= et ne ae > nie i Piper pad Pere to Dl rn toi ” an ene ni a Cate pe ala alan Area ab a Foa 2% DEPOSIT ° DELLA » S dii. IETA ENTOMOLOGICA ALI ITALIANA da ANNO ‘"TRENTACINQUESIMO | di Sr TOR Lo \R " de 5 FIRENZE Ss: TLP0GRARTA DI» M. RICCI Mi Via S. Gallo, N. 31. i (E i BERN: co i —_ e: 1903 10 St E PA ARI E A VO ASSO TO Prof. MARIO BEZZI DI UNA SPECIE INEDITA DI DITTERI ITALIANI $i) ; \ -Y) APPARTENENTE AD UN GENERE NUOVO bb be CcEADNA: EUROPEA È noto che fra le varie famiglie dei ditteri, quella dei sirfidi è una delle più naturali, omogenee e nettamente cir- _ —»coscritte, rimarchevole inoltre per la generale bellezza ed appariscenza delle sue specie, che sono diffuse per tutta la terra in numero di oltre 2000 finora descritte. Questo nu- mero, per quanto possa parere elevato, deve pure ritenersi | lontano dal vero e non vale a darci idea della realtà delle cose: in primo luogo, perchè il numero delle specie esi- stenti deve esser certo superiore, e di parecchio ; in secondo luogo perchè le specie descritte giacciono ancora in parte in una deplorevole confusione, causata dalla più difficile sinonimia. Per quanto non manchino buone opere monografiche di limitate regioni, tra cui notevole quella del prof. S. W. Wil liston (1886) per l'America del Nord, e si abbiano anche i ottime monografie di difficili e numerosi generi, come «quella del signor Th. Becker sul gen. Chilosia (1894), pure x la conoscenza di questa famiglia può dirsi ancor scarsa. Non vi è ditterologo che non conosca le difficoltà che si incon- trano per determinare sicuramente una specie di Syrphus di o di Merodon, per quanto si tratti di insetti comunissimi È e di grandi dimensioni. . DA 4 Atene È stato quindi veramente grande il merito del signor Gior- gio Enrico Verrall il quale nel 1901, pubblicando il primo volume della più notevole e completa opera che sia finora apparsa sui ditteri europei (1), per quanto limitata alla fauna di un piccolo distretto, seppe ordinare in modo ma- gistrale questa famiglia. Se in Italia abbiamo gli eccellenti lavori del Rondani, dobbiamo però riconoscere che essi sono antiquati ed in- completi: una revisione dei sirfidi del nostro paese, con- dotta sulle orme dell’opera sopralodata, sarebbe assai utile e proficua, e potrebbe chiamare l’attenzione degli entomo- logi su un ordine così trascurato come quello dei ditteri. Nell’accingermi ad ordinare il ricco materiale italiano da me accumulato per oltre 15 anni nella mia collezione, assieme a molte altre cose di grande interesse, ho trovato un sirfide che per la sua importanza credo utile di far su- bito conoscere. Si tratta di una specie del genere Asarcina, i cui rap- presentanti sono diffusi per le regioni etiopica ed orientale fino al Capo di Buona Speranza ed alle Isole Molucche, toc- cando nella Nuova Guinea anche la regione australiana : non solo questo genere non venne mai prima d’ora trovato in Europa, ma i punti più vicini a noi dove sia stato rac- colto sono la Nubia (Rippell) ed Aden (Yerbury). Da in- formazioni epistolari del signor Becker apprendo che detto genere non fisura fra le ricche raccolte che esso fece in Egitto tre anni or sono, e di cui finora fu divulgata per le stampe solo la prima parte. Ben conoscendo come la pubblicazione di descrizioni iso- late di nuove specie sia più di danno che di vantaggio alla scienza, ho creduto bene di completare il mio lavoro pren- (1) British Flies. Vol. VIII. London, Gurney E. Jackson, 1901. L’opera consterà di 14 volumi, di cui questo è il primo pubblicato. Come appendice reca in fondo ìl completo e diligente catalogo dei sirfidi europei; il gen. AsArcINa naturalmente non vi figura. MRI gt dendo in considerazione le altre specie africane del genere. A ciò mi fu utile il fatto che di queste specie due ne pos- seggo nella mia privata collezione, e la terza ebbi agio di esaminarla in una bella raccolta di ditteri della Colonia eritrea fatta lo scorso anno dal dott. Andreini, e che ora appunto sto studiando. Disgraziatamente io non posseggo nè ho visto alcun esemplare della regione orientale : non sono quindi in grado di risolvere qualche problema che in- teresserebbe assai di veder chiarito. Siccome poi del genere AsARCINA non si trova in tutta la letteratura ditterologica una regolare e completa dia- gnosi, così ho creduto bene di redigerne qui una, racco- gliendo anche nelle linee seguenti tutti i dati bibliografici relativi all'argomento. Fam. SYRPHIDAE. — Subfam. SvyRPHina® Verrall., Brit. Flies Syrph., p. 184-138. Genus Asarcina Macquart, emend. Loew. (Serville apud) Macquart, Mèm. Soc. Sci. Lille 1841. 135. 28; Dipt. exot. Paris II, 2. 77. 28 (Asarkina) (1842). Loew, Dipterenf. Siidafrik. (375) 303 et (382) 310. X. (1860) (1). | Bigot, Ann. Soc. ent. France (6) III. 255. (1883). (Asar- kina). ? Ancylosyrphus Bigot, Bull. Soc. ent. France (6). II. LXVIII. (1882); Ann. Soc. ent. France (6). III. 224. et 256. (1883). Caput magnum; facies lutea, pilosa, antice prominens vel plus minusve conice producta, in medio tuberculata; frons maris non inflata, foeminae superne sensim angustata; pe- ristoma angustum, margini oculares non distineti, apertura (1) Schiner, Verhandl. zool.-bot. Ver. Wien VII. 28S. (1857), nomina incidental- mente questo genere, dicendo che appena si distingue dal Syrphus. sg oralis angusta, linearis, longa; proboscis elongata, tibiis an- ticis longior, rigida, labellis linearibus. Oculi reniformes, nudi, in mare late connexi et areolis superis quam inferis vix paullo latioribus, in foemina remoti; ocelli in triangu- lum acquilaterum positi, a vertice remotiusculi. Antennae parvae (1), articulo tertio ovato, seta basali nuda. Thorax quadratus, brevis, pilosus, pilis in parte antica retro caput collarem distinetum efficientibus, setis nullis praeditus, ommnino niger, vel vittis lateralibus et maculis pleurarum lutescenti bus parum distinctis. Scutellum rotundatum, inerme, pilo- sum, setis nullis, luteo translucidum. Abdomen latum, thorace saltem duplo longius, mire complanatum, marginatum, in mare quinque - in foemina sex-annulatum, translucidum, fa- sctis latis flavis vel luteis; genitalia maris parva, rotundata, vix prominula (2). Pedes breves, graciles, omnino simplices, fere nudi, tibiis posticis levissime arcuatis, uncis et pulvillis tarsorum mediocribus in utroque sexu subaequalibus. Alae immaculatae, microscopice pubescentes, ut în gen. Syrpho ve- nosae, at vena tertia longitudinalis distincte sinuata et ver- sus medium cellulae discoidalis flexa, minus tamen quam în gen. Didea; alulae magnae, squamae longe fimbriatae, hal- teres mediocres, lutei. 1 Metamorphosis ignota; habitant in floribus regionum aethio- picae, orientalis et palaearcticae (prov. mediterraneae). Rimanendo così definito questo genere, non è chi non veda che le sue maggiori affinità sono col genere Didea Macq. (= Enrica Meig.), come lo dimostrano la forma della testa, l'addome appiattito e distintamente marginato e la (1) Il carattere dell’allungamento del primo articolo delle antenne non si può prendere come generico; infatti esso si trova solo nelle specie del gruppo della rostruta, e manca in quello della salviae. (2) Presso le specie orientali, a me ignote, pare che i genitali lo portino due appendici allungate, quali sono figurate in Macquart Dipt. exot. II. 2. tav. 15. fig. 7; è su questo carattere che il signor Bigot fondò il suo genere Ancylo- syrphus. le AA flessuosità della terza nervatura longitudinale. Se ne di- stingue però subito per la forma carenata della faccia, che è prolungata in avanti, formando tal volta un cono assai notevole; onde ne viene che l’apertura boccale ha forma di stretta fessura, a lati paralleli, il doppio od il triplo più lunga che nelle Didee; la proboscide poi è rigida, acu- ta, notevolmente più lunga. Per questi due ultimi carat- teri il gen. Asarciîna si accosta al gen. Rhingia, presso il quale lo colloca il signor Bigot nella sua classificazione, in riguardo specialmente alla specie rostrata Wied.; ma non si può disconoscere che la sua affinità con Didea è assal maggiore. Molto caratteristica pel genere è la disposizione dei peli dlel torace nel margine anteriore di questo, subito dietro il capo, come fu già fatto rilevare dal Loew: mentre tutti i peli del dorso del torace sono disposti verticalmente e quindi paralleli fra loro, quelli che formano la prima fila sul davanti sono inclinati tutti regolarmente allo innanzi, in modo da formare una specie di collaretto, contro cui si viene ad appoggiare l’orlo posteriore del capo, che è pure frangiato da una corona di peli. Questo collaretto si vede assai distintamente osservando il torace da un lato; anche nel gen. Didea la porzione del torace subito dietro il capo è nuda, ed i peli cominciano tutto ad un tratto: ma anche quelli della prima fila sono uguali agli altri ed ugualmente disposti, per cui non si ri- scontra traccia alcuna del collaretto in discorso. Volendo introdurre il genere Asarcina nella tavola di determinazione dei generi europei della sottofamiglia $Syr- phinae nell’ opera citata del signor Verrall, si devono a carte 145 aggiungere le seguenti modificazioni: ba. a. (54). Vena cubitalis flexa, abdomen marginatum. bd. b. (583. c.). Facies antice non producta, apertura oris brevis rotundata, proboscis brevis, obtusa: 17. Didea. egrioa 58. c. (53. b.) Facies antice plus minusve producta, aper- / r. P > A tura oris angusta valde elongata, proboscis longa acuta : 17 Pi Asarcina. Distinzione delle specie a me note del gen. Asarcina (1). 1. (2) Antennarum articuli primus et secundus longitudine su- baequales, tertius luteus superne tantum infuscatus; fa- cies carinata, omnino lutea, vitta nigra nulla; fasciae flavae abdominis latissimae, omnes integrae. 1. salviae Fabr. 2. (1) Antennarum articulus primus elongatus, secundo fere duplo longior, tertius fere totus niger; facies plus mi- nusve conice producta, vitta nigra media vel macula nigra ad angulum superum orîs praedita; fascia ab- dominis prima a linea nigra media semper inter- rupta. d. 3. (4) Facies carinata distinete prominens, lutea, macula 6 nigra nitida quadrata ad angulum superum orîs, tuber- culum faciale non tangente, signata; fasciae flavae ab- dominis latae, prima linea nigra subtilissima divisa, se- quentes vix in medio angustatae; statura minor. 2. fiorii-n,spà . (3) Faces plus minusve conice producta, vitta nigra me- dia ultra tuberculum faciale superius exrtensa; fasciae luteae abdominis minus latae, obscuriores, prima latius interrupta, sequentes în medio distincte angustatae; sta- tura major. D. . (6) Facîes breviter conica, vitta nigra media supertus ab- breviata antennarum basin non attingente; frons foema- nae linea obscura media longitudinali nulla; statura major. 3. eremophila Loew . (5) Facies elongata conica, vitta nigra media non abbre- viata lunulam attingente; frons foeminae linea obscura (1) Come ripeto, io non conosco le specie orientali, che quindi non figurano in questa tabella; per quanto riguarda le descrizioni di Wiedemann, Macquart e Doleschall vedi più avanti il mio parere. TUE longitudinali media distincta ab ocellis ultra medium ducta; statura minor. 4. rostrata Wied. Raccolgo ora qui le notizie critiche, sinonimiche e di distribuzione geografica riguardanti queste quattro specie: per le tre già note credo sufficiente ripetere la diagnosi specifica datane dal chiarissimo ditterologo Hermann Loew negli « Atti dell’ Accademia di Stoccolma » del 14 Otto- bre 1857, pag. 379-380. 1. Asarcina salviae Fabr. SL. Facie prominente inferius carinata, vitta atra nulla, antennarum articuli primum et secundum subaequales; ab- dominis segmentum primum flavum puncto medio parum con- spicuo nigro, fasciae flavae omnes integrae. (Loew). Long. corp. mm. 11-13, alar. 9-10. Syrphus Salviae Fabr., Ent. syst. IV. 306. 105. (1794). Scaeva Salviae Fabr., Syst. Antl. 250. 6 (1805) (1). Asarcina Salviae Loew, Oefv. vet. Akad. Forhandl. XIV. 380. 26. (1857). Asarcina Salviae Loew, Dipterenf. Siidafrik. (383) 311. (1860). Syrphus Salviae Loew, Peters Reise nach Mossamb. Zool. V. 16. (1862). Asarcina Salviae Gerst., v. d. Deckens Reisen etc. III 2. Mi i29L, 7::(1878). Syrphus Salviae O. Sack., p. p., Ann. Mus. civ. Genova, XVI. 488. (1881), XVIII. 18. (1882). Asarkina Salviae Bigot, Ann. Soc. ent. France (6) III 224. (1883), (6) IV. 559. (1884). (1) Pei citati di Wiedemann e di Macquart vedi più avanti. AE Asarcina Salviae Karsch, Entom. Nachricht. XIII. 98. 41. (1887). Asarcina Salviae Karsch, Berlin. ent. Zeitschr. XXXI. 382. 52. (1887). Syrphus Salviae v. Réd., Entom. Nachricht. XIX. 234. 12, (1898). Asarcina Salviae Verr., Trans. ent. Soc. London 1898. 414. 5. (1898). Asarkina Salviae Ricardo, Ann. Mag. Nat. Hist. (7) VII. 107. (1901). ? Syrphus ericetorum Fabr., Spec. ins. II. 425. 18. (1781). ? Syrphus ericetorum Fabr., Ent. syst. IV. 287. 34. (1794). Syrphus ericetorum Walk., p. p., List. Dipt. Brit. Mus. III. 580. (1849). La specie in discorso pare sia la più diffusa di tutte. Essa infatti fu raccolta per tutta l'Africa centrale e meri. dionale: è ricordata del Capo di Buona Speranza, della Caffraria, di Durban, di Zanzibar (Usambara), di Mozam- bico (Inhambane), di Wanga, Pungo-Andongo, della Guinea e di Sierra Leone. Io la posseggo di Durban nell'Africa australe. Pare poi che essa abiti tutta la regione orientale, ed entri anche nei confini di quella australiana. Il colonnello Yerbury, che la raccolse ad Aden, dice espressamente che è comune in tutta la regione orientale; Gerstaecker e Karsch dicono che nel Museo di Berlino si trovano esemplari di Cey- lon, Amboina e delle Isole Fidji; di Ceylon la ricorda pure il von Roeder; del Bengala e dell’India la cita il Walker. La sinonimia di questa specie è abbastanza complicata. Una prima questione si riferisce al nome. Il Fabricius descrisse prima nel 1781 un Syrphus ericetorum, e poi nel 1794 un Syrphus salviae; più tardi, nel 1805, egli riunì i due nomi sotto quello unico di Scaeva Salviae. Per legge di priorità, dovrebbe la nostra specie conservare il nome ‘ di ericetorum, come fece il Walker; ma avuto riguardo al IR ITA IR PA TIETS DET II FATISCENTI tm ; ver LES LAI ra SI Le UNA A io a È 3% Pine ion iaia 37A ° ‘ — 1. fatto che la prima descrizione del Fabricius è interamente incomprensibile, tanto che fu rinnegata dal suo stesso autore, quasi tutti i moderni ditterologi sono d’accordo nel chiamare la specie col nome di Salviae. Alcuni citano il Syrphus ericetorum come speciale sinonimo del Syrphus Salviae Wied. nec. Fabr. Una seconda e più importante questione è quella che si riferisce al fatto, sostenuto da parecchi autori, che i Syr- phus Salviae di Wiedemann e di Macquart appartengano ad una specie diversa dal Syrphus Salviae del Fabricius. Io non ho elementi per poter decidere in proposito: credo però fare cosa utile coll’ esporre le idee che mi sono for- mato studiando l'argomento nella letteratura ditterologica. Pare danque che nella regione orientale si trovino due forme, spesso confuse tra loro, e che potrebbero anche es- ser non altro che varietà della stessa specie. A. La prima di queste forme presenta faccia e zampe in- teramente gialle: essa sarebbe quella che il Wiedemann (che la vide di Giava) descrisse come Syrphus Salviae Fabr., quella che il Loew ed altri considerano diversa dall’ afri- | cana, quella stessa che il van der Wulp ed il Bigot ri- tengono sinonimo del Syrphus incisuralis Macq. Io sono dell'opinione che questa forma sia identica all’africana più sopra descritta: l’ habitat dell’ Asarcina salviae Fabr., si estenderebbe così a tutta la regione orientale, e non sa- rebbe l’unico esempio della vasta diffusione che talvolta presentano le specie dei Sirfidi. La sua sinonimia (a comple- mento di quella più sopra citata) sarebbe da stabilirsi così: Syrphus Salviae Wied., Aussereurop. Zweifliigl. II. 122. «9. (1830). Syrphus Salviae Rond., Ann. Mus. civ. Genova, VII. 423. (1875). Syrphus Salviae v. d. Wulp, Midd. Sumatra, IV. 9. 32. 2. (1880). LO AE Syrphus Salviae Ost.-Sack., p. p., bl. ce. (13881 e 1882). Asarcina Salviae Mik, Wien. ent. Zeitg. I. 179. (1882). Syrphus Salviae Bigot, Ann. Soc. ent. France (6) III 223. (1883). Ancylosyrphus Salviae Bigot, Journ. asiat. Soc. Bengal LXI. 167. (1892). Syrphus Salviae v. d. Wulp, Catal. Dipt. South Asia, 119. (1896). Syrphus Salviae Kertész, Term. Fiizet. XXII. 177. 10. (1899). ù: Syrphus incisuralis Macq., Mém. Soc. Sci. Lille 1855. 114. 56; Dipt. exot. Paris, Suppl. V., 94. 56. (1855). Syrphus ericetorum Walk., Proc. Linn. Soc. IIL 97. 79. (1859); V. 286. 63. (1861); VI. 19. 7. (1862); VII. 212. 52. (1864). I vari autori lo ricordano di Sumatra, Giava, Borneo, Celebes, Ternate, Nuova Guinea. Il Syrphus Salviae Macq., Mèm. Soc. Sci. Lille 1342. 146. 5; Dipt. exot. Paris II. 2. 88. 5. tav. XV. f. 7. (1342), di Giava, che gli autori ritengono uguale al Syrphus Salviae Wied., sarebbe secondo Bigot, Ann. Soc. ent. France (6) III. 224. (1883), diverso sia da esso che da tutti gli altri (1). Per la conformazione dei genitali y il Bigot ne ha fatto il tipo, come già dissi, del genere Ancylosyrphus; contro l'adozione di questo genere si è schierato il prof. Mik nella Wien. entom. Zeitg. I. 154. e 179. (1882). i B. La seconda forma, che presenta una linea verticale nera nel mezzo della faccia ed ha tibie posteriori più o meno infoscate, è assai probabilmente diversa dalla Salviae; essa sarebbe da distinguersi col nome di Asarcina macquarti (1) È notevole il fatto che il Bigot al 1. c., p. 228, ricorda una Asarkina mar- ginata dell'America del Nord: questa non può esser che la Mesugrapta margi» nata Say (= Mesogramma planiventris Loew = Syrphus Quintius Walk.); vedi Williston, Bull. U. S. Nation. Museum, XXXT, p. 100 (1886). Dol., Nat. Tijdschr. Ned. India XIV. 408. tav. X. f. 1. (Didea) (1857) Il Gerstaecker la mette senz'altro in sinoni- mia colla A. salviae (1). 2. Asarcina fiorii, ». sp. Q. Capite breviter conico, primo antennarum articulo elon- gato; facie lutea, macula nigra inferne ad angulum oris, tuberculum faciale non attingente, signata; primum abdo- minis segmentum nigrum lateribus flavum, prima abdominis fascia interrupta, reliquis in medio vix angustatis. Long. corp. mm. 10, alar. 8. Ho avuto occasione di studiare un solo esemplare di questa specie raccolto a Caselgrande in Emilia (Alta Ita- lia), il 22 Settembre 1893, dal chiarissimo collega profes- sore Andrea Fiori del R. Liceo di Bologna, e da esso co- municatomi parecchi anni or sono. Sono lieto di unire il nome del prof. Fiori a questa importante specie di dittero italiano : spero vorrà gradire questo attestato della stima che si merita come noto entomologo ed egregio insegnante. Per quanto io rifugga dal creare nuove specie su esem- plari isolati, mi pare questo un caso tanto eccezionale da dover derogare alla regola : del resto in questo genere i sessi differiscono assai poco tra di loro, e le specie non sembrano esser molto variabili. Non v'ha dubbio che si tratti di una buona e distinta specie, come è palesato dalle minori di- mensioni e da un aspetto peculiare, dovuto sopratutto alla notevole brevità delle ali rispetto alla lunghezza del corpo; assai caratteristica è poi la colorazione della faccia. Ho an- (1) Il Doleschall al 1. c. ha descritto tre specie di Didea di Amboina: la Mac- quarti, la Ellenriederi (che il v. d. Wulp mette in sinonimia col Syrphus aegro- tus Fabr.) e la diaphana (che il v. d. Wulp lascia nel gen. Didea, sola delle tre). Anche il signor Verrall Brit. Flies Syrph., p. 326 dice che queste specie appar- tengono probabilmente a genere diverso dal Didea, che perciò non sarebbe rap- presentato nella regione orientale, ma vi sarebbe, come nella etiopica, sostituito dal gen. Asarcina. "aaa (Na: che cercato se la presente specie potesse esser stata descritta fra i numerosi Syrphus europei, ma con risultato negativo. Per la fauna italiana, nessuna delle specie del Rondani e del Palma può esser riferita alla mia; l’unica che le si ac- costi è il Syrphus affinis Palma, Ann. Accad. aspir. nat. Napoli (3) III, 52, tav. VI, f. 5, (1864); Rond., Atti soc. ital. sc. Nat. Milano, XI, 26, (1868); ma lo si distingue subito per molti caratteri, che fanno riconoscere esser la specie del Palma null’altro che una forma del ,Syrphus la- tifasciatus Macquart, come indica il sig. Verrall in Catal. of the Syrph. of the europ. district. p. 60. (1900). Resta sempre un enimma come una specie così appariscente, che avrà certo una larga distribuzione geografica nell'Europa meridionale od almeno in Italia, sia rimasta così a lungo ignota alla scienza. Questo fatto ci dimostra quanto scarse siano ancora le nostre cognizioni riguardo alla fauna dit- terologica della stessa Europa. Sotto un altro punto di vista è pure importante la sco- perta di questa nuova specie: la A. fiordi infatti per l’aspetto generale e pel colore assomiglia molto alla A. saluiae Fabr., mentre per la forma delle antenne e per la prima fascia addominale interrotta si accosta alla A. rostrata Wied.: essa costituisce quindi l’anello di congiunzione fra questi due diversi gruppi di specie, e mostra come il gen. Asarcina, così come fu compreso dal Loew, è da ritenersi per buono e naturale. Capo grande, più largo del torace; la faccia è prolun- gata in cono all’avanti, più che nella salviae, meno che nell’eremophila, ed è di color giallo, con riflesso metallico azzurrognolo, coperto di tomento bianco-argentino ai lati, dove presenta pure teneri peli bianchi. Il tubercolo mediano facciale è completamente giallo, poichè della linea nera me- diana non si nota altro che l’inizio, consistente in una macchia quadrata, di color nero lucente, che sta fra esso tubercolo e l'angolo superiore dell'apertura orale. L’aper- tura boccale ha forma di una stretta fessura, assai allun- gata ed a margini paralleli; il peristoma è di color bianco madreperlaceo, eccetto ai due angoli anteriori che sono gialli, assai stretto, leggermente pubescente ai lati, nudo verso il mezzo. La proboscide è nera, rigida, aguzza; i palpi sono lineari, lesiniformi, giallognoli. Non si vede traccia di margini oculari ai lati della faccia, come pure la parte occipitale del capo non è sviluppata ; il margine posteriore del capo ha tutt'intorno una corona di peli dorati; la fronte comincia assai larga alle antenne e va gradatamente restrin- gendosi di molto verso il vertice; nella regione ocellare il colore della fronte è nero, poi fin verso il mezzo ha riflessi metallici distinti, che nell'ultima parte presso le antenne sono nascosti da tomento grigio; i peli della fronte sono pallidi, più oscuri presso al vertice. Gli occhi sono grandi, nudi, ovali, sinuosi al margine esterno laterale, che appare tornito di corti peli bianco-argentei splendenti; gli ocelli sono spostati alquanto in avanti. Antenne gialle, col terzo articolo nero; il primo articolo è lungo poco meno che due volte il secondo; l’arista è nera, nuda, quasi più breve dell’antenna, gradatamente assottigliata. Torace piccolo, quadrato, col dorso nero, a riflesso ver- dognolo, lucente, coperto di peli fulvi piuttosto lunghi; il collaretto di peli rivolti in avanti, al margine anteriore, è assal distinto ; i lati del dorso sono appena più chiari, ma senza striscia gialla; le pleure sono nere, con tomento grigio e folti peli giallo-pallidi; stimmi bianchi. Scudetto mediocre, giallo chiaro translucido, a leggero riflesso me- tallico oscuro, con lunghi peli pallidi, oscuri solo al mar- gine posteriore. Addome completamente piatto, marginato, con corta pu- bescenza pallida e peli alquanto più lunghi ai lati verso la base ; il suo colore è nero, ma presenta larghissime fascie di color giallo brillante, col ventre tutto giallo-pallido. Il color giallo delle fascie è meno vivo che nella salviae, Ludi LAra ma assai più brillante che nelle altre due specie ; le fascie stesse sono larghissime come nella sal/viae, ed appena smar- ginate nel mezzo; la linea nera che divide la prima fascia è esilissima; i margini gialli del primo segmento sono lar- ghi. Si potrebbe anche dire che l'addome è giallo, con una macchia basale nera rotonda e tre strette linee nere tra- sversali al margine posteriore del secondo, terzo e quarto segmento; la macchia nera basale (che sta in parte sotto lo scudetto) è circolare, ed interessa il mezzo del primo segmento ed una parte della base del secondo; questa macchia è unita da una esile linea mediana all’orlo nero posteriore del secondo segmento. Le fascie gialle raggiun- gono completamente il margine dell'addome ; il quinto se- gmento non è nero al margine posteriore. Le zampe sono gracili, quasi nude, tutte di un color giallo melleo, comprese le anche ed i trocanteri, ed eccet:- tuati i tarsi che sono neri; i tarsi anteriori sono legger- mente dilatati (come nelle specie affini), i femori alquanto ingrossati alla base, e le tibie posteriori leggermente ricurve. Ali ialine, a riflessi iridiscenti, gialliccie verso la base ; in proporzione al corpo esse sono distintamente più brevi che nelle altre specie; le nervature sono tenui, gialle nella parte basale brune nell’apicale; la macchia stigmatica è di color giallo chiaro. Squame bianche; bilanceeri col pedun- colo giallo ed il capitolo un po’imbrunato inferiormente. 5. Asarcina eremophila Loew. SL. Capite breviter conico, primo antennarum articulo distinctissime elongato, facie vitta superius abbreviata nigri- cante; primum abdominis segmentum nigrum lateribus fla- vum, prima abdominis fascia flava interrupta, fasciae se- quentes in medio abdomine angustatae (Loew). Long. corp. mm. 15-15, alar. 11-12. Asarcina eremophila Loew, Oefv. vet. Acad. Forhandl. XIV, 380. 25 (1857). Asarcina eremophila Loew, Dipterenf. Sidafrik. 310. (382) nota. (1860). Questa specie pare propria delle parti più settentrionali della regione etiopica, dove fu trovata nella Nubia dal Riippell; in seguito non venne più nominata da alcuno; è probabile che per la valle del Nilo arrivi fino nella regione mediterranea. Io ne ho visto una raccolta presso Adi- Cajè nella Colonia eritrea dal dott. Andreini nell’ Otto- bre 1902. i La Asarkina sp. indeterminata che il signor C. W. Johnson, Proc. Acad. N. Sc. Philadelphia 1898, p. 159, cita come raccolta nel paese dei Somali, potrebbe essere la specie in discorso. i 4. Asarcina rostrata \Wied. SL. Capite elongato conico, primo antennarum articulo distinctissime elongato, faciei vitta lata integra atra; pri- mum abdominis segmentum niarum lateribus flavum, prima abdominis fascia flava interrupta, sequentes aequales. (Loew). Long. corp. mm. 11-18, alar. 10-11. Syrphus (Scaeva) rostratus Wied., Anal. entom. 34. 52. (1824). Syrphus rostratus Wied., Ausser. Zweifliigl. II, 125, 14. (1830). Syrphus rostratus Macq., Suit. Buff. I. 541. 25. (1334). Asarkina rostrata Macq., Mém. Soc. Sc. Lille 1842. 186. 1; Dipt. exot. Paris, II, 2. 78. 1. tav. XV, fig. 1. (1842). Asarcina rostrata Loew, Oefv. vet. Acad. Fòrhandl. XIV, 379. 24. (1857). Anno XXXYV. 2 Asarcina rostrata Loew, di Stida sva (1860). s Asarkina rostrata Bigot, Ann. Soc. Si ai © I 223. (1888). L3 Speranza, ed i Loew della Caffraria. Io ne posseggo | esemplare proveniente da Markloof nel Natal, Africa del Sud, raccolto in Febbraio 1897 da G. A. K. Marshall; vedi in proposito: Five Years'Observations and Experiments on the Bionomics of South African Insects, ecc. Trans. en i; | Soc. London, 1902. i Ù grotus Fabr. (Syrphus) nis Palma (Syrphus) . aaa LA GERAAI: Nigra PA von; tifacintns co eur peale Mr; a et P. i J ohns. (Asarcina) le TROIS NOUVELLES ESPECES DU GENRE RANATRA L. APPARTENANT AUX COLLECTIONS DU MUSEE CIVIQUE DE GENES par A. L. MONTANDON Ranatra Aethiopica. De forme robuste, peu élancée. Téte moyenne, è peine un peu plus large avec les yeux que la partie antérieure dilatée du pronotum. Yeux médiocres, presque plus longs que larges, sensiblement plus étroits que l’espace interocu- laire et encore assez visiblement plus étroits que le vertex entre les sillons qui limitent latéralement le faux pédoncule des yeux. Pronotum peu allongé, la partie postérieure assez brus- quement dilatée, environ un tiers plus courte que la partie antérieure. Sillon transversal, devant la partie postérieure, très superficiel. Ecusson assez regulièrement convexe, sans dépression apparente vers l’extrémité. Elytres. assez longues, sommet de a membrane attei- gnant l’extrémité du cinquième segment abdominal, couvrant étroitement la base du sixiòme segment. Appendices pas très gréles, aussi longs que le corps, avec de nombreuses soies assez longues et denses sur la tranche inférieure. Fémurs intermédiaires et postérieurs subégaux en lon- gueur, courts, les postérieurs atteisnant è peine le milieu du cinquiòme segment abdominal. Hanches antérieures plus longues que la partie médiane du prosternum, un peu plus des deux tiers de la longueur du È, RS A SÒ PES Tdi femur, ce dernier avec une seule grande dent au coté in- fero-interne et un peu au delà du milieu, avec une dilata- tion très obtuse, peu proéminente au coté infero-externe et un peu plus rapprochée du milieu du fémur. Vers l’extré- mite du fémur en dessous une sinuosité assez brusque qui interrompt la partie dilatée de chaque coté du sillon, forme deux autres dents très obtuses. Metasternum en plaque subarrondie ne pénétrant que très faiblement entre les hanches, ni intermédiaires ni po- sterieures, laissant è découvert le premier segment abdo- minal sur presque toute la longueur des hanches postérieures. De chaque coté, sur cette plaque metasternale subarrondie un sillon latéral assez profondément enfoncé en forme de parenthèses, fait relever légèrement les bords de la partie centrale allongée, plane ou quelque peu concave sur son milieu. Longueur du corps 37-40 mill., appendices 35 mill., largeur à la base du pronotum 4,5 —5 millimètres. Scroa: Fallé, 8 février 1885 (D." V. Ragazzi) deux exem- plaires; l’un flave jaunàtre terreux qui me parait ètre une 9 un peu plus robuste et avec les fémurs postérieurs un peu plus courts; l’autre noiràtre un peu plus gréle que Je crois étre un J', me paraissant devoir sa couleur plus foncée à un dépot de limon seché sur les téguments. Au premier aspect on croirait avoir sous les yeux des exemplaires de £. Zinearis L., de méme taille, à peu près la méme téte, les mèmes pattes courtes et aussi la méme longueur des appendices, mais cette nouvelle espèce en dif- fere par les élytres plus longues et les fémurs antérieurs construits différemment ; il n'y a pas de sinuosité en des- sous pres du sommet du fémur chez R. Zinearis L. qui a en outre le metasternum polygonal mieux tronqué en arrière où il ne pénétre pas du tout entre les hanches postérieures, laissant le premier segment abdominal è découvert sur toute la longueur des hanches. SE Csa Ranatra Bottegoi. De forme assez robuste, couleur flave jaunàtre plus ou moins rembrunie sur les élytres, un peu plus pàle en des- sous du corps et sur les pattes. Téte un peu plus large, yeux compris, que la partie anté- rieure dilatée du pronotum. Yeux assez gros, globuleux, pas plus longs que larges, un peu plus larges que la partie convexe du vertex entre les sillons qui limitent de chaque coté les faux pédoncules des yeux. Joues è peine diver- gentes en avant, un peu plus courtes que le tylus. Pronotum environ trois fois plus long que large en ar- rièére, pas très rétréci devant la dilatation de la partie posté- rieure; cette dernière limitée en avant par un sillon transver- sal très superficiel, la partie antérieure devant le sillon presque deux fois plus longue que la partie postérieure, en mesurant sur le coté lateral è la plus grande longueur du pronotum. Ecusson assez convexe sur sa moitié antérieure, déprimé posterieurement. Elytres courtes, extrémité de la membrane dépassant un peu le milieu du cinquième segment abdominal. Membrane grisàtre è nervures brunàtres claires. Appendices gréles et très longs, très sensiblement plus longs que le corps, presque glabres. Fémurs posterieurs atteignant presque l’extrémité de l’abdomen chez les Y et le milieu du dernier segment abdominal chez les 9. Opercule génital conformé è peu près de méème facon dans les deux sexes, ne dépassant pas la naissance des appendices. Metasternum en plaque subarrondie, jaunàtre pàle, dé- primée dans son milieu, bordée tout autour d’un liseré plus foncé limité è son coté interne par un rebord elevé SSL E de la plaque centrale qui parait comme superposée; la plaque entière avec son liseré pénétrant très peu entre les hanches postérieures où le premier segment abdominal est largement à découvert; pénétrant en avant jusqu'au milieu de la longueur des hanches intermédiaires. Hanches antérieures gréles et longues ainsi que les fémurs, ces derniers avec une assez forte dent au coté infero-interne située presque au niveau des deux tiers antérieurs du fémur avec une dilatation très faible et très obtuse de l’autre coté du sillon au coté externe, mais plus rapprochée du milieu du fémur. Pas de sinuosité apparente ni de dent vers l’extrémité du fémur. Longueur du corps y" 40 millim. appendices 50 millimètres » Qdd > » 5D oa” Somalis: Basso Ganana (V. Bottego) aotùt, septembre 1893. De la taille de &. grandocula Bergr. cette nouvelle espèce que je dédie à la mémoire du courageux explorateur italien, s'en distingue à première vue par la tète moins large, avec les yeux beaucoup moins développés; le pronotum plus ro- buste, moins rétréci au milieu; les élytres sont aussi un peu plus longues, recouvrant une plus grande portion du cinquième segment abdominal chez PR. Bottegoî Montand. que chez grandocula Bergr. Le metasternum est construit tout differemment et les deux sexes ne se distinguent guère que par la petite difference de longueur des fémurs posté- rieurs tandis que chez R. grandocula Bergr. l’opercule gé- nital 9 depasse très sensiblement l’extrémité de l’abdomen sous la partie basilaire des appendices. Ranatra Feana. Corps assez robuste, jaune brunàtre plus brillant que chez les autres espèces, plus pàle en dessons. Téte un peu plus large avec les yeux que la partie anté- rienre dilatée du pronotum. Yeux assez gros, mais presque LAI | Apia plus longs que larges, peu saillants, aussi larges que l’espace interoculaire ; vertex assez convexe et presque lisse; joues subparallèles, aussi longues que le tylus. Pronotum lisse, brillant, plus de trois fois plus long sur le coté que large è la base; la partie basilaire bien dilatée, plus pàle sur les cotés, presque deux fois plus large que la dilatation antérieure, limitée en avant par un sillon trans-. versal bien marqué. Ecusson avec une empreinte transversale derrière le milieu et une légère dépression sur le sommet. Elytres noiràtres sur les cotés latéraux, jaunàtres sur le disque, assez longues, l’extrémité de la membrane n'attei- gnant pas tout à fait l’extrémité du cinquième segment abdominal, dont une faible partie reste ainsi à découvert. Membrane grisàtre è nervures jaunes bruntres. Appendices gréles et très longs, bien plus longs que le corps, presque glabres. Opercule génital 9 dépassant d’environ !/; de sa longueur l’extrémité de l’abdomen sous la partie basilaire des appen- dices. Fémurs postérieurs un peu plus longs que les élytres, atteignant l’extremité du cinquième segment abdominal (chez les J'" que je ne connais pas, on peut présumer, en se basant sur ce qui existe chez les autres espèces voisines, que les fémurs postérieurs doivent atteindre le milieu du dernier segment abdominal.) Hanches antérieures assez courtes, dépassant à peine en arrière, la base de la partie médiane du prosternum ; femurs antérieurs gréles, un peu plus de une fois et demi plus longs que les hanches, avec une seule grande dent trian- gulaire assez aigue au coté infero-interne et sensiblement au delà du milieu du fémur; et au coté-infero-externe une vague dilatation arquée, très obtuse, è peine sensible, plus rapprochée du milieu du fémur. Point de dents ni de sinuo- sites vers l’extrémité du fèmur. ei Si Metasternum fortement relevé sur son milieu longitudinal . en ellipse allongée à cotés arrondis, un peu élargie au mi- lieu, prolongée en arrière entre les hanches postérieures où elle ne laisse à découvert qu’une très faible portion du premier segment abdominal, également prolongée en avant entre les hanches intermédiaires, vaguement bilobée en avant avec un assez fort sillon médian qui s’élargit un peu sur le milieu ne se prolongeant pas en arrière sur les |, postérieurs de la piéce metasternale fortement tu- meéfiée. Longueur du corps 46 m. appendices 56 mill. — largeur a la base du pronotum 5,5 millimètres. Mandalay, Birmanie (Fea 1886). Je décris è regret cette espèce sur un exemplaire unique qui ressemble un peu è £. elongata Fab. mais, outre sa tallle un peu plus forte ses yeux sont proportionnellement moins developpes, ses élytres un peu plus longues, ses fé- murs postérieurs plus courts, son metasternum très élevé sur la ligne médiane et non en plaque comme chez R. elon- gata Fab., Stal, Mayr, et ses fémurs antérieurs ne sont pas dentés vers l’extrémité, tandis que chez . elongata Fab. les fémurs antérieurs ont deux dents bien accusées devant une brusque sinuosité assez profonde près de l’extré- mité du fémur, en dessous, de chaque coté du sillon où se loge le tibia au repos. Elle ne saurait étre confondue avec k. Chinensis Mayr = valida Stàl qui a également de petites dents devant une assez forte sinuosité en dessous près de l’extrémité des fémurs antérieurs, avec des élytres plus lougues, l’extrémité de la membrane couvrant la base du sixième segment abdominal, et les fémurs postérieurs aussi plus longs. Janvier 1905. SO 1 AI GIACOMO: MANTERO CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DEGLI IMENOTTERI DI SUMATRA e delle isole Nias, Batu, Mentawei, Engano SCOLIIDAE. Il materiale che forma oggetto di questa memoria pro- viene quasi per intero dai viaggi memorandi compiuti dal dott. Elio Modigliani nella Malesia occidentale(1). Esso fa parte d’una raccolta d’ Imenotteri molto cospicua radunata dal nostro illustre e benemerito esploratore(2). Alle specie di questa collezione ho creduto interessante di aggiungere i nomi di alcuni Scoliidi provenienti da Sumatra, catturati dal dott. Odoardo Beccari e di altri raccolti dal sig. Ugo Raap di Berlino nelle isole Batu e Nias, appartenenti tutti, come quelli del Modigliani, al Museo Civico di Genova. In (1) Il Modigliani stesso ci diede interessanti relazioni dei suoi viaggi in tre libri: Un viaggio a Nias. Milano, Treves, 1990. — Fra è Batacchi indipendenti. Roma, 1892. — L'isola delle donne. Viaggio ad Engano. Milano, Hoepli, 1894. Pub- blicò inoltre un articolo sulla donna Nias « Nuova Antologia n XXXIII, 1889, e diverse lettere nel « Bollettino della Società geografica italiana. » (2) Una parte importantissima di questa collezione (le formiche) fu illustrata recentemente dal prof. C. Emery. (« Annali del Museo Civico di Genova », Vol. XL, pp. 661-722.) L’autore annovera 188 forme (fra specie, sottospecie e varietà) di cui 31 specie e molte sottospecie e varietà sono descritte come nuove. Veggasi anche il vol. XXV, pp. 528-534, T. IX. La fauna mirmecologica delle isole Nias, Mentawei ed Engano è di tipo son- daico: la maggior parte delle specie si trovano anche a Sumatra, ma talune sembrano caratteristiche delle isole nominate, non essendosi finora rinvenute altrove. i i e e ns 91 pari tempo do i nomi e le località di una interessante serie di Scoliidi, comunicatimi gentilmente dal dott. H. Dohrn di Stettino e da lui raccolti a Sumatra. Credo non privo .di interesse il dare alcuni brevi cenni sulle isole di cui tratto, tralasciando però di parlare della maggiore, perchè assai nota (1). Le isole Nias, Batu, Mentawei, Engano, tutte possedi- menti olandesi, sono allineate a Sud-Ovest di Sumatra nel- l’ordine in cui le ho ora nominate (procedendo da Nord- Ovest a Sud-Est). Esse distano dalla costa della grande isola da 80 a 120 chilometri all’ incirca e il canale che da questa le separa ba una profondità media di 100-200 metri. Le isole Batu e Mentawei formano due arcipelaghi, molto piccolo il primo (se pure è meritevole di questo nome) no- tevolmente più grande il secondo. Tutte queste isole disposte in catena facevano, nelle pas- sate epoche geologiche, una sola terra con Sumatra e da essa ricevettero, con ogni probabilità, i maggiori elementi della loro fauna, ma non tutti, perchè sembra che prima che Sumatra sorgesse dal mare, queste isole fossero unite, per mezzo delle Nicobar e delle Andaman, al Pegù, for- mando con questa terra una penisola analoga all’ attuale Penisola Malese. L’ ipotesi della remota unione a Sumatra delle isole ora (1) Tuttavia do alcune indicazioni sulle località sumatrane che andrò nomi- nando: Balighe, sulle sponde del lago Toba (Sumatra occidentale interna). Benculen, sulla costa Sud-Ovest dell’ isola. Dolok Tolong, monte a Sud-Ovest di Balighe. Kaju Tanam, presso Padang, a 135 m. s/m. Liangagas, residenza di Dehli (Sumatra orientale). Padang, sulla costa Sud-Ovest dell’isola, a Nord di Benculen. Siboga, sulla costa Sud-Ovest, dell’isola, a Nord di Padang. Singalan (monte), cono vuleanico alto 2888 m. s/m., a [836 km. in linea retta dalla costa occidentale dell’isola, a circa '/, di grado a Sud dell’equatore. Si-Rambé (foresta di), presso il lago Toba (Sumatra occidentale interna). Soekaranda, residenza di Delhi (Sumatra orientale). ” allineate lungo la sua costa Sud-Ovest fu formulata da Wal- lace (The Malay Archipelago, London 1872, p. 13 e seg.) (1) e l’altra ipotesi dell’esistenza della penisola ora scomparsa fu esposta da W. Doherty (A List of the Butterflies of En- gano, with some Remarks on the Danaidae « Journal As. Soc. Beng. », IX, Calcutta, 1891, P. II, n. 1, pp. 4-32). Secondo questo autore la fauna di Engano sarebbe (al- meno pei Lepidotteri da lui raccoltivi) profondamente di- versa da quella di Sumatra. Le due ipotesi si possono conciliare e veggasi a questo proposito D. Vinciguerra: rettili e Batraci di Engano rac- colti dal dott. E. Modigliani « Annali del Museo Civico di Genova », XXXII, 1892, pp. 517-526 (2). La fauna delle isole allineate a Sud-Ovest di Sumatra ha alcuni interessanti rapporti con quella delle isole Nicobar ed Andaman. Così fece anche notare T. Salvadori per gli Uccelli di Engano, affermando però che il tipo dell’avi- fauna di quest'isola è sondaico. (T. Salvadori. Uccelli di Engano raccolti dal dott. E. Modigliani « Annali del Mu- seo Civico di Genova », XXXII, 1892, pp. 123-142) (3). (1) Questa ipotesi è ammessa anche dal Modigliani (Un viaggio a Nias, Milano, Treves, 1890, pp. 120-122). (2) Dell’interessante introduzione mi piace riportare il seguente brano: « Io ritengo però che si possano conciliare insieme le due ipotesi, che le vette di Engano, di Nias e delle altre isole dello stesso gruppo esistessero, congiunte in una sola terra, contemporaneamente ai più alti picchi di Sumatra, quali il Singalan, il Surugnan, il Merapi ed altri, allorchè questi erano altrettante iso- lette, formanti un arcipelago analogo a quello delle Canarie e del Capo Verde, che in seguito per l’azione combinata di deposito di sedimenti marini, di mate- riali eruttati dai vulcani e di sollevamento del suolo, si riunissero tutte fra loro, separandosi poi nuovamente, nelle condizioni attuali. » (1. c. p. 520). (3) Veggasi inoltre: R. GestRO. Materiali per lo studio delle Hispidae. — I. Enu- merazione delle Hispidae di Sumatra (« Annali del Museo Civico di Genova », XXXVIII, 1897 pp. 837-110.) — Le Hispidae dell’isola Nias (1. cit. XXXIX, 1898, pp. 217-220). — A. SENNA. Viaggio del Dott. E. Modigliani nelle îsole Mentawei. Nota sui Brentidi (1. cit. XXXTITX,1898, pp. 221-239). — O. THomas. On some Mammals collected by Dr. E. Modigliani în Sipora, Mentawei Islands (1. cit. XXXIV, 1895, pp. 660-672). Mi sono noti pochissimi Imenotteri delle isole Anda- man (1), e delle Nicobar (2) e credo interessante indicarli. *_* Di Sumatra è noto da molto tempo un discreto numero di Scoliidi (3) ma delle isole dipendenti, nessuna specie, per quanto mi consta, fu ancora indicata. Quelle che io andrò (1) Bombus andamanus Grib. (forse caratteristico delle Andaman), Stizus pusil- lus Handl. (noto anche di Malacca e Giava), Salius Nicevillii Bingh. (noto anche del Tenasserim e Sikhim), S. madraspatanus Sm. (noto anche delle Nicobar, In- dia, Tenasserim), S. fulvipennis Fabr. (noto anche dell’ India), Macromeris vio- lacea Lep. (nota anche dell'India, Assam, Malesia, N. Guinea), Scolîa tyrian- thina Kirb. (nota anche del Tenasserim). (V. BincHam, Fauna of British India. Hymenoptera). (2) Saussure (Reise d. Ost. Freg, Novara, Zool. II, P. 1, 1867, Hymenoptera) indica le seguenti specie: Polistes Novarae n. sp.? (indicata dallo stesso autore anche di Australia), Tachytes Novarae n. sp., Larrada insularis n. sp. Elis (Dielis) cyanea n. sp., E. (D). thoracica Fabr. (quest’ultima è di larghissima distribuzione geografica). — SicHeL (Reise ecc. c. s.) aggiunge alcune specie: Apis Peronii Latr. (nota anche di Giava e di Timor), Xylocopa aestuans L. (di larghissima distri- buzione geografica), Megachile ephippiata n. sp. (Sambelong), Crocisa emarginata Lep. (Nuova Irlanda, Isole Bismarck), Megachile heteroptera n. sp. (Sambelong, Timor). — BincHam (Fauna of British India. Hymenoptera) cita ancora: Mega- chile atrata Sm. (nota anche di Birmania, del Tenasserim e delle Filippine) e Salius madraspatanus Sm. (già citato fra gli Imenotteri delle Andaman). — Mayr (Reise ecc., 1865, Formicidae) indica le seguenti formiche: Camponotus pallidus Sm., C. nicobarensis n. sp., Echinopla senilis n. sp., Plagiolepis flava Mayr, Odontoma- chus haematodes L., Ponera luteipes Mayr, Myopopone maculata Rog., Solenopsiîs geminata Fabr., S. similis, n. sp., Sima rufonigra Jerd. — Due delle specie no- minate (Odontomachus haematodes L. e Solenopsis geminata Fabr.) sono quasi cosmopolite; il Camponotus pallidus Sm. fu descritto di Borneo ove lo trovarono anche il march. Doria e il dott. Beccari e trovato posteriormente nella Birma- nia, nel Tenasserim e nella penisola di Malacca; il C. nicobarensis Mayr è citato dall’autore anche di Birmania e fu trovato nell’Assam e nella Cocincina, la Pla- giolepis fiava Mayr fu trovata a Ceylon e in Birmania dal Fea (= A4cropyga flava Mayr, « Annali del Museo Civico di Genova n, XXVII, p. 510), la Ponera luteipes Mayr fu trovata nell’ India, in Birmania, Ceylon e dal Modigliani a Sumatra e ad Engano [= Euponera (Brachyponera) luteipes Mayr, l. cit. XL, p. 668], la Myopo- pone maculata Rog. (sparsa nella regione Indo Malese) è, secondo Emery, una varietà della castanea Sm., la Sima rufonigra Jerd. è nota anche dell’ India. Le specie finora rinvenute soltanto alle Isole Nicobar sono: Echinopla senilis Mayr (secondo Emery, l. cit. p. 721, sottospecie di E. lineata Mayr nota di Giava, di Borneo e raccolta a Sumatra dal Modigliani) e Solenopsis similis Mayr. (3) La famiglia degli Scoliidi è, nel presente lavoro, considerata in senso stretto, nei limiti assegnatigli dal Costa. (Prosp. Im. It., P. II, 1887, p. 95). Ergo. nominando, purtroppo non sono molte e perciò non possono fornirci dati sufficienti per ragionare convenientemente dei rapporti faunistici esistenti fra esse piccole isole e fra esse e Sumatra. Conviene però tener presente che gli Scoliidi sono Ime- notteri di larga distribuzione geografica e perciò poco si prestano a fornire elementi caratteristici per la fauna d’una data regione (1). Do ad ogni modo uno specchietto della di- stribuzione nelle diverse isole delle specie da me enumerate. Sumatra . . . specie 17 Isole Mentawei. specie 1 AGOS » 6 Engano . . . » 2 Isole Batu .. . » d Delle sei specie dell’ isola Nias, cinque si trovano anche in Sumatra, ed una sola pare che finora non sia stata rin- venuta altrove [Elis (Dielis) niasensis m., n. sp.(2)]; le tre delle isole Batu e le due di Engano abitano Sumatra; l’unica specie delle isole Mentawei, rappresentata disgrazia- tamente da un solo maschio in condizioni piuttosto cattive, non mi fu possibile determinarla con certezza. La credo nuova, ma non essendone certo non la descrivo come tale, limitandomi a darne alcune caratteristiche, acciocchè sia possibile riconoscerla. Il seguente quadro fa meglio vedere i rapporti faunistici fra Sumatra e le isole dipendenti ed in pari tempo riassume la distribuzione geografica degli Scoliidi che forman 0g- getto della presente memoria. (1) È noto come quasi tutti gli Scavatori siano Imenotteri di larga e, qualche volta, larghissima distribuzione geografica e questo fatto si spiega facilmente pensando alla grande potenza e resistenza al volo di tali insetti, nonchè ad una certa facilità di trovare le condizioni di ambiente a loro tavorevoli. (2) Questa specie non presenta affinità colla £. (D.) cyanea Sauss. (Cat. sp. gen. Scolia, 1864, p. 323, n. 196dis Ji — Reise d. Ost. Freg. Novara, Zool. II, P. 1, 1867 Hymenoptera, p. 104, n.1, T. IV, f. 62, I) delle Isole Nicobar (Sambelong) a me sconosciuta in natura. Ne differisce non soltanto per la colorazione, ma per la forma del corpo meno gracile. Gal em) LIA e DI * WIONAS U'IVLO] . . . . - A + . . . . i SA RIA ANT Ea IRA VR 2 CART Ò c È Ò $ dL ns è à ° 3 . . . . . . . . . . . . + ++ + + ++t+++ + + + + si 3 3 * ur) ‘ouodderog ‘niy 0[0Os] ‘#1gmung ‘o0uI0g ‘ARTO ‘Messy ‘eIpu]l ° p * [(gueg{ 202407 “IBA) gouImYy *N] urog -Uy ‘WUurIoss8ue], ‘eruguiItg ‘Baggins ‘BARTO ‘eIpu] . . É Ù Ò ° eIqeunS SIE I + ‘990 Ade 1g ‘curo ‘otpoonto gg ‘GARIO ‘e IUeWITIQ ‘AIpuf de + . . . . . . . . . dg * ‘909 QUIAAITIM] ‘GAVIO ‘2Ipur 9 È ; * 09UIOg ‘BABIO ‘erodeSuIg ‘Sueuog *q ‘Wuriosseuog ‘mSION ‘eIpur . . . . . . . . . ; * e[equerIo VoTIJY ‘ouIdAI] “IH ‘BUIO ‘BARBIE ‘IBqoDIN 9]OS] ‘BIUBWIITT ‘ETIPUT o a n O * BABIO) ‘BIJVUINS ; * CIUBULIIY ‘BAVTO, ‘VIgUUIMG, * UTIOSSBUO], ‘URI ‘VISOTEH . . . . . . QuTddIT «TH ‘BABIO ‘WIqpig ‘Wurmossguo], ‘erueurItg ‘8IPU] . . . . . BUIO) ‘TUBI ‘gAaeIO ‘UurIosseua] ‘Wuessy UIyyIis ‘200887 ‘8Iputl x sogqoloo ‘eurdarti,g ‘osoteWN oSg]odioIy ‘8008][@q ‘Wr1osseuo], ‘eIUBWIIIE ‘EIPUT ; È 9 WUIqyig ‘WUTIOSSBUA] ‘8008/87 ‘oou10g | "8agguungs ‘TesSouog ‘(urtung) euro ‘etpuy ‘(era | -8]) ourddi]tg ‘ning ‘s0q9]j9) ‘"BABTO ‘OqPONIO TI OTOSI SER, . ‘Iqug e88018 (*() “W . . «ds cu “wi 20040g (‘d) “A ‘Iqug e9RIOsezrapenb (*q) W die TANA Ca 0) Li Todi ‘©. © ssnes mue[ppus ("q) ‘H . . . . . *ds (*q) "N *ug asongonI ("() “H ‘SSN8S SI9SI19 (‘Q) “H ‘ds cu “wr s28u98020 (*T) ‘7 * ‘astIgo SIIoorate (‘q) “HW ‘ssn8g 80Inz® (SI[OI() SIM : * *UIIMg BYVIOVOP (‘Ost() ‘0g «ds «mr ‘wa 22u02752poxr (*0820) ‘98 ‘SSNBg Egso[owI (*OST(]J) ‘9s x * ‘aquno yepideo (‘ostI]) ‘0g .° “IQRig BsouIsIquna (*OSIIT) ‘08 * III 810003d (*OSIIJ) ‘0g Tuus euIgedo (BITOOSTIT) EI[098 ‘190 UIVIPIUITP (SOOVITIT]) SOOEIT Lon! u|8_18 E, D He 28 TO |+o eni dv DE bi v v EA AIR Sa È VILAIDSONON VOIMVUDOND UNOIZOAdIALSIO 13/i93d$S ‘AVV ‘n ‘NUHO(I “H ‘INVITOICON "H ‘voorg ‘O 8p È ouebu3 ‘i0MmezUOQI ‘Meg “SEIN ejosi ajjeu a esewng ui n|o99es “iprijoos ij6op voyeaficaG euo:znqiasig 10 O be 0 SD ne) OAISSA190J4d OIQUINN RO agi, 1. Liacos (Triliacos) dimidiata Guér. ? Scolia analis Fabr., Syst. Piez. 1804, p. 245, n. 3°. . Scolia dimidiata Guér., Duperrey: Voy. Coquille, Zool. II, P. 2, 1830, p. 247, I Campsomeris Urvilli: Lep., Hist. nat. Hym., III, 1845, p. 503, n. 12, Î. Liacos (Triliacos) analis Sauss. e Sich., Cat. sp. gen. Scolia, 1864, p. 33, Milo Q I Liacos dimidiata Magr., Ann. Mus. Civ. Genova, XXXII, 1892, p. 295, N. 99, Q A Nias: Gunung Sitoli, 1886 (E. Modigliani); Nias, 1897-98 (U. Raap). Isole Batu, 1896-97 (U. Raap). — Engano: Bua-Bua, Maggio-Giugno 1891 (E. Modigliani). È una specie di larghissima distribuzione geografica abi- tando le isole Molucche, Giava, Celebes, Buru, le Filippine (Manila), 1’ India, la Cina (Yunnan) ed il Senegal. Non mi consta che la forma tipica sia stata rinvenuta in Sumatra, ma ritengo che vi si trovi. Di questa isola ho esaminati alcuni esemplari spettanti alla var. erythrosoma Burm., provenienti da Soekaranda ove furono raccolti dal dott. H. Dohrn. La varietà è indicata per l’India e per Sumatra. Il Museo Civico di Genova la pos- siede anche di Borneo (Sarawak, Viaggio Doria e Beccari). 2. Scolia (Triscolia) opalina Smith. Scolia opalina Smith, Journ. of Proc. Linn. Soc. Zool., II, 1857, p. 89, D. 9, Q o4 Scolia (Triscolia) opalina Sauss. e Sich. Cat. sp. gen. Scolia, 1864, p. 42, Mugloì Q A Sumatra: Soekaranda, Gennaio 1894 (H. Dohrn). Alcuni esemplari dei due sessi corrispondono perfetta- mente ai caratteri di questa specie, nota di Borneo, della penisola di Malacca, del Tenasserim e Sikhim. MAPPA PITTI CRV AG ACE EE SONTUOSI IE EA PRIORA I RI NPA VIEN PARO I D i ALE AI N e a ; ? 1 DA & 3. Sc. (Trisc.) procera Ill. Scolia procer Ill., Magaz. t. Insectenk., 1802, p. 196, n. 26, 9 of Scolia (Triscolia) procer Sauss. e Sich. Cat. sp. gen, Scolia, 1864, p. 43, ni 160,0: Scolia procera Magr., Ann. Mus. Civ. Genova, XXXII, 1892, p. 236, n. 36, 9. Triscolia procer Grib., Bull. Soc. Ent. It., XXV, 1893, p. 152, n. 3, 2 led Sumatra: Monte Singalan, Luglio 1878 (O. Beccari); Si- boga, Aprile 1886; foresta di Si-Rambé, Dicembre 1890- Marzo 1891; Benculen, Aprile 1891 (E. Modigliani). — Nias: Lelemboli, Agosto 1886 (E. Modigliani). Riferisco a questa gigantesca specie piuttosto comune, sparsa nell’Arcipelago Malese, nella penisola di Malacca, nell’ India, in Birmania (monti dei Catcin Cauri, viaggio Fea), nel Tenasserim, nelle Filippine e a Celebes, una di- screta serie d’esemplari, riferibili quasi tutti alla forma tipica (scapulata Grib.) L’esemplare (9 ) di Nias, lungo circa 43 millimetri credo sia riferibile alla var. A 2 di Gribodo (1. cit. p. 156) che si potrebbe chiamare nigriventris. Il mio esemplare, a differenza di quelli di Gribodo provenienti da Celebes (Minahassa), presenta i tubercoli careniformi fron- tali, come nella forma tipica. Un altro esemplare, del Monte Singalan, ha una larga macchia gialla nella parte superiore del metanoto, e in ciò somiglia alla var. patricialis Burm., ma a differenza di que- sta in cui le macchie del 3.° segmento addominale sono confluenti, ha le macchie più piccole che nel tipo. 4. Sc. (Trisc.) rubiginosa Fabr. 2? Sphex Azurea Christ, Naturg. d. Insect., 1791, p. 256, Qi Nod: fb, Scolia rubiginosa Fabr., Entom. System., II, 1793, p. 230. n. 8. Anno XXXV. 3 PRERAI Scolia (Triscolia) rubiginosa Sauss. e Sich., Cat. sp. sà Scolia, 1864, pp. 45, n. 20, £ IS Scolia rubiginosa Magr., Ann. Mus. Civ. Genova, XXXII, 1892, p. 286, n 87,9 Sumatra : Soekaranda, Gennaio 1894 (H. Dohrn), una fem- mina.; Siboga, Aprile 1886 (E. Modigliani). L’unico esemplare (y') raccolto dal Modigliani è riferibile ad una varietà in cui la colorazione rosso-ferruginea degli ultimi segmenti dell'addome si estende fino al secondo, oc- cupandolo quasi per intero. Specie alquanto variabile, sparsa nell'India, penisola Ma- lacca, Sikhim, Assam, Tenasserim, Siam, Cina e Giava. 5. Sc. (Trisc.) capitata Guér. Scolia capitata Guér., Duperrey: Voy. Coquille, Zool. II. P. 2, 1830, p. 248, S' (nec Fabr.). Scolia ruficeps Sm., Cat. Hym. Brit. Mus. III, 1855, p. 111, n. 126, Q IT Scolia (Triscolia) iaaia Sauss. e Sich., Cat. sp. gen. Scolia, 1864, p.47, n.23, ? Scolia capitata Magr., Ann. Mus. Civ. Genova, XXXII, 1892, p. 237, n 38, Sumatra : Siboga, Aprile 1886; Padang 1890 (E. Modi- gliani); Soekaranda, Gennaio 1894 (H. Dohrn). — Isole Batu, 1896-97 (U. Raap). Riferisco alla presente specie tre femmine che concor- dano abbastanza bene colle descrizioni degli autori ed al- cuni maschi della Coll. Dohrn. È specie piuttosto rara ed abita l’ India, la Birmania, il Tenasserim, Sikhim e le Filippine, nonchè l’ isola di Giava (parte occidentale : Suka- bumi 2000 m.) della quale ultima località ho esaminato un esemplare gY' raccolto da H. Fruhstorfer e spettante alla Coll. Dohrn. 6. Sc. (Discolia) molesta Sauss. Scolia erratica Sauss., Ann. Soc. Ent. France, (3) VI, 1858, p. 211, n. 18, £ (nec Smith). Scolia erratica Sauss., Stett. Ent. Zeit. XX, 1859, p. 187, 9 A Scolia (Discolia) molesta Sauss. e Sich., Cat. sp. gen. Scolia, 1864, p. 111, n. 104, 24 Sumatra : Padang, 1890; Siboga, Ottobre 1890-Marzo 1891 (E. Modigliani). A questa specie, abitante la Malesia, il Tenasserim ed 11 Siam, riferisco una femmina e sei maschi, uno dei quali molto piccolo (misura 18 mill. in lunghezza). 7. Sc. (Disc.) Modiglianii m., n. sp.(1) Q Nigra, nitida, migro-pilosa; fronte, vertice, abdominis segmento 3.°, macula îrregulare utrinque segmentorum 1,2, macula parva scapulare, flavis. C'apite nitidissimo, sparse et mediocriter punctato, zona lutea flavo-pilosa ; thorace crasse punctato-cribrato, scutello, postscutello, metathoracis parte su- periore minus punctatis, metanoto concavo, subnitido. Abdo- mine nitidissimo, valde tridescente, segmentis 1-4 parce et le- viter punctatis (basî excepta segmenti 1 valde cribrata), segmentis 5-6 fortiter punctatis, hirsutissimis. Pilis migris ; muculis luteis flavo-pilosis. Alis infuscatis, purpureo-violaceis, micantibus. — Long. corp. 25 millim. J' differt: clypeo punctato, flavo bilineato, scapulis flavis, pleuris flavo-maculatis. Long. corp. 18 millim. (1) Questa specie è nuova anche secondo il parere del mio egregio collega ed amico dott. P. Magretti.:Colgo questa occasione per rinnovargli i miei ringra- ziamenti per l’aiuto prestatomi nello studiare la presente specie ed un’ altra già nota. AT Ae Var. 9 a typo differt: maculis segmentorum abdomina- lium 2.°-3 parvis, ‘fascia segmenti 2. in medio angustata. Patria: Insula SumaTtRA (St-Rambé), 1890-91. (Legit Doct. E. MODIGLIANI). VÀ Mediocre, nera, lucidissima, coi peli neri. Fronte, vertice, 3.° segmento dell’ addome e due macchie laterali irregolari sui segmenti 2.° e 4.° gialle; una piccola macchia scapolare è pure gialla. Capo lucentissimo, sparsamente e mediocremente punteg- giato, colla regione macchiata di giallo irta di peli gialli ; torace fortemente scolpito, collo scudetto, il postscudetto e la parte superiore del metanoto meno punteggiati, più lu- centi; il resto del metanoto è concavo, subnitido. Addome lucentissimo, sopratutto sui tre primi segmenti, molto iride- scente sopratutto sui due primi, segmenti 1-4 con piccoli e scarsi punti superficiali (eccetto che sulla metà anteriore del 1.° segmento, molto grossolanamente scolpita), segmenti 5-6 fortemente e fittamente scolpiti, irti di lunghi peli neri. Pilosità generale nera, gialliccia nelle regioni macchiate di giallo. Tibie anteriori munite nella faccia interna di peli giallicci, coi speroni testacei. Ali infoscate, con riflessi pur- pureo-violacei. Il 3g differisce per avere il clipeo punteggiato (nella fem- mina è quasi affatto liscio) con due piccole linee gialle la- terali ed un piccolo punto dello stesso colore presso il mar- gine superiore. Inoltre le scapole sono quasi totalmente gialle, e le pleure sono macchiate dello stesso colore. Questo maschio non fu raccolto #2 copula colla femmina, ma senza dubbio spetta alla medesima specie, perchè i caratteri cor- rispondono perfettamente. In una femmina le macchie laterali del 1.° e 2.° segmento dell’ addome mancano quasi completamente e la fascia del terzo è ristretta nel mezzo. ; Ho esaminato quattro femmine ed un maschio. Dedico questa bella e notevole specie all’illustre viaggia- tore che l’ ha scoperta. 8. Sc. (Disc.) decorata Burm. Scolia decorata Burm., Abh. naturf. Ges. Halle, P44 1803; p::90) n. 29,24 Scolia Havo-pieta Sm., Cat. Hym. Brit. Mus. III, 1859, p. 91, n. 22, Q. Scolia (Discolia) decorata Sauss. e Sic., Cat. sp. gen. Scolia, 1864, p. 122, n. 122, I Scolia decorata Magr., Ann. Mus. Civ. Genova, XXXII, 1892, p. 243, n. 47,4 Sumatra: Kaju Tanam, Agosto-Settembre 1878(0. Beccari). Un solo maschio. Ho confrontato questo esemplare con un altro di Birmania (Viaggio Fea) determinato dal Dott. Ma- gretti. Soekaranda, Gennaio 1894 (H. Dohrn). Parecchi esemplari dei due sessi. Trovasi anche a Giava. 9. Elis (Dielis) azurea Sauss. Elis (Campsomeris) azurea Sauss., Stett. Ent. Zeit. XX, 1859, p. 267, d Elis (Dielis) azurea Sauss., Cat. sp. gen. Scolia, 1864, p. 185, n. 194, of Sumatra : foresta di Si-Rambé, Dicembre 1890-Marzo 1891. (E. Modigliani). Due maschi. Specie gia nota di Giava e Sumatra. 10. E. (D.) albicollis Christ. Sphea albicollis, Christ, Naturg. d. Insect., 1791, p. 260; T. 26, f. 1, 2. Sphex flavifrons Christ, Naturg. d. Insect. 1791, p. 261, 9.0; T. 26, f#0:3. 90. Tiphia thoracica Fabr., Suppl. Ent. Syst., 1798, p. 254. n. 15-16. Campsomeris aureicollis Lep., Hist. nat. Hym., III, 1845, p. 499, n. 6. 9. METRI lis (Dielis) thoraciea Sauss. e Sich., Cat. sp. gen. Scolia, 1864, pp. 188 e 319, n. 197, 9 Ji Elis (Dielis) thoracica Sauss. Reise d. Ost. Freg. Novara, Zool., II, P. 1, 1867, Hymenoptera, p. 104, n. 2, 4 Elis thorucica Magr., Ann. Mus. Civ. Genova, XXXII, 1892, p. 246, n. 50, P. Sumatra: Balighe, Ottobre 1890-Marzo 1891 (E. Modi- gliani); Soekaranda Gennaio 1894 (H. Dohrn). — Nias; Gunung Sitoli; Lelemboli, Agosto 1886 (E. Modigliani). — Isole Batu 1896-97 (U. Raap.) È uno degli Scoliidi di più larga distribuzione geogra- fica, trovandosi nell’ India, nelle Isole Nicobar, a Giava, in Cina, nelle Filippine e nell'Africa orientale. E specie molto variabile e assai comune. 11. E. (D.) niasensis m., n. sp. J' Niger, nitidus, nigro piloso ; segmentis 2.°-5.° abdomi- nalibus murgine postico utrinque pallide-ffavo lineatis. Ca- pite sparse punctato, subopaco ; thorace convero, mediocriter punctato, nitido; metanoto concavo, tenue sculpto, submnitido : abdomine nitido, leviter iridescente, regulariter punctato, segmentis 4-7 dense sculptis. Alis infuscatis, leviter purpureo- violaceîs, micantibus. — Long. corp. 17 millim. Patria: Insula Nras (Lelemboli), mense Augusto 1886. Legit Doct. E. MODIGLIANI. Corpo mediocre, nero, lucente, irto di peli neri non molto abbondanti; addome nero, leggermente iridescente, con due linee giallo-pallide ai margini posteriori dei segmenti 2.° e 53.°; tali linee occupano un po’ meno dei due terzi del mar- gine dei segmenti. Ali piuttosto fortemente infoscate, con leggero riflesso purpureo-violaceo. Capo subopaco, con pochi punti sparsi; torace convesso, mediocremente punteggiato, nitido, (sopratutto nel mezzo) metanoto convesso, leggermente nitido, più fittamente scol- pito del resto del torace. Addome molto lucente, regolar- mente punteggiato di punti mediocri e piuttosto scarsi sui tre primi segmenti; sugli altri (meno lucenti) i punti sono molto più fitti. Questa specie non può riferirsi alla E. (D.) cyanea Sauss. (Cat. sp. gen. Scolia, 1864, p. 323, n. 196 dis, Y. — Reise d. Ost. Freg. Novara, Zool. II, P. 1, 1867, Hymenoptera, p. 104, n. 1, T. IV, f. 62, Y') delle Isole Nicobar (Sambe- long), specie a me sconosciuta in natura. La mia specie ap- pare alquanto più tozza e differisce anche per la riduzione delle linee gialle e la mancanza di macchie dello stesso co- lore su diverse parti del corpo, per la tinta fosca delle ali, ecc. 12. E. (D.) tristis Sauss. Elis (Campsomeris) tristis Sauss., Stett. Ent. Zeit. XX, 1859, p. 265, 2 (nec Burmeister). Elis (Dielis) tristis Sauss. e Sich., Cat. sp. gen. Scolia, 1864, p. 192, n. 205, 9. Sumatra; Padang, 1890; Pea Ragia, Ottobre 1890 (E. Mo- digliani); Soekaranda, Gennaio 1894 (H. Dohrn). — Nias: Gunung Sitoli, 1886 (E. Modigliani). — Engano : Kifa juc, Maggio 1891 (E. Modigliani). Specie già nota dell’ India, del Tenasserim, di Penang, di Singapore, di Giava (1) e di Borneo. 13. E. (D.) luctuosa Sm. Scolia quadriguttula var., Barm., Abh. naturf, Ges. Halle, I, P. 4, 1853, Peio (1) Di quest’ isola ho esaminato un esemplare proveniente da Sukabumi 2000 m., 1899, H. Fruhstorfer, appartenente alla Coll. Dohrn. Reed Scolia luctuosa Sm., Cat. Hym. Brit. Mus., III, 1855, p. 101, n. 78, 9. Elis (Dielis) luctuosa Sauss. e Sich., Cat. sp. gen. Scolia, 1864, p. 194, n. 206, 2I Sumatra: Siboga, Aprile 1586 e Ottobre-Marzo 1891 (E. Modigliani). Due femmine di questa bella specie già nota dell’ India, di Giava, delle Filippine, ecc. 14. E. (D.) Sp. Isole Mentawei: Si Oban, Aprile-Agosto 1894 (E. Modi- gliani). Non mi fu possibile determinare con certezza l’unico ma- schio che ho a mia disposizione. Esso non è tanto fresco e forse spetta a nuova specie, ma non mi azzardo a deseri- verla come tale. Accenno tuttavia ai suoi principali ca- ratteri. Nero, con due macchie laterali irregolari ferruginee presso il margine posteriore del terzo segmento addominale, e coi segmenti 4-7 interamente ferruginei superiormente. Tutti 1 peli del corpo sono neri. Punteggiatura ben distinta; i tre primi segmenti dell'addome assai nitidi, fortemente iri- descenti. Ali fortemente infoscate, blu-verdastre. Lunghezza del corpo 23 millim. 15. E. (D.) Snellenii Sauss. Elis (Campsomeris) Snelleni Sauss., Stett. Ent. Zeit,, XX, 1859, p. 268, P. Elis (Dielis) Snelleni Sauss. e Sich., Cat. sp. gen. Scolia, 1864, p. 198. n. 213, 2. Sumatra : foresta di Si-Rambé, Dicembre 1890-Marzo 1891 (E. Modigliani). Riferisco ad una varietà della presente specie, che sembra caratteristica di Sumatra, due femmine. I miei esemplari sede Pi CA fb vi y MEN IT II al e PT ERANO PRECI 0 ANIMO Ce PCN NI LI eb o Ne O ATA | MUbvI sate A È A TUC RELA Per ito E LA ‘ UT a RI Se ERIN SAU At Di del i fi Vi FINO My e Ri 17: Vga hanno le ali alquanto infoscate e con riflessi violacei (ferru- »ginee nel tipo) ed i peli dei segmenti 1-4 dell'addome d’un ferrugineo molto scuro, quasi neri. Il più grande misura 32 millimetri in lunghezza (Saussure indica 29 mill.). 16. E. (D.) Iris Lep. ? Scolia radula Klug, Beitr. z. Naturg., I, 1805, p. 30, 19, o‘ Colpa Iris Lep., Hist. nat. Hym., III, 1845, p. 547, n. 16, . Elis (Campsomeris) phalerata Sauss., Ann. Soc. Ent. France (3) VI, 1858, p. 238, n. 45, 2I Elis (Dielis) Iris Sauss. e Sich., Cat. sp. gen. Scolia, 1864, p. 201, n. 217, 24; T. 2, £. 19. Elis Iris Magr., Ann. Mus. Civ. Genova, XXXII, 1892, p. 247, n.53, PI Sumatra : Balighe, Ottobre 1890, Marzo 1891; D. Tolong, Novembre 1890 (E. Modigliani); Soekaranda, Gennaio 1894, Liangagas (H. Dohrn). — Nias: Gunung Sitoli, 1886 (E. Mo- digliani). Numerosi esemplari d’ambo i sessi. Specie nota dell'India, di Sumatra, di Giava, di Birmania e del Tenasserim (Viaggio Fea). Nella Nuova Guinea è rap- presentata da una varietà ben distinta e molto notevole (var. Loriae Mant.) (1). Le due femmine del viaggio Fea hanno i peli ferruginei, mentre tutte quelle di Sumatra li hanno giallo-cinerei. Il Museo Civico di Genova possiede molti maschi di Amboina (O. Beccari), che credo si possano riferire alla presente specie. 17. E. (D.) quadrifasciata Fabr. Scolia quadrifasciata Fabr., Suppl. Ent. Syst., 1798, p. 255, n. 16-17. Campsomeris Lindenit Lep., Hist. nat. Hym., ITI, 1845, p. 500, n. 8, 9. (1) Ann. Mus. Civ. Genova, Serie 2.*, Vol. XX (XL) p. 591, n. 8. 22-49 Elis (Dielîis) Lindenti Sauss. e Sich., Cat. sp. gen. Scolia, 1864, p. 204, n. 219,94 Elis Lindenii Magr. Ann., Mus. Civ. Genova, XXXII, 1892, p. 247, n. 52, 9. Sumatra. Siboga, Aprile 1886; foresta di Si-Rambé, Di- cembre 1890, Marzo 1891; Benculen, Aprile 1891 (E. Mo- digliani); Soekaranda, Gennaio 1894 (H. Dohrn). Due maschi di Si-Rambé sono riferibili probabilmente alla var. A di Saussure e Sichel. È specie affine alla precedente e di larga distribuzione geografica. Infatti abita l’ India, la Birmania, Giava, le Molucche, la Cina, il Giappone ecc. 18. E. (D.) Dohrni m., n. sp. Q Nigra, subopaca ; capite supra, et thoracis dorso fulvo- pilosis; thoracis lateribus argenteo-sericeis; abdominis seg- mentis 1-4 margine postico albo-cinereo-hirtis ; alis flavis subhyalinis, apice obscure-violaceo maculato. Capite thorace- que mediocriter punctatis ; abdomine subsericeo et leviter iri- descente, parce punctato. ; Long. corp. 21 millim. Patria : Insula SuMATRA (Soekaranda) mense Januario 1894 Legit Doct. H. DorRN. Nera, poco lucente; margine inferiore del clipeo ‘è man- dibole d’ un ferrugineo oscuro, tegole ferruginee. Capo e torace superiormente rivestiti di pubescenza ferruginea. in- feriormente irti di peli cinerei. Lati del torace argenteo- sericei. Segmenti addominali 1-4 ciliati al margine poste- riore di peli bianco-cinerei (inferiormente sono ciliati di peli dello stesso colore soltanto i segmenti 2-4), segmenti 5-6 irti di peli neri. Peli delle zampe cinerei; speroni bian- chicci; spine dei tarsi ferruginee. Ali mediocremente tinte RA di giallo, sopratutto le superiori ed alla base: queste se- gnate presso l’apice d’una macchia ovale violetta oscura ; nervature giallo-ferruginee. Capo e torace mediocremente punteggiati e nitidi; metanoto subopaco con punti obsoleti. Addome subsericeo ed iridescente, pochissimo punteggiato e soltanto presso i margini dei segmenti; i due ultimi seg- menti più fortemente scolpiti. Questa specie si potrebbe considerare come una varietà della E. (D.) quadrifasciata Fabr. ed è pure affine alla £. (D.) annulata Fabr. Ne ho esaminati due esemplari entrambi freschissimi : uno appartiene alla Coll. Dohrn, l’altro figura nel Museo Civico di Genova, generosamente donato dall’egregio racco- glitore, a cui la specie è dedicata. 