BODDBTTINO SOCIETÀ DI NATURALISTI BODDETTINO SOCIETÀ DI NATURALISTI I isr isr j^T=> oXj i SERIE I. — VOLUME XI. A. KT ISr O 3CI 1891 ZE^SLscicolo TJnico (Pubblicato il 1° dicembre 1897) NAPOLI R. TIPOGRAFIA FRANCESCO GIANNINI & FIGLI Via Cisterna dell' Olio 1897 Sul cosidetto canale problematico delle Oloturie. — Nuovo contributo alla morfologia degli Echino- dermi di Achille Russo. — (Con 2 figure nel testo). (Tornata del 14 febbraio 1897) Come si apprende dalle ricerche di Hérouard ^ì, nella lamina mesenterica dorsale delle Oloturie {Cucumaria Planci), corrispon- dente all'interradio C D (interambulacro mediano del bivium) , vi è uno spazio o canale che si dirige obliquamente dall' alto in basso e d' avanti in dietro, passando per il centro degli organi genitali. Da lui tale spazio fu considerato come rappresentante di quel ca- nale che negli Ursini {Dorocidaris) è formato dalla rete sanguigna della gianduia ovoide. Nelle Oloturie però , secondo Hérouard , manca la gianduia ovoide, e perciò le due lamine del mesentere, che negli Echinidi si sono allontanate per far posto a questo organo , qui si sono unite. Ciò non ostante , secondo lo stesso osservatore , alla base del canale della sabbia è un tessuto lacunare pieno di amebociti, che potrebbe bene rappresentare una gianduia ovoide rudimen- tale. Oltre ciò, secondo Hérouard, la gianduia ovoide ed il canale della sabbia nelle Asterie sono racchiusi in un inviluppo, che rap- ])resenta quella parte del mesenterio dorsale delle Oloturie , de- nominata da Vogt e Yuug ^) mésoaire. Le lacune che questo sacco (seno assiale) presenta nella sua parete corrispondono in parte alla rete sanguigna della glandola ovoide di Dorocidaris ed al canale problematico e genitale delle Oloturie. In ciò che ho riportato dalla memoria di Hérouard è riposta una serie di quistioni molto complesse, le quali non sono cosi fa- cili a chiarire, come ha egli creduto. Già il Cuénot ^) aveva fatto notare V errore in cui era caduto Hérouard nel considerare come gianduia ovoide il differenziamento lacunare della lamina mesen- ^) Hérouard.— Reclierclies sur les Holothuries des Cótes de Franca. Ardi, de Zool. expèr. {2) Tome 7. 1889. 2) Vogt et Ydng.— Traité d'Anatomie comparée pratique. Pa- ris 1883. ■^) C0ÉNOT.— Etudes morphologi q ues sur les Edi inode rm es. ArcMves de Biologie. Tome XI. 1S91. — 2 — terica avvolgente il canale petroso. Questo osservatore però non ha approfondito i suoi studi al riguardo ed io perciò lio creduto bene riprendere la quistione per stabilire principalmente il valore del canale problematico e vedere se esso possa gettare nuova luce sopra la unità degli Ecliinodermi. Ho studiato lo sviluppo del canale problematico in piccoli individui di Holotlmria Poli D. Ch. da 7 fino a 30 mm. di lun- ghezza. Essi venivano narcotizzati con la cocaina e poi trattati con gli stessi metodi da me indicati in una precedente pubbli- cazione. Nelle sezioni trasverse di individui aventi 7 mm. di lun- ghezza, vicino agli elementi genitali sul principio si osserva che la lamina mesenterica caccia un piccolo diverticolo. Questo su- bito dojjo è seguito dalla formazione di un altro, il quale sporge alquanto più in dietro, in prossimità dell' intestino. In tal modo si forma una doccia, la quale comunica direttamente con la ca- vità generale del corpo. Le soprastanti figure furono riprodotte da sezioni praticate trasversal- mente all' asse maggiore di piccoli individui di Holotìmria Polì. La fig. 1 appartiene ad un individuo di 7 mm. , la 2 ad uno di 30 : — Id = lamina mesenterica dorsale; eg ^= elementi genitali, sa = seno aborale, ag = appen- dice glandulare.— Zeiss, — — -^ — obb. C. 1) Russo. — N uov 0 contributo all'Embriologia degli Echi- nodermi. Boll, della Soc. di Naturalisti in Napoli. Yol. X, 1896 (1897). Mentre la gemma formatasi vicino all'intestino si rigonfia per un accumulo di cellule ameboidi , essa si estende sempre di più e si fonde con 1' altra situata in prossimità degli elementi ses- suali. In tal modo la doccia si trasforma in un canale, che è il canale problematico o genitale. Non appena questo canale si è formato, dentro di esso sporge un'appendice ben distinta e piena di elementi ameboidi ; però, nell' ulteriore sviluppo, tutta la pa- rete del canale problematico si mostra rigonfiata e frastagliata da molte prominenze. Avendo seguito il percorso di questo ca- nale nelle sezioni seriali dell'intero animale, ho osservato che esso si prolunga verso la regione aborale, in corrispondenza della for- mazione genitale e che si arresta soltanto dove, terminata la la- mina mesenterica, prende origine la lacuna mediana dorsale. Ho studiato la stessa formazione in individui adulti di Ho- lotìturia Stellati e tuhulosa ed anche in queste specie ho consta- tato la presenza del canale genitale , il quale è molto ampio e con parete ispessita e lacunare. Escludendo che questo spazio possa essere omologo al seno assiale, imperocché dagli studi di Bury ^) risulta che nelle Olo- turie r enterocele assiale ben presto si oblitera, basandomi sopra le mie precedenti ricerche, sono in grado di affermare che questa formazione è omologa invece al seno aborale degli Echinidi e quindi allo spazio periemale delle lacune dorso-ventrali delle 0- pliiure ed Asterie. Le ragioni che mi fanno ritenere vera questa omologia sono il modo di svilup])0 del canale problematico, similmente a quanto avviene nelle Ophiure ed Asterie e negli Echini, ed inoltre la sua posizione ed il suo percorso in vicinanza degli elementi genitali. Oltre queste considerazioni , le quali possono essere meglio chiarite consultando due mie pubblicazioni -) , è importante no- tare, a conferma dell' omologia stabilita, che nella parete del ca- nale problematico per 1' accumulo di elementi ameboidi si forma un' appendice ben distinta, la quale è omologa all'appendice glan- dulare degli Echinidi e quindi alle lacune dorso - ventrali delle Ophiure ed Asterie. 1) Bury. — Studies in the Embriology of the Echin oderms, Quart. .Tour, of Mia: Science, 1889. •) Russo. — Contribuzione alla genesi degli organi negli Stelleridi. E. Ac se. fis. mai. Napoli. Voi. VI. 1894. Sul sistema ge- nitale e madreporico degli Echinidi regolari. Boll. Soc. Nat. Najjoli. Voi. Vili, 1894 Nelle Asterie però questa parte dell' apparecchio lacunare se- gue ed avvolge il cordone genitale, mentre nelle Oloturie, per la mancanza del cordone, ciò non avviene. Non per tanto, conside- rando che negli Echinidi, per l'atrofia cui va soggetto il cordone genitale , il seno aborale e le corrispondenti lacune seguono la stessa sorte e rimangono come formazioni indipendenti , cosi io penso che questi organi sono apparsi per la prima volta nelle Olo- turie indipendentemente e che essi secondariamente (Asteroidea) hanno acquistato rapporti molto intimi con gli organi genitali. Napoli, Stazione Zoologica, Ottobre 1896. Notizie statistiche intorno ai botanici italiani del se- colo XIX di M. Geremicca (Tornata del 7 marzo 1897) Appena qualche anno separandoci dalla fine del secolo, non credo del tutto privo d'interesse rivolgere uno sguardo alla folta schiera d' italiani , che nello spazio non breve di questi ultimi cento anni coltivarono la botanica ex professo o da semplici ama- tori. Sarà agevole cosi, sopra alcuni dati statistici, formarsi un' i- dea molto vicina al vero , se non della qualità , della intensità certamente, con cui si è svolto in Italia nel secolo XIX il lavo- rio botanico. Le poche notizie che qui appresso registro possono conside- rarsi come lo schema di un inventario delle forze italiane, che si sono nel nostro secolo esercitate nella scienza di Flora: un ren- diconto quasi , non solamente della produzione in generale , ma dei produttori ancora, a seconda delle loro diverse attività, delle diiferenti regioni in cui sortirono i natali , del vario periodo in cui vissero. Qualche deduzione si potrà trarre in tal modo dal confrcaito delle cifre , e non del tutto inutile per chi tiene in giusta considerazione anche la storia della scienza. Massime per le date , parecchio ho attinto a quel ricco re- pertorio di notizie che è la Botanica in Italia del Saccardo ^) ; molto ancora ho ricavato dall'abbondantissimo materiale, che già da varii anni vado raccogliendo per la compilazione di un Indice metodico della letteratura botanica italpxna dalle origini fino al 1900 •'). ') Saccardo P. A. — La botanica in Italia. Materiali per la storia di questa scienza. Venezia^ Tip. G. Ferrari, 1803. 2) Questo lavoro sarà non un semplice repertorio alfabetico, ma una in- dicazione pienaineute metodica,— cioè scrupolosamente distribuita per ordine scientifico di materia — di tutto quello che si è pubblicato finog^i da italiani in tutti i molteplici rami della botanica pura ed applicata. E ciò al doppio scopo di presentare un'indicazione scientifica, e perciò utile, delle in gran parte ignorate ricchezze della produzione botanica italiana, e porgere agli stu- diosi un facile mezzo per conoscere subito su ciascun argomento la letteratura che all' Italia si riferisce. 1. — Numero dei botanici Quanti cultori di botanica conta V Italia in questo secolo ? Ed in prima giova avvertire che per cultori intendo cosi i botanici di professione , come i botanofili ; non solo i lavoratori che hanno pubblicato loro opere , ma quelli ancora più modesti, che hanno aiutato i primi col far semplicemente raccolte, esplo- rare regioni, intraprendere viaggi scientifici, in una parola , che hanno , in un modo piuttosto indiretto , ma non meno efficace , concorso co' botanici professionisti allo sviluppo della scienza. Da un computo molto approssimativamente esatto mi risulta, che il numero dei botanici italiani nel secolo XIX, intesa la pa- rola botanici nel senso suesposto , si può fissare a 950. Tenuto conto però di quelli sfuggiti alle ricerche e degli altri che po- tranno fiorire in questi pochissimi anni che avvanzano per la fine del secolo, senza allontanarmi sensibilmente dal vero, stimo che detta cifra possa esser portata a 1000. Numero questo al cerbo molto confortante, se si mette in rapporto con quello dei bota- nici fioriti nel secolo scórso. Infatti i botanici del secolo XVIII ho trovato che raggiunsero appena la modesta somma di 185, superiore però senza dubbio a quelle dei secoli precedenti. Notevole intanto è il fatto, ma facilmente spiegabile, che, su 185 cultori della botanica nel secolo scorso, se ne contano una quindicina circa che si possono dire celebri, come Carlo AUioni, Domenico Cirillo, Bonaventura Corti, Lazzaro Spallanzani , Gio- vanni Targioni-Tozzetti, Pier Antonio Micheli, Vitaliano Donati, Felice Fontana, Giovanni Marsili, Giov. Antonio Scopoli e qual- che altro. Su 950 botanici invece del secolo nostro poco più di un cen- tinaio meritamente si distinguono e tra questi appena una ven- tina eccellono, dei quali, a voler notare solo i defunti, devonsi ricordare: G. B. Amici, Antonio Bertoloni, Michele Tenore, Pie- tro Savi, Giuseppe De Notaris, Roberto De Visiani, G.B, Balbis, Vincenzo Briganti, Guglielmo Gasparrini, G. Moris, Vincenzo Ce- sati , Filippo Parlatore , Giovanni Gussone , Carlo Vittadini , G. Passerini, Giuseppe Meneghini. Fissando a 12 i botanici celebri pel secolo XVIII, ne risulta che essi rappresentano circa 1/15 del numero totale, che è di 185; e fissando a 20 quelli del se- colo XIX , si ha che essi rappresentano quasi 1/47 del numero totale, stabilito in 950. Ciò non farà maraviglia, ove si consideri, che con l'allargarsi degli studii la quota della celebrità si abbassa, e per due ragioni: pel cresciuto numero degli studiosi e per 1' elevato livello degli studii. Dei 950 cultori di botanica del secolo che muore, 11 appena appartengono al sesso gentile , e cioè: Carolina Coronedi-Berti, Elisabetta Fiorini-Mazzanti, Amalia Moretti-Foggia , Teofìla Bil- lotti-Colla, Elisa Braig , Anna Maria Smith , Candida Perpenti, Anna Sangiorgio, Maria Mirabelli, Marianna Paulucci, Margherita Misciattelli. Degli stessi 950 poi circa 215 nacquero nel secolo XVIII, ma fiorirono nel XIX. Dividendo il secolo in 5 ventennii ed assegnando a ciascun ventennio i botanici che vi fiorirono, si rileva che il numero dei cultori va aumentando lentamente col decorrere degli anni , ma l'aumento si fa accentuatissimo nell'ultimo ventennio. Ed in fatti: Nel 1» ventennio (1801-1820) si contano bot. 118 » 2o » (1821-1840) » » 136 » > . (1841-1860) > » 150 > 4o y (1861-1880) » . 193 . 5« . (1881 ad oggi) » » 353 Dalle quali cifre si rileva, che tra il 1." ed 112.» ventennio la difterenza è di 18 ; tra il 2." ed il 3.° di 14 ; tra il 3." ed il 4.° 43; tra il 4.» ed il 5.° di 160. È facile accorgersi che il numero 353 dell'ultimo ventennio, il quale a periodo completo dovrà necessariamente aumentare, rappresenta più del terzo di tutta la somma (950). E questo ri- levantissimo incremento, che è l' indice più manifesto dell' allar- garsi della cultura botanica in Italia, in questo scorcio di secolo devesi certamente a più cause : la fondazione di nuovi laborato- rii botanici presso Università che ne erano sfornite, lo sviluppo notevole di quelli già esistenti , la fondazione e lo svilupparsi d' Istituti Agrarii e di Laboratorii di Crittogamia e di Patologia vegetale, 1' azione della Società Botanica Italiana, la nascita di nuovi giornali botanici , tra cui efficacissimo la Malpirjhici, e lo sviluppo di quelli esistenti fin dal penultimo ventennio, massime il glorioso Nuovo Giornale Botanico Italiano^ fondato dal Beccari e continuato dal Caruel per far rivivere l'opera nobile ed efficace iniziata dal Parlatore col vecchio Giornale Botanico Italiano. Ed in ultimo , a mio credere , non deve essere dimenticata T azione lenta, ma non meno produttiva , del più esteso e migliorato in- segnamento delle scienze naturali nelle scuole secondarie, dove, sotto la guida coscienziosa di modesti ed esperti insegnanti, molti semi sono germogliati di futuri naturalisti. 2. — Durata della vita Per 200 botanici certamente fioriti in questo secolo non mi è stato possibile determinare, molte volte nemmeno approssimati- vamente, la data della nascita o della morte. Dei rimanenti 750, fino agli scorsi giorni, 405 sono defunti e 345 viventi. Fra i morti ben 142 sorpassarono gli anni 70 e parecchi di molto; 43 invece non raggiunsero i 50. Il più veccliio fra tutti i botanici del secolo è stato Antonio Bertoloni, nato a Sarzana gli 11 febbraio 1775 e morto a Bolo- gna il 17 aprile 1869, a 94 anni e 2 mesi. Di quelli però vissuti entro i confini del secolo XIX ha raggiunto maggior numero di anni Gherardo Freschi nato a Ramuscello di Cordovado (Udine) nel 1802 e morto ivi il 9 giugno 1893 a 91 anno. Il più giovane è stato Carlo Bagnis , nato a Torino il 12 maggio 1854, morto a Eoma il 6 agosto 1879 ad appena 25 anni, quando già aveva raggiunto un posto notevole tra i cultori della Micologia. 3. — Distribuzione geografica Ed ora vediamo qual è stata la distribuzione geografica, se- condo il luogo di nascita, di questi 950 botanici. Non avendo di essi x)otuto classificarne 71, per mancanza di dati precisi, i rimanenti 879 vanno così distribuiti : a) Tel Regno, Piemonte 90 Marche 29 Lombardia 143 Toscana. . . ... . 107 Veneto 105 Lazio 26 Liguria 34 Napoletano 101 Emilia 66 Sicilia 72 Umbria 12 Sardeg-na ..... 8 h) Fuori del Regno. Nizzardo 9 Dalmazia 7 Corsica 2 Malta 6 Canton Ticino .... 5 Corfù e Cefalonia. . . 4 Trentino 19 Nati fuori Italia ed eso- Trieste 21 tici italianizzati. . 13 Riassumendo : Italiani nati nel regno d' Italia .... 793 Italiani irredenti. ...... 73 Italiani nati ali' estero ed esotici italianizzati . 13 879 Ho creduto intanto non privo di qualche importanza mettere queste cifre in rapporto alla [)opolazione media di ciascuna re- gione. Per stabilire la quale media della popolazione, non ho po- tuto fare altro, che basarmi sulle cifre riferentisi agli anni 1889 e 1826. Per quest' ultimo mi son servito di una cifra ricavata da una vecchia statistica delle popolazioni d' Europa, riportata da varii geografi, tra cui il Balbi ^). Pel 1889 ho adottata la cifra, distri- buita per province, desunta dagl' incrementi constatati dopo l'ul- timo censimento ufficiale (1881) e riportata, fra gli altri, dal Bru- nialti ^). Non. ho potuto servirmi delia più recente cifra del 1894 riportata daL Block ^), assegnante all'Italia 30,913,663 abitanti, perchè non accompagnata dalle cifre della popolazione delle Pro- vincie o almeno delle regioni. Si ha dunque : Popolazione appross. del 1826 ab. 20,909,000 > 1889 . 30,565,253 media » 25,737,126 Dopo aver determinata la media della popolazione per cia- scuna regione , ho stabilito il rapporto per 100,000 dei botanici ed ho avuto il seguente risultato : 1) Adruno Balbi. — E 1 e m e n t i di Geografia generale. Palermo e Napoli, Pedone 1855. Id. — Scritti geografici, statistici e varii voi. 5°, Torino, 1842. 2) A. Brunialti. — A n n u a r i o di Statistica pel 1888-89 e Parte II Il Regno d'Italia. Milano, Vallardi, 1890. 3) M. Block. — Au nuaire de l'Economie Politique et de la Statistique. 53" année, Paris, 1896, p. 745. 10 Regioni Pop. media N« dei bot. Rapp. per 10(J000 Piemonte 2.748,757 9IJ 3,20 Liguria 790,111 34 4,43 Lombardia 3,337,325 143 4,25 Veneto 2,572,733 105 4,04 Emilia 1,958,07-1 66 3,-32 Marche 850,11] 29 3.41 Umbria 517,031 12 2,-34 Toscana 1,987,156 107 5.48 Lazio 810,346 26 3,18 Napoletano 6,827,820 101 1,47 Sicilia 2,716,040 72 2,65 Sardegna 615,170 8 1,-30 Da uno sguardo alle indicate cifre si rileva, clie in rapporto al numero relativo dei botanici le regioni d'Italia si succedono cosi : Toscana, Liguria, Lombardia, Veneto, Marche, Emilia, Pie- monte, Lazio, Sicilia, Umbria, Napoletano, Sardegna. In riguardo invece al numero assoluto dei botanici , esse vanno disposte in quest'altro modo: Lombardia, Toscana, Veneto, Napoletano, Piemonte, Sicilia, Emilia, Liguria, Marche, Lazio Umbria, Sardegna. Aggiungendo ai 793 botanici classificati i 71 che ho lasciati fuori per mancanza di dati, ma che sono certamente italiani, si ha un totale di 864, il quale, messo in rapporto alla popolazione media generale innanzi esposta di 25,737,126, ci dà, nel decorso di quasi un secolo, 1 botanico per ogni 29788 abitanti circa. — 11 — 4. — Analisi della produzione. Ma passiamo a classificare un poco la diversa produzione botanica, per vedere qual ramo della scienza ha raccolto maggior numero di cultori. Avverto però che siffatto computo è del tutto approssimativo, perchè gli assoluti specialisti sono ben pochi. Ed avendo la maggior parte dei botanici coltivato più di un ramo, e molti anche parecchi, il totale di questa statistica riesce neces- sariamente superiore al numero dei botanici. In riguardo poi ai varii rami di scienza applicata , è bene avvertire che si è tenuto conto dei soli botanici propriamente detti, tralasciando tutti gli altri esclusivamente cultori pratici. Non faccia perciò meraviglia il veder segnati numeri molto esi- gui per alcune branche , come 1' Ampelografia , la Pomologia e simili. I diversi rami della botanica pura ed applicata sono stati in questo secolo coltivati come segue : 1. Istologia ed anatomia da circa 70 botanici 2. Morfologia normale 55 3. Teratologia 20 .4. Fisiologia e Biologia 85 5. Chimica vegetale 22 6. Patologia 30 7, Cecidiologia 10 8. Sistematica 38 9. Fitogr. fanerogamica 50 10. Micologia 82 11. Ficologia 50 12. Diatomologia 15 13. Lichenologia 20 14. Briologia 20 15. Epaticologia 8 IG. Floristica gen. eGeobotan. 35 17. Floristica italiana » 485 18. Floristica esotica , 23 19. Viaggi botanici =. 16 20. Paleofitologia » 28 21. Trattatistica » 55 22. Storia e Bibliografia ;> 30 23. Botanica agricola ^ 46 12 — 24. Botanica orticola da circa 25 botanici 25. » forestale 16 26. Ampelografìa 7 » 27. Pomologia 5 28. Cameliografia 1 29. Botanica medica 30 30. » letteraria 3 Dalle quali cifre si rileva, che il massimo numero di cultori li ha avuti la floristica italiana, ed è su di essa che in appresso mi fermerò alcun poco. Frattanto, se si aggiungono ai 485 cul- tori di tale branca quelli che trattarono la floristica esotica ed i viaggiatori botanici, sotto il qual nome, è quasi superfluo avvi- sarlo, non s' intendono i semplici escursionisti, si ha la bella cifra di 524. Dai quali detratti quei pochissimi, possibilmente compu- tati due volte o forse tre, perchè esercitatisi nella floristica ita- liana e nella esotica insieme o anche nei viaggi, rimane sempre a rappresentare coloro che trattarono la floristica una cifra su- periore alla metà della somma totale dei botanici. Fra le diverse branche poi della botanica generale maggiori cultori hanno avuto l' istologia ed anatomia e la fisiologia e biologia. I varii rami della botanica crittogamica contano complessi- vamente 195 cultori, quasi ^/.^ cioè della totalità dei botanici. La Micologia sola presenta una cifra, che è di pochissimo minore della metà di quella della intera crittogamologia ed è quasi 1/12 del numero complessivo dei botanici. 5. — Floristi. Essendo, come si è visto , la floristica coltivata dal maggior numero di botanici, ed avendo essa senza dubbio un' importanza speciale pel compito che si propone di redigere la Flora com- pleta della nostra Italia, non è inutile fermarsi un poco ad esa- minare come questo lavoro nel decorso del secolo è stato diviso fra le diverse regioni. Le cifre sono le seguenti : — 13 a) Regioni del Regno d' Italia Piemonte tloristi . . 51 Marche fioristi Lombardia » . . 32 Umbria » Veneto . . 62 Lazio Liguria » 20 Napoletano» Emilia » . . 26 Sicilia » Toscana » . . 49 Sardegna » 19 7 18 62 44 14 h) Regioni italiane fuori del regno Nizzardo, fioristi. 5 Malta , fioristi. . . 8 Canton Tic 5 . 8 Dalmazia y> . 8 Trentino » . 18 Corfn j . 3 Trieste » . 10 Cefalonia !> . . 1 Corsica ^\ T 5 O e) Italia in generale, fioristi 32 Considerando il solo regno d' Italia , si ha un complesso di 436; numero questo, che non rappresenta esattamente altrettanti botanici , perchè spesso uno stesso individuo si è occupato di più regioni, ma vale sufficientemente come indicazione comples- siva della produzione floristica regionale. Se si considera intanto il valore assoluto delle cifre sopra indicate , 1' ordine con cui le regioni italiane si succedono nel- r importanza del lavoro floristico è il seguente: Veneto e Napo- letano, Piemonte, Toscana, Sicilia, Lombardia , Emilia , Liguria, Marche e Lazio, Sardegna, Umbria. Questo valore però vieue in gran parte modificato quando il numero dei fioristi di ciascuna regione è messo in rapporto con la superficie della regione stessa. L' indice che in tal modo si ottiene è il solo che offre un valore reale, come quello che rappresenta il rapporto tra la quan- tità di superficie da studiare ed il numero di botanici che l'han- no in questo secolo studiata. Nel seguente quadro sono appunto indicati per ciascuna re- gione la superfìcie in chilometri quadrati , il numero dei fioristi italiani che nel presente secolo 1' hanno studiata ed il rapporto di questi per ogni 1000 kq. Avverto che ho rilevato il valore della superfìcie dall'Annuario statistico del Bruuialti e dalla Mo- — 14 — nografia sull' Italia inserita nel Supplemento della Nuova Enci- clopedia Italiana *). Superfìcie Regioni k, q. N. bot. Rapp. per 1000 k. q Piemonte 29378 51 1,70 Liguria 5278 20 3,78 Lombardia 24317 32 1,32 Veneto 24548 62 2,53 Emilia 20640 26 1,25 Toscana 24104 49 2,03 Marche 9748 19 1.95 Umbria 9709 7 0,72 Lazio 12081 18 1,50 Napoletano 76968 62 0,80 Sicilia 25740 42 1,63 Sardegna 24078 12 0,50 Dalle quali cifre rilevasi che le regioni in rapporto al va- lore floristico si succedono nell'ordine seguente : Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Piemonte, Sicilia, Lazio , Lombardia, Emilia, Napoletano, Umbria, Sardegna. Aggiungendo poi ai 404 fioristi delle varie regioni quelli, e son 32, che hanno trattata l' Italia in generale e mettendo il to- tale ottenuto , che è 436 , in rapporto alla superficie totale del Regno d'Italia ammessa in k. q. 286589 si ha il numero 1,48, che rappresenta la densità relativa dei fioristi italiani del Regno d'Italia nel secolo XIX. 6. Giardini botanici Questi pochi cenni sulla statistica dei botanici potrebbero trovar posto in un lavoro intorno alla Statistica della botanica in Italia nel secolo XIX. Nel qual lavoro si dovrebbe tener conto altresì del numero delle pubblicazioni, fatte in questo secolo in ciascun ^) Supplemento alla sesta ediz. della Enciclopedia Italiana , voi. IV., Torino, 1893, p. 197 e seg. — 15 — ramo della botanica e nelle diverse regioni e province, dei con- giessi botanici , delle riunioni delle società botaniche , dei perio- dici esclusivamente botanici o che trattano insieme ad altri rami dello scibile anche la litologia , della fondazione e sviluppo dei laboratorii botanici , della formazione ed incremento degli erba- rii e delle biblioteche botaniche e della fondazione finalmente e della vita degli Orti o Giardini botanici. Solo in questo modo si potrebbe avere una completa indicazione del lavorio botanico nel secolo nostro. Non credo perciò fuori posto inserire nel presente scritto qualche altra notizia. Il secolo XIX presenta rispetto ai precedenti, oltre ad un maggior numero di botanici , anche un grandissimo incremento nella fondazione di Giardini botanici, tanto pubblici che privati, i quali certamente sono un segno non dubbio del fiorire degli studii fitologici e massime floristici. Sopra 91 giardini botanici fondati finora in Italia, ma non tutti oggi esistenti , appena 30 furono istituiti prima del 1800, fra cui quasi tutti quelli delle principali Università e primo fra tutti per anzianità 1' Orto di Padova (1545). Nel secolo nostro invece il maggior numero è rappresentato da ricchi giardini privati, i quali efficacemente concorsero all'acclimatazione e dif- fusione d' innumerevoh specie esotiche , e dagli Orti botanici fondati tra il 1808 e il 1812 presso i principali licei dell' Italia superiore, ma che ebbero quasi tutti breve durata. Ecco r elenco per ordine cronologico di fondazione di una sessantina circa di Giardini botanici fra pubblici e privati. 1802. Giardino Tliiene in Vicenza. 1802. » Di Negro in Genova. 1803. Orto botanico deirUniversità di Genova. 1803. Giardino Gaetani in Roma. 1804. » Durazzo in Genova. 1804. » Feroni in Firenze. 1805. » Grimaldi a Pegli, presso Genova. 1805. » Bisignani a Barra, presso Napoli. 1807. Orto Agrario di Pavia. 1807. Giardino Cattaneo in Novara. 1808. Orto botanico del Liceo di Brescia. 1808. 2> » » j' di Novara. 1809. » 7, dell'Università di Napoli. 1809. . > » » di Urbino. — 16 — 1809. Giardino De Spigno presso Torino. 1810. Orto botanico del Liceo di Venezia. 1810. » 2> » j di Udine. 1810, » » » s di Treviso, 1810. » » » » di Vicenza. 1810, » j » » di Bergamo. 1810. » :» » » di Como. 1810. » » s » di Cremona. 1810. » » s » di Reggio Emilia. 1810. » » » » di Faenza. 1810. > 3> » » di Macerata. 1811. Orto botanico dell'Università di Perugia. 1812. » y> del Liceo di Fermo, 1812. Giardino de Freylin a Buttigliera (Piemonte), 1813. Giardino reale di Monza. 1813, Giardino Vigodarzere in Saonara, presso Padova. 1816. » Pisani-Ciancio in Catania. 1816. » Litta a Lainante (Lombardia). 1817. Orto botanico di Boccadifalco a Palermo. 1817, » » del Collegio Medico di Napoli. 1819. » » dell'Università di Lucca. 1819. Giardino reale di Portici. 1822. Giardino Parolini in Passano. 1824, » Colla a Rivoli (Torino). 1824. » Ridolfì a Bibbiani, presso Firenze, 1825. > di Colorno presso Parma. 1825. Orto botanico dell'Università di Camerino. 1826, Giardino Biancavilla presso Catania. 1828. Orto botanico comunale di Trieste. 1829. Giardino Ricciardi conte di Camaldoli presso Napoli. 1832. » di Villar-Perosa a Pinerolo. 1835. » Venturi presso Brescia 1840. > Pallavicino a Pegli. 1842. > Giacomelli a Treviso. 1842. > Bonafous nella Savoia. 1847. Orto botanico dell'Università di Catania. 1850. Giardino Papafava presso Padova. 1854. 2> Demidoff presso Firenze. 1856. Giardino del Conte d'Aquila in Sorrento. 1858. Orto della Società Toscana d'Orticultura in Firenze, 1861! Giardino Hambury a Ventimiglia. 1868. > Vincenzo Ricasoli a Orbetello. — 17 — 1870. Orto botanico della Scuola Forestale a Vallombrosa 1871. Giardino Dora d'Istria in Firenze. 1873. Orto botanico della Scuola d'Agricoltura a Portici. 187-4. Giardino Bettino Ricasoli a Firenze 1888. Orto botanico dell'Università di Sassari. La fondazione dei quali 61 Istituti è così ripartita secondo i cinque ventennii del secolo : 1.° vent. (1801-1820) n.° 36 ; 2.» vent. (1821-1840) n.« 11 ; 3.o vent. (1841-1860) n. 7; 4.» vent. (1861-1880) n.o 6; o.o vent. (1881 ad oggi) n.o 1. In questo elenco però non figurano alcuni giardini minori , da me non segnati per mancanza di date precise, come, per ci- tar qualche esempio di casa nostra, il piccolo orto botanico della Scuola Veterinaria di Napoli e l'altro ancora più piccolo, ma non meno profìcuo, oggi più non esistente, del Liceo Vittorio Emanuele della stessa città, e che, fondato dal Pedicino, fu per molti anni oggetto di assidue cure pel prof. G. Lieo poli e diuturno frutti- fero esercizio per lo scrivente. Napoli 4 marzo 1897. Primo contributo allo studio della Flora di Procida e di Vivara. — di M. Geremicca e G. Riffa. (Tornata del 7 marzo 1897) A nord-est del Golfo di Napoli , tra l' isola d' Ischia ed il continente , a meno di 5 cliilometri dal Capo Mi seno , si eleva appena dal mare l' isoletta di Procida , sotto 40'' 45' 50'' lat. N. ed 11" 41' 15" long. E. Da nord-est a sud-ovest essa misura la massima lunghezza di 4 chilometri ; la sua maggior larghezza è di appena 2 chilo- metri ; il perimetro, tagliato generalmente a picco sul mare sot- tostante rotto da scogli , gira molto sinuoso e frastagliato per 16 chilometri. La massima irregolarità della costa trovasi nel lato orientale , dove si presenta stranamente sinuosa , mentre nella parte sud-est apresi un' insenatura larga e profonda , che è il porto di Procida. I punti più alti dell' isola sono la collinetta a N. E., su cui sorge il Castello, e l'altura di S. Margherita a S. 0., dove vedonsi i ruderi di un convento. E facile formarsi subito un concetto dell'orografia dell'isola, quando si sarà detto che questi due punti di massima altezza misurano appena qualche centinaio di metri. Bassa dunque e pianeggiante è l'isola di Procida. Il suo suolo è vulcanico , formato dallo stesso tufo del Capo Miseno e dell'attiguo Monte di Procida , sparso di strati di pomici e di lapilli e rotto in più luoghi da notevoli colate di lava. Se la natura del suolo spiega la grande feracità dell'isola, la pochissima altezza di questa fa intender di leggieri che la fiora di Procida non può presentare sensibile varietà di forme. Aggiun- gasi inoltre, che, essendo l' isola quasi tutta coperta di ricchi vi- gneti , superbi frutteti ed orti ubertosi , altro non rimane alla vegetazione spontanea che 1' estremo lembo del ciglio roccioso delle coste, le balze scoscese che vanno a tuffarsi nel mare , le sofiS.ci arene che riempiono alcune basse insenature, e qaa e là sul dorso dell'isola varii massicci, tra cui di maggiore importanza quello che forma 1' altura di S. Margherita. E questa senza dubbio la ragione per cui l'isola di Procida rimane interamente ecclissata dall'opulenza floristica della vicina — 19 — Ischia, e perchè tutti coloro che, nel dirigersi alla per tanti mo- tivi classica Inarime, attraversano il canale di Precida, volgono appena uno sguardo fugace e distratto alla bassa e verdeggiante Prochytha. Ed infatti fin qui, per quanto è a nostra conoscenza, non si registra nessun lavoro sulla Flora di Procida. Crediamo perciò che non vorrà riescire inutile la presente Nota; la quale, per le cose dette innanzi e perchè ci auguriamo possa esser se- guita da altre , destinate tutte a preparare il materiale per una flora locale approssimativamente completa, intitoliamo Primo con- tributo allo studio della Flora di Procida e di Vivara. Vivara o Guevara è un piccolo isolotto, che a guisa di enor- me scoglio s' erge a picco dal mare a brevissima distanza dal promontorio di S. Margherita, sul lato S. 0. di Procida , dalla quale è separato da uno stretto braccio di mare. E quasi inutile dire che la sua costituzione geologica è anche essa vulcanica e la sua altezza uguaglia quasi quelle dei punti culminanti dell'i- sola madre. Diciamo dell'isola madre, perchè la posizione di Vi- vara, la brevissima distanza da Procida , la natura della roccia onde è formata e l'esistenza fra le due isole di numerosi scogli, appena coverti dal mare, fanno con grande probabilità ammettere che questo isolotto sia stato un tempo collegato all'isola di Pro- cida. Ed a questo proposito ci piace far notare, che la punta di Procida più vicina a Vivara , cioè il piccolo promontorio di S. Margherita, il luogo come si è detto più alto della parte S. 0. dell'isola, è congiunta al grosso di Procida mediante una strettis- sima e bassissima lingua di terra, che è la marina di Chiajolella. Basterebbe un abbassamento del suolo in quel punto di appena qualche metro, per fare della colhuetta di S. Margherita un iso- lotto a somiglianza di Vivara. La popolazione di Vivara è costituita da innumerevoli coni- gli, che la scavano tutta e ne danneggiano la coltivazione, consi- stente quasi interamente in vigneti ed oliveti. Sul culmine dell'isola, la quale appartiene ad un ricco proprietario di Procida , sorge una casa colonica , unica abitazione di Vivara , ed un massiccio ed alto pilastro in muratura, sul quale volevasi un tempo pog- giare il cavo telegrafico, che collega Ischia al continente. Popolatissima invece è Procida, che mostrasi come tutta una vigna ed un orto immenso, sparso qua e là di miuiscule borgate e di piccoli villaggetti. Movendo da Procida città e volgendo verso ponente trovasi Pioppeto, Fumicello, Capo Bove, Cottimo, SeiTa, Ciraccio, Chiajolella, Santa Margherita , Solchiaro ; e poi, girando sempre lungo il perimetro, Punta di Solchiaro , Perillo, — 20 — Mozzo , Centauo , Bosco , Ulmo , Coricella , Mad onna delle Gra- zie, ecc. Profittando della cortese e squisita ospitalità del cavaliere Micliele Sliiavo , ora è qualche mese acerbamente strappato da crudele morbo all'affetto dei suoi e dei numerosi amici, esploram- mo comodamente in circa tre giorni, dal 9 agli 11 aprile dello scorso anno, Procida e Vi vara. Moltissimo in verità non racco- gliemmo, per non essere ancora il tempo della piena fioritura e perchè in una prima visita non è possibile portar via tutto quello che si potrebbe ; ma è sempre tanto da costituire un primo e non magro contributo alla conoscenza della flora locale. Delle piante non ancora fiorite più d'una raccogliemmo, nix di esse le sole specie notissime e facilmente diagnosticabili anche senza gli organi di fruttificazione ci spingemmo a determinare; delle altre poche speravamo raccogliere individui fioriti in una successiva escursione , che per ragioni indipendenti dalla nostra volontà dovemmo rimandare alla prossima stagione. Le specie raccolte e quasi tutte determinate sono 260 , delle quali 6 appartengono alle Crittogame vascolari, 43 alle Monoco- tiledoni e 212 alle Dicotiledoni. Esse sono distribuite in 195 generi e questi ordinati in 65 famiglie. Nel maggior numero queste specie appartengono anche alla Flora d'Ischia; quelle che, stando alle affermazioni del Gusso- ne ^) e del Bolle -), vi mancano, le abbiamo notate nell'elenco. Neil' elenco stesso trovansi qua e là parecchie brevi osserva- zioni, riguardanti per lo più alcune specie polimorfe. DICOTYLEDONES 1. — Ranunculaceae. Juss. Gen. lìlant. pag. 231 ; Guss. Enumer. plani, in ins. Inarime p. 1; Bth. et Hook. Gen. plcmt, v. I, pars I, p. 1. a) Clematide AE. CLEMATIS Lin. Gen. pi- 676; Bth. et Hook. Gen. plani v. I, pars 1, p. 3 ; Guss. Enum. pian. Inar. p. 1. 1. C. Flammula Lin. Sp. pjì. p. 766 ; Guss. Enum. pi. Inar. p. 1; Reichb. Icon. Fior. Gemi, et Helv. v. 3, f. 4QQQ. 1) GussoNE. — Enumer atio plautarum vasc u 1 a r i vim i n i n- sula Inarime. Napoli, 1R54. 2) Ch. Bolle. — Petit supplément à la flore de l'ile d'I- schi a. — Bull. Soc. hot. de France, v. XII {1865) x>ag. 124. — 21 — A S. Margherita, a Vivara, ecc. (3) Anemone AE. ANEMONE Lin. Oen. j)l. 694 ; Btli. et Hook. Gen. pi. v. I, pars I, p. 4 ; Guss. Enum. pi. Inar. p. 2. 2. A. HORTENSis Lin. 8p. pi. 763 ; Guss. Enum. pi. Inar. p. 2 ; Ten. Flora Nap. v. 4 , p. 330. — A. hortensis var. stellata Gren. et Godr. FI. Fran. v. 1, p. 14. — A. stellata Tiac. Prodr. 1, p. 18 ; Eeiclib. le. FI. Oer. et Bel. f. 4649. Abbondantissima a S. Margherita. Y) Ranunculeae. RANUNCULUS Un.Oen. pi. (ed. Schreb) n. 953; Bth. et Hook. l. e. V. I, pars. I, p. 5 ; Guss. Enum. pi. Inar. p. 2. 3. R. NEAPOLiTANus Ton. Intl. Sem. Hor. neap. 1827:) et in Fi. Nap. 4, p. 349; Guss. En. pi. Inar. p. 2. — R. heucherifoUns Presi FI. Sic. 1. p. 15; Guss. Sin. Fi. sic. 2. p. 47. — B. bulbo- siis Reichb. le. cent. 13. f. 4611. A Pioppeto. 4. R. Philonotis Retz. Ohs. 6, p. 31 ; Guss. En. id. Inar. p. 3. — R. pallidior\\\\:—R. hirsutus Curt. — R. pumilus Thuil. — R. intermedius Poir. Piuttosto comune a Capo Bove , a Solchiaro , ecc. var. PARvuLus Dee. Sijst. 1, p. 297; Ten. l. e. var. e. — R. parvulus Lin. Mant. p. 79. Con la specie. 5. R. MURiCATUs Lin. Sp. pi. 780 ; Ten. FI. Nap. v. 4, p. 352; Guss. l. e. p. 4. — R. lobatns Moench. MetJi. 214. A Ciraccio (raro). FICARIA Dill. Nov. Gen. p. 108 ; Benth. et Hook. l. e. p. 6. 6. F. RANUNCULOIDES Mocnch. Meth. 215. — Ranimcnlus Fica- ria Lin. Sp. 2)1. p. 774 ; Guss. l. e. p. 2 ; Ten. FI. Nap. v. 1 , p. 313 ; Reichb. le. f. 4571. A Cottimo. var. CALTHAEFOLIA Reichb. FI. Gerni. 2, p. 718; Reichb. le. cent. 13^ p. 9. Abbastanza comune a Cottimo, a S. Margherita ed altrove. ■t)' n. — Papaveraceae, Juss. Gen. pi. 235, ex parte; Benth. et Hook. Gen. pi. v. p. 49 ; Guss. En. pi. Inar. p. 6. a) Papavereae. — 22 — PAPAVER Lin. Gerì. pi. 448 ; Bentli. et Hook. Oen. pi v. 1 pars I, p. 51. 7. P. HYBRiDUM Lin. Sp. pi. 725 ; Ten. FI. Nap. 4, p. 305; Guss. En. pi. Inar. p. 6; Reiclib. le. cent. 14, f. 4476. A S. Margherita , a Solcliiaro; ne' vigneti. 8. P. Rhoeas Lin. 8p. pi. 726 ; Ten. FI. Nap. 4 , p. 306 ; Guss. En. pi. Inar. p. 7; Reiclib. le. cent. 14, f. 4470. Comune a Perillo, a Solchiaro, a Mozzo, ecc. 9. P. DUBiuM Lin. Sp. pi. 726 ; Ten. Fi. Nap. 4, p. 306; Guss. En. pi. Inar. p. 6; Reichb. le. v. 15, f. 4477. Col precedente. 10. P. SETIGERUM Dec. FI. Fr. v. 5, p. 585 ; Ten. FI. Nap. 4, p. 307 ; Guss. En. pi. Inar. p. 7; Deless. le. seleet. v. 2, t. 7. (]!omune ne' seminati. GLAUCIUM Tourn. Inst. 254 , tab. 130 ; Bentli. et Hook. Gen.pl. V. I, pars I, p. 53; Guss. En.pl. Inar. p. 9. 11. G. FLAVUM Crantz. Austr. v. 2, p. 141; Guss. En. pi. Inar. p. 9. — G. hdeumTen. FI. Nap. 4, p. 303. — Chelidonium Glaucium Lin. Sp. pi. 724. Abbonda sulle spiagge a Serra, Mozzo, ecc. P) FUMARIEAE. FUMARIA Tourn. Inst. p. 422 , tab. 237 ; Lin. Ge7i. pi. 849 ; Bentli. et Hook. l. e. v. I, pars I, p. 56; Guss. En. pi. Inar. p. 10. 12. F. OFFiciNALis Lin. Sp.pl. 984; Pari. Monogr. Fiim. p. 53; Ten. FI. Nap. 2, p. 117. —F. media Loissel noi. p. 101. var. DENsiFLORA, E. densifiora DC. Fl.fr. 5, p. 588. — F. mierantJialjSig., Koch. Syn. FI. Gemi. p. 1018. — F.prehcnsiUlis Kit. Ind. liort. pesi. 10. var. iNARiMENsis Guss. En. pi. Inar. p. 11. Comuni ne' seminati a Pioppeto, a Cottimo, a S. Margherita, a Vivara, ecc. 13. F. CAPREOLATA Lin. Sp. pi. 985 ; Ten. FI. Nap. 2, p. 117, Pari. Monog. Funi. p. 76. — Reichb. ic. 14, f. 4456. A Cottimo, a Pioppeto, a Vivara, ecc. III. — Cruciferae. Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1, pars I, p. 57 ; Guss. En. pi. Inar. p. 15. — Brassicaeeae Lindi Bot. reg. 1839; Pari. FI. It. v. 9, pars 3a, p. 631. a) Arabideae - 23 — MATTHIOLA R. Br. in Ait. Hort. Kew. (2"^ ed. ) v. 4, p. 119; Bentli. et Hook. Qen. pi. v. 1, pars I, p. 67; Pari. l. e. p. 794 ; Guss. l. e. p. 20. 14. M. iNCANA E. Br. l. e. 4, p. 119; Pari. l. e. p. 794 ; Guss. l. e. p. 20. — M. rupestris Teii. Syll. p. 92. — M. sinuata Freyn. FI. Sud. Istr. p 273. — M. sinuatifoUa Paol. Piani. March, p. 528. — Cheiranthus incanns Lin. 8p. pil. (l^ed.) 662 ; Reichb. le. 2, t. 45 f . 4354. var. EUPESTRis Ces. Pass. Gib. Com. FI. Ital. p. 853. — M. rì(pestris Guss. En. PI, Inar. p. 20. Comunissima, e la specie e la varietà, nelle isole di Procida e di Vivara. ARABIS Lin. Gen.pl. 198; Bsntli. et Hook. Oen.pl. v. 1, p. 69; Pari. /. e. p. 897 ; Guss. En. pi. Inar. p. 19. 15. A. HiRsuTA Scop. FI. Cam. (2=^ ed.), 2, p. 30 ; Pari. l. e. p. 875 ; Guss. /. e. p. 19 ; Ten. FI. Nap. v. 5, p. 69.— Tarritis hir- sifta Lin. Sp. pi. (1^ ed.) p. mQ.—T. sagittata Bert. PI. gen. p. 79.— Arahis sagittata Dee. FI. f'r. 5, p. 592.— A. Gerardi Cald. FI. fav. tent. ]). 332. — A. glastifolia Gib. e Pir. FI. mod. p. 17 ; R3Ìchb. le. f. 4341, 4342, 4343, 4343 h. 16. A. TURRITA Lin. Sp. pi. (1^ ed.) p. 665 ; Guss. l. e. p. 19; Pari. l. e. p. 858; Reiclib. le. v. 2, tab. 44, f. 4315. Insieme alla precedente in tutti i luoghi ombrosi ed umidi dell'isola ed a Vivara. CARDAMINE Tourn. List. p. 224, t. 109; Lin. Gen. pi. (ed. Schreb.) n. 1088; Bentli. et Hook, l. e. p. 70; Pari. l. e. 806; Guss. En. pi. Inar. p. 19. 17. C. HIRSUTA Lin. Sp.x>l. (P ed.) p. 655 ; Pari. l. e. p. 821; Guss. l. e. p. 19 ; Ten. FI. Nap. v. 2, p. 83. — C. sylvatica Link ; Reichb. le. cent. 12, f. 4304. A Pioppeto, a Cottimo, ecc. P) Alissineae. KONIGA Adans. Fam. pi. 2, p. 420 ; R. Br. Ohs. pi. centr. Afr. p. 9 ; Pari. l. e. 753 ; Guss. En. pi. Inar. p 19. — Alyssi species Benth. et Hook. l. e. p. 74. 18. K. MARiTiMA R. Br. l. e. p. 10 ; Pari. l. e. p 753 ; Guss. l. e. p. 19. — Alyssum halimifolium L. 8p.pl. (1* ed.) 650. — Cly- pooìa niaritima Lin. Sp. pi. 910. — Alyssum maritimum Lam. Enc. 1, p. 98. — .4. minimum Grig. ; Lohularia maritima Desv. ; Reichb. le. 2, t. 18, f. 4266. Comunissima dapertutto ; Pioppeto , S. Margherita , Viva- — 24 — Osservazione — Neil' isola di Procida questa pianta è molto variabile. Pur non avendo l'animo di fondare nuove varietà, non possiamo fare a meno di registrarne alcune forme. a. GLABRA. Arriva a parecchi decim. di altezza ed è total- mente sprovvista di peli. Può essere somigliata a quella che tanto comunemeìite osservasi nei dintorni di Napoli. p. PUBESCENS. Foglie ovato-spatulate od ovato-lanceolat e , sparse di piccoli peli argentini. Sembra a noi questa la forma ti- pica di Koniga maritima. I suoi caratteri hanno riscontro intera- mente nella descrizione data dal Parlatore nella sua Flora Ita- liana, voi. 9, parte B'', pag. 755.. y. PUSILLA. Differisce dalle precedenti pel fusto, che non è più alto di 5 cent, ed è pubescente ; per le foglie, le quali sono piccole, pubescenti, ovato-lanceolate o quasi lanceolate; per i fiori, i quali, pur conservando il tipo, sono violacei alla base dei petali. Né è da credere intanto che essa sia effetto di condizioni pura- mente locali, perchè ne abbiamo raccolti esemplari moltissimi in punti differenti dell' isola e di Vivara ed insieme alle forme pre- cedenti. Y) Sisymbrieae. SISYMBRIUM E. Br. in Ait. Hort Kew. (2^ ed.) v. 4, p. Ili ; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1, p. 77; Quss. En. pi. Inar. p. 22 ; Parh l. e. p. 913. 19. S. Thalianum Gay in Ann. Se. Nat. 1^ Ser. v. 7, p. 399; Guss. l. e. p, 22; Pari. l. e. p. 914. — Arahis Thaliana Lin. Sp. pi. {1" ed.) p. 666; Ten. FI. Nap. v. 3 , p. lO.—Stenopìirafjma Tìia- lianum Gel. (1870) ; Nic. Proci. FI. Messan. p. 92 ; Eeichb. le. V. 2, tab. 60, f. 4380. Al Capo Bove ed altrove. 20. S. OFFICINALE Scop. Fi. Cam. (2* ed.) p. 26 ; Guss. l. e. p. 22; Pari. l. e. p. 930. — Erysimum officinale Lin. Sp. pi. {1" ed.) p. 660; Reichb. l. e. v. 2, t. 72, f. 4401. A Solchiaro, ecc. 5) Brassiceae. BRASSICA Pari. FI. It. v. 10, pars ILI, p. 978 ; Benth. et Hook. Oen. pi. v. 1, p. 84; Guss. En. pi. Inar. p. 23. 21. B. CAMPESTRIS Lin. Sp. pi. (la ed.) p. 666; Pari. l. e. p. 985.— B. Napus Guss l. e. p. 25.— 5. BapalAn. — B. ineana Grech. FI. Mei. p. 4. — B. praecox Ces. El. pian. Maiella p. 8. — Sisymbrium sagittaefoliiim Wulf. FI. nord. p. 68. Comunissima per tutta l'isola (S. Margherita, Pioppeto, ecc.) ed a Vivara. — 25 — DIPLOTAXIS Dee. Si/st. nat v. 2 , p. 627 ; Benth. et Hook. Cicn.pl. V. 1, p. 84; Guss. Fm. -pi. Inar. p. 22; Pari, l. e. p. 900. 22. D. TENUiFOLiA Dec. l. e. p. 632 ; Pari. l. e. p. 22. — Si- symbrium tenuifolmm Liu. Sj). pi. (3* ed.), p, 917. — Brassica te- nuifolia Fries. Nov. fi. suec. p. 209; Reiclib. le. v. 1 , t. 82 , T. 4420. A Pioppeto^ nella parte prospiciente al mare, e) Lepidieae. CAPSELLA Medikus in Dee. Syst. nat 2 , p. 283 ; Bth. et Hook. Gen.pl. 1, pars I, p. 86; Pari. l. e. 672. 23. C, BuRSA-PASTORis Moencli. Meth. pi. 271 ; Pari. l. e. 672; Guss. l. e. p. 18. — Thlaspi Bursa-pastoris Lin. Sp. pi. {!'' ed.) pag. 647. A Cottimo, a Serra, a Pioppeto, ecc. LEPIDIUM R. Br. in Ait. Hort. Keiv. (2a ed.) v. 4, p. 85; Pari. FI. It. V. 9, pars 3, p. 660 ; Benth. et Hook. l. e. v. I, pars I, p. 87. 24. L. Iberis Lin. Sp.pl. {l^ ed.) p.645; Pari. l. e. p. 662— L. g vammi folium Lin. Sp. pi. (2» ed.) p. 900; Guss. En. pi. Inar. p. 18.— L. ruderale Ten. Syll. fi. neap. p. 313. — L. intermixtmn Ten. Ad. fi. neap. Syll. app. V, p. 18. IV. — Resedaceae. Don. Gen. syst. yard. 1, p. 286 ; Terracciano A. in Pari FI. It. V. 10, p. 145 ; Guss. En. pi. Inar. p. 27. RESEDA Lin. Gen. pi. (1^ ed.) p. 58, n. 447 ; Bth. et Hook. Gen.pl. 1, p. 112; Terr. in Pari. l. e. p. 157 ; Guss. l e. p. 27. 25. R. ALBA var. suffruticulosa Lin. Sp. pi. p. 648; Terr. in Pari. l. e. p. 180; Guss. En. pi. Inar. p. 28. —■ R. suffruticulosa Bort. FI. It. V. 5, p. 29; Reichb. le. v. 2, tab. 101, f. 4448. Sulle rocce e nei coltivati, a Cottimo, Serra, Vivara, ecc. V. — Cistineae. Pari. FI. Bai. 5, p. 566; Benth. et Hook. Gen.pl. 1, p. 112; Guss. En. pi. Inar. p. 29. CISTUS Tourn. Imt. p. 259, tab. 136; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 1, p. 113; Pari. Fi. Ital. v. 5, p. 573. Guss. En.pl. Inar. p. 29. — 26 ~ 26. C. sALviFOLius Lin. Sj). pi. p. 738 ; Ten. FI. Nap. v. 1, p. 294; Pari. l. e. p. 584 ; Guss. En. pi. Inar. p. 29. — C. Sideritis Presi. FI. Sic. 1, p. 116. Comune a S. Margherita e Vivara, ecc. VI. — Violaceae. Pari. FI. Ital. v. 9, p. 126; Bentli. et Hook. Oen. plani, v. 1 p. 114; Guss. l. e. p. 32. VIOLA Tourn. Inst p. 419 ; Pari. l. e. 126 : Guss. l. e. 32. 27. V. Dehnhardtii Ten. Cai. sem. hort. R. Neap. anno 1830, p. 12 et in Syll p. 117; Pari. l. e. p. 136; Guss. En. pi. Inar. p. 33. — V. Urta Bert. FI. Ital, v. 2, p. 695 ; Ten. FI. Nap. tab. 219, fìg. 2. _ A Pioppeto. È piuttosto rara. VII. — Caryophylleae. Juss. Oen. plani, p. 299 ; Benth. et Hook. Oen. v. 1 , p. 141, Guss. En. pi. Inar. p. 34:; Dlaniaceae Caruel; Tarifani in Pari, FI. Ital voi. 9, parte 2, p 239. a) SiLENEAE Benth. et Hook. *) DiANTHEAE Taufaui l e. p. 249. DIANTHUS Lin. Ceni p. 130 ; Benth. et Hook. Oen. pi V. 1, p. 144; Tanfani in Pari, l e. p. 252; Guss. En. pi Inar. p. 34. 28. D. Armeria ? Lin. Sp. pi (1^ ed.) , p. 410 ; Tanfani in Pari, l e. 260 ; Guss. En. pi Inar. p. 35. Nasce a Santa Margherita, ed è abbastanza comune. 29. D. Caryophyllus ? Lin. 8p. pi (1^ ed.) p. 410 ; Tanfani l e. 283 — D. virgineus Lin. Sp. pi (1* ed.) p. 412 (excl. var. P); D. sijlvestris Wulf,— D. attemtatas Mor. Stlrp. Sarei, elench. 2, p. 2. — D. Oodronlanus Ard. var. LONGiCAULis (Nos). — Dianthus longicaiilis Ten. FI Nap. V. 4; p. 206, et in Syll. p. 207; Guss. En. pi Inar. p. 35.— D. CaryopMjllus Tanfani in Pari, l e. 283 ; Reichb. le. v. 16 , f. 5052. var. ALBiFLORUs Guss. En. pi Inar. p. 35. Osservazione. — Queste due varietà sono abbondantissime a Cottimo; la specie cresce anche a Vi vara, ma non l'abbiamo rac- colta fiorita. TUNICA Scop. FI carn. (2^ ed.), v. 1, p. 278; Benth. et Hook. Oen. pi ^. 1, p. 145; Tanfani l e. 293. — 27 — 30. T. PROLiFEEA Scop. l. c. 299. — Kohlrcmsclna prolifera Kuntb. FI. Ber. 1, p. 109.— Dianthus jJroUfer Lin. Sjj. pi (1* ed.) p. 410 ; Guss. l e. p. 34. A Perillo. SAPONARIA Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1 , p. 146 ; Pari. FI. Ital. 9, p. 314 ; Guss. En. pi. Inar. p. 36. 31. S. OFFiciNALis Lin. S2). pi. p. 384; Ten. FI. Nap. v. \, p. 224; Pari. l. e, 319. — Lychnis officmalis Scop. Fi. Cam. v. 1 p. 303; Reichb. le. f. 4995. A Fumicello. **) Lychnideae Tanf. SILENE Dee. Fi. frane. 4, p. 746; Benth. et Hook. v. 1, p. 147 ; Taufani in Pari. l. e. p. 336 ; Guss. Fìi. pi. Inar. p. 36. 32. S. CucuBALUs Wib. Prim. fi. werthem. p. 241, (1799); Rolirb. Monogr. gen. SU. 80 ; Tanf. in Pari, l. e. 342. — 8. infiata Smith. FI. hit. p. 4:67.-8. Tenoreana Guss. En.pl. Inar. p. 44; Reiehb. le v. 6, tab. 299, 300, f. 5120. A Pioppeto. 33. S. GALLICA Lin. 8p. pi. (1» ed.) p. 417; Tanf. l. e. 355. Rohrb. Monogr. SU. p. 96 ; Reichb. le. v. 6, tab. 272, f. 5054-55, tab. 273 f. 5056. var. CANDOLLii (Nos).~ Silene Candollii Jord. in Guss. En. pi. Inar. p. 37. — 8. lusitanica DO. var. UNIFLORA (Nos). — 8. cerastoides var. Ali. FI. pedem. 2, p. 79. Osservazione. — Questa varietà presenta tutti i caratteri della 8ilene cerastoides di Gussone, ma se ne distingue perchè 1' infio- rescenza non porta che un sol fiore. 34. S. sericea Ali. FI. pedem. 2 p. 81 ; Rohrb. Monogr. 8il. p. 113 ; Tanf. in Pari. l. e. p. 369. — 8. caneseens Ten. FI. Nap. V. 1, p. 236 ; Guss. En. pi. Inar. p. 47 ; Ten. FI Nap. tab. 38 ; Reichb. le. v. 6, tab. 279. Oomunissima. Si trova anche a Vivara. 35. S. NicEAENSis Ali. Mise. Taur. v. 5, p. 88; Rohrb. Monogr. 8il. p. 152 ; Tanf. in Pari, l e. 393 ; Guss. En. pi. Inar. p. 45 ; Reichb. le. v. 6, tab. 278, f. 5065. A Santa Margherita. 36. S. ITALICA Pers. 8yn. pi. 1, p. 498 : Tanf. in Pari. l. e. 423; Guss. En. pi. Inar. ^. A^.— 8. pilosa Ten. 8yll.^.^lQ.— Cu- cuhahis italieus Lin. 8p. pi. (2aed.)pag. 593.— ;S. nemoralis Maly; Reichb. le. v. 6 tab. 295, f. 5110. — 28 — LYOHNIS Tourn. Lisi. p. 333; Benth. et Hook. Gen.pl. v. 1, p. 147 ; Tanfanì in Pari. l. e. 438; Gruss. En. pi. Inar. p. 49. 37. L. sYLVESTRis Hopp. Cent.: Caruel Proclr. FI. Tose. p. 84. Tanfani in Pari. l. e. p. 444. — L. divisa Lin. Sp. pi. (1* ed.), p. 437 ; auss. En. pi. Inar. p. 49 ; Ten. FI. Nap. v. 4, p. 241— Reichb. le. V. 6, tab. 304, f. 5326. A Pioppeto, a Capo Bove, a Vivara, ecc. 38. L. Flos-Ouculi Lin. Sp. pi. (1* ed.) p. 436; Tanfani in Pari. /. e. 462; Reichb. le. 6, t. 306. A Santa Margherita, ma piuttosto rara. OssERVA5^iONE. — Questa specie, come si può vedere daWEiiii- meratio del Gussone, manca nell'isola d'Ischia. p) Alsineae Benth. et Hook. Oen. pi. v. 1, p. 143 et 148. *) Stellarieae Pari. CERASTIUM Lin. Gen. pi. p. 576 ; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 1, p. 148 ; Tanfani in Pari. l. e. 469; Guss. l. e. p. 55. 39. C. vuLGATUM Lin. Sp. pi. p. 627 (excl. syn. Vaili.); Ten. FI. Nap. 4, p. 229 et in Stjll. p. 598 ; Tanfani in Pari. Fi. Bai. v. 9 p. 475 ; Guss. En. pjl. Inar. p. 35 (sub nom. C. glomerato). — C. viseosum Gaud.— C. ovale Pers. — C. rotmidifoliwn. Ten. Sijll. p. 598; Reichb. le. v. 6, f. 4970. Comunissimo per tutta l' isola ed a Vivara. >STELLARIA Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1 p. 149; Lin. Gen. pi. (la ed.) p. 272 et in Gen. pi. (6^ ed.) p. 150, 226; Tanfani in Pari. FI. Bai. v. 9, p. 516 ; Guss. l. e. p. 54. 40. S. MEDIA Cyr. De ns. nomi, pi ehar. p. 36; Pari. l. e. 394; Guss. l. e. 54:. — Alsine media Lin. Sp.pl. {1^ ed.) p. 272; Reichb. le. v. 5, tab. 222, f. 4904. A Pioppeto, Fumicello, Vivara. Vin. — Hypericineae. Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1, p. 163; Hyperieineae Pari. Fi. Hai. V. 5, p. 493; Guss. En. pi. Inar. p. 62. HYPERICUM Limi. Gen. n. 902 ; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 1, p. 165 ; Pari. FI. ital. v. 5, p. 503 ; Guss. En. plani. Inar. p. 62. 41. H. sp. Osservazione — Abbiamo raccolto a Solchiaro ed a Pioppeto una specie d' Hijpericum , che non abbiamo potuto determinare , perchè non fiorita. — 29 - IX. — Malvaceae. Juss. Gen. spiani, p. 271 ; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1, p. 195; Pari. FI Ital.y. 5, p. 5. MALVA Lin. Gen. pi. n. 841; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1, p. 201; Pari. FI. Ital. v. 5, p. 36; Guss. En. pi. Inar. p. 58. ■42. M. SYLVESTRis Liii. 8p. pi. p. 969 ; Pari. l. e. 48 ; Ten. Sijll. p. 335: Guss, En. pi. Inar. ^. 58; Reichb. le. f. 4840. A Pioppeto ed altrove ; a Vivara. LAVATERALiu. Gen.pl. ii. 842 ; Benth. et Hook. Gen. pi. I, p. 200 ; Pari. FI. Bai. v. 5, p. 62; Guss. l. e. p. 60. 43. L. ARBOREA Lin. Sp. 2)1. p. 972 ; Pari. FI. If. v. 5, p. 75; Ten. Syll. p. 338 ; Guss. En. pi. Inar. p. 60. — Malva arborea Webb. et Berth. Phyt. Canar. I, p. 30. — Anthema arborea Presi. FI. Sic. I, p. 180; Reichb. le. f. 4857. Alle Chiajolelle , ecc. 44. L. MARiTiMA Gouan. Id. p. 46, tab. 22 , f . 2 ; Pari. FI. Ital. V. 5, p. 83. A Solchiaro ed a Vivara. Osservazione. — Anche questa specie non è registrata nella llora d'Ischia del Gussone. X. — Linaceae. Lindi. The Veg. Kingd. p. 485. — Lineae Dee. Théor. èlément. (1^ ed.) p. 217; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1 , p. 241. — Lineae (sectio Geraniacaearum) Pari. FI. Ital. v. 5, p. 273. LINUM Tourn. Inst. p 339, tab. 176; Lin. Gen.pl. n. 389; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1, p. 242 ; Pari, FI. Ital. p. 274. 45. L. ANGUSTIFOLIUM Huds. FI. angl. p. 134; Pari. FI. Ital. 5, p. 305 ; Ten. Syll. p. 156; Guss. En.pl. Inar. p. 58.— 7^. narbonense Desf. FI alt. 1, p. 279.-1.. siculum Presi. FI. sic. 1, p. 171.— L. cribrosnm Reichb. in Guss. Syìi. fi. sic. 2 p. 807 (Add. et emend.)\ Reichb. le. f. 5158. È abbondantissimo a S. Margherita. Trovasi anche a Vivara. XI. — Gerauiaceae. Benth. et Hook. Gen. pi. v. l, p. 269.--Geranioideae Pari. FI. Ital. V. 5, p. 120. a) Geranieae. — 30 — GERANIUM L'Herit. Geran. tab. 36-40; Bentli. et Hook. Oen. 1)1. voi. 2, p. 272 ; Pari. FI. Mal. 5, p. 133 ; Guss. En. ])l. Inar. p. 64. 46. G. ROTUNDiFOLiuM Liii. Sp. 2)1. p. 957; Pari. l. e. 179; Ten. Syll. p. 334 ; Guss. Un. pi. Inar. p. 64. — G. vlscidulum Fries Nov. fi. suec. p. 46. 47. G. MOLLE Lin. Sp. pi. p. 955; Pari. FI. Ital. v. 5, p. 182; Ten. Syll. p. 334 ; Reichb. le. f. 4880. Sparso in tutta l'isola. 48. G. RoBERTiANUM Lin. — var. parviplorum Pari. FI. ital. v. 5, 1). 201.— G. pt(r2)ureum Vili. FI. du Dauph. v. 3, p. 274, tab. 40.— G modestum Jord. ; Reiclib. le. f. 4871. A Santa Margherita, a Pioppeto, ecc. ; a Vivara. ERODIUM L' Herit. Geran. tab. 1-6; Benth. et Hook. Gen. pi. V. \, p. 272; Pari. l. e. p. 203; Guss. En. pi. Inar. p, 66. 49. E. cicuTARiuM L'Herit in Ait. Hort. keiv. p. 414; Pari. FI. IL 6, p. 210; Ten. Syll. p. 330; Guss. En. pi. Inar. p. m ; Pasq. FI Vesuv. p. 28; Eeiclib. le. f. 4864-65. A Santa Margherita. A Vivara. 50. E. MoscHATUM L'Herit. in Ait. Hort. kew. 2, p. 414; Ten. Syll p. 331; Guss. En. 2)1. Inar. p. 67; Pari. l. e. p. 218; Pasq. FI. Ves. p. 28 ; Reiclib. l. e. f. 4867. A Serra, CJliiajolelle, ecc. 51. E. BoTRYs Bert. Amoeìi. ital. p. 35 et FI. it. v. 7 , p. 188; Guss. En. pi. Inar. p. 66 ; Ten. Syll. i^ag. 331; Pari. l. e. 228. Nei luoghi erbosi dell'isola ed a Vivara. 52. E, CHiuM AVilld. Sp. pi p- 634; Guss. PI rar. p. 282 et En. pi. Inar. p. 67; Ten. Syll p. 331 ; Pari, l e. 239 ; Reichb. le. f. 4869. A S. Margherita. 63. E. MALACoiDES Willd. Sp.pl V. 3, p. 639; Pari, l e. 242; Ten. Syll p. 332 ; Guss. En. pi Inar. p. 67; Reichb. le. f. 4868. A Serra, Chiajolelle ; a Vivara. P) OxALiDEAE Benth. et Hook. OXALIS Lin. Gen. 2jI p. 382 ; Jacq. Monoyr. Oxalid. 1794 ; Benth. et Hook. Gen.pl v. 1, p. 276; Pari. FI ital v. 5, p. 259; Guss. l e. p. 68. 54. 0. CERNUA Thunb. Diss. n. 12, tab. 2, fig. 2 ; Pari, l e. p 264. — 0. lybica Gren. et Godr. FI de frane, v. 1, p. 326. E dappertiitto abbondantissima: a Pioppeto, alle Chiajolelle, Cottimo, ecc. ed a Vivara. — 31 — Osservazione — Questa specie, cosi abbondante nell'isola di Procida e di Vivara , uon figura nell' Enumeratlo del Grussone, Sorge il dubbio : questa pianta, certamente introdotta con le cul- ture, si è da poco naturalizzata nell'isola di Procida , ovvero la sua naturalizzazione rimonta ad antica data ? In tal caso, stando sempre a quel che scrive Gussone, come va che non si trova ad Ischia ? 55. 0. coRNicuLATA Lin. 8p. pi. p. 623 ; Pari. FI. ital. 5, p. 270 ; Ten. FI. nap. v. 4, p. 243 et in Sijll. p. 224; Guss. l. e. p. 68. — 0. villosa Saccardo FI. Trev. p. 35; Reichb. le. f 4896,97. A Santa Margherita, a Cottimo ed altrove. A Vivara. XII. — Rutaceae. Juss. Oen. p. 296; Benth. et Hook. Gen pi. v. 1, p. 280;Parl. FI Ital. V. 5, p. 322. RUTA Adr. Juss. in Mhn. du Muséum, tom. 12, p. 462, tab. 17, fig. 2; Benth. et Hook. Qen. pi. v. 1, p. 286; Pari. Fl.Ital. v. 5, p. 345. 56. R. BRACTEOSA Dee. Proclr. 1, p. 710; Guss. Plani, rar. p. 198 et in Enum. pi. Inar. p. 68; Ten. Syll. p. 199. — R. gra- veolens Lin. Sp. p)l. p. 549 var. p. — B. chalaepensis Lin. Mani. V. 1, p. 69 (ex parte?); Ten. FI. Nap. v. 1, p. 221.— i2. macro- phylla Moris. — R. angustifolia Boiss. Voyag. en Espagn. p. 125 var. b. Cresce in abbondanza a S. Margherita , verso l'ex con- vento. Xni. — Simarubeae. Endl. Gen. U43; Lindi. Veg. Kmgd. ^11; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 1, p. 306. AILANTHUS. Desf. in Act. Acad. Par, 1786, 263 t. 8 (ex DC. Prodr. voi. 2 p. 88). Benth. et Hook. l. e. p. 309. 57. A. GLANDULOSA Dcsf. l. c. 263, tab. 8 ; Coss. et Germ. FI. des cnv. de Paris p. 114. Sparso qua e là per l'isola. XIV. — Anacardiaceae. Terehinthaceae Kunth. in Ann. des se. nat. v. 2, p. 333; Pari. l. e. 371; Guss. l. e. p. 10.— Anacardiaceae Lindi. The Veg. Kingd. p. 465 ; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1, p. 415. — 32 — PISTACIA Lin. Gen. n. 1108 ; Bentli. et Hook. Oen. pi. v. 1, p. 419 ; Pari. FI. il v. 5, p. 377; Guss. l e. p. 70. 58. P. Lentiscus Lin. Sih i^l. p. 1455 ; Pari. l. e. p. 378 ; Teu. Syll. p. 481; Guss. En. pi. Inar. p. 70 ; Sibth. et Smith FI. graec. 10, p. 47, tab. 957. A Santa Margherita. A Vivara. XV. — Rhamneae. R. Brown in Flinders Voy. p. 554 ; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 1, p. 'dli.—Bhanmaceae Pari. FI. ital. v. 5, p. 423. RHAMNUS Juss. Gen. pi. p. 380; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 1, p. 377; Pari. Fi. ital. v. 5, p. 447. 59. R. Alaternus Lin. 5'^;. pi. p. 281; Pari. Fi. ital. p. 448; Ten. FI. nap. S, p. 233 et Syll. p. 116 ; Guss. l e. p. 60 ; Pasq. FI. Ves. p. 29; Nouv. Luham. v. 3, p. 41, tab. 14. A Santa Margherita. XVI. — Sapindaceae. Pari. FI. ital. v. ò, p. 394 ; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1, p. 388. ACER Tourn. Inst. p. 615, tab. 386; Lin. Gen. pi. n. llob ; Benth. et Hook. Gen. pi v. 1, p. 409; Pari. FI. it. v. 5 p. 399 ; Guss. l. e. p. 63. 60. A. CAMPESTRE Lin. 8p. pi. p. 1497 ; Pari. FI. ital. l. e. p. 411 ; Ten. FI. nap. v. 2, p. 371 et Syll. p. 193 ; Guss. l. e. 63. — A. marsicum Guss. PI. rar. p. 375. — A. austriacum Ten. Sijll. p. 193 — A. collinum Ten. Sijll. p. 194; Reichb. le. f. 4825. E molto raro. Ne abbiamo trovato un solo esemplare a Santa Margherita. XVn. — Leguminosae (Sect. Papilionaceae). Endl. Gen. pi. 1253 (Classis) ; Benth. et Hook. l. e. p. 434. — Phaseolaceae Carnei ; Tanfani in Pari. Fi. ital. voi. 10, pag. 104. a) Geniste AE. LUPINUS Tourn. Inst. p. 372, tab. 213; Linn. Gen. pi. (1^ ed.) p. 221; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1, p. 480; Tanfani l. e. p. 107; Guss. Enum. pA. Itiar. p. 70. — 33 — 61. L. ANGusTiFOLius Liun. Sj). lìl. (la ed.) ^. 721; Pari. FI. Hai. V. 10, p. 108; Gruss. JSn. pi. Inar. p. 70. — L. varius Ten. Syll. p. 350. — L. Unifolius Ten. FI. nap. v. 2, p. 142 ; Reiclib. le. V. 22, tab. 11. E abbondantissimo a Precida e più ancora a Vivara. SPARTIUM Dee. Proci v. 2, p. 145 ; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 1, p. 483; Gruss. En. pi. Inar. p. 73. 62. S. JUNCEUM Lin. 8p.pl. p. 995; Ten. Fi. nap. v. 2, p. 131; Guss. l. e. p. 73 ; Duliam. Arh. (2^ ed.) v. 2, tab. 22. A Pioppeto ed a Vivara. CALYCOTOME Link, in Schrad. Journ. filr die Botanik, V. 2, p. 50; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1, p. 481 ; Guss. En. pi. Inar. p. 74. 63. C. VILLOSA Link. Enmn. alt. Hort. Berol. v. 2, p. 225; Guss. En. p)l. Inar. p. 74. — Spartium villosum Vahlb. Symb. v. 3, p. 80; Bert. FI. Hai. v. 7, p. 344. — Cytisus laniycrus Dee. Prodr. V. 2, p. 154; Ten. FI. nap. v. 5, p. 74 ; Sibtli. et Smith. Fi. Gr. tab. 673. Comunissima in tutta Procida ed a Vivara. ULEX Lin. Gen. pi n. 881 ; Benth. et Hook. Gen pi v. 1, p. 483. 64. U. EUROPAEUS Lin. Sp. pi. p. 741 ; Are. Comp. FI it. (la ed.) p. 147; Reichb. le. l e. tab. 17. A Solchiaro ; a Pioppeto, ecc. Osservazione. — Nemmeno questo genere figura nella flora d'Ischia del Gussone. h) Trifolieae. MEDICAGO Lin. Benth. et Hook. Gen. pi v. 1 , p. 487 ; Guss. En. pi Inar. p. 76. 65. M. lupulina Lin. Sp. pi 1097 ; Ten. FI Nap. v. 5, p. 163; Guss. l e. p. 76. A Pioppeto. 66. M. orbicularis Ali. Flped.v. 1, p. 314; Ten. FI. nap. V. 5, p. 165; Guss. En. pi Inar. p. 77 ; Moris FI sard. voi. 1, p. 434, tab. 37. var. a — Pianta più gracile e più piccola che la prece- dente, A Pioppeto e a S. Margherita; a Vivara. 67. M. HisTRix? Ten. FI nap. prodr. p. 45 et in FI nap v. 5 , p. 168 ; Guss. Enum. pi. Inar. p. 78. Nei seminati. 3 - 34 - 68. M. MINIMA Bert. var. mollissima. — M. molUssima Roth. cat. hot. V. 3, p. 74; Guss. l. e. p. 79 ; Reiclib. le. tab. 72. A Santa Marglierita. 69. M. maculata Willd. Sp. pi. v. 3, p. 1412; Ten. FI. nap. V. 5, p. 170 ; Guss. l. e. 79 ; Reichb. le. v 22, tab. 67. Sparsa qua e là per l'isola ed a Vivara. 70. M. MuREX Willd. Sp. pi. v. 3, p. 1410; Guss. Enmn.pl. Inar. p. SO; Reiclib. le. v. 22, tab. 67. A Vivara. TRIFOLIUM Tourn. Inst. 404, tab. 22R: Bentli. et Hook. Gen. p)lant. V. 1, p. 487; Guss. En. pi,. Inar. p. 83. 71. T. NIGRESCENS Viv. var. POLYANTHEMUM ? Guss. Enuui. pi. Inar. p. 84. — T. Vaìllantìi Ten. FI. nap. prodr. p. 44. — T. pallescens Ten. FI. particol. di Nap. v. 2, p, 596 ; Savi Giorn. Pis. tab. 5. Comunissimo nei seminati, tanto a Procida, quanto a Vivara 72. T. iNCARNATUM Liu. 8p.pl. 1083; Guss. En. pi. Inar. 86; Ten. FI. nap. v. 5, p. 140 ; Raichb. le. v. 22, tab. 94. Fra i seminati, in diversi luoghi dell'isola. 73. T. ARVENSE Lin. Sp. pi. p. 1033 ; Ten. FI. nap. v. 5,p. 141; Guss. Enum. plani. Inar. p. 86.; Reiclib. le. v. 22, tab. 95. Comunissima nelle isole di Procida e di Vivara. 74. T. STELLATUM (?) Lin. Sp. pi. p. 1033; Ten. FI. nap. v. 5, p. 142; Guss. En. pi. Inar. p. 88; Reichb. le. v. 22, tab. 92. A Vivara. 75. T. suBTERRANEUM Liu. Sp. pi. 1080; Teu. Fi. nap. v. 5, p. 140; Reichb. le. v. 22, tab. 108. A Capo Bove ; a Vivara. e) LOTEAE. LOTUS Lin. Gen.pl. (ed. Schreb.) n. 1212; Benth. et Hook. Gen. pi. voi. 1, p. 490; Guss. En. pi. Inar. p. 92 76. L. EDULis Lin. Sp. pi. p. 1090; Ten. Fi. nap. v. 5, p. 158; Guss. l. e. p. 93; Reichb. le. v. 22, tab. 133. A Capo Bove, ecc. A Vivara. 77. L. ORNiTHOPODioiDEs \À\\. Sp. pi. p. 1091; Ten. i^/. nap. V. 5, p. 161 ; Guss. Enum. pi. Inar. p. 93; Reichb. le. v. 22, tab. 133. A Capo Bove. 78. L. coRNicuLATus Lin. Sp. pi. p. 775; Are. FI. Hai. p. 180 (la ed.^; Reichb. le. tab. 129. d) Galegeae. — 35 — PSORALEA Lin. Oen. pi (ed. Sckreb.) n. 1210 ; Benth. et Hook. Gen.pl. V. 1, p. 491. ; Guss. l. e. p. 94. 79. P. BITUMINOSA Lin. Sp. pi. p. 1075; Ten, FI. nap. v. 5, p. 134; Guss, Enmn. pil. Inar. p. 94; Reichb, lev. 22, tab. 139. A Vivara. ASTRAGALUS Dee. Astrag. n. V. ed. maj. p. 22, ac 79 ; Benth. et Hook. Gen. X)l. v. 1, p. 506; Guss. l. e. p. 95. 80. A. BOETicus Lin. Sp. pi. p. 758 ; Are. l. e. 186; Reichb. le. tab. 148. A Cottimo. Osservazione. — Questa specie pare sia coltivata nell'isola. e) Hedisareae. SCORPIURUS Lin. Gen. pi. (ed. Schreb.) n. 1201 ; Benth. et Hook. Gen. j)l. v. 1, p. 508; Guss. l. e. p. 96. 81. S. vERMicuLATA Lin. Sp. pi. p. 744; Are. l. e. p. 189. A Cottimo ; a Vivara. OssERVAziONF. — 'NeìV Eìiumeratio del Gussone è riportatoli solo Scorpiurus subvillosa Lin. , il quale non si rinviene fra le piante precidane. ORNITHOPUS Lin. Gen. plani, n. 884; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 1, p. 609 ; Guss. l. e. p. 97. 82. 0. coMPRESSus Lin. Sp. pi. p. 744 ; Ten. FI. nap. voi. 5, p. 125; Guss. /. e. p. 97; Sibth. FI. Gr. tab. 714, Comunissima fra i seminati. CORONILLA Lin. Gcn.pl. (ed. Schreb.) n. 1108; Benth. et Hook. Gen. 2)1. v. 1, p. 509; Guss. Enum. plani. Inar. p. 97. 83. C. Emerus Lin. Sp. pi. p. 1016; Ten. FI. nap. v. 5, p. 123; Guss. Eniim. plani. Inar. p. 77. A Santa Margherita, al Capo Bove, ecc. f) Vicieae. VICIA Lin. Gen. pi. 873 (ex parte); Benth. et Hook. Gen. pi. V. 1 p. 524; Guss. En. pi. Inar. p. 98. 84. V. SATivA Lin. 8p.pl. 1037 (excl. var. &) ; Ten. FI. nap. V. 5, p. 117 ; Guss. En. pi. Inar. p. 103. A Cottimo, a Pioppeto, ecc. var. grandiflora (Nos).— Pianta assai più vigorosa che la specie, ed a fiori molto più grandi. Con la specie. 85. V. NARBONENsis Liu Sp. pi. 1038 ; Ten. Fi. nap. v. 5 p. 121; Guss. En. pi. Inar. p. 102. A Cottimo, a Pioppeto, a Vivara. — 36 — 86. V. Cracca Lin. Sp. pi. p. 1035; Ten. Syll fi. Neap. ■p 357. — y. Kitaiheliana Reichb. FI. germ. exsicc. n. 768 (ex auct.), var. Gerardii DC. Prodr. v. 2 , p. 357. — V. Cracca var, h. Koch FI. Germ. (ed. 1.) p. Idi.— V.incaiiaKììì.Fl. delpli. V. 3, p. 449. — V. gallo-iìrovincialis Foir. Enc. suppl. v. 5, p. 471. Comunissima nei seminati; a Cottimo, a Pioppebo, ecc. Osservazione. — Queste due ultime Yicie non si trovano,, a detta di Grussone, nell'isola d'Ischia. Abbiamo riferita alla V. Cracca la V. Gerardii , non sem- brandoci sufficienti i caratteri differenziali per poter stabilire una specie. LATHYRUS Lin. Gen. pi. (ed. Schreb.) n. 1186; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1 p. 526; Guss. l. e. p. 108. 87. L. TENuiFOLius Desf. atl. v. 2, p. 160; Guss. l. e. p, 109. — L. alatiis Ten. FI. nap. v. 5, p. 107. — L. aiiriculatus ^evtol. Fi; ital. V. 7, p. 447. — L. alafiis Ten. l. e. tab. 175, f. 1. A Vivara, nei seminati. XVIII. — Rosaceae. Endl. Gen. pi. 1240; Benth. et Hook. Gen.pl p. 600. —Chry- sohalaneae Endl. Gen. pi. 1251. — Amygdaleae Endl. Gen. 1250; Guss. En. pi. Mar. p. 112. — Eosaceae Guss. l. e. 118. — Sangui- sorheae Lindi, in Guss. l. e. 121. — Pomaceae Lindi; Guss. l. e. 122. a) Pruneae Benth. et Hook. AMYGDALUS Lin. Gen. pi. n. 619 ; Guss. Enum. plaìit. Inarim. p. 112. — Primi species Benth. et Hook, Gen. pi. v. 1, p. 610. 88. A. coMMUNis Lin. Sp. pi. p. 677; Guss. l. e. p. 112; Duham. Ari). (2a ed.) v. 4, tab. 94. Coltivata. 89. A. Persica Lin. Sp. pi. p. 676. — Persica vulgaris Mill. dici. ed. germ. 3, p. 465 (ex Koch); Guss. l. e. p. 112. Osservazione — Ne abbiamo trovata qua e là qualche pian- ticella, evidentemente sfuggita dalle culture. {i) Rubeae Benth. et Hook. RUBUS Linn. Gen. pi. n. 632; Benth. et Hook. Gm pi. p. 616; Guss. l. e. p. 118. 90. R. discolor Weihe, et Nees. Rid). germ. p. 46, tab. 20. — B. dalmaticus Tratt. Bos. 3, p. 35; Guss. l. e. p. 118. — B. frn- ticosiis, Bertol. FI. ital. v. 5, p. 217. — B.fniticosus ynv. dalmati- cus Ten. FI. nap. v. 4, p. 289. — 37 — Sparso qua e là per l'isola ed a Vivara. Y) Potentilleae Benth. et Hook. POTENTILLA Linn. Gen. pi. u. 634; Bentli. et Hook. 6en. pi V. 1, p. 620; Guss. l. e. p. 119; 91. P. EEPTANs Lin. Sp. pi 499 ; Ten. Fi nap. v. 1, p. 289; Guss. l e. p. 119; FI dan. tao. 1164. A Serra, ecc. 5) EosEAE Beiitli. et Hook. ROSA Linn. Gen. pi n, 631 ; Benth. et Hook. Gen. p)l p. 625. Guss. l e. p. 120. 92. E. sp. 93. R. sp. Osservazione— Abbiamo raccolte due specie di Rosa, ma non le abbiamo potuto determinare, perchè non fiorite. e) PoMEAE Benth. et Hook. CRATAEGUS Lin. Gm. pi n. 622; Benth. et Hook. Gen. pi V. 1, p. 626; Guss. lc.\i. 122. 94. C. sp. A S. Margherita. Osservazione — Non era in fiore, quando l'abbiamo raccolto. XIX. — Crassulaceae. Endl. Gen. pi p. 808; Benth. et Hook. Gen.pl voi. 1, p. 656; Guss. En.pl Inar. p. 135. TILLAEA Lin. Gen. pi n. 117; Benth. et Hook. Gen.pl p. 657; Guss. l e. p. 135. 95. T. MUSCOSA Lin. Sp. pi p. 186 ; Ten. FI nap. v. 3, p. 115; Guss. En. 2)1 Inar. p. 135;Reichb. le. cent. 2, fig. 350. Nei luoghi umidi dell'isola. COTYLEDON Lin. Gen. pi n. 578 ; Benth. et Hook. Gen. v. 1, p. 659. — Umbilicas Guss. En. pi Inar. p, 135. 96. C. HORizoNTALis Guss. Ind. bocc: 1826 et in Syn. fi. Sic. Y. 1, p. 512 ; Ten. FI nap. v. 4, p. 244. — Umbilicus horkonta- lis, Dee. in Guss. En. 'pi Inar. p. 135. In uno alla seguente sui muri, attorno ai vecchi tronchi di alberi e sulle rupi dell'isola di Precida e di Vivara. 97. C. Umbilicus Lin. ^^;. jjZ. p. 615; Ten. FI Nap. v. 4, p. 244. — Umbilicus penduUnus DO. Guss. Enum. plani Inarim. p. 136. Con la precedente. — 38 — SEDUM Lin. Oen. pi. n. 579; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1, p. 669; Guss. En.pl. Inar. p. 136. 98. S. sp. A Capo Bove ed altrove. Osservazione — Questa specie non era in fiore , quando la raccogliemmo. XX. — Myrtaceae. Endl. Oen. pi. 1223; Bentli. et Hook. Gen.pl. v. 1, p. 690; Guss. Enum. plant. Inar. p. 129. MYRTUS Lin. Gen. pi. n. 617 ; Benth. et Hook. Oen. pi. 714; Guss. En. pjl. Inar. p. 129. 99. M. coMMUNis Lin. Sp. pi. p. 673; Ten. Fi. nap. v. 4, p. 271; Guss. l. e. p. 129. — Lamk. III. gen. tab. 419. A Serra. XXI. — Cacteae. Endl. Oen. pi. p. 942; Benth. et Hook. Oen. pi. y, 1, p. 845; Guss. En. pi. Inar. p. 138. OPUNTIA Min. Dici. ed. 6; Benth. et Hook. Gen. pi. y. l, p. 851; Guss. En. p)lcint. Inar. p. 138. 100. 0. Ficus-indica Milk Dici. n. 2 ; Guss. l. e. p. 138.— 0. vulfjaris Ten. FI. nap. v. 4, p. 270. — Cactus Ficus-indica Dee. PI. grass. tab. 138. Fra le rupi. XXII. — Ficoideae. Ben eh. et Hook. Oen. pi. v. 1, p. 851; Guss. En. pi. Inar. p. 138. — Mesemhryanthemeae Endl. Gen. 945. MESEMBRYANTHEMUM Lin. Oen. pi. n. 628; Benth. et Hook. Gen. x)l. v. 1, p. 853; Guss. l. e p. 133. 101. M. AciNAciroRME Lin. 8p.pl. p 695; Guss. En. plani. Inar. p. 138. Diffusissimo per tutta Procida e Vivara. XXin. — Umbelliferae. Endl. Gen. pi. p. 672; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1, p. 859; Guss. En. plant. Inar. p. 159. — Apiaceae Lindi. Veg. Kingd.\ Ca- ruel in Pari. FI. ital. v. 8, p. 179. — 39 — a) Saniculeae. ERYNGIUM Lin. Gen. pi. n. 324; Bentli. et Hook. Geìi. pi V. l,p. 878; Pari. Fl.ital.,Y. 8, p. 202; Guss. L e. p. 139. 102. E. MARiTiMUM Lin. Sp.jìl. (1* ed.) p. 233; Ten. FI. nap. voi. 1, pag. 117;Giiss. l. e. p. 139;lieiclib. le. v. 21 tab. 8. Nelle arene marittime : a Ciraccio ed altrove. P) Seselineae. FOENICULUM Adaus. Fani, plant. v. 2, p. 101; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1, p. 902 ; Guss. En. pi. Inar. p 142. 103. F. CAPiLLACEUM Gilib. ex auct. Freyn. FI. Sild-Istr. p. 342.— i^. officinale Ali. FI. pedem. v. 2 p. 2ò.~-F. vulgare Gass l. r. p. 142.— i/e?rm Foeniculum Ten. FI. nap. v.^, p. 290;Reichb. le. V. 21, tab. 89, fig. 1-2. A Pioppeto. CRITHMUM Lin. Gen. pi n. 340; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 1, p, 905; Guss. En. plant. Inar. p. 142. 104. C. MARiTiMUM Lin. Sp. j)l- (1* ed.) p. 246 ; Guss. l e. p. 142. — Cachrijs maritima Ten. FI nap. v. 3, p. 395 ; Reiclib. le. v. 21, tab. 59. Nasce da per tutto. Y) Peucedaneae. FERULA Lin. Gen. pi n. 343; Benth. et Hook. Gen. v. 1, p. 917; Guss. l e. p. 143. 106. F. COMMUNIO ? Lin. Sp. pi (1* ed.) p. 246 ; Guss. l. e. p. 143. —F. nodifiora Bert. FI nap. v. 3, p 372. — F. neapolitayia Ten. FI nap. v. 1, p. 216; Guss. /. e. p. 143; Reichb. le. v. 21; tab. 103, 104. A Vivara. Manca, per quanto abbiam potuto vedere, nell' i- sola di Precida. 5) Ammineae. SMYRNIUM Lin. Gen.pl n. 363 ; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 1, p. 885 ; Guss; En. plant. Inar. p. 151. 106. S. Olusatrum Lin. sp. pi (1^ ed.) p. 262; Ten. FI nap. V. 3, p. 330; Guss. l e. p. 151; Reichb. le. voi. 21, tab. 194. A Cottimo ed altrove. t) Caucaline.\e. DAUCUS Lin. Gen. pi n. 333 ; Benth. et Hook. Gen. pi v. 1, p. 928; Guss. En. pi. Inar. p. 144. 107. D. GiNGiDiuM Lin. 8p.pl (1^ ed.) p. 242,— D. (/wnmifer Lam,; Guss. En. plant. Inar. p. 146; Reichb. le. v. 21, tab. 162- 164 ; tab. 205 %. 3. A Vivara, 40 XXIV. — Araliaceae. Endl. Gen. X)l. p. 793 ; Bentli. et Hook. Oen. pi. voi. 1 , p. ^^l.—Hederaceae Pari. FI. ital. v. 8, p. 178. HEDERA Tourn. Inst p. 612 ; Benth. et Hook. Oen. pi. V. 1, p. 949 ; Guss. En.pl. Inar. p. 152. 108. H. Helix Lin. Sp. pi. (1^ ed.) p. 202 ; Ten. FI. nap. v. 1, p. 105 ; Guss. l e. p. 152; FI. Dan. tab. 1027. A Cottimo, a Santa Margherita. A Vivara. XXV. — Cornaceae. Benth. et Hook. Gen. plani v. 1 , p. 947 ; Corneae Endl. Gen. plani, p. 798 ; Guss. En. plani. Inar. p. 152. GORNUS Lin. Gen. plani, n. 149 ; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 1, p. 950 ; Guss. En. plani. Inar. p. 152. 109. C. SANGUINEA Lin. Sp. pi. (la ed.) p. 117; Ten. FI. nap. V. 3, p. 161 ; Guss. l. e. p. 152 ; FI. Dan. tab. 482. A Serra; piuttosto raro. XXVI. — Caprifoliaceae. Lindi. The Veg. Kincl. p. 766 ; Benth. et Hook. Gen. v. 2, p. 1; Guss. Enum. plani. Inarim. p. 153 ; Loniceraceae Pari. FI. Hai. V. 7, p. 102. a) Sambuceae. SAMBUCUS Lin. Gen. plani, n. 372 ; Benth. et Hook. Gen. plani. V. 2, p. 3; Guss. En. plani. Inar. p. 133. 110. S. Ebulus Lin. 8p. pi. (1^ ed.) p. 269; Ten. FI. nap. v. 1, p. 136; Guss. l. e. pag. 153; Peich. le. v. 12 , tab. 729, f. 1434. A Pioppeto. 111. S. NiGRA Lin. Sp. pi. (la ed.) p. 269; Ten. FI. nap. v. 1, p. 136; Guss. l.c. p. 153 Sulla via che conduce a Pioppeto (coltivato '?). |3) LONIGEREAE. LONICERA Lin. Gen. pi. n. 233 ; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 2, p. 5; Gùss. En pi. Inar. p. 154. 112. L. iMPLEXA Ait. Huri. Kew. v. 1, p. 231 ; Guss. l. e. p. 154; Pasq. FI. Vesuv. p. 52.— L. balearica Ten. Sijll. -p. 104; Reichb. le. V. 12, tab. 1573, f. 4. — 41 — A Capo Bove; a Santa Margherita. A Vivara. var. BALEARiCA Guss. l. e. A Vivara. XXVII. — Rubiaceae. Benth. et Hook. Oen. 2)1 v. 2, p. 7; Guss. En. i)lant. Inar. p. 154. — Galiaceae Lindi. The Veg. Kingcl. p 768. EUBIA Lin. Gen. pi. n. 127 ; Benth. et Hook. Oen. pi. V. 2, p. 149 ; Guss. Enum. plant. Inarim. p. 156. 113. R. PEREGRINA Lin. Sp.xìl. (1» ed.) p. 109; Guss. l. e. p. 156. — R. tinctorum Seb. et Maur. FI. rom. prodr. p. 81 ; Reichb. le. V. 17, tab. 1184 1. 3-4. — — var. ANGusTiFOLiA (Nos). — Ruhia peregrina Pari. FI. It. p. 15. — E. angKstifolki Lin. ^fanf. voi. 1. p. 39; Ten. Syll. p. 70; Guss. En. plant. Inar. p. 156; Pasq. FI. Ves. p. 53. Con la specie, a Vivara. CALLIPELTIS Stev. Ohs. pi. Boss. 69 in 2Iem. Soc. Nat. Mosc. V. 7, p. 275; Benth. et Hook. Gen. plant. v. 2 p. 148.— Galli species Guss. Enum ptl. Inarim. p. 158. 114. C. MURALis Mor. FI. sarà. voi. 2 p, 309. — Sherardia muralis hìn. 8p. pi. (1» ed.) p. 103.— G^aimm murale Ali. FI. pedem. V. 1. p. 8. 135; Ten. FI. nap. v. 3 p. 141; Guss. l. e. p. 158. A Pioppeto ed a Vivara. VAILLANTIA I). C. FI. Fr.y. 4 p. 266; Benth. et Hook. l. e. p, 148; Guss. Enum. plant. Inar. p. 169. — Galiì species ^&x\. FI. ital. V. 7 p. 65. 115. V. MURALIS Lin. Sp. pi. < 1'^ ed.) p. 1051 ; Ten. FI. Nap. V. 3 p. 142. — Galium vexans Reichb. le. Fi. germ. v. 17. p. 92 ; Pari. FI. ital. v. 7, p. 65; Reichb l. e. v. 17. tab. 1182 f. 4. Sparsa qua e là per 1' isola. GALIUM Lin. Gen. pi. n. 125 ; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 2 p. 147; Guss. En. plant. Inar. p. 157. 116. G. Aparine Lin. Sp.pl. (1^ ed.) p. 108; Ten. FI. Nap. V. 3. p. 142; Guss. En. pi. Inar. p. 158 ; Reichb. le. v. 17 tab. 1197 f. 1. A Pioppeto. SHERARDIA Lin. Gen. pi. n. 120 ; Benth. et Hook. Geìi. pi. V. 2 p. 151 ; Guss. Enum. plant. Inar. p. 154. 117. S. arvensis Lin. Sp. pi. (1^ ed.) p. 102; Ten. FI. Nap. V. 3, p. 128; Guss. l e. p. 154; Reichb. lev. 17, tab. 1183 f. 1. A Pioppeto. — 42 ~ XXVIII, — Valerianaceae Benth. et Hook. Qen. plant v. 2 p. 151 ; Pari. (Tanfani) FI. Hai. V. 7, p. 136; Guss. Enum. plant. Inar. p. 157. CENTRANTHUS DC. i^/. Fr. v. 4, p. 238; Benth. et Hook. 1. e. p. 155 ; Guss. En. plant. Inar. p. 160. 118. C. RUBER DO. FI. Fr. voi. 4 p. 259; Ten Fi. nap. voi. 3, p. 29; Guss. /. e. p. 160. — Valeriana rubra lÀn. Sp.pl. p. 44; Reichb. le. v. 17, fig. 1416. A Vivara. VALERIANELLA Moench. Meth. p. 493 (prò parte), Benth. et Hook. Gen. pjlant. v. 2 , p. 156 ; Guss. Enum. plant, Inar. p. 159. 119. V. AuRicuLA DO. FI. frang. v. 5, p. 492; Guss. ^. e. p. 160. 7. rmo5a Bast. in Desv. Journ. hot. 1814, p. 20 ; Pari. FI. ital. V. 7 , p. 168. — Feclia dentata Ten. FI. Nap. v. 3, p. 32 ; Reichb. le. fig. 1400, 1405. A Solchiaro ed a Vivara. XXIX. — Dipsaceae Endl. Gen. pi. p. 353 ; Benth. et Hook. Gen. v. 2, p. 157; Pari. (Auct. Tanfani) Fi. ital. v. 1, p. 182 ; Guss. Enum. plant. Inar. p. 161, SOABIOSA Lin. Gen. pi. n. 115 ; Benth. et Hook. Gen. v. 2, p. 159; Guss. l. e. p. 161, 120. S. sp. (an S. Columbaria ?) A Pioppeto , a S. Margherita ed a Vivara. XXX. — Compositae Endl. Gen. plant. p. 355 ; Benth, et Hook, Gen. plani, v, 2 p. 163. — Asteraceae Lindi. Pari. Fi. ital. v. 7, p, 257. a) Asteroide AE Benth. BELLIS Lin. Gen. pi. n. 962; Benth. et Hook. Gen. plant. v. 2, p. 265 ; Guss, En. Plant. Inar. p, 164. 