HRHlH?m!](]nim(llmalit:U<; li! itti « UJi» È li H ^ ^mws? ,v .0* \ . W, fcW A0' ^ ^ \ \ ^ % v6 \ 4 A --- ' e> r r jf> <& ^ AN Vi <•, C .'.; % # «N ^A ., . 'tfA 4: ^ ^ or ^ ^ ^r ■y;- o> f ■:<■ , ^ ^> ,/ <£ . °>U ^ * J<> è o . ^ % A, "^ .0 # -.-■ * ^ ,.,> ; ^V - v/. - ^ ^ 118 E. Giglio-Tos. — Ortotteri raccolti nell' Eritrea dal Dott. Andreini » 131 E. Giglio-Tos. — Note al Catalogo dei Mantidi di Kirby . » 139 C. Minozzi. — Contributo allo studio della speleologia ita- liana : La grotta di S. Maria M. sul monte Vallestra (Reggio E.) » 164 Roger Verity. — Nuove osservazioni sui Lepidotteri Ro- paloceri dell' Isola d' Elba > 175 Roger Verity. — Contributo alle ricerche sull'epoca di comparsa dei lepidotteri allo stato di completo svi- luppo » 194 Elenco dei Soci della Società Entomologica Italiana. . . » 201 Indice delle materie contenute nel volume dell' anno qua- rantottesimo » 20o BULLETTINO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO QUARANTOTTESIMO (XLVIII) FIRENZE TIPOGRAFIA DI M. RICCI Via S. Gallo, N. 31 1916 Dott. G. GRANDI CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DEGLI " AGAONINI „ (HYMENOPTERA CHALC/D/DAE) DELL' ERITREA E DELL'UGANDA. Alle poche specie che, grazie alla cortesia del Prof. F. Sil- vestri, ho potuto studiare di questa nostra colonia dell'Africa orientale, aggiungo la descrizione di due forme raccolte nel- l'Uganda dal Dott. E. Bayon e comunicatemi gentilmente dal Prof. R. Gestro, Direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Genova. Per i rapporti che esse hanno con quelle da me studiate precedentemente e per i caratteri dei generi, rimando alle tavole sinottiche e alle trattazioni ge- neriche pubblicate negli altri miei contributi allo studio dei Calcididi viventi entro ai frutti dei fichi selvatici (1). Questo lavoro si occupa di cinque forme: Blastophaga allotriozoonoides Grnd. cT e $ . Ceratosolen arabicus Mayr rf e $ . » megacephalus Grnd. $ . Sycophaga sycomori (L.) <$ e $ . » silvestrii Grnd. tenebrosa Grnd. $ . (1) Grandi (G.), Gli Agaonini dell'Africa occidentale raccolti dal Prof. F. Sil- vestri, u Bollett. del Labor. di Zoologia gener. ed agr. della R. Scuola Snp. di Agr. di Portici n, Voi. X, pag. 121-286, fìg. I-LII, 1916; Id. id., Nota su due Agao- nini dell'Australia, 1. o., Voi. XI, pag. 145-159, fig. I-V, 1916; Id. id., Contributo alla conoscenza degli Agaonini di Ceylon e dell' India, 1. e, Voi. XI, pag. 183-234, tìg. I-XX, 1917 ; Id. id.. Contributo alla conoscenza degli Agaonini di Giava, 1. e, Voi. XII, pag. 1-60, fig. I-XXII, 1917. — 4 — Dell'Eritrea non era conosciuto fino ad oggi (fatta ec- cezione per Ceratosolen julianae Grnd. $ e $ e Sycophaga gigantea Grnd. <$ già da me descritti (1) del Kamerun e comuni alle due regioni) alcun Agaonino; dell'Uganda sono state pubblicate recentemente dal "Waterston (2) due specie: Agaon fasciatimi $ e Sycoecus thaumastocnema $ . BLASTOPHAGA ALL0TRI0Z00N0IDES, Grandi. Boll, del Lab. di Zool. gen. ed Agr. della R. Scuola Sup. di Agric. di Portici, Voi. X, pag. 126, 128. Femmina. Il colore fondamentale è umbrino-ferrugiueo; le antenne hanno gli articoli 5-11 biancastri; gli occhi sono neri; le zampe e le parti sterno-pleurali sono più chiare del dorso; quelle submembranose biancastro-sudicie; l'ovopositore è pallido; le sue valve dello stesso colore del corpo. Dimensioni. — Lungh. torace fj.fj..: 490; largh. poster, pro- noto: 472,5; largh. ant. mesonoto: 437,5; lungh. propodeo : 140; largh. propodeo: 420; lungh. gastro: 700; largh. ga- stro: 525; lungh. terebra: 1172,5; lungh. ali anter.: 1400; largh. mass, ali anter. : 612,5. Capo. — Il capo (fig. I, 1) è fortemente depresso e poco più lungo (alto) che largo fra il margine esterno degli oc- chi composti. Il margine epistomale presenta i lobi subla- terali abbastanza sporgenti e rotondati; quelli submediani appena accennati; quello mediano piuttosto dorsale, largo alla base e poco sporgente. La zona submembranosa fron- tale è estremamente ridotta ; infatti le due regioni laterali maggiormente indurite si toccano quasi, reciprocamente, colla metà anteriore dei loro margini interni, mentre po- li) 1. e, Voi. X, pag. 166-172, 243-246, fig. IX, X, XI. XXXVI e XXXVII. (2) Watkrston (J.), Notes on African Ohalcidoidea I. u Bull. of.Entom. Research." Voi. V, Parte 3, pag. 249-258, fig. 1-4, 1914. — 5 — steriormente lo spazio lasciato libero da esse è completa- mente occupato dalla regione mediana posteriore pure ab- bastanza indurita, che è molto ampia e subtriangolare. I margini laterali del capo innanzi agli occhi sono molto sviluppati, più lunghi del diametro longitudinale degli oc- chi medesimi preso dal dorso, poco convergenti all' innanzi e moderatamente convessi. Il margine posteriore è poco spor- gente dietro agli occhi, rotondato sui lati ed un po' con- cavo nel mezzo; setole piuttosto brevi, come nella figura. Gli occhi composti sono piccoli, latero-dorsali, non molto sporgenti. Ocelli, tre, disposti secondo un triangolo estrema- mente ottuso. Le antenne (fig. I, 2) mostrano lo scapo com- presso, un po' più lungo di due volte la sua massima lar- ghezza, col suo margine anteriore sporgente ad angolo ro- tondato e con quello posteriore sublaminare e fortemente ricurvo ; è provvisto di varie setole brevi e piuttosto lun- ghe; il 2.° articolo non sporge sullo scapo; è più lungo che largo, col margine posteriore pure sublaminare, appena con- vesso e con quello anteriore sporgente in basso e all' in- nanzi in una vistosa gibbosità rotondata; setole come nella figura; il 3.° articolo è molto breve, integro; si prolunga anteriormente ed ininterrottamente in una piccola squama poco acuminata che ha più l'aspetto di lobo sporgente, che non sorpassa il margine distale del 4.° articolo e che è for- nita di alcune setoline, fra le quali una apicale più robu- sta e lunghetta; il 4.° articolo è un po' più largo che lungo, ristretto distintamente alla base e provvisto di alcune se- tole; il 5.° è lungo circa una volta e mezzo la sua larghezza distale; gradualmente ristretto prossimalmente, fornito di una serie trasversa di radi e lunghi sensilli celoconici che lo occupano quasi completamente in lunghezza e di alcune brevi setole apicali distribuite come nella figura; gli arti- coli 6.°, 7.°, 8.° e 9.° sono simili al 5.°, però diminuiscono gra- dualmente in lunghezza rispetto alla larghezza distale; il 9.° infatti è solo un po' più lungo che largo; il 10.° e FU.0 6 — sono uniti insieme, ma tuttavia ben distinti; il 10.° è simile al 9.° e provvisto anche di qualche sensillo speciale (fìg. I, 2); Fig Blastophaga allotriozoonoidea Grnd. $. — I. Capo veduto di faccia; sono state tolte ad arte le antenne e le mandibole. — 2. Antenna. — 3. Mandibola colla sua appendice, veduta dalla faccia ventrale. — 4. Mascelle del 1° paio e labbro inferiore. — 5. Torace e propodeo veduti dorsalmente. — 6. Ala anteriore (setole disegnate solo in parte). — 7. Parte della marginale, della postmarginale e stigmatica maggiormente ingrandite. — 8. Zampa anteriore (1' unghia è stata de- formata nella riproduzione del disegno in zinco). — 9. Z. media. — IO. Z. posteriore. (Tutte le figure molto ingrandite). l'll.° è lungo circa quanto il 10.°, subconico, con sensilli celocouici, alcuni brevi subconici e a larga base, alcuni al- tri apicali a bastoncello e qualche setolina. — Le mandibole — 7 — (fig. I, 3) sono un po' più lunghe (ventralmente) che larghe alla base, Indentate all'apice, colla faccia ventrale fornita di 10-12 linee rilevate; setole come nella figura; l'appen- dice è molto lunga e abbastanza indipendente, costruita sul tipo di quella dei gen. Agaon Dalra., Pleistoóontes Saund., Allotriozoon G-rnd. ; essa si presenta un po' attenuata al l'apice, lunga quasi 5 volte la sua larghezza prossimale, provvista di 25-28 serie trasverse di dentellature. Il piano delle mandibole è normale a quello sagittale dell'epicranio. — ■ Mascelle del 1.° paio (fig. I, 4) come al solito; i due pezzi però terminano posteriormente a punta; sono forniti di due setole lunghette; una subapicale; l'altra inserita ancor più indietro. — Labbro inferiore (fig. I, 4) con una grande se- tola apicale; il resto al solito. Torace. — Il pronoto (fig. I, 5), veduto dal dorso, appare trasverso, cogli angoli anteriori rotondati; i margini late- rali un po' divergenti; il margine posteriore fortemente in- cavato ad angolo, gli angoli posteriori sporgenti e roton- dati; in causa di una divisione mediana e longitudinale, si mostra, come in Agaon, più o meno completamente di- stinto in due scleriti subtriangolari; poche e brevi setole distribuite come nella figura. — Prosterno ed episterni pro- toracici costruiti sul solito tipo. — Il mesonoto (fig. I, 5) mo- stra la sua parte anteriore lunga circa la metà della sua larghezza; lo scuto è provvisto di 2 setoline inserite, da ogni lato, presso i suoi angoli posteriori; solchi parassidiali completi, obliqui, diritti; scapole subtriangolari, circa tanto lunghe quanto larghe e con alcune setoline in vicinanza del loro margine esterno ; scutello più largo posteriormente che lungo; ascelle subtriangolari e mediocri; tanto quello quanto queste con poche e brevi setole distribuite come nella figura ; parascutelli un po' più grandi delle ascelle, al- lungati, glabri. — Le parti sterno-pleurali mesotoraciche non si discostano dal tipo con zone episternali ed epimerali in- completamente distinte. Il metanoto (fig. I, 5) in forma di — 8 — banda trasversa, glabro. Le parti sterno- pleur ali metafora- ciche ridotte pure ad una banda trasversa. j Appendici doesali del torace. — Ali anteriorji (fig. I, 6). Lunghe poco più di due volte la loro massima larghezza, col margine anteriore (costale) appena concavo e 1' angolo sporgente del margine posteriore poco pronunciato e molto rotondato; la omerale è poco meno lunga del doppio della marginale più la postmarginale; la cellula costale è lunga quasi dieci volte la sua massima larghezza e porta poche setole nella sua metà distale; la marginale è lunga un po' meno della metà della postmarginale e distintamente meno lunga della stigmatica, questa è poco obliqua e ter- mina con una clava attenuata in una lunga sporgenza prov- vista di tre sensilli rotondi (fig. I, 7); setole della frangia e del margine costale molto brevi ; quelle della frangia sono meno lunghe di un quarto della lunghezza della stigma- tica; la cuticola dell'ala, eccezion fatta di uno spazio prossi- male glabro, è rivestita di setole estremamente minute, in- colori e poco visibili. Appendici ventrali del torace. — Zampe anteriori (fig. 1,8): Anca lunga poco meno di due volte la sua larghezza prossi- male; trocantere accennato e subtriangolare; femore lungo poco più di due volte la sua massima larghezza (altezza), con setole lunghette e distribuite come nella figura; tibia, denti compresi, lunga circa la metà del femore, colla cresta limitante dorsalmente la concavità distale della sua fàccia esterna, tridentata; setole come nella figura; tarso di 5 ar- ticoli, più lungo della tibia; il 1.° articolo è lungo circa metà della tibia (denti compresi); il 2.° ed il 3.° sono più larghi che lunghi; il 4.° è un po' più lungo che largo; il 5.° lungo circa quanto il 1.°; setole lunghette come nella figura; pretarso con unghie piuttosto robuste, larghe alla base, acute, poco ricurve. — Zampe medie (fig. I, 9): Anca circa tanto lunga quanto larga; trocantere ben distinto, circa tanto lungo quanto l'anca; femore un po' strozzato prima della sua base, lungo due volte e mezzo il trocantere; tibia più lunga del femore, ristretta alla base, con varie setole lunghette, senza sprone propriamente detto; tarso circa tanto lungo quanto la tibia o appena più lungo, di 5 articoli; il 1.° è meno lungo dei due seguenti presi insieme ; 2.° e 3.° si- mili, più lunghi che larghi ; il 4.° è un po' più breve, ma sempre più lungo che largo; il 5.° è lungo quanto il 2.°; se- tole come nella figura; pretarso con unghie mediocri. — Zampe posteriori (fìg. I, 10) : Anca lunga circa una volta e mezzo la sua larghezza; trocantere distinto, più lungo che largo; femore lungo più di una volta e mezzo la sua lar- ghezza massima, fortemente attenuato all'estremo distale e col margine dorsale molto sporgente sul trocantere a gobba rotondata; setole come nella figura; tibia più breve del fe- more, ristretta un po' alla base, provvista di due denti al suo apice, dei quali uno è bipuntuto ; tarso lungo due volte la tibia, di 5 articoli; il 1.° articolo è lungo circa tre quarti della tibia; gli articoli 2-4 sono tutti più lunghi che lar- ghi, ma diminuiscono in lunghezza dal 2.° al 4.°; il 5.° è lungo come il 2.°; setole come nella figura; pretarso con unghie poco robuste. Addome. — ■ 11 propodeo (fig. I, 5) è trasverso, largo circa quattro volte la sua lunghezza mediana; spiracoli tracheali a peritremi allungati e localizzati presso gli angoli ante- riori del propodeo medesimo; occupano un po' più della metà, in lunghezza, del margine laterale del pezzo; poche setole presso i lati come nella figura. — Gastro al solito, più lungo che largo. Terebra lunga poco meno di due volte il gastro. Maschio. Capo, torace, propodeo e zampe di colore ocraceo-ferru- gineo, colle mandibole, gli occhi e le parti rinforzate del tegumento di color castagno; antenne e gastro di color ocro- leuco-biancastro. — 10 — Dimensioni — Lunghezza del capo p\fj.: 350; larghezza mass. 315; lungh. pronoto: 503,5; largh. anter. : 297,5; largh. poster.: 402,5; lungh. del pezzo comprendente mesonoto, me- tanoto e propodeo (dal margine poster, del pronoto): 503,5; largh. mesonoto: 385; largh. mass, metanoto: 328,5; largh. post, metanoto: 245; largh. poster, del propodeo: 280. Capo. — II capo (fìg. II, 1) è poco inclinato, depresso dorso- ventralmente, appena convesso tanto alla faccia dorsale quanto a quella ventrale; quest'ultima mostra una zona sub- triangolare mediana e anteriore, pianeggiante e un po' con- cava. È un po' più lungo che largo; il margine epistomale, fra le due sporgenze laterali rotondate che si continuano col margine anteriore della fronte, è pressoché diritto; il mar- gine anteriore della fronte presenta una poco profonda in- cavatura ad angolo ottuso la quale, posteriormente, sorpassa appena la linea ideale che congiungerebbe i margini ante- riori degli occhi; ne resulta che la concavità anteriore che viene ad essere compresa fra il margine epistomale e quello della fronte è molto ridotta e assai trasversa. I margini la- terali del capo innanzi agli occhi sono estremamente brevi, dietro agli occhi sono moderatamente dilatati e rotondati; il margine posteriore è distintamente trilobato, col lobo me- diano molto più ampio e sporgente di quelli laterali. — Gli occhi, relativamente grandi, sono ovato-rotondati. — La ca- psula cranica è fortemente acrotrema e la zona occipitale è ridotta al minimo; setole minute sparse come nella figura. — Le antenne (fig. II, 2) si mostrano composte, oltre la radi- cola, di 5 articoli liberi; la radicola è abbastanza svilup- pata e provvista di varie setole brevi, robuste e dentiformi; lo scapo è lungo una volta e mezzo la sua larghezza, un po' attenuato all'apice, fornito di varie setole robuste e lun- ghette; il 2.° articolo è lungo più di un terzo dello scapo e un po' più della sua larghezza distale; gli articoli 3.° e 4.° sono simili fra loro e in forma di anello; il 4.° è un po' più largo del 3.° e circa due volte e mezzo la propria lunghezza ; — 11 — portano alcune setole; il 5.° è il più lungo di tutti, anche più lungo dello scapo; è debolmente attenuato all'apice e Fio. II. Bl. allotriozoonoides Grnd. rf. — I. Capo veduto dal dorso, senza antenne e senza mandibole. — 2. Antenna. — 3. Mandibola veduta dal dorso. — 4. Parte mediana del margine anteriore della faccia ven- trale del capo. — 5. Torace e propodeo veduti dal dorso. — 6. To- race e parte del propodeo veduti ventralmente. — 7. Zampa ante- riore. — 8. Tarso anteriore maggiormente ingrandito. — 9. Zampa media. — IO. Z. posteriore: C, anche del 2° paio di zampe; E, epi- sterni protoracici ; M, mesonoto ; N, metanoto ; P, pronoto ; R, pro- podeo ; S, S' e S" parti sternali del prò-, meso- e metatorace ; s, spi- ratoli tracheali ; 1, 2, 3, 4 e 5, primo, secondo, terzo, quarto e quinto articolo del tarso anteriore ; quelli dal 2.° al 4.° appena accennati. quivi rotondato; non si mostra diviso nemmeno parzialmente, però porta setole corrispondenti alle tre solite parti ; l'apice — 12 — è fornito di sensilli ovolari, basiconici ecc. — Le mandi- bole (fig. II, 3) brevi, subtriangolari, tanto larghe quanto lunghe e brevemente unidentate all'apice; solo il margine orale della faccia esterna si spinge innanzi in una debolis- sima espansione rotondata subapicale; condilo ventrale ro- busto e sporgente; setole come nella figura. — Le mascelle del 1.° paio e il labbro inferiore sembrano completamente atro- fizzati; il margine anteriore della faccia ventrale si mostra solo trilobato nel mezzo (fig. II, 4), coi lobi laterali più ampi e sporgenti di quello mediano; presso quest'ultimo si os- servano due brevi setoline. Torace. — Il pronoto (fig. II, 5) presenta una superficie assai moderatamente convessa in senso trasverso; è un po' più lungo nel mezzo che largo posteriormente; si mostra atte- nuato all' innanzi e all'estremo anteriore uniformemente ro- tondato senza angoli distinti; ricopre per piccolissima parte il capo; i suoi margini laterali si presentano appena con- cavi nel mezzo; il margine posteriore è concavo; gli angoli posteriori sporgenti e piuttosto acuti; sui lati il pronoto si ripiega in due strette bandette; setole rade come nella figura. Il prosterno (fig. II, 6, S) è ben distinto, grande, a su- perficie pianeggiante, lungo più di due volte la sua massima larghezza, colla sua metà anteriore, compresa fra gli epi- sterni, attenuata all' innanzi, un po' espansa all'estremo an- teriore e bruscamente troncata ; la parte posteriore libera, veduta dal ventre, appare a margini laterali un po' con- vergenti all' indietro e all'estremo posteriore rotondata a curva ribassata; poche setole come nella figura. Gli episterni protoracici (fig. II, 6, E) sono ben sviluppati; la loro faccia latero- ventrale è debolmente convessa; veduti dal ventre mostrano il margine esterno con un debole angolo dopo la strozzatura distale; poche setoline brevissime. — Mesonoto, metanoto e propodeo sono pressoché fusi insieme completa- mente in un sol pezzo (fig. II, 5) ; solo lungo i margini laterali delle brevi intaccature distinguono, incompleta- — 13 — mente le tre regioni; il mesonoto appare così più largo dei due pezzi seguenti e con margini laterali convessi e ro- tondati; il metanoto si mostra attenuato posteriormente; se- tole brevi ed in scarso numero. La parte sterno-pleurale mesotoracica (fìg. II, 6) presenta una regione sternale (S') piuttosto ampia, più larga che lunga, subrotondata e a super- ficie pianeggiante, e due zone pleuraìi trasverse. — La parte sterno-pleurale metatoracica indurita è ridotta ad una stretta banda trasversa addossata a quella del mesotorace (fìg. II, 6, S"). — Il propodeo è un po' più largo che lungo, a lati di- ritti e un po' divergenti posteriormente, con angoli poste- riori ben distinti e margine posteriore appena convesso; si ripiega sui lati in due bandette, occupate in gran parte da- gli allungati peritremi degli spiracoli tracheali (fig. II, 5, S). — Setole come nella figura. Appendici ventrali del torace. — Zampe anteriori (fig. II, 7) : Anca subcompressa, colla faccia esterna pianeggiante, quella interno-posteriore convessa, molto più larga che lunga, quasi 2 volte, con ampia apertura prossimale; trocantere in- distinto, femore compresso, lungo un po' più di due volte la sua larghezza massima, ben attenuato all' innanzi, con al- cune setole brevi; tibia subcompressa, ristretta alla base, lunga (denti compresi) un po' meno della metà del femore, breve e massiccia; la non ampia concavità distale della sua faccia esterna è limitata da una cresta tridentata dorsale, a denti robusti e poco acuti e da una bidentata ventrale piuttosto apicale; setole come nella figura; tarso di 2 arti- coli, poco più breve della tibia; il 1.° articolo è meno lungo e più gracile anche del 2.°, porta alcuni denti; il 2.° ap- pare un po' più lungo di due volte la sua larghezza distale e nella sua metà prossimale, lungo il margine dorsale, mo- stra tre brevi intaccature accompagnate da rinforzi endo- scheletrici, le quali, benché brevi, sono ben distinte e co- stanti in tutti gli esemplari e si mostrano come accenni di divisione dell'articolo distale del tarso in quattro arti- — 14 — coli: 2.°, 3.° e 4.° trasversi e 5.° più grande e più lungo che largo (fig. II, 8); setole come nella figura; pretarso con unghie robustissime, larghe alla base, ricurve ed acute. — Zampe medie (fig. II, 9) : Anca subcompressa, distinta- mente più lunga che larga, con apertura prossimale molto obliqua ; trocantere ben distinto, più lungo che largo e lungo poco più di '/8 dell'anca ; femore brevissimo, lungo quasi due volte il trocantere e poco più di una volta e mezzo la sua larghezza massima (altezza), col margine ven- trale e con quello dorsale piuttosto fortemente convessi e rotondati ; poche setole ; tibia subcompressa, lunga circa quanto il femore più il trocantere, ristretta alla base ; porta alcune setole e alcuni dentini ; tarso più lungo della tibia ; il 1.° articolo è lungo una volta e mezzo il 2.°; 2.° e 3.° sono simili fra loro e più lunghi che larghi ; il 4.° è un po' più breve, ma sempre più lungo che largo ; il 5.° è il più lungo di tutti, più lungo anche del 1.° ; poche setole e alcuni dentini come nella figura ; pretarso con unghie gracili e allungate. — Zampe posteriori (fig. II 10) : Anca compressa, più lunga che larga, colla faccia interna un po' convessa e quella esterna un po' concava ; apertura pros- simale obliqua e apicale ; trocantere indistinto ; femore com- presso, distintamente attenuato all'apice, lungo meno di una volta e mezzo la sua larghezza massima (altezza), col mar- gine dorsale fortemente sporgente all' indietro a gobba roton- data ; poche e minute setole ; tibia subcompressa, più breve del femore, con varie setole piuttosto brevi ed una distinta cresta tridentata all'estremo distale della sua faccia esterna ; tarso di 5 articoli, lungo circa quanto la tibia ; il 1.° ar- ticolo è lungo circa quanto i due seguenti presi insieme e provvisto di alcuni brevi dentini (4) disposti in serie longitudinale ; 2.°, 3.° e 4.° simili fra loro, circa tanto lun- ghi quanto larghi e forniti di un dentino ventrale e di qualche setola ; il 5.° è un po' più lungo del 1.° e fornito di alcune setole ; pretarso con unghie larghe alla base, ricurve, acute, ma non molto robuste. — 15 — Addome. Per il propodeo si è visto già, fig. II, 5. Il gastro è costruito sul solito tipo ; è breve però, largo e tozzo ; il 3.° urotergite non presenta alcun carattere particolare ; 9.° al solito. Distribuzione geografica. — ■ Una trentina di $ $ e molti cf cf raccolti a Ghinda (Eritrea) da G. Rossetti nel 1914. Ecologia. — Sconosciuto il nome specifico del fico ospi- tante. Osservazioni. — Questa specie appare prossima alla B. so- cotrensis Mayr, della quale però si distingue subito per la lunghezza della terebra, la proporzione dei tarsi, ecc. della $ , per la conformazione dei tarsi anteriori, ecc. del <$ . CERATOSOLEN ARABICUS Mayr. Wien. Entom. Zeitung, XXV lahrg., Heft. V, VI, u. VII, p. 154 (1906). Grandi, Boll, del Lab. di Zool. gen. ed agr. della R. Scuola Sup. di Agric. di Portici, Voi. X, pag. 150, 152. Femmina. Capo di color umbrino-fuligineo, colle zone submembra- nose biancastre ; occhi purpurei ; antenne coi primi tre articoli ocracei e gli altri umbrini ; torace e zampe di color ocraceo ; propodeo fuligineo slavato, con una linea longi- tudinale mediana e, in parte, i lati ocracei. Gastro di color ocroleuco-ocraceo agli sterniti, fuligineo ai tergiti ; il 3.°, il 4.° e qualche volta il 5.° sono più oscuri degli altri ; valve dell'ovopositore nero-fuliginee ; ali ialine ; appaiono slavate di umbrino in causa della fìtta pelosità di questo colore ; venature e macchie lineari umbrine. (Esemplari in alcool). Dimensioni. — Lunghezza del capo [J.p.: 612,5; largh. fra il margine esterno degli occhi; 647,5 ; lungh. torace e pro- podeo : 875; largh. pronoto: 560 ; largh. propodeo: 542,5; lungh. gastro: 910; largii.: 875; lungh. terebra: 997,5; — 16 — lungh. ala anter. : 2537,5 ; largh. : 1260 ; lungh. ala poster. : 1505; largii.: 350. Capo. — Il capo (fig. Ili, 1) è più largo fra il margine esterno degli occhi composti che lungo ; tanto le sporgenze Fio. III. Ceratosolen arabicus Mayr £. — I. Capo veduto di faccia, senza an- tenne e senza mandibole. — 2. Mandibola colla sua appendice veduta dalla faccia dorsale. — 3. La stessa veduta dalla faccia ventrale. — 4. Protoraee veduto dal ventre. — 5. Parti sterno-pleurali del meso- e metatorace. — 6. Ali del 1.° e del 2.° paio ; la pelosità di più della metà distale di ciascun' ala è stata trascurata per mostrare le zone lineari più oscure (punteggiate) cbe occupano il posto di altre vena- ture. — 7. Parte della marginale, della postmarginale e stigmatica maggiormente ingrandite. — 8. Zampa anteriore. — 9. Z. media. — IO. Z. posteriore: A, parte anteriore laterale del prosterno ; B, parte media sublaterale del medesimo; E, episterni protoracici; E', zone episternali mesotoracicbe ; E", zone epimerali mesotoraciche ; (7, an- che anteriori; C, anche medie; S, 8' e 8", zone sternali prò-, meso- e metatoraciche ; T, toruli delle antenne. sublaterali, quanto quelle submediane del margine episto- male sono rotondate, queste ultime un po' più spinte in- nanzi delle altre ; quella mediana è pochissimo sporgente ; — 17 — i margini laterali del capo innanzi agli occhi sono visto- samente più brevi del diametro longitudinale degli occhi medesimi e discretamente convessi ; il margine posteriore sporge di pochissimo dietro agli occhi ed appare rotondato ed un po' concavo ne] mezzo ; gli occhi sono grandissimi, ovato-allungati, laterali ; gli ocelli disposti secondo una linea trasversa appena ricurva. Le antenne hanno lo scapo lungo circa 1 volta e '/2 ^a sua larghezza ; setole e denti come nella fìg. IV, 2 ; 2.° articolo come nella figura ; 3.° ar- ticolo colla squama piuttosto acuta ; 4.° più lungo che largo, ristretto alla base, con alcune setole lunghette e robuste presso l'apice; 5.° lurigo 2 volte all' incirca il 4.°, obovato ; porta alcuni grandi sensilli celoconici e qualche setola ; il 6.° articolo è allungatissimo, circa 3 volte e l/i la sua larghezza apicale, un po' ristretto alla base, provvisto di 2 serie trasverse di sensilli allungati e di varie setole ; gli articoli 7.°, 8.° e 9.° hanno forma simile ; il 7.° è lungo un po' meno di 2 volte la sua larghezza; l'8.° e il 9.° un po' più brevi ; tutti tre mostrano 2 serie trasverse più o meno regolari di sensilli celoconici e numerose setole; il 10.° e 1' 11.0 sono fusi completamente in un solo articolo subfu- siforme, lungo più di 2 volte la sua larghezza ; sensilli e se- tole come nella fìg. IV, 2. Mandibole come nella fìg. Ili, 2 e 3 ; appendice (1) con 5 sporgenze laminari trasverse. Mascelle del 1.° paio ffig. IV, 3) con processi bacilliformi forniti ciascuno di una lunga setola e terminati a punta acuta ; portano anche una coppia di setole subapicali. Lab- bro inferiore (fig. IV, 3) con una lunga setola subapicale. Toeace. — Pronoto trapezoidale, cogli angoli anteriori rotondati e quelli posteriori ben sporgenti ; setole lun- ghette e distribuite come nella figura IV, 1, Q. Prosterno (1) In questa specie, corno in numerose altre, essendo tale formazione fusa completamente col corpo della mandibola, perde il carattere morfologico di ap- pendice che ha nella specie precedente e nei gea. Allotriozoon Grnd., Agaon Dalm.. Pleistodontes Saund. Anno XLVI11. 2 — 18 — (fig. Ili, 4, S) più lungo che largo, posteriormente roton- dato ; col suo terzo anteriore, compreso fra gli episterni, Fio. IV. C. arabicus Mayr § — I . Torace ed addome veduti dal dorso ; sono state tolte, ad arte, le ali. — 2. Antenne. — 3. Mascelle del 1.° paio e labbro interiore: //, scapole (parassidi); J, ascelle; E, parascutelli; Q, pronoto ; R, scuto del mesonoto ; S, spiraeoli tracheali ; T, tere- bra ; t, appendici del 9.° urite; U, metanoto ; V, scutello del meso- noto ; W, postfragma del mesotorace ; X, processo alare posteriore del mesonoto ; Y, tegule ; Z, processo alare anteriore del mesonoto ; I propodeo II-IX, 2.°-0.° uriti. attenuato e rotondato all'apice ; alcune setole non brevis- sime come nella figura. Episterni protoracici circa 2 volte - 19 — più lunghi che larghi ; la faccia ventrale mostra il mar- gine esterno subdiritto e quello interno convesso ; del resto come nella fig. Ili, 4, E. — Il mesonoto presenta lo scuto (R) con alcune gracili setoline lungo i suoi margini laterali ; le scapole (H) più lunghe che larghe ; lo scutello (V) pure un po' più lungo che largo e fornito di varie setole ; le ascelle (I), triangolari, grandette, con alcune setole lungo il loro margine interno ; i parascutelli (K) un po' più grandi delle ascelle, allungati, glabri (fig. IV, 1). Parti sterno- pleurali come nella fig. Ili, 5, ove sono pure disegnate le setole. Il metanoto (fig. IV, 1, U) è molto ristretto nel mezzo e allargato sui lati ; parti sterno— pleura! i come nella fig. III, 5. Appendici dorsali del torace. — AH anteriori (fig. Ili, 6 e 7) lunghe circa 2 volte la loro massima larghezza ; margine costale diritto ; cellula costale lunga circa 9 volte la sua larghezza e in gran parte pelosa ; la marginale è più breve della postmarginale e un po' più lunga della stigmatica ; questa è obliqua ma non troppo e termina con una grossa clava fornita di sporgenza e di 4 sensilli dispo- sti in serie lineare come nella fig. Ili, 7. Pelosità come nella figura ; zone lineari oscurate pure come nella figura. — . AH posteriori lunghe un po' meno della nervatura subco- stale di quelle anteriori e circa 4 volte la loro larghezza ; setole, sensilli ecc. come nella fig. Ili, 6 ; è accennato, in causa di un parziale spostamento della venatura dal mar- gine costale, un abbozzo di cellula costale (fig. Ili, 6). Appendici ventrali del torace. — Zampe anteriori (fig. Ili, 8): Anca lunga più di 2 volte la sua larghezza prossimale ; setole e dentini come nella figura; femore più lungo del- l'anca ; tibia un po' più lunga (denti compresi) della metà del femore, all' apice con cresta 4-5 dentata ; tarso col L° articolo più lungo dei tre successivi ; il 5.° un po' più dei due precedenti ; setole ecc. come nella figura. — Zampe medie (fig. Ili, 9): Anca circa tanto lunga quanto larga; — 20 — trocantere un po' meno lungo dell' anca ; femore lungo più di 5 volte la sua larghezza ; tibia un po' più lunga del femore e fornita di un sprone apicale ; tarso un po' più Fig. V. C. arabicus Mayr . — I. Urotergiti 3.°-8.° (III- Vili) veduti in estensione completa. — 2. Urosterniti : II, 2.° urotergite ; S, spiracoli tracheali. lungo della tibia, col 1.° articolo un po' più breve dei suc- cessivi considerati insieme e col 5.° lungo circa quanto il 3.°; setole ecc. come nella figura. — Zampe posteriori (fig. Ili, 10): Trocantere e femore come nella figura ; tibia più breve del femore, con 2 grandi denti apicali, ambedue bipuntuti ; quello più esterno alle volte tridentato ; tarso più lungo di 2 volte 7S la tibia ; il 1.° articolo è più lungo della tibia e quasi quanto i tre seguenti presi insieme ; il 5.° è un po' più breve del 2.° ; setole ecc. come nella figura. Addome. — Propodeo (fig. IV, 1, I) ; largo più di 3 volte la sua lunghezza presa nel mezzo ; setole come nella figura. Gastro come appare nella fig. IV, 1 e V, 1 ; urosterniti come nella fig. V, 2. — La terebra (fig. IV, 1, T) è lunga un po' più del gastro. 21 Maschio. Capo e protorace di color ocraceo leggermente ferrugi- neo ; mesotorace, rnetatorace, propodeo e zampe ocroleuchi ; gastro più chiaro ; parti rinforzate del tegumento un po' più scure. (Esemplari in alcool). Dimensioni. — Lunghezza del pronoto jj-Jj-. : 437,5; largh. post, pronoto: 542,5; lungh. mesonoto : 525; largh.: 700; lungh. metanoto sui lati : 245 ; largh. metanoto: 595 ; lungh. propodeo: 503,5; largh. mass, propodeo: 402,5. Capo. — Il capo (fig. VII, 1 ; v. pag. 24) è più lungo che largo, coi margini laterali moderatamente convessi; il dente mediano dell' espansione tridentata frontale è pochissimo sporgente ; la sua superfìcie è rivestita di setole minute e piuttosto fitte ; gli occhi non sono situati presso gli angoli anteriori del capo ; i margini laterali della capsula cranica infatti, innanzi ad essi, sono lunghi circa l/6 del tratto posteriore agli occhi medesimi (fig. VII, 1). — Antenne (fig. VI, 1 e 2 ; VII, 1) di 5 articoli ; la radicola è lunga quanto lo scapo ; questo circa 2 volte la sua larghezza ; il 2.° articolo è la metà dello scapo e circa 2 volte la sua larghezza ; è tagliato obliquamente all' apice ; il 3.° è lungo circa quanto il 2.° e tagliato obliquamente all'apice, però con obliquità inversa a quella del 2.° ; il 4.° è poco più lungo del 3.° e similmente tagliato all'apice ; il 5.° è il più lungo di tutti, anche del 3.° e del 4.° considerati insieme ; è attenuato all'apice ; setole e sensilli come nelle figure. — Mandibole come nelle fig. VI, 3 e 4. - - Mascelle del 1.° paio con 2 setole per ciascuna (fig. VI, 5). — Lab bro inferiore rudimentale, tubercoliforme, con una setola piuttosto lunga (fig. VI, 5). Torace. — Il pronoto (fig. VI, 6) è meno lungo che largo alla base, moderatamente convesso in senso trasverso, con angoli anteriori ben distinti e rotondati ; all' innanzi è meno largo del capo e provvisto di un numero scarsissimo 22 di microscopici peluzzi ; prosterno (fìg. VII, 2, S), come si è descritto nel genere (1) ; i margini laterali della sua parte an- teriore sono concavi ; gli episterni protoracici (tig. VII, 2, E) molto allungati, circa 4 volte la loro larghezza. — Il me- Fio. VI. C. arabicus Mayr <^! — l. Antenna veduta ventralmente. — 2. La medesima veduta dal dorso. — 3. Mandibola dalla faccia dorsale. — 4. La stessa dalla faccia ventrale. — 5. Mascelle del 1.° paio e lab- bro inferiore. — 6. Torace e propodeo veduti dal dorso. — 7. Zampa anteriore. — 8. Z. media. — 9. Z. posteriore. — IO. Gastro a uriti completamente estroflessi, veduto dal dorso. — II. Parte prossimale dello stesso veduta ventralmente : P, pene ; S, spiraeoli tracheali ; II-X, urotergiti o urosterniti corrispondenti. sonoto (fìg. VI, 6) è più largo della sua lunghezza mediana, rotondato e sporgente sui lati, a superficie convessa in senso trasverso ed un po' anche longitudinalmente, quasi glabro. Parti sterno-pleuralì come nella fìg. VII, 2 ; lo sterno è (1) 1. e, Voi. X, pag. 143. — 23 - del tipo più ampio. — Metanoto-propodeo (fig. VI, 6) non completamente distinti fra loro ; i margini laterali della parte metatoracica sono convessi e convergenti all' indietro ; parte sterno-pi eur al e come nella fig. VII, 2. — Il propo- deo propr. detto è molto sporgente sul gastro (maschi ba- xicrìptog astri), attenuato e rotondato al suo estremo distale (fig. VI, 6). Appendici ventrali del torace. — Zampe anteriori (fig. VI, 7): Femore lungo circa 2 volte la sua larghezza massima ; tibia lunga un po' più della metà del femore; il resto, insieme ai denti, alle setole ecc. come nella figura. — Zampe medie (fig. VI, 8) : Anca lunga un po' più di 2 volte la sua lar- ghezza massima ; trocantere indistinto ; femore col margine dorsale fortemente sporgente e convesso, provvisto di al- cune setole e di vari dentini brevi e subconici ; tibia lunga circa quanto il femore, con numerosi denti sparsi come nella figura, ma specialmente lungo i margini dorsale e distale ; tarso lungo circa quanto la tibia ; il 1.° articolo è lungo circa quanto i due seguenti presi insieme ; il 5.° è un po' più lungo del 1.° ; gli articoli 1-4 portano tanto all'apice ventrale quanto a quello dorsale alcuni denti brevi e conici; setole ecc. come nella figura. — Zampe posteriori (fig. VI, 9) : Anca lunga circa 1 volta e */2 la sua larghezza e provvista di espansione dorsale ; femore subglabro; tibia più breve del femore; con pochi denti alla sua faccia esterna, uno apicale e una piccola cresta, bi- o tridentata brevemente, pure apicale nessuna setola ; tarso più }ungo della tibia ; il 1.° articolo è più lungo dei tre che lo seguono considerati insieme ed è provvisto di un discreto numero di dentini distribuiti come nella figura ; il 5.° è meno lungo del 1.°; gli articoli 2-4 portano alcuni denti presso il loro margine distale, 1' ultimo alcune setole Addome. — Per il propodeo si è visto già (fig. VI, 6 e VII, 2); gastro sul tipo già descritto (1) e come è ripro- (1) 1. e, Voi X, pag. 145-146 — 24 — dotto nelle fìg. VI, 10 e 11 ; il 3.° e 4.° urotergite sono incavati a sella per ricevere il propodeo ; punteggiatura Fio. VII. C. arabicus Mayr <$. — I. Capo veduto dal dorso. — 2. Torace e propodeo vedati dal ventre. — 3. Parte distale del gastro, a uriti completamente estroflessi, veduta dal dorso: C, cerei; C", C" e C", anche del 1.°, 2.° e 3.° paio di zampe ; E, episterni protoracici ; P, pene ; Q, pronoto; s, spiraeoli tracheali; S, S' e S", zone sternali del prò-, meso- e metatoraee ; t, trachee ; L, collare membranoso intersegmen- tale compreso fra il 9.° ed il 10.° urite : I, propodeo mostrante tutta la parte libera sporgente sul gastro ; VIII-X, 8.°-10.° uriti. come nella fig. VI, 10 ; 8.° urite con spiraeoli tracheali a pe- ritrema reniforme ; il 9.° è lungo la metà dell'8.0 ; il 10.° è — 25 — circa lungo quanto il 9.°, ma più ristretto, con cerei pic- coli, laminati, bilobati alla base, rotondati all'apice e for- niti di 4 dentini (fig. VII, 3, X C). — Pene attenuato al- l'apice, sensilli come nella fig. VII, 3, P. Distribuzione geografica. — I tipi di Mayr provenivano dallo Jemen; io ho avuto a mia disposizione solo esemplari dell' Eritrea : 2 maschi di Keren e 14 di Ghinda ; 8 fem- mine di Keren e una trentina di Ghinda, tutti conservati in alcool e raccolti nel 1914 da G. Rossetti. Ecologia. — Questa specie vive nel F. sycomorus L. Osservazioni. — La $ è facilmente riconoscibile per la lunghezza eccezionale del 6.° articolo delle antenne che non ha l'eguale in alcun altra specie del genere; il ^ , fra quelli a 5 articoli nelle antenne e col 3.° non in forma d'anello, si distingue subito per la relativa brevità del 4.° articolo, per la relativa lunghezza del 2.° e per il 10.° urite prov- visto di cerei. CERATOSOLEN MEGACEPHALUS Grandi. Boll, del Lab. di Zool. gen. ed Agr. della R. Scuola Sup. di Agric. di Portici, Voi. X, pag. 151. Femmina. Capo, ad eccezione delle parti submembranose, prò-, meso- e metanoto, propodeo e urotergiti 2°-6° di color nero- castagno; mandibole e i primi 3 articoli delle antenne fulvo-ferruginei; gli altri articoli umbrino-fuliginei; parti sterno-pleurali del torace e zampe di color melleo-fulvo; urosterniti dello stesso colore, con una zona centrale fuli- gineo-castana; occhi vinosi; ali ialine, con setole umbrine e venature umbrino fuliginee. (Esemplari conservati a secco). Dimensioni. — Lunghezza del capo jm. : 822,5; largh. fra il marg. esterno degli occhi: 735; lungh. torace -f- propo- deo: 1050; largh. pronoto: 700; largh. mesonoto: 665; largh. — 26 — propodeo: 647,5; lungh. gastro : 1085; largh. : 853,5; lungh. terebra: 1260; lungh. ali anter. : 2428,5; largii. 1137; lungh. ali poster.: 1505; largh.: 385. Capo. — Il capo (fig. Vili, 1) è grande, un po' più lungo che largo fra il margine esterno degli occhi; il margine epi- Fm. Vili. C. megacephalus Grnd. Q. — I. Capo veduto di faccia. — 2. An- tenna. — 3. Mascelle del 1 ° paio e labbro inferiore. — 4. Torace e propodeo veduti dal dorso (per 1' interpretazione delle varie parti cfr. fig. IV). — 5. Stigmatica fortemente ingrandita. stomaie ha i lobi sublaterali ben sporgenti e rotondati; quelli submediani pure sporgenti e rotondati; il mediano ben sviluppato e poco meno sporgente di quelli submediani ; - 27 — i margini laterali del capo innanzi agli occhi sono più lun- ghi del diametro longitudinale degli occhi medesimi e con- vergenti all' innanzi; il margine posteriore ben sporgente dietro agli occhi e rotondato; setole minutissime e scarse come nella figura. Occhi relativamente piccoli; ocelli invece relativamente grandi ; zona centrale frontale indurita molto ridotta e subcordiforme (fìg. Vili, 1). Le antenne (fig. Vili, 2) hanno lo scapo lungo circa due volte la sua larghezza, ristretto alla base, fornito di setole e di dentini come nella figura; 2.° e 3.° al solito, quest'ultimo con squama tozza e distintamente piegata all' infuori; il 4.° è vistosamente più lungo che largo, circa 2 volte la sua larghezza distale ; il 5.° è quasi tanto lungo quanto il 4.° ma più largo al suo apice; setole forti e lunghe e sensilli celoconici che lo occu- pano per più di 3/4 della sua lunghezza come nella figura; il 6.° è più lungo del 5.° e largo quasi il doppio all'apice; è assai ristretto alla base; il 7.° è lungo circa quanto il 5.°, ma più largo anche del 6.°; è quindi più largo che lungo; l'8.° è simile al 7.°, ma anche un po' più largo; questi tre arti- coli sono forniti di una sola serie trasversa di sensilli celo- conici molto lunghi e di varie setole robuste distribuite come nella figura. Gli articoli 9.°, 10.° e 11.0 sono più o meno completamente fusi (sussistono accenni incompleti di linee divisorie) insieme in una clava larga quanto 1' 8.° articolo e lunga due volte la sua larghezza; sensilli celo- conici e bacilliformi, setole ecc. come nella figura. — Man- dibole (fig. IX, 1) sul solito tipo; l'appendice (1) porta 8 squame rilevate; setole molto brevi come nella figura. — Mascelle del 1.° paio (fig. VIII, 3) con processi bacilliformi forniti di lunga setola apicale e con un'altra setola quasi ugualmente lunga all'estremità distale del pezzo. — Labbro inferiore (fig. Vili, 3) con 2 lunghe setole apicali. Torace. — Pronoto (fig. Vili, 4) piuttosto ampio, fornito (1) Vedi nota 1 a pag. 17. — 28 — di varie setole lunghette. — Mesonoto con scapole più lunghe che larghe; tanto esse quanto lo scuto portano poche seto- line. Scutello circa tanto lungo quanto largo con alcune se- tole brevi; ascelle subtriangolari; parascutelli ampi, allun- gati, glabri. Postfragma sorpassante di poco il margine posteriore del propodeo. — Metanoto al solito (fig. Vili, 4). Pio. IX. C. megacephalus Grnd. O. — I. Mandibola colla sua appendice ve- duta dal ventre. — 2. Ali del 1.° e 2.° paio ; la pelosità di più della metà distale di ciascuna ala non è disegnata — 3. Parte distale della stigmatica di un altro esemplare (cfr. fig. Vili, 5). — 4. Zampa ante- riore. — 5. Z. media. — - 6. Z. posteriore. Appendici dorsali del torace. — Ali anteriori (fig. IX, 2) più lunghe di 2 volte la loro larghezza massima; la cellula costale misura circa 7 volte la sua larghezza ; la marginale è più breve della postmarginale e distintamente più lunga della stigmatica; questa è piuttosto inclinata e termina con una clava mediocre, attenuata all' innanzi in una sporgenza ben distinta e fornita di 4 sensilli disposti come li mo- — 29 — strano le fìg. Vili, 5 e IX, 3. Setole ecc. come nella figura. — Ali posteriori (fig. IX, 2) lunghe un po' più di 4 volte la loro larghezza; setole, e il resto come nella figura. Appendici ventrali del torace. — Zampe anteriori (fig. IX, 4): Anca un po' più lunga di 2 volte la sua massima larghezza, il suo margine ventrale è fittamente peloso come lo mostra la figura; femore lungo più di 2 volte e 1/i la. sua massima larghezza; tibia lunga poco più di lJ3 del femore; tarso lungo circa 2 volte la tibia; il i.° articolo è di poco più breve della tibia (denti compresi) e circa quanto i tre che lo se- guono; il resto come nella figura. — Zampe medie (fìg. IX, 5): Anca un po' più larga che lunga ; trocantere robustissimo: al suo estremo distale un po' più largo (alto) della massima larghezza (altezza) del femore, lungo poco meno di 2 volte la sua larghezza; femore piuttosto gracile, lungo 2 volte e Yj il trocantere, un po' strozzato prima della base, atte- nuato all'apice; tibia lunga quasi quanto il femore più il tro- cantere e con uno sprone apicale semplice; tarso più lungo della tibia; il 1.° articolo è lungo circa quanto i due se- guenti considerati insieme o poco più; il 5.° è tanto lungo quanto il 2.°; il resto e le setole come nella figura. — Zampe posteriori (fig. IX, 6) : Il femore è lungo meno di 2 volte la sua massima larghezza; il suo margine ventrale, presso la base, sporge un po' ad angolo rotondato; è provvisto di nu- merose setole piuttosto lunghe; tibia con 2 denti apicali, dei quali uno è bipuntuto; tarso lungo quasi 3 volte la tibia; il 1.° articolo è più lungo della tibia e circa tanto lungo quanto i 3 che lo seguono presi insieme; setole e il re- sto come nella figura. Addome. — Propodeo (fìg. Vili, 4) largo più di 3 volte la sua lunghezza mediana; setole come nella figura. — Gastro più lungo che largo; tere.br a più lunga di esso, circa 1 volta e f/8 la sua lunghezza. — 30 — Maschio. Sconosciuto. Distribuzione geografica. — Sei esemplari conservati a secco, raccolti nel 1910 dal Dott, E. Bayon a Bussu Busoga nell' Uganda e comunicatimi dal Museo Civico di Storia Naturale di Genova. Ecologia. — Sconosciuto il nome specifico del fico ospi- tatore. Osservazioni. — Fra le specie a terebra più lunga del gastro, ad articoli 6-8 delle antenne normali, a marginale più breve della postmarginale, è facilmente riconoscibile per il grande sviluppo del capo, che è più lungo (alto) che largo fra il margine esterno degli occhi composti. ?SYC0PHAGA SYC0M0RI (L.) (1) sycomori (Lin ) Syst. Nat., Ed. 10.a, 1758, p. 554, n. 14. sycomori (Hasselq.) Iter Palaestinum, 1757, P. II, pag. 426, n. 113. ? crassipes Westw. Trans. Entom. Soc. London, II, 1840, pag. 222, Tav. XX, fig. 5 a-k; id. id. 1882, pag. 61-55, Tav. 2 e 3. sycomori Grandi. Boll, del Lab. di Zool. gen. ed Agr. della E. Scuola Sup. di Agric. di Portici, Voi. X, pag. 235, 236, fig. XXIX- XXXII. Femmina. Uniformemente di colore castagno-fuligineo oscuro; an- tenne umbrino-fuliginee; parte anteriore dell'epicranio, solco mediano e mandibole fulvo-ferruginei; occhi livido-vinosi. Talvolta l'apice dei femori, sempre le tibie, i tarsi ed i pre- tarsi e l'ovopositore di color ocroleuco-ocraceo ; le valve del- l'ovopositore sono dello stesso colore, ma listate di nero e oscurate all'estremità; i denti delle tibie anteriori e poste- riori sono più intensamente colorati. Ali ialine con vena- ture umbrino-chiare. (Esemplari in alcool). (1) Per le altre figure riguardanti questa specio, vedi la trattazione generica nel primo mio contributo, 1. e. pag. 221-233, fig. XXIX-XXXII. il — Dimensioni : Lunghezza (altezza) del capo. . . . \x-\j-. Larghezza del capo fra il margine esterno degli occhi > Lunghezza del torace compreso il propodeo > Larghezza posteriore del pronoto. Larghezza anteriore del mesonoto Larghezza anteriore del propodeo Lunghezza del gastro . Larghezza massima del gastro . Lunghezza dell'ovopositore Lunghezza delle ali anteriori . Larghezza massima delle ali anteriori 437,5 ; 490 525. 472,5 525 577,5 752,5 980 1102,5. 420 490 560. 437,5- 503,5 595. 420 490 560. 805 ; 1067,5 1050. 577,5 770 840. 1622,6 1640 1750. 1470 ; 1640 1995. 700 787,5 927,5 Capo. — Il capo (fig. X, 1) è più largo fra i margini esterni degli occhi che lungo (alto); veduto dal dorso (di fac- cia) è brevemente rotondato dietro agli occhi e il margine posteriore appare un po' concavo nel mezzo; i margini late- rali innanzi agli occhi, sono diritti, convergenti all' innanzi e lunghi più di 3/4 la lunghezza degli occhi medesimi. Il mar- gine epistomale, oltre la punta breve ed acuta mediana, pre- senta due deboli sporgenze sublaterali e due deboli subme- diane ed è fornito di una coppia di setole lunghette presso la base della punta media. La parte dorsale del capo (fac- cia) è moderatamente convessa; la distanza fra i due tortili delle antenne è uguale a l/3 della parte anteriore dell' epicra- nio compresa fra il limite anteriore dei tonili ed il margine epistomale e ad l/B del tratto compreso fra il loro limite posteriore e l'ocello impari; la superfìcie del capo, fra i due toruli e fra le due branche anteriori della depres- sione mediana, è piatta e si spinge indietro per poco, oltre i toruli stessi, in un processo appuntito. Gli ocelli sono di- sposti a triangolo poco ottuso come nella fig. X, 1. Setole minute e sparse come nella figura. — Le antenne (fig. X, 2) hanno lo scapo un po' attenuato verso la base, lungo (ra- dicola compresa) 4 volte e i/i la sua massima larghezza, prov- visto di poche setole; il 2.° articolo è lungo circa la metà — 32 — dello scapo e due volte la sua larghezza apicale; il 3.° ar- ticolo è trasverso, largo 2 volte Ys-3/4 la sua lunghezza, glabro; il 4.° è meno trasverso, largo circa 1 volta l/, la sua lun- 5 ^4^ Fio. X. ? Sycophaga sycomori (L.) Q. — I. Capo veduto di faccia. — 2. An- tenna. — 3. Mandibola veduta dalla faccia dorsale. — 4 La stessa veduta dalla faccia ventrale. — 5. Ali del primo e del secondo paio. — 6. Parte della marginale, della postmarginale e stigmatica mag- giormente ingrandite. — 7. Zampa anteriore. — 8. Z. media. — 9. Z. posteriore. ghezza e con alcune setole; gli articoli 5.°, 6.°, 7.°, 8.°, 9.° e 10.° sono simili di forma, un po' ristretti alla base; circa tanto larghi quanto lunghi; dal 6.° al 10° però progredi- scono debolmente in larghezza; 1' 11.°, il 12.° e il 13.° sono pressati fra loro a formare una clava lunga quanto gli ar- ticoli 5-7 presi insieme. Setole e sensilli come nella fìg. X, 2. — Le mandibole sono piccole, allargate alla base, attenuate verso l'apice in un dente ricurvo ed acuto ; il margine orale presenta due abbozzi subtriangolari rotondati di denti. Se- tole grandi e larghe lungo il margine dorsale del dente — 33 — apicale ed altre come nella fig. X, 3 e 4. — Masceììe del 1.° paio con cardini brevi, accostati fra loro, bacilliformi; sti- piti allungati, lunghi più di due volte la loro larghezza, quasi a contatto alla loro base, divergenti all'apice e quivi rotondati; portano presso la loro base una setola lunga e robusta; palpi mascellari inseriti all'estremo apice dello sti- pite, uniarticolati, appena sporgenti, subrotondati, con 3 se- tole apicali delle quali una è brevissima; il lobo è allun- gato e attenuato all'apice. — Il labbro inferiore porta i palpi labiali biarticolati, col 1.° articolo grande, lungo circa 2 volte e 72 la slla larghezza, subcilindrico, tagliato obliquamente all'apice, provvisto di una lunghissima setola robusta e di un sensillo; il 2.° articolo è molto più breve del 1.°, allar- gato verso l'apice e quivi tagliato obliquamente; è fornito di 3 setole apicali, delle quali l' interna è più lunga del- l'articolo e robusta; la media è brevissima; l'esterna poco meno lunga dell' interna, larga e forte. Toeace. — Il pronoto è trasverso, più largo alla base che lungo nel mezzo, attenuato all' innanzi e rotondato, concavo al margine posteriore; debolmente convesso in senso trasverso; sui lati si ripiega in due bande che si portano ventralmente a contatto cogli episterni; è provvisto di una breve linea impressa mediana, anteriore e longitudinale che si continua posteriormente con una serie di punti. — Il me- sonoto mostra le scapole più lunghe che larghe, subtriango- lari e col margine esterno convesso e brevemente intac- cato ; lo scutello è più lungo che largo ; i parascutelli sono appena un po' più grandi delle ascelle. — Il metanoto è in forma di banda trasversa un po' allargata sui lati. Pochis- sime e brevissime setole. Per le parti sternali e pleurali v. la descrizione del genere e relative figure (1). Appendici doesali del toeace. — Ali anteriori (fig. X, 5 e 6) un po' più lunghe di due volte la loro massima lar- (1) 1. e , Voi. X. pag. 222, 223. fig. XXIX. Anno XLVI11. 3 — 34 - ghezza, rotondate all'apice e col margine costale pressoché diritto. La cellula costale è lunga circa 8 volte la sua lar- ghezza massima; la venatura subcostale non raggiunge i 3/„ della lunghezza totale dell'ala; l'omerale è lunga 1 volta e V2 la marginale più la postmarginale ; la marginale è un po' meno della metà della postmarginale; la stigmatica è un po' più lunga della marginale; setole e sensilli come nella fìg. X, 5 e 6. — AH posteriori lunghe meno di 3/s di quelle anteriori e circa 3 volte e */, la loro massima larghezza ; la venatura subcostale è lunga un po' meno di 4/6 della lun- ghezza totale dell'ala; setole come nella fìg. X, 5. Appendici ventrali del torace. — Zampe anteriori: Anca ristretta distalmente, lunga più di due volte la sua lar- ghezza massima; femore lungo circa 2 volte la sua lar- ghezza massima (altezza), attenuato ai due estremi, col mar- gine dorsale fortemente ricurvo ; tibia brevissima, lunga circa la metà del femore, provvista di uno sprone biforcuto e all'apice della faccia esterna di una sorta di cresta tri- dentata ; tarso lungo circa 1 volta e ifi la tibia; il 1.° ar- ticolo è un po' meno lungo dei tre seguenti considerati i»sieme ed è tagliato obliquamente all'apice ; il 2.°, 3.° e 4.° sono tagliati all'apice pure obliquamente (il 4.° meno degli altri) e diminuiscono gradualmente di lunghezza; il 5.° è lungo circa come il 1.° o un po' più lungo; pretarso, setole, sensilli ecc. come nella fìg. X, 7. — Zampe medie: Anca larga quasi due volte la sua lunghezza; trocantere più lungo del- l'anca e più di 2 volte la larghezza massima del femore ; femore lungo circa 5 volte la sua larghezza massima (al- tezza) ; tibia lunga 1 volta e '/8 il femore, ristretta alla base, armata di uno sprone apicale semplice; tarso più lungo della tibia, col 1.° articolo lungo circa quanto i tre che lo se- guono considerati insieme e tagliato obliquamente all'apice; il 5.° è lungo circa come il 2.°; pretarso, setole e sensilli come nella fig. X, 8. — Zampe posteriori: Anca lunga 1 volta e ' .,, la sua massima larghezza; femore lungo meno di 2 volte — 35 — - la sua larghezza, attenuato all'apice, col margine dorsale convesso e forte Diente sporgente all'i ndietro, prossinialmente, in forma di gobba rotondata; tibia più lunga della metà del femore e circa 2 volte e ì/t la sua larghezza apicale, ristretta alla base; la serie esterna distale obliqua di denti ne comprende da 7 a 9; il loro numero varia entro questi limiti non solo negli esemplari della stessa regione e della stessa pianta, ma anche nelle due zampe dello stesso esem- plare: in un esemplare di Cheren la tibia sinistra ne porta 9, S la destra; in un altro della stessa località la tibia sini- stra ne ha 7 e 8 la destra; un individuo di Kinda ha la tibia sinistra con 8 denti e la destra con 9 ; un altro del- l'Asinara ne ha 7 in ambedue le tibie; tarso lungo quasi il doppio della tibia, più robusto di quelli medi e ante- riori; il l.° articolo è lungo quanto i tre che lo seguono presi insieme; è meno lungo della tibia e lungo circa 5 volte la sua massima larghezza (altezza); il 5.° è lungo circa quanto il 3.°; il 1.° porta lungo la faccia esterna 2-4 denti brevi, robusti, conici, di questi l'ultimo è apicale ed ha per corrispondente nella faccia interna una setola lunga, larga e robusta; gii articoli 2.° e 3.° hanno un solo dente api- cale ed una setola opposta come il 1.°; il 4.° possiede solo una coppia di setole. Anche i denti dei tarsi vanno sog- getti alle stesse variazioni di quelli delle tibie; esemplari di Kinda hanno 2 denti al primo articolo, esemplari di Asmara ne hanno 3; per gli articoli 2.° e 3." pare costante il numero di uno. Pretarso, setole e sensilli come nella % X, 9. Addome. — Il propodeo è più di due volte largo all' in- nanzi che non lungo nel mezzo e moderatamente convesso in senso trasverso. — Per il gastro vedi la descrizione del genere (i). (1) 1. e, Voi. X, pag. 225, 226, fig. XXIX-XXX. - 36 — Maschio. Capo, torace, propodeo e zampe di color ferrugineo-ocra- ceo, con linee intersegmentali, marginali e parti rinforzate dal tegumento fulvo-umbrine. Le mandibole sono umbrino- fnliginee; le antenne dello stesso colore del corpo, colla clava biancastra; le tibie delle zampe appaiono più oscure; il ga- stro è un po' più chiaro; le parti meno indurite sono bian- castro-sudicie. Dimensioni : Lunghezza del capo .... Larghezza massima del capo Lunghezza del pronoto Larghezza massima del pronoto Lunghezza del mesonoto. . Larghezza massima del mesonoto Lunghezza del propodeo Larghezza massima del propodeo Lunghezza del gastro. . Larghezza del 2.° urotergite . Larghezza dell'S.0 Lunghezza delle appendici degli spiracoli ^ 647,5 665 700 ; » 437,5 402,5 402,5; »> 700 ; 717,5 ; 595 ; » 402,5 420 402,5; » 402,5 ; 385 360 ; » 350 350 328,5; » 437,5 437,5 » 350 350 » 1365 1470. » 297,5- 297,5. » 455 490 . 717,5; 472,5; 735. 490. 665. 420. 350. 350. 437,5. 328,5. 997,5; 927,5. Capo. — Il capo si mostra allungato, lungo più di 1 volta e 7 , la sua larghezza; per i '8/6 posteriori debolmente atte- nuato all' innanzi; nel suo 6.° anteriore ristretto maggior- mente; rinforzi lineari endoscheletrici submediani dorsali posteriormente un po' divergenti; quello mediano dorsale molto breve. La punteggiatura è in gran parte orientata in serie mediane -posteriori, longitudinali e un po' ondu- late (1); ai lati della sporgenza mediana del margine epi- stomale una setola sola. — Antenne collo scapo un po' più lungo che largo, a margine anteriore (interno) sporgente nel mezzo, ed a margine posteriore (esterno) rotondato e 1 1. e, Voi. X, pag. 229, fig. XXXI. — 37 — sporgente a gobba presso la base; il 2.° articolo è più lungo che largo, ristretto alla base e lungo circa i , dello scapo; il 3.° articolo è subcilindrico, poco più lungo che largo; il 4.° è meno lungo del 3.° e ristretto all'apice. — Mandibole sul tipo descritto per il genere; vedi le figure relative (1). — Mascelle del 1." paio e labbro inferiore rudimentali; si os- serva un pezzo unico, sprovvisto di processi laterali e for- nito di alcune setole e sensilli. Torace. — Pronoto lungo più di 1 volta e 1 , la sua massima larghezza ; all' innanzi un po' meno largo ; è for- nito di alcune minute setoline disposte irregolarmente e percorso da linee punteggiate longitudinali mediane ; poste- riormente è striato per il lungo. — Mesonoto circa tanto lungo quanto largo o appena un po' più luugo nel mezzo che largo ; è percorso quasi completamente da linee longi- tudinali punteggiate. — Metanoto-propodeo lungo circa 1 volta e V9 la sua larghezza e anch'esso striato-punteggiato longitudinalmente ; poche setole. Per le figure relative al torace vedi la descrizione del genere (2). Appendici ventrali del torace. — Zampe anteriori: Anca lunga più di 1 volta i ., la sua larghezza distale ; femore più lungo che largo (alto); tibia più corta del femore ; tarso più lungo della tibia, col 1.° articolo lungo quanto i tre seguenti presi insieme e fornito di una coppia di brevi denti all' apice ventrale ; il 5.° articolo è lungo circa quanto i quattro precedenti presi insieme e più di due volte la sua massima larghezza (altezza). Pretarso, denti e sensilli come nella fig. XI, 1. — Zampe inedie : Anca più lunga che larga ; femore meno lungo dell' anca, più lungo che largo (alto), col margine dorsale un po' sporgente a gobba ro- tondata verso la base; tibia meno lunga del femore ; tarso distintamente più lungo della tibia; il 1.° articolo è più (1) 1. e, Voi. X, pag. 232, fig. XXXII. (2) 1. e, Voi. X, pag. 229, fig. XXXI. — 38 - lungo dei tre seguenti presi insieme, più di tre volte la sua larghezza massima (altezza), moderatamente dilatato all' apice, provvisto all'apice ventrale di una coppia di denti subconici ; il 5.° articolo è lungo come il 1.° o poco più lungo ? S. sycomori (L.) q. posteriore. Fio XI. I. Zampa anteriore. — 2. Z. media. 3. Z. e circa 2 volte e L/2 la sua larghezza (altezza). Pretarso, setole, denti e sensilli come nella fig. XI, 2. — Zampe posteriori : Anca lunga più di 1 volta e rft la sua larghezza ; femore più lungo che largo (alto), simile a quello medio ; tibia un po' meno lunga del femore ; tarso più lungo della tibia ; il 1.° articolo è lungo 1 volta e l/s i tre seguenti presi in- sieme e circa 4 volte la sua larghezza (altezza) apicale ; all' estremo distale porta una coppia di denti ventrali ; il 5.° articolo è lungo circa quanto il 1.° e 3 volte la sua — 39 — larghezza. Pretarso } setole, denti e sensilli come nella fig. XI, 3. Addome. — Il propodeo si è già esaminato a proposito del torace ; per la forma del gastro e per i suoi caratteri vedi la descrizione del genere (1). Distribuzione geografica. — Se i miei esemplari si ri- feriscono davvero alla S. sycomori Linneo, questa specie sarebbe stata trovata fino ad oggi con sicurezza nella Siria, nell' Egitto e nell' Eritrea ; restano da confermarsi tutte le altre località per le quali confronta anche Mayr, 1885, pag. 193 (2). Waterston la cita anche di Grecia (3). Ecologia. — Pare abiti esclusivamente nei frutti del Ficus sycomorus L. Osservazioni. — La specie sopra descritta, come già si è accennato nelle osservazioni in calce alla diagnosi gene- rica, non si riporta con certezza alla 8. sycomori (Linneo). SYCOPHAGA SILVESTRII Grnd. TENEBROSA Grandi. Boll, del Lab. di Zool. gen. ed Agr. della R. Scuola Sup. di Agr. di Portici, Voi. X, pag. 235. Femmina. Di colore simile a quello della forma tipica ; le zampe sono di color ocroleuco-isabellino, ma hanno la parte dor- sale dei femori anteriori, la metà prossimale di quelli medi e quelli posteriori di color castagno. Dimensioni. — Lunghezza del capo p.p-. : 577,5; larghezza fra il margine esterno degli occhi: 577,5; lunghezza del torace e del propodeo: 1120; larghezza post, del pronoto: 542,5; largh. ant. del mesonoto : 577,5 ; largh. del propodeo: 542,5; (1) 1. o , Voi. X, pag. 231, 232, fig. XXXII. (2) Mayr G., Feigeninsecten. Verhandl. d. k. k. Zool. bot. Ges. Wien, Bd. XXXV. 1885, pag. 147-250. (3) Waterston J., Notes on African Chalcidoidea, V, « Bull. ofEntom. Research", Voi. VII, Pt. II, Oct. 1916, pag. 123-132. — 40 — luugh. del gastro: 1015; largh. massima del gastro : 910; lungh. della terebra: 1802, 5; lungh. ali ant. : 1872,5; largh. mass, ali ant.: 840; lungh. ali post.: 1242,5; largh. mass, ali post. : 367,5. Capo. — Il capo è tanto lungo quanto largo fra il mar- gine esterno degli occhi composti; il margine epistomale presenta le due parti laterali alla prominenza mediana non differenziate in lobi, ma uniformemente e debolmente con- Fig. XII. S. silvestrii Grnd. tenebrosa Grnd. $. — I. Capo veduto di faccia. 2. Antenna. — 3. Ali del primo e del secondo paio. — 4. Parte della marginale, della postmarginale e stigmatica maggiormente ingrandite. — 5. Zampe anteriori. — 6. Z. media. — 7. Z. posteriore. vesse; i margini laterali del capo innanzi agli occhi sono di poco meno lunghi del diametro maggiore degli occhi stessi, convergenti all' innanzi e assai debolmente convessi ; il margine posteriore, guardando il capo di faccia, appare pochissimo sporgente ; lo spazio compreso fra le inserzioni delle antenne è aguale ad '/6 della distanza esistente fra — 41 — il margine anteriore dei tonili e il margine epistomale e circa ad l/8 di quello compreso fra il limite posteriore dei tortili e l'ocello impari. Setole come nella fig. XII, 1. — Antenne (fig. XII, 2) collo scapo lungo 5 volte e ' 2 la sua massima larghezza; il 2.° articolo è lungo un po' più di due volte la sua larghezza apicale ; il 3.° è largo 2 volte e */a la sua lunghezza; il 5.° è un po' più largo che lungo ; il 6.° è più lungo e più largo del 5.° ed è circa tanto largo quanto lungo o appena più largo che lungo ; gli arti- coli 7.°- 10.° sono più larghi che lunghi, più larghi del 6.°, ma di poco o per nulla più lunghi. Clava al solito. Ogni faccia degli articoli 7.°-12.° presenta da 7 a 8 sensilli ce- loconici; il 13.° ne porta quattro. — Mandibole sul solito tipo. — Mascelle del 1° paio slabbro inferiore lo stesso. Torace. — Simile a quello delle altre specie. Appendici dorsali del torace. — Ali anteriori (Fig. XII, 3 e 4): l'omerale è lunga più di 1 volta e i/ì la marginale e la postmarginale ; la marginale è più breve della postmargi- nale; la stigmatica è uguale alla marginale. La cellula co- stale è lunga circa 8 volte la sua larghezza ; setole ecc. v. fig. XII, 3 e 4. — Ali posteriori, lunghe un po' meno di 3 volte e l/8 la loro larghezza. Setole ecc. come nella fig. XII, 3. Appendici ventrali del torace. — Zampe anteriori: Anca, trocantere, femore e tibia simili a quelli della forma tipica; il tarso è lungo circa 1 volta e ijh la tibia ; il primo articolo è lungo come quello della f. tipica ; il 5.° è un po' più breve del 1.°. Setole ecc., come nella fig. XII, 5. — Zampe medie: Anca, trocantere simili; femore lungo meno di 5 volte la sua larghezza massima (altezza) ; il 1.° arti- colo del tarso è più lungo dei tre seguenti presi insieme. Setole ecc. come nella fig. XII, 6. — Zampe posteriori: Il femore è lungo meno di due volte la sua massima lar- ghezza (altezza) ; la tibia circa due volte e !/2 la sua larghezza distale : è armata di 7-8 denti ; talvolta una — 42 — zampa ne porta Tel' altra 8 ; il 1.° articolo del tarso è lungo circa 6 volte e '/, la sua massima larghezza (al- tezza) e armato di 7 ad 8 denti ; il 2.° articolo porta 2 o 3 denti (talvolta 2 in una zampa e 3 nell' altra) ; il 3.° uno ; il 4.° nessuno ; il 5.° articolo è un po' meno lungo del 2.°. Setole, sensilli, ecc. come nella fig. XIT, 7. Addome. — Simile a quello della specie tipica ; il ga- stro è poco più lungo della sua larghezza; la terebra è lunga 7/4 del gastro. Distribuzione geografica. — 2 esemplari, conservati a secco, raccolti nel 1910 dal Dott. E. Bayon a Bussu Bu- soga nell' Uganda e comunicatimi dal Museo Civico di Sto- ria naturale di Genova. Ecologia. — È rimasta sconosciuta la pianta nei frutti della quale sono stati raccolti. Osservazioni. — Se il maschio presenterà dei caratteri differenziali importanti, questa sottospecie potrà assurgere forse alla dignità di specie. 43 Dott. Prof. ERMANNO GIGLIO TOS MANTIDI ESOTICI GENERI E SPECIE NUOVE. Subfam. ARCHIMANTINAE. Sono Mantidi proprii dell'Australia che ricordano nel loro aspetto alcune specie delle Fischeriinae, dalla testa larga, corpo lungo, pronoto lungo, elitre ed ali più o meno corte nelle femmine. Carattere distintivo è l'avere la l.a delle 4 spine discoidali non più corta della 2.a, cosa che ha sola- mente riscontro nel gen. Thespis. Dalle vere Mantinae dif- feriscono per la forma dello scudetto frontale e per il ca- rattere ora accennato. Dividonsi in due gruppi : quello delle Archimantes con i cerei appiattiti a mo' di nastro e la l.a spina discoidale più lunga della 2.a, e quello delle Psettdomantes con i cerei cilindrici o conici non appiattiti. Gen. Archimantis Saus. A. minor n. sp. cf . 2 . Nel dare la descrizione di A. sobrina Saus. io avevo riferito con dubbio a questa specie un maschio che differiva sopratutto per le dimensioni molto minori (Bull. — 44 — Soc. ent. it., v. 41, 1909, p. 65). Avendo ricevuto altro materiale ho avuto la fortuna di trovarvi il vero maschio di A. sobrina somigliante alla femmina per la lunghezza, larghezza e forma del pronoto, e due femmine che senza dubbio sono le femmine del maschio da me attribuito prima a A. sobrina. Per questi è dunque necessario creare una nuova specie che chiamo A. minor. A. minor somiglia nella forma del corpo a A. sobrina ma le dimensioni sono molto minori, il pronoto è più corto, più stretto, le anche anteriori hanno 6-7 spine molto spa- ziate e che diventano piccolissime verso l'estremità, tra di esse stanno altre spine più piccolo nella $ 5 l0 tibie ante- riori hanno 10 spine esterne, mentre sono 9 in A. sobrina. Long. corp. ull. soc. ent. ita]., v. 41) avevo riferito a C. pellucida Saus. alcuni maschi raccolti dal Dott. Andreini nella Eritrea, facendo rilevare però un forte dubbio che realmente appartenessero a questa specie. Avendo trovato anche la femmina ho do- vuto convincermi che si tratta di una nuova specie. La femmina ha le elitre cortissime, più corte del pronoto ed è quindi, sotto quest'aspetto, affine a C. brevipennis, mon- tana, Menelikii, ma ne differisce per la forma del pronoto e della lamina sopraanale. Questa è più lunga che larga, ma meno acuta, e non oltrepassa mai l'addome. Il pronoto della femmina è granuloso. I cerei del maschio sono cilin- drici, non compressi come nelle altre specie. Long. corp. mm. cf 32, O 30; long. pron. g 9, $ 10 : long, elyt. cf 32, ? 8. C. fallax n. sp. cf. $. C. brempenni similis sed distincta: pronoto gra- ciliore, metazona vix granulata, longiore, sed coxis anticis breviore, elytris <$ latioribus, linea humerali viridi distin- cta, elytris $ pronoto brevioribus, apice rotundato. Long, corp. mm. g 29, $ 28 : long. pron. <$ 7,5, $ 9 ; long, elytr. • G. Saussurei simillima sed distincta: statura mi- nore, capite angustiore, pronoto breviore, metazona coxis anticis nonnihil breviore, ampliamone parum distincta, mar- ginibus $ magis minute denticulatis, elytris $ longiori- bus, pedibus anticis gracilioribus, elytris tf angustis, hyali- nis linea humerali viridi, distincta. Long. corp. mm. $ cf 30; long. pron. g 8, $ 9,5; long, elytr. g 22, $ 9,5. Due femmine ed un maschio dal lago Moero (Mus. Torino). Avevo determinato questa specie su un esemplare solo femmina prima come C. pellucida, poi come G. Saussurei, ma avendo potuto avere un'altra femmina ed un maschio mi sono convinto che si tratta di una specie distinta da quelle, molto somigliante pure a C. montana. C milmilena n. sp. o . Viridis. Caput latum, clypeo frontali angusto, mar- gine supero medio rotundato producto. Oculi subrotun- — 51 — dati. Pronotum marginibus totis distincte denticulatis, am- pliatione portioni angustatae subaeque longa, postico subito attenuata autrorsum vix angustata, disco prozonae utrin- que seriatim valde granuloso, areis posticis lateralibus lae- vibus, disco metazonae medio serie 2 granulis, utrinque in diroidio antico-laterali granulis minimis plurimis confertitn instructo. Elytra alaeque subpellucida, lanceolata, apicem segmenti quarti abdominalis vix superantia. Coxae anticae spinulis 9-10 spinulisque minimis nonnullis interpositis ar- matae. Trochanteres antici immaculati. Femora antica intus nigro trimaculata, spinis pallidis extremo apice nigro. Long, corp. mm. 28: long. pron. 13; long, metaz. prou. 9; lat. pron. 3; long, elytr. 9. Uua femmina da Milmil nell'Ogaden. C. alata n. sp. (/ . $ . Viridis. Oculi subconoidei. Pronotum breve, di- sco laevi, marginibus denticulatis, in ^ integris, metazona in $ coxis anticis breviore. Elytra $ abdomine nonnihil breviora, viridia Elytra rf hyalina, vitta humerali flave- scente, abdomine longiora. Alae $ ochraceae, opacae. Fe- mora antica intus in $ tri, in ^ quadrimaculata, spinis majoribus internis in <-f $ intus nigris, in ^ basi puncto nigro signatae. Coxae anticae intus punctis nigris seriatis ornata. Long. corp. mm. <£ 35, $ 30; long. pron. tf 11, $ 11,5; long." elytr. $ 27, $ 15. Una femmina che porta un' etichetta con 1' indicazione certo errata di Giava, e un maschio da Tabora nell'Africa orientale tedesca (Mus. Berlino). Somiglia assai a C. semialata ma ha le elitre più lun- ghe, le ali d'un giallo rossiccio opache, le grandi spine in- terne dei femori .anteriori nere al di dentro. C togana n. sp. La specie che io avevo creduto nel mio citato la- voro di poter riferire a C. coxalis Saus. deve essere in- — 52 — vece considerata come nuova e la designo col nome di C. togana. C. pygmaea n. sp. $ . Minuta, gracilis, viridis. Caput rainutum. angustura, oculis rotundatis. Clypeus frontalis angustissimum, margine supero medio arcuato. Pronotum breve, metazona coxis an- ticis breviore. Elytra angusta, hyalina, abdomine longiora, linea humerali brunnea. Pedes antici punctis fuscis irro- rati. Coxae anticae ad marginem anticam punctis nigris in seriem dispositis ornatae. Femora antica extus in medio serie longitudinali granulorum nigricantium ornata. Long, corp. mm. 27; long. pron. 6; long, elytr. 22. Due soli maschi: uno dal S. "W. Ruanda a 2000 m. nel- l'Africa or. tedesca (Mus. Berlino), l'altro da Entebbe nel- l'Uganda (Mus. Londra). Sebbene non conosca la femmina non esito a designare questa nuova specie, perchè i maschi per la piccolezza del corpo, del pronoto, del capo e per la rotondità degli occhi differiscono notevolmente da tutte le altre specie del ge- nere, e non hanno riscontro che col maschio di C. brevi- pennis designato da Rehn col nome di C. asignata. C. tenuis n. sp. <$. $ . Viridis, gracilis. Oculi in $ conici in £ subco- nici, summus vertex nonnihil arcuatus. Pronotum gracile, ampliatione parum distincta, disco iu <$ laevi, in $ fusco granuloso, marginibus in £ minute denticulatis. Elytra 20, $ 21; -long, metaz. g 15, $ 16,5; long. elyt. cf 41, $ 24. Un maschio ed una femmina da Nicaragua (Mas. Ge- nova, Berlino). Un altro maschio da Nicaragua, (Mus. Ber- lino) ha le elitre un po' macchiettate di bruno e le grandi spine interne dei femori anteriori un po' brune. Un' altra femmina dalla Guiana inglese ha je ali tinte in rosso cina- bro, invece che in giallo, ma sono fasciate nello stesso modo. Specie somigliante a S. ferox. ma più gracile, le elitre più strette, l'area costale delle elitre con macchie ialine. S. simplex n. sp. cf. $ . S. politae simillima sed distincta: pronoto cf lon- giore, latiore, alis <$ in dimidio postico areae analis infu- mato tessellatis, elytris $ latioribus, tarsorum anticorum articulis concoloribus. Long. corp. mm. £ 53, $ 58; long, pron. ^ 17, $ 24; long, metaz. cf 13, $ 17; long, elytr. cf 35, $ 25. Un maschio dai Messico (Mus. Budapest) ed una fem- mina dal Texas (Mus. Berlino). Gen. Isomailtis n, gen. Tipo di questo nuovo genere è Isomantis domingensis'Bea.UY. finora ascritta al gen. Stagmomantìs. Da questo genere deve • tuttavia essere distinta per la forma dello scudetto fron- tale pentagonale e pressoché così alto come largo (in Stag- momantìs è decisamente trasversale), per l'area costale delle elitre opaca nei cf » (in Stagmomantìs è ialina), i metatarsi post, più lunghi che gli altri articoli presi insieme. Gen. Stauromantis n. gen. Nel 1904 R e h n descrisse sotto il nome di Stagmoman- tìs theophila (P. U. S. Nat. S. Nat. Mus. v. 27, p. 563) un maschio e a pag. 572 della stessa pubblicazione una fem- — 55 — mina sotto il nome di Stagmatoptera insatiabilis, che ap- partengono senza dubbio alla stessa specie, che è tipo di questo nuovo genere distinto dal gen. Stagmomantis, a cui è affine, per la forma del pronoto che è pure armato ai lati di denti più forti, per la forma ovale delle elitre delle femmine, per la larghezza notevole della area costale, larga almeno quanto la metà dell'area discoidale, e sopratutto poi per i grossi denti triangolari che armano le anche an- teriori, sia nel maschio sia nella femmina. Il nome della specie è dato dal maschio perchè la sua descrizione precede quella della femmina. La specie tipica di questo genere è dunque Stauromantis theophila di Co- sta Rica e dell'Ecuador. S. Festae n. sp. cf . $ . S. theophilae affinissima sed distincta : statura minore, femoribus anticis fusco obsolete trifasciatis, geni- culis 4 posticis cf infuscatis, area costali elytrorum ^ vitta alba opaca longitudinali ad venam mediastinam ornata. Long. corp. mm. ^ 45, $ 53 ; long. pron. $ 15, $ 23 ; long. elyt. <$ 30, $ 26. Un maschio da Guayaquil (Mus. Londra) ed una fem- mina da Vinces (Mas. Torino) nell' Ecuador. Gen. Auromantis n. gen. cf . $ . Gen. Stauromanti simillimum sed distinctum: area costali elytrorum tf opaca, elytris $ apicem versus latio- ribus, coxis anticis spinis gracilibus armatis haud denti- formibus. Tipo di questo genere è A. limbata Hahn. Appartengono a questo genere A. montana Saussure et Zehnt., A. gra- cilis Rehn e A. androgyna Saus. et Zehnt., e la nuova specie A. cinctipes. Stagmatoptera typhon Rehn è la femmina di A. montana. — 56 — A. cinctipes n. sp. cf. A. montanae similis sed distincta : area costali elytro- rum flava, area discoidali nonnihil infuscata maculis spar- sim fuscis, area anali alarum maculis fuscis pedibus fusco trifasciatis. Long. corp. mm. 63 ; long. pron. 21 ; long, elyt. 47. Un solo maschio da Costa Rica (Mus. ent. Berlino). Gen. Oromantis n. gen. I due generi Oromantis e Uromantis si distinguono dai generi precedenti per avere i lobi apicali interni delle anche anteriori divergenti invece che contigui. Nella forma del corpo ricordano, ridotte a dimensioni assai più piccole, le specie del genere Stagmomantis, ma ne differiscono anche per avere i metatarsi posteriori più corti degli altri arti- coli presi insieme. Le elitre delle femmine sono anche assai più corte che nelle specie del gen. Stagmomantis. Le specie di questi due generi abitano l'America cen- trale o regioni finitime dell'America settentrionale. II gen. Oromantis, di cui è tipo Stagmomantis nahua Saus., è caratterizzato dall'avere i maschi l'area costale delle elitre trasparente e le femmine le elitre molto corte che non raggiungono l'apice del 2.° segmento addominale. A questo stesso genere appartiene anche S. vicina Saus. e Callimantis floridana Scud. che io credo sinonima di S. vicina. Gen. Uromantis n. gen. Il gen. Uromantis differisce dal gen. Oromantis per avere i maschi l'area costale delle elitre opaca, e le femmine le elitre più lunghe. Tipo di questo genere è Stagmomantis heterogamia Saus. — 57 — et Zehnt. ma vi appartengono pure S. venusta Saus. et Zehnt., S. Californica Rehn et Hebbard, e due altre specie nuove che qui descrivo, assai affini alle precedenti, ma che non ho potuto far rientrare in nessuna di esse. U. centralis n. sp. cf. U. heterogamiae simillima sed distincta : statura mi- nore, pronoto breviore, area costali elytrorum pallide flava, area anali alarum "maculis infumatis tantum in dimidio postico ornatis, femoribus anticis intus macula nigra utrin- que ad sulcum unguicularem ornatis, nec non puncto nigro ad basim spinarum majorum, tarsis anticis intus nigris. Long. corp. mm. 36; long. pron. 10,5; long, elytr. '23. Tre maschi da S. Mateo a 400 m. s. m. in Costa Rica (Mus. ent. Berlino). U. similis n. sp. cf . U. centrali simillima sed distincta : statura nonnihil majore, punctis nigris ad basim spinarum majorum femo- rum anticorum nullis. Long. corp. mm. 39 ; long. pron. 12,5; long. elyt. 29. Due soli maschi dalla stessa località della specie prece- dente (Mus. ent. Berlino). Gruppo PHASMOMANTES. Corpo lungo e gracile. Pronoto molto più lungo che le anche aut. Elitre con la membrana anale nera. Ali nere o macchiate di nero. Specie esclusivamente americane. Gen. Tauromantis n. gen. Tipo di questo nuovo genere è la specie descritta da Saussure e Zehntuer (Biol. centr. Amer. 1894, v. 1, Orth. p. 149, t. 7, f. 6) sotto il nome di Phasmomantis Cham- — 58 — pioni, di cui descrissero la sola femmina. Io ne trovai il maschio fra le collezioni del Museo entomologico di Ber- lino. Esso proviene da Costa Rica e somiglia in tutto alla femmina, ma come al solito è più piccolo e le elitre e le ali sono quasi lunghe quanto l'addome. Il gen. Tauromantis è un po' somigliante al gen. Phas- momantis ma ne differisce sopratutto per avere il pronoto più lungo, più largo, con i margini più spinosi, le elitre opache anche nel maschio, che vanno così restringendosi verso l'apice da avere la forma triangolare, le anche ante- riori a lobi apicali interni contigui, le ali interamente nere con la vena discoidale biramosa nel rf, biforcata nella $ . Gruppo BISANTHES. Corpo gracile. Scudetto frontale con 2 granuli nel mezzo. Elitre grandi nel maschio, strette e a margini paralleli nelle $ . Ali con la vena discoidale biramosa nei maschi, semplice nelle $ . Lobi apicali interni delle anche ant. di- vergenti. Tibie ant. con 9 spine esterne. Femori post, con una spina apicale. Specie esclusivamente africane. Gen. Bisanti! e Stai. B. modesta n. sp. 5 . B. pulchripenni similis, sed distincta : statura majore, pronoto longiore, metazona coxis anticis aeque longa (in B. pulchripenni breviore), elytris angustioribus, lobo apicali alarum longiore, lanceolato, subacuto, venulis transversis alarum totis flavo cinctis (haud roseis), prosterno pone in- sertionem coxarum vitta nigra longitudinali ornato. Long, corp. mm. 53 ; long. pron. 19 ; long, metaz. pron. 13,5 ; long. elyt. 34. Una sola femmina dallo Zambese (Mus. Torino). — 59 — Gruppo POLYSPILOTAE. Mantini con le ali attraversate almeno nell' area costale da fascie nere o rosse che sovente si estendono attraverso tutta l'area discoidale. Specie africane. Gen. Calospilota n. gen. Fra le specie comprese prima nel genere Plistospilota e che hanno i lobi apicali interni delle anche anteriori diver- genti conviene separare in questo nuovo genere la specie P. armicollis Karsch che ne è il tipo, caratterizzata dal- l'avere l'area costale delle elitre attraversata da vene paral- lele ed i margini del pronoto armati di grossi denti ottusi. A questa specie è da aggiungere la seguente : C. guineensis n. sp. Avevo dapprima creduto (Bull. soc. ent. it., v. 42, 1910, p. 13) che una femmina della Guinea spagnuola fosse da ritenersi la femmina di C. armicollis. Ma dall' esame del maschio di quest' ultima specie, i cui denti del pronoto sono assai più forti che nella femmina, mentre dovrebbe essere l'opposto, sono indotto a ritenere che si debba considerare come diversa. Gen. Cataspilota n. gen. Affinissima al gen. Calospilota ma distinto per avere il margine del pronoto meno fortemente dentato e l'area co- stale delle elitre irregolarmente reticolate a maglie poli- gonali. Comprende le specie : C. lolo&orfana, tristis, misana e calabarica, prima da me comprese insieme alle altre nel solo genere Plistospilota. — 60 — Dallo studio di altro materiale avuto in esame, vista la variazione nelle fascio nere delle ali, ho pensato bene di riunire in una sola specie G. calabarica la Plistospilota Westwoodi che avevo prima distinto e P. trunca/iformis che molto probabilmente, come già Karsch sospettava, è la femmina di C. calabarica. Le altre, e sopratutto tristis e lolodorfana, sono invece ben distinte. Gen. Plistospilota Gigl.-Tos. Nel 1910 (Bull. Soc. ent. it., v. 42, p. 6) io avevo creato questo nuovo genere prendendo per tipo la Polyspilota va- lidissima Gers. e comprendendovi parecchie altre specie che dovevano venir separate dal gen. Polyspilota. Una più at- tenta revisione di questo gruppo con l'aiuto di altro mate- riale mi porta a frazionare ancora questo genere. Nel gen. Plistopilota devono rimanere solamente le grandi specie del tipo di P. validissima (P. Gasconi, P. insignis), caratterizzate dal pronoto molto lungo e i lobi apicali in- terni delle anche anteriori contigui. Le altre specie più piccole con i lobi apicali interni delle anche anteriori divergenti (P. lolodorfana, tristis, armicol- lis, calabarica, Westwoodi, misana, truncatipennis) ne devono venire separate. P. Gasconi Roch. P. Gasconi Rochebrune (Bull. Soc. Philomat. Paris, 7 sòr. v. 8, p. 29) si distingue da tutte per avere le anche ante- riori attraversate al di dentro da una larga fascia d' un nero violaceo. Rochebrune dice in realtà : femoribus anticis intus fascia lata violaceo nigra maculata e non coxis anticis etc, ma siccome prima scrive: tibiis anticis 4:17 spinosis alludendo chiaramente alle 4 spine esterne e alle interne dei femori, dobbiamo ritenere che egli erroneamente abbia scambiato i femori con le tibie, le anche coi femori. 61 P. validissima Gerst. Gerstaecker sotto il nome di P. validissima ha descritto un maschio ed una femmina che appartengono, secondo me, a due specie differenti, caratterizzate dall'avere il ma- schio l'area costale delle elitre attraversata da vene paral- lele, la femmina quella stessa area costale irregolarmente reticolata a maglie poligonali. P maxima n. sp. Conservando il nome di validissima per il maschio per- chè primo descritto, la femmina deve ricevere un nuovo nome, e propongo quello di P. maxima. Il vero maschio di questa specie è stato figurato bene da V e s t w o o d (Rev. Mant. t. 10, f. 41 insieme alla femmina (ibid. t. 10, f. 5) dove si può vedere chiaramente che l' area costale delle elitre è in tutti e due i sessi reticolata a maglie po- ligonali. P. mabirica n. sp. rf. P. validissimae simillima sed distincta : statura mi- nore, graciliore, pronoto breviore, angustiore, coxis anticis intus nigri.s. Long. corp. rom. 80: long. pron. 28; long, metaz. pron. 23 ; lat. pron. 6 ; long. elyt. 57. Un solo maschio da Mabira nell'Uganda (Mus. Londra). P. nigerica n. sp. $. P. maximae simillima sed distincta: statura minore, pronoto breviore, angustiore, area costali elytrorum minus lata sed cellulis polygonalibus reticulata, coxis anticis totis viridibus. Long. corp. mm. 96 ; long. pron. 40 ; long, me- taz. pron. 32 ; latit. pron. 9,5 ; long, elytr. 53. Una sola femmina dalla Nigeria meridionale (Mus. Londra). — 62 - P. camerunensis n. sp. $ . P. maximae simillima sed distincta: corpore longiore, pronoto longiore, graciliore, coxis anticis plus quam duplo longiore, alis fasciis 6 nigris, area costali elytrorum angu- stiore venulis paralleli?, coxis anticis totis viridibus. Long, corp. mm. 117; long. pron. 48; long, metaz. pron. 39; lat. pron. 9.5; long, elytr. 65. Una sola femmina dal Gamerun (Mus. ent. Berlino). P. congica n. sp. Gli esemplari, un maschio ed una femmina del Congo (Mus. Torino) che ritenni e descrissi come P. validissima Gerst. (v. Bull. Soc. ent. it. v. 42, p. 9), sono invece da ritenersi specificamente diversi e da riferirsi a questa specie. Gruppo HIERODULAE. Femori post, con una spina apicale. Scudetto frontale sovente più alto che largo oppure di poco più largo che alto. Ali senza fascie colorate. Vena discoidale delle ali almeno biramosa nei due sessi. Margine esterno dei femori ant. liscio tra le 4 spine esterne. Gen. Alalomantis n. gen. La specie descritta da Wood-Mason sotto il nome di Hierodula (Sphodromantis) muta (J. As. Soc. Bengal, 1882, v. 51, p. 30) ha finora una posizione assai incerta, tanto che fu riferita ai generi Hierodula, Mantis, Polyspilota, Spho- dromantis. Ma in realtà non appartiene a nessuno di que- sti generi : non è una Mantis perchè porta spine apicali ai 4 femori posteriori ; non una Polyspilota perchè le ali sono ialine, non una Hierodula perchè porta un tubercolo, come — 63 — le Sphodromantis, tra la base delle antenne e il margine interno degli occhi ; non una Sphodromantis perchè ha il margine esterno delle elitre liscio e non dentellato. Ho creato perciò per tale specie il nuovo genere Alalomantis, di cui il tipo è A. muta Wood-Mas. ma che comprende anche un' altra specie, A. coxalis Saus. et Zehnt. finora ritenuta identica alla prima, ma in realtà diversa. Gen. Sphodromantis Stai. S. aurea n. sp. (f . $ . Viridis. Pronotum latum, deplanatum, margini bus nigro dentatis, ampliatione lata, ovata, elongata, quam parte postica gracili longiore, marginibus pone ampliatio- nem gradatim convergentibus. Elytra viridia, abdomine longiora, stigmate minuto, area costali lata, in § dimidio areae discoidalis latiore, venis obliquis paucis (5-6) fere transversis, inter se remotis. Coxae anticae intus callis laevigàtis 3-4, margine spinoso. Femora antica intus ante sulcum macula triangulari magna nigra nitida ornata : spi- nis apice nigro. Long. corp. mm. <$ 54, 5 62 ; long. pron. cf 16,5, $ 24; long, metaz. g 11,5, $ 17; lat. pron. g 6, $ 10,5; long. elyt. ^ 45, $ 41. Una femmina dalla Costa d'Oro, un maschio dalla Libe- ria e un altro da Bollo nella regione Fantec dell' Africa occidentale (Mus. Londra). Specie un po' somigliante a S. occidentalis, sovratutto per la macchia ai femori anteriori, ma ben distinta per i caratteri accennati e specialmente per la forma appiattita del pronoto. C. Citernii n. sp. cf. $. Minor, viridis. S. Rudolfae similis. Ampliatio pro- noti ovata, graduatim attenuata, usque ad medium meta- — 64 — zonae extensa, latitudine dimidio longitudine pronoti mi- nore. Elytra «-f pronoti Iiaud triplo, $ haud duplo longiora, stigmate parvo. Ooxae anticae spinis 4 tuberculatae inter quas spinis nonnullis armatae. Long. corp. mm. <$ 48, $ 53: long. pron. tf 15, $ 17; long, metaz. $ 9 11 ; lat. pron. cT 6, $ 7 ; long. elyt. cf 43, $ 32. Due femmine ed un maschio raccolte da Citerni nella Somalia (Mus. civ. Genova). Gen. Fnigomailtis n. gen. Tipo di questo nuovo genere è quella specie descritta e figurata da Westwood col nome di Sphodropoda mediocon- stricta (Rev. Mant. 1889, p. 35, t. 12, f. 4) e che Kirby più tardi riferì al gen. Rhombodera. Sebbene non conosca questa specie, tuttavia parmi certo che non sia ne una Rhombodera ne una Sphodropoda, ma che per la struttura delle elitre, e per avere le maglie dell'area costale di queste poligonali e grandi sia invece affine al gen. Ilierodulella , di cui è tipo H. reticuìata. Brun. Se ne distingue per la dilatazione a mezzo della metazona del pronoto, carattere che serve pure a distinguerla da tutte le specie di Mantidi finora note. Gen. Hierodula Burm. H. striata n. sp. 5 . Viridis. Caput pronoto latius. Pronotum gracile, elon- gatum, ampliatione elongata, marginibus ad medium me- tazonae denticulatis, pone ampliationem sinuatis, metazona gracili. Elytra abdomini aeque longa, lata, ovata, area co- stali opaca plus quam dimidium areae discoidalis latiore, area discoidali opaca venis obliquis subtransversis, inter quas vittis l^alinis interpositis. Alae hyalinae, area costali apiceque viridibus, opacis. Coxae anticae spinis 9-10 api- cem versus longioribus spinulisque nonnullis interpositis — 65 — arraatae. Trochanteres antici apice infuscato. Femora antica spinis discoidalibus l.a et 3.a spinisque duabus primis mar- ginalibus internis nigris. Metatarsi alitici intus apice nigro, coeteri articuli intus nigri. Long. corp. mm. 58; long. pron. 23; long, metaz. 17; latit. pron. (3; long, elytr. 33; latit. areae cost. 6. Una sola femmina da Perak nella Malacca (Mus. Londra). Questa specie per la lunghezza e gracilità del pronoto, per la brevità e la larghezza delle elitre, e per la gracilità dei femori anteriori presenta una notevole somiglianza con quelle del gen. Camelomantis. H. cuchingina n. sp. $ . H. striatae similis praecipue in forma pronoti et ara- pliationis, sed distincta: elytris angustioribus, margine an- tico minus arcuato, postico subrecto, area discoidali hyalina, venis obliquis rectis, haud subtransversis, minas remotis. Long. corp. mm. 65; long. pron. 21; long, metaz. 16; lat. pron. 6; long, elytr. 40; lat. areae cost. 4,5. Una sola femmina da Kuching in Borneo (Mus. Sarawak). H. ralumina n. sp. Nel Bullettino della Soc. ent. it. v. 43 (1911) a pag. 92 diedi la descrizione di un maschio proveniente da Ralum nell'Arcipelago di Bismarck che riferii allora con dubbio a H. latipennis Brun. Convinto ora che a questa specie non appartenga, è necessario farne una specie nuova che chiamo H. ralumina. A questa stessa specie si deve anche riferire il maschio proveniente dall'isola Duca di York e da me riferito erro- neamente a Hierodula fuscescens Blanch. H. (Rhombodera) rotunda n. sp. <$. $. //. (R.) validae affinis sed distincta: ampliatione pronoti latiore, subcirculari, metazona in ^ subaeque longa, Anno XLV11I. 5 — 66 — in § breviore quam latitudo pronoti : femoribus anticis ante sulcum unguicularem macula atra signatis. Long. corp. mm. cf 70, $ 85; long. pron. <$ 23> ? 27; lonS"- metaz. cf 17, $ 20; lat. pron. <$ 17, $ 22; long, elytr. <$ $ 52. Due femmine ed un maschio da Kinabalu in Borneo (Mus. Sarawak) ed un altro maschio da Borneo (Mus. Berlino). Gen. Camelomantis n. gen. Tipo di questo nuovo genere è Hierodula giraffa (Gigl.- Tos. Bull. Soc. ent. it. v. 43, 1911, p. 72). Molto somi- gliante al gen. Hierodula questo genere se ne distingue per la testa più larga del pronoto, questo più gracile e più lungo, almeno così lungo come 1' addome (in Hierodula è sempre più breve) la sua dilatazione più allungata e con i margini anteriori per un tratto quasi paralleli, la metazona del pronoto più lunga delle anche anteriori, carenata a forma di tetto, il solco unguicolare posto nel mezzo o avanti il mezzo dei femori anteriori (in Hierodula è sempre posto dopo il mezzo). Oltre alla specie tipica descrivo qui alcune altre specie tutte abitanti le isole orientali dell'Asia e dell'Arcipelago della Sonda. C. giraffa Gigl.-Tos. Solamente il maschio descritto appartiene veramente a questa specie. La femmina, creduta di questa specie, ap- partiene alla specie seguente. C. sumatrana n. sp. Hierodula giraffa Giglio -Tos Bull. Soc. ent. it. v. 43, 1911, p. 72 ($). $ . Viridis. Statura minore. Clypeus frontalis bicarinatus, basi bituberculatus. Pronotum brevius, gracilius, amplia- tione supra coxas magis distincta, rotundata, marginibus per totam longitudinem denticulatis, denticulis concoloribus. — 67 — Elytra abdomine longiora, ovata, acuta, area costali quam dimidio areae discoidalis latiore, area discoidali sub opaca, venis obliquis magis opacis. Alae hyalinae, costa apicern versus sub-opaca. Coxae anticae spinis acutis 18-20 armatae. Femora antica spinis l.a et 3.a discoiclalibus intus nigris. Unguis niger. Long. corp. mra. 68 (?); long. pron. 30; long, metaz. pron. 25; lat. pron. 7; long, elytr. 42; lat. areae cost. 6. Una sola femmina da Sumatra (Mus. Berlino). C Moultoni n. sp. $ . C. sumatranae similis, sed distincta : denticulis pro- noti in metazona nigris, elytrisaurantiaco-cinnabarinis,coxis anticis denticulis 14-16, spinis femorum anticorum apice nigro. Long. corp. mm. 68; long. pron. 31; long, metaz. pron. 24; lat. pron. 6,5: long, elytr. 40; lat. areae cost. 5. Una sola femmina da Kuching in Borneo (Mus. Sarawak). Dedicata al sig. Moulton, Direttore del Museo di Sara- wak, a cui porgo i miei più vivi ringraziamenti per gli interessanti ortotteri che gentilmente mi inviò in istudio. C. gracillima n. sp. cf. Viridis, gracilis. Clypeus frontalis longior quam la- tior. Pronotum gracile, ampliatione oblonga, marginibus prozonae subparallelis. denticulatis, metazonae laevibus, re- trorsum nonnihil divergenti bus. Elytra abdomine valde lon- giora, hyalina, area costali opaca. Coxae anticae spinis ob- tusis crassiusculis 7-8 a sulco orientibus armatae. Femora antica gracilia, spinis discoidalibus 1-3 nigris, coeteris apice nigro. Metatarsus anticns intus basi niger articulique tar- sorum anticorum intus apice nigro. Long." corp. mm. 53; long. pron. 20; long, metaz. 16; lat. pron. 4,5; long, elytr. 47. C. penangica n. sp. cf. $ . C. gracillimae similis sed distincta: statura mi- nore, graciliore, pronoto graciliore, coxis anticis denticu- — 68 — lis 10; marginibus pronoti in $ totis denticulatis, disco parco et sparsim granuloso, elytris in $ opacis brevioribus. Long. corp. mm. g 45, $ 49; long. pron. f the Order Euphausia- cea with Account of remarkable Vàriation, in « Bull. Mus. Océan. », n. 210, 1911. 9. Holt, E. W. L. e Tattersall, W. M. — Schizopodous Crustacea of the North-East Atlantic Slope, in « Rep. Fiseheries Ireland, Seient. Invest. », Pt. II, App. IV, 1905. 10. Holt, E. W. L. e Tattersall, W. M. — Schizopodous Crustacea of the North-East Atlantic Slope, in « Rep. Fischeries Ireland, Seient. Invest.», App. V, 1906. 11. Lo Bianco, S. — Le pesche abissali eseguite dal Maja nelle vicinanze di Capri in « Mitth. Zool. Stat. Neapel », Bd. 15, 1901. 12. Lo Bianco, S. — Le pesche abissali eseguite da F. A. Erupp col yacht Puritan nelle adiacenze di Capri e in altre località del Mediterraneo », in « Mitth. Zoll. Stat. Neap. », Bd. 16, 19J3. 13. Lo Bianco, S. — Pelagische Tiefseefischerei der Maja in der Unge- bung non Capri, in « Beitrage zur Kenntnis des Meeres und seiner Bewobner » , Bd. I, Jena, 1904. 14. Masi, L. — Sulla presenza di Meganyctiphanes norvegica nelle acque del Giglio, in « Ann. Mus. civ. St. nat. Genova », Sez. III, voi. II, 1906. 15. Ortmann, A. — Decopoden und Schizopoden, in « Ergebn. der Plan- kton Expedition », B. II, G. 6, 1893. 16. Riggio, G. — Carcinologia del Mediterranea, in « Il Naturalista siciliano », XVII, 1905. 17. Sars, G. O. — Report on the Schizopoda collected by H. M. S. Chal- lenger, in « Rep. on the Seient. Res. of the H. M. S. Chal- lenger », Zool. Voi. XIII, 1885. 18. Tattersall, W. M. — The Schizopoda collected by the Maja and Puritan in the Mediterranean, in « Mitth. Zool. Stat. Neapel » , Bd. XIX, 1909. 19. Tattersall, W. M. — Schizopodous crustacea from the North-East Atlantic Slope, Second Suppl., in « Report. Fisheries Ireland, Soient. Invest. », App. n. II, 1911. 20. Zimmer, C. — Zur Kenntnis der Schizopodenfauna Neapels, in « Mitth. Zool. Stat. Neapel », Bd. 22, 1915. 131 — Dott. ERMANNO GIGLIO TOS ORTOTTERI RACCOLTI NELL'ERITREA dal IDott. ANDREINI BLATTIDI. Gen. Ceratinoptera Br. C. abyssinica Br. — Due femmine da Adi Cajè. Gen. Temnopteryx Br. T. abyssinica Sauss. — Una femmina dai Monti Don- gollo. Gen. Anallacta Shelf. A. Andreinii n. sp. — e?. Nigra, nitida, antennis, palpis, ocel- lis pedibusque flavis, pronoto utrinque late flavo marginato. Elytra cornea, nitida, ovata, castaneo-nigra, apicem se- gmenti 5 abdominalis vix attingentia, venis tantum in area costali expressis, area costali basi rufa. Alae minutae. La- mina supraanalis trapezoidea, dimidio basali nigro, dimidio apicali flavo. Cerci depressi, nigri, apice flavo. Coxae omnes basi nigricantes. Long. corp. mm. 15 ; lat. corp. mm. 8 ; long. pron. mm. 5 ; lat. pron. mm. 6,5 ; long, elytr. mm. 9. Un solo maschio da Adi Ugri. Questa specie somiglia nell'insieme ad Anallacta brachy- ptera Saus. et Zehnt. (Hist. nat. Madagascar, v. 1, 1895, — 132 — p. 49, t. 1, f. 6), ma ne differisce per avere la testa inte- ramente nera, salvo le macchie ocellari gialle, il pronoto con il disco interamente nero nel mezzo, cioè senza le due macchie gialle, le elitre più cornee e con le venature indistinte salvo quelle pettinate dell'area costale, le zampe interamente gialle, senza anelli bruni alle tibie, la lamina sopraanale caratteristica, di forma trapezoidale, per metà nera e per metà gialla, i cerei neri con la punta solamente gialla. Gen. Phylloclromia Serv. Ph. supellectilium Serv. — Alcuni maschi da ChereD, Massaua. Ph. germanica Lin. -- Una femmina da Assaorta. Ph. pallidula Werner (1907, SB. Ak. Wien. v. 116, p. 173). — Un maschio e due femmine da Adi-Ugri. Mentre il maschio è tutto uniformemente gialliccio, salvo, ben inteso, gli occhi che sono neri, le femmine hanno il capo tutto nero, salvo gli ocelli e il disco del pronoto per- corso parallelamente ai margini laterali da due fascie nere confluenti in avanti e formanti una macchia nera a forma di ferro da cavallo. Ph. angustefasciata? Werner (1905, SB. Ak. Wien. v. 114, p. 378). La descrizione di questa specie è stata fatta su due larve. Sono dunque incerto nel riferirvi un maschio e due fem- mine raccolte a Adi Ugri. Gen. Periplaneta Burm. P. americana L. — Molti esemplari dei due sessi da El- ghena Bassi Habab e dintorni di Cheren. Gen. Deropeltis Burm. D. Schweinfurthi Saus. — Un maschio da Adi Ugri ed una femmina da Adi Cajè. — 133 — D. nigrita Saus. — Alcuni maschi da Adi Ugri, Adi Cajè, Coatit, Cheren, e due femmine da Ghinda. D. brevipennis Shelf. — Tre maschi e tre femmine da Adi Cajè. Molto probabilmente questa specie è sinonima di D. ver- ticalis Burm. Gen. Oxyhaloa Br. 0. Ferreti Reich. et Fairm. — Alcuni individui dei due sessi da Elghena, Adi Ugri, Coatit, Adi Cajè. MANTIDI. Gen. Eremiaphila Lefeb. E. Cerisyi Lefeb. — Una femmina ed un maschio da Assab. Gen. Elaea Stài. E. Marchali Reich. et Fairm. — Alcune femmine da Adi Ugri. Gen. Ischnomantis Stài. 1. spinigera Schulth. — Due maschi dai dintorni di Adi Ugri e di Adi Cajé. Gen. Solygia Stài. S. sulcatifrons Serv. — Alcune femmine da Adi Caje. Gen. C ali doni anti s Rehn. C. pharaonlca. — Un maschio da Mai-Meferless. C. pellucida. — Un solo maschio da Adi Cajé. Gen. Mantis Lin. M. religiosa Lin. — Una femmina da Seatit. Gen. Sphodromaiitis Stài. 8. Andreinii Giglio-Tos. 8. Andreiniì Giglio-Tos, Bull. Soc. ent. it. v. 43, 1911, p. 157. —Due femmine da Adi-Caie e da Adi Ugri. — 134 — FASMIDI. Gen. Gratidia Stài. G. bifida Br. Gratidia bifida Brunner e Redtenbacher Insek- tenfam. Phasm. II, 1907, p. 226. Riferisco a questa specie un maschio che corrisponde bene alla descrizione per quanto riguarda le dimensioni e la forma dei cerei, del segmento anale e della lamina sottogenitale, sebbene non sia grigio, ma giallo-pallidis- simo, e non si vedano le lineette scure sul torace, che forse sono svanite per la lunga permanenza nell'alcool. Questo maschio è stato raccolto ad Adi Ugri mentre era in copula e in tale stato si trova tuttora nella collezione, ragione per cui siamo quasi certi che la femmina con cui è unito, e che non fu conosciuta da B r u n n e r , sia la fem- mina di questa specie. Dico quasi certi, perchè in questo gruppo di Ortotteri, dove è molto difficile riconoscere i due sessi di una stessa specie, tanto che assai sovente essi sono riferiti non solo a due specie ma anche a due generi diffe- renti, il fatto del trovarli in copula è certo una prova as- sai buona, ma tuttavia non assoluta, potendo benissimo ve- rificarsi casi di incrocio tra due specie affini. Foem. — Olivaceo-livida, thorace punctis minimis fuscis irrorata. Antenna e breves, tantum quartae parti femorum an- ticorum aequilongae. Femora antica mesonoto et metanolo simul sumptis parce breviora. Femora intermedia segmentum secun- dum abdominalem superantia, femora postica segmenti quinti abdominalis apicem attingentia. Segmenta tria ultima, abdo- minalia tricarinata. Segmentum anale segmento praecedenti aequilongum, lanceolatum, compressum. Cerci compressi, recti, breves apicem segmenti analis haud superantes, apice trun- cato. Operculum lanceolatum, acutum, apicem abdominis haud — 135 — attingens. Longit. corpor. mm. 10; longit. meson. 15; longit. metan. e. s. 12; longit. ferri, ani. 23; longit. ferri, interni. 18; longit. ferri, post. 22. Nella descrizione del B r u n u e r manca la lunghezza delle antenne del maschio, perchè l'esemplare da lui de- scritto ne era privo. Esse sono assai lunghe raggiungendo 15 millim. ossia la lunghezza del mesonoto e quindi circa i due terzi dei femori anteriori. LOCUSTIDI o ACRIDIDI. Gen. Acrida L. A. turrita L. — Parecchi individui di ambo i sessi da Adi Ugri., Adi Cajè. Gen. Acridella Boi. A. nasuta L. — Una femmina e due maschi da Adi Ugri. Gen. Machaeridia Stài. IVI. coerulans Karny. — Una femmina da Adi Ugri. Gen. Omocestus Boi. 0. petraeus Briss. — Una femmina da Adi Caie. Gen. Aeolopus Fieb. Ae. thalassinus Fabr. — Una femmina da Adi Caie. Gen. Spliillgonotus Fieb. S. coerulans L. — • Tre femmine ed un maschio da Maio Assaorta. Gen. Acrotylus Fieb. A. patruelis Herr.-Schàf. — Tre femmine da Adi Caie. — 136 — Gerì. Humbe Boi. H. Galinieri Reich-Fairm. — Alcune femmine ed un ma- schio da Adi Caie. Gen. G-astrimargus Saus. G. marmoratUS Thunb. — Alcuni individui di ambo i sessi da Adi Caie e Adi Ugri. Gen. ChrotOgonus Serv. C. abyssinicus Boi. — Un maschio ed una femmina della forma brachyptera da Adi Caie. Gen. Farasphaena Boi. P. carinata Boi. — Parecchi individui di ambo i sessi da Adi Caie. Gen. Phymateus Thunb. Ph. pulcherrimus Boi. — Tre femmine da Adi Ugri, Adi Cajè, Cheren. Gen. Dictyophoms Thunb. D. griseus Reiche. — Tre femmine da Adi Caie. Gen. Maura Stai. NI. apicalis Boi. — Una femmina da Adi Caie. Gen. Cyrtacanthacris Walk. C. lineata Stoll. — Tre femmine da Saganeiti. C. aeruginosa Stoll. — Alcuni individui dei due sessi da Asmara, Adi Ugri. C ruficornis Fab. — Un maschio ed una femmina da Adi Ugri. — 137 — Nelle collezioni del Museo di Firenze trovai molti esem- plari uguali a quelli raccolti dall' Andreini e provenienti da località diverse della stessa Colonia Eritrea. Kirby sostiene che la specie C. ricficorne è propria del- l'Africa occidentale. Io ho confrontato gli esemplari del- l'Eritrea con uno del Congo. Quelli dell'Eritrea hanno tutti una colorazione più pallida e portano costantemente nel mezzo dell' area discoidale delle elitre due larghe fascio nere, così caratteristiche che permettono di riconoscere su- bito la specie. È una differenza costante di livrea che non credo però sufficiente a legittimare la separazione in una specie diversa. Una livrea simile ho trovato anche in due esemplari del Museo di Torino, di cui uno proveniva dal Lago Moero, l'altro da Limoru nell'Africa equatoriale. Gen. Tylotropidius Stai. T. didymus Thunb. — Una femmina da Saganeiti e l'al- tra da Adi Ugri. Gen. Faracaloptemus Boi. P. caloptenoides Brun. — Una sola femmina da Adi Caie. Gen. Euprepocnemis Fieb. E. plorans Charp. — Un maschio da Adi Ugri. FASGONURIDI o LOCUSTIDI. Gen. Rhegmatopoda Br. R. Peeli Burr. — Una femmina da Elgheni. Gen. Fhaneroptera Serv. Ph. nana Fieb. — Una femmina da Adi Caie. — 138 — ACHETIDI o GRILLIDI. Gen. Acheta Fab. A. bimaculata De Geer. — Alcuni individui di ambo i sessi da Adi Caie, Asmara. Gen. Oecanthus Serv. Oe. peilucens Scop. — Due maschi da Adi Ugri. Gen. Brachytripes Serv. B. megacephalus Lef. — Due maschi ed una femmina da Adi Ugri. Gen. Anepisceptus Fieb. A. Servillei Eeich. et Fairm. — Alcune femmine da Adi Ugri. - 139 Dott. Prof. ERMANNO GIGLIO-TOS DIRETTORE DELLA STAZIONE BIOLOGICA DELLA R. UNIVERSITÀ DI CAGLIARI Note al Catalogo dei Mantidi di Kirby Nel 1904 Kirby pubblicò il 1.° volume della sua opera: « A synonymic Catalogue of Orthoptera » e in questo stesso volume è contenuto il Catalogo dei Mantidi, assai prezioso e di cui si sentiva veramente il bisogno, perchè l'unico ca- talogo delle specie di questo gruppo che fin'allora esistesse risaliva al 1889, all' opera del Westwood: Revisio Inse- ctorum Familiae Mantidarum, oppure a quello iniziato nello stesso anno 1889 dal AV o o d - M a s o n, ma rimasto incom- piuto. Nel fare la revisione generale delle specie di questa fa- miglia di Ortotteri mi è stato di grande aiuto il Catalogo di Kirby, ma ebbi occasione di constatare in esso alcune inesattezze, dovute sopratutto al fatto che Kirby non ebbe ad esaminare tutte le specie che vi sono enumerate, onde sinonimie errate, e anche posizioni di generi o di specie non corrispondenti alla realtà. Ho creduto perciò opportuno di tener nota degli appunti e delle modificazioni che, stando ai risultati ottenuti dal mio studio, si debbono o si possono introdurre a tale ca- talogo, e di renderli di pubblica ragione, onde possano ser- vire a coloro che di questo interessante gruppo di Ortot- teri vorranno occuparsi. — 140 — Gen. 1. — Paraoxypilus (p. 207). Il gen. Phthersigena Stài è ben distinto dal gen. Parao- xypilus Sa us. Gen. 2. — Discothera (p. 207). Questo genere è sinonimo di Perlamantis Guérin, nome che ha la precedenza. Gen. 4. — Compsothespis (p. 208). Fra le specie di questo genere è stata dimenticata C. natalica (Vestwood Rev. Mant., 1889, p. 32. Natal). Per contro il K i r b y incorse in un errore annoverando fra queste specie anche Compsomantis tumidic.eps Boliv. di cui è sinonima Humbertiella (?) Brunneri Kirby. Anche Werner (Mant. Abessyn. 1908, p. Ili) incorse nello stesso errore, di più attribuì a Stài la specie che è invece di B o 1 i v a r. Gen. 7. — Mantoida (p. 209). M. luteola Westw. è distinta da M. tennis Perty. M, Burmeisteri è specie dell'ambra. Gen. 9. — Eremiaphila (p. 210). E. Marcitali Coq. è la femmina di Elaea perloides Saus. Gen. 11. — Theopompa (p. 213). T. ophthalmica Blanchard è uguale a T. ophthalmica 01., quindi T. Blanchardi Wood-Mason non credo abbia ragione di essere. T. cambodjensis Westw. è sinonima di T. ophthalmica 01. T. angusticollis Sjost. appartiene al genere Dactylopteryx Karsch. Le specie africane, sebbene a tutta prima assai somi- — 141 — glianti a quelle asiatiche, sono però ben distinte per vari caratteri e formano un genere differente. Gen. 12. — Humbertiella (p. 214). H. septentrionum Wood-Mason parmi sinonima di H. cey- lonica Saus. Per contro H. taprobanarum Wood-Mas. non è certo sinonima di H. ceylonica Saus. H. semirufula e fuliginosa Westw. non appartengono a questo genere. H. (?) Brunneri Kirby è sinonima di Compsomantis tumi- diceps Bolivar (Ann. Soc. esp. Hist. nat., v. 19, 1890, p. 303) che Kirby ha ommesso nel suo Catalogo. Gen. 13. — Elaea (p. 214). Il tipo di questo genere è E. Marc/tali Coq. femmina di E. perloides Saus. E. Somaìica Schulth. è sinonima pur essa di E. Marchali. E. consobrina Saus. non appartiene a questo genere ed è il maschio di Mantis fuliginosa Thunb. Gen. 14. — Tarachodes (p. 215). La specie tipica di questo genere non è T. sancta Saus. ma T. perloides Burm. Ma T. perloides Burm. è sinonima di T. lucubrans Burch., quindi quest'ultima, che ha la pre- cedenza, diventa la specie tipica del genere. Il gen. Ariusia Stài, che Kirby mette in sinonimia di Tarachodes, è invece ben distinto, e corrisponde al gen. Cha- rieisilla da me descritto più tardi. La descrizione di Stài venne fatta su di una larva : la mia sull'adulto. La sp. T. pantherina Gerst., per alcuni caratteri morfo- logici e per l'insieme della colorazione differente da quella di tutte le altre specie del genere, parmi che possa essere scelta a tipo di un genere nuovo che chiamai : Tarachodula. T. conspersa Stài è specie tipica del genere Ariusia che deve essere conservato. Charieisilla cara Giglio-Tos non — 142 — presenta caratteri specifici da poterla finora distinguere da Ariusia conspersa. Essa deve quindi considerarsi sinonima di questa. La sp. T. perloides citata da K i r b y non è quella stessa di Burmeister ritenuta come tipo di questo genere. Quest' ultima, come mi risulta dall' esame del tipo, è sino- nima di T. lucubrans Burch. Gen. 15. — Achlaena (p. 216). Il gen. Achlaena Karsch non ha nulla che vedere con il gen. Tarachodes a cui K i r b y lo crede affine, come mi risulta dall'esame del tipo. La specie tipica di questo genere è A. crypsichroma non A. cryptochroma come K i r b y scrisse per errore. Quanto a A. lucubrans Burch. essa, come già dissi, è uguale a Tarachodes perloides Burm. quindi non ha nulla a che fare col gen. Achlaena e diventa invece la specie tipica del genere Tarachodes. A. crypsichroma è la femmina di Miopteryx grandis, cui Westwood diede dubitativamente per patria il Brasile. Gen. 16. — Chiropacha (p. 216). L'unica specie che K i r b y comprende in questo genere, C. gilva, appartiene invece al gen. Tarachodes. Non vi tro- vai caratteri da autorizzarci a ritenere come distinto il gen. Chiropacha. Gen. 17. — Galepsus (p. 216). La sp. G. lenticularis Saus. non è sinonima, ma ben di- stinta da G. meridionalis Saus. Gen. 21. - - Orthodera (p. 218). 0. Hobsonii Le Guil. è sinonima di 0. ministralis Fabr. 0. Gunnii Le Guil. è la stessa che 0. marginata Saus. Il primo nome ha la precedenza. — 143 — 0. longicollis Branc. è sinonima di 0. Burmeisteri Wood- Mas. Gen. 22. — Orthoderella (p. 219). Il gen. Euryderes Brancs. è sinonimo di questo, ed an- che la specie Euryderes Anisitsi è sinonima di Orthoderella ornata Gigl.-Tos. Gen. 27. — Compsomantis (p. 222). E ommessa la specie G. tumidiceps Bolivar (An. Soc. esp. Hist. nat.? v. 19, 1890, p. 303) delle Filippine. Sinonima di questa è la specie di Lombok che Kirby descrisse nel 1904 (Ann. Mag. Nat. Hist. 7 ser. v. 13, p. 83) sotto il nome di Humbertiella (?) Brunneri. Micromantis (Compsomantis) crassipes Saus. non è sino- nima di C. crassiceps Haan, ma di C. tumidiceps Boi. Gen. 28. — Antissa (p. 222). Gonypeta (Iridopteryx) micans Saus. non è sinonima di Antissa pulchra, ma una specie del gen. Odontomantis. Gen. 29. — Odontomantis (p. 223). Da aggiungere 0. micans Saus. 0. javana Saus. è sino- nima di 0. planiceps Haan. Gen. 30. — Anaxandra (p. 223). Il nome di questo genere è Anaxarcha, come d'altronde Kirby corresse nell'indice nominale. Anche il nome della specie è errato : il vero nome è A. graminea non grammica. Gen. 31. — Iridopteryx (p. 223). /. in fumata Saus., reticulata Haan, marmorata Brun., irina Saus. non appartengono a questo genere. — 144 — /. marmorata Brun. è sinonima di Gonypeta Anthaemon "Wood-Mas. Gen. 32. — Gonypeta (p. 224). Iridopteryx Saussurei Boi. non è una Gonypeta come Kirby crede. Di G. Anthaemon Wood-Mas. è sinonima Iridopteryx marmorata Brun. G. modesta G-ersfc. non è una Gonypeta. G. Trincomaliae Saus. Mit. schweiz. ent. Ges., v. 3, 1869, p. 63; Móm. Soc. Genève, v. 21, 1871, p. 52, di Ceylon è stata ommessa da Kirby. G. vicina Boi. è sinonima di G. Trincomaliae. G. noctivaga Krauss credo sia il maschio di Chroicoptera vidua Stài. Gen. 36. — Armene (p. 225). A. alata Saus. è sinonima di Ameles pusilla Eversm. Gen. 40. — Hapalomantis (p. 226). H. meridionalis Saus. è il maschio di H. orba Stài. H. natalensis Saus. e H. debilitata Westw. sono sinonimo di Gonypeta punctigera Stài che è tipo di un genere nuovo: Bolbella Gigl.-Tos. Gen. 41. — Sphaeromantis (p. 226). Appartiene alla sottofamiglia delle Perlamantinae. Gen. 42. — Dystacta (p. 226). D. alticeps ha per sinonima Poly spilota marmorata Schulth. Gen. 45. — Platycalymma (p. 228). P. (?) madagascariensis Westw. è sinonimo di Tropido- mantis madagascariensis Saus. — 145 — Gen. 47. — Myrcinus (p. 228). All'unica specie citata devesi aggiungere ili. octispinus Stai (Handl. svensk. Ak., v. 4, n. 10, 1877, p. 47) stata omessa da Kirby. A questo genere appartiene forse anche Gonypeta aspera Stai. Gen. 48. — Myrcinellus (p. 228). Questo genere è sinonimo di Pseudomìopteryx Saus. I caratteri di quest'ultimo sono quelli che si convengono al maschio : quelli del gen. Myrcinellus alla femmina ben dif- ferente. Saussure aveva detto, senza ragione, che i due sessi di questo genere erano fra loro somiglianti. Gen. 51. — Ameles (p. 229). A. Aliberti Guér. deve essere tolta da questo genere. Essa è tipo del gen. Perlamantis Guér. che ha la prece- denza su Discothera Bonn, et Finot. A. nana Charp. e A. soror Serv. non sono sinonimo di A. abjecta Cyr. Mantis minima Charp. non è una Ameles, ma, stando alla testimonianza di Erichson, è il maschio di Iris oratoria L. A. pusilla Eversm. non è una Ameles. Essa è la medesima che Armene alata Saus., su cui però ha la precedenza. A. Paul è una Pseudoyersinia. Gen. 52. — Parameles (p. 230). Non mi pare che questo genere, basato esclusivamente sull'essere gli occhi conici, possa essere accolto, come d'al- tronde hanno creduto i più degli Ortotterologi. P. Picteti Saus. è sinonima di Ameles natia Charp. P. nana Ramb. è sinonima di Ameles Assoi Boi. Anno XLVIII. 10 — 146 — Gen. 53. — Pseudoyersinia (p. 231). Mantis Wagneri Kitt. non è una Pseudoyersinia, ma una Oxythespis e più precisamente è la femmina di 0. Turco- maniae Saus. Il nome proposto da Kittary ha la prece- denza. Gen. 56. — Acontista (p. 232). A. fusca A. e A. perspicua Fab. sono due specie di- stinte. A. Westwoodi è sinonima di A. perspicua Fab. A. fraterna è la $ di A. Gordillerae. A. aurantiaca Burm. e A. quadrimaculata Serv. non sono sinonimo di A. concinna, ma specie distinte. A. bimaculata Saus. è il maschio di A. concinna Perty. Gen. 59. — Pseudomantis (p. 235). P. apicalis Saus. è una vera Statilia. P. Menyharthi Brano, non appartiene a questo genere. P. kraussiana Saus., che non appartiene però a questo genere, è stata ommessa nel Catalogo del Kirby. Gen. 60. — Omomantis (p. 235). 0. (?) fasciata Thunb. è una Fucileria e più precisa- mente è la $ di Fischeria baetica Ramb. Il nome dato da Thunberg nel 1815 deve dunque avere la precedenza su quello dato da Eambur nel 1839. 0. (?) ocellaria Drury non appartiene a questo genere certamente. Gen. 62. — Euchomena (p. 236). Il gen. Euchomena deve riservarsi per la sola specie tipica E. madecassa Saus. Le altre specie appartengono ad un genere ben differente. — 147 — Gerì. 63. — Stenopyga (p. 237). S. casta appartiene ad un altro genere che Werner distinse col nome di Agrionopsis. S. extera è il maschio di Phitrus lobulipes Karsch. Gen. 64. — Mesopteryx (p. 237). M. fasciata 01. è una Tenodera. Gen. 65. — Tenodera (p. 238). La specie tipica è T. fasciata 01. T. limbalicollis Karsch non è una Tenodera. T. superstitio sa è esclusivamente propria dell'Africa. T. angustipennis Saus. è specie distinta da T. aridifolia Steli. Gen. 66. — Polyspilota (p. 239). La specie tipica è P. aeruginosa Goeze (= P. variegata Oliv. -j- P. pustulaia Stoll. -f- P. marginata Fabr.). Queste tre che K i r b y considera come specie distinte sono, a mio parere, semplici variazioni della stessa specie. P. Saus- surei Borm. ne è una semplice varietà. Hierodula (Sphodromantis) ìnuta Wood-Mas. non è una Polyspilota. P. validissima Gerst. è specie tipica del genere da me creato : Plistospilota. P. laticollis Karsch è una Prohierodula, così pure è P. fla- vipennis. P. marmorata Schult. è sinonima di Dystacta alticeps Schaum. Gen. 67. — Tarachomantis (p. 241). T. malagassa Saus. et Zehnt. è sinonima di T. Caldvelli Bates. T. (?) macula Saus. et Zehnt. è una vera Tarachomantis. — 148 — Gen. 70. — Sphodromantis (p. 243). La specie tipica secondo Stài è S. bioculata Burm. che K i r b y fa sinonima di S. guttata Thunb. Io sono molto in dubbio su questa sinonimia che accetto sull' auto- rità di K i r b y. In ogni caso però la priorità del nome di questa specie risale, secondo K r a u s s, a S. viridis Forsk. il qual nome deve essere quindi sostituito agli altri due. " S. Kersteni Gerst. è specie distinta da S. gastrica Stai. S. Kersteni Stai e S. Kersteni Gerst. sono la stessa specie e quindi è superfluo il nome di S. Christina dato da K i r b y per S. Kersteni Stài. S. muta "Wood-Mas. è la stessa che K i r b y enumera fra le specie del gen. Poly spilota. Essa non ha nulla a che vedere con Poly 8 pilota pietà, specie ben distinta che Kirby erroneamente fa sinonima di S. muta. S. trimacula Saus. non è della China, ma della Per- sia, ed è una Hierodula. L' errore di località è dovuto a Saussure. S. tenuidentaia Saus. e S. Harpyia Westw. sono del gen. Hierodula. S. transcausica Brun. è una vera Hierodula, molto affine, ma ben distinta da H. tenuidentaia Saus. Gen. 72. — Hierodula (p. 245). H. Biroi Brancs. è sinonima di H. sternosticta AVood- Mas. ed è una Par hierodula. H. timorensis è anche una Parhierodula, così pure H. hy- brida Burm. che è sinonima di P. venosa 01. H. simulacrum AVestw. è sinonima di H. tenuidentata Saus. quindi è superfluo il nome di H. Weshvoodi propo- sto da K i r b y. H. Bankae Gieb. è probabilmente sinonima di H. vitrea Stoll. — 149 — Gen. 73. — Rhombodera (p. 248). Il gen. Rhombodera non può avere valore di genere, ma solo di sotto genere. Esso comprende forme di tre gruppi differenti, appartenenti ai tre generi : Sphodromantis, Hie- r oditi a e Parhierodula, quindi è affatto artificiale e deve essere smembrato in tre sottogeneri corrispondenti : Rhom- boderella, Rhombodera e Rhomboderula. R. scutata, di cui la priorità del nome spetta a Boli- vare non a K a r s e h, è tipo del sottogenere Rhombode- rella ed è l'unica specie africana, finora conosciuta, di que- sta sottodivisione del gen. Sphodromantis. R. valida di K i r b y non è R. valida Burnì, ma R. ba- salis de Haan. R. Saussurii, nome nuovo proposto da K i r b y per H. va- lida Saus., è sinonima di R. Haanii, altro nome nuovo pro- posto da K i r b y per Mantis valida Haan, perchè H. valida Saus. = Mantis valida de Haan. Il nome di R. Saussurii ha dunque la precedenza e quello di R. Haanii deve scompa- rire. Questa specie non è del sottogen. Rhombodera, ma del sottogen. Rhomboderula, suddivisione del gen. Parhierodula. R. extensicollis Serv. appartiene al sottogen. Rhombode- rula e Mantis flava de Haan non è sua sinonima, ma una specie distinta del sottogen. Rhombodera. R. pustulifera AVood-Mason è una Parhierodula. R. atricoxis AVood-Mason è una Rhomboderula, così pure R. tamolana Brancs. e R. pectoralis Westw. Gen. 75. — Callimantis (p. 251). C. floridana Scud. non appartiene a questo genere e probabilmente è sinonima di Stagmomantis vicina Saus. Gen. 76. — Stagmomantis (p. 252). S. theophila Rehn è il cf di Stagmatoptera insatiabilis Rehn ed appartiene ad un genere diverso da questi due. — 150 — S. (?) thalassina è una Miopterigina, ed è siuonima di essa Miopteryx Brunneri Saus. S. inquinata Serv. è specie distinta da S. carolina. S. latipennis Burm. non è sinonima di S. limbata Hahn. S. tolteca Saus. è sinonima di S. inquinata Serv. S. conspersa Burm. è probabilmente il maschio di S. di- midiata. S. albimacula Burm. è il l'altro Q. — 185 - specie ; la mia serie dei dintorni di Firenze può essere presa come tipica e quella dell' Elba ne costituisce una leggera variante. Melitaea athalia maxima Turati. — (cf? 28. V-20. Vili. Ho voluto conservare intatta la bella serie di 334 cTo ei di 125 $ $ raccolta dai Querci. Essa senza dubbio si può in complesso riferire alla razza gigante descritta da Turati da qualche esemplare della costa Calabra, che, a sua volta, sembra abbastanza simile alla mehadiensis Gerh. d'Unghe- ria. Infatti Turati dice che la « statura » dei suoi 2 esem- plari più grandi, <$ e $ , è di 45 mm. ; so che con questo l'amico intende la distanza fra i bordi esterni delle ali ante- riori nel punto in cui sono più larghe (sulla terza nerva- tura mediana circa), il che corrisponde a 42 mm. fra gli apici, dove cominciano le frangio (estremità della terza Badiale nella Melitaea). Nella serie elbana 2 $ $ superano queste dimensioni di 1 mm., il <$ più grande raggiunge solo i 39 mm. ; per lo più i cf cf variano fra 33 e 36 mm., le $ $ fra 35 e 38. In una serie di 90 esemplari dei dintorni di Firenze trovo invece che il cf per lo più misura 31- 33 mm., la $ 33-36 ed in una serie dell' Appennino Luc- chese (300 m.) di 30 esemplari, come pure in un' altra di 30 esemplari delle colline di Firenze (Fontebuona, 400 m.) il cf 27-32 mm., la $ 29-33; queste cifre bastano a fare risaltare le dimensioni molto notevoli della razza elbana, come pure la maggior differenza fra le dimensioni dei sessi. Altri caratteri indicati dal Turati sono : colorito fulvo acceso e rossiccio, disegni neri estesi, fra cui la marginale larghissima, rovescio delle posteriori giallo vivace. La mia serie elbana presenta nettamente queste caratteristiche, che la fanno differire in modo spiccato dalle serie di Firenze anche a questo riguardo. In quest'ultimo il colore del fondo è scialbo e giallognolo ed alcuni esemplari estremi appar- tengono a dirittura alla paleatincta Vrty., di un bianco — 186 — giallognolo ; nell'Appennino Lucchese il fulvo è assai più rossastro e scuro e lo è pure nella razza della costa To- scana (Forte dei Marmi) ; l'estensione del disegno nero è minima a Firenze, tantoché vi prevalgono, specie in col- lina (Fontebuona, 400 m.), esemplari della dejoneformis Vrty., in cui tutte le fascie sono esilissime e in modo par- ticolare la marginale ; meno esili sono nelle località suddette dell'Appennino e della costa, molto larghe all' Elba, dove in alcuni individui estremi le lunule fulve premarginali sono ridotte quanto nella berisali Riihl della dejone [forma beri- saliformis mihi] (vedi i cTcf della mia serie numerati 32, 85, 170, 174, 237 e le $ $ 68 e 104) ; però, qualche raro esemplare della dejoneformis si trova anche fra le maxima, per quanto la variazione sia assai più . limitata che nelle serie fiorentine di questa specie. Vediamo così che, in località relativamente molto vicine, abbiamo delle razze diversis- sime, prodotte forse dalla diversità dello stato igroscopico dell'atmosfera (asciutte ed aridissime le colline calcaree di Firenze, più umide la valle del Camaione (Lucchese)), la costa Toscana e 1' Elba. Allontanandosi dalla Toscana, la variazione acquista altri aspetti, su cui non posso dilun- garmi ; ricordo la celadussa Friihst. di Valdieri (Alpi Ma- ritt.), che arieggia alla dictynna Esp., e ricordo la razza dei dintorni di Torino, in cui predomina una forma picco- lissima e scurissima, del tutto identica aWaurelia Nick. (1), tantoché la validità specifica di quest' ultima mi sembra molto dubbia. Nella mia serie elbana noto diversi bellis- simi atrovittata Trti. & Vrty., dei due sessi, con la fascia mediana ad S delle anteriori larghissima ; con questi con- trastano diametralmente due cfcf aberranti in cui questa fascia manca del tutto, salvo 2 o 3 piccoli punti neri sulla pagina superiore ; sul rovescio delle posteriori gli spazi (1) Propongo il nome di aureliaeformis per questa forma, che non si può ascri- vere sM'aurelia solo perchè vola mista alla athalia ed è con essa completamente confusa da forme di transizione. — 187 — che spesso sono di un bianco argenteo, listati di nero, sono sostituiti in questi esemplari aberranti da una serie di punti neri molto piccoli ; questo fatto acquista un interesse speciale se si osserva che esso ci fornisce un indizio del rapporto fra le parti del disegno delle ali anteriori e quello delle posteriori ; né possiamo concludere che fascie nere delle anteriori e spazi chiari delle posteriori sono equiva- lenti e che in queste aberrazioni questi sono ridotti al grado di sviluppo che hanno normalmente sulle anteriori ; tali esemplari costituiscono una transizione all' ab. pyro- nia Hb. e meritano il nome di evittata. Un altro esemplare <-f notevolissimo è identico a quello a cui nel 1829 il Bartoloni dava il nome di cymothoe e che proveniva dal Promontorio Lunese o Capo Corvo in quel di Sarzana. Tale esemplare (^f) si trova ora nella mia rac- colta e posso quindi constatare che quello elbano ne diffe- risce solo per avere la fascia bianca centrale del rovescio delle posteriori più stretta. Il nome cymothoe ha otto anni di priorità su quello di navarina Selys, per solito impie- gato all'estero per questo melanismo estremo. Argynnis lathonia florens Vrty. — (19-20. VII). Argynnis paphia L, — (Dal 27 VII all' agosto inoltrato). Argynnis pandora Schiff. — ( tf e $ : 12. V-28 VII). Nella grande serie riportata è notevole la mancanza di varia- zione individuale di una qualche importanza. Satyrus semele aristaeus Bon. — (cT e ? : 2°- VI- 10. Vili). Questa specie, come la seguente, volava in quantità a dirittura incredibili sulle pendici aride del Monte Per- rone, ma in questo caso i <$ <$ erano molto più abbondanti delle § 9 i come attesta la serie che ne conservo e che consiste in 147 <£ $ . Questa serie è molto interessante, perchè offre una variabilità indivi- duale più grande di quella che suole verificarsi sul conti- nente : ivi si delineano abbastanza nettamente diverse razze, che in alcune regioni mantengono con costanza le loro ca- — 189 — ratteristiche, in altre trapassano gradatamente dall' una al- l'altra ; così, nell'Appennino, sopra i 600 m., vola la piccola razza apennina Zeller, più in basso e in quasi tutta la To- scana settentr. si trova V intermedia Vrty., col rovescio delle posteriori più o meno uniformemente marrone nel g ; sul littorale diventa più frequente una forma che presenta una larga fascia bianca e che è assai più variegata (sulla sponda meridionale del Golfo della Spezia questa forma predomina ed è molto nettamente caratterizzata) ; finalmente, all' Isola del Tino ho trovato una forma caratteristica e, a quanto sem- bra, molto costante, col rovescio delle posteriori bigio e uni- formemente cosparso di screziature nere assai più spesse e sfumate di quanto siano in altre regioni, percui l'ala appari- sce molto scura ed è pochissimo variegata rispetto al colore del fondo; ricorda la S. fatua Frr. ; propongo il nome di cras- semaculosa nom. nov. ; con questa contrastano la forma ri- cordata, che presenta una larga fascia bianca e screziature assai più esili (marmorea nom. nov.), e una forma maschile col fondo marrone, quasi senza screziature, che ricorda la forma sylvicola Aust. del S. fatua e che s' incontra sporadi- camente nella razza intermedia (forma totebrunnea nom. nov ); in Toscana e a Spezia non ho mai trovato esemplari che raggiungessero le dimensioni notevoli della maritima Ro- stagno del Lazio, ma l' ho raccolti invece a Levanto in Liguria. Avendo tratteggiato questo breve quadro delle forme toscane più spiccate dello statiìinus, basti dire che all'Elba vi si trovano tutte riunite e, eccettuato la marmorea, ben caratterizzate in alcuni individui ; della crassemaculosa scelgo come tipi il <-f N. 12 e la $ N. 54 della serie Querci elbana sovraccennata e della totebrunnea il N. 13. Della piccola forma apennina Z. esistono in questa serie 4 tftf e 1 $ che misurano 38-42 mm. di espansione alare ; il <$ più grande misura 49 mm., quindi è assai più piccolo del cotipo della maritima Rost. della mia raccolta, che mi- — 190 — sura 54 mrn. ; sono notevoli tre ? ? con ocelli enormi, che si possono riferire alla forma martiani H. S. ed un'altra pro- veniente da Ottone (Portoferraio) che è triocellata sulle anteriori, avendo un terzo ocello, poco più piccolo dei due normali, fra le nervature M3 e C\. Altre variazioni indi- viduali maschili consistono nell'assenza di qualsiasi punto bianco nel disopra delle quattro ali (apupillata nom. nov.), nella presenza di uno (fra M?> e (?,), due (fra M, e C\) o tre (fra Mì e C,) punti (mono —, bi —, triantepup'lliata nom. nov.) oppure nella presenza di una sola delle due strie scure centrali delle ali posteriori sul rovescio (esempi. N. 18: monostriata nom. nov.) o nell'assenza delle due strie (esempi. N. 9 : astriata nom. nov.). Pararge aegeria egerides Stdgr. — (Dall' 11. VI al IX). Pararge megaera L. — (Dal 22. V al IX). Epinephile jurtina janira L. — (J: 21. V.-l. VII; ?: 2. VI-20. VII). Pyronia tithonus L. -- (resentano sul rovescio la stria argentea loro caratteristica, che manca nella forma nomi- nale od è appena accennata ; inoltre, fatta eccezione di qualche caso rarissimo, all' Elba esistono sempre sulle po- steriori una serie di punti neri, che mancano nella forma nominale, mentre gli ocelli del rovescio sono marcati nella prima, piccoli e spesso ridotti di numero nella seconda ; la fascia bianca di questa superficie non è mai larga, come può esserlo in Corsica e Sardegna ; la fascia nera margi- nale del di sopra non manca mai, come può mancare in — 192 — queste isole. Vi sono adunque molti caratteri distintivi* fra forma nominale ed elbana e dobbiamo limitarci ad osser- vare che la razza della costa è un po' più grande, più co- lorita ed ha qualche volta degli ocelli più grossi. Più spic- cata è la differenza fra le due generazioni : gì' individui, relativamente molto scarsi, che schiudono in Agosto, sono più piccoli e più scialbi, di un fulvo giallognolo, anziché rossiccio, sulle due superfìcie ; gli ocelli sono ridotti ; pro- pongo di distinguerli col nome di altera. Coenonympha pamphilus australis Vrty. — (Agosto). Sul M. Capanne questa specie sarebbe comparsa, secondo le osservazioni dei Querci, solamente durante questo mese. I pochi esemplari osservati e raccolti sono simili a quelli della costa Toscana in tale stagione (aestivus Rocci). Thecla ilicis inornata Vrty. - (-4 > pq -4-3 o o r. -- co Ss /: *S Giuseppe Colosi. — Eufausiacei raccolti nel Mediterraneo dalla E. N. Washington » 118 E. Giglio-Tos. — Ortotteri raccolti nell' Eritrea dal Dott. Andreini » 131 E. Giglio-Tos. — Note al Catalogo dei Mantidi di Kirby . » 139 C. Minozzi. — • Contributo allo studio della speleologia ita- liana : La grotta di S. Maria M: sul monte Yallestra (Reggio E.) » 164 Roger Veritv. — Nuove osservazioni sui Lepidotteri Ro- paloceri dell' Isola d' Elba » 175 Roger Veritv. — Contributo alle ricerche sull'epoca di comparsa dei lepidotteri allo stato di completo svi- luppo » 194 Elenco dei Soci della Società Entomologica Italiana. . . » "201 Indice delle materie contenute nel volume dell' anno qua- rantottesimo > -05 ESTRATTO DALLO STATUTO La Società Entomologica Italiana, fondata nel 1869, si compone di un numero illimitato di Soci : gli italiani e gli stranieri possono egualmente appartenervi. I Soci sono di tre categorie: Soci onorari, effettivi e studenti. I primi vengono eletti a maggioranza di voti dall'Assemblea generale; i secondi pagano una tassa annua di lire quindici (15); i Soci studenti pagano una contribuzione di lire dieci (10) e dopo tre anni divengono Soci effettivi. La tassa annuale è dovuta alla Società nel 1.° trimestre d'ogni anno. I Soci effettivi che pagheranno in una sol volta lire duecento (200) diventano soci a vita. I Soci morosi del pagamento di più anni sono radiati dall' albo della Società. Tutti i Soci ricevono le pubblicazioni della Società. L'accettazione dei lavori da pubblicarsi spetta al Comitato residente. Gli autori delle memorie ricevono gratuitamente 50 copie a parte ; deside- randone un numero maggiore le possono avere ai seguenti prezzi: Per 4 pagine . . , Per 8 pagine (mezzo foglio) . . . Per 12 pagine Per 16 pagine (un foglio) .... Per ogni foglio di 16 pagine in più co r» i e 50 75 100 Lire Lire Lire 2,50 2,75 3 — 3,— 3,50 4 — 3,50 4,25 5 — 4,- 5,— 6 — 3,50 3,75 4 — N. B. — Nei detti prezzi e compresa una copertina semplice. La copertina stampata e le altre modificazioni {come scompaginazione, doppia nu- merazione, carta più fine ecc.) sono d'ora innanzi a tutto carico degli autori. Agli autori delle memorie pubblicate nel Bullettino compete ogni re- sponsabilità delle opinioni e fatti esposti. I Soci effettivi residenti nel Regno possono consultare i libri della bi- blioteca sociale, purché ne rilascino ricevuta ed assumano a loro carico le spese d' invio. BULLETTINO DELLA SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO QUARANTANOVESIMO (XLIX) Trimestre I, II, III e IV. (Dal Gennaio al Dicembre 1917) [* MAY 14 1919 * FIRENZE TIPOGRAFIA M. RICCI, VIA SAN GALLO, 31 a spese degli Editori 1917 (Pubblicato il 31 Marzo 1919). INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL VOLUME DELL'ANNO QUARANTANOVESIMO Giuseppe ColÒSI. — Nota preliminare sui Misidacei rac- colti dalla R. N. « Liguria •> Pag. 3 Mario Bezzi. — Rinvenimento di una Chioma (Dipt.) nei dintorni di Torino » 12 E. Giglio-Tos. — Saggio di una nuova classificazione dei Mantidi » 50 Indice delle materie contenute nel volume dell' anno qua- rantanovesimo » 89 BULLETTINO SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA ANNO QUARANTANOVESIMO (XLIX) s FIRENZE TIPOGRAFIA DI M. RICCI Via S. Gallo, N. 31 1917 Giuseppe Colosi Nota preliminare sui Misidacei raccolti dalla R. N. " Liguria „ NEL 1903-190S La relazione definitiva sui Misidacei raccolti dalla E. X. « Liguria » nel viaggio di circumnavigazione del 1903-05 eseguito sotto il comando di S. A. R. Luigi di Savoja, Duca degli Abruzzi, benché iniziata contemporaneamente a quella degli Eufausiacei, comparirà con notevole ritardo. Mi rimane ancora da esaminare qualche forma, fra cui tre specie di Mysis (in senso largo) ; e tale esame, per le difficoltà di procurarmi subito alcune recentissime pubblicazioni, dovrò rimandare a dopo la guerra. Stimo intanto opportuno di far conoscere sommariamente i resultati finora ottenuti stu- diando il materiale affidatomi. Le stazioni che hanno offerto Misidacei sono le seguenti : Staz. IL — Atlantico settentrionale. Lat. 29° 12' N. Long. 24° 58' W. Gr. Siriella Thompsoni. Staz. VI. — Atlantico settentrionale. Lat. 17° 12' N. Long. 81° 21' W. Gr. Anchialina typica. _ 4 — Staz. XIII. — Pacifico meridionale. Lat. 35° 06' 60" S. Long. 73° 38' W. Gr. Caesaromysides Liguriae. Staz. XIV. — Pacifico settentrionale. Lat. 3° 15' N. Long. 89° 52' 30" W. Gr. Euchaetomera tennis. Mysis sp. Staz. XVII. — Pacifico meridionale. Lat. 2° 28' S. Long. 152° 45' W. Gr. Euchaetomera Seìinae. Staz. XX. — Pacifico meridionale. Lat. 28° 20' S. Long. 170° 05' E. Gr. Siriella Thompsoni. Rhopalophthalmus egregius. Staz. XXII. — Arcipelago malese. Lat. 10° 35' 08" S. Long. 142° 13' 14" E. Gr. Siriella gracilis. Siriella nodosa. Rhopalophthalmus egregius. Staz. XXIII. — Arcipelago malese. Lat. 8° 6' S. Long. 135' E. Gr. Siriella aequiremis. Siriella nodosa. Staz. XXIV. — Arcipelago malese. Lat. 4° 02' S. Long. 128° 21' E. Gr. Mysis s.p. Staz. XXVIII. — Arcipelago malese. Lat. 8° 50' N. Long. 103° 55' E. Gr. Uromysis armata. Lycomysis spinicauda. Staz. XXXII. — Arcipelago malese. Lat. 4° 25' S. Long. 110° 26' E. Gr. Uromysis armata. Staz. XXXIII. — Oceano Indiano. Lat. 13° 35' N. Long. 83° 47' E. Gr. Sir iella sp. Staz. XXXIV. — Oceano Indiano. Lat. 9° 39' N. Long. 81° 26' 30" E. Gr. Hemisiriella parva. Staz. XXXV. — Oceano Indiano. Lat. 10° 50' N. Long. 58° 40' E. Gr. Siriella sp. Le precedenti indicazioni geografiche sono tolte dalla Relazione preliminare sul viaggio della R. N. « Liguria > compilata da S e n n a, la quale contiene delle importanti indicazioni sugli Schizopodi raccolti. Per quanto riguarda la distribuzione in famiglie, sotto- famiglie e tribù, mi attengo alla tavola data da H a n- sen (7). Order. MISIDACEA. Subord. Mysida. Fam. MYSIDAE Dana. Subfam. Siriellinae Norman Gen. SIRIELLA Dana. Siriella Thompsonii Milne-Edwards. 1837. Cynthia Thompsonii Milne-Edwards. 1852. ? Siriella vitrea Dana. 1852. ? Siriella brevipes Dana. 1861. Cinthia inermis Kròyer. 1868. Siriella Edwardsii Claus. 1882. Siriella indica Czerniavsky. — 6 — 1882. Protosiriella Thompsoni Czerniavsky. 1882. Siriellides Edwardsii Czerniavsky. 1882. Siriella inermis Czerniavsky. 1882. Siriella vitrea Czerniavsky. 1885. Siriella Thompsoni G. 0. Sars. 1910. Siriella Thompsoni Hansen. La « Liguria » ne ha raccolto 15 individui fra la Nuova Caledonia e la Nuova Zelanda (Staz. XX). Siriella gracilis Dana. 1852. Siriella gracilis Dana. 1885. Siriella gracilis G. 0. Sars. 1910. Siriella gracilis Hansen. Due femmine adulte nella staz. XXII (Stretto di Torres). Siriella nodosa Hansen. 1910. Siriella nodosa Hansen. Numerosi esemplari nella staz. XXII (Stretto di Torres). Siriella aequiremis Hansen. 1910. Siriella aequiremis Hansen. Un solo esemplare della staz. XXIII. Gen. HEWIISIRIELLA Hansen. Hemisiriella parva Hansen. 1910. Hemisiriella parva Hansen. Una sola femmina nella staz. XXXIV. Subfam. Rhopalophthalminae Hansen. Gen. RHOPALOPHTHALMUS Illig. Rhopalophthalmus egregius Hansen. 1910. Rhopalophthalmus egregius Hansen. 1915. Rhopalophthalmus egregius Tattersall. — 7 — Due esemplari adulti nella staz. XXII (Stretto di Tor- res) e uno giovane nella staz. XX (fra la Nuova Caledonia e la Nuova Zelanda). Subfam. Gastrosaccinae Norman. Gen. ANCHIALINA Norman. Anchialina typica Kroyer. 1861. Anchialus typicus Kroyer. 1910. Anchialina typica Hansen. non : 1885. Anchialus typicus G. 0. Sars = 1883. Anchia- lus truncatus G. 0. Sars = Anchialina truncata (G. 0. Sars) (Anchialus nom. preocc). — Un es. nella staz. VI. Subfam. Mysinae Hansen. Tribus Erythropini Hansen. Gen. EUCHAETOMERA G. 0. Sars. Euchaetomera tenuis G. 0. Sars. 1883. Euchaetomera tenuis G. 0. Sars. 1885. Euchaetomera tenuis G. 0. Sars. 1905. Euchaetomera Fowleri Holt e Tattersall. 1905. Euchaetomera Fowleri Hansen. 1909. Euchaetomera Fowleri Zimmer. 1910. Euchaetomera tenuis Hansen. 1911. Euchaetomera tenuis Tattersall. Un esemplare della staz. XIV. Euchaetomera Sennae n. sp. Senna, nella sua Relazione preliminare precedentemente menzionata, a proposito del raccolto fatto nella staz. XVII — 8 — parla di « un esemplare di Brutomysis, bellissimo Schizo- podo, che mi sembra appartenere ad una nuova specie. La sola finora nota di questo genere è la rara B. vogti descritta dal Chun e presa in una pesca fatta a 5Ò0 metri di pro- fondità nei pressi di Madera, poi trovata in un unico esem- plare nel Mediterraneo dal dottore Lo Bianco durante le ricerche pelagiche eseguite dal Yacht « Maja ». Nel 1909 Tattersall passò il gen. Brutomysìs Chun in sinonimia del gen. Euchaetomera. Nel genere Euchaetomera sono comprese 7 specie, cioè : E. typica G-. 0. Sars, E. Vogtii Chun, E. limbata Illig, E. tennis Gr. 0. Sars (= E. Fowleri Holt e Tattersall), E. gly- phidophthalmica Illig, E. oculata Hansen, E. Sennae Colosi. Descrizione di Euchaetomera Sennae (femmina). Corpo allungato. Lunghezza 4 mm. Antennule con articolo mediano del peduncolo assai breve. Antenne con squamma allungata, raggiungente il livello dei peduncoli antennulari. Sul margine esterno delle squamme si passa insensibilmente dalla regione distale setifera alla regione basale nuda. Articolo basale senza alcuna sporgenza spiniforme. Occhi del tipo Euchaetomera, assai grandi, raggiungenti quasi la metà del 3.° articolo dei peduncoli antennulari. Parte oculare laterale poco meno sviluppata dell'anteriore. Scudo dorsale grossolanamente cuoriforme. Piastra fron- tale con un rostro pontuto che si dirige all'innanzi e verso l'alto. Lo scudo lascia scoperto, specialmente sulla linea dorsale, buona parte degli ultimi segmenti toracici. Zampe lunghe e robuste. Mascellipiedi di forma ingrossata, e con dattilopodite munito di numerose setole di forma peculiare. Pleon lungo circa quanto il cefalotorace. I primi cinque segmenti hanno il margine posteriore dentellato ai due lati, similmente a E. Vogtii ; il 6.° segmento possiede tutto il margine posteriore denticolato, similmente a E. Vogtii. Pleopodi della femmina indivisi, mediocremente lunghi, — 9 — tutti provvisti di parecchie setole, di cui una terminale notevolmente lunga e robusta. Uropodi con esopodite più largo e poco più lungo del- l'endopodite. Otocisti grandi. Telson tanto lungo che largo, arrotondato, armato di due o tre spine mediocremente lunghe per ciascun lato, e di due lunghe setole piumose mediane terminali. Località. — Una sola femmina nella staz. XVII : Paci- fico intertropicale. Osservazioni. — Questa specie, molto affine a E. Vogtii, ne differisce specialmente per i caratteri delle antenne, de- gli uropodi e del telson. Gen. CAESAROMYSIDES Colosi. Caesaromysides Liguriae Colosi. 1916. Caesaromysides Liguriae Colosi. Questa forma interessantissima, la quale aveva già atti- rato l'attenzione di Senna (11) è stata da me descritta e disegnata in una nota preliminare (2). Il gen. Caesaromysi- des è strettamente affine al gen. Caesaromysis Ortmann ed anche ai generi Echinomysis Illig, Arachnomysis Chun, Ma- stigophthalmus Illig, Chunomysis Holt e Tattersall, Euchae- tomera G. 0. Sars, Euchaetovieropsis Tattersall. Di Caesaromysides Liguriae si conosce il solo maschio, catturato in unico esemplare nelle acque di Valparaiso (staz. XIII). Tribus Leptomysini Hansen. Gen. UROMYSIS Hansen. Uromysis armata Hansen. 1910. TJromysis armata Hansen. Un solo esemplare nella staz. XXVIII (Mar Cinese me- ridionale). — 10 — Tribus Mysini. Gerì. LYCOMYSIS Hansen. Lycomysis spinicauda Hansen. 1910. Lycomysis spinicauda Hansen. 1916. Lycomysis spinicauda Colosi. La specie stabilita da Hansen sopra esemplari giovani, fu nuovamente descritta da me sopra un maschio adulto proveniente dalla staz. XXVIII (Mar Cinese meridionale). Mi fu così possibile potere ascrivere il gen. Lycomysis alla tribù Mysini (3). Laboratorio di zoologia degli Invertebrati. Firenze, ottobre 1917. 11 — BIBLIOGRAFIA 1. Claus C. — 1868. — Ueber die Gattung Cynthia als Geschlechtsform der Mysidengattung Siriella, in : « Zeitschr. Wiss. Zool. » , Bd. 18. 2. Colosi G. — 1916. — Caesaromysides Liguriae n. gen., n. sp., in: « Mon. Zool. Ital. », XXVII. 3. Colosi G. — 1916. — Nuova diàgnosi e posizione sistematica di Ly- comysis spinicauda Hansen, in: « Mon. Zool. Ital. », XXVII. 4. Czerniavski V. — 1882-1883. — Monographia Mysidarum impri- mis Imperii Rossici, in: « Arb. St. Petersburg Naturf. Ges. », XII, XIII, XVIII. 5. Dana J. D. — 1852. — United States Exploring Expedition, Phila- delphia. 6. Hansen H. J. — 1905. — Further Notes on the Schizopoda, in : « Bull. Mus. Oeéan. Monaco », n. 42. 7. Hansen H. J. — 1910. — The Schizopoda of the Siboga Expedi- tion, in: « Siboga- Expeditie », Monograph. XXXVII. 8. Milne-Edwards H. — 1837. — Histoire naturelle des Crustacés. Paris. 9. Sars G. O. — 1883. — Preliminari/ notices of Schizopoda of Chal- lenger, in: « Christiania Vidensk. Selsk. Forhandl. », n. 7. 10. Sars G. 0. — 1885. — Voyage H. M. S. Challenger. Report on Schizopoda. Voi. XIII. 11. Senna A. — 1906. — Raccolte planctoniche fatte dalla E,. N. Ligu- ria nel viaggio di circonnavig azione del 1903-05 sotto il comando di S. A. R. Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi, Voi. I, Fase. I, Relazione preliminare ed elenco delle stazioni, in : « Pubbl. R. Ist. Studi Sup. prat. e di perfez. », Firenze. 12. Tattersall W. M — 1911. — Schizopodous Crustacea from the North-Ea8t Atlantic Slope. Second Supplement, in : « Rep. Fiseheries Ireland, Scient. Invest. », 1910, n. 2. 13. Tattersall W. M. — 1915. — Fauna of the Chilka Lake, Misi- dacea, in: « Mem. Ind. Mus. », Voi. V. 14. Zimmer C. — 1909. — Die Nordischen Schizopoden, in « Nordisches Plankton », Lief, 12. 12 Dott. MARIO BEZZI RINVENIMENTO DI DNA GHIONEA {Dipi) NEI DINTORNI DI TORINO Non è una novità che anche nel cuor dell'inverno, e pure quando il suolo è coperto da un alto strato di neve, si pos- sano fare osservazioni entomologiche ; tanto più che già fin dal 1779 G-iorna il figlio nel suo « Calendario degl' in- setti ecc. » (1) scriveva che colui che crede che nei mesi più freddi dell' anno sia impossibile far raccolta d' insetti « certamente s' inganna, ed in conseguenza _,di tal errore perde talora l'occasione propizia di procurarsi alcune spe- cie d'insetti, che poi in altre stagioni si ricercano invano ». È tuttavia una novità l'aver trovato una Chionea in Pie- monte ; e per quanto la cosa fosse prevedibile, essa non è priva di interesse, poiché da circa un secolo che questi insetti son noti, due sole volte furon rinvenuti in Italia sopra una settantina di casi osservati in tutta Europa, men- ti) u Calendario degl'insetti ossia osservazioni entomologiche dirette ad indi- care le stazioni proprie agl'insetti nel nostro clima del Piemonte, e principal- mente nei contorni di Torino ». Vedine la ristampa fatta dal prof. Michele Les- sona nel u Calendario zoologico in Piemonte n in u Annali della R. Accad. d'Agricolt. di Torino », voi. XVI, 1873 V. p. 13-14. — 13 — tre si conoscono ancora due ritrovamenti in Siberia e circa 18 nell'America del Nord. In verità non si condussero mai di iproposito sistemati- che ricerche in quello che dovrebbe essere il loro naturale habitat e dove, come risulta da parecchie osservazioni, do- vrebbero trovarsi assai frequenti ; le catture delle Chionee si riducono infatti quasi solo a quelle avvenute accidental- mente sulle nevi invernali, da cui trassero il nome. Ma pure quest'ultime non sono facili ; a riprova del che, posso dire che da circa un decennio in cui percorro la collina e le prealpi dei dintorni di Torino in escursioni invernali, malgrado non abbia mai mancato, durante le lunghe marce sulla neve, di osservare con occhio di naturalista tutto quanto giace sul candido strato, non mai ho potuto imbat- termi nel desiderato insetto. L'atteso incontro si verificò in una escursione intrapresa il 28 Dicembre 1917 al Monte Pietraborga (m. 926), fra Trana e Piossasco. Dopo lunga esplorazione delle nevi tra le boscaglie della cresta N., sia sul versante E. che su quello W., mi riuscì finalmente, poco prima della cima a circa 900 m. di altezza, di trovare un esemplare $ morto, giacente sul limite di un campo di neve, in vicinanza di certe rocce scoperte. La località era una boscaglia di quer- cia, col suolo coperto di circa 20 cm. di neve vecchia, colla crosta gelata ; tempo calmo e nebbioso, con temperatura di - 2° C. Pochi altri insetti si osservavano intorno ; un $ di Pollenia rudis Fabr., ed uno di Cypsela (Borborus) nigra Meig. giacevano morti sulla neve, come pure un neurot- tero del gen. Chrysopa. Molto frequente era invece la forma agama della Biorrhiza aptera Bosc. (Imenotteri), vagante sulla neve o tramortita. Tornato sui medesimi luoghi il successivo 20 Gennaio 1918, con neve ancor più alta e fresca, non trovai la Chionea ; v'era ancora, ma più rara, la Biorrhiza e per l'aria svolaz- zava frequente la Petaurista (Trichocera) hiemalis L. — 14 — La Chionea raccolta appartiene alla specie Chioma Iute- scens, descritta dal Lundstròm nel 1907, e più precisamente alla forma che per la sua colorazione oscura assomiglia in apparenza alla vera Ch. araneoides Dalm.. Essa è la spe- cie più largamente diffusa nell'Europa centrale, e l'attuale ritrovamento ne conferma la presenza anche in Italia, dove finora si registrarono solo le seguenti catture del genere: 1. Un esemplare $ che deve esser stato raccolto sull'Ap- pennino parmense fra il 1850 ed il 1855, dal dott. Berte o dal Rondani, che sotto il nome di araneoides comprende la specie nel 1856 fra i ditteri italiani nel primo volume del « Prodromus ». Tale esemplare si trova, colla semplice indicazione « Appennini » nella coli. Rondani a Firenze (n.° 3192), dove fu osservato anche dall'Osten Sacken, che lo ricorda senza nome nel 1887. Nel 1900 io ebbi comuni- cato in esame a Sondrio questo esemplare e lo riconobbi differente dalla araneoides, riferendolo erroneamente alla Ch. crassipes Boli. ; in seguito, senza aver più visto l'esem- plare, credetti nel 1908 di esprimere il dubbio che esso potesse appartenere alla Ch. alpina Bezzi. Ora, grazie alla cortesia del prof. A. Senna che ha esaminato di nuovo per me lo storico esemplare, sono in grado di poter assicurare che esso appartiene alla Ch. lutescens, avendo la peluria delle gambe disposta esattamente come in tale specie. 2. I 4 esemplari dei due sessi raccolti da me l'8 Dicem- bre 1899 presso Chiareggio in Valmalenco (Sondrio), e ascritti primieramente alla Ch. crassipes nella pubblica- zione del 1900, ma. riconosciuti dappoi come distinti e de- scritti nel 1908 come costituenti una nuova specie sotto il nome di Ch. alpina. 3. L'esemplare $ della Ch. lutescens Lundstr. che forma oggetto della presente nota. — 15 — Allo scopo di chiarire, sulla scorta dei fatti osservati, le ancor poco note condizioni di vita e di abitazione delle Chionee, può servire la tabella I, che registra in ordine cro- nologico tutte le catture sinora fatte nella regione paleartica. Poco diversamente sono andate le cose nell'America del Nord, come si può rilevare dalla tabella II, che comprende le catture fatte nella regione neartica. Tabella I. — 16 — ,. Data Osservatore Autore e data Paese Caratteri dell' osservazione della pubblicazione dell'osservazione della località ! Inverno 1815 Dalrnan Dalma», 1816, 1823 Vestrogozia, Svezia Luoghi selvosi! Inverno 1821 — Giorn. «Isis», Dal- nian, 1823 Monti del Giura Inverno 1822 Marklin Dalrnan, 1823 Isola Laxon, presso Elfkarleby, Svezia _ Inverno 1835 Wahlberg Zetterstedt, 1852 Luleà, Botnia sett., Svezia Luoghi selvosi Gennaio 1841 Sundevall Zetterstedt, 1852 Sudermania, Svezia Luoghi selvosi Inverno 1841 e segg. Heeger Heeger, 1848; Ham- merschmidt, 1847 Mòdling, presso Vien- na, Austria Vigneti Inverno 1845 Malm Bobeman, 1846 , Lapponia tornense — Inverno 1848 Gravenhorst Gravenborst, 1848 Slesia, Germania — Inverno 1849 Middendorf Ericbson, 1851 Turucbansk, Siberia — Genn.-Febb.1854 Egger, Frauen- feld Egger, Frauenfeld, Braner, 1854 Modliug, Vienna, Au- stria Vigneti Inver. 1850-1855 Berte (?) Rondaui, 1856; Osten Sacken, 1887 Apennini parmensi. Italia — Inverno 1860 e segg. Scbiner Scbiner, 1864 Modliug, Vienna, Ali- stria Vigneti Primavera 1860 Lennis Leunis, 1860 e 1886 (Ludwig) Hildesbeim, Germa- nia — 1869 Nowicki Loew, 1870 ; Nowi- cki, 1873 Monti Tatra, Galizia ~ Inverno 1874 Collett Siebke, 1877 Kistrand, Finmarkia, Norvegia — Inverno 1875 Sahlberg Sahlberg, 1876 Finlandia — Aprile 1877 Nordvi Siebke, 1877 Finmarkia, Norvegia — Tardo aut. 1880 Leydig Leydig, 1881 Wurzburg, Germania — Inverno 1884 Biro Biro, 1885 Runyiua, Ungheria S('tT. — 17 -- Condizioni Condizioni Osservazioni particolari Nome della Nome vero 0 climatiche della Chionea pubblicazione probabile re fresca; tem- m. - 2°, - 3° cf $ , vaganti sulla neve Boretts «hiemalis », «Po- rZ»rrt nivaUs » araneoides araneoides — Vagante sulla neve — — lutescens — Vagante sulla neve — araneoides araneoides fé Vagante sulla neve — araneoides araneoides ve Vagante sulla neve — araneoides araneoides ve q $, numerosi, vaganti sulla neve Abbondante deposizione d' uova araneoides lutescens ve tf , sulla neve — crassipes crassipes ve O $, sulla neve In copula araneoides lutescens ve Sulla neve — araneoides ? araneoides ve gelata q 5 ' numerosi sulla neve, e più fra i sar- menti ammucchiati a terra Vissute in cattività fino in Aprile ; copula, de- posizione uova, larve su foglie e humus vissute sino 'alla fine di Maggio in cattività araneoides lutescens — — — araneoides lutescens ve O $, numerosi sulla neve — araneoides lutescens re Vagante sulla neve — araneoides lutescens — — — crassipes lutescens — ? — araneoides araneoides Té Vagante sulla neve — araneoides araneoides ve cf? — crassipes crassipes ve — — araneoides lutescens ve Anno XI IX. araneoides lutescens 2 — 18 Data dell' osservazione Osservatore Autore e data della pubblicazione 24 Dicemb. 1886 15 Dicemb. 1886 26 Febbraio 1888 Fine Ottob. 1889 Dic.-Genn. 1896- 1905 Gennaio 1896 — 1898 — 1899 8 Dicembre 1899 — 1900 Inverno 1906 Pieno inv. 1906 2.-. Spttemb. 1907 Gennaio 1907 e Inverno 1907 e Dic.-Genn. 1907 e sega:. Girschner Mik Hugnenin Thomas Kowarz Kern, Bau Woigand e Sch- midt Apfelbeck Klocker Bezzi Strobl Reuter Peyerinikoff Babler Wegelius, Lund- strom, Forsius; Giunteli Lundstrom, Mon- tell, Sahlberg Poppius, Forsius, Reuter, Sahl- berg, Lund- strom Girschner, 1887 Mik, in coli. Huguenin, 1888 Thomas, 1890 Kowarz, 1894 Bau, 1910 Doderlein, 1896; Le- sne, 1911 Strobl, 1898 Klocker, 1900 Bezzi, 1900 Strobl, 1900 Lundstrom, 1907 Peyeriinkoff, 1906, Ì911 Bezzi, 1908: Babler, 1910 Lundstrom, 1907, 1912 Lundstrom, 1907, 1912 Lundstrom, 1907, 1912 Paese dell'osservazione Meiningen, Germania Mòdling, Vienna , Au- stria Zurigo, Svizzera Ohrdruf, Turingia, Germania Boemia Ruggburg, Vorarl- berg, Austria (600- 900 m.) Lago Bianco (1000 m.), Vosgi Trebevic, Bosnia Danimarca Valmalenco (1500- 1600 m.) Sondrio, Italia Tarciu, Bosnia Finlandia Cousson (1500 m.), Digne, Basse Alpi, Francia Rotfurka (2700 ni), Svizzera Finlandia Lapponia, Finlandia Finlandia Caratter della locali Parco selvoi riva al M Ortaglia teto Luoghi selve coltivati Bosco abeti lu una grott In una grott In una spacca della rocciil — 19 — : Condizioni Condizioni Osservazioni particolari Nome della Nome vero o climatiche della Chionea pubblicazione probabile re fresca 1 (y, vagante sulla neve Si trova ancora in Apri- le sotto le pietre ed i muschi araneoides lutescens ' — — — araneoides lutescens — — araneoides lutescens iza nere : bel tempo 69 (f, 67 $ In copula dal 27 Otto- bre in avanti; in buche del terreno piene di foglie e nei mucchi di rami secchi araneoides lutescens — — — araneoides lutescens ve Vagante sulla neve In massa nelle cantine in inverno, fra i ca- voli e le rape am- mucchiate araneoides lutescens ve — — araneoides ? lutescens — 1^ — major ì lutescens — — — araneoides lutescens ve fresca, di prima caduta 3 £?, 1 $, vaganti sulla neve Petaurista hiemalis, Bo- nus « lùemalis » crassipes alpina aza neve icT — major ? lutescens ve Vagante sulla neve — lutescens lutescens aza neve — — araneoides ? alpina aza neve — — alpina alpina ve cf-j-, vaganti sulla neve Molte catture araneoides- araneoides ve O $, vaganti sulla neve Diverse catture crassipes crassipes ve (^5, vaganti sulla neve Molte catture lutescens lutescens - 20 — ì Data Osservatore Autore e data Paese Caratteri j dell' osservazione della pubblicazione dell'osservazione della localitl 27 Noverub. 1908 Boldyrev Boldyrev, 1911, 1913 Mosca, Russia Luoghi selv<' 27 Novemb. 1908 Boldyrev Boldyrev, 1911,1913 Mosca, Russia Luoghi selvt 13-16 Die. 1908 Forsius Frey, 1913 Finlandia — 7-9 Gennaio 1909 Forsius Frey, 1913 Finlandia — 26 Dicemb. 1909 - 2 Gemi. 1910 Forsius Frey, 1913 Finlandia — 7 Gennaio 1909 Lundstrom Mia coli. Helsingfors, Finlan- dia — 5 Novemb. 1910 Boldyrev Boldyrev, 1911,1913 Mosca, Russia — Inverno 1910 Karpov Boldyrev, 1911,1913 Gov. Tuia, Russia | Inverno 1910 Grszibovskij Boldyrev, 1913 Smolensk, Russia — Inverno 1910 Rimskij - Kursa- kov Boldyrev, 1913 Jainburg, Gov. Pie- trogrado, Russia — Inverno 1910 » >> » — 23 Ottobre 1910 Boldyrev Boldyrev, 1913 Mosca, Russia Bosco di un p1 28-31 Die. 1910 Forsius Frey, 1913 Finlandia — 2 Gennaio 1911 Forsius Frey, 1913 Finlandia — 5 Gennaio 1911 Lesne Lesne, 1911 Tannenwald, Mul- house, Alsazia Bosco di fag1 Primavera 1911 Montell Lundstrom, 1912 Muonio, Lapponia — Fine Die. 1911 Severin Becker, 1912 Francorchamps, Ar- denne, Belgio — 19 Sett. - 15 Di- cembre 1912 Teilhard Yillenenve inlitt. (1) Clierzou, Alvernia, Francia In piccola gì (1) Secondo una comunicazione in litt. del dott. Villeneuve, che ha avuto in esame gli esemplari molto stretta e poco illuminata del puy di Clierzou in Alvernia. Questo puy è situato dietro il Pui m' a été donnóe par M. Gabriel Teilhard, un jeune entomologiste que j'avais envoyé, en 1912, mettre Puy de Clierzou «. — 21 — Condizioni Condizioni Osservazioni particolari Nome della Nome vero 0 climatiche della Chionea pubblicazione probabile ve : temp. - 1° Vagante sulla neve Vagante sulla neve Allodio, lugem W., Bo-i reus Boldyrevi Nav., Biorrhiza sp. / araneoides araneoides ve; temp. - 1° - + 1° lutescens lutescens ve : temp. - 2° - + 1" <^f $, vaganti sulla neve Petaurista hiemalis Deg.; 1 Ci/pschi equina Fall.; Tephrochlamys canesc- ' ens Meig.j Boreus We-I lutescens lutescens ve; temp. - 6° - + 1° cf $, vaganti sulla neve <$ $ , vaganti sulla neve araneoides araneoides ve stiooodii Hag. araneoides araneoides ve; temp. - 1° Vagante sulla neve — araneoides araneoides ve Vagante sulla neve In copula lutescens lutescens ve Vagante sulla neve — lutescens lutescens ve Vagante sulla neve — lutescens lutescens ,ve Vagante sulla neve — araneoides araneoides sve Vagante sulla neve — lutescens lutescens nza neve icf Sotto le foglie cadute lutescens lutescens ;ve 2 q , vaganti sulla neve — lutescens lutescens >ve i $, vaganti sulla neve — lutescens lutescens jve Vagante sulla neve Boreus hiemalis L. araneoides lutescens ■fve Vagante sulla neve — crassipes crassipes — cT$ In un nido sotterraneo di Vespa- Spheconophi- lus belgicus lutescens " " e/1? In cavità del suolo lutescens ;. H. du Buysson: il cf fu trovato il 19 Settembre 1912 e la § il 15 Dicembre 1912, in una piccola grotta ime in rapporto a Clermont-Ferrand. Il sig. du Buysson scrive in proposito al D. "Villeneuve : u la bète pàts (peaux de lapins) dans des boìtes a demi enterrées, dans les grottes ou plutót anfractuosités du 22 Data Osservatore Autore e data Paese Caratteri dell' osservazione della pubblicazione dell'osservazione della localit 28-31 Die. 1912 Forsius Frey, 1913 Finlandia — 28-31 Die. 1912 Forsius Fijey, 1913 Finlandia — — 1912-1913 Absolon Bezzi, 1914 Bosnia, Erzegovina In diverse gc — 1912 Cserskij Boldyrev, 1913 Wladivostok, Ussari, Siberia or. — 1912 Cserskij Boldyrev, 1913 Wladivostok, Ussuri, Siberia or. — 1912 Cserskij Boldyrev, 1913 Wladivostok, Ussuri, Siberia or. - — 1912 Uzel Vimmer, 1913 Kr. Hradec, Boemia — Dicembre 1912 Heselbaus De Meijere, 1913, 1916; Schmitz, 1914 Valkenburg, Olanda 21-24 Nov. - 7 Die. 1913 Marchaud Marchaud, 1917 Davos (1560m.),Gri- gioni, Svizzera Luoghi prati sparsi di la e pini Novembre 1915 Schmitz Schmitz, 1916 Sittard, Olanda — 28 Dicemb. 1917 Bezzi Bezzi, 1919 M. Pietraborga (900 ni.), Torino, Italia Boscaglia di querce (1) L'autore non ha nominato questa specie, di cui dà solo una breve descrizione; essa pare sopratu — 23 Condizioni 1 climatiche Sfeve STeve Sènza neve Neve N ere Condizioni della Chìonea 2 $ 1 $, vaganti sulla neve 1 $ , vagante sulla neve 1 (^\ vagante sulla neve cf 2, vaganti sulla neve $, vagante sulla neve Neve vecchia e fresca : tempo bello IftiVe vecchia ; temp. - 2° Osservazioni particolari Petaurista maculipen >t Ì8 Mgn. ; 31 Boreus We- stwoodii Hag. Diverse catture (tre) Nome della pubblicazione 3(5 1$, vaganti sulla 1 $," morta sulla neve — ( In tana di arvicola Petaurista, Diamesa, ecc. — La $ vissuta 10 giorni in schiavitù per esperienze In nido sotterraneo di vespa Cypsela nigraMeig.; Bior- rhiza opterà, Bosc. araneoides lutescens major araneoides crassipes n. sp. araneoides araneoides alpina lutescens lutescens Nome vero probabile araneoides lutescens ? lutescens araneoides crassipes n. sp. (1) lutescens lutescens alpina lutescens lutescens caratterizzata dalla brevità dell' ovopositore. Tabella II. 24 Data Osservatore Autore e data Paese Caratteri dell' osservazione della pubblicazione dell'osservazione della località — 1832 Harris Harris, 1833, 1835, 1841, 1852, 1862 Massachussets, Stati Uniti - Bosco di pini Marzo 1840 Gosse Gosse, 1840 Canada — 1847 Barnston Walker, 1848 St. Martin Falls, Al- bany River, Hu- dson's Bay — — 1847 — Walker, 1848 America del Nord 1 Ottobre 1872 — Needham, 1908 Manlius, New York, Stati Uniti — 15 Novemb. 1892 — Needhani, 1908 Itbaca, New York, Stati Uniti ; Fine Dicembre 1892 - 1895 Lugger Lugger, 1896; Wash- burn, 1905, 1907 Minnesota, Stati U- niti 15 Marzo 1896 — Needbam, 1908 Itbaca, New York, Stati Uniti - — 1899 Doane Doane, 1900 Pullman, Washing- ton, Stati Uniti - Inverno 1905 Ainslie Ainslie, 1906 Minnesota, Stati U- niti — Dicembre 1907 Kiley Needbam, 1908 Forest Home, New York, Stati Uniti Luoghi selvosi Dicembre 1907 Eiley Needbam, 1908 Forest Home, New York, Stati Uniti Luoghi selvosi 20 Febbraio 1907 Emerton Jobnson, 1907 Jackson, N. H., Stati Uniti Luoghi selvosi • — 1907 Moody Jobnson, 1907 Malden, Mass., Stati Uniti 6 Dicembre 1911 Emerton Jobnson, 1912 Tyngsboro, Mass., Stati Uniti (1) Questa nuova specie è distinta per avere i femori mediani forniti di spine. Vedi nell' appendice 25 — Condizioni climatiche Condizioni della Chionea Osservazioni particolari Nome della pubblicazione Nome vero probabile Senza neve Neve Senza neve Neve Neve fresca e vecchia; temp. -10° Neve Neve Neve Neve Neve altaefresca Neve Senza neve cf$ Vive nel suolo, iu cui depone le uova Vagante sulla neve Vagante sulla neve Vagante sulla neve Vagante sulla neve 4 $, vaganti sulla ueve Vagante sulla neve Vagante sulla neve 3 cf 1 $, vaganti sulla neve Vagante sulla neve Sotto le pietre Iu copula ; deposizione di uova nella neve Molti cf $ Provenienti da sotto le pietre valga araneoides aspera scita valga valga valga valga nivicola valga valga n. sp. valga valga valga valga valga valga scita valga valga valga valga nivicola valga valga n. sp. (1) valga valga valga reperti delle tre specie descritte dal Sig. Alexander. — 26 — Dalle precedenti tabelle si rileva che la vita delle Chio- nee adulte si protrae dalla seconda metà di Settembre (Tei- lhard, Babler) sino all' Aprile (Nordvi, Girschner, Frauen? feld in schiavitù), con prevalenza assoluta pei mesi inver- nali. Infatti le catture di data precisata o presumibile, sono come segue : Autunno (sett., ott. e nov.) catture n. 15 Inverno (die, genn. e febb.) .... » » 48 Primavera (marzo e aprile) » » 4 Non è quindi da meravigliare se quasi tutte le catture avvennero sulla neve, o mentre il suolo era coperto di neve : esse costituiscono infatti oltre il 70 °/0 di quelle ef- fettuate sinora ; né sono ostacolate dalle basse temperature poiché furon viste le Cbionee aggirarsi sulla neve anche con -6° - -10° C. Tuttavia questo fatto, evidentemente secondario, ha per lungo tempo sviato l' attenzione dei naturalisti, facendo prendere per normali delle condizioni accidentali di rinve- nimento, come fu primieramente dimostrato nel 1887 da quell' acuto ed originale osservatore che fa il prof. Gir- schner. Per verità conviene ricordare che già prima del 1833 T. W. Harris aveva nell'America del Nord riconosciuto la presenza delle Chionee indipendentemente da quella delle nevi ; ma le sue osservazioni, contenute in una vecchia opera di entomologia agraria del 1841, rimasero a lungo ignorate. Oggi disponiamo di un sufficiente numero di dati per poter affermare che 1' eccessiva specializzazione, derivante da adattamento a particolarissime condizioni di vita, come ha portato la Chionea all' atterismo assoluto, così ne ha determinato il passaggio da un euritopismo eteroceno (1), (1) G. Enderlein, Biologisch-faunistische Moor- und Dunen-Studien. E in Bei- Irag sur Eenntnis biosyn'ózischer Regionen in Westpreussen. u 30 Bericht d. West- preuss. Bot.-zool. Ver. », Danzig 1908, V. p. 71-72. — 27 — quale è proprio dei suoi affini, ad uno stenotopismo omo- ceno, quale si osserva negli insetti inferiori apterigoti, che trascorrono tutta la loro esistenza in una sola biocenosi. È evidente che la Chionea è esclusiva delle biosinecie di località selvose o cespugliose, più spesso con suolo roccioso o sparso di pietrame, dalla pianura alla regione subalpina dei monti ; solo eccezionalmente sale sopra il limite dei boschi, entrando nella regione alpina fin presso il confine nivale. L'essenza forestale è indifferente, poiché fu incon- trata in boschi di pini, di abeti, di faggi e di querce, come in frutteti ed in vigneti. Non risulta provata la pre- ferenza per località umide, come riteneva il Girschner. In tali biosinecie, la Chionea è propria della biocenosi che abita sotto le pietre e sotto i tappeti di muschi, fra le materie vegetali accumulate sul suolo, secche o putrescenti, di cui si nutrono le sue larve. In conseguenza la Chionea presenta tutti quegli adatta- menti che derivano dall' abitazione permanente in luoghi nascosti e ristretti ; primo fra questi la perdita delle ali (1), però colla conservazione dei bilancieri, che le devono tor- nare utili come organi di equilibrio, date le sue lunghe zampe. In secondo luogo il rivestimento di peli rigidi e setoliformi ; poi la robustezza del corpo e la relativa gros- sezza delle gambe, che nel maschio sono ancor più forti in rapporto alle particolari modalità di accoppiamento. Parlare di abitudini notturne, secondo vuole Osten Sa- cken, non pare necessario, perchè si tratta di insetto es- senzialmente oscuricolo e lucifugo, come è dimostrato dalla presenza di particolari adattamenti. Primo fra questi la riduzione evidente degli occhi ed il loro spostamento in avanti ; poi 1' assottigliamento della parte terminale delle antenne, che è inoltre provvista di lunghissimi peli ; indi (1) Bezzi M., Riduzione e scomparsa delle ali negli insetti ditteri. u Natura n, Milano 1916, V. p. 125-129. — 28 — la generale depigmentazione che appare nelle tinte pallide ed uniformi. Non è dunque da stupire se la Chionea entra facilmente nelle buche del terreno (Thomas), nelle fessure del suolo, nelle spaccature delle rocce (Bàbler), nei nidi sotterranei (Severin, Heselhàus, Schmitz) ; e come da que- ste microcaverne sia possibile la sua entrata nelle grotte dove fu rinvenuta 6 volte (Strobl, Peyerimhoff, Teilhard, Absolon), senza che però sia da ascrivere ai genuini abita- tori del dominio sotterraneo. Molto notevole è anche il rinvenimento in massa nelle cantine (Bau), ove in inverno stanno ammucchiati i cavoli e le rape, soprattutto su queste ultime guaste ; il che dimostra che la Chionea può anche avere importanza economica. Quando la neve viene a coprire il suolo, 1' habitat della Chionea ne resta per così dire esteso; poiché sotto la nuova copertura essa può uscire dagli usati ricoveri e vagare liberamente fra gli interstizi ed i meati, come membro ge- nuino di quella fauna ancor poco nota, che io ho altrove proposto di chiamare col nome di sottonivale. Allora può accadere che la Chionea salga accidentalmente sopra il can- dido strato, dove la sua presenza può esser tanto più facil- mente avvertita, quanto più difficile è scorgerla nella sua abituale stazione. Onde avviene più spesso di trovare la Chionea sulla neve recente, o meglio ancora mentre la neve cade, sopratutto durante la prima nevicata della sta- gione; e già Dalman ci avvertiva che « optimo successu quae- ritur in nive nuper facto et puro, etiam profundo ». In sostanza si deve riconoscere che la Chionea non è più nivicola del Boreus, assieme al quale spesso si trova sulle nevi, né che la sua presenza vi sia meno accidentale di quella della forma agama di Biorrhiza, colla quale fre- quentemente si rinviene nelle boscaglie di quercia ; essa è nelle medesime condizioni di molti collemboli (Hypogastrura, Isotoma, Orchesella, Dicyrtoma, ecc.) che abitano nella sua stessa biocenosi, e che pure si ritrovano regolarmente sopra — 29 — le nevi invernali ; e di molti altri artropodi, sopratutto aracnidi, dei quali ultimi presenta le forme e l'aspetto per fenomeni di convergenza, e forse anche di mimetismo pro- tettivo. Riguardo alla vita, alle abitudini ed alia metamorfosi delle Chionee, le conoscenze sono ancora frammentarie, ma pur tuttavia tali da poterne ricavare le linee generali. L'adulto è di comparsa autunnale, come altri Limoniidi ed altri Tipulidi, e come è dimostrato dal reperto del Tho- mas che lo osservò in massa nel tardo autunno. Stante però la sua dimora nascosta e riparata dal freddo, soprat- tutto quando il suolo è ricoperto dalla neve, la sua vita si può prolungare per tutto l' inverno ed anche fino a pri- mavera inoltrata, come è dimostrato da parecchi reperti (Nordvi, Huguenin, Grosse, Needham) e dall' allevamento in schiavità tentato dal Frauenfeld. Un fatto simile si osserva in molti altri artropodi, abitanti la medesima biocenosi. Le stesse osservazioni mostrano che 1' accoppiamento e la deposizione dell'uova possono aver luogo anche molto avanti nelF inverno, per quanto da quella del Thomas risulti che la loro epoca naturale sia il tardo autunno. Non si sa di cosa si nutra l'adulto durante la sua lunga vita invernale e sottonivale ; uè si conosce se sia possibile più di una generazione per anno, cioè se vi sia una generazione pri- maverile da larve vissute durante l' inverno ed una autun- nale da larve cresciute durante l' estate. Le modalità del- l' accoppiamento sono state descritte da Gravenhorst e da Mik presso Osten Sacken (1887). Non si hanno osserva- zioni sul modo di deporre le uova, tranne il poco detto da Harris, che asserisce depongano le uova nel terreno coll'aiuto del loro ovopositore, a guisa delle cavallette, cui le paragona ; e quanto osservato da Lugger, che le vide deporre nella neve stessa, però senza che se ne effettuasse la schiusa. È certo poco attendibile anche l'ipotesi avanzata dal Frauenfeld (1854, p. 616) che le uova siano deposte — 30 — sulla neve, e che collo sciogliersi di questa giungano sul terreno ; esse dovrebbero poter resistere a lungo al gelo ed all' umidità, e per questo ogni uovo sarebbe accompa- gnato da una particolare copertura, fatta da una mucosità prodotta dalle ghiandole speciali osservate dal Brauer. Pare tuttavia possibile che nel caso di femmine fecondate sulla neve (Gravenhorst, Lugger, Boldyrev, ecc.), e poi rimastevi a lungo vaganti senza giungere a salvamento (Bezzi), questa singolare modalità di ovoposizione possa talvolta in via eccezionale verificarsi. Secondo le osservazioni del Frauenfeld, fatte però in con- dizioni artificiali, deve trascorrere un periodo di circa 3 settimane fra la deposizione delle uova e la loro schiusa ; se tale deposizione continua, come pare, per tutto l'inverno, si dovrebbero trovare larve a tutti gli stadi di sviluppo durante l'intera stagione. La larva deve nutrirsi di mate- rie vegetali in decomposizione, nella stessa biocenosi del- l'adulto, come dimostrato dagli allevamenti di Frauenfeld, dalle induzioni di Thomas e dai reperti di Bau. E proba- bile che la sua vita si prolunghi sino al principio del- l'estate, e che allora si abbia la ninfosi : ma ne di questa si ha conoscenza, né altro si sa riguardo alla Chionea pei mesi che vanno dall' Aprile al Settembre, i quali costitui- scono il periodo più misterioso della sua esistenza. È pro- babile che la stagione calda sia passata allo stadio di ninfa, il che metterebbe la Chionea nella condizione inversa di moltissimi altri ditteri, i quali trascorrono in tale stato il tempo più freddo dell' anno. La schiusa degli adulti deve aver luogo in autunno, anche molto tempo prima della caduta della neve, come dimostrato dai reperti di Thomas, Boldyrev, Emerton, ecc. ; non è dunque da ritenere che essa debba avvenire dopo la prima nevicata, come pare propenda a credere il Johnson (1912). Una buona e completa conoscenza della sistematica del gen. Chionea sarebbe molto desiderabile, anche per giudi- — 31 — care con esattezza della sua distribuzione geografica. Il recente rinvenimento nel distretto di Ussuri, proprio al- l'estremo lembo orientale della Siberia, delle tipiche Ch. araneoides e Ch. crassipes, lascia intravedere la possibilità della loro presenza anche in America ; onde sarebbe indi- spensabile quello studio comparativo tra le forme palearti- che e le neartiche, che fu già da tempo reclamato da Johnson. Ne è da stupire che insetti senz'ali godano di così larga diffusione, tanto più che molti altri artropodi atteri, abitatori della medesima biocenosi, sono ampiamente distri- buiti e nel vecchio e nel nuovo mondo. Questa apparente contraddizione è da porsi in relazione col fatto, posto così bene in evidenza per la prima volta dal Dahl (1), che quando il nutrimento è distribuito con larghezza ed uni- formità (come lo sono in questo caso le materie vegetali in decomposizione), mentre negli artropodi che lo sfruttano vengono a ridursi od a scomparire quegli organi di senso e di moto che servono alla ricerca del cibo, essi giungono al tempo stesso a diffondersi così largamente, come lo è il loro sostentamento. Ciò vale naturalmente a dimostrare una ragguardevole antichità di origine per le forme che si trovano in tal caso, dati i lunghi periodi di tempo ri- chiesti pel verificarsi di fenomeni siffatti. Che la Chionea sia un elemento di origine artica, a di- stribuzione circumpolare, pare ormai sicuro per la sua at- tuale presenza in Scandinavia, in Lapponia, in Finlandia, in Russia sett., in Siberia, nei paesi della baia d'Hudson e nel Canada. Anche gli altri generi di Polimedini, coi quali presenta affinità, come Crypteria e Psiloconopa, sono prevalentemente nordici ; e se questi sono solo paleartici, il parimenti affine Trimicra, ha invece una larghissima distribuzione, che si estende anche all' emisfero australe. Un'altra prova è data dalla vita autunnale-invernale degli (1) Dahl Fr., Vergleicheiide Untersuchungen ilber die Lebensweise ivirbelloser Aas- fresser. « Sitzungsber. d. K. prenss. Akad. d. Wiss. zu Berlin », 1896; V. p. 30. — 32 — adulti, dalla loro scomparsa estiva, e dalla stazione esclu- sivamente montana nei paesi più meridionali. Se la maggiore abbondanza delle Chionee in Scandinavia ed in Finlandia, oltre che dipendere da un più largo nu- mero di osservazioni, fosse anche reale, si potrebbe ritenere che ivi debba ricercarsi il centro di origine del genere, almeno per la regione paleartica. Ivi infatti vivono com- miste le 3 specie principali e meglio note (che furon de- scritte da autori svedesi e finlandesi), ed ivi più frequente si trova la specie tipica, la Ch. araneoicles, che per le sue antenne meno ridotte e pel suo dimorfismo sessuale meno spiccato, si deve tenere in conto di forma più antica ed originaria. Pare che le Ch. araneoides e crassipes, come si estendono fin presso il circolo polare artico (almeno la se- conda), così non scendano più a sud del Mar Baltico, men- tre attraverso alla Bussia si diffondono per tutta la Sibe- ria fino a Wladivostok. Sembra che solo la Ch. lutescens sia stata in grado di oltrepassare il Baltico, spargendosi per le pianure e le parti meno elevate dell'Europa centrale, dalla Francia all'Ungheria, con esclusione dell'Inghilterra. Verso mezzogiorno essa pare mancare nella penisola ibe- rica, mentre in quella italiana arriva fino all' Appennino parmense ed in quella balcanica sino all'Erzegovina ed al Montenegro, trattenendosi sempre sulle montagne. Per ora tutti gli esemplari dell'Europa centrale e meri- dionale si sogliono riferire alla Ch. lutescens, ma non è improbabile che essi appartengano a più specie diverse. Già il Loew nel 1871, parlando delle Chionee della classica località di Mòdling presso Vienna, dice che appartengono a due specie differenti, che egli interpreta per araneoides e crassipes ; ma pare che egli sia stato tratto in errore da differenze nelle dimensioni e nella robustezza dei piedi, poiché tutti gli individui di quella località, visti dal Lun- stròm, dal Bergroth e da me, appartengono tutti, senza eccezione, all'unica lutescens. La possibilità di un ulteriore — 33 — differenziamento specifico è però dimostrata dalla presenza nella regione subalpina ed alpina delle Alpi della ben di- stinta Ch. alpina, che si deve ritenere di origine postgla- ciale, e della forma non ancora descritta dell' Ussuri meri- dionale, di cui parla il Boldyrev. Per la regione neartica il centro di diffusione pare si possa rintracciare nei paesi della baia d'Hudson e nel Nord del Canada ; anche in quella regione, nelle parti più meri- dionali, le Chionee si tengono a preferenza sui monti. E assai strano che per ora non si siano rinvenute Chionee nella parte occidentale del continente nordamericano, men- tre la loro presenza nell'estrema Siberia orientale dovrebbe far ritenere il contrario ; più ad W. del Minnesota non se ne trovarono. Se la cosa fosse confermata, essa potrebbe far pen- sare ad una indipendenza di origine delle forme neartiche. Queste, nel loro complesso, sono ancor poco note ; alcuni autori, come il Johnson propendono a credere che si tratti di un'unica specie, la valga Harr., la quale nel numero degli articoli delle antenne è nella condizione della lutescens, mentre ha i peli delle antenne corti come in araneoides ; della prima ha anche la forma del propigio e la grossezza dei femori nel maschio. La Ch. scita- Walk. pare distinta, come pure la Ch. nioicola Doane, di cui l'autore dice che le antenne hanno 8 articoli con peli lunghi; molto importante è poi la specie non ancor descritta di cui parla il prof. Needham e che avrebbe i femori mediani spinosi nel maschio. Nel seguente specchietto sono schematizzati i rapporti sistematici e geografici, e forse anche filogenetici, delle Chionee finora note. Europa Siberia araneoides Nordamerica IO i Tè -è) a S. dello stesso crassvpes lutescens ». sp. I alpina valga I scita a N. del 45°lat. b. nivioola ». sp. i m ^ Anno XLIX. — 34 — A. maggior dilucidazione infine di alcuni dei fatti sovra- esposti serve forse il ricordare che esiste un genere di dit- teri tipuliformi, il quale, benché sistematicamente lontano da Chionea, ha però nel suo comportamento dei singolari punti di contatto con essa. È questo il gen. Petaurista (Trichocera) (1), chiamato Winter gnat dagli inglesi, e Win- termiicke dai tedeschi. Gli adulti compaiono nel tardo autunno e rimangono comuni per tutto l' inverno, svolaz- zando in copia anche quando il suolo è coperto dalla neve. I maschi istituiscono delle danze aeree, con qualsiasi tempo, mentre le femmine si tengono riparate sul suolo o tra le corteccie, anche con temperatura di -1° C. Pure le specie di questo genere salgono molto in alto sui monti, entrando perfino nella regione nivale delle Alpi (Mik, Bezzi) ; e si stabiliscono anche nelle cavità sotterranee e nelle grotte, dove furon osservate frequentemente le loro larve (Schmitz, Bezzi). Il genere è parimenti di origine artica, abbondando nei paesi circumpolari e presentando ben 4 specie (annulata, àiemalis, maculipennis e regelationis) comuni all'Europa ed all'America del Nord ; per di più è rappresentato anche nelle 'zone australi. Le femmine depongono le loro uova durante tutto l'inverno (2), e per l'intera stagione si rin- vengono larve di tutte le età. Queste vivono nelle materie organiche in decomposizione, sia vegetali che animali ; sono però molto differenti da quelle di Chionea, essendo eucefale. E probabile che le Petauriste, come le Chionee, passino la stagione calda in una specie di estivazione allo stato di larva ed in ultimo di ninfa, dimostrando così, anche colla (1) Secondo l'Index Animalium dello Sherborn, p. 738, il nome Petaurista Meigen 1800 è preoccupato da Petaurista Link 1795 nei Mammiferi, che manca nello Scudder, p. 239; in tal caso il nome Trichocera Meigen 1803 sarebbe da mantenere. Ora il genere si mette coi Kifidi. (2) D. Keilin, Becherches sur les Diptlres du gerire Trichocera. Biologie. Déve- loppemtnt. Affinités. u Bull, scient. de la Franco et de la Belg. », (7) XLVI, 1912, p. 172-190, pi. V-VIII. — 35 — comparsa serotina, la loro origine nordica e la loro succes- siva discesa verso latitudini più basse. * Quando il presente lavoro era già licenziato alle stampe, è giunta a mia conoscenza una nota apparsa in Ame- rica nell'Ottobre del 1917 per opera del sig. "W. Mar- chand del « Rockefeller Institute for Medicai Research » di Princeton, N. J., U. S. A. Tale nota è della massima importanza, non solo perchè stabilisce un nuovo ritrova- mento (il terzo noto finora con sicurezza) della Chionea alpina ; ma soprattutto perchè rappresenta un primo ten- tativo di determinazione sperimentale del modo di com- portarsi della Chionea verso gli agenti esterni, allo scopo di giungere così ad una migliore conoscenza ed a una più persuasiva spiegazione delle sue singolarità etologiche. L'A. riuscì a tener viva per circa 10 giorni una fem- mina di Chionea alpina, entro una cassetta rettangolare di vetro coperta di reticella metallica e di lastre cristal- line movibili. Detta cassetta era sul fondo riempita da una parte con terra stacciata, e per l'altra metà con neve. Fu- rono così rese possibili osservazioni di vario genere sulle reazioni della Chionea verso gli stimoli luminosi e termici, e nei riguardi della neve, della terra, del vento, dell'orien- tamento, ecc. L'esperimento, iniziato il 24 novembre 1913, ebbe termine il 4 dicembre successivo, per la perdita del soggetto in esame, dovuta a causa accidentale. In seguito alle osservazioni fatte l'A. esprime il convin- cimento che la Chionea « is a true snow-insect, not a mere accidental one, as has been supposed by Emerton » (p. 144) ; ed a p. 149 giunge alla conclusione che « Chio- nea is not an accidental guest on the snow but perfectly adopted to life on the snow by its habits » ; perchè essa può vagare a lungo sulla neve senza andar soggetta agli effetti del congelamento, come accade per gli altri insetti — 36 — che vi capitano a caso; e perchè regolarmente si disseta comprimendo la proboscide contro la neve (?). Secondo FA. la Chionea è attirata verso la neve : 1.° per la viva luce che se ne diffonde e pel suo color bianco (fototropismo positivo) ; 2.° per una reazione termotropica che è di per se stessa più forte di quella fototropica, e che si accresce coll'aumentare dell' illuminazione (termotro- pismo negativo) ; 3.° pel peculiare contatto della neve e con- seguente stimolo derivante dall'azione del freddo sulle estre- mità tarsali (sensibilità per una particolare temperatura). In base a quanto sopra l'A. cerca di spiegare il signi- ficato biologico delle abitudini nivali della Chionea, affer- mando che « the ecological signifìcance of the nivicole adaptation is that it effords to these wing-less insects an opportunity for the sexes to meet, the considerable distances which may be covered on the snow supplanting in a mea- sure the function of the wings ». (p. 150). Quando giunge una nuova nevicata e la temperatura sale sopra lo zero, la Chionea diventa fortemente +fototropica e -geotropica ; allora essa, attirata dalla luce, sale sopra lo strato nevoso lungo le soluzioni di continuità che esso presenta, e lo percorre ampiamente. Avvenuto ivi l'accoppiamento, i ma- schi muoiono, e le femmine tornano sotto la neve, dove rimangono protette dalle temperature estreme, e dove de- pongono le uova, da cui le larve si svilupperanno nella seguente primavera. Ho riportato alquanto per esteso le conclusioni e le sup- posizioni del signor Marchand, perchè esse risultano in gran parte contrarie alle mie. Pur considerando col mas- simo interesse il proposito di sostituire, nella discussione sull'etologia della Chionea, gli apprezzamenti induttivi e personali con dati di fatto concreti e sperimentali, parmi tuttavia che la somma delle conoscenze accertate sia più di conforto alla mia opinione, che non a quella dell'autore americano. — 37 — Tutto quanto sappiamo tende a dimostrare che la pre- senza della Chionea sulla neve è puramente accidentale ; ne a ciò si oppongono a mio parere i reperti sperimentali del signor Marchand, mentre i fatti osservati in natura sono contrari alle supposizioni da lui avanzate. Infatti : 1. La Chionea presenta tutti i caratteri di adattamento degli artropodi formanti la speciale biocenosi che popola gli. interstizi ed i meati esistenti sotto le pietre, sotto i muschi e sotto le materie vegetali ammucchiate sul suolo dei boschi, nonché le fessure, i nidi sotterranei ed in ge- nerale le così dette microcaverne : come atterismo, ridu- zione degli occhi, sviluppo di appendici tattili, depigmen- tazione, rigonfiamento dell' addome con riduzione degli scleriti, larghissima diffusione geografica, e pare anche mancanza di regolare periodicità nella riproduzione. Può quindi dirsi tipicamente oscuricola e lucifuga, come io 1' ho più addietro chiamata; e ciò anche malgrado non abbia perso la reazione fototropica positiva. Quest' ultima è an- cora sviluppata in molti altri insetti di simili abitudini, e non è talvolta spenta del tutto anche in oscuricoli pro- fondamente modificati, che vediamo muovere verso ogni spiraglio di luce ; e perfino in cavernicoli genuini che con- statiamo attirati dalle luci artificiali ; come del resto non si considera contraddittorio che gli insetti notturni siano richiamati da ogni sorgente luminosa. Il termotropismo negativo è anche proprio degli insetti oscuricoli, ricer- canti luoghi freschi ed umidi, onde si accompagna quasi sempre a igrotropismo positivo. Nemmeno il geotropismo negativo è contraddittorio coli' abitazione sotterranea ; poi- ché i ditteri oscuricoli alati tendono a portarsi verso la volta delle cavità che li albergano, stabilendosi spesso nel punto più lontano dal suolo. 2. Durante l'esperienza del sig. Marchand l'abituale posi- zione di riposo della Chionea era sulla reticella coprente la cassetta, e proprio nel punto approssimativamente più alto, più chiaro, più freddo e più aerato. — 38 — Ma ciò non può testimoniare una tendenza a salire sopra lo strato nevoso, perchè la Chionea non poteva certo re- carsi sotto la terra stacciata e sotto la neve, le cui condi- zioni nella gabbia dell' esperimento erano ben diverse da quelle che si hanno in natura, dove esistono intercapedini e meati che costituiscono per l'appunto l'abitazione di que- sti ditteri. Si può quindi ritenere che fosse la mancanza di tali luoghi adatti a costringere la Chionea a rimanere allo scoperto, dove potevano per gli stimoli esterni verifi- carsi quei tropismi che la conducevano a prendere sulla reticella di copertura quella posizione di riposo, che le è abituale nei suoi recessi sotterranei. Tale postura capovolta è quella del resto che si osserva di solito nei ditteri alati affini, quando riposano sotto le rocce, i tronchi, le foglie, ecc. ; per l'attera Chionea essa può interpretarsi come indice ata- vico della sua derivazione da forme alate. 3. Se la Chionea fosse regolarmente e non accidental- mente nivicola, si dovrebbe trovare sulla neve più di fre- quente ed in maggiore quantità ; invece i rinvenimenti ne sono così rari e sporadici da venire generalmente segna- lati da chi ebbe la ventura di farlo. Le poche volte che fu osservata in massa, lo fu non sulla neve, ma nei luo- ghi della sua naturale biocenosi (Thomas), od in quelli che più la avvicinano (Bau). 4. L'accoppiamento ha luogo solo per eccezione, e non per regola, sulla neve, come dimostrato dalla rarità delle osservazioni relative e dal reperto di Thomas ; il quale ultimo dimostra anche che la sua epoca naturale è l'autunno e non l' inverno. 5. Se le supposizioni del signor Marchand rispondessero a realtà, dovrebbe esser molto più frequente il caso di rinvenire la Chionea morta sulla neve, soprattutto i ma- schi ; il che non accade. 6. Non pare credibile che la Chionea si trovi a suo agio sulla neve ; anche nella cassetta del sig. Marchand essa — 39 — infatti non vi si fermava, passando indifferentemente nel suo correre dalla neve alla terra e da questa a quella. Anche la Chionea fu osservata alle volte giacere tramortita sulla neve, assieme agli altri insetti cadutivi accidental- mente ; ed una femmina morta fu quella da me ultima- mente ritrovata. 7. La neve favorisce la Chionea, insetto di comparsa autunnale, non già perchè essa vi salga sopra per addive- nire a più facili nozze o per percorrere agevolmente mag- giori distanze; ma perchè essa, rimanendovi sotto, può prolungare la sua vita molto oltre nell' inverno, vagando più comodamente e più sicuramente nelle intercapedini che si sono così formate. Può accadere però che anche la danneggi ; perchè come essa, pel suo -{-fototropismo, è con- dotta ad uscire per le fessure alla luce, quando il suolo scoperto le garantisce la possibilità di un pronto ritorno ai suoi ricoveri ; così se qualche volta, attraverso alle fen- diture dello strato nevoso, le capita di salire sulla bianca coltre, vi si arrabatta poi solo per uscirne a salvamento, trovando precluse le vie del ritorno ai tranquilli recessi, male per lei abbandonati. È di solito in tale frangente che la scorge l'occhio del raccoglitore ; il quale poi colpito dalla singolarità del rinvenimento, lo giudica già di per se tanto eccezionale, da credere utile il renderne conto. Da ciò deriva in gran parte la ricca letteratura speciale della Chionea ; tanto che si è naturalmente condotti a pen- sare, che se 1' insetto fosse di regola nivicolo, ben pochi avrebbero giudicato opportuno di segnalarne l' incontro. * * * Sempre durante la stampa della presente nota, il cui manoscritto era stato conchiuso nel Gennaio del 1918, ho potuto prendere cognizione di due altri lavori pubblicati — 40 — parimenti in America dal ben noto specialista dei Tipu- lidi sig. Ch. P. Alexander, ora al Dipartimento di En- tomologia dell' Università del Kansas a Lawrence, Kas., U. S. A. Nel primo, uscito nel Dicembre 1916, l'A. descrive un nuovo genere Pterochionea (p. 529, pi. XXXI, fig. 92-94) il quale, benché normalmente alato, offre una notevole ras- somiglianza con Chionea; esso deve tenersi presente nella ricerca dei progenitori alati della Chionea, tanto più che è affine al nord-paleartico Crypteria, benché colle antenne meno degenerate. È pure un insetto nordico, essendosi la specie tipica, Pt. Bradleyi Alex., raccolta dal dott. I. Ch. Bradley il 9 Agosto 1915 al Passo Rogers, nella Colombia inglese. Nel secondo, comparso nel Giugno 1917, l'A. descrive le seguenti nuove specie di Chionea: 1) Ch. primitiva Alex., un <$ raccolto da Bishop e Crosby il 5 Novembre 1915 a Cascade, Lago Omasco, Con- tea Cayuga, New-York. 2) Ch. noveboracensis Alex., una $ raccolta dal signor R. C. Shannon il 25 Febbraio 1917, a Coy Glen, Contea Tompkins, New- York. 3) Ch. gracilis Alex., un tf raccolto il 21 Dicembre 1914 a Ithaca, Contea Tompkins, New-York. A p. 206-207 l'A. dà una chiave analitica per la deter- minazione delle specie nord-americane, che riduce a 4 sole, riunendo tutte le altre alla valga. A p. 202 ricorda poi l'esi- stenza dei rudimenti alari in Chionea (tav. XII, fig. 1, W), sfuggiti a tutti gli autori; essi esistono infatti, benché pic- colissimi, anche nelle nostre specie paleartiche, ma non possono valere ad infirmare l' atterismo completo di tali ditteri. 41 BIBLIOGRAFIA CRONOLOGICA DELLA CHIONEA Dalman J. W. — Chioma araneoides, ett nytt inlàndskt Insect af Tvdvingarnes Ordning. « Vetensk. Acad. Handl. », XXXVII, 1816, p. 102-105, tav. II, fig. 1-2. — Litterarische Anzeiger. « Isis », IV, 1821, p. 190. Dalman J. W. — Analecta entomologica. Holmiae 1823. V. p. 35-36. Dalman J.v W. — Traduzione in tedesco della memoria del 1816, « Isis », VII, 1824, p. 419, fig. Latreille P. A. — Familles naturelles du Regne animai, expo- sées succintement et dans un ordre analytique, avec l'ìndì- cation de leurs genres. Paris 1825. V. p. 484. Berthold A. A. — Natiirliche Familien des Thierreichs mit Anmerkungen und Zusàtzen. Weimar 1827. V. p. 500. E la traduzione tedesca dell'opera precedente. Latreille P. 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Museo Zoologico di Torino Saggio di una nuova classificazione dei Mantidi In attesa che tempi migliori mi permettano di pubblicare in extenso la Monografia dei Mantidi, di cui fin dal 1.° gen- naio 1916 tengo pronto il manoscritto, credo non privo di interesse per i cultori di questo ramo dell' entomologia il render noto un brevissimo riassunto, onde si possa avere un' idea almeno dei caratteri che hanno servito alla loro classificazione e del valore che a questi caratteri si è dato nel nuovo sistema che la ricchezza del materiale osservato e la conoscenza di nuove forme mi hanno permesso di pro- porre. Tralascio, s'intende, per brevità, di discutere il valore ed il significato delle classificazioni precedenti, che d' al- tronde si riducono a ben poche, trattandosi di una fami- glia di Ortotteri che per ragioni di indole varia venne finora assai trascurata. Fam. MANTIDI. Onde arrivare ad una classificazione naturale, date le cognizioni nostre attuali, m' è parso conveniente suddivi- 51 dere la famiglia dei Mantidi in 32 sottofamiglie, che si possono distinguere nel modo che segue : Sinossi delle sottofamiglie. 1. Tibiae anticae extus spinis destitutae vel saltem spina apicali carentes Perlamantinae . Tibiae anticae extus spinis, saltem apicali, instructae. 2. 2. Spinae internae femorum anticorum alternatim 1 maxima et 1 minima dispositae 3. Spinae internae fem. ant. alternatim 1 maxima 3 mi- nimis dispositae ........ Empusinae. 3. Tibiae posticae laeves 4. Tibiae posticae superne carinatae .... Vatinae. 4. Tibiae anticae superne spinis carentes 5. Tibiae anticae superne spinis apicalibus armatae • . Olicjonicinae. 5. Femora ant. extus spinis 5-7 armata 6. Femora ant. extus spinis 4 armata 16. 6. Spina l.a discoidalis femor. ant. quam secunda lon- gior Thespinae. Spina l.a discoidalis fem. ant. quam 2.a brevior . 7. 7. Cerci foliacei Toxoderinae. Cerci conici vel compressi, haud foliacei .... 8. 8. Femora ant. spinis discoidalibus 3 armata ... 9. Femora ant. spinis discoidalibus 4 armata ... 11. 9. Tibiae. ant. extus spinis 8-11 armatae .... 10. Tibiae ant. extus spinis plus quas 11 . Acontistinae. 10. Clypeus frontalis transversus Photininae. Clypeus frontalis subquadratus. . . Eremiaphilinae. 11. Lamina supraanalis longissima, lanceolata Fischeriinae. Lamina supraanalis breviuscula ....... 12. — 52 — 12. Tibiae aut. extus spinis 6-11 arinatae .... 13. Tibiae ant. extus spinis plus quam 11 .... 14. 13. Femora ant. latissima, ellyptica .... Oxypilinae. Femora ant. angustiora, triangularia . . Dystactinae. 14. Oculi acuminati vel femora postica lobata . . . . •". Epaphroditinae. Oculi rotundati, vel femora postica simplicia . . 15. 15. Clypeus frontalis transversus Photininae. Clypeus frontalis subquadratus. . . Eremi aphilinae. 16. Coxae ant. lobulo minuto apicali in margine antico instructae 17. Coxae anticae lobulo haud instructae 18. 17. Femora ant. triangularia, ampliata, haud vero triplo longiora quam latiora . . . Pseudomiopteriginae. Femora antica gracilia, plus quam triplo longiora quam latiora Parathespinae. 18. Spinae 2 externae intermediae femorum ant. coeteris longiores Thespinae. Spinae 2 externae intermediae femor. ant. coeteris haud longiores 19. 19. Tibiae ant. extus spinis 4-5 armatae . . . . . 20. Tibiae ant. extus spinis plus quam 5 armatae. . 22. 20. Sulcus unguicularis femor. ant. a basi remotus . 21. Sulcus unguicularis femor. ant. ad basim situs . . . Eremiaphilinae. 21. Vertex haud productus Parathespinae. Vertex in processum triangularem elongatum. Eremiaphilinae. 22. Pronoti margines laterales paralleli vel antrorsum di- vergentes Eremiaphilinae. Pronoti margines laterales antrorsum plus minusve con- vergentes 23. — 53 — 23. Spinae externae tibiarum ant. erectae, inter se re- motae 24. Spinae externae tibiar. ant. decumbentes, adpressae. 47. 24. Femora ant. spinis discoidalibus 1-3 armata . . 25. Femora ant. spinis discoidalibus 4 armata . . . 26. 25. Lobi apioales interni coxarum ant. divergentes . Iridopteriginae. Lobi apicales interni coxarum contigui. Fischer iinae. 26. Femora ant. inter l.a et 2.a spinas externas foveola instructa 27. Femora antica foveola haud instructa 31. 27. Spinae discoidales in linea sinuosa dispositae .... Liturgusinae. Spinae discoidales in linea recta dispositae. . . 28. 28. Spinae externae femor. ant. longissimae, arcuatae. 29. Spinae externae femor. ant. breviores rectae .... Sibyllinae. 29. Pronotum tuberculis destitutum. . . . Caliridinae. Pronotum tuberculis 2 in parte antica metazonae in- structum 30. 30. Femora post, lobulo vel dente infero subapicali instru- cta Majanginae. Femora post, simplicia Méllierinae. 31. "Vertex in processum elongatus .... Oxypilinae. Vertex haud elongatus 32. 32. Tibiae 4 posticae vel femora 4 postica subtus minute spinulosa 33. Tibiae et femora 4 post, subtus mutica .... 34. 33. Clypeus frontalis transversus. Alae in area discoidali haud fasciatae Fischeriinae. Clypeus frontalis vix latior quam altior. Alae in area discoidali fasciis nigris transversis ornatae Mantinae. — 54 — 34. Margines laterales pronoti valde ampliati, foliacei. 35. Margines laterales pronoti haud ampliati . . . 37. 35. Femora post, simplicia 36. Femora post, lobata Deroplatinae. 36. Metatarsi postici laeves Cheradodinae. Metatarsi postici carinati Mantinae. 37. Oculi lateraliter acuti, spina armati . Oxyothespinae. Oculi lateraliter rotundati 38. 38. Elytra et antennae cf ciliatae 39. Elytra et antennae <£ haud ciliatae 41. 39. Pronotum lineare, gracile . . . . . Miopteriginae. Pronotum plus minusve ampliatum. 40. 40. Pronotum fere trilobum, angulis ampliationis nonnihil acuminati». Elytra ^ latissima . . . Dystactinae. Pronotum plus minusve ellypticum, angulis ampliatio- nis rotundatis. Elytra angusta .... Amelinae. 41. Pronotum coxis anticis brevius 42. Pronotum coxis anticis haud brevius vel longius. 43. 42. Alae haud coloratae Amelinae. Alae coloratae Compsomantinae. 43. Tibiae ant. spina 6.a externa ab apice quam 5.a lon- giore Caliridinae. Tibiae anticae spina 6.a externa haud longiore . 44. 44. Oculi lateraliter conici spina armati . Oxyothespinae. Oculi lateraliter haud spina armati 45. 45. Spina l.a discoidalis quam 2.a haud brevior . . . . Archimantinae. Spina l.a discoidalis quam 2.a brevior .... 46. 46. Lamina supraanalis longissima, lanceolata. Solygiinae. Lamina supraanalis brevis Mantinae. — 55 — 47. Prouotum gracile coxis anticis saltem aeque longum. 48. Pronotum plus minusve ampliatum coxis aut. brevius Hymenopodinae. 48. Pronoti margines laminato ampliati . Epaphroditinae. Pronoti margineshaud laminato ampliati. Acromantinae. Sottofamiglie. I. — PERLAMANTINAE. Piccoli Mantidi con le tibie anteriori senza spine esterne 0 per lo meno senza la spina apicale esterna. Abitano l'Europa, l'Africa, l'Asia, l'Oceania : mancano in America. Si dividono in 4 gruppi : 1.° Paraoxypili che comprende i gen. Paraoxypilus Saus. (3 sp. Australia), Myrmecomantis Gigl.-Tos (1 sp. Australia), Metoxypilus Gigl.-Tos (3 sp. Australia, Nuova Guinea), Gyromantis Gigl.-Tos (1 sp. Australia), Phthersigena Stài (2 sp. Australia), Triaenocorypha Wood-Mas. (1 sp. Ma- lacca). 2.° Ferlamantes che comprende i gen. Amorphoscelis Stài (23 sp. Africa, Asia, Australia), Perlamantis Guér. (2 sp. Europa, N. Africa). Paramorphoscelis (1 sp. Africa). 3.° Sphaeromantes col solo gen. Sphaeromantis Schult. (1 sp. Africa). 4.° Compsothespes con i gen. Cliomantis Gigl.-Tos (1 sp. Australia), Compsothespis Saus. (5 sp. Africa, Australia). II. — EREMIAFHILINAE. Mantidi di dimensioni varie, con tibie anteriori armate all'esterno almeno della spina apicale, e senza spine supe- riormente, i femori anteriori con spine interne alternate 1 grande ed 1 piccola, le tibie posteriori liscie superior- — 56 — mente. Femori anteriori con spine discoidali da 0 a 4, la 1." sempre più corta della 2.a, spine esterne da 4 a 7, le due intermedie non più lunghe delle altre, il solco ungui- colare presso la base o lungi da questa. Tibie ant. con 4 allo anche più spine esterne. Scudetto frontale trasverso o quasi quadrato o più alto che largo. Pronoto a margini laterali paralleli o divergenti verso l'avanti. Abitano le regioni calde di tutto il mondo, esclusa l'Europa. Si dividono in 10 gruppi : 1.° Metallytici col solo gen. Metallyticus Westw. (5 sp. Indie or. e Isole della Sonda). 2.° Mantoidae con i gen. Mantoida Newm. (6 sp. Amer. tropicale), Chaeteessa Burm. (3 sp. Amer. merid.). 3.° Eremiaphilae con i due soli gen. Eremiaphila Lef. (46 sp. Deserti del bacino del Mediterraneo e del Mar Rosso), Heteronutarsus Lef. (1 sp. Egitto). Da notarsi che quest'ultimo genere è il solo Mantide che non presenta 5 articoli ai tarsi, ma 4 ai tarsi anteriori e 3 a quelli mediani e posteriori. 4.° Humbertiellae con i gen. Oxyelaea Gigl.-Tos (1 sp. Africa tropic), Elaea Stài (1 sp. Africa), Humbertiella Saus. (5 sp. Indie or. Africa?), Theopompula Gigl.-Tos (3 sp. Asia or. e Nuova Guinea), Zouza Strand (1 sp. Africa tropic), Theopompa Stài (5 sp. Asia orient.), Theopompella Gigl.-Tos (6 sp. Africa trop.). 5.° Tarachodes coi gen. Charieis Burr (1 sp. Africa trop.), Antistia Stai (1 sp. Africa merid.), Ariusia Stai (1 sp. Africa merid.), Tarachodella Gigl.-Tos (1 sp. Africa trop.), Tarachodula Gigl.-Tos (2 sp. Africa trop.), Tarachodes Burm. (39 sp. Africa), Galepsus Stài (33 sp. Africa), Paralygdamia Saus. et Zehnt. (1 sp. Madagascar), Oxyophthalmellus Gigl.- Tos (1 sp. Africa trop). 6.° Episcopi con i gen. Paroxyophthalmus Wood-Mas. (3 sp. Africa trop.), Episcopus Saus. (1 sp. Africa). - 57 — 7.° Fyrgomantes con il solo gen. Pyrgomantis Gerst. (1 1 sp. Africa trop.). 8.° Dysaules con i gen. Dysaules Stai (2 sp. India or.), Parepiscopus Wood-Mas. (1 sp. India or.). 9.° Oxyophthalmi con i gen. Oxyophthalmus Saus.(2sp. India or.), Didymocorypha Wood-Mas. (1 sp. India or.). 10.° Orthoderae con il solo gen. Orthodera Burm. (7 sp. Oceania). III. - IRIDOFTERIGINAE. Piccoli Mantidi con le anche ant. a lobi apicali interni divergenti, non dilatate all' apice in un piccolo lobo, fe- mori ant. con 1-3 spine discoidali, 4 spine esterne, le spine interne alternate 1 piccola, 1 grande, tibie ant. con più di 5 spine esterne, spaziate, diritte, senza spine dor- sali, tibie post, liscie, pronoto con i margini più o meno convergenti verso l' avanti. Abitano le regioni calde dell'Africa, dell'Asia, dell'Ocea- nia ; mancano nell' Europa e nell'America. Si dividono in 5 gruppi: 1.° Tarachinae con il solo gen. Tarachina Wern. (4 sp. Africa trop.). 2.° Iridopteriges con i gen. Bolbe Stài (2 sp. Austra- lia), Bolbella Gigl.-Tos (1 sp. Africa merid.), Boibula Gigl.- Tos (3 sp. Africa trop.), Bolbena Gigl.-Tos (2 sp. Africa mer.), Bolboda Gigl.-Tos (1 sp. Africa mer.), Hapalomantis Stai (1 sp. Africa trop, e mer), Bolbira Gigl.-Tos (3 sp. Africa trop.), Eubolbe Gigl.-Tos (1 sp. Africa trop.), Wlicro- mantis Saus. (1 sp. Ceylon), Diacanthomantis Gigl.-Tos (1 sp. Ceylon), Hapalopeza Stài (4 sp. Indie or.), Hapalopezella Gigl.- Tos (1 sp. Ceylon), Iridopteryx Saus. (2 sp. Ceylon), Spilo- mantis Gigl.-Tos (1 sp. China merid.). 3.° Tropidomantes con i gen. Nilomantis Wern. (1 sp. Africa trop.), Cryptomantis Gigl.-Tos (1 sp. Africa or.), — 58 — llomantis Gigl.-Tos (1 sp. Nossi-Bé), Hyalomantis Gigl.-Tos (2 sp. Madagascar), Platycalymma Westw. (1 sp. Madaga- scar), Enicophlaebia Westw. (2 sp. Madagascar), Epsomantis Gigl.-Tos (1 sp. Giava), Eomantis Gigl.-Tos (2 sp. Indie or.), Tropidomantis Stai (1 sp. Indie or.), Neomantis Gigl.- Tos. (1 sp. Australia), Melomantis Gigl.-Tos (1 sp. Africa or.), Negromantis Gigl.-Tos (1 sp. Africa mer.), Chiromantis Gigl.-Tos (1 sp. Africa or.), Miromantis Gigl.-Tos (1 sp. Sonda), Ormomantis Gigl.-Tos (1 sp. Indie or.), Mimomantis Gigl.-Tos (2 sp. Africa occ), Xanthomantis Gigl.-Tos (1 sp. Borneo). 4.° Nanomantes con i gen. Pilomantis Gigl.-Tos (1 sp. Nuova Guinea), Tylomantis Gigl.-Tos (1 sp. N. Guinea), Fulciniella Gigl.-Tos (2 sp. N. Guinea), Diafulcinia Gigl.- Tos (1 sp. N. Guinea), Nanomantis Saus. (1 sp. N. Olanda), Fulcinia Stai. (1 sp. Molucche, N. Guinea), Calofulcinia Gigl.- Tos (2 sp. N. Guinea), Oxyfulcinia Gigl.-Tos (1 sp. N. Gui- nea), Profulcinia Gigl.-Tos (2 sp. N. Guinea). 5.° Stenomantes con i gen. Fulciniola Gigl.-Tos (1 sp. Molucche), Ciulfina Gigl.-Tos (2 sp. Australia), Stenomantis Saus. (1 sp. Oceania). IV. — AMELINAE. Piccoli Mantidi con gli occhi arrotondati lateralmente, talora acuti ma superiormente, il vertice senza protube- ranza, il pronoto più corto delle anche ant. con i margini laterali non dilatati e più o meno convergenti verso l'avanti, le anche ant. non dilatate all' apice in un piccolo lobulo, i femori ant. con 4 spine discoidali, 4 esterne, le interne alternate 1 piccola, 1 grande, le tibie ant. senza spine dor- sali e più di 5 spine esterne, le tibie post, liscie e senza spine, le elitre e le antenne non ciliate, le ali non colorate. Abitano il Bacino del Mediterraneo, l'Africa, l'Asia e l'America tropicali. — 59 — Si dividono in 3 gruppi : 1.° Ameles con i gen. Ameles Burnì. (16 sp. Bacino del Mediterraneo), Pseudoyersinia Kirby (4 sp. Bacino occi- dent. del Mediterraneo), Yersinia Saus. (3. sp. America), Litaneiitria Saus. (6 sp. America). 2.° Gronypetae con i gen. Amantis Gigl.-Tos. (10 sp. Asia or.), Cimantis Gigl.-Tos. (1 sp. India or.), Gonypeta Saus. (3 sp. Asia or. trop.), Dimantis Gigl.-Tos (1 sp. Giava), Eumantis Gigl.-Tos (1 sp. India or.), Gimantis Gigl.-Tos (1 sp. India or.), Myrcinus Stài. (3 sp. Borneo), Bimantis Gigl.-Tos (1 sp. Indie or.), Armeniola Gigl.-Tos (1 sp. Ceylonj, El- mantìs Gigl.-Tos (2 sp. Ceylon), Memantis Gigl.-Tos (1 sp. India or.), Armene Stài. (1 sp. Turkestan), Gonypetyllis Wood- Mas. (1 sp. ?). 3.° Chroicopterae con i gen. Chroycoptera Stài (2 sp. Africa mer.), Alphamantis Gigl.-Tos (1 sp. Africa mer.j, Betamantis Gigl.-Tos (2 sp. Africa mer.), Ligariella Gigl.- Tos (6 sp. Africa mer.), Ljgaria Stai. (6 sp. Africa trop.), Ligariona Gigl.-Tos (2 sp. Africa trop. occ), Parentella Gigl.- Tos (5 sp. Africa trop.), Metentella Gigl.-Tos (9 sp. Africa trop.), Entella Stài (4 sp. Africa mer.), Micrentella Gigl.-Tos (1 sp. Africa mer. ?), Rachimantis Gigl.-Tos (1 sp. Africa or.). V. — COMPSOMANTINAE. Piccoli Mantidi assai simili alle Amelinae ma con le ali vivamente colorate. Abitano solamente le isole della Sonda e le Molucche. Non formano che un gruppo : Compsomantes con 2 generi : Compsomantis Saus. (2 sp. Sonda) e Opsomantis Gigl.-Tos (1 sp. Molucche). VI. — DYSTACTINAE. Mantidi per lo più piccoli, con le dilatazioni laterali del pronoto abbastanza sviluppate e tonde così che insieme — 60 — alla prozona assumono 1' aspetto di una foglia di trifoglio, occhi tondeggianti, antenne ed elitre dei maschi ciliate, anche ant. non dilatate all' apice in un piccolo lobulo, fe- mori ant. discretamente dilatati con 4 spine discoidali, 4-5 esterne, le interne alternate 1 grande L piccola, le tibie ant. senza spine dorsali, con più di 5 spine esterne, diritte, spaziate, tibie post, liscie. Abitano esclusivamente l'Africa tropicale. Formano un solo gruppo : Distactae con i gen. Gonypetella G-igl.-Tos (9 sp. Africa trop.), Telomantis Gigl.-Tos (2 sp. Africa or.), Dystactella Gigl.-Tos (1 sp. Africa mer.), Achlaena Karsch (3 sp. Africa occ), Amphecostephanus Rehn (1 sp. Atrica trop.), Achlae- nella Gigl.-Tos (1 sp. Africa centr.), Dystacta Saus (2 sp. Africa trop.). VII. — MIOFTERIGINAE. Piccoli Mantidi con pronoto gracile, lungo come le anche ant., occhi arrotondati, antenne dei maschi ciliate, femori ant. con 4 spine esterne, 4 discoidali, le interne alternate 1 piccola, 1 grande, le tibie aiit. senza spine dorsali con 7-8 spine esterne. I maschi hanno elitre ed ali con mar- gine ant. ciliato, le femmine sono attere. Abitano esclusivamente l'America. Formano un solo gruppo : Miopteriges con i gen. Promiopteryx Gigl.-Tos (5 sp. Amer. trop.), Miopteryx Saus. (5 sp. Amer. merid.), Eumiop- teryx Gigl.-Tos (1 sp. Amer. merid.), Chlorotniopteryx Gigl.- Tos (1 sp. Amer. mer.). Vili. — PARATHESFINAE. Piccoli Mantidi, gracili, con pronoto gracile, la dilata- zione poco accentuata, anche ant. con il margine ant. di- — 61 — latato all'apice in un piccolo lobulo, che può anche man- care, femori ant. gracili, molto più lunghi che larghi, con 4 spine esterne, 2-4 discoidali, le spine interne alter- nate 1 grande, 1 piccola, le tibie ant. corte con 2-5 spine esterne. I maschi hanno ali ed elitre trasparenti, le femmine sono attere. Abitano le regioni calde dell'Asia, dell'Africa e del- l'America. Si dividono in 3 gruppi : 1.° Musoniae con i gen. Wlusoniella Gigl.-Tos (3 sp. Amer. mer.), Musoniola Gigl.-Tos (2 sp. Amer. mer.), Pro- musonia Gigl.-Tos (5 sp. Amer. trop. e mer.), Paramusonia Rehn (1 sp. Amerio, trop.), DJamusonia Gigl.-Tos (3 sp. Amer. trop.), Galapagia Scud. (1 sp. Galapagos), Eumusonia Gigl.-Tos (2 sp. Amer. mer.), Leptomiopteryx Chop. (1 sp. Amer. mer.), Musonia Stai. (2 sp. Amer. mer.). 2.° Parathespes col solo gen. Parathespis Saus. (1 sp. India or.). 3.° Hoplocoryphae con i gen. Hoplocorypha Stai (28 sp. Africa trop. e mer.), Hoplocoryphella Gigl.-Tos. (1 sp. Africa trop. e mer.). IX. — THESPINAE. Mantidi sovente molto lunghi, gracilissimi, col corpo a forma di bastoncino, il pronoto molto più lungo delle anche anteriori, elitre lunghe nei maschi, corte nelle femmine, zampe molto lunghe e gracili, i femori anter. con 3-4 spine discoidali, 4 spine esterne di cui le due mediane più lun- ghe delle altre. Abitano l'Asia, l'Africa e l'America tropicali. Si dividono in 4 gruppi: 1.° Euchomenellae col solo gen. Euchomenella Gigl.- Tos (5 sp. Asia or.). — 62 — 2.° Schizocephalae con il solo gen. Schizocephala Serv. (1 sp. India or. Africa ?). 3.° Leptocolae con i gen. Stenopyga Karsch (2 sp. Africa occ), Stenopygella Gigl.-Tos (1 sp. Africa or.), Agrio- mantis Gigl.-Tos (1 sp. Africa occ), Agrionopsis Wern. (3 sp. Africa trop.), Leptocola Gerst. (5 sp. Africa trop.). 4.° Thespes con il solo gen. Thespis Serv. (16 sp. America trop.). X — PSEUDOMIOPTERJGINAE Piccoli Mantidi con le anche ant. dilatate all'apice del margine ant., in un piccolo lobulo, i femori ant. assai larghi, triangolari, con 4 spine discoidali, 4 esterne, le tibie ant. senza spine dorsali, le esterne in numero varia- bile, le interne di grandezza differente, ]e tibie post, liscie, le spine interne dei femori ant. alternate 1 piccola, 1 grande, le elitre e le ali dei maschi ben sviluppate, le femmine so- vente attere, lo scudetto frontale trasversale, le antenne dei maschi ciliate. Abitano esclusivamente l'America tropicale. Non formano che il solo gruppo : Fseudomiopteriges con i gen. Diabantia Gigl.-Tos (1 sp. Amer. mer.), Mantillica Westw. (2 sp. Amer. mer.), Pseudomiopteryx Saus. (8 sp. Amer. trop.), Anamiopteryx Gigl.- Tos (1 sp. Amer. mer.), Mantellias "Westw. (1 sp. Amer. mer.), Bantiella Gigl.-Tos (4 sp. Amer. trop.), Miobantia Gigl.- Tos. (1 sp. Amer. mer.). XI. — OLIGONICINAE. Mantidi dal corpo quasi sempre gracile, talora filiforme e assai lungo, le anche ant. dilatate all'apice del margine anteriore in un piccolo lobulo, le tibie ant. armate di 1-2 spine apicali dorsali. — 63 — Abitano l'America e l'Arcipelago della Sonda. Si dividono in 2 gruppi : t 1.° Oligonices con i gen. Bantia Stài. (2 sp. Amer. mer.), Eubantia Gigl.-Tos (1 sp. Amer. mer.ì, Mionicella Gigl.-Tos (2 sp. Amer. mer.), Wlionyx Saus. (5 sp. Amer. centr.), Thrinaconyx Saus. (2 sp. Amer. trop.), Oljgonicella Gigl.-Tos (7 sp. Amer. centr. e settentr.): Bactromantis Scudcl. (4 sp. Amer. trop.), Tliesprotiella Gigl.-Tos (2 sp. Amer. mer.), Oligonyx Saus. (4 sp. Amer. trop.), Thesprotia Stai (11 sp. Amer. sett. e mer.). 2.° Haailiae con i gen. Astape Stài (1 sp. probabil- mente della Sonda), Haania Saus. (2 sp. Sonda). XII. — OXYPILINAE. Piccoli Mantidi dal corpo gracile nei maschi, più tozzo nelle femmine, con le antenne ciliate nei maschi almeno all'apice, il vertice prolungato a ino' di cono, con tubercoli da ciascun lato presso gli occhi, il pronoto più corto che le anche ant. o appena più lungo di queste, munito sul disco di tubercoli conici, le ali dei maschi ben sviluppate, quelle delle femmine più corte o affatto mancanti, i femori ant. molto dilatati, con il margine superiore fortemente arcato, 4-5 spine esterne, 4 discoidali. Abitano solamente le regioni tropicali dell'Asia e del- l'Africa. Formano il solo gruppo : Oxypili con i gen. Oxypilus Serv. (5 sp. Africa trop.), Euoxypilus Gigl.-Tos (1 sp. Congo), Anoxypllus Gigl.-Tos (1 sp. Congo), Junodia Schulth. (1 sp.. Africa or.), Pachy- manthis Saus. (1 sp. Sonda), Ceratomantis Wood-Mas. (1 sp. Indie or.), Pseudoxypilus Gigl.-Tos (1 sp. Ceylon). 64 XIII. — OXYOTHESPINAE. Mantidi dal corpo gracilissimo, filiforme, con la testa molto larga, gli occhi dilatati lateralmente e conici, termi- nati da una spina, il margine ant. delle elitre non ciliato, la lamina sopraanale trasversale, arrotondata, i cerei lun- ghi, piatti a mo' di nastro, le zampe posteriori non spi- nose, i femori ant. con 4 spine discoidali, 4 esterne, i lobi apicali interni delle anche ant. divergenti. Abitano l'Asia e FAfrica. Formano il solo gruppo : Oxyothespes con i gen. Oxyothespis Sàus. (7 sp. Africa e Asia occid.), Hetherochaetula Wood-Mas. (2 sp. Indie or.), Acithespis Gigl.-Tos (1 sp. Africa occ). XIV. — LITURGUSINAE. Mantidi di statura discreta e varia, dal corpo tozzo, testa larga, occhi sporgenti, scudetto frontale trasversale, pro- noto largo, depresso, elitre ed ali larghe, femori ant. con 4 spine discoidali disposte più o meno a zig-zag, 4 esterne e tra la l.a e la 2.a di queste una fossetta ben marcata, dove si alloga la spina apicale esterna delle tibie ante- riori ; queste con 6-9 spine esterne, anche ant. con i lobi apicali interni divergenti. Abitano l'America e l'Africa tropicale e l'Australia. Si dividono nei gruppi: 1.° Iiiturgusae con i gen. Gonatista Saus. (4 sp. An- tille, Amer. settentr.), Hagiomantis Saus. et Zehnt. (3 sp. Amer. mer.), Liturgusa Saus. (8 sp. Amer. trop.). 2.° Dactylopteriges con i gen. Dactylopteryx Karsch (1 sp. Africa occ. trop.), Phloeomantis Gigl.-Tos (1 sp. Africa trop. or.). — 65 — 3.° GJ-onatistellae col solo gen. Gonatistella Grigi. - Tos (1 sp. Australia). XV. — SIBYLLINAE. Mantidi dal corpo gracile, testa larga, scudetto frontale trasversale, organi del volo ben sviluppati in ambo i sessi, anche ant. con i lobi apicali interni divergenti, femori ant. con 4 spine discoidali, disposte in linea retta, 4 esterne, con una fossetta tra la l.a e la 2.a di queste, tibie ant. con 6-8 spine esterne. Abitano l'Asia e l'Africa tropicali. Si dividono in due gruppi : 1.° Arriae con il solo gen. Arria Stai (1 sp. India or.). 2.° Sibyllae con i gen. Sibylla Stai (6 sp. Africa trop.), Presibylla Boi. (1 sp. Africa trop. occ). XVI. — CALIRIDINAE. Mantidi dal corpo gracile, testa un po' larga, pronoto più o meno gracile, talora gracilissimo, elitre ed ali ben svi- luppate in ambo i sessi, lamina sopraanale trasversale, fe- mori ant. con 4 spine discoidali in linea retta, almeno le 3 ultime, 4 spine esterne lunghe, gracili, curve, tra la l.a e la 2.a di queste una fossetta, anche ant. con i lobi api- cali interni divergenti. Abitano l'Asia e l'Africa tropicali e Madagascar. Si dividono nei gruppi : 1.° Calirides con i gen. Liturgusella Gigl.-Tos (1 sp. Madagascar), Caliris Gigl.-Tos (2 sp. Asia or.), Gilda Gigl.- Tos (1 sp. Asia or.). 2.° Deromantes con il solo gen. Deromantis Gigl.- Tos (1 sp. Africa occ). 3.° Leptomantes con il solo gen. Leptomantis Gigl.- Tos (5 sp. Indie or.). Anno XLIX. 5 — 66 XVII. — MAJANG-INAE. Mantidi dal corpo più o meno tozzo, testa larga, occhi molto sporgenti, pronoto tubercolato, femori post, con un lobo preapicale al di sotto, femori ant. con 4 spine discoi- dali in linea retta, 4 esterne, lunghe, arcate, una fossetta tra la l.a e la 2.a. Abitano Madagascar e l'Arcipelago della Sonda. Formano un solo gruppo : 1.° Majangae con i gen. Majanga Wood.-Mas. (3 sp. Madagascar), Majangella Gigl.-Tos (2 sp. Sonda). XVIII. — MELLIERJNAE. Mantidi dal corpo gracile, depresso, occhi sporgenti, pro- noto depresso, la metazona almeno così lunga come le anche ant., bituberculata, i 4 femori post, molto corti, senza lobi preapicali, i femori ant. con 4 spine discoidali in linea retta, 4 esterne, tra la l.a e la 2.a di queste una fos- setta. Abitano l'America tropicale e la Nuova Guinea. Si dividono in due gruppi : 1.° Mellierae con il solo gen. Melliera Saus. (1 sp. Amer. trop.). 2.° Mellierellae con il solo gen. Mellierella Gigl.- Tos (1 sp. N. Guinea). XIX. — PHOTININAE. Mantidi di statura varia con le tibie post, liscie, il pro- noto almeno così lungo come le anche ant., la dilatazione ovale o talora a margini laterali quasi paralleli, scudetto frontale trasversale, occhi tondi, non acuti, ambo i sessi alati, ma le femmine talora a elitre molto corte, femori — 67 — anter. con 5-6 spine esterne, 3-4 discoidali, zampe post, semplici, lamina sopraanale triangolare, corta, cerei conici. Abitano 1' Europa mer., l'Africa settent., l'Asia, l'Ame- rica mer. Si dividono in quattro gruppi : 1.° Coptopteriges con i gen. Coptopteryx Saus. (18 sp. Amer. mer. Africa ?), Brunneria Saus. (5 sp. Amer. mer.). 2.° Photinae con i gen. Macromantis Saus. (3 sp. Amer. mer.), Metriomantis Saus. et Zehnt. (7 sp. Amer. mer.), Photina Burm. (4 sp. Amer. mer.), Photinella Gigl.-Tos (4 sp. Amer. mer.), Hicetia Saus. et Zehnt. (1 sp. Amer. mer.). 3.° Orthoderellae con i gen. Paraphotina Gigl.-Tos (1 sp. Amer. mer.), Orthoderella Gigl.-Tos (1 sp. Amer. merid.). 4.° Irides con il solo gen. Iris Saus. (4 sp. Europa mer., Asia, Africa,, Amer.). XX. — CHOERADODINAE. Mantidi grandi, dal corpo robusto, testa larga, occhi tondi, pronoto molto dilatato, foliaceo, con la dilatazione di forma pentagonale o romboidale, le elitre e le ali ben svi- luppate in ambo i sessi, le ali ialine, i femori ant. forti con 4 spine discoidali, 4 esterne, le tibie ant. senza spine dorsali con molte spine esterne, le tibie post, liscie, le spine interne dei femori ant. alternate 1 grande 1 piccola, le zampe post, senza lobi. Abitano esclusivamente l'America e l'Asia tropicali. Formano un solo gruppo: Clioeradodes con il solo gen. Choeradodis Serv. (9 sp. America trop. e India or.). XXI. — DZROPLATINAE. Mantidi grandi, con i femori ant. con 4 spine discoidali, 4 esterne, i femori post, muniti di un lobo, le tibie ant. — 68 — con numerose spine esterne, diritte, spaziate, occhi tondi o appena un po' conici, pronoto più largo che le anche ant., la metazona più lunga che la prozona, i margini laterali molto dilatati, foliacei, le ali e le elitre grandi in ambo i sessi, l'addome molto largo nelle femmine. Abitano l'Asia tropicale or. e Madagascar. Formano un solo gruppo : Deroplates con i gen. Deroplatys Westw. (10 sp. Asia or.), Brancsikia Saus. et Zehnt. (2 sp. Madagascar). XXII. — MANTINAE. Mantidi di statura varia, con il pronoto almeno così lungo come le anche ant., le elitre e le ali più o meno ma sempre sviluppate anche nelle femmine, i femori ant. con 4 spine esterne, 4 discoidali, cerei più o meno conici, mai dilatati. Abitano tutto il mondo. Si dividono in 13 gruppi : 1.° Trachymantes col solo gen. Trachymantis Gigl.- Tos (1 sp. Australia). 2.° Sphodropodae con il solo gen. Sphodropoda Stài (4 sp. Australia). 3.° Parasphendales col solo gen. Parasphendalis Schulth. (7 sp. Africa trop.). 4° Fhyllomantes col solo gen. Phyllomantis Saus. (1 sp. America centr.). 5.° Ciluiae con i gen. Cilnia Stai (1 sp. Africa mer.), Paracilnia Wern. (1 sp. Africa trop.), Taumantis Gigl.-Tos (2 sp. Africa trop.), Calidomantis Rehn (53 sp. Africa trop.). 6.° Callimantes col solo gen. Callimantis Stai (1 sp. Antille). 7.° Staginomantes con i gen. Stagmomantis Saus. (14 sp. America), Isomantis Gigl.-Tos (1 sp. Antille), Stau- romantis Gigl.-Tos (4 sp. Amer. centr.), Auromantis Gigi.- — 69 -- Tos (5 sp. Amer. centr.), Oromantis Gigl.-Tos (2 sp. Amer. centi-.), Uromantis Gigi. -Tos (5 sp. Amer. centr.). 3 ° Fhasmomantes con i gen. Phasmomantis Saus. (1 sp. Amer. cent.), Tauromantis Gigi. -Tos (1 sp. Amer. centr.). 9.° Bisanthes col solo gen. Bisanthe Stai (4 sp. Africa merid.). 10.° Polyspilotae con i gen. Calospilota Gigl.-Tos (2 sp. Africa trop. occ), Cataspilota Gigl.-Tos (4 sp. Africa trop. occ), Pllstospilota Gigl.-Tos (8 sp. Africa trop. occ), Polyspilota Burm. (7 sp. Africa, Borneo ? Brasile?), Prohiero- diHa Boi. (4 sp. Africa equat. occ). 11.0 Mantes cou i gen. Wlantis Lin. (10 sp. Europa, Africa, Asia; Australia), Statilia Stài (3 sp. Asia or. N. Gui- nea, Olanda, Africa ?). 12.° Tenoderae con i gen. Tenodera Burm. (11 sp. Asia, Africa, Oceania trop., Amer. settentr.), Epitenodera Gigl.-Tos (6 sp. Africa trop.), Mesopteryx Saus. (3 sp. Asia or. trop.). 13.° Hierodulae con i gen. Alalomantis Gigl.-Tos (2 sp. Africa trop.), Tarachomantis Brancs. (9 sp. Madagascar), Sphodromantis Stài (17 sp. Africa, Europa merid.), Hiero- dulella Gigl.-Tos (1 sp. Sonda), Pnigomantis Gigl.-Tos (1 sp. Sonda), Ephierodula Gigl.-Tos (1 sp. Asia or), Hierodula Gigl.-Tos (56 sp. Asia, N. Guinea ?), Parhierodula Gigl.- Tos (31 sp. Asia or., N. Guinea, Oceania), Camelomantis Gigl.-Tos (5 sp. Sonda), Tisma Gigl.-Tos (3 sp. Mada- gascar). XXIII. — ARCHIMANTINAE. Mantidi di grande statura, dal corpo allungato, testa larga, scudetto frontale trasversale, occhi tondi, pronoto più lungo che le anche ant., elitre ed ali ben sviluppate nel maschio, corte nelle femmine, anche aut. a lobi apicali — 70 — interni contigui, femori ant. con 4 spine esterne, 4 discoi- dali di cui la l.a non più corta della 2.a. Abitano l'Australia e l'Africa merid. ? Si dividono in 2 gruppi : 1.° Ar chini ante s con i gen. Archimantis Saus. (6 sp. Australia), Rheomantis Gigl.-Tos (1 sp. Australia), Coenoman- tis Gigl.-Tos (1 sp. Australia). 2.° Fseudomantes con i gen. Pseudomantis Saus. (5 sp. Australia, Africa mer.?), Rhodomantis Gigl.-Tos (1 sp. Australia). XXIV. — SOLYGIINAE. Mantidi di grande statura dal corpo lungo, testa larga, occhi tondi, scudetto frontale trasverso, molto stretto in forma di solco, pronoto molto più lungo delle anche ant., lamina sopraanale molto lunga, a ino' di ferro di lancia, femori ant. con 4 spine esterne, 4 discoidali, tibie post, senza spine al di sotto. Abitano esclusivamente l'Africa tropicale. Formano un solo gruppo : Solygiae col solo gen. Solygia Stai (1 sp. Africa). XXV. — FISCHERIINAE. Mantidi di statura varia, dal corpo gracile, pronoto al- meno così lungo come le anche ant., femori ant. con 3-4 spine discoidali, 4-5 esterne, tibie ant. con 7-12 spine esterne, femori o tibie post, armate al di sotto di alcune piccole spine. Abitano 1' Europa, l'Asia, l'Africa, l'Australia. Si dividono in 5 gruppi: 1.° Fischeriae con i gen. Geomantis Pant. (2 sp. Ba- cino del Mediterraneo), Severinia Finot (2 sp. Africa setten. e or.), Geothespis Gigl.-Tos (1 sp. Africa mer.), Carvilia Stai. — 71 — (2 sp. Africa mer.), Bolivaria Stai (2 sp. Bacino or. del Me- diterraneo fino al Turkestan ed all' India or.), Teddia Burr (1 sp. Sokotra), Microthespis Wern. (1 sp. Africa or.), Fi- SCheria Saus. (6 sp. Bacino del Mediterraneo, fino al Turke- stan e all'Oceano indiano), Deiphobe Stai (5 sp. India or. Australia), Eremoplana Stài (1 sp. Africa trop. Europa?), Deiphobella Gigl.-Tos (1 sp. India or.). 2.° Euchomenae col solo gen. Euchomena Saus. (1 sp. Madagascar). 3.° Ischnomantes col solo gen. Ischnomantis Stài (10 sp. Africa trop. e mer.). 4.° Pseudempusae con i gen. Mythomantis Gigl.-Tos (1 sp. Sonda), Pseudempusa Bruii. (2 sp. Birmania). 5.° Omomantes col solo gen. Omomantis Saus. (2 sp. Africa merid. e trop.). XXVI. — ACONTISTINAE. Piccoli Mantidi dalle tibie posteriori liscie, non carenate, i femori ant. con 5 spine esterne, 3 spine discoidali, le tibie ant. con più di 11 spine esterne, senza spine dorsali, le spine interne dei femori ant. alternate 1 grande con 1 piccola. Abitano esclusivamente l'America tropicale e meridionale. Si dividono in 2 gruppi : 1.° Acontistae con i gen. Acontista Burm. (23 sp. Amer. trop. e merid.), Tithrone Stài (2 sp. Amer. trop.), Astollia Kirby (1 sp. Surinam). 2.° Callibiae col solo gen. Callibia Stài (1 sp. Amer. trop.). XXVII. - EPAFHRODITINAE. Mantidi di discreta statura e di color di foglia morta, con le tibie post, non carenate, i femori ant. con 4 spine — 72 — discoidali e 4-7 spine esterne, le tibie con numerose spine esterne talora stipate e procumbenti, cerei conici, occhi acuti oppure i femori posteriori lobati. Abitano l'America, l'Africa e l'Asia tropicali. Si dividono in 3 gruppi : 1.° Epaphroditae con i gen. Metilia Stài (1 sp. Amer. trop.), Decimia Stài (2 sp. Amer. trop.), Acanthops Serv. (8 sp. Amer. trop. merid.), Pseudacanthops Saus.- (3 sp. Amer. trop.), Epaphrodita Serv. (2 sp. Antille), Antemna Stài (1 sp. Panama). 2.° Parablephares con il solo gen. Parablepharis Saus. (1 sp. Sonda). 3.° Phyllocraniae col solo gen. Phyllocrania Burm. (3 sp. Africa trop., Madagascar). XXVIII. — ACROMANTINAE. Mantidi di statura discreta con il pronoto gracile al- meno così lungo come le anche anter. ; occhi quasi sempre tondi, vertice talora prolungato in una protuberanza più o meno lunga, organi del volo sempre ben sviluppati in ambo i sessi, femori ant. con 4 spine esterne, 4 discoidali, tibie ant. con numerose spine esterne stipate e procum- benti, (salvo il gen. Danuriella con spine meno numerose e spaziate) femori post, con o senza lobi. Abitano l'Asia e l'Africa tropicali. Si dividono in 5 gruppi : l.° Anaxarchae con il solo gen. Anaxarcha Stai (2 sp. India or., Borneo). 2.° Acromantes con i gen. Heliomantis Gigl.-Tos (1 sp. India or.), Psychomantis Gigl.-Tos (1 sp. Borneo), Rhomantis Gigl.-Tos (1 sp. Borneo), Oligomantis Gigl.-Tos (2 sp. Sonda), Acromantis Saus. (13 sp. Asia or.), Citharomantis Rehn (1 sp. Borneo, Sumatra), Theomantis Gigl.-Tos (1 sp. Africa trop.). — 73 — - 3.° Ambiviae con i gen. Ambivia Stai. (1 sp. Indie or.), Danuriella Westw. (1 sp. Madagascar). 4.° Phyllothelides con i gen. Phyllothelys Wood- Mas. (4 sp. Indie or.), Sigerpes Wood-Mas. (9 sp. Africa trop.), Anasigerpes Gigl.-Tos (6 sp. Africa trop occ). 5.° Galinthiades col solo gen. Galinthias Stai (2 sp. Africa trop. or.). XXIX. — HYMENOFODINAE. Mantidi di statura varia, dal corpo più o meno tozzo, col pronoto sempre più corto delle anche ant., gli organi del volo sviluppati in ambo i sessi, le tibie ant. con nu- merose spine esterne stipate e procura benti, femori ant. con 3-4 spine discoidali, 4 spine esterne, i 4 femori post, lobati o no. Abitano le regioni tropicali dell'Asia e dell'Africa. Si dividono in 6 gruppi : 1.° Antissae con i gen. Antissa Stài (2 sp. Asia or.), Odontomantis Saus. (5 sp. Asia or.), Nemotha Wood-Mas. (1 sp. India or.). 2.° Hestiasulae con i gen. Hestiasula Saus. (7 sp. Asia or.), Ephestiasula Gigl.-Tos (2 sp. India), Cathestiasula Gigl.-Tos (2 sp. Asia or.). 3.° Otomantes con i gen. OtomantisBol. (5 sp. Africa trop.), Chrysomantis Gigl.-Tos (1 sp. Costa d'Oro). 4.° Panurgicae con i gen. Chloroharpax Wern. (1 sp. Africa occ), Propanurgica Gigl.-Tos (1 sp. Africa trop.), Panurgica Karsch (5 sp. Africa occ). 5.° Hymenopoda con i gen. Hymenopus Serv. (1 sp. Asia or.), Parhymenopus Wood-Mas. (1 sp. Asia or.), Creo- broter Serv. (13 sp. Asia or. America mer. '?), Helvia Stai (1 sp. Malacca), Pseutloharpax Saus. (5 sp. Africa trop.). 6.° Fseudocreobotrae con i gen. Theopropus Saus. (1 sp. Asia or.), Pseudocreobotra Saus. (3 sp. Africa trop.), — 74 — Chlidonoptera Karsch. (1 sp. Africa oca),. Anamobistria Grigi. - Tos (1 sp. Africa), Harpagomantis Kirby (2 sp. Africa trop.). XXX. — TOXODERINAE. Mantidi dal corpo gracile, lungo a mo' di bastoncino, femori ant. gracilissimi con 3 spine discoidali, 5-7 esterne, il solco unguicolare proprio alla base dei femori, tibie ant. molto gracili, filiformi, arcate, appena un po' più corte dei femori, oppure molto larghe, depresse e dilatate sui margini che sono armati di numerosissime spine, i 4 femori post, corti, le elitre strette, lineari, più corte dell'addome, i cerei molto dilatati foliacei, più larghi all'apice che alla base. Abitano le regioni tropicali dell'Asia, dell'Africa e del- l'America. Si dividono in 5 gruppi : 1.° Paradanuriae con i gen. Paradanuria Wood-Mas. (2 sp. India), Euthyphleps Wood-Mas. (2 sp. India), Toxode- ropsis Wood-Mas. (2 sp. India), Toxoderella Gigl.-Tos (1 sp. Australia '?). 2." Toxoderae con i gen. Toxodera Serv. (1 sp. Sonda), Paratoxodera Wood-Mas. (2 sp. Sonda), Oestomantis Gigl.- Tos (1 sp. Sonda), Toxomantis Gigi. -Tos (2 sp. Asia or.). 3.° Loxomaiites col solo gen. Loxomantis Gigl.-Tos (1 sp. India). 4." Calamothespes oon i gen. Belomantis Gigl.-Tos. (1 sp. Africa trop.), Calamothespis Wern. (2 sp. Africa trop.), Dorymantis Gigl.-Tos (1 sp. Africa trop.). 5.° Stenophyllae col solo gen. Stenophylla Westw. (1 sp. Amer. trop.). XXXI. — VATINAE. Mantidi di statura varia con lo tibie ant. armate di spine d'ambo i lati, i femori ant. con spine interne alter- — To- nate 1 piccola 1 grande, le spine discoidali 3-4, le 4 tibie post, percorse superiormente da piccole carene (salvo i maschi di Gardioptera brachyptera e di Ardesca che hanno queste tibie liscie). Abitano l'America, l'Africa, l'Asia. Si dividono in 9 gruppi: 1.° Cardiopterae col solo gen. Cardioptera Burm. (1 sp. Amer. mer.). 2.° Oxyopsides con i gen. Catoxyopsis Gigl.-Tos (1 sp. Ecuador), Oxyopsis Caud. (8 sp. Amer. mer.), Pseudoxyops Saus. et Zehnt (5 sp. Amer. mer.), Paroxyopsis Rehn (1 sp. Amer. mer). 3.° Stagmatopterae con i gen. Parastagmatoptera Saus. (7 sp. Amer. mer., Antille), Ardesca Stai (1 sp. Amer. trop.), Leptochoche Rehn (1 sp. Amer. trop.), Staqmatoptera Burm. (13 sp. Amer. mer. e centr., Africa?), Lobocneme Rehn (1 sp. Indie occ), Chopardiella Gigl.-Tos. (1 sp. Gu- iana), Heterovates Saus. (1 sp. Amer. mer.). 4.° Vates con i gen. Phyllovates Kirby (11 sp. Ame- rica i, Pseudovates Saus. (7 sp. Amer. centr. e mer.), Vates Burm. (10 sp. Amer. trop.), Zoolea Serv. (7 sp. Amer. mer.). 5.° Heterochaetae con i gen. Stenovates Saus. (1 sp. Africa trop.), Heterochaeta Westw. (2 sp. Africa trop.). 6.° Ceratocraniae col solo gen. Ceratocrania AYestw. (1 sp. Sonda). 7.° Aethalochroae col loro gen. Aethalochroa Wood- Mas. (5 sp. India or.). 8.° Danuriae con i gen. Danuria Stài (14 sp. Africa trop.), Macrodanuria Sjost. (1 sp. Africa trop. occ). 9.° Popae con i gen. Popa Stài (5 sp. Africa trop.), Macropopa Gigl.-Tos- (1 sp. Benadir). XXXII — EMPUSINAE. Mantidi di statura generalmente grande, con ambo i sessi alati, il maschio con le antenne pettinate da ambo — 76 — i lati, il vertice prolungato in una protuberanza quasi co- nica, gli occhi tondi, il margine ant. delle elitre dentel- lato, i femori ant. con 5 spine esterne, il margine tra que- ste spine dentellato, e tra la l.a e la 2.a di queste una fossetta dove si alloga la spina apicale esterna delle tibie, 4-5 spine discoidali, le spine interne alternativamente una grande e 3 piccole, le tibie ant. compresse e armate di numerose spine interne e esterne. Abitano l'Europa, l'Asia e l'Africa. Mancano affatto in America. Si dividono in 3 gruppi : 1.° Empusae con i gen. Gongylus Thunb. (2 sp. Asia or.), Empusa 111. (13 sp. Europa, Asia, Africa), Phantoma Risso (1 sp. Nizza), Hemiempusa Saus. et Zehnt. (1 sp. Africa trop. e mer.), Hypsicorypha Krauss (1 sp. Africa settent. e Canarie), Idolomorpha Burm. (5 sp. Africa trop. e mer.). 2.° Blepharodes con i gen. Blepharopsis Rehn (2 sp. Africa e Asia occ), Blepharodes Boi. (2 sp. Africa trop. or.), Phlaebarodes Gigl.-Tos (1 sp. Sudan). 3.° Idola col solo gen. Idolum Saus. (1 sp. Africa trop.). Fino al 1.° gennaio 1916 sono dunque in totale: 1364 le specie di Mantidi finora conosciute, ripartite in 388 ge- neri e questi divisi in 108 gruppi che costituiscono le 32 sottofamiglie in cui è stata divisa la famiglia. A queste si devono però aggiungere alcune specie che non mi è stato assolutamente possibile riconoscere, sia per la brevità della descrizione, sia per altre ragioni, e sono le seguenti : Mantis acridea Lichtenstein, Cat. Mus. Hamburg 1796, v. 3, p. 80-Hab.... ? Mantis gracilis Licht., ibid. p. 80-Hab.... ? Mantis testacea Licht., ibid. p. 50 America. Mantis tinctipennis "Wood, Insects Abroad, 1883, p. 292, t. 5, Ceram. — 77 - Mantis cinerea Gistel, Mysteria europ. Insektenwelt, 1856, p. 427 (elytris brevissimis). Egypte. Questo stesso Gistel, nella medesima opera, ha pure creato due generi nuovi e alcune altre specie, cioè : Gen. Ceplialomantis Gistel, loc. cit. p. 427. « Corpus maximum, depressimi, latum, abbreviatum, ro- « tundatum ; alae breves, rotundatae. Thorax longus, latus, « quadrato-elongatus. Caput deveocum, magnum, transversale. « Oculi laterales, magni, paulum prominentes. Antennae se- « taceae. Pedes postici longissimi »• C rustica Gist., ibid. p. 427. Hellbraun. 3" lang. Egypte. C. gracilis Gist., ibid. d. 427. Muschelbraun. Var. ? Egypte. C. viridipennis Gist., ibid. p. 427 (nomen nudum) Egypte. Molto probabilmente si tratta di specie del gen. Ere- miaphila Lef. Gen. Chersomantis Gist., ibid. p. 427. C. piota Gist. ibid. p. 427. « Antennis crassis, alis inferioris basi adustis » — Egypte. Su questa semplice descrizione non mi è stato possibile riconoscere ne il genere ne la specie. Resta infine da menzionare una specie: Paraspilota elegans del Himalaya, descritta dal Dott. Boli var: As. esp. Progr. Ciencias, Madrid, v. 5, 1914 (pp. 206). Per quanto abbia fatto ricerche di questa pubblicazione, per quanto abbia scritto parecchie volte all'Autore, onde avere indicazioni su questa specie, non mi è riuscito, ne di ritrovare la pubblicazione desiderata, ne di avere risposta alcuna. E siccome il Dott. B o 1 i v a r fu sempre con me molto gentile e largo di consigli, di informazioni ed anche di comunicazioni di dati e di materiale scientifico, mi è giuo- coforza supporre che il suo silenzio in questo caso sia do- vuto alle speciali difficoltà di relazioni create dallo stato di guerra. Non mi resta quindi che fare supposizioni su questa specie, e sulla sua posizione sistematica. Egli creò per tale specie il n. gen. Paraspilota, il che ci lascia supporre che la specie sia, nell'aspetto e nei ca- ratteri somatici, somigliante al gen. Polyspilota Burm. Ma le specie di questo genere e dei suoi affini sono proprie esclusivamente dell'Africa tropicale e meridionale, onde parmi molto strano che se ne trovi nel Himalaya. Mi nasce quindi il dubbio, se la specie descritta dal Bolivar sia veramente una Polyspilota. A questo proposito cade opportuno il notare che già nel 1904 il N a v à s aveva descritto sotto il nome di Poly- spilota elegans (si noti la coincidenza nel nome specifico) una specie nuova della stessa località : Himalaia nel « Boi. Soc. aragonesa » v. 3, n.° 5-6, p. 5. Il N a v à s, come già feci rilevare altrove (« Boll. Mus. Zool. e Anat. comp. » Torino, 1915, v. 30, n.° 702, p. 2) ebbe la squisita cortesia di mandarmi in esame 1' unico esemplare da lui posseduto di quella specie, dal quale esame potei confermare quanto già dubitavo, trattarsi cioè non già di una specie di Polyspilota, genere proprio esclusivamente dell'Africa, ma di un' altra forma che io eressi a tipo del nuovo genere Heliomantis, che collocai molto lungi dalle Polyspilotae (appartenenti alla sottofamiglia Mantinae) e più propriamente nel gruppo delle Acromantes, della sotto- famiglia Acromantinae, formando quasi un genere in- termedio tra le Anaxarchae e le Acromantes, gruppi che com- prendono specie tutte proprie dell' India e dell'Asia tropi- cale orientale. Ora, non avendo io potuto esaminare, come già dissi, il lavoro del Bolivar e non conoscendolo per altra via che per la citazione di essa fatta, dal « Zoological Record » del 1914, dove il gen. Paraspilota è dato come nuovo ge- nere, e la specie elegans come nuova specie, la coincidenza nel nome specifico elegans e nella località Himalaya tra le due specie descritte dal N a v à s e dal Bolivar mi fa sorgere forte il dubbio, se per avventura la specie citata — 79 — dal Bolivar, per cui egli creò il nuovo gerì. Paraspilota, non sia la medesima descritta dal N a v à s. Nel qual caso l' indicazione di n. sp. data dal « Zoological Record » non sarebbe esatta. Se le cose stanno realmente in questi*1 termini, non si tratterebbe dunque di due, ma di una sola e stessa specie cioè di Polyspilota elegans Navàs, per cui giustamente il B o- 1 i v a r avrebbe creato il gen. Paraspilota. Ma nel iuglio 1915, e quindi assai prima che io potessi conoscere dal « Zoological Record » l'indicazione del nuovo genere creato dal Bolivar nel 1914, io avevo, come già dissi, creato per la specie descritta dal Navàs il nuovo genere Heliomantis. Ne segue pertanto che, se real- mente, come dubito, Polyspilota elegans Navàs è la stessa che Paraspilota elegans Bolivar, il nome Paraspilota proposto da Bolivar ha la precedenza su quello di Heliomantis e quindi deve essere sostituito a questo. Tuttavia, siccome di questa identità, sebbene abbia forti dubbi, non ho la certezza as- solata, ho creduto bene di lasciare sussistere per la spe- cie di Navàs il nome di Heliomantis da me proposto e ciò fino a quando 1' identità non sia inconfutabilmente dimo- strata. 80 INDICE ALFABETICO dei nomi delie sottofamiglie, dei gruppi e dei generi ' A. Acanthops . . p. 72 Achlaena . . » 60 Achlaenella . . » » Acithespis . . » 64 Acontista . . » 71 Acontistae . . » » ACONTISTINAE » » ACBOMANTINAE » 72 Acromantes . ■» » Acromantis . » » Aethal ochroa . >' 75 Aethalochroae » » Agriomantis . » 62 Agrionopsis . » » Alalomantis . » 69 Alphamantis . » 59 Amantis . . . » » Ambivia . . . » 73 Ambiviae . . » 73 Ameles . . . » 59 Ameles . . . » » Amelinae . . . » 58 Amoìphoscelis . » 55 Amphecostejihanus » 60 Anab omistria . » 74 Anamiopteryx .... p. 62 Anasigeiyes » 73 Anaxarcha » 72 Anaxarchae » » Anoxypilus ..... » 63 Antemna » 72 Antissa » 73 Antìssae Antistia Archimantinae . . . Archimantes .... Archimantis Ardesca Ariusia Armene Armeniola Arria Arriae Astape » 63 Astollia . » 71 Auromantis » 68 Bactromantis .... p. 63 Bantia » » Bantiella » 62 56 69 70 » 75 56 59 » 65 (l) I nomi dei generi di Mantidi non citati in questo elenco s'intende che sono sinonimi di quelli qui menzionati. 81 Belomantis. . Betamantis . Bimantis . . Bisanti) e. . . Bisanthes . . Klepharodes. Blepharodes . Blepharopsis. Bolbp. . . . . Bolbella. . . Bolbp na Bollava . . Bolboda . . Bolbula . . Boli varia . Brancsikia. Bvunneria . p. 74 » 59 » » » 69 » » » 70 » » » 57 » » » » » » > 71 >-> 08 » 07 c. Galamothespes. . . . p. 74 Calamothespis .... » » Qalidomantis » 68 Calirides » 05 Caliridinae » » Caliris » » Callibia » 71 Callitfiae » » Callimantes » 08 Callimantis » » Calofalcinia » 58 Calo spilota » 69 Qamelomantis .... » » Cardioptera » 75 Cardiopterae .... ». » Carvilìa » 70 Cataspilota » 09 Cathestiasula » 73 Catoxyopsis » 75 C pphaloniantis .... » 77 Ceratocrania » 75 Anno xlix. Ceratocraniae .... p. 75 Ceratomantis » 03 Chaeteessa » 56 Charieis » » Chersovnantis .... » 77 Chiromantis » 58 Chlidonoptera .... » 74 Chi or oliar pa.»' .... » 73 Chloromìopteryx ...» 60 Choeradodes .... » 07 CUOERADODINAE ... » » Choeradodis » » Chroicoptera » 59 Ghroicopterae .... » » Chopardiella » 75 Chrysomantis ... » 73 Cilnia » 08 Cilniae » » Cimantis » 59 Citharomantis .... » 72 Cini fina » 58 Cliomantis » 55 Coenomantis » 70 Compsomantes ...» 59 COMPSOMANTJNAE ... » » Compsomantis .... » » Compsothespes ...» 55 Compsothespis .... » 55 Coptopleriges .... >» 07 Coptopteryx » » Creobroter » 73 Cryptomantis .... »» 57 r>. Dactylopterige§ . . . p. 04 Dactylópteryx .... » » Danuria » 75 Damiriae >» >» Danurìella » 73 Decimia » 72 Deiphobe p. 71 Deiphobella » » Deromantes » 05 Deromantis » » Deroplates » 68 Deroplatinae . ...» 67 Deroplatys » 08 Diabantia » 02 Diacanthomantis ... » 57 Diafulcinia » 58 Diamusonia » 01 Didymocorypha ... » 57 Dimantis » 59 Dorymantis » 74 Dysaules » 57 Dysaules » » Dystqcta » 00 Dystactae » » Dystactella » » Dtstactinae » 59 E. Elaea p. 50 Elmantis » 59 Empiisci. » 70 Empusae » » Empusinae » 75 Enicophlaebia .... » 58 Entello, » 59 Eomantis « 58 Epaphrodita » 72 Epaphroditae .... » » Epaphroditinae ... » 71 Ephestiasùla » 73 Ephierodula » 09 Episcopi » 50 Episcopus » » Epitenodera » G9 Epsomantis » 58 Eremiaphila » 56 82 — Eremiaphilae .... p. 50 Eremiaphilinae ... » 55 Eremoplana » 71 Eabantia » 63 Eubolbe » 57 Euchomena » 71 Euchomeiiae .... » » Euchomenella .... » 01 Eueliomenellae ... » » Eumantis » 59 Eumiopteryx » 00 Eumusonia » 01 Euoxypilus » 63 Euthypleps » 74 Fischevia .... • P- 71 » 70 Ejscheriinae . . » » » 58 » » » G. Galapagia . . Galepsus . . . p. 01 » 50 Galinthiadtts . » 73 Galinthias . . » » Geomantis. . » 70 Geothespis . . » » Gilda » 05 Gimantis . . 9 59 Gonatista . . » 04 Gonatisfella . » 65 Gonatistellae » » Gongylus . . Gónypeta . . » 70 » 59 (ironypetae . Gonypefella . » !> . » 00 — 83 Gonypetyllis . . p. 59 Ilomantis . . . p. 58 Iridopterigos . » 67 » 57 H. Iridopteriginae » v> » » Haania p. 63 » 67 Haaniae . . » » Ischnomantcs . . » 71 Ilagiomantìs . . » 64 » » Hapalomantis » 57 » 68 Ilnpalopeza . » s> Ilarpagoman t is » 74 «J. Heliomantis . » 72 Helvia . . . » 73 Hemiempusa . » 76 Hestiasula . . » 73 t, Hestiasulae . » » i i« Heterochaeta . » 75 Leptochoclie . . . . . p. 75 lleterochaetae » » Leptocola . . » 62 Heterochaetula » 64 Leptocolae . » » Hete.ro untar s us » 56 Lcptomantes » 65 Heterovates . . * 75 Leptomantis . » » Hicetia . . . » 67 Leptomio2)teryx_ » 61 Hìerodula . . » 69 Liguria . . . » 59 Hierodulac . » » Ligariella . . » » llicrodulella . . » » Ligariona . . » » Hoplocorypha . » 61 Litaneutria . » » Hoplocorypliae » » Liturgusa . . » 64 Iloplocoryphella . » » Liturgusae . » » Humbertiella . . . » 56 Liburgusella . » 65 Humbertiellae. . » » LlTURGUSINAE » 64 Hyalomantis . . » 58 Lobocneme. . » 75 Hymcnopoda . . » 73 Loxomantes. > 74 Hymenopodinae » » Loxomantis . . » » Ilymenopus . . » » Hypsicorypha . . » 76 M. I. Macrodanuria .... p. 75 Macromantis » 67 Idola p. 76 » » » » — 84 — Mqjangella p. Majanginae » Manfallias » Mantes » Mantillica » Mantinae » Mantis » Mantoida * Mantoidae » Melliera » Mellierae » Mellierella » Mellierellae » Mellierinae » Melomantis > Memantis » Mesopteryx » Metallvtici » Metallyticus » Mclentella » Metilia » Metoxypilus » Metriomantis » Micrentella » Micromantìs » Microthespis » Mimomantis » Miobantia » Mionicella » Mionyx » Miopteriges » MlOPTERIGINAE. ...» Miopteryx » Miromantis » Musonia » Musoniae » Musoniella » Musoniola » Myrcinus » Myrmecomantis. ...» Mythomantis » 66 isr. 62 69 62 Naiiomantes. . Negromanti s . , 68 69 56 » 66 o. » Odontomantis . . . . » Oestomantis . . » Oligomantis . . » Oligonicella . . 58 Oligoniees. . . 59 Oligonicinae . 69 Oligonyx . . . 56 Omoiiiantcs . . » Omomantis. . . 59 Opsomantis . . . 72 Ormomantis . . 55 Oromantis . . . 67 Orthodera . . . 59 Orthoderae . . 57 Orthodevella . . 71 Orthoderellae . 58 Otomantes . . . 62 Otomantis . . . 63 Oxyelaea . . . » Oxyfulcinia . . . 60 Oxy op hthalmellus » Oxyophthalini . » Oxyophthalmus . 58 Oxyopsides . . . 61 Oxyopsis .... » Oxyothespes . . » OXYOTHESP1NAE » Oxyothespis . . 59 Oxypili 55 OXYPILINAE . . . 71 Oxypilus — 85 F». Pachymanlis . . Panurgica . . . Panurgicae . . Parablepliares. Parablepharis . Par actinia . . . Paradanuria . . Paradanuriae . Parai yg damiti . Paramorph oseclis Paramusonia. . Paraoxypili . . Paraoxypìlus . Paraphotina . . Parasphendales. ParaspK'endalìs . Paras pilota . . 1 \ trastagmatoptcr Parathespes . . Parathespis . . Parathespinae Paratnxodera . Par eniella . . . Parepiscopus. . Parhierodula. . Parhymenopus . Paroxyophthalmu Paroxyopsis . . Perlamantcs . Perlamantinae Perlamantis . . l 'li automa . . . Phasmoinantes Phasmomantis , Phlaebarodes. . Pillo eomantis. . Pilotina .... Photinae . . . Photinella . . . Photixinae . Phthersigena . • ili Phyllocranìa . 73 Phyllocraniae » Phyllomantes 72 Phyllomantis . » Pliyllothelides 68 Phyllothelys . 74 Phgllovates . » Pilomantis. . 56 Platycalymma 55 Plistospilota . (il Pnigomantia . 55 Polyspilota. . » Polyspilotae. 9 Yersinia p. 59 V. z. Vates p. 75 Vates » » Zoolea p. 75 Vatinae » 74 Zouza » 50 Xanthomantis ...... p. 58 INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL VOLUME DELL'ANNO QUARANTANOVESIMO Giuseppe Golosi. — Nota preliminare sui Misidacei rac- colti dalla E. N. « Liguria » Pag. 3 Mario Bezzi. — Rinvenimento di una Chioma (Dipt.) nei dintorni di Torino > 12 E. Giglio-Tos. — Saggio di una nuova classificazione dei Mantidi » 50 Indice delle materie contenute nel volume dell' anno qua- rantanovesimo > 89 \ ^ ;/ ;■. \ e/ ,;%^ ^ < AN '*> A ^ V ^ ^ -O' ^ n-, ^ ^ vO" '\ y U <£■ , ^ 9i j&h ^P > % # v> ■_o 'Vy 4.- V V~ .-JT r-tf I ITHSpNIAN INSTITUTIQN LIBRARI 3 9088 01061 7843 I