19. E. (D.) grossa Fabr. Tiphia grossa Fabr., Syst. Piez., 1804, p. 253, n. 4. Scolia grossa Burm., Abh. naturt. Ges. Halle, I. P. 4, 1853, p. 28, n.22, £ A Elis (Dielis) grossa Sauss. e Sich., Cat. sp. gen. Scolia, 1864, p. 199, n. 215,24 Sumatra : Benculen, Aprile 1891 (E. Modigliani); Soeka- randa (H. Dohrn). Due femmine. Specie già nota dell'India, dell'Assam, di Giava, Borneo, Sumatra, Isole Aru, Giappone, Cina. | 9 ELENCO DEGLI SCOLIIDI FINORA TROVATI IN SUMATRA (1) . Liacos (Triliacos) dimidiata Guér. var. erythrosoma Burm., Abh. naturf. Ges. Halle, I, P. 4, 1853, p. 15. n. 1, O (Scolia ery- throsoma). . L. (Diliacos) Sichelii Sauss., Stett. Ent. Zeit., XX. 1859, p. 172, OT. 2; L . Scolia (Triscolia) capitata Guér., Duperrey: Voy. Coquille, Zool., II, P. 2, 1830, p. 248, (nec Fabr.). . Sc. (Trisc.) opalina Sm., Journ. Proc. Linn. Soc. Zool., II, 1857, p. 89, n. 9, 9 I Sc. (Trisc.) patricialis Burm., Abh. naturf. Ges. Halle, I, P. 4, 18099; "port9, into . Sc. (Trisc.) procera Ill., Mag. Insectenk., I, 1802, p. 196, n. 26. var. scapulata Grib., Bull. Soc. Ent. It., XXV, 1893, p. 163, img Il Q A var. sumatrensis Grib., Bull. Soc. Ent. It., XXV, 1898, p. 164, mi 02: Y Sc. (Trisc.) rubiginosa Fabr., Ent. Syst., II, 1793, p. 230, n. 8. . Sc. (Discolia) bioculata Sauss., Stett. Ent. Zeit., XX, 1859, p. 189, ? (Lacosi). . Sc. (Disc.) decorata Burm., Abh. naturf. Ges. Halle, 1, P. 4, 1853, Pirati, 9 A . Sc. (Disc.) erratica Sm., Cat. Hym. Brit. Mus., III, 1855, p. 88, DO: Q A . Sc. (Disc.) Modiglianii Mant., Bull. Scc. Ent. It., XXXV, 1903, PID Q dI (1) Avrei voluto indicare dettagliatamente per tutte le specie le località ove furono catturate, ma questo non mi fu possibile, perchè gli autori quasi costan- temente non le accennano. 24. 25. . Sc. (Disc.) molesta Sauss. e Sich. Cat. sp. gen. Scolia, 1864, pi; n.104, 0. . Sc. (Disc.) quadripustulata Fabr, Spec. Ins., 1781, p. 453, n. 13. . Sc. (Disc.) Vollenhovenii Sauss., Stett. Ent. Zeit. XX, 1859, p. 188, Q d' (Lacosi). . Elis (Trielis) arrogans Sm., Journ. Linn. Soc. Zool. VIII, 1564, p. $1, n. 14, J' (Seolia). ì. E. (Dielis) albicollis Christ, Naturg. Ins., 1791, p. 260; T. 26, t. 1 (Sphex). . E. (D.) azurea Sauss., Stett. Ent. Zeit., XX, 1859, p. 267, Î . E. (D.) collaris Fabr., Syst. Ent., 1775, p. 354, n. 7 (Tiphia). ES (D.) Dohrni fant., Bull. Soc. Ent. It., XXXV, 1903, p. 49, n: 18, 9. . E. (D.) ) grossa Fabr., Syst. Piez., 1804, p. 233, n. 4 (Tiphia). . E. (D.) Iris Lep., Hist. nat. Hym., III, 1845, p. 547, n. 16, IS Colpa). . E..(D.) luctuosa Sm., Cat. Hym. Brit. Mus., III, 1855, p. 101, n. 78, £ (Scolia). . E. (D.) quadrifasciata Fabr., Suppl. Ent. Syst., 1798, p. 255, n. 16, 17, £ (Scolia.) E. (D.) Snellenii Sauss., Stett. Ent. Zeit., XX, 1859, p. 268, 9. E. (D.) tristis Sauss., Stett. Ent. Zeit., XX, 1859, p. 265, 9 (nec Burm.) AUT N LISTE DES DYTISCIDAE & GYRINIDAE Recneillis par le D' PHILIPPE SILVESTRI dans l'Amérique meridionale de 1898 à 1900 par le D" M. RÉGIMBART . Les espèces qui font l’objet de cette liste appartiennent au Musée Civique de Génes auquel elles ont été généereu- sement données par le D' SILvestRI. Haliplidae. HauipLus eRravipus Aubé. — République Argentine: la Carlota. HaripLus sp. — Espèce probablement nouvelle en un seul exemplaire, de Buenos-A yres. Dytiscidae. MacrovareLLUS Haacr Wehncke. — Buenos-Ayres; Resi- stencia ; Concordia (Entre-Rios), belle série. HypropPorus LuGuBRIS Aubé. — Buenos-Ayres, deux exem- plaires. PacHyprus punocratus Sharp. — Resistencia; Concordia. Packyprus opesus Sharp. — Brésil mérid.: Cuyabà. Pacutyprus opesus Sharp. var. — Entre-Rios: Concordia. Cette variété differe du type par la ponctuation beau- coup plus forte et la taille un peu plus grande. Au premier abord on croirait avoir affaire è une espèce distincte, mais le Dr. von Ihering, Directeur du Musée de Sao Paulo, m'a Gal communiqué plusieurs exemplaires des environs de cette ville qui sont absolument intermédiaires aux deux formes. DESMOPACHRIA BREVICOLLIS, n. sp. — Long. 2 mill., lat. 1°/ mill. — Latissima, post humeros fortiter dilatata, post medium oblique attenuata et subconica, modice convera, sed crassa; subtus piceo-ferruginea, abdomine dilutiore; capite fusco-ferrugineo, antice dilutiore, nitidissimo, irregulariter, inaequaliter et parum dense punctato, utrinque latissime et obsolete foveolato, clypeo antice produceto, rotundato, tenuiter marginato ; pronoto brevissimo, fusco-ferrugineo, utrinque ru- fescente, inaequaliter, trvegulariter, dense sat fortiter punctato, punctis utrinque ad basim majoribus et plus minus confluen- tibus, lateribus valde obliquis, subconveiris, tenuiter sed for- titer marginatis, angulis posterioribus subacutis et postice productis, basi ad scutellum obtusissime producta, utrinque ad angulos fortiter sinuata; elytris castaneis, fusco obsolete tinctis, ad suturam fuscis, dense, fortiter et requlariter punctatis, stria suturali profunda, crenato-punctata, antice brevissime et po- stice post medium desinente, munitis ; pedibus rufis, antennis pallide testaceis, brevibus, crassiusculis, antice leviter ser- ratis. Remarquable par la forme extrémement large, très di. latée en arrière des épaules, puis atténuée obliquement et subconiquement depuis le milieu, avec le pronotum extré- mement court et peu avancé sur l’écusson au milieu de la base; cette forme se retrouve, mais moins exagérée, chez D. variolosa Reg. Le pronotum a la ponctuation plus dense et plus confluente dans une légère dépression transversale située de chaque còtè en avant de la base. République Argentine, 2 exemplaires: Formiche di For- mosa et Pampa grande. DesmopPacHRIA sururALIS Sharp. — République Argentine : Cosquin près Cordoba, 4 exemplaires, un peu plus petits en ARE general que le type décrit par Sharp, mais présentant bien les caractères indiqués: forme courte, en ovale arrondi, couleur d’un ferrugineux obscur, plus foncée au milieu, plus claire sur les còtés, noiràtre en dessous, rousse sur le clypeus qui est un peu avancé, elliptique et finement marginé; ponctuation des élytres très dense, assez forte et égale, avec une série juxtasuturale de gros points enfoncés allant de la base au milieu environ (plus marquée chez certains exem- plaires que chez d’autres), celle du pronotum un peu plus fine, très dense, un peu plus écartée sur le disque, au con- traire très condensée dans une dépression transversale lé- gere et assez étendue de chaque còté de la base, celle de la tète plus fine, plus inégale et moins dense, sauf dans les deux dépressions larges situées de chaque còté. DesmoPAcHRIA concoLor Sharp. — Nombreuse série de cette espèce, une des plus répandues, caractérisée par sa forme courte mais bien ovale, très peu ou point attenuée obliquement en arrière, modérément convexe, d’un roux fer- rugineux clair un peu plus foncé et lavé de brun sur les élytres, pourvue d’une ponctuation moyenne réegulière et assez dense sur les élytres, plus inégale, plus irrégulière et moins dense sur le pronotum et sur la téte. République Argentine: Buenos-Ayres et environs, Rio Tala, Resistencia, Concordia; Uruguay: Mosquitos. DesmopacHRIA Menpozana Steinh. — Je rapporte è cette espèce quelques exemplaires de la République Argentine : San Lorenzo (Salta), qui me paraissent conformes à la de- scription qu'en donne Sharp et dont la taille varie entre 2°, et 2'/ mill. Forme courte, très largement ovale, non rhomboidale quoique un peu attenuée en avant et surtout en arrière, convexe et épaisse; couleur roux ferrugineux uniforme, modérément brillante, plus claire en avant de la téte et sur les cOtès du pronotum, rembrunie au bord an- SN, LO terieur et à la base du pronotum et sur les hanches posté- rieures; ponctuation assez forte, très dense et réguliere sur les élytres, plus inégale et irrégulière sur le pronotum, très fine sur la téte dont la partie antérieure est lisse et très plane et le clypeus très finement rebordé. LA DesmoPAacHRIA GrouveLLeI Rég. — Un exemplaire de Villa Rica, Paraguay, est exactement semblable à ceux que Je possède, trouvés par Mr. A. Grouvelle dans des tabacs provenant du Mexique. -- Long. 1!/,-1?/, mill. — Ovale-el- liptique, courte, modérément convexe, roux ferrugineux, plus clair sur la téte, le pronotum et les épaules; ponctuation excessivement fine sur la tète, nulle sur le pronotum, très fine, obsolète et peu serrée sur le élytres dont la strie su- turale fine et bien nette occupe la première moitié sans atteindre la base; téte non prolongée en avant, clypeus très arrondi et très finement rebordé. Diffère de D. /aewvis Sharp par la forme plus elliptique et moins arrondie, par la présence d’une strie suturale et par la ponctuation beau- coup plus visible de la téte et des élytres. AwopontocHILUs macUuLaTUS Bab. — République Argen- tine: S. Ana, un exemplaire. ANODONTOCHILUS SILVESTRII, n. sp. — Long. 1%, - 14; mill. — Breviter ovalis, sat crassus, supra parum convexus, postice subacuminatus, rufo-testaceus, elytris nigricantibus late te- staceo signatis; capite antice laevi, postice tenuiter parce punctulato, clypeo fortiter incrassato et elevato ; pronoto te- nuiter punctulato, în medio subconvexo, utrinque fortiter an- gulatim plicato, inter plicas transversim profunde et anguste depresso, lateribus tenuiter marginatis, antice curvatis. et convergentibus, postice rectis, angulis posterioribus rectis ; elytris breviter pubescentibus, utrinque a plica thoracica usque post medium argute cristatis, inter cristas planatis, subde- pressis et quadriseriatim fortiter et irregulariter punctatis, Anno XXX V. 4 extus secundum cristam canaliculato-crenatis ad latera îr- regulariter et subseriatim punctatis ; corpore subtus grosse irregulariter punctato. Espèce bien distincte de la précedente par sa taille plus petite et par les élytres beaucoup plus courts et plus larges, marqués chacun en dedans de la créte de quatre rangées de gros points bien nettes, mais un peu irrégulières, surtout en arrière du milieu où elles deviennent absolument confuses. Rio Tala, 2 exemplaires, Buenos Ayres, un exemplaire. Bipessus AcUMINATUS Steinh. — Buenos Ayres, 2 exem- plaires. Cet insecte est extrémement voisin des 5. Borrei Sharp, de Pernambuco et apicatus Clark, du Mexique, et je ne serais nullement surpris que ces trois formes à peine distinctes ne fissent qu’une seule espèce. BipEssus crUCIATUS, n. sp. — Long. 2 !/3-2 5, mill. — Ovalis, haud elongatus, convexus, tenuiter reticulatus, rufus, antennis ad apicem leviter infuscatis, pronoto ad baseos medium Cilo- batim fasciato, elytris pallide testaceis et pubescentibus, su- tura, fascia basali intus latiore extus angustiore et macu- liformi, 2.° fascia mediali et 3. postmediali irregularibus, saepe disjunctis, nigris, ornatis ; punctatura in capîte tenuts- sima et remota, tn pronoto antice tenui, discreta et subtiliter pilifera, secundum basim majore et magis approrimata, în elytris regulariter sat densa et parum profunda, in corîs po- sterioribus fortiore et magis impressa, sed minus densa; plica prothoracis et elytrorum nulla. Cette espèce est extrèmement voisine de 5. crucifer Reg. du Bresil, et comme lui est complètement dépourvue de pli au pronotum et aux élytres; mais elle en diffère bien nettement par les caractères suivants: forme plus large, pronotum plus transversal, réticulation beaucoup plus im- primée, ponctuation des elytres plus dense et plus fine, TA ‘ EROE 1 TE NAS TETI ATTESI STOP ì PI 4 E PRETI ne \ n Ù è ri PIERI STRO RIE ATO chiedi ia leur pubescence beaucoup plus developpée, leurs bandes transversales médiane et postmédiane plus irrégulières, la médiane surtout qui offre souvent près de la suture un prolongement qui atteint parfois la bande basale, en plus du prolongement médian qui est toujours bien développé. Argentine : Salta, belle série. Bipessus cHILENSIS Sol. — Long. 1-2 mill — Forme oblongue ovale, un peu dilatée en arrière du milieu des élytres qui se terminent nettement en ogive, un peu attenuée au contraire dans la région du pronotum dont les còtés sont très sensiblement arqués et les angles postérieurs droits, ce qui rend l’angle thoraco-élytral très net. Tète fauve en avant, très obscurcie en arrière et en dedans des yeux, très irrégulièrement et assez finement ponctuée, pourvue en avant de deux fovéoles allongées et en arrière d'une dépression transversale plus ou moins marquée, plus ou moins concave en avant et ponctuée plus fortement; pronotum assez fortement ponctué au milieu, plus fine- ment sur les còtés, pourvu de chaque còté d’une strie pro- fonde et sinuée, continuée moins profondement sur les ély- tres, et entre ces deux stries d’une dépression transversale plus effacée au milieu, couleur d’un brun foncé, avec une bordure jaune roux largement et anguleusement dilatée en dedans dans la première moitié. Elytres couverts d'une ponctuation dense, forte et régulière, è points très briève- ment pilifères, d’un testacé jaunàtre pàle, la moitié interne de la base, une ligne suturale étroite, une très large tache commune postmédiane flanquée de chaque còté de deux grosses taches sublatérales arrondies plus ou moins isolées et deux lignes longitudinales antémédianes plus ou moins nettes et parfois nulles reliant la base aux marques ‘postmédianes, tous ces dessins noiràtres et plus ou moins séparés ou confluents. Dessous du corps brunàtre et plus ou moins obscur, pattes et antennes rousses. Tout le corps est couvert d’un réticulation très fine et à peine visible, plus marquée sur la tète et surtout chez la femelle, ce qui la rend moins brillante. Chili. Bien que cette espèce n’ait pas été prise par M. Silvestri, je l’ai décrite un peu longuement, pour per- mettre de la distinguer de la suivante. BipEssus FLAVOFASCIATUS Steinh. — Long. 1%, -2 mill. — Espèce extrèmement voisine de la précédente dont elle a l’aspect, la coloration et la taille: forme plus régulière- ment ovale, moins dilatée en arrière, moins attéenuée en avant, avec les còtés du pronotum beaucoup moins arqués, ce qui rend l’angle thoraco-élytral beaucoup moins sensible; ponctuation un peu moins dense, mais aussi forte sur les élytres, avec la pubescence extrèmement courte, mais bien visible sur les sujets frais. Les dessins sont identiques, mais mieux accusés, moins diffus et plus séparés les uns des autres, avec les lignes de la première moitié des ély- tres jamais entières, mais réduites è des taches étroites et allongées. Les femelles sont aussi brillantes que les màles. -Republique Argentine: Salta, Formiche di Formosa, Pam- pa grande, Rio Tala, Buenos Ayres. J' en possède un de Bolivie semblable aux autres. Bpessus DeLrimi Rég. — Long. 2 mill. — Bien distinet des précédents par la forme plus étroite et presque pa- rallèle, par la téte presque lisse au milieu, beaucoup plus finement ponctuée, avec l’impression postérieure indiquée seulement par une ponctuation plus nette qui se réfléchit en avant en dedans des yeux; bords du pronotum presque parallèles, arqués et convergents seulement en avant vers les angles antérieurs; dessins noirs des élytres très développés et confluents en arrière, representés en avant par deux. lignes noires parallèles et par la bande basale plus déve- loppée sur les còtés. La femelle est plus mate et très fine- ment réticulée. ng MI SI A iaia aree e ria dr ein a A ict CSR i A Cette espèce m’a été envoyée de Valparaiso par M. Fe- derico Delfin. Je. lui rapporte, mais avec doute, deux exemplaires capturés par le D." Silvestri: le premier, de Cosquin (Cor- doba), a la forme moins parallèle, la ponctuation plus forte sur les élytres et mieux marquée sur la téte qui est très subtilement reticulée avec la depression transversale postérieure plus accusée; le second de S. Vicente (Chili), est également moins parallele, plus allongé, plus pubescent, plus fortement ponctué, avec la téte non réticulée, mais assez distinctement pointillée et la première moitié des élytres marquée de trois ou quatre lignes diffuses et irré- gulières, la seconde moitié ayant sa coloration noire plus vague et plus étendue en avant. Enfin un 3.° exemplaire, du lac de Kingora (Ecuador, D.r Festa), se rapproche beaucoup du précédent comme forme, mais sa ponctuation est moins dense, l’angle tho- raco-élytral est plus accusé, le pronotum moins fortement ponctué et orné dans sa première moitié d’une expansion de la couleur jaune latérale interrompue seulement au milieu du disque. Bipessus crassus Sharp. — Long. 1, mill. — Ovale, très court, peu convexe, mais assez épais, un peu acuminé en arrière, légèrement rétréci à la région thoraco-élytrale ; téte fauve, très largement rembrunie en dedans des yeux où elle est nettement réticulée, è peu près lisse au milien, pourvue de chaque còté d’une fovéole allongée et è peine marquée, et d’une ponctuation très fine et écartée au milieu et en avant, plus forte et imprimée en arrière et sur les còtes, le clypeus trés légèrement relevé en arrière sur les còtés, principalement en avant des fovéoles; pronotum roux fauve, très largement rembruni au milieu, déprimé trans- versalement au devant de la base entre les stries latérales qui sont assez profondes et sensiblement concaves en dehors, prolongées sur les élytres par un pli profond occupant le premier sixieme de la longueur, la ponctuation fine et peu dense sur le milieu du disque, plus forte et imprimée dans la partie déprimée et à peu près effacée et nulle en dehors des stries, les bords latéraux très finement rebordés et è peine .arqués. Elytres fauves, ornés dans la première moitié de cinq lignes longitudinales brunes parfois disjointes qui, après le milieu se condensent et se dilatent plus ou moins largement et vaguement, ponctuation assez forte et peu dense, plus imprimée vers la suture, beaucoup plus obsolète sur les còtés. Dessous du corps brun noir, un peu dilué sur les còtes et à la base de l’abdomen; pattes et antennes rousses, celles-ci moniliformes è peu près de la longueur de la téte et du pronotum. Bien que Sharp qualifie son espèce « nudus » et que celui que je décris ci dessus présente dans chaque point des élytres un poil extrèmement court et visible seulement au faux jour chez les individus frais, je pense qu'il y entre les deux identification probable. République Argentine: Pampa grande; 1° exemplaire de Sharp est du Bréesil: Santa Rita (R. F. Sahlberg). BIDESSUS CURTICORNIS, n. sp. Long. 1 *,-1//, mill. — Brevi ter ovalis, postice leviter dilatatus, modice convexus, sat cras- sus; capite fulvo, antice utrinque evidenter foveolato, subti- lissime et obsolete reticulato, tenuissime remote punctulato, clypeo postice utrinque ante foveas elevato; pronoto fusco- ferrugineo, utrinque sat late rufo, tenuiter remote punctulato, utrinque plica profunda intus obliqua et eadem longitudine in elytris continuata instructo, lateribus angustissime mar- ginatis et vix curvatis; elytris fulvis, basi interna, sutura parum lata et post medium vage dilatata lineisque duabus obsoletissimis infuscatis, parum fortiter et parum dense, extus obsolete punctulatis, serie punctata unica impressa; corpore subtus-ferrugineo, corxis postertoribus infuscatis et laevibus, Dr io VE da 3 5 abdominis segmentis 1 et 2 transversim uniseriatim punctatis, pedibus antennisque rufis, his crassiusculis, brevibus, moni- liformibus, ad apicem obscurioribus. Espèce de méème taille que la precedente, mais differente de forme, de ponctuation et aussi de coloration, avec une série ponctuée bien imprimée sur chaque élytre et les antennes plus épaisses et beaucoup plus courtes, n’at- teignant pas la longueur de la tète et du pronotum. Ar- gentine :.S. Lorenzo près Salta. Bipessus StRoBELI Steinh. — Long. 1*/,-2 !, mill. — Ovale, un peu oblong et assez allongé, assez convexe; téète rousse largement rembrunie en arrière et autour des yeux, pourvue en avant de deux foveoles bien marquées et d’une ponctua- tion excessivement fine et écartée sur le milieu, un peu plus forte et plus dense dans les foveoles, autour des yeux et sur un espace transversal en arrière, quelquefois assez visiblement reticulée sur les còtés; pronotum roux, plus ou moins rembruni le long du sommet et de la base, orné d'une tache médiane brun sombre souvent diffuse, pourvu de chaque còté d’une strie ou pli profond et assez sinueux prolongé d’une quantité egale sur les élytres, ponctuation fine et écartée sur le disque et les còtées, plus forte en ‘arrière et surtout en dedans des stries, còtés assez arqués, finement rebordés, angles postérieurs droits, nullement emousses et méème léegèrement saillants sur les épaules ; angle thoraco-élytral peu accuse, l’insecte étant vu d’en haut. Elytres ovales-allongés, assez fortement, presque réguli- rement et assez densément ponctués, d’un brun noiràtre, avec une bordure jaune dilatée en un large lobe quadran- gulaire et allongé en arrière des épaules, en un petit lobe étroit plus ou moins développé et souvent nul, en arrière du milieu et au sommet; la region brune, chez certains exemplaires très colorés, présente quatre lignes jaunes longitudinales plus où moins interrompues, les deux exter- DEE nes plus ou moins réunies en arcade en avant; chez la plupart des exemplaires ces lignes longitudinales sont très vagues et disparaissent complètement chez certains. Très belle série : Buenos-Ayres, la Carlota, Cosquin (Cor- doba); Uruguay: Mosquitos; Patagonia: Santa-Cruz. Il se trouve aussi au Chili et au Brésil méridional: Sao Paulo. Cet insecte a été réuni par Sharp au .. affinis Say (nanus Aubé), d’ Amérique du Nord, probablement avec raison, car les deux espèces sont bien voisines et certains exemplaires sont difficiles è distinguer; il est cependant en genéral un peu plus grand et sa ponctuation est mieux accusée sur le pronotum et les élytres. Bipessus uRUGUENSIS Sharp. — Long. 1 ‘|; - 2 mill. — Res- semble extrèmement au précedent, mais il en diffèere com- plètement par la ponctuation è peu près nulle sur la téte et le pronotum (sauf à la base), beaucoup plus fine et moins imprimée sur les élytres; la coloration est la méme et presente également une grande variabilité, mais avec les dessins jaunes moins bien limités et plus confus, méme chez les exemplaires les mieux colorés. Enfin, caractère très important, le màle est lisse et brillant, la femelle très mate par suite de la réticulation qui couvre tout le dessus du corps et dont on trouve parfois la trace chez certains miles. Bien que Steinheil, dans sa description, ne men- tionne pas la difference sexuelle, je pense que son 5. bo- nariensis doit ètre rapporte è cette espèce, car la descrip- tion lui convient parfaitement pour tout le reste. M. Silvestri l’a capturé dans l’Argentine: Buenos-Ayres et environs, Pampa grande, Santa Ana, Salta, la Carlota, Con- cordia, Rio Tala, Resistencia et Benites (Chaco Austral); dans l'Uruguay: Mosquitos et Montevideo; an Paraguay : Encarnacion. J en possèede un exemplaire màle de Bolivie dont la ponctuation est un peu plus forte et dont la réticulation est assez nette dans la seconde moitié des élytres. È LESDI sù ‘A tana casi = AMARODYTES PERCOSIOIDES Rég. — Cuyaba, un exemplaire. CELINA sp. — Buenos-Ayres, un seul exemplaire, voisiu de C. aculeata Aube. CELINA PARALLELA Bab. — Plusieurs exemplaires répon- dant bien à la description, Buenos-Ayres et Rio Tala. Noromicrus Trait Sharp. — Coxipò (Cuyabà), trois exemplaires. Cette espèce se distingue de N. brevicornis Sharp, par la taille un peu plus grande, par les élytres plus pàles, surtout moins rembrunis è la base et pourvus d’une ponctuation fine: qui occupe la région interne et po- sterieure ; elle differe de N. Grouvellei Rég. par la taille un peu plus petite, la coloration beaucoup moins foncée et les élytres beaucoup plus ponctués. SuPHis cimicomes Aubé (subtilis Sharp, difformis Sharp). — Long. 3/,-4!/, mill. Espèce remarquable par sa forme extrèmement convexe et courte, très atténuée en arrière des épaules et subacuminée an sommet, variable de forme, de ponctuation, de couleur et de taille, d’un roux plus ou moins foncé, marbré de noir, avec prédominance de l’une ou de l’autre couleur, quelques individus extrèmes étant presque entièrement roux, d’autres presque noirs, cette va- riabilité se produisant non seulement d’une localité è l’autre, mais aussi dans un méme endroit. Corrientes, Buenos-Ayres, Resistencia, Rio Tala (D.r Sil- vestri). Se trouve dans toute l’Ameérique Méridionale ]jusqu’à Buenos-Ayres au Sud (moins le Chili où il n'a pas encore ete rencontre), dans l’Amérique Centrale, dans les Antilles, en particulier è la Guadeloupe où il parait commun. Je décris ci dessous deux espèces très distinctes, que je possède depuis longtemps, bien qu’ elles n’ aient pas été ‘rencontrées par le D.r Silvestri. ; SUPHIS INTERMEDIUS n. sp. — Long. 2 °|-3 mill. — Brewvis- simus, rotundatus, valde convexus, ad extremum apicem tan- 58. tummodo subacuminatus, rufus, capite nigro quadripunctato, pronoto nigro quatuordecimpunctato, elytris transversim et irregulariter nigro marmoratis; sculptura duplici; minima subtilissima et densissima; amajore sat densa et sat fortiter impressa. Chez cette espèce la double ponctuation de tout le corps est très remarquable : les petits points sont extrémement fins et serrés, les grands sont au moins dix fois plus gros assez denses, moins fortement imprimées sur le pronotum et le vertex et effacés en avant de la téte. Les antennes et les pattes sont conformées comme chez S. cimicoides Aubé. Brésil Meridional: Matto grosso (P. Germain, Coll. R. Oberthiir et Réegimbart). SUPHIS MINUTUS, n. sp. — Long. 2-2; mill. — Ovalis, sat curtus, postice a medio attenuatus, ad apicem acumi- natus, valde conveaus, rufus, nigro fortiter marmoratus et va- riegatus, fortiter, simpliciter et sat dense punetotus, capite (praeter in vertice) impunctato. Cette petite espèce, qui rappelle beaucoup plus le /S. cz- micoides par sa coloration et sa forme générale, est cepen- dant plus courte, atténuée moins fortement en arrière et seulement depuis le milieu des élytres; la tète, le pronotum et les élytres sont variés de roux et de noir dans des pro- portions à peu près égales sans prédominance de l’une ou de l’autre couleur, au moins chez les exemplaires que j'ai vus, coloration analogue è celle de la plupart des exemplaires de ,S. cimicoides; comme chez cette dernière espèce la pon- ctuation est simple, forte, assez dense, è peine moins im- primée sur le pronotum, à peu près nulle sur la téte où ne se remarquent que quelques petits points isolés sur le vertex. Matto-Grosso, trouvé par M. P. Germain avec le S. #n- termedius (coll. R. Oberthir et Régimbart). Bor: CANTHYDRUS OBESUS, n. sp. — Long. 35,-4 mill — Bre- viter ovalis, latus, valde convexus, postice leviter attenuatus; capite et pronoto rufis, illo postice, hoc antice et postice plus minus late infuscatis ; elytris nigricantibus, macula anteapi- cali minuta, linea marginali ad medium, lineaque humerali intus curvata et maculatim ante medium terminata confuse rufo-ferrugineis ornatis; sculptura in capite tenuissima et sat densa, in pronoto simili, magis remota et in disco fere nulla, in elytris multo fortiore, parum densa et satis irregu- lari, reticulatione subtilissima sed distineta; subtus nigro-fer- rugineus, pedibus antennisque rufo-ferrugineis, his brevibus; elytris sat distincte uniseriatis. Cette espèce, voisine de C. grossus Sharp, est de beaucoup la plus grosse des C'anthydrus connus actuellement et serait facilement prise, au premier abord, pour un Hydrocanthus dont elle a la taille; elle en diffère cependant par la forme de l’ apophyse prosternale qui est plus étroite, canaliculée au milieu et sur les cOtés et par le rebord lateral du pro- notum qui est assez étroit et nullement élargi en avant. La maculature des élytres est très confuse et peu apparente. Le D.r Silvestri en a pris deux exemplaires, l’un è Buenos-Ayres et l’autre è Mosquitos. J'en possède un 3°, sans localité, que je rapporte à cette espèce, bien qu’il soit plus gros (-4'| mill.) et different comme couleur: les élytres sont d’un chatain ferrugineux, sans maculature, autre qu’une bordure un peu, plus claire et très vague disparaissant in- sensiblement vers le sommet; le dessous du corps est entiè- rement roux' ferrugineux, le dessus profondément réticulé, ce qui rend les téguments peu brillants. CANTHYDRUS CRIBROSUS, n. sp. — Long. 2 *|;-2%, mill. — Ovalis, modice converus, postice leviter attenuatus, rufus, capite postice, pronoto antice în medio late, ad basin in medio angustissime infuscatis, elytris fusco-ferrugineis ad latera rufis; capite et pronoto persubtilissime reticulatis, illo pun- ez 00 ctis aliquot raris et tenuissimis munito, hoc in disco fere laevi, antice, ad latera et ad basim parum dense et parum fortiter subobsolete punctato ; elytris multo minus distinete reticulatis, fortiter sat dense puncetatis, serie unica longitudi- nali parum distincta instructis. Corpore subtus rufo-ferru- giîneo, pedibus concoloribus, antennis flavis. La couleur brun ferrugineux foncé des élytres tranche nettement sur la couleur roux clair de la tète et du pro- notum, la première étant rembrunie en arrière, le second pourvu d’une large tache vague triangulaire brunàtre située en avant et s’étendant du sommet au milieu, et d’une fine bordure, étroite noiràtre aux deux quarts médians de la base; la réticulation extrèmement subtile est plus apparente sur la téte et le pronotum, que sur les élytres; la pon- ctuation forte, assez dense et bien imprimée sur les élytres, est plus faible en avant, sur les còtés et en arrière du pro- notum, presque nulle sur son disque et representée sur la téte par quelques points extrèmement petits et superfi- ciels; en plus, au tiers interne des élytres se remarque une série ponctuée très peu apparente. I Le D.r Silvestri a capturé un exemplaire a Cuyabà et un autre à Buenos-A yres. CanrHypRus BaLzani Rég. — Entre-Rios: Concordia, trois exemplaires de grande taille: 3 mill. — Couleur rousse, rembrunie en arrière de la téte, au devant du pronotum sur une grosse tache apicale et parfois aussi sur une très petite bande de chaque còte du milieu' de la base; élytres brun noiràtre, dilués sur les bords, ornés d’une tache fer- rugineuse oblongue et subbasale au milieu de leur largeur et de deux autres taches oblongues du méme couleur si- tuées au milieu, l’interne sur le prolongement de la précé- dente, l’externe en dehors, parfois reliée obliquement è la bordure; la ponctuation forte, grosse et assez dense sur les A a LES élytres et à la base du pronotum, est fine et clairsemée sur le disque du pronotum et nulle sur la téte. CAnTHYDRUS sexNOTATUS Reg. — Long. 2 !/, mill. — Extré- mement voisin de C. Balzani Reg. dont il differe par la tallle un peu plus petite, la forme plus étroite, la pon- ctuation moins dense sur les élytres et beaucoup plus effacée sur le pronotum, la réticulation plus apparente, ronde sur la téte, très transversale sur les élytres, inter- mediaire sur le pronotum. Coxipò, près Cuyabà, un exemplaire. Je possèede un second exemplaire, envoyé de Saò Paulo par le prof. Von Ihering, qui differe par la taille un peu plus grande (2'/; mill.), par la tache médiane externe pro- longée en bande étroite jusque près du sommet et par la presence d’une ligne ferrugineuse juxtasuturale peu ap- parente. CANTHYDRUS TRANSVERSUS, n. sp. Long 2'/, - 2°: mill. — Ovalis, postice attenuatus, sat conveaus, rufus, capite postice, pronoto anguste ad basim et apicem leviter infuscatis, elytris nigricantibus, margine angusto, vitta lata transversali vix ante medium, suturam haud attingente, maculaque minuta jurta-suturali paulo post medium rufo-ferrugineis ornatis ; capite pertenutssime, remote, indistinete punctulato, pronoto in disco laevi, ad basim subobsolete irregulariter punctato, elytris indistincte uniseriatis, transversim subtilissime reticu- latis, parum fortiter, irregulariter et subohsolete punctatis. La téte est étroitement noiràtre en arrière, le pronotum très étroitement rembruni en avant et de chaque còté du milieù de la base; les élytres, noiràtres et parfois teintés légerement de ferrugineux dans la seconde moitié, sont ornés d’une bordure étroite rousse, d'une bande transver- sale assez large réunie au dehors è la bordure, un peu dilatée en dedans où elle ne dépasse pas le tiers interne Erga na et située à peine en avant du milieu, et d’une autre tache très petite située très près de la suture et un peu en ar- riere du milieu; la ponctuation est è peu près nulle sur la tete, et le disque du pronotum, moyenne, irrégulière, peu dense et peu imprimée sur les élytres. Les antennes sont un peu épaisses et assez courtes. Argentine: Buenos-Ayres, un exemplaire; Uruguay : Mosquitos, 2 exemplaires. CANTHYDRUS PINGUICULUS n, sp. — Long. 2'/,- 2'/} mill — Breviter ovalis, valde convexus, postice subobtusus, rufus, capite postice et pronoto vage in medio leviter infuscatis, elytris fusco-ferrugineis, ad marginem anguste rufescentibus, pronoto ad basim elytrisque parum fortiter, irregulariter et obsolete punctatis, his indistincte uniseriatis. Forme ovale très courte, mais non arrondie et subobtuse au sommet; ponctuation obsolète, peu forte, irrégulière et assez serrée sur les élytres et à la base du pronotum qui sont indistinctement réticulés, nulle sur le reste du pronotum et sur la téte dont la réticulation ronde est bien apparente. Buenos-Ayres, un exemplaire. Le prof. von Ihering m’en a envoyé plusieurs recoltés aux environs de Sao Paulo è Araca et Agua Branca. CANTHYDRUS GLOBOSUS, n. sp. — Long. 2 mill. — Rotum- dato-ovalis, converus, postice obtusus, rufus, capite postice nigricante, pronoto ante basim sat anguste bilobatim infu- scato, elytris fusco-migris, ferrugineo tinctis, margine angu- stissimo, macula basali media, fascia transversa lata et disjuncta ad medium, macula minima juxta-suturali post medium (saepe indistineta) fulvis ornatis, elytris et protho- race ad basim subobsolete parum fortiter et dense punctatis. La forme est ovale arrondie et obtuse aux deux bouts, la téte relativement grosse. Coxipò, près Cuyabà, quelques exemplaires. dato CANTHYDRUS ROTUNDATUS Sharp. — Long. 1° mill. ou un peu moins. — Ressemble beaucoup au précédent par sa forme arrondie, mais cependant moins obtuse aux deux bouts, la téte étant relativement un peu moins grosse; la colo- ration est d’un roux plus clair, les élytres simplement plus foncés, roux ferrugineux avec les mèmes dessins, mais extrè- mement peu apparents et méme nuls chez certains exem- plaires ; la ponctuation est plus fine, plus écartée et plus régulière, sans trace de série, mais avec des poils longs et rares sur les élytres. Coxipò, près Cuyabà, deux exemplaires. CantHypRus REMATOR Sharp. — Long. 3 mill — Entiè- rement roux ferrugineux, avec les élytres un peu plus foncés et pourvus de deux séries ponctuées, distinctes, l’interne régulière, l’externe très irrégulière et diffuse. Buenos-Ayres, Santa Ana, . Rio Tala, Concordia, Resi- stencia, Cosquin (Cordoba), Benitez (Chaco austral), Mo- squitos (Uruguay). CantHYDRUS InFUScaTUs Reg. — Cette espèce, qui pour- rait. bien n'étre qu’ une variété de la précédente, s’ en distingue par la forme plus large, par les élytres noiràtres, irisés et plus lisses, le pronotum et la tète étant parfois rembrunis sur le disque et par les séries des élytres moins diffuses. Il a éte rencontré par le D.r Silvestri è peu près aux mémes endroits: Buenos Ayres, Rio Tala, Concordia, Resistencia, Corrientes. CANnTHYpRUS GRANDICORNIS Rég. — Long. 2 #|,-3 mill. — Forme oblongue et allongée, attenuée en arrière, convexe, couleur rousse, le pronotum faiblement et vaguement rem- bruni au milieu, les élytres d’un brun chatain foncé, un peu lavés de ferrugineux, avec une fine bordure rousse et deux rangées irrégulières de points longuement pilifères, réticulées avec une extrème finesse, ainsi que la téteeet le PENdi pronotum; téte très grosse, antennes longues et assez épaisses, ponctuation nulle. Coxipò (Cuyabà) un exemplaire. CantHypRuUs RUFIPES Sharp. — Long. 2 ?/;- 3 | mill. — Dif- fere de C. nigrinus Aubé, par sa forme plus large moins atténuée en arrière, par les antennes et les pattes rousses et le dessous du corps plus lavé et bordé de ferrugineux. Buenos-Ayres, Formiche di Formosa, Pampa grande, Rio Tala, Cosquin (Cordoba); Mosquitos (Uruguay); Urucù (Matto Grosso). i CantHypRUs NIGRINUS Aubé. — Coxipò (Cuyabà), Villa Rica (Paraguay), Resistencia, Santa Ana. CANTHYDRUS GRammIcus Sharp. — 3 |:- 4 mill. — Ovale, convexe, assez longuement atténué en arrière, roux avec une tache vague noiràtre en arrière de la téte, élytres noirs irisés, avec la bordure et trois bandes longitudinales jaunes, l’extérieure reliée par une bande oblique de dehors en dedans et en arrière de l’épaule avec la bordure dont elle suit le contour jusqu’ au sommet, l’interne parallèle à la suture et se terminant aux quatre cinquièmes, l’inter- médiaire se terminant aux deux tiers; élytres pourvus de deux séries ponctuées distinctes et peu serrées. Cuyabà, Concordia, Buenos-Ayres, Santa Ana. CANTHYDRUS GRAMMOPTERUS Rég. — Long. 2% mill. — Ovale, assez court, brièvement attenué en arrière, roux jau- ne vif, avec une petite tache noire très nette en arrière de la téte, la suture et trois bandes longitudinales noires sur les élytres, l’interne se terminant un peu avant le sommet après s’'éètre incurvée en dehors, l’externe interrompue avant le miliéu et de méme longueur, l’intermediaire terminée un peu en arrière du milieu. Coxipò (Cuyabà); assez répandue au Breésil. ego HypRocanTHUs LAEVIGATUS Brullé. — Coxipò, Resistencia, Concordia. — Cette espèce me parait devoir n’étre consi- derée que comme une variété de H. irzcolor Say, caracté- risée surtout par les élytres d’ un brun foncé, irrorés de vermiculations rousses ou ferrugineuses et noires, plus ou moins nombreuses et confluentes, l’une ou l’autre cou- leur dominant certains exemplaires étant méme entièrement noirs sur les élytres. 92 HypRocantHUs DEBILIS Sharp. — Long. 3!|,-8 ?|; mill. — Entièrement roux, les élytres légèrement irisés et très fai- blement irrorés de brun; reconnaissable è sa petite taille. Buenos-Ayres, Santa Ana, Rio Tala, Corrientes. HyprocantHus socrus Sahlb. — Je possède deux exem- plaires l’un du Paraguay Central (P. Germain), l’autre de Maracaibo (Mocquerys) se rapportant exactement à la de scription; ils me paraissent intermédiaires aux /. laeviga- tus Br. et oblongus Sharp, mais je n’oserais affirmer que c'est une espèce veritable plutòt qu’ une varieté de 7. laevigatus Br. HyPpRocANTHUS ATRIPENNIS Say, Sharp. — Long. 4-5 mill. — Diffère des espèces voisines par sa forme plus large et plus convexe, ce qui rend les élytres plus excavées en arrière des épaules; le dessous du corps est noir, avec les pattes, les antennes et le prosternum ferrugineux; les ély- tres sont souvent brun chatain foncé, mais le plus habi- tuellement d’un brun noir irisé profond qui tranche avec le jaune roux du pronotum et de la téte; leurs séries pon- ctués sont mieux distinctes. Buenos-Ayres, Mosquitos, 2 exemplaires. Se retrouve au Brésil et au Paraguay. LaAccopHiLus TEsTUDO, n. sp. — Long. 5'/,-5%, mill. — Late ovalis, postice leviter attenuatus, convexus, fortiter reti- culatus; capite flavo, postice fusco-nigro, pronoto nigro-fer- Anno XXXV. 5 DOTTEN RI ppe ni rugineo, ad angulos anteriores latissime et in medio longi- tudinaliter anguste rufo-flavo ; elytris nigris, margine angusto rufo-ferrugineo postice deleto, maculis tribus post basim transversim dispositis quarum interna postice linea juxta- suturali longe continuata, macula eaterna quadrata ad me- dium (aliquoties nulla), maculis tribus post medium irregula- riter transrersim disposttis, maculaque trregulari ante apicem flavis ornatis, triseriatim parum distinete punctatis; corpore subtus nigricante, plus minus ferrugato, antennis pedibusque rufis. — J'° nitidus; 9 multo fortius reticulata et opaca. Grosse espèce, de forme très largement ovale et remar- quablement colorée. Tète jaune, noiràtre en arrière; pro- notum d’un noir ferrugineux foncé, avec un très grande macule occupant de chaque còté en avant le quart ou le tiers externe, un peu diffuse en arrière, très pàle en ar- riére des yeux, où, chez l’insecte vivant, elle doit ètre par transparence très brillante, comme chez beaucoup de Dy- tiscides; au milieu se trouve une tache longitudinale rousse étroite. Elytres noirs, avec une bordure étroite rousse ou ferrugineuse très nette à la base et s’effacant avant le som- met; on y remarque les dessins Jjaunes suivants : deux pe- tits points a la base, l’un au milieu, l’autre plus visible très près de l’écusson, ces deux points inconstants, une bande transversale très en arrière de la base formée de trois taches ordinairement libres, très rarement confluentes, l’externe oblique et largement reliée avec la bordure è l’épaule, la médiane échancrée en arrière, l’interne allongée et prolongée en arrière par une ligne jaune juxtasuturale dépassant le milieu, une tache externe au milieu un peu transversale et largement réunie à la bordure, parfois nulle, trois taches situées transversalement en arrière du milieu, la médiane un peu plus antérieure, jamais confluen- tes et souvent divisées en deux par un trait longitudinal, enfin une tache antéapicale très irrégulière émettant rare- E ANA ET RD EL LU i i ee DRS 7 aa ment en avant un filet jaune juxtasutural qui, chez certains exemplaires très colorés, doit rejoindre le prolongement su- tural de la tache interne antérieure, mais que je n’ai con- staté sur aucun des exemplaires que je connais. Tout le dessus du corps est couvert d’une double réticulation, la grande è réseau polyédrique irrégulier, beaucoup plus im- primée chez la femelle qui est ainsi rendue opaque, la pe- tite très fine et très peu visible dans les deux sexes; les élytres présentent en outre trois séries ponctuées très ir- régulières, plus apparentes chez le màle, à peine distinctes chez la femelle. Primitivement cet insecte a été trouvé à Cordoba par M. Amor (Mus. de Madrid et coll. Regimbart), puis der- nièrement par le Dr. Silvestri è Pampa grande. LaccopHILUS raRSALIS Sharp. — Long. 3 *|, - 4 mill. — Lar- gement ovale elliptique, jaune roux, hanches postérieures noires, téte étroitement noire en arrière, pronotum orné d’un gros trait noir transversal au sommet et à la base; élytres couverts d’irrorations noiràtres très fines condensées a la base et autour des dessins ainsi disposés: une fine bor- dure rousse, une bande transversale post basale formée d’une tache humérale irrégulière et de trois ou quatre traits lon- gitudinaux parallèles qui en avant convergent dans la ré- gion foncée et se réunissent en arcade, une tache latérale médiane plus ou moins carrée et largement réunie è la bordure, une bande transversale post-médiane, généralement très peu apparente, formée, comme la première d’une tache externe et de trois traits longitudinaux isolés, enfin une tache apicale variable et souvent indistinete; reéticulation double, la petite bien imprimée et ronde, la grande polyé- drique et moins bien limitée. Argentine: S.* Ana, Salta, Formiche di Formosa, Con- cordia; Uruguay: Mosquitos. Répandu au Brésil et en Bolivie. SSA LACCOPHILUS PARAGUENSIS, n. sp. — Long. 3 !|-3 4; mill. — Ovalis, ellipticus, modice converus, rufus, pronoto antice et postice fusco anguste notato, elytris fusco nebulosis, mar- gine externo, fascia postbasali maculari transversali, maculis tribus lateralibus ad medium, post medium et ad apicem, ma- culaque longitudinali minima (aliquoties nulla) ad medium suturae flavis ornatis ; reticulatione duplict. Voisin de L. notatus Boh. dont il diffèere par la forme moins large, la taille moins grande et la maculature moins developpée. Le trait brun situé au milieu de la base et du sommet du pronotum est étroit, parfois peu apparent et un peu vague; les élytres d’un brun chatain clair sont cou- verts de nébulosités plus foncées, ornés d’une bande post- basale étroite, jaune vif, et un peu arquée en avant, for- mée de trois taches bifides en arrière et généralement reliées l’une è l’autre, plus rarement isolées; les autres dessins consistent en une bordure assez étroite étendue jus- qu'au sommet qui est assez largement roux, en une tache médiane étroite confluente avec la bordure, en une autre tache inconstante et étroite laterale située en arrière du milieu et formée quelquefois de deux ou trois petits traits rapprochés et enfin en une très petite tache allongée (ra- rement nulle) située vers le milieu tout contre la suture qui la sépare seule de celle du còté opposé et qui est souvent rendue plus visible par la condensation des nebulosités en avant et en arrière. La réticulation est double, la fine bien imprimée, la grande è peine indiquée sur les contours po- lyédriques de ses aréoles. Paraguay Central (P. Germain), Asuncion (Balzan), Re- sistencia, Concordia et Buenos Ayres (Dr. Silvestri). LaccorHiLus GouNELLEI, n. sp. — Long. 3 *4-4 mill — Uvalis, latus, postice attenuatus, conveaus, capite et pronoto flavo-rufis, hoc lale antice, angustius postice nigro vel fusco vi sggra” notato ; elytris vel nigricantibus vel castaneis et fusco suffu- sis (non mnebulosis), margine laterali, vitta postbasali sat lata et postice flammulata (vel continua, vel în tribus macu- lis dispuncta), macula externa ad medium, vitta postmedia valde irregulari extus macula laterali et intus lacintis tribus angustis formata, macula apicali irregulari et macula mi- nima lineari jurta suturam ad medium flavis, ornatis ; cor- pore subtus vel rufo, vel ferrugineo, coxîs posterioribus saepe fuscis ; pedibus antennisque rufis ; reticulatione duplici. Forme non elliptique, mais ovale, large en avant, atte- nuée en arrière et assez convexe; marque transversale noiràtre du pronotum plus large au sommet qu’à la base et généralement bien apparente. Elytres tantòt noirs ou brun noir très foncé, tantòt chatain plus ou moins clair et lavées (non irrorées) de brun, cette teinte plus ou moins condensée autour des dessins d’un brun jaune qui sont ainsi disposés: une bordure laterale étroite; une bande transver- sale postbasale formée de trois taches tantòt libres et tantòt soudées, bifides en arrière, l’ extérieure largement reliée & la bordure, l’intermédiaire un peu plus petite, l’interne étroitement séparée de la suture; en avant de cette bande se trouve une arcade basale plus ou moins apparente, oc- cupant la moitié interne de la largeur et reliant l’extrémité suturale de la tache interne avec l’extrémité externe de la tache intermédiaire de la bande; au milieu une tache la- terale assez étroite soudée è la bordure ; en arrière du mi- lieu une seconde bande transversale formée d’une tache latérale allongée, soudée a la bordure et de trois lanières étroites longitudinales discales dont l’externe se détache de la partie postérieure de la tache et remonte en avant pa- rallèelement a la suture, tandis que la médiane plus longue et l’interne plus courte sont obliques en dedans et presque parallèles au bord externe de l’élytre; au sommet une ta- che apicale trifide en avant et remontant un peu par un SA ESE mince filet le long de la suture; enfin une très petite tache linéaire tout contre la suture vers le milieu. La réticulation est double et assez bien imprimée. Bréesil: S. Antonio da Barra (Prov. de Bahia, Gounelle) individus très foncés à élytres noirs; Ceara, Minas Geraes, Matto-grosso (P. Germain); République Argentine; For- miche di Formosa; Urucù (Dr. Silvestri). T.as exemplaires de ces localités ont les élytres chatain plus ou moins clair et lavés de brun. LaccopniLus ogLiquatus Rég. — Long. 3!/-4 mill. — Ovale, allongé, attenué en arrière, subdéprimé, brillant, couvert d’une double réticulation dont les grandes aréoles sont plus nettes que les petites ; couleur fauve pàle, parfois mème un peu verdàtre sur la téète et le pronotum, ce dernier pourvu en avant et en arrière d’une marque brun foncé transversale et étroite généralement divisée en deux au milieu; élytres fauves couverts de nébulosités brunes formées par des lignes longitudinales très ondulées et. plus ou moins distinctes qui se condensent nettement sur deux ou trois taches latérales et souvent aussi très légèrement et transversalement en arrière du milieu; leurs dessins Jjaune pàle consistent en: une étroite bordure, une bande transversale postbasale un peu oblique en dedans, formée de taches longitudinales étroites plus ou moins confluentes deux è deux, l’externe largement réunie è la bordure, deux taches rectangulaires latérales, l’une au milieu, l’autre située un peu après, largement reliées à la bordure séparées et limitées par une condensation noire, une bande trans- versale très inconstante postmédiane formée de quelques linéaments longitudinaux séparés et de la tache latérale postmediane, et enfin une tache apicale confuse et très variable. Resistencia, Concordia, Santa Ana, Villa Rica, (Paraguay), Mosquitos (Uruguay). Le L. Balzani Rég., très voisin et qui diffère surtout Si par sa reticulation simple è aréoles rondes, n’a pas été pris par le D.r Silvestri, bien qu'il ait éte capturé en plusieurs exemplaires è Resistencia par M.r Balzan. LaccorHILus NnuBILUS Reég. — Long. 3 !/|,-3 #|. — Ovale, assez allongé, plus ou moins large et par conséquent plus ou moins atténué en arrière, fauve et brillant, pronotum marqué en avant et en arriere de deux petites taches brunes situées de chaque còté du milieu et assez large- ment séparées; élytres fauves, très vaguement pourvus de nebulosités brunes qui souvent se condensent en trois bandes transversales situées l’une en arrière de la bande fauve basale, la seconde vers le milieu et la 3° bien avant le sommet, c'est è dire en avant et en arrière de la bande fauve postmédiane; les dessins fauvés très vagues consi- stent en: une bordure latérale étroite, une bande post- basale très oblique et élargie en dedans où elle touche la suture, rétrécie et interrompue en dehors avant sa termi. naison en une tache humérale qui touche la bordure, une tache médiane laterale reliée à la bordure, une bande postmédiane inconstante formée de trois ou quatre lignes longitudinales courtes sur le disque et d’une tache laterale plus large et reliée è la bordure, et enfin en un espace apical triangulaire. La reticulation est double et accompa- gnée d’une ponctuation extrèmement obsolète et peu ap- parente. Un seul exemplaire, de Resistencia, plus petit et plus étroit que ceux de Matto-grosso et en méme temps plus vivement colore. CopeLATUS REsTRICTUS Sharp. — Long. 4//,-5%, mill. — Ovale allongé, étroit, souvent subparallèle, très peu con- vexe, brun roux plus ou moins foncé, le devant de la téte, les còtés du pronotum et une bande basale aux élytres un peu plus large vers l’écusson, d’un roux pàle; pronotum RA pi couvert de strioles longitudinales nombreuses sur les còtés, plus espacées et. plus courtes vers le milieu; élytres fine- ment et obsolètement ponctués, pourvus de trois stries longitudinales l’interne et l’externe également éloignées l’une de la suture, l’autre du bord externe ; souvent, en dehors on remarque deux autres stries beaucoup moins im- primées et plus ou moins incomplètes, très rapprochées l’une de l’autre; il n'y a pas de strie submarginale; chez certains exemplaires il existe quelques strioles longitudi- nales dans la région externe des élytres, chez d’autres elles manquent totalement, aussi bien chez le mile que chez la femelle. Le màle a les tibias antérienrs robustes et simples, les tarses bien dilatés. Appartient au 2° groupe de la Mono- graphie de Sharp. R. Argentina: Rio Tala, Montevideo. CopeLaTUs SiLvestRI, n. sp. — Long. 5 mill. — Ovalis, elongatus, haud parallelus, parum convexus, capite fusco, an- tice late rufescente, tenuiter punctulato, pronoto fusco, utrinque sat late rufescento, longitudinaliter ad latera dense, în me- dio rarissime striguloso, elytris rufo-fuscis, ad latera et ba- sim pallidioribus, ad suturam obscurtoribus, tenuiter punctu- latis, striîs sex instructis, interna anterius, externa posterius abbreviatis, duabus externis magis approrimatis, stria submar- ginali nulla; corpore subtus fusco-nigro, aliquoties ferrugato, pedibus antennisque rufis. — J' tibiis anterioribus simplici- bus et modice robustis, tarsîs sat fortiter dilatatis. Cette espèce, la seule américaine qui appartienne au groupe de Sharp (les autres sont de l’Ancien Monde), est extrèmement voisine de C. Ragazziù Reég., d’Abyssinie ; elle en diffère par les stries moins profondément imprimées, mais disposées de méme, par la ponctuation beaucoup plus fine et par la forme un peu plus déprimée. R. Argentine: Salta. REP Lanceres nIGRICEPS Er. (Chilensis Dej)). — R. Argen- tine: Talca; Paraguay: Villa Rica. LANCETES PRAEMORSUS Er. — Buenos-Ayres, la Carlota, Rio Tala. LANCETES MARGINATUS Steinh. — Espèce remarquable par la différence des deux sexes comme taille et coloration, les màles étant plus petits et plus foncés en couleur. Buenos-Ayres, Rio Tala, Salta; Cuyaba. RzEantus signatus Fab. — Chili: Talca; R. Argentine: Buenos-Ayres, Rio Tala, la Carlota, Resistencia. Rugantus caLipus Fab. — Buenos-Ayres, Formiche di Formosa; Urucù. THERMONECTES succincrus Aubé. — Buenos-Ayres, Rio Tala; Villa Rica. THERMONECTES MARGINEGUTTATUS Aubé. — Buenos-Ayres, Rio Tala. MEGADYTES aENEUS Ormancey. — Buenos-Ayres. Cette forme pourrait bien n’ètre qu’une variété noire très foncée de M. glaucus Br., car certains exemplaires font le pas- sage comme coloration, ayant surtout la bordure latérale ferrugineuse du pronotum et des élytres plus ou moins apparente. La forme cependant est gsénéralement assez étroite. Buenos-A yres. Gyrinidae. MacRroGyRus serIAToPUNcTATUS Reg. — Chilì:)Talca. GyrInus Borivari Rég. — Environs de Salta et Pampa grande. Belle série. Dans cette espèce le màle un peu plus petit et brillant se distingue du méme sexe de G. argentinus Steinh. par nf CEE la surface moins luisante et comme obsolètement rugueuse ou pointillée et par les stries ponctuées des élytres qui sont beaucoup plus profondément canaliculées, les internes très nettes et simplement moins enfoncées, ce qui fait que tous les intervalles sont convexes; les femelles se distin- guent du méme sexe de G. argentinus Steinh. par les mè- mes caractères des stries et des intervalles et par la réti- culation beaucoup plus imprimée qui les rend entièrement opaques jusqu’à la suture mème. Le type que j'ai décrit était constitué par des exemplaires 9 entièrement noirs sans reflets bronzés. Presque tous ceux dont il s’ agit au- jourd’hui sont au contraire largement et richement bronzés sur le còtés. Dans l’éenumeration des Dytiscides et Gyrinides recueillis par le D." E. Festa en Ecuador et régions voisines (Boll. Mus. Zool. d. R. Univ. d. Torino, ‘1899, Vol. XIV, n.° 341, pag. 5), j ai commis une erreur en indiquant le G. Boli- vari; c’ est du G. aequatorius Rég. qu'il s’agit. GyRINUs cIBBUS Aubé (apicalis Sharp). — Santa Ana, Salta; Villa Rica; nombreuse série. GyRINnus ovatus Aubé. — Buenos-Ayres, Concordia, Re- sistencia; Villa Rica. GyRETES LEVIS Brullé. — Posadas. Hydrophilidae. DrpoLoceLUs PALPALIS Brullé. — Buenos-Ayres. feno (Pea PAOLO LUIGIONI UNA VARIETÀ NUOVA DEL CARABUS /TALICUS Dej. Carabus Italicus Dej. var. Rostagnoi m. Questa nuova varietà, oltre che per le dimensioni mag- giori (specialmente nella 9) e pel colorito che è di un bel bronzo-rameo dorato molto lucente, differisce dal tipo : Pel protorace più rugoso, meno allungato e rimarcata- mente più largo alla base, pei margini anteriori del mede- simo sensibilmente meno depressi e rialzati e per gli angoli posteriori un po’ meno prolungati all’ indietro. Per le elitre che sono in ovale meno allungata, più con- vesse e panciute; per lo spazio che intercede fra la sutura e la prima linea longitudinale che è un po’ più largo e meno punteggiato. Infine, per le serie cateniformi sensibil- mente più elevate sulle linee longitudinali che sono molto meno marcate, quasi leggermente spianate. Gli esemplari più grandi raggiungono i 24 mm. di lun- ghezza e 10*/, di larghezza; i più piccoli 19 mm. per 9 ‘|. Ho rinvenuto questa notevole varietà nella provincia ro- mana verso la fine dell’ inverno ed in principio di prima- vera (Febbraio-Aprile) nei luoghi paludosi e boschivi pros- simi al mare. La trovai di preferenza sotto le corteccie ed i muschi alla base de’ vecchi ceppi d’albero, sotto i tronchi e nel legno fradicio e talvolta anche sotto i sassi. St Mpa Oltre che a Cisterna (Femmina morta) ove ne rinvenni buon numero, ne ho raccolti pure esemplari a Carano, Campomorto, Conca, Torre di Lazzoria, Maccarese, Fiumi cino, Ostia, ecc. Il Sig. marchese Dr. Giuseppe Lepri, mi assicura averla rinvenuta molto frequente nei boschi vicini alle paludi di Maccarese. Dedico con vero piacere questa nuova varietà all’egregio lepidotterologo Sig. Comm. Fortunato Rostagno, mio caris- simo compagno di escursioni, in ricordo dell’ imperitura amicizia e del comune ideale che mi lega a lui nel contri- buire insieme alla conoscenza della nostra ricca fauna ento- mologica. Il primo individuo di questa notevole varietà lo ricevetti in dono dal mio amico Dr. Guido Bonarelli, che lo raccolse sotto un sasso presso la torre Clementina in una escursione che facemmo insieme a Fiumicino il 12 Aprile 1891. Fin d’allora rimarcai subito le notevoli differenze fra l'esemplare e le descrizioni del Caradus Italicus date dal Dejean (1) e dal Pirazzoli (2), e maggiormente rese evidenti dal confronto che ne feci con numerosa serie del tipico C. Italicus ricevuta dal Piemonte (Dintorni di Torino, Vanchiglia). Due o tre altri esemplari raccolti nelle paludi di Macca- rese e donatimi dal Sig. Dr. Noè e numerosi altri presi da me e dal mio amico Guido Bolasco in una fortunata escur- sione fatta insieme nei dintorni di Cisterna di Roma il 31 Marzo 1901 e precisamente nella località Femmina Morta; furono sufficiente materiale perchè io potessi con sicurezza rimarcare i costanti caratteri di una importante forma locale del Caradus Italicus. Dello stesso parere fu (1) DeJeAN et Borspuvar. Iconographie et histoire naturelle des Coléoptéres d’ Eu- rope. Vol. I, pag. 338 Paris 1829. (2) PirazzoLi Epoarno. I Carabi Italiani. « Estratto Boll. Soc. Ent. Ital. » Anno III, Firenze 1871. dI 1 pure l'illustre entomologo Edmund Reitter di Paskau, al quale volli, prima di pubblicare la presente nota, inviarne ‘in esame alcuni esemplari. Il Carabus Ullrichi Germ. raccolto a Vico Pantano presso Napoli dal Dr. Carlo Beck, descritto e figurato dal Pro- fessor Achille Costa a pag. 31 della sua « Fauna del Regno di Napoli » (1) non è che una forma del Carabdus Italicus identica alla romana. Ho potuto di ciò accertarmi esaminando, col consenso del Sig. Prof. F. S. Monticelli Direttore del Museo Zoologico della R. Università di Napoli, il C. Ullrichi della colle- zione del compianto Prof. Costa, il quale aveva già rilevato, nelle osservazioni stampate in calce alla descrizione, che l’unico esemplare napoletano era notevolmente differente dalla forma tipica del C. Ulrichi di Germania. Roma, 12 Settembre 1903. (1) Costa AcHILLE. Fauna del Regno di Napoli. Coleotteri, Napoli 1849-54. SENTE NUOVE OSSERVAZIONI SULLA REODOCERA (GONEPTERYA) CLROPATRA L: var, ITALICA GER, ——__—& Quantunque la bella Rhodocera (Gonepterya Leach.) Cleo- patra L. sia stata per lungo tempo con viva premura rac- colta dai molti studiosi che attesero ad illustrare la fauna lepidotterologica dell'Europa meridionale, pur non avvenne (per quanto almeno rilevasi dalle fatte pubblicazioni) che qualcuno di essi sì accorgesse, innanzi il 1882, che questa specie va soggetta a una spiccata variazione di colorito nel disotto delle ali inferiori. Il primo che di ciò si av- vide, sopra esemplari non so se da lui o da altri presi in Italia, e poi ne dette notizia ai colleghi, fu Bernardo Gerhard di Lipsia, il quale della sua nuova osservazione rese conto in un articolo inserito nella Azvista entomologica di Berlino (BerLineR ExromoLociscHE ZerrscHRIFT) volu- me XXVI, fascicolo I, pag. 125. Ivi per prima cosa av- verte che debbonsi considerare come individui tipici della Cleopatra quelli di sesso maschile che hanno al disotto il contorno delle ali anteriori e tutta la superficie delle po- steriori di un bianco-verdastro, e quelli femminili che nella pagina stessa sono pressochè per intero di un bianco quasi perfetto. Cita quindi una forma secondaria non per anche nota, o per lo meno non da altri in precedenza descritta, che chiama £. Cleopatra var. Italica Gerh. e che si di- stingue dal tipo per avere tutto il rovescio delle quattro ali di colore gia/lo-limone nei JT e bianco-sudicio nelle 9 9, le quali « sono generalmente più grandi » che i primi. Ag- Ca tail, Pie giunge in fine che la var. Italica, oltrechè in Italia, tro- vasi insieme alla Cleopatra normale nel mezzogiorno della Francia ed in Dalmazia, rilevando che in Italia (avrebbe dovuto escludere le provincie settentrionali, ove la Cleopa- tra o manca o raramente s’ incontra) è predominante. Parecchi anni dopo il signor Gedeone Foulquier raccolse la stessa varietà presso Marsiglia e, credendola nuova, la indicò col nome di K. Cleopatra var. J'h Massiliensis Foulq. nel suo « Catalogo ragionato dei Lepidotteri delle Bocche del Rodano » (CATALOGUE RAISONNÉ DES LEÉPIDOPTÈRES DES BoucHes-Du-RHONE) edito a Marsiglia nel 1899. In esso egli dice che questa forma, la quale appare soltanto in estate ed è assai rara, costituisce un caso di dimorfismo di stagione perfettamente caratterizzato. Per ultimo l’ illustre dott. Ottone Staudinger comprese la varietà in discorso nel recente « Catalogo dei Lepidotteri della fauna paleartica » (CATALOG DER LEPIDOPTEREN DES PALEARCTISCHEN FAUNENGEBIETES) pubblicato a Berlino nel 1901. In questo gran repertorio speciologico la detta forma è citata così: Gonepteryx Cleopatra L. a) GEN. AEST. IrALICA GERH.... La quale indicazione fa supporre che il valente lepidotte- rologo di Dresda abbia creduto che la var. Italica sosti- tuisca al tutto il tipo nella generazione estiva, come la var. Diniensis B. sostituisce in estate la forma fondamen- tale della Leucophasia (Leptidia Billb.) Sinapîs L., 0 come la var. Prorsa L. (seconda generazione) sta in luogo, nei mesi caldi, della Vanessa (Araschnia Hb.) Levana L. pro- veniente dalla prima generazione. Ed ora ecco qualche notizia, che, a complemento o a ret- tificazione di quanto fu da altri per lo innanzi annunziato, ho creduto opportuno di ricavare dalle dirette osservazioni E gore che ebbi occasione di fare dopo la stampa del mio ultimo CaraALOGO, ossia negli anni 1900, 1901 e 1902. La Rhodocera o Gonepteryxa Cleopatra mostrasi per oltre la metà dell’anno nei dintorni di Firenze e pur nell’ in- terno (entro i grandi giardini) di questa città; vola cioè in primavera, in estate e sul principio di autunno. Assaj scarsa di numero nella sua apparizione primaverile, divien poi più o meno copiosa nel luglio e nell’agosto. In questi due mesi incontransi i Y'/gJ' appartenenti alla var. Italica, ma sempre frammisti, ed anzi in gran minoranza, con in- dividui normali del medesimo sesso, ossia con quelli che hanno il disotto delle ali bianco-verdastro. Dunque nella seconda generazione della specie la var. Italica non sostituisce interamente il tipo, come sembra che abbia creduto il dot- tore Staudinger, ma lo accompagna, come disse primamente il Gerhard: in altri termini, nel prodotto finale di detta generazione abbiamo una miscela di due forme. La qual miscela (per quanto mi è avvenuto finora di riscontrare) suol essere nelle adiacenze fiorentine costituita da circa un quarto d’ individui della var. Italica e da tre quarti d’ in- dividui tipici. E si noti che tale approssimativa conclusione l’ho tratta dall’ esame di oltre 200 esemplari, che nell’ in- dicato triennio riuscii a raccogliere. Con insistente premura andai cercando se nei JJ della varietà Italica esista pur nel disopra delle loro ali qualche costante carattere, ancorchè lieve, che valga a distinguerli da quelli tipicé; ma l’ultima resultanza a cui giunsi fu re- cisamente negativa. Una grande uniformità di aspetto riscontrai nelle 9 9 estive in quanto attiene al colorito (sia nel disotto e sia nel disopra delle ali) ed anche riguardo alla grandezza to- tale dell'animale o statura. Nei 40 individui di cui potetti valermi per l'esame comparativo di dette £ 9, trovai sem- pre che il color dominante, anzi quasi esclusivo, della lor pagina inferiore era, con lievi modificazioni di tono, un UR MRI AIA AE: Mr E, SI I E CAI Pe TR ot ee bianco-verdastro leggiermente tendente al grigio, piuttosto che un bdianco-sudicio, come scrisse il Gerhard. Non fui in grado di ben constatare (troppo scarso essendo stato il nu- mero degli esemplari primaverili ch’ ebbi a mia disposi- zione) fino a qual punto questa tinta bianco-verdastra diffe- risca da quella delle 9 9 della prima generazione: inclino a creder però che la disuguaglianza debba essere assai poco appariscente. Attendendo che nuove verificazioni facciano piena luce su ciò, possiamo intanto dedurre dalla riscon- trata uniformità d’ aspetto dei 40 esemplari esaminati, che tra le 9 9 della seconda generazione mancano, insieme agli individui riferibili al tipo, i rappresentanti della forma se- condaria che molto spiccatamente si manifesta nel sesso maschile. La qual deduzione collima col parere del dottore Staudinger, che nel suo ultimo lavoro citò la var. Italica come costituita soltanto da J/Y, e contradice così l’asserto del Gerhard, a cui parve che anche le 9 9 partecipassero a tal varietà. . Riguardo all’ affermazione del signor Foulquier, poco fa riferita, che la var. Italica, da lui chiamata Massiliensis, sia « un caso di dimorfismo di stagione PERFETTAMENTE caratterizzato », mi par non superfluo di aggiunger qui qualche parola. Quella espressione mi sembra non abba- stanza esatta, dappoichè fa supporre che il cangiamento di aspetto che subisce nella sua pagina inferiore il gY" della R. Cleopatra sia pienamente corrispondente ai cangiamenti che sotto certe condizioni manifestansi in altre specie (per esempio, nella Pieris Daplidice, nell’ Anthocharis [Euchloé] Belia, nella Vanessa [Polygonia] Egea, ecc.), nelle quali il fenomeno del dimorfismo consegue il suo pieno sviluppo; lo chè in vero non è. La secondaria parvenza che quest’ul- time specie e le loro affini per variabilità assumono, ri- scontrasi in tutti gl’individui, sì YJ come £ $, che ap- partengono ad una data generazione, mentre nella A. Cleo- patra la modificazione estiva avviene soltanto in un sesso “nno XXXV 6 CERRO: SA (in quello maschile cioè) e non in tutti, ma in alcuni in- dividui di esso, che poi vedonsi volare insieme a un mag- gior numero di altri che, sebbene appartenenti alla mede- sima generazione, mantengono inalterate le caratteristiche tipiche. Mi sembra quindi ragionevole il distinguere due gradi di dimorfismo, ossia il dimorfismo totale e il dimor- fismo parziale. Al primo vanno soggette le specie di cui ora ho citati alcuni esempi; al secondo può riferirsi il caso della &. Cleopatra. Ed ecco in ordine a quale concetto scientifico credo che debba essere modificata la dichiarazione del signor Foulquier. Molto più esteso di quanto credette il Gerhard par certo che sia il territorio in cui sviluppa la var. Italica. La rin- venni, insieme a individui di Cleopatra normale, in tre gruppetti di esemplari che il dottore Staudinger, poco avanti la sua deplorata morte, m’inviò con l’assicurazione che provenivano il primo dal Portogallo (Oporto), il se- condo dal Marocco ed il terzo dalla Tunisia. Ulteriori os- servazioni probabilmente dimostreranno che appartiene eziandio alla fauna della Spagna, della Grecia e dell’Al- geria. Confrontando i detti esemplari del Portogallo, del Ma- rocco e della Tunisia, al quali potetti aggiungerne anche qualcuno marsigliese, mi accorsi che il color giallo-limone della loro pagina inferiore è un poco più vivo che negli individui da me raccolti nelle adiacenze fiorentine. In que- sti il giallo è, in generale, più traente al verdastro. Ma tal differenza, che del resto è assai piccola, può con buon fondamento supporsi che non si manifesti negli esemplari delle nostre provincie più meridionali. Sul qual fatto mi permetto di esprimere il desiderio che si volga l’attenzione dei nostri lepidotterologi della Calabria e della Sicilia. Firenze, Febbraio 1903. PIiRTRO STEFANELLI. SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA Adunanza del 28 Giugno 1903 Presidente Prof. Comm. Exrico H. GIGLIOLI. Il Segretario legge il verbale dell'adunanza precedente che viene approvato, e presenta l’elenco dei soci che sarà pubblicato nel prossimo Ballettino. Il Sindaco revisore dei conti Sig. Moroni presenta e dà rag- guaglio sul bilancio consuntivo per l’anno 1902 e legge la lettera di approvazione ch’egli ha redatto in unione al Sindaco Prof. Belforti. Il bilancio viene approvato e se ne delibera la pubbli- cazione nel prossimo Bullettino. Il Presidente comunica la domanda di ammissione a socio del Prof. Cav. Pio Mingazzini che fu chiamato a coprire la cat- tedra di Zoologia e di Anatomia Comparata degli Invertebrati nel R. Istituto di Studi superiori di Firenze, resasi vacante per la morte del Prof. Comm. Adolfo Targioni Tozzetti. Il nuovo socio è eletto ad unanimità. Si procede alla elezione delle cariche sociali e risultano eletti per il triennio 1903-905: Prof. Carlo Emery ) Prof. Cav. Pio Mingazzini Dott. Stefano Bertolini Prof. Alessandro Coggi Prof. Eugenio Ficalbi Prof. Giovanni Battista Grassi / Prof. Umberto Belforti Sig. Pericle Moroni A Consigliere aggregato (residente) è eletto il Sig. Ruggero Verity. Vice Presidenti. Consiglieri. | Sindaci per l’anno corrente. ATRIA TE COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE. Il Prof. Napoleone Passerini riferisce su di alcune sue ricerche Sopra lo spettro della luce emessa dalla comune Luciola italica. La parte visibile dello spettro è assai ristretta e risulta princi- palmente di radiazioni arancione, gialle e verdi. Le ricerche si estesero anche sull’esistenza delle radiazioni capaci di attraver- sare corpi opachi, ciò che fu ammesso dall’Henry per il comune brucio, femmina delle Lampyris noctiluca, ma i risultati furono negativi. Il Vicepresidente Prof. Pietro Stefanelli dà lettura della nota: « Nuove osservazioni sulla Rhodocera (Gonepteryx) Cleopatra L. var. italica Gerh » illustrandola con la presentazione di varî esemplari della varietà descritta, raccolta in differenti paesi. Lo stesso Vicepresidente tien quindi parola, mostrando per ciascun caso i relativi esemplari, di alcuni altri lepidotteri ap- partenenti alla fauna della Toscana e non compresi nel suo ultimo Catalogo del 1900. Tali l’Euchloé (Anthocharis) Belia Cr. ab. Romana Calb., l Euchloé Cardamines L. ab. Turritis O., la Lycaena Escheri Hb. ab. Q Subapennina Turati e la Lycaena Sebrus B. Presenta infine tre individui di una bella e pregiata specie della Repub- blica Argentina, l’ Euryades Duponchelii, e s’intrattiene alquanto intorno a un particolare organo posseduto dalle femmine adulte di detto papilionide. Il Presidente ringrazia i soci Proff. Passerini e Stefanelli delle loro comunicazioni scientifiche. Si approva infine la pubblicazione sul Bullettino delle note presentate dal segretario per conto di vari soci. V.° Il Presidente Il Segretario ExRICO H. GiIGLIOLI. A. SENNA. OGNI = i GL| I766 a e) ep 0S | 08 SG | 016 0G| GOF na LOTAeiI *IIOITINIY) *H OOIUNH QquIpisdsT 1I ‘INIQUSSVA "N Q.924089I 11 GO6T [9p oIdUgTIE [I tados 1ste910d Rp 0AI9qR OZURAYW UT OAISSVd H"TVLOT « « « sel . . . . . . (-j 02069n7) | OSSEE Ip euorssoostt Tod ostoduo9) ‘TA . . . . . . . (CL 0mmbanly) ‘000 TATJRIISTUTIUWI®B Tl'EJpe ‘IToorostz ip ouorzipeds 10d rImrouEeTi [e osuedwiog “A (‘to 020829] ]7) TUOSOIF TOY IP eUOIO9 “AT (‘0 07062)17) ‘999 109 -1088; Ip ouorzipods ‘egsod Ip osodg ‘TIT * (‘q 070697) 1000 tuSOESIP TUOISIOU] ‘II E at 0007) ‘909 a31ed è ardoo ‘ourggo][ug 1op edwegg ‘T OAISSVA ORE LEt esgto OAIYYZE OZUBAW | CPI DECO ao PI IAP A AS OMISSVT | TEC ae te OT OIONV'UTIIEX GL | ‘FT OAILLV HTVILOT | 9T « */, ET 1S91 10d euIUIOG BIFOP IP ISSOTOFU] | 006 RICA ga ER FOLULIBASIATOIP | EESEO, SITE apuassodop CUIWOS B[]Op 0IIHY | 06 $ » ì Mas c06 EE SCESO | VESTI J00 O]eeguSYo "SITUp ‘019er MOPI | SOL SI00 7 f ROL MEI | BSSEZ 10d T[BUOIZBX] I00g Ep 0398; Mep] Iaia A ino RO] VER ESSI red ‘000 1H1qU] 19SMAE ED '0nnEr tuep] 98 SIA, 0 E] TOpaessaa 20 TI109STH 10) Ep 0}9g; WOPI LIT | < ra * OPMIZOTIV ISSICA! rod ‘009 TOM LATTOSTLN ‘BD 0376r ODI GET RR an Or RIOT ESSE isa I]BUOIZEN 100S Bp 03qg; OSSEOU] | #08 | ‘T ZO6T oreuutos owrId ]e esso UT 0ATIIV | OAILLYV ‘2061 ONNV.TIAC OATENASNOO OIONVIIE — VNVITVII VOIDOTONOINE YVLA1008 E 900 I ELENCO: DE”SOGI DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA NELL'ANNO 1903 Sua Magsstà VITTORIO EMANUELE III RE DITALIA. — Roma. — 1901. S. A. R. SALVATORE LUIGI Arciduca di LorENA — Trieste per Muggia, Villa Zindis — Entomologia generale — 1869. ALBANI Giuseppe — Monza, Via Vittorio Emanuele, 7 — Ento- mologia generale; Lepidotteri — 1900 (Socio Studente). ANDREINI Dott. ALrREDO0 — Capitano medico. — Firenze, R. Mu- seo — Coleotteri — 1897. ARTIMINI Prof. Agostino — Firenze, Via di Soffiano, 33 — En- tomologia generale — 1885. BADANELLI Dott. DAantE — Professore nel R. Liceo Dante Ali- ghieri — Firenze — Entomologia generale — 1900. BALDUCCI Dott. Enrico — Professore nel R. Ginnasio-Liceo di Prato (Toscana) — Entomologia generale — 1895. BARGAGLI March. Cav. Prero — Firenze, Piazza S. Maria, Pa- lazzo Tempi, 1 — Entomolagia generale e applicata — 1869. BATELLI Prof. Dott. AnpreAa — Firenze, Piazza S. Felice — Ar- tropodi — 1896. BELFORTI Dott UBaLpo. — Professore nella Scuola Tecnica Com- merc. Leon Battista Alberti Firenze — Entomologia generale e applicata. — 1898. BERTOLINI Dott. SrerANo — Pergine per Madrano. (Trentino, Impero Austro-Ungarico) — Coleotteri — 1869. K DIRO le NT et e a MERATE RI ARIE po SIAT ME RA AI Lee € È sui É ME 9 , ì IRENE BEZZI Dott. Mario — Professore nel R. Liceo di Sondrio (Valtel- lina) — Entomologia generale, Ditteri — 1891. BRÒOLEMANN Henry W. — Cannes (Alpes maritimes) (Comptoir nat. d’ Escompte). — Miriapodi — 1895. CAMERA.NO Prof. Dott. Lorenzo — Torino, R. Museo Zoologico — Entomologia generale — 1878. CAROBBI Giuseppe — Firenze, Via di Mezzo, 54 — Entomologia applicata — 1880. CARRUCCIO Cav. Prof. Antonio — Roma, R. Università — Ento- mologia generale — 1869. CATANI Dott. Prof. Tommaso — Firenze, Via del Corso 4 — En- tomologia generale — 1882. CAVANNA Prof. Cav. GueLro — R. Provveditore agli Studi — Lucca — Entomologia generale — 1875. CECCONI Dott. Gracomo — Vallombrosa, (Firenze) R. Istituto Fo- restale — Entomologia generale e applicata — 1901. COGGI Prof. Dott. ALessanpRo — Siena, R. Università — Ento- mologia generale — 1898. CORSINI Principe Tommaso, Senatore del Regno — Firenze, Via del Prato, 68 — Entomologia applicata — 1869. CURÒ Ing. Antonio — Bergamo — Lepidotteri — 1869. DEL GUERCIO Dott. Gracomo — Firenze, R. Stazione d' Entomo- logia Agraria — Via Romana 19 — Entomologia appli- cata — 1891. DESBROCHERS DES LOGES JoLes — Tours (Indre et Loire) rue de Boisdénier, 23 — Coleotteri —- 1891. DODERO Agostino — Sturla (Genova) Via Torre dell'Amore — Entomologia generale; Coleotteri — 1990 (Socio perpetuo). DORIA March. Comm. Giacomo, Senatore del Regno — Genova, Via Peschiera, 28 — Coleotteri — 1869. EMERY Prof. Cav. CarLo — Bologna, R. Università — Entomo- logia generale; Formicidi — 1869. FICALBI Prof. Dott. EucENIO — Padova, R. iIniversità — Ento- mologia generale; Uulicidi — 1889. vi Re e E ME e x la > — 88,2 FRANCESCHINI Prof. Cav. FeLIce — Milano, Via Monforte, 14 — Entomologia applicata — 1890. XAGLIARDI ALpo — Firenze, Via Nazionale, N. 13. — Entomologia generales Coleotteri — 1902. GESTRO Dott. Cav. RarrAELLO, Vice Direttore del Museo_ Civico di Storia Naturale di Genova — Entomologia generale; Co- leotteri — 1871. GHIGI Dott. Prof. ALEssanpRo — Bologna, R. Università — Ime- notteri — 1898. GIGLIOLI HILLYER Comm. Prof. Enrico — Firenze, R. Istituto di Studi Superiori, Museo di Zoologia e Anatomia comparata dei Vertebrati, Via Romana, 19 — Entomologia generale — 1869. GOSS HersERrT — Kingstown on Thames, Berrylands, Surbiton Hill (Inghilterra) — Erfomologia generale — 1890. GRASSI Prof. Dott. G. BATTISTA — Roma, R. a — En- tomologia generale — 1889. HEYDEN (Von) Dott. Maggior Luca — Bokenheim, presso Fran- coforte sul Meno, Schlosstrasse, 54 — Entomologia generale; Coleotteri — 1870. LUIGIONI PaoLo — Roma, Via Muratte, 66 — Coleotteri — 1899. MACLACHLAN Roserto — Londra, Westview, Clarendon Road — Newurotteri — 1869. MAGRETTI Dott. PaoLo — Milano, Foro Bonaparte, 76 — Ime- notteri — 1880. MAINARDI Dott. AtHos — Ferentino (Roma) — Artropodi — 1902. MANTERO Giacomo — Genova, Museo di Storia Naturale — /Ime- notteri — 1894. MARCHI Cav. Prof. Pierro — Firenze, R. Istituto tecnico Galileo Galilei — Entomologia generale — 1869. MARI Dott. Mario — Professore nell’Istituto Tecnico di Forlì — Entomologia generale — 1894. MARTELLI Nob. Dott. UGoLIno — Firenze, Via della Forca, 8 — Entomologia generale — 1879. MELLA Conte CarLo ArBorIo — Vercelli, Piemonte — Entomo- logia generale — 1869. MEREGHI Dott. CarLo — lesi (Marche) — Entomologia generale — 1881. MINGAZZINI Prof. Cav. Pro — Firenze, R. Istituto di Studi superiori, Museo di Zoologia e Anatomia Comparata degli Invertebrati, Via Romana, 19 — Artropodi, Parassiti. MONTICELLI Prof. Francesco SAveRIO — Napoli R. Università — Artropodi — 1900. MORONI PericLe — Firenze, Via Nazionale, 4 — Entomologia applicata — 1900. ORFINI Conte ALessanpro — Firenze, Via Niccolini, © — Ento- mologia generale — 1902, OSTEN SACKEN Barone Dott. CARLo Roperto — Heidelberg — Ditteri — 1880 (Socio perpetuo). PALMA DI CESNOLA Conte ALerINO — Firenze, Viale in Curva 6 -— Entomologia generale — 1900. PAMPALONI Avv. Virtorio — Firenze, Via dei Tavolini 10° — Entomologia applicata — 1900. PANATTONI Nob. Avv. Gumo — Lari (Prov. di Pisa) — Entomo- logia applicata — 1892. PASSERINI Conte Prof. NapoLeone — Scandicci (Firenze) — £n- tomologia agraria — 1879. PAVESI Prof. Comm. Pietro. — Pavia, R., Università — Entomo- logia generale; Aracnidi — 1878. PONS Guipo — Firenze, Via della Chiesa, 71 — Entomologia ge- nerale ed applicata — 1894. PORTA Dott. Antonio — Prof. di Zoologia nell’ Università di Camerino — Entomologia generale — 1901. RANGONI March. Gruseppe. — Modena — Entomologia generale — 1902. RIDOLFI Comm. March. Lurcr — Marignolle, Scandicci (Firenze) — Entomologia applicata — 1869. RONCHETTI Dott. Virrorio — Milano, Piazza Cestello, 1 — En- tomologia generale; Coleotteri — 1898. RONNA Ernesto. — Gabinetto di Zoologia e Anatomia Comparata — R. Università di Parma — Entomologia generale — 1902 (Socio Studente). Soi ROSSI Dott. Prof. Giovanni. — Napoli, Via Stella, 31 — Ento- mologia generale: Miriapodi — 1901. ROSTAGNO Comm. ForrunaTo. — Segretario generale alla Corte dei Conti — Roma — Entomologia generale: Lepidotteri — 1901. SENNA Dott. AnceLo — Docente di Zoologia e Anatomia Compa- rata, R. Istituto Studi Superiori, Via Romana, 19 Firenze — Artropodi — 1891. SERRAGLI Nob. Avv. CarLo. — Firenze, Via Parione 18 — Ento- mologia generale — 1903. SILVESTRI Prof. Dott. FiLirro — Portici (Napoli), R. Scuola Su- periore d’Agricoltura — Miriapodi — 1895. SOLARI FerpINANDO — Genova, Via S. Lorenzo, 14 — Coleotteri — 1900. STEFANELLI Cav. Prof. Pietro + Firenze, Via Pinti, 57 — Lepidotteri — 1869. TOSI Dott. ALEssanpRo — Rimini — Entomologia generale; Ime- notteri — 1895. VERITY Ruccero — Firenze, Via Leone Decimo, 1 — Entomolo- gia generale — 1900. VERRAL G. H. — Esq. Sussex Lodge, Newmarket, Inghilterra — Ditteri — 1881 (Socio perpetuo). 'HITITITIZITIZZIZA Ae II i EE pae Le Ò 4 + pc a EEENGO DEGLI ASSOCIATI AL BULLETT/NO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA Biblioteca Nazionale di Parma. » della R. Università di Genova. » » » di Torino. » Comunale di Verona. Economato del Ministero della Real Casa — Roma (2 copie). Museo Civico di Storia naturale di Pavia. R. Stazione di Entomologia agraria di Firenze. Biblioteca del R. Museo di Fisica e Storia naturale di Firenze (Ga- binetto Invertebrati). Carlo Clausen succ. di Ermanno Loescher Libraio-Editore — Via Po, 19, Torino (6 copie). Friedlinder R. et Sohn — Carlstrasse, 11, Berlino (3 copie). James Parker et Co. — Broad Street, 27 — Oxford (1 copia). Munster H. F. M. successore di Ongania Libraio Editore — Venezia. Museo di Storia naturale di Agram — (Zagabria, Croazia). R. Ministero di Agricultura, Industria e Commercio — Rome. Weigel Oswald — Kònigstrasse, 1, Leipzig. VILIISIIZIZITIZHIi THAUMONECTES UN NUOVO GENERE DI ANFIPODO IPERIDE DEL MARE CARAIBICO COMUNICAZIONE PRELIMINARE DI A. SENNA. Diagnosi del genere: Capo più alto che lungo, tumido, rapidamente elevato dietro gli occhi: quest’ ultimi grandi, normali, occupanti la parte superiore del capo. Antenne del primo paio brevi, diritte, col flagello stiliforme; quelle del secondo paio rudimentali, ridotte a un semplice tuber- colo. Segmenti pereionali divisi, spinosi, grandemente ri- gonfi ed elevati (fuorchè il 7°) in modo da formare insieme alla parte posteriore del capo una specie di vescicola. Seg- menti pleonali spinosi sul dorso, telson rudimentale. Mandi- bole senza palpo, gnatopodi chelati, pereiopodi del 5° paio (7°) non trasformati, uropodi del 2° paio mancanti, branca interna degli uropodi del 1° e 3° paio coalescente col peduncolo. Tipo: TA. ducis aprutii n. Th. ducis aprutii n. Diagnosi della specie (1): Corpo bianchiccio, pellucido, con tegumento sottile. Capo grande, convesso al disopra, obliquo davanti, rigonfio ai lati, rapidamente elevato dietro gli occhi, provvisto anteriormente da ciascun lato di una spina frontale, di due più piccole laterali e di una inferiore posta davanti alla bocca. Occhi grandi, normalmente costi- (1) Esemplare conservato in formalina. Anno XXXYV. U pae PR OY, eta tuiti, posti nella parte superiore del capo, separati sulla linea mediana. Antenne del 1° paio diritte, brevi, formate da un corto peduncolo e da un flagello stiliforme biarti- colato; quelle del 2° paio ridotte ad un piccolo tubercolo situato dietro la spina inferiore. Segmenti del pereion divisi e senza netta indicazione di epimeri, i primi sei molto elevati e rigonfi (il 3° e il 4° più degli altri) in modo da costituire una vescicola che inizia sul davanti colla parte posteriore del capo; sul dorso i seg- menti sono subcuspidati e spinosi, ai lati debolmente con- vessi e provvisti di una linea mediana di piccole spine erette e distanziate, il 7° segmento è normale, simile a quelli del pleon e come essi guarnito sul dorso d’una spina elevata e volta all'indietro. Gnatopodi chelati, pereiopodi unguicolati, il 2°, 3°, 4° (4°, 5°, 6°) provvisti di una piccola branchia, il 5° (7°) non tra- pa TE NS SUE @RIARO sformato: gli uni e gli altri conformati come nei Thauma- tops. Pleopodi normali. Urosoma gracile, telson rudimentale, uropodi stiliformi, colla branca interna coalescente col pe- duncolo; il 2° uropodo è mancante. Lunghezza del Y' 9 mm. circa, altezza massima del pe- reion senza le spine 4 mm. Loc. Mare Caraibico; lat. 17° 12' N., long. 81° 21' W. A somiglianza dei ThRaumatops, dei Mimonectes e dei Fro- nimidi, il nuovo genere è di tipo prettamente pelagico e potrebbe definirsi un Thaumatops in miniatura con un pe- reion tanto rigonfio da non aver riscontro negli Iperidi che con quello dei singolari Mimonectes. Come in quest'ultimi, la porzione vescicolare del corpo funge certamente da ap- parecchio di galleggiamento; nel ThRaumonectes essa appare altresì divisa da una sorta di sepimento dalla restante por- zione che contiene i diversi organi. A parte questo punto di confronto, il nuovo genere è affine e vicino a Thauma- tops pei caratteri delle antenne, del capo, dei pereiopodi e dell’urosoma; la spinosità del corpo è diversa e mi sembra che, almeno nel metasoma, non trovi altro paragone che nel lontano genere Acanthoscina. La fam. Thaumatopsidae risulta ora costituita dal ge- nere Thaumatops che contiene le specie giganti degli Ipe- ridi e dal singolare Thaumonectes. Dal Laboratorio di Zool. e Anat. comparata del R. Istituto di Studi sup. di Firenze, diretto dal Prof. Pio Mingazzini. Dicembre ’903. RIE MATERIALI PER LO STUDIO DELLA FAUNA ERITREA RACCOLTI NEL 1901-03 dal Dr. A. ANDREINI tenente medico IL M:WRiA/PO:D'ES PAR H. W. BROLEMANN ancien Président de la Société Entomologique de France. Correspondant du Museum. Les regions abyssines, situées entre le 5° et le 16° pa- rallele, ont été déjà visitées par plusieurs explorateurs et les collections myriapodologiques, qui ont été rapportées par ces hardis pioniers, ont fait l’objet de plusieurs tra- Vaux. Nous avons à signaler notamment ceux du Dr. F. Sil- vestri (1) sur les matériaux recueillis au cours des trois expeditions du Capitaine V. Bottego et de la dernière exploration de Don Eugenio dei Principi Ruspoli, ainsi que celui de R. I. Pocock contenu dans la relation de A. Do- naldson Smith (2). Mais il y a lieu de remarquer que ces explorations ont porté specialement sur le pays des Soma- lis et des Galla, et par conséquent sur des régions bien au sud de celles visitées par le Dr. Lieutenant Andreini. Notre excellent collègue, l’ éminent hyménoptèriste, (1) SiuvestrI: N.° 957, 979, 98k, et Silvestri N.° 9g (voir l’index bibliographique). (2) Pocock: N.° 97b. L’expédition du Doctr. Gregory au Mt. Kenia (Pocock N.° 96c) a parcouru des régions beaucoup plus méridionales que celles qui nous occupent. SI Dr. Paolo Magretti, a également contribué à nous faire connaître la faune de l’Erythrée (1), mais ses matériaux ont été principalement recueillis è Sabarguma, c’est à dire dans le Nord. Entre ces régions, déjà en partie explorées, s’étend en- core une vaste contrée qui ne nous avait jusqu’ici pas livré son secret. C'est au Dr. Lieutenant Andreini que revient l’honneur d’avoir commence è le dévoiler. Les chasses, qui ont été plus particulièrement concentrées autour de Adì-Ugri (1901) et de Adi-Caiè (1902), consti- tuent une première étape, et tirent leur intérèt moins du nombre d’espèces recueillies, qui est très restreint, que de la situation géographique des localités visitées. Comme on pourra le voir d’après les listes des myria- podes répartis par faunes, que nous donnons ci-après, les differences entre la faune des Galla et celle de Sabarguma ne sont pas très importantes. Ce sont bien les mèmes gen- res qui reparaissent ici et là; mais ils sont représentés par des espèces difféerentes. Existe-t-il une limite entre ces fau- nes et où est elle? ou bien allons nous passer insensible- ment de l’une è l’autre? Comme il y avait lieu de s’y attendre les Chilopodes, recueillis par le Dr. Andreini, ne nous fournissent aucun renseignement. La Scolopendre est connue des Canaries aussi bien que d’Aden; l’Orphnaeus et le Mecistocephalus sont communs dans tout le continent africain, et mème au delà ; le Mesocanthus albus typique a été décrit sur des echantillons de Tunis; les mémes Lithobies existent éga- lement en Europe; la Scutigera, le Cormocephalus, le Pa- racryptops, la Rhysida, bien qu'ayant une aire de disper- sion moindre, semble-t-il, ont cependant eté trouvées sur un vaste champ. Il n’y a done pas lieu de nous arréter è ce groupe. (1) BròLEeMANN: N.° 015. MORI Les Diplopodes, par contre, étant en general plus loca- lises, devraient ètre plus instructifs. Ils sont toutefois en- core bien peu nombreux; nous en avons reconnu 8 espèces et une race. Pourtant, si faible que soit ce nombre, leur etude comporte un enseignement. A première vue il semblerait que cette faune soit la méème que celle de Sabarguma. Il y a certainement des formes communes — 0Oxydesmus ferrugineus, Odontopyge Severini, Spirostreptus lugubris; — et cependant nous aurons, pour toutes trois, è signaler quelques petites variations, soit dans les téguments, soit mèéme dans les pattes copu- latrices. Toutefois ce ne sont probablement pas des modi- fications suffisamment accusées et fixées pour constituer des variétes. Par contre nous voyons que les deux Stron- gylosomes se sont sensiblement modifiés; nous avons dù distinguer les formes d’Adi-Ugri et Adi-Caiò de celles de Sabarguma et des Monts Dongollo, en en faisant des races speciales ; elles sont apparentées, soit! mais plus assez pour porter le mème nom. D’autre part nous avons è enre- gistrer, pour Adi-Caiè et Chenafenà, deux expèces nouvel- les — Odontopyge Sennae et Lophostreptus Andreinii. — En- fin, nous voyons apparaître, à Adi-Ugri, à Saganelti et è Adi-Caiè, l’Odontopyge Vannutellii, espèce qui fait partie de la faune méridionale et qui constitue le premier lien entre celle-ci et la faune qui nous occupe. Pour cette espè- ce, il y aurait encore lieu de verifier s'il n’existe pas quel- que variation entre nos echantillons et les types du Dr. Sil- vestri. En resumé, sur 3 espéces: 3 sont identiques (ou è peu près) avec celles de Sa- barguma, 2 prèsentent une variation notable, 2 sont absolument nouvelles, et 1 parait appartenir à la faune méridionale. Sabarguma n’est pas encore assez éloignée pour que toute similitude avec sa faune ait disparu, mais les mo- LITRI difications que nous constatons sont telles, que nous som- mes tentes de conclure à un acheminement progressif vers la faune méridionale des Galla. Aux explorations nouvelles a confirmer ou infirmer cette opinion, dont, nous le recon- naissons volontiers, la base est encor bien fragile. Les matériaux du Dr. Andreini ont été conservés en partie dans l’alcool et en partie dans le formol. Ce dernier liquide ayant donné des résultats très differents suivant les espèces, nous croyons bon de signaler les inconvenients que nous avons pu constater. Pour les Chilopodes, le resultat a été plutòt favorable. Le corps de l’animal est un peu boursouflé, comme gorgé de liquide, et les téguments sont bien tendus. D’une part la forme générale de l’animal en souffre, il est vrai, mais, d’autre part, les details de structure (pores, stigmates, etc.) sont plus faciles è observer. Les Pseudocryptops avaient tous une teinte rosee; le Dr. Andreini a observé que, sur le vif, cette coloration est plus accentuée, « d’un rouge clair brillant »; ainsi la teinte normale s’est en partie con- servée. Il peut donc y avoir parfois avantage è mettre dans le formol une partie des captures, quant les espèces sont représentées par plusieurs exemplaires. Par contre, en ce qui concerne les Diplopodes, le formol exerce certalnement une action nuisible sur les sels cal- calres qui donnent la rigidité è leurs téguments. La colo- ration de l’animal est toujours complètement dénaturée ; les téguments prennent une opacité laiteuse, surtout lors- qu'il s’agit de jeunes, qui ont été capturés peu de temps après leur mue; leur surface en est mème souvent alterée. Des Strongylosomes adultes présentaient cette particularité que les somites avalent perdu leur consistance habituelle; ils etaient friables, ou cédaient sous l’étreinte de la pince. 1 PO EE En géenéral les myriapodes fixés par le formol ne con- servent qu’une élasticité apparente, et se brisent aussi fa- cilement que ceux plongés dans l’alcool. En sorte que, toute question d’utilisation et de transport mise è part, nous considérons que le formol est à éviter lorsqu'il s’agit de Diplopodes; ce n’est que pour les Chilopodes qu'on en peut tirer certains avantages. Nous ne voulons pas terminer ces lignes sans adresser nos plus vifs remerciments è Monsieur le Prof. A. Senna ainsi qu'à Monsieur le Dr. A. Andreini, qui ont bien voulu nous confier l’étude de ces interessants matériaux; nous sommes heureux de rendre ce public hommage è leur extrème amabilité. Cannes, le 21 Octobre 1903. — 101 — LISTE DE MYRIAPODES ABYSSINS distribués par faunes; l’indication bibliographique qui suit les noms se rapporte à l’ouvrage dans lequel l’espéce a été décrite FAUNE SEPTENTRIONALE (Sabarguma, Mte. Dongollo) Cormocephalus mirabilis Porat Porat N.° 76 Scolopendra valida Lucas Lucas N.° 39a Rhysida paucidens Pocock Pocock N.° 97b Orphnaeus brevilabiatus Newport Newport N.° 44% Oxydesmus ferrugineus Bròlemann Bròlemann N.° 015 Strongylosoma Magrettii Bròlemann : Bròlemann N.° 015 — Andreinii dongollianum, n. var. Odontopyge Severini Silvestri Silvestri N.° 97e Spirostreptus lugubris Bròlemann Bròlemann N.° 01b (Archi) Spirostreptus Beccarii Silvestri Silvestri N.° 95f FAUNE INTERMEDIAIRE (Adi-Ugri, Saganeîti, Adi Caiè). Scutigera aethiopica Silvestri Silvestri N.° 95f Cormocephalus mirabilis Porat Pseudocryptops Walkeri Pocock Pocock N.° 91d Rhysida paucidens Pocock Cryptops ( ? Bottegi) Orphnaeus brevilabiatus Newport Mesocanthus albus minutus, n. var. Mecistocephalus punctifrons Newport Newport N.° 42 Strongylosoma Magrettii Ugrianum, n. var. — Andreinii, n. sp. — sp.? Odontopyge Severini Silvestri — Vannutellii Silvestri Silvestri N.° 98K e Sennae, n. sp. — Sp. ? — 102 — Lophostreptus Andreinîi, n. sp. Spirostreptus lugubris Bròlemann FAUNE MÉRIDIONALE (Somali, Galla, Scioa, ecc.). Scutigera aethiopica Silvestri —_ rugosa Newport Cormocephalus mirabilis Porat Otostigmus gymnopus Silvestri Scolopendra morsitans Linné -- valida Lucas Pseudocryptops Walkeri Pocock Rhysida paucidens Pocock Heterostoma trigonopodum Leach Cryptops Bottegi Silvestri Mecistocephalus punctifrons Newport Oxydesmus flavocarinatus Silvestri Aulodesmus Ruspolii Silvestri _ innotatus Silvestri Astrodesmus concolor Pocock Strongylosoma neglectum Silvestri frrneo Vannutellii Silvestri rubripes Silvestri —_ diversicolor Silvestri — longispina Silvestri — attenuata Silvestri — difficilis Silvestri —_ Doriae Silvestri _ G'estrii Silvestri — uebicola Silvestri - anomala Silvestri —_ Ruspolii Silvestri — bicolor Silvestri _ litoranea Silvestri _ subelegans Silvestri — diversifacies Silvestri _ Citernii Silvestri Lophostreptus Bottegi Silvestri (Archi) Spirostreptus Ragazzii Silvestri — Bottegi Silvestri -- sumptuosus Silvestri Silvestri N.° 95f Newport N.° 44c Silvestri N.° 98% Linné N.° 66 Leach N.° 17 Silvestri N.° 97g Silvestri N.° 95f » N.° 969 » N.° 969 Pocock N.° :97b Silvestri N.° 95f Silvestri N.° 95f » N.°-95f » N.° :9bf » N.°-95f » N 1967 » N.° 969 » N. 969 » N.° 969 » N.° 96g ata N-24909 » Ne» 979 » Neo 979 » N.° 979 » N.° 98% » N.° 98Kk DA N.° 98% » N95} » Node » N.° 969 — 103 — (Archi) Spirostreptus Ruspolii Silvestri Silvestri N.° 969 _ Cecchii Silvestri » N.° 979 — discrepans Silvestri » N.° 979 — Sacchii Silvestri » N.° 98% — Phillipsi Pocock Pocock N.° 96€ _ nigricolor Pocock » N.° 966 _ Dodsoni Pocock » N.° 97b —_ Smithi Pocock » N. 976 Trigoniulus Ruspolii Silvestri Silvestri N.° 969 —_ bravensis Silvestri » N:® 9g INDEX BIBLIOGRAPHIQUE BROLEMANN. N.° 015. — Materiali per la conoscenza della fauna Eritrea, racc. d. Dott. P. Magretti. Myriapodes. — « Bull. Soc. Entom. Ital., » XXXIII, 1901, pp. 26-35. Cook ET CoLLins. N.° 95. — The Craspedosomatidae of North ‘America. « Ann. N. Y. Acad. Sc., » oct. 1895. LeacH. N.° 17. — The Zoological Miscellany; IIL London, 1817. Linné. N.° 66. — Systema naturae. Ed. XII. Holmiae, 1766-68. Lucas. N.” 39a. — Histoire Naturelle des C'anaries ; in « Webb et Berthelot »; Paris, 1839. Newport. N.° 42. — On some new Genera of the Class Myria- poda. « Proc. Zool. Soc. London. » X. 1842. Newport. N.° 44c. Monograph of the Class Myriapoda, order Chilopoda, with observations ete. « Trans. Lin. Soc. Lon- don », XIX, 1845. PoraT. N.° 76. — Om nàagra exotiska Myriapoder. « Bihang. K. Sv. Vetensk.-Akad. Handlingar », IV, N.° 7, Stockholm, 1876. Pocock. N.° 91b. — Notes on the Synonymy of some species of Scolopendridae, with descriptions of new Genera and Spe- cies of the Group. « Ann. Natur. 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Mus. Civ. Stor. Nat. Genova » (2) XVII (XXXVII), 26-27 Novembre 1896. SiLvestRI. N.° 97e. — Description des espèces nouvelles de My- riapodes du Musée Royal d’ Histoire naturelle de Bruxei- les. « Ann. Soc. Entom. de Belgique », XLI, 15 Novem- bre 1897. SiLvestRI. N.° 979. — Chilopodi e Diplopodi raccolti dal Cap. V. Bottego durante il secondo suo viaggio, etc. « Ann. Mus. Civ. Stor. Nat. Genova », (2) XVII (XXXVII), 18 Gen- naio 1897. SiLvestRI. N." 98k. — Chilopodi e Diplopodi dell'ultima spedi- zione Bottego. « Ann. Mus. Civ. Stor. Nat. Genova », (2) XIX (XXXIX), 15 Luglio 1898. tt, t AI — 105 — LISTE DES LOCALITES où ont été trouvés des Myriapodes et des espéces qui y ont été recueillies Station: N.° 2 Monti Dongollo, sulla strada di Ghinda ; 28. XII. 1900. Oxydesmus ferrugineus. Strongylosoma Andreinii dongollianum. » 3 Territorio di Ghinda, Valle R.° Embatkalla; 29. XII, 1900. C'ormocephalus mirabilis. Scolopendra valida. Odontopyge Severini. » 5 Dintorni di Ghinda; 28. XII. 1900. Cormocephalus mirabilis. » 52 Dintorni di Saganeîti; —. IV. 1901. Scutigera aethiopica. Rhysida paucidens. Odontopyge Severini. Odontopyge Vannutellii. Odontopyge sp. » 58 Dintorni di Saganeîti; —. IV. 1901, (depositi al- luvionali). Lithobius pusillus. » 0 Territorio di Adi-Ugri; —. III. 1901, (Tenente Ferrari). Pseudocryptops Walkeri. — 106 — Station: N.° 92. Riva del torrente Mai-Daro, affluente del fiume. Mareb (Territorio di Adi-Ugri). Mecistocephalus punctifrons. » 95 Chenafenà (Provincia di Seraè); —. V. 1901. Spirostreptus lugubris (specie comunissima). » 96 Chenafenà (Provincia di Seraè); —. V. 1901. Pseudocryptops Walkeri. » 103 Enda-Abba-Matà (Territorio di Adi-Ugri); 8. VI. To, ak Mecistocephalus punctifrons. Odontopyge Severini. » 109 Enda-Abba-Mata (Territorio di Adi-Ugri); 8. VI 1901, (Caverna). Lithobius pusillus. » 127 Dintorni di Adi-Ugri; 16-30. VI. 1901. Pseudocryptops Walkeri. Rhysida paucidens. Orphnaeus brevilabiatus. Mesocanthus albus minutus. Mecistocephalus punctifrons. Strongylosoma Magrettii Ugrianum. Odontopyge Severini. -— Vannutellii. —_ Sennae. » 161 Dintorni di Adi-Barroce (Territorio di Adi-Ugri); 23. VII. 1903. Spirostreptus lugubris. » 181 Dintorni di Adi-Ugri; —. VII. 1901. Pseudocryptops Walkeri. KRhysida paucidens. Orphnaeus brevilabiatus. Mecistocephalus punctifrons. Odontopyge Vannutelli. Station: N°182 Dintorni di Adi-Ugri; —. VII. 1901. » » 204 213 220 226 240 241 LINTRI RI a ia hd Pa GELO ® pEr : MELIT Lao x — 107 — Scutigera aethiopica. Pseudocryptops Walkeri. Ehysida paucidens. Cryptops. Orphnaeus brevilabiatus. Mesocanthus albus minutus. Mecistocephalus punctifrons. Strongylosoma Magrettii Ugrianum. — Andreinii. Odontopyge Severini. —_ Vannutellii. — Sennae. Dintorni di Adi-Ugri; —. VIII. 1901. Rhysida paucidens. Mesocanthus albus minutus. Odontopyge Severini. Siro Vannutellii. Dintorni di Ghergherà (Seraè); —. VIII. 1901. Spirostreptus lugubris. Chenafenà; 23. IX. 1901. Pseudocryptops Walkeri. Lophostreptus Andreinii. Conca di Behat (Acchelè-Guzai, sottoprov. Scimen- zana); 16-21. IX. 1901. Ehysida paucidens. Odontopyge Vannutellii. Spîrostreptus lugubris. Dintorni di Adi-Caiè; —. IV. 1902. Odontopyge Severini. — Sennae. Dintorni di Adi-Caiè; —. IV. 1902. Ehysida paucidens. Station : N.° 243 » 2465 » 249 » 262 » 265 » 278 » 276 — 108 — Dintorni di Adi-Caiè; 9-13. IV. 1902, (Detriti alluvionali). Lithobius pusillus. Dintorni di Adi-Caiè; —. IV. 1902, (Scorza d’un albero). Orphnaceus brevilabiatus. Altipiano del Coaito (Assaorta) ; 18. IV. 1902. Henicops fulvicornis. Dintorni di Adi-Caiè ; 9. IV. 1902. Mecistocephalus punctifrons. Odontopyge Severini. — Sennae. Dintorni di Adi-Caiè ; 16. IV. 1902. Lithobius pusillus. Rhysida paucidens. Dintorni di Adi-Caiè; 12. VII. 1902, Rihysida paucidens. Cryptops. Odontopyge Vannutellii, —_ Sennae. Dintorni di Adi-Caiè ; 14, VII. 1902, Strongylosoma Magrettii Ugrianum. Dintorni di Adi-Caiè; —. VII. 1902. Rhysida paucidens. Crypiops. Mecistocephalus punctifrons. Dintorni di Adi-Caiè; —. VIII. 1902. Scutigera aethiopica. Lithobius pusillus. » Cryptops. Orphnaceus brevilabiatus. Strongylosoma sp. Odontopyge Vannutellii. — 109 — Station: N.°290 Dintorni di Adi-Caiè; —. IX. 1902. Henicops fulvicornis. Rhysida paucidens. Cryptops. » 294 Maio (Assaorta); —. IX. 1902. Scolopendra valida. Spirostreptus lugubris. » 301 Maio (Assaorta); —. XI-XII. 1902. Rhysida paucidens. >» 8 (fuori serie) Agordat. Cormocephalus mirabilis. Scutigera aethiopica Silvestri, 1895. Provenance : Station N.° 52 = Dintorni di Saganeiti, IV, 1901 (sotto i sassi). » » 182 = Dintornidi Adi-Ugri, VII, 1901 (sotto i sassi). » » 286e = Dintornidi Adi-Caiè, VII, 1902 (sotto i sassi). Silvestri (N.° 95 f.) a donné de cette espèce la diagnose sulvante : « Color fusco-rufus totus. Caput sulco longitudinali sat « profundo in vertice incipiente et inter antennarum ra- « dices desinente, vertice depressione minus profunda. « Antennae corporis longitudinem aliquantum superantes. « Lamina basalis distincta. Laminae dorsales marginatae, « brevissime hirsutae, angulis posticis valde rotundati. « Stomata sat elongata; clitella triangularia vix latiora « quam longiora. Laminae ventrales suleo profundo marginem « posticum non attingente, postice aliquantum angustatae, « lateribus rotundatis, in medio parum incisae. Pedes ana- « les corporis longitudinem duplo longiores. Long. corp. Anno XXX. 8 — 110 — « mm. 20; lat. corp. mm. 2,8. Hab. Scioa; Gherba (Ra- « gazzi) ». Cette diagnose est bien brève et peu explicite, néan- moins nous croyons pouvoir rapporter nos echantillons è l’espèce decrite par Silvestri è cause de la forme du bord postérieur des segments. La Sc. aethiopica ressemble beaucoup à la Sc. coleoptrata d'Europe. Il semblerait, d’après Silvestri, que la dépression occipitale fùt peu profonde; elle ne l’est en realitéè guère moins que chez coleoptrata. Ce caractère n’est pas utilisable pour reconnaître l’espèce. La coloration n’a probablement pas plus de valeur; elle se modifie chez les individus qui ont séjourné quelque temps dans l'alcool. Sc. aethiopica doit présenter normalement les trois mémes bandes foncées que coleoptrata ; elles sont en tous cas très accentuées sur l’in- dividu de Adi-Caié, capturé en 1902, alors qu’elles ont presque disparu sur ceux capturès en 1901. Il est donc probable que l’individu du Scioa, étudié par Silvestri avait perdu sa fraîcheur. Par contre, la structure du bord postérieur des écussons sert parfaitement à distinguer uaethiopica de coleoptrata. Tandis que, chez cette dernière (fig. 2), la longueur de la commissure, dans laquelle s’ouvre le stigmate, est presque egale è une fois et demi sa largeur au bord postérieur, chez aethiopica (fig. 1), au contraire, la longueur de la commis- sure ne représente pas plus des trois quarts de sa largeur a la base. En outre, l’échancrure du bord postérieur est moins profonde et le bord postérieur est plus régulière- ment arrondi. Sur la surface des écussons dorsaux, les spinules sont plus fines et moins régulièrement disposées; notamment la double série dorsale de spinules, si constante chez coleop- trata, n’existe pas chez aethiopica. Mr. Pocock (N.° 975) cite, comme provenant de: « Lo- cality near some pools of water a little to the west of — lll — Shebeli river », une Scutigère qu'il identifie avec la Scu- tigera rugosa de Newport; il ajoute: « This species, recognizable by the conspicuous black « and yellow banding of terga and legs, is: widely distri- « buted in Eastern Tropical Africa ». Nous avons dit que la coloration de aethiopica semblait variable; le caractère invoque par Pocock est donc insuf- fisant. D’autre part, la description de Newport (N.° 44c, p. 354) ne parle pas de la structure des pores dorsaux, elle dit seulement: « In this species the lateral margins of the scutella are « almost straight, the posterior border is obtusely rounded, « as in Cermatia rubrolineata, and the marginal teeth are « regular, strong and very acute. The posterior part ot « the head is convex, etc. ». Il est regrettable que Mr. Pocock n’ait pas caracterisé davantage l’espèce de Newport, dont il a sans doute eu le type sous les yeux; car, ne connaissant pas d’autre de- scription de l’espèce de Newport, nous en sommes réduits a une simple présomption de similitude des deux espèces, insuffisante pour élucider la question de synonymie, si elle existe. Lithobius pusillus Latzel, 1880. Provenance : Station N° 58 = Dintorni di Saganeîti, —. IV. 1901 (Depositi alluvionali vecchi del tor- rente Saganeîti). . . «AL » » 109 = Caverna Enda-Abba-Mata MSfritorio di Adi-Ugri), 8. VL 1901... 24 » » 2483. = Dintorni di Adi-Caiè, 9-13. IV. 1902 (dans les détritus des alluvions du torrent Rababul). . . PERI » » 2655 — Dintorni di Adi- Caiè, 16. IV. 1902 (Sotto 1 sassi). .- .. + ESC » » 286 = Dintorni di Adi-Caiè, —. VIII. 1902. 1 Î — 112 — Le nombre des articles des antennes peut atteindre 37. Le quatrième article des pattes anales peut éètre armé d’une épine en dessus. Henicops fulvicornis Meinert, 1368. Provenance : Station N.° 2494 = Altipiano del Coaito (Assaorta), 18. IV. 1902 (sotto i sassi). » » 2904 = Dintorni di Adi-Caiè, —. IX. 1902 (sotto i sassi). De ces deux echantillons, l’un, celui du Coaito, est jeune, ses antennes sont moniliformes et composées de 19-21 ar- ticles, et la seule patte anale qui lui reste est inerme et terminée par trois griffes. L’autre échantillon est mutilé, n’ayant plus ni antennes ni pattes. Tous deux n’ont qu'un seul ocelle, gros. Cormocephalus mirabilis Porat, 1876. Provenance : Station N.° 3 = Territorio di Ghinda, Valle R.° Embatkalla, 29 XII. 1900 (sotto i sassi). » » 5 = Dintorni di Ghinda, 23. XII. 1900. » [hors série] 8 = Agordat. Scolopendra valida Lucas, 1839. Provenance : Station N.” 3 = Territorio di Ghinda, Valle R.° Embatkalla, 29. XII. 1900 (sotto i sassi). » » 294f = Maio (Assaorta), IX, 1902. Les pattes de l’echantillon d’Assaorta, qui mesure 82 mill. de longueur, sont armées comme suit : 1 petite épine è l’extrémité (dorsale) du 1°" article des pattes 12 (manque è droite), 13, 14, 15 (manque à gauche), 16 et 17. — 113 — 2 petites épines à l’extrémité (dorsale) du 1° article des pattes 18 et 19. 3 petites épines à l’extrémité (dorsale) du 1°" article des pattes 20 à droite. 4 petites épines à l’extrémité (dorsale) du 1° article des pattes 20 è gauche. I; Hanches anales: 4 épines è l’extrémitéè du prolongement coxal et 2 épines latérales. Patte anale droite: 10 épines sur la face dorsale et la face in- terne, 4 épines è l’angle interne, 9 sur la face ventrale. Patte anale gauche: 22 épines sur la face dorsale et la face in- terne, 8 épines à l’angle interne, 14 épines sur la face ven- trale. Antennes de 22 articles. Pseudocryptops Walkeri Pocock, 1891. Provenance : Station N.° 70 = Territorio di Adi-Ugri, III 1901 (raccolto dal tenente Ferrari). » » 96 —= Chenafenà (Prov. di Seraè — Capoluogo Adi- Ugri), V. 1901. » » 127 = Dintorni di Adi-Ugri, 16-30. VI. 1901 (sotto i sassi o sul terreno dopo la pioggia). » » 181 = Dintorni di Adi-Ugri, VII. 1901 (sotto i sassi). » » 182 = Dintorni di Adi-Ugri, VII. 1901 (sotto i sassi). » » 220 = Chenafenà, 23. IX. 1901. Rhysida paucidens Pocock, 1897. Provenance : Station N.° 52 = Dintorni di Saganeiti, IV. 1901 (sotto i sassi). » » 127 = Dintorni di Adi-Ugri, 16-30. VI. 1901 (sotto i sassi o sul terreno dopo la pioggia). » » 181 = Dintorni di Adi-Ugri, VII. 1901 (sotto i sassi). » » 182 = Dintorni di Adi-Ugri, VII. 1901 (sotto i sassi). » ». 204 = Dintorni di Adi-Ugri, VIII, 1901 (sotto i sassi). » » 226 = Conca di Behat (Acchelè-Guzai, sottoprovincia Scimenzana) 16-21. IX. 1901. — lld — Station N.° 241a = Dintorni di Adi-Caiè, 5. IV. 1902 (sotto i sassi). » » 265a = Dintorni di Adi-Caiè, 16. VI. 1902 (sotto i sassi). » » 271d = Dintorni di Adi-Caiè, 12. VII. 1902 (sotto i sassi). » » 2769,h= Dintorni di Adi-Caiè, —. VII. 1902 (sotto i sassi). » » 2904 = Dintorni di Adi-Caiè, —. IX. 1902 (sotto i sassi). ì » » 801a = Assaorta (Maio), —. XI-XII. 1902. Les exemplaires capturés à partir d’Aoùt sont généra- lement très jeunes (on en trouve en Juillet néanmoins); en Avril ils sont déjà assez développés; mais ce n'est qu'en Juin et Juillet qu'ils semblent arriver à toute leur taille. Articles des antennes variant de 17 à 19. — Les bour- relets marginaux des éecussons dorsaux n’apparaissent nets (limites par un sillon distinct) qu'à partir du 13° segment parfois, et plus géeneralement è partir du 15°, du 16° ou du 17°. L’armement des pattes est généralement typique. Un seul échantillon d’Adi-Caiè portait des épines supplémentaires aux pattes anales, savoir: 4 en un groupe sur la face in- terne de la patte droite et 6 en un groupe sur la face gauche. Les jeunes de 18 mill. de longueur présentent les méè- mes caractères que les adultes. Cryptops ( ? Bottegii Silvestri, 1897). Provenance: Station N.° 182 = Dintorni di Adi-Ugri, —. VII. 1901 (sotto i sassi). i » » 271le = Dintorni di Adi-Caiè, 12. VII. 1902 (sotto i sassi). — 115 — Station N.° 276 — Dintorni di Adi-Caiè, —. VII. 1902 (sotto i sassi). » » 286 = Dintorni di Adi-Caiè, —. VIII. 1902. » » 2905 = Dintorni di Adi-Caiè, —. IX. 1902. Nous avons eu sous les yeux 6 echantillons, tous de co- loration pàle, et de très petite taille, la longueur oscillant entre 13 et 17 millim. Chez les plus petits les pattes de l’extremité postérieure du corps, anales comprises, sont envahies, mèéme sur la face inferieure, par des soies qui ne ressemblent nullement aux épines ou spinules usuelles. Par contre, chez le plus grand individu, les épines existent, grandes et très bien caracté- risées, mais irreguliérement distribuées. La position de l’écusson céphalique par rapport au 1° ecusson dorsal est également variable; chez le grand indi- vidu il est recouvert par le bord anterieur du 1°" écusson, mais, chez les petits, le bord postérieur de l’écusson ce- phalique est accolè au bord antérieur de l’ecusson, ou mème il le recouvre. Sont-ce là differents àges du C. Bottegii Silv.? ou sont-ce deux espèces distinctes ? nous n’osons pas nous prononcer. Chez ces individus, l’écusson céphalique est sub-orbicu- laire ; le bord antérieur du coxo-sternum des pattes mà- choires est inerme, mais accompagne de 2 4 2 soies assez longues; le 4° article des pattes anales est muni d’une scie de 4 à 7 dents distinctes, espacées; la scie du 5° article est composée de 2 à 3 dents; le dernier article est long et tranchant en dessous. Orphnaeus brevilabiatus Newport, 1844. Provenance : Station N.° 127 = Dintorni di Adi-Ugri, 16-30. VI. 1901 (sotto i sassi o sul terreno dopo la pioggia). » » 181 = Dintorni di Adi-Ugri, —. VII. 1901 (sotto i sassi). — 116 — Station N.° 182 = Dintorni di Adi-Ugri, —. VII. 1901 (sotto i sassi). » » 245e = Dintorni di Adi-Caiè, 20. IV. 1902 (in un tronco d’albero, sotto la scorza). » » 286 = Dintorni di Adi-Caiè, —. VIII. 1902. Dix males: 9 avec 73 paires de pattes, 1 avec 75. Six femelles: 5 avec 79 paires de pattes, 1 avec 81. Mesocanthus albus minutus, n. var. Provenance : Station N.° 127 — Dintorni di Adi-Ugri, 16-80. VI. 1901 (sotto i sassi, o sul terreno dopo la pioggia). » » 182 = Dintorni di Adi-Ugri, —. VII. 1901 (sotto i sassi). » » 204 = Dintorni di Adi-Ugri, —. VIII 1901 (sotto i sassi). St. 127 9 83 p. de pattes. ». » » << 85 p. de pattes, longueur 34 mill., largeur mm. 0.80. » 182 9 73 p. de pattes, longueur 36 », largeur mm. 0.80. » 204 ® 73 p. de pattes, longueur 21.50 », largeur mm. 0.60. » » 9 73 p. de pattes, longueur 22,50 », largeur mm. 0.70. Le Prof. Meinert a donné de son type la diagnose la- tine suivante : « Gracilis; albus vel pallide flavus; subglaber. — Pedes maxillares secundi paris flexi marginem frontalem ma- A « gno spatio non attingentes. — Lamina cephalica multo « latior quam longior; lamina frontalis non discreta. — « Laminae dorsales cum praescutis tenuiter, granulose sca- « brosae, lateribus obsolete foveolatae. — Spiracula parva « vel minima, rotunda. — Laminae ventrales manifeste « granulosae, lineis binis impressae, area transversali, po- « rosa in medio notatae; aliquot laminae (maris) cum epi- « sternis brunneo-maculatae. — Pedes curti, sat graciles. — « Pleurae posticae intus hirsutae, simplices; lamina ven- « tralis triangula, obtusa, profunde sulcata. — Pedes ana- « les pedibus paris antecedentis breviores, intus hirsuti, — 117 — « crassi, praesertim maris. — Pedes feminae pp. 89-91, « maris pp. 87-89. Long. feminae 64 mm., maris 57 mm. « Lat. (fem.) 1.35 mm. ». Il ajoute en danois quelques details complementaires, dont nous détachons les suivants : « Tous les écussons ventraux, à l’exception du dernier, « présentent des champs poreux. Ceux-ci sont très petits, « presque linéaires, transversaux et occupent environ le « centre de l’écusson. De chaque coté le champ poreux « s'accompagne de deux fins sillons, arqués exterieurement, « qui, sur les premiers écussons, sont réunis en avant et, « sur les suivants, sont notablement écartés ». Nos individus diffèrent sur quelques points de la descri- ption ci-dessus, è telle enseigne que nous nous croyons autorisé à fonder, pour les échantillons ethiopiens, une var. Minuta. Corps filiforme à cotés parallèles d’une extrémité à l’autre. Ecussons ventraux marqués de grosses ponctuations très clairsemées. Les champs poreux, loin d’ètre petits, sont grands au contraire, subréniformes, légèrement déprimés. Les sillons, qui bordent lateralement les champs poreux, forment une ogive dont la pointe, constituée par la réunion des deux sillons, est dirigée vers l’avant ; ces sillons dispa- raissent brusquement en arrière du champ poreux. Le der- nier écusson ventral est trapéziforme, et non triangulaire comme chez le type; son bord posterieur forme un angle rentrant en correspondance avec le profond sillon qui di- vise l’écusson. Les hanches des pattes anales sont globu- leuses, dépourvues de pores; les pattes sont épaissies mème chez la femelle. Le nombre des pattes est moins élevé que chez le type; les dimensions sont différentes, la variété est plus étroite. Du Mesocanthus albus Meinert, le Mes. porosus Seliwa- noff se distingue par la presence de « praescuta » en avant du dernier écusson ventral et par la présence de pores sur la face dorsale des hanches anales (1). Le Mes. geminatus Silvestri diffère des precedents par les. pattes màchoires dont les griffes atteignent la pointe de la tète; par les écusson dorsaux marqués de sillons; par les pattes anales plus longues que celles de la paire precedente et plus gréles, semble-t-il, chez la femelle tout au moins. Mecistocephalus punctifrons Newport, 1342. Provenance : Station N.° 92 = Riva del torrente Mai-Daro, affluente del fiume Marab (territorio di Adi-Ugri; sotto i sassi). » » 103 = Enda-Abba-Mata (territorio di Adi-Ugri), 8. VI. 1901 (sotto i sassi). » » 127 = Dintorni di Adi-Ugri, 16-30. VI. 1901 (sotto i sassi o sul terreno dopo la pioggia). » » 181 = Dintorni di Adi-Ugri, —. VII. 1901 (sotto i sassi). » » 182 = Dintorni di Adi-Ugri, —. VII. 1901 (sotto i sassi). (1) Voici une traduction de la diagnose de Seliwanoff (Turkestanskaia Sta- nojki. Obschtchestva lioubitelei Iestestvoznania, Antrop. i Etnogr., XXXVII. 1881, p. 217 et ss.): Mesocanthus porosus, n. sp. « Les griffes de la 2.ème paire de pattes màchoires n’atteignent pas l’extrémité « antérieure de la tète. — Ecusson céphalique plus large que long. — Ecussons « dorsaux lisses ou légèrement ridés, marqués de chaque coté de petites impres- « sions. — Ecussons ventraux légèrement mamelonnés. — Les pores ventraux « sont groupés dans des champs transversaux, étroits, légèrement arqués, di- « sposés au centre des écussons. — Dernier écusson ventral avec des praescuta « distincts. — Les pores pleuraux, très nombreux, se trouvent sur la face dor- « sale, dans deux fossettes en forme de sac. — Stigmates petits, circulaires. — u Nombre de pattes: chez le màle 83, chez la femelle 85-87 paires. Longueur du corps: chez le màle 80 mill., chez la femelle 74-87 mill. Largeur: 2 è 2,5 mill. « — Couleur du corps jaune pàle. — Cette espèce a été trouvée au Turkestan par Fedschenko en deux exemplaires. — L’un deux, du bourg de Tchinad (près « de Taschkent), se trouve au Musée de l’Académie des Sciences (Nauk) n. » Station N.° 262a = Dintorni di Adi-Caiè, 9. IV. 1902 (sotto i sassi). » » 276î = Dintorni di Adi-Caiè, —. VII. 1902 (sotto i sassi). Oxydesmus ferrugineus Bròlemann, 1901. Provenance : Station N.° 2 = Monti Dongollo, sulla strada di Ghinda, 28. XII. 1900. Femelle: longueur 26 mill. ; largeur 3.80 mill. (au 6° somite). Nous renvoyons à la description que nous avons donnée de cette espèce sur un échantillon 9 recueilli è Sabar- guma par le Dr. Paolo Magretti (Bròlemann N.° 018). Bien que nous n’ayons plus sous les yeux l’échantillon type, nous croyons pouvoir signaler les quelques differences sui- vantes : La coloration est un peu plus foncée, brun rouge, plu- tòt que fauve; les granulations principales sont plus di- stinctes que celles du fond, elles sont très développées no- tamment sur les écussons 2 et 3, elles sont aussi plus réguliérement disposées en rangées et très nettes sur les derniers segments; écaille ventrale plus arrondie, non aigué, avec de très gros tubercules. Il se pourrait qu'il s'agisse d’une espèce differente, en dépit du voisinage des gîtes. Néanmoins, nous ne nous sen- tons pas autorisé è créer un nom nouveau en l’absence de màles. Cette forme constitue une véritable transition entre Oxydesmus et Orodesmus ; aussi, quel que soit le dévelop- pement que prennent, chez Orodesmus, les tubercules des premiers écussons, inclinons nous è croire que ce dernier genre n’est pas valable et doit tomber en synonymie avec Oxrydesmus. Seule l’étude des pattes copulatrices peut tran- cher la question. — 120 — Strongylosoma Magrettii Ugrianum, n. var. Provenance : Station N.° 127 = Dintorni di Adi-Ugri, 16-30. VI. 1901 (sotto i sassi o sul terreno dopo la pioggia). » » 182 = Dintorni di Adi-Ugri, —. VII. 1901 (sotto i sassi). » » 273a = Dintorni di Adi-Caiè, 14. VII. 1901 (sotto i sassi). Longueur: 20 à 25 mill.; largeur: 3 à 3.10 mill. (9, St." 127 ). » One iS 2.80 » (4, St" 2730). > 293 è 27 » » — 3.10 à4 3.80 » (9, St" 2730). Coloration brun uniforme, variant du brun-marron au brun-violacé, cu au brun-rouge; parfois la tète et les pre- miers segments sont plus rouges que le reste (formol), ou bien la moitié postérieure des meétazonites est brun-rouge, la moitié antérieure étant plus terne. Genéralement les bourrelets des carènes sont plus clairs que le fond et peu- vent méme étre jaune bistre. Antennes et pattes concolores. Face faiblement cuireuse, plantée de nombreuses soies courtes et fines. Vertex bombé, divisè par un sillon pro- fond se continuant entre les antennes. Cavité antennaire profonde è fond ridé; bourrelet latéral bien convexe. An- tennes gréles, assez longues (4 mill.), atteignant le bord postérieur du troisième écusson; non 6paissies, seulement un pen gibbeuses sur la face dorsale du 5° article qui, è cet endroit, porte des soies plus courtes; les baàtonnets groupés à l’extrémité du 6° article sont très courts; quatre batonnets usuels è l’extrémité de l’antenne. Premier écusson è bord antérieur faiblement arqué au milieu, oblique et légèrement échancré latéralement, rebordé dans la partie oblique; angle latéral complètement arrondi et rebordé; bord postérieur non rebordé, droit ou faible- ment (et largement) échancré au milieu. Sa surface est è i 4 È 4 a — L1 — peu près lisse et brillante; celle des prozonites du trone est plus lisse et plus brillante encore; tandisque les méta- zonites sont cuireux (davantage sur les premiers somites) et mats. Le deuxième segment porte des petites carènes obliques qui ne sont pas sur le niveau des suivantes et plongent en avant, sous l’angle du premier ecusson; l’angle «anté- rieur est plus fermé, et l’angle postérieur plus ouvert que l’angle droit; tous deux sont arrondis. Sur les somites suivants la carène est remplacée par un boursouflement longitudinal, accompagné, sur la face dor- sale, par un sillon bien marqué, qui l’isole du reste de l’écusson; sur la face latérale il n’existe qu’un sillon obli- que, court, plus (somites porifères) ou moins accusé près du bord postérieur du segment; ce dernier sillon, à sa rencontre avec le sillon dorsal, délimite une pointe qui ne depasse pas le bord postérieur du segment dans la moitié antérieure du corps, ou le depasse à peine dans la moitié postérieure. C'est dans cet angle, très épaissi sur le somi- tes 5, 7, 9, 10, 12, 13, 15 à 19, que s’ouvre latéralement le pore qui est petit. Le sillon transversal des métazonites commence sur le 4° écusson, où il n’est pas toujours très net, et persiste jusqu'au 18°, ou mème au 19°, quand ce- lui-ci est suffisamment dégage. La suture transversale est assez etranglée; elle apparait, sous le microscope, coupée de fines stries longitudinales. Le dernier écusson est ter- miné par une pointe conique, tronquée è l’extrémité, qui ne dépasse pas le niveau du bord de valves; cette pointe est un peu ridée ou cuireuse latéralement; sa base est marquée d’une rangèe transversale de 6 soies; 4 autres soies precèdent l’extrémité qui, elle-mème, en porte une paire; ces soies ne sont pas montées sur des granules. Les valves sont assez saillantes, falblement globuleuses; leur surface est faiblement ridée ou striolée, et porte deux paires de soies. — 122 — L’écaille ventrale est grande, subogivale, à pointe émous- sée, sans tubercule, mais avec une paire de soies près de la pointe. Les arceaux lateraux sont cuireux ou méme un peu rugueux ou plissés, mais brillants néanmoins. La su- ture pleuro-ventrale est visible jusque sur le 18° somite sous forme de créte faible. Lames ventrales inermes, faiblement rugueuses, plantées de longues soies; elles sont divisées par une dépression transversale, ou sillon profond; elles sont plus étroites que le femur des pattes correspondantes n’est long (9° segment = 0.60 mill.; 12° p. de pattes = 0.70 mill.). Stigmates assez grands, un peu plus longs que larges. Pattes gréles, médiocrement longues, plantees de soies longues, fines et souples surtout sur la face inférieure ; le 3° tarse est plus court que le tibia. Chez la femelle, les hanches de la deuxième paire de pattes n’offrent pas de particularites. Chez le mfle, l’extrémité du 2° tarse et le 3° sont mu- nis sur la face inférieure d’une brosse épaisse. L’ouverture coxale des pattes copulatrices est étroite; ses bords sont un peu relevés en avant, mais nullement en arrière; au contraire le bord postérieur fournit un fort prolongement triangulaire qui avance è la rencontre d’un prolongement analogue, mais beaucoup plus petit, venant du bord anté- rieur; il en résulte que l’ouverture coxale est fortement etranglée. Pattes copulatrices très semblables è celles du Strongy- losoma Magrettii (fig. 3 et 4). La hanche (H.), le femur (F.) et le tibia (7.) ne présentent pas de differences sensibles. Par contre, la pièce tarsale (f. 2) est plus brusquement coudée (moins régulierement cintrée) et tordue dans un plan oblique au plan des pattes; les crochets qui terminent cette pièce sont plus épais, tordus un peu difféeremment. Le crochet de la hanche est coudé à moitié de sa longueur. Il y a lieu de signaler une erreur evidente dans notre — 123 — description des P. C. du Str. Magrettii (Bròlemann N.° 015, p. 30). Nous indiquions que le prolongement filiforme qui renferme la rainure séminale se detache de la concavité de la courbure de la pièce tarsale. Tout fait supposer que nous avons été le jonet d’une illusion et que notre fig. 1 (2. c.) est erronée; chez la var. Ugriana, on voit claire- ment le flagellum séminal se détacher de l’angle interne du tibia (fig. 4, fl.). Cette forme-est trop voisine du Str. Magrettii pour que nous puissions y voir autre chose qu’une variété de notre espéce. Strongylosoma Andreinii, n. sp. Provenance : Station N.° 182 = Dintorni di Adi-Ugri, —. VII. 1901 (sotto i sassi). J : Longueur 15 mill.; largeur 1.50 mill. ; longueur de l’antenne 2.50 mill.; longueur des pattes de la 7° paire 2 mill.; longueur des pattes de la 30° paire 3.50 mill. Coloration brun-rouge très foncé, avec la tète ochracée et les membres jaune pale. Corps cylindrique, sans sillon transversal sur les métazonites, mais avec des indices è peine reconnaissables de dépression transversale. Face faiblement ridée et plantee de soies; vertex pres- que lisse, partagé par un profond sillon qui se continue Jjusqu’entre les antennes; fosse antennaire profonde, un peu ridée au fond. Antennes médiocres (2.50 mill.) ne dépas- sant guère le 3° segment, gréles è la base, un peu renflées à l’extrémité du 5° article et au 6°; plantées de soies peu serrées. Proportions des articles: 1°" art. 0.20 mill.; 2° art. 0.45 mill.; 3° art. 0.45 mill.; 4° art. 0.40 mill.; 5° art. 0.40 mill.; 6° art. 0.45 mill.; 7° et 8° art. ensemble 0.15 mill; total 2.50 mill. Diamétre au 6° art. 0.25 mill. Quatre bà- tonnets coniques à l’extrémité. — 124 — Premier écusson è bords antérieur et posterieur parfai- tement parallèles dans la region dorsale; le bord anté- rieur devient oblique è partir de l’articulation des mandi- bules, puis il s'arrondit dans l’angle pour se confondre avec le bord postérieur, sans trace d’angles antérieur ni posterieur ; il n’existe de rebord que dans la courbure la- terale. Sur le 2° segment, la carène est remplacée par une boursouflure limitée, sur le còté dorsal seulement, par un sillon bien marqué, rectiligne, qui plonge fortement en avant et en bas, à une certaine distance de l’angle du 1° ecusson. Sur les écussons suivants il n’existe ni carène ni boursouflure; leur emplacement est simplement indiqué par un sillon, arqué d’abord, sur les segments antérieurs, puis de plus en plus droit, en mème temps que de plus en plus effacé; on le reconnait è peine sur les 6 ou 8 der- niers segments. Le pore s'’ouvre dans le voisinage et au dessous de ce sillon (ou de son emplacement) et il est par- fois accompagné d’une petite rainure qui relie son ouver- ture au bord postérieur du segment (cette rainure n’existe pas toujours sur tous les segments porifères, il est fort pos- sible qu’elle soit accidentelle). Suture etranglée, sans par- ticularites. Teguments luisants; sous le microscope, ils apparaissent comme densement semés de ponctuations extrèmement fines. Dernier segment terminé en pointe conique, tronquée è l’extrémité et dépourvue de tubercules. Valves anales as- sez salllantes, très peu globuleuses, marginées. Ecaille ven- trale grande, en ogive arrondie. Suture pleuro-ventrale en forme de créte accentuée et à extrémités anguleuses sur les premiers segments, et de plus en plus atténuée vers l’arrière du corps; elle est néanmoins visible jusque sur le 17° somite. Lames ventrales étroites, plus étroites que le tibia des pattes correspondantes n'est long, surtout vers l’arrière ; elles sont divisées transversalement par une dépression en zì Li ei ere i Le I LZIENI I a) A ILA — 125 — deux zònes, dont l’antéerieure est faiblement tuberculée è la base des pattes, tandis que la posterieure porte deux petites épines très caractérisées, couchées la pointe vers l’arrière. Les pattes sont meéediocrement longues dans la partie antérieure du corps, mais présentent cette particularité de gagner en longueur vers l’arrière, en méme temps qu’el- les deviennent plus gréles; par exemple, une patte de la (© paire mesure 2 millimétres, une patte de la 30° paire 3.50 millim. Le dernier article est plus court que le 3°. Pilosité courte et clairsemée sur les 3 premiers articles; plus longue sur les 3 derniers. Chez le male, les fémurs des pattes antérieures sont un peu épaissies. Les hanches de la 2° paire sont surmontées d’une petit tubercule conique. La lame ventrale du 5° so- mite (fig. 5) porte, sur sa moitié antérieure, une forte pro- tuberance en cimier (a), à pointe tournée vers l’avant et véetue de soies souples, qui rappelle l’organe analogue du Str. apex-galeae du Brésil. La moitié postéerieure de la méme lame ventrale porte, au milieu, un tubercule coni- que impaire (b.), è pointe émoussée. Les pattes de la 4° paire sont très écartées l’une de l’autre par la protubérance en cimier; celles de la 5° paire sont è un écartement normal. L’ouverture coxale des P. C. est moins large que le (7°) somite. Elle est étranglée en son milieu par deux prolon- gements angulaires des bords antérieur et postérieur, qui s’avancent l’un au devant de l’autre, comme chez Str. Ma- gretti. Les Pattes copulatrices (fig. 6 et 7) sont du méme type que celles du Magrettii. Les hanches (77) sont conformées de méme, avec une rangée oblique de soies; le fémur (/) est très distinct, long et couvert de soies; le tibia (7°) est large et cintré, le bord interne, notamment, forme, è peu de distance de la base du membre, un coude très accen- tué (c), qui est épousé presque exactement par la rainure Anno XXXYV. 9 — 126 — seminale; le bord externe (d), par contre, est faiblement sinué. L’articulation tibio-tarsale est encore bien reconnais- sable, quoique moins distincte que chez Magrettit ; c’est dans la concavite de l’organe qu'on la reconnait le mieux (e.). A partir de ce point le feuillet seminal (f 1), flagelliforme comme chez son congénère, chevauche sur la face convexe du feuillet secondaire (f 2), et reste appliqué contre ce dernier, d’où la difficulté de le distinguer ; on apercoit ce- pendant son extrémite effilée non loin de la pointe du ra- meau secondaire. Celui-ci est divise en deux branches; l’une (9), large (transversalement) à la base, s’amincit et se termine en pointe, portant une dent obtuse sur son aréte externe au second tiers de sa longueur, et une lamelle ar- rondie, peu saillante, avant l’extremitée; l’autre branche (A), lamellaire, est courte, très épanouie, tronquée à l’extrémité, et présente, au bord externe, une encoche profonde, étroite, arrondie, qui determine une dent robuste et émoussée. La femelle est inconnue. Strongylosoma Andreinii, subspecies Dongolliana, nov. Provenance : Station N.° 2 = Monti Dongollo, sulla strada di Ghinda, 28. REL 1900, J': Longueur 13 mill.; diametre 1.20 mill. Ressemble beaucoup au type, mais est un peu plus pe- tit; la depression transversale des métazonites est plus ac- centuée, sur la ligne dorsale elle est reliée au bord posté- rieur par un faible pli longitudinal. Chez le màle, l’apophyse en cimier de la lame ventrale du 5° somite est plus élancée, plus saillante, moins épaisse. Le pattes ambulatoires portent, sur la face inférieure de tous les tarses, des brosses formées de longues soies épais- sies vers leur pointe. Dans les P. C. (fig. 8, 9 et 10), on remarque les diffè- — 127 — rences suivantes: le tibia (7°) est un peu moins large, mais aussi cintré ; la branche principale du feuillet secondaire (9) est plus tordue sur elle mèéme, plus modelée, et la bran- che lamellaire externe (4) est beaucoup plus arrondie, l’en- coche laterale est plus large, plus arrondie, le lambeau ter- minal est plus étroit. Ces differences sont très frappantes lorsqu’ on compare entre elles les fig. 8 et 6, ou 9 et 7. Sur la figure 9, le feuillet séminal est libre, au lieu de chevau- cher sur l’autre, comme sur la figure 7 (Andreinî type). La figure 10, prise à peu pròs de face, permet de se rendre compte de la position respective des differents feuillets. Par la structure de leurs P. C., les Strongylosoma Ma- grettii, Str. Andreinii, et leurs races ou variétés, se rap- prochent du Str. Guerini Gervais; on pourrait les réunir en un groupe Nord-Africain sous le nom du Guerini, pris pour type, et présentant comme caractères un femur bien distinet, un tibia grand, des feuillets proportionnellement petits, un fenillet séminal flagelliforme, un feuillet secon- daire divisé en deux branches. Ce groupe serait distinct du groupe européen, ayant pour type le Str. italicum Lat- zel, comptant des espèces géneralement plus petites, chez lesquelles le fenillet séminal est constituè par un très fort crochet, qui assume une importance preponderante. Dans le groupe de l’italicum viendraient se ranger encore le Str. iadrense Pregl, le Str. Vejdowskyi Nèmec, etc. Strongylosoma, sp. Provenance : Station N.° 286 -- Dintorni di Adi-Caiè, —. VIII. 1902. Une femelle mal conservée, de petite taille (long. 10 mill. environ), de couleur bistre clair uniforme avec les pattes pàles, qui ne présente pas de détails de structure assez sail- lants permettant de caractériser l’espèce sans le secours des organes sexuels du màle. —- 128 — Odontopyge. C'est ici le lieu de relever l’opinion exprimée par deux de nos collègues è l’égard des P. C. des Spirostreptides, opinion qui, si elle est justifiée en ce qui concerne les espè- ces étudiées par eux (ce que nous ignorons), ne l’est en tous cas pas pour les représentants de cette famille qu’il nous a été donné d’examiner. Il importe donc de ne pas laisser cette opinion se généraliser. Dans le « Zoologischer Anzeiger » N.° 646, du 24 Juin 1901, M. L. Zehntner publiait un article relatif. aux P. C. des Spirostreptides et des Spirobolides. Nous ne reviendrons | pas sur la description qu'il donne des deux canaux qui parcourraient suivant lui, ces organes, ni sur la distinc- tion faite par lui de feuillets antérieurs et feuillets posté- rieurs des pattes copulatrices (1). Notre ami le Dr. C. Ver- hoeff a, bientòt après (Zool. Anz., N.° 656, du 4 Novem- bre 1901), fait Justice de ces conceptions. Malheureusement Verhoeff, dans ce méme article, confirme une assertion de Zehntner qui ne concorde pas avec notre expérience et è laquelle nous ne pouvons pas souscrire. Page 361 (1. c.), Zehntner s’explique en ces termes : « Auch an seinem basalen Ende tritt der zweite Copulation- « sfuss von Spirostreptus ambulator aus dem Canal des « ersten aus und zeigt dort ein ungefihr in rechtem Winkel « und unbeweglich mit ihm verschmolzenes Chitinstiick, an dem « reichlich Muskelbundel ansetzen ». Jusqu'ici rien de mieux ; mais Z. poursuit : « Dieses Chitinstiick ist nichts anderes als die Tracheenta- « sche des Copulationsfusses, etc. ». Cette explication est absolument erronée, à notre avis. La pièce que Z. appelle « Chitinstiick » est celle que nous (1) Nous employons nous méme ces termes, mais dans un sens tout différent. attico — 129 — avons appelée « talon » dans notre travail sur les Myria- podes du Musée de Sào-Paolo (1901, Rev. Mus. Paul., V, p. 138). Que cette pièce ne doive pas étre considérée comme une poche trachéenne résulte du fait qu'il existe, indépen- damment de ce talon, une véritable poche trachéenne, consti- tuée identiquement comme chez les Julides ou les Spiro- bolides. Nos deux figures 11 et 20 (PI. I et II) les mon- trent très clairement ; talon = tnp, poche trachéenne = pt. Zehntner ne parle précisément pas de la véritable poche trachéenne. Il ne l’a sans doute pas vue, soit que Sp. am- bulator n’en soit réellement pas pourvu, soit que, et ceci est plus probable, il n’ait pas fait une dissection suffisam- ment compléte. Nous-méme n’en avons pas explicitement signalé l’exi- stence dans notre travail précité, parceque nous ne pen- sions pas avoir è la démontrer; mais qu'on veuille bien se reporter aux figures 169 et 175 (PI. VII, Ll. c.), on l’y verra représentée (pt) indépendamment du talon qui, sur ces figu- res, est envahi (et caché) par les muscles puissants dont parle Zehntner. Sur la figure 220 (PI. IX, 1. c.), on voit encore mieux, à la base de la P. C., un talon gréle sur lequel repose un trongon d’un canal (prost) et, de plus, une extrémité de la poche trachéenne (pt) dont le reste a été négligé faute d’espace. Et nous sommes en mesure d’affir- mer que ce ne sont pas là des exceptions; rares sont les formes chez lesquelles nous n’avons pas vu de véritables poches trachéennes, et ce, uniquement, parceque nous n’avons pas poussé suffisemment nos dissections. Bref, nous sommes persuadé qu'elle existe chez la très grande majorité des Spirostreptides. Donc, si l’opinion de Z. était exacte, la P. C. postérieure des Spirostreptides serait pourvue de deux poches trachéen- nes, ce qui est en contradiction avec tout ce que nous sa- vons de ces organes. On pourrait étre amené à considérer cette pièce comme IA PE NENTI SSA E A SCI AC ia AA IT 9 SBRIG TESA Ea SETE. ARDITE O TALE TDI Sa re — 130 — la poche trachéenne de la paire de P. C. antérienres, qui se serait sondée à la P. C. postérieure par son extremité. Mais cette hypothèse aussi est inadmissible, puisque la P. C. antérieure a, comme la postérieure, une pièce chiti- neuse analogue è l’autre, redressée le long de sa base. Nous avons maintes fois figure cette pièce (tn, fig. 168, 174, 181, PI. VII; fig: 184, 197,202, .sc., PI.'VIM, Lc. et-ina, PLI et II ci jointes, fig. 11 et 20). La P. C. antérieure, pas plus que la P. C. postérieure, ne peut avoir deux poches tra- cheennes. Nous n’avons jusqu’ici invoqué que nos propres dessins; mais il nous est facile de nous appuyer sur d’autres auteurs dont l’autorité ne pourra pas étre mise en doute. Nous ne pouvons mieux faire que d’en référer à Voges (Be:trdge zur Kenntniss der Juliden, 1878). Quelle que soit son inter- pretation, sa figure 32 (Pl. XIII) nous parait typique. On y voit clairement et la veritable poche trachéenne (st) et le talon ou pièce chitineuse (0). De mème sur sa figure 33. Si nous insistons particulièrement sur cette question, c'est que Verhoeff, dont la précision et la compétence sont trop connues pour que nous ayons à les rappeler, Verhoeff semble s’étre trompé dans le mème sens que Zehntner, dans son etude d’une P. C. d’Odontopyge (l. c.). La pièce om- brée de sa figure 1 (p. 667) n’est probablement que le ta- lon, et la poche trachéenne lui a échappé (à moins, toute- fois, qu'il n’ait réellement vu que cette dernière, et que ce soit le talon qu'il n’ait pas vu). C'est encore au talon que Attems fait allusion (Beschr. d. v. Dr. Stuhlmann in Ost-Afrika gesammelten Myriopo- den. — Mitth. Naturh. Mus., XIII, 1896) en parlant (p. 38) d'une « runde Blase » à la base des P. C. antérieures. Un peu plus loin (p. 40) il emploie le terme « der verwachsene Basaltheil der Copulationsfisse »; il semble indiquer que Attems a compris cette structure comme nous. Sa figure S nous confirme du reste dans notre opinion. i ifviiiinibbib tone ate ice ubi e Mi i ici cieli | | — 131 — Reésumant ce qui précède, mous considérons que, chez les Spirostreptides : I. la P. C. anterieure est pourvue d’un talon chiti- nisé, mais n’est pas pourvue d’une poche trachéenne nor- male ; II. la P. C. posterieure est pourvue d’un talon chi- tinisé, homologue de celni de la paire antérieure, et, de plus, d’une poche trachéenne normale ; III. les talon chitinisés, ainsi que nous avons eu oc- casion de le dire précédemment, representent les hanches de ces organes. Une question bien interessante, mais qui reste encore è elucider est celle de la terminaison de la rainure séminale a la base de la P. C. postérieure; Attems ne se prononce pas et Verhoeff n’est pas explicite. Nous avons toujours vu que, sur des P. C. séparées par dechirement, les lèvres de la rainure séminale s’écartent progressivement, et que la rainure devient une canelure ouverte, au point où les talons antérieur et postérieur s’ac- colent l’un è l’autre. Nous en avons conclu que la rainure aboutissait entre les deux talons, c'est à dire entre les deux hanches. Est-il besoin de rappeler que, chez tous les Spirobolides, chez Pseudonannolene et chez Paraiulus, la rainure séminale se continue jusque dans le coxoîde? Partant de ce principe que le talon est un coxoîde, nous en sommes amenés à diviser la patte copulatrice postérieure d'un Odontopyge autrement que ne le fait notre collègue Verhoeff. Prenons pour type les figures 14-15 (PI. I et II ci jointes, = O. Vannutellù): sur ces figures le talon est brisé ; le grand tronc de la patte (/) est, pour nous, le femur. Ce femur n’est pas limité par la courbure qui dé- gage l’organe de la P. C. antérieure ; tout au moins, rien dans la structure intime de l’organe ne l’indique ; c'est seu- lement un peu plus loin, après la torsion de la pièce, que nous rencontrons un étranglement parfois accompagne d’une — 182 — soudure, mais plus. generalement d’un sinus de la rainure (s, fig. 15); etc’est ce sinus, trace certaine d’une articula- tion disparue, qui marque l’extrémité du fémur. Le tibia est représenté par la partie éetranglée, et plus ou moins étirée, qui vient ensuite (7°); il est limité, chez O. Van- nutellit par une trace de soudure qu’accentue encore un second sinus (s’, fig. 15). La partie épanouie (ta) et les piè- ces qui en dépendent (lamelles et flagellum) représentent les tarses. ; Voici, résumé en tableau, la conception de Verhoeff com- parée à la nòtre. Signes employés Verhoeff Bròlemann dans nos figures: 11, 12, 14, 15, 20 et 21 — 0 — Poche trachéenne pt. Poche trachéenne —Hanche (ou talon) tinp. Hanche 7 Peso Fémur Vi Tibia Tibia vi: 1° tarse EORAITEE tarse ta. Le Dr. Silvestri a publié, pour l’Erythrée et surtout pour les régions avoisinantes, un bon nombre d’espèces d’Odon- topyge. Nous aurions voulu les disposer en clef dichotomi- que, dont nous aurions été le premier à bénéficier. Malheu- reusement le manque absolu de caractères précis nous en a empèché. Nous avons néanmoins pu reproduire tex- tuellement les phrases de l’auteur, les groupant en tableau en regard les unes des autres; les recherches s’en trouvent sensiblement facilitées (voir la tableau annexé). Odontopyge Severini Silvestri, 1397. Provenance : Station N.° 3 = Territorio di Ghinda, Valle R.° Embatkalla, 29. XII. 1900 (sotto i sassi). » » 52 = Dintorni di Saganeiti, —. IV. 1901 (sotto i sassi). — 133 — Station N.° 103 = Enda-Abba-Matà, territorio di Adi-Ugri, 8. VI. 1900 (sotto i sassi). » » 127 = Dintorni di Adi-Ugri, 16-30. VI. 1901 (sotto i sassi, o sul terreno dopo la pioggia). » » 182 = Dintorni di Adi-Ugri, —. VII 1901 (sotto i sassi). » » 204 = Dintorni di Adi-Ugri, —. VIII. 1901 (sotto i sassi). » » 240e = Dintorni di Adi-Caiè, —. IV. 1902 (sotto i sassi). » » 262 = Dintorni di Adi-Caiè, 9 IV. 1902 (sotto i sassi). fd Od (2) mn w [2] Da È È =È CRE sii EE B | Observati & EE s dl Eù E f Sa AS rovenance servations Ss | Ag s|4ss]a 490-2102800) 66/0108] 8608 » | 5BL— |3.— 61 13 Tal'SE N10 » | 48— |2.50| 60 111 di » » | 464— | 2 70 59 109 1 » » pa 2.90 | 58 107 cl » Delizie 2180011163 91 SE N°197 » | 45. — | 2.80 | 60 113 al » » | 89. —| 2.50 | 58 109 1 » » | 48 — | 2.90| 65 123 1 | St. N.° 182 » |47 — | 2.90! 62 La » »|46— |3— | 61 115 1 | St. N.° 204 » ? 8.— | 63 119 1 | St. N.°240e » G 2.90 | 63 119 Ii » >» |49 — | 2.70| 61 115 1 » » ? 2590.) 60 113 ] » » | 48.— | 3.10| 58 109 1 » Coloration généralement annihilée par le formol. Certains individus, dans l’alcool, sont brun-rouge très foncé, avec la face jaune et les pattes rouge vineux (la coloration des pattes se maintient généralement intacte). On distingue parfois, à l’extrémité postérieure du corps une vague ligne dorsale claire (fauve ou rosée) qui atteint la pointe du der- nier somite. Les valves restent foncées. Téguments brillants, striolés longitudinalement, plus den- sément sur les métazonites que sur les prozonites. — 134 — Téte lisse et brillante. Sillon occipital obsolète; 6 (ou 5) fossettes piligères sur la lèvre. Yeux écartés d’environ une fois et demie leur grand diaméètre, composes d’ocelles di- stincts, convexes, au nombre de 43, 45, 50, 52 environ, en 7 rangées un peu arquées (10. 9. 8. 7. 5. 3. 1, — 10.9. 8,.7.6::4 4 —» | ‘40, | 2.60} 60-| 11 -<:1 » a » | 42.— | 2.60 63 3 bi r( TL | St..N.° 262 >» | 4L — | 2.60 61 113 1 » 2 40— | 250) 64 | 119 | 2 | St.N.° 103 > | 84. — | 2:20 65 115 S2\0St, N.0127 » | 36 — | 3. 60 61 115 1 » » ? 2. 50 61 115 1 » » 129 — | 2.20 61 113 2 » » | 30— | 2 20 61 111 3 » » ? 260 59 111 1 » » | 83. — | 2 10 59 107 3 » » | 23.— | 1. 70 55 93 6 » »|592.—-|3_- 62 117 1 | St. N.° 262 >» | 41.— | 2.60 62 117 dl » pil 48.=1|02590 61 115 il » Les échantillons, dont les mensurations précèdent, sont probablement tous immatures. Ils different des adultes en ce que les épines des valves sont d’autant plus faibles que l’animal est plus jeune. Les ocelles sont moins nombreux; nous en avons compté 836, 39, 42, 43, en 6 ou 7 rangées (9. 8. 7. 6. 4. 2, — 9.8. 7. 6. 5. 3. 1, — 10. 9.8. 7. 5. 83, — 10..9.8. 7. 5. 3. 1). En outre les pores sont très petits, et, chez les màles, les cò- tés du premier segment sont taillés carrément comme chez les femelles. On peut également constater quelques varia- tions dans la sculpture des téguments. Il y a lien de remarquer que les differences, que pré- sentent ces jeunes Severini, correspondent assez bien aux caractères de 1’O. Gestri Silvestri. Toutefois le diamétre du corps semble un peu plus fort chez Gestri. Le type de lO. Severini décrit par le Dr. Silvestri pro- — 137 — venait de: « Abyssinia, Erythrea », sans autre indication. Le Dr. P. Magretti l’a recueilli è Sabarguma. Sexe CIRO N Odontopyge Vannutellii Silvestri, 1398. Provenance : Station N. 52 » » » » Longueur en millim. D vi) Vv OT | 9 -I Ere ee] DI DI DI ND LI LI DI DI OL CI 1 SS 33353533] 35]|8$1 a Ne) | 127 181 182 Diamètre en millim. 19 0 09 0 DMDBaOD (ao) = Dintorni di Saganeîti, —. IV, 1901 (sotto i sassi). Ì Dintorni di Adi-Ugri, 16-30. VI, 1901 (sotto i sassi e sul terreno dopo la pioggia). sassi). sassi). sassi). Dintorni di Adi-Ugri, —. VII, 1901 (sotto i Dintorni di Ad-Ugri, —. VII, 1901 (sotto i Dintorni di Adi-Ugri, —. VIII, 1901 (sotto i Conca di Behat (Acchelè-Guzai, Sottoprovincia Scimenzarna), 16-21. IX, 1901. Dintorni di Adi-Caiè, 12. VII, 1902 (sotto i Dintorni di Adi-Caiè, —. VIII, 1902 (sotto i sassi). sassi). 3a) ARA o ba) ° A_2| 433 65 121 64 119 68 127 67 125 64 | 121 66 | 125 66 | 125 65 | 123 65 121 63 | 117 63 | 119 65 123 65 123 64 | 121 64 | 123 67 127 65 | 123 Segments apodes (n HHHWHWENMEHWHEH Provenance St. N.° 127 St. N.° 271 » St. N.° 52 St. N.° 127 » St. N.° 181 St. N.° 182 » St. N.° 226 St. N.° 2615 » Observations Les màles étant géné- ralement fortement contractés,ilestim- possibles de les me- surer. Plusieurs mà- les des St. 182, 204, 226, manquent dans ce tableau pour ce motif. immature. n — 138 — Cette espèce ne présente que très peu de caractères ex- ternes capables de la faire reconnaître de VO. Severini, plus particulibrement encore en ce qui concerne les jeu- nes; c’est dans le segment anal et dans les valves qu/il A faut chercher les plus fidèles. Coloration des pattes plus ocracée que vineuse. Chez de grands individus la face ventrale, depuis les pores, tire i sur le fauve. Valves pèùles, jaunàtres. Six fossettes sur la lèvre. Sillon occipital obsolète. È Le premier segment est un peu moins enveloppant dans les còtes, que chez Severini; l’angle antérieur est arrondi aussi, mais un peu plus proéminent; sa surface porte 3 | sillons très-accusés, en plus du sillon marginal. Les téguments sont striolés de mème, à peu près égale- lement sur le prozonite et sur le métazonite, mais la par- tie ventrale, dans la région des stries longitudinales, est ponctuée. Les stries longitudinales s’approchent un peu plus des pores. Les stries circulaires du prozonite sont egalement peu nombreuses (5 environ), fines, ne dépassant pas la moitiè antérieure de sa longueur. Le dernier segment est franchement mat et densément aciculé. Son bord postérieur est conformé comme chez Se- verini, mais la pointe, au lieu d’ètre complètement separée du segment par un sillon, est simplement comprimée laté- ralement à la base, de facon è laisser subsister une carène mediane dont l’aréte arrondie fait suite è la surface du segment. Parfois, cependant, chez les grands individus, la carène est faiblement interrompue, quoique un peu moins que chez Severini. Les valves sont peu saillantes, assez globuleuses; leur surface est aciculée-ponctuée, plus finement dans la partie globuleuse ; l’épine de l’angle supérieur est assez forte ; l’angle inférieur est parfois un peu anguleux, notamment chez les màles; enfin le rebord marginal, qui porte 3 paires de soies, est accompagné d’un sillon accusé ; c'est là le seul ia iti. — 139 — caractère qui permette de distinguer avec quelque certi- tude Vunnutellit de Severini, si l’on ne tient pas compte des P. C. qui sont très différentes. La figure des P. C. donnée par Silvestri (Silvestri N. 98%), ne permet en aucune facon de se rendre compte de leur conformation; è peine peut-on les reconnaître. La paire antérieure (fig. 13) est beaucoup plus haute que large; elle forme un tronc graduellement rétréci, puis brusque- ment acuminé à l’extrémité qui est rabattue en avant en pointe longue et effilée (c). Les deux pattes sont large- ment écartées. La lame ventrale (v) est en arc de cercle. Les talons latéraux, ou coxoîdes (tna.-tnp.), sont bien dé- veloppes. La patte posterieure (fig. 14 et 15) se compose d’un fut (fimur= F.) médiocrement allongé, assez fort, tordu en hélice è sa sortie de la première paire, de facon à former une révolution . complète. A ce point le femur emet une forte épine arquée (a.) accompagnée d’un sinus de la rainure (s.) et suivie immédiatement par une soudure. Le tibia (7.) est étranglé, court, traversé diagonalement par la rainure. Entre le tibia et le tarse, autre trace de soudure et autre sinus (s.’). Au delà, le tarse (ta.) s'épais- sit brusquement et se divise en deux pièces (ces deux pièces sont représentées réunies sur le dessin de Silvestri). L’une des pièces est un flagellum de forme usuelle, très long, graduellement aminci, terminé en pointe aiguè, que pré- cède immédiatement un lambeau arrondi; à la base, au point où il se détache du tarse, il présente une épine fai- blement arquée; il est parcouru dans toute sa longueur par la rainure séminale. L’autre pièce est Jamellaire, à si- lhouette mediocrement large, parceque les épanouissements lateraux sont relevés l’un vers l’autre, formant une gout- tière (g0.) qui sert d’abri au flagellum. Dans son tiers pro- ximal, cette seconde paire présente une lamelle sinueuse accolée à la convexité de l’organe, et, au delà de la moitié, une crète longitudinale denticulée peu développée. — Dans — 140 — la preparation que nous avons figurée, le talon est brisé, la poche trachéenne seule est en place. Silvestri indique pour son type les localites suivantes : « Da Sancurar agli Amarr, febbraio-aprile 1896 ; dai Bad- ditù a Dimè, maggio-luglio 1896 ». Odontopyge, sp. Provenance : Station N. 52 = Dintorni di Saganeiti, —. IV, 1901 (sotto i sassi). 9 : Longueur 35 mill.; diaméètre 2 mill. ; 62 segments; 115 paires de pattes; 2 segments apodes. Immature. Exemplaire immature qui, par ses valves faiblement mar- ginées, par la forme du 1° segment et par les 4 sillons qui l’ornent, semble se rapprocher de l’O. Doriae Silvestri, mais qui s'en éloigne par ses téguments aciculés. Il se rapproche également par la forme des valves, de lO. Sennae (infra); comme chez ce dernier on voit au dessus du pore des stries longitudinales, mais ce sont seu- lement des amorces qui ne déepassent pas le tiers du meéta- zonite et sont géneralement beaucoup plus courtes; d’ail- leurs les dimensions du corps different. Odontopyge Sennae, n. sp. Provenance : Station N. 127 = Dintorni di Adi-Ugri, 16-30, VI, 1901 (sotto i sassi, o sul terreno dopo la pioggia). » » 182 = Dintorni di Adi-Ugri, —, VII, 1901 (sotto i sassi). » » 2406 = Dintorni di Adi-Caiè, —, IV, 1902 (sotto i sassi). » » 262 — Dintorni di Adi-Caiè, 9, IV, 1902 (sotto i sassi). | » » 27le = Dintorni di Adi-Caiè, 12, VII, 1902 (sotto i i sassi). AVETE OO PO — dl — SB | SA] 5 222, o © 3 Si REN Eee 5 E "È È A FE S | È DIS dò Provenance Observations megardilca Bellia cro ap > CIO J'| 31 LOTO ASS NON | immaturo saloni Te 702 69011290 » SII A Og PRO OSSO I 13° OR OG 0) 9 A ; PARO E da ACCO DISSI (O I 02 IO) PRI : Oli 3t Sa ATO 68 It SN 197 SIRIA RIE 64 119 DE O) immature » ? Er ISO ELSE N 182 > ? 10 Golia 100 Loi A DIRO AO ER ABI SENO 0a rat 80.](65: | 198 I » i RG SE eo og IR I SEEN®962 sasa 069 ASL LI SEN Oto SIONE 66 | 10 1) 5 Coloration brune, tantòt foncée, tantòt roussàtre, géné- ralement annelée pàle ou foncé, avec la face ventrale plus claire, les antennes brunes et les pattes fauve-rosé (l’ani- mal est annelé de gris lorsqu’il a souffert, notamment dans le formol). Corps gréle et très élancé, un peu rétréci vers le 4° so- mite chez la femelle, élargi au contraire au 6° chez le male. Metazonites indistinctement dilatés. Téte lisse, assez brillante, sillon occipital et sillon inte- roculaire obsolètes. 3 +3 fossettes piligères sur la lèvre. Yeux écartés d’au moins deux fois leur grand diamètre, composes d’environ 45 ocelles assez distincts, en 7 rangées (10.9.8.7.5.4.2.) plus ou moins régulières, sur un champ re- lativement petit. Antennes courtes, ne dépassant guère le 3° somite, composées d’articles claviformes, courts, médio- crement soyeux; quatre bàtonnets è l’extrémité, protègées par une frange de cils è l’extrémité distale du 7° article. Premier segment (collum = fig. 16) assez brillant, semé de nombreuses strioles longitudinales très fines, dont quel- ques unes plus distinctes et plus régulières se rencontrent dans les còtes. Ceux-ci sont médiocrement rétrécis et tron- Anno XXXV. 10 geo data] rt, an lan PIG RT TRI ATTO a, de al n È ; ; RA ae: — 1422 — qués; le bord antérieur est droit ou è peu près, l’angle antérieur est arrondi, le bord latéral faiblement convexe, l’angle postérieur est atténué et plus ouvert que l’angle droit (un peu moins cependant que l’angle antérieur). La surface est labourée de trois sillons en plus du sillon mar- ginal; les intervales sont convexes, presque en bourrelets, et présentent parfois près du bord posterieur les amorces d’autres sillons. Les segments du tronc sont assez brillants, ils présen- tent de nombreuses strioles longitudinales bien marquées sur un fond extrèmement finement réticulé. Les stries con- centriques du prozonite occupent au moins la moitié du prozonite; elles sont assez nombreuses, rudimentaires près du bord antérieur et plus accentuées vers l’arriére; elles sont également mieux marquées dans les flanes et sous le ventre; la strie concentrique postérieure, en se rapprochant de la suture dans la région ventrale, émet souvent des ra- mifications qui la relient à la suture, tandis que les stries qui la précèdent s’écartent les unes des autres en éventail. La suture est faiblement étranglée et faiblement encochée de distance en distance par des amorces de stries longitu- dinales. Ces stries longitudinales se voient déjà au dessus du pore, au nombre de 4 à 6 environ, mais elles sont tou- tes incomplètes et d’autant plus courtes qu’elles sont plus éloignées du pore. Au dessous du pore, elles sont complè- tes, droites, fines, assez espacées, au nombre de 15 environ. Le pore est petit; il s'ouvre assez haut dans les flancs, presque è moitié du meétazonite. La frange du bord pos- térieur est extrèmement finement denticulée, mais sans cannelures apparentes. Dans la moitié posterieure du corps, ou toute au moins sur les derniers somites, les stries lon- gitudinales (incomplètes) remontent jusque sur le dos. Sur le dernier segment (fig. 17), les strioles sont beau- coup plus accentuées, rendant le tégument presque cuireux. Le bord postérieur est taillé en angle très ouvert, dont les — 143 — còtés font suite au bord postérieur du segment, sans for- mer d’angles rentrants, par conséquent; sa pointe arrondie atteint, sans le recouvrir, l’angle supérieur des valves ana- les. Sa surface est indistinetement déprimée près du bord postérieur. Les valves anales sont saillantes, globuleuses jusqu’auprès du bord libre, qui est accompagné d’une dépression étroite delimitant un bourrelet fin (beaucoup plus fin que chez Vannutellii, chez lequel d’ailleurs les valves ne sont glo- buleuses qu’à la base). 3 paires de soies marginales. L’an- gle supérieur est inerme. L’écaille ventrale est très large, courte, son bord posterieur est presque arrondi. Lames ven- trales non striées, mates. Stigmates punctiformes. Pattes assez courtes; les articles ne présentent qu’une sole apicale, accompagnee, sur le reste de l’article, de rares soies plus courtes. Griffe très longue, egalant plus de la moitié de l’article précédent. Male. Troisiome article des pattes ambulatoires (fig. 19) plus long sur la face dorsale que sur la face ventrale; 4° et 5° articles pourvus, en dessous, de soles blanches, dont l’extremité arrondie déborde faiblement la pointe de l’article; les soies du dernier article sont fortes, notamment celle qui precède la base de la griffe en dessus. — Le 6° et le 7° segment du corps (fig. 18) sont très développés, plus longs et d'un diamètre plus grand que les segments voi- sins; le bord postérieur dorsal du 6° est très fortement et largement échancré, laissant à découvert tout le prozonite du 7°. Il semble que le point d’attache entre ces deux seg- ments, soit situé sur la ligne dorsale, ce qui assurerait une plus large déhiscence sur la face ventrale, au point où les organes de copulation doivent faire saillie au dehors. [Sur les autres somites les points d’attache fixes des somites entre eux doivent étre latéraux, et situés sur un plan cor- respondant è peu près à la hauteur des pores, de fagon è permettre soit l’enroulement du corps en spirale, soit son — 144 — extension en ligne droite]. Les bords libres du septième somite ne fournissent pas de protuberance spéciale sur la face ventrale; mais le somite entier est un peu saillant. Pattes copulatrices (fig. 20 à 23) du type Odontopyge usuel, c'est à dire : pattes antérieures écartées à la base et pattes postérieures infléchies è l’intérieur. — La patte antérieure (fig. 20 et 21) présente, à la base antéro-interne, un épa- nouissement sub-rectangulaire è angles arrondis (a); l’extré- mité est échancrée, donnant naissance è une dent arrondie, un peu arquée (b.), et è une longue epine, faiblement si- nueuse (c.), complètement rabattue vers la base, et qui se croise avec la dent précedente. La partie interne (d.) c'est à dire la partie qui, sur la face interne, ferme le fourreau de la patte postérieure, est très courte, tronquée à mi-hau- teur de l’organe et munie de deux fortes dentelures. La patte anterieure présente encore une épine sur la face po- sterieure (y., fig. 20). Le talon lateral externe (tna.) est ro- buste, triangulaire. De la base de la patte postérieure se détache encore, à angle droit, une pièce (e.) étroite è la base, graduellement élargie, terminée en pointe aigué, et portant un lobe arrondi; cette pièce paraît n’étre que l’éxa- geration des épaississements chitineux qui se rencontrent à la base posterieure de la P. C. antérieure des Spirostrepti- des; elle doit avoir pour fonction de maintenir écartées les parois du sac copulateur. La patte postérieure est munie, è sa base, d’une poche trachéenne gréle (pt.), articulée au point méme où le talon est soudé au fémur, et à angle droit avec ce dernier. Le talon (tnp., fig. 20) est gréle, en forme de bride. Le fémur (f.) est long; au delà de la première courbure — c’est è dire au delà du point où la patte postérieure, en s’infléchissant, se dégage de la patte antérieure — il subit une torsion sur lui méme, qui est accompagnée d’un épaississement en dessus et en dessous (f et fs, fig. 21). C'est dans l’épaissis- sement distal (supérieur) que se trouve le sinus de la rai- — 145 — nure (s.).. Immédiatement après, la patte devient très gréle et forme un long tibia (7.), qui est traverse diagonale- ment par la rainure seminale; le tibia est délimité è son extrémité par un sillon, vestige d’une articulation (g., fig. 22). Au delà, la patte devient brusquement globuleuse et, de ce point, se détachent une forte épine (i, fig. 23), un long flagellum enroulé sur lui-mème et terminé en pointe gréle, et une pièce lamellaire très developpée. Cette pièce (figu- rée isolée, fig. 23) est concave, dissimulant la base du fla- gellum; elle est partagée en deux larges lobes, dont l’un est subarrondi (%.); l’autre lobe, aminci, se termine en lame de couteau (/.), aigué è la pointe, et il est flanque de cha- que còte d’une lamelle surmontéee d’une épine gréle et ai- gue (m. et m.'). Lophostreptus Cook, 1895. Le genre est crée par O. F. Cook en 1895 (Cook e Col- lim N. 95) sans aucune description ; l’auteur se borne è indi- quer, comme type de son genre, L. magnus (Karsch), dont il a vu le type au Musée de Berlin. En 1896 (Pocock N. 96c), Pocock reprend le nom de Lo- phostreptus, pour l’appliquer è une espèce qu'il nomme L. armatus (de Ngatana). Il ne donne pas les caractères du genre, mais il fournit une excellente description de l’espèce et un dessin sommaire des P. CO. Silvestri utilise également ce genre pour y faire rentrer deux espèces: l’une de Kazungula, L. Cameranii 1896 (Sil vestri N. 96f.), et l’autre de Dimè al lago Rodolfo, L. Bot- tegi 1898 (Silvestri N. 98%.). Ces descriptions ne nous four- nissent aucun renseignement sur les caractères génériques des Lophostreptus. Par la forme du gnathochilarium et la disposition des premières paires de pattes ambulatoires (1. 1. 1. 0. 2. 2. etc. reconnue par Pocock), ainsi que par le type des pattes co- LE LS A= | 90 —| 9.80| 56 103 2 | St.N.° 16l | immature » | 140. — |13.20| 56 105 1 | St.N.° 213 | adulte » | 155. —|11 70 61 115 1 St. N.° 294e | adulte Le male de la Station N. 226 correspond bien à notre description des individus de Sabarguma-Allato, mais chez la plupart des femelles, les téguments sont plutòt ponctués aux environs de la suture que « indistinctement cuireux et striolés »; la suture est un peu mieux marquée et on re- marque quelques stries longitudinales brisées au dessus du pore. Ces détails rapprochent lugubris du (Archi) Spirostreptus Jallae Silvestri, 1896, de Kazungula, et pourraient faire supposer que lugubris n'est qu'une race de Jallae. Toute- fois, s'il faut en croire le dessin de Silvestri, il existe une . difference dans la forme de la paire antérieure des P. C., dont le sommet (chez Jallae) est plus élargi et conformé difféeremment. Paga = n- vix strigosa. supra strigosa. Parte postica PROVENANCE supra laevigata. nitidissima, laev gata. supra laevigata. | supra nitidissimi supra striis rarlyg minimedistinctig, supra rugis not nullis. supra laevigata. supra laevigata. | | cetero omnino lagu- vigata. | laevi. {os ro- supra laevi. | supra vix strigosàri, supra leviter pund, tata, nitida. supra striis brevis simis sub punct formibus obsess supra nitiva laeviri, gata. pr Alto Ganale Gudda. sN Lo Scioa = Let-Marefià. 1a grida Id id: Giari Bule. Magoli-Re Umberto. Ueb. Herghesa. Coromma. Abyssinia Erythrea. fra Matagoi e Lugh. Brava. Brava. dai Badditu a Dimò. da Sancurar agli Amarr e dai Bad- ditu a Dimè. dai Badditu a Dimè. Indication bibliograph. $ S Te 98 k Dessins donnés par l’auteur collum + Io collum. collum. collum. rabripos, 1895 divarsicolor, 1866 minus rotun- , dato. longispina, 1895 Intin. recto, rooto. attenuata, 1505 » È aliquantum ro» | subobtuso. à tundato, difficilia, 1595 . recto. rooto. Dorine, 189 9 | «-|4-| % | tacio nitida. tenui. vix rotandato. | recto. Geatrii, 1988 9 | 535-|4-| 6 | facto laevigata, profundo. aligoantom ro- recto. tundato. i Uobicola, 1595 S| e-|4]| 50 | fuoto tnovigata. manifesto. rotundato, minus ro tandato. anomala, 15985 L|-_|swwl e fucie medin gibbo- | minus profundo, rotundato. sobreoto. | to ne rotcacatao Î Rospolii, 1898 120,— | S| 6 | faoie nd antenna , ù 3 po) 2 I protana i fere rooto. Tere reoto. parva rugosa, sa- nullis, minna pra labrum arca distinetis. ima. Severini, 1997 d'|mta—|819] roio evpralabram| tennissimo. 2° superantos. , d'rotundato. | subreoto. ragosa. 9 obtuao. hicolor, 1897 195- | @—| 70 | facio imma, | sat lato et pros 4% suporantos, | sat latis tun | recto, ? Erre Ml aa se SEE | ri manifesta. litoranea, 1867 | ss-ia-| e 1 manifosto. 8% suporantes. | latis. rotaniaro. resto: subelegane, 1897 #0,— | 5—| 80 | linea interoculari | sat lato et 8° superantes, lsteribus rotundatis. | Li vix distinota, fe- | “ fundo. © = ' tenuos, © j cie rugis perpar- vis. | | diversifacies, 1898] D' | 100— | 650| 72 | rugia puncis per| profundo. 3% superantes. | latis. obtuso rotan- | fore recto. | profundis in fa- dato. | olo. | | Î Vannotellii, 158 | S| se-|4-| 50 | Inevigatum. profundo. 1 4° soperantes. | lutis. fore recto. pu-| fore recto; | | rum rotun-| paromro. | | dato, tundato. | Oiternii. 198 | | s30] 58 | lnevigatom. sat profundo. | 4% suporantes. | Intis, reotis, rotandatis () Le densin indique que la atrio marginalo ost comprise. — (*) Sans donte.s mizasiGngaie: î Ì 80) Li Y sonventrice striato, concentrice atrinta. soncentrice strinta, sonventrive atriata. subrilissime et den» et Parte antion Parte postica sissime concene | trice strinta, aubtiliter concen» trice striata. soncentrice striata. , | | | supra Inevi. SEGMENTA | Sutara vix strigosa. minus profonda. sopra strigosa. v supra Inovigata. | profunda. SR) a, Inovi- | sat, unotis | inferne be o VEL riesi mi supra lnevigata. profunda. | supra nitidissima. | profonda, supra striis raris. profunda, minimedistinotis. tim rugis non- profonda. nullis. | minus profanda. supra laovigata. supra lnevigata. cetero omnino lne- | vigata. laovi. profunda, minus profanda. supra vix strigosa. E) supra loviter puno- minus profanda. tata, nitida, supra striis brovis- | parum protanda. simis sub Tormibus obsessa. | supra nitiva ant profunda. gato aub poris striis ra- And î dC Inferne striis ma- nifestie, inferne striis obso- letis. Lo) SIpONI striie sub. poris strita profundin. ria atriîs ma- stia. sob porla aaa mi To nos protandi | porprofunda, indis-| sub poris striis ob- | tinote orenulata. soletis. sub poria atriîs ant protundis et sat | raris. I Tra striis ob Ù striie manifostis, minus raris. | parum sab poris striia longitudi- nulibua improsan. param sub poris striis longitodi- nalibus. d’ MESTORSASI publiées par le D.r Sil Pori parvi. Li aittnetias tivi lana) suturam alti. sninimi, Lon turam si! pone su pone su- minimi, turam siti, minimi, longe pone su- toram siti, sut magni ll lo goturam side "la i Ì ti | perparvi, i suturam iti. minus lo; turam siti. | Qarim margios Vix marginatae. immarginatae. nat longae. orassao, bre re, minimao. immarginatae, pa- rn laevigata. rom compressao, aram DATR margina- marginibua com- immarginatae. sat longne. Invia, porparvao. broves. \ EXPLICATION DES PLANCHES SEGNI CONVENZIONALI. . Sur toutes les figures. F signifie Fémur (ou témoroide). FI » feuillet séminal de la P.C. des Polydesmides. f2 » feuillet secondaire (ou tarse) de la mème. val » —Hanche (ou coxoide). PA » atte copulatrice antérieure (des Juloides). veg a) » Patte copulatrice postérieure (des mémes). pt » —poches trachéennes. sets» sinus de la rainure séminale. È » Tibia. ta » tarse (ou pièce correspondante au tarse). tna, tnp » talon (ou coxoide) des P. C. des Juloides. v » lame ventrale. PLANCHE I. Scutigera aethiopica Silvestri. Fig. 1. Bord postérieur du 4° écusson dorsal. Scutigera coleoptrata Linné. Fig. 2. Bord postérieur du 4° écusson dorsal. Strongylosoma Magrettii ugrianum, n. var. Fig. 3. Profil externe d'une P. C. Fig. 4. Profil interne de la méème. Strongylosoma Andreinii, n. sp. Fig. 5. Profil de la partie ventrale du 5° somite, montrant l’apophyse antérieure en cimier (a) et l’apophyse postérieure (8). Les pattes gauches, 4° et 5°, cont été brisées au dessus de la -— 152 — hanche. P4 — P5= pattes de la 4° et de la 5° paire; spv = suture pleuro-ventrale. Fig. 6. Profil externe d’une P. C. — (mèmes lettres que figure 7). Fig. 7. Profil interne de la méme. — c = coude de la base du bord Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. 5 Fig. DE 12. SEE 14. 15. 16. 19. 15. 19. 20. 21. interne; d = bord externe; e = articulation tibio-tarsale ; g= branche principale du tarse (ou rameau secondaire); h= branche lamellaire du tarse. Strongylosoma Andreinii dongollianum, n. var. . Protil externe d’une P. C. (Mémes lettres que la figure 7). . Profil interne de la méme. (Mémes lettres que la figure 7). . La méème vue en dessus, pour montrer l’écartement des piè- ces du tarse. (Mèmes lettres que la figure 7). Odontopyge Severini Silvestri. P. C. antérieure; profil. — a = crochet manquant aux indi- vidus de Sabarguma ; è = épanouissement lamellaire. P. C.; tace postérieure (a et è comme figure 11). Odontopyge Vannutellii Silvestri. P. C. antérieures, face antérieure. P. C. postérieure, face antérieure. — a = épine de l’extrémité du fémoroide; go = gouttière servant de logement au feuil- let flagelliforme. PLANCHE II. Odontopyge Vannutellii Silvestri. P. C. postérieure, face postérieure. — s et s° = sinus de la rainure. Odontopyge Sennae, n. sp. Extrémité antérieure du corps, profil. Extrémité postérieure du corps, profil. Segments 4 à 8 du corps du J' profil. Patte d’un des premiers segments du Profil externe des organes copulateurs. (La partie visible de la patte postérieure est couverte de hachures; son extré- mité n’est pas figurée. Méme lettres que figure 21). Les mémes compléts, face interne (3-4 antérieur). a = pro- longement rectangulaire de la base de la P. C. antérieure; b et c=crochets de l’extrémité de la mèéme; d = partie interne de la mèéme; e = pièce postérieure de la base de e SAVI Bull. Soc. Entom. Ital. ANNO NERIXGVI, Brolemann Del. MYRIAPODES DE L’'ERYTHREE . Eeail'il vu lai * i = ts? Ul ” i i Ul Ù . n î ‘ I SLI e % ; ” ® Ti A { } è LI Ù Ti n «Itri la ' Vi ‘ n n a il i i Ù . va v a . f eri { n d - : di Re ri _ ® NA I] fasi i CA i > CSS a Ù — i ” : ì lt A si . n o * n PÒ Î A, pù 7 { = Ue A 2 = " HMI Li a a Bull. Soc. Entom. Ital. Anno XXXV. Brolemann Del. MYRIAPODES DE L’ERYTHREE 2a og la méme; fi et fs = épaississements de l’extrémité du fémo- roide de la P. C. postérieure; X = un des lobes du tarse; I, m et m’= pointes de l’autre lobe du tarse; 7 = épine de la base des feuillets du tarse; g = trace d’articulation du A tibia avec le tarse. Fig 22. Le tarse de la P. C. oa profil externe. (Mémes let- i tres que figure 21). È Fio. 23. La méme pièce, profil interne. (Le flagellum est supprimé. An) Mémes lettres que figure 21). ui. Lophostreptus Andreinii, n. sp. | Fig. 24. Extrémité antérieure du corps, profil. | Fig. 25. Extrémité postérieure du corps, Ion | Fig. 26. La mème, face ventrale. 20 x Di 'MITEIITITITIIZIAI Seo RISP ZIERO ARTT PRE RE CORE STIA MELI FALSI . - L e È 7 — 154 — MATERIALI PER LO STUDIO DELLE HISPIDAE DIR GE TRO XIX. CENNI SUI GENERI CRYPTONYCHUS E GYLLENHALIUS. Le collezioni entomologiche fatte dal rimpianto Leonardo Fea nella Guinea Portoghese, nelle isole di S. Thomè, Prin- cipe e Fernando Poo, nel Congo Francese e nel Camerun, contengono una bella serie di /ispidae, che merita di es- sere illustrata in un lavoro speciale, di cui mi occuperò più tardi. Per oggi mi contento di un’occhiata ai Crypto- nychus e trovo un discreto numero di specie, fra le quali una, nuova, appartiene al genere Gy/lenhalius, recentemente istituito dal Weise (1). Nella memoria del Kolbe « Die Arten der Hispinen-Gat- tung Cryptonychus » (2), questo genere viene diviso in quattro gruppi, l’ultimo dei quali è rappresentato dalla sola specie C. bipunctatus, Baly. Il Weise (loc. cit.) crede bene di fondare su questo gruppo un nuovo genere, col nome di GyZenhalius, il quale conterrebbe ora, oltre al G. bipunctatus (Baly), anche la nuova specie sopra accen- nata, di cui faccio seguire la descrizione. (1) Coccinelliden und Hispiden aus Kamerun von J. Wriser. (Arkiv for Zoologi utgifvet af K. Svenska Vetenskapsakademien. Band I, Stockholm, 7 April 1903, pp. 61-62). (2) Entomologische Zeitung. Herausgegeben von dem entomologischen Vereine Stettin, 60 Jahrgang, 1899, pp. 184-203. Gyllenhalius Feae, n. sp. Elongatus, fulvus, nitidus, antennis, articulo basali excepto, nigris. A G. bipunctato statura minore, processu frontali profunde sulcato, thorace angustiore, elytris immaculatis, coeterisque valde discrepans. Long. 10-10 !/, millim. La fronte è scolpita di punti sparsi, irregolari, alcuni allungati, ed è percorsa longitudinalmente nel mezzo da una linea impressa, la quale si continua sul processo fron- tale, convertendosi in un solco profondo che raggiunge quasi l’apice. Il processo frontale in avanti è auriculato, i lati del suo solco mediano sono elevati quasi a guisa di carena, che diminuisce gradatamente d’altezza avvicinandosi all’apice, il quale è quasi troncato e appena leggermente sinuoso nel mezzo; inferiormente è del tutto appiattito, salvo la base che è solcata. Le antenne all’apice sono al- quanto ingrossate e l’ultimo articolo finisce in punta. Il torace è di poco più lungo che largo; alla base è appena un poco più largo che all’apice; i lati procedono quasi pa- ralleli fino in vicinanza dell’apice, ove sono obliquamente troncato-arrotondati; il margine anteriore è retto, il basale è fortemente bisinuato e la porzione antescutellare è tron- cata; il disco è convesso sopratutto in avanti, depresso nel mezzo, infossato nel mezzo della base e con due depressioni oblique agli angoli anteriori; la scultura risulta di punti grossi, ma irregolari, che in avanti, nelle depressioni degli angoli anteriori e nell’infossatura basale sono più scarsi. Lo scudetto alquanto incavato e liscio, è arrotondato al- l’apice. Gli elitri sono lunghi, paralleli, leggermente dila- tati dopo la metà, arrotondati all'apice e muniti di una piccola spina all'angolo suturale; depressi fortemente nel mezzo e percorsi da serie regolari di punti abbastanza grossi e avvicinati fra loro; gli interstizii fra una serie e — 156 — l’altra sono piani; solo i più esterni accennano ad essere leggermente convessi. Le differenze che corrono fra le due specie del genere Gyllenhalius sono grandi. Il G. Feae è di statura minore; il suo colore è più chiaro e meno tendente al rosso; gli elitri mancano della macchia nera ed i tarsi sono dello stesso colore del resto dei piedi, mentre nel dipunctatus per lo più sono neri, o scuri. Le antenne, a cominciare dal terzo articolo, sono più sottili e verso l’apice in proporzione sono più ingrossate, in modo che la loro metà apicale è quasi fu- siforme; nel dipunctatus invece l’inspessimento dell’antenna dall’articolo basale all’apice è più uniforme. La forma del processo frontale presenta pure molte differenze; nel Feae è più stretto, più strangolato verso la metà e più forte- mente auriculato all’apice; il solco che lo percorre è stretto e profondo; nell’altra specie invece non si può parlare di un vero solco e più esattamente si deve dire che il processo, al disopra, è longitudinalmente concavo, coi lati rilevati a carena. Nella specie antica il torace è più largo, più tra- sverso ed ha i lati in avanti più largamente arrotondati, e la scultura degli elitri è più marcata. Il tipo del nuovo Gyl/enhalius fu raccolto nel Dicem- bre 1902 nel Congo Francese, a Lambarenè sull’Ogowè, da Leonardo Fea e la specie è nominata in omaggio alla sua cara memoria. Dal Museo di Bruxelles, per cortesia del Sig. Severin, ebbi in comunicazione nn secondo esemplare, che concorda col tipo in tutto, salvo nel processo frontale, che nel mezzo del margine anteriore ha una sinuosità più profonda. Que- sto esemplare ha sul cartellino l’indicazione : « Chîtes de Samlia. — Riv. N. Gamie. — Mocquerys ». Nello stesso luogo di Lambarenè il Fea ha pure raccolto alcuni esemplari di G. dipunctatus. Nella rivista dei Cryptonychus di Kolbe non trovo il C. extremus Péring. (1). Questa specie appartiene al primo gruppo di Kolbe (gruppo del cockZearivs) ed è ben distinta pel suo corpo relativamente largo ed accorciato, per il to- race cogli angoli anteriori largamente arrotondati e per gli elitri dilatati verso l’apice. Il C. limbatus Waterh., citato nello stesso lavoro, ap- partiene al genere Xiphispa, come fu dimostrato da Alluaud (Bull. de la Soc. Ent. de France, 1899, p. 343). XX. LE GRANDI HISPIDAE. Dopo i generi americani Mecistomela, Coraliomela e Alur-. nus, cul appartengono le più grosse Mispidae, vengono in ordine di grandezza le Botryonopa e le Anisodera del vec- chio continente; ma non mi sarei aspettato di incontrare una Botryonopa di tali dimensioni da rivaleggiare quasi coi giganteschi parenti americani. Il piacere di esaminarla e descriverla lo devo all’amico R. Oberthir, il quale, colla sua consueta liberalità, ha voluto che anche nel Museo Civico di Genova fosse rappresentata questa magnifica specie. Botryonopa ingens, n. sp. Flavo-testacea, supra subnitida, antennis, area triangulari metasterni, femorum apice, tibiis tarsisque nigris. Capite in- ter oculos profunde sulcato ; thorace transverso, margine an- tico tenue bisinuato, basi fortiter constricto, lateribus obso- lete crenatis, medio rotundatis, disco convero, basi depresso, irregulariter punctulato, punctis minutissimis intermixtis, medîo fere laevi; scutello subtriangulari, lateribus rotunda- (1) Annals of the South African Museum, I, 1898, pp. 114. Anno XXX. 11 — 158 — tis, laevi; elytris latis, postice ampliatis, apice rotundatis, angulo suturali spinoso, conventis, disco crebre punctulato et obsolete costulato; corpore subtus nitido, segmentis abdomi- nalibus lateribus infuscatis, utrinque impressis ; pedibus va- lidis, femoribus infra dentatis. Long. 27-28 millim. Habitat in Siboga (Sumatra occid.). Typi in Museo Civico Januense et în Museo Oberthiir. Questa specie è tutta di un giallo tendente al testaceo; soltanto le antenne, una macchia triangolare sul metasterno ed i piedi (eccettuati i due terzi basali dei femori) sono neri. Al disopra è poco lucente, sopratutto sugli elitri; la superficie inferiore invece lo è molto di più. Il capo è piccolo e corto e presenta in mezzo agli occhi un solco longitudinale profondo. Le antenne sono quasi due volte la lunghezza del capo e del torace presi insieme; il primo articolo è il più grosso di tutti e quasi lungo quanto il terzo; il secondo è brevissimo. Il torace è più largo che lungo, con una forte strangolatura alla base, col margine anteriore leggermente bisinuato, i lati arrotondati nel mezzo e alquanto crenulati nel margine; il disco è ab- bastanza convesso e alla base ha un’infossatura; nel mezzo è quasi liscio, nel resto è irregolarmente scolpito di punti piuttosto piccoli, aì quali ne sono frammisti altri minutis- simi. Gli elitri sono convessi, molto larghi specialmente in addietro, arrotondati all'apice e armati di una spina all’an- golo suturale; la loro scultura si compone di punti piccoli e fitti e di coste poco marcate, delle quali la prima cessa a poca distanza dalla base e le altre percorrono l’elitro in- tero, restando però quasi obliterate in prossimità dell’apice. I lati dell'addome sono di colore più scuro e ciascun segmento ha un'impressione laterale. I piedi sono robusti, le tibie fortemente inarcate ed i femori inferiormente dentati. Museo Civico di Storia Naturale Genova, 7 Febbraio 1904. È i ANGELO E FERDINANDO SOLARI DESCRIZIONI DI ALCUNE NUOVE SPECIE DI CURCULIONIDI APPARTENENTI ALLA FAUNA PALEARTICA Lo studio del copioso materiale da noi radunato in molti anni, dacchè ci occupiamo della famiglia dei Curculionidi, ci ha fatto rilevare come la nostra collezione racchiudesse parecchie nuove specie, talune delle quali molto interes- santi, che ci accingiamo ora a descrivere. La fauna italiana viene ad essere accresciuta di ben 11 specie, delle quali 3 proprie alla Liguria, dovute in gran parte alle diligenti ricerche di entomologi italiani, già benemeriti della scienza per le molteplici scoperte colle quali essi l’hanno arricchita. Sentiamo il dovere di porgere pubbliche grazie al Sig. De- sbrochers des Loges, che ci fornì preziose indicazioni, a tutti i nostri amici e colleghi che ci furono di grande aiuto in questo primo nostro lavoro col porre a nostra disposizione tutto il loro materiale di studio, frutto di pazienti ed in- telligenti ricerche; in modo specialissimo poi dobbiamo esternare pubblicamente la nostra più viva riconoscenza al Dott. Prof. Raffaello Gestro, Vice Direttore del nostro Mu- seo Civico, che ci fu sempre largo di consigli ed aiuti, che, fin dall'inizio, ci fu guida impareggiabile nei nostri studii. A questa prima pubblicazione speriamo poterne far se- guire altre, contenti se il nostro modesto contributo potrà 19) — 160 — riuscire in qualche modo utile allo sviluppo dell’ Entomo- logia, alla quale con ardore dedicammo tutte le nostre forze. 1. Otiorhynchus nigerrimus Nobis n. sp. Oblongo ovatus, niger, modice nitidus, squamulis elongatis albidis, varie maculatim condensatis, obsitus; rostro capite dimidio longiore, fere plano, in medio evidenter carinato, utrinque obsoletissime sulcato, confertim subtiliter punctato, punctis saepe confluentibus, lateribus tenue (J'), vel indistin- cte (9) carinato, scrobe oculos non pertingente. Oculi modice prominuli; caput converum confertim subtiliter ac irregula- riter punctulatum, fronte depressa, in medio foveola elongata instructa; antennae elongatae, scapo articulis 6 primis st- mul sumptis aequilongo, indistinete punctulato ac clavato, parce piloso, funiculo albo setoso, articulo 2.° primo dimidio longiore, reliquis obconicis, clava ovato-elongata, parum acu- minata; thorax confertim irreguliter granulatus, punctis irregularibus, in dorso evidentioribus, munitus, lateribus evi- dentius grosse granulatus, antice quam basi latior, lateribus parum rotundatus, longitudine fere aequilatus; elytra ovato elongata (3) ovato-dilatata (L), laeviter sulcata, in sulcis indistinete punctata, interstitiis subconveris, rugoso-granula- tis latitudine maxima in primo tertio, dein regulariter valde constricta, oblique declivia apice conjunctim rotundata ac cal- losa, leviter producta; pedes nigri, fere glabri, femoribus in- crassatis, inermibus, nigris, valde clavatis tibiis, incurvatis, anticis intus denticulatis. Long. mill. 11-12 (cum rostro), lat. mill. 4,5 4/0. J. Segmento anali regulariter ac subtiliter striato. Q. Elytris magis rotundatis, brevioribus, rostro breviore, crassiore. Patria: Liguria (Monte Penna e S. Stefano d'Aveto). Questa specie interessante segna il passaggio fra il gruppo fortis-vehemens, e quello del griseo-punctatus; si avvicina al AI, — 161 — primo per l'aspetto generale, la colorazione e la forma de- gli elitri, al secondo per la statura, lo scrobo, la forma del rostro, e la scultura del protorace. L’affinità di questa specie con l’Ot. vehemens è grandis- sima, se ne distingue però facilmente per i caratteri se- guenti: Nel nigerrrimus la statura è molto inferiore, il rostro più corto, la carena meno sporgente e i solchi laterali molto leggeri, spesso indistinti specialmente nella 9, 1 margini laterali del rostro molto leggermente cariniformi quasi ar- rotondati; mentre nel veremens detti margini sono eviden- temente e fortemente cariniformi, dimodochè nel velemens il rostro visto di sopra sembra quasi quadrangolare, mentre nel nigerrimus sembra quasi cilindrico; inoltre il rostro in quest’ultima specie è distintamente e fittamente punteg- giato, mentre nel velhemens non si osserva alcuna punteg- giatura regolare. La granulazione del corsaletto è grossa e ben distinta nel vehemens, confusa più fitta e meno distinta nel nigerrimus; in quest’ultima specie fra i granuli sonvi molti punti irre. golari, piccoli, distinti, più abbondanti e visibili sul disco. La granulazione degli elitri è più grossa e più regolare nel vehemens che nel nigerrimus; i punti delle strie più visibili nel 1.° che nel 2.°; la forma degli elitri è uguale, e cioè fortemente dilatati nel primo terzo anteriore quindi ristretti, nel nigerrimus però si ristringono più fortemente verso l’apice che nel vehemens. Scrobo ben delimitato fin verso il margine anteriore del- l'occhio e quindi diretto evidentemente verso il fronte nel vehemens; meno lungo, non raggiungente il margine ante- riore dell'occhio e non visibilmente diretto verso il fronte nel nigerrimus. Elitri nel nigerrimus arrotondati insieme all’apice, su- tura sporgente, callosa, primo intesvallo depresso, secondo sporgente, cosicchè all’apice degli elitri risultano due leg- — 162 — gere fossette, margine latero-apicale degli elitri a forma di grondaia. Nel vehemens gli elitri sono arrotondati insieme all’apice, quasi troncati, sutura non callosa, depressa, 1.° e 2.° in- tervallo non prominenti, 3.° sporgente, dimodochè gli elitri presentano all'apice un’unica larga depressione; margine la- terale apicale degli elitri non sporgente. Squamulatura nel nigerrimus molto meno abbondante, e pochissimo condensata ai lati del torace e degli elitri. Articolo 1.° delle antenne metà più corto del 2.° nel mné- gerrimus; poco più corto nel veremens; antenne in com- plesso nel nigerrimus assai più corte, avendo però gli arti- coli la stessa forma che nel vehemens. Dal fortis si distingue facilmente per la statura assai in- feriore, per la diversa forma degli elitri specialmente del J' (11 fortis J'° ha gli elitri molto allungati, a lati quasi pa- ralleli), per la diversa granulazione del torace, per l’impres- sione sulciforme transversa alla base del rostro molto evi- dente nel fortîs, poco distinta nel nigerrimus, per la forma degli elitri all'apice, che nel fortîs sono conformati come nel vehemens. Si distingue dal sulphurifer per le antenne molto di- verse, per la granulazione del torace e degli elitri; per la forma diversa di quest'ultimi e specialmente per l’apice degli elitri, che nel su/phurifer è arrotondato separata- mente, quasi acuminato. Dal gruppo del griseo-punctatus la nostra specie si di- stingue per l’aspetto generale, dovuto alla forma diversa degli elitri più dilatati alla base e più fortemente ristretti verso l’apice, e per il colore nero delle gambe, mentre in tutte le specie del gruppo del griseo-punctatus le gambe sono più o meno rosse od almeno rossiccie. La grandissima variabilità del griseo-punctatus rende dif- ficile l'enunciazione di <ri caratteri sui quali ci si possa basare per distinguere la nuova specie; la punteggiatura, TE REI RITIRO Le TI ERA RM I — 163 — la forma del rostro, delle antenne, del torace, la granula- zione del torace e degli elitri, la punteggiatura, le strie degli elitri, l'apice degli elitri, e anche la forma di questi varia enormemente nel griseo-punctatus; in massima nel nigerrimus il rostro è più distintamente punteggiato, la dilatazione del torace è posta più in avanti, i punti sono più visibili, le strie degli elitri meno forti, a punti meno distinti, elitri sempre più corti e più globosi. Di questa specie trovammo noi un esemplare sul Monte Penna, nell'Appennino Ligure orientale, nel mese di Ago- sto del 1894; il Signor Agostino Dodero nell’Agosto del 1897 ne riprese esemplari assai numerosi a Santo Stefano d'Aveto. 2. Otiorhynchus Vaulogeri Nobis n. sp. Ovato-elongatus, depressus, piceus, opacus, undique setulis parvis piliformibus inclinatis munitus, sparsim cinereo squa- mosus, rostro capite aequilongo, supra fortiter curvato, con- fuse longitudinaliter rugoso, lateribus angulatis, pterygiis divaricatis; fronte depressa, sat lata, în 1nedio obsolete foveo- lata, oculis prominulis ; scrobe lata oculos fere pertingente ; antennis gracilibus, scapo quam funiculo duplo crasstore, sed non breviore, basi arcuato, non clavato, funiculi arti- culo 2° primo paulo breviore, 3° obconico, coeteris rotunda- tis, clava basi multo constricta; thorace quam latitudine lon- giore, antice transversim depresso, lateribus modice rotundato, basi quam apice non latiore, grosse punctato et granulato, granulis acutis, prominentibus; elytris elongatis, supra valde depressis, basi arcuatim emarginatis, humeris oblique rotun- datis, punctato-sulcatis, punctis magnis subquadratis ; inter- stittis quam sulcis angustioribus, irregulariter seriato-setosts, acute granulatis, granulis basi setis reclinatis ferentibus ; pe- dibus robustis, femoribus clavatis, muticis, unguiculis liberis. d'. Angustior, pedes crasstiores, tibiis posticis leviter in- curvis. nn ug ae n) RE LIA — 164 — Q. Latior, magîis depressus, pedes graciliores leviter in- curvis. Long. 4‘, mill. lat. 1‘|,. Patria: Bizerta (Tunisia). Appartiene al gruppo dell’Ot. affader, al quale si avvicina per la forma del torace, degli elitri, delle gambe, se ne di- stingue facilmente però per i seguenti caratteri : È considerevolmente più piccolo; il rostro nell’Of. affa- ber va restringendosi gradatamente dalla base verso l’inser- zione delle antenne, nel Vaulogeri dalla base ristretta va gra- datamente allargandosi verso l’ inserzione delle antenne, di- modochè risulta inversamente conico. Questa diversa forma del rostro è dovuta alla forma degli serobi che nel Vaulo- geri sono molto più profondamente scavati e più larghi che nell’affabder. Inoltre nel Vaulogeri il rostro sulla parte superiore è fortemente ricurvo, la fronte più depressa, gli articoli del funicolo più corti, il torace è fortemente depresso trasver- salmente presso l’apice, il corpo è squamulato, i granuli del torace sono molto sporgenti, quasi triangolari, acuti, gli intervalli fra i granuli punteggiati. Questi punti sono assai grossi, ma visibili solo sotto una certa luce, a causa della squamulatura e dei granuli che li rendono confusi. Per qualche punto la nostra specie può avvicinarsi al- l’Henoni Fairm.; ne differisce però per la forma assai più larga, per il rostro ricurvo, per la granulazione del torace e per lo scapo assai più grosso ; inoltre gli occhi sono com- pletamente sviluppati. Di questa interessantissima specie ricevemmo alcuni anni or sono 6 esemplari dal capitano sig. Vauloger de Beaupré, cui la dedichiamo con piacere. 3. Otiorhynchus (Cryphiphorus) Montandoni Nob. n. sp. Ovatus, niger, glaber; rostro leviter conico, capite lon- giore, crebre rugoso punctato, în medio evidenter carinato et — 165 — utrinque subsulcato, carina postice abbreviata; fronte sub- convera, grosse punctata, in medio fovea magna subquadrata profunda ; capite convexro, subtilissime coriaceo, antice levi- ter ac remote punctulato ; oculis sat magnis subprominulis ; scrobe parum profunda în fundo coriacea et punctata ; rostro fronteque sparsim flavo pubescentibus; antennis crassis, scapo quam funiculo longiore, punctato, apice nitido, flavo piloso, subrecto, non clavato; funiculo hispido, articulo 2° primo aequilongo, tertio obconico, reliquis rotundatis, clava ovato- acuminuta, cinereo pubescente ; thorace quam latitudine bre- viore, antice quam basi latiore, ante medium rotundato am- pliato, convexro, obsolete sulcato, in disco punctato et obsolete granulato, lateribus confertim grosse granulato; elytris ovatis, opacis, converis, confertim obsoletissime coriaceis, thorace triplo longioribus et duplo latioribus, maxima latitudine in humeris ; humeris oblique rotundatis, apice abrupte decli- vibus, conjunctim rotundatis et callosis, obsolete seriatim pun- ctatis, interstitiis latis, planis; femoribus crassis, clavatis, muticis, remote punctatis, pubescentibus, tibiis crebre punctatis, brunneo setosîis, apice intus et extus dilatatis, intus breviter mucronatis, tarsis brevibus. Long. 10 mill. Lat. 5 mill. ST. Segmentis abdominalibus plus minusve remote carinu- latis, carinulis brevissimis ; segmento anali in medio indi- stinete depresso. L. Segmentis abdominalibus plus minusve rugoso-punctatis, segmento anali convero. Patria: Comana Vlasca (Rumenia). Per l’aspetto e la forma generale la nostra specie è assai affine a varie altre del sottogenere Cryphiphorus, se ne distingue però subito per la scultura degli elitri che sono opachi, coriacei, completamente glabri, e molto leggermente seriato-punteggiati con interstrie molto larghe e completa- mente piane. vira | SIR e sua e + # biso Tag ALIA Ma PREVIO L'E CU RE LE NT — 166 — Dalle varie specie si distingue per i seguenti caratteri : L'orbicularis, che è la specie più vicina alla nostra, ha gli elitri più arrotondati, molto più larghi e più corti, gli omeri più salienti, i punti delle strie più forti e molto più distanti fra loro, gli intervalli sempre più o meno convessi, gli elitri più evidentemente coriacei e finissimamente granulati. Lo strumosus, ha il rostro evidentemente conico e più lungo, la granulazione del torace molto più fina, i punti degli elitri più profondi, meno vicini, gli intervalli più stretti, convessi, gli elitri più larghi e gli occhi più pic- coli e prominenti. Dall’Emiliae, petrensis, gyraticollis, liophloeoides, nuntius, luteus, oltre che per altri caratteri, la nostra specie si di- stingue subito per la mancanza assoluta di squame, e dalle altre specie per la punteggiatura molto più fina. Dal motitoides Rttr. si distingue per la forma e scultura del tutto diversa. Infine si deve distingaere dall’ Atticus Stierlin, che non conosciamo in natura, per gli occhi non sporgenti, e per il torace dilatato più anteriormente; dal subnudus, che ci è pure sconosciuto in natura, deve distin- guersi per gli elitri non squamosi e per le interstrie com- pletamente piane. È notevole inoltre che nel Montandoni, Nobis non si os- serva, all’ infuori dei caratteri notati nella diagnosi, quasi nessuna differenza di forma tra g' e 9; gli esemplari di uno stesso sesso sono inoltre perfettamente eguali. Questa specie venne raccolta dal Sig. A. L. Montandon, al quale con piacere la dedichiamo. 4. Otiorhynchus (Troglorhynchus) Doderoi Nobis n. sp. Elongatus, angustus, coecus, rufotestaceus, nitidus, undique flavo-aureo setosus, rostro quam capite longiore, lateribus parallelis utrinque evidentissime carinato, inter carinas plano, laevigato, supra parum curvato, subtus recto, basi pilis squa- miformibus densis annulato ; capite convero, laevigato,. ocu- — 167 — lis nullis ; antennis gracilibus, scapo recto, modice clavato, ar- ticulis 6 primis funiculi aequilongo; funiculi articulis 2 primis longitudine subaequalibus, obconicis, reliquis transver- sîs, clava ovato-acuminata, dimidia parte basali nitida, setosa, apice fulvo-aureo pilosa ; thorace depresso, latitudine multo longiore, basi et apice aequilato, ante medium parum rotun- dato ampliato, grosse remote punctato, setis aureis brevissi- mis erectis munito ; elytris elongatis, subdepressis, quam tho- race plus duplo longioribus, basi truncatis, humeris prominulis angulato productis, lateribus fere parallelis, seriato subsul- cato-punctatis, punctis setis brevissimis reclinatis ferentibus, punctis basi profundis, distinctis, pone medium evanescentibus, apice confuse obsoletissime muricatis; interstitiis planis, quam striîs latioribus, tenue sed distinete seriatim punctulatis, in punctis setis longioribus semi-erectis seriatis ; pedibus graci- libus, femoribus modice clavatis, muticis, tibiis anticis subin- curvis, posticis basi intus angustioribus dein dilatatis, tarsis modice elongatis, unguiculis liberis. J'. Supra depressior, subtus fortius impressus. Long. mill. 2-4 |, lat. mill. *|-5[,. Patria: Grotta di Sos Turittas (Golfo Aranci, Sardegna). Rassomiglia alquanto nell’aspetto al Tr. Grenieri, se ne distingue però per molteplici caratteri, in modo speciale per le antenne considerevolmente più corte, per il torace più ristretto alla base, per la troncatura alla’ base degli - elitri, per gli omeri angolosi, prominenti. Nel Dodero? i punti delle serie alla base sono posti in un solco poco mar- cato ed ivi sono molto distinti, a partire dalla metà degli elitri vanno gradatamente scomparendo verso l’apice, dove sono sostituiti da granuli della forma di denti di una raspa disordinati, confusi e assai poco visibili; nel Grenier: in- vece i punti delle serie sono più o meno distinti fino al- l'apice, dove però sono poco visibili e posti sullo sfondo di strie. sulciformi molto marcate. Nel Doderoî inoltre le setole, AIR TE IT IO e, — 168 — oltre che negli intervalli, si trovano anche nei punti delle strie, queste setole sono più corte e meno erette e formano una serie a sè, distinta da quella degli intervalli. 5. Otiorhynchus (Troglorhynchus) Doriae Nobis n. sp. Elongatus, angustus, rufotestaceus, nitidus ; rostro capitis multo longiore, conico, leviter incurvato, în medio evidenter lateribus obsoletius carinato, vage rugoso-punctato, scrobe profunda, elongata, pterygiis fortissime rotundato productis; oculis nullis; capite globoso, laeve; antennis gracilibus, pilis flavescentibus hirsutis; scapo articulis 6° primis funiculi ae- quilongo, apice clavato, basi subarcuato; funiculi articulis omnibus quam latitudine longioribus, 1° quam 2° dimidio longiore, clava basi multo constricta, pedunculata ; thorace quam latitudine evidenter longiore, lateribus fortiter rotun- dato, basi et apice evidenter constricto, remote irregula- riter punctato, sparsim flavo-aureo piloso, pilis erectis bre: vissimis ; elytris ovato-elongatis, subdeplanatis, quam thorace plus duplo longioribus, basi subemarginatis, humeris nullis, latitudine maxima post medium, apice conjunctim subqua- drato-productîis, în disco substriatis, strits regulariter punc- tatis, interstittis planis, remote uniseriatim punctatis et pi losis, pilis flavo-aureis reclinatis munttis, lateribus postice ,profundissime sulcatis, interstitiis valde converis; pedibus gracilibus, confertim flavo pilosis, femoribus clavatis, anticis denticulo obtuso minuto, mediis denticulo acuto, posticis dente unciforme sat producto, basi unidentato, armatis; tibiis omni- bus intus denticulatis, apice îintus spinosis et mucronatis, an- ticis et posticis incurvis; tarsis elongatis; unguiculis liberis. Long. mill. 5 ‘|, (cum rostro) lat. 1‘|, mill. Patria: Zante (Dicembre 1880). I molteplici caratteri enunciati nella diagnosi bastano a far riconoscere subito la nuova specie e rendono superfluo il paragonarla con altre del genere. — 169 — Nella statura può avvicinarsi al Troglorhynchus anoph- thalmus. All’apice delle elitre il 3° e 5° intervallo verso la declività posteriore diventano fortemente convessi, quasi cariniformi, e si riuniscono poco prima dell’apice degli elitri formando una carena callosa, lievemente arcuata; questa carena così formata su ciascun elitro si dirige in arco verso la sutura, formando all’ apice degli elitri un’ unica dilatazione quasi quadrata. Lo spazio compreso da questa carena è assai vi- sibilmente depresso. È pure assai notevole la dentatura delle coscie posteriori formata da un dente spiniforme, ricurvo, assai lungo che è munito alla base di un piccolo dente. Un solo esemplare di questa strana forma, nella collezione del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, venne rac- colto a Zante dai Sigg. March. G. Doria e Dott. O. Beccari durante il viaggio del R.° Avviso « Esploratore » (1879-80). 6. Otiorhynchus (Troglorhynchus) @estroi Nobis n. sp. Ovato-elongatus, rufo testaceus, nitidus, undique flavo se- tosus; rostro quam capîte longîore, conico, confuse et laeviter rugoso, apice profunde sulcato utrinque evidenter carinato, carina abbreviata, supra curvato, subtus recto, parce flavo squamoso, scrobe lata, profunda ; capite plus minusve laevi- gato, fronte obsoletissime sulcata, oculis nullis; antennis gra- cilibus, setosîis, scapo basi parum curvato, modice clavato, arti- culis 6 primis aequilongo, funiculi articulo 1° secundo parum longiore sed evidenter crassiore, secundo obconico, reliquis rotundatis, clava rotundata, dense fulvo-aureo-pilosa et hir- suta; thorace quam latitudine parum longiore antice posti ceque constricto, lateribus parum rotundato, maxima latitudo in tertia antica parte, dorso grosse, remote, lateribus den- sius punctato, punctis setis adpressis ferentibus; elytris dorso depressis, basi truncatis, humeris oblique rotundatis, basi quam prothorace parum latioribus, lateribus fere parallelis, apice Lia wtipi$ TICA ME ILLE SIIT di . ù ur — 170 — conjunctim rotundatis, evidentissime punctato-sulcatis, punctis subquadratis, interstitiis subconveris, quam punctis striarum non latioribus, tenuissime vage seriatim ‘punctulatis, unise- riatim setosis, setis longis reclinatis; pedibus gracilibus, femo- ribus muticis, tibiis basi et apice leviter emarginatis, apice mucronatis, setosis, tarsis modice elongatis, unguiculo unico. Long. 2 ‘|, mill. Lat. °|, mill. rostro incluso. Patria: Vallo della Lucania (Salerno). Abbiamo raccolto 3 esemplari di questa specie nei boschi di castagno sotto le foglie secche, un altro esemplare venne raccolto dall'amico nostro Ing. Paolo Bensa sotto una pietra profondamente infossata nella stessa località. Per il carattere dell’uncino unico ai tarsi questa bellis- sima specie non può essere confusa con nessuna delle specie descritte. Anzi meriterebbe forse di essere assegnata almeno a un sottogenere nuovo; d’ altra parte però la sua rasso- miglianza con gli altri Troglorhynchus ci sembra renda inutile creare su di una sola specie una nuova divisione, quando questa specie può, per tutti gli altri caratteri e per lo stesso genere di vita, essere naturalmente compresa nei Troglorhynchus. La nostra specie può avvicinarsi alquanto al Grenzeri; se ne distingue per i seguenti caratteri: è di un terzo più piccola, le antenne sono più corte, il torace più corto è evi- dentemente non meno ristretto in avanti che posteriormente, gli elitri sono molto più corti, troncati alla base, più arro- tondati lateralmente. Dal Doderoî Nobis, si distingue per il torace molto più corto, per gli elitri più corti e meno paralleli, per gli omeri arrotondati, per la pubescenza più lunga, e per la punteggiatura completa degli elitri, non evanescente posteriormente. Dedichiamo questa bella specie al Sig. Prof. Dott. Rat- faello Gestro Vice Direttore del nostro Museo Civico di Storia Naturale, quale piccolo segno della nostra ricono- scenza per tutti gli. aiuti di cui ci fu largo nei nostri studî. 7. Meira variegata, Nobis n. sp. Oblonga, fusca, squamutis cinereis et flavescentibus rotun- datis, setulis brunneis suberectis undique tecta; rostro breve quam capîte parum longiore, apice emarginato laeviter sul- cato; capîte sat lato, inter oculos quam rostro inter insertio- nem antennarum sat latiore, fronte depressa, foveolata; ocu- lis lateralibus, parum prominulis; antennis ferrugineis, non incrassatis, ciliatis; scapo funiculîì sine clava aequilongo, modice curvato, funiculi articulo 1.° secundo crassiore et di- midio longiore, 2.° quam 3. longiore et crassiore, coeteris transverse globosis, clava sat elongata, articulo 1.° basi con- stricto; prothorace latitudine non longiore, basi et apice con- stricto, in medio rotundato, setulis brevibus suberectis vestito, sparsim parum profunde punctato, dense squamulato, squa- mulis in disco obscurioribus; elytris, sub-depressis quam tho- race latioribus, humeris obtuse truncatis, lateribus parallelis, apice rotundatis, striato punctatis, punctis setigeris; interstriis quam striis plus duplo latioribus, seriatim setulosis, setulis antice parum reclinatis postice magiîs erectis; pedibus squa- mulatis, ferrugineis, tibiis apice intus angulatis, unguiculis connatis. SJ. Minus latus, statura saepe minore, thorace longrore, clavae articulo 1.° magis constricto.. Q. Latior statura majore, capite latiore. Long: malli2‘ ato”; lati mill--14|,:01:5]2. Patria: Liguria or. (Sant'Ilario). Ovale molto allungata quasi parallela, ricoperta di squa- mule brune, più o meno macchiata di squamule più chiare, gli elitri spesso quasi marmorizzati di squame brune e gial- lognole, i lati del protorace quasi sempre evidentemente ricoperti di squamule più chiare che sul disco. Il rostro — 172 — più lungo della testa e più lungo che largo; nel J' legger- mente più lungo e più ristretto che nella 9, emarginato all'apice, nel mezzo solcato, la testa fra gli occhi è più larga che il rostro fra l’inserzione delle antenne. Lo serobo nella 9 è più marcato e più profondo che nel Y'; fronte depressa leggermente foveolata. Occhi poco prominenti, capo e rostro muniti di setole suberette, condensate specialmente sul margine superiore degli occhi quasi a forma di ciglia. Corsaletto quasi lungo come largo, nel x leggermente più lungo, ristretto egualmente alla base e all’apice, arro- tondato ai lati avendo la maggior larghezza alla metà del torace, evidentemente punteggiato; punti non molto pro- fondi, alquanto sparsi, ricoperto inoltre di setole brevissime ma evidenti, alquanto inclinate. Elitri alla base larghi quanto il torace, omeri formanti un angolo largamente ottuso, quindi parallele sino ai ?|, della lunghezza, all’apice arrotondati; nel { gli elitri sono poco più larghi del torace, nella 9 evidentemente più lar- ghi; elitri due volte e mezzo più langhi del corsaletto. Le interstrie portano una serie regolare di setole non molto lunghe, molto inclinate sul disco, quantunque sem- pre e assai evidentemente sollevate, sulla declività poste- riore dette setole diventano erette. Le strie sono punteg- giate, ogni punto porta una setola brevissima, punteggiatura non molto forte, interstrie evidentemente più larghe delle strie anche negli esemplari sprovvisti di squame. Piedi ferruginei, squamulosi e ciliati, l’apice delle tibie munito di peli dorati, tibie anteriori leggermente in- curvate. Questa specie rassomiglia alquanto nella forma alla M. latiscrobs, ma se ne distingue per il rostro più breve per il torace più ristretto alla base, fornito di setole più lunghe, evidentemente erette e per la punteggiatura più profonda e visibile. LI La curva degli elitri è quasi la stessa, la colorazione però è molto differente, e le setole nella M. latiscrobs sono completamente abbattute e più claviformi, mentre nella M. variegata sono più lunghe, più erette e più piliformi; inoltre la forma del corpo della M. latiscrobs è più de- pressa. Rassomiglia pure alla Pseudomeira neapolitana Faust, ma se ne distingue per il rostro più corto e più ristretto, per le setole più corte e meno erette, per il torace più corto e egualmente ristretto alle estremità, e per gli elitri de- pressi e paralleli ai lati. Per la colorazione e per la forma del primo articolo della clava si avvicina alla M. Olivieri, se ne distingue facilmente per gli elitri più ristretti e pa- ralleli, per le setole più corte ecc. Di questa specie assai interessante, abbiamo raccolto nu- merosi esemplari a Sant'Ilario sopra Nervi, nei detriti di foglie secche. 8. Phyllobius italicus Nobis n. sp. Phyllobio pyri L., simillimus sed statura saepe majore, capite et thorace pilis erectis fuscis sat longis, elytris pilis nigris suberectis seriatim dispositis, squamulis elongatis sub- piliformibus, distinguitur. Patria: Monti di Rofrano (Prov. di Salerno). Questa specie è esattamente conformata come il PAyllo- bius pyri L., la colorazione però negli esemplari assai nu- merosi che possediamo è sempre più scura, la statura come media un po’ più grande. La specie però è subito ricono- sciuta dalla pubescenza degli elitri e del torace che è sem- pre visibilissima. La squamulatura negli elitri è formata di squamule pi- liformi più allungate che nel Ph. pyri L. Per tutto il resto uguale a questa ultima specie. Numerosi esemplari di questa specie vennero raccolti dal Anno XXXV. 12 Pi 4 è NI — 174 — Cav. Antonio Ravera nel mese di Giugno 1903, sui diversi monti sopra Rofrano verso i 1000 metri d’altezza. 9. Phyllobius lucanus Nobis n. sp. Oblongus, niger, squamulis viridibus rotundatis undique tectus, rostro quam capite longiore et parum strictiore, laevi- ter sulcato; oculis prominulis, fronte parum depressa, în me- dio foveolata; capite non constricto; antennis infuscatis, sat robustis, scapo apice clavato, funiculi articulo 1° quam 2° pa- rum breviore, 2° quam 3° dimidio longiore, coeteris quam latitudine longioribus, apice nodosis, scrobe transversa, pro- funda, superna; prothorace basi quam apice latiore, lateribus fortissime rotundato (J), minus rotundato (9), antice con- stricto et impresso; elytris basi quam thorace parum latio- ribus (J'), aut dimidio latioribus (9), humeris prominulis, lateribus porallelis, supra parum convexis (J') aut subde- pressis (9), postice fere recte truncatis, sutura postice elevata, punctato-striatis, interstitiis latis, planis, singulis pilis longis erectis uniseriatim obsitis; pedibus robustis, femoribus omni- bus fortissime clavatis et dentatis; tibiis robustis, brevibus, anticis intus parum incurvis, posticis rectis, segmentis abdo- minalibus undique albido pilosis nec squamosis. Long. mill. 4 *|-7, lat. mill. 1°%-2 ‘4 Patria: Monte Scuro (1200 m.) Prov. di Salerno. Questa specie si avvicina nella forma ed aspetto gene- rale ai Phyllobius maculicornis ed Heydeni, si distingue però subito da entrambe per la statura maggiore, per il torace più globoso, per le tibie più corte e più robuste, per gli articoli esterni del funicolo ingrossati all’apice, no- dosi; per gli elitri che sulla declività posteriore sono tron- cati perpendicolarmente e marginati, ed infine per la pu- bescenza lunga, completamente eretta, quasi rigida. Pochi esemplari di questa specie nella nostra collezione, raccolti dal Cav. Antonio Ravera a Monte Scuro nel Giu- gno 1903, in Prov. di Salerno. — 175 — 10. Phyllobius Raverae, Nobis n. sp. Oblongo-elongatus, niger, undique reclinatim pélosus, squa- mulis rotundatis viridibus tectus; rostro breve, quam ca- pite breviore et strictiore, scrobe superna sed parum tran- sversa, oculis magnis, rotundatis, prominulis ; fronte parum depressa, capite convero, retrorsum parum constricto ; an- tennis sat gracilibus, scapo basi fortissime incurvo, apice parum clavato, basi rufescente, funiculi articulo 1° 2.° aequi- longo, coeterîs elongutis, omnibus basi rufescentibus, clava elongata, angusta, fusca ; thorace breve, basi quam apice la- tiore, lateribus in medio vix rotundato, antice quam capite non Llatiore ; elytris oblongis, parallelis (ZJ') postice parum ampliatis (9), supra converis basi quam thorace duplo latio- ribus, humeris prominulis, punctato-striatis, interstitiis planis, seriatim subreclinatim pilosis, apice acuminatis ; pedibus gra- cilibus femoribus anticis et medits parum clavatis et minute acute dentatis, dente spiniforme, femoribus posticis fortius clavatis dente magno triangulare munitis ; tibiis anticis re- ctis, posticis S-incurvis ; tarsis longtis. Long. mill. 4, lat. mill. 1‘, Patria: Montetaurino e Montescuro (m. 1000-1200), pro- vincia Salerno. Nell’aspetto generale e per la gracilità delle gambe e delle antenne questa specie richiama abbastanza il Poly- drosus cervinus v. virens. Fra i Phyllobius a noi noti non sapremmo a quale paragonarla. Dal Phyllobius romanus Faust si distingue per lo scapo fortemente ricurvo, per le coscie posteriori dentate più for- temente che le anteriori e per le tibie posteriori doppia- mente ricurve, come si verifica nel PhyZobius longipilis Desbr. A nostro modo di vedere questa specie potrebbs rientrare nel sottogenere Vedecnemidius Daniel, o quanto meno se- gnare un passaggio a detto sottogenere, per la gracilità — 176 — delle antenne, per lo scapo ricurvo alla base, e per il forte dente triangolare delle coscie posteriori, che sono un po’in- grossate. Questa specie venne raccolta dal Cav. Antonio Ravera in diversi esemplari, che fanno parte della nostra colle- zione, a Montetaurino e a Monte Scuro, in Provincia di Salerno, verso la metà di Giugno dell’anno corrente; e con piacere gliela dedichiamo come un piccolo segno della no- stra riconoscenza per le numerosissime catture interessanti che a lui dobbiamo. 11. Chaerodrys Manteroi, Nobis n. sp. Oblongus, piceus, viridisquamosus, omnino pilis brevibus flavis parum erectis vestitus ; antennis rufescentibus, scapo testaceo, funiculo apicem versus infuscato; rostro brevi sub- quadrato, quam capite breviore; capite sat lato, oculis pro- minulis, thorace minuto, latitudine aequilongo, lateribus pone medium rotundato, basi quam apice latiore, elytris basi quam thorace duplo latioribus, humeris prominulis, punctato-striatis, punctis in strits sat profundis; squamulis viridibus rotun- datis sat sparsis, pilîs brevibus parum erectis, mumitis, apice singulatim acuminato productis ; pedibus obscure ferruginets, femoribus muticis, tibits non dilatatis. Long. mill. 3 *|, lat. mill. 1‘|,. Patria: N. S. della Vittoria (Liguria). Questa specie non può essere confusa con alcun’ altra a nostra conoscenza, per la forma anormale degli elitri in cui la sutura all’apice si prolunga in un mucrone evidente non molto lungo, a punte alquanto divergenti. Per la squamulatura verde, la nostra specie deve rasso- migliare al CA. viridis Stierl. del Marocco, ma se ne distin- gue per la forma del torace molto più ristretto e non di- latato, e per la colorazione delle gambe e delle antenne. Nella forma rassomiglia al CA. setifrons, ma nel Manteroi iter io — 177 — le gambe sono più sottili, la testa e il rostro più corti e più ristretti, il torace più dilatato all'indietro e più ristretto in avanti; gli elitri rispetto alla larghezza del torace sono assai più larghi. Dedichiamo questa interessantissima specie all’egregio amico nostro Signor Giacomo Mantero, Assistente nel nostro Museo Civico di Storia Naturale, che la raccolse nel Mag- gio del 1895 a Nostra Signora della Vittoria sopra il Va- lico dei Giovi, in un solo esemplare che ci venne gentil- mente donato. ; 12. Budipnus Raverae, Nobis n. sp. Breviter oblongus, niger, cupreo virescenti subrotundato squamosus; rostro quam capîte non longiore, basi parum constricto ; fronte impressa quam rostro inter insertionem antennarum latiore; oculis rotundatis, prominulis; antennis rufis, clava infuscata, articulis 4-7 latitudine duplo longiori- bus; thorace sat convexo, crebre punctato, lateribus parum rotundato, basi et apice constricto ; elytris basi quam thorace latioribus, humeris prominulis, lateribus parallelis (J'), pa- rum rotundatis (9%), apice parum singulatim acuminatis, striato-punctatiîs, punctis profundis quadratis, în disco cupreo- aureo et virescenti, lateribus, praecipue în (L), cyaneo-viridi subrotundato squamosis ; pedibus rufis, femoribus muticis, ti- biis posticis in (YJ') intus villosis et leviter emarginatis, an- ticis fere rectais. Long. mill. 5, lat. mill. 2. Patria: Rofrano (Prov. di Salerno). Sembra nell’aspetto generale un piccolo esemplare del. l’Eudipnus lateralis, se ne distingue per la statura molto inferiore, per il rostro più breve, per la fronte più larga, per gli occhi prominenti, per i femori inermi e le tibie anteriori quasi rette anche nel maschio. Dall’ Eudipnus brevipes, Karamani, a cui si avvicina PRO LAO I e TA 6 SA 3 2 Ro n 3 e i ita de £ ip, prc i. tall — 178 — molto per la statura ed aspetto, si distingue per la squa- mulatura quasi rotonda (in quelle specie piliforme) per il rostro più corto, la fronte più larga, gli occhi più promi- nenti, gli articoli esterni delle antenne più allungati e per gli elitri posteriormente meno acuminati. Due soli esemplari J' 9 nella nostra collezione, raccolti nel Giugno di quest'anno sui Monti di Rofrano in Provin- cia di Salerno dal Cavalier Antonio Ravera, cui la specie è dedicata. 13. Dichotrachelus Bensae Nobis n. sp. Q. Ovato-elongatus, nigro-piceus, squamulis nigris pallidi sque confertissimis fundum tegentibus vestitus, cristis duabus in disco, lateribus prothoracis, interstitiis alternis elytrorum setis brevibus crassissimis suberectis, nigris et pallidis instru- ctus; rostrum latitudine plus duplo longius, in medio sub- sulcatum, basi transversim impressum; frons plana, lateribus cristato-tuberculata, breviter et sparsim setosa; antennae sub- graciles, scapo brevi, crasso, clavato, setoso, articulis 5 pri- mis funiculi simul sumptis non longiore, funiculi articulo 1.° 2.° crassiore et fere duplo longiore, reliquis rotundatis, submoniliformibus; thorax latitudine parum longior, antice posticeque leviter constrictus, in medio profunde impressus et utrinque cristatus, impressione antice constricta, et utrinque depressione transversale subfoveiforme notatus, margine an- tico longius, crebrius pallide setoso; elytra breviter ovata con- vera antice arcuatim emarginata, basi margine postico pro- thoracis vix latiora, striato-punctata, sutura postice, inter- stittisque alternis latissimis, costiformibus, 5.° antice angulum humeralem parum acutum formante, reliquis planis, angu- stioribus sparsim breviter setosis; pedes crassi, dense brun- neo setosi, tibiis subrectis, tarsorum articulo tertio dilatato bilobo. Long. (sine rostro) mill. 3 ‘|, lat. mill. 1‘. Patria: Monte Sacro (Prov. di Salerno). | — 179 — Appartiene al gruppo del D. fuden:, al quale si avvicina molto per la forma generale. Si distingue dalle varie spe- cie a noi conosciute di questo gruppo per la squamulatura, che è tanto densa da ricoprire interamente il fondo degli elitri, e le squame sono così aderenti ai tegumenti che con un ingrandimento di lente anche discretamente forte riesce difficile lo stabilirne l’esistenza. Invece in tutte le altre specie le squame sono distinte l’una dall'altra e facilmente visibili anche con piccolo ingrandimento. La forma delle squame nella nuova specie è però iden- tica a quella delle altre specie. Dal D. Rudeni la nuova specie si distingue particolar- mente per gli elitri più corti, più ovali, lo scapo più corto, gli articoli del funicolo submoniliformi, le gambe più corte e più grosse, i tarsi più corti, le strie meno visibili, e so- pratutto per la forma diversa del protorace, che nel D. Ben- sae è poco più lungo che largo, fortemente impresso sul disco; l’impressione limitata da due creste evidenti è ri- stretta anteriormente a causa di due impressioni laterali transverse non troppo profonde, ma evidenti. Nel D. Rudeni invece il protorace è evidentemente più lungo che largo, sul disco evidentemente solcato non im- presso, il solco è regolare e senza impressioni laterali. Dal D. variegatus Daniel, che si avvicina alla nostra specie per la forte smarginatura della base degli elitri e per l’angolo omerale, si distingue per la forma degli elitri più corti, per le setole più corte, più larghe e meno abbon- danti, per le strie degli elitri meno visibili, per le gambe più corte e robuste, e per la forma del protorace, che nel variegatus è uguale a quella del Audeni. Dal D. Stierlini sì distingue per gli elitri fortemente smarginati alla base e per l’angolo omerale sporgente. Un solo esemplare 9 di questa specie venne raccolto, nell’in- verno di quest'anno, sul Monte Sacro in Provincia di Sa- lerno dal carissimo amico nostro Ingegner Paolo Bensa. 14. Dichotrachelus sardous Nobis n. sp. Ovatus nigro-piceus, squamulis nigris et flavo-aureîs plus minusve dense variegatus, setisque brevibus, clavatis, nigris et flavis vel pallidis obsitus; rostrum elongatum, latitudine triplo longius, quam capite dimidio angustius, planum ; an- tennae graciles, scapo brevi, clavato, funiculi articulo 1° 2° in (3) fere duplo, in (9) dimidio longiore, 2° obconico, 3° et 4° parum transversis, reliquis rotundatis, submoniliformi- bus, thorax latitudine paulo longior antice posticeque parum constrictus, lateribus parum rotundatus (J'), subparallelus (9), 2 medio deplanatus (Y') aut obsolete sulcatus (L), di- sco utrinque antrorsum haud impresso, în disco breviter, sparsim, lateribus non setosus; elytra breviter ovata, modice convera, basi leviter emarginata, humeris rotundatis, sat pro- funde striata, în strits confuse punctata, interstitàis modice converis, 3° et 5° plus minusve magis elevatis, setis brevibus clavatis nigrîs et flavo-aureîs, vel pallidis, in interstitiis al- ternis densius, în reliquis remotius, obsita; pedes graciles parce setosi, femoribus parum ‘incrassatis, tibiis omnibus plus minusve incurvis, longîis, tarsorum articulo 3° dilatato, bilobo. J. Angustior, elytris pone basim lateribus modice rotun- dato-ampliatis, quam thorace duplo latioribus, postice suba- brupte declivibus, interstitiis 3° et 5° magis elevatis; thorace antice magis, postice minus angustato, lateribus ante medium parum rotundato, pedibus parum crassioribus, tibits anticis valde incurvis. Q. Elytris pone basim lateribus valde rotundato-ampliatis, thorace duplo dimidioque latioribus postice oblique declivibus; thorace antice leviter postice non constricto, lateribus subpa- rallelis, pedibus gracilibus, tibuis anticis parum incurvis. Long. mill. 3, (rostro incluso) lat. mill. 1,1‘. Patria: Monte Gennargentu (Sardegna). A e inn etti dcr — 181 — Per la mancanza di setole ai lati del corsaletto e per la forma di questo, la nostra specie appartiene al gruppo del D. verrucosus Kiesenw., se ne distingue facilmente per le gambe molto più lunghe e sottili, fortemente curvate nel JT; poco (ma visibilmente) curvate nella 9 ; inoltre per il to- race a lati più paralleli anche nel JY", e per gli elitri con- siderevolmente più larghi specialmente nelle femmine, e per le setole degli elitri egualmente lunghe ma più esili e cla- viformi. Dal D. muscorum, alpestris, Graélisi, vulpinus, Krausst, si distingue per il terzo articolo dei tarsi dilatato e bi- lobo. Il sig. Desbrochers des Loges, al quale inviammo la $, tipo della nostra collezione, perchè la confrontasse con il suo D. Koziorowiczi di Corsica, che è a noi sconosciuto in natura, molto gentilmente ci trasmise la seguente diagnosi del suo D. Koziorowiczi 9, fatta in antitesi della nostra nuova specie, che qui sotto riportiamo integralmente ren- dendogliene pubbliche grazie : D. Koziorowiczi 9 Desbr. (Ann. Fr. 1873. CXIX). Oblongus,subellipticus, caput latiusculum subtransversum; rostrum validissimum; antennae, funiculo crassiusculo, arti- culis posterioribus magis transversis, subcontiguis 7° clava fere adnexo. — Prothorax subquadratus elytrorum basi paulo latior, medio late sulcatus, sulco cinereo squamoso, antice constrictus, infra marginem utrinque impressus. Elytra vix convexa, sat elongata, humeris subelevatis, a latere vix ar- cuata interstitiis alternis distincte elevato subcostatis, setis brevissimis crassissimis. Pedes sat validi femoribus anticis valde clavatis, setis crassioribus incurvis munitis, tibiis la- tiusculis, posticis fere rectis. Per il D. sardous Nobis 9 dice invece: ovato, più breve, capo più ristretto, subconico, rostro più ristretto, funicolo delle antenne gracile, articoli più sottili, i tre ultimi net- tamente separati. der A i nata rate da dee lira edite sti Erase — 182 — Protorace più ristretto non transverso, i lati subparal- leli; a? lati non impresso, solco più stretto. Elitri ai lati più arrotondati, omeri arrotondati, interstizii quasi egualmente convessi, non costiformi; setole meno crasse. Piedi più allungati, femori poco clavati, tibie più sottili, le posteriori all’apice distintamente incurvate. Quattro esemplari, un maschio e tre femmine, di questa bella specie vennero raccolti dal ben noto entomologo si- gnor Agostino Dodero sul Monte Gennargentu in Sardegna, nel giugno del 1902. INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL VOLUME DELL’ ANNO TRENTACINQUESIMO Mario Bezzi. — Di una specie inedita di Ditteri italiani appartenente ad un genere nuovo per la Fauna europea. Pag. 3 A. L. MontANDON. — Trois nouvelles espèces du genre Ra- natra L. A BRERSOenE aux collections du Musée pASINDE de Génes . . . SERIO Giacomo MANTERO. — Coltoibuto ST conoscenza fe ime- notteri di Sumatra e delle isole DIA, DAG Mentawei, Fmnsano., » 26 M. REGIMBART. — io des Tiyliscidho & Gyrinidae regole lis par le D" PHILIPPE SILVESTRI dans l’ Ameri lane mé- ridionale de 1898 à 1900... . . » 46 PaoLo LuIGIONI. — Una varietà nuova del Galata June cus: Der iene SIE ; PSR 7 13) PIETRO STEFANELLI. — Nus osservazioni sua Riioduceto (Gonepterya) Cleopatra L. var. Italica Gerh . . ...» 578 Verbale dell’Adunanza del 28 Giugno 1903. . . . ... » 83 Bilancio consuntivo dell’anno 1902. . . . » 85 Elenco dei Soci della Società ee Ticino: sell; an- MOIO SERASIE Elenco degli Associati al Bollettino della Società è Entomologica Italiana . . . ee pd IL A. SENNA. — Pi Edie un nuovo genere di Anfipodo iperide del Mare Caraibico (con fig.) . . . . ar .99 H. W. BROLEMANN. — Materiali per lo studio della Haga eritrea raccolti nel 1901-03 dal Dott. A. ANDREINI. — I. Myriapodes (con tav.) . . a R. Gestro. — Materiali per lo 3a 50, ia I e 5) AnGELO e FERDINANDO SoLARI. — Descrizioni di alcune nuove specie di Curculionidi appartenenti alla Fauna PELIOME RIGA NOE EE ARR 0 TOO BULLETTINO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO TRENTASEESIMO (XXXVI) FIRENZE TIPOGRAFIA DI M. RICCI Via S. Gallo, N. 31. 1904 Di ds 3 a = ea SI Cpt mi ì p sa SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA Adunanza del 1.° Maggio 1904. Presidente : Prof. Comm. ENRICO H. GIGLIOLI. Il presidente, dopo aver annunciato che nell’odierna adunanza si svolgeranno solo argomenti scientifici, concede la parola al socio prof. Berlese, Direttore della R. Stazione d’Entomologia Agraria, il quale intrattiene i soci su alcune interessanti modificazioni mor- fologiche degli Acari Mirmecofili e sulla loro biologia, illustrando il suo dire con schizzi e disegni, che unitamente al sunto della comunicazione verranno inseriti nel Bullettino. Il march. Bargagli nell’esporre il resultato di ricerche da lui fatte nelle raccolte dei semi provenienti dalla Colonia Eritrea, che figu- ravano alla Esposizione orto-avicola di Firenze nel 1903, indica come da quelli della Cassia occidentalis L.? si sviluppasse in quantità il Caryoborus pallidus OI. Questo insetto, a differenza dei suoi congeneri che si trasfor- mano entro i semi, costruisce un follicolo, nel quale si rinchiude la larva per subirvi le metamorfosi; e dalle pareti semitraspa- renti e biancastre di esso possono benissimo scorgersi il succe- dersi delle fasi di vita di quell’insetto, nonchè i minutissimi Acari che si muovono sulle larve e sulle ninfe. La biologia del Caryoborus pallidus Ol. non sembra essere stata fin qui conosciuta. Prende quindi la parola il socio Del Guercio: Intorno ad una nuova specie di Sipha. L'A. dà notizia delle note specie del gen. Sipha Pass., indica le differenze organiche che si trovano fra la Sipha glyceriae Aia xa Kalt. e la S. maydis Pass., ne dà le figure relative, confronta con esse quelle presentate per due altre specie e le descrive. Di queste due ultime specie una si trova riportata col nome di Sipha Schoutedeni Del Guercio, negli Annali della Società en- tomologica del Belgio (Bruxelles 29 Marzo 1900, t. XXXIV. fasc. III. pag. 134); e l’altra, avuta anch’ essa per cortese comu- nicazione del Sig. Schouteden, la indica alla scienza col nome di Sipha Berlesei sp. n., in omaggio al chiarissimo prof. Berlese, al quale sono affidate ora le sorti della R.* Stazione di Entomologia Agraria di Firenze. La Sipha Berlesei si avvicina alla S. Schoutedeni, dalla quale si distingue perfettamente dapppoichè ha la superficie del corpo liscia, non uniformemente ispida per le piccole punte che si tro- vano sul corpo dell’altra; i tubercoli setolosi ravvicinati sui lati dell'addome; le antenne più corte col terzo articolo fornito di quattro setole nel lato anteriore (non due), il quarto articolo distintamente più corto del quinto, ed il quinto articolo più corto della sua appendice. Altri caratteri importanti per la distinzione delle due specie si trovano pure nel rostro, il quale nella S. Schoutedeni ha il succhiello così corto che con l’apice arriva soltanto alla base del secondo paio di zampe, ed ha il terzo articolo conico raccorciato, eguale alla lunghezza del secondo; mentre nella S. Berlesei l'apice del succhiello arriva alla base del terzo paio di zampe, il terzo articolo è stiliforme, fortemente as- sottigliato dalla base all’apice, e più due volte la lunghezza del secondo, che è appena più lungo che largo. L’A. darà in una nota a parte notizie più estese delle varie specie del gen. Sipha Pass. fin’ ora conosciute e descritte. Il vicepresidente prof. Pietro Stefanelli, mentre con parole di lode rammenta alcune recenti pubblicazioni fatte a più larga illu- strazione della fauna lepidotterologica della Toscana dall’egregio consocio signor Ruggero Verity, crede di non dovere omettere di rilevare una inesattezza in cui egli incorse (certamente per sem- plice svista) nella seconda di dette pubblicazioni a proposito della Lycaena icarus ab. celina Aust, la quale, anzichè esser nuova per l’Italia, ed anzi per l'Europa occidentale (come suppose il giovane autore), era già nota fra noi, perchè trovata fin dal 1846 in Sicilia e poi verso il 1900 in Toscana. Dopo tale rettificazione, PARE lo stesso vicepresidente presenta, descrive e raffronta con altre forme di parecchie specie del medesimo genere due nuove aber- razioni da lui raccolte nelle adiacenze di Firenze: cioè la Lycaena Escheri ab. Rostagni Stef. e la Lycaena corydon ab. striata Stef., di cui sono indicati i principali caratteri distintivi nelle seguenti frasi: ab. Rostagni (subtus absque ocellis); ab. striata (alis anticis subtus non ocellatis, sed nigro striatis). Espone in fine alcune sue idee intorno a certe regole che do- vrebbero esser meglio osservate nella nomenclatura dei lepidot- teri, e specialmente in quella parte di essa che attiene alle varietà costanti o accidentali. Il signor Ruggero Verity ringrazia il prof. Stefanelli delle cor- tesi parole dette a suo riguardo e soggiunge che, in quanto all’os- servazione fatta da lui a proposito della Lycaena icarus ab. celina, egli si era attenuto alle indicazioni date dal dott. Staudinger nel suo Catalogo, e che non aveva creduto dovere attribuire a tale forma gli individui ricordati dal cav. Stefanelli nel suo Elenco dei Ropaloceri Toscani, perchè egli non faceva cenno degli altri caratteri della ab. celina. Legge quindi un compendio dell’Elenco di Lepidotteri da lui raccolti nell'Appennino Toscano medio e destinato a fare parte del Bull. della Società, e termina sog- giungendo che gli pare degna di nota la seguente osservazione : Verso il principio di settembre al Forte dei Marmi (sulla costa del Lucchese) osservai un rapido aumento in numero della far- falla del cavolo (Pieris brassicae). In principio credetti che fosse dovuto a un subitaneo vilina di crisalidi, ma dopo pochi giorni mi colpì il fatto che sul largo spazio privo d'alberi che si estende lungo il mare tutte le P. bras- sicae volavano nella stessa direzione, e con un fare frettoloso, senza sostar quasi mai o sviarsi dal loro cammino retto verso il mezzogiorno Il loro numero andò sempre aumentando fin verso la metà di settembre, quando nello spazio suddetto lungo mare passava una media di ottanta esemplari al minuto, dalle nove antimeridiane circa fino quasi al tramonto: ciò dà all’ ingrosso una media di 38.000 esemplari al giorno. Più in dentro, verso la terra ferma, però notai che il numero degli esemplari che passa- SAB ra vano era molto inferiore. Quando lasciai il Forte dei Marmi, il 30 settembre, il passaggio delle Pieris era sempre nelle stesse proporzioni che verso il 15, e ignoro quanto esso sia durato. A Firenze però notai che fino ai primi freddi il numero delle P. brassicae è stato molto maggiore durante lo scorso autunno di quello che sia in generale. Questa mia osservazione è stata confermata dai coltivatori che si lagnavano di non potare assolutamente portare a buon fine i cavoli a causa delle migliaia di bruci che, appena cominciavano a crescere, li distruggevan tutti. Durante l'inverno in fine osservai che tutti i muri situati vicino ai campi di erucifere erano rico- perti di crisalidi della Cavolaia maggiore e che questa primavera essa è assai più abbondante del solito. Tutti questi fatti mi inducono a supporre che il tempo pessimo dell’anno scorso, per il quale nell'Europa settentrionale durante tutta l’estate fu appena visto il sole, abbia indotto le Pieris brassicae a cercare il clima più mite del mezzogiorno, e che in conseguenza ne sia avvenuta una vera e propria migrazione, per quanto le farfalle non si siano riunite, come sogliono fare, in sciami, ma abbiano viaggiato più o meno alla spicciolata. Certa- mente pare che fossero spinte da una forza irresistibile verso il sud, perchè anche nei giorni piovosi e in quelli di libecciate si vedevano proseguire il loro cammino sfidando acqua e vento, con- trariamente a quello che sogliono fare in condizioni normali queste fragili figlie del calore della luce. Il Presidente ringrazia i soci delle loro comunicazioni scienti- fiche, e, dopo aver indetta l’adunanza generale pel giorno 5 del prossimo giugno, toglie la seduta. Il Segretario Visto il Presidente A. SENNA. ENRICO H. GIGLIOLI. Adunanza generale del 5 Giugno 1904. Presidenza del Prof. Cav. PietRo STEFANELLI Vicepresidente. Il vicepresidente prof. Stefanelli, in assenza del presidente prof. comm. Giglioli, dichiara aperta l'adunanza e dà la parola al sindaco sig. Moroni, che espone le condizioni del bilancio con- suntivo del 1903 trasmessogli dal tesoriere conte Passerini, ne constata la regolarità, l’ esistenza d’ un avanzo attivo e propone ai soci l'approvazione del bilancio stesso. Il bilancio è il se- guente. ATTIVO Attivo in cassa al primo gennaio 1903. . . . . . . L. 33.56 Incasso fatto da soci nazionali per tasse arretrate . . . » 120,00 Idem fatto da musei e librai ecc. per tasse arretrate . . >» 25,00 Idem fatto da soci esteri per tassa dell’anno 1903... » 70,85 Idem fatto da musei e librai esteri per tassa dell’anno 1903. » 105.00 Idem fatto da musei, università e librai nazionali per tassa dell’anno 1903 . 4 157,50 Idem fatto da soci nazionali per De EEE 1908. . » 695,00 A ToraLe ATTIVO L. 1204,91 PASSIVO I. Tassa del Bullettino per il 1903 (Allegato A.) . . . L. 5,09 II. Stampa del Bullettino, copie a parte ecc. (AZlegato B.). » 560,00 III. Incisioni disegni ecc. (AMlegato C.) . . . . . . . » 121,80 IV. Spese di posta, spedizione di fascicoli ecc. . . . » 151,27 V. Compenso al sig. Mancini per spedizione di on corrispondenza ecc. (Allegato E.) . . . . » 50,00 VI. Compenso per riscossione di tasse dei soci ariani inpFarenzo (Allegata Br EMA 8,00 ToTALE PASSIVO L. 896,16 URREVOL I IT E O ca Dv - E E4204,91 PASSIVO AO SR Et 17) 09016 Avanzo attivo . . . iL. 308.57 Il Tesoriere N. PASSERINI. ata _ de A CAI ARTO sg AN een e 4 “ 2 ar A (gear Ro 000 0 + e A e Si n =. b” CE fa/a SA TE RO Il Bilancio viene approvato e si stabi.isce, dietro proposta del presidente, del tesoriere e del sindaco di mettere, come d’abitu- dine, a frutto la rimanenza attiva. Si procede quindi alle elezioni delle cariche sociali, e fatto il computo dei voti inviati risultano eletti a : Vice- Presidenti DorIA march. comm. Giacomo — Pavesi prof. comm. PIETRO. Consiglieri CAVANNA prof. cav. GueLFo — MAGRETTI dott. PaoLo — Mon- TICELLI prof. FR. SAVERIO. Sindaci pei conti dell’anno 1904 BELFORTI dott. prof. UBALDO — MoRrOoNI PERICLE. Il sindaco Moroni, chiesta la parola, dichiara, dopo aver rin- graziato i soci della fiducia dimostratagli riconfermandolo in carica, di non poterla accettare per le sue molteplici occupazioni. Il pre- sidente spera che il socio Moroni possa recedere dal suo divisa- mento e, in caso contrario, stabilisce che per l’anno corrente fun- gerà come sindaco revisore dei conti il socio prof. Belforti pure riconfermato in carica. COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE. Il presidente concede la parola al consigliere march. Bargagli, per svolgere un suo argomento. Il socio Bargagli comunica come egli abbia fatto ricerche per trovare le larve delle Sitona alle radici del Lupinus albus L. E siccome nelle vicinanze di quella pianta coltivata ne cresceva una spontanea congenere, il L. angustifolius L., volle verificare se le radici di questa ospitavano pure larve di Sitona. Infatti verso i primi di maggio numerose larve ed alcune ninfe di quegli insetti furono dallo stesso Bargagli raccolte alle radici del lupino selvatico; « d inoltre potè constatare come quelle Sitona svolgano le loro prime fasi entro i tubercoli radicali che, come è noto per altre piante, sono prodotti da Batterî. Tale osservazione coincide cen una analoga del dott. Del Guercio, che l’anno scorso (PIT a) 7 per Po para c A Lg: Sd notava come le larve di Sitona distruggessero i tubercoli radicali del L. albus L., ai quali tubercoli, comuni a varie leguminose, si attribuiscono proprietà eminentemente fertilizzanti. È dunque provato dall’ osservazione che le larve di Sitona vi- vono a spese della fecola contenuta nei tubercoli radicali del L. te- nuifolius I. e del L. albus L.; e che ogni larva può passare da una all’altra di quelle escrescenze, dopo averle esaurite per proprio alimento. Le ninfe erano presso le radici nella terra; e, come varie altre ninfe di Coleotteri, hanno facoltà di movere brusca- mente gli anelli dell'addome, se disturbate. Da un individuo adulto trovato sulla stessa pianta può rite- ‘nersi che quelle larve e ninfe appartenessero alla S. grisea F. Le prime fasi di vita dei Sifona, benchè abbiano formato sog- getto di osservazioni da parte di varî entomologi come Brixke, Ormerod, Bedel, Hart, Curtis, Kaltenbach, Pirazzoli, Costa, Pic- cioli, ecc. pure possono dirsi ben poco conosciute. È noto per altro che la maggior parte delle loro specie vivono a spese di Leguminose. Le piante sulle quali sono state osservate le Sitona sono le seguenti : S. GRESSORIA F. Lupinus albus L. S. @RISEA F. Lupinus albus L., L. tenuifolius L. Genistee. S. cacHETA Gyll. Astragalus tragacantha L., A. sirinicus Ten. S. FLAVESCENS March. Vicia faba L. Pisum arvense L. Trifolium pratense L., Galega officinalis L., Lotus uliginosus Schk. S. SUTURALIS Steph. Lathyrus pratensis L. S. suLcirRONns Thumb. Medicago sativa L. Trifolium pratense L. Atriplex hastata L. var. triangularis W. S. TIBIALIS Hbst. Pisum sativum L. Sarothamnus scoparius L. K., Ulex europaeus L. S. LINEELLA Gyll. Medicago sativa L. S. WATERHOUSFI Walt. Lotus corniculatus L. S. CRINITA Ul. Vicia faba L., Pisum sativum L. S. AMBULANS Gyll. Vicia faba L. S. REGENSTEINENSIS Hbst. Sarothamnus scoparius L., K., Ulex europaeus L., Cytisus laburnum L. S. CAMBRICA Steph. Lotus uliginosus Schk. L. corniculatus L. SIOE . GEMELLATA Gyll. Genistee. S. PUNCTICOLLIS. Steph. Trifolium pratense L. S. LINEATA L. Medicago sativa L., Trifolium pratense L., Vicia (7) faba L., V. sepium L., Pisum sativum L., Pinus sylvestris L., Ilex aquifolium L. S. cHLOROLOMA Fahrs. Prunus. S. HispipuLA Fab. Galega officinalis L., Trifolium pratense L., Pisum sativum L. S. HUMERALIS Steph. Medicago sativa L., Atriplex patula L. S. CYLINDRICOLLIS Fab. Melilothus officinalis Desr., M. altissimus. S. oNoNIDIS Sharp. Ononis repens. I Sitona adulti svernano sotto le pietre, nei muschi, al piede e sotto la corteccia degli alberi; talvolta in estate sfuggono al ca- lore dei raggi solari sotto le piante di denso fogliame o sotto quelle prostrate. In generale sono di abitudini notturne. L’abbondanza e la grossezza dei tubercoli radicali del L. tenui- folius L. raccomanderebbero l’uso anche di questa pianta come fertilizzante e da sovescio. Il Bargagli ha fatto ricerche ancora nelle radici di un’altra pianta usata per sovescio nel Val d'Arno superiore, cioè nella Galega officinalis L. Egli riscontrò quelle radici prive di tuber- coli; ma presso ad esse vivevano alcune piccole larve che, pote- vano riferirsi assai verosimilmente alle larve di piccole specie del genere Sitona. Il vicepresidente prof. Mingazzini osserva come, essendo il L. angustifolius L. danneggiato dalla Sitona in maggior proporzione del L. albus L., non sarebbe consigliabile l’uso della prima pianta per sovescio. Bargagli risponde che con la breve notizia ha inteso solamente di aggiunger dati alla biologia della $. grisea F. In quanto al- l’uso del L. angustifolius L. per sovescio, nulla può dirsi se non dopo averne fatto esperimento. Il presidente raccomanda che si faccia una analisi comparativa tra gli elementi contenuti nei tubercoli radicali delle due specie di Lupinus. Il vicepresidente prof. Pietro Stefanelli, facendo seguito alle comunicazioni già presentate nelle due antecedenti adunanze ad e ee incremento degli studî sulla fauna lepidotterologica della Toscana, mostra e descrive una forma secondaria non per anche illustrata, della Lycaena Escheri Hb.; forma che sulla fine di maggio e nel giugno appare assai copiosa in alcune parti dei dintorni di Fi- renze. Nel disopra delle ali del maschio essa notevolmente diffe- risce tanto dal tipo, quanto dalla var. dalmatica Spr., dei quali il riferente presenta pure varî esemplari. Egli propone di deno- minarla Lycaena Escheri var. splendens Stef., ed aggiunge in fine che i principali caratteri distintivi della medesima sono indicati nella seguente diagnosi: « 7 supra colore caeruleo magis vivido, puro et lucido quam J' varietatis dalmaticae Spr. Linea nigra limbalis tenuis ». Il sig. Ruggero Verity comincia col segnalare l’interessante cat- tura di una Notodontidae, nuova per la fauna italiana, dell’Ockro- stigma melagona Bkh. Egli dice d’averne raccolto un bel galla fine dello scorso maggio nel bosco delle Cascine presso Firenze, mentre svolazzava attorno ad un fanale a acetilene. Prosegue quindi dicendo d’aver trovato nelle vicinanze del Campo di Marte una colonia di larve della Vanessa io, facendo osservare come questa specie è tanto rara nei dintorni di Firenze da esservi stata rin- venuta prima due sole volte: una volta dal prof. Stefanelli allo stato larvale e una volta dallo stesso sig. Verity allo stato per- fetto; soggiunge di avere raccolto il giorno prima dell’adunanza della Società nel giardino della propria abitazione, dentro la cinta di Firenze, una trentina di larve di Vanessa antiopa, mentre scese da un salcio piangente, esse si accingevano ad incrisalidire sui muri vicini. Dopo ciò il sig. Verity descrive le seguenti forme nuove: Lycaena coridon Poda ab. Stefanelliù e Lycaena bellargus Rott. ab. bellargoides, che sono forme corrispondenti delle due ben note Lycaena, e per le quali in conseguenza vale la stessa descrizione: « Alae anteriores, subtus, punctis basalibus nullis »; egli dice di conoscere già da due o tre anni esemplari di tali forme raccolte nell'Appennino Pistoiese, ma che fino ad ora non gli erano parse degne di nomi speciali, avendole ritenute del tutto accidentali; la cattura di varî individui femminili, nei dintorni di Firenze durante questa primavera e di un (f nelle Alpi Lombarde, come pure la considerazione del fatto che la forma corrispondente della Lyc. icarus non solo ha ricevuto un a alia RES I pi eis Direi i i ni î x Ape i MN PA Mero LES EE nome fino dal cadere del 1700, ma è universalmente riconosciuta e ricercata, lo ha deciso a distinguere anche queste. Aggiunge che è molto lieto di potere dedicare una di queste aberrazioni al prof. Stefanelli in segno di gratitudine per essere stato da lui avviato in studi che gli hanno fruttato tanto piacere. Dice in fine che la forma striata della Lycaena Coridon Poda, descritta nella precedente adunanza, non è nuova, avendo egli trovato che essa fu innanzi segnalata col medesimo nome dall’autore inglese Tutt. Riguardo a quest’ ultima notizia il prof. Stefanelli prega il si- gnor Verity di voler fare qualche diligente ricerca per bene as- sicurarsi se l’aber. indicata dall'inglese Tutt sia veramente cor- rispondente a quella che venne presentata nella nostra antecedente adunanza. Il prof. Passerini mostra ai convenuti alcuni es. di Amphimal- lus ochraceus e parla sullo straordinario sviluppo di tale spe- cie nei boschi di Scandicci presso Firenze. Il presidente ringrazia i soci Bargagli, Stefanelli, Mingazzini, Verity e Passerini delle loro interessanti comunicazioni e scioglie l’Adunanza. Il Segretario Visto per il Presidente A. SENNA. PIETRO STEFANELLI e I ADOLFO DUCKE REVISIONE DEI CRISIDIDI DELLO STATO BRASILIANO DEL PARÀ Tra le famiglie d’imenotteri della fauna del bacino delle Amazzoni, del cui studio finora mi sono occupato, fu la presente a fornirmi relativamente maggior numero di spe- cie ancora inedite, essendo il numero di queste ultime nientemeno di 20 fra 41 specie osservate. 18 di dette spe- cie ho descritte in diversi articoli nella « Zeitschrift fur systematische Hymenopterologie und Dipterologie >», 2 fu- rono pubblicate dal sig. A. Mocsàry nei « Természetraizi fiizetek », e trovandosi queste descrizioni così disperse, sembrami bene di riunirle in forma breve e concisa allo scopo di facilitare la determinazione di quest’insetti, e ciò tanto più, quanto è probabile, che il materiale da me rac- colto rappresenti veramente già la maggior parte delle specie qui esistenti. Mentre osserviamo nei Crisididi dell’antico continente le colorazioni metalliche le più splendide e variate, la re- gione neotropica non ci offre che delle specie monotona- mente invariabili nel colore verde od azzurro, le quali se- condo la colorazione si dividono soltanto in due gruppi : uno che comprende le specie interamente verdi (azzurre), mentre l’altro è formato da quelle, che hanno la base del mar- gine laterale del terzo segmento addominale. biancastro- trasparente o vitreo. Il primo di questi due gruppi è co- i o RI RE Se tento tini a) , . a 9 PESI VAPCOTE, pr ay a ma i NGI, ep a smopolito, predominando però nelle Americhe molto più che non nell’antico continente; le regioni neartica e neo- tropica possederanno più o meno uguale numero di specie ciascuna, osservandosi però in quest’ultima maggior ric- chezza nelle sue parti austriali e boreali (p. e. sud del Bra- sile e Messico) che in quella equatoriale. Il secondo gruppo si limita esclusivamente alla regione neotropica, per la quale è caratteristico. E siccome secondo le ricerche di Brèthes nel- l'Argentina fra 25 specie di Crisididi 4 sole appartengono al secondo gruppo, nel Messico e nel sud del Brasile, fra un importante numero di specie osservate, 2 rispettivamente e 6, nello stato del Parà invece fra 36 Crisididi genuini (1), ben 19, possiamo certamente affermare, che il centro della distribuzione geografica delle specie del secondo gruppo sia la regione equatoriale delle Amazzoni. Nel clima umido della nostra città e di tutte le regioni dell'Amazzonia coperte di selve umide (« Regenwald ») 1 Crisididi si trovano durante l’anno intero un po’più fre- quenti forse, come succede di quasi tutti gl’insetti diurni e principalmente degli Apidi e Sfegidi, nei primi mesi della stagione asciutta (Giugno a Settembre); solo i generi Cleptes e Pseudepyris ne fanno un’eccezione rimarchevole, ‘comparendo principalmente durante i mesi piovosi di Feb- braio a Maggio, stagione questa preferita dai Tentredinidi, «dei quali essi probabilmente sono i parassiti. Nel clima più asciutto dei « campos » o savane del basso Amazzoni, di Marajò, del litorale guianese ecc. i Crisididi diminuiscono durante l’estate sensibilmente di numero, senza però spa- rire del tutto. In certi altri climi tropicali invece, ove la stagione secca si pronuncia con maggiore intensità, i Cri- .sididi durante questa sembrano sparire completamente; così in un'escursione allo stato del Maranhao nei mesi di Set- (1) Eccettuati i generi Amisega, Pseudepyris e Cleptes, non appartenenti ai Cri :sididi genuini. Mini iu : tembre ed Ottobre, non ve ne incontrai nemmeno un esem- plare. Le località preferite variano secondo le specie e saranno indicate in occasione della descrizione od enumerazione di queste. Così per esempio le specie Chrysis ellampoides, leu- cochilotides, paraensis, bisulcata trovansi unicamente nelle grandi foreste, volando e posando sulle foglie degli arbu- sti in luoghi, ove soltanto a mezzodì i raggi verticali del sole possono un po’ penetrare. Le Chrysis lateralis, gen- bergii, leucocheila, aliena, punctatissima ed altre ancora, come tutti gli Ellampus e Holopyga amano invece i luoghi soleg- giati e secchi. Le Amisega bisogna cercarle nelle foreste sopra il suolo coperto di foglie secche. Le pareti d’argilla delle case nei villaggi forniscono al raccoglitore quasi sem- pre la Chrysis genbergii, molte volte anche Ch. fabricii ed aliena. La Ch. punctatissima trovasi di preferenza sui tetti delle capanne coperte di palme. La Chrysogona alfkenii è abitante di legno secco, principalmente dei ramoscelli che coprono il suolo nelle foreste. Sui cauli e rami essiccati di liane ed arbusti non di rado s’ incontrano le specie più rare. Quanto ail fiori visitati dai nostri Crisididi bisogna os- servare, che quest’insetti vi si trovano molto più di rado che non succede delle specie europee; veramente soltanto del Croton chamaedryfolius Griseb. i fiori sono abitualmente frequentati da parecchie specie di Crisididi (Cleptes mutil- loides, Ellampus huberi ed uequinoctialis, Chrysogona saussurei, Chrysis distinetissima). La Rubiacea Hemidiodia ocimifolia K. Sch. è pure visitata frequentemente da parecchie spe- cie, le quali però mi sembrano piuttosto aggirarsi sulle foglie anzichè penetrare nei fiori; su questa pianta ho rac- colto tre esemplari di Ellampus paraensis e numerosi di Holopyra dohrni, Chrysis distinctissima, genbergii, lateralis ed obidensis. Sui fiori di Paullinia pinnata L. ho raccolto la Chrysis duckei. ar DOLO UU CRE ZIE NINA E E SIATE Co Lia pi ae (ala ELENCO DELLE SPECIE RACCOLTE NELLO STATO DEL PARÀ COLL’ INDICAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA FINORA CONOSCIUTA . Amisega mocsaryi Ducke — Stato del Parà (Belem, Jambù-assù ed Itaituba). — aeneiceps Ducke — Stato del Parà (Itaituba, Ar- rayollos, Almeirim, Obidos, Orixi- minà). . Pseudepyris paradoxa Ducke — Stato del Parà (Belem ed Italituba). — flavipes Ducke — Stato del Parà (Belem ed Itai- tuba). . Cleptes mutilloides Ducke — Stato del Parà (Belem). . Ellampus aequinoctialis Ducke — Stato del Parà (Belem). — ‘huberi Ducke — Stato del Parà (Belem). — paraensis Ducke — Stato del Parà (Belem). . Holopyga dohrni Dahlb. — America settentrionale, S.to Domingo, Stato del Parà (Belem, Alemquer, Obidos, Faro). — pallidolimbata Ducke — Stato del Parà (Itaituba ed Alemquer). . Hedychrum neotropicum Mocs. — Messico - Nuovo Fri- burgo. . Chrysogona alfkenii Ducke — Stato del Parà (Belem, Iambuassù, Itaituba, Obidos). — silvestrii n. sp. — Stato del Parà (Arrayollos). — saussurei Mocs. — Messico - Rio grande do sul. 5. Chrysis truncatella Dahlb. — Stato del Parà (Obidos) - Santa Caterina. - io «e 16. Chrysis aliena Mocs. — Stato del Parà - Rio grande Ly. 13... 9: 20. 21. 22. 23. do sul. mucronata Brullè — Messico - Santa Caterina. triangulifera Mocs. — Stato del Parà (Belem, Obi- dos), Pianhy. duckei Mocs. — Stato del Parà (Belem ed Obidos). punctatissima Spin. — Messico - Montevideo - Men- doza. distinctissima Dahlb. — Caienna - Repubblica del- l’Equatore - S. Paulo - Buenos Aires - Mendoza. spec. ? — ? diana Mocs. — Stato del Parà (Macapà, Belem, Obidos), Pianhy. propinqua Mocs. — Messico - Rio grande do sul. ellampoides Ducke — Stato del Parà (Belem, ed Obidos). leucochiloides Ducke — Stato del Parà (Belem, Itaituba, Arrayollos). leucocheila Mocs. — Messico - Rio grande do sul. spinigera Spin. — Messico - Rio grande do sul. postica Brullé — Venezuela - Rio grande do sul. paraensis Ducke — Stato del Parà (Belem). inseriata Mocs. — Stato del Parà (Belem). glabriceps Ducke — Stato del Parà (Belem, Obi- dos e Faro). fabricii Mocs. — Georgia - Tenessee - Rio grande do sul - Mendoza). smiatii Dahlb. — Stato del Parà (Calsoene, Almei- rim, Alemquer ed Obidos), Rio de Janeiro. bisulcata Ducke — Stato del Parà (Belem). frieseana Ducke -- Stato del Parà (Belem, Jam- buassù, Itaituba, Macapà ed Obidos). affinissima Ducke — Stato del Parà (Belem). Anno XXXVI. 2 88. Chrysis genbergii Dahblb. — Amazzonia - Rio grande do sul. 89. —. lateralis Brullé — Colombia - Buenos Aires. 40. — obidensis Ducke — Stato del Parà (Alemquer ed Obidos). 41. —. Klugii Dahlb. — Venezuela - Caienna - Mendoza - Misiones - Santa Caterina. CONSPECTUS SUBFAMILIARUM ET GENERUM. 1. Abdomen supra subtusque convexum. Corpus elongatum, nun- quam totum unicolor laete metallicum, sed plerumque (in spe- ciebus neotropicis omnibus) abdomine haud vel parum metal- lico-micante. Unguiculi tarsorum medio unidenticulati (1). 2. — Abdomen supra convexum, subtus plus minusve concavum et medio longitudinaliter carinatum. Corpus totum laete metal- lice coloratum (in speciebus neotropicis viride aut cyaneum),; abdomen 9 J segmentis tribus conspicuis . . . ... . Chrysididae genuinae, 4. 2. Segmentum medianum inerme. Pronotum longitudine latius, an- tice parum angustatum, solum margine antico anguste arcua- tim impressum. Abdomen 9 quatuor, J' quinque segmentis conspicuis, segmento anali inermi... 0.0. +... .- «+ + + + «+ Subfamilia Amiseginae, Gen. Amisega. — Segmentum medianum utrinque distincte dentatum. . . 3. 3. Pronotum parte dorsali magna horizontali antice vix angustata fere rectangula, longitudine multum latiore, utrinque et an- tice acute elevato-marginata, et sub hoc margine parte mul- tum humiliore valde angusta, antice interdum occipite fere obtecta. Oculi breves, valde pilosi. Genae longissimae. Man- (1) Animadversio : Unguiculi, qui praeter apicem semper acutum dentiformem dentem verum in margine interno habent, ad auctoribus et a me ipso magna cum confusione nunc unidentati, nunc bidentati appellabantur. Ego in hoc opu- sculo solum dentes in margine interno sitos numerans unguiculos p. e. Hedy- chrorum unidentatos appello. ESTE dibulae J' dilatatae. Antennarum flagellum distincte pilosum. è Subfamilia Pseudepyrinae, Gen. Pseudepyris. _ CR sulco arcuato-transverso in duas quasi partes divi- sum, quarum antica sat magna colliformis angustata et ro- tundata est; oculi nudi; mandibulae simplices: subfamilia Cleptinae. — Abdomen segmentis conspicuis 9? 4 subaequa- libus, 7 5, quinto parvo, mutico . . . . . Gen. Cleptes. 4. Unguiculi tarsorum dentati, bifidi vel pectinati, nunquam iner- mes. Alarum anticarum vena transverso-medialis nunquam oblique secta, sed arcuato-vel angulato-inflexa. Segmentum abdominis tertium vel integrum, vel apice medio excisum aut sinuatum, vel utrinque lateribus angulatum, nunquam plu- ridentatum, serie puncetorum anteapicali nulla. Statura corpo- ris plerumque rotundata, nunquam distinete elongata. . 5. — Unguiculi tarsorum inermes, simplices. Alarum anticarum vena transverso-medialis vel oblique secta, vel oblique et leniter arcuato-(nunquam angulato-) inflexa. Segmentum anale ple- runque serie punctorum anteapicali instructum, margine api- cali in speciebus nostris 3-, 4- vel 6- dentato. Statura corpo- ris in speciebus nostris elongata . Subfam. CArysidinae, 7. 5. Alae anticae cellula mediali apice introrsum angulato-emargi- nata, extrorsum stigma versus acuminata, discoidali et sub-me- diali nullis vel indistinctis. Subf. Ellampinae, Gen. Ellampus. — Alae anticae cellula mediali apice oblique-vel arcuato-vel angu- lato-emarginata, discoidali sat distincta. Subf. Hedychrinae, 6. 6. Abdominis segmenti tertii margo apicalis lateribus haud di- stincte angulatus; vena transverso-medialis fortiter, plerum- que angulatim, curvata. . . . . . . . Gen. Holopyga. — Abdominis segmenti tertii margo apicalis lateribus plus mi- nusve distincte angulatus vel denticulatus; vena transverso- medialis tantum leniter sinuata . . . . Gen. Hedychrum. 7. Alae anticae cellula discoidali incompleta; corpus parvum, gra cile, sublineare. . . . . . . . . +. Gen. Ckrysogona. — Alae anticae cellula discoidali completa; corpus plerumque non parvum nec gracile. Metanotum liberum; caput in plurimis non rostratum, tantum rarissime productum. Gen. Ckrysis. Rae o Loire n CIARA EA ALINA 7A II 7 VETisa FRE, E 90 ANNOTAZIONI ALLE SINGOLE SPECIE. Sottofamiglia Amiseginae Mocs. Genere unico: Amisega Cam. — Delle 3 specie conosciute una abita l’istmo di Panamà, le altre due l’Amazzonia. Caput et thorax obscure viridia, vertice, pro-et mesonoto et in 9 etiam scutello maxima ex parte cupreis, opacis; cavitate faciali sat lata ac profunda. Abdomen politum ni- .grum, in J' interdum subcyanescens. Alae anticae in 9 fumatae, medio flavescenti-subfasciatae, in Y" dimidio ba- sali fere hyalinae, apicali fumatae. Pedes 9 fere toti ni- gri; J' tibiis rufescentibus basi nigrescente, posticis apice excepto nigris, tarsis anterioribus testaceo-rufescentibus. Longitudo corporis 9 4-5 ‘'/, mm., gf 3-4 !/, mm.: sp. Z., mocsdryi Ducke. Caput et thorax unicoloria, 9 obscure viridiaenea, sat nitida, Y cyanescenti-nigroaenea, vertice, pro-et mesonoto. densius punctatis parum nitidulis; cavitate faciali sat lata ac profunda. Abdomen nigrum, in 9 saepe, in g” semper cyanescens, praesertim basi nitidum. Alae fere hyalinae apicem versus infumatae. Pedes 9 rufofulvi, femoribus apice, basi tibiarum tarsisque omnibus nigrofuscis; g' fere toti nigrescentes. Longitudo corporis $ 3 !/,-4 mm., g' 2!/,-3 °/, mm.: sp. 2., aeneiceps Ducke. 1. A. mocsaryi Ducke. 1902, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. II. p. 142, 2 1903, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. III p. 129, n. 1. Belem del Parà, Iambuassù, Itaituba; non molto rara. Trovasi durante le ore mediane in luoghi umidi e piut- tosto ombreggiati (come piantagioni di cacao ecc. e nella foresta), ove abbondano certi piccoli Sfegidi, dei quali probabilmente è parassita. Vola saltando sulle foglie, le Q9 principalmente sul suolo coperto di foglie secche, a modo di Dolichurus. — Osservai le 9 $ in tutti i mesi dell’anno, i JJ finora soltanto dal giugno all’ottobre. L’Amisega cuprifrons Cam. dev'essere somigliante a questa, ma deve distinguersene per la mancanza della cavità fron- tale e per la grande statura (9 mm. lunga). 2. A. aeneiceps Ducke. 1908, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. III. p. 180, n. 2, 9Y. Raccolta ad Itaituba, Oriximinà, Obidos, Almeirim, ed Arrayllos, dunque su ambedue le sponde del basso Amaz- zoni; sembra però mancare nella regione della foce di questo fiume. Vive come la precedente, preferendo però luoghi piuttosto asciutti. — Gli esemplari più grandi hanno l'addome più azzurro ed il primo segmento dorsale più distintamente punteggiato : var. azurescens Ducke. Sottofamiglia Pseudepyrinae Ducke. Genere unico: Pseudepyris (1) Ducke. — Non si cono- scono che le due specie seguenti: a. Pronoti partis dorsalis anguli antici sat acuti. Abdo- men segmentis dorsalibus tribus tantum conspicuis. Anten- narum flagellum medio fortiter incrassatum. Corpus nigrum, mandibulis pallidis, capite, pro-et mesonoto, scutello et metanoto 9 cuprescenti-nigroaeneis, Y nigroaeneis, alis anticis praesertim 9 brunneo-fasciatis. Pronotum vix ni- (1) Nulla posso decidere sui rapporti di questo col genere messicano Adelphe Mocs., il quale secondo la descrizione del suo autore se ne dovrebbe distinguere per le guancie mediocremente lunghe e pel protorace diversamente configurato; sopra gli occhi il sig. Mocsàry non dice nulla; bisogna dunque ritenerli nudi, non aventi la forte peluria sì caratteristica del genere Pseudepyrîs. RM i tidulum.- 9 : antennarum scapo nigro, postice testaceo-li- neato, flagello arcuato, nigro, basi tenui, albescente, pedum coxis cum trochanteribus basique femorum et tibiarum albis; abdomine polito, impunctato, segmento dorsali tertia margine apicali anguste testaceo-pellucido, medio lenissime subangulato-producto. Longitudo corporis 3 !, mm. — gf: antennarum scapo rufofulvo, flagello nigro; pedibus nigris, albido-et testaceo-variegatis ; ‘abdominis segmentis 1.° et 2.° politis, 3.° distincte punctato, margine apicali fere semi- circulari, elevato, integro, solum basi utrinque lenissime sinuoso. Longitudo corporis 3 '/, — 5 mm.: sp. 1. para- dora Ducke. b. 92 haud cognita. J' : Pronoti partis superioris anguli antici rotundati. Abdomen segmentis dorsalibus 5 (an 4.°) conspicuis. Antennarum flagellum longissimum, sat tenue. Corpus nigrum, mandibulis rufescenti-testaceis, capite, pro- et mesonoto, scutello et metanoto nigroaeneis, abdominis segmento 1.° brunnescente, alis anticis fere hyalinis, in cellula radiali infumatis, pedibus flavido-testaceis. Prono- tum nitidissimum ; abdomen politum, segmento anali sim- plici, triangulari. Longitudo corporis 4 mm. sp. 2, flavi- pes Ducke. 1. P. paradoxa Ducke. 1902, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. II. p. 206, J. 1903, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. III. p. 132, n. 3, ?Y. Belem del Parà, Itaituba, sulle foglie in luoghi pan- tanosi nella foresta, non di rado frequentati da Sfegidi e Tentredinidi; probabilmente è parassita di questi ultimi. Dei yY ne potei raccogliere una dozzina, ma pur troppo solo una 9. Questa ha l’aspetto generale d’un Cleptes, mentre quelli mostrano grande somiglianza con alcune specie del genere Epyris. 2. P. flavipes Ducke. 1903, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. III. p. 132, n. 4, f. Il tipo è di Belem del Parà; un altro esemplare, raccolto ad Itaituba, pur non avendo che 4 segmenti addominali visibili appartiene certamente alla medesima specie. — Fu trovata negli stessi luoghi come la precedente. — La 9 è ancora sconosciuta. Sottofamiglia Cleptinae Aaron. Genere neotropico unico: Cleptes Latr. — Le specie abi- tano la regione paleartica e le due Americhe; la regione neotropica ne possiede 4, tutte del Brasile, due delle quali sono proprie dell'Amazzonia. 1. C. mutilloides Ducke. 1902, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. II. p. 92, JI 1902, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. II. p. 204, 9. Nigroaeneus, albidohirtus; 9 thorace, macula parva lobi mediani mesonoti fusca segmentoque mediano praeter dentes albidos toto nigro exceptis, toto rufo, Y mesonoto, scutello, mesopleurarum parte superiore, metanoto et tegulus rufis; pronoto in medio longitudinaliter sulcato ; orbitarum in- ternarum maculis, in 9 plerumque indistinctis, spinis seg- menti mediani, abdominis segmenti dorsalis primi parte basali (depressione excepta), secundi maculis lateralibus magnis, 9 etiam tertii maculis lateralibus minoribus, et trochanteribus infra albidis; facie plana, medio inde a stemmate antico leniter sulcata, capite thoracisque maxima parte plus minusve dense .sat fortiter punctatis; segmento mediano lineis aliquot elevatis spatioque cordiformi acute marginato fere laevi instructo, abdomine nitidissimo, seg- mento primo laevi, reliquis punctulatis, marginibus apica- libus omnibus plus minusve testaceo-micantibus; alis ni- BECERA IRC IONE RI RT ian gropilosis, anticis fusco-bifasciatis, cellula discoidali obso- leta. Longitudo corporis 9 5 !/,— 7 ‘|, nm., g 5—T mm. A speciebus C. rantrhomelas Mocs. et C. fasciatus Daheb. ex Brasilia meridionali descriptis picturis albidis, a C. aurora Sm. Amazonae superioris colore haud laete metal- lico facillime distinguendus. Raccolto finora soltanto nei dintorni di Belem del Parà, ov’esso in certi luoghi, specialmente in alcune piantagioni di cacao oggi abbandonate, non è raro. Vola e corre sulle foglie degli arbusti e frequenta volentieri i fiori di Croton chamaedryfolius Griseb. — È probabilmente parassita di Tentredinidi, come lo sono le specie europee. Le 9 9 sono moltissimo più rare dei 7g. La stagione preferita è quella delle piogge, specialmente febbraio a maggio; nei mesi più secchi (ottobre, novembre) sembra sparire del tutto. Sottofamiglia Ellampinae Mocs. Genere unico: E/lampus Spin. — Le specie abitano tutte le regioni zoogeografiche meno quella australiana, ricche sono la regione paleartica ed anche la neartica. 1. Metanotum plus minusve acuminatum, productum. Femora an- tica basi plerumque extus rectangulatim dilatata. Abdomen segmento 3.° apicem versus saepissime valde angustato, apice ipso reflexo. Unguiculi tarsorum infra multidenticulati (sec. MOCSAry) sii e . +. . . subgen. Notozus. — Metanotum plano-convexum, Agno obtuse vel subacute co- nicum. Femora antica et tibiae posteriores normalia —. 2. 2. Metanotum convexum vel conicum. Abdomen segmento dor- sali tertio margine apicali in centro plus minusve distincte, in 9 profundius quam in excisum, apice ipso non reflexo : DAL NSA At CRIS . subgen EMlampus. — Divisa plano-convexum. Ap omini segmentum tertium margine apicali rotundato, integro. . subgen. Holophrys. 1. E. aequinoctialis Ducke. 1901, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. I. p. 359, n. 3, 9. E subgenere Notozus Foerst. — Cyaneus aut viridicya- neus, vix pilosus, antennarum flagello compresso-dilatato articulis medianis longitudine sua multum latioribus, man- dibulis magnis ac latis, cavitate faciali polita; fronte sat crasse sed parum dense et parum profunde punctata ; ver- tice, pro-et mesonoto irregulariter sparsim punctatis, scu- tello et metanoto crasse reticulato-punctatis, huius processu brevi, semicirculari, supra plano, marginato; abdominis segmento dorsali primo depressione basali triangulari ma- xima ornato, medio longitudinaliter canaliculato, segmento secundo ut lateribus primi sat dense subtiliter punctulato, margine apicali testaceo-pellucido; segmento tertio dense ruguloso-punctato, fere opaco, margine apicali reflexo, ni- grofusco, modice triangulariter exciso, marginibus latera- libus albido-pellucidis, lenissime bisinuatis ; etiam segmenti primi et secundi lateribus anguste albido-marginatis. Lon- gitudo corporis 3 — 3 ‘/, mm. = 9. E. gayi Spin. e Chile et E. seminudo Aar. ex America septentrionali descriptis (mihi in natura non cognitis) si- milis esse videtur; antennis, conformatione segmenti primi abdominalis, et marginibus lateralibus omnium segmentorum abdominalium albido-translucidis facillime cognoscendus. Belem del Parà, sui fiori di Croton chamaedryfolius, 25 e 27 di luglio del 1901. 2. E. huberi Ducke. 1901, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. I. p. 356, n. 1, 9. E subgenere Ellampus sens. str. — Viridis, fere totus glaber; vertice circa et post stemmata, maxima parte pro- et mesonoti, abdominisque dorso violascenti-fuscis, hoc ultimo viridicyaneo-et rubroviolaceo-resplendente, laevibus SP Og ge ac politis, cavitate faciali polita, fronte sat crasse parum profunde punctata; pronoto post marginem anteriorem serie punctorum impressa, eius margine laterali margini antico mesopleurarum sat approximato, sed haud applicato; scutelli disco polito, lateribus punctatis; metanoto convexo, crasse punctato; segmento mediano angulis posticolatera- libus haud spinosis, parum proeminentibus; abdominis seg- mentorum dorsalium marginibus lateralibus omnibus et segmenti tertii margine apicali pellucidis, fere hyalinis, segmenti secundi margine apicali testaceo, segmenti tertii margine apicali medio triangulariter exciso, lateribus buius segmenti vix sinuatis. Unguiculi tarsorum margine interno unidentato. Longitudo corporis 3 mm. — 9. Ellampo iridescenti Nort., ex America septentrionali de- scripto, secundum Buysson etiam in Brasilia meridionali invento, similis esse videtur, sed marginibus lateralibus segmentorum abdominalium dorsalium omnium hyalinis ab eo, segmento mediano fere inermi ab omnibus congeneribus facillime distinguendus est. Belem del Parà, 23 di luglio di 1901, sui fiori di Croton chamaedryfolius. 3. E. paraensis Ducke. 1901, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. I. p. 358. n. 2, 9. E subgenere Holophrys Mocs. — Statura sat robusta ; viridis, nitidissimus, capite thoraceque parce sed longe albido-pilosis, abdomine fere omnino glabro; vertice post ocellos et maxima parte pronoti, mesonoti, segmentique abdominalis primi violascentibus, laevibus ac politis, seg- mento secundo dense subtiliter punctulato, disco violaceo- micante, segmento tertio fortius sed sparsim punctato, segmentorum primi et secundi marginibus apicalibus te- staceis, pellucidis ; cavitate faciali subtilissime transversim striata, supra laevi ac nitida, fronte dense irregulariter IAS ATI le Aldi ea ara,” _' PTCRÌ SE Ip x punctata, pronoti lateribus a mesopleurarum margine antico longe remotis, scutello crasse reticulato-punctato, ante mar- ginem apicalem spatio transversali laevi ac polito instructo. Unguiculi tarsorum margine interno bidenticulati. Longi- tudo corporis 4 — 4 !/, mm. — €. Speciei sumatranae E. marginellus Mocs. vicinus esse videtur, quae per characteres supra allatos cum specie no- stra haud confundi potest. Belem del Parà, 8, 10 e 22 di luglio di 1901 sulla Ru- biacea Hemidiodia ocimifolia K. Sch., 27 di giugno di 1903 sui fiori di Boreria verticillata g. F. M. Mayr, Rubiacea anche questa. Nel sottogenere Holophrys, creato dal sig. Mocsaàry sul- lE. marginellus, il sig. R. du Buysson v’ include anche il suo congoensis e l’ iridescens Nort., specie che hanno un’ in- cisione distinta nell’ultimo segmento addominale, mentre secondo Mocsary il carattere principale di Holophrys sarebbe appunto il margine apicale intero e senza alcuna traccia d’ intagliatura. Du Buysson invece, considerando come dia- gnostico più eminente la configurazione delle mesopleure (« pronotum étroitement applique sur ses bords latéeraux à la tranche anterieure des mésopleures »), interpreta così il presente sottogenere in un senso completamente diverso da quello voluto dal sig. Mocsàry. Io credo, che l’ inter- pretazione di Mocsàry sia la preferibile: 1’ E. paraensis è indubbiamente prossimo parente del marginellus, tipo del sottogenere, eppure ha la struttura delle mesopleure diffe- rente, sicchè secondo Buysson ciascuna di queste due specie tanto vicine dovrebb’essere collocata in un altro sottoge- nere ! Sottofamiglia Hedychrinae Mocs. Genere Holopyga Dahlb. — Cosmopolita; ricco di specie nella regione paleartica, poi in quella neartica. MR Subgenera nostra: a) Unguiculi tarsorum margine interno denticulis nun- quam minus quam duobus armati: subgenus Ho- lopyga. 5) Unguiculi tarsorum margine interno circa medium fortiter unidentati: subgenus Hedychridium. 1. H. dohrni Dahlb. 1854, Dahlbom, Hym. Europ. II. p. 48, n. 24. 1889, Mocsàry, Monograph. Chrysidid. p. 124, n. 115, 9J, ex parte (ventralis). È del sottogenere Ho/opyga sens. str., le di cui specie americane sono difficilissime da distinguersì. La determi- nazione di questa come dohrni è dovuta al sig. R. du Buys- son, mentre il sig. Mocsàry me l’aveva determinata come lazulina Dahlb., sotto questo nome erroneo la specie fu poi citata nell’enumerazione dei Crisididi del Parà (Zeitschr. Hymen. u. Dipt. I, 1901 p. 361 n. 4) e questa mia cita- zione venne riprodotta dal sig. Brèthes (Anal. Museo nac. Buenos Aires 1902 p. 266). La vera lazulina, di cui mercè la gentilezza del signor Du Buysson potei esaminare un esemplare chileno, è abbastanza differente in punteggiatura e configurazione dell’ultimo segmento addominale. — Tutte le 9 9 da me esaminate dell’ H. dohrni hanno il margine laterale del 3.° segmento addominale strettissimamente or- lato di vitreo, sicchè questa specie costituisce già un pas- saggio intermediario a quel tipo di colorazione così fre- quente nei nostri Crisididi, che si caratterizza pel margine laterale del segmento anale biancastro trasparente o vitreo; nei Y'Y invece questo carattere è indistinto o manca. Questa specie è rarissima a Belem del Parà, ove ne rac- colsi 2 7g sugli arbusti dell’ Urena lobata, 1’ 11 luglio di 1899; ad Alemquer, Obidos.e Faro invece l’ incontrai frequentemente in ambidue i sessi aggirandosi sull’ Hemi- SET AE diodia ocimifolia nel mese di luglio 1903, un gJ' ad Obidos anche in gennaio del 1904, 2. H pallidolimbata Ducke. 1903, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. III p. 133, n. 5, 9. E subgenere Hedychridium Ab. — Sat elongata, viridi- cyanea, nigroviolaceo-variegata, cavitate faciali parum pro- funda, obsolete transversim-rugulosa, opaca; vertice et pronoto densissime rugoso-punctatis, hoc antice medio le- vissime longitudinaliter impressiusculo; mesonoto irregu- lariter reticulato-punctato, suturis longitudinalibus pro- fundis; scutello modice convexo reticulato-punctato, me- tanoto crassius reticulato, convexo, margine apicali elevato, medio tuberculo parum prominulo valde parvo; mesopleuris irregulariter subreticulato-punctatis; metapleuris excavatis, politis; segmento mediano basi foveolis duabus impunctatis diagonalibus, dentibus posticolateralibus magnis ac latis, acutis. Abdomen sat elongatum, supra modice dense rugu- lose-punctatum, segmenti 1. parte basali nitidissima; seg- mento 3.° longo, margine apicali medio leniter emarginato, lateribus lenissime sinuato ibique anguste sed distincte albidopellucido-limbato, ante marginem apicalem fere ut in Hedychris leniter transverse-arcuato-impresso. Alae an- ticae vena basali fortiter curvata. Longitudo corporis (mm. — 9. Species statura corporis (fere ut in genere chrysis) sat elongata, segmentoque abdominis dorsali 3° fere ut in He- dychris transverse impresso lateribus subtiliter albidomar- ginato (distinctius quam in H. dohrni £) valde distin- cta est. Catturata nelle foreste d’Itaituba (17 - VIII - 1902) e d’Alemquer (2 -1I- 1904). Genere Hedychrum Latr. — Cosmopolita; ricco di spe- cie nella regione paleartica. LE sgR 1. H. neotropicum Mocs. 1889, Mocsàry, Monograph. Chrysidid. p. 164, n. 172, d. Determinato dal sig. R. du Buysson. — La 9 è somi- gliantissima al Y. — Raccolto ad Itaituba (Agosto di 1902) ed Alemquer (Luglio di 1903, e frequentissimo nel Gen- naio di 1904) sull’orlo di strade nella foresta, in ambidue i sessi. Sottofamiglia Chrysidinae Mocs. Rappresentata da noi per due generi soltanto. Genere Chrysogona Foerst. — Le poche specie finora co- nosciute si distribuiscono per tutte le regioni, meno quella orientale. CONSPECTUS SPECIERUM NEOTROPICARUM. 1. Abdominis segmentorum dorsalium 2.' et praesertim 3." mar- ginibus lateralibus albidopellucidis, 3." (Fig. 1) margine api- cali nigroaeneo vel nigrocyaneo, quadridentato, serie puncto- rum anteapicali interdum parum distincta, pleraumque duabus foveolis intermediis sat magnis ac profundis, lateralibus par- vis; tibiis maxima ex parte tarsisque totis pallide testaceis vel albidis. Cavitate faciali superne margine cariniformi ele- vato haud instructa, ramos haud emittente. Metanotum inerme. Segmentum ventrale 2 mm. maculis duabus nigris, rotundis, sat magnis, lenissime concaviusculis, nitidis, inter sese et a segmenti basi sat distantibus. Corpus viridicyaneum, plus minusve violaceo et viridi-variegatum. Longitudo corporis 34 mm. 9. sp. 1., alfkenii Ducke. — Abdomen haud albomarginatum, apice nunquam quadridentato. Tibiae nunquam pallidae. Cavitas facialis superne margine elevato.sat‘distincto-simstrneta. (e en a ne 2. Viridis, cyaneo-variegata, exemplaribus magnis nonnunquam fere totis viridibus, parvis plerumque maxima ex parte cya- neis; cavitate faciali profunda, parte inferiore plus minusve transverse-striolata, superne acute marginata, margine ramos quattuor vel duos ad verticem emittente vel sine ramis di- stinctis, vertice cum thoracis dorso dense sat crasse punctato- reticulatis, metanoto mucrone triangulari in exemplaribus ma- gnis plerumque sat longo, in parvis brevi instructo; abdomi- .‘nis segmentis dorsalibus medio plus minusve longitudinaliter carinatis, punctatura valde variabili, vel sat densa ac crassa vel sat sparsa ac subtili; segmento anali margine apicali fo- veolis magnis, intermediis (praesertim in J") confluentibus, distinctius vel obsoletius tridenticulato, dentibus in g' bre- vioribus et obtusioribus quam in 9; segmento ventrali 2.° utrin- que distincete calloso, sed sine maculis nigris. Pedes virides, tarsis posticis plerumque fuscis, nonnunquam metatarso pal- lide testaceo. Alae hyalinae vel parum infuscatae. Longitudo corporis 3 3/,-7 mm. 9 sp. 3., saussurei Mocs. — Tota cyaneoviridis, albidopilosa. Cavitas facialis subnitida subtiliter punctulata, superne distincte elevato-marginata, ra- mos haud emittens. Vertex et thoracis dorsum dense ac crasse punctata. Pronotum impressione antica nigrescente. Metano- tum inerme, vix gibbulum. Linea mediana longitudinalis scu- telli metanotique violacea. Abdomen supra nitidissimum, se- gmentorum disco violascenti-micans, haud carinatum, segmento 1.° crasse, 2.° parum subtilius sed dispersius, 3.° sat fine mi-. mus disperse punetatum, 1.° sulco longitudinali mediano pro- fundo, 3.° (Fig. 2) ante seriem anteapicalem vix incrassato, hac serie e duabus foveis medianis maximis nigroviolaceis carina elevata separatis et circiter 4-5 foveolis parvis late- ralibus composita, margine apicali centro fere rotundato-inte- gro, vix conspicue obtusissime angulato, angulis lateralibus distinctis subdenticuliformibus. Venter aureoviridis, segmento 2.° sat longe post basim maculis duabus nigris opacis conca- viusculis elongatis sublinearibus parallelis inter se valde ap- proximatis. Alae infumatae. Pedes virides, tarsis brunneis. Longitudo corporis 5 mm. 9. sp. 2., silvestrii n. sp. 1. Ch. alfkenii Ducke. 1902, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. II, p. 97, g. 1903, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. III, p. 134, n. 7, od. Belem del Parà, Iambuassù, Itaituba, Obidos, sul legno essiccato nei boschi, di preferenza sui ramicelli secchi che vi sì trovano dappertutto sul suolo. E una specie moltis- simo variabile. 2. Ch. silvestrii n. sp. Catturai una % alle pareti di legno d’una baracca sul Rio Arrayollos, ai 18 d’Aprile del 1903. Pur non avendo sotto gli occhi che quest’unico individuo, e malgrado la grande variabilità propria di questo genere, non esito descrivere questa specie come nuova, visto ch’essa possiede dei caratteri tanto salienti da escludere ogni possibilità di confusione. Dedicata all’egregio dott. Filippo Silvestri, illustre na- turalista, cui lo studio degl’insetti dell’America del Sud deve valentissime contribuzioni biologiche e sistematiche. 3. Ch. saussurei Mocs. 1889, Mocsàry, Monograph. Chrysidid. p. 187, n. 199, (elet 1889, Mocsàry, Monograph. Chrysidid. p. 187, n. 200, Cloti (armata). 1903, Ducke, Zeitschr. u. Dipt* III, p. 134, n. 6. Fra le più frequenti specie dei nostri Crisididi, da me raccolta a Belem del Parà, Iambuassù, nell’isola di Marajò (Anaiàs e Chaves), ad Arrayollos, Obidos, Faro ed Itai- tuba; nella collezione del Museo v'è anche un esemplare. dal Xingù. Trovasi più in luoghi soleggiati che nella fo- resta, su pareti di legno, sulle foglie degli arbusti ecc., e visita con spiccata predilezione i fiori di Croton chamae- dryfolius. È moltissimo variabile, rispetto alla statura più di nessun’altra specie, sicchè non potendosi comparare che pochi esemplari, facilmente le forme più estreme si crede- rebbero delle specie differenti; così degli individui piccoli furono descritti dal Mocsàry sotto il nome di Ch. armata. Chi però abbia occasione d’esaminare una lunga serie d’esem- plari di tutte le dimensioni e colorazioni, dovrà convincersi d’aver da fare con una specie sola. Negli esemplari grandi TESI i nervi della cellula discoidale sono abbastanza bene visi- bili benchè molto più pallidi che nelle Crysis; tali indivi- dui assomigliansi molto alla Crysis truncatella, distinguen- dosene però anche per il dente più lungo ed acuto del metanoto, le foveole centrali molto più piccole del segmento anale e per l’assenza delle macchie nere sul 2.° segmento ventrale. Genere Chrysis L. — Gli autori dividono questo grande genere cosmopolita in parecchi sottogeneri, per una parte abbastanza naturali, come ad esempio Euchroens e Spinolia, ma in grande parte puramente artificiali (Holochrysis, Go- nochrysis e tutti gli altri basati sul numero dei denti del- l’ultimo segmento dell'addome), non riguardanti l’affinità naturale fra le specie. Nella regione neotropica finora non furono trovate che delle Chrysis genuine, gli altri sotto- generi limitandosi all’antico continente. CONSPECTUS SPECIERUM PARAENSIUM. 1. Corpus totum viride, cyaneum, aut viridi-et cyaneo-vel violaceo- vel nigroaeneo-variegatum, abdominis segmento dorsali ultimo margine laterali concolore, haud albido-pellucido nec hya- LORENA II, NOIRE RISCRZANO eLisa — Corpus ut in praecedentibus coloratum, sa A segmento dorsali ultimo marginibus lateralibus parte basali latius vel an- gustius, sed semper distincte albidopellucidis vel hyalinis. 8. 2. Segmenti analis margo apicalis 3-dentatus . . . . . . 53. — Segmenti analis margo apicalis 4-dentatus . . . . . . 6. — Segmenti analis margo apicalis 6-dentatus: sp. 19°, fabricù Mocs. et sp. 20., smidtii Dahlb. 3. Metanotum sub forma mucronis brevis, sat crassi, apice subla- ceri productum. Abdominis segmenti ventralis 2.! maculae nigrae elongatae, angustae, inter sese sat distantes. Longitudo COrponisrog: fi Simi at. i, ; NRE — Metanotum in spinam longam, subacutam, mc SEI productum. Abdominis segmentum dorsale ultimum fossulis duabus centralibus valde magnis, carinula mediana apice in Anno XXXVI. 3 4. RI dre SOY GA denticulum non exeunte; segmentum ventrale 2"" maculis nigris vix separatis, in maculam magnam centralem confluen- tibus. Longitudo corporis 8 !/,-9 mm. 9. sp. 4., trianguli- fera Mocs. Abdominis segmenti ultimi carinula mediana apice ante mar- ginem summum desinente, in dentem non exeunte, denticulo centrali hoc modo obtuse arcuato. Punctatura abdominis ubi- que, carinula mediana excepta, sat densa 9. sp. 1., trunca- tella Dahlb. Abdominis segmenti dorsalis ultimi carinula mediana apice in denticulum distinetum exeunte. . . . . .. ... De 5. Punctatura abdominis minus: densa, segmenti dorsalis 2.' disco macula magna transversali sparsim punctata, nitidissima, ni- groviolacea. SI mihi hand cognitus. sp. 3., mucronata Brullé. Punctatura abdominis fere unicoloris parum nitidi ubique, ca- rinula mediana excepta, sat densa.. dt: Segmenta ventralia visibilia tria, simplicia. sp. 2., aliena Mocs. Segmenti abdominis dorsalis 3." series foveolarum anteapicalis indistineta. Metanotum in medio plerumque carinula brevi elevata arcuata instructum. Frons sine area insigni. i: Seg- mentum ventrale 3"" margine apicali fascia lata dense gri- seoflavescentrciliata: ‘ornatum:- 10.0) uo ie I. Segmenti abdominis dorsalis 3." serie foveolarum sat distincta. Metanotum mucrone brevi sed distineto armatum. Frons area insigni stemma anticum includente. Segmenti ventralis 2.' ma- culae nigrae vix separatae, fere in maculam unam centralem confluentes. Y” haud cognitus. sp. 10., propingua Mocs. Segmenti abdominis dorsalis 3." series foveolarum anteapica- lis distinctissima. Metanotum convexum, inerme. Frons sine area insigni. Segmenti ventralis 2.' maculae nigrae inter sese sat distantes, latae, plus minusve rotundae. J: Venter seg- mentis tribus conspicuis, horum ultimo sat anguste nigrescenti — (distinctissima) vel latius brunneo — (diana) depresso-mar- ginato. sp. 7., distinctissima Dahlb.; sp. 8., ?; sp. 9., diana Mocs. 7. Segmentum abdominis dorsale 3!" (Fig. 3) serie fovealarum an- teapicali nulla, sed paulo post medium per aream sat latam arcuatam laevem ac politam nigroaeneam in duas partes divi- ESRI sum, parte postica humiliore; lateribus in medio leniter et ante dentem externum fortius sinuatis, dentibus his a mar- gine laterali parum remotis. Segmentum ventrale 2"" sine maculis nigris. Corpus ‘olivascenti-aeneo-viride, nigroaeneo- variegatum, 9 ‘/,-10 mm. longum . sp. 5., duckei Mocs. — Segmentum abdominis dorsale 3"" per spatium transversale valde angustum obsoletissimum vel nullum divisum, parte postica non humiliore quam antica; margine laterali parum flexuoso. Maculae characteristicae nigrae segmenti ventralis 2.' inter sese valde distantes, sat distincte excavatae, parvae, angustae, sublineares. Corpus viridicyaneum vel cyaneoviride, nigroviolaceo-variegatum, 9 '/,-11 mm. longum 9. sp. 6., punctatissima Spin. 8. Abdominis segmentum dorsale 3" (Fig. 4) margine apicali me- dio reflexo, centro fortiter triangulariter exciso et ad huius excisionis latera leviter sinuato. Frons area insigni stemma anticum includente; metanoto apice mucrone brevi instructo. Maculae nigrae segmenti ventralis 2.' inter sese sat distantes, sat magnae subellipticae, valde obliquae. Longitudo corporis 7 '/,-10 mm. $. sp. 11., ellampoides Ducke. Abdominis segmentum dorsale 3" margine apicali distinc- ESILE IG) ER SA SAI I TORO a Abdominis segmentum dorsale 3"" margine apicali dentibus 6 instructo, duobus externis interdum obsoletis. Y: Venter segmentis 4 conspicuis, horum ultimo praecedentibus con- OI ZIIE TLIA LE RE OVER LI EIRIEOI VISAE Sa pei CD Segmentum medianum basi mucronata, metanotum inerme, plus minusve gibbum; cavitas facialis superne area insigni obcor- data, abdominis segmenti ventralis 2.' maculae nigrae sat parvae, inter sese valde distantes, ellipticae. Longitudo corpo- ris 8-11 mm. gJ'mihi haud cognitam. sp. 14., spinigera Spin. Segmentum medianum inerme, metanotum inerme, convexum pelosa; nenimueronasimotizic i. (i i O 10. Abdominis segmentum dorsale 3"" serie foveolarum ante- apicali distineta, e foveolis numerosis longis sulciformibus (1) Animadyersio: Conf. etiam sp. 23., obidensis, quae etiam hac in sectione collocari potest! w LIE composita. Frons area insigni stemma anticum includente ; pronotum lateribus elevato-marginatis; metanotum convexum; segmentum ventrale 2"" maculis nigris vix separatis vel confluentibus, maculam magnam centralem formantibus. 11. — Abdominis segmentum dorsale 3"" serie foveolarum nulla, sed in eius loco impressione arcuata in duas partes divisum, parte postica multo breviore, humiliore, nigroviolacea, sub- laevi. Frons non areata, pronotum lateribus non marginatis ; metanotum gibbum, apice sublacero-prominulum; segmentum ventrale 2 maculis nigris inter sese valde distantibus, sat magnis rotundato-ellipticis. Longitudo corporis 7-7 !/, mm. gf: Venter segmentis 4 conspicuis, horum ultimo sat parvo, fu- sco. ? mihi haud cognita. sp. 15., postica Brullé. — Abdominis segmentum dorsale 3'" nec serie foveolarum an- teapicali nec sulco transversali instructum, sed totum, basi excepta, convexum. Frons sine area; pronotum lateribus non marginatum; metanotum convexum vel parum gibbulum. Seg- menti ventralis 2.' maculae nigrae distincte concavae, Q: sub- parvae ellipticae obliquae, sat approximatae, J': minutae ro- tundae punctiformes, inter sese valde distantes. J': segmenti ventralis ultimi (3.") margo apicalis late depressus et deco- ORIO ER AE RR SOS AR O Ra TRE io BS ea N) 11. Abdominis segmentum dorsale 3" (Fig. 6) basi modice tran- sversaliter concaviusculum, sat dense punctatum, parum nitidu - lum, marginis apicalis emarginatura centrali externis latiore vel subaequali, nunquam his angustiore. Longitudo corporis 6 '/,-7 mm. J': segmentis ventralibus 4 conspicuis, 4.° sat magno, praecedentibus concolore. sp. 13., leucocheila. Mocs. — Abdominis segmentum dorsale 3" (Fig. 5) basi valde excava- tum, parum dense punctatum valde nitidum, marginis apicalis emarginatura centrali externis distinete angustiore. Longitudo corporis 8-9 !/, mm. 9. sp. 12., Zeucocheiloides Ducke. 12. Abdominis segmentum dorsale 3" (Fig. 8) modice convexum, la- titudine sua subaequale vel longius, lateribus fere rectis non multum obliquis, ante dentem externum vix vel leniter sinua- tis, basi solum angustissime hyalinis. Corpus elongatum. 13. — Abdominis segmentum dorsale 3'" (Fig. 7) valde convexum, longitudine sua multum latius, margine laterali basi parum, AS dae: deinde valde obliquo, basi sat late albido. Corpus robustius, laete cyanescenti — et subaurescenti — viride, segmentis abdominis dorsalibus, praesertim 2.°, distincte nigroaeneo- fasciatis, 6 ‘/,-7 mm. longum. J. sp. 16., paraensis Ducke. 13. PF J' corpus (praesertim caput) sat longe pilosum, minus dense puntactum (praesertim segmento abdominis dorsali 2.°) quam in specie sequente, olivascenti-aeneoviride, segmentis abdominis dorsalibus (praesertim dk ) indistinete obscurius lavatis, 7 mm. longum. sp. 17., inseriata Mocs. — % corpus malachitico-viride, solum segmenti abdominis dorsa- 14. lis 2.' basi interdum nigrescente, densissime, crasse ac pro- funde punctatum, fere glabrum, solum parce ac valde brevi ter pilosolum. gJ' cyaneo-viridis, sat pilosus, segmentis abdomi- nis dorsalibus 1.° et 2.° disco nigroviolaceofasciatis, punctatura corporis minus densa quam in 9, at semper densiore quam in speciebus vicinis. 9 g'longitudo corporis 6 mm. sp. 18., glabriceps Ducke. Abdominis segmentum dorsale 3!" (Fig. 14) dentibus apicalibus 4 intermediis acutis, 2 externis obsoletis, in eorum loco angulo rotundato vix vel parum prominente interdum parum conspi- cuo. Caeterum Chrysidi laterali simillima, sed abdominis seg- mento dorsali 2.° carinula mediana longitudinali nulla (J') vel obsoletissima (9), segmento 3.° breviore, huiusque mar- gine apicali multo breviore differens. Longitudo corporis 7'/, mm. sp. 26., obidensis Ducke. — Abdominis segmentum dorsale 3" dentibus omnibus distin- ESSA NARA I nt MILIONI 15. Abdominis segmentum dorsale 3" (Fig. 15) dentibus apicalibus in arcum valde profundum dispositis, internis a segmenti basi multum magis distantibus quam externis. Segmenti ventralis 2. maculae nigrae mediocres, rotundato-ellipticae, inter sese sat distantes. Longitudo corporis 8-9 mm. J: segmentum ventrale 4" sat breve sed bene visibile. sp. 27., Kklugii Dahlb. — Abdominis segmentum dorsale 3'" (Fig. 9) dentibus apicalibus in arcum parum profundum dispositis, ut in plurimis huius generis speciebus. of segmentum ventrale 4U" semper sat ARTO RM ALI e lag i Spad 16. Series foveolarum anteapicalis segmenti abdominis dorsali 3." in medio ipsius marginis analis sita. Segmenta dorsalia gum et 35, sat sparsim punctata et nitida; 2.' disco leniter transversaliter impresso, 3.° impressione transversali pro- fundissima. Segmentum ventrale 2"" maculis nigris fere confluentibus, maculam magnam centralem transversalem for- mantibus. Longitudo corporis 6-7 mm. 9. sp. 21., bisulcata Ducke. — Series foveolarum anteapicalis segmenti abdominis dorsalis 3." aut abest, aut in loco separationis marginis apicalis a parte basali huius segmenti sita... .0..... 17. 17. Segmentum abdominis dorsale 3'" (Fig. 10) sine serie foveola- rum anteapicali, lateribus post basim subdilatatis, per margi- nem lateralem post basim extrorsum,; deinde oblique introrsum vertentem; frontis area insigni latitudine multo altiore. Cor- pus viride, nigroaeneo-variegatum, segmenti ventralis 2.' ma- culis nigris mediocribus, rotundatis, inter sese modice distan- tibus. Longitudo corporis 7-8 mm. 9 J. sp. 22. frieseana Ducke. — Segmentum abdominis dorsale 3" serie foveolarum interdum subobsoleta, sed semper sat visibili; huius segmenti lateribus inde a basi apicem versus plus minusve angustatis . . 18. 18. Segmentum abdominis dorsale 3" (Fig. 13) disco sat fortiter transversaliter immerso, foveolis seriei anteapicalis longiuscu- lis. Frons area insigni bene distincta lata. Segmenti ventralis 2. maculae nigrae maximae, rotundatae, angustissime sepa- ratae vel subconfluentes, maculam magnam centralem subqua- dratam formantes. Corpus robustum, 8-8 '/, mm. longum. 9 gf! sp. 25., lateralis Brullé. — Segmentum abdominis dorsale 3!" (Fig. 12) disco vix transver- saliter impresso, foveolis seriei anteapicalis rotundiusculis, segmenti ventralis 2.' maculae nigrae subparvae, longiusculae, obliquae, inter sese sat distantes. Frons area insigni minus bene distincta, magis alta quam lata. Corpus magis elonga- tum, multum minus robustum, 7-8 mm. longum. 9 o. Sp. 24, genbergii Dahlb. — Segmentum abdominis dorsale 3" brevius quam in duabus praecedentibus, disco sat impresso, foveolis seriei anteapicalis LETO rotundiusculis, margineque laterali basi fere recta excepta magis obliquo; segmenti ventralis 2.' maculae nigrae inter sese valde approximatae, mediocres, transversae. Abdomen, praesertim segmentis dorsalibus 2.° et 3.°, magis nitidum ; frons area insigni fere ut in Ch. laterali constructa. Corpus modice robustum, 7 '/, mm. longum. 9. sp. 20., afinissima Ducke. 1. Ch. truncatella Dahlb. 1854, Dahlbom, Hym. Eur. III, p. 195, n. 105, 9. 1889, Mocsàry, Monograph. Chrysidid. p. 332, n. 371, 9. Obidos, 20 - XII - 1902, 1 $ su delle liane essiccate. — Bisogna guardarsi di non confondere questa specie cogli esemplari grandi della Chrysogona saussurei, a cui è somi- gliantissima. 2. Ch. aliena Mocs. 1889, Mocsary, Monograph. Chrysidid. p. 332, n. 372, 9. Belem del Parà, Iambuassù, Arrayollos, 9g non rari alle pareti d’argilla ecc. — Il Y somiglia alla 9 in tutti i caratteri. Nella « Zeitschr. f. Hymen. u. Dipt. » 1901, p. 361, n. 6, l’ho citata sotto il nome di mucronata, della quale del resto, secondo una comunicazione del signor Du x Buysson, forse non è che una semplice varietà. 3. Ch. mucronata Brullé (= lunigera Dahlb., = selenia Costa). 1846, Brullé, Hym. IV, p. 45, n. 33, 9. 1889, Mocsàry, Monograph. Chrysidid. p. 330, n. 370, 9 Arrayollos, 18 - IV - 1903, 2 9 sul legno essiccato. È forse soltanto una varietà della precedente specie. 4. Ch. triangulifera Mocs. 1890, Mocsàry, Term. Fiz. XIII, p. 55, n. 19, 9. Una € raccolta il 13 - IX - 1899 presso Belem del Parà, un’altra ad Obidos ai 20 - XII - 1903, ambe sui cauli es- siccati di liane. RARE A) E TOI» gr ECO DR, A gi 5. Ch. duckei Mocs. 1902, Mocsàry, Term. Fiz. XXV, p. 343, n. 6, J Catturata in pochi esemplari nei dintorni di Belem del Parà sugli arbusti negli orti e sui fiori di Paullinia pin- nata nei boschi; più frequente ad Obidos, ove nel Dicem- bre del 1903 ne raccolsi una dozzina di esemplari. È strano, che non mi fu ancora possibile di scoprire la 9. Non so, in qual modo questa specie si distingua dalla Ch. cameroni Buyss., la quale dalla descrizione le riesce somigliantissima. 6. Ch. punctatissima Spin. (= fasciata Fab., Lep., Dahlb., Cameron, nec Oliv.; = carina Brullé, Brèthes; = que- desiù Ducke). 1804, Fabricius, Syst. Piez. p. 175, n. 27 (fasciata, nec. Oliv.). 1840, Spinola, Annal. Soc. Ent. France IX, p. 200, n. 48, 94 1889, Mocsàry, Monograph. Chrysidid. p. 339, n. 379, 2 La Ch. guedesiù Dacke non è nemmeno una varietà di- stinta della specie in questione, secondo verificai esami- nando una coppia della vera punctatissima, veduta dallo Spinola e cedutami gentilissimamente dal sig. R. du Buys- son di Parigi. Per cambiare il nome punctatissima in carina (vide Brèthes, l. c.) secondo la mia opinione non v'è mo- tivo: la CR. punctatissima Villers è sì insufficientemente de- scritta da non poter essere riconosciuta, e perciò non me- rita nessuna considerazione. Raccolsi questa specie a Calsoene, Arrayollos, Almeirim, Alemquer ed Obidos, specialmente sui tetti di capanne, coperti di palme. Inoltre la collezione del Museo possiede numerosi esemplari dai « campos » dell’isola di Marajò, dall'isola di Mexiana, e dalla regione del Xingù. — È pa- rassita di Sceliphron figulus Dahlb., dal cui nido l’ho otte- nuta ripetute volte, osservazione fatta anche dal sig. Brè- thes nella Repubblica Argentina. — Nei dintorni di Belem ù e ea 4 AT a ei a PE * ba (ERRE case er i so e e k Eee SI yetro O a ove il detto Sceliphron manca, mentre è frequentissimo lo Sceliphron fistulare Dahlb., la Chrysis punctatissima sembra mancare completamente. 7. Ch. distinctissima Dablb., (= fasciata Spin.; = intricans Brèthes nec Spin.) 1840, Spinola, Annal. Soc. Ent. France IX, p. 202, n. 50, JJ (fasciata, nec. Oliv., nec. Fabr.). 1854, Dahlbom, Hym. Enr. II, p. 211, n. 115, Fd 1889, Mocsàry, Monograph. Chrysidid. p. 396, n. 468, £ Secondo mi scrive il sig. Du Buysson, l’intricans Spin., sarebbe specie differente. Belem del Parà, Rio Villanova, Alemquer, Obidos, Faro, in luoghi esposti al sole sulle foglie di arbusti, sull’Hem?- diodia ocimifolia e sopratutto sui fiori di Croton chamaedry- folius non rara. 8. Ch. sp. ? (non determinata). Un esemplare, 9, nella foresta dei dintorni di Belem del Parà. 9. Ch. diana Mocs. 1889, Mocsàry, Monograph. Chrysidid. p. 401, n. 475, gf 903, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. III, p. 136, n. 9, 2. Belem del Parà, Macapà ed Obidos, negli orti ecc. non troppo rara. I YJ sono molto più frequenti delle 9 9. 10. Ch. propinqua Mocs. 1889, Mocsaàry, Monograph. Chrysidid. p. 343, n. 386, Gi Ritengo come appartenente a questa specie una 9 cat- turata il 21 - XII - 1903 presso Obidos sugli arbusti della sponda delle Amazzoni. i 11. Ch. ellampoides Ducke. 1902, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. II, p. 98, n. 1, 9. Sembra affine alla Ch. marginalis Brullé, la quale però se ne deve distinguere per la differente configurazione del margine apicale del 3.° segmento addominale. — Belem del Parà e Obidos, nella foresta, rara. 12. Ch. leucocheiloides Ducke. 1903, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. III, p. 226, n. 10, 9. Belem del Parà, Itaituba, Arrayollos, nelle foreste; è abbastanza rara. 13. Ch. leucocheila Mocs. 1889, Mocsàry, Monograph. Chrysidid. p. 408, n. 483, 2. 1903, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. III, p. 226, n. 11, 9 tod Belem del Parà, Itaituba, Calsoene, Arrayollos, Obidos, Faro, non molto rara, incontrasi al contrario della specie precedente in luoghi secchi e non nelle grandi foreste. 14. Ch. spinigera Spin., (= imperforata Gribodo; = leuco- stigma Mocs.). 1838, Spinola, Annal. Soc. Ent: France IX, p. 201, n. 49, 9. 1889, Mocsary, Monograph. Chrysidid. p. 410, n. 486, 2g (leucostigma). 1889, Mocsàry, Monograph. Chrysidid. p. 411, n. 487, £. Sembra una specie variabilissima; secondo una comuni- cazione del sig. Du Buysson ci appartiene anche la Ch. leu- costigma Mocs. Catturata finora soltanto in 2 esemplari, ambi 9 9. L'uno è di Belem del Parà (27 - III - 1901) e rappresenta la var. imperforata Gribodo, l’altro di Obidos (24 - XII - 1903) dg) Pai st avvicina alla forma genuina, ha però la spina del seg- mento mediano, brevissima, triangolare, acuta. 15. Ch. postica Brullé (= albomarginata Mocs). 1846, Brullé, Hym. IV, p. 36, n. 20, 9. 1889, Mocsàry, Monograph. Chrysidid. p. 409, n. 484, Jg' (albomarginata). 1901, R. du Buysson, Annal. naturh. Hofmus. Wien XVI, pi103, 2 I Raccolsi questa specie a Macapà ed Obidos nei boschi di basso fusto chiamati « capoeira », in parecchi esemplari, tutti Sd. 16. Ch. paraensis Ducke. 1903, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. III, p. 227, n. 12, dt Belem del Parà, soltanto in una località nella foresta, ove raccolsi quasi una dozzina di YJ senza però avere mai la fortuna d’incontrare una 9. 17. Ch. inseriata Mocs. 1902, Mocsàry, Term. Fiiz. XXV, p. 342, n. 5, 9. 1903, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. III, p. 227, n. 13, O. Belem del Parà, ove raccolsi ai 6 - XII - 1899 due 9 9 e un J' sulle foglie di Urena lobata in un’antica pianta- gione. 18. Ch. glabriceps Ducke. 1903, Ducke, Zeitschr. Zymen. u. Dipt. III, p. 227, n. 14, 9. La % di questa specie, rimarchevole per la punteggia- tura straordinariamente fitta e la pochissima peluria, fu da me raccolta a Belem del Parà (80 - III - 1900), Faro (16 - VII - 1903) e Obidos (24 - XII - 1903), sui cauli SARE essiccati di liane; il J', il quale per non possedere i detti caratteri è alquanto difficile da conoscere, lo catturai in un esemplare solo sui fiori di Croton chamaedryfolius ad Obidos, 7 - I - 1904. 19. Ch. fabricii Mocs., (= sexdentata Fab., nec Christ.). 1798, Fabricius, Ent. Syst. Suppl. p. 258, n. 20 (sexdentata; nec. Christ.). 1882, Mocsàry, Chrys. Faun. Hungaricae, p. 71. 1889, Mocsary, Monograph. Chrysidid. p. 566, n. 671, 2 Belem del Parà, Iambuassù, Arrayollos, Almeirim e Obi- dos, incontrasi di preferenza alle pareti d’argilla di ca- panne ecc., più raramente nella foresta. I nostri esemplari sono tutti 9 9. 20. Ch. smidtii Dahlb. 1854, Dahlbom, Hym. Eur. II, 317, n. 180. 1889, Mocsàry, Monograph. Chrysidid. p. 578, n. 686. Determinata dal signor Du Buysson. Venne raccolta in ambidue i sessi a Calsoene e Almeirim, ov’io l’osservai sui tetti coperti di palme, e ad Obidos ed Alemquer su pa- reti d’argilla. 21. Ch. bisulcata Ducke. 1902, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. II, p. 100, n. 3, 9. Nelle grandi foreste dei dintorni di Belem del Parà, ma molto rara. 22. Ch. frieseana Ducke. 1902, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. II, p. 99, n. 2, 9. A Belem del Parà, Iambuassù, Macapà, Obidos, Itaituba, ma rara in tutti questi luoghi. Trovasi al sole sugli arbu- sti, cauli essiccati di piante rampicanti, ecc. CASE 28. Ch. affinissima Ducke. 1903, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. III, p. 229, n. 15, 9. Belem del Parà, 17 - VI - 1902, una $ sola. Avendo sott’occhi esemplari di tutte le specie affini, credetti lecito di creare una specie nuova per quest’unico esemplare. 24. Ch. genbergii Dahlb. 1854, Dahlbom, Hym. Europ. II, p. 819, n. 181, Î 1889, Mocsary, Monograph. Chrysidid. p. 552, n. 649, 2 I È certamente la specie più comune in questo stato; tro- vasi quasi esclusivamente su pareti d’argilla. Le 9 9 sono molto più rare dei Y" 7. Raccolta da me a Belem del Parà, Iambuassù, Macapà, al Rio da Villanova, a Mazagao, Ar- rayollos, Almeirim, Prainha e Obidos; nel Museo esistono anche degli esemplari del Rio Xingù. 25. Ch. lateralis Brullé. 1846, Brullé, Hym. IV, p. 26, n. 5, d 1889, Mocsàry, Monograph. Chrysidid. p. 551, n. 648, I Principalmente in luoghi arenosi sull’Hemidiodia ocimifo- lia e Hyptis atrorubens Poit; le 9 9 sono molto più rare dei YJ. Raccolta a Belem del Parà, Iambuassù, Almeirim, Prainha, Alemquer, Obidos e Faro. 26. Ch. obidensis Ducke. 1903, Ducke, Zeitschr. Hymen. u. Dipt. IIIJ p. 221, n. 16, I La %$ rassomiglia al J' in tutti i caratteri essenziali. — Conosciuta finora da Obidos e Alemquer, ove la raccolsi nelle medesime località colla lateralis, credendola dapprin- cipio una mera varietà di quest’ultima; ora però avendo io esaminato considerevole numero d’esemplari di ambe le ip (o forme senza trovare dei passaggi intermediarî, sembrami che qui si tratti di due specie veramente differenti. 27. Ch. klugii Dahlb. 1854, Dablbom, Hym. Enr. II, p. 321, n. 182, 2. 1889, Mocsàry. Monograph. p. 553, n. 650, 2 J Belem del Parà, Arrayollos, Almeirim; rara. Raccolta sugli arbusti e sui fiori di Croton chamaedryfolius, in am- bedue i sessi. Terzo segmento dorsale dell'addome di : 1. Chrysogona alfkenii Q. 9. Chrysis bisulcata Qi 2. ” silvestrii Gi: 10. ”» frieseana 2. 8. Chrysis duckei J' i. » affinissima 9. 4. » ellampoides @. 12.» genbergii 2. 5. ” leucochiloides Q. 13. n lateralis Q. 6. ” leucocheila Q. 14. ” obidensis 2. 7. n paraensis O. 15. ” klugii 8. » inseriata Q. r Lie o e PR Toe RAT na ar ELA de eo 9 $ i fé x Ir ; Elenco dei lavori consultati per elaborare la presente memoria, BRÈTHES, I., Contributions à l’étude des Hyménoptères de l’ Amé- rique du sud et spécialement de la République Argentine : Les Chrysidides. « Anales del Museo nacional de Buenos Aires » 1902, pag. 263-294. Buysson, R. DU, Contribution aux Chrysidides du globe. « Revue d’Entomologie », 2.° série 1893, pag. 245-254; 3.° série 1898, pag. 125-147; 4.° série 1900, pag. 125-160. — Étude des Chrysidides du Musèum de Paris. « Annales de la Societé Entomologique de France », LXVI, 1897, pag. 518-580. — Catalogue des Insectes Hyménoptères de la famille des Chry- sidides du Muséum de Paris. « Bulletin du Muséum d’hi- stoire naturelle », 1899, n. 4, pag. 159-169. — Sur quelques Chrysidides du Musée de Vienne, « Annalen des k. k. naturhistorischen Hofmuseums », XVI, 1901, pag. 97-104. DuUCcKE, A., Beitrige zur Kenntnis der geographischen Verbreitung der Chrysididen und Beschreibung von drei neuen Arten. « Zeitschrift fiur Hymenopterologie und Dipterologie », IL, 1901, pag. 353-361. — ine neue sidamericanische Cleptes — Art, « Zeitschrift fir Hymenopterologie und Dipterologie » II., 1902, pag. 92-93. — Neue sidamericanische Chrysididen. « Zeitschrift fir Hy- menopterologie und Dipterologie », II,, 1902, pag. 97-101; III, 1903, pag. 129-136, 226-232. — Ein wenig bekanntes Chrysididengenus: Amisega Cam. « Zeitschrift fiurr Hymenopterologie und Dipterologie », IL, 1902, pag. 141-144. — Neue Goldwespen von Parà. « Zeitschrift fir Hymenopte- rologie und Dipterologie » II, 1902, pag. 204-207. DE AREE MocsARY, A, Monographia Chrysididarum orbis terrarum uni- versi. Budapest, 1889. — Additamentum primum ad monographiam Chrysidarum or- bis terrarum universi. « Természetrajzi Fizetek », XIII, 1890, pag. 45-66. — Additamentum secundum, etc. « Természetrajzi Fiizetek » XV, 1892, pag. 213-240. — Species aliquot Chrysididarum novae. « Természetrajzi Fiizetek » XXV, 1902, pag. 339-349. — Chrysididae in Africa meridionali a Dre. H. Brauns col- lectae et ab Alexandro Mocsdry recensitae. « Természetrajzi Fiizetek » XXV, 1902, pag. 536-572. ALESSANDRO COGGI E GIULIO CECCHERELLI NOTE BIOLOGICHE SU ALCUNE ZANZARE DEL SENESE Queste note si riferiscono alla cattura di Culex mimeti- cus Noè, e ad osservazioni che abbiamo avuto l’opportunità di fare sull’ habitat e sulla diffusione degli Anopheles nella città e dintorni di Siena, per ricerche fatte durante gli anni 1901, ’02 e ’03. Altre zanzare raccolte sono: C. pi- piens, C'. hortensis, C. spathipalpis e C. annulatus; ma in- torno a queste non sapremmo dire più di quello che è esposto nella monografia di Ficalbi del 1899 (1). sa Nell'ottobre del 1901, in una grotta vicina a Siena, uno di noi (Ceccherelli) trovò, attaccata alla volta presso l'uscita, una zanzara femmina che riconobbe presto per Culex mi- meticus. Pochi giorni dopo nello stesso luogo e a brevi in- tervalli di tempo, potè catturare due maschi di questa bella specie. L’anno successivo (1902) riuscirono infrut- tuose le ricerche a questo proposito. L’anno passato (1903), nel settembre, di nuovo ne trovò due esemplari: un ma- (1) E. Ficansi, Venti specie di zanzare (Culicidae) italiane classate e descritte ecc. Questo « Bullettino », Anno XXXI, 1899. Anno XXXVI. 4 Ato 7 DE» schio attaccato alla volta della solita grotta e una femmina che prese a volo su di un fontino, nell’ acqua del quale essa stava per deporre le uova. Si raccolsero dunque, in questo periodo di tempo abba- stanza lungo, solo cinque individui di C. mimeticus, tre maschi e due femmine. I quali però sono finora gli unici allo stato di insetto perfetto trovati all'aperto; perchè que- sta specie è stata istituita da Noè su due esemplari fem- mine nati a Roma in Laboratorio nel giugno 1899, da larve provenienti da Grassano (Basilicata), e descritta ed illustrata in seguito con la scorta di un’ altra femmina e due maschi nati, pure in Laboratorio, da larve provenienti da Sezze, il novembre dello stesso anno (1). Che si sappia, C. mimeticus non era stato dipoi trovato altrove. Ora, esaminando i nostri esemplari, di cui alcuni son montati in balsamo, ed altri conservati a secco, con la de- scrizione che Noè ha dato di questa specie, abbiamo notato alcune lievi discordanze, specialmente in ciò che si rife- risce alla colorazione, carattere questo di non piccola im- portanza nella diagnosi delle specie di Culicidi. Queste discordanze riguardano i palpi, l’oliva, le antenne, la nuca e le zampe, ed appariranno facilmente a chi vorrà con- frontare i caratteri che esponiamo qui sotto con quelli corrispondenti descritti da Noè. Il 5.° articolo dei palpi nel g' ha i colori distribuiti come l’articolo 4.°. Se non che il colore della parte distale è più leggero. Ognuno degli altri quattro articoli ha un'anel- latura bianca. Il 2.° l’ ha presso a poco nella sua parte me- diana, gli altri nella porzione prossimale. La fascia nera nella parte distale del 2.° articolo non è completa, ma è interrotta per breve tratto nella parte interna. I peli sono (1) G. Nok, Contribuzione allo studio dei Culicidi. Questo « Bullettino », An- no XXXI, 1899. Lo stesso, Una nuova specie dì zanzara. Ibidem, Anno XXXII, Trim. lI, 1900. più abbondanti nel 4.° articolo, però sul 5.° sono più nu- merosi che sul 3.°. L’estremità del palpo nella 9 può appa- rire più chiara ove manchino le squamette. -L'oliva è giallo-chiara. Le antenne non sono sempre nere; ‘esse lo sono bensì nella femmina, salvo però una piccola anellatura chiara nella parte prossimale di ciascun articolo, sulla quale sono impiantate le setole; ma nel maschio il nero è limitato ad una breve porzione distale di ciascun articolo, subito innanzi alla linea elicoidale d’impianto delle setole; gli ultimi articoli, specialmente gli ultimi due nel maschio, sono poi quasi esclusivamente neri. Sulla nuca del J e della 9 vi è un fitto vello di squamette a rac- chetta. Gli arti hanno un colore più scuro nel J' che nella 9. Nella 9 il primo paio è più oscuro delle altre due paia, ed in queste stesse è assai più oscura la parte distale della prossimale. Il color bianco dei femori del 3.° paio nel J' non.sì mantiene sempre uguale e nemmeno completo: in uno di questi Y" la fascia bianca è intiera solo nel terzo prossimale, in un altro la fascia rimane incompleta per il fatto che il nero si continua dorsalmente a foggia di trian- golo fino all’ articolazione del trocantere. Il punto bianco dei ginocchi è dato quasi in totalità dall’ estremità pros- simale della. tibia, per modo che l’anello chiaro, anche per quel che riguarda gli articoli tarsali, segue immediatamente un’ articolazione. Le anellature dei tarsi diminuiscono in estensione dalla parte prossimale alla distale, così che si comprende come l’anellatura fra il 4.° e 5.° articolo sia pressochè nulla. Si può dunque dire che le divergenze sì riferiscono eselu- | sivamente a una maggiore intensità di colorazione del corpo di questi Culicidi, ed alla più esatta determinazione dei confini delle zone chiare e colorate. Può darsi che la mag. gior colorazione sia dovuta a ciò che, mentre Noè basò la sua descrizione sull’ esame di esemplari fatti sviluppare in LIE Laboratorio e forse subito uccisi, noi potemmo studiare individui presi nella vita libera. Il fatto che le larve di Grassano da cui si svilupparono le prime due femmine di C. mimeticus erano state prese in località ove fu sempre catturato Anopheles superpictus, e l’ al- tro fatto del mimetismo evidente, sebbene limitato alla colorazione, che presentano queste due specie, appartenenti a generi diversi, può forse fare immaginare una relazione fra la loro somiglianza esterna e la comunanza di habitat. Noi non abbiamo trovato larve o pupe di C'. mimeticus, per modo che di esse non abbiamo potuto determinare di- rettamente l'habitat. Però, data la persistenza con la quale, nel giro di due anni, si rinvennero a più riprese gli in- setti perfetti nella stessa località, ricca di habitat foveale, del tutto priva di habitat palustre e sub-palustre, e ciò per un raggio di superficie molto lungo; e dato anche il fatto della cattura di una femmina mentre stava per depositare le uova in un fontino con poca acqua e privo di vegeta- zione, crediamo di poter concludere che l’habitat di C'. méd- meticus sia, in questo sito, essenzialmente foveale. Ora, insieme con questa specie furono bensì trovati abbondanti A. claviger, ma nessun A. superpictus (specie finora rinve- nuta soltanto nella Basilicata, nelle Calabrie e nelle pro- vincie di Salerno e di Parma) (1) e nessun A. difurcatus, malgrado l’affermazione di Grassi (2) che C. mimeticus con- viva come larva e ninfa con la forma tipica sub-palustre di Ficalbi, cioè con A. bifurcatus. * * * Le specie di Amnopheles (larve, pupe e insetti perfetti) che sì potè catturare in questi anni sono: A. claviger e A. bi- (1) B. Grassi, Studî di uno zoologo sulla malaria, 2. Edizione. Roma, 1901 pag. 60. (2) Op. ciît., pag. 57. furcatus. E delle numerose località senesi nelle quali si rinvennero, citeremo solo alcune che per speciali condi: zioni presentano un maggior interesse. Si trovarono larve e pupe di A. claviger in una piccola vasca dell’ Orto Botanico, un fontino senza la minima traccia di vegetazione e che serve l’ estate ad ‘annaffiare ogni quindici giorni una certa area di terreno. Ci sembra interessante di aver trovato in questa vasca, non solo larve giovani di A. claviger, ma anche larve inoltrate e pupe. È noto, specialmente per le esperienze di Grassi e Noè (1), che occorrono da 25 a 27 giorni per lo sviluppo degli Ano. pheles a temperatura da 25° a 28° C. In questo caso si deve ammettere che molte larve poterono sopportare senza danno replicati e forti traumatismi (vuotatura quasi totale della vasca, riempitura successiva). Nell’ ottobre 1901 in una vasca di marmo abbandonata in un cortile del Laboratorio, con entro poca acqua, tro- vammo larve e pupe di A. claviger. L'acqua di questa vasca era inoltre commista a non piccola quantità di cal- cina che vi cadeva perchè vicino venivano in quel tempo eseguiti dei lavori in muratura. Nonostante ciò le larve poterono qui vivere bene e sviluppare rigogliosamente. Questo caso e il precedente non depongono certo a favore di una grande delicatezza delle larve di Amopheles. Nei dintorni di Siena qualunque raccolta d’acqua, situata in piano o in collina, si può dire che nella stagione pro. pizia possa contenere larve di A. claviger. Nella stessa località dove fu catturato C. mimeticus, in certi fontini con le pareti in muratura, molto piccoli e angusti, senza traccia alcuna di vegetazione, con acqua stagnante e sporca, insieme a larve di C'ulex, vivevano abbondantissime larve e pupe di A. claviger, di cui in una grotta vicina si poterono pigliare molti insetti perfetti. (1) B. Grassi, Op. cit., pag. 104. E ciò in tutti e tre gli anni nella stessa misura. Diremo, anzi, che questa località è molto soleggiata e calda nel- l’ estate. In una serie di fontini in muratura di pochi decimetri di lato e di profondità, senza vegetazione e con acqua molto sudicia, che servivano all’annaffiatura degli orti, in un luogo piano e caldo l’ estate, vi erano pure molte larve di A. claviger. In una località detta « Le Grondaie » dentro una fonte dove venivano lavati i panni, con acqua quindi sporca di sapone, e in un’altra vicina e nelle stesse condizioni, erano pure presenti molte delle solite larve di Anopheles. In fine anche in cima ad una collina (Pianello presso Vico Alto) queste larve erano abbondanti entro ad una fonte che serviva ad abbeverare il bestiame, con acqua priva di ve- getazione e solo colla superficie in parte coperta da detriti delle piante che vegetavano sulle rive. Esemplari adulti di A. claviger si possono raccogliere anche nell’ interno delle case in città e nei dintorni. In conclusione, la diffusione e la costanza con la quale per alcuni anni di seguito potemmo rinvenire A. claviger, nei varî stadi di sviluppo in Siena e dintorni, in una zona dunque elevata e completamente sprovvista di paludi, di- mostrano che qui l’ambiente loro normale è il foveale. Al passeggio della Lizza e della Fortezza (dove l’ha tro- vato anche Ficalbi) (1), non è raro A. difurcatus. Anzi, in questa località, solo questa specie potemmo catturare, e non è avvenuto mai di prendere alcun A. claviger, così abbondanti altrove. E il giardino pubblico della Lizza è considerato da Ficalbi come habitat sub-palustre, per la presenza di una vasca con piante acquatiche e circondata in parte da un boschetto. (1) Op. cit., pagg. 144 e 228. tre ALMA * * _* La distribuzione delle zanzare italiane, in base alla na- tura dell’ habitat delle larve, in palustri, sub-palustri e fo- veali, è stata proposta da Ficalbi (1) il quale fece anche acutamente risaltare un certo accordo fra questo impor- tante carattere dietologico dell’habitat larvale e la corologia delle zanzare adulte. Le specie a larve foveali (C. pipiens, C. spathipalpis, C. elegans e un poco anche C. annulatus) sono le più diffuse, perchè l’ habitat foveale si può trovare quasi ovunque. Anche l’ habitat sub-palustre è molto diffuso, e così sono diffuse per tutte le particolari regioni d’ Italia le specie sub-palustri. Per converso, poichè l’ habitat pa- lustre è peculiare, le specie a larve palustri, di cui è tipica A. claviger, hanno località o zone limitate. | Inoltre Ficalbi rilevò una certa incompatibilità fra le due facies faunistiche foveale e palustre. Per quanto ri- guarda gli Anopheles, egli disse chiaramente che il palustre A. claviger non si riprodurrebbe mai fuori del suo ambiente, neppure in quello sub-palustre, e che A. bdifurcatus, sub- palustre tipico, non si adatta mai all'ambiente foveale. In seguito, Ficalbi, evidentemente impressionato dalla frequenza di anofeli, constatata da parecchi ricercatori, in luoghi che palustri non sono, ha attenuato queste troppo recise affermazioni, concedendo che gli anofeli possono svi- lupparsi, per comodità o per necessità, nelle acque foveali. Però egli ha ritenuto ancora « che non si possa nè si debba dire che l’acqua foveale sia opportuna al numeroso sviluppo degli anofeli, o da essi preferita, e per essi l’ appellativo di zanzare palustri rimane giusto » (2). x Ma Grassi (3) dopo estese ricerche è rimasto molto esi- (1) Op. cit., pagg 110 e seg. e: « Monit. Zool. Ital. », XI, 1900, pagg. 84-85. (2) E. FicanBI, Sopra la malaria e le zanzare malariche nella salina di Cervia e nel territorio di Comacchio. « Ann. Igiene sper. » XI, 1901, pag. 33-34. (3) Op. cit., pagg. 56-58. DETEORI tante ad ammettere la distinzione di zanzare palustri e sub-palustri. Anzitutto tutti i Culex sub-palustri di Ficalbi si trovano non meno abbondanti nei luoghi palustri (s’ in- tende quando vi sieno anche le condizioni indispensabili per la vita degli insetti perfetti). E poi la definizione data da Ficalbi di forme sub-palustri e palustri, è, secondo Grassi, evidentemente un po’ artificiosa. Così, per queste ragioni, egli non può accogliere che con riserva la distin- zione proposta da Ficalbi; e gli sembra anzi di avvici- narsi meglio al vero sopprimendo la categoria delle forme sub-palustri ed ascrivendo tutti i Culex sub-palustri di Ficalbi alla categoria delle forme palustri. Anche gli Anopheles, secondo Grassi, non si prestano più dei Cu/ea per la distinzione in palustre e sub-palustre. Le larve di Anopheles sono proprie delle acque chiare e ricche di vegetazione superficiale che egli denomina « ac- que palustri »; anzi rileva che « nel piano lombardo non irrigno vi sono grandi vasche artificiali dalle pareti imper- meabili che si riempiono d’acqua piovana opportunamente incanalata e non asciugano talvolta per decenni. Quest’ac- qua si adopera per lavare o per abbeverare il bestiame. Essa sì mantiene più o meno chiara, ma quasi sprovvista di vegetazione. Orbene in queste vasche, per quanto egli ha veduto, non si sviluppano gli Amopheles » (1). Però lo stesso autore cita in seguito delle località in cui eccezionalmente nel 1899 trovò Anopheles in ambiente foveale (Maccarese, Prima Porta presso Roma, Sermoneta la villa Ludovisi in Roma e Sezze). Ma il caso più inte- ressante è quello osservato a Grosseto, dove nello stesso anno l’abitazione foveale era diffusissima. Per spiegare queste eccezioni Grassi ritiene: o che gli Anopheles dapprima viventi nelle paludi, per il prosciuga- mento di esse, si sieno adattati ad un nuovo habitat; o (1) Op. cit., pag. 62. che trasportati dal vento da vicine località paludose, in un ambiente esclusivamente foveale, per vivere e molti- plicarsi si sieno dovuti a questo adattare. Per Grosseto queste ipotesi potrebbero essere avvalorate dal fatto che fino a non molti anni fa il padule era a poca distanza dalle porte della città. È difficile però che queste spiega- zioni possano valere per gli Anopheles senesi, giacchè nè i dintorni di Siena erano in passato una regione palu- dosa (1), e nemmeno presentemente essa ha vicino delle paludi dalle quali possa il vento trasportarvi delle zan- zare. Tutto parlerebbe invece a favore di un habitat fo- veale, se non primitivo, certamente antichissimo. Queste considerazioni ed il fatto, riportato più sopra, di C. mimeticus il quale in Basilicata è sub-palustre secondo Ficalbi, dunque palustre secondo Grassi, mentre a Siena è esclusivamente foveale, diminuiscono, se non forse tolgono del tutto, la possibilità di una distinzione netta delle zan- zare sulla base del loro habitat larvale, anche solo ridotta, come vorrebbe Grassi, a quella di zanzare palustri e zan- zare foveali. Laboratorio di Zoologia e Anat. comp. della R. Università di Siena. Marzo 1904. (1) A meno che non si risalga ai primi tempi del quaternario. ROGER VERITY ELENCO DI LEPIDOTTERI RACCOLTI NELL’APPENNINO PISTOIESE (700 MErRI) (15 Luglio -3 Settembre 1908) Diversi entomologi si sono occupati dei Lepidotteri to- scani e primo fra questi il Prof. Cav. P. Stefanelli, che, ponendo grande zelo e precisione in tutte le sue ricerche, ha compilato nel 1900 un « Catalogo dei Ropaloceri della Toscana », dove sono riunite tutte le notizie che allora si avevano intorno alle farfalle diurne di quella regione, e alle quali, riguardo il numero di specie, poche aggiunte sono state fatte e certamente poche restano da farsi; nes- suno però si è ancora dato ad uno studio serio degli Ete- roceri e a riunire le notizie necessarie per compilarne un catalogo. Anch'io per diversi anni mi dedicai completa- mente allo studio ‘dei Ropaloceri, ma, accorgendomi che oramai quel gruppo era discretamente conosciuto, a poco per volta rivolsi la mia attenzione alle specie notturne, e presi sempre maggior passione a ricerche che mi fruttavano continue soddisfazioni. Chiesti allora e ricevuti consigli pratici da diversi entomologi stranieri sui sistemi di caccia notturna adoprati con maggior successo all’estero, presi la risoluzione di porli in pratica da noi e di mettere insieme FIRST TA ROIO AE ergo quanto materiale potevo per compilare un Catalogo dei Lepidotteri Eteroceri della Toscana. Le notizie intorno a questo gruppo sono quasi assolutamente nulle, per quanto riguarda la nostra regione, poichè, eccettuato le osserva- zioni fatte dal Cav. Stefanelli nelle vicinanze di Firenze, e alcune pubblicazioni scarse di numero e di poca impor- tanza sparse in riviste straniere, nessuno si è mal occupato di questo speciale campo. Il solo modo di raggiungere lo scopo propostomi è di visitare ad una ad una, anno per anno varie località discoste fra loro e di natura differenti e di farvi quante osservazioni sono possibili in un sog- giorno di poche settimane. Così potrò fra qualche anno pubblicare un elenco degli Eteroceri Toscani, che, se non completo, servirà almeno di base a future ricerche. Intanto per fissare le osservazioni fatte ogni anno e metterle a | disposizione degli entomologi, invece di aspettare tutto il tempo necessario alla compilazione d’un lavoro complessivo, mi propongo di pubblicare nel « Bull. della Soc. Ent. » gli elenchi delle forme raccolte nelle singole località. Nessuno, per quanto sappia, aveva fin’ ora raccolto Le- pidotteri nell'Appennino Toscano medio; l’anno scorso de- cisi dunque di visitare questa regione e feci un soggiorno di circa un mese e mezzo (dal 15 di Luglio al 3 di Set- tembre) in una località detta Migliorini presso Piteglio, situata non molto lontano da San Marcello Pistoiese e al- l'altezza di circa 700 metri. Credo che non riuscirà inutile il dare un breve cenno descrittivo del luogo. Esso è si- tuato al disopra del torrente Lima; tutto intorno si esten- dono vasti castagneti, ma da Migliorini a Piteglio un’area lunga circa 2 km. e larga mezzo km. è coltivata a grano, a prati o a erba-medica. Di notte davo la caccia alle far- falle esponendo un lume a acetilene della forza di 60 can- dele su un terrazzo coperto da una tettoia, che dominava tutta l’area coltivata suddetta. È ben noto che non tutti gli Eteroceri sono attratti dal = GG lume; segnerò dunque con un asterisco nel seguente elenco quelli che ho raccolti sul mio fanale e con due asterischi quelli di cui vi ho raccolto anche le 9 9, le quali molto più di rado si lasciano affascinare dalla luce artificiale, notando però che non tutte le specie segnate venivano direttamente alla sorgente luminosa, ma che molte si man- tenevano anzi a una certa distanza, posandosi sul muro o sul tetto, dove batteva la luce. Altra osservazione degna di nota è che fino alla metà d’Agosto le farfalle veni- vano al lume in grandi quantità fra le ventidue e le ven- titre circa, eppoi smettevano quasi del tutto; e dopo, quando le notti allungarono, esse si mostravano fra le ventuno e le ventidue, quindi sparivano. Durante il mio soggiorno a Migliorini ho raccolto 380 forme differenti di Lepidotteri; cioè : 94 di Ropaloceri, 216 di Macro- e T0 di Micro-Eteroceri. Tra queste, 17 vere specie e 3 forme secondarie sono nuove per l’Italia centrale, 16 specie e 9 forme secondarie erano fin’ora del tutto sco- nosciute in Italia, per quanto rilevo dall’ultima edizione del ben noto Catalogo del Dott. Staudinger. Mi sono atte- nuto a quest'opera pure nella disposizione del seguente elenco e ho riportato con ciascuna specie anche il numero che in essa l’accompagna; in tale modo ho potuto trala- sciare del tutto la sinonimia, che mi avrebbe costretto a dilungarmi troppo in un lavoro d'importanza così li- mitata. Firenze, 10 Aprile 1904. I. PAPILIONIDAE. 1. Paprnio, Latr. 4. machaon, L. — Non osservai e raccolsi che un solo esem- plare alla fine d’ag. II. PIERIDAE. 8. AporIa, Hb. 38. crataegi, L. — Comuniss. allo stato perfetto in lug. e nella prima metà d’ag.; poi allo stato larvale. 10. PIERIS, Schrk. 45. brassicae, L. — Comuniss. in tutti gli stadi di sviluppo. » var. chariclea, Stph. (Macchia apicale grigio chiaro invece che nero). — Pochi individui in lug. Questa forma è ricordata dal Prof. Ste- fanelli, ma egli non ne dà il nome. 48. rapae, L. — Comuniss. » var. leucotera, Stef. (Senza macchia apicale). — Pochi individui in lug. 52. napi, L. — Comuniss. » var. napaeae, Esp., (Venatura delle ali post. con orlo scuro molto stretto sulla pag. inf.) — Scarso in lug. » var. meridionalis, Stgr. (Quasi senza venature sul disotto delle ali post.). — Comune in ag. 57. daplidice, L. — Molto scarso, alla fine d’ag. 11. EucHLoÈ, Hb. 69. cardamines, L. — Seppi dagli abitanti di Migliorini che questa specie, che mi parve di riconoscere dalle loro descrizioni, era abbondante in magg. e giugno. 14. LePTIDIA, D40/b. 81. sinapis, L. — Comuniss. » var. lathyri, Hb. (Ali post. del tutto cosparse di verde di sotto). — Comuniss. in lug. » var. diniensis, B. (Ali post. di sotto interamente candide). — Comune. » ab. 9 erysimi, Bkh. (Completamente bianca so- pra e sotto). — Rara. 16. CoLras, Leach. 98. hyale, L. — Seconda quindicina d’ag., ma non comune. 113. edusa, F. — Scarsa di lug. ma poi sempre più co- mune e abbondantiss. a sett. » ab. J falle, Stef. (Bordo marrone attraversato da venature gialle). — Rara. » ab. 9 helicina, Obth. (Colore del fondo arancione palidiss.) — Rara molto. » ab. 2 helice, Hb. (Colore del fondo candido). — Non scarsa. 17. GONEPTERYX, Leach. 124. rhamni, L. — Rara, ma comune di primav. secondo gli abitanti di Migliorini. 135. camilla, Schif. — Un solo esemplare sulla fine d’ag. 24. PrRamEIS, Hb. . atalanta, L. — Assai comune. 130. 185. 191. 218. 225. 230. tir Nesnie aid sese gal II. NYMPHALIDAE. A. — Nymphalinae. 22. LIiMENITIS, F. . cardui, L. — Comuniss. 26. VANESSA, F. . urticae, L. — Assai comune al disopra di Migliorini verso i 900 metri. . polychloros, L. — Comuniss. di lug. . antiopa, L. — Comuniss, di lug. 29. MeLITARA, PF. phoebe, Knoch. — Comune. Tutti gli esemplari note- voli per il colorito e le dimensioni non comuni. didyma, O. — Anche a Migliorini, dove questa specie è abbondantiss., la maggior parte degli esem- plari sono intermedi fra la v. Meridionalis Stgr. e il tipo; pochi s’accostano a quest’ultimo. >» ab. alpina, Stgr. (9 colle ali ant. grigie verdo- gnole, le post. fulve). — Una $ corrisponde perfettamente a questa varietà alpina. athalia, Rott. — Comune. 30. ARGYNNIS, F. dia, L. — Rara. lathonia, L. — Comune assai. aglaja, L. — Non frequente. GIA 281. adippe, L. — Non frequente la forma tipica. » ab. cleodora, O. (Senza macchie argentee sotto le ali post.). — Comunissima. 237. paphia, L. — Comune alla fine d’ag. C. Satyrinae. 32. MELANARGIA, Meig. 246. galathea, L. — Comuniss. in lug. e sui primi d’ag. » ab. 9 leucomelas, Esp. (Ali post. sotto intera- mente candide). — Rara. » ab. galene, O. (Senza ocelli sotto le ali post.). — Rarissima. 35. SATYRUS, West. 341. hermione, L. — Comuniss. 352. semele, L. — Abbondantiss. 370. statilinus, Huf. var. apennina, Zeller. (Statura più piccola di quella della v. allionia, F.; pa- gina superiore d'un bel colore nero, e non marrone, come il tipo e la var. suddetta, dai . quali differisce pure leggermente per la pag. inf. delle ali post.) — Questa forma, propria della nostra sola penisola, non è, per quanto sappia, ancora stata ricordata da nessun au- tore italiano. Il 20 di ag. ne raccolsi due YY7} ma nè prima nè dopo ho visto altri individui. 37. PARARGE, Hb. 385. aegeria, L. — Comuniss. 390. megera, L. — Comuniss. 392. maera, L. — Un solo Y alla fine d’ag. 40. EPINEPHILE, Hb. 402. jurtina, L. — Abbondante in modo fenomenale. Que- sta specie è probabilmente quella che . più spesso presenta casi ben marcati d’albinismo. Quello totale è molto raro, ma sono assai numerosi nelle buone collezioni esemplari con grosse macchie bianche in generale irregolar- mente sparse sulle ali. Siccome però queste for- me variano all’infinito, tantochè non si trovano mai due esemplari uguali, gli entomologi stra- nieri hanno stabilito di raggruppare sotto il nome di ab. Semialba, proposto dal Bruand, tutte le forme nelle quali il colore fondamen- tale marrone del tipo è sostituito del tutto o in parte da bianco e sotto il nome di ab. Pal- lens, creato dal Thierry-Mieg, quelle in cui, invece del colore fulvo, si osserva un bel bianco latteo o un colore paglierino interme- dio. Queste forme albine non erano ancora state, per quanto sappia, segnalate da nessuno in Italia; solo il sig. Failla le accenna senza darne il nome, nel suo Catalogo dei Lepidott. della Sicilia. 402. jurtina, L. ab. 9 pallens, Thierry-Mieg. — Rara. ab. semialba, Bruand. — Non troppo rara; un g' ‘colle ali post. del tutto bianche. tithonus, L. — Seconda metà d’ag., ma assai scarsa. Degna d’osservazione è la differenza fra gli esemplari di Migliorini e quelli della pianura Toscana; i primi sono più piccoli, più pallidi, col bordo più stretto e mancano del tutto le sfumature rossastre sulla pag. inferiore delle ali post. 41. CorNoNxYMPHA, /7d. 433. arcania, L. — Comune. Notevole un esemplare pic- colissimo, che si accosta alla v. Philea, Frr. delle Alpi. Li CARRI 440. pamphilus, L. — Ancora più abbondante della pre- cedente. >» ab. ocellata, Tutt. (Con una serie di occhietti ben marcati sulla pag. inf. delle ali post.). — Rara. >» ab. pallida, Tutt. (Col color fulvo molto pallido e il bordo bigio chiaro e non nero). — Un esemplare. VI LYCAENIDAKE 50. THeoLA, F. 464. ilicis, Esp. — Comuniss. di lug. » ab. 9 cerri, Hb. (Con una grande macchia fulva sulle ali ant.). — Forma predominante. » v. esculi, Hb. (Senza linea bianca sotto le ali ant.) — Non comune. 465. acaciae, F. — Un esemplare di lug. 52. ZepHyRUs, Dalm. 482. quercus, L. — Una sola 9 alla fine d’ag. b4. CHRYsoPHANUS, Hb. 500. virgaureae, L. — Rara a Migliorini; abbondante al disopra verso i 1000 m. 511. alciphron, Rott. v. gordius, Sulz. — Rara, di lug. » ab. 9 intermedia, Stef. (Ali ant. col colore del fondo fulvo). — Un esemplare. 512. phlaeas, L. — Comuniss. » var. eleus, F. (Colore del fondo delle ali ant. velato di scuro). — Assai frequente. » ab. caeruleopunetata Stgr. (Con una serie di punti azzurri sulle ali post... — Non rara. 530. 543. 544. 589. 604. TES@RA O 58. LampPIpES, HD. telicanus, Lang. — Comune al principio d’ag. 60. LycAENA, F. argus, L. = aegon, Schiff. — Comuniss. argyrognomom, Brgstr. = argus, Esp. — Comuniss. » ab. 9 callarga, Stgr. (Con fitta velatura az- zurra). — Non rara. astrarche, Bgstr. — Comuniss. » gen. aest. calida, Bell. (Macchie fulve molto grandi; pag. inf. marrone chiaro). — Comune. icarus, Rott. — Abbondantiss. » ab. iphis, Meigen. (Con una sola macchia basale sulla pag. inf. delle ali ant.) — Non rara. » ab. icarinus, Scriba. (Senza macchie basali). — Assai frequenti i JJ, rariss. le 9 2. » ab. melanotora, Pincit. = arcua, Favre. (Con un archetto nero parallelo al bordo interno delle ali ant. sulla pag. inf.). — A Migliorini co- me in altre località Toscane, trovai le 9 9 di questa forma assai abbondanti: ed ebbi la for- tuna di trovarvi due YJ}, mentre il sig. Pin- citore la riteneva propria della sola 9. (V. Bull. Soc. Ent. Fr. Anno 1903 n. 18). » ab. 9 caerulescens, Wh. (Basi delle ali azzurre). — Rarissima. » ab. 9 caerulea, Fuchs. (Tutta la superf. delle ali con fitta velatura azzurra). — Un esempl. solo. 610. hylas, Esp. — Rara. » ab. golgus, Hb. (Forma piccoliss.). — Rarissima. 611. meleager, Esp. — Non rari i yYJ, scarsissime le 9 9. 612. escheri, Hb. — Un solo gJ' in lug. 613. bellargus, Ratt. — Non osservai questa specie a Migl. ma essa si trova a S. Marcello, a poca distanza. 614. 635. 637. 650. 661. 664. 670. 656. (03. LR coridon, Poda. — Anche per questa specie vale l’os- servazione precedente. minimus, Fuessì. — Comuniss. di lug. semiargus, Rott. — Comune. 61. CyawnIRrIS, Dalm. argiolus, L. — Comune. VII HESPERIIDAE. 64. ApoPAEA, Wats. lineola, O. — Comuniss. actaeon, Rott. — Scarsa assai. 65. AUGIADES. comma, L. — Comuniss. (1. CARcHARODUS, Wats. alceae, Esp. —- Comuniss. €2. HESPERIA. . sao, Hb. — Comuniss. » ab. eucrate, O. (Ali post. sotto bigie invece che rossastre). — Comune. alveus, Hb. — Comune. » var. Fritillum, Tr. (Macchie bianche più svilup- pate). — Comuniss. 14. THANA0S. 3. tages, L. — Comuniss. eni 730. È-(9D: 149. 816. #1829, #* 825. * 841. * 843. VIIL SPHINGIDAE. (T. Divina, Dalm. tiliae, L. — Abbondante allo stato larvale sui Ca- stagni e sull’Ontano, di rado sul Pioppo. 81. ProroPARCE, Burm. convolvuli, L. — Abbondante; ma un solo esemplare al lume. 86. DEILEPHILA, 0. euphorbiae, L. — Abbondante allo stato larvale. 91. MacroGLossa, Sc. . stellatarum, L. — Abbondantiss. IX. NOTODONTIDAE. 110. NoroDoNTA, 0. dromedarius, L. — Larva sull’Ontano. Non era an- cora stata rinvenuta nell’It. centr. questa sp. phoebe, Siebert. — Un maschio; anche questa sp. è, per quanto sappia, nuova per l’It. cent. trepida, Esp. — Due 2 9 al lume; larva comune assai sulla Quercie alla fine d’ag. 118. LopHoPTERYX, Stph. camelina, L. — Rara. Questa specie non era ancora stata segnalata in Tosc. cuculla, Esp. — Un esemplare al 1. il 30 ag. Nuova per l’Ital. cent. 908. 913, 919: 929. SITI pane 121. PreRrOSTOMA, Germ. . palpina, L. — Due individui al lume; larva co- mune sul Pioppo. X. THAUMETOPOEDAE. 129. THAUMETOPOEA, /7b. . processionea, L. — Un Jil 26 ag. XI. LYMATRIIDAE. 134. DASsYCHIRA, Stph. pudipunda, L. — Larve alla fine d’ag. sui Castagni e sui Pioppi. 136. EuprocrIs, Hb. chrysorrhaea, L. — Una vera persecuzione intorno al lume; tale era l’abbond. di questa sp. 137. PoRTHESIA, Stph. similis, Fuessl. — Scarsa. 141. LvyMANTRIA. HD. dispar, L. — Abbondantissima in tutti gli stadii. Non credo sia ancora stato segnalato il di- morfismo del y di questa specie, che è tut- tavia assai marcato. Nella forma predominante la quattro ali sono marrone chiaro con delle strie più scure, ma non di rado capitano esemplari con le ali ant. decisamente bigie, che contrastano col marrone delle post., e colle lunule discoidali quasi nere. agile ao ei ii ci i e ea ste Ai e Re ALn ta 4 ER, gs # 929 dispar, L. ab. disparoides, Gasch." (Forma il doppio più piccola del tipo). # 931. monacha, L. — Assai comuni i J al lume. » ab. nigra, Frr. (Colore del fondo bigio). — Rara. 142. OcNERIA, HD. #* 944, rubea, F. — Il 28 ag. una € si venne a posare sul muro accanto al lume verso le 23. Nuova per la Tosc. XII. LASIOCAMPIDAEK. 146. Maracosoma, Auriv. # 956. neustria, L. —— Un Lg solo. 150. Lasrocampa, Schrk. #£970. quercus, L. — Non ho raccolto nessun J' tipico; comune la forma seguente. » var. g roboris, Schrk. (Larga fascia gialla sulle ali ant., largo bordo sulle post.). #96. trifolii, Esp. — I gg erano una vera persecuzione intorno al lume, le 99 scarse. » ab. medicaginis, Bkh. (Ali irrorate di giallo). — Frequente. XVIII SATURNIIDAE. 174. SATURNIA, Schrk. 1034. pyri, Schiff. — Comune allo stato di larva e di ninfa. 1037. pavonia, L. — Larve assai comuni. ETNIE RISO R$ EI SR, SPANO SAREI sofà sa 7 RI pia e SI IA I EEE sai È Roero CIRO 4 #3 SO e XVI. DREPANIDAE. 182. DREPANA, Schrk. * 1047. falcataria, L. — Non rara; larve sull’Ontano. * 1052. binaria, Hufn. var. Uncinula, Bhh. (Forma meri- dionale violacea). — Un Lg il 2 sett. 184. Crnix, Leach. ## 1057. glaucata, Scop. — Comune al principio di ag. XXI. NOCTUIDAE. A. Acronyctinae, 195. Demas, Stph. # 1073. coryli, L. — Comune. 196. AcRronIoTA, 0. # 1076. aceris, L. — L'ho rinvenuta in tutti gli stadii, ma non troppo abbondandemente; larve sui Pioppi. # 1081. megacephala, F. — Un esemplare al lume. 1098. euphorbiae, F. — Due larve d’ag. sull’Euphorbia Cyparissa. # 1102. rumicis, L. —- Comune. B. Trifinae. 203. AGaRroTISs, 0. # 1119. strigula, Thnb. — Abbondantiss. 1125. janthina, Esp. — Vari esempl. presi di giorno bat- tendo le siepi; mai al lume. A RT Li * 1126. linogrisea, Schiff. — Raccolto in discreto numero # 1141 1154 * 1156 ot 169e = 1135. SENIOTE * 1205 # 1242 * 1346. * 1375. * 1387. -1399 #* 1400. * 1402. ## 1405. * 1466 * 1515. tanto come la precedente che al lume. . erythrina, Rbr. — Ebbi la fortuna di prendere 2 esempl. di questa scarsissima specie, il 29 lug. e l’11 ag. . comes, Hb. -— Rara. . castanea, Esp. — Un solo esemplare il 18 ag. Secon- do lo Stdgr. il tipo sarebbe nuovo per l’Italia. » var. neglecta Hb. (Ali ant. uniformemente bigie). — Un esemplare. triangulum, Hufn. — Vari esemplari. c-nigrum, L. — Abbondantiss. xanthographa, F. — Scarsa. . brunnea, F. —- Un solo esempl. . plecta, L. — Comuniss. putris, L. — Comune. tritici, L. var. seliginis, Dup. (Ali ant. marrone scuro, strie poco visibili; ali post. quasi del tutto bianche). — Questa var. è probabilmente una specie distinta e non era stata ancora se- gnalata in Italia. obelisca, 7%. — Comune. . ypsilon, Rott. — Comuniss. segetum, Schiff. — Comune. saucia, Hb. — Comune. crassa, Hb. — Lo Stdgr. omette l’It. fra le loca- lità di questa specie, assai comune a Migl. 213. MamEsTRA, Hb. . genistae, Bkh. — Comune. cappa, Hb. — Comune. 217. DIANTHOECIA, .. * 1550. capsincola, Hb. — Comuniss. * 1558. carpophaga, Bkh. — Comune. ina ST RIE E RR RE O RO CA ESTR ERA ELE VSRARITAS. ILE NSOE RRDIRE ur 05A 219. MIANA, Stph. * 1567. strigilis, Cl. ab. latruncula Hb. (Più chiara, rossa- stra; strie bianche quasi scomparse). — Un esemplare. * 1569. bicoloria, Vill. — Comuniss. 220. BryoPHILA, Tr. * 1578. raptricula, Hb. v. oxybiensis, Mill. (Ali ant. meno variegate che nel tipo). — Pochi esemplari. >» v. eretina, Calb. (Ali ant. marroni, palpi allun- gati e giallognoli). — Rinvenni due esemplari di questa forma propria della sola Italia centr. # 1599. muralis, Forst. — Abbondantiss. >» ab. dispar, ab. nov. — Esistevano già due for- me della B. Muralis, chiamate dai loro autori, Hb. e Warren, v. Par e v. [mpar ; propongo ora il nome di Dispar per una terza forma fin'ora sconosciuta, ma ben distinta, che rac- colsi a Migliorini. Essa ha l’intera superf. delle ali ant. ricoperta da una fitta velatura di squame verdi, mentre le numerosi lineette nere del tipo sono, eccettuata la linea cen- trale ondulata, completamente scomparse o sostituite da verde un po’ più scuro del fondo. Le ali post. sono più chiare che nella maggior parte degli esemplari tipici. 230. CELAENA, Stph. ## 1623. matura, Hufn. — Assai comune. 239. HADENA, Schrk. # 1715. secalis, L. — Comune. >» ab. nictitans, Esp. (Ali anteriori uniformemente marroni). — Un esemplare. SULTLO, * 1940. E L961. * 1964. =#=1966: 190%, 31990: 2000. 2009. 2017. 2019. ##2037. #6 2048. ## 2054. BS a secalis, ab. /eucostigma, Esp. (Ali ant. uniforme- mente nere). — Due esemplari. 281. MANIA, Tr. . maura, L. — Ne ho osservati due esemplari, e rac- colto uno, battendo le siepi. 301. LEUCANIA. Hb. sicula, Tr. ab. cyperi, B. (Ali ant. senza linea nera). — Un esemplare di questa forma esclusivamente propria della nostra penisola. vitellina, Hb. — Due soli individui. conigera, F. — Un solo esemplare di questa spe- cie esclusa dallo Stgr. dall’Italia, evidente- mente a torto. albipuncta, F. — Comune. Iythargyria, Esp. var. argyritis, Rbr. (Ali ant. più pallide; ali post. con una serie trasversale di puntini neri). — Una vera persecuzione in- torno al lume. 311. CARADRINA, 0. exigua, Hb. — Comune molto. quadripunctata, F. — Abbondantiss. kadeni, Fr. — Un solo esemplare. alsines, Brahm. — Comune. ambigua, F. — Scarsa. 316. Rusina, Stph. umbratica, Goeze. — Pochi esemplari. 318. AMPHYPIRA, 0. tetra, F. — Una coppia. pyramidea, L. — Assai comune. E Dista 2115. 2221. 2264. 2327. 2380. 2435. 2482. DO (®]| DI DO Seta 333. PLASTENIS, B. subtusa, F. — Scarsa. Nuova per l’It. centr. 356. CucuLLIa, Schrk. verbasci, L. — Raccolta allo stato larvale. gnaphalii, Hb. — Un esemplare di questa specie rarissima e nuova per l’It. cent. 368. HeLiorHÌs, 0. armigera, Hb. — Comune. 380. PyRRHIa, Hb. 5. umbra, Hufn. — Comune. 387. AcontIAa, Ld. luctuosa, Esp. — Comuniss. pei prati di giorno e al lume di notte. 392. THALPOCHARES, Ld. elychrysi, Rbr. — Abbondantiss. al lume. 397. RivuLa, Gn. . sericealis, Sc. — Pochi esemplari. 402. ProTHYMNIA, HD. viridaria, CI. — Comune pei prati e al lume. C. Gonopterinae., 410. ScoLIopTERYX, (Germ. . libatrix, L. — Comune al lume e allo stato larvale sui pioppi. JA Te 8. Li PRI ARE RIT T% ti D. Quadrifinae. 419. ABRrostoLA, 0. # 2515. triplasia, L. — Abbondantiss. 420. PLusia, 0. * 2539. chrysitis, L. — Comune. * 2542. chryson, Esp. — Comune. #*2562. gamma, L. — Un vero flagello al lume e pei prati. >» ab. rufa, ab. nova. — Proporrei questo nome x per una forma ben distinta della P/. Gamma, che ha tutte le sfumature nere delle ali ant. sostituite da un bel rossiccio e il ‘] centrale dorato invece che argentato, dimodochè ha un aspetto molto distinto dal tipo. 426. EucLipia, 0. # 2589. gliphica, L. — Comune al lume e pei prati di giorno. 440. GraMmMoDES, Gn. - * 2644. algira, L. — Un individuo. 452. Apopestes, HD. ##2720. spectrum, Esp. — Scarso. 455. Toxocampa, Gn. # 2743. craccae, F. — Comune assai. E. Hypeninae. 461. EpizeuxIS, Hb. #*#2756. calvaria, F. — Comuniss. il J, rariss. la 9. PRA SS ge IRE 470. HERMINIA, Latr. # 2800. derivalis, Hb. — Comune. 474. HyPENA, Schr. #€ 2814. proboscidalis, L. — Scarsa. * 2819. rostralis. L. — Comune. XXII. CYMATOPHORIDAE. 480. HaBRosIne, HD. * 2534. derasa, L. — Un esemplare di questa specie nuova per l’It. cent. 481. THvaTtIRA, Hb. * 2836. batis, L. — Scarsa. XXV. GEOMETRIDAE. A. Geometrinae. 486. PsEUDOTERPNA, Hb. # 2860. pruinata, Hufn. — Comune. 488. GEOMETRA, L. #*2867. vernaria, Hb. — Comune. 492. EvcHLoRIS, HD. * 2885. smaragdaria, F. — Scarsa. 493. Eucrostes, Hb. # 2901. beryllaria, Mn. — Un solo individuo. ## 2904. #6 2914. 32915: 2919: % * e. 8 *:5299b: 3020. 3026. * 3034. * 3038. ## 3048. ** 3053. * 3064. * 3078. *# 3086. * 3093. » ab. australis, Z. (Molto più pallido, ali cineree giallognole). — Un esemplare. subsericeata, Hw. — Comune. herbariata, F. — Scarsa. trigeminata, Hw. — Comuniss. rusticata, F. — Rara. dilutaria, Hb. — Scarsa. aversata, L. — Abbondantissima. rubiginata, Hufn. —- Molto comune e polimorfica. marginepunctata, Gòze. — Comune. punetata, Tr. — Un solo individuo. strigilaria, Hb. — Comunissima. imitaria, Hb. — Comune. 504. EpHyRA, Dup. . porata, F. — Un solo esemplare di sett. ## 3124. =29139. ** 3143, ## 3174, = nal8a; ek I * 3270. * 3300. * 3304. MORA * 3333. * 3344. *#* 3369, * 3378. 220. da i 506. RHonosTRoPIA, Hb. calabraria, Z. — Molto comune al lume e pei prati di giorno. 507. TimanDRA, Dup. amata, L. — Comunissima. C. Larentiinae. 509. STERRHA, MH. S. sacraria, L. — Molto comune. 512. OrTHOLITHA, Hb. bipunctaria, Schiff. — Abbondantissima. 17. Minoa, Tr. murinata, Sc. — Scarsa. 524. AwAITIS, Dup. plagiata, L. — Comunissima. 538. Eucosmia, Stph. undulata, L. — Un esemplare solo. 544. LARENTIA, Tr. dotata, L. — Comune. ocellata, L. — Una vera persecuzione al lume. trunctata, Hufn. — Non rara. viridaria, F. — Comune. fluctuata, L. — Comune. ferrugata, Cl. — Comune. fluviata, Hb. — Comune. * 3881. * 3434. #6 3436. * BA4AD4. * 3456. * 3459. ## 3481. * 3489. 3601 # 8512. * 3542. #* 3560. * 3597. * 3600. * 3608. * 3634. 3658. * * 3000. i ig autumnata, Bkh. — Due esemplari di questa specie nuova per l'Europa merid. galiata, Hb. — Comunissima. rivata, Hb. — Comunissima. molluginata, Hb. — Scarsa. Lo Stgr. mette in dub- bio l’esistenza di questa specie nell’It. centrale. alchemillata, L. — Scarsa. unifasciata, Hw. — Scarsa. bilineata, L. — Abbondantissima. silaceata, Hb. — Scarsa. 545. AsTHENA, Hb. candidata, Schiff. — Un esemplare. 546. TePHROCLYSTIA, HD. oblongata, Thnag. — Comunissima. breviculata, Dong. — Comunissima. silenicolata, Mab. — Non rara. Questa specie su territorio italiano era stata raccolta solo in Corsica. absinthiata, CI. — Molto comune al lume. scopariata, Rbr. — Comune assai. succenturiata, L. var. Oxydata, Tr. (Alis fuscis, ant. ubique strigatis). — Scarsa; nuova per l’Ita- lia centrale. semigraphata, Brd. — Scarsa. nanata, Hb. — Comuniss. Nuova per l’It. centrale. pumilata, Hb. — Comunissima. E. Boarmiinae. 560. ABRAXAS, Leach. marginata, L. — Comune. Anno XXX VI. (o) PESTE 564. DEILINIA, Hmps. #*3713. pusaria, L. — Comunissima. 569. METROCAMPA, Latr margaritata, L. — Lo Stdgr., forse per inavver- tenza, non include l’Italia fra le località di questa specie, che vi è invece molto diffusa. ** 3723. A Migl. ne rinvenni un solo esempl. il 18 lug. 572. SELENIA, Hb. * 3733. bilunaria, Esp. gen. aest. Juliaria, Hw. (Più picc. e pallida del tipo). — Assai frequente. 581. ANGERONA, Dup. * 3754. prunaria, L. — Scarsa, fine luglio. 582. OURAPTERYX, Leach. * 3757. sambucaria, L. — Un esemplare alla fine di lug. 583. EuRYMENE, Dup. E. BOO. dolabraria, L. — Un esemplare il 22 lug. 584. OpIstHoGRAPTIS, /D. . luteolata, L. — Comune. 586. Epiona, Dup. paralellaria, Schiff — Un esemplare il 24 agosto. Specie sconosciuta nell’Italia centrale. 593. SemIorHISA, Hb. . alternaria, Hb. Comune. 608. NvycHIopes, Ld. #6:9839. lividaria, Hb. — Una coppia; nuova per l’It. centr. TSrga ne 612. BoARMIAa, 7. | * 3908. luridata, Bkh. — Nuova per l’Italia centr. A. Migl. i pochi esemplari. 614. PACHYONEMIA, Stph. # 3917. hippocastanaria, Hb. — Comunissima. 617. GxopHos, 7. * 53925. furvata, F. — Varie volte osservai questa bella specie nei castagneti in pieno meriggio, ma allora non me ne potei mai impadronire, per- chè quando mi vedeva a qualche metro di distanza, con volo robusto e sostenuto fuggiva pei pendii scoscesi. Di notte però al lume potei impadronirmi di diversi individui. Que- sta specie era sconosciuta in Italia. #£53951. obscuraria, Hb. — Abbondantissima di giorno e al lume di notte. "i >» ab. argillacearia, Stgr. (più chiara, bigio rossa- stra). — Un po’ meno comune del tipo. : # 3932. onustaria, H. S. — Scarsa. 5 3940. glaucinaria, Hb. — Non comune. * 39557. tibiaria, Rbr. — Gradita sorpresa mi fu la cattura di un esemplare di questa specie rarissima, * * creduta fin'ora esclusivamente propria della Francia centrale occidentale (1). 629. EmaTURGA, Ld. 4000. atomaria, L. — Scarsa. 632. THAMNONOMA, Ld. ##4017. contaminaria, Hb. — Due esemplari soli. (1) Ho saputo che l’Abate de Joannis di Parigi possiede un individuo raccolto RS in Piemonte e uno raccolto in Portogallo. . RENE br — 84 — 633. DrastIoTIs, HD. * 4019. artesiaria, F. — Un individuo solo. 634. PHASIANE, MH. S. * 4032. clathrata, L. — Comune. XXVII NOLIDAEK. 655. NoLa, Leach. * 4098. togatulalis, Hb. — Un esemplare. Lo Stdgr. non cita l’Italia fra le local. di questa specie. XXIX. CYMBIDAE. 661. EaRrIas, HD. * 4133. vernana, Hb. — Un esemplare. Questa specie era stata raccolta in Italia solo a Pinerolo. XXX. SYNTOMIDA E. 663. SywnromIs, 0. 4146. phegea, L. — D’un’abbondanza fenomenale di lug. 644. DysauxEs, Hb. 4155. ancilla, L. — L’ho trovata in discreto numero fra 1 quercioli al Bosco degli Antonini (900 m). presso Prunetta. A Migl. era molto rara. XXXI. ARCTIIDAE. A. Arctiinae. 665. SPILosoMa, Stph. # 4159. lubricipeda, L.-- Un gal lume. Larva assai comune. IERI 667. PHRAGMATOBIA, Stph. # 4168. fuliginosa, L. — Un solo J. 672. DiacRISIA, Hb. 4186. sanio, L. — Scarsa. 676. ARrcTIA, Schrk. # 4203. villica, L. — Abbondantiss. i Y al lume in lug. e ag. 682. CALLIMORPHA, Latr. # 49245. dominula, L. v. persona, Hb. (Ali posteriori nere con pochi raggi gialli alla base e due o tre macchie dello stesso colore). — Un esemplare di luglio. » ab. donna, Esp. (Ali post. uniformemente nere). — Un esemplare in lug. 4248. quadripunctaria, Poda. -- Assai facile a trovarsi alla fine d’agosto. 683. Coscinia, Hb. 4249. striata, L. — Assai comune. 686. HipocrItA, HD. 4255. jacobaeae, L. — Abbondantiss. allo stato larvale. B. Lithosiinae. 706. (EoxistIs, Hb. ##4290. quadra, L. — Comune molto. (08. LritHosIa, f. ##49299. complana, L. — Abbondantiss. tutto ag. RG #*4302. unita, Hb. — Assai frequente. » ab. vitellina, Tr. (Ali post. uniformemente gialle). Due esemplari. XXXII. ZYGAENIDAE. A. Zygaeninae. (11. ZYGAENA, F. 4327. scabiosae, Sch. var. orion, H. S. (al. brevibus, ma- » cula 5 minore, rotundata, mac. 2 et 4 conjun- ctis, al. post. margine nigro latiore). — Grande confusione regna intorno a questa specie e alle sue forme secondarie, tantochè i caratteri ritenuti caratteristici di ognuna da alcuni sono a dirittura invertiti da altri. Conside- rando il favore col quale è stato accolto il parere del Dott. Stdgr. in molt’altri casi è forse meglio seguirlo anche in questo. La de- scrizione riportata sopra, che egli dà della v. orton, può a puntino riferirsi alla scabiosae racc. da me a Migl., mentre in tale caso gli esemplari trovati dal Cav. Stefanelli presso Firenze, che egli dice « avere la macchia inf. e la mediana divise » appartengono alla var. seguente: (1) var. transapennina, Calb. (similis var. Orion, sed striga infer. in maculis duabus divisa). — Un esemplare molto bene caratterizzato al principio d’agosto. 4351 stoechadis, Bkh. — Gli esemplari proprio tipici erano scarsi; abbondantiss. gli ibridi. (1) Il Prof. Stefanelli in un colloquio che ho avuto con lui al momento di dare il manoscritto alla stampa, ha confermato questo mio parere. 4351. stoechadis, Bkh. var. dubia, Stgr. (Macchie rosse molto sviluppate, ali post. rosse col bordo scuro). — Comune; in generale indistinguibile dagli ibridi colla specie seguente. 4356. transalpina, Esp. — Comuniss. Non ho incontrato mai la v. sorrentina, Stgr., molto simile alla stoechadis, ma distinguibile per l’assenza della macchietta rossa centrale sulle ali post.; però un esemplare si avvicina molto a questa va- rietà, differenziandosene solo per aver troppo rosso sulle ali post. 4388. earniolica, Sc. — Scarso il tipo. » var. hedysari, Hb. (Addome senza fascia rossa). — Abbondantiss. >» ab. berolinensis, Stgr. (Macchie non orlate di bianco). — Rara. Nuova per la Toscana. >» ab. apenina, Tur. (Con 5 sole macchie rosse sulle ali ant.).. — Non infrequente. (16. Ino, Leach. 4407. globulariae, Hb. — Scarsa molto, di lug. 4414. statices, L. — Come la precedente. XXXVI. PSYCHIDAK. (45. FuMEA, Stph. 4527. casta, Pall. — Ho trovato un follicolo di questa specie. XXXVIII COSSIDAE. (52. Cossus, F. 4641. cossus, L. — Ho raccolto una crisalide di questa specie. EIERGISA XXXIX. FIEPIALIDAE. (64. HepIALUS, £. ## 4727. sylvina, L. — Di questa come delle seguenti specie ho potuto fare ampia raccolta coll’ impadro- nirmene al momento in cui venivano a bat- tere su un muro bianco, al tramonto, allorchè evidentemente la luce era ancora troppa e li abbagliava. #*4730. fusconebulosa, De Geer. — Anche le 9 9 di questa e della precedente specie venivano spesso in- torno al lume, contrariamente a quello che succede con i più degli heterocera. La pre- senza di questa specie nell’Italia centrale non era ancora stata (secondo l’ing. Curò) stabilita con sicurezza. Legge MICROLEPIDOPTERA. I PYRALIDAE. B. Crambinae, * 42. CramBus inguinatellus, Schiff. — Molto abbondante. * ns » genicoleus, Hw. — Assai comune. io » tristellus, — Comuniss. TCA, » latistrius, Hw. — Scarsa; questa specie non era mai stata trovata in Italia e neppure nel- l'Europa meridionale or. E/9% » pinellus, L. — Piuttosto raro. * 3 » mytilellus, Hb. — Comune; nuovo per l’It. centr. 3.87 » myellus, Hb. — Molto raro, fine luglio. 99: » falsellus, Schiff. — Comuniss. tutto agosto. 100: » craterellus, Sc. v. cassentiniellus, Z. (più grande, più pallida del tipo colle linee mar- roni più marcate). — Assai scarso, fine lug. e princ. ag. #*165. AncvLoLomra tentaculella, Hb. — Non comune alla fine d’agosto. E. Phicitinae. # 232. Omocosomia sinuella, F. — Due soli individui, fine # 253. PLopra interpunctella, Hb. — Un solo g, il 23 ag luglio e principio agosto. S* ##645. UrO0, È 808. * 949. * 954. #*0994, * 998. CE9grE SaLeBRIA semirubella, Sc. — Un vero flagello al lu- me e di giorno nei prati, tutto agosto. » ab. sanguinella, Hb. (Bordo costale giallo). — Assai frequente. MyveLors cribre!lla, Hb. — Assai comune, tutto ag. H. Endotrichinae, ExporrIcHAa flammealis, Schiff. — Molto abbondante, specie nei boschi, tutto agosto. I. Piralinae. . AgLossa pinguinalis, L. — Un solo esemplare, il 25 ag. » cuprealis, Hb. — Comuniss., fine luglio e principio agosto. . HvPsopyara costalis, F. — Assai scarso d’agosto. . HercuLiaA glaucinalis, L. — Molto comune, tutto ag. . AcrenIa brunnealis, Tr. — Un solo individuo, il 23 ag. . CLeproBIA bombycalis, Schiff. — Molto abbondante, tutto agosto. K. Hydrocampinae. . StenIA punctalis, Schif. — Abbondantiss. tutto ag. . PrrinepHILA lancealis, Schiff. — Piuttosto rara, alla fine di luglio. . EurryPHARA urticata, L. — Abbondantissima nelle orticaie ; di rado al lume. L. Seopariinae. Scoparia ambigualis, Tr. — Un esemplare, il 4 ag. » dubitalis, Hb. — Un esemplare, il 5 ag. M. Pyranstinae. SyLepta ruralis, Sc. — Molto comune, tutto agosto. GryrHwopes unionalis, Hb. — Assai comune tutto ag. # 1011. EvergestIs sophialis, F. — Non comune alla fine di luglio e al principio d’agosto. Specie nuova per l’Italia. #*1039. # 1042 pox100k SES NowmopHÒiLaA noctuella, Schiff. — Questa specie co- smopolita era una vera persecuzione. . PaLvoraenoDEs palealis, Schiff. — Assai comune » tutto agosto. sticticalis, L. — Molto abbondante tutto ag. # 1069. Drasemia ramburialis, Dup. — Comune tutto agosto. # 1151. Pronra ferrugalis, Hb. — Comune tutto agosto. 2 DIL60: » verbascalis, Schiff. — Scarsa assai, alla fine di luglio e al principio d'agosto. # 1163.» foerficalis, L. — Abbondantiss. tutto agosto. * 1188. Pyrausra fuscalis, Schiff. — Un solo individuo di luglio. # 1205. » flavalis, Schiff. — Scarso d’agosto. SSJRIS: » nubialis, Hb. — Comune, alla fine di lu- glio e al principio d’agosto. Pb » purpuralis, L. — Abbondante tutto agosto. * 1262 » cingulata, L. — Molto comune. II. PÈTEROPHORIDAE. # 1314. OsyprILus distans, Z. — Scarso. * 1365. Arucrra tetradactyla, L. — Scarso; un esemplare il D agosto. 1884. PreroPHoRUS rogenhoferi, Mn. — Di questa specie montana, nuova per l’Italia, ho trovato un ‘ solo esemplare, il 5 agosto. * 1387. » monodactylus, L. — Un solo individuo il 23 agosto. IV. TORTRICIDAE. A. Tortricinae. * 1507. Cacorcia podana, Sc. — Un solo individuo di que- sta specie. Nuova per l’Italia cent. (24 lug.). * 1522. » dumicolana, Z. — Assai comune di luglio. ° 1802. 1327. 1396. 1920; 2010. 2015. ° 2093. 2258. 2359. 2365. * 2404. ASOGI B. Conchylinae, EuxanTHIS zoegania, L. —. Abbondantiss. in lug. e agosto. » angustana, Hb. — Un individuo solo di questa specie nuova per l’Italia centr. (28 ag.). C. Olethreutinae., OLeTHREUTES arcuella, CL. — Un esemplare a S. Mar- cello, di luglio. » urticana, Hb. — Un esempl. solo, il 9 ag. GyPsonoma incarnana, Hw. — Un esemplare solo, il 18 luglio. PrLatEA festivana, Hb. — Un individuo solo, 1l 28 agosto. EprisLema caecimaculana, Hb. — Abbondantiss. tutto agosto. CaRrPocaPso grossana, Hw. — Abbondantiss. VI. YPONOMEUTIDAK. A. Yponomeutinae. YpowomeuTA padellus, L. — Abbondantiss. in tutti gli stadi sui meli, di agosto. » cognatellus, Hb. — Come la precedente. B. Argyresthinae. ArGyvREsTHIA ephippella, F. — Un solo individuo il 28 luglio. 2610. * 2533. 3050. = 3122, * BIT. “ 3131. * 3222. 3233. * 3323. * 3326. VII GELECHIIDAE. A. Gelechiinae. BryorropHaA terrella, Hb. — Molto comune alla fine di luglio. » domestica, Hw. — Comune alla fine di luglio. Specie fin’ora sconosciuta in Italia. OEGocoNIA quadripuncta, Hw. — Un esemplare il 9 agosto. C. (Ecophorinae. Prorasis punctella, Costa. — Scarsa in agosto. DEPRESSARIA costosa, Hw. — Un esemplare il 28 bug. » flavella, Hb. — Assai comune in luglio. » yeatiana, F. — Un esemplare in principio d'agosto. Specie nuova per l’Italia. » applana, F. — Un esemplare il 21 agosto. CaRcIMA quercana, Hb. — Scarsa molto, alla fine d’agosto. LecitHocEerA luticornella, Z. — Assai comune d’a- gosto. G. VV. KIRKALDY RINCOTI RACCOLTI DAL DOTT. G. CECCONI NB IIS TOTLFAREDI ACHE RERSO La fauna dei rincoti di Cipro è una delle meno cono- sciute fra le faune paleartiche, e, quantunque il numero delle specie raccolte dal Dottor Cecconi non sia grande, pure queste ci danno un aiuto importante per le nostre conoscenze. Le specie raccolte dal Dottor Cecconi, durante il mese di gennaio 1899, sommano a ventinove; a queste ho voluto aggiungerne altre otto che erano state ricordate finora e due altre che si trovano nel Museo del Belgio, portando così a trentanove le specie di emitteri conosciuti fino ad oggi per l’ isola di Cipro. Sento il dovere di ringraziare il Dottor Cecconi della gentilezza usatami nel farmi studiare questa sua raccolta, come pure il Dottor Augusto Puton e il Signor Edoardo Sannders, ai quali ricorsi per l’esatta determinazione delle specie meno conosciute. Omotteri. *(1) 1. Lachnus sp. Dintorni di Acanthu, sulla corteccia di un albero da frutto (probabilmente Pesco). Forme (1) Le specie precedute da asterisco * sono quelle raccolte dal Dottor Cecconi. Tgr ad ali non sviluppate, conservate in alcool che si è colorato in rosso-vinoso. Agallia venosa Fallén. Dintorni di Famagosta. È specie diffusa in tutta l'Europa. Eterotteri. Klinophilos columbaria Jenyns. Nicosia. Le antenne dell’ esemplare studiato non hanno i due ultimi arti- coli, ma credo che la determinazione sia esatta. È specie che si trova diffusa in tutta Europa. Corixa lateralis Leach. (= hieroglyphica Dufour). Larnaca (Museo del Belgio). Distribuita per tutta la regione paleartica. i Pyrrhocoriîs apterus L. Tricomo, sotto i sassi. Molto, largamente distribuita. Scautius aegyptius L. Larnaca, Tricomo, Famagosta. Molto comune. Notochilus marginicollis Luc. var. pallescens Takovlef. Tricomo, sotto i sassi. Questa varietà fu trovata anche in Grecia. Notochilus cinnamomeus Horwath. Spataricò. Si trova anche nella Siria. Lethaeus cribratissimus Stàl. Tricomo, sotto ì sassi. Era ricordato di Cipro dal Dohrn e dall’ Horwath. Si trova nella Siria, Turchia e Dalmazia. Emblethis griseus Wolff. var. Larnaca. Diffusa nel- l’Asia minore e nell'Europa meridionale e centrale. Dieuches syriacus Dohrn. « Cipro » Dohrn. Si trova anche nella Siria e in Grecia. Pachymerus migroruber Stàl. (= princeps Dohrn.) « Cipro », Stàl e Dohrn. Aphanus aethiops Douglas e Scott. Kerynia. Si trova anche in Siria e nell’Egitto. Egea 14.? Microtoma syriaca Reuter. Larnaca. Una sola 9, che ib 16. LT. AS, le T20: SA 22. ha la lunghezza di 2 mm. Si trova in Siria. Plinthisus angulatus Horwath. Aghios Epictitos e Tri. como. Si trova anche nella Siria e nel Caucaso. Orycarenus hyalipennis Costa. Esemplare sciupato. Dintorni di Tricomo, sotto i sassi. Si trova. nel- l’Egitto, nell'Asia minore e nell'Europa meridionale. Microplax albofasciata Costa. Acanthu. È specie diffusa nell’Asia minore, nell'Europa meridionale e nell'Africa boreale. Macropterna inermis Fieber. Famagosta. Si trova in Turchia, Grecia, Siria e nell'Africa boreale. Geocoris siculus Fieber. Dintorni di Famagosta e di Kerynia, sotto i sassi. Si trova nell'Europa centrale e meridionale. Lygeosoma reticulatum H.-S. var. erytropterum Puton. Acanthu e Tricomo, sotto i sassi. Questa varietà si trova anche in Grecia e nella Siria. Stalagmostethus (= Lygaeus) pandurus Scop. var. militaris Fabr. Aghios Epictitos. Si trova anche nel- l'Europa meridionale. Stalagmostethus superbus Pollich. Tricomo, sotto i sassi. Si trova anche nell'Europa meridionale e cen- trale. Phyllontocheila species nova ? Larnaca. Velia rivulorum Fabr. Larnaca (Museo del Belgio). Distribuita per tutta l'Europa centrale. Pasira basiptera Stàl. Tricomo, Spataricò, Kouklià, sotto i sassi. Distribuita lungo il littorale mediter- raneo. Pecrates sp. Ninfe. Larnaca, dintorni. Reduvius pallipes Klug. « Cipro », Reuter (Notes geographiques ecc. Vi). Trovato anche in Grecia, e nell'Asia ed Africa paleartica. VEZO: #029. 30. pod * 32. * 708. 34, 2090 36. ole 38. 39. ERhopalus (= Corizus) hyalinus Fabr. var. sanguineus Costa. Larnaca. « Cipro », Dohrn. Distribuita nel- l'Europa meridionale, nell’Egitto e nell'Asia minore. Corizus (= Therapha) hyoscyami L. Larnaca. Distri- buita in tutta Europa, nel Turchestan e nell'Africa boreale. Eurydema rugosulum Dohrn. « Cipro e Siria » Dohrn. Eurydema festivum L. Reut. var. pictum Her. — d) Schaefler. Larnaca. Distribuita per l'Europa centrale e meridionale. Stenozygum coloratum Klug. Larnaca. Trovato anche nelle vicinanze della Moschea d’ Omar (Gerusalemme, Cecconi, dicembre 1898). Geotomus sp. Aghios Epictitos. Sehirus cypriacus Dohrn. « Cipro », Dohrn. Graphosoma semipunctatum Fabr. Larnaca. La forma tipica si trova lungo il litorale mediterraneo. Psacasta cypria Puton. « Cipro ». Puton, Horwath. Solenosthedium Ledereri Fieber, (= lederî Puton). Un solo esemplare sciupato di Acanthu. Si trova anche in Turchia e nella Siria. Solenosthedium Iynceum Fieber. « Cipro, Marocco e Sicilia », Dohrn. Forse gli esemplari del Dohrn ci- tati di Cipro erano veramente S. Ledereri. Coptosoma costale Stàl. « Cipro e Siria ». Stal, il quale riportò questa specie anche dalla Cafreria. I lavori nei quali erano ricordate fino ad ora le specie di rincoti di Cipro sono i seguenti : 1858. V. Signoret: Monographie du genre Corizus. Ann. Soc. Ent. France, p. 82. Corizus capitatus di Cipro (= Rbhopalus). 1860. 1860. 1885. 1901. 1881. 1859. 1876. PE gg Anton Dohrn: Memipterologische Miscellanen. Stet- * tiner Ent. Zeit. XXI, p. 99-109. Solenosthedium lyn- ceum; Sehirus cypriacus; Strachia rugulosa tav. 1, (nec 3), fig. 6, 6a; Corizus sanguineus, tav. 1 fig. 7. id. id. (Continuazione) p. 158-161. Dieuehes syriacus, tav. 1, fig. 9; RAyparochromus princeps, tav. 1, fig. 2; RA. cribratissimus. Geza Horwath: Hemiptera anatolica. Termész. fiì- zetec VII, p. 27 Nota intorno al Lethaeus cribra- tissimus. id. id. Hemiptéres de l’Asie mineure. Term. fiizetek XXIV, p. 470. Nota intorno alla Psacasta cypria. Auguste Puton: Enumeration des Hémiptères recoltés en Syrie. M T. Schweiz. Ent. Ges., p. 119. Psacasta cypria. Carl Stàl: Memipterologiska Bidrag Ofv. ves. akad. Forh XV, p. 440. RAyparochromus nigroruber. id. id. Enumeratio Hemipterorum, pt. 5. Sv. Vetensk. Akad. Handl. XIV, n. 4, p. 14. Coptosoma costalis. — O. M. Reuter. Notes Geographiques sur les Hémiptères paléarctiques. Rev. d’Entom. IX, p. 241. Reduvius pallipes. è a agi di Te Tee e i MATERIALI PER LO STUDIO DELLA FAUNA ERITREA RACCOLTI NEL 1901-03 dal Dr. A. ANDREINI tenente medico II. DYTISCIDAE, GYRINIDAE ET HYDROPHILIDAE PAR LE Dr. M. REGIMBART Haliplus lineaticollis Marsh., var. — Bien qu’un peu plus grands que les exemplaires d'Europe et d’Algérie, il me parait impossible de les séparer de ces derniers. Station: N.° 40 Environs de Asmara; II. 1901. — Dans des flaques du torrent Mai Belà au milieu des algues. » 57 Environs de Saganeiti; IV. 1901. — Dans le torrent Sa- ganeiti au milieu des algues. » 125 Environs de Adi Ugri; 16-30. VI. 1901. — Dans des grosses flaques du torrent Mai Tacalà au milieu des algues. » 246 Environs de Adi Caiè; IV. 1902. Hydroporus abyssinicus Sharp. — Nombreux exemplaires de cette espèce assez variable, comme coloration, par suite de la prédominance du noir ou du rouge orange sur la téte et le pronotum et du plus ou moins d’épaisseur des lignes noires des eélytres. Station: N.° 57 Environs de Saganeiti; IV. 1901. — Dans le torrent Sa- ganeiti au milieu des algues. Anno XXXVI. 18 — 202 — Station: N.° 81 Environs de Adi Ugri; V. 1901 Dans des flaques » 125 Environs de Adi Ugri; 16-30. VI. 1901 ) du torrent Mai Ta- calà au milieu des herbes acquatiques. » 246 Environs de Adi Caiè; IV. 1902. » 290 » » TX..1902. Hydroporus Tellinii Rég. (1904, Udine, excurs. Dott. A. Tel- lini nell’ Eritrea, 1902-1903). — Long. 4'/,4!/, mill. — Oblongo-ovalis, parum latus, ad apicem attenuatus, convexrus, persubtilissime reticulatus, densissime tenuiter punctulatus, subopacus, nigricans; capite antice et postice parum late fer- rugineo notato, remote tenuiter punctulato et utrinque ad oculos fovea elongata instructo; pronoto ad latera et în me- dio parum distinete ferrugineo tincto, secundum apicem et ad basim sat dense et fortiter, in disco magiîs remote et mi- nus fortiter punctato, ad latera corrugato et leviter postice depresso, lateribus sat rotundatis et fortiter marginatis, an- gulis posterioribus obtusis et anguste rotundatis; elytris testa- ceo-ferrugineis, lineis septem longitudinalibus saepe plus ma- nus confluentibus, ad basim saepe plus minus interruptis, extus indistinctis et coalescentibus ornatis, ante apicem angu- latim denticulatis, post humeros leviter sinuato-concavis, în disco sertebus tribus punctatis fortiter impressis; antennis ferrugineis et fusco annulatis, pedibus ferrugineis, tarsis pi- ceis. — J' paulo angustior, pronoto antice minus lato, late- ribus minus obliquis, elytris post humeros fortius sinuato concavîis. — 9 paulo latior, magis ovalis. Cette espèce diffère de H. Abyssinicus, Sharp. par la forme moins large, la couleur plus foncée, les marques rouges de la tète très réduites, celles du pronutum è peine indiquées et parfois nulles, les lignes noires des élytres plus con- fluentes et plus confuses, principalement sur les còtés, le pronotum moins trapézoidal surtout chez le mile, les élytres plus fortement denticulés avant le sommet et sinués en ar- rière de l’épauie, très distinetement chez le màle, plus le- gèrement chez la femelle. J'ai reproduit cette description, bien qu'elle ait déjà paru, il y a environ un an, parce yu’ elle a été publiée è Udine par une imprimerie privée du Dr. Ach. Tellini. L’espèce a été découverte par le Dr. Ach. Tellini dans des cours d’eau è Az-Teclezan et Sciuma Negus Lahlai (2200 met.) en Décembre 1902. Elle a été retrouvée en une belle série par le Dr. Alf. Andreini dans les environs de Adi Caiè; IX. 1902. (290). Herophydrus erythraeus Reég. 1. c. — Long. 6 mill. — Ova. lis, haud curtus, antice et postice leviter attenuatus, crassus, | convexus, supra tenuissime, levissime (in pronoto evidentius) reticulatus, sat fortiter, dense et subaequaliter (in capite paulo tenuius) punctatus, niîgricans, capite rufo, in medio plus minus late fusco notato, pronoto ad angulos anteriores, ely- tris ad humeros late et ante medium ad latera epipleurisque ferrugineis; capite utrinque antice intra oculos oblique foveo- lato, clypeo plano, în medio levissime emarginato, ad oculum utrinque brevissime marginato; pronoto brevi, lateribus obli- quis et tenuissime marginatis, elytris in disco utrinque unise- riutim leviter punctatis; antennis pedibusque rufis, posterio- ribus piceis. Grande espèce ayant è peu près la forme, la taille et l’aspect général de H. AReros Sharp. de Madagascar, mais distincte par la coloration générale, par la ponctuation plus dense, moins grosse et moins régulière sur les élytres et sur le pronotum, ce dernier moins brillant, par suite de la réticulation fine, mais bien apparente qui le recouvre; re- bord du clypeus extrèmement court, n’existant que contre l’oeil sur les canthus de chaque còté, tandis que dans l’espèce de Madagascar il est beaucoup plus distinctement prolongé en dedans. i Halibaret (Dr. Tellini), un ou deux exemplaires parais- sant très foncés, à cause de la décomposition des tissus; repris en belle série par le Dr, Andreini, aj — 204 — Station: i - \ N.° 40 Environs de Asmara; II 1901. — Dans des flaques des torrent Mai Belà. » 43 Pres de Asmara; 5. IV. 1901. — Dans une flaque. » 81 Environs de Adi Ugri; V. 1901. — Dans des fllaques du torrent Mai Tacalà. Herophydrus muticus, Sharp. — Exemplaires très nombreux et très variés de taille et de coloration. Station: N° 81 et 125 Environs de Adi-Ugri; V-VI. 1901. Hyphydrus pictus, Klug. — Petit nombre de specimens. Station: N.° 40 Environs de Asmara; II. 1901. » 81 » Adi-Ugri; NEST9I017 Hyphydrus puncticollis, Sharp. — Norabreuse série de taille et coloration très variables, lignes noires des élytres scuvent très accentuées, souvent plus ou moins abrégées, parfois intièrement absentes. Station: N.° 40 Environs de Asmara; II. 1901. » 81 » Adi-Ugri; VESL906: » 125 » » 16-30. VI. 1901. » 249 Haut-plateau du Cohaito (Assaorta); 18. V. 1902 (m. 2600). Clypeodytes cribrosus, Schaum. — Station: N.° 81 Environs de Adi-Ugri; V. 1901. » 125 » de Adi-Ugri; 16-30. VI. 1901. » 243 » de Adi-Caiè; 9 et 13. IV. 1902. Yola bicristata, Sharp. — Je crois pouvoir rapporter è cette espèce la belle série d’exemplaires presque sans va- SOTA RETI PRE RENON OMRPPOLAEI Tio E RR E I, Lin Cat. ù n SA bo n & 3 — 205 — riation entre eux et provenant des environs de Asmara, II. 1901 (40), et de Adi-Ugri, V. 1901 (81). Ils different de Y. dicarinata Claiw. par la taille beau- coup plus grande, par la réticulation qui couvre tout le dessus du corps et la ponctuation plus grosse, moins pro- fonde et moins rapprochée. Bidessus geminus Fab., var. capensis Reg. — Variéte re- présentée par des exemplaires plus gréles, un peu plus pe- tits que ceux d'Europe, répandue dans l’Afrique méridio- nale, du Cap au Zambèse, et retrouvée en Erythrée par le Dr. Andreini en plusieurs endroits: Station: È N.° 40 Environs de Asmara; II 1901. Sd » de Adi-Ugri; VE 1901. » 125 » de Adi-Ugri; 16-30. VI. 1901. » 309 » de Keren; III. 1903. Bidessus confusus Klug. — Cet insecte commun en Egy- pte, retrouvéè dans l’Afrique méridionale par Mr. E. Simon en quelques exemplaires, a été également repris en petit nombre en Erythrée: Station: N.° 40 Environs de Asmara; II 1901. » 57 » de Saganeiti; IV. 1901. Bidessus sordidus, Sharp. — Très nombreux specimens variant considérablement comme étendue ou diminution des dessins des élytres, mais paraissant en général beaucoup mieux colorés que les exemplaires primitifs rapportés d’Abys- sinie par M. Raffray. Station: N.° 40 Environs de Asmara; II 1901. x£S8 » de Adi-Ugri; V. 1901. » 124-125 » de Adi-Ugri; 16-30. VI. 1901. » 249 Haut-plateau du Cohaito (Assaorta); 18. V. 1902. » 290 Environs de Adi-Caiè ; IX. 1902. — 206 — Bidessus angularis, Klug. — Nombreuse série ne présen- tant que peu de variation dans l’ètendue des dessins des elytres. Station . N.° 40 Environs de Asmara; II 1901. » 57 » de Saganeiti; IV. 1901: Bidessus Andreinii n. sp. — Long. 1 °/, mill — Ob2ongo- ovalis, sat elongatus, modice convexrus; capite fusco-niîgro, antice ferrugato, subtilissime reticulato, sat dense punctulato, clypeo rufo, postice sat crasse elevato; pronoto favo, postice angustissime ad basim utrinque niîgro notato, subtilissime re- ticulato, tenuiter, subobsolete et sat remote punctulato, lateri- bus leviter curvatis, antice parum curvatis et obliquis, po- stice fere rectis, angulis posterioribus rectis, plica utrinque sat longa, angulata, în elytris breviter continuata; angulo thoraco-elytrali sat evidente, elytris sordide griseis, paulu- lum rufescentibus, ad scutellum late et ad suturam angu- stissime infuscatis, ad latera anguste dilutioribus, indistincte reticulatis, tenuiter dense punctulatis, brevissime sed sat dense pubescentibus, stria suturali nulla; corpore subtus nigricante, pedibus antennisque rufis. Cette petite espèce se place au voisinage des B. Perin- - queyi Reg. d’Afrique orientale et méridionale, et sechellen- sis Rég., mais elle est un peu plus grande et de coloration générale plus foncée; la réticulation est très apparente sur la téte et le pronotum, tout è fait indistinete sur les ély- tres dont la ponctuation est au contraire beaucoup. plus dense et plus imprimée, avec une pubescence courte et serrée; cette pubescence existe aussi sur le pronotum, mais plus éparse comme la ponctuation; le clypeus est épaissi et élevé en arrière, surtout sur les còtés, et au faux jour on y distingue aisément les vestiges de deux tubercules très fondus; les antennes sont légèrement annelées de gris au sommet. Nombreuse série provenant des environs de Adi-Ugri: V. 1901 (81) et 16-30. VI. 1901 (125). Hydrovatus spissicornis, #. sp. — Long. 2 '/,-2 ‘/, mill. — Ovalis, brevis, post humeros leviter attenuatus, ad apicem breviter acuminatus, converus, nitidus, rufus, pronoto antice anguste et vage, postice in medio evidentius et bilobatim ni- gricante, elytris fusco-nigris, margine laterali fasciisque dua- bus transversîis parum conspicuis et parum limitatis rufis; reticulatione in elytris plus minus distineta, în pronoto et praesertim in capite magîs impressa; punctatura in capite tenuissima et remota, în pronoto secundum apicem et basim sat densa et mediocri, ad discum multo minore et remota, in elytris multo majore, sat approxrimata, fortiter impressa; clypeo fere recte truncato; antennis, in medio praecipue, crassis. Très voisin de H. Sharpi Wehncke, d’Afrique occiden- tale, dont il a la taille et presque la coloration; bordure noire antérieure du pronotum beaucoup moins apparente et beaucoup plus étroite, bandes transversales des élytres encore moins apparentes et mal limitées, surtout en dedans où elles sont réunies dans un cas par une teinte vague fer- rugineuse; réticulation beaucoup plus apparente sur les élytres; ponctuation semblable sur la téte, plus fine et plus ecartée sur le disque du pronotum, au contraire plus grosse, plus imprimée avec la mème densité sur les élytres; cly- peus plus manifestement tronqué et droit, antennes, du moins chez le mîle, très épaisses, surtout au milieu, mais sans dilatation d’aucun article, le dernier fusiforme et sub- acuminé. Un seul exemplaire, dans les detritus d’alluvions des tor- rents Rubà-Abur et Massalè. Environs d’Adi Caiè, IV. 1902. J'en possède un second du Gabon (Mocquerys), à peu près semblable, mais un peu plus régulièrement ovale. Ce sont évidemment deux mîles. — 208 — Laccophilus grammieus, Sharp. — Belle série. Station: N.° 81 et 121 Environs de Adi-Ugri; V. et 16-80 VI. 1901. » 290 Environs de Adi-Caiè ; IX. 1902. Laccophilus adspersus, Boh. — Station : N.° 81-125. Environs de Adi-Ugri; V-VL 1901. Copelatus Erichsoni, Guérin. — Deux exemplaires bien colores. Station: N.° 125 Environs de Adi-Ugri; VI. 901. Copelatus Andreinii, n. sp. — Long. 6-6 '/, mill. — Ovalis, elongatus, parum convexus, nigricans; labro, clypeo, vertice et pronoto ad latera anguste rufo-ferrugineis, antennis pedi- busque rufis; pronoto striolis destituto, elytris stria submar- ginali longa, decemque altis tenuibus sed fortiter impressis, paribus multo brevioribus, instructis. — J' tibiis anteriori- bus ad basim fortiter emarginato-attenuatis, tarsis anterio- ribus et intermediis parum late dilatatis. Ressemble beaucoup è C. Erichsoni, Guér. et surtout è sa variété polystrigus Sharp., mais de forme un peu plus étroite, téte plus noire, élytres unicolores, sans aucune mar- que jaune à la base et sur les cOtés, stries plus fines, moins profondes, les paires beaucoup plus abrégées en arrière, pro- notum complètement dépourvu de strioles dans les deux sexes. Cinq exemplaires des environs de Adi-Ugri, VI. 1901 (125). Rhantus pictiventris, n. sp. — Long. 11.11'/, mill — Oblongo-ovalis, postice leviter attenuatus, sat convexus; ca- pîte nigro, antice late, pustice transversim et anguste rufo, fortiter reticulato-coriaceo; pronoto rufo, in medio nigro bi- maculato; scutello fusco, elytris pallide rufis, confertim ni- RISALIRE E Vacant nice RSS Pi , “ago È x Lat o RP. SEA sl PARA I DTA, RI Je x - n * , — 209 — gro trroratis, margine laterali, basi interna, sutura et li- neolis aliquot angustis haud irroratis; corpore subttus nigro, prosterno rufo, metasterni apophysibus ferrugineis, abdomine nigricante in medio et ad latera plus minus ferrugineo va- riegato; antennis flavis, pedibus rufis, posterioribus rufo-fer- rugineis. — J' tarsis anterioribus et intermediis ad basim vix dilatatis et fortiter compressis, ungquiculis omnibus sim- plicibus et similibus. Voisin de AA. oblongus Rég., d’Abyssinie et Choa, mais beaucoup moins allongé et plus large en avant surtout; bande rousse transversale du sommet de la téte générale- ment plus étroite et bien séparée en deux par un petit trait médian, taches du pronotum plus grandes et plus rappro- chées, parfois presque réunies au milieu où se trouve éga- lement une ligne enfoncée longitudinale très fine et lisse; abdomen difféeremment coloré, les parties claires de la base, du milieu et des còtés étant d’un rouge ferrugineux et non jaunes; réticulation et caractères sexuels des pattes semblables. Station: N.° 249 Haut-plateau du Cohaito (Assaorta); 18. V. 1902. Il faut rapporter à cette espèce deux exemplaires de Nu- bie que j'ai indiqués comme se rapportant à £. elevatus Sharp. d’Arabie (Mém. Soc. Ent. Belg. 1895, p. 181), mais qui appartiennent bien è £. pictiventris; les deux taches du pronotum sont très étendues latéralement et réunies au milieu, formant ainsi une bande transversale, l’abdomen est plus marqué de ferrugineux au milieu et moins sur les bords. Le X. elevatus Sharp. d’après la description, doit etre different. Rhantus Capensis, Aubé. — Belle série de cette grande espèce répandue dans l’Afrique orientale et meridionale, principalement en Abyssinie et en Cafrerîe. Station: N. 39 Environs de Asmara; II. 1901. » 43 Pres de Asmara, 5. IV. 1901. » 124-125 Environs de Adi-Ugri; 16-30. VI. 1901. » 180 Environs de Adi-Ugri; VII. 1901. Hydaticus flavolineatus, Boh. — Deux exemplaires. Station: N.° 80-125 Environs de Adi-Ugri; V-VI. 1901. Hydaticus jucundus, Reiche. — Une femelle. Station: N.° 125 Environs de Adi-Ugri; VI. 1901. Hydaticus Caffer, Boh. — Cinq ou six exemplaires. Station: N.° 80 Environs de Adi-Ugri; V. 1901. Hydaticus galla, Reîche. — Belle série. Station: . N.° 43 Pres de Asmara; 5. IV. 1901. — Dans une flaque. » 80 et 124-125 Environs de Adi-Ugri; V et 16-30. VI. 1901. Eretes sticticus, L., var. succinctus Klug. — Un exemplaire. Station: N.° 290 Environs de Adi-Caiè; IX. 1902. Cybister tripunctatus Ol., var. africanus Aubé. Station: N.° 43 Pres de Asmara; 5. IV. 1901. » 124 Environs de Adi-Ugri; 16-30. VI. 1901. » 180 » » VII. 1901. GYRINIDAE. Dineutes grandis, Klug. Station: N.° 4 Territoire de Ghinda. Val de Baresa; 30. XII. 1900. — Dans une flaque. » 30 Val de Ghinda (de Ghinda a Filogobai). — Dans une flaque. » 56 Environs de Saganeiti; IV. 1901. — Dans le torrent ho- monyme. » 187 Mai-Mefales (Dembelas); VII. 1901. » 301 Maio (Assaorta); XI-XII. 1902. Dineutes africanus Aubé et var. abyssinicus Rég. — Ces deux insectes doivent étre réunis, ainsi que le prouvent les passages de l’un à l’autre existant dans la nombreuse série rapportée par le Dr. Andreini. Station: N.° 80 Environs de Adi-Ugri; V. 1901. » 90 Mai Daro (territoire de Adi-Ugri); 24. V. 1901. — Dans le torrent Mai Daro. Dineutes gondaricus, KReiche. Station:. N.° 36 Territoire de Az-Teclesan; 21. II. 1901. » 37 Territoire de Asmara. Entre Amba Derhò et Sciuma Ne- gus Lahlai dans les affluents du torrent Tecor; 21. II. 1901. » 39 Environs de Asmara; II. 1901. — Dans des flaques du torrent Mai Tacalà. » 43 Pres de Asmara; 5. IV. 1901. — Dans une flaque. » 56 Environs de Saganeiti; IV. 1901. — Dans le torrent. » 80 Environs de Adi-Ugri: V. 1901. — Dans des flaques du torrent Mai Tacalà. » 97 Chenafenà (Seraè); V. 1901. — 212 — Station: N.° 108 Enda Abba Matà (territoire di Adi-Ugri); 8. VI. 1901. — Dans un ruisseau. » 246 Environs de Adi-Caiè; IV. 1902. Dineutes aereus, Klug. Station: N.° 7 Environs de Sabarguma; 81. XII. 1900. — Dans le tor- rent homonyme. » 19 Environs de Sabarguma; 25. I. 1901. — Dans le torrent. » 39 » de Asmara; II. 1901. » 56 » de Saganeiti; IV. 1901. — Dans le torrent. » 80 » de Adi-Ugri; V. 1901. » 90 Mai Daro; 24. V. 1901. — Dans le torrent. Aulonogyrus abyssinicus, Rég. — Très nombreux spe- cimens. Station: ) N.° 36 Territoire de Az-Teclesan. 21. II. 1901. » 37 Territoire de Asmara. Entre Amba Derhò et Sciuma Ne- gus Lahlai; 21. II. 1901. » 90 Mai Daro; 24. V. 1901. Orectogyrus suturalis, Rég. —- Un seul exemplaire. Station: N.° 90 Mai Daro; 24. V. 1901. — Dans le torrent. HYDROPHILIDAE. Stethoxus aculeatus, Sol. — Quelques exemplaires. Station: ; N.° 124 Environs de Adi-Ugri; 16-30. VI. 1901. — Dans des fla- ques du torrent Mai Tacalà au milieu des herbes aquatiques. — 213 — Stethoxus senegalensis, Percheron. — Bonne série. Station: N.° 124 Environs de Adi-Ugri; 16-30. VI. 1901. Sternolophus Solieri, Cast. Station: N.° 9 Massaua (Abd-El-Kader); I. 1901. » 19 Environs de Sabarguma; 25. I. 1901. — Dans une flaque d’eau sale au milieu des herbes. Helochares melanophthalmus Reiche, et var. nigrifrons Brancz. — Comme je l’ai déjà dit ailleurs, bien que les exemplaires extrémes comme taille soient en apparence fort differents, il existe entre eux tous les passages possibles, ce qui nécessite de les réunir en une méme espéce géné. ralement très répandue en Afrique tropicale. Station: N.° 19 Environs de Sabargume; 25. I. 1901. — Dans la méme flaque. » 125 Environs de Adi-Ugri; VI. 1901. — Méme lieu du nom- bre 124. Philhydrus circumductus, n. sp. — Long. 5 mill. — ObZon- go-ovalis, sat elongatus, modice convexrus, nigropiceus, ad latera prothoracis et elytrorum late et vage rufescens, capite antice utrinque quadratim rufo maculato, tenuiter sat dense punctatus, elytris triseriatis, antennis ad basim, palpis pedibus- que rufis. Forme oblongue, assez allongée et assez convexe, cou- leur brillante, d’un noir légèrement brunàtre, pàlissant insensiblement sur les còtés qui se fondent avec une bor- dure rousse très apparente extérieurement, laissant voir, en dehors et en arrière des élytres, l’extrémité de lignes lon- gitudinales noires formées de gros points rapprochés; le devant de la tète est orné de chaque còté d’une grande tache carrée rousse très vive; la ponctuation est assez fine — 214 —. et assez dense; de plus, sur les élytres, on remarque trois séries de points plus gros et espacés, l’externe beaucoup moins évidente; les palpes -sont de longueur moyenne et entièrement roux. Station: N.° 40 Environs de Asmara; IL 1901. — Dans des flaques du torrent Mai Belà au milieu des herbes aquatiques. » 125 Environs de Adi Ugri; VI. 1901. Philhydrus anticus, n. sp. — Long. 3 ‘/,-4 mill. — Oblongo ovalis, vix elongatus, sat convexus, piceus, ad latera protho- racîs et elytrorum plus minus late rufus, capite antice sub- quadratim sat late bimaculato, tenuiter, sat dense punctatus, elytris triseriatis, palpis pedibusque rufis. var. fulvescens, nov. var. — Pronoto fulvo, in medio late fusco, elytris fulvis, macula humerali et sutura sat anguste fuscis. Deta Espèce très-variable offrant tous les passages du type foncé et noiràtre avec bordure rousse, à la variétée fauve rembrunie seulement au milieu du pronotum, le long de la suture et sur une tache humérale, les elytres laissant voir par transparence en arrière et en dehors l’extrémité de li- gnes ponctuées nolràtres; ponctuation, séries des élytres et autres caractères généraux comme chez l’espèce preécé- dente, avec les taches jaunes de la tète généralement moins grandes. Station: N.° 40 Environs de Asmara ; II. 1901. — Dans les mémes fla- ques du torrent Mai Belà. » 81 Environs de Adi-Ugri; V. 1901. — Dans des flaques du torrent Mai Tacalà. » 125 Environs de Adi-Ugri; VI. 1901. — Dans les mémes flaques. La variété fulvescens a été prise en plusieurs exemplaires au Transvaal par M. E. Simon. — 215 — Philhydrus reductus, n. sp. — Long. 3‘/,34/, mill — Oblongo-ovalis, vix elongatus, sat convexrus, nitidus, capite nigro antice anguste utrinque rufo notato, pronoto mnigro-pi- ceo, antice et postice anguste, ad latera late rufo, elytris fuscis vel fusco-rufis ad latera dilutioribus, punctatura tenui, in capîte sat fortiter impressa et densa, în pronoto minus impressa et subobsoleta, in elytris sat remota et plus minus obsoleta, saepe fere deleta, seriebus tribus elytrorum parum distinetis, palpis pedibusque rufo-flavis. Chez cette espèce la ponctuation fine décroit d’intensité et de densité, de la téte où elle est bien imprimée, aux élytres où elle est souvent presque effacée; les taches laté- rales de la téte sont très étroites et triangulaires, souvent réduites à une petite bande latérale; la bordure rousse du pronotum large se prolonge étroitement le long de la base et du sommet, celle des élytres est très vague et nullement limitée en dedans, ne laissant pas apercevoir l’extrémité de lignes noires ponctuées. Je connais cette espèce depuis longtemps: les premiers exemplaires proviennent du Sénegal et des Iles du Cap Vert (la Praya, Dr. Roussel); le Dr. Tellini l’a reprise en plu- sieurs individus en Erythrée: Halibaret, et le Dr. Andreini à: Sabarguma, 25. I. 1901 dans la méme flaques des pre- cedents (19) et à Keren, III. 1903, dans une flaques près du torrent Dari (309). Philhydrus erythraeus Reg. (1904, Udine. Excurs. Dr. A. Tellini nell’ Eritrea, 1902-1903). — Long. 3‘/, milll — Ova- lis, suboblongus, sat converus, nitidus; capite nigro, antice ad oculos haud maculato, sat dense regulariter punctato; pronoto nigro-piceo, ad latera castaneo, sat tenuiter, regula- riter et sat dense punctulato; elytris nigro-castaneis, ad su- turam fere omnino nigris, parum dense, tenuiter et obsolete (versus apicem paulo fortius) punctulatis, stria suturali pro- funda, ultra medium antice ducta; palpis marillaribus rufo- — 216 — -brunneiîs, validis, sat crassis, capitis longitudinem attingen- tibus, pedibus rufis, tibiis infuscatis. Représente è peu près la forme de notre Cymbiodyta mar- ginella Fab., mais un peu plus petit, moins foncé sur les élytres qui sont d’un chatain foncé presque uniforme non éclairci sur les bords, mais presque noir le long de la su- ture, les bords latéraux du pronotum étant d’un roux fer- rugineux étroitement en avant et largement en arrière; ponctuation régulière, assez dense et assez forte sur la téte, plus fine, moins dense et moins imprimée sur le pronotum, beaucoup plus écartée et obsolète sur les élytres où on re- marque trois séries ponctuées peu apparentes, la strie su- turale très profonde en arrière et prolongée environ au quart antérieur; les points systématiques antérieurs du pro- notum consistent, è peu près comme chez les espèces pré- cédentes, en une rangée oblique assez irrégulière et peu apparente, le sroupe de points médio-latéral faiblement indiqué par quelques points sans ordre è peine plus gros que ceux du fond; palpes maxillaires robustes, de la lon- gueur de la téte et è articles assez larges. Dongollo (Dr. Tellini), un seul exemplaire. Cet insecte m’a paru suffisamment caractérisé pour pouvoir le décrire. quoique unique, et, vu sa provenance, je l’ai intercalé ici à la suite des autres. Paracymus punctillatus Rég. — Je ne puis trouver aucune difference entre les exemplaires d’Erythrée et ceux de France méridionale. Station : N.° 40 Environs de Asmara; II, 1901. — Dans des flaques du torrent Mai Balà. » 81 Environs de Adi-Ugri; V. 1901 ) Dans des flaques du tor- » 125 » » VI. 1901 ) rent Mai Tacalà. Paracymus chalceus Rég. —- Deux exemplaires tout-à-fait identiques è ceux de Madagascar. Station : N.° 125 Environs de Adi-Ugri; VI. 1901. — Méme lieu du pre- cedent. Laccobius Revelierei, Perris, var. leucaspis, Kuw. — Deux exemplaires n’offrant aucune difference avec ceux d’Eu- rope, Algérie, et Egypte. Station: N.° 40 Environs de Asmara; II, 1901. — Dans les mémes fla- ques du torrent Mai Belà. » 125 » de Adi Ugri; 16-80. VI. 1901. — Dans les mè- mes flaques du torrent Mai Tacalà. Trouvé également par MM. Erlanger et Neumann è Zeila, Dadab, et par le Dr. Tellini è Halibaret. Laccobius gracilis, Motsch. — Un seul exemplaire de très petite taille. Station: N.° 19 Environs de Sabarguma; 25. I. 1901. — Dans une flaque d’ean sale. Laccobius parumpunctatus, Rég. — Le premier exemplaire m’a été envoyé de Tananarive par Mr. Sikora; le Dr. Tel- lini en a trouvé quelques uns è Halibaret, et le Dr. An- dreini en a pris une quantité considerable dans les localitès sulvantes: Station : — N. 19 Environs de Sabarguma; 25. 1. 1901. — Toujours dans la méme flaque. » 57 Environs de Seganeiti; IV. 1901. — Dans le torrent homo- nyme. » 81-125 Environs de Adi Adi-Ugri; V et VI. 1901. — Tou- jours dans les mémes flaques. » 246-290 Environs de Adi-Caiè. IV et IX. 1902. » 809 Environs de Keren; III. 1903. — Dans une flaque près du torrent Darì. Bien qu’elles n’aient pas été rencontrées par le Dr. An- Anno XXXVI. 14 — 218 — dreini, je décris ici les deux espèces suivantes originaires de la région dont il est question dans ce memoire. Laccobius Erlangeri, n. sp. — Long 2°/,3 mill. — Regu- lariter ovalis, elongatus, mitidus, pallide testaceus; capite metallico, vividi, caruleo, aeneo et purpureo variegato, utrin- que ante oculos macula magna flava ornato, subopaco, sub- tilissime reticulato, antice tenutter, postice fortius et parum dense punctato; pronoto lavo, in medio plaga quadrata ni- gro-metallica ornato, subtilissime et obsolete reticulato, me- diocriter et parum dense punctato, lateribus vix arcuatis; scutello fulvo, elytris pallide Xavis, fere indistinete fusco ma- culatis, tenuissime nigrolineatis, haud reticulatis, mediocriter parum dense punctatis, his punctis secundum lineas valde irregulariter dispositis; palpis pedibusque pallidis, illis ad apicem leviter infuscatis, his gracilibus et longis, tibiis poste- rioribus arcuatis. Espèce voisine de L. paZlidus Muls., d’ont elle a l'aspect général: taches laterales de la tète moitié plus grandes, plaque noire métallique du milieu du pronotum plus qua- drangulaire, n’occupant que le tiers médian et ètroitement séparèe des bords basal et apical par une fine bordure jaune, élytres distinctement et très finement lignés de noir, les taches brunes également très peu visibles et for- mées par la condensation des lignes brunes sans confluence, réticulation du pronotum beaucoup plus obsolète, ponctua- tion des élytres non pas éparse, mais disposée très irrégu- lièrement suivant les lignes foncées. Zeila, Dadab, quelques exemplaires. (Expédit. Erlanger et Neumann]. Laccobius propinquus, n, sp. —- Long. 2°/, mill — £egu- lariter ovalis, elongatus, nitidus, pallide testaceus; capite metallico, aeneo et purpureo plus minus variegato, utrinque ante oculos macula minus lata et intus concava fava or- ENIT ETRO pr OE DEPRESSE IA E ct — 219 — nato, subopaco, subtilissime reticulato, mediocriter, parum profunde et parum dense punctato; pronoto pallide testa- ceo, indistinete et omnino obsolete reticulato, mediocriter et parum dense punctato, in medio plaga latissima extus sinuata et nigro-metallica ornato, lateribus leviter arcuatis; scutello fulvo, elytris pallide testaceis parum distinete fusco macu- latis, tenuiter lineatim nigro punctatis, punctis mediocribus, sat fortiter impressis; palpis pedibusque testaceis, illis ad apicem înfuscatis, his longis et gracilibus, posterioribus ar- cuatis. Extrèmement voisin du précédent, distinct par les ma- cules laterales de la tète beaucoup plus étroites, è bord in- terne concave, par la plaque foncée du pronotum plus large, occupant les deux quarts medians et sinuée de cha- que còte, par les lignes foncées des élytres plus marquées. Sabarguma, torrent Mai Atal, Halibaret, F. Anseba (Dr. ‘ Tellini) quatre ou cinq exemplaires. Limnobius conoideus, n. sp. — Long. 1'/, mill. — Ovalis, antice latus, postice ab humeris attenuatus, convexrus, nitidis- simus, niger vel nigricans, prothoracis lateribus et elytrorum apice late ferrugineo tinctis, palpis pedibusque rufo-fuscis, abdominis apice longe setoso; pronoto obsoletissime punctu- lato, elytris obsolete reticulatis, leviter pubescentibus. Diffère de L. aluta Bedel, d’ Europe, par la forme beau- coup plus allongée et atténuée en arriére, par la couleur plus foncée des élytres, mais lui ressemble beaucoup pour les autres caractère du dessus du corps. Station: N. 40 Environs de Asmara; II 1901. — Dans des flaques du torrent Mai Belà. » 125 Environs de Adi-Ugri; 16-39. VI. 1901. — Dans des fla- ques du torrent Mai Tacalà. ’ + Berosus villosulus, Rég., var. — J’attribue è cette espèce que j'ai decrite de Madagascar, une bonne série capturée — 220 — par le Dr. Andreini dans des flaques du torrent Mai Tacalà au milieu des herbes aquatiques: environs de Adi-Ugri; V.VI, 1901. Ces exemplaires sont de méme taille, mais de couleur beaucoup plus claire sur les élytres où les taches noiràtres son très réduites et presque effacées; la plaque métallique du pronotum est au contraire très développée en largeur, entière, non séparée au milieu, ne touchant le sommet et la base que par son milieu. Il est possible que ce soit une espèce distincte, mai les espèces de ce groupe sont si voi- sines et si difficiles que je crois preférable de ne pas les multiplier. Sphaeridium caffrum, Cast. — Un seul exemplaire. Station : N.° 84 Environs de Adi-Ugri; V. 1901. Hydrochus perforatus, n. sp. — Long. 2°/,-2*/, mill. — Subelongatus, postice leviter latior, nitidus, metallicus, per- variabilis, viridis, caoruleus, aeneus, cupreus vel purpureus, saepe unicolor, saepe plus minus variegatus, palpis fuscis, pedibus rufo-favis, genubus tarsisque ad basim et apicem fuscis; capîte et pronoto inaequalibus punctis grossis et for- titer impressis instructis, illo ter intra oculos plus minus di- stincte longitudinaliter impresso, hoc postice leviter angu- stato, angulis posterioribus subacutis et extus leviter projectis, foveis sat profundis sex instructo, quarum posteriore mediali anguliformi et antice divaricata; elytris regulariter decem punctato-sulcatis, punctis grossis, subquadratis et fortiter impressis, intervallis paribus paulo magis elevatis, apice obtuso. Cette espèces qui a une certaine ressemblance avec notre H. nitidicollis Muls, s'en distingue par sa forme moins large, par son pronotum beaucoup plus étroit avec les an- — 221 — gles postérieurs plus aigus et saillants en dehors, par les points de la téète et du pronotum plus espacés et plus pro- fondément enfoncés, ce qui fait paraitre les espaces lisses plus visibles, et par les intervalles des élytres très réguliers. Très belle série. Station : ; N.° 40 Environs de Asmara; II. 1901. — Toujours dans les mé- mes flaques du torrent Mai Belà. » 381-125 Environs de Adi-Ugri; V et VI. 1901. — Dans les mémes flaques du torrent Mai Tacalà. Ochthebius- atratulus, n. sp. — Long. 1‘/,-2 mill. — Oblon- go-ovalis, sat converus, nitidulus, niger, plus minus aenescens, palpis et pedibus rufo-fuscis, tarsis nigricantibus; capite re- mote tenuiter punctulato, sutura frontali profunda, foveis duabus rotundis latis et profundis inter oculos tertiaque oc- cipitali paulo minore instructo; pronoto punctis aliquot mi- nutissimis, in medio sulco profundo, utrinque foveis duabus oblongis argutis ad sulcum, fovea magna antero-laterali, aliaque minore postero-laterali instructo, utrinque ante ‘me- dium profunde usque ad basim emarginato et membrana pellucida munito; elytris persubtilissime coriaceis, fortiter punctato-striatis, punctis quadratis, aequalibus, et approxi- matis. Cette espèce vient se placer tout è còté de l’O. difficilis Muls. d'Europe dont elle a la structure, la taille et les caractères géneraux; elle diffèere par la couleur plus bron- zée, par les points sériaux des élytres beaucoup plus gros, plus profonds, plus rapprochés et plus carrés, par les fo- véoles et le sillon médian du pronotum plus profonds et plus nettement délimités, ce qui fait d’autant plus ressor- tir les parties lisses, par les còtés du pronotum moins pro- fondément échancrés sur les còtés et pourvus d’une mem- brane finement crénelée et distinctement réfléchie le long de la base; les fovéoles de la téète et la suture frontale — 222 — sont également plus profondes et la couleur des palpes et des pattes est plus foncée. Une petite série. Station : N.° 57 Environs de Saganeiti; IV. 1901. — Dans le torrent Sa- ganeiti au milieu des herbes aquatiques. Ochthebius Andreinii, n. sp. — Long. 2 mill. — Ovadts, haud elongatus, postice sat converus, nitidulus, plus minus aeneus vel rarius cupreus; capîte subtilissime reticulato, sat fortiter et sat dense punctato, sutura frontali profunda fo- veisque duabus ovatis et obliquis inter oculos instructo; pro- noto haud reticulato, fortiter sat dense punctato, in medio sulcato, oblique et late excavato, post medium leviter emargti- nato-attenuato et membrana parva munito; elytris extus et postice rufescentibus, sat-late ovatis, ante apicem leviter at- tenuatis, apice obtuso, punctato-striatis, punctis sat magnis, modice profundis, rotundatis, intervallis tenwissime et obsolete punctulatis; palpis rufis ad apicem fuscis, pedibus rufis. Espèce voisine de l’O. aeneus Steph. d’Eurcpe, mais néan- moins bien distincte: taille plus grande, forme moins élar- gie, couleur beaucoup moins dorée, d’un bronzé plutòt un peu verdàtre, punctuation beaucoup plus forte et plus dense sur la téte, le pronotum et les stries des élytres où les points sont en mème temps beaucoup plus rapprochés et plus pro- fonds, pronotum moins élargi en avant, moins rétréci en arrière. Plusieurs centaines d’exemplaires. Station : N.° 38 Environs de Asmara; II 1901. » 40 Environs de Asmara; II. 1901. — Dans les flaques du torrent Mai Bela. » 81-125 Environs de Adi-Ugri; V et VI. 1901. — Dans les mémes flaques du torrent Mai Tacalà. Le Dr. Andreini a capturé également un Ochthebius nou- "oa xi N° e » aa x — 223 — veau du groupe parvulus Rey dans les environs de Saga- neiti, IV. 1901 (57) et un autre également nouveau du groupe dicolon Germ. dans les environs de Adi-Ugri, VI. 1901 (125), mais en exemplaires uniques, ce qui ne me per- met pas une comparaison suffisante pour décrire des in- sectes aussi difficiles. Hydraena abyssinica, n. sp. — Long. 1°’/.1 ‘/, mill. — Ovalis, parum elongata, sat convera, castanea, pedibus pal- pisque rufis, his longissimis et ad apicem infuscatis; capite ni- gro, sat dense punctato, pronoto @mfuscato, marginibus qua. tuor rufescentibus, dense sat fortiter punctato, utrinque la- tissime et sat profunde, post medium angulatim et leviter depresso, lateribus tenuissime crenulatis et ad medium obtu- sissime angulatim dilatatis; elytris ovatis, ad apicem rotun- datis, margine (praeter ad apicem) sat late depresso, dense punctato-seriatis, punctis mediocribus quadratis et approxi- matis, intervallis alternatim planis et levissime elevatis. Cette Hydraena vient se placer au voisinage de l’ H. n2- lotica Schm., dont elle se distingue par sa forme plus large et plus convexe, sa coloration plus foncée et sa ponctua- tion up peu moins rugueuse. Mr. O. Neumann a découvert les premiers exemplaires dans le Nil Bleu, è Auato, Gindeberat (Abyssinie). Station :° N.° 40 Environs de Asmara; II 1901. — Dans les flaques du torrent Mai Belà. » 81-125 Environs de Adi-Ugri; V-VI. 1901. — Dans les mè- mes flaques du torrent Mai Tacalà. Hydraena erythraea, n. sp. — Long. 1'/, mill — Oblon- go-ovalis, haud parallela, sat convexa, castanea, pedibus palpisque rufis; capite nigro, tenuiter sat dense punctato, pronoto fusco, marginibus quatuor rufescentibus, dense paulo fortius punctato, utrinque latissime et profunde depresso, — 224 — post medium leviter et geminatim foveolato, lateribus perte- nuissime crenulatis et vix postmedium subangulatis; elytris ad apicem rotundatis, margine anguste depresso, dense sat tenuiter punctato-seriatis, intervallis omnino planis. Très distinete de la précédente par sa taille beaucoup inférieure, sa ponctuation plus fine, surtout sur les séries des élytres, et par la dépression du milieu du pronotum qui est formée de deux fovéoles séparées et è peine im- primées. Station: N.° 40 Environs de Asmara; II. 1901. — Dans des flaques du torrent Mai Belà. » 125 Environs de Adi-Ugri; VI. 1901. — Dans les flaques du torrent Mai Tacalà. Je crois utile d’ajouter ici la description de trois ou qua- tre espèces d’Abyssinie recueillies par M. Oscar Neumann dans son exploration de cette région, parceque ces espèces peuvent très bien se retrouver dans les régions montagneu- ses de l’Erythrée qui ne sont pas encore bien connues. Agabus limbicollis, n. sp. — Long. 6°/, mill. — Oblongo- -ovalis, postice leviter attenuatus, modice convexus, nitidus, subtilite» reticulatus; capite et pronoto mnigris, illo in clypeo et labro, hoc sat late utrinque, anguste antice et postice fer- rugineis; scutello ferrugineo, elytris rufo-flavis, ad latera pallidioribus; subtus rufo-ferrugineus, metasterno coxisque posterioribus, praeter în medio, fusco-nigris, antennis pedi- busque rufo-ferrugineis. — J' tarsis anterioribus et interme- diis ad basim modice dilatatis, unguiculis simplicibus et fere aequalibus. Ressemble beaucoup è l’A. binotatus Aubé, de Corse, mais est un peu plus petit, plus attenué en arrière, sans tache pàle aux élytres, avec le dessous du corps n’ayant de noir — 225 — que le métasternum et les hanches postérieures; les tarses du male sont conformés de méme dans les deux expéces. Il est possible que les quelques exemplaires que j'ai vus soient moins colorés que d’ordinaire, étant plus ou moins immatures. Abyssinie: Auato, au bord du Nil Bleu, dans le Gin- deberat. Agabus ferrugatus, n. sp. — Long. 8‘/, mill. — 0O0longo- -ovalis, convexus, nitidissimus, supra omnino ferrugineus, ca- pîte in medio macula fusca vaga ornato, subtus nigro-piceus, corarum apophysibus, addominisque segmentis postice plus minus ferrugatis, sat tenuiter reticulatus, elytris remote et irregulariter triseriatim punctatis, antennis rufis, pedibus ferrugineis, posterioribus fuscis. Cette espèce est très voisine de l'A. dilatatus Brullé, var. Goryî, comme coloration; elle est de forme un peu plus large, un peu plus convexe et moins attenute aux deux bouts, les pattes sont plus courtes, les aréoles de la réti- culation sont beaucoup plus larges et leurs contours bean- coup plus finement imprimés, chaque aréole prèsentant un très petit point è son centre; les trois séries ponctuées des élytres sont conformées de mème. Je ne connais que la femelle. Auadi, chez les Gallas Arussis. Hydaticus abyssinicus, n. sp. — Long. 15 !/, mill. — Ovalis, sat elongatus, postice leviter attenuatus, converus, subtilis- sime reticulatus, tenuissime et dense punctulatus, nitidus, su- pra rufus, capite postice nigro et inter oculos fascia tran- sversa biangulata fusca ornato, pronoto transversim in medio vage infuscato, scutello fusco; elytris confertim mnigro irro- ratis, ad humeros et hic illic leviter fusco nebulosis, lineis tribus longitudinalibus angustis, aliaque gemina ad suturam flavis ornatis; corpore subtus nigro, abdomine ferrugato, pedi- — 226 — bus rufis, posterioribus piceis. — 9 pronoto ad latera pro- funde corrugato. Cette grande espèce a exactement la méme coloration en dessus que l’H. gondaricus Reiche, mais elle est beaucoup plus grande, plus allongée et plus attenuée en arrière; les tarses antérieurs et intermédiaires du mile sont conformés de méème et le pronotum chez la femelle a les mémes sor- rugations. C'est une des plus grandes espèces d’Afrique. Abyssinie: Gimirra, quelques exemplaires. Hydaticus basicollis, n. sp. — Long. 11 mill. — 0Oblongus, elongatus, supra rufus, capîte ad oculos et postice, pronoto in medio baseos nigris, elytris densissime nigro-irroratis, ad latera pallidioribus, ad suturam nigricantibus, lineola sutu- rali vix conspicua et saepissime interrupta, subtus nigro-pi- ceus, plus minus ferrugatus. J'ai cru devoir créer cette espèce pour deux ou trois exemplaires du lac Abassi, en Abyssinie, qui se distinguent des exemplaires de l’H7. Leander Rossi répandu aussi bien en Abyssinie que dans toute l’Afrique, par une taille un peu plus grande et une forme plus étroite et plus oblongue. Je ne retrouve cette forme chez aucune des nombreuses variétés africaines de l’H. Leander qui est fréquent en Abyssinie. Pror. ANTONIO BERLESE APPARECCHIO PER RACCOGLIERE PRESTO ED IN GRAN NUMERO PICCOLI ARTROPODI Già dal decorso anno ho fatto conoscere a questa Società Entomologica un apparecchio molto semplice e di ottimo effetto, col quale raccolgo, in gran numero e senza fatica di sorta, piccoli artropodi come piccoli insetti di tutti gli ordini, Miriapodi, Sinfili, Pauropodi, Cheliferi ed altri Aracnidi e specialmente Acari per quanto piccoli, senza pericolo che me ne possa sfuggire alcuno. Dei Collemboli, che sono così difficili a raccogliersi perchè saltano, io ne prendo un numero grandissimo. Tutti gli esseri viventi che si trovano ad es. nei muschi, tra le foglie che marciscono sotto gli alberi, nei legni pu- trescenti, nell’humus, nelle sostanze in decomposizione ecc. vengono da se stessi a raccogliersi entro un tubetto con alcool, che si adatta all’apparecchio in discorso e da parte del naturalista non vi ha poi altra pena che di separarli e studiarli. Si tratta di un imbuto capace, che concorre in un tubo di vetro con alcool ed esso imbuto è circondato da acqua calda da 60° a 100°. Sopra l’ imbuto si dispone una specie di vassoio di rete metallica sul quale si mette il materiale da esaminare, che deve essere naturalmente abbastanza umido per contener animali viventi. Sia perchè il materiale nell’apparecchio va gradatamente, — 228 — ma abbastanza presto, perdendo della sua umidità, e quindi gli animaletti tendono ad abbandonarlo, sia perchè questi sono attratti dal sottostante calore, certo è che tutti pro- curano di guadagnare la rete metallica e vi passano attra- verso, cadendo nell’ imbuto metallico. Ma le pareti dell’ imbuto, mercè l’acqua circostante, sono così calde che gli animali non vi si possono trattenere e ruzzolano in fondo fino entro il tubetto con alcool. Dopo alcune ore tutti gli esseri viventi e semoventi che erano nel materiale disposto sul vassoio sono caduti entro il tubetto con alcool, nel quale solo pochissimi detriti si sono anche raccolti. Occorre però non smuovere nè scuotere l’apparecchio od il materiale durante questa operazione e ciò ad evitare che cada troppo detrito insieme agli animali. Le figure che unisco mostrano due maniere di tale appa- recchio, in una delle quali il riscaldamento dell’acqua si fa direttamente, nell’altra a mezzo di una specie di bollitore, sempre con lampada Bunsen o con lampada ad alcool ecc. e così si può mantenere anche lungamente l’acqua ad una temperatura alta. Del resto ognuno può variare la costruzione dell’ appa- recchio come crede, purchè le pareti dell’ imbuto sieno molto inclinate; ad almeno 60 gradi. Il diametro del vassoio è bene sia di circa mezzo metro ed il vassoio stesso sia mobile, per potersi riempire di ma- teriale al di fuori dell’ imbuto. Ho usato con grandissimo vantaggio un così fatto appa- recchio piccolo (Fig. 1) (soli 30 centimetri di diametro del vassoio) nel decorso anno ed ho scoperto così parecchie de- cine di specie nuove di acari italiani illustrate nel giornale « Redia » mentre ho raccolto una enorme quantità di al- tri piccoli artropodi, specialmente di Collemboli, Sinfili, Pauropodi, ecc. Questi, specialmente i Collemboli ed anche i Tisanuri si i Purt TRANNE Me ci ee te 74 4 di CAIIAN MESE INS IRSA) arrestano tutti al pelo dell’alcool perchè non s'immergono, mentre in fondo al tubo cadono invece tutti gli altri ani- mali. Fig. 1. — Apparecchio a riscaldamento diretto. A, recipiente esterno con- tenente acqua; B, imbuto interno; (€, vassoio col fondo di rete metallica; D. sostanza da esaminare; E, imbuto per introdurre l’acqua; F, tubetto di vetro con alcool dove si raccolgono gli ani- maletti, riunito per tubo (a) di gomma, corto, all’apice dell’imbuto; G, piedi di sostegno dell’apparecchio; L, lampada per riscaldare; M, tubo di gomma che porta il gaz; N, rubinetto di scarico. Così, con un pennello si raccolgono subito i detti Collem- boli ecc. che si trovano alla superficie del liquido e si hanno senza più separati. Dopo l’eccellente prova fatta dal piccolo apparecchio in — 230 — discorso, ne feci fare altro grandissimo, che funziona già dal decorso novembre. È composto di una cassa di legno, rivestita internamente di piombo, della capacità di sei ettolitri e che contiene quattro grandi imbuti a sezione (basale) quadrata, con lato di 50 centimetri. Così ho una superficie di 1 mq. su cui disporre le sostanze da esaminare e ne posso mettere di quattro qualità o località diverse. L'acqua è circa tre ettolitri e si porta a 60° ed anche a 70° in poche ore, mercè un grosso bollitore a gas. . Questo apparecchio (Fig. 2), che mi serve anche benis- simo per riscaldare la stanza in cui si trova, consuma circa tre metri cubi di gas al giorno, il che significa che con una spesa di circa una lira, ottengo giornalmente, senza pena alcuna, un tal numero di piccoli animali che dieci persone, con tutto il disagio e la pazienza possibile non sarebbero capaci di raccogliere nello stesso tempo ed inol- tre ho la certezza che difficilmente me ne sia sfuggito un individuo solo. Materiale da esaminare. — Muschi, foglie cadute e pu- trescenti, humus, terra sotto le pietre ecc. sono molto ricchi di animaletti diversi in ogni stagione e si trattano molto facilmente e con pieno esito negli apparecchi indicati. Fimo. — Le concimaie, specialmente di stallatico, alber- gano grandissimo numero di artropodi diversi e che non sempre è facile raccogliere per la rapidità con cui si celano ed anche perchè il materiale stesso è talora tutt’altro che piacevole ad esaminarsi. Invece, coll’apparecchio si è certi di raccogliere tutti gli artropodi celati nel fimo, anche perchè più volentieri at- tratti dal calore e ne cadono nel tubo continuamente, in gran. numero. Artropodiî mirmecofili. — Si raccolgono tutti, però insieme a qualche formica, mettendo sul vassoio la terra ed i de- triti che si trovano nei formicai. IVREA CA IAN OVE, RR IO OY AREE CRT E ON Ro MONTI MER pe 0 I IAT Sale ek Ha, SARA LI A ica x no r » gie Corteccie. — È meraviglioso l’effetto che si ottiene trat: tando nell’apparecchio corteccie di grossi alberi diversi, sotto le quali si ritirano a svernare i più diversi anima- 2 aA «SEI svezzza ff? Vee es] ‘/ ——-----—--_- —-_-_ -— î i cid I tl; | Di lb | n (di Fig. 2 — Apparecchio a riscaldamento indiretto per mezzo del bollitore 0. Nella figura a destra si vede il modo come si innestà il tubo di vetro con alcool all’ apice dell’imbuto, cioè a mezzo di anello o brevissimo tubo di gomma (a). letti, sia allo stato di larva come di adulti. Tutti poi ca- dono nel tubo con alcool, quasi assolutamente senza detriti di sorta e cosi molto rapidamente si può conoscere la fauna che alberga, durante l’inverno, un dato albero od una data specie di piante. — 232 — Parti verdi delle piante. — Egualmente, d’estate meglio che d'inverno, si raccolgono gli animaletti che abitano sulle foglie, per quanto minuti, mettendo queste fresche ed ap- pena colte sul vassoio dell’apparecchio. Parassiti di vertebrati. — Morto e già freddo da qualche ora l’ospite (uccello, mammifero) quando si tratti coll’ ap- parecchio descritto, esso lascia rapidamente tutti i suoi ecto- parassiti (Pulicidi, Anopluri e Pediculini, Acari, ecc. ecc.) i quali, attratti dal calore artificiale, abbandonano l’ospite sollecitamente e cadono entro il tubetto di alcool. Questa ricerca, altrimenti, di consueto, così penosa e dif- ficile, si effettua nel modo anzidetto> automaticamente e con risultato assoluto. In molti altri casi speciali io ho pure ottenuto risultati utilissimi dall’ impiego del descritto apparecchio che racco- mando ai naturalisti. Firenze. Febbraio 1905 Dalla R. Stazione di Entomologia Agraria Via Romana 19. — 233 — STEFANO BERTOLINI Nelle belle prealpi trentine, non molto discosto dalla strada che da Trento conduce a Pergine e che poi, costeg- giando il Brenta, discende in Valsugana per Levico, Borgo, Primolano e Bassano, vi ha, appunto nei pressi di Pergine, un ameno, tranquillo e solitario paesello, Madrano, circon- dato da prati sempre verdi, da boschi freschissimi e da qualche laghetto incantevole, nel quale si specchiano gli alti monti circostanti. In quella quiete, che sembra quasi immagine di pace soprannaturale, si spengeva il 16 Aprile di quest'anno una esistenza tutta dedicata all'adempimento del dovere, all’af- fetto per la famiglia, allo studio indefesso della fauna en- tomologica italiana. Il nostro perduto consocio, Dottor Stefano De Bertolini, era nato il 30 Giugno 1832 in Civezzano, presso Trento ; ma della prima gioventù sua non rimangono che pochi ricordi. All’età di 13 anni perdè il padre, Dottore in me- dicina a Trento; studiò legge e ne conseguì la laurea ad Innsbruck, ove si trovava presso uno zio, Consigliere di Appello. Fu poi impiegato al Tribunale di Riva, passò alla Luo- gotenenza di Trento, indi al Capitanato distrettuale della stessa città; in ultimo andò al Capitanato di Borgo in Valsugana, finchè raggiunse l’età della pensione col grado di Commissario. A noi, come è nostro compito, rimane aperto il campo Anno XXXVI. 15 — 234 — della sua vita scientifica nel quale seguiremo brevemente l’opera di lui. È noto che egli aveva ben presto iniziati i suoi studî prediletti; perchè fino dal 7 Maggio 1855 veniva nominato socio della Società Zoologico-Botanica di Vienna; e nel 7 No- vembre dello stesso anno entrava a far parte della Società Entomologica di Stettino, come più tardi, cioè il 5 Mar- zo 1868, in quella di Berlino. Della Società nostra divenne socio il 31 Dicembre 1868, cioè fino dall’anno della fonda- zione di questo sodalizio ; nel quale coprì pure l’ufficio di Consigliere. * * * Uno dei suoi primi lavori è quello sui Carabdici del tren- tino ; ed egli illustrava questa famiglia di Coleotteri con ricco corredo di indicazioni topografiche e sinonimiche, ne- gli « Atti dell’ Istituto veneto di scienze, lettere ed arti » del 1867. A questo primo saggio fanno seguito le descrizioni di due nuove specie di Coleotteri del trentino, la Cistela Costessi e l’Omoplus longicornis, comparse nei « Verhandlungen des k. k. zool.