LA OF COMPARATIVE ZOOÒLOGY, AT HARVARD COLLEGE, CAMBRIDGE, MASS. Founded bp private subscription, in 1861. The gift of te 0A Se bo VICI: GEO RE #0 IS Spr 21/8). nea BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ ADRIATICA DI LLENZENATOIRAISI IN TRIESTE REDATTO DAL SEGRETARIO AUGUSTO VIERTHALEAR: VOLUME QUINTO. TRIESTE, TIPOGRAFIA DEL LLOYD AUSTRO-UNG. ?Masso. Pea | dic L'A O AVFIFATAGA Mi AAUTAMAR _ | CTRIIAT: ME! iL se, | i RATA EEE {ASL OTUAGAA | È y La REL NZA REGA MN I'd Ni) one FASI » è SINAT y 4 : AR eta TESTA ACTOR è bile i osa dia CI “na y” 3 ; 4 « È = ì i pei ; È E v db si È " pur 59 CONGRESSO GENERALE tenutosi ai 25 Gennaio 1880 nella sala maggiore dell’ edifizio della Borsa. Presiedono: il vice-presidente Dr. Alessandro de Goracuchi il segretario Prof. Aug. Vierthaler il cassiere Cav. Giorgio de Eckhel. Presenti 65 soci. Il vice-presidente apre la seduta: Uditori cortesi! Se mai alcuna volta, da luogo insigne favellando, la povertà dello stile e della eloquenza m'è stato forza tollerare, in questo giorno nel quale trattasi di benedire la memoria di un Muzio Tommasini, io temerei assai non il mio dire alla importauza ed alla dignità del subbietto mal corrispendesse. Il perchè ben con- tento o Signori, son’io, che tale incarico sia stato affidato al dotto de Marchesetti, direttore del nostro Museo di Storia Naturale, dalla cui voce, vestita come non dubito di florido abbigliamento e grave per filosofica severità, udrete quali e quanti furono i meriti del- l’illustre trapassato. Seguirà poscia il resoconto dell’ operato della Società adria- tica di scienze naturali durante l’ anno 1879, il quale verrà esposto dal chiarissimo professore Vierthaler di lei segretario, il cui zelo indefesso per il progresso di quest’ istituzione è argomento di gra- titudine universale, avvegnachè al lustro della Società si congiunga PIV pur quello di ‘Trieste, che, mediante le produzioni scientifiche di tanti professori ed altri membri di questo sodalizio, rese pubbliche per la stampa e diffuse fino al di là dei mari, col nome non solo di emporio commerciale, ma altresì come città cultrice delle scienze, viene riverita. Ed in questo riguardo non poco contribuisce il Dr. Graeffe, cui modeste virtù congiunte a distinti talenti per le scienze naturali sollevarono al seggio dell’i. r. Stazione Zoologica, ond’egli viene a contatto con numerosi naturalisti, che da paesi lontanissi- mi accorrono a quaste sponde, per squarciare colle dotte loro in- dagini il velo che cuopre le occulte altissime meraviglie di cui è disseminato 1’ adriaco mare. E grazie sia resa a tutti quelli che in qualsiasi nodo con- tribuiscono a sostenere e far progredire questa società: grazie al Tommasini, che, non pago di quanto fece in vita, volle anche in morte a mezzo del nobile di lui figlio lasciarle una cospicua testi- monianza d'affetto: grazie all’inclito Municipio ed all’inclita Ca- mera di Commercio pei favori e per le largizioni all’ uopo accor- date, sì dall’ uno che dall’ altra: grazie infine e grazie vivissime al Governo Marittimo di Sua Maestà, che, mediante il dotto presi- dente, l’ illustrissimo cavaliere de Alber, ha sempre annuito col più nobile e generoso contegno alle domande della società stessa. E cosa mai non dobbiam noi aspettare dalla felice armonia dell’eccelsa i. r. Luogotenenza colla nostra istituzione, cosa mai non possiamo sperare dai lumi e dal buon volere di S. E. il Ba- rone de Pretis, attuale nostro governatore ! Si passerà in ultimo all’ elezione della nuova presidenza e della direzione. Relazione del segretario sull’ operosità sociale nel decorso anno 1879. Mi è penoso di dovervi dare una relazione sull’attività scien- tifica spiegata dalla Rappresentanza della nostra società, allorchè precisamente al finire dell’anno sociale ci venne a mancare l’indi- menticabile venerato nostro Presidente, il quale sia ‘nella sfera dei nostri compiti, sia per un impulso affatto privato mantenne vi- vissimi i rapporti fra noi e le altre istituzioni scientifiche, ed intimo il contatto fra noi e le Autorità locali, il quale col savio suo consiglio ci fu guida sicurissima nelle non poche vicissitudini subite nel corso dei 6 anni passati dalla nascita del nostro consor- zio scientifico, ed il quale coll’incoraggiamento gentile che gli fu SA RT La dono della natura e frutto di coltura squisita ci fece collaboratori all'opera comune le intelligenze già note per fama ed anche le forze novelle di gioventù erudita, che nella pubblicità del nostro sodalizio si potè acquistare l’ onore dei meritati primi allori ! Fu il Tommasini che in casa sua come nelle nostre radu- nanze fece -gli onori verso gli illustri cultori delle scienze naturali, che nel loro pellegrinaggio di esplorazioni sostarono in Trieste. — Nell’ anno decorso ci onorarono i botanici Sig. Schlyter di Stoccolma il consigliere Letourneux, membro del Tribunale d’ appello residente al Cairo ed il zoologo Prof. Dr. Giglioli di Firenze. E fu impulso di Tommasini quello di spingerei cultori gio- vanili dello studio di flora ad escursioni verso quelle parti alpine che più o meno confinano la regione della flora caratteristica del territorio tergestino. — Delle molte escursioni botaniche intraprese nell’anno decorso mi è dovere di ricordare principalmente quelle del Dr. Marchesetti al monte Cava » Sig. Kugy al Triglav n Prof. Ad. Stossich al Risnyak » Prof. M. Stossich al Monte maggiore » Sig. A. Valle al Matajur e Krn, di cui i risultati scientifici furono in parte già illustrati ed esposti nelle adunanze del passato anno sociale. E così di continuo dovrei dirvi, che questo e quello fu fatto dal Tommasini, od ideato dal Tommasini e fu egli che diede l’im- pulso all’attività. intiera della nostra società. Però siamo anche in lutto per altri benemeriti collaboratori, che nell’ anno cessato ci furono rapiti dall’ inesorabile morte : il Barone de Pascotini il Cav. Giulio de Stettner il Prof. Vine. Dr. Tamai il Dr. Benvenuto Banelli. Vi prego di onorare anche la memoria di questi indefessi sostenitori del nostro sodalizio scientifico. Onore ai morti, ma torniamo alla vita! Sono lieto invero di potervi dire che alla nostra società fu prospero l'augurio accademico “vivat, floreat et crescat,. — Con- tiamo 320 socii effettivi, siamo in corrispondenza edin cambio con 130 corporazioni scientifiche, fra le quali ci onorano le più illustri Accademie. — Da parte nostra contracambiamo con un bollettino * che tuttora va citato in non pochi lavori scientifici di edizione recente, — Quindi viviamo ed abbiamo diritto di sperare in un avvenire superbo e glorioso. — Il nostro bollettino ha sorpassato ormai il suo periodo di età infantile e realmente potete, scarta- bellandolo, incontrarvi con lavori originali, di cui alcuni di vera entità. — Come collaboratori prendonvi parte i più illustri dei nostri concittadini, e più ancora vi accorrono autori pregevolissimi dall’ Estero, tanto dall’ Italia quanto dalla Germania. Il programma dei direttori ora cessanti, i quali Tommasini in vita si mantennero in carica per un intero quinquennio, fu uni- camente quello della scienza! Progresso e diffusione delle scienze naturali. Per noii cultori della scienza appartennero alla libera re- pubblica dei pensatori, caddero nelle nostre adunanze i vestigi di ceto, di rango e di nazione. Fedeli repubblicani della. scienza l’ab- biamo sempremai considerata come cosmopolita! Ci siamo conservati fedeli allo scopo sociale, quello di esplo- rare ciò che contengono e che confinano le onde dell’ Adria. — Però va da sè che le esplorazioni e le indagini scientifiche di- pendono pur troppo da mezzi materialissimi, e non yi sarà alcuno che vorrà incolparci di non aver fatto più di quello, che finora abbiamo offerto al nostro sodalizio. — Noi non siamo ricchi ; il canone dei soci è tenuissimo; se non fosse stato il buon volere dei nostri collaboratori, i quali nei loro studii mai sono ricorsi a sussidi per scopo scientifico, quei mezzi scarsi della nostra società non avrebbero potuto soddisfare neppure per mantenerci in rap- porto di cambio colle società scientifiche dell’ estero. — E questo rapporto appunto si mantenne vivo a tutta forza. Ancora un quinquennio di anni circa, e la nostra biblio- teca naturalistica potrà offrire lumi a qualunque dubbio, siccome conterrà tutto ciò che nei compendi ancora non potrà essere de- positato. — Nell’avvenire naturalmente la biblioteca sociale si ar- ricchirà in modo da divenire un tesoro di fonti dei lavori originali. Il vincolo di questa ricchezza sta unicamente nell’ esistenza del nostro bollettino, cioè nella nostra attività di pubblicazione. Sono soddisfatto di potervi dire che ìl nostro bollettino di giorno in giorno più sì va accreditando; col suo credito acquista fama la nostra società, e questa fama degnamente si rifletterà sulla città nella quale risiede il nostro sodalizio. — Anzi sviluppandosi la nostra attività scientifica nel modo finora seguito, la Società adria- tica delle scienze naturati diventa un fattore integrante della ricca città di Triecte ed è dessa che documenta la coltura di una popo- lazione eminentemente commerciale. la quale stimando il valore promuove lo studio delle scienze naturali. i La cessante rappresentanza ha iniziata l’ attività sociale per diffondere le cognizioni di scienze naturali in via popolarizzata, e per raggiungere la meta si tenne un ciclo di letture popolari, a cui accorse numerosissimo uditorio. La spettabile Camera di Commercio, sempre pronta di age- volare tutti coloro che al comune benessere si dedicano, graziosa- mente ci concesse l’ uso -della sala maggiore della Borsa e nutriamo ferma la speranza che anche nell’ avvenire quest’ aula verrà con- cessa per lo scopo di diffondere vieppiù le scienze naturali. Fu interrotta quest'anno l'esplorazione delle grotte nel ter- ritorio circondario; e ciò per cagione delle pioggie incessanti nella primavera decorsa. — La Commissione incaricata di queste inve- stigazioni venne però alla ferma conclusione che dall’ esplorazione idrologica delle nostre caverne non si possa sperare nessuna sco- perta di acqua sotterranea opportuna per l’ approvigionamento della nostra città. - L'esplorazione delle grotte procederà quindi con lena, ma d’or innanzi si riferirà esclusivamente ad investiga- zioni di natura geologica e preistorica. Non fu però abbandonata l’idea di seguire ad uno studio scientifico che possa rendersi utile nell’ardente quesito dell’ approvigionamento con acqua potabile e motrice; la cessante rappresentanza di concerto col defunto Tom- masini si convinse che il quesito dell’,acqua per Trieste“ non si debba trattare solamente dal lato idro-meccanico rivolto al com- pito di condurre l’acqua di un fiumicino qualunque, ma che si dovrebbe, anzitutto, esaurire l’idrografia esatta dei paesi circon- danti il territorio l'riestino. — Nell'anno sociale decorso ci venne soddisfazione anche alle nostre aspirazioni scientifiche da parte dell’ eccelso Governo. — Trattandosi della piscicoltura marina ci furono richiesti dei pareri in proposito, e vistane l’importanza, la rappresentanza si decise a convocare un congresso da tenersi a Trieste per promuovere l'interesse della piscicoltura e per iniziare un’ associazione di piscicoltori onde seguire secondo un piano uni- forme e secondo gli esatti periodi della fecondazione subita nella frega ad un procedere metodico nella pesca. La Società adriatica ebbe inoltre un formale invito di par- tecipare all'esposizione di piscicoltura marina da tenersi nella primavera prossima a Berlino. — Se mai fosse stato possibile di apportarvi a spese nostre: attrezzi nostrali, modelli da pesca, ico- nografie dei pesci dell’ Adria ecc. ecc., volontieri avrebbesi accettato l'invito; per ragioni economiche lo si duvette declinare. Ora però sono cangiate le condizioni materiali della nostra società: il lascito Tommasini di 10,000 fiorini versati dal figlio del nostro compianto presidente l’ illustre Dr. Ant. de Tommasini nelle mani del magnifico Podestà di Trieste, facilita d'ora in po per certo l’esistenza letteraria del nostro sodalizio, e vieppiù ci rende possibile di prendere l'iniziativa in qualche argomento di entità ricorrendo ai propri mezzi sociali. Edora essendosi assicurata per sempre l’ esistenza della nostra associazione scientifica, è il nostro dovere di riconoscenza di vedere fondata la Società adriatica di scienze naturali per imperitura attività dal pensiero generoso di Muzio Tommasini, ed è perciò che io invito di onorare la memoria di Lui coll’ aggiungere il suo nome a quello della Società adriatica di scienze — Fondazione Tommasini ! Ed onorata la memoria dell’ illustre defunto valga la Società dei proprii diritti e spenda l’ alloro anche, ad un vivo, benemerito della scienza e della fama austriaca: ornatevi col nominare Carlo Weyprecht a membro onorario della nostra associazione. Il Presidente pone a voti le proposte del segretario, le quali coll’alzata di tutti i presenti vengono approvate Prende la parola il Dr. Carlo de Marchesetti : Discorso Commemorativo di MUZIO DE TOMMASINI letto nel Congresso generale della Società Adriatica di Scienze Naturali dal Dr. Carlo Marchesetti. Doloroso compito il favellare d’ un estinto, ben più doloroso, allorchè i legami dell’ affetto più caldo a lui sì caramente ci strin- geano ed umide ancora di pianto stanno le zolle, che ci ascosero per sempre |’ amato sembiante. Eppure dolce conforto all’ amarezza del duolo per me sarebbe il potervi esaltare i meriti e le virtù, onde splendidamente andava ornato l’ illustre defunto! Ma, ahimè! in quest ora solenne, più che mai io sento quanto povero è il mio dire e quale vuoto grande, sconfinato mi rimase nel cuore, dacchè a sorreggermi del suo valido consiglio, più non mi è allato C‘olui, che sì amorevolmente mi fu in ogni tempo maestro ed amico. Nè di certo avrei osato sobbarcarmi all’ onorevole incarico, cui altri assal meglio di me avrebbe saputo corrispondere, ove un sentimento di profonda riconoscenza, non mi avesse fatto animo a porgere, qualunque sì fosse, quest’ umile tributo d’amore, ad un uomo, cui Trieste tutta pregia quale uno de’ più illustri figli e la società no- stra altamente si onora di aver nomato suo Presidente! Muzio Tommasini ebbe i natali a Trieste al principio di Giiigno del 1794.') Suo padre oriundo da Livorno, da pochi anni erasi stabilito nella città nostra, ove mercè l’attività e lo spirito suo intraprendente in breve acquistossi un posto ragguardevole — VII — nella mercatura.*) Sennonchè i sussulti politici. che al principio di questo secolo sconvolsero 1’ Europa e sì gravemente influirono sul commercio di Trieste. diedero non piccolo crollo alle fortune del Tommasini, il quale a poco a poco si vide rapita la maggior parte delle sue sostanze. Sfiduciato di una condizione tanto incerta per le vicende di allora, stimò egli miglior partito far percorrere a suo figlio la carriera degli studi, anzichè dedicarlo al commercio. Trieste a quel tempo stava molto male in fatto di scuole. cosicchè il giovane Tommasini, appena quindicenne. fu obbligato a lasciar la casa paterna, per recarsi a Lubiana, ove con zelo indefesso si diede agli studi d’ umanità. E fu grandissima ventura, perocchè fu allora, che mercè le amorevoli cure del valente botanico Hladnik, prefetto del ginnasio di Lubiana, in lui sì svegliò irresistibile l’amore per le piante, che più non l’ abbandonò per tutta la vita. Fu là, che al rombo dei cannoni francesi, egli fece le sue prime escursioni e sentì per la prima volta aprirsì il suo vergine cuore ai sacri en- tusiasmi del naturalista! Compiuti gli studî ginnasiali, Tommasini sì portò nel 1811 a Vienna, per terminare il corso di filosofia e dedicarsi poscia alla medicina, come quella. che per l'indole sua, maggior opportunità gli porgea d’ occuparsi della sua scienza prediletta. Nè qui fu men fortunato che a Lubiana, dappoichè trovò la più cordiale accoglienza nel celebre botanico ed archiatra imperiale. Nicolò Host, nativo anch'egli de’ nostri paesi. Introdotto da questi nella casa del Barone Jacquin, che a quel tempo potea riguardarsi quale il centro della vita scientifica di Vienna, convenendovi i più colti ingegni della capitale, Tommasini si sentì più che mai eccitato all’ amore dello studio, e spinto da un nobile sentimento di emulare un giorno quegli illustri, ch’ egli avea la sorte di avvicinare, nulla trascurò per rendersi degno della loro stima. Con loro non di rado egli imprendeva escursioni scientifiche ne’ dintorni di Vienna, facen- do tesoro de’ lor saggi ammaestramenti ed estendendo per tal guisa le sue cognizioni nei vari rami dello scibile umano. Già allora nel giovanetto chiaramente appariva quella fermezza di carattere e quella tenacità di volere, di cui più tardi furono improntate tutte l’opere di sua vita. Nè a distoglierlo da’ suoi studî valse un grave accidente, che gli avvenne a Perchtolsdorf, ove mentre stava rac- cogliendo il Dracocephalum austriacum sopra un clivo roccioso, ebbe la sventura di sdrucciolare e di ferirsi non lievemente al ginocchio destro. DATI) 1 SARO Ma un altro più grave accidente venne a mutar direzione a’ suoi propositi ed a fargli abbandonare la carriera medica, a cui sì fortemente sentivasi attratto. Mentr’ egli nell’ estate del 1813 stava per ritornarsene in patria, venne colto a Fiume da una vio- lenta febbre tifoidea, che per parecchio tempo mise in forse la sua esistenza, e sì potentemente scosse la sua tempra già forte e robusta, che i suoi parenti. paventando ch’ egli mal avrebbe potuto reggere alle fatiche ed ai disagi, dai quali non va mai scompa- gnata la difficile missione del medico, lo persuasero a dedicarsi alla giurisprudenza.) Era uno studio del tutto diverso: alla gaja, multiforme na- tura, che fino allora-gli avea sorriso dintorno co’ suoi fascini arcani, ai grandi, imperserutabili misteri della vita, ch'egli ammirando avea veduto schiudersi dinnanzi all’ attonito sguardo, ‘or succedea una scienza fredda, priva d’allettamenti, che gli parlava il linguaggio poco eloquente de’ codici e de’ digesti. Eppure il Tommasini vi sì dedicò con tanto amore, che per parecchi anni parve obbliasse perfino l ameno culto di Flora. Assolto il corso legale all’ università di Graz, fece egli ritorno in patria, ove nel 1817 si ebbe un posto di praticante presso la locale Iuogotenenza. Già | anno seguente venne nominato segretario presso l’ ufficio circolare di Spalato, e poco dopo concepista presso il governo di Zara. Passò tuttavia parecchio tempo, prima ch’ egli riprendesse i diletti studî della botanica, chè, serupolosissimo ognora nel disimpegno de’ suoi doveri, a questi posponeva qualunque altra più cara occupazione. Ma quando nel 1823, promosso a Commissario circolare, ri- tornò a Spalato, e vide bella e rigogliosa agitarsi dovunque la vita nell’ inesauribile creazione de’ fiori, con cui le dalmate piaggie sa- lutano festosamente il risveglio di primavera, oh, allora più non seppe resistere, ed inebbriato dai vezzi di quella vergine flora, sentì ridestarsi più forte, più intenso quel sacro fuoco, che avea già scaldato il suo cuore giovanile ed or più non doveasi spegnere fino all’ ultimo respiro. Allora egli si mise a perlustrare quelle valli recondite, ad inerpicarsi su per quei gioghi inaccessi, rive- lando i tesori botanici di cui natura sì vagamente fe’ lieto l’ illi- rico suolo. Impaziente di conoscere la flora alpina, ch’ egli studente ancora avea ammirato nelle sue visite reiterate al M. Nevoso del- l’Austria inferiore, già ne’ primi giorni del Maggio egli imprese la faticosa salita del Biocovo, nè le difficoltà del cammino irto e SN rupestre, nè le ingenti masse di neve, che in quella stagione co- priano i fianchi del monte, seppero trattenerlo dal toccare la vetta. Ma se i dintorni di Spalato già cotanto aveano eccitato l’ar- dore botanico del Tommasini, come potentemente non ne rimase scosso, quando nel Giugno del 1827, chiamato al governo del cir- colo di Cattaro. si vide ‘circondato da quella inenarrabile magnifi- cenza di fiori, cui nessun naturalista avea ancora illustrato! Quat- tro mesi solamente durò il suo soggiorno in quella regione, eppure di qual copia d’ importanti scoperte non arricchì egli in sì breve tempo la scienza botanica! Infaticabile nelle sue esplorazioni, non lo distolse I asprezza del suolo. nè lo spaventò l'indole selvaggia degli abitanti. E se il cordone sanitario, che insormontabile bar- riera svolgeasi lungo il confine montenegrino ed albanese, non gli permise di estendere più oltre le sue esplorazioni, egli seppe tut- tavia, colla cooperazione dei montanari, che settimanalmente vi- sitavano il mercato di Cattaro, procurarsi ricca messe delle piante, che cresceano sui gioghi tuttora inesplorati del Montenero.) Nel Settembre del medesimo anno Tommasini giunse a Trie- ste quale assessore presso il civico Magistrato, nè d’allora impoi lasciò più la sua città natale. Un progetto vasto, difficile erasi maturato nella sua mente: 1° esplorazione botanica dell’ ampia con- trada, che dalle alpi Giulie sì distende fino all’ estreme isole del Quarnero.®) Vari altri botanici prima di lui aveano visitato il nostro paese e tra questi è debito ricordare i nomi d’ un Mattiolo, d’ un Zannichelli, d’ uno Scopoli, d’ un Hacquet, d’ un Wulfen, d’un Ci- rillo, dun Hoppe, d'uno Sternberg, d’ un Bartling, d’ un Berini, d’ un Heinhold, d’ un Brumati, d’ un Brignoli, ece.; ma che cosa sono mai le loro brevi peregrinazioni, i loro suceinti diarî, di fronte a quella serie non mai interrotta d’investigazioni pel corso di oltre a mezzo secolo? A Tommasini spetta il merito di avere non sal- tuariamente, ma dietro un piano prestabilito, continuato anche ne’ - tempi più difficili colla tenacità dell’ uomo che vuole e non si lascia scuotere ne’ suoi virili propositi, esplorato fin ne’ più riposti angoli questo nostra sì bella penisola, e fatto conoscere a tutto il mondo scientifico quali ricchezze infinite celasse la sua vegetazione, in cui quasi in un amplesso fraterno vengono a fondersi le flore di tre zone differenti. Il Dr. Biasoletto, i cui meriti la città nostra non ha guari ricordò sì degnamente, ergendogli sontuoso monumento nel mezzo del giardino botanico e fregiando del suo nome îl vaghissimo poggio e 00 di Chiadino, era l unica persona, che a quel tempo s° occupasse a Trieste di studi botanici.5) Con lui il Tommasini si legò coi vincoli della più stretta amicizia, intraprendendo in sua compagnia non poche escursioni nelle diverse parti della mostra provincia. Rieco di risultati si fu specialmente il viaggio eseguito nella pri- mavera del 1833 in unione ai fratelli Necker. attraverso 1’ Istria al Monte Maggiore e ad Albona, intorno a cui pubblicò nella Linnea dettagliato ragguaglio. E se la splendida vegetazione, che nei mesi primaverili veste ogni zolla dell’ Istria d’ un manto di fiori. avea in lui destato un sacro entusiasmo per la flora di quelle regioni, non meno eloquente gli parlò al cuore quella indescrivibile magnificenza di forme e di colori, che l'ardente bacio del sole d’ Agosto anima sui clivi det le Alpi! Là per le vaste selve. che nereggiano sui maestosi fianchi del Nanos e di Tarnova, là per i sublimi pinacoli, che fan irta la gigante barriera delle Alpi Giulie, là tra le valli nebulose, ove van muggendo le giovani spume dell’ Isonzo ed il frastuono assordante della valanga rompe di tratto in tratto gli alti silenzi della mesta solitudine, là egli sentì quale cielo di recondite ebbrezze. possa ri- fulgere ad un animo, che sa comprendere | arcana voce della na- tura; là egli sentì di quanto conforto nei dolori della vita possano riescire la contemplazione e lo studio della varia famiglia de’ fiori, che ci sorride d’ intorno! E n’ ebbe ben duopo: perocchè scoppiato nel 1836 il fatal morbo, che tanto desolò la città nostra. egli. che infaticabile avea diretto i saggi provvedimenti della commissione sanitaria, che im- pavido avea affrontato i pericoli dell’ orribile epidemia, si vide, ahimè! improvvisamente orbato di colei, che da un lustro era stata in cima de’ suoi pensieri, che di tre figli avea rallegrata la felicità de’ domestici lari.) Oh! allora qual balsamo più efficace all’ acerbità del suo do- lore potea trovare l’ animo suo desolato, di quello, che sì pietosa- mente gli accennavano le fiorite zolle delle nostre pendici? Sì, egli non sdegnò il cortese invito, e corse l’Istria dal sinuoso lido lieto d’eterna verzura, ai vaghi prati che curvansi sui fianchi del Monte Maggiore ; egli corse dall’ un lato all’ altro la nostra provincia, e visitò le brulle giogaje dell’ Albio e calcò | intemerate nevi, che biancheggiano sulle vette delle nostre alpi più eccelse.*). Su queste peregrinazioni, intraprese in unione a due illustri inglesi, a Giorgio Bentham e ad Edoardo Forbes, egli pubblicò SA interessante relazione, invogliando per ta. modo non pochi forastieri a visitare il nostrò paese.*) Ricca messe gli fornì il viaggio eseguito per la vallata del Tagliamento, ove nei dintorni di Gemona ritrovò l Alyssum petraeum, che da Arduino impoi niuno avea saputo più rintracciare. In questa occasione scoperse sul Monte Quargnano quella specie di Medicagine, che dodici anni più tardi venne detta dal Pirona Medicago rupestris.!°) Intanto la fama della nostra splendida flora suonava dovun- que avesse culto la scienza botanica, ed alle sponde dell’ Elba in- vitava un re, amante della natura, a scendere 1° Alpi per inebbriarsi al suo vaghissimo aspetto. Federico Augusto di Sassonia giunse & Trieste nel Maggio del 1838, e Tommasini fu lieto di servirgli da guida nelle sue varie escursioni e di fargli ammirare quanto di più bello, di più incantevole offrisse il nostro paese. Quanto volentieri avrebbe egli accompagnato l'illustre viaggiatore, che ne lo avea invitato, nella sua gita per la Dalmazia, che un soggiorno di quasi dieci anni gli avea fatto conoscer sì bene! ,Ma pur troppo”, egli scrive in proposito, ,tale cara lusinga venne distrutta da un or- dine del governatore provinciale di allora, secondo il quale all’as- sessore del magistrato di Trieste non si concedea di accompagnare il re che sino al confine dell’ Istria. Che un tale ordine despotico del capo della provincia,“ continua egli. potesse venir emanato e di necessità dovesse venir eseguito, contro |’ esplicito desiderio di una regal persona, che pur trovavasi in amichevoli relazioni colla casa imperiale, dimostra in modo più che eloquente. quale spirito dominasse a quel tempo negli affari pubblici, anche in cose di minor importanza presso la nostra burocrazia, .!!) Un lieto avvenimento venne frattanto a rallegrare 1 esistenza del Tommasini. Nel Novembre del 1839 con immenso giubilo di tutta la popolazione venne chiamato a reggere i destini della sua patria, quale Presidente delle civiche autorità. Non è quì che pos- siamo trattare di Tommasini quale cittadino e quale magistrato, nè gli angusti termini imposti ad un discorso commemorativo, ci consentirebbero di favellare più ampiamente, qual si conviene d’ un uomo, che per ben cinquantun’ anno si dedicò con zelo indefesso al pubblico bene; che per oltre a quattro lustri in tempi difficilis- simi, sì strenuamente diresse le sorti della città nostra. Non quì jo credo mestieri il dimostrare di quale e di quanto amore fosse acceso il Tommasini verso la sua patria, e quante volte sacrificasse sè stesso, pur di arrecar vantaggio alla sua città diletta, poco — XII — curando il plauso od il biasimo della mobile turba. No! a voi che conosceste quella tempra forte e virile, a voi che sdegnosi rivol- geste ognora l'animo generoso dalle grida invereconde di coloro, che non si fan serupolo di lanciare il loro fango anche alle cose più nobili, più venerande, no, a voi non è mestieri ch'io esalti in Tommasini l’uomo di carattere inflessibile, l’integerrimo magistrato, l'ottimo cittadino! Voi tutti lo conosceste e | unico sentimento che per lui provaste, fu quello della stima, della venerazione. Se chi abborre dagli schiamazzi plateali e non nell’effimera aura popolare, ma nella coscienza di avere compiti i propri doveri, cerca il guiderdone delle sue opere, vien tacciato d’oscurantismo, noi tutti tali esser certo vorremmo, nè per le stupide apparenze o per la tristissima larva dell’ambizione, vorremmo sagrificare il benessere e la prosperità del nostro suolo natale! 12). Il nuovo gravissimo munere, imposto al Tommasini, venne a rendere sempre meno frequenti le sue escursioni, che dovettero limitarsi alle località più vicine. Due sole gite più lontane potè egli eseguire nel 1840 al M. Coinig nell’Istria, ed al Matajuro presso Cividale, sul qual ultimo tornò a scoprire il Triticum biflorum di Brignoli. Per una esplorazione sistematica della nostra provincia, non poteano però bastare alcune singole escursioni fatte a tempo per- duto. E ciò comprese perfettamente il Tommasini, che compenetrato dall’ importanza del suo progetto e dubitando di poterlo egli da solo eseguire, si sobbarcò volonteroso alla non lieve spesa di far percorrere la nostra provincia dal distinto botanico Dr. Sendtner di Monaco. '8) Per tre anni (1841-43) il giovane naturalista bavarese, la cui precoce morte tanto dolorosamente fu sentita dalla scienza, visitò dall’un capo all’altro la nostra penisola, esplorandone aceurata- mente ogni parte e deponendo le riechissime collezioni nell’ erbario del Tommasini. Per formarsi un'idea di quest’ attività, dirò quasi febbrile, basterà 1 accennare, che non meno di 546 furono le erho- rizzazioni, intraprese nel corso di questi tre anni. L'esempio del Tommasini e l amabilità de’ suoi modi, faceano sì che non pochi giovani colti s’innamorassero degli allegri regni di Flora, e tra questi mi piace ricordare i nomi di Ludovico Heufler e di Giulio Schròckinger, in compagnia dei quali egli fece parecchie escursioni. 14) Nel 1845, reduce da un viaggio per i monti della Croazia, tornava da noi il Re di Sassonia e questa volta non ci 0 = furono impedimenti, che gli vietassero di accompagnare al M. Mag- giore il regale naturalista. Quest’ epoca può riguardarsi quale il risveglio della vita scientifica di Trieste. L’ umile villaggio sulle sponde dell’Adria, come a taluno piacque nominare la Trieste di un secolo fa, cresciuto ed arricchitosi mercè gli estesi commerci e l’ operosità indefessa de’ suoi abitanti, e chiamato a raccogliere la gloriosa eredità della regina dei mari, cominciò a sentire imperioso il bisogno di erigere entro alle sue mura un delubro al culto delle scienze positive. Nè un apostolo più degno e più fervido potea trovarsi del Tommasini, la cui mercè nell’ anno 1846 la città nostra vide sorgere i modesti principî del Museo di Storia Naturale, che mano mano ingranditosi, forma presentemente uno de’ più splendidi istituti della nuova Trieste. 1°) Frattanto sempre più fosco andava facendosi |’ orizzonte di Europa, ed i popoli, mal sopportando l’ aspro giogo, che l'epoca di reazione sì gravemente avea imposto alle loro cervici, cominciavano ad agitarsi nell’ ebbrezza forsennata dello schiavo, che spezza le odiate catene. Pochi a quel tempo di sussulto generale, pochi invero conservarono il loro sangue freddo: chi pazzamente predi- cando l anarchia e la soluzione d’ogni vincolo sociale, chi tiran- nicamente combattendo le idee luminose, che tra le nebbie della rivoluzione veniano pur di tratto in tratto a rischiarare quell’ aura tenebrosa. E di questi pochi fu il Tommasini, il quale ben com- prendendo la verità, che negli estremi non tengono mai stanza il bene e la giustizia, si rimase saggiamente tra i pochi moderati. E siccome nei trambusti popolari, chi tiene la via del mezzo, che solitamente è la via dell’ equità, più degli altri si espone ai dardi delle inferocite passioni, anche il Tommasini dovette sentire che l’uomo più illibato e più amante della patria, può talora non sembrar tale agli occhi, cui fa velo la febbre dell’ esaltazione. Fra tanto agitarsi di torbidi marosi, al Tommasini non fu concesso di volgere il pensiero ai vaghi regni di Flora, e fu l’unico anno, in cui neppur una pianta venne ad arricchire le sue colle- zioni. Nè più lieto fu il 1849, che per la seconda volta vide il nero fantasma del morbo gangetico aggirarsi terribile per le vie di Trieste e seminare dovunque morte e disperazione. I grandi servigi resi allora alla patria e l’abnegazione dimo- strata in tale evento, e più tardi ancora, allorchè la fatal epidemia tornò a desolare Trieste, gli meritarono il plauso generale e la DISr. |. 11° AMA gratitudine indelebile de’ suoi concittadini. Per tali benemerenze Sua Maestà lo fregiava degli ordini di Francesco Giuseppe e della Corona ferrea, elevandolo al grado di Cavaliere dell’ impero. A poco a poco però lire del cielo e degli uomini si andarono calmando, e sul nostro orizzonte sorse l’ alba di giorni più sereni. I comuni avevano riconquistato le avite autonomie ed a presiedere il consiglio municipale, eletto dal voto popolare, persona più degna certamente non potea trovarsi del Tommasini. Di altro più esteso lavoro biografico sarà compito il dimostrare quanta fosse 1’ operosità del Tommasini durante il lungo decennio (1850-61) in cui diresse quale Podestà, le sorti del nostro paese.!9) La brevità del tempo e l'indole del presente discorso a me non concedono di favellare di que’ saggi provvedimenti, che tanto fecero progredire il benessere e la prosperità di Trieste, nè di dire più diffusamente di quelle opere d° utilità pubblica o d’adornamento, onde venne arricchita sì splendidamente la città nostra. Fu allora che al poverello si schiusero le soglie di quel grandioso stabili- mento, che, fanciullo, dovea sostituirgli la casa paterna, e nella grave età gli aveva da porgere l’ estremo ricovero; fu allora che ebbe un asilo l’infelice, cui la carezza della madre non venia a destar il primo sorriso sulle labbra infantili; fu allora che ad age- volare le comunicazioni col nostro contado, una rete di vie si inerpicò su pei fianchi delle nostre montagne, o lambì i seni della nostra marina; fu allora che il culto s’ ebbe templi anche nelle nostre ville suburbane ; fu allora che bello e ridente tra le fresche ombre e la gaja festa delle zolle fiorite, sorse quasi per incanto il pubblico giardino! !?) Troppo gravi e troppo importanti erano gli offici affidati al Tommasini, perch’ egli potesse senza negligere i suoi doveri occu- parsi più seriamente de’ diletti suoi studi. Im dieci anni due sole furono le escursioni più lunghe che gli fu possibile d’ eseguire: la prima nel 1854 al Nanos ed all’ Albio col generale Gordon e con Freyer, l’altra alla valle romantica di ‘Trenta, ove nasce l’ Isonzo, ed alle alpi che maestosamente le fanno corona. 18) Con gioja quindi egli salutò il giorno (Aprile 1861) in cui sciolto da qualunque vincolo, dopo quarantatrè anni sacrati alla vita pubblica ed a vantaggio della patria, potè dedicarsi interamente all’ esecuzione del suo sogno vagheggiato. Avea allora sessantasette anni, ma le sue membra erano ancor forti e vigorose, ma nel suo petto albergava un animo, che nulla avea perduto dell’antico vigor — XVI — giovanile. Chi potrebbe seguire l’infaticabile veglio nelle sue mol- teplici peregrinazioni? A lui era ignoto il riposo: reduce appena da una gita per le regioni più aspre e selvaggie, già un’ altra ne imprendeva non meno faticosa, nè lo spaventavano I° ire del nembo o le pioggie più dirotte. Oh, quante volte sfidò intrepido l’ infuriar degli elementi inerpicandosi per le balze alpine, e stette attonito a contemplare la danza pirrica, che a lui d’intorno intrecciavano le nubi gravide di folgori! Oh, quante volte sul ciglio d’ una bricca aerea, vide senza tremare a’ suoi piedi 1’ orrenda voragine, in cui un lieve soffio di vento potea lanciarlo al par della frana, che in quel punto destava gli echi dell’ abisso! Oh, quante volte io, giovine, dovetti arrossire innanzi ad un vegliardo di quasi ottant’ anni non potendo più oltre sopportare le fatiche del cammino, mentr’ egli baldo e gagliardo, parea non sentirne affatto la stanchezza! !°) Ma se gli ultimi anni, li consacrò precipuamente allo studio della patria flora, non si ritrasse già del tutto dalla vita pubblica, nè dove era mestieri fu tardo d’opra e di consiglio a prò della sua città natale. Per otto anni ancora prese parte attivissima nel patrio consiglio e la sua parola suonò calma ed assennata tra l’ardore delle più vive discussioni. E chi non conosce l’attività, ch’ egli spiegò costantemente nella direzione della Società Agraria, che in lui venerava il suo benemerito fondatore ? 2°) Cui rimasero ignote le sue cure indefesse nell’ attuazione di quell’impresa sovranamente patriotica, che ha per iscopo di rapire all’orror del deserto quella vastità di nudi dossi rocciosi, che tristamente biancheggia sugli altipiani del Carso? ®') Chi non sentì esaltare i meriti dell’ illustre presidente e mecenate della nostra Società Adriatica di Scienze Naturali, i cui destini sì validamente diresse fino all’ estremo anelito» e cui fin sul letto di morte tanto generosamente provvide? 22) Chi non ebbe ad ammirare quella costante sollecitudine nella ricerca delle più leggiadre figlie dei monti e dei prati, ch'egli poi educava con tanto amore nelle brevi ajuole dell’ odierno orto botanico, non senza la lusinga, che il giardino in cui trovavasi rappresentata la patria flora, trovasse appoggio presso l'intelligenza del nostro municipio ed avesse a prendere un posto non indegno tra gli altri istituti scientifici della città nostra? 25) Sì, noi tutti fummo testi- moni dell’ opere sue, ed il ricordo d’un tal uomo troppo è vivo nell'animo nostro, per non render del tutto superflua ogni parola spesa più oltre con proposito. E hen a ragione Trieste può andar superba d’un tal figlio, il — XVII — cui nome suonò caro e venerato in ogni angolo della terra. Le più cospicue Accademie e Società scientifiche lo ascrissero tra i loro membri onorari,?4) ed i-più illustri scienziati tennero per somma ‘ fortuna il poter entrare secolui in relazione, ed ebbero in altissima stima i suoi consigli ed i suoi ammaestramenti. E di quale auto- rità godesse nelle botaniche discipline, lo dimostrarono chiaramente le onorificenze, che gli vennero prodigate nel 1874 a Firenze nel- l'occasione del congresso internazionale, ove a fianco del celeberrimo De Candolle fu chiamato a presiedere la sezione botanica ; lo attestò quel plauso concorde, spontaneo che a festeggiare l’ ottantesimo suo anniversario suonò dalle sponde della Neva agli estremi lidi dell’atlantica marina!) E fu unicamente pe’ suoi meriti scientifici che Re Vittorio lo elesse allora Commendatore della Corona di Italia ! 26) Tommasini non lasciò alcuna opera voluminosa: in poche brevi memorie e relazioni di viaggio si compendia tutta la sua- attività letteraria. °) Ma i suoi lavori scientifici rivelano sempre la mano maestra che li vergava, nè lasciano mai scorgere quella superficialità, che troppo spesso traspare ne’ moderni scrittori. Eppure egli lavorò indefessamente e più che altri mai, a far cono- _scere le particolarità della nostra flora, sobbarcandoci all’ arduo compito di fornire generosamente botanici ed istituti scientifici di piante della nostra provincia. °8) Numerosissimi furono i lavori pubblicati dai più illustri botanici d’ Italia, di-Germania, di Francia e d’Inghilterra intorno alla nostra vegetazione. Nè men numerose furono le specie, che vennero fregiate del suo nome,?*) ed a lui fin dal 1837 Bertoloni sacrava il genere Tommasinia. 59) Già nel 1833, allorchè questi concepì il magnanimo progetto di pubblicare una flora d’Italia, fu il Tommasini uno dei primi, che rispose all’ appello di cooperare all’ esecuzione di quest’ impresa patriottica; fu il Tommasini, che non risparmiò spese e fatiche, perchè la nostra provincia vi fosse degnamente rappresentata, continuandole per ben trent’ anni il suo valido appoggio. Dirò anzi di più: la regione più splendidamente illustrata in questo lavoro monumentale si è la nostra, e voi non potete aprir pagina dei dodici volumi, senza trovar mercè Tommasini il nome di Trieste e dell’ Istria. Nè diversamente si. comportò, allorchè nel 1848 Filippo Parlatore si accinse alla pubblicazione di un’altra flora italiana, inviandogli quasi completa la collezione delle piante del nostro paese. E questi fatti, o Signori, io credo assai meglio d’inutili declamazioni, valgono II — XVIII — a dimostrare quali fossero i sentimenti del Tommasini riguardo alla nostra nazionalità ! | Ma il monumento più glorioso, intorno a cui egli faticò in- cessantemente per l’intera sua vita e la cui gelosa custodia affidò al nostro museo di storia naturale, si è quello splendido erbario del quale il Pittoni esclamava meravigliato: ,Giammai vidi cotanta ricchezza!* #') Eppure il Pittoni possedea una raccolta immensa, la più grande forse che allora esistesse nell’ impero austriaco, e che per una somma considerevole venne acquistata dal museo di Vienna! E per vero difficilmente in un erbario privato si potrà riscontrare ‘tale copia di specie e d’ esemplari, di cui la maggior parte dovuta alla cooperazione de’ più celebri botanici del secolo presente. ,Come Kitaibel per l’ Ungheria,“ scrive Neilreich in pro- posito,8) ,così ha il Tommasini lavorato a pro della sua patria più di tutti gli altri botanici del Litorale presi insieme.“ Possa quell’ enorme materiale. frutto di sì pazienti indagini, venir in breve avvivato dalla parola, e formar la base d’ una flora della nostra provincia, di cui la scienza pur troppo finora ne lamenta il difetto! Muzio Tommasini ha ormai compita la sua lunga, operosa . giornata.35) Alla scienza, che rallegrò i suoi anni infantili, che gli stette allato nelle avversità della fortuna, che gli parlò soavemente la voce del conforto e della rassegnazione, allorchè nel precoce avello vide scendere 1’ adorata sposa, e l’ immatura morte di due figli**) portò la desolazione alle sue soglie, ei rimase fedele fin al- l'estremo anelito! Fin nel delirio precursore di sua morte, il suo pensiero volava ai campi sereni di Flora, e sognava nuove peregri- nazioni, nuove ebbrezze tra l'incanto de’ fiori. L’ ultima parola che spirò sulle sue labbra fu il nome d’ una pianta, e queta senza dolori, senza agonia scese la morte sulle sue palpebre. Ben torne- ranno a verdeggiar le selve ed al bacio de’ tepidi favoni esulteranno i prati nell’ allegria del lor manto di fiori, ma ahimè! il loro fa- scino sarà dileguato ed inosservati si piegheranno tristamente sullo stelo appassito! Muzio Tommasinì più non si aggira tra noi, nè più suona quella dolce, affettuosa parola, che sì spesso ci fu guida e sostegno nelle difficoltà della vita: ma la sua imagine è scolpita qui dentro nel nostro cuore, ma il suo spirito ci aleggia dintorno, soavissima visione, e c’ invita a stringerci tutti in un amplesso fraterno, e — XIX — tutti d'un cuore e d’un pensiero, a eonsacrarci al bene della no- stra patria diletta! Muzio Tommasini non è più, ma il suo nome suona glorioso nei fasti della patria, nella republica delle scienze, ma il suo nome vivrà eterno . . e scintilla brillerà perenne Di virili proposti animatrice, Anche allor che di tante rumorose Superbe altezze, onde invanisce l’ oggi, Altro non resterà che polve e oblio! Annotazioni. ?) Non si conosce con precisione il giorno di nascita del Tommasini. La sua fede di battesimo porta la data dell’ 8 Giugno 1794, per cui è probabile ch’ egli sia nato al principio di Giugno od agli ultimi di Maggio. °) Matteo Giovanni Tommasini si stabilì a Trieste nel 1781. In grazia di prosperi commerci e di fortunate speculazioni, esso accrebbe in poco tempo le sue fortune, attalchè già al principio di questo secolo troviamo un rione della città — presso a poco nel sito dell’ odierna stazione della ferrata, — nominato Borgo Tommasini. Non poche furono le opere ch’ egli coraggiosamente. fece eseguire per proprio conto, tra le quali mi piace ricordare il tuttora esistente Teatro Comunale. 3) L’ erbario messo insieme dal Tommasini nelle sue prime peregrinazioni a Trieste, Fiume, Lubiana e Vienna, passò nelle mani di Host, allorchè dedi- candosi alla giurisprudenza, egli credette di dover abbandonare per sempre lo studio della botanica. Conservò tuttavia sempre grato ricordo degli studî medici, nè dimenticò d’esser stato sul punto di dedicarsi a tale carriera, te- stando in morte un capitale di 10,000 fiorini per l'istituzione d’ uno stipendio per uno studente di medicina. ‘) A quel tempo tutta la letteratura, di cui potea disporre il Tommasini, si compendiava nelle Species plantarum di Linneo ed in alcune opere di botanica generale. Spedì egli perciò le sue collezioni a Visiani ed a Host, i quali quasi contemporaneamente pnbblicarono le specie nuove da lui sco- perte, (Visiani: Plantae rariores in Dalmatia recens detectae, nella Flora di Ratisbona 1829 I. p. 1-24 e Host: Flora Austriaca V. Il. Vienna 1832) cosicchè non poche piante si ebbero due denominazioni. Per chiarire un tal fatto e rettificare la sinonimia, egli pubblicò nella Flora del 1835 un interes- santissima: relazione sulle sue gite pel circolo di Cattaro. Da questo lavoro noi apprendiamo a quante difficoltà erano unite le escursioni botaniche per quelle inospiti regioni, e quanto spesso con suo sommo dispiacere fosse costretto a ri- nunciarvi. Le specie nuove allora scoperte, furono le seguenti: Delphinium paniculatum Hst., Pteroneurum dalmaticum Vis.(Cardamine thalictroides Hst. non All.) Silene Tommasinii Vis., Dianthus racemosus Vis., Cytisus Weldenii Vis. (C. ramentaceus Sieb.) Seseli giobiferum Vis., Anthriscus fumarioides Vis., Galium rupestre Vis., Picris laciniata Vis. (Crepis lappacea Hst. non All.),. Crepis adenantha Vis., Hieracium Tommasinii Hst. (H. verbascifolium Vill. secundum Vis.), Stachys menthaefolia Vis. (St. grandiflora Hst.), Thymus ori- ganifolius Vis., Satureja parviflora Vis. (S. inodora Hst.) 5) Nello stabilimento dei confini della flora della nostra provincia, non potea certamente il Tommasini attenersi ai termini politici od amministrativi, — XXI — che rare volte corrispondono a quelli segnati dalla natura col corso delle acque o colla disposizione orografica. Questi confini indicati dal Tommasini fin dal- l’anno 1831 nella Gazzetta botanica di Vienna (p. 9 e segg.) comprendono oltre alle tre provincie di Trieste, di Gorizia e dell'Istria, anche un buon tratto della propinqua Carniola ed un lembo del territorio veneto. Ne risulta da ciò una regione benissimo delimitata, chiusa tutto all’intorno dalla catena delle Alpi Giulie e lambita dal mare, per la quale non inopportuno sarebbe il nome di Provincia delle Alpi Giulie, come per le terre corrispondenti alle radici delle Alpi occidentali, bagnate dalle acque del Tirreno, venne diggià introdotto quello di Provincia delle Alpi marittime. “) Del Dr. Biasoletto non esiste finora alcuna biografia. Pochi brevi cenni intorno alla sua vita, vennero da me pubblicati per l'inaugurazione del suo mo- numento, addì 18 Maggie 1878. ) Nel 1831 si era unito in matrimonio a Griselda Vost, figlia d'uno de’ principali negozianti di ‘Trieste, amata e, rispettata da chiunque avesse la fortuna di avvicinarla, per le doti del cuore non meno che per la coltura non comune, di cui andava ornata. *) Negli anni 1837-38 Tommasini si dedicò col massimo zelo all’ esplo- razione della nostra provincia, compiendo ben 122 escursioni, nelle quali percorse buona parte dell’ Istria, e salì le alpi di Plesso e di Raibl, (M. Cau, Scherbina, Goriciza, Kònigsberg, ecc.) visitando per la quinta volta il Nanos. 9) Escursione al M. Matajuro, ecc. Flora 1842 II. p. 609. !9) Sopra l’ Alyssum petraeum, ecc. Flora 1839 IL. p. 497. 1!) Schizzo manoscritto di un’ Autobiografia. — In sua vece fu scelto il Dr. Biasoletto ad accompagnare il Re nelle sue peregrinazioni botaniche per la Dalmazia ed il Montenegro, sul qual viaggio egli pubblicò un interessante re- lazione. (Trieste 1841). !?) Ad altri più di me versato nella storia del nostro paese, io lascio il “compito di dimostrare quanto strenuamente combattesse il Tommasini a pro della sua patria diletta, e quanti de’ suoi meriti dovette egli stesso scrupolo- samente occultare a' suoi concittadini, così richiedendolo il vantaggio di Trieste. »Erano tempi tristi, quelli che allor correvano, più volte egli mi andava ripe- tendo, ,nei quali chi realmente amava il suo paese e gli voleva giovare, era co- stretto a nascondere non di rado i proprî sentimenti, operando e tacendo“. Chi per poco conosca le condizioni politiche e lo stretto regime burocratico, che vigevano a quei tempi ne’ circoli governativi, comprenderà di leggeri, quanto difficile fosse il munere affidato al Tommasini, e quanta prudenza e circospe- zione vi occorressero per difendere i diritti e gl’interessi della città, senza urtare troppo di spesso le suscettibilità delle persone preposte al governo della pro- vincia. Per giudicare con equità degli uomini di allora, fa mestieri trasportarsi ai loro tempi, in cui delle odierne istituzioni liberali, non si conoscea neppure il nome, in cui di leggi costituzionali, che garantiscono ad ognuno la libertà della parola e rendono sacre ed inviolabili le autonomie dei comuni, appena — XXIII — appena si cominciava a sognare. Di mezzi coercitivi non ne mancavano allora, ed allo stesso Tommasini venne una volta per tre mesi trattenuta la paga, per non aver voluto sottoscrivere un contratto, che riesciva dannoso al Comune! sLavorare e tacere“, era la divisa del Tommasini, ed a questa Trieste deve la fondazione del Monte di Pietà, invece di un convento di monache; a questa essa va debitrice, se dagli altipiani del Carso la strada ferrata scese direttamente al nostro porto, senza far il giro vizioso per la vallata del Vippacco, come sa- rebbe tornato conto ad un ministro di allora; per questa essa venne salvata da una garanzia rovinosa di parecchi milioni, che dispoticamente si volea imporre sSenza discussione“ al nostro Comune; per questa essa potè asciugare il pianto di centinaja di padri, che per due lustri non aveano più da trepidare sulla sorte de’ figli, sottratti agli aspri ludi di Marte! '5) Già fino dal 1836 Tommasini avea preso al suo servizio un certo Andrea Driuz, (più conosciuto sotto il nome di Checco dai botanici tedeschi, che da lui si faceano spedire delle piante) affinchè lo assistesse nelle sue rac- colte botaniche. Per 24 anni continui ‘lommasini lo tenne presso di sè quale raccoglitore, facendogli fare innumerevoli escursioni per la nostra pro- vincia. Ma l'epoca più ricca di scoperte e di collezioni fu quella, in cui il Dr. Ottone Sendtner, con quell’instancabilità che lo distingueva, si mise al- l'esplorazione del nostro paese. Nella primavera del 1841 Sendtner arrivò a Trieste, e si diede tosto a perlustrare accuratamente la nostra provincia. Nel- l’anno 1848, che segnò il punto culminante di tutto il lungo periodo d’ esplo- razioni, Sendtner ebbe nel Dr. Papperite di Dresda un fido compagno nelle sue molteplici escursioni. !4) Non ultimo certamente dei meriti del Tommasini si era quella gen- tilezza innata, con la quale soleva incoraggiare e sorreggere i giovani ingegni. Alieno del tutto ad ogni sentimento di gelosia e di vanità, ed acceso unicamente dall'amore per la scienza, non fece mai pompa delle sue cognizioni, nè mai oc- cultò le sue scoperte, per tema che altri se ne facesse bello. '5) Il nostro Museo di Storia Naturale, che dapprincipio era un istituto privato, sorretto da oblazioni spontanee di parecchi benemeriti promotori delle scienze naturali, venne accolto nel 1851 dal Municipio di Trieste tra gli stabi- limenti scientifici del Comune. Nè l’appoggio del l'ommasini gli venne mai meno, arricchendolo continuamente di oggetti importantissimi. Già due anni fa egli fece dono al medesimo di tutte le sue grandiose collezioni botaniche, alle quali aggiunse in morte la sua preziosa biblioteca, nonchè un legato di dieci- mila fiorini, affinchè sempre più venissero aumentate. !6) Tommasini venne nominato Podestà di ‘Trieste il 17 Ottobre 1850, e rimase in tale carica fino all’ Aprile del 1861, epoca in cui venne pensionato e sì ebbe il titolo dì Consigliere Aulico. !?) Fra le opere principali eseguite dal Comune durantei dieci anni, nei quali il Tommasini fu capo del medesimo, ricorderò per ordine cronologico so- lamente le seguenti: i Fontanone in piazza della Caserma (1850); il Civico Macello in S. Sabba (1850-54); il Giardino pubblico in Cologna (1852); la Chiesa di S. Giacomo (1852); V Edifizio del Cacciatore alla vetta del Farneto — XXIII — (1853); 2 Asilo infantile di Rena vecchia (1853); la Scuola popolare di Pro- secco e Contovello (1853); la Chiesa di S. Giovanni (1856); la Strada litto- rana per Miramare (1857-59); la Chiesa di Rojano (1858); la Chiesa di Ba- sovizza (1859); la Casa dei poveri in via dell’ Istituto (1859-61). Delle opere anteriori eseguite mentr’ egli era Presidente del Magistrato accennerò unica- mente è Civico Monte di Pietà (1845); la Copertura del torrente di Via Sta- dion (1846-49); la Strada di Prosecco (1847249); la Strada del colle di Far- neto al Cacciatore (1849). !8) Nell’intero decennio non gli fu possibile d’eseguire che sole 41 escur- sioni, ossia appena 4 all’ anno, mentre non di rado più del doppio ne avea compite in un’ unica estate. !“) Nel 1862 non meno di tre volte visitò le isole del Quarnero, conti- nuandone l’ esplorazione negli anni seguenti. Visitò nell’istesso autunno la re- gione di Plesso, perlustrando accuratamente non poche di quelle alpi. Nei tre anni seguenti oltre a numerose escursioni pei territori adjacenti studiò il distretto d’ Adelsberg e tre volte si recò alle romantiche vallate della Carnia, percorren- dole in tutte le direzioni. Nel 1866 esplorò le alpi di Veldes ed i dintorni di Gleichenberg e di Sauerbrunn, nel 1867 la valle superiore dell’ Isonzo ed il bacino d’ Idria, nel 1868 le estese paludi del Friuli presso Palma" Nuova, nel 1869 l’ Istria centrale, Vl isole del Quarnero, e le lagune d’ Aquileja, nel 1870 le vallate del Vippacco, nel 1871 il distretto di Tolmino e di Kircheim» nel 1872 le coste istriane e la vallata di Zribussa, nel 1873 le isole di Medo- lino e le Alpi Giulie fino a Raibl, nel 1874 i distretti di Albona, di Loic, di Zirkmiz, nel 1875 i vasti terreni paludosi tra Codroipo e Talmassone e \' arci- pelago dalmato fino all’ Isola Pelagosa, nel 1876 la Croazia ed i Confini mili- tari fino ad Ogulino e Jessenaz, nel 1877 i dintorni d’ Idria, e quelli di Fucine e Loque nella Croazia, nel 1878 l’altipiano di Tarnova, il M. Maggiore d'Istria ed i Confini militari fino al M. K/ek, nel 1879 la vallata del Vippacco, i Monti Golac, ecc. ecc. Dal 1868 impoi ebbi la fortuna di accompagnarlo nella maggior parte delle escursioni. 29) La Società Agraria venne fondata nel 1857. 21) A mitigare, per quanto fosse possibile, le funeste conseguenze, che il continuo diboscamento del Carso sempre più tristamente facea sentire, già nei primi anni della presidenza del Tommasini venne istituita una commissione mu- nicipale, che avesse per compito lo studio dei mezzi più adatti per opporsi alla totale ruina del nostro contado, col rifornirlo di novella vegetazione ar- borea, distratta dall’ incuria e dal malgoverno di parecchi secoli. E quantunque tale lavoro, arduo oltremodo per le condizioni rupestri del suolo, nonchè per le difficoltà opposte dall’ignoranza e dal pregiudizio dei contadini, non potesse procedere che molto lentamente, non pochi dei nostri clivi più rocciosi, che fino a pochi anni fa rattristavano lo sguardo col loro aspetto di squallida nu- dità, trovansi ora ricoperti da rigogliosa vegetazione. Oltre a 150 jugeri del terreno più sterile ed improduttivo, ove l’ armento a malapena avrebbe trovato un filo d'erba, sono presentemente ombreggiati da magnifici boschetti di coni- fere. Per maggiori dettagli riguardo alle nostre selve veggansi gl’importanti — XXIV — lavori del Rossetti: Storia e Statuti delle antiche selve triestine (Archeogr, triest. III, p. 169) e del Tommasini: Cenni storici e fisici sulla selvicoltura dell’ agro triestino (Soc. Adr. Sc. Nat. II, p. 55). 22) Allorchè nel 1874 Trieste sentì il bisogno di fondare un centro per la vita scientifica, che ognor più andava sviluppandosi nella città nostra, il Tom- masini fu uno dei più caldi fautori. del progetto del Dr. Syrski, preposto allora alla direzione del Civico Museo, di creare a Trieste una Società di Scienze Naturali, che avesse per iscopo lo studio dei prodotti del nostro paese. Nominato poco dopo presidente della medesima, ne curò energicamente gl’ interessi, procurandole un posto non indegno tra le sue consorelle, con buon numero delle quali essa trovasi presentemente in iscambio vicendevole delle pubblicazioni. Ad assicurarle un avvenire sempre più florido, ei le lasciò in morte la cospicua somma di 10,000 fiorini e parte della sua biblioteca, legando così gloriosamente il suo nome a questa patria istituzione, che in lui onorerà eternamente il suo principale so- stegno, il suo più largo benefattore. 23) Soppresso l’ antico giardino botanico, che dopo la morte del Biaso- letto (1859), era andato sempre più deperendo, il Tommasini salvò le reliquie del medesimo, affidandole alle cure amorevoli della Signora Elisa-Braig, ap- passionatissima dello studio di Flora. Venuta lei pure a morte, al Tommasini balenò il magnanimo progetto di ridonare a Trieste un nuovo orto botanico, e a tal uopo venne riserbato sul colle di Chiadino, che allora si stava imboscando, un tratto di terreno libero. Mira principale di lui si era quella di raccogliervi i tesori della patria flora, non consentendo altrimenti le ristrettezza dello spazio. Per parecchi anni non si faceva escursione, senza tornar carichi di piante viventi o di semi pel giardino, e bene spesso se ne intraprendeva alcuna uni- camente per arricchirlo di qualche specie rara, non ancora posseduta. L’ amore che îl Tommasini avea preso a questa sua creazione era sì grande, che pochi giorni prima di spirare dichiarò che avrebbe fatto vendere tutta la sua biblio- teca per formare una dotazione al giardino, nel caso che il Municipio non avesse assicurato l'avvenire del medesimo. Fortunatamente per Trieste egli non giunse a risapere, che mentre egli stava per arricchirla degli oggetti più pre- ziosi che possedesse, nell'aula del patrio consiglio un sentimento di fatale grettezza vi facea disconoscere l’ utilità. che siffatti istituti si hanno non solo dal lato scientifico, ma anche riguardo alla pubblica istruzione. 24 Tommasini fu membro effettivo, onorario o corrispondente delle se- guenti Società ed Accademie: Berlino. — Società botanica del Brandemburgo (1868 Membro Onorario). Bologna, — Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna (1876 M. Corr.) Breslavia. — Accademia imperiale Leopoldina Caroliniana dei Naturalisti, (col cognome di Scopoli IV) (1856 M. Eff.) Breslavia. — Società Slesiana per lo studio del paese (1857 M. Corr.) Bamberga. — Società di scienze naturali (1896 M. Corr.) Brema. — Società di storia naturale (1874 M. Onor.) Chemmatz. — Società di scienze naturali. Cherbourg. — Società di scienze naturali. Carchow. — Società dei Naturalisti dell’ Imp. Università (1374. M. Onor.) — XXV — Dresda. — Società di storia naturale (1861 M. Onor.) ui — Società di scienze naturali e medicina (1874 M. Onor. — fin dal 1838 M. Corr.) Dresda. — Società di scienze naturali Isis (1861 M. Eff.) Diirkheim. — Società di scienze naturali Pollichia (1842 M. Onor.) Erlangen. — Società fisico-medica (1840 M. Eff.) Francoforte s. M. — Società Senkenbergiana di scienze naturali (1874 M. Corr.) Graz. — Società Stiriana di scienze naturali (1874 M. Corr.) »s — Società geografico- montanistica (1848 M. Corr.) Firenze. — Società R. di Orticoltura (1874 M. Onor.) Gorizia. — Società Agraria (1840 M. Eff. e Corr.) Konigsbergu. — R. Società prussiana fisico-economica (1874 M. Unor.) Lubiana. — Società del Museo (1868 M. Onor.) 5 — I. R. Società Agraria (1869 M. Onor.) Mosca. — Società Imperiale dei Naturalisti (1874 M. Onor. — dal 1838 M. Eff) Norimberga. — Società di storia naturale (1874 M. Onor.) Offenbach. — Società di storia naturale (1874 M. Onor.) Ratisbona. — R. Società bavarese di botanica (1835 M. Eff.) Reichenberg. — Società dei fautori delle scienze naturali (1874 M. Onor.) Rovigno. — Società Agraria Istriana (M. Eff.) Trieste. — Società Adriatica di scienze naturali (1875 Presidente — 1879 Presidente a vita). Trieste. — Società Agraria (1858 Presidente — 1874 Presidente a vita). 5; — Società degli Alpinisti (1874 Presidente onorario a vita). 3; — Società Zoofila (1854 M. Onor.) Venezia. — Ateneo di scienze e lettere (1874 M. Corr.) Vienna. — I. R. Società zoologico-botanica (1852 M. Eff.) Tommasini era inoltre cittadino onorario della città di Steyer, e nel 1878 anche la sua patria gli conferì questa somma delle onorificenze, onde un co- mune può rimeritare le benemerenze d’ un illustre suo figlio. 25) Ricorrendo nel Giugno del 1874 l’ ottantesimo anniversario del Tom- masini, la Società Agraria di Trieste prese l’ iniziativa di speciali onoriticenze al suo venerabile Presidente, conferendogli tale carica a vita e decretandogli in pari tempo medaglia commemorativa colla seguente epigrafe : AL BENEMERITO STO. PRESIDENT KH NEL DI 8 GIUGNO 1874 OTTANTESIMO ANNO DI SUA ETÀ LA SOCIETÀ AGRARIA TRIESTINA D. — XXVI — Infiniti furono gl’indirizzi e le lettere di congratulazione, che in tale occasione gli giunsero da ogni parte della terra, e non poche furono le Acca- demie e Società scientifiche, che lo ascrissero a loro membro onorario. 26) Oltre alle decorazioni già citate, Tommasini ebbe anche l’ ordine el- lenico del Salvatore. 27) Siccome scopo principale del ‘Tommasini si era di far conoscere ai bo- tanici forastieri le ricchezze della nostra flora, così la maggior parte delle sue memorie venne pubblicata in giornali tedeschi. Esse sono le seguenti in ordine cronologico : 1. Peregrinazioni botaniche pel circolo di Cattaro, Gazzetta botan. di Ratisbona, Flora 1835 II, p. 1. — Aggiunte e correzioni al suddetto lavoro alla p. 338 del Supplemento. 2. Escursione attraverso l’ Istria nella primavera del 1853. Linnea 1835. 3. Osservazioni sul Crocus variegatus. Flora 1836 Il, p. 478 e 1837 I, p. 475. x 4, Escursioni da Gorizia all’'Alpe Kern. Flora 1837 I, p. 65. 5. Osservazioni sulla vegetazione dell’anno 1836. Flora 1837 II, p 475. 6. Intorno alle specie di Orobus del territorio di Trieste. Flora 1838 II, p. 450. 7. Sopra l Alyssum petraeum Arduini. Flora 1839 IX, p. 497. 8. IV M. Slaunik nel Litorale e le sue rarità botaniche. Linnea 1839 con tav 9. Intorno ad alcune ano rare del Friuli trovate dal Brignoli. Flora 1840 I, p. 97. 10. Sulla Blaeria di Hacquet presso Bribir nel Vinodol. Flora 1840 I, p. 945. 11. Un'escursione al M. Coinig Matajur, Canin, ecc. Flora 1840 II, p. 637. 12. Intorno alle piante greche di Spruner. Flora 1840 II, p. 728. 13. Intorno V Hypecoum litorale Wif. Flora 1840 II, p. 731. 14. Escursioni del Dr. Sendtner pel Litorale. Flora 1842 I, p. 326. 15. Escursione al M. Matajur alla ricerca del Tritium biflorum Brig. Flora 1842 II, p. 609. 16. Sulle Orchidee che crescono nel Litorale e sulla loro distribuzione geografica. Giornale botanico di Vienna 1851 p. 9. IT. Intorno alle specie di Ophrys. Giorn. bot. di Vienna 1853 p. BI 18. Sulle specie triestine di Melilotus. ibid. 1854 p. 324. 19. Introduzione alla Flora di Capodistria di A. Loser. Ibid. 1860 p. 241 20. Sulla Genista sericea e Scabiosa Trenta. Ibid. 1860 p. 329. 21. Sopra due piante dubbie di Wulfen, l’ Hypecoum procumbens e la Fumaria acaulis. Società zool.-botan. di Vienna 1861 p. 381. 22. La vegetazione dell’ isola di Sansego. Ibid 1862 p. 809. 23. Il pineto di Sorbar presso Momiano nell’ Istria. Giornale della Su- cietà d’ Orticoltura di Trieste 1862. 24. Osservazioni intorno ad alcune piante del Litorale. Giorn. bot. di Vienna 1863. p. 161. 25. Sulle escursioni dell’anno 1864. Ibid. 1:69 p. 59 26. Sulle escursioni del Dr. Weiss in Dalmazia. Ibid. 1866 p. 57. — XXVII — 27. Elenco delle piante esistenti nel giardino della sig. Braig. Ibid. 1866 p. 236. 28. Notizie intorno al Dr. Em. Weiss. Soc. z00l.-bot. di Vienna 1870 p. 621. 29. Uno sguardo alla flora delle coste liburniche. Giorn. bot. di Vienna 1870 p 225. 30 Sulle specie istriane di Veronica. Ibid. 1870 p. 155. 31. Sulle condizioni botaniche dell’ Istria Ibid. 1871 p. 134. 32. Flora della parte più australe dell’ Istria presso Medolino. Ibid. 1873 p. 169. 38. Sulla Vegetazione dell’ Isola di Veglia e degli Scogli adiacenti Trieste 1875 (Fa parte dell’ opera sull’ Is. di Veglia del Dr. Cubich). 34. Comunicazioni sopra un ‘interessante bivalva e sulla diffusione del Proteo. Società Adriatica di Sc. Nat. 1873 p. 152. 35. Cenni storici e fisici sulla selvicoltura dell’ agro triestino. Ibid. 1876 p. 55 con tav. 36. Memoria sulla Caverna di Trebich. Ibid. 1876 p. 972 con tav. Più numerose Corrispondenze ed articoli di minor mole. Oltre alle precitate memorie, vennero lasciati dal Tommasini inediti e per la maggior parte incompleti i seguenti lavori, che mi farò un dovere di pubblicare, quanto prima mi sarà possibile di ultimarli: I. Un catalogo quasi finito delle piante, che crescono sulle Isole di Lussino, Unie, Colludraz, Cani- dole grande e piccola, Sansego, S. Pier di Nembi ‘ed Asinello, Oriule grande e piccola, contenente 717 specie. IT. Un elenco delle piante dei Monti di l'arnova (incomp.) IIT. Un elenco delle piante dei contorni di Gorizia (incomp.) IV. Un prospetto della Flora di Pola, comprendente 962 specie. (Manoscritto già uti- lizzato dal chiarissimo Freyn nella sua opera importante Sulla vegetazione dell'Istria australe“. V. Numerose annotazioni sulla Flora di Trieste e del- l’ Istria. VI. Note per l’ introduzione alla flora del Litorale. ‘5) Troppo lungo sarebbe il voler notare quale immenso numero di piante il Tommasini spedisse a’ suoi corrispondenti ed a parecchi istituti scientifici. Se la flora del nostro paese è sì bene conosciuta dal mondo scientifico, lo si deve quasi unicamente alle collezioni, che il Tommasini inviava ai principali corifei della botanica. Così è mercè sua, che il och potè comprendere nella sua Flora oltre alla Germania ed all’ Elvezia, anche le contermini regioni di Trieste e dell’ Istria; così il AReichenbach potè accogliere nella sua splendida Iconografia anche le piante della nostra provincia. Senza tema d’ errare si può asserire, che non vi esistesse botanico, col quale egli non si trovasse in rela- zione di scambio, e qui ricorderò i nomi di Asa Gray, Aschersohn, Bentham, Bertoloni, Boissier, Al. Braun, Brittinger, Buek, Brignoli, Cesati, Crepin, De Candolle, Dolliner, Facchini, Fenzl, Federico Augusto di Sassonia, Freyn, Fries, Griesebach, Graf, Grabowsky, Heldreich. Heufler, Huusknecht, Hohenacker, Huguenin, Hochstitter, Hooker, Hoppe, Jordan, Janka, Josch, Kerner, Koch, Kokeil, Lerèche, Le Jolis, Martius, Meneghini, Mielichofer, Neilreich. De Notaris, Orsini Pittoni, Pirona, Pawlowsky, Pancic, Par- latore, Reichenbach, Rainer, Schlosser, Savi, Schlechtendahl, Schaede, Schultz Bip., Sonklar, Stuhr, Sauter, Spruner, Tauscher, Uechtriz, Visiani, Vukoti- novich, Welwitsch, Wirtgen, ecc. ecc. — XXVII — 29) Esse sono le seguenti: Ranunculus Tommasinii Reichenbach.— Flor. Exsic. germ. Cent. XXV. N. 2479. Silene Tommasini Visiani. — Flora, botan. Zeitung XII. Erganzungs- blatt p. 12. Moehringia Tommasinii Marchesetti. — Bollettino Soc. Adr. V. p. 327. Linum Tommasini Reichenbach. — Iconogr. germanica VI p. 66, t. 337. Cytisus Tommasinii Visiani. — Flora dalmatica III p. 265. Melilotus Tommasini AI. Jordan. — Pugillus plant. rarior. 1852 p. 55. cr Tommasimi AI Jordan. — Catalogue du Jard. bot. de Gre- noble. 1851 p. i 1 ommasinit Spruner — in litt. et Exsic. Potentilla Tommasiniana F. Schultz. — Pollichia 1859 p. 7, et Exsice. Herb. norm. N. 257. Sorbus Tommasini Fleischmann. — Flora Krain's p. 206 Seseli Tommasinii Reichenbach fil. — Iconogr. Flor. germ. XXI p. 34. Tragopogon Tommasini C. H. Schultz Bipont. — in litt. et in Bischof's Beitràgen p. 97. Lactuca Tommasiniana C. H. Schultz Bip. — Flora, botan. Zeitung XXV, Bd. 1 p. 160. Hieracium Tommasinii Host — Flora austriaca II p. 414. Hieracium Tommasini Reichenbach. — Tconographia germ. XIX p. 100, t. 208. Campanula Tommasiniana Reuter. — Catalogne du Jard. de Genève 1865. Cuscuta Tommasiniana Rabenhorst. — in Exsiccatis. Verbascum Tommasinianum Freyn in Exsic. (1877) — et in ,Zur Flora d. M. Maggiore in Termesz. Fiizetek III p. 4 sub nomine V. semilanati Borb. Vizsgal. a hazai etc. p. 68. È Orobanche Tommasinit Reichenbach. — Iconogr. germ. XX p. 92, t. 209. Urobanche elatior Sutt. var. Tommasinii Reichenbach. — Icon. germ. XX supplem. p. 118, t 216. Pedicularis Tommasini Kerner — in litter. (Verrà pubblicata prossima- mente negli Atti dell’ I. R. Accademia di Scienze di Vienna). Primula Tommasinii Grenier et Godron. — Flore de France II p.449. Euphorbia Tommasiniana Bertoloni. — Flora Italica. V. p. 78. Quercus Tommasini Kotschy in Exsicc. — Freyn Flora v. Sùdistrien. p. 424. Ophrys Tommasinii Visiani. — Flora Dalmatica II p. 354. Serapias Tommasinii A. Kerner. — Verhandl. d. zool. botan. Gesellsch. XVip.£81 Juncus Tommusinii Parlatore. — Flora italiana IH, p. 315. Carex Tommasiniana Rabenhorst. — Flora, botan. Zeitung 1849 II p. 398. Carex sylvatica v. Tommasini Reichenbach. — Iconogr. germ. ca p. 19. Calothrix lommasiniana Kitzing. — Phycolog. gen. p. 229, N. Polysyphonia Tommasiniana Bertoloni — Flora Ital. Crypt. “im p. 271. Oltre a queste piante, il geologo H. Meyer dedicò a lui la specie Acteosaurus Tommasimi, rettile fossile da lui scoperto negli schisti bitu- minosi di Comen presso Trieste. (Jahrb. d. k. k. geol. Reichsanstalt XI. 1860, p. 22 — et Palaeontographica VII p. 223, t. XXIV. — XXIX — 5% Flora Italica III. p. 415 — ,Dico (hoc genus) illustri Mutio Tom- masinio, de re herbaria nostra bene merentissimo ob plantas Istriae et provinciae Tergestinae sedulo lectas, enucleatas et mihi cum praetiosissimis observationibus comiter impertitas“. #4 L’erbario del Tommasini consta di due parti: la prima comprende la raccolta generale, in cui trovansi piante di ogni parte della terra (circa 15000 specie) in maggior numero naturalmente europee. Di altre regioni le meglio rappresentate sono | Abissinia (Collezione Schimper) e V America del Nord. L’ altra parte che è la più ricca ed importante, contiene in oltre a 330 grossi fascicoli l’intera flora della nostra provincia, — quasi 2400 specie di fa- nerogame, — per lo più da una serie grandissima di località. Da questa colle- ‘zione principale egli avea cominciato ad estrarre tre raccolte minori, destinate per la Società zoolog.-botanica di Vienna, pel Museo di Lubiana e per quello di Trieste. Pochi giorni prima di morire avea terminato la scelta delle dicoti- ledoni, e si lusingava di ultimare il lavoro nell’ inverno dell’anno venturo. — La raccolta briologica contiene oltre a 300 specie di muschi, nè meno ricca si è la collezione dei licheni. Una interessante serie carpologica forma il comple- gamento ai suaccennati erbari. 32) Neilreich: Biografia di Muzio Tommasini pubblicata nel Giornale botan. di Vienna 1866, p. 1, con ritratto litogr. #3) L'ultimo giorno dell’ anno 1879, fu pure l’ ultimo della vita del Tom- masini. Una infreddatura degenerata in una pneumonite, lo rapì in pochi giorni alla scienza, ed all'amore de’ numerosi suoi amici ed ammiratori. La città di * Trieste per onorare la memoria del suo primo Podestà e benemerito cittadino, stabilì che d’ora innanzi il Giardino pubblico abbia ad esser fregiato del suo nome. In pari tempo si costituì un comitato sotto la presidenza dell’ attuale Podestà, per erigergli nel mezzo del medesimo un decoroso monumento. 34) Gli ultimi anni del Tommasini furono amareggiati dalla perdita di due figli amatissimi. Lungo, incurabile morbo gli rapiva nel 1871 il più gio- vane nel fior dell’ età, e sette anni più tardi vide anche il secondo, cui sorridea una splendida carriera presso il locale Governo marittimo, spirar vittima di crudele infermità. “Oh, caro amico£, egli mi scriveva desolato da Reichenau, ove erasi recato nel Luglio 1878 al letto del figlio moribondo, ,quale compas- sionevole spettacolo! Come frenare le lagrime, che pure in sua presenza con viene nascondere per non abbattere maggiormente il suo spirito già depresso, come lo dimostra il languore del suo sguardo. Io debbo far forza a me stesso, per non prorompere nel più disperato dolore! Iddio ci assista e sia pietoso principalmente verso il povero ammalato a cui natura non può più giovare!“ — XXX — Infine si passò all'elezione della nuova direzione, riuscirono eletti: Presidente : Sig. Bartolommeo Dr. Biasoletto. Vice-presidente : Sig. Prof. Michele Dr. Stenta. Segretario : Sig. Prof. Augusto Vierthaler. Cassiere : Sig. Cav. Giorgio de Eckhel. Dirittori : Sig. Giuseppe Dr. Brettauer, » Francesco Dr. Fridrich, » Cav. Alessandro Dr. de Goracucchi, » Edoardo Dr. Graeffe, s Lorenzo Dr. Lorenzutti, » Carlo Dr. de Marchesetti, » Francesco Dr. Paugger, » Eugenio Pavani, » Alberto Perugia, » Prof. Adolfo Stossich, » Raimondo Tominz, » Dr. Iluminato Cav. de Zadro. Per causa dell’ora inoltrata venne sospesa la seduta, ed in posteriore radunanza generale tenuta al 1. di Marzo presentò il Sig. Cassiere il resoconto finanziario ed il preventivo per l’anno 1880, come segue: — XXXI — | 70 | FO (38 GF Ue) I e) e) ‘2J0188€;) ‘[PYN93 ap 0:64019 | | | Lev __ "FT? I10dur tea vIdOS 289942747 ‘eeugguods ruorze[qqo 119359 pa IMI9ZUI 1008 GEZ Ep OSSCOU] E A EAST i « “ 9 “ 881 1008 g UP ZZ8T [9P emette 1 IUOUDI OSSVIUT ‘ 6281 otguu8d *] [Ep ws80I 0P.ns ‘6181 VSSVI OYAIT 130 OLIVYLSI ‘Ye ILug Ì 3 bq 2 PREVENTIVO PER L'ANNO 1880. Entrata Sortita. Saldo dell'anno 1880... .... f. 75 Stampati: E. ESSO f. 1500 ; TUORO Re AE fa 340 | Incasso du 322 age". SRL Albertipia ritratto Tommasini a 200 à een atea ; 580 Spese di Cancelleria (con diurni) àÀ 170 | Rimunerazioni annue (con capo d'anno) 5 100 | Interessi fondazioni Tommasini o) ATTI E TSI E E L 100 fior. 9000, 9 mesi al 6%, . . . » 405 Spese incasso canoni . . ....,. $ 60 | Legatuna libri .& È 100 Contribuzioni all’ Orto botanico. . . È 100 f. 2670 fo 2670 | Saldo Conto nuovo per 1’ Esplorazione MRO gNanenio Re. f 200 | della grotta dell* Altipiano f. 377 Spese di esplorazione . . . . . E 177 ne 377 n 377 | Giorgio de Eckhel, Cassiere. PINSIO/TROI Prof. G. Dal Sie — Della polvere insetticida data dai fiori del Pyrethrum o Crisanthemum Cineraricefolium Trev. Dr. Bern. Schiavuzzi — Sulla comparsa del Larus tridactylus, Linné, volg. Gabbiano terragnola, nella rada di Pirano Alberto Perugia — Note sullo sviluppo dell’ Acanthias vulgaris Prof. M. Stossich — Prospetto della Fauna nel mare Adriatico . €. Fr. W. Krukenberg — Das Verhàltniss der Toxikologie zu den ibrigen biologischen Disciplinen . : Dr. Paugger — Ueber die Witterungsverhàltnisse der jiingst ver- flossenen Zeitepoche Brico Sca oO 3 Michele Stossich — Alcuni cenni sopra il primo sviluppo delle Serpule. x M. Dr. Stenta — Notizie intorno la corrente del Golfo . Notizie interne Bollettino bibliografico . Notizie interne. Congresso generale . . . . . . È Dr. Carlo Marchesetti — Discorso Commemorativo di Muzio de | Tommasini MIRA 9 me alal CER, Giulio Grablovitz — Sopra un cambiamento osservato nelle co- stanti mareometriche del porto di Trieste Michele Stossich — Prospetto della Fauna del mare Adriatico Bernardo Dr. Schiavuzzi — Aggiunte e correzioni all’ Elenco degli uccelli viventi nell’ Istria ed in specialità nell’agro pi- ranese . | [9] Prof. Aug. Vierthaler — Gli elementi scoperti nell’ ultimo decennio — La nuova sorgente dell’ Auresina . AO Ù — La terra rossa del Carso paragonata con quiella:delleMndiet. 00.0. RUE no Casimiro Mirski — Lettera del viaggiatore d’ Africa sig. Mirski al Segretario della Società Adriatica . Dr. Marchesetti — Moehringia Tommasinii mihi e Prof. G. Dal Sie — Della polvere insetticida data dai fiori del Pyrethrum o Crisanthemum Cinerariofolium Trev. Prof. Adolfo Stossiech — Il Carso Liburnico . Bollettino bibliografico pag. 300 » 915 SO SLS > 10241 RSI 350 399 352 BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ ADRIATICA eNZE NAPURALI IN TRIESTE REDATTO DAL SEGRETARIO AUGUSTO VIERTHALER. VOLUME QUINTO. TRIESTE, TIPOGRAFIA DEL LLOYD AUSTRO-UNG. “1879. Fri ai ei] bergamo Vi Mc » 4 RI va E (dA pi) j i ‘ a iatoge, AG DIETA "er vr TACCO i ù di * A dl Della polvere insetticida data dai fiori del Pyrethrum o Crisanthemum Cinerariofolium Trev. proveniente dalla Dalmazia. Nota del Prof. G. Dal Sie. La polvere insetticida posta in commercio è data da parecchie varietà di Piretri, che alla lor volta hanno differenti provenienze. La Russia, l’ Armenia, la Persia e la Dalmazia ci offrono questi fiori, i quali sono diversi fra di loro pei caratteri. La Dalmazia mette in commercio i fiori dati dal Pyrethrum 0 Crisanthemum Cinerariefolium Trev.; quelli del Caucaso sono dati dal Pyrethrum Willemoti Duchartre, dalla Persia abbiamo i fiori del Pyrethrum Carneum Biberst; e 1° Armenia finalmente darebbe il Pyrethrum Roseum Bibest. Differiscono questi fiori fra di loro sia per la grandezza, pel colore e per altri caratteri botanici, come anche per l’ efficacia. Le polveri egualmente si distinguono facilmente pel loro colore; poichè i fiori della Russia, Persia e Armenia danno una polvere più o meno bruna di un odore aromatico leggero, mentre quella data dai fiori Dalmatini è di un bel color giallo verde, di un odore forte aromatico gradevole, talchè se si deve giudicare della loro forza insettifuga la polvere del Piretro della Dalmazia è di gran lunga superiore alle altre !). La maggior parte dei venditori di tal polvere, amano meglio acquistare i fiori per poi polverizzarli solo all’ occorrenza, e ciò per evitare le frodi, alle quali può andar soggetta una polvere che dif- ') Henkel. Waaren- Lexicon fiir Droguisten ecc. Berlin 1875. SERATE ficilmente sarebbe riconosciuta, se i fiori di camomilla, che tanto a quelli di Piretro assomigliano, vi fossero insieme frammisti. Si può inoltre aggiungere che i fiori meglio si conservano, mentre la polvere può a lungo andare perdere della sua virtù, se non sia molto bene custodita. L’azione esercitata da tutti questi fiori ridotti in polvere è ormai generalmente conosciuta, e noi sappiamo che tanto allo stato naturale, quanto abbruciandola, esercita un’ azione narcotica 0 mor- tale sugl’ insetti. Questa proprietà insettifuga riscontrata sino da molto tempo nei fiori di Piretro, richiamava l’ attenzione del prof. de Visiani, il quale nel tempo stesso che descriveva i caratteri botanici di due varietà di questi Piretri, faceva istituire 1’ analisi dei fiori della Dalmazia dal prof. Ragazzini !). Da quest’analisi non si viene a conoscere quali materiali sieno elaborati da questa pianta, poichè il saggio era rivolto spe- cialmente a dimostrare quale fosse il principio avente un’ azione sugl’ insetti. Questo lavoro non offre niente di notevole a questo riguardo. Nel 1862 il prof. Maugini*) mediante un suo processo ne otteneva una materia estrattiva che chiamò Orisantenvina (2) Nel 1876 Mr. Jousset de Bellesme *) accenna ad un alcaloide esistente nel Pyrethrum Carneum. Nel 1878. Rother *) avendo istituita l’ analisi delle due so di Pyrethrum Roseum e Carneum, accenna ad un acido, 0 meglio ad un glucoside che avrebbe azione insetticida. Nessuno dei due ultimi chimici indicano i processi atti a se- parare questi materiali che sembrerebbe a loro credere, quelli che hanno un’ azione insetticida. L’ analisi, o, per dir meglio, la sepa- razione dei varii materiali che si possono ottenere dai fiori delle diverse specie di Piretri insettifughi, non venne fino ad ora data da nessuno dei chimici che facevano di questa pianta scopo dei Joro studi. Sino dal 1873 occupandomi sui fiori di provenienza Dalma- tina, riscontrava la presenza di una sostanza che tanto negli estratti ') De Visiani. Di due piante insettifughe. — Atti Accad. di Padova 1854. ©) Polli. Annali di Chimica Vol. 24 maggio 1862 pag. 257. 3) Journal de Pharmacie et Chimie. Paris Aòut 1876 pag. 139. 4) Archiv. der Pharmacie N. I. pag. 78 anno 1878. ci Bee etereo, aleoolico, e acquoso trovasi costantemente, cioè un acido, il quale pel suo modo di comportarsi sembra esistere allo stato libero, perchè facilmente volatilizzabile.. Dall’ estratto etereo ne separai un acido grasso cristalizzabile, ed un altro, liquido all’ ordinaria temperatura di odore aromatico. Dall’ estratto alcoolico separava una materia resinosa analoga ad un glucoside e capace perciò di sdoppiarsi sotto l’ azione del- l'acido solforico diluto in zucchero, e in un altro corpo. Di questi principii dei quali posso ora disporre in quantità maggiore, intendo tosto occuparmi, sia per riconoscere la natura loro, quanto per verificare a quale di questi materiali gl’ insetti debbano la loro narcotizzazione. Se le proprietà insetticide si manifestano tanto per la polvere usata allo stato naturale, quanto pei prodotti che si diffondono nell’aria durante la combustione di essa, devesi di necessità am- mettere lo spostamento di qualche sostanza che per l’azione del calore si libera vaporosa, senza subire alcuna decomposizione e molto probabilmente quella medesima che agisce quando la si ado- pera sotto forma di polvere, allo stato naturale. È poi strano che di tutti quelli che si occuparono di questa sostanza, nessuno abbia riconosciuta la presenza di quest’ acido libero e volatile, che io sarei per ritenere il materiale più attivo di questa pianta. Sulla comparsa del “Larus tridactylus, Linné, volg. Gabbiano terragnolo, nella rada di Pirano per Bernardo Dr. Schiavuzzi. Nel giorno 24 febbraio a. ec. in conseguenza d’ un veemente vento di SE. comparve nella rada di Pirano un branco di gabbiani appartenenti a specie per questa plaga rarissima. Io ne feci dia- gnosi di Larus tridactylus, L., volg. Gabbiano terragnolo o mac- chiato. Ad onta che molti ne fossero stati uccisi, io non potei averne che quattro individui, di cui tre erano giovani, ed uno ch'io cal- colai prezioso acquisto, era un adulto femmina. Uno dei giovani spedii in dono al museo civico triestino che ne era privo, ed oltre all’ adulto femmina tenni per la mia raccolta anche uno dei giovani (maschio), mentre rifiutai il quarto come troppo danneggiato. Questa specie è rarissima non solamente presso di noi, ma anche sulle coste d’ Italia. Il Savi così si esprime in proposito : “È rarissimo nel Mediterraneo: in Toscana io non l'ho mai tro- vato: il professor Calvi dice nel suo Catalogo che qualchevolta vedesi presso Genova,,.') Oriundo dalle coste dei mari glaciali del Nord, comparisce nell’ inverno numeroso sulle coste germaniche e talvolta escorre verso più basse latitudini, seguendo il corso dei fiumi. Nel marzo fra l'otto ed il venti fa ritorno nella Groenlandia e nell’ Islanda ove resta fino al novembre. Io non so se quest’ uc- cello sia molto frequente nei paesi a noi vicini verso il settentrione; devo però ritenere che neppure nella non lontana provincia di Sa- ') Savi. Ornitologia itàliana. Firenze. La Monnier 1876, vol. III pag. 138. DETAI, (DIES lisburgo sia molto frequente essendo che lo Tschusi-Schmidhoffen annoverandolo nel suo elenco ragionato “Die Vogel Salzburg's,, fra gli uccelli di quella provincia, accenna come a rarità la comparsa di quell’ uccello in branchi numerosi nel 1837 presso Hallein. *) La direzione in cui il vento in quel giorno infuriava, serve a motivo onde ritenere che questi uccelli si trovassero nel ripasso. Ad ognuno è noto che se per una nave il vento in poppa è favo- revole, non lo è il vento che soffia a tergo d’un uccello che vola. Egli solleva ed arruffa le piume del corpo e specialmente scioglie dalla loro continuità le remiganti e per conseguenza lasciando fra loro degli spazii rende inabili le ali a sostenere l’ uccello sull’aria. Questi uccelli erano magrissimi e talmente stanchi da non essere al caso di trovare nella fuga uno scampo ai sassi che loro piove» vano addosso dai ragazzi, oppure al fucile del cacciatore. I superstiti si trattennero su questo mare sino ai 5 o 6 marzo, quando approfit- tando del bel tempo proseguirono il viaggio pel Nord. Sinonimia (Savi), Larus tridactylus, Linnè. Gavia cinerea et Gavia cinerea noevia, Briss. — Larus rissa, Brinn. — Larus tor- quatus, Gavia et canus, Pall. — Gavia tridactyla, Boie. — Rissa Briinnickii, Steph. — Cheimonea tridactyla, Kaup. — Laroides tridactylus, rissa et minor, Brehm. — Rissa cinerea, Eyton. — Rissa tridactyla, Macgill. — Nomi volgari stranieri, Franc. Goéland tridactyle. — Ted. Dreizehige Move. Pirano 21 marzo 1879, !) Tschusi zu Schmidhoffen. Die Vogel Salzburg's, Salzburg 1877, pag. 90. Note sullo sviluppo dell’ Acanthias vulgaris Lette li 28 aprile 1879 da Alberto Perugia. Osservando lo sviluppo nelle varie classi dei vertebrati, ve- diamo una certa analogia in animali che vivono in ambienti diffe- renti e che sono molto lontani nelle loro abitudini. Prendiamo per esempio i mammiferi ed i pesci; notando ben- inteso che queste analogie devon prendersi a tratti un po’ larghi e vedremo sì negli uni che negli altri riprodursi certe differenze nel modo di sviluppo dell’ embrione. i Nei mammiferi abbiamo i monodelfi o placentari, nei quali l'embrione comunica coll’ utero materno per mezzo della placenta, vi passa un periodo di tempo relativamente lungo, ed arriva ad uno stato di sviluppo avvanzato prima di escire alla luce. I didelfi o marsupiali privi di placenta (p. e. i Kangoroo), nei quali il piccolo animale esce, dopo brevissimo soggiorno nel corpo della madre, per completare il suo sviluppo in una borsa partico- lare che racchiude le mammelle, alle quali egli si attacca; e nasce così piccolo ed imperfetto che l’ animale adulto, più grande di un gatto, mette al mondo esseri, che a mala pena, arrivano ad un centimetro di lunghezza. — Infine abbiamo quei stranissimi abita- tori dell’ Australia, gli Ornitorinchi e gli Echidnei, scoperti e de- scritti la prima volta da Shaw e che si avvicinano tanto ai pesci vivipari, non avendo che un orifizio comune per la defecazione e per gli organi genito-orinar]. Se guardiamo ora la grande classe dei pesci, ne vediamo il maggior numero ovipari, fra questi trovansi delle specie nella famiglia cai dei lofobranchi, alla quale appartengono quelle curiose forme che comunemente portano il nome di cavalli marini e angusigolo falso e che scientificamente vengono chiamati Hippocampus e Syngnathus, nei quali il maschio è provvisto di una borsa ventrale, in cui la femmina depone le uova, che vengono poi dal maschio portate ed incubate fino allo sviluppo dei piccini. — Arriviamo all’ interes- santissima famiglia degli Squali e qui riscontriamo delle specie ovipare come lo Scyllium canicula, volgarmente chiamata gatta e specie vivipare. Queste si dividono in vivipare vere, o come le chiamò il Miiller nel suo lavoro ,,Ueber dem glatten Hai des Aristoteles,“ in vivipare cotilofore, nelle quali fra l’ utero e 1’ embrione esiste il legame di una placenta, come ciò ha luogo nel Mustelus laevis, ed in viviperi acotiledoni, nei quali le uova subiscono nell’ utero una incubazione senza che esista fra questo e 1’ embrione nessun vincolo. — E qui devo notare una delle grandi stranezze che ci presenta la natura e che forma soggetto speciale del bel lavoro del Miller, lavoro che ho già citato, cioè che due specie del mede- simo genere presentano, in una il M. laevis un pesce cotiloforo ed un’ altra il M. vulgaris un acotiledono. — Fra gli acotiledoni ha posto l’ Acanthias vulgaris, lo Spinerollo, volgarmente chiamato dai nostri pescatori asial. — Questi, essendo molto frequente alla nostra pescheria, mi permise, avendo la facilità di studiarne molti esemplari, di seguire varie fasi dello sviluppo e mi presentò delle singolarità che credei degne di attirare l’ attenzione. — Nell’ Acan- thias, come in quasi tutti i selachi, gli organi della generazione nella femmina si compongono di due ovaje, di due ovidutti, che alla loro metà presentano una glandula ed hanno un’ apertura co- mune al disopra delle ovaje; e di due sacchi uterini riccamente vascolarizzati ed internamente muniti da villi, all’ orlo dei quali corre un vaso sanguigno. Questi sacchi si aprono nella cloaca, orificio comune dell’ in- testino o organi genitarî. Non mi estenderò molto sullo sviluppo delle uova nelle ovaje essendo questo simile circa a quanto succede in tutti gli ovipari, ma devo fermarmi un istante per rilevare un errore commesso da vari autori, i quali assegnarono un’ epoca fissa per la riproduzione dell’ Acantias, mentrechè come lo constatò il Miiller per il Mustelus laevis, l’ Acantias figlia tutto l’anno, un’ osservazione accurata per un lungo periodo mi provò che durante tutto 1’ anno laalgi e si trovano femmine pregne; ma inoltre lo stato in cui ci si pre- senta costantemente l’ovaja, ce lo dice chiaramente. Diffatti se nell’utero gli embrioni sono avanzati nello svi- tuppo, le uova sono grandi e del diametro di 2 a 4 centimetri, se gli embrioni trovansi in uno stadio primitivo, le uova nell’ ovaja hanno la grandezza d’ un pisello. — Ciò prova chiaramente che la DI femmina appena figliato è pronta ad una nuova gestazione. Quando le uova son ben sviluppate, vale a dire hanno raggiunto un diametro di 3 a 4 centimetri, mostrano alla loro snperficie esterna un punto rotondo del diametro di un centimetro, in cui la membrana sembra come logora ; in questo punto finisce l’ involucro comune del- l’ovaja, la quale si attacca all’ involuero proprio dell’ uovo. — Questo punto non presenta nessun vaso sanguigno, nel mentre che attorno ad esso nel tessuto dell’ ovaja i vasi sanguigni sono più sviluppat. che altrove, quasi come nelle vicinanze d’ una parte di tessuto che va ad essere eliminata dall’ organismo. — Questo punto della mem- brana esterna dell’ uovo è il punto che sotto la pressione del suo accrescimento si rompe e lo lascia cadere, viene allora accolto nell’ apertura comune degli ovidutti e da questi scende nell’ utero. Staccandosi dall’ ovaja lasciano in questa delle aperture di un millimetro circa che conducono nelle capsule fibbrose che li contenevano e che corrispondono ai folicoli del De Graff, degli animali superiori. Se si preme l’ovaja da queste aperture, si rove- sciano dei piccoli sacchi ciechi. Le uova staccate e penetrate nel- l’ovidutto scendono, come abbiamo detto, nell’ utero — e qui ci sì presenta un caso che sembra speciale all’ Acanthias e che non fu mai esattamente descritto. — Queste uova cioè si mettono una dietro all’ altra e si rive- stono d’ una membrana trasparente che le avvolge formando un sacco comune, il quale poi si divide da sottili pareti in tante celle racchiudenti ognuna un uovo. — Questo sacco chiude da una parte l'apertura della cloaca e dall’ altra si estende in un sottile fila- mento sino alla glandola dell’ ovidutto. — Le uova in questo stato hanno la forma di un corpo fusiforme diviso in vari strati gialli (tavola II fig. 2). L’unico autore che accennò brevemente a questo fatto è il Home che nel 1810 ne diede un disegno nelle ,Philosophicals trans» actions*. — Il Leydig ,Beitrige zur Microscopischen Anatomie der Rochen und Haie“ a tav. III fig. 8 rappresenta due embrionî SARI mal disegnati racchiusi in un sacco comune e la fig. 7.a un uovo con un embrione isolato. Non fa poi nessuna descrizione dell’ uovo doppio, dice soltanto che talvolta si trovano due embrioni e due uova racchiusi in un sacco comune. — Questo disegno è riprodotto nel lavoro del Cor- nalia ,Sulle branchie transitorie dei feti plagiostomi“ a tav. II fig. 22, ma anche da questi senza farne menzione speciale nel testo. In quanto al disegno del Leydig dell’ embrione di Acanthias iso- lato devo mettere in dubbio che appartenga proprio all’ Acanthias vulgaris, giacchè fra centinaia d’ esemplari che ho avuto a mia dis- posizione non rinvenni mai meno di 3 o 4 uova racchiuse in un sacco comune. — Questo sacco comune è evidentemente un pro- dotto di secrezione della glandola dell’ ovidutto, che invece di ri- vestire l’ uovo d’un involucro proprio nell’ atto di suo passaggio, lascia scorrere questa secrezione nei sacchi uterini e diffatti trovai in un individuo che aveva uova sviluppatissime nell’ ovaja i sacchi uterini pieni di un liquido viscoso e trasparente. — Si può dunque dedurne che questo sacco si forma nell’ utero a spese della secre- zione della glandula dell’ ovidutto e lo proverebbe anche il modo col quale questo involuero comune si modella alla forma uterina. Questo corpo fusiforme diviso a celle presenta alla superficie di ciascun uovo un punto aranciato con orlo pallido che è la mac- chia germinativa e qui, mi si presenta una lacuna nella storia dello sviluppo, non essendomi stato possibile di avere uova nelle quali potessi osservare la segmentazione o i primissimi stadii di sviluppo e soltanto una volta m’ ebbi delle uova che mi presenta- rono l'embrione quasi, direi, abbozzato (tav. II fig. 2). — Questi ci mostra formata soltanto la parte cefalica e (tav. II fig. 3) le protovertebri. La rapidissima decomposizione che subiscono le uova del- l’ Acanthias non permettono di spingere troppo lontano lo studio su pochi esemplari, l’impiego di mezzi che servono ad indurire e conservare altri embrioni p. e. l’ acido osmico anche a minime dosi, corrispondono qui malissimo allo scopo. — Attorno all’ em- brione si vede un cerchio che formerà poi il sinus terminalis e l’ aerea vascolare. E subito da questo stadio passiamo ad uno molto più avanzato, cioè ad embrioni già formati che davano segni di vita muovendosi nel liquido ambiente con la testa e con la coda, attaccati al vitello dell’ uovo dal dutto ombilicale. PES, 1) 9 Cercai con ogni cautela a far escir le uova dall’ involucro comune possibibilmente interi, ma ciò non mi riuscì e durai fatica a non perdere gli embrioni che sono tanto trasparenti che misti al tuorlo dell’ uovo sarebbe stato impossibile rinvenirli. Due dei tre embrioni che aveva ricevuto eran morti, il terzo staccato dall’ uovo visse ancora qualche minuto. Essi presentavano sotto al microscopio il corpo trasparente, del quale si vedeva di- stintamente il principio del cervello, le piastre primordiali delle vertebre (tav. II fig. 4), l'occhio grandissimo a ferro di cavallo lasciava vedere benissimo la fenditura corroideale, e non aveva pigmento di sorta. Le aperture branchiali erano in numero di cinque e questo è un altro punto che mi fa credere precisamente che 1° embrione figurato dal Leydig non sia Acanthias, giacchè questo accurato 0s- servatore dice d’ aver contato 6 archi branchiali nel suo embrione e quelli dell’ Acanthias ne mostrano costantemente 5. Non presen- tavano ancora nessuna traccia di branchie libere. — Tra gli archi branchiali si trova il cuore in forma di S. — L’ embrione sta in mezzo d’ un cerchio formato dal sinus terminalis che comunica coll’ embrione per mezzo delle omfalo mesenteriche. — Questi em- brioni misuravano un centimetro. — Poco dopo questi ebbi altri embrioni che misuravano due centimetri e questi presentavano na- turalmente uno stadio più avvanzato di sviluppo. — Il cuore era già quasi formato; la circolazione si vedeva effettuarsi lentamente sotto al microscopio, le aperture branchiali lasciavano passare le branchie libere che sembravano nastri schiacciati con un vaso san- guigno che ne segue i contorni. -—- L’ aorta si poteva seguire di- stintamente sino verso la caudale, l’occhio non presentava certo progresso come in generale tutta la parte cefalica, nel mentre che nella cavità addominale si vedeva già l'intestino che per traspa- renza mostrava la forma valvolare a spirale (tav. III fig. 5) che si rinviene in molti plagiostomi. — Vicino all’ intestino verso la parte dorsale grandi cellule accennavano alla formazione del fegato. Pochi giorni dopo ebbi degli embrioni di 3'/, centimetri, i quali mi presentarono una novità cioè: le pareti delle celle del sacco co- mune erano scomparse e questo offriva una cavità continua nella quale si muovevano liberamente gli embrioni, resi più liberi dal- l’ allungamento avvenuto al loro cordone ombelicale; il liquido che riempiva questo sacco non è certo paragonabile all’ albume o bianco d’uovo, del quale non ha nè la densità nè la viscosità, non consi- PD. RSS derando la composizione chimica che nel bianco d’ uovo ci dà una quantità di 6 per mille di sostanze inorganiche, nel mentre che nel liquido del sacco dell’ Acanthias ne abbiamo 18. — L’analisi chimica ci dà come componenti di questo liquido : Acquastitnger. 88.75 Estratto Etere. 2.58 33 LRATCORl'epre 248 Albume:: 0% n.504 +27 Salionab. ea n. 138% I sali inorganici si suddividono poi in Sodiossilomano.@ 29 Cloro “scomindei 44 SO4 den #2 Ue 5) Mortara Sanz 4 Carten: as iolgi! 3 PO: rs dar 14 La quantità di cloruro di sodio trovato corrispondendo per- fettamente con il peso calcolato, si può supporre che 1’ acido fosfo- rico si trovi come idrofosfati di calce e magnesio. Aggiungo qui l’analisi del liquido trovato nei sacchi del Mustellus laevis come confronto essendo questo cotilaforo vero Alcolaz reina 92.10 Estratto Etere . 9 el vAleoolt,2393 A4bime: is. a 3D6d4 Sali i onbiEne 0.63 Progredendo nello sviluppo vediamo il piccolo Acanthias come ci si presentò un altro esemplare, sortito dal suo involucro comune, il quale si apre alle due estremità, lasciando sortire i piccini e si rinviene spessissimo ancora nell’ utero frammisto a questi. — Misuravano otto centimetri e avevano ancora traccia di branchie libere — Arrivati a 10 o 12 centimetri perdono le bran- chie libere e comincia a riassorbirsi il sacco vitellino esterno ed a formarsi l’ interno. — Infine embrioni di 20 centimetri mostrano il sacco vitellino completamente sparito che lascia alla regicne ombelicale dell’ embrione una cicatrice della lunghezza di un centimetro. Questi embrioni messi sopra una tavola non si movevano, messi in acqua di mare non davano altro segno di vita che il muovere della coda, soltanto dopo un certo periodo principiarono a muovere le pinne pettorali e ad avvanzare lentamente. Dopo qualche ora le SION aperture branchiali cominciarono a muoversi, il piccolo Acanthias si metteva dunque a respirare. Questo ci prova evidentemente che l’ Acanthias non esce dall’ utero che quando il sacco vitellino è completamente riassorbito. — E qui non sarà forse privo d’ in- teresse un confronto che mi venne fatto di fare con altra specie pure acotiledone, il Galeus canis. Al 16 maggio mi furono portati 4 sacchi uterini appartenenti a 2 esemplari del Galens canis che misuravano 1 metro e mezzo e pesavano circa 14 kilo. — Questi sacchi di dimensioni grandis- sime in riguardo della madre misuravano 50 cent. sopra 20 di larghezza, contenevano in un esemplare in uno 16 e nell’ altro 17 embrioni e nell’ altro 12 in ognuno. Gli embrioni misuravano 35 cent. di lunghezza erano perfet- tamente sviluppati senza tracce di branchie libere e non avevano altro che la cicatrice ombelicale che aveva lasciato il sacco vitel- lino esterno, nel mentre l’ interno era perfettamente sviluppato e misurava 5 centimetri. Ogni embrione era racchiuso in un sacco proprio formato da una sottilissima membrana trasparente che gonfiata artificialmente mostrava alla parte superiore la sutura che segna il punto ove si chiuse. In questi sacchi sta l’ embrione con la coda piegata verso il capo e immerso in un liquido che ci dà la seguente composizione chimica: Aequa 5 cb % 93.80 Estratto Etere . 2 » Alcool. 3.63 Albume! 199 071369 Salva det) LB — .84 L’utero è formato da due membrane una esterna con pochi vasi sanguigni ed una interna coperta da un epitelio pavimentoso e riccamente vascolarizzata — questa dà delle vaste ripiegature che avvolgono ognuno dei sacchi contenenti gli embrioni. Questa ripiegatura aderisce abbastanza fortemente alla mem- brana del sacco, la quale per altro non presenta tracce di vasi sanguigni. I risultati di queste mie osservazioni sullo sviluppo dell’ Acan- thias possono riassumersi nel seguente modo. Quando le uova hanno raggiunto nelle ovaje un diametro di 4 cent. circa si lacera il tessuto attorno al punto che sembra logoro e 1’ uovo preso dal- ES eta: l’ apertura degli ovidutti scende nell’ utero. — Lo sviluppo dell’ uovo nell’ovaja è indipendente dalla fecondazione, giacchè lo sviluppo delle uova procede lo stesso anche quando 1’ ovidutto è otturato da uova già staccate o da embrioni contenuti nell’ utero. Questo svi- luppo non si può far risalire ad una fecondazione antecedente, giac- chè quando le uova si staccano, quelle che rimangono sono in gene- rale piccolissime e si sviluppano contemporaneamente agli embrioni nell’ utero. — La fecondazione non ha luogo come nelle specie ovipare nell’ ovidutto, ove nello Scyllium trovai spesso nel tratto dalla glandola all’ utero numerosi spermatozoi. Dopo lo staccarsi delle uova dalle ovaje restano in queste le celle in forma di sacchi ciechi che si lasciano facilmente rove- sciare. Le uova staccate dall’ ovaja arrivano nell’ utero dove si rive- stono d’un involucro comune. — Gli embrioni arrivati ad un certo stadio di sviluppo vivono in un liquido contenuto nel sacco comune, liquido che non corrisponde al bianco dell’ uovo degli ovipari, essendo molto più ricco di principii inorganici e fluido affatto. Arrivati a circa 8 cent. le branchie libere spariscono, 1’ em- brione esce dal sacco comune ed è libero nell’ utero della madre nutrendosi del contenuto del sacco vitellino, il quale viene anche riassorbito per formare il sacco vitellino interno. Quando il sacco vitellino esterno è completamente sparito, il piccolo Acanthias arrivato ad una grandezza di 18 a 24 centimetri esce nel mare.— L'epoca della riproduzione dell’Acanthias si estende nell’ Adriatico a tutto l’ anno, e non come asseriscono alcuni autori ad epoche fisse. Questo mio lavoro deve essere considerato come una comu- nicazione preliminare essendo mia intenzione di continuare questi studi estendendoli anche alle altre specie di Selachi abitanti il nostro mare. Spiegazione delle figure. Tavola I. Fig. 1. a. Apertura comune degli ovidutti, parte dorsale. b. Esofago. Fi Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. da Lao 1. c. c. Fegato. d. Intestino. e. e. Ovaje. f. f. Parte superiore dell’ ovidutto. 9g. 9g. Glandula dell’ ovidutto. h. h. Parte posteriore dell’ ovidutto, i. i. Sacchi uterini contenenti delle uova. k. Apertura della cloaca. 2. a. Apertura comune degli ovidutti, parte ventrale. 3. Ovaja. a. Sacchi ciechi rovesciati corrispondenti ai follicoli del Degraf. b. Glandula dell’ ovidutto. 4. a. Cloaca con le aperture comuni dell’ intestino e dei sacchi uterini. Tavola II. 1. Sacco uterino aperto mostrante sette uova ravvolte nel loro involucro comune. a. Parte superiore dell’ ovidutto. db. Glauìnla. e. Parte postglandulare. d. Utero aperto. e. Villosità uterine. f. Corpo fusiforme composto da sette uova. g. Prolungamento del sacco comune. h: Parete interna delle celle proprie dell’ uovo. i. Cloaca. 2. Quattro uova ravvolte nel sacco comune mostranti il primo sviluppo dell’ embrione. a. Embrione. 3. Il medesimo embrione ingrandito 8 volte, a. Protovertebre. b. Parte cefalica. 4. Embrione d’un centimetro di grandezza. a. Occhio. b. Fissura coroideale. c. Le cinque aperture branchiali. d. Cuore. 5. Coda del medesimo embrione. O i 1207 IN 1 iù = " i % - bi Ò i Ò x fai N î di i Ò \y 300000990020 ca È FoosCaLDA n | ‘GODE dg % RO JN MASLI: VIZI HATE dal Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. Tavola III. . Gli embrioni della Fig. 3. Tav. II nel loro sacco comune. . Embrione ingrandito 2 volte. a. Sinus terminalis. . Embrione di 3!/, centimetri. a. Branchie libere. . Il medesimo embrione, parte ventrale. . & Cuore. b. Intestino. c. Principio del fegato? Prospetto della Fauna del mare Adriatico per Michele Stossich. Professore di Storia naturale. Parte I. Classe I. Mammiferi. Ordine Pinnipedia. Fam. Phocina. Gen. Phoca Linn. Phoca vitulina Linn. Phoca vitulina, Linn. 3 % Cornalia. Fauna d’ Italia. Parte I. pag. 62. Questa specie è rarissima nel nostro mare, non essendone presi che pochissimi esemplari. Gen. Pelagius Cuv. Pelagius monachus Linn. Phoca monachus, Linn. Syst. Natur. XIII. I. pag. 64. Pelagius monachus, Cornalia. Fauna d’Italia. Parte I. pag. 62. Specie alquanto più frequente della precedente, però sempre piuttosto rara; vive per lo più nelle vicinanze degli scogli, formanti la costiera dalmata. OTt'd'in'e..'Cet'alee;a: Fam. Delphinida. Gen. Delphinus Linn. Delphinus delphis Linn. Delphinus delplis, Linn. Syst. nat. XIII. t. I. pag. 230. Cornalia. Fauna d’Italia. Parte I. pag. 64. »n ”» ESA [CO (AI È la specie più comune dei cetacei dell’ Adriatico; vive di solito in grandi stuoli recando delle volte grandissimi danni alle reti dei pescatori. Delphinus tursio Fabr. Delphinus tursio, Fabr. Schreb. Siugeth, tab. 344. Bonnalt. Cetac. pag. 21, tab. 11, fig. 1. n 5 Cornalia. Fauna d’ Italia. Parte I, pag. 64. Per l'Adriatico è una specie abbastanza rara. Delphinus Rissoanus Laur. Grampus Itissoanus, Gray. Catal. Cetac. pag. 84. Trois. Atti R. Istit. Venet. di scienz. v. III. Sez. IV. 1874. Delphinus Rissoanus, Cornalia Fauna d’ Italia. Parte I, pag. 65. Entra soltanto accidentalmente nell’ Adriatico. ” D) ” ” Gen. Physeter Linn. Physeter macrocephalus Linn. Se macrocephalus, Brandt et Ratz. Med. zool. tab. 12, fig. 1. x Cornalia. Fauna d’Italia. Parte I, pag. 67. g Entra soltanto accidentalmente nelle nostre acque. Physeter Tursio Linn. Physeter Tursio, Linn Syst. Natur. XIII, vol. I, pag. 228. S » Cornalia. Fauna d’Italia. Parte I, pag. 68. Comparisce abbastanza frequentemente nell’ Adriatico, e ven- nero di già presi parecchi esemplari tanto sulle coste istriane, quanto su quelle della Dalmazia. Classe II Reptilia. Ordine; Chel'omi'a. Fam. Chelonidae. Gen. Chelonia Brongn. Chelonia Midas Schweigger. Chelonia Midas, Schweigger. Kònigsberg. Arch. f. Naturg. I, pag. 291. ta È De Betta. Fauna d’Italia. Parte IV, pag. 14. Chelonia albiventer, Nardo. Atti R. Istituto Veneto. Ser. III, vol. IX, 1864, pag. 1418. È specie rarissima per il nostro mare, non avendone fino ad ora pescati che soltanto due esemplari. * PN Chelonia caretta Linn. Testudo cephalo, Schneider. Naturgesch. d. Schildkr, pag. 303. Chelonia caretta, Bonaparte. Tconogr. Fauna d’ Italia. Tomo II. s 5 De Betta. Erpetolog. veneta. Verona 1857, p. 109. » PA b Fauna d’Italia. Parte IV, pag. 15. Può dirsi specie abbastanza frequente per l’ Adriatico spin- gendosi essa fino nel porto di Trieste. Classe III Pisces. Ordine I. Teleostei. Sottord. I. Dermoptera. Fam. Muraenidae. Gen. Muraena Thunb. Muraena helena Linné, Muraena helena, Bloch. Hist. nat. d. Poiss. tav. 152. ; » Canestrini. Fauna d’Italia. Parte III, pag. 202. ” » Cataloghi di Perugia e Trois. Abbondante nel mare siciliano e napolitano è invece rara nell’ Adriatico; predilige fondi rocciosi. Muraena unicolor Delaroche. Muraena unicolor, Delaroche. Ann. Museum Hist. Natur. v. XIII, t132bp.if. db. E È Canestrini. Fauna d’Italia. Parte III, pag. 202. » ” Cataloghi di Perugia è Trois. Specie rarissima rinvenuta fino ad ora soltanto nei paraggi d’ Otranto. Gen. Ophisurus Lac. Ophisurus serpens Linné. Ophisurus serpens, Costa. Fauna napol. Pesci, tav. 28 bis fig. 1. ; » Canestrini Fauna d’Italia. Parte III, pag 201. > » Cataloghi di Perugia e Trois. Vive anche nell’ Adriatico, ma è alquanto raro. Secondo Pe- rugia ne vennero presi anche nel golfo di Trieste alcuni esemplari. Gen. Conger Uny. _ Conger myrus Art. Conger myrus, Costa. Fauna napol. Pesci, tav. 33. S > Canestrini.. Fauna d’Italia. Parte III, pag. 200. pe Conger myrus. Cataloghi di Perugia e Trois. s niger, Risso. Cataloghi di Perugia e Trois. Vive lungo tutte le nostre coste, ma non è molto comune Conger vulgaris Cuvier. Muraena conger, Linné. System. natur. pag. 1135 N. 6. A » Bloch. Hist. natur. d. Poiss. II, pag. 37, tav. 155. 5 » Naccari. Ittiolog. Adriat. Pavia, 1822. Conger vulgaris, Costa. Fauna napolit. Pesci, tav. 29. s % Canestrini. Fauna d’Italia. Parte III, pag. 200. ; » Cataloghi di Perugia e Trois. Comune in tutto I’ Adriatico: volgarmente viene denominato “SIOngo,. Gen. Anguilla T'hunh. Anguilla vulgaris Flemm. Muraena Anguilla, Bloch. Fische Deutschld. INI, p. 4, t. 73. > Naccari. Ittiolog. Adriat. Pavia, 1822. SI vulgaris, Costa. Fauna napolit. Pesci, tav. 55-60. 5 i Canestrini. Fauna d’ Italia. Parte III, pag. 29. x % Cataloghi di Perugia e Trois. Vive nelle acque dolci a fondo melmoso, ed al tempo della frega discende in mare. Fam. Symbranchidae. Gen. Sphagebranchus BI. Sphagebranehus imberbis Delar. Sphagebranchus imberbis, Costa. Fauna napol. Pesci, tav. 32, fig. 2. 5 Canestrimi. Fauna d’Italia. Parte III, p. 203. A 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Entra soltanto accidentalmente nell’ Adriatico. » Sottord. II. Haplopteri. Fam. Lophotidae. Gen. Lophotes Giorna. Lophotes cepedianus Giorna. Lophotes cepedianus, Giorna. Mem. Accad. Torino, 1803, tav. 11, fig. 1 » >, Cuvier et Valene. Hist. d. Poiss. X, tav. 301. A Canestrini. Fauna d’ Italia. Parte III, pag. 195. » ” Cataloghi di Perugia e Trois. »” Specie rarissima non soltanto nell’ Adriatico, ma anche negli altri mari italiani. Fam. Trachypteridae. Gen. Trachypterus Gouan. Trachypterus repandus Melaxà. Trachypterus repandus (T. bonelli Cuv ), Costa. Fauna napolit. Pesci tav. 9 ter. 7 £ Canestrini. Fauna d’ Italia. Parte INI, p. 194. 5 Cataloghi di Perugia e Trois. ni soltanto alcune volte a Lissa ed a Lesina. Trachypterus taenia BI. Schn. Trachypterus taenia, Cuvier et Valence. Hist. d. Poiss. tav. 297. ” > Costa. Fauna napolit. Pesci, tav. 9. ”» s Canestrini. Fauna d’ Italia. Parte III, p. 193. » » Cataloghi di Perugia e Trois. È molto più frequente della specie precedente ed apparisce delle volte anche nel golfo di Trieste. Fam. Cepolidae. Gen. Cepola Linné. Cepola rubescens Linné. Cepola tuenia, Linné. System. natur. pag. 1186, N. 1. » » Bloch. Hist. nat. d. Poiss. II, pag. 134, tav. 172. È » Naccari. Ittiolog. Adriat. Pavia, 1822. 5 rubescens, Cuvier et Valence. Hist. d. Poiss. X, tav. 300. » » Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, pag. 192. » 2 Cataloghi di Perugia e Trois. Specie comunissima ovunque. Conosciuta dai pescatori sotto il nome di “pesce spada, o “pesce cordela,,. Fam. Ophidiidae. Gen. Ammodytes Art. Ammodytes tobianus Linné. Ammodytes tobianus, Cuvier. Regne anim. tav. 110, fig. 2. n 5 Costa. Fauna napolit. Pesci, tav. 51. 3 g Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, pag. 191. ” » Cataloghi di Perugia e Trois. Rarissimo lungo le coste dalmate. Gen, Fierasfer Cuvier. Fierasfer aeus Briinn. Fierasfer fontanesii, Costa. Fauna napolit. tav. 20 bis. n imberbis Cuv. Cataloghi di Perugia e Trois. 5 acus, Canestrini. Fauna d'Italia. Pesci, pag. 191. È specie alquanto rara nel nostro mare ed abita nell’ interno delle oloturie. Gen. Ophidium Cuv. Ophidium barbatum Linné. Ophidium barbatum, Linné. System. natur. pag. 1146, N. 1. ”» 7. Bloch. Hist. nat. d. Poiss. II, p. 70, t. 159, fig. 1. » ; Naccari. Ittiolog. adriat. Pavia, 1822. f È Costa. Fauna napolit. Pesci, t. 20 ter. A. fig. 1. di + Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, pag. 190. i % Cataloghi di Perugia e Trois. Comunissimo in tutto 1° Adriatico. Ophidium Vassali Risso. Ophidium Vassali, Risso. Tehthyol. de Nice, fig. 12. P » Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, pag. 190. » s Cataloghi di Perugia e Trois. È molto più raro della specie precedente. Gen. Pteridium Scop Pteridium atrum Swains. Oligopus ater, Riss. Catalogo di Zrois. Pteridium atrum, De Philippi e Verany. Memor. Accad. Torino vol. XVIII. S » Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, pag. 189. Vive nei paraggi di Lesina, però rarissimo. Fam Trichiuridae. Gen. Lepidopus Gouan. Lepidopus caudatus Euphr. Lepidopus argenteus, Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia, 1822. n ensiformis, Cuvier et Valence. Hist. nat. d. Poiss. VIII, t. 228. » - Cataloghi di Trois e Perugia. 5 caudatus, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, pag. 188. Vive in tutto 1 Adriatico, però rarissimo; degli esemplari vennero presi tanto a Trieste che a Venezia. AURORA Fam. Lepadogastridae. Gen. Mirbelia Canestrini. Mirbelia Decandollii Risso. Lepadogaster olivaceus, Risso. Cataloghi di Perugia e Trois. Mirbelia Decandollii, Canestrini. Archiv. per la Zool. Ser. I, v. III» tav. 3, fig. 2. 5 3 x Fauna d’Italia. Pesci, pag. 187. Si trova in tutto l’ Adriatico, però alquanto rara. Mirbelia Desfontainii Risso. Lepadogaster Desfontainii, Canestrini. Archiv. p. 1. Zool. v. III, t. 3, fig. 5-6. i, Catalozia di Perugia e Trois. Mirtelia Desfontainii, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, pag. 187. Più frequente della specie precedente. Tutte le specie appar- tenenti al genere Mirbelia e Lepadogaster sono conosciute volgar- mente col nome di “Taccasso,. Gen. Lepadogaster Canestr. Lepadogaster acutus Canestr. Lepadogaster acutus, Camestrini. Archiv. p. 1. Zool. v. III, p. 187. » » ” Fauna d’ Italia. Pesci, pag. 187. ” » Cataloghi di Perugia e Trois. Specie molto rara per l’ Adriatico. Lepadogaster Brownii Risso. Lepadogaster Brownti, Camestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 186. I pochi esemplari di questa specie pescati nell’ Adria, pro- vengono da Lesina. Lepadogaster Gouanii Lacep. Lepadogaster Gouani, Canestrini. Arch. per 1. Zool. v. III, t. 3, fig. 2. 5 > 2 Fauna d’Italia. Pesci, pag. 186. ” A Cataloghi di Perugia e Trois. È una specie abbastanza frequente. Gen. Gouania Nardo. Gouania prototypus Nardo. Gouania piger, Nardo (Bp.) Cataloghi di Perugia e Trois. $ prototypus, Troschel. Wiegmann’s Arch. 1860, tav. 7. » : Camestrini. Fauna d’Italia. Pesci, pag. 186. Specie alquanto rara per le nostre coste. SIR A Fam. Callionymidae. Gen. Callionymus Linné. Callionymus belennus Risso. Callionymus belennus, Risso. Hist. natur. III, pag. 263. Bonaparte. Iconogr. fauna italic. fig. n b>] ” > Canestrini. Arch. Zool. Anat,. vol. II, tav. 1,f.1. » ” Pi Fauna d’Italia. Pesci, pag. 179. » ” Cataloghi di Perugia e Trois. Comune in tutto 1’ Adriatico. Tutti i callionimi sono cono- sciuti volgarmente sotto il nome di “guatte,. Callionymus lyra Linné. Callionymus lyra, Cuvier. Regn. anim. Poiss. tav. 82, fig. 1. - » Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, pag. 179. ” » Cataloghi di Perugia e Trois. Entra soltanto accidentalmente nei nostri mari. Callionymus draeuneulus Risso. Callionymus lacerta, Cuvier. Regne anim. II, pag. 247. admirabilis, Risso. Hist. natur. TIT, p. 264, t. 6, f. 11. ” ” dracunculus, Linné. Syst. natur. I, pag. 434. 5 3 Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. n s Camestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 178. - 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Specie molto rara per 1’ Adriatico. Callionymus maculatus Raf. Callionymus maculatus, Rafinesque. Caratt. pag. 25, tav. 5, fig. 1. 5 % Bonaparte. Icon. fauna italica, fig. ”» Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. II, t. 1. fig. 2. » » Fauna d’ Italia. Pesci, p. 178. ” A Cataloghi di Perugia e Trots. Anche questa specie è piuttosto rara. Fam. Blenniidae. Gen, Blennius Cuv. Blennius Montagui Flemm. Blennius Montagui, Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. II tav. ITI, fig. 4. ” » Fauna d’Italia. Parte III, pag. 183. ” È Bice: Pesci dell’ Adriat. Venezia, 1875, p. 28. E specie rarissima per 1° Adriatico, non avendolo, fino ad ora trovato che nelle vicinanze di Lesina, Lissa e Curzola. Blennius ocellaris Linné. Blenmius ocellaris, Naccari. Ittiolog. Adriatic. Pavia, 1822. A z Linné. System. natur. pag. 1176, N. 4. È, x Bloch. Auslind. Fische. II, pag. 112, t. 165, f. 1. n 7 Cuvier. Regn. Animal. tav. 77, fig. 1. >; - Canestrini. Arch. Zool. Anat. vol. II, tav. II, f. 2. È ni Da Fauna d’Italia. Parte III, pag. 183. 5 5 Cataloghi di Trois e Perugia. È abbastanza comune, preferisce i fondi algosi, viene portato spesse volte sui mercati, però la sua carne è quasi di nessun pregio. Blennius pavo, Cuv. et Valence. Blennius pavo, Cuvier et Valenc. Histoir. d. Poiss, tav. 323, 324. Canestrini. Arch. Zool. Anat. vol. II, tav. IV. fig. 4. A i, 5 Fauna d’Italia. Parte III, pag. 182. » È Cataloghi di Perugia e Trois. Frequente come la specie precedente. Blennius sphinx Cuv. et Valenc. Blennius sphina, Cuvier et Valenc. Hist. d. Poiss. tav 321, 322. Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. II, t. III, fig. 2 tav. IV, fig. 3. ” si 3 Fauna d° Italia. Parte III, pag. 182. n » Cataloghi di Perugia e Trois. Specie abbastanza rara, tanto nell’ Adriatico, quanto nel Me- diterraneo. Blennius basiliscus Cuv. et Valence. Blennius basiliscus, Cuvier et Valenc. Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. II, tav. III, fig. 3. » z 3 Fauna d’Italia. Parte III, pag. 182. Rarissimo per 1’ Adriatico. Blannius palmiecornis Cuv. et Valene. Blennius pholis, Linné. System natur. pag. 1180, N. 8. Bloch. Fische Deutschl. II, pag. 104. tav. 71, fig. 2. 5 4 Naccari. Ittiolog. Adriat. Pavia, 1822. “ palnicornis, Cuvier et Valence. Hist. d. Poiss, tav. 319, 320. Canestrini. Archiv. Zool. Anat. vol. II, t. II, figs»35! til} fig. 1, » » ” ” » b>) (3 LAS) né — Blennius palmicornis, Camestrini Fauna d’Italia. Parte III, p. 181. ; 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Specie comunissima in tutto !’ Adriatico. Le specie spettanti al genere Blennius sono conosciute volgarmente coi nomi di “stre- ghe, o “gattarosule,. Blennius Rouxi Cocco. Blennius Rouxi, Cocco. Giorn. Scienz. Lett. Messina, v. 42, tav. 9, fig. 1, pag. 11 ” ; Bonaparte. Iconogr. Fauna italica, t. III, fig. » LE Canestrini. Fauna d’Italia. Parte III pag. 181. » » Cataloghi di Perugia e Trois.: Mancante nel golfo di Venezia, Trieste e Quarnero, però ra- rissimo in Dalmazia. Blennius tentacularis Briinn. Blennius tentacularis, Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. Il, tav. IV, fi. 6;c9,; 10: Fauna d’Italia. Parte III, p. 180- » » » Cataloghi di Perugia e Trois. È comune in tutto 1’ Adriatico e vive per lo più in luoghi poco profondi, tra le roccie e le alghe. Blennius gattorugine Linné. Blennius gattorugine, Linné. System. natur. pag. 1177, N. 5. » tz) » ” 5 Naccari Ittiol. adriat. Pavia, 1822. » A Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. II, tav. II, f. 1. ” ” ” Fauna d’Italia. Parte INI, p. 180. » » Cataloghi di Perugia e Trois. Comune. Gen. Tripterygion Risso. Tripterygion nasus Risso. Blennius Tripteronotus, Risso. Hist. nat. III, tav. V, fig. 14. Tripterygion nasus, Canestrini. Arch. Zool. Anat. vol. II, tav. IV, Li A » ”» » Fauna d’ Italia. Parte III, pag. 184. » » Cataloghi di Perugia e Trois. Specie abbastanza comune; vive in prossimità delle spiaggie tra le roccie e le alghe. Gen. Cristiceps Cuv. et Val. Cristiceps argentatus Risso. cl'ARd Clinus variabilis, Canestrini. Arch. Zool. Anat. vol. II, tav. I, fig. 3. Ò 3 Cataloghi di Perugia e Trois . Cristiceps argentatus, Canestrini. Fauna d’Italia. Parte III. p. 185. Comparisce qualche rara volta anche nel golfo di Trieste. Fam. Gobiidae. Gen. Gobius Art. Gobius albus Parn. Gobius Aphia, Linné. System. natur. p. 1199, N. 4. » Naccari. Ittiolog. adriat. Pavia 1822. Bradl yochirus aphia, Bp. Cataloghi di Perugia e Trois. Gobius albus, Canestrini. Arch. Zool. Anat. vol. I, tav. 8, fig. 3. 7 n ; Fauna d’Italia. Pesci, pag. 176. Lo si trova raramente nell’ Adriatico. Gobius elongatus Canestrini. Gobius elongatus, Camestrini. Arch. Zool. Anat. vol. I, tav. 8 f. 5. ” > x Fauna d’Italia. Pesci, pag. 176. > 5 Catalogo di 7yors. Entra soltanto accidentalmente nell’ Adriatico. Gobius minutus Penn. Gobius minutus, Canestrini. Arch. Zool. Anat. vol. I, tav. 9, f. 2 3 ni A Fauna d’Italia. Pesci, p. 176. x »s Cataloghi di Perugia e Trois. Lo si rinviene abbastanza frequentemente. Tutti i rappresen- tanti di questo genere si nominano volgarmente “guatti, o “pa- ganeli,. Gobius quadrivittatus Steind. Gobius quadrivittatus, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 175. È una specie che vive soltanto nell’ Adriatico, e venne scoperta nelle vicinanze di Lesina. Gobius Ruthensparri Euph. Gobius Ruthensparrì, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 174. 5 na Cataloghi di Perugia e Trois. Specie eziandio molto rara. Gobius Knerii Steindach. Gobius Knerti, Steindachner. Sitzsber. Wiener Akad. 1861, t. XIII, pag. 287. ” ” Camestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, pag. 173. 99 Esso come il G. quadrivittatus è specie propria dell’ Adriatico; vive presso le coste della Dalmazia, però poco frequente. Gobius quadrimaculatus C. V. Gobius quadrimaculatus, Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. I, t. 8. f. 1. 5 5 5 Fauna d’Italia. Pesci, p. 172. - s Cataloghi di Perugia e Trois. Comune ovunque e durante tutto 1’ anno. Gobius jozo Linné. Gobius jozo, Canestrini. Arch. Zool. Anat. vol. I, tav. 7, f. 1. 5 ” 5 Fauna d’Italia. Pesci, p. 172. 5 » Cataloghi di Perugia e Trois. È una specie comunissima in tutto l’ Adriatico. Gobius geniporus C. V. Gobius geniporus, Canestrini. Arch. Zool. Anat. vol. I, tav. 9, f. 3. A + È Fauna d’ Italia. Pesci, p. 171. » à Cataloghi di Perugia e Trois. Gobius auratus Risso. Gobius auratus, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 171. ài } Cataloghi di Perugia e Trois. Abbastanza raro. Gobius cruentatus Gmelin. Gobius cruentatus, Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. I, tav. 10, f. 2. - 3 a Fauna d’ Italia. Pesci, p. 171. = 3 Cataloghi di Perugia e Trois. DI Anche questa specie è alquanto rara. Gobius lota C. V. Gobius limbatus, Cuvier et Valence. Hist. nat. d. Poiss. tav. 345. ”» » Catalogo di Perugia. é venetiarum Nardo. Catalogo di Trois. È lota, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 170. Frequentissimo in tutto 1’ Adriatico. Gobius capito C. V. Gobius capito, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 170. S » Cataloghi di Perugia e Trois. È la specie più grande e più frequente del genere Gobius. Gobius paganellus Linné. Gobius paganellus, Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. ” 5 Camestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 169. RE 0) Gobius paganellus. Cataloghi di Perugia e Trois. Frequente in tutto l’ adriatico. Gobius niger Linné. Gobius niger, Bloch. Fische Deutschld. II, p. 5, tav. 38, f. 1, 2,5. 3 » Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. 3 » Canestrini. Arch. Zool. Anat. I, tav. 7, fig. 2. - A % Fauna d’ Italia. Pesci, p. 169. 3 s Cataloghi di Perugia e Trois. Abbastanza frequente presso le coste adriatiche Fam. Pleuronectidae. Gen. Plagusia Cuv. Plagusia lactea Bonap. Plagusia lactea, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 3 5 Camestrini. Arch. Zool. Anat. vol. I, tav. 4, f. 3. Pe S ; Fauna d’ Italia. Pesci, p. 168. Specie rarissima soltanto presso le coste meridionali della Dalmazia. Gen. Solea Lac. Solea monochir Bonap. Monochirus peguse, Risso. Hist. Natur. III p. 257, tav. 18, f. 3." È hispidus, Raf. Catalogo di Perugia. Solea monochir, Bonaparte. Iconogr. fauna italie. fig. " 5 Canestrini. Fauna d’ Italia, Pesci, p. 167. - - Catalogo di 7roîs. Abbonda nei mesi caldi. Solea lutea Risso. Rhombus luteus, Risso. Hist. Natur. III, pag. 257. Pleuronectes trichodactilus Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822, p. 11. Solea lutea, Bonaparte. Iconogr. fauna italic. fig. s » Camnestrini. Arch. Zool. Anat. vol. I, tav. 3, f. 4. si P. 5 Fauna d’Italia. Pesci, pag. 167. È » Catalogo di 7Yoss. Alquanto rara nell’ Adriatico. Solea Mangilii Risso. ERhombus Mangili, Risso. Hist. Natur. III, pag. 255. Soleca Mangili, Bonaparte. Iconogr. fauna italie. fig. ”» » Canestrini. Arch. Zool. Anat. vol. I, tav. 3. fig. 3. i — II — Solea Mangilii, Camestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 166. 5 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Molto più frequente della specie precedente. Solea ocellata Linn. Solea oculata, Risso. Hist. Natur. III, pag. 248. 5 »s Bonaparte. Iconogr. fauna italica, fig. 3 »s Cataloghi di Perugia e Trots. » ocellata, Canestrini. Arch. Zool. Anat. vol. II, tav. 8. 5 3 A Fauna d’Italia. Pesci, pag. 166. Per l’ Adriatico può dirsi specie molto rara. Solea Kleinii Risso. Rhombus Kleinii, Risso. Hist. Natur. III, pag. 255. Solea Kleinii, Bonaparte. Tconogr. fauna ital. fig. x = Canestrini. Arch. Zool. Anat. vol. I, tav. 3, fig. 5. 3; ù 4 Fauna d’ Italia. Pesci, p. 166. 5, a, Cataloghi di Perugia e Troîs. Si trova abbastanza frequente sopra fondi alquanto algosi. Volgarmente tutte le Sogliole si nominano “sfogie, o “sfogieti,. Solea lasearis Risso. Pleuronectes lascaris, Risso. Ichtyol. de Nice, p. 311, tav. 7. f. 32, Solea lascaris, Risso. Hist. natur. II, pag. 249. . - Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. E i Canestrini Arch. Zool. Anat. vol. I, tav. 4, f. 1. A s 5 Fauna d’ Italia. Pesci, 165. z È Catalogo di ross. Specie abbastanza comune nell’ Adriatico; vive per lo più sopra fondi arenosi. Solea vulgaris Cuvier. Pleuronectes solea, Linné. Syst. Natur. I, p. 497, N. 9. Ò » Bloch Hist. nat. d. Poiss. II, p. 42, t. 45. s » : Naccari. Ittiol. adriat. Pavia 1822, p. ll. Solea vulgaris, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 5 A Canestrini. Arch. Zool. Anat. vol. I, tav. 4, fig. 2. ” ì n Fauna d’ Italia. Pesci, pag. 165. » 1 Cataloghi di Perugia e Trois. È la più comune di tutte le Sogliole. Gen. Platessa Cuv. Platessa passer Bonap. — BID Pleuronectes platessa, Linné. Syst. Natur. pag. 1228. 5 È Bloch. Hist. nat. d. Poiss. II, p. 31, t. 42. d Naccari, Ittiol. adriat. Pavia 1822. ui passer, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. so PA Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. I, t. I, f_ 1. ” ” Fauna d’ Italia. Pesci, p. 164. > 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Comune in tutto 1’ Adriatico e durante tutto 1’ anno ; volgar- mente chiamasi “passara,. Platessa vulgaris Bonap. Platessa vulgaris, Bonaparte. Catal. met. d. pesci europ. p. 48. 5 5 Trois. Atti R. Istit. Ven. vol. IV, Sez. V, 1877. Pescata soltanto nel Quarnero; rarissima. Gen. Citharus Blekr. Citharus linguatula Linné. Hippoglossus citharus, Risso. Hist. Natur. III, p. 146. Pleuronectes macrolepidotus, Delaroche. Ann. Mus. Hist. Natur. vol. XIII, p. 3953. ” Bonaparte. Iconogr fauna ital. fig. n cibbtiuai Spinosa. Ann. Mus. Hist. Natur. vol. X, p. 166. 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Gelliona linguatula, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 164. Abbastanta frequente, specialmente nei mesi estivi; volg.: “pataracia,. Gen. Arnoglossus Blekr. Arnoglossus Grohmanni Bp. Pleuronectes Grohmanni, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. x ps Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. I, t. I, f, 3. » Cataloghi di Perugia e Trots. Arnoglossus Grohmanni, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 165. È specie che trovasi talvolta abbastanza frequente. Arnoglossus laterna Walb. Rhombus nudus, Risso. Hist. natur. III, pag. 251. Pleuronectes arnoglossus, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. ò 5 Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. I, t. I, f. 4. 3 Cataloghi di Perugia e Trois. Ani laterna, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 162. Come la specie precedente, è, a seconda delle località, più o meno frequente. Gen. Rhomboidichthys Blelr. Rhomboidiehthys mancus Risso. Pleuronectes mancus, Risso. Ichthyol. de Nice p. 317. Rhombus mamcus, Risso. Hist. natur. III, p. 253. % rhomboides, Bonaparte. Iconogr. fauna italie. fig. Bothus rhomboides, Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. I, tav. 3, f. 2. > 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Rhomboidichthys mancus, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 162. Rarissimo in vicinanza delle coste dalmate. Rhomboidichthys podas Del. Pleuronectes podas, Delaroche. Ann. Museum Hist. Natur. v. XD t. 24, f. 14. ERhombus Gesneri, Itisso. Hist. Natur. II, p. 254. ” podas, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. Bothus podas, Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. I. tav. 2, f. 3. » Cataloghi di Perugia e Trois. Bloisi ys podas, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 162. Rarissima come la specie precedente. Gen. Phrynorhombus Giinther. Phrynorhombus unimaculatus Risso. ERhombus unimaculatus, Iisso. Hist. Natur. III, p. 252, t. 13, f. 35. 3 Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. Pl Lia unimaculatus, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 161. Trovasi poco frequente sotto i sassi e nelle cavità sottoma- rine, e da ciò anche il suo nome volgare “peloso de grotta, Gen. Rhombus KI. Rhombus laevis Rondol. Pleuronectes rhombus, Linné. Syst. Natur. I, p. 458. s 5 Bloch. Hist. Natur «di. Poiss.. II, 1 96,t. 42. EFhombus laevis, Bonaparte. Iconogr. fauna italie. fig. A » Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 161. Psetta rhombus, Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. I, tav. 2, f. 4. 5 $ Cataloghi di Perugia e Trois. È comune durante tutto l’ anno. Volg. “Sfazo,, e “Soazo,. Rhombus maximus Cuvier. Pleuronectes maximus Linné. Syst. Natur. I, p. 459. 3 5 Bloch. Hist. Natur. d. Poiss II, p. 53, t. 49. ” 3 Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822, p. 11. 3 — 34 — Ihombus marimus, Iisso. Hist. Natur. INI, p. 25. Bonaparte. Iconogr. fauna italic. fig. L ba Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 160. Psetta maximus, Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. I, tav. 3. f. 1. D a Cataloghi di Perugia e Trois. Questa spocie, chiamata volgarmente “rombo, è molto fre- quente nell’ Adriatico, e si tiene per lo più nascosta nel fango e nella sabbia. 29 ” Fam. Macrouridae. Gen. Macrourus. Macrourus caelorhynchus Risso. Lepidoleprus caelorhynchus, Risso. Hist. Natur. INT, p. 244. Macrourus caclorhynchus, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. » 5 Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 159. Questa specie non trovasi che accidentalmente presso le spiag- gie meridionali della Dalmazia, ed ha la particolarità che presa all’amo si gonfia e tramanda un suono, come il capone imperiale (Trigla cuculus). Fam. Gadidae. Gen. Motella Cuv. Motella communis Costa. Motella fusca, Sw. Cataloghi di Perugia e Trois. x communis, Costa. Fauna Regn. Nap. tav. 38 bis. » 5 Canestrini, Arch. Zool. Anat- v. II, tav. 15-16. ” » ” Fauna d’ Italia. Pesci, p. 158. Vive anche nell’ Adriatico, ma poco frequente. Gen. Phycis Art. Phycis mediterraneus Delar. Phycis tinca, Sw. Cataloghi di Perugia e Trois. > mediterraneus, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 157. x Questa specie è per I Adriatico piuttosto rara. Gen. Merlucius Cuv. Merlucius eseulentus Risso. Gadus merlucius, Linné. Syst. Natur. p. 1169. > 5 Bloch. Hist. Natur. d. Poiss. II, p. 93, t. 154. s % Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. Merlucius esculentus, Camestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 156. SR, 103015 UND Merlucius esculentus. Cataloghi di Perugia e Trois. È comune in tutto l’ Adriatico; volgarmente viene chiamato “merluzzo,. Gen. Merlangus Cuv. Merlangus vernalis Risso. Merlamgus vulgaris, Cuvier. Regn. anim. tav. 106, f. 2. 3 Pa Catalogo di Perugia. vernalis. Catalogo di Trois. Questa specie appartiene più alle coste settentrionali dell’Adria- tico, ove è anche abbastanza frequente. bel Gen. Gadus Linné. Gadus euxinus Nordm. Gadus eurinus, Canestrini. Fauna d'Italia. Pesci, p. 154. È specie rarissima per l'Adriatico e non fu trovata, credo, che una volta soltanto dall’ Heckel. Gadus minutus Linné. Gadus minutus, Canestrini. Arch. Zool. Anat. v. IT, t. 15-16, f. 1. È Pa Cataloghi di Perugia e Trois. Trovasi per lo più durante i mesi estivi, però alquanto raro. Fam. Echeneidae. Gen. Echeneis Art. Echeneis remora Linné. Echeneis remora, Costa. Fauna d. R. Napol. tav. 26-27. P n Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 152. a 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Vive per lo più parassita sopra il Thynnus vulgaris, ed è ra- rissima. Fam. Pediculati. Gen. Lophius Art. Lophius budegassa Spin. Lophius budegassa, Spinola. Ann. Hist. Natur. 1807, p. 376. n ni Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 5 3 Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 151. 5 5; Cataloghi di Perugia e Trois. Specie abbastanza frequente in tutto l’ Adriatico. Lophius piscatorius Linné. BEAT Lophius piscatorius, Linné. Syst. Natur. I, p. 402. i = Bloch. Hist. Natur. d. Poiss. III, p. 82, t. 87. È x Fisso. Hist. Natur. III, p. 170. È ni Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. ” È Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 151. x È molto più comune della specie precedente. Volgarmente è detto “rospo,. Fam. Uranoscopidae. Gen. Uranoscopus Cuv. Uranoseopus seaber Linné. Uranoscopus scaber, Linné. Syst. Natur. p. 1156. 5 P: Bloch. Hist. d. Poiss. II, p. 90, t. 163. 5 % Cuvier. Regn. anim. illustr. t. 17, f. 1. $ d Camestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 150. » Cataloghi di Perugia e Trots. Questa ica detta volgarmente “bocca in cao, è comune durante tutto l’ anno, e vive in vicinanza della costa. Sottord. III Plectognathi. Fam. Gymnodontes, Gen. Orthagoriscus Sw. Orthagoriscus Planci Bonap. Orthagoriscus Planci, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 149. 5 » Cataloghi di Perugia e Trois. Specie rarissima non solo per 1’ Adriatico, ma anche per il Mediterraneo. Volgarmente “pesce balla,. Orthagoriscus mola Linné. Tetraodon mola, Linné. Syst. Natur. p. 1447. n Naccari. Ittiol. adriat. Pavia 1822. Mola aspera. Cataloghi di Perugia e Trois. Orthagoriscus mola, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 148. x x E alquanto più frequente dell’ antecedente. Fam. Balistidae. Gen. Balistes Cuv. Balistes capriscus Linné. Balistes capriscus, Naccari. Ittiol. adriat. Pavia 1822. È. % Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 146. ue. Bee Balistes capriscus. Catalogo di Perugia e Trois. Anche il pesce balestra, appartiene alle rarità delle spiaggie adriatiche. Sottord. IV Aulostomidae. Fam. Singnathidae. Gen. Nerophis Kaup. Nerophis ophidion Linné. Nerophis vittata, Raf. Catalogo di Perugia. È: ophidion, Canestrini. Arch. Zool. Anat. Ser. I. v. HI t. 4, f. 7-8. » » bi Fauna d’ Italia. Pesci, p. 145. » ” Catalogo di 7Yrots. Alquanto più abbondante nelle regioni meridionali dell’ A- driatico. Nerophis maculata Raf. Nerophis papacina, Bp. Catalogo di Perugia. È maculata, Camestrini. Arch. Zool. Anat. Ser. II, v. II, t. 4, f. 6. ” » 3) Fauna d’Italia. Pesci, p. 144. ; ” Catalogo di 7yo:s. È molto più raro della specie precedente. Gen. Syngnathus Lin. Syngnathus brevirostris H. et E. Syngnathus brevirostris, Canestrini. Arch. Zool. Ser. IL v. HI, tino \Î/3 BD ; LI Lo Fauna d’Italia. Pesci, p. 144. a, Catalogo di 7yo?s. tastiera comune nel nostro mare. Syngnathus Agassizi Michah. Syngnathus Agassizi, Canestrini. Arch. Zool. Ser. II, v. III t. 4, f. 4. > > 5 Fauna d’Italia. Pesci, p. 144. 5 Catalogo di Trois. È molto più raro della specie precedente. Syngnatus abaster Risso. Syphostoma abaster, Bp. Catalogo di Perugia. Syngnathus abaster, Canestrini. Arch. Zool. Ser. II, v. III, t. 4, f. 3. Fauna d’Italia. Pesci. p. 143. n » » — 38 — Syngnathus abaster. Catalogo di Trois. Sembra essere anche questa una specie abbastanza rara. Syngnathus taenionotus Canestr. Syngnathus taenionotus, Canestrini. Arch. Zool. Ser. IT, v, III, t. 3, f. 8. » » 5 Fauna d’ Italia. Pesci, p. 143. ” ; Catalogo di Trois. È specie caratteristica per la laguna veneta. Syngnathus rubescens Risso. Syphostoma ferruginea et rubescens, Bp. Catalogo di Perugia. Syngnatus rubescens, Canestrini. Arch. Zool. Ser. II, v. III, t. 3. f. 7. ”» > Fauna d'Italia. Pesci, p. 142. 5 Catalogo di Trois. pasa frequente. Sygnathus tenuirostris Rath. Syphostoma acus, Bp. Catalogo di Perugia. Syngnatus acus, Linné. Syst. Natur. p. 1455. E n !9ABlochi-Histo%d. «Poiss. Ipo, tie 27 5 tenuirostris, Canestrini. Arch. Zool. Ser. IL v. III, t.3. f. 1. ”» 5 5 Fauna d’Italia. Pesci, p. 142. > ; Catalogo di 7yois. È la specie più comune di questo genere, specialmente nei mesi caldi; volg. “angusigolo selvadigo, o “pesce ago,. Gen. Siphonostomus Raf. Siphonostomus typhle Lin: Syphostoma typhle, Bp. Catalogo di Perugia. Syphonostomus typhle, Camestrini. Arch. Zool. Ser. II, v. HI, t. 3, f. 5-6. È 5 si Fauna d’Italia Pesci, p. 141. » Catalogo di 7ross. ù piuttosto frequente nell’ Adriatico. Syphonostomus Rondeletii Delar. Syphostoma rhynchaenus, Bp. Catalogo di Perugia. Syphonostomus Rondeletii, Canestrini. Arch. Zool. Ser. II, v. II, t. 3, f. 2-4. » ” : Fauna d’ Italia. Pesci, p. 141. 5 Catalogo di Trois. Più rara della specie precedente. 3 E Gen. Hippocampus Cuv. Hippocampus brevirostris Cuvier. Hippocampus brevirostris, Canestrini. Arch. Zool. Ser. II, v. HI, te 2 ero 3 hl 4 Fauna d’Italia. Pesci, p. 141. P > Cataloghi di Perugia e Trois. Abbastanza comune nei mesi caldi. Hippocampus guttulatus Cuvier. Syngnatus hippocampus, Bloch. Hist. d. Poiss. I, p. 6, t. 109, f. 3. Hippocampus guttulatus, Canestrini. Arch. Zool. Ser. II, v. IIL t. 2, £. 1. - 5 È Fauna d’Italia. Pesci, p. 140, 5 Catalogo di ZYrois. Molto più abbondante della precedente. Fam. Centriscidae. Gen. Centriscus Cuv. Centriseus seolopax Linné. Centriscus scolopax, Linné. Syst. Natur. p. 1461. BlochiHisk®d “Poissgl pi 55) t. Rd; i. 1. Di Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822 Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 137. Cataloghi di Perugia e Trois. Sottord. V. Dendroptera. Fam. Clupeidae. Gen. Engraulis C. V Engraulis enerassicolus Linné. Olupea encrassicolus, Linné. Syst. Natur. p. 1405. Bloch. Hist. d Poiss! I, -p. 212, t. 30; f. 2. Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. ba LEraIRIaE Cuv. ct Valenc. Hist. d. Poiss. XXI, t. 607. Cuvier. Regn. anim. t. 104, f. 3. 3; ce Canestrini, Fauna d’Italia. Pesci, p. 135. ”» 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Comunissima in tutto l Adriatico; volg. “sardella,,. Gen. Alosa Cuv, Alosa papalina Bp. ” ” ” ” Ren” (O Clupea atherinoides, Linné. Syst. Natur. p. 1406. - Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1322 pa parflina Bp. Cataloghi di Perugia e Trois. Alosa papalina, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 135. Comunissima durante i mesi caldi, volg. “papalina,. Alosa sardina Risso. Clupea sprathus, Linné. Syst. Natur. p. 1403. 5 5 Bloch. Hist. d. Poiss. I,:p..206,.t..:29, f. 2. 5 Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1322 Aloasa plichardus, Ouv. et Valence. Hist. d. Poiss. XX, t. 605. Clupea sardina, Cuvier. Regn. anim. t. 104, f. 2. ”» Cataloghi di Perugia e Trois. Hot sardina, Camestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 184. Molto più frequente della specie precedente; volg. “sardon,. Gen. Sardinella C. V. Sardinella aurita C. V. Clupea aureovittata, Sw. Cataloghi di Perugia e Trois. Sardinella aurita, Cuv. et Valene. Hist. nat. t. 594.0 5 » Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 134. Si trova rare volte nelle acque della Dalmazia. Fam. Scombresocidae. Gen. Exocoetus Art. Exocoetus volitans Linné. Exocoetus exiliens, Linné. Catalogo di Perugia. A volitans, Linné. Syst. Natur. p. 1399. ® n Naccarî. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. ”» 3 Catalogo di Trois. Piuttosto rara nell’ Adriatico; volg. “rondinella,. Gen. Sayris Raf. Sayris Camperii Lac. Scombresor Camperii, Lacep. Hist. d. Poiss. V, t. 6, f. 3. Sayris Camperi, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. s x Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 131. 3 5 Cataloghi di Perugia e Trois. È per l’ Adriatico specie rarissima, ed anche soltanto nei suoi estremi meridionali. Gen. Belone Cuv. Belone acus Risso. Esox belone, Linné. Sist. Natur. I, p. 917. Belone acus, Risso. Hist. Natnr. III, p. 443. » » Bonaparte. Teonogr. fauna ital. fig. » » Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 131. ” » Catalogo di 7ross. » rostrata, Faber. Catalogo di Perugia. Comunissima durante i mesi caldi; volg. “angusigola,. Fam. Salmonidae. Gen. Argentina Art. Argentina sphyraena Linné. Goniosoma argentinum, Costa. Fauna di Napoli, t. 36. Argentina sphyraena. Linné. Syst. Natur. p. 1394. » > Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. ” - Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 129. > » Cataloghi di Perugia e Trois. Sembra essere alquanto rara nell’ Adriatico, Fam. Scopelidae. Gen. Saurus C. V. Saurus lacerta C. V. Saurus lacerta, Bloch. Hist. d. Poiss. t. 384, f. 1. 5 > Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 122. dt Cataloghi di Perugia e Trois. E specie rarissima. sottord. VI. Acanthoptera. Fam. Sphyraenidae. Gen. Sphyraena Art. Sphyraena vulgaris C. V. Esox sphyraena, Linné. Syst. Nat. p. 1389. » ” Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. Sphyraena spet, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. » » Cataloghi di Perugia e Trois. » vulgaris, Oanestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 117. Questa specie piuttosto rara è conosciuta volgarmente col nome di “luzzo de mar,. Fam. Atherinidae. Gen. Atherina Artt. Atherina Boyeri Risso. Atherina Boyeri, Risso. Ichthyol. d. Nice, p. 333, t. 10, f. 38. Cuv. et Valenc. Hist. d. Poiss. X, p. 432, t. 302, f. 2. ” ” ” » Bonaparte. Tconogr. fauna ital. fig. È n Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 116. 5 Re Cataloghi di Perugia e Trois. Frequente durante tutto 1’ anno ; vole. *anguella,. , » ©) ” Atherina mochon €. V. Atherina mochon, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. X, p. 454, t. 304, f. 1. - Da Bonaparte, Iconogr. fauna ital. fig. 5 » Comestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 116. » » Cataloghi di Perugia e Trois. Specie del pari abbastanza frequente. Atherina hepsetus Linné. Atherina hepsetus, Linné. Syst. Natur. L p. 519. À > kisso. Hist. Natur. III, p. 469. 5 5 Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. X, p. 423, t. 302 f. L. ” 5, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 3 5 Canestrini. Fauna d’ Italia, Pesci, p. 115. È n Cataloghi di Perugia e Trois. È molto più abbondante, che le due precedenti. Fam. Mugilidae. Gen. Mugil Art. Mugil chelo Cuvier. Mugi chelo, Cuvier. Regn. anim. II, p. 252. Si » Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. i, » Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 114. » » Cataloghi di Perugia e Trois. Comune però come tutti i muggini, più abbondante nei mesi invernali; volg. “Bosega,.. Mugil saliens Risso. Mugil saliens, Risso. Hist. Natur. III, p. 391. % » Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 5 » Camestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 114. n » Cataloghi di Perugia e Trois. Comune al pari della specie è antecedente; volg. “verzelata,,. — 43 -- Mugil auratus Risso. Mugil auratus, Risso. Hist. Natur. III, p. 390. » " Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. de u Canestrini, Fauna d’Italia. Pesci, p. 113. % - Cataloghi di Perugia e Trois. Anche questa specie è molto frequente; volg. “lotregan,, Mugil capito Cuvier. Mugil capito, Cuvier. Regn. anim. II, p. 32. » » Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. ” > Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 113. » ”» Cataloghi di Perugia e Trois. Comune ovunque; volg. “caostello,,. Mugil cephalus Cuvier. Mugil cephalus, Cuvier. Regn. anim. IL, p. 281. ” 5 Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. ” » Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 113. » ” Cataloghi di Perugia e Trois. È il più comune rappresentante di tutto il genere; volg. “volpina,. Fam. Scomberidae. Gen. Tetrapterus Raf. Tetrapterus belone Raf. Tetrapterus belone, Ouv. et Valene. Hist. d. Poiss. t. 227-228. » » Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 112. ” » Cataloghi di Perugia e Trois. Per l’ Adriatico è specie rarissima, direi quasi accidentale. Gen. Xyphias Art. Xyphias gladius Linné. Xyphias gladius, Linné. Syst. natur. p. 1149. ” pa Bloch. Hist. d. Poiss. III p. 28 t. 76. ” ” Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VIII, t. 229-226. ” % Camnestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 111. ” 3 Cataloghi di Perugia e Trois. Specie piuttosto rara; volg. “pesce spada,. Gen. Capros Lac. Capros aper Lacep. Capros aper, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. X, t. 281. RE Capros aper, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 111. n » Cataloghi di Perugia e Trois. Rarissimo nel nostro mare. Gen, Lichia Cuv. Lichia vadigo Risso. Lichia vadigo, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VIII, t. 235. si DI Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 111. A c, Cataloghi di Perugia e Trois. Vive anche nell’ Adriatico, ma raro. Lichia glauca Linné. Lichia glauca, Cuv. et Valenc. Hist. d. Poiss. t. 254. 3 5 Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci. 110. 5 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Raro presso le spiaggie della Dalmazia. Lichia amia Linné. Lichia amia, Cuvier. Regn. anim. ill. t. 54, f. 3. s Po Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 110. » » Cataloghi di Perugia e Trois. Più frequente delle due specie precedenti; volg. “lissa,. Gen. Seriola C. V. Seriola Dumerilii Risso. 1 Micropterix Dumerilii, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. IX, t. 258. » » Cataloghi di Trois e Perugia. Scriola Dumerilii, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 109. Piuttosto raro per l’ Adriatico; si tiene lontano dalla spiaggia, inquantochè predilige grandi profondità. Gen, Caranx Giinth. Caranx dentex BI. Carana luna, Geoffroy. Descript. de l Egyp. t. 23, f. 3. Selenia luna, Bp. Cataloghi di Perugia e Trois. Carana dentex, Camestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 109. Raro per il Mediterraneo e rarissimo per 1’ Adriatico. Gen. Trachurus C. V. Trachurus trachurus Casteln. Scomber trachurus, Linné. Syst. Natur. p. 1335. o 5 Bloch. Hist. d, Poiss. II, p. 104, t. 96. dae Caranx trachurus, Cuv. et Valenc. Hist. d. Poiss. t. 246. s 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Comune in tutto I Adriatico, per lo più durante i mesi caldi ; volg. “suro,. Gen. Ausonia Risso. Ausonia Cuvieri Risso. Proctostegus typus, Nardo. De Proctostego. Padova 1827. Luvarus imperialis, Raf. Cataloghi di Perugia e Trois. Ausonia Cuvieri, Camestrini. Fauna d° Italia. Pesci, p. 108. È specie rarissima per il nostro mare. Gen. Brama Risse. Brama rayi Bloch. Sparus rayi, Bloch. Hist. d. Poiss. t. 273. Brama rayi, Cuv. et Valence. Hist. nat. d. Poiss. VII, t. 190. Canestrini, Fauna d’Italia. Pesci, p. 107. 3 » Cataloghi di Perugia e Trois. Specie rara, che vive presso le coste dalmate. » bè) Gen. Coryphaena C. V. Coryphaena hippurus Linné. Coryphaena lppurus, Linné. Syst. Natur. I, p. 446. SI n Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. IX, p. 278 t...2600. È À Bonaparte. Iconogr. fauna ital. ill. la di Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 107. Cataloghi di Perugia e Trois. Specie vt rara; volg. “cataluzzo,. Gen. Centrolophus Lac. Centrolophus crassus C. V. Centrolophus crassus, Camestrini. Mem. R. Accad. Torino S. II, PN dk: I si Le Lo Fauna d’Italia. Pesci, p. 106. Rarissimo per le nostre spiaggie. Centrolophus pompilius C. V. Centrolophus pompilius, Cuv. et Valenc. Hist. d. Poiss. IX, p. 334. ti 269; Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 105. - ” Cataloghi di Perugia e Trois. BEIP >. (RLSS È alquanto più frequente della specie precedente e lo sì rin- viene di solito alle foci dei fiumi; volg. “figa, Gen. Stromateus Art. Stromateus mierochirus Bonap. Sercrinus microchirus, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. IX, p. 416, tb 21/6: Ò Rondeletii, Cuvier. Regn. anim. II, p. 214, t. 63, f. 3. Stromateus microchirus, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. | n Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci p. 105. i > Cataloghi di Perugia e Trois. Comune durante l’ estate; volg. “figo,. Stromateus fiatola Linné. Stromateus fiatola, Linné. Syst. Natur. I, p. 452. 4 2 Cuv et Valence. Hist. d. Poiss. IX, p.373, t. 272. p % Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 2a "i Camestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 105. = » Cataloghi di Perugia e Trois. Come la specie precedente. Gen. Zeus Cuv. Zeus faber Linné. Zeus faber, Linné. Syst. Natur. p. 1223. n ;° Bloch*©Hist d°'Poiss' I polzi,ot Al: e s Cuvier. Regn. anim. Il,.t. ‘60, f. I. 5 » Uanestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 104. ” » Cataloghi di Perugia e Trots. Comune durante tutto 1’ anno; volg. “sampiero,. Gen. Naucrates Raf. Naucrates ducetor Bloch. Naucrates indicus, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VIII, t. 232. î ductor, Camestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 104. 3 » Cataloghi di Perugia e Trois. Entra accidentalmente dal Mediterraneo, seguendo i basti- menti; volg. “fanfano,. eri Gen. Auxis C. V. Auxis Rochei Risso. Auxis vulgaris, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VIII, t. 216. » bisus, Bp. Cataloghi di Perugia e Trois. i Rai Auxis Rochei, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 103. Si rinviene in tutto l’ Adriatico, però è piuttosto raro; volg. “sgionfetto,. Gen. Pelamys C. V. Pelamys sarda Bloch. Pelamys sarda, Cuv. et Valene. Hist. d. Poiss VITI, t. 217. Cuvier. Regn. anim. II, t. 48, f. 2. » » $ » Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 103. 5 » Cataloghi di Perugia e Trois. È specie poco frequente. Gen. Thynnus C. V. Thynnus alalonga Linné. Thynnus alalonga, Ouv. et Valence. Hist. d. Poiss. VIII, t. 215. Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 103. s 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Entra accidentalmente nell’ Adriatico. ” » Thynnus pelamys Linné. Thynnus pelamys, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VIII, t. 214. Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 102. a) si Cataloghi di Perugia e Trois. È piuttosto raro per le nostre coste; volg. “palamida,,. ” ” Thynnus thunnina C. V. Thynnus thunnina, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VIII, t. 212. Canestrimi. Fauna d’Italia. Pesci, p. 102. È d: Cataloghi di Perugia e Trois. Abbastanza frequente; volg. “tonnina,. Thynnus vulgaris C. V. Scomber thynnus, Linné. Syst. Natur. p. 1330. È Blach-0Hist:d2-Poiss: (II; Cataloghi di Perugia e Trois. Chrysophrys aurata, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 92. Comunissima specialmente nell’ estate e nell’ autunno; volg. “orada,. b») » Gen. Pagellus C. V. Pagellus mormirus Cuv. Pagrus mormyrus, Geoffroy. Descript. Egyp. Poiss. t. 18, f. 3. Pagellus mormyrus, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 91. > - Cataloghi di Perugia e Trois. È raro, depone le uova sopra fondo arenoso ; volg. “mormora,. Pagellus bogaraveo Briinn. Pagellus bogaraveo, Duhamel. Traité gen. d. Pèches. Sect. 4, t. 1, f. 1. 3 : Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 91. sh 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Raro come la specie precedente. Pagellus acarne Cuv. Pagellus acarne, Cuvier. Regn. anim. t. 35, f 1. % » Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 91. sa » Catalogo di 7Yoss. Rarissimo per l’ Adriatico. Pagellus centrodonotus C. V. Pagellus centrodonotus, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 90. - AI Cataloghi di Perugia e Trois. È una specie appartenente al mar Tirreno, la quale entra anche nell’ Adriatico. Pagellus erythrinus Cuv. Sparus erythrinus, Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. Pagellus erithrinus, Quo. et Valence. Hist. d. Poiss. VI, t. 150. 5 Di Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 90. » n Cataloghi di Perugia e Trois. È frequente tutto l’anno; volg. “ribon,. Gen. Pagrus Cuv. Pagrus vulgaris C. V.. Zell e Sparus pagrus, Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. Pagrus vulgaris, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VI, t. 148. Do sj Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 90. 5 4 Cataloghi di Perugia e Trois. hx Vive nell’ Adriatico, ma è raro; volg. “cantarella,. Gen. Charax Risso. Charax puntazzo Cuv. Charax puntazzo, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VI, t. 144. È: ; Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 89. n È Cataloghi di Perugia e Trois. Lo si rinviene di solito nei mesi invernali; volg. “spizzo,. Gen. Sargus Cuv. Sargus annularis Linné. Sargus annularis, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VI, t. 142. n D Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 89. A a Cataloghi di Perugia e Troîs. Frequente durante 1’ estate; volo. “sparetto,. Sargus Rondeletii C. V. Sargus raucus, Geoffrey. Descript. d. Egyp. t. 18, f. 1. » -Rondeletii, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VI, t. 141. 5 % Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 88. 5 È Cataloghi di Perugia e Trois. Comune al pari della specie precedente. Sargus Salviani C. V. Sargus vulgaris, Geoffroy. Descript Egyp. t. 18, f. 2. » Salviani, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 88. È ; Cataloghi di Perugia e Trois. Vive presso le spiaggie dalmate e del Quarnero, ma è raro. Gen. Oblata Cuv. Oblata melanura Linné. Sparus melanurus, Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. Oblata melanura, Cuv. et Valenc. Hist. d. Poiss. VI, t. 162 bis. a Pi Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 88. P * Cataloghi di Perugia e Trots. Frequente tutto 1’ anno; volg. “occiada,. Gen. Box Cuv. Box salpa Linné. — 93 — Sparus salpa, Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. Box salpa, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VI, t. 162. È s Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 87. 5 » Cataloghi di Perugia e Trois. Frequente nei mesi invernali; volg. “salpa,. Box boops Linné. Sparus boops, Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1322. Box boops, Canestrini. Fauna d' Italia. Pesci, p. 87. " » Cataloghi di Perugia e Trois. vulgaris, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VI, t. 161. Comune come la specie precedente; volg. “bobba,. Gen. Cantharus Cuv. Cantharus orbicularis C. V. Cantharus orbicularis, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VI, t. 331. » n Bonaparte Iconogr. fauna ital. fig. ” ” Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 87. » È Cataloghi di Perugia e Trois. Specie rara per le nostre acque. Cantharus brama C. V. Cantharus brama, Canestrini. Fanna d’Italia. Pesci, p. 87. 5 5 Cataloghi di Perugia e Trois. È una specie appartenente soltanto all’ Adriatico. Cantharus lineatus Mont. Cantharus vulgaris, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VI, t. 160. > lineatus, Camestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 86. ” vulgaris, Cataloghi di Perugia e Trois. Trovasi in maggior quantità durante i mesi invernali; volg. “Cantera,. Fam. Pristipomidae. Gen. Maena Cuv. Maena gracilis Bonap. Sparus smaris, Delaroche. Ann. Mus. Hist. Nat. XIII, p. 344, f. 17. Smaris gracilis, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. Maena gracilis, Camestrini. Fauna d'Italia. Pesci, p. 85. Rarissima nell’ Adriatico. Maena Maurii Bonap. Smaris Mauri, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig, af Smaris Maurii. Cataloghi di Perugia e Trois. Maena Maurii, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 85. Specie piuttosto rara; volg. “menola,. Maena alcedo Risso. Sparus alcedo, Risso. Ichthyol. d. Nic. p. 258. Smaris alcedo, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. - » Cataloghi di Perugia e Trois. Maena alcedo, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 84. Abbastanza comune, specialmente nell’ estate. Maena smaris Linné. Sparus smaris, Linné. Syst. Natur. T, p. 468. Smaris vulgaris, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 3, : Cataloghi di Perugia e Trois. È la più comune di tutte le menole. Maena Osbeckii C. V. Sparus tricuspidatus, Spinola. Ann. Mus. Hist. Nat. X, t. 18. Maena Osbeckù, Uanestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 84. 3 3 Cataloghi di Perugia e Trois. Abbonda presso le spiaggie meridionali dell’ Adriatico. Maena jusculum C. V. Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 84. Specie non ancor bene studiata. Maena vulgaris C. V. Sparus maena, Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. Maena vulgaris, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 83. ” 3 Cataloghi di Perugia e Trois. Frequente durante l’ estate, prediligendo fondi algosi; volg. “menola schiava,. Gen. Dentex Cuv. Dentex vulgaris C. V. Sparus dentex, Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. Dentex vulgaris, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. VI, t. 153. 5 si Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 83. = n Cataloghi di Perugia e Trois. Comune, specialmente nell’ autunno; volg. “dental,. —- 5I — Fam. Sciaenidae.. Gen. Corvina Cuv. Corvina nigra. Cuv. Sciaena umbra, Linné. Syst. Natur. I, p. 480. x Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822, p. 14. bio nigra, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. V, p. 86. ; ° Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 82. 5 È Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 5 3 Cataloghi di Perugia e Trois. Comune durante i mesi caldi; depone le uova sopra fondi sassosi; volg. “corbel,. Gen. Sciaena Cuv. Sciaena aquila Lac. Cheilodipterus aquila, Lacép. Hist. Nat. Poiss. Suppl. V, p. 685, tal 3 Sciacna umbra, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 5 aquila, Cuv. et Valenc. Hist. d. Poiss. V, p. 28, t. 100. 5 » Canestrini. Fauna d'Italia. Pesci, p. 81. È specie alquanto rara per l’ Adriatico, che predilige come i tonni le foci di fiumi. Gen. Umbrina Cuv. Umbrina cirrhosa Linné. Sciaena cirrosa, Linné. Syst. Natur. I, p. 481. ù D Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. Umbrina cirrhosa, Bonaparte. lconogr. fauna ital. fig. na 5 Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 81. 6, È Cataloghi di Perugia e Trois. Frequente nei mesi estivi; volg. “ombrella,. Fam. Mullidae. Gen. Mullus Linné. Mullus barbatus Linné. Mullus barbatus, Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. ” 5 Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. t. 70. ”» - Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 80. » 5 Cataloghi di Perugia Trois. Comune tutto Il anno; volg. “tria,. BA UU - Mullus surmuletus Linné. Mullus surmuletus, Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. = > Bloch. Hist. d. Poiss. p. 111, t. 57. A e Cuvier. Regn. anim. ill. t. 19, f. 2. = s Canestrini. Fauna d'Italia. Pesci, p. 79. 5 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Comune tutto l’anno; volg. “barhon,. Fam. Percidae. Gen. Apogon Lac. Apogon imberbis Linné. Apogon rex-mullorum, Cuvier. Regn. anim. ill. t. 7, f. 2. n 5 Cataloghi di Perugia e Trois. » tmberbis, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 78. È specie rara, che frequenta per lo più le spiaggie dalmate. Gen. Labrax Cuv. Labrax lupus Cuvier. Perca labra, Linné. Syst. Natur. I, p. 482. Sciaena labrax, Bloch. Hist. d. Poiss. IX, t. 301. Labrax lupus, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. II, p. 56, t. 11. ”» » Bonaparte. Tconogr. fauna ital. fig. È Éi Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 78. » » Cataloghi di Perugia e Trois. Comunissimo tutto l’anno; spesse volte rimonta anche i fiu- mi; volg. “branzin,. Gen. Polyprion Cuv. Polyprion cernium Val. Polyprion cernium, Cuvier. Regn. anim. ill. t. 9, f. 1. » 3 Canestrini, Fauna d’Italia. Pesci, p. 78. n n Cataloghi di Perugia e Trois.: Questa specie è rarissima nell’ Adriatico; alcuni individui vennero pescati anche nel Quarnero. Gen. Anthias C. V. Anthias sacer Bloch. Labrus anthias, Linné. Syst. Natur. I, p. 474. Serranus anthias, Cav. et Valene. Hist. d. Poiss. Il, p. 250, t. 31. Anthias sacer, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 5 "i Canestrimi. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 76, IE Anthias sacer, Cataloghi di Perugia e Trois. Rarissimo presso le spiaggie dalmate. Gen. Serranus Cuv. Serranus gigas Briinn. Cerna gigas, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. t. 33. 5 3 Catalogo di Perugia. Serranus gigas, Camestrini. Fauna d’ Italia, p. 76. ” » Catalogo di 7yoss. È una specie dell’ Atlantico, che entra rarissime volte anche nell’ Adriatico. Serranus hepatus Linné. Labrus hepatus, Linné. Syst. Natur. I, p. 476. È Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. Aiintrs adriaticus, Nardo. Prodr. Adr. Ichthy. sp. 107. Serranus hepatus, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. ” si Camestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 79. ” ” Cataloghi di Perugia e Trois. Comunissimo tutto l’anno; volg. “sacchetto, Serranus cabrilla Linné. Serranus cabrilla, Cuv. et Valence. Hist. d. Pois. II, t. 29. » » Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 79. » > Cataloghi di Perugia e Trois. È meno frequente della specie precedente, vive in alto mare e soltanto al tempo della frega si avvicina alla spiaggia. Serranus seriba Linné. Serranus scriba, Cuv. ct Valene. Hist. d. Poiss. II, t. 28. > » Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 74. » » Cataloghi di Perugia e Trois. Fam. Labridae. Gen. Xyrichthys Cuv. Xyriehthys novaeula Cuv. Xyriclthys cultratus, Cuv. el Valene. Hist. d. Poiss. XIV, t. 391. ” novacula, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 72. » 5 Cataloghi di Perugia e Trois. È una delle più rare specie per l’ Adriatico. e Gen. Julis Cuv. Julis turgiea Kisso. Julis pavo, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. XIII, t. 386. » turgica, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 72. ” al Catalogo di Trois. È raro come il pesce pettine. Julis Giofredi Risso. Labrus Giofredi, Fisso. Ichthyol. d. Nic. p. 228, t. 9, f. 23. Julis Giofredi, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. XIIT, p. 372, t. 385. ” » Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. n A Canestrini. Fauna d° Italia. Pesci, p. 72. ” n Cataloghi di Perugia e Trois. E specie abbastanza rara. Julis vulgaris Flem. Labrus julis, Linné. Syst. Natur. I, p. 476. »s Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. Jul: vulgaris, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. XIII, p. 361, t. 384. = s Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. ” » Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci. p. 71. 5 IS Cataloghi di Perugia e Trois. Comune nei mesi estivi; volg. “girella, . Gen. Acantholabrus Val. Acantholabrus Pallonii Risso. Acantholabrus Couchi, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. XIII, t. 375. » Pallonii, Canestrini Fauna d’Italia. Pesci, p. 71. » P Cataloghi di Perugia e Trois. Rarissimo per l’ Adriatico. Gen. Crenilabrus Cuv. Crenilabrus tinca Briinn. Crenilabrus tinca, Canestrini. Atti Soc. Nat. Modena III, 1868, E Tia » » > Fauna d’ Italia. Pesci, p. 70. È » Cataloghi di Perugia e Trois. Lo si rinviene per lo più presso le spiaggie dalmate, ma è raro. Crenilabrus rostratus Bloch. Coricus rostratus, Cuv. et Valence. Hist. d. Poiss. XIIT, p. 256, t. 376. s Ù Cataloghi di Perugia e Trois. Dini Coricus virescens, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. Crenilabrus rostratus, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 69. Comune durante l’ estate; vive a piccole profondità tra gli scogli; volg. “liba,. Crenilabrus ocellatus Forskl. Crenilabrus ocellatus, Canestrini. Atti Soc. Nat. Modena 1868, t. 7. f. 3- » ” 6 Fauna d’Italia. Pesci, p. 69. » s Cataloghi di Perugia e Trois. Abbonda nei mesi estivi. Crenilabrus griseus Linné. Crenilabrus griseus, Nordmann. Faun. pont. t. 18, f. 2. ” 3 Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 68. Ss 3 Catalogo di Trois. È una specie, la quale vive, a quanto sembra soltanto nel- l’ Adriatico. Crenilabrus Roissali Risso. Crenilabrus Roissali, Canestrini. Atti Soc. Nat. Modena XIII, t. Tea X » » n Fauna d’Italia. Pesci, p. 68. 3 5 Cataloghi di Perugia e Troîs. Comune durante i mesi caldi. Crenilabrus melanocercus Risso. Crenilabrus melanocercus, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 68. È - fa Catalogo di 7yois. Specie rarissima, che non si rinvenne fino ad or@ ‘che nelle vicinanze dell’ Isola di Lesina. Crenilabrus mediterraneus Linné. Crenilabrus mediterraneus, Camestrini: Atti Soc. Nat. Modena XIII. bon 9. ” * » Fauna d’Italia. Pesci, p. 67. » ”» Cataloghi di Perugia e Trois. È una specie piuttosto rara. Crenilabrus pavo C. V. Crenilabrus pavo, Cuv. et Valene. Hist. d. Poiss XII, t. 372. n » Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 66. % » Cataloghi di Perugia e Trois. Frequente durante tutto 1’ anno. Gen. Labrus Linnè. Labrus mixtus Linné. — 60 — Labrus mixtus, Cuv. et Valence. Hist d. Poiss. XIII, t. 369. È 5; Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 66. A, » Cataloghi di Perugia e Trois. Piuttosto raro. Labrus merula Linné. Labrus merula, Cuvier. