quam latius, ele-
vatum, parte postica dorsuali inflata, bene et late convexa, sur
sum et retrorsum producta, marginem posticum ventralem spatio
longo superante, circa marginem ventralem limbo latiusculo, subtus
convexiusculo, setis pluribus simplicibus aliquantum arcuatis in-
structo, auctum.
Psedocapitulum inferum sub scuti dorsuali parte antica ob-
tectum. Epistoma (Fig. II, 4) triangulare, parum longum. Mandi-
bulae (Fig. II, 2-3) articuli secundi parte basali supera in pro-
cessum longum, apicem articuli tertii attingentem producta, huius
processus et articuli tertii forma cfr. fig. II, 2-3. Maxillae (Fig. II, 4)
basi coalitae, setis duabus submedianis brevioribus et seta alia
sublaterali instructae, lobo laterali externo foliaceo simplici, la-
mina maxillaris interna in processum angustum, sat brevem, acu-
tum, producta, seta sat longa, sat robusta aucta et interne lamina
ciliata bilobata instructa.
Palpus maxillaris articulis liberis 4 compositus, brevibus, ro-
bustis, gradatim angustioribus, articulo ultimo subconico quam
praecedens c. '/; longiore, apicem setis nonnullis brevioribus aucto
et facie interna seta bifurcata, praeter setas nonnullas alias sim-
plices, instructo.
Seutum dorsuale (Fig. I, 1) integrum, dorsum totum haud oc-
cupans, tantum per c. °/, corporis longitudinis et c. 3/; ejusdem
latitudinis extensum, antice haud productum, recte truncatum,
superficiei parte postica (Fig. II, 6) setis pluribus brevibus plu-
matis, ceterum setis nonnullis sparsis brevissimis simplicibus auc-
tum. Ceterum dorsum bene chitineum superficie supera setis plu-
ribus brevibus plumatis, superficie cetera laterali et infero-poste-
riore setis brevioribus simplicibus sat raris.
ak Na til le il ae
cr etal! tei
A
ee DEN u
een See ee ee N ee u
ge
Tritosternum (Fig. II, 1) longum, dimidia parte distali bifur-
cata brevissime ciliata.
Scutum jugulare transversum, integrum, utrimque area magis
chitinea setis duabus brevibus instructa.
Fig. II.
1. Corpus supinum limbi parte et pedibus totis vel eorumdem articulis plerisque
abruptis: A-D pedum I-IV pars basalis; 2. mandibula interne inspecta; 3. eadem
externe inspecta; 4. hypostoma cum maxillis; 5. idem lateraliter inspeetum ; 6. pars
postica-laterali scuti dorsuali ( E) et dorsi pars confinis; 7. pes primi paris; 8. ejusdem
articulus ultimus; 9. pes paris secundi; 10. ejusdem ambulacrum; 11. pes paris tertii.
Sternum (Fig. II, 1) integrum, a scuto ano-ventrali fere ad
pedum IV fovearum marginis postici libellam distinctum, setis
brevibus simplicibus, subtilioribus nonnullis instructum. Scutum
genitale subaeque longum atque latum.
Scutum ano-ventrale subtriangulare, apice postice sistente ,
aliquantum parum longe a basi latius quam longius, setis sat nu-
merosis brevibus simplicibus auctum.
Scuta metapodialia brevia striata; scutum marginale ad stig-
matis partem externam poris 10 instructum.
Bore
Pedes primi paris (Fig. II, 7) corporis longitudinem aequan
tes, articulo ultimo quam praecedens c. */, longiore, setis nonnullis
longis et nonnullis brevibus terminato. Pedes ceteri (Fig. II, 8-11)
valde robusti, ambulacro unguibus destituto instructi, secundi paris
quam sequentes parum longiores, setis et ambulacri forma cfr.
fig. II, 8-11.
Long. corp. mm. 1,10, lat. corp. 0,74.
Habitat. Exempla duo in nidis formicae H. W. Davey, cui
animo grato speciem dico, ad Geelong (Victoria, Nova Hollandia)
legit.
Gili aS,
F. SILVESTRI
— 3 -
Due nuovi ospiti del Termes malayanus Hav.
elegy AA A:
Ho ricevuto dal Signor Ed. Jacobson una collezione di Ter-
mitidi e Termitofili di Giava, nella quale ho trovato il nuovo
genere di Coleotteri e la nuova specie di Tisanuri che appresso
descrivo.
COLEOPTERA - STAPHYLINIDAE.
GEN. Jacobsonella nov.
2 Ovigera (Fig. II, 3). Corpus elongatum, abdomine elongato
_ obtriangulari, subtus aliquantum convexo, supra subplano.
Caput (Fig. I, 1) mani-
festum depressum aliquan-
tum longius quam latius
lateribus subparallelis an-
gulis late rotundatis. Oculi
sat magni. Antennae (Fig.
I, 34) crassiusculae, sat
longae, 11 — articulatae.
Labrum (Fig. I, 1 et 5)
transversale, magis quam
duplo latius quam longius,
antice medium arcuatim
vix producto, supra setis
3+3 et seta sublaterali
marginali nec non seta non-
nulla breviore auctum.
Mandibulae (Fig. I, 5) lon-
gae, robustae, apice atte-
a a a 3 ante NUALO, arcuato, acuto, unci-
altera; 6. maxilla; 7. labium; 8. ala postica; 9. pedis niformi, extensae labrum
primi paris tibiae apex, tarsus et praetarsus; 10. tarsi superantes. Maxillae (Fig. Ti
apex et praetarsus.
6) longae, lobo interno quam
oxternus parum breviore, dente apicali acuto introrsum directo ter-
minato et serie setarum robustarum super marginem internum in-
= et
structo, lobo externo apice lato setis nonnullis brevibus aucto, palpo
longo 3 — articulato, articulo secundo quam ceteri longiore et cras-
siore, articulo ultimo valde attenuato, seta externa parum supra
basim oriente et aliquamtum sub apice terminante, juxta articulum
eumdem posita, aucto. Submentum (Fig. I, 2 et 7) longum, antice
latum, setis duabus sublateralibus anticis instructum, ligula angusta
aliquantum producta, antice bipartita, paraglossis subtriangularibus
brevioribus, palpo sat longo, 3-articulato, articulo secundo quam
ceteri breviore, articulo ultimo tenui quam primus parum longiore.
Thorax. Pronotum quam
Caput iparumi latrus sacd >
latius quam longius. Scutel-
lum partim ab elytris obtec-
tum, subsemiovale. Elytrae
breves angulo antico interno
exciso - rotundato , margine
postico interne parum obli-
que truncato ; elytra singula
vix longior quam latior, su-
perficie setis nonnullis sat
robustis et sat longis aucta.
Alae posticae (Fig. I, 8) bene
evolutae, extensae abdominis
apicem subattingentes. Pro-
sternum subdtrapezoideum.
Mesosternum (Fig. I, 1)
Fig. II.
1. Meso-et metasternum cum pedum basi et epi- antice arcuatim profunde
sterno et epimero; 2-4. pes primi, secundi et tertii : . *
x € . . 16 oO =
paris; 5. foeminae corporis pars postrema prona; 6. sinuatum postice ut iangula
eadem supina; 7. maris corporis pars postrema prona; Titer breviter prod uctum,
8. supina; 9. penis lateraliter inspectus. superficie setis sat nume-
rosis sat longis instructa. Metasternum (Fig. II, 1) utrimque
per coxarum II longitudinem et latitudinem aliquantum concavum,
margine postico medio in processum brevem subtrapezoideum
producto. Episterna metathoracis angusta et partem posticam versus
gradatim angustiora. Epimera lata, angulo postico exciso rotundato.
Pedes (Fig. II, 2-4) coxa primi et secundi paris elongata, tertii
paris paullulum ad basim latiore quam longiore lamina externa
spatio brevi epimera attingente. Femora elongata ad apicem interne,
ad tibiae basin partim continendam, excavata; tibiae elongatae,
etti
dici n
EN.
tarsi etiam elongati, primi paris 4-articulati, ceteri 5-articulati.
Praetarsus (Fig. I, 10) unguibus duobus longis, attenuatis, acutis
arcuatis et seta mediana longa compositus est.
Abdomen tergitum nonum (Fig. II, 5) profundiore incisum,
decimum (Fig. II) arcuatim parum profonde sinuatum.
9 gestans (Fig. III, 1-2) physogastra, habitu a faemina ovigera
valde dissimilis: abdomine valde inflato , expanso , parte antica
elevata antrorsum producta et pronotum fere omnino obtegente ,
corporis parte postica detecta.
5 Foeminae ovigerae similis.
Observatio. Genus hoc ad Termitogaster Casey proximum
sed tarsis primi paris 4-articulatis saltem distinctum est.
Jacobsonella termitobia sp. n.
© ovigera adulta (Fig. III, 3) badio-castanea, capite thora-
ceque castaneis vel nigrocastaneis, tibiae apice tarsisque rufo-
castaneis
Caput (Fig. I, 1-2) supra et lateraliter setis nonnullis sat
Fig. III
4. Foemina physogastra supina; 2. prona; 8. foemina ovigera,
robustis sat longis instructum. Antennae (Fig. I, 3 et III) quam
corporis longitudo parum magis quam dimidium breviores, articulis
praeter pedicellum basalem basi et apice truncatis, apicem versus
ERRO su
gradatim parum latioribus, forma singulorum et setis cfr. fig. I, 3.
Oculi vix prominentes. Pronotum angulis posticis aliquantum
excisis rotundatis, superficie setis nonnullis sat robustis et sat
longis auctum.
Urotergita setis nonnullis posticis brevibus instructa, corporis
parte postrema cfr. Fig II, 5-8.
Pedes (Fig II, 2-4) longi, femore, tibia et tarso setis nonnullis
externis longis auctis, tibia spinis duabus apicalibus parvis,
minoribus in pedum paris 2° — 3° instructa
Long. corp. mm 3,25, lat. abdominis 1.24 ; long. antennarum
1,50, pedum paris tertii 2,10.
© gestans membranis stramineis, urotergitis et urosternitis,
praeter ultima,nec non disculis pleuralibus ferrugineo-rufescentibus.
Long. corp. mm. 3,10, lat. abdominis 2,5.
3g quam femina ovigera parum minor. Organum copulativum
cfr. fig. II, 8-9.
Habitat. Ad Samarang (Java) exempla nonnulla in nidis
Termes malayanus Hav. Ed. Jacobson legit
THYSANURA - LEPISMATIDAE.
Atelura Jacobsoni sp. n
© Corpus ochroleucum elongatum, antice aliquantum rotun-
datum, partem posticam versus gradatim angustatum.
Caput antice tantum setis numerosis instructum, superficie
cetera squamis vestita.
Antennae (Fig. IV, 2-3) quam corporis longitudo c. */s bre-
viores, 14-articulatae, articulis 8-10 indistincte subdivisis, arti-
culis 11-13 in articulinis divisis, articulo ultimo integro, sensillis
eb Setisweire ne IV, 2-28.
Mandibulae, palpi maxillares et labiales cfr. fig. IV, 4-6.
Thorax (Fig. V, 1) lateribus paullulum convexis quam ab-
domen aliquantum brevior et quam abdominis pars antica paul-
lulum latior, scutis dorsalibus margine laterali setis brevibus, tan-
tum ad angulum posticum seta sat longa, robusta, margine postico
seta nonnulla minima aucto, superficie squamosa. Squamae
(Fig. IV, 1 et V, 2) plus minusve longiores quam latiores, pluri-
radiatae, radiis postice haud liberis, majores p_ 56 x 33.
63 =
Pedes coxa squamosa spinis et setis cfr. fig. IV, 7 et V, 6,
praetarsi (Fig IV, 8 et V, 7) ungue laterali simplici, sat arcuato,
attenuato, a-
cuto, ungue
mediano la-
tiusculo quam
laterales ali-
quantum bre-
viore, apice
acutissimo.
Abdomen
(Fig. V,1) par-
tem posticam
versus grada-
tim parum an-
gustius, tergi-
tis seta sat
longa et robu-
sta postica-la-
Fig. IV. terali et setis
1. Corporis squamae; 2. antenna supra inspecta; 3. antennae pars proximalis nonnullis in-
subtus inspecta; 4-5. mandibulae; 6. maxilla primi paris et labium; 7. pes te DEC
a e WEB are an = feris, posticis
paris tertii; 8. eju-dem apex; 9. urosterna 2-3; 10. urosterna 8-9 cum ovopo- ?
sitore ; 11. corporis pars postrema, brevibus auc-
tis, superficie
cetera ut eadem scutorum dorsalium vestita. Tergitum decimum
(Fig. IV, 11) aliquantum ad basim latius quam longius, subtrapezoi-
deum, margine postico profunde sinuato angulis sat acutis, seta
longa robusta auctis.
Urosternum secundum (Fig. IV, 9) vesiculis duabus medianis
et setis 6 posticis instructum, urosterna 3-6 setis duabus subme-
dianis sat longis, urosternum septimun vesiculis et stilis sat longis
instructum,
Ovopositor (Fig. IV, 10) crassiusculus, ad apicem stilorum
segmenti noni pertinens, sat setosus et pseudoarticulatus.
Cerci laterales (Fig. IV, 11) breves, quam urotergiti decimi
longitudo aliquantum longiores, attenuati, setis et sensillis cfr.
fig. IV, 11; cercus medianus ? (in exemplo typico abruptus est, certe
quam cerci laterales saltem aliquantum longior).
Long. corp. mm. 3,5, lat. 1, long. antenn. 1,00, palpi maxil-
laris 0,52, pedum paris tertii 1,35, cercorum lateralium 0,52.
BE =
SJ Antennarum articulus secundus (Fig. V, 4) processu haud
auctus, tantum in parte infera laterali fovea parva oblonga in-
structus.
Fig. V
4. Maris corporis circumlitio; 2, corporis squamae; 3. Antenna
subtus inspecta; 4. ejusdem articuli 1-2 subtus et lateraliter
inspecti: A fovea sensitiva; 5. labii pars antica cum ligula
supra inspecta; 6. pes paris tertii; 7. ejusdem apex; 8. corporis
pars ventralis postica a segmento septimo.
Urosternum octa-
vum (Fig. V, 8) mar-
gine postico haud si-
nuato.
Paramera (Fig.
V, 8) cylindracea,
crassa, quam stili seg-
menti noni parum bre-
viora. Penis brevissi-
mus,
Habitat: in nidis
Termes malayanus
Hav. ad Samarang
(Java).
Observatio. Spe-
cies haec ad Alelura
pseudolepisma Gr. et
Rov. proxima est, sed
foeminae urotergito
decimo postice tantum
seta robusta angulari
et praetarsi ungue
mediano latiore, et maris antennarum articulo secundo processu
destituto et urosterni octavi margine postico haud sinuato bene
distincta est.
F. SILVESTRI
m pp
Della Trigona cupira Smith
e di due ospiti del suo nido nel Messico,
rrFscrers esita; —
HYMENOPTERA-APIDAE.
Trigona cupira Smith.
Questa specie ha una larga distribuzione dal Brasile meri-
dionale alle regioni calde del Messico. Essa è facilmente ricono-
scibile per il colore nero e per le tibe posteriori (Fig. I, 1-3) che
sono circa il dop-
pio più lunghe
che larghe colla
faccia esterna
concava fornita
verso la metà di
due lunghe se-
tole, rivolte in
dietro che rag-
giungono o sor-
passano il mar-
gine posteriore
della tibia stes-
Fig. I.
Tibia e tarso posteriori: 1. di esemplare di Jalapa, 2.-3. di esemplari sa. Queste due
di Coxipò (Matto Grosso, Brasile). setole possono
essere fra di loro
più o meno distanti ed alle volte trovarsi allo stesso livello di una
lunga setola premarginale. In questo caso, se la setola premarginale
è un poco più discosta del solito dal margine verso la faccia in-
terna (Fig. I, 3), si vedono verso la parte anteriore della conves-
sità della tibia tre setole, invece di due, rivolte in dietro sulla
convessità stessa. Per la disposizione, forma e numero|delle altre
setole si confrontino le figure I, 1-3.
Nel Messico, durante la rapida escursione che io feci nell’ot-
tobre del 1908, scoprii un nido di Trigona cupira nel suolo presso
5
e966 a
Jalapa ed un altro nelle vicinanze di Cuernavaca in un buco di
una roccia lungo un torrente. Non potei estrarre quest’ultimo per
la vicinanza di un nido di vigili e irrequiete vespe, ma facilmente
misi allo scoperto quello nel suolo presso Jalapa.
Tale nido si trovava ad una profondità di circa 60 centimetri
e complessivamente misurava centimetri 22 in altezza e 18 in
larghezza. Era pertanto un nido non grande. La sua parte cen-
trale si componeva di nove favi i quali erano situati orizzontal-
mente l’uno sull’altro, separati e sostenuti fra di loro da brevi e
sottili colonnette cilindriche e da un tratto laterale di ciascun favo
stesso, comprendente cinque cellette, in senso radiale, e continuante
col favo superiore. Questa parte laterale del favo inferiore che
si continuava colla laterale del favo soprastante, e quella late-
rale di questo che continuava colla laterale del terzo e così via,
si trovavano tutte in uno stesso lato e perciò sovrapposte e for-
mavano una specie di scala a chiocciola lungo la quale le Tri-
gone potevano passare da un favo all’altro.
Attorno ai favi si trovavano i soliti strati fogliacei di cera
e di materiali estranei cementati, e in un lato pochi e incompleti
otricelli con miele e polline. Tutti i favi erano composti di celle
uguali di operaie, nelle quali in quel tempo si trovavano sol-
tanto ninfe.
In questo nido trovai vacanti per i favi e per la parte pe-
riferica del nido esemplari di un Coleottero Silfide e di un Col-
lembolo.
Come appendice descrivo una nuova specie di acaro che
trovai attaccato al corpo di una Trigona cupira presso Coxipò
(Brasile) e una varietà dello stesso acaro, che raccolsi pure a
Coxipò su larve di Centris thoracica Lep.
Coleoptera-Silphidae.
Scotocryptus (Parabystus) inquilinus Matth.
Il Matthews (1) descrisse questa specie con esemplari rac-
colti da Champion a Cerro Zunil nel Guatemala in un nido di
Melipona.
(1) Biologia Centrali-Americana, Coleopt. II, Pt. I, p. 80.
Be ar oe
To ne raccolsi varii individui nel nido della Trigona cupira
presso Jalapa. Essi si aggiravano per i favi e toccati si ferma-
vano, si contraevano e ritiravano zampe e antenne assumendo
una forma quasi emisferica.
Questa posizione di difesa li protegge certamente molto bene
anche dagli attacchi delle Trigone.
Quanto alla descrizione del genere Parabystus Portevin (1)
debbo notare che è vero che le elitre ad occhio nedo ed a piccolo
ingrandimento sembrano glabre, ma a forte aumento (Fig. III) si
vedono provviste, presso le strie, di cortissime setole abbastanza
fitte e di poche e corte setole sparse.
Fig. II. Fig. III
IT, Animalculum pronum; III. elytrae parva pars multo ampliata.
Del genere Scotocryptus sono conosciute altre 4 specie del
Brasile e della Guyana e Messico (2) tutte trovate in nidi di Me-
liponidi, perciò sembra che questo genere sia prettamente me-
littofilo e particolare, per quanto fino ad ora sappiamo, dei generi
Melipona e Trigona. Se tali specie si nutrono del miele e del
polline che si trova nei nidi di tali Apidi non è accertato ma è
più che probabile. Il v. Ihering trovò in nidi di Melipona anthi-
dioides Lep., presso S. Paulo, adulti di Scotocryptus parasita
Reitter ed anche larve.
(1) Ann. Soc. ent. France LXXVI (1907), p. 80-82.
(2) Cfr. Portevin, op. cit. p. 81 e Wasmann. Contribuicào para o estudo
dos hospedes de abelhas brazileiras, in Rev. Mus. Paulista VI (1904), pp.
482-487, Est. XVII.
— 68 —
Collembola-Entomobryidae.
Cyphoderus dimorphus sp. n.
? Albus. Caput parum latius quam longius, seta mediana an-
tica sat longa attenuata et setis nonnullis aliis anticis et setis
lateralibus instructum.
Antennae (Fig. IV, 2) quam corporis longitudo (furca haud
sumpta) magis quam dimidium breviores, articulo primo brevi, arti-
culo secundo quam
tertius parum lon-
giore, praeter se-
tas consuetas, setis
tribus sat brevibus
introrsum direc-
tis aucto, articulo
quarto quam se-
cundus */, longiore.
Mesonotum an-
tice vix arcuatum
c. 1/3 latius quam
longius,quam meta-
notum magis quam
duplo longius, anti
ce setis brevissi-
mis, lateraliter se-
tis sat longis in-
Fig. IV. structum.
1. Corporis cireumlitio; 2 antenna; 3. dens eum muecrone; 4. mucro Abdominis Sse-
lateraliter inspeetus; 5. pes paris tertii; 6. ejusdem apex; 7. ma-
o x
ris caput pronum cum artieulis 1-2 antennae alterius; 8. maris gmentum IV quam
antenna; 9, maris abdominis IV-V pars lateralis. tertlum Cc. a (in-
parte mediana
mensa) longius, setis subtilissimis tribus longis (sensillis ) auc-
tum et praeter setas minores setis quatuor sat longis et sat ro-
bustis ut fig. V demonstrat instructum. Segmentum tertium etiam
setis duabus sublateralibus sat longis, sat robustis et sensillis uni-
setis tribus instructum. Sgmentum secundum sensillis unisetis
duobus auctum. Segmenta V-VI setis numerosis sat brevibus et
nonnullis brevibus et aliis sat longis sat robustis vix clavatis
ciliatis instructa.
Li
Au dal
Te oes
ange
Manubrium quam dentes fere duplo longius,supra setis nonnul-
lis lateralibus sat longis, paullulum clavatis, ciliatis et setis bre-
vibus instructum. Dentes (Fig. IV, 3) quam mucrones duplo lon-
glores, integri, supra utrimque serie laterali squamarum et inter
squamarum series serie setarum sat longarum
nec non setis nonnullis brevibus aucti,squama
angulari externa quam mucrones paullulum
breviore.
Mucrones (Fig. IV, 3-4) robusti, apice pa-
rum dilatato bidentato. Pedes setis cfr.
fig. IV, 5, tarso ad apicem supra seta sat
longa sat robusta paullum clavata instructo
praetarsi ungue supera longa robusta, acuta,
interne ad basim ungue altera sat longa aucta
et supra utrimque spinula singula attenuata,
ungue inferiore bicuspidato ut fig. IV, 6 de-
monstrat.
SME Long. corp. mm: 1,75. lat. 0,58; long. an-
dia pars a segmento tertio. tennarum 0,65, pedum paris tertii 0,90, fur-
cae (mucronibus exceptis) 0,62.
o Caput (Fig. IV, 7) in parte laterali subantica setis nonnullis
robustis ciliatis instructum.
Antennae (Fig. IV, 8) articuli primi parte supera lateralis
setis numerosis brevibus instructa, articulo secundo apice exter-
ne in processum sat longum, crassum, parum attenuatum, parum
arcuatum, postice setis numerosis auctum, extrorsum vergentem
producto.
Abdominis segmentum IV parte sublaterali postica (Fig. IV, 9)
setis duabus robustioribis ciliatis instructa; segmentnm V parte
sublaterali antica seta longa robustiore ciliata praeter setas alias
aucta.
Habitat. In nidis Trigona cupira Sm. ad Jalapa (Mexico) spe-
cimina nonnulla legi.
Observatio. Species haec furcae forma bene distineta et ma-
ris notis inter Cyphoderi species descriptas diversissima est.
Fig. V.
le
APPENDICE
Acari - Mesostigmata.
Fam. Gamasidae.
Urozercon melittophilus sp. n.
Corpus (Fig. VI, 1) obovatum parum magis quam '/, longius
quam latius, antice rotundatum, dimidia parte postica gradatim
angustiore, scuto dorsali corporis partem postremam haud tegente,
setis pluribus simplicibus sat longis et sat robustis, nec non setis
duabus submedianis posticis et duabus lateralibus posticis, sat
1 Fig. VI. 2
1. Urozercon melittophilus; 2. Idem var. angustatus.
longis et robustis instructo; ventre seta singula parum longe a
pedum basim et pone pedes quartos setis 8 transversaliter 4 seria-
tis sat longis simplicibus, nec non in apice ipso, pone anum, pa-
rum acute producto setis tribus robustis sat longis, inter sese
subaequalibus quam setae dorsuales laterales subposticae bre-
vioribus et quam corporis latitudo */, brevioribus aucto.
ee
Rostrum breve, inferum Epistoma sat late rotundatum, palpis
brevibus. Pedes quam corporis latitudo breviores, spinulosi, primi
paris quam ceteri paullum breviores, ambulacro quam idem pe-
dum sequentium latiore.
Long. corp. mm. 0.52, lat. mm. 0.37.
Habitat. Exemplum descriptum super abdomen Trigonae cu-
pirae Sm. ad Coxipò (Matto Grosso, Brasile) legi.
Observatio. Species haec ad Urozercon paradoxus Berl.
perproxima, sed setarum ventralium posticarnm brevitate saltem
bene distincta est.
Urorzercon melittophilus var. angustatus nov.
Corpus (Fig. VI, 2) elongatum, */ longius quam latius, seta
ventrali postica mediana quam submedianae minore et breviore.
Habitat. Super corpus larvarum Apidarum familiae speciei
Centris thoracica Lep. ad Coxipò exempla due legi.
F. SILVESTRI
—
Materiali per lo studio dei Tisanuri.
/
—___—_—_&.TT>_ - — 5
x 3
Un novo genere e undici specie nove di Japygidae 3
dell’America settentrionale. 3
1. Japyx diversiunguis sp. n.
Corpus cremeum segmentis 7-9 ochroleucis, segmento decimo
ferrugineo, forcipe fulvo ferrugineo maxima pro parte infuscato,
setis sat numerosis sat longis, brevibus, brevioribus, omnibus
integris.
Antennae 26-articulatae, articulis partis proximalis (Fig. I, 1)
setis nonnullis longis, sat subtilibus et setis sat brevibus, ab ar-
ds Riad e Pt
Fig. I.
1. Antennae pars proximalis supra inspecta; 2. antennae articulus 15"S; 3. pes paris
tertii; 4. ejusdem apex; 5. abdominis tergita 6-8; 6. abdominis sterna 1-2;.7. uro-
sterni primi pars lateralis postica; 8. forceps.
ticulo 5° brevibus et subtilibus auctis, articulis ceteris (Fig. I, 2)
serie setarum sat longarum, sat subtilium et setis sat numerosis
Set
brevibus subtilibus instructis, sensillis unisetis 13 (3-5-5) in ar-
ticulis 4-6 dispositis.
Palpus labialis */; longior quam ad basim latior, setis non-
nullis sat longis et setis brevibus instructus.
Setae dorsales thoracis longae, ventrales breviores.
Pedes (Fig. I, 3) parce setosi, tarso infra setis sat numerosis
sat brevibus instructo, praetarsi (Fig. I, 4) ungue postica quam
antica c. !/, longiore, unguicola mediana brevissima.
Abdomen (Fig. I, 5) tergito sexto angulo postico rotundato,
tergito septimo angulo postico vix producto, tergito octavo late-
raliter haud producto. Segmentum decimum c. ‘/, longius quam
latius.
Urosternum primum (Fig. I, 6-7) superficie antica setis parum
numerosis, parte postica submarginali setis sat numerosis brevibus,
margine postico organis duobus sat latis inter sese spatio, latitu-
dinem organi singuli paullulum superante, seiunctis, seriebus 2-3
setarum brevium et serie postica setarum breviorum instructis
aucto. Urosterna cetera (Fig. I, 6) setis sat brevibus parum nu-
merosis instructa. Stili consueti.
Forceps (Fig. I, 8) quam segmentum decimum */,, brevior,
brachio dextero quam laevum crassiore dentibus et setis cfr. fig.
Long. corp. mm. 8; lat. urotergiti septimi 0,80; long. forcipis 0,65.
Habitat. Exempla duo ad Yosemite Park (California) legi.
Observatio. Species haec urotergiti septimi et forcipis forma
et praetarsi unguium longitudine multo bene inter ceteras di-
stincta est.
Japyx allodontus sp. n.
© Corpus colore generi consueto, setis haud numerosis (cfr.
fig. II, 4-5) instructum.
Antennae (Fig. II, 1-2) 30-articulatae, articulis omnibus setis
nonnullis longis et aliis numerosis subtilibus auctis, sensillis uni-
setis 15 (8-5-5) in articulis 4-6 dispositis.
Palpus maxillaris setis sat numerosis sat longis instructus;
palpus labialis c.*/; longior quam ad basim latior, setis nonnullis
sat longis auctus.
Pedes parce setosi, tarso (Fig. II, 3) sat attenuato praeter
setas breviores, seriebus duabus setarum ventralibus longis nec
non setis aliis longis instructus, praetarso consueto.
a
Abdomen. Tergitum 6°” (Fig. II, 4) angulo postico rotundato;
tergitum 7"” angulo postico triangulariter, acute, retrorsum ali-
quantum producto;
tergitum 8"" angu-
lo postico laterali
retrorsum etiam ali-
quantum producto.
Urosternum
primum (Fig. IT, 5-6)
superficie postica
praesertim latera-
liter setis brevibus
sat numerosis, or-
ganis marginalibus
lateralibus duobus
parum latis, latitu-
dine spatium inter
organum idem et or-
ganum medianum
aequanti, serie se-
tarum brevium et
Fig. II.
4. Antennae pars proximalis lateraliter inspecta; 2. ejusdem ar-
ticulus 15US; 3. pedis paris tertii tarsus et praetarsus; 4. abdominis setis brevissimis 2-3
tergita 6-8; 5. abdominis sterna 1-2; 6. urosterni primi pars po-
stica mediana et lateralis; 7. forceps.
seriatis instructis,
organo mediano
glandulari parum lato poris numerosis instructo. Urosterna cetera
(Fig. II, 5) setis haud numerosis instructa. Stili attenuati, conici,
acuti. Segmentum decimum (subtus mensum) aliquantum longius
quam latius.
Forceps (Fig. II, 7) quam segmentum decimum aliquantum
brevior, brachio dextero quam laevum crassiore, parum longe a
basi dente magno triangulari, profunde a praecedentibus sejuncto,
armato; dentibus' ceteris -et-setis-ctr. fig, TL i:
Long. corp. mm. 13, lat. tergiti septimi 1,45, long. forcipis 1,22.
Habitat. Ad Jalapa (Mexico).
Observatio. Species haec forcipis forma (brachii dexteri) prae-
sertim inter ceteras bene distincta est.
doni
Gen. Evalljapyx nov.
Caput subaeque longum atque latum, partem posticam versus
gradatim quam antice parum latius.
Antennae 24-30 articulatae, sensillis unisetis 13 in articulis
4-6 (3-5-5) dispositis.
Labrum latitudine spatium inter antennarum radices sube-
quans, antice setis nonnullis brevibus auctum.
Mandibulae (Fig. III, 1) quam caput c. °/, breviores, stipite
angusto et depresso laminari, apice etiam depresso, quam stipes
latiore dentibus tribus
inter sese sat profunde
sejunctis et dente alio
valde a ceteris sejuncto
elongato triangulari a-
cuto armatae. Maxillae
primi paris (Fig. III, 2-4).
mala interna apice ar-
cuato acuto et laminis
pectinatis 5 instructa,
mala externa apice la-
minari margine rotun-
dato et appendice conica
breviore setas tres apica-
les gerenti aucta, palpo
maxillari sat longo haud
perfecte biarticulato,
parte apicali setis non-
Fig. III.
4. Mandibulae; 2. maxillae primi paris pars distalis cum Hi ES] È t
ligula (A) et paraglossis (B); C maxillae lobus externus, nullls sa ongis aucta.
D palpus maxillaris; 3. lobi interni maxillae laminae Labium (Fig. HI, 5): men-
pectinatae prima et secunda; 4. maxillae primi paris lobi : ns
externi pars distalis; 5. labium cum genis (G et G!) tum aliquantum longius
M mentum, L labii subcoxae (vel coxae) coalitae, O lobus quam latius subcoxis COa-
labialis, P palpus labialis; 6. antennae pars proximalis sys . = ore °
supra inspecta; 7. pedis paris tertii pars distalis. litis sed linea distinctis,
lobis internis perparvis
conicis, lobis externis latis, setis numerosis instructis, palpo labiali
sat longo.
Thorax forma familiae consueta. Pedes praetarso unguibus
duobus et unguicula mediana instructo.
Abdomen segmento septimo quam praecedentia paullulum
angustiore, tergito ejusdem lineis duabus sublateralibus inter sese
Zur
parallelis et angulo postico rotundato vel incrassato. Segmentum
octavum cum sequentibus quam praecedentia angustius, supra men-
sum subaeque longum atque latum vel longius quam latius.
Pleurae segmenti septimi prominentes vel non.
Sternum primum stilis et organis marginalibus duobus ciliatis
instructum, sterna cetera 2-7 stilis consuetis conicis aucta.
Stigmata utrimque 11 ut in Japyw (saltem in specie typica
Evall. sonorano).
Corpus setis serratis vel breviter ramosis instructum.
Observatio. Genus hoc mandibularum forma a genere Japyx
Hal. praesertim distinctissimum est.
Conspectus specierum.
1. Antennae artieulis 24 eonstitutae.
3. Abdominis segmentum octavum longius quam latius
E. dolichodduus.
4. Abdominis segmentum octavum haud longius quam latius.
Pleurae abdominis segmenti septimi postice inerassatae,
valde chitineae, extrorsum aliquantum productae.
7. Abdominis tergitum septimum duplo latius quam longius
E. euryhebdomus.
8. Abdominis tergitum septimum haud duplo latius quam
longius.
9. Abdominis tergitum septimum angulo postico in
processum unciniforme producto . E. heterurus. (1).
10. Abdominis di septimum angulo postico ro-
tundato- re m ar diversipleura;
6. Pleurae abdominis segmenti septimi postice haud incrassa-
tae, haud productae.
11. Abdominis segmenta 8-10 setis pluribus brevissimis mul-
to ramosis instructa . . . . . E. heterurus (2).
12. Abdominis segmenta 8-10 setis eisdem ceteri corporis
instructa.
13. Corporis setae bifurcatae. . . . . E. furciger.
15. Corporis setae ramis unilateralibus integris nonnul-
lis (3=7), em: ei Fame Egeo palpasi
2. Antennae articulis 27-30 constitutae.
15. Antennae 30-articulatae. Forceps brachio dextero gradatim an-
gustato .... 3. nahe la VORORAAUS
16.. Antennae 27-28-articulatae. Mördeps brachii dexteri parte di-
e
stali valde sinuata. . . . . . EH. propinquus. '
(1) Mas. (2) Femina.
;
i
4
eda enni Caletta ceh
Sa ae |
-
AE
Evalljapyx sonoranus sp.
n.
Q Corpus cremeum, segmento septimo ochroleuco, segmentis
sequentibus fulvo-ferrugineis; setis (Fig. IV, 1) majoribus, praeter
Big LV.
-
1. Corporis setae majores; 2. antennae articulus 1555; 3. abdominis
segmentum septimum lateraliter inspeetum : P pleura, S stigma, 7
tergitum ; 4. abdominis sternum primum; 5. ejusdem pars postica la-
teralis extroflexa; 6. abdominis sternum secundum; 7. forceps.
forcipis, tarso-
rum, antenna-
rum seta8, ra-
mulis brevissi-
mis 6-10 (-12)
auctis.
Antennae
30 - articulatae,
articulis partis
proximalis (Fig.
III, 6) setis non-
nullis sat longis
et seta nonnulla
breviore, articu-
lis ceteris (Fig.
IV, 2) setis nu-
merosis sat bre-
vibus et ‘setis
aliis breviori-
bus subtilibus
instructis.
Pedes bre-
ves, sat robusti,
tibiae apice et
tarso (Fig. III, 7)
magis setosis,
practarsi ungui-
bus brevibus subaequalibus parum arcuatis, unguicola mediana
brevissima.
Abdomen tergito septimo (Fig. IV, 3) angulo postico haud
incrassato, rotundato, pleuris ejusdem segmenti angulo postico
haud incrassato, haud prominente.
Urosternum primum (Fig. IV, 4-5) superficie ut urosterna ce-
tera (Fig. IV, 6) setis sat numerosis sat brevibus aucta et organis
marginalibus latis inter sese parvo spatio sejunctis, serie setarum
brevium postica et setis minimis 4-5 seriatis auctis instructum.
Stili conici.
Segmentum decimum (subtus mensum) c. !/; longius quam la-
tius carinulis lateralibus parvis.
Forceps quam segmen-
tum deecimum c.'/, brevior,
forma tert he INT
onze corp. mm Alle
lat. segmenti sexti 1,06,
long. forcipis 0,58.
Habitat. Kxempla duo
ad Tucson (Arizona) in
humo legi.
Evalljapyx propinquus
Sp. N.
Species haec praece-
denti valde affinis, differt
tantum notis sequentibus :
Antennae 27-28 arti-
culatae.
Forceps (Fig. V, 4)
3 brachio dextero parte di-
EE CUT stali valde sinuata.
FA AN, Oh WA if’. È o
Ka iv at A ik era Corporis setae (Fig. V,
È 1) majores ramulis magis
Fig. V. numerosis (12-20) et paul-
1 Corporis setae majores; 2. abdominis segmentum |ylum brevioribus quam ra-
septimum pronum; 3. urosterni primi pars postica late- li ne: 3 ss
ralis subtus inspecta; 4. forceps. muli setarum speciel prae-
cedentis.
Long. corp. mm. 6,2, lat. abdominis segmenti septimi 0,65,
long. forcipis 0,45.
Habitat. Exempla quatuor legi super M'" Lowe (Los Ange-
les) et alium ad maris litora Monterey (California).
Evalljapyx diversipleura sp. n.
Antennae 24-articulatae.
Urosternum primum (Fig. VI, 4-5) ut in speciebus praece-
dentibus. i
ag
Urotergitum septimum (Fig. VI, 2-3) lineis duabus parallelis
sublateralibus, angulo postico incrassato, subrotundato, verrucoso,
badio ferrugineo. Pleurae
ejusdem segmenti postice
incrassatae, verrucosae, ba-
dio-ferrugineae, extrorsum
et retrorsum aliquantum
productae.
Forceps (Fig. VI, 6)
eodem £. sonorano similis.
Corporis setae majores
(Fig. VI, 1) ramulis brevio-
ribus c. 10 instructae.
Long. corp. mm. 6,5;
lat. abdominis 0,58; long.
forcipis 0,42.
Habitat. Exemplum
descriptum ad Mac Cloud
1. Corporis setae majores; 2. abdominis segmentum Cana ul)
septimum pronum; 3. idem lateraliter inspectum: S legi.
stigma; 4. abdominis urosterna 1-2; 5. urosterni primi
pars lateralis postica subtus inspecta; 6. forceps.
( > I I
Fig. VI.
Observatio. Species
haec tergiti septimi et pleu-
rarum ejusdem segmenti forma, nec non antennarum articulorum
numero ab Ev. sonorann distinctissima est.
Evalljapyx brevipalpus sp. n.
Q Corpus pallide cremeum segmento septimo ochroleuco
segmentis ceteris posticis cum forcipe ferrugineis, setis sat nume-
rosis quarum maiores (Fig. VII, 1), praeter capitis et antennarum
et forcipis, ramosae sunt, ramis 3-7 brevibus.
Caput parum longius (c. !/3) quam latius, superficie setis nu-
merosis brevibus et brevioribus instructum. Antennae 24-articula-
tae, articulis 1-6 (Fig. VII, 3) setis nonnullis sat longis, articulis
ceteris (Fig. VII, 4) setis brevibus et brevioribus sat numerosis
instructis, sensillis unisetis 13 consuetis (3-5-5) in articulis 4-6.
Palpus labialis (Fig. VII, 2) brevior, tuberculiformis, setis
quatuor (duabus sat longis, duabus brevibus) instructus.
Pedes breves, sat robusti, setis brevibus (cfr. fig. VII, 5) in-
structo, praetarsi unguibus sat brevibus parum arcuatis.
= ely) =
Abdomen tergitis 6-7 (Fig. VI, 6) praecedentibus aequalibus,
angulis posticis excisis rotundatis, setis sat numerosis. Segmentum
octavum fere
*/,latius quam
longius late-
raliter haud
productum et
quam seg-
mentum prae-
a
I \\ Dr
ft / 118%, Pu) \N i. 7
\ ] 2 ì
AGI PI TI VI] \/ }
Lore perth Wy WN AST fara)
HOHE rte | cedens fere ‘/4
/ Reza) angustius.
Uroster-
num primum
(Fig. VII, 7-8)
superficie se-
tis sat nume-
rosis brevibus
ramosis ut
urosterna ce-
Fig. VII.
1. Corporis setae majores; 2, labii pars laeva; 3. antennae pars proximalis;
. e . . .. . . 5 OLE È Or.
4. antennae articulus 15¥S; 5. pedis paris tertii pars distalis; 6. abdominis tel a, et orga
segmenta 7-8 prona inter sese membrana articulari extensa; 7. urosterni nis duobus pa-
primi pars postica lateralis; 8. abdominis sterna 1-2; 9. abdominis segmen- n
tum decimum cum forcipe. rum evolutis
marginalibus
latis, inter sese spatio parvo sejunctis et a stilo etiam eodem spat
io remotis, setis c. 10 uniseriatis, brevioribus et setis pluribus-
brevissimis auctis. Stili conici, acuti, attenuati.
Segmentum decimum fere 7/; longius quam latius lateraliter,
longitudinaliter parce carinulatum.
Forceps (Fig. VII, 9) quam segmentum decimum '/, brevior,
brachio dextero quam laevum dimidia parte distali parum crassiore,
margine subaequaliter denticulato, brachio laevo aliquantum longe
a basi dente sat magno armato, cetero et setis cfr. fig. VII, 9.
Long. corp. mm. 6, lat. segmenti septimi 0,60, long. forcipis 0,39.
Habitat. Ad Jalapa (Mexico) exempla nonnulla sub saxis in
humo legi.
Observatio. Species haec ad £. sonoranus perproxima sed an-
tennarum articulorum numero, palpi labialis brevitate nec non
magnitudine bene distincta est.
SISSA Ze
Evalljapyx furciger sp. n.
Corpus colore consueto, setis (Fig. VIII, 1), praeter forcipis
et antennarum setas, brevibus bifurcatis, ramo altero quam alter
aliquantum breviore, interdum ramo alio minimo etiam auctis.
Antennae 24-articulatae, articulis partis proximalis (Fig.VIII,3),
praeter sensilla uniseta, consueta, setis nonnullis sat longis et seta
nonnulla brevi, ar-
ticulis ceteris (Fig.
VIII, 4) setis sat
brevibus et setis
brevibus subtilibus
sat numerosis in-
pla! Wy 4 n 1) = structis.
hy i N ni ah H Palpus labialis
(HI (Fig. VIII, 2) per-
brevis, subovalis,
paullulum longior
quam latior setis
quatuor instructus.
Pedes tibiae
(Fig. VIII, 5) setis
ramis brevissimis
nonnullisinstructis,
Fig. VII. tarso setis integris
1. Corporis setae majores; 2. labii pars laeva: A glandulae labi- COnSuetis, praetarsi
alis pars extrema extroflexa, B glandulae labialis ductus: P pal- oni a e
pus; 3. antennae pars proximalis supra inspecta; 4. antennae unguibussubaequa-
articulus 1555; 5. pedis tertii paris pars distalis; 6. abdominis libus, sat longis,
segmentum septimum pronum; 7. ablominis sterna 1-2; 8. urosterni unguicola mediana
primi pars postica lateralis; 9. forceps. 7
breviore.
Abdomen tergito septimo (Fig. VIII, 6) linea sublaterali recta
instructo, angulo postico haud producto, rotundato. Segmentum
octavum subaeque longum atque latum, quam segmenta praece-
dentia fere '/, angustius. Segmentum decimum */ longius quam
latius.
Urosternum primum (Fig. VIII, 7-8) superficie ut urosterna ce-
tera (Fig. VIII, 7) setis brevibus sat numerosis et setis brevioribus
instructa, margine organis duobus latis inter sese parvo spatio
‘ sejunctis, serie setarum posticarum brevium et setis paucioribus
minimis 1-2 seriatis auctis instructo. Stili consueti.
a
ae ak ae i
Berg
‘
nein et a ee a.
Forceps (Fig. VII, 9) quam segmentum decimum c. °/, bre-
vior, forma ut fig. demonstrat.
Habitat. Exemplum descriptum ad Cordoba (Mexico) legi.
Observatio. Specie haec speciei praecedenti valde affinis sed
setarum corporis forma et organis urosterni primi distinguen-
da est.
ittici tti at itt ad ble
Evalljapyx euryhebdomus sp. n.
o Corpus pallide cremeum segmentis 7-8 ochroleucis, ceteris |
posticis cum forcipe ferrugineis, sat setosum, setis majoribus, |
praeter setas forcipis et antennarum breviter ramosis, ramis bre- |
vibus 3-5. |
|
Fig. IX.
1. Corporis setae majores; 2. antennae pars proximalis supra inspecta; 3. ejusdem
articulus 1545; 4, mandibula ; 5. pars distalis maxillae primi paris; 6. labium eum
genis lateris alterius; 7. pedis paris tertii pars distalis; 8. abdominis segmenta 7-8
prona; 9. abdominis segmentum septimum lateraliter inspectum: P pleura, S stigma,
T tergitum, V sternum; 10. urosterna 1-2; 11. urosterni primi pars postica lateralis;
12. abdominis segmentum septimum supinum ; 13. abdominis segmentum decimum
cum forcipe.
Antennae 24-articulatae, articulis partis proximalis (Fig. IX, 2),
praeter sensilla uniseta, setis nonnullis sat longis et paucis bre-
vibus, articulis ceteris (Fig. IX, 3) setis brevibus et setis brevio-
ribus sat numerosis instructis.
Mandibulae et palpus maxillaris cfr. fig. IX, 4-5.
En Ss:
ae
Palpus labialis (Fig. LX, 6) brevissimus, crassiusculus, tuber-
culiformis setis quatuor (duabus longis, duabus brevibus ) in
structus.
Pedes breves, sat robusti, parce setosi, tibia (Fig. IX, 7) infra
ad apicem setis duabus lateralibus longis ramosis, tarso infra setis
sat longis biseriatis integris aucto, praetarsi unguibus brevibus.
Abdomen usque ad segmentum septimum gradatim aliquan-
tum dilatatum. Tergitum 6"" angulo postico rotundato, tergitum
7"" (Fig. IX, 8) quam praecedens aliquantum latius, parum magis
quam duplo latius quam longius, utrimque linea recta sublaterali
longitudinali et linea obliqua postice et externe vergente affectum,
angulo postico exciso rotundato. Segmentum octavum c. '/, latius
quam longius, quam tergitum septimum fere */,, angustius, angulo
laterali postico haud producto.
Urosternum primum (Fig. IX, 10-11) setis ut urosterna cetera
sat numerosis brevibus instructum et organis duobus marginalibus
latis sese tangentibus serie setarum brevium et setis brevissimis
numerosis auctum. Stili forma consueta, attenuati, acuti, seg-
menti 7° quam ceteri parum longiores.
Pleurae segmenti 7' (Fig. IX, 9 P) multo chitineae, angulo
postico depresso extrorsum parum producto, tuberculum ferrugi-
neum in parte laterali subpostica gerente.
Segmentum decimum c. !/, longius quam latius, lateraliter
longitudinaliter carinatum.
Forceps (Fig. IX, 12) quam segmentum decimum c. '/, bre-
vior, brachio dextero quam laevi pars distalis crassiore, parum
aute apicem sinuato, cetero cfr. fig.
Long. corp. mm. 4,30, lat. tergiti septimi 0,70, long. forcipis 0,42.
Habitat. Ad Jalapa (Mexico) exemplum descriptum legi.
Evalljapyx heterurus sp. n.
o Corpus stramineum segmentis 7-9 ochroleucis, segmento
decimo cum forcipe ferrugineo, setis brevibus sat numerosis ra-
mosis, ramis (Fig. X, 1) 4-6 brevibus unilateralibus et setis nu-
merosis brevioribus multo ramosis (Fig. X, 7) in segmentis 8-10
et in forcipe instructum.
Antennae 24-articulatae, partis proximalis articulis (Fig. X, 3)
setis nonnullis sat longis et setis nonnullis brevibus, nec non ar-
ticulis 4-6 sensillis unisetis (3-5-5), articulis ceteris (Fig. X, 4)
setis brevibus et sat brevibus numerosis instructis.
— 84 — 3
Palpus labialis (Fig. X, 2) latiusculus, brevissimus, setis con-
suetis quatuor instructus.
Pedes tibia et praesertim tarso (Fig. X, 5) bene setosis,
praetarsi unguibus sat longis.
Abdomen tergito septimo (Fig. X, 6, 8, 11) fere */s latiore quam
longiore, linea sublaterali recta et linea obliqua “ad marginem
multo ante an-
RARA gulum * posti-
Mm ee cum termi-
a fu ld nante, angulo
147 Ws postico in pro-
Zt 8 cessum bre-
vem sat angu-
stum, uncini-
formem re-
trorsum pro-
ducto, pleuris
ejusdem seg-
menti angulo
postico multo
chitineo, in-
crassato in
processum
nu depressum
a a
pars distalis; 6. abdominis segmenti septimi pars postica lateralis: A ter- nuatum eX-—
a ee
C sternum; 9. urosterni primi pars postica lateralis; 10. foeminae abdo- quantum pro-
minis segmenta 6-11 prona; 11. maris abdomen a segmento quinto pronum. ductis.
Processus tergiti septimi cum processu pleurarum organum
stridentem verosimiliter formans.
Segmentum octavum quam praecedens c. */, angustius, sub-
aeque longum atque latum, prasertim superficie sublaterali et la-
terali setis brevissimis pluribus multo ramosis (Fig. X, 7) in-
structum. Segmentum decimum parum magis quam !/, longius
quam latius, ut segmentum nonum et octavum superficie supera,
laterali et infera praeter partem submedianam setis pluribus bre-
vissimis multo ramosis auctum.
Urosternum primum (Fig. X, 9) superficie ut urosterna cetera
setis brevibus sat numerosis instructa et margine postico organis
11
è — 8 —
.
duobus latis inter sese spatio perparvo sejunctis, serie setarum bre-
vium et setis brevissimis 2-seriatis auctis instructo. Stili consueti.
‘ Forceps (Fig. X, 11) quam segmentum decimum fere '/, bre-
vior, setis sat longis et setis brevissimis pluribus integris auctus,
brachiis subaequalibus, parte basali dexteri paullulum denticulata,
laevi parum longe a basi dente sat parvo aucta.
Long. corp. mm. 4,5; lat. urotergiti septimi 0,52, long. for-
cipis 0,40.
© Exempla duo paullo minora (Long. corp. mm. 3,2-3,8) uro-
tergito septimo (Fig. X, 10) angulo postico haud multo chitineo,
haud producto, pleuris ejusdem segmenti haud multo chitiniis haud
productis, cetero ut in exemplo descripto instructa sunt. Exempla
haec sexu foemineo pertinentia considerata sunt.
Habitat. Ad Cordoba (Mexico) in memorum humo exempla
quatuor legi.
Evalljapyx dolichodduus sp. n.
Pallide
cremeus, vel
stramineus ,
segmentis
7-8 ochroleu-
cis, ceteris
posticis cum
forcipe ferru-
gineis. Cor-
poris setae
majores. (Fi-
gura XI, 1)
ramulis late-
ralibus 3-4
instructae.
Anten-
nae 24- arti-
Fig. XI.
1. Corporis setae majores; 2. caput et pronotum prona; 3. labii pars dex- culatae arti-
tera; 4. antennae pars proximalis supra inspecta; 5. antennae articulus 15"; culis artis
6. pedis paris tertii pars distalis; 7. abdominis segmentum septimum et P
segmenti oetavi circumlitio anterior prona; 8. abdominis sterna 1-2; 9. uro- proximali Ss
sterni primi pars postica lateralis, *
(Fig. XI, 4),
praeter sensilla uniseta 13, setis nonnullis sat longis et seta non-
ee 86 = Al
2
nulla brevi auctis, ceteris (Fig. XI, 5) setis sat numerosis sat
brevibus et setis brevibus subtilibus instructi.
Mandibulae et maxillae eisdem speci
rsa ei Ev. heuryhebdomi subaequales.
INA I Palpus labialis (Fig. XI, 3) c. duplo
i N N longior quam latior, setis quatuor (duabus
Alta lach N sat longis, duabus sat brevibus) instructo.
> ee ee Pedes parce setosi, tarso (Fig. XI, 6)
EX NN praesertim infra setis sat numerosis,
| ca praetarsi unguibus sat brevibus, parum
Rat, [> bees N arcuatis, subaequalibus, unguicola me-
uf \ diana brevissima.
I IR Abdomen (Fig. XII) segmento septi-
LE > mo praecedentibus paullulum angustiore,
EL EN, tergito c. '/, latiore quam longiore lineis
MIEI duabus sublateralibus inter sese paral-
N N lelis instructo, angulo postico exciso ro-
ae le tundato, pleuris bene chitineis tergiti
a angulum aliquantum superantibus. Seg-
ATS ays mentum octavum c. Y, longius quam
fl 1 VK latius et quam septimum c. '/, angustius.
] VIN Urosternum primum (Fig. XI, 8-9)
Y 1 superficie ut urosterna cetera setis bre-
= vibus sat numerosis instructa, et margine
it N
ven È N Ss postico organis duobus latis inter sese
a A IN parvo spatio sejunctis serie setarum
; NZ N brevium et setis brevissimis 2-3-seriatis
instructo.
Fig. XII Segmentum decimum parum magis
eni quam ’/; longius quam latius.
quinto pronum.
Forceps (Fig. XII) quam segmentum
decimum °/, brevior, brachio dextero tantum tuberculis margina-
libus parvis basalibus, brachio laevo parum longe a basi dente
sat magno triangulari armato, cetero ut fig. XII demonstrat.
Long. corp. mm. 6, lat. abdominis 0,70, long. forcipis 0,39.
Habitat. Exempla legi ad Cérdoba, Orizaba, Jalapa (Mexico).
Observatio. Species haec segmenti octavi longitudine inter
omnes distinctissima est.
dina rà
Parajapyx grassianus sp. n.
Corpus albo-stramineum, abdominis segmento decimo cum
forcipe ferrugineo, setis sat numerosis, brevibus, integris instructum.
Antennae (Fig. XIIT, 1) 18-articulatae setis brevibus nonnullis
instructae, sensillis unisetis nullis.
Labium (Fig. XIII, 2) palpo nullo.
Pedes breves parce setosi, praetarsi unguibus brevibus, aequa-
libus, simplicibus, unguicola
mediana minima.
Abdomen tergito septimo
praecedentibus aequali, an-
gulo postico rotundato, seg-
mento octavo quam septimum
ce. !/;, angustiore, vix longiore
quam latiore, segmento de-
cimo c. !/, longiore quam la-
tiore.
Urosternum primum (Fig.
XIII, 3) superficie ut urosterna
cetera seriebus transversali-
bus quatuor setarum brevium
instructa et margine postico
e o 1. Abin organis duobus parum latis,
sterna 1-2: 4. abdominis pars postira a segmento inter sese spatio latitudinem
roe organi singuli aequante se-
junctis, serie setarum brevium subtilium auctis.
Urosterna 2-3 vesicula instructa. Stili forma consueta.
Forceps (Fig. XIII, 4) quam segmentum decimum c.'/, bre-
vior, brachiis subsimilibus dentibus 5 armatis apice attenuato
introrsum recurvo.
Long. corp. mm. 1,7; lat. abdominis segmenti septimi 0,13,
long. forcipis 0,09.
Habitat. Exemplum descriptum ad Cördoba (Mexico) legi.
Observatio. Species haec cl. G. B. Grassi dicata, magnitudine
et forcipis forma a P. Isabellae (Gr.) bene distincta est.
Fig XIII:
ER
DONI
Nuove specie di Machilidae della regione indo-malese.
Machilis Lefroyi sp. n.
© Corpus (in alcool) fulvo-castaneum, antennis pallide annu-
latis.
Oculi (Fig. XIV,1-2 A) magni, inter sese per c. ‘/, longitudinis
oculi singuli tangentes. Oculus singulus (Fig. XIV, 2 A) parum
latior quam longior. Ocelli (Fig. XIV, 1-2 5) sat parvi inter sese
spatio sat magno re-
moti, transversi, sub-
rectangulares, libel-
lam externam oculo-
rum spatio sat magno
haud attingentes.
Antennae sat ro-
bustae, gradatim at-
tenuatae, in exemplis
typicis haud integrae
quamı corpus parum
breviores, sed si inte-
grae forsan quam cor-
4. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A et ocellus PUS longiores, squamıs
B supra et parum lateraliter inspecti; 3. palpus maxillaris ; et setis brevibus in-
4. palpus labialis; 5. pes paris tertii; 6. urosternum quintum; i
7. maris palpus maxillaris; 8. maris palpus labialis. structae.
Palpi maxillares
(Fig. XIV, 3) longi, squamosi et setis nonnullis et spinis superis in
parte distali aucti. Palpi labiales (Fig. XIV, 4) articulo ultimo in
apice aliquantum dilatato.
Arcus thoracicus parvus. Pedes (Fig. XIV, 5) robusti, processu
coxali pedum paris secundi et tertii longo, squamis induti et setis
etiam sat robustis praesertim in parte infera tarsi instructi.
Abdomen. Sternorum pars mediana sat magna, segmenti quinti
(Fig. XIV, 6) ad basim latior quam longior et quam subcoxae c. 1/,
brevior. Stili segmenti quinti quam subcoxae minus quam dimi-
dium breviores squamis et setis instructi, segmenti noni quam
BR a
ceteri crassiores et longiores, quam subcoxae ejusdem segmenti
aliquantum breviores. Vesiculae in urosternis 2-5 utrimque duo,
in urosternis 1 et 6-7 utrimque singula sistentes. Ovipositor longus,
tenuis, breviter setosus, stilorum IX apicem spatio sat brevi su-
perans.
Cercus medianus in exemplo typico certe haud integer,
corporis longitudine parum longior; cerci laterales quam media-
nus c. ”/, breviores.
o Palpi maxillares (Fig. XIV, 7) quam idem foeminae parum
crassiores, articulo ultimo subeylindraceo in apice convexo, arti-
culis 2-7 infra squamis destitutis et setis minimis pluribus indutis,
articulis 5-7 supra inermibus.
Palpi labiales (Fig. I, 8) articulo ultimo obovali c. duplo lon-
giore quam latiore, setis pluribus minimis, ut articulus praecedens,
infra aucto.
Penis sat attenuatus marginem posticum urosterni noni at-
tingens.
Paramera postica Inngitudine penem aequantia.
Long. corp. 9,5, lat. 2,3, long. antennarum 8, long. pedis ma-
xillaris 9 4,2, pedum paris tertii 3,64, stili segmenti quinti 0,45,
stili segmenti noni 1,50, cerci mediani 10,2, cercorum lateralium 4.
Habitat. Exempla nonnulla H. M. Lefroy, cui species dicata
est, ad Mussooree (India) legit.
Observatio. Species haec inter ceteras sectionis Machilis cy-
lindrica Geoff. oculorum et ocellorum forma praesertim bene di-
sticta est.
Gen. Allopsontus nov.
Corpus, antennis, palpis, pedibus et stilis inclusis, squamis
indutum. Oculi sat magni, inter sese parvo spatio tangentes. Ocelli
transverse obliqui, parum lati, inter sese multo distantes. Antennae
articulo primo quam dimidia longitudo paullum longiore, flagello
sat robusto, gradatim parum attenuato, im exemplo typico haud
integrae, sed quam corpus breviores exstimandae sunt.
Palpi maxillares longi, forma consueta. Palpi labiales articulo
in apice aliquantum dilatato et sensillis numerosis subconicis
auctum.
Arcus thoracicus sat magnus. Pedes robusti, secundi et tertii
paris processu coxali longo aucti, tarso quam tibia paullum bre-
Sg
viore, infra seriebus duabus setarum brevium robustarum sub-
spiniformium armato, praetarsi unguibus brevibus robustis sim-
plicibus.
Abdomen. Urosternorum pars mediana magna, triangularis.
Vesiculae utrimque una in urosternis 1 et 6-7 et utrimque duo in
urostermis 2-5 sistentes. Stili in segmentis 1-9. Cerci bene evo-
luti sed in exemplo typico haud integri sunt.
Ovipositor bene evolutus.
Species typica: Allopsontus Annandalei sp. n. (1)
Observatio. Genus hoc a genere Mackilis L. oculi inter sese
parvo spatio tangentes et ocellorum forma bene distinctum est.
Allopsontus Annandalei sp. n.
© Color (in alcool) fusco-castaneus. Oculi inter sese per c. '/,
longitudinis oculi singuli tangentes; oculus singulus supra et late-
raliter inspectus paullum latior quam longior. Ocelli subrectangu-
lares, transverse obliqui inter sese multo distantes et ad libellam
oculorum marginis externi haud pertinentes.
Antennae haud integrae, forsan quam corpus haud longiores.
Palpi maxillares longi, robusti, gradatim parum attenuati.
Palpi labiales articulo ultimo fere duplo longiore quam ad apicem
latiore.
Pedes robusti.
Stili sat breves, praeter squamas et setam apicalem robustam,
setis numerosis sat robustis, sat longis aucti, segmenti quinti
quam subcoxae minus quam dimidium breviores, segmenti noni
quam ceteri robustiores et longiores, quam subcoxae ejusdem
segmenti parum breviores.
Ovipositor breviter setosus stilorum IX apicem paullum
superans.
Long. corp. mm. 12; lat. corp. 2,9, long. antenn. ? (in exemplo
typico mm. 7), palpi maxillaris 4,94, pedum paris tertii 4,82, stili
segmenti quinti 0,58, segmenti noni 1,56, cerci mediani ?
Habitat. Exemplum typicum ad Bhowali, Kumaon (m. 1700
super montes occidentales Hymalaya) A. D. Imms legit et alterum
juvenem Prof. Annandale ad Kasauli (Simla) legit.
(1) Le figure di questa specie saranno pubblicate in una nota sui Tisa-
nuri conservati nel Museo di Calcutta, che il Prof. Annandale mi ha gentil-
mente mandato in istudio.
N On
3
i
1
i
;
3
È
i
Gen. Machilellus nov.
Corpus praeter antennas, palpos maxillares, pedes et stilos
squamis indutum.
Oculi magni, ocelli (Fig. XV, 1-2 B) nigri, lati, oculi singuli
latitudinem aequantes. Antennae sat breves, attenuatae, breviter
setosae.
Arcus: thoracicus sat parvus. Pedes omnes processu coxali
destituti sunt.
Abdominis sternorum pars mediana brevissima. Stili in segmen-
tis 2-9, vesiculae duo (utrimque singula) in segmentis 1-7 sistentes.
Cerci longiusculi. Ovipositor tenuis longus.
Species typica: Machilellus orientalis nov.
Observatio. Genus hoc ocellorum forma excepta notis omnibus
cum genere Machilinus Silv. (Typus: Machilinus rupestris Lucas,
Silv.) congruit.
Machilellus orientalis sp. n.
© Corpus (in alcool) fusco-castaneum.
Oculi (Fig. XV,1-2 A) inter sese per c. */; longitudinis totius
oculi singuli sese tangentes.
Oculus singulus tam lon-
gus atque latus. Ocelli (Fig.
XV, 1-2 B) lati, oculi sin-
guli latitudinem aequantes,
pistilliformes, parte latiore
interna. Antennae quam
corpus breviores (in exem-
plo typico haud integrae)
articulo primo (Fig. XV,3)
minus quam duplo longiore
quam latiore, flagello (Fig.
XV,4) gradatim magis atte-
nuato et articulino singulo
1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A et
ocellus B supra et parum lateraliter inspecti; 3. an- setis brevibus plei umque
tennae pars proximalis; 4. antennae pars distalis; uniseriatis aucto.
5. palpus maxillaris; 6. palpus labialis; 7. pes paris : . .
tertii; 8. urosternum quintum, Palpi maxillares et palpi
labiales cfr. fig. XV, 5-6.
Arcus thoracicus sat parvus. Pedes (Fig. XV,7) breves, bre-
viter setosi, tarso gradatim attenuato setis paucis quam ceterae
Fig. XV.
00.
parum longiores infra instructo, praetarsi unguibus apice attenuato,
paullulum arcuato.
>
Abdomen. Urosternorum pars mediana (Fig.XV,8) brevissima.
Stili breves, segmenti quinti (Fig. XV, 8) c. dimidio breviores. Ve-
sicula singula utrimque in urosternis 1-7 sistens. Stili segmenti
noni quam subcoxae ejusdem segmenti seta apicali haud sumpta,
magis quam dimidium breviores.
Ovipositor tenuis, brevissime setosus, stilorum IX ‚apicem, c.
longitudine ejusdem stili, superans.
Cercus medianus in exemplo typico haud integer quam cor-
poris longitudo brevior.
J ignotus.
Long. corp. 5, lat. 1,5, long. antennarum ? , palpi maxil-
laris 2, pedum paris tertii 1,85, stili segmenti quinti 0,24, stili
segmenti noni 0,6, cerci mediani? , cercorum lateralium 2.
Habitat. Exemplum typicum cl. Ed. Jacobson ad Samarang
(Java) legit.
Gen. Macropsontus nov.
SJ Corpus praeter antennas, palpos, pedes et stilos squamis
indutum.
Oculi permagni, multo convexi, inter sese fere per oculi sin-
guli longitudinem totam tangentes. Ocelli lati, transverse obliqui,
nigrescentes quam oculus singulus parum minus lati Antennae
perlongae, flagello valde attenuato filiformi.
Arcus thoracicus sat parvus. Pedes omnes processu coxali
destituti sunt.
Abdominis sternorum pars mediana (Fig. XVI, 6) subevanida,
haud bene distincta ut in generibus ceteris hucusque notis. Stili
in segmentis 2-9. Vesicula singula parva utrimque in segmentis
1-7 sistens.
Cerci longi.
Penis brevissimus; paramera nulla.
Species typica: Macropsontus Greeni sp. n.
Observatio. Genus hoc a praecedenti oculorum magnitudine,
antennarum forma et longitudine, urosternorum parte mediana
subevanida (haud bene distincta) differt, nec non a genere Ma-
chilinus Silv. ocellorum forma et urosternorum charactere dicto.
sò, aio Ba TE Te n e En
|
do,
09
|
Macropsontus Greeni sp. n.
Sg Corpus (in alcool) castaneo-fulvescens, antennarum arti-
culo primo utrimque nigro vittato, pedibus etiam nigro vittatis.
Oculi (Fig. XVI, 1-2 A) inter sese fere per longitudimem to-
tam tangentes; oculus singulus aliquantum longior quam latior.
Ocelli (Fig. XVI, 1-2 5) lati, transverse obliqui ante oculorum
marginem anticum sisten-
tes, inter sese spatio sat
lato remoti. Antennae quam
corpus magis quam duplo
longiores articulo primo,
longo fere*/, longiore quam
latiore, flagello ad basim
tenui, cetero tenuiore fili-
formi.
Palpi maxillares (Fig.
XVI, 3) longi, attenuati,
processu basali supero ex-
terno longo, angustato, pro-
1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A et CLASE apicali articuli secun-
ocellus B supra et parum lateraliter inspecti; 3. palpus di sat longo, attenuato,
maxillaris; 4. palpus labialis; 5. pes paris tertii; unciniformi cetero cfr.
6. urosternum quintum, 3
fic XVI. 3:
Palpi labiales (Fig. XVI, 4) articulo ultimo in apice parum
dilatato sensillis brevibus appendices nonnullos minimos geren-
tibus aucto.
Arcus thoracicus sat parvus. Pedes (Fig. XVI; 5) sat robusti
et sat longi, tarso attenuato setis brevibus instructo, praetarsi
unguibus paullulum arcuatis.
Abdomen. Sternorum pars mediana (Fig.X VI, 6) ut in generis
descriptione dixi, subevanida. Stili parum longi, segmenti quinti
(Fig. XVI, 6) quam subcoxae parum minus quam dimidium bre-
viores setis subtilibus et seta apicali robusta instructi, segmenti
noni quam ceteri crassiores longiores, quam subcoxae aliquantum
breviores. Vesiculae parvae. Cercus medianus in exemplo typico
haud integer, forsan quam corpus longior.
Penis brevissimus, parameris nullis.
Long. corp. mm. 10, lat. 2,5; long. antennarum 25, (palpi ma-
xillaris 4,55, pedis paris tertii 4,2, stili segmenti quinti 0,45, stili
Fig. XVI.
Belogi e
segmenti noni 1,20, cerci mediani ?, cercorum lateralium haud
integrorum 7.
Habitat. Exemplum descriptum cel. E. Green, cui speciem
grato animo dico, ad Labugama (Ceylan) legit.
Meinertellus Jacobsoni sp. n.
© Color (in alcool) fulvescens.
Oculi (Fig. XVII,1-2 A) inter sese c. per ‘/, longitudinis oculi
singuli sese tangentes. Oculus singulus (Fig. XVII, 2 A) parum
latior (c. 1/)) quam longior. Ocelli (Fig. XVII, 1-2 5) lati, quam
oculus singulus parum
A a latiores, pistilliformes
VII,
IMI
QE
ISS VN
WSS ANN
Nr parte latiore interna.
Antennae valde
attenuatae quam cor-
pus longiores, breviter
setosae.
Palpi maxillares
(Fig. XVII, 3) breviter
setosi et spinis superis
biseriatis in parte a-
picali articuli 5! et
superficie supera tota
1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus et ocellus R È
B supra et parum lateraliter inspecti; 3. palpus maxillaris; articulorum 6- T n
4. palpus labialis; 5. tarsus et praetarsus pedis paris tertii; structi. Palpi labiales
6. uroste:num secundum; 7. urosternum quintum; 8. pars po- ER TXT agis °
stica urosterni octavi et urosternum nonum cum pene. (Fig. XV II, 4) al ticuli
tertil apice transver-
Fig. XVII.
sali, introrsum valde producto.
Arcus thoracicus sat parvus.
Pedes robusti setosi, tarsi (Fig. XVII, 5) articulo ultimo in parte
infera apicali penicillum nigrescentem setarum sat brevium den-
sium gerente, praetarsi unguibus brevibus, apice attenuato, parum
arcuato.
Urosternorum pars mediana perparva (Fig. XVII, 6), corporis
partem posticam versus gradatim minor (Fig. XVII, 7). Vesicula
utrimque singula in urosternis 1-7 sistens. Stili urosterni 5' quam
subcoxae magis quam dimidium breviores, breviter setosi et seta
apicali longa instructi. Stili segmenti 9' quam subcoxae minus
quam dimidium breviores, crassiusculi.
a ae dan
eg
Ovipositor tenuis quam stilorum IX apex (seta apicali haud
sumpta) paullum longior.
Cercus medianus in exemplis typicis haud integer, corporis
longitudinem subaequans; cerci laterales quam medianus aliquan-
tum breviores.
o Penis (Fig. XVII, &) crassior, brevior parameris nullis.
Long. corp. mm. 7, lat. 2; long. antennarum 9, stili seg-
menti secundi 0,58, stili segmenti noni 0,78, cerci mediani 8, cer-
corum lateralium 5, pedum paris tertii 3.
Habitat. Exempla nonnulla in insula Krakatau cl. Ed. Jacob-
son, cui speciem grato animo dico, legit.
XIV.
Nova specie di Lepidospora di Ceylan.
Lepidospora ceyloniea sp. n.
Q Cremea, squamis vestita et setis etiam instructa, postice
aliquantum augustata. Caput antice et lateraliter setis sat brevibus
simplicibus et setis nonnullis robustis sat longis, in apice incisis
nec non setis duabus sat longis submedianis, subposticis in-
structum.
Antennae ? (in exemplo typico partim abruptae) articulo primo
parum longiore quam latiore, articulis 2-8 subtus et lateraliter
setis et sensillis cfr. fig. XVIII 1. Palpi maxillares (Fig. XVII, 2)
longi, tenues. Palpi labiales articulo ultimo (Fig. XVIII, 3) clavi-
formi, parum longiore quam latiore.
Thorax quam abdomen c. dimidium brevior et quam eiusdem
pars antica paullulum latior. Scuta dorsalia setis marginalibus
lateralibus et posticis brevibus, nec non nonnullis longis, robustis
aucta.
Pedes cfr. Fig. XVIII, 4.
Abdomen postice aliquantum angustatum, tergitis I-VIII
(Fig. XVIII, 5), utrimque setis longis 6-7 marginalibus posticis et
setis brevibus nonnullis instructis, tergito decimo (Fig. XVIII, 7)
longo, parum ad basim latiore quam longiore, gradatim angu-
stato, basi quam apex magis quam triplo latiore, margine postico
profunde inciso, angulis sat rotundatis setam longam robustam
gerentibus. Sternitum primum medium profunde et parum late
Be Go
excisum, margine postico laterali latissime rotundato; sternita
II-IX (Fig. XVIII, 6) stilis et sternita II-VII etiam vesiculis in-
Fig. XVIII.
4. Antennae pars proximalis; 2. palpus maxillaris; 3. palpus labialis; 4. pes paris tertii;
5. dimidia pars urotergiti quinti; 6. urosternum quintum ; 7. urotergitum decimum cum
cercorum parte basali, 8. animal pronum.,
structa. Stili sat longi et setis brevibus et setis nonnullis robustis
sat longis aucti. Sterniti octavi pars mediana subtriangularis.
Ovipositor longus, tergitum decimum spatio magno superans, cras-
siusculus, pseudoarticulatus, breviter setosus apice subacuto.
Cerci in exemplo typico haud integri, quam corpus breviores
attenuati.
Long. corp. mm. 8, lat. thoracis 1,4, long. palpi maxillaris
1,7, pedum paris tertii 3,90, cercorum 5,5.
Habitat. Exemplum descriptum ad Namunakuli (Ceylan) cl.
E. Green legit.
Observatio. Species haec a Lepidospora gracilis Esch. ovi-
positore crassiore saltem distincta est.
adr Arne i 1 an
en
EEE
Nova specie di Heterojapys dell’ Australia.
Heterojapyx Vietoriae sp. n.
Corpus ochraceo-melleum, segmenti decimi parte postica dor-
suali et infera laterali fulvo-badia, forcipis parte proximali fulvo-
SET end
Fig. XIX.
1. Antennae pars basalis ab articulo secundo sopra inspecta; 2. antennae articuli 13-14 supra
inspecti; 3. maxillae primi paris lobus externus; 4. ejusdem lobus internus; 5. tarsi apex et prae-
tarsus; 6. urosterna primum et secundum; 7. urosterni primi dimidia pars postica; 8. corporis
pars postica cum forcipe; 9. Heterojapyx novaeseelandiae: corporis pars postica cum forcipe.
ferruginea angulis nigrescentibus, parte distali etiam nigrescente,
dorso et ventre setis paucis brevibus et brevioribus simplicibus
instructis.
Caput subaeque longum atque subpostice latum, antrorsum
parum angustatum. Antennae 39-articulatae, breves, articulis ba-
salibus (Fig. XIX, 1) setis paucis sat longis et sat brevibus in-
7
structis, ceteris (Fig. XIX, 2) gradatim magis et breviter setosis,
sensillis unisetis in articulis 4-13, brevibus et numero 3-4 in
articulo singulo dispositis. Mandibulae robustae, apice 5-dentato.
Maxillae lobo externo (Fig. XIX, 3) apice subrectangulari externe
setis sat numerosis brevibus instructo et interne sub apice in
laminam latam producto, palpo brevi subcylindraceo setis sat
numerosis sat longis et sat brevibus aucto, lobo interno (Fig. XIX, 4)
apice attenuato, aliquantum recurvo subacuto laminis 5 pectinatis
longis instructo. Labium palpo magis quam triplo longiore quam
ad basim latiore setis brevioribus et sat brevibus instructo, lobo
antico setis brevibus pluribus aucto.
Pedes breves, robusti, parce setosi, praetarso (Fig. XIX, 5)
unguibus lateralibus sat longis, sat arcuatis, subaequalibus, subtus
ad unguium basim utrimque in processum conicum breve pro-
ducto et supra inter ungues laterales unguicula brevi aucto.
Abdomen: tergita omnia angulis posticis rotundatis. Uroster-
num primum (Fig. XIX, 6-7) setis paucis brevibus ut urosterna
cetera instructum, nec non
organis subcoxalibus duo-
bus perlatisinter sese parum
remotis, seriem setarum
brevium gerentibus aucto.
Stili breves conici. Seg-
mentum decimum subtus
mensum aliquantum lon-
gius quam latius, parte po-
stica supera mediana gra-
Dee nulis nonnullis nigris in-
1. Heterojapyx Souleî Bouv. et 2. Heterojapyx dux Skor.:
corporis pars postica cum forcipe. structa.
Forceps (Fig. XIX, 8)
quam segmentum decimum aliquantum brevior brachiis subaequa-
libus superficie basali granulis nigris aucta apice gradatim ar
cuato, attenuato, subacuto, margine interno dentibus duobus
majoribus inter sese remotis et dentibus minutis pluribus armato.
Long. corp. mm. 88, lat. 3-5, long. forcipis 3,5.
Habitat. Exempla nonnulla vidi ad Ocean Grove et ad Tim-
boon (Victoria, Nova Hollondia) a H. W. Davey collecta.
Observatio. Species haec ad Heterojapyx novaezeelandiae
Verh. proxima est, sed forcipis brachio laevo ad brachium dex-
terum simili distincta est. Praeterea Verhoeff antennas Heteroja-
EE ee ee, ee ee
pyx novaezeelaudiae 39 — articulatas descripsit, sed antennae
exempli typici in Museo Berolinensi asservati et mihi benignissime
a Directore Prof. Brauer communicati 46-articulatae sunt.
Species generis Heterojapyx hucusque notae ita distinguen-
dae sunt:
1. Forcipis brachia subsimilia.
3. Foreipis brachia (Fig. XX, 2) dente singulo majore praeter mi-
MOTES ANIMATE ie Can my he, een. 4, Het.;dus (Skorik:;).
4 Foreipis brachia dentibus duobus majoribus praeter minores
armata.
5. Dentes majores ambi (Fig. XX, 1) magis ad basim appro-
ximati quam ad apicem ; antennae 47-articulatae ; corporis
longitudo.ad mm. 49). isjo.0 400.2242... Ho Soulei: Bouv.
6. Dens major secundus ad forcipis apicem approximatus; an-
tennae 39-articulatae; corporis longitudo ad mm. 38
H. Victoriae sp. n.
2, Forcipis (Fig. VI, 9) brachium dexterum dentibus majoribus duobus,
brachium laevum dente singulo armatum; antennae 46-articu-
latae; corporis longituderad mm.36 et n,
H. Novaezeelandiae Verh.
Prof. A, TROTTER
——— = — —— -3- e a
CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA
delle galle dell’ America del Nord
(Con 21 figure ed 1 tavola).
L’egregio amico Prof F. Silvestri da un lungo viaggio
compiuto nell’ America del Nord ed alle Isole Hawai, durante
l’anno 1908, riportò un copiosissimo e svariato materiale scienti-
fico, già in parte illustrato da vari specialisti. Egli volle gentil-
mente a me affidato lo studio di un interessante contigente di
galle da lui raccolte nella stessa circostanza, specialmente sulle
Querce, che in numerosissime specie popolano quelle regioni. Ri-
serbo ad un futuro contributo solo un certo numero di galle, rac-
colte su matrici la cui identificazione mi è per ora troppo dub-
biosa, e delle quali, per di più, non mi fu possibile esaminare
alcun sicuro produttore.
Le raccolte del Prof. Silvestri si svolsero sopratutto nelle
parti settentrionali degli Stati Uniti (Dakota) ed in quelle occi-
dentali (Stato di Washington, Oregon, Arizona, California) inoltre
nello Stato del Mexico. Per quest’ultima regione ho creduto op-
portuno aggiungere alcune poche specie pervenutemi anni ad-
dietro dalla cortesia dell’Egregio Dr. Emilio Bonansea.
Le galle illustrate nel presente lavoro sono in buona parte
nuove, nè ciò deve recar meraviglia qualora si pensi che la ce-
cidologia nord-americana, riguardante cioè un territorio esteso
quasi due volte l'Europa, non conta sin qui che poco più di 1500
specie, mentre quelle europee non sono meno di 5000! E l’ambiente
climatico e biologico del Nord America, specialmente nei territori
più meridionali, sì dimostra tra i più favoriti per un largo e co-
hat
,
hei de A i
— 101 —
pioso sviluppo del fenomeno cecidogenetico. Si aggiunga poi che la
pianta gallifera per eccellenza, la Quercia, la quale in Europa,
pur essendo rappresentata da sole dieci specie principali, conta
non meno di 800 specie di galle, nell'America essa è rappresentata
da un numero circa quadruplo di specie! E la flora forestale
dell'America del Nord non è solo ricca di Querce, ma anche di
moltissime altre specie legnose le quali devono essere indubbia-
mente assai produttive di galle, come accade in Europa, Asia,
Africa, in una parola in tutte le zone forestali della superficie
terrestre.
Ho creduto opportuno di raggruppare le galle qui illustrate
a seconda dei territori nei quali furono raccolte. L’indetermina-
tezza, non generica ma solo specifica di taluni substrati, viene ri-
parata, per il genere Quercus, da qualche cenno descrittivo o dalla
riproduzione fotografica di talune delle foglie appartenenti alle
Querce che mi si sono dimostrate più riccamente gallifere.
STATO DI OREGON
Quercus (1).
1. Amphibolips quereus-inanis (O. S.).
Galle fogliari sferoidali, vesicolose, a pareti sottilissime, ester-
namente glabre, giallognole o rossastre, regolarmente macchiet-
tate di rosso-bruno. Nucleo centrale, contenente la cella larvale,
congiunto alla faccia interna delle pareti mediante sottile fibre
radianti di tenue tessuto fibro-vascolare. Galle assai caratteristi-
che, paragonabili a piccole palle di celluloide ; costituiscono, as-
sieme a quelle di altre specie congeneri, un tipo morfologico e
strutturale che non ha riscontro in alcun’ altra galla quercina di
Europa ed Asia. Ricordano le galle descritte per il Messico al n. 79.
Albany (n. 22).
(1) Specie a grandi foglie, profondamente lobate ed a lobi subottusi, col-
l’ipofillo sparsamente provvisto di peli stellati.
— 102 —
2.9? Andricus n. sp. (Fig. 1).
Any
Bags
Andricus (? n. sp.); a, galla intera,
b, galla sezionata, con la galletta
interna; tutto leggermente ingrandito.
Galle dei ramoscelli, per lo più
solitarie, nascenti però da una gemma.
Sono subglobose, all’ estremità
subarrotondate od apicolate, nella
parte basilare più o meno profonda-
mente incavate intorno alla loro in-
serzione e perciò più o meno ab-
braccianti il ramoscello. La loro su-
perficie, di un colorito pallido-ocra-
ceo, possiede qua e là qualche piccola
cresta o mucrone ed è tutta rive-
stita di un tomento grigio. Hanno un
diam. di 12-15 mm. Le loro pareti
legnose, grosse 2-3 mm., limitano una
ampia cavità contenente nella parte
basilare la galletta interna, a pareti
sottilissime, lunga circa 5 mm.
Sono molto affini alle galle eu-
ropee dell’Aphelonyx cerricola. Le
galle americane più prossime sono
quelle dell’Andricus quercus-omnivorus (Ash.).
Albany (n. 77), mese di agosto.
3. Cynipide (Fig. 2).
Galle dei ramoscelli, sferoidali, sub-
legnose, 7-9 mm. di diam., in basso atte-
nuate in brevissimo peduncolo, solitarie
o per lo più approssimate in vario nume-
ro sul ramoscello. Sono liscie, allo stato
giovanile forse glutinose ed il loro co-
lore, quando sono secche, è simile a
quello del ramoscello. Le loro pareti
spesse limitano una camera larvale di
circa 4 mm. di diam.
Ricordano un poco le galle europee
di Cynips conglomerata e sono affini
alle galle americane di Callirhytis quer-
cus-agrifoliae (Bass.).
Albany (n. 57), mese di agosto.
Das 2 vie
Fig. 2. a
Cynipide: a, galla intera, è, galla i
sezionata; ingr. circa X 2, |
an Dusch dr, 2
— 103 —
4, Cynipide.
Ipertrofie dei ramoscelli di dimensioni variabili, multilocu-
lari, con celle larvali distinte, circa 3 mm. lunghe Ricordano le
galle europee di Newrolerus macropterus. (6 fr. nn. 30, 34, 47, 51).
Albany (n. 25), mese di agosto.
STATO DI WASHINGTON
Rosa sp.
5. ? Rhodites dichlocerus (Harr.).
Ipertrofia dei ramoscelli globuloso-fusoidea, lunga 15 mm.
larga 9, legnosa, probabilmente pluriloculare ma con cavità lar-
vali indistinte. Superficie liscia, rossastra.
Tacoma, esemplare unico (n. 73); mese di agosto.
6. Rhodites bicolor (Harr.) var. minor n. var.
Galle ordinariamente fogliari ed epifille, sferoidali, distinta-
mente ed uniformemente aculeolate, del diam. di 5-8 mm. com-
presi gli aculei. Sono inseparabili dalla lamina alla quale aderi-
scono con una base larga 2-3 mm. Sono glabre, giallognole, sfu-
mate di rosso, sublegnose, uniloculari, per lo più aggregate in
vario numero su ogni fogliolina, talora anzi l’intera foglia è im-
piegata nello sviluppo di numerose galle le quali perciò in que-
sto caso aderiscono al ramoscello. Differiscono dalle tipiche galle
di Rh. bicolor per le loro dimensioni un po’ più piccole.
Tacoma, mese di agosto (nn. 12, 13).
7. Rhodites Silvestrii n. sp. (Fig. 3).
Piccole galle fogliari di circa 3-5 mm. di diam. per lo più
epifille, globulose o suburceolate, uni-
loculari, verdi o rossastre, glabre,
saldate alla lamina ed appariscenti
dal lato opposto in forma di piccola
protuberanza mammellonare rossastra
Fig. 3. del diam. di circa 1-2 mm.
Rhodites Silvestri n. sp.; La loro superficie è longitudi-
rn nalmente rugolosa od anche qua e
là provvista di qualche lieve tubercolo irregolare. L’ estremità
so =
libera è subtroncata e provvista di una caratteristica espansione
laminare, discoidale, a margine per lo più irregolarmente. inciso.
Galle distinta da tutte le altre di Rhodites sin qui descritte.
La più prossima specie sarebbe data da Rhodiles gracilis Ashm.
Tacoma, (n. 70); mese di agosto.
8.? Rhodites n. sp. (Fig. 4).
Galla fogliare epifilla nascente dalla costa, uniloculare, glo-
bulosa, di circa 5 mm. di diam., simile a quella di Rhodites po-
litus Ash., dalla quale però distinguesi
per essere sormontata, nel terzo superiore,
da sottili appendici flessuose, lunghe 2-3
mm. a lor volta pubescenti. Per tale carat-
tere s’accosterebbero un po’ alle galle del
Rh. tumidus Bass. le quali sono invece
Fig. 4. pluriloculari e di più notevoli dimensioni.
Rhodites (? n. sp.); una galla Anche questa parmi galla assai diversa
isolata ed ingr. circa 2 volte.
da quelle sin qui descritte.
Tacoma, un solo esemplare (n. 73); mese di agosto.
9. Rhodites.
Asse dei germogli terminali o laterali fortemente ipertrofiz-
zato, assieme alle corrispondenti lamine, trasformato in una galla
subvesicolosa, subglobosa o subfusoidea, lunga 5-15 mm. larga
4-7 mm., provvista nell’interno di ampie cavità irregolari. La su-
perficie della galla è glabra, qua e là provvista di qualche mi-
nuta appendice o cresta fogliacea, cosichè nell'insieme si mostra
all'apice più o meno distintamente acuminata. Sarebbe affine alle
galle di Rh. fusiformans Ashm. e vernus O. S.
Tacoma (n. 73); mese di agosto.
Salix (1).
10. Pontania sp.
Galle fogliari vesicolose, uniloculari, subglobose di 7-10 mm.
di diam., attraversanti il lembo fogliare da ambo i lati ma d’ordi-
(1) Specie a foglie subellittiche, glabre, lunghe 2-3 cm.
|
|
3
yar
— 105 —
nario maggiormente prominenti sull’ una parte (ipofillo) che sul-
l’altra. Sono glabre, rossicce, d’ordinaric situate alla base della
lamina, presso il picciolo, ed appaiate, cioè situate parallelamente,
luna di fronte all’altra, sulle due meta della foglia. Sono simili a
quelle qui descritte ai nn. 54-55.
Per il modo come sono collocate, ma non per la loro forma,
ricordano le galle europee di Pontania femoralis.
Tacoma, (n. 66); mese di agosto.
11? Tenthredinide,
[pertrofie de’ rami, unilaterali, lunghe 10-12 mm., solitarie o
, oD
talora confluenti, percorse da uno stretto canale longitudinale il
uale si apre ad una delle estremita della galla.
q S
Tacoma, (n. 19); mese di agosto.
CALIFORNIA
Quercus (1).
a. galle fogliari
12. ? Disholeaspis sp.
Galle sferoidali, di 15-20 mm. di diametro, leggerissime, prov-
viste di pareti molto sottili e di una piccola camera larvale cen-
trale congiunta alla faccia interna delle pareti da fibrille radianti
di tessuto fibro-vascolare. Superficie della galla glabra, lucida,
di colore rossiccio. Affine alle galle di Disholcaspis brevipennata
(Gill.) e maculipennis (Gill.).
Los Angeles (n. 68), Yosemite (n. 47).
13. ? Andricus pseudo-callidoma n. sp (Fig. 5).
Galle fogliari ipofille, inserite sulle nervature secondarie Sono
fusoidee, alla base sostenute da un breve e sottile peduncolo ci-
lindrico; sono lunghe, compreso il peduncolo, 8-10 mm., quest’ul-
(1) Specie a foglie lunghe 4-6 cm., subcoriacee, biancastre al di sotto,
con margine intero o più o meno dentato-spinoso; da ascriversi al cielo di
Quercus virginiana Mill. = Q. virens Ait.
00 —
timo lungo 2 mm. Il corpo della galla, contenente una camera
larvale abbastanza ampia limitata da sottili
pareti, ha un massimo diametro di circa 1.5
mm. ed una leggera strozzatura, a circa i *;, inf.
lo separa da una porzione ancora più angusta
di poco più di 1 mm. La loro superficie, di un
colorito rossiccio-bruno, è liscia o solo prov-
vista di qualche minuto pelo stellato.
Fig. 5. Ricordano le galle europee di Andricus
Galla di ? Andrieus callidoma, e quelle americane di Andricus
gr "i quercus-fusiformis (0. S.), Amphibolps coelebs
(0. S.), ed Andricus longepedunculatus n. sp. (cfr.
n.....) diverse però, dalle une e dalle altre, per le sue piccole di-
mensioni e per vari dettagli della sua forma
California, ? loco (n. 37).
14.? Acraspis n. sp. (Tav..I, fig. 16, 19, 20).
Galle fogliari ipofille, solitarie o per lo più concrescenti, sal-
damente inserite sulla costa, meno di frequente sul picciolo, sfe-
roidali, 4-10 mm. di diam., rivestite di una fitta e lunga lanugine
costituita di peli bianco-fulvi, semplici, unicellulari. Tali peli na-
scono da un tessuto corticale il quale, nelle galle mature e secche,
può facilmente staccarsi dal resto della galla a guisa di una buccia.
La parte interna della galla è invece legnosa e pluriloculare e
le logge sono subperiferiche. Ciò naturalmente nelle galle con-
crescenti, le galle di più piccole dimensioni, solitarie, sono invece
probabilmente uniloculari.
Le galle più affini sono quelle di Acraspis villosa Gill. ed
A. lanaeglobuli Ash., le prime però costantemente uniloculari ed
a superficie screpolata, le altre provviste di galla interna e facil-
mente staccabili dalla lamina.
Mte. Lowe (n. 24, n.? 37, n. 40).
Yosemite (n. 46, n. 49).
15. ? Andricus patelloides n. sp. (Fig. 6).
Galle fogliari ipofille inserite sulle nervature. Sono solitarie
e di forma subturbinata, cioè in forma di un largo cono rovescio,
a pareti laterali incavate verso l’inserzione, superiormente spia-
— 107 —
nate o per lo più leggermente depresse (Fig. 6 a), specialmente
sul mezzo. Hanno un diametro di 10-13 mm. ed un’altezza di 6-7
mm. Sono glaberrime, lisce, e la loro superficie, per il colore e
la lucentezza, ricorda quella di un osso vecchio e levigato
Le loro pareti, sottili e fragili, ma al tempo stesso dure, li-
mitano nell’ interno un tessuto submidollare, il cui centro è oc-
cupato dalla camera larvale di circa
2 mm. di diam., la quale viene a tro-
varsi perciò immediatamente al di sotto
della depressione superiore (Fig. 6 0);
\ perciò il foro di uscita suole trovarsi
Fig. 6; in corrispondenza del centro superiore.
2 Andricus patelloides n. sp. Al disotto della camera larvale trovasi
b, camera larvale; ingr.X.2:5 un’altra piccola cavità c sovrastante il
punto d’inserzione sulla lamina. Ricor-
dano un po’, per la forma generale e la levigatezza della loro su-
perficie, le galle europee di Cyn7p Stefanii. Affine alle galle ame-
ricane di Diplolepis discus Bass. e Andricus parinula Bass.
Sulle stesse foglie si riscontrano anche delle galle di egual
forma ma più piccole, di 4-6 mm di diam., certo da attribuirsi alla
stessa specie di cecidozoo. Però, oltre a queste, ve ne hanno delle
altre ancora più piccole e depresse, di 3-4 mm. di diam. e di
forma lenticolare, cioè piano-convesse e che ricordano, per la
forma soltanto, le galle europee del Neuroterus lenticularis. Sic-
come però posseggono eguale colore e lucentezza della prece-
denti, così non so se debba trattarsi di galle arrestate nel loro
sviluppo oppure appartenenti a specie distinta. Fatto analogo
aveva riscontrato il Bassett a proposito delle due galle su citate.
Mte. Lowe (n. 24).
Yosemite (n. 46).
16. ? Trigonaspis vaccinioides n. sp. (Fig. 7).
Galle fogliari ipofille, solitarie, nascenti dalla costa o dalle
nervature secondarie, subcilindriche, alte sino a 7 mm. e 5 mm
larghe, troncate all’ apice e quivi provviste di una cavità abba-
stanza profonda, limitata dalle pareti laterali rialzate e più o meno
conniventi. Sono subcoriacee, liscie, giallo-rossastre, uniloculari, e
la camera larvale, di circa 2 mm. di diam., occupa la parte cen-
trale della galla ed è in immediato contatto con il fondo dell’inse-
los
natura a scodella della parte superiore. Al di sotto della camera
larvale vi & del pari un’ altra cavitä, sub-
| cilindrica, che arriva sino all’inserzione
a
Sn \ della galla.
Il | Molto affine alle galle di Tiigonaspis
| i as i] vaccinii (Ashm.), salvo che queste, almeno
i elite a) dalle descrizioni e figure a me note (1),
Xe SE) sono brevemente picciolate, un po’ stroz-
>» — e zate nella parte superiore, percui posseg-
Fig. 7. gono una forma più distintamente urceolata,
? Trigonaspis vaccinioides inoltre riunite in numero notevole lungo
n. sp.; db, camera larvale; in-
grandim. X 3,5. la costa.
Yosemite (n. 46).
17. Diplolepis sp.
Galla ipofilla sferoidale, subcoriacea, rossiccia, uniloculare,
glabra, di 4 mm. di diam., uscente dalla costa attraverso una
stretta fenditura. Camera larvale centrale congiunta alle pareti
da fibrille radianti. Affine alle galle di Diplolepis emoryi (Ashm.)
e D. simillima (D. T.)
Yosemite (n. 46).
18. Neuroterus n. sp.
Pustole fogliari subellittiche, lunghe 2-2,5 mm., appariscenti
sulle due pagine, molto simili a quelle europee prodotte dall’ An-
dricus coriaceus. Affini alle galle americane di Neuroterus per-
minimus Bass.
Los Angeles (n. 68).
Mte. Lowe (n. 61).
19. ? Diplosis Silvestrii n. sp. (Fig. 8).
Galle fogliari marginali, solitarie o talora abbinate, costituite
da una insaccatura ipofilla a pareti fortemente ipertrofizzate.
(1) Beutenmiiller, Bull. Amer Mus. Nat. Hist. XXVI, 1909, p. 255,
tav. XLII fig. 6.
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Meetic sis nia e
— 109 —
Si apre sull’ epifillo a mezzo di una stretta fenditura margi-
nale lunga quanto la galla, cioè al massimo
5-8 mm. Ricordano un poco le galle europee
delle Dryomyia della Quercus Ilex, o delle
Clinodiplosis della Quercus Robur.
Yosemite (n. 69).
20. Eriophyes.
Erinei ipofilli in cespugli tondeggianti
di un colorito ferrugineo-bruno, situati in
depressioni della lamina più o meno pronun-
7 ciate.
1 9
ırrY Yosemite (n. 37, n. 49, n. 52).
I I
Fig. 8.
Diplosis Silvestrii n. sp.: 5 A
a, galla, ingr. circa X 2; in b. galle delle gemme.
basso, una di queste galle se-
zionata trasv. e rappresen- One ? Disholeaspis Sp. (Fig. dr
tata a maggiore ingrandim.
Galle per lo piü solitarie, sublegnose, glabre, brune, a su-
perficie sublucente. Risultano formate di due
distinte parti: una parte basilare, subeilin-
drica o subconica, alta 3-4 mm. aderente al
ramoscello, una parte terminale che sor-
monta la prima, più espansa, di forma sub-
conico-piramidata, bruscamente ristretta ed
acuminata all’apice, larga 8-12 mm. alta 10-12
mm. La galletta interna è situata nella por-
zione basilare, in corrispondenza della stroz-
zatura che limita le due parti su descritte.
Assai affini alle galle di Disholcaspis
Bassetti (Gill). Differirebbero, stando alle de-
scrizioni a me note, per la distinta con-
formazione della porzione basilare e per
essere d’ ordinario solitarie. Tanto queste,
quanto quelle genuine di Dish. Bassetti, ri-
cordano le galle europee di Cynips mitrata,
Fig. 9.
? Disholcaspis SP.;
galeata etc. leggermente ingrandite.
Yosemite (n. 52).
— 110 —
22.? Disholeaspis mamma (Walsh.)
Galle subglobose, del diam. di 10-13 millimetri sublegnose,
almeno nei tessuti più esterni, bruscamente ristrette nella parte
superiore in un mucrone cilindraceo più o meno lungo. Sono
glabre, di un colorito verde-rossiccio, a superficie ineguale, più 0
meno distintamente rugolosa. Le loro pareti massiccie circondano
la camera larvale formante una distinta galletta interna subellit-
tica, lunga circa 3-4 mm. Queste galle sono solitarie o talora an-
che riunite in numero variabile, specialmente nelle parte termi-
nale del ramo.
Mte. Lowe (n. 23).
23.? Callirhytis Bakeri Kieffer (Tav. I, fig. 18)
Galla assai affine alla precedente dalle quale sopratutto se
ne distingue per le dimensioni un po’ più piccole, per la forma
leggermente affusolata, non sferoidale, il colorito più chiaro ver-
de-giallastro, la consistenza più legnosa, il lungo mucrone cilin-
drico solcato, la camera larvale più piccola, non distintamente
limitata da proprie pareti. Affine anche ad Andricus quercus-
macrocarpae (Karsch).
Yosemite (n. 26 e n. 52), 25 sett. 1908.
24. Cynipide.
Galla ellissoidea-subcitriforme, lunga 17 mm. larga 10 mm.,
leggermente attenuata verso la sua inserzione, all’apice arroton-
data e sormontata da un brevissimo mucrone ottuso, lungo 1,5 mm.
È dura, legnosa, di colore grigio-verdognolo, la sua superficie è
liscia, glabra, lucidetta, provvista di qualche tenue solco longi-
tudinale appena sensibile. E° uniloculare con camera larvale cen-
trale, distinta, circondata da un parenchima fondamentale uni-
forme, però meno compatto del tessuto corticale esterno. Per il
colore, la forma e la levigatezza appare come ben diversa dalle
due precedenti ed è piuttosto affine a quella descritta al n. 38.
Un solo esemplare, Yosemite (n. 26).
25. ? Callirhytis Rossi Kieff.
Corrisponderebbero assai bene alle galle di questo Cinipide; ne
differiscono solo per il mucrone superiore, minuto, appena distin-
— 141 —
guibile e per la superficie un po’ meno ineguale. Posseggono una
certa affinità anche con le galle descritte al n. 31.
Sierra Madre, presso Los Angeles (n_ 1).
26. ? Callirhytis sp.
Assai affini alle precedenti, dalle quale si differenziano uni-
camente per la maggiore sfericità, cioè per essere, nella parte
opposta alla loro inserzione, arrotondate e non un poco depresse,
e per la superficie che un è po’ più liscia e manca di qualsiasi
prominenza.
Sierra Madre presso Los Angeles (n. 1).
27.? Andricus quercus-californicus (Bass.).
Galle assai irregolari per forma e dimensione; sono subglo-
bose o talora anche subreniformi spesso confluenti e lunghe sino
a 12-13 cm. per 5 cm. di larghezza. Sono inserite lateralmente al
ramo e pare abbiano origine da una gemma. Il loro colore è bian-
co-gialliccio più o meno bruno; nella parte centrale vi è una massa
legnosa, entro la quale stanno le celle larvali lunghe 5-6 mm.,
limitata da un parenchima fondamentale spugnoso-compatto e di
una consistenza assai caratteristica, per cui è friabile e ricorda
anche per il colore del vecchio pane biscottato.
Grant (n. 79).
28. Cecidomyidae.
Galla gemmiforme di 8-15 mm. di diam., di forma subglo-
bosa o subconica, situata lateralmente al ramoscello.
È costituita da tante squame subfulve, embriciate, fittamente
pubescenti, subcordate, attenuate all’apice in un mucrone più 0
meno allungato. Non ne conosco la struttura interna avendo avuto
a mia disposizione un solo esemplare.
Ricordano le galle europee di Andricus foecundator. o meglio
quelle di Contarinia Cocciferae Tav.
Yosemite (n. 75), sett. 1908.
Mte. Lowe (n. 62), sett. 1908.
c. galle dei rami
29.? Disholcaspis sp. (Tav. I, fig. 17, 21).
Galle subreniformi distintamente unilaterali, fuoruscenti at-
traverso fenditure della corteccia, di dimensioni variabili, talora
— 112 —
confluenti e lunghe sino a 3 cm. ed alte 2 cm. Sono dure, sub-
legnose, multiloculari, con logge larvali distinte, lunghe circa 2-3
mm. La loro superficie è liscia, glabra, sublucida, di un colorito
giallognolo o giallo- bruno.
Sono molto simili alle galle di Disho/caspis truckeensis Ashm.
Mte. Lowe (n. 7).
30. Cynipide.
Ipertrofie dei rami, irregolari, subglobose o subfusoidee, le-
gnose, multiloculari, con una superficie, per colore ed aspetto, si-
mile a quella della porzione normale del ramo. Sono lunghe 24
cm. e grosse 12-20 mm. Forse da identificarsi con Callirhytis
polythyra Kieff (cfr. nn. 4, 34, 47, 51).
Sierra Madre presso Los Angeles (n. 17, n. 31, n. 43).
Ouercus (|).
a. galle delle gemme
31. Cynipide n. sp. (Tav. I, fig. 5-6).
Galle sferoidali, sino a 3 cm. di diam., a superficie glabra,
mucronulata ; sono dapprima verdastre, quindi giallognole, infine
brune. I loro tessuti sono poco resistenti, specialmente verso la
periferia, mentre la parte centrale è occupata da tessuto suble-
gnoso limitante varie logge larvali regolarmente agglomerate, el-
littiche, lunghe 4-5 mm., connesse al sistema vascolare della galla,
che è ricco di fibre lignificate, convergenti all’inserzione di que-
. sta nel fusto. Queste galle, d’ordinario solitarie, pare si sviluppino
escluvamente sui ramoscelli giovani, che leggermente abbracciano
con la loro base.
Ricordano le galle europee dell’Andricus Seckendorffi: sono
affini ma diverse dalle galle americane di Callirhytis quercus-cor-
nigera (0. S.) e così da quelle di Call. Rossi (cfr. n. 25).
Portal (n. 3).
Los Angeles (n. 31).
x
(1) E una specie a foglie coriacee, più o meno dentato-spinose, lunghe
5-6 em., minutamente pubescenti di sotto. Affine a Quercus virginiana.
i
1
|
2
— 113 —
32. Andricus sp.
Gemma fortemente ingrossate, alta 10-12 mm. con una mas-
sima larghezza di 7-8 mm., rivestita esternamente di numerose
squamette rossiccie, non molto diverse dalle normali, solo un poco
più allungate, fortemente embriciate, cosicchè nella parte superiore
rimangono densamente appressate nè si allargano come in altre
galle consimili. L'asse della gemma, in corrispondenza dell’apice
vegetativo, è trasformato in una galletta legnosa di 2-3 mm. di
diam., poco distinta ed inseparabile, uniloculare.
Pare diversa dalle due galle più prossime dell’ Andricus cel-
lularius Gill. e Callirhytis frequens Gill.
Un solo esemplare a Portal (n. 3).
33. Cynipide n. sp.
Galle subgloboso-ellittiche, all’apice submucronate, 10 14 mm.
lunghe 6-9 mm. larghe, legnose, a superficie glabrescente ma più
o meno ruvida e rugosetta. Sono di un colorito grigio-rossiccio e
le loro pareti legnose limitano la camera larvale circa 3 mm.
lunga 2 mm. larga. L’ ostiolo si apre d’ ordinario alla base della
galla, cioè in prossimità della sua inserzione, ove persistono le
piccole squame immutate della gemma dalla quale hanno avuto
origine.
Mte. Lowe (n. 72).
b. galle dei rami
34. ? Callirhytis sp.
Forti ipertrofie rameali, irregolari, pluriloculari, legnose, lun-
ghe sino a 10 cm larghe sino a 2,5 cm., mentre il ramo che le
porta può avere un diametro di non più di 4-6 mm.
Ricordano le galle europee di Neuroterus macropterus e sono
simili alle galle già quì descritte ai nn. 4, 30, 47, 51.Paiono affini alle
galle americane di Callirhytis quercus-punctata (Bass.).
Los Angeles (n. 80).
35. ? Andricus sp.
Ipertrofia dell’ asse di un germoglio, subglobosa, per cui ne
risulta una galla che ricorda quelle europee dell’Andricus pseudo -
8
— 114 —
inflator, salvo la struttura interna, che in queste galle americane
mi è ignota avendo avuto sott'occhio un unico esemplare.
Yosemite (n. 75 .
Ouercus (1).
galle delle foglie
36. Cynipide.
Forte ispessimento della lamina in prossimita del picciolo; ne
deriva una galla subglobosa, di 4-5 mm. di diam, sporgente sulle
due pagine, ma specialmente dal lato inferiore. È sublegnosa, plu-
riloculare, rossiccio-bruna e ricorda le galle europee del Plagiotro-
chus Lichtensteini.
loco? (n. 37).
Ouercus (2).
37. Cynipide.
Piccole galle ellittico-sferoidali, uniloculari, uscenti dalla co-
sta fogliare attraverso una piccola fenditura Sono sublegnose, a
pareti sottili ed a superficie glabra, lucida, rossiccia. Ricordano
un poco le galle europee di Andricus ostreus.
Portal (n. 64).
Quercus (3).
galle delle gemme
38. Cynipide (Tav. I, fig. 22-23).
Galle ellissoidali, citriformi, alte 10-15 mm. larghe 7-10 mm,,
con l’apice più o meno bruscamente e distintamente attenuato in
una breve appendice mucroniforme. Sono liscie, glabre, di colorito
verdastro, col tempo gialliccio e finalmente bruno. Sono unilocu-
(1) Specie a foglie piccole, profondamente ed acutamente dentato-spinose,
minutamente pubescenti di sotto. È pure del ciclo di Q. virginiana.
(2) Specie a foglie piccole, verdi, glabre a margine debolmente dentato, a
denti distintamente mucronati.
(3) Specie a piccole foglie coriacee, dentato-spinose, larghe 15-20 mm.
(cfr. tav. I, fig. 22, 24). Questa pure é del ciclo di Q. virginiana.
cette atte htt
a ee ee N 0
“i
— 115 —
lari, provviste di una cella larvale ellissoide, disposta in direzione
del maggior asse della galla, lunga circa 4-4,5 mm. larga 1,5-2,
provvista di distinte pareti a lor volta limitate dal tessuto fon-
damentale compatto ma non legnoso. Sono solitarie o ravvicinate
in numero di 2-4 all’estremità dei ramoscelli.
Mte. Lowe (n. 65).
Yosemite (n. 46, n. 75).
39. ? Callirhytis flocculenta n. sp. (Fig. 10, e Tav. I, fig.24-25)
Galle per la loro forma generale simili alle precedenti. Ne
differiscono per le minori dimensioni (8-10 mm per 5-7 mm) per
essere di forma meno regolare, anzi assimmetriche ed un po’ incur-
vate, non mucronate,
alla base ristrette in un
breve stipite subcilin-
drico ai lati del quale
s’ apre ordinariamente
l’ostiolo. Ne differisco-
Fig. 10. no sopratutto per essere
Galle di ? Callirhytis flocculenta n. sp. prive del loro rivestite di una abbon-
invoglio lanoso; ingr. x 2,5; in c, una galla sezionata e
longitudinalmente. dante produzione coto-
nosa, costituita di lun-
ghi peli semplici, plurisettati, bianco-tulvi, i quali però sembra
si stacchino assai facilmente col maturarsi della galla. Pareti le-
gnose compatte, limitanti una angusta camera larvale piuttosto
allungata Affini alle galle di Callirhytis eriophora K., dalle quali
differiscono per la forma, le dimensioni e la consistenza.
Mte. Lowe (n. 2).
Ouercus ? obtusiloba Michx.
a. galle delle foglie.
40. ? Disholcaspis Douglasii (Ash.) (Tav. I, fig. 13-14).
Galle fogliari ipofille, fissate alle nervature secondarie me-
diante un distinto peduncoletto cilindrico, lungo 2-5 mm. largo 1,5-2
mm., il quale si allarga superiormente nel corpo gallare, che è sor-
montato da circa 10-15 appendici divergenti, subconico-allungate,
lunghe 3-4 mm, solcate per il lungo, leggermente assottigliate verso
— 116 —
l’apice. Perciò la galla nel suo complesso possiede un massimo
diametro di 10-12 mm. La superficie di queste galle è glabra, di
un colorito roseo opaco, pruinoso, assai carat-
NZ teristico. Il corpo gallare e cosi il penduncolo
) JL wy sono occupati da una cavità allungata, la camera
Gia larvale, limitata da un tessuto bianchiccio fibril-
\ di loso. Assai affine alle galle di Holcaspis Dou-
if glasit Ash. (secondo Beutenmiller, non
rig. 11. secondo Dalla Torre-Kieffer) ma ne
? Disholeaspis Douglasö differisce per possedere una base distintamente
een attenuata, una superficie leggermente solcata.
Portal (n. ? 6, n. 44, n. 59).
41. Andricus sp.
Galle epifille nascenti attraverso una fenditura della costa,
ordinariamente nei due terzi inferiori. Sono subellittiche o sub-
cilindriche, lunghe circa 3 mm., a pareti sottili ma resistenti, ri-
vestite esteriormente da una fitta e lunga pubescenza gialliccia,
quindi fulva e dello stesso colore della galla. Sono d’ ordinario
strettamente riunite, in numero di 2-3, e fortemente appressate
alla costa. Affine alle galle di Andricus infuscatus Ash., dalle
quali differirebbe per la forma non globosa e per una maggiore
consistenza dei suoi tessuti.
Portal (n. 44).
Grant (n. 45).
b. galle delle gemme ?
42. Disholeaspis eldoradensis (Beuten-
müller, Bull. Amer. Mus. Nat. Hist. v. XX VI,
1909, p. 38, pl. IX fig. 6-7 (galla)). (Fig. 12,
Caan el tei);
Aderiscono fortemente ai rami, fuorie-
scono attraverso fenditure della corteccia e
air x 4 are Disholcaspis eldoradensis
perciò sembrerebbero di origine endogena. (Geut.); una galla sezionata
Sono di forma obconica con l’estremità libera 10n8.; ingr. >< 3 circa; a, ca-
b d a 1 aa a mera larvale; b, tessuto fon-
subconvessa ed un po’ prominente all’intorno: aamentale legnoso; e, tes-
hanno un massimo diametro di 69 mm. ed sSuto corticale.
un’altezza di 4-6 mm. Sono fortemente le-
gnose, uniloculari, glabre, lateralmente di un colorito bianchiccio-
Fig. 12.
i
— 117 —
giallastro e con la superficie longitudinalmente solcata; nella parte
superiore, cupuliforme, sono ruvido-rugulose e di un colorito bru-
no-rossiccio simile ma un po’ più oscuro di quello della corteccia
del ramoscello.
Portal (n. 44).
Ouercus (|).
a. galle delle foglie
43. Cynipide.
Galle ipofille nascenti dalla costa ordinariamente nei due terzi
inferiori. Sone piriformi a rovescio, cioè con la parte ristretta in-
serita alla costa, rossiccio-brune, leggermente rugose e rivestite,
sotto la lente, di una minuta pubescenza biancastra. Sono alte
5-8 mm. ed ordinariamente agglomerate in vario numero sulla
costa, perciò più o meno schiacciate lateralmente per la mutua pres-
sione. Hanno una consistenza sublegnosa e sono provviste di una
sola piccola loggia centrale e di qualche altra periferica (? com-
mensali). Affine alle galle di Cynips caduca Pack. ed Andricus
piperoides Bass.
Portal (n. 44, n. 59).
44. Andricus pistillaris n. sp. (Fig. 13).
Galla ipofilla, inserita sulla costa, assai caratteristica. Ha quasi
la forma di un brevissimo chiodo o meglio di un pestello poco
più lungo che largo, con
parte assottigliata assai bre-
ve ma che si allarga rego-
larmente al disopra in una
testa ottusa, un po’ depressa
nel centro, con margine
spesso sporgente a guisa
di orlo e la superficie ra-
dialmente striata. Il colo-
Fig. 18. rito di queste galle è rosso-
Andricus pistillaris n. sp.; ingr. X 6 circa, B, galla "vinoso Gon una macchia
sezionata long.; c, cavità generale; d, camera larvale. pallida nella porzione supe-
riore depressa. Massima altezza 6 mm., massima larghezza 4,5 mm.
(1) Specie a foglie piuttosto piecole, brevemente picciolate, lunghe 4-6 cm.,
subcoriacee, a lobi poco profondi mucronulati, tomentose di sotto.
— 118 —
Nell’interno sono cave e la camera larvale, limitata da pareti pro-
prie ma assai sottili, è disposta trasversalmente nella porzione
superiore espansa (Fig. 153 d). — Faccio seguire la descrizione del-
l’ insetto:
O Rosso-bruno; antenne di 14 art., pelose, verso l'apice più
scure: 1? art. clavato, robusto, 2 art. piu lingo der Tutti, "gu
altri insensibilmente decrescenti; zampe, testa, specialmente
all’innanzi, torace, ad eccezione di un breve spazio delle imeso-
pleure, e base del 2 anello addominale più o meno pubescenti;
addome nitido, rosso-bruno, più oscuro superiormente; anelli, a
cominciare dal 3° punteggiati: spinula ventrale lunga circa 4
volte la propria larghezza, pubescente; fossette dello scutello
rossastre, nitide; mesonoto minutamente ruguloso, solchi poco di-
stinti, percorrenti; unghia tarsale bifida; ali trasparenti lunga-
mente ciliate ai margini.
Statura 2.5:3 mm.
Asti (n. 58).
Portal (n. 59).
45. Cynipide.
Galla ipofilla inserita sulla costa, sferoidale, di 8 mm. di diam.
E legnosa, (?) uniloculare, a superficie glabra, grigia, provvista di
minute verruche cineree, sotto la lente puntiformi e concrescenti.
Un solo esemplare; Portal (n. 44).
46. Eriophyes (Fig. 14).
Erinei ipofilli, talora marginali,
situati in profonde insaccature della la-
mina, sporgenti perciò notevolmente
sull’epifillo, quivi provviste di distinte
gibbosità rivestite da peli simili a quelli
Fig. 14. che costituiscono l’erineo ipofillo.
Eriophyes sp.; sezione long. se-
mischematica; ingr. X 2,5 circa.
Portal (n. 44, n. 59).
o
sit
nti ee ee
—— ee
— 119 —
b. galle dei rami
47. Cynipide.
Forti ipertrofie rameali, per lo più subfusoidee, lunghe 1,5-5
cm. per 1-2 cm. di diametro, fortemente legnose e multiloculari.
Ricordano le galle europee di Neuroterus macroplerus e
quelle qui già segnalate ai nn. 4, 30, 34, 51.
Portal n. 16.
Quercus (Il).
galle delle foglie
48. Cynipide (Tav. I, fig. 9).
Galle ipofille, agglomerate sulla costa o sulle nervature se-
condarie : costituiscono nel loro insieme una massa emisferico-
depressa di 5-15 mm. di diametro. Ogni singola galla è di forma
subpiramidata, con base larga 3-4 mm. ed una massima altezza
di 4-5 mm. ed è inserita, con il suo vertice leggermente attenuato
in peduncoletto, sulla nervatura. Il suo colore è grigio-mattone,
la sua superficie, ineguale, è rivestita di un tenue tomento costi-
tuito da minutissimi peli fascicolato-stellati. Le pareti sono di
consistenza sublegnosa e limitano una camera larvale abbastanza
ampia.
Grant (n. 41, n. 45).
49.? Neuroterus perpusillus n. sp. (Fig. 15).
Piccolissime galle ipofille, subellissoidi, sparse sulla lamina
fogliare e quivi adagiate su uno dei lati. Sono lunghe al massimo
1 mm., di un colorito giallognolo, sotto la lente minutamenfe
pubescenti, e nella parte superiore provviste di un minutissimo
(1) Specie a foglie di grandi dimensioni, attenuate alla base, profonda-
mente lobate, tomentose di sotto, con odore aromatico penetrante (tav. I,
fig. 9). Quercus (? alba). |
— 120 —
dischetto orlato di peli; sono uniloculari, a pareti sottilissime,
inserite sul parenchima a mezzo della loro base, leggermente
depressa, provvista di un brevissimo mammel:
lone che si incunea entro una minutissima de-
pressione circolare della lamina. Sul lato opposto
della foglia, in corrispondenza delle galle, si
nota una macchia discoidale, gialliccia, di circa
1-2 mm. di diametro.
Fig. 15. Difteriscono dalle galle di N. exiguissimus
? Neuroterus perpu- Bass. per mancare di un fitto e lungo rivesti-
ns Snasiler. IT mente tpelt.
=
SII
art,
Grant (n. 45).
50.? Neuroterus sp.
Altra piccolissima galla epi-od ipofilla, subdiscoidale, di 1,5
2,9 mm. di diametro, adagiata sul parenchima, glabrescente, giallo-
rossastra, coi margini rilevati all’insu a guisa di una piccolissima
Peziza. Sembra affine alle galle del N. umbilicatus Bass.
Grant (n. 45).
Ouercus (7 rubra L., s. 1).
galle dei rami
51. Cynipide.
Ipertrofie subfusoidee dei ramoscelli, lunghe 3 cm. e del dia-
metro di 10-12 mm. Sono legnose, multiloculari. Ricordano le
ipertrofie segnalate ai nn. 4, 30, 34, 47.
Portal (n. 39).
52. ? Lepidopterocecid.
Ipertrofie dei ramoscelli, subfusoidee, per lo più uniloculari
ma spesso concrescenti e perciò provviste di più gallerie allun-
gate (7-9 mm. circa lunghe).
Portal (n. 39).
me GOR =
Salix (1).
53. Pontania sp.
Galle fogliari sferoidali, giallo-rossastre, glabre, di 7-9 mm.
di diam. sporgenti sopratutto sull’ipofillo, mentre dal lato opposto
appaiono sotto forma di leggera prominenza lenticolare. Le loro
pareti sottili limitano un’ampia cavità. Ricordano le galle europee
di Pont. salicis le quali hanno però pareti più robuste.
Shasta Springs (n. 21).
54. Pontania sp.
Galle fogliari vesicolose, subreniformi, giallo-rossastre, lunghe
10-12 mm. larghe 6-9 mm., sporgenti egualmente sulle due pa-
gine e per lo più appaiate in vicinanza della base fogliare. Hanno
pareti sottilissime le quali circoscrivono un’ampia cavità centrale.
Affine alle galle europee di Pont. vesicator.
Shasta Springs (n. 21).
Salix (2).
55. Pontania sp.
Galle simili alle precedenti, dalle quali differiscono un poco
per essere meno allungate e provviste di pareti leggermente più
grosse. (Cfr. n. 10).
Yosemite Vall., sett. 1908 (n. 8).
Salix (3).
56. Eriophyidae.
Galle sparse in gran numero sulle foglie e quasi egualmente
sporgenti sulle due pagine, del diametro di 1-1,5 mm. Il loro con-
torno è assai ineguale, sono cioè provviste di minuti lobi irrego-
larmente solcati.
Grant (n. 42).
(1) Specie a grandi foglie ellittico-lanceolate, larghette, subglabre, nella
pagina inferiore di colorito bianco-cinereo.
(2) Specie a foglie strettamente lanceolate, a pagina inferiore biancastra,
minutamente pubescente.
(3) Specie a grandi foglie rigide, lanceolate, più larghe in prossimità della
base, glabre, sull’ipofillo di un colorito bianco-cinereo ; ramoscelli di colore
rossiccio,
— 122 —
Salix (1).
re
57.? Cryptocampus sp.
Ipertrofie unilaterali dei ramoscelli, prominenti in forma di
gibbosità, lunghe 10-12 mm., spesso però confluenti e perciò più
allungate ed interessanti l’intero perimetro del ramoscello. Nel-
l'interno trovasi una cavità irregolare, abbastanza ampia, occu -
pata da un faiso bruco di colore verdognolo.
Grant (n. 14).
MESSICO
chamaecyparis thyoides L.
58. Ceeidomyide.
Deformazione di un germoglio, trasformato in una galla gem-
miforme a sezione subquadrangolare, costituita da molte foglioline
deformate, assai più larghe delle normali, densamente embricate.
Le parti più interne della galla sono costituite da squame strette
ed allungate le quali, nel centro, limitano una angusta cavità, oc-
cupata da una unica piccola larva rossastra. Sono molto simili
alle galle europee prodotte dall’Oligotrophus sabinae etc.
Dintorni di Mexico (S. Bonansea), gennaio 1906.
59. Micocecidio (Gymnosporangium Bonanseae).
Ramoscelli provvisti di cospicue escrescenze gibbose, aggre-
gate in numero variabile, distintamente unilaterali.
Dintorni di Mexico (S. Bonansea), gennaio 1906.
Persea gratissima Gaertn.
60. ? Coceiniglia.
Galle fogliari ipofille, subeilindriche, simili a quelle da me
già descritte per il Messico in altro lavoro (cfr. Marcellia, v. VIII,
1909, p:763).
Jalapa (n. 56).
(1) Specie a foglie strettamente lanceolate, biancastre, pubescenti-lanu-
ginose in ambedue le pagine; ramoscelli di color rossatro, glabri o qua elä
pubescenti.
— 123 —
Quercus acuminata (Michx.) Sarg.
a. galle delle foglie
61. Cynipide.
Galle ipofille inserite sulla costa fogliare, talora anche sul pic-
ciolo; sono solitarie, uniloculari, sferoideo-depresse perciò alla
base leggermente appiattite e talora anzi un po’ umbilicate. Sono
dapprima di un colorito giallognolo quindi invecchiando di un
colorito terroso pallido. La loro superficie è sparsa di piccolissime
verruche e sotto la lente si veggono, specialmente verso la base,
dei radi e lunghi peli misti ad altri più brevi, fascicolati, rossicci.
Jalapa (n. 38).
62. Cynipide (Fig. 16).
[a 7
| Y Galle ipofille inserite sulla costa; sono di
Wr forma substellata e cioé fornite di quattro ap-
4 pendici o braccia disposte quasi in uno stesso
VW piano ed irradianti da un corpo centrale, proba-
4 bilmente uniloculare, fuoruscente dalla costa.
eg Sono di color bruno-rossiccio e da un estremo
i 3 eed
Cynipide; gallaleg- - @ll’altro misurano circa 5 mm.
germente ingrandita. n
Jalapa, un solo esemplare (n. 38).
63. Cynipide (Tav. I, fig. 4).
Galle ipofille sferoidali, inserite sulla costa fogliare e quivi
un po’ attenuate, solitarie o ravvicinate in vario numero e in
questo caso lateralmente compresse. Sono glabre, rossiccie, a su-
perficie rugolosa. Hanno un diametro di 5-6 mm. e le loro pareti
spesse, sublegnose, resistenti, limitano una camera larvale cen-
trale, del diametro di circa 2,5 mm.
Jalapa (n. 38).
64.? Andricus longepedunculatus n. sp. (Tav. I, fig. 2-3).
Galle per lo più epifille inserite sulla costa fogliare. Sono
subgloboso-fusoidee, portate da un lungo e sottile peduncolo il quale
esce attraverso ad una tenue fenditura della costa fogliare. Sono
AN oo
liscie, glabre, nitide, rossiccio-brune, di consistenza legnosa, e nella
parte più rigonfia trovasi la cavità larvale, lunga circa 3. mm.
quasi 2 mm. larga. L’intera galla può essere lunga, compreso il
peduncolo, sino a 4 cm.; la parte più rigonfia misura un diam. di
circa 3,5-4,5 mm. Possono trovarsi inserite in qualunque punto
della costa, ma per lo più nel terzo basilare, ed ogni costa può
portare anche più di una galla.
Per la forma ricordano le galle americane di Andricus quer-
cus-coelebs (0. S.), le quali però traggono talora origine dal ramo
e posseggono inoltre nell'interno una distinta galletta congiunta
alle pareti da fibrille radiante. Più affini sarebbero invece quelle
di Andricus ? gallaestriatae Stebbins, ma anche queste non per-
fettamente corrispondenti, perchè si originano da una gemma,
perchè sono meno acuminate ed inoltre provviste di distinte ru-
ghe longitudinali rossastre.
Jalapa (n. 29, n. 48).
65. ? Acraspis comata n. sp. (Fig. 17, e Tav. I, fig 11-12).
Galle ipofille fissate alla costa in numero variabile, talora
formanti dei glomeruli di 10-20 mm. di diam.; osservate sin-
golarmente hanno l’aspetto di un feltro
subdiscoideo-emisferico del diam. di
6-8 mm., talora sino a 15 mm., co-
stituito da un fitto intreccio di lunghi
peli semplici, plurisettati, di un colo-
rito assai caratteristico giallo-dorato
chiaro. L'altezza di queste galle com-
preso il loro indumento è di 3,5 mm.
> Acraspis comata n. sp.; galla talora sino a 10 mm. Questi fitti peli
sezion. long. ; ingr. X 3. rivestono una galla sferoidale suble-
gnosa, fuoruscente dalla nervatura a
mezzo di un brevissimo attacco, e contenente una o più camere
larvali periferiche. Cfr. n. 80.
Jalapa (n. 29, n. 54).
Ba gaia
66.? Neuroterus sp.
Sulla pagina inferiore delle stesse foglie ho potuto osservare
due altre galle, aderenti al parenchima fogliare, molto più piccole
e probabilmente da non potersi considerare come una forma anor-
male od abortita della precedente. Hanno un diam. dimm. 2-2,5,
— 125 —
sono leggermente ombelicafe nel mezzo e rivestite di peli più
brevi, di color bruno-rossiccio e ricordano un po’ nell’ aspetto le
galle europee di Neuroterus nomismatis. I peli che la rivestono
sono assai più brevi che nelle galle precedenti, inoltre unicellul-
lari, pachidermi, fascicolato-stellati.
Jalapa (n. 29).
67.? Neuroterus sublenticularis n. sp. (Tav. I, fig. 1).
Galle fogliari sparse in numero variabile sull’ ipofillo; sono
piano-convesse o piano-subconoidee, poggianti sulla foglia con
larga base, all’ apice subtroncate o quasi umbilicate. Hanno un
diametro di 4-5 mm. ed un’altezza di mm. 2,5 3,5. La parte basi-
lare è leggermente concava e provvista nel centro di un minu-
tissimo peduncolo. Il loro colorito è bruno-rossiccio, determinato
però da un fitto e minuto rivestimento di peli di tal colore, i
quali al microscopio si mostrano essere unicellulari, acuminati,
pachidermi, fascicolato-stellati. Queste galle sono formate da un
tessuto consistente, quasi legnoso, che circonda una minuta camera
larvale situata nella metà basilare, in prossimità dell’ inserzione
della galla.
Sono assai affini alle galle europee del Neuroterus lenticu-
laris, dalle quali però differiscono per molti caratteri accessori,
come il colore, la densità dei peli, consistenza ete.
Jalapa (n. 38).
68. Cynipide.
Pustola fogliare subdiscoidale, del diam. di mm. 2,5 circa,
la quale sporge leggermente sull’ipofillo, d’onde esce il cecidozo,
mentre è quasi piana sul lato opposto e provvista nel centro di
un minutissimo mucrone.
Jalapa, un solo esemplare (n. 38).
69. Micocecidio (Cystotheca Wrightii B. et C.).
Questa interessante Erisifacea, sin qui nota solo del Giap-
pone, determina sulla lamina fogliare delle piccole bollosità ed
increspature, accompagnate da un irregolare sviluppo della lamina
quando sono marginali. Il micelio, di un colorito grigio-avellaneo,
è molto denso e facilmente potrebbe scambiarsi con un erineo. Il
— 126 —
fungo, che era anche imperfettamente noto nei dettagli della sua
struttura, fu meglio ridescritto dal Prof. P. A. Saccardo, sul
materiale messicano da me fornitogli (cfr. Annales Mycol. VIII,
1910, p 342)
Jalapa (n. 29, n. 38, n. 48, n. 51).
b. galle dei ramoscelli
70. Cynipide.
Galie subglobose sviluppantisi a spese di una gemma laterale
od ascellare. Hanno un diametro di 8-10 mm, alla base sono un
po’ appiattite, umbilicate e talora quasi adagiate sul ramoscello ;
dal lato opposto sono arrotondate o talora anche un po’ acumi-
nate. La loro superficie è glabra, liscia o irregolarmente verru-
colosa, di color grigio-rossiccio o subfalvo. Le loro pareti spesse
e legnose limitano nel centro la camera larvale,
a sua volta circoscritta da una galletta interna
del diametro di 2-2,5 mm. e con pareti bianchicce.
Jalapa (n. ? 35, n. 51).
71. Cynipide (Fig. 18).
Hanno origine dal parenchima corticale e fuo-
riescono dalla corteccia del ramoscello attraverso
una piccola fenditura. Si mostrano in forma di pro-
tuberanza subellittica o subglobosa, col maggior
asse disposto parallelamente a quello del ramo-
scello. Sono lunghe 4-7 mm, larghe ed alte 3-5 mm.
circa La loro superficie è rossiccia e liscia, sono
uniloculari ed a pareti piuttosto sottili.
Ricordano le galle europee del Neuroterus
Fig. 18. x 3 nà
Cynipide;ingran- sallans (forma rameale), le quali però sono di di-
Aachen: mensioni assai più piccole.
Jalapa (n. 71’.
Ouercus ? Castanea Nee.
72. Cynipide.
Galla fogliare epifilla, nascente dalla costa o dalle nervature
secondarie. E subemisferica, leggermente depressa, del diametro
di 5-6 mm., 3-3,5 mm. alta; aderisce alle nervature e per breve
É in
sità a
,
TATE INA 2
Sidi, =
spazio anche al parenchima fogliare circostante. La sua superficie
è glabra, di color grigio-terroso e sotto la lente leggermente squa-
mulosa. Le sue pareti sono sublegnose, bianchicce, e limitano una
camera larvale subarcuata. Ricorda la galla descritta al n. 45.
Jalapa (n. 33).
Ouercus (1)
a. galle delle gemme
73. Cynipide.
Galla aderente ai ramoscelli, subglobosa, gialliccia, col mag-
gior diametro di circa 2-3 cm., uniloculare, provvista nel centro
di un’ampia cavità larvale tondeggiante, del diam. di circa 6 mm.,
limitata da pareti proprie. Tessuto fondamentale della galla molle,
subparenchimatico. Superficie glabra, ineguale, cioè leggermente
rugosa e solcata.
Jalapa (n. 9, n. 28).
b. galle dei ramoscelli
74. ? Callirhytis sp. (Tav. I, fig. 7-8).
Molle pallottola pelosa, simile a bambagia, che avvolge più
o meno strettamente il ramoscello, del diam. di 1-3 cm.; di un
colorito dapprima bianco, sfumato di rosa, quindi invecchiando
di un colorito fulvo-ferrugineo. Questi peli sono lunghi 5-10 mm.,
sottili, semplici, multisettati, e rivestono in spessi ciuffi delle pic-
cole galle subglobose, sublegnose, uniloculari, nascenti a spese del
parenchima corticale e fuoruscenti attraverso fenditure della cor-
teccia.
Queste galle sembrano affini a quelle prodotte da CallirRytis
quercus-operator (0. S.) e Cynips imitator Cam.
Jalapa (n. 34).
(1) Specie a foglie caduche, di mediocri dimensioni, che per la forme
ricordano la Q. pedunculata d'Europa.
— 128 —
75. Cynipide (Fig. 19).
Galle rameali subglobose, del diametro di 10-15 mm., solitarie
o ravvicinate, ed in questo caso più o meno fuse tra loro. Deri-
vano dalla proliferazione dei tessuti cor-
ticali del ramo. Nell’interno si trovano
numerose celle larvali del diametro di
> circa 1,5 mm. Alla superficie si aprono
numerosi ostioli tondeggianti, limitati
da un piccolo cercine.
Jalapa (n. 35, n. 36).
Ouercus Prinus L.
76. Cynipide. (Tav. I, fig. 15).
Fig. 19.
Cynipide; un ramoscello con Forti ispessimenti della costa foglia-
3 galle, leggermente ingrandite
in a, una galla sezionata.
re o delle nervature secondarie, uni - 0
pluriloculari, appariscenti su ambedue
le pagine, da 3 a 4 mm. di diametro, spesso però confluenti ed
allora di dimensioni maggiori.
L’ostiolo è ordinariamente situato sul lato della pagina supe-
riore e la lamina, in prossimità della galla, è più o meno incre-
spata o contorta.
Ricordano le galle europee di Andricus testaceipes od anche,
per l'aspetto esteriore, quelle di Andricus curvator.
Jalapa (n. 78).
77. Cynipide.
Galla dei ramoscelli, subcilindrica, arrotondata all’ apice, ?
uniloculare, 6 mm. larga, 8 mm. alta, a superficie glabra, nitida,
sublucente. Poggia sul ramoscello con la sua parte basilare ed
ha una larga inserzione. Non sono certo se essa abbia origine
da una gemma o dal parenchima corticale del ramoscello.
Jalapa (n. 78).
Ouercus è Prinus L.)
78.? Diplolepis sp.
Galle fogliari, globose, inserite per lo più sulla costa o sul
picciolo, di dimensioni variabili, talora sino a 5 em. di diametro.
— 129 —
Hanno pareti sottilissime e nel secco assai fragili, un nucleo cen-
trale contenente la camera larvale ed un parenchima fondamentale
molle, fibrilloso, di colorito ferrugineo-bruno come la superficie
della galla, la quale è vellutata, fittamente rivestita di brevi peli
ferruginei, al microscopio fascicolati, semplici, più o meno fusoidei,
unicellulari.
Ricordano le galle di Amphibolips quercus inanis (O. S.), le
quali sono però completamente glabre e di un colorito giallognolo.
Pare possa invece trattarsi della stessa galla descritta da Karsch
per Quercus Benthami del Messico (Ztsch. f. ges Naturw.
Bd. LUI, 1880, p. 303, fig. 13).
Dintorni di Mexico (S. Bonansea).
79. ? Diplolepis n. sp.
Galle per lo più fogliari ed in tal caso nascenti ordinaria-
mente dalla costa e per lo più epifille, talora invece dal picciolo
o dai ramoscelli ma probabilmente, anche in quest’ ultimo caso,
a totale spesa di una lamina fogliare Sono sferoidali, di 1-2 cm.
di diametro, leggermente attenuate in basso verso la loro inser-
zione, glaberrime, opache, levigate, oppure a seconda del loro stato
di sviluppo, più o meno raggrinzate. Hanno una colorazione molto
particolare, gialliccio sporco, con screziature di un colorito rosso
vinoso, le quali talvolta sono disposte in serie lineari verso Il’ in-
serzione della galla. Le loro pareti sottili, al massimo nelle galle
maggiori sino ad 1 mm, però resistenti, sono dotate di una con-
sistenza assai particolare, subcornea. La regione centrale della
galla è occupata da un nucleo sferoidale di circa 5 mm. di dia-
metro, nel quale trovasi la camera larvale, congiunta alle pareti
interne della regione corticale della galla a mezzo di numerose
e sottili fibrille biancastre, di un aspetto fioccoso quasi sericeo,
a lor volta costituite da elementi istologici fibrosi e da fasci di
cellule assai allungate, vascolari. (Onfr. n. 1).
È questo un tipo istologico di galle, che non ha riscontro
in alcuna galla quercina europea, ma che si ripete assai spesso
nelle galle fogliari delle querce dell'America del Nord ed è in
modo speciale rappresentato dall’Amphibolips confluentus Harr.
Dintorni di Mexico (an. 1906, S. Bonansea).
— 130 —
80. Cynipide (Fig. 17)).
Galla fogliare nascente dalla costa, sull’ epifillo, del diametro
di circa 12 mm. Nell’interno & sublegnosa, pluriloculare, con
superficie provvista di un fitto rivestimento di lunghi peli giallo
fulvi, semplici, plurisettati. Sono molto simili alle galle descritte
al®n 65:
Dintorni di Mexico (an. 1905, S. Bonansea).
81.? Neuroterus ostreatus n. sp. (Fig. 20).
Galla in contatto di una nervatura secondaria, anzi nascente
lateralmente alla nervatura stessa. Ha l' asvetto di una pustola
TE subellittica prominente in modo distinto sull’ipo-
(NSA fillo, così da sembrare quasi una produzione in-
| separabile dal substrato. Ad un più diligente
esame si scorge ch’essa è invece facilmente se-
a parabile ed aderisce alla nervatura stessa a mez-
| zo di un brevissimo e sottilissimo peduncolo
ee situato in prossimita del margine gallare. Sepa-
Fig. 20. rata dalla foglia è subreniforme, appiattita da
Aa un lato, distintamente convessa dal lato oppo-
dal di sopra nella sua sto. E lunga circa 2,9 mm. larga 2 mm., unilo-
A Snai culare, di colorito grigio, pubescente, provvista
di sottili pareti.
Dintorni di Mexico (an. 1905, S. Bonansea).
82.? Neuroterus Bonanseae n. sp. (Fig. 21).
Piccole galle ipofille, sparse in gran numero sul parenchima
fogliare, tra le nervature di terzo e
quarto ordine. Sono subdiscoidali, del
diam. di 2-2,5 mm., costituite da nume-
rosi peli bianco-grigiastri, lucenti, irra-
dianti da un piccolissimo nucleo cen-
trale di '/;-"/; mm. di diam., costituente
la camera larvale. Tale nucleo aderisce
fortemente al parenchima fogliare, ren-
dendosi sensibile anche dal lato op- ee
? Neuroterus Bonanseae n. Sp.:
posto, in forma di piccola areola de- a, porzione di faglia con aleune
a DI Di > galle viste di prospetto, X 2;
oo I > 2 ?
colorata, leggermente depressa, del diam ea E
di circa 1 mm.
Dintorni di Mexico (an. 1905, S. Bonansea).
Fig. 21.
deine
>
Mio oc aS
a ee
— 131 —
83. Cynipide.
Grossa galla di 4-5 cm. di diametro, subsferoidale o subpiri-
forme, probabilmente uniloculare, glabra, molle, costituita da un
parenchima fondamentale soffice.
Dintorni di Mexico (S. Bonansea).
84. Cynipide.
Forti ispessimenti pluriloculari della costa fogliare o del pic-
ciolo, del diam. di 8-15 mm., prominenti per 5-6 mm. su ognuna
delle due pagine fogliari, talora però più da un lato che dall’altro.
Sono glabri, rossiccio-bruni, fortemente legnosi, durissimi, prov-
visti di numerose celle larvali allungate, irradianti regolarmente
dal centro. Pare diversa dalle galle di Andr. quercus-petiolicola
(Bass.) e Callirhytis tumifica (0. S.) che pur sono le più affini.
Presso Tenancingo, Mexico, an. 1905 (S. Bonansea)
Salix (7 pendula).
85. Eriophyes.
Galle fogliari cefaloneiformi, appariscenti sulle due pagine,
rossastre, del diametro di appena 1 mm., provviste di un minuto
ostiolo per lo più ipofillo. Molto simili a quelle assai diffuse sui
Salici d'Europa (Follicolus Salicis-albae).
Dintorni di Mexico (S. Bonansea).
Vitis sp.
86. Cecidomyidae.
Grosse galle fogliari, consistenti in un ispessimento vesicoloso
di una nervatura e del circostante parenchima. Sono solitarie e
talora confluenti, del diam. di 10-12 mm., sporgenti egualmente
sulle due pagine. Ordinariamente sull’epifillo, sono provviste di un
largo foro del diametro di 2-3 mm., che mette in una cavità in-
terna piuttosto ampia ed irregolare. La loro superficie é di un
colorito giallo-rossiccio sulla pagina inferiore, più oscuro in quella
superiore. La lamina fogliare, specialmente quando è affetta da
più galle, si presenta più o meno contorta e deforme.
Boschi del «Desierto » presso Tenancingo, Mexico (S.
Bonansea).
°C Mares. = Me Ne SITE ARI ote eet a bai ex
ro
— 132 —
STATO DI ARIZONA
Covillea merzicana (@).
87. ? Cecidomyidae.
L’estremità del germoglio è trasformato in una galla sferoi-
dale di 1-2 cm. di diam., costituita da un densissimo agglomera-
mento di fillomi, sottili, lineari, di un aspetto muschioso, nascenti
tutto all’intorno di un corpo centrale sublegnoso, pluriloculare.
Posseggono una certa analogia strutturale con le galle europee
delle Artemisia, prodotte dalla Rhopalomgia tubifex Bouch.
Tucson, 1 ottobre (n. 50).
HAWAI
Metrosideros sp.
88. Psyllide.
Pustole fogliari, appariscenti sulle due pagine, un po’ più
prominenti però sull’ipofillo; sull’epifillo hanno un colorito rosso-
bruno, mentre sul lato opposto sono eguali per colore alla lamina
normale. Nell’ interno sono provviste di una cavità abbastanza
ampia. La pustole si apre sull’ipofillo a mezzo di una laceratura
dei tessuti di forma stellata, cioè con cinque denti triangolari.
Kilauea, settembre (n. 27).
csi stica ninni nni è
A cut
j
— 133 —
SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA
Big, a . — ? Neuroterus sublenticularis n. sp. Vedi testo n. 67.
Fig. 2-3. . — ? Andricus longepedunculatus n. sp. Vedi testo n. 64.
Fig. 4. . . — Cymnipide. Vedi testo n. 63.
Fig. 5 . — Cynipide. Vedi testo n. 31.
Fig. 6 . — La stessa specie vista dal lato della sua inserzione.
Fig. 7-8. . — ? Callirhytis sp. Vedi testo n. 74.
Fig. 9. . . — Cynmipide. Vedi testo n. 48.
Fig. 10. . — Disholcaspis eldoradensis (Beut.) Vedi testo n. 42.
Fig. 11-12. — ? Acraspis comata n. sp. Vedi testo n. 65 c a. 80.
Fig. 13. . — ? Disholcaspis Douglasii (Ash.) Vedi testo n. 40.
Fig. 14. . — La stessa specie vista di prospetto.
Fig. 15. . — Cynipide. Vedi testo n. 76.
Fig. 16. . — Acraspiîs sp. (cfr. fig. 19, 20). Vedi testo n. 14.
Fig. 17. . — ? Disholcaspis sp. (cfr. fig. 21). Vedi testo n. 29.
Fig. 18. .— ? Callirhytis Bakeri Kieff. Vedi lesto n. 23.
Fig. 19. . — ? Acraspiîs sp. (cfr. fig. 16, 20). Vedi testo n. 14.
Fig. 20. . — ? Acraspis sp. (cfr. fig. 16, 19). Vedi testo n. 14.
Fig. 21. . — ? Disholcaspis sp. (cfr. fig. 17). Vedi testo n. 29.
2-23. — Cynipide. Vedi testo n. 38.
4-25. — ? Callirhytis flocculenta n. sp. Vedi testo n. 39.
N. B. — Tutte le figure sono in grandezza naturale.
Sala» si È =
an
CARLO EMERY.
>
La fondazione di formicai da femmine fecondate di Pheidole
pallidula e di Tetramorium caespitum.
Sulla intolleranza o fratellanza fra le formiche di formicai
differenti.
Ho fatto in questi ultimi due anni alcune osservazioni sulla
Pheidole pallidula e sul Tetramorium caespilum che credo in-
teressanti, in parte perchè aprono la via a considerazioni sulle
relazioni reciproche tra le formiche di formicai differenti.
Le femmine di PhReidole pallidula, dopo il volo nuziale, si
dealano subito.
Il 5 Luglio 1909 ho raccolto le femmine dealate e le ho messe,
separate o più insieme, in ciascuna camera di nidi artificiali (1);
quando erano in più insieme s’incontravano vagando, ma non
davano segno di ostilità. AI secondo giorno di reclusione, ciascuna
femmina deponeva un mucchio di uova, e ognuna custodiva le
uova deposte da essa.
Dopo alquanti giorni mi sono accorto che le femmine si ag-
gredivano a vicenda, e con le mandibole taglienti si mutilavano,
troncando zampe e antenne; persino una volta ho osservato la
decapitazione. :
Credo che le uova fossero cagione di contesa, e che ciascuna
femmina cercasse di appropriarsi le uova delle altre. Quando le
femmine erano mutilate dei due flagelli delle antenne, erravano
(1) Questi nidi sono ottenuti segando un mattone traforato (di quelli che
si adoperano dai muratori per costruire divisioni leggere) trasversalmente ai
fori di una sezione. Faccio un fondo di gesso ai singoli fori di una sezicne,
mentre la faccia opposta è coperta di un vetro mobile. I mattoni che ho
adoperati erano a quattro fori, e per conseguenza ciascun nido è a quattro
camere che si possono fare indipendenti o comunicanti. Si possono ideare
diverse combinazioni, p. es. stabilire una comunicazione fra tre camere e
lasciare una camera estrema isolata per servire di recipiente d’ acqua, come
nei nidi di gesso sistema Janet.
— 135 —
senza direzione e non si curavano delle uova. In una camera dove
avevo messo tre o quattro femmine insieme, era eccezionale ve-
dere una formica con i suoi membri al completo; ma essa, o in
mancanza di essa la meno mutilata, si godeva le uova deposte
da tutte le prigioniere.
II 15 Agosto cominciano a schiudere le operaie. In media ho
osservato che dalle uova di una femmina schiudono 15 operaie.
Il 21 Agosto ho fatto il seguente esperimento :
Tre femmine collocate sole in altrettante camere di un nido
avevano allevato la loro nidiata di operaie. Feci un solco in due
sepimenti del nido, in modo da mettere in comunicazione le tre
camere, dove erano alloggiate le femmine con le loro rispettive
famiglie. Designerò le tre camere con i numeri 1, 2 e 3.
Appena le operaie si sono accorte delle comunicazioni le
hanno ostruite con materiale lasso.
22 Agosto; comunicazione tra 1 e 2 sgombera; tra 2 e 3 ostruita;
le operaie delle due ultime famiglie portano materiali nel solco.
Le operaie di 1 e 2 si sone battute nella notte; si vedono parec-
chi cadaveri; hanno trasportato la prole di 1 nella camera 2.
23 Agosto; mi sembra vedere le operaie fare tentativi per
trasportare la femmina dell’ 1 nella camera 2, trascinandola per
le zampe. Hanno mangiato miele e una efemera, che loro aveva
dati il 22.
24 Agosto; le operaie continuano a tirare la femmina 1. Lo
stesso il 25.
27 Agosto; la femmina 1 è morta; le operaie continuano ad
occuparsi di essa. 28 Agosto; la femmina 1 è abbandonata.
29 Agosto; tento più volte di distruggere la barricata tra 2 e
3; sempre le operaie la riparano di comune accordo.
1 Settembre; la famiglia 3 diminuisce.
7 Settembre; la barricata tra 2 e 3 è distrutta; le larve sono
state tutte riunite nella camera 2; la femmina 3 è sana, ma iso-
lata nella sua camera.
Lo stesso giorno, ore pomeridiane; la femmina 3 ha ostruito
la comunicazione.
10 Settembre; la barricata è distrutta.
11 Settembre; la femmina 3 è morta, fatta a pezzi e traspor-
tata nella camera 2 dalle operaie; la barricata è ristabilita tra 2 e 3.
12 Settembre; i frammenti della femmina 3 riportati nella
camera 3.
— 136 —
Ho poi fatto l'esperimento parallelo, che si accosta di piu
alle condizioni in cui le femmine di Pheidole si trovano in na-
tura.
14 Luglio; parecchie femmine dealate, provenienti da un al-
tro volo, sono state messe in un nido Lubbock, di cui una metà
era riempita di terra e l’altra vuota. Le femmine scavano nella
terra le loro tane; ciascuna per sè, o in due insieme. Dopo due
giorni hanno deposto le prime uova. Data la disposizione dell’ap-
parecchio, contenente uno strato piuttosto spesso di terra, non è
possibile fare osservazioni molto particolareggiate.
Dopo diversi giorni sono uscite due femmine dalla terra, una
mutilata.
22 Agosto; si vedono diverse operaie vagare fuori di terra;
incomincio a dare mieie e qualche insetto.
29 Agosto: da diversi giorni le operaie fanno lavori di terra.
1 Settembre; ho trovato residui di due femmine morte.
12 Settembre; almeno due femmine sono state recentemente
uccise.
14 Settembre; le operaie sono molto agitate fuori di terra,
si vedono alla superficie due femmine trascinate dalle operaie.
15 Settembre; le operaie trasportano larve e pupe da un buco
all’altro e viceversa.
16 Settembre; le femmine e i formicai sono ridotti a due,
come risulta da un accurato esame dell’apparecchio; è cessato
il trasporto delle larve; le operaie sono occupate a richiudere i
buchi.
Dalle cose osservate nelle due serie di esperimenti, mi trovo
portato alle conclusioni seguenti : i
1) Le femmine fecondate vivono in pace finchè non ab-
biano deposto le prime uova; questo si argomenta sopratutto dal
vedere che scavano in comune in due la tana nella terra.
2) Il disaccordo delle femmine incomincia con la maternità
e l’attrazione delle uova.
3) Dopo che sono metamorfosate le operaie, incominciano
a lavorare per fare l’apertura esterna ed estendere gli ambienti
del formicaio; avvengono incontri con altre operaie, sia all’aperto,
sia sotterranei; succedono zuffe, e le operaie cercano di uccidere
operaie e femmine straniere, mentre le uova, le larve e le pupe
sono saccheggiate.
Sex gato
In quest'anno ho fatto alcuni esperimenti con le femmine del
Tetramorium caespitum, forma tipica
11 Luglio; ho preso circa 30 femmine dealate vaganti, e le
ho ripartite nelle quattro camere di uno dei nidi artificiali de-
scritti Sopra.
Dopo due giorni avviene la deposizione delle uova; le fem-
mine vivono fraternamente ed accudiscono all’allevamento delle
uova che formano un cumulo comune.
Muoiono successivamente parecchie femmine, e le superstiti
ne staccano e ne sviscerano l'addome, ma non pare che la morte
di essa sia stata violenta.
7 Agosto; ho messo le due pù numerose famiglie dell’espe-
rimento precedente in una camera di un nido di mattone traforato
che designerò col numero 1; questa comunica con le altre due
camere, 2 e 3, per mezzo di solchi scavati nei setti.
Pace perfetta; sono 15 femmine in complesso.
18 Agosto; si sono metamorfosate parecchie operaie.
21 Agosto: ho veduto una femmina mezzo paralizzata e ro-
vesciata; un’ altra sana stava mordendola al peduncolo. Tolsi la
ammalata colla pinzetta, e mi sembrò non avere lesioni. La riposi
nel nido; dopo alcune ore, la trovai morta e con l'addome staccato.
28 Agosto; ho messo una femmina di una colonia differente
nel nido; è stata accolta ostilmente dalle operaie. L'indomani è
tirata per le zampe e le antenne dalle operaie. Il 30 è semipa-
ralizzata e relegata nella camera 2. Il 51 è morta.
31 Agosto; metto un’altra femmina della stessa colonia; è at-
taccata dalle operaie, trasportata nella camera 2 e abbandonata.
1 Settembre; la femmina straniera ritorna nella camera 1,
dove è di nuovo attaccata dalle operaie e ritrasportata nella
camera 2.
2 Settembre; la femmina straniera è semiparalizzata nella
camera 2
12 Settembre; parecchie femmine sono morte, in apparenza
di morte naturale; l’ultima è stata trasportata dalle operaie fuori
dalla camera abitata nel nido. Le femmine sono ridotte a 5.
Attualmente (30 Novembre) la colonia conta 3 femmine vive,
superstiti dalle 15 originali.
— 138 —
La Pheidole pallidula è una specie di formica monogina
per eecellenza, in cui la rivalità tra le femmine fecondate inco-
mincia presto, con combattimenti, nei quali restano più o meno
mutilate, finchè resta una sola regina ad allevare la prole.
Nel Tetramorium caespitum, all’opposto, vi è possibilità di
fondare colonie con parecchie regine; però dubito molto che le
operaie, le quali sono molto aggressive ed intolleranti, accolgano
femmine straniere, per rinforzare il loro formicaio. E più verosi-
mile che debbano contentarsi delle femmine fondatrici.
Ma vi sono formiche molto meno esclusive ed intolleranti
del Tetramorium caespitum. Io non ho avuto occasione di fare
esperienze sulla fondazione dei formicai di quelle specie, p. es.
della Plagiolepis pygmaea, che è abitualmente, anzi quasi costan-
temente poligina. Ho mescolato due o tre popolazioni di questa
formica, con femmine larve e pupe; sono avvenute alcune risse,
stiramenti di antenne e di zampe per tutto il giorno, ma la pace
è stata fatta l'indomani, e non vi sono stati morti.
La fraternità va più oltre col Leptothorax unifasciatus, il
quale, nei dintorni di Bologna, abita frequentemente nei ramu-
scoli morti degli alberi, che giacciono sul suolo. Ho mescolato
tre nidi, con femmine, operaie, larve e pupe; le formiche, senza
nessun contrasto, misero le loro larve e le loro pupe in un muc-
chio, si comportarono insomma come se appartenessero ad uno
stesso formicaio.
Un caso analogo è descritto nelle belle osservazioni del Ne-
well (1), sull’Iridomyrmer humilis, la terribile per quanto mi-
nuta « formica argentina », che poco a poco va invadendo il
mondo, e che già, pur troppo, ha messo piede in Europa. Questa
formica non conosce differenza tra famiglia e famiglia, purchè
siano della stessa sua specie; si raccoglie nell'inverno in popoli
immensi, i quali consistono del complesso di molti formicai, e si
sparpagliano in primavera.
Il Forel (2) illustrando le formiche che vivono nei ramuscoli
disseccati dei noci, nella Svizzera, dice di due specie (Dolicho-
derus quadripunctatus e Camponotus truncatus) che occupano
(1) Wilmon Newell. The life history of the Argentine Ant: Journ. Eco-
nomic Entomology, Vol. 2, N. 2 p. 174-192, 1909.
(2) Auguste Forel. Faune myrmécologique des noyers dans le Canton de
Vaud: Bull. Soc. Vaudoise Sc. Nat., Vol. 39, N. 146 p. 83-94, 1903.
— 139 —
sull’albero un nido unico, diviso però in molte celle, quanti sono
i ramuscoli abitati: un « nido polidomo », secondo l’ espressione
dello stesso Forel. Ciò è provato: 1° dalla mancanza di femmine
e di larve in molti rami; 2° dalla possibilità di mescolare le di-
verse popolazioni, senza che avvengano discordie.
AlVopposto, il Leptothorax affinis, che abita gli stessi ra-
muscoli, costituisce nidi separati e nemici.
Io non ho avuto agio di sperimentare sopra quelle due for-
miche, per cui non voglio contrastare la estensione alle dette
specie della teoria dei nidi polidomi, del mio amico e collega;
ma sospetto che ci sia in quelle formiche uno spirito di fratel-
lanza che si estende, non solo ai rami abitati di uno stesso albero
ma a tutti i nidi della medesima specie.
Vi sono adunque, tra le formiche, specie ferocemente parti-
colariste, cioè nemiche di tutto quel che non è la propria famiglia,
.il proprio formicaio, e altre che coltivano la fratellanza, per così
dire, federale. Tra questi estremi, vi sono certamente molti gradi
intermedii. Vi sono anzi, nello stesso genere Leptothorax, due
forme vicinissime (a/finis e unifasciatus) di tutt'altra indole, nelle
loro relazioni interfamiliali. Questo prova all'evidenza che il ca-
rattere particolarista o federalista delle formiche non è in rela-
zione col grado di differenziamento filogenetico, ma è dipendente
da fatti di adattamento.
Dorr. L. MASI
a
CONTRIBUZIONI
ALLA CONOSCENZA
DEI
CALCIDIDE ITALIANA
(PARTE IV)
Questa quarta serie di descrizioni di Calcididi, che fa se-
guito a quelle pubblicate nei volumi I, III e IV di questo Bol-
lettino, riguarda le specie seguenti:
AXXV IM. Genere Merisordesin.. a) isla
— #Mer2soidles \CRaSsiceps Sp. n.. 3. vr 2 ee » ivi
XXXIX. ar Prospaltellat olieina) Spuctis \ 9° att ees ee » 145
XL. — Encarsia elegans Spree ot See a i ee ye ean ae rae » 147
XLI. = CUrrospulus PUleher sp: mei... a we ne » 149
XLII. —EIACHISCUSSAfRIS spe De li ee Ds alle
XLIII. ud Aphelinus myilasptlis Lac » 156
— 2, Aphelinus maculicornis SPp.n. 0 Lili » 158
XLIV. — Ageniaspis fuscicollis (Dalm.) Thoms. . ... . >) AbD
XLY, — Genere Copidosoma Ratzeburg. ...... . » 163
—Copidosoma buyssorni Mayr ot. ea aa » 165
XLVI. —Encyrtus euphyillunae SUw. 2. nn... » 169
Nota. Nella 34 parte di queste « Contribuzioni » la fig. 27% posta per
errore nella deserizione dell’ Encarsia partenopea, si riferisce al Physcus te-
staceus, che ivi & descritto per ultimo.
— 144 —
XXXVIII.
Genere Merisoides n
Caratteri del genere: -- Femmina. Testa più larga del torace;
mandibole forti, col margine esterno sinuoso, ambedue ugualmente
conformate, quadridentate, con i due denti intermedî concrescenti
alla base; antenne inserite alquanto al disotto della metà della
faccia, immediatamente sotto la linea oculare inferiore e molto
ravvicinate, col primo articolo del funicolo annuliforme, il funi-
colo poco ingrossato verso l'estremità, la clava appena distinta,
ovato-conica; torace fornito di collare anteriormente, col metato-
race breve, minutamente reticolato, con stigmi reniformi e nuca
piccola foggiata a mo’ di collare, non punteggiata. Nervo margi-
nale più lungo dello stigmatico. Addome più lungo del torace,
"ovato-conico. — Maschio ignoto.
Ho istituito questo genere per un esemplare femmina otte-
nuto dal Dr. Giovanni Martelli dai bozzoli di un Icneumonide,
trovato come parassita sull’Inula viscosa a Catanzaro qualche
anno fa. Ho atteso, prima di pubblicare la presente descrizione,
che si desse l’opportunità di ottenere altri esemplari, specialmente
per conoscere il maschio; ma non essendo stato ciò possibile, ho
voluto pubblicare intanto la descrizione della specie e la diagnosi
del genere basate sui soli caratteri della femmina. Probabilmente
la differenza principale fra questa ed il maschio si limita alla
forma delle antenne.
Secondo la classificazione adottata da Schmiedeknecht nel « Ge-
nera Insectorum », il genere Mer:soides deve assegnarsi alla tribù
dei Merisini, sottotribù Merisina, e può collocarsi fra i generi M7-
cromelus ed Homoporus, distinguendosi dal primo principalmente
pel metatorace breve e l’addome non accorciato, e dal secondo
per l’antenna con tre anelli (nella femmina) e l'addome pure non
accorciato.
Merisoides crassiceps sp. n.
Femmina. — La testa è piuttosto grande, superando in lar-
ghezza il torace nel rapporto di 5:4. In lunghezza misura */,, della
propria larghezza. Inoltre, veduta di fronte, si presenta arroton-
data, con la maggiore larghezza verso il mezzo, col vertice ar-
— 142 —
cuato, le orbite estese poco più della metà della lunghezza di
essa, alquanto più discoste inferiormente che superiormente; gli
occhi non sporgenti, glabri; le gene convesse, leggermente sinuose
nella metà inferiore, alla quale corrisponde una depressione la-
terale che è limitata in avanti da uno spigolo smussato, il quale
si estende in direzione obliqua dal lato anteriore esterno del pe-
ristomio fin presso l'estremo inferiore dell’orbita. Gli ocelli son
tutti ben visibili quando si osserva la testa di fronte, avendo
quelli esterni una posizione antero-snperiore e trovandosi quello
mediano assai più in basso degli altri due: nell’insieme essi de-
terminano un triangolo alquanto ottuso. I laterali distano fra di
loro quanto dal margine esterno delle orbite. Le antenne s’inse-
riscono immediatamente al disotto della linea oculare, a */, della
lunghezza del capo, e poco distanti l'una dall’altra. Il clipeo non
è distinto. Il tratto dall’ocello me-
diano all’inserzione delle anten-
ne ha un solco poco profondo e
abbastanza largo, che si biforca
al disopra delle inserzioni delle
antenne, continuandosi poi in
basso fino al margine orale in
due solchi quasi dritti e quasi
paralleli: lo spazio compreso fra
questi due solchi è rilevato, in-
curvato a tetto, e termina costi-
Fig. I.
Merisoides crassiceps. 1, testa veduta di fron- x
te. 2, mandibola, 3, antenna. 4, metatorace e tuendo la parte mediana del
principio dell'addome. 5, nervatura dell’ ala margine orale in forma quasi di
anteriore. (Tutte le figure ingrandite).
un dente largo, molto ottuso,
troncato e leggermente concavo all'apice, dove presenta anche sulla
superficie esterna una fossetta snbtriangolare. Le orbite sono margi-
nate. La parte posteriore del capo è profondamente incavata. Os-
servando di profilo, la faccia si presenta abbastanza convessa, il
vertice arrotondato, lo scapo non giunge all’altezza dell’ocello
anteriore. Il pedicello è notevolmente più ristretto del funi-
colo, circa due volte più lungo che largo verso l’estremità ed
un poco più lungo del secondo articolo del funicolo. Il primo ar-
ticolo di questo è annuliforme, il secondo manifestamente più
lungo che largo, i successivi gradatamente ma quasi insensibil-
mente crescenti in larghezza e descrescenti in lunghezza : l’ul-
timo di essi e più largo che lungo. La clava non è ingrossata
— 143 —
e misura la lunghezza dei due articoli che la precedono. I sen-
silli lineari sono inseriti alcuni alla metà degli articoli, altri
più verso la base. Tutta l'antenna ha un fitto rivestimento di
peli corti; la sua lunghezza totale supera di poco quella del to-
race, la lunghezza complessiva del funicolo e della clava ugua-
glia quella del capo. Le due mandibole sono quasi ugualmente
conformate, robuste, incurvate in modo che in un disegno che Je
rappresenti in un piano non si può dare un’idea esatta della loro
forma: il margine esterno di esse è sinuoso, il lato masticatorio
fornito di quattro denti robusti, dei quali il secondo situato un
poco più in dentro degli altri; e per tale disposizione, osservando
le mandibole con piccolo ingrandimento, può sembrare che esse
siano tridentate.
Il torace, veduto dal disopra, si presenta piuttosto largo, mi-
surando trasversalmente °/, della lunghezza: ha il collare col mar-
gine leggermente smussato; nella parte anteriore, al disopra del
callo, è fornito di una costa trasversale assai marcata. Lo scudo
è lungo circa una volta e mezza il margine anteriore dello scu-
tello : questo non ha frenum distinto ed è poco convesso. Il me-
tatorace, veduto dal disopra, ha una conformazione caratteristica:
presenta il dorsello abbastanza sviluppato; gli spiracoli reniformi,
contigui alla costa trasversale che rasenta il dorsello posterior-
mente; due solchi poco profondi ma nettamente delimitati, ter-
minano a poca distanza dagli spiracoli e son diretti obliquamente
in modo da convergere verso la parte posteriore. La porzione
mediana dorsale non presenta nè carena nè coste longitudinali o
trasversali, ma è uniformemente convessa formando un’area se-
micircolare, nettamente delimitata dalle parti adiacenti e prolun-
gata all’indietro fino a raggiungere la nuca. Questa ha la forma
di un collare, incompleto verso la parte inferiore. Le due por-
zioni della convessità mediana del metatorace, le quali ne for.
mano gli angoli anteriori esterni, vengono separate da un leggero
solco che ne costituisce il lato interno, mentre il lato anteriore
coincide con la costa che rasenta il dorsello, e il lato esterno
corrisponde ad una fossetta lineare, un poco incurvata e netta-
mente delimitata. 11 callo è fornito di peli abbastanza numerosi,
Lo scutello nella parte posteriore presenta tre paia di peli di-
sposti secondo due serie longitudinali che distano fra loro per uno
spazio minore della larghezza del dorsello. Il presterno è ristretto
— 144 —
e allungato e si trova alquanto discosto dall’orlo del protorace, il
quale innanzi al presterno si presenta un poco rigonfiato.
Le ali anteriori hanno la nervatura piuttosto ispessita, con
la porzione marginale un poco più lunga della postmarginale,
questa pure un poco più lunga della stigmatica, la quale termina
con una clava mediocre e smussata obliquamente all’estremità.
La cellula costale è ampia e rivestita di peli come la maggior
parte della superficie dell’ala. Alcuni peli si trovano in corrispon-
denza alla vena basale, ed un’altra serie di peli attraversa lon-
gitudinalmente nel mezzo la cellula basale. Lo specolo non è net-
tamente delimitato, inoltre la direzione delle prime serie di peli
del mezzo dell’ala è obliqua dall’esterno all’interno e dall’innanzi
all'indietro. Il bordo esterno è guarnito di peli molto corti. Le
ali posteriori presentano la maggiore ampiezza verso il primo '/,
della lunghezza.
Le zampe sono robuste. Le anche posterteriori son fornite di
peli corti anche alla base.
L’'addome è più ristretto del torace, ma più lungo nella pro-
porzione di 9:7, ovato-conico e con l’apice molto acuto. Nell’e-
semplare essiccato qui descritto, la parte ventrale de!l’addome
presenta una carena che ne occupa più della prima metà.
La testa e il torace son fortemente punteggiati, l'addome di
aspetto squamoso. L’episterno è liscio, mentre il mesostermo e
l’epimero hanno una scultura assai evidente. Il dorsello presenta
una leggerissima striatura trasversale, e la nuca è pure striata in
questo senso, ma con strie più marcate. La parte mediana con?-
vessa del metatorace è finamente reticolata, con maglie trasver-
sali, mentre il reticolo presenta le maglie più grandi nella por:
zione che sta all’ indietro dei solchi laterali; e la porzioue al di
fuori di questi solchi ha un aspetto ruvido.
La testa, il torace e gran parte delle zampe sono di color
nero, gli occhi e gli ocelli rosso-bruni, lo scapo e il pedicello co-
lor bronzo scuro, i tre anelli delle antenne pure scuri, la prima
metà degli articoli del funicolo e della clava di color bruno, il
resto giallo-bruno,
Questo stesso colore presentano la nervatura delle ali, i gi-
nocchi, l’estremita delle tibie e i tarsi: pero l’estremita delle tibie
posteriori è biancastra come il primo articolo dei rispettivi tarsi:
nelle tibie anteriori e medie le estremità chiare sono unite da
due fascie longitudinali laterali dello stesso colore a contorno
ai AR RE ge ee 2 FF
ET
sfumato: l’ultimo articolo in tutti i tarsi è bruno, inoltre i tarsi
anteriori e medî sono più o meno nettamente marginati di scuro
nel lato anteriore e posteriore degli articoli. I parapteri sono
neri. L’addome è verde bronzo, più scuro all’apice, con alcuni
riflessi ramei o porporini. Tutti i peli del torace sono bianco-
grigiastri.
Lunghezza, mm. 3,5.
Usservazioni. — Questa specie è descritta, come ho detto più
innanzi, da un solo esemplare femmina, ottenuto a Catanzaro da
bozzoli di un Icneumonide, raccolto sull’ Inula viscosa.
XXXIX.
Prospaltella olivina sp. n.
Femmina. — La testa è grande, larga quanto il torace, un
poco più larga che lunga, ristretta inferiormente, col vertice piano,
gli ocelli disposti a formare un angolo poco ottuso, gli ocelli la-
terali distanti da quello anteriore quanto distano dal margine in
terno degli occhi composti, i quali hanno la cornea fittamente ri-
vestita di lunghi peli. Le gene sono percorse da un leggero solco.
La porzione laterale del capo dietro gli occhi è rigonfiata. Le
mandibole hanno tre denti ottusi. Il pedicello è lungo quanto il
secondo articolo del funicolo, piriforme; il primo articolo del fu-
nicolo uguale a °/, del pedicello, il terzo uguale al secondo, circa
due volte più lungo che largo; gli articoli 4°, 5° e 6° costituenti
una clava lunga circa quanto i tre articoli che precedono nel
funicolo.
Il torace è tanto largo che lungo, col pronoto brevissimo,
appena visibile osservando l’animale dal disopra; lo scudo un poco
più largo che lungo, i solchi parapsidali ben marcati, le ascelle
col margine interno distante dal solco parapsidale circa la metà
della loro’ larghezzza. Lo scutello è lungo poco più di */, dello
scudo e °/, della propria larghezza. Il metatorace misura la metà
della lunghezza dello scutello. Gli spiracoli sono appena visibili.
Sullo scudo vi sono verso il mezzo sei setole lunghe disposte in
due serie, ed un’altra setola presso ciascuno dei solchi parapsidali
all’altezza del margine anteriore dell’ascella. Lo scutello ha due
setole poco distante dall’angolo interno posteriore delle scapole
e due presso il suo margine posteriore
10
se LG
Le ali anteriori sono lunghe il doppio del torace, ristrette
nel primo terzo della lunghezza, nel quale nen sono rivestite di
peli. La nervatura premarginale è fornita di due setole, e poco
più corta della marginale, che arriva a °/, della lunghezza del-
l’ala e termina in uno stigma sessile. La nervatura postmarginale
manca interamente. I peli del bordo esterno aumentano gradata-
mente in lunghezza a cominciare dall’ultimo terzo dell’ala, fino
alla parte posteriore esterna, poi descrescono
fino ad '/, della lunghezza dell’ala. Il ptero-
stigma termina ad angolo poco acuto ed ha il
margine anteriore quasi parallelo al margine
corrispondente dell’ ala. La figura ch’ è qui
annessa mostra anche, per confronto, il pte-
rostigma della Prospaltella lutea, non rap-
presentato nella descrizione di questa specie
Fig. II. pubblicata nella 3? parte di queste « Con-
1. = Estremitä della ner. tribuzioni » : esso si presenta molto più acuto.
vatura dell’ ala anteriore . , x 3 x
di Prospaltella olivina. Si confrontino poi anche le figure riferentis
2. — idem, di Prospaltella
CA een alla P. conjugata e P. similis nella 2 parte.
Apparisce da tali figure che la forma del pte-
rostigma può essere un elemento diagnostico per distinguere le
specie, però essa è incomoda ad osservarsi e richiede molta cura.
Nelle ali posteriori la superficie ha solo pochi peli sparsi, mentre
l'estremità ed il margine posteriore hanno peli molto lunghi: quelli
dell’estremità essendo uguali ai più lunghi delle ali anteriori, gli
altri quasi tutti di lunghezza doppia.
Il primo articolo dei tarsi è lungo quasi tre volte più del
secondo.
L’addome è lungo poco meno del torace e non più largo di
esso.
Con un ingrandimento di un centinaio di diametri si può ve-
der bene sullo scudo e sullo scutello un reticolo minutissimo.
Il vertice e la fronte sono di color giallo citrino, la faccia
bianco-giallognola, le mandibole pure di questo colore ma coi
denti di color bruno ; gli ocelli sono rossi scuri, gli occhi bruni
violacei; sopra l’attacco delle antenne si trovano due macchie
scure, allungate, disposte trasversalmente ed obliquamente, che
non arrivano al margine interno dell’orbita: l’occipite ha due
grandi macchie brune, ed altre due macchie si trovano dietro
gli occhi. Lo scapo è bianco giallognolo, tutto il resto dell’an-
— 141 —
tenna di color fulvo. Il torace è giallo, o arancio scuro, con sfu-
matura bruna nella parte anteriore, le ascelle un poco ombrate,
le tegole brune; alcuni punti scuri si osservano nelle parti late-
rali. L’addome presenta alla base e all’apice il colore del torace,
nel resto è bruno-nero, tendente un poco al violaceo. Le zampe
sono bianco-giallastre. La nervatura delle ali è grigio-giallognola.
Inoltre nelle ali anteriori la porzione compresa fra il nervo mar-
ginale e la linea ispessita del margine posteriore, è leggermente
ombrata. Tutte le setole sono chiare, comprese quelle della cor-
nea degli occhi.
Lunghezza, mm. 0,87. Apertura d’ali, mm. 2,53.
Osservazioni. — La presente descrizione è basata sull’esame
di due esemplari ottenuti dall’ Aleyrodes olivinus Silv. di Catan-
zaro. La specie somiglia molto alla P. citrella di Howard, la
quale è pure parassita di un Aleyrodes ed è stata trovata nella
Florida. Tuttavia credo che la P. olivina possa considerarsi come
qualche cosa di più che una semplice varietà della citrella. In
questa, secondo la descrizione di Howard, il colorito generale, e
quindi anche quello del torace, sarebbe di un bel giallo citrino,
e sul vertice di un giallo intenso, quasi aranciato; l’ultimo arti-
colo dell’ antenne più scuro degli altri; la fascia bruna trasver-
sale dell’addome estesa solo a due segmenti; inoltre le dimen-
sioni alquanto minori, avendosi 0,72 mm. di lunghezza e mm. 1,7
di apertura d’ali
XL.
Encarsia elegans sp n.
Per una descrizione più dettagliata di una Encarsia si veda
quella pubblicata nella 3* parte di queste « Contribuzioni », ri-
ferentesi alla E. partenopea. Nella descrizione presente indicherò
solo i caratteri propri della specie. Per i caratteri delle ali di
E. elegans, delle quali è data qui la figura, valga la stessa de-
scrizione che persl' E. partenopea (1).
(1) Come ho indicato pure in nota alla prima pagina di questa 42 parte
delle « Contribuzioni », la figura 272 della 3a parte, posta per errore nella
descrizione dell’E. partenopea, si riferisce al Physcus testaceus descritto nella
stessa 3a parte.
— 148 —
Femmina. — Il pedicello è della stessa lunghezza del primo
articolo del funicolo, piriforme e piuttosto rigonfiato; il primo ar-
ticolo del funicolo è poco più lungo che largo e meno largo dei
successivi; il secondo di lunghezza doppia della larghezza; il terzo
e il quarto differiscono appena dal secondo per essere un poco
più ingrossati. Nella clava il secondo articolo, in confronto del
primo, è alquanto più corto e più ristretto. Sullo scudo vi sono
due serie longitudinali di quattro peli ciascuna. Il secondo e terzo
paio di zampe presentano il primo articolo un poco più lungo
dei due successivi; nel secondo paio lo sperone della tibia mi-
sura °/, e nel terzo paio '/, della lunghezza del primo articolo
tarsale.
Il colore della testa è giallo ocraceo, gli ocelli sono rosso
carminio, gli occhi rossi scuri. La fronte presenta una fascia bruna
trasversale, ben determinata, estesa dalla metà della parte ante-
riore di un’orbita all’al-
tra, larga quanto il fu
nicolo. Inoltre la parte
vicina alla bocca e a
ciascuna orbita presenta
una sfumatura cerulea.
La antenne sono gial-
lognole, eccetto l’ultimo
articolo che è grigio az-
zurrognolo. Inoltre i sen-
silli appariscono in tutto
Fig. III. :
Encarsia elegans. 1, ala anteriore. 2, estremità della il flagello come una, due
nervatura dell’ala anteriore. 83, ala posteriore. (Molto in- o tre linee scure in cia-
grandite).
scun articolo, della lun-
shezza degli articoli stessi. Lo scudo e le ascelle son bruno-gri-
giastri, lo scutello è grigio giallognolo, e questo stesso colore pre-
sentano le suture delle ascelle con le parti adiacenti, il dorsello
e un certo tratto della superficie ai lati dello scutello. Questo,
inoltre, ha il margine anteriore di color bruno. L’addome e i lati
del torace son bruni scuri, solo l’ultimo segmento addominale si
distingue pel colore giallo zolfo. Le zampe sono appena giallo-
gnole, tuttavia con l’apice dei tarsi ed i femori posteriori scuri.
Nelle ali la nervatura è bruno-grigia, e in quelle anteriori pre-
senta questo colore scuro anche la linea ispessita del margine
posteriore: inoltre è leggermente ombrata la parte al disotto del-
— 149 —
nervo marginale, in modo però che verso la metà posteriore del-
l’ala la tinta scura va sfumando e riesce appena sensibile. Nella
nervatura marginale l'estremità prossimale è quasi incolora.
Lunghezza, mm. 0,75.
Osservazioni. — Questa specie è descritta da un solo esem-
plare conservato in preparato, e ottenuto nel mese di maggio di
quest'anno dall’A/eyrodes olivinus Silv. degli olivi di Catanzaro,
insieme con la Prospaltella citrella How. L'E. elegans somiglia
per alcuni caratteri alla £. Townsendi How. la quale è stata
pure ottenuta da un A/eyrodes, del Messico.
XLI.
Cirrospilus pulcher sp. n.
Femmina. — La testa è larga quanto il torace, poco più larga
che lunga, nel rapporto di 7:6. Veduta di fronte, presenta il ver-
tice leggermente rilevato; gli occhi un poco sporgenti, le gene
appena più e-
stese del dia-
metro longitu-
dinale degli
occhi, poco in’
curvate , di-
stintamente
solcate; la par-
te inferiore
della faccia
angusta; il cli-
peo col mar-
gine uniforme
Pie: IV.
Cirrospilus pulcher, femmina, ingrandita. ed arcuato; le
mandibole col
margine masticatorio interamente visibile, fornito di sei pic-
coli denti ottusi, dei quali l'estremo più grande ed alquanto più
discosto; l’ocello anteriore visibile al limite superiore del capo,
disposto però in modo che si vede quasi di faccia. Osservando
la testa di profilo, il vertice si presenta piuttosto ampio, legger-
mente arcuato, la parte inferiore angusta, la faccia non convessa.
Nella norma superiore l’ocello mediano è pochissimo spostato in
avanti. Gli occhi son forniti di peli piuttosto lunghi ma un poco
-- 150 —
radi. Altri peli più radi, ma più grandi, sono distribuiti sul capo,
con una certa simmetria. Le antenne s'inseriscono poco al disotto
della metà della faccia e sulla linea oculare, a distanza uguale
dagli occhi e fra di loro. Esse seno brevi, ma tuttavia con lo
scapo in proporzione abbastanza sviluppato, poichè raggiunge
l'altezza dell’ocello anteriore, e leggermente compresso e dilatato.
Il pedicello misura in lunghezza poco meno della metà dello
scapo ed è ristretto all’estremità. Ad esso seguono due piccoli
anelli, il primo dei quali, in esemplari che non abbiano subito
alcun disseccamento, si unisce al pedicello mediante un breve
peduncolo. La larghezza degli anelli è la metà di quella dell’estre-
mità del pedicello: lo spessore del
secondo è il doppio di quello del
primo. Il rimanente dell ‘antenna è
piuttosto ingrossato, di larghezza co-
stante, lungo la metà del torace, e
si compone di due articoli del funi-
colo ed una clava triarticolata. Fra
il primo e il secondo articolo del fu-
+: nicolo, e fra il secondo e la clava, si
Fig.
Cirrospilus pulcher. 1, testa veduta OSServa un peduncolo poco piu largo
di Tronto, u l’antenna TEU 2, an- che lungo, bipartito da una stria tra-
tenna di profilo. 3, estremità della ner- 3
vatura dell’ala anteriore. (Ingrandite). sversale. Inoltre il primo articolo
del funicolo termina tagliato obliqua-
mente secondo un angolo di circa 30°, mentre il secondo ha la
parte distale meno obliqua. Nel primo la lunghezza del lato infe-
riore è doppia della larghezza, nel secondo è poco maggiore.
La clava è oblunga, appena più ristretta nell’ultimo dei tre ar-
ticoli, che son di lunghezza uguale, e termina con una specie di
bastoncello. I sensilli lineari sono in due serie nel primo articolo
del funicolo. Tutto il flagello presenta dei peli sparsi, incurvati,
abbastanza lunghi, i quali non terminano assottigliati.
Il collo è breve, ma bene distinto dal protorace. Il torace
è lungo poco meno del doppio della sua larghezza. Osservan-
dolo dal disopra, il protorace si presenta abbastanza grande, ma
non foggiato a cono, col limite anteriore quasi semicircolare, le
estremità postero-laterali discoste dalle scapole. Presso il margine
posteriore ha due setole lunghe e due meno sviluppate. Non vi è
distinzione di collare. Lo scudo, privo di solco mediano, è quasi
una volta e mezza più lungo che largo, col margine anteriore
— 151 —
foggiato ad arco molto convesso, e porta sulla corda di tale arco
due setole molto grandi, mentre due piccole si trovano poco in-
nanzi al lato posteriore. I solchi parapsidali sono sinuosi e ter-
minano posteriormente a contatto coi due solchi dello scutello.
Questo è un poco più largo che lungo, non marginato nella parte
posteriore, pianeggiante e fornito di due paia di setole. Il dor-
sello è ben sviluppato, di forma semiellittica. Il metatorace è pure
grande, a superficie omogenea, percorsa tuttavia da una carena
che è lunga una volta e mezza il dorsello. Il callo è fornito di
peli piuttosto numerosi. Nel mesosterno la pleura è ben separata,
a superficie omogenea, con la sutura anteriore abbastanza incur-
vata. Il presterno è grande, triangolare.
Nelle ali anteriori la lunghezza della nervatura marginale
supera, ma non molto, quella della cellula costale. Il prestigma
non è separato, il nervo postmarginale è breve e in parte jalino,
cosicchè apparisce anche più breve del nervo stigmatico. Questo
forma tutt'uno con la clava ed ha un uncino breve ed obliquo:
il suo lato inferiore è solo leggermente incurvato: la lunghezza
è '/. di quella del nervo marginale. L’ala è ristretta, con l’estre-
mità bene arrotondata e guarnita di numerosi peli corti: la sua
superficie presenta pure dei peli molto fitti, che mancano per
uno spazio largo e ben definito in corrispondenza al margine po-
steriore, e nello specolo che è piuttosto angusto. La loro lunghezza
è uguale alla distanza dalla metà dello scudo all’apice dell’ad-
dome. Nelle ali posteriori, le quali misurano in lunghezza ‘/. delle
anteriori, i peli del margine esterno e posteriore sono il doppio
più lunghi.
Le zampe son mediocremente robuste. Il primo articolo del
tarso anteriore è notevolmente più breve del secondo, e questo
appena più largo del terzo, il quarto più lungo di tutti. Nel se-
condo paio di zampe il primo articolo tarsale è più lungo del
secondo e nel terzo paio è notevolmente più allungato. Gli spe-
roni delle tibie sono assai corti: le tibie posteriori ne hanno
uno solo.
Il peduncolo dell’addome è ben distinto, ma brevissimo e
nell’estremità posteriore accolto in un infossamento. L’addome
supera in larghezza il torace, sebbene di poco, ed è appena più
largo, di forma ovata allungata, terminato in una punta ben di-
stinta. Superiormente è poco convesso, e anche inferiormente è
meno rigonfiato di quello che sia sui lati.
= Mata
Il colorito generale è giallo chiaro verdastro ed il corpo è
semitrasparente, con macchie bruno-nere regolarmente disposte.
Gli occhi sono di un carminio cupo, gli ocelli bruni, le mandibole
bruno chiare, le antenne giallo-brune. Gli ocelli son situati in una
macchia scura del vertice nettamente delimitata. Un’area nera
circonda anche il forame occipitale. Sono inoltre di color nero: il
margine anteriore del pronoto, i solchi parapsidali, una macchia
presso l’angolo anteriore delle ascelle, quella nel mezzo della
porzione dello scutello compresa fra i due solchi, questi solchi
stessi, le linee di sutura anteriori e laterali dello scutello, la parte
superiore del metatorace; nell’addome si osserva una macchia
nera nella parte anteriore, un’altra macchia grande dopo '/, della
lunghezza, di forma rettangolare, che si prolunga su ciascun lato
in due strisce trasversali, una macchia di forma quasi rombica
situata dopo */, della lunghezza, unita alla precedente da una
breve fascia longitudinale mediana a contorno irregolare; una
macchia nera arrotondata si trova sul petto fra le anche del primo
paio di zampe, un’altra, di forma quasi trapezoidale, fra le anche
medie e le posteriori. Le ali sono incolore, con la nervatura bru-
no-chiara. I peli di tutto il corpo sono scuri.
Lunghezza, mm. 3,25.
Osservazioni. — Questa specie è parassita della larva di un
lepidottero, la quale fa delle gallerie nelle foglie dell’Elce, tro-
vata nel bosco della Scuola di Agricoltura di Portici. La descri-
zione che ho dato del parassita è fatta su un solo esemplare di
femmina ottenuto nel maggio del 1908. Non è senza qualche dub-
bio che ho stabilito la nuova specie Cirrospilus pulcher, essen-
dovene parecchie nel genere, le quali, a quanto risulta dalle de-
scrizioni, somigliano nel colorito alla forma che ho descritta; e
questa potrebbe presentare anche delle varietà nella disposizione
di alcune macchie: tuttavia, poichè non è possibile identificare
il parassita con alcuna delle forme finora descritte, credo di po-
terne fare, almeno provvisoriamente, una nuova specie.
XLII.
Elachistus affinis sp. n.
Femmina. — Hala testa larga quante il torace, lunga ?/, della
propria larghezza massima, con gli ocelli piuttosto grandi, con-
tornati da un solco sottile che determina un’area quasi ellittica,
disposti in un angolo molto ottuso, quelli esterni distanti dagli
Lena
occhi quanto distano fra di loro; gli occhi, molto grandi, occu-
pano °/, della lunghezza della faccia e sono forniti di peli abba-
stanza sviluppati ma piuttosto radi; le gene sono molto brevi, il
clipeo leggermente arcuato, a margine appena intaccato verso
il mezzo. L’occipite è marginata solo
verso il mezzo, immediatamente die-
tro agli ocelli posteriori. Le antenne
si inseriscono sulla linea oculare, a
distanza poco inferiore a quella che
intercede fra luna e l’altra. Il loro
scapo non arriva all’ocello anteriore,
ha forma cilindrica ed è guarnito di
pochi peli abbastanza lunghi. Il pe
dicello misura circa °/, della lun-
ghezza dello scapo. L'anello è poco
te Mn DE DEREN distinto. I quattro articoli del funi-
a era) della fontaine, ai) COLO decrescono gradatamente in lun-
a. ene annate «li giossezza:
del maschio, dal di sopra. 5, ultimo il primo è circa una volta e mezza
articolo cl funicolo di una femmina. più largo che lungo, ultimo dr lar-
6, estremità della nervatura dell’ ala 5
anteriore. (Figure ingrandite). shezza quasi uguale alla lunghezza:
inoltre, veduti dal lato superiore si
presentano un poco compressi. Gli ultimi tre e la clava sono
forniti diun breve peduncolo. La clava & lunga il doppio del quarto
articolo, foggiata a cono dopo la seconda metà della sua lunghezza-
Negli esemplari freschi si può riconoscere facilmente che essa non
risulta di due soli articoli, ma di tre, l’ultimo dei quali è molto ri-
dotto: esso misura circa la metà della lunghezza del secondo
articolo, i cui sensilli lo ricoprono in parte alla base con la loro
estremità. Il primo articolo è più lungo del secondo.
Il torace misura in larghezza poco più della metà della lun-
ghezza. Il protorace è assai sviluppato, tanto largo che lungo, di
lunghezza uguale alla metà della distanza fra il margine ante-
riore dello scudo e quello posteriore dello scutello: misura alla
base ‘/. della larghezza massima del torace, ed è foggiato a cono
nella metà anteriore. Lo scudo misura in lunghezza solo °/. della
larghezza toracica. I solchi parapsidali sono interi, ben distinti:
essi terminano sul lato anteriore delle ascelle, un poco prima del-
Vangolo interno di esse. La forma dello scutello può paragonarsi ad
un ferro di cavallo che sia molto allungato, disposto con la parte
meno larga in avanti; i lati esterni terminano anteriormente alla
meta del lato interno delle ascelle; ma più all’innanzi, su questo
lato, hanno origine due solchi, che decorrono quasi paralleli ai
lati dello scutello e poi s’incurvano per seguirne ad una certa
distanza il limite posteriore e ricongiungersi: cosicchè, in realtà,
si ha un solco unico.
Lo spazio racchiuso da questo solco e dal margine anteriore
dello scutello è distinto per la scultura squamata da quello che
rimane esternamente lungo il margine, che è liscio. Sul proto-
race e sul mesotorace sono sparse delle setole abbastanza lun-
ghe, ma alcune ancora più allungate si trovano presso il limite
posteriore del protorace, dello scudo e delle scapole, disposte ad
uguale distanza tra loro, e due se ne trovano in ciascun lato dello
scutello, immediatamente al di fuori del solco. Il metatorace, ve-
duto dal disopra, ha forma quasi semicircolare: presenta il dor-
sello abbastanza sviluppato, con le due metà del lato posteriore
leggermente incavate: la carena, ben marcata, si continua all’in-
nanzi con una piega semilunare che abbraccia il dorsello. Gli
spiracoli sono piccolissimi. Il callo è fornito di molti peli lunghi.
Le ali anteriori, ripiegate sul dorso, arrivano all’estremità
dell’addome. La loro nervatura marginale è poco più breve della
costa, la nervatura postmarginale uguaglia ?/, della marginale, la
stigmatica è '/, più breve della postmarginale, con la clava non
ingrossata.
Le zampe sono piuttosto deboli e abbastanza lunghe.
Il peduncolo dell’addome misura in lunghezza poco più della
metà del metatorace, ed è più lungo che largo, con due piccole
sporgenze laterali verso il mezzo. L’addome è lungo quanto il
torace, non più largo di esso, con la maggiore ampiezza verso
il mezzo e dopo il primo terzo; è un poco ristretto nella parte
anteriore, che è nettamente separata dal peduncolo, acuminato
all’apice, appena depresso. Ha il primo articolo circa una volta
e mezza più lungo dei cinque articoli successivi; gli ultimi due
articoli sono i meno sviluppati. La « valvula ventralis » occupa
la metà della lunghezza del lato inferiore.
La testa e il torace presentano una scultura reticolato-squa-
mosa più o meno evidente, ad eccezione del metatorace che è
in parte liscio e in parte ha una scultura appena visibile. Anche
i lati del mesotorace sono lisci. Le squame sono più piccole nella
parte dello scutello circoscritta dal solco che non sullo scudo, e
— 159 —
ancora più piccole all’ esterno del solco dello scutello e sulle
ascelle. L'addome è liscio, ad eccezione dei due ultimi segmenti
che presentano delle piccole squame appena marcate e svilup-
pate nel senso trasversale assai più che nel longitudinale.
Il colore del capo e del torace varia dal nero appena ver-
dastro al verde scuro; il peduncolo dell’addome ha lo stesso co-
lore del torace; e tutte queste parti sono dotate di una certa lu-
centezza: l’addome è giallognolo con i due ultimi segmenti bruno-
neri, oppure presenta della sfumature brune e leggeri riflessi ver
dastri a cominciare dal terzo segmento. Esso diviene giallo scuro
negli esemplari essiccati. Inoltre nel lato inferiore, poco. distante
dalla base, ha due piccole macchie brune, un poco allungate lon-
gitudinalmente. La faccia è talora di un bel verde splendente;
gli occhi sono rossi scuri, gli ocelli rosso rubino: la radicola delle
antenne nerastra, lo scapo bianco giallognolo, il resto dell’an-
tenna giallo-grigio, ma negli esemplari essiccati giallo-bruno. Le
zampe hanno il pretarso bruno-nero, nel resto sono bianco-gial-
lognole o giallognole, ma sempre alquanto più chiare dell’addo-
me: le anche si presentano talora un poco scure alla base. Le
ali sono incolore, con la nervatura assai pallida, le tegole grige
scure. I peli del capo e del torace e le setole sono grigi.
Lunghezza, mm. 1,9-2,1.
Maschio. — Si distingue per la mole minore, le antenne col
primo articolo del funicolo e della clava più lunghi, le ali po-
steriori terminate a punta, la seconda metà dell'addome di color
verde.
Osservazioni. — Questa specie è descritta da parecchi esem-
plari vivi che furono ottenuti dall’Ewdemys botrana. Sebbene i
caratteri che ho esposti concordino più o meno con quelli di qual-
che altra specie di Klachistus, sopratutto con quelli dell’ E/achi-
stus lateralis Spinola, credo di dover ritenere come nuova la
forma che ho descritta: può darsi che essa sia identica a qual-
cuna delle altre specie che lo Spinola aveva osservate e deno-
minate, ma poichè di tali specie egli non ha dato la diagnosi, nè
se ne trovano i tipi, non può tenersene conto.
— 156 -
XLIII.
1. Aphelinus mytilaspidis Baron
Aphelinus mytilaspidis. Howard, Revision of Aphelininae of N. America.
Washington, 1895, p. 25.
Femmina. — La testa è larga quanto il torace, notevolmente
più larga che lunga, con gli occhi grandi, pubescenti, gli ocelli
disposti ad angolo ottuso, la faccia poco sviluppata, i margini in-
terni delle orbite paralleli in corrispondenza al vertice e alla
fronte, molto divergenti nella
porzione facciale, le gene
solcate, coi solchi rettilinei
e disposti obliquamente nella
parte anteriore del capo e
non già sulle parti laterali ;
l’occipite incavato e separato
dal vertice mediante uno spi-
golo acuto. Le antenne s’in-
Fig. VII. 5 i
Aphelinus mytilaspidis. 1, antenna. 2, ala ante- Seriscono molto in basso e
riore. 3, ala posteriore. 4, endofragma. (Figure in- poco distanti Vuna dall’altra ;
grandite). Rn
hanno lo scapo assottigliato,
il pedicello conico, quasi una volta e mezza più lungo che largo
all'estremità, seguito da due articoli poco sviluppati, i quali
presentano il margine distale disposto obliquamente : il primo di
questi articoli è lungo circa la metà del pedicello e poco più
dell’articolo successivo. Il quinto articolo dell'antenna è relativa-
mente molto sviluppato , lungo quanto il pedicello e poco più
largo. La clava non ha distinzione di articoli, è larga come il
quinto e pochissimo ristretta alla base, poco ristretta verso l’estre-
mità, dove si presenta troncata obliquamente. Le mandibole sono
fornite di tre piccoli denti. I palpi mascellari sono biarticolati, i
labiali uniarticolati.
Lo scudo è due volte più largo che lungo, lo scutello di lun-
ghezza uguale a */, di quella dello scudo, alla base poco più di
due volte più lungo che largo, col margine della parte posteriore
e delle parti laterali formato da una curva continua. Il metato-
race, lungo quanto lo scutello, non è inclinato rispetto al piano
di questo e dello scudo, ed ha la superficie quasi omogenea. Lo
— 157 —
scudo e lo scutello presentano un leggero solco longitudinale me-
diano; sullo scudo vi sono alcune setole sparse, sullo scutello
quattro setole. Il metatorace ha gli spiracoli molto grandi.
Le ali anteriori hanno la stessa lunghezza del corpo, misu-
rata dall’ocello anteriore all’apice della terebra; la loro nerva-
tura omerale è assottigliata e la cellula costale è lunga */, del
nervo marginale. La nervatura postmarginale non è visibile, quella
stigmatica è assai ridotta, onde la clava rimane quasi sessile.
Sulla superficie dell’ala vi sono alcuni peli sparsi al disotto della
nervatura omerale, uno spazio triangolare senza peli al disotto
del prestigma, poi delle serie di peli disposte obliquamente dal-
l’innanzi all'indietro e dall'esterno all’interno, e per lo più in nu-
mero di sei. Dopo l’ultima serie di questi peli sì trova una stri-
scia in cui essi mancano, e tale striscia, che rappresenta lo spe-
colo, ha principio dalla. nervatura stigmatica. Il rimanente della
| superficie dell’ala è rivestito di peli lunghi circa */, di quelli delle
sei serie anzidette. I peli del margine sono mediocremente svi-
luppati, e in corrispondenza al bordo esterno aumentano di lun-
ghezza andando dalla parte anteriore verso la posteriore. Nel
secondo paio di ali la maggiore ampiezza si trova poco prima
dei */. della lunghezza ed è uguale ad '/, di questa: l’estremità
è acuta, i peli del margine posteriore son molto lunghi.
Lo sperone tibiale del secondo paio di zampe uguaglia quasi
la lunghezza del primo articolo del tarso ed è abbastanza robu-
sto, non tuttavia come negli Encirtidi; si assottiglia gradatamente
verso l’apice ed è fornito sul lato interno di peli sottilissimi. Quello
dell’ultimo paio misura la metà del primo articolo.
L’addome é di forma ovata, depresso, con l’ultimo segmento
assai più ristretto del penultimo e di forma conica. La sua lar-
ghezza massima è uguale a quella del torace, la lunghezza quasi
uguale a quella della testa e del torace presi insieme. I segmenti
sono tutti a un dipresso della medesima lunghezza. La terebra
è appena sporgente. |
La superficie superiore del torace si presenta minutamente
alveolata, con alveoli contigui l’uno all’altro, più sviluppati in
senso longitudinale che in senso trasversale.
Negli esemplari non essiccati il colorito generale è un bel
giallo croma, più intenso nel lato superiore del corpo che nell’in-
feriore. Le antenne, le zampe e la nervatura delle ali appariscono
di un giallo meno vivo. Gli occhi sono verdognoli, ma sotto la
— 158 —
cornea trasparente apparisce la retina come una macchia nera-
stra che cambia posizione secondo come si osserva l’animale; gli
ocelli sono di un rosso carminio, e presentano anch’essi una mac-
chia scura visibile per trasparenza; le mandibole son di colore
bruno corno. La superficie delle ali è perfettamente limpida. Ne
gli esemplari essiccati il colorito è più scuro e volge un poco al
giallo testaceo, mentre sul dorso e talora anche sul vertice divie-
ne giallo rossastro. I peli delle antenne e del torace sono neri
Lunghezza, mm. 0,57-0,85.
Osservazioni. — Questa specie di Aphelinus è stata ottenuta
dall’Aspidiotus belulae (Catanzaro) e dall’ A. hkederae di varie lo-
calità.
2. Aphelinus maculicornis sp. n.
Femmina. — In questo Afelino l’antenna è conformata come
nella specie precedente. L’ala anteriore e la posteriore si pre-
sentano però meno larghe e l’addome è alquanto più lungo. L’en-
dofragma che si
estende nell’ad-
dome occupan-
done una gran
parte del lato
ventrale, diffe -
risce pure per
essere un po’ me-
avidi ne Mi no sviluppato in
Aphelinus maculicornis. 1, ala anteriore. 2, endofragma.
(Figure ingrandite) larghezza, come
si può riconosce-
re confrontando la figura qui annessa con la figura VII della de-
scrizione precedente. Ma le differenze più rilevanti fra le due specie
per riguardo alla forma, consistono nello sviluppo maggiore dei
peli del bordo esterno dell’ala anteriore, e di quelli del nervo
marginale; nella lunghezza dei peli più grandi dell’ala posteriore,
i quali uguagliano la larghezza massima dell’ala stessa. La cellula
costale si estende per */. della lunghezza del nervo marginale.
Nei preparati, in cui talora scomparisce la colorazione nera
di alcune parti delle antenne e del corpo, sarebbe difficile di-
stinguere questa specie dall’ Aphelinus mytilaspidis non tenendo
conto dei caratteri particolari di conformazione. Gli esemplari
— 159 —
dell’ A. maculicornis non alterati, sono di un color giallo smor-
to, con gli occhi grigi, gli ocelli rossi, il peristomio marginato
di nero; e di questo stesso colore sono i due anelli dell’ an-
tenna e il primo articolo della clava, la metà apicale del secondo
articolo di questa, mentre l’altra metà è bianca, e i due colori
sfumano l’uno nell’altro; inoltre son pure di color nero il limite
dell’occipite, il margine masticatorio delle mandibole, due punti
alla base della terebra, alcune piccole macchie sfumate lungo i
lati dell'addome, e le setole del dorso. Le ali anteriori presentano
una macchia sfumata in corrispondenza al principio ed una al
termine del nervo marginale. L’estremità di questo è scolorita,
tanto che nei preparati non mi è stato possibile distinguere l’esten-
sione e la forma del pterostigma e del rudimento del nervo post-
marginale.
Dimensioni. Lunghezza, mm. 0,5. Apertura d’ali, mm 1,5.
Osservazioni. — Di questa specie ho avuto tre soli esemplari
femmina nella seconda metà di settembre da una cocciniglia, che
è frequente sulle foglie del Ligustrum vulgare dei giardini di
Roma.
XLIV.
Ageniaspis fuscicollis (Dalm.) Thoms.
Ageniaspis fuscicollis. Thomson, Hymen. Scandin. IV, P. 1, 1875, p. 182.
Id. Mayr, Verh. zool. bot. Ges. Wien XXV. 1875.
Femmina — La testa è appena più larga del torace, sub.
triangolare, negli esemplari essiccati fortemente incurvata e ri-
piegata, cosicchè quando è veduta di fronte apparisce più lunga
che larga e col vertice elevato e ad angolo ottuso. L’occipite è
incavato. Il vertice ha il margine acuto e presenta gli ocelli di
sposti a formare un triangolo rettangolo: quelli esterni sono di-
scosti dagli occhi per uno spazio uguale circa al proprio dia-
metro. Gli occhi sono pubescenti, le gene estese una volta e mezza
il diametro di essi, il peristomio angusto, col labro grande. Le
antenne s'inseriscono a metà dell’altezza fra la linea oculare e
il margine del clipeo e distano da questo poco meno della di-
stanza fra i loro punti di attacco. Le fosse antennali sono brevi,
gradatamente ristrette verso l’alto e convergenti verso la linea
mediana della faccia, dove però non s’ incontrano, rimanendo
— 160 —
separate da un rilievo mediano che si estende in basso fino
al labro e porta su ciascun lato quattro setole. Le altre se-
tole che ornano il capo sono più brevi, disposte quasi regolar-
mente a quinconce. Le antenne sono lunghe meno del doppio
della testa: hanno
lo scapo quasi line-
are, solo un poco
dilatato verso il
mezzo, fornito di
molti peli corti e
rigidi: la radicola
è lunga quasi la
metà dello scapo
ed uguale in lun-
ghezza al pedicello:
l'anello manca: i
primi due articoli
del funicolo misu.
Fig IX. rano in lunghezza
Ageniaspis fuscicollis. 1, testa veduta di fronte; 2, di profilo DR ar
3, mandibola. 4, antenna della femmina. 5, antenna del maschio. 5 larghezza rer
6, ala anteriore. 7, nervatura dell’ala anteriore. 8. ala posteriore. la metä delle di-
9. profilo del dorso; da destra verso sinistra: seudo, ascelle, seu- 2 . De
È > ; ! -Orrl-
tello (l'esemplare figura inclinato in basso e in avanti). 10, estre- DES a heer i
mità della tibia e primi due articoli tarsali del terzo paio di spondenti del pedi-
zampe. 11, estremità della tibia col tarso, del secondo paio di
zampe. (Figure ingrandite).
cello, mentre il ter-
zo è un poco più
grande, i tre successivi notevolmente più ingrossati e l’ultimo di essi
quasi due volte più lungo e più largo del primo articolo. La clava,
di forma ovale allungata e compressa, non segmentata, è lunga circa
come i due e '/, articoli che la precedono, più larga di essi verso
la metà. I peli che guarniscono Il funicolo sono lunghi quasi
quanto gli articoli rispettivi, quelli della clava un poco più corti
degli altri. Le mandibole sono piccole ed appaiono, quando si os-
serva il capo di fronte, come due uncinetti che si toccano e si
sovrappongono in parte con le loro punte ricurve. Il loro mar-
gine masticatorio è parallelo all’asse longitudinale del corpo e
fornito di tre piccoli denti, dei quali l’anteriore e il medio a punta
acuta, il terzo troncato e più grande dei precedenti.
Il torace presenta i caratteri comuni alla maggior parte degli
Encirtidi. Lo scudo e lo scutello sono guarniti di lunghe setole
quasi tutte regolarmente disposte secondo linee longitudinali, ma
— 161 —
più numerose sullo scutello, fuorchè all’ apice, cosicchè osser-
vando esso scutello di profilo, lo si vede fornito di una fitta e
lunga peluria.
Le ali anteriori, ripiegate sul dorso, oltrepassano notevolmente
l'addome, il quale supera di poco il loro nervo marginale. Esse
sono ampie, con la maggiore larghezza situata ai */, ed uguale
a ?/. della lunghezza, con l’estremità a curvatura ellittica e la
parte posteriore esterna tagliata obliquamente secondo una linea
poco convessa. La cellula costale è piuttosto ampia, fornita di
molti peli brevi; il nervo marginale breve, ma non già subqua-
drato, bensì due volte e mezza più lungo che largo; il nervo po-
stmarginale a limite indeterminato, ma tuttavia lungo poco più
del marginale; lo stigmatico uguale a */, del marginale, parallelo
al margine posteriore della cellula basale, non bene distinto nella
sua estremità dove è dilatato e termina troncato. Questa parte
terminale non costituisce una clava distinta e corrisponde alla
metà della lunghezza dell’ala. Il margine apicale e la metà ester-
na di quello posteriore sono forniti di peli molto corti ed assai
numerosi, Lo specolo è ristretto, incomincia in alto al disotto
del nervo marginale e dello stigmatico ed è imperfettamente de-
limitato verso la cellula basale dai pochi peli sparsi di cui que-
sta è rivestita, mentre verso la parte distale dell’ala è limitato
nettamente dal fitto rivestimento di peli corti della superficie
alare. Notevolmente più piccole delle ali anteriori sono quelle
del secondo paio, che misurano in lunghezza */, delle prime, in
larghezza un poco meno di ‘/, della propria lunghezza: esse hanno
il margine anteriore, dopo il termine della nervatura, notevol-
mente incurvato e la cellula costale molto ‘assottigliata: questa
si estende, mantenendo sempre la stessa larghezza, fino agli un-
cinetti.
Le zampe sono robuste e piuttosto lunghe. Il primo articolo
dei tarsi è poco più lungo del secondo. Lo sperone delle zampe
medie arriva alla metà del secondo articolo tarsale ed è rivestito
di peli brevi e rigidi: il lato inferiore degli articoli del tarso è
fornito di setole robuste e di spine notevolmente ingrossate: una
simile spina, però assai più corta, si trova nel margine distale
della tibia presso l’attacco dello sperone. Le zampe posteriori
hanno solo uno sperone molto debole, che si assottiglia gradata-
mente verso la punta e misura in lunghezza il doppio dei ba-
stoncelli chitinosi che rivestono l’estremità della tibia.
11
— 162 —
La lunghezza dell’addome, anche negli esemplari essiccati, è
inferiore a quella del torace: la forma è quella di un triangolo
isoscele: negli esemplari essiccati si forma una piega a carena
secondo la linea mediana dorsale.
Il vertice e la fronte sono fortemente zigrinati, privi di lu-
centezza, il resto della faccia è minutamente reticolato squamoso.
Lo scutello e la parte dorsale del torace al dinanzi di esso sono
zigrinati. L’addome è reticolato-squamoso. La fronte non presenta
delle fossette puntiformi disposte in serie.
Il vertice del capo, la parte del torace dinanzi allo scutello,
questo stesso e l'addome sono bruno-neri, con leggero riflesso me-
tallico, il quale manca però sul vertice e sullo scutello. L’addome
tende leggermente al rosso. La faccia è bruno-verdastra, anche
sui lati, e con leggera lucentezza metallica. Gli occhi e gli ocelli
sono grigio-nerastri, le mandibole giallo-brune, le antenne giallo-
grigiastre. I lati del torace, tutto il metatorace e la striscia chi-
tinosa fra lo scudo e lo scutello sono pure giallo-bruni. Il colore
delle zampe è bianco giallognolo: però nelle tibie medie vi è un
anello bruno chiaro nella seconda metà, e nelle zampe posteriori
sono di questo colore il femore e la prima metà della tibia: il
ginocchio tuttavia è del colore del rimanente. Le ali, incolore,
non sono perfettamente limpide: la loro nervatura è giallognola.
I peli sparsi sul corpo sono bianchi.
Lunghezza, mm. 0,8-1 ed anche più (quasi 2 mm. secondo
Thomson) se in una larva si sviluppano pochi esemplari.
Maschio. — Differisce per la forma delle antenne e per l’ad-
dome alquanto più breve: inoltre pel colorito della faccia che è
violetto intenso e splendente: la fronte e il vertice sono di un
verde scuro metallico. Le antenne hanno lo scapo dilatato verso
il mezzo ma non compresso, fornito di peli molto corti e rigidi;
la radicola lunga poco più di '/, dello scapo: il pedicello mi-
sura la metà dello scapo, è una volta e mezza più lungo che
largo all'estremità, quasi triangolare quando si osserva di profilo,
ma tuttavia col lato superiore convesso, conforme al tipo nor-
male dei Calcididi. I primi due articoli del funicolo sono appena
più grandi del pedicello, gli altri quattro poco più sviluppati, e
circa una volta e mezza più lunghi che larghi. L’istmo fra gli
articoli del funicolo e fra l’ultimo di questi e la clava & brevis-
simo, e, osservando l’antenna di profilo, si presenta spostato verso
il lato ventrale degli articoli. La clava presenta abbastanza ma-
— 163 —
nifesta la divisione in tre segmenti ed è lunga quanto i 2 '/, ar-
ticoli che la precedono, e di uguale grossezza. Tutto il flagello
è guarnlto di numerosi peli lunghi circa quanto i rispettivi ar-
ticoli.
Distribuzione. — Europa.
Osservazioni. — Per questa specie il Silvestri ha fatto una sot-
tospecie, A. fuscicollis subsp. praysincola, che si distingue solo
per caratteri biologici, mentre non differisce morfologicamente
dalla forma tipica. Per la presente descrizione ho avuto sott’oc-
chio l’una e l’altra forma. La subsp. praysincola è stata ottenuta
dal Prays oleellus e Prays citri di diverse località; la forma
tipica è stata ottenuta a Portici dalla Hyponomeuta malinellus.
XLV.
Genere Copidosoma Ratzebursg.
Questo genere comprende un certo numero di specie che sono
state riunite tanto dal Thomson come dal Mayr con quelle del
genere Litoimastix, e dal primo sono state descritte sotto il nome
generico di Litomastix, dal secondo sotto quello di Copidosoma.
Inoltre, coloro che hanno ammesso la distinzione dei due generi
fino a poco tempo fa, hanno posto nell’uno qualche specie che
dovrebbe riferirsi all’altro genere. Per non entrare in merito in
tali questioni, essendomi limitato finora a descrivere in questa
pubblicazione il Lifomastix truncatellus (1) e il Copidosoma Buys-
soni, adotterò provvisoriamente l’opinione espressa di recente da
Schmiedeknecht nel suo volume sui Calcididi, del « Genera Inse.
«torum ». Lo Schmiedeknecht osserva quanto segue, riguardo alla
distinzione dei due generi: « Nelle tavole dicotomiche, seguendo
l'esempio di Ashmead, ho mantenuto la distinzione di Copido-
soma e Litomastix. Come carattere distintivo dei due generi sono
stati considerati la diversa lunghezza del pedicello e la confor-
mazione della clava. Nel genere Litomastix il pedicello si pre-
senta non meno di tre volte più lungo che largo all’estremità, e
la clava è tagliata molto obliquamente; invece nel genere Co-
pidosoma il pedicello non raggiunge in lunghezza il triplo della
(1) V. queste « Contribuzioni », parte III, in questo « Bollettino », vol.
EH, p. 103:
— 164 —
sua larghezza massima e la clava, lunga, leggermente incurvata,
è anche poco acuta all’apice. Sulla forma della clava può essere
basata opportunamente una distinzione, anche se tale carattere
non abbia a riscontrarsi che nelle femmine soltanto. Ma per ri-
guardo a questo dubbio occorrebbero osservazioni esatte sulle sin-
gole specie. Mayr e Thomson fanno tutt’uno dei due generi. Per-
chè Thomson abbia proposto un nome nuovo, io non so compren-
derlo, giacchè egli colloca nel gruppo il Copidosoma boucheanum.
Thomson poi ha errato quando ha detto nella diagnosi a propo-
sito della clava del Litomastix: « Clava oblique acuminato-trun-
cata » e poi ha descritto una serie di specie nuove nelle quali
tale carattere non si riscontra; egli ha posto inoltre fra i Lito-
mastix il Copidosoma boucheanum, flagellare e filicorne, specie
che hanno la clava lunga, leggermente incurvata e solo un poco
acuta all'apice. Come si vede, il genere, inteso a questo modo,
comprenderebbe forme non omogenee, ed io mi credo autorizzato
a porre fra i Copidosoma tutte le specie con la clava lunga, poco
acuta all’apice, e fra i Litomastix quelle con la clava tagliata
molto obliquamente. Al genere Copidosoma apparterrebbero quindi
le specie boucheanuin, citripes, coleophorae, filicorne, flagellare,
geniculatum, hilare e terebrator; al genere Litomastix tutte
quelle comprese in esso dal Thomson, ad eccezione delle specie
boucheanus, filicornis e flagellar'is >.
Nella fig. 10° della 2.* parte di queste « Contribuzioni », la
quale rappresenta l’antenna del Lifomastix truncatellus, è se-
gnata la divisione in tre articoli della clava: tuttavia questa di-
visione è molto difficile a vedersi negli esemplari freschi od es-
siccati e in alcuni individui non riesce affatto visibile: non lo è
mai nei preparati. Sicchè si può dire che la clava del L. trunca-
tellus, e forse quella di tutti i Litomastix, sia unita, come quella
dei Copidosoma. Le figure qui annesse, tratte da preparati, ripro-
ducono la clava del Copidosoma buyssoni (del quale segue la de-
scrizione con la figura dell’antenna) e per confronto l’antenna del
Litomastix truncatellus.
Lo Schmiedeknecht non registra fra le specie di Copidosoma
il ©. Buyssoni descritto alcuni anni fa dal Mayr. Questa specie
è un vero Copidosoma nel senso voluto dallo Schmiedeknecht, ed
è, come nota il Mayr, molto affine al Copidosoma coleophorae da
lui stesso descritto.
— 165 —
Copidosoma Buyssoni Mayr
Copidosomu buyssoni Mayr, Verhdlg, k. k. zool.-bot. Gesellsch., Wien
1902, p. 290.
Femmina. — La testa è grande, larga quanto il torace; ve-
duta di fronte, negli esemplari essiccati, nei quali presenta ap-
pena alterata la sua forma, tanto larga che lunga, col vertice no-
tevolmente
Am =e 3 a
ey peristomio
Ze largo poco più
dii, della
fronte, le ge-
ne uniforme-
mente e leg-
germente in-
curvate, lun-
Ssheil @IT«a
quanto il dia-
metro mag-
giore degli oc-
chi. Questi
Fig. X. non Sono spor-
Copidosoma buyssonì. N.° 6 si riferisce al Litomastix truncatellus. 1, testa genti 6) pre-
di fronte. 2, la stessa dal di sopra. 3, mandibola. 4, antenna della fem-
mina. 5, antenna del maschio. 6, sperone e primo arto tarsale del 2° paio sentano sulla
di zampe. 7, clava della femmina. 8, estremità della nervatura dell’ala, 9, superficie al-
estremità della tibia con lo sperone e col primo articolo del tarso, del se- È È x
condo paio di zampe. 10, lestesse parti, del tezo paio. (Figure ingrandite). cuni piccolis-
simi peli spar-
si. Gli ocelli formano un triangolo rettangolo, e quelli esterni
distano dagli occhi per °/, della distanza che intercede fra l’uno
e l’altro: tuttavia, osservando il capo dal disopra, a causa della
convessità del vertice, gli ocelli laterali sembrano molto vicini
agli occhi. Nella metà inferiore della faccia, in corrispondenza
alla linea mediana, vi è un rilievo che per la sua forma corri-
sponde alla metà di un cilindro-cono, ed è separato dalle parti
adiacenti, nella sua metà superiore, da un avvallamento: mentre
alla metà inferiore di esso, in ciascun lato; corrispondono le aree
d’inserzione delle antenne, molto grandi, piriformi, e contornate
— 166 —
da un cercine. Le antenne si inseriscono molto in basso: hanno
lo scapo piuttosto lungo, il pedicello di lunghezza uguale al dop-
pio, o poco più, della sua larghezza all’estremità; il funicolo piut-
tosto assottigliato, con articoli crescenti di poco in grossezza pro -
cedendo verso la clava, uniti da istmi che stanno a livello del
loro lato inferiore; il primo di tali articoli lungo la metà del pe-
dicello e manifestamente più lungo che largo; i successivi un poco
più sviluppati in lunghezza. La clava è cilindroide, leggermente
incurvata in modo che di profilo presenta il lato superiore al-
quanto convesso e l’inferiore concavo: termina arrotondata alle
due estremità e misura una lunghezza quadrupla della grossezza:
la sua lunghezza uguaglia quella dei quattro articoli e mezzo che
la precedono, e la sua grossezza supera quella dell’ultimo articolo
del funicolo. Essa presenta inoltre delle sporgenze in forma di
bastoncelli troncati e disposti perpendicolarmente alla parete chi-
tinosa cui si attaccano. Le mandibole sono larghe alla base e ri-
strette verso il margine masticatorio, dove presentano tre denti
acuti.
La larghezza massima del torace, misurata fra i punti più
sporgenti delle tegole, uguaglia */, della lunghezza. La parte del
mesonoto al dinanzi delle ascelle è per !/, più larga che lunga,
convessa. Lo scutello è lungo quanto la parte precedente del me-
sonoto, e appena più esteso in lunghezza che in larghezza.
Nelle ali anteriori il lato posteriore esterno è leggermente
convesso e diretto molto obliquamente: l’estremità è bene arro-
tondata. La nervatura termina alla metà della lunghezza dell’ala
e presenta un tratto marginale quasi puntiforme, il quale è di-
stinto dall’omerale per un breve spazio quasi scolorito, e si con-
tinua poi in un nervo postmarginale brevissimo, senza limite
determinato, mentre verso l’interno dà origine ad un nervo stig-
matico piuttosto lungo. Questo forma col margine anteriore della
ala un angolo di 45°, e termina senza clava nè dente, ma
quasi troncato; è un poco più ristretto presso la sua origine, ha
i due lati con un ispessimento della chitina piuttosto notevole,
ed all’estremità presenta le quattro areole chiare disposte in qua-
drato. Le setole vicine alla nervatura e quelle che s’ inseriscono
su di essa sono molto forti e circonvallate al loro punto di origine.
Le più grandi fra queste setole son quelle che formano la metà
anteriore del limite prossimale dello specolo. Questo presenta la
stessa forma che negli Encyrtus, Litomastix, Ageniaspis, ecc.,
— 1607 —
vale a dire quella di una striscia glabra obliqua dall’innanzi allo
indietro e dal di fuori all’indentro: è un poco più largo verso la
parte posteriore, ma vicino al margine posteriore dell’ala manca
perchè le setole si estendono senza interruzione sulla superficie
dell’ala. La cellula basale è fornita di setole nella parte distale
e nella metà anteriore. Nel margine dell’ala le setole sono me-
diocremente sviluppate. Le ali posteriori sono simili a quelle
dell’ Ageniaspis fuscicollis descritto precedentemente.
Nel secondo paio di zampe lo sperone, lungo quanto il lato
esterno del primo articolo del tarso, è foggiato a cono nella se-
conda metà e termina con un forte dente chitinoso conico, smus-
sato all’apice: dei denti simili a questo, per lo più in numero di
sette, si trovano sul margine interno del primo articolo tarsale,
dove son disposti a distanza uguale l’uno dall’altro. Alla parte
interna dell’estremità della tibia s'impiantano due altri denti, dei
«quali il più interno è il più lungo e il più grosso rispetto anche
a quelli del tarso. La tibia dell’ultimo paio di zampe presenta
l'estremità munita di brevi aculei e di un solo sperone, acuminato,
lungo la metà del primo articoio del tarso o poco più.
L’addome è esteso in lunghezza quanto il torace e di larghezza
pure uguale, di forma ovata allungata. La terebra è poco
sporgente.
Il vertice presenta la scultura caratteristica punteggiata-alveo-
lata, ovvero a ditale (schuppig) come la chiamò Ratzeburg: tuttavia
essa non è molto marcata. Mancano fossette circolari fra gl’incavi
di tutta la superficie superiore del capo. La faccia è reticolata,
e tale scultura è più evidente sulla carena che separa le fosse
antennali. Il collo e il pronoto presenteno una scultura squamosa.
La parte dorsale del protorace corrispondente allo scudo e alle
scapole (detta « mesonoto » da alcuni autori) ha una scultura a
reticolo molto marcata con maglie minute e quasi rettangolari.
Dietro questa parte del dorso e dinanzi alle ascelle vi è una fascia
levigata; le ascelle sono punteggiate; lo scutello presenta delle
maglie quasi lineari, brevi. La scultura reticolata dall’addome è
poco evidente. La pleure sono assai minutamente reticolate, con
le maglie quasi rettangolari.
La faccia è di color verde bronzo, con forti riflessi dorati o
porporini; il vertice rosso rame. Gli ocelli hanno questo stesso
colore e perciò si distinguono difficilmente con un leggero ingran-
dimento, Gli occhi son bruno-neri. Il colorito dello scapo e della
— 168 —
seconda metà del pedicello è giallo pallido, la radicola dell’an-
tenna, la prima metà del pedicello e la clava sono brune, questa
però ha l’apice scolorito. Nel funicolo i primi due articoli sono
bruno chiari, gli altri presentano questo colore alla base, nel resto
sono di un giallo scuro grigiastro. Il collo e il pronoto sono ne-
rastri, la parte corrispondente allo scudo e alle scapole presenta
un bel verde dorato: tuttavia innanzi alle ascelle si osserva una
striscia, formata dalla membrana articolare dell’esoscheletro, la
quale è bruno-scura ed ha superficie levigata. Le ascelle e lo
scutello presentano un color bronzo assai scuro. Le pleure hanno
un colorito verde dorato nella parte anteriore, e nel resto sono
di un bel violetto intenso, splendente, che solo verso il verde della
parte anteriore sfuma in una tinta azzurra. Il colore delle tegole
è bianco grigiastro; la nervatura delle ali è bruna alla base, nel
rimanente giallo-bruna. Mentre le anche medie e posteriori sono
color bronzo, le anteriori si presentano scure solo alla base, nel
resto hanno lo stesso colore giallo chiaro che presentano i femori
e le tibie in tutte le zampe. I tarsi anteriori son giallo-bruni, gli
altri bianchi giallognoli, molto più chiari delle tibie e dei femori,
eccettuato il pretarso che è grigio scuro, e l’ultimo articolo tarsale
del terzo paio che è giallo-bruno. L’addome si presenta quasi
interamente di un nero verdastro, con deboli riflessi: alla base,
nella parte superiore, è di un verde azzurrognolo. Sulla parte
anteriore del mesonoto vi sono alcuni peli biancastri molto lunghi
ed assai sottili.
Lunghezza: mm. 1 — 1,15.
Maschio. — La lunghezza del flagello è poco inferiore a
quella complessiva del capo e del torace. Il pedicello è appena
più lungo che largo all’estremità Le antenne, vedute di profilo
presentano il funicolo seghettato. Questo aspetto è dovuto non
tanto alla posizione dell’istmo fra gli articoli, il quale è situato
come nella femmina allo stesso livello del lato inferiore di essi
articoli, quanto alla forma che presentano questi, essendo tron-
cati all’ estremità e ristretti verso la base. Gli articoli mediani
sono circa una volta e mezza più lunghi che larghi all’estremità.
La clava è appena più lunga dei due articoli che la precedono,
e larga verso il mezzo la metà della propria lunghezza. La sua
forma è un ovale molto allungato. La scultura è simile a quella
della femmina: tuttavia sul vertice e sulla fronte è più minuta,
sullo scutello le maglie sono meno ristrette; le ascelle presentano
= 469 —
una punteggiatura assai fitta. Il colorito generale è verde scuro
con riflessi violacei e dorati. Gli occhi e gli occelli son bruno-neri.
Le antenne giallo-brune, con la radicola e quasi tutto il pedicello
bruni scuri. Le zampe sono giallo chiare: però le anche anteriori
quasi fino al loro apice, le medie e posteriori interamente, sono
dello stesso colore del corpo, come pure i trocanteri medi e po-
steriori, una macchia oblunga sfumata nella parte inferiore della
prima metà del femore anteriore, ed i primi due terzi del femore
posteriore. Un anello bruno senza limiti netti circonda la tibia
posteriere cominciando presso la base ed estendendosi fino alla
metà. I tarsi si presentano, nei primi tre o quattro articoli, più
chiari delle tibie nel secondo e nel terzo paio di zampe; nei pri-
mi e negli ultimi i due articoli terminali e il pretarso sono di
color bruno scuro, nei secondi l’ultimo articolo e il pretarso son
di questo colore. Le tegole sono bianco-giallognole; la nervatura
delle ali bruniccia, più scura nelle parti distali.
Lunghezza: mm. 0,8 - - 1,1.
Osservazioni. — Di questa specie si sono ottenuti numerosi
esemplari, d’ambo i sessi, da Coleophora Stefanii Joannis pro-
veniente da Trapani.
XLVI.
Encyrtus euphyllurae Silv. in litt.
Femmina — La testa è tanto larga che lunga ; osservata dal
disopra, presenta il vertice nel punto di minore ampiezza un poco
più largo dello spazio occupato
dall’occhio ; gli ocelli son dispo-
sti in un angolo poco ottuso. Il
vertice si unisce alla fronte for-
mando una curva regolare. Il
pedicello è circa due volte più
lungo che largo all’ estremità,
lungo una volta e mezza il pri.
vp. Fig. XI. __ mo articolo del funicolo. In que-
ca a intenta 3 estenità sto tutti gli articoli sono alquanto
dell. tibia e primo articolo tarsale. (Ingran - più lunghi che larghi ed au-
yeh mentano sensibilmente di gran-
dezza dal primo all’ultimo. La clava non raggiunge la lunghezza
degli ultimi tre articoli del funicolo.
— 170 —
Le ali anteriori hanno la nervatura marginale brevissima, la
stigmatica piuttosto allungata, la postmarginale estesa per circa °/,
della stigmatica.
Lo sperone delle zampe medie è lungo la metà del primo ar-
ticolo tarsale. Anche quello del terzo paio di zampe, che è unico
all’estremità della tibia, misura tale lunghezza.
L’addome è grande, cuoriforme allungato, più largo del torace
verso il mezzo, ma ugualmente estesa in lunghezza. La terebra
è poco sporgente
Il vertice e la fronte presentano una fitta punteggiatura, con
qnalche incavo un poco più grande degli altri; la faccia è reti-
colata; la porzione anteriore del mesonoto è minutamente squa-
mosa ; lo scutello punteggiato in modo simile al vertice.
La testa presenta un colore violaceo cupo, lo scapo e il pe-
dicello sono nero-violacei o bruno-violacei ; il resto dell'antenna
grigio-bruno ; la porzione anteriore del mesonoto di un bel verde,
in qualche punto tende al verde bronzo o al rosso rame; anche
le ascelle e lo scutello, che sono di un verde meno vivo, tendono
al colore bronzo o al rossiccio; le tegole sono scure; il callo
azzurrognolo ; le pleure hanno un riflesso porporino. L’addome si
presenta verde scuro alla base, nel resto di color bronzo. Le
zampe sono in parte brune o bruno-violacee, e in parte giallo-
scure, senza limiti netti fra le parti diversamente colorate. I gi-
nocchi, la seconda metà delle tibie anteriori, gli ultimi */, di
quelle medie e |’ ultimo terzo delle posteriori son gialli scuri:
questo colore presentano pure i tarsi, tuorchè al loro apice, il
quale è bruno. Le ali sono incolore, con la nervatura bruna.
Lunghezza mm. 1 — 1,2.
Osservazioni — Questa specie fu riconosciuta e indicata come
nuova dal Silvestri, il quale non ne diede perö la descrizione.
Essa & stata ottenuta da Kuphyllura oleae. Costa nell’Italia cen-
trale (Bevagna) e anche in Sicilia (Catania).
Insieme con gli esemplari di femmina descritti, si sono avuti
dei maschi di Encyrtus i quali devono riferirsi ad altra specie,
nonostante la mancanza di altra forma di maschi di Encyrlus fra
i parassiti ottenuti dall’Ewphyllura, e la mancanza di altra forma
di femmine dello stesso genere. Gli Encyrtus maschi somigliano
a quelli dell’Encyrtus silvius e differiscono dalle femmine descritte
in parecchi caratteri. In essi si trovano due speroni all’estremità
della tibia del terzo paio di zampe. Inoltre la nervatura margi-
Si —
nale è notevolmente più larga che lunga; sul vertice e sulla
fronte si osservano molte fossette puntiformi. La calorazione dif-
ferisce principalmente per essere le antenne e le zampe di un
giallo intenso.
La femmina dell’ Encyrtus euphyllurae somiglia per certi
caratteri a quella dell’ Encyrtus meges e per altri all’ E. clavel-
latus.
F. SILVESTRI
ea
Contributo alla conoscenza dei Mirmecofili
x
del Messico.
Cercando specialmente Miriapodi e Tisanuri nella escursione
che feci nel Messico dal 5 al 17 dell’ ottobre del 1908 raccolsi
anche alcune specie di formiche (1) e con queste i mirmecofili,
che sono oggetto di questa nota. Essi comprendono dieci specie
riconosciute tutte, meno una (Grassiella praestans Silv.), come
nuove per la scienza, due appartenenti a nuovi generi (Myrmo-
myia, Myrmecodesmus), e una ad un nuovo sottogenere (Laelaps
subgen. Apolaelaps).
Alla descrizione delle specie del Messico ho aggiunto, dopo
l’Apocellus myrmecobius, quella di un’altra specie di Apocellus,
che raccolsi nel 1900 nel Brasile (Cuyabà).
DIE TER,
Fam. Phoridae.
Chonocephalus mexicanus sp. n.
Q Castanea capite pedibusque rufo-umbrinis, oculis nigris.
Caput pronum (Fig. II, 1) parum, ad oculos, latius quam lon-
gius, antice rotundatum utrimque pone antennarum basim usque
ad oculos depressum, superficie setis brevibus sat raris, subtilibus
instructum, nec non seta sat longa et sat robusta ad depressionis
(1) Oltre le specie di formiche ricordate dal Prof. W. M. Wheeler nella
sua nota « Ants collected by Prof. F. Silvestri in Mexico » pubblicata in
questo stesso periodico Vol IV, pp. 228-238, raccolsi anche le seguenti: 2ra-
chymyrmex Heeri Forel subsp. obscurior Forel (Cordoba), Pheidole crassicornis
Em. (Jalapa), Cyphomyrmex rimosus Spin. subsp. minutus Mayr (S. Fran-
cisco presso vera Cruz).
— 173 —
lateralis marginem internum et ad oculorum marginis antici li-
bellam sita auctum et setis tribus sat longis et sat robustis mar-
Fig. 1.
Animal pronum.
ginalibus externis ante oculos. Oculi parvi,
corneis c. 23 instructi. Antennae (Fig. II, 3)
quam caput circa duplo longiores, arti-
culo sexto plumoso. Palpus (Fig. II, 3-4)
uniarticulatus, */,; longior quam latior,
quam proboscis parum brevior, setis non-
nullis sat longis instructus est. Proboscis
longa et lata, c. '/, longior quam latior.
Thorax. Mesonotum (Fig. I) quam caput
paullulum minus latum, multo latius quam
longius, margine antico et postico aliquan-
tum sinuatis, superficie setis brevibus, sub-
tilibus sat raris instructa.
Pedes longi setis ut fig. II, 6-9 demonstrant instructi, praetarso
unguibus duobus sat longis, attenuatis, arcuatis, acutis instructo.
Abdomen
circa duplo lon-
gius quam la-
tius, tergitis
1-6 bene chiti-
neis, setis bre-
vibus, subtili-
bus sat raris
instructis, ter-
gito sexto po-
stice rotundato
et setis quatuor
sat longis etiam
aucto. Sternita
1-5 membra-
nacea, antica
subnuda, posti-
ca setis non-
nullis breviori-
bus; sternitum
Fig. II.
4-3. Caput pronum, supinum, lateraliter inspectum ; 4. palpus;
5. proboseis supra inspecta; 6-8. pes primi, secundi et tertii paris;
9. pedis tertii paris tibiae apex, tarsus et praetarsus.
6" sat chitineum setis quatuor posticis sat longis et setis non-
nullis brevibus auctum. Segmentum ultimum quam praecedentia
multo minus, tubiforme, setis brevissimis sat robustis instructum.
— 174 —
Appendices terminales (Fig. I) brevissimae, tuberculiformes, setis
4-5 instructae.
Long. corp. mm. 0,92, lat. abdominis 0,42, long. antenna-
rum 0,40, pedum paris tertii 0,90.
Habitat. Exempla duo in nidis formicae Brachymyrmex
Heeri Forel, subsp. obscuri0r Forel ad Cordoba legi.
Observatio. Species haec a Chonocephalus dorsalis Wand.
setarum majorum frontalium numero minore (una tantum!) di-
stinctissima est; a Chonocephalus Kiboshaénsis Brues characte-
ribus setarum etiam distincta.
Puliciphora incerta sp. n.
© Badio-castanea oculis nigris, ventre, abdominis parte po-
stica pedibusque rufo-umbrinis.
Caput (Fig. III, 1-2) subaeque longum atque latum, fronte
media pone antennarum radices convexiuscula, clypeo rotundato,
superficie setis brevibus parum raris et macrochaetis 2 + 2 an-
Fig. III.
1. Caput pronum ; 2. caput lateraliter inspectum; 3-5. pes primi, secundi et tertii
paris; 6. abdominis tergiti secundi dermatos particula; 7. abdominis tergiti sexti
dermatos particula; 8. animal pronum.
ticis, 2 +2 sublateralibus, 2 + 2 posticis et setis longis 4 margi-
nalibus ante oculos instructum. Ocelli bene evoluti. Oculi sat
magni, corneis c. 40 instructi. Antennae (Fig. III, 2 et 8) quam
eis)
corporis longitudo fere */; breviores, articulo tertio globoso parum
latiore quam longiore, cetero forma generi consueta. Proboscis
extroflexa, longa, quam caput totum (a clypei margine antico ad
occipitem mensum) fere dimidio brevior, c. '/, longior quam latior.
Palpus (Fig. III, 1-2) longus, uniarticulatus, interne parum con
cavus, setis longis 5 et setis nonnullis brevibus, praeter setas bre-
vissimas, instructus est.
Thorax. Mesonotum capitis latitudinem subaequans magis
quam */; latius quam longius, superficie setis brevibus sat raris
et macrochaetis 3 +3 posticis et macrochaeta altera praestigma-
tica instructum, macrochaetis submedianis posticis quam ceterae
minoribus. 3
Pedes spinis et setis cfr. fig. III, 5-5.
Abdomen subovale, segmentis postice a septimo valde an-
gustatis, tergito primo brevissimo, secundo quam tertius longiore,
tertio quam quartus parum longiore, quarto quam quintus aliquan-
tum longiore; tergitis 1-3 bene chitineis, tergito 4° fere toto bene
chitineo angulis posticis rotundatis, tergito 5° spatio majore bene
chitineo, cetero membranaceo ut segmenta sequentia.
Tergita 1-5 parte bene chitinea (Fig. III, 6) transversaliter,
subtilissime reticulata et per reticulum setis brevissimis sub-
tilioribus sat densis instructa nec non setis brevibus parum raris,
parte membranacea (Fig. III, 7) setis minimis, robustis vel aci-
culis minimis densis et setis brevibus sat raris, singulis super
parvam aream castaneam sistentibus aucta. Segmenta postica a
septimo setis vix conspicuis vestita et setis nonnullis brevibus
instructa. Cerci elongati c. */, longiores quam latiores, seta longa
apicali et setis nonnullis sat brevibus instructi.
Long. corp. mm. 1,45; lat. abdominis 0,50; long. antenna-
rum 0,52, pedum paris tertii 1,5.
Habitat. Exemplum descriptum sub saxo prope formicas So-
lenopsis geminata F. (non inter formicas, ergo incertum est an
species myrmecophila sit vel non!) ad Jalapa legi.
Gen. Myrmomyia nov.
© Corpus (Fig. IV) Puliciphorae simile.
Caput (Fig. V, 1-3) aliquantum latius quam longius antice
‘fronte convexiuscula, superficie setis brevibus sat raris et ma-
crochaetis 2 + 2 anticis, 3 +3 ad oculorum marginem inter-
— 176 —
num, 1+ 1 posticis inter et parum pone ocellos laterales, nec non
parum longe ab ocello antico utrimque seta sat longa instructa,
margine laterali externo ante oculos macrochaetis duabus. Oculi
magni, convexi, corneis fere 100 compositi et setis inter corneas
instructi. Ocelli adsunt, tres. Antennae
(Fig. V, 1 et 3) forma familiae consueta.
Palpus (Fig. V, 3-4) sat longo uniar-
ticulatus, basi anulata, apice praesertim
macrochaetis instructo.
Proboscis (Fig. V, 5) sat longa,
c. !/, longior quam latior, haud pro-
minens est, sed omnino interna.
Thorax quam caput parum angu-
stius. Mesonotum macrochaetis 4 +4 4
instructum. Alae et halteres nulla.
Pedes longi, tibiis secundi et tertii
paris (Fig. V, 8) spina apicali longa
Fig. IV. armatis, tarsi tertii paris articulo primo
Waimalprohund interne seriebus transverse obliquiis
setarum instructo, praetarso unguibus
duobus sat longis attenuatis, arcuatis, acutis et appendicibus dua-
bus ramosis composito.
Abdomen segmentis decim (primo excepto cum secundo coalito)
manifestis compositum, subovale, parte postica a segmento septimo
multo angustata, tergito 2’ (primo manifesto) quam cetero segmento
parum magis chitineo, tergito 3° spatio quam idem secundi minori
et tergito 4° spatio quam idem tertii minore et tergiti 5° tantum
glandulae operculo quam segmentorum pars cetera parum magis
chitiniis et setis minimis diversis instructis. Segmenti 5' glandula
dorsualis parva est. Sterna membranacea. Cerci longiusculi, setosi.
Observatio. Genus hoc ad genus Puliciphora Dahl proximum,
sed proboscide interna, haud prominente praesertim distinguendum
est, nec non etiam charactere tergitorum dorsalium, quae minus
chitinea sunt.
Myrmomyia brachymyrmecis sp. n.
© Caput et thorax castaneo-nigra, oculis nigris, abdomine
pedibusque rufo-umbrinis.
Antennae (Fig. V, 1 et 3) quam dimidium corpus breviores,
articulo tertio globoso subaeque longo atque lato, articulis 4-5
— 111 —
subaequalibus, brevissime setosis, articulo sexto quarta parte basali
quam ceterum parum crassiore, perbreviter setosa, cetero tenui
breviter plumoso. Palpus (Fig. V, 3-4) parum magis quam !/,
longior quam latior, setis minimis vestito et setis nonnullis bre-
vibus nec non ma-
crochaetis in fig.
V, 3 delineatis in-
structus est.
Thorax. Me-
sonotum quam ca-
put parum angu-
stius animalculo
prono fere ?/; lon-
gius quam latius,
arcuatum antice
parum sinuatum,
superficie setis
brevibus parum
raris et macro-
chaetis dictis sat
longis, robustis
auctum.
Pedes setis et
spinis ut fig. V,
1-3. Caput pronum, supinum, lateraliter inspectum ; 4. palpus; 5. 6 8 demonstrant.
proboscis; 6. pes paris primi; 7. pes paris secundi; 8. pedis paris
tertii tibiae apex, tarsus et praetarsus; 9. abdominis tergiti seeundi Abdomen.
dermatos particula; 10. abdominis tergiti quinti dermatos particula; Tergitum secun-
11. abdominis tergiti quarti margo postica et tergiti quinti pars R
antica; 12. corporis pars postica. dum ( == primum
manifestum) setis
brevissimis vestitum et setis brevibus parum raris instructum; ter-
gitum tertium parte magis chitinea parum extensa transverse ovali,
parte membranacea huius tergiti, praecedentis et eorumdem seg-
mentorum lateribus et primi nec non segmenta 5-6 (Fig. V, 9) setis
brevissimis parum crassis, parum robustioribus quam setae brevis-
simae (Fig. V, 10) partis magis chitineae, et setis brevibus sat raris
instructa. Glandula dorsualis segmenti 5! (Fig. V. 11) fere */; latior
quam longior. Segmenta 7-9 quam cetera multo angustiora setis mi-
nimis vel aciculis minimis vestita et setis nonnullis brevibus sub-
posticis aucta. Segmentum decimum brevius, setis nonnullis bre-
vibus instructum. Cerci ovales elongati c. */; longiores quam la-
Fig. V.
12
— 178 —
tiores, seta apicali longa et setis nonnullis sat longis instructi.
Long. corp. mm. 1,15, lat. abdomen. 0,45; long. antenna-
rum 0,44, pedum paris tertii 1,20.
Habitat. Exempla 3 in nidis Brachymyrmex Heeri Forel,
subsp. obscurior Forel ad Cordoba legi.
Questa specie si deve considerare come un mirmecofilo euxeno
che riceve o toglie il nutrimento alle formiche raccogliendolo
nella apertura boccale, dalla quale non fuoriesce la proboscide, a
differenza di quanto si osserva negli altri generi qui ricordati.
La proboscide resta del tutto nascosta nella cavità boccale.
Degno di nota è il fatto che colla stessa specie di formica, e
aggiungo sotto la stessa pietra, vivevano due specie di Phoridae,
cioè la Myrmomyia e il Conocephalus mexicanus.
COLEOPTERA.
Fam. Staphylinidae.
Apocellus myrmecobius sp. n.
© Corpus sat robustum, depressum, abdomine lato, politum,
setis minimis dorsalibus sat numerosis instructum, fulvo-badium.
Caput (Fig. VI, 1-2) quam prothorax latius, parum depressum,
marginibus pone oculos gradatim parum convergentibus et bene
arcuatis, collo dimidiam majorem latitudinem capitis subaequante,
superficie laterali supera ante oculos longitudinaliter elevata et
super antennarum radices rotundatim producta, parum pone libel-
lam oculorum marginis postici foveis duabus submedianis latiu-
sculis, circularibus profundis impressum. Oculi sat parvi, paullum
prominentes brevissime setulosi. Antennae (Fig. VI, 3) quam caput
et prothorax simul sumpta parum longiores, robustae, ab articulo
quinto apicem versus gradatim aliquantum latiores, articulis 2-3
quam ceteri tenuioribus, articulo tertio quam secundus parum
longiore, articulo decimo vix longiore quam latiore, articulo ultimo
quam penultimus parum magis quam ‘/, longiore. Labrum (Fig. VI, 2)
utrimque in processum sat longum, profundiore in margine interno
laciniatum, productum, margine mediano setis pluribus inferis aucto
et supra setis 6, quarum duo laterales longiores, aucto. Mandibulae,
maxillae primi paris et labium cfr. fig. VI, 4-6.
— 179 —
Prothorax (Fig. VI, 1) quam caput et quam mesothorax an-
gustior, paullum longior quam latior, antrorsum vix angustior,
Fig. VI.
1. Animal pronum membrana intersegmentali aliquantum extensa; 2. caput pronum cum
antennarum basi; 3. antenna; 4. mandibula; 5. maxilla primi paris; 6. labium; 7. pes
tertii paris a femore; 8. tertii paris tibiae apex, tarsus et praetarsus.
margine postico medio vix sinuato, superficie convexiuscula setis
minimis aucta.
Elytrae simul sumptae ad scapulas quam caput aliquantum
latiores, c. '/, ad scapulas latiores quam longiores, lateribus par-
tem posticam versus aliquantum divergentibus, parte postica quam
antica latiore, angulo antico rotundato, angulo postico acuto To-
tundato.
Scutellum breve, latum, subtriangulare.
Pedes (Fig. VI, 1) sat longi, paris tertii (Fig. VI, 7-8) femore
medio parum latiore, tarsi articulo tertio quam articuli 1-2 simul
sumpti longiore, praetarsi unguibus longis.
Abdomen quam elytrae maxima latitudine parum latius, postice
gradatim magis angustatum, supra setis minimis et postice et subtus
etiam setis nonnullis brevibus auctum.
Long. corp. mm. 3,4; lat. maxima abdominis 0,97; long. anten-
narum 1,35, long. prothoracis 0,45. lat. ejusdem 0,42; long. pedum
paris tertii 1,62.
— 180 —
Habitat. Exempla duo in nidis Solenopsis geminata F. ad
Jalapa legi.
Observatio. Species haec inter Ap. brevipennis Casey et A.
analis Lec. collocanda est,
Nello stesso nido di Solenopsis, nel quale trovai i due adulti
dell’Apocellus descritto, raccolsi 3 esemplari di larve di Stafili-
nide, che io riferisco, almeno provvisoriamente, al genere Apocel-
lus. Dei tre esemplari due erano della stessa eta e sono ritenuti
e descritti per prima forma larvale dell Apocellus myrimecobius,
il terzo esemplare, molto diverso dagli altri per la forma delle
setole, ma con essi concordante per gli altri caratteri, è ritenuto
come seconda forma larvale della stessa specie, senza escludere
del tutto che potrebbe appartenere anche ad altra.
In queste larve ciò che colpisce è il grande allungamento
della linguetta del labbro inferiore, la quale è anche rivestita di
molti e lunghi peli. Questo fatto induce a credere che esse si
servano di tale parte per sollecitare dalla bocca delle formiche
il nutrimento.
Larva prima.
Corpus (Fig. VII, 1-2) elongatum, depressum, partem posticam
versus gradatim parum augustius, parti -
bus bene chitineis subcastaneis, cetero
pallide avellaneo.
Caput (Fig. VIII, 1) subrotundum,
suturis manifestis, clypei margine an-
tico dentibus 4 armato, quorum duo ex-
terni quam interni parum minores sunt.
Oculi ocellis 5 compositi. Pone ocellum
superum posticum sensillum seta longa
subtilissima compositum, adest. Setae ce-
terae aitenuatae forma et dispositione
cir, es Nii dl:
Antennae (Fig. VIII, 1) quam caput
parum breviores, 4-articulatae, articulo
primo brevissimo et a secundo vix di-
stinguendo, articulo tertio quam ceteri
longiore, appendice antica quam arti-
culus quartus parum breviore, setis ceteris cfr. fig. VIII, 1.
Fig. VII.
1. Larva prona; 2. supina,
— 181 —
Mandibulae falciformes margine interno subtilissime serrato.
Maxillae primi paris (Fig. VIII, 2) lobo sat longo simplici at-
tenuato, palpo longo, tenui et attenuato, 3-articulato, articulo ter-
tio quam articuli 1-2 simul sumpti longiore. Labium (Fig. VIII, 3-4)
mento subaeque postice longum atque latum, setis duabus bre-
vibus robustis instructum,
subeoxis coalitis antice in
processum longum, sub-
triangularem, apice valde
angustato quam palpus pa-
rum breviorem, setis plu-
ribus instructum productis,
palpo 2-articulato articulo
secundo quam primus ali-
quantum breviore et sen-
sillis apicalibus nonnullis
brevibus instructo.
Thorax. Pronotum pa-
rum latius quam longius
et quam mesonotum magis
quam duplo longius, me-
tanotum et mesonotum ae-
qualia setis cfr. fig. VII, 1-2.
Sterna nuda.
Fig. VIII.
1. Caput pronum; 2. maxilla primi paris; 3. iabium ; Pedes longi subtiles se-
4. palpi labiali : ‘+ 5. i TIRA i
pal] i apex; 5. pes paris tertii; 6. ejusdem tis cfr. fig. VIII, 5-6, prae-
pars distalis,
tarso ungue longo valde
attenuato et setis duabus basalibus lateralibus composito.
Abdomen (Fig. VII, 1-2) tergitis 1-8, mediis membranaceis,
setis 2+ 2 instructis, pleuris seta longa et seta breviore auctis,
tergito nono setis duabus submedianis et seta laterali brevi in-
structo appendicibus longis, biarticulatis, articulo primo elongato
subconico quam segmento decimo magis quam duplo longiore, et
quam articulus secundus duplo longiore, articulo secundo valde
tenui cylindraceo setam apicalem longam gerente, setis ceteris
cfr. Fig. VII, 1-2.
Sterna 2-8 media membranacea setis cfr. fig. VIII, 2.
Long. corp. mm. 3,9; lat. pronoti 0,78; long. antennarum 0,50;
long. pedum paris tertii 1,9 , appendicium segmenti noni abdo-
minalis cum seta apicali 1,20.
— 182 —
Habitat. In nidis Solenopsis geminata F.ad Jalapa exempla
duo legi.
Larva secunda.
Corpus (Fig. IX, 9) elongatum parum depressum, parte postica
aliquantum angustata, partibus bene chitineis isabellinis cetero
pallide avellaneo.
Caput (Fig. IX, 1-2) subrotundum, suturis manifestis, clypei
margine antico 4-dentato, dentibus externis quam interni minores.
Fig. IX.
1. Caput pronum; 2. idem supinum; 3. antenna; 4. seta dorsalis capitis; 5. pes paris tertii;
6. ejusdem apex; 7. segmenti noni abdominalis appendix; 8. abdominis sternorum 4-5
pars mediana et pars lateralis; 9. animal pronum.
Oculi ocellis 5 deplanatis compositi. Pone ocellum posticum sen-
sillum, seta longa subtilissima compositum, adest. Setae ceterae
dispositione cfr. fig. IX, 1-2, forma Fig. IX, 4, crassae subcylin-
draceae, undique longitudinaliter lineatae.
— 183 —
Antennae (Fig. IX, 3) quam caput magis quam dimidio bre-
viores 4-articulatae, articulo primo a secundo paullum distincto,
articulo tertio quam secundus et quam quartus longiore , appen-
dice antica quam articulus quartus parum breviore, setis ceteris
cfr; ie IRB.
Mandibulae (Fig. IX, 2) falciformes, margine interno sublilis-
sime serrato. Maxillae primi paris (Fig. IX, 2) lobo elongato, sat
attenuato, palpo longo, articulo tertio quam articuli 1-2 simul sumpti
paullulum breviore sensillo apicali sat longo. Labium parte antica
mediana subtriangulari apice valde angustato antrorsum usque ad
apicem dentium submedianorum clypei producta, setis pluribus
instructa.
Thorax. Scuta dorsualia setis crassis, cylindraceis, lineatis ut
Fig. IX, 9 demonstrat instructa.
Pedes (Fig. IX, 5-6) longi, tenues, praetarsi ungue longo, at-
tenuato, acuto, ad basim utrimque seta sat longa aucto.
Abdomen. Dorsum setis crassis, cylindraceis, lineatis ut
fig. IX, 9 demonstrat instructum.
Appendices segmenti noni (Fig. [X, 9 et 7) inarticulatae, conicae,
seta apicali quam articulus aliquantum breviore, setis ceteris cfr.
fig. IX, 7. Sterna (Fig. IX, 8) setis attenuatis 4-4, pleuris ventra-
libus setis 2 attenuatis, pleuris dorsualibus setis tribus cylindra-
ceis, crassis.
Long. corp. mm. 4,6, lat. pronoti 0,92; long. antennarum 0,34;
pedum paris tertii 1,70, appendicium abdominis segmenti noni cum
seta apicali 0,78.
Habitat. In nidis Solenopsis geminata F. ad Jalapa exemplum
descriptum legi.
Apocellus agilipes sp. n.
Corpus elongatum parum robustum, abdomine parum lato,
sat depresso, antennis pedibusque praesertim longis, fulvo-lateri-
cium, politum, setis nonnullis sat longis instructum.
Caput (Fig. X, 1) quam prothorax parum latius, convexiu-
sculum marginibus pone oculos gradatim parum convergentibus,
late rotundatis, collo angustiore latitudine c. tertiam partem ca-
pitis latitudinis majoris aequante, superficie setis nonnullis sat longis
aucta et lateraliter ante oculos super antennarum radices elevata
— 184 —
et in margine rotundata. Oculi sat magni, bene convexi, nudi.
Antennae (Fig. X, 1) reversae, elytrarum marginem posticum attin-
gentes, apicem versus ab articulo quarto gradatim paullum cras-
siores, articulo primo quam articuli 2-3 simul sumpti longiore,
articulis 2--3 quam ceteri tenuioribus, articulo tertio quam secundus
aliquantum longiore, articulis omni-
bus plus minusve longioribus quam
latioribus, articulo ultimo quam prae
cedens c. 5/. longiore.
Prothorax quam caput et quam
mesothorax angustior, vix longior
quam latior, antice magis quam po-
stice angustatus, convexus setis non-
nullis sat longis auctus. Elytrae simul
sumptae ad basim quam caput latiores,
parum longiores quam ad basim la-
tiores et postice quam antice paullum
latiores, angulo postico laterali ali-
Fig. X. quantum rotundato. Scutellam par-
Te Corporis pars antica prona; 2. pes vVUM, subtriangulare.
A ee ne Pedes (Fig. X, 2-3) longi, tenues,
femore elongato, haud incrassato, ti-
bia tenuiore, pedis paris tertii tarsi articulo tertio quam ar-
ticuli 1-2 simul sumpti longiore, praetarsi unguibus longis atte-
nuatis.
Abdomen mesothoraci latitudine subaequale, segmentis anticis
quam ceteri paullam angustioribus segmentis duobus posticis quam
praecedentia multo angustioribus, segmento ultimo triangulari ,
acuto, superficie setis nonnullis sat longis aucta.
Long. corp. mm. 3,4, lat. maxima abdominis 0,78; long. anten-
narum 1,56, long. prothoracis 0,50, lat. ejusdem 0,46, long. pedum
paris tertii 2,20.
Habitat. Exemplum descriptum in nido formicae speciei incer-
tae ad Cuyabà (Matto Grosso) legi.
Observatio. Species haec ad A. brevipennis Casey aliquantum
proxima, sed notis expositis distinctissima est.
— 185 —
Fam. Pselaphidae.
Phamisus myrmophilus sp. n.
© Corpus (Fig. XI, 5) oblongum, capite quam prothorax ali-
quantum angustiore, prothorace quam abdomen c. !/3 angustiore,
rufo-badium, palpis tarsisque pallide fulvis, capite et prothorace
setis subtilibus sat brevibus pluribus, praesertim supra capitis
partes laterales posticas pernumerosis, instructis, elytris et ab-
domine e-
tiam setis
sat brevi-
bus nume-
rosis auc-
tis, setis
omnibus
fulvis.
Caput
subrotun-
datum, o-
culi rotun-
dis, bene
Fig. XI.
1. Antenna cum capitis tuberculis antennalibus; 2. antennae articuli 8-11; x
3. palpi maxillaris artieulus ultimus; 4. pedis paris secundi tibiae apex, CONVEXIS ,
tarsus et praetarsus; 5. animal pronum. tuberculis
antenna-
riis ad basim constrictis, ad apicem externe in tuberculum par-
vum convexum productis. Antennae (Fig. X, 1) robustae, retror-
sum reversae elytrarum basim brevi spatio superantes, arti-
culo primo robusto, medio dorso menso subaeque longo atque
lato apice utrimque acute parum producto, articulo secundo quam
primus paullulum angustiore et eumdem longitudine subaequante,
articulo tertio quam secundus parum breviore et angustiore, ar-
ticulis 3-10 gradatim latioribus et a sexto apicis margine in pro-
cessus breviores acutos, ut figurae XI, 1-2 demonstrant, producto,
articulo ultimo quam articuli 8-10 simul sumpti parum breviore.
Palpi maxillaris articulus ultimus (Fig. XI, 3) fere */, longior
quam latior, parte distali gradatim angustata apice acuto.
Pronotum campanulatum antice spatio haud longo angusta-
tum, postice angulo laterali in processum brevem acutum, nudum,
spiniformem producto, supra utrimque parum depressum.
— 186 —
Elitrae simul sumptae c. !/, postice latiores quam breviores
et latitudine postica abdominis longitudinem subaequantes, mar-
gine laterali antico exciso, late rotundato, parum longe a basi
parum profunde et spatio brevi constrictae.
Pedes sat longi, breviter setosi, tibiarum parte distali parum
crassiore, inermi, tarsis tenuibus, articulo primo perbrevi, articulo
secundo quam tertius longiore, praetarsi ungue antica quam po-
stica parum longiore et in pedibus parium l' et 2' (Fig. XI, 4)
profunde bifida, ramo postico quam anticus minore, ungue eodem
in pedibus paris 3! ad basim interne tantum in processum bre-
vissimum producto.
Abdomen subaeque longum atque latum, tergito secundo quam
tertium aliquantum longiore, processu sternali antico sat longo,
subtriangulari, inter coxas III accomodato.
Corporis longitudo mm. 2,60; lat. abdominis 0,94; long. anten-
narum 1,05; long. pedum paris tertii 1,70.
Habitat. Ad Jalapa sub saxo cum Ponera sp. exemplum ty-
picum legi.
Observatio. Species haec inter ceteras hucusque descriptas
antennarum forma, pronoti angulo laterali, elytris quam prono-
tum longioribus, pedum primi et secundi paris ungue antica bifida
bene distincta est.
Huius generis species ceterae descriptae, quarum duo ex Co-
lumbia et tertia ex Bolivia, nondum ut myrmecophilae notae sunt.
Fam. Trichopterygidae.
Limulodes mexicamus sp. n.
Corpus (Fig. XII) elongatum semipyri-
forme, capite perparvo, pronoto magno ab-
domine spatio brevi ab elytris haud omnino
obtecto; badio-ferrugineum.
Caput perparvum, pronum parum latius
quam longius. Oculi nulli. Antennae (Fig. XIII,
1) breves, clavatae, 10-articulatae, articulo
primo triplo longiore quam latiore, arcuato,
Fig. XII. articulo secundo parum longiore quam latio-
1. Animal pronum; re, seta longa externa et setis duabus aliis
2. suinum.
aucto, articulis 3-8 brevibus et quam secundo
multo subtilioribus, clava biarticulata, compressa, quam articulus
— 181 —
8s latiore, articulo decimo quam nonus fere duplo longiore. La-
brum trapezoideum minus quam dimidium ad basim latius quam
longius, utrimque ad basim setis nonnullis instructum.
Fig. XII.
1. Antenna; 2. palpus maxillaris; 3. pes primi paris supra inspectus; 4. pes secundi paris
supra inspectus; 5. idem praeter coxam subtus inspectus; 6. pes tertii paris supra inspe-
etus: 7. tibiae apex, tarsus et praetarsus paris secundi; 8. pars meso-et metasterni cum
pedibus secundi et tertii paris; 9. tibiae apex, tarsus et praetarsus paris tertii; 10 abdo-
minis sternitum primum ; 11. Limulodes paradoxus : antenna praeter articuli primi par-
tem basalem, 12. tibiae apex, tarsus et praetarsus paris tertii.
Palpus maxillaris (Fig. XIII, 2) 3-articulatus, articulo primo
longo quam ceteri simul sumpti parum breviore, articulo secundo
crassiore quam tertius subtilis parum longiore.
Thorax. Pronotum magnum convexum antice rotundatum, me-
dium mensum fere '/, longius quam latius, angulis lateralibus po-
sticis retrorsum parum productis ita ut margo posticus utrimque
aliquantum sinuatus sit; superficie setis brevissimis sat densis in-
structa. Scutellum breve, latum, cum elytris coalitum. Elytrae in-
ter sese coalitae, abdomen majore pro parte obtegentes, setis bre-
vissimis sat densis indutae. Prosternum longum, latiusculum, parte
postica aliquantum super mesosternum laminae instar productum,
= 188 =
margine postico aliquantum sinuato. Mesosternum medium crassius,
carinam elongatam subrectangularem formans. Metasternum pla-
num margine postico inter coxas lato, aliquantum producto et
rotundato. Coxae primi et secundi paris (Fig. XIII, 3-4) globosae,
tertii paris (Fig. XIII, 6) laminares, magnae, subaeque longae at-
que latae, margine postico oblique truncato, angulo postico sub-
acuto articulos ceteros retractos usque ad dimidiam tibiam obte-
gens. Femora lata apice primi paris supra et subtus laminato,
ceterorum subtus laminato, tibiae partem proximalem obtegente.
Tibiae longae, primi paris magis. spinosae; tarsi omnes biarticu-
lati, attenuati, articulo primo quam secundus multo breviore, prae-
tarso (Fig. XIII, 7 et 9) unguibus duobus lateralibus elongatis,
setis duabus superis et appendicibus duabus sat longis, subfolia-
ceis composito.
Abdomen postice acutum, sternito primo (primo saltem mani-
festo) (Fig. XIII, 10) depressione laterali antica lata impresso, se-
rie setarum antica et serie postica instructo ; segmentis ceteris
setis numerosis auctis.
Long. corp. mm. 1,10, lat. 0,50; long. antennarum 0,254, pe-
dum paris tertii extensi 0,450.
Habitat. Ad Orizaba exemplum descriptum in nidis Chelio-
myrmex Nortoni Mayr legi.
Observatio. Species haec a Limulodes parodoxus Matth. an-
tennarum forma et praetarsi (cfr. Fig. XIII, 11-12) praesertim
bene distincta est et a Limulodes (Ecitorenus) heyeri Wasm. ma-
gnitudine et antennarum forma etiam distincta.
Matthews qui primus genus Limulodes dignovit, antennas ut
9-articulatas descripsit, sed certe erravit quia in eadem specie
(Fig. XIII, 11) articulos decim bene distinctos vidi.
THYSANURA.
Fam. Lepismatidae.
Grassiella praestans Silv.
Alcuni esemplari di questa specie non distinguibili da quelli
dell'America meridionale furono da me raccolti presso Jalapa in
nidi di Solenopsis geminata F. che è la stessa specie di formica,
colla quale trovai tale Grassiella a Buenos Aires.
— 189 —
ACARI — MESOSTIGMATA.
Fam. Laelaptidae.
Gen. Laelaps Koch.
Subgen. Apolaelaps nov.
2 Corpus subovale scuto dorsuali dorsum totum spatio sat longo
haud occupante, scuto genito-ventrali ab anali spatio longo discreto.
Mandibulae chelae brachiis simplicibus compositae.
Subgenus hoc a subgen. Mypoaspis Can. scuti dorsualis bre-
vitate praesertim bene distinctum
Apolaelaps mexicanus sp. n.
Corpus c. */, longius quam latius elongato-ovale, antice late
rotundatum, postice minus rotundatum, scuto dorsuali cum corporis
Fig. XIV.
1. Corpus pronum ; 2. idem supinum ; 3. mandibulae apex; 4. rostrum subtus inspectum;
5. pedis primi paris apex; 6. idem paris secundi.
— 190 —
partibus ceteris bene chitineis pallide isabellino, partibus mollibus
stramineis.
Scutum dorsuale (Fig. XIV, 1) c. */, corporis longitudinis occu-
pans, nitidum, setis simplicibus sat raris, sat brevibus instructum
et antice setis duabus submedianis brevibus antrorsum directis, ce-
tera parte dorsuali postica molli setis utrimque 7 sat longis instructa.
Scutum sternale medium postico parum sinuatum, utrimque ad
latera setis tribus auctum. Scutum genito-ventrale pone pedes
quartos aliquantum dilatatum, postice late rotondatum seta laterali
parum pone pedes quartos instructum. Scutum anale seta apicali
quam scutum ipsum longiore et setis duabus brevioribus instructum.
Cetera pars ventralis mollis utrimque setis 7 ut in fig. XIV, 2
dispositis aucta.
Pedes primi paris longi, ceteri sat breves, parce setosi, am-
bulacro cfr. fig. XIV, 5-6.
Long. corp. mm. 0,65, lat. 0,39,
S Foeminae similis et quam eadem minor.
Long. corp. mm. 0,50, lat. 0,286.
Habitat. Ad S. Francisco (prope Vera Cruz) specimina tria
in nido Solenopsis geminata Fab. legi.
DIPLOPODA — POLYDESMOIDEA.
Gen. Myrmecodesmus Silv. (!)
Corpus capite, collo, segmento anali et segmentis aliis 19
constitutum, antice paullulum, postice aliquantum angustatum, nec
in globum, nec in spiram contractile, tantum paullulum arcuatim.
Caput (Fig. XV, 1-2) omnino obtectum et spatio maiore vel
minore a collo superatum, fronte media ab antennarum radices
usque ad verticis spinas, pone antennarum radices, ut parva
carina recta elevata, ad limitem inter verticem et frontem utrim-
que processibus tribus spiniformibus armatum, ab antennarum
radices ad marginem externum foveatum, antennarum articulos 1-3
continens.
Antennae (Fig. XV, 4) sat longae, articulo quinto quam sextus
longiore.
(1) Zool. Anz, XXXV (1910), p. 359.
— 19% —
Labrum tridentatum. Mandibulae laminis pectinatis 6. Hypo-
stoma (Fig. XV, 5), basilari haud sumpto, parum longius quam
latius, inframaxillari postice sinuato, medio aliquantum breviore
quam ad basim longiore, stipitibus maxillaribus internis postice
parum augustatis, palpulis maxillaribus longis, stylis apice inciso.
SR 2
aa N
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0,
0800
3000
7
A
Fig. XV.
1. Caput antice inspectum; 2. corporis pars antica supina; 3. eadem prona; 4. antenna;
5. hypostoma ab inframaxillari; 6. corporis segmenta 8-9 prona; 7. segmentum nonum
postice inspectum; 8. corporis pars postica a segmento decimoseptimo prona; 9. eadem
supina; 10. faeminae sterni noni pars cum pede altero; 11-14 maris pes primi, secundi,
tertii et decimi paris.
Collum (Fig. XV, 3) convexum, tam latum quam segmentum
sequens antice et lateraliter discendens, parte antica subhorizon-
tali, 10-lobata, margine postico mediano subrecto, postico laterali
obliquo antrorsum directo.
Trunci segmenta (Fig. XV, 3, 6-9) bene convexa: primum
carinis quam ceterae parum latioribus et parum longioribus, mar-
gine laterali trilobato. Carinae omnes parum supra ventris libel-
lam orientes, basi crassa, margine laterali bilobo et in segmentis
porigeris usque ad 15 mm. processu subeylindraceo sat longo sub-
postico auctae, marginibus antico et postico integris.
Dorsum segmentorum 2-17 tuberculis ternis in seriebus lon-
gitudinalibus dispositis, auctum, tuberculis seriei submedianae quam
— 192 —
ceteri majoribus praesertim in segmentis 15-17. Segmentum 18
tuberculis tribus medianis ad basim connatis perlongis, processi
subrectangulari instar retrorsum directis, ita ut segmentum cau-
dalem spatio majore vel minore superent.
Cauda (Fig. XV, 9) lata, gradatim aliquantum augustata, mar-
Fig. XVI.
1, Organum copulativum antice inspectum; 2. idem
postice inspectum: A articulus primus, B articulus
secundus, C uncus, D processus internus, E pro-
cessus canalifero.
gine 6-lobato, valvulas anales
aliquantum superans.
Pori in segmentis 4, 6, 9,
12, 15-1815, 710,13,16-19
auct.), in segmentis 4, 6, 9, 12,
15 in Jatere externo processus
subcylindracei sat longi, in
partem posticam carinarum
siti, sese aperientes et in seg-
mentis 16-18 super superficiei
carinarum dimidiam partem
posticam aliquantum a margi-
ne remoti sese aperientes.
Sterna inter pedum basim
augustissima.
Pedes (Fig. XV, 10) bre-
ves, articulo secundo tertium
longitudine subaequante, ar-
ticulo sexto quam tertius pa-
rum breviore.
O Pedes magis setosi et
parium 1-3 (Fig. XV, 11-13)
setis sat numerosis latiusculis
instructi.
Pedes ceteri (Fig. XV, 14) articulo secundo ad apicem, seta
sat longa, lata, truncata aucta.
Organum copulativum (Fig. XVI) biarticulatum, articulo primo
brevi, crasso, excavato, articuli secundi basem complectente, unco
bene evoluto, articulo secundo sat brevi, sat longe a basi in ramis
duobus diviso, quorum alter brevior in apice bifidus, seminis duc-
tum habet, alter longior, latior et etiam in apice bifidus est.
Typus: Myrmecodesmus formicarius Silv.
Observatio. Genus hoc ad Lophodesmus Poc. proximum est,
sed pororum numero et dispositione distinctissimum.
— 193 —
Myrmecodesmus formicarius Silv.
© Fulvo-terrea, carinis praeter margines luride stramineis,
capite praeter frontem, antennis, ventre pedibusque stramineis,
dorsi colore saepe plus minusve obtecto humi dorso adherentis
causa.
Caput (Fig. XV, 1-2) fronte granulosa et carinis submedianis
longitudinalibus pone antennarum radices in media fronte con-
vergentibus instructa, clypeo in parte postica laterali parum inflato
et parum scabro.
Antennae (Fig. XV, 4) articulo quarto paullulum minore, arti-
culo quinto ceteris longiore et crassiore, articulo sexto quam quintus
minus quam duplo breviore.
Collum (Fig. XV, 3) spatio magno (mm. 0,260) caput superans
antice 10-lobato, superficie tuberculis parvis rotundatis aucta.
Trunei segmentum primum carinarum margine laterali trilo-
bato, segmenta cetera carinarum haud porigerarum et carinarum
16-18 margine laterali bilobato. Carinae porigerae (Fig. XV, 6-7)
incisura postico-laterali rectangulari affectae, ex cuius angulo pro-
cessus subcylindraceus, sat longus extrorsum vergens erigitur. Ca-
rinae a margine laterali ad basim mensae quam segmenti luminis
diametros multo minus quam dimidio breviores.
Dorsum segmentorum tuberculis subrotondatis auctum, quorum
Series submediana et series sublateralis aliquantum maiores sunt.
Segmentum 1% (Fig. XV, 8) tuberculis medianis nullis, submedianis
quam iidem segmenti praecedentis maioribus et posticis extrorsum
aliquantum productis. Segmentum 18 tuberculis medianis basi con-
nata, longioribus, retrorsum valde productis, segmentum praeanale
spatio magno (mm. 0,260) superans.
Segmentum praeanale (Fig. XV, 9) partem posticam versus
gradatim parum angustatum, margine 6-lobato, processu mediano
setigero lobos medianos haud superante.
Lamina subanalis (Fig. XV, 9) triangularis.
Long. corp. mm. 8, lat. segmenti noni cum carinis 1, 58, sine
carinis 0,78; long. antennarum 0,98, pedum 0,78.
Sg Foeminae similis.
Organi copulativi forma cfr. Fig. XVI.
Habitat: Jalapa (Mexico) in nidis formicarum Solenepis gemi-
nata F. et Pheidole crassicornis Em.
— 194 —
Myrmecodesmus modestus sp. n.
Q Castanea, terreo-variegata, clypeo, antennis, ventre pedi-
busque stramineis.
Caput (Fig. XVII, 1) fronte granulosa et carinis submedianis
longitudinalibus pone antennarum radices in media fronte conver-
gentibus ins-
tructa, clypeo
in parte posti-
ca laterali ali-
quantum ele-
vato, scabro,
granuloso et
extrorsum
rotundatim
paullulum
producto.
Antennae
(Fig. XVII, 3)
eisdem spe-
Pigs Ay: ciel praece-
1. Caput antice inspectum; 2. corporis pars antica supina 3. santenna; dentis sub-
4. corporis pars antica prona; 5. corporis segmenta 8-9prona ; 6. seg- 3 il
mnteum nonum postice inspectum; 7. corporis pars postica a segmento SIMILES.
decimoseptimo prona; 8. eadem supina. C ollum
spatio sat ma-
gno (mm. 0,130) caput superans, antice 10-lobato, superficie tuber-
culis parvis et tuberculis 44 4 sat magnis aucta.
Trunci segmentum primum carinarum margine laterali trilo-
bato, segmenta cetera carinarum haud porigerarum et carinarum
16-18 margine laterali bilobato. Carinae porigerae (Fig. XVII, 5-6)
processu postico subcylindraceo extrorsum vergente auctae. Ca-
rinae omnes breves, a margine laterali ad basim mensae quam
segmenti luminis diametros magis quam dimidio breviores.
Dorsum segmentorum tuberculis subrotundatis auctum, quorum
series quatuor quam ceterae aliquantum majores sunt. Segmen-
tum 17 (Fig. XVII, 7) tuberculis posticis seriei submedianae quam
iidem segmenti 17 majoribus, longioribus, retrorsum productis,
segmentum praeanale caudam spatio sat magno (mm. 0,091) su-
perantibus. Segmentum praeanale partem posticam versus grada-
— 195 —
tim parum angustatum margine 6-lobato valvulas anales spatio
sat magno (mm 0,091) superans, processu mediano infero seti-
gero lobos medianos haud superante.
Lamina subanalis (Fig. XVII, 8) triangularis
Long. corp. mm. 6, lat. segmenti noni cum carinis 0,98, sine
carinis 0,62; long. antennarum 0,58, pedum 0,52.
Habitat: Ad Jalapa in nidis formicae Solenopsis geminata F.
exempla duo legi.
Observatio. Species haec a praecedente clypei forma, collo
antrorsum minus extenso, statura minore distinctissima est.
Dort. ACHILLE GRIFFINI
(R.° Istituto tecnico di Bologna)
Sulla Gryllacris armata Walker
e sopra una nuova specie congenere
(Gryllacris Ficalbii)
Gryllaeris armata Walker
O GryUacris armata Walker 1870, Catal. Dermapt. Saltat. Brit. Mus.
London, Part III, Additional species, pag. 470. — Kir-
by 1906, Synonym. Catal. of Orthoptera, London,
Voki, Part Lepage 145:
Hapirat: Ceram (Walker, secundum typum ex collectione Dominae Idae
Pfeiffer).
La descrizione che WALKER ha dato di questa specie è una
delle più disgraziate fra le numerose cattive descrizioni pubbli-
cate da quell’autore. Come al solito vi abbondano i caratteri inu
tili, comuni a tutto il genere, e mancano o sono persino falsati
i caratteri specifici importanti.
L’autore, ad esempio, nella diagnosi vi parla semplicemente
di < alae posticae cinereae », e nella descrizione di « hind wings
cinereous hyaline; veins pale testaceous ».
Ma io sapevo già a proposito della Gr. nobilis Walk., che il
Walker era stato capace di descrivere come cineree, e così sem-
plicemente, delle ali che sono brune a chiazze bianco jaline per-
fettamente definite e circoscritte. D'altra parte avevo osservato
come il Kirby nel suo catalogo collocasse la Gr. armata Walk.,
di cui aveva la fortuna di poter vedere il tipo nel British Mu-
seum, fra la Gr. heros Gerst. e la Gr. athleta Brunn., insomma
fra le fusco-fasciatae (1), ciò che naturalmente non avrebbe po-
(1) Cioè fra quelle aventi le venule delle ali oscure e cinte da fascie
bruno-nere, oppure il color bruno-nero diffuso su gran parte delle ali fuorchè
nel centro delle areole. Per il nome qui usato, veggasi l’introduzione al mio
Prospetto delle Gryllacris hyalino-fasciatae: Atti Soc. Ital. Scienze Natur. Mi-
lano, vol. XLIX, 1910.
— 197 —
tuto essere se la Gr. armata avesse avuto le ali puramente ci-
neree con venature gialliccie.
Scrissi pertanto al Dott. KiRBy perchè, come già gentilmente
aveva fatto per altri tipi di Walker, volesse darmi qualche in-
dicazione sul tipo della Gr. armata, e propriamente sulle ali di
questa. i
Il 19 gennaio 1909 egli infatti cortesemente mi scriveva della
specie in discorso :
« Gr. armata. The hind wings are light yellowish grey, with
« rows of nearly connected brown spots between the nervures,
« each containing a black line ».
Altro, dunque, che, ali cineree con venature gialliccie! Queste
ali dovevano essere giallognole con macchie brune sulle vena-
ture nerastre, e quindi, d’altro lato, totalmente diverse da quelle
della Gr. nobilis, che pure il Walker aveva definite come ci-
nerec. Con tutta probabilità quell’ autore, come ben notava il
| Kirby, non aveva neppure aperte le ali di questi suoi tipi.
La Gr. armata Walk. non fu mai ricordata da alcun altro auto-
re, e pare che più non sia stata ritrovata o identificata. Io stesso fi-
nora non ne vidi alcun esemplare in nessuna delle collezioni che
potei studiare.
Solo recentissimamente, fra alcuni Grillacridi che acquistai al
sig. H. ROLLE di Berlino, osservai un esemplare 9, di specie a
me tuttora ignota, affine alla Gr. punclipennis Walk. per la strut-
tura generale, per la colorazione principalmente delle ali, per la
grande lunghezza delle spine alle tibie anteriori, e che non po-
teva però essere una Gr. punctipennis sia per la maggior lun-
ghezza dell’ovopositore, sia pel presentare una larga fascia tra-
sversale nera, perfettamente definita, sulla parte superiore del
lato anteriore del capo.
Questo esemplare proveniva dalla Nuova Guinea.
Era forse una Gr. armata Walk? La cosa mi sembrava poco
probabile per diversi motivi.
Le dimensioni assegnate dal Walker alla sua Gr. armata
sono le seguenti: Length of the body 21 lines: expansion of the
fore wings 40 lines », corrispondenti rispettivamente a mm. 44,4
e mm. 84,5, indicanti dunque una grande specie con elitre lunghe
circa 40 mm. almeno, mentre l'esemplare da me esaminato le
ha lunghe mm. 23,3 ed ha il corpo lungo mm. 27.
— 198 —
Inoltre nella descrizione di Walker vi erano altre indicazioni
alquanto problematiche che conveniva delucidare: « Caput nigrum
postice testaceum; prothorax strigis quatuor obliquis unaque lon-
gitudinali testaceis ».
Walker infatti disse la sua specie di colore testacea: come
mai allora il protorace, che non veniva indicato di colore diffe-
rente, poteva presentare quelle striscie distinte se fosse stato tutto
testaceo ? Conveniva pertanto ammettere che esso protorace fosse
invece d’altra tinta fondamentale.
Mi rivolsi dunque ancora alla cortesia del Dott KIRBY, pre-
gandolo di voler esaminare nuovamente il tipo della Gy. armata
e di darmi ulteriori notizie su di esso.
Colla consueta sollecitudine, egli mi rispondeva in una sua
lettera del 13 dicembre: 1910:
« Gryllacris armata — Head entirely black in front and on the si-
« des; bordered behind with testaceous, which widens out on the ver-
« tex, to about the level of the eyes, and also widens out behind each
« eye. Below, it narrows to a line, and ceases opposite the base of the
« mandibles. Eyes testaceous. Antennae testaceous except the scape
« and the second joint, which are black; scape with a testaceous mark
« above and bordered below with testaceous. Two testaceous spots re-
« sembling ocelli between the antennae in front, and a conical one in
« the middle lower down. The palpi, and the tips of the mouth parts
« are also testaceous. The upper part of the head is not so black as
« the rest, inclining towards dark reddish chesnut. — As regards the
« pronotum, I understand Walker to mean that the pronotum is black,
« with testaceous markings; it is very dark chesnut, almost black, about
« the same colour as the vertex, and the testaceous markings towards
« the extremity are slender, and not very distinct. — The abdomen,
« legs, tegmina and wings are testaceous, the ovipositor castaneous. —
« The spots (of the wings) are very uniform in size, and there are
« about 6 rows, the two outer most being successively narrower, fol-
« lowed by an interrupted festonned dark line ».
« Longitudo capitis mm. 6; pronoti mm. 11; abdominis mm. 32;
« stylorum mm. 9; ovipositoris subincurvi mm. 29; elytrorum mm. 38;
« alarum mm. 36. — Latitudo elytri obtuse-rotundati mm. 16; latitudo
« alae mm. 39 ».
Ringrazio ancor quì il Dott. KIRBY per la sua gentile solleci-
tudine a mio riguardo, e credo far cosa utile a tutti gli entomo-
logi, pubblicando le notizie da lui datemi sopra il tipo di una
— 199 —
specie finora tanto poco nota e la cui descrizione originale è così
deficiente.
Riconosciuta frattanto come molto distinta e come inedita la
specie della Nuova Guinea di cui recentemente ebbi un esem-
plare del sig. Rolle, passo alla descrizione di questa:
Gryllacris Ficalbii n. sp.
O. Apud Gryllacridem punctipennem Walk. locanda, cui
valde affinis. Testacea, concolor, exceplo capite anterius superne
late nigro vittato ab uno ad alterum oculum, vitta transversa
nigra perfecte limitata, scrobes antennarum, fastigia capitis et
partem inferam primi articuli antennarum occupante ; ely-
tris apicem abdominis et femorum posticorum minime superan-
tibus, testaceo-subhyalinis; alis flavidis, seriebus circiter 6 ma
cularum ovalium nigrarun supra venulas transversas positarum
ornatis; ovipositore longo, elytris longiore, femoris postici lon-
gitudinem circiter 1°/, attingente, parum incurvo.
LONG WMA. COV POTIS. ms. IR I TAMIL
» DEE e PI RI 6,1
» CONE ELI De
» Temorum. anlicorum.....-. »-10
» femorum posticorum . . » 17
» CCDOSIIONI Sun a rela de O
HABITAT: Finschhafen, Deut. Nova Guinea.
Typus: 1 9 (collectionis meae) D. H. Rolle acquisita.
Corpus statura modica, parum robustum, testaceum pallidiuseulum,
excepta vitta capitis, concolor.
Caput modicum, pronoto perparum latius, ab antico visum ovale
subelongatum. Occiput et vertex regulariter convexa. Fastigium verti-
cis anterius depressiusculum, fere subconcavum, lateribus verticaliter
carinulatis, articuli primi antennarum latitudinem aequans. Maculae
ocellares nullae. Frons modica, inaequalis, punctis et lineolis impressis
incertis praedita, inferius utrinque irregulariter impressa. Sulei subo-
culares distineti. Clypeus et labrum longiuscula.
Color capitis testaceus, excepta vitta transversa nigra anterius ab
uno ad alterum oculum perducta, lata, regulari, circiter 2 mm. alta,
scrobes antennarum, basim primi articuli antennarum, et fastigia ca-
pitis, regulariter, continue occupante. Haec vitta propterea tantum in
summitate partis anticae capitis adest, a margine antico unius oculi
— 200 —
ad marginem anticum alteri oculi perdueta; inferius a margine infero
scrobum antennarum perfecte limitata et inter hos a margine infero fa-
stigii frontis; tota undique alta ut fastigia capitis simul sumpta, ideo-
que superne in medio a margine supero fastigii verticis limitata utrin-
que non solum serobes antennarum replens sed etiam in tertiam par-
tem basalem primi articuli artennarum extensa, ibique margine supero
fere recte transverso. Fastigium frontis et fastigium verticis tota nigra
sine limite inter unum et alterum. Antennae, excepta parte infera ni-
gra primi articuli, totae testaceae.
Pronotum testaceum, a supero visum subquadratum, leviter lon-
gius quam latius. Margo anticus in medio rotundato parum productus,
crassiusculus; suleus anticus valliformis regularis, quamvis parum ex-
cavatus:; circiter ad 1 mm. post hune sulecum, utrinque verrucula di-
stinetissima, fere transverse carinulaeformis, adest; sulculus longitudi-
nalis tenuis, posterius in depressionem exeuns; metazona anterius tran-
sverse, leviter irregulariterque convexiuscula, apud marginem posticum
transverse leviter irregulariterque depresso suleata, margine postico le-
viter ascendente, truncato. Lobi laterales humiles, postice levissime al-
tiores, margine infero subrecto, angulo antico rotundato, angulo postico
rotundato-truncato, margine postico subverticali brevi, sinu hnmerali
subnullo; sulci soliti bene expressi.
Elytra apicem abdominis sensim superantia, apicem femorum po-
stieorum eireiter attingentia, testacea subhyalina, campo antico magis
subhyalino et pallido, venis venulisque concoloribus.
Alae subeyeloideae, flavidae, basi et ad marginem anticum imma-
eulatae, venis concoloribus, caeterum maculis permultis subovalibus
nigro-fuscis supra venulas transversas fuscas sitis ornata. Hae macu-
lae circiter in 6 series transversas sat regulariter sunt dispositae, tran-
sverse ovales, apicibus subacutis, interdum a plica subtili pallida le-
viter incisae vel intersectae, ideoque interdum geminatae. Versus par-
tem anticam et anticam basalem paucae harum macularum parvae,
etiam longitudinaliter a venula pallida sunt intersectae.
Pedes longiusculi, parum crassi, concolores Tibiae 4 anticae so-
lito modo spinosae, spinis utrinque 4, etiam in hoc genere valde longis,
praecipue basalibus. Femora postica basi modice incrassata, ad apicem
longe attenuata, subtus spinulis in margine externo 5-7, in margine in-
terno 4-5, haud minoribus, apice fuscis. Tibiae posticae superne post
basim planiusculae, spinis extus 7, intus 6, apice dilute fuscis armatae,
necnon spinis apicalibus solitis.
Abdomen Q concolor. Ovipositor longus, basi distincte incurvus,
dein levissime incurvatus, rigidus, modice angustus, ferrugineus, apice
fere pallide castaneus, utrinque fere usque ad apicem sulcatus, apice
subdilatato, oblique truncato, superne obtuse rotundato, posterius magis
producto, subacuto. Lamina subgenitalis rugulosa sed nitida, posterius
— 201 —
apicem versus attenuata, ibique parum profunde et parum anguste sed
distinetissime incisa, lobis triangularibus acutis. Segmentum ventrale
ultimum lobo brevi crasso posterius verso, apice rotundato ibique bre-
viter bilobo, praeditum.
Mi sono procurato il piacere di dedicare questa rimarchevole
e bella specie al nome del chiarissimo Prof. Eugenio Ficalbi,
che già fu mio ottimo insegnante, e che in seguito mi dimostrò
ancor sempre molta benevolenza, tanto che nel 1904, presso la
R. Università di Padova, insieme coi Professori Hesse, Saccardo
e Tedeschi, ai quali pure sono gratissimo, e davanti ai quali fui
chiamato a svolgere la lezione pubblica, Egli volle dare voto favo-
revole alla mia domanda per Libera docenza in Entomologia (1).
Riguardo alla notevole e netta fascia trasversale nera sulla
parte superiore del lato anteriore del capo della Gryllacris Fi-
calbii, si potrebbe proporre la stessa questione che Brunner pro-
pone appunto e discute pel suo Udenus W-nigrum (2): « Come e
perchè un tal disegno si è prodotto ? ».
Brunner così rispondeva: « Les partisans opiniätres de la
« selection nous disent: Il était dans l’intérét de l’Insecte de
« porter ce dessin, soit pour effrayer, soit pour se cacher, et il l’a
« acquis petit a petit parla sélection des individus propres pour
« la propagation de ce dessin .... Dans un ouvrage sur la co:
« loration des Insectes (3), j’ai cité un bon nombre d’ exemples
« analogues pour démontrer la grande obligeance que l’on at-
« tribue aux organes pour satisfaire aux exigences de la selec-
« tion, et j’ ai rejeté cette théorie en la remplacant par une autre
« qui consiste & admettre une action créatrice complètement in-
« dépendante du besoin de l’objet . .... L’admission de ce dé-
« veloppement indépendant du besoin de l’éspèce laisse intacte
« la théorie d’une sélection postérieure, mais celle-ci est secon-
(1) Che il Consiglio Superiore però non approvò, dichiarando bensi di
non entrare nel merito dei titoli, ma di attenersi semplicemente all’ articolo
48 del Regolamento nel quale si legge: « Essa (libera docenza) può conce-
« dersi anche per parte delle materie insegnate a titolo pubblico quando que-
« sta parte abbia già acquistato sufficiente autonomia ed importanza scien-
« tifica ». Resta così fissato che l’Entomologia non & una parte della Zoolo-
gia che abbia ancora acquistato sufficiente autonomia ed importanza.
(2) Expédition Antarctique Belge, Orthoptères, pag. 10-11.
(3) C. BRUNNER VON WATTENWYL, Betrachtungen über die Farbenpracht
der Insecten, Leipzig, 1897.
— 202 —
« daire et elle se borne à approprier les produits -de la phylo-
« genése aux besoins de l’éspéce ».
L’opera del Brunner fu criticata, ma credo che lo sarebbe
stata meno, se egli avesse trovato una espressione più felice di
quella « azione creatrice » da lui enunciata, che si presta anche
ad interpretazioni confinanti col mistico e coll’inammissibile.
Non si può negare però che, a parte l’interpretazione lette-
rale dell’azione creatrice ammessa dal Brunner, la Biologia mo.
derna, cogli studi sulle mutazioni, col significato e coll’impor-
tanza più ristretti e più precisi, dati alla scelta naturale, non sia
venuta a conclusioni che concordano colle teorie già esposte da
quell’Entomologo !
La Gr. Ficalbii, insieme colla Gi. punctipennis, colla Gr.
Horvathi, e colle loro varietà, costituisce un piccolo gruppo na-
turale, entro il grande genere Gry/lacris, gruppo che, come già
osservai in un precedente lavoro (1), appare essere attualmente
in via di molteplici mutazioni.
Questo gruppo può così definirsi :
Species Novae Guineae et insularum proximarum Statura
modica. Color testaceus pallidus. Fastigium verticis angustum,
latitudinem primi articuli antennarum haud vel parum superans.
Pronotum superne verruculis duabus post sulcum anticum plus
minusve distinctis praeditum, lobis lateralibus humilibus, sinu
humerali subnullo. Elytra testaceo subhyalina, abdomen et femora
postica perparum vel minime superantia, venis venulisque saepe
pallidis, concoloribus, raro fuscis (Gr. Horvdthi). Alae plus mi-
nusve flavicantes, interdum fere aurantiacae, venulis typice fuscis
et partim fusco maculatis, interdum pictura fusca ad marginem
late extensa, vel picturis fuscis tantum ad marginem sitis et ir-
regularibus, raro his picturis omnino deficientibus (Gr. Horvdthi
subsp. decolor). Tibiae 4 anticae spinis utrinque 4 valde longis.
Genitalia in 7g cognitis, secundum typum A Brunneri confecta.
Ovipositor 9 plus minusve incurvus, semper rigidus, lateribus
sulcatus, apice oblique truncatus. Lamina subgenitalis 9 ad api-
cem attenuata, ibique incisa, lobis acutis vel subacutis. Segmen-
tum ventrale ultimum 9 lobo posterius verso praeditum.
(1) A. GRIFFINI. Studi sopra alc. Grillacridi del Mus. Nazion. di Buda-
pest; Annales Mus. Nation. Hungarici, VII, 1909.
babi
— 293 —
Questo gruppo si collega a quello comprendente la Gr. heros
Gerst., la Gi. athleta Br. e forme affini (compromittens Br, adju-
tric Br.) ed ancora la Gr. malayana Fritze in Carl.
Le specie che lo compongono sono le seguenti, che così si
possono disporre :
A — Caput testaceum sed anterius vitta transversa nigra, regulari,
lata, optime definita, ab uno ad alterum oculum extensa, fa-
stigia capitis, scrobes antennarum et basim primi articuli an-
tennarum occupante, praeditum. Ovipositor longus, elytris sen-
sim longior, longitudine circiter 1 '/, femoris postici. Alae fla-
vidae, super venulas fusco maculatae. Elytra venis venulisque
pallidis :
Gr. Ficalbii n. sp. (2)
Hapitat: Nova Guinea.
AA - Caput concolor testaceum vel leviter nebulosum vel infuscatum.
Ovipositor semper elytris multo brevior :
B — Alae flavae, super venulas fusco maculatae vel fusco maculatae
et fusco late marginatae. Elytra venis venulisque pallidis:
C — Ovipositor femore postico brevior :
D — Alae flavae, super venulas fusco maculatae :
Gr. punctipennis Walker 1869, Catal. Derm. Saltat. Brit.
Mus., London, pag. 172 (7). — Kirby 1906, Synon. Catal. of
Orthopt, Vol. II, Part. I, pag. 145. — Gr. aurantiaca Brunner
1888, Monogr. Stenopelm. u. Gryllaer.; Verhandl. K. K. Zool.
Bot. Gesellsch. Wien, Band 38, pag. 356 (partim), (7, 9). —
Kirby 1906, Catal. cit., pag. 145. — Gr. punctipennis subsp.
Dempwolffi Griffini 1909, Le Gryllacr. papuane ad ali bicolori;
Bollett. Laborat. Zoolog. Portici, vol. III, pag. 213-15 (<7, 9).—
Gr. punctipennis Griffini 1909. Studi sopra ale Grillaer. del
Mus. Nazion. di Budapest: Annales Mus. Nat. Hungarici, VII,
pag. 313-14 (cum notis). —- Griffini 1910, Revision des types
de cert. Gryllaer. deer. par Walker; Deut. Entom. Zeitschr.,
pag. 91 92 (cum revisione typi). — Griffini 1910, Notes sur
quelques Gryllacr. du Mus. Zool. St. Pétersbourg; Annuaire
Mus. Zool. St. Pétersbourg (cum notis, adhue non editis).
HABITAT : Batchian (Walker): Amboina, Insula Nova
Britannia (Brunner); Nova Guinea, Archipelagus Bismarcki
(Griffini, sec. specim. Musaei Berolinensis).
DD — Alae flavae, supra venulas fusco maculatae, sed colore fusco
magis extenso, ad marginem fasciam valde latam fusco-nigram
maculis flavis interpositis, efficiente :
— 204 —
Gr. punctipennis var. confluens Griffini 1909, Studi so-
pra ale. Grillaer. Mus. Naz. di Budapest: op. cit., pag. 314
(9). — Gr. aurantiaca (specimen 9 ex Amboina) Brunner 1888,
Monogr. cit., pag. 356.
HABITAT: Amboina (Brunner); Nova Guinea (Griffini
sec specim Musaei Hungarici).
CC — Ovipositor circiter longitudine femorum posticorum. Alae flavae,
super venulas fusco maculatae, areolis maculam subhyalinam
ineludentibus:
Gr. punctipennis var Erimae Griffini 1909, Studi sopra
ale. Grillacr. Mus. Naz. di Budapest; op. cit., pag. 3814-15 (J, 9).
Hapitat: Nova Guinea (Griffini, sec. specim Musaei
Hungarici).
BB — Alae saltem basi vitreae, haud regulariter super venulas fusco
maculatae vel omnino pieturis fuscis destitutae :
E — Elytra subhyalina, venis venulisque fuscis. Alae basi vitreae,
dein flavidae areolis maculam subhyalinam ineludentibus, de-
nique apud marginem partim nigro-fusco variae, areolis etiam
ibi maculam subhyalinam ineludentibus. Ovipositor longitudine
femoris postici :
(r. Horvathi Griffini 1909, Studi sopra ale. Grillaer. Mus.
Naz. Budapest; op. cit, pag. 315-18, fig 2 (9).
Hapirtat: Nova Guinea (Griffini, sec. specim. Musaei
Hungarici).
EE — Elytra subhyalina, venis venulisque pallidis. Alae hyalinae ve-
nulis testaceis flavido cinetis, areolis paucis maculam incertam
albidam ineludentibus Ovipositor femore postico sensim longior:
Gr. Horvathi subsp. decolor Griffini 1909, Studi sopra
ale. Grillaer. Mus. Naz. di Budapest; op. cit. pag. 318-19 (9).
Hapirat: Nova Guinea (Griffini, sec. specim. Musaei
Hungarici).
Bologna, R. Istituto tecnico, 19 Dicembre 1910.
Dott. LUIGI MASI
EI
Due nuove specie di Calcididi
dei generi Caenacis e Pseudocatolaccus.
Nell’esaminare alcuni Calcididi raccolti dal dott. Embrik Strand
nella Germania settentrionale e nella Novergia, ed appartenenti
al Museo Zoologico di Berlino, ho ritrovato due esemplari ma-
schi del Pseudocatolaccus asphondyliae mihi (specie che gia
descrissi nel vol. III di questo Bollettino (1) i quali sono i primi
due cotipi esistenti finora; ed ho trovato anche un altro maschio
che appartiene allo stesso genere Pseudocatolaccus da me isti-
tuito, ed è il tipo d’una specie nuova. L’esame di quest’ultimo
esemplare ed il confronto col Pseudocatolaccus asphondyliae, mi
hanno porto l'occasione di rivedere e modificare la diagnosi del
genere, che avevo già pubblicata. Darò quindi in questa nota la
nuova diagnosi, insieme con la descrizione della seconda specie
che viene ad aggiungersi al Psewdocatolaccus asphondyliae. Un
altro esemplare della collezione Strand appartiene ad una specie
nuova di Caenacis, della quale darò pure qui la diagnosi.
I caratteri del genere Psewudocatolaccus si possono così sta-
bilire : — Occipite non marginato. Occhi glabri (solo con forte
ingrandimento appariscono alcuni rari peli, corti, sulla cornea).
Parte inferiore del capo ristretta, con le gene incavate. Margine
esterno del clipeo con una insenatura fra due denti molto ottusi.
Mandibole grandi, robuste, sporgenti, col margine esterno sinuoso,
ambedue quadridentate. Antenne inserite nel mezzo della faccia,
poco discoste l’una dall’altra; nella femmina fornite di tre anelli
e cinque articoli al funicolo, nel maschio con due anelli e quindi
col funicolo di sei articoli. Pronoto senza collare. Scapole non
distinte. Metatorace sfornito di carena ma foggiato a tetto, scul-
turato; spiracoli più o meno oblunghi. Presterno piccolo, episterno
triangolare con apofisi inferiore linguiforme, che s’interpone fra
(1) Contribuzioni alla conoscenza dei Calcididi italiani. Pag. 158 e seg.
— 206 —
il mesosterno e l’epimero senza raggiungere le anche intermedie.
Anche del terzo paio senza peli alla base, nel resto del lato po
steriore con alcuni peli ben sviluppati; tibie dello stesso paio for-
nite di un solo sperone. Ali con nervatura robusta, le anteriori
con la cellula costale ampia, il nervo postmarginale più o meno
lungo del marginale, la clava grande, lo specolo, e talora anche
la cellula basale, nudi. Addome della femmina ovato conico, più
lungo del torace, col secondo segmento poco più esteso dei suc-
cessivi. Addome del maschio coi lati paralleli o poco incurvati.
I più importanti fra quesii caratteri si riassumono nella se-
guente diagnosi :
Oculi glabri, facies inferne perangusta, genis excavatis; mandibulae
4 dentatae, validae, margine externo sinuato. Antennae adproximatae, in
media facie insertae, feminae triannulatae. Prothorax collare haud di-
screto. Nervus postmarginalis quam marginalis plus minus elongatus ;
clava magna. Metathorax insculptus, haud carinatus. Coxae posticae basi
pubescentes, tibiae ejusdem paris unicalcaratae.
Species typica: Pseudocatolaccus asphondyliae Masi, in collectione
in Scuola Superiore d’Agricoltura di Portici, Laboratorio di Zoologia,
specimina duo, 3 et 9, ex coecydiis Asphondyliae collecta. Paratypi duo gg
in Museo Zoologico Berolinense, quos collegit Strand ad Marburg die
81 octobris anno 1904.
Della nuova specie di Pseudocatolaccus, che dedico al dott,
Strand che ne raccolse il primo esemplare, non è nota finora la
femmina: tuttavia il maschio, dati i caratteri specifici assai spic-
cati che presenta, può servire da solo a stabilire la diagnosi della
specie. Esso si discosta dal maschio di Pseudocatalaccus asphon-
dyliae sopratutto per la forma della clava della nervatura nel-
l’ala anteriore; e certamente, se altre specie del genere si tro-
vassero, alcune con la clava conformata come nella specie asphon-
dyliae, altre con l’altra forma, si potrebbe, in base a questi due
caratteri, distinguere due sottogeneri.
Caratteri del Pseudocatolaccus Strandi n. sp.
Maschio. — Colorito generale verde scuro, quasi verde bron-
zo; occhi rossastri scuri, antenne con lo scapo giallo, il resto di
un bruno scuro. Addome bruno violaceo, nel secondo segmento
con lo stesso colore verde che presenta la maggior parte del corpo.
Anche posteriori di color bruno sui lati, giallo scuro nella loro
parte inferiore, a superficie minutamente scolpita da un reticolo
— 207 —
di linee sottili formanti delle maglie allungate. Zampe gialle scure,
eccetto le tibie anteriori che son grigio-brune e l'estremità dei
tarsi ch’è oscurata. Antenne lunghe, con gli articoli del funicolo
più allungati che nel Ps. asphondyliae, ciascuno un poco ristretto
verso l’estremità (?), forniti di peli piuttosto corti e non nume-
rosi. Freno meglio distinto che nel
Ps. asphondyliae pel colore scuro
e per la scultura, specialmente
verso i lati, dove la porzione an-
Eid Pleudoenintabtgs teriore dello scutello ha una scul-
Strandi (molto ingrandito). tura minutissima, cosicchè appare
quasi liscia se non la si osserva
con un ingrandimento abbastanza forte. Metatorace senza creste
laterali, zigrinato in tutta la sua parte dorsale. Spiracoli minuti.
Nervo postmarginale manifestamente più lungo del marginale ;
cellula basale fornita di alcuni peli, nervo radiale con la clava
a forma di romboide. Addome (schiacciato nell’esemplare tipo)
probabilmente con i lati un poco convessi. — Tipo nel Museo
Zoologico di Berlino, collezione Strand: esemplare co’ raccolto
nella Norvegia orientale il 3-IV-1903.
A distinguere le due specie di Pseudocatolaccus finora cono-
sciute bastano i caratteri seguenti :
Ali anteriori con la cellala basale nuda, la clava a contorno arrotondato.
Metatorace non uniformente zigrinato al disopra, con spiracoli grandi.
Anche posteriori punteggiate sui lati, verdi.
Ps. asphondyliae.
Ali anteriori con la cellula basale fornita di peli, la clava allungata, rom-
boidale. Metatorace zigrinato, con spiracoli piccoli. Anche posteriori con
minuta scoltura a losanga sui lati, i quali sono di color bruno, mentre
la loro parte inferiore è giallo-scura.
Ps. Strandi.
Come ho detto più innanzi, uno degli esemplari raccolti dallo
Strand rappresenta una nuova specie del genere Caenacis. L’esem-
plare è una femmina, proveniente dalla Germania settentrionale.
I caratteri della specie sono i seguenti :
Caenacis flavipes n. sp
Femina. — Olivaceo-aenea, thorace supra aureo-cuprescente, abdomine
distincte cupreo fasciato, pedibus, exceptis coxis, luteis. Pubes alba. An-
tennae pedicello et scapo metallicis, hic tamen basi rufescens; flagellum
nigricans funiculi articulo primo latitudine parum longiore, ultimo tran-
— 208 —
sverso, clava distincte articulata et etiam extremo apice bene separato.
Mesonoti sulci linea laevi sat distineta in dorso continuati. Frenum vix
distinctum. Metathorax carina et plicis elevatis, his arcuatis, in lateri-
bus nuchae transversae continuis, areis mediis subrugosis. nucha rugosa,
spiraculis parum oblongis. Episterna nitida, tantum inter epimerum et
mesosternum punctis minimis confertissimis notata; praesterna parva.
Alae clava magna pyriformi, metacarpo quam stigmate evidenter longiore.
Coxae posticae sculptura squamosa minuta, pilis confertis ornatae. Scul-
ptura thoracis evidentissima.
Typus in Museo Zoologico Berolinensi, ab E. Strand collectus.
Questa specie si distingue facilmente dalle altre finora cono-
sciute, descritte dal Thomson, pel colore giallo delle zampe.
Dort. GIOVANNI MARTELLI
eu
BREVI NOTIZIE
SULLA
SATURNIA PAVONIA L
e su un suo parassita.
Ospite.
Comparsa dell'adulto. — La Saturnia pavonia L. comincia
la sua comparsa verso la prima metà di marzo (Catanzaro), ha
un massimo di nascita alla fine dello stesso mese e termina ai
primi del mese di aprile e qualche volta anche ai primi di maggio.
Costumi. -- Come le altre farfalle notturne, la S. pavonia du-
rante il giorno se ne sta riparata nei cespugli alla base dei tron-
chi degli arbusti di Rovo od altro, con le ali leggermente divari-
cate e le antenne addossate ai fianchi del capo e sotto le ali.
Sull’imbrunire esce dai ripari e vola, se è femmina accop-
piata per deporre le uova, se non è accoppiata od è maschio per
attendere all’accoppiamento.
Ove questa farfalla si trova in discreto numero, come la sua
congenere, la Saturnia pyri L., la si vede svolazzare attorno ai
lumi richiamatavi dalla luce.
Nutrimento. — La S. pavonia allo stato adulto non si nutre
affatto, poichè come è ben noto, è sprovvista di proboscide.
Accoppiamento. — Si compie alla stessa guisa della Dicra-
nura vinula L. (1), rimanendo i due sessi, durante l'accoppiamento,
l’uno opposto all’altro con le ali non completamente chiuse.
L’accoppiamento dura più ore nella notte e qualche volta si
prolunga anche nel giorno.
(1) Cfr. G. Martelli — « Contribuzione alla conoscenza della DICRANURA
VINULA L. e di alcuni suoi parassiti. ». — Estr. d. Boll. d. Lab. d. Zool. gen.
e agr. d. R. Sc. Sup. d’Agr., pag. 239-269, Vol. III. 1909, Portici.
22 O40 =
Deposizione delle uova. — La femmina nella notte depone le
uova perloppiù all’estremità dei rami del Rovo, attorno o no ad
essa, sempre però aggruppate le une accanto alle altre.
La deposizione continua fino verso la 1.* decade di maggio.
Uovo. — È di forma irregolarmente cilindrica, coni due poli
leggermente schiacciati; lungo mm. 1.8 e largo 1.2; bianco latteo
appena deposto, poi olivaceo e finalmente testaceo-bruno.
L'uovo schiude dopo 12-15 giorni dalla deposizione. La larva
che ne nasce rode circolarmente il guscio al polo superiore e lo
divora.
Numero di uova deposte. — Îl numero di uova che una fem-
mina depone varia da 71 a 158, ma la media é di 105.
Larva. — Appena nata la larva è brunastra, poi completa-
mente nera. Misura 5-6 mm. di lunghezza; è provvista di tur-
bercoli abbastanza sviluppati e in serie trasversale sul mezzo dei
segmenti; 8 di essi sui toracici e 6 sugli altri, tranne il penultimo
che ne ha 4 e l’ultimo 58 disposti a triangolo. Da ciascun tubercolo
escono numerose setole nere relativamente lunghe.
La larva dopo la 1.2 muta è anch'essa nera, ma è provvista
ai lati di una fascia di color verdastro o giallastro. In seguito alle
mute cambia il color nero in verdastro, molto spesso conservando
delle fasce nere lungo il dorso, o ai fianchi, o inferiormente, non-
chè sul mezzo del dorso ove, tra i due tubercoli mediani, diven-
tano spesso macchie, disposte ad angolo più o meno acuto con il
vertice rivolto verso il capo. Qualche volta queste macchie nere
si notano alla base dei tubercoli. Le setole fino alla 3* età si con-
servano lunghe, ma più corte di quelle delle precedenti età ri-
spetto alla lunghezza del corpo.
Alla 4.8 e 5. età le setole si riducono a 2-3 su ogni tuber-
colo, mentre al posto delle altre (5-6), si notano delle brevi spine.
La larva matura, con o senza le fasce o macchie nere più
innanzi accennate, è verde con tubercoli più o meno aranciati;
ha la lunghezza di mm. 55-65 e la larghezza di 12-14 mm.
Le larve fino alla 3.* età, cioè fino a che non compiono la 2.* muta
vivono in società, poi si sbandano vivendo ciascuna per conto
proprio.
Nutrimento della larva. — Io ho trovato le larve sul Rovo
(Rubus), di cui divoravano le foglie e le ho allevate con queste.
Alcuni autori dicono che esse si nutrono anche del pruno, di te-
Lor A n +, de TRATTI ev
RE AED IT er RUN DR
is ite > Y 2 È
. pi »
— 211 —
neri getti dell’olmo, carpino ecc.; altri dicono del susino di mac-
chia (selvatico), del biancospino, pero, melo e susino.
Il Del Guercio, dal quale ho preso questa seconda categoria
di piante, dice (1) che le larve di S. pavonia vivono sociali sulle
prime due di dette piante, poi passano alle altre (pero, melo ecc.)
e finalmente tornano alle siepi ove si trasformano.
Io veramente questi passaggi non li ho osservati; ho seguito
le larve in tutta la loro vita nelle siepi di Rovi, ove non era al-
cuna delle piante suindicate e neppure nelle vicinanze. Quindi
posso dire che la S. pavonia non ha bisogno, di fare questi pas-
seggi.
Mute — Le larve di S. paronia fanno 4 mute che in mag-
gio si sono avverate :
1% muta dopo 7-8 giorni dalla nascita,
De ae >... 8-06 0» » 1? muta,
38 » » 7-8 » » Ya »
4a » » 9-10 » > 32 »
Bozzolo. — È a forma di pera allungata, con tessuto relati -
‚amente forte, e di color testaceo- bruno, lucente, e quasi tutto li-
scio, tranne qualche scabrosità, nell’interno.
È lungo mm. 40 e largo (larghezza massima) 18-20.
I bozzoli formati da larve parassitizzate dal Dittero di cui
parlerò, sono di color sbiadito.
La larve arrivate a maturità scendono dalle piante ospiti e
vanno a costruire il bozzolo tra i cespugli e tronchi secchi, ove
si riscontra addossato ed attaccato con fili di seta.
Crisalide. — È bruna, lunga 20-24 mm. larga 12-13; si nota
un ciuffo di una ventina di spine all’estremità, curve verso la
faccia ventrale della crisalide.
Tempo impiegato nello sviluppo dalla Saturnia pavonia,
da uovo a crisalide. — A Catanzaro dalle uova deposte il 20 aprile
si ebbero le crisalidi dal 16 al 26 giugno, compiendo così lo sviluppo
in 57-67 giorni; da quelle deposte il 5 maggio si ebbero le cri-
salidi dal 21 al 27 giugno, compiendo lo sviluppo in 47-53 giorni.
(1) Nuove relazioni intorno ai lavori della R. Staz. di Entom agr. di Fi-
renze. — Serie 1. a N. 5, pag. 176-177, Firenze 1903.
9 —
Questo tempo è così ripartito :
aprile-giugno maggio-giugno
da uovo a larva giorni 15 da uovo a larva giorni 10
» larva a crisal. » 42-52 » larvaa crisal. » 37-43
La crisalide passa l’autunno e l’inverno ed alla primavera
seguente da l’adulto.
Generazioni. — Da quanto si è sopra esposto risulta che la
Saturnia pavonia ha una sola generazione all’anno.
Parassiti.
Di parassiti della Saturnia pavonia ho trovato, a Catanzaro,
un Dittero che, il Ch.mo Prof, Bezzi determinò, per Masicera sil-
valica Fall.
Deposizione delle wova. — Questo Tachinide depone le uova
sulle larve che abbiano fatto la 5.2 0 4* muta, in numero di uno
o più a seconda del numero degli ospiti che si trovano.
Le uova si trovano tenacemente attaccate sulla pelle in modo
da non potersi distaccare senza spesso rompere la pelle della
larva stessa
Il luogo dove riscontrai le uova fu sulla parte toracica, o
sulla laterale o inferiore addominale; qualche volta anche tra
le congiunture dei segmenti.
Uovo. — È semiellittico, cioè schiacciato alla parte ventrale,
bianco latteo, lungo circa ‘/, mm. i
Nutrimento della larca parassita. — È dapprima la sostanza
grassa dell’ospite poi tutto il resto della parte molle della crisa-
lide, poichè l’ ospite arriva a formarsi il bozzolo e a trasfor-
marsi in crisalide.
Pupa e pupario. — La pupa è lunga mm. 10-11 e larga 5-5.5.
Il pupario è rosso-testaceo, lucente, lungo e largo poco più
della pupa.
La larva arrivata a maturità (fine giugno), fora la crisalide
in una congiuntura dei segmenti addominali e si trasforma in pupa
nel bozzolo dell’ospite, ove sverna.
L’adulto nasce in primavera, verso la fine di marzo e primi
di aprile, attraversando il collo del bozzolo e allargando il tessuto
di seta che si trova in esso e che è meno fitto del restante.
ne
Re
Aspetto della crisalide. — Quando la larva della Masicera
silvatica è da poco fuoruscita dalla crisalide, questa è molle, e
contiene un liquido giallo-bruno, terreo. Dopo qualche tempo però,
il liquido secca e la crisalide indurisce e annerisce non lasciando
vedere affatto il punto perforato dalla larva parassita. Inoltre la
crisalide é molto più piccola delle normali e il bozzolo meno te-
nace e meno colorito.
Generazioni. — Come l'ospite, S. pavonia, così il parassita,
M. silvatica, ha una sola generazione all’anno.
F.
SILVESTRI
aS
Di una nuova specie di Aleurodes vivente sull’ olivo.
HEMIPTERA-HOMOPTERA.
Fam. Aleurodidae.
Aleurodes olivinus sp. n.
Adulto.
Femmina (Fig. I). — Corpo cremeo o ocroleuco cosparso di
polvere cerosa bianca con una fascia fulva sul pronoto, due subme-
Fig. I.
Femmina dal dorso (ingrandita).
diane dello stesso colore sul mesonoto
e due laterali sul metanoto. L’addome ha
sul primo tergite due macchie fulve sub-
mediane, dal terzo al quinto una fascia
trasversale mediana poco innanzi il
margine, e sul sesto una macchia me-
diana pure fulva. Il quinto urosternite
è quasi tutto nerastro. Le ali sono co-
sparse di polvere cerosa bianca leg-
germente tendente al cenerino e le an-
teriori hanno macchie fulve disposte co-
me'si vede nelle eure Tel,
Lunghezza del corpo senza le ali
mm. 1,60-1,70, colle ali mm. 2-2,10;
larghezza del torace 0,58; lunghezza
dell’addome 0,97 e larghezza 0,74; lunghezza delle antenne 0,71;
lunghezza dell’ala anteriore 2, larghezza 0,93; lunghezza dell’ala
posteriore 1,49, larghezza 0,71; lunghezza delle zampe del terzo
paio 1,35.
Il capo (Fig. II) è quasi tanto lungo (misurato dal margine
posteriore) che largo. Occhi bene sviluppati e divisi come in altre
2915
specie in una parte superiore ed una inferiore, ocelli a contatto
col margine superiore degli occhi. Antenne (Fig. III, 14) di 7 articoli
col primo di essi molto corto, il secondo subcilindrico, il doppio più
lungo che largo, il terzo molto più sottile del secondo e poco
più di tre
volte più
lungo dello
Stesso ar-
ticolo, nel-
la sua par-
te distale
fornito di
4 sensilli,
uno rap-
presentato
da una se-
1 2 3 tola gros-
Fig. II. setta e al-
1. Capo di fronte; 2. lo stesso di fianco; 3. capo e torace dal dorso: A base lungata 3
dell’antenna, B labbro superiore, D mandibola, E mascelle del primo paio, 4 i
F labbro inferiore, 0 occhi, P ocelli, S setole mandibolari e mascellari. invece da
una fosset-
ta con un corto processo subconico; il quarto articolo è breve,
più breve di tutti gli altri ed anche del secondo, il quinto è più
lungo del secondo, e provvisto di un sensillo verso la parte di-
stale, il sesto più del quinto e il settimo circa il doppio più lungo
del sesto, che ha una setola grossetta e alquanto lunga verso la
sua parte mediana e una setola sottile apicale.
Il rapporto di lunghezza tra un articolo e l’altro delle an
tenne può variare un poco tra un esempiare ed un altro.
Labbro superiore (Fig. II, 1-2) terminato in punta acuta e ro-
busta. Rostro giungente coll’estremità alla base delle zampe del
terzo paio, 3-articolato, col secondo articolo più lungo del terzo
e verso l’apice alquanto allargato, il terzo all’apice è ristretto e
quasi a forma di capezzolo
Ali colle nervature semplici caratteristiche del genere e di-
rette come si vede nelle figure III, 1-2 Il loro margine (Fig. III, 3)
è finamante crenulato e fornito di cortissimi e sottilissimi peli.
Le zampe (Fig. III, 4-8) sono abbastanza lunghe, le tibie più
lunghe dei femori, cilindriche, fornite di una serie di brevissime se-
tole lungo il margine superiore interno e all’ apice di 6 brevi setole,
— 216
delle quali due superiori, due laterali interne, una esterna e una
superiore. Il tarso è cilindrico col primo articolo più lungo del se-
condo. Il pretarso è composto di due unghie laterali e di una ap.
pendice mediana lunga quanto le unghie, di esse un poco più larga
e non di-
ritta, ma
piü o meno
piegata
Ver Sor ıl
mezzo ad
arco.
Addo-
me alquan
to piü lun-
go che lar-
go, ovale.
L’opercolo
anale (Fig.
TEE 120706
alquanto
più largo
che lungo
ed ha il
margine
posteriore
leggermen-
| i pia te sinuoso;
i ri eg
articolo del tarso e pretarso visti di fianco; 8. gli stessi dal dorso; 9. ovopo- si va gra
sitore visto dal dorso; 10. una lamina laterale dell’ovopositore; 11. antenna del
Fig. II.
maschio; 12-13. parte posteriore del corpo del maschio vista dal dorso e di datamente
fianco; 14. antenna della femmina. allargando
verso la-
parte posteriore e termina col margine arrotondato.
L’ovopositore (Fig. III, 9) è bene sviluppato ed ha i due pro-
cessi superiori un poco più lunghi degli inferiori e laterali, molto
assottigliati; i processi laterali (Fig. III, 10) sono finamente cre-
nulati.
Maschio. — Lunghezza del corpo colle ali mm. 1,49, senza le
ali 1,50; lunghezza delle antenne 0,78.
= oy
Antenne (Fig. III, 11) col quarto articolo brevissimo, il quinto
un pò più grosso e circa il doppio più lungo del quarto, il sesto
poco più lungo del quarto, il settimo circa il doppio più lungo
del secondo.
Gli ultimi due segmenti dell'addome sono molto più stretti
del precedente e l’ultimo (Fig. III, 12-18) è circa tanto lungo che
largo, coll’opercolo poco più largo che lungo e la lingula alquanto
più lunga dello stesso opercolo.
Le due appendici posteriori sono quasi un terzo più lunghe
dell'ultimo segmento, coll’apice assottigliato rivolto in dentro. Il
pene è più corto delle appendici laterali, gradatamente assotti-
gliato e curvato in alto.
Ovo.
È di forma (Fig. IV) subellittica, col
polo libero più assottigliato dell’opposto, una
faccia (ventrale) pianeggiante e l’altra ab-
bastanza convessa È fornito al polo meno
assottigliato di un brevissimo e sottile pe-
duncolo, con cui è inserito alla foglia. Ap-
Fig. IV. pena deposto è di colore paglierino pallido
Ovoimolio ingrandito); in seguito diventa bruno. La sua superficie è
tutta reticolata. È lungo mm. 0,247-253 e largo 0,117-123.
Larva I.
La larva neonata è di colore
fumoso, sprovvista di cera ed è
lunga mm. 0,325 e larga 0,234;
antenne lunghe 0,074, con zampe
0,061.
Il suo corpo (Fig. V) è molto
depresso, a contorno quasi ellittico
essendo leggermente più stretto i
innanzi che dietro Dorso con DAR drop ae es
quattro lunghe setole sublaterali,
delle quali due situate sulla parte posteriore del capo e due sul
secondo segmento addominale. Il margine del corpo è finissima-
mente crenulato e porta 16 setole per lato della lunghezza e di-
— 218 —
sposizione che sì vede nella (Fig. V) esattamente disegnata. Nella
parte submarginale anteriore ai lati della prima setola esiste un’al-
tra setola poco più corta della sua vicina. L’opercolo è poco più
largo che lungo e poco più corto della lingula.
Le antenne (Fig. VI, 1) sono com-
poste di 3 articoli, il primo dei quali
è breve, il secondo un poco più lun-
go, il terzo sottile e circa cinque o
sei volte più lungo del secondo, esso
termina con una breve setola, che
potrebbe essere anche considerata co-
me un quarto articolo rudimentale,
inoltre un poco innanzi all’apice ha
una piccola sporgenza esterna ad an-
golo su cui si trova una brevissima
setola. In corrispondenza a questa
parte dell’antenna io non ho distinto
una divisione, diversamente da quanto
osservarono il Tullberg (1) e il Trà-
gardh (2) in larve di altri Alewrodes.
1. Antenna SR di larva neo- £ Le SEME (Fig. a; 2) Da Dis
nata; 3. antenna (A) e zampa del » Vi, raggiungenti appena, se distese, il
Bao) EU alma ara sera marine, lelscorpo, consu e liianicali
zampa della stessa (ingrandite). Re ee vg
distinti. La tibia porta nella parte su-
periore innanzi l’apice una setola poco più lunga della tibia e del
tarso presi insieme; il tarso uniarticolato mì è parso sempre più o
meno distinto dalla tibia, è di questa molto più corto ed è prov-
visto di una setola esterna apicale, che è più lunga del. tarso
stesso. Il pretarso è breve, sottile, allargato all’ estremità.
La 1.* larva dopo che si è fissata (Fig. VII, 1), comincia a se-
cernere cera bianca lungo tutto il margine del corpo, attorno alle
setole dorsali e tra le setole anteriori dorsali.
Attorno il corpo la cera marginale forma una frangia della
larghezza di mm. 0,042, intorno alle setole dorsali una specie
di astuccio e tra le setole dorsali una laminetta.
(1) Arkiv for Zoologi ITI (1907), N. 26.
(2) Zeitsch. f. Wiss. Insectenbiologie IV (1908), pp 296-297.
BERO =
Larva II- IV.
Larve della 2° e 8° età. — Queste due larve appena sgusciate
fuori, rispettivamente dalla spoglia della prima e della seconda lar-
va, sono bianche, poi castagne, poi nero-azzurre ed infine nere.
La secondalarva(Fig. VII, 2) misura mm.0,48 X 0,39 - 0,57 X0,45
e per la forma del corpo, compresa quella delle zampe, è simile
N
Se
a U
N “SL,
N N
vii
II,
Fig. VII.
1 Larva del primo stadio dopo che si & fissata; 2. larva del secondo stadio; 3. larva
dell’ ultimo stadio; 4. la stessa vista dal ventre, (variamente ingrandite).
alla quarta larva che sotto si descrive. Ha attorno il margine
del corpo una frangia di cera formata da nastrini della lunghezza
di mm. 0,084 e della larghezza di mm. 0,009. Questi nastrini verso
l’apice si possono più o meno arricciare e separare dai vicini,
mentre colla parte prossimale ognuno di essi è a contatto col pre-
cedente e col seguente. La larva seconda differisce dalla prima
pel colore, per la grandezza, per la forma delle antenne e delle
zampe e per la mancanza delle 4 setole dorsali.
La larva della 3? eta @ simile a quella della seconda e della
quarta e presenta le seguenti dimens. mm. 0,75 xx 0,67—0,93 x 0,81.
Larva della 4* età (Fig. VII, 3). -— Corpo molto depresso quasi
laminare, poco più lungo che largo, al dorso nero, con due ciuffi
lineari trasversali obliqui di cera bianca sulla parte marginale
del cefalotorace alquanto dietro il livello degli occhi ed uno stretto
ciuffo longitudinale, pure di cera bianca, sulla parte mediana po-
steriore del corpo dietro l’opercolo. Attorno il margine esiste una
frangia di cera come nella larve della seconda e terza età; ma
in, queste larve della 4% età tale frangia spesso è più o meno
rotta e durante l’inverno per lo più viene perduta del tutto.
— 220 —
Il colore del ventre (Fig. VII, 4) è verde-scuro nella parte
centrale e atro in quella marginale, con una stretta area cerosa
laterale a livello della base del 2° paio di zampe, la quale presso
le zampe di questo stesso paio si biforca per giungere ai due
stigmi. Un'altra area di cera esiste nella parte mediana posteriore
del corpo. Lunghezza della 9 mm. 1,68-1,75, del maschio 1,20-1,35;
larghezza della femmina 1,48-1,52, del maschio 1,04-1,18; lunghezza
delle antenne 0,325, delle zampe 0,143.
La parte superiore del corpo è divisa da un solco in una
zona marginale ed una centrale La prima non ha traccia di di-
visione in segmenti ed è larga un poco più di un terzo della
metà della larghezza totale del corpo ed è variamente striata
alla parte prossimale, trasversalmente striata in quella distale e
al margine minutamente lobata, corrispondendo ogni lobulo allo
sbocco delle ghiandole ceripare attraverso le quali fuoriesce un
nastrino marginale di cera. Questa zona osservata a forte aumento
mostra anche una serie circolare di pochi e cortissimi peli presso
la base e qualche piccolo poro molto sparso.
La zona centrale è variamente rugosa, presenta distinte le
impressioni segmentali, che si vedono esattamente riprodotte nella
figura VIII, 3.
Gli occhi sono dorsali situati alquanto dietro il margine an-
teriore del corpo e rappresentati all’ esterno da una cornea cia-
scuno.
Le antenne (Fig. VI, 3 A) sono affatto ventrali, inserite ai lati
del rostro appena innanzi le zampe del primo paio, sono dirette sotto
di questo in dietro e un poco in fuori giungendo a livello del
margine posteriore della base delle zampe del secondo paio. Sem-
brano formate da un solo articolo (almeno non se ne vedono di-
stinti), sono un poco assottigliate dalla base all’apice e tutte ir-
regolarmente annulate; l’apice termina con una punta un poco ri-
piegata, quasi unguiforme.
Le zampe (Fig. VI, 3 e 4) sono cortissime, formate da una
lunga e abbastanza larga base che si prolunga in una breve appen-
dice subtriangolare, troncata all’estremità e provvista di un disco
membranoso concavo, che costituisce una sorta di ventosa. Le zam-
pe anteriori sono dirette all’innanzi, le medie e le posteriori all’in-
dietro.
L’opercolo è subtriangolare poco più lungo che largo alla base,
coll’apice leggermente rotondato e coprente del tutto la lingula.
ae nn
— 221 —
NOTE BIOGRAFICHE.
Questa specie è stata da me osservata fino ad ora soltanto
sull’olivo nell’Italia centrale e nella meridionale, e ad eccezione di
una diecina di piante presso Soverato in cui
nel 1909 era abbondante, è stata sempre vista
molto rara. Nel caso di Soverato la maggior
parte delle foglie (Fig. VIII) portava larve di
questo Aleurodes in numero vario da una a
venticinque, ed anche di più fino a sessanta.
Esse si trovano fissate sulla pagina superiore
della foglia, raramente sull’inferiore.
L’Aleurodes olivinus ha una generazione
per anno i cui adulti compaiono alla fine di Giu-
gno e primi di Luglio.
L’accoppiamento ha luogo lo stesso giorno
della comparsa degli adulti e così pure la de-
posizione delle ova.
Ogni femmina deposita 50-60 ova potendo-
sene almeno tante contare negli ovarii di fem-
Fig. VIII. : en
Foglia d’ olivo con Den
molte larve della 4* eta Le ova sono deposte perpendicolarmente
di Aleurodes olivinus,
ili fecale) sulla pagina superiore delle foglie, inserite con-
un breve peduncolo (Fig. IV) e disposte in file
quasi rette (Fig. IX) o leggermente curve alla distanza quasi re-
golare, l’uno dall’altro, di mm. 0,30-
0,40, oppure senz’ordine. In una fila
se ne possono contare 3, 7, 8, 9, 11.
I
¢
Quando si trovano disordinate, pos- e SQ <
sono vedersene due quasi a contatto @ @
fra di loro, altre da queste lontane J
mm, 0,5-2 ed altre piu. g Q
Dalla deposizione dell’ ovo alla 1
nascita della larva decorrono una . Fig. 1X.
quisidieima: ‘dibipiorni; A. Portici, nel); Dae pezzi di foglia d. olivg.con ova
E f er di Aleurodes olivinus, (ingrandite).
1909, da ova depositate nei primi
dieci giorni di Luglio si ebbero le larve dal 18 al 24.
La larva neonata vaga un poco per la foglia fino a trovare
un luogo opportuno per fissarsi, che è sempre la pagina supe-
5 ? 5
— 229 —
riore della foglia tanto per essa come perle altre forme larvali.
Fissatasi, a poco a poco secerne la cera marginale e quella che ri-
veste le setole e lo spazio dorsale tra le setole anteriori Fig. VII, 1).
Tra l'adulto e la prima larva si hanno altri tre stadii larvali,
perciò si hanno tre mute e la spoglia dell’ultima larva-serve a
questa per trasformarvisi in ninfa e quindi in adulto.
Le tre mute accadono in Luglio Agosto, avendo osservato che
larve nate ai primi di Luglio il 10 Agosto stavano compiendo,
ed altre l'avevano compiuta, la 2% muta. Tutte avevano compiuta
la 1% muta. Nella seconda quindicina dello stesso mese osservai
la terza muta.
Per compiere la muta la larva fuoriesce dalla parte ventrale
della spoglia e si fissa quasi nello stesso punto potendo fare lenti
movimenti colle cortissime zampe. La spoglia larvale rimane
perlopiù sulla parte posteriore del dorso della
larva fuoriuscita e ripiegata sul ventre ad
angolo acuto; altre volte, ma raramente, può
trovarsi distesa o altrimenti disposta.
L’adulto invece fuoriesce dalla spoglia
dell'ultima larva (Fig. X) per la parte cefa-
lo - toracica dorsale che si distacca nella
parte posteriore rovesciandosi in alto ed al-
l’innanzi sotto la spinta dell’adulto stesso.
Fig. X.
? An Sand + ve è
Spoglia dell'ultima larva L’Aleurodes olivinus fino ad ora, come
di Alewrodes olivinus dopo dicevo, è stato osservato molto raro, eccetto
l’uscita dell’adulto (ingr.).
Fe nel 1909 presso Soverato, dove lungo una
strada si vedevano una diecina di olivi molto infetti. Anche in
questo caso però le piante non mostravano un evidente depe
rimento perchè forse quello era il primo anno in cui erano sog-
gette a tale intenso attacco. Pertanto possiamo ritenere che di
regola questo A/evrodes è un nemico dell’olivo trascurabile.
Nemici naturali.
Data la consueta rarità di questo A/eurodes, deve esso avere
in natura molte cause nemiche che lo distruggono. Io ho osser-
vato qualche volta esemplari di larve dell'ultima muta morte e
invase da micelio di non so quale specie fungina, e ho ottenuto
da larve della stessa età tre specie di Imenotteri parassiti endo-
fagi, dei quali due appartengono alla famiglia Cha/cididae e sono
NE ER!
— 223 —
Me a
la Prospaltella olivina Masi (Fig. XI) e l’Encarsia elegans Masi
ambedue descritte recentemente a pagina 145-149 di questo stesso
bollettino.
La Prospaltella olivi-
na è stata da me ottenuta
in pochi esemplari da larve
di Aleurodes olivinus di
Catanzaro, Soverato e Ma-
safra (Taranto) e VEncar-
sta elegans una sola volta
da larve di Aleurodes di
Catanzaro.
La terza specie di Ime-
nottero parassita di questo
Aleurodes si ebbe in nu-
merosi esemplari nei mesi
di Giugno e Luglio da larve della 4* eta raccolte a Soverato. Essa
appartiene alla famiglia Proctotrypidae, tribù dei Platygasterini,
genere Amifus Hald. e viene qui appresso descritta come nuova
Fig. XI.
Prospaltella olivina (ingrandita).
Amitus Minervae sp. n.
Femmina (Fig. XII). — Nera lucida coi primi due articoli delle
antenne e le
zampe, eccet- = 4
tuato l’ultimo
articolo tarsa-
le brunastro,
di colore o-
craceo; gli ar-
ticoli 3-4 delle
antenne di co-
lore bruno - 0-
craceo, e gli # \ Ss
altri bruna- FASI |
stri; ali ialine )
leggermente
fumose, primo
segmento del-
l'addome castagno. Tutto il corpo è a reticolato e for-
nito di pochi brevissimi peli.
Fig. XII.
Amitus Minervae, (ingrandito).
— 224 —
Il capo è grosso, più stretto del torace, cogli occhi nudi non
prominenti, gli ocelli formanti un triangolo coll’angolo del vertice
molto ottuso, il clipeo col margine arrotondato leggermente rial-
zato, le mandibole bidentate. Le antenne (Fig. XIII, 1-2) sono lun-
ghe, clavate, brevemente pelose, inserite a
breve distanza dal margine del clipeo e fra
di loro poco allontanate; la clava è alquanto
più lunga di due articoli precedenti presi
insieme e osservata a discreto aumento pre-
senta distinti due solchi che la dividono su-
perficialmente in tre articoli; per la forma e
dimensione degli altri articoli si confronti la
feura NIE
Il mesoscuto (Fig. XII) ha due (uno per
lato) solchi sublaterali longitudinali, i quali a
poca distanza dal margine anteriore vanno
convergendo posteriormente fra di loro, così
che la distanza che li separa anteriormente
En ange circa tripla della posteriore. A poca distanza
tenna di femmina; 2. elava di tali solchi si trova in ciascun lato del me-
a no “ soscuto un’altro solco che dal margine po-
steriore decorre quasi retto all’innanzi fin
verso la metà del mesoscuto stesso, delimitando così col solco
interno un’area allungata triangolare. Lo scutello è più largo che
lungo, leggermente convesso, colla parte marginale posteriore lon-
gitudinalmente e leggermente carinulata, coprente il metanoto, Il
propodeo (o epinoto) ha un leggerissimo rialzo ad arco, mediano,
con poche strie longitudinali e si prolunga nel mezzo in un bre-
vissimo e stretto anello, che riceve il peduncolo dell’addome.
Le ali hanno la superficie brevemente setosa e la frangia
posteriore abbastanza lunga come si vede nella figura XII, Le
zampe hanno anche brevi subglobose, trocanteri lunghi, femori ir-
regolarmente fusiformi, tibie un poco ingrossate verso l’apice e
fornite le medie e le posteriori di uno sperone, le anteriori di
una stregghia all’apice biforcata, tarsi di 5 articoli abbastanza
sottili.
Addome poco più lungo del torace e allo stesso uguale per
larghezza: il primo segmento ha nella parte mediana cinque ca-
rene longitudinali, due fossette submediane provviste di peli e
due piccole sporgenze sublaterali anteriori spiniformi; il secondo
Fig. XII.
— 225 —
segmento si estende per gran parte del resto dell’addome essen-
do quattro volte più lungo del primo; gli altri segmenti sono
molto corti e vanno di mano in mano restringendosi fino al-
l’ultimo che termina a punta. L’ovopositore sorpassa appena, op-
pure non, l'apice dell’addome.
Lunghezza del corpo mm. 0,98; larghezza del torace 0,39;
lunghezza delle antenne 0,78; delle zampe del 3° paio 1,10; delle
ali anteriori 1,10, larghezza delle ali anteriori 0,39.
Maschio. — Antenne lunghe, abbastanza sottili, composte di
10 articoli di forma e lunghezza come si vede nella figura XIII, 3.
Corpo di dimensioni simili a quelle della femmina; antenne
lunghe mm. 0,95.
Habitat. Soverato (Catanzaro).
Osservazioni. — Di questo genere si conoscono una specie del
Nord America (Amitus alewrodinus Hald.) ed una europea (Ger-
mania, Am. longicornis Först.), le quali sono pure parassite di
specie di Aleurodes. L’Amitus Minervae, da me descritto come
nuovo, sembra distinto dall’Aim. longicornis per la maggior lun-
ghezza della clava delle antenne e per la scultura del margine
posteriore dello scutello e di quella del primo segmento addo-
minale, e dall’Am. aleurodinus per le antenne della femmina
piu corte, e per quelle del maschio sprovviste di setole verti-
cillate. Tali differenze sono desunte dalle brevi descrizioni date
dal Forster per la prima e dall’ Ashmead per la seconda; però
soltanto da un accurato nuovo esame degli esemplari tipici, po-
tranno essere meglio confermate, o dichiarate inesistenti, mentre
altre potrebbero essercene che non sono ora messe in evidenza
dalle descrizioni che possediamo. Così nè il Forster, nè l’Ashmead
parlano del secondo solco che esiste sul mesoscuto e che è molto
evidente e caratteristico; l Ashmead anzi nemmeno lo rappresenta
nella tigura dell’insetto intero che egli ha pubblicato (1).
(1) Bull. U. S- Nat. Mus. N. 45, p. 293, Pl. XII, Fig. 8.
Dorr. GIOVANNI MARTELLI
——_»—-
PRIMO CONTRIBUTO ALLA BIOLOGIA
del Phytonomus variabilis Herbst.
Nell’aprile del 1909 osservando che in un appezzamento
del parco Gussone della R. Scuola Sup. di Agric. in Portici, col-
tivato ad erba medica esistevano numerose piante di questa con
le foglie in parte divorate e in parte rose sulla pagina, volli ve-
dere a che fosse dovuto. Trovai numerose larve di un Curculio-
nide. Ne raccolsi parecchie per seguirne la biologia e anche per
sapere la specie a cui appartenevano.
A suo tempo ottenni i primi adulti che erano appunto di Phy-
tonomus variabilis.
Era mio desiderio di completare la biologia di questo Co-
leottero prima di rendere pubbliche queste iotizie, ma poichè ora
sono a conoscenza che, nell'America del Nord, il Prof. E G. Ti-
tus, entomologo dell’Utah Agricultural College Experiment Station,
ha, nel settembre dell’anno scorso, pubblicato un Bollettino sul
Phytonomus murinus Fab., e non ha trovato di esso alcun pa-
rassita endofago od ectofago, ho creduto opportuno affrettarmi a
pubblicare le poche cose osservate (rimandando il resto alla pros-
sima primavera, in cui spero completare lo studio), perchè mi
sembra che possano essere utili per gli entomologi del Nord Ame-
rica, che vogliono tentare l'introduzione dei parassiti europei di
Phytonomus.
Alle osservazioni fatte a Portici nel 1909, aggiungerò alcune
altre fatte ad Acireale nel 1910.
Comparsa dell’adulto.
L’adulto del Phytonomus dal mese di giugno e anche di lu-
glio non si osserva più, almeno a Portici, sulle piante, e ricom-
pare verso la fine di febbraio (Portici). Nelle belle giornate di
dicembre (Acicastello-Catania) ho osservato alcuni adulti divorare
le tenere foglie di erba medica.
ya —
Costumi dell’adulto.
È molto difficile poter seguire quello che fa l'adulto, poichè
appena, anche di lontano, sente un rumore, si lascia cadere dalla
pianta e fa il morto sul suolo confondendosi pel suo colore con
quello della terra. Quando crede esser passato il pericolo si muove
e sì affretta a camminare cercando tra i detriti un nascondiglio
nel quale attende che tutto taccia all’ intorno per riprendere le
sue abitudini.
Nutrimento dell’adulto.
Il nutrimento è la foglia, specialmente quella tenera, che ro-
de ai lembi o nel parenchima della passina superiore. Qualche
volta però difettando le foglie rode anche l epidermide del fu-
sticino della pianta nutrice.
Larva, suo costume e suo nutrimento.
Le larve cominciano a trovarsi verso la fine di febbraio e
primi di marzo a seconda dell’andamento della stagione.
Quando sono piccole sono di color verde molto pallido o an-
che giallognole. Sul dorso, longitudinalmente, spesso si nota una
fascia biancastra e, qualche volta, anche di color roseo; esse se
ne stanno sulle ultime foglie che sono chiuse, cioè tra le due
metà combacianti sulla pagina superiore delle foglie apicali, non-
ché tra la pagina inferiore di una fogliolina chiusa e l’altra della
vicina.
Quando sono molto avanzate nello sviluppo però le larve
stanno anche sulla pagina superiore.
Se disturbata la larva si dispone a cerchio e si lascia cadere.
Il nutrimento della larva è lo stesso di quello dell’adulto,
cioè le foglie e anche il parenchima dello stelo.
La larva matura è lunga mm. 8-10 e larga mm. 1,5-2.
Bozzolo.
La larva matura discende dalla pianta e sulle foglie secche,
che si trovano alla base della pianta medesima, e tra esse e
qualche volta anche su quelle ancora verdi, si intesse un bozzolo
di forma rotonda od ovale a tessuto resistente, ma a maglie molto
larghe per modo che la larva, e poi la pupa, si vede molto bene
attraverso il tessuto.
Te
Il bozzolo è di color biancastro, del diametro di mm. 4-6 se
rotondo, e di mm. 4 in un senso per 5-6 nell’altro e 4 nel terzo,
cioè nei tre assi perpendicolari, se è ovale.
Pupa.
Compiuto il bozzolo la larva, dopo tre-cinque giorni, sì tra-
sforma in pupa. La quale può misurare 4-5 mm. in lunghezza e
3-4 in larghezza massima.
È di color verde sul principio, poi di color verde più carico
sul torace e sulle elitre.
Dopo 14-15 giorni la pupa si trasforma in adulto, il quale
rode la parete del bozzolo che gli sta di fronte ed-esce all'aperto.
Comparsa degli adulti della generazione dell’anno.
A Portici (1939) i primi adulti li ho ottenuti verso la fine di
aprile, ad Acicastetlo (1910) verso i primi della seconda metà dello
stesso mese di aprile. La massima nascita si è verificata a Por-
tici (1909) verso la fine della 2.8 decade di maggio e gli ultimi
adulti sono nati alla fine di questo stesso mese. Ad Acicastello
(1910) invece la massima si ebbe nella prima decade di maggio
e gli ultimi nella 2.2 decade dello stesso mese.
Generazioni.
Tanto a Portici quanto ad Acireale ho osservato una sola ge-
nerazione del Phylonnmus.
Danni.
I danni che questo Curculionide arreca sono forti quando
esso si sviluppa in gran numero. A Campobasso, nel 1909, le la-
gnanze degli agricoltori per danni avuti dal Phylonomus furono
molte.
Parassiti.
I parassiti di questo Coleottero da me trovati a Portici sono
tre: un Ichneumonide: Canidia curculionis Thoms., e due Calcidi-
di: Eulophus sp.? e Eutelus sp.? Ad Acicastello ho trovato
oltre al primo anche la Pimpla maculator F.
ea
EC) IO aot!
Canidia curculionis Thoms.
Comparsa dell’adulto. — I primi adulti sono nati verso la
fine di febbraio da bozzoli svernanti; un’altra schiusura si è avuta
a maggio da bozzoli della prima generazione.
Nutrimento dell’adulto. — E la sostanza zuccherina.
Deposizione delle uova. — La femmina depone le uova nelle
larvette piccole di Phytonomus, perforando con la trivella il
corpo di esse.
Nutrimento della larva parassita. — Come tanti altri endo-
fagi a vita larvale relativamente lunga, la larva parassita si nutre
dapprima delle sostanze elaborate dalla larva ospite, poi quando
questa è matura, divora tutti gli organi interni, lasciando la pelle
intatta.
Bozzoli del parassita. — La larva di Phytonomus parassi-
tizzata arriva a maturità e tesse il proprio bozzolo, ma ad un
| certo punto invece di trasformarsi in pupa, muore e dalla pelle
sbuca fuori la larva parassita che liberatasi dalla pelle medesima,
comincia subito a tessere il proprio bozzoletto
Questo dapprima è bianco, ma dopo un giorno o due acquista
un colore rosso scuro passando al testaceo bruno con una fascia
bianca mediana.
Ha forma di un bell’ovale quasi tutto regolare, è lungo mm.
2 2'/, e largo poco più di un mm.
Durata dello sviluppo del parassita. — Da larve di Phyto-
nomus fatte inquinare ad Acireale, il 24 marzo 1910, nacquero
i parassiti il 20-24 aprile, impiegando dallo stato di uovo a larva
matura 11-13 giorni, da larva matura a pupa 2 giorni e da pupa
ad adulto 14-16 giorni.
Totale giorni trascorsi da uovo ad adulto 27-31.
Generazioni. — Da quanto si è sopra esposto questo paras-
sita pare che debba avere due generazioni. Da osservazioni che
farò quest'anno si potrà stabilire se ad Acireale ne ha due od una.
Eulophus sp.?
Comparsa dell'adulto. — I primi adulti li ho ottenuti a Por-
tici (1910) verso la 2.* decade di maggio, con un massimo di na-
scita verso la fine dello stesso mese
Nutrimento dell'adulto. — È la sostanza zuccherina.
— 230 —
Deposizione delle uova. — Questo parassita è un ectofago;
depone le uova all’esterno della larva, non so bene se quando
questa è chiusa nel suo bozzolo o prima. Il numero di uova che
depone sull’ospite è più di uno, ma non più di 5-6.
Nutrimento della larva parassita. — La larva parassita sue-
chia l’ospite dall’esterno che perciò muore, quando però si è già
chiuso nel proprio bozzolo.
Qui le larve parassite si trasformano in pupa ed attendono
per trasformarsi in adulto fuoruscendo dal bozzolo.
Questo parassita pnò essere anche di 2.° grado, poichè se la
larva di Phutonomus contiene il parassita Canidia curculionis,
questo non può compiere il suo sviluppo.
Pimpla maculator F.
Di questo parassita di primo grado trovato ad Acicastello
non posso ancora dir nulla, non avendo potuto fare osservazioni
in proposito.
Parassiti di 2.° grado o iperparassiti.
Gli iperparassiti del Phyfonomus riscontrati a Portici sono
tre, cioè: un Habrocytus, una Chalcis e il Dibrachis boncheanus.
Essi sono tutti parassiti del Canidia.
F. SILVESTRI
— — =} —____— a | ]E E
SULLA POSIZIONE SISTEMATICA
DEL
Genere Termitaphis Wasm. (Hemiptera)
con descrizione di due specie nuove.
Il Wasmann (1) descrisse nel 1902 un novo genere di Emit-
teri, termitofilo, raccolto dal Forel in un nido di Amitermes Fo-
reli Wasm. presso Baranquilla nella Columbia e lo chiamö Ter-
mitaphis ascrivendolo alla famiglia Aphididae
Nel 1908 durante una rapida escursione, che io feci nel Messico,
raccolsi presso S. Francisco (Vera Cruz) in gallerie, abitate da Lez-
cotermes tenuis (Hag.) var., un esemplare di Emittero che riconobbi
appartenere al Termitaphis Wasm., e in una collezione di Termiti
e Termitofili africani fatta dal compianto, insuperabile raccogli.
tore, Leonardo Fea, e gentilmente comunicatami dal Prof. Gestro,
ho trovato anche un esemplare dello stesso genere Termi/aphis
preso in un nido di Rhinolerines putorius Sjost.
L’esame dell’esemplare del Messico e di quello dell’isola Prin-
cipe, rappresentanti ambedue nuove specie, mi ha permesso di
riconoscere meglio i caratteri del genere Termitaphis e mi ha
convinto che esso non può considerarsi affatto come un Aphididae
e neppure come un Omottero, ma che invece deve essere ascritto
agli Eterotteri e per ora almeno, finchè le sue relazioni con al-
tre famiglie, colla scoperta di altre forme, non siano più evidenti,
si deve considerare come rappresentante di una nuova famiglia.
(1) Species novae insectorum termitophilorum ex America meridionali.
Tijdschr. v. Entom. XLV (1902), pp. 75-107: Termitaphis, p. 105, PI. 9,
fig. 7,7 ae.
Hemiptera-Heteroptera
Fam. Termitocoridae nov.
Corpus (Fig. 1) valde depressum capite, thoracis segmentis
TA
Fig. I.
Termitaphis subafra. 4. prona, 2. supina (setis omissis):
a-a! frontis carinae, b-b! pronoti, c-c! mesonoti, d metanoti
carinae; e-m abdominis segmentorum carinae, n segmen-
tum ultimun eum ano; A antenna, C capo, P!-P* pedum
basis, R rostrum, S!-S7 stigma, (multo amplificata).
NF
et abdominis segmen-
tis 8 distinctis, capitis
et _ segmentorum. Gete-
rorum omnium. lateri-
bus subaequaliter dila-
tatis et a capite ad seg-
mentum ultimum abdo-
minalem circumlitione
graduali; apterum; oculis
destitutum. Antennae in-
ferae, 4-articulatae; ro-
strum 4-articulatum. Pe-
des coxis distantibus ,
tarso biarticulato, prae-
tarso unguibus binis, ap-
pendicibus duabus et
setis duabus composito.
Stigmata (Fig. 1,2S'-S’) septem, ventralia, in mesotorace, me-
tatorace et abdominis segmentis 1-5 sistentia.
Gen. Termitaphis Wasm.
Caput . (Fig. I, let 2 a-a! et. II). frontis
lateribus valde elongatis dilatatis, antrorsum
directis, clypeum spatio magno superantibus,
incisione brevi in partem internam majorem
(a) et partem externam minorem (a!) partitis.
Antennae (Fig. I, 2A) inferae, 4-articulatae,
articulo primo longo retrorsum et introrsum
directo, articulis ceteris antrorsum directis,
articulo ultimo quam articuli 2-5 simul sumpti
longiore et crassiore.
Rostrum inferum, retrorsum vergens,
4-articulatum, articulo secundo brevi et pa-
rum distincto setis mandibularibus et maxil-
laribus bene evolutis.
Rie I.
Termitaphis subafra . caput
supinum frontis carinibus
laevis omissis, (multo am-
plificatum).
ME RR
— 293 —
Thorax (Fig. I,b-d): segmentum primum quam secundum et
secundum quam tertium majus. Pronotum lateribus in partem
anticam majorem (0) et partem posticam minorem (0') divisis et
superficie sulco subintegro impressa, carinis antrorsum directis
et caput maxima pro parte complectentibus. Mesonotum lateribus
incisione parum profunda in partem anticam parum minorem et
posticam divisis, superficie media sulco arcuato impressa. Meta-
notum quam abdominis segmentum primum parum minus.
Abdomen (Fig. I, e-n) segmento primo horizontali, carinis
ceteris retrorsum gradatim magis directis, segmento sexto quam
quintum et septimum quam sextum minus, segmento octavo parvo,
quam septimum brevius et anum pilis nonnullis cireumdatum con-
tinens.
Carinae laterales omnes lobulatae, lobulo singulo setam gerente.
Dorsum totum pulchre areolatum et papillis sparsis instructum.
Pedes (Fig. IV,5 et VI,5) tibiae apice setis numerosis lon-
gis et spina nonnulla brevi aucto, tarso biarticulato , praetarso
(Fig. IV, 6 et VI, 6) unguibus duobus lateralibus, appendicibus dua-
bus longis, latiusculis, arcuatis, ad unguinm basim orientibus, nec
non setis duabus, inter appendicium basim sitis, composito.
Species typica: Termitaphis circumvcallata Wasm. (Columbia).
CONSPECTUS SPECIERUM.
1. Lobulorum marginalium setae subtiliores, integrae (1) . . . =
i T. circumvallata Wasm.
2. Lobulorum marginalium setae minute serratae.
3. Setae dietae elongatae, multo longiores quam latiores . . |
T. subafra sp. n.
4. Setae dictae breves, latae, minus quam dimidium longiores quam
lauoressine a ele eee E MeVCANIAIBE Di
Osservazione. — Questo genere di Emitteri è certamente un
termitofilo di molto antica data a giudicare non solo dalla sua
forma, che rappresenta caratteri di molto speciale adattamento,
ma anche dalla sua distribuzione geografica che comprende due
località così lontane attualmente, come l'America centrale e l’isola
Principe presso la costa africana.
Peccato che il materiale finora avuto sia rappresentato sol-
tanto da tre esemplari e che nulla si conosca dell’anatomia in-
terna e delle relazioni che passano tra questi curiosi Emitteri e
(1) Saltem secundum descriptionem et figuram cl. auctoris E. Wasmann.
CAZIONE
i loro ospiti. Speriamo che richiamata meglio l’attenzione dei rac-
coglitori sopra questi interessanti insetti, presto ne saranno accre-
sciute anche le nostre cognizioni anatomiche e biologiche.
nn a 1 :
Termitaphis mexicana
Sp. n.
Corpus (Fig. III) valde
depressum, sublaminare, cir-
cumlitione elliptica, */, lon-
gius gram latius, stramineum.
Dorsum (Fig. IV, -2) mi-
nutissime et pulcher areola-
tum et per areolas papillis
Fie. II. 9 minimis, claviformibus, nume.
Termitaphis mexicana: 1. prona; 2. supina, rosis, sparsis instructum. Seg-
(amplificatae).
mentorum omnium margo la
teralis (Fig. IV 1-2) lobatus lobis dimidii corporis, a capite
enumeratione
incipiente, 7,4;
SAD
TATE PAL
4:2 et lobo sin-
SUILONS RISE
IV,1) setam
laminarem
obovalem, ali-
quantum lon-
giorem quam
latiorem et in
margine den-
ticulatam, ge-
rente. Seg-
mentorum la-
tera subtus
(Fig IV,2) se-
tis nonnullis
longis et bre-
Fig. IV.
Termitaphis mexicana: 1. dorsi lateris dermatos particula super in-
specta; 2. abdominis segmenti primi carina subtus inspecta; 3. antenna;
4. antennae articuli 3-4; 5. pes paris tertii; 6. pedis paris tertii tibiae
apex, tarsus et praetarsus; 7. tarsi apex et praetarsus; 8. abdominis seg-
menti septimi et octavi pars postica, (figurae omnes multo amplificatae),
vibus aucta sunt.
Antennae (Fig. IV,3) 4-articulatae, articulo primo quam ulti-
mus parum longiore, introrsum et parum retrorsum directo, arti
culis 2-3 antrorsum directis, articulo secundo quam primus multo
breviore et quam tertius aliquantum longiore, articulo quarto
elongato, elliptico, magis quam duplo longiore quam latiore, setis,
ut Fig. IV,4 demonstrat, jnstructo.
Rostrum spatio brevi mesosternum attingens.
Pedes (Fig. IV,5-6) extensi corporis latera parum superantes,
femore basi quam apex latiore, setis paucis instructo, tibia infra
ad apicem setis c. 12 longis, sat robustis et spina brevi sat ro-
busta mediana et altera minori antica armata, tarsi articulo se-
cundo infra seta nonnulla breviore aucto, praetarsi unguibus la-
teralibus arcuatis, appendicibus laminaribus quam ungues parum
brevioribus et setis basalibus subtilibus.
Long. corp. mm. 2,5; lat. corp. 1,5; long.
antennarum 0,52, pedum paris tertii 0,98.
Habitat. Ad S. Francisco (Vera Cruz)
exemplum descriptum in cuniculis nidi
Leucotermes tenuis (Hag.) var. legi.
Termitaphis subafra sp. n.
Corpus (Fig. V) valde depressum, sub-
laminare, circumlitione elliptica, c. !/3 lon-
gius quam latius, subochraceum.
Dorsum (Fig. VI, 1-2) deplanatum,
Fig. V. praeter partem marginalem totam, minutis-
Termitaphis subafra: prona, —sime et pulcher areolatum et per areolas pa-
ask pillis minimis, subclaviformibus, numerosis,
sparsis instructum. Sgmentorum omnium
margo lateralis (Fig. VI,1 et 3) lobatus, lobis, a capite enumeratione
incipiente, 7,3;12,4;5,5;7;7;7;7;7;7;4:2, lobo singulo setam elongatam,
subquadrangulam et per angulos minutissime serratam gerente.
Segmentorum latera subtus (Fig. VI,3) setis nonnullis sot longis
et brevibus aucta sunt.
Antennae (Fig. VI,4) articulo ultimo fere triplo longiore quam
latiore.
Pedes (Fig. VI,5-6) tibiae apice subtus setis sat numerosis,
longis, sat robustis et spinis inferis nec non spina interna armato,
praetarsi unguibus et appendicibus (Fig. VI,6) sat longis.
— 296 —
Long. corp. mm. 3,1; lat 2; long. antennarum 0,65; pedum
paris tertii 1,49.
ign aval
Termitaphis subafra: 1. dorsi lateris dermatos particula super inspecta; 2. dorsi superficiei
medianae dermatos particula super inspecta; 3. abdominis segmenti mipiae arina subtus
inspecta; 4. antenna; 5. pes paris tertii; 6. pedis paris tertii tibiae apex, tarsus et prae-
tarsus, (figurae omnes multo amplificatae).
Habitat. Ins. Principe: Roca Infante D. Henrique 100-300 m °/m
in nidis Rhinotermes pulorius Sjöst.
Ie e
Dorr. G. LEONARDI
== === DS lello
CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA
DELLE
Cocciniglie della Repubblica Argentina
—_— ->eo-...
Dal Sig. Dott. F. Lahille, Capo della divisione di zoologia
agraria del Ministero di Agricoltura dell'Argentina, mi fu inviata,
tempo addietro, una collezione di Cocciniglie raccolte a Cacheuta,
località della Repubblica presso le Ande, dal Sig. Dott. Lucien Iches.
Lo studio della predetta collezione riusci assai interessante,
giacchè, su un substrato costituito, da non più di una quindicina
di piante trovai rappresentanti di ben 25 specie di cocciniglie
tutte nuove per la scienza, distribuite in 16 generi appartenenti
a famiglie diverse, e tra questi generi due riscontrai nuovi del
tutto.
Ma lo studio della collezione riusci ancora interessante sotto
un’altro punto di vista. Fu notato, infatti, che le cinque specie
appartenenti al gruppo dei Diaspiti sono tutte vivipare, come vi-
vipara si constatò, con tutta certezza, essere una specie di Pseu-
dococcus, mentre incerta rimase, per scarsezza di materiale, la
constatazione, di questo fatto, per l’altra forma; vivipara si
trovò, inoltre, una delle due specie di £r/ococcus da noi descritte.
Colla viviparità nei Diaspiti abbiamo trovato che corre, di
pari passo, la riduzione di certi organi che in altre forme sono
numerosi e bene sviluppati. In quasi tutte le specie, eccetto una,
mancano i dischi ciripari perivulvari, mentre le palette, i pettini,
i peli filiere ecc. sono poco numerosi e di sviluppo men che
mediocre. Questi due fatti, viviparità e riduzione di organi, fa
pensare che esista una stretta relazione colle condizioni di vita, la
quale, certamente, non può essere favorita da una regione che è
rivestita di scarsa e stentata vegetazione quale è quella, appunto,
ove venne raccolto il materiale in parola.
— 238 —
Ringrazio per tanto di nuovo e nel modo più vivo il signor
Dott. F. Lahille e il Dott. L Iches di avermi offerto l'occasione di
studiare forme si interessanti, alcune delle quali mi onorai chia-
mare col nome loro in omaggio alla cortesia usatami.
Fam. Coccidae.
Subfam. Monophlebinae.
Gen. ICERYA Signor.
1. — Icerya subandina n. sp.
Larva. — Forma del corpo ovale, coi segmenti toracici poco
bene distinti tra loro e male, ancora, si distingue il torace dal
capo; più evidente, invece, è la segmentazione dell’addome. Al
dorso il corpo presenta 6 serie longitudinali di dischi ciripari alter-
nate con serie di peli disposti pure in senso longitudinale.
Dal lato, del ventre, si osservano, al contrario, due sole serie
longitudinali di dischi ciripari e questi, in confronto ai dorsali,
sono notevolmente più piccoli; quanto ai peli, che rivestono que-
sto lato del corpo, sono pure disposti in serie, però, essi sono meno
numerosi che al lato dorsale, ma in compenso un poco più lunghi.
Oltre le serie di dischi ciripari su ricordati ve ne ha un’altra mar-
ginale, disposta cioè lungo i margini liberi del corpo dell’insetto.
I dischi ciripari di questa serie, per la fabrica loro, corrispon-
dono a quelli delle serie dorsali prima notate. Peli semplici, di
varia lunghezza, si trovano inseriti lungo i margini liberi del
corpo. L’ estremità addominale presenta 6 setole lunghe quanto
la lunghezza totale del corpo, le quali sono piantate su altre-
tanti tubercoli. Parti boccali bene sviluppate con setole ma-
scillo-mandibolari molto lunghe. Antenne di 6 articoli di cui l’ar-
ticolo basale breve e grossetto i seguenti, meno l’apicale, sottili,
cilindrici e brevi pur essi, che in ordine di lunghezza si seguono
nel modo seguente: 4°, 2°, 3°, 5°. L'articolo apicale, lungo quasi
quanto i tre articoli precedenti presi assieme, è fusiforme e for-
temente ingrossato in confronto degli altri. Tutti gli articoli por-
tano dei peli, i più lunghi e robusti, però, stanno piantati sull’articolo
apicale. Zampe molto lunghe e abbastanza robuste colla tibia lunga
all’incirca quanto il femore, sottile e cilindrica; tarsi circa un terzo
più brevi della tibia e armati di sottile unghia. Peli semplici,
2939 —
poco numerosi e piü o meno lunghi sono inseriti sui vari arti-
coli delle zampe.
Colore del corpo rosso miniaceo colle zampe e le antenne,
parti boccali e occhi di color caffè assai oscuro e di tale tinta
sono pure i peli che rivestono il corpo.
Lunghezza del corpo 900 py.
Larghezza » > A090, U.
Lunghezza delle antenne 500 x.
» » Zampe del 2.° paio 700 p.
Femmina. -- La femmina, sprovvista del sacco ovigero, è semi-
circolare nella regione anteriore comprendente capo e torace, ma
dietro l'inserzione del 3." paio di zampe gradatamente si allarga per
raggiungere la massima ampiezza all’altezza del 5.° segmento ad-
dominale Derma, tanto dal dorso che dal ventre, come pure lungo
i margini liberi del
Corpo, provvisto di nu-
merosi peli, variabili
inlunghezza e disposti
senz’ordine alcuno. Il
numero di questi peli
tuttavia è sempre no-
tevolmente inferiore
a quelli che si osser-
vano nell’ Icerva Pur-
chasi ed inoltre, in
essa, non si notano,
lungo i margini liberi
del corpo, aggruppa-
menti molti fitti di così
fatti peli come, al con-
trario, è dato osser-
Fig. 1. vare nell’/. Purchasi.
Icerya subandina : 1) Larva veduta dal ventre; 2) Dischi ci- Però anche nella no-
ripari della serie marginale e pelo marginale; 3) Antenna ; N s
4) Zampa del 2.° paio; 5) Antenna della femmina adulta; 6) stra specie, in zone
Zampa della stessa; 7) Femmina adulta col sacco ovigero. corrispondenti alle
zone marginali del-
l’Icerya Purchasi occupate dai suriferiti fitti aggruppamenti di
peli, si osservano delle piccole aree provviste di numerosi dischi
ciripari.
— 240 —
Dischi ciripari si rivengono ancora diffusi altrove, tanto al
dorso che al ventre, però essi sono più numerosi in quest’ultima
regione dove sono anche parzialmente raccolti in gruppi.
Gruppi più numerosi, infatti, si osservano nella zona circo-
stante le aperture stigmatiche e più all'indietro del corpo, dove
riuniti tra loro, circoscrivono un’area entro cui viene ad aprirsi
l'apertura sessuale. Le antenne e le zampe, in proporzione al corpo,
sono molto ridotte; le prime si compongono di 11 segmenti che
vanno su per giù decrescendo gradatamente in lunghezza e gros-
sezza procedendo dalla base verso l’apice, salvo per l’ultimo ar-
ticolo che riesce più lungo di tutti. Tutti gli articoli dell'antenna
sono provvisti di peli piuttosto brevi. Le zampe presentano il
femore alquanto ingrossato, più breve della tibia la quale è ci-
lindrica ed è lunga circa il doppio del tarso Quest’ ultimo, alla
sua estremità, è armato di una breve unghia. Tutti gli articoli
della zampa portano dei peli i quali sono brevi e poco numerosi.
Colore del corpo, antenne, zampe e peli come nella larva.
Lunghezza del corpo 4 mm.
Larghezza » DA CRT
Lunghezza delle antenne 1100 p.
Lunghezza delle zampe del 1 paio 1500 p.
Sacco ceroso. — Il sacco ovigero è bianco niveo, molto con-
vesso e costituito da tante lamelle cerose segregate dai dischi
ciripari delle zone marginali addominali prima menzionate. Questo
sacco ceroso ricorda assai da vicino quello dell’ /cerya Purchasi.
Lunghezza del sacco ovigero fino a 7 mm.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Bulvesia retana.
Subfam. Ortheziinae.
Gen. ORTHEZIA Bosc.
2. -— Orthezia varipes n. sp.
Larva. — Forma del corpo decisamente ovale coi segmenti
che lo compongono bene distinti tra loro per la presenza di mar-
cati solchi. Parti boccali, antenne e zampe bene sviluppate. Le
antenne sono costituite di 6 articoli di cui l’articolo apicale è il
più lungo di tutti raggiungendo una lunghezza superiore a quella
dei due articoli precedenti presi assieme; gli altri articoli, di
forma pressochè cilindrica, vanno gradatamente diminuendo in
lunghezza procedendo dalla base verso l’apice. Pochi e brevissimi
peli semplici si trovano inseriti sopra gli ultimi segmenti termi-
nali delle antenne. Zampe
abbastanza lunghe e robuste
col femore notevolmente in-
grossato e più lungo degli
altri articoli; la tibia è più
breve del tarso, ilquale, allo
estremo anteriore, è armato
di robusta ed acuta unghia.
Peli semplici pochi e
brevi distribuiti sui varii
articoli che compongono
detti organi. Il derma, dal
Orthezia varipes: 1) Larva vista dal ventre; 2) Antenna; lato del ventre, nei seg-
eee kee menti addominali, presenta
un certo numero di tubi ceriferi di ugual fabrica riuniti in pic-
coli gruppi di 2, 3, 4 elementi; detti gruppi sono disposti su 4 serie
longitudinali di cui due corrono parallele ai margini liberi dei
segmenti addominali e le altre due sono situate nello spazio inter-
cedente le serie marginali e l’asse longitudinale del corpo dell’in-
setto. Altri due gruppi, più numerosi, di così fatti tubi ceriferi, si
osservano verso i margini liberi del protorace. Dal dorso il derma
presenta pure 4 analoghe serie di tubi, salvo che, a differenza di
quanto fu notato dal lato ventrale, qui le serie non sono limitate
ai soli segmenti addominali, ma si prolungano anche sugli altri seg-
menti. Un'altra differenza consiste ancora nel numero dei tubi i
quali nei gruppi dorsali sono più numerosi che nei gruppi ven-
trali. Dietro il capo si notano sempre dal dorso, 6 tubi disposti ad
“arco, tubi che mancano dal lato del ventre.
Oltre queste particolarità il derma non presenta che pochi
e brevi peli semplici e pochissimi dischi ciripari disseminati al
lato ventrale, essendone privo il derma del dorso. Apertura anale
con 6 peli piuttosto brevi. Colore del corpo miele.
Lunghezza del corpo 550 up.
Larghezza >» » 350 p.
Lunghezza delle antenne 250 x.
> » » zampe del 3.° paio 350 p.
16
Soa =
Femmina. L’insetto, spogliato dalle secrezioni cerose, che più
o meno abbondantemente lo rivestono, è leggermente piriforme,
colla massima larghezza che cade dietro l’inserzione del 3.° paio
di zampe. Il derma, sia dal lato dorsale che da quello ventrale,
presenta numerosi tubi ceriferi identici a quelli osservati prima
nella larva, tubi che per la massima parte sono disposti similmente
a quanto abbiamo osservato in quella, cioè in serie longitudinali.
Antenne di 7 articoli, poco più lunghe della metà del corpo. I varii
segmenti, che concorrono a costituirle, hanno forma più o meno
cilindrica e di essi l’ar-
TICO Ob. Seo: 2Es nos
più brevi, mentre gli
altri sono presso a po-
co egualmente lunghi
tra loro, però, meno
robusti man mano che
sì procede dalla base
all’apice. Il segmento
ultimo od apicale è
di color nero, mentre
il precedente ha una
tinta meno oscura e
quelli precedenti que -
st’ultimo una colora-
zione piü chiara an-
cora.
. Le zampe sono
molto lunghe e robu-
Fig. IH.
Orthezia varipes: 1) Adulto femmina spogliato delle secre- 3 CEL.
zioni ceree, veduto dal dorso; 2) Antenna; 3) Zampa del 1.0 ste, carattel istiche pel
paio; 4) Femmina col sacco ovigero. fatto che i varii arti-
coli che le compongono non sono uniformementi colorati, ma
a zone più oscure si alternano altre più chiare conforme quanto
osservasi nella fig. III. Peli semplici brevissimi sono inseriti sui
vari articoli delle zampe di cui il femore è piuttosto grossetto e
fusiforme, lungo circa quanto la tibia che è di forma piuttosto ci-
lindrica, come il tarso il quale è notevolmente più breve dei due
articoli precedenti ed, all’apice, è armato di breve ma robusta
unghia.
Colore del corpo verde-scuro.
— 243 —
Sacco ceroso. — La cera segregata dall’insetto concorre quasi
tutta a costituire il sacco ovigero poi che l’insetto, sia dal ventre
che dal dorso, non porta che pochi glomeruli disposti senz’or-
dine apparente. Il sacco ovige1to, costituito da cera bianchissima
raccolta sotto forma di tante lamelle saldate assieme tra loro,
per quanto riguarda la forma riesce al tutto simile a quello di
cui vanno provviste le altre specie del genere.
Lunghezza dell’ insetto senza I’ ovisacco 1600 u. circa
» » » > 1450 u. >
Lunghezza dell’insetto compreso l’ovisacco 31/, --4 mm. circa.
Lunghezza delle antenne 880 up.
Lunghezza delle zampe del 1.° paio 1300 p.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sull’ Atriplex lampa.
Subfam Dactylopiinae.
Genn. CEROCOCCUS Comst.
3. — Cerococeus badius n. sp.
Larva. — Corpo ovale allungato, rotondato all’innanzi, più
ristretto e bilobato posteriormente. La massima larghezza cade
all’altezza dell’ inserzione del secondo paio di zampe. Antenne
piuttosto brevi, di sei articoli di cui il terzo, quinto e sesto sono
presso a poco egualmente lunghi e maggiori degli altri; il quarto, al
contrario, è più breve di tutti. I primi tre articoli sono nudi, il
quarto e quinto portano ciascuno un unico pelo mentre parecchi
se ne osservano, inseriti più o meno verso l’apice, sull’articolo api-
cale. Zampe bene sviluppate col tarso lungo quanto la tibia e
armato, all’apice, di lunga ed acuminata unghia. Dal dorso il corpo
presenta numerosi sbocchi di ghiandole ciripare conformate ad otto,
distribuite simetricamente in serie longitudinali e parallele ai
margini del corpo secondo quanto osservasi nella.fig. IV, 1. Aper-
tura anale circondata da 6 peli lunghetti. Lobi provvisti, all'apice,
ognuno di una robusta e lunghissima setola.
Colore del corpo giallo.
Lunghezza del corpo 600 up.
Larghezza >» > (200 pw.
Lunghezza delle antenne 150 p.
» » zampe del 1.° paio 240 p.
— 244 —
Femmina. — Corpo globulare, un poco più attenuato poste-
riormente anzichè all’innanzi, protuso all’indietro in due lobi ben
distinti. Antenne rudimentali, ornate di 3-4 peli corti e grossetti.
Zampe pure rudimentali, dentiformi. Stigmi con un piccolo gruppo
di dischi ciripari. Epidermide con numerose ghiandole di fabrica
—
u
»
me
— 245 —
Follicolo maschile. — Allangato, quasi cilindrico, ad una estre-
mità rotondato, all’altra depresso, presentante quasi un’opercolo
piano futura via d’uscita dell’insetto.
Colore del follicolo giallo-paglia.
Lunghezza del follicolo 1200 y.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Vendtia calycina e
Baccharis rosinarinifolia.
4. — Cerococcus andinus n. sp.
Femmina — Per la forma generale del corpo rassomiglia
alla specie precedente e come quella presenta zampe rudimentali,
dentiformi ed antenne costituite da un tubercolo sormontato da
4 brevi peli. Dalla specie pre-
cedente si differenzia, però, per
E, SAR N presentare i lobi anali più brevi
ER x e piü grossi muniti, all’apice, di
h x SL q9 una setola un poco più breve e
17 per avere l’orlo libero interno di
E essi ornati ognuno di tre peli
Ceroccocus andinus: 1) Femmina adulta, an-
tenna; 2) Zampa; 3) Lobi anali e apertura Semplici; di più per presentare,
u aniaeänle ciripate. ancora, detti lobi, verso l’apice,
dei corti processi conici che mancano, invece, nella specie pre-
cedente. Altro carattere differenziale importantissimo è dato dalle
ghiandole ciripare a forma di otto le quali sono notevolmente più
piccole che quelle della specie precedente. Colore del corpo (bollito
in potassa) castagno-bruno.
Lunghezza del corpo 1750 p. mm.
Sacco ceroso. — Il sacco ceroso nella forma è molto simile a
quello della specie precedente però, a differenza di quello, manca,
al dorso, delle impressioni foveoliformi e quanto a colore anzi che
rosso mattone è di color miele.
Lunghezza del sacco ceroso 2 mm.
Follicolo imaschile del tutto conforme a quella della specie
precedente solo diversifica pel colore che è giallo sulfureo.
Lunghezza del follicolo 1200 x.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Trieyela patagonica
e T. cacheuta.
CRON: =
Gen. BIRCHIPPIA Green.
5. — Birchippia americana n. sp.
Larva. - - Corpo ovale allungato, appena più attenuato all’in-
dietro, dove, all'estremità, presenta una larga e profonda incisione.
Segmenti del corpo ben distinti tra loro. Antenne gracili, di sei
articoli, di cui l’articolo terzo è il più lungo di tutti; a questo se-
gue, per lunghezza, l’articolo apicale il quale porta alcuni peli tra i
quali taluni lunghetti. Dei rimanenti articoli il quinto è il più breve
di tutti, mentre gli articoli basale, secondo e quarto sono tra
loro all’incirea eguali in lunghezza. Zampe abbastanza lunghe
ma piuttosto esili; degli articoli il femore é il più lungo e la tibia
è appena più lunga del tarso che è ornato dei soliti digituli. Pochi e
brevi peli si trovano inseriti qua e là sui vari articoli che com-
pongono detti organi. Stigmi, al margine libero del corpo, non con-
trasegnati da spine. Anello anale con 6 peli lunghetti e piatti.
Apice dei lobi provvisti di una setola abbastanza lunga. Dal lato
ventrale i segmenti addominali presentano due serie longitudinali
di dischi ciripari paralleli, più o meno, ai margini del corpo stesso
e due serie di brevi peli parallele, invece, al diametro longitu-
dinale dell’insetto.
Colore giallo.
Lunghezza del corpo 600 p.
Larghezza » » 280 p.
Lunghezza delle antenne 160 p.
» » zampe del 3.° paio 250 wp.
Femina. — Corpo più o meno globulare-ovale, rilevato, nella
regione del rostro, in una prominenza conica molto accentuata,
posteriormente inciso. Antenne più o meno rudimentali rappre-
sentate, a seconda degli individui, o da semplici tubercoli o, nei
casì di maggior sviluppo, da brevi monconi che possono essere
costituiti da tre articoli di cui l’articolo basale risulta sempre più
sviluppato degli altri Cosifatte antenne portano, all’apice, un ciuffo
di peli grossetti e di varia lunghezza.
Le zampe mancano. Il mento è monomero.
L'anello anale, situato alla base della fessura posteriore, è for-
nito di 10 peli lunghetti e piatti e si apre nel mezzo di una pia-
stra chitinosa foggiata a ferro di cavallo e rialzata lungo le due
iii
tei.
= OTe —
branche in una robusta cresta. Su questa, ed in altri punti della
piastra, stanno inseriti dei peli. Mancano, ai margini liberi del
corpo, ie spine stigmatiche. Al di sopra dell’apertura anale, ad
una certa distanza, ma al lato ventrale dell’insetto, si osservano
gli sbocchi
di 4grossis-
simeghian-
doleciripa-
re situate
ai vertici
d’un imma-
ginario tra-
pezio. Der-
ma ricco ,
ancora, di
dischi ciri-
pari della
consueta
Fig. VI.
Birchippia anomala: 1) Larva vista dal ventre; 2) Antenna; 3) Zampadel 3. forma.
paio; 4) Apertura anale e lobi anali; 5) Adulto femmina visto dal ventre; Colore
6) Antenna; 7) Piastra anale e apertura anale; 8) Grossa ghiandola ciripara
ventrale; 9) Insetto adulto entro il suo sacco, visto dal disopra; 10) Lo stesso del corpo
visto di fianco. essicato
bruno, mentre, se viene bollito in potassa, tinge il liquido in rosso
purpureo.
Lunghezza del corpo 1 */, mm.
Scudo. -— Lo scudo entro cui sta riparato l’insetto, è robusto,
molto duro, di color fulvo, triangoliforme, col vertice più acuto
all'indietro e quivi, al dorso, presenta una piccola apertura roton-
deggiante, corrispondente all’ apertura anale, convesso, carenato
longitudinalmente e trasversalmente e appena depresso solo nelle
regioni laterali posteriori.
Lunghezza del sacco 3 mm. circa
Larghezza >» RO ILE >
Altezza massima poco più di 1 mm.
Habitat. Raccolto a Cacheuta sulla Larrea divaricata e L.
cuneata.
en
Osservaz. — Questa interessante specie, come si può rilevare
dalla descrizione, ha comune con la specie descritta dal Green
molti ed importanti caratteri, però da essa diversifica, ad esempio,
gg
per la mancanza delle spine stigmatiche, e delle ghiandole tu-
bulari ed ancora per possedere, attorno all’apertura anale, una
sola piastra chitinosa anzichè 4 e per la presenza delle 4 grosse
ghiandole ciripare ventrali che mancano nella specie descritta
dal Green.
Gen. ERIOCOCCUS Targ.
6. — Eriococcus parcispinosus n sp.
Larva. — Corpo di forma ovale posteriormente prodotto in
due modesti lobi forniti, all'apice, di una setola robusta e di me-
diocre lunghezza Margine libero del corpo provvisto di spine molto
brevi e poco numerose.
Apparecchio boccale bene sviluppato. Antenne di 6 articoli
dei quali l’articolo estremo é molto più lungo e grosso dei pre-
cedenti; viene secondo, per lunghezza, l'articolo basale, mentre lo
articolo terzo è
più breve di tut-
7 ers: 4 bis guaio agli
SEN ar altri articoli la
i dl N = 25 e lunghezza loro
| (È A sta tra l’articolo
TA 71 E. terzo e l’ arti
ISSN pi i colo basale. Tut-
| VI CIO ti gli articoli so-
7
VE: | “A no provvisti di
NEN, peli, più numero-
Ae Li si e relativamen-
a A3 te robusti si os-
4 | x servano però ;
À Be solo sull’articolo
Fig. VII.
i da : estremo.
Eriococcus parcîspinosus: 4) Larva vista dal ventre; 2) Antenna ;
3) Zampa del 1° paio; 4) Lobi anali dal ventre; 5) Femmina adulta, an- Zampe bene
tenna; 6) Zampa del 1° paio; 7) Lobi anali e apertura anale; 8) Un pez-
: sviluppate, poco
zetto di derma con peli e spine di diverso sviluppo. PP ‚pP
robuste, colla ti-
bia notevolmente più breve del tarso. Lobi anali, dal dorso, al mar-
gine libero, armati di tre spine riunite in gruppo più lunghe erabuste
di quelle che si osservano, altrove, sul rimanente orlo libero del
corpo. Apertura anale con 6 peli robusti e lunghetti. Segmenti del
LOG E
corpo abbastanza bene distinti tra loro, presentanti, dal lato del
ventre, dei brevi peli e dei dischi ciripari disposti simmetrica
mente.
Colore del corpo atro-porpureo.
Lunghezza del corpo 450 x.
Larghezza >» +52 200
Lunghezza delle antenne 150 p.
> » zampe del 1° paio 200 u.
Femmina. -- Corpo globulare appena più lungo che largo,
posteriormente prodotto in due corti e grossi lobi. Antenne brevi
piuttosto gracili, composte di 8 articoli, non molto diversi nelle
dimensioni. Tutti gli articoli hanno dei peli i quali sono brevi
ed esili e più numerosi si rinvengono sull'articolo apicale. Zampe
brevi pur esse e non molto robuste; degli articoli il femore è
il più sviluppato ed il tarso è più breve della tibia. Lobi anali,
‘come è stato detto, brevi e grossi, provvisti di numerosi dischi
ciripari di fabrica diversa, diffusi in maggior quantità al lato dor-
sale che non sia a quello ventrale. Margini dei lobi provveduti
di alcuni peli semplici e di una robusta e lunga setola. Altri peli
semplici sono piantati qua è là sulla faccia dorsale e ventrale
dei lobi riuscendo più numerosi su quest’ultimo lato. Apertura anale
circoscritta da 8 peli abbastanza lunghi e robusti. Superficie del
Gorpo cosparsa di numerose ghiandole.
Ultimi segmenti addominali provvisti, dal dorso, di numerose
spine coniche di lunghezza varia, distribuite in serie trasversali
Colore del corpo atro-porpureo. Vivipara
Lunghezza del corpo circa 2 '/, mm
Sacco ceroso. — Esso è bianco, di forma ovale, panciuto, no-
tevolmente attenuato alle due estremità.
Lunghezza del follicolo circa 3 mm.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sull’Atriplex lampa.
7. — Eriococcus diversispinus n. sp.
Larva. — Corpo ovale allungato riuscendo la massima lar-
ghezza, che cade all'altezza del protorace, meno della metà della
lunghezza del corpo. Questo, all’innanzi, è rotondato, posterior-
mente più attenuato e prodotto in due lobi bene manifesti i quali
portano inserita, al margine libero, una lunga e robusta setola.
950
Antenne di sei articoli, di cui il basale largo il doppio della
lunghezza; il secondo è anche più largo che lungo; il terzo cilin-
drico, più lungo e più lungo che largo; il quarto più breve di tutti,
più largo che lunga; il quinto cilindrico più lungo del precedente;
l’ultimo grossetto, arrotondato all'apice e munito di vari peli tra
tra cui qualcuno abbastanza lungo; altri peli stanno sugli altri
articoli, ma in minor numero Zampe bene sviluppate col femore
robusto, quasi cilindrico e col tarso lungo quasi due volte la ti-
bia. Margine libero del corpo provvisto di spine accoppiate a due a
due di cui l’una abbastanza robusta e lunghetta e l’altra, al contrario,
molto più breve e minuta, si trova inserita innanzi alla più lunga
se procediamo dall’innanzi all’indietro.
Dal lato del dorso si osservano, ancora, altre spine disposte
in serie longitudinali. Queste spine, però, sono tutte minute e cor-
rispondono, all’incirca, alle spine marginali più brevi.
Anello anale con sei peli. Lobi anali, dal dorso, con tre spine
disposte come vedesi nella fig VII, 7.
Colore del corpo giallo ocraceo.
Lunghezza del corpo 650 wp.
Larghezza » >» 300 u.
Lunghezza delle antenne 130 u.
> » zampe 230 u.
Femmina. -- Corpo ovale rotondato, posteriormente prodotto
in due modesti
lobi, coi segmen-
ti poco bene di-
stinti tra loro.
Antenne brevi di
sei articoli, dei
quali il secondo
è più lungo di
tutti; seguono
per lunghezza il
terzo, sesto e pri-
a] a Fig. VI. mo, ilquale è più
acri n gene een
6) Spine che rivestono il capo; 7) Lobi anali dal dorso; 8) Uno dei lobi gli articoli quar-
anali dal ventre.
to e quinto sono
eguali in lunghezza e più brevi dei precedenti. Peli semplici di
?
É
«i
WI
Pi
vario sviluppo sono inseriti su tutti gli articoli eccetto che sul
secondo. Zampe bene sviluppate, molto lunghe e robuste colla
tibia alquanto più corta deltarso, provviste di pochi e brevi peli.
Lobi addominali, dal lato del ventre, ornati di tre peli lunghetti
ed all’apice, come è già stato osservato, di una robusta setola;
dal dorso, invece, di tre spine robuste. Anello anale con otto
peli lunghetti. Derma con numerosi dischi ciripari e altre ghian-
dole tubu'ari. Margini laterali del corpo ornati di robuste spine
coniche appaiate a due a due. Ad ogni segmento corrispondono
probabilmente due paia di spine, uno situata a destra e l’altro a
sinistra del corpo, così, ho ragione di credere debba essere almeno
per i segmenti addominali, per quanto, ripeto, non abbia potuto
sincerarmi della questione causa la scarsezza del materiale a mia
disposizione.
Colore del corpo atro-porpureo.
Lunghezza del corpo 1500 u.
> delle antenne 200 y.
> >» zampe del 3° paio 700 u.
Sacco ceroso. — Esso è ovale allungato, a lati paralleli, poco
convesso, feltrato, bianco, rotondato alle estremità.
Lunghezza del follicolo 2 mm.
Larghezza >» » 1 mm.
Habitat. Raccolto a Cacheuta sulla Zuccagnia punctata.
Gen. GYMNOCOCCUS Dougl.
8. — Gymnococcus Lahillei n. sp.
Larva. — Corpo allungato, all’ innanzi rotondato, di dietro
attenuato e col segmento ultimo prodotto in due modesti lobi.
Segmenti del corpo ben distinti tra loro e, al dorso, provvisti di
robuste spine coniche disposte nel modo seguente: Due serie,
molto avvicinate tra loro, che corrono parallelamente al diame-
tro longitudinale del corpo, una serie inserita lungo i margini
liberi del corpo e due altre serie che si trovano interposte, rispet-
tivamente, una per ciascuno spazio esistente tra il margine del
corpo e le due serie mediane. Oltre queste spine se ne osservano
poche altre distribuite simetricamente nella regione cefalotoracica.
Dal lato del ventre mancano le produzioni su ricordate tuttavia i
vari segmenti, da questo lato, presentano alcuni peli molto brevi
nonchè dei dischi ciripari; si gli uni che gli altri, però, in numero
esiguo e disposti in serie longitudinali parallele. Epidermide tutta
areolata. Antenne brevi, non molto robuste, di sei articoli di cui
l’articolo basale è circa il doppio più largo che lungo; il secondo
breve: il terzo più lungo di tutti; il quarto e quinto presso a poco
eguali tra loro e lunghi quanto il secondo: il sesto un poco più
lungo dei precedenti e leggermente ingrossato all’apice. I primi
quattro articoli sono provvisti ognuno di un pelo, il quinto di
due e l’apicale di vari trai quali si contano i più lunghi e robusti.
Zampe piuttosto lunghe e robuste colla tibia molto breve, rag-
giungendo una lunghezza di poco superiore alla metà del tarso
che è lungo, all’incirca, quanto il femore. Apice del tarso ornato di
robusta unghia e dei soliti digituli. Pochi e brevi peli sono inse-
riti sulle zampe.
Anello anale con 6 peli lunghetti e robusti. Lobi anali muniti,
all'apice, di una lunga e robusta setola e di altri peli disposti alla
faccia ventrale, di lunghezza varia, mentre, dal dorso, presentano
tre robuste spine coniche inserite come vedesi nella fig. IX, 4.
Colore del corpo giallo ocraceo.
Lunghezza del corpo 650 pu.
Larghezza >» » 300 p.
Lunghezza delle antenne 150 u.
> » zampe del 1° paio 250 yu.
Femmina. — Corpo di forma ovale coi segmenti che lo com-
pongono mediocremente distinti tra loro e non prodotti posterior-
mente in lobi bene manifesti. Al dorso essa presenta numerose
e robuste spine di sviluppo vario, tra cui predominano quelle di
maggiori dimensioni. Alla faccia ventrale, invece, si osservano qua
e là dei peli e dei dischi ciripari in numero però limitato. An-
tenne brevi di 7 articoli, di cui il quarto è il più lungo di tutti,
mentre il quinto è il più breve di tutti. Tutti gli articoli hanno
dei peli salvo il terzo. Zampe alquanto robuste, di sviluppo di-
verso, riuscendo il paio anteriore il più breve e gracile, il po-
steriore, invece, più lungo e robusto. Le tibie, in tutte e tre le paia
di zampe, sono più brevi del tarso e tale differenza è più spic-
cata nel paio di zampe anteriori che nelle posteriori. I tarsi sono
provveduti di robusta unghia e dei soliti digituli, i quali sono
relativamente brevi. Pochi peli sono distribuiti qua e là sui vari
articoli delle zampe. Anello anale con peli lunghi e sottili. Lobi
PROT e RT
Ca
2 953 —
anali, all'apice, muniti di robusta setola e di alcuni altri peli di
lunghezza diversa inseriti alla faccia ventrale dei medesimi, men-
Gymnococeus Lahillei: 1) Larva dal dorso; 2) Antenna; 3) Zampa del 1° paio; 4)
Lobi anali e apertura anale; 5) Antenna della femmina adulta; 6) Zampa del 1° paio
della stessa; 7) Idem, del 3° paio; 8) Un pezzetto di derma dell’ adulto femmina con
dischi ciripari e spine diverse; 9) Lobi anali e apertura anale della stessa; 10) Gym ococeys
adulto in sito, avvolto dal sacco ceroso.
tre, dal dorso, si osservano varie spine coniche più o meno ro-
buste e più o meno lunghe.
Colore del corpo, negli esemplari essiccati, aureo fosco
Lunghezza del corpo 2250 wu.
Larghezza >» 990%
Lunghezza delle antenne 250 u.
Lunghezza delle zampe 1° paio 480 n.
» » » 3° paio 650 p.
Sacco ceroso. — Il sacco ceroso è più o meno sferico ed è
costituito da un tessuto compatto e robusto.
Colore del sacco ceroso giallo-paglia.
Diametro del sacco ceroso 3 mm circa
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Larrea divaricata e
L. cuneata.
oh
Gen. PSEUDOCOCCUS Westw.
9. — Pseudococcus percerosus n. sp.
Femmina. — Corpo largamente ovale, anteriormente, nella
regione compresa tra gli occhi, protuso in avanti a guisa di cono,
posteriormente finito in due modesti lobi i quali, all'estremità, sono
forniti di una robusta setola di lunghezza mediocre.
Antenne molto brevi e gracili inserite in avanti tra gli oc-
chi, composte di 7 articoli; di questi l’articolo più lungo è l’api-
cale, segue il basale, indi il quarto poi
il secondo; il terzo e il sesto, tra loro
eguali, sono di poco più brevi del pre-
cedente, ultimo infine è l' articolo
quinto. Zampe brevi, però robuste; de-
gli articoli il femore è il più svilup-
pato e per quanto sia breve altret-
tanto è grosso e panciuto, così che il
diametro trasverso massimo è di poco
inferiore alla sua lunghezza.
Tarsi più brevi della tibia, armati
di robusta unghia, la quale, al suo mar-
gine interno, è dentata. Tutti gli arti-
coli sono provvisti di peli, ma questi
Fig. X. sono pochi e brevi. Anello anale con 6
Pseudococcus percerosus: 1) Adulto fem- peli robusti e lunghi. Derma ricco di
i eroina Da numerosi tubi ceriferi brevi, di dischi
li, dischi e tubi ciriferi; 4) Lobi anali eiripari, di peli semplici di varia lun-
a eee ghezza e di corte spine coniche con-
forme quelle rappresentate nella fig. X, 3.
Colore del corpo atro-porpureo.
Lunghezza del corpo 2-2 '/), mm.
Larghezza >» vr ssmmı.
Lunghezza delle antenne 270 gp.
Lunghezza » zampe del 3° paio 400 wu.
L’insetto, giunto a maturità, segrega un'abbondante quantità
di cera bianca, di aspetto cotonoso, abbastanza compatta, sotto for-
ma di una piccola pallotola. Questa massa cotonosa si rinviene
I
o tra l’intreccio dei piccoli rametti o negl’interno formato dal
groviglio di più foglioline.
Habitat. Raccolto a Cacheuta sulla Gourliea decorticans.
10 — Pseudococcus mendozinus n. sp.
Femmina. — Corpo, nella forma generale, molto simile a quello
della specie precedente, terminato posteriormente in due modesti
lobi rotondati e provvisti, all'apice, di lunga e robusta setola.
Sui detti lobi si osservano ancora alcuni peli, dei dischi ci-
ripari e due spine coniche, brevi e robuste. Antenne e zampe
brevi e poco robuste, le prime di 7 articoli, di cui l’articolo api-
cale di forma cilindrica è più lungo di tutti ed è ornato di pa-
recchi peli tutti brevi, segue, per lunghezza, l’ articolo secondo,
mentre il terzo e quinto, egualmente lunghi tra loro, sono più brevi
del quarto che è lungo
quanto il sesto. Tutti
gli articoli hanno dei
peli che sono brevi.
Zampe, come è già
stato osservato, brevi
e poco robuste, col
[ tarso più breve della
tibia. Apparato bocca-
9 le bene sviluppato e
con le setole maxillo-
mandibolari notevol-
mente lunghe. Il der-
Pseudococcus mendosinus: 1) Femmina adulta vista dal ven- a Bene Ano 5 là,
tre; 2) Antenna; 3) Zampa del 3° paio; 4) Un pezzetto di dei peli, nonchè dischi
derma con peli e ghiandole cerifere; 5) Lobi anali e apertura ciripari e tubi ceriferi,
Pas perö tanto gli uni che
gli altri scarseggiano, in confronto di quanto osservasi nella specie
precedente e ciò, probabilmente, starà in rapporto colla viviparità
della specie, la quale, per tal fatto, non ha bisogno di creare uno
speciale riparo per la sua prole.
Margine libero, degli ultimi segmenti addominali, provvisti di
3-4 spine coniche conforme quelle osservate prima sui lobi, salvo
che le loro dimensioni e la loro robustezza varia, e precisamente
diminuiscono procedendo dagli estremi segmenti addominali verso
Fig. XI.
— 256 —
quelli anteriori. Anello anale con 6 peli meno lunghi e robusti
di quelli corrispondenti della specie precedente.
Colore del corpo atro-porpureo.
Lunghezza del corpo 1'/ mm.
Lunghezza delle antenne 2/0 u.
Lunghezza » zampe de! 3° paio 450 u.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Hyalis argentea.
Subfam. Tachardinae.
Gen. TACHARDIA R. Blanchard.
11. — Tachardia Lycii n. sp.
Larva. — Corpo ovale allungato, rotondato all’innanzi, acuto
di dietro. Parti boccali bene sviluppate. Antenne di sei articoli
di cui il basale è più
largo che lungo; il se-
condo cilindrico; il terzo
notevolmente lungo e un
poco più ingrossato all’e-
stremità distale che ver-
so la base; il quarto cilin-
drico,lungo circa quanto
il secondo; il quinto piu
lungo del precedente, no-
tevolmente rigonfiato
verso il terzo superiore,
ma più breve dell’artico-
lo terza; il sesto più lungo
e più esile di tutti.
L'articolo secondo e
terzo portano ciascuno
un breve pelo; il quinto
ne presenta, invece, due
molto lunghi ; il sesto
Fig. XII. parecchi tutti più omeno
Tachardia Lycii:1) Larva vista dal ventre; 2) Spine stig- brevi; gli altri articoli
matiche; 3) Ghiandole; 4) Antenna; 5) Zampa del 3° paio; j
6) Estremità addominale vista dal dorso; 7) Vista dalven- SONO nudi.
tre; 8) Adulto femmina, antenna; 9) Zampa del 3° paio; Zampe bene svilup-
10) Estremità addominale vista dal dorso.
pate di cui il paio an-
teriore è il più breve mentre il posteriore è il più lungo di tutti. Tibie
un poco più corte dei tarsi i quali sono armati di unghie e provveduti
stia
dei soliti digituli; pochi peli si rinvengono sui varii articoli che com-
pongono detti organi. Dal lato del ventre dell’ insetto, su ogni
segmento, si osserva un paio di brevi peli disposti uno a destra
l’altro a sinistra della linea longitudinale del corpo; il complesso
di questi peli costituiscono due serie che corrono, più o meno,
parallele al predetto diametro longitudinale. Stigmi anteriori più
grandi del solito; stigmi posteriori normali; i primi accompagnati
da 3-5 dischi ciripari. Al margine gli stigmi sono contrassegnati
da una incavatura semilunare i cui bordi sono dentati.
Anello anale provvisto di 6 peli ai lati dei quali si trovano
delle produzioni chitinose dentiformi. Setole anali una per cia-
scun lato, lunghissime, raggiungendo esse la metà o poco più della
lunghezza totale dell’insetto. Colore del corpo rosso porpureo.
Lunghezza del corpo 700 up.
Larghezza » » 290 p.
Lunghezza delle antenne 220 x.
» » zampe del 1° paio 250 p.
» » » + paio 300 [L.
Femmina. —- Corpo, dopo la deposizione delle uova, più o
meno profondamento deformato. Parti boccali disposte su un pro-
cesso conico assai pronunciato Antenne corte, rudimentali, com-
poste di tre articoli di cui l’apicale sormontato da alcuni brevi
peli. Zampe rudimentali e rappresentate da un corto processo
dentiforme. Stigmi anteriori grandi, accompagnati da un gruppo
di dischi ciripari più o meno numerosi; stigmi posteriori più pic-
coli e con 5-6 dischi ciripari soltanto. Processo anale molto. pro-
nunciato, coniforme, all'apice munito di appendici chitinose va-
riamente conformate e di peli. Anello anale formato da 4 placche
chitinose dalle quali si staccano 10 peli lunghetti e molto robusti.
Attorno a questo anello vengono a trovarsi distribuite le ap-
pendici chitinose prima ricordate.
Derma ricco di numerose ghiandole tubulari. Colore del corpo
rosso-porpureo.
Lunghezza del corpo 1800
» delle antenne 50 u.
» della spina anale 90 n.
Scudo. — L’involucro, entro cui sta riparato l’insetto, è con-
vesso, a pareti sottili, ovale rotondato, lateralmente impresso cosi
che appare come trilobato coi lobi mediani più pronunciati degli
17
og
altri; al dorso, verso il mezzo, rilevato, ancora, con protuberanza
mamellonare. Apertura corrispondente all’ano grande, circolare.
Colore atro-porpureo.
Lunghezza dello scudo 4 mm.
Habitat. -- Raccolto a Cacheuta sul Zyeium chilense.
12. — Tachardia cordaliae n. sp.
Larva. — Forma del corpo conforme quello della specie pre-
cedente. Parti boccali bene sviluppate (1). Antenne di sei articoli,
di cui l’articolo
quarto é il più
breve di tutti,
mentre il sesto è
il più lungo.
Segue , per
maggior lun-
ghezza, il terzo
che è molto sot-
tile; mentrerıl
quinto sì presen-
ta, verso l’estre-
mità distale, ri-
gonfiato e prov-
veduto di due
Fig. XIII; lunghissime se
Tachardia cordaliae: 1) Antenna della larva; 2) Zampa del 3° paio tole e di qualche
3) Ghiandole tubulari; 4) Estremità addominale dal ventre; 5) Adulto altro pe lo pi ù
femmina dopo la deposizione delle uova, liberata dal suo involuero, N
nella quale l’ estremità addominale è stata ritirata entro la cavità breve; altri po-
toracica; 6) Antenna; 7) Estremità addominale vista dal dorso; 8) In- chi e brevi peli
volucro entro cui sta riparato l’ insetto.
sono inseriti su-
gli altri segmenti dell’ antenna. Zampe bene sviluppate con po-
chi peli e non molto lunghi, armate, all’ apice dei tarsi, di un-
ghia e dei soliti digituli. Tibie lunghe quanto i tarsi non com-
presa l'unghia. Dal lato del ventre il corpo dell’insetto presenta,
come nella specie precedente, due serie longitudinali di brevi pelli.
(1) Nelle larve embrionali, a differenza di quanto si osserva generalmente
negli altri gruppi di Cocciniglie, le setole maxillo-mandibolari hanno origine
in punti molto discosti tra loro.
as n
Stigmi anteriori grandi con dischi ciripari, stigmi posteriori più
piccoli, normali. Anello anale con 6 peli lunghetti e robusti, inseriti
su 4 distinte placche chitinose e circoscritto da altre appendici
chitinose conforme quanto osservasi nella figura XIIT,4.
Setole anali due, lunghissime. Colore del corpo rosso-pur-
pureo
Lunghezza del corpo 600 u.
Larghezza » » 280 u.
Lunghezza delle antenne 200 1.
> » zampe del 3." paio 300 u.
Femmina. — Il corpo, come nella specie precedente; dopo la
deposizione delle uova, è più o meno deformato. Antenne corte,
di tre articoli, di cui l’apicale provvisto, all’estremita, di due o tre
brevi peli.
Zampe rudimentali, rappresentate da un processo chitinoso
dentiforme. Stigmi anteriori molto più grandi dei posteriori, prov-
visti di dischi ciripari che si prolungano in una serie che v’ha
da uno stigma all’altro; stigmi posteriori meno grandi, ognuno con
un gruppo di sei dischi ciripari.
Processo anale molto sviluppato e verso l’apice fortemente chi-
tinizzato. Anello anale con 10 peli lunghetti e robusti situati su
4 placche chitinose, le quali, come al solito, sono circoscritte da
altri processi chitinosi. Spina anale molto lunga e robusta. Derma
ricco di ghiandole tubulari. Colore del corpo rosso porpureo.
Lunghezza del corpo circa 5 mm.
» delle antenne 90 ».
» della spina anale 160 u.
Scudo. — Lo scudo è per la forma molto simile a quello della
specie precedente salvo che, al dorso, invece di presentare una sola
gibbosità ne presenta due molto bene evidenti. Apertura corri-
spondente all’ano grande. Spessore delle pareti dello scudo cospi-
cuo. Nei casi nei quali gli individui sono vicini gli uni agli altri
la lacca, che concorre a costituire l’ involucro protettore degli
uni, confluisce con quella degli altri, dando origine a delle in-
crostazioni le quali, però, non raggiungono mai dimensioni di
qualche entità.
Colore dello scudo atro-porpureo.
Lunghezza dello scudo 6-9 mm.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Cordalia lineata.
— 260 —
Sabfam. Coccinae
Gen. PULVINARIA Targ.
15. — Pulvinaria argentina n. sp.
Larva. —- Corpo ovale, appena un poco più attenuato di die-
tro che all’innanzi dove è rotondato, mentre, al contrario, l’estre-
mo margine posteriore, dal lato del ventre, è un pochino infos-
sato e, dal dorso, prodotto in due lobi. La massima larghezza del
corpo viene a cadere all'altezza dell'inserzione del primo paio
di zampe. Segmenti del corpo abbastanza bene distinti tra loro
e provveduti, lungo il margine libere, in prossimità degli angoli
anteriori, di un breve pelo. Derma striato tutto a zig zag.
Parti boccali bene sviluppate, con setole maxillo-mandibolari
molto lunghe. Antenne alquanto brevi, di sei articoli di cui Var-
ticolo distale è il più lungo di tutti, segue per lunghezza il terzo,
mentre il secondo è appena più breve del primo; quanto all’ar-
ticolo quarto e quinto, quasi egualmente lunghi, sono più brevi
dei precedenti. Tutti gli articoli sono provveduti di peli, dei quali
i più lunghi si riscontrano sui tre primi articoli, e di questi peli
il più lungo si osserva inserito sull’articolo terzo. Zampe piutto-
sto esili e apparentemente normali; dico così perchè l’unico esem-
plare di larva, da me posseduto, presenta detti organi tutti più
o meno mutilati. Stigmi contrassegnati al margine, che è tutto
leggermente crenulato, da una piccola incavatura semilunare i
cui bordi sono provveduti di tre piccoli tubercoli. Lobi anali be-
ne sviluppati, triangolari, con pochi peli; anello anale con 6 peli
lunghetti e robusti.
Colore del corpo giallognolo.
Lunghezza del corpo 450 u.
» » » 250 pd
> delle antenne 130 u.
Femmina. — Corpo triangoliforme all’innanzi subacuto, di
dietro largamente espanso e diviso, per la presenza di una inse-
natura non molto profonda, in due grandi lobi largamente roton-
dati. In fondo alla insenatura si rinvengono le squame anali. Aper-
tura anale con 8 peli brevi, ma grossetti. Antenne di mediocre
lunghezza composte di 7 articoli di cui il secondo cilindrico lungo
RR
Pot
— 261 —
quanto i tre seguenti presi assieme; segue, per lunghezza, l’arti-
colo apicate provvisto di molti peli di lunghezza varia tra i quali
uno notevolmente lungo; detto articolo è lungo quanto l’articolo
terzo e quarto presi assieme i quali sono tra loro presso a poco
a yyy! I
a
(a WAY È
u
Fig. XIV.
Pulvinaria argentina: 1) Larva vista dal dorso; 2) Spine stigmatiche; 3) Antenna;
4) Lobi anali e apertura anale; 5) Femmina adulta, spine stigmatiche anteriori; 6) Idem
posteriori; 7) Antenna; 8) Zampe del 3.° paio; 9) Femmina adulta col sacco ovigero
in sito,
eguali e lunghi quanto il quinto; l'articolo sesto è il più breve di
tutti, mentre il basale è inferiore in lunghezza all’articolo apicale,
ma superiore al terzo e articoli seguenti. Tutti gli articoli portano
dei peli in complesso brevi eccetto due inseriti sull’articolo ba-
sale, uno sull’articolo quarto e l’altro, prima ricordato, situato
sull’articolo apicale. Zampe abbastanza lunghe, però alquanto esili
con la tibia sottile e di forma cilindrica, appena meno lunga del
femore, ma molto più lunga del tarso che è armato di breve un-
ghia e provveduto, ancora, di 4 digituli di cui quelli del paio più
breve, in confronto di quelli del paio più lungo, sonc, all’apice,
molto più ingrossati Pochi peli sono distribuiti qua e là sui vari
articoli delle zampe. Margine libero del corpo armato di una serie
di spine coniche molto robuste. Spine stigmatiche in numero di tre
per gli stiemi anteriori più lunghe e robuste di quelle marginali
prima notate; di dette tre spine la mediana è più lunga delle altre
— 262 —
due; spine stigmatiche posteriori in numero di due, una più lunga
dell’altra e rispettivamente più lunghe, anch'esse, delle altre spine
marginali. Colore del corpo fulvo.
Lunghezza del corpo 3 mm. circa.
» delle antenne 500 .
> » zampe del 3.° paio 800 u.
> della spina stigmatica mediana anteriore 100 u.
> > » » maggiore posteriore 90 y.
Sacco ovigero. — Ovale, molto convesso, a contorni rotondati,
bianco niveo.
Dimensioni del sacco ovigero: Lunghezza 3-4 mm.
Larghezza 2-3 mm.
Altezza 2 mm.
Habitat.-- Raccolto a Cacheuta sul Lyctwm chilense e sulla
Fabiana denudata.
Gen. LUZULASPIS Ckll.
14. — Luzulaspis spinulosa n. sp.
Larva. — Corpo ovale-allungato, così che il diametro longi-
dinale è doppio del trasversale e tale massima larghezza cade
all’altezza dell’inserzione del primo paio di zampe. Margini li-
beri del corpo crenulati e ornati di brevi peli. Epidermide striata.
Segmenti del corpo abbastanza bene distinti tra lero. Antenne
mediocremente lunghe e robuste, composte di 6 articoli di cui
l’ultimo è il più lungo di tutti, viene secondo, in lunghezza, il
terzo, il quale porta due lunghi peli, mentre l’apicale è provvisto
di più peli tra i quali solo uno lunghissimo. Gli altri articoli
hanno pure dei peli, ma questi sono tutti brevi.
Zampe bene sviluppate, sottili, colla tibia lunga circa quanto
il tarso che è armato di acuta unghia e ornato dei soliti digituli
due più lunghi e due più brevi. Tutti gli articoli hanno qualche
pelo. Stigmi provvisti, al margine libero del corpo, di un’unica
lunga spina.
Orlo posteriore del corpo, dal lato ventrale, leggermente in-
cavato e ornato da due peli più lunghi di quelli che stanno in-
seriti altrove lungo il margine libero; dal dorso, invece, proteso
in due ben manifesti lobi anali alla di cui base viene ad aprirsi
l'apertura anale cireondata da 6 peli lunghetti, però non tanto da
ca
E en DIE ea ENDE EIN eg Se =
RUN, i dA
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— 963 —
soverchiare l’apice dei lobi stessi. I vari segmenti poi, dal lato
ventrale, presentano, ancora, ognuno due corti peli che, nel loro
complesso, costituiscono due serie longitudinali. Colore del corpo
giallo.
Lunghezza del corpo 600 u.
Larghezza » > 300 y.
Lunghezza delle antenne 150 u.
» del 2.° paio di zampe 200 u.
» della spina stigmatica 20 1.
Fenvnina. — Corpo molto allungato, piatto, arrotondato alle
due estremità, ma più espanso di dietro dove, verso il mezzo, pre-
Fig. XV.
Luzulaspis spinulosa n. sp.: 1) Larva vista dal ventre;
2) Spine stigmatiche; 3) Antenna; 4) Zampa del 2° paio;
5) Lobi anali e apertura anale dal dorso; 6) Idem
dal ventre; 7) Adulto femmina dal ventre; 8) Spina
stigmatica; 9) Spine marginali; 10) Antenna; 11) Zam-
pa del 3° paio; 12) Estremità tarsale della zampa del
3° paio maggiormente ingrandita; 13) Apertura anale
e squame anali; 14) Follicolo dell’adulto femmina.
senta una profonda incisio-
ne, in fondo alla quale si
osservano le squame anali
piuttosto piccole Regione
cefalica, al di là delle an-
tenne, molte considerevole.
Margini liberi del corpo
provvisti di numerose e
robuste spine. Stigmi con-
trasegnati al margine da
tre spine di cui la media-
na è molto più lunga e ro-
busta delle laterali, le quali,
su per giù, non differiscono
dalle altre spine prima ri-
cordate. Antenne brevi di
7 articoli, di cui l’articolo
secondo è il più lungo di
tutti; i seguenti, proceden-
do verso l’apice, vanno
man mano diminuendo in
lunghezza, salvo Il ultimo
che è un poco più lungo
del precedente. Il secondo
e terzo articolo sono nudi-
gli altri provvisti di peli di cui i più lunghi sono inseriti sull’ar-
ticolo basale e sul quarto mentre più numerosi si trovano sull’ar;
ticolo estremo.
— 2604 —
Zampe piuttosto brevi, rivestite di pochi peli, colla tibia lunga
più del doppio del tarso il quale, all’apice, è armato di robusta
e breve unghia rivolta verso l’interno; digituli quattro di cui due
notevolmente lunghi e due, al contrario, brevi, ma assai ingros-
sati all'apice. Anello anale con 8 peli lunghetti e molto grossi.
Colore del corpo giallastro.
Lunghezza del corpo 5 mm. circa.
> delle antenne 520 u.
» » zampe 600 p.
> della spina stigmatica 70 wp.
» delle spine marginali 35 u.
Follicolo. — Follicolo molto allungato, notevolmente convesso,
di dietro lobato, costituito di sostanza cerea sotto forma di tante
piccole squame distribuite secondo le produzioni contormi che ri-
vestono il corpo dei pesci e come queste sono sottili e mandano
riflessi argentei.
Lunghezza del follicolo 7-8 mm.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sull’Atriplex lampa.
Gen. — CEROPLASTES Gray.
15. — Ceroplastes breviseta n. sp.
Larva. — Corpo di forma ovale, all’innanzi rotondato e di
dietro, verso il mezzo, inciso. Margine libero del corpo crenulato
e provveduto di pochi e brevi peli disposti simmetricamente. Seg-
menti del corpo bene distinti.
Apparecchio boccale bene sviluppato, con setole maxillo-man-
dibolari lunghe quanto il corpo.
Antenne di 6 articoli, coll’articolo basale più largo che lungo,
il secondo ed i seguenti cilindrici di cui il più lungo è l’articolo
terzo, dopo di esso viene l’articolo apicale; seguono poi, per or-
dine di lunghezza, il quinto, quarto e secondo. Su tutti gli articoli
si trovano dei peli, i quali sono più numerosi sull’articolo estre-
mo però, tra questi, non si rinvengono i più lunghi che, in-
vece, sono inseriti sull’articolo terzo e quinto. Zampe col femore
più breve della tibia e del tarso e questo, alla sua volta, meno
lungo dell’articolo precedente. Il tarso è ornato, all’apice, di un-
ghia sottile e lunghetta ed è provveduto di 4 digituli appaiati a
due a due di considerevole lunghezza; pochi peli sono inseriti
— 265 —
qua e là sui diversi articoli delle zampe. Aperture stigmatiche,
contrasegnate, al margine libero, da piccole incavature da cui
sporgono tre brevi spine coniche. Alla base di queste spine si
osservano da 1-3 dischi ciripari. Estremità posteriore del corpo,
dal lato del dorso, terminata da due lobi, provvisti, all’apice, di
una lunga e robusta setola, nonchè di altri peli, molto più brevi,
inseriti ai lati di detta setola Anello anale con 6 peli di mediocre
sviluppo. Colore giallo arancio.
Lunghezza del corpo 500 u.
Larghezza » » 300 1.
Lunghezza delle antenne 220 y.
> » zampe 300 y.
Femmina. — L’insetto, rivestito dalle secrezioni cerose, si pre-
senta molto convesso raggiungendo in altezza, all’incirca, la lun-
ghezza del diametro trasverso,
di forma ovale, un poco più
ristretto anteriormente che po-
steriormenfe.
La secrezione cerosa che
riveste l’ insetto, come si os-
serva in molte altre specie con-
generi, si può distinguere in
tre parti cioè: una laterale, una
centrale ed una intermedia. La
zona laterale si risolve poi in
6 piastre, contigue tra loro, di
cui due si trovano disposte sul
lato sinistro, due su quello de-
stro, una all’innanzi e la sesta di
dietro. Quest’ ultima piastra è
notevolmente più grande delle
altre e tali dimensioni sembrano
dovute aila fusione di due di esse
Ceroplastes breviseta; 1) Larva vista dal ventre; : . a .
2) Spine stigmatiche; 3) Antenna; 4) Zampe plastre. In ciascuna piastra Sl
del 3° paio; 5) Adulto femmina, rivestito dalle osserva, nettamente delimitata,
secrezioni ceree, veduto di fianco, in sito; 6) . op
Idem, visto dal disopra; 7) Antenna; 8) Zampa una piccola area di forma qua
del 3° paio. drangolare, depressa al centro a
guisa di ombellico; quivi, con
ogni probabilità, negli stadi più giovanili dell’insetto, emergeva
qualche raggio ceroso. Al centro della piastra posteriore si os-
Fig. XVI.
Oa
serva, al contrario, un piccolo foro, protetto dalle squame anali,
il quale, precisamente, corrisponde coll’apertura ‘anale. Il colore
delle secrezioni cerose, negli esemplari freschi, è, con ogni pro-
babilità, identico a quello, ad esempio, che presentano le secre-
zioni analoghe del Ceroplastes rusci e tale tinta, come in detta
specie, cambierà di gradazione a seconda dei diversi stadi di svi-
luppo dell’insetto stesso. Negli esemplari essiccati il colore della
cera e di un giallo sudicio corrispondente esattamente a quello
della cera vergine che abbia subito per un periodo, non troppo
lungo, l’azione dell'ossigeno dell’aria. La zona intermedia è co-
stituita da una specie di anello più o meno inclinato dall’indietro
all’avanti, mentre la zona centrale è più o meno convessa, di
forma ovolare e appare formata come da due strati concentrici,
di cui, il più interno, trovasi sormontato da una piastra cerosa di
forma ovale-allungata. Anelli cerosi e piastre naturalmente sono
intimamente saldati tra loro. Apparato boccale bene sviluppato
con setole maxillo-mandibolari di mediocre sviluppo. Antenne di
sei articoli che per lunghezza si seguono in quest'ordine: 3,° 2,° 1,'
6,° 4,° 5. Eccetto il secondo articolo delle antenne che è nudo, tutti
gli altri hanno dei peli che, però, sono tutti brevi. Zampe gracili,
colla tibia poco più lunga del femore; tarso fornito di unghia
robusta e di quattro digituli, di cui quelli del paio più breve sono
molto più ingrossati all’apice di quelli del paio più lungo.
L’insetto, spogliato dalle secrezioni cerose, salvo una piccola
protuberanza chitinosa in corrispondenza del centro della zona
centrale ed una breve codetta, costituita dalla fusione delle squame
anali. non presenta nulla di speciale.
Lunghezza dell’insetto rivestito dalle secrezioni cerose 4-5 mm.
Larghezza » » » » » » 3 mm.
Altezza BE SS » » » » 3 mm.
Lunghezza delle antenne 260 ».
> del 3' paio di zampe 460 n.
Habitat — Raccolta a Cacheuta sull Atriplex lampa.
16. — Ceroplastes subrotundus n. sp.
Larva. — Corpo conforme a quello delle specie congeneri. Mar-
gini liberi del corpo provvisti di pochi peli brevi.
— 267 —
Setole maxillo-mandibolari raggiungenti, distese , l’estre-
mità posteriore del corpo. Antenne di sei articoli di cui il basale
grossetto, più largo che lungo; il secondo cilindrico, più breve di
tutti; il terzo un poco più breve del sesto, che è fusiforme, più
lungo di tutti; il quarto e quinto, presso a poco eguali fra loro,
appena più lunghi del secondo.
Tutti gli articoli sono provvisti di peli dei quali alcuni brevi
altri più lunghi; tra quest'ultimi sono da annoverarsi, due inseriti
sull’articolo distale ed uno piantato sull’articolo precedente.
Dei due peli piantati sull’ articolo apicale uno è eccezio-
nalmente lungo, superando di gran lunga la lunghezza totale
dell'antenna. Zampe bene sviluppate, ma relativamente gracili,
rivestite di pochi peli; il femore e la tibia cilindrici sono pres-
so a poco uguali, mentre il tarso è più breve ed è fornito di
unghia lunga, acuta e sottile e di 4 digituli che hanno peduncolo
. molto lungo, rimanendo, però, sempre due più lunghi degli altri
due. Aperture stigmatiche contrassegnate ai margini liberi da
brevi spine coniche in numero di tre per gli stigmi anteriori, di
quattro per i posteriori. Dal lato, del ventre, gli ultimi segmenti
addominali presentano qualche breve pelo.
Lobi anali bene sviluppati con lunga e robusta setola all’apice
e con altri due peli più brevi inseriti ai lati di quella.
Apertura anale con 6 peli lunghetti.
Colore del corpo giallastro.
Lunghezza del corpo 350 u.
Larghezza >» >» 280 u
Lunghezza delle antenne 160 y.
» del 2° paio di zampe 200 w.
Femmina. — L’insetto, ricoperto dalle secrezioni ceree, pre
senta forma più o meno circolare, riescendo, però, un poco più
espanso di dietro che all’innanzi. La quantità di sostanza cerosa
segregata da questa specie è assai esigua, così che l’insetto si
trova rivestito da uno strato di cera molto sottile. Malgrado ciò,
anche in questa forma, si può suddividere detto rivestimento
nelle tre zone, laterale, intermedia e centrale.
La zona laterale è costituita da placche cerose i margini delle
quali non sono bene appariscenti di guisa che il numero di esse,
più che riconoscersi per la presenza di detti margini, si rileva
dal fatto che la parte centrale, corrispondente ad ogni piastra, è
OE
notevolmente più convessa che le aree circostanti e per di piu
perchè le parti maggiormente convesse sumentovate spiccano, in
modo speciale, per essere rivestite in gran copia di fumaggine
che altrove, invece, si trova in
quantità molto minore. Il nu-
mero delle piastre e di 7 di cui
una posteriore più grande delle
altre.
Antenne di 7 articoli, di cui
il più sviluppato è 1’ articolo
quarto, segue il terzo e il settimo;
gli articoli secondo, quinto e
sesto sono presso che eguali tra
loro in lunghezza, mentre l’ar-
ticolo basale è più largo che lun-
go. Tutti gli articoli, meno il ter-
zo, hanno dei peli e tra questi, di
notevole lunghezza, ne abbiamo
uno inserito sull’articolo secondo
dip ci n ne sull'articolo quarto e questo
ventre; 2) Antenna; 3) Zampa del 3° paio; 4) è il più lungo. Sull’articolo api-
Lobi anali e apertura anale; 5) Adulto fem- cale i peli sono più numerosi
mina rivestito dalle secrezioni cerose; 6) An- "i
- tenna; 7) Zampa del 3° paio. che altrove, mediocremente lun-
ghi e robusti.
Zampe esili colla tibia più lunga di tutti gli altri articoli.
Peli sulle zampe pochi e brevi. Squame anali piccole e brevissi-
me, tanto da costituire una minuta punta anzichè prendere l’aspetto
di breve codetta.
Fig. XVII.
Diametro dell’insetto rivestito dalle secrezioni cerose 3 '/, mm.
Altezza wis > > > >> Jo, TNA
Lunghezza delle antenne 260 ».
> » zampe 480 p.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sul Cercidium andicolum.
17. — Ceroplastes longiseta n. sp.
Larva. — La forma del corpo ricorda quella delle specie con-
generi e i segmenti che lo compongono sono distinti tra loro da
solchi ben marcati.
an
Ho. =
Apparato boccale con setole maxillo-mandibolari molto lun-
ghe così da sorpassare la lunghezza totale del corpo. Antenne
piuttosto brevi, di 6 articoli; articolo basale breve, grossetto, più
largo che lungo; secondo più breve del precedente; terzo più
lungo di tutti; quarto più lungo del secondo, ma più breve del
primo; quinto più lungo del basale, ma più breve del seguente
che è fusiforme, mentre gli articoli precedenti sono cilindrici.
Peli su tutti gli articoli robusti e lunghetti, tra essi ve ne ha uno,
inserito sull'articolo apicale, che supera in lunghezza notevolmente
la lunghezza totale dell'antenna.
Zampe con tibia e tarso cilindrici, mentre il femore è leg-
germente fusiforme; la tibia è lunga, all'incirca, quanto il femore,
mentre il tarso è più breve, ed all'apice è armato di robusta un-
ghia e di 4 digituli notevolmente lunghi. Peli semplici, non molto
numerosi, sono distribuiti su vari articoli delle zampe. Ultimi seg-
‘menti addominali, del lato del ventre, con alcuni brevî peli. Lobi
anali bene sviluppati e provveduti di lunga e robusta setola.
Apertura anale con 6 peli di mediocre lunghezza. Stigmi
contrassegnati, al margine libero del corpo, da 2-3 corte spine
coniche inserite sui margini di una piccola insenatura semicir-
colare. Attorno agli stigmi vi sono 2-3 dischi ciripari. Coloro del
corpo giallastro.
Lunghezza del corpo 500 w.
Larghezza >» >. 250)
Lunghezza delle antenne 130 w.
> » zampe del 4' paio 200 u.
Femmina. — L’insetto, rappresentato nella collezione da un
unico esemplare, rivestito dalla secrezione cerosa, ricorda assai
da vicino, sia per colore che per la fabrica del corpo, la specie
di Ceroplastes da noi qui per prima descritta. Detta secrezione
cerosa possiamo suddividerla nelle tre zone consuete, osservando
che le dimensioni della zona centrale sono notevolmente ridotte
a vantaggio della zona intermedia. Quanto alla zona laterale, que-
sta si compone di sei piastre le quali, sia per la disposizione come
per altre particolarità, ci richiamano alla mente quelle del Cero-
plastes ruscti.
Una differenza, però, di qualche interesse, presenta la piastra
maggiore posteriore della zona laterale, la quale, anzichè possedere
la sola protuberanza centrale, ne mostra altre due disposte ai lati
— 270 —
di quella. Riguardo all’altezza dell’insetto, essa, anche in questa spe-
cie, è accentuata ed il punto più culminante si trova spostato
all'indietro, di guisa
che la zona centrale
presenta un’ inclina
zione che va dall’in
dietro all’avanti.
Spogliato dalle se-
crezioni ceree, il cor-
po dell’insetto si pre-
senta di forma ovale,
convesso - rotondato ,
con delle protuberan-
ze coniche abbastanza
lunghe e fortemente
chitinizzate in corri-
spondenza dei centri
delle piastre. £ inu-
Fig. XVIII.
Ceroplastes longiseta; 1) Larva, antenna; 2) Zampa del 3° ;
- paio; 3) Lobi anali visti dal ventre; 4) Adulto femmina rive- tile osservare che,
stito dalle secrezioni ceree, visto dal di sopra; 5) Visto di nella regione posterio-
fianco; 6) Spogliato dalle secrezioni ceree; 7) Porzione di an-
tenna; 8) Zampa del 1° paio.
re, le protuberanze so-
no tre, corrisponden-
ti cioè a quelle osservate sulla piastra cerosa posteriore della zona
laterale. Apparato boccale bene sviluppato.
Delle antenne, non posso dare una figura e una descrizione
completa avendole rinvenute ambedue mutilate.
Zampe gracili, non molto lunghe, coll’anca più sviluppata
del normale, col femore grossetto ma breve, colla tibia più lunga
di tutti gli altri articoli, cilindrica, col tarso, più breve del fe-
more, provvisto di unghia robusta e coi digituli più brevi molto
ingrossati all’apice. Pochi peli brevi sono distribuiti qua e là sui
vari articoli delle zampe.
Squame anali bene sviluppate.
Lunghezza dell'insetto ricoperto dalla secrezione cerosa 3 / mm.
Larghezza » » > » > 3; dd 2 Sr
Altezza » » » » » >. 2. mm:
Lunghezza dei primi cinque articoli dell’antenna 260 u.
» del 1° paio di zampe 500 u.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Fabiana denudata.
ur
ce Mr
— 1 —
18. — Ceroplastes irregularis n. sp.
Larva. — Corpo di forma ovale-allungata, più attenuata di
dietro che all’innanzi e colla massima larghezza che cade all’al-
tezza dell’inserzione del 1° paio di zampe. Segmenti del corpo ben
distinti tra loro, col margine libero crenulato e provveduto di
pochi e brevi pelli.
Apparato boccale bene sviluppato. Antenne di sei articoli; di
questi il basale è corto e grosso, più largo che lungo; il secondo
cilindrico, più lungo del precedente, ma più breve del terzo che
è più lungo di tutti; il quarto più breve del se&ondo; il quinto
lungo circa quanto il secondo; il sesto o apicale conico, meno
lungo del terzo.
Tutti gli articoli portano dei peli alcuni brevi altri più
lunghi; tra questi merita di essere menzionato uno, inserito sul-
l'articolo apicale, che supera la lunghezza totale dell’antenna. Zam-
pe col femore lungo, all’incirca, quanto la tibia, mentre il tarso é
più breve. Questi, all’apice, porta una robusta e lunga unghia e dei
quattro digituli i più brevi non sono ingrossati più dei più lun-
ghi. Peli su tutti gli articoli delle zampe, ma pochi e brevi. Stig-
mi con pochi dischi ciripari, contrassegnati, al margine libero, da
una piccola incavatura semicircolare dalla quale sporgono 3-4
spine coniche, brevi.
Lobi anali bene sviluppati con setola, all'apice, robusta e con
altri peli più brevi. Apertura anale con 6 peli che non sorpas-
sano la lunghezza dei lobi. Colore del corpo giallo.
Lunghezza del corpo 600 u.
Larghezza >» >; 1900. pi
Lunghezza delle antenne 160 u,
» » zampe del 3° paio 250 wp.
Femmina. — L’insetto, rivestito dalla secrezione cerosa, pre-
senta un’aspetto tutto speciale poiché la cera non è distribuita
in placche più o meno simmetriche, ma bensi in modo molto ir-
regolare di guisa che la superficie del corpo si mostra d’aspetto as-
sai rugoso per la presenza di creste cerose, più o meno pronun-
ciate e a margine libero ora tagliente ora smussato, a cui seguono
depressioni, pur esse, più o meno marcate, percorse, talvolta, da al-
tre creste minori. In molti casi l’aspetto dell’insetto assume forma
piramidale, tal’altra poligonale ecc., ma, si nell’un caso che ne-
gli altri, tali aspetti sono sempre molto irregolari. Riesce, quindi,
impossibile, almeno negli esemplari da me posseduti, delimitare
le singole zone cerose e tanto meno il numero delle piastre, in-
quantochè, il rivestimento ceroso è più o meno imbrattato da fu-
maggine che nasconde
i margini delle piastre,
fumaggine che non si
può togliere senza dan-
neggiare l’integrità dello
scudo.
Denudato 1’ insetto
dalla cera, esso ci appa-
re come un corpicciolo
di forma pentagonale, più
espanso di dietro che
all’innanzi e di conves-
sità mediocre. Esso, da
ciascun lato, presenta
due robuste protuberan-
ze chitinose, mentre po-
steriormente ne mostra
una quinta data dalle
squame anali saldate tra
loro, le quali, rispetto al
Ceroplastes irregularis : 1) Larva vista dal ventre; 2) An- piano orizzontale su cui
tenna; 3) Zampa del 3° paio; 4) Femmina adulta, in sito, poggia l’insetto, hanno
rivestita di tutte le secrezioni cerose ; 5) La stessa denu- 4 È Li î
data dalle secrezioni cerose; 6) Antenna; 7) Zampa del una direzione obliqua
3° paio; 8) Un pezzetto di derma. dal basso in alto. In ba-
se, adunque, alla disposi.
zione abbastanza simmetrica e costante dei detti rialzi chiti-
nosi, corrispondenti, in altre specie, al numero delle piastre, è le-
cito suppore, che, in questa forma, la zona cerosa laterale sia com-
posta di 5 sole piastre. Im taluni esemplari, inoltre, ebbi modo di
osservare, ai lati della protuberanza formata dall’ unione delle
squame anali, ora una, ora due consimili appendici, ma molto
più minute e che, secondo me, stanno a dimostrare che, in
passato, il numero delle piastre doveva essere maggiore del nu-
mero presente. Antenne di 7 articoli; di questi l'articolo basale
è più largo che lungo; il secondo lungo quanto il terzo; il quarto
più lungo di tutti; il quinto e il sesto egualmente lunghi, ma più
Fig. XIX.
+
— 273 —
brevi dei precedenti; il settimo appena pit lungo del sesto. Peli su
tutti gli articoli; i più lunghi, però, sono inseriti sull’articolo quarto
e settimo. Zampe abbastanza lunghe e robuste colla tibia più
lunga di tutti gli altri articoli; tarso provvisto di robusta unghia
e coi digituli, sia brevi che lunghi, a differenza di quanto osser-
vasi in altre specie, notevolmente ingrossati all’apice. Peli su tutti
gli articoli delle zampe, ma pochi e molto brevi. Squame anali,
come fu osservato, abbastanza sviluppate e saldate tra loro.
Lunghezza dell’insetto rivestito dalle secrezioni cerose 3 mm.
» » » spogliato » » »
> delle antenne 300 u.
> » zampe del 3.° paio 500 u.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta nella Larrea cuneata.
Gen. EULECANIUM CKkll.
19. — Eulecanium elegans n. sp.
Larva. — Corpo ovale, più accuminato di dietro che all’in
nanzi, allungato, poichè la massima larghezza, che cade all’ al-
Fig. XX.
Eulecanium elegans: 1) Larva vista dal ventre; 2.) An-
tenna; 3.) Zampa del 1° paio; 4.) Lobi anali; 5) Adulto
femmina, spine marginali; 6.) Un pezzetto di derma;
7.) Antenna; 8.) Zampa del 3° paio; 9.) Squame anali.
tezza dei segmenti tora-
cici, non raggiunge che
la metà delia lunghezza.
Segmenti del corpo ab-
bastanza bene distinti tra
loro e provvisti, tanto
alla faccia dorsale quan-
to alla ventrale, di nume-
rose e grosse ghiandole.
Margine libero del corpo
ornato di corte e grosse
spine coniche. Antenne
brevi, di sei articoli; di
questi l’articolo apicale
é il più lungo e porta
vari peli tra i quali due
lunghissimi e altri molto
più brevi, grossetti e
robusti. Dopo l’articolo
apicale viene, per lun-
ghezza, il terzo il quale,
tra gli altri peli, ne ha uno notevolmente lungo; l’articolo quarto
18
— 274 —
e quinto, presso a poco egualmente lunghi, sono più brevi dei
precedenti, ma più lunghi del basale e del secondo che sono più
larghi che lunghi; di essi il basale ha un brevissimo pelo, mentre
il secondo è nudo; l’articolo quarto presenta due peli e uno solo
l’ articolo quinto. Zampe lunghette, ma non molto robuste, colla
tibia un poco più lunga del tarso, il quale, all'apice, è armato nel
solito modo.
Due o tre peli, soltanto, su ogni articolo delle zampe. Lobi
anali, all'apice, muniti di setola lunghissima e con altri peli più
brevi piantati lungo il margine libero e altrove secondo mostra
la fig. XX, 4.
Anello anale con 6 peli lunghetti. Colore del corpo giallastro.
Lunghezza del corpo 600 u.
Larghezza >» » 300 y.
Lunghezza delle antenne 160 u.
> >» zampe del 1° paio 280 p.
Femmina. — Corpo molto convesso, appena ovale, legger-
mente più ristretto all’innanzi che di dietro, dove esso raggiunge
la massima altezza. Al dorso
presenta una grande macchia
di color fuligineo che spicca
nettamente sul color fondamen-
tale del corpo tinto in color
crema. Detta macchia ha, all,
incirca, forma romboidale ed è
disposta simmetricamente lun-
go la linea longitudinale del
corpo. Dal vertice posteriore, di
detto rombo, la macchia si pro-
lunga, con una striscia, fino ad
attingere le squame anali, men-
Fig. XXI. tre il vertice anteriore si pro-
Eulecanium elegans: 1.) Alcuni esemplari di lunga egualmente percorrendo
femmina adulta in sito; 2.) Un’esemplare visto
di sopra; 3.) Visto di fianco. la linea segnata dal diametro
longitudinale. Egualmente pro-
lungati sui fianchi sono i vertici mediani, con striscie oscure
che finiscono ai margini liberi dell’insetto e che riescono perpen-
dicolari al diametro longitudinale. In corrispondenza di queste
linee il corpo presenta un leggero strozzamento. A metà dei lati
— 275 —
minori del rombo, che sono gli anteriori, partono altre due striscie
oscure che dividono ciascun quadrante in due porzioni eguali;
dette fascie, però, sono più brevi e non raggiungono i margini
liberi del corpo dell’insetto. La macchia non presenta una tinta
uniforme, ma mostra qua e là delle chiazze più o meno grandi,
più chiare.
I margini liberi del corpo portano delle spine coniche non
molto lunghe, ma grossette e robuste. Derma, dal lato dorsale,
ricco di ghiandole. Antenne di 7 articoli, dei quali il terzo e il
quarto, presso a poco eguali tra loro, sono più lunghi degli altri
e di essi il primo è nudo, mentre l’altro porta tre peli dei quali
uno molto lungo; articoli seguenti più brevi dei precedenti com-
presi gli articoli primo e secondo. L'articolo estremo o apicale
porta diversi peli tra i quali uno, inserito di fianco, notevole per
la sua lunghezza. Zampe piuttosto brevi e gracili colla tibia
appena più lunga del tarso. Sguame anali grandi, sporgenti al-
l’infuori e provviste di più peli lunghetti e robusti. Anello anale
con 6 peli lunghi e abbastanza robusti.
Lunghezza del corpo 2-3 mmn..
Larghezza » 3.22: 2 00m:
Altezza » » 1/2 ma
Lunghezza delle antenne 280 w.
» » zampe del 3.° paio 500 y.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Larrea cuneata e L. di-
varicata.
Gen. SAISSETIA Deplanch.
20. — Saissetia Silvestrii n. sp.
Larva. — Corpo decisamente ovale, colla massima larghezza
che cade all’altezza del mesotorace Margine libero del corpo cre-
nulato e con pochi e brevi peli. Segmenti mediocremente distinti
tra loro e provvisti, al ventre, di pochi e brevi peli. Apparecchio
boccale bene sviluppato con setole maxillo mandibolari notevol-
mente lunghe. Antenne di 6 articoli di cui l’apicale coniforme
| più lungo di tutti, segue, per lunghezza, il terzo ed il quarto, men-
tre il quinto è il più breve di tutti. Tutti gli articoli hanno dei
| peli che variano in lunghezza, però due soli di essi sono lun-
ghissimi e questi si trovano piantati sull’articolo apicale. Zampe
col femore grossetto e più breve della tibia, la quale, a sua volta,
— 276 —
rimane più corta del tarso. Questo, all’apice, è provvisto di ro-
busta unghia e di 4 digituli notevolmente lunghi. Tutti gli arti-
coli delle zampe hanno dei peli più o meno lunghi; tra questi
peli v ha notato, per la straordinaria lunghezza, uno che si
trova inserito sul femore delle zampe del secondo e terzo paio.
Aperture stigmatiche contrassegnate, al margine libero, da una
piccola incavatura da cui sporge una spina molto lunga, più o
meno torta, alla base della quale trovansi due altre appendici con-
simili, ma molto più brevi. Lobi anali bene sviluppati, all’apice,
provvisti di lunga e robusta setola. Anelo anale con 6 peli. Co-
lore del corpo giallo arancio.
Lunghezza del corpo 600 u.
Larghezza >» > 360 1.
Lunghezza delle antenne 160 ».
» » zampe del 3° paio 270 u.
» del pelo femorale del 53° paio di zampe 160 p.
» della spina stigmatica 32 u.
Femmina. — La forma del corpo, negli individui adulti e che
hanno già deposte le uova, è ovale e ricorda, nell’aspetto gene.
rale, la Saissetia oleae. Infatti esso, al dorso, è come questa, più
I
J
4
Fig. XXII.
Saiîssetia Silvestriî: 1.) Larva vista dal ventre; 2.) Spine stigmatiche ; 3.) Antenna;
4.) Zampa del 3° paio; 5.) Adulto femmina visto di ‘sopra; 6.) Un pezzetto di derma
dorsale ; 7.) Antenna; 8.) Zampa del 3° paio; 9.) Squame anali.
o meno convessa ed, inoltre, percorsa da carene variamente
sviluppate. Di più nella nostra specie, in confronto alla S. oleae,
oltre la carena longitudinale abbiamo tre altre carene trasversali
anzichè due sole. Dette carene sono più o meno pronunciate a
ER ORE OR ROR EN TORR Ue ea
re
BR
seconda degli individui che si prendono in esame. Negli spazi
che intercedono le varie carene il corpo & sensibilmente depresso
e, spesso, percorso da altre carene secondarie di minor sviluppo.
La superficie del corpo si presenta, quindi, ruvida sia per la pre-
senza delle dette carene, sia per le abbondanti incrostazioni di
lacca essudata dall’insetto. Derma, dal dorso, ricco di numerose
cellule di forma ovale. Setole maxillo-mandibolari lunghe.
Antenne di 7 articoli, cilindrici, e che vanno gradatamente
assottigliandosi procedendo dalla base all’apice. Di questi articoli
il terzo è l’articolo più lungo; segue, per lunghezza, il secondo,
indi il primo, che è più largo che lungo, il settimo, sesto e quinto.
L'articolo apicale è quello che presenta maggior numero di peli
i quali, però, sono tutti brevi. Zampe poco robuste, colle tibie più
lunghe del tarso. Estremità posteriore del corpo incisa profonda-
mente rimanendo, tuttavia, i margini dell’incisione avvicinati tra
loro cosi che non resta che una fessura molto stretta. In fondo
all’ incisione si osservano la squame anali che sono di forma
semilunare e molto piccole. Colore del corpo rosso bruno traente
al violaceo.
Lunghezza del corpo da 3-4 mm.
> delle antenne 300 u.
> » zampe del 3.° paio 450 ».
» » squame anali 160 u.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Zuccagnia punctata.
Subfam. Diaspinae,
Genus HEMIBERLESIA Cock.
21. — Hemiberlesia argentina n. sp.
Femmina.-- Corpo obovato-piriforme, di dietro acuto, ro-
tondato all’innanzi. Orlo libero del corpo crenulato e provvisto
qua e là di qualche pelo breve e poco robusto. Segmenti addo-
| minali prodotti, lateralmente, in modesti lobi rotondati al cui
margine libero si osserva un breve pelo
Pigidio con un paio di palette mediane molto vistoso, men-
tre quelle del secondo paio sono rappresentate, invece, da un’acuta
-- 278 —
punta dentiforme, jalina. Le palette del terzo paio mancano ed
al loro posto non si osserva altro che un maggiore ispessimento
del derma. Pettini due, brevi, stiliformi, tra le palette mediane;
due, varia-
mente dentati
e piu svilup-
pati, disposti
tra le palette
su mentovate
e quelle del
secondo paio;
tre, di fabrica diversa, inseriti nello spazio compreso tra le palette
del secondo paio e la cresta chitinosa che si riscontra al posto
del terzo paio, al di là, di quest’ultima, il margine mostra, ancora,
rudimenti di altri pettini stiliformi.
Peli semplici, lungo l’orlo libero del pigidio, pochi e distri-
buiti conforme vedesi nella fig XXIII
Stigmi senza dischi ciripari. Apertura sessuale situata molto
più innanzi dell’ apertura anale, la quale giace a poca distanza
dal margine libero, del pigidio.
Fig. XXIII.
Hemiberlesia argentina: Pigidio, dal dorso, di femmina adulta.
Colore del corpo giallo. Vivipara.
Lunghezza del corpo 1000 p.
Larghezza > >... 200 u.
Follicolo femminile. — Ovale-allungato, convesso, bianco-gri-
giastro. Parte sericea robusta, che riveste in parte le esuvie le
quali sono eccentriche. L’esuvia ninfale € abbastanza grande
mentre la larvale e piccola. Colore delle esuvie giallo -ocracee.
Velo ventrale bianco; rimane aderente all’ organo su cui è
fissato il follicolo.
Lunghezza del follicolo 1680 u.
Larghezza >» » 1280 u.
Habitat. — Raccolto sui ramoscelli di Ophryoporus andinus
a Cacheuta.
Gen. TARGIONIA Sign.
22. — Targionia Fabianae n. sp.
Femmina. — Corpo obpiriforme, stretto ed acuto di dietro,
ampio, rotondeggiante nella regione cefalotoracica. Segmenti ad-
—. 279 —
dominali ben distinti tra loro e protusi, lateralmente, in modesti
lobi ad orlo rotondato e provvisti, nel punto più saliente, di un
pelo lunghetto.
Rimanente margine libero del corpo leggermente crenulato
e ornato di pochi peli, identici a quelli inseriti sui lobi dei seg-
menti addominali, i
quali sono distribuiti
a debita distanza tra
loro. Pigidio con due
sole paia di palette
mediocremente svi-
luppate; il terzo paio
é affatto rudimentale
ed è rappresentato da
un più forte ispessi-
mento del derma. Le
palette mediane sono
triangoliformi e tali
Fig. XXV. sono pure quelle del
Targionia Fabianae: 1) Femmina adulta; 2) Pigidio di femmi- secondo paio le quali
na adulta visto dal dorso; 3) Follicolo di femmina adulta. ra i 2
x erò, in paragone alle
>
‘prime, hanno dimensioni minori.
Tra le palette del primo e quelle del secondo paio e tra
queste e il rudimento chitinoso, rappresentante il terzo paio, si
osservano delle insenature più o meno profonde
Rimanente orlo del pigidio leggermente crenulato. Peli, lungo
il margine libero del pigidio, pochi, ma piuttosto lunghi e robusti.
Stigmi senza dischi ciripari. Mancano i dischi ciripari perivul-
vari. Apertura sessuale ampia, disposta molto all’innanzi; apertura
2 anale, al contrario, situata presso il margine libero del segmento.
Dal lato, del dorso, il pigidio presenta, ancora, quattro robuste cal-
lositä, disposte ad arco, in prossimitä dell’orlo anteriore del seg-
mento.
Colore del corpo ocraceo-oscuro. Vivipara.
Lunghezza del corpo 1380 u.
Larghezza >» MZ
Follicolo femminile. — Ovale, molto convesso, colle esuvie
larvali eccentriche, piccole, e di color ferrugineo. Esuvia larvale
non sempre presente perchè facilmente asportabile. Parte sericea
del follicolo abbastanza robusta, ocroleuca.
— 280 .—
Velo ventrale bianco, esile e che rimane quasi totalmente
aderente all’organo su cui è fissato il follicolo quando questo ven-
ga rimosso.
Lunghezza del follicolo 1500 x.
Larghezza > > 1400 uw.
Habitat — Raccolto sui rametti di Fabiana denudata a Ca-
cheuta.
Genere PROTARGIONIA n. g.
Femmina. — Corpo ovale, col pigidio provvisto di palette,
privo di pettini, di peli filiere e di parafisi; presenti i gruppi di
dischi ciripari perivulvari
Follicolo femminile più o meno ovalare colle esuvie disposte
ad un’estremità
Osservaz. --- La specie, che mi diede opportunità di istituire
questo nuovo genere, risponde, per la generalità dei caratteri, alle
forme del genere Targionia dalle quali, però, diversifica per pos-
sedere i dischi ciripari perivulvari Questa specie viene, quindi,
opportunamente a riempire il vuoto da me lasciato nel mio lavoro
Monografico sugli Aspidiotus pubblicato nel 1897 in cui, a pag 8,
divido il vasto genere da prima in due sezioni basate sulla pre
senza o sulla mancanza dei dischi ciripari su mentovati e sud-
dividendo, poi, ciascuna sezione in altri gruppi in base agli altri
caratteri. Si osservava, allora, come i generi Aonidia e Targionia,
caratterizzati dalla mancanza dei dischi ciripari perivulvari, non
trovassero, nell’altra sezione, i generi corrispondenti, per iden-
tità di molti caratteri, ma provvisti, invece, dei dischi ciripari pe-
rivulvari.
A questo difetto ripara in parte la nuova specie ed è spe-
rabile che, quanto prima, si scopra altra che dia modo di colmare
l’unico vuoto rimasto.
>
23. — Protargionia Larreae n. sp.
Femmina. — Corpo di forma ovale, più ristretto posterior-
mente che all’innanzi. Segmenti del corpo poco ben distinti tra
loro, gli addominali, lateralmente, non pronunciati in lobi manife-
sti. Pigidio con tre paia di palette di cui le mediane abbastanza
bene sviluppate, mentre, quelle del terzo paio, sono affatto rudi-
mentali.
— 281 —
Al di là della terza paletta, a breve distanza, il margine si
presenta, per un buon tratto, fortemente chitinizzato e dentato così
da attestare, che, in passato, esistevano altre consimili appendici.
k ) S)
% me f 4
O 0 wl Tx
+ PS‘
= A N N
EN
loka g dale
Fig. XXV.
Protargionia Larreae : 1) Pigidio dal dorso, di femmina adulta; 2) Follicolo di femmina adulta.
Lungo il margine libero del pigidio si osservano, ancora, gli
sbocchi di alcune grosse ghiandole sericipare disposte conforme
mostra la fig. XXV, 2 nonchè pochi minuti peli. Dischi ciripari peri-
2 2
vulvari in cinque gruppi secondo le formule seguenti : 11-12 ; 9-9
Stigmi senza dischi ciripari. SETE
Apertura sessuale disposta tra i quattro gruppi di dischi ci-
ripari perivulvari laterali; apertura anale situata in vicinanza del
margine libero del pigidio Colore del corpo giallo. Vivipara.
4 Lunghezza del corpo 1250 w.
È Larghezza » » 1100p
= Follicolo femminile. — Più 0 meno ovale, discretamente con-
a vesso, colle spoglie situate verso l’estremità anteriore ove si nota
È la maggior ristrettezza del follicolo. Esuvie larvali gialle, la nin-
= fale più pallida della larvale.
R Tessuto sericeo del follicolo robusto, atro, con un lembo, al-
l’ingiro, bianco.
“ Velo ventrale bianco; rimane in parte attaccato all’ organo
su cui poggia il follicolo quando questo viene rimosso.
Pat ER
È Lunghezza del follicolo 1300 u.
= Larghezza >» » 1120 u.
Lunghezza dell’esuvia larvale 370 u.
Larghezza » > > 280 u..
Lunghezza dell’esuvia ninfale 700 y.
Larghezza >» » » 600 u.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Larrea divaricata e
. cuneala
RS
Gen. DINASPIS n. gen.
Femmina. -- Corpo stretto, assai allungato, coi segmenti del
torace, specie col secondo, lunghissimo in paragone di quanto os-
servasi nelle forme congeneri.
Regione cefalotoracica, quando l’insetto raggiunge la matu-
rità, fortemente chitinizzata così da costituire un robusto astuccio
entro cui vien ritirata completamente la regione addominale, la
quale conserva, al contrario, l’epidermide molle e pieghevole. Fi.
gidio con palette e peli filiere; lobi dei segmenti addominali con
peli filiere. Mancano i dischi ciripari perivulvari.
Follicolo femminile. — Mitilaspisforme, allungato, colle esuv.e
situate ad un’estremità. Velo ventrale robusto, completo o quasi.
(4
24. — Dinaspis Ichesii n. sp.
Femmina. — Corpo allun-
gatissimo, subacuto e stretto allo
innanzi, appena più espanso di
dietro nella regione corrispon-
dente all'addome Regione cefa-
lotoracica rappresentante la mas-
sima parte del corpo. Pigidio con
tre paia di palette di mediocre
sviluppo, spatoliformi. Peli filiera
poco vistosi di cui due situati
tra le palette mediane ed uno
Se 9 x Ji negli spazii che intercedono tra
ò SÙ Ny, le predette palette e* quelle del
hi SRO: tie) secondo e terzo paio. Peli sem-
A. rl na” plici pochi e non molto robusti.
Fig. XXVI. Lungo il pigidio, inoltre, si trova-
Dinaspis Ichesii: 1) Femmina adulta vista NO disposte cinque paia di STOS-
dal ventre; 2) Pigidio di femmina adulta vista "his aarı ra x 5
se ghiandole sericipare, v fig.
dal dorso; 3)Follicolo femminile visto dal dorso; og Pare, edi 8
/ N
EN
4) Idem, visto dal ventre. XXVI, 2. Ultimi segmenti addo-
minali con lobi laterali muniti, al
oro margine libero, di due o tre peli filiere, conici, grossetti, ma
non molto lunghi. Epidermide del corpo striata fittamente per
traverso.
$
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3
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:
ee N
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— 283 —
Margini liberi della regione cefalotoracica senza peli. Stigmi
senza dischi ciripari. Apertura sessuale situata nel mezzo del pi-
gidio; apertura anale disposta al dorso un pò più innanzi della
sessuale. Colore del corpo ocraceo più accentuato nella regione
cefalotoracica e del pigidio anzichè nella rimanente regione addo-
minale. Vivipara.
Lunghezza del corpo 1550 u»,
Larghezza >» » 400 pw.
Follicolo femminile. — Lineare ,j,appena curvato, molto lungo,
atro-vireo, abbastanza convesso ed appena più espanso poste-
riormente colle spoglie larvali di color terrugineo, la larvale più
pallida della ninfale e lunga circa la metà di questa.
Velo ventrale presente solo nei due terzi anteriori del folli-
colo, non saldato lungo la linea mediana longitudinale ove ri-
mane libera una stretta fessura che comunica coll’interno della
cavità così formata e che viene ad essere occupata dall’insetto.
Lunghezza del follicolo 2600 w.
Larghezza >» » 500 w.
Lunghezza della esuvia ninfale 850 up.
» » » — larvale 450 .
Habitat. —— Raccolto a Cacheuta sull’Ephedra andina.
25. - Dinaspis Lahillei n. sp.
Femmina. -- Corpo molto allungato, però, un poco meno di
quello della specie precedente, anteriormente più stretto ed acuto
an
Fig. XXVII.
Dinaspis Lahilleî: 1) Femmina adulta vista dal ventre; 2) Pigidio di femmina adulta
visto dal dorso; 3) Follicolo femminile visto dal dorso.
— 284 —
che di dietro ove va gradatamente allargandosi per raggiungere,
il maggior diametro trasverso, all’altezza del metatorace. La re-
gione cefalotoracica, molto sviluppata, rappresenta circa i due terzi
del corpo.
Pigidio con due paia di palette poco sviluppate, le mediane
un pò più grandi di quelle del paio laterale che hanno forma trian-
golare, mentre le prime sono conformate piuttosto a spatola. Peli
filiere pochi e brevi, due tra le palette mediane, uno per ciascun
spazio intercedente dette palette e quelle del secondo paio e due,
da ciascun lato, al di là di quest'ultime, debitamente distanziati
tra loro. Lungo il margine libero del pigidio vengono a sboccare
6 paia di grosse ghiandole sericipare.
Peli semplici, lungo il pigidio, pochi e brevi e disposti con-
forme vedesi nella fig. XXVII, 2.
Segmenti addominali non protusi lateralmente in lobi bene
manifesti e gli ultimi provvisti, al margine libero, di uno o due
peli filiere brevi, ma grossetti. Epidermide del corpo, come nella
specie precedente, striata per trasverso. Orlo libero della regione
cefalotoracica senza peli. Stigmi senza dischi ciripari.
Apertura sessuale situata verso il centro del segmento; aper-
tura anale aprentisi più all’innanzi verso il segmento preanale.
Colore del corpo ocraceo più accentuato nella regione mag-
giormente chitinizzata cefalotoracica Vivipara.
Lunghezza del corpo 1200 ».
Larghezza >» » 350 p.
Follicolo femminile. — Virgoliforme, appena convesso, più di-
latato di dietro che all’innanzi, di color argenteo, con il contesto
sericeo piuttosto delicato, a margini più o meno slabbrati. Velo
ventrale quasi completo, non lasciando libera che una stretta fes-
sura lungo il diametro longitudinale. Esuvie larvali gialle, la pri-
ma piccola, la seconda lunga quasi il doppio della prima.
Lunghezza del follicolo 1500 x.
Larghezza » > 450 p
Lunghezza dell’esuvia ninfale 750 uw.
» STE larvale 420 p.
Habitat. — Raccolto a Cacheuta sulla Bulvesia retana.
Portici 5 Febbraio 1911.
Cali
+
7
è
Gy. SZEPLIGETI
e —— - SS _ — ]! ]@
zer meine Braconiden aus
basi bien
Biosteres brasiliensis n. sp.
Oo. Glatt, schwach behaart, Gesicht mit einzelnen Punkten
Kopf quer, hinter den Augen rundlich erweitert; Scheitel hinten
schwach gebuchtet nicht gerandet; Wangen ziemlich lang mit un-
deutlicher Furche; Augen ziemlich klein und rundlich, Gesicht
mit Kiel, Fühlerbasis vorne erhaben; Clypeus gestutzt vorne in
der Mitte mit kurzer Spitze; Kierfern mit ungleich langen Zähnen
und an den Clypleus nicht anliegend. Fühler dünn, borstenförmig;,
länger als der Körper, Schaft eiförmig, drittes und viertes Glied
gleich lang. Thorax ziemlich kurz; Parapsiden vorn ausgebildet,
die Grube vor dem Schildchen glatt, Mesopleuren ohne einer deut-
lichen Furche; Metathorax gewölbt, nicht gefeldert, längs der Mitte
mit Furche. Randmal lanzettlich, mit gleich langen Seiten; Radial-
zelle lanzettlich, erreicht nicht die Flügelspitze; erster Radialab-
schnitt so lang wie die zweite Cubitalquerader, zweiter Radial-
abschnitt etwas kürzer wie die erste Cubitalquerader und dop-
pelt so lang wie der erste Abschnitt; dritter Abschnitt der Radial-
nerv gerade; rücklaufender Nerv an die erste Cubitalzelle inse
riert; Parallelader unten gefügt, Nervulus schwach postfurkal und
schief. Beine schlank, Klauen klein, Haftlappen gross. Hinterleib
länger als Kopf und Thorax; erstes Segment breit, kaum länger
als hinten breit, vorn gehöhlt, in der Mitte gewölbt, mit zwei
Kielen, an der Seite mit einer Furche; zweites Segment quer,
länger als das dritte, an der Basis mit zwei Vertiefungen; zweite
Sutur äusserst fein.
Braunrot; Kopf, Fühler, Brust, Mittel-und Hinterhüften schwarz;
Spitze des Hinterleibes oben mehr oder weniger geschwärzt;
Mundteile, Vorderbeine un die Mittelbeine von den Schenkel an
— 286 —
(das 5. Tarsenglied ausgenommen) gelbrot. Fliigel braun, Rand-
mal gelb.
Länge 5, Bohrer 6 mm.
Biosteres areolatus n. sp.
© Dem B. brrasiliensis m. ähnlich. Gesicht mit schwachem
Kiel, Clypeus ohne Spitze, Metanotum gefeldert
Erster Abschnitt der Radialader länger als die zweite Cubi-
talquerader, der zweite Abschnitt etwas länger als die erste Cu-
bitalquerader; Nervus recurrens fast interstitial. Hinterschenkel
ziemlich kurz
Gelbrot; Flagellum braun. Basis der Hinterschienen und das
5. Tarsenglied, sämmtlicher Beine schwarz; Ende der Hinter-
schienen und Metatarsus oben braun. Flügel bräunlich, Randmal
gelbbraun.
Länge 3 mm., Bohrer eben so lang.
Beide Arten wurden aus Puppen der Anastrepha fraterculus
Wied. (Trypetidae) gezogen und stammen aus Sao-Paolo (Bra-
silien).
F. SILVESTRI
- —- -- 2
SON ERIBHZTONTI
ALLA CONOSCENZA
degli insetti dannosi e dei loro simbionti.
TILL)
Plusia gamma (L.)
LEPIDOPTERA-HETEROCERA.
Fam. Noctuidae.
GEN. Plusia Och.
Il genere Plusia appartiene alla tribu dei Plusini distinti
dagli altri Noctuidae per gli occhi nudi e per le ali posteriori
Fig. I.
Plusia gamma. ala anteriore e posteriore, 1-12 ner-
vature, A contorno della macchia principale, B mar-
gine delle squame, C cellula, E frenulo, (ingrandita).
(Fig. I) aventi la quinta
vena più o meno conver-
gente colla quarta.
Esso è caratterizzato
dagli occhi con ciglia mar
ginali, antenne assottigliate
in ambo i sessi, palpi ri
volti in avanti e in alto
e sorpassanti un po’ il ca-
po, torace e primi segmenti
dell'addome con ciuffi di
squame setiformi, ali an-
teriori col margine interno,
poco lungi dalla base, al-
quanto sporgente ad arco e
ornate, più o meno estesamente, di colori brillanti e spesso di una
o due macchie verso la parte mediana dell’ala, dietro la cellula.
tino, Vol. IV (1910), pp. 257-289.
1) I. Galerucella dell’olmo (Galerucella luteola F. Müll.). Questo Bollet-
— 288 —
Larve con sei paia di pseudozampe (sul quinto, sesto e de-
cimo segmento addominali) e con poche e brevi setole disposte
come si dirà appresso per la Plusia gamma.
Il genere P/usia comprende varie specie anche italiane, delle
quali io ho finora trovato a Portici la Plusia ni (Hb.) (comune in
settembre sui cavoli), la P. chalcytes (Esp.) e la P. aurifera (Hb.).
Plusia gamma (L.) Och.
Adulto.
Capo e parti scoperte (Fig. II) del torace rivestiti di squame
molto allungate disposte in serie trasversali ascendenti e formanti
sulla parte posteriore del mesonoto un ciuffo irregolare abbastanza
alto, più alto del primo ciuffo addominale e questo più del terzo.
Musia gamma ; 1. adulto ad ali aperte; 2-4. adulti allo stato di riposo in varie posizioni,
grandezza naturale).
Il colore di dette squame è di terra d’ombra o un po’ fulvo
colla parte premarginale nerastra e la marginale grigio-pallida. Le
ali anteriori sono vellutate, di colore fondamentale bruno-baio varie-
gato di grigio specialmente alla base, nonchè posteriormente, a
lato della linea ondulata trasversale, che si trova a circa due terzi
dalla base, e all’apice. Sulla parte submediana dell’ala spicca in
campo bruno baio una macchia argentea in forma di 7 compren-
dente fra i suoi rami una macchietta isabellina, e alla base del-
l’ala e presso l’apice della cellula si notano due macchiette nere
fiancheggiate da sottile linea argentea, arcuata.
La frangia alare è dentata. Le ali posteriori sono, come l’ad-
dome, di colore isabellino pallido ed hanno una larga fascia tra-
ce di sii in
‘etti titti ren
hls ai
al rn nt ri EEE i bia ret
— 289 —
sversale apicale di color castagno più o meno pallido e frangia
di color paglierino, macchiata lungo la base di castagno.
Antenne lunghe e assottigliate.
Apertura d’ali per lo più di mm. 40.
Fig. IH.
Ova di Plusia gamma: e tutto il resto della superficie attraversato
1. visto di sopra, 2. visto
di fianco, (ingrandito).
Ovo.
L’ovo (Fig. III) appena deposto & bianco-
paglierino, poi coll’avanzare dello sviluppo
dell'embrione diventa giallastro. È a forma di
echino, un po’ più largo che alto, col polo libero
presentante areole piccole e non ben definite
da circa trenta linee equidistanti e convergenti
al polo superiore. Misura in diametro mm. 0.640-
0.680 e in altezza mm. 0.490
LARVA NEONATA (Fig. IV). — Di color
verde, eccettuata la base delle setole (che
ad occhio nudo è presso che invisibile), il
capo e il pronoto che sono neri. É lunga
mm. 2,5.
piere la muta, ha raggiunto di solito la lun-
Larva.
Fig. IV.
Quando la prima larva si prepara a com- Piusia gamma : larva neo-
nata dal dorso, di fianco,
dal ventre, (ingr.).
ghezza di mm. 4 ed è di colore paglierino
col capo, il pronoto ed i tubercoli setiferi neri.
Fig. V.
Plusia gamma: lar-
va adulta dal dorso
e di fianco, (quasi
gr. nat.)
Il suo capo è un po’ meno largo del corpo.
LARVA DELLA SECONDA ETÀ. -- Dopo la prima
muta, la larva è lunga circa mm. 4.5, di colore verde
compreso il capo ed eccettuatii tubercoli setiferi
che sono bruni
LARVA ADULTA. — Le larve della 3°, 42 e 5% età
sono fra di loro molto simili, perciò descrivo l’ultima.
Questa (Fig. V) è nn pò assottigliata nella parte
anteriore del corpo e va gradatamente allargan-
dosi fin verso il 5' segmento addominale per tor-
nare a restringersi nella parte posteriore dell’8° e
specialmente dal 9° al 10° segmento.
Il suo colore è verde, ma spesso variabile fino
al verde-grigiastro, con due fascie submediane e due laterali stigma-
19
tiche, gialle pallide, il capo (eccetto una porzione mediana dorsale
e più o meno larga ed una ventrale), due macchie mediane su. pro-
noto più o meno estese e le zampe toraciche bruno-baie. Setole
Plusia gamma : 1. terzo segmento toracico e primo
addominale; 2. quinto segmento addominale
fianco; 3. secondo segmento addominale dal ventre:
I tubercolo anteriore, // posteriore, ZII soprastig-
matico, IV-V sottostigmatici, VI laterale,
marginale, VIII e IX ventrali, S stigma, (ingr.).
Fig. VII.
Plusia gamma: 1. capo prono; 2.
parte anteriore del capo dal ventre;
3-4. mandibole; 5. antenna, (ingr.).
del corpo colla disposizione caratteristica che si vede nella figura
VI, portate da tubercoli tutti bruni o bruni solo alla periferia.
Capo (Fig. VII, 1) quasi tanto largo che lungo, fornito dei peli
Fig. VII
Plusia gamma : 1. terza zampa toracica; 2. pseudozampa
vista dalla faccia interna, (ingr.).
Ocelli sei, disposti ad arco.
A
INI
che si vedono nella figu-
ra VILCI
Antenne (Fig. VII,
5) col primo articolo mol-
to breve, il secondo un
poco ingrossato all’api-
ce, con una setola mar-
ginale esterna più di due
volte più lunga dell’arti-
colo stesso e due sensilli
conici; il 3° articolo è bre-
vissimo, anulare e por-
tante due sensilli conici.
Mandibole (Fig. VII, 3-4) allungate, terminanti in cinque denti.
— 37 —
Zampe toraciche (Fig. VIII, 1) robuste, abbastanza lunghe.
Pseudozampe (Fig. VIII, 2) situate sul 5° e 6° segmento addominale
e sull’ultimo, bene sviluppate, fornite lungo il margine inferiore
esterno di circa 18-20 uncini disposti in due serie.
Lunghezza del corpo mm 25-30, larghezza del capo mm. 2,
larghezza massima dell’addome 4,5-5.
La larva adulta, quando ha terminato di nutrirsi e sta per
tessere il bozzolo, acquista un colore verde-porro pallido, quasi
uniforme, restando solo la regione corri-
spondente al vaso dorsale verde scura.
Crisalide.
La crisalide (Fig. IX) è obconica, es-
Fig. IX. sendo arrotondata anteriormente e termi-
fees -ponpalide dal nante in punta la parte” posteriore. E
dorso, di fianco e dal ventre,
(grand. natur). nera opaca al capo e al torace, nera lu-
cida all'addome. Nella parte mediana del
mesonoto esiste una leggera carena longitudinale; il resto del
corpo non ha sporgenze. Le pteroteche si prolungano posterior-
mente fino al margine del 7° segmento addominale e terminano
con una breve parte libera, compressa, ad apice arrotondato.
È lunga mm. 19 e larga, al torace, mm. 6.
Bozzolo.
Il bozzolo è costituito di fili di seta bianca alquanto fitta-
mente disposti, ma formanti uno strato abbastanza sottile da la-
sciar vedere per trasparenza il contorno della crisalide. Esso è
perlopiù di forma ellittica più o meno irregolare e misura mm. 25
nel diametro maggiore e 12 nel minore.
BIOGRAFIA.
Larva.
NUTRIMENTO. — La larva di questa Plusza si nutre di molte
specie di piante erbacee. In provincia di Napoli e di Caserta è
stata da me vista riuscire dannosa ai cavoli, ai finocchi, al granturco,
alla canapa, ma essa si nutre anche di molte altre specie di Croci-
fere, di Leguminose, di Graminacee, di Solanacee, nonchè di ogni
— 292 —
sorta di piante ortensi, di barbabietole, di ortica e di varie erbe
selvatiche. Qualche Autore riferisce che alle volte ha danneg-
giato i gelsi, i salici e persino i pini (?).
Mangia sempre la lamina fogliare rispettando soltanto le ner-
vature di varia grossezza secondo l’età e divora interamente an-
che getti terminali e foglie, quando hanno nervature tenere. La
figura X mostra un cavolo ischeletrito appunto da larve di questa
specie. :
TEMPO NECESSARIO PER LO SVILUPPO EMBRIONALE. — Dalla
deposizione dell’ovo alla nascita della larva, nel mese di Giugno,
ho osservato che decorrono quattro giorni, in Luglio ed Agosto
tre giorni, in Settembre 5 giorni.
ETA DELLA LARVA — Sono cinque; ciascuna di esse in Set-
tembre-Ottobre durò i giorni appresso indicati :
Deposizione delle ova 24-25 Settembre
Nascità delle larve | 29-30 »
Prima muta 1-2 Ottobre
Seconda muta 4 »
Terza muta I »
Quarta muta 9-10 »
Trasformazione in ecrisalide 17 »
Fuoriuscita dell’adulto 29 »
In Giugno e Luglio dalla deposizione dell’ovo all’adulto de-
corrono una trentina di giorni. Da ova deposte il 14 Giugno ebbi
le larve il 18, le prime crisalidi il 2 Luglio, gli adulti il 10-11
e le ova dal 15-16 dello stesso mese. Da larve trasformatesi in
crisalidi il 17 Agosto si ebbero gli adulti il 25 dello stesso mese.
In inverno invece lo sviluppo da ovo ad adulto avviene len-
tamente. Da ova deposte verso il 25 Novembre da farfalle uscite
dal bozzolo il 17-20 dello stesso mese, nacquero le larve il 4 Di-
cembre. Esse cominciarono a tessere il bozzolo il 10 Marzo e
dettero l’adulto il 21 Aprile. Uno degli adulti era ancora vivo il
12 Maggio.
NUMERO DELLE GENERAZIONI. — Tenendo conto di quanto io
ho osservato, si può ritenere che il numero delle generazioni della
Plusia gamma siano nell’Italia meridionale cinque, cioè una che
s’inizia alla fine di un anno e termina nell'Aprile dell’anno se-
guente, la seconda dall’Aprile o Maggio al Giugno, la terza in
Luglio, la quarta in Agosto, la quinta in Settembre-Ottobre a
Novembre.
— 293 —
Può essere che questa Plusia passi l’inverno anche allo stato
seine
Fig. X.
Cavolo ischeletrito da larve di Plusia gamma, (molto impiccolito).
di crisalide oltre che a quello di larva, ma da mie {osservazioni
— 294 —
non risulta; io da crisalidi raccolte anche il 26 Novembre ho ot-
tenuto adulti in Dicembre.
DI QUALCHE COSTUME. — Le larve giovani di Plusia sono ab-
bastanza sedentarie, si spostano di poco e rodono il parenchima
delle foglie, se sono di cavoli, rispettando l’epidermide della pa-
gina opposta a quella sulla quale si trovano e che puo essere
la superiore o l’inferiore. Toccate, spesso sogliono ripiegarsi su
Sè stesse ad S o in spira.
er en
Fig. XI,
Plusia gamma: larva che si & pie-
gata ad arco per andare innanzi
sulla nervatura prineipale d’una
foglia, (gr. naturale).
Quando se ne trovano molte sulla
stessa foglia, si lasciano cadere a terra
a poco a poco, sospendosi con un filo
di seta e vanno poi a cercarsi il nutri-
mento sopra un’altra pianta.
Queste larve avendo pseudozampe
sul. be 10° segmento addominale,
nel camminare (Fig. XI) si rassomigliano
alle larve dei Geometridi, perchè men-
tre stanno ferme colla parte anteriore
portono innanzi la posteriore facendo un arco in corrispondenza
ai primi segmenti addominali.
La larva dell’ ultima età quando
ha terminato di nutrirsi comincia a tes-
sere il bozzolo e per far ciò, se sì trova
su piante a foglie larghe come il ca-
volo, si dispone sulla pagina inferiore
di una foglia, ripiega in un punto la
parte marginale di essa e in tale seno
tesse il bozzolo. Se invece sta sulla
canapa, o sul finocchio o su altre piante
a foglie lobate o strette, lega insieme
con fili di seta alcuni lobi (Fig. XII) o
varie foglie e sotto tale involucro, che
può nascondere quasi del tutto il con-
tenuto, costruisce il bozzolo. Nel caso
della canapa e dei finocchi la larva tes-
se il bozzolo nella parte superiore delle
piante, così che guardando queste pa-
rallelamente alla cima, si vedono assai
bene le foglie legate insieme che contengono il bozzolo.
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a ee,
wise
METER
a LETTI a nd
Fig. XII.
Bozzolo di Plusîa gamma costruito
tra i lobi di una foglia di canapa,
(grand. naturale).
— 295 —
Adulto.
La farfalla di questa specie è molto attratta da sostanze dolci,
delle quali si ciba.
In estate, dopo 4-5 giorni dalla sua fuoriuscita dal bozzolo
comincia a depositare le ova sulle foglie delle piante nutrici.
Queste (Fig. XIII) non sono disposte a grandi croste, ma a srup-
petti sparsi, composti di poche ova ciascuno,
2-11 perlopiü, alcune ova si trovano anche af-
fatto isolate. Il numero di ova, che ciascuna
femmina depone, non è stato da me bene ac-
certato, ma deve essere almeno di 500.
Questa specie non raramente si moltiplica
molto in una data località e allora gli adulti a
schiere, composte di innumerevoli individui,
emigrano anche a grandi distanze, similmente
a quanto fanno altri Lepidotteri, tra cui ricordo
la Pyrameis cardui (L.), che a più riprese è ap-
parsa in grande quantità anche contempora-
neamente alla Plusia gamma. Di alcune grandi
Fig. XIII. apparizioni di quest’ultima si hanno esatte noti-
Benzo di foglia di ca-. zie. Così il Reaumur parla di una invasione di
volo con ova di Plusia R : = 5 a
iii questa specie avvenuta nei mesi di Giugno e
Luglio del 1735 nei dintorni di Parigi ed altre
località della Francia, lo Speier di un’ altra del 1860 in Germania
(Maggio-Giugno), varii entomologi di quella del 1879, che avvenne
insieme alla grande comparsa di Pyrameis, cardui e di qualche
altra farfalla, in Inghilterra, in Germania, in Francia, in Italia.
Altre apparizioni si ebbero nel 1816 e nel 1828 in Germania, il
1826 in Francia, il 1871 nel Portogallo, nel 1883, 1889, 1892 in
Inghilterra, nel 1882 nella piccola isola Helgoland (Germania).
Secondo Hawkschau il periodo del volo della Plusia gamma
nel 1879 durò fino verso mezzanotte, mentre secondo Gatke a
Helgoland il 15 Agosto 1882 cominciò verso le 11 pom. e ter-
minò alle 3 antm.
DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA. — La Plusia gamma è diffusa
in tutta la regione paleartica ed anche nella neartica. In Italia
sì trova ovunque.
— 296 —
DANNI CAUSATI DALLA PLUSIA GAMMA.
Le larve di questo Lepidottero, come si è detto innanzi, si
cibano delle foglie di molte specie di piante erbacee, tra le quali
quelle interessanti dal punto di vista agrario sono le piante ortensi,
il fagiuolo, il pisello, il granturco, l’avena, l’orzo, la canapa, il
lino, il tabacco, la barbabietola, il trifoglio, l'erba medica e qual-
che altra; perciò negli anni in cui le larve di Plusia sono nu
merose, possono produrre danni anche grandissimi. Riferisce il
Reaumur che esse nel 1875 distrussero completamente tutte le
piante ortensi dei dintorni di Parigi e di altre località lasciando
solo il fusto e la nervatura costale, e danneggiarono molto anche
le fave, i fagiuoli, la canapa e risparmiarono invece le lenticchie;
in Alsazia fecero grandissimo danno al tabacco.
In Italia la P/usia ha di quando in quando recato danni alle volte
notevoli alle piante menzionate. Per mie osservazioni ricordo che
in provincia di Caserta, specialmente nel comune di Marcianise,
danneggiò nel Maggio del 1904 il granturco e la canapa, e nel-
l'autunno del 1906 causò qualche leggero danno ai finocchi e ai
cavoli dei dintorni di Napoli.
Sui cavoli, nella provincia di Napoli, ho trovato spesso in
Ottobre, insieme alla Plusia gamma (L.), la Plusia ni. Hub.
CAUSE NATURALI CHE OSTACOLANO LO SVILUPPO
DELLA PLUSIA GAMMA.
Il fatto che questa specie, come la Pyrameis cardui, ed
altri Lepidotteri, compare alcuni anni in quantità straordinaria,
mentre in altri è ridotta a rari o a pochi individui, indica certo
che ci sono cause naturali che favoriscono lo sviluppo di tale,
ed altre specie, e cause naturali, che lo ostacolano.
Le prime non sono ben precisate e possono ritenersi com-
plessivamente per quelle meteoriche e per tutte le altre ad esse
direttamente ed indirettamente collegate, quando, s’ intende, non
manchino le piante nutrici. È facile comprendere come la Plu-
sta gamma negli anni, nei quali in natura esistono le condi-
zioni ottime per la sua vita, possa moltiplicarsi in quantità pro-
digiosa, poichè essa è una specie che si nutre di molte piante
erbacee ed ha da noi almeno 5 generazioni.
ee Pe Se OO
>
— 207 —
In qual modo le condizioni meteoriche possono ostacolare
lo sviluppo della Plusia gamma, se direttamente, o indirettamente,
favorendo lo sviluppo specialmente di microrganismi parassiti
della Plusia, € pure cosa che non si può molto bene precisare,
ma sembra che una temperatura calda accompagnata da molta
umidità possa essere capace di fare sviluppare tra le larve di
questo Lepidottero, come di altri, la flaccidezza che è la causa
sterminatrice più rapida e più potente per questi insetti. Inoltre
sono conosciuti molti insetti nemici della Plusia gamina allo stato
di uovo, di larva, di crisalide, nonchè varii uccelli e altri animali
predatori di larve e di adulti di essa.
Gli Autori citano come parassiti di questa specie i seguenti
insetti:
Hymenoptera, Chalcididae: Hulophus pennicornis Nees; Litomastix trun-
catellus (Dalm.).
» Braconidae: Apanteles congestus (Nees); A. pallidipes Reinh.;
Microplitis Spinolae (Nees) ; Rhogas testaceus (Spin.).
» Ichneumonidae : Amblyteles sputator (F.); Ichneumon comi-
tator L., I. nigritarius Grav., I. saturatorius L.; Mesochorus
anomalus Holmgr. ; Pimpla brassicariae (Poda); Sagaritis
femoralis (Grav.).
Diptera, Tachinidae: Phryxe vulgaris (Fall.); Lydella nigripes (Fall.);
Compsilura concinnata (Meig.); Pales pavida (Meig.); Voria
ambigua (Fall.), V. ruralis (Fall.); Petina erinaceus (F.);
Bucentes cristata (F.).
Io durante le mie osservazioni sulla Plusia gamma, che quan
tunque frammentarie riferisco in questa nota, ho potuto avere
esemplari delle seguenti specie: Lifomastix truncatellus, Euplec-
trus bicolor (Chalcididae); Apanteles congestus (Braconidae), Pimpla
brassicariae, P. instigator; Paniscus testaceus Gray. (Ichneumo-
nidae); Pales pumicata, Voria ruralis (Tachinidae), e un paras-
sita di quest’ultima specie: Pferomalus nidulans.
Ordo Hymenoptera - Fam. Chalcididae.
Litomastix truncatellus (Dalm.) Thoms.
Syn. Encyrtus truncatellus Dalm., Svensk. V. Acad. XLI (1820),
p. 168; Ratzeburg, Ichneum. d. Forstinsect. I (1844), p. 213 et III
(1852), p. 190; Litomastix truncatellus Thomson, Hymen. Scand. IV,
P. 1 (1875), p. 174; Masi, Boll. Lab. Zool. R. Se. Agr. Portici III, p.
— 298 —
103; Copidosoma truncatellum Mayr, Verh. zool.-bot. Ges. Wien XXV
(1875), p. 734 et 739.
FEMMINA (Fig. XIV). — Bruno-nera colla parte anteriore del
mesonoto nero-azzurrognola ; l’apice dello scutello talora verda-
stro; le zampe, comprese le anche, sono nerastre, eccetto i ginoc-
chi, l'apice delle tibie e i tarsi che sono di colore terra d'ombra.
Ali incolore a riflesso viola
ceo. La clava delle antenne
è intera, terminata quasi a
cono. Lunghezza del corpo
colle ali mm 1,90 e senza ali
1,40, in larghezza 0,55. Quan-
do nella stessa larva si svi
luppano molti individui, que-
sti possono avere dimensioni
minori delle indicate.
MASCHIO. — Ha la clava
i 2 delle antenne più breve e
EN meno larga di quella delle
Femmina di Litomastix truncatellus in atto di .
deporre un ovo nell’ovo di Plusia: 1. dal dorso femmine.
2. di fianco, (ingr.). Ovo. — A forma di un
fiasco col collo circa tanto lun-
go quanto il resto o di questo più corto, e misura di regola mm.
0,150 in lunghezza e 0,040 di maggior larghezza. Talvolta può
essere di poco più grande o notevolmente più piccolo (fino a cui
delle dimensioni date).
LARVA (Fig. XV). — Biancastra, nuda, un po’ fusiforme colla
parte posteriore più assottigliata della anteriore. Composta, oltre
che del capo, di 13 segmenti. Il suo capo è breve, circa tanto
largo che lungo, meno largo del primo segmento toracico, sopra
convesso, sotto pianeggiante con apertura boccale piccola e for-
nito di due mandibole (Fig. XV, 4-5) corte, leggermente curve,
terminate in punta ed alquanto distanti fra di loro.
Lunghezza del corpo mm. 1,60-1,80, larghezza 0,50-0,60.
PUPA (Fig. XV, 3). -- Prima bianca, poi gradatamente si va
oscurendo fino a diventare atra e poi nerastra. È lunga mm. 1,70-
1,85 e larga 0,50-0,55.
LARVA ASESSUATA (Fig. XVI). — Dall’ovo di Lifomastix trun-
catellus oltre le larve normali, sessuate, si sviluppano, come dirò,
in certo numero, larve, che non hanno accenno alcuno di or-
— 299 —
gani sessuali, che non si trasformano in pupa e che io ho chia-
mato larve asessuate Queste sono affatto diverse dalla larva
sessuata. Hanno una forma allungata, cilindrica per la maggior
4 > 6
Fig. XV
Litomastix truncatellus : 1. larva adulta vista di fianco (le macchie scure corrispondono
ai dischi immaginali delle antenne, ali e zampe); 2. un’altra larva mostrante il sistema
tracheale; 3. pupa; 4-5. mandibole; 6. larva mostrante per trasparenza gli organi interni:
A disco immaginale delle antenne, a e b dischi immaginali delle ali, E ganglio soprae-
sofageo, G organi genitali; / intestino medio, N catena nervosa ventrale, P intestino
posteriore, S ghiandole anteriori, 7 tubi malpighiani, 1-3 dischi immaginali delle zampe,
i (tutte le figure variamente ingrandite).
parte del corpo, ma dal decimo segmento si vanno assottigliando
fino a terminare in punta oltre l'estremità dell’intestino posteriore.
Lunghezza del corpo mm. 1,20-1,50 1,80, larghezza 0,10-0,14.
Il corpo è costituito di un capo e di un tronco tra loro ben
distinti,
POR E
— SI —
Il capo è lungo circa 10 p mentre è largo alla base u 6-7,
quindi circa un quarto più lungo che largo ; alla faccia superiore
3 4
Fig. XVI.
Litomastix truncatellus: larve asessuate, 1.in sezione ottica;
2. intera; 3-4. mandibole: © cellule adipose, I intestino, N
catena nervosa ventrale, S ghiandole anteriori, (ingr.).
e anteriore è conves-
so, sotto pianeggiante.
Non ha traccia di an-
tenne. Nella cavità
boccale è armato di
due robuste mandi-
bole (Fig XVI, 3-4)
fortemente uncinate e
adunche, così avvi-
cinate fra di loro che
quasi si toccano con
le estremità libere.
Il tronco è costi-
tuito di 15 segmenti,
dei quali i primi tre
rappresentano il tora-
ce e gli altri l’ addo-
me. I segmenti, che
compongono il tronco,
non sono articolati
fra di loro per mezzo
di membrane artico-
lari invaginate nel
segmento anteceden-
te, ma disposti gli uni
di seguito agli altri
in modo che ad una
porzione corrispon-
dente alla piastra più
chitinosa precede sen-
Zaltro in ogni seg-
mento, completamen-
te distesa, la parte
che si puo ritenere
corrispondere alla
membrana articolare
Per questa speciale segmentazione i movimenti del corpo di que-
ste larve sono svariatissimi e serpentiniformi.
— 301 —
Il torace non ha affatto traccie di zampe nè di ali in al-
cuno stadio, si presenta differenziato dagli altri segmenti sol-
tanto nel tegumento, perchè le sue parti maggiormente chitinose
sono meno estese che nei segmenti dell’ addome e sono così di-
sposte lateralmente da formare una biforcazione rivolta con la
parte allargata verso il dorso. Il torace è in lunghezza circa il
sesto del tronco intero.
L’ addome è composto di 10 segmenti, i primi 8 dei quali
hanno ciascuno una fascia di tegumento più chitinizzato e con la
scultura caratteristica, di cui sotto si dirà. L'ultimo segmento si
prolunga oltre l’estremità dell'addome e termina in punta.
Tutto il corpo della larva è rivestito da una sottile ma resi-
stente cuticola, la quale nella metà posteriore dei segmenti toracici
e dei primi otto addominali, corrispondente alla parte sempre espo-
sta dei segmenti delle larve sessuate, presenta leggerissimi e poco
estesi rialzi di forma variabile e nel torace disposti lateralmente,
in modo da lasciare libero uno spazio liscio a contorno triango-
lare con la base rivolta al dorso.
Queste larve hanno il sistema nervoso e il digerente ben
sviluppati, ma mancano di sistema genitale, respiratorio, circola-
torio nonchè dei tubi malpighiani.
Costumi.
I Zitomastix truncatetlus (Dalm.) Thoms (Fig. XIV) depone
le uova. nelle uova di Plusia gamma L e di Plusia ni Hb. e
secondo osservazioni di altri autori anche nelle uova delle seguenti
specie : Zeuzera aesculi L; Agrotis fumosa Hb.; Hadena polyodon
L.; Leucania albipuncta F.; Plusia moneta F., P. concha F.,
P festucae L., P jota L; Catocala electa Bkh., Eupithecia absyn-
thiata Cl Da parte mia credo però che almeno parte di queste
osservazioni richiedono una conferma.
Appena gli adulti del Litomastix vengono alla luce, se fem-
mine hanno le uova pronte a essere depositate, se maschi, belli
. e formati gli spermatozoi. Le femmine accoppiatesi col maschio,
oppure no, sono atte a deporre le uova, che con o senza fecon-
_ dazione possono svilupparsi nel mezzo particolare alla loro specie.
i L’ accoppiamento, quando per la presenza di individui dei
. due sessi può aver luogo, dura per ciascuna femmina pochi se-
condi. I maschi come freccie si precipitano sulle femmine introdu-
— 302 —
cendo il pene nella vulva, e rapidamente abbandonata la femmina
del primo amplesso passano ad una seconda e così via chi sa per
quante volte. Certo si è che se le femmine in presenza dei ma-
schi sono poche, finiscono per essere da quelli uccise per l’eccesso,
delle copule, alle, quali sembra che esse non possono sottrarsi.
Tenendo in un tubo femmine e facendovi entrare maschi, se questi
sono numerosi, si vede spesso salire sopra un maschio in copula
un secondo maschio, e poi un terzo e perfino un quarto, che ten-
tano di scacciarsi l’un l’altro per l'ambito possesso della femmina.
Tutto ciò è affare di pochi secondi, perchè il primo maschio sod-
disfatto il suo istinto si stacca dalla femmina per andare a cercarne
rapido un’altra, mentre al suo posto passa subito il più svelto
degli altri maschi contendenti.
Le femmine, ripeto, fecondate o no, sono atte alla deposizione
delle uova e appena si accorgono della presenza di uova di Plusia,
si avvicinano ad esse, le tastano con rapide vibrazioni delle an-
tenne, salgono sopra diun uovo e poggiando su di esso le zampe
posteriori e le mediane, mentre tengono le zampe anteriori sulla
foglia o su altro uovo (se ve ne sono immediatamente innanzi a
quello scelto) e le antenne piegate in basso, incurvano un poco
all’ in giù ed all’ innanzi l’ addome, appuntano l’ ovopositore sul
guscio dell’uovo e ridistendono in dietro l'addome (Fig. XIV). In
tale posizione premono sul chorion l’acuto ovopositore, che non
indugia a penetrare nell’ uovo e ad affondarvisi del tutto. Con le
zampe ferme nei punti sopra indicati, il flagello delle antenne
ripiegato in basso ed un po’ in dietro, le ali chiuse, l’ovopositore
conficcato nell’uovo, gli insettucci restano quasi immobili per 60
o 90 secondi, o un minuto in estate ed anche due in inverno,
trascorsi i quali ritraggono l’ovopositore, girano un poco intorno
‘ e passano sopra un altro uovo per ripetere le suesposta opera-
zione.
Quante uova sia capace di deporre una femmina non ho po-
tuto determinare, ma, a calcolarlo dal numero di uova contenute
nei tubi ovarici, non credo che vada oltre quaranta o cinquanta.
Vidi una femmina deporre 4 volte di seguito sopra 4 uova diverse.
Generalmente sullo stesso uovo una femmina sale a deporre l’uovo
una volta, ma ho visto anche in qualche caso tornare a deporvi
una seconda. Se due uova si trovano vicine, una stessa femmina
dopo la deposizione in uno può passare sull’ altro e poi di nuovo
sul primo, di modo che è lecito dedurre che esse non ricono-
rs ae ni = ve - “Fr
— 303 —
scono o non sfuggono affatto uova, nelle quali siano state già de-
poste altre uova.
In. una sola deposizione una femmina di Litomastia lascia
un ovo nell’ovo di Plusia.
Le femmine depongono nelle uova di Plusia sopra qualunque
corpo si trovino esse attaccate o semplicemente posate, così le
ho viste deporre anche in uova giacenti sopra il fondo di un vaso
di vetro dopo di essere state staccate da una foglia
Quando le femmine sì trovano sopra una foglia, che porta at-
taccate uova di Plusia, sono molto mansuete ed una volta che
abbiano raggiunto le uova stesse non se ne lasciano allontanare
che a forza. Mentre poi hanno l’ovopositore conficcato nell’ ovo,
bisogna fare addirittura violenza per toglierle dall’ ovo e alle
volte accade che si stacchi anche l’ ovo di Plusia senza che
esse per questo l’abbandonino prima di avere dato completa sod-
disfazione al loro istinto. Si possono lasciare all’ aperto foglie con
‘uova di Plusia e femmine di Litomastix con sicurezza che molti
individui anche dopo varie ore staranno sulle stesse foglie.
Gli adulti sono molto agili nel moto e tenutiin vasi di vetro
si vedono camminare rapidi per molte ore della giornata, rima-
nendo fermi, o poco attivi, e vicini gli uni agli altri, soltanto
dalle undici antimer. circa alla sera. Toccati scattano e vanno a
posarsi a poca distanza, per lo più da due a dieci centimetri.
I Litomastix si cibano volentieri di sostanze zuccherine, per
mezzo delle quali li ho tenuti in vita per quindici giorni dal 20 Set-
tembre al 5 Ottobre; durante |’ estate mi morirono sempre dopo
pochi giorni (3-8).
Intorno a tutti i particolari dello sviluppo delle aova. di Zi-
tomastix truncatellus ho parlato in un’ altra nota (1906), qui mi
limiterò a riassumere ciò che interessa conoscere per la vita
della specie in discorso.
Un uovo di P/usza che sia stato inquinato da una femmina
di Litomastix non è rifiutato punto, come ho già detto, da altre
femmine, ma invece prediletto, almeno sembra, non meno di quelle
intatte, cosicchè uno stesso uovo può ricevere un numero di uova
del parassita variabile assai col numero di parassiti presenti e
tale numero può essere tale, che impedisca |’ ulteriore sviluppo
dell’ ovo di Plusia e quindi la nascita della larva di questa,
morendo ospite ed ospitatore. In natura questo fatto non sarà
troppo frequente, poichè è grande sempre lo spazio in cui ovo
— 304 —
di Plusia e adulti di Lifomastix vengono a trovarsi, ma quando
accade un grande sviluppo del parassita favorito da cause propizie,
deve probabilmente avvenire in natura ciò, che in lobaratorio ho
varie volte osservato.
L’ovo di Litomastix deposto nell’ ovo di P/lusia comincia
il suo sviluppo in questo, ma lo continua poi nella larva di Plusza.
Se nell’ovo di Plusia & stato depositato un ovo di ZLilomar
stix, o così poche uova che la loro presenza non impedisce il
normale sviluppo embrionale dell’ ovo o della larva di Plusia
nelle prime età, da ciascun ovo di Lilomastix per un processo
molto particolare, che io ho descritto nella nota citata, sì origi-
nano circa un migliaio di larve sessuate e qualche centinaio di
larve asessuate.
Il periodo larvale delle Plusie parassitizzate dura in estate e
principio di autunno 17 a 18 giorni (larve nate il 21 settembre
tesserono il bozzolo l’ 8 ottobre), mentre quello delle larve sane
15 a 16.
La larva di Plusia parassitizzata (Fig. XVII, 1) nel maggiore
suo sviluppo misura in lunghezza 37 a 40 millimetri ed in lar-
ghezza massima mm. 6,5-7,5, mentre quella sana è lunga sol-
tanto 25-30 mm. e 4,5-5 larga.
Dal giorno in cui la larva parassitizzata costruisce il bozzolo
a quello in cui vengono fuori gli adulti del parassita, decorrono
7 ad 8 giorni, cosicché essendo in estate al massimo di tre giorni
lo sviluppo dell’ ovo nell’ ovo di Plusia e di 8 giorni quello nel
bozzolo, in 29 giorni si compie tutto il ciclo di sviluppo del Li-
tomastix truncatellus.
In Novembre lo sviluppo del Litomastix avviene molto più
lentamente che in estate. Dal momento della formazione del boz-
zolo della larva parassitizzata alla nascita degli adulti decorrono
da 25-28 giorni Lo sviluppo nell’ uovo della Plusia & cosi lento
che dopo 22 ore corrisponde a quello di 6 ore in estate.
Nei mesi d’inverno lo sviluppo del Lifomastix è ancora più
lento, ma sempre in rapporto diretto a quello della Plusia, di
modo che ad una generazione della Plusia ne corrisponde una
del Zitomaslix, come nelle altre stagioni.
Quando la larva di P/usia parassitizzata tesse il bozzolo, le
larve dell’ endofago, che si trasformeranno in adulti, hanno le
dimensioni di millimetri 1,6-1,8 per 0,40.
— 305 —
Il bozzolo, che tesse la larva parassitizzata, è simile a quello
della larva sana.
Terminato il bozzolo la larva di P/usia ormai ripiena di larve
del parassita resta un poco di tempo come immobile e fissata
alla parete che aveva scelto per costruirvi il riparo serico, ma
ben presto i suoi interni abitatori, cibandosi di tutti i suoi organi,
la riducono ad un semplice sacco formato dallo strato superficiale
1
bo
co
»
Fig. XVII.
1. Larva di Plusia parassitizzata in grandezza naturale; 2-4. larve di Plusia ridotte alla
parte esoscheletrica e riempite di pupe di Litomastix, (un po’ ingrandite).
della chitina, che riveste il suo corpo e che essi rigonfiano e fog-
| giano nelle guise più svariate. In questo stadio la spoglia larvale
| infarcita di larve dell’ endofago resta mummificata e si presenta
| sotto la forma di una S, o di C o di U od il altre guise le pit
| svariate (Fig. XVII, 2-4); se però si toglie la larva dal bozzolo prima
| Chei parassiti ne abbiano divorato tutto l’interno e si dispone so
pra un piano orizzontale, allora resta diritta senza ripiegamenti di
sorta o piegata ad angolo retto. Sotto la cuticola della larva
mummificata appaiono , in forma di corpiccioli ovali, lunghi un
millimetro e mezzo e larghi poco più di mezzo millimetro, i pu-
| parii dei parassiti, derivati dalla cuticola di ciascuna larva stac-
catasi nella muta che precede la trasformazione in pupa.
; La maggior parte delle volte i parassiti sono in numero tale
da riempire completamente e distendere fortemente il dermasche-
letro larvale, accade però di rado che riempiano soltanto metà
di detta spoglia.
ì
j
u
i
— 306 —
Il numero di parassiti, che si può sviluppare da una larva,
è variabile avendone contati 1320, 1370, 1508, 1656, 1789, 2000,
2320, ma in media si può ritenere che il loro numero varia fra
1000 e 2000.
L’Howard riferisce che da una larva di Plusia brassicae fuo-
riuscirono più di 2500 individui di ZLilomastix truncatellus e il
Giard di aver contati quasi 3000 individui dello stesso parassita
usciti pure da una larva di Plusia.
Gli individui di una stessa larva sono per lo più tutti dello
stesso sesso, essendo poco frequenti i casi in cui da una larva
parassitizzata si ottengono maschi e femmine. Su 35 larve paras-
sitizzate io ne contai 4 contenenti soltanto femmine, 30 soltanto
maschi ed 1 maschi e femmine; più tardi su 10 larve 3 conte-
nenti femmine, 5 maschi e 2 maschi e femmine.
In Novembre, di 105 larve parassitizzate 53 dettero femmine,
e 62 maschi. Si vede pertanto che la proporzione tra maschi e
femmine è molto variabile.
DESTINO E FUNZIONE DELLE LARVE ASESSUATE. — Tali larve
si è visto che non hanno sistema genitale, nè sistemi circola-
torio e respiratorio, nè tubi malpighiani ed hanno invece un
corpo molto sottile, agile, rivestito di resistente cuticola, un
capo armato di forti mandibole uncinate ed un intestino ben
sviluppato con ghiandole anteriori pure bene sviluppate. Esse
non cambiano mai la loro struttura interna, non si trasformano
in insetti adulti, restano perciò sempre larve asessuate e tali si
ritrovano anche quando gli organi interni della larva di Plusia
sono ormai ridotti ad una poltiglia, in mezzo alla quale si muo-
vono esse insieme alle larve sessuate. Queste però fanno un ab-
bondante pasto per trasformarsi in pupa e quindi in adulto, esse
invece, le larve asessuate, vanno tutte distrutte.
A che cosa dunque servono queste larve asessuate di strut-
tura così singolare, anzi unica fra tutte le larve di insetti cono-
sciute ?
Non potendosi osservare nell’interno della larva di Plusia
ciò, che le larve asessuate libere fanno, è d’uopo ricorrere alla
loro struttura per conoscere con qualche fondamento qual’è la
loro funzione. La prima idea, che si aftaccia alla mente nel con-
siderare tali larve, sì è che esse siano forme abortive senza spe-
ciale funzione e destinate quindi a perire, però tenendo presente
lo sviluppo delle mandibole e del sistema scheletrico, muscolare
al e”
— 307 —
e digerente a me sembra più naturale ammettere che potendo esse
coll’esilità ed agilità del corpo penetrare molto facilmente tra gli
organi della larva ospite e con le forti mandibole essendo adat-
tissime a dilaniarli, possono avere appunto una funzione dila-
niatrice degli organi della larva di P/usia negli ultimi giorni, in
cui tali organi devono servire al nutrimento delle larve sessuate,
Avremmo pertanto un dimorfismo larvale nel Litomastix parago-
nabile al polimorfismo degli insetti sociali, cioè per me nel me-
raviglioso sviluppo di quest’imenottero parassita endofago insieme
al grande perfezionamento rispetto al parassitismo della specie
raggiunto con la formazione di un migliaio di individui da un
uovo, si è ottenuto anche un dim orfismo larvale utile alla specie
stessa
Se tali larve asessuate si dovessero considerare soltanto come
forme abortive, sarebbe inesplicabile il perfezionamento del si-
stema scheletrico, muscolare, digerente e specialmente il grande
sviluppo delle mandibole, nonchè la durata della vita loro, che
si protrae fino allo sviluppo quasi completo delle larve sessuate.
PERCENTUALE OSSERVATA DI LARVE DI PLUSIA PARASSITIZZA-
TE. — Nel Maggio del 1904, quando si ebbe una forte invasione
di Plusia in provincia di Caserta, su 500 larve tre soltanto
furono trovate infette di Litomastix, mentre nel 1906 a S. Gio-
vanni a Teduccio (Napoli) di 855 bozzoli 552 contenevano una
larva di Plusia parassitizzata dal Limomastix, cioè circa il
60 °/, delle larve di Plusia erano state distrutte da tale parassita.
In altri anni ed altre circostanze la percentuale delle larve di
Plusia, uccise dal Litomastix, potrà essere anche maggiore, per-
ciò questo parassita ha una grande importanza nel combattere la
Plusia gamma.
| CAUSE NEMICHE AL LITOMASTIX. - Queste possono essere la
flaccidezza o altri parassiti, che uccidono la larva della Plusia
prima che si siano completamente sviluppate le larve del Li/o-
-mastix o che distruggono l’ovo della Plusia. Tra queste ultime
fio nemiche è da comprendersi lo stesso Litomastix, perché
«come ho detto innanzi, se in un ovo di P/usia vengono deposte
troppe ova di Litomastix, quello non si sviluppa più. Tra le prime
anche la seguente specie di Imenottero, che può essere parassita
primario o secondario.
— 308 —
Euplectrus bicolor (Swed.) Hal.
Syn. Pteromalus bicolor Swederus. Vet. Akd. XVI (1795), p. 204; Eu-
lophus bicolor Walker, Monogr. Chalcid. I (1839), p. 173; Euplec-
trus bicolor Haliday, Trans. ent. Soc. London, III (1843), p. 297;
Masi, Boll. Labor. Zool. Portici III (1908', p. 124, fig. 27-29.
FEMMINA (Fi. gXVIII,1). - Colore predominante nero piceo
colla faccia, le antenne, le zampe e la nervatura delle ali giallo-
gnole. Antenne di otto
articoli. Parte superiore
del capo e del torace
fornite di alcune setole
lunghette.Lunghezza del
corpo mm. 2,3-3.
MASCHIO. -- Un po’
più piccolo della fem-
mina cogli articoli 4-6
delle antenne meno al-
lungati di quelli della
1 9 femmina.
Ovo (Fig. XVIII,3).
È reniforme colla parte
convessa rivolta in alto
e la parte inferiore prov-
vista di una breve ap-
pendice che serve a te-
nerlo fissato al derma-
scheletro della larva su
Cui è deposto. È lungo
mm. 0,210 e alto 0,105.
LARVA (Fig. XVIII, qa
2). — Questa, quando è |
> 6
Fig. XVIII. adulta, ha la forma, se |
I
Euplectrus bicolor: 1. adulto; 2. larva; 3. ovo visto di distesa, irregolarmente
RIO ergo della lare Le eee odio
dorso, di fianco, dal ventre: A ventre, B dorso, (ingr.). riore, a cominciare, dal
settimo segmento addo
minale, molto assottigliata, il dorso convesso, il ventro pianeg”
giante Se invece tiene i segmenti 7-11 dell'addome contratti.
come può fare, il corpo diventa affatto ovale. Il suo colore è bian,
ag
castro o paglierino e la superticie del corpo è nuda. È lunga, se
distesa, mm. 4, se contratta, 3.
Il capo è breve, porta due brevissime antenne coniche, ed
ha una piccola apertura boccale, protetta da un labbro superiore
laminare e ai lati di essa internamente si trovano due mandibole
(Fig XVIII,4M) brevi, triangolari, colla parte apicale allungata,
molto assottigliata, acuta. L'ultimo segmento addominale ha due
brevi papille dorsali e due poco più lunghe ventrali.
Costumi.
La femmina di questa specie deposita le ova sul corpo delle
larve di P/usia, e anche di Mamestra brassicae e altri Lepidot-
teri, nonchè di qualche Imenottero avendo il Destefani ottenuti
esemplari da galle di /sosoma tritici.
Nel caso delle larve di Plusia, come di Mamestra, la fem-
mina dell’Ewplectrus, per quanto io ho osservato, deposita le ova
sul dorso, dal mesotorace al 4° segmento dell’addome,
Posi un giorno una larva di P/usia in un tubo con una femmina
di Euplectrus e potei vedere la deposizione delle ova. La femmina
del parassita non tardò ad accorgersi della presenza della larva
e poco dopo, giunta a circa tre millimetri di distanza dalla parte
posteriore di essa, stese le antenne tastando, si avanzò adagio
adagio cautamente a destra e giunta verso la parte mediana del
corpo di essa, la tastò nuovamente e le piombò sul dorso tra il
secondo e il terzo segmento addominale piantandovisi fortemente
colle zampe in senso trasversale. La larva di Plusza si agitò,
contorse la parte anteriore del corpo, ma il parassita si man-
tenne fermo al posto che aveva occupato, piegò in basso l ovo-
positore e ne introdusse la punta nel dorso della larva. Questa
fece un movimento brusco di sorpresa, mentre lungo l’ovoposi-
tore del parassita si vide scendere subito un ovo, che, ritirato
l’ovopositore, restò fermo nel punto in cui era stato piantato l’ovo-
positore stesso. Immediatamente dopo, l’Euplectrus ripetè a circa
un millimetro di distanza la stessa operazione e così di seguito
. fino a deposizione di nove ova, delle quali 4 si trovarono preci-
samente sulla parte posteriore del secondo segmento e 5 su quella
anteriore del terzo segmento dell’addome, in uno spazio di circa
un millimetro quadrato.
— 310 —
Le ova dopo circa dieci ora dalla deposizione presero un co-
lore isabellino-fulvo e dopo 4 giorni (2-6 Ottobre) dettero le larve.
Queste restarono al posto dove erano nate suechiando gli umori
interni della larva, la quale fino al 12 Ottobre (Fig. XIX, 1) era
ancora viva. Il 13 a mattina la
Plusia fu trovata morta e rac-
corciata (Fig. XIX, 2), ridotta al
dermascheletro con poca sostan-
za molle internamente, mentre
le larve del parassita disposte
sparpagliate attorno al corpo
della vittima avevano comin-
ciato a tessere un radissimo
bozzolo. Il 16 a mattina queste
larve erano trasformate in pupe
e il 29 Ottobre alcune in adulti.
Impiegarono perciò da ovo ad
adulto, in Ottobre, 27 giorni.
Da ova deposte il 25 Set-
tembre si ebbero gli adulti il 14
Ottobre cioè in 20 giorni. In
estate il tempo impiegato per
una completa generazione deve
essere molto minore, forse di
2 3 10-12 giorni.
Fig. XIX. Le larve dell’ Euplectrus ue-
1. Larya, di Plusia gamma che porta attaccate. ceidono.la.larva:vittimassolianio
sul secondo e terzo segmento addominale larve
di Euplectrus; 2. la stessa morta e colle larve all’ultimo periodo del loro svi
fi fugit chestanno coseno hesasle: luppo; allora succhiano tutti gli
zolo e in gran parte nascoste sotto il corro umori del corpo di essa lascian-
e on agio date na, do Soltanto in quantità maggiore
di Euplectrus, (ingr.). o minore ciò che è per esse su-
perfluo, e si staccano dal punto
del dermascheletro della vittima che non avevano mai abbando-
nato dal nascere, si dispongono alcune ai lati, altre specialmente
sotto di essa, di rado qualcuna sopra, nel modo più svariato e
cominciano subito a emettere attraverso l’ano fili di seta grossetti,
irregolari, che distendono tra la superficie della foglia e i lati del |
corpo della vittima, finchè formano attorno e sotto di essa una ~
rada rete (Fig. XIX, 3), entro cui si trasformano in pupe. |
x
4
e
— 311 —
Il numero delle larve di Euplectrus, che io ho osservato in
natura su larve di P/usia e di Mamestra, è stato di 3-15, ma in
laboratorio ho visto deporre sopra una larva di Mamestra lunga
2 centimetri anche 50 ova in tre gruppi e da tutte si sviluppa-
rono le larve. Dopo sei giorni dalla nascita dei parassiti, la lar-
va della Mamestra si era accorciata di mezzo centimetro e l’ot-
tavo giorno morì.
Questo parassita deve però avere l'istinto di depositare un
numero di ova proporzionato alla grandezza della vittima, o nella
specie si devono essere formate varie sottospecie bioligiche, per-
chè deponendo esso le ova su larve molto piccole, come quelle
di Isosoma stipae De St. e Asphondylia menthae Pierr., non può
mai depositare più di uno o due ova su ciascuna di esse. Inoltre
se si tratta sempre della stessa specie sistematica e biologica, è
notevole anche il fatto che essa depone ova su larve che vivono
allo scoperto come su larve che vivono in galle (/sosoma, Asphon-
dylia). Sarà interessante sperimentare se individui adulti ottenuti
da insetti galligeni depongono ova su larve di Lepidotteri, come
la Plusia, e viceversa.
L’Euplectrus bicolor è diffuso in tutta Europa ed è stato in-
dicato parassita di larve di Lepidotteri, dell’ /sosoma stipae De
Stef. (Imenottero), e dell’Asphondylia menthae Pierr. (Dittero).
Altre specie di Ewplectrus, viventi nell’ America settentrio-
nale, sono note come parassite di larve di Lepidotteri. Sull’ Hu-
plectrus comstockhiî How., parassita in detta regione della Alelia
xylina How., esistono osservazioni biologiche dello Schwarz.
Importanza dell’ Euplectrus nel combattere la Plusia gam-
ma. L’Euplectrus come ectofago della larva di Plusia può es-
sere parassita primario o secondario, perciò non in tutti i casi
esso riesce utile; inoltre vivendo a spese di varie altre specie di
insetti non sviluppa tutta la sua attività contro la Plusia soltanto
e la percentuale delle larve, che esso attacca, è stata da me tro-
vata molto limitata. Questo però non esclude che talora anche
questo parassita possa svilupparsi in grande quantità sulla Plusia
o su altre specie di Lepidotteri avendo esso il vantaggio sulla
Plusia stessa di poter compiere almeno due generazioni nello
spazio di tempo durante il quale la vittima ne fa una.
A Portici ho osservato 1’ Euplectrus bicolor più frequente
sulle larve di Mamestra brassicae che su quelle di Plusia.
— 312 —
Fam. Braconidae.
Apanteles congestus Nees.
ADULTO (Fig. XX). — Nero colle zampe fulvo-castagne. Lun-
go 3 mm.
Questa specie è stata da
me osservata parassita della
Plusia una volta, nel 1910.
Ai primi di Giugno avendo
raccolto alcune larve di Plu-
sta, le tenni in laboratorio in
allevamento, dopo pochi giorni
ne trovai una morta, ridotta
ad una massa raggrinzita e
avente di lato un mucchio di
bozzoletti di color bianco pa-
glierino, tenuti insieme, e in
parte nascosti, da fili di seta
dello stesso colore. Tali boz- —
Fig. XX. zoletti erano lunghi mm 2,8. —
Apanteles congestus: femmina adulta, (ingr.). Da essi il 18 dello stesso mese
fuoriuscirono gli adulti.
L'Apanteles congestus è molto diffuso in Europa ed è noto
come parassita di molte specie di Lepidotteri (c. 20).
Fam. Ichneumonidae.
Fimpla brassicariae (Poda).
FEMMINA (Fig. XXI). — Nera con le zampe tutte di color rosso.
mattone, parte posteriore dello scutello con una fascia trasversale
aranciata intera o interrotta o anche mancante del tutto. Lunga
fino a mm. 16. |
Questa specie è diffusa in tutta Europa ed è stata indica
da varii Autori, parassita delle seguenti specie:
Vanessa urticae L., V polychloros L., Polygonia c-album
(Lj), Pieris brassicae L., Aporia crataegi (L.), Limenitis camilli
© =
— 313 —
Schiff., Sphyna ligustri L., Scoliopterix libatrix (L.), Stilpnotia
salicis (L.), Sylepta ruralis (Sc.),
Tortrix viridana L., Gelechia pin-
guinella (Tr.), Phlyctaenodes verti.
calis (L.), Lymantria monacha (L ),
Thecla W-album Knoch., Neptis lu-
cilla F.
Io ottenni due individui da cri-
salidi di Plusia gamma in Novembre,
altri 25 dal 2 al 20 Aprile, 2 il 29
Aprile e uno il 10 Maggio pure da
crisalidi della stessa Plusia, rac-
Fig. XXI. colte in Novembre dell’anno pre
Pimpla brassicariae: femmina adulta, cedente.
(ingrandita).
Osservai pure che questa Pim-
‘ pla deposita l’ovo nella crisalide racchiusa nel bozzolo.
*
_ Lepidotteri.
Pimpla instigator F.
Questa specie è molto simile alla precedente per grandezza
e colorito, ma se ne può distinguere facilmente per le anche e
i trocanteri neri.
Ne ottenni alcuni esemplari da crisalidi di Plusia gamma
nelle stesse epoche ricordate per la P. brassicariae.
La Pimpla instigator è cono-
sciuta parassita di molte specie di
Paniscus testaceus Grav.
ADULTO (Fig. XXII). — Di co
lor testaceo cogli occhi e l’area
ocellare neri e la parte posteriore
dell'addome brunastri. Lunghezza
del corpo 12-18 mm.
Fig. XXII.
To ottenni un maschio di que- Paniscus testaceus: adulto, (ingr.).
sta specie il 10 Giugno 1906 da
un bozzolo di Plusia che avevo raccolto l'autunno precedente.
Questo Icneumonide è indicato parassita di una trentina di
specie di Lepidotteri e anche di alcuni Imenotteri fitofagi Mar-
telli ha pubblicato varie notizie intorno alla biologia di questo
MI r4i od
ih
a?
— 314 —
parassita, in una nota sulla Dicranura apparsa nel volume 3° di
questo stesso « Bollettino ». Ad essa rimando chi desidera cono-
scere i costumi di tale parassita.
Ordo Diptera - Fam. Tachinidae.
Voria ruralis (Fall.)
ADULTO (Fig. XXIII, 1). - Capo cenerino con antenne e se-
tole nere. Torace cenerino scuro con fascie dorsali longitudinali.
nere, addome al dorso cenerino scuro eccettuati i margini poste-
Fig. XXIII.
Voria ruralis : 1. adulto; 2-3. larva dal dorso e dal ventre; 4-5. pupario dal ventre e di
fianco, (ingrand.).
riori, che come il ventre sono neri. Setole e zampe nere. Dispo-
sizione delle setole come si vede nella figura.
Lunghezza del corpo mm. 7 '/,, larghezza del torace 2 1/,.
Ovo (secondo Pantel). — Allungato, raggiungente la lunghez
za di mm. 0.460.
LARVA ADULTA (Fig. XXIII, 2-3). Cremea, colla parte anteriore,
entro cui non è accumulato molto grasso, biancastra e quella dorsale
mediana verdastra pel colore dell’intestino, che si vede per tra
sparenza. Stigmi neri Gli anteriori portati da due appendici sot-
tili lunghe !/, di millimetro, situate più vicine alla parte ventrale
che alla dorsale, un poco divergenti fra loro e distanti alla base
!/, millimetro. Gli stigmi posteriori sono portati da due corte ap-
pendici, tozze e contigue alla base. Corpo floscio, anteriormente
subacuto e poi gradatamente allargato. La sua superficie è ad
occhio nudo liscia, ma esaminata a forte aumento mostra minu-
— 315 —
De tissime spine. Mandibole colla parte uncinata apicale molto breve.
_ Antenne brevissime, tuberculiformi. Lunghezza del corpo mm. 7,5;
larghezza massima 4,5.
PUPARIO (Fig. XXIII, 4-5). — Nero cogli stigmi anteriori api-
cali ed i posteriori ventrali. Lungo mm. 6; largo 3,6.
Costumi.
Io non ho osservato la deposizione delle ova o delle larve
di questa specie. Secondo il Pantel essa pone sul corpo della vit-
tima l’ovo contenente la larva pronta a fuoriuscire o la larva già
libera dal chorion.
Le larve di questo Tachinide possono trovarsi nella larva
di Plusia, per quanto ho visto io stesso, in numero di 2-5, ra-
«rissimamente di una o di sei. Di 37 larve di Plusia inquinate
una aveva una larva di questa Vorza, 15 ne avevano due, 16
tre, 3 cinque, 2 sei.
Le larve di //usia, che contengono una o più larve di Voria,
raggiungono la lunghezza di 15-20 mm. e sono riconoscibili per
infette perchè presentano nei punti più svariati del dorso (almeno
quelle che contengono larve grandi) una o più macchie (tante
quante sono le larve) brunastre, rotondeggianti o ovali, del diametro
di mm. 0,260-0,300, in mezzo alle quali si trova un foro a contorno
ovale di mm. 0,091Xx0,065. Presso questo si nota subito una mac-
«chia nerastra, per corpo nero che si vede per trasparenza e che
è costituito dagli stigmi posteriori della larva della Voria. Apren-
_ do una larva di Plusia infetta, in corrispondenza al foro del te-
| gumento, si vede proseguire il margine del foro sulla base di una
campana cuticolare, che circonda la parte posteriore del corpo
della Voria,i cui stigmi posteriori restano così in diretta comu-
l - nicazione coll’ambiente esterno.
a ‘La larva di Plusia, quando sta per diventare adulta la larva
o le larve di Vorza, che essa contiene, tesse un bozzolo che è
lungo 20-24 millimetri e largo 8-12, cioè un poco più piccolo di
quello della larva sana, ma a questo uguale per spessore.
ee: — Quando la larva della Voria è quasi adulta, la larva della
_ Plusia (Fig. XXIV, 1) diventa immobile, il suo torace si riduce
enormemente a guisa di tre brevi anelli e l'addome diventa di
f- colore giallo sporco su cui spiccano molto bene le macchie sopra
ricordate. In questo stadio la larva di Voria divora le parti molle
| della Plusia e in 12-24 ore si trasforma in pupa. Nel caso in cui
mi:
— 316 —
nella larva di Plusia se ne trova una di Voria, il pupario di questa
resta disposto con l’asse longitudinale secondo lo stesso asse del
corpo della Plusia e coperto dalla
cuticola della Plusia stessa ec-
cetto sugli stigmi posteriori che
sporgono in fuori.
Quando invece in una larva
di Plusia esistono due larve di
Voria, i puparii di queste (Fis.
XXIV, 2) si dispongono più o meno
obbliquamente rispetto all’asse lon-
Fig. XXIV. gitudinale della larva di Plusia e
“e no
(Fig. XXIV, 3), quando in una larva
dell’ addome due piccole macchie ovali,
corrispondenti agli stigmi posteriori delle di Plusia sono 3-6 larve di Voria.
due larve parassite; 2. la stessa colle due 5 R
larve trasformate in pupa; 3. un’altra larva In quest’ultimo caso si vedono 3-6
di Plusia con cinque puparii di Voria, puparii disposti Vuno di seguito
(un po’ ingr.). x E
all’altro con l’asse maggiore di-
sposto in senso trasversale e colla parte anteriore del corpo
situata quale a destra e quale a sinistra. Tali puparii sono te-
nuti insieme dalla cuticola della larva di Plusia, la quale cuti-
cola si è però fessa lateralmente e irregolarmente e copre per-
ciò soltanto la parte superiore e inferiore dei puparii. Il capo
della larva di Plusia è sempre ben visibile nella parte anteriore
di ciò che è ormai una spoglia mummificata della larva stessa.
Una larva di Plusia con un pupario di Voria & lunga mm. 9,
‚con 5-6 puparii mm. 18-20.
Io non conosco il tempo impiegato dalla Voria a svilupparsi
da ovo ad adulto, ma avendo osservato che in Ottobre dalla for-
mazione del pupario all’uscita dell’adulto decorrono 11-12 giorni
e che lo sviluppo della larva adulta nel corpo della larva di Plu-
sta coincide anche colla trasformazione delle larve sane di Plusia,
suppongo che il numero delle generazioni della Vorza sia uguale
o poco diverso da quello della Plusia gamma.
La Voria (Plagia) ruralis (Fall) è stata indicata da varii
Autori parassita anche delle se:uenti specie: Anarta myrtilli (L.),
Arctia Hebe (L), Mamestra brassicae (L.), Plusia chrysitis (L.),
Pyrameis atalanta (L.). Essa è diffusa in tutta Europa.
IMPORTANZA DELLA VORIA RURALIS NEL COMBATTERE LA PLU-
SIA GAMMA, — Questa Voria non è stata da me osservata molto
Oe ene ee Fs ee ee ee ee
PET "e
ys Mg NE
f
AED
rn
— 311 —
comune. Soltanto nel Novembre 1906 fra 420 bozzoli di Plusia
43 contenevano larve con puparii di Voria, i quali erano in tutto
130. Perciò a giudicare da questa percentuale si dovrebbe rite-
nere poco importante il parassitismo della Vorza rwralis rispetto
alla Plusia gamma, ma senza molte osservazioni continuate per
varii anni non è possibile affermare in modo assoluto quanto sopra.
Questo Tachinide può essere, oltre che parassita primario, an-
che secondario, quando attacca Plusie già infette di Lifomastix.
CAUSE NEMICHE ALLA VORIA RURALIS — Conosco particolar-
mente un parassita della famiglia Chalcididae di cui appresso
parlo.
Pteromalus nidulans Thoms.
FEMMINA (Fig. XXV, 3) — Il corpo è di color verde scuro a
riflessi metallici colle zampe, eccettuate le anche, gialle scure.
Antenne di 13 articoli, dei quali
il 3° e il 4° sono brevissimi anu-
lari. Lunga mm. 1,7-2,3.
MascHIO. — Si distingue
facilmente dalla femmina per
l'addome ovale, poco allun-
gato, e le antenne aventi gli
articoli dal 3° in poi tanto lar-
2 3 ghi che lunghi, mentre nella
Fig. XXV. femmina sono più larghi che
Pteromalus nidulans: 1. larva; 2. pupa; 3. a- lunehi
dulto, (ingr). a
Per maggiori dettagli di
descrizione si confronti il lavoro di Masi pubblicato in questo
stesso « Bollettino » vol. III, p. 122.
LARVA ADULTA (Fig. XXV, 1). — Bianca, nuda, poco più as-
sottigliata posteriormente che anteriormente; lunga mm. 3 e larga
1,3. Capo molto corto, fornito di due antenne cortissime, subci-
lindriche, di due peli submediani e due sublaterali cortissimi. La
bocca è infera, subapicale, molto piccola e armata internamente
di due corte mandibole a forma di triangolo, diritte, acute.
Costumi.
La femmina di questo Pteromalo è stata più volte da me vista
dentro il bozzolo di larve di Plusia gamma parassitizzate dalla Vo-
ria. Non so se essa si lascia chiudere dalla larva di Plusta dentro
— 318 —
il bozzolo oppure se vi penetra in seguito per qualche piccolo foro
della parete. E molto mansueta quando si trova vicino alla vit-
tima, che è la Voria ruralis Nelle pupe di questa deposita 13-20
ova, almeno io ho osservato tante larve nei puparii. Le pupe
restano libere nel pupario della Voriza senza circondarsi di alcun
involucro.
Da 29 pupe di Voria parassitizzate da questo Calcidide il 6
Novembre 1906, gli adulti fuoriuscirono dal 9 al 16 Maggio 1907
e in numero complessivo di 383 individui.
Di 43 bozzoli di Plustia, contenenti larve infette di Vorza,
undici avevano nel loro interno una femmina di Pleromalus.
Non ho seguito lo sviluppo di questo Calcidide in estate, ma
è probabile che dalla metà di Maggio ai primi di Novembre esso
possa compiere almeno due altre generazioni.
È specie nota per l'Europa settentrionale, ma trovandosi an-
che nell’Italia meridionale, deve avere in realtà una larga distri-
buzione.
Fales pumicata (Meig.)
Syn. Tachina, Senometopia, Phorocera pumicata Auct.
ADULTO (Fig. XXVI). Di color nero-azzurro
cogli occhi pelosi. Lungo mm. 9, largo al me-
sonoto 3,2.
PUPARIO. -- Di colore rosso mattone o più
scuro, di forma ellittica, misurante 7 mm. in
i i ; lunghezza e 3,8 in larghezza. Sulla sua superfice
Fig. XXVI. sono visibili le divisioni segmentali e nella parte
Pales pumicata: adulto, ‘posteriore sporgono due cortissimi tubercoli
CREO: submediani, che partono gli stigmi.
Questa specie è diffusa in tutta l'Europa ed era stata fin qui
indicata come parassita della Thawmatopoea processionea (L.).
Io ne ebbi pochi esemplari nel 1906 da crisalidi di Plusia
gamma. La larva adulta di questo Tachinide fuoriesce dalla cri-
salide per un foro praticato sulla parte anteriore del corpo o sul-
l'addome dietro le pteroteche e si trasforma in pupa nel bozzolo
(almeno i pochi esemplari da me osservati così fecero).
— 319 —
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È AR
3
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è
in EIN.
F. SILVESTRI
— Es — _
SULLE GHIANDOLE CEFALICHE 0 ANTERIORI
DEL
Pachyiulus communis (Savi)
NOTA PRELIMINARE 1)
Il Plateau (in Mem. Ac. R. Belgique, XLII) occupandosi dei
fenomeni della digestione nei Miriapodi descrisse anche le. varie
parti dell’intestino di alcuni Julidi ed a proposito delle ghiandole
anteriori notò che esse sono due, tubulose e sboccanti nella ca-
vità boccale.
Io nel 1898, ricorrendo solo a dissezioni, ritrovai in tutti i
Diplopodi queste due ghiandole tubulose e l’accennai nelle « Note
preliminari sulla morfologia dei Diplopodi » (R. Ac Lincei (5) VII,
p: 180):
Or ora il Dr. Rossi ha pubblicato una nota preliminare « Sul-
Vapparecchio digerente del /lus communis » (Boll. Soc. ent. ital.
XXXIV), dove tratta naturalmente anche delle ghiandole anteriori
e ripete che esse sono due. Egli si diffonde su alcune partico-
larità anatomiche di tali ghiandole e ne indica il vero sbocco, però
non ne nomina affatto altre e meglio anzi non qualifica per ghian-
dolare il tessuto, alla cui topografia egli accenna, e che chiama
< così detto adiposo ».
Dalle mie osservazioni invece sul Pachyyiulus communis ri-
sulta che le ghiandole cefaliche o anteriori sono otto (quattro paia);
delle quali due sono tubulose e sboccano, come indicò il Rossi,
(1) Questa nota fu stampata a parte il 9 Giugno 1902 in poche copie, che
sono affatto esaurite, perciò credo opportuno riprodurla integralmente in que-
sto periodico coll’aggiunta di una figura.
al margine libero dell’Hypostoma fra le mascelle e le galee, due
(Fig. 1, y') sono a grappolo, stanno situate dentro il capo, in-
nanzi l’encefalo, e sboccano nella parte superiore laterale della
cavità boccale, due (Fig. 1, y?) sono ugualmente a grappolo e
situate nel capo, però
più in dietro delle pri-
me ed hanno lo sbocco
nella parte superiore del-
la bocca, meno lateral-
mente delle altre, due
sono ancora a grappolo
e sboccano nella parte
posteriore ventrale della
bocca fra le mandibole
e l’ipofaringe, estenden-
dosi all’indietro per tutta
la lunghezza dell’intesti-
no anteriore. Sono ap-
punto quest'ultime ghian-
dole, le quali, circondan-
do posteriormente ad a-
nello l’intestino anteriore
e restando ad esso for-
Volta della cavità boccale di Pachyiulus communis: I la- temente unite DEN
mine palatine, L labbro superiore, e! ghiandole palatine, zo di numerose trachee,
y' condotto escretore delle glandulae buccales laterales, rs : aes x
y? condotto escretore delle glandulae buccales mediales. furono dichiarate per un
tessuto di natura ignota,
ma simile a quello adiposo, e dal Plateau e dal Visart (Soc. Nat
Napoli VIII) e recentemente anche da! Rossi. Questi comprese che
tale tessuto era ben distinto da quello adiposo e che nulla aveva
a che fare, con quello perintestinale, ma nemmeno sospettò la vera
sua natura. Del resto tanto il Plateau che il Visart avevano dubi-
| tato che tale tessuto fosse adiposo, poichè il primo scrisse che è
_ formato de petit globule comme un tissu graisseux, e Visart par-
È lando, nelle conelusioni, di detto tessuto, lo chiama adiposo, ma
| con un punto interrogativo.
A me sembra abbastanza interessante la scoperta di altre
tre pair di ghiandole anteriori nei Diplopodi e specialmente di
Fig. 1.
21
— 322 —
teriori Glandulae buccales laterales ele posteriori Glandulae bue-
cales mediales. Le ghiandole che prima fiancheggiano e poi cir-
condano completamente il prointestino possono chiamarsi Glam -
dulae mandibulares, e G. maxillares infine quelle sboccanti al
margine libero dell’Hypostoma. Le prime tre paia, ho detto, sboc-
cano nella cavità boccale e quindi possono ben ritenersi vere sa-
livali: le Glandulae maxillares invece è probabile che secernano
una sostanza, che molti Diplopodi usano per impastare terra, con
la quale fabbricano i nidi per ricoverarsi durante la muta, i pe-
riodi di siccità o la deposizione delle uova; possono esse. secer-
nere probabilmente anche seta Infatti in Misiones dell’Argentina
trovai sotto pietre alcuni nidi di Crypturodesmus, i quali erano
formati da uno strato sterno terreo ed uno interno sottile sericeo.
Non avendo tali Polidesmidi ghiandole sericipare posteriori, è
assai verosimile che la seta tappezzante la parete interna del
nido sia stata secreta dalle Glandulae maxillares.
Le ghiandole cefaliche o anteriori dei Diplopodi sono certa-
mente omologhe alle G. duccales, mandibulares e maxillares dei
Chilopodi.
Gy. SZEPLIGETI
=:
Ein neuer Sigalphus (Braconidae)
aus Dacus oleae (Gmel.).
Sigalphus daci sp. n.
© Kopf quer, Stirn und Scheitel glatt, Wangen kurz. Fühler
20-gliedrig, etwas kürzer als der Körper, Endhälfte perlschnur-
förmig. Mesonotum glatt, Parapsiden tief, Schildchen glatt, die
Grube breit, Metanotum runzelig. Hinterleib elliptisch, etwas
kürzer als der Thorax, glänzend, sehr fein lederartig runzelig,
mit undeutlichen Längsrunzeln, Ende glatt, der Hinterrand unten
leicht gebuchtet; nur die erste Sutur ausgebildet.
Schwarz; Mundteile und Beine gelbrot, 5te° Tarsenglied und
Ende der Hinterschienen braun. Flügel hyalin, Randmal braun,
Tegula gelbrot.
Länge mm. 2, Bohrer etwas kürzer als der Hinterleib.
Parasit des Dacus oleae (Gml.) aus Transvaal.
F. SILVESTRI
==:
Contributo alla conoscenza dei Machilidae
dell’ America settentrionale.
Le specie di Machilidae del Nord America, compreso il Mes-
sico, fino ad ora note sono le seguenti: Machilis variabilis Say,
M. vittata Burm., M brevicornis Pack, M. cavernicola (Tellk.),
M. orbitalis Pack., M. aurantiaca Schott, M arctica Folsom e
M. conjuncta Folsom.
Durante una breve escursione, che io feci in quella regione
nel 1908, raccolsi esemplari di tredici specie e di altre due ebbi
esemplari in comunicazione, così che ho avuto sott'occhio quin-
dici specie di Machilidae del Nord America. Di esse una, rap-
presentata da buon numero di esemplari, ma giovani, è ritenuta
da me come Machilis (?) variabilis Say, è largamente distribuita
nella parte orientale degli Stati Uniti e non è qui descritta, perchè,
ripeto, non ho in collezione esemplari adulti. A Cold Spring (Long
Island, N. Y.) raccolsi esemplari di 7rigonophthalmus alternatus
(Silv.), che non sono riuscito a distinguere da quelli dell'Europa.
Delle altre tredici specie, dodici sono descritte in questa nota
come nuove ed una, che è riferita al Machilis aurantiacus Schott,
viene pure ridescritta sotto il genere Machilinus Silv, cui essa
realmente appartiene. Fra i Machilidae del Nord America qui
ricordati meritano una speciale menzione i due generi nuovi Me-
somachilis e Hypomachilodes, perchè posseggono un processo
coxale soltanto al 3° paio di zampe, mentre i generi finora cono-
sciuti hanno un tale processo al 2° e al 3' paio, oppure ne sono
affatto sprovvisti.
Del genere A/lopsontus si conoscevano specie asiatiche, del
Machiloides specie del Sud America e della regione etiopica, del
Machilellus specie dell’ Etiopia, della Malesia, delle Galapagos,
dell'America meridionale, del Machilinus specie dell’ Europa. Il
genere Neomachilis, rappresentato da una specie alofila e il sot-
togenere Pedetontus, con varie specie, per quanto sappiamo fino
ad ora, sono particolari del Nord America.
I
Gen. Fetrobius Leach.
Corpus, antennarum articulis primo et secundo, palpis, pe-
dibus et stilis inclusis, squamis indutum. Oculi inter sese spatio
variabili tangentes; ocelli lati, transversales, plus minusve angu-
stati et plus minusve pistilliformes. Antennae plus minusve longae,
flagelli parte distali in articulis, articulinis numero variantibus,
compositis. Mandibulae apice plus minusve distincte 4-dentato.
Maxillarum lobus internus eodem ceterarum Machilidarum similis.
Palpi maxillares 7-articulati, plus minusve in parte apicali atte-
nuati, processu supero-externo articuli primi plus minusve longus.
Palpi labiales apicem versus parum crassiores.
Arcus thoracicus sat magnus vel sat parvus. Pedes paris
secundi et tertii paris processu coxali instructi, tarso gradatim
attenuato, praetarsi unguibus attenuatis, acutis, paullulum ar-
cuatis.
Abdomen. Urosternoram pars mediana longa, ad basim plus
minusve lata, triangularis. Urosterna 2-5 vel 2-6 vesiculis utrimque
duabus, urosterna 1 et 7, vel 1, 6, 7 utrimque vesicula singula
instructa. Stili in segmentis 2-9 sistentes.
Ovipositor plus minusve longus, anulatus, inermis vel cal-
caratus.
Cercus medianus longus vel longior, quam cerci laterales
multo longior.
S Palpi maxillares ab eisdem foeminae parum diversi, magis
setosi et parum crassiores.
Urosternum nonum tantum parameris instructum. Paramera
anulata vel non.
Penis plus minusve longus.
Genus hoc in subgenera duo dividendum est:
3 Urosternum octavum medium postice rotundatim productum.
Paramera haud anulata. Penis longus, apicem urosterni noni superans.
Subgen. Petrobius s. s.
Typus P. maritimus Leach ').
Sg Urosternum octavum medium postice haud productum. Paramera
ad apicem saltem partim anulata. Penis quam urosternum nonum spa-
tio sat longo brevior.
Subgen. Pedetontus nov.
Typus P. californicus sp. n.
1) Europa.
— 326 —
Petrobius (Pedetontus) ealifornieus sp. n.
© Corpus (in alcool) rufescens antennis anulis stramineis
parvis, inter sese distantibus (in parte apicali articulorum com-
positorum sistentibus) ornatis. Squamae (Fig. I, 1) forma consueta.
Oculi (Fig. I, 2) inter sese per c. ‘,, oculi longitudinis tangentes.
Oculus singulus (Fig. I, 3) fere '/, latior quam longior. Ocelli late-
Fig. I.
1. Corporis squama; 2. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 3. oculus A et ocellus B supra,
capite parum obliquo, inspecti; 4. antennae pars basalis '); 5. antennae partis distalis
articulini duo; 6. mandibula; 7. maxillae lobi interni apex; 8. foeminae palpus maxil-
laris; 9. ejusdem articulus ultimus; 10. palpus labialis; 11. pedis paris tertii tarsus et
praetarsus; 12. segmenti quinti urosternum: P pars mediana, R subcoxa, S stilus, V ve-
siculae; 13. stilus segmenti quinti; 14. ovipositoris valvarum inferiorum pars apicalis;
15. maris palpi maxillaris articulus ultimus.
1) Squamis semper omissis,
rales (Fig. I, 3 B) lati, transversi, pistilliformes. Antennae (Fig. I,
4-5) in exemplis typicis haud integrae, si integrae forsan quam
corpus parum longiores vel corpus aequantes, articulis primo et
secundo squamis indutis, articulo primo parum magis quam !/, lon-
giore quam latiore, flagello gradatim attenuato, parte distali in
articulis, articulinis 10 compositis, divisa, sensillis et setis cfr.
Neo:
a
se BOW
Mandibulae (Fig. I, 6) apice 4-dentato, dentibus haud acutis.
Maxillae lobo interno cfr. fig. I, 7. Palpi maxillares (Fig. I, 8-9)
gradatim attenuati, articulo ultimo magis attenuato, processu apicali
supero externo articuli primi sat longo, squamis, nec non setis
subtilibus et spinis superis ad apicem articuli quinti et superficie
supera articolorum 6-7 armati. Palpi labiales (Fig. I, 10) articulo
ultimo ce. */, longiore quam latiore, apice aliquantum dilatato et
sensillis subconicis consuetis aucto.
Thorax. Arcus thoracicus sat parvus. Pedes robusti, squamis
et setis numerosis subtilibus nec non infra femore ad apicem,
tibia et tarso (Fig. I, 11) setis subspiniformibus armatis, processu
coxali quam coxa c. dimidio breviore squamis et setis nonnullis
instructo; praetarsi unguibus attenuatis, acutis, apice parum arcuato.
Abdomen. Urosterni pars medianain segmento quinto (Fig. I, 12)
quam urosterni dimidia longitudinis aliquantum longior. Stili
(Fig, I, 13) squamis, setis sat subtilibus, longis et seta apicali ro-
busta aucti, segmenti quinti urosterni dimidiam longitudinem sub-
aequantes, segmenti noni quam praecedentes °/,, longiores, quam
urosternum c. */, breviores. Urosterni septimi pars mediana re-
trorsum aliquantum producta, rotundata. Urosterna 1 et 7 utrim-
que vesicula singula, urosterna 2-6 utrimque vesiculis duabus
instructa.
Ovipositor (Fig. I, 14) tenuis, crebre anulatus et setis brevibus
subtilibus instructus, apicem stilorum IX paullulum superans, setam
apicalem stilorum eorumdem haud superans.
Cercus medianus in exemplis asservatis haud integer, si in-
teger forsan corporis longitudinem aequans vel quam eadem pa-
rum longior.
Long. corp. mm. 11, lat. thoracis 2,5; long. antennarum (haud
integrarum) 11, palporum maxillarium 4, pedum paris tertii 4, sti-
lorum segmenti quinti 0,40, stilorum segmenti noni 1,10, cerci
mediani (haud integri) 8, cercorum lateralium 2,8.
S Antennarum flagellum quam idem foeminae parum robu-
stius; palpi maxillares quam iidem foeminae longiores, infra setis
numerosis subtilioribus longis instructi, articulo ultimo (Fig. I, 15)
paullulum arcuato, spinis superis parvis.
Pedes quam iidem foeminae crassiores.
Urosternum octavum parameris nullis; urosternum nonum pa-
rameris quam penis parum brevioribus.
— 328 —
Penis elongatus, setis subtilibus brevibus instructus, apicem
urosterni noni spatio sat longo haud attingens.
Habitat. Exempla duo Q super M'*™ Lowe (Los Angeles) et
nonnulla 9 et g ad S. Francisco parum longe a maris litoribus
legi.
Petrobius (Pedetontus) superior sp. n.
© Corpus (in alcool) fusco-rufescens. Ocali (Fig. II, 1) sat
magni, inter sese per c. ‘/ oculorum longitudinem tangentes.
Oculus singulus (Fig. II, 2) fere '/, latior quam longior. Ocelli
(Fig. II, 2) lati, transversi, pistilliformes, parum angustati. Anten-
nae (Fig. II, 3-4) quam corpus longiores, articulo primo c. */, lon-
giore quam
latiore, flagel-
lo gradatim
magis atte-
nuato, ad api-
cem filiformi,
aliquantum
longe a basi
in articulis,
articulinis 9-
17 compositis,
diviso, articu-
lo primo et
secundo squa-
mosis, ceteris
setis et sen-
sillis cfr. fig.
II, 4.
Palpi maxil-
Fig. II. lares (Fig. II,
1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oeulus A et ocellus B su- 5 6) longi, at-
pra, capite parum obliquo, inspecti; 3. antennae pars basalis; 4. antennae tenuati, arti-
partis distalis articulini duo; 5. faeminae palpus maxillaris; 6. ejusdem R
articulus ultimus; 7.labii pars cum palpo; 8. pedis paris tertii tarsus et culo ultimo
praetarsus; 9. segmenti quinti urosternum; 10. segmenti septimi uro- praesertim at.
sternum; 14. segmenti quinti stilus; 12. ovipositoris valvarum inferiorum
pars apicalis. tenuato, acu-
to, squamis
et setis numerosis nec non articulis 5-7 supra spinis instructis,
articuli primi processu supero laterali externo sat brevi et latiu-
2
oy es eS eee
oo =
7
=” pe
sculo. Palpi labiales (Fig. II, 7) articulo ultimo apicem versus
gradatim paullulum crassiore, in apice ipso sensillis subconicis,
simplicibus instructi.
Thorax. Arcus thoracicus sat magnus. Pedes robusti, squamis
et setis numerosis brevibus, nec non in parte ventrali tibiae et
tarsi (Fig. II, 8) setis subspiniformibus instructi, paris tertii pro-
cessu coxali quam coxa c. !/3 breviore, tarso elongato, attenuato,
quam tibia °/, longiore; praetarsi unguibus ad apicem paullulum
arcuatis.
Abdomen. Urosterni pars mediana sat magna, in segmento
quinto (Fig. II, 9) quam urosternum dimidium vix brevior. Stili
(Fig. II, 11) attenuati, setis subtilibus sat longis et seta apicali sat
robusta, in segmento quinto quam urosterni pars praecedens c. '/
breviores, in segmento nono longi, quam praecedentes c. duplo
longiores, quam subcoxa urosterni noni vix breviores. Angulus
posticus internus subcoxarum IX triangularis apice valde angu-
stato, acuto.
Urosterna 2-6 utrimque vesiculis duabus, urosterna 1 et 7
utrimque vesicula singula instructa.
Ovipositor (Fig. II, 12) tenuis, longus, stilorum nonum apicem
et eorumdem setam apicalem inclusam etiam spatio sat longo
— mm. 1) superans, valvis sat crebre anulatis setis brevibus et
seta apicali longa instructis.
Cercus medianus in exemplis asservatis haud integer, si in-
teger forsan corporis longitudo parum superans, quam cerci late-
rales magis quam duplo longior.
Long. corp. mm. 11; lat thoracis 2,5; long. antennarum 12,
palporum maxillarium 4,5, pedum paris tertii 4,6, stilorum seg-
menti quinti 0,52, stilorum segmenti noni 1,68, cerci mediani haud
integri 10, cercorum lateralium 4,5.
Habitat. Exempla tria 9 et duo juvenilia ad Lebanon (Oregon)
super humum inter cespites vagantia legi.
Observatio. Species haec ad Ped. californicus proxima est,
sed oculorum magnitudine et ovopositoris longitudine praesertim
distinctissima est.
Petrobius (Pedetontus) submutans sp. n.
© Corpus (in alcool) fusco-nigrescens maculis nonnullis nigris
et vittis pallidis ornatum. Corporis squamae paucae (Fig. III, 1)
multo longiores quam latiores (p 208 x 39), aliae (Fig. III, 2) forma
— 330 —
consueta plus minusve longiores quam latiores. Oculi (Fig. III, 3)
magni, inter sese fere per oculorum longitudinis */, tangentes;
oculus singulus (Fig. III, 4) parum latior quam longior. Ocelli
(Fig. III, 4) lati transversales, pistilliformes. Antennae (Fig. III, 5-6)
in exemplis typicis haud integrae quam corpus parum longiores,
articulo primo fere dimidio latiore quam longiore, flagello grada-
tim attenuato parte apicali filiformi, parte distali in articulis, ar-
; ticulinis 8-9-
10-12 compo-
sitis divisa ,
articulis pri-
mo et secun-
do squamosis,
articulis cete-
ris setis bre-
vibus instru-
ctis.
Palpi ma-
xillares (Fig.
III, 7-8) atte-
nuati, squa-
mis et setis
numerosis
brevibus,
praeter spinas
Rig dorsuales ar-
i eee en ae eee en ticulorum D7
5. antennae pars basalis; 6. antennae partis distalis articulini duo; 7. pal- 7: instructi ;
ORO pedis ii ili de oom! gag ce
urosternum; 12. segmenti quinti stilus; 13. ovipositoris valvarum inferio- nultimo quam
rum pars apicalis; 14. maris palpi maxillaris articulus ultimus. ultimus ce. uP
Jongiore, ultimo magis attenuato. Palpi labiales (Fig. III, 9) articulo
ultimo apicem versus gradatim paullulum crassiore, apice sensillis
consuetis.
Thorax. Arcus thoracicus sat magnus. Pedes squamosi et in-
fra praesertim setis brevibus, nec non in parte ventrali femoris,
tibiae et praesertim tarsi (Fig. II, 10) setis spiniformibus instructi,
paris tertii processu coxali quam coxae longitudo */, breviore,
squamis et setis nonnullis longis robustis et aliis brevibus aucto,
we van oe
Un
x
È
— 31 —
tarso quam tibia c. '/, longiore, attenuato, praetarsi unguibus at-
tenuatis apice paullum arcuato, acuto.
Abdomen. Urosterni pars mediana sat magna, in segmento
quinto (Fig. III, 11; quam urosternum dimidium parum longior.
Vesiculae in urosternis 1,6-7 utrimque singula et in urosternis 2-5
utrimque duo sistunt. Stili squamis paucioribus et setis brevibus
et setis sat longis, sat subtilibus, nec non seta longa apicali ro-
busta instructi, in segmento quinto (Fig. III, 12) quam urosterni
pars praecedens c. ‘'/, breviores, in segmento nono quam octavi
duplo longiores et subcoxas ejusdem segmenti longitudine aequantes.
Urosternum septimum margine postico medio retrorsum, rotunda-
tim, aliquantum producto; urosterni noni subcoxae angulo interno
acuto et ad angulum et parum longe ab eodem setis spiniformi-
bus robustis 5 armatae.
Ovipositor (Fig. III, 13) tenuis, setam apicalem stilorum IX
spatio sat longo (c. 1 mm) superans, valvis crebre anulatis, setis
brevibus subtilibus et seta apicali longa instructis.
Cercus medianus in exemplis typieis haud integer quam corpus
parum longior; cerci laterales quam medianus minus quam */, bre-
viores.
Long. corp. mm. 11; lat. thoracis 2,6; long. antennarum 12,
palporum maxillarium 4, pedum paris tertii 4,40, stiloram segmenti
quinti 0,58, stilorum segmenti noni 1,35, cerci mediani 11,5, cer-
corum lateralium 3,8.
o Palpi maxillares infra setis sat numerosis longis, subtilio-
ribus instructi, articulo penultimo quam ultimus (Fig. III, 14) '/;
longiore, ultimo vix arcuato.
Habitat. Exempla legi ad Tacoma (Eatonville, Elbe), ad Long-
mire Springs (M. Tacoma), ad Lebanon (Oregon).
Variatio. In exemplis ex Eantoville oculus singulus interdum
tam latus, quam longus vel paullum longus quam latus.
Observatio. Species haec ad P. superior affinis est, sed oculis
inter sese spatio majore tangentibus et urosterno sexto utrimque
vesicula singula instructo bene distincta.
Petrobius (Pedetontus) persquamosus sp. n.
Q Corpus (in alcool) castaneum macula nonnulla parva ob-
scuriore. Oculi (Fig. IV, 1) inter sese per oculi longitudinem
e. */, tangentes. Oculus singulus (Fig. IV, 2) subaeque longus
— 332 —
atque latus. Ocelli (Fig. IV, 2) lati, transversi, angustati, parum
pistilliformes. Antennae (Fig. IV, 3-4) articulo primo ce. !/; lon-
giore quam latiore, flagello in exemplis typicis haud integro, si
integro forsan corporis longitudinem subaequante, gradatim magis
attenuato, parte distali in articulis, articulinis 8-10 compositis,
divisa, articulis 1-2 squamosis, ceteris setis cfr. Fig. IV, 4. Palpi
maxillares (Fig. IV, 5) arti-
culo ultimo quam penultimus
c. '/; breviore, apicem ver-
sus attenuato, spinis dorsuali-
bus elongatis armato, articulis
omnibus bene squamosis et
setis brevibus sat numerosis
instructo. Palpi labiales (Fig.
IV, 6) articulo ultimo apicem
versus gradatim parum cras-
siore, apice sensillis elongatis,
conicis instructo.
Thorax. Arcus thoracicus
sat parvus. Pedes robusti cras-
siusculi, squamis numerosis
etiam in tarso et setis brevi-
bus parum numerosis, nec
non ad femoris apicem ven-
Fig. IV. tralem, tibiae et tarsi praeser-
1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus tim (Fig. IV, 7) facie infera
A et ocellus B supra et parum oblique inspecti; ER ;
3. antennae pars basalis; 4. antennae partis di- setis subspiniformibus. elon-
Sia articulini duo; 5. foenumae palpi ln: gatis, aucta, praetarsi ungui-
articulus ultimus; 6. palpus labialis; 7. pedis paris È x
tertii tarsus et praetarsus; 8. segmenti quinti uro- bus sat elongatis, apice at-
sterni: P pars nen, AD oLan Status V ve- tenuato, acuto, paullulum ar-
sieulae; 9. stilus segmenti quinti. È 2 da
cuato, pedis paris tertil pro-
cessu coxali quam coxa parum minus quam dimidium breviore,
tarso quam tibia parum longiore.
Abdomen. Urosterni pars mediana sat magna, in segmento
quinto (Fig. IV, 8) quam urosterni longitudo c. */, breviore; urosterni
septimi pars mediana postice rotundatim aliquantum producta.
Vesiculae in segmentis 1,6,7 utrimque singula, in segmentis 2-5
utrimque duo sistentes. Stili in segmento quinto (Fig IV, 9) quam
urosterni pars praecedens dimidio c. breviores, bene squamosi,
setis modice numerosis attenuatis et seta sat robusta apicali in-
— 333 —
structi. Stili segmenti noni quam octavi c duplo longiores et quam
subcoxae ejusdem segmenti parum breviores. Superficies infera
subcoxarum postice, ad marginem, spinis 2-3 robustis armata.
Ovipositor tenuis, valvis crebre anulatis et breviter setosis,
stilorum segmenti noni setam apicalem paullulum superans.
Cercus medianus integer quam corpus paullulum brevior et
quam cerci laterales magis quam duplo longior.
Mas ignotus.
Long. corp. mm. 10; lat. thoracis 2,4; long. antennarum haud
integrarum 7, palporum maxillarium 3,5, pedum paris tertii 3,6,
stilorum segmenti quinti 0,45, stilorum segmenti noni 1,25, cerci
mediani 9, cercorum lateralium 3,5.
Habitat. Exempla duo in nemoribus ad Shasta Springs (Ca-
lifornia) inter saxa legi.
Observatio. Species haec, toeminae characteribus saltem, ad
P. submutans proxima est, sed oculorum forma, squamis in pal-
porum maxillarium articulo ultimo, in stilis et in tarso magis nu-
merosis sat bene distincta est.
Petrobius (Pedetontus) ealearatus sp. n.
Corpus (in alcool) obscure casteneum. Oculi (Fig. V, 1-2) magni,
inter sese fere per longitudinis oculi 7/, tangentes. Oculus singulus
(Fig. V, 2) fere tam longus quam latus. Ocelli laterales (Fig. V, 2)
lati, transversi, sat angusti, quam oculi fere '/; minus lati, forma
parum subpistilliformi. Antennae (Fig. V, 3-4) quam corpus, secun-
dum exempla asservata, aliquantum breviores, articulis primo et
secundo squamosis, primo e. duplo longiore quam latiore, flagello
gradatim attenuato, parte distali in articulis, articulinis (9-)10 com-
positis, divisa, setis et sensillis cfr. fig. V, 4.
Mandibulae (Fig. V,5) apice latiusculo, parum profunde 4-lo-
bato. Maxillae lobo interno cfr. fig. V,6, lobo externo in parte
apicali sensillis nonnullis conicis brevissimis et setis brevissimis
subtilibus sparsis aucto. Palpi maxillares (Fig. V, 7-8) sat breves,
gradatim attenuati, toti squamosi et setis nonnullis sparsis, nec
non ad apicem articuli quinti et per superficiem superam articu-
lorum 6-7 spinis nonnullis robustis armati. Palpi labiales articulo
— ultimo (Fig. V, 9) apicem verrus paullulum dilatato et in apice
ipso sensillis nonnultis subconicis, longiusculis, instructo.
— 334 —
Thorax. Arcus thoracicus parvus. Pedes sat longi et sat ro-
busti, toti squamosi, processu coxali conico, paris tertii quam
coxae longitudo fere dimidio breviore, squamis et setis nonnullis
instructo, femore, tibia et tarso (Fig. V, 10) infra setis subspinifor-
x: n
LAN
CARON
LANA
A
DAS
FI
APR
iP
Fig. V.
1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus et ocellus supra, capite parum obliquo,
inspecti; 3. antennae pars basalis; 4. antennae partis distalis articulini duo; 5. mandibulae
apex; 6. maxillae lobi interni apex; 7. foeminae palpus maxillaris; 8. palpi maxillaris
articulus ultimus; 9. palpi labialis articulus ultimus; 10. pedis paris tertii tarsus et prae
tarsus; 11. segmenti quinti urosternum; 12. segmenti septimi urosternum; 13. segmenti
quinti stilus; 14. ovipositoris valvarum inferiorum pars apicalis; 15. maris palpi maxil-
laris articulus ultimus; 16. maris urosternum octavum; 17. maris urosternum nonum: F
paramera, G penis, P urosterni pars mediana, R subcoxa, S stilus.
mibus nec non setis subtilibus auctis, praetarsi unguibus sat bre-
vibus, apice attenuato acuto paullulum arcuato.
Abdomen. Urosterni pars mediana in segmento quinto (Fig. V,
11) quam urosternum dimidium aliquantum longior, urosterni septi-
mi pars postica mediana (Fig. V, 12) postice rotundatim aliquantum
producta. Stili segmenti quinti (Fig. V, 15) quam urosternum c.
dimidio breviores, squamis et setis subtilibus longis, nec non seta
ıobusta longa apicali aucti; stili segmenti noni quam subcoxae
ejusdem segmenti c. */. breviores, crassiusculi. Subcoxae segmenti
noni ad apicem parum longe a margine interno spinis 2-3 in-.
— 335 —
structae. Urosterna 2-5 utrimque vesiculis duabus, urosterna 1, 6
et 7 utrimque vesicula singula aucta.
Ovipositor (Fig. V, 14) crassus, stilos segmenti noni vix supe-
rans valvis crebre anulatis, setis subtilibus sat longis et anu-
lis 2-3 apicalibus processibus 3-5, nec non anulis 4-5 valvae sin-
gulae parum ante partem apicalem seta robusta spiniformi sat
longa introrsum vergente armatis.
Cercus medianus quam corpus parum longior et quam la-
terales °/, longiores.
Long. corp. mm. 10; lat. thoracis 2,2; long. antennarum 8, pal-
porum maxillarium 3, pedum paris tertii 3,2, stilorum segmenti
quinti 0,40, stilorum segmenti noni 1,10, cerci mediani 10,5, ceı-
corum lateralium 3,5.
O Palpi maxillares quam iidem foeminae parum longiores,
infra (Fig. V, 15) setis numerosis longis subtilioribus instructi.
Urosternum octavum (Fig. V, 16) vesiculis vet parameris nul-
lis; urosterum nonum parameris quam penis vix brevioribus.
Penis (Fig. V, 17) quam urosternum aliquantum brevior, parte
apicali subeylindracea, aliquantum depressa.
Habitat. Exempla nonnulla vidi ad Valmont Buttes et Boulder
Cafion (Colorado) collecta et in Museo New Yorkensi asservata.
Machilis? strenua sp. n.
Corpus (in alcool) rufescens. Oculi (Fig. VI, 1) inter sese fere
per oculi longitudinis °/, tangentes; oculus singulus (Fig VI, 2)
c. '/,, latior quam longior. Ocelli (Fig. VI, 2) latiores, transversi,
angustati, subpistilliformes. Antennae (Fig. VI, 3-4) quam corpus
longiores, totae squamis et setis instructae, articulo primo fere
dimidio breviore quam longiore, flagello gradatim magis atte-
nuato parte apicali subfiliformi, c. dimidia parte distali in arti-
culis, articulinis c. 18 compositis, divisa, setis et sensillis cfr.
fig, VI, 4 Palpi maxillares (Fig. VI, 5-6) longi, apicem versus ali-
quantum attenuati, squamis et setis brevibus numerosis nec non
spinis dorsualibus brevibus, robustis in articulis 5-7 instructi, articuli
primi processu supero apicali externo longo, articulo penultimo
quam ultimus '/; longiore, articulo ultimo vix arcuato. Palpi la-
biales (Fig. VI, 7) articulo ultimo subtriangulari, apice latiore,
oblique truncato, sensillis numerosis instructo.
— 336 —
Thorax. Arcus thoracicus parvus. Pedes longi, robusti, squamis
et setis brevibus nec non in femoris, tibiae et tarsi parte infera
spinis apice nigriscentibus instructi, paris tertii processu coxali
quam coxa fere dimidio breviore, tarso quam tibia parum lon-
giore, praetarsi unguibus brevibus, apice paullulum arcuato.
Abdomen. Urosterni pars mediana sat magna, in segmento
quinto (Fig. VI, 8) c. dimidium urosternum aequans. Urosternum
Fig. VI.
1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A etocellus B supra, capite parum obli-
quo,inspecti;3 antennae pars basalis; 4. antennae partis distalis articulini duo; 5. palpus
maxillaris; 6. ejusdem articulus ultimus; 7. palpus labialis; 8. segmenti quinti uroster-
num; 9. segmenti quinti stilus; 10. pars postica subcoxarum segmenti noni et ovipositoris,
stilorum pars basalis: 0 ovipositor, R subeoxae, S stili.
r
i" medium postice rotundatim aliquantum productum, urosterni
noni subecoxarum angulo interno triangulari acuto et superficie
postica ad marginem setis tribus robustis aucta. Stili (Fig. VI, 9) |
squamis et setis longis, robustis, nigrescentibus nec non spina 3
apicali sat robusta et sat brevi instructi, segmenti quinti quam —
urosterni pars praecedens c. '/; breviores, segmenti noni quam —
octavi fere ‘/, longiores et subcoxas ejusdem segmenti longitu-
dine subaequantes. |
i
MN SEEN
— 337 —
Ovipositor (Fig. VI, 10) crassus, brevis, apicem anguli interni
urosterni noni paullulum superans, valvis anulatis setis brevibus
subtilibus instructis.
Cercus medianus quam corpus longior, sed in exemplis typicis
haud integer est, quam cerci laterales magis quam duplo longior.
Long. corp mm. 12, lat. thoracis 2,6; long. antennarum (haud
omnino integrarum) 15, palporum maxillarium 5, pedum paris
tertii 4,5, stilorum segmenti quinti 0,65, stilorum segmenti noni
1,7, cerci mediani haud integri 12, cercorum lateralium 5.
Mas ignotus.
Habitat. Exempla tria inter saxa in nemoribus ad Shasta Springs
(California) legi.
Observatio. Species haec antennarum articulis omnibus squa-
mosis, palporum labialium forma, ovipositoris brevitate et crassitie
a praecedentibus distinctissima est et magno cum dubio ad gen.
Machilis Latr. relata; forsan cum mas notus sit, ad genus novum
adscribenda est.
7
Allopsontus americanus sp. n.
o Corpus (in alcool) rufo-fuscum. Oculi (Fig. VII, 1) inter
sese spatio parvo, c. per oculi longitudinis !/3, tangentes. Oculus
singulus (Fig. VII, 2) c. '/,latior quam longior Ocelli (Fig. VII, 2)
lati transversi, subrettangulares inter sese spatio lato remoti. An-
tennae in exemplo typico haud integrae, parte sistente (long. mm.2,5)
squamis et setis instructa, articulo primo fere duplo longiore quam
latiore. Palpi maxillares (Fig. VII, 3) elongati, parte distali atte-
nuata, squamosi et setosi, infra setis subtilioribus longis instructi,
articuli primi processu supero apicali sat longo, triangulari,
partis distalis spinis dorsualibus sat longis, articulo penultimo quam
ultimus c. '/, longiore, articulo ultimo (Fig. VII, 4) sat attenuato.
Palpi labiales (Fig. VII, 5) articulo ultimo apice aliquantum di-
latato, introrsum aliquantum producto, sensillis numerosis aucto.
Thorax. Arcus thoracicus sat parvus. Pedes sat robusti,
squamis vestiti et setis subtilibus, infra sat longis vel longis, in-
structi, nec non in parte infera femoris, tibiae tarsique setis non-
nullis longis sat robustis aucti, pedis paris tertii processu coxali
quam coxae longitudo c. '/; breviore, tarso (Fig. VII, 6) gradatim
attenuato quam tibia c. 1/; longiore, praetarsi unguibus sat longis,
attenuatis, apice paullulum arcuato.
22
A ii
— 338 —
Abdomen. Uresternorum pars mediana (Fig. VII, 7) sat magna
triangularis; urosterna 1, 6-7 utrinque vesicula singula et uro-
sterna 2-5 utrinque vesiculis duabus instructa; subcoxae segmenti
octavi utrinque, spatio sat longo ante marginem posticum, spina
auctae, subcoxae
segmenti noni pa-
rum longe a mar-
gine interno serie
longitudinali spina-
rum 6-7 instructae.
Stili (Fig. VII, 8)
squamis sat longis,
sat subtilibus nec
non seta apicali in-
structi, stili seg-
menti quinti quam
urosterni pars prae-
cedens dimidio bre-
viores, segmenti
noni quam octavi
C. ”/; longiores et
aliquantum crassio-
Fig. VO.
1. Oculi A et ocelli B supra inspectì; 2. oculus A et ocellus
B supra, capite parum obliquo, inspecti; 3. palpus maxillaris; 4. T€S, quam subcoxae
ejusdem articulus ultimus; 5. palpus labialis; 6. pedis paris tertii tar- ejusdem segmenti
sus et praetarsus; 7. urosternum segmenti quinti; 8. ejusdem stilus.
*/, breviores.
Penis subcylindraceus, apicem urosterni noni spatio sat longo
haud attingens, quam paramera vix longior. Paramera forma con-
sueta, anteriora multo brevia, postica penis longitudinem subae-
quantia, anulis incompletis 6-7 interne setis numerosis brevibus
crassiusculis instructa.
Cerci in exemplis typicis haud integri sunt.
Long. corp. mm. 8,5, lat. thoracis 2; long. antennarum ?, pal-
porum maxillarium 3, pedum paris tertii 3,35, stilorum segmenti
quinti 0,33, stilorum segmenti noni 0,80, cercorum ?.
Habitat. Exempla duo in nemoribus ad Jalapa (Mexico) legi.
Gen. Mesomachilis nov.
© Corpus antennis fere usque ad apicem, palpis, pedibus et
stilis inclusis, squamis indutum. Oculi (Fig. VIII, 1-2) sat magni, —
inter sese spatio magno tangentes. Ocelli lati, transverse pistilli-
fee n di Anti atlanti nnt
det Ag ei
formes. Antennae (Fig. VII, 3-4) articulo primo fere duplo lon-
giore quam latiore, flagello longo, sat robusto, gradatim attenuato
longitudinis causa apice filiformi, articulis aliquantum longe a basi
articulinis 15-18 compositis, setis et sensillis cfr. Fig. VII, 4. Mandi-
bulae (Fig. VIII, 5) apice bene 4-dentato. Palpi maxillares (Fig. VIII,
Fig. VIII.
1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A et ocellus B supra, capite parum obli-
quo, inspecti; 3. antennae pars basalis; 4. antennae partis distalis artieulini duo; 5. man-
dibulae apex; 6. palpus maxillaris; 7. palpi maxillaris articulus ultimus; 8. labii pars
cum palpo; 9. pes paris tertii; 10, segmenti quinti urosternum; 11. segmenti quinti stilus;
12. maris pes paris tertii: E processus coxalis; 13. maris pedis paris tertii pars basalis
externa coxae; 14. maris urosterna 8um et dum.
6-7) longi, forma consueta. Palpi labiales (Fig. VIII, 8) articulo
ultimo apicem versus gradatim parum crassiore, sensillis apicalibus
subconicis instructo.
Arcus thoracicus magnus. Pedes sat longi et sat robusti,
paris tertii (Fig. VIII, 9) lantum processu coxali instructi, tarso
gradatim parum attenuato, infra seriebus duabus setarum spini-
formium armato, praetarsi unguibus acutis paullulum arcuatis.
Abdomen. Urosternum 2-7 pars mediana (Fig. VIII, 10) sat
magna, triangularis; urosterna primum, sextum et septimum utrin-
que vesicula singula, urosterna 2-5 utrinque vesiculis duabus
— 340 —
instructa. Stili in urosternis 2-9 sistentes, subtus setis sat robustis
aucti.
Cerci longiores.
Ovipositor brevis, robustus, anulatus, breviter setosus, inermis.
ST Pedum paris terlii cora processu minimo (Fig. VIII, 12-
13 E) instructa. Penis (Fig. VII, 14) apice, lato, depresso infra
spinulis aucto, quan paramera longiore. Segmentwn nonum
tantum parameris duobus (Fig. VII, 14) instructum.
Typus: Mesomachilis nearclicus Sp. n.
Observatio. Genus hoc ad Petrobius Leach proximum, sed
pedibus paris secundi processu coxali destitutis praesertim di-
stinctissimum est.
Mesomachilis neareticus sp. n.
Corpus (in alcool) rufo-castaneum. Oculi (Fig. VIII, 1-2) in-
ter sese c. per °/, longitudinis tangentes; oculus vix latior quam
longior. Ocelli (Fig. VI,2) pistilliformes, parte mediana multo angu-
stata. Antennae in exemplis asservatis haud integrae, quam cor-
pus '/, longiores.
Palpi maxillares (Fig. VIII, 6-7) articulo ultimo sat attenuato,
spinis superis robustis. Palpi labiales (Fig. VIII, 8) ad apicem c. */,
quam ad basim latiores.
Pedes infra et supra setis nonnullis tenuibus, tarso (Fig. VII,9)
infra seriebus duabus setarum subspiniformium et tibia et fe-
more, ad apicem, etiam setis nunnullis subspiniformibus auctis.
Pedes paris tertii (Fig. VIII, 9) processu coxali bene evoluto,
conico, quam coxa dimidio vel aliquantum magis quam dimidium
breviore.
Stili (Fig. VIII, 11) infra setis sat numerosis, sat robustis, in
parte distali nigriscentibus et seta robusta apicali spiniformi aucti,
segmenti quinti quam urostermi longitudinis c.!/; breviores, seg-
menti noni quam quinti c. duplo longiores, quam subcoxae ejusdem
segmenti (processu interno haud sumpto) parum longiores. Urosterni
segmenti quinti pars mediana (Fig. VIII, 10) quam urosternum
idem parum minus quam dimidium brevior. Urosterni septimi an-
guli mediani retrorsum rotundatim vix producti.
Ovipositor urosterni noni apicem vix superans.
Cercus medianus quam corpus longior et quam cerci laterales
magis quam duplo longior.
a De na calorici it ic in sc hall
È
di
-
‘
— 341 —
Long. corp. mm. 12; lat. thoracis 2,9; long. antennarum 18,
palpi maxillaris 5, pedum paris tertii 4, stili segmenti quinti 0,95,
stili segmenti noni 2, cerci mediani 15.
o Foeminae similis, parum minor, characteribus in generis
descriptione expositis diversus est
Habitat Exemplum typicum 9 ad M.'e™ Lowe (Los Angeles) et
alterum 9 super saxum ad Yosemite Park (California) legi; exem-
plum 9 etiam vidi ad Boulder Caîion (Colorado) collectum et
mares duos ex eodem loco.
Gen. Neomachilis nov.
Q Corpus, antennarum articulis 1-2, palpis, pedibus et stilis
inclusis, squamis (Fig. IX, 1) indutum. Oculi (Fig. IX, 2-3) inter
Fig. IX.
1. Corporis squama dorsualis; 2. oculi A et ocelli B supra inspecti; 3. oculus et ocellus
B supra, capite parum obliquo, inspecti; 4. antennae pars basalis; 5. antennae partis di-
stalis articulinus; 6. mandibulae apex; 7. maxillae lobi interni apex; 8. foeminae palpus
maxillaris; 9. ejusdem articulus ultimus; 10. foeminae labii pars cum palpo; 11. palpi
labialis apex; 12. pes paris tertii; 13. pedis paris tertii tarsus et practarsus; 14. segmenti
quinti urosternum; 15. segmenti quinti stilus; 16. ovipositoris valvarum inferiorum pars
apicalis; 17. maris palpi maxillaris articulus ultimus; 18. maris labii pars cum palpo; 19.
maris urosternum octavum; 20, urosternum nonum.
sese spatio sat magno tangentes. Ocelli (Fig. IX, 3) transversi,
ante partem anticam lateralem oculorum siti, nigri. Antennae fla-
er
gello gradatim attenuato et in parte distali in articulis, articuli-
nis 8-10 compositis, diviso. Mandibulae (Fig. IX, 6) apice 4-dentato;
maxillae lobo interno cfr. fig. IX, 7. Palpi maxillares (IX,8-9) parte
distali gradatim attenuata. Palpi labiales (Fig IX, 10) articuli ul-
timi apice quam basis paullum crassiore, sensillis subconicis,
simplicibus instructo.
Arcus thoracicus sat magnus. Pedes secundi et tertii paris
(Fig. IX, 12-13) processu coxali instructi, tarso gradatim attenuato
praetarsi unguibus acutis, paullulum arcuatis.
Abdomen. Urosternorum 2-7 pars mediana (Fig. IX, 14) sat
magna, longa, triangularis; urosterna 1-7 utrinque vesicula sin-
gula instructa, urosterna 2-9 utrinque stilo aucta.
Ovipositor tenuis, longus, anulatus.
Cercus medianus longus, quam cerci laterales multo longior.
$ Palpi maxillares articulo ultimo (Fig. IX, 17) paullulum
attenuato, articulorum ultimi et penultimi parte infera setis bre-
vissimis pluribus instructa. Palpi labiales (Fig. IX, 18) articulo
secundo parum longe a basi extrorsum dilatato.
Paramera (Fig. IX, 19-20) in segmento 8° et in segmento 9°
sistentia.
Penis subcylindraceus quam segmenti noni urosternum brevior.
Typus: Neomachilis halophilus sp. n.
Observatio Genus hoc ad Dilta Strand proximus, sed ocellorum
forma et maris characteribus bene distinctum est.
Neomachilis halophilus sp. n.
Corpus (in alcool) rufo-castaneum Oculi (Fig. IX, 2-3) inter
sese parum magis quam dimidia longitudo oculi tangentes. Oculus
singulus (Fig. IX, 3) parum magis quam '/, latior quam longior.
Ocelli laterales (Fig. IX, 3) inter sese multo remoti, transversi,
subrectangulares lateribus externo et interno plus minusve rotun-
datis, magis quam ?/, latioribus quam longioribus, latere externo
oculorum marginis externi libellam parum superantes. Antennae
(Fig. IX, 4-5) quam corpus aliquantum breviores, articulo primo
minus quam duplo longiore quam latiore, flagelli parte basali sat
crassa, parte cetera gradatim magis attenuata, ab articulo 10-13
in articulis compositis, apicem versus gradatim magis distinctis —
et articulinis magis numerosis constitutis, divisae, articulo apicali
(vel subapicali) articulinis 10 composito, setis cfr. Fig.IX,5 Palpi 3
— 343 —
maxillares (Fig. IX, 8-9) articuli primi processu supero laterali
externo brevi, articulo ultimo attenuato acuto, spinis superis sat
robustis. Palpi labiales (Fig. IX, 10) articuli ultimi apice quam
ceterum paullum crassiore.
Arcus thoracicus sat magnus. Pedes robusti, toti squamosi,
tarso infra setis sat numerosis, sat robustis instructo, tibia etiam
seta nonnulla robusta infra aucta, praetarsi unguibus apice paul-
lum arcuato, processu coxali paris tertii quam coxae longitudo
dimidio breviore.
Abdomen. Urosterni quinti (Fig. IX, 14) pars mediana quam
longitudo ejusdem urosterni dimidio brevior. Urosterni septimi
subcoxarum angulus internus retrorsum spatio sat longo (mm. 0,16)
productus, rotundatus. Stili seta apicali longa, robusta et setis sat
numerosis ventralibus sat numerosis, longis, parum robustis in-
structi, segmenti noni quam ceteri aliquantum robustiores et lon-
‘ giores, quam subceoxae ejusdem segmenti c. '/, breviores.
Ovipositor (Fig. IX, 16) tenuis, anulatus, breviter setosus,
apice parum magis attenuato, longus, setae apicali stili IX apicem
spatio sat magno (c. '/; - 1 mm.) superans.
Cercus medianus quam corpus parum longior et quam cerci
laterales magis quam °/, longior.
Long. corp. mm. 13; lat. thoracis 26: long. antennarum 11,
pedum maxillarium 4, pedum paris tertii 4,5, stili segmenti quinti
5,2, segmenti noni 1,30, cerci mediani 14, cercorum lateralium 4,2.
S Palpi maxillares articulo ultimo (Fig. IX,.17) apicem versus
gradatim paullulum attenuato, apice ipso convexiusculus spinis
robustis brevioribus armato, articulorum ultimi et penultimi parte
infera setis brevissimis pluribus aucta. Palpi labiales (Fig. IX, 18)
articulo secundo parum supra basim extrorsum dilatato, setis plu-
ribus brevissimis et setis nonnullis longis subtilioribus instructo.
Paramera (Fig. IX, 19-20) anulata et interne breviter setosa.
Paramera postica quam penis vix breviora.
Penis (Fig. IX, 20) subcylindraceus, quam paramera postica
vix longior et quam subcoxae segmenti noni aliquantum brevior.
Habitat. Exempla nonnulla ad Montrey (California) et exempla
tria ad S. Francisco per saxa maris litorum vagantia legi.
— 344 —
Machiloides Banksi sp. n.
dg Corpus (in alcool) rufo-fuscum. Oculi (Fig. X, 1) magni,
inter sese per c. °/, oculi longitudinis tangentes; oculus singulus
(Fig. X, 2) ce. ‘4 latior quam longior, vel minus. Ocelli (Fig. X, 2)
lati, sat angustati, quam oculus singulus c. '/ minus lati, parum
pistilliformes. —
Antennae (Fig.
X , 3-4) per-
longae, in exem-
plis typicis haud
integra essed
Corpus superan-
tes, articulo pri-
mo cylindraceo,
longo, parum mi-
hus quam triplo
longiore quam
latiore, setis plu-
ribus brevibus
instructo, flagel-
lo gradatim at-
tenuato, parte
distali in articu-
lis, articulinis
1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A et ocellus 12-15 compositis,
B supra, capite parum obliquo, inspecti; 3. antennarum pars basa- divisa, setis cfr.
iss, 4. rn pars distalis Bez duo; DI spalpus maxillaris fig. x, A. Palpi
articulus ultimus; 6. palpus labialis; 7. pedis paris tertii tarsus et :
praetarsus; 8. segmenti quinti urosternum; 9. ejusdem stilus; 10. palpi maxillares (Fig.
maxillaris articuli 1-2: © processus superus externus articuli primi, xs 5 et 10) longi,
D processus preapicalis internus articuli secundi, H processus apicali 8 o
internus et I processus basalis articuli primi. attenuati, setis
brevibus pluri-
bus instructi, spinis dorsualibus partis distalis sat robustis, articuli
primi processu supero externo sat longo triangulari, articuli secundi
processu praeapicali interno longo, bene arcuato, attenuato,
acuto, articulo penultimo quam ultimus c. !/; longiore, articulo 2
ultimo multo attenuato. Palpi labiales (Fig. X, 6) articulo ultimo
longo, apice convexo vix incrassato, sensillis sat numerosis in-
structo.
Fig. X.
— 345 —
Thorax. Arcus thoracicus sat parvus. Pedes longi, setis plu-
ribus brevibus et nonnullis sat longis, nec non tibiae et tarsi parte
infera spinarum brevium seriebus duabus instructi, paris tertii
processu coxali quam coxae longitudo c. °/, breviore, setis plu-
ribus brevibus et nonnullis longis aucto, tarso (Fig. X, 7) grada-
tim attenuato, quam tibia c. '/, longiore, praetarsi unguibus sat
longis, apice paullulum arcuato.
Abdomen. Urosterna (Fig. X, 8) parte mediana perparva, 1-7
utrinque vesicula singula lata instructa. Stili (Fig. X, 9) setis nu-
merosis sat longis, parum robustis et seta apicali instructi ; stili
segmenti quinti quam urosterni pars praecedens c. ‘/ breviores,
segmenti noni quam octavi parum minus quam duplo longiores
et parum crassiores.
Penis brevissimus; paramera nulla.
Cercus medianus in exemplis typicis haud integer, si integer
certe quam corpus longior.
Lon. corp. mm. 9,5, lat. thoracis 2,2; long. antennarum haud
integrarum 13, palporum maxillarium 4, pedum paris tertii 4,10,
stilorum segmenti quinti 0,58, stilorum segmenti noni 1,26, cerci
mediani ?, cercorum lateralium 4,2.
Habitat. Exempla tria ad Great Falls, Va. legit Nathan Banks,
cui species dicata est.
Observatio. Species haec scapi antennarum longitudine, palpi
labiali forma inter ceteras distinctissima est.
Gen. Hypomachilodes nov.
© Corpus, praeter antennas totas, palpos, pedes et stilos, squa-
mis indutum. Oculi inter sese spatio parvo tangentes. Ocelli lati,
approximati. Antennae flagello valde attenuato et in parte distali
in articulis compositis diviso. Palpi maxillares (Fig. XI,4-5) arti-
culo primo processu supero externo longo triangulari et processu
conico ad basim instructi, apice attenuato.
Arcus thoracicus sat parvus. Pedes primi et secundi paris
processu coxali destituti, paris tertii processu coxali brevi aucto,
tarso gradatim parum attenuato infra spinis armato, praetarsi un-
guibus paullulum arcuatis.
Abdomen. Urosternorum (Fig. XI, 10) pars mediana perparva;
urosterna 1-7 utrinque vesicula singula, 2-9 utrinque stilo aucta.
— 346 —
Ovipositor longus, tenuis, anulatus.
Cerci forma consueta.
Typus: Hypomachilodes texanus sp. n.
Observatio. Genus hoc a Machilodes Silv. pedibus paris se-
cundi processu coxali destitutis distinctum est.
Hypomachilodes texanus sp. n.
© Corpus (in alcool) fuscum palpis maxillaribus pedisque ni-
gro maculatis. Qculi (Fig. XI, 1) inter sese fere per !/; oculi lon-
Fig. XI.
1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. antennarum pars basalis ;
3. antennarum partis distalis articulini duo; 4. palpus maxillaris; 5. ejus-
dem articulus ultimus; 6. palpus labialis; 7. pes paris tertii; 8. ejusdem
processus coxalis; 9. ejusdem tarsus et praetarsus; 10. segmenti quinti
urosternum; 11. ejusdem stilus; 12. ovipositoris valvarum inferiorum
pars distalis.
gitudinis tan-
gentes; ocu-
lus singulus
parum latior
quam longior.
Ocelli Er
XI, 1. lati, ap
proximati,
subpistillifor-
mes.
Antennae
iFig. XI, 2-3)
in exemplo
typico haud
beneintegrae,
quam cor-
pus brevio-
res; articule
primo minus
quam duplo
long 1028
quam latiore,
setis brevibus
instructo, fla-
gello attenua.
to, parte distali in articulis, articulinis 8 compositis, diviso, setis cfr.
fig. X, 3. Palpi maxillares (Fig. 4-5) longi, setis brevibus et aliis
sat brevibus instructi, parte distali attenuata, spinis dorsualibus ro-
bustis nigrescentibus, articulo penultimo quam ultimas c. '/, lon- 3
giore Palpi labiales (Fig. XI, 6) articulo ultimo sat brevi, apice
dilatato, introrsum parum vergente, sensillis sat longis aucto.
— 347 —
Thorax. Arcus thoracicus sat parvus. Pedes sat graciles, se-
tosi, tibiae tarsique parte infera (Fig. XI, 7 et 9) spinis robustis ni-
grescentibus armatis, pedis paris tertii processu coxali quam coxae
longitudo magis quam */; breviore, conico, setis nonnullis instructo.
Abdomen. Urosterna (Fig. XI, 10) parte mediana perparva,
vesiculis latis, stilis (Fig. X, 11) setis numerosis longis, parum
robustis et seta apicali instructi, stili segmenti quinti quam uro-
sterni pars praecedens fere duplo breviore, segmenti noni quam
octavi parum magis quam '/, longiores et aliquantum crassiores
et quam subcoxae ejusdem segmenti c. dimidio breviores.
Ovipositor (Fig. XI, 12) tenuis, setae stilorum segmenti noni
apicem aliquantum (mm. 0,520) superans, valvis anulatis, setis
nunnullis brevibus et sat longis instructis.
Cercus medianus in exemplo typico maxima pro parte abrupto.
Long. corp. mm. 8; lat. thoracis 2,2; long. antennarum haud inte-
grarum 6, palporum maxillarium 2,7, pedum paris tertii 2,7, sti-
lorum segmenti quinti 0,26, stilorum segmenti noni 0,6, cerci me-
diani ?, cercorum lateralium 2,75.
Habitat. Exemplum vidi ad Austin (Texas) collectum.
Machilellus mexicanus sp. n.
© Corpus (in alcool: subcastaneum. Oculi (Fig. XII, 1) inter
sese spatio parvo (per c. */, oculi longitudinis) tangentes. Oculus
singulus (Fig. XII, 2) c '/; latior quam longior. Ocelli (Fig. XI, 2)
lati, oblique transversi, parum angustati, subpistilliformes.
Antennae (Fig. XII, 5-4) corporis longitudinem aequantes, arti-
culo primo fere duplo longiore quam latiore, setis pluribus bre-
vibus instructo, flagello attenuato, parte distali tenuiore in arti-
culis, articulinis 15-17 compositis, divisa, setis cfr. fig. VII, 4.
Palpi maxillares (Fig. XII, 5-6) longi, apice attenuato, setis plu-
ribus brevibus et partis distalis spinis dorsualibus sat longis in-
structi, articulo penultimo quam ultimus c. '/; longiore, articuli
primi processu supero externo triangulari sat longo. Palpi labiales
(Fig. XII, 7) articulo ultimo apice aliquantum dilatato introrsum
producto, sensillis apicalibus numerosis aucto.
Thorax. Arcus thoracicus sat magnus. Pedes (Fig. XII, 8-9)
sat robusti, setis pluribus brevibus et aliis sat longis, nec non in
femoris et tibiae parte infera setis spiniformibus nonnullis robustis
et tarso infra ad basim setis spiniformibus nunnullis, ad apicem
— 348 —
setis robustis longis aucto, praetarsi unguibus sat longis, apice
parum arcuato.
Abdomen. Urosterna (Fig. XII, 10) parte mediana perbrevi,
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Fig. XII.
1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A et ocellus B su-
pra, capite parum obliquo, inspecti; 3. antennarum pars basalis;
4. antennarum partis medianae articulini duo; 5. palpus maxillaris;
6. ejus dem articulus ultimus; 7. palpus labialisj 8. pes paris tertii;
9. ejusdem tarsus et praetarsus; 10. segmenti quinti urosternum;
11. ejusdem stilus.
1-7 utrinque ve-
sicula singula
instructa. Stili
(Fig. XIT, 11) se-
tis sat numero-
sis, parum robu-
stis, sat longis,
nec non seta a-
picali longa in-
structi; stili seg-
menti quinti
quam urostermi
pars praecedens
fero duplo bre-
viores, segmenti
noni quam octa-
vi c.°/„ longiores
et robustiores.
Oviposi-
tor longus, te-
nuis, apicem se-
tae apicalis sti-
lorum segmenti
noni parum su-
perans, valvis anulatis, setis brevibus et sat longis, subtilibus in-
structis.
Cercus medianus in exemplo typico haud integer, si integer
forsan quam corpus parum brevior, lateraliter spinis brevibus ar-
mato, cerci laterales latere interno spinis etiam armato.
Long. corp. mm. 9; lat. thoracis 2,5; long. antennarum 9, pal-
porum maxillarium 3,5, pedum paris tertii 2,95, stilorum segmenti
quinti 0,39, stilorum segmenti noni 1,18, cerci mediani haud in-
tegri 6, cercorum lateralium 3,2.
Habitat. Exemplum typicum ad Cuernavaca (Mexico) legi.
Machilinus aurantiacus (Schött)
Syn. Machilis aurantiacus Schött, Proc. Calif. Ac. Sei. VI (1896), p. 188,
PI. XVII, fig. 42-44.
ai i ri ti o
— 349 —
Q Corpus subcastaneum. Oculi (Fig. XIII, 1) inter sese per
c. oculi longitudinis °/, tangentes. Oculus singulus (Fig. XIII, 2)
subaeque longus atque latus in parte antica, laterali aliquantum
sinuatus. Ocelli laterales parvi transversi-obliqui, subelliptici, ar-
gentei, in parte antica laterali oculorum siti. Antennae (Fig. XIII,
3-4) in exemplis typicis integrae videntur et quam corpus paul-
Fig. XIII.
1. Oculi A et ocelli B supra inspecti; 2. oculus A et ocellus B supra, capite parum obli -
quo, inspecti; 3. antennarum pars basalis; 4. antennarum partis distalis articulini duo;
5. frontis particula pone ocellum medianum; 6. mandibula; 7, palpus maxillaris; 8. ejus-
dem artieulus ultimus; 9. palpus labialis; 10. pes paris tertii; 11. ejusdem tarsus et prae-
tarsus; 12. segmenti secundi urosternum; 13. segmenti tertii urosternum; 14. ejusdem
stilus; 15. ejusdem stili apex; 16. maris palpi maxillaris articuli 1-2.
lulum breviores, articulis primo et secundo setis pluribus brevibus
instructis, squamis destitutis, flagello gradatim magis attenuato
parte distali in articulis, articulinis (7- ) 8 compositis, bene di-
visa, setis et sensillis cfr. fig. XIII, 4. Frontis pars mediana inter
oculos et ocellum anticum setis (Fig. XII, 5) brevibus, robustis
apice introrsum vergente aucta. Mandibulae (Fig. XII, 6) apice
nigrescente, latiusculo, bene 4-dentato. Maxillae lobi interni apicis
dentibus externis nigrescentibus. Palpi maxillares (Fig. XIII, 7-8)
sat longi, sat tenues, parte distali parum attenuata, setis bre-
vibus pluribus instructis et in parte dorsuali apicali articuli quinti
et in superficie dorsuali articulorum 6-7 spinis brevibus robustis
È
— 350 —
aucti, articuli primi processu laterali externo sat longo, articulo
penultimo quam ultimus c. */, longiore. Palpi labiales (Fig. XIII, 9)
articulo ultimo apicem versus gradatim parum latiore, sensillis
apicalibus elongatis.
Thorax. Arcus thoracicus parvus, late convexus. Pedes sat
breves et sat graciles, setis pluribus brevibus et in parte infera
femoris, et tibiae tarsique (Fig. XIII, 10-11) setis brevibus robustis
spiniformibus instructi, tarso tibiam longitudine subaequante, paris
secundi et tertii (Fig. XIII, 10) coxa setis duabus longis aucta,
praetarsi unguibus brevibus, apice parum arcuato.
Abdomen. Urosternorum pars mediana (Fig. XIII, 12-13) bre-
vissima, subcoxarum angulus ad stilorum basis partem externam
setis c. 15 instructus. Urosterna 2-3 (Fig. XIII, 12) stilis inter sese
magis approximatis quam in segmentis sequentibus. Urosterna
2-7 utrimque vesicula singula parva instructa. Stili (Fig. XIII, 12)
squamis nullis, infra setis numerosis gradatim apicem versus ro-
bustioribus et longioribus nigrescentibus, sela apicali destiluti sed
paullulum pone apicem (Fig. XIII, 14-15) setis duabus longis ro-
bustioribus, subdepressis aucti; stili segmentorum 2-3 quam quarti
aliquantum longiores, segmenti quinti quam urosterni pars prae-
cedens c. '/, breviores, segmenti noni quam octavi fere */; lon-
giores, quam subcoxae ejusdem segmenti c. */; breviores.
Ovipositor tenuis, longus, apicem setarum subapicalium sti-
lorum segmenti noni aliquantum (c. mm. 0.80) superans, parum
distincte anulatus et setis paucis brevibus et longis, subtilibus
instructus.
Cercus medianus quam corpus vix longior et quam cerci la-
terales c. °/, longior.
Long. corp. mm. 7; lat. thoracis 1,9; long. antennarum 6,5, pal- |
porum maxillarium 2,60, pedum paris tertii 2,60, stilorum seg- |
menti secundi 0,5, stilorum segmenti quinti 0,32, stilorum segmenti
noni 0,72, cerci noti 7,2, cercorum lateralium 2,2.
S Palpi maxillares. articuli secundi (Fig. XIIl, 16) processu
supero apicali externo sat longo, uncinato, introrsum vergente,
apice sat acuto, articuli eiusdem facie interna setis brevibus sat |
robustis obsessa.
Penis brevissimus, paramera nulla
Habitat. Exempla nonnulla per terram apricam vagantia ad
Shasta Springs (California) legi, alia ad Boulder Canon collecta vidi.
.
INDICE DEL VOLUME V.
1. Bezzi, M. — Restaurazione del genere Carpomyia (Rond.)
A. Costa. (4 Settembre 1910) (1).
2. SCHROTTKY, A. C. — Ichneumonidarum species quatuor
novae. (26 Settembre 1910). .. . : :
3. SILVESTRI, F. - Descrizione di un novo genere di Sta-
filinide termitofilo di Singapore. (4 Novembre
1910). . 3 :
4. MARTELLI, G. — Notizie sal An: Watsons Le su
alcuni suoi parassiti ed iperparassiti. (1° Dicem-
bre 1910) . ; . - i :
5. SILVESTRI, F. — Un novo genere di Acaro esi
dell’ Australia. (12 Dicembre 1910) . 3 5
6. SILVESTRI, F. - Due nuovi ospiti del 7ermes malayanus
Hav. di Giava. (19 Dicembre 1910).
7. SILVESTRI, F. — Della Trigona cupira Smith. e di due
ospiti del suo nido nel Messico. (21 Dicembre
1910) . : e 5 : :
8. SILVESTRI, F. — Materiali per lo studio dei Tisanuri.
XII — XV. (30 Dicembre 1910).
9. TROTTER, A. — Contributo alla conoscenza delle GANG
dell’ America del Nord. (31 Dicembre 1910)
10. Emery, C. — La fondazione di formicai da femmine
fecondate di Pheidole pallidula e di Tetramo-
rium caespitum. Sulla intolleranza o fratellanza
fra le formiche di formicai differenti. (10 Gen-
naio 1911) . ; : -
11. Masi, IL. — Contribuzioni dl conoscenza Ha Bali.
didi italiani. Parte 4*. (16 Gennaio 1911)
Pag.
v
29
65
100
134
140
1) La data qui posta, e presso i titoli seguenti, è quella in cui fu pub-
blicata, come estratto, la memoria relativa.
Le memorie 16, 19 e 21 furono pubblicate anche nel vol. X degli Annali
della R. Scuola Superiore d’Agricoltura in Portici,
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
24.
— 392 —
SILVESTRI, F. — Contributo alla conoscenza dei Mirme-
cofili del Messico. (18 Gennaio 1911)
GRIFFINI, A. — Sulla GryUacris armata Walker e sopra
una nuova specie congenere a Fical-
biz). (18 Febbraio 1911) 3
Masi, L. — Due nuove specie di Calcididi o generi
Caenacis e Pseudocatolaccus (27 Febbraio 1911).
MARTELLI, G. — Brevi notizie sulla Saturnia pavonia
L. e suun suo parassita. (2 Marzo 1911).
SILVESTRI, F. — Di una nuova specie di Alewrodes vi-
vente sull’olivo. (4 Marzo 1911)
MARTELLI, G. — Primo contributo alla biologia del Phy-
tonomus variabilis Herbst. (13 Marzo 1911)
SILVESTRI, F. — Sulla posizione sistematica del genere
Termitaphis Wasm. (Hemiptera) con descrizione
di due specie nuove. (28 Marzo 1911)
19. LEONARDI, G. — Contributo alla conoscenza delle Coc-
ciniglie della Repubblica Argentina. (1° Aprile
1911) x È x 2 i . :
20. SZEPLIGETI Gv. — Zwei neue Braconiden aus Brasilien.
(25 Luglio 1911). ; :
SILVESTRI, F. — Contribuzioni alla conoscenza degli in-
setti dannosi e dei loro simbionti. — Il. Plusia
gamma (L.). (25 Luglio 1911) . :
22. SILvESTRI, F. — Sulle ghiandole cefaliche o anteriori
del Pachyiulus communis (Savi). (25 Luglio 1911)
23. SZEPLIGETI, Gv. — Ein neuer Sigalphus (Braconidae)
aus Dacus oleae (Gml.). (2 Agosto 1911).
24. SILVESTRI, F.— Contributo alla conoscenza dei Machilidae
dell’ America Settentrionale. (16 Agosto 1911)
Pag.
»
205
231
DI
DI
—I
285
285
320
223
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