-bot Gesell. » in Vien, del 1868. Un'altra specie nuova di Coleotteri, l’Agabus Ven- turi, veniva da lui descritta nel 1870 nel « Bullettino della Società Entomologica Italiana, » a pag. 242; e questo nuovo insetto, trovato ai margini dei ghiacciai dell’ altipiano del Saent, faceva parte del materiale raccolto a Rabbi, sulla catena del Tonale, dal Dottor Venturi. Rabbi offre per l’en- tomologo un ricco campo di esplorazioni proficue; e dal Bertolini sono indicate non poche rarità di quella prove- nienza, Ma anche le acque dei fiumi, come avvenne nello strari- pamento dell’Adige nel 1868, erano propizie al solerte en- tomologo per raccogliere insetti in gran numero; e nei ramoscelli, nelle radici, nelle scorze, nelle erbe e nei de- triti galleggianti o portati a riva, chi sa mai quanto da lontano, trovò un brulichio di piccoli naufraghi, dei quali è dato un copioso elenco dei soli Coleotteri nel « Bull. della Soc. Ent. Ital. » del 1871, pag. 41. In seguito, nel 1872, nello stesso « Bullettino » aveva principio il lavoro che forse più di ogni altro rese noto il Bertolini in Italia ed all’estero, cioè il Catalogo sinonimico e topografico dei Coleotteri d’Italia, compreso in 262 pag., nel quale sono accuratamente e con molto studio citate e indicate tutte le specie che gli entomologi antichi e mo- derni trovarono nel paese nostro. Ma, siccome tali lavori divengono ben presto vecchi, sia per innovazioni (che non sempre sono miglioramenti) introdotte nella sistematica, sia ancora per nuove specie scoperte ed aggiunte, il Bertolini pubblicava una seconda e più completa edizione del suo Catalogo nel 1899, edita dalla « Rivista italiana di scienze naturali » del cav. Brogi di Siena; ed anche questa nuova edizione porta in ultimo non poche pagine di « addenda ». Due delle più superbe valli alpine, quella di Non o di Annone, e la Val di Sole, furono con ardore di scienziato esplorate dal Bertolini e dai suoi amici Venturi e Rieder. La descrizione è piena di entusiasmo; e, mentre egli enu- mera la ricca messe di coleotteri raccolti e di osservazioni fatte in quella che pur fu una rapida escursione, conduce tra le bellezze alpine il lettore, che con lui solleva in alto lo sguardo ad ammirare i sovrani di quei monti, come il Rocca, la Cima dei Tre Signori, il Tonale e l’Adamello. Ed il suo grande amore alle escursioni ed alle caccie entomologiche si rileva pure in una lettera da lui diretta al Segretario della nostra Società e che figura con altre di simil genere nel Bullettino sociale del 1874, a pag. 99. In essa, oltre alle copiosissime indicazioni di specie raccolte, sono anche accennati alcuni tra gli insetti nocivi di quelle località, come la Melolontha vulgaris, lAno- — 236 — mala vitis osservata in gran numero sulle viti presso Tenna, l’Otiorrhincus perdix distruttore delle gemme sui frutti presso Trento, in collaborazione malefica coll'’Helops lanipes. Nella stessa annata del Bullettino comparve un altro scritto nel quale il Bertolini riferisce al nostro Presidente di allora, Prof. Adolfo Targioni-Tozzetti, intorno all’incarico ricevuto di rappresentare la Società Entomologica Italiana al Congresso dei naturalisti in Arco. La bellezza di un paesaggio, che in mezzo alle Alpi riproduce una vera flora meridionale con le culture di Agave, di Camelia, di Ma- gnolia e di Oleandri, vi è magistralmente descritta. E qui pure si parla di un’altra raccolta di Coleotteri del Tren- tino fatta dal Sig. Arsi, di sedute di congressisti, di escur- sioni, di grotte visitate e di raccolte fatte in lieta comitiva ed in compagnia di colleghi occupati in ogni genere di studi di scienze naturali. E al Bertolini non solo erano soggetto di studio e di ricerche i Coleotteri; ma degli Emitteri ancora si era oc- cupato, come si ha valida testimonianza nel nostro Bullet- tino del 1875, a pag. 38, in una Contribuzione alla fauna italiana degli Emitteri Eterotterî; nella quale l’egregio autore dà una numerosa rassegna di Emitteri osservati e raccolti da lui e da altri entomologi nel Trentino e nelle valli limitrofe. Nè alle sole sue valli ed alle sue maestose montagne il Bertolini limitò gli studi entomologici; giacchè non pochi furono i colleghi che inviarono a lui materiale di studio proveniente da altre parti d’Italia. I Capitani Adami e Steffanini, il Dott. Fanzago, il Dott. Cavanna ed il Sig. Pa- nato, che forse furono i primi ad esplorare entomologica- mente il versante orientale del Golfo di S. Eufemia, quello occidentale di Squillace, le gole di Tiriolo, il Sila ed il Circondario di Palmi, fecero determinare a lui le loro rac- colte; ed egli potè dare nel nostro periodico dell’anno 1876, -—- 237 — a pag. 48, elenchi di Coleotteri, di Emitteri, di Imenotteri e di Ortotteri che contribuiscono a render note le cogni- zioni faunistiche di quelle importanti regioni, con una memoria intitolata Escursioni entomologiche in Calabria. Ma egli era nato nelle Alpi e per le Alpi spiegava la maggior parte della sua entomologica attività. Infatti tro- viamo ancora nel Bullettino della Società nostra due altri suoi lavori, dei quali uno nell’anno 1879, a pag. 36, inti- tolato Sulle Alpi, Rimembranze di una gita in Val di Fiemme, nel quale sono esposte tutte le bellezze naturali e sempre nuove e variate anco di questa amenissima valle, che discende dalle falde dell’ immenso Cimone della Pala fino a Lavis, sulla sinistra dell'Adige. Vi sono riprodotte pittoresche descrizioni a vivaci colori, alternate con le in- dicazioni di pregevoli raccolte eseguite in differentissime circostanze. L’altro e più rilevante lavoro che si trova nei volumi dello stesso Bullettino compresi tra l’anno 1877 ed il 1899, col titolo: C'ontribuzione alla fauna trentina dei Coleotteri, è pure un catalogo delle specie di quella regione costituito dal resultato delle ricerche di lui e di altri entomologi, quali il Gobanz, l’Eccheli, l’Halbherr. In esso è riassunta tutta una lunga serie di accuratissimi studî sulla distribu- zione geografica dei Coleotteri, in connessione colle varia- zioni individuali, coll’ « habitat » e con tutte le circostanze degne di rilievo, in modo da render pregevolissimo il detto lavoro, che sarebbe desiderabile potesse esser fatto in egual maniera per ogni regione italiana. Se il miglior giudizio che può esser dato di un uomo è quello che resulta dall’esame delle opere sue, queste brevi ed incomplete notizie sugli scritti del Bertolini ce lo pa- lesano già per un profondo, coscienzioso e costante illu- stratore della fauna entomologica italiana. Egli non fu un vero e proprio sistematico, un ricercatore e descrittore di nuove specie o compilatore di monografie di generi e di ARIMA NARO e ETNO le E a PR re Si N LA PT fa I S ISTE) AA NURIA IA PIRO CMV ST RcOAI x È un Ujtta. Lo CI i famiglie; egli invece ebbe in mira di esporre, in modo che può dirsi assai prossimo alla perfezione, quanto mai è ricco in specie di Coleotteri tutto il territorio che da Trento prende il nome. E per quasi tutti i suoi lavori di scienza entomologica ebbe cura speciale di scegliere la sede più opportuna, cioè le pubblicazioni della Società Entomologica Italiana. Noi dobbiamo essergli grati per aver arricchito il nostro periodico di così pregevoli e stimate memorie. Ma, nonostante il carattere suo di modesto e riservato operaio della scienza, non gli mancarono notevoli attesta- zioni di merito ed onorifici incarichi. Il Museo Reale di Storia naturale di Bruxelles lo nominava suo socio corri- spondente, il 26 Giugno 1874. All’Esposizione regionale di Agricoltura in Trento, nel 1875, gli venne conferita la me- | daglia d’argento per le sue collezioni di insetti. Nel 1888 fu inviato per commissione del Governo Austro- Ungarico a Klosterneuburg per studiarvi la fillossera. L'Istituto americano di studi superiori a Parigi gli co- municava in data del 25 Dicembre 1895 la nomina di Dottore « ad honorem », conferitagli dalla sede dell’Istituto stesso a Boston-Washington. Stefano Bertolini si occupò molto di agricoltura ed ap- partenne per lungo tempo al Comizio agrario Trentino, in qualità di Consigliere. -A lui non fu concessa mai propizia occasione di recarsi tra noi, come era suo vivo desiderio e di prender parte alle sedute di questa Società entomologica che egli amò più di ogni altra di quelle alle quali apparteneva. Non pochi entomologi però visitarono lui e le sue ricche collezioni a Trento, a Borgo ed a Madrano dove egli ebbe successive dimore ; e lo scrivente ricorda con animo lieto la bellissima escursione eseguita insieme a lui alla grotta di Sella, non lontano da Levico e le visite fattegli a Borgo ed a Madrano, quando la cortesissima ed ospitale famiglia Bertolini abitava in quei luoghi. Oggi non ci resta che ha gen \ A Uno: unire il nostro rimpianto a quello dei suoi cari per la per- dita dell’egregio uomo. La spoglia mortale del collega buono, erudito, operosis- simo riposa a Trento, circondata dai monti che egli tanto amava e che, come disse il celebre geologo Stoppani, av- vicinano a Dio. Noi di gran cuore affidiamo alle ali del pensiero nostro la doverosa missione di deporre su quella tomba un fiore; che, se non potrà essere l’Edelweiss, ossia la stella delle Alpi, Leontopodium alpinum, sarà invece un Myosotis od una Viola che non appassiranno giam- mai, perchè esprimeranno la perenne e grata memoria che la Società Entomologica Italiana conserverà verso il per- duto consocio Stefano Bertolini. i P. BARGAGLI. — 240 — BIBLIOGRAFIA ENTOMOLOGICA E RECENSIONI Generalità. Gestro dott. R. Una gita in Sardegna. Divagazioni bio- grafiche, « Bull. Soc. Geogr. », Fasc. IV, 1904. La descrizione di una nuova gita in Sardegna del dotto autore è ricca di molta erudizione ; e riporta dati di interesse entomo- logico e botanico sapientemente collegati tra loro e di molta im- portanza per ambedue le scienze. Ogni lettore sente il desiderio di essergli stato compagno di escursioni nell’ isola; e di aver avuto occasione di collaborare con lui, almeno per contribuire ad aumentare e migliorare il vecchio catalogo dei Coleotteri di Sar- degna che il nostro Bullettino pubblicava nel 1873. Gestro dott. R. Leonardo Fea ed i suoì viaggi. Cenni bio- grafici con ritratto, «< Ann. Mus. Civ. di St. Nat. », Genova, Serie III, vol. I, 1904-5. Il celebre naturalista esploratore viene autorevolmente comme- morato dal Dott. Gestro, che fa rilevare l’importanza delle rac- colte zoologiche inviate dal Fea, al Museo di Genova durante i suoi viaggi incominciati nel 1885 in Birmania, nell’Arcipelago del Capo Verde, nella Guinea o Senegambia Portoghese, nell’Ar- cipelago del Golfo di Guinea, poi nella Colonia Germanica del Camerun, nel Congo francese ; finchè costretto dalle condizioni di salute al ritorno, dopo aver toccate le Canarie, moriva in Genova il 27 Aprile del 1903. Nella narrazione è data larga ed interessantissima parte alla Entomologia; ed in un elenco bibliografico sono indicate tutte le illustrazioni e descrizioni del copiosissimo materiale entomologico; in un elenco speciale sono pure annoverati i nuovi generi e spe- cie scoperti dal compianto Leonardo Fea. 2 SIR RR si Aut GLAM 4° lu La fi iaia i e ata AR e ei ce Bro enne MOIS ANNA? DAME A i h Yo — 241 — GuaiGi prof. A. Osservazioni sulla alimentazione dei nidiacei del passero, « R. Accad. Scienze Istit. », Bologna, 8 Maggio 1904. L’autore esamina il contenuto di 22 nidiacei provenienti da S. Benedetto del Tronto e quello di altri 16 inviatigli da Firenze; rilevando come degli alimenti ingeriti facciano maggior parte gli insetti, Locuste, Acridi, Anomala vitis, Lasius niger, piuttosto che i semi, in gran parte di grano. E, coordinando le sue conclusioni con quelle della Inchiesta Ornitologica, pubblicata dal prof. Giglioli, deduce che « nel- l'epoca della nidificazione il passero è un feroce distruttore di cavallette », e quindi sarebbe grave errore decretarne la distru- zione nel periodo primaverile, ma solo « in quelle epoche dell’anno in cui si manifesta nocivo alle culture granarie ». LAGERHEIM (von) G. Zoocecidien von Feldberg, « Separat- abdruck aus den Mittheil. des Badischen bot. . Ve- reins », 1903. È una illustrazione di deformazioni di piante fanerogame e crittogame, con indicazioni di Elminti, Acari, Emitteri, Ditteri, Imenotteri e Coleotteri che ne sono la causa. TrortER A. Galle della Colonia eritrea, « Marcellia » III, 1904, p. 95. Il materiale fu raccolto nell’inverno 1902-1903 dal prof. Achille Tellini, e vi furono aggiunte poche altre galle trovate dal dott. Ma- gretti nel 1900. Molte sono le galle disegnate e descritte dal lato teratologico e botanico. Poco però è detto dei loro abitatori, giacchè bene spesso non se ne ha altra indicazione che quella di Entomocecidio, Imenotterocecidio, Lepidotterocecidio ecc. sebbene con ricchezza di osservazioni. P. BARGAGLI. Coleotteri. AncuissoLa A. Note di caccia, « Rivista Coleotterologica Italiana » III, 1, 1905. Una escursione fatta dall’antore in Sicilia nell’Agosto 1904, gli procurava modo di dare un elenco di Coleotteri raccolti, tra i quali la Monotoma brevicollis nuova per la Sicilia, giacchè ante- cedentemente non era indicata che come abitatrice della Corsica e della Sardegna. CARRET A. Escursioni e caccie entomologiche în qualche valle del Piemonte, « Rivista Coleotterologica Italiana », Anno III, 1905. L’autore dà conto di abbondantissime raccolte di Coleotteri da lui fatte in Val d’Aosta e nelle valli laterali, corredando gli elen- chi di copiose ed accurate osservazioni. DesBrocHERS DES Loces. Faunule des Coléoptéres de France et de Corse. L’autore ha già pubblicato nel periodico « Le Frélon » le fa- miglie Meloidae, Oedemeridae, Phytidae, Authicidae, Serropalpi- dae, Cistelidae e Tenebrionidae. Nel n. 4-5 dell’anno 1905 e nel successivo 6-7, viene compresa la fam. Anchomenidae, la quale, come le famiglie precedenti, presenta molta facilità nella deter- minazione dei generi e delle specie per mezzo di doppi quadri sinottici, seguiti da brevi descrizioni di specie. Dopero A. Materiali per lo studio dei Coleotteri italiani con descrizioni di nuove specie II. Quattro nuove specie di Coleotteri cavernicoli, « Ann. Mus. Civ. di St. Nat. di Genova », Serie III, vol. I, 1904-905. In questo lavoro trovansi le descrizioni di un £ByRinus e di tre Bathyscia scoperti dall'autore e dal cav. Umberto Lostia in Sardegna, nell’isola di Capri e nei colli Berici. — 243 — Dopero A. Sopra alcuni ornamenti sessuali neî Bythi- nus, « Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova », Serie III, vol. I, 1904-905. L’autore non ammette come il prof. Fiori che un dente nelle tibie anteriori e posteriori di certe specie di Bythinus serva all'adesione dei JJ sulle 99 per l’accoppiamento ; e ritiene che solo possa figurare come ornamento sessuale; giacchè negli Pselafidi primeggia la frequenza e varietà di tali ornamenti. FaLzoNI A: Studio sistematico della specie italiana del ge- nere Micropeplus, « Rivista Coleott. It. », III, 1, 1905. Una tavola sinottica e poi dettagliate descrizioni illustrano le otto specie e varietà di questo difficile genere di Stafilinidi. Fiori A. Studio sistematico degli Alophus Sch. d’ Italia e regioni finitime, « Riv. Coleotterol. it. », 1905, III, 3. Precedute da una tavola dicotomica sono dettagliatamente espo- ste le descrizioni delle specie di questi Curoulionidi. Gestro R. Materiali per lo studio delle Hispidae, « An. Mus. Civ. St. Nat. Genova », Serie III, vol. I, 1904-905. Contiene descrizioni e figure di nuove specie dei gen. Oxy- cephala, Brontispa, Coelenomenodera, Baly- ana, Thoracispa; ed a pag. 515 le specie africane del gen. Platy pria. HoLpHAaus e WaGnER. Nuovi Coleotteri della Toscana, « Riv. Coleott. It. », III, 1905, 2. Una escursione fatta dal sig. Carlo Holdhaus, del K. k. na- turhisterisches Museum, Burgring 7, Wien, all’isola dell'Elba gli ha procurato le seguenti nuove specie: Bythinus insula- ris, B. Majori, Pselapus conosternum, Cephen- nium insulare, C. Tarsale, C. apicale var. mode- stum, ©. nobile. Nel darne le descrizioni l’autore prega gli entomologi italiani di volergli inviare coleotteri dell’isole dell'Arcipelago toscano — 244 — dell'Argentario e di Piombino per tacilitargli ricerche da lui in- traprese sulla questione della esistenza e della estensione del continente pliocenico o Tirrenide di Forsyth Major. OrBIGnY (d’) H. Onthophages africains de la collection du Musée Civique de Génes, « Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova », Serie III, vol. I, 1904-905. È una numerosa rassegna di specie riportate da diversi viag- giatori, tra i quali Bottego e Beccari; e contiene le descrizioni di molte nuove specie. Jacopvy M. Descriptions of new genera and species of Phy- tophagous Coleoptera obtained by D Loria in New Guinea, « Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova », Serie III, vol. I, 1904-905. Molte specie e generi nuovi sono descritti dall'autore sopra insetti raccolti dal Loria in quella interessantissima regione. Orsiony (d’) H. Onthophagides provenant du voyage de M. L. Fea dans l’ Afrique occidentale, « Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova », Serie III, vol. I, 1904-905. Sono indicate e descritte molte specie di località nuove come la Guinea portoghese e quasi nuove come le isole Fernando Poo, do Principe e Sio Thome. Pic M. Un Anthicus nouveau de la Somalie recuetlli par M. le Lieut. C. Citerni, « Ann. Mus. Civ. di St. Nat. di Genova », Serie III, vol. I, 1904-905. L’autore descrive e dedica al raccoglitore l’Anthicus (Au- lacoderus) Citernii che proviene da Gallacaio, regione di Mudug nella Somalia. Recmmpart M. Dytiscidae et Gyrinidae recuezllis par M. L. Fea en Afrique occidentale, « Ann. Mus. Civ. di St. Nat. di Genova », Serie III, vol. I, 1904-905. Dal materiale che raccolse il compianto naturalista italiano sono indicate 20 specie di Dytiscidae, tra le quali Hyphydrus — 245 — caviceps e Copelatus internus nuove; e 5 specie di Gyrinidae, tra le quali Dineutes serratus nuovo. Wier C. Le maladies du Cleonus punctiventris Germ.causées par des Champignons entomophytes, « Acad. Sc. Cracovie », 1904. P. BARGAGLI. Lepidotteri. Quasar E. Sulla partenogenesi artificiale delle uova del bom- bice del gelso, Padova 1905, tipografia di Giov. Batt. Randi. Lo scopo che l'Autore si prefisse con le ricerche sperimentali di cui rende conto nella citata pubblicazione, vien dichiarato sul principio di essa con le seguenti parole: « Non intendiamo qui di parlare della partenogenesi propriamente detta, ammessa da alcuni, negata da altri; ci limitiamo presentemente a trattare della possibilità, o meno, di provocare la partenogenesi artificiale, sottoponendo le uova vergini del filugello ad un’azione meccanica, o chimica, od altro ». Gli agenti usati dal prof. Quajat furono l’ ossigeno, l’aria atmosferica ad una temperatura compresa fra + 80° e + 85° C.°, gli acidi solforico e cloridrico allungati, l'anidride carbonica e l’elettricità statica. Le resultanze ottenute sorpassarono l’aspet- tativa, dappoichè con tutti i mezzi adoperati (tanto differenti fra loro) si ebbe entro un certo numero di uova non fecondate la formazione di bacolini completi. « Nelle nostre esperienze (dice l’A. sulla fine del suo scritto) all’ azione dello spermatozoo abbiamo sostituito un’azione chi- mica od altro » trovando che « se quest’ azione viene esercitata in un tempo assai vicino a quello della deposizione delle uova » (s'intende vergini) « molte volte l'organismo si sviluppa completa- mente, quantunque forse più debole, non essendo capace di ro- dere il guscio ». Ma quest’ultimo fatto non deve scoraggiare, imperocchè ben potrebbe accadere in seguito che, modificando i metodi esperi- mentali, si ottenessero « bacolini partenogenici vivi ». In tal caso, — 246 — « una nuova e interessante questione si presenterà da risolvere: a quale sesso apparterranno essi? ». Ragusa E. Catalogo dei lepidotteri di Sicilia ecc., « Il Na- turalista Siciliano », anno XVII, n. 7-8, 1905. Nei sedici anni trascorsi da che i signori Luigi Failla Tedaldi e dottor Francesco Minà Palumbo pubblicarono i loro materiali per la fauna lepidotterologica della Sicilia, nuove ricerche valsero a notevolmente aumentare il cumulo delle cognizioni speciologiche che già possedevansi sulle farfalle di quella parte d’Italia. Per tal ragione il cav. Enrico Ragusa stimò utile di dare in luce l’elenco delle specie, delle varietà e delle aberrazioni contenute nella sua ricca collezione siciliana, ch’egli accrebbe includendovi l’altra formata dal sig. Failla Tedaldi, e che poi ristudiò per in- tero e dispose secondo il Catalogo pubblicato nel 1901 dai dot- tori Staudinger e Rebel. Considerevole è il numero delle aggiunte che il predetto si- gnor Ragusa potè con l’ultima sua rassegna fare all’opera di sopra rammentata. Tuttavia pei microlepidotteri egli esprime l'opinione che quelli da lui indicati non siano neppure la metà di quanti ne produce la sua bell’isola nativa. Spera frattanto che il suo lavoro possa ad altri servire di sprone per ivi intrapren- dere con maggiore ardore la ricerca di questi minuti e molto spesso vaghissimi insetti. E qui, per nostra parte, auguriamo che a tale speranza ben corrispondano i fatti in un vicino avvenire. Rostagno F. Contributo allo studio della fauna della cam- pagna romana, « Bollettino della Società Zoologica Italiana », serie II, vol. VI, fasc. I, II e III, pag. 90. Annunzia l’Autore che nel 28 luglio e nell’8 agosto del decorso anno 1904 trovò ad Oricola, sul confine tra la provincia di Roma e l'Abruzzo (altitudine di 1000 metri) due individui (J' 9) della Pieris ergane H. G. con caratteri perfettamente normali; descrive quindi una bella varietà della specie stessa, che pur raccolse ad Oricola in due esemplari ed in seguito denominò : P. ergane var. longomaculata; fa poi menzione di una forma secondaria della Thecla ilicis Esp., ch'egli reputa nuova e che distingue col nome di 7. ilicis ab. alineata ; dice in fine che a Pietralata (campagna romana) mostrasi assai frequente nell’ultima decade di febbraio e nei primi giorni di marzo il Biston graecarius Stgr. tipico e la sua var. /lorentina Stef., rispetto alla quale mostrasi non incli- nato a seguire l’opinione manifestata dallo Staudinger nel suo ul- timo Catalogo del 1901. Ci par meritevole di una speciale considerazione la var. longo- maculata della P. ergane, sia per lo spiccato carattere che la di- stingue e sia pel fatto (notato anche dal comm. Rostagno) che nessun’altra buona forma secondaria era stata in precedenza scoperta e pubblicata per la P. ergane. Verson E. Manifestazioni rigenerative nelle zampe toracali del Bombyx Mori, « Atti del R. Istituto Veneto », to- mo LXIV, anno acc.° 1904-905, pag. 431. Di questo lavoro, largamente esperimentale ed assai complesso nella sua parte deduttiva, non possiamo dar qui, in poche righe, un completo riassunto. Rileveremo frattanto che esso sparge nuova luce sopra un'importante questione; cioè se i lepidotteri abbiano, come gl’insetti di altri ordini, oppure non abbiano la facoltà di « riparare mediante speciali processi rigenerativi le deficienze procurate con amputazioni più o meno radicali di singoli arti ». Ed a vie meglio specificare il significato delle resultanze sperimentali conseguite dal prof. Verson, aggiunge- remo che esse stanno, a vario grado però, in favore della predetta /acoltà riparatrice estesa pure ai lepidotteri. Nei mi- gliori casi (pochi di fronte al numero totale delle prove, ma evidentissimi) da filugelli privati di una zampa toracica ebbe l’Autore farfalle in cui l’arto amputato trovavasi riprodotto. Il qual fatto è in assoluta contradizione con l’asserto del Réaumur, che recidendo alla larva una zampa toracica, la farfalla che ne deriva mostrasi priva del respettivo arto. Verson E. Dei segni esterni atti a rivelare nel Bombya mort il sesso della larva, « Atti del R. Istituto Veneto », tomo LXIV, anno acc.° 1904-905, pag. 497. Rilevata l’importanza che ha per l'industria dei comuni bachi da seta (larve del Bombyx mori L.) il facile e sicuro riconosci- mento del sesso a cui ciascuno di essi appartiene e la scarsa utilità che può trarsi dall'esame di certi segni esterni a tal uopo — 248 — indicati in passato, l'Autore espone e commenta un nuovo moda di distinzione sessuale, molto conveniente pei pratici, ultimamente suggerito (1904) dal signore Ischiwata dell’Università di Tokio e poi con buon successo esperimentato tra noi dal prof. Quajat nella Stazione Bacologica di Padova. i Ecco le testuali indicazioni che sui nuovi segni distintivi dà il signor Ischiwata, dopo avere avvertito che per bene scorgerli conviene usare una lente che ingrandisca da cinque a dieci volte. « Si prenda una larva nel quinto periodo di vita, si capovolga e se ne osservino i due ultimi segmenti del ventre. Quasi nel mezzo dell’11° segmento si trovano due cavità. Nello stesso seg- mento vi sono anche due macchie puntiformi collocate all’indietro, sulla linea di congiunzione dei segmenti, tra 1’11° e il 12°. In quest’ultimo, sempre dalla parte del ventre, trovansi le medesime macchie puntiformi dell’11° segmento. « Tali macdhie sembrano punture di spillo, o piccoli anelli bianchi, qualche volta con un nucleo nero al centro dell’anello. « Siffatte macchie riscontransi soltanto nella femmina; giam- mai nel maschio ». Circa alla facilità del riconoscimento, il signore Ischiwata dice: « Noi separiamo le larve dei due sessi in ragione di cin- quecento all’ora ». Quasar E. Sulla prolungata estivazione delle uova del filu- gello, « Annali dell’Accad. di Agricoltura di Torino », vol. XLVIII, adunanza del 30 aprile 1905. Con esperienze per varî anni proseguite, l'Autore prese <« a studiare l’ influenza che un moderato calore esercita sulle uova » del filugello e fece pur qualche indagine intorno « alla relazione che passa tra la estivazione e la svernatura ». Le conclusioni a cui giunse sono così numerose ed estese da non potere essere riferite per intero o in compendio in una breve recensione. Perciò ci troviamo costretti a rimandare il lettore, che abbia bisogno di conoscerle con esattezza, al diretto esame della memoria che le contiene. MERGISO RS RITMAT CANONI NASA IN OTO NE pr to — 249 — Verity R. Rhopalocera palaearctica, /conogra- phie et description des papillons diurnes de la région paleéarctique, Firenze 1905, tipografia di S. Landi. Con giovanile entusiamo, con amorosa preparazione di studio e di materiale scientifico, con efficace ajuto di consiglio e di di- retta cooperazione per parte di provetti e valenti entomologi, e col potente ausilio di larghi mezzi finanziarî, il signor Ruggero Verity imprese a comporre una grandiosa opera sui lepidotteri ropaloceri della regione paleartica. Lo scopo fondamentale a cui essa tende è di riunire in un soi corpo tuttociò che di veramente importante e sicuro trovasi sparso su tale argomento in un grandissimo numero di pubblica- zioni, parecchie delle quali divenute rare o esaurite in commercio, spesso molto costose e non di rado difficili a consultarsi per le diverse lingue in cui furono scritte. La sua natura sintetica, le norme scientifiche e pratiche con le quali (secondo quanto assi- cura l’Autore) verrà compilata, ed il suo prezzo relativamente mo- dico varranno a renderla grandemente giovevole, non soltanto agli esperti lepidotterologi, ma ben anche agli amatori che da poco tempo si occupano della ricerca e della classificazione delle far- falle appartenenti alla fauna paleartica. Sarà dunque, se tutto (come non dubitiamo) corrisponderà alle previsioni, una bell’ag- giunta, un utile complemento alla ricca biblioteca esclusivamente consacrata a questo gruppo dei più vaghi, dei più poetici insetti, che qualcuno chiamò giocondi fiori dell’aria. . Il primo fascicolo, che di recente è venuto alla luce, fa molto ben presagire pei successivi, che saranno in tutti circa 30. Esso è per intero destinato al genere Papilio, del quale però non esau- risce la trattazione. Alle indicazioni generali sulla famiglia PA- PILIONIDAE e sul primo dei generi che vi sono compresi, segue nel testo una larga illustrazione delle specie podalirius, alexanor, hospiton e machaon e delle loro varietà costanti e accidentali. Que- sta illustrazione si riferisce all'uovo, alla larva, alla crisalide ed all’insetto perfetto, con notizie sull’Rabitat, sul tempo di appari- zione, sulla biologia, sulle differenze di caratteri che si osservano tra individui di vari paesi ecc. Fanno corredo al testo due tavole contenenti 24 figure tratte dal vero con un nuovo processo (fo- tografia tricromica), il quale permette di ottenere, oltre l'esatta riproduzione dei contorni e degl’interni disegni degli esemplari, una buona o per lo meno assai approssimativa imitazione dei loro Anno XXXVI. 16 — 250 —. colori. Tali figure sono state e pur saranno in seguito diretta- mente eseguite dall’Autore. Peccato che gravi e in molti casi insuperabili ostacoli abbiano costretto il signor Verity a limitare le sue rappresentazioni fotografiche al solo stato perfetto delle specie illustrate! — Splendida, per quanto attiene alla parte ti- pografica, è l’edizione in-folio, fatta interamente a spese del- l'Autore. Con la speranza che inattese circostanze non sopraggiungano a contrariare la prosecuzione e il compimento del cospicuo lavoro, ci è grato di porgere le nostre congratulazioni al giovane lepidot- terologo pel generoso pensiero e pel molto coraggio ch’egli ebbe di assumersi una sì grave impresa, come ancora per il lodevole saggio offertoci sul modo di svolgerla ad incremento della scienza e a benefizio de’ suoi grandi e piccoli cultori. PIETRO STEFANELLI. T. BamBrIcce FLeTtcHER. A Preliminary list of the. Lepi- doptera of Malta, « The Entomologist », vol. XXXVII, Parte 498, pagg. 273-276; Parte 499, pagg. 315-319; vol. XXXVIII, Parte 500, pagg. 18-20. Questo elenco è molto interessante perchè è uno dei primi passi fatti nello studio della fauna lepidotterologica di Malta. L’autore comincia col dare delle indicazioni sulla topografia, sul clima, sulla fauna e sulla flora dell’isola; segue quindi la biblio- grafia, brevissima del resto, dei lepidotteri di Malta e infine un elenco delle specie che vi sono state raccolte. I Ropaloceri sono solamente 19; ne riporto i nomi nell’ordine in cui li cita l’autore: P. atalanta, cardui; V. urticae; P. egeria, megaera, maera; E. jurtina; C. pamphilus; L. baetica, astrarche, icarus; C. phlaeas; P. brassicae, rapae, daplidice ; C. edusa; G. rhamni, cleopatra ; P. machaon. Degno di nota è che tutti quanti gli Eteroceri ap- partengono a specie diffuse in tutta l'Europa, mentre mancano assolutamente quelle proprie. della Sicilia ed anche del resto d’ Italia. — 261 — C. A. CHapMan. The earlier stages of Cataclysta lemnata L., « The Entomologist », vol. XXXVIII, n. 500, pagg. 1-5; n. 501, pagg. 38-43, tav. I Biologia particolareggiata della suddetta Hydrocampina, dal mo- mento in cui la femmina depone le uova a quello in cui sguscia la farfalla. I primi stadii di sviluppo di questa specie erano af- fatto sconosciuti. N. CHoLopkovsxy. Neue Versuche ‘ber Kiinstliche Va- riationen von Vanessa urticae, « Zeitschrift fur wissenschalftliche Insektenbiologie », vol. I, Parte 3, pagg. 117-118, con 4 figure. Risultati ottenuti allevando le larve a diverse luci monocro- matiche. J. Dewrrz. Uber Fangversuche angestellt mittelst Acetylen- lampen an den schmetterlinge von Tortrix pulle- riana, « Zeitschrift fur wissenchalftliche Insekten- biologie », vol. I, Parte 3, pagg. 106-116. Resoconto del numero degli esemplari dei due sessi di tale Tortricidae raccolti in diverse località e nel corso di notti con- secutive, tenendo conto della stagione, della località, delle condi- zioni metereologiche, ecc. R. SourH. Notes on some Stephension types of Tortricinae in the National collection, « The Entomologist », vol. XXXVIII, N. 503, pagg. 983-100. Sono fatte risaltare le differenze fra la Cnephasia sinuana e la incanana e fra la Catoptria rufana e la ea:pallidana confuse dagli autori, H. Sriirer. Sttzungsberichte des Entomologischen Vereins în Berlin fir das Jahr 1903, « Berliner Entom. Zeit- schrift », vol. XLIX, Parte 3 e 4, pagg. (1)-(32). In questi resoconti di notizie lepidotterologiche sono interes- santi le seguenti: Discussione sul valore specifico delle differenze che distinguono la Pyrameis atalanta e le specie affini. Descri- — 252 — zione di un nuovo Ropalocero «di Sumba: Precis adulatrix, Fru- chst. e di una nuova aberrazione della magnifica Drurya. anti- machus : ab. plagiata, Stichel. Osservazioni sulla variabilità della Limenitis camilla. Descrizione di una nuova Danainae: Tithorea regalis, Stichel, affine alla 7. bonplandii, Guér. E. Surrert. Neue africanische tagfalter, « Iris », vol. XVII, Parte 1, pagg. 12-107, tav. I, II e III, fig. 1-4. Ip. Neue Nymphaliden aus Africa, l. c. pagg. 108-123. Descrizione di tre nuove specie e di diciannove sottospecie. Ip. Neue Tagfalter aus Deutsch Ost-Africa, 1. c. pagg.124-132, tav. III fig. 5-10. Descrizione di sei nuove specie e di quattro sottospecie. H. FrunsTtoRFER. Neuve Taenaris-Formen und Ubersicht der bekannten Arten, «< Wiener Entomol. Zeitung, », vol. XXIV, Parte 3 e 4, pagg. 57-89, tav. I e II. Monografia dell'intero genere, con la descrizione di venti aber razioni o sottospecie nuove e di alcune larve. A. Huwxr. Neues von Parnassius delphius albu- lus, Honrath, « Berliner Ent. Zeitschrift », vol. XLIX, parte 3 e 4, pagg. 314-328. Descrizione particolareggiata delle diverse forme che presenta questa specie variabilissima, come la maggior parte delle altre che costituiscono il genere. Non sembra giustificabile il dare nomi di- stintivi a forme che differiscono solo per lo sviluppo delle mac- chie nere e rosse. E. KropeL. Durch Einwirkung niederer Temperaturen auf des Puppen-stadium erzielté Aberrationen der L ycaena- arten, « Allgem. Zeitschr. fir Entom. », vol. IX, pagg. 49-55, 103-110, 134-137, fig. 1-21. Studio delle aberrazioni prodotte congelando le crisalidi delle Lycaenae coridon e damon, con figure rappresentanti il rovescio delle ali di ventun individui. } : : A bi — 253 — F, LEHMANN. Die Grosschmetterlinge der Erde, Stuttgart: F. Lehmann. Quest’opera colossale è destinata ad illustrare tutte le farfalle mondiali. Sarà divisa in due parti: 1. Farfalle paleartiche, da pubblicarsi in 100 fascicoli, con- tenenti circa 250 tavole colorate, e al prezzo di L. 1 per fa- scicolo. 9. Farfalle esotiche, in circa 300 fascicoli a 1 Mk. e 25 pf. l’uno, con 650 tavole. Le tavole saranno in fototipia, colorate per mezzo della lito- grafia. Il primo fascicolo è promesso per la fine dell'anno 1905. Quelli successivi verranno pubblicati ogni cinque o sei giorni. F. M. LirrLER. Some Tasmanian case-bearing Lepidoptera, « The Entomologist », vol. XXXVII, N. 499, pagg. 310-315; vol. XXXVIII. N. 500, pagg. 11-14. Minuta descrizione morfologica e biologica di cinque lepidotteri (Psychidae et Tineidae), le cui larve si ravvolgono in un follicolo. L'editore del periodico ha fatto molto bene di sottoporre questo articolo alla critica del Dott. Chapman prima di pubblicarlo, per- chè contiene delle notizie che sono in aperta contradizione colle osservazioni fatte fin’ora dagli entomologi più competenti. C. F. Lorrz. Abderrationen von Arctia flavia, ZPuessl, « Mitteilungen der schweizerischen Entomologischen Gesellschaft », vol. XI, Parte 2, pagg. 104-105. Descrizione di otto nuove aberrazioni, così descritte dall’autore: rosea (alis posterioribus coloris rubris nec flavis), obscura (al. post. obscuriori, coloris brunneis), immaculata (al. post. maculis nigris nullis aut subnullis), /avoabdominalis (abdomine pedibusque colo- ris flavis), atro-abdominalis (abd. fere vel toto nigro), albimacula (al. ant. supra maculis magnis albis), latefasciata (al. ant. fasciis latioribus), nigricans (al. ant. fasciis angustissimis plus minusque delatis). F. Lower. Catalogue of Lepidoptera, vol. I, Parte 1, pag. 51, Londra: Hutchings e Crowsley, Decembre 1904. Questo è il primo fascicolo di un’opera importante: un catalogo dei lepidotteri del mondo, nel quale saranno ricordate tutte le — 254 — specie, sottospecie e varietà. In generale è indicata anche la collezione in cui si trova l’esemplare tipico. L’ autore tratta l'argomento per sottofamiglie e ha incominciato con quella delle Danainae. Fra le pagine sono intercalati dei fogli bianchi. F. E. Lowe. Erebia flavofasciata dn the Engadine, compared with the Ticino specimens, « Entomologists Record and Journal of variation », vol. XVII. N. 2, pagg. 38-39. Osservazioni sulla varietà thiemei descritta dal Bartel e di cui è riportata anche la diagnosi: « A forma typica differt maculis rufis alarum omnium obsoletioribus vel duplo minoribus, punctis nigris paucior nec non minoribus, subtus alarum posticarum fascia fava angustiore. Expans. al. ant. 3U mm.-31 mm. (2 gJ'); 31 mm. 32 mm. (2 9) ». I soli caratteri su cui si basa il Bartel per costituire la sua forma locale consistono nelle dimensioni ridotte delle fascie rosse e degli ocelli. Non è forse probabile che l'esame di un numero più grande d’esemplari proverà l’incostanza d’un carattere così effimero ? G. F. MartHEW. Life-History of, and notes on, Leucania favicolor, Barret, « The Entomogist's Monthly Magazine », vol. XLI, N. 491, pagg. 77-80; N. 499, pagg. 104-108. Minuta descrizione morfologica e biologica di tutti gli stadî di sviluppo di questa specie. L. B. ProuT. Notes on the Wave Moths (Genus Acida- lia, Auct), « The Entomologist », vol. XXXVIII, N. 500, pagg. 6-11; N. 501, pagg. 43-48. L’autore deplora la mancanza di studi serî sul genere Acidalia, indicando come molto necessaria una revisione basata su carat- . teri anatomici, tanto degli insetti perfetti quanto delle larve; af- ferma che questo porterebbe alla divisione del genere in almeno tre gruppi ben distinti; dà quindi una descrizione sintetica della biologia delle larve. CSA lia it ei i VET hi APT A RO UE I Cia Gale di BAIRO CISU Colli TS GSYULIIIRANG LASA e QUE SMR OSO PMI ESS E lA PAR KEAVE NI ae gte ri G — 255 — W. Rorascninp. Papilio steinbachi, spec. nov., « The Ento- mologist », vol. XXXVIII, N. 504, pag. 125. Descrizione di un nuovo Papiliv raccolto in Bolivia e affine al P. quadratus, Staud. O. ScHauLtz. Ueber einige Aberrationen aus dem Genus Parnassius, Latz., « Berliner Entom. Zeitschrift », vol. XLIX, Parte 3 e 4, pagg. 274-281, tav. III. Descrizione di otto aberrazioni del P. apollo, L. (fra cui quat-. tro nuove), due del P. rhodius, due del P. discobolus, quattro del P. apollonius. C. Sevmour Browne. Supplementary list of the lepidoptera of the island of Capri, « The Entomologist », vol. XXXVIII, N. 502, pag. 82. Altro piccolo supplemento all’interessante elenco di lepidotteri raccolti nell’isola di Capri: A list of the lepidoptera of the island of Capri; with a few notes, id., vol. XXXVI, N. 485, pagg. 254-256; N. 486, pagg. 284-286; N. 467, pagg. 307-309, e al primo elenco supplementare, vol. XXXVII, N. 494, pagg. 186-188; N. 495, pagg. 204-207. In complesso sono ricordate in questi tre elenchi 39 specie di Ropaloceri, 228 di Macro- e 47 di Micro-Eteroceri. Considerata la piccola estensione dell’isola, la fauna lepidotterologica vi è dunque assai ricca, e fra gli Eteroceri vi si trovano varie specie interessanti e nuove per l’Italia: degne di nota fra le altre sono le seguenti: C. bifida; V. urocera; M. glauca; D. filigramma; T. muscolosa; L. loreyi; C. seîeni; X. conspicillaris; C. lactucae; T. scitula, paula; A. cataphanes; E. indigenata; A. rufaria, ru- braria, ochroleucata; L. cupreata; T. phoeniceata; Z. flabellaria; H. caestrum. R. Soura. A New species of Nodaria from Japan and Corea, « The Entomologist », volume XXXVIII, N. 502, pag. 74. Descrizione di una nuova specie di Nedaria affine alla N. fen- tosii Butl., e chiamata /eechi dal suo autore. RogER VERITY. ) RR IANLIRL TARPITI i CATIIIIANTE] — 256 — Grostacei. Stespina Rev. T. T. R. Biscayan Plankton collected during a cruise of H. M. S. Research 1900, Parte II The Amphipoda and Cladocera, with Note on a Larval Thyrostraca. — An Appendix on their distribution by G. HerBERT FowLER, « The Transact. Linn. Soc. of. Lon- don, Zoology », vol. X, part. 3, pagg. 13-54, pl. 2, 3, 1904. Il plancton studiato dall’illustre carcinologo comprende 4 Gam- marini, dei quali Eusirogenes è un nuovo genere, affine ad Eusi- rus, trovato ad una prof. di 2000-1000 braccia (fathoms); 19 Iperidi coi due nuovi generi Archaeoscina e Parascina, due Cladoceri e la forma Cypris della Lepas pectinata. La parte che riguarda gli Iperidi è di grande interesse e.dà motivo all'Autore di rivedere i caratteri della fam. Scinidae per includervi i due generi sopra- detti, il primo dei quali è da considerarsi come una forma arcaica per la presenza d’un palpo mandibolare, carattere che è scomparso negli altri componenti della famiglia ; e il secondo è pur esso peculiare per gli organi boccali e la forma degli uropodi. Dei due altri generi della famiglia, l'uno, Acanthoscina, non comprende finora che la sola Sc. acanthodes Stebb. specie dimenticata dal Vosseler ed identica alla sua A. serrata Voss.; l’altro, Scina, conta 15 specie che sono disposte in una tavola dicotomica. Credo utile aggiungere che il Rev. Stebbing rivendica a Fabricio la prima descrizione, col nome di Astacus crassicornis, della tanto dibat- tuta Se. cornigera M. Edw. colla relativa coorte di sinonimi, e che adotta il nome di Sc. Zepisma Chun per il J'della Sc. dovallii Chun, mentre la Sc. Zepisma 9 è sinonimo della Sc. marginata Bov. Un prospetto delle specie di Lanceola, i caratteri giovanili della Primno macropa e diverse notizie sugli altri iperidi raccolti sono pure inclusi nell’ importante lavoro. Nell’Appendice sulla distribuzione delle specie, riassunte in due prospetti, il Fowler, dopo alcuni accenni generali riguardanti la percentuale degli Anfipodi nelle pescate e la scarsità degli esem- plari, eccettuato nel caso dell’Hyperioides longipes e in quello della Parathemisto ? oblivia, riferisce interessanti dati di cattura AAT - TRI An SES RETI e DETTI È de de PRE — 257 — su alcune specie. A proposito della Sc. crassicornis, giustamente pone in dubbio l’affermazione del Garbowsky che le Scinidae ab- biano per caratteristica una « bathymetrische Indolenz und Eury- thermie » perchè le deduzioni del Garbowsky fatte sui dati del Mediterraneo, un mars chiuso e con una temperatura di fondo notevolmente elevata, non sono applicabili all'oceano, dove la di- minuzione di temperatura colla profondità è molto maggiore. Una specie nel Mediterraneo può essere euribatica senza essere euri- termica e per quanto concerne le Scinidae, alcune specie come la Se. clausi sono apparentemente euritermiche, ma i componenti in genere sembra che rifuggano dalle acque fredde. La sola eccezione sarebbe la Sc. borealis ; nondimeno il Fowler, in base ai dati di cattura finora a lui noti, non la indica come « a purely cold water form » e con ragione, infatti ricordo che detta specie è stata pescata nel Mediterraneo (Puritan) a circa 1900 m. ove la temperatura è di 13°. Riguardo all’Hyperioîdes longipes, nella crociera della « Research » e nell’area esplorata, la falda d’acqua a 100 braccia inglesi (fathoms) apparve il centro della distribu- zione verticale della specie; altri dati come quelli della « Hiron- delle » tenderebbero ad aumentare questo limite ed io pure aggiungo quelli del « Puritan », ma devesi anche tener calcolo che qualche volta la specie nell'Oceano fu trovata alla superficie e che nel Mediterraneo è abbastanza comune nel plancton del porto di Messina. TryBom FiLip. Two new spectes of the genus Euconaxius, « Arkiv for Zoologi », Bd. 1, pag. 883, with 2 pl., Stockholm 1904. Sono lE. coronatus preso nel Skager Rack a 500 metri di profondità e 1’ E. crassipes del Kosterfjord (Bohuslàn) a circa 200 metri di profondità. BaxerR W. H. Notes on South Australian Decapod Crusta- cea, Part. 1, « Trans. Proc. of. the R. Soc. South Australian », vol. XXVIII, pag. 146, pl. XXVII-XXXI. Adelaide 1904. L’autore descrive quattro nuove specie di Angasia ed una nuova specie di A/ope dopo di avere riesaminati i caratteri dei due * — 258 — generi che entrambi appartengono alla fam. Hippolytidae. Inoltre stabilisce il n. g. Vercoia, affine a Pontophilus e Sabinea, per una n. sp. V. gibbosa che come le precedenti è del sud Australia. CLEve P. T. Report on. Plankton collected by Mr. Thorild Wulff during a voyage to and from Bombay, « Arkiv for Zoologi », Bd. 1, pag. 329, with 4 pl., Stockholm 1904. Merita anzitutto che io ricordi per la sua ingeniosità il metodo di ricerca escogitato dal sig. Wulff, il quale in un viaggio a Bombay ricorse alla pompa di bordo della quale filtrava l’acqua attraverso una reticella di seta, radunando in tal modo numerosi saggi di plancton, cui aggiungeva le indicazioni della temperaturà e salsedine dell’acqua, dell’esatta località e della data. Il Cleve in una serie di prospetti, oltre le notizie riunite del Wulff, ag- giunge la composizione quantitativa e qualitativa del plancton, nonchè la sua ricchezza in specie per quanto riguarda alcune forme inferiori e i copepodi. I saggi radunati nell'Atlantico in settembre-ottobre a 37° Lat. N. e 9° Long. W. appartengono al stiliplaneton, mentre a 36° Lat. N. e 7° Long. W. si aveva una mescolanza di stili- e desmoplancton e tale era pure a 37° Lat. N. e 8 long. W. nel mese di febbraio. Nel Mediterraneo la tempe- ratura e la salsedine crescono verso oriente, mentre diminuisce la ricchezza del plancton, il quale nell’ottobre si componeva di stili- e desmoplancton con prevalenza di quest’ultimo. Nel bacino occidentale del Mediterraneo e in febbraio lo stiliplaneton era invece predominante. La Oithona nana, forme larvali di Acartia e un Peridino erano specialmente i rappresentanti planctonici nella parte meridionale dei Bitterlakes, ove fu notata bassa tem- peratura (13°) ed elevata salsedine (47-52 °,0). Nel Mar Rosso da N. a S. la temperatura, come è naturale, aumenta mentre dimi- nuisce la salsedine; il plancton di tipo desmo apparve povero al N. fuorchè nel G. di Suez dove si mostrò in ottobre, malgrado la forte salsedine, ricco come nel S. del Mar Rosso, nel Golfo di Aden e nel Mar Arabico conservando lo stesso tipo. Noto - per ultimo che a 17° 28’ Lat. N. e 66° 14' Long. E. oltre una serie di copepodi lA. menziona la grande abbondanza d’un Ostracode, la Pyrocypris chierchiae Mill. una specie che io pure ho rinvenuta molto copiosa nel plancton raccolto dalla R. N. Li- guria a 10° 50' Lat. N. e 58° 40' Long. E. (Staz. XXXV). Il Cleve nel suo interessante lavoro dà infine l'elenco delle = rain n a A 3 Let Sii STO SPAN] PRIA è; a TO) Viren oa ; — 259 — » specie ‘studiate che per i copepodi sommano a 112, una delle quali, Corycaeus erythracus è nuovo. Hansen D.r H. J. Preliminary Report on the Schizopoda collected by H. S. H. Prince of Monaco during the cruisse of the Princesse Alice in the year 1904, « Bull. Mus. Océanogr. », Monaco N. 30, 1. Avril 1905, pag. 1-32 con fig. Il materiale studiato proviene da 17 Stazioni dell’Atlantico orientale, delle quali 16 sono situate fra il banco di Gorringe (a W. di Gibilterra) le Azorre e le Canarie. Le ricerche furono eseguite madiante il « filet è grande ouverture » del Principe di Monaco e in profondità di 490-5000 metri. Delle 19 specie raccolte, 9 sono nuove e appartengono ai generi Eucopia (1), Boreomysis (2), Thysanopoda (5) e Thysanoéssa (1). Del penultimo genere ricordo in particolar modo la Th. insignis n. sp. e la Th. egregia n. sp., entrambe di notevoli dimensioni (44 mm.) e interessanti per la forma delle maxi/lulae, sull’interpretazione delle cui parti il chiaro zoologo danese a buon diritto riconferma l’opinione già da lui espressa più di 10 anni fa in contrapposto a quella seguita da altri carcinologi. Sebbene questa nota non sia che preliminare, VA. dà una nuova prova di quell’acume critico che caratterizza i di lui lavori, dimo- strando la non validità di alcune specie istituite su caratteri dovuti esclusivamente al sesso o all’età come le seguenti: Nema- toscelis rostrata Sars e N. mantis Chun = N. microps Sars; Stylocheiron longicorne Sars e St. mastigophorum Chun = St. Suhmii Sars; St. Chelifer Chun = St. abbreviatum Sars. Couribre Prof. H. Les A/pheidae. The Fauna and Geogra- phy of the Maldive and Laccadive Archipelagoes, vol. II, part. 4, pagg. 852-921, fig. 127-139, pl. LXKX-LXXXVII, Cambridge 1905. Dell’ indiscutibile competenza dell'Autore, già nota per molti lavori e per le recenti ricerche faunistiche e bionomiche sugli Alfeidi del Mar Rosso, si ha una luminosa conferma in questa importante pubblicazione che tratta del ricchissimo materiale rac- colto da St. Gardiner e L. A. Borradaile negli arcipelaghi delle Maldive e delle Laccadive. 76 specie e varietà sono studiate e di — 260 — queste ben 48 risultano nuove. Una percentuale tanto notevole di novità non è certo motivata da quell’eccessivo filoneismo specio- grafico, del quale oggi non mancano numerosi e non sempre en- comiabili esempi, ma è dovuta al fatto che gli Alfeidi occupano uno dei primi posti tra le forme che caratterizzano le faunistiche delle costruzioni coralline e per l'appunto le Laccadive e le Mal- dive sono: « une poussière d’atolls madréporiques » come elegan- temente le chiama il nostro A. Senza riportare l’intero elenco delle forme nuove, basterà che io indichi i dati seguenti. Il gen. Automate, colla n. sp. A. Gardineri, affine alla capostipite A. dolichognatha De Man, conta ora 5 specie distribuite tutto lungo la zona intertropicale al N. dell’equatore. Le tre nuove sp. di Athanas (A. Minikoensis, A. Nafairoensis e A. areteformis) esten- dono ora l'habitat del genere al di là della costa orientale del- l’Africa e non voglio tacere che le due ultime specie menzionate, poste a confronto col nuovo Arete Borradailei costituiscono il più cospicuo esempio negli Alfeidi del graduale ricoprimento degli oftalmopodi mediante espansioni del bordo frontale dello scudo. Il gen. Synalpheus, i cui componenti sono sedentari e commen- sali delle Madrepore e delle Spugne, è più che raddoppiato per quanto riguarda il numero delle specie e varietà nuove, sebbene un facies comune si riscontri nella maggior parte di essi, il che si spiega col genere di vita identico che è poco consono al for- marsi di variazioni persistenti. Riguardo alle specie del gen. A/- pheus, quelle del gruppo « crinitus » ricordano per conver- genza i Synalpheus, di cui ripetono il modo di vita sedentario, le forme massicce e la tendenza alla riduzione dello scafocerite. Alcune di esse (A. aculeipes, A. paraculeipes, A. alcyone, A. paralcyone) sono fra loro separate da differenze assai lievi per il che si ha l'impressione d’essere in presenza di specie i cui ca- ratteri sono in via di fissarsi. L’A. Miersi del gruppo «brevi rostris » è peculiare per il dimorfismo esclusivo dei maschi, fatto di cui si ha qualche esempio nei crostacei. Infine negli Alpheus del gruppo « Edwardsi » che sono quelli di maggiori dimensioni e conosciuti da più lungo tempo, il differenziamento specifico di alcune forme sembra di data recente, ed è in tali specie che quel singolare apparecchio d’attacco e di intimidazione che è la grande chela del 1° pereiopodo, coi suoi dispositivi di scatto e di freno, raggiunge il più alto perfezionamento. — 261 — TrairLe Jon. Ueder einige stieliugige Krebse von Messina, « Zoologisch. Jahrbuch, supplem. », VIII, pag. 443-474 con tre tavole, Iena, 1905. Premesso un elenco di quanto fu pubblicato sui Crostacei me- diterranei dopo il Prodromus Faunae Mediterraneae del prof. Carus, l'Autore studia in questa sua nota una collezione di Crostacei dello stretto di Messina radunata dal dott. Hartmeyer nell’inverno del 1899-900. Essa comprende 9 specie di Schizopodi, tutti cono- sciuti, e appartenenti ai generi Arachnomysis, Siriella, Lophogaster, Euphausia, Thysanopoda, Nyctiphanes, Nematoscelis e Stylochei- ron ; la specie di quest’ultimo genere è lo St. chelifer Chun che deve però riportarsi allo St. abbreviatum Sars, secondo l’opinione del dott. Hansen. Fra i decapodi, l’A. dà diffusi ragguagli sullo stadio Mysis d'un Macruro ch’egli chiama Copiocaris messinensis ed è affine alla Miersia clavigera Chun, che secondo Lo Bianco è una specie di Merkippolyte. Accenna inoltre ai caratteri del- Amalopenaeus elegans e credo che sia per un /apsus calami cambiato in Anomalopenaeus e venendo ai Sergestes sono citate le specie seguenti : S. arcticus, S. dissimilis, S. corniculum e S. clausi, sulla determinazione delle quali il Thiele dice che, stante il disaccordo degli autori, non è pienamente sicuro. A proposito del S. clausi Kénig, che io ho in un mio lavoro considerato come identico al S. vigilax Stimps. lA. trova che i suoi due esemplari — che sono Mastigopus di 15 mm. — non corrispondono in tutto alla mia descrizione e perciò non sa chi di noi due abbia avuto sott'occhio il vero S. clausi. Sulla validità o meno della specie di Kéònig, io non posso rispondere all’egregio collega con nuovi dati senza un esame dei tipi, ma sulla determinazione dei miei esem- plari come S. vigilax approfitto di queste poche righe per ricon- fermargliela esatta, perchè verificata dal dott. Hansen ch’io considero una vera autorità nello studio dei Sergestidi. Due specie di Acanthephyra sono pure citate in questa nota: A. rectirostris Riggio e A. haeckelii Mart.; a quest’ultima, secondo il Thiele, deve riportarsi l'A. agassiziî var. mediterranea Riggio. ANGELO SENNA. NOTIZIE PrEMIO DoLFus. — La Società Entomologica di Francia nel- l’adunanza del 22 Febbraio 1905 accordava il premio suddetto a M.r A. Raffray per il suo « Cataloque et Genera des Pselaphides ». — BeRLESE Prof. ANTONIO, Direttore della R. Stazione di En- tomologia Agraria di Firenze è stato eletto Accademico Ordinario della R. Accademia dei Georgofili. — DeL Guercio Dott. Giacomo, Assistente della Stazione di Entomologia Agraria in Firenze, è stato abilitato alla libera docenza di entomologia agraria nell’Istituto di Studi Superiori della stessa città. (PA tere bia IRE, PALIN pere pre ni da pia Sd ni i dl IE È mi PROCESSI VERBALI DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA RESOCONTI DI ADUNANZE Adunanza del 19 Marzo 1905. Presidenza del Prof. Comm. ENRICO H. GIGLIOLI. Il Segretario legge il verbale della precedente adunanza che viene approvato, e dà notizia ai soci dello stato delle pubblica- zioni sociali, le quali sono in ritardo per cause diverse. Il Prof. Mingazzini fa alcune osservazioni riguardo al Bullettino. Egli è d'opinione che si debba dar posto anche a notizie d’ in- dole pratica, alle recensioni e alla bibliografia entomologica invece di limitarsi a pubblicare solo un determinato numero di memorie originali. . Prendono parte alla discussione, che si svolge in proposito, il Prof. Stefanelli, il Prof. Del Guercio e il Segretario e si stabi- lisce dal Presidente che in altra adunanza si prenderanno le di- sposizioni definitive. Il March. Bargagli domanda al Presidente che la Società invii un telegramma di plauso alla proposta di S. M. il Re Vittorio Emanuele III per la istituzione in Roma di un Istituto Interna- zionale di Agricoltura. Il Presidente loda e approva l’ iniziativa ed incarica il March. Bargagli di redigere il telegramma stesso che è il seguente: « S. E. Generale Brusati, Primo Aiutante di Campo « Generale di S. M. il Re « ROMA. « Società Entomologica Italiana, della quale Sua Maestà è socio, — 264 — « in odierna Adunanza plenaria plaude iniziativa Istituto Agrario « internazionale interessante applicazione studi entomologici. « Presidente « ENRICO H. GIGLIOLI ». La prossima Adunanza viene fissata pel giorno 28 Marzo. Il Segretario Visto: Il Presidente A. SENNA. EnRrICO H. GIGLIOLI. Adunanza del 28 Marzo 1905. Presidenza del Prof. Comm. ENRICO H. GIGLIOLI. Letto il verbale dell'adunanza precedente che è approvato, il Presidente comunica la risposta ricevuta al telegramma di cui è parola nell'adunanza del 19 c. m. e che è la seguente: « Presidente Società Entomologica Italiana « FIRENZE, « Le felicitazioni di cui Ella si rese interprete sono giunte « molto gradite a S. M. il Re che ringrazia del cortese omaggio « ispirato a fede e devozione. « Il Ministro « PONZIO VAGLIA ». Il Segretario dà comunicazione del prossimo Congresso all'Isola d'Elba dell’Unione Zoologica italiana e ne distribuisce il pro- gramma ; poi dell’invito della Società Italiana di Scienze naturali al congresso da tenersi nell'autunno del 1906. Si stabilisce che al primo la Società sia rappresentata dai soci Prof. Emery e Dott. Magretti; e pel secondo che i soci Proff. Mingazzini e Ber- lese e il march. Bargagli presentino un programma concreto. Il Presidente concede la parola al Prof. Mingazzini il quale legge una serie di proposte per riattivare la vita della Società. Riguardo alle riunioni, il proponente è d’avviso che se ne stabi lisca un determinato numero annuale e vi si comprenda anche qualche escursione entomologica. Per il Bollettino crede oppor- tuno la regolare pubblicazione ad ogni trimestre di un fascicolo ee ei — 265 — e questi contenga non solo memorie originali, ma altresì recen- sioni, notizie d’entomologia pratica, riviste bibliografiche ecc. e di tutto venga data preventiva lettura nelle adunanze allo scopo di permettere quelle osservazioni e discussioni che i soci riten- gano utili. Un comitato di redazione, oltre i due segretarî, attenda alla compilazione del Bollettino e della parte bibliografica, mentre al Bibliotecario spetti l'ordinamento della biblioteca e quanto con- cerne il movimento librario. Sulle varie proposte presentate discutono i Proff. Stefanelli, Berlese e Del Guercio, il March. Bargagli e il Segretario e tenen- dosi conto delle osservazioni dei medesimi sono approvate, ma si rinvia su proposta del Prof. Stefanelli alla seguente seduta l'elezione del Comitato di Redazione. Il Segretario Visto: Il Presidente A. SENNA. EnRrIcO H. GIGLIOLI. E n i a ie A (E. INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL VOLUME DELL'ANNO TRENTASEESIMO Società Entomologica Italiana . . . . Pag. 3 ApoLro DucKr. — Revisione dei Crisididi dello Stato Doe siliano del :Parù <. ...i... » 13 ALEessanDRO Coegi E GIULIO ci — No gl giche su alcune zanzare del Senese. . . . » 49 Roger VerITy. — Elenco di lepidotteri raccolti Say Appen: nino pistoiese (700 metri) . . . » 58 G. W. KirKALDY. — Rincoti raccolti dal Dott. ‘e. Cenni nell’ Isola di Cipro . . . . » 94 ApoLro Ducke. — Supplemento alias revisione e'‘dei Crisididi dello stato brasiliano del Parà . . . . » 99 Giacomo Cecconi. — Note di visnoa E (Se conda parte) . . . » 103 EnRICO BaLDUCCI. — Nota intorno all'Harpyia Vida Osa (con tav.) . . 5 > GOLA RogER VERITY. — Mida di E pidotiori su buotti sa lit- torale del Lucchese (Forte dei Marmi) . . OR o R. Gestro. — Materiali per lo studio delle Hissidae RR E 7; N. PassERINI. — Su di un caso di adattamento di un acaro terrestre a vita pelagica . . TIR po, N. PasseRINI. — Sopra la luce emessa Galle noie (ue ciola italica L.) ... . . sap P. STEFANELLI. — Nota sopra Pr Lepidotteri n nuovi per l’Italia o per la Toscana. . . OR Rocer VeRrITY. — Osservazioni apiduttaroligiohe FRA SE LAI cc Bibliografia entomologica e recensioni . . . SS E RIN o Processi verbali della Società Entomologica Tatiana: ago SIC a Pubblicazioni ricevute in cambio e in dono . . . BRR i el M. RecimBART. — Materiali per lo studio della Fina eri. trea raccolti nel 1901-03 dal Dott. A. ANDREINI. — II. Dytiscidae, Gyrinidae et Hydrophilidae. . . » 201 AnTONIO BERLESE. — Apparecchio per SAGAGEiorS sido in gran numero piccoli Artropodi (con fig.). . . . . » 227 P. BARGAGLI. — Stefano Bertolini. . . . .. .... » 233 Bibliografia entomologica e recensioni . . . . . . .. » 240 Notizie. . . ava NIUE Processi Rétheli della Società Bi ominiazica Italiana: CO » © 263 omustaze ao 1sq zadtuodzxas to -itmeisa sbaom s'I ansb etot oaesnit onnu‘b Supiteitis © 169 2umotdo etstIuzd1 zoI ai sI eb sasob Li'np st$Iqmoo a9b 18q «Zuoiod1g tnovuoaz A iup asgpimordloiràt asiflqsIzototli zatisiqgmozo 29h sit1sq ssa TuoiemoM ob qoitostiog SI. -Îb sm é aime otti Vi 5901 .H rnsiamoli é& tesse SOI aoI insmrsosgoo stvisso!I ab sîf e1sqzo‘L ;st$Iqmoo PA Phi nom odrog te. pena IBRONdeo Sor S#IUOI sanzio tado sea for ontiragd amm OY. Lats pi dnod Dart paeusImdg,@ | i pari, Pd asma i ‘sperapgoni Pi UOtIMO73E otità 1eupap sp sasodorza sa oc emadpoeIzoo Tasne ruesgupordsaI soan8ji sop aed trduo., LO PREDA somata 457 2BONBUTI SIP TODD RO0UIKPEIJTP 8OP. Ares vago 3 IURIS ros SUOFIGTRI OP sosno gna n TRRTITUOLGD W OTISIIELLD TA 39 cai ne seggi toge,p 49 891374%4A 0p uop:8939 ® ‘Lrparoa pai I uonpa rogtd 69,0 ‘embindtel no viti ap asibuen so -settoî dun step MERARA svadra aun Toguaspada: v obo Agro cz ga sIposo ‘dp ynodap 90 TI DOTAMOD, 10 suepze, Juin 1908, Monsieur et cher Collègue, Pendant ces dernières années l’'étude des lépidoptères de la région paléarctique ris un développement considérable et les collections en deviennent de plus en plu s nbreuses, Toutefois les entomologistes qui s’en sont occupés ont toujours eu à sur- iter beaucoup de difficultés à cause de la nécessité de se procurer les oeuvr es es et coltenses et les innombrables publications entomologiques dans lesquelles t épars les travaux à ce sujet. Le besoin d’une oeuvre synthétique, réunissant ’ tes les données sur chaque espàce et qui fot à la portée de tout le monde par a prix modique, se faisait done sentir de plus en plus Poussé par mon amour passionné pour les études lépidoptérologiques je me PI su ,0sé de chercher à remplir ce vide et c'est le résultat de mon er que j 3 le e me ets d’offrir à votre consideration sous le titre de: RHOPALOCERA PALAEARCTICA Mon intention est non seulement de rendre l’oeuvre utile aux amat rmination de leurs exemplaires, mais de lui donner une valeur È 0 da ue en faisant une étude approfondie de chaque espèce et en cherchi di Di ‘8 les variations géographiques saisonnières, accidentelles ete ca sl . Bien peu de personnes se rendent compte è CR elles beaucoup d' elle pré. en effet de l'étendue des limites dans E espèces varient et combien il est érroné de croire qu'un na exem- Ux seulement suffisent è représenter une espèce autant dans une ue dans une veuvre iconographique. Gua C'est précisém e, p ent ce manque de notions qui erreurs dans la création de variétés et d’'aberrations et qui rend en eau de la synonymie si vaste et si difficile & débrouiller nvaincu que les longues et minutieuses descriptions sont absolument insuf lr donner une idée nette des différences qui distinguent les formes di but peut seulement tre rempli par des figures reproduisant aussi sell sible des types bien caractérisés Sn s je me propose de donn er une att lière aux illustrations con n’épargnant rien pour figurer le nombre d’individus ire. re. Je reproduirai done non seulement toutes les espèces » mals presque toutes les variétés qui ont une valeur réelle. Les nouveau que j'ai le plaisir de lancer pour fique et qui permet d’obtenir un résultat d'une et d'une précision qui égale et dépasse meme, è les procédés employés jusqu'ici, à cause de l’ill réalité. A fin d'éviter toute manipulation des exe mains profanes à l'entomologie, j'exécute moi-mi sont ensuite imprimées au moyen de la collotypie. ainsi figurés sont choisis parmi les superbes s Charles Oberthilr de Rennes, qui, avec une amabi sposition, Je dois dès è présent exprimer ma recon kert de Nantes, qui a bien voulu se charger de la Parnassius et les Colias, dont il possède la collec i espère. que d'autres spécialistes non moins compétents voudront bien m'aider et porter mon. ouvrage par leur mérite è la plus haute perfection possible. Pour ma part, désirant uniquement faire oeuvre utile, je n'épargnerai aucun sacrifice; j'espère seulement — que ceux qui s'occupent du méème genre d’étude que moi voudront bien y prendre inté- ret et m'aider dans ma tache.ox y SOUSCIIVant 3 Si vous &tes disposé à le faire, venillez bien, Monsieur, commencer par me de- — mander de vous soumettre un prospectus et une planche spécimen, dont la nouveante absolue ne manquera pas, j'en suis sùr, de vous intéresser. È Dans cet éspoir, je vous prie de bien vouloir agréer l’assurance de ma plus parfaite considération. ROGER VERITY 1, Via Leone Decimo (Italie) FLORENCE BULLETTINO DELLA SOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO TRENTACINQUESIMO (XXXV) Trimestre I-II. (Dal Gennaio al Giugno 1903) FIRENZE TIPOGRAFIA M. RICCI, VIA SAN GALLO, 31 a spese degli Editori 19053 (Pubblicato il 15 Dicembre 1903). INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO Mario Bezzi. — Di una specie inedita di Ditteri italiani appartenente ad un genere nuovo per la Fauna europea. Pag. A. L. MontANDON. — Trois nouvelles espèces du genre fa- natra L. appartenant aux collections du Musée Civique derbenes LE II OA RE Giacomo ManTERO. — Contributo alla conoscenza degli ime- notteri di Sumatra e delle isole Nias, Batu, Mentawei, Enpals at a EE EER O RAI M. RécimBART. — Liste des Dytiscidae & Gyrinidae recueil- lis par le Dr PuLippe SiLvestRI dans l’ Amerique mé- ridionale-do:1898\d: 4900. alt E PAaoLo Luicioni. — Una varietà nuova del Carabus Itali- CHE MO TARI Le RE E se Aa ea e ee PieTtROo STEFANELLI. — Nuove osservazioni sulla Ahodocera (Gonepteryx) Cleopatra L. var. Italica Gerh . . . .. >» Verbale dell’Adunanza del 28 Giugno 1903... . ... > Bilancio consuntivo dell’anno 1902... . ... .... 0» Elenco dei Soci della Società Entomologica Italiana nell’ an- COLON 1010 ESA ZO DA TI e Sn DAT E Elenco degli Associati al Bollettino della Società Entomologica Talamone DI IL MAR ta) 20 26 46 75 15 85 85 86 91 ESTRATTO DALLO STATUTO La Società Entomologica Italiana, fondata nel 1869, si compone di un numero illimitato di Soci: gli italiani e gli stranieri possono egualmente appartenervi. I Soci sono dì tre categorie: Soci onorarî, effettivi e studenti. I primi vengono eletti a maggioranza di voti dall’ Assemblea generale; i secondi pagano una tassa annua di lire quindici (15); i Soci studenti pagano una contribuzione di lire dieci (10) e dopo tre anni divengono Soci effettivi. La tassa annuale è dovuta alla Società nel 1.° trimestre d’ogni anno. I Soci effettivi che pagheranno in una sol volta lire duecento (200) diventano soci a vita. I Soci morosi del pagamento di più anni sono radiati dall’albo della Società. Tutti i Soci ricevono le pubblicazioni della Società. L'accettazione dei lavori da pubblicarsi spetta al Comitato residente. Gli autori delle memorie ricevono gratuitamente 50 copie a parte, deside- randone un numero maggiore le possono avere ai seguenti prezzi: COPIE 50 75 100 Lire Lire Lire PSE ARIDO SERRE o e ste 2,50 2,75 Fe || Per 8 papine:(mezzosfoglio). i loto ee 3,— 3,50 de EPrAI2EPa Nene eo na nane 3,50 4,25 TS RErEIORPApinet(GIMELOgl1o) (e e e n 4A. 5, (pene Per ogni foglio di 16 pagine in più. . . . ... 3,50 3,75 ARTO N. B. — Nei detti prezzi è compresa una copertina semplice. La copertina stampata e le altre modificazioni (come scompaginazione, doppia nu- merazione, carta più fine ecc.) sono d’ora innanzi a tutto carico degli autori. Agli autori delle memorie pubblicate nel Bu//ettino compete ogni re- sponsabilità delle opinioni e fatti esposti. I Soci effettivi residenti nel Regno possono consultare i libri della bi- blioteca sociale, purchè ne rilascino ricevuta ed assumano a loro carico le | spese d’ invio. GUIDO PONS RAGCOGLITORE E PREPARATORE NATURALISTA SOCIO DELLA SOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA FIRENZE - 71, ViA DELLA CHIESA, 71- FIRENZE Si offre per raccolte e preparazioni di animali vertebrati ed invertebrati della fauna italiana. COLLEZIONI DETERMINATE PER L'INSEGNAMENTO COLLEZIONI DI ENTOMOLOGIA APPLICATA — E DI BIOLOGIA. BULLETTINO DELLA SOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO TRENTACINQUESIMO (XXXV) Trimestre III-IV. (Dal Luglio al Dicembre 1903) ABBOTT «= pr FIRENZE TIPOGRAFIA M. RICCI, VIA SAN GALLO, 8l a spese degli Editori 1908 (Pubblicato il 28 Febbraio 1904). FENDI DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO A. SENNA. — Thaumonectes, un nuovo genere di Anfipodo iperide del Mare Caraibico (con fig.) . . . . . . . . Pag. 98 H. W. BròLEMANN. — Materiali per lo studio della Fauna eritrea raccolti nel 1901-03 dal Dott. A. ANDREINI. — T.-Mopriapodes: (CONSERVI): 5 LIRE IR I AA R. Gestro. — Materiali per lo studio delle H:spidae . . . » 154 ANGELO e FERDINANDO SoLARI. — Descrizioni di alcune nuove specie di Curculionidi appartenenti alla Fauna palcartican cn ie e e OR Ae ESTRATTO DALLO STATUTO La Società Entomologica Italiana, fondata nel 1869, si compone di un numero illimitato di Soci: gli italiani e gli stranieri possono egualmente appartenervi. I Soci sono di tre categorie: Soci onorarî, effettivi e studenti. I primi vengono eletti a maggioranza di voti dall’ Assemblea generale; i secondi pagano una tassa annua di lire quindici (15); i Soci studenti pagano una contribuzione di lire dieci (10) e dopo tre anni divengono Soci effettivi. La tassa annuale è dovuta alla Società nel 1.° trimestre d’ogni anno. I Soci effettivi che pagheranno in una sol volta lire duecento (200) diventano soci a vita. I Soci morosi del pagamento di più anni sono radiati dall’ albo della Società. Tutti i Soci ricevono le pubblicazioni della Società. L'accettazione dei lavori da pubblicarsi spetta al Comitato residente. Gli autori delle memorie ricevono gratuitamente 50 copie a parte, deside- randone un numero maggiore le possono avere ai seguenti prezzi: COPIE 50 75 100 Lire | Lire Lire ECIMATRASIDOR Re AI I E Rn in | 2,50 2,75 grù Pert8tpagine:(mezzo. foglio) i: . Ra toe 3; 3,50 dla DEDE ASpApiNOM i eco LR IT e 3,50 4,25 BS Pers nani (UNSTOLIIO) MR doo pis (eta Per ogni foglio di 16 pagine in più. . . . . . . 3,50 8,75 pra N. B. — Nei detti prezzi è compresa una copertina semplice. La copertina stampata e le altre modificazioni (come scompaginazione, doppia nu- merazione, carta più fine ecc.) sono d’ora innanzi a tutto carico degli autori. Agli autori delle memorie pubblicate nel BuZettino compete ogni re- sponsabilità delle opinioni e fatti esposti. I Soci effettivi residenti nel Regno possono consultare i libri della bi- blioteca sociale, purchè ne rilascino ricevuta ed assumano a loro carico le spese d’ invio. GUIDO PONS RAGCOGLITORE E PREPARATORE NATURALISTA SOCIO DELLA SOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA FIRENZE - 71, VIA DELLA CHIESA, 71- FIRENZE Si offre per raccolte e preparazioni di animali vertebrati ed invertebrati della fauna italiana. COLLEZIONI DETERMINATE PER L'INSEGNAMENTO COLLEZIONI DI ENTOMOLOGIA APPLICATA E DI BIOLOGIA. BULLETTINO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO TRENTASEESIMO (XXXVI) Trimestre I-II. (Dal Gennaio al Giugno 1904) FIRENZE TIPOGRAFIA M. RICCI, VIA SAN GALLO, 31 a spese degli Editori 1904 (Pubblicato il 30 Agosto 1904). INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO docietà Entomologica Italiana... i è an. Rag ApoLro DucKkr. — Revisione dei Crisididi dello Stato brasi- liano del Parà » Ca ALEssanDRO CoGgI E GiuLIO CECccHERELLI. — Note biolo- giche su alcune zanzare del Senese » 49 Roger VeRrITy. — Elenco di lepidotteri raccolti nell’Appen- nino pistoiese (700 metri) . » 58 G. W. KirKaLDY. — Rincoti raccolti dal Dott. G. Cecconi nell’ Isola di Cipro. pic 94 ESTRATTO DALLO STATUTO La Società Entomologica Italiana, fondata nel 1869, si compone di un numero illimitato di Soci: gli italiani e gli stranieri possono egualmente appartenervi. I Soci sono di tre categorie: Soci onorarî, effettivi e studenti. I primi vengono eletti a maggioranza di voti dall’ Assemblea generale; i secondi pagano una tassa annua di lire quindici (15); i Soci studenti pagano una contribuzione di lire dieci (10) e dopo tre anni divengono Soci effettivi. La tassa annuale è dovuta alla Società nel 1.° trimestre d’ogni anno. I Soci effettivi che pagheranno in una sol volta lire duecento (200) diventano soci a vita. I Soci morosi del pagamento di più anni sono radiati dall’ albo della Società. Tutti i Soci ricevono le pubblicazioni della Società. L'accettazione dei lavori da pubblicarsi spetta al Comitato residente. Gli autori delle memorie ricevono gratuitamente 50 copie a parte, deside- randone un numero maggiore le possono avere ai seguenti prezzi: COPIE 50 75 100 Lire Lire Lire EOrsi spaziale prelati nnt n 2,50 2,75 o gesa Peri8papmel(mezzo:foglio) lx... Ue a ea 3 3,50 Al ROLE NALIN MINA a TI IRE pn 3,50 4,25 Buri POLELOSPALINEM(UNSFOLITO) Ce IR en gii Dis 6 Perlopnitfoglio dislo pagine ini più e e e et 3,50 8,75 de N. B. — Net detti prezzi è compresa una copertina semplice. La copertina stampata e le altre modificazioni (come scompaginazione, doppia nu- merazione, carta più fine ecc.) sono d’ora innanzi a tutto carico degli autori. Agli autori delle memorie pubblicate nel Bu//ettino compete ogni re- sponsabilità delle opinioni e fatti esposti. I Soci effettivi residenti nel Regno possono consultare i libri della bi- blioteca sociale, purchè ne rilascino ricevuta ed assumano a loro carico le spese d'invio. GUIDO PONS RAGOGLITORE E PREPARATORE NATURALISTA SOCIO DELLA SOCIETA ENTOMOLOGICA ITALIANA FIRENZE - 71, Via DELLA CHIESA, 71- FIRENZE Si offre per raccolte e preparazioni di animali vertebrati ed invertebrati della fauna italiana. COLLEZIONI DETERMINATE PER L'INSEGNAMENTO COLLEZIONI DI ENTOMOLOGIA APPLICATA E DI BIOLOGIA. gw i inati Hp BULLETTINO DELLA na è y A SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO TRENTASEESIMO (XXXVI) Trimestre IV. (Dall’Ottobre al Dicembre 1904) FIRENZE TIPOGRARIA M. RICCI, VIA SAN GALLO, 381 a spese degli Editori 1904 i Ù (Pubblicato il 22 Novembre 1905). / SE 70448 INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO FASCICOLO M. RécimBART. — Materiali per lo studio della Fauna Eritrea raccolti nel 1901-9083 dal Dr. A. Andreini. . . . . . Pag. 201 ANTONIO BERLESE. — Apparecchio per raccogliere presto ed in gran numero piccoli artropodi ... ..-... . . 0.0.0. Aa 220 P. BARGAGLI. — Stefano Bertolini . . . . . . .... » 288 Bibliografia entomologica e recensioni. . . . . .... » 240 INDI ZIE e e O CR ta E TAI Processi verbali della Società Entomologica Italiana . . . >» 263 ESTRATTO DALLO STATUTO La Società Entomologica Italiana, fondata nel 1869, si compone di un numero illimitato di Soci: gli italiani e gli stranieri possono egualmente appartenervi. I Soci sono di tre categorie: Soci onorarî, effettivi e studenti. I primi vengono eletti a maggioranza di voti dall'Assemblea generale; i secondi pagano una tassa annua di lire quindici (15); i Soci studenti pagano una contribuzione di lire dieci (10) e dopo tre anni divengono Soci effettivi. La tassa annuale è dovuta alla Società nel 1.° trimestre d’ogni anno. I Soci effettivi che pagheranno in una sol volta lire duecento (200) diventano soci a vita. Soci morosi del pagamento di più anni sono radiati dall’ albo della Società. Tutti i Soci ricevono le pubblicazioni della Società. L'accettazione dei lavori da pubblicarsi spetta al Comitato residente. Gli autori delle memorie ricevono gratuitamente 50 copie a parte, deside- randone un numero maggiore le possono avere ai seguenti prezzi: COPIE | 50 75 100 Lire Lire Lire Per 4 pagine . . 3a IL NRE E RO 2,50 2,75 Gt | Per 8 pagine (mezzo foglio). . . . . . .... Sie 3,50 AE PROCE ZED ALINO (MR I None 3,50 4,25 Due Perso pagine (UNO ZIO) I gs ces Ge Per ogni foglio di 16 pagine in più. . . .... 3,50 3,75 dr N. B. — Nei detti prezzi è compresa una copertina semplice. La copertina stampata e le altre modificazioni (come scompaginazione, doppia nu- merazione, carta più fine ecc.) sono d’ora innanzi a tutto carico degli autori. Agli autori delle memorie pubblicate nel Bu//ettino compete ogni re- sponsabilità delle opinioni e fatti esposti. I Soci effettivi residenti nel Regno possono consultare i libri della bi- blioteca sociale, purchè ne rilascino ricevuta ed assumano a loro carico le spese d’ invio. GUIDO PONS, raccoglitore e preparatore naturalista, Socio, della Società Entomologica italiana. Firenze, Via della Chiesa, 71. Si offre per raccolte e preparazioni di animali vertebrati ed invertebrati della fauna italiana. — Collezioni determinate per l’ insegnamento. — Collezioni di Entomologia applicata e di Biologia. MIXX K.—- JUNK WILHELM. — Entomologen-A dressbuch. Berlin, 1905 (Mk. 5). — Il solerte editore Junk (Rathenower Strasse, 22, Berlin N.W) ha di recente pubblicato questo Annuario degli entomologi di tutto il mondo coll’ indica- zione dei loro studi. É un utile libro che riuscirà gradito ad ogni cultore dell’ Entomologia. Dee NSISSMSNTSMSSNSMSSSISNMNSSNSASSSMSSSASLLASSA SSL SLM SSIS SSNSISSESSSNA LISI »g fi ) | rt VANE UNE RA ZERO VIAGRA MPGILRE uu ai DN] US: