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Gallo, N. 31. 1892 EPRrESCELEDLE:GCANDULARI DI ORIGINE POSTLARVALE ( Cellule glandulari epigastriche) (TAVOLA I) I Filugello che da larva si converte in crisalide subisce, «come tutti sanno, dei notevoli mutamenti anche nella segmen- azione anulare del suo addome. Il quale resta profondamente modificato nelle sue parti estreme, nei primi e negli ultimi segmenti; mentre gli intermedi serbano quasi inalterata la loro forma e disposizione primitiva. «Infatti il primo anello addominale è scomparso quasi intie- È ramente nella crisalide, se togli un breve tratto semilunare che Similmente ha sofferto una riduzione assai notevole il se- do segmento. Esso appare strettamente rinserrato nella sua ui fianchi fin sotto la linea interstigmatica, dove si perde . affatto, o fonde per lo meno insieme al susseguente anello. _ Non mi occupo delle riduzioni e degli spostamenti che im- ncipale di questo scritto essi non hanno alcuna relazione. contrario sembrano esservi strettamente collegate le modifi- azioni dell’estremità addominale opposta, per virtù delle quali 1 primo ed il secondo segmento sono parzialmente conservati ella loro porzione dorsale, ma svaniscono affatto nella regione Aceti ai Si conoscono le cause interne che determinano mutamenti 3 esteriori così profondi?... o 3 Il quesito si connette, come ognuno vede, con l’istogenesi Ù della imagine in generale, e in particolare con lo sviluppo dei I suoi nuovi integumenti addominali. Quest'ultimo argomento è da solo già tanto complesso che merita bene una trattazione a parte: ed io mi riservo di ritornarvi sopra in altra occa- sione che non si farà molto attendere. Intanto però m'è giuoco- forza lo sfiorarlo almeno quel tanto, che è indispensabile per la intelligenza dei rapporti che verrò descrivendo in seguito. . Gli autori che si sono occupati dello sviluppo postembrio- nale degli insetti, non vanno d’accordo nel descrivere le mo- dalità che l’ipoderma larvale dei segmenti addominali segui- rebbe, allorquando si trasforma negli integumenti dell’insetto perfetto. Weismann (1) che primo fra tutti vi ha dedicato paziente e fecondo studio, pensa che l’ipoderma della imagine sia il- prodotto di una diretta trasformazione dell’ipoderma larvale. Secondo Ganin (2) il processo di rinnovazione che ha luogo nei segmenti addominali, si manifesta appena il secondo o terzo giorno della vita ninfale. In quest'epoca le grandi cellule poli- gonali dell’ipoderma larvale principierebbero, sui fianchi di ciascun anello in due punti per lato, a convertirsi in piccole cellule rotonde embrionali, che seguitano poi a moltiplicarsi senza interruzione. Prendono origine in questo modo quattro | scudetti per ciascun segmento, simmetficamente disposti, entro ai quali ha luogo, e si allarga in direzione raggiata, la proli- ferazione del vecchio ipoderma larvale. La porzione centrale ui di ogni scudetto sarebbe più spessa, e costituita da parecchi suoli di cellulette; gli orli periferici assottigliati finirebbero per confondersi insieme all’ipoderma larvale, il quale gradual- © mente si trova così trasformato nel nuovo integumento. Ma avanti che sia compiuta la rinnovazione di tutto l’ipoderma, ai (1) Die Entwickelung d. Dipteren, 1864. x DI (2) Citato dal russo in Viallanes. Iistologie des Insectes, pag. 215. gli strati interni delle cellule sì segmentano entro agli scudetti, e generano un mesoderma con elementi fusiformi ed isolati. Tale interpretazione del naturalista russo viene modificata . notevolmente da H. Viallanes (1) il quale conferma anzitutto _ che l’ipoderma larvale dà origine a degli ispessimenti localiz- a i zati, cui sembra convenire il nome di dischi imaginali dell’ad- «dome. Nei medesimi l’ipoderma viene bensì convertito in tes- | suto embrionale, ma il passaggio si effettua in maniera affatto f diversa da quella ammessa per opera di Ganin. Nel proto- Se plasma delle cellule ipodermiche apparirebbero ivi cellule em- . brionali che moltiplicandosi lo invadono poi tutto, « sans que le noyau larvaire paraisse prendre aucune part è ces forma- tions». In tutta l'estensione che separa i dischi imaginali l'uno dall'altro, fin dal primo giorno della vita ninfale si strugge e | scompare l’ipoderma vecchio: sicchè i dischi stessi sono stac- cati come tante isole, e è tessuti della ninfa non sono più con- | appresso nel centro dei dischi le cellule embrionali sferiche si allungano e diventano fusiformi; alla periferia esse continuano — contatto con l’orlo del disco vicino e vi si insaldano: alors la cavité de la nymphe est définitivement formeée et l hypoderme de | l'imago est entièrement constitué. n Il Kowalevsky (2) dissente da Ganin e da Viallanes in quanto egli fa risalire ai primi giorni della vita larvale la È comparsa dei dischi imaginali dell'addome, che quelli autori | ricercano invece in una epoca posteriore alla trasformazione | minfale. Egli nega che i suddetti dischi dieno origine, oltre al nuovo ipoderma, anche al mesoderma dell’addome. Egli . esclude in via assoluta che l’ipoderma larvale abbia a scom- | parire avanti che il nuovo involucro sia pienamente costituito, come affermava il Viallanes assegnando in una certa epoca (1) Kecherches sur listologie des Insectes ecc. Paris, 1883, p. 219 e seg. (2) Beitrige zur Kenntniss der nachembrionalen Entwickelung der Musciden in Z. » e: solo una sottile cuticola a limite della cavità del corpo. Ma vi = ceversa egli consente nel far derivare integralmente dai dischi il nuovo ipoderma della imagine: con questa riserva che l’ipo- derma larvale non passa in semplice degenerazione, ma viene distrutto ed ingoiato dai leucociti, o fagociti che sieno. || Come si vede da questa breve rassegna, noi siamo dunque ancora ben lontani dal conoscere nella loro vera essenza, anche quei primi mutamenti che dovrebbero iniziare la formazione del nuovo integumento addominale nella imagine. In una cosa sola tutti vanno d'accordo: nell’ammettere cioè che gli elementi dell’ipoderma imaginale principiano a mostrarsi in certi punti costanti ed invariabili, nei cosidetti dischi ima- ginali; e sì espandono, partendo da essi, in giro sempre più largo fino a rimpiazzare completamente l’ipoderma larvale. Per. tutto il resto invece le opinioni variano di autore in autore. Chi pensa che i dischi diventano palesi solo all’epoca della. trasformazione in ninfa; chi li scopre sulle larve appena sbu- cate dall’uovo. Entro ai dischi taluni vedono convertirsi diret- - tamente le grandi cellule dell’ipoderma larvale in piccole cel- | lule embrionali, mentre secondo altri esse ne sarebbero soltanto invase meccanicamente quando comincia il processo di dege- nerazione, ovvero l’opera dei fagociti che le deve distruggere. Si Le cellule onde si compongono i dischi sarebbero ora rotonde | e ammassate in parecchi strati; ora al contrario esse vengono raffigurate sotto forma allungata e fusiforme fin dal loro primo apparire. La scomparsa dell’ipoderma larvale precede la for- mazione del nuovo ipoderma imaginale a detta di alcuno; e secondo altra versione invece ambedue questi fenomeni proce- dono di conserva, sì che la cavità somatica non rimanga mai priva di un rivestimento cellulare... Insomma non vi è detta- glio istologico, sarei per dire, intorno al quale non si mani-. festi profondo dissenso fra gli autori: ed è urgente bisogno | che una acconcia revisione porti maggiore luce sugli argomenti dibattuti. i Dal canto mio debbo limitarmi in questo luogo a descri- SRL E a TT dere n PA a = "® "SL Ri vere brevemente le prime fasi che preludiano alla formazione del nuovo intesumento sull’addome del Filugello. Ma avanti di accingermi all’assunto, non voglio ommettere di rammen- tare ancora al lettore i singolari differenziamenti di struttura | che caratterizzano l’integumento imaginale dei lepidotteri; i quali sarebbero ben da soli capaci di giustificare delle notevoli | particolarità istogenetiche, che forse non si ripetono affatto in altri ordini d’insetti. I primi mutamenti nell’ipoderma larvale del Filugello che “siano collegati all’istogenesi imaginale, io li scorgo già al empo della maturità, quando la lavorazione del bozzolo è ap- pena incominciata. E sono di due specie diametralmente op- poste: perchè gli uni tendono a un’opera di rinnovazione, «mentre gli altri sarebbero di natura puramente demolitrice. _ Infatti i primi si rivelano con questo che, per ciascun seg- | mento e in certi punti determinati, le cellule ipodermiche si allungano, il loro nucleo si gonfia, ed incomincia un processo di segmentazione che si estende dall’alto in basso, dando così origine ad elementi ipodermici assai più fitti ed esili dei pre- cedenti. Per una specie di azione di contatto, la tendenza di segmentarsi viene comunicata alle cellule contigue e si espande radatamente intorno; mentre la cuticola larvale si è già prima | distaccata, e sotto di essa viene maturando la buccia della isalide. E Nelle fig. 6 5, ced ho ritratto con la camera chiara varie — derma rinnovato incomincino a mostrarsi già fin d’ora le cellulette fusiformi m, le quali corrispondono agli elementi mesodermici di Ganin e di Viallanes, alle Wanderzellen di __ Kowalevsky (1). + I mutamenti della seconda specie si rinvengono invece _ (1) Si noti che la preparazione è tolta da baco bensì vicino alla trasformazione nfale, ma non spogliato ancora della cuticola di larva. TIC GRAE * esclusivamente nell’ipoderma di quelle regioni addominali, dove la metamorfosi ninfale implica una riduzione di superficie: e così in tutta la estensione ventrale dei due primi segmenti, al lato esterno delle zampe false, e nelle alette caudali. Qui le cellule ipodermiche subiscono delle alterazioni chimiche e morfologiche quali siamo abituati ad incontrare nei processi di vera degenerazione. Alcuni nuclei accennano bensì ancora ad un principio di tendenza prolifera (fig. 6 a, ép) e per questi io non sono riuscito ad accertare se il risultato effettivo cor- risponda propriamente alla disposizione manifestata. Ma la maggior parte dei medesimi si gonfia, si appanna e finisce per svanire; la membrana basilare si stacca dal piede delle cellule che si ritira e raggrinza; il protoplasma acquista il potere di tingersi intensamente col carmino; esso perde le sue granula- zioni, e prende l’aspetto omogeneo delle materie colloidi. Infine mostransi qua e là numerose gocciole sferiche di natura appa- rentemente simile. E dove l’alterazione impegna un tratto lungo di ipoderma, le singole cellule si scompigliano ed avviene una potente ritrazione di superficie, che obbliga anche la cuticola . larvale a piegarsi in profonde grinze (V. fig. 4). Si noti, in via d'incidenza, come questo processo porga una spiegazione assai semplice del fatto ben conosciuto da tutti i coltivatori del Fi- lugello, che la larva imprigionata entro al bozzolo s’incurva cioè sul ventre, in modo d’avvicinare l’estremità caudale alla cefalica. Ora gli è precisamente in alcuni di codesti punti dove ha luogo una parziale degenerazione dell’ipoderma larvale, — sia poi che la medesima ne colpisca saltuariamente singoli elementi isolati o molti uniti insieme per lungo tratto, — gli è qui, dico, che incominciano a comparire delle nuove cellule di sin- golare aspetto, le quali entro due o tre giorni (dunque ancora prima della trasformazione ninfale) finiscono per comporre un fitto strato, onde rimane fasciata in buona parte la porzione ventrale del terzo, del quarto, e del quinto segmento dell'addome. Dall'alto in basso questa fascia si estende per circa una ottava RIE E te nh a O MR TE Di pre NYA NEAR, sica Cali La nei sodi Ra Mg e de aa RS o | parte di tutta la periferia del corpo; ed una sezione trasversa (fig. 3) ci mostra come d’ambo i lati essa resti essenzialmente | circoscritta fra le opposte inserzioni dei muscoli obliqui ven- trali. In direzione anteroposteriore essa abbraccia invece da metà a due terzi della larghezza di tutto il segmento, di cui occupa prevalentemente la parte posteriore. — —Ma consideriamo un po’ meglio i singoli elementi costitu- | tivi di questo speciale tessuto che non trovo da nessuno ancora si notato, se non è rimasto forse confuso insieme ad altre forma- sa zioni grandulari comprese dal Wielovjeiski nella grande classe & dei suoi « Blutgewebe. » = In mezzo all’ipoderma scomposto dunque, incominciano @ — mostrarsi delle cellule di forma per lo più tondeggiante, che v variano assai notevolmente in grandezza, potendo esse misu- TE rare in quest'epoca da 0,02 a 0,037 mm. Possiedono un nucleo comunemente sferico che ancora non supera 0,01 mm. di dia- metro, ricco di cromatina, e privo di membrana limitante. Ma | ciò che ferma in singolar modo l’attenzione dell’osservatore si è: che tutte codeste cellule — alle quali anteciperò fin d’ora l’at- tributo di glandulari — che tutte codeste cellule glandulari | appariscono dapprima entro alla membrana basilare, confuse «insieme agli elementi dell’ipoderma colpiti da disfacimento. fi Per verità la membrana basilare stessa non persiste a lungo, RE | dopo essersi staccata dall’ipoderma decomposto; e tra pochi aa | giorni essa pure si dissolve, mentre il frattempo la breccia del- ; l’ipoderma si è rinserrata su sè stessa per effetto di ritrazione, ù ‘@ si è tosto rintegrato l’integumento esterno per unione degli | orli sani, dove ferve attivo il processo di segmentazione longi- tudinale come ebbi occasione di esporre più sopra. E però un fatto bene accertabile ad ogni modo che la . prima comparsa delle cellule glandulari ha luogo fra l’ipo- . derma sgominato e cadente, ed entro alla membrana basilare del cr | che per poco sopravvive. Ora, se teniamo conto delle identità di aspetto che oftre il protoplasma delle nostre cellule glandulari con quello delle ata ipodermiche degeneranti (assenza di granulazioni, lucidezza colloide, eminente tingibilità nel carmino ecc.); e se conside- riamo inoltre come tra breve esse incominceranno a manife- stare funzioni vitali che s'incontrano soltanto in organismi | giovani, di sviluppo ascendente: pare a me che sarebbe un voler chiudere gli occhi all’evidenza, se si dubitasse ancora che esse rappresentano delle formazioni affatto nuove, e ri- traggono veramente la loro origine dallo ipoderma larvale. Infatti è assai facile l’accertare che anzitutto esse crescono, vale a dire che esse ingrossano notevolmente il proprio volume. Premetto subito che le nostre cellule non serbano costan- temente la medesima posizione che le abbiamo viste occupare nei primordi della loro comparsa. Quando per approssimazione degli orli proliferi si sono rinchiuse le lacune, aperte nell’ipo- derma larvale per disfacimento di circoscritte porzioni di esso, — le cellule glandulari si trovano nuovamente riparate e pro- tette da un regolare strato ipodermico; e si è disciolta com- pletamente la vecchia membrana basilare (m. d. fig. 1 e fig. 4) che prima le teneva in certa guisa relegate fuori della cavità | somatica. Allora però (sul quarto giorno dopo la salita al bosco, quando la crisalide sta già per liberarsi della spoglia larvale) l'osservatore scopre dei nuovi elementi fusiformi (Wanderzellen di Kowalevsky) che frattanto si sono introdotti nell’angusto DE spazio rimasto fra cellule glandulari ed ipoderma rinnovato. I medesimi appariscono ben presto convertiti nella muscolare sottocutanea la quale nell’insetto perfetto può raggiungere una potenza di 0.05-0.01 mm: ed ecco come le cellule glandu- lari sorte nella larva decrepita fra gli elementi dell’ ipo- derma stesso, ne vengono poi rimosse in processo di tempo; e ne appariscono staccate nella farfalla da un suolo compatto di fibre muscolari, che si sono accumulate immediatamente - sotto all’ipoderma. Ora in tutto questo frattempo le cellule glandulari sono ve- nute aumentando il proprio volume senza ristare: e mentre nella — larva prossima a trasformarsi possedevano un diametro oscil- Nè questo è il solo indizio, che le cellule glandulari hanno fin dapprincipio vita rigogliosa. Già un paragone superficiale mostra a tutta evidenza come nella farfalla il loro numero sia molto più ragguardevole che nella crisalide di recente for- mazione. Bisogna dunque ammettere che in corso di sviluppo e” pencano sede di (SECC processi a a MITRA $ SGTRRA all'uopo altri materiali di limugdone pos non che il microscopio offre Li delle imagini che la- distrutti quelli elementi dell’ ipoderma larvale, che sono con- A dannati a sparire per degenerazione. Ma nella crisalide gio- vane il LE numero diventa I Di so e s' NEI ano ne Td > fig 7, 8, 9 e 10, per dover ammettere che, in parte al- pro esse o uu... dalle cellule ESE ns) olii (fig. 15). Ma io non sono stato in grado di spe SG le ulteriori trasformazioni; e sopratutto devo confessare che non mi è mai riuscito di. goslisnyi una serie di fasi evolutive, n go A malgrado di tutto ciò non si potrebbe escludere in via assoluta che il processo di gemmazione notato nelle cellule glandulari sia destinato alla produzione di propri simili; e in esso debba essere ricercata una fra le cause che contribuiscono a rendere nella farfalla le cellule glandulari tanto più nume- rose che al principio della vita ninfale. Ma questo si può bensi affermare con piena sicurezza di non essere smentiti, che oltre alla presunta gemmazione le cellule glandulari possiedono cer- tamente altri mezzi di moltiplicazione, sufficenti a rendere anche da soli ragione del loro numero accresciuto. Infatti si potrà rimanere assai titubanti nel giudicare se le gocciole isolate che ho qui descritte sieno capaci di ripro- durre cellule glandulari, ovvero se ad esse debba essere attri- buito qualche altro ufficio ancora occulto. Bisogna arrendersi all’imperiosa evidenza dei fatti invece, allorquando nella crisatide di 5 0 6 giorni di età, ci si pre- senta improvvisa una sterminata moltiplicazione delle cellule glandulari medesime, per scissione amitotica del loro nucleo. Il lettore ricorderà che al loro primo apparire, le cellule glandulari si erano mostrate fornite di un nucleo quasi esat- tamente sferico, piuttosto piccolo, ricco e spesso di cromatina, ma apparentemente privo di membrana limitante. Però in capo. a pochi giorni l’aspetto del nucleo si è venuto modificando essenzialmente. Esso inturgidisce ora per assorbimento di umore; i suoi granellini cromatici si scostano l’uno dall’altro, serbando tuttavia ancora uniforme distribuzione; il contorno esterno di- venta francamente circolare, e si delinea netto dal protoplasma. Ma ecco succedere a questa nuova disposizione un generale scompiglio dei granellini cromatici: si gettano confusamente alla periferia; s’insaldano parecchi insieme a formare gru- metti irregolari; e per lo più in prossimità di uno di codesti | grumetti fra i più voluminosi, si disegna nella membrana nu- cleare ora palese, una cruda riga. La quale si allunga, si af- fonda, diventa piega, e finisce per strozzare il nucleo in due metà elittiche (fig. 12 e 13). Queste si staccano l’una dall'altra, #4 DEE » ricuperano forma sferica e contratta, poi cedono a nuova espan- sione e si segmentano un’altra volta. Oppure fin dal principio compajono sulla membrana nucleare simultaneamente parecchie righe e in differenti punti: sicchè s'incontrano poi allungan- dosi, e si arrestano l’una contro l’altra, determinando un co- pioso frazionamento di tutto il nucleo (fig. 14 e 15). Frattanto anche il protoplasma ha incominciato a scuotersi dalla sua apparente inerzia. Dapprima esso mostrasi bensì in- dugioso a seguire 1 movimenti del nucleo, il quale riesce tal- volta a segmentarsi anche ripetute volte senza esserne corri- sposto altrimenti che con un aumento proporzionale di volume, ovvero con delle incisure superficiali che preludiano molto lon- tanamente all’attesa divisione in organismi distinti (fig. 14). Per tal modo vi ha un’epoca, dove fra le cellule glandulari prevalgono grandemente quelle munite di parecchi nuclei, sieno poi radunati ancora in nidiata o sparsi a regolari intervalli entro a voluminosi sincizi. Gradatamente però diventano più profonde anche le incisure protoplasmatiche; e finiscono per delimitare singoli territori cellulari, i quali nell insetto per- fetto ricuperano ben presto preponderanza numerica sempre maggiore sugli aggregati sinciziali. L’improvvisa ardenza con cui le cellule glandulari si ab- bandonano durante la vita ninfale e questi processi di seg- mentazione, non è ostacolo ad ogni modo che esse accudiscano pure agli uffici specifici assegnati loro nell’economia del filu- gello. Nelle crisalidi di mezza età sopratutto se ne incontrano moltissime, e talvolta quasi tutte, circondate da una anreola incolore (fig. 13 e 15) che appare nettamente delineata verso il protoplasma d’intensa colorazione. Ed ecco perchè, dopo quanto è stato da noi stessi esposto intorno alle cellule glan- dulari ipostigmatiche (1) —- ecco perchè abbiamo creduto di ‘dover attribuire alle medesime fin dal principio di questo ‘scritto l’epiteto di glandulari, interpretando in ambedue i casi (1) Verson e Bisson. Pubblicazioni sovv. della R. Staz. Bacologica VI. l’aureola quale espressione analoga di una essudazione secre- trice. i Del resto anche l’attività secernente sembra affievolire, se pur non rimane soppressa insieme alla virtù prolifera, quad l’insetto ha raggiunta la sua forma perfetta. In quest’ultima fase il protoplasma delle cellule glandulari prende aspetto sem- pre più granuloso, mentre esso perde nella stessa misura l’at- titudine alla intensa colorazione diffusa. E i nuclei, gonfiati | anche maggiormente di prima, si convertono in ampie vesciche le quali non contengono più che scarsa quantità di cromatina, | sotto forma di radi granellini o di esilissimi filamenti. — Le cellule glandulari fin qui descritte, alle quali per ra- gioni di ubicazione si potrebbe applicare l’aggiunto di epiga- striche, hanno dunque comune con le ipostigmatiche la origine | dall’ ipoderma, e la secrezione di palesi essudati. Ma viceversa | esse ne differiscono, oltre alla grandezza e alla positura anche per altre proprietà importanti che meritano di essere breve- mente riassunte: ; Le glandule ipostigmatiche compariscono già nell’embrione e persistono durante tutta la vita del filugello, mentre le wi gastriche si formano appena nella larva occupata a tessere il bozzolo; ; le ipostigmatiche serbano invariato il proprio numero in tutte le fasi di sviluppo estraovale, e al contrario le epiga- striche si moltiplicano nella crisalide per segmentazione ami- no: totica dei nuclei in massa; £ le ipostigmatiche rivelano spiccata tendenza nel loro nucleo. alla forma ramosa, mentre le epigastriche lo serbano costan- temente sferico o quasi. | gello un contrassegno capitale che distingue le cellule epiga- striche da tutte le rimanenti formazioni glandulari, sparse entro alla cavità somatica. A prevenire la ripetizione di un appunto che mi è stato | mosso, perchè in altro lavoro trattando delle glandole ipostig- matiche del filugello (1. c.) noi avevamo creduto di non dover adottare la nomenclatura proposta dal Wieloviejski, che sotto _ il titolo di enociti comprende molte analoghe formazioni cel- - lulari, — a prevenire la ripetizione di questo appunto, io credo sufficente l’accennare quanto vago ed inesatto sia il nome stesso di erociti, il quale in fondo non dovrebbe significare altro che cellule di colore giallognolo. Ma a parte la forma poco felice della traduzione, io devo anche escludere l’esattezza del concetto; e devo negare, almeno per il filugello, che le suddette formazioni abbiano davvero | sempre il colore attribuito ad esse come carattere predomi- nante: il quale se vale comunemente per le razze a bozzolo giallo, non regge più in quelle a bozzolo verde e bianco, o vi è per lo meno assai poco marcato. La mia proposta di so- stituire un nome espressivo ad altro insignificante ed impro- | prio, non ha dunque bisogno di una seria giustificazione, Non sarà fuori di proposito invece il ricercare se le cel- lule glandulari epigastriche descritte in queste pagine, sieno state gia osservate da altri autori e riconosciute nei loro ca- ‘ratteri essenziali?.... Ora, per quanto io abbia interrogata la | rispettiva letteratura, credo di poterne escludere in modo as- soluto ogni nozione più esatta; ma rimango assai perplesso nel giudicare, se per avventura non siano cadute .sott’occhio al v. Wielowiejski insieme a piccoli enociti e ad altri elementi — glandulari, coi quali sono stati poi scambiati e confusi. Wielowiejski enumera infatti elementi numerosi di B/ut- gewebe nelle larve e nelle imagini di Chironomus, Corethra, si Culex pipiens. Nell’imagine della Tipula, la femmina li con- __terrebbe riuniti a cordoni, in reticoli, a piastre, sotto all’ipo- derma; il maschio, in lunghi cordoni dello spessore di una sola cellula, che fluttuano liberamente nella cavità somatica. Nei coleotteri i medesimi formano pure piastre, cordoni o reti | sotto l’ipoderma (di quali segmenti?...); ovvero essi stanno so- * ui cellulari multinucleati. Negli Ineneian sparsi in lacune che rimangono aperte fra i lobi del adiposo. Sicchè, a voler tenere eno conto i circostanza È Padova, il 30 Gennaio 1892. SPIEGAZIONE DELLE FIGURE (TAVOLA I) | Sezione tolta dal quarto segmento addominale di un baco che incomincia | ‘»— a tessere il suo bozzolo: ép ipoderma staccato dalla cuticola ct; mb membrana basilare; c. gl. cellule glandulari fra elementi ipodermici. Hartnack Og. 8, Oc. 3. Estremità di una zampa addominale; baco appena maturo: ip ipoderma del lato esterno, con poche cellule glandulari che vi si formano entro; wu uncinetti colpiti da taglio alla Lallice; ta tessuto adiposo. Hk. Og. 8, i Oc. 3. . Sezione trasversa all’altezza del terzo segmento addominale, 3 giorni dopo la maturità; 7. 7s linea interstigmatica; Z mm. v. linea mediana ven- trale; c. gl. cellule glandalari. Htk. Og. 3 Oc. 3. Ae 5. Integumento del secondo seemento addominale, colpito da degenera- Hus zione; 2 giorni dopo la maturità: “p ipoderma; c. g7. cellule grandu- lari; mb membrana basilare; ct cuticola rattratta e grinzosa. Hk. Og. 8 1/06. 3. DA b. Elementi ipodermici in segmentazione; 7 cellule fusiformi che di- »_ventano fibre muscolari. Addome di un baco che sta ultimando il boz- « zolo. Hk. Og. 8, Oc. 3. . Ipoderma degenerante con nuclei di apparenza prolifera; g gocciole sfe- riche fra l’ipoderma (ép) e le cellule glandulari (ce. gl.). Hk. Og. 8, 0c. 3. È 6d. Ipoderma persistente ancora alla forma larvale. Hk. Og. 8, Oc. 3. -7.8,9 e 10. Cellule glandulari che gemmano gocciole, talvolta (fig. 9) con ? partecipazione palese del loro nucleo. Crisalide di 6 giorni di età. Hk. ieri Oc. 3. un Cellula glandulare con protoplasma Hazionalo. Crisalide recente. Hk. È Og. 8, Oc. 3. cetà, Hk. Og. 8, Oc. 3. Come nella figura precedente, salvo l’aureola di secrezione che circonda Sia cellule E andnlati, Hk. Og. 8, da 3. È Hk. Og. 8, Zon 3 SERGI G. — Ricerche su alcuni organi di senso nelle antenne delle Formiche. Quando lessi la bell’opera di Lubbock sulle Formiche, Apî e Vespe (1), mi accorsi che mancavano osservazioni recenti sugli organi di senso delle formiche; Lubbock riferisce quelle di Hicks e di Forel (2), che dànno soltanto un’idea imperfetta della struttura di alcuni organi trovati nelle antenne di questi imenotteri. Fu allora che ebbi in animo, e nelle ore di svago, di studiare accuratamente le antenne delle formiche. Soprag- giungeva intanto la nuova opera del Lubbock sui Sensi, istinti e intelligenza degli animali (3), nella quale egli riproduce, nè più nè meno, le figure e le osservazioni di Hicks. Poichè io aveva già veduto che queste erano incomplete, avendo iniziato qualche ricerca, ho pensato di continuare le mie osservazioni, che ora stimo opportuno di pubblicare. Le mie osservazioni sono state fatte su varie specie di for- miche, e principalmente sulla fusca, sull’Atta darbara, sulla Pheidole megacephala major e minor, sul Lasius flavus. Le for- miche che hanno molta chitina, e perciò non hanno traspa- renti le loro antenne, sono state imbiancate in queste loro ap- pendici; quelle, invece, che sono abbastanza trasparenti, non hanno subìto alcun processo. Questo, però, quando le antenne sono state osservate in intero; ma per le sezioni microscopiche non ho sentito alcun bisogno d’imbiancamento, perchè la te- nuità dei tagli rendeva trasparente qualunque parte chitinosa. Di tutte le mie ricerche, che sono state assai numerose, qui non riferisco che i soli risultati, senza neppur accennare (1) Lusrock J., Anfs, Bees, and Wasps. « Intern. scientific Series ». London 1883. (2) Hicks, Further Remarks on the Organs of the Antennae of Insects: in Trans. of the Linnean Society. Vol. XXII, 1857. Cfr. pure: ForeL, Les Fourmies de la Suisse. Opera che non ho potuto leggere. (3) Lussock J., On the Senses, Instinct and Intelligence of Animals; ivi. Londra, 1889. wir etti Lr ELE RE So ai tentativi fastidiosi e lunghi che ho dovuto fare per giun- gervi. Pi L’Hicks aveva trovato e descritto, nelle antenne della Myr- mica rubra, alcuni organi a forma di bottiglia. Lubbock nel- l’ultima sua opera (1) riporta la forma originale di Hicks; nell’altra anteriore ne dà due figure schematiche (2) che però si avvicinano a quella. Oltre a quest’organo, Forel ne aveva tro- vato un altro, e Hicks parimente l’aveva veduto e descritto; _ Lubbock riporta anche la forma di siffatto organo nei suoi due libri, descrivendola come a foggia di turaccioli di botti- È glia da champagne. Ma lo schema rappresentato nell'ultima | Opera (3) è più lontano dal vero di quello dato anteriormente nella prima. Hicks ne aveva dato invece una figura molto pros- sima, nell'insieme, al vero (4). . Questi due organi principalmente io ho ricercato colla mas- sima accuratezza e con ogni mezzo possibile. Jom'è noto, l’antenna delle formiche è costituita da due È parti ben distinte, da un arto direi, unico, che si articola colla testa, e da una clava composta di parecchi segmenti, da 9 a 10 circa, che sono diseguali in grossezza e in lunghezza; gli ultimi tre sono 1 più grandi, dei quali, però, l’ultimo è mag- | giore e prende una forma ovoide, tronca dove s’innesta al pe- nultimo segmento, conica all'estremità libera. L’antenna è ci- lindrica e tutta irta di peli di varia lunghezza e grossezza. 3 Da sezioni trasverse e longitudinali dell'antenna si vede | che essa è costituita’ da un involucro duro, corneo, chitinoso, | più o meno oscuro, secondo le specie delie formiche, e da una sostanza interna, molle, bianca, granulosa. Un filamento ner- voso entra dal cranio e giunge indiviso fino all'ultimo seg- mento dell’antenna, dove si divide e si suddivide, e le diverse «diramazioni si perdono nella sostanza centrale bianca verso la (1) Luspock J., On the Senses, ece., pag. 36, fig. 43 K. (2) Id., Ants, Bees, ecc., pag. 227-8, fig. 6, 7. (3) Id., On the Senses, ece., fig. 43 è. (4) Hicks, op. cit., n. fig. 13 a. 4a. | periferia, dove la Lia sostanza detto aieoiioo) tinoso. In una sezione longitudinale dell’ultimo segmento di nava in una Loa di espansione a forma rotonda, costit però dalla fusione della sostanza bianca che trovasi nel mid. dell’antenna, colla terminazione nervosa; difatti è grossola mente granulosa come quella. Ho veduto parimente termina nella massa granulosa, attorno agli organi a bottiglia, quale vedono dei fili nervosi diretti verso la' base di tali i bottiglia; ed anch'io aveva creduto al fatto, anzi alla confer precise ho trovato che nessuna traccia di filo nervoso esi verso le estremità di tali organi a bottiglia. La mia supp il contenuto di una cellula nervosa, dove vanno a finire le. estremità del nervo dell’antenna, e che le eccitazioni dei piccol organi sì trasmettano ad essa e da essa ai nervi. Del resti non ho potuto mai trovare, in numerosissime sezioni, alcun vosi e contenuto granuloso. Nelle mie numerose osservazioni su diverse specie di ; miche ho constatato il fatto che nell’ultimo segmento d antenne e verso l'estremità appariscono dei piccoli fori roton (1) Op. cit., pag. 228, fig. 7. s% SED e e RE TM et Ù dg pica a doppio contorno, a cui segnono tubi che si espandono verso la loro estrema parte a forma di bottiglia. A primo aspetto sembra che il canale del tubo continui nella parte centrale del- l'espansione, ma dalle sezioni longitudinali dell’antenna risulta chiaramente, come vedesi dalla fig. 1, che cominciata la espan- sione segue una biforcazione del canale che va fino in fondo. Così questa parte espansa a foggia di bottiglia ha una parete esterna che apparisce a doppio contorno, una cavità che nella sezione ha l'apparenza di due cavità, separate da un setto me- diano, parallele fino ad un certo punto, incurvate nel passag- gio al tubo; ma in realtà la cavità è unica, anulare, come da uno schema di sezione trasversa (figura 1, c), e come ho potuto osservare direttamente in una sezione in cui l’ organo apparisce qual'è nella fig. 1 d. La parte inferiore, e direi la base o il fondo della bottiglia, è più spessa specialmente agli angoli e in basso del setto mediano. L'apertura esterna del tubo, probabilmente ricoperta da membrana, trovasi nello strato chitinoso, ma il tubo e la sua espansione, cioè tutto l'organo, giacciono nella sostanza interna molle e bianca, però poco o nulla discosti dalla parte corticale, quasi addossati ad essa internamente. Ciò ho potuto evidente- mente constatare, perchè nelle sezioni longitudinali del seg- servato che in essi organi trovasi qualche poco di chitina che non si colorano perfettamente. aggruppati, l’uno presso all’altro, quasi addossati, qualche volta «se ne trovano nel penultimo ed anche nel terz’ultimo segmento, DIS 6 pri in un segmento di antenna che ha in media 0,25 mm. k lo) He di Salone turaccioli di bottiglia è assai più difficile, mentre è facile di vederli subito e averne la configurazione generale. Essi stanno verso l'estremità conica dell'ultimo segmento dell’antenna, numero di quattro o cinque, disposti irregolarmente, ma semp a doppio contorno con un nno E: più a cido, che sembra iùmn’apertura esterna, ed è possibile che sia DAL iu o È p. coperta da membrana, come crede Hicks; ma non mi è stato possibile constatarlo: mi è parsa sempre un’apertura libera. Il fatto è che questo corpicino ha alcune appendici osser- vabili a diversi piani, che si vedono abbassando o innalzando la lente del microscopio. Più profondamente, con ingrandi- mento di 600 a 800 e anche a 1000, il corpicino si risolve nella fig. 1 g, cioè un cerchio a doppio contorno con altro me- diano più piccolo, che è un’apertura, un allungamento quasi cilindrico, perchè in realtà vi ha un rigonfiamento laterale e mediano, poi la divisione in due parti di questo corpo cilin- drico, ciascuna delle quali mostra una cavità che scende longi- tudinalmente e parallelamente; di sotto vien fuori come un tubercolo a centro lucido, che apparisce essere un fondo di un’altra cavità mediana fra le due parallele. Questa supposi- zione viene confermata dall’osservazione fatta sulla parete in- terna dell’antenna in una sezione colorata a picrocarmino. Un po’ diversa è l'apparenza che presenta il corpicino veduto dalla parete interna; il tubercolo qui è più lungo ed è riempito di liquido colorante. La parte esterna non corrisponde perfetta- mente all’interna e la cavità mediana è verso l'interno e mo- stra all’esterno la sua estremità inferiore. Ma havvi un’altra particolarità: intorno al cerchietto a doppio contorno trovasi una specie di aureola semilunare, che apparisce anche a doppio contorno, ma è collocata in um piano più profondo dell’intera figura, che a primo aspetto si vede «senza aureola. E che sia così vien confermato dall’osservazione dell’organo dalla parte interna dell’antenna; in questo caso l’aureola trovasi o al livello o ad un piano poco più elevato dell’intero corpicino. Accanto a quest’organo così descritto trovansi varietà, meno sviluppate però; così è quello rappresentato dalla fig. 1 f, ove vi è l’aureola, ma il cilindro non si risolve in due cavità colla terza più piccola e mediana. Questa presenta all'estremità in- feriore una parte lucida che è un assottigliamento della parete, _e um simile assottigliamento è anche visibile nella parte me- Mato rase diana. Trovansi anche le forme e, d, X, specialmente nei seg- menti primi dell’ultimo. La fig. X, che ha una vera apparenza di turacciolo, presenta nella parte superiore un chiaro fran- giato, come nel cilindro sottostante colla parte chiara e lucida nell’estremità. La grandezza media di tali organi in lunghezza è di 10 p. Fuori dei due organi descritti trovansi altre cavità a guisa di sacchetti con peli terminali (fig. 1 A), la cui apparenza cu- riosa dà a supporre che sieno cavità doppie, una più piccola superiore e l’altra più grande, separate soltanto da uno stroz- zamento mediano. I peli di questi sacchetti sono grossi e por- tano una specie di guaina presso all’inserzione del sacchetto membranoso. Si trovano altri peli (fig. è) 1 quali hanno una sorta di bulbo e nessun sacchetto, rilevato però sulla super- ficie dell'antenna e con apparenza assai lucida. Insieme a questi trovansi altri peli sottilissimi che emergono da una guaina ad aspetto concavo nel punto di emersione del pelo (fig. 1 j). Il numero dei sacchetti nell’ultimo segmento giunge dai sessanta al settanta, negli altri segmenti diminuisce e poi scom- pare; quello dei peli senza sacchetti è maggiore. La fig. 2 semi-schematica dà un’idea chiara dell’ultimo segmento con tutti gli organi ed appendici descritti. Rimane ora a dire qualche parola sulle funzioni di tali organi trovati nelle antenne delle formiche. Non è facile sapere quali funzioni compiano, perchè non è possibile l'esperimento; non resta che l'ipotesi. Hicks suppone che gli or- auditive: Lubbock ritiene anche questa opinione, considerandoli come stetoscopi microscopici; è pos- sibile, 10 dico, ed è certo che sono organi di senso e que- sti e quelli a turacciolo di bottiglia, come li chiama Lubbock. + gani a bottiglia fossero per le funzioni . i j i (° dii A PP TTI GEIE PRE "i Lera ba pt PESe COP, Sr, dit VAI STRA CIA VAT Pa È Do BREE | TR EI MITE E SPINTI LI «eni più o rile Ao Vle ce PET sa " ba , Via perdita RI Sti Se quelli servono per l'udito è facile supporre che gli altri siano organi di odorato, e la loro posizione estrema nella an- tenna sostiene l'ipotesi. A. che servono i peli coi sacchetti a doppia cavità o a ca- vità strozzata? — Io credo che anch'essi siano organi speciali di senso e probabilissimamente di tatto, mentre i peli senza sacchetti sarebbero puramente difensivi senza alcuna funzione fisiologica specifica di senso. È probabile che i peli a sacchetti ricevendo un urto spostino indietro la membrana del sacchetto facendola ripiegare, e così siano un mezzo di eccitamento; il numero assai grande sarebbe consentaneo alla funzionalità tat- tile tanto in attività nelle antenne. Che vi debbano essere organi d’odorato nell’estremità delle antenne delle formiche si comprende dal modo d’azione di questi insetti quando s'incontrano; essi sì avvicinano colle estre- mità delle antenne, e certamente si riconoscono per l'odore. Anche per le antenne devono sentire i piccoli suoni e devono avvertire i contatti del suolo e degli oggetti che vanno pal- pando incessantemente. Così in questa estremità delle antenne delle formiche vi sa- rebbero tre organi di senso, per l’udito, per l’odorato e pel tatto (1). Roma, luglio 1890. (1) Riprodotto dalla Rivista di Filosofia Scientifica, Serie 2.*, anno IX. CONTRIBUZIONI ALLO STUDIO DEL BRENTIDI A. SENNA Norma EX9 Descrizione di un nuovo genere e di una nuova specie e brevi considerazioni sul dimorfismo rostrale dei Brentidi. HOPLITERRHYNCHUS nov. gen. òrÀttns = graviter armatus, dùyyos = rostrum. funda a collo separatum, supra scabrum, infra — basi et ribus — rugosum. Oculi laterales, Agi rotundati. e î in, tata, lateribus obliquis: apici modice dilatata, rotundata, c que spina lata, paullo retrorsum sursumque curvata. (1) Le contribuzioni I-V sono nel vol. XXI di questo Bullettino; la VI DE in. from the Leyden Museum Vol. XIII; la VII, Brentidi di Birmania, in Ann. del . Civico di Genova, serie 2.*, Vol. XII; la VIII, Enumeration of the species. kno as yet from Java, in Notes from the Leyden Museum, Vol. XIV. Mandibule parve, cristiforme. Antenne elongate, articulis inferioribus apici incrassatis, coteris cylindricis, ultimo acuminato. Prothorax conico-elongatus, converus, antice constrictus, in dorso area subfusiformi, prominula, rugata. Elytra brevia, fortiter punctato-striata, in disco deplanata, apici truncata, angulis dentatis. Pedes anteriores elongatissimi, cateri mediocres; femora om- nia dentata, clavata; tibie antic@e apici spinose, postic@ apici breviter appendiculate; tarsi articulo primo elongato, tertio pro- funde diviso. Femina. Stmiliter conformata sed rostro pone antennas fili- formi, pedes anteriores minus elongati. Rostrum maris structura tam singulari notam exstantem huic generi praebet, nihilominus Ectocemo hoc genus est prorimum sed ab illo et a ceteris Belophorinis abdunde discrepat. Typus: H. Emma mihi. H. Emma n. sp. Elongatus, piceo-brunneus ; rostri dorso, pro- tuberantia pone antennas, spinis lateralihus, pedibus, antenna- rum articulis primis (apice excepto) brunneo-rufis; articulis extimis rufo-ferrugineis. Antenne a medio fulvo-pilose, arti- culis 5°, 6°, 7.° coteris longioribus; prothorax setulis flavidis, | sparsîis, procumbentibus undique tectus; elytra subnitida, in disco — fortiter punctato-striata, lateribus scrobiculata, punctis lineolis- que obsoletis rubris ornata. Long. corp. 19 mill. (rostro excluso); rostri 13 mill.; lat. max. | proth. 4 mill. J' nd da pr È, DI Has: Malesia. Il capo è assai leggermente più lungo che largo, parallelo al lati, separato dal collo da un solco profondo, un poco con- vesso al di sopra e sparso di radi tubercoletti dentiformi; i ‘fianchi e la base al di sotto sono striati. Gli occhi, collocati lateralmente, sono piccoli, un poco prominenti, rotondi e di Eros color nero. Il collo è grosso, bulbiforme, nero-bruno, lucido. Il rostro è quasi lungo quanto la testa, il torace e metà delle elitre presi insieme; la porzione basale, molto più lunga dell’altra, è cilindrica nei primi °/3, elevata e compressa un poco ai lati; nel terzo anteriore va gradata- mente allargandosi in un’espan- > sione quasi triangolare che porta | gli scrobi delle antenne e sul davanti due spine divergenti: questa porzione è sparsa irrego- e A. STA fa TEN anti ES V larmente al di sopra e ai lati di be numerosi tubercoli dentiformi, 7 R o) BASI Ro È o I [ x | h) È ed alcuni di essi più minuti si ‘4 Ù E ; È s - fÌ ui dispongono a guisa di un pic- \ colo 0 in mezzo agli scrobi delle antenne. Nella parte apicale che è leggermente curva all’ ingiù, di *|} più corta della prima, per un breve tratto cilindrica, ristretta e con due acuti denti laterali, s'eleva e s’inchina all’innanzi una protuberanza gob- bosa, a forma di corolla, convessa nella parte superiore, coi lati obliqui internamente, irta di punte e divisa all’apice in due acute spine divergenti. Dopo questa appendice e nella parte al di sotto di essa, il rostro è cilindrico e ancor più stretto che nel primo tratto dopo le antenne, elevato nel mezzo a guisa di carena, sparso di denti e quasi scavato ai lati; l’estremità apicale è arrotondata, un poco più larga e con una spina da ciascuna parte ricurva all’indietro e lievemente all’insù. Le mandibole sono piccole, la destra ha due denti, la sinistra ne ha tre. Al di sotto il rostro nella parte basale è meno convesso che al di sopra ed è sparso di minuti denti, eccettuato lungo la linea mediana; poco prima delle antenne comincia ad ingros- sarsi a guisa di una gobba e dopo di essa gradatamente s’ab- bassa; questa porzione gibbiforme è leggermente carenata nel mezzo e sparsa di denticoli ai lati; nella rimanente por- zione il rostro divien piano, nitido, leggermente bisolcato e_ cui Me: È seal tr an coll’apice profondamente diviso a V. Le antenne raggiungono — la metà delle elitre: il 1.° articolo è clavato, lungo quanto il 4.9; il 2° è il più corto, il 3.° eguaglia 1°8.°; questi tre ar- ticoli sono rigonfi all'apice e senza peli; il 5.°, 6.°, 7.° hanno una maggior lunghezza e sono cilindrici; 1’8.° e il 9.° sono lunghi poco più del 2.°, l’apicale è acuminato: gli ultimi quattro articoli sono pelosi e pubescenti. Il torace è quasi lungo quanto il rostro dalla base all’inserzione delle antenne ed è di forma conico allungata; dall’apice, dove è molto ristretto, va conti- nuamente allargandosi fino in prossimità della base, poi rapi- damente si ristringe ed alla base è terminato da un margine solcato; di sopra è convesso, liscio, cosparso — anche sui fianchi — di rade setolette sdraiate, di color gialliccio, disposte irregolarmente e presenta sul dorso un piccolo spazio a forma quasi d’un fuso, indistinto sul davanti, un poco prominente, con brevi rialzi simili a costicine trasversali e oblique. Le elitre sono lunghe quanto il torace e il capo presi insieme e larghe alla base poco meno del torace; dalla metà vanno gra- datamente restringendosi e all'apice sono tronche, cogli angoli © esterni dentati brevemente; di sopra sono un poco depresse, fortemente punteggiato-striate; il 1.° solco presso la sutura è senza punti, il 2.° e il 3.° hanno punti profondi e irregolari, ai lati sono quasi foveolate; gl’interstizî longitudinali e tra- sversali sono elevati, larghi e irregolari. Le elitre sono quasi nitide, di color bruno-piceo con linee e macchiette indistinte e irregolari di color rosso sanguigno scuro, sparse alla base, | prima della metà e dopo di quella. Corpo al di sotto castagno- rossastro; prosterno con una larga escavazione nel mezzo, ma poco profonda e pochissimi peli giallastri; metasterno lieve- mente-depresso sulla linea mediana, sparso di peli, con una fossetta all'apice e un solco peloso da ciascun lato presso il margine delle elitrej i due primi segmenti addominali sono scavati nel mezzo e sparsi di peli, l’ultimo segmento è visibile per una piccola porzione anche dal di sopra. Coscie anteriori ini 24 P non contigue, robuste, con peli dorati; piedi rosso-bruni; i fe- Rage: mori del 1.° paio sono lunghi il doppio di quelli del 2.°, in- grossati a clava verso l’apice e arrotondati all’estremità, un poco compressi e ricurvi alla base, internamente dentati, co- sparsi di piccoli peli alla superficie; i femori del 2.° e 3.° paio sono pure dentati e poco differenti fra loro, gli ultimi sono però lievemente più corti. Le tibie anteriori sono allargate e spinose all’apice, e quivi per un breve tratto pubescenti; quelle del 3.° paio sono provviste all'apice d’una breve appendice lineare e tronca all’estremità: tarsi piuttosto. allungati, col 1.° articolo eguale in lunghezza ai due seguenti: il 3.° è pro- fondamente diviso e di sotto molto pubescente. Lo schizzo inserito a pag. 28 rappresenta questa specie un poco ingrandita, e inoltre il rostro visto da un lato e il torace veduto dal di sopra e di fianco. Io l’ ho aggiunto — sebbene la figura nel suo complesso sia riuscita mediocremente — affine di far meglio conoscere questa nuova specie, una tra le più notevoli dell’intera famiglia e senza dubbio la più singolare dei Beloforini. Essa è l’unica che finora io conosca di questo. genere e la credo rara non avendone veduto altri esemplari — fuorchè i miei due — nelle varie collezioni che a riprese ebbi agio di esaminare. Del resto sono convinto che il gen. Hopliter- rhynchus non sarà molto numeroso di specie, come per lo più - lo sono quelli consimili, tanto singolari: Stratiorrhina, ad esempio. L’Hopliterrhynchus Emma è soprattutto interessante per la conformazione veramente strana del rostro nel maschio e co- stituisce uno splendido esempio tra quelle specie nelle quali il dimorfismo nei due sessi è manifesto. in grado evidentis- simo. L'occasione mi sembra adatta per dire brevemente an- che di quello dei Brentidi in genere. In quasi tutti i Brentidi — come del resto in moltissime altre famiglie — esistono caratteri sessuali secondari che però, nel nostro gruppo, si possono limitare in tesi generale a quelli del rostro, perchè le altre differenze, ad esempio, del capo con- sistono per lo più nell’essere questo sempre più corto nelle fem- % le x ci a; L mine; quelle delle antenne, talvolta dell’apice delle elitre, tale altra della forma del torace sono soggette a mutare e modifi- carsi tanto nei maschi quanto nelle femmine d’una stessa specie e se persistono si riducono nell’esser le dette parti sempre meno sviluppate nelle femmine. Così le antenne saranno in quest'ultime di solito più corte, il torace più corto e largo; quando esistono appendici codali, nei maschi esse assumono un notevole sviluppo, nelle femmine invece sono molto ri- dotte. (1) Limitandomi all'esame del solo dimorfismo del rostro, prima di considerarlo nella nuova specie, vediamo come si presenta in quelle specie in cui esso è più manifesto. Le femmine per lo più hanno un rostro corto, più o meno ricurvo — sempre però in grado maggiore che nei maschi — colla parte basale, nel maggior numero dei casi, più breve e sempre più robusta di quella dopo l’inserzione delle antenne, la quale è stretta e filiforme per tutta la sua lunghezza: i maschi hanno il rostro variamente costituito: si notano però a prima vista tre modi principali di conformazione. In un gran numero di specie esso è più lungo che nelle femmine, la- parte basale è pure maggiormente allungata, l’apicale — che varia nelle dimensioni paragonata alla prima -— è più o meno larga all’estremità, dove è fornita di piccole mandibole. I Brenthus e gl’Itistenini presentano, fra gli altri, i più notevoli esempi di questa costituzione. Un secondo gruppo ha il rostro qualche volta più lungo, più spesso della medesima lunghezza od anche più corto di quello delle femmine; sempre però più robusto e largo e provveduto all’apice di forti mandibole, le quali nelle fem- mine, che hanno il rostro conformato come ho detto preceden- (1) Le femmine talvolta differiscono dai maschi anche per altri caratteri oltre i | citati; ad esempio, mancanza di spine ai femori, diversa conformazione dell’ ad- È dome etc., ma queste differenze non essendo estese a tutti i Brentidi non ne tengo = per ora calcolo. ONDA temente, mantengonsi rudimentali. Spettano a questa sezione i generi Baryrrhynchus, Prophthalmus, Eupsalis, Arrhenodes, Estenorrhinus ed altri. in altre specie che costituiscono un terzo gruppo meno numeroso dei precedenti, il rostro nei ma- schi, oltre all'essere di solito più lungo di quello delle femmine, più o meno allargato all’apice e talvolta anche subito dopo le antenne, è provvisto di spine, di punte, di denti o di tuber- coletti, più raramente di protuberanze che lo rendono di forma strana, assai dissimile da quello delle femmine le quali 1’ hanno liscio e conformato nella solita maniera. È in questo gruppo in cui il dimorfismo dei due sessi è più accentuato. Ad esso spettano ad esempio i Belophorus, gli Ectocemus, le Stratior- rhina e V Hopliterrhynchus. Non tutti i Brentidi potrebbero riunirsi nei tre succennati gruppi. I Tafroderini, che hanno un rostro molto corto, con- tengono specie nelle quali non esiste un vero dimorfismo ro- strale (Zemioses, Cyphagogus), oppure questo è di genere di- verso (Anisognathus); alcuni Ceocephalus hanno il rostro nei maschi all’apice stretto come nelle femmine. In molte specie le differenze tra il rostro dei maschi e quello delle femmine sono assai poco evidenti; in altre infine il dimorfismo è note- volissimo ma assume un aspetto particolare (Cephralobarus, ad esempio). Non tenendo calcolo per ora che dei tre gruppi dianzi stabiliti che sono ricchi di forme e ben distinti fra loro, rias- sumo nel modo seguente: ti : ST Rostro di dimensioni varia- Rostro liscio, nel maggior bili, di solito più corto che | numero di casi più lungo di nei maschi; le due porzioni | quello delle femmine; la por- disuguali in lunghezza, l’api- | zione basale talvolta più lunga, cale, che per lo più è la più | tal altra uguale o più corta lunga, è sempre più curva che | dell’apicale; quest’ultima è più | mandibole assai piccole. mandibole piccole. Es. Bren- thus, Ithistenus etc. (1.° gruppo.) Rostro rugoso, qualche volta più lungo di quello delle fem- mine, spesso d’eguale lunghez- za cd anche più corto, sempre più robusto, provvisto all’apice di forti mandibole, talora as- sal sviluppate. Es. BaryrrAyn- chus, Prophthalmus, Estenor- rhinus, Arrhenodes, Eupsalis etc. (2.0 gruppo.) Rostro quasi sempre più lungo che nelle femmine, ta- SA lora molto più lungo; di solito visibilmente allargato all’apice d qualche volta subito dopo le à i antenne, sempre provveduto di punte o di spine, di denti, 3 od anche di tubercoli, di rado «pi con protuberanze: mandibole SE poco sviluppate. Es. Lelopho- rus, Ectocemus, Stratiorrhina, Hopliterrhynchus. (3.° gruppo.) Io sono proclive a credere che la forma allungata ma poco allargata all’apice che assume il rostro nei maschi del primo | gruppo sia da ritenersi un carattere sessuale secondario di sem- | plice ornamento, prodotto e reso sempre più evidente dalla scelta. sessuale e naturale. La notevole differenza che si osserva re- È ssi ‘a er 3 : ed 4 è FI POT de à "i vetta 4 E Der age altri, che si nota sempre quando sì esamina una ricca serie di esemplari d’una stessa specie, dimostra che quelli, nella lotta per la conquista della femmina, rimangono soccombenti e si riproducono con difficoltà, venendo posposti a quei ma- schi che sono forniti di rostro più lungo — in altre parole —- che sono più belli. La debolezza che ha il rostro in tal modo conformato — specialmente in quelle specie nelle quali esso è molto lungo — e la mancanza all'apice di forti mandi- bole esclude, a parer mio, la possibilità ch’esso sia utile come organo di difesa e quanto meno d’offesa. Ciò è concorde al poco che finora ci è noto dei loro costumi. Le specie di que- sto gruppo sono d’indole pacifica, vivono ammassate spesso in gran numero sotto la corteccia degli alberi sani o putrefatti; di rado veggonsi all'aperto, quasi mai volano sebbene siano provvisti di ali adatte: quando salgono sul tronco degli alberi o quando camminano sul terreno il loro incesso è lento, talora mal sicuro, essendo impacciati dalla lunghezza del rostro, non sempre compensata da quella delle loro zampe. Io non credo ch’essi abbiano combattimenti erotici, ma qualora questi avve-. nissero consisterebbero semplicemente nell’urtare e stancare l'avversario. Le loro occulte dimore li sottraggono benissimo agli sguardi di molti animali predatori e li mettono al sicuro delle loro offese; quando però trovansi all'aperto e sono mi- nacciati non ricorrono alla fuga non avendola facile, nè accet- tano la lotta cogli avversari perchè questa riuscirebbe a loro danno, ma lasciansi repentinamente cadere, cercano di nascon- dersi e forse anche alcuni si fingono morti (Brenthus). Certe spe- cie mimetiche sono efficacemente protette dall’uniformarsi del colore dei loro tegumenti a quello dell'ambiente in cui vivono; tali sono taluni Mormocerus ricoperti di squamosità terrosa ed . ancor più i mirabili Diurus giustamente detti dal Pascoe « one. of the most extraordinary of this extraordinary family. » Nel secondo gruppo sono ancora le stesse cause — scelta sessuale e scelta naturale — che produssero il dimorfismo del rostro, ma quest’ultimo assunse nei maschi una forma diversa 5 N SIAE” È 4 a È % i ei b )g A ») 4a 0 ra HR pe e ge idee a lo, di en | di ent Poe di quella delle specie del primo gruppo perchè potesse costi- tuire un vero organo di difesa e d’offesa. Abbisognando allo scopo robuste mandibole, occorreva una solida base per l’im- pianto di quelle, perciò il rostro in luogo d’allungarsi, ingrossa e si rafforza: così conformato torna utile all'animale per di- fendersi ed è anche un organo ornamentale tanto più note- vole quanto più le sue dimensioni sono cospicue. Infatti le femmine prediligono sempre i maschi col rostro grande e ru- goso e le mandibole più sviluppate e disdegnano quelli che l'hanno piccolo e poco appariscente (i quali di conseguenza sono assai più rari dei primi) e ciò per semplice elezione e non perchè sianvi lotte fra i maschi per la conquista delle femmine. Nello stesso tempo il corpo, quantunque sia piuttosto massiccio è maggiormente proporzionato nelle sue varie parti, e mai s’allunga smisuratamente come accade in molte specie del primo gruppo: ciò apporta una maggior facilità e agilità nei movimenti il che sussidia l’azione offensiva e difensiva delle mandibole. Le specie di questo gruppo vivono pur esse sotto le corteccie degli alberi ed anche s’ insinuano fra i detriti de- composti di quelli, escono però assai frequentemente all’aperto e nel continui combattimenti con altri coleotteri, le loro mandi- bole aguzze e dentate del lato interno sono un’arma certa- mente temibile, infatti, assai spesso esaminando le specie di Baryrrhynchus, Prophthalmus, Arrhenodes ed altri consimili ge- neri, mi venne dato di trovar serrate nelle loro mandibole ar- ticoli di antenne o di tarsi che riconobbi non appartenere a | specie di Brentidi. Potendo, come si vede, resistere vantag- giosamente alla lotta per l’esistenza, le specie di questo gruppo non presentano casi di mimetismo e probabilmente non ricor- rono all’astuzia. È nelle specie ch'io comprendo nel terzo gruppo che si notano i più interessanti esempi di dimorfismo. In esse la con- formazione del rostro varia grandemente, sebbene si possa sempre riportare ad uno stesso tipo; è però costante la pre- senza di denti, di punti e di piccoli tubercoli più o meno nu- sa as pae merosi. Nei Belophorus, ad esempio, il rostro è all’apice lan- ciforme, oppure ha due spine laterali, negli Ectocemus tutta la porzione apicale e parte della basale è irta di punte, di denti. e di tubercoli; nelle StratiorrRina valide spine ricurve o di- ritte sono collocate massimamente ai lati del rostro, mentre nel nuovo genere Zopliterrhynchus oltre i denti dell’apice e del l'inserzione antennale si osserva una protuberanza spinosa nella parte apicale e numerosissimi tubercoletti sparsi dovunque. Io credo che le spine, i denti e tutte le altre appendici che rivestono il rostro dei maschi abbiano un doppio ufficio, quello cioè di costituire un ornamento e di servire alla difesa dell'animale. Mi spiego: ch’essi siano organi ornamentali è fa- cile ammetterlo quando si ponga attenzione alla grande va- riabilità di sviluppo di queste appendici nei vari individui d’una stessa specie, e al fatto che quegl’individui i quali le hanno più sviluppate sono preferiti dalle femmine come più belli. Moltissimi esempi in altre famiglie di consimili organi ornamentali dei maschi sono troppo noti agli entomologi perchè. io stima opportuno dilungarmi maggiormente. Siccome poi questi denti donano al rostro del maschio un aspetto strano e quasi temibile, mi pare certo ch’essi possano esser utili alla difesa dell'animale incutendo timore ai nemici, quasi che queste spine fossero capaci di recar offesa come avviene dei pungi- glioni di alcuni insetti. Costituirebbero insomma una rassomi- glianza protettrice, in queste specie limitata al rostro — mentre in altre interessantissime appartenenti al genere Hoplopisthius che prossimamente farò conoscere è all'apice delle elitre (1) — in sostituzione di altri mezzi difensivi come colori mimetici o robuste mandibole che mancano in questo gruppo. Questo modo di difesa mi sembra del resto la consegnenza logica del sovraccaricarsi d’ornamenti del rostro che è reso di conseguenza pesante e massiccio; e infatti sebbene il corpo di queste specie sia proporzionato e robusto, è naturale che il peso del rostro (1) Nelle specie alle quali alludo, la parte apicale delle elitre richiama alla mente per la sua forma le pinze delle note Forbicine. (Forficula). la sua potenza difensiva. Vediamo difatti nei Carabici e nelle Cicindele, coleotteri che conquistano la preda colla forza e con essa pure si difendono, la potenza delle mandibole essere | sempre sussidiata da un corpo agilissimo nelle mosse. A diminuire gli effetti del peso del rostro è di utilità l’al- . lungarsi delle zampe anteriori, le quali, in questo gruppo, È raggiungono dimensioni tanto più notevoli quanto più il rostro si fa greve: nell’Hopliterrhynchus, nel quale pel gran sviluppo delle produzioni ornamentali, il rostro s'è reso più pesante che nelle altre specie, i femori anteriori sono lunghi il doppio degli altri; ma questa modificazione, come si capisce, se è di vantaggio nel senso che, dando al corpo punti d’appoggio fra loro distanti, ne distribuisce il suo peso su d’una maggior super- ficie, non è certo utile alla prestezza dei movimenti dell’ ani- male rendendo troppo forte la sproporzione fra gli organi lo- comotori posti davanti a paragone degli altri, il che obbliga vi il corpo, nell'atto del cammino, a tenersi un poco obliquo e S quindi l’ incesso è lento e poco regolare. Concludendo si può ritenere che nel primo gruppo il di- morfismo del rostro è semplicemente un carattere ornamentale: i mezzi di difesa sono la vita occulta, l’astuzia, il mimetismo. _Nel secondo gruppo il rostro è eminentemente un organo di- fensivo ed offensivo, pur costituendo anche un ornamento più ‘0 meno notevole secondo le sue dimensioni. Le mandibole ro- buste e dentate e una evidente facilità di movimenti servono e sono sufficienti alla difesa di questa specie. Nel terzo gruppo infine i caratteri che presenta il rostro sono ornamentali e . nello stesso tempo difensivi per la rassomiglianza coi mezzi che possono offendere: la sicurezza delle specie di questo gruppo tè pndi basata sull’ inganno in cui sono indotti i loro nemici. i Firenze, R. Istituto di Studi Superiori _ Gabinetto di Apologia deeli animali invertebrati Aprile 1892. CONTRIBUZIONI ALLO STUDIO DEI BRENTIDI DEL Dott. ANGELO SENNA Nota X. Aggiunte, Correzioni e Note critiche ai cataloghi dei Brentidi. Da quell'epoca parecchie specie furono fatte conoscere varî naturalisti ed anche da me in diversi periodici, perciò questa nota, nella quale aggiungo quelle poche dimenticate dal predetto entomologo, ed infine alcune correzioni già pi poste da altri o ch'io stimo opportuno ora indicare relati mente a specie da tempo conosciute. R. Istituto di Studi Superiori: Laboratorio di zoologia ed anatomia degli animali invertebrati, aprile 1892. Sottofam. TAPHRODERINZA. ZEMIOSES Pascoe. Deyrollei Lacord. Gen. Coléopt. VII, p. 409, n. 2. Atlas Ù) f fig. 2, a, 1866. (sub Sedastus). (1) Liste des Brenthides décrits postérieurement au Catalogue de MM. Gemmin: ger et von Harold: in Comptes-rendus de la Société Entomologique de Belgio Séance du 4 Octobre 1884. 1 Questa specie è l’unica che il Lacordaire descrisse del | gen. Sebasius che dice affine a Zemioses, ma distinto sopra- tutto per l’inserzione delle antenne nella parte superiore del rostro. Il Sig. Power (1) la ritiene invece un Zemdioses e con- | sidera spettanti al primo genere quelle specie nelle quali i I È femori posteriori sorpassano l’estremità dell'addome come nel — Z. cancellatus Lac. che deve essere perciò ritenuto un Sebasius. Io non sono contrario ad accettare questo modo di vedere È. del Sig. Power, perchè il carattere dell’inserzione delle an- } tenne, al quale il Lacordaire dà gran valore per stabilire il $ detto genere, non gli è particolare: trovasi infatti nel nuovo | genere Callipareius ed è ben visibile anche in alcune specie di Zemioses (ad es. Z. pubens Senna). La forma delle elitre appuntate all'apice nel S. Deyrollez | se poteva essere considerata come un carattere differenziale al 9 tempo in cui scriveva il Lacordaire — conoscendosi allora due g sole specie di Zemioses (Z. porcatus Pasc. e Z. cancellatus Lac.) che entrambe hanno l’apice delle elitre arrotondato — non lo è al presente, essendo state descritte tre forme di Zemioses __(Z. celtis Lew., Z. letus Senn., Z. pubens Senn.) colle elitre A . conformate come nel Sedasius Deyrollei, cioè acuminate all’apice, ; ed in queste tre specie i femori posteriori non sorpassano la Ss estremità dell'addome. La specie Deyrollei Lac. non viene | quindi ad avere alcun carattere tanto importante da esser considerata come capostipite d’un genere speciale. _ —Togliendo invece da Zemioses la specie cancellatus e con- SI siderandola quale forma tipica del gen. Sebasius, questo viene È ad esser caratterizzato, come si è detto, dai femori posteriori | che sorpassano l'addome, e assai più robusti e diversamente conformati da quelli anteriori e mediani, il che gli dona una facies particolare e lo rende ben distinto a prima vista dai veri Zemioses, nei quali i femori sono di forma regolare in | ogni paio di zampe. : ti (1) Vedi: G. Lewis, On Japan Brenthidae; in Journ. of Linnean Soc. XVII. pa- ù gina 296, 1883. Sidi letus Senna, Ann. Mus. Civ. Genova, Ser. 2.°, Vol. XI. p. 441, 1892. Karennee (Birmania). pubens Senna, lc. 439. Karennee. È mio pensiero studiare di nuovo il gen. Zemioses perchè anche colla nuova delimitazione non è molto omogeneo; le cin- que specie che comprende costituirebbero tre gruppi che sono i seguenti: 1° Torace allungato e rigonfio lateralmente presso la base, elitre arrotondate all’apice. Z. porcatus Pascoe. 2.° Torace conformato come nel 1.° gruppo, elitre acumi- nate all’apice. Z. Deyrollei Lac. 3.° Torace meno allungato e più rigonfio presso la base, solcato nel mezzo al di sopra, elitre acuminate all’apice. - Z. celtis Lew., lotus Senn., pubens Senn. SEBASIUS Lacordaire. cancellatus Lacord. Gen. Coléopt. VII, p. 409, n. 1. Atlas pl. 77, fig. 1, a, b, 1866. (sub Zemzoses). Natal. È l’unica specie finora descritta; io ne ho una inedita in collezione che le è affine per la identica conformazione dei fe- mori, del torace e dell’apice delle elitre. CYPHAGOGUS Parry. appendiculatus Fairm. Soc. Entom. de Belgique, Bullet. p. XCII, 1889. Madagascar. costipennis Fairm. l. c. p. XCIII. Madagascar. Madagascar. Gd PSEUDOCYPHAGOGUS Desbrochers des Loges, nov. gen. (1) yevos = falso, mendace; Cyphagogus, genere di Brentidi. Jour. Asiat. Soc. Bengal, Vol. 59, P. II, p. 221, 1890. | squamifer Pesbrach. disc: pe 222. Is. Andaman. 55 CALLIPAREIUS Senna, nov. gen. xo.Aimionos = che ha belle gote, ben conformate. Iug:td = guancia, ma anche la parte del volto aderente al- l'orecchio, quindi i lati della testa. Ann. Mus. Civ. Genova, Ser. II, Vol XII. p. 444, 1892. È: Fee S Senna, l. c. p. 445. E: Karennee (Birmania). E i È ANISOGNATHUS Lacordaire. DA | augurius Kolbe, Ent. Nachricht, Jahrg. XI, N.° 12, p. 187, 1885. Caffvaria, ISOGNATHUS Kolbe, nov. gen. {gog = uguale, yvafos = mandibola. Entom. Nachricht. Jahrg. XIV, N.° 20, p. 305, 1888. SL Quango — Mechowi Kolbe, 1. c. p. 234. (sub Anisognathus) A Quango. fa (1) Nella memoria ove è descritto questo nuovo genere è stampato Pseudocy- Ca) | phagonus, certamente per lapsus impressionis: infatti anche quando l’autore indica i teri Di auali il nuovo genere si pane da quelli i noti della edesima Aia TUTZ, 0g). pini Gli entomologi Gemminger e von Harold, seguendo nel Catalogus Coleopterorum il sistema di Lacordaire per la disposizione dei Brentidi, includono in questa sot- tofamiglia il gen. Aprostoma, che il Lacordaire pone con dubbio alla fine di essa non conoscendolo in natura; il Pa- scoe (1) fin dal 1872, cioè prima della pubblicazione del Catalogus, avvisa che questo genere appartiene ai Colidiidi e che fu chiamato Mecedanum da Erichson. Dieci anni dopo il Fairmaire (2) descrivendo due specie di questo genere (Aubertà e integriceps) lo riferisce alla medesima famiglia indicata dal Pascoe; ciò non ostante il Sig. Donckier de Donceel nella sua Liste des Brenthides ecc. include nuovamente fra i Brentidi il gen. Aprostoma. Il Sig. Desbrochers des Loges in un suo recente lavoro (3) risolve definitivamente la questione colla nota seguente: « Quant au genre Aprostoma Guèr. il & été réuni, avec raison, aux Clavicornes, groupe des Colidiides. Guèrin lui-méme avait réconnu son erreur, car j'ai trouvé le type de l'A. filum non dans la collection des Brenthides de. cet entomologiste, dont j'ai fait l’acquisition, mais dans celle de ces Clavicornes qui m’est revenue plus tard.... » Sottofam. EPHEBOCERINA. JONTHOCERUS Lacordaire. papuensis Macleay, Proceed. Linn. Soc. New. South Wales, 1, p. 194, 1886. Nuova Guinea. Sottofam. TRACHELIZINA. CEROBATES Schéonherr. canaliculatus Motsch. (1) Annals and Magazine of Natural History, Ser. IV, Vol. 10, p. 320, 1872. (2) Bull. Soc. Entom. France, Ser. IV, Vol. 2, p. XII e XXX, 1882. (3) Description de Curculionides et de Brenthides inédits du Musée indien de Cal- cutta: in Journ. Asiat. Soc. Bengal. Vol. 59, P. II, p. 221-222, 1890. PISA me 4g var. carinensis Senna, Ann. Mus. Civ. Genova, Ser. 2.* Vol. XII, AS p. 450, 1892. 3 Karennee. | sexsulcatus Motsch. È var. glaberrima Senna, l. c. 450. ; Alta Birmania, Karennee, Tenasserim. STEREODERMUS Lacordaire. | brevirostris Senna, Ball. Soc. Ent. Ital. Anno XXI, p. 35, 1889. 1 Messico. ti ( HOPLOPISTHIUS Senna, nov. gen. B , ; RR È p orÀov = arma, ortaBtos — di dietro, che è nella parte po- È steriore, donde 74 Srio0a = le parti deretane. 4 Ann. Mus. Civ. Genova, Ser. 2.8, Vol. XII, p. 451, 1892. e. | trichemerus Senna, l. c. p. 452. Thagatà (Tenasserim). TRACHELIZUS Schéònherr. | aureopilosus Senna, Bull. Soc. Entom. Ital. Vol. XXI, p. 105, 1890. Fonteboa (Amazonia). bhamoensis Senna, Ann. Mus. Civ. Genova. Ser. 2.8, Vol. XII, p. 456, 1892. Bhamò (Birmania). brevitibia Senna, 1. c. p. 454. i Thagatà (Tenasserim). | — ghecuanus Senna, l. c. p. 45. Karennee. insularis Senna, Notes Leyd. Mus. Vol. XIV, p. 162, 1892. Giava, Penang. modestus Senna, l. c. p. 165 Giava. | moestus Senna, l. c. p. 165. Giava. 2 A politus Senna, Ann. Mus. Civ. Genova, Ser. 2.8, Vol. XII. È p. 562, 1892. Karennee. rufomaculatus Senna, l. c. 460. Thagatà (Tenasserim). MIOLISPA Pascoe. bicanaliculata Schaufuss, Hore Soc. Entom. Rossice, XIX, p. 206, 1885. Selebes. ceylonica Desbroch., Journ. Asiat. Soc. Bengal, Vol. 59, ‘2 pr222, 1890) Ceylan. conformis Senna, Notes Leyd. Mus. Vol. XIV, p. 175, 1892. Giava. cordiformis Macleay, Proceed. Linn. Soc. New South Wales 1. p. 194, 1886. #0 Nuova Guinea. ebenina Macleay, l. c. p. 194. De Nuova Guinea. exarata Dejean (sub Ceocephalus) Desbrochers des Loges, Journ. Asiat. Soc. Bengal. Vol. 59, P. 2,° p. 223, 1890. Senna, Notes Leyd. Mus. Vol. XIV. p. 175, 1892. Nuova Guinea, Giava. = javanica Power în coll. Tcibodas (Giava). javanica Senna, Notes Leyd. Mus. Vol. XIV, p. 167, 1892. Giava. Maria Senna, 1. c. Vol. XIII, p. 165 1891. | Penang. a metallica Senna, 1. c. Vol. XIV, p. 169, 1892. sa Giava. È — Beccarii Power în coll. i | s Borneo. i al e) SRI RARE RR "o AA PAR Le LIT » Magra Lì O O La, EN A di ica ga | nove guineensis Guérin Méneville, Voyage de la Coquille, p. 109, pl. 6, fig. 13, 1830 (emend.) (sub Brenthus) — Desbro- chers des Loges. Journ. Asiat. Soc. Bengal. Vol. 59, P. 2.° p. 223, 1890. Nuova Guinea, Dorei. = Brentus (sic) puncticollis D’Urville, in Boisduval ASA de l’Astrolabe, II, p. 312, 1833? — Arrhenodes puncticollis d’ veve, in Dejean Catal. Co- lèopt. Ed. 2.° 1533. Faune entomologique de l’Océa- nie, p. 312, 1835. = Orychodes puncticollis Boisd., in Gemming. e von Ha- rold, Catal. Coléopt. Vol. IX, p. 2710, 1872. — Miolispa puncticollis Boisd. Senna, Not. Leyd. Mus. Vol. XIII, p. 165, nota. 1891. Adotto il nome dato a questa specie dal Guérin a motivo lcila priorità sua: non so perchè i sigg. Gemminger e von Harold preferiscano il nome di Boisduval, posteriore a quello di Guérin, sebbene quest’ultimo autore abbia anche dato una dettagliata descrizione, più che sufficiente a riconoscere la spe- cie. Il Sig. Desbrochers des Loges nel 1890 riporta pel primo questa specie al gen. Miolispa e, dicendola a torto inedita, la descrive brevemente su un esemplare della sua collezione pro- veniente da quella dello stesso Guérin Méneville ed avente la seritta: « Brenthus nova (sic) guineensis Guerin — Voy. de Duperry, nov. gen. (à oreilles). » nupta Senna, Notes Leyd. Mus. Vol. XIV, p. 171, 1892. Giava. pumilla Montrouzier, Essai sur la faune de î'île de Woodlark ou Moiou: in Ann. Soc. Agric. Lyon. VII, 1, p. 37, 1857. (sub Cephalobarus). Is. Woodlark. Molto probabilmente questa specie è da ritenersi apparte- nente a questo genere: la conformazione del rostro, della te- sta, del torace e delle elitre, come pure la colorazione nero- NR TIT PONE IVA PIT I RATORI e I RIE LI PRRCNIZIAIATO I EI VE ata TITO PRE SR CSI 3 f° n di GATE O To a Ve AE A Mo — 46 — bronzata del corpo e ferruginea delle zampe richiamano alla. mente alcune forme di questo genere. Nel Catalogus Co- leopterorum è posta fra i Trachelizus secondo l'opinione di Lacordaire. (1) semivelata Schaufuss, Hore Soc. Entom. Rossic. XIX. p. 206, 1885. Sud Selebes. striata Schaufuss, l. c. n. 206. Nuova Galles del Sud. Sottofam. AMORPHOCEPHALINA. CORDUS Schéònherr. peguanus Senna, Ann. Mus. Civ. Genova, Ser. 2.8, Vol. XII, p. 463, 1892. Pegù. AMORPHOCEPHALUS Schònherr. < hospes Kolbe, Entomol. Nachricht. Jahrg. XI, p. 188, 1885. Zanzibar. Sottofam. ARRHENODINZE. PROPHTHALMUS Lacordaire. | potens Lacordaire, Gen. des Colèopt. VII, p. 428, Note 2, 1866. Assam. 4 = sanguinalis Pascoe, Ann. and Mag. Nat. Hist. X, p. 322, ti XV Bg. 6; 82. s India. Nella descrizione del P. sanguinalis, il Pascoe lo dice « apparently near P. potens Lac. » e lo distingue sopratutto per gl’interstizî suturali più larghi, più stretti gli altri e per (1) Genera des Coltoptères, VII, p. 442, note 2, 1866. i — 47° — le macchie sulle elitre. Paragonando la sua diagnosi a quella del P. potens di Lacordaire, m’era nato il dubbio che si trat- tasse della stessa specie, od al più, di una varietà dell’ ultima citata. L'esame di parecchi esemplari della mia collezione, di quella del Conte Turati e del Museo Civico di Genova mi di- mostrò che gl’interstizî sono un poco variabili in larghezza e spesso proporzionali alle dimensioni degli individui. Le mac- chie sulle elitre sono in pari modo variabili. Recentemente al Sig. Pascoe venne lo stesso dubbio, e infatti nel 1888 mi scrisse: « I am inclined to think that P. sanguinalis is P. po- tens Lacord. versicolor Senna, Ann. Mus. Civic. Genova. Ser. 2.°, Vol. XII, p. 466, 1892; Notes Leyden Mus. Vol. XIV, p. 470, 1892. Karennee, Giava. AGRIORRHYNCHUS Power. quadrituberculatus Senna, Ann. Mus. Civ. Genova, Ser. 2.*, Vol. XII, p. 400, 1892. Karennee, Tenasserim. SPATHERHINUS Power. eupsaloides Kolbe, Entom. Nachrich. Jahrg. XIV, p. 306, 1888. Quango. juvenilis Kolbe, 1. c. p. 307. Joubu. longiceps Kolbe, l. c. p. 308. Gabon, Cap. Palmas. ophthalmicus Kolbe, l c. p. 307. Gabon. picturatus Kolbe, l. c. p. 306. Quango. EUPSALIS Lacordaire. ; bifalcata Fairm. Ball. Soc. Entom. de Belgique, Vol. XXVIII, p. CXLVII, 1884. (emend.) — Ann. Soe. Entom. Frane. Sér. 6.° tom. VII, p. 325, 1887. Guelidi, Quabbi. Questa specie descritta prima della pubblicazione della Liste ,des Brenthides ecc. fu dimenticata dal Signor Donckier de Donceel. coracina Kolbe, Sitzungbericht. d. Gesellsch. naturforsch. Freunde z. Berlin. p. 76, 1883. Madagascar. Anche questa specie non figura nella Liste più volte citata. ARRHENODES Schéonherr. Nel Bullettino della Società Entomologica Italiana, anno XXI, p. 104, 1889, ho descritto dell’A. elegans Erich. una var. servittata che riconosco ora non buona e che era basata su d’un esemplare erroneamente determinato come A. elegans da un entomologo testè defunto. Essa deve quindi considerarsi come non pubblicata. ì Il genere Arrhenodes nel Catalogus Coleoptero- rum comprende 81 specie, ma di queste 31 almeno 11 devono esser levate: tra esse alcune furono già poste in altri generi e sono indicate nella Liste ecc. del Sig. Donckier, altre le tolgo io pel primo e le nominerò più innanzi. Le due specie approrimans e facilis di Walker (1) non appartengono certa- mente a questo genere: a me però, dalle brevissime descrizioni che ne dà l’autore, è riuscito impossibile comprendere in qual genere potessero raggrupparsi. - STRATIORRHINA Pascoe. femoralis Ritsema, Notes Leyd. Mus. Vol. IV, p. 188, 1882. Sumatra. Specie non catalogata nella Liste des Brenthides ecc. (1) Annals and Magaz. of Natural History. Ser. ITI, Vol. 3. p. 262, 1859. 0 & ” x h Ù si a TA REL, a I TE ANT I) ea A rate Lita er rg grti CYRIODONTUS Kirsch. Berlin. Entom. Zeitsch. XI, p. 216, 1867. lineatus Gylh. in Schònh. Gen. Cure. 1, p. 476, 1833. (sub Arrhenodes). Colombia. Nel Catal. Coleopt. questa specie, per la quale il Kirsch avea stabilito il genere sunnominato, è inclusa fra gli Arrhenodes. Io credo miglior partito separarla, come si fece per altre che fanno ora parte di Spatherhinus ed Eupsalis af- fine di rendere il genere Arrhenodes più omogeneo. ORYCHODES Pascoe. degener Senna, Ann. Mus. Civ. Genova, Ser. 2.*, Vol. XII, ‘| p. 474, 1892. Tenasserim. femoratus Schaufuss, Hore Soc. Entom. Rossica, XIX, p. 206. 1885. Selebes. piliferus Senna, Notes Leyden Museum Vol. XIV, p. 177, 1892. Giava. Ritsema Senna, 1. c. Vol. XIII, p. 161, 1891. Malacca. sinensis Fairm. Revue d’Entomologie, Caen, tom. VII, 1888. Pechino. Sottofam. BELOPHORINA. ECTOCEMUS Pascoe. (1) Dallo studio di numerosi esemplari di £. decemmaculatus Montr. (2) della mia collezione e di quella del Museo Civico (1) Adotto il nome proposto dal Pascoe in luogo di quello di Montrouzier (IMega- | cerus), essendo stato quest’ultimo già adoperato due volte in altra famiglia. (2) Vedi: Ann. Soc. Agr. Lyon. VII, 1, p. 37, 1857. Anno XXIV. 4 alt: a di Storia Naturale di Genova, io credo di poter ritenere che la suddetta specie sia la stessa descritta dal Pascoe come £. Wallacei. Nella descrizione che il Montrouzier da del suo M. decem- maculatus dice: « Corselet lisse et luisant, d’un ferrugineux plus clair avec deux taches noires nuageuses sur le milieu. Elytres plus foncées, striées et fortement ponctuées, un peu excavées au bout avec six taches longues en avant et quatre à peu près arrondies en arrière ». Gli esemplari di Montrou- zier sono dell’ Isola Woodlark. Il Sig. Pascoe (1) descrivendo il suo £. Wallacei dice : « Prothorax impunctate, yellowish ferruginous, shining; elytra black, roughly punctate-striate, with an interrupted yellow line near the suture, another line sometimes externally..... ». Gli esemplari descritti sono di Batcian e l’autore ne ha anche delle Isole Salomone. Comunicato il mio dubbio all’egregio entomologo inglese, egli mi risponde che anzitutto i suoi esemplari di E. Wallacez. presentano variazioni nella parte apicale del rostro — del che non faccio meraviglia alcuna essendo questa espansione ante- riore variabile anche in altre specie — confrontando poi i suoi esemplari con un individuo di E. decemmaculatus ch'io gli comunicai, conclude: « My E. Wallacei is E. decemmaculatus, but it does not quite agree, it has no spots on the prothorax and those on the elytra, according to Montrouzier’s description, have six spots at the base, whereas two spots are more nearly median, and so on... » Relativamente alle variazioni ch’ egli ha riscontrate io posso opporre quanto segue: 1.° Nell’E. decemmaculatus il to- race è spesso completamente rosso-ferrugineo o più di rado rosso-bruno; nel caso che il torace presenti una macchia; questa talvolta è mediana, più o meno larga e raggiungente o no il margine alla base; oppure è doppia — cioè divisa nel (1) F. P. PascoE: Notes on the Brenthide: in Journ. of Entomology, Vol. I, pa- gina 388, 1862. SARA mezzo: tanto nell’ un caso come nell’ altro, l'evidenza della porzione colorata in nero è più o meno accentuata. 2.° La co- lorazione delle elitre che il Pascoe dice: « black » e Montrou- zier chiama « plus foncée » (rispettivamente al torace) offre pure notevoli passaggi quando sl esaminino molti esemplari ; in alcuni piccoli individui le elitre sono rossastre. 3.° Le linee che stanno sugli interstizî delle elitre variano nel numero. In un esemplare del Museo Civico di Genova, che fu confrontato col tipo di Montrouzier, vedonsi tre linee, delle quali due sono presso la sutura e la terza, più allungata, presso il margine laterale; dopo la metà, vicino alla sutura, sonvi quattro piccole linee disposte alla medesima altezza in modo che formano una breve fascia trasversale, infine vedesi una piccola linea presso il margine laterale ed un’altra più piccola alla declività api- .cale. In altri individui mancano le linee all’apice e al margine laterale, e quelle dopo il mezzo talora sono solamente tre op- pure due, tal’altra una sola o manca anch’ essa: in alcuni altri è visibile un piccolo punto dal lato esterno della linea basale. Da tutto ciò si comprende che i caratteri differenziali forniti dalle macchie del torace e dalle elitre sono molto elastici e di poco valore per stabilire le specie: spesso avviene che in certi individui alcune linee siano più evidenti da un lato che dall'altro e perfino mancanti da una parte. Perciò a me pare certa la identità dell’E. decemmaculatus Montr. col- VE. Wallacei Pasc. Nel Museo Civico di Genova, alcuni indi- vidui corrispondenti perfettamente alla descrizione dell E. Wal- lacei furono dal Power uniti senz'altro all’ E. decemmaculatus. Quando il Fairmaire nel 1883 pubblicò il suo Essai sur les Coléoptères de l’Archipel dela Nou- velle Bretagne (1) identificò e fece conoscere meglio alcune specie già descritte nel 1855 dal Montrouzier: fra le altre, dà una diagnosi completa dell’E. decemmaculatus Montr. che è la seguente: « Y. Niger, nitidus, subtus (prosterni late- (1) Annales de la Société Entomologique de Belgique, Tom. XXVII, p. 4l. STIRIA ribus exceptis) antennis et pedibus castaneo-rufis, elytris ma- culis vittaeformibus utrinque 5, apiceque late castaneo-fulvis; rostro opaco, supra sulcato, parte basale cylindrica, asperiter granulosa, parte anteriore medio fortiter constricta, apice triangulari, marginibus reflexis, serratis; antennis omnino stri- gosis ». A questi caratteri aggiunge: « ce Brenthide parait très voisin de lE. pterygorhynus Gestr. da Cap York, que je ne connais pas en nature, mais il est facile è distinguer par la couleur rouge de l’extrémité des elytres. » La diagnosi suddetta è identica alla lettera a quella di Bates pel suo £ ruficauda (1) alla quale quest’ultimo autore aggiunge: « This species so nearly resembles E. pterygorAynus of Cap York, Australia, that I have some hesitation in descri- bing it as distinct » e passando in esame i caratteri differen- ziali tra la specie di Gestro e la sua, annovera le linee sulle elitre e il margine apicale rossiccio. Il Fairmaire (1. c.) ritiene 1 E. ruficauda Bates, la stessa specie che l’ E. decemmaculatus Montr. e come tale mette il nome di Bates sinonimo del decemmaculatus. Io condivido pie- namente l’opinione sua nel ritenere gli esemplari descritti dall’entomologo inglese identici a quelli studiati da lui, ma non ho dubbio alcuno ch’egli sia in errore quando riferisce all’E. decemmaculatus Montrouz. gli esemplari ch’egli avea sott'occhio e quindi anche quelli di Bates. Basterà ch'io dica che il Fairmaire nella diagnosi dell’ Ectocemus della N. Bre- tagna lo descrive come tutto nero, eccettuate le antenne, i piedi ecc., mentre il Montrouzier, come accennai poc'anzi, lo dice col protorace « ferrugineux clair » e colle elitre « plus foncèes. » Io invece ritengo che l’ Ectocemus studiato da Fair- maire e quindi gli E. ruficauda Bates siano la stessa specie che VE. pterygorhynus Gestr. (2) di cui il Fairmaire confessa di non avere veduto alcun esemplare. Entrambi gli autori (1) Vedi, Proceed. Zoolog. Soc. 1877. @) Vedi, Annal. Mus. Civ. Stor. Natur. — Genova, Vol. VIII, p. 519, 1876. EMO, LI VAIO STI PE O I e. elimini RUOTE Rei ammettono l'estrema affinità delle rispettive loro specie con quella di Gestro, della quale il Fairmaire la ritiene differente per la colorazione dell’apice delle elitre, il Bates per il mede- simo carattere e per quello delle linee gialle sugli interstizî. Io ho esaminati alcuni E. ruficauda donati al Museo Civico di Genova dallo stesso Bates e ben 53 esemplari di E. pteryg0- rhynus Gestr. nel qual numero sono compresi tutti quelli appartenenti al Museo di Genova (28) che posso ritener tipici. Da questo materiale ho osservato che la colorazione rossiccia dell’apice delle elitre nel E. ruficauda è più o meno viva; è ben distinta negli esemplari maggiori, quasi mancante nei pic- coli. Alcuni esemplari dell’E. pterygorhynus hanno l’apice delle elitre rossiccio, in altri questo colore è meno evidente, ed in altri (anche in questo caso sono quelli di piccole dimen- sioni) è nero: esistono insomma passaggi regolari dall’apice ‘colorato come il resto delle elitre a quello volgente al rossic- cio-fulvo. Le linee gialle o giallo-ferruginose sulle elitre cor- rispondono in alcuni esemplari tipici di £. pterygorhynus a quelle dell’ E. ruficauda, in altri sono più numerose e, in que- sto caso, assumono precisamente la disposizione come nell’ Z. decemmaculatus Montr. Ritengo quindi gli Ectocemus di Fair- maire uguali a quelli di Bates e identici alla specie di Gestro, Ora se si volesse riferire gli Ectocemus studiati da Fairmaire all’E. decemmaculatus di Montrouzier si dovrebbe anche am- mettere, per quanto ho dimostrato più sopra, VE. pterygorhy- nus Gestro e quindi lE. Wallacei Pasc. sinonimi del decem- maculatus. Io per ora sono contrario a quest’unione, sebbene le due specie (E. pterygorhynus e decemmaculatus) siano assai vicine e differiscano essenzialmente per la colorazione generale del corpo, nera nella prima specie, rosso-ferruginosa o più scura nella seconda. Non sarebbe però impossibile che si do- vesse giungere a un tal risultato qualora si avesse agio di esaminare numerosi materiali di località assai diverse in quanto chè nei Brentidi come assai giustamente mi scrive il Pascoe < there is such an immense amount of variability when you SRI CS have a good series, that one is ea left in doubt ta; » then claims to separation ». Riassumendo ecco le mie conclusioni: E. (Megacerus) decemmaculatus Montrouzier, 1855. = E. Wallacei Pascoe, 1862. E. pterygorhynus Gestro, 1876. — E. ruficauda Bates, 1887. — E. decemmaculatus Fairmaire (non Montr.) 1883. pogonocerus Montrouz. Ann. Soc. Agric. Lyon, Ser. II, 3 Vol. VII, p. 37, 1855. Fairm. Ann. Soc. Ent. Belgique, | Tom. XXVII, p. 42, 1883. | = spinipennis Fairm. Le Naturaliste, III, p. 347, 1881. È lo stesso Fairmaire che ritiene la sua specie sinonima di quella di Montrouzier. Nella Liste des Brenthi- des ecc. figurano le due specie ancora distinte, quantunque la correzione fosse stata indicata un anno prima della pubbli- fit atei cn i redatta nà cazione del Supplemento suddetto. quatuor-dentulus Desbroch. Journ. Asiat. Soc. Bengal. Vo- : lume59.°% P. I; -p./219;- 1890. Isole Andaman.. spinirostris Walker, Ann. and Mag. Natur. Histor. Ser. 3.%, Vol. 3.°, p. 262, 1359. Ceylan. Ii Walker dà una breve frase descrittiva di questa specie e la mette nel gen. Nemocephalus: i sigg. Gemminger e von Harold, seguendo il parere espresso dal Lacordaire (1), la rife- riscono a Leptorrhynchus (Ithystenus). Dalla pubblicazione del Catalogus Coleopterorum, nessuno ebbe mai agio di ristudiare questa specie che esiste nelle collezioni del Bri- tish Museum. Vengo ora a sapere, per gentile comunicazione . del sig. Francis P. Pascoe, che la specie in questione è un vero Ectocemus e perciò la includo in esso. È probabile che A ge fa i as ; PPT E A PE LO III EIORO MENTI EI TESE TREO NP STR E dp PLL Pri ai O i (1) Op. cit. Vol. VII, p. 463. Nota. a Sie a " Na: " PARI PIER CI SITE ERE E RA ‘anche la specie Nemocephalus planicollis, che il Walker indica della medesima località (Ceylan) e che gli entomologi di Ber- lino riportano a Leptorrhynchus, sia un Ectocemus, come mì sembra di poter concludere dal carattere del rostro « late- ribus subtuberculatis »; io però finora non l’ho veduta. HOPLITERRHYNCHUS Senna, nov. gen. oràitns = armato gravemente, gUfXos = rostro. Bull. Soc. Entom. Ital. Anno XXIV, p. 27, 1892. Emma Senna, l. c. p. 28. Malesia. EPICOINONEUS Senna, nov. gen. ertxotyovin = ho qualche cosa d’affine con un altro. Ann. Mus. Civic. Genova. Ser. 2.*, Vol. XII, p. 476, 1892. femoralis Senna 1. c. p. 478. Karennee. RHAPHIDORRHYNCHUS Schéonherr. insculptus Senna, Bull. Soc. Ent. Italian. Anno XXI, p.36, 1889. Fonteboa (Amazonia). Sottofam. EUTRACHELINA. EUTRACHELUS Latreille. Il sig. Ritsema (1) ritiene l’E. sumatrensis Waterh (2) una varietà dell’ E. Temmincki Latr. (1) Vedi: Synonymical Remarks on Coleoptera, in Notes Leyd. Mus. Vol. 6, 1884. (2) Vedi: Trans. Entom. Soc. London, p. 489, 1881. Re, Sottofam. BRENTHINA. CLAEODERES Schénherr. mexicanus Bohem. var. tristis Senna, Bull. Soc. Entom. Ital. Anno XXI, p. 107, 1889. Yami Amazzoni, Perù. CEPHALOBARUS Schoònherr. macrocephalus Dejean, var. maculata Senna, (ex Boheman) Bull. Soc. Entom. Ital. Ann. XXI, p. 35, 1889. Nuova Granata. var. flavo-ornata Senna, l. c. p. 35. Colombia. BRENTHUS Fabricio. anchorago Linneo. var. severa Senna, Bull. Soc. Entom. Ital. Anno XXI, p. 108, 1889. Perù. Sottofam. CEOCEPHALINA. HORMOCERUS Schonherr. annulipes Schaufuss, Hore Soc. Entom. Rossice XXI, p. 138, 1887. Macassar. RHYNOPTERYX Lacordaire. errans Kolbe, Berl. Entom, Zeitsch. p. 36, 1883. — Nov. Act. d. K. Leop. Carol. Deutsch. Akad. de Naturforsch. B. 4, N.° 3, con fig. 1887. Chinchoxo. J a VT STAI] nn Anche questa specie di cui il Kolbe ha dato la diagnosi fino dal 1883 non è compresa nella Liste des Bre n- thides ecc. CEOCEPHALUS Schònherr. fraterculus Kolbe, Sitzungb. d. Gesellsch. naturforsch. Fre- und. z. Berlin, p. 77, 1883. Madagascar. Altra specie non compresa nel Supplemento pubblicato nel 1884. PIAZOCNEMIS Lacordaire. Adotto il nome di Lacordaire a preferenza di quello stabi- lito dal Chevrolat, perchè quello proposto da quest’ultimo fu già adoperato per indicare un genere di pesci. Le specie malgasce di questo genere furono studiate con cura dal Kolbe e divise in due sottogeneri: Piazocnemis (Centrophorus) s. st. assiduus Kolbe, Stett. Ent. Zeit. p. 387, 1883. compressipes Chevrolat, Rev. Zool. p. 181, 1839; Schònherr, Gen. Curc. V. p. 553, 1840. encaustus Bohem. Schénherr, Gen. Cure. V. p. 552. nigritus Klug. Abhand. Berl. Akad. 1, p. 196, 1833. picicornis Klug. l. c. p. 195. validirostris Kolbe, Stett. Ent. Zeitsch. p. 387, 1883. Synhomales Kolbe; da cy = insieme ed Homales genere di Brentidi. Stett. Entom. Zeisch. p. 383, 1883 (emendat.) (1). aeneolus Kolbe, Stett. Ent. Zeitsch. p. 387, 1883. atratus Klug. Abhandl. Berl. Ac. 1, p. 135, 1833. Chevrol. Revue Zoolog. p. 180, 1839. (1) In Stett. Ent. Zeitsch. p. 383, 1883, il nuovo sottogenere è indicato col nome di Homales: il Kolbe lo corresse nello stesso anno in Synhomales nelle Sitzungb. d. Gesellsch. Naturf. Freund. p. 79, avendo adottato il primo per un genere di Itistenini. dives Lacord. Gen. d. Coléopt. VII, p. 454, nota. 1866. rectirostris Kolbe, Stett. Ent. Zeitsch. p. 387, 1883. Nel Supplemento al Catalogus Coleopterorum del Sig. Donckier sono catalogate le specie descritte dal Kolbe, ma figurano indistintamente sotto il genere Centrophorus. A me pare invece utile mantenere il sottogenere Synhomales per- chè le specie che vi appartengono, come dimostra il Kolbe (1), richiamano il gen. Homales e quindi ravvicinano i Ceocefalini agli Itistenini. Il C. metallicus Chevrol. Rev. Zool. p. 177, 1839. È iden- tico secondo il Kolbe ad Amerismus cavicaudatus Chevrol. To non conosco questa specie, ed è sulla fede dell’ entomologo berlinese che la indico, non facendosene alcun cenno nella Liste des Brenthides etc. La sinonimia C. striatulus Oliv. = C. compressipes Che- vrolat, che è indicata nel Catalogus Coleopterorum è pure inesatta. Il Kolbe (2) fa notare che la patria della spe- cie d’Olivier è l’India orientale e non il Madagascar, come. indicano i Sigg. Gemminger e von Harold, e infatti la figura dell’Olivier non corrisponde al compressipes Chevr., specie, que- st’ultima, ben identificata e comune nel Madagascar. Il C. stria- tulus non è bene accertato finora che specie sia. SCHIZOTRACHELUS Lacordaire. birmanicus Senna, Ann. Mus, Civ. Genova, Ser. 2.*, Vol. XII, p.-485, 1892. Bhamò (Birmania). carinensis Senna, l. c. p. 483. Karennee. carinirostris Senna. l. c. p. 489. Birmania, Tenasserim. - consanguineus Senna, l. c. p. 485. Karennee. (1) Vedi: Sitzungb. Gesellsch. naturf. Freund,'p. 81, 1883. (2) Stett. Ent. Zeitsch. p. 388, 1885. e dl ti so etti casi cea intermedius Senna, l. c. p. 481. S Bhamò, Karennee. È sculptiventris Senna, l. c. p. 488. ; Tenasserim. - unicolor Montrouzier, Ann. Soc. Agr. Lyon, Ser. II, Tom. VII, p. 37, 1855. Nuova Caledonia. Il Montrouzier descrive queste specie come un Arrheno- des; e pure sotto questo genere è data nel Catalogus Coleopterorum. Il Museo Civico di Storia Naturale di Genova possiede tre esemplari di questa specie, raccolti dal D’ Albertis nella sua esplorazione sul Fly, ed essi fu- rono confrontati dal Sig. Power col tipo di Montrouzier, A hg che è un vero Schizotrachelus appartenente al primo gruppo stabilito dal Lacordaire. Il Montrouzier dopo ia descrizione dell'A. wnicolor accenna brevemente ad un A. puncetatus e dice che ha « les plus grands rapports » con esso, « mais dont il se distingue par son corselet ponctué et ses élytres striées et marquées de gros points enfoncés et allignés ». Nel Cata- logus Coleopterorum figura come un Arrhenodes. Nelle collezioni del Museo Civico Genovese, trovo un indivi- duo di questa specie, proveniente da Halmahera e che fu con- frontato dal Power ‘col tipo di Montrouzier; esso non può in alcun modo appartenere al gen. Arrhenodes, ma è con dubbio ch'io lo includo nel presente genere, perchè la troncatura della base della testa, che in tutti i Schizotrachelus è ben distinta, nel punctatus è invece assai debole e simile a quella di alcuni Ceocefalini. AUTARCUS Senna, nov. gen. avtaczis = che basta a sè stesso, indipendente. g' Caput parvum, transversum, modice sulcatum, squamosum, oculis basin capitis non attingentibus, modice prominulis. Rostrum elongatum, parte basali antica multo longiore, valde Ri ii SECO SPINIELVI VARI anti SRL! CZ E robusta, punctato-squamosa, in medio ampliata et latitudine i capitis superante, sulcata, ad antennas angusta et rotundata; parte apicali cylindrica, apici vir dilatata, canaliculata usque ad medium. Antenne subfiliformae, modice robustae, articulo 1.° clavato, robusto; 2.° apici dilatato, basi externe incurvo; 3.° longiore, apici ampliato; 4.° et 5. subquadratis, praecedente unocuoque breviore sed latiore; 62, 7.°, 8.° moniliformibus, gradatim bre- vioribus et minoribus: articulis apicalibus longioribus, 9.° et 10 cylindricis, 11.° apici acuminato. Prothorax ovatus, punctato-squamosus, antice angustatus, in dorso deplanatus et sulcatus. Elytra elongata, basi emarginata et modice dentata, lateri- bus parallela, apicem versus angustata, et breviter appendiculata, in dorso punctato-sulcata, squamosa. Femora omnia inermia, clavata; tibiae subrectae, tarsi arti culo 1.° sequente longiore. Q Differt capite vix longiore, rostro breviore, parte apicali levissima, filiformi, gracillima, longitudinis partis basalis; an- tennis minus elongatis; prothorace breviore ac robustiore; elytris apici attenuatis et anguste rotundatis. Creo questo nuovo genere pel C'eocephalus laticollis Per- roud (1) che i sigg. Gemminger e von Harold collocano nel gen. Hormocerus seguendo l'opinione di Lacordaire (2) al quale questa specie era sconosciuta. Dal genere Hormocerus differisce siffattamente che è im- possibile che vi possa appartenere: in molte collezioni la sud-. detta specie è messa tra gli Uropterus, dai quali differisce per la forma del capo, pel rostro che nel mezzo della porzione basale è più largo della testa, mentre negli Uropterus è uguale e nella parte apicale è più gracile, inoltre per le antenne più (1) PerrouD et MoxtRrovzIEr. — Essai sur la faune entomologique de Kanala (Nou- velle Caledonie) in Ann. Soc. Linnéenne de Lyon, p. 135, 1864. — Mélanges entomolog. IV. p. 90. (2) Op. c. p. 448, note. i i Isga. a lunghe e di differente struttura, pel torace molto più corto e | più largo, ed infine per le elitre coli’apice semplicemente ap- | pendicolato e non codato. Sottotam. NEMOCEPHALINA. AMERISMUS Lacordaire. cavicaudatus Chevrol. Rev. Zool. p. 176, 1839. — Centrophorus metallicus Chevrol. (fide Kolbe). Hildebrandti Kolbe. Sitzungb. d. Gesellsch. naturf. Freund. e z. Berlin, p. (9, 1883. Madagascar. L'ultima è un’altra specie non indicata nella Liste des Brenthides. ACRATUS Lacordaire. propinquus Senna, Bull. Soc. Entom. Ital. Anno XXI, p. 108, 1889. Fonteboa (Amazonia). Sottofam. ITHYSTENINA. HOMALES Kolbe, nov. gen. ouarns = liscio. Sitzung. d. Gesellsch. naturf. d. Freund. z. Berlin, p. 80, 1883. glaber Kolbe, l. c. p. 81. Madagascar. metallicus Kolbe, 1. c. p. 82. Madagascar. Anche questo genere e le sue specie non figurano nel Supplemento del Sig. Donckier, sebbene siano state descritte un anno prima della pubblicazione di quello. be Lene Li n Da i e e E a ACHRIONOTA Pascoe. setigera Senna, Bull. Soc. Entom. Ital. Anno XXI, p. 102, 1887. — n Selebes. PHOCYLIDES Pascoe. Pascoei Macleay, Proceed. Linn. Soc. New South Wales, 1, p. 193, 1886. Nuova Guinea. CEDIOCERA Pascoe, nov. gen. Etim. non indicata. Ann. Mag. Nat. Hist. p. 20, 1887. longicornis Pascoe, l. c. p. 20. Is. Andaman. tristis Senna, Notes Leyd. Mus. Vol. XIV, p. 181, 1892. Giava, Perak, Sumatra, Borneo. — Heteroplites sp. ined. (Lacordaire), H. unicolor Pow. in coll. Diurus unicolor Chevrol. in coll. DIURUS Pascoe. Dò l'elenco completo delle specie di questo genere colla sinonimia di alcune di esse stabilita dal Ritsema, perchè non viene riportata nel Supplemento al Catalogus Coleo p- terorum. antennatus Ritsema, Notes Leyd. Mus. Vol. IV, p. 214, 1882. 5 Giava. compressicauda Fairmaire, Le Naturaliste, Vol. III, p. 349, 1881. ZA Is. Ponape (Caroline). Specie non elencata dal Sig. Donckier. erythropus Ritsema, Notes Leyd. Mus. Vol. IV, p. 210, 1882. Sumatra. &-( 99 forcipatus Westwood, The Cabinet of Or. Entom. tav. 15, f. 3, è. 1848. — Ritsema, Notes. Leyd. Mus. Vol. IV, p. 215, 216, 9. 1882. Giava. = furcillatus Pascoe, Journ. of Entom. Vol. 1, 9. p. 393, 1862. furcillatus Gylh. Schònh. Gen. Curc, 1, p. 359, 1833. — Guér. Ic. tav. 36, f. 8. — Ritsema, Notes Leyd. Mus. Vol. IV, p. 215, 1882. Isola della Sonda, Giava. = dispar Pascoe, Journ. of Entom. Vol. 1, 9. p. 393, 1862. Il Ritsema ritiene l'esemplare descritto dal Pascoe (D. di- spar) un $ e non una 2: il Pascoe (1) un 3 dimorfico. ominosus Senna, Ann. Mus. Civ. Genova, Ser. 2.°, Vol. XII, = p.- 492, 1892. Karennee. sphacelatus Pascoe, Ann. Mag. Nat. His. p. 19, 1887. Is. Andaman. tarsatus Ritsema, Not. Leyd. Mus. Vol. IV, p. 212, 1882. : Borneo. (1) Ann. Mag. Nat. Hist. p. 19, 1887. 'HIFITIZIIFIZIFIIZIA Te e a, ERETICI SEORICAI AMC O SISSA EE A CONTRIBUZIONE ALLA FAUNA DITTEROLOGICA. DELLA PROVINCIA DI PAVIA DI MARIO BEZZI PARTE SECONDA. In questa seconda parte del mio catalogo, si comprendono 228 specie di ditteri ortorafi, e 49 da aggiungersi a quelle già pubblicate di ciclorafi. Con ciò il numero delle specie finora raccolte nella provin> cia di Pavia sale a 597, non troppo scarso quando sì pensi al tempo limitato delle ricerche ed alla zona in cui queste si esercitarono, ristretta quasi esclusivamente agli immediati din- torni di questo capoluogo. Ho creduto bene di dare in fine un catalogo sistematico generale, nonchè una tavola, dalla quale si rilevi il numero dei generi e delle specie per le singole famiglie. Delle specie qui enumerate ho descritto come nuova la Coelosia fusca: descrivo anche il Saropogon ticinense nov. var. Anche riguardo alle specie già raccolte nello scorso anno ho potuto fare altre osservazioni, specialmente sull’ alter- narsi dei periodi di maggiore o minore abbondanza. Così ad esempio la Thelaira nigripes F. comune per l’addietro al bosco del Rottone, vi mancava affatto l’anno scorso; nello stesso caso si presentò la Ceria conopsotdes L., di cui non vidi che qualche raro individuo. Altre specie all’ incontro, dap- prima non trovate o mostratesi molto rare, ora raccolsi in ab- bondanza: tutte le Cordylurinae, la Myodina vibrans L., la È e sono del novero l’Opomyza florum F., la Sapromyza plumi- — cornis FIl.,, la ivellia syngenesiae F., le Thryptocera sila- i cea Mgn. ed eroleta Mogn., la Pyrophaena rosarum F., il Chry- sotorum fasciculatum Deg. Ì Quanto spetta alla determinazione, ed all'ordinamento si- stematico, valga ciò che dissi nella prima parte. Alla bibliogra- ra: . . . . . a . fia ditterologica italiana ho solo queste poche aggiunte da fare. | Genè G. Memoria per servire alla storia naturale di una specie di Ceci- domia che vive sugli iperici. Mem. Acc. Sc. Torino, XXXVI, 1833, p. 287. $ GigLIo-Tos E. Le specie europee del gen. Chrysotorum Mgn. — Atti Fi Acc. Sc. Torino, XXVI, 1890. — — Nuove specie di ditteri del Museo zoologico di Torino, (III). Bo? Mus. zool. An. comp. Univ. Torino, 1891, VI, N. 94. — — Di alcune specie del gen. Echinomyia Dumrl. — 1. c., 1891, VI, N. 96. — — Nuove specie di ditteri del Museo zoologico di Torino. (IV). l. c. 1891, VI, N. 97. Kocx C. Beitrag zur Dipteren-Fauna Tirols. Zeitschr. Ferd. Innsbruck, 17 Heft. 1872, p. 329. — Marrtens G. von. — Reise nach Venedig. — Un, 1838, Parte IL N Italien. Stuttgard. 1844. — Vol. IL | Massarongo 0. — Prospetto ragionato degli insetti della provincia di ; di Verona. — Verona 1891. Mix I — Epiîthalassius Sancti-Marci, in neues Dipteron aus Venedig. = Wien. Ent. Zeit. X, 1891. p. 186. .|— — Vorliufige Notiz iiber Parathalassius Blasigii, ein neues Dipte- I ( n ron aus Venedig. — l. c. p. 216. «| — — Fine Cecidomyiden-Galle auf Biscuzella savatilis Schleich aus Val Popena in Italien. — ]. c. p. 309. | RoepER V. von. — Dipteren von der Insel Sardinien. — 1. c. III, 1884, p. 40. sd i ALDI Dal Laboratorio Zoologico dell’ Università di Pavia, Dicembre 1891. Anno XXIV 5 reti î CIRO poco MS SR ii vi Mi V fatta: Gia Ur. D® e ie: Te E I. DIPTERA ORTHORHAPHA. A. NEMATOCERA. 0) Gligoneura. Fam. CECIDOMYIDAF. Cecidomyinae. Gen. Cecidomyia Mgn. Radn. C, JI; A, I, 199. — Cylindrocera p. Lioy IX, 503. A. Cecidomyia Rndn. — D, XI, 289, 318. C. Sisymbrii Schrk. — Schin. II, 374; Berg. u. Lw. Verh. k. K. z. b. Ges. XXVI, 74. Il Dott. S. Calloni (Rend. Ist. Lomb. Ser. II, V. XIX, p. 12-13 estr.) dice di aver raccolto le larve di questa Cecidomia nei dintorni di Pavia, in estate, su Bardarea vulgaris R. Br. Nasturtium pa- lustre DC. e amphibium DO. — Lugano (Calloni). B. Contarinia. Rndn. D, XI, 289. 319. C. hyperici Bremi. — Schin. II, 382; Berg. u. Lw. 1. c. 48. Su un Aypericum perforatum L. raccolto presso Pavia osservai le galle di questa specie, identiche a quelle figurate dal Genè in Mem. Acc. Sc. Torino 1833, XXXVI, 291 e tav. 13. Allevatele, ne uscirono solo calcididi parassiti. Il Rondani (1. c.) mette questa Cecidomyia fra le sue Contarinie, dandole il nome di C. Ayperici Genè, sotto il quale la citano pure il Contarini ed il Disconzi. Ma il Genè non diede nessun nome alla sua specie quando la descrisse al ]. c.; anzi disse di credersi dispensato dal darne la figura perchè gli pareva identica alla C. juniperina figurata dal De Geer. Lo Schiner quindi la cita come sinonimo della Ayperici Bremi col nome di C. juniperina Genè. Anche Bergenstamm e Loew Ja mettono in sinonimia di quella, ma senza citare il nome di Genè. eee 1 Brugnatelli in Giorn. Ist. Lomb. I, 1847 ed in Mem. Ist. Lomb. II, 1852 parla della Cecidomia dell’iperico del Genè (ritenendola diversa daila juniperina del De Geer poichè con essa la confronta) dicendo di averla osservata anch’esso (molto probabilmente nei dintorni di Pavia). | — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconsi). 320. C. n. sp. — Calloni Rend. Ist. Lomb. II, XIX, 1886, p. 12. Di questa specie furono raccolte dal Dott. Calloni le larve negli ovarii e sulle foglie di Viola odorata L. ai Rivoni del Ticino presso Cava Carbonara, e descritte al ]. c. Non potè però vederne le ima- gini, malgrado le osservasse trasformarsi in ninfa sulla pianta stessa. Nella monografia di Bergenstamm e Loew non si dà alcuna specie come abitante sulle Viole; poche sono inoltre le specie viventi nei fiori e nelle foglie accartocciate, e non scendenti in terra per subìre la metamorfosi; è lecito quindi ritenere si tratti di una nuova specie. Gen. Asphondylia Liv. Rndn. A, IV, 12; D, XI, 290; PhyWophaga Rndn. C, II; A, I, 199. 321. A. Verbasci Vall. — Schin. II 395; Berg. u. Lw. ]. e. 82; Rndn. F. p. È citata dal Brugnatelli (ll. ce.) come osservata da lui, certo nei dintorni di Pavia, sul Verdascum phlomoides L. Non so a che specie riferire la Cecidomia del pruno descritta e figurata dallo stesso, tanto più che i suoi lavori rimasero sconosciuti a Bergenstamm e Loew, e perchè non ho potuto vedere il lavoro del Rondani (F. p.) dove descrive. una Asphond. pruniperda n. sp., che potrebbe esser benissimo la medesima. Gen. Hormomyvia Lw. Rndn. D, XI, 290, et Angelinia. 322. HI. fagi Hg. — Schin. II, 358; Berg. u. Lw. l. c. 41. Raccolsi le note galle di questa specie sulle foglie dei faggi in giugno, sul monte Lesima. Lestreminae. Gen. Lestremia Men. Yposatoea Rndn. A, I, 198. 323. L. leucophaea Mgn. — Schin. II, 413; Berg. u. Lw. I. c. 20. Un maschio al bosco del Rottone in aprile tra le erbe. Fam. MycEropniLipar. Sciarinae. Gen. Seiara Mgn. Rndn. A, I, 197. 324. Sc, Thomae L. — Schin. II, 418. i Non rara in giugno ai boschi dei Rivoni a S. Sofia. — Padova-Venezia (Contarini, sub Molobrus); Nizza (Risso, id.). 325. Sc. lugubris Wtz. — Verh. k. k. z. b. Ges. 1867, p. 62, Al bosco del Rottone in aprile. Mycetophilinae. Gen. Mycetophila Mgn. Rndn. A, I, 195. 326. MI. lineola Mgn. — Schin. II, 485. Al bosco del Rottone in aprile. Gen. Docosia Wtz. Winnertz, Verh. k. k. z. b. Ges. 1863, XII, 802. 327. D. valida Wiz. ]. c. 806. Al bosco del Rottone in maggio. Gen. Coelosia Witz. Winnertz, Verh. k. k. z. b. Ges. 1863, XIII, 796. Boletina Staeg. Rndn. A, I, 194. 328. C. fusca n. sp. l Fusca, thorace concolore; antennarum ima basi pedibusque, tarsis exceptis, pallidis; alis hyalinis, nervis nigris. IT corp. 5, alae 4, ant. 3. con qualche pelo gialliccio sul vertice; antenne lunghe come due volte — e mezzo torace e capo presi assieme, di 2 + 14 articoli, brune — 69 — ticoli del flagello sono piuttosto allungati, e notevolmente compressi. Proboscide e palpi bruni; ocelli tre, in triangolo sulla fronte. ‘Torace molto convesso, bruno, con peli piuttosto lunghi, di co- lor gialliccio, per tutto il dorso fino sul davanti; pleure concolori. Scudetto semicircolare, bruno, con 4 setole lunghe ai lati del mar- gine esterno, di color giallo pallido. Addome bruno, compresso, di sei segmenti, alquanto lucente in confronto al torace, il quale supera quasi quattro volte in lunghezza; è coperto, specialmente ai lati e verso l’apice, di corti peli giallicci. Il segmento genitale è lungo quasi come il sesto addominale, molto più grosso di questo in modo da apparire quasi sferiforme, e sepa- rato da esso da un forte strozzamento, per cui appare attaccato a sottile peduncolo; la pinza è formata da tre denti egualmente grossi e robusti, uno superiore e due laterali. Superiormente è di color giallo pallido, che diventa bruno al disotto e sui denti della pinza; è coperto di corti peli oscuri. Zampe piuttosto lunghe e gracili: le anche, le coscie e le tibie sono di color giallo pallido, le ultime verso l'estremo apice nere, come pure i loro speroni apicali; tarsi neri. Le spine delle tibie sono in tutte ugualmente deboli e rade; gli speroni invece molto ro- busti e lunghi. Ali ialine, a nervature molto oscure e grosse, meno la forca venosa del mezzo dell’ala e il suo peduneclo. Vena costale prolun- gantesi al di là dell’apice della terza longitudinale (1) fino circa al punto di mezzo dello spazio che corre tra l’apice della terza e quello della quarta. Prima longitudinale pallida, molto allungata, incontrante la costale circa contro la prima trasversale; seconda e terza nere e gPosse, quasi parallele, essendo quest’ultima pochissimo incurvata. La quarta e la quinta formano assieme una forca, come pure la se- sta e la settima, queste però sono grosse e nere, mentre quelle sono esili e pallide; vene anali pallide e non toccanti il margine dell’ ala. La prima forca venosa è molto lunga, cominciando poco oltre sotto la prima trasversale, ed i suoi rami sono pressochè paralleli; la se- conda è invece molto corta, cominciando all’infuori della base della prima, ed a branche divergenti. Quantunque di questa specie abbia raccolto un solo maschio (in (1) Le vene qui sono nominate secondo Rondani, non secondo Schiner, nè Winnertz. a dr STR LOR Ma p ” USA AA RARE RATA I TAC IONE CORIO \ PES (Or novembre, sotto i portici dell’Università di Pavia), pure essa pre- senta tanto bene i caratteri del suo genere, ed è nel genere mede- simo tanto differente dalle altre, che non ho esitato a ritenerla come nuova e buona. Essa differisce affatto dalle congeneri per la sua colorazione interamente fousca. Studiandola sul primo volume del Prodromo del Rondani, restai colpito dalla perfetta sua corrispondenza coi caratteri che l’autore stabilisce pel genere Bo/etina Staeg. E siccome per tipo del genere è segnata una B. parmensis n. sp. (inedita), non posso ammeno di pensare che essa potrebbe essere uguale alla mia, trattandosi di specie forse comune nell’alta Italia, presentatasi a me per puro caso. Gen. Neoglaphyroptera Ost.-Sack. Osten-Sacken, Cat. Dipt. N. Am. 1878; Glaphyroptera Wiz. Verh..k. k.z: b. Ges..XII, 781. 329. N. alternans Wtz. l. c. 788. Comune sulle foglie dei cespugli in varî luoghi dei dintorni di Pavia, come lungo la Vernavola alla Torretta, in maggio, spesso. copulata. Corrisponde benissimo a questa specie, certamente molto affine alla N. immaculata Giglio-Tos, Bull. Mus. zool. An. comp. To- rino 1891, VI, N. 94, p. 8: Gen. Seiophila Mgn. Wizalue.-307% Roda. Ag ISTI94 330. Sc. hyalinata Mgn. — Wtz. l. c. 713. Alla Florida presso Broni in settembre ne raccolse un esem- plare il prof. De-Carlini. Ù Gen. Macrocera Mgn. Wtz. l. c. 675; Rndn. A, I, 192. Geneja Lioy IX, 229. 331. M. angulata Mgn. — Wtz. l. c. 681. Presso Pavia lungo il Gravellone in luglio, un maschio tra le erbe. Stante l’esistenza di un gen. Macrocera Latr. tra gli imenotteri, — 11. —- » sì potrebbe forse per il presente accettare il nome proposto dal Lioy appunto per ciò. Fam. SIMULIDAE. Gen. Simulia (Latr.) em. Rndn. A, I, 175; Simulium Latr. A, IV, 8. 332. S. ornata Mgn. — Schin. II, 365. Comune presso Pavia, anche in inverno. — Trentino (Pokorny). 333. S. reptans L. — Schin. II, 366. Frequente nei dintorni di Pavia. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Cremona (Anonimo); Mantova (Paglia); Nizza (Risso); Toscana (Rossi). Fam. Bisionipar. Scatopsinae. Gen. Seatopse Gooffr. Rondo, \A5T174, 334. Sc. brevicornis Mgn. — Schin. II, 351. Al bosco del Rottone in giugno, nei fiori di Aristolochia Cle- matitis L. È 335. Sc. pulicaria Lw. — Schin. II, 351. Sui muri in Pavia. 336. Sc. notata L. — Schin. II, 352. Non rara in Pavia, anche sotto i portici universitarî in dicembre. | — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Trentino (Pokorny); Cremona (Anonimo); Nizza (Risso). Bibioninae. Gen. Dilophus Mgn. Rndn. A, I, 174. 337. D. vulgaris Mgn. — Schin. II, 337. Non raro sulle erbe nei dintorni di Pavia ed anche in città. — Padova-Venezia (Contarini), Vicentino (Disconzi); Siena (Dei); Sarde» gna (Costa A.). È 338. D. femoratus Mgn. — Schin. II, 357. In aprile nei dintorni di Pavia, col precedente, solo femmine. — Sardegna (Costa A.). i “d Gen. Bibio Geoffr. Rndn. A, I, 174. 339. B. Marci F. — Schin. II, 359. Comune in aprile al bosco del Rottone; lungo la Vernavola in maggio, in copula. di — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Milano (Vamdelli); Mantova (Lanfossi, Paglia). À 65) Polyneura. Fam. Camronomipar. Gen. Chironomus Men. Randa AS TIVULTO; 340. Ch. flavipes Mgn. — Schin. II, 597. Al bosco del Rottone in aprile; lungo la Vernavola in maggio. 341. Ch. pictulus Mgn. — Schin. II, 600. Frequentissimo nei boschi lungo il Ticino in aprile. 342. Ch. riparius Mgn. — Schin. II, 603. Sotto i portici universitarî in inverno e primavera. — Nizza (Risso). 343. Ch. venustus Staeg. — Scbhin. II, 603. Un maschio nei dintorni di Pavia, in aprile. 344. Ch. dispar Mgn. — Schin. II, 604. Un maschio in primavera nei dintorni di Pavia. hr 345. Ch. albimanus Mgn. — Sclîin. II, 604. Lg Raccolsi due maschi di questa bellissima specie al bosco del Rottone in aprile. 346. Ch. dorsalis Mgn. — Schin. II, 605. 7 Presso Pavia in maggio. 347. Ch. tendens F. — Schin. II, €05. È È Los Ù SLI 7 Alcune femmine in giugno sulle foglie degli arbusti al bosco del Rottone. 348. Ch. brevitibialis Ztt. — Schin. II, 606. Alla Torretta lungo la Vernavola da maggio a giugno. 349. Ch. pusillus L. — Schin. II, 605. Volante a sciami sugli argini lungo il Ticino in aprile. Presenta il torace interamente nero. 350. Ch. pedellus Deg. — Schin. II, 606. Non raro in aprile nei dintorni di Pavia. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi). 351. Ch, pedestris Mgn. — Schin. II, 606. Due maschi in aprile ai boschi dei Rivoni a S. Sofia. Questa bellissima specie, non vista dallo Schiner, è ben distinta dalla pre- cedente pel colore dell'addome che è più pallido, per i piedi bianchi non verdognoli, per le coscie anteriori presentanti verso l’apice un largo anello nero che lascia però bianca l’estremità, pei bilanceri che presentano il terzo superiore della loro clava nettamente nero. 352. Ch. sordidellus Ztt. — Schin. II, 609. _ Lande di S. Sofia sulle foglie dei cespugli in aprile. 353. Ch. tibialis Mgn. — Schin. II, 609. AÌ bosco del Rottone in aprile. 354, Ch. bicinctus Mgn. — Schin. II, 610. Presso Pavia, tra l’erbe, in marzo ed aprile. —- Vicentino (Disconzi.. 355. Ch. tricinctus Mgn. — Schin. II, 610. Presso Pavia, in aprile. 356. Ch. barbicornis F. — Schin. II, 612. Non raro in marzo, sui muri, in città. Gen. Tanypus Men. Rndn- A 1176. 357. T. varius F. — Schin. II, 617. Alla Torretta tra le erbe nei campi, in aprile. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi). 358. T. melanops Mgn. — Schin. II, 621. Comune tra le erbe al bosco del Rottone in aprile. Gen. Ceratopogon Mgn. Schin. II, 574. A. Serromyia Hal. — Rndn. A, i, 175. 359. C. flavipes Mgn. — Schin. II, 585. (1) Lungo la Vernavola alla Torretta in maggio. — Trentino (Pokorny). 360. C. serripes Mgn. — Schin. II, 587. Pagg Presso Pavia in maggio. ; 361. C. rufipectus Wiz. — Schin. II, 587. Raccolsi una femmina di questa magnifica specie nei dintorni di Si Pavia in giugno. i 362. C. lineatus Mgn. — Schin. II, 587. O Presso Pavia in maggio. B. Ceratopogon Mgn. — Rndn. A, I, 176. 363. C. niveipennis Mgn. — Schin. II, 583. Lungo il Ticino sulle foglie in maggio. Fam. Dix1mpar. Gen. Dixa Mgn. Rndn. A, I, 184 (Tipulidae). 364. D. autumnalis Mgn. — Syst. Beschr. VII, 38, 7. Un esemplare in settembre sotto i portici dell’Università. Fam. PsrcHonmar. Gen. Psychoda Latr. Rndn. A, I, 178 (Psicoda). 365. Ps. phalaenoides L. — Schin. II, 637. Comune in città, per tutto l’anno. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Milano (Vandelli); Nizza (Risso), Toscana (Rossi). 366. Ps. sexpunctata Curt. — Schin. II, 636. In una casa in Pavia. (1) Possedendo solo femmine non ho potuto verificare il gen. Apogon Rndn. A, I, 175, di cui l’autore dà per tipo il C. Rortulanus Mgn. = flavipes Mgn. TRISTE Gen. Pericoma Wilk. 4 Psicoda p. Rndn. A, I, 178. 367. P. palustris Mgn. — Schin. II, 633. Sulle foglie ai boschi dei Rivoni a S. Sofia. 368. P. canescens Mgn. — Schin. II, 634. In aprile, sulle foglie ai boschi dei Rivoni a S. Sofia. 369. P. tristis Mgn. — Schin. II, 634. Sulle foglie nei dintorni di Pavia. — Trieste (Schiner). Gen. Phlebotomus Radn. Rndn, C, I; C, VII; A, I, 178. — Cyniphes Costa A. — Haemasson Lw. 70. P. Papatasii Scop. — Del. faun. et flor. ins. I, tav. 22, fig. 5, a, %; Rndn. C, VII, 265; — C. molesta Costa A.; — H. minutus Lw. (non Rndn.) Anche troppo frequente nella città di Pavia, dove costituisce quella « aestiva nocturnaque calamitas » di cui parla lo Scopoli l.c. — Insubria et aliae provinciae italicae (Scopoli); Italia (Rondani); Napoli (Costa A.); Istria e Dalmazia (Schiner). Il Lanfossi nel suo saggio appone il nome di Papatas al Culea ciliaris. Fam. CuLicmpar. Gen. Anopheles Men. Rndn: A,.I, 178. 371. A. maculipennis Mgn. — Schin. II, 625. In novembre lungo il Ticino, volante a sciami; sotto i portici dell’Università in febbraio. — Vicentino (Disconzi). 372. A. nigripes Staeg. — Schin. II, 625. Una femmina al bosco del Rottone in maggio. Mi Gen. Culex L. ia Rndn. A, I, 177. 373. C. articulatus Rndn. F, s, 30. (1). Un esemplare nei dintorni di Pavia. 374. C. pipiens L. — Schin. II, 628. Frequentissimo nei dintorni di Pavia. — Citato da quasi tutti gli autori. 375. C. nemorosus Mgn. — Rndpn. F, s, 30; Schin. II, 628. Al bosco del Rottone in estate, numerosissimo. Fam. TiIPULIDAE. Limnobiinae. A. Eriopteraeformes. Gen. Erioptera Men. Schio. II, 541; Platytoma p. Lioy. IX, 226. 376. E. obscura Mgn. — Schin. II, 542. — Gen. Erioptera Rndn. A, 1, 179.(2) f Non rara nei prati dei dintorni di Pavia, n Gen. Chemalida Rndn. Rndn. A, I, 180: Trichosticha Schin. II 538. 377. Ch. taenionota Mgn. — Schin. II, 540 (non Ztt.) © i Presso Pavia in luglio. Ritengo questo genere come buono, spe- vr) cialmente pel carattere della lunghezza ed ondulazione dell'ultimo nervo longitudinale. (1) Stante il poco materiale raccolto, non ho potuto valermi per lo studio di que- sto genere dei lavori del prof. Ficalbi. (2) Stante la grande differenza tra le ripartizioni generiche del Rondani e dello Schiner, appongo i sinonimi generici dell’autore italiano alle singole specie. Molti Les dei generi del Rondani però, basati pressochè sugli stessi caratteri, dovrebbero per priorità mantenersi. CN LE Gen. Trichosticha Schin. Schin. II 538; Zisophila, Limnoea, Ilisia Rndn. 378. Tr. imbuta Mgn. — Schin. II, 540. — I/ista Rndp. A, I, 182. Lungo la Vernavola alla Torretta in maggio. 379. Tr. flavescens L. — Schin. II, 540; Limmnoea Rudn. A, T, 181. Lungo il Ticino in aprile. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi). Gen. Dasyptera Schin. Schin. II, 537. — Ormosia et Spyloptera Rndn. 380. D. nodulosa Mcq. — Schin. II, 538. — Ormosia Rndn. A, I, 180. Presso Pavia alla Torretta in aprile. Gen. Gonomyvia Ost.-Sack. (1859). Schin. II, 542. — Taphrosia Rndn. (1856) A, I, 182. 381. G. tenella Mgn. — Schin. II, 543. Non rara tra l’erba dei campi nei dintorni di Pavia, in aprile e maggio. 382. G. cincta Egg. — Schin. II, 544. Non rara sulle foglie lungo un fosso presso S. Lanfranco in maggio, anche in copula. Specie notevole per la mancanza della cella discoidale, non rife- ribile ai generi del Rondani. Gen. Sympleceta Mgn. Rndn. A, I, 181. (Simplecta). ì 383. S. punctipenris Mgn. — Schin. II, 546. Frequente in giugno nei campi alla Torretta e lungo la Vernavola. — Lugano (Huguenin). B Anisomeraeformes. Le Gen. Anisomera Men. Rndn. A, I, 184, et Nematocera Mgn. 384. A. nigra Latr. — Mcq. S. B. I, 117, vav. 3, f. 1-2. Non rara nei dintorni di Pavia, come ai boschi dei Rivoni in aprile, e lungo la Vernavola in maggio. C. Pediciaeformes. Gen. Tricyphona Ztt. Rndn. A,I, 228 (Triciphona); Bophrosia Rndn. A, I, 183; Lioy IX, 222. 385. T. immaculata Mgn. — Schin. II, 531. Un esemplare lungo la Vernavola alla Torretta in aprile. — Locarno (Huguenin). D. Limnophilaeformes. Gen. Trichocera Mgn. Rnadn:. Ag Tool33: 386. Tr. regelationis L. — Schin. II, 547. Portici dell’Università in febbraio. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi). 387. Tr. hiemalis Deg. — Schin. II, 548. 2 Portici dell’Università in novembre. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi). Un esemplare presenta la settima nervatura longitudinale (Ron- dani), ossia il ramo inferiore della prima forca del quarto nervo ion- gitudinale (Schiner), biforcata presso il margine dell’ala. Gen. Limnophila Mcq. Schin. II, 554; Limnophila p. Rndn. A, I, 183. 388. L. nemoralis Mgn. — Schin. II, 555. Frequente lungo la Vernavola in maggio. — Trentino (Pokorny). 389. L. discicollis Mgn. — Schin. II, 556. è " | ni PSI RI Ai boschi dei Rivoni in aprile; lungo la Vernavola in maggio colla precedente. — Trentino (Pokorny). Un individuo presenta in un'ala la settima nervatura (Rndn.) longitudinale riunita all'ottava da un nervo trasversale soprannumero, per cui si hanno due celle discoidali. 390. L. ferruginea Mgn. — Schin. II, 556. Al bosco del Rottone, un maschio in aprile. — Trentino (PoXorzy) Sardegna (Costa A.). Gen. Poecilostola Schin. Schin. II, 551, Limnophila p. Rndn. A, I, 183. 391. P. pictipennis Mgn. — Schin. II, 552. Un esemplare nei dintorni di Pavia. — Milanese (Villa). 392. A. punctata Mgn. — Schin. II, 552. Comune nei dintorni di Pavia, ove ama posarsi particolarmente sul tronco degli alberi. E. Limnobiaeformes. Gen. Limnobia Mgn. Schin. II, 565. A. Limnomyza Rndn. A, I, 185. — Limmnobdia (s. s.) O.-Sack. Schin. 393. L. tripuncetata Mgn. — Schin. lI, 368. Dintorni di Pavia in maggio. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Sardegna (Costa A.). 394. L. pilipennis Egg. — Schin. II, 571. Dintorni di Pavia in maggio. Aggrego questa specie alle Limnomyzae di Rondani, ossia alle Limmobiae in senso ristretto di Osten-Sacken e Schiner, al contra- rio di quanto fa lo Schiner, perchè in essa (come del resto osserva lo Schiner medesimo) il primo nervo longitudinale sorpassa notabil- mente in lunghezza il punto di distacco del quarto dal secondo (Rodn). B. Limnobia Rndn. A, I, 185. —- Dicranomyia O.-Sack. Schin. 395. L. chorea Mgn. — Schin. II, 569. A} bosco del Rottone in maggio. — Canton Ticino (Huguenin). O 396. L. modesta Mgn. — Schin. II, 570. Lungo la Vernavola alla Torretta in maggio; al bosco del Rot- tone in settembre. 397. L. morio F. — Schin. II, 571. Rara nei dintorni di Pavia in maggio e giugno. - QAR Gli esemplari raccolti sono notevolmente minori delle dimensioni A date dallo Schiner. Ptychopterinae. Gen. PP{ychoptera Men. Rndn. A, I, 187 (Pticoptera). 398. Pt. albimana F. — Schin. II, 496. Una femmina in marzo alla Torretta. — Canton Ticino (Huguenin). Tipulinae. Gen. Pachyrhina Mcq. Rnodn. A, I, 188. 399. P. pratensis L. — Schin. II, 507. Presso Pavia in maggio; Corteolona in agosto. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Turra, Disconzi); Trentino A (Perini, Gredler, Palm); Canton Ticino (Huguenin); Mantova (Lan- N, fossi, Paglia), Nizza (Risso); Siena (Det). i 400. P. imperialis Mgn. — Schin. II, 508. di Una femmina a S. Pietro in luglio. — Trentino (Palm). A 401. P. crocata L. — Schin. II, 508. i Nei dintorni di Pavia in aprile. — Trentino (Perini, Gredler, Palm); Padova-Venezia (Contarini); Vi- centino (Disconzi, Turra): "Torino (Allioni, Giorna); Milano (Villa); Siena (Dei); Toscana (Rossi); Sicilia (Bellier, Bigot, Minà-Palumbo). 402. P. quadrifaria Mgn. — Schin. II, 505. Alla Torretta in giugno. 403. P. analis Schum. — Schin. II, 505. ® Presso Pavia in giugno. Pi | 404. P. iridicolor Schum. — Schin. II, 505. Raccolsi i due sessi di questa bella e distinta specie nei dintorni di Pavia in giugno. 405. P. seurra Mgn. — Schin. II, 506. Alla Torretta in maggio; Corteolona in agosto. 406. P. maculosa Mgn. — Schin. II, 506. Presso Pavia in maggio. — Vicentino (Disconzi); Canton Ticino (Huguenin); Sardegna (Costa A.); Corsica (Huguenin). 407. P. histrio F. — Schin. II, 507. Presso Pavia in maggio. — Nizza (Risso). Gen. Nephrotoma Mgn. Rndm A; 41487. 408. N. dorsalis F. — Schin. II, 503. Frequente in maggio in un bosco lungo il Ticino. Presenta colorazione verdognola anzichè gialliccia. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Nizza (Risso). Gen. Tipula L. Rndn. A, I, 188; Anomaloptera p. Lioy IX, 218. 409. T. nigra L. — Schin. II, 518. Presso Pavia in giugno; Corteolona in agosto. Il Lioy (IX, 218) fonda il genere Anomaloptera (senza pensare che esisteva già un gen. Anomaloptera Perr. 1843, Rhynch. hete- ropt. Lygaeidae) per quegli individui di 7. nigra L. la cui cella discoidale emette tre nervature, di cui nessuna forcata. Tali individui, chiamati da esso A. nigra Lioy, non sono rari coi tipici nei din- torni di Pavia. — Vicentino (Disconzi, Lioy); Toscana (Rossi). 410. T. gigantea Schrk. — Schin. II, 510. Ai boschi dei Rivoni a S. Sofia, in giugno. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Trentino (Bezzi); Siena (Dei); Sardegna (Costa A.); Sicilia (Bellier, Bigot, Minà- Palumbo). Anno XXIV. 6 Meo a 411. T. pabulina Mgn. — Schin. II, 512. Nei prati presso Pavia in maggio. 412. T. scripta Mgn. — Schin. II, 515. Nei dintorni di Pavia in maggio. 413. T. lateralis Mgn. — Schin, II, 517. Frequente nei dintorni di Pavia in giugno. — Trentino (Pokorny); Sardegna (Costa A.) 414. T. oleracea L. — Scbin. II, 518. Lungo la Vernavola alla Torretta in maggio. Vuranlo let RE eine IA SR REC IS SCE NI ai Vel SI CRI NIE AE ne EI È i 4 Fra Nic } pa AEREA 7 — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Turra, Disconzi); Mantova (Lanfossi, Paglia); Bergamo (Mairone); Cremona (Anonimo); Milano (Vandelli); Nizza (Risso); Toscana (Rossi, Dei); Ajaccio, Riviera (Huguenin); Sardegna (Costa A.); Sicilia (Minà-Palumbo). 415. T. ochracea Mgn. — Schin. II, 522. Lungo la Vernavola alla Torretta in maggio. 416 T. fuscipennis Mgn. — Schin. II, 524. Presso Pavia, in giugno un maschio. Gen. Ctenophora Mgn. Ceroctena, Xyphura, Ctenophora Rndn. A, I, 186-187. A. Ceroctena Rndn. l. c. = Dictenidia Brallè = Dicera Lioy. IX, 216. 417. Ct. bimaculata L. — Schin. II, 499. Alla Torretta lungo la Vernavola in giugno, in copula. Presenta il torace interamente nero. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Nizza (Risso). B. Ctenophora Rndn. |. c. 418. Ct. festiva Mgn. — Schin. Il, 502. Il signor Prof. Pavesi raccolse una femmina di questa magnifica specie ad una finestra dell'orto botanico, in luglio. — Locarno (Huguenin). Fam. Rmyrpuipar. - Gen. Rhyphus Latr. Rndn. A, I, 191. 419. Rh. fenestralis Scop. — Schin. II, 495, Un esemplare in giugno sotto i portici dell'Università. Padova-Venezia (Contarini); Nizza (isso). (Continua). ARTROPODI DI VAL VIGEZZO (Lepidotteri, Rincoti, Ortotteri, Aracnidi) Nota del Dott. ANGELO DE CARLINI Prof. di Storia naturale nel R. Liceo Foscolo La val Vigezzo, posta a levante dell’Ossola, a ponente del canton Ticino, in direzione da ovest ad est, consta di un altipiano, a 717 m. sul livello del mare, lungo circa 10 chilom., largo da uno a due; e di due vallette discendenti l’una verso Masera, l’altra formante la parte supe- riore delle Centovalli. Due torrenti, aventi le origini poco discoste ma distinte, percorrono i versanti occidentale ed orientale, sboccando il primo nella Toce il secondo nella Maggia: ambedue diconsi Melezzo. Sul lato settentrionale dell’altipiano (800 m.) è posto Craveggia, aprico e ridente paesello, dove dimorai nel settembre 1890. Della valle Vigezzo in particolare, o del territorio Ossolano, forni- rono illustrazioni naturalistiche Gian Battista Dell’Angelo e G. Bazzetta per gli uccelli: De Filippi, Michele Lessona, Camerano e Bazzetta per i rettili e batraci: Dell’Angelo, Strùver, Piccini e Cossa per i minerali: Sordelli per le filliti quaternarie. Nessuno però finora, fatta eccezione per i coleotteri interpolatamente citati dal Baudi di Selve, ha pubblicato elenchi di artropodi; quindi, benchè poco numeroso, non sarà privo di interesse il catalogo seguente. Oltre che dei rincoti, ortotteri ed aracnidi, da me raccolti, presento un elenco di 124 specie di lepidotteri, presi da due distinti dilettanti e miei carissimi allievi, fratello e sorella Brusotti, e da loro per la mas- sima parte determinati, verificandone io stesso le determinazioni. Sette specie mi sembrano nuove per l’Italia. Fra gli omotteri: Errho- menellus brachypterus Fieb. indicato da Puton di Francia, Austria ed Ungheria e da Kirschbaum del Baden; TRammnotettia cruentata Pr. indi- cata da Fieber di Svezia, Lapponia, Livonia, Germania, Baviera, Austria e Svizzera; Athysanus striatulus Fall., che Puton segnala d’ Europa, ma che non apparve finora in cataloghi italiani; Dicraneura Montandoni Puton, trovata finora nel Tirolo e nei Carpazi; fra i ragni Tiso vagans B., che Simon indica di Francia, Corsica, Svezia, Danimarca, Inghilterra e Germania; fra gli opilionidi OZigolephus morio F. (abbondantissimo) che Simon dà solamente della Francia, Norvegia, Inghilterra e Germania e Oligolophus palpinalis Herbst, già trovato in Francia e Germania. Esprimo vivi ringraziamenti ai sigg. A. Curò, P. M. Ferrari e L. Le- thierry, che mi consigliarono circa alcune specie dubbie o me le deter- minarono; al prof. P. Pavesi che mi fornì, come sempre, tutto il mate- riale bibliografico, ed ai miei amici Brusotti che molto mi aiutarono nella raccolta. LEPIDOPTERA. a. Rhopalocera. l. Papilio machaon L. — In tutta la valle fino a 1500 m. 2. Parnassius Apollo L. — Abbondante in tutta la valle da 800 a 1000 m. 3. Pieris brassicae L. — Comunissima ovunque. 4. — rapae L. — Comunissima ovunque. 5. — napi L. — Comunissima ovunque. = 6. Leucophasia sinapis L. — Comunissima ovunque. 6. — var. Erysimi Bkh. — Comunissima ovunque. 7. Colias phicomone Esp. — Piuttosto rara, sopra Craveggia, a 1900 m. 8. — “/yale L. — Comune ovunque. 9. — edusa F. — Comune ovunque. à 10. Rhodocera rhamni L. — Piuttosto rara, trovata anche alla Colma. di Craveggia a 1900 m. 11. Polyommatus virgaureae L. — Non rara nella valle. 12. — alciphron Rott. var. Gordius Sulz. — Nella valle. 13. — dorilis Hfn. — Nella valle. 14. Lycaena argus L. — Nella valle. È 15. —. astrarche Berg. — Nella valle. 16. —— ‘“carus Rott. — Nella valle. 17. —. bellargus Rott. — Nella valle. 18. — corydon Poda. — Nella valle. 19. — semiargus Rott. — Villetti. 20.. — arion L. — Crana, Malesco, Villetti. 21. Nemeobius lucina L. — Nella valle. sc i ; dii DES SB 22. Neptis lucilla Hb. — Nel torrente Isornino, presso Craveggia. 23. Vanessa C-album L. — Toceno, Crana. 24. Vanessa polychloros L. — Craveggia. 25. — urticae L. — In tutta la valle. \ 26. — antiopa L. — In tutta la valle e fino a 2000 m. 27. — atalanta L. — Craveggia. 28. — cardui L. — In tutta la valle. 29. Melitaea cinzia L. — In tutta la valle. 30. — athalia Rott. — In tutta la valle. 31. — didyma O. — In tutta la valle. 32. Argynnis euphrosine L. — Craveggia. 33. — dia L. — Pioda di Crana. 34. — amathusia Esp. — Sopra Craveggia a 1200 m. 35. — latonia L. — In tutta la valle. 36. — aglaja L. — Crana. 37. — adippe L. — In tutta la valle. 37. — — var. cleodora O. — Trovata esclusivamente nella parte alta della valle, a 1500 m. circa. 38. — paphia L. — Lungo il torrente Isornino. 39. Melanargia galathea L. — In tutta la valle da luglio a settembre. 40. Erebia epiphron Kn. var. Cassiope F. — Trovata nella parte alta della valle, alla Colma di Craveggia, al Cor- tino, sui monti di Vocogno. 40.05 — —— var. nelamus Bsd. Colma di Craveggia. 41. — medusa S. V. — In tutta la valle e sui monti. 42. — stygne O. — Colma, Finero. 43. — tyndarus Esp. — Colma. 44. — aethiops Esp. — In tutta la valle e sui monti. 45. — ligaea L. — Alpe Cortino. 46. — euryale Esp. — Colma. 47. Satyrus hermione L. — Crana. 48. — dryas Scop. — Nella valle. 49. — actaca Esp. — Nella valle. 49hi — . — var. cordula F. — Nella valle. 50. Pararge maera L. — Craveggia. 51. — megaera L. — Craveggia. 52. — egeria L. — Craveggia. 53. Epinephele lycaon Rott. — Craveggia. AAIRROTE 7 I PERIA, gta O4, 05. 06. 07. 08. 99. 60. bi NEAR ALE e n li Mii SSL Let À sE NEAR 5%. at ce ia LB Epinephele janira L. — Nella valle. — tithonus L. — Nella valle. | Coenonympha arcania L. — Nella valle e anche alla Colma. — pamphilus L. — Nella valle. Spylothirus alteae Hb. — Craveggia. Syrichtus carthami Hb. — Craveggia. Hesperia comma L. — Craveggia. 4 b. Heterocera. Smerinthus ocellata L. — Fu preso un bruco presso Craveggia il 29 luglio 1890; la farfalla nacque l’anno dopo il 7 giugno, . Macroglossa stellatarum L. — Craveggia. . Ino globulariae Hb. — In tutta la valle. . Zygaena pilosellae Esp. — Nella valle. — filipendulae L. — Nella valle. —. carniolica Scop. — Nella valle. + . Syntomis phegea L. — Nella valle. . Setina aurita Esp. — Colma di Craveggia, Finero. . Lithosia complana L. — Craveggia. — sororcula Hufn. — Sopra Craveggia. . Gnophria quadra L. — Nella valle. . Emydia striata L. — Monti di Crana. . Callimorpha dominula L. — presso Craveggia. - — hera L. — Fra Druogno e Sagrogno. . Arctia caja L. — Prestinone. . Spilosoma fuliginosa L. — Craveggia. . Psyche viciella Schiff. — Monti di Crana. . Orgia antiqua L. — Fra Zornasco e Malesco. . Psilura monacha L. — Fra Zornasco e Craveggia. . Ocneria dispar L. — Craveggia. . Bombix quercus L. — Prestinone, monti di Vocogno. . Lasiocampa populifolia S. V. — Craveggia. Saturnia pyri Schiff. — Craveggia. — pavonia L. — Fra S. Maria Maggiore e Malesco. . Harpya vinula L. — Fra S. Maria Maggiore e Craveggia. 86. 87. 88. 89. 90. 91. 92. 93. 94. 95. 96. DI: 98. 99. 100. 101. 102. 103. 104, 105. 106. 107. 108. 109. 110. 111. BI: 113. 114. 115. 116. 117. 118. 119. 120. 121. 122. paro: REASON, 0 > stia lo * DI = ga Notodonta ziezac L. — Craveggia. Acronycta euphrasiae Brahm. — Sopra Craveggia. Moma orion Esp. — Craveggia. Agrotis pronuba L. — Villetti. Mamestra serratilinea Tr. — Craveggia. Dianthoecia capsincola S. V. — Craveggia. Brotolomia meticulosa L. — Craveggia. Leucania pallens L. — Craveggia. — Zythargyria Esp. — Craveggia. Scoliopterye libatrix L. — Craveggia. Cucullia lactucae S. V. — Craveggia. Plusia chrysitis L. — Craveggia. — bractea S. V. — Monti di Crana. — gota L. — Toceno. — gamma L. — In tutta la valle. Euclidia glyphica L. — In tutta la valle. Catocala nupta L. — Malesco. Pseudopterpna prvuinata Huf. — S. Maria Maggiore. Geometra papilionaria L. — Prestinone. Acidalia imitaria Hb. — Prestinone. — decorata S. V. — Fra Craveggia e S. Maria Maggiore. Numeria pulveraria L. — Fra Craveggia e S. Maria Maggiore. Eugonia quercinaria Hîn. — Fra Craveggia e S. Maria Maggiore. Gnophos dilucidaria S. V. — Fra Craveggia e S. Maria Maggiore. — glaucinaria Hb. — Fra Craveggia e S. Maria Maggiore. Psodos alpinata Sc. — Alla Bocchetta di Craveggia (circa 2000 m.) Cleogene lutearia Fabr. — Fra la Colma e la Bocchetta e a Zic- chero (2009 m.). Ortholitha plumbaria F. — Craveggia. Odezia atrata L. — Alla Bocchetta di Craveggia (circa 2000 m.). Cidaria fulvata Forst. — Craveggia. — truncata Hufn. — Galleria di Finero. — duutata S. V. — Monti di Crana. Eupithecia venosata F. — Craveggia. Asopia farinalis L. — Craveggia. Botys octomaculata F. -- Craveggia. — purpuralis L. — Prestinone. Nomophila noctuella Sch. — Craveggia. 154. . Strachia oleracea L. — Craveggia, S. Maria Maggiore. . Syromastes marginatus L. — Craveggia, Malesco, Villetti. . Alydus calcaratus L. — Craveggia. . Coryzus parumpunctatus Schill. — Craveggia. È . Lygaeus saxatilis Scop. — Craveggia e Villetti. . Macrodema micropterum Curt. — Craveggia. | . Stygnus pedestris Fall. — Craveggia. . Pachymerus pini L. — S. Maria Maggiore, Blitz. . Beosus luscus F. — Craveggia. dc . Monanthia geniculata Fieb. — Craveggia. Mii cui Pempelia semirubella Sc. — Craveggia. Galleria mellonella L. — Craveggia. RHYNCHOTA. a. Heteroptera. Eurygaster maura L. — Craveggia. Sehirus dubius Scop. — Blitz. Cimex viridissimus Pod. — Craveggia. Mormidea nigricornis F. — Craveggia e S. Maria Maggiore. — baccarum L. — Villetti, Blitz. — costata Fabr. — Craveggia. Miris holsatus F. — Craveggia, S. Maria Maggiore. . Brachytropis calcarata Fall. — Villetti. . Notostira erratica L. — Craveggia, S. Maria Maggiore. . Trigonotylus ruficornis Fall. — Craveggia. . Leptopterna dolobrata Linn. — Villetti. . Calocoris seticornis F. — Villetti. . Lygus pratensis F. — Craveggia e S. Maria Maggiore. . Hadrodema rubicunda Fall. — Craveggia. . Halticus erythrocephalus H. S. — Craveggia, S. Maria Maggiore. . Nabis rugosus L. — Craveggia, S. Maria Maggiore e Villetti. — lativentris Boh. — Craveggia. . Harpactor iracundus Scop. — Craveggia, Malesco, S. Maria Maggiore. ‘ b. Homoptera. . Asiraca clavicornis Fabr. — Craveggia. Phylaenus spumarius L. — In tutta la valle. 155, 156. 157. 158. 159. 160. 161. 162. 163. 164. 165. 166. 167. 167. 168. 169. 170. TIC ke PELO E LARIO RANINICIITI RESOR Lia” a rl ne vi Sea d Se PATEL } Cod î ML A Î PRA! po KE DIMZE Aphrophora alni Fall. — Sopra Craveggia. Errhomenellus brachypterus Fieb. — Craveggia. Euacanthus interruptus L. — Craveggia e Villetti. Acocephalus nervosus Schrk. — Craveggia. Doratura stylata Boh. — Blitz. Thamnotettio cruentata Pz. — Monti di Crana. Athysanus striatulus Fall. — Monti di Crana. — obscurellus Kbm. var. 6 Ferr. — Monti di Crana. — erythrostictus Fieb. — Craveggia. — wvariegatus Kbm. — Craveggia e Monti di Crana. — împictifrons Boh. — Craveggia. Jassus modestus Fieb. — Craveggia. Delthocephalus striatus L. — Craveggia, Blitz. bai — var. y Ferr. — Craveggia, Blitz. Dicraneura Montandoni Put. — Craveggia. Eupterya vittata L. —- Monti di Crana. — urticae Fabr. — Craveggia. —. melissae Bohm. — Craveggia. ORTHOPTERA. a. Genuina, . Forficula auricularia L. — Craveggia, Malesco, S. Maria Mag- giore, Blitz. — decipiens (Gen. — Craveggia. . Chelidura albipennis Meg. — Craveggia. . Ectobia livida Fabr. — Craveggia. . Chrysochraon brachypterus Ocsk. — Fra Malesco e Re. . Stenobothrus lineatus Pz. — Craveggia, S. Maria Maggiore, Monti di Crana. — rufipes Zett. — Craveggia, Monti di Crana, Blitz. — wvagans Fieb. — Craveggia. — bicolor Ch. — Craveggia. — biguttulus L. — Craveggia, S. Maria Maggiore, Blitz. — pulvinatus Fisch. — Craveggia, Blitz. . Stetophyma fuscum Pall. — In tutta la valle. . Oedipoda coerulescens L. — In tutta la valle. . Pachytylus cinerascens Fabr. — Craveggia. . Psophus stridulus L. — In tutta la valle. . Caloptenus italicus L. — In tutta la valle. . Tettix bipunctatus L. — Craveggia. . Barbitistes serricauda Fabr. — Craveggia. . Locusta viridissima L. — In tutta la valle. . Pachytrachelus striolatus Fieb. — Craveggia. . Thamnotryzon apterus Fabr. — Craveggia, Monti di Crana. — cinereus L. — Craveggia, Monti di Crana. — femoratus Fieb. — Craveggia, Monti di Crana. . Platycleis grisea Fabr. — Craveggia, Monti di Crana. . Decticus verrucivorus L. — In tutta la valle, fino a 1500 m. . Ephippigera vitium Serv. — Malesco. . Gryllus campestris L. — In tutta la valle. b. Amphibiotica, . Diplax pedemontana All. — Morbegno. — striolata Chp. — Craveggia. — vulgata L. — Craveggia. . Crocothemis erythraea Brull. — Villetti. ARANEAE. . Segestria senoculata L. — Craveggia. . Dictyna variabilis C. K. — Craveggia. . Linyphia triangularis CI. — Craveggia fino a 1000 m., Malesco, Villetti. . Pachygnata Listeri Sund. — Villetti. . Theridium sisyphium Cl. — Blitz. . Lithyphantes hamatus C. K. — Craveggia. — dispar Duf. — Blitz. 6 . Tiso vagans B. — Craveggia. . Epeira diademata Cl. — Craveggia, Malesco, Crana. bis _ — var. stellata C. K. — Craveggia. — angulata Cl. — Craveggia. — — var. pinetorum C. K. — Craveggia. — Schreibersiiù Hahn — Craveggia. — marmorea Cl. — Craveggia. — sollers W. — Craveggia. 217. Epeira dromedaria W. — Craveggia. 218. — cucurbitina C]. — Craveggia. 219. — adianta W. — Craveggia. 220. — ceropegia W. — Craveggia e Druogno. 221. Meta Merianae Scop. — Craveggia. 222. — segmentata Cl. — Craveggia. 223. Philodromus aureolus Cl. — Craveggia 224. Misumena vatia Cl. — Craveggia. 225. Diaea globosa Fabr. — Villetti. 226. Xysticus lateralis Hahn — Craveggia. 227. Lycosa hortensis Th. — Craveggia, Vocogno, Crana. 228. — monticola Cl. — Colma di Craveggia (1000 m.) 229. — nigra C. K. — Piz Ragno (2200 m.) 230. — prorima C. K. — Monti di Bugella. 231. — agricola Th. — Blitz. 232. Tarentula pulverulenta Cl. — Craveggia, Blitz. 233. — trabalis Cl. — Sopra Craveggia (1200 m.) 234. Epiblemum scenicum Cl. — Sopra Craveggia (1200 m.) 235. Heliophanus cupreus Wal. — Craveggia. 236. — metallicus Cl. — Craveggia e Crana. 237. — /lavipes Hahn — Craveggia. 238. Attus falcatus Cl. — Craveggia. OPILIONES. 239. Liobunum limbatum L. K. — Craveggia, Malesco. | 240. Phalangium opilio L. — Craveggia, Monti di Crana. 241. — sazatile C. K. — Craveggia, Monti di Crana. 242. Dasylobus argentatus Cn. — Craveggia. 243. Oligolophus morio F. — Craveggia, Filletti, Monti di Crana, But- togno, Blitz. 244. — palpinalis Herbst. — Buttogno. 245. — alpinus Herbst. — Monti di Crana. Dal Laboratorio zoologico della R. Università di Pavia, Aprile 1892. A. SENNA. — Osservazione da aggiungere alla Nota X delle Contribuzioni allo Studio dei Brentidi. (Vedi pag. 38). Questa nota era già completamente stampata, quando mi giunse il N.° 12 del giornale Le Frelo n — pubblicato nel Marzo di quest'anno — dove il Sig. Desbrochers des Loges dà la: Description d'un Brenthide nouveau des Nouvelles-Hébrides che chiama Coptorhynchus Francoisi. Nel registrarlo qui mi trovo però in obbligo di far notare che finora — per quanto è a mia conoscenza — nessun genere descritto porta il nome di CoptorhAynchus. Ora, se trat- È tasi di un genere nuovo mi pare strano che l’autore non ne LI dia alcuna diagnosi; se è sinonimo di altro genere già noto perchè quest’ultimo non è almeno indicato? È taciuta anche la sottofamiglia alla quale questo genere appartiene, e dalla descrizione della specie non mi è riuscito di poterla precisare. cat x A LETTERATURA ENTOMOLOGICA ITALTANA A È È alt È CasteLLi G. — Cenni biografici su Riccardo Canestrini. — Bullettino della So- cietà Veneto-Trentina di Scienze naturali, t. V. n.° 2. — Padova, 1892. (con ritratto). Con affetto d’amico ed ammirazione di discepolo il Sig. Castelli discorre della vita laboriosa di Riccardo Canestrini, crudelmente troncata da terribile malore all’inizio di una carriera scientifica che annunziavasi promettentissima. Cano G. — Sviluppo dei Portunidi: Morfologia dei Portunidi e Coristoidei. — Memorie della Società italiana delle Scienze detta dei XL, tomo VIII, ser. 3.* n.° 6. — Napoli, 1892 (con tav.). Importantissimo contributo all’embriologia ed alla morfologia dei Brachiuri. E data e figurata per intero la storia dello sviluppo embrionale e postembrionale del Carcinus moenas. CaxestRInI G. — Sopra due nuove specie di Phytoptus (Seconda serie). — Bul- lettino della Società Veneto-Trentina di Scienze naturali, t. V. n.° 2. — Padova, 18992. Uno è il Ph. vitalbae, l'altro prende il nome di PR. breviceps e fu trovato sopra una foglia di Quercus che non si pote determinare specificamente. Emery C. — Origines de la faune actuelle des Fourmis de l Europe. — Bull. Soc. Vand. Sc. Nat. Vol. XXVII. — Lausanne, 1892. Queste considerazioni del chiarissimo zoologo dell’ Università di Bologna de- rivano in gran parte dallo studio da lui compiuto sulle formiche dell’Ambra nelle collezioni del Museo di Bologna. Sebbene egli abbia trovato soltanto quat tordici specie di formiche nell’ambra siciliana, mentre se ne conoscono più di cinquanta nell’ambra baltica, egli crede di potere affermare che queste due faune fossili sono profondamente diverse. Quella di Sicilia si allontana molto più dalla fauna europea vivente e si avvicina invece a quella indiana ed alla australiana: « nessun genere, scrive l Emery, di quelli attualmente comuni alle faune palear- tica e neartica, come Formica, Lasius, Myrmica, ho trovato nell’ambra sici- liana: questi generi esistono nell’ambra baltica, ma non preponderano come nel- l'Europa attuale, e vi si trovano in compagnia di generi indiari o di affinità in- diane, come (Ecophylla, Sima, Plagiolepis. Si possono riconoscere differenze simili se si paragonano tra di loro le formiche delle differenti regioni Europee... » L'autore divide le formiche d'Europa in tre gruppi principali: « Un 1.° gruppo comprende i generi comuni alla fauna paleartica ed alla America settentrionale; lo chiamerò gruppo boreale: un 2.° gruppo comprende generi che giungono al loro più alto svilyppo nella regione indo-australiana e nell'Africa australe; gli do il nome di gruppo indiano; infine vi sono dei generi attualmente sparsi nel mondo intero e che costituiscono un gruppo cosmopolita: ed esistono alcuni piccoli generi non ancora osservati fuori d’ Europa. I due primi gruppi, sopratutto, meritaro la nostra attenzione. Man mano che si procede dal nord al sud e dall’epoca attuale ai tempi dell’ambra, il gruppo boreale diminuisce e il gruppo indiano aumenta d’importanza. Il primo manca nell’ambra di Sicilia, il secondo manca nella fauna svedese attuale. La curva del gruppo cosmopolita è irregolare. « Mi azzardo a dedurre da queste considerazioni una teoria sull'origine della fauna delle formiche d’' Europa. Penso che una fauna poco differente da quella dell’ambra siciliana e di carattere essenzialmente indiano abitasse l’ Europa nel- l’eocene, e che una nuova fauna dalle terre polari sia discesa parallelamente in America e in Europa. Qui, nell'Europa, essa venne arrestata nel suo cammino per qualche tempo dal mare che si estendeva trasversalmente sopra una parte dell’ Europa media; essa non era ancora giunta in Sicilia mentre trovavasi già ben rappresentata nella fauna deli’ambra del Samland. Due dei suoi generi più carat- teristici solo di recente hanno varcato il Mediterraneo, coll’ aiuto dell’uomo, che secondo le osservazioni di Forel ha dovuto portare nei giardini d’ Algeria la For- mica fusca e la Myrmica scabrinodis; forse il genere Lasius è nello stesso «caso. La curva irregolare del gruppo cosmopolita indica ch’esso è senza dubbio un residuo complesso di forme la cui origine ci sfugge. Una parte di tali forme si collega probabilmente al gruppo indiano, altre, come certi Poneridi, sono forse il residuo di una fauna ancora più antica di quella dell’ambra. » « Senza dubbio altri animali nelle loro emigrazioni hanno dovuto seguire le stesse vie delle formiche e sarebbe interessante conoscere dei fatti paralleli nel loro sviluppo paleontologico. Credo sopratutto di dovere attribuire una grande importanza alle terre polari come culla delle forme comuni alle faune paleartica e neartica attuali. » Gestro R. — Appunti sul genere Omophron. — Annali Museo civico di Stor. nat. Genova. ser. 2.* vol. X. (XXX). — Genova, 1892. L'Autore parla della distribuzione geografica del senere Omophron, descrive il nuovo 0. Oberthurii del Sikkim, ed enumera in fine tutte le 39 specie che «oggi appartengono al genere Omophron. — Nuovi materiali per lo studio degli Anophthalmus italiani. — Annali Museo ‘ civico Stor. nat. Genova. ser, 2.* vol. XII (XXXII). — Genova, 1891, (con tav.) x Questa nota è stata scritta massimamente sopra materiali forniti dall’egregio Sig. Agostino Dodero. Sono nuovi l'A. Launi, che segna il passaggio dagli Anophthalmus agli Ioat dietista NE VE ATA MI RR E SIIT Aphaenops, e fu trovato nella grotta del Camosciere presso la Certosa di Pesio: VA. Bensae, raccolto nella Tana del Diavolo presso Gubbio. L’Autore aggiunge anche alcune indicazioni relative ad Anoftalmi già da lui altra volta descritti: A. apenninus, Vaccae, Spagnoli, Ramorinii, e dall'A. Do- riae Fairm. Nella tavola annessa al lavoro sono figurate le specie seguenti: A. Launi, A. Bensae, A. upenninus, A. Vaccae, A. Ramorinii. Levi Morenos. — In memoria di uno scienziato veneziano P. A. Ninni. — La Venezia, 7 febbraio 1892. Il Prof. Morenos espone ai suoi concittadini le grandi benemerenze del Ninni. e parla delle collezioni da lui raccolte e generosamente donate al Museo della città. Pavesi P. — Commemorazione del Conte A. P. Ninni, — Bull. Soc. Veneto-trent. Scienze naturali, t. V. n.° 2. — Padova, 1892. (con ritratto). Da par suo il Pavesi parla della opera scientifica del compianto Conte Ninni, la cui memoria resterà sempre viva nell’animo di quanti in Italia, e furono molti, lo ebbero come amico e lo ammirarono come fedele osservatore e sapiente natu- ralista. Scarpa G. — Il Conte Alessandro Pericle Ninni: cenni biografici. — Treviso, Tip. lit. Sociale della Gazzetta, 1892. Il Sig. Scarpa, che appartiene anch'esso alla schiera forse più numerosa nel Veneto che altrove, di quelli che al di fuori dei ranghi officiali, tengono vivo il sentimento e lo studio delle scienze naturali, ha scritto dell'amico suo, prema- turamente tolto alla scienza ed alla patria. Senna A. — Contributions to the knowledge of the family Brenthidae, VIII Enumeration of the species known as yet from Java. — Notes from the Leyden Museum, vol. XIV. — Leyden, 1892. In questa nota l’autore dà la descrizione di alcune specie di Brentidi di Giava avuti in comunicazione dal Museo reale di Leida, e l’elenco delle specie che ‘ finora sono note dell’isola suddetta. Senna A. — Viaggio di Leonardo Fea in Birmania e regioni vicine, XLV. Bren- tidi. — Annali del Museo civ. di Storia naturale di Genova, ser. 2.% vol. XII (XXXII). — Genova, maggio 1892. Questo notevole contributo alla conoscenza dei Brentidi asiatici è preceduto da alcune considerazioni corologiche. Sono nuovi i generi Callipareius, Hoplopisthius, Epicoinoneus, e nuove sono ben 21 delle 35 specie descritte. NOTE E NOTIZIE VARIE Larve di Dermatobia. — Il sig. Gonnelle ha trovato in una piaga di per- sona proveniente dal Brasile una larva di Dermatobia. Tali fatti non sono infre- quenti nei dintorni di S. Paolo. Anche il Laboulbène ha veduto uscire da un tu- more alla coscia di una donna brasiliana, che venne aperto col ferro, una larva di Dermatobia. Puntura del Butheolus thalassinus. — Il nostro collega Simon, nel suo viaggio in Aden è stato punto all’annulare della mano destra da un Butheolus thalassinus, scorpione molto abbondante in Aden, sotto i cespugli della Cadaba glandulosa. AI momento della puntura, avvenuta alle 5 pom., il Simon provò un dolore acuto, simile a quello di un colpo di lancetta da salassi. Il dolore si pro- pagò in pochi minuti al gomito, alla spalla ed al grande pettorale destro, ed era accompagnato da una salivazione abbondantissima ma di poca durata. Il braccio rimase dolente quasi tutta la notte, all’indomani la guarigione era completa. Le punture degli Imenotteri. — Sembra che le punture delle Api conferi- scano per un certo tempo al paziente la immunità contro gli effetti di alire pun- ture delle Api stesse. Questa immunità aumenterebbe mano a mano che seguono altre punture, e persisterebbe anche 6 mesi. I reumatici risentono gli effetti del veleno delle Api solo se inoculato in una certa quantità. & La puntura delle MutzZx è simile ad una forte puntura d’ago, ma non pro- duce gonfiore, ed il dolore si dilegua rapidamente. Quella di alcuni Ophion pro- duce dolore che si estende poco oltre il punto ferito e dura poco. Però talora ri- mane anche per pochi giorni una sensazione molesta alla parte lesa. Anche le Crisidi pungono ma raramente, e poi mancano di apparato velenifero e la loro puntura è insignificante. Hi Brachyrrhinus lugdunensis. — Questo coleottero attacca spesso in Francia le giovani piantagioni di alberi fruttiferi divorandone le gemme fogli- fere. Esso attacca anche con grande avidità le foglie di Mahonia divorandole dalla circonferenza al centro, e sembra preferire le foglie vecchie alle nuove seb- bene siano più coriacee. Ha abitudini notturne. Durante il giorno resta immobile e fissato alla pagina inferiore delle foglie. A sera muovesi e continua tutta la notte + e talvolta anche a mattino fatto. Hl Piretro contro le punture degli insetti. — Il dott. Jaeger, in un suo viaggio alle Indie per difendersi dalle punture delle zanzare, che tanto abbondano e sono un vero flagello per i viaggiatori, si è servito della tintura alcoolica’di Pyrethrum roseum, ottenuta macerando la pianta nell’ alcool in ragione di 1 di piretro e 4 di alcool. Basta allungare la tintura con dieci volte il suo peso d’acqua e tingersi con quella la faccia e le mani per essere indenni durante una mezza giornata dalle punture dei ditteri. RE TIE tub, ie \ CONTRIBUZIONE ALLA FAUNA DITTEROLOGICA DELLA PROVINCIA DI PAVIA DEL Dott MARIO BEZZI PARTE SECONDA. (Continuazione) (1) B. BRACHYCERA. a) Cyclocera. Fam. STRATIOMYIDAE. Pachygastrinae. Gen. Pachvgaster Men, YSs $ Rndn. A, I, 167. 420. P. ater F. — Schin. I, 3. Non raro nei dintorni di Pavia dal giugno in avanti, sulle fo- glie lungo ì fossi, spesso in copula. — Trentino (Pokorny); Fiume (Schiner); Nizza (Risso). Stratiomyinae. Gen. Oxycera Mgn. Rndn. A, I, 169. 421. O. formosa Mgn. — Schin. I, 10. Due maschi lungo la Vernavola in giugno. — Sardegna (Costa A.). (1) Vedi questo Bullettino, a pag. 64. Anno XXIV. 7 422. O. leonina Pz. — Schin. I, 10. Alcune femmine sulle foglie lungo la Vernavola a S. Pietro in luglio, — Trentino (Pokorny). Gen. Stratiomyia (Geoffr.) Lw. Rndn. A, I, 169 (Stratiomys). A. Thyreodonta Rndn. E, d, 77. 423. Str. longicornis Scop. — Schin. I, 15. Bosco del Rottone, in maggio, sui fiori di Cornus. — Trieste (Schiner); Sardegna, Isola Asinara (Costa A.); Sicilia (Loew); Malta (.Schiner). OssERvAZIONE. — Va certo riferita ad una svista la distinzione che il Rondani, nel primo volume del Prodromo, fa tra i generi Stratiomys, Odontomys ed Ephippium, in quanto chè le specie dei primi due ge- neri hanno in parte occhi irti ed in parte occhi nudi; il predetto autore corresse poi l'errore nei Diptera esotica, Modena 1863, suddividendo quei generi appunto secondo i caratteri ora indicati. Gen. @dontomyia Latr. Rndn. A, I, 170 (Odonthomya). A. Psellidotus Rndn. E, d, 78. 424. O. tigrina F. — Schin. I, 17. Un maschio al bosco del Rottone in aprile. — Nizza (Risso). | B. Odontomyia Rndn. E, d, 78. 425. O. ornata Mgn. — Schin. I, 18. Il Dott. R. Zoia raccolse un esemplare di questa specie lungo il Ticino. — Italia, Sicilia (Loew); Sardegna (Costa A.). C. Hoplodonta Rndn. (em.) E, d, 78 (Oplodontha). 426. O. viridula F. — Schin. I, 19. Corteolona in agosto. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Trieste (Schiner); Nizza (Risso); Toscana (Rossi); Sardegna (Costa A.). Var. jejuna Pz. — Schin. I, 19. Un esemplare alle lande di S. Sofia lungi dalle acque, su un fiore di Stenactis in giugno; Corteolona in agosto. — Trieste (Schiner). Var. bimaculata Mgn. VII, 106, 30. Corteolona in agosto. 427. O. hydroleon L. — Schin. I, 19. Corteolona in agosto. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Torino (Giorna); Toscana (Rossì). Sarginae. Gen. Sargus Fabr. Rndn. A, I, 168, cum Ch/orisoma. 428. S. cuprarius L. — Schin. I, 21. Comune presso Pavia da maggio in avanti. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Turra, Disconzi); Trieste (Schiner); Torino (Giorna), Mantova (Lanfossi, Paglia), Bergamo (Mairone); Cremona (Anonimo); Nizza (Risso); Toscana (Rossi). 429. S. nubeculosus Ztt. — Schin. I, 21. Raccolsi in giugno presso Pavia un solo esemplare di questa specie, che considererei come semplice varietà della precedente, se non fossero le sue dimensioni di molto minori. Gen. Chrysomyia Mcq. Rndn. A, I, 168; Myiochrysa A, IV, 11. 430. Chr. formosa Scop. — Schin. I, 23. Comune nei dintorni di Pavia, specialmente alla Cà della Paglia, sui fiori d’Anthriscus, in giugno. — Padova-Venezia (Centarini); Vicentino (Disconzi): Trieste (Schiner); Toscana (Rossi, Dei); Sardegna (Costa A.) Berinae. Gen. Beris Latr. Rndn. A, I. 173; Hewacantha et Octacantha Lioy IX, 586. 431. B. clavipes L. — Schin. I, 24. Rara sulle foglie lungo la Vernavola in maggio. Fam. Tapamnipar. Tabaninae. Gen. Haematopota Mgn. Rndn. A, I, 170. 432. H. pluvialis L. — Schin. I, 39. Comune nei dintorni di Pavia; Corteolona in agosto. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Turra, Disconzi); Trentino | (Perini); Bergamo (Mairone); Cremona (Anonimo); Mantova (Lan- fossi, Paglia), Torino (Giorna); Nizza (Risso); Toscana (Rossi, Dei); Sardegna (Costa A.); Sicilia (Bellier, Bigot, Mina-Palumbo). Gen, Tabanus L. Rndn. A, I, 171. A. Therioplectes Zell. 1842. — Agelanius Rndn. 1863, E, d, 79. 433. T. fulvus Mgn. -— Schin. I, 32. Presso Pavia in giugno. — Sardegna (Costa A.); Trentino (20). B. Tabanus Rndn. E, d, 79. 434, T. autumnalis L. — Schin, I, 35. Presso Pavia in luglio. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Trentino (Perini, Gredler, Palm); Mantova (Lanfossi, Paglia); Nizza (Risso); Toscana (Rossi, Dei); Sicilia (Loew). 435. T. bovinus L. — Schin, I, 34. Comune nei dintorni di Pavia. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Turra, Disconzi); Trentino (Perini); Mantova (Lanfossi, Paglia); Brescia (Bettoni); Cremona (Anonimo), Milano (Vandelli), Nizza (Risso); Toscana (Rossî, Dei); Sardegna (Costa A); Sicilia (Bellier, Bigot, M. Palumbo). 436. T. bromius L. — Schin. I, 36. Frequentissimo nei dintorni di Pavia; Corteolona in agosto. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Mantova (Lanfossi, Paglia) Cremona (Anonimo), Brescia (Bettoni); Toscana (Rossi); Sardegna (Costa A.); Sicilia (Bellier, Bigot, M. Palumbo). pi *” E. x Pangoninae. Gen. Chrysops Mgn. Rndn. A, I, 170. 437. Chr. perspicillaris Lw. — Schin. I, 41. Presso Pavia in luglio. — Alta Italia (Loew). 438. Chr. coecutiens L. — Schin. I, 42. Presso Pavia, non comune. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Turra, Disconzi); Trentino (Perini, Gredler, Palm); Mantova (Lanfossi, Paglia); Cremona (Anonimo); Bergamo (Mairone); Toscana (Rossi, Dei), Sicilia (Zoero). 439. Chr. relictus Mgn. — Schin. I, 42. Frequente nei dintorni di Pavia; Corteolona in agosto. b) Orithocera. Fam. BomsyLinpar. Gen. Anthrax Scop. Rndn. A, I 163; Villa p. Lioy, IX, 732. 440. A. hottentota L. — Schin. I, 51. Comune sulle strade nei dintorni di Pavia. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Lago di Garda (Pollini); Toscana (Rossi, Dei); Sardegna (Costa A.). 441. A. afra F. — Scbin. I, 50. Tra le stoppie alle lande di S. Sofia in giugno. Gen. Exoprosopa Mcq. Rndn. A, I, 162. Defilippia p. Lioy IX, 733. A. Argyrospila Rndn. A, I, 162; E, d, 58. 442. E. Jacchus (F.) Loew. — Beschr. eur. dipt. I, 211. I due sessi in luglio alle lande di S. Sofia. — Tutta Italia (Loew); Italia (Fabricius, Wiedemann, Meigen). OsseRvazionE I. — Nella stessa località presi una femmina che mi- sura 13 mm. di lunghezza, e 24 mm. di apertura d’ali, mentre gli altri a — 10% — esemplari hanno in media 6 mm. di lunghezza e 16 di apertura d’ali. Ha dunque dimensioni del doppio maggiori ma presenta tutti i caratteri della specie secondo Loew l. c., e sopratutto l’offuscamento della prima cella marginale posteriore prolungato fin presso all’apice, carattere speciale alle femmine. Del resto i parassiti sogliono comunemente di variare molto nelle dimensioni. Osservazione II. — Il Rondani nell’assegnare i caratteri al suo ge- nere Argyrospila in E d, 57, dice venae longitudinales quarta et quinta ecc. dove si dovrebbe leggere invece quinta et sexta. B. Exoprosopa Rndn. E, d, 57. 443. E. Minos Mgn. II, 134, 54; Lw. Beschr. eur. dipt. I, 222. E. Ger- marii Wied. E. semialba Wied. E. semilis Klg. E. albiventris Mcq. Alle lande dì S. Sofia in giugno. — Sardegna (Costa A.); Sicilia (Loew). Gen. Argvromoeba Schin. Schin. II, 52. Anthrax p. Rndn. A, I, 163. 444. A. sinuata FIl. — Schin. I, 33 Non rara nei dintorni di Pavia; Corteolona in agosto. — Sardegna (Costa A.). 445. A. Hesperus Rossi. — Mgn. Syst. Beschr. II, 125, 36. Lande di S. Sofia in giugno. — Italia (Wiedemann, Mergen); Trentino (Pokorny); Toscana (Rossi). Gen. Lomatia Mgn. Rndn. A, I, 163. 446. L. lateralis Mgn. — Schin. I, 48. Lande di S. Sofia in luglio, sui fiori di Stenactis bdellidiflora. — Sicilia (Bellier, Bigot, Minà-Palumbo). Gen. Bombylius L. Rndn. A, I, 164. 447. B. ater Scop. — Schin. I, 59. In aprile in piazza d’Armi, sugli argini fioriti. e pe si — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Lago di Garda (Pollini); Toscana (Rossi); Napoli (Cirillo). 448. B. discolor Mik. — Schin. I, 60. Dintorni di Pavia in aprile. — Sicilia (Macquari). 449. B. medius L. — Schin. I, 60. Lande di S. Sofia in aprile, tra i cespugli. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Trentino (Perini, Gredler, Palm); Cremona (Anonimo); Torino (Giorna); Nizza (Risso); Toscana (Rossi, Dei); Sardegna (Costa A.); Sicilia (Loew, Minà- Palumbo). 450. B. major L. — Schin. I, 60. Presso Pavia in marzo, sui fiori di Cardamine pratensis e La- mium maculatum. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Turra, Disconzi), "Trentino (Perini, Gredler, Palm); Cremona (Anonimo), Bergamo (Meirone); Torino (Giorna); Nizza (Risso); Toscana (Rossi); Sardegna (Costa A.). 451. B. canescens Mik. — Schin. I, 61. Sul monte Penice in giugno. 452. B. fugax Wied. — Schin. I, 62. Presso Pavia sui fiori da maggio a luglio. — Fiume (Schiner). 453. B. fulvescens Mgn. — Schin. I, 62. Non raro presso Pavia. — Trieste (Schiner); Sicilia (Bellier, Bigot, Minà-Palumbo). 454. B. minor L. — Schin. Î, 62. Presso Pavia in maggio. — Padova Venezia (Contarini); Vicentino (Turra, Disconzi); Trentino (Perini, Gredler, Palm); Mantova (Lanfossi, Paglia), Torino (Giorna); Nizza (Risso); Toscana (Rossi, Dei); Sardegna (Costa A.). Gen. Systoechus Lw. Schin. I, 63. 455. S. sulphureus Mik. — Schin. I, 64. Lande di S. Sofia in luglio. Gen. Dischistus Lw. Lw. N. Beitr. III, 45 (1855); Rndn. A, IV, 8; = Bombylisoma Rndn. A, I, 164 (1856); E, d, 67. 1 : 456. D. minimus Schrk. — Schin. I, 64 = sulphureus F.Rndn. A, I, 164. A S. Sofia in giugno e luglio. 1 — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Alta Italia (Loew); Trieste (Schiner). | Gen. Cyllenia Latr. Rndn, A, I, 164. 457. C. maculata Latr. — Mgn. Syst. Beschr. II, 177, T. 19, f£. 11. Lungo la strada per Torre d’Isola presso S. Sofia, tra i fiori di Matricaria, in giugno. Anche il Baumhauer, a quanto ne dice il Meigen al I. c., la trovò in Francia sulla Camomilla. — Nizza (Risso); Sardegna (Costa A.); Sicilia (Schiner). i Gen. Toxophora Mgn. Rndn. A, I, 164. 458. T. maculata Wied. — Schin. I, 69. Mgn. Syst. Beschr. II, T. 19, f. 15. Lungo il Ticino presso Pavia ne raccolse un esemplare il dot- tore R. Zoia, or sono alcuni anni. — Torino, Susa (Ghiliani). i Fam. ScENOPINIDAFE. Gen. Sceenopinus Latr. Rndn. A, I, 167. 459. Sc. fenestralis L. — Schin. I, 159. Non raro in maggio e giugno alle finestre nelle case in Pavia. — Vicentino (Disconzi); Cremona (Anonimo); Nizza (Risso); Sicilia (Mina- Palumbo). A rie ea sà * 05 — 460. Sc. glabrifrons Mgn. — Schin. I, 160. Col precedente, di cui sarebbe forse meglio considerarlo sem- plice varietà, pei graduati passaggi che conducono dalla granula- zione alla levigatezza frontale. Fam. TnREREVIDAF. Gen. Thereva Latr. Rndn. A, I, 155. A. Thereva Rndn. A, I, 155. 461. Th. annulata F. — Schin. I, 165. Ai boschi di S. Sofia in aprile. 462. Th. plebeja L. — Schin. I, 166. A _ S. Sofia in luglio. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Nizza (Risso); To- scana (Rossi). 463. Th. arcuata Lw. — Schin. I, 167. Alla Cà della Paglia in giugno. 464. Th. ardea F. — Schin. I, 168. Gen. Psilocephala Ztt. Presso Pavia in giugno; Corteolona in agosto. — Italia (Fadbricius, Meigen), Trieste (Schiner). B. Dialineura Rndn. A, I, 155. 465. D. eximia Mgn. — Schin. I, 167. Psilocephala Ztt. Lungo la Vernavola in giugno, due femmine. Corrisponde bene, solo il quarto segmento addominale presenta anch'esso le macchie argentee laterali, benchè più piccole e le ali sono jaline. OSssERVAZIONE. — Accettando i generi Dialineura Rndn. e Psilo- cephala Ztt., sì verrebbe a smembrare il Thereva in quattro, poichè e tra le Thereva e tra le Dialineura si trovano specie a faccia nuda ed a faccia barbata. Questo fu attuato dal Bigot (V. Ann. Soc. Ent. Fr. Ser. 6, IX, 1889, p. 324), dove però non applicò alcun nome particolare alla quarta di queste sezioni (Thereva s. s., Psilocephala, Dialineura e n. gen. ?) Fam ASILIDAE. Leptogastrinae. Gen. Leptogaster Mgn. Rndn. A, I, 158 (Goripes Latr.) 466 L. cylindricus Deg. — Schin. I, 118. == tipuioides F. Pavia in Piazza d'Armi in giugno; lungo il Ticino in luglio. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Torino (Allioni, Giorna); Nizza (Risso); I. Procida (Costa A.); Sicilia (Bellier, Bigot, M. Palumbo). Dasypogoninae. Gen. Dioetria Mgn. Rndn. A, I, 158. 467. D. linearis F. — Schin. I, 122. Presso Pavia, sulle foglie, da maggio a giugno. 468. D. flavipes Mgn. — Schin. I; 122. Numerosa al bosco del Rottone in maggio. Gen. Dasypogon Men. Schin. I, 123; Rndn. p. A, I, 157. Dasipogon. A. Cheilopogon Rndn. A, I, 157. 469. Ch. diadema F. — Schin. I, 124. = punetatus F. — Rndn. |. c. Frequente alle lande di S. Sofia, tra le stoppie, in giugno e luglio. — Italia (Padricius, Meigen); Padova-Venezia (Contarini): Vicentino (Disconzi); Trentino (Pokoray); Lonato (i0); Trieste, Duino (Schi- ner); Nizza (Risso); Toscana (Rossi); Napoli (Cirillo); Sicilia (Minà Palumbo). Gen. Saropogon Lw. Schin. I, 125; Dasipogon p. Rndn. A, I, 157. 470. S. luctuosum Mgn. var. ticinense n. var. (1) Niger, olivaceo-nitens; facie aurea praeter mystacem argen- teum omnino nuda; antennis nigris, articulis duobus primis te- staceis migro-setulosis; fronte et occipite nigris, pilis setisque conccloribus; segmentis abdominalibus secundo, tertio, quarto, interdum quinto, postice angustissime luteo-albidi limbatis; pedibus rufo-luteis; alis infumatis. Long. mm, 11-12 J 9. Il colore generale del corpo è nero, a riflessi però olivacei. Le antenne hanno il terzo articolo interamente nero e nudo; il primo e secondo rossi, un po’ più scuri verso il loro apice, ed irti di setole nere. La faccia è nuda, coperta di tomento a riflessi dorati; il mistace tettiforme, disposto esattamente su di una sola linea, è bianco ar- gentino; la fronte e il vertice sono neri, con peli pure neri; le guancie, i palpi, la proboscide neri, con peli dello stesso colore. Gli occhi a riflessi violacei. La parte posteriore del capo è nera, con leggero tomento grigiastro, che alle orbite presenta traccie di riflessi argen- tini; le setole sono nere. Dorso del torace nero; osservato contro la luce vi appare come un tenue tomento aureo, diviso da una linea nera mediana, e da due laterali più larghe, il tutto però molto indistinto. Gli umboni laterali alle propleure, una fascia obliqua che partendo dalla sutura mesotoracica va alle anche anteriori, una macchia sopra e sotto l’in- serzione delle ali, e due macchie ai lati del metatorace sotto lo scudetto, sono di un tomento argenteo, Sul dorso vi sono cortissimi e fitti peli neri, al quinto posteriore lunghe setole pure nere, che ai lati si avanzano su di una sola linea fin verso il mezzo. Scudetto nero, a riflessi olivacei; bilanceri per lo più nel maschio giallo-solfo, nella femmina giallo-rossiccio. (1) Da me ritenuto dapprima per nuova specie; il signor Becker di Liegnitz, cui comunicai esemplari, mi disse trattarsi della specie del Meigen; non credo inu- tile darne qui la descrizione, perchè vi sono differenze abbastanza notevoli. nei Pe Ali infumate, nel maschio più che nella femmina, volgenti un po’ al giallo verso la base. Piedi interamente rosso gialli; solo ì tarsi un po’ più scuri, ma non mai neri; spine nere; l’articolazione dei ginocchi ai piedi poste- riori presenta una sottil linea nera, mentre agli anteriori e medì è completamente concolore. Trocanteri ed anche nere, queste con una macchia bianco-sericea al lato esterno, e peli argentei, specialmente al lato anteriore di quelle del primo paio. Addome lucentissimo, pressochè glabro. Il primo segmento, più breve degli altri, è com- pletamente nero, ai lati con peli gialli piuttosto lunghi e fitti; se- condo, terzo, quarto con stretta orlatura gialla al margine posteriore, che sui lati è come coperta da tomento argentino. Nella femmina il color giallo si allarga di più verso i Jati, debordando la fascia ar- gentina, e comparendo talvolta anche sui lati del quinto segmento. Ultimo segmento e genitali nella femmina a peli corti giallicci, nel maschio neri. Questa specie che rinviensi nelle ore canicolari dei mesi di giugno e di luglio, non rara, posata sulla nuda terra tra le stoppie alle larde di S. Sofia, mi pare differisca abbastanza dalle altre (1) del numeroso e difficile genere Saropogon. Quelle che più le si avvicinano sono il S. axiZaris Lw. ed il S. perlatus A. Costa, ambo della Sardegna. Dal S. axi/laris (Lw. Beschr. eur. dipt. I, 1869, 80) differisce a prima vista pel colore delle antenne che in esso sono tutte nere. Dal S. perlatus (A. Costa, Not. ed oss. geoff. sarda, Mem. III, 1884, 62), del quale l’autore non descrive le antenne, è ben diverso per la faccia aurea non ar- gentea, per l’occipite ed il mento a peli neri non nivei; infine pei piedi rossi e le ali infumate. Un maschio preso cogli altri presenta l’altimo articolo dei tarsi e l'apice dei quattro primi, non che l'estremo apice delle tibie an- teriori e la metà apicale delle posteriori, ‘neri; come pure una fascia nera al Jato superiore delle coscie posteriori, che non tocca però nè l’apice nè la base. (1) Io confrontai le descrizioni di 26 specie, di cui 21 date dal Loew, 4 dal Meigen, 1 da A. Costa. Gen. Xiphocerus (Mcq.) Lw. Rndn. D, II, 154; A, I, 159, E/asmocera. 471. X. glaucius Rossi. — Schin. I, 125; Rndn. A, I, 159, = £. cin- gulata Rndn. D, Il 154. Una femmina in luglio sulle sabbie a S. Sofia. — Italia, Dalmazia (Schiner); Parma (Rondani); Toscana (Rossi); Napoli (Costa 0.); Sicilia (Rondani, Minà-Palumbo). Venne trovato fino a Bolzano (Palm.). Gen. Lasiopogon Lw. Rndn. A, I, 156. 472. L. cinetus F. — Schin. I, 133. Non raro nei dintorni di Pavia posato sulle sabbie lungo le strade, da aprile a maggio, oltre il qual mese non ne vidi più. — Alta Italia (Schiner); Vicentino (Disconzi). Laphriinae. Gen. Pogonosoma Rndn. Rndn. A, I, 160; Schin. Verh. k. k. 2. b. Ges. XVI, 663. 473. P. maroccana F. — Schin. I, 137. I due sessi in giugno nel solaio di una casa in Pavia; Rovescala, sopra Stradella, nell'Appennino Pavese. — Lombardia (Via); Lonato, Varese (Bezzi); Gòrz (Mik); Istria, Dalmazia (Schiner); Sardegna (Costa A., Schiner); Sicilia (Schiner). OssERvAZzIONE. — I fratelli Villa, in una lettera al Signor Bargagli in Bull. soc. ent. it. 1874, VI, a p. 324, riferiscono la seguente curiosa osservazione: « ....tra gli insetti che ci vennero dati dagli amici abbiamo « avuto molti esemplari di Laphria maroccana F., dittero che noi stessi « non avevamo mai incontrato prima dell’anno 1859, e che pare sia stato « importato dai reggimenti d’Africa facenti parte dell’armata francese e « siasi moltiplicato nelle pianure di Magenta e Marcallo dopo le batta- « glie colà avvenute. » Non saprei se ciò debba ritenersi per assoluta- Tie CS & È 5 ws ; (a SO 353 mente vero; la specie in discorso la. vidi citata, prima del 1859, solo — per la Sardegna e Sicilia da Loew e Schiner. de Gen. Laphria Mgn. Rndn. A, I, 160. 474. L. fulva Mgn. — Schin. I, 140. Sugli spalti di Pavia ne raccolse un esemplare il Dott. R. Zoia. — Sicilia (Mind- Palumbo). Asilinae. Gen. Asilus L. Rndn. A, I, 159. A. Eutolmus Lw., — Schin. I, 143. 475. A. rufibarbis Mgn. — Schin. I, 148. Boschi dei Rivoni, a S. Sofia, in luglio. B. Machimus Lw. — Schin. I, 143. < 478. A. rusticus Mgn. — Schin. I, 151. Presso Pavia in giugno. — Trieste, Verona (Schiner). 477. A. atricapillus FI]. — Schin. I, 150. Raro nei dintorni di Pavia. — Trentino (Gred/ler, Palm); Sardegna (Costa A.). C. Mochtherus Lw. — Schin. I, 143. 478. A. flavicornis Ruthe. — Schin. I, 153. Una femmina sulle foglie in un bosco presso Cava Carbonara, in luglio. a D. Cerdistus Lw. — Schin. I, 144. 5 479. A. erythrurus Mgn. — Schin. I, 154. In luglio, alle lande di S. Sofia. — Nizza (Meigen); Italia, Trieste (Schiner). E. Itamus Lw. — Schin. I, 145. 480. A. cothurnatus Mgn. — Schin. I, 155. A) Sicomario, presso Pavia, un maschio su un tronco in luglio. F. Epitriptus Lw. — Schin. I, 145. 481. A. cingulatus F. — Schin. I, 157. Comune nei dintorni di Pavia; Corteolona in agosto. — Vicentino (Disconzi); Toscana (Rossi); Trieste, Roma, Napoli (Schiner). G. Pamponerus Lw. — Schin. I, 144. i 482. A. germanicus F. — Schin. I, 144. Non raro nei dintorni di Pavia; un solo maschio in aprile sui fiori di Euphorbia Cyparissias L. — Vicentino (Turra, Disconzi); Trieste (Schiner). H. Philonicus Lw. — Schin. I, 144. 483. A. albiceps Mgn. — Schin. I, 144. Non raro sulle sabbie lungo il Ticino; a S. Sofia in luglio. — Sicilia (Bellier, Bigot, M. Palumbo). Fam. LEPTIDAFL. Gen. Leptis F. (1). Rndn. A, I, 154. 484. L. scolopacea L. — Schin. I, 172. Frequente in maggio sui tronchi lungo la Vernavola alla Tor- retta. I suoi colori, e specialmente le ali macchiate, valgono a farla scorgere difficilmente sulle corteccie, ove suole posarsi; similmente si comportano altri ditteri ad ali maculate, come la Poecilostola punctata Mgn. ed i Platystoma. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Torino (Allioni, Giorna); Toscana (Rossi, Dei); Sardegna (Costa A.). 485. L. vitripennis Mgn. — Schin. I, 173. Un esemplare trovato morto su una foglia di Phyftolacca ai bo- schi dei Rivoni in giugno. 486. L. tringaria L. — Schin. I, 174. Un solo esemplare presso Pavia in luglio. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Nizza (Risso); To- scana (Rossi, Dei). (1) L'appassionato botanico signor Angelo Mazza trovò frequentissima in una serra dell’orto botanico di Brera a Milano la larva dello Psammoryctes vermileo Schrk. che non so se sia stato prima osservato in Italia, benchè il Rondani lo comprenda tra i generi italiani nel primo volume del prodromo. Spero dall’allevamento intra- preso ottenere gli insetti perfetti. VALLO aa 487. L. conspicua Mgn. — Schin. I, 175. Non rara nei dintorni di Pavia in maggio. — Trentino (Gredler, Palm.). Gen. Chrysopila Mcq. Radn.7A, kb 103; 488. Chr. aurea Mgn. — Schin., I, 176. Non rara nei dintorni di Pavia in giugno. 489. Chr. atrata F. — Schin. I, 176. Comune sulle foglie in giugno ai boschi dei Rivoni a S. Sofia; falde del monte Penice in giugno. — Italia (Fabricius); Trentino (Gredler, Palm); Sardegna (Costa A.). Gen. Atherix Mgn. Rndn. A, I, 154, Ibisia. 490. A. Ibis F. — Schin. I, 179. Un esemplare presso Pavia in giugno. < 491. A. marginata F. — Schin. I, 178. Raro sulle foglie lungo la Vernavola alla Torretta in giugno. — Italia (Fabricius); Toscana (Rossì). 492. A. crassipes Mgn. — Schin. I, 178. Frequente in giugno sulle foglie, in varî luoghi dei dintorni di Pavia, specie lungo la Vernavola. OsseRvAaZIONE. — Il Bigot in Bu? Soc. Zool. Fr. XII, 1887, a p. 100, dice sembrargli il gen. Idbisia Rndn. (A, I, 154) non differente dall'antico Atherix Mgn.; aggiungendo che il Rondani deve essersi sba- gliato attribuendo all’Atherix una cella anale chiusa. Questo fu detto certo per equivoco. Prima di tutto il Rondani-al 1. c. dà pel suo Athe- riv una cella anale aperta (venae longitudinales decima et undecima sejunctim margini alarum productae); poi di leggeri si capisce come egli volendo suddividere l'antico Atheriîx secondo i caratteri alari, conser- vasse tal nome per quelle specie che invece lo Schiner (per il medesimo carattere) riunì sotto il nome di Ptiolina, e creasse il nuovo Ibisia per 4 quelle cui gli altri mantennero il nome antico. Ed in riguardo alla prio- rità sarebbe da adottarsi la nomenclatura del professore di Parma. Gen. Simphoromvia Frild. Frauenfeld, Verh. k. k. 2. b. Ges. 1867, p. 493; Bigot, Bull. soc. zool. Fr. 1887, 102. Rndn. A, I, 154, Atherix. Ptiolina Schin. (non Ztt.) I, 179. 493. S. crassicornis Pz. — Schin. I, 179. In giugno, verso la vetta del monte Lesima, un esemplare tra le erbe. — Nizza (Risso). Fam. Empipar. Hybotinae. Gen. Pterospilus Rndn. Rndn. A, I, 152. Schin. Bigot. 494. Pt. muscarius F. — Schin. I, 77. Non frequente in maggio nei prati umidi presso Pavia; Cor- teolona in agosto. Gen. Cyrtoma Mgn. Rndn. A, I, 152. 495. C. spuria. FIl. — Schin. I, 76. Un solo esemplare tra l’erbe in maggio, in un prato presso Pavia. Empinae. Gen. Rhamphomvia Mgn. Rndn. A, I, 151. 496. Rh. sulcata F]l. — Schin. I, 98. Non rara in marzo ed aprile nei dintorni di Pavia, specialmente sui fiori dei salici. Anno XXIV. X 8 Gen. Empis L. ‘ Rndn. A. I, 151. 497. E. maculata F. — Schin. I, 103. =? Numerosa in aprile alla Torretta presso Pavia, volante al mar- — gine dei campi, e posata sui fiori di Sisymbrium Alliaria. 498. E. tessellata F. — Schin. I, 103. i SR In giugno nei boschi di faggio del monte Lesima, verso sera, — posata sui fiori di una Dentaria. : Presenta tutte le coscie interamente rosse. ssa — Sardegna (Costa A.); Sicilia (Bellier, Bigot, Minà-Palumbo). i 499. E. Bistortae Mgn. — Syst. Beschr. III, 29, 22. De: Un maschio sul monte Penice, in giugno. 098 500. E. rustica Fl. — Mgn. Syst. Beschr. III, 34, 35 (nigricans). su $ Frequente in primavera nei dintorni di Pavia, specialmente sui ; dr fiori dei salici. Presenta le antenne tutte nere, non rosse alla base Fi come dice Schiner (I, 104). 501. E. atra Mcq. — Mgn. Syst. Beschr. VII, s. 2, 52. In città sui muri in marzo. — Siena (Dei). Lor 502. E. vernalis Mgn. — Schin. I, 107. % Non rara presso Pavia in aprile. 503. E. stercorea L. — Schin. I, 107. Non rara tra l’erbe lungo la Vernavola alla Torretta in aprile. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Nizza (Risso); È Toscana (Ross?) 504. E. trigramma Mgn. — Schin. I, 108. Comune alla Torretta colla precedente; Bosco del Rottone. Gen. Hilara Mgn. Rndn. A, I, 151 (2y/ara). 505. H. chorica FIl. — Schin. I, 115. Comune in primavera presso Pavia; ai Rivoni volante alla perficie dell’acque. 506. H. quadrivittata Mgn. — Schin. I, 115. Una femmina in aprile presso Pavia. | 507. H. vulnerata Egg. — Schin, I, 115. Non rara in aprile, volante accoppiata sotto gli ippocastani "a della strada per Milano. In ogni copula la femmina stava succhiando Ke un individuo di Dilophus vulgaris. Mgn. #7 à Ocydrominae. 3 Gen. Microphorus Mcq. Ride. AE -10f. i | 508. M. crassipes Mcq. — S. B. I, 346. aa - Non raro lungo il Ticino presso Pavia, sui fiori di Cornus, in s È giugno. = tal Hemerodrominae. De > Gen. Hemerodromia Mgn. È si Rndn. A, I, 148. x 509. KI. oratoria FI. — Schin. I, 83. È Un esemplare presso Pavia in giugno, sulle foglie di Petasites È lungo un fosso. È Gen. Mantipeza Rndn. Di Radn. A, I, 148. Bigot, Ann. soc. ent. Fr. 1889, p. 124. 510. M. precatoria FIl. — Schin. I, 83. Non rara lungo la Vernavola alla Torretta; in maggio ai boschi È 3 dei Rivoni. i __— Trentino (Pokorny); Alta Italia (Schiner). NPI oll. 012. Tachydrominae. Gen. Platypalpus Mcq. Rndn. A, I, 146, sub Tachydromia Mgn. PI. nigrifemoratus Mcq. — S. B. I, 354, 13? Alcuni esemplari sul monte Penice in giugno, sui fiori di Actaea spicata. Li riferisco a questa specie che il Macquart al 1. c. descrive così: « Zong. 1 !|, lign. Semblable au precedent (PI. flavipes F.) Cuisses noires. » Essi assomigliano infatti nelle dimensioni e nella colorazione al P. Aavipes, ma presentano tutte le coscie di color nero lucente, col solo quinto apicale rosso-gialliccio; le tibie sono rosse, come pure i tarsi indistintamente anellati di nero. PI. flavipes F. — Schin. I, 87. Presso Pavia in aprile. — Nizza (Risso). 013. 14. ol5. PI. cothurnatus Mcq. — Schin. I, 88. In primavera presso Pavia. PI. varius W]k. — Schin. I, 88. Alcuni esemplari nei dintorni di Pavia. Corrispondono a questa specie, notevole per la nervatura delle ali; le macchie dell'addome sono piuttosto irregolari, mancando in alcuni segmenti, in altri riunendosi a formare una fascia; geni- tali neri, lucenti, molto grossi. La quarta nervatura longitudinale descrive un’ampia curva, prima allontanandosi per poi avvicinarsi di molto alla terza; la seconda cella basilare presenta il suo angolo in- feriore prolungato in punta, molto più che nelle altre specie. PI. cursitans F. — Schin. I, 88. 1 Comune nei dintorni di Pavia tra le erbe e nelle foglie degli ar- busti, dai primi di aprile in avanti. 516. PI. minutus Mgn. — Schin. I, 89. Lungo la Vernavola alla Torretta sulle foglie. — Trentino (Pokorny). 517. PI. niger Mgn. — Syst. Beschr. III, 75, 16. Sulle foglie, presso Pavia. — Nizza (Risso). ia e. Gen. Tachydromia Men. Rndn. A, I, 147 sub Tachipeza Mgn. 518. T. connexa Mgn. — Schin. I, 93. Presso Pavia in giugno lungo un fosso, sulle foglie dei Petasites. 519. T. arrogans L. — Schin. I, 93. Presso Pavia in giugno, sui tronchi dei salici lungo il margine dei campi. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Torino (Giorna); Sardegna (Costa A.). Fam. DoLicnoripar, Rhaphiinae. Gen. Rhaphium Mgn. Rndn. A, I, 146. 520. Rh. caliginosum Mgn. — Schin. I, 194. Un maschio in aprile sulle foglie ai boschi dei Rivoni a S. Sofia. Gen. Porphyrops Men. Rndn. A, I, 145. 521. P. spinicoxus Lw. — Schin. I, 196. Frequente nei dintorni di Pavia sulle foglie, dall’aprile in poi. 522. P. nemorum Men. — Schin. I, 197. In aprile sulle foglie ai boschi dei Rivoni a S. Sofia. Dolichopinae. Gen. Neurigona Rndn. Rndn. A, I, 142. 523. N. quadrifasciata F. — Schin. I, 183. Una femmina al bosco del Rottone in maggio. belt a > TE Si ti Î RR a Gen. Xanthochlorus Lw. Loew, N. Beitr. V, 42. 524. X. ornatus Hal. — Schin. I, 184. In giugno in luoghi ombrosi nei pressi di Pavia. Gen. Psilopus Men. Rndn. A, I, 142. — Psil/opodius Rndn. A, IV, 11. 525. Ps. platypterus F. — Schin. I, 182. Al bosco del Rottone in maggio, frequenti le femmine, raris- simo il maschio. 526. Ps. nervosus Lehm. — Schin. I, 181. Non rari i due sessi di questa magnifica e distintissima specie sulle foglie ai boschi dei Rivoni in maggio; lungo la Vernavola in giugno. 527. Ps. albifrons Mgn. — Schin. I, 182. Corteolona in agosto, un maschio. Gen. Dolichopus Latr. - Schin. I, 212. Ragheneura et Acanthipodus Rndn. A, I, 144. A. Rhagheneura Rndn. A. I, 144. Bigot, Ann. soc. ent. Fr. 1890, p. 269. 528. D. nitidus F]l. — Schin. I, 218. Non raro in maggio e giugno nei dintorni di Pavia. — Sardegna (Costa A.). B. Acanthipodus Rndn. A, I, 144. 529. D. plumipes Scop. — Schin. I, 217. Corteolona in agosto. — Trentino (Pokorny). 530. D. signatus Mgn. — Schin. I, 217. . È la specie più comune in maggio nei dintorni di Pavia; Cor- teolona in agosto. — Trentino (Pokorny). - Si TIRA a et L ongicornis Stann. — Schin. I, 218. In maggio ai boschi dei Rivoni, in giugno lungo il Ticino. 532. D. agilis Mgn. — Schin. I, 221. Un maschio presso Pavia in giugno. 533. D. aeneus Deg. — Schin. I, 222. Presso Pavia in giugno. — Alta Italia (Loew). Varî autori riferiscono col nome di ungulatus va Pai forse questa specie od altra affine. Gen. Gvmnopternus Lw. Dolicopus Rndn. A, I, 144. 534. G. nigricornis Mgn. — Schin. I, 206. Non raro ai boschi dei Rivoni in giugno. — Trentino (Pokorny). 535. G. chrysozygos Wdm. — Schin. I, 207. Un maschio presso Pavia in giugno. 536. G, nigriplantis Stann. — Schin. I, 208. ; . I due sessi ai boschi dei Rivoni a S. Sofia in giugno. — Trentino (Pokorny). 537. G. celer Mgn. — Schin. I, 209. Sulle foglie nei dintorni di Pavia; bosco del Rottone in maggio sulla terra umida. 538. G. atrovirens Lw. — Schin. I, 211. Presso Pavia in giugno. Hydrophorinae. Gen. Medeterus Fisch. Rndn. A, I, 142. 539. M. truncorum Mgn. — Schin. I, 238. Comune in giugno sul tronco degli ippocastani dei viali fuori porta Milano. — Sicilia (Kowarz). dare ee re a ARUTA AS: SIAT a PA SIRIA IENE vl 1080.) ] dA def veg pio FNAC Marat ‘ine E ad atea % Pooh MR LEN >» PRI mi Diaphorinae. Gen. Chrysotus Mgn. Rndn. A, I, 165 (Grysotus). 540. Chr. laesus Wdm. — Kowarz, V. k. k. 2. b. g. 1874, XXIV, 466. Presso Pavia sulle foglie in estate. — Trentino (Pokorny). 541. Chr. suavis Lw. — Kowarz l. c. 464. Due esemplari di questa magnifica specie raccolsi su una toga: di Nymphaea, lungo il Gravellone in giugno. 542. Chr. cilipes Mgn. — Kowarz ). c. 460. Sulle foglie lungo il Ticino in giugno. Gen. Chrysotimus Lw. Schiner. I, 185. 543. Chr. molliculus F]l. — Schip. I, 185. Sulle foglie presso Pavia in giugno, collo Xanthochlorus orna- tus Hal. — Trentino (Pokorny). Gen. Nematoprocetus Lw. Loew, N. Beitr. V, 40; VII, 53. - 544. N. annulatus Mcq. — Lw. N. Beîtr. V, 40. Non raro sulle foglie lungo la Vernavola alla Torretta in maggio. Gen. Diaphorus Mgn. Rndn. A, I, 141. 545. D. nigricans Mgn. — Schin. I, 187. Lungo il Gravelione, in giugno, sulle foglie. tic | AGGIUNTE ALLA PARTE PRIMA | Fam. Muscipar. Helomyzinae. Gen. Helomyza FI. (1) | 546. H. affinis Mgn. — Radn. B, a, 121. H. lava Schin. II, 25. | Al bosco del Rottone in maggio. _ — Parma (Rondani). » è i 1 4% Tetanocerinae. i i Gen. Elgiva Men. 547. E. dorsalis F. — Rndn. B, b, 211; B, K, 16 (estr.). In maggio ai boschi dei Rivoni a S. Sofia. | — Lombardia, Piemonte, Parma (Rondani); Trentino (Pokorny); Sar- 5 «degna (Costa A.). È Geomyzinae. ; Gen. Geomvza FI). RodasA, 4-18; Bre, 251. 548. G. combinata L. — Rndn. B, e, 252. Presso Pavia, in giugno, sulle foglie lungo il margine di un campo. . — Italia superiore (Rondanij; Sardegna (Costa A.). ù È x - « si (1) Le indicazioni sinonimiche sono riportate solo per i generi non compresi / . | nella precedente memoria. i 2a ca E: a Dr ia Psilinae. Gen. Megachoetum Radn. Rndn, A;.1,:123; B, g, 195. s 549. M, extenuatum Rossi. — Rndn. B, g, 195. = Chyliza atriseta SE Mgn. Schin. II. 200; Rndn. A, I, 123. SE Alcuni esemplari in maggio sulle foglie delle ortiche alla Cà o della Paglia presso Pavia. SE Accolgo per questa specie il genere del Rondani, anche pel facies particolare della Musca extenuata del Rossi, specialmente quando si osservi il suo modo di camminare ad ali ripiegate e quasi fratte, anzichè semierette e vibranti come le altre Chilize. — Tutta Italia (Rondani); Toscana (Rossi); Sardegna (Costa A.). Gen. Chyliza Mgn. 550. Ch. scutellata F. — Rndn. B, g, 196. Non rara in giugno sulle foglie nei dintorni di Pavia. Stante il discreto materiale raccolto quest'anno, sono in grado di scindere la CR. leptogaster Mgn. Schin. citata nella precedente è x ia È do x n * memoria, nelle due specie distinte dal Rondani, scutellata F. e per- mixta Rndn. Stabilisco la distinzione, non tanto sul carattere, troppo & variabile, delle striscie rosse degli omeri, quanto su quello delle A fascie nere ai lati della fronte, che nella seconda la percorrono È tutta, mentre nella prima si arrestano poco oltre la metà. 2 SS — Italia superiore e media (Rondani). i Tanypezinae. E Gen. Calobata Mgn. Rndn. A, I, 116; B, d, 173. 551. C. cibaria L. — Rndn. B, d, 173. In maggio ai boschi dei Rivoni a S. Sofia; in giugno lango la ‘ Vernavola alla Torretta. K £ — Piemonte, Toscana, Parma (Rondani). TRS CITE VIAN Sepsinae. Gen. Saltella Desv. Rade*A#L 117: B; d, 179. | 552. S. parmensis Rndn. B, d, 179. Un esemplare su un fiore di Anthriscus alla Cà della Paglia presso Pavia in giugno. Forse semplice varietà della S. scutellaris FIl. Schin. — Piemonte, Parma (Rondani). Trypetinae. Gen. Philophylla Rndn. B, c, (IM), 175 553. Ph. centaureae F. — Rndn. l. c. 176. = Acidia heraclei L. Schin. II, 116. Presso Pavia sulle foglie in maggio. — Tutta Italia (Rondani); Trieste (Schiner). Gen. Aeydia Desv. Rndn. B, c, (III), 177. Epidesmia et Myoleja Rndn. A, I, 112. 554. A. caesio Harr. — Rndn. B, c, (01), 179. A. lychnidis F. Schin. II, 117, A. discoidea Mgn. Tf. 49, f. 14. I In maggio sulle foglie presso Pavia. -— Piemonte (Rondani). x Gen. Carpomvyia Rndn. Rodan: AES II:D,XVi164; Bi e,-22: 555. C. signata Mgn. — Rndn. B, c, 23. Spilographa cerasi L. Schin.II, 121. Presso Pavia in maggio. — Tutta Italia (Rondani). Sapromyzinae. Gen. Lonchaea FIl. Rndn. A, I, 119; B, e, 268. 556. L. vaginalis FI. — Rndn. B, e, 270. In aprile sulle foglie ai boschi dei Rivoni a S. Sofia. — Parma, Toscana (Rondani). Ortalinae. Gen. Ceroxys Mcq. Rndn. B, c, 20; Mekelia p. A, I, 108. 557. C. hortulana Rossi. — Rndn. B, c, 21. C. kyalinata Schin. II, 76. O. marmorea Mgn. Raccolsi un esemplare in aprile su un muro dello spedale in città. — Italia superiore e media; Parma (Rondani); Toscana (Rosst). f f Gen. Otites Latr. Ridn:vA,b-109:- Boe: d2: 558. O. bucephala Mgn. — Rndn. B, c, 12; nubila p. Rndn. A, I, 109. | Presso Pavia in maggio. — Piemonte, Parma (Rondani). Agromyzinae. Gen. Agromyza FIL. A. Domomyza Rndn. 559. A. obscuritarsis Rndn. B, f, 174. Presso Pavia in giugno. — Parma (Rondani). ‘A Di Cordylurinae. Gen. Cordylura FIL. 560. C. pubera L. — Rndn. B, a, 97. Comune quest'anno in maggio, sulle foglie lungo la Vernavola alla Torretta mentre l’anno prima non c’era. Non venne trovata in Italia dal Rondani, che descrive invece una C. impudica n. sp. come non rara nei dintorni di Parma; ma i miei esemplari ne differiscono per non presentare i punti neri sotto i tarsi, e per le tibie posteriori del maschio in modo distinto bar- bate, benchè cortamente. 561. C. nigriseta Rndn. B, a, 98. Boschi dei Rivoni a S. Sofia in maggio. — Piemonte; Parma (Rondani). 562. C. fuscitibia Rndn. B, a, 99. Parecchi esemplari sulle foglie ai boschi dei Rivoni in maggio. — Parma; Firenze (Rondani). OssERVAZIONE. — È notevole l’abbondanza di individui di Cordylu- rina che trovai quest'anno, mentre l’anno prima, nelle stesse località e con ricerche ugualmente dirette, solo pochissimi esemplari avevo rac- colto. Così pure trovai molto frequenti la Nore/lia spinimana FIl., la Cordylura ciliata Mgn. ed albipes FIl., indicate nella precedente memoria. Antomyinae. Gen. Azelia Desv. 563. A. cilipes Hal. — Rndn. B, i, 136; A, VI, 38 e 41. Un maschio di questa bella e distinta specie raccolsi presso Pavia in maggio. — Parma (Rondani); Trentino (Pokorny). “i RA e PA Sie Deria ele st Linde Gen. Spilogaster Mcq. 564. S. calceata Rndn. B, i, 115; A; VI, 71 e 96. Presso Pavia in giugno. — Italia superiore; Trentino (Rondani). Gen. Aricia Desv. 565. A. erratica Fl. — Rndn. A, VI, 111 e 118. Due maschi in giugno presso Pavia sul tronco dei salici lungo | il margine di un campo. — Tutta Italia ed isole (Rondani); Sicilia (M. Palumbo). Tachininae. Gen. Stevenia Desv. Rndn. A; I, 80; IV, 143. 566. St. maculata Fil. — Rndn. A, IV, 147; B, m, II, 594. Plesina ead. Schin. I; 545, p. Su un tronco di salice una femmina in giugno. — Piemonte, Parma, Toscana (Rondani); Trentino (Pokorny). Gen. Miltogramma Mgn. A. Miltogramma Rndn. 567. M. murina Mgn. — Rndn. A, II, 217; B, m, II, 586. A S. Sofia in luglio, sui fiori di Anthriscus. — Parma, Toscana (Rondani); Trentino (Pokorny). 568. M. pilitarsis Rndn. A, II, 218; B, m, II, 586. Una femmina presso Pavia in giugno. ii cia e iii ie (e Ni tia — Lombardia, Parma (Rondani); Trentino (Pokorny); Trieste (Schiner, Rondani). Z a Nel Ve, (SAREI elia e Gen. Masicera Mcq. A. Blepharipa Rndn. 569. M. pupiphaga Rndn. A, IV, 15; B, m, II, 587. Due esemplari mi uscirono in giugno da bruchi di Vanessa Io presi sulle ortiche presso Pavia, in maggio, assieme a numerose Phorocera concinnata Mgn. =: Machaeraea serriventris Rndn. — Piemonte; Parma (Rondani). 570. M. scutellata Desv. — Rndn. A, IV, 14; B, m, II, 587. Non rara sulle foglie lungo la Vernavola in giugno, in società colla seguente. — Piemonte, Parma (Rondani); Trieste (Schiner). Gen. Nemoraea Desv. Rndn. A, I, 64; III, 71. 571. N. pellucida Mgn. N. conjuncta Rndn. A, II, 72; B, m, II, 579. Un maschio su un fiore di Anthriscus alla Cà della Paglia in giugno; frequenti lungo la Vernavola in giugno i maschi; una fem- mina lungo il Ticino. — Parma (Rondanì). Gen. Exorista Mgn. A. Exorista Rndn. B, m, II, 582. 572. E. gnava Mgn. — Rndn. A, II, 135; B, m, II, 582. Presso Pavia in giugno. — Parma (Rondani); Trentino (Pokorny). Gen. Gonia Mgn. 573. G. fasciata Mgn. — Rndn. A, II, 33; B, m, II, 577. Un esemplare al bosco del Rottone in aprile. Manca delle fascie dell'addome, ma non può essere la G. Foer- steri Mgn. perchè più piccola e per varî caratteri. Gen. Micropalpus Mcq. 574. M. vulpinus F]l. — Rndn. A, II, 71; B, m, II, 579. Sui fiori di Anzhriscus alla Ca della Paglia in maggio. — Lombardia, Piemonte, Veneto, Parma, Toscana (Rondani). 575. M. haemorroidalis F]l. — Rndn. A, III, 69; B, m, II, 579. Sulle foglie in maggio ai boschi dei Rivoni. — Piemonte; Parma (Rondani). Ocypterinae. Gen. Ocyptera Latr. 576. O. bicolor Ol]. — Rndn. A, IV, 125; B, m, II, 592. j Non rara sui fiori di Anthriscus alla Cà della Paglia in maggio. - — Piemonte, Lombardia, Trentino, Parma, Toscana (Rondani); Trieste (Schiner); Vicentino (Disconzi), Siena (Dei); Sardegna (Costa A.) Sicilia (Minad-Palumbo). 577. O. cylindrica F. — Rndn. A, IV, 127; B, m, Il, 592. A S. Sofia, sui fiori di Jasione montana L. in luglio. — Lombardia, Veneto, Parma (Rondani); Padova-Venezia (Contarini); - Vicentino (Disconzi); Cremona (Anonimo); Torino (Meigen); Sardegna (Costa A.); Sicilia (Mind-Palumbo). Phasiinae. Gen. Phasia Latr. 578. Ph. dispar Rndn. C, IV; C, XVII, 215; A, V, 37; B;, m, II, 595. Una femmina sui fiori di Anthriscus ai boschi dei Rivoni a + S. Sofia in maggio. — Parma, Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana, Trentino (Eondanii Sicilia (Minà-Palumbo). Rndn. A, 1, 82; c, XVII, 209; A, V, 33. 1 4 i 580. O. nigra Mgn. Syst. Beschr; VI, 357, T. 66, f. 17. Gen. Hyalomyia Desv. Rndn. C, XVII, 209; A, V, 5; Alophora p. A, I, 88. 579. H. pusilla Mgn. — Rndo. C, XVII, 210; A, V, 9; B. m, II, 594. In un prato presso Gravellone in aprile, su un fiore di Bellis perennis L. — Parma, Toscana, Piemonte, Lombardia (Rondani); Sicilia (Mina Pa- lumbo). » Fam. PLATYPEZIDAE. Gen. Opetia Mgn. Rndn. A, I, 138. Un esemplare sulle foglie presso Pavia in giugno. dra TRIS ora ne Ì : : ost at vinci sita MERE Ga ie© Ri RR a, ai nf vira EB) 3 e Ù a > Los PAR VA pet NARO A 4 Que , ara Pi Ù a PIA 28 È rs x n to, 4 [ “ Mica es fe, re - att È ni Lar ptt ae o Re 4 tg CORSO: Sto ein ea 36 Ile SSA sita > mai Ù tant Mt pm rd -. Rndn. A, I, 140; Chalarus Wik. (1837) Schin. I, 244. A 581. A. spuria Fl]. — Schin. I, 245. 3 Un esemplare al bosco del Rottone in aprile, volante su una d foglia di Alnus. si Di Gen. Pipunculus Latr. svi A * «Pe A. Prothechus Rndn. A, I, 139. 582. P. furcatus Schin. I, 246. Un esemplare trovato dal Dott. S. Calloni nello stomaco di una Hirundo rustica uccisa presso Pavia il 27 agosto 1890. Pel suo ottimo stato di conservazione potei verificare la sua completa corri- spondenza con questa specie dello Schiner, particolarmente per la colorazione delle zampe, antenne e bilanceri. sa CATO DIA n i ue Anno XXIV. 9 Fam. SYRPHIDAE. Syrphinae. Gen. Ascia Mgn. Rodn. A, I, 49; II, 100. 583. A. podagrica F. — Rndn. A, II, 101; B, m, I, 565. Boschi dei Rivoni a S. Sofia in aprile. — Lombardia, Piemonte, Liguria, Bologna, Napoli, Parma ( Vicentino (Disconzi); Trentino (Bessi); Sicilia (Minà-Palumbo). / Gen. Syrphus F. C. Syrphus F. — Rndn. 584. S. corollae F. — Rndn. A, II, 135; B, m, I, 566. Presso Pavia in aprile. i — Tutta Italia, anche insulare (Rondari); Trentino (Gred/er, Palm); Vi- Rondani); n centino (Disconzi); Trieste (Schiner); Corsica (Schiner); Sardegna (Costa A); Is. d’Ustica (Riggio); Sicilia (Minà-Palumbo). Gen. Paltyvcheirus S. F. S. Rndn. A, II, 117. 585. PI. albimanus F. — Rndn. A, II, 120; B, m, I, 566. Presso Pavia in aprile su un fiore di Taraxacum. — Tutta Italia (Rondani). Eristalinae. Gen. Mallota Mgn. Radn. A, I, 44; II, 33. 586. M. fuciformis F. — Rndn. A, II, 34; B, m, I, 560. Al bosco del Rottone in aprile, una femmina. — Piemonte, Parma (Rondani); Fiume (Schiner). si Gen. Merodon Mgn. 587. MI. tuberculatus Rndn. A, II 61; B, m, I, 562. In luglio lungo il Ticino presso Pavia. — Tutta Italia, Piemonte, Trieste (Rondani). 588. MI. spinipes F. — Rndn. A, II, 66; B, m, I, 562. Alla Cà della Paglia presso Pavia in giugno sui fiori di Anthriscus. — Parma (Rondani). Milesinae. Gen. Criorhina Mcq. Rndn. A; 1,47; II 73. 589. Cr. ruficauda Deg. — Schin. I, 350. Cr. ranunculi Pz. Rudn. A, H, 75; B, m, I, 063. Boschi dei Rivoni a S. Sofia in aprile, una femmina. — Piemonte (Rondani). Gen. Myolepta Newm. Rndn. B, m, I, 564. Xy/otaeja Rndn. A, I, 48; II 06. 590. MI. luteola Gm. — Schin. I, 325. X. dudia F. Rndn. A, II, 98; B, m, I, 564. Un esemplare presso Pavia su un tronco in giugno. — Parma, Napoli, Toscana (Rondani); Trentino (Pokorny); Trieste (Schiner, Rondani). Gen. Eumevus Mgn. Rndn. A, I, 48; II, 83. 591. E. ornatus Mgn. — Rndn. A, II, 90; B, m, I, 564. Sulle foglie presso Pavia in luglio. — Trentino (Pokorny), Trieste (Rondani, Schiner); Parma (Rondani). Gen. Chrysochlamys Radn. A, I, 51; II, 145; Ferdinandea olim. 592. Chr. ruficornis F. — Rndn. A, II 147; B, m, I, 568. Sa Trovai di questa specie un maschio in giugno, morto, su una | foglia ai boschi dei Rivoni a S. Sofia. 1a — Piemonte, Parma (Rondani). \ 00 À 99 Chrysotoxinae. # Gen. Pipiza FI). 593. P. noctiluca L. — Radn. A, II, 180; B, m, L 570. P. festiva Mgn. Schin. I, 262. S Una femmina in maggio al bosco del Rottone sui fiori di Cornus. — Parma, Mantova, Firenze (Rondani). Gen. Paragus Latr. 594. P. bicolor F. — Rndn. A, II, 194; B, m, I, 571. Lande di S. Sofia tra le stoppie in luglio. — Padova-Venezia (Contarini); Vicentino (Disconzi); Trentino (Pokorny); Trieste (Schiner); Nizza (Risso); Lombardia, Piemonte, Parma; Li- guria, Toscana (Rondani); Sardegna (Costa A.); Is. S. Pietro (De- Carlini); Sicilia (Minà-Palumbo), Malta (Zetterstedt, Schiner). DEI DITTERI FINORA RACCOLTI NELLA PROVINCIA DI PAVIA (l) C. A. H. L. I. — MYCETOPHILIDAE. S. CATALOGO GENERALE I. DIPTERA ORTHORHAPHA. A. NEMATOCERA. a. Qligoneura. .I — CECIDOMYIDAE. CECIDOMYINAE. Cecidomyia Myn. sisymbrii Schrk. n. sp. Calloni. hyperici Bremi. Asphondylia Lw. Verbasci Vall. Hormomyia Lw. fagi Htg. LESTREMINAF. Lestremia Myn. leucophaea Mygn. SCIARINAE. Sciara Myn. Thomae L. lugubris We. (1) In questo catalogo, in cui la distribuzione sistematica è quella del catalogo MyCETOPHILINAE. Mycetophila Mygr. M. lineola Mgn. Docosia Wt:. D. valida Wts. Coelosia Wt:. C. fusca Bezzi. Neoglaphyroptera N. alternans Wtez. Sciophila Mgn. S. hyalinata Mgn. Macrocera Myn. M. angulata Mgn. III. — SIMULIDAE. Simulia Lutr. S. ornata Mgn. reptans L. IV. — BIBIONIDAE. SCATOPSINAE. Scatopse Geoff. S. brevicornis Mgn. pulicaria Low. notata L. dello Schiner del 1864, sono comprese le specie citate nelle due memorie. 0-S. è Pg SIINO NUOVO ESA LIPRA YI SSA RIOADI CI I RONCATO “Fora EE VT SITR TSANO 1 OPIARE, A \ Rari La - nat È } Ko Sea liia BIBIONINAE. Ceratopogon Mgn. Rndn 3 — ©. niveipennis Mgn. Dilophus Myn. D. vulgaris Mgn. — femoratus Mgn. Bibio Geoff. B. marci F. b. Polyneura. Chironomus Mygn. C. flavipes Mgn. — pictulus Mgn. — riparius Mgn. pr ds pae Ai ch c; — barbicornis FP. A — venustus Staeg. di — dispar Mgn. dI ia — albimanus Mgn. È; — dorsalis Mgn. 2 — tendens F. DE. — brevitibialis Ze. 3 — pusillus ZL. fi n — pedellus Deg. x | — pedestris Mgn. ni: — sordidellus Zé. 5 — tibialis Mgn. Pe. -— bicinctus Mgn. pr: — tricinetus Mgn. Tanypus Mgn. T. varius F. — melanops Mgn. IG Leasir. ‘ Ceratopogon Mygn. “ Serromyia Hal. Rndn. O. flavipes Mygn. "i — serripes Mgn. s — rufipectus Wta. È — lineatus Mya. V. — CHIRONOMIDAE. VP — DIXIDAE. Dixa Mygn. D. autumnalis Mgn. VI — PSYCHODIDAE. Psychoda Latr. P. phalaenoides L. — sexpunctata Curt. Pericoma IVl%. P. palustris Mgn. — canescens Mgn. — tristis Mgn. Phlebotomus Andr. P. (Ph.) Papatasii Scop. VII. — CULICIDAE. Anopheles Mygn. A. maculipennis Mgn. — nigripes Staeg. Culex L. C. articulatus nda. — pipiens L. — nemorosus Mya. VII. — TIPULIDAE. 5 LIMNOBIINAE. Erioptera Mgn. E. obscura Mgn. Chemalida Rndn. C. taenionota Mgn. Thrichosticha Schin. T. imbuta Mgn. — flavescens L. Dasyptera Schin. D. nodulosa Mcg. Gonomyia 0-$S. G. tenella Mgn. — cincta Egg. Symplecta Myn. S. punctipennis Mgn. Anisomera Myn. A. nigra Latr. Tricyphona Zti. T. immaculata Mgr. Thrichocera Mygn. T. regelationis L. —- hiemalis Deg. Limnophila Mcq. B. nemoralis Mgn. — discicollis Mga. — ferruginea Mgn. Poecilostola Schin. P. pictipennis Mgn. — punctata Mgn. Limnobia Myn. Limnomyza Radn. L. tripunctata Mgn. — pilipennis Egg. Limnobia Rndn. L. chorea Mgn. — modesta Mgn. — morio F. PTYCHOPTERINAE. Plychoptera Mgn. P. albimana F. TIPULINAE. Pachyrhina Mcq. P. pratensis L. P. imperialis Mgn. — crocata L. — qQuadrifaria Mgn. — analis Schum. — . iridicolor Schum. — scurra Mgn. — maculosa Mgn. — histrio F. Nephrotoma Myn. N. dorsalis F. Tipula L. T. nigra L. — gigantea Schrk. — pabulina Mgn. — scripta Mgn. — lateralis Mgn. — oleracea L. — ochracea Mgn. — fuscipennis Mgn. Ctenophora Mygn. C. bimaculata L. — festiva Mgn. IX. RHYPHIDAE. Rhyphus Latr. R. fenestralis Scop. B. BRACHYCERA. a. Cyelocera. X. — STRATIOMYIDAE. PACHYGASTRINAE. Pachygaster Mgn. P. ater F. = fiore pae “ERE STRATIOMYINAE, Oxycera IW/gn. O. leonina Pz. — formosa Mgn. Stratiomyia Geof. S. longicornis Scop. Odontomyia Latr. Psellidotus Rmdn. O. tigrina F. Odontomyia Rndn. O. ornata Mgn. Hoplodonta Rndn. O. viridula F. var. jejuma Pz. var. bimaculata Mgn. — hidroleon L. SARGINAE. Sargus Y. S. cuprarius L. — nubecuiosus Z#t. Chrysomyia Meg. C. formosa Scop. BERINAE. Beris /atr. B. clavipes L. XII — TABANIDAE. TABANINAE. Haematopota Mgn. H. pluvialis L. Tabanus /. Terioplectes Zell. T. fulvus Mgn. Tabauus. ZL. T. autumnalis L. T. bovinus L. — bromius L. PANGONINAE. Chrysops Mgn. C. perspicillaris Lew. —. coecutiens L. — relictus Mgn. b. Orthocera. XV. — BOMBYLIDAE. Anthrax cop. A. hottentota L. — afra Fr. Exoprosopa Mcy. E. Jacchus F. — Minos Mgn. Argyromoeba Schin. A. sinuata 7/2. — Hesperus Rossi. Lomatia Mygn. L. lateralis Mgn. Bombylius L. B. ater L. — discolor Mik. — medius L. — major L. —. canescens Mik. — fugax Wied. — fulvescens Mgn. —. minor L. Systoechus Lw. S. sulphureus Mik. Dischistus Lw. D. minimus SchrA. Cyllenia Latr. C. maculata Latr. Und» e Co RIS "i % | —‘’1Toxzophora Mgn. _ T. maculata Wied. XVII. — SCENOPINIDAE. Scenopinus Mgn. S. fenestralis L. — glabrifrons Mgn. XVII — THEREVIDAE. Thereva Latr. Thereva Rndn. T. annulata £. — plebeja L. — arcuata Lw. i ardea F. Dialineura Rndn. T. eximia Mgn. XIX, — ASILIDAE. LEPTOGASTRINAE. Leptogaster Myn. L. cylindricus Deg. DASYPOGONINAE. Dioctria Mgn. D. linearis F. — flavipes Myn. Dasypogon Myn. D. diadema F. Saropogon Lw. S. ticinense Bezzi. Xyphocerus Mcy. X. giaucius Rosse. Lasiopogon Lw. L. cinctum F. LAPHRIINAE. Pogonosoma Andn. P. maroccana F. Laphria Mgn. L. fulva Mgn.. ASILINAE. Asilus L. Entolmus Lw. A. rufibarbis Mgn. Machimus Lw. A. rusticus Mgn. — atricapillus PF. Mochtherus Lw. A. flavicornis Rnthe. Cerdistus Lw. A. erythrurus Mgn. Itamus Lw. A. cothurnatus Mgn. E pitriptus Lw. A. cingulatus 7. Pamponerus Lew. A. germanicus F. Philonicus Lw. A. albiceps Mgn. XX. — LEPTIDAE. Leptis /. L. scolopacea L. — vitripennis Mgn. — tringaria L. — conspicua Mgn. Chrysopila Mcq. C. aurea Mgn. — atrata F. Atherix Mgn. A. Ibis F. ta pi ? d : CITE aa led L'itga 3 di A. marginata F. crassipes Mgn. Symphoromyia /7}d. S. crassicornis Pz. P; XXI. — EMPIDAE. HyBOTINAE. Pterospilus Rndn. muscarius 7//. Cyrtoma Myn. C. spuria 7. EMPINAE. Rhamphomgyia Ign. R. sulcata 77! Empis L. E. maculata F. M. H. M. tessellata Y. Bistortae Mgn. rustica 722. atra Mcq. vernalis Mgn. stercorea L. trigramma Mgn. Hilara Mygn. chorica P/. quadrivittata Mgwx. vulnerata £99. OCYDROMINAE. Microphorus Mcq. crassipes Mcq. HEMERODROMINAE. Hemerodromia Mgn. oratoria 72/. Mantipeza Andn. precatoria 0. TACHYDROMINAE. Platypalpus Mcq. P. nigrifemoratus Mcg. — flavipes F. — cothurnatus Meg. — varius W/k. — cursitans F. — minutus Mgn. — niger Mgn. Tachydromia Mgn. T. connexa Mgn. — arrogans L. XXII. — DOLICHOPODAE. RHAPHIINAE. Raphinum Mgn. R. caliginosum Mgn. Porphyrops Mgn. P. spinicoxus Lw. — nemorum Mgn. DOLICHOPINAE. Neurigona Andn. N. quadrifasciata F. Xanthochlorus Lw.- X. ornatus Ha/. Psilopus Mya. P. platypterus F. — nervosus Schin. — albifrons Mgn. Dolichopus Lutr. Ragheneura Mgn. D. nitidus Pl. Acanthipodus Rndn. D. plumipes Scop. — signatus Mygn. RI D. longicornis Stanm. — agilis Mgn. — aeneus De-G. Gymnopternus Lu. G. nigricornis Mygn. — chrysozygos Wdm. — nigriplantis Starr. — celer Mgn. — atrovirens Lw. HyDROPHORINAE. Medeterus Fisch. M. truncorum Mgn. il. DIPTERA A. PROBOSCIDEA. a. Hypocera. XXIII. — PHORIDAE. Conicera Mgn. C. atra Mgn. Phora Latr. Ph. rufipes F. — fuscipes Mcq. — urbana Mgn. b. Orthocera. a. Qligoneura. XXIV. — MUSCIDAE. 1. Muscidae acalypterae, BoRBORINAE. Limosina Meg. L. akka Rndn. DIAPHEORINAE. Chrysotus Mygr. Chr. laesus Wied. — suavis Lw. — cilipes Mgn. Chrysotimus Lv. Chr. molliculus 77. Nematoproctus Lv. N. annulatus Mcg. Diaphorus Mgn. D. nigricans Mgn. CYCLORHAPHA. L. simplicimana Rrdn. | — ochripes Mgn. — limosa FW. — albipennis Rndn. — ferruginata Sterh. Sphaerocera Latr. S. subsultans PF. — pusilla FU. Borborus Mgn. B. geniculatus Meg — niger Mgn. — equinus FU. — fimetarius Mgn. SCATOPHAGINAE. Scatophaga Mgn. S. lutaria F. — inquinata Mgn. — stercoraria L. sian te aa toni radi Preah da pe a STO! 20: ISO HELOMYZINAE. Leria Desv. L. serrata L. —. fenestralis YZ Heteromyza /!l. H. atricornis Mgn. Helomyza ///. H. affinis Mgn. — pallida FZ/. — rufa Mgn. SCIOMYZINAE, Sciomyza 7. S. obtusa 7. TETANOCERINAE. Tetanocera /all. Oregocera Rndn. T. nugnicornis Scop. Tetanocera Rnadn. T. umbrarum L. — punctulata Scop. — variegata NI. —. laevifrons Lw. —. ferruginea Pl. Coremacera Andn. C. marginata F. Elgiva Mygn. E. albiseta Scop. — dorsalis 7. Sepedon Latr. S. sphegeus F. — spinipes Scop. GEOMYZINAE. Geomyza 7)!. G. combinata L. O. DI db a) D. Opomyza //. germinationis L. florum F. Diastata Mgn. obscurella 772. Tryptochoeta Rndn. punctum Mygn. DROSOPHILINAE. Periscelis Lw. annulata 77. Phortica Schin. . variegata FU. Drosophila 7//. uvarum Rndn. obscura 7/2. funebris Y. Scaptomyza Hal. DI A. N. graminum F/l. Aulacigaster Ncq. rufitarsis Meg. EPHYDRINAE. Notiphila //!. cinerea Y/l. Discomyza Mygn. D. incurva 72. Ephygrobia Schin. E. polita Meg. plumosa rl. Parydra Stenh. P. coarctata 7//. quadripunetata Mgn. Ephydra /!. E. breviventris Lw. Teichomyza Meg. T. fausca Mcq. i i CHLOROPINAE. Selachops bg. S. flavicineta W/0g. Meromyza Mygn. M. saltatrix L. — variegata Mgn. Chlorops Mgnr. C. didyma Ztt. — nasuta Schrk. — scalaris Mgn. —. lineata F. — pulchra Schin. — . Cereris FU. È Oscinis Latr. e fritL. — pusilla Mya. — frontella Fl. — rufipes Mgn. — dubia Mcq. Macrochoetum ndr. M. cornutum F//. Mosillus Latr. M. arcuatus Latr. PSILINAE. Megachoetum £ndn. M. extenuatum Ross? Chyliza Pl. C. scutellata FP. — permixta Radn. Loxocera Mgn. L. ichneumonea L. Platystila Mygn. P. Hoffmannseggii Mgn. TANYPEZINAE. Micropeza Mygn. M. corrigiolata L. Calobata ./gn. C. cibaria L. SEPSINAE. Piophila 4. P. casei L. Saltella Desv. S. parmensis Endn. Nemopoda Desv. N. cylindrica F. Meroplius Rada. N. stercoraria Des». Sepsis /. S. nigripes Mgn. — cynipsea L. — punctum FP. — pectoralis Mcq. TRYPETINAE. Phylophilla Andn. P. centaureae F. Acydia Desv. A. caesio Harr. Carpomyia Erdn. C. signata Mgn. Goniglossum Rndn. G. Wiedemanni Mgn. Tephritis Latr. T. bardanae ScArk. Oxyna Desv. O. punctella 2. — pantherina F/. — irrorata Fl. A DI, c LA Ri di | pe + SAPROMYZINAE. Palloptera //!. P. notulata 7/2. Sapromyza ll. S. longipennis F. —_ lupulina 7. — subvittata Lw. — plumicornis £7. — notata FU. — decipiens Lw. Lauxania Latr. L. aenea F//. Lonchaea /!. L. vaginalis FU. Dasyops Andn. D. lasiophthalmus Meg. ULIDINAE. Chloria Schin. C. demandata F. Myodina Desv. M. vibrans L. PLATYSTOMINAE. Platystoma Mygm. P. umbrarum F. ORTALINAE., Ceroxys Mcq. C. hortulana Rossi. Rivellia Desv. R. syngenesiae F. Otites Latr. O. bucephala Mgn. | AGROMYZINAB. Phytomyza YU. Napomyza Hal. P. elegans Mgn. —. lateralis Y7/. Phytomyza Hal. Ph. obscurella Ft. — scutellata Mgn. — affinis PZ. Agromyza rl. Domomyza Rndn. A. nigripes Mgn. — obscuritarsis Rndn. Agromyza Rndn. A. cirsii Rndn. — mobilis Mgn. — Orbona Mgn. — pusilla Mgn. Ceratomyza Schin. C. denticornis Pz. MILICHINAE. Milichia Mgn. M. boletina Zt. OCHTHIPHILINAE. Ochthiphila 7". O. obscuripes Radn. CORDYLERINAE. Norellia Desv. N. sprinimana Fl. Cordylura 7. C. pubera L — ciliata Mgn. — nigriseta Rndn. — fuscitibia Rada. — albipes 1%. si A de Pr a. DA oa M. M. Myopina Desv. reflexa Desv. 2. Muscidae calypterae. ANTHOMYINAE. Macrorchis Arda. meditata 72. Coenosia I/gyn. C. sexnotata Mgn. _- A. À. riparia Fl. gennalis Rndn. triangula Fl. palustris Desv. Hoplogaster Rndn. . mollicula Fl. Atherigona £lndn. varia Mgn. Lispe Latr. . consanguinea Lew. tentaculata De-G. Homalomyia Bouchè. . canicularis L. prostrata ossi. cilicrara Rndn. Azelia Desv. cilipes Hal. triquetra Wdm. Anthomyia Mygn. procellaris Rndn. pluvialis L. albicineta 7. radicum L. Chorthophila Mcq. C. bicolor Wdm. — thrichodactyla Rndn. cilicrura Rndn. sepia Mgn. — H. Hydrophoria /esv. . anthomyea Endn. conica Fl. socia Mgn. Hylemyia Desv. hilaris 0. strigosa /. Hammomyia £ndn . buccata 772/. Eriphia Mygn. . montana Schin. Ophyra Desv. . leucostoma Y//. anthrax Mgn. Spilogaster Mcg. . clara H/f99. uliginosa 7. indistincta Andn. urbana Mgn. fuscata Fl. nigritella Zé. calceata lRnun. coesia Mcq. notata rl. duplicata Mya. Aricia Desv. . errans Mgn. erratica FU. signata Mgn. pallida 7. rufipalpis Meg. solifuga Rndn. umbratica Mgn. lucorum Fl. nivalis 2. RIA E ETA ” DI x LIL Py si a \ aa IMA ) È MusciINAE. vato _ Nitellia Deso. Myiospila Fndn. P. lanio Mygn. “a M. meditabunda 7. i : Graphomyia Desv. sd i Cyrtoneura 1/7. G. maculata Scop. Ù va Morellia Des». Mesembrina Mya. o cu. C. hortorum F/. M. meridiana L. 4 “0008 —- pilipes Rnda. Stomoxys Geoffr. FAR Muscina Desv. S. calcitrans L. SM C. pascuorum Myn. Haematobia Desv. A — stabulans FU. H. stimulans Mygr. : — pabulorum PI. 3 Ù a — assimilis 7. d: Ù Poibllla SARCOPHAGINAE. 1 v P. serena Mgn. ° Onesia Desv. ì c A — cadaverina L. O. vespillo 7. 3 — suda Endn. — cognata Mygn. Dasyphora Desv. Sarcophaga Mygn. 4 D. pratorum Mgn. S. carnaria L. GE Somomyia Endn. ia Rndn. — melanura Mygn. x Calliphora Desv. Di S. erythrocephala Mygn. -— | Rigriventris. Ign. TA Lac, ni —. clathrata Mgn. sa) Sr — adolescens Andn. he I vhidiagti — . setipennis Rndn. p2 SÈ — lucens Andn. — nepos Andn. si er sE — sericata Mgr!. — amita Endn. — sylvarum Mgr!. — nurus Endn. w — haemorrhoidalis 77. i i nigi — Schineri Bezzi. n. AE sa — haematodes Mgn. ) — domestica L. s Biomyia Deso. È; pe M. tempestiva Pl. DEXINAE. sd Pollenia Desv. Dexiosoma Andn. P. azurea FU. D. europaea Egg. — vespillo Mgn. Myostoma Desv. — rudis /. M. microcera Desv. P. sybarita 7. Mintho Desv. M. praeceps Scop. Thelaira Desv. T. nigripes F. — leucozona Ps. Nyctia Desv. N. maura ». Melanophora 23Igr. M. roralis L. Morinia Desv. M. mendica Rndn. TACHININAE. Phyto Desv. P. melanocephala Mgn. Rhinophora Desv. R. melania Mgn. Stevenia Desv. S. maculata 7722. Scopolia Desv. S. carbonaria Ps. De Geeria Mygn. D. separata Mgn. Rhygchista £ndn. R. prolixa Mgn. Macquartia Desv. M. chalchonata Mgn. _ Clytia Desv. C. continua Pz. Siphona Mgn. S. geniculata De-G. | — pauciseta Endn. Anno XXIV. pata Prosena S. F. S. Thryptocera Mcq. T. silacea Mgn. — exoleta Mgn. Miltogramma Mygn. Sphixapata Andn. M. lineolata Rndr. Miltogramma £nadn. M. murina Mgn. — pilitarsis Arda. —. oestracea FYl. Macronychia Endn. M. agrestis Fl. Metopia Mg». M. leucocephala ossi. Frontina Mygn. F. marmorata F. Pericheta Andn. P. unicolor 772. Phorocera Desv. P. concinnata Mya Chetogena £ndn. C. penicillaris Rndn. Masicera Mcq. Blepheripa PRndn. M. pupiphaga Ardr. — atropivora Desv. —. scutellata Des. Masicera Andn. — spinuligera nda. Tachina Mgn. T. larvarum L. Nemorilla Andn. N. floralis Y2/. Exorista Mgn. Tricholyga £Andn. E. vulgaris 7. pe ent. Ii EROE MPN nr TOS % dad ant 3, È " dt, vp NP 3 SIRO n dà, La * Seri A I MEAZZA E rg EA ici De aa ivrea Pi PIO di fr r ni Caf SE nei FI a pun PR 10 Ue: ch Ni i E. confinis 7. — properans Rndn. Exorista Rndn. E. gnava Mgn. Chetolyga Endn. C. quadripustulata F. — cilitibia Bell. Nemoraea Desv. N. pellucida Men. Cnephalia Rndn. C. hebes Fl. Gonia Mygn. G. fasciata Mgn. — capitata De-G. Plagia Mygn. P. ruralis Fl. Zophomyia Mcq. Z. tremula L. Aphria Desv. A. longirostris Mg. Micropalpus Mcg. M. vulpinus 7. — hemorrhoidalis rl. — comptus FY. Echinomyia Dumil. E. fera L. — nupta Rndn. — tessellata F. — ruficeps Mcq. PHANINAE. Uromyia Myn. U. curvicauda 7/2. OcyYPTERINAE. Ocyptera Latr. O. bicolor Ol. O. brassicaria F. — cylindrica £. GYMNOSOMINAE. Gymnosoma Myn. G. rotundata L. —. costata Pa. PHASINAE. Phasia Latr. P. dispar Rndn. Hyalomyia Desv. H. pusilla Mgn. XXV. — OESTRIDAE. Hypoderma Clk. H. bovis L. Vv. Polyneura. i XXVI — PLATYPEZIDAB._ Opetia Myn. O. nigra Mgn. XXVII. — PIPUNCULIDAE. Ateleneura Mcq. A. spuria FU. Pipunculus Latr. Prothechus £adn. P. furcatus Schin. Pipunculus £ndn. P. geniculatus Mgn. XXVII. — SYRPHIDAE. SYRPHINAE. Bacha Y. B. elongata F. Ascia Mgn. A. podagrica /. Melithreptus Lu. M. scriptus L. Xauthogramma Schin. nigricoxa Zi. taeniatus Mgn. Syrphus /. S. ornatus Mgn. Lasiophthicus nda. S. pyrastri L. seleniticus Mgr. Syrphus Rndn. S. baltheatus De-G. _ nigritibius Radr. Ribesii L. vitripennis Mgn. corollae 7. Melanostoma Schin. S. mellinus L. var. scalaris F. gracilis Mgn. Pyrophaena Schin. S. rosarum F. Platycheirus S. F. S. P. albimanus £. Cheilosia Mygn. C. aurata F. pn) vernalis 2. praecox Ztt. variabilis 772. nigripes Mgn. scutellata 7. VOLUCELLINAE. Rhingia Scop. R. rostrata L. tr ‘9 ca Volucella Geofîr. V. dryaphila Scop. k gs 7, V. zonaria Poda. —. inanis L. ERISTALINAE. Eristalis Y. F. similis 27. E. pascuorum Andn. a UNEMorumnze: — arbustorum L. Eristalomyia Andn. E. tenax L. — aeneus Scop. —. sepulchralis ZL. i Myathropa Andn. M. florea L. Helophilus Myn. H. trivittatus 7. Mallota Mgn. M. fuciformis F. Merodon Myn. M. tuberculatus Rada. — Spinipes F. — rafitibius Rndn. MILESINAE. Xylota M/yn. X. segnis L. Syritta S. F. S. S. pipiens L. Criorhina Mcq. C. ruficauda De-G. Myolenta Newn. M. luteola Gnr. Eumerus Myn. E. ornatus Mgn. Chrysochlamys Andr. C. ruficornis 7. PRESTA le LU CHRYSOTAXINAE. Orthoneura Mcq. O. venusta Rudn. Chrysogaster Mygn. C. viduata L. — metallina F. — coometeriorum L. Lejogaster. Rndn. C. tarsatus Mgn. Pipiza ll. P. noctiluca L. —. vitripennis Mgn. Pipizella Rndn. P. varians Rndn. Paragus Latr. P. quadrifasciatus Mgr. — femoratus Mgrl. —. coadunatus Rndn. var. trianguliferus Zt{. var. haemorrhous Mgri. — bicolor F. Chrysotoxzum Mygn. C. fasciolatum De-G. CERINAE. Ceria /. C. conopsoides L. XXIX. — CONOPIDAE. MyvopPINAE. Myopa Y. M. testacea 7. —. stiema Mgn. F° T.atra FP. Thecophora ndr. Zodion Latr. Z. cinereum FP. B. EPROBOSCIDEA. XXX. — HIPPOBOSCIDEA. Ornitomyia Latr. O. avicularia L. Chelidomyia Andn. Ch. pallida Leack. Hippobosca L. H. canina Rndn. — equina L. XXXI. — NYCTERIBIDAE. Nycteribia Latr. Listropodia Kol. N. Schmidtii Scin. Nycteribia Kol. N. Leachii Xo/. ;) Incertae sedis. XXXII- LONCHOPTERIDAE. Lonchoptera Mywn. Lonchoptera Mygn. L. lacustris gn. — lutea Pz. | Dalla seguente tabella si può rilevare il numero totale der ; delle specie finora osservate. i: dI = a «Da FAMIGLIE Ta 10 5. | Orthorapha. ... . 228 e ORO AR I n e ca Mincciophibaae e e n, MR RR n a e A A RI e e e meGbironomidaet, Cda ee, ISOSSNICE CARRO CASE E EEA MER a a it ee Mi puligaa eno — Rhyphidae . . ” — Stratiomydae . — Tabanidae RI o ge ne gti franiglidaeto ante cs a Se rale BEGRARUICAR e a è RIEN TA RR Asilidae . Si VE RARI PAR e RNA ARR AIA CORE NT REIT RR pa AMET ME ME TAG IRE eO — Empidae. : . Dolichopodae . i He ba » = Gyclorbhapha.. 0° ‘(369 LAS) fd sa UT dI 0 OE Wild a bw a [er] wo On n DOO HI AMODIO DWII i | ELE CREARE ARE diri ie VISA RAGA e PETALI ROERO 2 ARTE i e RR NE ITA SRI RAIN IR RA 139 EEA Ti AE AIUTI ANSIA 1 BE e RI Mq te 1 OR e n a Ve nt 6 3 3 1 Il do (o 0) Di D9 20 pa PO WE n 0A TE RS O RO PIO REA z RIOAB] AO A I n BUPponosoa da BRE Se RAZER LEE RAS ERRE OS DOonchoprerdagi nate e, LO) J i (d) o i] TOTALE ALA a 3 LEA {a AI VA 3 i Ta Ve 43 Le (@ A 1 L z n BEZZI M. — Aggiunte alla « Contribuzione alla Fauna ditte- rologica della provincia di Pavia. » È mio intendimento di continuare lo studio dei Ditteri } della provincia di Pavia. Intanto aggiungo qui alcune poche specie che per una ragione o per un’altra mi sembrano inte- ressanti. Gen. Thaumastoptera Mik. J. Mik. Verh. zool. bot. Gesell. Wien 1866, XVI, p. 302. 595. Th. calceata Mik. 1. c. tav. I, A, fig. 7. Raccolsi una 9 in giugno ai boschi dei Rivoni, che andò con- fusa dapprima colla Trichosticha imbuta Mgn., cui molto assomiglia. È specie rarissima, od almeno difficile ad osservarsi, ritrovata finora, dopo che il prof. Mik l’ebbe scoperta in Gorizia, in Inghilterra dal signor Verra]l, ed in Vesfalia. Gen. Pangonia Latr. 096. P. marginata F. — Lv. N. Beitr. Presso Pavia in luglio. ? Gen. Itamus Lw. 597. I cyanurus Lw. Non raro al bosco del Rottone; mi venne determinato dal si- gnor V. v. Ròder, che mi disse possederlo anche di Verona. È fc. Xvsta Men. 598. X. grandis Egg. Schin. Non rara sui fiori di un Tordylium alla Cà della Paglia presso Pavia. Anche questa determinazione debbo alla gentilezza del surri- ferito ditterologo. 3 Gen. Hemilea Lw. Schin. | 599. H. dimidiata Costa O. — Gen. Acydia Dew. Rndn. — Gen. Ocne- dv | ros Costa O. «_»’‘’‘Ai boschi di S. Sofia in luglio, sulle foglie. “A ; Gen. Xylota Mgn. LA X. florum F. Schin. Rndn. Un maschio presso Pavia in luglio. i CONTRIBUZIONI ALLO STUDIO DEI BRENTIDI DEL Dott. ANGELO SENNA Nora XII. (1) (Tav. IL.) Osservazioni sul Coptorhynchus Frangoisi Desbroch. e descrizione di due nuovi generi. e di due nuove specie. Nella Nota X (2) di queste mie Contribuzioni, re- gistrava, tra le specie pubblicate di recente, il CoptorAynchus Frangoîsi Desbroch. (3) avvisando nello stesso tempo che il ge- nere Coptorynchus non era stato finora descritto fra i Bren- tidi e ch'io era dubbioso a quale sottofamiglia ascriverlo, non facendone alcun cenno l’autore. Qualche giorno dopo la pubblicazione di quella Nota, il Sig. Desbrochers des Loges gentilmente m’inviava due esem- plari tipici di questo nuovo Brentide, e studiatolo mi sono pienamente convinto che si debba riferire al genere Ithystenus (Leptorhynchus) del quale ha tutti i caratteri. La crea- zione di un nuovo genere o sottogenere è, a parer mio, af fatto inutile, perchè non saprei di quale carattere potesse av- valorarsi; quando però l’egregio entomologo dissentisse dalla mia opinione sarebbe d’uopo ch’egli desse la descrizione del nuovo genere, il che finora non è stato fatto nè da lui nè da altri, e mutasse anche il nome di CoptorAhynchus, essendo stato questo già usato dal Guèrin Méneville nei Curculionidi nei quali figura come sinonimo di Spheropterus. (1) La nota XI, Brenthides du Voyage de M. E. Simon au Venezuela, verrà pubbli- cata negli Annales de la Société Entomologique de France di quest'anno. (2) Vedi questo Bullettino, a pag. 38. (3) V. nel giornale Le Frelon il n.° 12 dell’anno corrente. rega 4 "i i E SII Ù UNI . La specie L. Francoîsi è buona sebbene affinissima alle altre già descritte; infatti, il solo carattere veramente distin- tivo si riduce alla forma e direzione delle spine all’apice delle elitre. HYPEREPHANUS nov. gen. Orsov.pavos = che si mostra sopra gli altri: eminente. Corpus modice elongatum, parce setosum, scabriusculum. Caput subglobosum, supra converum, basi leviter emargina- tum, a collo fortiter separatum, angulis posticis rotundatis et imcrassatis. Oculi laterales, mediocres, rotundati, prominuli, supra valde separati, basin capitis non attingentes. Rostrum gracile, parum elongatum, parte basali satis ro- busta, scabriuscula, vix longitudinis capitis, ad antennas rotun- dato-erxpansa; parte antica glabra, longiore, nitida, parce in- curva, apici cegre ampliata. Antenna ante medium rostri inserto, longule, pilose, articu- lis tribus apicalibus valde elongatis, cylindricis, coteris obeomicis. Prothorax antice strangulatus, lateribus modice ampliatus, in dorso sulcatus. Elytra elongata, thorace latiora, in medio ampliata, apici rotundata, im dorso deplanata, juxta suturam sulcata, intersti- tiîs arcuatis. Pedes elongati; femora clavata et pedunculata, tibia antica in medio fortiter dentate, postic@ subrecte; tarsi anteriores articulo primo elongato, secundo tertioque unitis longitudine equali; tarsi mediani et postici articulo primo ceteros longitu- dine equante. L'importanza di questo nuovo genere è dovuta alla pre- senza di alcuni caratteri che non hanno riscontro nei generi finora noti della sottofamiglia Ephedocerine alla quale appar- at tiene e che invece sono particolari ad alcuni generi d’altre sot- tofamiglie. E infatti, se la forma e lunghezza delle antenne e il notevole sviluppo degli occhi obbligano a considerarlo un Efebocerino, per la conformazione del corsaletto e delle stria- ture arcuate delle elitre è affinissimo ai Stereodermus e ad alcuni Trachelizus, pei femori posteriori peduncolato-clavati più lunghi degli altri e gracili, e sopratutto per la lunghezza del primo articolo dei tarsi posteriori che uguaglia quella dei tre articoli seguenti è identico agli Itistenini. Hyperephanus s'aggiunge ai tre generi già noti che costi- tuiscono la sottofamiglia Ephebocerine, la quale viene ad essere più intimamente legata colla sottofamiglia Trachelizine. Gli Efebocerini, sebbene non molto numerosi, hanno un’area di diffusione estesissima trovandosi in cinque regioni zoogeografi- che. Questo nuovo genere, unitamente con Ephebocerus, carat- terizza la regione neotropica; Jonthocerus è sparso nella regione orientale, nella australiana, e penetra anche nella regione etio- pica e nella sottoregione manciuriana della paleartica (J. ni gripes Lew. del Giappone); Anchisteus infine è speciale della sottoregione malgascia. Le maggiori affinità del genere Myperephanus non sono con Ephebocerus, che abita la medesima regione, ma piuttosto con Jonthocerus, della regione orientale ed australiana, col quale ha comune l'importante carattere delle tibie anteriori fortemente dentate al lato interno: lo sviluppo mediocre. — relativamente alla famiglia — degli occhi e l'essere questi ben separati sul vertice del capo lo avvicina ad Anchisteus che, sebbene peculiare al Madagascar, non. costituisce un tipo ca- ratteristico e speciale, come spesso avviene per gl’insetti ed altri animali di questa interessantissima isola, ma ha le mag- giori analogie col neotropico Ephedocerus. È quindi degno di nota il fatto che i due generi Ephebocerus e Hyperephanus seb- bene abitanti la stessa regione hanno una impronta differente e vengono solo ravvicinati mercè il concorso di altri generi vi- venti in regioni assai lontane. di caratteri, della conformazione del torace e delle elitre e la lunghezza dei tarsi nel genere Hyperephanus gli conferi scono un habitus speciale che lo distingue a prima vista dagli altri generi della medesima sottofamiglia. E. hirsutus n. sp. Opacus, scabriusculus, undique setulis stramineis parce con- spersus. Rufo-brunneus, capite saturato, prothoracis lateribus et sulco migris, elytris fulvo-brunneis, nigro-maculatis. Caput in medio canaliculatum, postice emarginatum et paullulum eleva- tum; prothorax antice strangulatus, lateribus agre rotundatus, in medio sulcatus; elytra basi juta suturam trisulcata, medio apicique quadrisulcata, interstitiis elevatis et arcuatis. Long. (rostro incl.) 9 |, mill; latit. max. prothor. 1'|z mill. latit. max. elytr. 1 *|, mill. Hap. Cile. — Collezione Senna. Il capo è di forma quasi globosa, di color bruno-scuro, sol- cato leggermente nel mezzo e coi lati del solco rilevati; alla base è smarginato nel mezzo e separato con una profonda strozzatura dal collo, il quale è poco robusto e liscio; gli angoli posteriori sono arrotondati e un poco elevati, al di sopra una linea longitudinale di peli giallicci è visibile ai lati degli oc- chi; questi sono grigio-verdastri, prominenti, arrotondati, ma non molto grandi e fra loro ben discosti sul vertice del capo. Il rostro ha la parte basale meno lunga della api- cale, piuttosto robusta, scabrosetta, di forma conica, con una fila di setolette ai lati e con un solco superficiale nel mezzo che si approfondisce fra gli scrobi antennali e quivi ha i margini rilevati a guisa di due piccole carene; nella porzione antennale il rostro è allargato in una espansione laminare ar- rotondata, nitida, bruno-rossa; al di là delle antenne è liscio, cilindrico, lievemente ricurvo, appena allargato all’apice e di color rosso-bruno. Le antenne sono lunghe quanto il rostro, la testa e il corsaletto presi insieme; se volte all’indietro, sor- passano di molto la base delle elitre; il colore è rosso-brum ; un poco più oscuro di quello del rostro: il 1.° articolo è più robusto degli altri, clavato, lungo quanto il 2.° e il 3.° uniti; È i seguenti fino all’8.° sono uguali in lunghezza e obconici, sparsi di setolette rigide e di color nero; il 9.° e il 10.° sono | molto più lunghi, quasi cilindrici, l’apicale è ancor più lungo, È cilindrico ed appuntato all'apice: gli ultimi tre articoli — presi | insieme — uguagliano in lunghezza i primi sette, sono rivestiti di peli giallicci e quasi privi di setolette. Protorace subfusiforme, tronco all’apice ed in prossimità | di esso fortemente strozzato; tronco anche alla base e quivi guarnito di um bordo rilevato: di sopra ha nel mezzo un solco piuttosto. profondo e largo che si prolunga fino all’estremo apice ed alla base. Il protorace è cosparso di rade e brevi setole giallicce, ed una fila di esse si allinea da ciascuna parte del solco: il colore è bruno-nero all'apice, nel solco ed ai lati, rosso-bruno alla strozzatura apicale, alla base e sui margini del solec mediano; questi ultimi sono nitidi, tutto il resto è opaco. Le elitre sono più lunghe della metà del corpo e larghe più del torace; alla base sono lievemente smarginate, agli an- goli omerali e all’apice arrotondate; ai lati sono quasi paral- lele nel terzo basale, alquanto ristrette nel mezzo, allargate nel terzo dopo la metà e di nuovo ristrette alla declività apicale: sul dorso sono depresse e solcate presso la sutura; i solchi s'incurvano ad arco alla base e all’apice: alla base sonvi tre solchi allato della sutura senza punti o con alcuni indi- stinti nel solco esterno; quest’ultimo, che è il più profondo e largo; scindesi in due prima della metà, così che le elitre dal mezzo all’apice sono quadrisolcate. Gl' interstizî — non molto elevati, tranne l’esterno — sono larghi e depressi alla base, stretti e convessi nel mezzo delle elitre e all'apice. Il color delle elitre è bruno-fulvo-rossastro con fascie nere disposte come segue. La sutura è di color nero fin oltre la metà, quivi vedonsi due fascie divergenti che s’allargano a poco | a poco, discendono per un breve tratto della declività api- | cale, indi risalgono più ristrette lungo 1 margini laterali fino alle spalle, d'onde ridiscendono fin verso il mezzo delle elitre. Le elitre sono opache e provvedute di brevi e rade setolette. Il corpo al di sotto è liscio, rosso-bruno; il capo e la parte basale del rostro sono solcati nel mezzo e con pochi e grossi punti; il solco cessa alla base del capo e i punti dispongonsi in due file a A ; i lati del solco sono careniformi. Il prosterno è liscio, opaco; il metasterno e la base dell'addome si presen- tano convessi, nitidi, con rari punticini; gli ultimi segmenti sono maggiormente punteggiati. Le coscie del 1.° paio di zampe sono vicine; 1 femori sono clavati e peduncolati ; nel 1.° e 2.° paio l’ingrossamento incomincia verso la metà, nei posteriori dopo di quella; il peduncolo in questi ultimi è compresso ai lati e ricurvo. Le tibie anteriori sono nel mezzo guarnite di un forte dente ricurvo e con pubescenza interna; i tarsi sono lunghi; gli anteriori hanno il 1.° articolo lungo quanto il 2.° e il 3.° uniti, nei posteriori il medesimo articolo ‘eguaglia in lunghezza i rimanenti presi insieme; l’articolo api- cale è poco robusto: piccoli peli giallicci sono sparsi tanto sui femori che sulle tibie e sui tarsi; quest'ultimi al di sotto sono anche pubescenti. ONCODEMERUS nov. gen. LI ’ \É . , ovawo ne = di gran volume ed anche tubercoluto; p.ngos= femore. Caput subquadratum, supra converiusculum, basi leviter emarginatum, a collo distincte separatum, anqulis posticis ro- tundatis et vix incrassatis: oculi laterales, a capitis basi re- moti, modice prominuli. Iostrum breve, robustum, incurvum, capitis basi paullulum angustius, parte basali capitis longitudine breviore, antennas versus leviter angustata; parte apicali precedenti vix longiore, apici fere truncata; mandibule parve. a Antenne clavate, in scrobibus lateralibus inserte, articulis apicalibus majoribus, ultimo elongato. Collum robustum, crassum. Prothorax elongatus, in dorso sulcatus, parce in medio ro- tundato-ampliatus, basi attenuatus, antice valde angustatus et lateribus compressus. Elytra convera, lateribus paullulum ampliata, declivitati api- cali rapide devexa, apici singulatim rotundata et sutura incisa, in dorso costata, costis suturalibus elevatioribus. Metasternum in medio levissime canaliculatum. Abdomen duobus primis segmentis brevibus. Femora antica ampliata et compressa, postica longiora, abdo- minis apicem superantia, pedunculata et incurva, a medio rapide fortiterque introrsum incrassata et interne tuberculata ac setosa. Tibie antice apici bispinose et dente bifido armata; tibie po- stice apicem versus ampliate, interne fortiter dentate, apici acute umispinose et spina bifida instructe. Tarsi elongati, graciles; articulo primo duobus sequentibus multo longiore. Il nuovo genere appartiene al primo gruppo dei Tafrode- rini, ed è affine a Sebastus per i femori posteriori che sor- passano l’addome, sono assai robusti e diversamente conformati dai mediani e dagli anteriori. Col genere suindicato e con Zemzo- ses ha in comune la forma del capo e del torace: il rostro e le antenne sono invece conformate sul tipo del genere Cyphagogus. Da tutti questi generi, coi quali ha delle affinità, il nuovo Bren- tide è facilmente distinguibile per la singolare struttura dei femori e delle tibie posteriori e per quella delle elitre. Nel genere Oncodemerus sono altresì degni di nota la visi- bile riduzione in lunghezza dei due primi segmenti addominali e il rapido declinare delle elitre alla declività apicale: entrambi sono certamente caratteri d’adattamento dovuti, come si vedrà, all’eccessivo ingrossarsi dei femori posteriori. Si sa che nei Tafroderini in genere, l'abitudine di vivere in strette gallerie scavate nel legno degli alberi morti pro- | 4 è : & | i dusse parecchie modificazioni di struttura. Il corpo è, ad es., allungato, tendente spesso ad assumere una forma cilindroide, e di dimensioni sempre piccole (Isognathus, Anisognathus, Cal- lipareius, Taphroderes ecc.); il protorace è scavato o com- presso anteriormente ai lati per ricevere i femori del primo paio di zampe i quali sono sempre larghi e compressi; anche il metasterno e i segmenti basali dell'addome sono depressi 0 lievemente scavati; il secondo paio di zampe è sempre gracile, meno sviluppato degli altri e perciò facilmente adagiabile lungo i lati del corpo; il terzo paio o rimane debole, corto e quindi di piccolo volume, come nei generi indicati poc'anzi, oppure s’arrobustisce e s’allunga come in Cyphagogus, Sebasius ed Oncodemerus e in questo caso il femore, ingrossato più o meno notevolmente all’estremità e dal lato interno, si colloca il più indietro possibile e lungo la linea stessa del corpo per non trovarsi ai lati di esso, nella quale posizione sarebbe di impaccio all’ incedere dell’insetto negli ambienti ristrettissimi dove vive. Quest'ultima disposizione voluta dall'ambiente è raggiunta nel generi sopra citati in modi differenti, in conseguenza della diversa forma — sebbene riferibile al medesimo tipo — dei rispettivi femori, e in tutti senza che il peduncolo s’allun- ghi eccessivamente il che porterebbe una evidente debolezza all’arto intero. In Sebasius e in Cyphagogus l'estremità del femore è in- grossata gradatamente e l’apice delle elitre termina appuntato o si restringe: il peduncolo ricurvo e lamelliforme viene a collocarsi lungo il bordo laterale dell’ elitre, mentre la parte ingrossata combacia col bordo laterale della declività apicale; il femore quindi può mantenersi sempre lungo la linea del corpo, in quanto chè l’ingrossarsi di esso è compensato dal restringersi delle elitre. Nell’Oncodemerus invece, l'apice delle elitre è largo e arrotondato e il femore ingrossa moltissimo e quasi d’un tratto dal lato interno: in questo caso, perchè il femore possa collocarsi lungo la linea del corpo occorre aa SIDE O PRIORE Sg RIT A a, : e che la parte ingrossata di esso sorpassi la linea apicale de elitre e venga a collocarsi dietro di quella; ciò si verifica senza. un eccessivo allungarsi del peduncolo ma, come dissi in prin- | cipio, coll’accorciarsi dei primi segmenti addominali e col ra- pido declinare delle elitre all’apice. Con tale modificazione, l'attacco del femore posteriore viene ravvicinato al margine estremo dell’elitre, il peduncolo rimane di lunghezza rego- lare e la parte ingrossata del femore giumgendo dietro le elitre viene a combaciare con la loro declività apicale. In tale posizione le due estremità ingrossate dei femori si toccano. Il terzo paio di zampe anche nella sua posizione posteriore, quando cioè aderisce al corpo od è in continuazione colla linea di esso, può esercitare la sua forza impulsiva acquistando una maggior facilità di movimento mediante una riduzione nella lunghezza delle tibie e coll’usufruire d’una maggiore superficie d’appoggio mercè l’arrobustirsi degli articoli tarsali o col- l’allungarsi dei medesimi o del primo di essi, che è tanto più grande quanto è maggiormente ridotta la lunghezza delle tibie. L'accennata riduzione delle tibie in lunghezza è visibile in Sedasius, Cyphagogus e Oncodemerus: in quest’ultimo genere è altresì degna di nota la robustissima armatura interna delle tibie posteriori, utilissima ad assicurare un solido appoggio. I tarsi posteriori sono allargati ed ingrossati in Sebasius e im alcune specie di Cyphagogus, sono invece allungati in altre specie e in Oncodemerus. Queste modificazioni delle tibie e dei tarsi nei generi anzidetti sono però limitate, mentre sono spinte ad un grado estremo nel bellissimo Calodromus. O. costipennis n. sp. Nitidus, castaneo-brunneus, prothorace et sutura magis infu- scatis, antennis dilutioribus, pedibus rufo-ferrugineis. Caput et rostrum (apice esrcepto) sparsim punctulata, punctis in rostro obsoletioribus; prothorax antice transversim impressus, in dorso nitidus, impunctatus, lateribus punctatus, basi setis flavidis in- structus; elytra convera, apicem versus rapide declivia et squa- RI pe ni Lied mosiltate terrosa tecta, in dorso costata, duabus primis costis suturalibus basi fortiter callosis; femora postica a medio valde incrassata et interne tuberculata, squamosa et setosa; abdominis segmenta basalia abbreviata. Long. 7-9 mill., lat. max. proth. 1'|:-2 mill. Has. Gabon. Collezione Senna. È di forma allungata, di color castagno-bruno, più oscuro sul torace; ì piedi anteriori e i mediani sono rosso-ferfuginosi, i posteriori più oscuri; l’estremità basale del corsaletto è seto- losa e la declività apicale dell’elitra è coperta da una squa- mosità di color terreo; pelosi e squamosi dal lato interno sono pure i femori e le tibie posteriori. Il capo è di forma quasi quadrata; alla base è appena smarginato, agli angoli posteriori arrotondato e un poco elevato, di sopra è irregolarmente sparso di punti ben visibili ma non molto profondi; la fronte è leggermente convessa, e gli occhi sono un poco prominenti, di forma semiglobosa e di color bruniccio. Il di sotto della testa è lievemente scabro e peloso in uno dei miei due esemplari, liscio nell’altro. Il rostro è ricurvo all’in- giù, breve, robusto, leggermente convesso al di sopra, sparso di punti simili a quelli del capo ma meno numerosi; la porzione prima delle antenne è un po’ meno larga della base del capo, meno lunga di esso e gradatamente si restringe verso l’inser- zione di quelle; la porzione apicale è un poco più lunga della prima, non molto allargata e tronca all’apice; ai lati il rostro è scavato, al di sotto è carenato ai margini laterali e smargi- nato all’apice. Le antenne sono un poco più brevi del corsa- letto, clavate e scarsamente pelose: il 1.° articolo è robusto, largo all’apice poco più che alla base ed appena più lungo del 2.° e 3.° uniti; il 2.° è ricurvo esternamente all'apice, il 3.° è obconico, i seguenti articoli fino all’8.° sono trasversali-moni- liformi, il 9.° e il 10.° più grandi, più larghi all’apice che alla base e arrotondati al lati; l’articolo apicale è della lunghezza dei due precedenti, di forma allungata e appuntata. Anno XXIV. 11 : ari JA N ‘ À d° A Sepe a { AA MO È Mi I » \ Vas di | vi: tp 3 TI SPV Il protorace è allungato e molto ristretto all'estremità ap cale, subito dopo s’allarga gradatamente e raggiunge la sua i massima larghezza in prossimità della base, in seguito restrin- | gesi rapidamente ed è terminato alla base da uno stretto mar- |. gine careniforme: ai lati del terzo anteriore è scavato, al di sopra presso il margine apicale ha una impressione trasversale e sulla linea mediana un solco che non raggiunge nè l’apice nè la base. La porzione dorsale del torace è liscia, nitida, senza punti; ilati sono invece nettamente punteggiati, la base è punteggiata e fittamente setolosa. Le elitre hanno una lunghezza uguale a quella del torace col capo e il rostro fino alle antenne presi insieme, la loro maggiore larghezza è quasi uguale a quella del torace. Alla base sono leggermente smarginate, colle spalle arrotondate e un poco elevate; sui fianchi sono alquanto rigonfie, verso l’apice si restringono debolmente e all’apice terminano arrotondate e intaccate alla linea suturale. Di sopra sono convesse, solcate, con interstizî costiformi e nitidi, eccettuato il primo; la por- zione apicale è rapidamente declive, la sutura è larga, nitida, nericcia, poco elevata; il primo solco allato di quella è stret- tissimo, il secondo un poco più largo, i seguenti ancor più e con punti superficiali. Il primo interstizio presso la sutura, che è depresso, opaco e meno elevato dei seguenti, continua fino all’apice, ed insieme al secondo interstizio forma alla base una protuberanza callosa e bidentata; il secondo interstizio, che è molto più elevato del primo, convesso, nitido e un poco incurvato alla base, mantiensi costiforme fino alla declività api- cale e quivi repentinamente s’appiana e, poco distinto, continua fino all'apice; il terzo interstizio, che è pure elevato, convesso, nitido, appuntato alla base e debolissimamente ricurvo ester- namente, alla declività apicale si dirige un poco all’infuori, si mantiene costiforme e cessa d’un tratto in prossimità del mar- gine apicale; il quarto e il quinto interstizio sono congiunti alla base e formano la callosità omerale; il sesto, dopo brevis- simo tratto scindesi in due rami ed entrambi raggiungono il margine laterale delle elitre. Corpo al di sotto di color rosso-bruno-vivace, nitido. Pro- sterno striato trasversalmente sul davanti delle coscie e con una fossetta dopo di queste, rialzo intercoxale stretto e poco elevato, gli epimeri del protorace sono nettamente divisi nel mezzo. Metasterno liscio, senza punti e con un debole solco sulla linea mediana. I due primi segmenti dell’ addome poco più lunghi della metà del metasterno, lisci e senza solco; l’ultimo segmento punteggiato assai leggermente. Coscie del primo paio di zampe molto vicine fra loro. Zampe anteriori e posteriori robuste, quelle mediane gracili. Femori del primo paio molto larghi e compressi ai lati, col pe- duncolo brevissimo; i femori mediani sono pure allargati e com- pressi ma assai poco sviluppati, i femori posteriori sono molto più lunghi, hanno il peduncolo stretto, lamelliforme, curvo e peloso, verso il mezzo la clava si presenta rapidamente e gran- demente ingrossata dal lato interno, sparsa — in parte anche al di sopra — di piccoli tubercoli, rivestita di fitti peli di color giallo e coperta da una squamosità terrosa; il lato esterno e il di sotto rimangono nitidi e di color rosso-bruno. Le tibie anteriori sono visibilmente pelose, si allargano in prossimità dell’apice e questo è armato di tre spine, di cui una più robusta è bifida; le tibie mediane sono assai debolmente allar- gate e spinose, le posteriori sono larghe, provvedute di un forte dente dopo la metà dal lato interno e di due valide spine all’estremità apicale delle quali una è bifida. Le tibie posteriori hanno radi peli e il lato interno è coperto come il femore da squammette assai minute e di color terreo. Tarsi allungati ma piuttosto deboli: il primo articolo dei tarsi an- teriori è appena della lunghezza dei due seguenti; nei tarsi mediani e posteriori esso è molto più lungo dei due seguenti e maggiormente peloso. Firenze, R. Istituto di Studi superiori. Laboratorio di zoologia ed anatomia comparata degli Invertebrati, 20 luglio 1892. SULLA COMPARSA DELLE CAVALLETTE | PER LE BASSE PIANURE FIORENTINE Nota della R. Stazione di Entomologia Agraria. Scorsa appena la prima metà di giugno ultimo passato, nel Comune di Brozzi, situato nella pianura di Firenze, a pochi chilometri dalla città, fra la destra dell'Arno ed il piede dei colli, fu avvertita una non ordinaria frequenza di Cavallette, che infestavano specialmente i prati di erba medica (Med:cago sativa, L.), coltivati in piano e sugli argini dei fossi nella lo- calità. Dopo la prima notizia comunicata alla Stazione di Ento- mologia, dal Comizio agrario fiorentino, sopraggiunsero altre informazioni officiali e non officiali, sicchè il Direttore della Stazione medesima e l'Assistente, mettendosi in relazione con l’egregio Sindaco e con gli ufficî del Comune di Brozzi si recarono sul luogo. i La ispezione fatta e le informazioni raccolte ivi e altrove, portarono a conoscere che la invasione di fatti esisteva, avver- tita da pochi giorni quest'anno, ma da connettere con altra di minor conto riconosciuta più tardi l’anno decorso; la quale, come i fatti presenti mostravano, .doveva essere del solito gril- lastro d’Italia (GryQus italicus, Lin., o C'aloptenus italicus, Burm.) abituale, ma discreto ospite, fin qui, dei luoghi stessi e dei luoghi vicini. Appena qualche locustideo (Locusta viridis- sima, Fab.) e qualche Stenobothrus, si trovavano ora mescolati ai giovani della specie principale, che in quel momento erano bruni; senz’ali, lunghi da 0,5 a 1,0 a 2,0 millimetri, o poco E AR ETA AO SETT RT REA ERIC UNITA QRS GORI TTI ER ORO CAVI ni fi A i) più. L’apparizione era parsa da principio limitata a pochi centri, nella pianura della Gavina, e confinata a sinistra di una importante derivazione artificiale dell'Arno, compresa fra argini, col nome di Fosso Macinante. Ma erasi poi rapidamente fatta più vistosa ed estesa coll’aumento numerico di cavallette nate successivamente e con l'aumento di volume dei nati medesimi, sicchè, a confronto, fra il 20 giugno e i giorni suc- cessivi, poteva già considerarsi eguale se non superiore, per estensione, alla invasione ricordata dal Costa, nel napoletano, e da De Betta e altri, nel veronese, gli anni decorsi, o più indietro, ad alcune di quelle di Val D'Orcia, nel senese, da di- versi indicate. (1) Dal 20 al 25 giugno, per diffusione più larga, e per nascite forse avvenute in luoghi dove nelle vicinanze si ripetono, più o meno, le condizioni sopraindicate, le cavallette comparvero numerose anche nei prati dell’Osmannoro, verso Sesto Fiorentino, e negli altri Comuni di S. Donnino, e di Campi Bisenzio. Fino dalle prime osservazioni poteva notarsi che gli insetti via via raccolti avevano, stato, dimensioni, e quindi età assai differenti; e ben presto forse, già verso il 20 del mese, fra molte femmine ancora attere e brune, si trovavano dei maschi alati; e tuttora (ultimi di giugno) mentre molti maschi e fem- mine paiono pervenuti a maturità, si trovano ninfe di diverso grado, ed alcune ancora giovanissime. Le giovani nel primo tempo, e anche più tardi, quando avevano già millimetri 1,5-2 di lunghezza, restavano, come d’altronde è costume loro, rac- colte a gruppi, o si allontanavano di poco l’una dall’altra, e sì alimentavano foraggiando, specialmente nei medicai e sulle foglie e i teneri getti delle piante rasente terra. Torpide la mattina, si accovacciavano la sera, mentre pur saltellando sem- pre, sì riparavano volentieri nei solchi, nelle fessure del ter- reno che non mancano mai, o fra l’erbe nelle ore più calde del giorno. Perseguitate con entrare fra mezzo alle piante, o (1) V. Tara. Toz., Ortotteri agrari. agitando queste con frasche, si alzavano per porsi poco lon- | tano; o anche restavano ferme fino a farsi calpestare sul posto, — attaccandosi alle erbe e ad ogni sorta di ostacolo. Più mature, ma, commiste sempre di diversa età, le più avanzate si spar- sero più in largo, procedendo però in masse fitte che, nel- | l'avanzare, pareva seguissero (secondo le affermazioni che si raccoglievano) la direzione del vento; ma per lo più lungo i margini dei fossi e pei quadri delle coltivazioni erbacee, in cui si imbattevano e brucavano più o meno, per uscire in- torno e andare a trovar prossimo pascolo altrove, dalle erbe, passando anco agli arbusti. I danni in quel di Brozzi, hanno cominciato ad essere sen- sibili, come si è detto, nei medicai, si sono risentiti, ma assai meno, nella saggina da granate (Sorghum saccharatum, Pert., Holchus saccharatus, L.), che si coltiva su grande estensione nella località, in qualche appezzamento di patate (Solanum tu- berosum. L.), di fagiuoli (Phaseolus vulgaris, L.), e qua e là su qualche pianta di pomodoro (Solanum lycopersicum, L.). Degli alberi ed arbusti sono stati attaccati i pruni delle siepi, gli olmi, e la vite (Vitis vinifera, L.), e di questa oltre a bru- care le foglie, gli insetti più forti hanno rosicato i peduncoli dei grappoli, facendone cadere o seccare il restante. Nel Co- mune di Sesto Fiorentino l’ egregio ing. sig. Arnaldo Corsi ci faceva rilevare che le viti di trebbiano erano state dan- neggiate a preferenza'di molte altre, come il cannaiolo,ece. Non è facile di valutare la entità dei danni sofferti; ma fra i Comuni di Brozzi, S. Donnino, e Campi, si parla di 15 mila e più lire pei medicai solamente, cioè, per erba e seme mancati. Questo per ora; giacchè è assai difficile prevedere È quello che gli adulti, più perniciosi che negli stadî precedenti, potranno fare prima di morire; nè facile è poi prevedere ciò che possa avvenire nel venturo anno e nei seguenti. Non farebbe I SEL meraviglia se la specie, per cause naturali, rientrasse nei suoi limiti ordinarî e tornasse innocua all'agricoltura; ma può darsi anche che la moltiplicazione si rinnovi aumentata. La popolazione delle campagne compromesse non rimase nè indifferente nè incerta, e così l’amministrazione comunale di Brozzi in particolare; ma alla difesa più incerta la Stazione di Entomologia agraria, consigliò di sostituire quella delle b a t- tute con frasche, per spingere gli insetti su larghi len- zuoli o tele o coperte, distese tratto tratto, per terra, o verso i fossi che dividono la pianura, o verso i piccoli ristagni d’acqua che vi si trovano, non che l’uso dei sacchi a mano da strisciare con la bocca aperta rasente terra, raccogliendo gli insetti stessi saltellanti, o adoprandoli alla volata, come si fa con i retini per le farfalle. Il primo parve più efficace ‘del secondo, che pure ha dato non indifferente prodotto, ma l’uno e l’altro furono adoperati con molte varianti improvvi- sate dai raccoglitori medesimi. Il primo segnatamente fu pra- ticato per mezzo di due operai armati ciascuno di una frasca, di qua e di là da un certo tratto di terreno, lasciando un len- zuolo o una tela distesa in mezzo; ma quando le cavallette erano in piena attività, bastava passare correndo fra esse, una o più volte di qua o di là dal lenzuolo disteso, o muovendo questo inclinato per un lato rasente terra, e in un momento sì vedeva coperto di insetti. Sollevando allora rapidamente i quattro angoli della tela, con una scossa, gl’insetti stessi si rac- coglievano nel mezzo, e si versavano in un sacco. Le frasche invece aiutano assai, quando le cavallette sono più sparse, meno attive ed occupate a mangiare; allora battendo sul ter- reno infetto, si spingono facilmente verso il lenzuolo, e quando questo è coperto si raccolgono nel modo indicato. Le battute con frasche, inoltre, si possono fare per modo da dirigere e spingere gli insetti verso l’acqua, dove se ne trovi, e dove poi sì possono raccogliere con una rete, o ucciderli, inquinando l’acqua stessa alla superficie con olio di catrame, o con altro insetticida. Dalle esperienze fatte si vide che in 20 minuti, quattro operai muniti di frasche, facendo a coppia le battute col si- stema indicato sull'argine del Fosso Macinante, le acque furono Su x RE OE RI TERI LE a DINI taasdeiia + STAN SP, += rt. coperte di cavallette, per un tratto di 80 a 100 metri. In que- sta occasione fu visto pure come le cavallette si reggano bene | sull’acqua, e come nuotino di lato, vincendo gli urti o l’ im- 3 peto della corrente. Molti individui poi, avvicinandosi alla sponda più prossima, saltavano fuori dell’acqua con agilità | sorprendente. Il sig. Sindaco di Brozzi, intanto, vista la efficacia dei mezzi di difesa proposti, con un'attività non comune e molto lodevole, riunì i proprietarii interessati, e nell'adunanza fu de- liberato di opporsi ai maggiori effetti dell'invasione, mettendo le cavallette raccolte a prezzo di L. 0,20 il kg., prezzo che, per quanto elevato, non supera quello accordato altrove in simili circostanze. (1) Nella stessa adunanza fu proposta anche la formazione di alcune squadre regolarmente ordinate per la raccolta degli insetti, ma non venne accettata. Accadde però che, data notizia della cosa, sopravvenne una moltitudine di volontarî con lenzuoli, sacchi e reti, i quali agendo a loro modo, senz’ordine, e pur raccogliendo assai, non portarono tutto l’effetto che altrimenti si poteva ottenere. Ciò nonostante la rac- colta, in due giorni, secondo i pesi fatti dal Comune di Brozzi, fu di 120 quintali di cavallette, e al terzo giorno arrivava a circa 150 quintali, che, calcolo fatto, ascendevano al numero approssimativo di 225,000,000 di insetti, a meno della metà dello sviluppo completo. Ancora non si conoscono le cifre delle raccolte fatte dal Comune di Campi, ma il sig. Corsi, Sindaco di Sesto Fiorentino, riferisce che in questo Comune ne furono prese circa 40 quintali, prossime allo sviluppo completo, al prezzo di L. 0,10 a 0,07 il kg. L’opera di tutti-e l'accordo dei Comuni colpiti avrebbero avuto effetto certamente maggiore se quella fosse stata più ordinata, e questo più sollecito e più completo. Non bisogna però dissimulare che un effetto totale non è stato. mai ottenuto, nè si ottiene in circostanze simili, da questo od altro sistema di difesa; ne poteva essere altrimenti nel caso (1) Bisogna far notare che in un kg. di cavallette ne furono contate da 15 a 16 mila. nostro, per quanto la pianura di Brozzi e luoghi contermini non sia così sterminata da assimilare la infezione che vi è comparsa a quelle delle campagne romane o di certe altre contrade d’Italia, della Spagna e dell'Algeria. Per la difesa ulteriore però vi è da contare che nel basso fondo, della Ga- vina, nell’Osmannoro, ed al di là del Fosso Reale, verso Campi ecc., il terreno rimane pel solito in parte sommerso l’inverno, 0 è in condizioni tali da poter essere sommerso, ed è intersecato in tutti i sensi da fossi di scolo con acqua, che forniscono molta base alle operazioni di difesa. In oltre poi, per una infezione localizzata, come nei luoghi sopraindicati, potrà sperimentarsi l’uso degli insetticidi, quando sollecita- mente, vigilando nella stagione opportuna le prime appari- zioni di giovanissimi insetti, si operi contro di essi finchè si trovano viventi su poca estensione di terreno. In Grecia, se- condo notizie ricevute dal R. Ministero di Agricoltura ultima- mente, si applica già con risultati favorevoli il petrolio, spar- gendolo sugli insetti piccoli, aggruppati, la mattina e la sera; o inzuppandone stracci previamente attaccati ad un anello di ferro mobile, articolato ad un filo anche di ferro, e che incen- diati sì passano sul terreno e sulle larve. La Stazione di Ento- mologia aveva pensato all’uso delle emulsioni concentrate (10 %/,) di olio di catrame, con le quali mentre si otterrebbe lo stesso scopo, la spesa sarebbe minore. Altro sistema di difesa poi nelle basse pianure fiorentine, potrà essere la ricerca e la distruzione delle uova, quando si conoscerà meglio dove abbia luogo la deposizione. R. Stazione di Entomologia a-raria Giugno 1892. CAVA) fi AONIDIA BLANCHARDI SPECIE NUOVA DI COCCINIGLIA DELLE PALME DA DATTERO DEL SAHARA &#$# per AD. TARGIONI TOZZETTI L'oggetto di questa nota è una cocciniglia delle foglie di 3 palma da datteri, (Phoenix dactylifera L.) del Sahara, per sin- | golare compiacenza confidataci dal chiarissimo Sig. Raffaele — Blanchard, di Parigi; da principio in un piccolo saggio di foglia. — giovane non ancora distesa, e conservato in alcool, poi in due magnifici esemplari di foglie giovani pur esse, ma intere, dis- . seccate e coperte sulle due pagine dai corpi, dagli scudi degli insetti e dai loro secréti, come da una crosta continua. L'esame minuto della specie ha condotto, non senza fatica, oltre i limiti di una semplice determinazione diagnostica, mettere in chiaro alcuni fatti, che potranno giovare per la 4 conoscenza più completa di quella non solo, ma del genere a cui sì riporta, e dello stesso gruppo al quale questo appar- tiene. Accolga l’egregio collega il nostro lavoro, come la mi- gliore espressione del conto in cui abbiamo tenuto la sua fi- ducia, e della gratitudine destata per questo nell'animo no- - stro, verso di lui. Descrizione della specie.. T corpi delle femmine e dei maschi si trovano numerosis- simi, sotto le respettive spoglie larvali e, composti in uno strato quasi continuo, bianco friabile di sostanza cerosa alla superficie delle due pagine delle foglie. I” Le spoglie larvali della femmina sono tre, apparentemente | sopraposte; una (larvale) minuta, sottile, facilmente decidua, una più grande di questa e più stabile (postlarvale o tettrice, fig. 1, Spl.) ma spesso caduca anche questa, sotto la quale se ne trova una terza più grande, pergamenacea, traslucida, bruna per reflessione, per trasparenza gialla, obovata ellittica come la precedente (fig. 1, sc. sc.) Quelle del maschio sono ancora tre, come nella femmina; le prime due presso a poco come quelle di essa; ma la terza, benchè obovata, pergamenacea e più ampia delle precedenti, è assai più piccola della corri- spondente dell’altro sesso; e poi tutte e tre o due o più spesso una sola (fig. 7, pag. 181), sono poste una sotto l’al- tra all’estremità di un follicolo ceroso lineare ellittico, bianco, non carenato. Fig. 1. — Femmina, A, B assai matura, ma poco retratta ed inclusa nella terza spoglia sc. se. sc., colla spoglia 2.2 spl. in avanti; una 4.* spoglia sp', re- spinta indietro; un uovo con larva inclusa 7, è rimasto ancora nel corpo. Fig. 2. — Femmina liberata dalla spoglie, e pienamente matura. -— A, regione cefalica — B, regione toraco-addominale — € pigidio; » », rostro; 7 m, basi delle mandibule e delle mascelle; ss, setole massillo-mandibulari; f, faringe; l, labbro; «, uovo; fs, filiere aggregate sternali; ft, filiere aggregate tergali ; fm, filiere marginali; @, apertura genitale; es, denti, squame del pigidio; P, palee submediane del pigidio. I corpi dei maschi si distaccano assai facilmente cogli scudi, dalla superficie della foglia meccanicamente o per breve ebul- lizione nell’acqua, nella lissivia di potassa, o nell’alcool; i corpi delle femmine, anche dopo che siano stati distaccati con Ma, uno o con altro processo gli scudi, rimangono più tenacemente. adesi, cioè affissi per mezzo degli organi filiformi della bocca | (setole massillo-mandibulari), profondamente insinuati nella fo- glia stessa. FEMMINA. Il corpo delle femmina (A 5) contenuto nella terza spoglia (s. s.) è depresso, e secondo l’età e lo stato, prima ellittico, obovato (fig. 1), poi romboidale allungato, o all'ultimo anco È trasverso ed è inoltre per solchi trasversali, e lobi marginali. diviso (fig. 2), in una regione anteriore o cefalica (A), una regione media o toraco-addominale (B), ed una regione poste- || riore o ano-genitale (pigidio, C). Appendici, senza quelle del rostro (m m), nessuna. La regione cefalica (fig. 2) è largamente rotondata in avanti, e per una traccia trasversale o leggermente inclinata dai due lati verso la linea mediana e all’indietro, è distinta dal torace e con questo connessa; a ugual distanza da un lato e dall’altro, ma più verso il torace che verso il contorno anteriore o fron- tale, sulla faccia sternale, trovasi il rostro (#7), con clipeo a base pentagonale, squadrata in avanti, triangolare acuta poste- riormente, seguito dal labbro (7) sferoidale e minuto. Per tra- sparenza, sotto il clipeo, vedesi la faringe (f a) fra le basi delle mascelle e delle mandibule (@ #2), dal canto loro triangolari, convergenti obliquamente di fuori indentro e dall’avanti al- l’indietro e continuate nelle setole grossette, lunghissime e dalla origine inguainate nel labbro. Il torace e l'addome (5), presi insieme, sono composti di segmenti distinti da pieghe traverse, e terminati sui margini laterali in altrettanti lobi rotondati e sporgenti; dei quali i primi tre (toracici), maggiori degli altri; i successivi da 6 a 7 sono nel mezzo trasversali brevissimi, sui lati dall’interno all’esterno, radianti e più lun- ghi. I primi di questi in avanti, gli altri all’indietro, sono ter- minati sul margine in lobi minori, dei quali i primi due o N tre rotondati mutici, i seguenti più angusti, armati di squa- mule spiniformi o dentiformi, e provvisti di filiere minute, sparse. (d') La regione ano-genitale o pigidio (C' fig. 1, 2) è scutiforme, el- littica romboidale o quasi pentagona, più larga che lunga, con un lato anteriore trasverso, due antero-laterali obliqui di dentro infuori e davanti indietro, spesso confusi in una linea sola arcuata a convessità anteriore, compresi fra le pieghe dell’ad- dome, e due lati posteriori liberi più lunghi, sempre più o meno convessi in fuori, in ogni modo riuniti ad angolo ottuso rotondato posteriormente, e nel loro decorso, lacero denticolati. I denti di questi margini dai primi avanti agli ultimi indietro sono più acuti, e separati da seni dagli uni agli altri via via più acuti e più stretti. Delle squame sottilissime (s fig. 3), sono interposte nei seni fra un dente e l’altro, e sono più o meno triangolari troncate, sui lati e nell’apice lacero fimbriate. I denti estremi e submediani, più angusti e distinti sono separati da una incisione mediana (fig. 3 mm), mentre i seni adiacenti sono occupati da una squama depressa spatolata, altrettanto tenue, ma intera e rotondata nell’apice (palea p). Lungo le in- cisioni del margine, quasi una per una, trovasi un pelo breve esilissimo (p e), e più indentro, una serie di filiere (f) sparse, a orifizio trasversale minuto. e, I I an gg! 101] SUUHINA {lA I NU “AMA tl Fig. 3. — Margine del pigidio, metà destra da tergo; 7 #1 incisione mediana; s s s squame dei seni; p, p, p, palee; p e, peli marginali; f f f, filiere marginali. Nel mezzo del disco del pigidio, prossimo al margine an- teriore, ma dalla faccia inferiore o sternale, si trova l’orifizio genitale, semilunare (f 2, @, e sul tergo l’orifizio anale, men distinto. Di qua e di là dai due orifizi, fra essi e l'angolo esterno del pigidio stesso, esistono su ciascuna faccia di questo due gruppi di filiere circolari minute, poco più numerose (8-10) di sopra, (f, t) meno (6-8) di sotto. (f s). Il tegumento del corpo è chitinoso, tenue omogeneo, ma nel pigidio è più spesso, e dall’avanti all’indietro nitidamente striolato. La femmina matura è poi internamente cospurcata di una. sostanza bruna (tessuto adiposo?) difficilmente solubile nell’al- cool, ed anco nella potassa meno che bollente, e contiene 2 a 4 grandi uova ellittiche, (fig. 1 2, 2 «), con embrione talvolta bene composto, o altrettante larve, od è vuota e sopra sè me- desima davanti indietro più o meno contratta. MASCHIO. Il corpo del maschio (fig. 4) è minutissimo, ellittico—lineare, bruno, diviso in testa, torace, addome, ed è fornito di an- tenne, occhi, zampe, e armatura genitale; sono mancanti, come pel solito, il rostro, e di più per eccezione straordinaria nella tribù e nella famiglia, le ali. La testa (4) è globulare, depressa, per la parte tergale (fronte?) scutiforme pentagona, col margine anteriore sporgente sopra le antenne; dietro di queste è lateralmente smarginata, per la inserzione degli occhi superiori prominenti in fuori (0), e finisce con due margini postero-laterali convergenti all’in- dietro, e di sopra riuniti da un margine trasversale, corrispon- dente allo scudo del torace; di sotto sono separati nella con- vergenza, da una incisione distinta. Le antenne (a), sono lineari gradatamente dalla base al- l'apice alquanto ingrossate, colle basi libere sotto la sporgenza frontale, lunghe fino all’origine delle zampe del 3.° paio e com- poste di 10 articoli. Di questi, i primi due sono globulari, Hi VAI Popregrst Dia LV R: minuti, ma il 2.° è più grossetto del 1.°; il 3.°, il 4.° ed il 5° sono leggermente clavati, i successivi ellittici, più o meno troncati all'estremità; l'ultimo è conoide più breve, e tutti poi sono ispiduli, con pochi, brevi e rigidi peli, l’ultimo con uno o più peli assai lunghi nell’apice. Fig 4 — Maschio adulto, fuori del follicolo; A testa; B torace; C addome; a, antenne; 0, occhi tergali; o, occhi sternali: s, mesoncto, 0 scudo mesoto- racico tergale; s', scutello, p' p" p'", Zampe del 1.°, 2.° e 3.° paio. Gli occhi sono quattro: due superiori (0) più grandi sferoi- dali, sporgenti lateralmente, come si è avvertito, dietro le antenne, colle corneole emisferiche semplici, posate sopra larga massa di pigmento nero; due inferiori meno distinti, ravvi- “cinati alla linea mediana. Il rostro manca completamente. Il torace (B), conoide quasi tetragono e più ampio, più lungo della testa, è poco più lungo che largo, troncato obliqua- mente davanti indietro e d’alto in basso a carico del segmento tergale posteriormente. Dei suoi segmenti ordinari, il protorace, meno che sui lati, è poco distinto. Lo scudo tergale (s) del me- sotorace (mesonoto) è ampio romboidale, posteriormente tron- cato e prima della troncatura trasversalmente solcato. Il metanoto (scutello s') è triangolare, scutiforme, minuto. EV Pla "Io va a PITTI ag VARIANT "ISAIA I IRE TER REL SRO TT OO POOR) Par) SE AVE IRA Pe NA en PeR IO RT AIA RANA COTIOTRRRORN] IERI QUO AESRIIONE NOTE, î. uva, sr rea L’addome (C), poi, è ellittico-obovato, ventricoso, composto | di 10 segmenti sternali, 12 tergali, e per il 1.° e 2.° segmento, deficienti dalla faccia sternale, è connesso per questa obliqua- mente al torace; il 3.°, 4.° e 5.° segmento sono anulari, trasversi, quasi uguali; il 6.° e 7.° per gradi successivi sono leggermente. 1° 8.° e 9.° sono più e più rapidamente ristretti, e l’ultimo globulare quasi bilobo, è terminato dall’armatura genitale. Le tre paia di zampe (p' p' p'") sono fra loro trasversal- mente equidistanti; quelle del primo però più lontane da quelle del 2.° paio, che queste dalle altre del 3.° paio. Dalle prime alle medie, e più ancora da queste alle posteriori, sono inol- tre più lunghe, valide, e grossette. L’anca è per tutte globu- losa, il trocantere conico obliquamente troncato, e per la tron- catura combinato alla coscia, a sua volta ellittica, alquanto compressa, e curvata lateralmente, e poi nell’ estremo tibiale obliquamente troncata. La tibia poco più corta della coscia, è compressa, alquanto dilatata, dalla base all'estremo tarsico, non sinuata lateralmente, e nell’estremo tarsico stesso è poi troncata trasversalmente, con alcune spinule sul margine in- feriore interno, e presso di questo. Il tarso è conoide, più corto della tibia, e trasversalmente articolato colla tibia stessa, alla base più largo nell’apice, acuto e unguicolato; per tutta la lunghezza, sul margine interno, è spinuloso, e presso l’inserzione della unguicola, è fornito di due peli capitati o digituli. s L'armatura genitale (c), terminando l’ estremo segmento dell'addome è sottile, subulata, poco più lunga dell'addome stesso, e composta di una guaina tergale e di uno stiletto sternale. LARVE. Le larve della femmina e del maschio, fino alla 1.* muta sono conformi; e sono depresse, ellittiche, distintamente segmen- tate, con occhi, antenne e appendici pedali (fig. 5, 7), con un segmento cefalico, lungo circa */, del corpo, superiormente con- vesso, anteriormente rotondato, col margine integro, sporgente sensibilmente davanti e sopra le antenne. Il rostro stà di sotto, sulla faccia sternale nel mezzo fra le zampe medie e le zampe anteriori. Seguono tre segmenti (2.°, 3.° e 4.° toracici) trasversali, superiormente convessi, rotondati distinti sui margini e più lunghi dei successivi. Questi poi sono segmenti addominali, per la parte di mezzo trasversali, per due parti laterali (epimeriti), più o meno inclinati di fuori in- dentro, e dall’avanti all’indietro, progressivamente più stretti, e l’ultimo scutiforme, inciso bilobato nel margine libero; i due lobi sono inciso-denticolati, con due palee rotondate, e di qua ‘e di là da un denticolo interno submediano e all’interno di | questo (s), hanno una lunga setola. Fig. 5. — Larva di maschio o di femmina; @, antenne; 0, ocelli; , rostro (clipeo); l, labbro; st, setole mandibulo-mascellari piegate ad ansa p' p" p"", zampe del 1.° 2.° e 3.° paio; pg, pigidio. | Fig. 6. — Antenna della larva maggiormente ingrandita; d base ; f flagello. " Fig. 7. — Larva inclusa ancora nell’uovo; lettere come nella fig. 5 m m setole mandibulo-massilari, avvolte a alice sui lati del rostro, con disposizione che certe larve conservano anche dopo liberate dall’uovo. Le antenne (a) sono inserite sotto il margine frontale e fra loro distanti; sono d’altronde (fig. 6) brevi cilindriche, di 3 articoli basali (5), e con un flagello terminale (f). I primi articoli della base sono anulari più grossetti, l’ultimo più lungo e sottile. Il flagello è poco meno tenue, trasversalmente anulato, composto forse di 2 o 3 articoli poco distinti, circolarmente Anno XXIV 12 — 178 — rugosi, con alcuni peli setiformi, due dei quali più lunghi all’apice del flagello stesso, obliquamente troncato. Gli occhi posti sul margine (fig. 5 0) hanno una sola corneola emisferica, per la base posata sopra una macchia pigmentaria più interna. Il rostro (r), è situato e composto come nello adulto; ma spesso nella larva ancora contenuta nell’uovo, o talvolta anche fuori uscita, si trova colle setole mandibulo-massillari ravvolte di qua ‘e di là dal mezzo, in due ricche matasse circolari (fig. 7 mm), mentre per regola sono corte e riunite in fascio mediano, ripiegato ad ansa sotto l'addome (fig. 6 s 5). Le zampe sono grossette; le due anteriori colla tibia artico- lata sulla coscia e rivolta in avanti, nelle medie e nelle poste- riori all’indietro, coll’anca breve conoide, il trocantere anulare minuto, la coscia ellittica, la tibia leggermente clavata, con alcuni peli, il tarso conoide, breve ed unguicolato. Misure micrometriche. Lungh. Largh. 100 100 Larva (m. femm.) appena uscita dall'uovo. . . . 20,00 10,35 Id. di (25° BtAdIO AE Re ao 16,50 Id. id. SERIUS dar E I 12,10 Spoglia follicolare (3.°) contenente il corpo della fem- minata Ì 3 7 . (> POD 51,75 Corpo della finlugiaa inbiasa nella pasti follico- lare, ancora giovane . . 74,75 49,45 Id. invecchiata e retratta . . . 41,55 42,55 Follicolo del maschio, spoglia follicolare compresa 63,25 51,75 Spoglia follicolare del maschio . . . . ... . . 49,55 51,75 Ninfardel suaschio i. + na n ie OOO I Rostro della femmina matura . . . ... . .. 11,50 11:60; ILAbbrot. ti . 3,45 4,60 Grossezza della ferite del ‘follicolo della feta lit ARC 0, 0,21070 POMAA QUO PPPAN I A O I RO IERI SORTA lbittettia ie A A nti — 1799 — MASCHIO. Lungh. Largh. mm, mm. i ti 0 10 Corpo dell’apice dalla testa all'origine dell'armatura . TEA A a o SIR SANA EIA SPFIMOIA, RGT (LV (5- EA e e tea 10 7,10 Woracexiaccia/abermale) eat Re 16550 16,50 OA 0 e 1 20,9D 19,25 Pabprcolorcanidatet 0: AES et a Cali 380 3,90 Armnaparatspuitalo e spedita e it i 1650 PETALI OE SO cl ESM A ROGO PINO EE ERI RI DON EI (3) Zampe anter. medie poster. DER A Langhozza: 2,15 2,05 3,85 n it 4,06 6,60 9,85 Coscia | LTT MEI » 4,40 6,60 8,25 Parsop Unohial i. .0% » 2,15 4,95 3,50 Vita dell'insetto e formazione degli scudi. Lo stadio larvale trovasi già definito come si è visto, nelle uova contenute ancora nel corpo della madre (fig. 1 2, fig. 2 «), ‘© in ogni modo nell’uovo fuori uscito od estratto (fig. 5. 7), ma non ha poi notevoli incrementi, se non in larghezza. Ciò non toglie però che si trovino alcune larve tuttavia nel primo stadio molto più grandi per tutte le dimensioni. La regola, non ostante, è che la larva presto passi a uno stadio, secondo o postlarvale e, con metamorfosi, in questo periodo regressiva, per via di muta, si riduca obovata, scutiforme, apoda, si- mile all’ adulto, portando a capo la spoglia larvale, però più generalmente caduca. Il margine pigidiale del nuovo stato porta allora quattro denti terminali soltanto, con alcuni laterali e colle palee 0 squame corrispondenti. In questo stadio la larva cessa presto di crescere, e per un nuovo esuviamento, la spo- glia del quale (fig. 1 s p 2), rimane a capo di quella che suc- — 180 — cederà, passa ad un terzo stadio (sc. sc.) diverso dal prece- dente, suscettivo di più esteso incremento. Il corpo, mentre infatti si accresce, diviene ovato-ellittico, più allungato, larga- mente rotondato, integro nel margine anteriore e nei margini laterali, fin presso l’estremo posteriore, nel quale questi si ri- congiungono, incisi prima di ricongiungersi, in avanti con in- cisioni più larghe e poco profonde, indietro più strette e rav- vicinate, con dentature, seni, squame, palee, che ricordano quelle del pigidio dello stato anteriore. Sul tergo non sì av- vertono divisioni trasverse, ma sulla faccia sternale, si ricono- scono ancora quelle della segmentazione ordinaria. Frattanto il tegumento (ingrossa più dalla faccia tergale che dalla faccia sternale), indurisce e si colora di giallo, poi di bruno, che vedesi ancora giallo per trasparenza. Anco questo però va spogliato, e avvenuto l’esuviamento, la spoglia forma l'involucro follicolare o scudo definitivo e più apparente della specie, sul quale, a una delle estremità, rimane, come fu avvertito, la spoglia ovale tenue dello stadio precedente, e tal- volta con questa la spoglia larvale. Ma più che scudo, la terza spoglia (sc sc) è un involucro follicolare, composto di due la- mine, quella tergale più grossa e quella ventrale più tenue, corrispondenti alle superfici omonime del corpo dell’insetto, e pei margini unite. Il corpo incluso però (fig. 1 45) subisce ancora un altro, cioè un quarto esuviamento, la spoglia del quale, molto tenue (sp'), si raccoglie dietro l’estremità posteriore del corpo stesso, e con questo distaccato e più o meno retratto, resta inclusa fra le due lamine dell'involucro maggiore. In questo tempo e per altri cambiamenti proprî, il corpo final- mente acquista a poco a poco la forma e la condizione del- l’adulto, genera le uova e le larve, e se ne vuota ancora senza abbandonare la terza spoglia, retraendosi via via di più su se stesso di dietro in avanti, fino a prender la forma romboidale trasversa, che è per esso l’ultima e definitiva (fig. 2). Poco diversa, fino al momento della penultima mutazione è la storia della formazione del maschio; la larva del quale E . J , | però si allunga più sensibilmente, lascia una spoglia larvale # - tenuissima colle prime appendici, applicata all’ estremità po- | steriore del corpo, passa al secondo stadio e diviene a sua volta scutiforme, apoda, sebbene conservi le antenne. Passa in È Di terzo luogo, ad un nuovo stato, per dare origine a un involu- . cro follicolare, a pareti grossette, più in avanti che indietro, simile alla spoglia follicolare, o terza spoglia, della femmina, ma più piccolo assai. Il corpo esuviato anche da questa rimane solamente in parte racchiuso entro l'involucro stesso, assai al- lungato, ancora apodo, trasversalmente segmentato, con pigi- dio sinuato dentato, con palee e squame come quello della fera- mina dello stesso grado, ma scoperto colle parti posteriori ; sulle quali si distende però una secrezione che lo riveste e lo | racchiude come in un astuccio allungato, 1’ involucro ceroso . cioè del maschio superiormente descritto. Nelle successive vi- cende si costituisce la ninfa (fig. 7, A, B, C) allungata, deter- minando in primo luogo la composizione e la forma della te- sta e del torace, allungato, ma poco distintamente suddiviso. Dietro a questo re.‘a l'addome annulato, coi segmenti poste- riori gradatamente diminuiti, e come da principio. Poco più Fig. 7. — Follicolo del maschio colla ninfa inclusa; 7, follicolo per la massima parte ceroso, rotto intraverso posteriormente; A, testa della ninfa; B, torace; C, addome; sp, spoglia larvale; rt, rostro; cr, ceratoteche; pt' pt" pt’, po- doteche del 1.° 2.° e 3.° paio; us armatura genitale; sp spoglia 2.*; r rostro. Fig. 8. — Ninfa del maschio più avanzata, tratta fuori dal follicolo. Lettere come nella figura precedente; r », rostro rudimentale; p?, ptero-teche rudi- mentarie. X te rari e rr ii ie 2 i MIX LA FAR a B — 182 — i tardi nel segmento cefalico si definiscono ai lati della testa le teche delle antenne, (fig. 7 ct), gli occhi, e sparisce il rostro (); dal torace sporgono le teche delle appendici pedali (pt), in forma di tubercoli, poi allungati e geniculati, gli anteriori (pt’) più piccoli rivolti in avanti, i medi (pt'’) e i posteriori (pt''), più grandi e rivolti all’indietro, e la guaina dell’ apparecchio genitale (u s) reflessa sulla faccia sternale dell'addome. Occorre un quarto esuviamento ancora, perchè il maschio apparisca libero e colle sue attribuzioni definitive. Dopo tutto questo non sapremmo seguire il parere del sig. Schmidt (1) nè del sig. Witlaczil (2) per discutere se le metamorfosi dei Diaspimi, o dei Coccidei più in generale, debbano essere considerate come metamorfosi complete o in- complete, secondo le classiche definizioni del fenomeno. — Di fatto se il maschio si trasforma completamente passando dallo stato di larva allo stato adulto, e se la femmina subi sce mutamenti di apparenze diverse, progressivi gli uni re- gressivi gli altri, quanto alle attribuzioni della forma, non è poi possibile di affermare che i cambiamenti stessi sieno di natura diversa, o di grado soltanto diverso. D'altra parte poi, tenendo conto delle mute di spoglia, come indizio degli uni o degli altri questi per il maschio e per la femmina si corri- spondono esattamente nel numero e nell’ordine di successione. Poichè l’esuviamento dell'involucro ninfale pel maschio, vale quanto l’ultimo esuviamento che la femmina soffre nel suo terzo involucro, e la corrispondenza dei precedenti è chiara da sè. Abbiamo poi usato della parola ninfa invece dell’altra di pupa per designare lo stato del maschio, successivo al terzo esuvia- mento, tenuto conto della libertà delle membra, sotto le loro teche, senza ammettere d’altronde grande importanza all’una o (1) Osc. Scuminr. — Metamorphose und Anatomie des minnlichen Aspidiotus Nerii. Arch. f. Naturgesch. T. 51 p. 169. t. 4.10. 1885. (2) WirLacziL: Zur Morphologie und Anatomie der Cocciden. Zeitschr. f. wissensch. Zoolog., T. 43, t. 5, 1885. fatti che abbiamo riferito; ma non sappiamo comprender bene ciò che il chiarissimo Autore abbia inteso di dire, affer- mando che le sue osservazioni fanno sparire i caratteri ecce- zionali della evoluzione del maschio dell’ Aspidiotus, i quali . d’altra parte corrispondono con quelli delle evoluzioni del ma- schio dei Coccini, tali e quali da lungo tempo gli abbiamo esposti. Nel corso delle diverse vicende della, femmina come del maschio della nostra specie, avviene la secrezione della sostanza, che cuopre la spoglia follicolare della femmina, forma il fol- licolo del maschio, ed espandendosi di più da ogni lato di quella e di questa conglutina le une e le altre, e le fa aderire alla superficie delle foglie. Questa sostanza, abbondantissima, è amorfa, insolubile nell’acqua fredda e bollente, solubile nell’alcool assoluto e bol- lente, dal quale per raffreddamento si separano dei fiocchi biancastri, composti di granulazioni minute; è solubile più che altro nella potassa bollente, dalla quale, ancora per raffred- damento, in parte si separa. Brucia senza fondersi e senza in- fiammarsi, esalando odore di sostanza azotata, che forse pro- viene dai corpi delle cocciniglie e dai gusci che bruciano insieme alla sostanza medesima, e che non è possibile di se- parare. La sostanza stessa è d’altra parte certamente un prodotto di secrezione, del quale gli strumenti escretori dovrebbero essere le filiere sparse o aggregate sul corpo dell'insetto, ve- nuto a maturità; ma queste compariscono tardive per la fem- mina e scarse e mancano poi completamente nelle larve o nella ninta del maschio. (1) Vicror LeMoreE: Sur Vorganisation et les métamorphoses de l’Aspidiotus du Laurier rose. Comptes-rendus de l’Acad. des sc., T. 103, p. 1200-1203. — Taro. Tozz.: Studi sulle Conciniglie — Mem. della Soc. ital. di S. Nat. T. 3, N. 3, Cap. 6, p. 48, (1876). RS N re DARNE ta te — 184 — Se non gli organi secretori però, possono apparire le vie di eliminazione del prodotto secrèto, esaminando la lamina chi- tinosa tergale della "spoglia follicolare o terza della femmina da una parte, del maschio dall’altra; giacchè questa o quella, esa- minate per trasparenza, presentano in tutta la superficie finis- sime granulazioni o punteggiature, e poi in sezione verticale, ottica o reale, esilissime strie che vanno verticalmente dalla superficie esterna all’interna. Ora è facile di ammettere che le punteggiature sieno orifizi, e queste strie altrettanti pori ca- nali, che il prodotto comunque secreto traversa, finchè il corpo pel suo ipoderma si mantiene in connessione collo strato cutico- lare, che è la lamina del follicolo stesso. Negli stadî precedenti al terzo per la femmina e anco pei successivi nel maschio, la eliminazione si farebbe direttamente dalla superficie del corpo. Così sarebbe spiegato come la secrezione incominci dalla larva, e continui pei diversi stadi successivi, e come nel maschio, continuando a prodursi anche dopo l’esuviamento della spoglia follicolare, venga formato il follicolo propriamente detto che inguaina il corpo di quello. Il corpo della femmina poi, dopo l’esuviamento ultimo, cesserebbe dalla secrezione diffusa, e forse colle sue filiere speciali darebbe origine a un altro pro- dotto, che non è stato possibile ritrovare. Determinazione tassonomica della specie. Quando, dopo le cose esposte, si vada cercando di riferire la nostra Cocciniglia ad un genere noto, nella tribù dei Dia- spini, alla quale evidentemente appartiene, messi da parte quelli composti di forme lineari (Mytilaspis, Chionaspis, Leucaspis), sì hanno i generi Diaspîs, Aspidiotus, che potrebbero includerla, e fra i due senza dubbio, per la irregolarità del follicolo del ma- schio, si dovrà prender di mira il secondo; tanto più che in questo si trovano già indicate due specie proprie di Palme, se x Da -" = Sed Se ai ei quella stessa Palma, alla quale la nostra appartiene. Tali specie sono: Aspidiotus Chamaeropsis (sic) Signor. » Lataniae Signor. » Palmarum Bouchè. Però nello stabilire e riformare i caratteri del genere Aspi- . diotus, il Signoret, egregio e compianto collega ed amico nostro, | aveva avvertito di comprendere in esso le specie, che come 19 +37- ‘re È . dr l’Aspidiotus Nerti, preso per tipo, avessero scudo più o meno | rotondato, colle spoglie larvali e postlarvali in generale sul | centro per la femmina, un po? da parte o ad una delle due estre- «‘mità per il maschio; mentre la femmina d’altronde portasse nel suo pigidio 4, più di rado, 5 gruppi, di filiere aggregate; ed | avrebbe potuto aggiungere, secondo il tipo prescelto, che la STE avesse inoltre due squame terminali o palee al pi- | gidio, e il maschio fosse fornito di ali. Nè il Signoret però, nè altri hanno avuto idea delle differenze che a più riprese ed ora per ultimo, abbiamo potuto avvertire nel modo di forma- zione degli scudi dei Diaspini: per mera secrezione attorno alla spoglia larvale, o tutto al più, intorno a una seconda spoglia da noi detta tettrice, come appunto negli Aspediotus del tipo dell'A. Neri e nei Diaspis, cioè, ovvero in tutto o in | parte, per via di una terza spoglia che si accresce più o meno «dopo l’esuviamento delle due precedenti, come avviene nelle Parlatoria. Ma le cose poi vanno più avanti nelle specie di quel genere Aonidia da noi fondato la prima volta coll’ Aspt diotus Lauri Bouchè (Aonidia purpurea Nob.), nel quale più tardi includemmo una seconda specie, delle Auranziacee, (A4o- nidia Gennadii Nob., Aspidiotus Aurantii Maskell, poi, in os- ; 3 sequio alla priorità del nome specifico di Maskell, ritenuta col nome di A. Aurantii da noi stessi); ed una terza specie A0nz- dia ilicicola fra i Diaspini orbicolari, che d’ora in avanti però | sarà tolta dal genere in cui venne compresa provvisoriamente, | e restituita al gen. Astero/ecanium, al quale un ulteriore e re- — 156 — cente studio ha finito di persuadere a riunirla. Ma i Diaspini mitiliformi hanno anch’essi specie che ripetono i fatti di que- ste, giacchè negli stessi Mytilaspis si ha una spoglia follico- lare, che si distende sopra una discreta parte del corpo, come sarebbe quella corrispondente della Parlatoria fra i Diaspini orbicolari, e più ancora una spoglia equivalente alla terza della Aonidia si estende sul corpo intero dei Chionaspis e dei Leu- caspis. Tutti questi generi, che potrebbero fondarsi su fatti biolo- gici, non mancano però dei fondamenti morfologici, che par- ranno chiari a chi ricordi ora i particolari di origine da un lato, di forma dall’altro di questi involucri follicolari, secondo un genere o l’altro, e la forma stessa cui si riduce la femmina all'ultimo nel genere Aonidia, più specialmente. Non sapremmo esitare ad includere in questo genere ap- punto la specie nostra, benchè il follicolo invece che orbicolare sia sensibilmente allungato, nè ci pare che possa impedire di farlo d’altra parte la considerazione del maschio, con rara, se non unica eccezione fra quelli delle cocciniglie, mancante di ali. Vi sono infatti altri esempî di generi nei quali fra le specie alate si annoverano specie attere tanto più se di un sesso o dell’altro soltanto. La ninfa d’altra parte presenta un rudimento di questi organi, ed in un caso ci è apparsa una pteroteca allungata ed estesa come avrebbe potuto essere per formare un'ala; ma giammai abbiamo veduto ali nell’adulto. Resta ancora a vedere però se la specie possa identificarsi con alcuna di quelle descritte nel gen. Aspidiotus che sarebbe, fra i conosciuti, il più prossimo. Ora lasciandone altre, che meno potrebbero convenire, la prima, Aspidiotus Chamaeropsis, descritta e figurata dal Signo- ret (1), è per la forma generale, secondo VA. « allungata gialla, (1) Essai sur les Cochenilles ou Gallinsectes. — Ann. de la Soc. ent. de France, Sèr. 4.9, T. 9, p. 118, t. 3, fig. 6, 6.4. TIT RIVE A SSAEIT SAI RPRIDLISER RAI Aa L/A è i > gf on ii a: alert: scio. ; I, L Mio % -È canina | « coll’estremità (pigidio) terminata da due lamelle principali, _< e sui lati da tre o quattro minori, da ciascuna delle quali « parte un pelo assai lungo. » Il maschio è sconosciuto. L’Aspidiotus Lataniae (op. cit. p. 124, t. 3, f. 12 B) ha la femmina ovale allungata, e terminata da « due lobi mediani « assai grandi, coi laterali appena distinti, le filiere diversa- « mente situate e disposte, non contando i peli messi a ter- « minare le filiere sparse. » L’Aspidiotus palmarum Bouchè (Sign. sp. cit. p. 131) anche questa delle Chamaerops, finalmente si presenta così descritto. — « Gli scudi sono biancastri, col centro giallo rossastro, per « le femmine rotondato, pei maschi allungato. — La femmina « largamente rotondata, con 4 placche di filiere agglomerate, < una diecina alle superiori, sette o otto alle inferiori e con « filiere isolate in forma di tubo, come per VA. Nertz. » Del maschio si dice che è più grande e più allungato di quello dell'A. Nerd, collo stiletto (armatura genitale) più grande; le zampe anteriori e posteriori, più sinuose e più smarginate. Nessuna di queste descrizioni si può adattare, come si vede, esattamente alla specie nostra, anche quando per attenuare od escludere le differenze più gravi, si volesse notare che nel- VA. Lataniae, si descrivono forse come peli dei processi, che han tutta l’aria di essere filamenti emanati dalle filiere, cioè prodotti di secrezione, e che altrettanto potrebbe dirsi di quei filamenti delle dentature del pigidio, dell'A. Chamaeropsis. Per quanto ai rapporti anco di questa specie colla nostra, pare poi difficile che i maschi, assai numerosi dell’ultima, dovessero es- sere per l'appunto sfuggiti all'osservazione della prima, se di questa si fosse voluto discorrere sotto il nome dell’altra. Dopo avere, per tanto, esitato assai, abbiamo finito per persuaderci a distinguerla, e ad aggiungere al catalogo delle specie o della tribù dei Diaspini, nel genere Aonidia, un nuovo nome, desu- mendolo a ragione dall’altro dell’egregio e chiarissimo uomo, che ce ne commise l’esame. — 188 — Caratteristica della specie ora considerata potrebbe per- tanto essere: i Trib. Diaspini Gen. AonIpia Targ. Tozz. — Foemina. Corpus in folliculo exuviali tertio crustaceo, totum inclusum, in primis obovato el- lipticum, deinde rhomboidali trasversum, pygidio denticulato squamuloso. AovnipiA BLancHARDI — Folliculus exuviali tertius pergame- naceus, scutiformis, obovato ellipticus, antice integer, postice margine pigidiali denticulato squamulosus. Foemina inclusa, in primis obovata lutescens, deinde rhombea, elongata, demum tra- sversa, brunnea, margine anticolate rotundato, laterali, în quo- que latere, antice sinuato, postice crispato lobato, lobis denticu- lato-spinulosis; pygidio elliptico trasverso, seu rhombeo, margine postico denticulato, medio brevissime inciso; dentes minuti, sinu- ubus angustis disjuncti, squamulis tenuissinis, apice, latere lacero, fimbriatis, fultis; sinus submediani, in quoque latere, paleis duo- bus amplioribus integris rotundatis, praediti. Fusi sparsi sub- marginales, tenues; f. aggregati 4, duo sternales 8-10, anales 6-8 ostiolos gerentes. Rostrum amplum, setis marxillo mandibulari- bus longitudine perspicuis. Mas. — Involucrum subcretaceum elongatum album lineare, non carenatum, exuvia tertia folliculari scutiformi pergamenacea, apice praeditum, corpus elongatum; Antenna subclavate 10 — articulate, longitudine thoracis paulo superantes. Oculi 4, duo superni, duo inferni, superni majores, submarginales. Thorax conoideo elongatum. Alae nullae. Halteres nulli; Abdomen ellipti- cum ventricosum, armatura genitali styliformi, valvula infera canaliculata, styloque supero, praeditum. Pedes validiusculi, tibia minime emarginata. ; Habitat in Phaenyce Dactylifera saharensi folvis, Invenit et communicavit C. D. RapHAEL BLANCHARDUS, Parisiensis. N.B. La presente nota corrisponde a quella inserita già nel Bulletin de la Soc. Zool. de France, Ann. 1892, p. 69. LETTERATURA ENTOMOLOGICA ITALIANA — Assenza V. — Materiali per una fauna entomologica dei dintorni di Noto. — Il Nat. Sicil, anno XI. Palermo, 1892. | Bacsr E.— Catalogo della collezione coleotteri. — Genova Tip. della Gioventù, 1892. 30 | —Contribuzione alla Fauna coleotterologica d’ Europa. — ibidem. A proposito di questi scritti, il collega prof. R. Gestro ci prega di dichiarare che, nonostante le diverse asserzioni dell'Autore (vedi la prefazione al Catalogo e l’altro scritto a pag. 21) egli non vi ha in nessun modo contribuito. |’ colleghi che hanno cognizione degli scritti sopraindicati, non dureranno fa - | tica ad intendere le ragioni di questa dichiarazione. La quale, per aderire al de- | siderio dell’insigne entomologo, abbiamo qui pubblicata, sebbene a quanti lo co- | noscono possa apparire assolutamente superflua. da j Li N BErTONI E. Guido Susani. — L’Apicoltura bresciana N. 15 e 16, 10 e 20 luglio 1892. L’autore mette in rilievo gli importanti servizi resi dal compianto Susani alla | scienza ed alla pratica bacologica. . Camerano L. — Ricerche intorno alla forza assoluta dei muscoli dei Crostacei fo decapodi. — Memorie della R. Accad. delle scienze di Torino. serie 2.* È volume XLII. ._CanestRINI G. — Intorno a due nuove specie di Phytoptus (quarta serie). -- Atti o R. Istituto Veneto ecc. ser. VII, t. II. Venezia, 1890-91. Una specie prende il nome di P. malvae e fu trovata sulla Malva alcea della do quale accartoccia le foglie; l’altra è detta P. galiobivs perchè produce grosse galle — sul Galium verum e sul G. lucidum. ù CANESTRINI G. — Sopra due nuove specie di Phytoptus (quinta serie). — Atti Soc. Veneto-trentina. vol. XII. Padova, 1892. Bi. Prendono il nome di P. xylostei e di P. peucedani: il primo vive sulla Loni- _ cera xylosteum, l’altro sui fiori di Peucedanum venetum e di Orlaya grandiflora. — 190 — CanestrINI G. — Sopra due nuovi fitoptidi (sesta serie) — ibidem. Prendono il nome di Phytoptus sanguisorbae e di Phytocoptes longifilis: il primo produce cecidi sul Poterîum sanguisorba, il secondo deforma le foglie di Onobrychis sativa. Cano G. — Sviluppo postembrionale dello Stenopus spinosus. — Bollettino della Società Naturalisti in Napoli. vol. V. Napoli, 1891-92 (con tav.). Gli Stenopus rappresenterebbero forme di transizione tra i Peneidi propria- mente detti e gli EuAyphotes. CarueL T.— Dubbi sulla funzione vessillare dei fiori. — Bullettino Soc. botanica italiana 1892, n. 1. Dai risultati dei recenti studi sui sensi degli insetti, l'Autore trae motivo di qualche ragionevole dubbio sulla funzione vessillare attribuita ai fiori. Egli ri- tiene che forse non tanto per i colori e dalla vista, quanto da altri sensi e spe- cialmente dall’olfatto, gli insetti siano determinati nella loro ricerca di certi fiori. CasreLLi G. — Araneidi di Lesina. — Atti della Società Veneto-trentina di Scienze naturali. vol. XII. Padova, 1892. E un elenco di 45 specie di Araneidi, alle quali aggiungendone altre 3 già indicate come viventi in Lesina, si portano a 48 le specie ora note di quell’ isola dalmata. GemeLLaRO G. G. — I Crostacei dei calcari con Fusulina del fiume Sosio, nella provincia di Palermo. — Soc. ital. delle Scienze detta dei XL, ser. 3.2 t. VII. Napoli. Gestro R. — Viaggio di Leonardo Fea in Birmania e regioni vicine, XLVI. Cenno sui Paussidi. — Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Ge- nova, ser. 2. vol. XII (XXXII). Genova, 30 giugno 1892. In questa nota il chiaro entomologo, dopo avere accennato al numero delle specie finora note di questa curiosissima famiglia, descrive un nuovo genere (Protopaussus) tanto interessante e aberrante da costituire una tribù apposita. Gli articoli delle antenne, che nelle forme finora descritte non erano mai più di 10, nel nuovo genere sono 11. La famiglia dei Paussidi è quindi al presente divisa in tre tribù: EROLOPAUSSIDI So Antenne di ll articoli Cerapterini..... RR A IAAD Go dic » con l0a 6 articoli BIUSSIIOI n e E » con 6a 2 articoli La specie che è tipo del nuovo genere è dedicata allo scopritore sig. Fea, il quale ne raccolse un unico esemplare nella regione montuosa dei Carin Chebà ad una altitudine fra i 900 e i 1100 metri s. m. Re paussus Feae e il nome delle altre 4 specie di Paussidi raccolti dal predetto | signor Fea: esse sono le seguenti : Platyrhopalus Westwoodii Saund. » Mellyi Westw. Paussus Bowringi Westw. » Jousselini Guér. GiLio-Tos E. — Diagnosi di nuove specie di Ditteri: VI. Sirfidi del Messico. — Bollettino dei Musei di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Univer- sità di Torino. vol. VII. n. 123. GioLio-Tos E. -- Parassitismo di una larva di Aricia in un Carabo. — Annali R. Ace. Agricoltura Torino. vol. XXXIV. Riassunto e nota complemen- tare in Boll. dei Musei di Zool. ed Anat. Comp. della R. Università di Torino. vol. VII. n. 116. Torino, 1892. . GicLio-Tos E. — Un nuovo genere di Sirfidi Camerania. — Boll. Musei di Zool. ; ecc. c. s. vol. VII. n. 117. GieLio-Tos E. — Sui due generi di Sirfidi Rhopalosyrphus ed Omegasyrphus. — Boll. ecc. c. s. vol. VII. n. 118. HaLBHERR B. — Elenco sistematico dei Coleotteri finora raccolti nella Valle La- garina. Fasc. V. Platyceridae-Scarabeidae. — XXI Pubbl. del Civico Mu- seo di Rovereto. Rovereto, 1892. MacreTTI P. — Viaggio di Leonardo Fea in Birmania e regioni vicine. — XLIII E Imenotteri, Parte I. Mutillidei, Scoliidei, Tifiidei, Tinnidei, colla descrizione di parecchie nuove specie. — Annali Museo civico St. nat. Genova ser. 2.% vol. XII (XXXII). Genova, 1892. Il materiale studiato in questa prima parte è costituito da 70 forme specifiche ripartite in 9 generi. Delle specie elencate ben 34 sono nuove. Dal punto di vista faunistico la raccolta dimostrerebbe un notevole nesso tra * la fauna della sottoregione mediterranea in piccola parte e quella della regione etiopica e sud-africana, coll’australiana ed indo-cinese. MassaLonco C. — Contribuzione all’acaro-cecidiologia della flora veronese. — Bull. Soc. botanica italiana 1892, n. 1. MassaLonco C. — Di alcuni entomocecidii della flora veronese. — ibidem. MAO Monti R. — Ricerche microscopiche sul sistema nervoso degli insetti (Nota preven- tiva). — Rend. Ist. Lomb. Scienze e Lettere serie II. vol. XXV. Milano, 1892. Mediante il metodo di Ehrlich la signorina Rina Monti ha potuto osservare al- cuni fatti interessanti sul sistema nervoso dei diversi ordini di insetti. Ha studiate le fibre nervose e loro terminazioni nei muscoli degli Ortotteri, come anche il sistema nervoso centrale degli stessi insetti; le fibre nervose e ter- minazioni nei muscoli delle larve e dell'insetto perfetto di Coleotteri e Lepidot- teri, infine le terminazioni nervose nei muscoli delle larve di Imenotteri. Negli Ortotteri ha trovato che i nervi penetrati nei muscoli decorrono in senso Iongitudinale alle fibre muscolari: ben di rado però seguono una linea retta, di solito anzi hanno un cammino tortuoso con molteplici meandri. Lungo il loro percorso forniscono a destra ed a sinistra numerosi rami di secondo e terzo or- dine, che in direzione trasversale alla fibra muscolare si portano verso le termi- nazioni: qui — in corrispondenza generalmente di un nucleo — si suddividono in ciuffi di fine fibrille, che terminano appuntite o con un piccolo rigonfiamento. Devesi quindi concludere che nei muscoli degli Ortotteri in generale i nervi pre- sentano delle terminazioni libere. Interessante è pure quella parte di ricerche che riguarda il sistema nervoso centrale. In questo difficile campo sino ad ora il metodo di Ehrlich, applicato alle Grillotalpe, le ha dimostrato i fatti seguenti; le cellule nervose sono quasi tutte unipolari: il loro prolungamento talvolta, dopo aver fornito più rami, si continua con una fibra nervosa che esce dal ganglio; altre volte il prolungamento si rami- fica e non si può seguire. Alcune volte ha poi potuto osservare l'origine diretta delle fibre dal prolungamento cellulare, mentre altre volte non le poteva seguire, perchè dopo essersi ramificate sì perdevano nella sostanza punteggiata di Leydig. La sostanza granulosa di Leydig è costituita da un fino intreccio di fibrille derivate dalle suddivisioni dei prolungamenti delle cellule, e dalle suddivisioni delle fibre. Nelle larve di Coleotteri, e specialmente di Lucanus cervus e di Melolontha vulgaris, ha pure ottenuto buoni risultati. Nei muscoli ventrali delle larve le fu dato osservare delle belle colline di Doyère, ed anche delle placche a grappolo: dovute al fatto di trovarsi accumulate all’estremo di un nervo, numerose placche. In alcuni muscoli del torace delle larve mature trovò invece che il turchino di metilene colorava una ricchissima rete di cellule, munite di lunghi prolungamenti, anastomizzati tra di loro. Tale reperto sarebbe convalidato dai risultati ottenuti negli insetti perfetti. - Nei Lepidotteri adulti ha osservato delle colline di Doyère nei muscoli che muovono le zampe, e in quelle che muovono le ali un finissimo intreccio di fi- brille nervose. In alcune larve di Imenotteri ha poi trovato un soggetto eccellente per la di- mostrazione delle placche nervose. Essa potè persuadersi che in questi animali la terminazione è ipolemmale. (dal Boll. di Pavia). GCT RAISI be. Fig. 1. Hyperephanus nov. gen. hirsutus nov. sp. Cile. __» 2. Antenna. Lea! — > 3. Zampa anteriore. _ 4. >» posteriore. » A. Antenna, -» 7. Zampa posteriore vista dal di sopra. DIRI: (0) _» dI » di fianco, aL ® GR i, NB. _ Le figure sono tutte molto ingrandite. 7 e e eee vg ra i i pi li y __» 5. Oncodemerus nov. gen. costipennis nov. sp. Gabon. LI ;' Lied È CONTRIBUZIONE LLA FAUNA TRENTINA DEI COLEOTTERI Si del Dott. S. BERTOLINI di Trento. SU CLERIDAF. Denops Steven. 1. albofasciatus Charp. — Lo trovai in alcuni getti di vite, che mi a ® . . A . . . furono comunicati da Ora. Rarissimo. Nel Roveretano (Zeni). Tillus Olivier. > faggi (Ros.); Bedollo, non tanto raro (Bert.); S. Lugano, molti # esemplari (Ecch.); Cavalese, sui meli fioriti (Gob.). fo. unifasciatus F. — Ala, alla fine di giugno (Ros.); Grigno (Cost.); _ Mori, contorni di Civezzano, Madrano sui cespugli di rovere, molti esemplari (Bert.). «a Opilo Latreille. da. mollis Lin. — Venne raccolto da Costesso a Mezzano, da me a Be- È; dollo, e da Eccheli alle Fontane fredde in Fiemme. _ 2. domesticus Strm. — A Mezzano, raro (Cost.); Nogarè, Borgo (Bert.). SE pallidus Oliv. — Presso Bolzano e Novaitaliana (Grdl.); Lombardia (Villa). Anno XXIV. 13 at Clerus Geoffroy. ; 1. mutillarius F. — Verne raccolto da Rosenhauer a Bolzano. Raro. 3 pd Nella Lombardia (Villa). i i i 2. formicarius Lin. —- Lo si trova frequente nei boschi, pel solito sulle Cs piante abbattute in cerca di Bostrichi delle cui larve è voracissimo. RE. Trento, Caldaro, Mori, Bedollo (Bert.); Fontane fredde, S. Lugano i: E (Ecch.) È # Ri, \ Ret mic Tarsostenus Spinola. Re 1. univittatus Rossi. — Raro. Bolzano, Caldaro (Gredler); Bedollo, Trento A (Bert.). ve) MOR +, i PASINI Trichodes Herbst. 1. alvearius F. — Insetto rapace. Lo vidi cibarsi di mosche e di co- leotteri. Comune sulle ombellifere, sulle rose, cipolle fiorite ecc. Ala (Ros.); Trento, Caldaro, Lago di Fornace, Denno,. Madrano, Borgo (Bert.); nella valle di Fiemme (Ecch). var. Dahlii Spin. — Lo si trova talvolta frammisto colla specie (Grdl.). 1. apiarius Lin. — Comune come il precedente. Trento, Caldaro, Borgo ecc. (Bert.); Ala (Pizzini); in diverse località nella valle di i Fiemme (Ecch.); valle di Fassa, Trodena (Grdl.). Corynefes Herbst. 1. coeruleus Degeer. — Osservato da Gredler nella valle di Passiria nel legno fracido. Nell’ Istria, Lombardia, Piemonte. 2. ruficornis. — Col precedente (Grdl.). Necrobia Latreille, J 1 ruficollis. — Trento a S. Bernardino fra i cascami e in una cripta “ (Grdl.); Rovereto (Zeni). 2. violacea Lin. — Rovereto (Ros.); Nogarè nelle carogne, Trento, È: Oltrecastello, Civezzano (Bert.); S. Lugano (Ecch.). 13. rufipes Degeer. — Trovato da Rosenhauer a Rovereto in una ‘caro- gna disseccata. Laricobius Rosenhauer. _l. Erichsoni Ros. — Lo trovai frequentissimo a Pejo, nel luglio, bat- tendo i rami dei larici. Sul Monzoni in Fassa, nel giugno (Kiesw.). I Elateroides Schiffer. E; Hylocoetus Latreille. . 1. dermestoides Lin. — Venne raccolto, in grande quantità da Costesso E a Mezzano di Primiero in un grosso tronco d’un noce. Primiero È (Sartori). Il maschio (£7. morio F.) dev'essere rarissimo, io almeno A non l’ho mai riscontrato fra il ricco materiale, di provenienza È. trentina, ch’ ebbi sott'occhio. Alle Fontane fredde (Ecch.) Fassa, «_. Valsugana (Grdl.). ELymexylon Fabricius. 7 tn. navale Lin. — Nella Pusteria (Reitter); sul monte Ritten nel Bol ; zanese (Grdl.); sui tronchi d’albero. Nell’ Istria (Schreiber); Pie- monte (Ghiliani). d BRUCHIDAE. Plinidae. i Gibbium Scopoli. 1. psylloides Czemp., scotias F. — Comuni nei vecchi pavimenti di assi. Ala (Ros.); Nogarè, Caldaro, Civezzano (Bert.); Trento in gran copia (Ecch.); Val Lagarina (Zeni). x Niptus Boieldieu. 1. crenatus F., minutus Il]. — Eccheli lo trovò frequente a S. Lugano. ; Trodena e Torcegno (Cost.); Trento, sulla Mendola (Bert.). Bruchus Geoffroy. Ptinus Linneo et auct. 1. lichenum Marsh., ornatus Mill. — Venne osservato da Eccheli nella valle di Fiemme. = 2. coarcticollis Strm., lepidus Muls. — Salorno (Grdl.); Bolzano (Ludy.). 3. rufipes F. — Lo trovai sui cespugli di rovere, in primavera, a Cal- daro, Civezzano, Trento, Bedollo e Nogarè. Vidi alcuni esemplari interamente rossastri. Rovereto (Zeni). a 4. italicus Arrag. — Riscontrato da Ludy nei contorni di Bolzano. A Frequente nel Veneto (Disconzi); Lombardia (Villa). v 5. fur Lin. — Comune nelle case e sui cespugli. Torcegno (Cost.); a; Trento, Nogarè, Madrano ece. (Bert.); Dajano, S. Lugano (Ecch.). ì 6. pusillus Strm. — Raro, presso -Bolzano (Hausm., Grdl.); Piemonte Î (Baudi). i 7. bicinetus Sturm. — Bolzano, di novembre (Grdl.). Non raro nel i Piemonte (Baudi). 8. latro F. — Comune nelle stesse condizioni come il 2. fur. Riva, A Trento, Borgo (Bert.); Dajano, S. Lugano (Ecch.); Torcegno (Cost.). deo” losus Mall, pallipes Duft. — Raro a Bolzano (Hausm., Grdl.). ubpilosus Sturm. — Bolzano (Hausm., Gral.). . serpunctatus Panz. — Mi occorse non di rado a Trento battendo È: i cespugli di rovere, lo trovai pure a Caldaro. Torcegno (Cost.); Sa sul monte Cornon, fra la scorza di pino (Gob.). È t12. variegatus Rossi. — Rovereto (Zeni); Trento, Mori, Civezzano (Bert.); «|. Torcegno (Cost.). 13. bidens Ol., quercus Kiesw. — Trovati più individui in Dos Trento, i | sulle roveri, e a Mirabello presso Trento (Bert.). È più che probabile che si trovi nel Trentino il B. bruneus Daft. che Baudi dichiara comune in Piemonte, e che del resto viene notato nei cataloghi « di tutta l Europa. » Stante la sua grande affinità col Za- | tro F. venne confuso, senza dubbio, con questa specie. ANOBIIDAE. DBryvophyllus Chevrolat. d pusillus Gyll. — Lo trovai in abbondanza, nel luglio, sui Jarici seco- 3 lari presso il villaggio di Pejo. Nogarè, Trento (Bert.); nella valle Ri di Fiemme (Ecch.). Il maschio sembra rarissimo. Fra innumerevoli E: esemplari che ho raccolto un solo individuo g' mi occorse a No- al RI garè. Sulla Mendola (Grdl,). S Priobium Motschulsky | 1. tricolor Oliv. — Colsi parecchi individui nei contorni di Trento. Più o frequente nella valle di Fiemme, come a S. Lugano, Fontane È fredde, Trodena, Cadino (Ecch.). - Episernus Thomson. | ; Amphibolus Muls. STB gentilis Rosenh. — Raro. Trovai singoli esemplari a Trento, Riva e Borgo. Nella valle di Fiemme (Ecch.). 6. (00) — 198 — Gastrallus Duval. . laevigatus Ol., immarginatus Redt. — Non raro, in maggio, presso Mirabello sui cespugli, lungo la strada che mena a Sardagna. Mi occorse pure a Civezzano, Roncegno e a Pergine. Anobium Fabricius. . denticolle Panz. — Posseggo un esemplare da me raccolto nei con- torni di Trento. Raro nei contorni di Bolzano sui castagni (Grdl.). . pertinax Lin. — Non tanto frequente. Mezzano, Torcegno (Cost.); Bedollo, Caldaro, Trento (Bert.); Condino (Gob.); S. Lugano (Ecch.); in Fassa (Grdl.). emarginatum Duft. — Nei contorni di Trento, raro (Bert.). . striatum Oliv. — Comune nel Trentino, nelle case e legnami vecchi. Nogarè, Trento, Riva (Bert.); Fontane fredde, S. Lugano (Ecch.); Torcegno (Cost.); sul monte Baldo (Ros.). . fagi Muls., fagicola Muls. — Riva (Bert.); frequente a Trodena e alle Fontane fredde in Fiemme (Ecch.). fulvicorne Sturm., morio Villa. — Torcegno (Cost.); Nogarè sui la- rici, Trento (Bert.); nella valle di Fiemme (Ecch.). var. rufipenne Duft. — S. Lugano (Ecch.). . nitidum Herbst. — Abbondante al pari dell'A. striatum. Monte Baldo nei tronchi di faggio (Ros.); Trento, Madrano in una vecchia cassa di pino (Bert.); S. Lugano, Doladizza, Fontane fredde, Dajano ecc. (Ecch.). . rufipes F. — Lo ebbi da Zeni come proveniente da Pergine. Eccheli lo trovò in Fiemme a S. Lugano. . hirtum Ill., villosum Bonelli. —- Ho tre individui che raccolsi nei contorni di Trento; lo trovai pure a Mori. Dovrebbe essere più frequente a Rovereto (Grdl.). 10. paniceum L., minutum F., nanum Kiist. — Comunissimo e nocivo guastando esso talvolta i commestibili, le pelli delle giberne, pane biscotto ecc. Oligomerus Redtenbacher. l. Reyi Bris. — Rarissimo. Del Trentino non conosco che una fem- “da mina da me raccolta nei contorni di Trento. G 2. brunneus Sturm. — Piuttosto raro, ma diffuso in molti luoghi. Tor- v cegno (Cost.). Lo riscontrai a Trento, a Nogarè e a Civezzano, nel giugno, battendo i rami delle roveri, in sulla sera. Un individuo a S. Lugano (Ecch.). Xestobium Motschulsky. < N | 1. rufovillosum Deg., tessellatum F. — Raccolto dal sig. Gobanz nella A valle di Cadino. fra la corteccia cariata d’un abete. - Noto con riserva lo XxX. plumbdeum Ill., trovato dal prof. Rosenhauer nei contorni di Bressanone sulla Castanea vesca. Ernobius Thomson. 1. abietinus Gyli. — Due esemplari nella valle di Sole a Pejo. 2. abietis F. — Caldaro (Bert.); S. Lugano (Ecch.); Presso Novaitaliana sui pini, nella valle di Fassa (Grdl.). 3. mollis Lin., consimilis Muls. — Lo riscontrai sui cespugli a Pejo, Bedollo, Ala, Trento e Pergine, 4. pini Muls. — Ho preso un maschio a Pejo, mi occorse pure a Canal S. Bovo e a Madrano. Sotto questo nome mi venne classificato dall’ esimio Dott. Stierlin un esemplare di Madrano, ma questo supera almeno d’un terzo la gran- dezza massima attribuita all’E. piri; di più, per la lunghezza dei tre ul- timi articoli delle antenne parmi debba appartenere al gruppo dell’E. /u- cidus Muls. Altri due esemplari di Pergine identici all’or descritto mi destano i medesimi dubbì. 5. migrinus Seidl. — Lippert lo raccolse ripetutamente presso Nova italiana. 6. densicornis Muls. — Bolzano, nella scorza cariata d'una pinia (Grdl.). e] (JO) to Hedobia Sturm. . pubescens F. — Trovata una sol volta dal barone Hausmann presso Bolzano. Nella Lombardia, Toscana e Sardegna. . imperialis Lin. — Monte Baldo, nel giugno (Ros.); Torcegno (Cost.); Ronzo, nel maggio, Trento (Bert.); S. Lugano, frequente sui faggi, Trodena (Ecch.). . regalis Duft. — Caldaro, nel maggio, Bedollo, Riva, Trento (Bert.); Trodena, S. Lugano (Ecch.); Cadino (Gob.). Plilimus Geoffroy. . pectinicornis Lin. — Abbondante su faggi scorzati, sul monte Baldo, nel giugno (Ros.); Cadino (Gob.); Trodena, raro (Ecch.). . costatus Gyll. — Nei contorni di Bolzano, a Formigar, sul salîx nel giugno (Hausmann); — Lombardia (Villa); Piemonte (Baudi). Ochina Stephens. . Latreillei Bon. —- Rarissima. Eccheli trovò un esemplare ai Molini presso Trodena. Favonia, monte sopra Magrè, metà di luglio (Grdl.). . hederae Mill. — La riscontrai abbondante in Dos Trento, sull’edera fiorita. Cadine, nell’agosto (Bert.). Nyletinus Latreille. . ater Panz. — Mi occorse a Trento e in Dos Trento; è però specie rara fra noi. Torcegno (Cost.).. . pectinatus F. — L’ho preso a Bedollo e a Civezzano sui cespugli di rovere, in primavera. laticollis Duft. — Mezzano (Cost.); Nogarè, Bedollo, Monte Baldo sui cespugli, nel giugno (Bert.); Monte Bondone (Betta); in Fiemme (Ecch.). i Lasioderma Stephens. SO, Pseudochina Duv. cl: haemorrhoidale Illig. — Il barone Thiesenhausen la raccolse nel bo Trentino, probabilmente a Trento o Cavedine. -2. testaceum Duft. — Gredler cita (Kéfer v. Tirol) un esemplare da lui trovato nel Tirolo e ceduto alla collezione Hausmann. Baudi lo nota del Piemonte. Mesocoelopus Duval. 1. niger Mill. — Colsi parecchi individui a Nogarè, sull’edera, nel mag- il | ‘»’gio. Anterivo in Fiemme (Grdl.). Dorcatoma Herbst. _ 1. dresdensis Herbst. — Presso Bressanone (Ros.); nella Lombardia B° (Villa); Piemonte (Baudi). | 2. serra Panz. — Conservo un unico esemplare che pigliai nei contorni - di Trento. i | 3. chrysomelina Sturm. — Trovati più esemplari da Eccheli alle Fon- È È tane fredde in Fiemme. SE Ri | Coenocara Thomson. A 1. bovistae Hoffm., subalpina Bon. — Riscontrata nei contorni di Bol- 9 “zano da Hausmann e Lamprecht. Lombardia (Villa); Piemonte È (Baudi). i var. castaneae Grdì. — Contorni di Bolzano. 2. affinis Sturm. — Col precedente (Grdl.). SPHINDIDAE. Aspidiphorus Latreille. 1. orbiculatus Gyll. — Presso Ala, in luoghi umidi, assai raro (Ros.). LYCTIDAE. Lvetus Fabricius. 1. unipunctatus Herbst., canaliculatus F. — Lo rinvenni abbondante sui pali scorzati messi a sostegno delle viti e sulle siepi di rami secchi che difendono i campi. Caldaro, Mori, Trento, Castel Ivano, Madrano ecc. (Bert.). 2. pubescens. Panz., bicolor Comolli. — Torcegno (Cost.); Mori, Cal- daro (Bert.). 3. impressus Comolli. — Trovato a Trento dall'amico cav. Venturi. BOSTRYCHIDAE. Psoa Herbst. La riscontrai talvolta a Trento nelle 1. dubia Rossi, italica Serv. case; nell’ex-convento « delle Laste » presso Trento la pigliai fra le fessure delle assi d'un pavimento, a Civezzano su d’una siepe di robinie, nel maggio, a Ala in una casa. Presso Rovereto (Frap- porti). Sinoxvylon Duftschmied. 1. bispinosum Ol., muricatam Duft. — Rovereto (Zeni); Caldaro, Be- dollo, (Bert.). Lo pigliai abbondante in un vigneto a S. Giorgio presso Trento, levandolo dai fori circolari che praticava ai nodi dei tralci delle viti. Faedo (Ecch.). xdentatum Ol. — Molto più raro del precedente nei contorni di Bolzano e sul Ritten, nel legno di fico (Grdl.). Si riscontra in tutta l’Italia. Bostrychus Geoffroy. È: Apate Fabricius, 3 1. capucinus Lin. — Monte Baldo (Ros.), Rovereto (Zeni); Torcegno ì (Cost.). Presso Civezzano lo rinvenni in un tronco cariato di quer- È cia, a Madrano, sui pali delle viti, in aprile. Non raro. ds Xvlopertha Guerin. 1. retusa Oliv., sinuata F. — Trovata da Zeni a Rovereto, da Costesso a Torcegno. La presi a Cognola nel volo, di giugno, a Bedollo, Nogarè, Trento, a Civezzano nel legno delle robinie; molti esem- plari a Madrano, in aprile, sui grossi pali di castagno che servono È a sostegno delle viti, a Fracena nel maggio. 2. pustulata F., humeralis Suc. — Presso Ala, nei rami di gelso essic- “da Bi cati, molto raro (Ros.); nelle Giudicarie (Frapporti). Rovereto (Zeni). SI Dinoderus Stephens. 1. substriatus Payk. — Fu osservato nella valle di Passiria (Grdl.); È sulla strada dello Stelvio a Gomagoi (Eppelsheim). Nel Piemonte Di (Baudi). È CIIDAE. A Cis Latreille. a elongatulus Salten. — Nel Bolzanese (Grdl.). ì mi a e 2. mitidus Herbst. — Conservo un esemplare da me raccolto nel Tren (Li n Ko) SA eg SI Lpd le PRE IELIEE Fio r LE = li È LAI Ra | tino, non rammento bene la località. Fu classificato a Vienna con questo nome. Nella Pusteria (Ludy). Non raro in Piemonte (Baudi). . boleti F. — Comune ovunque nei funghi d’albero e di legna morta. Nella Valsugana, nella sostanza del Polyporus versicolor Fries. (Ambrosi). Abbondantissimo nella valle di Fiemme (Ecch.); Mori, Trento, Madrano ecc. (Bert.). . setiger Mell — Ho in raccolta parecchi individui della Valsugana classificati come « seziger » dall’esimio cav. Baudi di Selve. In Fiemme (Gob.). . micans Herbst. — Rinviensi abbondante nei funghi d’albero. Torce- gno (Cost.); Nogarè (Bert.); Trodena, Doladizza, Fontane fredde (Ecch.). hispidus Gyll. — Pochi esemplari a Caldaro (Bert.); Condino (Gob.); Borgo, Madrano, nei funghi su pali di quercia essiccati, abbondante (Bert.). . comptus Gyll. — Il conte Eccheli ne trovò un solo esemplare a Dajano in Fiemme. . quadridens Mell. — Una femmina di questa specie pure in Fiemme (Ecch.). bidentatus Ol. — Alcuni individui vennero raccolti da Eccheli alle Fontane fredde in Fiemme, e da Gobanz nelle foreste di Cadino. 10. alni Gyll. — Trovato da Costesso a Samone nella Valsugana. 112 12 bidentulus Ros. — Frequente nei contorni di Bolzano e sul monte Baldo, nei funghi di pioppo e di faggio (Ros.). . festivus Panz. — Vennero catturati da Eccheli parecchi esemplari a Doladizza. 13. vestitus Mell. — Un individuo trovato da Eccheli in Fiemme venne bi classificato da Reitter. Rhopalodontus Mellié. perforatus Gyll. — Trovato in gran copia dal cav. Rieder in un fungo sull’abete presso Vermiglio. 2. fronticornis Panz. — Torcegno (Cost.); Caldaro, nel marzo (Bert.); nei funghi di faggio a Cadino, in gran copia (Gob.). Ennearthron Mellie. affine Mell. — L'ho del Trentino ma non rammento la precisa pro- |_— venienza. S. Lugano (Ecch.). 2 cornutum Gyll. — Nè il prof. Gredler, nè altri autori fanno men- ca ur zione di questa specie che nei cataloghi figura di tuta l'Europa. i Di Fu osservata dall’ing. Massalongo (1) nel Veronese, da Villa in Lom- bardia, da Baudi nel Piemonte, da Krakowitzer nell’Austria superiore; po ® non esito quindi a noverarla fra i coleotteri del Trentino. Octotemnus Mellié. hi. mandibularis Gyll. — Venne catturato da Costesso a Torcegno; da pe me a Caldaro e Bolbeno in un fungo cresciuto nel terreno; da Ec- cheli a S. Lugano. . glabriculus Gyll. — Tengo due individui del Trentino di località non precisata. Eccheli lo raccolse a Doladizza in Fiemme. TENEBRIONIDAE. A Seaurus Fabricius. 1. striatus Fab. — Sotto le pietre ed al piede di vecchi muri, piutto- sto raro. Riviera del lago di Garda (Massalongo, op. cit.). N n Blaps Fabricius. È. gages Lin., gigas Fab. — Due grandi esemplari furono scoperti dal # | cav. A. Pizzini in Ala, nel portico della sua casa, sotto il giaciglio del cane. Rovereto (Zeni); Ala, Arco (Giacomelli). 2 mortisaga Lin. — Trovato in gran numero a Nogarè sotto un vec- To) Prospetto ragionato degli insetti della provincia di Verona raccolti dall’ inge- gnere Orseolo Massalongo. — Verona, G. Franchini, 1991. ars SAR ni Pi fun, in medio antice paullo retusum, posterius lateribus | pene rectis sensim angustato-acuminatum; anterius satis al- « tum est, dorso ad longitudinem sat convexo et posteriora | versus declivi; in tubercula quattuor sat fortia obtusa eque magna et in quadratum disposita (duo ad utrumque latus) elevatum est, quorum duo anteriora non parum ante, duo po- | steriora vero paullo pone medium longitudinis dorsi locum | tenent: transversim inter bina horum tuberculorum dorsum | pene rectum (parum excavatum) est. Vulva ex lobo sat parvo . retro directo apice rotundato nigro constat, a medio marginis e eriore plicature genitalis formato. ‘ Color. — Cephalothorax nigricans, sat dense albo-pubescens. | Sternum, marillae et labium in fundo nigricantia quoque. Man- dibule testaceo-nigricantes. Palpi testacei, nigricanti-annulati. | Pedes 1.' paris nigri vel nigricantes, annulis pallide testaceis | cincti: femora basi pallida sunt, tibie annulum pallidum ba- } salem satis angustum habent, metatarsi quoque basi anguste | pallidiores sunt. Pedes posteriores testacei, patellis utrinque | nigris, tibils apice utrinque sat late nigris quoque, metatarsis | tarsisque nigricantibus, illis annulo basali alioque medio pal . lidis plus minus distinctis munitis. Omnes pedes, ut palpi, | tenuiter albicanti-pubescentes sunt. Abdomen supra et in late- i ribus albicans est, apice dorsi et ventre nigris, et macula ni- È: gra in utroque latere, postice, notatum; pube tenui densa alba È supra et in lateribus est vestitum, pube ventris alba crassiore, | ut sterni reliquarumque partium inferioram. Mamill@ nigri- | cantes. A Lg. corp. 2 ‘|; lg. cephaloth. circa 1, lat. ej. saltem ‘|, lat. front. vix !|.; lg. abd. 2, lat. ej. 1", millim. Ped. I 3 ‘|,, II pene 2 1|,, III paullo plus 1‘, IV circa 3; pat. 4 tib. IV circa 1 millim. Feminas duas adultas unamque juniorem parve hujus speciei vidi. Fam. Euetrioide. Gen. ArcyvroEPEIRA (Em.), 1884. 6. A. fibulata, n., cephalothorace cum mandibulis testaceo vel luteo; oculis utriusque seriei spatits sat parvis et pane equalibus separatis, oculis mediis aream aque longam ac latam postice et latiorem postice quam antice occupantibus; pedibus sub-olivaceis, basi late testaceis, apice nigricantibus; abdomine ovato, tuberculis plane carente, luteo- vel fusco-testaceo, fasciis longitudinalibus duabus latis argenteis inaequalibus, in mac las quaternas plus minus distinete abruptis supra ornato, ma- cula ultima oblonga nigro-limbata: spatio inter has fascias po- stice fascia media brevi geminata posteriora versus sensim angustata argentea notato, lateribus abdominis fascia deorsum curvata vel maculis binis magnis argenteis signatis; ventre ma- culis duabus sat magnis argenteis (una utrinque) in area nigra positis ornato. — 9 ad. Long. circa 2 °,, millim. Femina. — Cephalothorax paullo longior quam latior, parte thoracica in lateribus fortiter rotundata, parte cephalica anteriora versus parum angustata, fronte rotundata, dimidiam partem thoracicam latitudine fere aquante. Impressiones ce- phalice versus latera fortes sunt, fovea ordinaria centralis sat magna, transversa. Dorsum cephalothoracis a latere visum ante declivitatem posticam primum libratum et parum conve- xum, pene rectum est, dein paullo proclive, area oculorum me- diorum magis proclivis. Clypei altitudo diametrum oculi medii antici fere equat. Oculi conférti et sat magni, medii antici reliquis paullo majores. Series oculorum antica a fronte visa modice sursum curvata est; desuper visa series antica sat for- titer est recurva, series postica sat fortiter procurva. Oculi medii aream occupant paullo latiorem postice quam antice, et Re È, nl I VAT ho IAMIO Lr e) ve ‘anticos eorum diametro paullo minus est: a lateralibus anti- cis pene 2eque longe atque inter se distant hi oculi. Oculi | medii postici, qui spatio diametrum suam fere 2equante sunt | separati, spatiis parum minoribus a lateralibus posticis distant, | quam quibus inter se remoti sunt. Sfernum inter coxas 4.' pa- ris pertinet. iu LG Mandibule directe, apice paullo divaricantes, femora an- tica crassitie pene 2equantes, pene duplo longiores quam latiores. Maxe divaricantes, piene dimidio longiores quam Peo SI A latiores, labio transverso plus duplo longiores, apice late trun- cate, latere exteriore recto. /edes mediocri longitudine, gra- | ciles valde, parcius pilosi, aculeis sat crebris gracillimis sparsi. . Abdomen pulchre ovatum, leve, nitidum, tuberculis carens, ut a videtur glabrum. Vulva ex fovea mediocri fere semi-circulata dd | constat. j Color. — Cephalothorax lete luteo-testaceus, oculi annulis angustis nigris cincti. Sfernum nigro- vel testaceo-fuscum, È summo margine nigro; max/lae et labium paulo clariora, . Mandibule luteo-testace®. Palpi basi testacei, prieterea pallide olivacei, nigro-pilosi. Pedes sub-olivacei, basi latissime clariores, | apicem versus vero magis magisque infuscatis: coxwe et tro- chanteres pallide lutea sunt, femora etiam paullo clariora, | sub-testacea, versus apicem sub-olivacea, metatarsi et preser- | tim tarsi nigricantes; aculei et pili pedum nigri sunt. Addo- men luteo- vel fusco-testaceum, pictura pulcherrima argentea : utrinque secundum dorsum extensa est fascia lata inequalis «in maculas magnas quattuor plus minus bene separatas di- - vulsa, quarum saltem ultima, non parum supra anum sita, oblonga et »equalis, nigro-limbata est; inter tertiam et quar- Ù tam (ultimam) maculam minutam nigram utrinque video. Spa- tium sub-luteum inter has duas fascias antice sat latum et utrinque birame est, postice etiam latius et hic fascia longitu- © dinali posteriora versus sensim angustata, geminata et in pa- ria macularum parvarum divulsa notatum. Latera abdominis Ml Arno XXIV. E a LES | ATRAOE EVA, MAE ANTA SI MEIS) AVI TR TNT ) La ra; ESP "RIA anterius fasciam magnam inequalem deorsum curvatam ar- genteam, in duas plagas plus minus evidenter abruptam osten- dunt. Venter in medio inter plicaturam genitalem et mamillas maculis duabus (una utrinque) sat magnis rotundatis argen- teis, spatio parvo separatis et area magna communi nigra in- clusis ornatus est. Mamille pallide. Lg. corp. 2 #5; lg. cephaloth. fere 1, lat. ej. circa °|,, lat. front. pene !; lg. abd. 2%, lat. ej. pane 2 millim. Ped. I 6, II paullo plus 5, II (circa 2%, IV pene 4; pat. 4 tib. IM circa 1 millim. Feminam singulam bene conservatam aliamque valde con- tusam et mutilatam formosissime hujus araneole examinavi. Gen. ARGIore, Sav., 1827. 7. A. multi-fasciata, n., cephalothorace in fundo migro, fascia longitudinali media latissima testacea; pedibus testaceis, femoribus dense nigro-punctatis, tibiis et metatarsis annulis ter- nis migris cinctis; abdomine longo, sub-cylindrato et pone ma- millas in conum sat longum retro directum produeto, nigro, superius fasciis longitudinalis tribus parallelis flaventibus ornato, media carum angustiore et anterius geminata, lateralibus la- tioribus, lateribus abdominis etiam magis infra testaceo-sub-fa- sciatis; ventre fasciis duabus parallelis flavis ornato. — 9 jun. Long. saltem 5 millim. Femina juan. — Cephalothorgxa forma in hoc genere or- dinaria est, parte cephalica sat parva, presertim brevi, fronte pene truncata. Oculorum series antica a fonte visa recta est, desuper visa modice recurva; Series postica desuper visa fere eque fortiter procurva. Area oculorum mediorum non parum latior est postice quam antice, et non parum longior quam latior postice. Spatium inter oculos medios anticos eorum dia- metrum ?w2equat; a lateralibus anticis spatiis paullo minoribus separati sunt hi oculi. Oculi medii postici spatio diametro sua paullo majore sejuncti sunt,a lateralibus posticis spatiis circa dimidio majoribus remoti. Sternum tuberculis obtusis ad coxas munitum est. Partes orîs et palpi ut in affinibus. Ledes breves, graciles; aculeis sat crebris armati fuisse videntur. A%domen fere 4.plo _ longius quam latius, desuper visum antice sub-truncatum et in lateribus modo levissime rotundatum, sub-cylindratum igi- tur; sed pone mamillas sensim in conum magnum, reliquo abdomine circa duplo breviorem, retro directum est productum, | hic igitur lateribus rectis sensim angustato-acummatum. A latere visum abdomen supra rectum est, postice, inter mamil- las et apicem dorsi (coni), valde oblique truncatum, mamillis pene duplo longius a petiolo quam ab hoc apice remotis. Color. — Cephalothorax in fundo niger est, fascia latis- sima testacea, partem cephalicam totam occupante, secundum dorsum extensa notatus; pube adpressa argenteo-sericea @qua- liter vestitus est. Sfexnum nigrum, fascia media longitudinali antice dilatata testacea. Mandibule ferrugineo-testacea, basi nigricantes vel nigricanti-variate. Marill@ testace», macula sat parva basali nigra. Ladium sub-testaceum. Palpî flavo-te- stacei, puncto uno alterove nigro in parte tibiali. Pedes testa- | cei, dense nigro-annulati, femoribus omnibus dense nigro-punc- b- tatis, 1.' paris presertim; tibie et metatarsi annulis ternis nigris cineti sunt, tarsi saltem apice nigricantes. Abdomen . nigrum, secundum. longitudinem flavo-fasciatum: secundum medium dorsi, usque ad apicem ejus posticum, extensa est fascia flava satis angusta, anterius geminata; secundum latera, ‘ superius, fascia lata ad basin coni apicalis pertinens conspici- tur, et in interstitiis inter has fascias et fasciam dorsualem vestigia video linee undulate pallide; inferius vero in late- ribus fascia flavens brevis (postice abbreviata) et angustior, minus @qualis, paullo obliqua et nigro-striata conspicitur; | venter niger fasciis duabus parallelis flavis est ornatus, quae Uta plicatura genitali usque pone mamillas, extus, pertinent. IE SAREI VT I e Ma SOR EIA E RIEN EVO RO SE PR ae i SE 09g a Conus apicalis in lateribus testaceo-variatus est. Partes saltem pallide abdominis pube argenteo-sericea vestite fuisse viden- tur. Mamille fusce, posteriores magis nigricantes. Q juan. — Lg. corp. pene 5; lg. cephaloth. 1 ‘|, lat. ej. circa 1 !|,, lat. front. circa '|,; lg. abd.:3-|, lat. ej. circa l'mil- lim. Ped. I 6 !|,; II 5 *|,, III pene 4, IV circa 6; pat.+ tib. IV pene 2 millim. i Feminam singulam nondum adultam mecum communica- vit Cel. Workman. Ad formam abdominis cum A. protensa, L. Koch (1), et presertim cum A. syrmatica, id. (2), convenit haec aranea, sed saltem colore abdominis plane alio ab is differt. — In adultis, que haud dubie non parum majores sunt, forma abdominis fortasse non eadem est atque in exemplo parvo a me viso. Gen. Porrys, C. L. Koch, 1843. 8. P. apiculatus, n., cephalothorace sub-fuligineo, postice pallidiore, procursu frontali desuper viso latiore quam longiore; spatio inter oculos binos laterales spatiis inter ocules laterales anticos et oculos medios anticos saltem quadruplo majore; serie oculorum anticorum a fronte visa paullulo sursum, non deor- sum, curvata; pedibus sordide fusco-testaceis, femoribus sex an- terioribus annulo lato nigro prope apicem cinctis, femoribus 4. paris pene totis nigris; abdomine desuper viso breviter ovato, ad basin dorsi procursu parvo. anteriora versus et sursum di- recto munito ut et utrinque pone eum, in margine dorsi antice, serie tuberculorum paucorum parvorum: ad colorem undique nigro-cinerascenti, linea paullo inequali nigro-fusca a procursu iMlo basali retro fere ad *\; longitudinis dorsi ducta, et ad api (1) Die Arachn. Austral., I, p. 211, Tab. XVIII, fig. 8-S°. @) Ibid., p. 218, Tab. XVIII, fig. 9-9”. Femina Jun. — Cephalothorax forma in hoc genere or- dinaria est, inverse cordiformi-ovatus fere, anteriora versus fortiter angustatus, postice in medio emarginatus: pars cepha- lica parte thoracica in lateribus fortiter rotundatà saltem du- pla angustior basi est, lateribus primum rectis, dein fortiter rotundatis anteriora versus primum leviter, dein fortiter an- gustata, denique utrinque fortiter sinuato-angustata et in pro- cursum frontalem anteriora versus et sursum directum, sex oculos gerentem producta: hic procursus desuper visus basi non parum latior est quam longior, lateribus rotundatis ante- riora versus non parum angustatus et antice rotundatus, a latere visus pene rhomboides; antice, ubi oculos 4 medios gerit, sat prerupte proclivis et leviter convexus est, a fronte visus paullo altior quam latior, supra leviter concavatus. Impressiones cephalice fortes, fovea ordinaria centralis pro- funda et ut sulcus anteriora versus producta. A latere visus cephalothorax inter partem cephalicam convexam hmmiliorem- que et partem thoracicam antice convexam postice (in decli- vitate postica) rectam fortiter depressus est; pars cephalica pone procursum frontalem fortiter quoque depressa. Series ocu- lorum antica a fronte visa modo paullulo sursum est curvata. Oculi laterales antici reliquis sub-equalibus multo minores sunt; oculi medii aream pene quadratam, parum latiorem po- stice quam antice et parum latiorem quam longiorem occu- pant; spatium, quo medii postici inter se distant, eorum dia- metro saltem dimidio majus est, ut spatium inter medios anticos. Oculi laterales antici, qui in lateribus procursus fron- talis, infra, locum tenent et sat fortiter foras eminent, spatio multo minore (eorum diametrum circiter aequante) a mediis anticis separati sunt, quam quo hi inter se distant. Oculi laterales postici saltem 4.plo longius a lateralibus anticis quam hi a mediis anticis remoti sunt. IRE 7 7 CONE É Ì CERA Mandibule directe, anguste, a fronte vise tibiis anticis non multo latiores, pene triplo longiores quam latiores, sub- cylindrate, in dorso versus basin modo leviter convexa. Pedes sat longi, modice robusti, anteriores presertim apicem versus sensim attenuati et sub-acuminati, femoribus anterioribus supra ad longitudinem paullo convexis et paullulo foras curvatis, internodiis tribus insequentibus depressis et sulcis duobus longitudinalibus supra munitis; tibie anteriores leviter foras et, magis versus apicem, paullo deorsum curvate sunt, meta- tarsi anteriores. paullo fortius deorsum curvati. Aculeis sat crebris armati sunt pedes; in pedibus anterioribus vel saltem 1.' paris femora aculeos saltem 1. 1. supra et 1. 1. 1. in la- tere interiore habuisse videntur, patelle utrinque 1. 1. et 1 in apice: tibi» seriem 6 aculeorum supra ostendunt, et se- riem aculeorum longorum saltem 5 in margine interiore; etiam extus aculeos paucos in tibiis video. Preterea margo interior tibiarum et metatarsorum horum pedum aculeis brevibus den- sissimis et creberrimis quasi vestitus est. Addomen desuper visuam breviter ovatum, antice altum valde; ad basin supra (loco ubi altissimum est) procursu parvo non parum longiore quam latiore, anteriora versus et sursum directo praeditum est; utrinque apud hunc procursum, qui apice inequalis est (ad apicem subter tuberculis duobus munitus?) et patellam 1.' paris crassitie equat, eà circa duplo brevior, series longitu- dinalis tuberculoram parvorum circa 4 utrinque in margine dorsi, antice, conspicitur. A latere visum antice, sub procursu basali, paullo convexum et preruptum est abdomen, supra fortiter convexum et posteriora versus declive, mamillis in apice ventris locatis. Color. — Cephalothorax testaceo-fuligineus (postice clarior), albo-pilosus. Sternum rufescenti-fuscum, partes oris testaceo- fuliginee. Palpi sub-picei, basi clariores. Pedes sordide fusco- testacei, femoribus 6 anterioribus annulo lato nigro prope apicem preeditis, femoribus 4.' paris pene totis nigris; in pe- dibus 1.' et 2.' parium metatarsi et tarsi infuscati sunt. Pilis, pube et aculeis ad maximam partem pallidis vestiti et armati fuisse videntur pedes. A%domen in fundo undique nigro-cine- \rascens est, linea vel fascia longitudinali angusta paullo inw- quali nigro-fusca supra notatum, que a basi procursus illius cula transversa sub-obliqua sat parva nigro-fusca conspicitur, his maculis quasi lineam transversam retro fractam et in me- . dio abruptam formantibus. Q jun. — Lg. corp. 10 '/,; le. cephaloth. parum plus 4, lat. t.ej. pene 3 ‘|, lat. front. circa 1 ‘|; lg. abd. (cum procursu) | peene 10, lat. et alt. ej. 7 millim. Ped. I 18, II 17‘, II 11 Ri o IV 14; pat. 4 tib. IV 5 millim. 6 Exemplum singulum detritum nondum adultam examinavi, cum multis aliis araneis a Cel. Workman in nido Sphegoidis (?) | cujusdam (« a dauber wasp's nest ») captum. Gen. Ererra (Walck.), 1805. 3 9. E. (Cyrtophora) eczematica, n., cephalothorace ferru- gineo-fusco, pene levi, albicanti-hirsuto; oculis mediis aream antice latiorem quam postice occupantibus, medtis anticis circa ctis et tuberculo communi humili vix prominenti imposttis; sterno fusco, linea media longitudinali pallidiore; pedibus fuscis (po- . sterioribus obscurioribus), aculeis carentibus, setis pilisque migris et albicantibus et pube brevi alba vestitis; abdomine ovato, in È dorso pustulis sive granulis humilibus rotundis nitidissimis con- | sperso, fusco, lineis duabus undulatis albis ab humeris ad api i cem dorsi ductis ibique incurvis et inter se unitis notato. — A 2 ad. Long. circa 9 '|, millim. Femina. — Cephalothorax fere "|, longior quam latior, | utrinque antice fortiter sinuato-angustatus, parte cephalica 4 4 e CO AE DO 5° < DI a ne Pa ERA A magna sed quoad libera est sat brevi et anteriora versus sen- sim paullo angustata, tuberculo oculorum mediorum sat forti- ter prominente, fronte preterea truncata, non plus !} partis thoracicae latitudine equante. Humilis est. cephalothorax, im- pressionibus cephalicis fortibus, levis vel modo pustulis paucis- simis minutis sparsus, pilis longis sub-hirsutus. Oculî magni- tudine mediocri, medii antici reliquis paullo majores. A. fronte visa series oculorum antica recta est, postica modice deorsum curvata; desuper visa utraque series fortiter recurva est. Oculi bini laterales, tuberculo humili communi et in medio paullo depresso (sed 20n ante oculum anteriorem prominenti, quum a latere inspicitur pars cephalica) impositi, spatio sunt sepa- rati, quod eorum diametro paullo majus est, sed circa duplo minus quam spatia, quibus medii antici a mediis posticis di- stant. Oculi medii aream occupant non parum latiorem antice quam postice, et 2eque longam ac latam antice. Oculi. medii antici spatio sunt disjuncti, quod eorum diametro fere duplo majus est, a lateralibus anticis circa dimidio longius quam inter se remoti. Oculi medii postici spatio diametrum suam equante sunt sejuncti; spatia, quibus a lateralibus posticis distant, hoc spatio circiter quadruplo majora sunt. Spatium in- ter oculos medios anticos et marginem clypei illorum diametro paullo majus videtur, sed non parum minus est quam id, quo oculi illi a medils posticis sunt separati. Sfernum ovato-cor- diforme, elevationibus ad coxas preditum, non inter coxas 4.' paris pertinens. Mandibule femoribus anticis saltem dimidio angustiores, pene duplo et dimidio longiores quam latiores, in dorso ad longitudinem parum convex®; sulcus unguicularis antice 3, postice 4 (tertio reliquis majore) dentibus est armatus. Palpe sat robusti, obtusi. Pedes valde robusti, breves, aculeis carén- tes, setis longioribus et brevioribus obsiti, pilosi et pube brevi adpressa minus densa vestiti. A%domen, saltem post partum depressum, desuper visum ovatum est, et antice et.in lateribus (et postice?) rotundatum, humeris n0n in tubercula fortia ele- dA) ‘opacum est, sed in toto dorso pustulis humilibus ro- tundis nitidissimis majoribus et minoribus satis equaliter con- spersum : due earum, reliquis paullo majores et antice ad margines laterales dorsi posite, tubercula dorsualia quasi re- | presentare videntur. Venter levis; inter marginem posticum aree vuluce sat parve nigricantis et marginem anticum ipsius 3 plicature genitalis tubercula duo rotunda nitida nigra, spatio modo minuto separata detegi possunt, si area vulva» paullo — elevatur et ab ano inspicitur. Mamille crasse, non parum ante apicem dorsi locate. | Color. — Cephalothorax ferragineo-fuscus, pilis et pube | albis minus densis sub-hirsutus. Sternum obscure fuscum, linea media longitudinali paullo pallidiore. Mandidul@ testace®, apice | anguste nigricantes. Maxll@ et labium fusca, hoc apice pal- . lidius. Palpî fusci (basi paullo clariores), nigro-pilosi et -setosi. Pedes anteriores ferrugineo-fusci sunt, posteriores obscurius | fusci, omnes apice nigricantes; pube rariore albicanti vestiti et | prosertim supra setis brevioribus pallidis sparsi sunt pedes, | preterea nigro-setosi et pilosi, versus basin inferius pilis lon- | gis albicantibus conspersi. Abdomer (cum pustulis) obscurius # fuscum, dorso apice. nigricanti; a pustulis duabus humeralibus linea tenuis undulata alba usque ad apicem dorsi est ducta, his duabus lineis ibi incurvis et inter se unitis. Puncta 8 im- | pressa nigra in series duas longitudinales disposita ostendit dorsum, quorum 4 media majora sunt et trapezium angustius | antice quam postice formant; pilis longis albicantibus antice | sparsum est, posterius vero pilis brevibus sub-luteis. Venter ‘ obscurius fuscus, sub-luteo-pubescens. Mame nigro-fuscw. Lg. corp. 9 '|,; lg. cephaloth. 4 '|,, lat. ej. 3", lat. front. : Dis. abd. 7, lat. ej. 4 millim. Ped. I 11 ‘|, II 10%, HI 7, IV 9‘; pat. + tib. 3 *, millim. Feminam unicam vidi. Hwc species £. unzeolori, Dol., atti 1 | nisest, sed multo minor, cephalothorace pene levi, abdominis forma et pictura aliis, tuberculis oculorum lateralium humili- i dà 9 et vix vel parum prominentibus, cet., distinguenda. . p — 234 — 10. E. anaspasta, n., cephalothorace sub-fusco, albo-piloso ; oculis mediis aream fere dimidio latiorem antice quam postice occupantibus, oculis lateralibus anticis pene duplo longius a mediis anticis quam hi inter se remotis; sterno nigricanti, trian- quio magno flavo in medio; pedibus migris, pallido-annulatis, anterioribus (femoribus nigris esrceptis) clarioribus, metatarsis basi excepta et tarsis pallidis; abdomine breviter triangulo-ovato, supra cinerascenti-fusco, margine antico nigro, et fascia longi- tudinali nigra albicanti-marginata, que triangulo non magno ad basin dorsi sito initium capit, signato, utrinque apud eum albicanti-reticulato, et dein macula vel plaga sub-ferruginea utrinque notato, posterius vero ordinibus duobus posteriora ver- sus appropinquantibus lineolarum transversarum nigrarum; cor- pore vulea convexro, postice in scapum brevem latum triangulum !l, millim. producto. — 9 ad. Long. circa 11 Femina. — Cephalothorax paullo brevior quam tibia cum patella 4. paris, modice convexus, levis et nitidus, dense pilosus, impressionibus cephalicis fortibus, fovea ordinaria cen- trali oblonga, sat parva; pars thoracica in lateribus fortiter et 2qualiter rotundata est, pars cephalica lateribus prene rectis, modo levissime rotundatis anteriora versus sensim leviter an- gustata; frons, dimidiam partem thoracicam latitudine @quans, utrinque paullo oblique truncata est, tuberculo oculorum ;me- diorum truncato sat prominente, tuberculis oculorum latera- lium vix prominentibus. Facies a fronte visa supra fortiter et equaliter convexa. Oculorum series antica a fronte visa recta est, postica sat fortiter deorsum curvata; desuper visa series postica sat fortiter, antica etiam paullo fortius est recurva. Oculi medii, quorum antici posticis paullulo majores sunt, aream occupant eque longam ac latam antice, et pene dimi- dio latiorem antice quam postice. Spatium inter oculos medios anticos eorum diametro saltem dimidio est majus; spatium inter medios posticos oculi diametro paullo minus est. Spatia, quibus medii antici a lateralibus anticis distant, spatio inter Erin RS SERE DG dimidio, fere duplo majora sunt. Oculi bini latera- quorum anterior reliquis oculis minor est, tuberculo com- muni impositi sunt et inter se contingentes. Stfernum paullo È Mandibulae temoribus anticis non parum angustiores, pa- tellas 4.' paris longitudine fere equantes, circa 2 '|, longiores ‘quam latiores, in dorso versus basin modice convex, lieves, nitide, pilis sparse. Pedes sat longi (1.' paris cephalothorace circa 4.plo longiores), crassitie mediocri, metatarsis tarsisque anterioribus tamen gracilibus; aculeis crebris mediocribus ar- ‘mati sunt. In pedibus 1.' paris, e gr., femora supra 1. 1. 1, postice 1. 1. 1. I., antice 8 aculeos ostendunt, tibie 4 vel 5 paria aculeoram subter, seriem aculeorum 5 intus et preterea ‘aculeos pauciores supra et extus; metatarsi hujus paris circa 9 aculeis armati sunt. Addomen )breviter triangulo-ovatum fuisse videtur (in nostro exemplo contusum et lacerum est). Vulva ex « corpore » sub-transverso convexo et scapo lato, corpore illo parum longiore constat; scapus non ex parte ante- riore corporis exit, sed continuationem ejus retro vel magis deorsum directum format: triangulus est, non longior quam i latior basi, ubi corpus vulve latitudine aquat, pene planus et rectus, anguste elevato-marginatus. Ad structuram vulve cum E. obesa, Thor. (1), igitur convenire videtur haec species, ab ea saltem spatiis inter oculos seriei antice multo majoribus . pedibusque longioribus facile dignoscenda. Color. — Cephalothorax sub-fuscus, pilis longis sat densis ‘albis sub-hirsutus. Sfernum, cujus margines anticus et laterales sat late nigri sunt, preterea macula longa cuneata flava occu- patur. Mandibule sordide fusco-testace@, apice magis fusc@. Maxille et labium mnigricantia, ille intus pallido-marginate, hoc apice pallidum. Palpi testaceo-fuliginei, parte tibiali apice sat late, parte tarsali apice latissime nigra; nigro-pilosi sunt, (1) Studi suî Ragni Malesi e Papuani, III. Ragni dell’ Austro-Malesia ec del Capo . Fork, cet., in Ann. del Musco Cic. di Storia Nat. di Genova, XVII, pag. 109. ETTI SNA leto e VERTE DEAN ARIE > va parte tibiali annulo e pube alba formato fere in medio pre- dita, parte femorali subter albicanti-pilosa. Pedes nigri, pal lido-annulati, coxis subtus fuligineis; in pedibus anterioribus patelle et (ad maximam partem) tibie testaceo-tusce sunt, he apice late nigre et vestigiis annuli medii obscuri predite, me- tatarsi basi anguste nigra excepta et tarsi flaventes; in pedibus posterioribus patelle nigricantes vel fusca sunt, tibie et me- tatarsi annulo sat lato flaventi prope basin cincti, tarsi nigri vel fusci. Nigro-pilosi et -aculeati sunt pedes, femoribus subter et tibiis in annulis pallidis albo-pubescentibus. A%domen supra ad maximam partem cinerascenti-fuscum fuisse videtur; fascia | media longitudinali nigra anguste albicanti-limbata a basi dorsi versus anum ducta notatum est, quae primum triangu- lum mediocrem format, pone eum subito et brevi spatio angu- stata, dein anguste rhomboides et posteriora versus sensim angustata et ut limea desinens. Margo anticus dorsi sat late niger est; utrinque pone hunc marginem, ad latera trianguli illins, brevi spatio nigricans et crasse albicanti-reticulatum est dorsum, et his plagis reticulatis adjacet postice, intus, plaga vel macula sat magna inaequalis sub-ferruginea (?); pone has maculas, fere inter medium dorsi et anum, adest utrinque se- ries limeolaruam paucarum crassarum transversaram nigrarum gradatim decrescentium, quae extus procurve et hic postice albicanti-marginate videntur; que due series recta sunt et posteriora versus inter se appropinquantes. Preterea paullo pallido-variatum est dorsum, ut latera, quae nigricantia sunt. Venter pone plicaturam genitalem pure niger est, fascia an- gusta transversa flava in medio abrupta apud hanc plicaturam et maculis duabus mediocribus rotundatis flavis non parum ante mamillas nigras sitis ornatus. Pilis fortibus saltem antice in dorso albis, preterea ad partem nigris conspersum est ab- domen superius. Lg. corp. 11 '|:; lg. cephaloth. 5, lat. ej. parum plus 4, lat. front. parum plus 2; lg. abd. 6 "|, lat. ej. circa 5 *, mil- lim+Pedi#E.193| II 17%; JIDE 105/90 155 spet ba ll prene 5! millim. SAS RIETI RA ERA RSA ta 1 4 Mi a Ra da PE dea ae nd Vea î > col AREA x i Femina, quam singulam hujus arane® vidi, in eodem < dauber wasp's » nido capta est ac femina Poltyis apicu- lati, n., sup. p. 228 et sequ. (p. 20 in Ext.) descripta. 11. E. perpolita, n., nitida, pene glabra, area oculorum mediorum circa dimidio latiore antice quam postice, oculis me- diis anticis modo paullo longius a lateratibus anticis quam inter se remotis; cephalothorace olivaceo-testaceo, parte cephalica an- tice et in lateribus nigra; pedibus olivaceo-testaceis, femoribus bast excepta migris, tibiis (et internodiis insequentibus plus minus | evidenter) apice nigris; abdomine elliptico-hemispherico fere, subter plano, supra valde convexo, dorso fusco maculis albican- i tibus 7 in tres series longitudinales dispositis et, pone eas, vittis | transversis 2-3 ejusdem coloris ornato. — 2 ad. (2) Long. circa _ò millim. : i Femina. — Cephalothorax formà ordinarià, pene dimi- . dio longior quam latior, parte cephalica lateribus levissime rotundatis anteriora versus modo paullulo angustata, tuberculo oculorum mediorum anticorum fortiter prominenti, lato et . truncato, fronte (etiam utrinque recte truncata) dimidiam par- . tem thoracicam latitudine circiter 2quante. Modice altus et transversim sat fortiter convexus est cephalothorax, facie sat . humili a fronte visa supra convexa; lrevis et nitidus est, pene glaber, impressionibus cephalicis parum profundis. Dorsum ejus a latere visum ante declivitatem posticam sat longam et levissime convexam posterius parum convexum, anterius paullo magis convexum et, antice, modice proclive est, inter partes cephalicam et thoracicam modo levissime depressum. Series oculorum postica a fronte visa sat fortiter deorsum est curvata, desuper visa non parum recurva; series antica desuper visa recta, a fronte visa levissime sursum curvata est. Oculi medii postici cum lateralibus anticis lineam rectam formant, si desuper inspicitur cephalothorax. Area oculorum mediorum fere dimidio latior est antice quam postice, parum "o > Re” «vi UCI Za È longior quam latior antice. Oculi laterales bini, tuberculo : communi impositi, spatio parvo sed distineto separati sunt. Oculi medii antici spatio sunt disjuncti, quod eorum diame- trum circiter @quat, a lateralibus anticis spatiis modo paullo majoribus remoti; a margine clypei spatio parvo, !|, diametri oculi non 2@quante, sejuneti sunt. Oculi medii postici, anticis mediis minores, pene contingentes sunt inter se; spatia, qui- bus hi oculi a lateralibus posticis distant, eorum diametro circiter triplo majora videntur. Sfernuwn non parum longius quam latius, ovato-cordiforme fere, antice latissime truncatum - et sub-emarginatum, tuberculis apud coxas preditum, preterea leve et nitidum, pene glabrum. Mandibule pene triplo longiores quam latiores, in dorso ad longitudinem modo ad basin paullo convexe; leves et nitidi sunt, apice intus paullo pilose. Pa/pît ii quoque laeves et nitidi, parte tarsali pilosa; pars tibialis versus apicem sensim levissime incrassata est, pars tarsalis a basi ad apicem sub-acuminatum sensim angustata. Pedes mediocri longitudine, graciles, parcius pilosi et setosi; in latere interiore femorum. 1. paris aculeus gracilis conspicitur, preterea aculeis carere videntur pedes. Abdomen, quod antice partem posteriorem ce- phalothoracis tegit et supra petiolum sub-excavatum est, ente. satis duriuscula est tectum; sub-elliptico-hemisphericum est, su- pra et antice fortiter convexum, subter planum; paribus tribus foveolarum levissimaram secundum dorsum est. preditum, preterea leve, nitidissimum et glabrum. Vulva ex lobo sat parvo sub-triangulo e medio marginis antici plicature ge- nitalis retro directo constare videtur. Mami/le, non parum ante apicem posticum ventris locate, conice sunt, anteriores posterioribus majores. da Color. — Cephalothorax sordide vel sub-olivaceo-testaceus, parte cephalica antice et in lateribus nigra, lateribus partis thoracice anguste nigris quoque. Sfernum, mandibule, marille et labium nigra, labium apice, maxille intus anguste olivaceo- testacea. Pal/piî sordide vel olivaceo-testacei, parte femorali V.Fa daga STA basi, partibus tibiali et tarsali apice nigricantibus. Pedes oli- vaceo-testacei, femoribus ad maximam partem (basi excepta) igris, tibiis anterioribus apice sat late nigris, metatarsis tar- | sisque omnibus apice anguste et plus minus evidenter nigris | quoque. Abdomen supra et in lateribus piceo-fuscum, in de- clivitate antica vero nigrum; maculis albis hoc modo pictum «est: in declivitate antica, non parum supra petiolum, duas ma- si culas sat parvas sub-rotundatas et spatio sat magno separatas . ostendit, in dorso vero 7 maculas in tres series longitudinales 3 ordinatas, tres in serie media, binas in lateralibus.. Macul»e . tres antica sive basales magna et inequaliter rotundate sunt, A media earum antice rotundata, postice truncata; relique due | seriei medie transverse (tertia reliquis non parum minor). Pone « omnes has maculas dorsum vittas duas transversas latas, linea . transversa piceo-fusca separatas ostendit; in ipso margine dorsi et ventris fascia albicanti utrinque et postice cingitur abdo- (men, que supra anum angusta est et arcum parvium format, | convexitate sua posteriori vittarum illarum adjacentem. Venter p sub-olivaceo- vel luteo-albicans est, ante plicaturam genitalem obscurior, pone (apud) eam macula maxima media sub-qua- | drata magis albicanti notatus: pone hane maculam in formam trianguli medii brevis fuscus est venter. Mamille, quaram anteriores lute®, posteriores nigre sunt, in apice postico hujus trianguli locum tenent. Le. corp. 5; lg. cephaloth. 2, lat. ej. circa 1 *|,, lat. front. 3 circa ù 6: Llbe 3 |, IV 5; pat. | tib. IV pene 2 millim. 3 Feminam singulam vidi. Forma abdominis subter plani i 4; le. abd. paullo plus 4, lat. ej. 3 ‘|, millim. Ped. I et cute ejus paullo duriore pulchra haec species similitudinem i ; : . 1 quandam cum Cyrtarachnis quibusdam praebet, preterea 7he- Pe 4 i i ridio non ita dissimilis. Sd È 12. E. (Cyclosa) confraga, n., cephalothorace inter partes cephalicam et thoracicam fortiter constricto, nigro vel piceo, parte cephalica antice pallida; sterno migro, vitta transversa , ei antica et tuberculis lateralibus (interdum stria media longitudi- dinali quoque) testaceis; area oculorum mediorum paullo lon- giore quam latiore, et non parum latiore antice quam postice, oculis medtis posticis sub-contingentibus inter se; spattis quibus oculi medit antici a lateralibus anticis distant circa duplo ma- joribus quam quo illi inter se sejuneti sunt; pedibus pallide testaceis, sat dense sed anguste migro-annulatis maculatisve ; abdomine cinereo-luteo- et nigro-variato, dimidio-duplo longiore quam latiore, inequaliter cylindrato, longe pone mamillas retro producto, apice late truncato tria tubercula retro directa for- manti et, paullo supra medium eorum, tuberculum quartum, dorso preterea paullo ante. medium in tubercula duo erecta ele- ) vato. — 9 ad. Long. circa 3 ‘|> millim. Femina. — Cephalothorax longior, utrinque antice sat fortiter sinuato-angustatus, inter partes cephalicam et thoraci- cam fortiter constrictus, parte thoracica in lateribus ample sed non multo fortiter rotundata, parte cephalica lateribus levissime rotundatis anteriora versus parum angustata; frons, que dimidiam partem thoracicam latitudine 2equat, rotundata est, tuberculo oculorum mediorum modice prominente. Impres- siones cephalic®e fortissime, postice inter se unita; fovea ordi- naria centralis (e foveolis duabus levibus formata?) non parum pone eas, in summo partis thoracice, locum tenet. Lavis et nitidissimus est cephalothorax, saltem antice pilis. sparsus: a latere visus inter partes cephalicam et thoracieam fortiter im- pressus est, utraque parte fortiter convexa; pars cephalica parte thoracica saltem non humilior est, anterius modice pro- clivis, area oculorum mediorum fortius proclivi. A fronte visa series oculorum antica parum sursum curvata, praene recta est, series postica sat fortiter deorsum curvata; desuper visa series antica fortiter, postica levissime est recurva. Oculi laterales contingentes sunt inter se; oculi medii, quorum antici posticis non parum majores sunt, aream occupant, que paullulo lon- gior est quam latior antice et non parum latior antice quam | postice. Spatium inter oculos medios anticos eorum diametro La fere duplo minus est; a lateralibus anticis spatiis distant sub-contingentes inter se, spatiis diametro suna fere duplo | majoribus a lateralibus posticis sunt remoti. Sfernum paullo longius quam latius, ovato-triangulum, antice late truncatum, lateribus leviter rotundatis posteriora versus angustatum, po- stice breviter acuminatum et inter coxas 4.' paris (non disjunc- tas) paullo pertinens, tuberculis distinetissimis ad coxas pre- ditum. Mandibule femora antica crassitie saltem 2quant, paullo plus duplo longiores quam latiores, in dorso ad longitudinem mo- dice convexe. Max labio duplo longiores, paullulo latiores quam longiores; labium fere semi-circulatum, antice late in- crassato-marginatum, Pa/porum pars tarsalis apicem obtusum versus sensim modo leviter est attenuata, apice densius pilosa. Pedes breves, parum pubescentes et pilosi, aculeis, ut videtur, plane carentes; pedes 4.' paris pedibus 2.' paris longiores sunt. Abdomen plus dimidio, prene duplo longius quam latius est, inequaliter cylindratum fere, a latere visum postice valde oblique truncatum, mamillis circiter 2@que longe ab apice dorsi atque a petiolo remotis; desuper visum antice satis anguste rotundatum est, lateribus pene parallelis et leviter rotundatis posteriora versus vix angustatum, immo prope apicem brevi spatio sensim paullo dilatatum, postice late truncatum, angu- lis tubercula duo brevia sat fortia retro et foras directa for- mantibus, apice etiam in medio tuberculum retro directum for- mante et, paullo supra id, aliud tuberculum paullo majus, retro et sursum directum; dorsum paullo ante medium in tubercula duo sat fortia erecta, unum utrinque, elevatum est. Omnia sex tubercula conica et sub-acuminata sunt. Vul/va ex « corpore » transverso plus duplo latiore quam longiore, secundum medium depresso et pallidiore constat, hac parte media partibus late- ralibus rotundatis, convexis, nitidis et fuscis parum longiore: e parte media, anterius, exit scapus brevis angustus pallidus, Anno XXIV. 16 SARRI ae a apicem obtusum versus sensim angustatus, retro et deorsum directus, qui vix pone corpus vulve pertinet. Color. — Cephalothorax niger vel piceus, parte cephalica antice angustius pallida; pilis pallidis saltem antice non raris conspersus est. Sternum nigrum, albicanti-pilosum, vitta trans- versa ad marginem anticum et tuberculis apud coxas ut et stria media plus minus evidenti testaceis. Mandibul@ nigri- canti-testace®. Marla et labium nigra, ille intus testace®, hoc apice hujus coloris. Pa/p? pallide testacei, apice nigri et nigro-pilosi, et preterea paullo nigro-annulati. Pedes quoque pallide testacei, dense nigro-annulati, annulis plerisque tamen ad formam lineolarum transversarum angustarum redactis. Fe- mora binos annulos vel annulum singulum ejusmodi habent, patellee singulum apice, tibie et metatarsi binos (apicales re- liquis annulis perfectiores); tarsi summo apice nigri sunt. Cox (et trochanteres) infuscate. Ut palpi, in partibus palli- dis albo-pubescentes sunt pedes. Abdomen supra et in lateribus inequaliter cinereo-luteo- et nigro-variatum est: antice fasciam brevem vel striam longitudinalem nigram ostendit, utrinque paullo pone medium vero lineam transversam recurvam undu- latam pallidam intus nigro-limbatam, que linee (extus) retro et deorsum continuate sunt, ita aream maximam . posteriora versus 720n angustatam et tubercula omnia apicalia amplecten- tem antice et in lateribus limitantes: quae area versus latera magis nigricans est, secundum medium magis cinereo-lutea. Venter secundum medium usque paullo pone mamillas niger est, paullo ante medium maculis duabus sat parvis albicantibus no- tatus, que spatio magno inter se remote sunt; etiam utrinque apud mamillas macule due parve pallide conspiciuntur: macu- le tres utriusque lateris spatiis pene equalibus disjunctae sunt, et omnes sex duas series pene parallelas paullo incurvas formant. Lg. corp. 3 ‘|; lg. cephaloth. circa 1%/,, lat. \ej. 1, lat. front. saltem ![.; lg. abd. 2 ?/,, lat. ej. pene 1!/ millim. Ped. I a, Meat] o DUE circa 2, IV pene 3; pat. + tib. IV paullo plus 1-millim. Duo exempla feminea invenit Cel. Workman. MYA : TÀ i LAGANLE: s 3. E. (Cyclosa) pellax, n., cephalothorace inter partes vephalicam et thoracicam fortiter constricto, migricanti, sterno nigricanti, vetta transversa antica, tuberculis marginalibus bi- nis et stria apicali flaventibus; area oculorum mediorum paullo longiore quam latiore et non parum latiore antice quam po- stice, oculis medtis posticis pene contingentibus inter se, oculis medis anticis non parum longius a lateralibus anticis quam inter se remotis; pedibus pallide testaceis, nigro-annulatis; abdo- mine prosertim postice alto, vestigiis tuberculorum duorum anterius in dorso, desuper viso sub-ovato, a latere viso supra "anterius convexro, posterius sub-concavato, inter apicem dorsi obtusum et mamillas latissime et oblique truncato; abdominis dorso testaceo et nigro-variato, anterius area minore magis ni- gra, posterius area magna migricanti occupato, hac area în lateribus fascia lata undulato-dentata pallidiore limitata. — Q ad. Long. circa 2 ‘|, millim. Femina. — Cephalothorax inverse ovatus, utrinque an- | terius modice sinuatus, inter partes cephalicam et thoracicam constrictus, lateribus partis thoracice modice (antice leviter) . rotundatis, parte cephalica lateribus pene rectis anteriora ver- | sus sensim paullo angustata, fronte dimidiam partem thoraci- cam latitudine 2equante, sub-rotundata, tuberculo oculorum mediorum anticoruam tamen sat fortiter prominente; a latere . visus cephalothorax interpartes cephalicam et thoracicam con- vexas et fere 2eque altas sat profunde impressus est. Nitidus et levis est, fovea ordinaria centrali parva sed profunda et sub-transversa, pene rectangula, prope apicem posticum partis cephalica sita, ita ut impressiones cephalice profunde in hac fovea cosant. Oculorum series antica modo levissime sursum curvata est; desuper visa series antica fortiter, postica leviter est recurva. Oculi medii, quorum antici posticis paullo majores videntur, aream occupant non parum latiorem antice quam po- stice et paullulo longiorem quam latiorem antice. Oculi medi antici, spatio eorum diametro circiter requante separati, non li AREA RI PPOAVIO SI ] : I — 244 — parum longius a lateralibus anticis quam inter se distant; medii postici, spatio modo minuto sejuncti, a lateralibus posti- cis spatiis diametro sua plus duplo, vix vero triplo majoribus remoti sunt. Mandibule femoribus anticis non parum angustiores, paullo plus duplo longiores quam latiores, in dorso parum convex®. Pedes breves, modice pilosi et paullo setosi, ut videtur aculeis plane carentes; pedes 4.' paris pedes 2.' paris longitudine paullo superare sunt visi. Abdomen desuper adspectum inverse ovatum est, fere dimidio longius quam latius, tuberculo obsoleto utrin- que anterius in dorso. Altum est, posterius non parum altius quam antice: hic a latere visum oblique truncatum est, dorso anterius paullo convexo, posterius vero paullo concavato, apice dorsi obtuso; postice inter hunc apicem et mamillas late et oblique truncatum est, spatio inter apicem dorsi et mamillas spatium inter eas et petiolum fere 2equante. Vulva ex cor- pore et scapo constat: corpus plus duplo latius quam longius est, antice truncatum, postice leviter bis sinuatum, in medio non parum longius quam in lateribus, secundum medium sub- excavatum vel emarginatum, parte media postice rotundata, partibus duabus lateralibus rotundatis, convexis, nitidis, pal- lide fuscis; scapus pallide testaceus, anterius ex hoc corpore exiens et retro directus, eo multis partibus angustior est, multo longior quam latior, lateribus parallelis, apice rotundato pa- rum pone corpus vulva pertinente. Color. — Cephalothorax testaceo-nigricans, summo margine nigro. Sternum nigricans, vitta transversa albicanti-fava prope marginem anticum, et stria longitudinali apicali maculisque binis parvis rotundatis ad margines laterales sitis flaventibus. Mandibule nigricanti-testacee. Maxilla et labium nigricantia, ille intus late testacea, hoc apice angustius testaceum. Palpi flaventes, parte tibiali apice anguste, tarsali vero apice late nigra. Pedes pallide testacei, femoribus, patellis, tibiis, meta- tarsis et tarsis apice plus minus late nigris; tibie et metatarsi plerique preterea annulum angustum vel maculam parvam Lai dina i ci Pa | migram versus medium habent; femora posteriora anterius | versus basin lineam longitudinalem nigram, femora 2.' et 3." parium vestigia annuli vel lineole transverse vel macule parve versus medium ostendunt. Cox et trochanteres pallide testacea, in pedibus anterioribus ad partem nigricantia tamen. Abdomen supra et in-lateribus nigro- et testaceo-variatum est, margine antico dorsi vitta recurva valde inequali (vel e maculis for- mata) pallide testacea cincto, dorso anterius, pone hane vit- tam, magis nigricanti et in hoc area nigricanti, anterius, maculis duabus parvis pallide testaceis notato; posterius in dorso, extus, linee due undulate nigre aream latam magis nigricantem includunt, que anterius colore pallido sub-gemi- nata est, colore pallidiore hanc aream ut fascia lata valde inequali in utroque latere abdominis limitante et etiam fere in medio dorso vittam trasversam latam valde inaequalem formante. Venter niger, maculis duabus minoribus rotundis albicanti-flavis non parum ante medium sitis et spatio magno separatis ornatus. Lg. corp. 2 !|; lg. cephaloth. pene 1 ‘|, lat. ej. circa 1, lat. front. circa !|;; lg. abd. 1 °|, lat. ej. circa 1 !|, millim. Pes Re] DI pane 2, IV è.',; pat. + ib. IV paullo plus 1 millim. Exemplum singulum femineum vidi. Haec aranea £. Ahybo- phore, Thor. (1), simillima est, sed multo minor, abdomine in dorso anterius minus evidenter tuberculato et tuberculo vel angulo parvo sub apice dorsi obtuso carente ab ea differens. Vulva plane eadem forma atque in E. Aybophora mihi videtur. Num modo varietas hujus est £. pellax? 14. E. (Cyclosa) micula, n., cephalothorace inter partes cephalicam et thoracicam constricto, nigro, parte cephalica an- tice pallida; sterno nigricanti, tuberculis marginalibus et apicali (1) [ Viaggio di L. Fea in Birmania e regioni vicine. II] Primo Saggio sui Ragni Birmani, in Ann. det Museo Civ. di Storia Nat. di Genova, XXV (Ser. 2.*, V), p. 217. SE =. — 246 — pallidioribus; area oculorum mediorum paullo longiore quam latiore, et non parum latiore antice quam postice, oculis mediis posticis contingentibus inter se, mediis anticis paullo longius @ lateralibus anticis quam inter se remotis; pedibus pallide testa- ceîs, non vel parum nigro-annulatis, femoribus anticis interdum apice late rufis; abdomine ovato-globoso, tuberculis carente, ci nereo-testaceo, plus minus. nigro- et fusco-variato, anterius in dorso vitta transversa brevi crassa nigra interdum abrupta notato, posterius vero area sub-triangula in lateribus undulato- dentata nigricanti, que pracipue ex ordinibus duobus lineola- rum transversarum vel macularum migrarum, anum versus gradatim decrescentium, formata est. — 9 ad. Long. circa 2 °/, mallim. Femina. — Cephalothorax inverse ovatus fere,. inter partes cephalicam et thoracicam fortiter constrictus et utrinque sat fortiter sinuatus, parte thoracica in lateribus fortiter et ample rotundata, parte cephalica brevi, lateribus levissime rotundatis anteriora versus paullulo angustata, fronte rotun- data, tuberculo oculorum mediorum fortiter prominente. Lavis et nitidissimus est cephalothorax, impressionibus cephalicis fortibus et postice inter se unitis, fovea ordinaria centrali non parum pone eas, in summo partis thoracicae, locata. A latere visus cephalothorax inter partes cephalicam et thoraci- cam profunde impressus est, utraque -harum partium, thora- cica prasertim, fortiter convexa; pars cephalica parte thoracica paullo altior est, antice leviter proclivis, area oculorum me- diorum fortius proclivi. Series oculorum antica a fronte visa recta est, postica sat fortiter deorsum curvata; desuper visa series antica fortiter, postica levissime est recurva. Oculi bini ‘laterales ut in affinibus contingentes sunt inter se. Oculi me- dii, quorum antici posticis paullo majores videntur, aream occupant paullo longiorem quam latiorem et non parum la- tiorem antice quam postice. Oculi medii antici spatio sunt disjuneti, quod. eorum diametrum pene aquat, a lateralibus nticis spatiis modo paullo majoribus quam inter se separati; 1medii postici, pene contingentes inter se, spatiis multo ma- A joribus, diametro oculi medii pene duplo majoribus, a latera- libus posticis remoti sunt. Sternum paullulo longius quam latius, antice truncatum, lateribus rotundatis modo postice rectis posteriora versus angustatum et breviter acuminatum, apice inter coxas posticas paullo pertinente; tuberculis parvis ad coxas preditum est. Mandwbule femora antica latitudine aequant, paullo plus duplo longiores quam latiores, in dorso ad longitudinem sat fortiter convexa. Pa/porum pars tarsalis cylindrata, apice ob- tusa. Pedes sat breves, parcius pilosi, aculeis carentes; pedes 2.' paris pedibus 4. paris evidenter longiores sunt. Abdomen breviter ovatum, crassum, a latere visum supra et postice fortiter convexum, sub-globosum; leve est, tuberculis carens, | parce. pubescens, mamillis pene apicalibus. Area vulvae fusca postice foveas duas rotundatas et limbo cinctas ostendit, que septo medio in apice postico rotundato et earum diametrum latitudine aquante separate sunt: antice hoc septum foveam margine elevato fere semi-circulato postice et in lateribus cinctam (an locum scapi abrupti?) ostendit. Color. — Cephalothorax niger, parte cephalica anterius ferrugineo-testacea. Stfernum nigrum vel fuscum, tuberculis ad coxas et apice postico ferrugineis vel testaceis. Mandibula testaceo-fusce vel ferrugine®. Maxille et labium fusca vel testacea. Pa/pi testacei, apice nigri. Pedes aut toti pallide te- stacei, summo apice excepto, aut pallide testacei, coxis magis luteis vel sub-ferrugineis, femoribus 1.' paris apice saltem supra late rubris, patellis et tibiis saltem 4. paris apice an- guste infuscatis vel macula nigra ibi, utrinque, notatis, tarsis apice anguste nigris; preterea vix annulati sunt pedes, qui ut palpi nigro-pilosi sunt. Addomen cinereo-testaceum, plus minus nigro- et fusco-variatum, hac pictura ornatum: anterius in dorso, sat longe pone basin, vittam transversam brevem sat latam inequalem vel in medio abruptam nigram ostendit, Sp AL ro sd "i » RR REA PESA Mt f ur 4 «fre s — 248 — et pone eam series duas lineolarum crassarum (vel macularum) "Ae transversarum nigrarum utrinque circa 5, posteriora versus gradatim decrescentium; quae series, ante medium dorsi ini- tium capientes et pane ad anum pertinentes conjunctim aream magnam dorsualem sub-triangulam in lateribus undulato-den- tatam obscuram formant: spatia inter limeolas vel maculas illas plerumque infuscata et pallido-punctata sunt, pars dorsi antica pallida plerumque nigro-punctata. Latera abdominis plus minus variata sunt, antice magis pallida, posterius obscu- riora; venter niger fere in medio inter mamillas et plicatu- ram genitalem maculas duas majores inequales flaventes, spa- tio sat magno separatas ostendit, et utrinque apud mamillas maculas binas ejusdem coloris sed paullo minores; quae sex macule series duas pene parallelas vel leviter incurvas for- mant. Mamille fusce, apice nigr®. Lg. corp. 2 “|;; lg. cephaloth. parum plus 1, lat. ej. pene 1; lat. front. ‘circa; da, abd: Lola latitcoyeerroa tibi. Ped. I 3 !|,, II paene 3, III 1, IV paullo plus 2 ‘|; pat. + tib. IV pene 1 millim. Exempla feminea paucissima collegit Cel. Workman. Ab E. Mulmeinensi, Thor. (1), cui sat similis est, statura multo minore, abdomine tuberculis carente et pedibus vix evidenter nigro-annulatis facile dignosci potest haec species. Gen. MiLonia, Thor., 1390. 15. M. obtusa, n., cephalothorace fusco, parte cephalica non multo angustiore quam est pars thoracica, ipsa fronte *|: partis thoracice latitudine circiter equante; serie oculorum po- stica modice recurva, oculis mediis anticis saltem duplo longius a lateralibus anticis quam inter se remotis; pedibus luteo-fuscis, apice obscurioribus, modo anterioribus aculeatis, pedibus 2. pa- (1) [Viaggio di L. Fea, cet. II] Primo Saggio sui Ragni Birmani, loc. cit., p. 221. — 249 — | rés pedes 4° paris longitudine non superantibus; abdomine sal- tem dimidio longiore quam latiore, elliptico-cylindrato, superius sub-olivaceo, subter nigricanti, interdum vestigiis fasciarum lon- gitudinalium albicantium triarum superius maculurumque dua- rum pallidarum in ventre. — 9 ad. Long. circa 5 millim. Femina. — Cephalothorax tibia cum patella 4. paris multo longior est, plus dimidio longior quam latior, utrinque sat fortiter sinuatus, parte thoracica in lateribus etiam ante- rius modice rotundata, parte cephalica magna, quoad libera est lata sed non multo latior quam longior, in lateribus pree- sertim ad ipsam frontem non parum rotundata, anteriora et posteriora versus sensim igitur paullo angustata, in medio parte thoracica non multo angustior, latitudine ipsius frontis (longitudine seriei oculorum antica) tamen modo circa *; lati- tudinis partis thoracice®e x2quante: leviter rotundata est frons, . tuberculis oculorum binorum lateralium et tuberculo ocalorum 1 mediorum anticorum modice prominentibus. Satis altus est Ì cephalothorax, dorso a latere viso ante declivitatem posticam | sensim paullo assurgente, in parte cephalica modice convexo | et, antice, proclivi. Facies fere duplo latior quam altior est, supra modice convexa; clypeus paullo \pclinatus diametrum oculi medii antici altitudine aquat. Impressiones cephalice versus latera lata et fortissima sunt. Nitidissimus est cephalo- thorax, et pilis sparsus, qui, ut videtur, punctis impressis impo- siti sunt. Oculi mediocres, medii antici reliquis paullo majores. A. fronte visa series eorum antica sat leviter sursum, postica paullo fortius deorsum est curvata; desuper visa utraque series modice recurva est. Oculi bini laterales contingentes sunt inter se; area oculorum mediorum paullulo longior est quam latior antice et multo, pane dimidio, latior antice quam po- stice. Spatium inter oculos medios anticos eorum diametrum equat: a lateralibus anticis spatiis saltem duplo majoribus, quam quo inter se distant, remoti sunt. Oculi medii postici spatio modo minuto (’| diametri oculi vix 2quante) separati sunt: ABS a lateralibus posticis longe, spatio quadruplam oculi diame- trum circiter @quante, distant. Sternum ovato-triangulum, non parum longius quam latius, antice late truncatum, posterius lateribus pene rectis angustato-acuminatum, elevationibus apud coxas preditum, apice carinato inter coxas 4. paris, que hic, antice intus, paullo dilatate videntur, paullo pertinens. Mandibule sub-cylindrate, apicem versus sensim modo paul- lulo angustatae, apice intus oblique truncata, femoribus anti- cis multo crassiores, duplo longiores quam latiores, in dorso modice convexe, eodem modo ac cephalothorax pilose et sub- punctate, nitide. Maxi2@ labio transverso et sub-marginato duplo longiores. Pedes breves, sat robusti; pedes 4 paris pedibus 2.' paris paullulo longiores mihi visi sunt. Pilis lon- gioribus sat densis conspersi sunt pedes, qui etiam paullo se- tosi et, in pedibus anterioribus, paullo aculeati sunt. In pedi- bus 1.' paris femora supra in medio 1, ad apicem extus 1, ad apicem intus 1. 1. aculeis brevibus munita sunt; patelle hujus paris intus 1. 1., tibie intus 1. 1. et ipso apice, infe- rius, 2 aculeos habent: metatarsi anteriores. aculeis carent, ut pedes posteriores toti. Abdomen saltem dimidio longius quam latius, desuper visum ellipticum, antice et postice sat late ro- tundatum, lateribus leviter rotundatis; a latere visum supra secundum medium libratum et parum convexum, pene rectum est, postice, ubi aeque altum est atque antice, directum sed ample et sat fortiter rotundatum, mamillis non parum ante apicem, in ventre, locatis. Vulva ex foveis duabus magnis con- stat, quae antice lamina transversa triangula (apice retro di- recto) limitata et (saltem anterius) separate sunt. Color. — Cephalothorarx fascus, posterius pilis nonnullis longis erectis nigris, in parte cephalica anterius pilis minus raris sub-adpressis nigricantibus conspersus. Mandibule paullo clarius fusce, ut maxill@e, que tamen basi nigro-fuscae sunt. Sternum cum labio nigro-fuscum, hoc apice -pallidius. Palpi et pedes luteo-fusci, summo apice nigri, aculeis, setis et pilis ni- gris. Abdomen supra virescenti-nigricans sive olivaceum, pun- III paullo plus 3, IV 4 3; pat. + tib. IV paullo plus 1 ‘|. — 2591 — is impressis sex fuscis in series duas longitudinales secun- dum dorsum dispositis, minus dense pallido-pilosum: subter nigricans est. Mamillae sub-fusca. In altero exemplo (paullo minore) abdomen olivaceo-virens . est, vestigiis fascie medie longitudinalis late (et linea tenui fusca geminate) albicantis in dorso, quod in lateribus quoque paullo clarius videtur; venter in medio maculas duas pallidas | ostendit, spatio sat magno separatas. Lg. corp. 5; lg. cephaloth. 2 '/,, lat. ej. 1 */,, lat. front. 1; lg. abd. 3, lat. e]. 2 millim. Ped. I parum plus 5, II circa 4/|,, millim. Feminas duas vidi. Gen. BuwnocranIA, Thor., 1878. 16. B. (?) picta, n., cephalothorace piceo-nigro, pedibus an- terioribus testaceo-rufis, posterioribus testaceis; abdomine de- presso, sub-ovato, antice ample rotundato, longe pone mamillas pertinente et in apice late truncato in formam anguli emargi- nato, apice ita lobos duos retro directos formante, dorso flavo, fascia incurva sub-marginali nigra utrinque antice, maculis duabus nigris posterius magis intus, et lineola crassa obliqua nigra in utroque lobo apicali notato. — d'jun. Long. circa 2 millim. Exemplum, quod unicum hujus arane® vidi, et quod ge- neris Bunocranie, Thor., est visum, deperditum est, antequam formam ejus describere potui. Ni fallor, cephalothorax ejus an- tice latus est, parte cephalica transversim satis alta et sulco longitudinali predita, sternum impresso-punctatum; pedes bre- vissimi (1.' paris 1 ‘| millim. longi), aculeis carentes; abdo- men (1 | millim. longum et parum plus 1 millim. latum) sub-ovatum, anterius ample rotundatum, posteriora versus non fl parum angustatum, apice in lobos duos depressos brevissimos sub-triangulos, unum utrinque, diviso et circa duplo angu- stiore quam est abdomen loco, ubi latissimum est (i. e. non parum pone basin). Mame longissime ab apice abdominis remote sunt. — De colore haec adnotavi : Cephalothorax nigro-piceus est, sternum nigrum, partes oriîs picee. Palpi rufescenti-fusci, pedes testaceo-rufescentes, poste- riores pallidius testacei. Abdomen supra flavum, hac pictura: utrinque secundum marginem ejus anticum et lateralem fascia incurva nigra a basi ad medium longitudinis dorsi pertinens conspicitur, que due fascie conjunctim semicirculum in me- dio abruptum fere formant; parum pone medium, magis intus, maculas duas minores rotundatas nigras ostendit dorsum, et postice, in apice, duas lineolas breves crassas obliquas nigras secundum lobos usque ad apicem eorum ductas; quae lineol®, posteriora versus divaricantes, antice lineola transversa nigra unite videntur. Venter niger, fasciis duabus longitudinalibus inequalibus flavis posteriora versus paullo divaricantibus et usque ad lobos apicales (apice etiam subter flavos) ductis no- tato; in medio inter apices earum posticos macula parva flava conspicitur. Montpellier, Novembre 1892. CONTRIBUZIONI ALLO STUDIO DEI BRENTIDI DEL Dott. ANGELO SENNA Nora XIII. Diagnosi di alcune nuove specie del genere Hoplopisthius. Nelle ricchissime collezioni di Brentidi che recentemente mi furono inviate per la determinazione dalla gentilezza dei chiarissimi Signori Marchese G. Doria e R. Gestro del Museo Civico di Genova, R. Oberthiir di Rennes, J. Faust di Libau e A. Grouvelle di Parigi, ai quali tutti rendo vive grazie, mi venne dato trovare, fra il gran numero di specie nuove, al- cune interessantissime del genere ZMoplopisthius ch'io stimo _ Opportuno far conoscere subito. Nella mia nota sui Brentidi birmani (1), creando il genere Moplopisthius per l’unica specie trichemerus, di cui possedevo un solo individuo, lo collocava fra i Trachelizini, notando però che per alcuni caratteri si avvicinava ai Tatrode- rini. Lo studio delle nuove specie e l’esame di altri esemplari dell’H. trichemerus mi convinsero che è un vero Tafroderino, tanto più che ha il protorace scavato lateralmente per rice- vere 1 femori anteriori. (1) Viaggio di Leonardo Fea in Birmania e regioni vieime. — Nota XLV. Ann. ° È 3 He” E: = 5 î Met o. Mus. Civ. di Storia naturale di Genova, Ser. II, Vol. XII, 1892, pag. 420. sì È — 254 — Delle specie nuove do, per ora, semplici diagnosi: le de- serizioni complete e le figure vedranno la luce prossimamente PEA ris in lavori che sto preparando. H. trichemerus Senna, Ann. Mus. Civ. di Genova, Ser. 2.* Vol. XII, pag. 452. 9 non g. J' (indescript.) Plerumque minor et femina similiter confor- td matus sed capite et rostro plagula subfusiformi, setuloso-squa- mosa, colore ochraceo-terroso tectis; femoribus anticis brevissime setigeris. Has. Sumatra, Ins. Nias, Borneo, Tenasserim. L’esemplare dell’isola Nias qui descritto mi fa comunicato dall’ egregio entomologo J. Faust: alcune femmine di Sumatra le ebbi dai Signori Grouvelle, Dott. Gestro e J. Faust. Il tipo proveniente dal Tenasserim descritto nella mia nota sui Brentidi birmani come un g'è invece una 9. Le dimensioni di questa specie variano dai 6 ai 7!|, mill. H. Doria n. sp. LRobustus, rubro-brunneus, nitidus. Caput longius quam latum, basi profunde emarginatum; rostrum breve, parte basali capite | angustiore; parte antica basi leviter constricta, apice vix am- ; pliato. Antenne graciles, basin rostri proprius inserte, articulis medianis subcylindricis, 9° et 10. longioribus, 110° acuminato. Prothorax antice fortiter coarctatus et lateribus eacavatus, prope basin rotundato-ampliatus, in dorso sulcatus. Elytra elon- gata, convera, basi subdentata, lateribus in medio parce ampliata, declivitati apicali rapide devera, apici appendicibus introrsum arcuatis et acuminatis, quasi forcipem simulque simulantibus instructa; în dorso sulcata, interstitiis subconveris, modice ele- SIIRCOREI NA, — 255 — ly [e] rr 0gu DENSO . . . a -,,3., 5." ad declivitatem apicalem angustioribus et desinentibus; interstitiis 22, 4°, 6.0" ad declivitatem apicalen valde incrassatis ac sicuti tuberculis exterius productis. Femora ommia clavata et lateribus compressa, tibiae breves, tarsi graci- . les, articulo 1.° elongato. + È . 1) . . . 7 . Long. (app. incl.) 11°, mill.; latit. max. prothoracis 2 ‘|, mill. Has. Andai (Nuova Guinea). Museo Civico di Genova. CH. Kolbei n. sp. Elongatus, rubro-castaneus, nitidus; capite basi modice an- gustato et în medio inciso; rostro sulcato, apici fere non am- i pliato; prothorace antice coaretato et lateribus excavato, basin | versus rotundato-ampliato, supra sulcato; elytris elongatis, con- verxis, basi denticulatis, lateribus in medio paullulum latioribus, apici appendice forcipiformi interne acute dentata instructis, in | dorso costatis, sulcis subsquamosis, interstitio 2.° irregulari, ad . declivilatem apicalem magis elevato, 4.° subspinoso, 6.° ad latera breviter exterius producto. Pedes ut in specie procedente. Long. 7 mill.; latit. max. proth. 1! mill. Has. Andai, Fly River (N. Guinea), Is. Salvatti. Museo Non sono alieno dal credere che i quattro individui di | questa specie da me studiati, e l’unico esemplare che ho ve- . duto dell’H. Dori, siano femmine; i rispettivi maschi potreb- | bero avere sul rostro una porzione setoloso-squamosa, come i nell’H. trichemerus e nella seguente nuova specie. H. Oberthiiri n. sp. Elongatus, castanco-brunneus, nitidus, elytris in medio nigro transverse maculatis. Caput latius quam longum, angulis posti — 256 — cis subacutis; rostrum breve, parte basali cylindrica et capitis latitudine, parte antica precedente breviore, apice vir ampliato. Prothorax antice coarctatus et lateribus excavatus, prope basin rotundato-ampliatus, in dorso profunde sulcatus. Elytra elon- gata, basi dentata, lateribus in medio modice ampliata, apici appendiculis spinosis introrsum curvatis, instructa; in dorso sulcata, sulcis punctulatis, interstitits elevatis, irregularibus, 2.° et 4.° latioribus, costiformibus; 6.° subito desinente, unde elytra ad latera incisa videntur. Pedes ut in specie precedente. SJ Caput et rostrum plagula mediana, lanceolata, squamosa. Q Caput leve, rostrum obsolete canaliculatum. Long. 8! Harp. Alta Birmania, Miniere di rubini nello Stato di Mo- 29 mill.; lat. proth. 2 mill. circiter. meit, ad un’altezza dai 1200 ai 2300 metri. Parecchi esemplari dei due sessi di questa specie mi ven- nero communicati dal Signor René Oberthiir. Firenze. — R. Istituto di Studî Superiori Gabinetto degli Invertebrati — Settembre 1892. o et RA) VIRA Da ZE TEA PETRI: Tu PALI OSIO LANVIN SF p : ti 7 — 250 — EUGENIO FICALBI REVISIONE DELLE SPECIE EUROPEE DELLA FAMIGLIA DELLE ZANZARE (Gen. Culex. Anopheles. Aédes) INTRODUZIONE. Da diversi anni mi occupo di quella interessante e pecu- liare famiglia di Insetti ditteri, che dicesi delle Zanzare o dei Culicidi, nell'intento precipuo di fare una monografia riferen- tesi alle specie italiane. Il desiderio e il dovere di essere coscienzioso mi hanno naturalmente obbligato a mettermi, attingendo alle fonti, ed osservando direttamente, del tutto al corrente di ciò, che si era concretato sulle specie delle zanzare europee, per potere giudicare delle specie italiane. Un tale lavoro mi è cresciuto così tra le mani, che mi sono accorto poter esso costituire una pubblicazione a sè, ed è la presente, non priva di inte- resse entomologico, come quella che è il risultato di studi accurati, che furono più lunghi e faticosi di quello che a prima vista non si potrebbe credere. Come fa presupporre il titolo, il presente è un lavoro eri- tico e di osservazione. Perfetto non può essere: primo, perchè la perfezione non è propria delle cose umane; secondo, perchè ormai hanno reso impossibile di raggiungere la perfezione Anno XXIV. 13 ROSE CRCR E SCUO POOR, VELE RIII MESIA it ud, a to Ù — 258 —.. quegli Entomologhi, che hanno ingarbugliato inestricabilmente certe quistioni speciografiche; terzo, perchè è difficilissimo avere tra mano grande materiale, essendo esso malagevole a raccogliersi, conservarsi e spedirsi; e perchè i più dei Musei e delle altre collezioni sono, per ciò che si riferisce alle zanzare, in poverissimo e cattivo stato. In ogni modo, ripeto, ritengo che zoologicamente possa avere qualche utilità questo mio pre- sente lavoro. Mano mano che questo scritto andrà pubblicandosi, cercherò perfezionarlo coi mezzi che venissero in mio potere; quindi amerò piuttosto far ritardare un po’ la pubblicazione della se- conda parte (che conterrà la classificazione e la descrizione delle specie), che ‘astenermi dal perfezionarla, ove nuova faci- lità mi si presentasse. La presente pubblicazione è indipendente dalla Monografia delle Zanzare italiane, intorno alia quale seguito a lavorare, e che pubblicherò a suo tempo. PARTE PRIMA. Bibliografia. — Storia. — Le specie di zanzare istituite finora in Europa e descrizioni originali che delle specie furono date; considerazioni critiche; catalogo delle specie ammissibili. — Organizzazione esteriore delle zanzare europee. $ 1. — Bibliografia. Per prima cosa do la dibliografia, che riguarda e le gene- ralità sulle zanzare in complesso, e la zoologia delle zanzare europee in particolare. (1). — Circa ai lavori, che riguardano le (1) Ritengo che questa bibliografia sarà comoda anche per coloro che, in Italia, pur tralasciando le zanzare, si occupino di altri ditteri. — 259 — ‘zanzare in generale, se ne troveranno nella bibliografia non pochi, che trattano della organizzazione di questi insetti; ma mi preme subito avvertire che sul proposito della organizza- zione, specialmente interiore, la 0ibliografia sarà anmentata, dentro i limiti del possibile e dell’opportuno, in altro scritto, di quei lavori qui non citati, che trattano delle zanzare pro- miscuamente ad altri ditteri, o che pur trattando solo di altri ditteri, contengono nozioni applicabili alle zanzare. (1). — Circa alla zoologia delle zanzare europee può considerarsi completa, o pressochè, la é&bliografia, che vengo a riportare, e che è disposta per ordine cronologico. (2). 1. — Aristotele, ». 384 a. a. C.; e altri autori greci e latini (Erodoto, Eschilo, Teofrasto, Aristofane, Esopo, Strabone, Plauto, Orazio, Pro- perzio, Marziale). i 2. — C. Plinii Sacundi, Historiae naturalis libri XXXVII. I° secolo avanti Cristo. — Ho avuto in mano questa edizione: Venetiis, MDXIII. 3. — Ammiano Marcellino, storico. IV secolo dopo Cristo. . — Isidoro di Siviglia, nelle sue « Origini ». VII secolo. 5. — B. Alberti Magni Episcopi, De Animalibus libri XXVI. 7° secolo dopa Cristo. Ho avuto în mano questa edizione: Lugduni, 1651, cum TSI privilegio kegis. 6. — Scaligero G. C. Op. — Cardanus. Op. — Secolo XVI. d. C. 7. — Aldrovando Ulysse auctore, De Animalibus libri septem. Bononiae; apud Bellagambam, 1602. 8. — Moufet Th. — Insectorum sive minimorum animalium Theatrum. Londini, 1634. 9. — Jonstonus Joh. Med. Doctor. — Historiae naturalis de Insectis libri III. De Serpentibus et Draconibus libri II Cum. fig. Articulus VI: de Culicibus. Amstelodami, 1657. 10. — Kircheri Athanasii, Mundus subterraneus. Amstelodami, 1664. 11. — Hooke Rob. — Micrographia, or some physiological descriptions of minute bodies made by magnifying glasses, ete. London, 1667. (1) Ho detto dentro è limiti del possibile e dell’opportuno, poichè mentre, come è facile immaginare, gli scritti, che vertono sulla organizzazione degli altri ditteri, non possono non essere interessanti per chi studia le zanzare, converrà essere un po’ discreti se non si vuole radunare chi sa quanta bibliografia ditterologica. (2) Delle opere entomologiche in più volumi, generalmente cito solo il volume (accennandolo numericamente), nel quale si parla delle zanzare. 12. — Redi Fr. — Esperienze intorno alla generazione degli insetti. /.? ed. È 15. 14. 15. 16. Firenze, 1668. — Swammerdam J. — Histoire générale des Insectes. Autresht, chez De Valcheren, 1682. — La I.* edizione è in data di Utrecht, 1669. — Sangallo P. P.-— Esperienze intorno alla generazione delle zan- zare. Lettera a F. Redi. Firenze, 1679. — Leeuwanhoek Ant. — Scritti vari dal 1630 al 1714. To ho avuto tra mano queste edizioni: Arcana naturae detecta, ed. novissima, Lug- duni Batav., 1722; Epistolae Physiologicae super compluribus naturae arcanis, Delphis, apud Beman, 1719; Epistolae ad socie- tatem regiam anglicam, et alios illustres viros, Lugduni Ba- tav., 1719. — Wagner J. J — De generatione culicum. — Miscellanea curiosa, sive Ephem. Med.-Phys. Ac. Nat. Cur. Decuriae II, Annus III, 1684. Norimbergae, 1685. — Bonanni Ph. — Observationes circa viventia, quae in rebus non vi- ventibus reperiuntur. Cum micrographia curiosa. Romae, 1691. . — Bonanni Phil. — Musaeum Kircherianum. Romae, 109. . — Reviglias D. — De culicum generatione. — Acta Phys-Med. Ac. Caes. L. C. Nat. Cur. exhibentia Ephem., ete. Vol. IV. Norinber- gae, 1737. — In fondo all’urticolo è la data 4 marzo 1728. . — Linnaei C. — Systema Naturae, etc. (I ed.) Lugduni Batavo- rum, 1755. 21. — Barth J. M. — De Culice, Diss. 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Tomo 6. (Estratto: Bologna, 1885). 172. — Carrière J. — Die Sehorgane der Thiere vergl. anatomisch derge- stellett. — Miinchen und Leipzig, 1885. 175. — Girard M. — Les Insectes. Traité élém. d’Entomologie. 7. III. Paris, 1885. i: 174. — Adolph E. — Die Dipteren fliigel, ihr Schema und ihre Ableitung. — Nova Acta Ac. L. C. Nat. cur. 1885. 175. — Bolles Lee A. — Les balancier des Diptères, leurs organes sensi- feres, et leur histotogie. — Rec. zool. Suisse. II. Genéve et beta ici) Bàle, 1885. 176. — Jaworowscki A. — Ueber die schlauchfirmigen Anhiinge bei den Nematocerenlarven. — Xosmos, Lemberg, 10 Jakhrg. 1885. 10%. — Trybom F. — Insectes et autres animaux inférieurs trouvés au voisinage du bois flotté et parmi ses débris — Ent. Tidskrist. 6. 1885. 178. — Meinert F. — De eucephale Myggelarver. Sur les larves eucépha- les des Diptères. Leurs moeurs et leurs méthamorphoses. — Danske Vid. Selsk. Strift. Kjibenhawn. Bd. 3, 1886. 179. — Ciaccio G. 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Alcune generalità. — Descrizione di una specie nuova (Culex hortensis). II Nota. Dascrizione di una specie nuova (Culex Itichiardii). III Nota. Il Culex spathipalpis. IV Nota. Descrizione di una specie nuova (Culea modestus). & "SRL ARIAIOIO RSZIOAT LEVA COVE NEIL ps 1, Î pian DI LS te WoceBt £4 NI ta ad: ea, e V Nota. Descrizione di una specie nuova (Culex elegans). VI Nota. Quistioni zoologiche intorno al Culex pipiens e descri- zione di una specie nuova (Culex phytophagus). VII Nota. Descrizione di una specie nuova (Culex impudicus). In Bollett. della Soc. entomol. italiana. Anno XXII, Trime- stri, 1, 2,3 e 4; Firenze 1889-90 e Anno XXII, Trimestri 3 e 4. Firenze, 1890. Aggiunte alla bibliografia. 188. — Gimmerthal B. A. — Erster Beitrag zu einer kiinftig zu bearbei- tenden Dipterologie Russlands. — Bull. de la Soc. Impér. des Naturalistes de Moscou. Année 1845. T. XVIII. P. II. N. IV. Moscou, 1845. Anche in altri lavori (pubblicati nel suaccennato Bull.) Gimmerthal si intrattiene sulla speciografia dei Ditteri russi. Di zanzare, p. es., parla anche in Bull. suddetto. Anno 1842. NE HE 189. — Bigot J. — Trois Diptères nouveaux de la Corse. — Amnales de la Société entomologique de France. S. 4. Tome 1. Paris 1861. 190. — Schiner R. J. — Catalogus systematicus Dipterorum Europae. Vin- dobonae, 1864. $. 2. — Schizzo storico. Una semplice occhiata alla bibliografia basta a dimostrare quanto sulle zanzare europee, che naturalmente furono le prime e, per molto tempo, le sole ad essere studiate, si sia scritto, considerandole sotto i vari punti di vista. I vecchi autori hanno trattato della zanzara in modo, dirò così, rettorico; sono ve- nuti poi altri, che l'hanno presa a studiare in questa o quella minuzia di sua costituzione (e grande attenzione, a questo proposito, ha attirato la proboscide), o di suoi costumi; infine con Linneo si può dire che comincia il vero studio zoologico delle zanzare. — 271 — ._ Cominciando dagli antichi autori greci dirò che Eschilo, Erodoto, Teofrasto, Aristotile, Aristofane, Esopo, Strabone, parlano della zanzara. — Aristotile ha diversi passi, nei quali ragionevolmente deve dirsi che egli accenna a questo insetto; ma con due denominazioni egli menziona insetti, cui può con- venire la traduzione di zanzara: l'una di queste denominazioni è ‘Ep.ris, l’altra è Kovot. Tuttavia la denominazione propria della zanzara pei greci antichi era Kuwwoy (1) e così la ve- diamo chiamata dai più, come da Erodoto, che anzi ci fa sa- pere come gli egizi si riparassero dalle zanzare per mezzo di un velo, detto xwvar:twy, che rappresentava il nostro zanza- riere. Fra i latini, che la chiamarono Culex, la zanzara è ricor- data in Plauto, Orazio, Properzio, Marziale. — Elegantemente ne parlò Plinio nella Zstoria Naturale. E la menzionò Ammiano Marcellino lo storico, dicendo che nella Mesopotamia le zan- zare sono infeste persino ai Leoni. Nelle tenebre del Medio Evo poca fortuna ebbe presso gli scrittori la zanzara; pochi ne fecero menzione e sempre super- ficiale. Nel VII secolo Isidoro di Siviglia parla delle zanzare, e nel suo scritto « Origini, ossia etimologie (2) » dice: Culex ab aculeo dicitur, quod sanguinem sugat. Alberto Magno (8) scrive: Culex ab aculeo, quem in ore habet, nomen accepit. Hoc enim pellem animalium terebrat, et sanguinem excutit, et acido libentius sugit quam dulcia. Ita auten diligit solem, ut etiam in solis fervore se exurat, et tunc ma- cime pungit quando sol fervet in meridie. -- Dice poi che le zanzare prender possono origine dai vapori di acqua. Tacendo di G. C. Scaligero e di Cardanus, che parlarono rettoricamente della zanzara a metà del secolo XVI, dirò che (1) I greci moderni chiamano poco differentemente la zanzara, cioè Kouvourior. (2) Bibliografia, N. 4. (3) Bibl. N. 5. SUP ES MRI ERE i IRAN ER VI DA I CARICO TORIONE CR DI peg eo col sopraggiungere del secolo XVII cominciò la fortuna di questo insetto, del quale presero a occuparsi i cultori di studi naturali. | Ulisse Aldrovando (n. a Bologna nel 1527, mortovi nel 1605) nella sua opera « De Animalibus Insectis (L) » al Cap. V. del L. III, intitolato « De Culicibus » si intrattiene per non poche pagine sulla zanzara. Ma quale deficenza di ogni osservazione propria! Quanto difetto di concrete nozioni in quel lungo capitolo! La storia zoologica della zanzare non progredì di una linea, mentre il rettoricume, le favole, gli er- rori, le inesattezze antiche, aggiunte a superfluità nuove, sono riportate nel libro di Aldrovando, il grande registratore del vecchio, ma l’ inabile investigatore del nuovo. — Dice Aldro- vando che sono diversi generi di zanzare, piccole, medie, grandi; con due o con quattro ali; armate di aculeo o prive di esso: e da queste cose soltanto si scorge quanto indietro egli fosse, e come di certo debba aver confuso con le vere zanzare altri ditteri ed imenotteri. Sulla generazione nulla di concreto, li- mitandosi a riportare favole antiche. Scrive che nel 1580 una grande quantità di zanzare fu presagio di guerra! Dice che la parola italiana zanzara può darsi sia derivata dal suono, che qnesti insetti fan sentire. Moufet (1634) (2) e Jonston (1657) (3) scrissero sul tipo di Aldrovando, tipo nel quale è molta rettorica, molta non con- trollata favola, punta, o quasi punta, storia naturale. Le co- noscenze sulla zanzara, quindi, ben poco progredirono per opera di questi autori. E poco progredirono anche per quel che ne disse Atanasio Kircher, (4) il grande sballatore di fole, il quale ammise che zanzare possono prodursi per generazione spontanea da pol- (1) Bibl. N. (2) Bibl. N. (3) Bibl. N. (4) Bibl. N. 10. CORATI Bit A ER n ice re di varie sostanze, da cadaveri di gatti, cani, uccelli, ca- valli, asini, buoi, o dai loro escrementi, e da molte piante. Dal 1665 comincia per la zanzara la vera epoca scientifica: È. ‘non dico che da quella data in poi non vi sia stato qualcuno, i È LA ; ‘che intorno a questo insetto non abbia emessa qualche sto- > . . . . natura; ma in complesso esso fu studiato col retto criterio della osservazione diretta da rinomati naturalisti. Il primo a studiare con osservazioni dirette la zanzara fu Roberto Hooke (1665) (1). Con lui comincia la serie dei mcrografi, ossia di quelli L i i studiosi, che infatuati del microscopio, tutto con esso osserva- ‘vano di ciò che era piccolo, e tutto descrivevano. A questa i schiera appartennero dei grandi, e basti citare Swammerdam «e Lecuwenhoek; ed essa, in mezzo a multiformi libri di qual- i cuno dei suoi membri, lasciò, bisogna dirlo, del buono, perchè alle vuote speculazioni sostituì la vera base della storia natu- rale: la osservazione. — Hooke molte cose fece sapere sulla struttura della tromba della zanzara, e su altre particolarità della esteriore organizzazione di questo insetto. A lui (per quanto io ho potuto giudicare) appartiene la scoperta delle squamette chitiniche delle zanzare. Ì Francesco Redi (2) da una figura ingrandita della zanzara, e dice che le zanzare nascono (deve intendersi: dalle larve) di quella perfetta e medesima statura, la quale conservano tutto il tempo della lor vita. «Ma già Giovanni Swammerdam aveva cominciato le sue | classiche ricerche sugli insetti; con questo insigne osservatore molte nozioni sulla organizzazione delle zanzare furono defi- nitive. — Nel 1669 nella Storia generale degli insetti (3) molte cose esatte dice Swammerdam sulla larva, sulla ninfa, sull’in- setto perfetto (maschio e femmina, che sapeva benissimo dif- AE SITA (1) Bibl. N. 11. @) Bibl. N. 12. () Bibl. N. 13. Anno XXIV. 1S ferenziare) della zanzara, ‘riparla delle squamette scoperte da | Hooke, e tratta della struttura della proboscide, ove invero non fu molto esatto, e fu corretto da Leeuwenhoek, mentre in gran parte già da sè si era corretto nel manoscritto del- l’opera « biblia Naturae. » Il lavoro fondamentale di Swammerdam (1) è l’opera « Bi blia Naturae », che fu pubblicato soltanto molti anni dopo la morte dell'autore (1737-38). In questa grande opera Swammer- dam scrisse un lungo « Tractatus peculiaris de Culice, » nel quale completò e corresse molte cose dette nei precedenti . scritti, e alla storia della zanzara fece fare molti decisivi pro- gressi. Per esempio stabilì che di un fascio di sette pezzi consta la proboscide, e ciò (checchè ne abbiano detto altri in con- trario) è precisamente conforme a verità. Swammerdam si oc- cupò della generazione acquatica (qui commise una inesattezza sulla deposizione, il numero e l’ insieme delle uova, inesattezza, che corresse Sangallo) della zanzara; della larva e della ninfa, dicendo e figurando molte cose giuste sulla loro organizza- zione; e dell’insetto perfetto, sulla esteriore organizzazione del quale molte sono le buone nozioni assodate da Swam- merdam. Si intende che anche Swammerdam cadde in qualche errore; ma ciò è perdonabile, in considerazione delle molte cose giuste, che disse. Dopo dieci anni da che Swammerdam aveva pubblicato la sua storia degli insetti, e parlato in essa della zanzara; un italiano, Pietro Paolo da Sangallo, (2) ignaro completamente del suo predecessore, come molti altri lo furono poi di lui, scrisse (1679) le sue « Esperienze intorno alla generazione delle zanzare, » nel qual lavoro con puro parlar toscano molte cose interessanti disse su questi ditteri. Accertato che la generazione delle zanzare si fa nell’ele- mento dell’acqua, ivi scoprì i gruppi delle uova, gruppi che (1) Bibl. N. 22. @) Bibl. N. 14. chiamò navicelline (e questo nome hanno conservato), delle quali dette disegno. Dalle navicelline (che egli credette che conte- ‘nessero le uova, più che considerarle realmente unioni di uova) vide nascer molte larve, che si spargevano nell’acqua. Descrisse la esterna conformazione della larva, e di questa dette rozza, ma intelligibile figura, come pur descrisse e dette rozza figura della ninfa. Accennò allo svolgersi della zanzara dalla ninfa, che disse aprirsi lungo il dorso dopo soffermatasi alla super- ficio dell’acqua. Vide e rozzamente disegnò i maschi e le fem- mine, ma disse non saper decidere se fossero i due sessi, o ‘due razze differenti. Osservò che le zanzare nascono sempre da ‘uova — (e non per generazione spontanea) — deposte nell’ac- ‘qua da zanzare madri. Quell’appassionato ricercatore di cose minute, che fu An- tonio Leeuwenhoek, si occupò e scrisse della zanzara a comin- ciare dal 1650. (1) Riparla delle squamette chitiniche, che «chiama pulcherrimae plumae, e si intrattiene assai sull’appa- recchio buccale della zanzara. Corregge, sì, alcune opinioni sostenute da Swammerdam nelle sue prime opere, e giusta- mente ammette che il rostro è costituito di una teca e di di- versi aculei, ma erra circa al loro numero, che ammette essere di quattro. Del resto diverse cose giuste disse Leeuwenhoek, e pel primo, circa alla costituzione della proboscide, che ben vide essere una teca a doccia contenente diversi aculei, che non possono sopravanzarla in lunghezza (come credeva Swam- ‘merdam); ben vide anche che uno degli aculei è pure scan- nellato (teca seconda); e scuoprì le seghettature di alcuni degli stiletti. Non parlo di Wagner (2) che nel 1684 credendo descrivere la generazione delle zanzare, equivocò completamente con chi sa quale altro dittero. (1) Bibl. N. 15. (@) Bibl. N. 16. PREME SI SIA ra È | Il Bonanni (1) ebbe il pessimo gusto di opporsi, almeno. in parte, alle opinioni di Swammerdam e di Sangallo sulla ri- produzione delle zanzare, sostenendo la generazione spontaneagi dei vermicoli (larve) della zanzara dall’acqua stagnante e pu- trescente. Ebbe il merito di parlare pel primo sufficientemente bene della estremità anale della larva e delle appendici, che quivi si trovano. Ma poco progresso segnano in complesso le carte di Bonanni dopo le cose dette da Hooke, Swammerdam, Sangallo, Leeuwenhoek. Da Diego Reviglias (2) si ebbero le prime nozioni da coppiamento delle zanzare, ma si tratta di nozioni molto gros- bianca it solane. i Si arriva, . così, al 1735, epoca in cui apparve la prima. edizione del Systema Naturae di Linneo, (3) opera, che fu una | pietra miliare nel cammino delle Scienze naturali. Già Linneo i aveva ricordato due zanzare di Lapponia in altro scritto; ma in questo è fondato l'ordine dei Ditteri tra gli insetti, e nel-. l'ordine il genere Culex. Non è però ancora istituita la no- menclatura binomia, e alla zanzara comune dà Linneo il nome. di Culex vulgaris. — Riparlerò di Linneo tra poco, dall'epoca in cui, scossi i primi dubbi, è in voga la nomenclatura binomia, epoca dalla quale si può dire comincia il progresso della zoo- logia sistematica. Barth pubblicò una dissertazione « De Culice » nel 1737 (4). — E col 1788 troviamo il Reaumur (5), il quale nelle sue « Memorie per servire alla storia degli insetti » un intiero e brillante capitolo di 65 pagine, illustrato da 6 tavole, dedica alla zanzara. Reaumur riepiloga molte delle cose dette dai pre- decessori sulla organizzazione esteriore della larva, della ninfa (1) Bibl. N. 17 e N. 18 @) Bibl. N. 19. (8) Bibl. N. 20. ( Bibl. N. 21. (5) Bibl. N. 23. e dell'insetto perfetto, aggiungendo qua e lù qualcosa del suo. Della proboscide, dice esser composta da un astuccio fenduto ‘per lungo, contenente un fascio di aghi o stiletti, che ammette in numero di cinque, mentre conformemente alle opinioni di Swammerdam sono sei. — Reaumur parla a lungo e descrive benissimo pel primo il meccanismo, secondo il quale la zan- zara punge la pelle: dimostra che l’astuccio esterno della pro- boscide non penetra nella ferita, ma si ripiega .su se stesso fino a fare un gomito indietro verso il torace, mentre gli sti- letti penetrano. Scrive Reamur ritenere che le zanzare in man: SAR di sangue si contentino di succhi vegetali, il che pur en Swammerdam. Descrive come la femmina depone le ds nell’acqua e ne costituisce la navicella. Parla alla perfe- griono dell’uscita dell’ insetto perfetto dalla spoglia della ninfa suila superficie dell’acqua. — Impossibile riassumere tutte le K cose, riepilogate o nuove, scritte da Reaumur, che certo è be- nemerito nella storia della zanzara. i Due altri (1) della. schiera dei micrografi furono Baker e EJ oblot, che nulla di notevole lasciarono. Il primo (che comin- ciò a pubblicare in inglese nel 1748) riparlò della costituzione della proboscide. Il secondo (1754) parlò e dette figure della larva e della ninfa della zanzara, che credette insetti a sè, e battezzò la prima col nome di Malezieu. Godeheu De Riville (2) dà esatti, concreti, definitivi rag- guagli sull’accoppiamento delle zanzare; dice che si fa nell’aria, «e non dura così lungamente quanto in altre mosche; dice che i due individui stanno in coito non soprapposti, ma voltati scambievolmente l’un verso l’altro con le superfici ventrali. Intanto Linneo ha adottata la nomenclatura binomia, e la storia zoologica delle zanzare comincia a entrare nel periodo del suo maggiore progresso. — Da questo punto in avanti, pur sempre essendo brevissimo in questa occhiata storico-bi- (1) Bibl. N. 25 e N. 27. @) Bibl. N. 29. dr Le) tI) Mr to a REI CORTE a, AIRIS — 278 — bliografica, mi fermerò un poco, di più su quelli autori, che | descrissero specie nuove, o da loro riputate tali, di zanzare europee. Ciò farò, perchè sia possibile rendersi adeguato conto di quante e quali siano le specie fino ad oggi descritte, e per aprir la via a giudicar poi delle sinonimie e della bontà delle specie, che trovansi enumerate. Nelle diverse edizioni del « Systema Naturae »; nell’opera « Amimalium specierum in classes, ordines, genera, species, me- thodica dispositio » (1); nella prima edizione della « Fauna suecica » (2), Linneo enumera zanzare. Ma è solo nelle edi- zioni posteriori del « Systema Naturae » e nella seconda edi- zione della « Fauna suecica » (3) che si trovano enumerate le zanzare, con nome specifico. In questa edizione della « Fauna suecica » e nelle ultime del « Systema Naturae, » specie nella dodicesima (4), che è l’ultima edita e ritoccata realmente. da Linneo, noi possiamo trovare le opinioni definitive del grande Naturalista. Nella dodicesima edizione del « Systema Naturae » Linneo così definisce e caratterizza, nell’ordine dei Ditteri, il Gen. Culex, da lui già stabilito nel « Systema Naturae, edi- zione 1735 »: — Gen CuLex: Os aculeis setaceis intra vaginam flexilem. - In questo genere enumera le specie seguenti: Culex pipiens; ciliaris; bifurcatus; pulicaris; reptans; equinus; ster- coreus. Subito dirò che di queste specie le ricerche ulteriori hanno dimostrato che il C. pulicaris, il reptans, Vequinus non sono vere zanzare, ma meritano di esser tolte, non che dal genere, dal gruppo intiero dei culicidi e poste tra altri Ditteri. Quindi di esse non parleremo altrimenti. Rimangono altre quattro specie, cioè C. pipiens, ciliaris, bi- furcatus, stercoreus. Di queste-le prime due sono zanzare uni- (1) Lugduni Batavorum, 1759. Vedi Bibl. N. 28. (2) Lugduni Batavorum, 1746. Vedi Bibl. N. 24. (3) Stockolmiae, 1761. Vedi Bibl. N. 30. (4) Editio 12, reformata (ab auctore). Holmiae, 1766-68. Vedi Bibl. N. 36. } i È 3 x » 3 — 279 — versalmente lasciate nel gen. Culex, la terza, che pure è un «genuino culicide, vedremo come sia stata tolta dal genere Culex, e posta come tipo del genere Anopheles sotto nome di Anopheles bifurcatus. Rimane la quarta: essa non si trova ci- tata da Linneo nelle prime edizioni dei suoi libri; si trova nelle posteriori; per esempio nella decima (1758) del « Systema » Naturae » è enumerata; ma non è enumerata nella edizione seconda (1761) della « Fauna suecica. » Sulla sua accettabilità | (a me questa specie non pare accettabile), dirò in seguito. Quindi i veri culicidi linneani oggi accettabili sono tre, che Linneo battezzò coi nomi di Culex pipiens, ciliaris, bifur- catus. Darò in seguito le descrizioni, che Linneo lasciò di que- | ste zanzare. Ricorderò soltanto di volo Geoffroy (1) che, parlando bre- vemente degli insetti parigini, dette qualche figura della larva, della ninfa e dell’insetto perfetto della zanzara. — Come pure appena accennerò Schaeffer (2), che indicò in una tavola il ma- schio e la femmina della zanzara e le loro teste ingrandite. — Ledermuller (3) fu un altro della schiera dei micrografi, ma parlando della zanzara nulla di nuovo aggiunse. Maurizio Roffredi (1766) acutamente osservò e descrisse la struttura della tromba della zanzara (4. Lasciando di dire di Swinton (5), accennerò che De Geer (1776) nella grande sua opera (6) parla per 26 pagine, illustrate da molte figure, « Des cousins. » Ma dopo i lavori degli osserva- tori precedenti, e basti ricordare Swammerdam, Leeuwenhoek, Barth, Reaumur, Linneo, Roffredi, Fabricius, lo scritto di De Geer perde, per ciò che concerne la zanzara, di originalità. Fr. von Paula Schrank nel 1776 (7) brevemente descrisse (1) Bibl. N. 31. (@) Bibl. N. 33. () Bibl. N. 34. (4) Bibl. N. 37. (5) Bibl. N. 35. (6) Bibl. N. 40. (7) Bibl. N. 38. 7) è È bag“ e ate 1-26 P e ME — (o), SLI AE PETE e CSILI) II o n ce SERENE 3 dg dC APRE eo o re un Culex annulatus (Ringelgelse), e con questo stesso nome È lo ridescrisse poi nel 1781 (1). Anche Fabricius, come vedremo, descrisse (1787) un Oulex annulatus; ma, ammesso che si tratti della stessa specie, come ritenne Schiner e ritengo anch'io, è indubitato che questa specie deve scriversi così: Culex annu- latus, ScHRANK (1776); e non così: Culex annulatus, FABR., come fanno i più. Ma già all’epoca cui siam giunti non è nuovo il nome di quell’infaticabile entomologo, che fu Giov. Cristiano Fabri cius (2), il quale per un trentennio andò pubblicando opere fondamentali (dal 1775 al 1805), e contribuì al progresso zoo- logico delle zanzare, da lui poste nel gruppo degli Antliata, che così chiamava gli insetti ditteri. Fabricius nel « Systema entomologiae » dà conto di sette specie di Culex, che sono C. pipiens, bifurcatus, lutescens, pu- licaris, reptans, morto, equinus: come si vede, cinque sono adottate da Linneo, due sono nuove. Queste specie rimangono invariate nell'opera « Species insectorum. » Si giunge alla « Mantissa insectorum: » in quest'opera Fabricius riporta le sette specie di (llex sopra ricordate, e ne aggiunge due nuove, che sono C. annulatus, e C. hemorroidalis. Nella « En- tomologia systematica » Fabricius alle nove specie citate nella Mantissa, ne aggiunge una, C. ciliata, e in quest’ opera poi chiama C. trifurcatus quello, che nelle precedenti opere aveva detto C. difurcatus, adottando specie e denominazione da Lin- neo; così introdusse una sinonimia inutile. — L’opera fonda- mentale sui ditteri, che ha lasciato Fabricius è il « Systema Antliatorum ». In esso così caratterizza il Gen. Culex. - Os haustello exserto, flexili; setis quinque absque proboscide. An- tennae filiformes, multiarticulatae. - Vi enumera le seguenti specie europee: C. pipiens; annulatus; trifurcatus; claviger È; flavescens; pulicaris; morio; equinus. (1) Bibl. N. 44. (2) Bibl. N. 39, 42, 48, 47, 52, 57. tica TA Ante E° ci : | specie linneane del gen. Culex, e la specie di Meigen (1804) TRIESTE NPI INVE VISI DAR SAI È CUPRA TITO E i de — 281 — Così in complesso Fabricius oltre ad avere accettato le C. claviger (1), vi aggiunse di suo cinque specie, che sono C. lutescens, morto, annulatus, hemorroidalis, ciliata; introdusse poi la sinonimia di C. trifurcatus per il C. bifurcatus, e di flavescens (in Syst. Antl.) per il C. lutescens. Subito dirò (ripetendo anche quel che già dissi a proposito di Linneo) che le ricerche wlteriori hanno dimostrato che il C. pulicaris, reptans, morio, equinus sono specie, che devon esser tolte (e lo furono) dai culicidi; si ha poi che il 0. Remor- roidalis e il celiata (ed altre citate nel « Systema Antliatorum, » che ho taciuto) sono specie esotiche. Quindi le specie europee fabriciane del vero gen. Oulex, che sono giunte fino a noi, sarebbero il C. annulatus e il C. lutescens; rimanendo come sinonimo di C. bifurcatus il nome di trifurcatus e di lutescens, il nome di flavescens. Ma il Culex annulatus già era stato scoperto e denominato da Schrank; per il che, per quanto Fabricius l’abbia meglio spe- cificata, questa specie non è propriamente fabriciana, tale, così, rimanendo il solo Culea lutescens. Appena ricordo O. Fr. Muller (1776), che nel suo Prodromo alla zoologia danica (2) tra gli insetti ditteri rienumera qual- che C'ulex già noto. Fr. von Paula Schrank nelle sue opere del 1781 (3) e del 1803 (4) tra le zanzare (oltre ad aver istituito nel 1776, e ridescritto nel 1781, come dissi indietro, il Culex annulatus) parla del Culer variegatus, da alcuni considerato poi specie (1) Meigen fa (1818) intendere che egli avea chiamato nel 1804 0. claviger, l’Ano- pheles (Culex, L.) bifurcatus, e 0. bifurcatus quello che fu poi l'A. maculipennis; ma Fabricius, pur adottando da Meigen la denominazione C. claviger, chiaro dimostra che l’applicò all’A. maculipennis: infatti parla di punctis duobus fuscis nelle ali. Quindi il più antico nome specifico dell'A. maculipennis sarebbe realmente claviger. (2) Bibl. N. 41. (3) Bibl. N. 44. (4) Bibl. N. 50. distinta (per esempio da Villers), da Schiner fatto sinonimo del Culex annulatus, e da molti taciuto; così lo tacciono Fa- bricius (Syst. Ant?.), Meigen, Robineau Desvoidy, Walker. — Io, e lo ridirò poi, considerata la insufficiente descrizione da- tane, sarei tra quelli, che, tacendola, considerano queste specie tra quelle, che devon essere lasciate cadere. In omaggio all’au- torità di Schiner dovrebbe considerarsi come sinonimo di Culex annulatus; ma io non posso seguir questa opinione, poichè Schrank in « Enumeratio insectorum Austriae indigenorum » descrive come specie distinte e il Culea variegatus e l’an- nulatus. Appena cito Gmelin nell'edizione del 1788-98 del « Sy stema Naturae di Linneo. (1) Il Villers (2) in « C. Linnaci Entomologia, Faunae suecicae descriptionibus aucta » enumera (nel Tomo 3; 1789) nel Gen. Culex tra buone e cattive 13 specie, e cioè: « 1. C. pipiens; 2. ciliaris; 3. bifurcatus; 4. pulicaris; 5. reptans; 6. equinus; 7. stercoreus; 8. lutescens; 9. morio; 10. annulatus; 11. fascia- tus; 12. flavescens; 13. variegatus. Di queste, il C. pulicaris, il reptans, l’equinus, il morio, già si disse non essere zanzare. — Il C. pipiens, il ciliaris, e il bifurcatus son le tre vere zanzare linneane, delle quali si riparlò. — Si è riparlato pure del lutescens e del flavescens : ma qui devo dire che il Villers accetta il lutescens da Fabri- cius, e il flavescens dà come tratto « Ex Faun. Pridr., » fa- cendone così due distinte specie; ma questo C. flavescens am- messo da Villers (nel 1789) non so se abbia nulla di comune coll'omonimo del « Systema Antl. » di Fabricius (1805), del quale già dissi. In ogni modo per me questo C'. /lavescens, che non fu poi accettato, è una di quelle mal descritte specie, che. devono lasciarsi tra la crusca nel vagliare che si fa la specio- (1) Bibl. N. 48. (2) Bibl. N. 49. ten ti N LT TTT I ART IT TT x ‘ s ESSI iii VISO » « La larva embrionaria è ovata, fortemente ristretta indietro e nell’ apice, (indietro) largamente e profondamente smargi- nata. Lobi laterali distinti, con alcuni peli spiniformi minuti ed una setola lunga. » « Antenne corte, grossette, con due art. basali globulari, più grossi; tre art. successivi, alquanto più sottili, ellittici, ma poco più lunghi che larghi, tutti forniti di un pelo; articolo terminale più grossetto nell’estremità, con un lungo pelo, ed altri minori sui lati. » « Zampe medie e posteriori più vicine fra loro che le medie e le zampe anteriori; tibia, più corta della coscia; tarso sul mar- gine interno dentato, con un pelo spiniforme alle dentature, leggermente rigonfiato nell’estremità ungueale; unghie brevi, fra lunghi peli capitati (digituli). » « Bocca con robusta armatura, labbro subcordato semplice, inferiormente solcato, nell’apice ottuso, guarnito di spinule minute. » aree aecina CEI ECO mill. 0,028 BRIO RO ron » 0,006 AO e nin » 0,004 Riveduta ultimamente la specie, a queste indicazioni pos- siamo ora aggiungere o sostituire: che quanto parve lo scudo è un involucro orbicolare, verdastro o giallastro lucente, supe- riormente convesso (fig. 2, A, 0) quasi emisferico o talvolta ristretto sui lati e bilobato, ornato sul margine da una fran- gia di raggi argentini fitti, semplici, brevi di lunghezza uguale (c), e si continua realmente, di sotto, in una faccia infe- riore piana, opaca, sbiancata, friabile, segnata, come fu detto, da 4 strie biancastre, obliquamente raggianti e corrispon- denti a canali stigmatici (fig. 2, 5, st) afferenti al margine; ma invece di esser formato o dal tegumento stesso come nei Lecanium, o da una spoglia, in parte almeno, come nei Dia- spini, questo involucro è indipendente dal corpo e composto, come i raggi stessi, esclusivamente da una sostanza di secre- zione, le cui proprietà vennnero, anche da principio, giusta- mente indicate. sp Sp Fig. 3. — Corpo della femmina matura, ripiegato sopra sè stesso, sotto l’invo- lucro, e con alcune uova nelll’interno; e, raggio, d, margine .dell’invo- lucro; sp, sp segmento posteriore del corpo rovesciato sul segmento ante- riore; r,rostro; s?, orifizi stigmatici; v, uova. (Ingrand. 1 X 35). Il corpo della femmina, rimane da questo coperto ed in- cluso, e finchè sia lontano dalla maturità, è discoidale orbi- colare, senza antenne nè zampe. Nelle femmine mature poi, un largo segmento posteriore del corpo (fig. 3, sp, sp) si ri- piega sotto l’anteriore secondo una linea trasversa, che passa più o meno al di dietro degli stigmi del 1.° paio, e così pie- gato, si retrae nel segmento anteriore dell’ involucro (V. fig. 2, 0). La bocca (») è mediana, assai distante dal margine della fronte, con clipeo largo rettangolare in avanti, di dietro trian- golare acuto, setole robuste, labbro emisferico. Anche gli stigmi, (st, st), sono prossimi al centro, sebbene continuati, nella gros- sezza della pagina inferiore dell’involucro, verso il margine CEE Se | ti | della ‘Booca, due più indietro. L’estremo posteriore, senza for- È ‘mare pigidio distinto come nei Diaspini, termina con due brevi lobi di qua e di là da una breve incisione. Sotto il tegumento | proprio, il corpo è sparso senza ordine, di sottili filiere tubulari, | con margine sensibilmente ingrossato, e lungo questo fornito di filiere geminate, in una sola serie regolarmente disposte. Oltre le filiere indicate, altre ne esistono semplici, meglio . visibili sul giovane che sull’adulto, nella parte posteriore del | corpo, situate negli intervalli che rendono ivi distinti gli i ultimi segmenti, e più numerose nell’intervallo estremo che nei due precedenti; oltre i quali, più in avanti, negli inter- | valli anteriori, vengono a mancare. : Orifizî, e quasi punteggiature minime, altre filiere si tro- | vano poi sulla faccia sternale, lungo i solchi che uniscono gli stigmi col margine laterale del corpo. i Dimensioni come vennero sopra indicate quanto allo invo- lucro, e pel corpo della femmina orbicolare, mill. 1,4-1,5 Si poteva credere che la piegatura trasversale e il rovescia- mento di un segmento del corpo sull’altro sopravvenisse quando la femmina pregnante e matura si vuotasse dalle uova o delle . sue larve; in fatto però non risulta così, perchè la piegatura | è già sopravvenuta nelle femmine, l’ovario delle quali diviso in due voluminosi e brevi racemi di guaine ovariche, a capo dell’ovidutto, ha le guaine medesime nelle quali appena è di- stinta, o non è ancora, la capsula ovigera dalla massa termi nale delle cellule vitelline. La larva embrionaria, ambulante o fissa, ma tuttavia gio- vanissima, (fig. 4, 1) è obovata, ellittica, depressa, scutiforme, | e anteriormente rotondata, e vi si può distinguere: un seg- 1 mento o lobo anteriore (cefalico) più largo e più lungo dei tre b successivi (toracici), distinti fra loro sui margini laterali per lievi incisioni: 10 segmenti posteriori, i primi due trasversi, i Anno XXIV. a : CITA Soda Ti sE det CRCR Va RR Le sovrapposti da tergo al 3.° segmento toracico-sternale, © più corti dei precedenti, più stretti, ed ornati sulla convessità | dei respettivi margini laterali di un lungo pelo capitato; i primi tre o quattro che succedono indietro a questi, sono grada- tamente diminuiti in larghezza più che in lunghezza; gli ultimi 4-5 sono inclinati dai lati verso il mezzo obliquamente, e posteriormente incavati; il penultimo, semicircolare, abbrac- cia nell’incavo il segmento estremo, incavato più fortemente D. db! l'i peli) Fig. 4. — A. Larva embrionaria già alquanto dilatata; 7, rostro; 2p, labbro poste- riore; sm, setole mascello-mandibulari; s p, segmenti posteriori dell’ad- dome; Zp, segmento preanale ed anale terminato dalle due setole estreme, e includente l'apertura anale. Ingrand. 1X150. — B. 1. Zampa media; a, anca; c, coscia; #, tibia; #' tarso. — €. Estremità dell'addome; 7, segmento preanale ed anale. — D. Antenna; b, 1.° art. d', 3.° art. (Ingrand. 1 X 400). a sua volta, ed allargato poi lateralmente in due lobi (fig. 4, 2). All’incavatura corrisponde il margine dell’ apertura anale. Ciascuno dei lobi è poi sensibilmente inciso dal lato in- terno, e diviso in un lobulo terminale più grande, armato di lunga setola arcuata, e di una setola più interna minore sul lobulo basale ed interno, senza traccia di palee o di squame pigidiali, come sarebbero nei Diaspini. ù Le antenne sono inserite molto in avanti, sotto il margine anteriore del corpo, reflesse all’ indietro ed infuori, legger- mente arcuate, grossette alla base e nell’apice, e prima di questo, alquanto ristrette. (Fig. 4, D). RI e Articoli 1°-2° della base (5) anulari, poco più lunghi che lar- ghi art. 39-77 (f) del flagello, salvo i due estremi alquanto in- | grossati, più stretti, più corti, anulati trasversalmente, subdu- | plicati, gli ultimi forniti di peli assai lunghi. . Esistono due ocelli minuti emisferici nelle insenature, fra . un lobulo anteriore e due lobuli antero laterali del segmento | cefalico. La bocca (», si 4, A) è portata fra le anche anteriori, col clipeo semillittico anteriormente allungato, e colle setole man- . dibulo massillari (sm) riunite e piegate ad ansa, col labbro (2p) — semplice, globoso, cordiforme, grossetto. Zampe (fig. 4, B) grossette, assai lunghe; le anteriori, coll’anca | posta all’altezza dell’estremo post. del clipeo, sono dirette colla | coscia in avanti e infuori, colla tibia, seguita dal tarso, piegata | angolarmente su questa, all’indentro. Zampe medie e posteriori | portate assai più all’indietro, distese ai lati della linea me- . diana, le ultime attingenti col tarso il 7.° segmento addominale. L’anca è inerme, le cosce sono ellittiche, inermi; la tibia è poco più corta sulla coscia, stiliforme, sul margine interno unidentata, e dalla dentatura armata di un pelo spiniforme; più avanti è unidentata ancora e pilifera sul margine esterno. i Tarso acuto, aceroso, anch’esso armato di un pelo dal lato in- terno (fig. 4, 5). Dimens. della larva embrionaria alquanto allungata, ma sem- pre nuda: È LEO ra A IN PAZ 4 (= mm. 0,001) 51,2 p archi rdirol.. » » 16,2 È Adtenne lungh... ......: » » 8 Clipcaftuneh. .......:. » Ù 4,8 Ì NI LI PORN » » 4,8 3 Babbrodarghi,. o... » » 3,0 » lano (biz. » » 3,6 (1) Per liberare dal guscio il corpo incluso tanto di questa che della Cocciniglia | dell’Ellera, vi sono due vie: una, meno facile, per mezzo della dissezione diretta: i un’ altra più facile per mezzo della ebullizione in tubo, o sub vitro, del corpo intiero e dell'involucro nella potassa a 15 °/,- Sciolta con questa operazione la massa del- Pe landi SAT MOLA ARIA (4 LP; > vai ta La larva subisce un incremento in ogni direzione, ma prevalente in quella trasversale, conservando ‘ancora le ap-. pendici raccolte lungo la linea sternale mediana, ed assai | evidente l'incisione posteriore dell'addome; e in questo stato non di rado rimane e si secca. Altrimenti, senza che della prima spoglia apparisca traccia ulteriore, e perdute con que- sta le appendici, la larva diviene per ampliata larghezza, scutiforme, lenticolare quasi membranosa e traslucida, e d’al- lora in avanti per assai lungo tempo, presenta alla super- ficie tergale una carena mediana sottile e denticolata minuta- mente, dai lati della quale, fino al margine, apparisce piana e lievissimamente inclinata. D'altronde, e per trasparenza, opache biancastre, si vedono dal tergo le tracce divergenti dei canali stigmatici del tavolato inferiore; e lungo il mar-. gine già formato, il raggio con filamenti brevissimi, curvati, biancastri. La superficie del corpo della femmina, ancora discoidale ma più matura, a luce reflessa è fittamente disseminata di leggeri rilievi, che visti per trasparenza appariscono come areole lu- centi separate da setti. Conviene ricorrere a qualche espe- diente di lacerazione o di dissezione nell’acqua, e meglio ancora l'involucro, rimane il corpo nudo, se giovane con perimetro discoidale, se adulto semicircolare. La preparazione poco gioverebbe agli esami ulteriori per la opacità e il co- lor bruno del corpo che la compone. Dopo varî tentativi di decoloramento con l’acqua di Javelle o col liquore di La- barracque, sono riuscito completamente, facendo macerare il corpo, levato dalla po- tassa e lavato, per qualche tempo entro un tubo, nel quale, con qualche centimetro cubo di acqua, ho messo una quantità di clorato di potassa, superiore a quella che si potesse disciogliere. Aggiungendo allora alcune gocce di acido cloridrico, si ot- tiene dapprima lenta e debole, poi più rapida la scomposizione del clorato, con gra- duale sviluppo di cloro, il quale dopo aver agito per un primo contatto in istato nascente, rimane sciolto a formare un’ acqua acidula clorata; la cui azione decolo- rante continua ad esercitarsi. Se dopo di questo, o nel tubo stesso della reazione, o fra i vetri del portoggetto, il preparato si tratti di nuovo colla potassa, di giallo e ancora in gran parte opaco, diviene rosso carico, acquista traslucidità, che la ebul- lizione fa diventare trasparenza, tanto che i contorni divengono abbastanza chiari per limitare nettamente la superficie chitinosa esterna e quella delle nova o delle larve contenute e per riconoscere particolari, che si può trattar di vedere. x Da l’acqua con cloruro di sodio, a 0,01 o a 0,0075, per rico- i moscere che quei rilievi e quelle areole corrispondono ad al- | trettanti corpuscoli sferoidali, incolori, traslucidi, che tali . quali, possono uscire e spargersi nel liquido ambiente, o mo- ) strarsi circondati a distanza (operando specialmente nell'acqua, | pura) da una membrana, e, separati da questa per una so- | stanza granulosa intermedia, formare altrettante cospicue ves- È sicole, (secondo la posizione o le compressioni, irregolari, ovali ‘© piriformi), delle quali i corpi lucidi rimangono ad occupare la parte centrale. Si vede poi che l’estremo più acuto delle vessicole piriformi si mette in rapporto con una delle due estremità di un corpo cilindrico o tubuloso, di quelli già indicati 3 come filiere dal Signoret e da noi, e dei quali il primo dice | coperto il corpo del minuto animale. — Queste filiere o tubuli, È in ogni modo brevi, e sottili, si vedono, per dislocamenti sof- 3 ferti, diretti in ogni senso, essendo probabilmente radianti e di- | sposti con ordine in posizione naturale; e per quanto dopo il rigonfiamento della vessicola, che avviene durante la prepara- 4 zione, questa comparisca superficiale e il tubo profondo, è ap- | punto l’inverso, e il tubo organo escretore della vessicola guarda l'esterno, e coll’estremo libero tocca la superficie. Si tratta com'è chiaro di glandule unicellulari, ma certo che nè cel- — lule, nè tubi escretori o filiere appariscono sporgenti al di fuori. La membrana delle cellule, anche rigonfiate e distese, è assai resistente, la sostanza che la riempie è traslucida sot- tilmente granulosa, coagulabile dall'alcool e dal sublimato cor- rosivo, si colora al carminio, si scioglie colla potassa; la massa limpida che finalmente si trova nell’interno, fortemente refran- gente, poco o punto solubile nell’acqua, nell’alcoo], anco nella potassa bollente, forma essa sola il corpo sferoidale, che si vede alla prima, o che sospeso nell’acqua resta distinto o si aggrega più spesso, senza confondersi, che confondendosi co- gli altri di vessicole diverse nella preparazione. Vedremo più tardi la parte di questi corpi e di questi prodotti nella formazione dell'involucro esteriore. La A Se In una sezione verticale dell’ insetto denudato dall’involucro | esteriore e sottoposto ai trattamenti necessari, ed al taglio al microtomo (fig. 5, A), si trova fra la superficie tergale (supe- riore nella figura) e quella sternale, un tessuto che converrà riprendere per definire più esattamente, ed in questo, dove il taglio cada opportunamente, le sezioni di altri organi conte- nuti. Il tessuto sopraindicato è d’altra parte traversato da ' Î PS Li ——- ri SI bar— rd 4 Fig. 5. — A. Sezione verticale del corpo dopo i trattamenti, al sublimato corro- sivo, al carminio boracico ec.; @, strato cuticolare da tergo; db, d, 6, cellule secretrici; c, corpuscoli connettivi (?) di confluenza a sottili filamenti, di- sposti in reticolo fra le fibre verticali c' c'. (Ingrand. 1 X. 150). B. Celluie secretrici isolate, ingrandite più fortemente; p, sostanza gra- nulosa colorata; g, areola chiara vuota, o in cui si trova il corpo colorato , rv, in connessione col cilindro colorato s, s, rappresentante il dutto escre- tore. (Ingrand. 1 X 400), a delle fibre rigide (c’), che vanno da un margine all’altro della sezione cioè dalla superficie tergale alla sternale, del corpo stesso, e che pure converrà definire. Lungo il contorno cor- rispondente alla faccia sternale (inferiore nella figura), nulla ap- parisce se non il tessuto indicato e il contorno medesimo; in- vece fuori del contorno della parte tergale non è difficile di distinguere prima una sottile lamina (a) probabilmente cuticolare e chitinosa, tenue e minutamente grinzosa che si distacca, e sotto di essa uno strato composto delle cellule (8, 8) sopra ri- cordate, una dall'altra distinte come senza rapporto colle fibre di cui si è fatto parola, mantenute in posto colla fissazione operata, della forma e composizione descritta, e che anche mag- \giormente ingradite (fig. 4, 3) appariscono come sferule, con- tenenti una zona granulosa riccamente colorata (p), in mezzo alla quale trovasi una sferetta incolora (9), con un corpuscolo più centrale, colorato (+), mentre un breve cilindretto colorato 19 , >; . . . . a . ® . . anch'esso (s) si dirige di dentro in fuori, e termina nel con- torno superficiale. (1). COCCINIGLIA RAGGIATA DEFORMANTE DELL’ELLERA. Asterolecanium massalongianum (n. sp.) (fig. 6, 7). ‘Più voluminosa della precedente, con margine ugualmente raggiato, trovasi l’altra specie, aderente, come si è detto, alle foglie, ai piccioli, ai ramoscelli teneri dell’ Ellera e fu rinvenuta, come fu detto, a Verona dal ch. prof. Massalongo nel 1891, più tardi nell’autunno decorso anche a Padova dal prof. A. Berlese, che ce ne forniva in condizione naturale buon numero di esem- plari, associati in posto a molta copia di Aspidiotus Hederae Sign. Involucro esterno (fig. 7. A, B, C, 6) come nella specie prece- dente, traslucido, sopra una faccia inferiore aderente, piana, obovato, ellittico, dalla faccia di sopra, convesso, in avanti largo (1) A questa forma della sua specie della querce, il Signoret attribuisce un maschio, che per conto nostro non abbiamo potuto osservare, ma di cui riporteremo più avanti la descrizione. Con essa si trovano però non di rado maschi e femmine dell’Aspidiotus Ilicis, e lo scudo dei primi ellittico allungato carenato, porta trasver- salmente più o meno una spoglia diaspiforme, orbicolare, ovata, tenuissima, gialla, circondata da un margine tenue distinto dalla espansione cerosa granulosa, che forma il guscio per la massima parte. La ninfa varia rispetto alle macchie ocel- lari, prima 4, due anteriori, due posteriori, poi ravvicinate e confuse: per la promi- nenza dei corpi delle appendici, per l’estremo anale, prima inerme, poi protratto nella teca caudale, dell'apparato fornicatore, ma prima che questo apparisca, l’ad- dome anulato si termina, come nella larva della femmina, con due tubercoli laterali setiferi, fra i quali viene poi a sporgere la teca di quello. Noi abbiamo trovato per una ninfa di questo già assai avanzata: Corpo senza la teca genitale. . . . lungh. m, 63 IGO RS Se at n n 12 Corponel torace. ». . +... . + largh. » 29 n nell'addomerto agata reo n neNSi PRE 101GAdRtO, ere Liana soi leggermente com - presso quasi carenato, e dall’alto al basso attenuato, con mar- gine intorno intorno continuo, raggi doppi ravvicinati, in due. serie, nell'estremo posteriore inciso bilobato. Fig. 6. — Asterolecanium massalongianum; a, a, a, in posto su piccioli o rami deformati di Ellera. Gr. nat. b a st (n Ta A. B. “ (96 : Fig. 7. — Idem isolato; A. dalla faccia tergale; a, raggio; b, margine dell’in- volucro, c, corpo dell'animale giovane dentro l'involucro; d, filiere. — B. Idem dalla faccia sternale; st, solco stigmatico anteriore; v, uova effuse nella cavità dell'involucro. — €. Idem da tergo, più avanzato in età; e, corpo della femmina retratto; v: uova, c, s. — (Ingrand, 1 X 15). Corpo della femmina incluso nell’involucro, e in stato di maturità poco avanzata (fig. 7, A, c, B), come nella prima specie, discoidale, depresso carenato superiormente, con margine dovunque intero, e superficie sotto assai forte ingrandimento areolata, ad intervalli di qua e di la dalla carena mediana tra- sui : fi. disposte a dor successivi, secondo la direzione trasversa © longitudinale del corpo. Margine alquanto ingrossato, ricco s di filiere geminate e di filiere semplici tubulose in più serie. 3 Antenne zampe nessuna. Bocca al solito mediana, con clipeo | robusto, pentagono, in avanti squadrato, con angolo posteriore assal acuto, sostenuto da forti apodemi, e sotto di esso le basi « delle 4 setole mandibulo-mascellari, convergenti dall’avanti i all’indietro nell’angolo del clipeo medesimo, e nel mezzo ad esse, distinto, il tubo faringeo. Labbro posteriore semi-sferoidale quasi conoide, acuto po- steriormente, aperto in avanti e sostenuto da un cerchio chi- | tinoso ingrossato, intorno all’ apertura. Stigmi (5, st) £4lateralmente, due in avanti all’altezza della bocca, due poco più indietro, con peritremi tubulosi, nella superficie interna delle tubulature trasversalmente solcati, verso RS la) Pio tI MORE PRI OLO TRES TAPII l'esterno dilatati in un lembo, irregolarmente lobulato, comuni- cante pel solito canale col margine. Margine del corpo, di contro ai solchi stigmatici lievemente inciso nell'estremo posteriore bilobato; lobi rotondati, brevi di qua e di là dall’apertura anale, circolare, con alcune spinule intorno. La stessa femmina a maturità più avanzata è, come nella specie precedente, trasversalmente ripiegata sopra sè stessa. 9 — 9. Segmento dell’addome; 10 — 10. Detto in forma di lobo preanale ed anale, munito di Xe setola lunga e di setola breve all’interno sc. sa — sa, Setole anali. Fig. 9. — Larva; estremità dell'addome. La larva non bene sviluppata, o ancora involta nell’uovo o di poco uscita, presenta con quella dell’altra specie notevoli rapporti, non senza però qualche differenza. Così il corpo ovato ellittico, colla estremità anteriore rotondata, presenta già sul È tr la pe Casi A GI e at Prg) È SIE LAI da #7 w GLIO e DA © ig SETT be “- T 22'DOR FCE ARI SE dorso due o forse tre serie longitudinali di filiere geminate, due delle quali divengono filiere del margine. Il penultimo segmento (fig. © -‘) del corpo, in forma di mezzo cerchio, ab- braccia come nella sp. precedente l’ultimo, il quale più profon- damente e largamente scavato indietro, forma due lobi roton- dati lobulati a loro volta (fig. °- ‘) e dei quali i lobuli esterni, maggiori, preanali, portano una setola lunga, mentre brevis- sima (sc) è l’altra dei lobali interni anali ancor essi poco distinti. » Lung. del:carposso a RR H (= mm. 0,001) 45,2 arena ini) RS SARA E 21,5 » dell’insenatura poster. fra i lobi anali... 4,8 Diam,.-Aell'aperbura anale; api 9, Zampe del paio....... I les Zi Da Coscie flungh=s ra ‘(,9 7,8 84 Tibae;sats IR o 6, 6,0 6,0 Dandojsgnnn za ER 2,4 2,4 2,4 Lnehwa:sco cita e; 1,5 1,9 1,5 Labbro-larsgh,-‘allazbaBe! 07. eten 1,2 » lungh. nin G'ele10 vuo die gie ate sata I Pinton ae ene 4,8 Antenne lungh. ..... PETRI pater 10,8 Le antenne si compongono di 6 articoli, poco differenti fra loro, e dei quali il primo globulare è più grossetto, il secondo alquanto più lungo di esso e della stessa grossezza; il 3.°, 4.° e 5.° sono più ristretti, alquanto più lunghi che larghi, muniti di una breve setola verso l'estremo anteriore, l’ultimo è sen- sibilmente rigonfiato, con 4 o 6 peli posti a diverse altezze, e oscuramente subarticolati. Dato conto delle due specie, niuno dubiterà di doverle di- stinguere fra di loro, salvo il vedere come e fino a quanto. possano convenire pel genere, ed a qual genere debbano es- sere riferite con più ragione. Cominciando da questo punto, la specie del Leccio, dopo avere eliminato il caso di assimilarla all’ Aspidiotus Ilicis di Signoret, (del tipo, secondo questo dell’ Aspidiotus Nerd), venne CRAIG già identificata da noi coll’ Asterolecanium quercicola dello stesso autore (1) (Lecanium quercicola Bouch. Stett. Ent. Zeit. Ley: i dal Signoret medesimo, d’altra parte identificata con una dl po ‘ciniglia degente sulla scorza di una vecchia querce del Bois de | Boulogne, portata da Audouin davanti alla Società entomolo- { gica di Francia, col solo nome di Coccus, nel 1836 (2). Di questa specie, conosciuta fino allora sulla querce sol- | tanto, il Signoret, completando ed estendendo le troppo som- i marie descrizioni di Audouin e di Bouché, aveva osservato e | riconosciuto ch’essa si presenta in due stati; in uno dei quali è di fatto, come per Bouché, « quasi circolare, convessa, ru- gosa, bruna, lunga 1 mill. >», e nell'altro è « giallo-pallida, « lucida, trasparente, con una macchia di bruno, scuro, pro- dotta dalla spoglia respinta verso questo punto... con un lobulo I rotondato all'estremità anale, e di sopra delle strie tra- sversali, che rappresentano la segmentazione dell'addome ». ARPIRIOI + RT AO » r A A « Il tegumento poi » sempre secondo Signoret « presenta « sututta la sua superficie un’assai grande quantità di filiere, in . « forma di tubi, ma distanti l’una dall’altra. Il contorno del > corpo è ciliato di una frangia (fimbriatura) tenne e radiata, « secreta dalle aperture, che si vedono sul margine stesso. — « La frangia è inoltre doppia, e formata da una serie di < grandi tubi ravvicinati due a due dipendenti da filiere con « aperture doppie, e di un’altra serie (di tubi minori) con « aperture più piccole ancora, poste sotto le prime ». Continuando, lo stesso Signoret aveva anche aggiunto: « Questo insetto è perfettamente applicato sull'albero, o quando « si distacca dal luogo che occupa, si osservano come per i « Lecaniti, delle traccie farinose, corrispondenti agli stigmi, « che si trovano sul posto da esso occupato. La scorza del- « l’albero forma un orliccio (bourrelet) assai forte, nel quale (1) Relazione sui lavori della R. Stazione di Entomol. agr. di Firenze per gli anni 1883-85, pag. 39. (2) Aupovin. Ann. Soc. ent. Fr., Serie I, T. I. — Bullet. pag. 29 (1836). SIGNORET, Op. cit. Ser. 4, T. 10, p. 279 (1870). « esso (l’insetto) è come incassato e difficile ad esportare..... » Ravvicinando poi genericamente con questa un’altra forma E trovata più tardi a Nizza, non sulla Querce ma sul Leccio stesso (Chène vert), il Signoret scopriva il maschio di questa, il guscio del quale era, a detta sua, « ovato allungato, lungo 1 mill. largo « “i di mill.; giallo chiaro lucente, leggermente carenato, con « margine elegantemente frangiato come quello della femmina. « L’ insetto poi è di color bruno sulla testa e .il torace, giallo « chiaro sull’addome, la cui base è più scura; antenne e zampe « nere, protorace e mesotorace più scuri; fascia trasversa del « metatorace e occhi, neri. — Elitre grandi, largamente ovali, « bianco-grigie trasparenti. Addome largamente rotondato, « stiletto giallo scuro, più lungo di esso, (mill. 0,55 invece « di 0,35) ». (1). Di questo maschio non abbiamo fin qui rinvenuto traccie per la nostra forma del Leccio, quantunque ne renda molto probabile e necessaria l’esistenza, la presenza nella femmina di una ben distinta vescichetta copulatrice lungamente pedun- colata, al punto dove i due rami o calici dell'ovaio conflui- scono nell’ovidutto; ma frattanto, differenza di abitato anco della sola femmina, il Leccio e non la Querce; discordanze che appariscono sensibili nel confronto della descrizione dell'una specie colla osservazione dell’ altra, dopo aver tenuta per buona una volta l’assimilazione delle due, fatta dal Signoret, ci indussero a distinguerle fra di loro, e lasciando alla prima conosciuta il nome di Asterolecanium quercicola, già attribui- tole, introducemmo il nome specifico di ilicicola per la seconda. Tratti in errore però dalla consistenza del guscio di que- sta, senza tener conto del raggio che lo circonda, e di tutto quanto si conosce sulla formazione degli scudi nei Diaspini, e della definizione del corpo delle loro femmine, specialmente nella regione. anale, ci venne fatto di portare la specie del (1) Ann. Soc. ent. Fr., 1876, pag. 606. — Bullett. pag. 209, costituendo per essa il gen. nuovo Asterodiaspis (op. cit., loc. cit.). sta, sea il a in un genere pur Dan gran tempo e da noi stessi istituito, a spese dell’Aspidiotus Lauri Bouché, col nome di Aonédia, (1) denominammo la specie col nome di Aonidia ilicicola. (1). Ora però si torna al primo giudizio e alla prima defini- zione, e la stessa specie, benchè distinta da quella del Signo- | ret raggiunge quest’ultima nel genere Asterolecanium, dove ambedue hanno realmente il loro posto migliore. A. questo genere già pel Signoret si riferivano, oltre l Ast. quercicola, un’ Ast. Bambusae, un’Ast. miliaris, e con dubbio ancora un Coccus aeliodes Costa, avendo poi tutte per tipo comune un Asterolecanium aureum, fondato sopra una specie vivente della Marantha vittata, comunicata, ma non descritta da Boisduval, e che noi, costituendo altra volta il genere | stesso, avevamo incontrato sopra una specie di Oncidium (Or- | chidee), dei giardini del R. Museo di Firenze. Alla istituzione nostra, fondata su questa unica specie, e quasi nominale, il Signoret diede colla sua autorità, il fon- damento di una descrizione diffusa tanto dell’una, che di tutte le altre sopra ricordate, e una descrizione generica, secondo la quale esse « portano sul disco dorsale e nel margine, delle « filiere, d’onde esce una frangia persistente, che però sul _ <« dorso sé agglomera e forma un tutto continuo, ciò che nel- 3 « l’età avanzata costituisce una pellicola consistente crostacea «edi aspetto perlaceo, che involge tutto l’insetto. Quando poi « le femmine hanno deposto le uova, è corpo è respinto verso — « îl margine cefalico, di modo che non si vede più altro che | « un sacco che contiene le uova, e che si prende per il corpo « stesso della femmina ». (2). i Noi tenteremo fra non molto di porre la diagnosi del he (1) Tara. Tozz. Introduzione alla 2.° memoria per gli studi sulle Cocciniglie. | Aîti della Soc. it. di Sc. nat. 1868. Relazione cit., pag. 422 e seg. @) Sicnorer. Ann. Soc. ent. de Fr. Ser. 4,2, T. 10, pag. 276 (1870). CT A a. genere Asterolecanium sopra basi in parte diverse da quelle | dell’involucro, del raggio, e della retrazione del corpo delle femmine, e anche dei caratteri del maschio, comunque più importanti a completarla almeno per quella specie unica pre- sentemente nella quale è conosciuto. Però fin d’ora le cose riferite correggono alcune delle idee del Signoret, non tutte, neanche sempre rimaste conformi, per lui. Così è per il corpo della femmina retratto in avanti, come egli giustamente ha veduto, che in alcune specie però si piega in traverso, ed anche prima della pienezza delle uova, ma non è mai non come il Signoret ha detto una prima volta, una spoglia che fa apparire una macchia bruna, a una delle estre- mità dell’involucro giunto a certo grado di maturità. L'’involucro delle femmine, non ha nessuna relazione diretta, nè in origine nè poi, col corpo incluso, e non va paragonato pertanto con un ordinario scudo di Diaspino o di Lecanino; ma è veramente un prodotto di secrezione, gli organi della quale sono, pel raggio, le filiere marginali, pel disco, le cellule e i tubi escretori che sono stati superiormente indicati. (Pag. 219 Do: 0), Quanto ai raggi, la disposizione loro corrisponde a quella _ delle filiere stesse, e non vi è bisogno di lungo discorso per intendere, come la loro sostanza derivi dagli organi che hanno rapporti con gli orifizi di quelle. Altri gruppi di raggi che appariscono sul tergo dello invo- lucro nell’Asf. massalongianum e nell’Ast. aureum, che non si vedono nell’Ast. zZicicola, hanno origine anch'essi da altre filiere ed altri organi. La sostanza dell'involucro è continua infatti, ma non per coelescenza d’altronde di prodotti formati distinta- mente, ma del secrèto nell’atto della sua formazione. Tutto questo ammesso e riconosciuto, viene da sè la ragione di ritirare dai Diaspini e per conseguenza dal gen. Aonidia, le specie del leccio e della querce, restituendole al nostro gruppo dei Lecanodiaspini, dove furono ben collocate dal Si- gnoret, riconoscendo una volta di più l'opportunità del genere Asterolecanium, in cui vennero comprese. Noi non vediamo però necessaria od opportuna altrettanto, la costituzione del nuovo genere Asterodiaspis, che il Si- | gnoret avrebbe proposto per le specie, o forme, secondo lui, i della Querce e del Leccio, o anco dell’ultima sola, pigliando 9 per criterio lo scudo o involucro (?) del maschio di essa in particolare, più di Diaspino che di Lecanino: o di qualche particolarità dell’ apparecchio genitale del maschio stesso. Infatti i caratteri del maschio, isolatamente presi non po- trebbero prevalere su quei delle femmine più numerosi e co- spicui, sempre nel caso dei Coccidei, ed i quali appunto nel caso nostro, non essendo di Lecanini, nè potendo affermarsi di veri Diaspini, conviene di riconoscere come intermedi, come nel genere Asterolecanium appunto sono considerati. Il Signo- ret però nel definire la divisione, dei Leconodiaspini e poi i generi stessi che vi sì comprendono, il gen. Asterolecanium fra gli altri, tenendosi ai criteri della forma, della origine degli involucri, neanco sempre chiaramente intesa, perde di vista o non considera assai i caratteri molto più importanti, dedotti della terminazione dell'addome delle femmine, che, comunque ridotta in tutte le specie, ma variamente, e più e meno dall’una all’altra, dimostra nella diversità la convenienza reciproca di tutte, e la convenienza col gruppo in cui son collocate. Tutte infatti, ceduto alla natura dei Diaspini quanto occorre per rinunziare alle antenne ed agli arti nella metamorfosi, . le specie del gruppo conservano le espansioni del penultimo e ultimo segmento addominale, con tali forme da ricordare i lobi caudali e precaudali dei Lecanini, in tal grado e forma però che conviene solamente al gruppo al quale le diverse forme appartengono, mentre d’altra parte si distinguono da quelle, che si riconoscono nelle specie o forme dei generi affini. quale ci hanno ricondotto, oltre i richiami già fatti necessa- COCCINIGLIA RAGGIATA AUREA DELLE ORCHIDEE. Asterolecanium aureum 7aury. Tozz. E ora alcune osservazioni sull’Asterolecanium aureum, al riamente, anche l’occasione di studiarlo un’altra volta sul viva. cettò la nostra determinazione, questa specie trovasi sulla Ma- Per il Boisduval, che la scuoprì e per il Signoret, che ac- | ranta vittata; noi l'abbiamo incontrata, come si è visto, sopra i falsi tuberi e le foglie di una specie di Orchidea, e secondo l'indicazione di un nostro antico preparato, sopra una specie di Anthurium. d'a da e Ti Fig. 9. — A. Frammento di pseudotubero con i corpi e della femmina degli « « « « « insetti. — B. Involucro e femmina assai giovane da tergo; «, raggi margi- nali; «' raggi tergali; &, margine dell’involucro. — 0. Femmina più matura dalla faccia sternale; c, corpo retratto nella parte anteriore dell’involucro; sta, canale stigmatico anteriore; stp, canale stigmatico posteriore; w, uova. Ingrand. Di essa dice il Signoret (1) « la pellicola che circonda le uova è giallo di oro trasparente, di consistenza cornea, or- nata intorno intorno da una frangia simile a quelle di al- cuni A/eurodes, e composta di due serie di tubi di due spe- cie, in una serie ?| più piccoli che nell’altra; quelli della serie maggiore si riuniscono fra loro in gruppi di 5 a 6 (1) Ann. cit. Op. cit. p. 277, Ser. 4. T. 10, (1870). uliirà cain iti ti iii ittica ni [E PT PRI Sg ATTO (È VOTARE LU ti TL drittamente radianti, con un intervallo occupato da un « gruppo di due, radianti anch'essi, ma riuniti per la base, divisi alle estremità, per ricongiungersi con queste rispetti- vamente da un lato e dall’altro ai tubi maggiori dei gruppi vicini. La serie più piccola è formata di tubi riuniti due a due, e disposti in modo da formare una ghirlanda con- tinua. I tubi son poi formati da filiere di due specie: una di filiere più grandi a doppia apertura, l’altra di filiere mi- nori. Il corpo della femmina adulta è poi, com'è stato già riportato, rotondato come il guscio, ma con una parte anale conica, dilobata, con piccoli lobi terminati da un lungo pelo. Il guscio (coque) aperto, quando la femmina ha deposto le uova sì trova pieno di queste, che hanno respinto il corpo verso la porzione cefalica, di cui la tinta è più scura. Fig. 10. — Asterolccanium aureum Targ. A. Raggi del disco; », raggi mag- giori; 7’ raggi minori. — B. Disposizione delle filiere nel margine; f, filiere geminate; f,' filiere tubulari. Ingr. 1XX400. « La larva embrionaria è due volte e mezzo più lunga che larga, pure bilobata all’estremità anale, e coi lobi terminati da una setola a modo dei Cocciti, non dei Lecaniti. — Il rostro è monomero (sic) coi filetti (setole mandibulo-ma- scellari) lunghissimi; le antenne sono di 6 articoli; gli occhi piccolissimi, sono vn poco al disotto di quelle. La (97 ) Anno XXIV da Lf a af "a «< frangia, diversa da quella dell’ adulto, si compone di tubi 3 « cortissimi, contigui uno all’altro, e ricurvati in modo da for- « mare un T; ma ben presto i due rami si allungano e si va lai « piegano inversamente, formando due C, che si toccano per. « la convessità. Nello stesso tempo una secrezione minore (plus « petite) si forma di sotto, e molte frangie si formano sul « tergo, formando una doppia serie nel mezzo, e una verso i « margini laterali. » La forma che abbiamo sott'occhio, certamente identica a. quella altra volta incontrata, sulla quale specie e genere furono nominati da noi stessi, sebbene descritti più tardi dal Signoret coi termini sopra indicati, è appunto per quanto all’involucro, di figura ovale, per la estremità posteriore assai ristretta, per l'anteriore largamente rotondata, molto depressa, nel mezzo del tergo fra due depressioni longitudinali submediane, per- corsa da una carena assai distinta, e circondata da margine sensibilmente rilevato, contornato da frangia di raggi come il Signoret gli ha descritti. Di qui e di là dalla carena me- diana si partono due carene laterali, che divergendo in avanti e di dentro in fuori, secondo la direzione dei canali stigmatici sottoposti, raggiungono il margine. La superficie è fra i rilievi delle carene e del margine minutamente areolata, e sull’adulto più che maturo, meglio che sui giovani, presenta anch'essa dei gruppi di raggi non bianchi nè gialli, ma rosso-bruni, facilmente caduchi, e che affettano una disposizione in più serie trasversali e longitudi- nali, disposte, sulla carena mediana e sui rilievi contigui ad essa. (Fig. 9, Bb, 0). La faccia sternale è piana, levigata, e presenta in avanti, per ogni lato, le due tracce oblique, che corrispondono alle carene laterali del tergo, indicando il corso dei due canali stig- matici. (Fig. 9, C, sta, stp). L'estremità più angusta dell’invo- lucro stesso presenta indietro una evidente smarginatura, che termina uno spazio interno vacuo ristretto, cui sta davanti, quando l’insetto è maturo, uno spazio maggiore, occupato in fusa, ma assai bene SEO talvolta, in due masse laterali. Davanti alle masse delle uova si trova sempre nell’adulto, «come una macchia bruna che trasparisce, ed è il SR, della fina retratto, ma non ripiegato sopra di sè. (Fig. 9, C, 0). Tutto l’edifizio del guscio, o involucro, e dei raggi spalniste al solito sotto l’azione della potassa bollente, restando le uova | libere o incluse, ed il corpo della madre soltanto in uno stato 0 nell’altro. - Lai DE N ie ul'o o 6 Ga | la n 4 |@ fe 39 9g A. È: Fig. 11. — Asterolecanium aureum Targ. A. Larva da tergo; 0, occhi; ft, filiere tergali; fim, filiere marginali; 2p, lobi preanali ed anali. — 5. Idem F dalla faccia sternale; 0, occhi; cl, clipeo; 2, labbro; sm, setole mandibulo- È mascellari; fin, Zp, come nella figura precedente. — C. Ultimi articoli di una zampa; co, estremità tibiale della coscia; #, tibia, #/ tarso. — D. An- tenna; db, 1.° articolo basilare, seguito dal secondo quasi uguale, e dal fla- gello /l, fl, i di cui articoli, 5 a 6 poco definiti e trasversalmente striati. «__Ilcorpo della femmina, giovane ancora, è disteso dall'enorme MI volume delle sue ovaie, e indipendentemente da particolari ana- | tomici, sui quali vi sarà tempo per ritornare, riempie l’involu- cro completamente, modellando quello sopra di sè. Depresso, pertanto rotondato, semplicissimo in avanti e sui lati, termina indietro con una estremità ristretta, conoide rotondata, divisa appena in quattro lobi mammillari, separati fra loro da breve intervallo. Ciascuno dei lobi laterali è più manifestamente che nelle specie del Leccio o dell’Ellera, diviso in due lo- buli, uno più esterno, e maggiore dell’altro, e terminato da ea.) d'a < FLP JI ONZAE À n o ea n d una setola lunga (lobo preanale); l’altro (lobo anale) più pic- a colo terminato da una setola spiniforme, brevissima ed è interno e sottoposto al primo. Sotto e di mezzo all’apparecchio caudale così composto di due lobi precaudali e di due lobi cau- dali, che meglio ricordano i Lecaniti, e dovuti al penultimo e ultimo segmento dell’addome, distinti soltanto in parte pel margine, giunge dall’avanti all'indietro una breve tubulatura anale, probabilmente retrattile, alla fine della quale, posterior- mente, si affaccia la solita corona di peli spiniformi. Di ap- pendici articolate nessuna traccia, se non per la bocca, com- - posta del rostro, triangolare indietro, colle basi e terminazioni setiformi delle mandibule e delle mascelle, ed il labbro orbi- colare minuto. Intorno al margine del corpo dovunque esiste una serie semplice e continua di filiere con aperture geminate, e sul di- sco della faccia tergale altre filiere sparse, geminate ancor esse, ed altre semplici e puntiformi, e colle tubulature che hanno apparenza di peli. La larva (Fig. 11 A. B.) recentemente fissata, ma con- servando ancora gli attribuiti del primo stadio, è gialla, di forma ovata allungata, coll’estremo anteriore largamente ro- tondato ed integro, quello posteriore troncato e bilobato; ed è poi divisa nel corpo, in una reg. cefalotoracica, che da tergo prende ‘| della lunghezza totale, e in una reg. addominale, di- stintamente segmentata in 10 segmenti; dei quali, 1 primi tre, di lunghezza uguale, conservano la larghezza del marg. post. del torace, disponendosi trasversalmente, gli altri si ristrin- gono gradatamente dal primo all'ultimo e si accorciano al- quanto, tenendosi trasversi colla parte di mezzo per un terzo della larghezza loro, inclinandosi davanti indietro e di fuori indentro ai due lati. L'ultimo, o piuttosto gli ultimi due (Fig. 11. /p, fig. 12. Zp, lp) sporgono alquanto infuori e all’in- dietro, ai lati di una assai larga incisione mediana, con due lobi, suddivisi ciascuno in altri due, ed il primo di questi più esterno preanale si termina, al solito, con una setola, l'interno, » nale più piccolo con una semplice punta spiniforme; fra l'uno e l’altro dei due, si apre il tubo anale con una apertura cir- colare radiata. (ag). Il margine intorno al corpo è sensibilmente crenulato e dai . rilievi sporgono con eleganza a due a due, i prodotti delle filiere | marginali, ancora brevissimi, paralleli, leggermente curvati, che poi si allungano, e in parte esagerando le curve si piegano ad arco inversamente. Di questi, 4 per ogni lato, compariscono di qua e di là sui lati della regione cefalotoracica (/t, filiere ter- gali) gli altri, filiere marginali, uno a uno sul margine laterale di ogni segmento addominale. (Fig. 1, fm). Però, fra i gruppi maggiori, compariscono altre minute sporgenze, il numero delle quali dovrà crescere cogli incrementi ulteriori del corpo. ag Fig. 13. — Estremità posteriore del corpo; la, estremità posteriore dell’antipe- nultimo segmento addominale; Zp, Lobo preanale bipartito in due; /p', segmento; ag, apertura anale. Sul dorso poi compariscono, come sull’addome, e in quattre serie longitudinali e tante trasverse quanti sono i segmenti dei tubercoletti lucenti submediani, e submarginali. La faccia sternale presenta le appendici ordinarie. Le an- tenne inserite inferiormente, per tutta la base, e anche più, al di dietro del margine frontale, e per la lunghezza della base stessa, distanti fra loro; il clipeo breve, all’altezza delle zampe anteriori, e più indietro, il labbro conoide ottuso -o0 cordiforme, quasi globulare, poco più lungo che largo; lo zampe, colle solite disposizioni, ad articoli lineari grossetti, dei quali poi il tarso, conoide, è fittamente denticolato (Fi- gura ll C. è. Lei i; Dimensioni dell’adulto e delle larve. i “> Adulto senza il raggio dal marg. anter. al- 4 ST l'estremo anale................. # (= mm. 0,091) 1,280 :B Diam. trasverso ..... RI AETEE CASINI SIETE » 0,81 Raggi-masglorti lune Se a de ti Co » 0,28 Id. » lare bi A ARRE 0,02 1 Hove light Sa RAR ont Sa 0,15 À Barve dunphis. 0. SIGLE FARE Sri pl ie iS 2,50 3 Antenne lungh. ........ o ce e AR N 0,52 i Profondità dell’ insenatura post.............«.. » 0,16 7 Largh. delle troncature post. fra i due peli.... >» 0,29 $ Labbro..... En: E OR rta Sa” 0,19 È Zampe medie lungh. È ossia #00 AR RAR TIE SETT IA + 0; E dies LE OSLO >» 0,29 È Marzo adi LESIVE NAT LI SAI ENER AI, 0,02 Filtere danghib. eno RN Ra RA » 0,25 | DIAM TLASVENSO SRI ESA MERO Bd A na » 0,10 i Raggi maggiori lungh. .... pa A RA fo AR) 0,26 » OMAOTI 10 tte an rar > 0,13 1 Grossezza dei raggi doppi............... Lat » 0,15 Wova:-tanebii mado Mao I, ar > 0,18-20 > Adatto har iii SCART rg, 0,7-S Riassumendo si avranno pertanto tutte le specie fin qui esaminate nella famiglia COCCIDAE Leach. Trib. LecANoDIASPINAE nob. (Lecanodiaspites olim) (1). Foem. Indumento vel crusta libera involuta, apoda, sae- pissime erantennata, vesiculosa, postice lobulis analibus, prae- nalibusque minimis, praedita. Maris, armatura genitalis, ut in Lecanitibus. (2) 1) Taro. Tozz. Sopra due nuovi generi di Cocciniglie. Bull. Soc. ent. ital. 1869. — Sicnoret, Ann. Soc. ent. Fr. T. 10. pag. 237. — Tare. Tozz. Introduz. alla 2.* mem. sulle Cocciniglie, cit. Atti della Soc. ital. delle Sc. naturali. (2) Introd. alla 2." mem. sulle Cocciniglie, Atti della Soc. it. delle sc. nat. ves ef +. LE RATA AE St Gen. Asterolecanium Targ. Tozz. Introd. cit. (1). 3 Foem. Involucrum scutiforme radiatum; corpus, in primis | È discoidale, postice apiculatum, în matur tate, ad apicem involucri | interne retractum, in margine fusis seriatis eminatis, in disco 1 seimplicibus piliformibus praeditum. | Mas. Scutum aspidiotiforme, elongatum, lineare, margine te- nui radiato (Stignoret), vel ignotus. Asterolecanium aureum Targ. Tozz. Introduz. cit. i Signoret, Ann. de la Soc. ent. de Fr. Ser. 4. T. 10. p. 276, Coccus Boisduval. i Foem. Involucrum discoidale, postice brevissime angustatum, q libus deciduis ornatum; corpus, in primis discoidale aureum, lobis preanalibus analibusque longiusculis; deinde ad apicem in- volucri retractum, virescens. Larva obovato-elongata, margine E fusis seriatis praedita, postice angustata biloba; lobis praea- nalibus analibusque longiusculis, seta gerentibus. | Vivit in Maranta vittata (Boisduv.) in Oncidio sp. foltis. (Targ.) Asterolecanium ilicicola Targ. Tozz. $ A. quercicola Targ. Tozz. (non Signoret) Relaz. sui lavori fi della Staz. di ent. agr. di Fir. 1853-85, pag. 39-44. Asterodiaspis quercicola Signoret. Ann. cit. Ser. 5, T. 6, p. 606 (1876). Aonidia ilicicola Targ. Tozz. Relaz. cit. p. 422, f. 54. Foem. Involucrum crustaceum discoidale converum, pellu- cidum, luteo griseum, margine simpliciter radiatum, postice È breviter angustatum; corpus in primis discoidale, demuni ad È apicem involucri trasverse reflerum plicatum, semilunare. 5 Involuer. long. mm. 1,33 — Lat. mm. 1,89. } Larva obovato-elliptica, antice rotundata, postice biloba, lobis praeanalibus minutis, seta, caterna praelonga praeditis, analibus minimis umispinis. (1) Tare. Tozz. Op. cit. SixoreT, Ann. cit. vol. cit. p. 276, (1870). | Species Asterolecanio quercicolae Signoret, calde prorima,. I in foliis Quercus Ilicis varietatis angustifoliae imposita, nec inherens. Tempus parturitionis Junti, Julia. Mas. ut in Astero- | diaspide quercicola Signor. (?) | @ Di PS Asterolecanium massalongianum Targ. Tozz. sp. n. Foem. Involucrum luteo-griseum, obovatum ellipticum, ra- diatum, postice subcompressum, angustatum, subcarenatum trun- catum, bilobum. Corpus in primis discoidale, postice obtuse productum, deinde ad apicem involucri retractum, trasverse plicatum, semilunare. Invol. long. mm. 1,5 — 2, lat. mm. 1—- 1,2. Larva obovato elliptica, praecedentium conformis; lobis prae- analibus distinctioribus. Habitat in ramulis, petiolis, foltisque Hederae Helicis, quas parasitismo deformat. Clariss. MassaLonaus, Verone, Berlesius, Patavio inventum, humanissime communicaverunt. Licenziando le stampe, riceviamo il fase. 1.° del Vol. XXV (Gennaio 1893) del Nuovo giornale botanico, nel quale il chiarissimo prof. O. Massalongo descrive e PIA I E E E E disegna l’entomocecidio della specie ultima, riportando un cenno pel quale la prima osservazione del cecidio stesso, non dell’insetto, potrebbe essere attribuita al chia- rissimo Lacaze Durmers, Rech. pour servir à V list. des Galles, in Ann. des Sc. nat. Sér. Botan. t. 19, pag. 347. PE + C. PARONA. — Larva di Dermatobia (Torcel) nell'uomo. Nel Bullettino della Soc. Entomologica italiana (primo trim. 1892 x pag. 96) leggo « Il signor Gounelle (1) ha trovato in una piaga di persona È proveniente dal Brasile una larva di Dermatobia. Tali fatti non sono in- È frequenti nei dintorni di S. Paolo. Anche il Laboulbène ha veduto uscire da-un tumore alla coscia di una donna brasiliana, che venne aperto col ferro, una larva di Dermatobia. » Questa breve notizia mi induce a scrivere poche righe, che forse in- teresseranno maggiormente e mi dà occasione, di riferire intorno ad un ottimo lavoro affatto recente sull’importante argomento. Il caso di Gounelle (Soc. Entom. d. France 1889) è riportato nella memoria cui sopra accenno, dovuta all’infaticabije Prof. Raph. Blanchard, che per certo è la più completa e porta per titolo: Sur les Oestrides americains dont la larve vit dans la peau de l'homme (Ann. d. Soc. Entomol. de France; vol. LXI, Juillet 1892). L’ Egregio Professore premette un dettagliatissimo riassunto storico, elencando 31 casi finora fatti conoscere dai vari autori, accompagnandoli da brevi notizie; ed è appunto fra questi e precisamente l’ultimo, ossia il più recente, quello dovuto al Gounelle. A questi cenni storici, seguono le descrizioni di alquante larve che | l'Autore ebbe l'opportunità di esaminare direttamente; e cioè: quella del Megnin (Guatemala), quelle di Andres Posada-Arango (Medellin Columbia), quella di Gounelle (Minas, Brasile), quella che ricevette da Rio-Janeiro ed altra (S. Paolo, Brasile) da me posseduta e che ebbi campo di osser- vare nel Museo Zoologico dell’Università di Genova. (1) Per errore, nel Bullettino, Gonnelle. — (N. d. R.). Riguardo a quest’ultima larva il Blanchard nel suo menzionato lavoro — (pag. 144), scrive: « Larve du Musée de Génes. Le Masée Zoologique de 1’ Université de Génes possède une larve de Dermatobie, extraite de la peau de l'homme et recueillie à Saint-Paul (Brésil) en 1891, par le D. Torre. Gràce à l’'amabilité de mon ami le Prof. Parona, j'ai pu examiner cette larve. C'est un Torcel (1), c'est-à-dire qu'elle est identique aux larves recues de Medelin et décrites ci-dessus: pour s'en convaincre, il suffit. d’examiner le septième anneau. Cet anneau porte deux écussons dorsaux; il est dépourvu de demi-ceinture, mais présente à son bord antérieur une ceinture complète à crochets en rétroversion et à son bord postérieur une rangée supplémentaire à crochets en antéversion. Le huitiòme seg- ment est sans crochets. » Il Blanchard riporta la larva, che conservasi nel Museo Zoologico di Genova, alla seconda delle quattro specie che egli stabilisce pel gruppo Dermatobia (1. Ver. macaque Dermatobia noxialis; 2. Torcel, stadio perfetto ignoto; 3. Berne, D cyaniventris; 4. Ver moyocuil, Stadio per- fetto ignoto). AI primo esame che ebbi a fare della larva in discorso, confesso che la riferii alla D. noxialis, ma, dopo lo studio del mio amico Blanchard, ne faccio rettifica; nel mentre segnalo la importanza sua, perchè, per quanto mi consta, viene ad essere il primo caso del quale si abbia no- tizia in Italia; il che non è di lieve momento sia per la storia naturale sia per la medicina, stante le frequentissime, ormai giornaliere comunica- zioni che abbiamo col Sud America. Detta larva proviene da S. Paolo, località che, come ebbe a dire il Gounelle, pare sia molto favorita da questo estride, non sempre benevolo verso l’uomo. La larva, già ben descritta dal Blanchard, misura (conservata in al- cool) una lunghezza di 17 millim., corrispondendo quindi a quella avuta dal Blanchard da Medellin e che disse essere la più piccola. La larghezza massima è di 7 millim. in corrispondenza del 5.° anello. Nella forma del (1) Les indigènes appellent cet animal Torcel, sans doute de torcer, se tourner, se tordre, parce que la larve se tourne et retourne constamment dans la plaie (Blanch. 1. cit. pag. 120). DS Paolo Torre, che ebbe la cortesia di regalare l'importante a, raccontò di averla raccolta quale medico di bordo, estraendola la cute delle natiche di un viaggiatore reduce da S. Paolo, il quale riva che in quella località siffatta larva è notissima e va distinta nome di Bicho, o Biccio. (1) STE Genova, Ottobre 1392. O) Quanti e tisisero occuparsi più specialmente dell’interessantissimo ed an- cora: oscuro ‘argomento piolanno trovare Do lodato lavoro del Blanchard una este- i n LETTERATURA ENTOMOLOGICA ITALIANA® Pavesi P. — Ai funebri del Cav. Uff. Prof. Teodoro Prada, morto il 4 giugno 1892. Pavia, 1892. 3 Belle parole pronunciate, come assessore della pubblica istruzione del Comune di Pavia, dal Pavesi, innanzi al feretro del compianto Prof. Prada, chiaro natu- | ralista, tanto benemerito della sua città. Pozzi L. — Note lepidotterologiche — Atti Soc. Naturalisti di Modena, serie 3.* vo- lume XI, anno XXVI. Modena, 1892. Sono note riguardanti la fauna lepidotterologica del Modenese e del Reggiano. PixoeLER R. — Besprechung der neuen Schmetterlingsarten aus Sicilien. — Il Nat. Sicil. anno XI. Palermo, 1891. Ragusa E. — Catalogo ragionato dei Coleotteri di Sicilia (continuazione) — Il Natur. Sicil. anno XI. Palermo, 1892. Riggio G. — Appunti e note di Ortotterologia siciliana: V. Sopra alcuni Ortotteri nuovi o rari per la Sicilia. - VI. Notizie di Ortotterologia. - VII. Or- totteri di Lipari. — Il Natural. Sicil. anno XI. Palermo, 1891. Ricaro G. — Corrispondenze scientifiche moderne degli animali figurati nel Pam- phyton siculum del Cupani — ibidem. Verri A. — Le Friganee nei tufi dell’Italia centrale. — Boll. Soc. Geol. Ital. IX. Roma. L'A. in altro lavoro notò che nelle roccie concrezionarie ostruenti la gola della Nera, fra le Marmore e la pianura di Terni, si trovavano degli alveoli che furono ritenuti come impronte di animali e precisamente di larve di Friganidi. Eguali impronte ha ora trovate nelle roccie concrezionarie dei Monti Parioli ed in quelle del Liri. - (1) Sotto questa rubrica sono dati, a seconda dei casi, i soli titoli o più o meno ampie recensioni dei lavori entomologici (s. 1.) pubblicati in Italia e fuori da Italiani, e di quelli fatti da stranieri su materiali italiani o raccolti dai nostri connazionali. zeiger. n. 380. jahbrg. XIV. È Dalle ricerche dell’Autore sembra risultare che, a differenza degli altri Peri- ‘patus, i quali sono ovovivipari, questa specie australiana è ovipara. ‘74 # MerrIFIELD FRED. — Systematic temperature experiments on some Lepidoptera in 5 all their stages. — Trans. Ent. Soc. London 1890. (con tav.). MerririeLD FRED. — Conspicuous effects on the markings and colouring of Lepi- doptera caused by exposure of the pupae to different temperature condi- tions. — Trans. Ent. Soc. London 1891 {con tav.). HorreR Ep. — Skizzen aus dem Leben unserer heimischen Ameisen. — Mitth. d. È Naturwissen. Verein. f. Steiermark. Jahrg. 1889. Graz, 1890. | Scupprr $. H. — The tertiary Rhyncophora of North America, — Proceed. of the Boston Society of Nat. Hist. vol. XXV. - Smarp D. — On the structure of the terminal segment in some males Hemiptera. — Trans. Ent. Soc. London 1890. (con tav.). | Wasmann S. I. — Vergleichende studien iuber Ameisengiste und Termitengiiste. @ Tijd. voor Entomologie. Neder. Entom. Vereen. jaargang 1889-90 (con tav.). “ Contribuzione importantissima. A a È 5 ; > 3 . ta pal a IRR 2 port Wasmann. — Neue Termitophilen, mit einer Uebersicht iber die T'ermitengiste. n # Verhandl. k. k. zool. bot. Gesell. Wien, XLI band. Wien, 1891. (con tav.). | Warase S. — On the morphology of the compound eyes of Arthropods. — Stu- È; dies from the Biological Laboratory of John Hopkins University Baltimore. 3 vol. IV, n. 6. Nello studio della struttura dell’ommatidio dell'occhio composto di Serolis, si vede che esso può essere ridotto ad una semplice introflessione (invagination) ecto- | dermica. Estendendo le ricerche a parecchi altri artropodi, quali ad esempio i generi Talorchestia, Cambarus, Homarus e Callinectes, anche in essi — senza | eccezione — si può interpretare nel modo suddetto la struttura dell'’ommatidio. deriva re A tataato SIETE DI a 1A css Questo risultato trova la massima conferma nel fatto tidio consiste in una fossetta aperta della pelle. Supponendo che la fossetta om- ì matidiale dei Limulus s'approfondisca, e che da ciò risulti anche una modifica- zione nella struttura e disposizione delle cellule componenti, si potrebbe dimostrare la probabilità della prima supposizione, e cioè che l’ommatidio di un occhio com- che nei Limulus, lomma-. posto di un Artropodo è una introflessione indipendente della pelle. Se questo modo — di vedere fosse esatto, ne risulterebbe che l’unità (the unit) dell'occhio composto di un artropodo non è poi di una struttura tanto complessa come vorrebbesi da alcuni, e che l’enorme sviluppo numerico degli ommatidi in una data porzione della pelle, come vedesi nella formazione dell’occhio composto, trova il suo pa- rallelismo nel notissimo modo di formazione di certi organi, vale a dire, il rad- doppiarsi di una semplice unità. WiLLem V. — Note sur l’existence d’un gésier et sur sa structure dans la fa- mille des Scolopendrides. — Bull. Acad. Roy. Belg. 59 année 3. ser. t. XVIN. (con tav.). « Nelle Scolopendra, Scolopocryptops, Cryptops, e probabilmente negli altri generi degli Scolopendridi, esiste un ventriglio con la stessa costituzione fondamen- tale di quello degli insetti. In tutti i tre generi citati esso termina posteriormente in un prolungamento tubulare che penetra nell’ intestino mediano. Quanto alla funzione, il ventriglio degli Scolopendridi deve essere considerato come un apparecchio valvolare che si oppone al passaggio troppo rapido nell’ in- testino medio delle materie accumulate nel gozzo (Jabot). » Nota lA. che risulta dalle sue ricerche l’esistenza in animali pel complesso della loro organizzazione inferiori agli insetti, non solo di un ventriglio rudimen- tale ma anche di ventrigli aventi una struttura più complessa che negli insetti stessi. TnoreLL T. — On some Spiders from the Andaman Islands collected by E. W. Oates Esq. — Annals a. Magazine of Natural History. March 1892. Lon- don, 1892. Alla poco nota Aracnofauna delle Andaman, l’Autore aggiunge due nuove specie ed alcune considerazioni sopra parecchie altre. THoreLL T, — On apparently new Arachnid belonging to the family Cryptostem- moidae Westw. — Bihang till K. Srenzka Vet. Akad. Handl. band 17, afd. IV, n. 9. Stockholm, 1892. Il nuovo aracnide prende il nome di Cryptostemima Afzellii. L'autore coglie l'occasione per accennare ai caratteri degli Opilionidi quali risultano ridotti e modificati dopo la scoperta di alcuni generi che li collegano più strettamente ai Cheloneti ed agli Acaridi. Ga Cico AS PRONTE OE: I RI SU I NOTE E NOTIZIE VARIE ; Adattamento dei Paguri. — Dagli studi del Sig. Bouvier, i Paguri non | sembra che riconoscano subito la direzione delle spire delle conchiglie nelle quali . vogliono alloggiare, ed adoperano a tale scopo tanto le destrorse che le sini- | strorse, sebbene abitino normalmente nelle prime. « Tale indifferenza è assoluta? Certo no, massimamente negli adulti, il cui addome è quasi sempre curvo a de- È a | stra; ma non è temerario pensare che ciononostante l’animale possa adattarsi in una conchiglia sinistrorsa. I Cancellus, che primitivamente erano Paguriani de- $ 7 tri, alloggiando in fori nelle pietre, sono diventati quasi del tutto simmetrici si. come i Pylocheles. i. dc - » 6 | i e) dalla 4. muta alla formazione del bozzolo. » 4 Vu 3.° per la ninfosi, compreso lo stadio di larva pregio contratta, in estate . . . . » 25 4.° per la ninfosi della generazione ibernante (dal novembre a tutto marzo). . . . - » 150 quasi lo stesso tempo per quella autunnale. Da ciò si rileva che, se altrove l’ Hylotoma pagana presen- tasi con due generazioni, nell’anno, da noi si presenta con tre; e se in Francia, come dice l’Andrè, gli adulti si vedono nei tre mesi di maggio, giugno e luglio solamente, da noi compari- scono in aprile e se ne trovano fino ai primi giorni di otto- bre. Va notato poi che, la differenza del tempo che passa fra lo sviluppo dei primi e degli ultimi individui della stessa ge- nerazione di Hylotoma è tanto notevole che, mentre alcuni diventano adulti, altri, con più lentezza, completano il loro sviluppo insieme e con i giovani della nuova generazione. Dalle osservazioni nostre infatti risulta che spesso adulti, uova, e larve appena nate di una generazione, si trovano insieme a larve dalla terza alla quarta muta della generazione prece- dente, e ciò dalla primavera all’autunno. Chi poi volesse determinare il numero delle generazioni con gli allevamenti di laboratorio solamente, farebbe lavoro poco esatto, perchè si è visto come ivi le larve dell’ultima generazione, che si chiusero nel bozzolo gli ultimi di ottobre del 1891, divennero adulti il 3 maggio del 1892; mentre gli insetti perfetti provenienti dalle larve restate in campagna, il cinque aprile avevano deposto già le uova, con un mese circa di differenza nel completamento delle une e delle altre. DANNI e DIFESA. SEGNI DELLA INFEZIONE. — I rosai infetti dell’ Hylotoma pa- gana sì riconoscono subito dalla- forma speciale delle incisioni praticate dalle femmine sui rami, dalla presenza in esse delle nova deposte nel modo che è stato indicato, e dagli adulti che hanno l’addome giallo ed il resto del corpo blu cupo più o meno lucente. — Le larve, e più delle larve i bozzoli, si potrebbero facilmente confondere con quelli della H. rosae RTS TIE BERE e MAREA 1 AID e A it e pata | De Geer, nociva e talvolta numerosa nei rosai al pari della H. pagana, (Panz.) Lat. SPECIE E VARIETÀ DI ROSE INFETTE. — Quanto alle specie di rose attaccate dal parassita, gli AA. ripetono tutti egualmente che si trova sulla Rosa canina, L. (Eglantier dei francesi), mentre poi sì riscontra e con maggiore diffusione su quasi tutte le altre rose. Fra le varietà della osa centifolia, per esempio, le più afflitte sono la Maggese, la Incarnata e la Nera dei Bardi. Soffrono danni considerevoli le varietà delle R. portlandica, quelle della È. gallica (R. gallica versicolor), della R. mu- scosa, ecc.; ma quelle più colpite appartengono alla £. danksia, alla I. bengalensis, alla R. indica fragrans (Tee), alla È. hi- brida (Mareschal Suchet), e alle Tee ibride. Danni. — Sono fatti dalle larve che brucano talvolta tutti le foglie dei rami della pianta, la quale, spogliata si riveste di iii e i RITO, io nuovo, svolgendo le gemme che aveva abbozzate per il venturo anno. Da ciò uno spossamento nel vegetale e la diminuzione conseguente del numero dei fiori. Mezzi DI DIFESA. — Fra gli espedienti naturali di limita- zione dell’Hylotoma pagana sono da ricordare gli insetti pa- rassiti, come lo Scolodates auriculatus, Fab. o S. crassitarsus, Le AIUTA . Grav., già osservato anche da altri, ed un (Cryptus di cui ci È occuperemo in altra occasione. Oltre gli insetti parassiti ed i danni, leggerissimi in verità, che l’Hy/lotoma soffre per causa di qualche uccello e dei Cra- bro, le larve sono soggette ad una specie di malattia, indipen- dente da crittogame ed insetti, per la quale due terzi o tre quarti circa di esse periscono specialmente dopo la quarta muta. Queste tessono anch’esse il bozzolo al pari delle altre sane, però nel lavoro esauriscono tutte le loro forze, il corpo si restringe enormemente, e muoiono dopo pochi giorni. Le larve morte esaminate non contenevano germi di infezione vi- sibili, ma ciò nonostante le osservazioni saranno continuate. In ogni modo è una fortuna, perchè da una coppia di adulti nati in primavera, derivano almeno 30 larve, le quali, se ab bonissero tutte, nell’agosto il numero dei bruchi ascenderebbe | a 1500, numero più che sufficiente per spogliare completa- mente del fogliame un intero cespuglio di rose. Quanto ai rimedîì diretti per combattere la Hy/otoma pa- gana, il Goureau (Insectes nuisibles aux arbustes, ecc. p. 683) consiglia la raccolta delle larve e degli insetti perfetti, e la distruzione delle uova quando se ne trovano. Il Boisduval per la H. rosae De Geer, propone ugualmente la raccolta degli adulti, e l’applicazione della gelatina disciolta nell'acqua con- tro le uova. Anche volendo estendere gli stessi rimedî per l’altra specie, non si può passar sotto silenzio che il primo di essi è assai poco attendibile, per la ragione che le femmine dell'insetto, al momento della caccia possono benissimo aver deposte le uova, senza dimenticare che quantunque siano pe- santi e tarde, pure si ha sempre da fare con insetti che usano bene delle loro ali; e siccome, per di più, non se ne stanno sui rosai solamente, perchè si vedono sul udus idaeus, sul Prunus vulgaris, sul Petroselinum sativum, ecc. si comprende che per farne la raccolta bisognerebbe visitare tutte queste piante. Alla raccolta degli insetti perfetti bisogna preferire quella delle larve, molto facile a farsi, perchè sempre riunite e non difficili a scoprirsi dove brucano le foglie, specialmente quando hanno raggiunto un certo grado di sviluppo. Il Goureau per la H. rosae, consiglia di scuotere i rami infetti della pianta, allo scopo di far cadere le larve e raccoglierle sopra una tela distesa al piede della pianta medesima. Noi abbiamo tentato la prova contro le larve della H. pagana, ed i risultati sono stati poco soddisfacenti. Ma più opportuna ancora, secondo noi,. è l’idea, di distruggere le uova, ciò che può farsi facilmente adoperando l’olzo comune, il petrolio, od il catrame e non la gelatina. Dalle nostre esperienze infatti risulta che, intingendo un piccolo pennello in una delle sostanze soprain- dicate, e bagnando le uova, non ne schiude neppure una. Senza RETE E E E E 00 E) Sh nai di uno stecco di legno, n esso ripassando nella incisione che le contiene si schiac- rn LELE senza spese si RE i giardi. DO) CONTRIBUZIONE ALLA FAUNA TRENTINA DEI COLEOTTERI del Dott. S. BERTOLINI di Trento. (Continuazione: Vedi questo Volume, p. 193-208.) Platvdema Laporte. . europaea Lap., — Raccolta più volte nei contorni di Bolzano (Grdl.). . violacea F. — Rinvenuta da Gobanz nei dintorni di Condino. Rara. Alphitophagus Stephens. . bifasciatus Say, 4-pustulatus Steph. — Mi occorse un esemplare a _ Trento, ne} riso. Pentaphyllus Latreille. . testaceus Hellw. — Il prof. Gredler lo accenna, però con riserva, come trovato da Gistel nel Tirolo meridionale. Sul riflesso che questa specie, quantunque rara, venne osservata in tutta l'Europa meridio- — nale, si può ritenere, con fondamento, ch’essa viva anche nel Trentino. Tribolium Mac Ludy. . ferrugineum F., bifoveolatum Duft. (Palorus). — Lo trovai a Riva e a Trento negli avanzi di pane. Pure a Trento (Ravanelli). Palorus Duval. 1. depressus F. — Lo pigliai a Trento. Raro. Corticeus Piller. SEZ CRE Hypophloeus Hellw. alte Pd Di E III TT PES A 1. castaneus F. — Il prof. Rosenhauer lo riscontrò sul Monte Baldo fra le scorze di faggio. Torcegno (Cost.); Condino (Gob.); Senale (Lampr.); in Fiemme (Ecch.); Cadino (Gob.). 2° Hnearis F. — Ho in collezione un solo esemplare della Valle di Sole, comunicatomi dal dott. Annibale Salvadori. Cadino col Nemosoma sotto la scorza di picei, maggio (Gob.). Echocerus Horn. Gnathocerus auct. 1. cornutus F. — Innsbruck, in una casa (Andr.). Insetto cosmopolita, importato in Europa colle droghe. Non evvi dubbio che viva anche nel Trentino. i Uloma Redtenbacher. 1. culinaris Lin. — Sul monte Oclini (Grdl.). 2. Perroudi Muls. — Nei contorni di S. Lugano, frequente fra la scorza dei tronchi guasti di pino (Ecch.). [ner] i i; 9 [e] Alphitobius Stephens. . diaperinus Panz. — Nel Trentino (Baudi: Coleotteri tenebrioniti delle collezioni italiane. Vedi BuM/ettino della Società Entom. Ita- liana, anno VIII). Menephilus Mulsant. . cylindricus Herbst., curvipes F. — Non frequente, ma molto diffuso. _ Torcegno (Cost.); Bolbeno, Cavalese (Gob.). Tenebrio Linneo, obscurus F. — Abbondante nelle case, negli avvolti, nelle stalle ecc. _ Nogarè, Trento, Madrano, Borgo ecc. (Bert.); Torcegno (Cost.); Rovereto (Cobelli); Doladizza (Ecch.). . molitor Lin. — Infesta le case, i depositi di farine, pane ecc. Lo tro- vai anche sotto i sassi al piede di conifere. Comunissimo in tutto | il Trentino. Laena Latreille. . viennensis Sturm., pimelia Duft. — Rara. Rinvenuta da Costesso sul monte Cavè e da Betta presso Caoria. Nella valle di Sella (Gob.). Helops Fabricius. . coeruleus L. — Alquanto raro. Nogarè al mulino in Valle, nel mag- gio al piede d’un salice, Caldaro fra le scorze d’un castagno, Cadino, Madrano in un tronco di rovere (Bert.); Torcegno (Cost.); Monte Baldo (Ros.); Strigno (Cost.). RAEE Pr DIO PEA Bo I IR gu, LORO e UO RA n d; RI o” FRLRES E, or SN OT RITUTTA] e sa EATRORI “a E La n WA iene > ‘Rossii Germ. — Condino al piede d’un castagno (Gob.); contorni di i Bolzano nei detriti di castagno (Grdl.); Telve (Amplatz.). 3. quisquilius F., dermestoides Il]., dryadophilus Muls. (Nalassus). — Presso Rovereto (Ros.). 3 4 convexus Kiist. (Na/assus). — Lo riscontrai molto frequente a Pejo, nel luglio, sui larici. Fu pure osservato da Eccheli a Doladizza. 5. caraboides Panz. (Na/assus) — Presso Hall nel Tirolo settentrionale (fide Kuenburg). In tutta l'Europa. 16. lanipes Lin. (Stenomax). — Abbondantissimo fra le corteccie degli i alberi, sulle siepi secche, fra le fessure dei pali delle viti, e sui cespugli e conifere. 17. tumidicollis All. (R%aeboscelis. — Devo alla cortesia del sig. Pietro È Giacomelli alcuni esemplari da lui raccolti sul monte Baldo. Rove- È , reto (Pilati). 8. azureus Brull. —- Trovato una sol volta dal bar. Hausmann presso | Bolzano. Finora fu osservato in Ungheria, Grecia, Turchia e Corfù È (Baudi: Bu/lettino Società Entomologica italiana, anno IX). f ALLECULIDAE. È Aliecula Fabricius. 1. morio F. — Gredler possiede un esemplare raccolto nella val d'Adige. Sul Ritten nel Bolzanese, frequente sulla superficie recisa di casta- gni abbattuti (Ludy); nel Veneto (Disconzi); Lombardia (Villa); Piemonte (Baudi). 2. rhenana Bach. — Un esemplare femmina di questa rarissima specie (il quarto finora conosciuto) fu scoperto dal conte Eccheli, nel lu- glio, sul monte Cislon presso Trodena, fra la muffa sotto la scorza di un faggio abbattuto. Eryx Stephens. I 1. ater F. — Sui monti del Bolzanese (Lampr.); valle di Calamento, di sera, nel volo (Gob.). 2, laevis Kist. — Un esemplare a Nogarè sulla vite selvatica, in ago- sto; altro individuo in Dos Trento, sull’edera (Bert.); due esem- plari a Trodena (Ecch.). Hywmenalia Mulsant. 1, rufipes F., fusca Illig. — Trovai singoli esemplari in Dos Trento, e presso Nogarè alla Rocca; abbondante a S. Lugano sulle albe- relle, nel luglio (Bert.); Trodena, non raro (Ecch.). ; Gonodera Mulsant. Cistela Fabr. 1. luperus Herbst., fulvipes F. — Piuttosto rara nei contorni di Trento, | nel maggio e giugno, Caldaro (Bert.); Mezzano (Cost.). 2. metallica Kiist. — Parecchi individui a Caldaro sui fiori di Castanea vesca nel maggio (Bert.). 3. ceramboides Lin. — La riscontrai di rado nei contorni di Trento sui cespugli. Una coppia alle Fontane fredde (Ecch.); Moena (Grdl.); - 4. Costessii Berto. — Nel Bulettino della Società Entomologica ita- liana, anno IV, pubblicai più diffusamente la diagnosi di questa specie, L’esemplare tipico, che ho descritto negli Annali della So- cietà zoologico-botanica di Vienna, anno 1869, l’ ho raccolto a Bedollo; tre altri esemplari furono da me catturati a Pejo sui larici. 5. semiflava Kiist., hypocrita Muls. — Specie ovvia nel Trentino, però non così frequente come la murina. Trento sui cespugli, sul- l'edera ecc. (Bert.); in diversi luoghi nella valle di Fiemme (Ecch.); | Moena (Grdl.). var. Ecchelii mihi. — A questa varietà opino dover rapportare quat- tro esemplari trovati dal conte Eccheli a Trodena nella valle di Fiemme. Il carattere che lo distingue a prima vista si ravvisa nelle 7-8 strie longitudinali distinte, che dalla base delle elitre si prolungano fin oltre due terzi della loro lunghezza; anzi le due prime strie, più distinte e ca più profonde raggiungono l’apice formandovi gli interstizi due costole leg- . germente elevate. È : È Grandezza 7-7!/, mill. La punteggiatura è meno fina e meno densa che nella murina, però copre uniformemente tutta la superficie del to- race e delle elitre, a differenza della Costessii, ove la punteggiatura delle elitre è quasi nulla; ragione per cui parmi che questa varietà sia da col- . locarsi colla semi/lava. Del resto la variabilità che si riscontra nella semi/lava e murina fra «un esemplare e l’altro, tanto nel colorito, nella scultura delle elitre e del torace, quanto nel manifestarsi qua e là una tendenza spesso marcata di costole più o meno elevate, il fatto che appena due esemplari concor- dano perfettamente fra loro, mi persuade che non si hanno caratteri ben precisi per distinguere queste due specie. Il disopra del corpo in questi quattro individui è nero, la pubescenza fulva e densa, i piedi in due esemplari testaceo-rossigni, in due altri i femori sono molto infoscati, quasi neri. var. parvula Rottenb.? — D'un esemplare di Trento comunicato al cav. Baudi, trovo la nota « a parte il colore, s’avvicina assai alla parvula Rottenb. nella forma. » Del resto, con un solo esemplare non si può stabilire se sia la par- vula o una nuova varietà. 6. murina Lin, — Comunissima sui fiori e cespugli in tutto il Trentino. 7. marcida Kiesw. — Nei contorni di Bolzano, alcuni esemplari (Grdl.). Mvycetochara Berthold. 1. axillaris Payk., var. maurina Muls., 9 morio Redt. — Trovata piuttosto frequente dal conte Eccheli nel cavo dei tigli secolari presso la chiesa di S. Lugano e di Cavalese nonchè al Maso Ve- scoli; valle Pusteria nei funghi di frassino, rara (Ros.); valle di Passiria (Grdl.); monte Favonia sopra Magrè, nel cavo di un tiglio, abbondante (Grdl.). 2. flavipes F., humeralis Ill. — — Non rara a Doladizza in Fiemme (Ecch.). i 3. bipustulata Ill, scapularis Gyll. — Torcegno (Cost.); Caldaro, ‘Trento, Civezzano, Bedollo (Bert.); Condino (Gob.). eu (71 4-maculata Latr. — Due esemplari nel cortile del convento di Cal- daro su d’una catasta di legna (Ausserer). . linearis Ill., barbata Latr. — A Grigno e Mezzano (Cost.); Bedollo, Caldaro, Nogarè, Vigalzano (Bert.); S. Lugano, Doladizza (Ecch.). Podonta Mulsant. . nigrita F., oblonga Oliv. — Alle VaZ/ette di Peio (Loss.). Cteniopus Solier. . flavus Scop., sulphureus Lin. — Comune sulle ombellifere ed altri fiori. Trento, Nogarè, Cadino, sui tigli alla Madonna d’Onea presso Borgo (Bert.). Frequente in Fiemme (Ecch.). Omophlus Solier. . picipes F., sericeicollis Kist. — Trento, Bedollo, Cembra (Bert.); Nella Naunia (Salvadori). . Amerinae Curt., pinicola Redt. —- Trovato una sol volta nei dintorni di Bolzano (Grdl.). var. /rigidus Muls. — Nogarè due esemplari (Bert.). . betulae Herbst., lepturoides F. — Fra gli Omophlus il più fre- quente nel Trentino. Condino (Gob.); Doladizza (Ecch.); Trento, Bedollo, Madrano ecc. (Bert.). . rugosicollis Brull., brevicollis Muls. — Trento, frequente sui roveri e sui fiori di frassino (Bert.). Ù . longicornis Bert., proteus Kirsch. — Lo trovai sinora soltanto nei contorni di Madrano e di Trento. Nella Naunia superiore (Grdl.). LAGRIIDAE. Lagria Fabricius . atripes Muls. — La catturai ripetutamente a Trento, Madrano e No- — 853 — : N sul Rubus, sul frassino, sui fiori di robinia ed altre piante. Nel catal. di Berlino 1891, viene indicata di Francia e Sicilia, se- condo Baudi, di tutta l’ Europa, principalmente meridionale. (Vedi Eteromeri per Flaminio Baudi). 2, hirta Lin. — Comunissima sui Rudus, Sedum, ecc. «_—Giudicarie e nella Naunia (Grdl.); S. Lugano, Trodena (Ecch.); Trento, . Borgo, Madrano (Bert.). MELANDRYIDAE. Tetratoma Fabricius. I. fungorum F. — Trovata dal sig. Halbherr nella valle Lagarina. 2. ancora F. — Presso Trodena, su d’un arbusto di frassino, un esem- plare (Ecch.). Hallomenus Panzer. I. binotatus Quens., humeralis Panz. — Condino (Gob.); Rabbi, un esemplare (Venturi). 2. fuscus Gyll. — Presso Bolzano nei funghi, raro (Lampr.). Nel Pie- monte (Baudi). SAPESSE PI o RIA NI VET I MET ERRO ARI TIPO I SERIO SEO TTI 8 Orchesia Latreille. Y pil. micans Panz. — Presa dal sig. Gobanz a Condino e nella Valsugana. 4 Dajano (Ecch.). Abdera Stephens. Carida Mulsant. 1. affinis Payk. — Frequente a Lienz nella Pusteria, coll’Halomenus humeralis (Ros.), Piemonte (Baudi). Anno XXIV. 23 Xylita Paykull. 1. laevigata Hellen. (Dircaca olim). — Venne raccolta da Costesso a _ Torcegno, e da Eccheli alle Fontane fredde in Fiemme. Presso Novaitaliana (Lipp., Grdl.); dintorni di Predazzo (Gob.). : 2. livida Sahlb., suturalis Grdl. — Costesso trovò un esemplare a Mez- | zano di Primiero. Presso Novaitaliana (Lippert.). 3. Parreyssi Muls., Revelieri Muls., ferruginea Grdli. — Riscontrata | nei contorni di Bolzano nei tronchi di legno fracido, raro (Egger, Paur.). Piemonte, rara; Appennino Toscano (Baudi). Serropalpus Hellenius. 1. barbatus Schall., striatus Hellen. — Raro. Nella valle dî Cadino (Gob.); Eccheli lo trovò a S. Lugano. ‘ Zilora Mulsant. 1. ferruginea Payk. — Conservo un esemplare di Cadino favoritomi dal sig. Gobanz. Melandryia Fabricius. 1. caraboides Lin. — Monte Baldo” sui faggi nel giugno (Ros.); Ma- drano su d'un tronco di salice nel maggio, Bedollo (Bert.); Mez- zano (Cost.); Abbondante a Doladizza e Andalo (Ecch.); Giudicarie {(Gob.). 2. dubia Schall., canaliculata Fabr. — Presso Kitzbihel nel Tirolo sett. (Ros.); Piemonte (Baudi). da Conopalpus Gyllenhal. 1. brevicollis Kraatz. — Rarissimo. Bolzano, Terlan lungo i fossi, nel » giugno (Grdl.)., Un esemplare fu scoperto nella Valle di Sole dal i dott. Salvadori. Osphva Illiger. °_l. aeneipennis Kriechb. — Trovata da Gredler sul monte di Favonia i sopra Magrè, e da Hausmann presso Bolzano. J MORDELLIDAE. Scraptia Latreille. A 1. dubia Oliv., fusca Latr. — Frequente presso Ala sul ciliegio visci- olo e sull'erba (Ros.). Lo trovai pure abbondante in Dos Trento, a Muralta, nel giugno, su diversi cespugli a fiori, a Cognola, Riva, presso Madrano ecc. Torcegno (Cost.). 2. ferruginea Kiesw. — Un solo individuo mi occorse a Civezzano, bat- È. tendo le siepi. Fu pure osservata da Gredler presso Formigar. Tomoxia Costa. È 1. biguttata Gyll. — Il conte Eccheli trovò alcuni esemplari di questa rara specie a Trodena nella valle di Fiemme. Dapprima non venne ri- scontrata nel Trentino. E° Mordella Linneo. 1. 12-punctata Rossi. — Molto rara. Sulla Mendola (Ros.); Torcegno A (Cost.). od de A do (@)i LAS) (1 . maculosa Naezen. — Rara come la precedente. Alcuni esemplari fu- | rono raccolti da Eccheli presso Trodena. Senale (Lampr.). . bisignata Redt., albosignata Muls. — Presso Rovereto (Ros.). . bipunetata Germ. — La riscontrai in Dos Trento e a Torbole. Bol- zano, Rovereto sulle ombellifere, comune (Ros., Hausm., Grdl.). . sulcicauda Muls. — Non rara nei contorni di Trento sulle ombelli- fere e sui fiori del ligustro (Bert.). Pochi individui a Trodena (Ecch.). . fasciata F. — Frequente sulle ombellifere e cespugli fioriti in giu- gno a Torcegno, Samone (Cost.); Trento, Bolbeno, al lago di For- nace ecc. (Bert.). . villosa Schrank. — Haide nella valle Venosta (Bruck); Modena (Pozzi). . aculeata Lin. — Abbondante ovunque. Torcegno (Cost.); S. Lugano Trodena, Dajano (Ecch.); Bedollo, Trento, Nogarè, Caldaro (Bert.); Vezzano (Tonelli); Doladizza (Ecch.); Rovereto (Zeni). var. vestita Emery. — Trovata da me nei contorni di Trento e a Torbole, e dal sig. Tonelli a Vezzano. Mordellistena Costa. . abdominalis F., y' ventralis F. — Piuttosto rara. Caldaro (Bert.); alla Pausa e a S. Lugano in Fiemme, molti individui a Doladizza (Ecch.). . Neuwaldeggiana Panz., brunnea F. — Parecchi individui a Caldaro e uno a Borgo (Bert.). L’esattezza della denominazione mi venne confermata dal sig. cav. Baudi. . humeralis Lin. — Meno rara della precedente. Caldaro, Trento, Ci- vezzano (Bert.); Condino (Gob.); Doladizza (Ecch.). var. Zateralis O). — Trovai pochi esemplari nei contorni di Trento. . parvula (yl]., pusilla Redt. — Gredler la riscontrò presso Novaita- liana e nei contorni di Bolzano e di Leifers. Trento pochi esem- plari, al lago di Fornace, sul biancospino fiorito (Bert.); Cavalese (Gob.). . brevicauda Boh. — Alcuni esemplari a Trento (Bert.). . micans Germ., grisea Muls. — Nei contorni di Trento, non frequente (Bert.); Condino (Gob.). "I : È a #. a j Mi — i: È a d » ì N i STO VIRA IVO ir i REF — 350 — se pumila Gyl. — La rinvenni più volte nei dintorni di Trento, a Mori e a Nogarè, però in numero limitato di esemplari. Vezzano (Tonelli); Torcegno (Cost.); Trodena (Ecch.). 8. stenidea Muls. — Un esemplare di Vezzano, favoritomi dal sig. To- nelli, pare doversi rapportare a questa specie perchè è più stretto di corpo ed ha le incisioni della tibia più corte che nella pumiZa. var. infima Muls. — Rinvenni pochi esemplari nei dintorni di Trento. 9. confinis Costa. — Rara a Trento e a Civezzano (Bert.). Anaspis Geoffroy. 1. Geoffroyi Miill., humeralis F. — Non rara nei dintorni di ‘Trento sulle siepi fiorite. La presi pure a Riva e a Civezzano. Torcegno (Cost.). 2. maculata Fourn. — Molto abbondante a Trento e Civezzano sul fras- sino e sul ligustro fiorito. Caldaro, Mori (Bert.); Torcegno (Cost.), presso Rovereto (Ros.); Giudicarie (Gob.). 3. frontalis Lin. — Ovvia al piano e sul monte. Rovereto (Ros.); Tor- cegno (Cost.); Trodena (Ecch.); Trento, Caldaro, Civezzano (Bert.). var. lateralis Fabr. — Dintorni di Bolzano (Grdl.); Corsica (Damry). 4. thoracica Lin., confusa Em. — Torcegno (Cost.); Civezzano, Nogarè (Bert.). L’aveva per l’addietro confusa coll’A. Costae che le è affine. 5. ruficollis F. — Non frequente a Bedollo, Nogarè e "’rento (Bert.). 6. pulicaria Costa. — L’ho presa a Trento sui fiori del sommaco. 7. subtestacea Steph. — Molti individui nei contorni di Trento (Bert.). 8. flava Lin. — Comune sui fiori di sambuco e di altre piante. T'orcegno (Cost.); Trento, Nogarè, Caldaro, Civezzano (Bert.); Trodena (Ecch.); lago di Caldaro, Rovereto ecc (Grdl.). 9. melanostoma Costa, monilicornis Muls. — Assai raro nel Bolzanese (Grdl.). Diffusa in tutta l’Italia. 10. Costae Emery, thoracica Costa. — Tengo nella collezione tre esem- plari da me presi a Trento. 11. rufilabris Gyll. — Torcegno (Cost.); Trento, Caldaro, Nogarè (Bert.); Trodena, Fontane fredde (Ecch.); Val Lagarina (Zeni). Silaria Mulsant. 12. latiuscula Muls. — Nogarè sull’edera fiorita, non rara; Trento, sulle siepi (Bert.). Vea i a e | ia È "ARA 13. brunnipes Muls. — Trento, rara (Bert.); sul monte Baldo (Dalla Torre). È 14. varians Muls. — Pigliai molti esemplari presso Trento. Pejo (Bert.). RHIPIPHORIDAE. Rhipiphorus Fabricius. 1. paradoxus Lin. — Un esemplare presso Ried nell’Oberinnthal, Tirolo settentrionale (Zerzer). Vive indubbiamente anche nel Trentino, trovandosi in tutta l'Europa nei nidi sotterranei di vespe. MELOIDAE. Meloe Linneo. 1. proscarabaeus Lin. — Non raro; varia in grandezza da 1 '|, ai 3 '|, cen- timetri. Torcegno (Cost.); S. Lugano (Ecch.). In primavera al lago di Loppio, a Pannone, Tenno, Trento, Nogarè ecc. (Bert.); presso Rovereto (Zeni); Borgo (Ambrosi). var. cyaneus Muls. — Nell’ultimo catalogo di Coleotteri d'Europa, Caucaso e Armenia russa del 1891, è messo come sinonimo del proscarabeus, pure io la ritengo una varietà ben distinta tanto per la punteggiatura del torace, più lieve, quanto per le rugosità delle elitre molto più fine, talchè a occhio nudo sembrano quasi liscie; di più la superficie delle medesime, del torace e della testa è pres- sochè opaca. Due individui a Doladizza in Fiemme (Eccheli). 2. violaceus Marsh. — Lo ritengo il Me/oe più comune nel Trentino. Lo riscontrai a Trento, al lago di Loppio, a Mori, presso Be- dollo ecc. S. Lugano (Ecch.). La punteggiatura della testa e del torace, nonchè la rugosità delle elitre, non sono sempre costanti; ho osservato che si fanno vieppiù marcate negli esemplari più grossi. 3. autumnalis Oliv. — Piuttosto raro. Un esemplare fu raccolto da Co- stesso a Primiero; Eccheli ne trovò più individui a Doladizza in Fiemme. Rovereto (Zeni). var. hyemalis Grdl. — Più frequente verso il piano. Trento, Colle di S. Rocco, Civezzano (Bert.); presso Storo nelle Giudicarie, dot: E e ne Tia badi ep: Li e DNS Ca INERTI ai lager .i VONTI RIE: at ce p ace STRATO pont i | Sang © tobre (Gob.); Bellamonte (Gob.); Rovereto, ai Dossi di Vallunga, nell’erba, settembre-novembre, non raro (Halbh.). var. laevis Grdl. — Sui colli nei dintorni di Bolzano, nel settembre e perfino ai 2 gennaio (Grdl.). . 4. uralensis Pall. — Presso Merano (dott. Setari). | 5. decorus Brandt. — Rovereto, alla riva dell'Adige, nel marzo (Halbherr.). | 6. cicatricosus Leach. — Rarissimo. 'Trovai un esemplare a Caldaro L nel maggio, ed altro a Riva; Bolzano, Eppan sulle strade, nell’aprile {Grdl). 7. variegatus Donov. — Molto raro. Una femmina che trovai a Isera depose molte uova, che dopo 8 giorni si svilupparono, ma le larve perirono tutte poco dopo nate. Altro esemplare fu preso presso i Trento dal sig. Olneider, un altro dal prof. Gredler a S. Michele. & 8..rugosus Mars. — Ho un esemplare del Trentino senza indicazione della località. Eccheli trovò quattro individui sulla via da Faedo a S. Michele, uno di questi ha appena un centimetro di grandezza, Se- nale (Lampr.). 9. scabriusculus Brdt. — Un solo esemplare molto piccolo a Civez- zano (Bert.); presso Senale (Lampr.). 10. brevicollis Panz. — Abbastanza frequente nella regione montanina, È; Costesso lo raccolse in numero a Torcegno e Mezzano, così pure . °Eccheli a S. Lugano e Doladizza. Mi occorse a Bedollo, lago di 1 Loppio, Madrano, Civezzano e Nogarè. Primiero (Grdl.); val di Le- s dro (Zeni). Cerocoma Geoffroy. È 1. Schàfferi Lin. — Raccolto in gran copia sul Brennero, alla fine di giugno sui fiori nei prati (Ros.); tutta Europa (Cat. di Berlino, 1891). Si Zonabris Harold. Mylabris auct. 1. floralis Pallas, variabilis Oliv., Fuesslini Panz. — Rinviensi sul trifo- glio, ombellifere e molti altri vegetali. Va soggetta a variazioni = » " nelle fascie trasversali, che talvolta si riducono a macchie divise |, fra loro. Rovereto (Zeni). Molti esemplari a S. Lugano (Ecch.). var. spartii Germ. — Trovata in numero sui prati alpini sopra Be- dollo, nel luglio (Bert.). . 1O-punctata F. — Nella valle Venosta fu osservata dal dott. Settari su d’un dirupo e dal dott. Eppelsheim sulla Picris Rieracioides, agosto. Nel Veneto (Disconzi); Piemonte (Baudi). Oenas Latreille. . crassicornis Ill. — Nel Tirolo meridionale (Ros.). Halosimus Mulsant. . syriacus Lin. — Nel Tirolo meridionale. (Informazioni che il profes- sore Gredler ebbe da diverse parti). Lvytta Fabricius. Cantharis auct. . wescicatoria Lin. — Certi anni si presenta assai abbondante. Io però non la trovai che in numero discreto sui ligustri fioriti. Mezzano (Cost.); Trento, Bedollo, Mori, nel giugno (Bert.). Epicauta Redtenbacher. . verticalis Ill. — Nella valle dell’Eisack presso la Chiusa e Seis, con- torni di Bolzano sulle vigne e praterie (Grdl.); Lombardia (Villa); Veneto (Disconzi). Zonitis Fabricius. . immaculata Oliv., mutica Scriba. — Presso Villa di Nogaredo, 11 mag- gio, tre esemplari sull’Achillea millefolium. (Ros.). i | ki suna SIIT ATIIR TROISI EE — 361 — fenestrata Pall., praeusta F. — Rovereto (Zeni); Trento (Perini); Oltrecastello; Vigalzano, sui fiori del grano saraceno, in autunno (Bert.). Non ho mai riscontrato il maschio, che ha le elitre nere. = 3. sex-maculata Ol. — Bolzano sull’Echium sulla via del Calvario, nel giugno e luglio, rarissima (Grdl., Stentz); Cremona (Bergonzi). 4. &=punctata F. — Bolzano, sul monte Calvario, ai primi di luglio, sull’Achi/lea tomentosa, presso Formigar (Hausm.). Molto rara. Veneto (Disconzi); Lombardia (Villa). Sitaris Latreille. 1 1. muralis Forst. — Rarissima. Contorni di Bolzano e Caldaro, di so- i ‘ dito sui muri (Grdl.); Egna (Meyer). A j 5) ; PYROCHROIDAE. "a Pvrochroa Geoffroy. È 1. coccinea Lin. — Sul monte Baldo (Ros.); Torcegno (Cost.); Civez- zano sull’erba nel maggio (Bert.); Doladizza, 3 esemplari (Cost.). 2 2. serraticornis Scop., rubens Schalll — Grigno (Cost.); contorni di Trento (Bert.). | 3. pectinicornis Lin. — Rara. Torcegno (Cost.); Condino (Gob.); Vigo di Fassa e Borgo di Valsugana (Grdl.). ANTHICIDAE. Euglenes Westwood. Xylophilus Curtis. 1. pruinosus Kiesw. — Bolzano e dintorni, al piede dei gelsi, d'autunno, al lago di Montikl nell’aprile (Grdl.); comunissimo nel Piemonte (Baudi). (do) I, . testaceus Kolen., flaveolus Muls. — Raro. Mori, Trento e Madrano (Bert.). Sul monte Baldo (Czwalina). pi . neglectus Duv. — Rinvenni un solo esemplare a Trento. . lateralis Grdl. — Gredler descrissse questa specie (Kafer v. Tirol pag. 281) su due esemplari provenienti uno dai dintorni di Bolzano e l’altro da S. Leonardo di Passiria. . migrinus Germ. — Due soli esemplari nei contorni di Trento (Bert.); S. Lugano (Gob.). . tirolensis Grd]. — Ulten, valle limitrofa alla Naunia, assai scarso sulle ombellifere (Grdl.). . ruficollis Rossi. — Presso Cognola mi cadde nell’ombrello un esem- plare, battendo una siepe di biancospino. Fine di giugno (Bert.); Rovereto, sull’edera, tre individui (Grdl.). . pygmaeus Gyll. — Caldaro, sulle foglie della vite, giugno (Ausserer). . populneus Panz. — Lo trovai a Trento, Mori e Civezzano, ma ovun- que in singoli esemplari. Notoxus Geoffroy. . brachycerus Fald., major Schmidt. — Non raro alle ghiaje del Fer- sina presso Trento, sui giovani rampolli di pioppo, nel luglio (Bert.); Grigno (Cost.). . monoceros Lin. — Più abbondante del precedente, lungo il Fersina e in Centa, presso Trento. L'ho pure raccolto a Bedollo e a Nogarè. arigno (Cost.). Castello di Fiemme (Ecch.). . trifasciatus Rossi, cornutus F. — Assai frequente sui pioppi, pruni ed altre piante, nel giugno e luglio. Caldaro, Trento, Mori, Denno, Civezzano, sui cespugli di rovero (Bert.). var. armatus Schmidt. — Colla specie, assai raro. Mecynotarsus Lafertè. serricornis Panz., rhinoceros F. — Lo raccolsi in gran quantità a Trento vagliando gli avanzi dell’ inondazione dell’Adige, fatti tra- sportare in casa per meglio agevolare le ricerche. Al lago di Garda in primavera e autunno (Ros.). a CUTE es OPE AMI E, FOTe. ea nea, Formicomus Lafertè. . pedestris Rossi. — Nel Roveretano (Zeni). All’Adige e lago di Garda sulla sabbia (Ros.). A Riva, sotto le foglie del verbasco, in prima- vera, a Trento nei rigetti dell'Adige (Bert.). Anthicus Paykull. 1. humilis Germ. — Un esemplare di dubbia provenienza, ch’era con- fuso con altre specie, è probabilmente di Mori. In ogni modo que- sta specie si trova senza dubbio nel Trentino, essendo stata osser- vata nella Pusteria da Rosenhauer, e da me in gran numero al Lido di Venezia. Comune in tutta Italia. VELI TRE RE ATER DOTE 2. floralis F. — Al lago di Garda e all'Adige coll’A. anzherinus (Ros.); Mezzano (Cost.); Trento, Nogarè (Bert.); Condino (Gob.). È 3. Schmidti Ros. — Presso Ala (Ros.); Trento, negli avanzi dell'inonda- 3 zione, non raro (Bert.). — 4. &-guttatus Rossi. — S. Giacomo presso Bolzano al piede dei salici, | nel settembre (Hausm., Lampr.); Ora. negli escrementi essiccati (Derold.). 5. hispidus Rossi. — Al lago di Garda (Ros.); Trento fra gli avanzi dell’inondazione, Nogarè, fra l'erba alla base d’un muro (Bert.); Con- dino (Gob.). 6. antherinus Lin. — Nei campi al lago di Garda, molto raro (Ros.). 7. flavipes Panz. — Al lago di Garda, molto raro (Ros.). 8. axillaris Schmidt. — Trovato a Trento assieme all’A. ScAhmidtii ne- “ gli avanzi dell’inondazione (Bert.). 9. luteicornis Schmidt. — A Trento, raro (Bert.). 10 bimaculatus Ill. — Il sig. Betta trovò a Trento un esemplare privo della macchia nera sulle elitre. Fu pure osservato nella Lombardia (Villa). 11. sellatus Panz. — Trento all'Adige, molto raro (Bert.). 12. fasciatus Chevr., genistae Rosh. — Abbondante nei contorni di Trento sulla Genista radiata, così pure a Caldaro, Mori, Ronzo e Civezzano (Bert.). Nei dintorni di Rovereto (Ros.). Mn REALTÀ Gaai ri = (aa où ST i 13, venustus Villa, unifasciatus Schm. — Rovereto (Ros.). Nella. val d'Adige, sull'erba, edera, HeZianthemum ecc. (Grdl.). È Ochthenomus Schmidt. 1. unifasciatus Bon. — Venne catturato da Frapporti nei dintorni di Riva. Raro a Trento (Bert.). 1. tenuicollis Rossi, signatus Kr. — Al Leno presso Rovereto e a) lago di Garda, nel maggio e giugno (Ros.); Trento, Civezzano, non fre- quente (Bert.). OEDEMERIDAE. Calopus Fabricius. 1. serraticornis Lin. — Specie alpina, molto rara. Presso Senale (Aus- serer); sui monti sopra Torcegno (Cost.); S.,Lugano (Ecch.); sul monte Lagorai in Fiemme e monte Corno nella valle di Daone (Gob.). SS Xanthochroa Schmidt. 1. carniolica Gist]. — Insetto notturno secondo il prof. Gleder. La tro- vai a Madrano sui fiori del Laurus cerasus e sul ciliegio, a No- garè sulla vite selvatica, a Bolbeno su d’una siepe nel luglio. Presso Caldaro e Borgo di Valsugana (Grdl.). 2. gracilis Schmidt. — Riscontrata assai scarsamente nei dintorni di Bolzano da Lippert e Gredler. Piemonte (Ghiliani). Anoncodes Schmidt. 1. rufiventris Scop. — Comune nel Trentino, sul sambuco, sulle ombelli- fere ed altri vegetali. Rovereto e Bolzano (Grdl.); Torcegno, Mez- zano (Cost.); abbondante in Fiemme (Ecch.); Trento nei prati, Mori nel luglio, Cadine (Bert.). Fra le molte variazioni cui va sog- getto piacemi accennare un maschio di Doladizza colle elitre nere meno un esile cerchio giallo-testaceo intorno allo scutello, e due femmine, una di Trodena e l’altra di Trento, coi piedi e la super- Si ficie inferiore del corpo affatto neri. 2. ustulata F. — Bolzano (Grdl.); Novaitaliana (Lippert). Sembra rara nel Trentino. Zeni la riscontrò nella val Lagarina, io non vidi che una femmina da me presa a S. Lugano, la quale ha le elitre inte- ramente testaceo-scure e manca dell’orlo nero all’apice delle elitre. _ 3. media Grdl. — Contorni di Bolzano e Moena (Grdl.); Novaitaliana È (Lippert); Trodena due JJ (Ecch.); Cavalese (Gob.). Dopo l’esame dei due YJ' di Trodena inclino a ritenerla specie distinta. Questi sei JJ finora conosciuti non sono, a mio avviso, da rapportarsi nè alla ustulata perchè mancano dell’uncino caratteristico all’apice del femore medio, nè alla /wlvicollis perchè nè in questa, nè nelle specie susseguenti si riscontrano elitre di color testaceo. Noto che i maschi di Trodena hanno il torace tutto nero. Il fortunato che troverà una coppia potrà sciogliere questi dubbî. . fulvicollis Scop. — Torcegno e Mezzano (Cost.); nella Naunia (Salva- dori); S. Lugano (Ecch,); Valsugana, Cismone (Grdl.). . ruficollis F. — Riscontrata da Gobanz a Condino. . viridipes Schmidt. — Pigliai un maschio nei contorni di Trento. . azurea Schmidt. — Ala (Pizzini); Trento, Cadine, Mori (Bert.); nella valle di Fiemme, rara (Ecch.). . alpina Schmidt. — Abbondante nel Trentino in pianura nei prati ed orti, sulle cipolle fiorite, sul frassino ecc. Trento, Rovereto, Ala (Ros.); Torcegno, Grigno (Cost.); Civezzano (Bert.). Rara nella re- gione alpina malgrado il nome datole dall'autore; non ne vidi finora che due individui raccolti da Eccheli nella valle di Fiemme. adusta Prnz. — Citata da Reitter come di Bolzano. Veneto (Disconzi). Asclera Schmidt. 1. coerulea Lin. — Non rara sui fiori e cespugli. ‘Trento, Borgo, Ma- drano (Bert.); Fiemme (Ecch.); nel Roveretano (Zeni). PEN ST PRI MENDO CO Ate PETE i MR A e e. (O) () | Oncomera Stephens. Dryops Fabr. . femorata F. — Trovata da Orsi a/ Varone, presso Riva, nell’agosto, — su di un muro, e da Gobanz a Castello in Fiemme. Ai masi Aguai - in Fiemme un esemplare (Ecch.). Oedemera Olivier. . podagrariae Lin. — Abbondante sulle ombellifere, sulle spiree, negli orti sui fiori. Sulla Mendola (Ros); Torcegno, Mezzano (Cost.); in Fiemme (Ecch.); Nogarè, Trento, Caldaro, Madrano ece. (Bert.); Rovereto (Zeni). . similis Schmidt. — Rinvenuto un maschio a Trento (Bert.). . flavescens Lin. — Torcegno, Samone (Cost.); Nogarè, nel luglio, Bedollo (Bert.); Trodena (£cch.); Campo (Frapporti). . subulata Ol., marginata F. — Venne catturata da Gobanz a Condino, da me a Trento e nella valle di Pinè. Torcegno (Cost.); Trodena ; (Ecch.). \ . tristis Schmidt. — Rara a Torcegno e Mezzano (Cost.); S. Felice nella Naunia, di giugno, non rara (Ausserer). . nobilis Scop., coerulea Lin. — Ad Ala, negli orti sui fiori, nel giugno (Ros.). Rara a Riva (Bert.). . atrata Schmidt. — Due maschi nei dintorni di Trento (Bert.). . flavipes F. — Specie comune in tutto il Trentino, massime sulla bassa fioritura, sui cespugli ecc. Rovereto (Ros.); Torcegno (Cost.); Bedollo, Madrano, Trento (Bert.); in Fiemme (Ecch.). . annulata Germ. (Stenaxis.. — Rara a Torcegno nella Valsugana (Cost.); presso Bolzano, nel giugno (Hausm., Grdl.) Cavalese negli orti (Gob.). 10. virescens Lin. — Rovereto (Ros.); Mezzano, Torcegno (Cost.); Be- dollo, Pejo (Bert.); S. Lugano (Ecch.); Bolzano, Rovereto (Ros., Grdl.). Pene a Soil 11. lurida Marsh. — Frequente. Torcegno (Cost.); S. Lugano (Ecch.); Trento, Civezzano (Bert.); presso Campo nelle Giudicarie (Frapporti). MRI PRA O R APRE, e SPETTA N CALETIRO Wa Chreysanthia Schmidt. 1. viridissima Lin. — Non rara sull'erba. Samone (Cost.); S. Lugano laghi di Fraul, Doladizza, Fontane fredde (Ecch.); valle di Cadino i (Bert); Naunia superiore (Grdl.). | 2. viridis Schmidt. — Contorni di Bolzano negli orti e vigneti (Grdl.); Bolbeno (Bert.); Salorno (Frapporti). «i PYTHIDAE. I?ytho Fabricius. 1. depressus Lin. — Molto raro. Presso Novaitaliana (Lippert); Val di Lagorai in Fiemme, aprile (Gob.). Lissodema Curtis. 1. 4-pustulatum Mrsh., denticolle Gyll. — Rinvenuto una sol volta da ‘ Eccheli a S. Lugano. Nals nella val d’Adige, maggio, presa nel volo (Grdl.). È | 3 Salpingus Gyllenhall. * 1. ater Payk. — Trovato da Gobanz in Val fredda e presso Predazzo, ì: da Eccheli a S. Lugano. | 2. castaneus Panz. — Molto raro a Trodena (Ecch.). | 3. mutilatus Beck., virescens Muls. — Nella Valsugana (Gobanz.). Ò 4. foveolatus Ljungh. — Riscontrato da Gobanz e da Eccheli nella valle i di Fiemme. Hhinosimus Latreilio 1. ruficollis Lin., roboris Fab. — Torcegno (Cost.); Trodena e Dalea dizza (Ecch.). 2. planirostris Fab. — Mezzano (Cost.); Trodena, sui tronchi di faggio che posano sul terreno (Ecch.). Myeterus Olivier. 19 1. curculionoides F. — Lo riscontrai frequente presso Caldaro, a Be- dollo e Nogarè, di solito sul ligustro e sul frassino fiorito. Ca- priana (Ecch.); Senale (Ausserer). (Continua). — Annunziamo il suaccennato lavoro, per richiamare l’attenzione dei nostri ento- »mologi sopra una famiglia di Nevrotteri, i cui rappresentanti italiani sono poco o unto SLA Inoltre, l’autore vi descrive una Raphidia Io: SRI sE VR ALe a ser. 2.% vol. X. Genova, 1890-92. SI A Quasi la metà delle 20 specie annoverate in questa memoria è nuova per la Ds; scienza ; le Mutilla anzi lo sono quasi tutte (9 sopra 11). : si MarciaLIis E. — Saggio di un Catalogo metodico dei principali e più comuni i animali invertebrati della Sardegna. — Boll. Soc. rom. per gli Studi zoo- ds logici, vol. I. Roma, 1892. So Come altri Cataloghi omnibus, dal punto di vista scientifico anche questo è #5 poco attendibile. Però contiene molti nomi sardi; e per quanto l’identificazione Se loro con i nomi scientifici specificî, possa qua e là, appunto per la poca attendi- | uni bilità di questi, riescir dubbia, tuttavia il loro insieme costituisce un contributo | È: degno di nota alla onomastica zoologica volgare sarda. L'A. stesso del resto pred È ta senta il suo lavoro da questo punto di vista. È Martin Jacosy. — Viaggio di L. Han in Birmania ecc. LI: Description of the DE new genera and species of the Phytophagous Coleoptera obtained by Signor SS L. Fea in Burma. — Annali Mus. civ. ecc. di Genova, serie 2.* vol. XII. Genova, 1882. Riguarda la seconda collezione dei Coleotteri fitofagi fatta dal Fea, e che appare o. interessante quanto e più della prima già pubblicata dallo stesso autore. Di 167 so specie 80 sono nuove. ki i ' MassaLonco €. — Deformazione parassitaria dei fiori di Ajuga chamaepitys | 13 Schreb. — Bull. Soc. Botanica Ital. 1892. n.° 9. è È probabilmente dovuta ad una Asphondylia. MassaLonGo C. — Sopra un dittero-cecidio dell’Eryngium amethystinum L. — i Bull. Soc. Bot. Ital. 1892. n.° 9. Forse da attribuire, come quello già noto dell’E. campestre, alla Lasioptera cio fr. eryngti. a MassaLonco. 0. — Pioggia d’Insetti. — Boll. agr. veronese, anno II. (con fig.). 2 È Trattasi della Podura aquatica Linné, caduta in gran numero nel dicem- à or bre 1891 e febbraio 1892 a- Valeggio. fe Dr» d - DIRT r bj Me 3° : MassaLonco 0. — Apparizione delle Pelose o Rughe dei muri. — Boll. agr. ve- to ronese, anno II. dI Ra Precoce apparizione della Lithosia caniola. 4 Spe Bull. Soc. RE, Paris. 8.° ser. t. IV. Paris, 1892. ic “A e e aio) nei differenti ordini di Aracnidi. PERINI R. — Prilog k Dalmatinskoj Fauni (Isopoda, Myriapoda, Arachnida). PE 168 2 Brzot. A. Zannoni (S. Bulat), 1892. nti 8.° di pag. 22. W Per cura della Redazione saranno dati i titoli o le recensioni dei lavori di D: omologia (s. 1.) inviati dai loro autori in dono alla Società, e delle opere di ‘importanza relative agli Artropodi. ) den da ridurre a due, essendo il fergestinus Koch una forma del car- i . ha 7% CL RI SII 5 Aspidiotus Palmarum, Bouché 185, 187. Aspidiphorus, Latr. 202. — orbiculatus, Gy2/. 202. Asterodiaspis. 300, 303. — quercicola, Sign. 311. Asterolecanium. 185, 301, 302, 303, 31%; — aureum, Targ. Tosz. 285, 301, 302, 304, 305, 307, 311. — Bambusae. 301. — ilicicola, Targ.-Tozz. 285, 300, 302, 311. — Massalongianum, Targ.-Tozz. 296, 285, 295, 302, 312. — miliaris. 301. — quercicola, 299, 300, 301, 311. Ateleneura, Meg. 129, 146. — spuria, N. 129, 146. Atherigona, Rndn. 143. — varia, Mgn. 143. Atherix, Mgn. 112, 137. — crassipes, Mgn. 112, 138. — Ibis, F. 112, 113, 137. — marginata, F. 112, 138. Athysanus erythrostictus, Mzeb. 89. — impictifrons, Boh. 89. — obscurellus, Kbm. var. B Ferr. 89. — striatulus, Mall. 83, 89. — variegatus. Kbm. 89. Atta barbara. 18. Attus falcatus, C2. 91. Aulacigaster, Neg. 140, — rufitarsis, Meg. 140 Autarcus Senna, nov. gen. 59. Azelia, Desv. 125, 143. — cilipes, Hal. 125, 143. — triquetra, Wdm. 143. B Bacha, F. 146. — elongata, N. 146. Barbarea vulgaris, R. Br. 66. Barbitistes serricauda, Fabr. 90. Baridius cuprirostris. 379. — prasinus. 379. i Baridius siciliensis, I79C SI Baryrrbynchus. 32, 33, 35. Bellis perennis, L. 129. Belophorus. 32, 33, 36. Beosus luscus, F. 88. Beris, Latr. 99, 196. — clavipes, L. 99, 136. Bibio, Geoffr. 72, 134. — marci, F. 72, 134. Biccio. 315. Bicho. 315. Bijugis sp. 379. Biomyia, Desv. 144. Biscutella saxatilis, Schleich. 65. Blaniulus hirsutus. 371. Blaps, Fabr. 205. — gages, Linn. 205. — gigas Fabr. 205. — mortisaga, Linn. 205. — mucronata, Latr. 206, 372. — similis, Latr. 206. Blepharipa, Rndn. 127. Blepheripa, Rndn. 145. Boletina, Staeg. 68, 70. — parmensis n. sp., 70. Bolitophagus, Illiîg. 208. — crenatus, PM. 208. — reticulatus, L. 208. Bombix Quercus, Linn. 86. Bombylisoma, Randa. 104. Bombylius, L. 102, 1396. — ater, L.. 136. — — Scop. 102. — canescens, Mzk. 103, 136. — discolor, Mik. 103, 136. — fugax, Wed. 103, 136. — fulvescens, Mgn. 103, 136. — major,,L. 103, 136. — medius, ZL. 103, 136. — minor, L. 103, 136. Bophrosia, Rndn. 78. Borborus, Mgn. 139. — equinus, FU. 139. — fimetarius, Mgn. 139. — geniculatus, Meg. 139. — niger, Mgn. 139. ui: Bostrychus, Geoffr. 203. "o — capucinus, L. 203. Ù Botys octomaculata, FM. 87. — purpuralis, Linn. 87. Brachyrrhinus lugdunensis. 96. su iso, Linn. 56. — — var. severa, Senna 56. ‘—— nova guineensis, Guer. 45. | — puncticollis, D' Urv. 45. pa”. Bruchus, Geoffr. 196. ca puomciis, Sturm. 196. _ italicus. Arrag. 196. — latro, . 196, 197. — lichenum, Marsh. 196. | — ornatus, Mwl2. 196. | — pallipes, Duft. 197. | — pilosus, MW. 197. dA | — pusillus, Strm. 196. o — quercus, Azesw. 197. | — rufipes, F. 196. | — sexpunctatus, Panz. 197. E; dI — subpilosus, Sturm. 107 | — variegatus, Itossî 197. | Bunocrania, Thor. 251. «' — (© picta, Thor. 251. _Butheolus thalassinus. 96. uthus tunetanus. 372. Cadaba glandulosa. 96. _ — hera, Linn. 86. Callinectes. 317. allipareius. 39, 95, 159. Senna Al. Callimorpha dominula, Lin». 86. Calocoris seticornis, Y. 88. Calodromus. 160. Caloptenus italicus, Burn. 164. — — L. 90. Calopus, Fabr. 364. — serraticornis, Linn. 364. Cambarus. 317. Camerania. 191, è di Campontia, Johnst. 377, 378. dar — eruciformis, Jonhst. 377, 378. «Mia Cancellus. 319. 3; Cantharis, awct. 360. — vescicatoria, Linn. 360. È Carabus violaceus. 16. Carcinus moenas. 93. Cardamine pratensis. 103. did Carida, Muls. 353. è Se Carpomyia, Rndn. 123, 141. i” — signata, Mgn. 123, 141. be) Castanea vesca. 199, 350. Catocala nupta. Linn. 87. Cecidomyia, Mgn. 66, 133. » NI — IEndn. 66. — hyperici, Bremi 66, 133. — — Gene 66. — juniperina, De Geer 66. — — Gene 66. — Sisymbrii, Schrk. 66, 133. — n. sp. 67. — n. sp., Calloni 133. Cediocera, Pascoe nov. gen. 62. — longicornis, Pascoe 62. — tristis, Senna 62. Centrophorus. 57, 58. — compressipes, Chevrol. 58. — metallicus, Chevrol. 58, 61. — striatulus, Olzv. 58. Ceocephalus. 32, 44. — Schònherr 5I. — fraterculus, Kolbe 57. — laticollis, Perrowud 60. Cephalobarus. 32, 45. — Schonherr 56. — macrocephalus, Dejean 56. — — var. flavo-ornata, Senna 56. —. — var. maculata, Senna 56. Ceratomyza, Schin. 142. — denticornis, Pz. 142. Ceratopogon, Mgn. Rndn. 74, 134. — flavipes, Mgn. 74, 134. — hortulanus, Mgn. 74. “CH V ba «4 re POE A IO St a gr SI Ceratopogon lineatus, Mgn. 74, 134. — niveipennis, Mgn. 74, 134. — rufipectus, Wta. 74, 134. — serripes, Mgn. 74, 134. Cercyon agnotus. 375. Cerdistus, Lw. 110, 137. Ceria, F. 148. — conopsoides, L. 64, 148. Cerobates, Schonherr 42. — canaliculatus, Motsch. 42. — — var. carinensis, Senna 43. — sexsulcatus, Motsch. 43. — — var. glaberrima, Senna 43. Cerocoma, Geoffr. 359. — Schàfferi, Linn. 359. Ceroctena, Rndn. 82. Ceroxys, Mcq. 124, 142. — hortulana, Rossi 124, 142. — hyalinata, Schin. 124. — marmorea, Mgn. 124. Chaetopisthes termiticola. 374. Chalarus, W?k. 129. Chamaerops. 187. Cheilopogon, Rndn. 106. — diadema, P. 106. — punctatus, /. 106, Cheilosia, Mgn. 147. — aurata, F. 147. — nigripes, Mgn. 147. — praecox, Ztt. 147. — scutellata, 127. 147. — variabilis, Y22. 147. — vernalis, FU. 147. Chelidomyia, Rndn. 148. — pallida, Leach 148. Chelidura albipennis, Meg. 89. Chemalida, Randn. 76, 134. — taenionota, Mgn. 76. 134. Chetogena, Rndn. 145. — penicillaris, Rndn. 145. Chetolyga, Rndn. 146. — cilitibia, Bell. 146. — quadripustulata, FP. 146. Chilopoda. 378. Chionaspis. 184, 186. Chiracanthium nutrix, Walck. 370. Chironomus, Meig. 15, 72, 134, 377, 378. — albimanus, Mgn. 72, 134. — barbicornis, F. 73, 134. — bicinetus, Mgn. 73, 134. 134. — dispar, Mgn. 72. 134. — dorsalis, Mgn. 72, 134. — flavipes, Mgn. 72, 134. — pedellus, Deg. 73, 134. — pedestris, Mg. 73, 134. — pictulus, Mgn. 72, 134. ‘— pusillus, L. 73, 134. — riparius, Mgn. 72, 134. — sordidellus, Ztt. 783, 134. — tendens, F. 72, 134. — tibialis, Mgn. 73, 134. — tricinetus, Mgn. 73, 134, — venustus, Staeg. 72, 134. Chloria, Schin. 142. — demandata. MP. 142. Chlorisoma. 99. Chlorops, Mgn. 141. — Cereris, FU. 141. — didyma, Ztt. 141. — lineata, F. 141. — nasuta, Schrk. 141. — pulchra, Schin. 141. — scalaris, Mgn. 141. Chortophila. 322. — Meg. 143. — bicolor, Wdm. 143. — cilicrura, Rndn. 143. — sepia, Mgn. 143. — thrichodactyla, Rndn. 143. Chrysanthia, Schmidt 867. — viridis. Schmidt 367, — viridissima, Linn. 367. Chrysochlamys, Rndn. 132, 147. — ruficornis, MF. 132, 147. Chrysochraon brachypterus, Ocsk.89. Chrysogaster, Mgn. 148. — coometeriorum, L. 148. — metallina, PM. 148. — tarsatus, Mgn. 148. — viduata, L. 148. Chrysomyia, Mcq. 99, 136. — formosa, Scop. 99, 136. Chrysopila, Meg. 112, 137. — atrata, F. 112, 137. — aurea, Mgn. 112, 137. Chrysops, Mgn. 36, 101. ; — coecutiens, ZL. 101, 136. — perspicillaris, Lee. 101, 136. — relictus, Mgn. 101, 136. 2 al ‘ a SI " Chironomus brevitibialis, Ztt. 78, «SA i. ta rysopyga, 320. otimus, Law. 120, 139. «molliculus, 727. 120, 139. rysotoxum, Mgn. 65, 148. rysotus, Mgn. 120, 139. — cilipes, Mgn. 120, 139. | — laesus, Wam. 120, 139. | — suavis, Lw. 120, 139. — Chyliza, FU. 141. — Mgn. 122. | — atriseta, Mgn. 122. — leptogaster, Mgn. 122. | — permixta, Rndn. 122, 141. — scutellata, F. 122, 141. Cidaria dilutata, S. V. 87. — fulvata, Forst. S7. _— truncata, Hufn. 87. . Cimex viridissimus, Pod. 88. Latr. 203. — bidentulus, Ros. 204. — bholeti, F. 204. | — comptus, Gyl2. 204. | — elongatulus, Salten. 203. festivus, Panz. 204. hispidus, Gy0!. 204. — micans, Herbst. 204. nitidus, Herbst. 203. quadridens, Mell. 204. - setiger, Mell. 204. vestitus, Mell. 204. Cistela, Fabr. 350. Claeoderes, Schonherr 56. — — mexicanus, Bohem. 56. Cleogene lutearia, Fabr. 87. Clerus, Geoffr. 194. — formicarius, L. 194. — mutillarius, P. 194. Clytia, Desv. 145. — continua, Pz. 145. Cnephalia, Rndn. 146. — hebes, FU. 146. Coccus. 299. — Boisd. 311. dd — aeliodes, Costa 301. | Coelosia, Wrz. 68, 133. | — fusca, Bezzi 64, 68, 133. fasciculatum, Deg. 65, 148. ._— — var. tristis, Senna 56. Cochliotheca helicinella. 379. Coenocara, Thoms. 201. — affinis, Sturm. 201. — bovistae, Hoffm. 201. — — var. canescens, Grdl. 201. — subalpina, Bon. 201. Coenonympha arcania, Linn. 86. — pamphilus, Linn. 86. Coenosia, Myn. 143. — gennalis, Rndn. 143. — palustris, Dese. 143. — riparia, FU. 143. — sexnotata, Mgn. 143. — triangula, //!. 143. Colias edusa, F. 84. — hyale, Linn. 84, — phicomone, Esp. 84. Conicera, Mgn. 139. — atra, Mgn. 139. Conopalpus, Gyll. 355. — brevicollis, Kraatz 355. Contarinia, Rndn. 66. Coptorhynchus. 92. 152. — Francoisi, Desbroch. 92, 152. Cordus, Schoònherr 46. — peguanus, Senna 46. Cordylera impudica, n. sp. 125. — nigriseta, Rndn. 125, 142. Cordylura, MU. 125, 142. — albipes, /02. 125, 142. — ciliata, Mgn. 125, 142. — fuscitibia, Rndn. 125, 142. — pubera, L. 125, 142. Cordylurina. 125. Coremacera, Rndn. 140. — marginata, Y. 140. Corethra. 15, 378. — plumicornis, Medg. 978. Cornus. 98, 115, 132. Corticeus, Piller 347. — castaneus, N. 347. — linearis, F. 347. Corynetes, Herbst. 194. — coeruleus, De Geer 194. — ruficornis. 194. Coryzus parumpunctatus. SchM. 88. Crabro. 343. Crephelochares livornicus. 375. Criorhina, Meg. 131, 147. — ranunculi, Pz. 131. — ruficauda, De Geer 131, 147. Crocidura fuliginosa, Biythà 377. Crocothemis eryihraea, Brull. 90. Crypticus, Latr. 206. — alpinus, Comolli 206. — glaber, Fabr. 206. — quisquilius, Linn. 206. Cryptops. 318. Cryptostemma Afzellii. 318. Cryptus. 343. — paganus, Jur. 332. Cteniopus, Sol. 352. — flavus, Scop. 352. — sulphureus, L. 352. Ctenophora, Mgn. 82, 135. — Rndn. 82 — bimaculata, Linn. 82, 1395. — festiva, Mgn. 82, 135. Cucullia lactucae, S. V. 87. Culex, Linn. 76, 134, 257, 261, 262, 264, 265, 268, 271, 276. 278, 279, 280, 281, 282, 283. — annulatus. 269, 280, 281, 282, 283. — — Fabr. 280, 281. — — Schrank 280. — articulatus, Rndn. 76, 134. — bifurcatus. 278, 279, 280, 281, 282, 283, 284. — ciliaris. 75, 278, 219, 282. — ciliata. 280, 281. — claviger. 262, 280, 281. = —Aabnd 234: — detritus. 263. — domesticus. 284. — elegans. 270. — equinus. 278, 280, 281, 282. — fasciatus. 282, 283. — flavescens. 280, 281, 282. — geniculatus. 283. — guttatus. 263. — hemorroidalis. 280, 281. — hortensis. 269. — impudicus. 270. — Kounoupi. 263 — lutescens. 280, 281. 282. — modestus. 269. — Morio. 280, 281, 282. — mosquito. 263, 264. 265, 267. — nemorosus. 268, 269. — — Mgn. 76, 134. — phytophagus. 270. — pipiens. 15, 263, 264, 265, 268, 270, 278, 279, 280, 282, 283, 234. — pulicarius. 278, 280. — reptans. 278, 280, 281, 282, 283. — Richiardii. 269. —rusticus. 283. — spathipalpis. 269. — stercoreus. 278, 282, 283. — trifurcatus. 280, 281, 284. — variegatus. 281, 282, 283. — vulgaris. 276. Cyclopedia. 263. Cyclosa. 239, 243. Cyclostoma elegans. 206. Cylindrocera. 66. Cyllenia, Latr. 104, 136. — maculata, Latr. 104, 136. Cyniphes, Costa A. 75 — molesta, Costa A. 75 Cyphagogus. 158, 159, 160. — Parry 32, 40, 4l. — appendiculatus, Mairm. 40. — costipennis, lazrm. 40. — sculptilis, Fairm. 4l. Cyphagonus. 4l. Cyriodontus, Kirsch. 49. — lineatus, Gy. 49. Cyrtarachnis. 239. Cyrtoma, Mgn. 113, 138. — spuria, 22. 113, 138. Cyrtoneura, Meg. 144. — assimilis, NW. 144. — hortorum, 2. 144. — pabulorum, #27. 144. — pascuorum, Mgn. 144. — pilipes, Rndn. 144. — stabulans, N. 144. Cyrtophora. 231. — Opuntiae. 383. D Dasipogon. 106. — Rndn. 107. Dasylobus argentatus, Cn. 9L Dasyops, Rndn. 142. — lasiophthalmus, Meg. 142. Dasyphora, Desv. 144. — pratorum, Mgn. 144. - Culex P piens, Linn. 76, 134. - — pulicaris. 280, 281, 282, 283. ai Dischistus, Lw. 104. 136. — minimus, Schr&k. 104, 136. — sulphureus, F. Rndn. 104. Discomyza, Mgn. 140. st — incurva, FU. 140. lippia, Zzoy 101. Diurus. 34. e i DIE Pascoe 62. 5 antennatus, Ritsema. 62. compressicauda, Mairm. 62. L. 89. dispar, Pascoe. 63. DE var. Y Ferr. 89. erythropus, Ritsema 62. darus, Latr. 206. forcipatus, Westwood 63. coarcticollis, Muls. 206. furcillatus, Gy2h. 63. istis, Rossi 206. — Pascoe 63. nops, Stev. 193. ominosus, Senna 63. ea», Charp. 193. sphacelatus, Pascoe 63. e tarsatus, Ritsema 63. unicolor, Chevr. 62. Dixa, Mgn. 74, 134. — autumnalis, Mgn. 74, 134. Dixidae. 134. x Docosia, Wtz. 68, 133. 66 globosa, deo. — valida, Wtz. 68, 133. | Dialineura, Rndn. 105, 137. Dolichopus, Latr. 118, 138. eximia, Mgn. 105. — aeneus, Deg. 119, 139. inthoecia capsincola, S. V. 87. — agilis, Mgn. 119. 139. er Geoffr. 208. . — longicornis, Stanm. 119, 139. — boleti, Linn. 208. — nitidus, 2. 118, 138. Diaphorus, Mgn. 120, 139. — plumipes, Scop. 118, 138. — nigricans. Mgn. 120, 139. — signatus, Mgn. 118, 188. Di spis. 184, 185. — ungulatus. 119. ica Mgn. 140. Dolicopus, Rndn. 119. - obscurella. N22. 140. Domomyza, Rndn. 124, 142. E Dicera, Lioy 82. Doratura stylata, Boh. 89. Dicraneura Montandoni, Puton. 84, Dorcatoma, Herbst. 201. Nene” » — chrysomelina, Sturm. 201. ansia O.-Sack. Schin. 79. — dresdensis, Herbst. 201. ictenidia, Brulle 82. — serra, Panz. 201. Drosophila, YZ. 140. ll — funebris, F. 140. ET un 722 134. — graminum, 2. 140. i - vulgaris, Mgn. 71, 115, E — obscura, Fl. 140. — uvarum, Rndn. 140. SA Pagh. 203. Dryophyllus, Chewvr. 197. ctria, Mgn. 106, 137. — pusillus, Gy22. 197. avi Dytiscus marginalis, ZL. 374. E Echinomyia, Dumyr(. 65, 146. — fera, L. 146. Echinomyia nupta, Rndn. 146. — ruficeps, Meg. 146 — tessellata, PF. 146. Echium. 361. Echocerus, Horn. 347. — cornutus, F. 347. Ectobia livida. Fabr. 89. Ectocemus. 32, 33, 36, 54, 55 — Pascoe 49. — decemmaculatus, Faîrm. 54. — — Montr. 49, 50, 51, 52, 59, 54. — pogonocerus, Montrouz. 54. — pterygorhynus, Gestr. 52, 53, 54. — quatuor-dentulus, Desbroch. 54 — ruficauda, Bates 52, 53, 54. — spinipennis, Faîrm. 54. — spinirostris, Walker d4. — Wallacei, Pasc. 50, 51, 53, 54. Elasmocera, Andn. 109. — cingulata, Rndn. 109. Elateroides, Schaeff. 195. — dermestoides, L. 195. — Morio, Y. 195. Eledona, Latr. 208. — agaricola, Herbst. 208. Elgiva, Mgn. 121, 140. — albiseta, Scop. 140. — dorsalis, F. 121, 140. Elytrodon, Baudi 379. Embololimnebius, Baudiî 375. — angusticonus. 375. — laticonus. 375. Empis, L. 114, 138. — atra, Mcq. 114, 138. — Bistortae, Mgn. 114, 138. — maculata, FP. 114, 138. — nigricans. 114. — rustica, #22. 114, 138. — stercorea, L. 114, 138. — tessellata, . 114, 138. — trigramma, Mgn. 114, 138. — vernalis, Mgn. 114, 138. Emydia striata, Linn. 86. Ennearthron, Mellie 205. — affine, Mell. 205. — cornutum, Gyl?. 205. Ennomos autumnaria. 319. Entolmus, Lw. 137. Epeira, (Walck.) 231. — adianta, W. 91. — anaspasta, Thorell 234. Epeira Sagalato: Cl. 90. — — var. pinetorum, €. RO so i — Bandelieri, 383. ‘ — Ceropegia, W. 91. — (Cyclosa) confraga, Thor. 239. — cucurbitina, C2. 91. td — diademata, ©. 90. ce — — var. stellata, C. K. 90. — dromedaria, W. 91. È; — (Cyrtophora) eczematica, Tho- rell 231. — hybophora, Thor. 245. — marmorea, CI. 90. — (Cyclosa) micula, Thor. 245. — Mulmeinense, Thor. 248. — obesa, Thor. 235. — (Cyclosa) pellax, Thor. 243. — pellax? 245. 5 — perpolita, Thor. 237. — Schreibersii, Hahn 90. 7 — sollers, W. 90. î — unicolor, Dol. 233. Ephebocerus. 154. 19 * Ephippigera vitium, Serv. 90. Ephippium. 98. Ephydra, N. 140. — breviventris, Lw. 140. i Ephygrobia, Schin. 140. i — plumosa, 127. 140. — polita, Meg. 140 Epiblemum scenicum, €42. 91. Epicauta, l2edtenb. 360. "a — verticalis, ZI. 860. X Epichnopterys Hoffmanni, Heyl. 379. Epicoinoneus, Sennanov. gen.55,95. — femoralis, Senna 55. Epidesmia, Rndn. 123. to Epinephele janira, Linn. 86. — lycaon, Rott. 85. — tithonus, Linn. 86. A. Episernus, Thoms. 197. wu — gentilis, Rosenh. 197. * Epithalassius Saneti-Marci. 65. Epitriptus, Lw. 110, 137. pi, Erebia aethiops, Esp. 85. — epiphron, Kn.var. Cassiope, P. 85. È — — var. nelamus, Bsd. 85. — Euryale, Esp. 85. ) — ligaea, Linn. 85. e — medusa, S. V. 85. SR — stygne, 0. 85. Erin eum effusum. 372. optera, Mgn. 76, 134. Mati hia, Mgn. 143. rontana, Schin. 143. nobius, Thoms. 199. abietinus, Gy02. 199. abietis, F. 199. consimilis, Muls. 199. ensicornis, Muls. 199. icidus, Muls. 199. nollis, Linn. 199. igrinus, Seddl. 199. — pini, Muls. 199. rrhomenellus brachypterus, Fieb. TINI 89, ngium amethystinum, L. 376. vis, Kist. 350. ;norrhinus. 32, 33. populneus, Panz. 362. pruinosus, Kiesw. 361. ygmaeus, Gyll. 362. uficollis, Rossi 362. staceus, Kolen. 362. lensis, Grdl. 362. ia quercinaria, Hfn. 87. ornatus, Myn. 131, 147. Euphorbia Cyparissias, L. 111. è, - Eupithecia venosata, N. 87. EKupsalis. 32, 33, 49. — Lucord. 47. — bifalcata, Mairm. 47. — coracinus, Kolbe 48. Eupteryx melissae, Bohm. 89. — urticae, Mabr, 89. — vittata, L. 89. Eurygaster maura, Linn. 88. Eutolmus, Lw. 110. Eutrachelus, Latr. 55. — sumatrensis, Waterh. 55. — Temmincki, Latr. 55. Exoprosopa, Meg. 101, 186. — Rndn. 102. — albiventris, Meg. 102. — Germarii, Wzed. 102. Jacchus, (7°.) Loew. 101, 186. — Minos, Mgn. 102, 136. — semialba, Wed. 102. — senilis, Kg. 102. EBxorista, Mgn. 127, 145. Rndn. 127, 146. confinis, Fl. 146. gnava, Mgn. 127, 146. properans, Rndn. 146. vulgaris, FU. 145. EF Ferdinandea. 132. Filaria. 265, 266, — sanguinis hominis. 265, 266, 267, 268. Forficula auricularia, L. 89. — decipiens, Ger. 89. Formica. 93. — fusca. 18. Formicomus, Laferté 363. — pedestris, Rossi 363. Frontina, Mgn. 145. — marmorata, FP. 145. Fusulina, 190. G Galium lucidum. 189. — verum. 189. Galleria mellonella, Linn. 88. Gastrallus, Duval 198. — immarginatus, Iedt. 198. — laevigatus, O?. 198. Geneja, Lioy 70. Genista radiata. 363. Geometra papilionaria, Linn. 87. Geomyza, FU. 121, 140. — combinata, L. 121, 140. Gibbium, Scop. 196. — psylloides, Czemp. 196. — scotias, F. 196. Glaphyroptera, Wtz. 70. Gnathocerus, awet. 347. Gnophos dilucidaria, S. V. 87. — glaucinaria, HD. 87. Gnophria quadra, Linn. 86. Gonia, Mgn. 127, 146. — capitata, De Geer 146. — fasciata, Mgn. 127, 146. — Foersteri, Mgn. 127. Goniglossum, Radn. 141. — Wiedemanni, Mg». 141. Gonipes, Latr. 106. Gonocephalum, Muls. 207. — pusillum, /. 207. — pygmaeum, Stev. var. pedestre, Rosh 207. — viennense, Duft. 207. Gonodera, Muls. 350. — ceramboides, Linn. 350. — Costessii, Bertol. 350, 351. — fulvipes, /. 350. — hypocrita, Muls. 350. — luperus, Herbst. 350. — marcida, Kzesw. 351. — metallica, Kùst. 350. — murina, Linn. 350, 351. — semiflava, Kust. 350, 351. — — var. Ecchelii. Bertol. 350. — — var. parvula, Rottenb.? 351. Gonomyia, Ost.-Sack. 77, 135. — cincta, Egg. 77, 135. — tenella, Mgn. 77, 135. Graphomyia, Desv. 144. — maculata, Scop. 144. Gryllus campestris, L. 90. — italicus, L. 164. Grysotus. 120. Gymnopternus, Lie. 119, 139. — atrovirens, Lee. 119, 139. Rai Cina pala celer, — trivittatus, MY. 147. 19; — chrysozygos, IWdm. 119, 139. — nigricornis, Mgn. 119, 139. — nigriplantis, Stann. 119, 139. Gymnosoma, Mgn. 146. > — costata, Pa. 146. È: — rotundata, L. 146. ; H Hadrodema rubicunda, Fa? 88. Haemasson, Lw. 75 — mimutus, Lw. 75. N Haematobia, Desv. 144. La — stimulans, Mgn. 144. i: Haematopota, Mgn. 100, 136. — pluvialis, ZL. 100, 136. Hallomenus, Panz. 353. — binotatus, Quens. 353. — fuscus, Gyll. 353. — humeralis, Panz. 353. — — (Ros.) 353. Halosimus, Muls. 360. — syriacus, Linn. 360. Halticus erythrocephalus, H. S. 88, bi: Hammomyia, Rndn. 143. — buccata, FU. 143. da Harpactor iracundus, Scop. 88. Harpya vinula, Linn. 86. ki Hedera Helix, Linn. 285, 312. ql Hedobia, Sturm. 200. — imperialis, L. 200. — pubescens, N. 200. — regalis, Duft. 200. Helianthemum. 364. Heliophanus cupreus, Wal. 91. — flavipes, Hahn 91. — metallicus, C7. 91. Heliotaurus. 371. Helomyza, Fl. 121, 140. — affinis, Mgn. 121, 140. — flava, Schin. 121. — pallida, N27. 140. — rufa, Mgn. 140. Helophilus, Mgn. 147. na ossii, Germ. 349. - tumidicollis, AZ. 349. ota. 379. rodromia, Mgn. 115, 188. oratoria, FW. 115, 138. milea, Lw. Schin. 151. dimidiata, Costa O. 151. esperia comma, Linn. 86. teromyza, FU. 140. icornis, Mgn. 140. roplites unicolor, Pow. 62. sp. ined. Lacord. 62. acantha. 99. Hilara, Mgn. 114, 138. chus saccharatus, L. 166. males. 57, 58. a Rndn. 143. prostrata, Rossi 143. LE NIARO ada P, g È è d ‘ Ts b Topino Oberthiri, Senna 255, — trichemerus, Senna 43, 253, 254, 200. Hormocerus, Schonherr 34, 56, 60._ — annulipes, Schaufuss 56. Hormomyia, Lie. 67, 133. iaginazigsi018 199% Hyalomyia, Desv. 129, 146. — pusilla, Mgn. 129, 146. Hydrophoria, Deswv. 143. — RM acg 922) — anthomyea, Rndn. 143. —. conica, N. 143. — socia, Mgn. 143. Hylara. 114. Hylemyia, Desw. 143, 321, 322, 325, 327, 328, 329. — cinerella, Meig. 323. — hilaris, F//. 143. — longula, Macg. 323. — pullula, Rndn. 321, 323, 324. — strigosa, N. 143. Hylocoetus, Latr. 195. Hylotoma. 332, 333. 335, 339, 342, 343, 345. — flaviventris, Wab. 332. — pagana, (Panz.) Latr. 331, 332, 333, 337, 340, 342, 343, 344, —'rosae, De Geer 332, 334, 342, 344. — rosarum, P. 332. Hymenalia, Muls. 350. — fusca, Illig. 350. — rufipes, PM. 350. Hyperephanus, nov. gen. 153, 154, 155 — hirsutus n. sp. 155. Hypericum perforatum, L. 66. Hypoderma, C2k. 146. — bovis, L. 146. Hypophloeus, Hell. 347. I Ibisia, Rndn. 112. Ilisia, Rndn. TI. Ino globulariae, Hb. 86. Inocellia crassicornis. 369. — Maclachlani. 369. chis. da marais. 821 — foetidissima. L. 321. — florentina, L. 321, 324, 330. — germanica, L. 321, 322, 324, 330. *— italica, Parl. 321. — pallida, Lamk. 321, 324, 330. — Pseudo-Acorus. 321, 322, 380. — pumila, Savi 321. Isognathus. 159. — Kolbe Al. — anaticeps, Kolbe 41. — Mechowi, Kolbe 41. Itamus, Lee. 110, 137, 150. — cyanurus, Lie. 150. Ithystenus. 33, 54, 152. J Jasione montana, L. 128. Jassus modestus, Fzeb. 89. Jehthyurus. 374. Jonthocerus. 154. — Lacord. 42. — nigripes, Lew. 154. — papuensis, Macleay 42. L Laena, Latr. 348. — pimelia, Duft. 348. — viennensis, Sturm. 348. Lagoa. 320. Lagria, Mabr. 392. — atripes, Muls. 352. — hirta, Linn. 353. Lamium maculatum. 103. Lampyris. 261. Laphria, Mgn. :110, 137. — fulva, Mgn. 110, 137. — maroccana, F. 109. Laricobius, Rosenh. 195. — FErichsoni, Ros. 195. Lasiocampa populifolia, S. V. 86. Lasioderma, Steph. 201. — haemorrhoidale, 279. 201. — testaceum, Duft. 201. vci i de Lasiopogon, Tao 109. gi) — cinctus, P. 109, 137. Lasioptera Eryngii. 376. Lasius. 93, 94. — flavus. 18. Lauxania, Latr. 142. — aenea, Fl. 142. Lecanium. 288. — quercicola, Bowch. 299. Lejogaster, Rndn. 148. Leptis, Y. 111,,137. — conspicua, Mgn. 112, 137. — scolopacea, L. 111, 137. — tringaria, L. 111, 137. — vitripennis, Mgn. 111, 137. Leptogaster, Mgn. 106, 137. — cylindricus, Deg. 106, 137. — tipuloides, MF. 106. : Leptopterna dolobrata, Linn. 88. Leptorhynchus. 152. — Francoisi. 153. Leptorrhynchus. 54, 55. Leptura. 369. , Leria, Desv. 140. — fenestralis, 2. 140. — serrata, L. 140. Lestremia, Mgn. 67, 138. — leucophaea, Mgn. 67, 133. i Leucania lythargyria, Esp. 87. TRO — pallens, Linn. 87. Dad Leucaspis. 184, 186. È Leucophasia Sinapis, Linn. 84. Z vai — — var. Erysimi, BA&. 84. Lichenum, Blanch. 208. — pictum, PF. 208. Licinus cassideus. 206. Limnebius dissimilis. 375. Limnobia, Mgn. 79, 135. — 0.-Sack. Schin. 79. i — REndn. 79, 135. — chorea, Mgn. 79, 135. — modesta, Mgn. 80, 135. — Morio, Y. 80, 135. — pilipennis, Egg. 79. — tripunctata, Mgn. 79. 0° Limnoea, Radn. 77. AD Limnomyza, Rndn. 79, 135. N: — pilipennis, Egg. 135. — tripunctata, Mgn. 135. ù Limnophila, Meg. 78, 135. ti e IR Liri baia dota i MET YET BOR oa NRSNSANO NEIL. VODA HTS ni nea là * n DI . Limnophila, Rndn. 78, 79. — discicollis, Mgn. 78, 135. — ferruginea, Mgn. 79, 135. — nemoralis, Mgn. 78, 135. Limosina, Meg. 139. — akka, Rndn. 139. — albipennis. Rndn. 139. — ferruginata, Stenh. 139. — limosa, Fl. 139. — ochripes, Mgn. 139. — simplicimana, Rndn. 139. Limulus. 318. Linyphia triangularis, C7. 90. Liobunum Iimbatum, L. X. 91. Lispe, Latr. 143. — consanguinea, Lw. 143. — tentaculata, De-G. 143. Lissodema, Curtis 367. — denticolle, Gy2l. 367. — 4-pustulatum, Mrsh. 367. Listropodia, Kol. 148. Lithobius coeculus. 371. — hexodus. 371. Lithosia caniola. 376. — complana, Linn. 86. — sororcula, Hufn. 86. Lithyphantes dispar, Duf. 90. — hamatus, C. K. 90. Locusta viridissima, Fab. 164. — — L. 90. Lomatia, Mgn. 102, 136. — lateralis, Mgn. 102, 136. Lonchaea, FU. 124, 142. — vaginalis, WU. 124, 142. Lonchoptera, Mgn. 148. — lacustris, Mgn. 148, — lutea, Pa. 148. Lonicera xylosteum. 189. Loxocera, Mgn. 141. — ichneumonea, L. l4l. Lucanus Cervus. 192. Luciola. 377. Lucilia, Desv. 144. Lycaena Argus, Linn. 84. — arion, Linn. 84. — astrarche, Berg. 84. — bellargus, Rott. 84. — corydon, Poda 84. _ — icarus, Rott. 84. — semiargus, ott. 84. Lycium europaeum. 372. — 370 — Lycosa agricola, 7%. 91. — hortensis, Th. 91. — monticola, C7. 91. — nigra, C. K. 91. — proxima, C. K. 91. Lyctus, Mabr. 202. — bicolor, Comolli 202. — canaliculatus, Y. 202. — impressus, Comolli 202. — pubescens, Panz. 202. — unipunctatus, Herbst. 202. Lygaeus saxatilis, Scop. 88. Lygus pratensis, W. 88. Lymexylon, Mabric. 195. — navale, L. 195. Lytta, Mabr. 360. Mm Machaeraea serriventris, Rndn. 127. Machimus, Lew. 110, 137. Macquartia, Desv. 145. — chalchonata, Mgn. 145. Macrocera, Mgn. 70, 133. — Latr. 70. — angulata, Mgn. 70, 133. Macrochoetum, Radn. 141. — cornutum, 7. 141. Macrodema micropterum, Curt. 88, Macroglossa stellatarum, Linn. 86. Macronychia, Rndn. 145. — agrestis, /22. 145. Macrorchis, Rndn. 143. — meditata, MZ. 143. Mahonia. 96. Mallota, Mgn. 130, 147. — fuciformis, MP. 130, 147. Malva Alcea. 189. Mamestra serratilinea, Tr. 87. Mantipeza, Rndn. 115, 138. — precatoria, /22. 115, 198. Marantha vittata. 301, 304, 311. Masicera, Meg. 127, 145. — Endn. 145. — atropivora, Desv. 145. — pupiphaga, Rndn. 127, 145. — scutellata, Desv. 127, 145. — spinuligera, Rndn. 145. Matricaria. 104, Mecedanum. 42. — Auberti. 42. — integriceps. 42. Mecynotarsus, Laferte 362. — rbhinoceros, Y. 362. — serricornis, Panz. 362. Medeterus, Fisch. 119, 139. — truncorum, Mgn. 119, 139. Medicago sativa, L. 164. Megacerus. 49. — decemmaculatus. 50, 54. Megachoetum, Rndn. 122, 141. — extenuatum, Rossi 122, 141. Megasternum calabricum. 375. Meira latiscrobs. 378. — sicula. 378. Mekelia, Rndn. 124. Melanargia galathea, Linn. 85. Melandryia, Fabr. 354. — canaliculata, Fabr. 354. — caraboides, L. 354. — dubia, Schall. 354. Melanophora, Mgn. 145. — roralis, L. 145. Melanostoma, Schzn. 147. Melitaea athalia, ott. 85. — cinxia, Linn. 85. — didyma, 0. 85. Melithreptus, Lu. 147. — nigricoxa, Ztt. 147. — scriptus, L. 147. — taeniatus, Mgn. 147. Meloe, Linn. 398. — autumnalis, 0Ol7v. 358. — — var. hyemalis, Grdl. 358. — — var: laevis, Grd/. 359. — brevicollis, Panzs. 359. — cicatricosus, Leach 359. — decorus, Brandt 359. — proscarabaeus, Linn. 358. — — var. cyaneus, Muls. 358. — rugosus, Mars. 359. — scabriusculus, Brdt. 359. — uralensis, Pall. 359. — variegatus, Donov. 359. — violaceus, Marsh. 358. Melolontha vulgaris, 192. Menephilus, Muls. 348. — curvipes, /. 348. — cylindricus, Herbst. 348. Merodon, Mgn. 131, 147. — spinipes, F. 131 Cc — tuberculatus, Rndn. 131, 10. Meromyza; Mg». 141. — saltatrix, L. 141. — variegata, Mgn. 141. Meroplius, Rndn. 141. Mesembrina, Mgn. 144. — meridiana, L. 144. Mesocoelopus, Duv. 201. — niger, Mw. 201. Meta Merianae, Scop. 91. — segmentata, C0. 91. Metopia, Mgn. 145. — leucocephala, Ross? 145. Micropalpus, Meg. 128, 146. — comptus, 2. 146. — haemorroidalis, Y2. 128, 146. — vulpinus, 227. 128, 146. Micropeza, Mgn. 141. — corrigiolata, L. 141. Microphorus, Meg. 115, 138. — crassipes, Meg. 115, 138. Microtyphlus. 369. Microzoum, Redtenb. 207. — tibiale, FP. 207. Milichia, Mgn. 142. — boletina, Ztt. 142. Milonia, Thor. 248. — obtusa, Thor. 248. Miltogramma, Mgn. 126, 145. — REndn. 126, 145. — lineolata, Rndn. 145. — murina, Myn. 126, 145. — oestracea, MU. 145. — pilitarsis, Rndn. 126, 145. Mintho, Desv. 145. — praeceps, Scop. 145. Miolispa. 45. — Pascoe 44. — Beccarii, Power in coll. 44. — bicanaliculata, Schaufuss 44. — ceylonica, Desbroch. 44. — conformis, Senna 44. — cordiformis, Mucleay 44. — ebenina, Macleay 44. — exarata, Dejean 44. — javanica, Senna 44. — — Power in coll. 44. — Mariae, Senna 44. — metallica, Senna 44. Men. 45. — nupta, Senna. 45. — pumila, Montrouzier. 45. — puncticollis, Boisd. 45. — semivelata, Schaufuss. 46. — striata, Schaufuss. 46. Miris holsatus, PM. 88. Misumena vatia, C7/. 91. Mochtherus, Lew. 110, 137. Molione, Thorell. 215. — triacantha, Thorell. 216. Molobrus. 68. Moma orion, Esp. 87. Monanthia costata, Fabr. 88. — geniculata, Mieb. 88. « Mordella, Linn. 355. — aculeata, Linn. 356. — — Linn. var. vestita, Em. 356. — albosignata, Muls. 356. — bipunctata, Germ. 356. — bisignata, Redt. 356. — 12-punctata, Ross? 355. — fasciata, F. 356. — maculosa, Naezen. 356. — sulcicauda, Muls. 356. — villosa, Schrank. 356. Mordellistena. Costa 356. — abdominalis, F. 356. — brevicauda, Boh. 356. — brunnea, /. 356. — confinis, Costa 357. — grisea, Muls. 356. — humeralis, L. 356. —’— L. var. lateralis, OI. 356. — micans, Germ. 356. — Neuwaldeggiana, Panz. 356. — parvula, Gyl!. 356. — pumila, Gy0. 357. | — pusilla, Redt. 356. — stenidea, Muls. 357. — — Muls. var. infima, Muls. 357. — ventralis, F. 356. Morellia, Desv. 144. Morinia, Desv. 145. — mendica, Rndn. 145. Mormidea baccarum, Linn. 88. | _— nigricornis, F. 88. . Mosillus, Latr. 141. — arcuatus, Latr. 14l. Anno XXIV. = 919 — Miolispa novae guineensis. Guér. Musca, Fall. Fub. 322. Musca, L. 144. — corvina, Y. 144. — domestica, L. 144, — extenuata, Rossi 122. — longula, Fall. 323. — tempestiva, 202. 144. Muscina, Desv. 144. Mutilla. 96, 376. Myathropa, Rndn. 147. — florea, L. 147. Mycetochara, Berthold 351. — axillaris, Payk. 351. — axillaris, Payk. var. maurina, Muls. 351. — barbata, Latr. 352. — bipustulata, 72/. 351. — flavipes, F. 351. — humeralis, 70. 351. — linearis, ZI. 352. — Morio, Redt. 351. — 4-maculata, Latr. 352. — scapularis, Gy0l. 351. Mycetophagus, Hellw. 370. — Mgn. 63, 133. — lineola, Mgn. 68, 133. Mycterodus orthocephalus, Merr. 373. Mycterus, Olzv. 368. — curculionoides, Y. 368. Myiochrysa. 99. Mylabris, quct. 359. Myodina, Desv. 142. — vibrans, L. 64, 142. Myoleja, Rndn. 123. Myolepta, Newm. 131, 147. — luteola, Gnr. 131, 147. Myopa, Y. 148. — stigma, Mgn. 148. — testacea, FM. 148. Myopina, Desv. 143. — reflexa, Desv. 143. Myospila, Rndn. 144. — meditabunda, Y. 144. Myostoma, Desv. l44. — microcera, Desv. 144. Myrmedonia. 374. Myrmica. 93. — rubra. 19. — scabrinodis. 94. Mytilaspis. 184, 186. N Nabis lativentris, Boh. 88. — rugosus, L. 88. Nalassus. 349. Napomyza, Hal. 142. Nasturtium amphibium, D. ©. 66. — palustre, D. €. 66. Necrobia, Latr. 195. — ruficollis. 195. — rufipes, DeGeer. 195. — violacea, L. 195. Nematocera, Mgn. 78. Nematoproctus, Lw. 120, 139. — annulatus, Meg. 120, 139. Nemeobius lucina, Linn. 84. Nemocephalus. 54. — planicollis. 55. Nemopoda, Desv. 14l. — cylindrica, F. 141. — stercoraria, Desv. 14]. Nemoraea, Desv. 127, 146, — conjuncta, Radn. 127. — pellucida, Men. 127, 146. Nemorilla, Rndn. 145. — floralis, FM. 145. Neoglaphyroptera, Ost.-Sack. 70,133. — alternans, Wtz. 70, 133. — immaculata, Giglio Tos. 70. Nephrotoma, Mgn. 81, 135. — dorsalis, F. 81, 135. Neptis lucilla, Hb. 85. Neurigona, Radn. 117, 138. — quadrifasciata, F. 117, 138. Niptus, Bo:ield. 196. — crenatus, F. 196. — minutus, Z2/. 196. Nitellia, Desv. 144. Nomada. 371. — Baldiniana. 371. — tripuuctata, Moraw. 371. Nomophila noctuella, Sch. 87. Norellia, Desv. 142. — spinimana, FU. 125. — sprinimana, Fl. 142. Notiphila, 2. 140. — cinerea, FI. 140. Notodonta ziczac, Linn. 87. SII Notostisa esta. Po 88. “€ e Notoxus, Geoffr. 362. *< Nar. asna — brachycerus, Fald. 362. — cornutus, F. 362. SMI — major, Schmidt 362. È ri — monoceros, Linn. 362. IG — trifasciatus, Rossi 362. "RE — — Rossi var. armatus, Schimide 362. IS Numeria pulveraria, Tdi ST (02 Nycteribia, Kol. 148. doi — Latr. 148. NI — Leachii, Kol. 148. ur — Schmidtii, Sczn. 148. Nyclia, Desv. 145. — maura, /P. 145. Nymphaea. 120. } SEN SR potuti x è " & o fi; A noi Ralit: CERI for Se Ochina, Steph. 200. i — Hederae, Ml. 200. poi — Latreillei, Bon. 200. ih Ochthenomus, Schmidt 364. — signatus, Ker. 364. — tenuicollis, Rossi 364. — unifasciatus, Bon. 364. Ochthiphila, FU. 142. — obscuripes, Rndn. 142. È Ocneria dispar, Linn. 86. Ocneros, Costa O. 151. Reg Octacantha. 99, TIA Octotemnus, Mellié. 205. — glabriculus, Gy02. 205. — mandibularis, Gy. 205. Ocyptera, Latr. 128, 146. Pi — bicolor, OL. 65, 128, 146.‘ — brassicaria, F. 146. Ra — cylindrica, F. 128, 146. * Odezia atrata, Linn. 87. Odontomyia, Latr. 98, 136. — Rndn. 98, 136. — hidroleon, L. 136. — hydroleon, L. 99. — ornata, Mgn. 98, 136. — tigrina, F. 98, 136. — viridula, F. 98. — — F. var. bimaculata, gn. 136. $ 4 atrata, Schmidt 366. coerulea, Linn. 266. flavescens, Linn. 366. flavipes, PF. 366. > lurida, Marsh. 367. | — marginata, . 366. _ nobilis, Scop. 366. | — podagrariae, Linn. 366. — similis, Schmidt 366. È — tristis, Schmidt 366. — virescens, Linn. 366. ie or 199. Reyi, Bris. 199. CTAGBeICA megasyrphus. 191. nophlus, Sol. 352. Amerinae, Curt. 352. betulae. Herbst. 352. — lepturoides, F. 352. longicornis, Bert. 352. picipes, F. 352. | — pinicola, Redt. 352. — proteus, Kirsch. 352. — rugosicollis, Brull. 352. sericeicollis, Kst. 352. ophron. 94. Oberthurii. 94. cidium sp. 301, 311. ncodémerus nov. gen. 157, 158, 159, bo 160. — costipennis n. sp. 160. | Oncomera, Steph. 366. alota apenninigena, Targ.-Tozz. — Curt.var. frigidus, Muls. 352. — 3881.— Oncomera femorata, Y. 366. Onesia, Desv. 144. — cognata, Mgn. 144. — vespillo, F. 144, Onobrychis sativa. 190. Opetia, Mgn. 129, 146. — nigra, Mgn. 129, 146. Ophion. 96. Ophyra, Desv. 143. — anthrax, Mgn. 143. — leucostoma, 772. 143. Opilo. Latr. 193. — domesticus, Strm. 193. — mollis, L. 193. — pallidus, Oli». 193. Oplodontha. 98. Opomyza, FU. 140. — florum, P. 65, 140. — germinationis, L. 140. Orchesia, Latr. 393. — micans, Panz. 353. Oregocera, Rndn. 140. Orgia antiqua, Linn. 86. Orlaya grandiflora. 1$9. Ormosia, Radn. 77 Ornitomyia, Latr. 148, — avicularia, L. 147. Ortholitha plumbaria, P. 87. Orthoneura, Mcq. 148. ( — venusta, Rndn. 148. | Orychodes, Pascoe 49. — degener, Senna 49. — femoratus, Schaufuss 49. — piliferus, Senna 49. — puncticollis, Bozsd. 45. — Ritsemae, Senna 49. — sinensis, Paîrm. 49. Oscinis, Latr. 141. — dubia, Mcg. 141. — frif, L. 141. — frontella, 2. 141. — pusilla, Mgn. 141. — rufipes, Mgn. 141. Ospatrum, Fabr. 207. — sabulosum, Linn. 207. — verrucosum, Germ. 207. Osphya, Illig. 355. — aeneipennis, Krzecht. 355. Othiorrhynchus ligustici. 207. — sulcatus. 207. Otites, Latr. 124, 142. de I Ra Otites bucephala, Mgn. 124, 142. — nubila, Rndn. 124. Oxycera, Mgn. 97, 136. — formosa, Mgn. 97, 136. — leonina, Pz. 98, 186. Oxyna, Desv. 14l. — irrorata, FU. 141. — pantherina, P22. 141. — punctella, N22. 141. P Pachygaster, Mgn. 97, 135. —.ater, F. 97, 135. Pachygnata Listeri, Sund. 90. Pachymerus pini, Linn. 88. Pachyrhina, Meg. 80, 135. — analis, Schum. 80, 135. — crocata, L. 80, 195. — histris, F. 81, 135. — imperialis, Mgn. 80, 135. — iridicolor, Schum. 81. 135. — maculosa, Mgn. 81, 135. — pratensis, Linn. 80, 135. — quadrifaria, Mgn. 80, 135. — sceurra, Mgn. 81, 135. Pachytrachelus striolatus. F7eb. 90. Pachytylus cinerascens, Mabr. 89. Palloptera, FM. 142. — notulata, Fl. 142, Palorus, Duval. 346, 347. — depressus, PF. 347. Paltycheirus, S. F. SS. 130. — albimanus, PF. 130. Pamponerus, Lw. 137. — Lw. 111. Pamphyton siculum, Cupani 316, 380. è Pandarus, Muls. 206. Pangonia, Latr. 150, — marginata, Y. 150. Papatas. 75. Papilio machaon, Linn. 84. Paracymorphus globuloides. 375. Paragus, Latr. 132, 148. — bicolor, F. 132, 148. — coadunatus, Rndn. 148. — — Endn. var. haemorrhous, Mgrl. 148. SIA RR II RINO GEN Na | DIE gi SORA $ do TATU TR È Ra Paragus coadunatus, Rndn. var. trianguliferus, Ztt. 148. — femoratus, Mgrl. 148. — quadrifasciatus, Mgn. 148. Pararge egeria, Linn. 85. — maeria, Linn. — megaera, Linn. 85. Parathalassius Blasigii. 65. Parlatoria. 185, 186. Parnassius Apollo, Linn. 84. Parydra, Stenh. 140. — coarctata, FU. 140. — quadripunctata, Mgn. 140. Paussus Bowringi, Westw. 191. — Jousselini, Guer. 191. Pedinus, Latr. 207. — femoralis, Linn. 207. — meridianus, Muls. 207. — — Muls. var. 207. Pempelia semirubella, Sc. 88. Pentaphyllus, Latr. 346. — testaceus, HMellw. 346. Pentastomum Crocidurae, n. sp. 377. — gracile, Dies. 377, — moniliforme, Dies. 377. Pericheta, Rndn. 145. — unicolor, 2. 145. Pericoma, Wilk. 75, 134. — canescens, Mgn. 75, 134. — palustris, Mgn. 75, 134. — tristis, Mgn. 75, 134. Peripatus. 317. — Leuckartii, Séuger. 317. Periscelis, Le. 140. — annulata, 22. 140. Peritelus insularis. 378. — italicus, 378. — Vitalei. 378. Petasites. 115, 117. Petroselinum sativum. 344, Peucedanum venetum. 197. Phalangium Opilio, L. 91, — saxatile, C. K. 91. Phaséolus vulgaris, ZL. 166. Phasia, Latr. 128, 146. — dispar, Rnan. 128, 156. Pheidole megacephala major, 18. — — minor. 18. Phillobius siculus. 379. Philodromus aureolus, C7. 91. Philonicus, Zew. 111, 137. | Piazocnemis picicornis, lug. 57 — validirostris, Kolbe. 57. Pieris brassicae, Linn. 84. — Napi, Linn. 84. — Rapae, Linn. 84. Piophila, #2. 141. = caste 01410 Pipiza, FU. 132, 148. — festiva, Mgn. 132. — noctiluca, L. 132. 148. I — vitripennis, Mgn. 148. urbana, Mgn. 139. Pipizella, Rndn. 148. rocera, Desv. 145. — varians, Rndn. 148. Pipunculus, Latr. 129, 146. — Rndn. 146. variegata, F2. 140. — furcatus, Schin. 146. hragmidium (Aregma) mucrona- — geniculatus, Myn. 146. DR, tum, Link. 338. Plagia, Mgn. 146. laenus spumarius, L. 88. — ruralis, FI. 146. Le Rndn. 67. Plagiolepis. 93. — custodiens. 373. Platycheirus, S. F. S. 147. | — albimanus, 7. 147. Pic Mgn. 145. Platycleis grisea, Mabr. 90. e. SURE Platydema, Laporte 446. — europaea, Lap. 346. — violacea, FP. 346. Platyoma, Lioy. 76, Platypalpus, Meg. 116, 138. — cothurnatus, Meg. 116, 138. — cursitans, M. 116, 138. — flavipes, Y. 116, 138. — minutus, Mgn. 116, 138. — niger, Mgn. 116, 138. — nigrifemoratus, Meg. 116, 138. ‘ — varius, WIk. 116, 138. Platyrhopalus Mellyi, Westw. 191. — Westwoodii, Saund. 191. Platystila, Mga. 14l. — Hoffmannseggii, Mgn. 141. Platystoma. 111. — Mgn. 142. Jeucedani. 189. — umbrarum, P. 142. : Plesina, Schin. 126. Plettusa. 264. Plusia bractea, S. V. 87. ocnemis, Lacord. 57. — chrysitis, Linn. 87. issiduus, _Kolbe. 57 — gamma, Linn. 87, — jota, Linn. 87. Podonta. Muls. 352. — nigrita , FP. ‘’Podonta oblonga, Oli Ds Podura aquatica, L. 376.0 |. Psilopodius, Rndn. 118. Poecilostola, Schin. 79, 135. | — albifrons, Mgn. 118. — pictipennis, Mgn. 79. 135. | — nervosus, Lehm. 118. — punctata, Mgn. 78, 111, 135. — platypterus, F. 118. Pogonosoma, Rndn. 109, 137. Psilopus, Mgn. 118, 138. — maroccana, F. 109, 137. — albifrons, Mgn. 188. Pollenia, Desv. 144. — nervosus, Schzin. 138. — azurea, Fl. 144. — platypterus, Y. 138. — lanio, Mgn. 144. — rudis, F. 144. — vespillo, Mgn. 144. Poltyis apiculata, Thor. 237. Polydesmus. 378. — Laurae. 378. Psilura monacha, Linn. 86. Psoa, Herbst. 202. — dubia, Rossi 202. — italica, Serv. 202. Psodos alpinata, Sc. 87. Psophus stridulus, L. 90. Psyche viciella, Schiff. 86. Psychoda, Latr. 74, 134. — phalaenoides, L. 74, 134. — sexpunctata, Curt. 74, 134. Psylla piricola. 383. da Pterolepis alpina, Yersin 874. Polyommatus alciphron, Rott. var. Gordius, Sulz. 84. — dorilis, Hfn. 84. — virgaureae, Linn. 84. Polyporus versicolor, Fries. 204. Polytus, C. L. Koch. 228. — apiculatus, Thorell. 228. Porphyrops. Myn. 117, 138. — nemorum, Myn. 117, 138. — spinicoxus, Lw. 117, 138. Poterium Sanguisorba. 190. Priobium, Oliv. 197. — tricolor, Oliw. 197. Proboscistoma. 378. — pellucens, Sace. 377, 378. Prophthalmus. 32, 33, 33. — Lacord. 46. — potens, Lacord. 46, 47. — sanguinalis, Pascoe. 46, 47. — versicolor, Senna 47. Prosena, S. FM. S. 145. — sybarita, MV. 145. Prothechus, Rndn. 129, 146. — furcatus, Schin. 129. Protopaussus. 190. — Feae. 191. Prunus vulgaris. 344. Psammoryctes vermileo, Schrà. 111. — Psellidotus, Rndn. 186. — Rndn. 98. Pseudochina, Duv. 201. Pseudocyphagogus, Desbr. des Lo- ges 41. — squamifer, Desbr. 41. Pseudopterpna pruinata, Huf. 87. Psicoda, Rndn. 74, 75. Pterospilus, Ruda. 113, 138. \ — muscarius, F. 113, 158. Ptilinus, Geoffr. 200. — costatus, Gyil. 200. — pectinicornis, L. 200. Ptinus, L. 196. Ptiolina, Schin. 112, 113. Piychoptera, Mgn. 80, 135. — Rndn. 80. — albimana, P. 80, 135, Pylocheles.-319. Pyrellia, Desv. 144. — cadaverina, L. 144. — serena, Mgn. 144. — suda, Rndn. 144. Pyrethum roseum. 96. Pyrochroa, Geoffr. 361. — coccinea, Linn. 361. — pectinicornis, Linn. 861. — rubens, Schall. 361. — serraticornis, Scop. 361. Pyrophaena, Schîn. 147. — rosarum, /. 65, Pytho, Mabr. 367. — depressus, Linn. 367. Q Quercus. 93. — Aegilops. 372. camino! des: 343, centifolia. 343. gallica. 343. — versicolor. 343. hybrida. 343. Incarnata. 343. indica fragrans. 343. Maggese. 343. muscosa. 343. — Nera dei Bardi. 343. — portlandica. 343. Rubus. 353. — Idaeus. 344. 7 Ss inum, Mgn. 138. caliginosum, Mgn. 158. Salix. 200. raeb — daphnoides. 372. Salpingus, Gyl. 367. — ater, Payk. 367. — castaneus, Panz. 367. PRIN — foveolatus, Ljungh 367. ASA — mutilatus, Beck. 367. — virescens, Muls. 367. Saltella, Desvw. 123, 141. — parmensis, I2ndn. 123, 141. n phora, Desv. 145. — scutellaris, Y2. 123. m ania, Mgn. 145. Sapromyza, FU. 142. \inossimus, Latr. 368. — decipiens, Lw. 142. planirostris, “Hab. 368. — longipennis, /. 142. roboris, Fab. 368. — lupulina, Y. 142. uficollis, Linn. 368. — notata, FU. 142. ipiphorus, Fabr. 358. — plumicornis, FU. 65, 142. ar doxus, Linn. 358. — subvittata, Lw. 142. ra rhamni, Linn. 84. Sarcophaga, Mgn. 144. opa dontus. Mellic. 204. — adolescens, Rndn. 144. i amita, Rndn. 144. carnaria, L. 144. clathrata, Mgn. 144. haematodes, Mgn. 144. haemorrhoidalis, 2. 144. melanura, Mgn. 144. nepos, Rndn. 144. nigriventris, Mgn. 144. noverca, Rndn. 144. nurus, Rndn. 144. Schineri, Bezzi 144. lixa, Mgn. 165. nopteryx, Lacord. 56. - AGATA ANO i ; : È — cuprarius, L. 99, 136. ROMA re E libathrix, — nubeculosus, Zzt. 99, 136. Scolobates auriculatus, Fab. Saropogon, Lw. 107, 108, 139. — crassitarsus, Grav. 343. — axillaris, Lw. 108. ‘ Scolopendra. 318. — luctuosum, Mgn. var. ticinense- Scolopocryptops. 318. 107. Scopolia, Desw. 145. — perlatus, A. Costa 108. — carbonaria, Pz. 145. — ticinense. 64. Scraptia, Latr. 355. — ticinense, Bezzi 137. — dubia, Oliv. 355. Saturnia Pavonia, Linn. 86. — ferruginea, Kzesw. 355. — piri, Schiff. 86. — fusca, Latr. 355. "SG È. Satyrus Actaea, Esp. 85. Sebasius. 38, 39, 40, 158, 159, 160. sf — — Esp. var. cordula, F. 85. — cancellatus, Lacord. 40. 7 — Dryas, Scop. 85. — Deyrollei. 89, — Hermione, Linn. 85. Sedum. 353. Scaphidema, Redtenb. 208. Segestria senoculata, L. 90. — aenea, Payk. 208. Sehirus dubius, Scop. 88. — metallica, MP. 208. Selachops, Wlbg. 141. Scaptomyza, Hal. 140. — flavicineta, Wlbg. 141. Scatophaga, Mgn. 139. Selenia illunaria. 319. — inquinata, Mgn. 139. — illustraria. 319. — lutaria, FP. 139. — lunaria. 319. — stercoraria, L. 139. Sepedon, Latr. 140. Scatopse, (Geoffr. 71, 133. — sphegeus, Y. 140. — brevicornis, Mgn. 71, 133. — spinipes, Scop. 140. — notata, L. 71, 133. Sepidiopsis. 374. — pulicaria, Lw. 71, 133. Sepsis, PU. 141. Scaurus, Mabric. 205. — cynipsea, L. 141. — striatus, Mad. 205. — nigripes, Mgn. 141, Scenopinus, Latr. 104. — pectoralis, Meg. 141. — Mgn. 137. — punctum, N. 141, — fenestralis, L. 104, 137. Serolis. 817. — glabrifrons, Mg. 105, 137. Serromyia, Hall. 74. Schizotrachelus, Lacord. 58, 59. — Hal. Rndn. 134. birmanicus, Senna 58. Serropalpus, Hellen. 354. carinensis, Senna 58. — barbatus, Schall. 354. carinirostris. Senna 58. — striatus, Hellen. 354. consanguineus, Senna 58. Setina aurita, Esp. 86. intermedius, Senna 59. Silaria, Muls. 357. punctatus. 59. Sima. 93. sculptiventris, Senna 59. Simphoromyia, Frfid. 113. unicolor, Montrouz. 59. — crassicornis, Pz. 113. Sciara, Mgn. 68, 133. Simplecta, Rndn. 77. — lugubris, Wez. 68. 133. Simulia, Latr. 71, 133. — Thomae, L. 68, 133. — ornata, Mgn. 71, 133. Sciomyza, Fl. 140. — reptans, L. 71, 133. — obtusa, 2. 140. Simulium, Latr. 71. Sciophila, Mgn. 70, 133. Sinoxylon, Dufts. 202. — hyalinata, Myn. 70, 133. — bispinosum, 0/. 202. s RF 104 PET sO hai ù ric ; Duft. 202, «— — Stenomax. 349. um, ‘ol 203. : . Stenobothrus. 164. — bicolor, CA. 89. — biguttulus, L. 89. nia TEA 145. — lineatus, Ls. 89. - Pe Alliaria. 114. — pulvinatus, Misch. 89. — rufipes, Zett. 89. . — vagans, Fieb. 89. Stenopus. 190. — spinosus. 190. Stereodermus. 154. — Lacord. 43. — brevirostri, Senna. 43. ri Stetophyma fuscum, Pall. 89. _. 0a Mgn. 144. Stevenia, Desv. 126, 145. lucens, Rndn, 144. — maculata, PU. 126, 145. ta, Mgrl. 144. Stomoxys, Geoffr. 144. | — calcitrans, ZL. 144. s. 166. Storena (IWalck.) 209. — annulipes, ZRorell. 209. Strachia oleracea, Linn. 88. Stratiomyia (Geoffr.), Lie. 98, 136. — longicornis, Scop. 98, 136. Stratiomys. 98. Stratiorrhina. 30, 32, 33. 36. — Pascoe. 48. 3 — femoralis, Iitsema 48. silla, WU. 199. Stygnus pedestris, Mall. 88. subsultans, (RISOI39: Symplecta, Mg». price. x — punctipennis, Mgn. 77, 135. Symphoromyia, W/id. 138. — crassicornis. Ps. 188. Synhomales, Kolbe. 57, 58. — aeneolus. Kolbe. 57. Lg. 14. — atratus, Aug. 57. icata, " 143. — dives, Lacord. 58. — rectirostris, Aolbe 58. Syntomis phegea, Linn. 86. Syrichtus Cartami, Hb. 76 nota Syritta, S. FM. S. 147. uliginosa, 2727. 143. — pipiens, L. 147. ga Mgn. 143. Syromastes marginatus, Lin%. grapha cerasi, L. 128. Syrphus, F. 130, 147. soma fuliginosa, Linn. 86. Rndan. 147. pata, Rndn. 145. baltheatus, De-G. 147. piera, Rndn. TI. corollae, MP. 130, 147. xthirus Alteae, HD. 86. gracilis, Mgn. 147. 4 godyphus. 383. mellinus, ZL. var. scalaris, /. nigritibius, Rndn. 147. Midiftora. 102. ornatus, Mg». 147. pinastri, L. 147. 044 5 "srt Ribegii;: age — rosarum, PF. 147. — seleniticus, Mgn. 147. — vitripennis, Mgn. 147. Systoechus, Lic. 103, 136. — sulphureus, Mik. 103, 136. T Tabanus, Z. 100, 136. Rndn. 100. autumnalis, ZL. 100. 136. bovinus, L. 100, 186. bromius, L. 100, 136. fulvus. Mgn. 100, 136. Tachina, Mgn. 145. — larvarum. L. 145. Tachipeza, Mgn. 117. | Tachydromia, Mya. 116, 117, 138. Mc arrogans, L. 138. — connexa, Mgn. 138. Talorchestia. 317. Tanypus, Mgn. 73, 154. — melanops,., Mgn. 73, 134. — varius, FP. 73, 134. Taphroderes. 159. Taphrosia, Rndn. 77. Taraxacum. 130. Tarentula pulverulenta. C/. 91. — trabalis. CI. 91. Tarsostenus, Spin. 194. — univittatus, Rossz. 194. Tee ibride. 343. Teichomyza, Meg. 140. — fusca, Meg. 140. Tenebrio, Linn. 348. \— molitor. Linn. 348. — obscurus, F. 348. Tenthredo pagana, Panz. 382. — tricolor, Gmel. 333. Tephritis, Latr. 141. — bardanae, Schrk. 141. Terioplectes, Zell. 136. Tetanocera. Fall. 140. Rndn. 140. ferruginea, IM. 140. laevifrons, Lw. 140. nugnicornis, Scop. 140. — variegata, Fi Tetratoma, Mabr. 353. — ancora, F. 353. — fungorum, Y. 353. Tettix bipunetatus, £L. 90. È Thamnotettix cruenta, Pr. 88. — cruentata, Pz. 89. — Ghiliani. 373. da Thamnotryzon apterus, Fabr. 90. — femoratus, NMzeb. 90. 3 Thaumastoptera, Mik. 150. — calceata, Mik. 150. Thearidium. 239. Mete Thecophora, Rndn. 148. — atra, N. 148. Thelaira, Desv. 145. — leucozona, Pz. 145. — nigripes, F. 64. 145. Thereva, Latr. 105, 137. — Rndn. 105, 137. — annulata, N. 105, 137. — arcuata. Li. 105, 137. — ardea, PM. 105, 137. — eximia, Mygn. 187. — plebeja. L. 105, 137. Theridium (WelckQk.). 219. — rufipede, Luc. 221. — sisyphium, C2. 90. — Weberi, Thorel!. 219. Therioplectes, Zell. 100. Thrichosticha, Schin. 134. — imbuta, Mya. 134, — flavescens, L. 184. Thryptocera, Meg. 145. — exoleta, Mgn. 65, 145. — silacea, Mgn. 65, 145. Thyreodonta, Rndn. 98. Tillus, Oliv. 193. -. — ambulans. P. 193. — elongatus, L. 193. — unifasciatus, N. 193. Timarcha. 369. Tipula. 264. — L. 81, 135. si — fuscipennis, Mgn. 82, 185 — gigantea, Schrk. 81, 195: LE È — lateralis, Myn. 82, 133... — nigra, L. 81, 195. i — ochracea, Myn. 82, 135. dA PIPA STI bre iati siù LI n È ipa se; {-, € Xanthochlorus, Ze. 118, 198. — ornatus, Hal. 118, 120, 130. Xanthochroa, Schmidt. 364. — carniolica, Gistl. 364. — gracilis, Schmidt 364. Xanthogramma, Schin. 147. Xestobium, Motschulsky. 199. — plumbeum, 222. 199. — rufovillusum, Deg. 199. “ cha si OA tosti inte 9 | Xiphocerus (Meg.). Li, 109. | — glaucius, Rossz, 109. Xyletinus, Latr. 200. — ater, Panz. 200. — laticollis, Duft. 200. — pectinatus, F. 200. Xylita, Payk. 354. — ferruginea, Grdl. 354. — laevigata, Mellen. 354. — livida, Sahlb. 354. — Parreyssi, Muls. 354. — Revelieri, Muls. 354. — suturalis, @rd?. 354. — Xylopertha, Guerin 203. _— humeralis, Suc. 204. | — pustulata, /°. 203. © — retusa, Oliv. 203. | — sinuata, F. 203. — Xylophilus. Curtis 361. — Xylota, Mgn. 148, 151. — florum, F. Schin. Rndn. 151. — segnis, L. 147. Xylotaeja, Rndn. 131. — dubia, FP. Rndn. 131. Nyphocerus, Meg. 137, — glaucius, Rossi 137. Xvyphura, Brndna 82. Xysta, Mgn. 151. — grandis, Egg. Schin. 151. Xysticus lateralis, Hahn. 91. Y Yposatoea, Rndn. 67. Zemioses. 158. — Pascoe 32, 38, 39, 40. — cancellatus, Lac. 39. — celtis, Lw. 39, 40. las: — Deyrollei, Lacord. 38, 40. — laetus, Senna 39, 40, — porcatus, Pasc. 39. ug — pubens, Senna. 39, 40. Zilora, Muls. 354. MLN ci — ferruginea, Payk. 354. Zodion, Latr. 148, i — cinereum, 7°. 158. Zonabris, Harold 359. — 10-punctata, 7. 360. — floralis, Pall. 359. — Fuesslini, Panz. 359. — — var. spartii, Germ, 360.. — variabilis, Oliîv. 830. Zonitis, Fabr. 360. — fenestrata, Pall 361. — immaculata, Oliv. 360. — mutica, Scriba 350. — praeusta, PM. 361. — 4-punctata. 361. — sex-maculata, 07. 361. Zophomyia, Meg. 146. — tremula, L. 146. — filipendulae, Linn. oo i — pilosellae, Esp. 86. — 391 — INDICE Ex RE O0REIGENALI BerroLINI S. — Contribuzione alla Fauna trentina dei Coleotteri — Contribuzione alla Fauna trentina dei Coleotteri . IRE Bezzi M. — Contribuzione alla Fauna ditterologica della provincia di giant seconda; (COM) OLE — Contribuzione alla Fauna ditterologica della provincia di Pavia. Parte seconda, (cont. e fine) . - 3 : SUE De CarLINI A. — Artropodi di Val Vigezzo Co TASSA Or- totteri, Aracnidi). î Der Guercio G. — La Mosca del ORSI, O) Va rata, Bon CET (Cri OE È , SIR IORZATE — Cenni sulla Biologia della Hylotoma pagana Peo Latr. (con fig.). FicaLer E. — Revisione delle specie europee della Famiglia delle Zan- ERI RISATA A E IRA AO av na SME Parona C. — Larva di Dermatobia (Torcel) nell’uomo. . . - SENNA A. — Contribuzioni allo studio del Brentidi: Nota IX oi fg). — Contribuzioni allo studio dei Brentidi: Nota X . Ri a e — Osservazione da aggiungere alla Nota X delle Contribuzioni allo stu- Sui Ca IENA SA E RR RAI AR OMVE NE SEO DS 0 AC — Contribuzioni allo studio dei Brentidi: Nota XII (tav. II) . — Contribuzioni allo studio dei Brentidi: Nota XIII. . . . Sergi G. — Ricerche su alcuni organi di senso delle Formiche (con fig.). Stazione (R.) pr EnromoLocia Agraria. — Sulla comparsa delle Caval- lette nelle basse pianure fiorentine RE LO TarGIonI TozzertI A. Aonidia Blanchardi, A n. di Cocciniglia delle Palme da Dattero del Sahara (con fig.). — Cocciniglie nuove, critiche o poco note (con fig.). THÒoreLL T. — Nove species Aranearum a Cel. Th. Workman in ins. Singapore: colleetai" el ed te ai al ee araba Verson E. — Altre cellule glandulari, di origine postlarvale (tav. 1) Pag. 97 83 ALparpA H. — Révision des Rhaphidides . . . RP Assenza V. — Materiali per una Fauna entomologica dei dintorni di NOTO tg PR AO O I gti AO A ICRA I BaLsi E. — Catalogo della collezione di Coleotteri . . . . . . + — Diagnosi e descrizioni di due specie dei generi Leptura e Timarcha. — Descrizione d’una nuova specie italiana del genere Microtyphlus . BaLzan L. — Voyage de M. E. Simon au Venezuela: Chernetes (Pseudo- scoPpiones) . i... È È 3 I ORLO e E Bares H. W. — Viaggio di L. Fee ecc. XLIV. List of the Carabidae . Baupi F. — Di una nuova specie del genere Tritoma Geoff. (Myceto- phagus:Helw] » Rrrsema C. — Viaggio di L. Fea ecc. XXXIX: The genus zalara]: COGLI Rossi G. — Caso di mimetismo dovuto al bruco dell’Acherontia atropos » 380 Scarpa G. — Il conte Alessandro Pericle Ninni: cenni biografici » 95 SknNA A. — Contributions to the knowledge of the family Brenthidae. » » — VIII. Enumeration of the species known as yet from Java Senna A. — Viaggio di L. Fea ecc. XLV: Brentidi. . ... . .. Pag. Targioni Tozzetti A. — Aonidia Blanchardi, nouvelle espèce de Co- chenille du Dattier du Sahara: . . . . . 3 rai, » TgoreLL T. — Studi sui ragni malesi e papuani. Parte TIVE Ragni del- l’ Indo-Malesia, raccolti da O. Beccari, G. Doria, H. Forbes, J. GB Kinbero sete: se bre ele re Re RO SITA VISION RI CER Verri A. — Le Friganee nei tufi dell’Italia centrale ViraLe F. — Catalogo sinonimico e topografico dei Curculionidi di Sicilia — Studi sull’Entomologia sicula. Nota V. Gli Hyperini messinesi . Xx % % % RASSEGNA E BIBLIOGRAFIA ENTOMOLOGICA. ° Cauvrzer C. — Ueber eine neue Spinnenfauna Ungarns . . . . . . Pag. — Ueber die Estherien Ungarns . . . . . s AR, » Couseaux E. — Enumeration des Hémiptères de Rblgione (Fieroplaree) » Denpy A. — The reproduction of Peripatus Leukartii Sànger . . . GasperInI R. — Prilog k Dalmatinskoy Fauni (Isopoda, Myriopoda, ATACHDI AA): eee EI oo d a Mie Vga A GauserT P. — Sur les muscles des membres et sur È homologie des Aracnides . ‘. . ARTI e EER ei Horrer E. — Skizzen aus der Leben unserer Leitnisohoa Ameisen . » Martin I. — Sur la respiration des larves de Libellules . . . . . >» MerriFIELD F. — Systematic temperature experiments on some Lepi- doptera in all their stages. . . Ra io si; — Conspicuous eflects on the marking dali colouring of Lapirag caused by exposure of the pupee to different temperature conditions» Osren SackeN C. R. — On the characters of three divisions of Diptera: Nemocera vera, N. anomala and Eremochaeta . . ... . . » PLatEAU F. — La ressemblance protectrice chez les Lepidoptères euro- péentiz at. ira alare te EIA el att e ce NRE E — La ressembrance protectrice dans le Règne animal . . . .. . >» PreuDHOMME.DE BorrE A. — Matériaux pour la Faune entomologique de:la Province d'Anvers. Coléoptères ‘.: . .. i 0. neon — Note sur l’ Amara converior Steph. ou continua Thoms . — Sur la nouvelle ouvrage de M. L. Ganglbauer (Die Kéfer von Mit- tel-Europa ecc) . . Sea o e Scupper S. H. — The TETTI Rhsache pio ‘of North. a vierida! È Sgmarp D. — On the structure of the terminal segment in some males Hemiptera.:i.- xa _ Passioni ME I 0) Simon E. — Observations Miatogione sur na agg araigutes so- cIrablesat- Man A ta STADE MB ENTIRE. sE — Liste des espèces de Ù famille des A xicilarifade qui habitent LAmé- riquetedu' NOrd: atte ia e fe SO EI AE STI, 95 380 scriptions d’espèces et de oa nouveaux de la famille des Avi- pi gridae SOS, EE Sapio E. W. TREES a e 4) AGREE A ARIA RT A \ apparently new Aracnid belonging to the family Criptostemmoi- dae West. CORR ANNE: ITA OR asi Dro NNS.L PESA So: ueber Ameisengiste und Ter- | mitengîiste . erat o SRI CAMBIO INI AE MEN e ue Termitophilen, mit einer Uebersicht ueber die Termitengiste. E S. — On the morphology of the co p pound eyes of Arthropods s A. — Proposition d’une nouvelle méthode pour préserver les | collections d'Insectes contre les attaques de leurs ennemis . . ra . , . LeM V. — Note sur l’existence d’un gésier et sur sa structure dans 384 383 384 rve di Dermatobia. — Puntura del Butheolus thalassinus. — Le punture Imenotteri. — Il Brachyrrhinus lugdunensis. — Il Piretro contro le pun- VILEITISISTISIZDI (GRINTA, GG Wa è Vla hg CA AA —_ SIR: N DA i es 3 cal Pr ; lara: Ud orali è beth, TSE LS tua UCI CA RI CADA se tt i n) i è. SCE. eg - * #9, |. Soc Ent.Ital. Amo XXN Fremne, Lada Ficordi da Architettura? BULLETTINO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO VENTIQUATTRESIMO Trimestre I. (Dal Gennaio al Marzo 1892) FIRENZE TIPOGRAFIA M. RICCI, VIA SAN GALLO, 51 a spese degli Editori 1892 (Pubblicato il 30 Giugno 1892). INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO Verson E. — Altre cellule glandulari, di origine postlarvale (pn Lav) RI a ae BS SerGI G. — Ricerche su alcuni organi di senso nelle antenne delle Formiche (Canfig.) teo SenNA A. — Contribuzioni allo studio dei Brentidi: Nota IX (GOn: fig) TA at i ATO ORE —_ — Contribuzioni allo studio dei Brentidi: Nota X. » Bezzi M. — Contribuzione alla Fauna ditterologica della pro- vincia di Pavia. — Parte seconda (cont.) » 64. DE CARLINI A. — Artropodi di Val Vigezzo (Lepidotteri, Rin- colti, Ortotteri Aracnidi). TNT, RE 83 SENNA A. — Osservazione da aggiungere alla Nota X delle Contribuzioni allo studio dei Brentidi. . . . >» 92 LETTERATURA ENTOMOLOGICA ITALIANA. . . . . +... Pag. 93 Nore E Norizie waRIiE,; in Ga. Rd SRI 96 COMPILATORI DEL BULLETTINO Comm. Prof. Adolfo Targioni-Tozzetti. — R. Museo di Storia Naturale, Via Romana, n.° 19, Firenze. Cav. Prof. Pietro Stefanelli. — Firenze, Via Pinti, n.° 57. Cav. Prof. Guelfo Cavanna. — R. Museo di Fisica e Storia Naturale, Firenze. Conte Napoleone Passerini. — R. Museo di Fisica e Storia Naturale, Via Romana n.° 19, Firenze. Dott. Angelo Senna. — R. Museo di Fisica e Storia Natu- rale, Via Romana n.° 19 Firenze. Non saranno ricevuti i manoscritti ed i libri spe- diti senza franchigia postale. AVVISI Sono in vendita, i volumi degli « Acari, Miriapodi e Scorpioni italiani » opera favorevolmente conosciuta, indispensabile a chi si occupa di tali Artropodi, e cor- redata di più che 600 tavole litografiche colorate. Con- tinua la pubblicazione. Per l'acquisto dei volumi e per informazioni rivolgersi all'Autore, Prof. Antonio Ber- lese, alla R. Scuola Superiore di Agricoltura in Portici. Dalla tipografia Guigoni, in Milano, è stato pubblicato di recente il « Vocabolario Apistico italiano e Dizionario di Apicoltura » del Dott. Fran- cesco Beltramini De'Casati. Vendesi al prezzo di L. 5. Sono usciti i tre volumi della splendida opera: THE BUTTERFLIES 0F | THE EastERN UNITED STATES AND CANADA. Dirigersi all’ autore Samuel. H. Scudder, Cambridge, Mass. U. S. A. F. Sikora, naturalista ad Annanarivo, (Madagascar), cede Insetti ed altri animali dell’interno dell’isola. Cataloghi gratis, dietro domanda. Cor- rispondenza in francese ed in tedesco. Il Socio Dott. Agostino Gressel (Trento, Via Larga) desidera met- | tersi in corrispondenza con entomologi italiani. Egli si occupa più special- mente di Coleotteri. A. GARBINI. MANUALE PER LA TECNICA MODERNA DEL MicRroscoPIO 3. Edizione Milano, Vallardi, 1891. Il Socio Prof. G. Gribodo (Via Maria Vittoria, 19, Torino) desidera acquistare, per denaro o mediante cambi di insetti dei vari ordini, buoni esemplari di Imenotteri aculeati e Crisidi esotici, di provenienza bene accer- tata e garantita. Il Socio Carlo Ernesto Della Torre domanda Crisidi del mondo intero e Iechneumonidi della regione paleartica in cambio di Imenotteri o di altri ; insetti italiani. Il Sig. Dott. Chr. Sehròder, a Rendsburg (Germania), desidera met- tersi in corrispondenza di cambi di Geometridi con Lepidotterologi italiani. Si ricomprano al prezzo di L. 10 i volumi VI, 1874 e VII, 1875, di questo BuLLertIno. — Rivolgersi al Segretario ; G. Cavanna, al R. Museo di Firenze. f I « MATERIALI PER LA FAUNA LEPIDOTTEROLOGICA DELLA SI- ciLia » bel Volume degli egregi entomologi Francesco Minà- Palumbo e Luigi Failla-Tedaldi, sono in vendita presso quest’ul- timo, in Castelbuono Madonie (Sicilia), al prezzo di L. 3,00. e * BULLETTINO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO VENTIQUATTRESIMO Trimestre II. (Dall’ Aprile al Giugno 1892) 4 e gi pE 3080; N “oct TRA 1892, yy dr 30 FIRENZE TIPOGRAFIA M. RICCI, VIA SAN GALLO, 31 a spese degli Editori 1892 (Pubblicato il 15 Settembre 1892). INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO -————_—_e=-_ Bezzi M. — Contribuzione alla Fauna ditterologica della pro- vincia di Pavia. — Parte seconda (cont. e fine) Pay. 97 SENNA A. — Contribuzioni allo studio dei Brentidi: Nota XII (con tav.) 13%, ren i LO SIIT RR ZIO R. Srazione DI EnTtomoLoGIA AGRARIA. — Sulla comparsa i delle Cavallette nelle basse pianure fiorentine. » 164 Ap, TARGIONI TozzeTTI. — Aonidia Blanchardi, Sp. n. di Coc- ciniglia delle Palme da Dattero del Sahara (con figure); nani ia A I IE LETTERATURA ENTOMOLOGICA ITALIANA. |. +... +... Pag. 189 ko} COMPILATORI DEL BULLETTINO Comm. Prof. Adolfo Targioni-Tozzetti. — R. Museo di Storia Naturale, Via Romana n.° 19, Firenze. Cav. Prof. Pietro Stefanelli. — Firenze, Via Pinti, n.° 57. Cav. Prof. Guelfo Cavanna. — R. Museo di Fisica e Storia Naturale, Firenze. Conte Napoleone Passerini. — R. Museo di Fisica e Storia Naturale, Via Romana n.° 19, Firenze. Dott. Angelo Senna. — R. Museo di Fisica e Storia Natu- rale, Via Romana n.° 19 Firenze. Non saranno ricevuti i manoscritti ed i libri spe- diti senza franchigia postale. AVVISI Sono in vendita, i volumi degli « Acari, Miriapodi e Scorpioni italiani » opera favorevolmente conosciuta, indispensabile a chi si occupa di tali Artropodi, e cor- redata di più che 600 tavole litografiche colorate. Con- tinua la pubblicazione. Per l’acquisto dei volumi e per informazioni rivolgersi all'Autore, Prof. Antonio Ber- lese, alla R. Scuola Superiore di Agricoltura in Portici. Dalla tipografia Guigoni, in Milano, è stato pubblicato di recente il « Vocabolario Apistico italiano e Dizionario di Apicoltura » del Dott. Fran- cesco Beltramini De'Casati. Vendesi al prezzo di L. ©. Sono usciti i tre volumi della splendida opera: THE BUTTERFLIES 0F THE EASTERN UNITED STATES AND crd Dirigersi all’ autore Samuel H. Scudder, Cambridge, Mass. U. S F. Sikora, naturalista ad Annanarivo, (Madagascar), cede Insetti ed altri animali dell'interno dell’isola. Cataloghi gratis, dietro domanda. Cor- | rispondenza in francese ed in tedesco. Il Socio Dott. Agostino Gressel (Trento, Via Larga) desidera met- tersi in corrispondenza con entomologi italiani. Egli si occupa più special; — mente di Coleotteri. cl A. GARBINI. MANUALE PER LA TECNICA MODERNA DEL MicRoscoPIO 3.* Edizione Milano, Vallardi, 1891. Il Socio Prof. G. Gribodo (Via Maria Vittoria, 19, Torino) desidera acquistare, per denaro o mediante cambi di insetti dei vari ordini, buoni esemplari di Imenotteri aculeati e Crisidi esotici, di provenienza bene accer- tata e garantita. Il Socio Carlo Ernesto Della Torre domanda Crisidi del mondo intero e Ichneumonidi della regione paleartica in cambio di Imenotteri o di altri insetti italiani. Il Sig. Dott. Chr. Schréder, a Rendsburg (Germania), desidera met- tersi in corrispondenza di cambi di Geometridi con Lepidotterologi italiani. Si ricomprano al prezzo di. L. 10 i volumi VI, 1874 e VII, 1875, di questo BuLLetTIno. — Rivolgersi al Segretario G. Cavanna, al R. Museo di Firenze. Insieme a questo fascicolo si trova 1 In- dice dei volumi XI-XX, da unire al vo- lume XX. BULLETTINO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO VENTIQUATTRESIMO Trimestre III. (Dal Luglio al Settembre 1892) 594 19 FEB 21 1893, . FIRENZE TIPOGRAFIA M. RICCI, VIA SAN GALLO, 31 a spese degli Editori 1895 (Pubblicato il 28 Gennaio 1893). BertoLINI S. — Contribuzione alla fauna trentina dei Coleotteri. THoreLL 'T. — Nova species Aranearum a Cel. Th. Workman (e in ins. Singapore collecte. . . /. . .0.. » «| _—’Senvna A. — Contribuzioni allo studio dei Brentidi: Nota XII ._°‘’‘Ficavpi E. — Revisione delle specie europee della Famiglia 1 delle Ziinzare +7 CS) Dc TargIoNnI TozzetTI Ap. — Cocciniglie nuove, critiche 0 poco 3 i note {con Pgure):
Cav. Prof. Pietro Stefanelli. — Firenze, Via Pinti, n.° 57. 8 Cav. Prof. Guelfo Cavanna. — R. Museo di Fisica e Storia Naturale, Firenze. Conte Napoleone Passerini. — R. Museo di Fisica e Storia Naturale, Via Romana n.° 19, Firenze. A Dott. Angelo Senna. — R. Museo di Fisica e Storia Naiu- rale, Via Romana n.° 19, Firenze. x sa Non saranno ricevuti i manoscritti ed i libri spe- diti senza franchigia postale. AVVISI Sono in vendita, i volumi degli « Acari, Miriapodi e Scorpioni italiani » opera favorevolmente conosciuta, indispensabile a chi si occupa di tali Artropodi, e cor- redata di più che 600 tavole litografiche colorate. Con- tinua la pubblicazione. Per l'acquisto dei volumi e per informazioni rivolgersi all'Autore, Prof. Antonio Ber- lese, alla R. Scuola Superiore di Agricoltura in Portici, Dalla tipografia Guigoni, in Milano, è stato pubblicato di recente il « Vocabolario Apistico italiano e Dizionario di Apicoltura » del Dott. Fran- cesco Beltramini De'Casati. Vendesi al prezzo di L. >. Sono usciti i tre volumi della splendida spenti Tue B tHE EastTERN UNITED STATES AND CANADA. Dirigersi all’ pia H. Scudder, Cambridge, Mass. U. S. A. F. Sikora, naturalista ad Annanarivo, (Madagascar), cede Insetti altri animali dell’interno dell’isola. Cataloghi gratis, dietro domanda. rispondenza in francese ed in tedesco. Il Socio Dott. Agostino Gressel (Trento, Via Larga) desidera 1 tersi in corrispondenza con entomologi italiani. Egli si occupa più special mente di Coleotteri. A. GARBINI. MANUALE PER LA TECNICA MODERNA DEL MicRoscoPIoO 3.* Edizione Milano, Vallardi, 1891. casa Il Socio Prof. G. Gribodo (Via Maria Vittoria, 19, Torino) deside 1 acquistare, per denaro o mediante cambi di insetti dei vari ordini, buoni esemplari di Imenotteri aculeati e Crisidi esotici, di provenienza bene nocer- tata e garantita. e Ieneumonidi o regione paleartica in cambio di Imenotteri o di all insetti italiani. Il Sig. Dott. Chr. Sehréder, a Rendsburg (Germania), desidera met tersi in corrispondenza di cambi di Geometridi con Lepidotterologi italiani. SD 1875, di questo BuLLettIno. — Rivolgersi al Segreta: +. Cavanna, al R. Museo di Firenze. Palumbo e Luigi Failla- Pea sono in ua ui ques timo, in Castelbuono Madonie di al prezzo di L. 3,00. BULLETTINO ( DD DELLA SOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO VENTIQUATTRESIMO pat f 190! N \ \t Lo AY 3 1095 Ra / x } N edo? i ta . Trimestre IV. (Dall’ Ottobre al Dicembre 1892) FIRENZE TIPOGRAFIA M. RICCI, E: SAN GALLOM dI spese degli Ex 1895 (Pubblicato il 30 Marzo 1893). . DeL Guercio G. — La Mosca del Giaggiolo o Hy/emyia pul-. DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO | Der Guercio G. — Cenni sulla Biologia della Hylotoma pa- BertoLINI S. — Contribuzione alla fauna trentina dei Coleotteri. LETTERATURA ENTOMOLOGICA ITALIANA... .0. 0... D RASSEGNA E BIBLIOGRAFIA ENTOMOLOGICA. . . ER A v$ 3 er, nie TEX 3 PI Ciel : sg pi i si SUNS a 4° “. dC ENDEDIE a o L bi LARE] f du A ia n A) vi $ b re x ni Fa dat p I lula, Rondani (con figure). . . . ._. . . gana (Panz.) Latr. (con figure). . -. ... . _ COMPILATORI DEL BULLETTINO Comm. Prof. Adolfo Targioni: Tozzetti. — R. Museo di Storia Naturale, Via Romana n.° 19, Firenze. Cav. Prof. Pietro Stefanelli. — Firenze, Via Pinti, n.° 57. Cav. Prof. Guelfo Cavanna. — R. Museo di Fisica e Storia Naturale, Firenze. Conte Napoleone Passerini. — R. Museo di Fisica e Storia Naturale, Via Romana n.° 19, Firenze. Dott. Angelo Senna. — KR. Museo di Fisica e Storia Natu- rale, Via Romana n.° 19, Firenze. Non saranno ricevuti i manoscritti ed i libri spe- diti senza franchigia postale. AVVISI Sono in vendita, i volumi degli « Acari, Miriapodi e Scorpioni italiani » opera favorevolmente conosciuta, indispensabile a chi si occupa di tali Artropodi, e cor- redata di più che 600 tavole litografiche colorate. Con- tinua la pubblicazione. Per l'acquisto dei volumi e per informazioni rivolgersi all'Autore, Prot. Antonio Ber- lese, alla R. Scuola Superiore di Agricoltura in Portici. Dalla tipografia Guigoni, in Milano, è stato pubblicato di recente il « Vocabolario Apistico italiano e Dizionario di Apicoltura » del Dott. Fran- cesco Beltramini De'Casati. Vendesi al prezzo di L. 5. Maison ÉMILE DEYROLLE Les Fils d'EmiLe DEYROLLE, successeurs, Naturalistes. PARIS — 46, Rue du Bac — PARIS. >» Instruments pour la chasse des Insectes et leur elassement en Collections. Aiguilles droites et courbes, de 0,40 è 1,50. — Epingles, Boites è à épingles — Boltes de chasse, de 2,50 à 5,59 — Boites à chenilles 1,50 — Boites è botanique de 2,60 è 6,75 — Boites pour élever les chenilles, 6 — Boites pour envoi par la po- ste, 2,50 — Bouteilles de chasse, è cyanure, ete., de 0,05 àa 1,75: CARTONS LIÈGÈS pour Collections d’insectes: | Fabrication ordinaire Grand format 39 cent. % 26 cent. Petit format 26 cent. 3 19 '|, cent. 9. 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N arl Sii | Pe nm ZH n Dr 3 4 REPRESSIONE Al ala VIVA RSA a) a PIÙ alal a A VA i : i) AN A dea È x MI Z E er si i FIA ARI TA tf È a ? PA a? AA7 AA A Val / vi A Art TETI N aia ARAPAOONAAAAR ARA AA RARA PARRA RAP AIA MIN BRL AA DANA ANA OO AARON RARO ARRE RARA AA ma ! ! sà I PARA NARRA RAR Man AAA PAIA È PEUT a A } - A \afN NA PRAAAAA pm. RNA ANSZA SAR aa TT TRAMA AAASA SD ah io “ ARAAARA “na RARA A RARA NARRA Lat (AGR PACIAA ager A A È nr i AIN A Ex mi Ma DAN A i VARE VIP Na SEN a RAD RARAANARANARAZARA AA A DINI ala A NA INA, AAT ANA NDISPIA n 3 f \ Ta NATNISCTRA ‘A ) VA ì a] AA NA ia A (i è; Ue Pa. o A Lat; i x ata Pa e i à nr ga ici ) A ) Aq A A Y \A n AONARR: AAA 4 ° PA fata ARAN li R/R DI # \fel EA a ARI AARRA Rara SR AAA ai gd AARAARARAR a aaa al AAA A BNSARAANA ‘e AR TANRAR CIV a ALIAAA È AA DAN isti : pA AS RAIARA a AAA A #74 ni ES A RARNAZON A ai ai ®. Fi Fa, ° Al.lala) “ a ar % Vv % E $ Ò , ” # aaa SIOE tg (ati rea per, we vitb AE