121. B. PERENNis Lin Sp. pi. p. 1248; Ten. FI. Nap. v. 5, p. 233; Guss. l. e. p. 164. A Ciraccio. ERIGERON Lin. Gen. pi. n, 951; Benth. et Hook, Gen. plant. voi. 2. p. 279; Guss. En. plant. Inar. p. 163, - 43 ~ 122. E. ACRis Lin. Sp. plani, p. 863; Kocli Syn. fi. gemi. (2^ ed.) p. 388. A Solchiaro ed altrove. Osservazione. Questa specie non ha riscontro nella flora d' Ischia del Gussone. Noi, invece, non abbiamo raccolto 1'^. ca- nadense, che si troverebbe ad Ischia. (S) Inuloideae Bentli. HELICIiRYSUM Gaertn. Frnct. plani, v. 2, p. 404; Benth. et Hook. Gen. pjlant. voi. 2 , p. 309 ; Guss. Enum. plani. Inar. p. 172. — Onaphalil spccies Ten. et Bertol, 123. H. rupestre (?) DC. Prodr. v. 6, p. 182. — GnaphaVmm ghitinosmn Ten. Reichb. le. 46. Comunissimo in tutta l' isola ed a Vivara. Osservazione. Non ci è stato possibile determinare con pre- cisione la specie, non essendo fiorita. Manca nell' isola di Ischia. INULA Lin. Gen. pi. n. 956; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 2, p. 330-331 ; Guss. Enum. plani. Inur. p. 166. 124. I. CoNYzA DC. Prodr. v. 5, p. 464; Guss. l. e. p. 166.— Conyza squarrosa Lin. Sp. pi. p. 1205; Ten. FI. nap. voi. 3 , p. 209; Bertol. FI. Hai v. 9. p. 175 ; Lam. III. tab. 697, f. 1. A Pioppeto, a Vivara. 125. I. VISCOSA Ait. Hori. Kew. (1» ed.) v. 3, p. 223; Ten. FI. nap. voi. 2, p. 227. — Erigeron viscosum Lin. Sp.pl. p. 1209. — Cnpiilaria viscosa Gren. et Godr. FI. fr. v. 2, p. 181; Bertol. FI. Hai V. 9, p. 187. A Pioppeto, a S. Margherita, ecc. Y) Anthemideae. ACHILLEA Lin. Gen. pi. n. 971; Benth. et Hook, l e. p. 419; Guss. En. plani. Inar. p. 169. 126. A. ligustica Ali. FI pedem. v. 1 p. 181 ; Ten. FI, nap. V. 3, p. 352 ; Guss. l. e. p. 169 ; Ali. / e. tab. 53, fig. 3. A Vivara ed a Procida. ANTHEMIS Lin. Gen. pi. n. 970; Benth. et Hook. Gen. pi V. 2, p. 420 ; Guss. Enum. pi Inar. p. 168. 127. A. ARVENSis Lin. Sp. pi p. 874 ; Ten. FI. nap. v. 2, p. 248. — A. incrassata Loissel. noi p. 179; DC. Prodr. v. 6. p. 6 ; Guss. l. e. p. 168. A Capo Bove ed altrove. A Vivara. (^HRYSANTHEMUM Lin. Gen. pi n. 966 ; Benth. et Hook. Geìi. pi V. 2, p. 424 ; Guss. Enum. plani Inar. p. 170. — 44 — 128. C. SEGiiTUM Lin. Sp. pi 1254; Guss. l. e. p. 170; Ten. FI. nap. v. 2 p. 234; FI Dan. tab. 955. A Vivara. 129. C. Myconis Lin. Sp. pi (2.^ ed.) p. 1254; Are. Comp. fi. ital. (l.a ed.) p. 351. Nei seminati. È più abbondante a Vivara che a Precida. Osservazione. Il C. Myconis non figura iieìV Fnmneratio del Gussone. MATRIOARIA Lin. Gen. pi n. 967 ; Benth. et Hook. Gen. pi V. 2, p. 427 ; Guss. p. 170. 130. M. Chamomilla Lin. Sp. pi 1256 ; Ten FI nap. voi. 2, p. 239; Guss. l e. p. 170. A Mozzo, Perillo, Cottimo, ecc. ARTEMISIA Lin. Gen. pi n. 945 ; Benth. et Hook. Gen pi V. 2, p. 435; Guss. l e. p. 171. 131. A. ARBORESCENs Lin. Sp. pi (2'' ed.) p. 1188; Ten. FI nap. V. 5, p. 218; Guss. l e. p. 171. In contrada Perillo. 132. A. vARiABiLis Ten. FI nap. v. 3 , p. 216 ; Guss. l. e. p. 172. A Pioppeto. 5) Senecionideae Benth. CINERARIA Lin. Gen. pi n. 957 (prò parte); Benth. et Hook. l e. v. 2, p. 445; Guss. Eniim. plani. Inar. p. 171. 133. C. MARiTiMA Lin. Sp. p)l- 1244; Ten. FI nap. v. 5, p. 227 ; Guss. l e. 17. ('Omunissima sulle rupi prospicienti al mare: a Pioppeto, a Fumicello e nell' isolotto di Vivara. SENECIO Lin. Gen. pi n. 953; Benth. et Hook. Gen.plw. 2, p. 446 ; Guss. Enum. p)lant. Inar. p. 175. 134. S. vuLGARis Lin. Sp. pi 867 ; Ten. FI nap. v. 3 , p. 215 ; Guss. /. e. p. 175. A Pioppeto, verso il mare. e) Calendulaceae Benth. CALENDULA Lin. Gen. pi n. 990 .• Benth. et Hook. Gen. pi V. 3, p. 454; Guss. Enum. plani Inar. p. 176. 135. C. ARVENsis Lin. Sp. pi 1303 ; Ten. FI nap. v. 2, p. i76 ; Guss. l e. p. 176. A Pioppeto. ^) Cynaroideae Benth. CARLINA Lin. Gen.pl n. 929; Benth. et YLook.Gen.pl. voi. 2. p. 465; Guss. Enum. plani Inar. \). 177. — 46 — 136. C. vuLGARis Lin. Sp. 2)1. 1161 ; Ten. Fi. nap. v. 2, p. 192; Guss. l. e. p. 177. A Pioppeto. A Vi vara. SILYBUM Gaertn. Fruct. pi. v. 2, p. 378, tab. 162 (prò parte). Bentli. et Hook. l. e. p. 470 ; Guss. Enum. plani. Inar. p. IQl.— Cardui Sp. Bert. Fi. ital. voi. 8, p. 637. 137. S. Marianum Gaertn. l. e. ; Ten. FI. Nap. v. 5, p. 204 ; Guss. l. e. p. 181. A Pioppeto. CNICUS Lin. Gen. pi. n. 926; Benth. et Hook. Gen. plani, v. 2 p. AQ>S.—Cirsmm DC. FI. Fr. v. 4, p. 110. 138. C. LANCEOLATus Willd. Sp. plani, voi. 3, 1666; Are. Comp. FI. ital. (1^ ed.) p. 403. — Cirsium lanceolaiam Scop. FI. cani. (2--^ ed.) v. 2, p. 130; Ten. FI. nap. v. 2, p. 203; Guss. l. e. p. 182. A Vivara e nell' isola di Procida. p) ClCHORIACEAE LEONTODON Lin. Gen. pi. n. 912 ; Benth. et Hook. Gen. pi. voi. 2, p. 520 ; Guss. Enum. plani. Inar. p. 183. 139. L. ViLLARsii Loisl. Fi. gali. (1» ed.) p. 514 var. rosani Ten.— L. Rosani DC. Prodr. v. 7 p. 104; Guss. l. e. p. 188. — Apargia Rosani Ten FI. nap. voi. 5, p. 186. A Vivara. HYPOCHOERIS Lin. Gen. pi. n. 918; Benth. et Hook. Geyi. pl.w.% p. 519; Pari. FI. Hai. v. 7, p. 285; (jxx.^^. Enum. pi. Inar. p. 186. 140. H. GLABRA Lin. Sp. pi. 1141 ; Ten. FI. nap. v. 5 p. 201 ; Guss. l. e. p. 186. A Cottimo ed altrove. SONCHUS Lin. Gen. pi. n. 908 ; Bentli. et Hook. Gen. pi. v. 2 p. 628; Guss. Enum. plani. Inar. p. 196. 14 L S. OLERACEus Lin. Sp. pi. 794; Ten. FI. nap. v. 5, p. 180. — 8. ciliatus Lam. ; Guss. l. e. pag. 196. A Vivara. 142. S. ASPFR Bertol. Cai. p. 1, p. 72; Ten. FI. nap. v. 5, p. 180. — S. fallax Guss. l. e. p. 196. A Vivara. UROSPERMUM Scop. Inirod. n. 366 ; Bentk et Hook. Gen. plani. V. 2 p. 531 ; Guss. Enum. plani. Inar. p. 188. 143. U. picRioiDEs Desf. Cai. p. 90 ; Ten. FI. nap. v. 5, p. 177 ; Guss. l. e. p. 189. — Arnopogon picrioides Willd. Sp. plani. V. 3, p. 1496.— Trogopogon picrioides hin. Sp. pi. 1111. — 46 — A Yivara. CREPIS Lin. Oen. pi. n. 914; Benth. et Hook. Oen. pi. V. 2, p. 513 ; Guss. Enum. plani. Mar. p. 194. 144. C. BULBOSA (;ass. in Ami. Se. Nat. v. 29, p. 4 ; Guss. 1. e. p. 194. — Aetheorhiza bulbosa DC. FI. franr. v. 4, p. 7. Hieraciiwi bulhosum Willd. in Bertol. FI. Hai. v. 8 p. 453. — Leontodon bulhosum Lin. Sp. pi. 1112 ; Ten. FI. nap. v. 5 , p. 185. A Cottimo, a Pioppeto, a Santa Margherita. TAEAXACUM Hall. Stirp. Helv. v. 1. p. 23, Benth. et Hook. Gen. plani, v. 2. p. 522 ; Guss. Enum. pkmt. Inar. p. 192. 145. T. VOLGARE Lam. FI. franr. v. 2, p. 113. — T. officina- le Wigg. Prim. fi. liols. p. 56; Guss. l. e. p. 192.— T. deus leo- nis Desf. Atl. v. 2. p. 229. — Leontodon Taraxacum Lin. 8p. pi. 1122; Ten. FI. Nap. v. 5 p. 183. A Pioppeto, Serra^ ecc. XXXL — Campanulaceae Benth. et Hook. Oen. plani, v. 2, p. 541; Guss. Enum. plani. Inar. p. 201. CAMPi^NULA Lin. Gen.pl. p. 46; Benth. et Rook. Gen. pi. V. 2. p, 561; Guss. Enum. p)lant. Inar. p. 201. 146. 0. Erinus Lin. 8p pi. (1^ ed.) p. 168; Guss. l. e. p. 202; Reichb. le. v. 19 tab. 246, f. 1. A Santa Margherita, ecc. A Vivara. XXXII. — Ericaceae Endl. Oen. plani, p. 750 ; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 2, p. 577 ; Guss. Enum. plani. Inar. p. 203. a) Arbuteae. ARBUTUS Lin. Oen. pi. n. 552; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 2, p. 581 ; Guss. l. e. p. 203. 147. A. Unedo Lin. Sp. pi. {l^ ed.) p. 395; Guss. l. e. p. 203; Reichb. Icon. voi. 17, tab. 116 f. 1, 2. A Vivara. (3) Ericeae. ERICA Lin. Gen. pi. n. 484 ; Benth. et Hook. Oen. pi. v. 2, p. 590 ; Giiss. En. plani. Inar. p. 203. — 47 — 148. E. ARBOREA Liii. Si), pi. (1-1 ed.) p 353 ; Ten. FI. nap. V. 4, p. 173 ; Guss. l. e. p. 203 ; Eeichb. /. e. v. 17, tab. 113, f. 1. A Vivara. XXXIII. — Primulaceae Benth. et Hook. Gen. plani, voi. 2, p. 629 ; Guss. Unum, plani. Inar. p. 204. CYCLAMEN Lin. Gen. pi. n. 201. Benth. et Hook. v. 2, p. 635 ; Guss. En. plani. Inar. p. 204. 149. C. REPANDUM (?) Sibtli. FI. graec. v. 2, p. 72 ; Guss. l. e. p. 204; Ten. FI. nap. Syll. app. 5, p. 7. — C. vernum et C. repandmn Bertol. FI. ital. v. 2 p. 405 et 406 ; Sibth. FI. graec. tab. 186. A Vivara, ANAGALLIS Lin. Gen. pi. (ed. Schreb.) n. 270; Benth. et Hook. Gen. plani, v. 2, p. 637; Guss. Enwn. plani. Inar. p. 205. 150. A. ARVENSis Lin. Sp. pil. p 211; Guss. l. o.p. 205. Comune per tutta l'Isola ed a Vivara. var. MoNELLii Lin. A. coerulea Schreb. Spie. fi. Lips. p. 6; Ten. FI. nap. v. 1. p. 87; Guss. l. e. p. 205. Con la specie. XXXIV. — Oleaceae Endl. Gen. pi. p. 571; Benth. et Hook. Gen. plani, p. 672, v. 2 ; Guss. l. e. p. 205. PHILLYREA Lin. Gen. n. 19 ; Benth. et Hook. Gen. plani. V. 2. p. 677; Guss. Enum. pAani. Inar. p. 207. L61. Ph. variabilis Timb. et Lor. in Bull. soc. boi. de Fr. 7, p. 18; Caruel Sec. suppl. prodr. fi. iosa. p. 91. A Serra. var. media. — PhUlgrea media Lin. Sp. pi. (2» ed.) p. 10; Guss. l. e. p. 206; ■ var. ANGusTiFOLiA. — PJi . angusiifoliaLìn. Sp. 2)1.(2^ ed) p. 10; Guss. l. e. p. 206. OLEA Lin. Gen. pi. n 20: Benth. et Hook. Gen. plani, voi. 2 p 679; Guss. Enwn. plani. Inar. p. 206. 152. O. EUROPAEA Lin, Sp. pi. (l.-"* ed.) p. 8 ; Guss. /. e. p. 206; Reichb. le. voi, 77, tab. 33, fig. 3, 4. A Santa Margherita, a Vivara. — 48 — OssERV. La pianta , della quale parliamo , non è quella col- tivata. XXXV. — Apocinaceae Endl. Gen. plmit. p. 577; Bentli. et Hook. Oen. plani, v. 2 p. 681; Guss. l. e. p. 207. VINCA Liu. Oen.pl. p. 63 ; Bentli. et Hook. Oen. plani, v. 2, p. 703; Guss. / e. p. 101 .—Pervinca Pari. FI. Hai. voi. 6 p. 708. 153. V. MAJOR Lin. Sp. pi. (l-"- ed.) p. 209; Guss. l. e. p. 207. — Pervinca major Pari. l. e. p. 710. A Mozzo. XXXVI. — Gentianaceae Bentli. et Hook. Oen. pkmt. v. 2, p. 799; Guss. Enum.p)lani. Inar. p. 208. ERYTHRAEA C. L. Ridi, in Pers. Sijn. plani, v. 1, p. 283; Benth. et Hook. Oen. plani, v. 2. p. 809 ; Guss. l. e. p. 208. 154. E. Centaurium Pers. Syn. plani, v. 1, p. 283 ; Guss. l. e. p. 208; Reiclib. le. v. 27, tab. 50, f. 1. A Serra, a Capo Bove, a Ciraccio ; a Vivara. XXXVII. — Boragineae Lindi. Veg. Kiìigd. 655 ; Benth. et Hook. Oen. plani, voi. 2 p. 833; Guss. Enum. pilani. Inar. p. 217. BORAGO Lin. Oen. pi. n. 188; Benth. et Hook. Oen. plani. V. 2. p. 155 ; Guss. Enum. plani. Inar. p. 217. 155. B. OEPiciNALis Lin. Sp. plani. (1^ ed.) p. 137 ; Guss. l. e. p. 217; Ten. FI. nap. v. 3, p. 280; Reichb. le. v. 18 tab. 101, f. 3. A Cottimo, Pioppeto, Solchiaro, ecc. var. ALBiFLORA (Nos). Corolla a lembo bianco A Solchiaro ed a Vivara. MYOSOTIS Lin. Gen. pi. voi. 2. p. 859 ; Guss Enum. plani. Inar. p. 219. 156. M. ARVENSis With. l)oi. arr. hai. pi. — M. hispida Guss. l. e. p. 219.— 3/. collina Ten. Fi. nap. v. 3 p. 174 ; Reichb. Icon. V. 18, tab. 122, f. 1. ECHIUM Lin. Gen. pi. n. 191; Benth. et Hook. Oen. plani. V. 2, p. 863. — 49 — 167. E. PLANTAGiNEUM Lìii. Mmit. alt. p. 202; Guss. l. p. 216 ; FI. graec. tab. 179. A Vivara ; a Cottimo, a Pioppeto. XXXVIII. — Convolvulaceae Lindi. Tlie Veg. Kingd. p. 630; Beuth. et Hook. Oen. plani. V. 2 p. 865; Guss. Enwn. plani. Inar. p. 210. CALYSTEGIA R. Br. Prodr. p. 483 ; Bentli. et Hook. Gen. plani. V. 2. p. 874 ; Guss. En. plani. Inar. p. 812. 158. C. SYLVESTRis Waldst. et Kit. in Willd. Enum. ptlant. hort. herol. v. 1, p 202. — C. sylvatica Chois in DO. Prodr. v. 9 p. 433 ; Guss. l. e. \). 212. — Convolvulus sylvaticus Waldst. et Kit. Plani, rar. liung. p. 3; Pasq. FI. Ves. p. 69. — Convolvulus lucanus Ten. Ad. fi. neap. prod. app. 5 p. 5 et in FI. nap. v. 3, p. 210; Reichb. le. v. 18. tab. 140. A Pioppeto. CONVOLVULUS Lin. Gen. pi. n. 215; Benth. et Hook. Gen. plani, voi. 2, p. 874; Guss. En. plani. Inar. p. 211. 159. C. ARVENSis Lin. Sp. pi. (ì.^ ed.) p. 153 ; Guss. /. e. p. 211; Reichb. Io. v. 18, tab. 136, fìg. 2. A Solchiaro. 160. C. ALTHAEOiDEs Lin. Sp. pi. {V ed.) p. 156. — C.hirsutus Ten. FI. nap. v. 1. p. 60. C. iiaìicus Roem. Sch. Syst. veg. 4 p. 266; Guss. l. e. p. 815. Reicbb. le; v. 18 tab. 136 f. 1, 2. A Solchiaro : A Vivara. XXXIX. — Solanaceae. Lindi The Veg. Kingd p. 618; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 2, p. 882; Guss. Enum. plani. Inarim. p. 221. a) Solane AE. SOLANUM Lin. Gen. n. 251; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 2, p. 888; Guss. Enum. jìlani. Inar. p. 223. 161. S. NiGRUM Lin. Sp. pi. {!" ed.) p. 186; Ten. FI. nap.v. 2, p. 102; Guss l. e. p. 224; Reichb. Io. v. 20, tab. 10, 11. A Cottimo, Berillo, ecc. P) Atropeae Benth. LYCIUM Lin. Gen. n. 262; Benth. et Hook. Gen. plani, v. 2, p. 900; Guss. Enum plani. Inar. p. 231. — 50 — 162. L. EUUOPAEUM Lin. Sp. pi. (2* ed.) p. 192 ; Pasq. FI. Ves., p. 73; Ten. FI. nap. v. 5, p. 227; Guss. /. e. p. 231; Reiclib. le. V. 20, tab. 16, f. 1. A Serra. Y) Hyoscyameae Benth. HYOSCYAMUS Lin. Geii. pi. n. 247; Benth. et Hook. Qen. plani. V. 2, p. 903; Guss. Enum. plani. Inar. p. 221. 163. H. ALBus Lin. Sp. pi. (1^ ed.) p. 180; Guss. l. e. p. 221; H. major Mill. Oarcl. dici.; Guss. l. e. p. 221. A Santa Margherita, a Perillo. XL. — Scrophularineae Lindi. The Veg. Kingd. p. 681; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 2, p. 913; Guss. Enum. j^lcmi. Inar. -p. 231; Scrophulariaceae'PaiYÌ. Fi. Hai. V. 6, p. 402. a) Verbasceae Benth. YERBASCUM Lin. Oeìi. pi. n. 245. Benth. et Hook. Gen. pi. V. 2, p. 928; Guss. Enum. pÀant. Inar. p. 231. 164. V. Thapsus Lin. Sp. pi. (1^ ed.) p. 177 ; Ten. Fi. nap. V. 1, p. 88; Guss. l e. p. 231; Reichb. le. v. 20, tab. 16. A Pioppeto ed altrove. 165. V. Blattaria. Lin. Sp. pi. (l^ ed.) p. 178; Ten. FI. nap. V. 1, p. 95. — 7. repandum Guss. l. e. p. 232 ; Reichb. Io. v. 20 tab. 32. A Solchiaro, ecc. ^) Antirrhineae Benth. ANTIRRHINUM Lin. Gen. pi. n. 750; Benth. et Hook. Gen ^ pi. y. 2, p. 934; Guss. Enum. plani. Inar. p. 238. 166. A. Orontium Lin. Sp. pi. (1^ ed.) p. 616; Ten. Fi. nap. V. 2, p. 54; Guss. l. e. p. 237; Reichb. le. v. 20, f. 2. A Cottimo, Pioppeto e Yivara. var. GRANDiFLORUM. Fiori circa 2 volte più grandi che nella specie. A Yivara. Y) Cheloneae. SCROPHULARIA Lin. Gen. pi. n. 756 ; Benth. et Hook. Gen. V. 2, p. 937. Guss. Enum. plani. Inar. p. 238. 167. S. PEREGRINA Lin. Sp. pi. (la ed.) p. 621; Ten. FI. nap. V. 2, p. 57; Guss. l. e. p. 238; Reichb. le. v. 20, tab. 55; f. 1, A Yivara. 5) DiGiTALEAE Benth. — 51 — VERONICA Liu. Gen. pi n. 25; Bentli. et Hook. Oen. v. 2, p, 964; Guss. En. ^jZ. Inar. p. 240. 168. V. AGRESTis Lin. Sp.pl.{l^ ed.), p. 13.— F. didyma Ten. FI. nap. jJrodr. p. 6; Guss. ?. e. p. 240; Reichb. le. v. 20, tab. 79. Via che conduce a Pioppeto. 169. V. HEDERAEFOLiA Lìu. 8p.pl. (1» ed.); p. 13; Guss. l. e. p. 241; Reichb. le. tab. 77, f. 3, 4. 170. V. Cymbalaria Bodard. Mém. sur la Ver. Cyrnh.; Pari. FI. It. V. 6, p. Ò28.— V. panormitana; Guss. L r;. p. 241. — V. cuneata; Guss. ^. e. p. 241, tab. 8, f. 2. A Santa Margherita, a Pioppeto, ecc. XLI. — Orobanchaceae. Benth. et Hook. Oen. pilant. v. 2, p. 980; Guss. En. pi. Inar. p. 244. OROBANCHE Lin. Oen. pi. n. 779 ; Benth. et Hook. Om. pi. V. 2, p. 984; Guss. Eìium. pi. Inar. p. 244. 171. 0. SPECIOSA DO. FI. Frang. v. 5, p. 393. — 0. pruinosa Lap. Hist. abr. ^jI. Pyr. suppl. p. 87; Guss. l. e. p. 246; Reichb. le. f. 911. A Vi vara. XLII. — Verbenaceae. Benth. et Hook. Oen. pi. v. 2, p. 1131; Guss. Enmn. pi. Inar. p. 251. VERBENA Tourn. Inst p. 200, tab. 94; Benth. et Hook. Oen. pi. V. 2, p. 1143 ; Guss. En. pi. Inar. p. 251. 172. V. OFFioiNALis Lin. Sp. pi. {\^ ed.) p. 20; Ten. FI. nap. V. 3, p. 19; Guss. l. e. p. 251: Reichb. le. v. 18, tab. 91. A Ciraccio, ecc. XLIII. — Labiatae. Endl. Oen.pl. p. 607; Benth. et Hook. Oen. pi. y. 2, p. 1160; Benth. Lahiatarum gen. et sp. 1832-1836.— iam/aceae Pari. Fi. Ital. V. 6, p. 42. a) Satureineae Benth. et Hook. MICROMERIA Benth. in Bot. Reg. sub n. 1282; Benth. et Hook. Oen. pi. v. 2, p. 1188; Guss. Enum. pi. Inar. p. 2bS.—Satu- rejae Sp. Pari. FI. Ital. v. 6, p. 104. — 62 — 173. M. JULiANA Benth. Lahìat. Qen. et 8p. ^. 373 ; Pasq. FI. Ves. p. 80. — Satnreja juliana Lin. 8p. pi. (1» ed.) p. 567; Reichb. le. V. 18, tab. 64, f. 1. Comunisssima in tutta l'isola. Osservazione. — Gussone nel suo Enumeratio registra la M. graeca e non la jiiliana ; noi crediamo che forse quest' ultima gli sia sfuggita, non potendo ammettere che l'abbia confusa con quella. CALAMINTHA Moench. Meth. 408 ; Benth. et Hook. Oen. pi. p. 1190; Guss. Enum. pi. Inar. p. 259. — Satarejae sp. Pari. FI. ital. V. 6, p. 126. 174. C. OFFiciNALis Moench. il/e^A. p. 409; Guss. L e. p. 259.— Melissa Calamintha Ijìn. Sp.pl. p. 827. — Thymus Calamintha Ten. FI. nap. V. 5, p. 28; Satnreja Calamintha Pari. FI. ital. v. 6, p. 129; Eeichb. le. v. 18, tab. 75; f 2. A Santa Margherita (rara). 175. C. Nepeta Sav. FI. pis. v. 2, p. 63; Pasq. FI Vesiw. p. 80; Guss. l. e. 2ò9. —Satureja Nepeta Pari. FI. it. v. 6, p, 126.— Melissa Nepeta Ten. FI. nap. v. 5, p. 27. A Santa Margherita, a Pioppeto, ecc. var. MICRANTHA Guss. l. e. p. 259. Con la specie ed a Vivara. P) MoNARDEAE Benth. et Hook. SALVIA Lin. Oen. pi. n. 39 ; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 2, p. 1194; Guss. Enum. j;?. Inar. p. 257. 176. S. VERBENACA Lin. Sp. 2ìl. (1» ed.) p. 25; Guss. l. e. p. 257.— Reichb. le. hot. tab. 522, 523. A Serra, a Santa Margherita, ecc. ROSMARINUS Lin. Oen. n. 38; Benth. et Hook. Oen. pi. V. 2, p. 1197; Guss. En. pi. Inar. p. 257. 177. R. OEFiciNALis Lin. Sp. pi. (1^ ed.) p. 23; Ten. Fi. nap. V. 8, p. 14; Guss. l. e. p. 231 ; Reichb. le. v. 18, tab. 43. A Chiajolella (coltivata?) Y) Stachideae Benth. et Hook. SIDERITIS Lin. Oen.pl. n. 712; Benth. et Hook. Gen.pl. v. 2, p. 1205; Guss. Enum. pi. Inar. p. 261. 178. S. ROMANA Lin. Sp. pi. (3* ed.), p. 575 ; Ten. Fi. nap. V. 2, p. 14; Guss. le. p. 261; Reichb. le. v. 18, tab. 25, f 1. A S. Margherita. STACHYS Lin. Oeìi. jjl n. 719; Benth. et Hook Gen. pi. v. 2, p. 1208; Guss. Enum. pi. Inar. p. 261. — 63 — 179. S. HYRTA Lin. Sj) pi. (2a ed.) p. 8i3; Koichb. le. v. 18, tab. 12, f. 1. A Santa Margherita. LAMIUM Lin. Gen. pi. n. 716; Benth. et Hook. Oen. pi v. 2, p. 1212; Guss. Enum. pi. Inar. p, 263. 180. L. AMPLEXicAULE Lin. Sp. pi. (la ed.) p. 579; Guss. /. e. p. 263; Reichb. le. tab. 3, f. 2. A Pioppeto, Cottimo, Capo Bove. BALLOTA Lin. Gen. pi. n. 720 ; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 2, p. 1212 ; Guss. Enum. pi. Inar. p. 265. 181. B. NiGRA Lin. Sp. pi. (la ed.), p. 582; Ten. FI. nap. v. 2, p. 34.-5. alba Lin. Sp. pi. (2^ ed.), p. 814.-5 foetida Lam. FI. Frang. v. 2, p. 381; Reichb. le. tab. 17. A Pioppeto. 5) Prasieae Benth. PRASIUIM Lin. Gen. pi. n. 737; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 2, p. 1217; Guss. Enum. pi. Inar. p. 265. 182. P. MAJUs Sp. pi. (1^ ed.) p. 601 ; Guss. l. e. p. 265 ; Reichb. le. tab. 2, f. 1. A S. Margherita, e) A.JUG0IDEAE Benth. et Hook. AJUGA Lin. Gen. pi. n. 705 ; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 2, p. 1222; Guss. Enum. pi. Inar. p. 267. 183. A. REPTANS Lin. Sp. pi, (1* ed) p. 561 ; Ten. Syll., p. 275; Guss. l. e. p. 267; Reichb. le. t. 33, f. 3. A Pioppeto. XLIV. — Plantagineae. Benth. et Hook. Gen. pi. v. 2, p. 1223; Guss. Enum. pi. Inar. p. 269. PLANTAGO Lin. Gen.pl. n. 149; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 2, p. 1224 ; Guss. l. e. p. 269. 184. P. LAGÒPus Sp. pi. p. 165.— P. eriostachya Ten. FI. nap. V. 2, p. 149; Guss. l. e. p. 269. Var. DENTICULATA Guss. l. c. p. 269. A Serra, Santa Margherita, ecc. 185. P. LANCEOLATA Lin. Sp. pi. p. 161; Ten. FI. nap. v. 3, p. 147; Guss. l. e. p. 269. Sparsa qua e là per l'isola ed a Vivara. 186. P. MAJOR Lin. Sp. pi. p. 112; Ten. FI. nap. v. 3, p. 146; Guss. l. e. p. 269. A Santa Margherita. - 54 — XLV. — Illecebraceae. R. Br. Proci, p. 413; Benth. et Hook. Gen.pl. v. 3, p. 12.— Paronichieae St. Hil. in Mém. Mus. v. 2, p. 276; Guss. Eniim. pi. Inar. p. 135. HERNIARIA Lin. Gen. pi. n. 308 ; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 3 p. 17; Guss. Enum. pi. Inar. p. 134. 187. H. HiRsuTA Lin. 8p. pi. p. 218. — \^ar. cinerea DC. FI. fr. suppl. p. 375. — H. cinerea Guss. l. e p. 134 ; Ten. FI. nap. V. 3, 252. A Serra, Santa Margherita, Ciraccio. XLVI. — Chenopodiaceae Endl. Gen. pi. p. 292; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 3, p. 43; Guss. Enum. pi. Inar. p. 274. a) Chenopodieae Benth. et Hook. CHENOPODIUM Lin. Gen. pi. p. 292; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 3, p. 51; Guss. l. e. p. 276. 188. C. RUBRUM L. var. botryoides (Sm.) Are. Comp. fi. Hai. (la ed.) p. 593.— (7. botryoides Bertol. FI. ital. v. 3, p, 29; Guss. /. e. p. 276. A Cottimo. P) Atripliceae Benth. et Hook. ATRIPLEX Lin. Gen. pi. n. 1153; Benth et Hook. Gen.pl. V. 3 p. 53; Guss. l. e. p. 281. 189. A. BASTATA Lin. Sp. pi. 1053 ; Are. Comp. fi. ital. (1* ed.) p. 592. A Cottimo, ecc. var. triangularis Willd. Sp. pi. v. 4, p. 963. — A. trian- gularis Ten. FI. nap. v. 5, p. 296; Guss. l. e. p. 281. C^on la specie. Y) Salsoleae. SALSOLA Lin. Gen. pi. n. 311; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 3, p. 71; Guss. Enum. pi. Inar. p. 275. 190. S. Tragus Lin. Sp. pi. p. 322 ; Ten. FI. nap. v. 3, p. 360; Guss. l. e. p. 274. — S. Kali var. Tragus Are. Comp. fi. ital. (1* ed.) p. 598. A Ciraccio; a Vivara. — 55 — XLVli. — Polygonaceae. Endl. Gen. plani, p. 304 ; Benth. et Hook. Oen. pi. v. 3 , p. 88; Guss. Enum. pi. Inar. p. 285. RUMEX Lin. Gen. pi. n. 451 ; Benth. et Hook. Gm. pi. V. 3, p. 100; Guss. l. e. p. 287. 191. E-UMEX Sp. A Vivara, a Cottimo, ecc. Osservazione. — Non abbiamo potuto determinare questa pianta, perchè non era fiorita. XLVni. — Laurineae. Lindi. Veg. Kingd. p. 535; Benth. et Hook. Gen. plani, v. 3, p. 146; Guss. Ennm. pi. Inar. p. 288. — Laiiraceae Are. Compi, fi. Hai. (la ed.) p. 605. LAURUS Lin. Gen.pl. n. 503; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 3, p. 163; Guss. l. e. p. 288. 192. L. NOBiLis Lin. Sp. pi. p. 369; Ten. FI. Nap. v. 1, p. 217; Guss. l. e. p. 288. A Cottimo. XLIX. — Thymelaeaceae. Lindi. Veg. Kingd. p. 530; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 3, p. i86.—Baphnoideae Endl. Gen pi. p. 329; Tìnjmeleae Guss. Enum. pi. Inar. p. 288. DAPHNE Lin. Gen. pi. n. 485; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 3, p. 190; Guss. l. e. p. 288. 193. D. Gnidium Lin. Sp. pi. p. 511; Ten. Fi. nap. v. 3, p. 302; Guss. l. e. p. 288. A Vivara. THYMELAEA Endl. Gen. pi. Suppl. IV , pars II , p. 65. Benth. et Hook. Gen. pi. v. 3, p. Vèl.~ Passerinae Sp. Guss. l. e. p. 289. 194. Th. hirsuta Endl. Gen. suppl. I. — Passerina hirsuia Lin. Sp. pi. 513 ; Ten. FI. nap. v. 1 , p. 204; Guss. l. e. p. 289. Abbondantissima per tutta l'isola ed a Vivara. — 56 — L. — Euphorbiaceae. Benth. et Hook. Gen. i^l. v. 3, p. 239; Guss. Enum. pi. Inar. p 290. a) EUPHORBIEAE. EUPHORBIA Lin. Gen. pi. n. 609; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 3, p. 258; Guss. l. e. p. 290. 195. E. HELioscopiA Lin. 8p. pi. p. 658; Ten. Fi. Nap. v. 1, p. 268; Guss. l. e. p. 291 ; Reiclib. le. f. 4754. A Pioppeto, CottimO; ecc. var. MACULOSA (Nos). Con la specie. Osservazione — La var. maculosa dell'^'. helioscopia è detta dagli insulani (i quali chiamano le diverse specie di euforbia ceca- uocchie, pel latice caustico che queste piante contengono) Ceca- nocchie mbriaca, a causa delle innumerevoli macchie di colore rosso-vinoso, che si riscontrano in tutte le foglie fiorali superiori. Questa varietà intanto non va al di là dell' isola di Procida. In tutte le gite botaniche, che abbiamo fatte nei dintorni di Napoli, non ci è mai capitato di trovarla; soltanto uno di noi (G. Rippa) ne ha visto qualche esemplare appena appena macchiato di ros- so-livido nelle vicinanze degli scavi di Pompei, ma con macchie tanto leggiere, da non potersene tener conto. 196. E. Peplus Lin. Sp. pi. 658; Ten. FI. Nap. v. 1, p. 261; Guss. l. e. p. 291 (excl. var. minor); Reichb. le. f. 4775. A Pioppeto ed altrove. 197. E. PEPLOiDEs Gouan. FI. monsp. p. 174. — E. Peplus Willd. Sp. pi. V. 2, p. 903, var. P; Ten. FI. Nap. v. 1 p. 261, var. B; Guss. l. e. p. 291, var. h. — E. rotundifolia Loiss. Noi. p. 75, tab. 5, f. 1; Ten. FI. Nap. v. 4, p. 259; Reichb. le. f. 4774. A Cottimo, Pioppeto, Fumicello, Vivara. 198. E. PiNEA Lin. Syst. p. 376; Guss. /. e. p. 293.—^. linifo- lia Ten. FI. nap. prodr. in FI. nap. v. 1, p. xxix — E. eaespitosa Ten. Si/ll. p. 235; Reichb. le. tab. 143, f. 4782. A Fumicello, S. Margherita, ecc. 199. E. GERARDiANA Jacq. FI. austr. v. 5 , p. 17 , tab. 436. Ten. FI. Nap. v. 1, p. 272 et in Syll p. 237; Reichb. le. f. 4794. A Santa Margherita, ecc. A Vivara. var. MINOR Jacq, A Vivara, a Santa Margherita, Fumicello. ^ 57 — '200. E. DENDROiDEs Liii. Sj). pi. p. 662 ; Ten. Syll. p. 234 et FI. nap. V. 4, p. 260; Guss. l. e. p. 292. A Fumicello. P) Cbotoneae Benth. et Hook. MERCURTALIS Lin. Gen. pi. n. 1126 ; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 3, p. 309; Guss. Ennm. pi. Inar. p. 294. 201. M. ANNUA Lin. Sp. pi. p. 1465 ; Ten. Sijll. p. 483; Guss. l. e. p. 294; Reichb. le. f. 4801. A Pioppeto, Mozzo, ecc. LI. — Urticaceae. Bentli. et Hook. Gen. pi. v. 3, p. 341. — Ulmaceae, CelUdeae, Morette, Artocarpeae., Urticaceae et Cannabineae Endl. Gen. pi. p. 275-286. — Urticeae, 3Ioreae, Celtkleae et Ulmaceae Guss. Enum. pi. Inar. p. 295-305. a) Ulmeae Benth. et Hook. ULMUS Lin. Gen. pi. n. 316 ; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 3, p. 351; Guss. Emim. pi. Inar. p. 305. 202. Ulmus campestris Lin. 8p. pi. p. 327; Ten. Syll. p. 128; Guss. l. e. p. 305 (sub U. suberosa). A Pioppeto. (3) Artocarpeae Benth. et Hook. FICUS Lin. Gen pi. n. 1168; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 3, p. 367; Guss. Enum. pi. Inar. p. 299 — Caprifìcus Gasparr. Nov geìi. fici spec. p. 6. 203. F. carica Lin. Sp. pi. p. 1513; Ten. Syll p. 30; Guss. l. e. p. 300. — Caprifìcus insectifera Gasparr. Nov. gener. fici spec. p. 6. A Pioppeto. y) Urticeae. URTIOA Lin. Gen. pi. n. 1054; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 3, p. 381; Guss. Enum. pi. Inar. p. 295. 204. U. MEMBRANACEA Poir. Eìicì/cl. V. 4, p. 638; Ten. Syll. p. 467 ; Guss. l. e. 297. — U. neglecta Guss. Enum. pi. Inar. p. 297; Ten. FI. nap. v. 5, p. 346. A Pioppeto. 205. U. DIOICA Lin. Sp. pi. p. 1396; Ten. Sijll. p. 476; Guss. l. e. p. 295. Pioppeto , Cottimo ; a Vivara. 206. U. piLULiFERA Lin. Sp. pi. p. 1395; Ten. FI. nap. y._^ 2, p. 342.— U. balearica Guss. l e. p. 297. /^ì^"/!, (lu LIBRARY)^ — 58 ~ A Santa Margherita. PAREETARIA Lin. Gen. pi. n. 1152; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 3, p. 392; Guss. Enum. pi. Inar. p. 298. 207. P. OFFiciNALis Lin. Sp. pi. p. 1492; Ten. Syll. p. 76.— P. diffusa Mert. et Kocli. Deutsch. fi. v. 2, p. 276 ; Guss. l. e. p. 298. Comune in tutta l'isola. LII. — Cupuliferae. Benth. et Hook. Gen. pi. v. 3, p. 402; Guss. Enum. pi. Inar. p. 306. — Aììientaceae Pari. Fi. ital. v. 4, p. 110. QUERCUS Lin. Gen. pi. n. 1070; Benth. et Hook. Gen. pi V. 3, p. 407; Guss. Enum. pi. Inar. p. 307. 208. Q. RoBUR Lin. Sp. pi. p. 1414. — var. Q. pubescens Willd. 8p. pi. V. 4, p. 450 ; Guss. l. e. p. 207 ; Reichb. le. v. 12, tab. 1309-1316. A Fumicello, 209. Q. Ilex Lin. Sp. pi. p. 1412 ; Ten. FI. nap. v. 5, p. 255; Guss. l. e. p. 307. A Santa Margherita (rara). LUI. — Salicineae. Benth. et Hook. Gen. pi. v. 3, p. 411; Guss. Enum.jil- Inar. p. S09. —Salicaceae Pari. FI. ital. v. 4, p. 209. SALIX Lin Gen. plani, n. 1098; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 3, p. 411; Guss. Enum. pi. Inar. p. 311. 210. S. ALBA Lin. Sp. pi. p. 1449; Ten. Syll. p. 480; Guss. l. e. p. 311; Reichb. le. v. 11, n. 1263. A Fumicello, S. Margherita. 211. S. Caprea Linn. Sp. pi. p. 1448; Ten. FI. nap. v. 5, p. 274. — S. Caprea var. inarimensis Guss. Enum. pi. Inar. p. 311; Reichb. le. cent. 11, n. 2024. A Santa Margherita. POPULUS Lin. Gen. pi. n. 1123; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 3, p. 412; Guss. En. pi. Inar. p. 309. 212. P. ALBA Lin. Sp. pi. p. 1463 ; Ten. FI. Nap. v. 5, p. 278 ; Guss. Enum. pi. Inar. p. 309; Reichb. le. n. 1270. A Capo Bove, ecc. — 69 — MONOCOTYLEDONES. LIV,— Orchideae. Benth. et Hook. Oen. pi. v. 3, p. 460; Guss. Enum. pi. Inar. p. 317. a) Neottieae. SPIRANTHES L. C. Rich. in i¥ém. Miis. Far. v. 4, p. 50; Benth. et Hook. Gen.pl. v. 3, p. 596; Guss. Enum. pi. Inar. p. 325. 213. S. AUTUMNALis C. L. Rich. in Mém. da Mus. v. 4 , p. 59; Guss. l. e. p. 325. — Neottia spiralis Willd. 8p.pl. v. 4, p. 74 var. a; Ten. FI. nap. v. 2, p. 314. — Neottia autumnalis Ten. Syll. p. 261; Reichb. fil. le. Orchid. tab. 474. A Pioppeto. (3) Ophrydeae. ORCHIS Lin. Gen. pi. n. 1009 (prò parte); Benth. et Hook. Gen.pl. V. 3, p. 620; Guss. Enum. pi. Inar. p. 317. 214. O. LONGicRURis Link, in Scrad. Journ. fiir die Botan. v. 2, p. 323; Ten. Syll. p. 454.— 0. undulatìfolia Biv. 8ic. ylant. cent. 2, p. 44; Ten, Syll. p. 454; Reichb. fil. le. Oreh. tab. 375. A Santa Margherita. Osservazione. — Questa specie pare non si trovi ad Ischia. 215. 0. PAPiLioNACEA Lin. 8p. pi. p. 1131, var. rubra. — 0. expansa Ten. Ind. sem. h. r. neap. (anno 1827) p. -17 et in Syll. p. 455. — 0. rubra Guss. l. e. p. 318; Reichb. fil. Orehid. tab. 520. A S. Margherita, Pioppeto ed a Vi vara. ACERAS R. Br. in Ait. Hort. Kew. (2^ ed.) v. 5, p. 191; Benth. et Hook. Geìi. pi. v. 3. p. 621. 216. A. ANTROPOPHORA R. Br. in Ait. Hort Keiv (2.» ed.) v. 5. l^i.— Orehis antropophora Ali. FI. ped. v. 2, p. 148; Ten. Syll. p. 457. — Satyrium antropophorum Ten. FI. nap. v. 2, p. 302 ; Reichb. fil. Orchid. tab. 357. A S. Margherita. Osservazione. — Anche questa specie non è citata dal Gus- sone. SERAPLIS Lin. Geìi. pi. n. 1012 ; Benth. et Hook. Gen. pi. V. 3, p. 320; Guss. Enum. pi. Inar. p. 322. 217. S. Lingua Lin. Sp. pi. p. 1344 ; Ten Syll. p. 458; Guss. l. e. p. 323.— Helleboritie Lingua Ten. FI. Nap. v. 2, p- 316. Comunissima per tutta l'isola ed a Vivara. — 60 — LV. — Irideae. Benth. et Hook. Oen. pi. v. 3, p. 681; Guss. Enum. pi. Inar. p. 325. a) MoEAEAE Benth. IRIS Lin. Gen. pi. n. 59 ; Benth. et Hook. Qen. pi. v. 3 , p. 686; Guss. Enum. pi. Inar. p. 325. 218. I. FLORENTiNA Lin. 8p. pi. p. 55; Ten. FI. nap. v. 3, p. 35 et in Syll p. 27; Guss. l. e. p. 326. — 1. pallida Ten. FI. Nap. V. 3, p. 36; Red. Lil. v. 1, tab. 23. Comunissima. Abbonda a Cottimo, Solchiaro, Pioppeto, ecc. 219. I. GERMANICA Lin. 8p. pi. p. 55; Ten. FI. nap. v. 3, p. 36 et in Syll. p. 27 ; Guss. l. e. p. 326; Reichb. le. tab. 338. A Solchiaro, ecc. 220. I. FOETiDissiMA Liu. Sp. pi. p. 57; Ten. FI. nap. v. 3, p. 36 et in Syll. p. 26 ; Guss. /. e. p. 325. — Xiphion foetidissimum Pari. FL Ital. v. 3, p. 277 ; Red. Lil. v. 6, tab. 351. A Cottimo. (3) SisYRiNCHiEAE Benth. CROCUS Lin. Oen. pi. n. 55 ; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 3, p. 639. 221. Crocus sp. A Mozzo. ROMULEA Maratti Diss. Romul. et Saturn. Romae 1772 , p. 13, tab. 1; Benth. et Hook. Gen. pi. v. 3, p. 694; Guss. Enum. pi. Inar. p. 327. 222. R. coLUMNAE (?) Seb. et Maur. Fi. rom. prodr. p. 18 ; Guss. l. e. p. 327.— Ixia Bulhocodium var. A et B Ten. FI. nap. V. 1, p. 12. — Ixia minima Ten. l. e. p. 13- A Mozzo. Y) Ixiaeae Benth. GLADIOLUS Lin. Gen. pi. n. 57; Benth. et Hook. Oen. pi. V. 3, p. 709; Guss. Enum. x)l. Inar. p. 326. 223. G. SEGETUM (?) Gawl. in Boi. mag. tab. 719; Ten. Syll. p. 25; Guss. l. e. p. 326. — O. communis Lin. 8p.pl. 52 (ex parte); Ten. FI. nap. v. 1, p. 40 ; Bot. Mah. tab. 716. A Pioppeto, Solchiaro. — SI- LVI . — Amaryllideae. Benth. et Hook. Gen. pi. v. 3 , p. 711; G-uss. Emtm. pi. Inar. p. 328. — Agaveae Guss. l. e. p. 330. a) Amarilleae. NARCISSUS Lin. Om. pi. n. 403; Benth. et Hook. Oen. pi. V. 3, p. 718; Guss. Enum. pi. Inar. p. 328. 224. N. Tazzetta Lois. Narciss. p. 34; Ten. Fl.nap. v. 1, p. 163; Guss. l. e. p. 328, tab. 15, f. 2. Comunissimo nell'isola di Procida, ed a Vivara. PANCRATIUM Lin. Oen. pi. n. 404; Benth. et Hook. Oen. pi. V. 3, p. 733. 225. P. MARiTiMUM Lin. 8p. pi. p. 418; Ten. Syll. p. 164; Guss. l. e. p. 328; Red. Lil. v. 1, tab. 8. A Serra. P) Agaveae Benth. AGAVE Lin. Oen. pi. n. 431; Benth. et Hook. Oen. pi. v. 3, p. 738; Guss. Enum. pi. Inar. p. 330. 226. A. americana Lin. Sp. pi. p. 161; Ten. FI. nap. v. 1, p. 188; Guss. l. e. p. 330. Comunissima. LVIL— Dioscoreaceae Endl. Oen. pi. p. 157 ; Benth. et Hook. Oen. pi. v. 3, p. 741 ; Guss. Enum. pi. Inar. p. 330. TAMUS Lin. Oen.pl. n. 1119; Benth. et Hook. Oen.pl. v. 3, p. 744; Guss. l. e. p. 330. 277. T. coMMUNis Lin. Sp. pi. p. 1458; Ten. FI. nap. v- 5, p. 277 ; Guss. l. e. p. 330; Engl. hot. tab. 91. A Vivara. LVIII, — Liliaceae Benth. et Hook. Oen. pi. v. 3, p. 748. — Asparagineae et Lilia- ceae. Pari. FI. ital. v. 3, p. 5 et v. 2, p. SQ9.—Smilaceae et Liliaceae Guss. Enum. pi. Inar. p. 331-332. a) Smilaceae Bent, SMILAX Lin. Oen.pl. n. 1120; Benth. et Hook. Oen. 2)1. v. 3, p. 763; Guss. l. e. p. 331. 228. S, aspera Lin. Sp. pi. p. 1458; Guss. l. e. p. 331. — 62 — A Pioppeto ed a Vi vara. j3) ASPARAGEAE. ASPARA GUS Lin. Gen. pi. n. 424; Beiith. et Hook. Oen. 2)1. V. 3, p. 765; Guss. Enum. pi. Inar. p. 332. 229. AsPABAGUs sp. A Pioppeto. A Vivara. Y) Allieae. ALLIUM Lin. Gen. pi. n. 409;Benth. et Hook. Gen. plant V. 3, p. 803; Guss. Enimi. jjI. Inar. p. 334. 230. A. TRiQUETRUM Lin. Sp yl. p. 437 ; Guss. l. e. p. 336; Reichb. le. 1101. A Pioppeto, ecc. S) SciLLEAE Benth. et Hook. MUSCARI Min. Dici.: Benth. et Hook Gen.pl. v. 3, p. 811; Guss. l. e. p. 333. 231. M. coMosuM Mill. Dict. n. 2; Guss. l. e. p. 333; Red. Lil. tab. 231. A Serra, Solchiaro, ecc. LIX. — Juncaceae. Benth. et Hook. Gen. pi. v. 3, p. 861; Guss. Enum. pi. Inar. p. 344. LUZULA DC. FI. Frang. v. 3, p. 158; Guss. Enum. pi. Inar. p. 344. 232. L. FoRSTERi Dee. le. plant. gali. rar. p. 1, tab. 2; Guss. l. e. p. 344; Reichb. le. cent. 9, f. 850. A Cottimo, ecc. A Vivara. LX. — Aroideae. Benth. et Hook. Gen.pl. v. 3, p. 955; Guss. Enum.pl. Inar. p. 316. ARISARUM Targ.-Toz. in Ann. Mus. Fis. Firenz. v. 2, pars n, p. 617; Guss. Enum. pi. Inar. p. 316. 233. A. vuLGARE Spr. Syst. veg. v. 3, p. 768; Guss. l. e. p. 316; Reichb. le. cent. 17, f. 7. ARUM Lin. Gen. pi. n. 1028 (partim); Guss. Enum.pÀ. Inar. p. 316. 234. A. iTALicuM Mill. Diet. n. 2; Guss. l. e. p. 316; Reichb. le. f. 11. A Serra, a Giracelo. — 63 — Var. MAOULATUM. A Pioppeto. LXI. — Cyperaceae Benth. et Hook. Oen. pi. v. 3, p. 1037; Guss. Enum. pi. Inar. p. 346. CYPERUS Lin. Gen.pl.x^. 66; Guss. Enum. pi. Inar. p. 346. 235. C. iioTUNDUs Lin. Syst. Veg. p. 98. — C. olivaris Targ.- Toz. in Guss. Enum. pi. Inar. p. 346; Reichb. le. cent. 18, tab. 281 f. 671. A Pioppeto. CAEEX Michel. Oen. plani, p. 33; Guss. l. e. p. 349. 236. C. DivuLsA Good. Ae. Soc. Lin. Lond. v. 2 , p. 160 ; Guss. l. e. p. 350; Reichb. le. cent. 18, f. 570. A Solchiaro. LXn. — Gramineae. Benth. et Hook. Oen. plani, v. 3, p. 1074; Guss. Enum. pi. Inar. p. 352. a) Andropogoneae. CHRYSOPOGON Trin. Fiindam. Agrosiogr. p. 187; Pari. FI. Hai. V. 1, p. 145. 237. C. Geyllus Trin. l. e. p. 188; Pari. l. e. p. 146; Host. Oram. ausir. v. 2, tab. 1. A Cottimo; a Vivara. Osservazione. — Questa specie, ch'è tanto abbondante nella isola di Procida, non è segnata tra le piante d'Ischia (Guss. l. e). f) Agrostideae. AGROSTIS Lin. Oen.pl. n. 80 (prò parte); Guss. Enum. plani. Inar. p. 381. 238. A. ALBA Lin. Sp. pi. p. 93; Guss. l. e. p. 381; Reichb. le. cent. 11, 1431 (?) A Fumicello; a Serra, ecc. LAGURUS Lin. Oen. pi. n. 92; Guss. Enum.pl. Inar. p. 378. 239. L. ovATUs Lin. Sp. pi. p. 119; Guss. l. e. p. 378; Host. Oram. ausir. v. 2, tab. 46. A Solchiaro. y) Aveneae, ATRA Lin. Oen. pi. n. 81 (prò parte); Guss. Enum. pi. Inar. p. 388. — 64 — 240. A. CABYOPHILLEA Liii. Sj). j)ì. p. 97; Gruss. Enum. 2)1. Inar. p. 390. HOLCUS Lin. Gen.pl. n. 1146 (prò parte); Guss. l.c. p. 391. 241. H. LANATUs Lin. ;S^. pi. p. 1485; Guss. l. e; Host. Oram. austr. V. 1, tab. 2. A Santa Margherita. AVENA Lin. Oen. pi. n. 91; Guss. l. e. p. 387. 242. A. STERiLis Lin. 8p. pi. p. 118; Guss. l. e. p. 388; Host. l. e. V. 2, tab. 57. A Solcliiaro, a Serra, ecc. 5) Chlorideae. CYNODON Pers. Sin. plani, v. 1, p. 85; Guss. Enum. plani. Inar. p. 376, 243. C. Dactylon Pers, l. e; Guss, l. e. p. 376 ; Host, l. e. V. 2, tab. 18. A Pioppeto, e) Festuceae, AMPELODESMA Beauv. Agrosiogr. p. 78, tab. 15, f. 11 {Ampelodesmos Link, Hori herol. v. 1, p. 136) Guss. l. e. p. 383. 244. A. TENAX Link. Hort herol v. 1, p. 136; Guss, l. e. p, 384; Reichb. le. cent, 11, f. 501. A Pioppeto. ARUNDO Lin, Qeìi. pi. n. 93 (prò parte); Guss, Enum. pi. Inar. p. 383. 246. A. DoNAx Lin, Sp. pil. p. 120; Guss. l. e. ; Keiclib. le. cent, 11, f. 1731. Sparsa qua e là per l' isola. KOELERIA Pers. Sgn. p>lant. v. 1, p. 97; Guss. Enum. plani. Inar. p. 385. 246. K. VILLOSA Pers. /. e. p, 97; Guss. l. e. —K. Barrelieri Ten. FI. Nap. v. 3 p. 61; Guss, l. e. p. 385; Reichb. le. cent. 11; f. 167. A Serra ed altrove. 247. K. PHLEOIDES Pers. Sgn. plani, v. 1, p, 97; Guss, l. e. p. 385. — Festuca cristaia Bert. FI. Hai. v. 1, p. 624. — F. phleoides Bert. ^Z. gen. p. 17. — Bromus irivlalis Savi. — Koeleria crisiata Bert. Amoen Hai. p. 67, 117 et 234. — Lophocliloa phleoides Reichb ; Host. Oram. ausir. v. 3, tab. 21. A Santa Margherita, ecc. BRIZA Lin. Gen. pi. n. 84; Guss. l. e. p. 372. 248. B, MAXIMA Lin. Sp. pi. p. 103; Guss. l. e. p. 373; Host. Oram. ausir. v. 2, tab. 30. - 65 - A Santa Margherita, POA. Lin. Oen. pi. n. 83; Bentli. et Hook. Oen. pi. v. 3. p. 1196; Guss. Enum. pi. Inar. p. 370. 249. P. ANNUA Lin. 8p. pi. p. 99 ; Guss. l. e. p. 371 ; Host. Grani, austr. v. 2, tab. 64. Da per tutto. 250. P. BULBOSA Lin. Sp. pi. p. 102 ; Guss. l. e. — Poa Pa- squalii Heldr. PI. exsicc. (citato dal Parlatore) ; Host. l. e. v. 2 , tab. 65 f. 1-6. Sparsa qua e là per l'isola. VULPIA Gmel. FI. bad. v. 1, p. 8. — Festucae species Benth. et Hook. Oen. pi. v. 3 p. 1198; Guss. En. pi. Inar. p. 364. 251 V. MYURos Gmel. l. e. p. 8. — Festuca myuros Guss. l. e. p. 364; Ten. Fi. Nap. v. 4 p. 15; Host. l. e. v. 2, tab. 93. A Serra, a S. Margherita, ecc. BROMUS Lin. Gen. pi. n. 89; Guss. Endm.pl. Inar. p. 361. 252. B. STERiLis Lin. Sp. pi. p. 113; Guss. l. e. p. 363; Host. l. e. V. 1, tab. 16. A Santa Margherita. SERRAFALCUS Pari. FI. Hai. v. 1, p. 387; Benth. et Hook. Oen.pl. V. 3, p. 1201. 253. S. scoPARius Pari. FI. /tal. v. 1 p. 400. A S. Margherita. Cp) HORDEAE. LOLIUM Lin. Oen. pi. n. 95; Guss. l. e. p. 353. 254. L. PERENNE Lin. Sp. pi. p. 122; GUss. l. e. ; Host. Grani, austr. V. 1, tab. 25. A Serra; a Vivara. HORDEUM Lin. Oen. pi. n. 98; Guss. Enum. pi. Inar. p. 356. 255. II. MURiNUM Lin. Sp. pi. p. 126. — H. leporinum Link in Linnaea v. 9, p. 133; Guss. l. e. p. 356; Host. l. e. v. 1, tab. 32. A Pioppeto, a S. Margherita, ecc. ACOTYLEUONES — VASCULARES LXIII. — Polypodiaceae. R. Brown. in Are. Comp. fi. ital. (1» ed.) p. 807; Guss. Enum. pi. Inar. p. 395. a) POLIPODIEAE. GRAMMITIS Swartz. Syn. fil. p. 91; Guss. l e. p. 399. ^ 66 - 256. G. LEPTOPHYLLA Swartz l. e. p. 23 et 218; Guss. /. e. p. 399. — Qymnogramne leptophylla Dew. Journ. hot. p. 25. A Cottimo, a Ciraccio. ASPLENIUM Lin. G^m. ì)l (ed. Schreb.) n. 1631; Guss. Emim. pi. Inar. p. 397. 257. A. Adiantum-nigrum Lin. 8p. 'p^- P« 1541 ; Guss. l. e. p. 397. A Cottimo, nel pozzo. ADIANTHUM Lin. Gen. pi. n. 1633; Guss Enum. pi. Inar. p. 399. 258. A. Capillus-Veneris Lin. Sp. pi. p. 1558 ; Guss. l. e. p. 399. A Pioppeto. PTERIS Lin. Oen.pl. (ed. Schreb.) n. 1626; Guss. Enum.pl. Inar. p. 398. 259. P. AQUILINA Lin. 8p. pi. p. 1533; Guss. l. e. p. 398, A Pioppeto, a Serra. LXIV.— Selaginellaceae Are. Comp. fi. ital. {1^ ed.) p. 818. — Lycopodiaceae Guss. Enum. pi. Inar. p. 395. SELAGINELLA Spr. in Are. l. e. — Lycopodium Lin. in Guss. l. c.p. 395. 260. S. HELVETicA Link. Filic. sp. p. 159; Aro. l. e. —Lycopo- dium denticulatum Lin. Sp. pi. p. 1569; Guss. l. e. p. 395. A Pioppeto. Dictiomyxa Trinchesii g. s-p. n. di Rizopode marino. — Nota di Fu. Sav. Monticelli. (Tav. I). (Tornata del di 11 Aprile 1897) Verso la metà di Luglio dello scorso anno 1896 a Napoli notai quasi nel mezzo del fondo di un piccolo barattolo di vetro, che mi serviva da acquario marino , la presenza di un corpicciuolo assai chiaramente visibile ad occhio nudo, misurante qualche mil- limetro, di colorito giallo intenso , tendente al giallo-rancione che si mostrava, all'aspetto, come un grumo mucoso. Aveva for- ma allungata e rigonfia ai due estremi a modo di due clave riu- nite da un pedicello comune. Osservandolo ad occhio nudo mi avvidi che esso cambiava di forma e che una delle clave s' im- piccioliva gradatamente, mentre l'altra si rigonfiava, come se la massa del corpo si spostasse lentamente dall'una all' altra clava, attraverso il pedicello unitivo di esse. Dispiacevolmente non ho potuto seguire di continuo questo processo di translazione della massa del corpo ; ma dalle osservazioni fatte in varie ore , delle quali prendevo degli schizzi, ho potuto concludere che tutta la massa di una clava passava gradatamente ed insensibilmente in quella dell'altra, dirò così, attraverso il tratto unitivo delle clave. Questo , poco a poco , col decrescere della clava in diminuzione, si riaccorciava e veniva, in seguito, del tutto riassorbito dalla clava ingranditasi che pigliava poi l'aspetto di una massa irre- golarmente foggiata a palla. In questo modo il corpicciuolo in e- same si era spostato sul fondo del vaso per un tratto di lunghezza uguale a quello di una delle due clave primitive e del pedicello unitivo. Dopo essere stato alquanto in riposo, nella forma assun- ta, il detto corpicciuolo cominciò ad allungarsi in senso opposto a quello dove si era accorciato, come per continuar cammino dal mezzo verso la parete dell' acquario, e con processo inverso, ri- formando, cosi, due clave col relativo tratto unitivo. Evidente- mente è questo il modo col quale esso procede e si sposta e muovo da un punto all'altro. Quanto ho ora descritto è semischematica - mente rappresentato nella fig. 8, ricavata dagli schizzi presi, nella — 68 ~ quale si vede il modo di raccorciarsi del corpicciuolo di forma allungata per formarsi a palla, ed è poi riassunto graficamente nello schema dato con la figura 9, dove è tracciato il processo di allun- gamento e raccorciamento col quale il detto corpicciuolo si sposta da parte a parte. Queste osservazioni, come il caratteristico colorito, l'aspetto generale, le notevoli dimensioni , tutto 1' insieme, infine, di questo corpicciuolo , mi richiamarono subito alla mente quel E-izopode trovato a Napoli nel 1881, dal compianto Prof. Trinchese prima in un acquario d'acqua marina — aderente ad un tricoma di Chae- tomorplia crassa, — e poi libero su di un sasso tirato su da una pro- fondità di 10 metri a Yico Equense , e descritto col nome di Aletium piriforme Trinchese '■), nonché ancora quell'altro Rizopode or non è molto illustrato dal Topsent col nome di Pontomyxa flava, e trovato nel 1892 su di un'ascidia, il Microcosmus Sabatieri -). E mi richiamarono ancora alla mente altre forme di Rizopodi con- simili, come il Protogenes, la Protomyxa [aurantiaca) ecc. ecc. Ciò mi spinse a studiare e seguire un poco più da vicino questo es- sere nel quale m'ero imbattuto per vedere se e quali affinità avesse con queste forme ed a quali fosse più prossimo. Difatti il 23 Luglio, per meglio esaminarlo con la lente, es- sendo l'acqua troppo alta nell' acquario, cercai di staccarlo dal fondo dove esso aderiva per passarlo in un barattolino più pic- colo, più maneggevole, che mi permettesse di meglio osservarlo. Esso venne su, nella pipetta, della quale mi ero servito per stac- carlo, cosi come aderiva al fondo , conservando , cioè , la forma allungata che aveva ripresa come ho detto innanzi. Misurava allora circa due millimetri ; aveva colorito giallo-aranciato e con una delle due clave terminali aderiva ad un cespuglietto di En- teromorpha sp. in via di sviluppo (fig, 1). Passato dall' uno nel- 1' altro acquario rimase a galla , ed esaminandolo subito con la lente, vidi che la massa del corpo aveva uno splendore sericeo ed un aspetto finamente schiumoso ; ed intorno alle clave, ma più evidente in quella libera dal cespuglietto di alghe, vi era una au- 1) Trinchkse S.—Bend. Sess. Acc. Se. Istituto Bologna, 1880-91, p. 134-136. » «—Materiali per la storia naturale delle mone- re del Golfo di Napoli, Meni. Acc. Se. Ist Bologna (iv) Tomo V. 2) Topsent. — Sur un nouveau Ehizopode marin. (Pontomyxa flava g. et sp. n.) Comp. R. Ac. Se. 1893, p. 774-775. » — Déscrìption de Pontomyxa flava Ehizopode marin type multinuclée des Amoeba reticulosa in: Arch. Zool. Exp. et gen. Voi 1. (5) p. 385-399, PI. XIX. — 69 — reola bianca irregolare, come una nubecola. Volendo clie esso a- derisse al fondo del nuovo acquario , ve lo spinsi leggermente con la punta della pipetta, ma nel toccarlo, il cordone mediano si stirò molto e divenne cosi esile che appena si vedeva: si che io credetti d'averlo spezzato e fatte libere le due clave. Sul fondo il corpicciuoletto in esame prese l'aspetto che ho ritratto nella fìg. 4, e rimase cosi fino al 25 Luglio. Sol che la nubecola bianca intorno alle due clave era meglio apparente e sembrava costi- tuita da brevi , intricati ed indistinti fili sericei bianchi. Il mat- tino del 25 trovai che le due clave si erano fuse in una massa unica di poco oltre il millimetro di diametro (probabilmente du- rante la notte del 2-4 al 25 , la massa di una clava era passata nel modo descritto nell'altra). Questa massa unica aveva contorni irregolari e su di essa aderiva dall' un dei lati il cespuglietto di Enteromorpha: il colorito sembrava rancione più intenso e la nubecola di fili sericei bianchi si era risoluta in una serie di lun- ghi, esili, sottili filamenti ramosi bianchi, sia isolati, sia formanti fasci , che costituivano una corona di pseudopodi esili , sottili , lunghi ramificantisi e ramificati che s' intrecciavano fra loro , e rattenevano al fondo la massa del corpicciuoletto ; dalla quale a guisa di tanti raggi si dipartivano (fig. 2). La nubecola, osservata intorno alle dae clave, nello staccare dal fondo dell'acquario pri- mitivo rappresentava, quindi, i pseudopodi retratti; che prima fa- cevano aderire al fondo il corpicciuoletto. L'aspetto di questo non rimase costantemente quello ora de- scritto, che i contorni mutavano di continuo come mutava l' in- tensità del suo colorito, secondo che diversamente esso si presentava. Contemporaneamente venivano retratti alcuni ed emessi nuovi fasci di pseudopodii , ora uno grosso , unico da un sol lato, ora più, piccoli e numerosi , spesso numerosissimi ; dando cosi un a- spetto d'astro fittamente raggiato al corpicciuolo in esame (fig. 2). Questo stato di cose durò fino al giorno 28 Luglio quando al mattino mi accorsi che la massa del corpo si era alquanto rad- densata, e sembrava, perciò, tutto il corpicciuoletto esser dimi- nuito di volume. Esso pertanto era sempre aderente al cespu- glietto di Enteromorpha. Perchè mi avvidi che nel barattolino co- minciavano a formarsi chiazze di diatomee [Achnautes minutissi- ma, Nitzscliia closterium, Rhizosolema, (frustuli)] volli cambiar l'ac- qua. Nel travasarla il corpicciuoletto si staccò dal fondo e dal cespuglietto di alghe e si mostrò come una sfera a contorni ir- regolari di color ranciato più chiaro , con margini trasparenti e di splendore sericeo , senza pseudopodii e senza nubecola. Dopo — 70 — pochi minuti apparve di nuovo la nubecola intorno al corpo e presto questa si risolse in una aureola raggiata di numerosi pseu- dopodii (fìg. 3). Nella fìg. 5 è rappresentato questo stato del cor- picoiuoletto a più forte ingrandimento per meglio mettere in e- videnza i pseudopodi, il loro modo di essere (rizopodi) ed il loro comportarsi reciproco intricandosi fra loro a formare un reticolo sottile e finissimo. I pseudopodi sembravano finamente punteg- giati da piccoli granuli messi in fila, come punti nodali del fila- mento. Cosi fattosi a palla e liberatosi dal cespuglietto di alghe il corpicciuoletto in esame non mostrò alcun mutamento di forma nei giorni 28 29 e 30 Luglio, tranne che un continuo ondeggiare di contorno, ed un retrarre ed emettere pseudopodii: ciò che poi si risolveva in uno spostamento lieve di tutta la massa del corpo. Difatti ho notato che in 24 ore il corpicciuoletto si spostava dal punto dove era, di un tratto equivalente a 2-4 volte il suo dia- metro. Il mattino del 31 osservai che la forma del corpo era di molto mutata e che , invece di mostrare una corona di pseudo- podii, vi erano tutt'intorno brevi ed arruffati pseudopodii, men- tre da un lato del corpo usciva un fascio largo di numerosi pseu- dopodii fini e slargantisi all' estremo del fascio a ventaglio ed anastomosantisi fra loro, che fissavano al fondo il grumetto giallo (fig. 6). Durante il giorno stesso , tutto rimase immutato, ed il grumetto immobile. Ma il mattino dopo trovai che esso aveva assunta forma nettamente sferica e presentava da un punto, dia- metralmente opposto a quello donde usciva il fascio di pseudo- podii, innanzi descritto, rimasto immutato, un piccolo bitorzoletto (fig. 7 a): tutt'intorno non si osservavano distinti pseudopodii ma si vedeva una leggiera nubecola. Questo bitorzoletto scomparve dopo un paio di ore , ma lo ritrovai di nuovo il mattino dopo 2 Agosto e constatai pure che , nella notte, la sfera si era spo- stata di 4 volte il suo diametro : il bitorzolo era più grande e più evidente che il giorno precedente (fìg. 7 b). Esso nei giorni 3 e 4 agosto si fece più manifesto ancora e prese forma sferoi- dale e più netta appariva la strozzatura che lo separava dal re- stante del corpo, cosicché si aveva l' immagine di due sfere so- vrapposte l'una (piccola) all'altra (grande) (fìg. 7 e.) Disgraziatamente, avendo dovuto assentarmi, non potetti pro- seguire r osservazione durante due giorni : ritornato trovai il pri- mitivo bitorzoletto trasformatosi in una sfera di diametro la metà circa di quello della massa primitiva, alla quale era appena con- giunto per una nubecola bianca. La sfera staccatasi era di colorito alquanto più chiaro, il pezzo rimasto della massa primitiva aveva — 71 — alquanto diminuito il suo volume, era pertanto, sempre attaccata al fondo dal fascio di pseudopodi descritto rimasto sempre per- sistente (7 d.). Nei due giorni che non ho potuto seguire il mio soggetto, le diatomee che pullulavano nel piccolo acquario, dalle quali io cercavo di preservarlo , avevano avato campo libero di svilupparsi numerose ed avevano aggredito il corpicciuolo in esa- me e lo coprivano in parte con le loro croste discoidi, che for- mavano sul fondo dell' acquario. Tentai di isolarlo da queste, ma mi si rovinò tutto senza che mi fosse riuscito di liberarlo. Così ebbero fine le mie osservazioni e non mi fu permesso di fare l'e- same minuto microscopico di questo essere che tanto mi aveva interessato; esame che mi proponevo di fare dopo averlo il più lun- gamente possibile esaminato vivente. Eappresenta la formazione ora descritta del bitorzoletto che poi si è staccato il mezzo di molti- plicazione di questo essere ? Ecco quel che non mi è dato di poter asserire essendosi appunto a questo stadio arrestate le mie osserva- zioni. Come ancora non mi è dato di poter dire alcun che di preciso e concreto sulla sua intima struttura, essendosi esso, come ho detto ridotto a brandelli. Dalle cose esposte, pertanto, risulta che questo essere ha un ectoplasma chiaro incolore trasparente, dal quale vengono emessi e si dipartono i pseudopodii , che mo- strano lungo il loro decorso delle granulazioni fini (paragonabili a quelle dei pseudopodi di Aletium e Pontomyxa)^ ben distinto dal- l'endoplasma che è più denso e colorato in giallo rancione. Nel quale , dall'esame fatto di qualche brandellino con il sistema Zeiss ^/e, mi parve di riconoscere molta rassomiglianza di strut- tura con quella indicata dal Trinchese per 1'^. pyriforme. In quanto in esso ho osservate numerose sferule chiare contenenti delle sferulette, o granuli rifrangenti forte la luce, che mi parvero dotate di movimento oscillatorio. Secondo il Trinchese le sferule dell' Aletium erano mobili e mostravano dei vivaci movimenti ameboidi, ed alcune emettevano anche un prolungamento di ecto- plasma per la quale osservazione egli conclude essere le sferule gemme destinate a dar origine ad un nuovo individuo. Ma queste osservazioni io non sono in grado di confermare per il corpic- ciuolo in esame. Invece le sferule da me osservate mi ricordano i numerosi nuclei delle Pelomyxa e specialmente della P. viridis Bourne ^) e quelli della Pontomyxa flava di Topsent, contenenti numerosi nucleoli, ai quali potrebbero corrispondere le sferulette 1) Bourne.— On Pelomyxa viridis sp. n. Quart. Journ. Microscop. Science, Voi 32, 1891, p. 357. — 72 — che ho osservate nelle sferule. Ciò che m'induce con ogni riserva, data la insufficienza della osservazione, a pensare che le sferule da me viste rappresentassero altrettanti nuclei, che, perciò, sarebbero nella mia forma assai più numerosi che in Pelomyxa e Pontomyxa. Le ricerche ulteriori dimostreranno se queste mie deduzioni sono giuste o no ; quello che ora ricavo dalle mie osservazioni è che r essere da me trovato nell' acquario è evidentemente un o-rosso Rizopode marino del tipo dei Sarcodina, riferibile alla classe deo-li Amebina; e perchè ha i pseudopodi sottili, esili, numerosi anastomosantisi a formar reticolo, fa parte della sottoclasse degli Amoebina reticulosa Biitschli i), che corrispondono alle Proteomyxa del Lankester ed alle Protomyxiae acystosporida di Delage ed Hé- rouard ^). Ciò che esclude ogni sua affinità con le Pelomyxa (Amoehina lohosa But.) e con la Protomyxa (aurantiaca) , ora riferita alle Protomyxa (Zoosporida monadinozoosporea) e ravvicinata ai mixo- miceti. Ora, paragonando il rizopode in esame con le altre forme del gruppo al quale appartiene, esso mostra maggiori affinità, fra queste, con VAletium e con la Pontomyxa. Ma con certezza io non saprei ri- ferirlo ad alcuna di queste due forme, stando alle cose osservate. Difatti, mentre per le sue dimensioni potrebbe riferirsi all'una ed all'altra, per il suo colorito , se mai importanza a questo si do- vesse dare, differirebbe da entrambe, come da entrambe si distingue per il numero, aspetto, e modo di comportarsi dei pseudopodii. Data la rassomiglianza delle sferule da me osservate nel mio ri- zopode con quelle descritte dal Trinohese nell' Aletium e con i nuclei della Pontomyxa, secondo Topsent, queste forme mi sembrano assai più affini tra loro di quello che si possa pensare a primo vederle. Poiché, pertanto — quantunque sotto un certo punto di vi- sta il Rizopode in esame pare possa ])m facilmente riferirsi al- l' Aletium che alla Pontomyxa — non è possibile esattamente de- finire le sue affinità piuttosto con questa che con 1' altra forma, per non pregiudicare la questione , tenuto conto delle diffe- renze che esso mostra dai due , Aletium e Pontomyxa , e tenuto conto specialmente del numero dei pseudopodii e del loro modo di comportarsi propongo di distinguerlo con un nome nuovo e lo chiamerò Dictiomyxa Triìichesii (Stx,tuov=reticolo) dedicandolo al Prof. Trinchese, che per il primo ha trovato e descritto nel golfo ') BiiTSCHU. — Protozoa, in Bronn's Klassen ec, 1880, p. 178. 2) Délage et Hérouard.— T r ai t é de zoologie concrète, Tome I. La cellule et les Frotozoaires. Paris, 1896, p. 66-68. — 73 — di Napoli di simili forme gigantesche di Rhizopoda {Amoehina) marini ^). E mi sia permesso rendere omaggio alla memoria dell' amato maestro — nel portare con questo scritto ancora un ben- ché piccolo contributo alla conoscenza di questi esseri, cosi inte- ressanti e così poco studiati, sui quali egli pel primo ha richia- mata r attenzione degli studiosi — col ricordare e trarre dall' oblio il suo Aletium piriforme. Che, pur essendo questa forma mentovata iu elenchi bibliografici ben noti e diffusi ^), se si eccettua il Top- sent, che ne parla incidentalmente nel suo lavoro, e solo per accen- nare di volo in che ne differisca la sua Pontomyxa , esso non è stato da altri ricordato, né figura fra le consimili forme di Eizo- podi nei trattati; anche in quelli più recenti che vogliono essere più completi nello enumerarle tutte (per lo meno i generi), e che pur citano la Pontomijxa ^) del Topsent *). Cagliari, nel gennaio del 1897. 1) Oltre V Alethim piriforme il prof. Trinchese, nel citato suo lavoro, ha descritto anche altre due forme moneroidi di Rizopodi da lui trovati nel golfo di Napoli: il Protorjenes roseus Trinchese e la Protamoeha minima Trinchese. Di simili forme moneroidi non erano conosciute del Golfo di Napoli che due sole assai incompletamente descritte e di piccole dimensioni: il Gymnophrys cometa del Cienkowsky. (Ueber elnige Rhizopoden u. Verwandte or- gani s m e n, Arch. f. Mikr. Anat. 12 Bel. 1876, p. 31-32, fig. 25 Taf. V), ed il Moìwpodium Kowalewskyi del Mereskowsky trovato aderente ai filamenti di un Leptothrix. (Ein neues Moner in Neapel beobachtet. Ref. A. Brandt, Zooì. Anz. 3 Jahr. 1880, p. 139) entrambe finora non più ritrovate e che aspettano di esserlo, perchè ne sia completata la descrizione e sieno me- glio note ; la seconda, specialmente, che non è poi ricordata da alcuno. 2) V. Zool. Anz. 7 Jahr. p. 698-183, Zool. Jahresber. 1884, p. 90 e 98, e Zool. Becord. 1884, Protozoa p. 7 e 13. ^) Dklageet-Hérouard.— Traile d. Zool. concrète p. 67, <) A proposito di Rizopodi marini ricorderò che il signor Delfino, stu- dente in Scienze naturali, ricercando i Protozoi nelle acque provenienti dai canali delle saline di Cagliari, ha rinvenuto una forma molto affine alle Gringa Frenze che questo A. ha descritte nel suo lavoro « Ueber emige merkwiirdiger Pro- tozoen Argentiniens, in: Zeit. Wiss. Zool. Bd. 53, p. 340-344, Taf XVII» tro- vata a Cordoba, e più specialmente alla Gringa filiformis: alcune delle quali Gringa il Frenzel ha rinvenute appunto in acque di saline (come p. e. la Gringa flava). — 74 SPIEGAZIONE DELLA TAVOLA I. Fig. 1. Dietiomyxa Trinchesii, ingr. 7 volte circa: in estensione, come si presentava il 23 Luglio. » 2. Aspetto che presentava il 25 Luglio : X 3. » 3. » » » il 27 » : X 2. » 4. Stadio intermedio fra quello rappresentato nella figura 1 e quello della figura 2 : X6. (2 sist. Zeiss— r- camera chiara A a luce diretta: X 13 » 6. Aspetto che presentava il 31 Luglio X 5. » 7. Aspetti successivi presentati dal 1-6 agosto: X 6-7. » 8. Figui'a semischematica ricavata da schizzi presi prima del 23 Luglio: » 9. Schema del modo come si sposta la Dietiomyxa Trinchesii. Osservazioni intorno alle Stellate— di A. Mastrostefano. (Tornata del 20 giugno 1897) CENNO BIOLOGICO In fi crescenza. — Nelle specie di questa tribù osserviamo una marcata evoluzione ed un graduato passaggio dall'una al- l'altra forma d'infiorescenza. Ordinariamente ciascuna foglia porta un ramo principale ascellante, diviso in altri secondarli; ma alle volte una delle gem- me fiorali opposte sviluppa poco od abortisce completamente, forse perchè l'altra, sviluppandosi prima e facendo cosi pressione su di essa, ne determina il poco sviluppo od il completo aborto. E dalle nostre osservazioni risulta che lo sviluppo e la posizione delle gemme sono in rapporto con una legge che viene espressa da una linea spirale, come nei Galli e nelle Asperule, ora de- strorsa ora sinistrorsa. Cosi le cime variamente modificandosi , diminuendo od accrescendo il numero delle suddivisioni dei rami, danno luogo alle diverse forme di queste infiorescenze. In quelle specie, in cui i fiori sono in gran numero ed in buona parte fertili, i pedicelli sono normalmente diritti e si con- servano cosi definitivamente come nella E-ubia, ma là dove il nu- mero dei fiori diminuisce si comincia ad osservare un leggiero incurvamento del pedicello, come nel Oalium Aparine. Questo incurvamento , riducendosi maggiormente il numero dei fiori , lo vediamo maggiormente accentuarsi nel Galium tri- corne. In questo tipo, dei tre rami di ciascuna infiorescenza ascel- lare, il mediano dà luogo alla formazione di un frutto bene svi- luppato e degli altri due , uno dà un frutto relativamente poco sviluppato ed il terzo, nel maggior numero dei casi, va ad atro- fizzarsi. Ed oltre a ciò nel fiore mediano, il quale fruttifica bene e completamente, il pedicello s'incurva fin quasi sotto alla foglia; in quello che sviluppa meno tende ad inclinarsi nello stesso verso, e nel terzo resta nella posizione normale. Passando al Galium cruciatum, osserviamo che dei tre rami fiorali il mediano fertile acquista maggiore sviluppo che nel Oa- lium tricorne e s'incurva ancora di più, portando il frutto addi- — 76 — pittura sotto la foglia ; in uno degli altri rami laterali si ha lo sviluppo di un sol fiore (sempre il più basso), il quale anche s'in- curva, ma senza raggiungere il lembo della foglia, il terzo ramo è sempre sterile. E qui notiamo anche un incurvamento delle sti- pulo e delle foglie contro il fusto e nello stesso verso dei fiori. Nel Galium saccaratum ciascuna ramificazione porta cinque fiori dei quali solo il mediano è fertile ; i pedicelli s' incurvano ambedue dallo stesso lato e le stipulo al loro avvicinarsi diva- ricano. Un fenomeno ancora più singolare si ha nella Vaillantia ìiispida dove la ramificazione fiorale è ridotta ad un sol fiore me- diano fruttifero e due laterali sterili. In questo tipo il pedicello del fiore mediano , oltre che incurvarsi fino a portare il frutto contro il fusto, si arma di lunghi e validi peli leggermente in- curvati all'estremità, si dilata ed abbraccia sotto di se almeno un mericarpio solo , mentre i pedicelli dei fiori laterali , anche essi ispidi, si piegano lateralmente e si cangiano in creste , facendo cosi più forte la difesa. Da queste osservazioni si scorge molto chiaramente negli or- gani fiorali di queste specie un adattamento alle particolari con- dizioni biologiche di ciascuno individuo ed il tutto armonizzato per la protezione e sicurezza del seme. Fecondazione. — Nella maggior parte delle specie osser- viamo quei caratteri particolari che rivelano l'idoneità all' ento- mofilia ; per la qual cosa possiamo afiermare che questa tribù è eminentemente entomotìla. La proterandria è comunissima. La forma allungata e tubulare della corolla ed il colore bian- chissimo neir Asperula taurina fan vedere come questi fiori si adattino alla fecondazione per alcuni lepidotteri specialmente not- turni con tromba molto allungata e sottilissima con la quale possono succiare sul disco epigino a forma di coppa. Nella Phuopsis stylosa, lo stilo all'apertura del fiore subisce un forte allungamento e nell'elevarsi raccoglie il polline delle antere, che all'apertura si vedono completamente vuotate. Esso ha un'altezza quasi doppia della corolla , e lo stimma è provveduto di papille con la punta in alto che fan vedere un apparecchio a spazzola. I fiori di questa specie , per le esterne fattezze , somigliano perfettamente a quelli del Centranthus calcitropa e del Centran- thus ruber e sono visitati dai medesimi lepidotteri diurni e più comunemente dalla Macroglossa stellatarum che è una sfinge diurna. -^ 77 — Nella Crucianella mngustifolìa i fiori di giorno sono chiusi ; si aprono di notte e vengono visitati probabilmente da piccolis- simi lepidotteri notturni. Le specie del genere Oalium vengono visitate da insetti diurni e più comunemente da mosclierini, vespe ecc., i quali, dopo es- sersi imbrattati il torace nel polline, toccando gli stimmi, effet- tuano le fecondazione perciò detta sternotriba. Nella Vaillantia hispida abbiamo constatato la presenza di uno stilopodio, ben apparente nei fiori ermafroditi, costituito di quattro lobi melliferi, carattere manifesto di entomofilia. Ma d'al- tra parte risulta da sicure osservazioni che questa specie ha molto evidentemente i caratteri pure dell'anemofilia per il polline che facilmente va via al più leggiero scuotimento della pianta; per cui si può conchiudere, che questo tipo sia intermedio tra ento- mofilo ed anemofilo. Disseminazione. — Il frutto nel genere Qalium ha uno speciale rivestimento munito di tricomi variamente conformati, che hanno certamente un fine per la disseminazione. Nel Oalium aparme è provveduto di peli uncinati e rigidi a pareti fortemente incrostate di silice , per mezzo dei quali fa- cilmente può attaccarsi ai peli, alle penne degli animali e venire così trasportato anche a distanze considerevoli. Nel Galium saccaratum il rivestimento del frutto è costi- tuito nella parte più esterna da emergenze che, vedute in sezione trasversale al microscopio, mostrano uno strato esterno di cellule rettangolari fortemente ispessite con la parete esterna incrostata di sostanza minerale , e nella parte interna un tessuto lacunale di parenchima clorofilliano con cellule elissoidi piene di rafidi. È evidente che questa struttura è in relazione col modo par- ticolare di disseminazione della specie , poiché il frutto cosi co- stituito si ronde leggiero, di minor peso specifico ed atto ad es- ser trasportato dal vento in su e dalle acque in giù. Allo stesso fine, come nel precedente pare che tenda quella speciale conformazione del frutto deli' Asperula microphi/sa, in cui la parte esterna del pericarpo è globosa e disgiunta dall'interna, rimanendo così un vuoto nel mezzo analogo alle lacune del Oa- lium saccaratum, per cui anche questa specie si rende leggiera e molto atta ad esser trasportata dalle acque piovane verso il basso e dal vento verso l'alto. CoUofori. — Si ha nella maggior parte delle specie uno sviluppo notevole di quegli organi ancora problematici detti col- — 78 — lofori o coUeteri. Essi sono di varia forma e nelle specie da noi studiate si presentano: Nel Oalium aparine di forma sferica, posti nelF ascella delle foglie e delle stipule molto giovani, e piriformi negli organi più adulti. Nel Oalium mollugo sono piriformi, allungati e stanno nell'a- scella delle foglie. Nella Buhia peregrina si osservano principalmente intorno alle piccole gemme fiorali, nello spazio compreso fra la parte in- feriore del peduncolo e la brattea. Sono di forma quasi clavata e disposti a gruppi di quattro a cinque. Quelli che stanno nel- l'ascella delle foglie sono completamente degenerati in una so- stanza di un colorito giallastro. Nella Sheì^ardia arvensis, sul pedicello del fiore si osservano da due a tre collotori di forma clavata, il cui tessuto, nella parte superiore è formato di piccole cellule poliedriche e nella parte ri- stretta di cellule molto allungate. Nel Oalium cruciatum , i collofori esistono in gran numero nell'ascella delle foglie, son piccoli, piriformi e non dissimili da quelli osservati nel Oaliimi mollugo. All' apice del pedicello del fiore si notano ordinariamente due collofori con la parte supe- riore completamente sferica; raramente tre. Ed un altro grandis- simo se ne osserva alla base del pedicello , pe rstruttura simile agli altri, ma molto più grande ed avente superiormente due lobi. Riguardo airufiflcio ed alla genesi di questi organi nulla sap- piamo di preciso. Da alcuni si pensa che esercitino una protezione sulla pianta ed una difesa , massimamente quelli che si trovano sugli organi fiorali. D'altra parte sappiamo per le osservazioni dell'illustre Prof. Delpino , che in parecchie famiglie essi sono trasformazioni di nettarli estranùziali ; ma a noi pare assai probabile che tali or- gani qui rappresentino un primo stadio di differenziamento in nettario. CENNO TASSONOMICO Questa tribù comechè naturalissima e comprendente un gran numero di specie , presenta nei suoi rappresentanti una grande uniformità di caratteri, una certa monotonia, in guisa che la retta suddivisione in sottotribù, in generi e sottogeneri offre non poche difficoltà e si riscontrano notevoli divergenze nei diversi fitografi che si occuparono delle Stellate. - 79 — Già il suo posto nella famiglia delle Rubiacee non è ben sicuro, non essendole nello stesso punto assegnato dai diversi au- tori ; ed a noi sembra che il posto più giusto da darsi alle Stel- late sia quello tra le Antosperme e lo Spermacocee. Infatti non differiscono dalle Antosperme se non perchè queste comprendono specie costantemente anemofìle ; e che dalle stellate discendano immediatamente le Spermacocee lo dimostrano le sete della guaina che riunisce le coppie fogliari di queste ultime, le quali non sono altro che contrazioni delle foglioline stip alari delle stellate, i quali organi contratti denotano evidentemente derivazione postuma di organi non contratti. Nelle suddivisioni in generi e sottogeneri peraltro , qualche giusta modifica è stata fatta dai diversi fitografì. Infatti ci sembra logicamente stabilita da Grisebach ^) la sezione Cruciana poiché le Crucianelle comprese nella sezione a fiori fasciculatida De Candolle , '^) per i caratteri della loro infiorescenza si avvicinano più al genere Asperula di cui vie- ne a far parte la sezione Cruciana. E nello stesso genere, la se- zione PJiuopsis, dove lo stesso Grisebach pone la Criwianella sty- losa, dovrebbe, secondo il nostro giudizio, essere elevata al posto di genere, per la forma caratteristica dello stimma ;, che è addirit- tura eccezionale nelle Stellate. Inoltre, nel genere Crucianella non ci pare che abbia ragione di stare l'altra sezione di De Candolle a fiori capitati, poi- ché le quattro specie di cui essa è costituita, per i loro caratteri^ vanno meglio collocate altrove. Perciò rimandando la Cr. maritima e la Cr. Capitata alla sezione Spicate; la Cr. stylosa al gen. Phuop- sis, e la Cr. pubescens alle Asperule (sezione Cinanchiche) vien semplificato e ridotto il genere a comprendere la sola forma ca- ratteristica Spicata. E stata giusta modifica quella di Endlicher ^), il quale ha separato alcuni Galii in una nuova sezione Relbunium , poiché r involucro di brattee da essi portato in alto , con i peduncoli ascellari, li fa allontanare notevolmente dagli altri Galii. Ma a noi questo carattere sembra di tale entità da fare della sezione un genere a cui rimandiamo le Rubie della sezione Involucrate di De Candolle , le quali hanno caratteri perfetta- mente simiglianti alle specie del gen. Belbunium. 1) Grisebach. — Spie. FI. Rum. Syn. p. 155. 2) De Candolle. — Prodr. IV. p. 580. 3) Endlicher. — Gen. Plani. p. 522. -so- li gen. Microphysa. stabilito da Schrenk ^), non ci sembra ben giustificato e noi crediamo bene farne una sezione del gen. Asperula da cui la M. galioides si allontana soltanto per la spe- ciale conformazione del frutto. Da ultimo noi , basandoci sulla forma della corolla , più o meno tubulosa in alcune specie e rotata in altre e, dividendo in due sottotribù, proponiamo il seguente specchietto. 1) Schrenk. — Bullet. de la classe j^hys. math. de Pacad. de St. Pétrsbrg IL Ho — 81 tubulosa od in- fundibuliforme Corolh Didymaea (Hook.) Phuoims (Griseb ) Sherardia (Linn.) rotata Asperula Crueianella (Linn.) Riéia (Tournef.) Relbunium (Endlicher) Sherardianae (D. C.) Galioideae (D. C.) Microphysae. f Cynanchicae (D. C.) Cruciaua (Griseb.) ^ Exinvolucratae (D. C.) Galioideae (D. C.) Galium (Linn.) Leiogalia (D. C.) Platygalia (D. C.) Tricbogalia (D. C.) Coccogalia (D. C; Erythrogalia (D. C.) 1 Xanthogalia (D. C.) Ericogalia (D. C.) Cruciata (Tournef.) Xanthaparines (D. C.) Leiaparines (D. C) Euaparines (D. C.) Asperae (Mònch.) Vaillantia (D. C.) Callipeltis (Stev.) Mericapaea (Boiss.) La Lava vesuviana di luglio 1895. — Nota di P. Franco (Con le tav. II. e III.) (Tornata del 4 luglio 1897) La lava di questa eruzione nella sua forma e nella sua strut- tura non ha presentato particolarità tali da doverla ritenere di- versa dalle precedenti. Il sei luglio la lava usciva come torrente infuocato da una bocca alla base del cono poco più a sud della fenditura formatasi il tre luglio, per modo che il punto onde la lava sgorgava mi parve essere V estremo della fenditura stessa, sebbene tra quello e le bocche superiori rimanesse alla base del monte un tratto, nel quale la fenditura non si vedeva. La lava, appena uscita, correva piuttosto veloce, oltre un metro al secon- do ; e si mantenea liquida e incandescente fino a men di cento metri dal punto d' efflusso , avendo un movimento ondoso come dovuto a incessanti rifuse. Tutto questo mi facea congetturare che la lava fosse assai fluida , e in questo mi rafferma 1' avere raccolto qualche giorno dopo presso le bocche scorie formate da sfogli assai sottili, che presentavano dei ringrossi dovuti a cristalli di leucite : la pasta della lava li copriva come sottilissimo strato di vernice. Io non potei osservare la lava della metà d'agosto ; ma non dovè essere meno fluida , perchè si consolidò quasi come torrente largo un dieci metri, con superficie leggermente convessa e presso che unita, se ne togli le piccole asprezze. Anche nel vasto campo di lave, che hanno ingombrato il piano delle ginestre, ho trovato correnti con superficie cosi unita , che da lontano sembravano sentieri. Questa notevole fluidità della lava può forse spiegarci le sfere simili a bombe vulcaniche , che vidi formarsi il sei luglio nel tronco che correa nel piano delle ginestre, poco lungi dalla col- lina dei Canteroni. La lava qui era coperta di scorie, tra le quali si vedeano formarsi e rotolare le sfere, come se lava non molto viscosa ne spicciasse qua e là conformandosi a globi, sia che spinta da incessanti rifuse, o gonfiata dallo svolgersi dei vapori. Certo che questi la gonfiarono in più punti a zolle o a cupolini, come osservarono già il Padre della Torre nel 1751 , ^) lo Spallanzani nel 1778 -) e Hamilton nel 1779 ^). Fenomeno per altro comune in molte regioni vulcaniche e che anche C. Darwin '*) ha osservato nelle Isole dell' Arcipelago Gallapagos. Che sotto la massa delle scjorie, e in generale sotto la crosta, corresse lava quasi fluida o mediocremente viscosa , non da pa- ragonarsi a fanghiglia di cristalli come ha scritto Palmieri, ^) ri- cordando Stoppani, io potetti osservare bene, il 28 dicembre del 1895, essendo accompagnato dalla intelligente guida Andrea Var- vazzo. La lava in più punti ha formato come canali coperti: pare che, dopo aver corso con una certa altezza, siasi raffreddata alla superficie, in modo che questa si è consolidata a volta ; e poi la parte interna, ancor fusa, trovando un efflusso laterale, n'è sgor- gata staccandosi dalla crosta ; presso le bocche questo non è fe- nomeno nuovo ; anche Hamilton scrive che nell'eruzione dsl 1794 la lava scorrea in canali coperti ^). Prova della viscosità della lava è : che quando la crosta su- perficiale si stacca dalla massa sottostante e talvolta si rovescia, la parte inferiore è irta di punte lunghe e sottili, come vetro ti- rato ; talvolta sottilissime come i Pele's Jiairs. In alcune di que- ste, contrariamente a quel che scrive Palmieri ''), ho potuto os- servare ringrossi dovuti a cristalli microscopici di leucite, intorno ai quali la massa vetrosa presentava (al microscopio) rughe di stiramento. La corrente di lava, che usciva dalla bocca principale il 6 luglio, mantenendosi quasi liquida per breve tratto, poi si copri- va di scorie , che spesso si corrugavano come lava a corde. In molte correnti secondarie la parte superiore si è consolidata con superficie unita, ])ianeggiante , a rughe più o meno grandi, ar- cuate, con convessità a valle. La origine di queste rughe e assai chiara : la parte superfi- ciale della lava, raffreddandosi, diventa più viscosa e non può 1) De la Torre.— Histoire et Phénomènes du Ve suve. Naples 1771. pag, 123. ^) Spallanzani.— O^ere, Milano 1823. Voi. I. p. 46. ^) Hamilton —Oeuvres complètes puh. par Soulavie. Paris 1781 p. 254 e seg. *) Oh. Darwin.— Geo logicai Observatioas. London 1876 p. 116. à) Palmieri.— Il Vesuvio dal J875 al 1895. Atti Accad. Se. Napoli, 1896 p. 6. ") Hamilton Op. cit. p. 251 e seg. ") Palmieri.- Op. cit. p. 6. — 84 ~ correre come la parte profonda assai ])iù fluida ; ond'è che dalle nuove rifuse viene sospinta e compressa; e, non essendo fragile, si corruga e non si rompe. Per altro ho più volte osservato for- marsi a corde la lava molto viscosa, si da non potervi infossare . il bastone senza sforzo, quando spicciava da sotto zolle consoli- datesi, con superficie unita. Abbiamo poi avuto in questa eruzione le due varietà di lava; quella a scogli e quella a superfìcie unita. A questi due nomi, da più anni ricevuti nella Scienza, oggi si sostituiscono quelli a- doperati dagl' indigeni delle Isole Hawai di lava à-à per la lava a scogli e di lava palioeìioe per l'altra specie ; perchè J. D. Da- na ed E. Dutton li adoperarono nella descrizione dei vulcani di Hawai. Io credo preferibile mantenere le denominazioni antiche. Intanto importa moltissimo notare, che le due specie di lava, in certe correnti, si trovano insieme, sebbene certe altre correnti si mostrino quasi esclusivamente costituite da una sola specie di lava; lo stesso hanno notato Dana i) e Dutton 2). Anche Mecatti scrive, che nella eruzione vesuviana del 1752, sulla stessa corrente di lava, si sono osservate le varietà a scogli , a cordami e a tavole fracassate etc. (Racconto storico filoso fi,co del Vesuvio p. CCCLXl). Ma vi ha di più ; il dì 6 luglio mentre in alcuni punti la lava era tanto viscosa da tirarsi in punte più o meno sottili, altrove si consolidava in una massa sabbiosa ; cosi che descrivendo que- sto fenomeno ricordai le parole di Hamilton colle quali paragona la lava alla farina che esce da sotto la macina ^). Mecatti scrive « in alcuni territorii la lava era petrosa e forte, in altri più squaq- querata e composta di sola terra e minerali; sicché questa diffe- renza non solo dalla materia eruttata , ma anche dai luoghi su cui si era formata poteva addivenire-. (Race. Stor. fil. del Vesu- vio lì. XXXIII), e a pag. COGLI scrive « e quando erano accese (le lave) e che erano liquide come la pasta, si scioglievano alcune in minutissima arena infuocata, la quale, fredda che ell'era, diven- tava come una limatura di ferro. » Un'altra modalità in cui la lava si è solidificata è quella detta a tavoloni. Altra volta ho fatto nota- re *) che il trovarsi a breve distanza nella stessa corrente le due specie di lava facea conchiudere che tali varietà non siano esclusi- 1) Dana.— Cliaracteristics of Volcanoes. London. 1890. p. 24. 2) Dutton.— H a w a i a n Volcanoes. U. S. Geological Survey. 1883. p. 95. ^) Franco e Galdieri.— L'è ruzione delVesuvio nel mese di lu- glio 1895, Boll. Soc. alp. merid. p. 5. 4) Ibid. -^ 85 — vamente dovute a differenza di composizione come da gran tempo hanno opinato lo Scrope , il Dana e C. De ville pare abbia con- statato nell'eruzione del 1855. Più recentemente Dutton i) e Dana -), dal fatto che la stessa corrente di lava in alcuni punti si consolida a scogli e in altri a su- perfìcie unita, conchiudono che questa si ha quando una lava molto fluida corre su vasta superfìcie sotto una crosta solidifìcata , dalle fessure della quale sgorgano rivoletti di lava fluida ; invece la lava a scogli si formerebbe quando le correnti sono molto spesse e il magma quasi prossimo alla solidifìcazione. Il 6 luglio la corrente che si versava nel fosso della Vetrana, e che io costeggiai dal suo estremo fìno alle bocche, era formata di lava a scogli alta forse un sei metri e procedeva lentissima; mentre, presso la bocca, si notava lava a superfìcie unita e nel luogo detto Sciarriglio, ove si versava in gran parte la corrente principale più fluida, si notava lava a su- perfìcie unita in alcuni punti e lava a scogli in alcuni altri. Nel pia- ^) Dutton l.c. p. 95, lava pahoehoe e à-à. Quando la lava è emessa, ella vien fuori in gran copia, è intensamente riscaldata, e molto liquida. Se le bocche sono situate molto in alto e il pendio cousidei-evole, essa scende a principio con grandissima velocità, percorrendo quindici a venti miglia per ora e tanto copiosa, che spesso raggiunge la distanza di 8 a 10 miglia dalla bocca prima che 1' effetto del raffreddamento sia sensibile. Dove il pendio è ripido, essa corre con grande velocità, dove è leggiero, si spande sopra un'area molto vasta. Divenendo più fredda, si fa più viscosa. Il raffreddamento comincia dalla superficie della massa, mentre l' interno rimane caldo e conserva una liquidità viscosa. La crosta superficiale della lava raffreddatasi si rompe in punti innumerovoli , e sotto la pressione ne sgorgano rigagnoli di lava. Conservando la loro liquidità per bi-eve tempo , essi si spandono con assai poca spessezza e formano pahoehoe. — Appena si è raffreddato uno di questi, che un altro gli si sovrappone e cosi di seguito. I campi di lava à-à. avanzano in una coudizione che si approssima a quella della solidificazione: ordinariamente essi hanno vina crosta sottile e coprono un'area vasta, rappresentando allora una massa enorme paragonabile a quella di un ghiacciaio. Il movimento, per alcuni rispetti, somiglia a quello di un ghiacciajo, ma vi è questa differenza, che, invece di avere una tempe- ratura uniforme da per tutto , nell' interno è calda e più o meno viscosa, mentre che presso la superficie è raffreddata. Una massa cosi grande, ma ap- pena plastica, va soggetta per un tempo considerevole a un movimento len- tissimo che raggiunge appena poche centinaia di braccia ovvero di piedi in un giorno, divenendo esso più debole finche cessa. Durante questo movimento lento e con grande attrito (crmhing) simile a quello di un ghiacciajo, si svi- luppano tensioni assai intense in tutta la massa, e questa si comporta come corpo viscoso. Le porzioni superficiali in parte cedono plasticamente alle ten- sioni, in parte ammaccandosi, in parte scheggiandosi o spaccandosi. Il risul- tato ne è un caos di frammenti angolosi. 2) Dana. - 1. c. — se- no delle ginestre, dove la lava si spandea, era più facile vederla con- solidata in grandi tavoloni sconnessamente sovrapposti ^). Considerando bene questi fatti a me pare che essi appoggia- no le vedute di Dutton. Il ramo della Vetrana camminava sopra lave precedenti anche esse a scogli e moltissimo aspre: onde ne era impedito lo scorrere , cosi da raffreddarsi e acquistare spessezza notevole. Palmieri scrive che le lave a scogli o a zolle sogliono essere più augitiche e meno viscose di quelle a superfìcie unita, quasi esclusiva- mente leucitiche ; le lave della presente eruzione non sarebbero ne del primo, né del secondo tipo, ma di un tipo intermedio ; perchè si rapprendono formando come tavoloni, per le quali propone il nome di lava a superficie tabulare ^). Quel che abbiamo detto innanzi mostra che questa pretesa varietà della lava è un'accidentalità indi- pendente dalla sua composizione. Ho veduto sovente in questa eruzione correnti di lava di una certa spessezza risolversi in sfogli di uno o più decimetri, ciascuno dei quali mostrava la parte centrale costituita da una base semivi- trea , mediocremente cellulosa , riboccante di cristalli di leucite freschissima, con inclusi di pirossene, e qualche cristallo d'augite. Mentre le parti periferiche di questi scogli erano più o meno sco- riacee, con superficie alquanto vetrificata, che in qualche punto avea aspetto submetallico ed era iridescente ; non mi è stato possibile riconoscere l'azoturo di ferro. La parte scoriacea spesso è formata da sfogli assai sottili : in alcuni punti è finamente cavernosa o sot- tilmente filamentosa: qua e là si veggono sporgere, talvolta rico- perti da un sottile velo di sostanza vetrosa, cristalli di leucite, in al- cuni dei quali si possono riconoscere cristallini di pirossene in- clusi. I caratteri sopraddescritti sono contrarli alla opinione che le lave siano un'agglomerazione di elementi cristallini tenuti insie- me dal vapore d'acqua o anche dall' acqua allo stato sferoidale : invece dimostrano che la lava deve paragonarsi al vetro fuso, nel quale sono disseminati elementi cristallini e disciolte enormi quantità di gas (idrogeno e ossigeno soprattutto), che si sprigio- nano col raffreddamento. I cristalli di leucite disseminati nella base semivetrosa hanno aspetto freschissimo, i più piccoli mostrano distinta la forma cri- 1) Franco e Galdierl — R elazione et e. Boll. Soc. Alj). merid. p. 5. Que- sta varietà di lava è descritta da Mecatti nell' eruzione del 1751. (Racconto storico filosofico del Vesuvio. Napoli 1 752 p. XIX). 2) Palmieri — Op. cit: p. 6. — 87 — stallina, mentre i più grandi sono aggregazioni di altri minori. An- che i cristalli d'augite sono d'aspetto fresco : in parecchi si possono distinguere i clivaggi secondo 110, in uno ho trovato clivaggio o separazione secondo 100. Non ho potuto osservare 1' olivina per quanto 1' abbia cer- cata. ESAME MICROSCOPICO In una base vetrosa più o meno chiara, secondo le diverse colate di lava, sono disseminate in grandissimo numero microliti feldspa- tiche e molte di augite, cristalli microscopici di questi minerali, di leucite, di magnetite e granuli ferritici. La base vetrosa, che rimane impegnata fra un gruppo di cri- stalli di leucite, è meno ricca di microliti, gialliccia con una sfuma- tura di bruno, omogenea, non presenta ne strie di stiramento, né molti pori a gas. Invece quella, ove sono disseminati i cristalli e i gruppi di cristalli, è riboccante di microliti soprattutto feld- spatiche e di minutissimi granuli bruni ferritici, che formano come veli e si accumulano sul contorno delle microUti, ora più, ora me- no densamente ; i pori a gas sono in quantità notevole, ma molto piccoli. La diversità della pasta nel primo e nel secondo caso mostra che i cristalli di leucite si formarono e si aggrupparono prima che le microliti si formassero in grande quantità. Di più. non osservandosi microfluttuazione o almeno distinta , bisogna conchiudere che le micruliti della base vetrosa si sono formate quando la lava era ferma, o camminava lentissima. Le microliti feldspatiche sono in massima parte incolori, al- lungate, sottili ; il loro contorno spicca sulla base vetrosa per una linea scura, in parte dovuta alla differenza negl'indici di rifra- zione, in parte alFaccumularvisi intorno granuli di ferriti. Questo si rileva meglio osservando i preparati della lava raccolta il sei luglio 1895 presso le bocche, che le emanazioni acide aveano sco- lorata alquanto : i granuli ferritici mancano, le microliti feldspa- tiche si distinguono per una linea scura, ma più sottile. Esse si estinguono e on angoli assai differenti rispetto alla loro lunghez- za, di rado però tanto piccoli da poterle riferire alla sanidina o alla oligoclasia : sono confusamente disposte, raramente formano gruppi radiati o scheletri di cristalli. Spesso presentano la gemi- nazione deU'albite , talvolta quella di Carlsbad : in una microlite geminata a quest'ultima maniera, sul cristallo di dritta, l'asse di massima fa angolo di 30° a sinistra della traccia del piano di u- nione (traccia di 010), nell'altro cristallo Tasse di massima fa an- golo di 40° a dritta. Ciò conviene all' anortite ; nell' épure di que- sto feldspato al polo posto a 20" da 100 sulla zona [OlO] con an- golo di estinzione 31° a sinistra, corrisponde nella geminazione di Carlsbad un polo con angolo di 40° a dritta ^). Altre microliti hanno forma di tavolette romboidali con angolo di estinzione al- quanto grande (posizione di Max Schultze). Altre poi, che abbondano specialmente sulle scorie raccolte sul cratere il 10 luglio, sono biforcute (fig. 1) quasi come quelle os- servate daRiune -), madiiferiscono da quelle osservate da Kreutz ^), perchè non presentano sui margini dentellature o intagli. L' in- grandimento è di 1000 diametri, e i preparati sono fatti da Voigt e Hochgesang a Gottinga ; quindi la non riscontrata somiglianza non può attribuirsi a difetto d'osservazione. Nemmeno può dirsi che essa dipenda dal non essere tali microliti sufficientemente sviluppate ; perchè queste passano per gradi alle tavolette rom- biche, e in tutti gli stadii osservati non presentano dentellature. Le tavolette rombiche incolori, come già fu stabilito da Kreutz, e come gli angoli osservati in questa lava dimostrano, debbono riferirsi a feldspati molto basici (labradorite, anortite). Ricordando che Kreutz ^) osservò pure microliti biforcute d'olivina, ne segue che tale forma è comune a più minerali e potrebbe darsi che la dentellatura non sia carattere essenziale dell' olivina '^). Nelle scorie sopratutto si osservano microliti ancora più piccole, fusiformi, alcune presentano al centro un piccolo poro a gas. Talvolta si aggruppano in sei a stella , ma con simmetria binaria (fig. 5) ; questi aggruppamenti sono molto analoghi a quelli di quattro osservati da Kreutz *'). Altre volte si aggrup- pano irregolarmente (onde forse derivano le aggregazioni sferoi- dali ad elementi raggiati) ; in alcuni casi s'impiantano su cristalli di magnetite che rendono irti di punte. Può essere che le microliti biforcute abbiano origine dall' aggruppamento in quattro delle microliti fusiformi : 1' angolo della biforcazione non è molto di- verso da quello con cui si aggruppano le microliti. Alcune più 1) Michel-Levy. — Etudessur la détermination des Feld- s p a t h s. Paris 1894, Tav. VII. 2) RiNNE.— iV'eues Jahrb. filr Min. 1891. Voi. II, Tav. VI, fig. 28 a 32. ^) Kreutz. — Tschermak 's Miner. Mitth. 1885 p. 147. 4) Kreutz. — 1. e. ^) Vedi, fra altro, le forme iniziali del trifenilmetano in Lehmann Mole- kularphysik. I. p. 340. 6) Kreutz. — 1. e. pag. 148 fig. 21. — 89 — grandette presentano agli estremi delle rientranze; ciò indica che esse risultano dall'aggregazione di più microliti lineari; in que- ste si notano minutissimi pori a gas. Meno copiose sono le microliti d' aspetto grossolanamente esagono, verdicce, nelle quali la larghezza non è eccessiva rispetto alla lunghezza : possono riferirsi in massima parte al pirossene, mancando quasi la olivina allo stato macroscopico. Finalmente abbiamo microliti sottilissime di colore azzurrino - verdastro, che sono di apatite ; di questa non ho potuto osservare cristalli con clivaggio trasversale distinto. Oltre le microliti descritte, che hanno contorno determinato, esistono in gran numero piccoli elementi a contorno indeterminato ora distintamente birifrangenti , ora no ; alcuni incolori , altri d i colore gialliccio o verdiccio la cui determinazione sarebbe arbi- traria. In alcuni casi si notano nella pasta vetrosa microliti incolori, alcune con disposizione radiata, altre con disposizione pennata che a forte ingrandimento (1000 d.) risultano di microliti rotonde o oblunghe allineate. Più nelle scorie, meno nella lava in correnti, si notano sche- letri di cristalli analoghi a quelli osservati da Rinne ^) , ma nel caso nostro non sono di feldspati, si bene di leucite ; più esempii a diverso grado di sviluppo (fìg. 19), di cui la fig. 9 rappresenta lo stato più completo^ portano decisamente alla detta conclusione. Nella parte vetrosa delle scorie raccolte sul cratere sono piuttosto nu- merosi questi cristalli di leucite in primo stadio, riconoscibili solo a forte ingrandimento (1000 d.) ; e tanto piccoli, che sono interi nella spessezza del preparato. Con una luce opportuna i loro spigoli risaltano sulle facce. È notevole che anche a quell'estrema piccolezza, alcuni di essi sembrano abbastanza perfetti. La magnetite è in ottaedri o in rombododecaedri anche negli elementi più piccoli : si osservano altri elementi irregolarmente rotondi, traslucidi, di colore giallo-rossastro, che potrebbero essere ematite ; ed altri in parte scuri ed opachi e in parte traslucidi e rossi , che certamente lo sono. La ilmenite, riconoscibile sicura- mente solo quando è trasformata in leucoxeno nella periferia, non ho potuto riscontrarla. Assai raramente ho notato inclusi nei cri- stalli di leucite e di feldspati elementi piccolissimi a contorno irregolare , traslucidi , di colore azzurro intenso, che potrebbero essere di Haùyna. 1) Rinne.— 1. e. Tav. VI fìy. 16-17, - 90 - Come i cristallini di leucite si coprono talvolta densamente di granuli ferrici , così avviene che quando uno di essi si trova con un vertice di angolo tetraedro sull'asse del microscopio, sem- bra vedere un quadrato ttaedro bruniccio e crederlo circone. Ma, sebbene rarissimi e molto piccoli , talvolta si osservano ottaedri con facce incavate , come se fossero scheletri ottaedrici formati da microliti disposte secondo gli spigoli dell'ottaedro. Altre volte si osservano come scheletri romboedrici colle facce incavate : le microliti sarebbero disposte secondo gli spigoli del romboedro. E noto che nella leucite occorrono lamelle geminate secondo i piani 110 dello pseudo-trapezoedro. Io credo aver dimostrato che questo è un complesso geminato d' ordine superiore di lamelle tricline, e i piani di geminazione, riguardato il complesso come pseudo- cubico, corrisponderebbero ai piani 110 ^). Gli scheletri a forma di ottaedri o di romboedri a facce incavate potrebbero risultare da lamelle geminate alla maniera anzidetta. I pori a gas con contorno scuro molto largo sono comuni ; più rari sono elementi a contorno scuro molto stretto, nei quali non ho potuto riscontrare mai livella ; onde li ritengo vetroliti, piuttosto che inclusi liquidi. Nella base della roccia sono disseminati cristalli di leucite , di feldspati (anortite, labradorite) e di augite : rarissimo qualcuno di olivina e di nefelina. Leucite. — Occorre in cristalli, alcuni piccolissimi , altri grandi parecchi millimetri : questi per lo più sono aggregati di altri minori. Le sezioni loro sono spesso terminate da contorno poligonale, ciò che indica facce piane ; talvolta però il contorno è curvilineo. I grandi cristalli non mostrano aspetto differente dai piccoli; quasi tutti sono freschi; anche i più piccoli mostrano tracce di birifrangenza, ma sempre debole : non mancano però quelli che non ne mostrano affatto. In generale la struttura zonata è quella descritta e illustrata da Klein ; però si osserva spesso , come ha fatto notare Hirschwald, che in due serie di lamelle che s'incon- trano, le lamelle che si corrispondono mostrano colori comple- mentari quando sono osservate a nicol incrociati con la lamina di mica o di gesso interposta (fig. 26); oltre a ciò le zone si assotti- gliano verso gli estremi (fig. 17); è quasi inutile di dire che le due lamelle bisogna ridurle alla stessa posizione rispetto all'asse di minima della mica. Considerando bene questo fatto mi è parso 1) Franco.— Struttura lamellare della leucite. Bollettino della So- cietà dei Naturalisti in Napoli 1896. - 91 — poter conchiudere che le lamelle non sono rettangolari , ma tri- cline con inclinazioni prossime a quelle dei feldspati anortici e ge- minate in modo, che vengono ad unirsi secondo i piani 110 dello pseudoicositetraedro: ne ho fatto argomento di una nota speciale ^). La iig. 18 si riferisce benissimo ai cristalli del secondo gruppo di Klein, notandosi però una interposizione dei cristalli periferici nel cristallo centrale, ciò che si spiega ritenendoli complessi di lamelle. La fìg. 25 ha contorno ottagonale cogli angoli alternamente di 124» 30' e 141" 8,' quindi assai prossima a una sezione cubica Il cristallo appartiene a quelli del secondo gruppo di Klein: si mostra come formato da due individui geminati secondo 110 e compene- trantisi al centro : il terzo cristallo manca, o non è visibile, perchè la sezione è passata prossima .al centro dello pseudoicositetraedro. Neil' uno e nell' altro individuo occorrono strie birifrangenti parallele ai piani di geminazione, ciò che mostra che ciascuno di essi è formato da lamelle geminate secondo la medesima legge. Le estinzioni avvengono quasi contemporaneamente secondo eh, fd : fra due nicol incrociati , con lamina di mica interposta che dia il ranciato di 2." ordine, essendo il cristallo a 45" del piano di polarizzazione e clf , normale all' asse di minima della mica, i settori intorno a df passano al giallo di 2." ordine e quelli gh al violetto ; quindi a df, eh corrispondono gli assi di elasticità mi- nore dei cristalli. Questo concorda coi dati di Klein ; se poi siano assi di media o di minima non si può dire, non avendosi figure d' interferenza ^). La sezione rappresentata dalla fìg. 10 è un esagono simmetrico, in posizione intermedia rispetto ai nicol, si hanno in corrispondenza degli angoli meno ottusi tre plaghe di estinzione ; segue una zona chiara, al centro della quale è un rombo che si estingue contempora- ') P. Franco. — Sulla struttura lamellare della Leucite. Bollettino della Società di Naturalisti in Napoli 1896. 11 Prof. Klein dell'Uni- versità di Berlino ha pubblicato nel 1897 una interessante memoria sulla strut- tura dell' analcime e della leucite. Alcune sue osservazioni mi pare confermino i risultamenti a cui io son pervenuto : citerò solo i seguenti periodi. « Di rado le quattro facce intorno all'asse a si differenziano alla loro volta e ciascuna è particolarmente attiva secondo la simmetria del loro contorno. La simme- tria sarebbe allora mouoclina, ma vicinissima alla quadratica. » Io riteneva, le lamelle tricline per le non corrispondenti proprietà ottiche delle lamelle con- tigue e per le strie sulle facce parallele alle diagonali maggiori dei trapezoidi. -) Il D.rDe Lorenzo scrive {Rendiconto Ac. Se. Napoli 1895 fase. 7 p. 6 degli estratti) che le parti periferiche sono parallele alla bisettrice acuta, ma non riferisce osservazioni di sorta. Anche le figure di corrosione pubblicate da Baumhauer (Resultate der Aetzmethode. Tav. X, fig. 35, 36, 37) mi pare confermino la mia opinione. - 92 — neamente alle tre prime plaghe. Le linee di delimitazione tra le tre plaghe e la zona chiara^ e tra questa e il rombo sono parallele alle linee che uniscono due angoli più ottusi, e quindi i piani di gemi- nazione negl' individui sono anche qui le facce 1 10. La figura centrale dovrebb' essere un triangolo ; prende invece la figura di un rombo , perchè il terzo sistema di lamelle non è sviluppato. Questa sezione non potrebbe riferirsi né ai cristalli del primo tipo di Klein, che non presentano divisioni in settori ; né a quelli del secondo tipo , che nelle sezioni ettaedriche si mostrano divisi in tre settori. L' unico modo di spiegare la suddetta sezione é di con- siderare il cristallo come formato di lamine birifrangenti gemi- nate secondo HO e variamente addensate. Nella sezione rappre- sentata dalla fig. 22 si rivela la stessa costituzione, le lamine sono geminate secondo 110, ma lo sviluppo loro è diverso. La fig. 8 è difficile a interpretare ; è una sezione ettaedrica , pare che il nucleo interno dipenda da lamelle geminate secondo facce della zona [111] con quelle che costituiscono la zona periferica. Anche la fig. 14 non può essere riferita né ai cristalli del primo, né a quelli del secondo tipo; ha molta analogia colla fig. 10, solo che manca il rombo al centro, essendovi invece lamelle separate. In parecchi cristalli di leucite la corona delle microliti e dei pori a gas è assai distinta, talvolta ci sono due corone ; in qualche caso pare che vi siano inclusi liquidi con livella, ma osservando a forte ingrandimento, si vede che è un vetrolite con poro a gas; non vi è mobilità. Oltre le microliti feldspatiche e pirosseniche, vi si notano aghetti sottili bluastri (apatite) e venature finissime per lo ]3Ìù j aline, talvolta con pori : alcuni cristalli includono cri- stallini ben terminati (sezioni rettangolari) di feldspati. I pori a gas e le microliti talvolta sono aggruppati al centro del cristallo, come se un bricciolo di base vetrosa vi fosse rimasto incluso e poi siasi differenziato. I cristalli mostrano numerose fenditure nelle quali si è insinuata la massa vetrosa con pori ; i frammenti però non sono ne distaccati, né dislocati, e la corona degl' inclusi ha il suo corso indisturbato, cosi pure il contorno del cristallo ; an- che le porzioni di zona birifrangente si corrispondono d'ambe le parti di una fenditura. ^) 1) A questo proposito giova ricordare quanto ha osservato Fouqué « quando una roccia che contiene apatite ha subito movimenti violenti prima e durante la sua consolidazione è curioso vedere clie questo minerale è quasi sempre in cristalli intatti e che ha conservato la nitidezza dei suoi angoli e dei suoi spi- goli. Malgrado la nettezza dei suoi clivaggi trasversali, essa è pure sfuggita ad una dislocazione che sembrava facile ». Fouqué. — Santorin et ses é- r u p t i o n s. Paris 1879 p. 301. — 93 — Le cose sopraddette dimostrano che le fenditure si sono for- mate quando la lava avea cessato di correre, essendo però ancora fusa la parte vetrosa. Palmieri nota opportunamente che in questa eruzione non è stato possibile fare buone medaglie per la grande quantità di cristalli di leucite nella lava ^) ; questo concorda colla nostra osservazione : le fenditure si sarebbero prodotte per la con- trazione dovuta al raffreddamento. Feldspati. — ^I feldspati abbondano in microliti e in cri- stalli : da alcuni sono stati riferiti all' anortite , da altri alla bi- taunite : manca però uno studio particolareggiato delle sezioni, cosa indispensabile per la determinazione dei feldspati. In una sezione distintamente rettangolare l'asse di maggioro elasticità (Up) fa angolo di 45° col lato più lungo della sezione. In un' altra sezione anche rettangolare si notano le tracce di cli- vaggio ad angolo quasi retto, l' asse di elasticità maggiore fa an- golo di 47 •* circa col lato più lungo. Queste sono sezioni prossimo alla zona il cui asse è normale a 010, e gli angoli di estinzione osservati non convengono che all' anortite -). In una sezione esa- gona cogli angoli d=rll9° 0=129° b=112'' l'asse di elasticità mag- giore fa angolo di 65» col lato ah a sinistra (fig. 2). In questo caso ah è la traccia di 010, he di 110, ed di lIO: il piano di sezione fa angolo di 123» 10' con 010, e angolo di 93 44' con 100. Neil' épure dell'anortite il polo che è a 55» da 010 e a 86° da 100: è vicino alla curva 80° a sinistra , superiore di 15° all' angolo osservato : noiV épure della labradorite Aba Aué lo stesso polo è vicino alla curva 50° a sinistra , inferiore di 15° a quello osservato : ne segue che il feldspato sta tra 1' anortite e la labradorite e più prossimo a quella, che a questa. La fig. 3 rap- presenta una sezione quasi rettangolare di un cristallo quadrigemi- no , le tracce di 010 nei due cristalli non sono esattamente per diritto. I cristalli BCDR, DREF sono geminati secondo la legge dell' albite ; i cristalli CDRB , BRAK sono geminati secondo la legge di Carlsbad ; le tracce di clivaggio secondo 001 sono più distinte di quelle secondo 010: DR è la traccia di 010, l'angolo DCB è di 85.° L' asse di massima elasticità (Up) fa nel cristallo DRBC angolo di 42° a dritta di DR , e nel cristallo ABRK r asse di massima elasticità fa angolo di 62° a sinistra di DR. Al polo ove Up fa angolo di 42° a dritta della traccia di 010 {Epure del- l' anortite) corrisponde nella geminazione di Carlsbad un polo ove 1) Palmieri. — Il Vesuvio dal 1875 al 189 5, j). 6, 2) Michel Lévy. — op. clt. — 94 — Hp fa angolo di 60'> gradi circa a sinistra della suddetta traccia. Sul piano di sezione le tracce di 100 e di 010 farebbero angolo di 870 51'. La differenza tra i dati dell' osservazione e quelli del calcolo non superano gli errori d' osservazione. Non mancano feldspati geminati solo secondo la legge del- l' albite. Talvolta 1' anortite e la labradorite s' interlaminano. Nella sezione rappresentata dalla llg. 6, Up fa angolo di 37° a dritta di La tornata è tolta alle ore 16. — 160 — Tornata del 14 febbraio Presidenza Milone — Segretario C'utolo A. Socii presenti : Quintieri, Geremicca, Eippa, Savastano, Raffaele, De Ro- sa, Gabella, Patroni, Rodriguez , Jatta G. , Piccoli , Forte , Passare, Cimmino. Si apre la tornata alle ore 13,30. Si approva il processo verbale della tornata precedente. Il presidente annunzia la morte del prof. Trinchese e comunica la parte presa dalla società ai funerali. Si dà mandato al consiglio direttivo di provvedere per una comme- morazione del prof. Trinchese. Patroni legge un lavoro del socio Russo : Sul cosiddetto canale pro- blematico delle oloturie e ne chiede la pubblicazione a nome dell'autore. Il presidente legge una lettera del Prof. Bassani, con la quale questi declina l'incarico per ragioni di salute. Si delibera di pregarlo affinchè receda dal suo proposito. Sono ammessi a socii ordinarli residenti i signori Pasca A. e Capoz- zoli R. La tornata è tolta alle ore 15. Assemblea generale del 7 marzo Presidenza De Rosa — Segretario Gutolo A. Socii presenti : Savastano, Tagliani, Balsamo, Rippa, Geremicca, Jatta G. Milone, Franco, Piccoli, Forte, Amato, Passare, Collamarini, Gabella Patroni. Si apre la tornata alle ore 13,45. Non si può approvare il processo vei'bale della tornata precedente per mancanza di numero legale. Geremicca legge un suo lavoro : Notizie statistiche intorno ai botanici italiani nel secolo XIX, ed un altro in collaborazione con Rippa: Primo contributo allo studio della fiora di Procida e di Vivara, e ne chiede la pubblicazione. Si piglia atto delle dimissioni del socio Pasquale A. Il presidente comunica che il prof. Bassani, ringraziando per le pre - mure fattegh, è costretto ad insistere nel rinunziare alla Presidenza. Essendosi raggiunto il numero legale, si passa alla elezione del nuovo presidente. Risulta eletto Jatta G. Geremicca, a nome della Gommissione incaricata della fusione con l'Associazione dei medici e naturalisti, riferisce che quell'assemblea non volle accettare il nuovo nome da dare alla novella società, dopo di che — 161 - la commissione non credette opportuno continuare le pratiche e rassegna il mandato. L'assemblea piglia atto di questa dichiarazione e fa un voto di plauso alla commissione. Si dà lettura delle modifiche allo statuto presentate dal socio Gabella. Si leva la tornata alle ore 15,30. Tornata dell'll aprile Presidenza Jatta G. — Segretario Cutolo A. Socii presenti : Milone, Pansini, Geremicca, Sanfelice, Raffaele, Cimmino 'de Rosa, Monticelli, Balsamo, Rodriguez, Patroni. Si apre la tornata alle ore 14. Si approvano i processi verbali delle due tornate precedenti. Il presidente comunica la morte del socio Antonio Fonseca e la parte presa dalla società ai funerali. Si delibera di mandare condoglianze alla famiglia e d'invitare un socio, a mezzo della presidenza, a commemorare il socio defunto. Si piglia atto delle seguenti nomine fatte dal consiglio direttivo : Gabella a cassiere Patroni a hiblioiecario Kernot a vice-segretario Collamarini a vice-bibliotecario Il Presidente annunzia che il consiglio direttivo ha invitato il so- cio della Valle a commemorare il Pi'of. Trinchese. Comunica inoltre che il consiglio direttivo ha deliberato d' inviare ai socii di nuova nomina il fascicolo del bollettino pubblicato nel semestre della loro ammissione. Dietro proposta del socio Pansini l'assemblea delibera di presentare al prof. Dohrn , in occasione del 25." anniversario della fondazione della Stazione Zoologica, le felicitazioni dell'assemblea col seguente ordine del giorno approvato ad unanimità. La società dei Naturalisti in Napoli dehbera con voto unanime di manifestare all' Illustre Professore Dohrn, nella fausta ricon-enza del ven- ticinquesimo anniversario della fondazione della Stazione Zoologica, i sensi della più alta riconoscenza per aver egli prescelto questa città a sede di un Istituto, che tanto benemerito si è reso per le scienze biologiche e tanto lustro ha arrecato all'Italia; dehbera di presentare nel contempo al dotto scienziato, fervidi voti pel sempre più grandioso sviluppo della be- nefica istituzione e l'augurio che all'insigne fondatore lunga e prosperosa scorra la vita, da lui tanto nobilmente e proficuamente spesa in prò della scienza. Monticelli legge una nota sulla Dictiomyxa Trinchesi g. sp. n. di Ei- zopode marino, e ne chiede la pubblicazione. — 162 — Si approva ad unanimità la seguente deliberazione del consiglio di- rettivo : I lavori fatti in collaborazione non possono essere pubblicati se gli autori che vi hanno collaborato non sono in regola con la cassa. La tornata è tolta alle ore 15. Assemblea generale del 9 maggio Presidenza Jatta G. — Segretario Cotolo A. Socii presenti: Franco, Quintieri, Gabella, Geremicca, Milone, Giangrieco, de Rosa, Patroni, Raffaele, Amato. La tornata è aperta alle ore 14. Il segretario presenta i cambi ed i libri pervenuti in dono. Si approva il processo verbale della tornata precedente. Il segretario presenta il bilancio consuntivo del 1896 e il presuntivo del 1897. Se ne rimanda la discussione a dopo la relazione dei revisori dei conti. Inoltre dà lettura della relazione dei lavori della società nel 1896. Si leva la tornata alle ore 15. Assemblea generale del 30 maggio Presidenza Jatta G. — Segretario Cutolo A. Socii presenti: Gabella, de Rosa, Milone, Patroni, Geremicca, Cutolo E., Piccoli, Amato, Giangrieco, Tagliani, Raffaele. Si apre la tornata alle ore 13,30. Il segretario presenta le pubblicazioni ed i libri pervenuti in dono. Si approva il processo verbale della tornata precedente. I socii PiccoH R. e Cutolo E. presentano la revisione dei conti. Dopo larga discussione, alla quale prendono parte diversi socii, sono approvati i bilanci e la relazione del segretario sui lavori delle società nel 1896. Si approva la seguente proposta del consiglio direttivo : Tener tornate sino alla fine di agosto, chiudere in quel tempo la ri- cezione dei lavori e pubblicare durante le vacanze un fascicolo unico del bollettino: ciò solo per quesVanno. La tornata è tolta alle ore 15,80. — 163 — Tornata del 20 giugno Presidenza Jatta G. — Segretario Cotolo A. Socii presenti: Baratti, Gereinicca, de Rosa, Raffaele, Balsamo, Milone, Piccoli, Passare, Quintieri, Patroni, Amato. Si apre la tornata alle ore 14. Il segretario presenta i cambi ed i libri pervenuti in dono. Baratti legge un lavoro del socio Mastrostefano dal titolo: Alcune os- servazioni intorno alle Stellate e ne chiede la pubblicazione a nome del- l'autore. Si leva la tornata alle ore 15. Tornata del 14 luglio Presidenza Jatta G. — Segretario Cutolo A. Socii presenti : Franco, de Rosa, Gabella , Forte , Savastano , Quintieri , Lo Bianco, Geremicca, Raffaele, Milone, Amato, Patroni, Rodriguez. Invitati : D.r M. Fonseca, Prof. P, Palmieri, ing. Fonseca. Savastano commemora il socio defunto Antonio Fonseca. Franco legge un lavoro dal titolo : La lava vesuviana di Luglio 1895 e ne chiede la pubblicazione. Si approvano i processi verbali delle due tornate precedenti. Sono ammessi ad unanimità a socLi ordinarli residenti i signori E- duardo BregHa e Ludovico Petraroja. E approvata ad unanimità la proposta di radiazione del socio Villone. La seduta è tolta alle ore 15. Tornata del 1.° agosto Presidenza Jatta G. — Segretario Cutolo A. Socii presenti: Raffaele, Geremicca, Gabella. Forte, Piccoli, de Rosa, Milone, Patroni, Rodriguez. Si apre la tornata alle ore 13,45. Il segretario presenta i cambi ed i libri pervenuti in dono. Il px-esidente comunica che il prof. Dohrn, ringraziando la società per l'indh-izzo inviatogli, offre la collezione delle Mittheilungen della Stazione Zoologica. Geremicca legge la sua conferenza : Tina pagina di biologia vegetale. Si approva il processo verbale della tornata precedente. È ammesso ad unanimità a socio ordinario residente il d.r Francesco Leuzzi. Si leva la tornata alle ore 15.15. ELBIVOO r>EI SOOII [Ottobre 1897) SOCII ORDINARI RESIDENTI 1. Atkinson Walter Edmund — via Roma 228. 2. Amato Carlo — via Tribunali 339. 3. Angelino Michele — Manicomio di Aversa. 4. Balsamo Francesco — Salvator Rosa 290. : 5 Bassani Francesco — Museo di Geologia, R. Univ. 6. Baratti Alberto — S. Giovanni a Carbonara 102. 7. Bernabei Gaetano — Salvator Rosa 67. 8. Breglia Eduardo — Stazione zoologica. 9. Gabella Antonio — Istituto chimico R. Univ. 10. Cannaviello Enrico — corso Umberto I. 22. 11. Cantani Arnaldo — via fuori Portamedina 23. 12. Capobiauco Francesco — via Giovanni Gussone 90. 13. Capozzoli Rinaldo — largo Madonna delle Grazie a S. Aniello IL 14. Cappa Gustavo — via Castello 3. 15. Caputo Oscar — 16. Cascella Francesco — Manicomio di Aversa. 17. Cimmino Raffaele — Piazza Cavour 201. 18. Collamarini Gedeone — via Ferrara al Vasto 45 bis. 19. Cutolo Alessandro — via Roma 404. 20. Cutolo Enrico — via Roma 404. 21. Damascelli Domenico — Coì'so Viti. Eman. 440. 22. De Gasparis Aurelio — Orfo botanico. 23. De Rosa Francesco — via S. Luna 64. 24. Diamare Vincenzo — (S. Giuseppe de' Nudi 38. 25. Fittipaldi Emilio Ugo — corso Umberto I. 34. 26 Forte Oreste — via S. Giuseppe 37. 27. Franco Pasquale — corso Viti. Eman. 397. 28. Gargiulo Antonio — 5rt///a Miracoli 8. 29. Gcremicca Michele — via Duomo 242. 30. Germano Eduardo — ospedale clinico. - 166 — 31. Giangrieco Angelo — Scuola di Veterinaria. 32. Imbert Federigo — via Roma 329. 33. Jatta Giuseppe — rione Sirignauo 8. 34. Jatta Mauro — Ruvo di Puglia. 35. Kernot Giuseppe — via S. Carlo 2. 36. Lenti Pasquale — Istituto d'Igiene. 37. Leuzzi Trancesco — Mergellina 170. 38. Lo Bianco Salvatore — Stazione zoologica. 39. Massa Francesco — via fuori Portamedina 20. 40. Mastrostefano A.— S. Sebastiano 40. 4L Miele Sebastiano — via Giuseppe Piazzi 30. 42. Milone Ugo — corso Garibaldi vecchio 8. 43. Monticelli Saverio — Università di Cagliari. 44. Oglialoro Todaro Agostino — Istituto Chimico R. Univ. 45. Pace Domenico — vico 1.^ Foglia a S. Chiara 33. 46. Pansini Sergio — Ospedale clinico Gesìi e Maria. 47. Pasca Alberto — via Nuova Capodimonte 73. 48. Passaro Enrico — piazza Cavour 108. 49. Patroni Carlo — via Anticaglia 24. 50. Penta Pasquale — Manicomio di Sales. 5L Petraraja Ludovico — via Firenze 24. 52. Piccoli Eaffaele — piazza Cavour 152. 53. Praus Carlo — R. Prefettura. 54. Quintieri L. — palazzo Angri. 55. • Raffaele Federico — via Fiorentini 12. 56. Rippa Giovanni — Orto botanico. 57. Rizzo Leopoldo — ma Giovanni Bausan 60. 58. Rodriguez Filippo — palazzo Bivona. 59. Savastano Luigi — Stella 21. 60. Scacchi Eugenio — museo di Mineralogia. 61. Tagliani Giulio — palazzo Montemiletto. 62. Valenza G. Battista — me Gay-Lussac 56 Parigi, 63. Vetere Vincenzo — Municipio di Castellammare. 64. Viglino Teresio — piazza Dante 41. 65. Vito Giuseppe — Scuola normale, Pistoia. 167 SOCII ORDINARII NON RESIDENTI 1. Bucci Pietro — Scuola x>rattica di agricoltura (Cex'ignola). 2. Canonico Angelo — (S. Marco) (Cosenza). 3. Carnova-Gatta Alfredo — str. Levante 59 (La Valletta) (Malta). 4. Casoria Eugenio — Scuola d'Agricoltura (Portici). 5. Centonze Michele Catanzaro — (Catanzai"o). 6. Chigi Ijudovico — casa propria (Roma). 7. Curatolo Tommaso — Istituto tecnico (Bari) 8. D'Avino Antonio — Seminario (Samo). 9. Della Valle Antonio — R. Università (Napoli). 10. Ettore Francesco — Taranto. 11. Federici Nicola — Clinica chirurgica (Sassari). ] 2 Grimaldi Clemente — Modica (Siracusa)- 13. Jatta Antonio — Ruvo (Puglia). 14. Manfredi Luigi — Università (Palermo)- 15. Mazzarelli Giuseppe — Liceo (Arpino). 16. Mingazziui Pio — Istituto anatomico (Roma). 17. Mola Pasquale — 18. Nappi Gioacchino — B. Liceo (Rieti). 19. Rho Filippo — Ministero della Marina (Roma). 20. Rioja ^oBQ — estacion de biologia marina en el Sar dinero (Madrid). 21. Rocco Giovanni — Mercato S. Severino (Baronissi). 22 Romano Pasquale — via Porta Medina 44 (Napoli). 23. Romoli Demetrio — Clinica chirurgica (CagUari). 24. Rovelli Giuseppe — piazza Volta (Como). 25. Russo Achille — R. Liceo (Catanzaro). 26. Sanfelice Francesco — J5h't?,<^0 d'igiene (Cagliari). 27. Scorzia Giuseppe — Maghe (Lecce). 28. Togliani Giovanni — stab. E. de Angelis & C. (Milano). 29. Vanni Giuseppe — Liceo Visconti (Roma). SOCII ADERENTI 1. Cutolo Costantino — (Palermo). — 168 — CONSIGLIO DIRETTIVO per Vanno 1897 Presidente : Jatta Giuseppe Vice-presidente : de Rosa Francesco Consiglieri : Balsamo Francesco Cimmino Raffaele Geremicca Michele Raffaele Federico Segretario : Cutolo Alessandro EI-.E2SrCO IDEI a..^2!v^BI (i ottobre 1897) EUROPA Acireale Bolog-na Brescia Catania Gonegliano Firenze Genova Lodi Lucca Messina Milano Modena Italia - Accademia di Scienze, Lettere ed Arti dei Zelanti e P. P. dello studio (Atti e Rendiconti). R. Accademia delle Scienze dell'Istituto (Ì2ewdic07i<<). Commentari dell'Ateneo. R. Accademia Gioenia {Bollettino e Memorie). L'Enotecnico. — Periodico di Viticoltura e di Enologia. Archivio per l'Antropologia e l'Etnologia. Società botanica italiana {Bollettino). Nuovo Giornale botanico italiano. R. Accademia dei Georgofili {Atti). Monitore zoologico italiano. R. Società toscana di Orticoltura {Bollettino). Società entomologica italiana {Bollettino). L'Ateneo ligure. R. Accademia medica {Bollettino e Memorie). Museo civico di Storia Naturale {Annali). Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della r. Università {Bollettino). Rivista di Filosofia scientifica. Società ligustica di scienze naturali e geografiche {Atti). Società di lettm-e e conversazioni scientifiche {Gior- nale). ■ R. Stazione sperimentale del caseificio {Annuario). ■ R. Accademia lucchese [Atti). - L'Agricoltore messinese. - Società italiana di scienze natui'ali e Museo civico di Storia naturale {Atti). Rivista di studi psichici. Annali di Ostetricia e Ginecologia. Società dei Naturalisti {Atti). — 170 Napoli — R. Accademia delle scienze fisiche e matematiche (Memorie, Rendiconti ed Annuario). R. Istituto d'Incoraggiamento {Atti e Rendiconti). Accademia Pontaniana {Memorie). Associazione napoletana di Medici e Naturalisti (Gior- nale). Il medico pratico contemporaneo. Il Progresso medico. Società africana d'Italia (Bollettino). Gl'Incurabili. Società alpina meridionale {Bollettino). La riforma chimica. Padova — Società veneto -trentina di scienze naturali {Bollettino ed Atti). Bollettino mensile di Bachicoltura. La nuova Notarisia. Il Raccoglitore padovano. Palermo — Il Naturalista siciliano. Giornale scientifico. Pavia — Bollettino scientifico. n Selmi — Giornale di Chimica applicata. Perugia — Accademia medico-chirurgica. Pisa — Società toscana di scienze naturali (Memorie e Pro- cessi verbali). Portici ■ — R. Scuola superiore di Agricoltura (^«««ario e Bol- lettino). Porto Maurizio — Associazione scientifica ligure {Bollettino). Roma — R. Accademia dei Lincei {Rendiconti). R. Accademia medica {Bollettino ed Atti). R. Comitato geologico italiano {Bollettino). Ministero di Agricoltura {Bollettino ed Aìinali). Laboratorio di Anatomia normale della r. Università {Ricerche). Istituto d' Igiene sperimentale della r. Università {Annali). Club alpino italiano {Annuario). Accademia pontificia dei Nuovi Lincei {Atti). Società romana per gli studi zoologici {Bollettino). Rovereto — Accademia degli Agiati {Atti). Museo civico {Pubblicazioni). Salerno — Il Picentino. Siena — R. Accademia dei Fisiocritici {Atti e Processi ver- bali). Bollettino del Naturalista. Rivista italiana di Scienze naturali. Avicula — Giornale ornitologico italiano. 171 Torino Trento Trieste Venezia ■ R. Accademia delle Scienze (Atti). R. Accademia medica (Giornale). Club alpino italiano (Rivista e Bollettino). Musei di Zoologia e di Anatomia comparata della r. Università (Bollettino). L'Agricoltore. Museo civico di Storia naturale (Affi). Società adriatica di Scienze naturali (Bollettino). L'Ateneo veneto. Rivista veneta di scienze mediclie. La Notarisia. Spagna Gerona Madrid Revista mèdica rural. Sociedad espanola de Historia naturai (Anales). Portogallo Porto — Annales de sciencias naturaes. Francia Gherbourg- — Société nationale des Sciences naturelles et matlió- matiques (Mémoires). Lille — Revue biologique du nord de la France. Montpellier — Société d'Horticolture et d'Histoire naturelle de l'Hé- rault (Annales). Nancy — Bibliographie anatomique. — Revue de travaux en lan- gue fran^aise. Nantes — Société des Sciences naturelles de l'ouest de la France (Bullefin). Paris — BuUetin scientiiique de la France et de la Belgique. Journal de l'Anatomie et de la Pliysiologie de l'hoinme et des animaux. Société zoologique de France (Bullefin et Mémoires) . Muséiun d'Histoii-e naturelle (BuUetin). Revue mensuelle de l'École d'Anthropologie de Paris. Feuille des jeunes Naturalistes. Belgio Bruxelles Louvain Société royale malacologique de Belgique (Annales)- La Cellule. — 172 — Germania Berlin — Bericht iiber die Verlagsthàtigkeit. Natui-ae novitates. Botanische Verein der provinz Brandeburg ( Verhmid- lungen). Index der gesammten chemischen Litteratiu*. Leipzig — Zoologischer Anzeiger. Svizzera Ghur — Naturforschenden Clesellschaft Graubunden's [Jnlires- bericht). Zurich — Societas entomologica. Genève — Institut national genevois (BuUetin). Austria Wien — K. K. Naturhistorisches Hof-Museum [Annalen). Zoolog. botan. Gesellscliaft (Verhandlungen). Prag — Ceska akademie cisare Frantiska Josefa prò vedy slovenost. a umeni v praze (Pubblicazioni). Inghilterra Cambridge — Philosopbical Society (Proceedings and Transadions). London — Eoyal Society [Proceedings). Plymouth — Marine biological Association of the United Kingdom (Journal). Svezia Upsala — Geological Institution of the University of Upsala (Bulletin). Finlandia HelsiD gfors — Societas prò fauna et flora fennica [Ada et Medde- landen). Russia Kie"W — Société des Naturalistes (Mémoires). MOSCOU — Société imperiale des \aturalistes (BuUetin). 173 ASIA Siria Beyrouth — Revue internationale de Bibliographie. India Madras — Government centrai Museum {Pubblicazioni). Giappone Tokyo ■ — Annotationes zoologicae' japonenses. AMERICHE Uruguay Montevideo — Museo nacional (Anales). Repubblica Argentina Buenos Ayres — Museo nacional (Anales). Chili Santiag"0 — Deutsch. wissenscbaft. Verein (Verhandlungen). Société scientifìque du Chili (Actes). Colombia Bogotà — Sociedad dentai de Bogotà (Anales). Costa-Rica San José — Museo nacional (Anales). Messico Messico — Sociedad cientifica « Antonio Alzate » (Memorias y Revista). La Naturaleza — Periodico cientifico de la Sociedad mexicana de Historia naturai. Institùto geològico (Boletin). 174 Stati Uniti Boston — Society of Naturai history (Proceedings). Chicago — Academy of Sciences (Bulletin and Anniial report). The Journal of Geology — A semi-quarterly magazine of Geology and related sciences. Madison- Wisconsin — Academy of Sciences, Arts andLettres (Tran- sadions). Minneapolis — Minnesota botanical studies {Bulletin). Philadelphia — Academy of Naturai Sciences [Proceedings). Raleig-h — Elisila Mitchel scientific Society {Journal). Saint-Louis — Academy of Naturai Science {Proceedings). Tufts College Mass. — Studies. "Washington — United States Geological Survey {Anmial report). U. S. Departement of Agriculture — Division of Or- nitliology and Mammalogy {Bulletin North Ame- rican Fauna). Smithsonian Institution {Annual report). Canada Halifax — Nova Scotian Institute of science. POBBLICAZIONl PERVENUTE IN DONO {1 Ottobre 1897) Albini G. — Lettere al doti. Maestri stilla galvano-caustica del pro- fessore Middeldorpf di Breslavia. — Napoli, 1861. (Dono del socio F. de Rosaj. Alfaro a. — Marni f eros de Costa Rica. — San José, 1897. — Annuario della R. Scuola Superiore d' Agricoltura in Portici voi. VII, 1897, fase. 1. — Discorsi inaugurali in occasione della solenne apertura dell'anno accade- mico 1896-97 , fatta sabato 21 novembre 1896 alla presenza di S. E. il Ministro dell' Agricoltura, Indu- stria e Commercio , conte Francesco Guicciardini. — Portici, 1897. Anonimo — Intorno al Cholera-Morbus. Prima istruzione popolare del supremo magistrato di salute. — Lecce, 1854 (Dono del socio F. de Rosa). > — Primera exposición centroamericana de Guatemala. — Documentos relativos à la participacion de Costa Rica en dicìio Certamen. — San José, 1896. » — Piccola Guida omiopatica per le famiglie. — Napoli, 1897 (Dono Idei socio F. Balsamo). » — La vivisezione animale discussa il dì 16 aprile 1882 da un'assemblea di cittadini convocati in Napoli nella sala della Società zoofila. — Napoli, 1882. (Dono del socio F. de Rosa). — Associazione di proprietarii ed agricoltori in Napoli — Sulla utilità e sul modo di coltivare la barbabietola da zucchero. — Napoli, 1897 (Dono id.). Barone G. — Le fremblement de terre du 16 odobre 1896 en Ligurie (Italie). — Bruxelles, 1896. Berlese a. — La cocciniglia del fico.— Vortici, 1890. (Dono del socio F. de Rosa). — Le cocciniglie degli agrumi. — Portici, 1896 (Dono id.). BioLLEY P. — Moluscos terrestvcs y fluviatiles de la meseta centrai de Costa-Rica. — San José, 1897. BouiLUAUD, Corradi e Palasciano. — La condotta di Girolamo Fracastoro al Concilio di Trento— Lettere.— 'ì^2iipoli, 1870. (Dono del socio F. de Rosa). 176 Brioschi F. — Disposizioni per provvedere alla pubblica igiene nella città di Napoli. — Discorso pronumiato in Senato nella tornata del 10 gennaio 1885. — Roma , 1885. (Dono id.). Calori L. — Vita di Antonio Alessandrini. — Bologna, 1864. (Dono id.). Campani G. — Il carbon fossile. — Milano, 1869 (Dono id.). Cantani a. — Ueber die Alkalescenz des Blutes bei activ immunisier- ten Tieren. — Jena, 1896. « — Wirkung der Influenzabacillen auf das Gentralnerven- system. — Leipzig, 1896. Christen a. — Delle parti annesse al feto dei mammiferi dimestici. — Napoli, 1846. (Dono del socio F. de Rosa). Ciotti E. — Des oscillations et vibrations des corps employés comme moyen de développer la force centrifuge et comme moyen de propidsion. — 1872. (Dono id.). Clegg I. — The Directory of Second liand Booksellers and List of public libraries , british and foreign. — London, 1888. (Dono id.). Close G. — Delle acque potabili e riforma del sistema cloacale della città di Napoli. — Napoli, 1864. (Dono id.). — Congresso scientifico provinciale tenuto in Salerno dal- l'accademia degli asjnranti naturalisti di Napoli e dalla reale Società economica di Principato citeriore, dal 29 maggio ai 5 giugno 1864. — Napoli , 1864. (Dono id.). CoRNALiA E. — Norme pratiche per Vesame microscopico delle sementi, crisalidi e farfalle del Baco da seta. — Milano, 1870 (Dono id.) CossA A. — Sid serpentino di Verrayes in valle d' Aosta. — Roma , 1878. (Dono id.). Costa A. — Osservazioni sidV allevamento dei Bachi da seta del se- me chinese portato in Italia dal Castellani. — Napoli' 1860. (Dono id.). CosTALLAT A. — Instruction populaire pour Vextinciion de la pellagre — Bagnères-de-Bigorre, 1866. (Dono id ). CozzoLiNO V. — Difteria dei polli trasmessibile all' uomo — Ranula difte- rica con bubone suppurato. — Napoli , 1882. (Do- no id.). CuOMO A. — Memoria sulla Corea con alcune pratiche osservazioni . Napoli, 1871 (Dono id.). D'Avvocato .\. — Le bevande alcooliche. Igiene, statistica e trattamento — Napoli, 1892. (Dono id.). De Bonis L. — Considerazioni igieniche sulle epidemie contagiose. — Na- poli 1880. (Dono id ). Del Grosso L. — Sul Nitro naturale ed arfifèziale. Riflessioni tecnico eco- nomiche. — Napoli, 1850 (Dono id.). 177 — D'Emilio L. Demitry a. Depérais C. Depérais V. Delle Ghiaie S. — Opuscoli fisico-medici — Napoli, 1833 (Dono id.). De Luca S. — Des moyens de constater la présence de l'Iode et d'en déterminer la proportion. — Paris, 1854 (Dono id.). » — Ricerche sperimentali con note e documenti sulla Solfa- tara di Pozzuoli— ^Si^olì, 1882 (Dono id.). — Relazione alla Deputazione ^provinciale di Benevento sulle ricerche chimiche delle accpie minerali di Telese. Napoli, 1872. (Dono id.). —Il Colera asiatico. Poemetto in versi sciolti. — Napoli, 1838. — Note e chiarimenti sui mezzi adoperati a disinfettare le materie organiche. — Napoli , 1866. (Dono del socio F. de Rosa). — Consigli ai viticoltori per distruggere l'oidio, Vantracnosi e respingere l'invasione della fillossera. — Napoli, 1879. (Dono id.). De Viti Anguissola F. — Cenni intorno alla mosca olearia. — Bari, 1846. (Dono id.). Ercolani G. B. — Osservazioni sulla struttura normale e sulle alterazioni patologiche del tessuto fibroso. — Bologna, 1866. — (Dono id.). » — Descrizione metodica dei preparati esistenti nel Museo di anatomia patologica della r. Università di Bolo- gna. Memoria I. — Bologna, 1867 (Dono id.). — Commemorazione del primo centenario dalla nascita di Antonio Rosmini. — Relazione della presidenza del comitato intorno all' operato dello stesso. — Rove- reto, 1897. — Observations météorologiques sur les pluies générales et les tempétes. — Albi, 1897, — Luigi Palmieri. — Trani, 1897. — Sul sistema dentario del genere Antracotherium Cuv. Roma, 1897. — Metodo curativo pratico di facile attuazione ed econo- mico della Fillosseronosi. — Napoli, 1884. (Dono del socio F. de Rosa). — La Solfatara di Pozzuoli— : 7i Franco P. — La lava vesuviana di luglio 1895 (Tav. II e III) . » 82 Leuzzi F. — De la sintesi di un corto estensore della mano e su di un estensore proprio del medio (Tav. IV) . . . » 101 Geremicca M. — Su di un caso di proliferazione nella Fragaria vesca » 107 Savastano L. — Note di patologia arborea » 1U9 Sayastano L. — Note preliminari per un'arboricoltiu-a comparata » 128 Per Antonio Fonseca — Commemorazione fatta dal socio L. Savastano .......... » 154 Processi verbali delle tornatk dal lo gennaio al 1" agosto 1897 » 159 Elenco dei cambii » 1(;9 Pubblicazioni ])ervenute in dono » 175 74069 [ujIlIBR AR YJ BoU. cUSoc dc^rat. in .rapali Voi X/ /SP7 Tccu. I ^ ^KK%^ \m\^' ^S) aUM-ntja frSMcniiceUi- Lé.JL Strmo-Ji'upcii' 'l cf ."^oc. di ^aì in . \apo/r%/..K/ 1,897 Tcui II 73 BoU d Xuc.di JCd.inJapoU Ycl.Xf i891 Tav /Il Tur/i. Fuf 16 ! fó ^ \ ft