if'MX y.V Y "tVi'i'xt \w ^ ce e AC ce ^ cC: -c e:4E:^ ec «> ^ ec ^S <^ e ec e ^<^e ce< .ce <:Cc ^c ce AC ere < =-<'c ce < e ce e , e e e. .< <:-< e co <: c< ?' ^ c^ ce ce e i- ^ e e ce e ^ [^cc ce e e ■ _< e ^:, cve_cc " 'ce ec e ( e ce - ^ 55 ce ed ce ( d e e. ce < e co . ce ec '. 'coec < o e e ce > < e cc • '^e< < o ce ce . . e cs"~" Ci^ o ee^ co cec^.( ^<- < <- <''C ce > e ^^<' jC< e O C'C ec ( e _ < ■ e' e, ee . e ce ec ( e ce ce e ce ce re 00 ce Ci d'è ex e >^ -«ce ■e •■< cs J cTciT 4ee3t^ ^c.i- ce. ere: c^<;^ °l^c c:«-^«t;.; ' ree ^-^^^^-" re e:/ <3:C_,^^ _rcc ce <<ì °^ ec ce ^^ % eeece>::' e.fC. - <32ce.^ m' e: ec ^ d e e ee 41 ^^^' ^C^ ^ ^ :4CL ^ C^ ^ ^ é:<; c^fcl: <^ <: V ^ cf ^ e co: - ^ cee - BULLETTINO >J^<^x <-^ ,.V SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO VENTINOVESIMO FIRENZE TIPOGRAFIA DI M. RICCI Via S. Gallo. N. 31. 1897 SULLE LARVE MINATRICI DEI iovani frutti del pero, e sui momenti con i mezzi più acconci PER LIMITARNE LA DIFFUSIONE Note ed osservazioni del Dott. G. DEL GUERCIO Assistente alla E.^ Stazione Entomologica di Fiuenze Nella maggior parte della Toscana, e nelle altre regioni d' Italia più progredite nella coltivazione del pomario, da una diecina d'anni circa, si vede che i frutti appena allegati del pero (Pirus communis L.) sono minati internamente da varie larve d' insetti, delle quali, fino al 18S5, una soltanto era nota da noi. Si conosceva la larva della Carpocapsa pomo- nella L., alla quale le osservazioni nostre (1) nel pomario delle • Cascine, attribuiscono una generazione precoce, jprimaverile, clie Boisduval (2) soltanto, per incidenza, aveva accennato, notando che la presenza dell' insetto non impedisce l'accresci- mento ed anticipa la maturazione dei frutti. B-^ « (1) G. DEL Guercio. Tortrice dei j)omi. Staz. Sper. Agr. It., die. 1S95, fase. XII, ^ p. 756. \ (2) Boisduval. Note sur une Tenthrede trls-nuisible aux Poiriers. Insectologie ^ agricole, premier aunèe, p. 242, an. 18t37. — 4 — Dal 1885 in poi una breve notizia del prof. Targioni (1) mette in vista anche in Italia la larva della Cecidomyia nigra Meig-., ora Diplosis pirivora Riley (2) che in Grermania, in Svizzera ed in Francia (3) ha prodotto una perdita notevole di frutti. La terza larva, dimenticata forse anche nei dipartimenti della Sarthe, della May enne e dell' Orne (Francia) dove Anju- bault (4) trovò l'insetto a migliaia sui fiori del pero, è quella della Hojpìocampa brevis Klug., confusa con la Carpocapsa, e comparsa numerosa anche da noi, in tale quantità da deci- mare essa sola il raccolto dell'anno. Sono queste le tre specie di larve, che formano l'oggetto della j)resente comunicazione. Tentredine dei frutti del pero. Hoplocampa brevis (Klug.) (5) Hart. (6). La tentredine dei frutti del pero allo stato perfetto (Tav. I, fig. 1.) ha corpo ovato, lungo 5 mm. circa, con capo ferrugi- noso, fornito di antenne corte, dello stesso colore, filiformi, di nove articoli brevemente pelosi, i primi due più corti, vescicolosi, e gli altri più lunghi, lievemente clavati, meno (1) Taroioni Tozzktti. Relazione intorno ai lavori dilla II. Stazione di Entomologia agraria di Firenze, anni 1879-82 p. 63, 1883-85 p. 231. (Annali di agricoltura 1884-1888). (2) Riley. Report o/the Comm. o/AgricuUure, p. 283. pi. VII, fig. 2, 8, 4, an. 1885. (3) Taschenberg. Entomologie filr Gdrtner und Gartenfreunde, p. 864. Brocchi. Traile de Zoologie agricole, p. 480. P. NoÉL. Les ennemis du poirier u Le Cidre et le Poiró n p. 33, ecc. (4) BoisDuvAi,, op. cit., p. 241. (5) Tentredo (Allantus) brevis (Mag. Ges. nat. Fr. Beri. Vili, 1874, p. 53, n. 17). Kriechbaumer (Klugs ges Aufs. Blattwesp. 1884, p. 98, n. 17). (6) Tentredo (Hoplocampa) brevis (Fam. d. Blatt-u-Holzwasp. 1827, p. 277, n. 39). Tomson ; André; Brisohko; Konow; Dalla Torre. ~ Selandria brevis, Stephens; Kaltenbach. — 6 — l' ultimo clie è fusiforme ; occhi nero picei ; ocelli ocracei distinti; pezzi dell'apparato boccale giallognoli, ad eccezione delle mandibule che sono giallo testacee rettangolari alla base, falciformi, bidentate, rosso brunastre alla sommità, col primo dente conico, incurvato, due volte più lungo del secondo, che è quasi cilindrico, ottuso; mentre il terzo è assai più corto e più largo del precedente. Torace ferruginoso macchiato di nero, con mesonoto opaco; zampe testacee; ali quasi ialine con nervatura pallido gial- lognola, ferruginosa, specialmente nella vena costale e sotto costale; ale anteriori con due cellule radiali, quattro cellule cubitali, delle quali la prima e la seconda con una nervatura ricorrente ciascuna, e la cellula lanceolata contratta nel mezzo; ale posteriori con due cellule discoidali chiuse. Addome nerastro, di sopra, del colore fondamentale ferru- ginoso, di sotto, fornito nelle femmine di una trivella della quale e degli organi sessuali del maschio dirò particolarmente in altra occasione. NINFA. La ninfa, presso a poco delle dimensioni dell' insetto per- fetto, trovasi chiusa in un bozzoletto ovale (fìg. 9) di seta bruna ricojDerto di minuzzoli terrosi all'esterno. Internamente il boz- zoletto è liscio, perfettamente ovale ed am]3Ìo tanto da conte- nere quasi perfettamente l' insetto. LARVA. La larva (fig. 2) è lunga 9 mm. circa, quasi cilindrica, curva sulla faccia ventrale ed alquanto assottigliata negli ultimi anelli del corpo, che è bianco pallido appena volgente al giallognolo. Capo (fig. 3) giallo-testaceo, emisferico, inclinato, con pochi peli corti, setolosi, più chiari, nel contorno; occhi rudimentali, — 6 — bruni; antenne piccolissime, pallide, di tre articoli, appena distinte; labbro su^^eriore bilobo, due volte più largo clie lungo; mandibole (fìg. 4) più lunglie del labbro superiore, concave di sotto, convesse di sopra, taglienti e dentate alla sommità. I denti j)erò non sono eguali nelle due mandibole, percliè nella destra il secondo dente è più stretto e confor- mato a scalpello, il terzo brevissimo, della larghezza del se- condo, col margine anteriore concavo, ed il quarto appena distinto, separato dal precedente da una insenatura semicir- colare obliqua; mentre nella mandibola sinistra, il secondo dente è quadrato alla base, ed alla estremità triangolare, acuto, ed il terzo è alquanto più stretto e lungo, seguito da altri due piccoli denti, taglienti, come il quarto della mandibola precedente. Le mascelle (fig. 5) sono aucli'esse molto sviluppate, bilobe, col lobo interno quasi cilindrico, lievemente incurvato e la estremità obliqua brevemente ciliata; lobo esterno quasi conico, nudo, con la estremità ottusa, ed il palpo mascellare adiacente assai distinto, con quattro articoli liberi sopra una grossa base quasi sferica fornita di un pelo setoloso dalla parte esterna. Il labbro inferiore è piii sporgente delle mandibole e delle mascelle in modo da giustificare pienamente la figura della testa sopraindicata. Il torace, alquanto più grosso del resto del corpo, presenta pieghe e solchi trasversi di so|)ra e di sotto, interrotti sui lati, ed una linea medio dorsale a riflessi bluastri, che si estende fino alla estremità dell'addome. L'addome, meno l'ultimo anello, e gli archi ventrali del 7 e dell' 8, che sono sensibilmente più sottili delle somiti precedenti, presenta i solchi e le pieghe notate pel torace. Le zampe toraciche sono bene sviluppate, testacee, rivolte infuori, ed armate di unghie fortissime (fig. 6). Le zampe addominali, o false zampe, sono in numero di 14, tutte mamellonari, sopra una base distinta, situate dal secondo al settimo e nell' ultimo anello dell'addome : quelle di quest'ul- — 7 — timo, conosciute anche col nome di piedi spingitori o zampe anali, sono quasi due volte più lunglie delle precedenti, e come quelle d'altronde sfornite di uncini. Le aperture stigmatiche sono ellittiche allungate, quasi lineari, ed abbastanza distinte, situate sul primo anello toracico, e sugli anelli dell'addome dal primo al settimo compreso. UOVO. L'uovo dell' Hoplocampa hrevis (fig. 1) è di color pallido, ellittico, aj)pena incurvato, col diametro maggiore lungo mm. 0.9, quello minore mm. 0.4, e la sujDerfìcie rugosa, come reticolata. BIOLOGIA. Gli insetti perfetti della specie compariscono verso la metà di marzo, quando le piante sono in fiori e con dei bottoni fiorali non ancora sbocciati, sui quali, nelle ore calde del giorno, e per diversi giorni di seguito, maschi e femmine si trovano accoppiati. Le femmine, separate dai ma- schi, si accoppiano di nuovo, con maschi anco differenti, a quella guisa che lo stesso maschio visita e feconda più fem- mine, che restano a vivere sui fiori, mentre i maschi scompa- riscono, poco per volta, e muoiono. Boisduval, che scrisse senza notizie dirette di quest' insetto, riferisce che i maschi non si mostrano mai sulle piante, e che le femmine dopo la fecon- dazione depongano l'uovo sull'ovario; mentre i maschi vi si trovano e le femmine introducono l'uovo in una fessura pra- ticata preventivamente verso il centro del ricettacolo fiorale. In questa operazione, si può ammirare la cura con la quale la femmina scosta gii stami, che le intralciano il cammino, e li rode per arrivare col capo comodamente nel fondo del ri- cettacolo, dove resta diverso tempo, visitandolo minutamente, prima di affidarvi il suo uovo. Spesso, sullo stesso fiore, si trovano diverse di queste femmine, che cambiano successiva- mente di posto, fino a die non trovano il loro fiore immune e lo infettano affidandovi un uovo solo. La deposizione delle uova, per parte di ogni insetto, dura diversi giorni, alla fine dei quali, che sono da quattro a cinque circa, in media, con- forme le madri muoiono, cominciano a nascere le larve picco- lissime bianchicce, che in breve, rodendo, si trovano fra i car- pelli del frutto, nel quale per il momento, non si scorge segno sensibile della infezione, dall'esterno (1). Internatosi nel frutto, il piccolo bruco, ])0Ì^ resta quasi sempre allo stesso posto dal quale, mangiando il tessuto che lo circonda, scava una cella alla quale dà aria un foro (fig. 7) che pratica il bruco stesso, per essere in comunicazione con l'esterno. Il frutto infetto intanto cresce anch'esso col crescere dell' insetto, e non si de- forma ; ma raggiunta la grossezza di una nocciuola, si arresta, mentre la larva prosegue, nello sviluppo; si copre qua e là di macchie nere confluenti, che si estendono; si disarticola e cade. Anco prima, ma a questo momento più specialmente, le frutte infette emanano un odore caratteristico di cimice, per il quale, e per altri caratteri, proprii alla j^resenza della Tor- trice e della Cecidomia, è facile distinguere le tre infezioni fra loro, anco in assenza degli insetti che le producono. Quando la larva ha raggiunto l'accrescimento voluto, nel termine di trenta a trentacinque giorni circa, sia che i frutti cadano, sia che restino ancora sulla pianta, se n'esce per il foro che vi ha praticato, e si nasconde alla profondità di quattro a cinque centimetri nel terreno. Quivi comincia a tessere un piccolo bozzolo ovale, bruno, a larghe maglie, nel quale si rinchiude. Dall' interno spalmando i fili del bozzolo con un liquido muccoso, vi fa aderire dall'esterno uno strato di minuzzoli terrosi, al disotto dei quali, continuando a lavo- rare per quattro a cinque giorni, fra le maglie, arriva a fab- (1) Da questi rilievi, e da quelli relativi alla natura della larva, si comprende che, il bruco descritto dall' Hartig non può riferirsi all' Iloplocampa brevis senza commettere un errore. — 9 — bricare un tessuto omogeneo, cosi fìtto da rendere difficile al- l'acqua di penetrarvi. In questo bozzolo, corazzato di terra, il bruco passa l'estate, l'autunno e l' inverno, fino agii ultimi di febbraio; allora piglia una tinta verdognola, depone l'ultima spoglia, che trovasi raccolta presso la parte posteriore del corpo, e dà la ninfa, dalla quale, in una diecina di giorni circa, vien fuori l' insetto perfetto, che vola sui fiori, si accoppia e ri^^ete la infezione sui nuovi frutti. Tanto in questo che nello scorso anno ho visto che gii insetti perfetti non si trovano sul pero solamente, ma sul susino (Priinus domestica L.) sul ciliegio {Prunus cerasus L.) sul mandorlo {Amygdalus comrnunis L.) e più specialmente sui fiori del pesco {Amygdalus persica L.), nei quali però, meno il danno proveniente dalla molestia che quelli possono arrecare ed arrecano sugli stami e sugli stimmi, non si verificano altri inconvenienti, perchè non lasciano uova, né si trovano larve nei frutti dipoi (1). L'azione nociva di quest' insetto, per tanto, e fino a prova in contrario, si esplica a solo danno delle piccole pere, che, come si è detto, si disarticolano e cadono. Quanto poi alla entità dei danni e quindi alla importanza economica della specie che si considera, essa dipende dal nu- mero delle uova che ogni femmina depone, dai bruchi che na- scono, e dal numero delle femmine che si presentano sulla pianta. Il numero delle uova intanto non mi è stato joossibile determinarlo, perchè è impossibile tener dietro alla stessa fem- mina senza perderla d'occhio per tutto il tempo della deposi- zione. Ho visto invece che in ogni pera infètta non vi è che una larva sola, e che in una garza avvolgente un ramo con 123 frutti e 5 Tentredini, 70 di quelli si trovarono bacati. Allo stato di cattività, per tanto, ogni femmina deporrebbe in media da 15 a 20 uova. Quanto poi al numero delle femmine (1) NeUe susine vi è la larva àeW Hoplocampa fidvicornis Fab., che guasta e manda a male un gran numero di frutti anche da noi, e clie bisogna combattere con le norme ed i mezzi indicati per la specie congenere. ~ 10 - elle volano sulla pianta, questo dipende dal numero delle uova deposte, e dalle larve trasformatesi nel terreno, ed il numero fu tale negli ultimi due anni da compromettere dal 40 al 60 \ dei frutti presenti. Delle piante molestate dalla infezione, racconta l'egregio amico e corrispondente Sig. A. Biondi, clie erano cariche di fiori allegati, nella primavera, si trovarono interamente sprovviste di frutti, nell'estate, mentre le altre ne avevano perdute tante da oltrepassare i termini dei numeri sopraindicati. Ciò die è accaduto a Castelfalfì. (S. Miniato) si è verificato anche nei pomarii del fiorentino e di altri luoghi della Toscana; sicché bisogna ammettere e ritenere che questa tentredine sia uno dei nemici più temibili dei frutti del pero. Parassiti e predatori deW Hop/ocampa brevis, IvLua. La stazione prolungata dell' insetto nel terreno, dal giugno di un anno al febbraio dell'altro ; il modo e la consistenza del bozzolo nel quale sta nascosto, in questo tempo, e la vita ri- tirata nei frutti, nella primavera, liberano quasi interamente questa tentredine dall'azione molesta dei parassiti, che non so se ]30ssano essere allontanati dall'odore puzzolento di cimice, che i bruchi, con gli escrementi loro, comunicano alla sostanza del frutto che li circonda. So che le formiche, comunissime sui peri non visitano, o per lo meno, non le ho mai viste sui frutti infetti, sui quali per altro, quell'odore richiama l'atten- zione di un elegante coleottero cantarideo, la Cantharis livida rufipes Herb. (fig. 8) che resta notte e giorno a guardia, presso i fori delle piccole pere abitate dall' insetto. Ma non entra; allunga ogni tanto le antenne, che porta abitualmente ricurve, e con la punta di quelle soltanto bada ad assicurarsi che il bruco non esca. Quando quello esce, per lasciarsi cadere sul terreno, l'altro, che aspetta, l'uccide; diversamente, il bruco, salvo, si ajjprofonda nella terra, per costruirvisi il bozzolo, e l'elegante coleottero, deluso, resta jìer molto e per molto tempo — 11 — ancora, con la speranza di far preda, a guardia di una casa vuota. Quanto poi ai mezzi di distruzione, dalla biologia dell' in- setto si è visto che questo, la sera, ed il mattino presto più specialmente, non ha l'agilità, che mostra nelle ore meridiane, ed è cosi lento nei movimenti che non è difficile pigliarlo, o di farlo cadere. Per ciò, sarà buona pratica scuotere le piante e tendere delle tele sotto di quelle, per raccoglierlo. Questo mezzo di difesa certamente utile va praticato due 0 tre volte di seguito, e per non raccogliere delle fémmine, che hanno già deposto una parte almeno delle loro uova, bi- sogna muoversi per tempo e operare al primo apparire di quelle sui bocci fiorali e sui fiori aperti in piena fecondazione. La presenza delle larve nelle piccole pere, j)oi, di primavera, messe in vista dalle macchie nere, che dall'aprile ai primi di maggio si presentano sulle frutte, sta ad indicare un altro momento assai utile per la difesa, che può essere allora ed è anche più radicale della precedente. Con la raccolta delle frutte bacate, in fatti, direttamente, con l'uso delle scale, o scuotendo i rami delle piante, per farle cadere, si viene a sopprimere quasi tutta la infezione, che non molestata passa nel terreno, per ricomparire al principio della primavera seguente. Dove non si fossero praticati i due mezzi di difesa sojDrain- dicati, bisogna vangare profodamente il terreno delle piante infette, ai primi di febbraio, e comprimerlo con cilindri di pietra, con i piedi o con altro, per impedire agli insetti j)er- fetti di venire alla sujDerficie più tardi e riprodurre la infe- zione sulle piante. Seppellendo i bozzoli, con le larve, alla pro- fondità di venticinque a trenta centimetri, nel terreno, e com- primendo la terra sovrastante, nei vasi per gli esperimenti, ho visto per due anni di seguito che gli insetti perfetti re- stano anch'essi seppelliti. Sul campo poi, ove la terra, dopo qualche giorno, per alternative di gelo e disgelo, si scre^^olasse sollevandosi, sotto le piante infette, bisogna comprimerla di nuovo per essere più certi del seppellimento di quelli. — 12 — II. TOHTEICE DEI POMI. (Carpocapsa pomonella, L.). Senza dire di Catone, Columella, Plinio, De Reaumur, Roe- sel e della grande schiera dei sistematici, clie dai tempi di Linneo si sono occupati della specie, la storia naturale econo- mica di questa tortrice lia formato l'oggetto di continue ri- cerche, anche recenti, delle quali, oltre quelle di Ratzeburg (1), Delacourt (2), Nordlinger (3), Gehin (4), Goureau (5), Boisdu- val (6), Taschenberg (7), ecc., sono molto interessanti quelle del chiarissimo prof. Costa (8), che ne ha scritto più diffusa- mente da noi. In tutti questi lavori però, la nota biologica, o lascia indeterminato, o riduce ad una le generazioni an- nuali della specie, che, secondo gli AA. medesimi comincia da uova, che le farfalle delle larve ibernanti, verso la fine di maggio, di giugno o di luglio, depongono sui frutti quasi prossimi a maturità. Il sig. Decaux (9) soltanto, al quale non erano note le osservazioni nostre sulla specie, ha ben rilevato che le prime de^DOsizioni di uova possono aver luogo fin dai primi di maggio, ma nota anch'egli che, in via ordinaria, un terzo ad un quarto soltanto delle farfalle provenienti dai bru- ii) Die Forst-Insecteti, Falter, p. i34, (2) Essai Site les insectes qui attaquent les arhres fniitiers. (3) Die Kleinen Feinde der Landwirthschaft. Stuttgart, p. 339. (1) Insectes qui attaquent les poiries, 1.^ p. n. 3. (5) Les insectes nuisibles aux artres fruitiers, etc. p. 118. (6) Essai sur l'antomolo(iie horticole, p. .560. (7) Entomologie fìir Giirtner und Oartenfreunde, p. 310. (8) Degli insetti che attaccano l'albero ed il frutto dell'olivo, etc. p. 156. (9) Carpocapsa Fonionana {Le Xaturaliste, n, 213, p. 17, n. 235, p. 281). — 13 — chi della prima, danno una seconda generazione di bruchi, nel- l'anno, in Francia. In Italia, secondo le osservazioni reiterate fatte nei po- mari della scuola orticola delle Cascine, e nel laboratorio della Jì. Stazione Entomologica di Firenze, le prime farfalle della tortrice (fig. 10), compariscono dalla metà di marzo ai primi di aprile; si accoppiano e depongono un uovo solo, raramente due per frutto, sulle pere appena allegate. Nel ter- mine di otto a dieci giorni circa, mentre le farfalle continuano a deporre uova, nascono i primi bruchi, che penetrano nei frutticini e ne mangiano la parte centrale (fig. 12). I frutti essendo piccolissimi allora, avviene talvolta che non bastano a nutrire il bruco, e questo si trova costretto, pertanto, a mu- tar casa e cercarne altra nei frutti vicini, che restano imba- vati e aderenti fra loro, nei punti di contatto, precisamente come gli acini d'uva forati dalla Conchylis e di^ìVEudemis. Dall'ultima decade di aprile, intanto, ai j)rimi del mese suc- cessivo, mentre continua lo sviluppo delle farfalle, dalle cri- salidi delle larve ibernanti, questi bruchi raggiungono l'accre- scimento necessario ed incrisalidano. Il 6 di maggio ho raccolto la prima farfalla di Carpocapsa sviluppata dopo 8 giorni di ninfosi, e con essa le altre che mano a mano vennero fuori dalle crisalidi delle larve vissute nelle piccole frutte, allora della grossezza di una nocciuola. Bisogna rilevare però che i bruchi e le crisalidi di questa prima generazione, per quanto della stessa specie, sono sensibilmente più piccoli di quelli delle generazioni successive. Verso la seconda alla terza decade di giugno, quando le frutte hanno raggiunto la grossezza di una noce o quasi, i bruchi provenienti dalle uova deposte dalle farfalle della prima generazione, incrisalidano e danno quelle dalle quali traggono origine i bruchi della terza, che si completano fra la fine di luglio ai primi di agosto, e preparano la quarta ed ultima ge- nerazione dell'anno. Dei bruchi di questa generazione, nella seconda metà di settembre o quasi, la maggior j)arte lasciano — 14 — i frutti, e vanno ad incrisalidare quasi tutti nei diversi ripari del fusto ; mentre quelli clie escono quando i frutti sono caduti dalla pianta, tessono il bozzolo contro una pietra, nelle punte delle canne, alla base dei pali secchi, o dei fusti delle altre piante die trovano, ed aspettano la fine dell'inverno per incri- salidare e dare le farfalle primaticce, che rii^etono la infezione nel nuovo anno. Nel mese di settembre, frattanto, parte della massa, ed i ritardatari della prima generazione primaverile,- divenuta seconda, con essi, fra i primi agli ultimi di luglio, hanno bruchi per la maggior parte ancora giovani, dei quali alcuni, nei primi di ottobre, seguono le sorti di quelli che rap- presentano la quarta generazione, e gli altri, con le mele e con le pere, vanno a completarsi in magazzino. Nella primavera seguente, per tanto, l'avanguardia della infezione, rappresentata dalle farfalle dei bruchi della quarta, occupa i frutti appena allegati o quasi, e completa la prima generazione di larve quando quelli della terza cominciano a dare la prima. Per ciò che riguarda i mezzi di difesa, poi, siccome le cause naturali di distruzione, i parassiti compresi (1), possono poco o nulla contro quest' insetto, gli espedienti -per distruggerlo devono essere più dell'ordinario ripetuti ed accurati, ed estesi ad intere località. Quelli più generalmente considerati sono i seguenti. Raccolta e distruzione delle frutte. — Nel momento e nel modo, questo mezzo di difesa coincide perfettamente o quasi con quello indicato contro la Tentredine delle pere, le quali quando sono piccole, ed infette di Carpocapsa^ si mostrano stente, due a due, o sole, con escrementi numerosi, rossastri, sul foro di uscita, presso il calice; col peduncolo che annerisce alla base, e che, per conseguenza arrestandosi, poco per volta (1) Fra i parassiti della Tortrice dei pomi il compianto prof. Eondani ricorda il Campoplex pomorum Ratz., V Eulophus Biilmerinquii R&tz., V Inostemma Boscii Wstw., il Pachymerus vulnerator Pnz., il Perilampus laevifrons Nees ed il Phigadeuon brcvis Grav., fra i quali non vi è esempio che alcuno, moltiplicandosi oltre l'ordinario, ab- bia liberato le piante dalla infezione. — 15 — nello sviluppo, disseccano, induriscono e cadono. La caduta delle frutte, intanto, potendo aver luogo prima e dopo l'uscita dell'insetto, la raccolta va fatta molto per tempo, quando quelle sono ancora sulla pianta, non per terra, per evitare per- dite di tempo e di lavoro; e continuata di quindici in venti giorni, fino al mese di luglio. Da questo momento in poi, se la difesa fu ben fatta, ed estesa nel modo sopraindicato, si può attendere il momento del raccolto senza impegnarsi in altre operazioni; diversamente bisogna continuare nella raccolta con lo scuotimento e la scelta delle frutte infette e ricorrere ai mezzi di aguato contro l'insetto. Mezzi di aguato. — I frutticultori americani, e taluno an- che europeo (1), per trarre in aguato e distruggere le larve della tortrice, clie scendono ad incrisalidare sul fusto, consi- gliano di mettere su questo delle tavolette sovrapposte, for- temente incavate nel mezzo dei lati, e separate fra loro da piccoli pezzi di legno, per lasciar luogo alle larve, che cercano riparo, di penetrare negli intervalli e trasformarvisi. Ma questo mezzo che si ritiene molto ingegnoso, è anche noioso, e non preferibile, sotto ogni punto di vista, all'uso assai semplice e non meno efficace delle grosse corde di fieno, o degli anelli di stracci, indicati più volte in Italia, per trarre in aguato le larve della ConcJiylis e àeW Eudemis della vite (2). Questi stracci che il Decaux consiglia ai frutticoitori francesi, si si- tuano poco sotto la impalcatura della chioma, e all'altezza di una ventina di centimetri circa dal terreno; e vi si lasciano dal mese di maggio fino al momento della raccolta totale dei frutti, avendo cura di visitarli di quindici in venti giorni circa, per uccidervi le larve, che vi si trovano ri]Darate. Perchè le larve intanto si raccolgano in gran numero negli stracci sopraindicati, bisogna rimuovere dalle grosse branche e dal fusto ogni altro riparo che le possa dar ricovero; e per (1) Revue horticole, anno 67, n. 16. (2) Giornale Vinicolo italiano, anno 16, n. 21, 1890. — 16 — questo, la distruzione dei licheni, con acqua di calce, liscivia e simili, la raschiatura e la scattivatura delle piante, si ren- dono tanto indispensabili da non essere mai abbastanza rac- comandate. Vcmgatura e compressione del terreno. — Questo mezzo di difesa, di capitale importanza per la distruzione della Ten- tredine delle pere, è affatto secondaria per la distruzione della Tortrice, perchè con la raccolta successiva delle frutta guaste, rare larve di quella si troveranno sul terreno. Visita ai pedali delle altre piante. — In ogni modo, dato il costume della larva, di rodere il legno, o la scorza della parte della pianta che trova, per allogarsi meglio e mettere i detriti nel bozzolo suo; raramente resta nel terreno, o vi resta quando, perduta la direzione della pianta matrice, presso di questa non ve ne sono altre, come le viti, per ricoverarsi. È per ciò che nelle grandi invasioni, e nell'autunno, almeno, quando si fa la scalzatura di quelle piante, bisogna visitarne i ceppi ed i pali, per distruggervi le larve, che vi si trovano riparate. Aspersioni insetticide. — Le larve della Carpocapsa, na- scoste come sono nelle frutte, non si possono affatto molestare con le aspersioni ordinarie d'insetticidi diretti, per soffoca- mento, e per ciò il Riley (1) e altri entomologi, americani specialmente, pensarono di avvelenarle con as23ersioni preven- tive di arsenito di rame, col quale in America, secondo il Riley medesimo, si liberano dal 70 al 72 °/q delle frutte. Le mie osservazioni personali in Italia sull'uso detl'arsenito e dell'acetato di rame, in polvere, con lo zolfo e con lo gesso, ed in miscuglio acquoso, con la calce, non convengono con quelle sopraindicate, perchè non mi è riuscito di vedere dif- ferenza notevole nella infezione fra piante curate e piante di confronto, dalla primavera all'autunno. E questi resultati, d'al- tronde, mi sembrano sufficentemente giustificati dalla biologia (1) Le vert de Paris, « Messager Agricole de Montpellier «, 10 luglio 1884. — etc. — 17 — dell'insetto, clie, appena uscito dall'uovo, rode l'epicarpio in un punto solo e si approfonda nella polpa del frutto. Ora, di questo, non essendo avvelenata che la superfìcie, e la parte di questa, rosa dal bruco piccolissimo, riducendosi a quella occupata poco più clie da un vero punto geometrico, la quan- tità di veleno, quando vi si trova, che quello ingerisce, è tale da non poterlo compromettere. Ma le mie osservazioni sui bruchi medesimi, e su altri, mi fanno dubitare che ingeriscano nel loro cor230 l'epicarpio del frutto, che gli ho visto rompere, ma non gli ho visto mangiare. Fino a miglior prova in con- trario, per tanto, e per i bruchi minatori, la indicazione delle acque avvelenate, per ingestione, viene a mancare nella base. III. Cecidomide delle pere. Diplosis pìrivora Ril. (Cecidomyia nigra Meig.? C. piricola Nord?) Questa specie alla quale le alterazioni dei frutti e le larve indicate, fìg. 1.3, 14, 1,5, si riferiscono, non è la sola della fa- miglia che viva ai danni delle piccole pere. Oltre la Sciava pivi major ^ Schmdb. o S. Sclimidbergeri, KolL, infatti, ve n' è un' altra, sempre in Germania che va col nome di Sciava pivi Schmidt, e che come la precedente non è stata altrove ri- cordata. Ma ricordate o no, si comportano pressoché tutte allo stesso modo sulle frutte, e la Diplosis pirivora^ sola od ac- compagnata, per la diffusione presa, resta una delle più im- portanti per noi. UOVO. Le uova sono pallido biancastre, allungate, come quelle di tutte le cecidomie, ed alquanto più puntute ad una delle estremità. Anno XXIX. 2 — 18 — LAEVE. Le larve appena nate sono bianco pallide, finalmente giallo aranciate, ellitticlie allungate, depresse, quasi piane di sotto, convesse di sopra, più larghe nel mezzo ed in pro]3orzione successivamente ristrette verso le estremità (fig. 13). La testa della larva è conica, con due appendici, antenne, formate di due articoli, uno basilare cilindrico, alquanto vescicoloso nel mezzo, ed un altro conico, puntuto alla estremità. In direzione del capo, vi è, nel torace, la forca o spatola sternale, ante- riormente biloba, lunga mm. 0,250 (fig. 14); mentre la estremità posteriore del corpo, alquanto più larga ed arrotondata di quella anteriore, presenta (fig. 15) delle sporgenze, due delle quali sono ]3untiformi nel mezzo, due coniche molto più di- stinte, e due, una per parte ai lati di queste, discoidali sor- montate da una piccolissima setola. PUPE. Le pupe sono giallo brunastre, distinte per i caratteri seguenti. Capo del colore fondamentale, inclinato sul petto, con due grosse setole testacee, dalla parte posteriore sui lati, na- scoste, alla base, dalle antenne (ceratoteche) che con arco elegante costeggiano gli occhi neri, ovali, alquanto approssi- mati, e passano sul torace per finire sull'addome fra la estre- mità delle tibie del primo paio di zampe (podoteche) e quella delle teche alari. Podoteche raccolte sul torace e sull'addome, con i tarsi testacei, gli ultimi dei quali si oltrepassano successivamente, dal 3" al 1° paio di zampe, al di là dell'estremità dell'addome, che è ovato, apparentemente retratto nelle pupe morte esami- nate, distintamente segmentato, pallido, fornito di sporgenze la- — 19 — minari bianclie, più ampie nel mezzo, per le quali, e per la retrazione subita, sembra di forma quasi circolare e frangiato. Bozzolo ovale, giallognolo, coperto di minuzzoli terrosi e granelli di sabbia, lungo Mm. 3 — 3,3, largo mm. 2. INSETTI PERFETTI. Grli insetti perfetti sono nerastri, le femmine lunghe mm. 3,20, i maschi mm. 1,85 con antenne brune, pelose, di 14 articoli, nelle femmine, i primi due articoli corti, il terzo eguale alla somma del quarto e del quinto, più ristretto nel mezzo dei due seguenti, che sono cilindrici, arrotondati alle estremità. Meno i tre primi poi, tutti gii articoli sono brevemente pe- duncolati, il penultimo ovale e l'ultimo più allungato del pre- cedente ed appuntato alla estremità ; occhi reniformi, neri, palpi pallido giallognoli. Torace giallo con lo scudo bruno, pianeg- giante; ali pelose, affumicate col nervo sottocostale terminato a metà del margine anteriore, il cubitale terminato all'apice dell'ala, ed il posticale biforcato all'apice, con i rami divaricati quasi ad angolo retto; bilancieri giallo pallido brunastri, for- temente clavati; zampe brune, pelose. Addome ventricoso, allungato, giallognolo sui lati, con l'arco dorsale degli anelli, specialmente, nerastro; ovopositore giallo- gnolo, al momento delle osservazioni, quasi interamente retratto. I maschi sono più pelosi e jjiù scuri delle femmine, con antenne di 26 articoli, ed il margine posteriore degli anelli dell'addome fornito di peli lunghi e numerosi. BIOLOGIA. Nei giardini di Firenze le prime forme perfette della specie, compariscono ai primi di marzo, e dalla mattina alla sera vo- lano continuamente fra i rami delle piante. Quivi si accoppiano e cercano i fiori più tardi, sui quali, col tempo bello, svolazzano le femmine fecondate; mentre quando piove, durante la notte — 20 — ed il mattino presto si ricoverano dalla ]3arte dei rami che guarda verso terra. La deposizione delle uova ha luogo sugli stami direttamente, nei fiori aperti, o traverso i pezzi corol- lini, nei fiori ancora chiusi. Il numero delle uova che le di- verse femmine affidano in ogni fiore è molto variabile, ma in via ordinaria non supera la dozzina e mezza circa, o per lo meno tante ne ho contate nei diversi mucchi riscontrati sugli stami. Dopo cinque o sei giorni dalle uova nascono le j^iccole larve che scendono lungo gli stami, si aprono una via attra- verso il tenero ricettacolo, penetrano nell'ovario e mangiano ogni cosa, meno l'epicarpio con poco tessuto merenchimatico, e l'endocarpio con i semi; mentre come si sa, tanto i bruchi della Tortrice quanto quelli della Tentredine mangiano tutta la parte centrale delle frutte. Queste per ciò, nel caso della Diplosis^ conforme le larve si approssimano verso l'epicarpio, divengono più molli, si deformano, e prendono successiva- mente la tinta omogenea, nerastra, alla superficie. Ai primi di maggio intanto mentre i frutti cominciano ad annerire e a cadere, le larve ne forano la parete (fig. 16), scattano dai fori, approssimando i due estremi del corpo, e si trovano allo stato libero per diverse ore sul terreno, nel quale poco j)er volta si nascondono alla profondità di due a tre centimetri, o meno, secondo la natura e la freschezza del terreno al momento della penetrazione. Trovato il posto conveniente le larve co- minciano a costruirsi un bozzoletto giallo di seta, perfettamente ovale, più lungo e più largo della pupa nella quale si trasfor- mano, e siccome lo bagnano d'una sostanza muccosa, i gra- nelli di sabbia e la terra in mezzo alla quale lo costruiscono, vi aderiscono solidamente in modo da renderlo più resistente alle azioni meccaniche, che si esercitano fra le particelle ter- rose al momento della lavorazione del terreno, irriconoscibile per gli animali predatori, ed affatto imjDcnetrabile all'acqua ed ai parassiti molesti. Costruito il bozzolo, le larve si raccor- ciano sensibilmente, si scolorano alquanto e si preparano a — 21 — divenir pupe, nelle quali si trasformano verso la metà di di- cembre. Fra gli ultimi di febbraio ai primi di marzo, come le cri- salidi delle tignole, le pupe della Diplosis forano, dalla parte della testa, il piccolo bozzolo, sporgono per tre quarti alla metà circa della loro lunghezza fuori di quello, e lasciano cosi libero il passo alle piccole mosche, che si fanno strada fra le poche particelle terrose che le ricoprono, e vengono alla su- perficie, per accoppiarsi e deporre le uova, dalle quali deriva la nuova infezione sui frutti nella primavera. La presenza delle piccole larve, nei ricettacoli fiorali, in- tanto, non impedisce l'allegamento dei frutti, che ingrossano più presto degli altri, a differenza dei quali però, pigliano la forma sferica, irregolare, galligena, e non quella caratte- ristica allungata, marciscono e cadono. Il numero dei frutti infetti dalla Dijjlosis è variabile natu- ralmente col grado della infezione, che spesso arriva a com- promettere più del quinto del raccolto normale. Quanto alla difesa, la distruzione dei piccoli frutti bacati è il migliore mezzo che si conosca per limitare la diffusione dell'insetto. In America J. B. Smith (1), per distruggere la Diplosis piri- vora, quando le piante sono piccole indica anch' egli la raccolta a mano delle pere infette, e dove la specie è limitata a qualche varietà soltanto, come la pera Lawrence, consiglia di servir- sene come mezzo di aguato per difendere le altre, la salvezza delle quali, d'altra parte, raccomanda alla compressione del terreno nel mese di maggio, e all'uso della Kainite o del- l'emulsione di Kerosene al 10 °q; mentre su larga scala con- siglia la lavorazione del terreno coperto dai rami infetti della pianta e lo spargimento sul terreno stesso della Kainite nel rapporto di 1,000 libbre per acre; perchè cosi si ha il bene- fìzio di fertilizzare il suolo e liberarsi dell'insetto. (1) The pear midge, Diplosis iiirivora, Eil. (New lersey agric. coli. Esp. Stat. n. 99, p. 12). — 22 — Le indicazioni dello Smith possono riuscire utili anche da da noi. Da lunghe e non j^oco pazienti osservazioni però ho potuto sicuramente rilevare la resistenza notevole di queste larve all'azione degli insetticidi, come acque saponate dal 2 al 3 °/q, soluzioni di catrame di legno alcalinizzato, e simili, nei quali gii insetti sono restati ore intere, e per più ore di seguito senza risentire grave danno. Il sale comune non ha fatto niente anch' esso, e ancora non mi saprei spiegare l'azione deleteria della Kainite, sulle larve; ma non mancherò di portare l'atten- zione su questo concime minerale, di uso non nuovo, dove l'agri- coltura è meglio progredita. Si può accertare invece l'azione utile delle miscele catramose di olio pesante di catrame o di catrame alcalinizzato, in qualunque modo preparate, e quella delle emulsioni di solfuro di carbonio (10 ° q) con sapone, o con catrame alcalinizzato (2 al 3 ".J; ma tutte queste sostanze im- portano una s^^esa che con altri mezzi si può evitare quasi inte- ramente, riportando gli stessi effetti sull'insetto. Quando si pensi, infatti, che gii adulti della specie non possono venire, e non vengono alla superficie del terreno, quando questo è compatto e lo strato che li ricopre supera i dieci ai dodici centimetri; la vangatura a due fitte, per seppellire le larve o le pupe, e la compressione successiva del terreno coperto dalla chioma delle j)iante infette, relativamente nell'estate e nell'autunno, o al principio dell' inverno, devono essere specialmente racco- mandate. Siccome però le larve, tanto in laboratorio che nel campo, alla profondità di 5 a 20 cm. almeno costruiscono egual- mente il loro bozzolo, e le pupe non mancano di trasformarsi a suo tempo; dal momento della vangatura e della compressione fino all'aprile dell'anno seguente, il terreno coperto dalla chioma delle piante infette non deve essere smosso, altrimenti ripor- tando le pupe alla superficie, alla nuova primavera si ripete egualmente la infezione sulle piante. Siccome poi nei terreni compatti le larve arrivano di rado alla profondità di un centimetro e mezzo a due, sarà bene di comprimerli nel mese di aprile e di maggio, ed asportare, per — 23 — disinfettare a parte, nel mese di giugno, il lieve strato di terra, con calce viva, o con una annaffiatura di olio pesante di catrame emulsionato al 10 ° ^ nell'acqua, per soffocarvi le larve. Data in fine la rapidità con la quale questi ed insetti si- mili, usciti dal terreno volano, è facile comprendere la neces- sità di estendere la cura stessa alle piante di intere località, nelle quali se taluno degli agricoltori trascurasse le sue, la infezione, poco per volta, guadagnerebbe di nuovo i frutti delle altre. RIASSUNTO E CONCLUSIONE. Dall'esposizione dei fatti sopraindicati si rileva che tutte e tre le larve delle specie descritte molestano le frutte appena allegate del pero, dalle quali e dalla natura delle larve, clie contengono, si può sempre desumere quella delle specie alle quali le infezioni diverse si riferiscano, cioè : I. Frutte apparentemente sane, inodore, con foro coperto di escrementi presso il calice; larva pallido carnicino con capo nerastro, sei puntini dello stesso colore sul secondo all'ultimo anello del corpo, e false zampe guarnite di una corona di uncinetti. Carpocapsa pomonella L. II. Frutte macelliate di nerastro, con odore sensibile di cimice, e foro presso il calice senza escrementi rossastri; bruco bianco pallido, curvo, con capo testaceo e false zampe senza uncini alla sommità. Hoplocampa brevis Klug. III. Frutte subsferiche, irregolari, molli, galligene, con molti forellini alla superfìcie ; larve piccolissime apode, vermiformi, pallido giallastre, o giallo rossastre. Diplosis pirivora Ril. — 24: — Il tempo della prima comjjarsa degli insetti j)erfetti è presso die lo stesso per tutte e tre le specie indicate; quello delle due ultime coincide maggiormente, e per il luogo nel quale entrambe ibernano, si possono colpire contemporanea- mente con la vangatura profonda e la compressione successiva del terreno, coperto dalla chioma delle piante; mentre nel- l'aprile ai primi di maggio, Tortrice, Tentredine e Cecidomia, si possono distruggere insieme con la raccolta accurata e la distruzione dei frutti infetti. Do230 il mese di maggio, le pere ingrossate non contengono che la Tortrice, contro la quale la stessa raccolta dei frutti e r uso degli anelli di fieno, della canapaccia, o degli stracci, sul fusto, sono i mezzi migliori per potersene liberare. Si unisca a tutto questo la indicazione relativa alla distru- zione delle larve, che incrisalidano negli angoli delle pareti e fra i pomi stessi, nel fruttaio; e la soffocazione delle farfalle con i vapori di acido solforoso, perchè non prendano la via delle piante; e gli agricoltori mi sembrano sufficientemente armati, per difendere le frutte dai nemici loro (1). (1) DaUe larve delle piccole frutte del pero, allevandole, abbiamo ottenuto altri insetti perfetti diversi da quelli delle specie indicate, e dei quali, ci occuperemo in altra occasione. 25 — SPIEGAZIONE DELLA Tav. I. Fig. ]. Hoplocampa brcuis (Klug.) Hart., ingrandita. » 1. a » » uovo, due volte circa piìi grande del vero. » 2. » » larva molto ingrandita. » 3, 4, 5, 6. Capo, mandibola, mascella, e zampe della larva, molto ingranditi. » 7. Frutti di pero attaccati dalla larva sopraindicata. » 8. Predatore (Cantharis livida rufipes, Herb.) della larva del- l' H. hrevis. » 9. Bozzolo molto ingrandito, nel quiile trovasi la ninfa dell'if. hrevis. » 10. Carpocapsa pomonella L. » 11. Larva della Carpocapsa due volte circa piìi grande del vero. » 12. Frutticini di pero attaccati dalla larva della Carpocapsa. » 13, 14, 15. Larva della Diplosis pirivora Ril., parte anteriore e posteriore del corpo della stessa, molto ingrandite. » 16. Frutte di pero alterate dalla Diplosis pirivora. — 26 NOTE BIOLOGICHE SULLE APIARIE Doti. ALESSANDRO TOSI I. 1. Anthidium sdcticum F. — 2. Anthidìum sp. ? — 3. Podalirius nigro- cinctus Lep. — 4. Melecta armata Pz. — 5. Melecta plurinotata Bruii. — 6. Chalicodoma muraria F. 1. Anthidium stictìcum F. In una escursione fatta nel '93 in Sicilia, avevo osservato in Selinunte, verso ai primi di maggio, una femmina di Antlii- dium stictìcum introdursi entro un nis.ìdo vuoto di cliiocciola. Focili giorni dopo nella Villa Favorita a Palermo ebbi modo di rifare con più felice esito questa mia osservazione. In un luogo appartato di detta Villa, posto alle falde della roccia che forma il Monte Pellegrino, si trovavano numero- sissimi nicchi vuoti di chiocciole, intorno ai quali ronzavano molti A, stictìcum. Fra questi osservai una femmina che si affaticava intorno ad un nicchio, entro al quale essa aveva costruito il suo nido, cercando di trasportarlo in altro luogo. Il nicchio era chiuso da una specie di opercolo costruito dàìV Anthidium con un impasto resinoso, incrostato di fram- menti di conchiglie e di altre sostanze eterogenee. — 27 — Questa femmina di Anthidium^ per trasportare dall'uno al- l'altro luogo una mole cosi grave pel suo piccolo corpo, usava lo stesso espediente clie adoprano gii scarabei stercorarii nel rotolare le loro pallottole. Si poneva cioè V Anthidium avanti al niccliio in cui aveva costruito il nido, e voltasi col corpo all' indietro, colle zampe posteriori lo spingeva avanti dando prova di una forza e di un'abilità sorprendente nel superare gii ostacoli clie trovava sul suo cammino. Quando qualche altro Anthidium le si avvicinava, essa si arrestava subitamente e si poneva inquieta sulla difesa; anzi ebbi la ventura di vederla azzuffarsi con un'altra femmina troppo molesta ed audace e porla in fuga. Se talvolta abbandonava per un momento il lavoro, al suo ritorno, dopo poche esitazioni, ritrovava fra le altre la sua conchiglia; anzi, apjDrofittando di un momento in cui si era al- lontanata, provai di togliere la sua conchiglia e di porre in sua vece un'altra simile, ma vuota. La femmina àoiV Anthidium non si soffermò che un istante presso la conchiglia vuota, poi si pose a ricercare infruttuo- samente il suo nido. Provai allora di porre il nicchio alquanto lontano dal luogo ove la femmina l'aveva dapprima lasciato. Questa però, volando sempre poco discosto dallo stesso punto, non poteva ritrovarlo. Avvicinai il nicchio alla distanza di circa cm. 30 dal luogo ove dapprima l'avevo tolto, ponendolo alquanto nascosto dietro un sasso; ed allora la femmina non tardò a ritrovarlo; gli fu sopra, ne rassettò l'opercolo e si dispose a proseguire il suo cammino che in poco più di un'ora si era prolungato per un 10 metri. Sfortunatamente, dovendo ad ogni costo partire, non potei con mio grande rincrescimento attendere la fine del lavoro di questa interessante specie di Anthidium^ che catturai subito insieme col suo nido. Però a Palermo, ove si trovano entomologi chiarissimi; non — 28 — dubito che verranno da altri riprese e compiute queste mie osservazioni. Questa specie di AntMdium è da collocarsi insieme alle altre specie di antidii resiniferi (A. septemdeìitatum Ltr. — A. bellicosum Lep. — A. quadrilohiiìn Lep. ■ — A. latreillei Lep.) studiati e magistralmente descritti da H. Fabre ne' suoi ge- niali Souvenirs entomologiques. 2. Anthidium sp. ? Il 15 settembre '93 osservai una femmina di Anthidium clie aveva incominciato a costruire il suo nido nella screpo- latura di un muro volto ad E. a Covignano presso Rimini. Il nido, o meglio la celletta che V Anthidium aveva inco- minciata, era costituita di un impasto resinoso oscuro, avente una forma globosa, del diam. di ^/.> cm. Interessante era il modo che V Anthidium teneva nel co- struire detta cella. Tenendo il corpo nell' interno della celletta, colle mandibole lavorava attorno attorno ai bordi edificando man mano la parete; e tratto tratto la si vedeva ruotare ra- pidamente su se stessa, quasi servendosi della scopa ventrale per lisciare la parete interna della celletta. Sfortunatamente però non potei del nido veder costruire che queir incompleta cella; giacche ne il giorno dopo, né nei giorni successivi, VAnthidiiwi, o perchè morto, o per altra causa, non lo vidi più comparire. Ritenni che fosse una femmina di Anthidium quadrilo- bum Lep., ma non avendola voluta catturare, colla speranza di osservarla a costruire il suo nido, non potei neppure con certezza riconoscerne la specie (1). (1) Per eseguire tali osservazioni io uso un piccolo canocchiale comune, al quale ho aggiunto un tubo di cartine che mi permette di allontanare più che nel- l'ordinario l'obbiettivo dall'oculare, in modo che anche non molto discosto si possa vedere l'insetto, anche ingrandito. In tal maniera, con un po' di pratica, si può se- guire r insetto in ogni suo più piccolo movimento con comodo e sicurezza, senza per nulla disturbarlo nelle sue operazioni. 29 3. Podalirius nigrocinctus Lep. Nella primavera del '93, in Pietracuta, frazione del Co- mune di S. Leo, nidificò un numero straordinario di Poda- lirius nigrocinctus Lep. Testimoni oculari mi asserirono clie un mattino videro un numero grandissimo di questi insetti, una specie di sciame, che andò a gittarsi su di un greppo argilloso, brullo, esposto a mezzogiorno, sulla via che conduce da Elimini al Montefeltro, e vicino ad una fontanella posta sulla detta via. Questo sciame, per cosi dire, si pose subito, a quanto mi narrarono, a praticare numerose gallerie entro terra, cosi che ai piedi del greppo si accumulavano mucchi di terra escavata dalle dette apiarie. Queste gallerie, l'una j^i'esso l'altra, occu23avano una su- perficie di circa mo. 15, ed ivi intorno volava un numero cosi grande di Podalirius, che gli animali stessi che dovevano passare per la via ne erano impauriti. Ai primi di luglio, quando io potei recarmi sul luogo, la nidificazione era terminata, e non trovai alcun individuo mercè il quale potessi riconoscerne la specie. Distrutte alcune gallerie, ne raccolsi le cellette, le cui pa- reti assai resistenti (1) potevano facilmente spogliarsi della terra che. le circondava e ne lasciavano riconoscere la forma che era quella di un otricello un po' allungato e panciuto, con la base arrotondata e munite di un opercolo concavo sul quale posava la base della colletta superiore. Le celle avevano una lunghezza di mm. 18 e coll'opercolo da mm. 25-30. Entro queste cellette si trovavano larve e pupe e nell'ottobre successivo eranvi già molti insetti perfetti, ibernanti. (1) V. FuiESE IT. Beitz. Z. Diol. fi. solitdren Bliimenwespen {Zooìogische Jahrbti- cher u Abth. f. System. Geographie. u. Biologie der Thiere. n Band V. V^ Heft). — Jena, 1891. Cfr. le sue osservazioni snlV Anthophora personata 111. (P. fulvitarsis'Bvvlì.). — 30 — Entro le gallerie trovai molte femmine madri, morte e, poche eccettuate, tutte quante contenevano entro l'addome un bozzolo ovale, allungato, di color caifè scuro clie ne occupava quasi interamente la cavità. Da questi bozzoli di dittero pa- rassita non ho potuto ottenere alcun insetto perfetto; ma dalle pupe esaminate del prof. M. Bezzi, pare si possano riferire al gen. Miltogramma, considerando anche che un'altra specie di Miltogramma^ la il/, oestracea FU. è nota come parassita del Podalirius retusiis L. Molte celle poi erano invase da un altro dittero dello stesso genere, dal 31. murina Ny. Alla metà di marzo ed ai primi di aprile dell'anno succes- sivo tornai a visitare la detta località, e vi trovai i maschi che volavano eccitati intorno agli orifici delle gallerie in cosi gran numero, che con un colpo di retino potevansi catturare a diecine. Fra questi eranvi molti maschi di 3Iehcta, di cui dirò in appresso. I maschi del Podalirius tratto tratto si posavano sull'ori- fìcio delle gallerie, aspettando l'uscita delle femmine; talvolta penetravano entro le gallerie stesse, ed appena una femmina usciva, veniva subito assalita da più maschi simultaneamente. Le femmine, appena uscite dalla galleria, restavano come abbarbagliate dalla luce: poi cominciavano a far toilette^ li- sciandosi colle zampe anteriori la pelliccia, la testa, le antenne, facendo dei piccoli svolazzi all' intorno, fìnchè riscaldate dai raggi del sole schiccavano il volo. Però i maschi, come ho detto, non davano lor tempo, ed appena una di loro spiccava il volo l'assalivano in più, for- mando tutto un gruppo che ruzzolava subito a terra. Quando un maschio giungeva a ghermire una femmina cercava di accoppiarsele e, tratto tratto, colle ali produceva una specie di ronzio caratteristico. L'accoppiamento avveniva restando la coppia ferma sul terreno, e l'atto della copula durava pochi minuti. Se durante — 31 — l'atto qualche altro maschio si avvicinava alla coppia, il ma- schio di questa muoveva rapidamente l'ali con una specie di mulinello per tenere lontani i disturbatori. Però questi talvolta assalivano la coppia e ne disturbavano l'atto. Ho anche osservato un maschio fermo vicino ad una coppia, in atto di quasi attenderne il fine; e lisciandosi spesso l'an- tenne dar segni come d' impazienza, ed appena liberata la femmina dall'altro maschio, ghermirla ed accoppiarsele. Nella seguente primavera però le dette podilegide abban- donarono tutte questa località, non so se per averle io distur- bate, o meglio per cause inerenti ai loro costumi. Infatti, in altra località posta sul vicino colle e volta a S. E., ove alquanti individui della stessa s^^ecie avevano ni- dificato, sebbene non disturbate, abbandonarono medesima- mente il luogo. Dai numerosi esemplari poi che potei in quell'occasione catturare, merita di essere rilevato come i maschi assai poco variano nella loro livrea, non cosi le femmine, come già fu da altri osservato, la cui livrea è soggetta a grandissime va- riabilità, cosi da costituire una scala j)rogressiva per le diverse varietà descritte dagli entomologi. 4. Melecta armata Pz. — 5. Wlelecta plurinotata Bruii. Avevo già notato fra le celle di Podalirius nigrocinctus, che raccolsi nel luglio del '93, alcune che contenevano delle MelectGj parassite delle suddescritte podilegide, riconoscibili per contenere un bozzolo di color biancastro e di una resi- stenza relativamente considerevole. La metamorfosi di queste apiarie parassite, procedeva di pari passo con quella delle loro ospiti, e nell'autunno si trovavano nelle cellette molti individui di Melecta già jjerfetti ed ibernanti. In queste specie di Melecta pure era assai spiccata la prò- — 32 — terandria e si vedevano, come ho già detto, numerosissimi maschi svolazzare intorno alle gallerie attendendo l'uscita delle femmine, frammisti ai maschi di Podalirius dai quali a prima vista, per una certa rassomiglianza della livrea, si distingue- vano solamente pel volo più calmo e regolare. Anch'essi si fermavano allo sbocco delle gallerie, o vi pe- netravano, attendendo impazienti l'uscita delle femmine; ed ho osservato anche alcuni maschi di M. armata allargare colle loro mandibole il foro d'uscita di una galleria, che, es- sendo un po' ristretta, imj)ediva ad una femmina di uscirne prestamente. Ho anche provato di porre sul terreno un bozzolo non ancora dischiuso che conteneva una femmina; ed i maschi cer- cavano colle mandibole di lacerare l' involucro ])er liberarla. Appena una femmina era libera, i maschi, come quelli del Podalirius^ le erano sopra per accoppiarsele. La 31. plurinotata si trovava in numero assai minore, e non mi fu possibile di catturare che poche femmine ed un sol maschio nel breve tempo che rimasi sul luogo. I maschi del gen. Melecta (come anche quelli del gen. Poda- lirius) pare che fossero guidati nella ricerca delle femmine sopratutto dal senso dell'odorato; giacche, quando più maschi si fermavano all' imboccatura di una galleria, non tardava a comparire una femmina. I maschi poi della M. armata si avvicinavano, ma non si fermavano neppure intorno alla femmina della M. plurinotata che, per esperimento, avevo posta legata ad un filo sul terreno. Anzi, avendo posto vicino a questa un bozzolo vuoto di M. armata, i maschi si fermavano e visitavano in ogni parte il bozzolo, e solo se ne andavano quando si erano accertati che non vi era la loro femmina, mentre la femmina della vicina specie non era da loro neppure, direi quasi, notata. I maschi si gettavano a colpo sicuro sulle femmine, dopo di aver girato appena una volta loro attorno; in modo che tenendo una femmina di M. armata, ferma per le zampe fra — sa- le dita, i masclii venivano ad accoppiarsele cosi impetuosa- mente ed incautamente che io li afferrava colla mano; ed ap- pena toltone uno, ne sopr aggiunge va un altro, cosi clie in breve tempo e senza fatica ne catturai moltissimi. Tutti questi maschi poi, che catturai in tal guisa sulla stessa femmina, tenni in disparte per meglio osservarli. Essi variavano assai nelle livree dell'addome e da esemplari con cinque macchie bianche su ciascun lato dell'addome, si giun- geva fino ad esemplari coU'addome nero del tutto. E precisa- mente presentavano queste proporzioni: '|,o presentava l'ad- dome (eccetto il l.*^ segmento coperto di una peluria grigia) tutto nero; '/12 con ^^na- macchia bianca sul 2.° segmento; 'Ig con due macchie sul 2.° e 3.° segmento; ^3 con tre macchie sul 2.°, 3.° e 4.° segmento; e finalmente la 'j., era fornita di quat- tro macchie. Le femmine j)resentavano pur un' identica variabilità nella livrea dell'addome, e, proporzionatamente, meno macchiato era l'addome, più scuro presentavano il torace. 6. Chalicodoma muraria F. Ai 16 d'aprile del '9é raccolsi sul litorale di E-imini varii esemplari di Chalicodoma muraria maschi. Nel prepararli, rimasi sorpreso nel ritrovare fra questi una femmina che vestiva completamente la divisa dei maschi. Il Feiese (1) cita una femmina di C. muraria presa nel Vallese, colla livrea di color chiaro che l'avvicinava ai maschi ; e ricorda un' altra femmina della stessa specie con livrea con- simile presa in Isvizzera da Frey-Gessner, non che due fem- mine di C. sicula avute dalla Spagna che presentavano iden- ticamente la livrea più chiara. Ma l'esemplare che io possiedo merita particolare menzione (1) V.-H. Friksk. Op. cit. Anno XXIX. — 34 — per la straordinaria rassomiglianza della sua livrea a quella dei maschi, da cui non è possibile distinguerla a prima vista se non dalla presenza dell'aculeo. Il colore dei peli del torace e dei tre primi segmenti del- l'addome in questa femmina è rosso-fulvo, e la faccia coperta di folti j)eli bianco-citrini come nei maschi. Le ali sono ialine, solo leggermente affumicate all'apice. Le zampe anteriori sono fornite di peli abbastanza folti e lunghi come nei maschi; le unghie dei tarsi sono bifide. Il segmento anale è come nella femmina, e cosi pure il ventre è fornito della scopa, però non molto folta. Eimini, ottobre 1896. — 35 — A. GARBIIVI LlBELLULIDl DEL VERONESE PROVINCIE LIMITROFE Nello studio limnologico delle acque, il gruppo che pre- senta sempre una certa difficoltà tassonomica è quello dei Libellulidi, le cui larve, eminentemente acquaticlie, difficil- mente si possono determinare, sia perchè pochissimo studiate, sia ancora per la grandissima somiglianza delle forme appar- tenenti allo stesso gruppo, in ispecie quando si tratti delle larve retrobranchiate. Per la qual cosa, onde farmi più rapi- damente un concetto generale delle specie esistenti nel Veronese, e potermi orientare più facilmente con le forme larvali, rac- colsi le imagini, di cui in parte ho dato una semplice nota l'anno scorso (1). La provincia di Verona per la sua varietà di terreni, di acque, di temperatura e di altitudini, accumula molte condi- zioni particolari alle varie regioni d' Europa, in modo da ren- dere possibile la presenza di una ricchissima fauna odonato- logica, con forme appartenenti alle varie zone termiche della superfìcie terrestre, dalla calda alla fredda; e può dare facile (1) A. Garbini. Appunti per una limnobiatica italiana. III. Arthropoda del Vero- nese. Insecta e Arachnoidea ; Bull. Soc. Ent. ital., voi. 27, 1895. — 36 — occasione allo studio tanto interessante, ma cosi poco conosciuto ai riguardi di questo gruppo, della influenza che l'altitudine esercita sopra le Libellule, insetti eminentemente volatori. D'altro canto, l'essere la nostra provincia solcata da uno dei maggiori fiumi d' Italia ; l'essere bagnata su larga zona da un vasto e profondo bacino qual' è lo splendido Lago di Garda; e l'avere essa una provincia adiacente che si protende al mare (Polesine) ; costringe, quasi, l'osservatore a prendere in consi- derazione anche tutte le regioni limitrofe al Veronese, perchè con lo studio comparativo degli odonati in esse viventi, si potrebbe tentare la ricerca della influenza su questi animali dei grandi fiumi, dei laghi, e del mare, È cosi che, per l'aumentato numero di specie raccolte e di osservazioni corografiche fatte in particolar modo sulla distri- buzione ipsometrica, e spinto dalla curiosità di trovare alcuni dati che potessero risolvere i molteplici quesiti che la natura del Veronese e delle provincie limitrofe largamente offre, come, •in fine, nell'intento di illustrare vieppiù questa famiglia, che da ben pochi in Italia venne presa in considerazione, ho pen- sato di pubblicare le mie note sui Libellulidi finora riscontrati nel Veronese (54 specie), pur sapendo che molti quesiti rimar- rebbero insoluti, non per dar cosa completa ma solo per offrire del materiale, forse non inutile, a chi volesse poi stendere una monografìa sugli odonati italiani. Il primo accenno sulle Libellule del Veronese fu dato da Pollini (1) (1816), il quale menziona una specie sola, la L i- bellula pedemontana, ma interessantissima, raccolta sul monte Baldo. Chakpentiee, (1825) (2) ne menziona un'altra, da esso trovata a Verona nel 1818, chiamata perciò con il nome di Libel- lula veronensis n. sp., più tardi (1840) (3) cambiato (1) e. Pollini: Viaggio al Lago Garda ed al Monte Baldi; Verona, 1816, p. 30. (2) TussAiNT DE Ciiarpkntier: Ilorae entomologicae ; Wratislaviae, 1825. (3) TussAiNT DB Cuarpentieb: Libelluliìiae Europaeao descrijìtae ac depictae; Li- psiae, 1840. — 37 — dall'autore con quello di L i b. n i g r a, ritenendola la specie descritta da V. d. Linden, mentre in realtà è la Libellula scotica Donovan. PiROTTA (1879) (1) nel suo bellissimo lavoro intorno ai Li- bellulidi italiani (sistematico, sinonimico, corografico), nota alcune sjDecie raccolte intorno al Benaco, e la Libellula scotica Don. (L. veronensis Charp.) raccolta a Verona. O. Massalongo (1891) (2), nel suo catalogo degli insetti veronesi, enumera 24 forme di libellule, indicando per qualche specie anche la località. A. GrAEBiNi (1893) (3) nei suoi materiali per una monografia limnologica del Benaco, parlando della fauna litorale, dà un elenco di 11 sjDecie di libellule (stato larvale); più tardi (1895) (4), negli appunti per una limnobiotica italiana, ne enumera 31 specie, cioè 7 di più di quelle date da Massalongo; e final- mente nell'anno stesso (1896) (5), trattando della fauna del- l'Adige, ne menziona 17 specie. — L'autore di questi tre lavori risguardanti esclusivamente la forma acquatica aveva di mira in particolar modo la distribuzione orizzontale e verticale delle specie (stato larvale) nelle acque diverse del Veronese. Per quanto riguarda la letteratura delle provincie limitrofe de] Veronese, e dalla quale ho desunto le nozioni necessarie alla comparazione, vedasi l'ultimo capitolo. Qui farò noto so- lamente che la provincia di Rovigo (Polesine) manca total- mente di lavori o note odonatolo&iche. (1) B. PiROTTA : Libellulicli italiani; An. Mus. Civ. St. Nat., Genova, voi. 14, 1879, pag. 401. (2) O. Massalongo: Prospetto ragionato degli Insetti della provincia di Verona; Mem. Acc. Verona, voi. 67, 1891. (3) A. Garbini: Primi materiali per una monogr. limn. del Lago di Garda; Bull. Soc. Ent. Ital., an. 26, 1894, pag. 3; Mem. Acc. Verona, voi. 69, 1893, pag. 111. (4) A. Garbini: Appunti per una limnob. Ital. Ili Arthr. del Veronese (Insecta e Araclinoidea) ; Bull. Soc. Entom. Ital., an. 27, 1895, pag. 11. (5) A. Garbini: Distribuzione e intensità della fauna atesina; Mem. Acc. Verona, voi. 71, 1895, pag. 61. — 38 I. - SISTEMATICA Seguirò come ordine sistematico quello di Brauer (1), met- tendo ad ogni specie i sinonimi dei soli autori appartenenti alla letteratura del Veronese e delle provincie limitrofe (2). Per ogni specie noterò : a) la sua diffusione nelle provincie intorno alla nostra; h) le località nelle quali venne trovata nel veronese; e) la distribuzione geografica a grandi tratti; d) le osservazioni particolari e le note critiche. Alla fine del catalogo sinonimico illustrativo, darò le indi- cazioni delle epoche nelle quali i vari autori designarono come veronesi le singole specie di odonati. Avremo adunque questo capitolo diviso in due parti : A. — Catalogo sistematico illustrativo ; B. — Indicazioni cro- nologiche. (1) F. Bkader: Die Neuropteren Europa's imd insbesondere Oesterreichs, ecc.; fest- schr. z. Feier des funfzwanzigjilhrigen Besteliens d. k. k. zool. hot. Gesellsch. in Wien, 1876, p. 279. (2) Nella sinonimia indico colla prima parola del titolo l'opera dell'autore nella quale si trova citata la specie ; il titolo completo vedasi al cap. Ili « Letteratura ". — 39 — A. - CATALOdO SISTEMATICO ILLUSTRATIVO Orci. ODONATA Lanq. W (Fara. Odonata Fab. = Fara. Lihellulidae Selys). Tribù I. Libellulinae Selys. 1. Gen. Diplax Charp. 1. D. rul)icim(la L. 1826. Libellula ruhicunda. Lanfossi, Saggio, pag. 203; Mantovano. 1879. " " Paglia, Saggio, pag. 410 ; Mantovano. (?) 1891. " n Massalongo, Prosp., pag. 353; Veronese. 1895. " " Garbini, Arihrop., pag. 4; Veronese. Diffusione intorno al Veronese: Mantovano. — La specie indicata da DiscoNZi (Entom. pag. 109), sotto questo nome, e di cui dà una sommaria descrizione, corrisponde alla Libellula erytliraea Brulle; non si può quindi annoverarla fra gli Odonati del Vicentino, come erroneamente fece Pirotta. Loc. del Veronese: Gazzo, nei luoghi ombrosi; due soli esemplari nel giugno e luglio 1894 (2). — Questa specie — rarissima tra noi, in Francia e in Belgio, co- mune neir Europa settentrionale e in particolar modo in Svezia — è molto importante, perchè tipica alle forme nordiche; disse bene Pirotta che essa dà una impronta settentrionale alle faune odona- tologiche di una data regione. Per Massalongo sarebbe specie non rara; ma il non averne tro- (1) a. Lang: Lehrbuch der vergleichenden Anatomie; Jena, 1888. (2) Neil' elenco degli Artropodi Veronesi (Bull. Soc. Ent. Ital., Anno 27, 1895) la crocetta di questa specie messa per errore litografico nella colonna u Fibbie " va portata nella colonna successiva u Tartaro ". — 40 — vato io che due esemplari soli in vari anni di ricerche, mi fa sup- porre che l'autore possa aver confusa, come Disconzi, questa specie con la e r y t h r a e a, da noi più comune. 2. D. striolata Charp. 1860. Libellula striolata. Erra, Odon., pag. 103; Bresciano. 1869. n 1 Ausserer, Nevropt., pag. 10?; Tirolo. 1873. n " Tacclietti, Neur., pag. 4; Padovano. Diff. ini. al Veronese: Trentino, Bresciano, Padovano. Loc. del Veronese: Cerea (in pianura), Cancello di Mizzole (alt. m. 529), Chiesanuova (alt. m. 1104), Erbezzo (m. 1118). — Questa specie, comune nell'Europa occidentale-meridionale, e mancante nelle regioni nordiche, non è molto frequente nella nostra provincia; ne ebbi due esemplari da Cerea in luglio, uno da Mizzole in settembre, uno da Chiesanuova e uno da Ei'bezzo in agosto. Di- cendola, PiROTTA (1), di solito più comuue fra noi della D. vul- gata, speravo di trovarne altri esemplari, ma non ne venni a capo; anche il Tacchetti la dice molto rara nel Padovano. Erra (2), in vece, la asserisce « vulgatissima ad aquas, in hortis, pratis, et secus vias a mense julio usque ineuntem octobrem », e comune la dice pure Ausserer (3) per il Trentino; credo, però, che Erra possa averla confusa con la D. vulgata, tanto più che fece la determinazione a mezzo del Charpentier (4), il quale ne dà una descrizione non esatta, ed un raffronto fra laD. striolata e la vulgata (specie difficilmente distinguibili) molto insufficiente. Così tale asserzione trasse in errore pure Pirotta, il quale ripete la frase di Erra stesso, dicendo la D. striolata « comunissima da noi dal luglio al- l'ottobre ». Ridotte le cose a questi termini, sarei portato a credere che questa specie sia propria e comune alle regioni calde, e che vada lentamente scomparendo verso il Nord, dove verrebbe sostituita interamente dalla D. vulgata; in Italia, adunque, sarebbe comune nelle regioni me- (1) R. Pirotta: Libellulidi italiani; cit., pag. 434. (2) A. Erra : Adonatologiae hrixiensis ; Atti Soc. Ital. Se. Nat., voi. 2, 1860, p. 103. (3) C. Adsserer: Neurotteri tirolesi. P. I. Pseudoneurotteri ; Annuario Soc. Natu- ralisti, Modena. An. 4, 1869, p. 40 (estr.). (4) T. d. Charpentier: Libellulinae Europaeae ; Lipsiae, 1840, pag. 78. — 41 — ridionali e rara nelle settentrionali. — Può essere che in qualche vallata dell' Italia settentrionale a clima meridionale questa specie possa trovarsi comune, come ebbe a constatare Ausseeer per il trentino. 3. D. vulgata L. 1826. Libellula vulgata. Lanfossi, Saggio, pag. £03; Mantovano. 1865. " n Disoonzi, Entom., pag. 109; Vicentino. 1869. n n Ausserer, Neur., pag. 108; Tirolo. 1873. " 1 Tacchetti, Keur., pag. 260; Padovano. 1879. 1 n Paglia, Saggio, pag. 410; Mantovano. 1891. Diplao: n Massalongo, Prospetto, pag. 353; Veronese. 1895. n n Garbini, Arthropoda, pag. 5; Veronese. Diff. int. al Veronese: Trentino, Mantovano, Vicentino, Padovano. Log, del Veronese : Gazzo, Cerea, Vigasio, Casaleone, lungo i fossi, ma spesso anche nei campi e lungo le strade sulle siepi secche. — Questa specie, comune nelle regioni intorno al Baltico e in Ger- mania, va lentamente scomparendo verso le regioni meridionali di Europa, dove viene sostituita interamente dalla D. striolata; cosi da noi si trova abbastanza frequente nell' Italia superiore, manca del tutto nell'inferiore, dove è comune la D. striolata. È mio avviso, sia perchè le differenze fra le due specie sono quasi trascurabili, sia ancora perchè le due forme vanno scomparendo in senso inverso per sostituirsi l'una all'altra, considerare le due specie come una specie unica a due forme, della quale la striolata sarebbe la meridionale della vulgata. 4. D. meritlioiialis Sélys. 1869. Libellula meridionalis. Ausserer, Neur., pag. 109; Tirolo. Diff. int. al Veronese: Trentino. Log. del Veronese: S. Pancrazio giungo l'Adige), Cancello di Miz- zole (alt. m. 500); tanto vicino all'acqua, quanto lontano da essa. — Questa specie, comune all'Europa meridionale, mancante affatto alle regioni nordiche, la trovai per la prima volta a Verona que- st'anno; ma vi è rara, come lo mostra il fatto di non essere stata raccolta in nessuna delle provinole limitrofe al Veronese, se si eccettui il Trentino, dove pure è rarissima (Ausserer). 42 — 5. D. fonseolombii Selys. 1860. Libellula fonscolomhii. Erra, Odon., pag. 742; Bresciano. 1869. " n Atisserer, Neiir., pag. 108; Tirolo. 1879. Diplax " Pirotta, Libellulicli, pag. 436. 1884. 1 » Bettoni, Prodromi, pag. 248; Bresciano. Diff. int. al Veronese: Trentino, Bresciano. Loc. del Veronese: Rive paludose dell'Adige (fuori della città, verso S. Pancrazio). — AussERER la dà come raccolta sul Lago di Garda, dove io l'ho cercata invano ; non credo impossibile, però, un giorno o l'altro di catturarla nei dintorni di Peschiera, essendo stata trovata nel Bre- sciano (Erra;. — Ne raccolsi un esemplare femmina verso S. Pan- crazio, benissimo conservata. È specie importante perchè fra le poche meridionali che si estendono anche nell' Europa centrale. — Rara in tutta l'Italia; rarissima da noi; frequente nel Trentino (Ausserer). 6. D. flaveola L. 1780. Libellula flaveola. Turra, Ins., pag. 11 ; Vicentino. 1826. " " Lanfossi, Saggio, pag. 203; Mantovano. 1865. » " Disconzi, Ent., pag. 109; Vicentino. 1869. " " Ausserer, Nenr., pag. 107; Tirolo. 1873. » " Tacchetti, Neur., pag. 260; Padovano. 1879. Il " Paglia, Saggio, pag. 410; Mantovano. 1891. Diplax n Massalongo, Prospetto, pag. 353; Veronese. 1895. 1 » Garbini, Arthrop., pag. 5; Veronese. Diff. hit. al Veronese: Trentino, Mantovano, Vicentino, Padovano. Vale a dire in tutte le provincie limitrofe al Veronese, eccetto la Bresciana, nella quale direi dovrebbe trovarsi quasi con certezza. Log. del Veronese: Malcesine (un esemplare femmina, che sgrazia- tamente mi andò sciupato). — Nella mia nota sugli insetti acquatici del Veronese (Bull. Soc. Ent. Ital. J895) è segnata come presente anche nelle acque vallive; ma la crocetta in (]uel punto è un errore tipografico, sfuggito anche al correttore. — Questa specie comune nelle regioni nordiche d' Europa, va fa- cendosi sempre più rara verso le meridionali. E che sia abbastanza — 43 — rara pure in Italia, lo dimostra l'essere stata esclusa totalmente nel mezzodì d' Europa da Selys (1), e dal non essere stata particolar- mente menzionata per l' Italia da Rambur (2), Charpentier (3) e Brauer (4), quantunque l'ammettano presente in tutta Europa. MASSaLONGO la dice comunissima nel Veronese tanto al piano come al monte; mentre io non ne trovai che un esemplare, Tacchetti la disse rara per Padova, a Brescia non venne ancora raccolta, e PiROTTA la designò più rara delle D. sanguinea e vulgata. Io credo che l'autore in parola sia caduto in errore per aver confuso inavvertitamente sotto la stessa denominazione anche le altre due specie ora accennate, ad essa molto vicine. 7. ]). scotica Donov. 1825. Libellula rcronensis. Charpentier, Horae, pag. 48. 1810. « nigrn. » Libell., pag. 83. 1850. ') scotica. Tacchetti, Libell. Bresc, pag. 336; Bresciano. 1865. " veronenis. Disconzi, Entoraolog, pag. 109; Vicentino. 1869. " scotica, Ansserer, Nctir., pag. 108; Tirolo. 1879. n n Pirotta, Libell. Ital., pag. 438. Diff. int. al Veronese: Trentino, Bresciano, Vicentino (?). Loc. del veronese: Charpentier la dice raccolta nel 1818 « circa Veronam » senza indicare la località; io non ebbi mai a catturarla. Si può ammetterla, del resto, benissimo nella nostra fauna, sia per l'autorità di Charpentier, sia ancora perchè raccolta, quantunque rara, a Brescia (Tacchetti) e nel Trentino (Ausserer). Disconzi la mette anche nella fauna Vicentina, ma sono dubbioso sulla realtà della cosa, perchè mentre di tutte le altre specie dà una sommaria (per quanto poco esatta) descrizione, di questa non fa che dare il nome; forse la elenca perchè indottovi da Charpentier che la trovò a Verona, e di cui usa pure la nomenclatura. — Questa specie è comune alle regioni nordiche, rara alle meri- (1) De Selts-Longchamps: Revue ' Tacchetti, Neur., pag. 260; Padovano. 1879. " n Pirotta, Libell., pag. 447. 1891. " " Massalougo, Prosp., pag. 352; Veronese. 1895. Libella " Garbini, Arthrop., pag. 4; Veronese. Dìff. int. al Veronese: Trentino, Bresciano, Padovano, Vicentino. Loc. del Veronese: Lago di Garda (Garda, Bardolino), Gazzo. — Questa specie, estesa a tutta 1' Europa, rara nelle regioni nor- diche, abbastanza comune nell' Italia superiore, la ritengo comune pure per Verona, come lo è per Padova (Tacchetti), per Brescia (Erra) e per il Trentino (Ausserer). Son d'avviso, però, che essa non sia sparsa su tutta la provincia ma localizzata a qualche zona bagnata da acque stagnanti, come intorno al lago e nelle valli. Massalongo la mette anche lungo le acque correnti; ma io non ebbi mai l'occasione di vederla, e ritengo perciò il caso di Massalongo un mero accidente, tanto più che tutti gli odonatologi la fanno sta- zionante intorno alle acque stagnanti, o lontano da esse ma in tal caso su luoghi asciutti. Anno XXIX. é — 50 — 4. L. albistyla Selys. 1660. Libellula albistyla. Erra, Odon., pag. 101; Bresciano. 1869. » n Ausserer, Neur., pag. 105; Tirolo. Diff. int. al Veronese: Trentino, Bresciano. Log. del Veronese: Cerea. — Questa specie, non diffusa in tutta Europa (mancherebbe nelle regioni nordiche), non è rara, secondo Pirotta, nell'Italia superiore e centrale. Non so però quanto valore possa avere simile asserzione, dal momento che in Italia venne trovata solo a Pavia (Pirotta) (1), a Brescia (Erra), nel Tirolo meridionale (Ausserer), a Modena (Spagnolini) (2), a Bologna (Selys), a Verona (Gar- bini), e dal momento che Erra per il Bresciano la dice confinata in una ristretta località, che Ausserer la fa molto rara nel Trentino, che Pirotta stesso la mette in dubbio per Bologna, e che io ne trovai nel Veronese due soli esemplari confinati nella regione val- liva. Credo di avvicinarmi meglio al vero, dicendo che la specie in parola si trova ristretta in date località dell' Italia superiore, e in alcune di queste (Brescia/ si possa trovare qualche anno in sufficente abbondanza. 4. Gen. Crocothemis Brauer. 1. C. erythraea Brulle. 1830. Libellula erythraea Erra, Odon., pag. 102; Bresciano. 1865. n rubicunda. Disconzi, Entom., pag. 109; Vicentino. 1865. " ferruyinea. " « « n ; n 1869. n erythraea. Ausserer, Neur., pag. 105; Tirolo. 1873. " " Tacchetti, Neur., Pad., pag. 260; Padovano. (?) 1891. n rubicunda. Massalongo, Prosp., pag. 353; Veronese. 1891. 1 ferrugiìiea. " « u n ; « Diff. int. al Veronese: Trentino, Bresciano, Vicentino, Padovano. (1) R. Pirotta: Libellulidi dei dintorni di Pavia; Atti Soc. It. Se. nat., voi. 21, 1878, pag. 94 (Milano). (2) A. Spagnolini: Sulle specie di Neurotteri odonati Modenesi ecc.; Ann. Soc. Nat. Modena, An. 8, 1874, pag. 76. — 51 — Log. del Veronese: S. Martino alla Fracanzana, Caldiero al Busol, Gazzo, Isola Rizza (Massalongo, alcuni esemplari), Lago di Garda (Garda). — Questa specie, eminentemente meridionale (non si stende al di là di Parigi), è comune nell' Italia inferiore e va facendosi meno frequente verso V Italia settentrionale. Comune ma localizzata in zona ristretta nel Bresciano (Erra), rarissima a Padova (Tacchetti), molto rara nel Trentino (Ausseree), sembra abbastanza comune nel Veronese. 6. Geu. Cordulia Leach. 1. C. aenea L. 1826. Libellula aenea. Lanfossi, Saggio, pag. 204; Mantovano. 1865. Cordulia n Disconzi, Entom., pag. 190; Vicentino. 1869. 1 n Ausserer, Neur., pag. 110; Tirolo. 1871. A 1 Paglia, Saggio, pag. 410; Mantovano. 1891. « n Massalongo, Prosp., pag. 354; Veronese. 1895. 1 n Garbini, Arthr., pag. 5; Veronese. Diff. int. al Veronese: Trentino, Vicentino, Mantovano. Log. del Veronese: Fontana di Sommavalle, Gazzo, Malcesine, Lago di Garda (Garda). — Questa specie, che è caratteristica delle regioni nordiche e centrali d' Europa, è propria, quantunque rara, dell' Italia superiore, dando quindi alla fauna odonatologica di questa regione l'impronta settentrionale (Pirotta). Massalongo la dice comune nel Veronese sulle rive degli stagni presso i boschi; io in molti anni di ricerche non ne ho trovato che pochissimi esemplari; sugli stagni vicini ai boS' hi non la vidi mai. A mio credere reputo questa specie rara pur nel Veronese, come lo è per alcune provincie limitrofe alla nostra (mancante in alcune altre), per tutta l'Italia superiore, e per il Trentino; rarità confer- mata indirettamente da Si<:LTS e Brauer i quali ritenevano che le Alpi dovessero essere la sua barriera meridionale. — 52 — 6. Cren. Epitheca Charp. 1. E. metallica v. d. Lind. 1860. Cordulia metallica. Erra, Odon., pag. 104; Bresciano. 1865. n " Disconzi, Entom., pag. 109, Vicentino. 1869. n 1 Ausserer, Neur., pag. Ili; Tirolo. 1873. >' » Tacchetti, Neur., pag. 260; Padovano. ' 1891. 11 n Massalongo, Prosp., pag. 353; Veronese. 1895. n » Garbini, Arthr., pag. 5; Veronese. Diff. int. al Veronese: Trentino, Bresciano, Vicentino, Padovano. Loc. del Veronese: Giardini ed orti della città (Massalongo). — Questa specie, propria, ma non comune, all' Europa nordica e centrale, si trova anche più o meno rara in alcune regioni dell'Italia superiore. Comune nel Trentino (Ausserer) e nel Padovano (Tac- chetti), rara nel Bresciano (Erra), mancante nel Mantovano (Lan- FOSSi, Paglia), viene ritenuta pure abbastanza comune nel Veronese da Massalongo, non dichiarando egli se sia rara o molto frequente. La ho elencata fra le specie veronesi, perchè citata da Massa- longo, non avendola io mai raccolta né vista al volo; ma ritengo per certo che debba trovarsi anche da noi, riscontrandosi essa in tutte le Provincie limitrofe alla nostra, eccetto Mantova. — Ad ogni modo ho ragione per crederla più rara che frequente. 2. E. bimaculata Charp. 1869. Epitheca bimaculata. Ausserer, Neur., pag. 109; Tirolo. 1879. n « Pirotta, Libell., pag. 451; Lago di Garda. 1893. Cordulia « Garbini, Primi mat., pag. 19; Lago di Garda. 1895. » 11 Garbini, Arthr., pag. 5; Veronese. Diff. int. al Veronese: Trentino. Loc. del Veronese: Sul Lago di Garda (Navene — fra Malcesine e Torbolej. — Questa specie propria alle regioni centrali d' Europa, estende il suo habitat, diventando sempre più rara, anche verso l'Italia. — 53 — PiEOTTA la metteva fra le specie Italiane, perchè raccolta da Zeni e da Ausserer nel Trentino ('Laghi di Marco, di Loppio e di Garda); ed io nel 1893 (ì) e più tardi nel 1895 (2) la ho elencata nella fauna del Benaco per la stessa ragione. Quasi sicuro che se Ausserer aveva trovata l'È. bimaculata nei dintorni del Benaco austriaco, avrei potuto trovarla pur io verso Malcesine, ho fatto varie ricerche in più riprese da quelle parti; e finalmente al 24 giugno di quest'anno ne raccolsi un esemplare a Na- vene. Così viene registrata per la prima volta questa specie fra le Veronesi, e per la prima volta anche fra le Italiane, quando si voglia attenersi ai confini politici, coma si usa per lo più in fatto d'esten- sioni faunistiche, e non ai confini geografici e naturali come fece PlROTTA. 3. E. arctica Zett. 1869. Cordulia arctica. AiTSserer, Neur., pag. Ili; Tirolo. 1879. Epitheca n Pirotta, Libell., pag. 452; Italia (?). Diff. int. al Veronese: Trentino. Loc. del Veronese: Ferrara di Monte Baldo (alt. m. 817). — Questa specie, propria alle regioni nordiche e montuose, aveva fin qui come confine meridionale il Trentino; Pirotta, però, pre- conizzò la sua esistenza anche in Italia, dicendo che si troverebbe probabilmente nelle valli alpine dei nostri grandi fiumi, come si trova nella valle dell'Adige. — E si appose al vero, perchè nel luglio del corrente anno ebbi la fortuna di raccogliere un esemplare precisamente presso Ferrara di Monte Baldo nella valle delle Pis- sotte confluente della valle d'Adige. Così ai Libellulidi Veronesi ed Italiani viene aggiunta una se- conda specie, tanto più importante perchè rara ovunque, e perchè dà una vera impronta settentrionale alla nostra fauna odonatologica. (1) A. Garbini. Primi materiali per una monogr. limnologica del Lago di Garda; già cit. (2) A. Garbini. App. per xtna limnob. Ital. Ili Artlir. del Veronese; già cit. 64 4. E. flavomaculata v. d. Lind. 1860. Cordulia flavomaculata. Erra. Odon., pag. 104; Bresciano. 1869. n » Ausserer, Neur., pag. 110; Tirolo. 1873. 1 1 Tacolietti, Neur., pag. 261; Padovano. 1879. Epitheca " Pirotta, Libell., pag. 453 ; Lago di Garda. 1895. n ') Garbini, Arthr., pag. 5; Veronese. Diff. ini. al Veronese: Trentino, Bresciano, Padovano. Loc. del Veronese: Lago di Garda (Malcesine, S. Vigilio, Pe- schiera), orti intorno alla città, e Gazzo. ^ Questa specie, diffusa per tutta Europa ma ovunque poco fre- quente, non si estende in Italia al di là della Toscana. Mancante a Vicenza e Mantova, rara nel Trentino, nel Padovano e nel Bresciano, è puro molto rara nel Veronese, dove la raccolsi per la prima volta nel 1894 a Peschiera. Tribù II. Aeschninae Sélys, 1. Gen. Anax Leach. 1. A. formosus v. d. Lind. 1865. Anax formosus. Disconzi, Entom., pag, 109 ; Vicentino, 1869. " n Ausserer, Neur., pag. 115; Tirolo. 1873. n n Tacchetti, Neur. Pad., pag. 261 ; Padovano. 1879. n n Pirotta, Libell., pag. 454; Lago di Garda. 1891. n n Massalongo, Prosp., pag. 354; Veronese. 1893. " a Garbini, Pr. Mater., pag. 19 ; Lago di Garda. 1895. n n n Arthr., pag. 4; Veronese. 1895. n n n Fauna Ates., pag. 11; Lungo l'Adige. Diff. int. al Veronese: Trentino, Vicentino, Padovano. Loc. del Veronese: Lago di Garda (Peschiera, Garda, Malcesine), Caldiero (risaje al Busol), Montorio, Cerea, Gazzo, rive paludose del- l'Adige. — Questa specie, comune a tutta Europa, è comunissima in Italia, e anche da noi. Sta sempre vicino alle acque e sui prati irrigui; i maschi, come osservò bene Selys, sono sempre in numero maggiore delle femmine. — 55 — Si estende lungo tutte le rive dell'Adige, essendo stata riscon- trala tanto nella parte superiore (Ausseeer) quanto nella parte in- feriore (Garbini). 2. A. parthenope Sélys. 1869. Anax parthenope. Ai^sserer, Neur., pag. 115; Trentino. Diff. int. al Veronese: Trentino. Loc. del Veronese: Cerea. — Questa specie, propria ad alcune regioni dell' Europa centrale e meridionale, si estende a tutta l' Italia continentale, e Pirotta la dice comune come la precedente. Io ne ebbi un solo esemplare da Cerea, e quindi non posso con- dividere le opinioni dell'autore in parola, tanto più che non fu mai raccolta in nessuna delle prov. limitrofe al Veronese, se si eccettui il Trentino dove Ausserer la fa molto rara e localizzata ai Laghetti di Loppio e di Marco. 2. Gen. Cyrtosoma Selys. 1. C. ephippigeriis Burm. 1869. Anax mediterraneiis. Ausserer, Neur., pag. 115; Tirolo. 1879. Cyrthosoina ephippigerus. Pirotta, Libell., pag. 456; Lago di Garda. Diff. int. al Veronese: Trentino. Loc. del Veronese: Peschiera, Tomba. — Questa specie propria delle regioni calde (Algeria), e trovata anche nella Francia meridionale e in Italia, due regioni che guardano l'Algeria, pare ci sia portata dallo scirocco; tanto più che Ghiliani ebbe ad osservare tre invasioni fortissime consecutive provenienti dal mezzodì. Nella nostra provincia fu raccolta a Peschiera da Graber (Aus* sebee), e a Tomba da me nel giugno del corrente anno. — 56 — 3. Gen. Brachytron Evans. 1. B. pratense Muli. 1865. Aesclina vernalìs. Disconzi, Entom., pag. 109; Vicentino. 1869. " i)ra * . .* * . .* ^* -^ tì . . . :: fi M •- 1 1 1 1 1 1 1 1 1 - 1 1 ^ 1 1 1 ^ -H CI C OtJH IC O t -ce c ri o ^ OQ co '* ir 5 Of -1 tHi- - oc H 1— 81 +++ • • + ' + + •'•• + + ■++++ ++ • •+•+•+•••+•••+•• + •+ •++++ • ++ • • •++ • + • •+ ++ • •+ • •+++ • • + •+ • ++ • + •++++ +++++ • •+ "■ + +++++++++++++++++++ +++•-+ ++ • ++ f++ + •++ +++ • •++ •++++++ +4- \ +++ +++ •++ ++ •+++++++++++ +++ ■ • + '+++ +++++++ +- ++++++++++++ ++++++ '++ •+ •++++ _l_ • _j_ • _j ^ • • _j y + ++ f • + ++++ •++ +++- +++++ •+++ +++ 4- •3 a b4 f+l +++I • •+ ++I+ ++ •++++++ +++ ++ © « 0) «• ■" o3 CD S^ ce 3 ^"^ Cu O -r ri IJ I ^ c3 M 1 M ,5 ^ ce 2 ^ c ce ^ * •'-' Uh rei g tì o ■ ce brj o , >> ce . 3* © ce M S * .2 03* ^ S* M &* d Ti^ ce"^.23 °* § ^ pi tj .Cr U ''' "^ P ^ '^ fi rA fi •oDGiO'-^c^IcO'*lO^DL---ooo50'--l(^l<:0'^^ NCa<>lCaC^lC^C comune al Trentino e all'Italia settentrionale e meri- dionale. IV. Al Padovano ne mancano 23, ma ve ne sono 2 differenti (Lestes barbara, Platycnemislatipes), comuni però al Trentino e all'Italia superiore e inferiore. V. II Mantovano, pochissimo illustrato, ne ha in meno 45. VI. Rovigo non ebbe illustrazione di sorta. Nelle provinole intorno al Veronese si trovano adunque 12 specie di Libellule non ancora raccolte da noi; ma siccome la maggior parte di esse è comune a due provincie, e si trovano anche tanto nell'Italia settentrionale che meridionale, cosi possiamo ritenere quasi con cer- tezza la nostra fauna molto più ricca di 55 forme. E precisamente credo, senza tema di allontanarmi troppo dal vero, di poter mettere fra le veronesi anche le specie seguenti: 1. Gomphus serpentinus Charj). (Piemonte, Trentino, Vicentino, Toscana) ; 2. Lestes barbara Fahr. (Lombardia, Trentino, Padovano, Emilia, Italia mer.) ; 3. Platycnemis latipes Ramò. (Trentino, Padovano, Corsica); 4. Agrion pumilio Charp. (Piemonte, Lombardia, Trentino, Bre- sciano, Italia mer.); 5. Agrion lindenii Selys (^Lombardia, Trentino, Bresciano, To- scana, Sicilia). — 83 — 2. Distribuzione orizzontale. — Abbiamo visto come le specie alate per loro natura sieno più o meno cosmopolite, o almeno ab- biano la massima tendenza ad estendersi quanto è loro possibile, spintevi in particolar modo dalla lotta per l'esistenza. E riesce na- turale, perciò, una distribuzione sempre meno spiccata a mano a mano che dalle vaste regioni zoologiche si passi ad abbracciare località meno estese, quali sarebbero appunto le provincie. Nel nostro caso, poi, la distribuzione orizzontale si connette intimamente con la ipso- metrica, e quindi sarà più opportuno trattarle contemporaneamente. La regione sola che si potrebbe prendere in considerazione per la distribuzione orizzontale sarebbe la pianura, bagnata dal Benaco (acque lacustri), dal Fihbio, dal Tartaro (acque sorgive nel Veronese), àsiWAlpone, dal Fratta, daWAdige (acque torrenziali), e che si estende alle falde delle colline moreniche a destra dell'Adige, e dei Lessini alla sua sinistra. Ma pochissimo vi è a dire. Le acque torrenziali, fatta eccezione per qualche raro tratto del Fratta, non albergano larve di 0 donati, ma si trovano, in vece, lungo le loro rive nei punti acquitrinosi, ed è per questo che si riscontrano le imagini anche lungo le rive di detti fiumi. Le specie si possono dire distribuite per tutta la pianura con una certa proporzionalità ; però il numero maggiore si trova nelle località vallive, paludose, e irrigue, e poi con ordine decrescente, sulle sponde del Benaco, e sulle rive paludose delPAdige. E preci- samente ; nelle località ricche di fiumicelli, fossi, fossati, canali, 34 specie ; lungo la riviera del Benaco, 21 specie ; lungo l'Adige, 14 specie. Troviamo accantonata una sola specie, la D i p 1 a x pedemon- tana, che vive in ischiere nunuiosissime lungo le rive paludose dell'Adige fra Verona e S. Michele, e più che altrove nell' isolotto di S. Pancrazio fra Tantico e il nuovo letto dell'Adige, abbandonato uno e forir atosi l'altro nella inondazione del 1882. Sono diffuse per tutta la pianura 1' A n a s f o r m o s u s, la C a- lopteryx spledens, la C. virgo. 84 co -e cq C5 ^ u -Q Q o &I H OoIAOJJ e^uQui o^'eoip 'BAoq.n'Bjg; +••+••+ + ' + 'BAOp'BjJ ++ • •+ •++ •++++ •+•+•+••• -H •ezueoT^ oui(juaJX :+ •+ • •+? '++++ •+ •++++ ■+++++++++++++4-+++++ •+++H •Biosejg; + • •+ •+++++ ■ •+++++ •+ • ■BttojaA + •+++++++++++++++++++ •++ •- P 1— i O w Ph P! 5 M O 2 !» ce 2 J g ^ ce So ce • r^ ac t^ QJ o3 +2 2 >; c3 i co TjH IO ci i- co ci ò rH C-i co ^" IO c£ 1^ ^ o d ^^ O Pi -*^ o3 G a a <1 ce . © 5 ? _ -d © © P. fii rH ùg C3 Ih 2 >i — 86 — 3. Distribuzione ipsoinetrica. — Nella nostra provincia si possono considerare G zone o sei regioni ben distinte fra di loro: I. Bassa pianura: costituita da tutti i terreni più bassi della provincia nostra e che confinano con l'Alto Agro Veronese da Rovex'- bella a Caldiero, col fiume Fratta ad Oriente, col Tartaro a Sud ; altitudine media di m. 20, con gli estremi di m- 11 e m. 40. Questa zona è bagnata a destra d' Adige dalle acque che danno origine ed alimentano il Tartaro; a sinistra da quelle dell' Alpone e del Fratta. — In gran parte terreni irrigui, praterie, risaje, e ter- reni giuncosi 0 torbosi. Località visitate : S. Bonifacio , S. Pancrazio, Lonigo, Vigasio, Nogarole, Cotogna, Isola della Scala, Legnago, Sanguinetto, Nogara, Cerea, Casaleone, Gazza. II. Regione dell'Alta Pianura, o alto agro Veronese: la zona di terreno che si estende dai piedi delle colline moreniche a destra d'Adige (con una linea passante per Valeggio, Custoza, Sommacam- pagna, Ponton) e dei Lessini a sinistra, fino alla linea di sfioramento delle acque freatiche, e che va da Roverbella a Caldiero, passando per Povegliano, Azzano, Buttapietra, S. Giovanni Lupatoto, Campalto ; altitudine media di m. .60 con gli estremi di m. 40 e m, 100. Questa zona è bagnata dalle acque del Mincio, da quelle del Tione, e da quelle del Fibbie, che nascono a Montorio e scendono ad irri- gare praterie e risaje. Località visitate : Valeggio, Villafranca, S. Massimo, Tomba, Mon- torio, S. Martino, Fracanzana, Caldiero. III. Regione lacustre : la 'Aon?L di terra lungo la riviera del Be- naco fra le Fornaci (ad occidente di Peschiera) e Navone (dopo Malce- sine); altitudine media di m. 90. Que.sta regione non ha importanza come altitudine sul livello del mare, potendo per questo esser compresa in quella dell'alta pianura; ma merita di esser tenuta a sé perchè limitata da una massa gran- diosa di acqua, e da alte montagne, condizioni favorevolissime alla creazione di un ambiente diverso da tutti gli altri e per clima e per posizione. Località visitate: Peschiera, Lazzize, Bardolino, Garda, S. Vigi- lio, Torri, Malcesine, Navene; IV. Regione coUinesca, o zona della vite: la zona compresa fra m. 100 e m. 500 di altitudine. — 87 — In essa generalmente i grandi freddi non si fanno sentire, ed il periodo del gelo è di breve durata; nel suo clima mite vegetano spe- cie della flora mediterranea. — Questa zona è bagnata da acque sor- give e da ruscelli. Località visitate: Costermano (m. 237), Caprino (m. 254), VUmezzano di Pazzon 'm. 440;, Negrar (m. 190', S. Mattia (m. 245), Grez- zana (m. 166), Romagnano (m. 400), Villa Garbini di Romagnano (m. 445), Lavagna (200), Calesan (m. 330), Mezzane di Sotto (m. 118), V. Regione montana o zona della quercia; compresa fra m. 500 e 1000 di altitudine. In essa l' inverno dura circa due mesi di più che nella regione antecedente; e nel suo clima più freddo scompajono i rappresentanti della flora mediterranea, e vengono sostituiti da specie nordiche. Le sorgenti si fanno più rare, mentre l'acqua piovana viene raccolta in piccoli stagni o, con nome più appropriato, in grandi pozze. Località visitate: Spiazzi (m. 862), Ferrara di Monte Baldo (me- tri 817), S. Anna di Alfaedo (m. 936), Cancello di Mizzole (m. 527), Rovere di Velo (m. 843), Giazza (m. 758). VI, Regione alpina o zona delle conifere: da m*. 1000 di altitu- dine in su, da noi fino a m. 2000 In essa la neve persiste da sei a sette mesi: e nel suo clima, molte volte rigidissimo, la società delle piante \yegetations forjnatio- nem di Geisebach (1)] si mostra nelle sue due forme più opposte, i prati ed i boschi. — Le sorgenti si fanno sempre più rare; più nume- rose, in vece, si trovano le pozze di acqua piovana. Località visitate: Erhezzo (m, 1118), Scandole (m. 1122), Bosco Chiesanuova 'm. 1104), Tracchi (m. 1334), Podesteria (m. 1659). NB. Nella .scelta delle località per lo studio della nostra fauna limnologica, e quindi anche per quella odonatologica, ebbi di mira sempre di abbracciare le varie zone in tutta la loro estensione ; come risulta del resto, dall'elenco dato delle località visitate, di- sposte per ordine successivo sia da occidente ad oriente, sia da Nord a Sud, a seconda che poteva riuscire più facile la lettura sulla carta topografica. La distribuzione delle specie nostre di Odonati nelle varie zone ipsometriche si desume interamente dalla Tab, F., dalla quale si ri- (1) Grisebach : Die Vegetation der Erde nach ihrer Klìmatischen Anordrmng ecc. ; Leipzig, 1872. — 88 trarrebbero le seguenti deduzioni, da non prendersi tuttavia come leggi fisse, perchè le osservazioni future potrebbero portare dati tali da mo- dificarle; ad ogni modo ecco quanto risulterebbe dalle mie osservazioni. Tab. F. — Distribuzione ipsometrica degli Odonati nella provincia di Verona. RACCOLTE NELLA EEGIONE: SPECIE DEL VERONESE sopra 1 m. 100 c8 m a a a .2 O e3 fino a fino a cS m. 500 m. 1000 1. Diplax rubicunda 2. — striolata . 3. — vulgata . 4. — meridionalis 5. — fonscolombii e. — flaveola . 7. — scotica 8. — sanguinea 9. — depressiuscula . 10. — pedemontana 11. Libellula depressa . 12. — fulva. . . . 13. — quadrimaculata. 14. Libella caerulescens . 15. — brunnea . 16. — cancellata 17. — albistyla. 18. Crocotlieniis erythraea 19. Cordulia aenea 20. Epitheca metallica . 21. — bimaculata . 22. — arctica 23. — flavomaculata . 24. Anax formosus . 25. — partlienope , 26. Cyrtosoma ephippigerus 27. Bracliytron pratense. 28. Aescbna cyanea . 29. — borealis . 30. — mixta. ... 31. — aftiuis. 32. — rufescens. 33. — grandis . 34. Onychogomphus uncatus 35. — forcipatus 36. Gompbus vulgatissimus 37. — flavipes ... 38. Cordulesraster annulatus. + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + + I + + + + 89 — Segue tabella F. RACCOLTE NELLA REGIONE; Bassa fino a m. 100 SPECIE DEL VERONESE ^1 fino a : fino a i sopra i m. 500 m. 1000 m. 1000 39, Corduleo-aster bidentatus 40. Calopteryx splendens 41. — virgo 42. Lestes viridis . 43. — nympha . 44. — sponsa. . 45. Synipycna fusca . 46. Platycnemiri pennipe; 47. Agrion najas . 48. — • min inni . 49. — tenellum . 50. — elegans . 51. — pulcliellum . 52. — puella. 53. — ornatnm . 54. — liastulatum . 55. — cvatiiigerum. + + + + + + + + + + + + + + ! + + + + + + + + + + + + + I. Il nuaiero delle specie va diminuendo rapidamente con l'alti- tudine (Tab. G). Tab. G. — Numero delle sjìecie di Odonati esistenti nelle singole regioni. NUMERO DI SPECIE RACCOLTE NELLA REGIONE TRIBÙ della bassa pianura lacustre dell' alta pianura colline- sca montana alpina LlBELLULlNAE . . . 19 7 5 4 5 2 Ae.schnineae. . . . 9 7 4 4 3 2 Agrioninae .... 12 11 9 4 4 2 Totale . . . 40 25 18 12 12 6 — eo- li. La bassa lìianura è la regione più ricca, albergando essa la quasi totalità (41) delle nostre specie; 12 di queste non vennero an- cora trovate nelle altre zone, ma credo benissimo che si potranno raccogliere, se non tutte, in buon numero nella regione lacustre e dell'alta pianura. Sono interessanti di questa zona; la Diplax pedemontana, perchè da noi si trova in compagnie di migliaja di individui in uno dei punti più bassi della provincia, mentre appartiene alla fauna montana; la D. f o n s e o 1 o m b i i, di cui presi un unico esemplare fra gli sciami numerosi della D. pedemontana; e l'Agri on p u 1- c h e 1 1 u ra, molto raro, raccolto a Vigasio lungo il Kbbio. III. La Regione lacustre segue per quantità numerica di specie la bassa pianura, però con una differenza in meno abbastanza rile- vante, avendone sole 25. — Questa zona quantunque per la sua al- titudine potesse essere compi'esa con l'alta pianura, merita tuttavia attenzione, sia per gli studi particolareggiati monografici che si stanbo compiendo intorno alla biologia dei laghi, sia ancora per le condi- zioni del suo ambiente ben differente dagli altri della provincia. Non tutte le rive del lago sono adattate ai vari gruppi di odo- nati perchè non in tutti i punti vi sono le condizioni volute per la deposizione delle uova. Troviamo di fatto abbondanza di Agrìoninae e di Aeschninae nelle insenature ricche di vegetazione anfibia, in par- ticolar modo di Arando o di Carex, perchè queste specie depositano le loro uova nel gambo di tali piante; e abbiamo, in vece, maggior numero di Libelhdinae nei punti della riviera con vegetazione com- pletamente sommersa, avendo esse l' abitudine di lasciar cadere le uova sia in un puuto qualunque della superfìcie liquida, sia in spazi determinati dalle piante sottostanti. Nel mio « Saggio di monografia limnologica del Lago di Garda » ne ho elencate solamente 11 specie; più tardi negli « Appunti per una limnobiotica italiana; Insecta e Arachnoidea » ne ho aggiunte 6 specie; ed ora posso aggiungerne 8, cosi da portar il numero totale delle specie raccolte sulla riviera veronese del Benaco a 25 (Tab. E.) — 91 — Tab. n — Fatma odonatologica del Lago di Garda. SPECIE KACCOLTE sulla RIVIERA GAEDENSE indicate nel 1893 nel 1895! Comuni o 2 _o cs bi'o 'bLa UBICAZIONE. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Diplax tìaveola. . — pedemontana. Libellula depressa. Libella cancellata. Cordulia aenea. Epitheca bimaculata — flavomaculata Anax formosus. Cyi't. ephippigenis Aesclma cyauea — affinis . Onychogomplius unca tus . — forcipatus Gomplius vulgatissi mus . Caloj^teryx splendens — virgo . Lestes sponsa . Platycnemis pennipes Agrion na.ias — niiniuni — tenelhini — elegans — piiella . — ornatum — liastulatum + + + + + Malcesine ? (Ma?salongo) Peschiera, Garda, Malcesine Malcesine Malcesine, Garda Navene Malcesine, S.Vigilio, Pesch. » Garda » * Peschiera Torri Garda fra Peschiera e Lazzise » » Garda, Bardolino, Peschiera. Garda Malcesine Peschiera Assenza. S. Viailio. Garda Donde vediamo che la famiglia preponderante è quella degli Agrionidi, mentre le altre hanno pressoché il numero eguale di specie, cioè: Libellulinae 4, Cordulinae 3, Aeschninae 4, Gomphinae 3, Calopteryginae 2, Agrioninae 9. Delle 25 specie trovate in questa zona ; 6 sono comuni alle re- gioni fredde, e furono raccolte nella parte del Lago fiancheggiata — 92 — dalle alte vette del Baldo; 3 sono promiscue alla fauna del mezzo- giorno, e le raccolsi nella parte bassa del lago, fiancheggiata dalla pianura; 4 furono trovate fino ad ora solo in questa zona. Fra le specie della regione in parola la più interessante è la E p i- theca bimaculata, perchè rappresenta una specie nuova per l'Italia, non essendo stata raccolta fino ad ora che da me sul Benaco. III. L' alta pianura ha 18 specie, numero certo interiore al reale, dovendo, a mio credere, avvicinarsi molto a quello della bassa pianura, quando si pensi che le condizioni-ambiente di queste zone non sono molto dissimili. Vediamo di fatto che tutte le 18 spe- cie sono comuni o alla bassa pianura o alla regione lacustre, pur que- sta avente molti punti di contatto con le altre due IV. La regione collinesca ha solo 12 specie, delle quali 2 rac- colte esclusivamente in questa zona. È interessante il C o r d u 1 e g a s t e r b i d e n t a t u s che credo proprio alla collina, e quasi direi localizzato per la nostra provincia alla Valdonega (fra la città e S. Mattia); anche gli individui accen- nati da S e 1 5' s furono raccolti nella regione montuosa. V. La regione montana ha pure 12 specie di Odonati, delle quali 3 raccolte solo in questa zona; ma ritengo che di esse la L e s t e s n y m p h a si possa trovare anche nella collina e nella pianura. Sono interessanti, perchè tipiche della zona montuosa, l' E p i- theca arctica nuova per l' Italia, rarissima ovunque, e caratte- ristica delle regioni nordiche, eilCordulegaster annulatus non trovato ancora in altre località del Veronese o in nessuna delle Provincie limitrofe alla nosti'a. VI. La regione alpina, finalmente è ridota con sole 6 specie. La Aeschna borealis caratteristica del nord, è propria di questa zona. VII. Delle tre tribù di Odonati le Agrioninae sono quelle che maggiormente tendono a diffondersi in altitudine; minore estensione ipsometrica la hanno le Libellulinae. Vili. Quattro sole specie sono estese a tutte le regioni dalla bassa pianura alla regione alpina, e sono: Libellula depressa; Aeschna cyanea; Agrion ornatum; Agrion hastulatum. — 93 — Di queste la L. depressa va facendosi più rara con l'altitu- dine, la Aeschna cyanea più comune. Tre specie si fermano alla zona montana: Diplax meridionalis; » depressiuscula; Sympycna fusca. Di queste la D. depressiuscula è comune a tutte le regioni più basse; la S. fusca manca alla zona lacustre, o, meglio, non vi fu ancora trovata; la D. meridionalis comune solo alla bassa pianura e precisamente alle rive paludose dell'Adige. Cinque specie, finalmente, si arrestano alla regione collinesca: Diplax sanguinea; Cordulia aenea; Bracliytron pratense; Onychogomphus forcipatus; Agrion elegaus; tutte comuni alle regioni più basse. IX. Il quantitativo individuale delle singole specie va dimi- nuendo con l'altitudine. Nella zona più bassa gli individui sono per lo più numerosi, e spesso formano copiosissime compagnie, come la D. pedemontana, e le Calopteryx. Nella zona montana ed alpina, in vece, gli individui si fanno rari, 0 si trovano isolati; farebbe eccezione la Aeschna cyanea la quale si trova in sciami abbastanza numerosi anche sopra i 1000 metri (Chiesanuova). B- - CALENDARIO ODONATOLOGICO. Avrei potuto dare le epoche annuali di comparsa e scomparsa delle singole specie nella parte sistematica; ho preferito farne un capitolo a parte, per trattare questo argomento con qualche compa- razione. Per meglio far risaltare le epoche enunciate dai vari autori nelle differenti provincie limitrofe alla nostra, ho riunito tutti i dati nella Tab. 1. 94 — ■esaBduioos TJSjiJdnio^ ^lo ó > ° ci G O -Sb^ S 5 O V) ■ — -^^ p o 0£t3 c3 O 3 ® 5X) o "^ 2 2 _o s o s 0.2 o o o ^ O S O S ^ (D "vr O ;=i -rL r< TL. „ ce ;j:1 hf)'^ b£ . xTz: or,'^ OC . o3,' OS c3 S c3 5X) G or S cS a 6J3 3 a o o 0.2 à' r °" I &JDfcl) G d ' •r* ci bj} Pi ■Bsawdnioog «s.TBdtttoo cS o ;5 et -e o ófj p cS òJD-te .2 e '5b •2 a a s^a ÓJD ItJ o a 0.2 S ^ Te a o o £ ?3 W 'BSJ'BdutOOg usandmoQ Q ^ or. a è"2^^S ÒC. be ;:d &c x bC -=; cJD cS «SJ^doioog 'BS.T'BdcaOQ BSji3dnioog ■BSIBduiOf) ÒRO .2 o. co •- 2 b[.àp c5^ a 'bT' a "bb bC 'r brj -^^ ■+^ Sis O M 03 luglio giugno maggio » o pi 'bC Sci _p! OS 'Se a ' bX) ^ bé o ^ ci ^ r^ +^ -H -■ a O °, d . pi r2 M o 2 co o3 M tì (D ® P! "li Pi .p; cfi o '-^ ci : 1 r^ -r^ ^tH i- C3 5 s 0^ o ® n pi ncelh bisty] emis a aeii o-^ - S^| = -H ir -^ O ^ a C3 O Ph '/j Oi ci , t W Pi Ol i-H(MC0'-tH1.0':r>l>-(X)C5O-r-l(MC0-^lCCDI>'Q0Oi (D OJD rj OD rt (D 95 a '^ a q A u O u O ^ (B òJO li +0 ÒC43 S O M (S oS O o5 O .2 o S Te maggio aprile giugno maggio o "Sd 'OD « , cS giugno maggio ajjrile » giugno aprile » maggio aprile maggio aprile » gno agosto giugno luglio agosto luglio ottobre autun. settem. 1 agosto bre o giugno giù luglio aprile maggio 0.2 ^bD 3 ^ 'òcS agosto estate primav. giugno ' maggio otto o 'Se . bD a o u. « c3 «5 a o ^ 2" ÒC S O 6c;=J bc^ -r; ?f' p a 3 G S != .5 P -r::^ J C 2 5 p C13 bC bC fl o O ' O 5 ^ S ^>^-2 .^5 5 >> O I c3 I 03 si C h(l CJ 0 0 0 t3 0) a rt =:; J — 96 — Da questo specchietto riassuntivo risulta una certa concordanza fra le note dei diversi osservatori, e si possono trarre le seguenti deduzioni: I. Le specie che si mostrano per prime sono la Libellula depressa, e il Brachytron pratense, che si vedono volare già in aprile. La Sympycna fuscasi mostra in feb- braio, ma è specie svernante. IL La maggior parte degli Odonati compare da noi in maggio e giugno. III. La Libellula più tarda a trasformarsi in imagine è la D. pedemontana che si libera dal suo astuccio di nympha solo in agosto e tutt" al più alla fine di luglio. IV. Le specie prime a comparire sono il Brachytron pratense, la Libellula qu ad rimaculata, e la Libella caerulescens; la prima cessa di mostrarsi già in giugno, le altre due non si vedono più in luglio. V. Tutte le altre specie arrivano a settembre e all'ottobre; l'ultima a scomparire èlaAeschna cyanea. VI. I mesi più ricchi di specie e di individui sono l'agosto e il settembre. Vi è finalmente da osservare che la stessa specie si mostra in tempi differenti a seconda dell'altitudine, e precisamente lo sviluppo della imagine viene ritardato dal prolungarsi del freddo nelle regioni più alte. 97 III. - ORIGINE E DIFFUSIONE DEGLI ODONATI NELLA NOSTRA PROVINCIA (Forme fossili) L'epoca più remota dalla nostra nella quale si può ritenere sicura la presenza di Odonati nel Veronese è Veocenica, rappresentata da noi da una delle più classiche località paleontologiche del mondo, il Bacino del Bolca. L'area che oggi costituisce il bacino del Bolca, era, come asseri- sce il nostro distinto geologo E. NicoLis (1), un golfo di mare caldo dove vivevano quelle svariate turbe di pesci a tipo indo-orientale, che, fossilizzate, formano il più bel corredo dei musei di storia naturale; le spiagge basse contigue al golfo, si mostravano esuberanti di vita; ed ivi sfociavano i liberi corsi dCacqua dolce ombreggiati da superba flora tropicale. Nel periodo eocenico, adunque, avevamo la provincia accarezzata dalle onde calde del mare, con un ambiente del tutto uguale a quello dei tropici; e le terre emerse erano solcate da corsi d'acqua dolce, come lo dimostra evidentemente la impronta fossile di Dyticus o Hy- drophilus della lignite schistosa di Bolca, che forma parte della col- lezione De-Zigno e che venne illustrata nel 188G dal mio insigne maestro prof. Omboni (2). la tale epoca volavano già sulle acque dolci di questa regione le prime forme d«ìgli Odonati veronesi; lasciarono le loro vestigia nel calcare ittiolico di Bolca che ci tramandò in tal modo quella ricca fauna dei tempi remoti tanto importante per i rapporti filogenetici con la fauna attuale. (1) E. NicoLis: Breve illustrazione degli spaccati geologici delle Prealpi settentrio- nali; Mem. Aoc. Verona, voi. 66, 1888. (2) G. Omboni: Di alctmi insetti fossili del Veneto; Atti E. Ist. Ven. di Se, voi. 4, 1886 (Venezia). Anno XXIX. 7 — 98 — SCHEUCHZER (1) ne illustra una specie donatagli da Vallisneri e proveniente dal Monte Bolca. Selys (2) la rammenta ma dice di ignorare a qual genere appar- tenga. Massalongo (3) nel 1855 descrive ed illustra una seconda forma di Libellula, proveniente dal Bolca (ora esistente nel Museo della R. Università di Padova), che egli ritiene non diversa da quella di ScHEUCHZER, e che mette dubbiosamente nel genere Cordidia, no- minandola C. (?) Schenchzern. — KiRBY (4) la mette senz'altro nel genere Cordidia. Io ho detto a proposito una seconda forma, perchè dallo studiare attentamente la figura di Scheuchzer e la libellula fossile di Bolca illustrata da Massalongo, che mi fu gentilmente mandata in esame dal Prof. Omboni, mi convinsi che le due forme sono due specie diverse e probabilmente appartenenti a due differenti generi. A mio credere la forma illustrata da Scheuchzer apparterrebbe al genere Libellula^ e la chiamerei volentieri Libellula vallisneri i, in onore di Vallisneri che la ebbe dal monte Bolca e la regalò a Scheuchzer. Quella illustrata da Abramo Massalongo (con una fi- gura molto lontana dal vero e senza alcuni particolari visibilissimi, quali i jjterc stigmi, le zampe, la forma delle ali e dell'addome, ecc.,) non credo si possa mettere nel genere Cordulia (ed aveva ragione l'autore in parola di esserne dubbioso), perchè è carattere generale di tutte le Cordulinae (Epitheca, Cordulia, Macromia) d'avere il no- dulo cubitale delle ali molto più vicino al pterostigma che alla base, mentre nella nostra forma fossile è tutto al contrario; ad ogni modo, rimettendo ad altra occasione lo studio di tale argomento, e per non creare sinonimi inutili se non dannosi, credo miglior avviso lasciarle per ora il nome datole dall' illustre nostro naturalista. Un'altra Libellula del Bolca si troverebbe figurata, secondo De- (1) Scheuchzer: Herharium diluviannm, 1723, 2.^ ediz., pag. 21, la 1.* ediz. fu pub- blicata nel 1709. (2) E. d. Selys-Longchamps: Revue des Odonates d'Europe; Paris, 1850. (3) A. Massalongo: Monografia delle Neretti fossili del Monte Bolca; Verona, 1855, pag. 17, Tav. 2, flg. 7. — Stiidj paleontologici; Verona, 1856, pag. 12 e 17. (4) W. F. Kirby: Synonymic Catal. of. Neuropt. Odonata or Dragonfiies ; Lon- don, 1890. — 99 - VisiANi (1), nelle tavole preparate da Massalongo per illustrare il suo Comjjendmm faunae et florae bolcensis, pur troppo rimasto ine- dito. Ma l'autore in parola è caduto certamente in errore, e con esso anche Malfatti (2), perchè io — per quante ricerche abbia fatte così alla Biblioteca comunale di Verona dove sono depositati tutti i manoscritti e i disegni inediti di Abramo Massalokgo, come presso la famiglia stessa dell' illustre paleontologo — non ho potuto vedere nessun disegno di Libellula che non fosse la sua scheuchzeri. L'errore lo credo dovuto all'esame superficiale fatto sui disegni conservati alla Biblioteca comunale, e dall'aver ritenuto due disegni della stessa L i- bellula scheuchzeri, ma posti su due tavole di differente formato e con figure diverse, appartenenti a due specie distinte. Ad ogni modo son d'avviso che altri Odonati fossili siano stati trovati nel cumulo di ricchezze paleontologiche che offre il 3Ionte Bolca, ma che, come al solito, saranno andati perduti, o confusi con quelli di altre località, come pare debba essere avvenuto per le con- servatissime Libellule che si trovano nel museo di Nimes, sopra lastre marnose, e che M. De-Gerres (3) crede provengano dal nostro Bolca, perchè insieme con altri oggetti di questa località. Le terre veronesi nel periodo secondario erano rappresentate pro- babilmente da qualche isolotto; è certo però che le acque del bacino marino corrispondente alla nostra provincia avvicinavano o lambi- vano terre contigue, ombreggiate da lussureggiante vegetazione. Ed è facile supporre quindi che tali terre venissero pure in quest'epoca visitate dalle Libellule, che si sa esistevano in èra corrispondente nella vicina zona della odierna Baviera, dove il calcare di Solenhofen ci fece conoscere ormai ben 11 specie di odonati, di cui due terzi trovano i loro rappresentanti attuali nelle contrade tropicali (4), Resta ora a vedere se le nostre libellule vennero a noi per im- (1) De-Visiani : Vita ed opere di Abramo 3Iassalongo ; Atti R. Ist. Veneto, v. 6, 1861, p. 263. (2) Ct. Malfatti: Bibliografia degli Insetti fossili italiani finora conosciuti ; Atti Soc. It. Se. Nat., V. 24, 1881 (Milano), p. 12 dell'estratto. (3) M. Dk-Gerres: Géognosie des terrains tertiaires ; Montpellier, 1829, p. 235. (4) Ho tenuto in sospeso le bozze di stampa alcuni giorni per vedere il lavoro di F. Meunikr: 3Ies Agrionides fossiles des Musées de Mimich et de Haarlem; Ann. Soc. Ent. Franco, v. 65, 1897, p. 30, ma senza risultato perchè non lo ho ancora rice- vuto. So solo che parla di 5 specie di Hagen. — 100 ~ migrazione, o si formarono in posto per evoluzione dai Protracheati. E in ciò credo di non errare, ritenendo che nelle regioni transal- pine — dove (Solenhofen) nel periodo giurese (secondario) si rinven- nero tre forme fossili di Libellula uguali a quelle trovate nei terreni più antichi con impronte di Odonati {Lias d' Inghilterra) — gli -4?-- chitteri abbiano avuta la loro origine per diretta evoluzione dai Pro- tracheati, permettendolo l'ambiente d'allora eminentemente tropicale, e tutte le condizioni biologiche volute da questi insetti. Nella nostra provincia, la cui formazione si delineò nettamente solo nel periodo eocenico (terziario), ed i resti fossili di Libellule datano da que- st'epoca soltanto, si può desumere che esse vennero a noi, a mezzo della immigrazione attiva — attratte quivi dalle condizioni cisalpine uguali a quelle delle regioni al di là delle Alpi — per estendersi nelle terre che andavano a mano a mano sostituendo il gran mare eocenico. Così, assurgendo a tesi più generale, risulta evidente l'esistenza nell'Europa centrale di una fauna odonatologica tropicale, molto ricca di individui (ne fan prova le numerose tracce fossili di questi ani- mali non facili a lasciare una impronta per la delicatezza del loro corpo), la quale andò lentamente modificandosi e trasformandosi in una fauna a carattere settentrionale, per il lento raffreddarsi del- l' ambiente. E suppongo che questo cambiamento siasi compiuto con la estinzione delle forme tropicali, e con il graduato modificarsi delle specie allora esistenti in altre meglio adattate a sopportare i climi variabili e più freddi delle epoche posteriori Le forme antiche tro- picali sarebbero rimaste fino ai giorni nostri solo nelle regioni dove le condizioni del clima lo avessero permesso. Di qui le seguenti conclusioni : I. — Il centro jJriiniiivo di origine dei Libellulidi Europei lo credo esistito nelle regioni piuttosto nordiche [dove appunto si tro- vano le loro impronte nei terreni più antichi (Lias d'Inghilterra)], diventando più tardi il centro di dispersione degli Odonati nelle varie regioni del continente, comprese le terre ora rappresentate dal Me- diterraneo, e legate quindi a quelle limitrofe all' odierno Sahara, in allora mare divisorio fra l' Europa e il resto dell'Africa. Il clima dell' epoca secondaria nelle regioni verso il Nord era tropicale, e quindi adattato allo sviluppo di simili forme. II. — Le specie odierne tropicali sono quelle che hanno mag- — 101 — giori punti di contatto con le forme arcbetipe, a noi note per averci lasciato le loro impronte fossili ; sono quelle che hanno subito le minori trasformazioni. Le specie nordiche attuali, in vece, sono le più lontane dai tipi primitivi, perchè dovettero adattarsi a climi suc- cessivi sempre più freddi, e quindi soggette a più profonde modifi- cazioni. III. — I.e libellule si possono supporre esistite nella nostra provincia durante il periodo secondario; la certezza, però, che si trovavano svolazzanti sulle nostre acque, si ha solo per il periodo terziario (eocenico). IV. — Nella provincia nostra gli Architteri non ebbero origine direj;ta dai Protracheati, ma vennero a noi dalle terre transalpine per emigrazione attiva. V. — La nostra fauna odonatologica attuale a carattere setten- trionale deriva per lenta modificazione dalla fauna terziaria tropicale, che dovette adattarsi ai nuovi climi. VI. — Le specie nostre a tipo tropicale hanno doppia origine: alcune derivano direttamente dalle forme archetipe; poche altre (Diplax meridionalis, Croco themis erythraea) ci vengono forse portate accidentalmente dai venti sciroccali. 102 IV. - RACCOLTA E CONSERVAZIONE. Gli Odonati hanno offerto sempre imbarazzi e difficoltà tanto per raccoglierli quanto per prepararli; nel primo caso, perchè, avendo grande apertura di ali, occupano spazio non piccolo, ed anche perchè sbattono con tanta violenza le ali da rovinarsele completamente; nel secondo caso perchè la maggior parte di essi disseccandosi perdono quasi del tutto i bellissimi colori che li fanno ammirare mentre sono ancor vivi. Cause coteste che, con somma probabilità, sono bastate a disinteressare gli studiosi entomologi ad occuparsi di questo gruppo, forse il più importante degli Insetti, come quello che fu il primo a comparire di questa numerosissima schiera di Artropodi. È per ciò che non credo affatto inutili due parole anche su tale argomento. 1. Raccolta. — Primo, per quanto io mi sappia, a pubblicare qualche cosa intorno alle modalità più opportune alla raccolta delle Libellule fu Blisson (1), consigliando di avvicinare le ali fra loro, di infilzare l' insetto di fianco sul fondo della scatola, e tener fisse le ali nella posizione suddetta a mezzo di una lista di carta pun- tata alla scatola con due spilli. Nessun altro autore modificò questo metodo, che, del resto portò qualche vantaggio sia per lo spazio minore occupato, sia per la im- pedita agitazione delle ali; aveva però il difetto di esigere troppo spazio, e troppo tempo per l'accomodazione. — Per la qual cosa ho pensato di fare altrimenti, tanto più che a me era necessario trovare un metodo facile e possibile a persone anche non pratiche di simili operazioni. (1) J. r. J. Blisson: 3lem. sur la pi'eparation des Aeschnes et des LibeUttles : Ann. Soc. Ent'om. France; voi. 9, 1840, pag. 413. — 103 — Mi son fatto costruire delle scatole semplici di cartoncino lunghe cm. 12, larghe cm. 7, alte cm. 4, con una parte entrante nell'altra; ai lati brevi del fondo si trovano due forellini, per i quali passa un filo lungo che serve a tener chiusa la scatola con legatura a croce, nei casi che sia necessaria la spedizione per posta. Nella scatola vi sono vari strati di cotone, fra i quali si adagiano le Libellule con le ali chiuse a mano a mano che vengono prese. Questo metodo semplicissimo, rapido, e facile, mi ha permesso di incaricare alcuni giovani, abitanti nelle diverse località della provincia, a raccogliermi le Libellule di quelle posizioni e spedirmele a mezzo postale con tali scatole, come campione senza valore. Riceveva questi insetti sempre in perfetto stato, e per lo più ancora vivi, avendo pregato i gentili raccoglitori a mandarmeli nel giorno stesso nel quale li prendevano. È in questo modo, come per la cortesia somma dei miei coadiu- tori, che ho potuto in un tempo relativamente breve avere la ricca raccolta odonatologica veronese, che mi ha dato la possibilità di fare il presente studio. 2. Conservazione. — Uno dei primi a descrivere il metodo per conservare i colori alle libellule fu Selys (1) nel 1840; Charpen- TIER (2), Blisson (3), MiLLET (4), vi portarono delle modificazioni di cui qualcheduna (Mjllet) abbastanza importante. In massima i metodi di questi autori si fondano sullo stesso principio: levare l'intestino sia con una paglia, sia con una incisione lungo la parte centrale del- l'addome e rimpiazzarlo con una paglia, o con un rotolino di carta colorata, o con del cotone imbevuto di soluzione al sublimato. Spagnolixi (5) ha trovato buonissimi gli effetti dei vapori di zolfo. (1) E. DE Selys-Longchampes : 3Ionographie des Lihellulidées d' Europe; Paris, 18i0. — lìevue des Odonates d' Europe; Paris, 1850. (2) T. D. Charpentier: Libellulinae Europaeae ; Lipsiae, ISiO. (3) Blisson: Mém. sur la préparation des Aeschnes et des Libelhiles ; Ann, Soc. Entom. Erance, voi. 9, 1840. (4) P. A. Millet: Becherclies sur les odonates des Maine et Loire; Mém. Soc. Agr. Se. et Arts d'Angers, 1847. (5) Comunicazione verbale alla Soc. Entom. Ital. nel 1873. — 104 — Stefanelli dà due metodi: uno di essi (1) si fonda sul rapido essic- camento degli animali sotto la campana della macchina pneumatica; l'altro (2) sulla immersione per due giorni delle Libellule in alcool all' 80 "!„ saturo di naftalina, sull'essiccamento rapido (ottenuto dal calore di 50 — 60° C, dato da una lampada, da un fornello a gas, o da un piccolo braciere), e sul leggero ritocco dei colori un po' sbiaditi. Nell'uno e nell'altro caso l'autore lascia morire gli animali per fame, perchè si vuoti l' intestino che non viene levato. Io ho provato l'un metodo e l'altro, ma non ebbi quei risultati ottimi che mi ripromettevo. Trovai migliore il metodo con la macchina pneumatica, come del resto afferma pure l' autore (3) stesso : con l'altro metodo spesso l'addome e gli occhi si schiacciano totalmente. Stefanelli {Seconda memoria) nomina fra le specie che meglio si prestano a far risaltare l'efficacia del metodo di conservazione con la macchina pneumatica la var. laciea del Platycnemis pennipes ed il GompMis forcipahcs tanto proclivi ad annerire col disseccamento or- dinario. La scelta di queste specie per tale dimostrazione non la credo troppo giusta, perchè, al contrario di quanto asserisce l'autore, esse stanno fra quelle che conservano i colori quasi al naturale; come me lo dimostrarono una ventina di Gompihus e una diecina circa di Platycnemis (var. lactea) fatti seccare non esponendoli al sole, e che pure oggi hanno i colori, solo leggerissimamente più sbiaditi che allo stato vivente. Nessun individuo di Gomplius e di Platycnemis anneri. Nel tentare ancor io alcune modalità per riuscire nell' intento di mantenere più che fosse possibile allo stato naturale i colori di quelle specie che facilmente diventano nere (Aeschnae e alcune Li- bellulae), ho visto che forse conviene fare un passo indietro, ed atte- nersi alla base dei metodi antichi. — Infatti fra le molte prove ten- tate, quella che mi diede migliori risultati con la minima perdita di tempo, fu la seguente: dopo aver lasciato le sj^ecie da prepararsi un giorno fra il cotone, si fa loro un taglio longitudinale sotto la parte (1) P. Stefanelli: Nuove indagini sulla conservazione delle Libellule a colori fu- gaci; BuU. Soc. Entom. Ital., Ann. 9, 1879. — Seconda memoria intorno alla conserva- zione delle Libellule a colori /legaci ; idem, anno 11. 1879. (2) P. Stefaselli : Tersa memoria intorno alla conservazione delle Libellule a co- lori fugaci. Bull. Soc. Entom. Ital., Ann. 25, 1893. (3) P. Stefanelli: Terza memoria ecc.; già cit. — 105 — posteriore del torace e sotto l'addome, rispettando gli organi genitali esterni del maschio e della femmina, e con pinzette a punte ricurve si levano totalmente gli organi interni, si spalma la cavità con sajoone arsenicale (quello usato dagli imbalsamatori), e si riempie con cotone intriso dello stesso sapone, accomodando in seguito l'addome per fargli assumere la forma naturale o rotonda, o schiacciata, o stroz- zata; finalmente si distendono sulle solite assicelle da farfalle e si fanno seccare rapidamente, esponendole per alcune ore al sole, coperte da leggera carta nera. Con questo mezzo non si mantengono i colori perfettamente come allo stato naturale, ma tanto da poter distinguere a sufficienza sia il disegno sia la tinta stessa. — L'Aeschna e y a n e a, è la specie che perde i colori più facilmente delle altre; seccata con questo metodo conserva bene i disegni e abbastanza bene le tinte dell'addome. Le specie che non hanno i colori delicati, quelle con colori metallici, e gli Agrionini non hanno bisogno di speciale preparazione; sarà prudente, però, di levare l' intestino alle specie più grosse, e riempirne l'addome con cotone e sapone arsenicale. Le libellule cosi preparate le tengo in piccole scatole di centimetri 18 X 15 X 5, a fondo di torba, e in un angolo delle quali (a mezzo di un cartoncino tenuto fermo da un ago) metto della naftalina; al princi- piar dell' estate, rinnovo il deposito di naftalina, e spruzzo le Libel- lule di benzina con il polverizzatore. Quando si voglia però avere una collezione di Libellule con i co- lori intatti, e non si badi alla spesa, il miglior metodo è quello di conservarle nell'alcool al 90 \ o assoluto, dopo aver fatta una inci- sione sotto-addominale. 106 — V. - LETTERATURA ODONATOLOGICA DEL VERONESE E DELLE PROVINCIE LIMITROFE. Delle memorie particolari al Veronese, o delle opere nelle quali del Veronese si parli incidentalmente, darò un brevissimo riassunto; darò, in vece, i soli titoli delle memorie concerneriti le Provincie li- mitrofe alla nostra. Veronese. Charpentier T. d. — Horae ewto^^oZo^icae ; Wratislaviae, 1825. Indica, fra le altre, a pag. 48, la Libellula v e- ronensis n. sp. = Diplax scotica Donato., dal- l'autore trovata a Verona nel 1818. — Lihellulinae JEuropaeae descriptae ac depìctae; Lipsiae, 1840. Dice che la sua L. v e r o n e n s i s è la L. n i g r a V. d. Lind., mentre erra ancora perchè in realtà è la L. scotica Donoivan. Garbini A. — Primi materiali per una monografia limnologica del Lago di Garda; Mem. Acc. V^erona, voi. 69, 1893; Bull. Soc. Entom. Ital, Ann. 26, 1894. Elenco 11 specie di Odonati; non dò località perchè in questa memoria trattava solo delle forme acquatiche in quanto appartenenti alla fauna litorale, o profonda, o limnetica. — Appunti per una limnobiotica Italiana; III Arthropoda del Ve- ronese — Insecta e Arachnoidea ; Bull. Soc. Entom. Ital., Ann. 27, 1895. Enumero in questa nota 31 specie di Odonati, e pre- cisamente: 13 Lihellulinae, 7 Aeschninae, 11 Agrioninae; di esse ho dato la corografia per quanto riguarda le no- stre acque (Lago di Garda — Acque montane — Fibbio — 107 — — .Tartaro — Acque vallive — Adige). — Faccio qualche accenno sulla distribuzione orizzontale ed ipsometrica; fra le specie raccolte ad altitudini più elevate nomino la L. depressa. — • Distribuzione e intensità della fauna Atesina; Mem. Acc. Verona, voi. 71, 1895. Dò in elenco 17 specie di Libellulidi, delle quali 11 raccolte nel Veronese, 7 nel laghetto di Loppio (Tren- tino); tutte le larve delle 11 Veronesi le dissi raccolte nel Fibbio (influente dell'Adige), neppure una nell'Adige. Massalongo a. — Monografia delle Nereidi Fossili del M. Bolca; Verona, 1855. A pag. 30 dà un elenco di Crostacei ed Esapodi fos- sili del Bolca, fra i quali nota la C o r d u 1 i a S e h e u e h- z e r i Massai. — Studi paleontologici ; Verona, 1856. A pag. 17 illustra la Cor dulia Scheuchzeri trovata a Bolca, e di cui l'originale conservasi ed è tut- tora nel Museo dell'Università di Padova; ne dà anche il disegno, ma non molto conforme al vero. Massalongo 0. — Prosjìetto ragionato degli Insetti della provincia di Verona; Mem. Acc, Verona, voi. 67, 1891. Dà una nota di 24 specie di Odonati, cioè 12 Libel- luliìiae, 6 Aeschinae, 6 Agrioninae. Omboni G. — Di alcuni insetti fossili del Veneto ; Atti R. Ist. Ven. di Se, voi. 4, 1886 (Venezia). Menziona le Libellule fossili di Bolca illustrate da ScHEUCHZER e da Massalongo, ripetendone le figure. PiROTTA E,. — Libellulidi Italiani ; Ann. Mus. Civ. St. Nat., Genova, voi. 14, 1879. L'autore di questo bel lavoro sistematico, sinonimico, corografico, nota alcune specie di Odonati raccolte intorno al Benaco, elaDiplax scotica Don. raccolta a Ve- rona da Charpentier. Pollini C. — Viaggio al lago di Garda ed al Monte Baldo ; Ve- rona, 1816. Menziona una sola specie di Libellula, la D. p e d e- montana, ma interessantissima. — 108 — SCHEUCHZER J, J. — Herharium dihiviam(vi ; Tiguri, 1709. — Herb. diluvianum coUectum ; Edit noviss. duplo auctior, Lugduni Batavorvim, 1723. Illustra uua libellula fossile donatagli da Yallisneri e proveniente da Bolca; ne dà pure un disegno, che lascia molto a desiderare. Mantovano, Lanfossi P. — Saggio di Storia Naturale dei contorni di Mantova; Giorn. di Fisic. Cbim. e St. Nat. di Configliacchi e Brugna- telli, voi. 9, 1826 (Pavia). Paglia E. — Saggio di Storia Naturale sul territorio Mantovano ; Mantova, 1879. Bresciano. Erra E. — Odonatologlae hrixiensis j^'^^odromus ; Atti Soc. Ital, Se. Nat., voi. 2, 1860 (Milano). Tacchetti A. — Sii alcune Libellule del Bresciano ; Atti Soc. Ital. Se. Nat., voi. 3, 1861 (Milano). Bettoni e. — Prodromi della Faunistica Bresciana ; Brescia, 1884. Trentino. Ambrosi F. — Prosjietto delle specie Zoologiche del Trentino ; Trento, 1851. AusSERER C. — Neurotteri Tirolesi — Parte I Pseudoneurotteri; An- nuario Soc. Naturalisti di Modena, voi. 4, 1869 (Modena). Vicentino. TURRA. — Insecta vicentina; appendice al « Florae italicae Prodro- mus, Viceutiae, 1780. » DiscoNZi F. — Entomologia Vicentina: Padova, 1865. 109 Padovano. Tacchetti A. — Di alcuni Neurotteri dei dintorni della citta di Padova; Bull. Soc. Entom. Ital. Ann. 5, 1873 (Firenze). NB. Per completare la letteratura odonatologica Italiana che Pi- rotta {Libellididi italiani) portò fino al 1879, aggiungerò qui sotto le pochissime memorie pubblicate dopo tale data, e che non ebbi campo di nominare nell'elenco su esposto. Bentivoglio T. — Contribuzione allo studio dei Pseudonenrotteri del Modenese; Atti Soc. natnr. Modena, voi. 11, 1872. — Note sui Pseudoneurotteri ; Atti Soc. Modena, voi. 13, 1894. — Libellulidi dei dintorni di Mortara ; Atti Soc. nat. Modena^ voi. 1.3, 1874. — E Alberto. — Libellulidi dei dintorni di Tortona; Atti Soc. nat., Modena, voi. 13, 1874. Lazzarini a. — Catalogo di Ortotteri e Neurotteri del Friuli; Pa- storizia del Veneto, 1896, n. 20, 21, 22, 23 (Udine). Roster D. — Cenno monografico degli Odonati del gricppo Ischnura ; Bull. Soc. Ent. It., Ann. 18, 1886 (Firenze . Senna A. • — Escursione zool. a due laghi Friidani; Boll. Soc. Entom. Ital., An. 22, 1890. Spada L. — Entomologia Osiniana; Osimo. 1891. — no VI. -TABELLE ANALITICHE In queste tavole darò la chiave dicotomica di tutte le specie ita- liane, per facilitare la via a chi volesse continuare la illustrazione odo- natologica della nostra provincia, ed anche perchè in Italia si manca affatto di simili tabelle, quando si eccettuino quelle di A u s s e r e r, concernenti però gli Odonati del Tirolo. Le specie del Veronese saranno scritte in stampatello, le Italiane non trovate nella nostra provincia in corsivo. TABELLA A. C H I A V K PER I GENERI. (1) 1. — Occhi distanti l'un dall'altro 2 — Occhi contigui .... 6 2. -- Le 4 ali di forma uguale 3 • — Le ali post, più larghe alla base, con il margine interno incavato; 2" segmento addominale con due piccole protuberanze (orecchiette) laterali. ... 14 3. — Ali peduncolate alla base; Nervature longitudi- nali quasi parallele; 2 nervature anticubitali .... 4 — Ali non peduncolate; Molte nervature auticu- bitali Calopteryx. 4. — Zampe mediane e posteriori appiattite e foggiate a paletta Platycnemis. — Zampe mediane e posteriori non appiattite 5 (1) Nel testo si trovano distinti i generi Libellula, Crocothemis, e Cìjrtosoma, mentre in queste tabelle analitiche non si trovano divisi perchè la composizione del manoscritto era già fatta del tutto quando mi son deciso a fare la separazione di questi generi, e sarebbe stato un -po' serio il rimaneggiamento delle bozze per intro- durre tale modificazione. Ad ogni modo questo inconveniente è tanto lieve che non mi peritai a lasciare le cose come stanno; vale a dire: il gen. Libellula compren- -dente anche i gen. Libella e Crocothemis, il gen. Anax comprendente il gen. Cyrtosoma. — Ili — 5. — Areole delle ali quasi tutte quadrilatere; Ptero- stigma tanto lungo quanto largo Ageion. — Areole delle ali quasi tutte pentagonali; Ptero- stigma allungato 6 6. Ali piuttosto arrotondate, e orizzontali in riposo; Appendici anali della femm. piccole, puntute; Parte superiore del corpo verde-bronzato o do- rato; Parte posteriore della testa bronzata o gialla Lestes. — Ali piuttosto appuntite, e verticali in riposo ; App. an. della femm. grandi sublanceolate; Parte super, del corpo bruno-bronzato formante sui segmenti addom. disegni sinuosi su fondo ros- sastro; Parte post, della testa rossastra . . Symptcna. 7. — Lato anter. del triangulum nelle ali anter. il più corto 8 — Lato anter del triang. nelle ali anter. lungo ; Lato interno il più corto 11 8. — Margine esterno degli occhi (tempie) con un prolungamento arrotondato; Lato anteriore del triangulum nelle ali anter. di poco più corto dell' interno 10 — Margine esterno degli occhi senza prolungamento; Lato anter. del triang. nelle ali anter. molto più corto del lato interno 9 9. — 10 0 più nervuli anticubitali Libellula (1). — Meno di 10 nerv. antic Diplax. 10. — Porzione interoculare (occipite) più bassa dei margini post, degli occhi; Addome a colori non metallici ' Epitheca. — Porz. interoc. più alta dei marg. post, degli occhi; Addome a colori metallici Coedulia. 11. — Gli occhi si toccano in un sol punto; Addome nero fasciato di giallo Coedulegaster. — Gli occhi si toccano in una zona più o meno larga 12 (1) In questo genere sono compresi anche i gen. Libella e Grocothemis. — 112 — 12. — I] sector nodalis si discosta dal sector primus sotto al pterostigma; fra questi due settori, nel punto in cui cominciano ad allontanarsi, si trovano due serie di areole; le serie aumentano in numero verso il margine esterno dell'ala .... 13 — Il sector nod. si avvicina molto alla porzione esterna del pterostigma, e si discosta poco dal sect. primus; fra i due settori si trovano due serie di areole, che diventano tre o formano un tessuto irregolare solo al margine esterno dell'ala Anax (1). 13. — Gli occhi hanno una superficie di contatto pic- colissima Beachytron. — Gli occhi hanno una superf. di contatto lunga. Aeschna. 14. — Append. anale inf. del m. divisa a branche contigue 15 — Append. anale inf. del m. divisa a branche divaricate Gomphus. 15. — Append. an. sup. del m. lunghe quanto i due ultimi segmenti, e più o meno biforcute . Onychogomphus. — Append. an. sup. del m. lunghe quanto, o meno, l'ultimo segmento addom., non biforcute, fu- siformi (Oph io gomphus). TABELLA B. Chiave i» k k le s p e c i b. 1. Gen. Diplax. 1. — Una macchia oscura alla base delle ali posteriori; Fronte bianca; Piedi neri 2 — Nessuìia macchia alla base delle ali post 3 2. — Addome con macchie dorsali chiare fino sul 7° segmento; Appendici anali nere; Una macchietta nera aìla base delle ali anter. ; Pterostigma bruno o rosso nel m., nero nella f. ; Macchia (1) Questo genere comprende anche il gen Cyrtosoma. — 113 — dorsale del 7'^ segmento triangolare occupan- done più della metà rubicukda. — Addome con macchie dors. chiare tutto al più tino sul 6' segm., e spolverato di azzurro nel maschio; Append. an. sup Manche] Pterostigma nero; Addome cilindrico, non allargato alla estre- mità; Lati del labbro sup. giallicci ; Macchietta nera basale delle ali sup. piccola o nulla, albifrons (Burm.). ?). — Una striscia trasversale oscura toccante il pte- rostigma su tutte le ali; Pterost. rosso o giallo; x\ddome giallo-bruno, rosso nel m. adulto . . pedemontana. — Nessuna macchia trasversale 4 4. — Zampe nere, marginate di giallo all'esterno .... 5 — Zampe nere, tutt'al più con l'anca marginata di giallo 9 5. — Una larga macchia giallo-zafferano alla base delle ali post.; Pterostigma giallo o rosso; Addome gialliccio, rosso nel ra. adulto flaveola. — Macchia giallozaff. alla base delle ali post ap- pena pronunciato. 6 Ci. — Lati del torace giallastri, senza linee oscure; Scaglia vulvare della f. non prominente, arro- tondata, non divisa; Pterost. lungo, giallastro; Addome giallastro, rosso nel m. ad. ; Membra- nula grigio-bianco meridionalis. — Lati del torace giallastri, con tre linee incli- nate, nere, più marcate nella parte inferiore .... 7 7. Ali post, con macchia giallo-zafferano intorno alla membranula e nella areola mediana; Coscio po- ster, del m. nere, qualche volta con sottile linea gialla all'esterno; Scaglia vulvare profon- damente divisa, quasi biloba; 8" e 9" segmento addominale della f. con strie dorsali nere; Pte- rostigma grande, giallo; Addome giallastro, nel m. rosso FONSCOLOMBII. — Ali poster, indecisamente zaffranate alla base ; Coscie gialle lineate di nero 8 8. — Addome giallastro a fondo rossastro nel m. ad.; Anno XXIX. 8 — 114 — Lati del torace giallastri con linee nere, obli- que; Scaglia vulvare un po' saliente, e un po' divisa; Pterostigma bruno-grigio, rosso-bruno nel m. ad.; Membranula grigia striolata. — Addome bruno-giallastro (rosso cinabro nel m. ad.), con una linea nera laterale nei tre primi segmenti; Lati del torace bruno-giallastri sudici, con linee nere, oblique, poco distinte; Scaglia vulvare molto saliente, non divisa; Pterostigma bruno-grigio, rosso nel m. ad.; Membranula grigia VULGATA. 9. — Append. an. sup. del m. e della f. gialle o rosse- Scaglia vulvare j'jfccoZa, arrotondata 10 — Append. an. sup. del m, e della f. bruno-oscure; Scaglia vulvare grande, triangolare, sporgente; dal 4" al 7" segmento addominale gialli di sopra, neri ai lati, tutti neri nel m. ad.; Pte- rostigma quasi quadrato, nero o biancastro; Lati del torace con disegni neri marcati; Macchia frontale nera scotica. 10. — Addome dejjresso, specie nel m.; Segmenti ad- dominali gialli (aranciati nel m.) con macchie laterali nere in forma di virgola rovescia; Pte- rostigma giallognolo 0 bruniccio .... depressiuscula. — Addome del m. rosso-sanguigno (rossobruno- oscuro negli esemplari secchi), cilindrico e stran- golato alla base; Add. della f. giallo-verde, de- presso, e ai lati dei segmenti una linea fina nera sanguinea. 2. Gen. Libellula (1). 1. — 10 o più nervuli anticubitali; 3 o 4 serie di areole dopo il Triangulum !■* — 6 nervuli anticubitali; 2 serie di areole dopo il Triangulum 10 (1) Sono compresi i gen. Libella e Crocothemis. — 115 — 1\ — Una macchia oscura alla base delle ali post. ... 2 — Nessuna macchia alla base delle ali post 4 2. — Una macchia oscura al Nodulus delle 4 ali; Ad- dome molto grosso alla base, rapidamente de- crescente verso l'estremità, pubescente ; Base delle ali ant. zaffranate; Pterostigma nero; Macchia oscura reticolata alla base, e macchia affumicata alla estremità delle ali post.; Mem- branula bianca quadrimaculata. — Senza macchia al Nodulus delle ali 3 3. — Base delle ali con areola basale gialla, e una mac- chia oscura longit. e stretta ; Membranula nera- stra; addome depresso, giallo-rossastro o bruno, spolverato di celeste nel m. ad.; Macchia trian- golare, reticolata, gialla-oscura alla base delle ali post.; Macchia affumicata alla estremità delle 4 ali (nel m. spesso manca o è appena accennata) fulva. — Areola basale delle 4 ali rosso-hrnna; Membra- nula hianca; Addome largo, molto schiacciato, bruno-giallo, con macchie marginali gialle, spol- verato di celeste nel m. ad.; Macchia oscura grande e allungata alla base delle ali ant. ; Mac- chia oscura triangolare alla base delle ali post, pepeessa. 4. — Addome lungo, molto sottile, vescicoloso alla base; Pterostigraa grande; Membranula nera- stra; Lato del torace con due fascie oblique nere molto strette trinacria (Selys). — Addome medwcrc, spesso depresso 5 5. — Membranula grigia-nera 6 — Membranula bianca 9 6. — Pterostigma giallo o rossastro; Membranula ne- rastra; Base delle 4 ali largamente zaffranate; Addome olivastro, rosso nel m. ad 7 — Pterostigma e membranula neri; Base delle ali nere e leggermente zaffranate; Addome olivastro con fascie longitudinali nere su tutti i segmenti (spolverato di celeste nel m. ad.) 8 — 116 — 7. — Addome compresso; Zampe in gran parte gial- lastre 0 rossastre; Membranula nerastra; Sub- costa, radius e nervuli ad essi uniti, rossi . ertthraea. — Addome ^joco compresso; Zampe in gran parte nerastre; Membranula cenerognola quasi nera; tutte le nervature rosse. (Gen. Trithemis) rnhrinervis (Selys). 8. — Append. an. sup. del m. e della f. tutte o al- meno alla punta, bianche; Addome depresso, vescicoloso alla base, olivastro 'spolverato di celeste nel m. ad.), con 2 fascette long, nere ad ogni segmento, e con la parte dorsale dei 4 ultimi segmenti nera albisttla. — Append. au. sup, del m. e della f nere; la parte ant. dell'app. genitale esterno alla base del 2° segmento in forma di due piccole corna nettamente separate e distinte; Addome oliva- stro, con 2 fascette arcuate longitud. su ogni segmento (spolverato completamente di celeste nel m. ad., e con gli tiltirai 4 segmenti neri); Ali della f. leggerm. affumicate, del m. totalra. trasparenti cancellata. 9. — Addome leggermente carenato, olivastro (spol- verato di celeste nel m. ad ) ; Pterostigma grande; Append. an. inf. del m. biancastra; 3* nervatura longitudinale giallastra fino al No- dulus, e cosi i nervuli fra essa e la 2* . nìtlrlinervis (De Selys). — Addome compresso, olivastro (spolv. di cel. nel m. ad.); Pterost. bruno-olivastro; Scaglia vul- vare profondamente divisa, coi margini lisci e non angolosi bruxnea. — Addome un po' compresso, leggermente carenato e rigonfiato alla base nel m , o subcilindrico nella f, olivastro (spolv. di cel. nel m. ad.); Parte ant. degli organi genitali esterni nel 2" segra, molto sporgente, rigonfiata alla estre- mità, con un solco ben marcato nella parete anteriore caerulescens. 10. — Addome cilindrico, olivastro {nero nel m. ad.); — 117 — Pterost. piccolo, oblungo, verde sudicio; Piedi lunghi, sottili, neri; Base delle coscie verde- sudicio (Geu. Trithemis) nigra (v. d. Lind.j. NB. — LaL. sandoa Selys e la L, r a m b u r i i Seìys, le ritengo come var. della b r u n n e a, sempre diretto da quel principio che l'aumentare le specie con caratteri differenziali quasi minimi per non dire trascurabili sia nocivo alla sistematica. 3. Gen. Cordulia. 1. — Append. an. inf del m. divisa fino alla base; Scaglia vulvare bifida in modo da formare due lobi allungati; Fronte, torace e addome verde- metallico senza macchie gialle a enea. 4. Gen. Epitheca. 1. — Append. an. inf. del m. mnlto divisa (forcuta) .... 2 — Append. an. inf. del m. 7ion divisa, triangolare . . . 3 2. — Append. an. inf, del m. forcuta ma non divisa fino alla base; Append. an. super, dei m. tron- cate e con estremità allungata; Scaglia vulvare prolungata in 2 lunghi staffili; Addome depresso giallastro; Ali post, con macchia oscura basale; Pronte e labbro infer. giallastri; Membranuìa molto grande, biancastra bimaculata. — Verde bronzato; App. an, inf. del m. molto for- cuta, a margini laterali nerastri; App. an. sup. del m. con una lunga punta basale interna; Fronte e davanti degli occhi senza macchie; i 7 primi segmenti addominali con macchia gialla dorsale (Gen. Oxygastra) curtisii (Dale). 3. — Torace e i 7 primi segmenti addominali con macchie laterali gialle ; tinta generale verde metallica 4 — Macchie laterali gialle tutt'al più sui 2 primi seg- menti addominali; Tinta gen, verde metallica .... 5 — 118 — 4. — Verde bronzato; Fronte con due macchie gialle corrispondenti agli occhi; Append. an. sup. del m. con 2 denti, con ringonfiamento alla parte inf., e con estremità acute avvicinate; Scaglia vulvare cordiforme, arrotondata, divisa ; Ali leggermente gialliccie flavomaculata. — Verde bronzato; Fronte con una fascia gialla che va da un occhio all'altro; Scaglia vulvare lunga quanto i 2 ultimi segmenti add., triangolare, molto rilevata; Append. an. super, del m. con estremità ripiegate metallica. 5. — Verde bronzato; Append. an. sup. del m. liscie nella parte inf., piegate ad angolo verso la loro estremità; 3" segmento addom. della f. senza macchia gialla laterale; Scaglia vulvare corta, arrotondata alpestrìs (Selys). — Verde bronzato ; Append. an. sup. del m. con 3 denti nella parte inf., con estremità arcuate e non piegate ad angolo; 3'^ segmento addom. con macchia gialla laterale; Scaglia vulvare trian- golare, appuntita, solcata aectica. 5. Gen. Anax (1). 1. — Torace rossastro, quasi senza macchie; Linea frontale trasversale ben distinta; Macchia trian- golare davanti agli occhi, preceduta da una fa- scetta trasv. azzurra; Addome bruno con linee dorsali nere, i 2 o 3 primi segmenti azzurri; Append. an. sup. del m. pia larghe che lunghe. partheNOPE. — Torace verde 2 2. — ■ Torace verde smeraldo, senza macchie; Linea trasversale, nera, sottilissima alla sommità della fronte; Macchia triangolare nera davanti agli occhi, preceduta da una fascetta trasver- sale azzurra ; Addome azzurro con alcune (1) Comprende anche il gon. Cyktosoma. — 119 — linee longitudinali larghe e trasversali strette, nere o brune; Append an. inf. del m. più lunghe che larghe, con estremità ottuse; App ann. sup. del m. allargantesi ad arco nel mezzo, coperte di finì peli, e con l'estremità rotondata . . . FOEMOSUS., Torace verde olivastro, quasi senza maccliie; Append. an. inf. del m. con estremità apimnUte, e le sup. allargantesi ad angolo nel mezzo, finamente dentate, non pelose, con l'estremità jjuniida (Gen. Cyrtosoma) ephippigerus. 6. Gen. Brachytron. 1. — Corpo molto peloso; Addome strangolato al 2" segmento, nero con molte macchie gialle o verde-mare; Torace ai lati giallo-verde con linee profonde nere, davanti bruno con due linee longitud. verdastre: Membranula piccolissima, biancastra; Pterostigma quasi lineare e molto lungo; Append. an. sup. del m marginate, lan- ceolate, col margine interno peloso, allargate e con una protuberanza superiore prima della estremità ; Quelle della f. lanceolate e arro- tondate PRATENSE. 7. Gen. Aeschna. 1. — Una macchia a T sulla fronte vescicolosa 2 — Niente macchia a T sulla fronte 7 2. — Macchia a T completa 3 — Macchia a T senza gamba distinta verso gli oc- celli; Lati del torace verdi senza linee; Ali un po' giallastre; Testa molto larga; Membranula piccola; Pterostigma grande; Append. an. sup. del m. senza dente basale viridis (Eversm.). 3. — Occhi attigui per uno spazio quasi uguale al — 120 — triangoletto interoculare poster. ; Torace bruno, ai lati con fascette larghe, azzurrognolo-verda- stre, davanti con due fascette verdastre, più strette; Addome bruno con molte macchie e linee trasversali azzurre; Membranula grande, nera- stra uniforme ; Areole delle ali piccole, nume- rose; Append. an. sup. del ni. lanceolate, pelose all' interno, allargate nel mezzo, con un dente ottuso nella parte infer. della base borealis. — Occhi attigui per uno spazio molto jnh lungo del triangoletto interoculare posteriore 4 4. — Append. an. sup. del m. molto allargate alla metà del margine interno, brune, contornate di nero; Torace davanti bruno con 2 macchie al- lungate ovali verdi, ai lati azzurro o verde con alcune linee oblique nere; Addome bruno con macchie laterali e dorsali azzurre o verdi; Mem- branula corta, bianca, all' interno grigio-cenere; Pterostigma corto cyan'EA — Append. an. sup. del m. non contornate, lan- ceolate 5 5. — Il sector nodali s è più vicino alla metà del pte- rostigma; Append. an. sup. del m. allargate nel mezzo, troncate obliquamente alle estremità, pelose internamente; Torace bruno, davanti con due fascie gialle, ed ai lati pure con due fascie gialle ben limitate; Addome bruno macchiato di azzurro nel m., di giallo nella f. : Membranula piuttosto grande, nerastra, più chiara alla base; Pterostigma grande, nero bruno juncea (L.). — Il sector nodalis è più vicino alla 2ìarte esterna del pterostigma ti 6. — Append. an. sup. del m. con un dente alla parte della base, scalpelliformi; Lati del torace gialli con due linee nere; Addome bruno, macchiato di azzurro, o tutto giallo con bordure longit. e trasv. oscure; Membranula grigio-cenere, piìi chiara alla base; Pterostigma rosso-bruno . . affinis. — 121 — Append, an. super, del m. senza dente basale, arrotondate alla base; Lati del torace bruni con due fascie larghe giallastre; Addome bruno con macchie azzurre o gialle e linee trasvers. gialle; Membranula grigio-cenere, più chiara alla base; Pterostigma molto grande, bruno MlXTA. Append. an. siip. del m. appuntite, con dente basale infer. ; Sector nodalis più vicino alla X)arfe esterna del pterostigma; Ali trasparenti, nervature nere, una macchia giallo-zafFerano- rossastra alla base; Corpo rosso bruno quasi uniforme; Membranula molto grande, nerastra, rufescens. Append. an. sup. del m. arrotondate, senza dente basale ; Sector nodalis i^iù vicino alla x'o.^'^te in- terna del pterostigma; Ali e nervature rossastre; Corpo giallo-bruno o giallo-rosso, poco mac- chiato; Torace con 2 fascie giallastre ai lati, con macchie azzurre reniformi fra le ali ; 3" segmento addom. macchiato di azzurro ; Mem- bi anula biancastra grandis. 8. Gen. Onycogomphus. 1. — Append. an. sup. del m. divaricate, terminate a uncinetto . 2 — Append. an. super, del m. vicine e solo un po' curve alla loro estremità; Addome giallo ros- sastro a suture ed anelli neri o bruni; Piedi cortissimi, giallastri, appena lineati di rossastro; Ali jaline; Pterostigma giallo, grande tanto da sormontare quattro areole e mezza, a contorno nero; 12 nervuli anticubitali e 5 postcubitali nelle ali sup., 9 anticub. e 7 postcub. in quelle post genei (De Selys). 2. — Le 6 fascie davanti al torace (anti-omerali) diritte; Append. an. sup. del m. gialle con l'estremità — 122 — nerastra, non bifida ma solcata; Vertice della testa completamente nero L'xcatus. — • Le 6 fascie anti-omerali czcrve; Append. an. sup. del m. brune o giallastre, con le estremità pie- gate ad angolo retto e profondamente bifide; Vertice delia testa nero con piccola macchia gialla fra gli ocelli forcipatus. 9. Gen. Ophiogomphus. 1. — Le 6 fascie nere davanti al torace diritte, molto sottili; Append. an. sup. del m. subcilindriche, non divaricate, con la punta e il margine in- feriore bruni; Append. an inf. contornata di nero, bifida; Vertice nero, con una macchia fra gli occhi rotonda, molto grande, gialla; il margine occipitale della t. porta due cornetti dritti, gialli, con 4-5 dentellature nere verso la punta; Zampe gialle con linee nere; Addome a macchie dorsali lanceolate su tutti i segmenti . serpentinus (Charp). 10. Gag. Gomphus. 1. — Linea dorsale gialla dell'addome prolungata fino al 7° segmento; Piedi neri; Torace giallo, davanti con 6 fascette nere, diritte, di cui le mediane sono le più sottili; Append. an. inf. del m. bi- forcuta con le branche divergenti; Append. an. sup. del m., corte, nere, puntute .... vulgatissimus. — Linea dorsale gialla addominale prolungata su tutti i segmenti; Piedi lineati di giallo 2 2. — Nervatura costale nera ; Torace giallo, davanti con 6 fascette nere, curve, di cui le mediane confluenti con le vicine; Append. an. sup. del m. nere, puntute; Append. an. inf. bifurcuta, — 123 — gialla alla base; Scaglia vulvare con 2 piastrine triangolari, gialle, piccole, contigue .... flavipes. — Nervatura costale gialla esternamente 3 — Davanti del torace con 6 fascette nere, diritte molto grosse; Tarsi tutti neri; Append. an, sup. del m. nere, puntute simillimus (Selys). — Davanti del torace con 6 fascette nere, diritte, molto strette; Tarsi j^osteriori gialli all'esterno; Append. an. sup. del ra. nere, con j)unte arro- tondate pulchelhis (Selys), 11. Gen. Lindenia. 1. — Faccia, vescicola e davanti del vertice giallastri; Davanti del torace con 4 fascette oscure, curve, formanti 2 anelli; Piedi neri; Membranula lunga e larga; Pterostigma lungo e largo; Margini laterali del 7" ed 8° segmento addominale con una grande espansione fogliacea (dando il nome alla specie) nei due sessi .... tetraphylla (V. de Lind.) 12. Gen. Cordiilegaster. 1. — Occipite formante fra gli occhi una verruca gialla; Labbro sup. della f. col margine interno non li- stato di nero; Nervatura costale gialla; le ap- pend. an. sup. del m., viste di sotto, mostrano un solo dente axnulatus. — Occipite senza verruca fra gli occhi; Labbro sup. della f. col marg. inf. listato di nero ; Nervatura costale insensibilmente gialla nel m., nera nella f. ; le append. an. sup. del m. viste di profilo mostrano 2 denti bidentatus. 124 13. Gen. Calopterix. 1. — Zampe completamente nere 2 — Zampe con tibie rossastre all'esterno ; Corpo me- tallico acciajo-porporino (nel m.), verde-bron- zato (nella f.); Ali molto strette, brune (giovane) 0 azzurro-nere (adulto) con base jalina nel m., rossastre con la estremità delle post, brune nella f. haemorroidalis (V. d. Lind.). 2. — Corpo metallico azzurro (m.) o verde (f.); Ali arrotondate, molto larghe, brune (giovane) o azzurro-cariche (adulto) nel m., brune nella f. . virgo. — Corpo metallico azzurro (m.) o verde (f.); Ali molto strette, jaline, attraversate da una lar- ghissima fascia azzurrina (giovane) o turchino- carico (adulto) nel m., jaline a venature ver- dastre nella f. splexdexs. — Var. del m,.: fascia delle ali nulla (giovane) o ri- coprente anche la estremità (adulto) . var. xantiiostoma. 14. Gen. Lestes. 1. — Parte poster, della testa verde-bronzato Parte post, della testa gialla; Spazio interalare ed estremità dell'addome spolverati di biancastro nel ra. adulto 2. — Pterostigraa rossastro contornato di nero; Torace e addome jioco o nulla spolverati di azzurro ; Append. an. sup. del m. biacco-giallastre, con un dente basale interno e un tubercolo prima delle estremità; Append. inf. cortissime, contigue; Scaglia vulvare con il margine molto dentato viridis. — Pterostigma nerastro, più chiaro quasi bianco ai margini; Torace, base ed estremità dell'addome nel m. adulto spolverati di azzurro — 125 — 3. — Append, an. snp. del m. nerastre, con un dente interno basale e una dilatazione mediana; Ap- pend. an. inf. di una metà più corte, divaricate, e con le estremità pelose; Pterostignia molto grande, dilatato macrostigma ('Evers.). — Append. an. sup. del ra. con due denti interni .... 4 4. — I due denti interni delle append. an. sup, del m. molto lontani fra loro, il secondo piccolo; Primo segmento addom. della f. con una macchia dor- sale rettangolare, verde-metallico, divisa per lo più da una linea gialla; Append. an. inf del m. divaricate, curve in dentro e dilatate alla estremità ntmpha. — I due denti interni delle append. an. sup. del m. molto vicini^ di uguale grossezza; Primo seg- mento addom. della f. con una macchia mezzo circolare, verde-metallico, divisa per lo più da una linea gialla; Append. an. inf. del m. contigue e non ingrossate alle estremità sroKSA. 5. — • Pterostigma bruno-rossastro, p?w chiaro ai mar- gini-^ Append. an. sup. del m. giallastre, a punte brune, con un dente interno basale piccolo, acuto, con dilatazione interna mediana, e coi margini dentellati; quelle inf. del m., molto corte, pelose, contigue, a punte arrotondate e per lo più con- vergenti; Parte inf. del torace con 3 macchiette nere ben distinte sotto alle zampe poster. , vireks — - Pterostigma bruno, con la meta esterna biancastra; Append. an. sup. del m. giallastre, a punte ne- riccie, con un dente interno basale grosso, e una piccola dilatazione mediana; Quelle inf. del m. più corte di un terzo, vicine, con punte de- licate, vellutate, e divaricate barbara (Fabr.) — 126 15. Cren. Sympycna. 1. — Pterostigiiia l'osso-brano o nerastro, sottile, a margini più chiari; Append. an. super, del m. rossastre, con un dente interno basale robusto ed un altro più piccolo smussato dopo la dila- tazione mediana; Quelle inf. del rn. corte, con- tigue, triangolari FUSCA. 16. Gen. Platycnemis. ]. — Le 4 tibie poster, bianche, non lineate di nero, molto dilatate nel m., un po'meno nella f. ; Ad- dome bianco inferiorm., con una doppia linea dorsale nera, almeno sui tre penultimi segmenti, senza punti distinti sugli altri segmenti; Append. an. sup. del m. con estremità non bifide. . latipes (Ramb.) — Le 4 tibie post, lineate di nero, dilatate nei due sessi; Append. an. super, del m. leggermente bifide PENXIPES. a. Addome azzurro (m.) o verdastro (f.) con doppia linea dorsale var. b i 1 i n e a t a. (5. Addome bianco (m.) o biancastro (f.) con doppia linea dorsale sui tre penultimi segmenti, e 2 punti post, sugli altri var. 1 a e t e a. 17. Gen. Agrioti. 1. — Occipite bronzato senza macchie 2 — Occipite nero o bronzato con due macchie az- zurre 5 ■2. — Parte sup. del corpo bronzato: Occhi rossi nel m., giallastri nella f. ; Spazio interalare spolverato di celeste nel m. ad 3 — 127 — — Parte inf. del corpo rossa: Occhi bruni o gial- lastri; Spazio interal. non spolverato di celeste ... 4 3. — Parte ventrale dell'addome azzurrognolo o ver- dastro; Zampe gialliccie compresi i tarsi, con i femori lineati esternam. di nero; Davanti del torace con due linee giallastre, non interrotte nei due sessi virididum (Charp.) — Parte ventrale dell'addome giallastra; Zampe tutte nere nel m., o nere esternamente nella f. ; Da- vanti del torace con 2 linee giallastre interrotte nella f., non distinte nel m na.tas. 4. — Zampe tutte rossastre ; Torace bronzato senza linee distinte sul davanti; Append. an. sup. del m. corte, tubercolate; Quelle inf. più lunghe e cilindriche tenellum. — Zampe tutte nere nel m., e nere esternamente compresi i tarsi nella f. ; Torace bronzato con 2 linee distinte sul davanti; Append. an. sup. del m. lunghe, profondamente bifide; quelle inf. come le sup MINIUM. 5. — Occipite nero con due punti più o meno celesti, e arrotondali; Parte dorsale dell'addome ne- rastro-bronzato, con 8" e 9" segmento azzurri nel m., e il 10'^ con uno o due tubercoli 6 — Occipite bronzato con due macchie allungate, i)iù o meno celesti ; Parte dorsale dell'addome az- zurro con anelli bronzati nel m., nerastro- bronzato con anelli azzurri, verdi, giallastri o rossastri nella f 8 6, — Append. an. inf. del m. con una punta interna basale rilevata 7 — Append. an. inf. del m. curve in dentro, senza punta interna; Torace del m. azzurro, della f. azzurrognolo, verdastro, o, insieme con i primi segmenti addominali, aranciato; Tubercolo del 10" segmento addom. bifido ; 8" e 9" segmento addora. azzurro per intero solo nel m. , piimilio (Charp.) 7. — Append. an. inf. del m. diritte, non divaricate. — 128 — cilinclriche, con la punta basale interna jjìccolis- sima; Quelle sup. non in forma di cornetto, e più corte delle inf. genei (Pictet.) — Append. an. inf. del m. meno diritte, divaricate, leggermente dirette in alto, con la punta basale interna molto lunga; Quelle sup. in forma di cornetto, piìi corte delle inf. elegans. 8. — Macchia bronzata del 2'^ segmento addominale bifida 0 trìjida 9 — Macchia bronzata del 2" segmento addom. non bifida 0 trifida .... 14 9. — Macchia bronz. del 2° segmento addominale tri- fida, toccante il margine post ; 10' segm. add. a incavatura molto larga, poco profonda; Pte- rostigma bruno, nerastro in mezzo, più corto dell'areola sottostante mercnriaìe (Charp.) — Macchia bronz. del 2" segm. add. bifida ...... 10 10. — Macchia bronzata del 2'' segm. add. in foima • di U angoloso, isolato (non toccante i margini del segmento) puella. — Macchia bronzata del 2" segra. add. in forma di V toccante il margine poster, del segmento ... 11 11. — Macchia bronzata del 2° segmento addom. in forma di V . 12 — Macchia bronz. del 2 segra. add. in forma di U . . . 13 12. — Davanti del torace nero-bronzato con due linee azzurre in forma di ! ; 10' segmento addom. del m. a incavatura arrotondata, profonda, della f. poco profonda; Append. an. del m. corte; Parte ventrale dell'addome azzurrognola ai due primi segm , azzurra ai tre ultimi, gialla-verdastra in mezzo PULCHELLUM. — Davanti del torace con due linee azzurre sem- plici; 10" segm. addom. leggermente incavato in mezzo nel m., nella f. con incavatura pro- fonda, acuta; Macchia del 2° segm. add. in forma di V a branche grosse, arrotondato interna- mente, e angoloso esternamente; App. an. sup. — 129 — del m. un po' divaricate, più lunghe delle iuf., dilatate internamente in una membrana spessa con una punta verso la base rivolta in giù; Pterostigraa più corto dell'areola sottostante, quasi triangolare, giallastro. . . . caerulescens (Fonscol.) 13. — Macchia bronzata del 2° segm. addom. come nell'A. p u e 1 1 a ma con una linea nera che unisce rU al margine post, del segm., e un punto mediano anteriore fra le due braffche ; Zampe azzui're, con l'estremo delle tibie, V in- terno dei femori e l'estremità dei tarsi in nero- bronzato; Sui femori il nero non tocca i ginocchi, in modo che vicino alla giuntura vi è una mac- chia azzurra; Pterostigma a losanga, più corto dell'areola sottostante, nero, con margine più chiaro ornatum. — Macchia bronzata del 2° segm. addom. a branche molto vicine e spesso unite; Pterostigma, al- lungato, irregolare, più lungo dell'areola sotto- stante, con il lato inf. a nervatura spessa e ben distinta dal lato esterno ...... scUuhim (Ramb.) 14. — Macchia dorsale del 2" segm. add. astiforme longitudinale 15 — Macchia dorsale del 2" segm. add. in forma di una palma isolata trasversale, accompagnata da due linee basali laterali longitudinali; Append. an. sup. del m., più lunghe delle inf., giallastre, nere alla base, fusiformi, arrotondate, pelose, divaricate; zampe nere, con l'interno dei femori e l'esterno delle tibie verdastre . . . lunulatum (Charp.) 15. — Macchia dorsale del 2" segm. add. longitudinale in forma d'asta con la testa ingrossata 16 — Macchia dorsale del 2' segm. add. longitudinale dilatata in mezzo; Macchie postoculai-i piccolis- sime, lineiformi; Pterostigma giallastro-uniforme, più lungo dell'areola sottostante; 10'' segm. add. del m. appena incavato; Append. an. sup. del m. molto grandi e raezzocircolari, molto Anno XXIX. 9 — 130 — dilatate alla base; Le inf. molto corte; 3", 4°, 5'^ e 6" segm. acid, con macchia dorsale lan- ceolata, la cui punta anter. arriva ai ^j, del segm., e la cui base è unita a mezzo di corto pedicello all'anello bronzato che circonda il mar- gine inf lindenii (De Selys). 16. — Davanti degli occhi azzurro, come la parte in- terna dei femori; I due punti azzurri dell'occi- pite arrotondati e non riuniti con una linea; 2° segm. add. con una sola macchia in forma di picca ; Append. an. inf. del m. molto lunghe, sottili, puntute, curvate in dentro, nerastre all'estremità, e più lunghe delle superiori . cyathigerum. — Davanti degli occhi giallastro, come la punta interna dei femori; I due punti azzurri dell'oc- cipite cuneiformi e riuniti da una linea azzurra ben netta; 3" segm. addom. con una macchia dorsale a picca accompagnata da una linea lon- gitudinale laterale nera; Append. an. sup. del m. grosse, laterali, oblique, brevissime, reni- formi; Le inf mezzo circolari, o in forma di cornetti rivolti in dentro hastulatum. — 131 VII. - RIASSUNTO Quanto venni esponendo fin qui, si può riassumere come segue : I. — La fauna odonatologica della provincia Veronese è costituita, almeno fino al giorno d'oggi, da 55 specie; e quindi 30 meno di quelle riscontrate in Italia (Pirottaì, comprese le isole. II. — La provincia di Verona con le sue 55 specie sarebbe, oggi che parliamo, più ricca di Odonati che le altre regioni d' Italia : P'iemont.e 45 specie, I_iOixiJDa.r*ciia 51, Veziet-o (non compresa Verona) 47, En:iilia 38, Toscana 38, INTapoletano 20, Sicilia 46, Sar»cleg-na 33. La quale scarsità di specie, in regioni cosi vaste, credo non sia reale, ma dipendente da insufficienti ricerche in proposito. xlnche la fauna della stessa nostra provincia è da considerarsi ben più ricca di 55 specie, perchè nelle provincie limitrofe si trovano 12 forme non ancora raccolte da noi, delle quali alcune comuni anche alle regioni Italiane settentrionali e meridionali; donde la quasi sicu- rezza di riscontrarle, più o meno presto, pure nel Veronese. III. — Delle nostre 55 specie (Tab. A) ne erano conosciute 24 fino il 1891 ; nel 1893 e 1895 ne aggiunsi 9, di cui due interessantis- sime, perchè nuove all'Italia (Epitheca bi maculata, Agrion 0 r n a t u m) ; e con la presente memoria ne aggiungo altre 22, di cui alcune interessano per la loro rarità (L. quadrimaculata, L. b r u n n e a, L. a 1 b i s t y 1 a, C e p h i p p i g e r u s, A e. b o- r e a 1 i s, A g. e y a t h i g e r u m) ed una interessa perchè non se- gnalata mai come Italiana (Epitheca a r e t i e a). IV. — La fauna odonat. del Veronese ha tipo settentrionale tanto — 132 — rispetto all' Italia quanto all' Europa, perchè delle 20 sue specie co- muni alle regioni nordiclie (Svezia, Lapponia, Siberia), 15 mancano all'Italia meridionale, mentre tutte le 11 comuni con l'Asia Minore e l'Algeria si estendono fino al Piemonte per passare, alcune, anche al di là delle Alpi. V. — Dalle osservazioni intorno alla distribuzione ipsometrica dei nostri Odonati avrei ricavato quanto segue: a) Il numero delle specie, come il numero degli individui, vanno diminuendo rapidamente con l'altitudine. b) Gli Agrionini tendono a diffondersi ipsometricamente più che gli altri gruppi. e) La bassa jjiamira è la regione più ricca di specie e di indi- vidui; interessantissima è la D. pedemontana che vive qui a stormi pur essendo alpestre, e manca nella regione montana. dì La regione lacustre ha 26 specie di cui 6 comuni alle regioni fredde (rive fiancheggiate dal Baldo), e 3 promiscue alla fauna del mezzogiorno (rive fiancheggiate dalla pianura) ; la specie più importante è l'Epitheca bimaculata, perchè fino ad ora non fu trovata in Italia (nel regno politico) che sulle rive Veronesi del Benaco (Ausseeer la riscontrò nel Trentino presso Riva). e) La regione collinesca ha 12 specie, di cui 2 raccolte solo in questa zona. /) La regione montana con 12 specie, di cui interessano molto la Epitheca arctica ed il Cordulegaster annulatus. g) La regione alpina ridotta a 6 specie, ha, come forma carat- teristica, TA eschna boreali s. il) Delle 55 specie Veronesi, 4 sole sono estese a tutte le re- gioni ipsometriche, 3 si fermano alla zona montana, 5 si arrestano alla regione collinesca. VI. — La maggior parte dei nostri Odonati compare in maggio e giugno; le specie che anticipano sono la L. d e p r e s s a e il B r a- chytron pratense (aprile) ; la più tai'da è la D i p 1 a x pe- demontana (fine di luglio e primi di agosto). È da notarsi però che la comparsa delle imagini è regolata dalla temperatura, e quindi più o meno tarda a seconda dell'altitudine. VII. — Per quanto riguarda la origine e la diffusione degli Odo- nati nelle nostre provincie, sarei venuto alle seguenti conclusioni (Vedi Gap. III.) : — 133 — a) II centro 2>fimitwo di origine dei Libellulidi Europei sarebbe esistito nelle regioni verso il Nord, diventando più tardi il centro di disj^ersione degli Odonati nelle varie regioni del continente. b') Le specie che subiscono col tempo le minori trasformazioni sono le tropicali odierne, che trovano vicino riscontro nelle forme ax'chetipe; le specie attuali nordiche furono soggette a più profonde modificazioni, e sono le più lontane dai tipi primitivi. e) Prove della esistenza di Libellule nel Veronese in epoche geologiche non l'abbiamo che per il 2^eriodo terziario (eocenico), con le forme fossili del Monte l^olca (Libellula vallisneri Garb. e C 0 r d u 1 i a (?j scheuchzerii Mass.). d) Da noi gli Architteri vennero dalle terre transalpine per im- migrazione alpina. e) La fauna odonatologica attuale a tipo settentrionale deriva dalla fauna terziaria tropicale che dovette adattarsi ai nuovi climi. /) Le specie nostre odierne a tipo tropicale hanno doppia ori- gine: alcune derivano dalle forme archetipe, altre ci vengono portate dai venti sciroccali. (La Memoria fu presentata nel novembre 1896, e finita di staimpare il 24 agosto 1897). 134 — INDICE Riassunto storico della Odonatologia nel Veronese -P<^ ivi 2. — Conservazione :> 103 V. — Letteratura odonatologica del Provincie limitrofe Vei'oiiese ... Veronese e delle > 106 » ivi Mantovano . . ... » 108 Bresciano » ivi Trentino » ivi Vicentino » ivi Padovano > 109 VI. — Tabelle analitiche. . . VII, — Riassunto > 110 ^ 131 — 136 AGGIUNTE ALLA FAUNA DITTEROLOGICA DELLA PIIOYINCIA DI PAVIA del Doti. EMILIO CORTI Tekza Centuria. Nella lista che segue, continuazione alle due già pubbli- cate (1), è compresa una specie nuova, oltre parecchie altre nuove per l'Italia o in qualche modo interessanti per la fauna italica. Le località citate sono ancora press'a poco le medesime di quelle già accennate nella seconda centuria. Con la presente aggiunta, il numero totale delle specie di ditteri appartenenti alla fauna della provincia di Pavia, pubbli- cati dal prof. Bezzi (2) e da me, sale a 900, numero che potrà sicuramente essere aumentato con ulteriori ricerche. Dal Laboratorio Zoologico dell' Università di Pavia Giugno 1897. Diptera orthorrhapha, Cecidomyia vitis Licht. (=:3 oenophila Heimliofer). — Al prot. Pa- vesi furono mandate da Stradella ai primi di giugno dell' anno scorso, per essere esaminate, delle foglie di vite con galle contenenti delle larve, che egli riconobbe di questa specie (cf giornale La (1) Aggiunte alla fauna ditterologica della provincia di Pavia. Prima Centuria in BuH. Soc. Entom. It. XXV, 1893, p. 33; Seconda Centuria ibid. XXVI, 1894, p. 389. (2) Contribuzione alla fauna ditterologica della provincia di Pavia. Parte I, 1. e. XXIII, 1891, p. 21 ; Parte II, ibid. XXIV, 1892, p. 64 e 97. — 137 — Provincia Pavese, anno XXVII, n.° 69). — Già più volte segnalata in Sicilia, nel Bolognese e nel Nizzardo. 2. Sargus iìifuscatiis Mgn. — Schin. I, 21 — Zavattarello in giugno. 3. Drapetis flavipes Mcq. — Lw. N. Beitr. VI, 38. — Un esemplare a Zavattarello in ottobre. 4. Empis cognata Egger. — Schin. I, 105. — I due sessi a Zavatta- rello in ottobre. I femori sono neri all'apice e il margine dell'ala ha una macchia quasi obliterata. 5. Bilara 2')ì^iiiìiosa Mgn. — Schin. I, 114. — Sciamante alla Mezza- nella presso Pavia, alla metà di aprile. 6. Tachytrechus insignis Stann. — Schin. I, 204. — Canale di Mora- bolone, presso Pavia, in agosto. Fu determinato dal prof. Mik. Diptera cyclorrliapha. 7. MeUthreptus menthastri L. — Rnd. II, 115. — Chignolo, in maggio. 8. Lasiophtliicus albostriatns FU. — Rnd. II, 138. — Bosco del Rot- tone, in luglio ; Zavattarello, in settembre. 9. SyrpJius viiidicoUis Mgn. — Rnd. Il, 126. — Un O alla Mezza- neila, nel maggio. 10. S. flaviceps Rnd. II, 133. — Zavattarello, settembre. 11. Platychirus fulviventris Mcq. — Rnd. II, 118. — Coakinga presso Pavia e S. Spirito presso Groppello, in aprile. 12. Spatigasrer ambulans Fab. — Rnd, lì, 107. — Un solo esemplare a Zavattarello in giugno. 13. Chilosia flavicorìiis Fab. — Rnd. II, 154. — Sopra un salice in flore tra Coalunga e Sabbione in marzo. 14. Helophilus joendidus L. — Rnd. II, 49. — Torre d'Isola, sui fiori di Prunus spinosa nel marzo. 15. Merodon armipes Rnd. II, 61. — Miradolo, in aprile, 16. M. funestus Fab. — Rnd. II, 64. — Zavattarello in giugno. 17. Xylota abiens Wied. — Rnd. II, 80. — Villa Eleonora presso Pavia, in settembre. 18. BracJtypalpus olivacev.s Wied. — Rnd. II, 78. — Saline di Mira- dolo, in maggio; Torre d'Isola, nel bosco di pini, in marzo. 19. Chrysochlamis aurea Rnd. II, 148. — Zavattarello in ottobre sopra le piaghe di una quercia del bosco del castello, colla ì'icfìcornis Fab. — 138 — 20. Chr. cuprea Scop. — Rnd. II, 147. — Un solo esemplare femminino a Zavattarello in settembre. 21. Eumerus argyropus Lw. ~ exilipes Rnd. II. 84. — Zavattarello in agosto. 22. E. tuberculatiis Rnd. II, 93. — Zavattarello in settembre. 23. Spilomyia saltimm Fab. — Rnd. Il, 71. — Zavattarello in settembre; Caminata in agosto. 24. Chrysogaster splendens Mgn. — Schin. I, 269; Rnd. II, 167. — Za- vattarello dall'agosto all'ottobre. 25. Sicus ferrugineus L. — Rnd. II, 245 — Miradolo in maggio. 26. Thecophora melanopa Rnd. II, 238 — Coalunga in luglio. 27. Platypeza rufa Mgn. — Ztt. Ili, 908. — Zavattarello, ne! bosco del castello, sulle foglie dei castagni in ottobre. 28. PI modesta Ztt. Ili, 903. — Zavattarello colla precedente, ma più numerosa. 29. Thryptocera pilipennis FU. — Rnd. Ili, 13. — Zavattarello in sriugno. Il penultimo segmenio addominale ha due piccole setole discoidali ; le zampe sono un po' rosso-fosche. 30. Germana ruficeps FU. — Rnd. Ili, 28. ~ Una $ a Zavattarello alla fine di settembre. Il terzo articolo dell'arista è lungo circa il doppio del secondo. Il Rondani ne ebbe un solo esemplare italiano dalle Alpi. 31. Gonia cinerascens Rnd. Ili, 34. — Zavattarello, settembre e ottobre. 32. G. ornata Mgn, — Rnd. Ili, 36. — Mezzanella, presso Pavia, in marzo 33. G. divisa Mgn. — Schin. I, 442. — Mezzanella in marzo, colla pre- cedente. Non trovata da Rondani in Italia. 34. Echinomyia grossa L. Rnd. III, 48. — Miradolo in maggio; Zavat- tarello in agosto e settembre. 35. E. covjugaia Rnd. Ili, 56. — Torre d'Isola in agosto ; Zavattarello dal- l'agosto all'oLtobre; Vaccarezza (Bobbio) in settembre. 36. E. praeceps Mgn. — Rnd. Ili, 57. — Miradolo in maggio; Zavatta- rello in agosto e settembre. 37. E. ferox Panz. — Rnd. Ili, 58. — Una $ a Zavattarello in settembre. 38. Cvphocera pyrrhogaster Rnd. Ili, 61. — Un cf a Coalunga alla fine di luglio. 39. C. rufìcornis Mcq. — Rnd. Ili, 63. — Zavattarello, in agosto e set- tembre. _ 139 — 40. Plaiychira puparum Fab. — Rnd. Ili, 76. — Torre d' Isola, nel bosco di pini, in marzo; Sabbione, lungo la trincea ferroviaria, pure in marzo. 41. Chaetoìyga cilicrura Rnd, III, 107. — Una $ a Mombolone in set- tembre che riferisco a questa specie per avere due setole marginali al secondo segmento addominale, mentre la pittura dell'addome è come nella quadripustulata Fab. 42. Exorista glirina Rnd. Ili, 129. — Una $ nel bosco del Rottone in agosto. 43. Bothria pascuorum Rnd. IH, 16S. — Sabbione, lungo la trincea fer- roviaria, in marzo. 44. Setigena caesìfrons Mcq. — Rnd. Ili, 177 {Chnetogena assimilis). — Un O a Torre d'Isola, nel bosco di pini, in marzo; Miradolo, in aprile. 45. Cyrtophloeha nigripalpis Rnd. Ili, IsO. — Casottina presso Chi- gnolo, in maggio. 46. Miltogramma ruftcornis Mgn. — Rnd. Ili, 215. — Un solo esemplare a Travaccò Siccomario, in agosto; la pittura dell'addome corrisponde air incirca a quella della 3/. rutilans Mgn. (IV, 231) considerata infatti da Sehiner (I, 506) come varietà della riificornis, cioè le fa- scie nere dell'addome sono interrotte in modo da lasciare tre mac- chie all'apice dei tre segmenti posteriori. 47. Pyrrhosia vacua Rnd. IV, 67. — Zavattarello, agosto e settembre. 48. Eypostena setiventris Mcq. — Rnd. IV, 83. — Pietra Gavina, in agosto. 49. LaUcUgasteì- forcipatus Mgn. — Rnd. IV, 90. — Un o a Zavat- tarello, in agosto. 50. Scopolia cunctans Mgn. — Schin. I, 540. — Zavattarello in giugno. 51. Ocyptera tincticornls Rnd. IV, 129. — Miradolo, in maggio. 52. Phyto adolescens Rnd. IV, 139. — I due sessi a Zavattarello in agosto, 53. Chaefylia setigena Rm]. IV, 159 — Una $ a Zavattarello in ottobre. 54. Hyalomyia obesa Fab. — Rnd, V, 11. — Un cT alla Cà della Pa- glia presso Pavia, in giugno. 55. Elio zeta pellucens Mgn. — Rnd. V, 45. — Torre d'Isola e Linarolo in giugno; Miradolo, in luglio. 56. Binerà rufìfrons Rnd, V, 67. — Miradolo in maggio; Zavattarello e ^''accarezza in settembre. — 140 — e 57. Gastrolepta gentilis Rnd. Y, 154. — Un cf a Zavattarello in giugno. 58. Pollenia sordida Ztt. - Rnd. V, 198. - Mezzanella, marzo; Coalunga, luglio; Zavattarello, settembre; in tutti gli esemplari da me rac- colti il colorito è il medesimo: torace azzurro e addome, special- mente le femmine, verdeggiante. I palpi sono ferruginei, neri all'apice. 59. Sarcophaga Bezzii n. sp — Femora intermedia in area apicali anteriore pilis fulvisornata; abdominis segmentum secundum setis duabvs marginalibiis in dorso mnnitum : genitalia nigro-nitida ; tibiae posticae intus parce piìosae ; alarum vena quarta tantum longitudinalis ad ba- sini setidosa; vena secunda ultra transversam anteriorem satis producta ; spinula costalis valida. Long. mm. 4,5-9. Fronte più stretta degli occhi; setole delle guancie esili. Setole dorso-centrali del torace 5 ; intralari 2 ; presuturali 2, la prima nei piccoli esemplari esigua o mancante. Secondo segmento del- l'addome con due setole marginali robuste ed erette; protuberanza anale nera lucente, col primo segmento sporgente; pene (se estro- flesso) terminante in un organo a cinque uncini diretti in alto verso il ventre. I femori mediani presentano nello spazio esistente tra le se- tole anteriori e l'apice, dei peli di color giallo fulvo, che talora è sbiadito fino ad essere grigio; questi peli presentansi, ma meno evidenti, anche nell'area corrispondente posteriore ; femori posteriori inferiormente pelosi e insieme provvisti di setole ; tibie posteriori con lunghi ma radi peli alla meta distale interna. Costa delle ali con una spina robusta; quarta vena longitudinale con poche setole alla base; l'apice della seconda oltrepassa la prima trasversale : se- conda trasversale poco sinuosa e più lunga della distanza dall'an- golo della quinta che ò retto. Questa specie è subito riconoscibile per la macchia gialla ai femori che si trova non solo nel maschio, ma anche nella femmina : e per questo carattere si distinj^ue facilmente tanto dalle specie affini {clathrata Mgn., nigriventi^is Mgn., ecc.) quanto dalle altre nume- rose e difficili specie del genere. Comune per tutto l'anno entomologico nei dintorni di Pavia: l'ho trovata anche in altre località della pianura pavese come Torre d' Isola, Motta S. Damiano, Groppello, abbondantissima specialmente ai risi di Miradolo nel maggio. Dedico questa specie al prof. Mario Bezzi, degno continuatore del- — 141 — l'opera di Rondani e iniziatore delle ricerche ditteroìogiche nella provincia di Pavia. 60. S. soror Rnd. V, 106, — Saline di Miradolo in giugno; Zavattarello, pure in giugno ; Pietra Gavina in settembre. 61. .S. haemorrhoa Rnd. V, 121. — Un cf a Miradloo in giugno. 62. Tephromyia grisea Mgn. — Schin I, 573 ; B. B. Denk. 1891 p. 366 ; Brauer, Verhandl. 1893. p. 499. — Un cf e Zavattarello, una $ a Valverde, verso la metti di agosto. L'ala ha una spina costale, giusta la descrizione di Brauer Bergenstarana e contrariamente a Meigen (V, 18) e Schiner (!. e). Nuova per l'Italia. 63. Azelia Macquarti Staeg. — Rnd. VI, 40. — Un cf alla Mezzanella in maggio, colla cilipes Hai. 64. Spilogaster pagana Fab. — Rnd. VI, 82. — Un esemplare $ a Zavattarello in ottobre. 65. Sp. nigricolor FU. — Rnd. VI. 85. — Mezzanella, in maggio ; Clii- gaolo, pure in maggio. 66. Arida lasiophthalma Mcq. — Rnd. VI, 126. — Un O a Cbignolo, in maggio. 67. Hylemyia pullula Zìi. — Rnd. VI, 184. — Castellazzo (Chignolo) in giugno. 68. H. antiqua Mgn. — Rnd. VI, 186. — Mezzanella, maggio. 69. ChortopMla terminalis Rnd. VI, 207. — Mezzanella, maggio. 70. eh. cinerella FU. — Rnd. VI, 220. — S. Cristina, Casottina e Ca- stellazzo (Chignolo), in maggio. 71. Hammomyia aìhescens Ztt. — Rnd. VI, 236. — Ca' della Paglia, presso Pavia, in agosto. 72. Cordylura alhilabris Fab. — Schin. II, 4. — Una $ a Pietra Ga- vina in settembre con fascia frontale tutta nera. Per la variabilità del colore della fronte di questa specie non trovata da Rondani in Italia, la chiave sistematica data dal Rondani stesso (Scatoph. it. Atti Soc. It. Se. Nat. 1867, p. 96) deve essere corretta così: F. Arpista rufescens albilabris Fab. FF. Arista nigricans nigriseta Rnd. È specie del resto distintissima dnlle altre del genere per la mag- giore lunghezza delle antenne. 73. C. impudica Rnd. 1. e. p. 97. — Al Ruttino, presso Pavia e ai risi di Miradolo. Nei miei esemplari la fronte, a differenza di quanto dice Rondani, è rossa. — 142 — 74. Scatophaga maculipes Ztt. — Rnd. 1. e. p. 111. — Mezzanella, Groppello, Miracolo, 75. Helomyza nemorum Mgr.. — Rnd. 1. e. p. 123. — Zavattarello in ottobre. 76. Neuroctena anilis FU. — Rnd. Ortal. it. Bull. S. Ent. It. 1869, p. 9. — Un O di questa specie interessante, anche perchè rara al piano, presi alla Mezzanella presso Pavia verso la metà di maggio. 77. Coì'moptera limhata Mgn. — Schin. II, 51; Rnd. Sciom. it. Atti Soc. It. Se. Nat. 1868. p. 232. — Pietra Gavina, in agosto. 78. Tetonocera reticulata Fab. — Schin, II, 55. — Comune presso Pavia in tutto l'anno entomologico ; la raccolsi anche a Belgioioso, Miradolo e Chignolo. 79. T. punctifrons Rnd. 1. e. p. 222. — I due sessi a Pietra Gavina, alla fine di agosto. 80. Elgiva lateritia Rnd. 1. e. p. 211. — Un Cj di questa rara specie a Pietra Gavina, alla fine di agosto. 81. Psila gracUis Mgn. — Rnd. Chyliz. it. Bull. S. Ent. It. 1876, p. 191. — Copiosissima nei campi lungo la strada da Belgioioso a Torre de' Negri in aprile; Zavattarello in ottobre. 82. Oxyphora corniculata Ztt. — Rnd. Ortal. it. Bull. S. Ent. It. 1871, p. 4. — Una $ a Zavattarello, alla fine di agosto. 83. Lonchaea scutellaris. Rnd. Lonch. it. Bull. S. Ent. II. 1874, p. 271; Bkr. Lonch. 336. — I due sessi alla Mezzanella in aprile e maggio sulle foglie di ontano. 84. Palloptera parallela Lw. — Bkr. Lonch. 319. — Zavattarello in ottobre. 85. Sapromyza ftaviventris Costa. — Bkr. Sapr. 217; Rnd, Sciom. it. Atti S. It. Se. Nat. 1868, p. 240. — Zavattarello e Pietra Gavina in agosto. 86. Enieita annulipes Mgn. — Schin. II, 178; Rnd. Tan. it. Bull. S. Ent. It. 1874, p. 177. — Ho preso due esemplari O di questa bella e rara specie non osservata da Rondani, che la ritenne estranea al- l'Italia, a Miradolo in aprile e maggio. 87. Saltella scutellaris FU. — Schin. II, 184; Rnd. 1. e. 180. — Torre d' Isola in agosto. 88. Diehaeta brevicauda Lw. — Bkr. Ephydr. 103. — Al Rottino, presso Pavia, colla D. caudata FU. in marzo. 89. Notipldla annulipes Stenh. — Bkr. Le. 113. — Una $ a Pietra Ga- — 143 — vina alla fine di agosto: ha le tibie intermedie tutte rosse e le tibie posterioriori nere anche all'apice, onde non risultano annuiate. Un pelo fronto-orbitale esterno rappresenta la setola corrispondente delle Dichete. 90. Ephygrobia comta Mgn. — Bkr. 1. e. 143. — A Sabbione presso Pavia in marzo. 91. Parydra pusilla Mgn. — Bkr. l. e. 211. — Saline di Miradolo in maggio; caratteristica per le due setole ai lati del viso invece di una. 92. P. littoralis Mgn. — Bkr. I. e. 2l4. — Pietra Gavina in settembre. 93. Tlirijptochaeta fumipennis Mgn. — Schin. H, 289. — Al Rottine, presso Pavia, in marzo; a Miradolo in aprile. Un esemplare a Zavat- tarello in settembre ha le ali un po' più chiaro. — I caratteri gene- rici corrispondono in tutto a quelli dati dal Bezzi Diit. Calabr. 30. 94. DrosopMla jìhalerata Mgn. — Schin. II, 276. — Al Rottine in marzo. 95. Chloj'ops hì-unnipes Ztt. — Schin. II,21G. — Torre de'Negri (Bei- gioioso) in aprile. 96. Cì^assineta pecloralis Bzz. Bitt. Cai., 35. — Frequente presso Pavia. 97. Ochthiphila polystigma Mgn. Rnd. — Lonch. it. Bull. S. Ent. It. 1874, p. 260. — Miradolo in maggio. 98. Minchia formosa Lw. — Ztt. VII, 2720. — Una $ alla INIezzanella, sopra le piaghe di un pioppo. Concorda colla descrizione che ne dà Zetterstedt, salvo che l'addome è immacolato. 99. Phytomyza flava FU. — Schin. II, 314. — Chignolo in maggio. 100. Limosina sylvatica FU. — Rnd. Copr. Bull. S. Ent. It. 1880, p. 30. — Zavattarello in ottobre. Caratteristico il O per i due fa- scetti di peli all'apice dell'addome. — 145 — Dottor GIACOMO CECCOIVI CONTRIBUTO ALLA FAUNA VALLOMBROSANA INVERTEBRATI. L'amenissimo loco d' un verde claustro Quasi muro campestre, è circondato. Di cui la piana sommità presenta Una selva selvaggia e pini, abeti Vi fan prospetto e boschereccia scena ; Che pianta a pianta sormontando, al guardo Offrono un maestoso e svariato Teatro di foreste (Milton, Il Parndiao perduto, Hb. IV. Traci, di A.Maffei). « Non vi è italiano, non viaggiatore di oltremonti, il quale « venendo in Firenze per ammirarne le sue bellezze, trascuri « di recarsi nella calda stagione al romantico monte ed alla « Badia di Vallombrosa. « Il grandioso suo fabbricato, che mette in mezzo alla « clausura una devota, bella e ricca chiesa, fa contrasto alle « cupe foreste ed alle sempre verdi praterie che lo circondano. « Avvegnaché la natura selvaggia del luogo, la tinta nerastra « delle selve di abeti che lo iìancheggiano, alle quali annosi « faggi fanno corona, la caduta delle acque spumeggianti del « torrente Vicano di S. Ellero che romoreggia fra rupi im- « mense di cadenti macigni; l'erba ed i fiori montani che « cuoprono i tappeti di quei prati, i colpi delle scuri che, ab- Anno XXIX. 10 — 146 — « battendo le antenne naturali degli abeti, interrottamente in « quel silenzio rintronano, tutto ciò olire a chi contempla la « Vallombrosa un aspetto di malinconica solitudine tendente « al raccoglimento ed alla meditazione religiosa, siccome lo « offri nel secolo XV al divino Ariosto nel suo Orlando Fu- « rioso e più tardi all'inglese poeta Milton nel suo Paradiso « perduto. » Cosi scrive il Repetti nel suo Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana (1). E questo luogo cosi opportuno per chi voglia darsi al raccoglimento e alla meditazione oifre inoltre materia vastissima di studi per la quantità di esseri appartenenti cosi al regno animale come al vegetale. Vallombrosa si eleva oltre 950 metri sul livello del mare, e si presenta come un anfiteatro chiuso quasi tutto all' ingiro da monti; si trova fra il Val d'Arno fiorentino e quello del Casentino e ha alle sue spalle il monte Secchieta che si an- nesta coi gioghi più orientali di Pratomagno. Il sottosuolo è costituito in gran parte da una arenaria, che può riferirsi con certezza al periodo eocenico, ricoperto da un grosso strato di terriccio sul quale vegetano magnifiche foreste distinte in tre zone: quella cioè del castagno che appartiene alla zona infe- riore e che dal villaggio di Tosi (650 m.) si eleva fino a circa 960 metri; quantunque non tutti spontanei, ma coltivati in gran parte dai primi monaci vallombrosani, crescono pieni di rigoglio gli abeti bianchi, che maestosi arrivano a poco più di 1200 metri di altitudine, dove appunto cominciano ad al- ternarsi colle piante di faggio dominanti più in alto, quasi sole, la parte superiore di questa foresta fino a 1400 metri. Dopo i faggi (da m. 700 a m. 1450) si estendono grandi pra- terie, con carattere decisamente alpino, smaltate dalla Gentiana acaulis L., dai Mirtilli, da.\V Antennaria dioica Gaertn. e cosi via dicendo. Voi. V, p. 674, 184a. — 147 — Il clima è piuttosto fresco anche nell'estate, prima di tutto per l'esposizione a Nord-Ovest e poi anche per le pioggie, che, specialmente in primavera, cadono abbondantissime, e pei ru- scelli numerosi che scorrono abbastanza ricchi anche nel pe- riodo estivo. Per queste cause la vegetazione si presenta molto rigogliosa e anch' essa concorre in gran parte a mitigare il caldo dell'estate; quassù però non crescono soltanto castagni, abeti, faggi e le piante proprie di questi boschi e dei prati, ma se ne trovano in quantità moltissime altre, come, ad esem- pio, larici, abeti rossi, varie specie di pini, di aceri, di tigli ecc., sia spontanei come introdotti per scopi forestali ; e appunto, grazie ad una vegetazione cosi ricca, un numero grande di animali, e di insetti specialmente, trovano quassù condizioni ottime di vita. Quando nel mese di marzo al grosso lenzuolo di neve, che abbondante cade in questa regione durante l'inverno, subentra il verde dei prati e degli abeti, a chi arriva al Saltino colla strada ferrata a ingranaggio si presentano subito parecchie piante di Salix cuprea L., le quali cominciano già a svilup- pare le loro infiorescenze maschili; sopra queste l'entomologo può allora iniziare le sue caccio, poiché vi troverà fra gli imenotteri il Bomhus terrestris L., il B. lajjidarius L., la Xy- locopa violacea L., VApis menifica L., e parecchi ditteri fra i quali abbondanti V Eristalis nemorum L, e la Scatophaga ster- coraria L. Sui prati, che circondano l'antica Badia, cominciano a sbocciare qua e là piantine di Crocus vernus Ali., le quali in breve ora col loro bel colore sostituiscono quasi compiuta- mente il verde caratteristico dei prati; e appunto su questi fiori si trova costantemente il Bomhus terrestris L., il piccolo coleottero Omalium planum Payk. e qualche raro esemplare della farfalla Rhodocera rliamni L. Ma già dopo qualche giorno, dato che non piova incessantemente buona parte della pri- mavera, come spesso accade, cominciano a fiorire le piantine di Primula acaulis Jaq., Pefasites albus Gaertn., Helleborus viridis L., Scilla bifolia L., Corydalis cava Schw., Anemone — 148 — nemorosa^ L. e in breve tempo la vegetazione si fa cosi ricca e abbondante e gli insetti che visitano i fiori compaiono tanto svariati e numerosi che sarebbe troppo lungo voler qui dirne i nomi. A questi se ne aggiungono molti altri i quali si tro- vano sotto i sassi o sotto i tronchi marciti, unitamente a va- rie specie di crostacei, di aracnidi e di miriapodi; nelle acque delle vasche e del torrente Vicano, oltre a molti coleotteri, si trova una varietà di Limnaea peregra Milli, peculiare di quassù, molto comune, insieme con altri molluschi dei ge- neri Pisidium ed Ancylus e con un gran numero di individui dei generi Velia e Notonecta fra i rincoti; nelle piante di querele, di tigli, di salici, di faggio ecc., si notano spesso galle caratteristiche prodotte da varie specie di imenotteri e di ditteri ; i muschi, che adornano il piede dei castagni e che ricoprono di un verde manto le vecchie ceppale di abeto e le masse rocciose, offrono una quantità di acari e di invertebrati diversi; purtroppo frequenti e dannosissime riescono le gal- lerie che parecchie specie di coleotteri scavano sotto la oor- teccia o nel corpo legnoso degli abeti, degli aceri, dei faggi, dei pini e di molte altre piante, come pure sono caratteristici sui tronchi abbattuti i fori circolari e profondi prodotti dalla terebra dei Sirex; a migliaia vivono alcune specie di formiche sotto i sassi o dentro le ceppale di abeto o di faggio che a poco a poco, colle numerose e intricate gallerie, fanno scom- parire e riducono in un mucchio di terriccio. Una quantità di larve di lepidotteri si trovano dentro i rami e i tronchi di Acer^ Citisus^ Populus^ Pinus ecc., e non è raro il caso di ve- dere intere piante venire del tutto spogliate delle loro foglie da larve diverse, come succede spesso per alcune specie di Alnus, di Tilia e di Rosa^ attaccate rispettivamente da larve di Nematus sejjtentriotialis L., di Phalera hucephaìa L., di Hij- lotoma pagana Pz. ecc. Né durante l'estate, causa la tempera- tura che di rado sale a 29" nei giorni e nelle ore più calde, \ diminuisce punto il numero di insetti in questa regione: poi-^ che, mentre si incontrano meno le specie appartenenti a — 149 — qualche ordine, come ad esempio quelle dei ditteri e dei co- leotteri, si trovano numerosissime quelle degli imenotteri e dei lepidotteri. Al iDrincipiare dell'autunno però gli insetti comin- ciano a mostrarsi in numero minore, e col progredire di que- sta stagione diminuiscono tanto da ridursi a poche specie; mentre invece, fin dal termine dell'estate, compaiono molti molluschi dei generi Limax, Agriolimax, Heììx, Clausilia, Vi- trina ecc., che strisciano sulle roccie umide, lungo le strade o se ne stanno su piante diverse o sotto i sassi; anche i miria- podi e i crostacei, che vivono sotto le pietre, sotto la corteccia delle ceppale vecchie o sotto i tronchi fradici, compaiono molto numerosi in questa stagione. In generale alle belle e limpide giornate di agosto e set- tembre subentrano le nebbiose e piovose di ottobre, e ad una temperatura fresca ed asciutta subentra l'aria rigida e umida. Talvolta in ottobre cade anche la neve, la quale poi viene molto abbondante nei mesi di novembre e dicembre, ricoprendo spesso questa regione fino al principio di primavera. Essendo dunque cosi favorevoli le condizioni di vita per gli invertebrati e di conseguenza il loro numero veramente straordinario, nel desiderio che questa regione sia un po' co- nosciuta dal lato zoologico, e non si possa più oltre ripetere la frase giusta dello Schueider che « la ricerca di tutte le « specie di coleotteri che si trovano nella foresta di Val- « lombrosa è stata pur troppo trascurata dai professori di « scienze »■ (1) fin dai primi giorni che io era quassù, nelle poche ore libere e nelle rare gite che potei fare, attesi alla raccolta di animali in generale e di insetti in particolare, re- stringendo le mie ricerche a questa foresta che ha una super- ficie di circa 1300 ettari e particolarmente alle vicinanze del- l' Istituto dove potevo io andare anche nei brevi ritagli di tempo disponibili; così nel principio del passato anno, dopo (l) Vallovibrosa, von Dr. Oskar Schneider. — Braunschweig 1888. — 150 — pochi mesi eli soggiorno in questi luoghi, in una breve nota dal titolo « Beitràge zur Fauna von Vallomhrosa » inserita nel- V International Entomologìscher Verein di Guben, facevo notare appunto l'abbondanza grande di coleotteri (ricordandone più di duecento specie non ancora citate per Vallombrosa) e di insetti in generale; ed oggi dopo aver ^Ji'oseguito con ardore nelle ricerche, riassumendo anche le specie di invertebrati ri- cordati finora da altri, sono lieto di poter presentare numerosi cataloghi di invertebrati raccolti in questa regione, certo troppo trascurata e sulla quale non esiste fino ad oggi quasi altro che qualche lavoro di stranieri; attratti quassù dalla bel- lezza dei luoghi. Lo Schneider, nella già citata pubblicazione su Vallom- brosa, dopo aver parlato estesamente di questo luogo, presenta un catalogo di circa settecento specie di coleotteri (1) e scrive cosi: « Se da naturalisti italiani siano state fatte accurate ri- « cerche in fatto di coleotteri io non so: conosco solo le no- « tizie nel Catalogo sinonimico e topografico dei coleotteri della « Toscaìia ordinato da Ferdinando Piccioli e Bargagli nel « Bollettino della Società Entomologica Italiana. Fra i tedeschi « raccolsero colà: « 1) von Bruck (intorno al 1860).... della sua raccolta.... « il Dottor Bertkau trascrisse i nomi dagli Stafilinidi ai Coc- « cinellidi, di tutti gli esemplari muniti di cartellino indicante « come luogo di raccolta Vallombrosa, una lista di ottantasei « specie.... « 2) Dott. G. Dieck (sulla fine del 1860, una volta in « giugno) che, nella tredicesima annata della Beri. ent. Zeit- « schrift (1869), descrisse tre nuovi coleotteri ciechi di Val- « lornbrosa e inoltre indicò la straordinaria ricchezza di co- « leotteri dei dintorni di questo luogo.... (1) In qiiesto numero sono comprese alcune specie raccolte e classificate dal Pe- rona, professore di scienze forestali in qviesto Istituto, e molte altre ancora che lo Schneider, come dice lui stesso, ricevette dal soprannominato e dai professori Borzi e Solla, in diverse spedizioni. — 151 — « 3) G. CzAvalina (nel luglio 1873 tre giorni, nel lii- « glio 1874 quattordici e cosi pure nel 1875) che nella Deufsclie « ent. Zeitschrift (1884) pubblicò di Vallombrosa il nuovo Colon « puncticeps, come pure cita il Colon affine, dentipes e ap- « pendiculatum, e mi fece conoscere una lista di circa due- « cento specie che egli determinò dal suo materiale di Val- « lombrosa. « 4) Lo scrittore di queste linee, il quale nell'agosto « del 1873 fece colà raccolte per pochi giorni.... e nella prima « metà dell'aprile 1884 per circa una settimana e mezzo vi « fece accurate ricerche e specialmente vagliò insieme al Ba- « rone v. Hoppfgarten, il quale allora occupò nella ricerca « una settimana di più. « La lista che segue si fonda prima di tutto sulla raccolta « dell'autore e del suo egregio amico e compagno di ricerche « il Barone v. Hoppfgarten; le indicazioni degli altri signori « furon curate solo per le specie che non si rinvennero dai « due sopraccitati e sono distinte con le iniziali (P), (Br.), (D), « (Czw) e (Per) ». È vero purtroppo quanto dice lo Schneider perchè in fatto di coleotteri ricordati da italiani per Vallombrosa non esiste- vano allora altro che pochi nomi di carabidi citati dal Pic- cioli (1), una nota del Prof. A. Borzi dal titolo: Cenni sulla biologia del Phloeosinus (Hylesinus) Auhei Chapuis (2), dove tratta estesamente della vita di questo coleottero. Però quello che si è detto pei coleotteri deve a più forte ragione ripetersi per tutti gli altri tipi animali, poiché, eccettuate alcune cita- zioni del Berlese (3) per gli acari, dello Stefanelli (4), del Cal- (1) Bollettino della Società entomologica italiana: Anno I (1869) pp. 56-66, 205-220; Anno II (1870) pp. 32-55, 244-259; Anno III (1871) pp. 284-297; Anno IV (1872) pp. 259-272. (2) N'ito va rivista forestale ecc. Anno VI, 1883. (3) A. Berlese. Acari, Miriapocla et Scorpiones hucusque in Italia repe.rta. Pa- dova, 1882-92. (4) Catalogo illustrativo dei lepidotteri toscani. « Boll, della Soc. entomol. ital. » Anno I, 18(39, pp. 136-160, 236-245, 296-305. — 152 — berla (1) e dello Schneider (2) pei lepidotteri, del Gentiluomo (3), dell' Issel (4) e della Marchesa Paolucci (5) pei molluschi, non esiste, per quante ricerche abbia fatte, altro lavoro zoologico su Vallombrosa. Per eccitare quindi gli studiosi a fare lunghe ed accurate ricerche su questa fauna tanto ricca, mi sono risolto di pub- blicare i cataloghi delle siDccie da me raccolte, dichiarando che, oltre al fare le osservazioni che trovansi unite ai nomi di molti animali, mi occupai ancora della determinazione di spe- cie più facili a riconoscere, appartenenti a diversi gruppi, ri- correndo per le altre a valenti specialisti, all'esame dei quali sottoposi anche le specie da me identificate; ai signori Dottor Rosa pei lombrici, A. DoUfus pei crostacei isopodi. Dottor Riz- zardi per gli aracnidi che studiò nel Gabinetto Zoologico di Pavia, diretto dal Prof. Pavesi, Dottor Silvestri pei miriapodi, Dottor Grififini per gli ortotteri. Prof. Fiori pei coleotteri, Dottor Graeffe e Prof. Emery per gli imenotteri, Prof. Stefa- nelli, Ingegnere Curò e Conte Turati pei lepidotteri, prof. De Carlini per gli emitteri. Prof. Bezzi pei ditteri, Marchese Mon- terosato e Dottor Pollonera pei molluschi. Sono quindi in do- vere di presentare a tutti questi signori i miei più sinceri rin- graziamenti avendomi essi aiutato a rendere assai maggiore il numero delle specie conosciute finora per Vallombrosa, nella certezza che saranno aumentate di molto con raccolte accurate e con lo studio dei gruppi che per ora ho tralasciato del tutto in questi cataloglii. (1) Die Macroleitidoptcrenfauna der Ròmìschen Campagna vnd der angrenzpnden Provinzen Mittel-Italiens, von H. Galberla mit 1 Holzschnitten. Abdruck aus : Deut- sche entom. Zeitschr. Lepidopterologisohe Hef'te herausgegeben von der Gesellscliaft Iris zn Dresden. Ili Band, August 1890. Die Macrolepidopterenfauna etc... Abdruck aus: Correspondenz-Blatt des Ent. Ve- rein Iris zu Dresden, N." 4, 15 Juni 1887. (2) Lavoro citato. (3) Bollettino mulacoloejico italiano, 1868. (4) Idem. (.5) Idem, 1880. 153 Ver*mi (1). Fam. Lumbricidae. LumbricHS ruhellus Hofmeister. AUolobophoru comj^lanata Duger. — constricta Rosa. — chlorotica Savigo}'. A r» t r»o p o d i . CROSTACEI. Fam. Asellidae. Asellus aquatÀcus L Comunissima fra le alghe nell'acqua della vasca grande. Fam. Oniscidae (2). Trichoniscifs viridus Koch {Itea vivida Koch). Philoscìa miiscortmi Scopoli [Oniscus muscorum Scop.). — carsica Dollfus. — PUgtìiaca Budde-hund. Porcellio monianus Budde-hund. Si trova comune anche dentro i locali dell'Istituto. — jnimicatus Budde-hund. Cylìsticus convexus De Geer {Oniscus convexus De Geer). Platyarthrus Hoffmanseggi Brandt. Armadillitim sordidum Dollfus. — opacum Koch [Armadillo opacus Koch). (1) L'ordine seguito nella distribuzione dei vari tipi e ordini è quello stabilito dal Prof. Edmondo Perrier nel suo Traile de Zoologie piabblicato quest'anno. (2) Tutte le specie di questa famiglia le trovai sotto i sassi e sotto i tronchi marci nei dintorni di Vallombrosa, specialmente nelle abetine. — 154 — ARACNIDI. Fam. Mygalidae. Mygale cellicola Sav. Un solo esemplare (^ giovane. Fam. Attidae. Philaeus chrysojìs Poda. Non frequente, Plexyppus Paykullì Sav. Sotto le pietre. Attus erraticus Walck. Frequente. Calliethera mutahilis Lue. Ictus notahilis Koch. C. Non comune. Ballus depressus Walck. Hasarius falcatus CI. Abbastanza frequente su piante erbacee. — jucundus Lue. Fam. Lycosidae. Ocyale mirahìlis CI. È una delle specie più comuni. Lycosa albofasciata Br. Sotto i sassi, — radiata Latr. Come la precedente. — nemoralis Westring. Come la precedente. Trochosa trabalìs Koch. C. Frequente sotto le pietre nel bosco. Pirata piraticus CI. — tenuitarsis Sim. Pardosa fervida Sim. Una sola 5- — proxima Koch. C, Fam. Oxyopidae. Oxyojjes lineatus Latr. Fam, Heteropodidae. Micrommata virescens CI. Fam. Thomisidae. Xysticufi Kochi Th. Comunissiraa sulle piante. — lanio Koch. C Su piante erbacee; rara. — Ninni Sim. Comunissima sui prati. — moria Koch. C. Sulle piante. — 165 — Synema globosum Fabr. Comune. Heriaeus Savignyi Sim. Frequente sulle piante erbacee dei prati. Diaea dorsata Fabr. Parecchi maschi, fra cui uno a colori molto vivaci. Sui fiori di piante erbacee. Thomisus honustus Wlk. Abbastanza frequente sui fiori. Phylodromus rufus Wlk. Non frequente; su piante erbacee. — glaucinus Sim. Abbastanza comune sulle erbe dei prati. — margaritatus CI. Misumena vatia CI. Frequentissima su piante e fiori diversi. Eam. Epeiridae. Oyrlophora opuntiae Duf. Non frequente; sui fiori. Epeira angulata CI. — ceropegia Wlk. Abbastanza frequente dentro i locali del- l'Istituto. — diadema CI. Parecchie $. Su piante diverse. — dromedaria Wlk. — patagiata CI. Abbastanza frequente. — circe Sav. Un solo esemplare della vecchia collezione in- dicato come di Vallombrosa. — Reda Scop. — grossa Koch. C. Non troppo frequente. Singa hamata C\. Sui fiori. Zilla atrica Koch. C. Su piante erbacee Meta segmentata CI. Sui fiori di piante diverse. — Merianae Scop. Un giovane (^ a colori molto vivaci. Tetragnatha extensa L. Comune su piante erbacee. — montana Sim. Pachygnatha Clerckii Sund. Su piante erbacee diverse. — De Geeri Sund. Come la precedente. Fam. Uloboridae. Uloborus Walckenaeri Latr. Fam. Theridionidae. Theridlon aulicum Koch. C. — formoswìi CI. — dentlculatum Walk. Su piante erbacee. — 156 — Theridion simile Koch. C. Come la precedente. — sisyphum Wlk, Come la precedente. Phyllonethis lineata CI. Euryopis acuminata Le. Lithyphantes Paykullianus Wlk. — corollatns L. Linyphia montana CI — triangidaris CI. Eam. Agelenidae. Coelctes atropos Wlk. Frequentissima. Tegenaria campestris Koch. C. Sui prati. — parietina Frc. Comune. Agelena lahyrinthica CI. Non frequente. Textrix coarctata Dai'. Abbastanza comune. — denticulata Oliv. Su piante diverse. Fam. Dictynidae. Dyctina arundìnacea L. Titanoeca alhomactdata Lue. Sotto i sassi. Amauì'obius fenesti alis Stroem Sotto le pietre nell'abetina; non frequente. Fam. Drassidae. Prosthesima fuscipes Koch. L. — barbata Koch. L. Drassus lapidosus Wlk. Sotto le pietre. Pythonissa exornata Koch. C. Molto frequente sotto le pietre nel- l'abetina. Chiracanthhim italicum. Can. e Pav. Rara. — Mildei Koch. L Anyphaena accentuata Wlk. Sui fiori. Micariosoma flavitarse Lue. Abbastanza comune. Fam. Dysderidae. Dysdera erythrina Koch. C. Comunissima sotto le pietre nel- l'abetina. — 157 — Segestria fiorentina Rossi. Abbastanza frequente sotto i sassi. — senoculata L. Non frequente. Fam. Filistatidae. Filistata testacea Latr. Sotto le pietre. Fam. Phalangidae. Phalangitim opìlio L. Comune fra le erbe dei prati. — prophiqimm Lue. È la specie dominante in questa regione; si trova dappertutto durante la buona stagione. — Canestrini Th. Fra le erbe dei prati. — parietinum De Gfeer. Fra le erbe al margine delle abetine e sui prati. Liobunum hemisphaericum Herbst. Come la precedente, ma abba- stanza rara. — Doriae Can. Abbastanza comune fra le piante erbacee. Dasylohus nicaensis Th. Acantholnplius echinatus Lue. Fam. Ischnuridae. Euscorplus flavicaudis De Geer. Sotto i sassi lungo la via del Lago; è specie molto rara quassù. — italicus Herbst. Come la precedente. Fam. Oribatidae. * Hoplophora magna Nic. (1). * — strictda Koch. * Leiosoma pyHgerum Beri, . * Orihates jjusillus Beri. * — Edwardii Nic. * — gracilis Mieli. * Oppia conformis Beri. * — Berlesii Leon. * Belba sufflexa Beri, — tecticola Beri. * Angelia inurcinides Beri. (1) In qiiesti cataloghi le specie mnuite di * sono quelle ricordate iirima d'oggi per Vallombrosa nei lavori già menzionati. — 158 — Fam. Gamasidae. * Uropodaf lagena Beri. * Helostaspis alpinus Beri, * Ijihidosoma ovatum Beri. * Gamasus cormdiis Can. * Laelaps jAacbntula Beri, Fam. Trombidiidae. * Tromìndium longipalpe Beri, * Tromhidium saìiguineum Koch. * — gymnopterorum L. var. erythraelliim Kocli. * Bryohia speciosa Koch. MIRIAPODI. Fam. Scolopendrellidae. Scolopendrella immaculata Newp. Comune sotto le pietre molto interrate. Fam, Scutigeridae. Scutigera coleojytrata L. Sotto le pietre umide attorno al fabbri- cato dell'Istituto. Fam. Lithobiidae. Litobius fasciatus Newp, Assai comune sotto i sassi e sotto i tronchi di abete caduti, in tutta la buona stagione. — forficatus L, Come la specie precedente. — mutahilis L. Koch. Poco frequente sotto la corteccia degli alberi, — calcaratus C, Koch. Rara, sotto i sassi dell'abetina, — lucifugus L. Koch. Abbastanza comune fra i sassi. — audax Mein. Specie poco frequente, sotto i sassi nelle abetine. Fam. Geophilidae. Geophilus flavidus C. Koch. Poco frequente sotto le pietre e fra il terriccio nelle abetine. — 159 — Geophilus carpophagus Leach. Comune fra i detriti vegetali e sotto le corteccie degli alberi marciti. — simplex Gerv. Poco frequente, fra i sassi e fra i detriti vegetali. Schendyla nemorensis C. Koch. Comune sotto le pietre, fra i de- triti e il terriccio. Chaetechelyne vesuviana Newp. Sotto i sassi e sotto i detriti. Scolioplanes acuminatus Leach. Comune sotto i sassi, sotto la cor- teccia degli abeti caduti e sotto le scortecciature degli alberi. — crassipes C. Koch. Specie rara, sotto i sassi nell'abetina, Stigmatoyaster gracilis Mein. Assai comune sotto le pietre nelle abetine al terminare dell'estate e in autunno. Fam. Scolopendridae. Cryptops liortensis Leach. Frequente sotto i sassi e fra le scor- tecciature delle abetine. Fam. Glomeridae. Glomeris connexa C. Koch. Comune fra le foglie ed i sassi am- mucchiati e sotto le scortecciature degli alberi. Fam. Folydesmidae. Polydesmus comijlanahis L. Non frequente sotto la corteccia delle ceppale marcite di abete. — dispar Silv. Specie rara, sotto le pietre ed i detriti lungo il margine del bosco. — collaris C. Koch. Comune nelle abetine sotto i sassi e i tronchi marciti. Fam. Ghordeumidae. Chordeztvia silvestre C. Koch. Specie rara fra i detriti. Fam. Craspedosomidae. Atractosoma Cecconii sp. n. Silvestri (1). Vive sotto i sassi al (1) Ho creduto bene di unire la diagnosi delle due nuove specie di invertebrati (un miriapode e un limacide) da me raccolti quassù. Debbo alla gentilezza del — 160 — margine delle abetine. Alzando i sassi si vedono gli individui attaccati alla loro superficie inferiore, im- mobili e al momento della cattura si avvolgono a spira e cadono. Fam. lulidae. luhis sabulosus L. Comune in estate tra le foglie e sotto i sassi lungo i fossi asciutti e lungo le strade. — Cavannae Beri. Comune fra le foglie cadute. Diploiulus dicentrus Latz. Comune fra le scortecciature degli alberi. — decipiens Beri. Come la specie precedente, ma rara. Ophiiulus pilosus Newp. Comune fra i detriti e sotto i sassi al margine delle abetine- Pachyiulus oenologus Beri. Abbastanza frequente nei tronchi e nelle ceppaie marcite di abete, fra i sassi e fra le scortecciature degli alberi. Fam. Polyzonidae. Hirudisoma ]?alliduìn Fanz. (Jomune fra i detriti, ì sassi e sotto la corteccia di abeti marciti verso Buca di lupo in Ottobre. Dofct. Filippo Silvestri la iliagnosi di questo nuovo miriapodo, uon ancora da Lui pubblicata: Color rafo-fuscus, carinis riifescentibus, linea dorsali mediana rvfescente. Caput normale. Oculi triangulares, ocellis distinctissìmis. Antennae longae. Carinae laterales latitudine dimidii dorsi vix minores, supra rotundatim infla- tae, angulo antico rotundato, postico vix vix acuto. Setae internae et laterales superio- res breves, introrsum vergentes, laterales inferiores longiores e.vtrorsum aliquantum vergentes. Somita 4 ultima carinis nullis. Pedes longi. O organum copulativum : par anticuiu columnis medianis, apice recurvato, atte- nuato, ad basim proccssibus duobus acutis auctis, hrachiis lateralibus apice attenuato et lateraliter proccssibus spiniformibus instructis ; par x>osticum columnis duabus bre- vibtis, crassis constitutum. Long. corp. mm. 16; lat. corp. mm. 2. — 161 — INSETTI. PSEDDONEUROTTERI. Fam. Agrionidae. Sympycna fusca V. d. L. 5- Agrion liastulatum Chp. ? (^. — sp. ? Fam. Aeschnidae. Aeschna cyanea Miill. Comune in estate vicino alle acque. Fam. Libellulidae. Libellula dejìressa L. Abbastanza frequente in estate. Diplax striolata Chp. Comune. Ortotteri. Fam. Forficulidì. Forficula auricnlaria L. Molto frequente sotto i sassi e sotto i tronchi marci. Chelìdura Orsinii Gene. Comunissima sotto i tronchi fradici. — acanthopygia Gene var. Un solo maschio. Fam. Blattidi. Ectohia lapjìonica L. Molto comune sotto i sassi e fra l'erba, fra i muschi e nei locali dell' Istituto. — — var. dispar Bon. 1 esemplare. — livida Fabr. Una sola femmina. Periplaneta orientalis L. Frequente nei luoghi umidi e oscuri dentro l' Istituto. Fam. Mantidi. Mantis religiosa L. Abbastanza frequente nei prati. Fam. Locustidi. Barhitisies sp. Anno XXIX. 11 — 162 — Locusta viridissima L. Frequentissima sui prati in estate. — cantans Fiiss. Comune sui prati dalla primavera all'autunno. Decticus verrucivoriis L. Abbastanza frequente in estate. Platycleis grisea Fab. Comune nei dintorni del castello del Conte Resse sul finire dell'estate. — sejnum Yers. var. Un solo esemplare. Ephippigera sp. Dolichopoda palpata Sul?. Un maschio in cantina. Fam. Grillidi. Gryllotalpa vulgaris var. co2)hta Haan. Poco frequente. Gryllus campestris L. Comunissima sui prati durante la buona stagione. — desertus Pali. Poco frequente. Fam. Acrididi. Stenohotrns moria Fab. Specie molto abbondante sui prati di Secchieta in estate. — vagans Fieb. Molto comune dappertutto. Oedipoda mimata Pali. Non frequente. — coerulescens L. Numerosa dappertutto al terminare del- l'estate e al cominciare dell'autunno. Pachytylus cinerascens Fab. var. Non frequente. Tettix sabulatus L. var. Un esemplare soltanto. — depressus Bris. Abbastanza comune. Coleotteri. Fam. Cicindelidae. Cicindela campesUns L. Comincia a comparire sui primi di mag- gio e trovasi comune in estate nei luoghi soleggiati. * — cam2?estris var. coniuncta Torre. Fam. Garabidae. Calosoma inquisitor L. Ne trovai un esemplare nella vecchia raccolta di coleotteri coli' indicazione « Vallombrosa ». * — sycophanta L. Rarissima a Vallombrosa; trovasi abbastanza comune più in basso verso Pian di Melosa in luglio. — 163 — * Carahus violaceus L. Il Piccioli trovò questa specie sotto le pietre e le borraccine; io ne trovai qualche individuo fra l'erba dei prati. * — — var. exasperatus Duft. Forse il v. Bruck aveva cosi determinato la varietà che segue, ma non è cre- dibile che la var. exasperatus si trovi a Vallombrosa. — — — picenus Villa. — Bossii Dej. Il Piccioli trovò questa specie in prossimità dei boschi e nei prati umidi, io ne trovai un indivi- duo sotto un sasso lungo la strada del lago, in ot- tobre e un individuo fu trovato dal dottor Rousseau di Bruxelles nel castagneto in agosto. * — granulahis Z. Questa specie fu raccolta dal Piccioli nei prati umidi e nei boschi. — cancellatus Illig. var. ? Abbastanza frequente durante la buona stagione sotto i sassi lungo il margine dei boschi. I molti esemplari da me raccolti non appar- tengono certo alla specie tipica, ma ad una varietà ben difficile a determinare. Probabilmente è la var. in- termedms Dej ricordata dallo Schneider, e credo che siano la stessa cosa gli esemplari citati come var. emarginatus Duft. dal Piccioli, che dice in proposito: « Non abbiamo potuto fin qui rintracciare il tipo « di questa specie in Toscana, ma solamente la va- « rietà sopracitata la quale trovai presso i ceppi « marciti degli abeti. Piuttosto rara. Appennino di « Vallombrosa ». Certamente è lo stesso animale citato con nomi diversi, dei quali forse nessuno è giusto, giacché può trattarsi di una varietà nuova. * Carahus alysidotus Illig. Il Piccioli dice aver trovato questa spe- cie in primavera avanzata nei prati umidi. * — convexus F. Specie abbastanza comune sotto i sassi in estate. * Cychrus italicus Bon. Ne trovai qualche raro individuo sotto i tronchi fradici nell'abetina verso monte Porcellaio, in estate; il Piccioli dice di aver trovata questa spe- cie piuttosto rara sotto le pietre. * Leistus spinibarbis F. È specie comunissima in primavera e sul — 164 — principio dell'estate sotto le pietre, dentro la corteccia degli alberi marci e fra la borraccina. * Leistus fulvibarbis Dej. È specie ricordata dal Piccioli che dice vivere come la precedente. * _ rufomarginatus Duft. Il Piccioli dice che questa specie vive come la precedente, ma che è più rara. * Nehria Jockischi Sturm. Come dice anche il Piccioli, vive sotto le pietre nell'abetina. * — brevicollis F. La trovai sulla fine di maggio a Buca di lupo e in altri luoghi; il Piccioli la raccolse sotto le pietre nei luoghi ombrosi ed umidi. * — tihialis Bon. Pu raccolta dal Piccioli sotto le pietre nei boschi di abete e di faggi, come pure io la trovai comunissima. * — fnlvivenfris Bassi. Nel Vicano presso l' Istituto e sotto i sassi lungo il fosso dei Bruciati; è specie frequente. * NotiopMlus semipunctatus F. * — Uguttatus F. Comunissimo sotto le pietre dell'abetina, durante tutta la buona stagione. * — quadripunctatus Dej. * — suhstricdus Waterb. * — geminaUis Dej. Elaphrus idiginosus F. Comunissimo negli acquitrini vicino alla Macinaia in agosto. * Tachypus caraboides Schrk. Il v. Bruck raccolse questa specie nel Yicano. * — — var. nebulostis Rossi. Secondo lo Schneider questa specie è comune nei greti dei fiumi, nei luoghi umidi e arenosi. * — pallipes Duft. * — flavipes L. * Bembidion lampros Herbst. Abbastanza comune sotto le pietre dell'abetina nella seconda metà di marzo. — punctidatum. Drap. Non frequente sotto le pietre presso l'acqua. — ustulatum L. Sotto i sassi * — praeustìim Duv. * — ? heterocerum Thoms. — 165 — * Bertihidion nitididnm Marsh. * — hrimnicnrne Dej. E specie che si incontra molto raramente sotto i sassi. * — hypocrita Dej. * — elongatiim Dej. Specie non frequente sotto i sassi nei luoghi umidi. * — quadriguttatum Oliv. — articulatum Gyll. * Tachys quadrisignatus Duft. — bistriatus Duft. * Tachyta nana Gyll. Abbastanza rara sotto le pietre nell'abetina. * Anillus florentinus Dieck. * Scotodipnus Saulcyi Dieck Sotto le pietre profondamente inter- rate in primavera. Ne trovai un individuo in agosto al limite superiore dei faggi verso Secchieta e 3 in- dividui sotto una grossa pietra profondamente in- teirata. * Trechus quadristriahis Schrnk. Molto numerosa sotto le pietre dell'abetina. * — Fairmairei Pand. (= hmotatus Putz.) come la precedente. * Platymis ruficornis Goeze. Ne trovai pochi individui sotto i sassi, vicino al Conte Resse e sotto la corteccia di abete marcito, in aprile. — iunceus Scop. * — cianeus Dej. Il Piccioli trovò questa specie sotto le scorze degli alberi e sotto le pietre. * — sexpunctatus L. Questa specie fu dal Pecchioli trovata nei luoghi umidi, in prossimità dei terreni e nei boschi. — Mulleri Herbst. * — dorsalis Pont. f=r prasinus Thumbg. ricordata dal Pic- cioli e V. Bruck nei luoghi umidi, fra l'erba e sotto le pietre a Vallombrosa). * Olisthopus rotundatus Payk. Sotto le pietre. * — glahricollis Germ. * Synuchus nivalis Panz. * Calathus hictnosus Latr. — fuscipes Goeze. Non troppo frequente sotto le pietre nel- l'abetina. — 166 — * Calathus fiiscipes var. punctipennis Germ. Sotto la corteccia de- gli alberi e sotto le pietre nell'abetina. — melanocephahis L. Non troppo frequente sotto i sassi del- l'abetina verso la fine di marzo. Trovai qualche raro individuo in luglio in Secchieta e a Buca di lupo sotto i sassi. — — var. aljnnus Dej. Un esemplare. — mollis Marsh. Frequente sotto le pietre dell'abetina. * Laemostenes inequalis Panz. * Platyderus ruficollis Marsh. Tiovai qualche individuo a Buca di lupo e al Saltino in estate. * — rufus Duft. Il Piccioli trovò questa specie sotto le pietre, le borraccine e le foglie secche. * Poecilus cupreus L. E ricordata dal Piccioli nei fossi e nei prati sotto le pietre e al piede degli alberi. * Pterostìcus picimanns Duft. Fu trovata al piede degli alberi e sotto le pietre dal Pecchioli. — nigrita F. Non molto comune sotto le pietre nell'abetina. — diligens Sturm. Come la precedente. * — melas Creutz. Il Pecchioli la rinvenne sotto le pietre. * — hungaricus Dej. * — cristatus Duf. Un solo individuo sotto un sasso. — phaeopus Chaud. Comune sotto le pietre dell'abetina verso la fine di marzo. Credo che sotto questo nome debba comprendersi il micans Heer, ricordato dal Piccioli e V. Bruck, perchè certamente il micans non trovasi a Vallombrosa. * — impressicollis Frm. Comunissimo da per tutto sotto i sassi. Comprendo, sotto questo nome, la specie va- gepunctatus Heer, ricordata dal Piccioli e v. Bruck, poiché questa non si trova certo a Vallombrosa. — Escheri var. apenninic^cs Fiori. Un esemplare sotto le pietre. Comprendo sotto questa specie il multipun- ctatus Dej. e VTvani Dej. citato dal Piccioli, impos- sibili a trovarsi quassù. * Abax contractus var. ciirtulus Fair. E comunissima dalla prima- vera all'autunno sotto i sassi nell'abetina. Comprendo sotto questa specie VA. striola F,, raccolta dal Pic- cioli, quassù certo impossibile a trovarsi. — 167 — * Percus Passerina Dej. Comincia a comparire sui primi di mag- gio, e si trova ancora qualche esemplare nei primi di settembre, sotto i sassi nello abetine e qualche volta dentro le ceppaie marcite di abeto. Non si presenta sempre colla medesima frequenza : nel 1894 trovai questa specie comunissima, meno numerosa nell'anno seguente e molto scarsa nel 1896 e 1897. * Molops ovipennis Chaud. Non molto frequente sotto i sassi a Buca di lupo. Riferisco a questa specie il M. Cottela Duft. ricordato dal Piccioli e v. Bruck. — — var. medhis Chaud. Comune sotto i sassi. * Amara fulvijìes Serv. (-= striatopunctafa Dej., citata dal Piccioli e V, Bruck). Frequentissima. * ovata F. (= trivialis Duft.). — — var. adamantina Kol. Comunissima sotto le pietre nell'abetina. * — communis Panz. Ne trovai qualche raro individuo sul muricciuolo dello Stradellone. — curia Dej. Sotto le pietre nell'abetina. * — aenea Degeer. Comunissima sotto i sassi e tra i fiori di Crocus vernus nei prati, in marzo. * — famelica Zimm. — familiaris Duft. Un solo individuo. * Ophomis incisus Dej. * — puncticoUis Payk. * — mendax Rossi. * — 29Z«6e.sce?is Muli. (— ruficornis Fab., trovata sotto le pietre dal Piccioli). Io la trovai molto frequente. Ophonus griseus Panz. Comunissima. Harpalus aenens F. Piuttosto frequente sotto i sassi. — — var. ? * — psittaceiis Fourcr. (=: distinguendus Duft. ricordata dallo Schneider). * — rubripes Duft. Il v. Bruck la trovò sotto le pietre in vicinanza dei boschi. * — — var. sobrinus Dej. Frequente. — latns L. — hcteicornis Duft. — 168 — Earpalus fuliginosus Duft. * — hottentotta Duft. * — laevicollis Duft. Il v. Bruck trovò questa specie nei prati sotto le pietre. — — var. nitens Heer. Comune. — neglectus Dej. * — rufitarsis Duft. (= ignavus Duft,, trovata dal Piccioli). — sulphiiripes Germ. * — tenehrosus Dej. — dimidiatus Rossi. A Buca di lupo e al Saltino in maggio; la var. caspius Stew., che il v. Bruck raccolse al piede degli alberi, sotto le pietre e fra le siepi, è da ritenersi sinonimo di questa specie. * — serripes Quens. Il v. Bruck dice di aver raccolto questa specie sotto le pietre e al piede degli alberi; io la trovai al Saltino verso la fine di maggio, non fre- quente. — • tardus Panz. Frequente sotto le pietre nell'abetina, * — flavicornis Dej. Bisognerebbe avere sott'occhio gli esem- plari dell' H. anxius Duft. ricordati dal Piccioli e V. Bruck perchè credo appartengano a questa specie. * Anisodactylus hinotatus P. Fu raccolta questa specie dal v. Bruck sotto le pietre nei luoghi umidi, nei prati e al piede degli alberi. La trovai in maggio non frequente. * Licinus agricola 01 iv. * — Eoffmannseggi Panz. Fu raccolta sotto le pietre dal Piccioli. * Chlaenhcs nitididus Schrank. Abbastanza numerosa alla fine di estate sotto le pietre umide nella vasca detta dei gamberi, la quale, piena d'acqua d'inverno, si asciuga del tutto d'estate. — vestitus Payk. Ne trovai qualche individuo insieme con quelli della specie precedente. — velutinns Duft, Un esemplare nella vecchia collezione di coleotteri, indicata come di Vallombrosa. Callistus lunatus F. Sotto i sassi e fra l'erba in maggio. Lehia cyanocephala L. Al piede degli alberi. — crux minor ]j. Frequente sui fiori di Composte, * — — — var. nigripes Dej. — 169 — * Metahletus truncatelhis L. Un solo esemplare. Blechrus maurus Sturm. Il Piccioli la trovò vivere sotto le scorze e al piede degli alberi, nelle borraccine ecc. Con certezza a questa specie deve riferirsi il B. già- bratus Duft., ricordata pure per Vallombrosa dal Piccioli colle stesse abitudini del ivanrz^s. Apristus subaenens Chd. * Dromius Unearis Oliv. * — agilis ¥. Fu raccolta dal v. Bruck sotto le scorze e al piede degli alberi. — — var. bimactdatns Latr. * — fenestralns F. * — qtiadrimaculatus L. * — melanocephalus Dej. Si incontra raramente. * Cymindis humeralis Fourcr. Fu raccolta dal v. Bruck sotto le pietre. * — axillaris F. Come la precedente. * — — var. etnisca Rossi. Il Rossi, il Piccioli e lo Schnei- der trovarono questa specie sotto le pietre nell'abetina. * — Gingillata Dej. * Brachynus crepitans L. (= explodens Steph.). A proposito di questa specie raccolta a Vallombrosa, il Piccioli dice: « Come tutte le sue congeneri questa specie vive « gregaria sotto le pietre e al piede degli alberi, ed « ha lacoltà di emettere dall'orifizio anale un vapore « corrosivo e di odore forte, producendo piccole « esplosioni, lo che ha procurato a questa specie il « nome di Bombardieri ». * — psojìhia Dej. Fam. Ditiscidae. * Deronectes Aubei Muls Ne raccolsi un solo individuo nell'acqua della vasca, in maggio. * Eydroporus tessellatus Drapiez. — discretus Fair. Non frequente. Agabus didymiis Oliv. Nella piccola vasca dell'Arboreto Siemoni in estate. — guttattis Payk. Come la specie precedente. — 170 — Agabus biguttatus Oliv. Comunissima nelle vasche e lungo il Vicano. * — bipustulatus L. Come la specie precedente. * — bipunctatus 01. — maculatus L. Nella piccola vasca dell'Arboreto Siemoni in estate; rara. Dytiscits marginalìs L. Non troppo frequente nelle vasche di Vallombrosa e del Vignale, in maggio. Hydaticus transversalis Pontopp. Un solo esemplare nella pozza vicino alla Macinaia. Acilius sulcatus L. Una $ nella vasca dell'Arboreto Siemoni in Maggio. Fam. Gyrinidae. * Gyrinus natator Ahr. Numerosissima nelle acque delle vasche e del torrente Vicano. Eam. Hydrophilidae. Helochares lividus Forster. Un esemplare. Anacaena globulus Payk. Piuttosto frequente. Limnebius mucrnnatus Bandi. Numerosissima sotto le pietre im- merse nell'acqua in un fosso prima di Massa al Monte verso la fine di marzo; fino a tutto l'estate nei fossi. Cercyon flavipes F. * Megasternum boletofagum Marsh. Sphaeridium scarabaeoides Li. Piuttosto rara. — — var. 4:-maculahim Kiist. * Helophorus griseus Herbst,, var. brevipaljns Bed. * — obscuriis Muls. var. longnliis Kuw. * Ochthebius granulatus Muls. Nelle acque del Vicano verso la fine di giugno. * — hicolon Ger. * — opacus Baudi. Sotto la corteccia di abete marcito in aprile. Hydraena (1) subsequens Rey. Piuttosto frequente in estate nelle acque del Vicano sotto i sassi. Riferisco a questa (1) Lo Schneider fa notare che l'asserzione del Kxiwert, cioè che 1'//. KiesentoeU teri si trovi a Vallombrosa, è errata. — 171 — specie, ma con riserbo perchè bisognerebbe avere gli esemplari, l' H. nìgrita Germ. ricordata dallo Scbneider. Eydraena spinipes Bandi. Nelle acque del Vicano sotto i sassi. * — emarginata Rey. Non troppo frequente nelle acque del Vicano. * — gracilis Germ. * — monticola Rey. La raccolsi molto di frequente nell'acqua del Vicano. * — Sieboldi Rosh. Fam. Parnidae. Elmis Germari Er. Non frequente. * — Volkmari Panz. * — opacus Miill. * Esolus angustatus Milli. Comunissima. Lareynia obscura Miill. * Parnus niveusf Heer. (^i: Dryops niveaf citata dal Dieck.). Temo che questa specie non si trovi a Vallombrosa tanto più che il Dieck stesso la mette col punto interrogativo. Eam. Staphylinidae. * Ocalea concolor Kiesw. Dubito che si tratti della specie seguente. — rivularis Mill. * Oxypoda vittata Mark. * — ojjaca Grav. * — timbrata Gyllh. * — platyptera Frm. * — togata Er. * — annularis Sahlb. Aleochara tristis Grav. * — bisignata Er. * — nitida Grav. * Dinarda dentata Grav. La trovai a Buca di lupo in società colla Formica sanguinea negli stessi formicai dove più tardi raccolsi la specie che segue. * Lomechusa strumosa Fbr. La raccolsi solamente sotto i sassi nei prati a Buca di lupo nel maggio in società colla Formica sanguinea. — 172 — * Atemeles emarginatus P&yk. * Myrmedonia cognata Mark. * — lugens Grav. * Drusilla canaliculata F. * CalUcerus obscurus Grav. * Colpodota parva Sahlb. {= Homalota stercoraria Kr.j. * — jjarens Rey. (=: Homalota parens Rey.). * — fungi Grav. (^n Homalota ftcngi Grav.). * — - — var. clientula Er. (=r Homalota fungi var. clien- tula Er.). Amischa analis Grav. {-=: Homalota analis Grav.). * Dinar aea linear is Grav. Lioguta vicina ? iSteph. Piuttosto frequente. — annidata f Fauv. Non comune. * Atheta Regi Kiesw. * — trinotata. Kr. * — crassicornis F. (= sericans Grav.). * — pallidicornis Thoms. * — hggrotopora Kr. * — palustris Kiesw. * — Schneideri Epp. * — celata Er. (== vicina Kr ). * — amicida Steph. * Falagria nigra Grav. * Bolitochara lucida Grav. * — Mulsanti Sharp. * -- bella Marck. * Leptìisa anglista Aub. (-- analis GylL). * — haevìorrhoidalis Heer. (= f umida Er.). * — rufìcollis Er. * — scabripennis Rey. * — Bruchi Scriba. * — impennis Epp. * — rugosipennis Scriba. * Hypocyptus longicornis Payk. Tachinus hnmeralis Grav. — pallijies Grav. * — rufipes Deg. — 173 — Tachinus laticollis Grav. — fimetaniis Grav. Tachyporus solutics Er. Sui fiori di Lunaria rediviva sui prati, in aprile. * — atriceps Steph. * — macropterus Steph. — — var. Abner Saulcy. Non troppo frequente sui muric- ciuoli dello Stradellone in maggio. — pusillus Grav. Qualche individuo sui fiori di Lunaria re- diviva verso la Sega, in aprile. * — nitidulus F. È la specie più comune del genere. * Oonurus pìibescens Payk. * — pedicularius Grav. * Bolitohius lunìdatus L. * — trinotatus Er. * Mycetoporus splendidus Grav. * — — var. longicornis Màkl. * — Bruchi Pand. — brunneus Marsh. Piuttosto rara. * — — var. longulus Mannh. * — — var. bimacAilatus Lac. * — angularis Rey. * — splendens Marsh. Quedius mesomelinus Marsh. * — xanthopus Er. * — scitus Grav. * — cinchis Payk. * — tristis Grav. * — fuliginosus Grav. * — ochropterus Er. Trovai un esemplare in Secchieta sotto i muschi che ricuoprono i tronchi di faggio nei primi di luglio; del resto è comunissima a Vallombrosa. * — ochropterus var. brevipennis Motsch. * — jìicipes Mannh. * — obliteratus Er. ^ — scintilìans Grav. * — rufipes Grav. * — semiaeneiis Steph. — 174 — * Quedkis òoojjs Grav. Emus hirtus L. Un solo esemplare fra lo sterco bovino, nei primi di agosto, e un altro lungo la strada al Saltino, in luglio. * Creopliilus maxillosus L. * Leistotrojìlius murinus L. Staphilinus stercorarius 01. * Ocypus olens Miill. * — italicus Arag. Abbastanza frequente sotto le pietre e sotto i tronchi marci nell'abetina da maggio a settembre. * • — ophthalmicus Scop. * — nitens Schrank. * — picipevnis F. * — aeneocephalus Deg. * — tricinctus Arag. Philonthus chalceus Steph. Raccolsi qualche raro esemplare al Saltino sulla fine di maggio. * — sordidus Grav. — fuscipennis Mann. — discoideus Grav. Un esemplare. * — ebeninus Grav. — concinnus Grav. * — corvinns Er. * — immundus Gyll. * — fimetarius Grav. * — splendidulus Grav. * — nigritulus Grav. * — femoralis Hochh. (= pisciformis Fauv.) * — decorus Grav. Alla Sega in maggio, non troppo frequente. * — lucens Er. * — varhis Gyll. * — — var. himaculatus Grav. * — varians Payk. * Othius laevhisculus Steph. * Baptolinus affinis Pk. — longiceps Fauv. Leptacinus parumpunctatus Gyll. Nudohius ? lentus Grav. — 175 — * Xantholimis j^unctulatus Payk. — glabratus Grav. * — distans Rey. * — linearis 01. In aprile sotto la corteccia di abete marcito. * Latrobium apenninum. Baudi (=::: Glyptomtrus apenninus Baudi). Lo Schneider a proposito di questa specie dice "i Buona specie, secondo Czwalina, per la forma del pene. » — multijninctatum Grav. * Medon melano cephalus F. * Scopaeus cUdyìnus Er. * Sunius angustatus Payk. * Paederus Baudii Fairm. Sotto i sassi nelle abetine. — littoralis Grav. Sotto i sassi e numerosa lungo i due murio- ciuoli dello Stradellone dalla seconda metà di maggio a tutto giugno. * — riparius L. ['~ graegarius Scop.). * Dianous coerulescens Gyll. * Stenus Guynemeri Duv. Piuttosto rara. * — asphaltinus Er. * — fossidatus Er. * — nanus Steph. — carbonarius Gyll. Un esemplare. — scrutator Er. Un esemplare. — ater Mannh. Non frequente. * — fusdjyes Grav. * — picipes Steph. * — fiavipes Steph. * — cordatus Grav. * ' — subaeneus Er. *l — ossium Steph. * — imjyressns Germ. Piuttosto frequente lungo il muricciuolo dello Stradellone, in maggio. — pahistris Er. Come la precedente. * — Erichsoni Rye. Oxyporus riifus L. Rarissima. * Platysthetvs capito Heer. * Oxytelus sculptus Grav. — 176 — * Oxytehis inustus Grav. * — sculpturatus Grav. Ne trovai un esemplare dentro un fiore di Crocus vernus vicino alla Macinaia, in aprile. Comune nello sterco. — nitidulus Grav. * — clypeonitens Pand. * — tetracarinatus Block. * Coprophilus striahdus F. Anthophagus carahoides L. * Lesteva Pandellei Fauv. — monticola Kiesw. — punctata Er. * Boreaphilus velox Heer. * Coryphiu'fn angusticolle Steph. * Latkrimaeum atrocephahim Gyll. * AmpMchroum canaliculattim Er. * Xylodromus concinnus Marsh. * — testaceus Er. Omalium planum Payk. Costantemente in primavera dentro i fiori di Crocus vernus, Pefasites albus, Daphne me- zereum. Frequente ancora sui fiori di Primula acau- lis, sulla fauce della corolla nei fiori microstili e dentro il tubo corollino nei fiori macrostili. * — rivulare Payk. — excavatum Steph. * — rufipes Fauv. Anthohium abdominale, Grav. * — signatum Mark. Comune sui fiori di Lunaria rediviva. — primulae Steph. F. Frequentissima in aprile nei prati sopra i fiori di Lunaria rediviva tanto da esserne i fiori del tutto ricoperti e ripieni specialmente fra gli stami. — atrum Heer. — aucupariae Kiesw. Non comune; ne trovai qualche esem- plare ai primi di maggio sopra i fiori di Anemone nemorosa nei prati. — rectangtduw. Fauv. — sorbi Gyll. Comunissima in giugno lungo i muricciuoli — 177 — dello Stradellone; trovai qualche individuo nei prati sui fiori di Lunaria rediviva in giugno. Anthohium pallens Heer. * Protinus ovalis Stepb. Comunissima. * — hrachypterus F. '" Phloeohium clijpeatum Muli. Fam. Micropeplidae. "^ Micropeplus sfaphilinoides Marsh. ■'' — ftdvus Er. Un esemplare. Fam. Fselaphìdae. '•-■ Trimium brevicorne Reichb. Sotto i sassi non troppo frequente. '"^ Euplectus nubigena Reitt. * — Fischeri Aub. Non frequente. * — nanus Reichb. ■^ — Linderi Reitt. * — intermedius Woll. * Ainaurojys Diechi Saulcy. '"' Batrisus vemistus Reichenb. * Briaxis /ossidata Reichb. * — Pirazzolii Saulcy. '" Bythinus simplex Bandi. * — Plcteti Tourn. * — etruscus Reitt. "^ — Por Senna Reitt. * — italiczis Bandi. * — collaris Bandi. * — Ciirtisi Denny. "^ — puncticoUls Denny. * Pselaphus Heisei Herbst. ■•■■' Ctenistes palpalis Reichenb. * Tyrus mucronatus Panz. Fam. Scydmaenidae. * Eidhia spec, nov. « molto piccola » secondo Czwalina. "^ Cephennium simile Reitt. Anno XXIX. 12 — 178 — Cephennium punctipenne Fauv. Un esemplare sotto un sasso nella faggeta sopra Buca di lupo, in agosto. — aglemim Reitt. Sotto i sassi. — latum Motsch. * — apicale Reitt. Non frequente. * Neuraphes ruhicundus Schaum., var. ? * — elongatulus Miill. * — planicejjs Reitt. * — Flaminii Reitt. * — Brucici Reitt. * Cyrtoscydvnis scutellaris Miill. * — collaris Miill. * — exilis Er. * Euconnus cornutns Saulcy. * — Motschulsckyi Strm. Poco frequente. * — — var. Kiesenwetteri Kiesw, * — denticornis Miill. * — ohlongus Sturm. * Scydmaenus tarsatus Miill. Mastigus dalmatinus Heyd. Non frequente. Fam. Silphidae. * Bathyscia muscorum Dieck. * Nargus badius Strm. Un solo esemplare. Sciodrepa fumata Spence. Catops Jongulus Kelln. * Ptomophagus Vallombrosae Seidl. Lo Schneider ricorda il P. se- riceus Panz., che credo non esista quassù e debba quindi riferirsi a questa specie. * Colon affine Strm. * — puncticeps Czwal. * — dentipes Sahlb. * Colon brunneum Latr. * — appendicidatum Sahlb. Necrophorus humator Goeze. 1 esemplare dentro il corpo putre- fatto di un rospo. — interruptus Steph. 1 esemplare della vecchia raccolta col- l'indicazione « Vallombrosa ». — 179 — Pseudopelta sinuata F. Frequente vicino alle vasche dentro il corpo di rospi putrefatti, in estate. * — rugosa L. Come la precedente ma più numerosa. Blitophaga opaca L. Non frequente al Saltino alla fine di giugno. * Aclypea undata Muli. Frequente lungo le strade. * Silpha limata F. Non frequente. Peltis atrata L. Abbastanza rara. Ahlattaria laevigata F. Frequente a Buca di lupo sulla fine di giugno. — — var. gibba Bruii. Fam. Anisotomidae. * Colenis immunda Sturm. * Agaricophagus cephalotes Schmidt. * Liodes parvula Sahlb. * — flavicornis Bris. * Cyrtusa subtestacea GrylI. * Anisotoma humeralis Kugel. * — castanea Herbst. * Agatidium seminolum L. * — laevigatiim Er. Comunissima. * — dentatum Muls. * — badium Er. Fam. Corylophidae. * Parmulus obscurus Sahlb. * Sericoderus lateralis Gyll. Orthoperus brunnipes Gyll. Fam. Trichopterygidae. * Ptenidium turgidum Thoms. * Aderces suturalis Heer. * Nephanes sp. Trichopteryx intermedia Gillm. Comunissima. * — sp. ? — 180 — Fam. Scaphidiidae. * Scaphidium 4-maculatam Oliv. Qualche raro iadividuo sotto la corteccia delle ceppale vecchie di abete bianco in giugno verso il C. Resse. * Scaphosoma agaricinum L. Fam. Phalacridae. Olibrus aeneus F. — liqiddus Er. * — sp. ? Fam. Erotylidae. * Triplax lejìida Fald. Fam. Endomvchidae. * LycojìQTdina succincta Z. * — validicornìs Gerst. — bovistae F. 1 esemplare, Endomychus coccineus L. Un solo esemplare. Alexia 2^ilosa Panz. — Seidlitsi Reitt. Comune. * — — var. ? * — — Vallumhrosae Reitt, ^ Fam. Gryptophagidae. * Antherophagus silaceus Herbst. Cryptophagus pubescens Strm. * Atomaria nigriventris var. puncticollis Thoms (?) * — prolixa var. pulchra Er. * — Zetterstedti Zett. * — pusilla Schònh. — gihhtda var. hiemalìs Bandi, Fam Lathridiidae. * Anomnmtns Vallomhrosae Dieck. Il Dieck raccolse questa specie sotto le pietre profondamente interrate. * Dasycerus sidcatus Brongn. Raccolsi un esemplare sotto un sasso nella faggeta vicino a Buca di lupo, in agosto e uno in ottobre. — 181 — * Lathridhis angusticollis Gyll. (z:z angulatus Mannh). * — nodifer Westw, * Enicmus minntus L. * — consimilis Mannb. * — testaceiis Steph. * — rugosus Herbst. * — transversus Oliv. * Cartodere elongata Curtis. Un esemplare. ■ * — Jìliforviis Gyll. Corticaria fulva ComoUi. * Melanophthalma distinguenda Comolli. — fuscipennis Mannh. * — similata Gyll. Fam. Tritomidae. * Tritoma quadripustulata L. — atomaria F. Rara. Fam. Nitidulidae. * Brachypterus gravidus 111. * — glaber Newm. Epuraea estiva L. Pochi individui sui fiori di Hellehorus foeti- dus al C. Resse e su quelli di Limar ia rediviva a S. Giovanni Gualberto in giugno. * — longula Er. Soronia grisea Li. * Meligetes ebes Er. — suhaeneus Sturm. Frequente sui fiori di Crocus vernus in aprile, su quelli di Anemone nemorosa e di Ramm- culus ficaria in maggio sui prati. — viridescens F. Piuttosto rara sui fiori di Lunaria rediviva in aprile. — brassicae Scop. Numerosa sui fiori di Lunaria rediviva in principio di maggio sui prati. * — subrugosus Gyll. — maurus Sturm. Parecchi esemplari. — picipes Sturm. Comune sui fiori di Ranunculus ficaria in maggio sui prati. — 182 — Glischrochilus quadripustulatus L. Un esemplare. * Rhizophagics cribratus Gjlì. — ferrugineus Payk. Non frequente. * — dispar Payk. — bipustulatus F. Fam. Golydiidae. * Diodesma subterranea Er. Un esemplare. * Coxelus pictus Sturm. * Tarphius gibbtilus Germ. Ditoma crenata F. Sotto la corteccia di abete bianco marcito, in aprile. * Teredus cylindricus Oliv. * Cerylon fagi Bris. Sotto la corteccia delle ceppaie marcite di abete bianco. * — ferrugineum Steph. Un esemplare. * — histeroides F. Un esemplare. Fam. Gucuìidae. Laemophloeus castaneus Er. Un esemplare. Silvanus similis Er. Sotto la corteccia di abete marcito in aprile. Fam. Trìxagidae. Trixagus fumatus F. Non frequente, in maggio. * — tomentosus Deg. (= sambuci auct.) — — var. ftavescens Marsh. Un esemplare sui fiori di Lunaria rediviva in maggio. Fam. Dermestidae. Dermestes laniarius Illig. * — mustelinus Er. — undtdatus Brahm. * — atomarius Er. Non frequente. — lardarius L. Attagenus piceus Oliv. Non frequente dentro l'Istituto alla fine di marzo. — 183 — Attagenus pelilo L. Non troppo comune. Anthrenus verbasci L. * — fuscus Latr. La trovai comune nel gabinetto. Fam. Cistelidae. Seminolus ]nlula L. Frequente. * - — var. ? — fasdatus F. var. ? * — pustviatus Forster. Cistela sericea Forster. * Limnichus incanus Kiesw. Fam. Histeridae. Hister inaequalis Oliv. Un esemplare dell'antica raccolta col- l'indicazione « Vallombrosa ». * — quadrimaculatus L, La trovai non troppo frequente fra lo sterco bovino a Buca di lupo in estate. * — unicolor L. Un esemplare. — cadaverinus HofFm. En esemplare in Secchieta fra lo sterco cavallino, in luglio. — terricola Germ. — stercorarius Hoffm. * — purpurascens var. niger Er. — marginatus ? Er. Un Esemplare. * — ruficornis Grimm. * — sinuatus 111, • — hissexstriatus F. Un esemplare. — duodecimstriatus Schrank. — corvinus Germ. * Paromalus flavìcornis Herbst. * Betaerius ferrugineus 01. * Saprinus nitidulus Payk. Gnathonchus rotimdahcs Kugel. Non frequente. Fam. Platyceridae. Platycerus cervus L. Non frequente. Qualche esemplare verso il Saltino in luglio. — 184 — Dorcus parallelepipedtis var. Truquii Muls. Un esemplare della vecchia raccolta coli' indicazione Vallombrosa. Systenocerus caraboides L. Sinodendron cylindricum L. Fam. Scarabaeidae. * Scarabaeus latìcollis L. Due esemplari. Gymnoplevrus cantharus Er. Rara. Copris hmaris L. Non frequente, lungo le strade. * Ontho2)hagus Amyntas 01. — vacca L. Frequente fra lo sterco bovino in estate. * — fracticornis Preyasl. Come la precedente. ^ — nuchicornis L. * — furcatus F. — ovatus L. Comunissima fra lo sterco bovino. Aphodius fossor L. Come la precedente. — coniugatus Pnz. Tre individui fra lo sterco bovino a Buca di lupo in principio d' estate. * — fimetarius L. Come le specie precedenti, ma meno fre- quente, sulla fine di marzo. — granar ms L. — sordidns F. — nitidulus F. Fra lo sterco. — sticticus Panz. Comunissima sulla fine di marzo fra lo sterco a Buca di lupo. * — prodromus Brahm. Come le specie precedenti. * — punctatosidcatus Strm. Come la precedente. * — consputus Creutz. — obliteratus Panz. Come le precedenti. * — pusillus Herbst. * — Zenkeri Germ. Aphodius alpinus Scop. — rufipes L. In maggio. — depressus Kug. * Geotrupes Rossii Jekel. — Typhoeus L. Non frequente lungo la strada al Saltino in maggio. — stercorarius L. Comune. — 185 - * Geotmpes hipocrita Serv. Abbastanza frequente. * — sylvatìcus Panz. — vernalis L. Frequentissimo lungo le strade e fra lo sterco. * — — var. splendens Er. s Penfoclon punctatus Villers. Oryctes gryjìus 111. Un esemplare della vecchia raccolta con in- dicazione « Vallombrosa ». "^ Rhicotrogus aeqidnoctìalis Hrbst. — solstitialis var. Falleni Gyll. Comune in estate sul cre- puscolo. * — Losegi Muls. — assimilis var. neapolitamis Brensche (inedita). ''■■ Anoxia australis Schonh. * — scutelloris Muls. — pilosa F. Rarissima; ne raccolsi solo due esemplari sotto gli abeti in giugno Polyphylla fullo L. Le larve arrecano danni abbastanza rilevanti alle piantine del Piantonaio. * Melolonta hippocastani F. Non frequente. — vulgaris F. Poco numerosa. Serica brunnea L. Homaloplia ruricola F. Frequente sotto gli abeti in estate nel luogo detto « il giuoco della palla ». * Anomala jicnii Duft. Abbastanza frequente in estate. Anisoplia villosa Groeze. Hoplia farinosa L. Comune in estate sui fiori. — minuta Panz. Un esemplare. * Epicometis hirta Poda. Comunissima in estate sui fiori. * Leucocelis funesta Poda. Come la precedente. Cetonia aurata L. Comune in estate sui fiori di Samhuctis. * — — var. lucidula Fieb Come la precedente ma meno comune. Potosia floricola Herbst. Come la precedente. * — moria Fab. {= luguhris Voet). Come la precedente. Valgus hemipterus L. Gnorimus variabilis L. Trichius fasciains L. Frequente in luglio sui fiori di Rosa, Ru- bus, Sambucus ecc. — 186 — Fam. Buprestidae. Buprestis rustica L. Un esemplare della vecchia raccolta coU'in- dicazione « Vallombrosa ». Phaenops cyanea F. Attacca V abete bianco scavando delle gal- lerie fra la corteccia e il legno, ma arreca danni non rilevanti essendo poco frequente. Anthaxia millefolii F. * — nigritula Ratz. Agrilus sinuatus Oliv. Ottenni un numero grande di insetti per- fetti da rami secchi di Acer pseudoplatanus che il capo distretto forestale, signor Ulisse Pianigiani, mi portò da Pian di Melosa tolti da una pianta certa- mente deperita a cagione delle numerosissime gal- lerie scavate dalle larve di questa specie nel legno dei rami primari e secondari. * Agrilus angìistuliis Illig. * — cinctus Oliv. * — integerrimus Ratz. Trovai il 10 aprile le larve di questa specie nel fusticino di una pianta morta di Daphne laureola, ottenendone poi tre individui perfetti. Fam. Eucnemidae. Throscus dermestoides L. * — similis Baudi. Fam. Elateridae. * Archontas murinus L. Frequente lungo i muricciuoli dello Stra- dellone e nelle ceppale marcite di abete bianco. Elater sanguineus L. Molti individui sotto la corteccia di cep- pale marcite di abete bianco verso il Conte Resse in maggio. — coenobita Costa. Non frequente. Betarmon picipennis Bach. — scapulatus Cand. Cardioj)horìis gramineus Scop. — vestigialis Er. Qualche raro esemplare in aprile sui fiori di Lunaria rediviva. * Melanotus ntger F. [■= punctolineahis Pelerin.) — 187 — Limonhts violaceus Muli. — pilosus Leske. — aeruginosus Oliv. — qtcercus Oliv. — — var. hjthrodes Germ. Pochi esemplari in Secchieta fra r erba in luglio. Athozis niger L. Non molto frequente. * — haemorrhoidalis F. * — difficilis Duf. * — vittatus F. In maggio, non frequente. * — longicollis Oliv. — suhf^iscus Milli. — circiimductus Mén. * — herbigradus Muls. (1). * — flavijoennis Cand. — Dejeani Lap. Un esemplare. * — mandihularis Duf. — sp., citata dallo Czwalina che osserva essere « del tutto neia. » Ludius cupreus var. aeruginosus F. Secchieta in luglio. * Agriotes ustidatus Schaller ? * — gallicus Lac. Synaptus filiformis F. Poco frequente. Adrastus j^ali^ns F. Denticollis rubens Filler. Giugno. Fam. Dascillidae. Helodes minuta L. Qualche raro individuo sui fiori di Ltmaria rediviva nei prati ai primi di maggio. — Gredleri Kiesw. * — Haiismanni Gredl. * Cyphon variabilis Thuub. * Prionocyphon serricornis Miill. Hydrocyphon deflexicolUs Muli. Un esemplare. * Eubria palustris Germ. (1) Le specie citate dallo Czwalina avrebbero bisogno di essere ristudiate. — 188 — Fam. Cantharidae. * Pyrojoterns affinis Payk. var. ? Platycis minuta F. Lampyris f notiluca Li. * — soror Schanm. — Raymondi Muls. Non frequente. LamprorMza Mulsanti Kies. Comune la sera in estate. * — sp. Liiciola italica L. Frequente nelle notti di estate. * — lusitanica Charp. * Cantharis Erichsoni Bach. * — fusca L. Abbastanza frequente. * — rustica Fall. Numerosa in giugno lungo i muricciuoli dello Stradellone sui quali dà la caccia ai piccoli coleotteri anche della grandezza di un Hoj)lia farinosa di cui vidi uccidere un esemplare. A sua volta poi viene uccisa dalle formiche e specialmente dal Camponotus ligniperda. * — tristis F. Abbastanza frequente. * — obscura L. Comune. — nigricans Muli. — pellucida F. — livida var. mipifes Herbst. Sui salici, in giugno. — — : var. dispar F. — rufa L. — praecox Gene. Metacantharis haemorroidalis F. Comune. Rhagonycha nigriceps Waltl. * — — var. atricapilla Kiesw. — fulva Scop. * — — var. usta Gemm. Frequente * — oliveti Kesw. ? — femoralis Bruii. — pallipes F. Un esemplare. * Pygidia laeta F. Rara. * Malcliinus tunicatus Kiesw. * Malthinus seriepunctatus Kiesw. * — fasciatus Oliv. - 189 — * Malthodes marginatus Latr. * — misticus Kiesw. * — coTsictis Kiesw. * — umbrosus Kiesw. * — facetus Kiesw. — manuhriatus ? Kiesw. * — disjyar Germ. — ritficollìs ? Latr. Un esemplare. * — sphathifer Kiesw. * — 2^^''^^'^i'^''S Kiesw. Drilus flavescens Rossi. Charopus jjallipes Oliv. * — varijoes Baudi. — pluinheomicans Goeze. * Colotes maculatus Lap * Ebaeus collaris Er. — thoracicus Oliv. Un esemplare in giugno. Sphinginus lobatus Oliv. Attahis Nourricheli Lap. Malachius aeneus L. — bipustulaius L. Non frequente, — elegans Oeoffr. — geniculatus Germ. Non frequente. — viridis F. * — sinnipennis Germ. Henicojnis armattts Lue. Abbastanza frequente. Lo Schneider cita r H. hirtus L . ma credo che in Italia non ci sia che r H. armatus Lue. Dasytes bipustulatus F. — grisens Kust. — graecuhis Kiesw. * — coeruleiis Deg. Non frequente. Dasytes flavipes Muls. * — plumbeus Muli. — aerosus Kiesw. — nigroaeneus Kiist. * Haplocnemus nigricornis F. * — hasalis Kiist. — 190 — Haplocnemus j^^'i^^^ola Kiesw. * Danacaea paUipes Panz. — ambigua Muls. — Reyi Tur. (1). Qualche esemplare sui fiori di Anemone ne- morosa vicino alla Macinala nella seconda metà di aprile; numerosissima sui fiori di Anemone trìfolia e di Lunaria rediviva in maggio. * — nigritarsis Kiist. Fam. Cleridae. Opilo mollis L. Dentro i locali dell' Istituto. Clerus formicarius L. * Trichodes alvearius F. Non frequente. * — apiarius L. Ne trovai qualche raro individuo sui fiori di Heracleum sp. nell' Orto botanico in luglio. Corynetes coeruleus Degeer. Piuttosto rara. Giugno. * Necrohia violacea L. Elateroides dermestoides L. Non frequente in giugno lungo lo Stradellone. Eam. Bruchidae. Gihbium x>sylloides Czemp. Niptus crenatus F. Bruchus rufipes F. * — fur L. Una $. — brunneus Duft. — pilosus Mùller. Fam. Byrrhidae. Byrrhus pertinax L. — striatus Oliv. — fagi Muls. — paniceus L- (1) Questa specie non è compresa nel Catalogo Keitter ecc., perchè descritta più tardi, ma è specie ben distinta. — 191 — OUgomerus Reyi Bris. * Ernobius mollis L. * — ^^flrens Muls. Hedobia imperialis Li Da porzioni di tronco secco di Ampelopsis hederaceà raccolte alla Villa Peruzzi, ottenni due in- setti perfetti da larve che avevano scavato gallerie nella massa legnosa. Ptilinus pectinicornis L. Ochina Latreillei Bon. — hederae Muli. Un esemplare. Fam. Sphindidae. * Sphindus duhius Gyll. Fam. Bostrychidae. Bostrychus capucinus L. Un esemplare. Fam. Ciidae. * Cis nitidus Hbst. Comune, * — boleti r. * — rugidosus Meli. * — micans Hbst. * — hispidus Gyll. * — comptus Gyll. * — punctulatus Gyll. * Rhopalodontus fronticornis Panz. * Ennearthron affine Meli. * Octotemnus glabricvlus Gyll. Fam. Tenebrìonidae. Blaj)s mucronata Latr. Un esemplare della vecchia collezione indicato come di Vallombrosa. Asida sabulosa Goeze. Comune lungo le strade, e si trova du- rante tutta la buona stagione fino a tutto settembre; raccolsi una $ a Buca di lupo sotto un sasso in marzo. * — grisea F. Pedinus meridianus Muls. — 192 — * Colpotus strigosus Costa. * Opatrum sabulosum L. Non troppo frequente. Bolitophagus reticulatus L. * Scaphidema metallica F. Corticeus castaneus P. Tenebria obscurus F. — molitor L. * Acanthopus caraboides Petag. * Helops coerideus L. — Rossii Germ. - lanipes L. Frequente nel!' abetina tagliata al Conte Resse, sotto la corteccia delle coppaie marcite, sulla fine di aprile e in maggio. * — tenebrioides Germ. montanus Kr. Fam. Alleculidae. Allecula morto F. Hymenalia riifipes F. Gonodera metallica Kust. Cteniopus flavus Scop. Frequente sui fiori. Omophlus betulae Herbst. (— lepturoides ¥.). Quasi tutti gli anni in giugno si ha una vera invasione di questa specie, però senza danni rilevanti intaccando un po' i fiori (;f di Finus sylvestris e piante erbacee di nessun conto. Fam. Lagriidae. * Lagria hirta L. Un solo (^. glabrata Oliv. Rara. Fam. Melandryidae. Melandria caraboides L, Fam. Mordellidae. Scraptia. dubia Oliv. * Trotomma j^ubescens Kiesw. Non frequente. Mordella fasciata F. * — aculeata L. Sviluppati pochi individui da fusticini secchi di Cirsium sp. — 193 — Anaspis frontalis L. Non frequente. ''■ — thoracica L. '" — pulicaria Costa. * — subtestacea Steph. — flava L. * — melanostoma Costa. * — rufilabris Gyll — brunnipes Mais. — varians Muls. Abbastanza frequente sui fiori di piante diverse e specialmente di Lunaria rediviva sui prati, in aprile. Fam. Meloìdae. Meloe proscarabaeus L. Non frequente. — autumnalis Oliv. — rugosus Mrsh. * — brevicollis Panz. Abbastanza frequente. Zonabris variabilis Pallas. Non frequente. — — var. mutahilis Mars. Comune sui iiori in estate. ••■■ — — var. lacera Kiist, — — var. disrupfa Bandi. Tiara. — — var. ? — quadripunctata var. restricta Motsch. Un esemplare. Lytta vesicatoria L. Non troppo frequente, specialmente sui salici. Fam. Pyrochroidae. Pyrochroa coccinea L. — serraticornis Scop. Fam. Anthicidae. Anthicus ater Panz. — ni(jer Oliv. Fam. Oedemeridae. * Oedemera p)odagrariae L. — Schmidti? Gemm. — flavescens L. (= f emorata Scop.) — nobilis Scop. Anno XXIX. 13 — 194 — Oedemera atrata Schmidt. Frequente in maggio. Credo debba rife- rirsi a questa specie la 0. tristis Schmidt ricordata dallo Schneider, ma bisognerebbe confrontare gli in- dividui raccolti dallo Czwalina. — flavvpes F. — virescens L. — lurida Marsh. Chrysanthia viridissima L. Fani. Pythidae. * Rhinosimus ruficollis L. Fam. Curculionidae. * Otiorrhynchus infl'itus Gj'U * — pulverulentus Germ. * — ffeniculatus Germ. — caudatus Rossi. Molto comune durante 1' estate, in ispe- cial modo su piante di Syringa vulgaris, rodendone le foglie. * — latissiì7ms Stierl. — scabripennis ? Gyllh. Frequente in giugno. * — armadillo Rossi. Specie dubbia per la Toscana. * — rhaeticus Stierl. Specie dubbia per la Toscana. — raucus F. Un esemplare. * — varius Boh. — singidaris L. — pujjìllatus Gyll. Non molto frequente. Ne trovai un indi- viduo in Secchieta, in una giornata piovosa sotto i muschi che ricoprono le pietre, in luglio. — — var. subdentatus Bach. * — Diecki Stierl. * — corruptor Host. * — suìcatus F. * — linearis Stierl. Non comune; ne trovai un individuo nella Secchieta in una giornata piovosa fra i muschi che ricuoprono i faggi, in luglio. — tumidipes Stierl. — ? ovatus L. — 195 — * Peritelus echidna Seidl. * — florentinus Stierl. * Phijllohius i^iri L, Molto frequente sui fiori di Anemone nemo- rosa sui prati, in maggio. — argentatus L. — fulvipiUs Desbr. — etruscus Desbr. Comunissima, — oblongus 1.. Molto frequente. — pomoìiae Oliv. Frequentissima. — virideaeris Laich. * Polydrusus impar Gozis (rr mollis Germ.). Non comune. * — marginatus Steph. (— iris Germ.). Frequente; divora le foglie di FagiLS sylvdtica producendovi numerosi fori, in maggio ; lo trovai anche su foglie di castagno. — moUis Stroem. * — lateralis Gyll. •••■ — sericeus Scball. — cervinus L. — sparsus Gyll. Non frequente. * — frater Rottb. — coriiscus? Germ. Foucartia squamidata Herbst. * Barypitlies scydmjenoides Seidl. — araneiformis Schrank. — sp. ? Un esemplare. * Strophosomus coryli F. Sotto la corteccia di abete marcito, in aprile. Brachyderes incanus L. Un esemplare della vecchia raccolta in- dicato come di Vallombrosa. * Sitona gressorius F. Rara. — griseus F. — crinitus Herbst. * — tihialis Herbst. * — — var. ambiguus Gyll. — hispidulus F. In maggio, non comune. * — — var. tibiellus Gyll. * — flavescens Marsh. — lineeUus Bonsd. — 196 — Sitona humeralis Steph. * — lateralis G-yll. * — line.atus L. * — suturalis Stepb. * — sulcìfrons Thunberg. — — var. campestris Oliv. * TrachyphloeAis alternans Gyll. — bifoveolatus var. tessellatus Marsh. (= T. scaber auct.). * — aristatvs Gyll. — squamulatiis Oliv. Cleonus coenohita Oliv. — alternans Hbst. Buca di lupo, non comune, in maggio. — ? cinereus Sdir. * — piger Scop. (^r sulcirostris L.) — trisulcatus Herbst. — tigrinus Panz — pedestris Poda. Lixus iridis Oliv. — cylindricus Herb. Rara. — cardili Oliv, '"•' Larinus hrevis Herbst. — flavescens Grerm. * — ohtusus Gyll. — turbinatus Gyll. — sturnus Schall. Non frequente. — planus F. — jaceae JP. — loritjirostris Gyll. Trop'phorus carinatus Muli. * — globatus Herbst. — ochraceo signatus Bob. Non frequente. Lepyrus palustHs Scop. Buca di lupo, maggio, non comune. * — cajyucimis Schall. Hylobius abietis L. Comune. — fatuus Rossi. * Plinthus Megerlei Panz. Un esemplare. — — var. Findeli Bohem. — — var. Tischeri Gemi. — 197 — Plinthus Megerlei var. f — f granili ijyennis Fairm. — tigratus Rossi. * Liosoma (1) deflexum Panz. {zzz ovatulum C]airv.\ ^ — ohlongulum Bohem. — muscorum Bris. * — Bandii Bedel. * — crihrum Gyll. * — concinnum Bohem, * Aparopion costatum Fahrs. Hypera salviae Schrank. '•■■' — j^jiwnc^a^a F. Comune in maggio al Saltino, — arator L. Un esemplare. — Taurina F. — plantaginis Degeer. — nigrirostris F. — — var. ? Limohius dissimilis Herbst. * Pissodes piceae 111. Comune. — pi7n h. Sul Pinus sp, — notatiis Fab. Intacca il Pinus sylvestris. — sp. Sul Pinus austriaca e laricio. Pachytychius sparsuhcs Oliv. Dorytomus filirostris Gyll. * — biluberculatus Zett. — affinis Payk. Da galle di Salix caj^rea prodotte dalla Ceci- domia rosaria ottenni due esemplari di questa specie. Smicronyx cianeus Gyll. Rara, in maggio. — cicur Gyll. Braconyx pineti Payk (?) [B. p. Gyll.) ? di Schneider; si vede che anche lui era incerto. '•■•■ Orthochaetes setiger Beck. * Alaocyba apennina Dieck. Sotto le pietre profondamente interrate. Cossomcs planatus Bedel. (1) Non credo che si trovino a Vallombrosa tutte queste specie che ricorda lo Schneider. — 198 — Cryptorrhynchus lapathi L. Frequente; la larva produce danni collo scavare gallerie nel Pojndus sp. e nel Salix sp. * Acalles Aubei Bohem. * — pyrenaeiis Bohem. * — roboris Curtis. * — hypocrita Boh. Dentro un tronco marcio di abete bianco. * — variegatus Boh. * Coeliodes affinis Payk. (~ geranii Payk.). * — quadrimaculahis L. Rhinonciis inconspectus Herbst, Abbastanza frequente. * Ceuthorrhychìdius frontalis Bris. * — floralis Payk. * Ceuthorrhynchus asperifoliarum Gyll. Rara. — trimaciilatus F. * — marginatus Paylc. — denticulatus Schrank. * — Duvali Bris. — sulcicoUis Payk. * — hirtulus Germ. * — erysimi F. * — contractus Mars. * — Grenieri Bris. * — setosus Bohem. — speciea nova secondo Stierl. come dice lo Schneider. — sp. ? Baris Villae Comolli. Rara. Sphenophorns ijiceus Pali. Un esemplare. * Balaninus nucum L. — tessellahis Desbr. (— B. t. Fourcr. di Schneider). * Anfhonomus rubi Herbst. Non troppo frequente. * Tychius quinquepunctatus L. — polylineatus Germ. — lineatulus Steph. * — Schneideri Herbst. — argentatus Chev. Un esemplare. — ? femoralis Bris. * — pumilus Bris. — ? tomentosus Herbst. — 199 — * Tychius picirostris P. — cuprifer Panz. * jRhynchaemis fagi L. Comuaissima. — stigma Germ. Ramphus piilìcarius Herb. Un esemplare. Gymnetron melanarium Germ. — hipustulatum Rossi. — tetvum F. Miarus longirostris Gjll. * Cionus scrophulariae L. Comune sul Verbascum in luglio. — tuberculosus Scop. Un esemplare. — thajysi P. Comune in luglio sul Verhascum sp. — hortulanus Four. Un esemplare. * — similis Muli. * Magdalis cerasi L. ''■' Apion Pomonae F. Non troppo frequente. * — craccae L. * — cerdo Gaerst. * — stibidatum Kirb. * — ochropns Germ. — tubiferiiyn Gyll. '•' — basicorne Illig. '•■■' — vicinum Kirb. * — atomariiim Kirb. — fuscirostre P. Frequentissima dentro i semi di Sarothainmis scopar ius. — flavo femoratwn Herbst. '"■' — urticarium Herbst. * — striatum Marsh. * — immune Kirb. ■'' — pubescens Kirb. "^ — varipes Germ. * — apricans Herbst. * — assimile Kirb. ^ — trifola L. * — — var. ruficrtts Germ. — dichroum Bedel '•■■' — nigrltarse Kirb. — 200 — * Apion tenue Kirb. * — virens Herbst. ■"' — ervi Kirb. * — pisi F. * — angustatum Kirb. — vorax Herbst. * — pavidum Gerra. '■■■' — frumtntarium L. ''' — simum Germ. * Rhynchites tristis F. Numerosa verso la fine di maggio sulle piante di Fagus sylvatica, di cui rode le foglie pro- ducendovi numerosi fori caratteristici. — megacephabis? Germ. — cyaìwcephalus? Herbst. Comune in maggio al Saltino. — puhescens F. * — nanus Payk. {■=z planirostris F.) — germanicus Herbst. — conicus Illig. Rhinomacer betnlae, L. (= Rh. alni Muli.) — — var. nitens Scop. Accartoccia in modo caratteristico porzioni di foglie o intere foglie giovani di Quercus cerris, dove deposita le uova. Frequente. * Attelahus coryli L. Fam. Nemonychidae. * Cimheris attelahoides F. Fam. Anthribidae. * Phaenotherion Pulskyi Friw. Forse è il P. fascicidatnm Reitter. Fam. Mylabridae. Mylahris pisorum L. Giugno. — ? nlicis Rey. Un esemplare della vecchia collezione indi- cato come di Vallo mbrosa. — rufipes Herbst. Qualche esemplare sui fiori di Lvnaria rediviva a S. Giovanni Gualberto in maggio. — viciae Oliv. * — rufimana Bob. — 201 — Mylahris velaris Fahrs. Comune sui fiori di Lunaria rediviva e di Eiij)horl)ia cyparissias in maggio. — himaculata 01 iv. — varia Oliv. Non molto frequente nei fiori di Etij)horhia cyparissias in maggio. — imbricornis Panz. Qualche esemplare sui fiori di Anemone nemorosa sui prati in maggio. — foveolata Gj'll. — villosa F. Frequente nei semi di Sarothaìnniis scoparìus che danneggia grandemente. * — sp. Diek. Fam. Scolytidae. Hylastes angustatus Herbst. Un esemplare. — trifola Muli. Comune su piante di Cytisus lahxirnum che attacca colle gallerie larvali, facendo perire parecchi fusticini che avevano già raggiunto qualche metro di altezza. Ilyhirgiis pinipercìa L. Questa specie fu comunicata allo Schnei- der dal Prof. Perona ed io ancora lo trovai abba- stanza frequente; attacca i pini colle sue gallerie materne e larvali. — minor Hartig. Come la specie precedente. Phloeosinus Aiihei Perris. Il Prof. Borzi (1) si occupò di questo insetto trovato dal Prof. Perona in Piantonaio sul Cupressus toridosa che attaccò colle sue gallerie materne e larvali, — thujae L. Fu trovato dal Prof. Rizzi in un tronco secco di Cupressus sempervirens con numerose gallerie sotto la corteccia, verso Donnini. Hylesimis crenafus F. Attacca le piante di Fraxhnis oxcélsior colle numerose gallerie materne e, larvali. — fraxini Panz. Come la specie precedente. — vittatus F. PMoeophthorus spartii Nòrdl. Attacca colle numerose gallerie materne e larvali le piante di Sarothammis scoparius. (1) Vedi lavoro citato. — 202 — * Cryptiirgus numifìicins Ferrari. Cryphalus piceae Ratzb. La femmina e le larve scavano gallerie caratteristiche sull'abete bianco, ed essendo una spe- cie molto abbondante produce la morte di molte piante, — ahietis Ratz Comune; attacca colle sue gallerie materne e larvali tronchi di abete bianco. — tiliae Panz. Non produce danni rilevanti. — fagi F. Molto freriuente; scava gallerie sul Fagus sylva- tìca. * Pityophthorus raimdorum Perr. — micrograpJuis L. Numerosa su tronchi di Picea excelsa che intacca colle sue gallerie. * Pityogenes chalcograplms L. — bidentatus Herbst. — bistridentatus Eich. Due esemplari della vecchia colle- zione indicati come di Vallombrosa. * Xylocleptes bispimts Duft. In quantità grande sui fusti di Cle- matis vitalba che intacca colle sue gallerie. Ips sexdentatus Boerner. — amitinus Eich. Due esemplari della vecchia raccolta indi- cati come di Vallombrosa * — laricis F. — suturalis Gyll. Molti esemplari della vecchia collezione indicati come di Vallombrosa. * — curvidens Germ. Comunissima; intacca abbastanza seria- mente gli abeti bianchi colle sue numerose gallerie materne e larvali. * Xileborus dryographiis Ratzeb. * — monographus F. — dispar F. Non frequente, con gallerie su rami di Acer pseudoplotanns mandatimi da Pian di Melosa dal Sig. Pianigiani. Fu trovato anche sul Carpinus betu- lus dal Prof. Rizzi. * Xyloterus signatus F. * — lineatus Oliv Specie comunicata dal Prof. Perona allo Schneider e trovata dal Prof. Rizzi snWAbies pe- dinata. — 203 — Fam. Cerambycidae. Prionns coriarius L. Non frequente in estate verso il Saltino. Rhagium morclax Deg. Comune. — hifasciatum P. Trovai numerosa questa specie, allo stato larvale e in quello di insetto perfetto, nei tronchi di abete bianco che cominciavano a deperire e nei tronchi marciti. — inquìsitor L. Comune. Acmaeojys collaris L. Rara. Lephcra livida F. Comunissima sui fiori. * — fulva Deg. Come la precedente. * — rubra L. Comunissima sui fiori di Sa7nbucus ehnhis in luglio e su quelli 'di altre piante. * cordigera Fùssel. duìna Scopol. Non comune. * — sanguinolenta L. — aundenta F. Un esemplare della vecchia raccolta indicato come di Vallombrosa. — maculata Poda. Comune. '•' — melanura L. Comunissima. '•' — hifasciata Muli. Comunissima. — nigra L. * Stenojìterus rufus L. Comune — ater L. * Dilus fugcis Oliv. Ceramhyx cerdo L. Raccolsi due esemplari verso il C. Resse nella seconda metà di luglio. * Saphanus piceus Laich. Criocephalus rusticus L. Phgmatodes testaceus var. rufipes Costa, — — var. 2?raeusius F. Hylotrupes hajtdus L. Un esemplare della vecchia collezione in- dicato come di Vallombrosa. Rosalia alpina L. Un solo esemplare sul principio di agosto sui prati. Aromia moschata L. È una specie divenuta piuttosto rara dopo l'atterramento di una grossa pianta di Salix babilo- nica, che era in mezzo alla vasca grande. — 204 — Purpuricenus Koehlerì L. Pochissimo frequente. Plagionotus arcuatus L. Un esemplare della vecchia collezione indicato come di Vallombrosa. * — floralis Pali. Clytus arietis L. Un esemplare raccolto dal Prof. Perona den- tro l' Istituto, in estate. — rhamni Germ. Non comune su piante ombrellifere. Clytantus trifasciatus F. (Comune sulle ombrellifere in estate. La specie ricotdata per Vallombrosa dallo Schneider il CI. aegyptiacus F., non trovandosi in Italia, deve appartenere a questa specie. — sartor F. Non frequente. Anaglyptus misticus L. — — var. hierogìyphicus Herbst. Un esemplare. Dorcatypus tristis F. Non molto frequente, lungo le strade. * Morimus asper Sulz. Comune da per tutto in maggio. * Pogonochaerus ovatus Goeze. Non frequente. — scutellaris Muls. Haplocnemia nebulosa F. Locali dell' Istituto in giugno. * Agapanthia llneatocoUis Don. * — cardili L. Saperda popìdnea L. Danneggia abbastanza frequentemente i rami giovani di Populus alba, nigra, tremula e anche di Salix purpurea e di altre specie di salici, colle sue gallerie caratteristiche. Phytoecia pustulata Schrauk. — nigricornis F. * — coerulescens Scop. ( — - virescens F.). * — molyhdaena Dalm. Fam. Ghrysomelidae. Orsodacne lineola Panz. Rarissimi individui sui fiori di Lunaria rediviva nei prati, in maggio. * Lema Dufìschidi Redtb. Crioceris lilii Scop. Numerosissima in maggio; intacca fortemente molte piante erbacee dell'orto botanico, specialmente gigliacee, scheletrizzandone le foglie. * — merdigera L. Frequente. — 205 — Crioceris asparagi L. Labidostomis taxicornis V. Nel castagneto sotto Masso del Dia- volo, in giugno. — longimana L. Non frequente. Macrolenes ruficollis F. * Lachnaea sexpunctata Soop. Qualche individuo nel castagneto sotto Masso del Diavolo, in giugno. '•■■ — italica Ws. Clytlira appeMclicina Lac. Un esemplare. Gynandrophtalma concolor L. •■-' — salicina Scop. L'insetto perfetto divora in giugno le fo- glie di Salix caprea, spogliandone completamente qualche giovane pianta. * — affinis Hellw. '•' — xanthaspis Gerra. '•'' Chilotoma nmsciformis Goez. Coptoce.phala scopolina L. Cryptocephaliis Loreyi Solier Suffr. Due esemplari nel Castagneto sotto Masso del Diavolo, alla fine di giugno. — tricolor Rossi. Sul Crataegns monogyna sotto Masso del Diavolo, in giugno. * — bimaculatiis F. * — hipunctatus var. sanguinolentiis Scop. Non frequente. '•' — cyanipes Suffr. — glohicollis Suffr. ■•■' — anreolus Suffr. — hypochoeridis L. — violaceus Laich. * — marginellus Oliv. * — janthimts Germ. — marginatiis F^ * — fiavipes F. Non comune. * — Czioalinae Ws. ■'• — lahinfus L. * — Moraei L. * — (j ~ pustulati'S Rossi. * — elegantulus Grav. Non molto frequente. '•"•■ — pygmaPAis V. — 206 — * Pachybrachys scripfus var. Hellwigi Ws. * Chrysochus pretìosus T. Gastroidea polygoni L. * Timarcha tenebricosa F. '=•■ — nicaeensis Villa. Comunissima da per tutto, durante la buona stagione. '•"' — violaceonigra Deg. '•'•■ — gallica Fairm. È ricordata dallo Schneider, ma non credo possa trovarsi a Vallombrosa. ■'' Chrysomela haemoptera L. -^ — limhata F. Abbastanza frequente. * — hyperici Forst. Pochi esemplari raccolti in Secchieta, sulla fine di luglio. * — cerealls vav. mixta Klist. (=. violacea Schall.). — — var. ìnelanaria Suifr. — coerulans Scriba. * — fastuosa Scop. Frequente sopra varie piante, in modo spe- ciale &Vi\ Galeojysis versicolore verso la metà di agosto. — menlhastri Suffr. — grossa F. — laevipennis Suffr. Phyllodecta vitellinae L. Comunissima sui salici. * Sclerophaedon carniolicus Germ. Phaedon cochleariae F. Numerosa sui fiori di Cardamine amara, vicino alla Sega. * Plagiodera verslcolora Laich. La larva e gli insetti perfetti sche- letrizzano le foglie di Salix virniìialis, in piantonaio. * Melasoma populi L. Su diverse specie di Salici in luglio; in giugno abbastanza frequente nel castagneto sotto Masso del Diavolo. — tremulae F. Agelastica alni L. * Malacosoma lusitanica L. Giugno. * Lujjerus nigrofasciatus Goeze. * — Ijygmaeus Joann. Giugno. * — longicornis Fab. — — var. ? — niger Goeze. Comunissima sulle foglie di Fagiis sylvatica — 207 — che rode in modo caratteristico, producendo nume- rosi fori, in maggio. '^ Lochmaea crategi Forst. Galerucella lineola F. Non frequente in maggio. — luteola Milli. Numerosa in maggio e giugno sulle foglie di Uhnus montava che divora. 11 Sottoispettore fore- stale Sig. Mariani mi ricordava che un anno questa spe- cie spogliò completamente delle foglie tutte le piante di Ulmus montana che si trovano lungo la via del lago. Galenica tanaceti L. Comunissima alla fine d' estate e in prin- cipio d' autunno, vicino al C. Resse. — circumdata var. sicelidis Ws. — Pomonae Scop. Podagrica malvae Illig. — intermedia Kutsch. — fuscicornis L. Comunissima. * Derocrepis rujìpes L Qualche esemplare sui fiori di Anemone nemorosa in maggio, sui prati. — Nell'orto botanico divora le foglie delle malvacee. * — sodalis K.utsch. Crepidodera femorata Gyll. Divora, scheletrizzando, le foglie delle malvacee e di altre piante nell' orto botanico, distruggendole completamente. * — corpidenta Kutsch. — melanostoma Redtb. Divora le foglie delle malvacee uni- tamente alla Cr. femorata. * — peregrina Harold. * — ferruginea Scop. Chalcoides aurata Mars. Un esemplare. * Orestia apennina Bandi. Non frequente. * Chaetochnema aridida Gyll. * Psylliodes cticullata Illig. * — napi Fab. * — thlaspiis Foudr. Haltica quercetorum Foudr. Abbondantissima in giugno, su piante giovani di Coryhcs avellana, bucherellando le foglie in modo caratteristico e scheletrizzandole quasi com- pletamente. — 208 — Haltica carduorum Guér. Non comune. * — oleracea L * — pusilla var. montana Foudi\ '■' Phijlloti'eta fiexuosa Illig '" — aterrima Schrank. * — nigripes F. Divora le foglie di molte piante erbacee, fra le quali in modo speciale quelle di Epilohium. * Aphtona vennshda Kutsch. * — pygmaea Kutsch. — — var. nigella Kutsch. — cyanella Redtb * — punctatissima Ws. * — coeridea Fourcr. Trovai qualche esemplare sui fiori di Euphorbia cyparissias, in maggio. — eiiphorbiae Schrank. * — ovata Foudr. Longitarsus Linnaei Duft. Due esemplari. — anchusae Payk. * — ahsinthii Kutsch. — niger Koch. Non frequente. * — apicalis Beck. * — brunneus Duft. * — suturalis Marsh. — melanocephalus Deg Piuttosto frequente in marzo e in aprile. — verbasci Panz. * — laevis Dnft. sp, 9 * Apteropeda orbicidata Marsh. Un individuo lo trovai dentro lo stomaco di Rana agilis, in ottobre. * Mniophila muscoriim Koch. * Sphaeroderma testaceitm F. — cardici GyU. Cassida sanguinosa Saffr. — vibex L. Un esemplare. — chloris Suffr. * — sanguinolenta Muli. — nobilis L. * — margaritacea Schall. — 209 — Fam. Goccinellidae. Suhcoccinella 24-puncfata L. * Adonia variegata Goeze. Non frequente. — — var. constellata Laich. Piuttosto rara. * Semiadalia undecimnotata Schneid. Frequente. Adalia obliterata L. * — bipunctata L. * — — var. 6-pustulata L. Un esemplare. * Coccinella 7-punctata L. Comunissima dappertutto. * — 10-punctata L. Non frequente, in maggio. — — var. 4-punctata L. Un esemplare. — — var. 10-pustulata L. Un esemplare. Mysia oblongoguttata L. Halyzia sedecimguttata L. In maggio, abbastanza rara. — 14-guttata L. Non frequente. — 22-2nmctata L. Piuttosto rara. * — 14-punctata var. fimbriata Sulz. Non rara. Chilocorus renipustulatus Scriba. * Exochomus 4-pustulatus L. * — nigromactdatus Goeze. * Platynaspis hiteorubra Goeze. * Rhizobius litura F. * Scymnus mìnimus Rossi. * — ? (iter Thumb. (= nigrinus Kugelm.). * — abietis Payk. Non frequente. * — interruptus Goeze. * — Ludyi Ws. Imenotteri. Fam. Tenthredìnidae. Amasis laeta Fab. Cimbex femorata L. Hylotoma atrata Klug. — rosae De Geer. — enodis L. — pagana Pz. Le larve in numero grandissimo attaccano le piante di Rosa, perforandone i giovani germogli e Anno XXIX. U — 210 — divorando le foglie in modo da spogliarne del tutto le piante. Hylotoma melanochroa Gmel. Nematus septentrionalis L. Le larve cominciano a comparire nella seconda metà di maggio e si trovano fino a settembre, in piccolo numero sulla Betula alba, in numero grandissimo su varie specie di Alnus, che crescono in piantonaio. E da notarsi che questa larva attacca colla sua voracità tutte le specie di Alnus, spogliandoli completamente delle foglie, come è accaduto quest'anno, ad eccezione deW Alnus cordi- folia che restò del tutto immune. — latipes Vills. Athalia annulata Fab. — ì'osae L. — glabricollis Thoms. Dolerus fissus Htg. Sui fiori di Crocus vernus. — pratensis L. Macrophia blanda Fab. — rustica L. Allantus zonula Klg. — zona Klg. — arcuatus Frst. (f. 9- — notus Klg. — scrophulariae L. Tenthredo flava Scop. Tenthredropsis scutellaris Panz. — nassata L. Blenno campa nigrita Fab. Schizocera furcata (^ Vills. . — tarda Klug. Fam. Gynipidae. Rhodites rosae L. Da galle di diverse specie di Rosa, ottenni una quantità di individui di questa specie, che mi si schiusero in gabinetto. — 211 — Fam. Siricidae. Sirex juvencus L. — spectriim Li. Sirex gigas L. — augur Klg. Fam. Ichneumonidae. Amhlyteles infractorms Pz, — divisorius Grav. Fam. Chrysididae. Hedychrum nobile Scbk. Fam. Formicidae. Myrmica scahrinodis Nyl. — laevinodis Nyl. Tapinoma erraticum Latr. Plagiolepis pygmaea Latr. Comune sotto le pietre dell' abetina. Camponotus ligniperda Latr. Comunissima da per tutto e spe- cialmente nelle ceppale di abete, che scava colle sue gallerie e riduce in polvere. — lierculeanus L. — aefhiops Latr. Lasius alieìiiis L. — niger Li. — emarginatus Latr. Formica gagates Latr. — fusca L. — sanguinea Latr. (1) Vive in società colla Lomechusa stru- mosa e colla Dinarda dentata, a Buca di lupo, sotto le pietre. (1) Mi piace qui rijiortare quanto il Prof. Carlo Emery, a proposito di questa specie, gentilmente mi comunicava: n Nei formicai di Formica sanguinea con molte 1 Lomecliuse si trovano esemplari di K col torace gibboso e testa più piccola. Il » Wasmann li ha chiamati pseudogine ed ha per primo riconosciuto la loro rela- n zione con l'esistenza delle Lomechuse. Egli pensa ohe siccome le Lomecliuse e le « loro larve mangiano le larve delle formiche, avviene che le formiche si accorgono " della scarsità delle larve e se avevano preparato l'allevamento di femmine feconde, — 212 — Fam. Heterogyna. Scolia flavifrons Fab. Comunissima vicino alla Casetta sui fiori di Sambucus ehulus. — hirta Sclirk. Abbastanza rara. Fam. Sphegidae. Hoplisus 5-cinctus Fab. Fam. Pompilìdae. Priocnemis fuscus Fab. Fam. Vespidae. Polistes gallica L. Comunissima. Vespa germanica Fab. Frequente. — vulgaris L. Comunissima. — riifa L. — holsatica (V. silvestris Scop.) Fab. — media De Geer. Eumenes unguicula De Vills. Fam. Apidae. Colletes Daviesana (^ Latr. Sphecodes piceus Illg. — fuscipennis Germ. — gibhus L. Halictus 4-strigatus L. — scdbiosae Rossi. — cylindricus F. Sui fiori di Taraxacum officinale nei primi di maggio. Comune. — 6-cintus Latr. Una femmina. — 4-cinctus Smith. — 6-notatus Fab. " lo sospendono, e danno alle larve, che già avevano ricevuto alimento atto a farle n femmine perfette, un alimento atto a produrre operaie. Cosi queste larve seguono n uno sviluppo irregolare e divengono pseudogine. Le pseudogine sono forme dege- n nerate, disadatte al lavoro come alla generazione. Ella trovò a Vallombrosa al- » cune pseudogine ". — 213 — Halictus tumìdorum L. — minutulus Latr. — punctulatus Schk. — costulatus K. — maculatus Smith. Andrena alhicans M. — nitida Fourcr. — fulvescens Smith, — fulvicriis Kb. Sui fiori di Salix caj^rea nella seconda metà di marzo. — ranunculorziììi ? Mor. — chrysopyga Schk. (^. — parvula Kirby. — curvungida Thoms, — sjnnigera Kirby. — flessae Pz. Cilissa leporina Pz. (^. Anthidiiim manicatum Latr. Nomada siiccincfa Panz. ^. Melecta armata Pz. Osmia bicornis L. Sui fiori di Crocus verntis, nella seconda metà di marzo. — coeridescens Kb. Trypetes truncoriim L. Heriades nigricornis L. Elicerà difficilis Scop. Macropis labiata Pz. Xylocopa violacea L. Comunissima sui fiori di Salix caprea verso la fine di marzo; in luglio sui fiori di Stachys aljJÌna nell'orto botanico. Anthophora dispar Latr. — pilipea Pab. Sui fiori di Primula acaidis, non frequente. — senescens Lap. Un (^. Psithyrus campestris Pz. (/l — rupestris Pab. $. — vestalis Foucr. Sui fiori di Stachys aljnna in luglio. — barbidellus Lap. Come la precedente. — 214 — (1) Bomhus agrorum var. italicus Fab. {pascuorum Scop.). — terrestris L. Frequentissima fino dalla metà di marzo sui fiori di Salix caprea, Crocus vernus e Scilla bifolia. — lapidarìus L. Sui fiori di Salix caprea in marzo e su quelli Stachys alpina in luglio. — pratorum L. Comune sui prati. — pascuorum var. italicus Fab. Frequente sui fiori di Cory- dalis cava in aprile, sui prati. — variahilis Schmkt. Apis mellifica L. Frequentissima sui fiori di Crocus vernus, Co- rydalis cava, Petasites officinalis, nella seconda metà di marzo e in altre piante, durante la primavera e 1' estate. — — var. italica. Su diverse piante. Lepidotteri. Fam. Papilionidae. Papilio podalirius L. Abbastanza frequente verso il Saltino. — — ab. zanclaeus (incompleta). Un solo esemplare al Saltino. Fam. Pieridae. Aporia crataegi L. Comune in estate nei luoghi incolti e lungo la via del Saltino e del Lago. Pieris brassicae L. Comunissima ovunque nella buona stagione. — rapae L. Come la })recedente. * — napi L. Comune in estate. — — var. napaeae Esp. Non troppo comune in estate. — — var. meridionalis Stgr. Non frequente in estate sui prati. — daplidice L. Come la precedente. * Antocharis cardamines L. Comune in estate. (1) Verso la fine di maggio sugli Aceri in fiore si nota un ronzio molto forte e caratteristico, prodotto da varie specie di Bombus, che si vedono molto numerosi. — 215 — Leucophasia sinapis L. Comunissima durante tutta la buona sta- gione. — — var, lathyri Hb. Non frequente. — — var. diniensis B. Rara. — — ab. $ erysìmi Bkh. Colìas hyale L. Comune nella buona stagione. — edusa F. Comunissima dovunque. Ehodocera rhamni L. Comunissima. Vidi qualche esemplare fre- quentare nei prati i fiori di Crocus vernus verso la metà di marzo. Fam. Lycaenidae. Theda ilicis Esp. Non frequente, in estate. — — var. aesculi Hb. (?). — rubi L. Abbastanza comune in estate. * Polyommatus virgaureae L. Frequentissima, e come tale è ricor- data anche dallo Stefanelli e dal Calberla, nel luglio e nell'agosto. Predilige le praterie e le macchie ben soleggiate dei boschi. * — alciphron Rott. var. gordius Sulz. È esattissima l'osser- vazione dello Stefanelli che questa specie svolazzi quassù in gran numero nei mesi di luglio e di ago- sto. Cosi pure afferma il Calberla. — pUlaeas L. Non troppo frequente durante la buona sta- gione. Lycaena argiis L. Comune nella seconda metà di agosto sui prati e nei luoghi incolti. — icarus Rott. Comune in tutta la buona stagione. — semiargus Rott. Un maschio in estate. — cyllarus Rott. Assai comune. Fam. Erycinidae. * Nemeohms lucina L. Fam. Nymphalidae. * Limenitis Camilla Schiff. Non comune. Ne trovai in estate pochi individui in luoghi piuttosto ombreggiati. Vanessa egea Cr. Un solo individuo della prima generazione. — 216 — Vanessa e. album L. Non frequente in estate lungo le strade. — polychloros L. È specie molto abbondante nella buona stagione, specialmente lungo la strada del Lago, — — aber. Un individuo. * — urticae L. Frequente nella primavera e nell'estate, special- mente nel maggio, secondo lo Stefanelli ed il Calberla. * — io L. Comune. Lo Stefanelli la ricorda, in primavera, estate ed autunno, come specie assai facile e rintrac- ciarsi quassù. — antiopa L. Salendo dalla Macinaia alla Secchieta, ne vidi un esemplare il 28 aprile. Abbastanza frequente in estate lungo la via del Lago, — atalanta L. Comune nella bella stagione. * — cardui L. Comunissima dovunque in estate. Melitaea cinxia L. Non molto frequente. — didyrna 0. Se ne trova qualche individuo in estate al limite superiore del faggio, dove cominciano i prati di Secchieta. — — var. meridionalis Stgr, Un solo individuo. * Melitaea athalia Rott. Non frequente in estate. — — var. Un esemplare. * Argynnis euphrosyne L. Comune in estate. — lathonia L. Non frequente. * — aglaja L. Comunissima, Ricordata dallo Stefanelli e dal Calbex'la come raccolta in luglio ed agosto. * — niohe L. Si trova molto comune nel luglio e nell'agosto, come asseriscono anche lo Stefanelli ed il Calberla. — — aher. eris Meig. Un esemplare. — adippe L, Si trova in estate, ma non troppo frequente. — — aber cleodoxa 0. Un esemplare. — paphia L. J e 5- Fam. Satyridae. * Melanargia galathea L. Satyrxis hermione L. In estate sui tronchi degli alberi lungo la via del Lago. * - — — var. alcyone Schiff. Frequente, come asserisce an- che il Calberla, alla fine di luglio. - 217 — Satyrus circe F. In estate sui tronchi degli alberi. * — briseis Li. Piuttosto frequente dal luglio alla prima metà di settembre nei terreni incolti, aridi e sassosi, come fa osservare ancora lo Stefanelli ed il Calberla. — semele L. Comune in estate sui tronchi degli alberi, spe- cialmente di Quercus cerris, lungo la via del Lago. Pararga maera L. Frequente nella buona stagione sui prati e lungo la via del Lago. — megaera L. — ae gerla L. Epinephele janira L. Coenonympha arcania L. Frequente in estate al limite superiore dei faggi. — pamphilus L. Fam. Hesperidae. Syrichthus malvae L. Hesperia thaumas Hufn. — lineala 0. Comune in estate lungo la via del Lago. — sylvanus Esp. Fam. Sphingidae. Acherontia atroi^os L. Pochissimo frequente. Sphinx convolvuli L. Abbastanza comune in estate, verso il cre- puscolo, sui fiori in Piantonaio. Deilephila euphorbiae L. — livornica Esp. — elpenor L. Smerinthtis tiliae L. Macroglossa stellatarum L. Comunissima da aprile a ottobre entro i locali dell' Istituto. — bombyliformis 0. Fam. Sesiidae. Trochilium apìformis CI. Rarissima. Sesia sp. Il Prof. Rizzi raccolse in Piantonaio il fusto e i rami di una pianta di Alnus glutinosa e un ramo di Betula alba attaccati dalle larve di questa specie. — 218 — Fam. Zygaenidae. Ino glohularìae Hb. — statices L. Zygaena pilosellae Esp. ? — romeo Dup. — lonicerae Esp. — filìpendulae L. Abbondante dappertutto, specialmente poi lungo la strada del Lago, sui fiori di Sambucus ebu' lus e di altre piante erbacee. - — — ab. cytìsi Hb. * — — var. Ochsenheimeri Z. È ricordata dal Calberla come raccolta sulla fine di luglio. — transalpina Esp. — oxytropis B. Rara. Fam. Syntomidae. Syntomis phegea L. Non molto frequente. Fam. Nycteolidae. Hylophyla bicolorana Fuess. Fam. Lithosidae. * Lithosia lurideola Zinck. È ricordata dal Calberla. che la rac- colse sulla fine di luglio. * — complana L. Il Calberla dice che questa specie trovasi non frequente a Vallombrosa nel mese di luglio. — camola Hb. Fam. Arctiidae. Euchelia jacobaeae L. * Callimorpha dominula var. persona Hb. E quassù la varietà più frequente. Le larve cominciano a comparire sui primi di maggio e si trovano, ma raramente, anche ai pri- mi di giugno nei dintorni dell'Istituto e nelle vici- nanze di Tosi e di Raggioli. Secondo il Lichtwardt, si nutrono di foglie di Urtica, e secondo il Calberla invece di foglie di Rubus. Osservai che quassù si cibano indifferentemente, in schiavitù, delle foglie — 219 — di queste due piante, ma a preferenza di quelle di Myesotìs, e per trovarle bisogna farne ricerca ap- punto su questa pianta, non avendole quasi mai tro- vate sull'ortica e sui rovi. L'insetto perfetto schiude sui primi di luglio. E degno di nota il fatto che mentre le larve si trovano in numero grande, le farfalle invece s' incontrano molto raramente, solo nelle ore fresche del mattino e della sera e nei luo- ghi umidi ed ombreggiati. I pochi individui raccolti li trovai sui fiori del Senecio nemorensis e di altre composte. La scarsità grande degl' insetti perfetti è dovuta ad un fungo, che uccide le larve, special- mente negli ultimi stadi del loro sviluppo. * Callimorpha dominula ab. italica Stgr. — — var. donna Dup. — — var. domina Hb. Arctìa caja L. Trovai le larve di questa specie costantemente sull'ortica, colla quale le nutrii, giungendomi a per- fetto sviluppo. Farfalle in luglio, non troppo frequenti. — villica L. — aulica L. — maculania Lang. Fam. Hepialidae. Eepìalus sylvinus L. Fam. Gossìdae. Cossxis cossus L. Esiste nella collezione fitopatologica un ramo di Salix alba raccolto in Piantonaio, con escavazioni della larva di questa specie. Zeuzera pyrina L. Abbastanza frequente. Il signor Pianigiani mi mandò da Pian di Melosa diversi rami di una pianta di Acer pseudoplatanus, la quale^ oltre ad essere stata attaccata da altri insetti, lo era stata pure da larve di questa farfalla, di cui trovai, dentro la gal- leria larvale scavata nel legno, una crisalide, che ben presto sviluppò. Le larve di questa specie at- taccano pure altre piante, come il Rhamniis frangula, Fraxinus excelsior, Tilia sp. e Betula alba. — 220 — Fam. Psychidae. * Psyche apiformis Rossi. È specie non fi'equente, ricordata dallo Schneider. Fam. Liparidae. Dasycliira j^udibunda L. Porthesia chrysorrhoea L. Ocneria dispar L. Fam. Bombycidae. Bomhyx castrensis L. Non frequente — neustria L. — catax L, Lo Schneider ricorda questa specie per Valiom- brosa, dicendo che le larve vivono sul biancospino. — quercus L, Verso la fine di luglio da un bozzolo che avevo raccolto sotto un sasso, in prossimità dell'abe- tina, ottenni una femmina di questa specie. Improv- visai alla meglio una piccola voliera aperta al di sotto, che posi vicino ad una finestra. Pochi minuti dopo catturai due maschi e più tardi altri ancora. Avendo lasciato tutta la notte la voliera vicino alla finestra sopra una tavola in modo che non potesse essere mossa dal vento, la mattina per tempo la trovai rovesciata e senza femmina, arguendo da ciò che i maschi fossero venuti in gran numero at- torno alla voliera e col loro svolazzarvi attorno aves- sero potuto liberare la bella prigioniera e fecondarla. Cosi, quantunque non occorresse, potei toccare con mano la verità di quanto dice il Curò (1) e che mi piace ricordare qui sotto. (1) Saggio di un Catalogo dei Lepidotteri d' Italia compilato dall' ingegnere An- tonio Curò, p. 141. Firenze 1885. u I maschi del Bomhyx Quercus e di parecchie altre congeneri... volteggiano di u giorno con volo rapidissimo in cerca delle respettive femmine, guidati da una u straordinaria potenza dell' olfato, che glie le fa rintracciare a grandissime di- u stanze... I raccoglitori ponno procacciarsi con facilità dei maschi di questa e di a altre specie, quando si trovino in possesso di qualche femmina vergine, n — 221 — Lasiocamjìa j^runi L. Si trovarono quassù le larve su piante di Betula alba, della quale avevano ricoperto colla loro tela rami e foglie. Pam. Saturnidae. Saturnia j^yri SchifF. Il Signor Pianigiani mi mandò alcune larve di questa specie, che a Pian di Melosa divoravano le foglie di Acer pseudojylatanus, spogliandone quasi completamente alcune piante. — pavonia L. (=: carpini Scliiflf.). Qualche individuo sulla fine di primavera e al principio d' estate. Fani. Notodontidae. Harpyia vintila L. In estate si trovano sulla pagina superiore delle foglie di Salix caprca e di altri salici piccole galle sferiche di colore giallastro, da ciascuna delle quali sviluppa una larva nera, che, crescendo, varia molto di colore e in fine si tesse nella corteccia de- gli alberi un bozzolo, in cui passa lo stadio di crisa- lide, e dal quale esce in fine l' insetto perfetto nel- r anno seguente. Allevai fino a sviluppo completo alcune di queste larve con foglie di salici diversi. Notodonta tremula CI, Lophopteryx cuculia Esp. Un esemplare. Phalera bucephala L. Le larve, in quantità verso Pian di Me- losa, nella seconda metà di luglio spogliarono com- pletamente parecchi tigli delle loro foglie. Fam. Noctuidae. Biloba ca.eruleocephala L. Acronicta aceris L. Bryophila muralis Forst. Agrotis linogrisea S. V. — pronuba L — — ab. inmiba Tr. — Comes Hb. Due esemplari in estate dentro l'Istituto, — plecta L. — 222 — Agrotis simulans Hufn. Un esemplare sulla soffitta di un corri- doio dell' Istituto. — lucipeta S. V. Mamestra brassicae L. — chrysozona Bkh. nadena maillardi H. G. Qualche esemplare dentro l'Istituto. — monoglypha Hufn. Brotolomia meticulosa Li. Due esemplari. Leucania vitellina Hb. Un esemplare. Grammesia trigrammìca Hufn. Amjìhipyra tragopogonis L. Orthosia Iota CI. f Hoporìna croceago S. V. Un individuo sciupato. Plusia gamma L. Frequente nei locali dell'Istituto. Heliaca tenebrata Scop. Acontia lucida Hufn. var. alhicoUis F. Un esemplare. Catocala elocata Esp. Spìntherops spectriim Esp. Comunissima dentro i locali del- l' Istituto, specialmente in torretta. — dilucida Hb. Herminea crinalis Tr. Pechipogoìi barbalis CI. Eypena proboscidalis L. Fam. Geometridae. * Pseudoterpna pruinafa Hufn. In luglio. Nemoria viridata L. * — porrinata Z. E ricordata dal Calberla, Verso la metà di giugno. * Acidalia pygmaearia Hb. * — aversata L. aber. spoliata Stgr. * — rubiginata Hufn. — imitaria Hb. * — ornata Scop. — sp. Un esemplare sciupato. * Zonosoma porata F. Il Calberla dice che nelle raccolte dello Staudinger ci sono esemplari di Vallombrosa. Pellonia calabraria Z. — 223 — Ahraxas grossularicda L. — adustata S. V. * — marginata L. Cabera jmsaria L. — exanthemata Scop. ab. jiellagraria Gu. * Numeria cajìreolaria S. V. Etiopia prosajyiaria L. var. j^'f'cisinaria Hb. ? Metrocampa margaritaria L. Un esemplare sciupato. Selenia hilunaria Esp. Un esemplare. Crocallis elinyuaria L. * Rumia luteolata L. * Venilia macularia L. Piuttosto rara alla fine di maggio. * Macaria liturata CI. Hybernia leiicophaearia Scliiff. Un maschio. Bìston hirtarius CI. * Boarmia gemmaria Brhm. — repandata L. Ne raccolsi solo pochi individui, — consortaria F. * — angularìa Thnb. * Pachycnemia hipjjocastanaria Hb. * Gnophops obsGuraria Hb. * — glaucinaria Hb. var. plumbaria Stgr. Ematurga atomaria L. * — — var. oricntaria Stgr. Halia contaminaria Hb. Scoria lineata Scop. * Aspilates strigillaria Hb. Trovai un solo individuo ai primi di giugno. * Ortholitha jjlumbaria F. Primi di giugno. * — limitata Scop. Primi di giugno. * Minoa murinata Scop. In giugno. * Anaitis praeformata Hb. Primi di giugno. B/ara. * — plagiata L. Fine di maggio. * Chesias rufata F. Sugli ultimi di maggio. * Cidaria dotata L. * — ocellata L. Verso la metà di giugno. * — variata Schiff. 1\ Calberla la dice frequente nei boschi di conifere da luglio a settembre. — 224 — * Cidarìa variata ab. strangulata Hb. Fine di giugno. * — viridaria F. Metà di giugno. * — fiuctuata L. * — montanata S. V. Primi di giugno. * — ferrugata CI. Fine di maggio e primi di giugno. * — pomoeraria Fr. Fine di maggio. * — gallata S. V. Verso la metà di giugno. — bilineata L. — silaceata Hb. * Eupithecia pusillata S. V. * — scopariata Rbr. Fine di maggio, primi di giugno. * — nanata Hb. Fine di maggio, metà giugno. * — castigata Hb. * — vulgata Hw. Primi di giugno. Fam. Fyralidae. Heliothela atralis Hb. Botys nigrata Scop. Nomophila noctuella Schiff. Pionea forficalis L. Crambus pascuellus L. Pempelia semirubella Scop. Fam. Tortricidae. Cochylis zoegana L. — aleella Schulz. Retinia bouliana Schiff. Attacca fortemente il Pinus austriaca. GraphoUtha nigricana H. S. Intacca i verticilli apicali dell'abeto bianco, producendo danni rilevanti. — brunnichiana Fr. Carpocapsa pomonella L. Fam. Tineidae. Scardia tessulatella Ti. * Adda punicensis Trey. Hyponemeuta cagnagella Hb. Le larve intessono tele fra le fo- glie e i piccoli rami dell' Evonimus eiiropaeus. (^Continua) — 225 NOTE SUI CHILOPODI E DIPLOPODl CONSERVATI NEL MUSEO ZOOLOGICO DI FIRENZE pei- FILIPPO SILVESTRI (Bevagna, Uii^ibria) Alcuni nuovi Diplopodi del Queensland (Cairns) Alla gentilezzza del Prof. Adolfo Targioiii Tozzetti debbo l' aver potuto esaminare la collezione intera di Ohilopodi e Diplopodi conservata nel Museo zoologico del R. Istituto su- periore in Firenze, uoncliè all' assistente del detto Museo Dot- tor Angelo Senna, e voglio qui rendere loro pubbliche grazie. La collezione di Chilopodi e Diplopodi del Museo di Fi- renze è sopratutto collezione italiana, e come tale contiene un immenso materiale, del quale ho io potuto usufruire molto per un lavoro che sto preparando sui Chilopodi e Diplopodi italiani. Tra i Diplopodi esotici ho trovato alcune specie nuove, che descrivo in questa nota. Essi furono raccolti dal signor Podenzana nei dintorni di Cairns (Queensland) nel Dicem- bre 1891. È un piccolo, ma intere'Ssante contributo che viene portato alla conoscenza della fauna diplopodologica di un paese, che ci è per questa parte quasi del tutto sconosciuto. Bevagna, Agosto 18 hi. Anno XXIX. 15 226 Cyliosoma Targìonii sp. n. $ Color niger, ventre pedibusque fusco-terreis. Caput sparse et grosse punctatum, circa labrum dense punctatum. Antennae perbreves, articulo sexto cylindrico, coeteris ma- gis attenuato et longiore. Somita : tergitum primum latum, breve. Tergita coetera omnia laevigata. Tergitum ultimum medium postice vix vix carinatum, utrimque depressum. Vulva (Fig. 1) articulo supero trian- gulari apice acuto externe aliquantum re- verso. (^f Foemina minor, tergito ultimo po- stice distincte carinato et utrinque de- presso. Organum copulativum : par anticum (Pig. 3) articulo secundo permagno et valde lato apice interno aliquantum producto, forcipe parvo digitis longitudine subaequalibus, par posticum (Fig. 2) for- cipis digito immobili, mobili valde breviore, trianguliformi acuto, digito mobili percrasso. Fis. 1. rig. 2. Fig. 3. Long. corp. mm. $ 38, ^ 27; lat. corp. mm. $ 17, cT 12. Hab. Cairns (Queensland). — 227 — Cyliosoma Sennae sp. n. $ Color fusco-olivaceus, margine postico somitorum nigre- scente. Caput sparse punctatiim, circa labrum magis punctatum et setigerum. Autenuae breves articulis 1-5 subaequalibus, articulo 6." coeteris fere duplo longiore, cylindrico. Somita: tergitum primum sparse setosum. Tergitum secuu- dum in escavatione laterum setosum. Tergita coetera laevigata. Vulva (Fig. 4) articulo supero trianguliformi, apice magis attenuato interne vix reverso. (^ Foemina minor, tergito ultimo ut in foemina. Organum copulati vum: par anticum (Fig. 6) articulo se- cundo minus magno, forcipe elongato, digito mobili breviore, par posticum (Fig. 5) forcipis digito mobili immobili parum longiore, magnitudine altero subaequali. Long. corp. mm. $ 24, ^ 22; lat. corp. mm, $ 12, ^ 10. Hab. Cairns (Queensland). ,^^ Fig. 5. Fig. 6. lulomorpha Podenzanae sp. n. $ Color niger margine postico rufescente, antennis pedi- busque rubro-vinosis. Caput vertice sulco minimo, fronte laevigata. facie pilosa, circa labrum poris setigeris 5. — 228 — Antennae somitum quartum superantes, articulo tertio lon- giore, sexto crassiore et magis piloso. Oculi elongati, ocellis e. 40 sat clistinctis. Somita: collimi lateribus sat angustatis et rotundatis, iitrinque striis 6. Somita coetera prosomito antice tenuissime striato, medio stris tribus profundis, postico laevigato ; su- tura profunda, postsomito altiore supra laevigato, aliquantum sub poris striis profundis. Pori magni. Somitum anale postico parum angulatum, ro- tundatum valvulas anales non superans, valvulis immarginatis, sternito subelliptico, Pedes longi infra setis instructi. Somitorum numerus 71. Long. corp. mm. 6-5; lat, corp. mm. 3-2. Hab. Cairns (Queensland). lulomorpha pallipes sp. n. 5 Color niger, margine postico somitorum, pallescente, pedibus llavidis. Caput vertice sulco profundo, fronte et facie laevigatis, circa labrum poris 5. Antennae somitum tertium vix superantes. Oculi elongati, ocellis e. 37. Somita: collura lateribus angustatis, rotundatis, utrinque striis 3. Somita coetera prosomito antice vix distincte striato, medio striis tribus minime profundis, postico laevigato, j^ost- somito parum altiore, sapra laevigato, longe sub poris striis parum profundis. Somitum anale postico minus angulatum, rotundatum, valvulas anales non superans, valvulis immar- ginatis, sternito elliptico. Pedes longi infra setosi. Somitorum numerus 67. Long. corp. mm. 60; lat. corp. mm. 3. Hab. Cairns (Queensland). 229 — Trigoniulus Targionii sp. n. $ Color fusco-rufus, margine postico somitorum, capite, antennis pedibusqiie rnfo-pallidis. Caput laevigatum, medium sulco in facie interrupto, circa labrum paris 2-f2. Oculi subcirculares ocellis e. 20, sat distinctis. Antennae articulo sexto longiore et crassiore, collum non superantes. Semita : collum lateribus angustatis antice emarginatis, po- stice fere recte truncatis; somita coetera tota laevigata sub poris tantum ante suturam striis nonnullis. Pori permagni. Somitum anale cauda vix angulata valvulas anales non su- perante, valvulis immarginatis, sternito lato triangulari. Pedes sat breves. (^' Pedes 1-2 paris incrassati, infra spinosi; pedes j)aris 3-4 (Fig. 8) articulo primo processu magno interne recte trun- cato, externe rotundato acuto, pedes paris 5 articulo primo processu parvo instructo. Organum copulativum (Fig. 7) lamina ventrali lamina antica vix longiore, lamina postica ma- gis breviore, apice triangu- lari, par internum Fig. 9. Fig. 7. Fig. 8. Somitorum numerus 52. Long. corp. mm. 70; lat. corp. mm. 6. Hab. Cairns (Queensland). Fig. 9. — 230 — Rhinocricus Sennae sp. n. § Color fusco-cinerens, margine postico somitorum rufe- scente, antennis pedibusque rubescentibus. Caput laevigatum, medium sulco integro. Oculi subovales ocellis e. 35. Antennae perbreves. Somita: collum lateribus perlatis, rotundatis. Somita coe- tera tota rugis minimis obsessa, parte postica longe sub poris striis profundis. Somitum anale attenuatum, cauda angulata, acuta, valvulas parvo spatio non superante, valvulis immar- ginatis, sternito triangulari apice rotundato. Scobina in somitis 8 e. 30. Pedes breves. (/" Pedes paris 1-2 incrassati, pedes paris 3-5 (4' praeser- tim [Fig. 12]) articulo primu processu sat magno triangulari crasso aneto. Organum copulativum (Fig. 10) lamina ventrali longitu- dine laminae posticae subaequali, apice sat lato, rotundato; par internum (Fig. 11) summa parte bipartitum, parte altera fere duplo breviore, valde attenuata, altera apice lato, medio inciso, angulis acutis. Fig. 10. Fig. 11. JFig. 12. Somitorum numerus 44. Long. corp. mm. 60; lat. corp. mm. (5. Hab. Cairns (Queensland). — 231 — Eustrongylosoma bifalcatum sj). n. (^ Color niger pedibus rubris. Caput facie pilosa. Antennae somitum secmidum superantes. Somita: collum lateribus rotundatìs; somita coetera carinis perparvis, crassis, angulo antico valde rotundato, postico fere recto. Sulcus postsomiti profundus. Somitum anale cauda trian- gulari, apice truncato, sat lato, valvulis marginatis, sternito triangulari apice rotundato. Pedes pilosi longi. Organum copulativum (Fig. 13 et 14) articulo ultimo ha- stis duabus constituto, quarum altera latiore, apice crassiore, Fis. 13. acuto, altera supra basim bipartita, parte altera valde bre- viore, recta acuta, altera etiam biforcata, apicibus acutis. Long. corp. mm. 28; lat. corp. mm. 3. Hab. Cairns (Queensland). — 232 EXPLICATIO FIGURARUM Fig. 1. CyUosoma Targionii : Q Vulva et pes. » 2. — — O Organ. copul. par posticiim. » 3. — — « >> » » aiiticum. 4. — SennaeQ Vulva et pes. 5. — — O Organ. comul. par posticum, 6. — — » » » » anticum. » 7. Trigoniulus Targionii q Organum copulativum autice inspectum. » 8. — — Pes paris 4', » 9. — — Organ. copul. par internuin. » 10. Rhinocricus Sennae: o Organum copulativum autice inspectum. » 11. — — Org. copul. par internum. » 12. — — Pes paris 4'. » 13. Eiistrongi/losorna bifalcatnm: o Org copul. lateraliter interne inspectum. » 14. — — » » antice inspectum. — 233 CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA CHILOPODI E DIPLOPODI DELLA SICILIA pei FILIPPO SILVESTRI Durante la mia dimora in Palermo nell' anno scolastico 1895-96 ebbi campo di raccogliere Cliilopodi e Diplopodi nei dintorni di questa città ed in alcune altre parti della Sicilia, che sono: Marsala, S. Ninfa, Ficuzza, Messina, Come si vede io non lio potuto estendere le mie ricerche alla parte più interna, ed ai monti più alti dell'isola, quindi questo mio contributo rimane molto incompleto. Ciò non ostante, ammontando il numero delle specie di Chilopodi a 36, delle quali 2 nuove, e quello dei Chilopodi a 23, delle quali 6 nuove, riesce assai interessante questa piccola contribuzione, I Chilopodi comprendono le seguenti specie: 1. Scutigera coleoptrata, CL.) 2. Lithohius nudicornis, Gerv. 3. — horealis, Mein. 4. — iufossus, Silv. 5. — pusillus, Latz. 6. — castaneus, Newp. 7. — cryptobius, sp. n. 8. — crassipes, L. Koch. 9. 8colope7idra clavipes, C. Koch. 10. — cingulata, Latr. 11, Plutonium Zìrierleinii, Cav, 12, Hiinantarium Gabrieli^, L. 13. — rugulosum, C. Koch. — 234 — 14. HaplopJiVus dimidiatus, (Mein.) 15. — • mediterraneus, (Meiu.) 16. — filus, (Mein.) 17. Memertophilus nov. superhus (Mein.) 18. Stigmatogaster gracilis, (Mein.) 19. Schendyla montana, Attems. 20. — nemorensis, (C. Kocli.) 21. — mediterranea, sp. n. 22. Nannophilus eximius, (Mein.) 23. Dìgnathodon micraepJialum, (Lucas.) 24. Henia hicarinata, (Mein.) 25. — pulcheUa, (Mein.) 26. ChaetecJiyline vesuviana, (Newp.) 27. Geophilus carpophagus, Leacli. 28. — flavus. De Geer. 29. — flavus. De Geer., var. punicus, Silv. 30. — truncorum, Mein. 31. • — flavidus, C. Koch. 32. — linearis, C. Kocli. 33. PacTiymeriiim attenuatum, (Say.) 34. — bonense, (Mein.) 35. 36. Crgptojjs anomalans, Newp. I Diplopodi sono i seguenti: 1. Polyxenus lagurus, (L.) 2. Lophoproctus lucidus, (Chal.) 3. Glomeris connexa, C. Koch. var. distichella, Beri. 4. Callipus fmtidissimus (Savi.) 5. Eurigyrus sicanus, (Beri.) 6. Anamastigona meridionale, sp. n. 7. Brachytropisona nov. Giardinae, sp. n. 8. Neoatractosoma nov. Kleinenbergi, sp. n. 9. Brachydesmus superus Latz. 10. — Verhoefjìi, Silv. — 235 — 11. Mastifionedemsus nov. Destephanii, sp. n. 12. Strongylosoìna itaìicum, Latz, 13. Neotrachydesmus nov. meridionalis, sp. n. 14. Blaniulus pulchellus, Leacli. 15. Thyphoblaniulus guttidatus, (Bosc.) 16. Proteroiulus nov. fuscus, (Am. Stein.) 17. Pachyulus communis (Savi.) 18. — cenologus, Beri. 19. Bracliyiulus pusillus, (Leacli.) 20. Diploiulus siculus, sp. n. 21. luìus oxypigus, Brandt. 22. Ophiiulus Targionii, Silv. 23. Dolistenus Savii^ Fanz. E interessante far notare la presenza in Sicilia di parec- cliie specie di Chilopodi della costa nord-africana quali : Naìi- nophilus eximius, Henia pulchella, Geophilus flavus v. punicus Pacliymerium, honense, ed altre indicate fino ad ora solo della penisola iberica: Haplophilus dimidiatiis, filus, MeinertopMlus superbus. Dei Diplopodi io voglio soltanto far notare le specie co- muni con il continente italiano, e che non si riscontrano in altre regioni del Mediterraneo: Callipus foetidissimus, Brachy- desmus Verhoe/fìi, Pachyiulus oenologus, Ophiiulus Targionii. Le nostre conoscenze sulla fauna Cliilopodo e Dij^lopodolo- gica di tutte le regioni del Mediterraneo sono ancora troppo incomplete per poter ragionare con salda base sul carattere faunistico di ciascuna di esse, ed io preferisco rimandare tale studio comparativo ad un tempo, in cui io stesso od altri ab- biano illustrato sufficientemente le altre reo-ioni. 't>^ Bevagna, Otfuhre 1891. — 236 - C II I L O P O D A. SCUTIGERIDAE. 1. Scutigera coleoptrata (L.) Come in tutto il resto della regione paleartica, questa spe- cie è comune anclie in Sicilia nelle parti umide delle case e nelle campagne dove si trovano ammassati vecchi materiali da costruzione. LITHOBIIDAE. 2. Lithobius nudicornis Gerv. Syn. 1837 Lithobius nudicornis, Gerv. Ann. Se. Nat. (2) VII, p. 49. — impressus^, C. Kocli Wagner's Reis. Reg. Al- gier. Ili, p. 224, Tab. XI. — nudicornis et impressus, Gerv. Insect. apter. IV, p. 234. — impressus, monilicornis, elongatus Newp. in Lucas, Expl. scient. Alger., p. 384, pi. 3. — impressus^ C. Kocli, Die Myr. I, p. 115, Tab. LII, fig. 105. — impressus, Mein. Naturli. Tidsskr, 3, Vili, p. 308. — Konigi, Verli. Beri. ent. Zeitsclir. Heft. I. — elongatus, Silv. Nat. Sic. I (nov. ser.) n. 8-12, p. 148. Palermo, S. Ninfa, Castelvetrano, Picuzza e Messina. È questa la specie più comune e '^ìix grande di Lithobius della Sicilia. Il colore suo è generalmente rosso bruno, ma spesso » 1841 » 1843 » 1846 » 1863 » 1873 » 1891 » 1896 — 237 — se ne trovano individui giallastri o pallidi, come ne lio ri- scontrati a Castelvetrano, S. Xinfa ed al Castellaccio di ]\[es- sina. Ecco una tabella dei principali caratteri presentati da questa specie in Sicilia: S. Ninfa. Ficuzza Messina. ? Denti stern. 7^8 7-^6 7-^6 8-Kll 5-(-7 10-4-6 Occhi Ocelli ! Ser. Antenne 14 4 14 4 12 3 12 3 11 3 12 4 13 4 13 4 14 4 51 50 50 47 38 50 42 52 26 Ped. ultim. calcaria Long. 01310 30 01310 32 01310 29 01310 28 01310 25 01321 28 01321 26 01321 26 01321 29 Comparando questa tabella con 1' altra da me pubblicata per gli individui di Tunisia possiamo notare le seguenti dif- ferenze: 1.° il numero dei denti dello sterno dei piedi mascel- lari negli esemj)lari di Sicilia in media può ritenersi 7-1-7 mentre in quelli di Tunisia 6-[-6; 2." il numero degli articoli delle antenne negli esemplari di Sicilia può considerarsi in media 50, in quelli di Tunisia 40; 3." il numero degli ocelli Sicilia 12, Tunisia 11; 4." gli esemplari di Tunisia possono raggiungere dimensioni molto maggiori, ed è in essi più mar- cata la rugosità dei tergiti. Quantunque facendo la media dei caratteri possiamo riscontrare alcune differenze fra gii indivi- dui di Sicilia, pur tuttavia presentandosi in Sicilia individui anche con caratteri uguali a quelli di Tunisia non possiamo assolutamente distinguerli specificatamente fra di loro e nem- meno considerare quelli di Sicilia come varietà di quelli di Tunisia, ma dobbiamo solo ritenerli come semplici variazioni. In Sicilia stessa possiamo vedere la differenza clie corre, — 238 — rispetto alle s]3Ìne dell' ultimo paio di piedi, negli esemplari di Messina ed in quelli delle altre località; infatti nei primi abbiamo sempre 01310, mentre negli altri 01321. Possiamo però dire che il Lithohius nudicornis è in via di scindersi in due specie, delle quali sappiamo già la direzione, poicbè di mano in mano le forme intermedie alla tipica di Tunisia e alla tipica di Sicilia verranno scomparendo e si ac- centueranno i caratteri tipici presentati da questa specie nelle due regioni. 3. Lithobius (Hemilithobiusj borealis Mein. Orto botanico in Palermo 6 $, 1 cT- Antennae 30-35 articulatae, pedes ultimi calcaribus 01310. Distribuz. geogr. Danimarca, Spagna, Algeria. 4. Lithobius (Archilithobius) infossus Silv. S. Ninfa. Antennae 64 articulatae, sternum pedum maxillarium den- tibus 6-|-5. Distrib. geog. B-oma. 5. Lithobius (Archilithobius) pusillus Latz. S. Ninfa 4 ? 1 cf. Long. mm. 6. Antennae 34, 28, 29, 31, 28. Pori coxales 2,2,2,2-3,3,3,2; calcarla 01310. Ficuzza 1 $ . Long. mm. 6. Antennae 26-articulatae; pori coxales 2,3,3,2; calcarla 01310. Distrib. geog. Era solo indicato sin qui della Carinzia, Dalmazia e Tirolo. — 239 — 6. Lithobius (Archilithobiusj castaneus Newp. S. Ninfa, Ficuzza. Dentes pedum maxillarium semper S-j-S sat magni, anten- nae 26-30-articulatae. Distrib. geog. Italia continentale. Spagna, Algeria, Tunisia. 7. Litobius (Archilithobius) cryptobius sp. n. J^ Color ochraceus totus. Antennae 38-articulatae. Sternum pedum maxillarium dentibus 3-|-3. Oculi ocellis 3-|-l. Pori coxales 2,3,3,2. Pedes paris ultimi ungue singulo, calcaribus 0,1,3,1,0, ar- ticuli primi margine laterali inermi. Long. corp. mm. 7 ; lat. cap. mm. 1-2. Hab. Messina; in liumo profunde infossus. 8. Lithobius (Archilithobius) crassipes L. Koch. Castelvetrano, S. Ninfa, Ficuzza, Palermo. Distrib. geogr. Regione paleartica. SCOLOPENDRIDAE. 9. Scolopendra clavipes C. Koch. Comune in tutta la Sicilia. Distrib. geog. Sardegna, Spagna. 10. Scolopendra cingulata Latr. Anche questa sjDecie è comune in tutta l' isola. Distrib. geog. Regione circummediterranea. ~ 240 — CEYPTOPSIDAE. 11. Cryptops anomalans Newp. Ficuzza. Gli esemplari di Sicilia, come (quelli di Tunisia, sono di piccole dimensioni, hanno 1' ultimo paio di piedi armato ai soliti articoli di spine 13 e 5. Distrib. geog. Regione circummediterranea. PLUTONIIDAE. 12, Plutonium Zwierleinii Cavanna. Taormina, Distrib. geog. Sardegna, Calabria. HIMANTARIIDAE. 13. Himantarium Gabrielis L. Castelvetrano $ 139 (1), 140, 135, rf 127. S. Ninfa $ 128, 135. Palermo Distrib. geog. Regione circummediterranea. 14. Himantarium rugulosum C. Kocli. Ficuzza $ 117, 119. 15. Haplophilus dimidiatus (Mein.) Messina $ 119, 127, 122, 129, 125, 129, ^ 124, 121, 123, 115. Distrib. geog. Spagna, Portogallo, Madera. Latzel lia poi descritto una varietà Haplophilu.'i dimidiatus v. angustus Latz. dell' Algeria e della Francia meridionale. (1- Questi numeri indicano le paia di piedi. — 241 — 16. Haplophilus mediterraneus (Mein.) Castelvetrano $ 137, 139. Taormina. Distrib. geog. Algeria, Tunisia, Spagna, Francia. 17. Haplophilus (?) filus (Mein.) Syn. Himantarium filum Mein. Naturh. Tidskr. VII, p. 33. Palermo (Favorita) 1 $ 107. Avendo un solo individuo non ho potuto esaminare l'appa- rato boccale di questa specie e quindi non sono certo, ch.e essa appartenga senz' altro al genere Haplophilus Cook; l'unico carattere comune, che ho j)otuto rilevare, è la mancanza di pori all' ultimo tergite. Distrib. geog. Spagna. Gen. MEINERTOPHILUS nov. Labrum medium profunde (3-dentatum, utrinque dentibus 8. Mandibulae laminis pectinatis 8. His notis hoc genus ab Himantario C. Koch et Haplo- pliilo Cook bene distinctum. Clarissimo prof. F. Meinert, qui primus haec animalcula praestans studuit, animo admirante hoc genus dico. Typus : Himantarium superhum Mein. 18. Meinertophilus superbus Mein. Syn. Himantarium superbum Mein. Naturh. Tidsskr. VII, p. 28. Boccadifalco 2 $ 150. Favorita (Palermo) $ 143, 144. Castelvetrano $ 141. Distrib. geog. Spagna. Anno XXIX 16 — 242 — 19. Stigmatogaster gracilis (Mein.) Fiouzza 1 $ 100. Voglio far ben notare come questa specie è rara in Sici- lia, non avendo io nelle mie numerose escursioni raccolto che un solo esemplare. Distrib. geog. Regione circummediterranea. SCHENDYLIDAE. 20. Schendyla montana Attems. Palermo (^ 41. Castelvetrano ^f 41. Distrib. geog. Austria, Tunisia. 21. Schendyla nemorensis (C. Kocli.) Ficuzza ? 42, ^ 39. Distrib. geog. Regione paleartica. 22. Schendyla mediterranea sp. n. > Della Sicilia e della Sardegna ho avuto parecchi individui di Schendyla che non sono riferibili alla /S. nemorensis C. Koch; essi presentano costantemente dei caratteri diversi da quello della S. nemorensis C. Koch, e credo giusto stabilire per essi una specie nuova. Ecco i caratteri suoi, che la fanno rico- noscere dalla S. nemorensis: Magis hirsuta. Pori sternales in area fere ovali coarctati (Fig. 1). Armatura spinarum ad basim articuli primi pedum ulti- morum et somiti anali validior. 243 Pedes paris ultimi (Fig. 2) panilo crassiores, articulo se- cando interne alquantum semicirculariter prodiicto. Pedum paria $ 52-55, (/ 50-53. Hab. Sicilia: Palermo, Boccadifalco. — Sardegna: Cagliari. .ci; Fig. 1. Fig. 2. 23. Nannophilus eximius (Mein.) Messina $ 63, cT 61. Boccadifalco (f 61, 61, 65. Favorita (Palermo) (/" 63. Distrib geog. Tunisia, Algeria, Madera. DIQNATHODONTIDAE. 24. Dignathodon microcephalum (Lucas. Palermo 3 cf 77. Distrib. geog. Regione circummediterranea. 25. Henia bicarinata (Mein.) Marsala ^ 73, 73 $ 77, 79, 79, 80. Distrib. geog. Regione circummediterranea. — 244 — 26. Henia pulchella (Mein.) Palermo $ 61, 61, 61, ^ 57. Boccadifalco ? 61, 61, 59^ 71, 60, 61, d" 54. Distrib. geog. Algeria. 27. Chaetechelyne vesuviana (Newp.) Bivona $ 71, 71, 73, cT 65. S. Ninfa ? 62. Ficuzza $ 69, 71, cT <33, 65. Distrib. geog. Regione circummediterranea. GEOPHILIDAE. 28. Geophilus carpophagus Leaccli. Ficuzza $ 49. Distrib. geog. Regione circummediterranea. 29. Geophilus flavus De Geer. Bivona $ 53, 53, 55, cT 51, 51. 30. Geophilus flavus De Geer., var. punicus Silv. S. Ninfa cT 41. Palermo $ 43, ^ 41. Anche questi individui della Sicilia non presentano che 3 pori pleurali. Distrib. geog. Tunisia. 31. Geophilus truncorum Mein. Ficuzza $ 31, 31, 33. Distrib. geog. Tunisia, Francia. — 245 — 32. Geophilus flavidus C. Koch. Ficuzza $ 65, J" 63. Bivona $ 67, 67, 69, 65, 66, 67, 65, ^ 63, 63, 63, 62. Distrib. geog. Regione paleartica. 33. Geophilus linearis C. Koch. Boccadifalco $ 71, 73, ^ 71, 74. Messina cT 59, 61, 63. Il numero minore di piedi, che era stato indicato sino ad ora per il (^ era di 63 paia. Distrib. geog. Danimarca, Austria, Ungheria, Italia conti- nentale. 34. Pachymeriiim attenuatum (Say.) Messina (-f 57. Marsala $ 53, ^T 48. Bivona 2 $ 49. Palermo $ 50, 53, cT 49. Castelvetrano $ 51, 41, J* 47, 49. Distrib. geog. America settentrionale, Europa, Africa me- diterranea, La Palma. 35. Pachymerium bonense Mein. S. Ninfa $ 73. Ficuzza $ 73, ^ 71. Distrib. geog. Africa mediterranea. 36. Orìnophilus Vinciquerrae Silv. Syn. Geophilus Vìncigiierrae Silv. Boll. Soc. E-om. Stud. zool. Ili, fase. V-VI, p. 194. S. Ninfa $ 55-57, ^ 65-56. Palermo $ 55, 56, (^ 56. Distrib. geog. Roma. 246 — DIPLOPODA. POLYXENIDAE. 1. Polyxenus lagurus (L.) Ficuzza. Distrib. geog. Regione paleartica. 2. Lophoproctus lucidus (Clial.) Ficuzza, Boccadifalco. Distrib. geog. Francia, Italia continentale, Tunisia. GLOMERIDAE. 3. Glomeris connexa C, Koch, var. distichella Beri. S. Ninfa, Boccadifalco, Ficuzza. Le strie del secondo tergite sono sempre 1-2; la lunghezza massima dei miei esemplari ( $ 24, (^ 13) è di mm. 10, la larghezza mm. 5. CALLIPODIDAE. 4. Callipus foetidissimus (Sav.) Ficuzza, S. Ninfa. Distrib. geogr. Italia continentale, Sardegna. 5. Eurygirus sicanus (Beri.) Messina (Castellaccio) (^ % $ 5. segmenti 46. Distrib geog. Grecia (Karsch). — 247 — CEASPEDOSOMIDAE. 6. Anamastigona meridionale sp. n. Color fusco-rufus maculis ferrugineis sparsis. Caput setis sparsis instructum. Antennae breves, somitnm tertium vix superantes, pilis et setis obsoletis, Ocnli triangu- lares ocellis distinctissimis. Carinae nuUae, secl tuberculi ad basin setarum sat magni. Setae attenuatae, longae. (-^ Pedes paris 1-2 minores articulo ultimo infra serie se- tarum serratim disjDOsitarum instructo, articulis coeteris infra fasciculis setarum 2-3 auctis. Pedes paris 3-4 incrassati, arti- culo 2.° externe ad basim aliquantum producto. Pedes paris 7' crassi, magis elongati, articulo ultimo magris attenuato, articulo primo supra processu parvo conico instructo. Organum copulativum: paranticum (Fig. 3) laminis duabus externis apice attenuato, externe reilexo, et laminis duabus interni s, adnatis, ajjice interne appendice pilosa aneto, consti- tutum ; par posticum (Fig. 4) processubus tribus basalibus, quo- Fig. 3. rum interni lamininares reflexi apice acuto, mediani apice rotundato bisetoso, articulo parvo aneti, laterales processu mi- nore conico simulantes. Pedes paris 1' segmenti 8' attenuati. — 248 — Pedes paris 2^ segmenti 8' attenuati (Fig. 5) articulo primo infra processii subapicali, sat magno, aliquantum arcuato, aucto. Long. corp. mm. 8; lat. corp. mm. 1,2. Hab. Messina. Fig. 5. Gen. BRACHYTROPISOMA nov. Somita carinis brevibus. c^ Pedum par septimum articulo primo processu conico aucti. Organum copulativum: par anticum columnis duabus tan- tum constitutum, par posticum coxis et aliis 4 articulis con- stitutum. Pedum par primum segmenti octavi processu nullo. Pedum par secundum segmenti octavi articulo secundo pro- cessu basali, interno acuto. Typus: Brachytropisoma Oiardinae sp. n. Obs. Genus boc a coeteris omnibus bene distinctum cari- narum forma et organi copulativi. Org. copul. 2)ar posticum, ut ego delineo, vidi in exemplis duobus typicis, sed liaec ex empia sunt immatura? 7. Brachytropisoma Giardinae sp. n. Fig. Color rufo-terreus maculis fuscis sparsis. Antennae longae, somitum quartum supe- rantes, forma obsoleta. Oculi subtriangulares ocellis distinctissimis. Semita: collum antice rotundatum, jjostice subrotunde excisum. Semita coetera (Fig. 6) carinis lateralibus parvis, angulo antico rotun- — 249 — dato, postico fere recto. Setae in apice postico carinarum breves, coeterae sat loiigae. Pedes longi. (-f Frons deplaiiata. Pedes paris 3' (Fig, 7) breves articiilis duobns ultimis infra serra setarum instructo. Pedes paris 7' (Fig. 8) articulo primo processi! parvo co- nico aneti, articulo ultimo infra seriebus aculeorum brevium instructo. Organum copulativum: par anticum (Fig. 9) lamina basali Fic Fio-. 8. Fig. 9. et processibus duobus summa parte lata apice attenuato, un- cinato constitutum; par posticum (Fig. 10) coxis aliis 4 arti- culis rudimentalibus pedum constitutum. Pedes parvis 1^ segmenti octavi (Fig. 11) attenuati, articulo ultimo infra aculeis brevibus aneto. Vis. 10. Fis- 11. — 250 — Pedes paris 2' segmenti octavi (Fig. 12) magis attenuati, articulo secundo ad basini internam processa conico aucto. Long, corp. mm. 12 ; lat. corp. mm. 1-2. Hab. Ficuzza. Meo amico Dr. A. Giardina dica- ^ig- 12. tum. Gen. NEOATRACTOSOMA nov. Somita carinis brevibus. (/ Organum copulativum: par anticum columnis duabus tantum constitutum, par posticum coxis pedum laminaribus et lamina ventrali. Pedum par primum segmenti 8' articulo primo processu conico aucti. Somitorum numerus 28. Typus: Neoatractosoma Kleinenbergt, sp. n. 8. Neotractosoma Kleinenbergi sp. n. Color brunneo-rufus, medio dorso fascia lata rubro-pallida, ventre pedibusque rufo-pallidis. Caput oculis subtriangularibus ocellis distinctissimis. Antennae forma obsoleta, breves, somi- tum tertium superantes. Somita (Fig. 13) carinis parvis angulo antico rotundato, postico octuso. Setae lon- giores. Pedes breves, illi parium 3-7 articulo tertio infra fasciculo setarum instructo. Fig. 13. — 251 — cf Pedes paris 1' (Fig. 14) breviores, articulo ultimo infra serra setaruni aucto. Pedes paris 6' (Fig. 15) articulo tertio infra fasciculo se- tarum aucto. Organum copulativum: par anticum (Fig. 16) columnis Fis- u. Fig. 15. Fi2. 16. duabus conicis, apice attenuato, uncinato; par jjosticum (Fig. 17) laminis duabus longis externe rotundatis apice attenuato, in- terne incisione parva. Pedum par primum segmenti 8' (Fig. 18) articulo primo infra jìrocessu conico sat magno aucto. Long. corp. mm. 8; lat. corpo mm. 1-1. Hab. Ficuzza. Fig. 17. Fig. 18. Clarissimo Prof. Nicolao Kleinenberg, iam Panormi meo magistro, et nunc heu! a morte scientiae erej)to dicatum. 252 POLYDESMIDAE. 9. Brachydesmus superus Latz. Ficuzza. Distrib. geog. Regione paleartica. 10. Brachydesmus Verhoeffi Silv. S. Ninfa ? 20, cf 9 15 (III) — Bivona — Ficnzza — Mar- sala — Messina. Palermo $ 20, cf 8 14 (IV). Questa specie è comune in tutta la Sicilia. Distrib. geog. Italia meridionale. Gen. MASTICO NODESMUS nov. Dorsum tuberculis parvis acutis instructo in somito sin- gulo triseriatis, vel serie postica tantum manifesta, coeteris evanescentibus. Organum copulativum biarticulatum, articulo primo per- magno ita uti basim articuli secundi circumdet, articulo se- cundo basta una constituto ad basim pseudoilagello in spiram revoluto instructo. Typus: Mastigoìiodesmus Destefanii, sp. n. Obs. A genere Polydesmo absentia tubercolorum maiorum et forma praesertim organi copulativi distinctus. 253 — 11. Wlastigonodesmus Destefanii s]3. n. Color albus totiis. Caput pilis instructum. Antennae (Fig. 19) subclavatae, somitum tertium supe- rantes. Semita: collum semiellipticuin seriebus tribus tuberculorum ductum; somita coetera omnia seriebus tribus tuberculorum setigerorum, acutorum instructa, carinis magnis |angulo antico rotundato, ostico acuto, margine laterali sat profunde 3-4 den- lato. Somitum anale cauda sat crassa, setis instructa, sternito triangulari apice parum rotundato. (/ Organum copulativum (Fig. 20) unco articuli primi Fig. 19. Fig. 20. permagno, articulo secundo ad basim pseudoflagello longo, revoluto, basta apice bifido, parte altera bicorni, altera infera attenuata. Long. corp. mm. 6; lat. corp. mm. 0,8. Hab. S. Ninfa (Sicilia): Grotta dei panni. Claro hymenopterologo Teodoro Destefani dicatum. — 264 — Fam, Steongylosomatidae. 12. Strongylosoma italicum Latz. Syn. 1891. Strongylosoma mediterrane/um Daday, Terni. Fùz. XIV, part. 8-4, p. 179, tab. VII, %. 11. Comunissimo in tutta la Sicilia. Distrib. geog. Regione circummediterranea. Gen. NEOTRACHYDESMUS nov. Genus a genere TracJiydesmus Daday, somitorum numero, qui est 19, distinguendum. 13. Neolrachydesmus meridionalis sp. n. Color rufo-terreus vel terreus. Caput et postsomita omnia dorso et lateribus granulis obsessa. Antennae subclavatae, somitum secundum superantes. Oollum ellipticum. Somita coetera medio dorso sulco transversali sat profundo, carinis lateralibus minimis a granulis fere obtusis, sutura inter pleuras et sternita distincte carinata. Somitum anale cauda attenuata, crassa, setosa, sternito postice rotundato. Pedes sat breves et sat crassi. cf Foemina minor, pedibus crassioribus. Pedes parium 3' et 4' (Fig. 21) articulo tertio infra pro- cessu parvo setigero aneto. Organum copulativum (Fig. 22) apice bipartito, parte al- tera arcuata, attenuata, ad basim spina aucta, altera laminari lata, externe acute producta, interne truncata, dentata. Long. corp. mm. 8; lat. corp. mm. 1. * Hab. Messina. — 265 — Obs. Facie species haec omiiino Trachydesmo Simonis Da- day similis, sed somitorum numero et forma organi copulativi distinctissima. Fig. 21. Fig. 22. Fam. Blaniulidae. 11. Blaniulus pulchellus (Leach.) S. Ninfa. Palermo (orto botanico) 6 (^ segm. 31-33 ultimi 4 apodi. 1 cT » 39 10 $ 32-34 1 $ 39 1 $ » 48 Distrib. geog. Francia, Germania, Scandinavia, Austria, Italia continentale. 15. Typhoblaniulus guttulatus (Bosc.) Palermo: Favorita 1 (^ segm. 49. Distrib. geog. Francia, Germania, Austria, Italia conti- nentale. 256 Gen. PROTEROIULUS nov. Oculi ocellis pluriseriatis. cf Pedum par primum articulo ultimo uncinato. Obs. Hoc genus his notis a Blaniulo bene distinctum. Typus: Blaniulus fuscus, Am. Stein. 16. Proteroiulus fuscus, Am. Stein. Marsala. — Sotto i sassi sulla spiaggia del mare 4 $ , 3 cf immaturi. Distrib. geog. Germania, Australia, Italia continentale. Fam. luLiDAE. 17. Pachyiulus communis Savi. Syn. 1817 lulus cormnuìiis Savi, Opusc. scient. Bologna I. » 1847 — meridioìialis Gervais Insect. aptér, IV, p. 144. » 1847 — semifiavus C. Kocli, System, d. Myr. p. 108. » 1847 — flavipes C. Kocb, System, d. Myr. p. 108. » 1863 — semifiavus C. Koch, Die Myr. II, p. 79. Fig. 202. » 1883 — varius v. flavipes Berlese, Ac. Myr. et Scorp. fascio. Vili, n. 3. » 1884 — flavipes Latz., Die Myr. Ost. Ung. Mon. Il, p. 344. » 1886 — {Pachyiulus) flavipes Berlese, Boll. Soc. Ent. ital. XVIII, p. 72. Questa specie fu magistralmente descritta dal Savi su esem- plari di Pisa. Gervais descriveva nel 1847 il lulus meridioìialis di Sici- lia, che non è altro che la stessa specie del Savi. C. Koch in questo stesso anno descriveva le due specie /. semifiavus e /. flavipes la prima di Grecia, la seconda di — 257 — Dalmazia, ma io credo che queste specie non sieno clie una sola, uguale alla sua volta a quella del Savi. Questa specie è comunissima in tutta la regione litoranea della Sicilia; in due soli m. q. io ne ho raccolti presso Mes- sina 5 78, (/ 06. Manca nella regione boschiva, è rara al- l'altezza di m. 300-500, manca affatto verso i m. 700. Il numero dei segmenti negli esemplari più sviluppati è: $ 60, 62, 63, 66, cT ^7, 59, 63; la lunghezza $ mm. 74, (^ mm. (30 ; la larghezza $ mm. 6, (/ mm. 4-8. Distrib. geog. Italia continentale, Sardegna, Lipari, Malta, Dalmazia, Grocia, Creta. 18. Pachyiulus oenologus Beri. Messina; nei boschi. o 7 segm. 59, 59, 59, 59, 60, 61, 61; long. mm. 60, lat. mm. 4-8. (^ 2 segm. 55, 55; long. mm. 44; lat. mm. 3. Distrib. geog. Messina è il punto più meridionale, ove giunge questa specie, il più settentrionale è Glenova. Osservazione. Tutte le specie di questo genere sono cosi fra loro vicine, che senza averle tutte sott' occhio facilmente si potrebbero confondere, e quantunque il nostro attento esame ci conduca a distinguere varie forme, siamo ben lontani dal poter dichiarare con sicurezza se esse sono realmente S23ecie distinte, o semplicemente varietà di una stessa specie. Certo si è che ad una data regione corrisponde una data forma, e ciò ci fa sospettare che la stessa specie distribuendosi nello sjjazio abbia assunto un particolare abito a seconda dell'am- biente, in cui si è trovata a vivere. Per determinare però il valore di questa variazione è necessario fare ancora delle ri- cerche accurate sulla distribuzione di queste forme, e ciò che più interessa, trasportarle da una regione all'altra e studiarne r influenza, che il cambiato ambiente esercita su di esse, nello stesso tempo che è indispensabile tentare 1' incrociamento delle varie forme. Dal risultato di tali ricerche e tali osser- Anno XXIX. 17 — 258 — vazioni scaturirebbe chiaro il valore, che hanno le varie forme, e si potrebbe con sicurezza stabilire, se esse sono specie or- mai relativamente fisse, o varietà o anche semplici variazioni della stessa specie. 19. Brachyiulus pusillus Leach. Palermo (Orto botanico) 4 $, 3 cf. Messina $ 7, cT 3. Distrib. geog. Francia, Germania, Austria, Italia conti- nentale. 20. Diploiulus siculus sp. n. Color fusco-rufus, pedibus rubro-vinosis vel rufescentibus. Caput vertice sulco manifesto, fronte laevigata. Oculi elongati ocellis parum distinctis. Antennae breves collum vix superantes. Semita: collum lateribus angustatis utrinque in margine postico striis 3 inter sese remotis; semita coetera antice lae- vigata, postico striis profundis et crebris omnino pieno. Pori suturam attingentes. Somitum anale jDostice angula- tum valvulas anales spatio sat magno non superans, sternito triangulari apice vix rotundato. Pedes breves. (^ Pedum par primum uncinatum (Fig. 23). Pedum par secundum (Fig. 24) coeteris brevius articulis 4.° et 5.° suleatis. ^3. Fig. 24. — 259 — Orgaiium copulativum : parte antica lamiuis anticis (Fig. 25) elougatis, triangularibus , externe rotunclatis, interne recte triincatis, laminis posticis (Fig. 25) anticis brevioribus et strictioribus, flagello obsoleto; parte postica (Fig. 26) proces- Fig. 25. FJK. 26. sibus tribus constitnta, quorum anterior internus attenuatus lateribus sinuatis, posterior internus aliquantum attenuatus ajDice flexo, externus latus forma ut in Fig. 26. Somitorum numerus 52-55. Long. corp. mm. 36; lat. mm. 3. Hab. Ficuzza, S. Ninfa. 21. lulus oxypygus Brandt. Syn. 1884 lulus incertus Berlese, Stucl. crit. Sist. Cliilogn. it. R. Museo Padova, p. 14* » 1886 — Brandii Berlese, Bull. Sa. Ent. ital. XVIII, p. 90. Messina, Palermo (comunissimo), S. Ninfa (raro). Il lulus oxypygus Brandt, è certamente ben descritto e ben riconoscibile, e mi pare assolutamente superfluo il creare un nuovo nome, ond' è clie pongo in sinonimia i due nomi pro- posti dal Berlese. Distrib. geog. Giaunutri, Stromboli, Lijoari, Filola. — 260 — 22. Ophiiulus Targionii Silv. Messina 10 $ segm. 51-56, 1 (^ immat. segm. 51 (28 I 97). S. Ninfa 11 $ segm. 49-52, 9 $ segm. 52-57. » 4 (j^ immat. segm. 49, 5 (^ mat. segm. 51-53. (16, III, 96). Ficuzza ? 9, cf 4 (12, II, 96). Palermo Distrib. geog. Italia centrale e meridionale. Osservazione. Di questa specie credo opportuno dare la figura del j)rimo paio di j)iedi (Fig. 27), del secondo paio (Fig. 28) e dell' organo copulativo (Fig. 29 e 30). Fig. 27. Fig. 29. Fani. Pl.itydesmidae. 23. Dolistenns Savii Fanz. Ficuzza: varii esemplari tra cui una $ di 115 segmenti. Distrib. geog. Morea, Calabria, Tunisia. — 261 — EXPLICATIO FIGURARUM Fig. 1. Svhendykv yned iter ranca: Sternitum uonum. » 2. — — Segmentum ultimum subtus inspectuni. » 3. Anamastif/ona incrldionale: Q Org. cop. par aiiticum. » 4. — — O Org. cop. par posticum. » 5. — — O Pss secundi paris segmenti 8'. » 6. Brachytropisoma Giardinae: Somita duo. » 7. — — O Pes paris 1'. » 2. — — O Pes paris 7'. » 9. — — Q Org. cop. par aiiticum. » 10. — — (5^ » » » posticum. » 11. — — O Pss paris 1' segmenti octavi. » 12. — _ J» >, 2' » » 13. Neoatractosoma Kleinenhcrgì : Somita duo. » 14. — — O Ps'* pai'is !'• » 15. — — cf » 6'. » 16. — — O Org. copul. par anticum. » 17. — — O * " posticum. » 18. — — O P^s paris primi segmenti octavi. » 19. Mast igonodesmus Destefanii : Q Antenna. » 20. — — O Organi copulativi pars altera lateraliter inspecta et coxis aliquantum abruptis. » 21. Neotrocliydii)imus Simonei: Q Pes paris 3". » 22. — — O Organura copulativura. » 23. Diploinlus sioulus q Pes primi paris. » 24. — — O Pes secundi paris. » 25. — — O Organ. copul. par anticum postica inspectura. » 26. — — O Organum copulativum totum lateraliter interne inspectuni. » 27. Ophiiuli's Targionii: q Pes primi paris. » 28. — — O Pes secundi paris. » 29. — — O Org. copul. par articum antice insjiectum. » 30. — — O Organum copulativum totum, lateraliter in- terne inspectura. INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL VOLUME DELL' ANNO VENTINOVESIMO G. Dkl Guercio. — Sulle larvo minatrici dei giovani frutti del poro, 0 sui momenti con i mezzi più acconci por limitarne la ditì'usione (con Tav.) P<^H- 3 Alessandro Tosi. — Note biologiche sulle Ainaric » 2f5 A. Gauiìini. — Libollulidi del veronese e delle provincie limitrofe. » 35 Emilio Corti. — Aggiunte alla fauna dittorologica della provin- cia di Pavia » IBG Giacomo Cecconi. — Contributo alla Fauna Vallombrosana . . » 145 Filippo Silvestri. — Note sui Cliilopodi e Diplopodi conservati nel Museo Zooloo-ico di Firenze » 225 Filippo Silvestri. — Contributo alla conoscenza dei Chilopodi e Diplopodi della Sicilia » 233 Ijiill. Sor Hill. Tav. ^^J- r ! g ^; ì ~\, ^ II i;ì 14 .Del Hiipi-rio ad nat. F.iiiii. inc.p lil Ut P. Giusti Fir-cnze BULLETTINO SOCIETÀ ENTOMOLOGICI ITALIANA ANNO VENTINOVESIMO .^,0-'■■ V.., Trimestre IV. (Dal Settembre al Dicembre 1897) FIRENZE TIPOGRAFIA M. EICCI, VIA SAN GALLO, 31 a spese degli Editori 1898 (Pubblicato il IO Marzo 1898). INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO Giacomo Cecconi. — Contributo alla Fauna Vallombrosana . . Por/. 145 Filippo Silvestri. — Note sui Chilopodi e Diplopodi conservati nel Museo Zoologico di Firenze » 225 Filippo Silvestri. — Contributo alla conoscenza dei Chilopodi e Diplopodi della Sicilia » 23B BULLETTINO SOCIETÀ ENTOMOLOGI» ITALIANA ANNO VENTINOVESIMO Trimestri I, II e III, (Dal Gennaio al Settembre 1897) ■^iT " ero «> ^'r«; SONJAN 01 FIRENZE TIPOGRAFIA M. EICCI, VIA SAN GALLO, 31 a spese degli Editori 1897 (Pubblicato il IO Settembre 1897). INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO (}. Dkl Guercio. — Sulle larve minatrici dei giovani frutti del pero, e sui momenti con i mezzi più acconci per limitarne la diffusione (con Tav.) Par/. o Alessandro Tosi. — Note biologiche sulle Apiarie » 2H A. Garbini. — Libellulidi del veronese e delle provinole limitrofe. » 'ò^ Emilio Corti. — Aggiunte alla fauna ditterologica della provin- cia di Pavia » lr56 ESTRATTO DALLO STATUTO La Società Entomologica Italiana, fondata nel 1869, si compone di un numero illimitato di Soci: gli italiani e gli stranieri possono egualmente appartenervi. I Soci sono di due categorie: Soci effettivi e Soci studenti. I primi pagano una tassa annua di lire quindici (lo), i secondi di lire dieci (10) ma non possono rimaner tali più di cinque anni. La tassa annuale è dovuta alla Società nel 1,° trimestre d'ogni anno. I Soci che pagheranno in una sol volta lire duecento (200) diventano soci perpetui. I Soci morosi del pagamento di più anni sono radiati dall'albo della Società. Tutti i Soci ricevono le pubblicazioni della Società. L'accettazione dei lavori da pubblicarsi spetta al Comitato residente. Gli autoi'i delle memorie ricevono gratuitamente 50 copie a parte, deside- randone un numero maggiore le possono avere ai seguenti prezzi: Per 4 pagine Per 8 pagine (mezzo foglio) . . . Per 12 pagine Per 16 pagine (un foglio) . . . . . Per ogni foglio di 16 pagine in più CO F" Z E 50 Lire 2 50 3 — 3 50 4 — 3 50 100 Lire 4 — 6 — 4 — N. B. — Nei detti prezzi e compresa una copertina semplice. La copertina stampata e le altre modificazioni come scompaginazione, doppia numera- zione, carta pia fine sono d'ora innanzi a tutto carico degli autori. Agli autori delle memorie pubblicate nel Ballettino compete ogni re- sponsabilità delle opinioni e fatti esposti. I Soci residenti nel Regno possono consultare i libri della biblioteca sociale, purché ne facciano domanda ed assumano a loro carico le spese d'invio. Chi perde o danneggia le opere avute è tenuto a rifornirle. A tutti i lettori di questo periodico clie ne faranno richiesta verranno spediti gratis per 2 mesi a titolo di saggio, i periodici: Avieula (Giornale ornitologico italiano). — llivista, ita.liaiia «li seieuze naturali — Bollettino «lei Naturalista (Collettore, Allevatore, Coltivatore). Per riceverli basta inviare il proprio indirizzo, anche per mezzo di nn biglietto da visita all'Amministrazione, in SIENA, via di Città, n." 14. Chermotheca italica continens exiccata in situ Coccidarum jjlan- tis, praeci])ue cultis: in Italia occurrentibus obnoxiarum. Di questa pubblicazione, di Antonio Berlese e G. Leonardi, è uscito il 1.° fascicolo contenente 25 specie. È sotto stampa il secondo fascicolo. Cia- scun fascicolo L. italiane 10. Gli autori inviano gratuitamente tutta la pubblicazione (che si comporrà di 5 fascicoli al massimo) a tutti coloro che vorranno mandare in cambio coccidei essicati sulla pianta, da qualsiasi regione del globo. (Dirigersi al Prof. Antonio Berlese, R. Scuola Superiore di Agricoltura in Portici). Faune de France, par A. Acloque, contenant la description de toutes les espèces indigènes disposées en tableaux aualyti- ques et illustrée de figures représentant les types caracté- ristiques des genres. — Orthoptères, Névroptères, Hyménoptères, Lépidoptères, Hémiptères, Diptères, Aphaniptères, Thysanoptères, Rhipiptères. Avec 1235 figures. Il volume è pubblicato dalla ben nota Librairie J.-B. Baillière et Fils, rue Hautefeuille, 19 (près du boulevard Saint-Germain), à Paris. La medesima Libreria ha pubblicato un altro volume della Bibliothèque des Connaissances utiles che porta il titolo: Les ennemis de la Vig:ne et les moyens de les combattre ; 368 pagine con 1-10 figure, opera premiata dalla Società degli Agricoltori di Francia; autore è il Sig. Elie Dussuc già noto per altri lavori consimili. Il solerte Editore U. Hoepli ha pubblicato nella serie scienti- fica dei suoi preziosi Manuali un volume di 677 pagine con 243 incisioni che ha per titolo: Imenotteri, Neurotteri, Pseudoneurotteri, Ortotteri, e Rincoti Italiani: autore è il Dott. Achille Griffini al quale dobbiamo due altri volumi della stessa serie: Coleotteri italiani e Lepidotteri Italiani. VQ :>-.':>:>3S>>. s ^>i> ^3>>^ ^-^^._ ^^rS: :jf> ^ -^ ^ :> >: ^3 3>>. 3 ^^^^ e» -^-^ >^^ ^ ^'X > O/^^ )'.' )- 3> :>:>> 3>3iii^» > ^ ^', ^ -^< ^'^I> -) :;i> »3'V: .-^ J J > 3:> 1» >i»6> > > Z» I> > JSS> > ZD OZ>^U> Z> z>^ Q ~>:>^>JU ^^^a S ^>^^a^K ) yy-y 3> > y y> DO >ì> ■ J>»J>> Jf>>J> >> » _j> *) ' » ■> *■> .^> > » o> , r> • )> :: > )> > ► > » j >> ^ > ' >> > » ^> 3 » :> O» > » > ^:> > > ^mm > > ' .■ > ^ ^ .■ >^ > -■ > >■ ' ■ r> y ^ m y^yy » ^ 03l > 'ì^. 1 ^BS^ K^ 3)xl^ >• > 5jj|||^ 3 '^m^ ^^s^^ >^>> ^^^■^^^^ IÌ!^ j'7^^^ ) ^ > y "^5 ►>>5> ^^ '^^^'^i^ ) ■- ^■)'v'^5 ►>o> ^ ^ ^j))Tjg^ jj "'^j . ^^si ►>T5> ^ ^ 3X53i> > ^ ^S ►>^5> > ^ 3> 51R> V ") "^S ►3:>> ^^ »oz»> ) ^^H ► »!>> 3 3> 30 o:38> ^ "^S ►:»7>:> ^> :>^ :>:i>s> ^ ^ S) > :>5»..:)>3, :»^ ^^> :» :>::^ -> ) >3^ >ai> :> 33 3 >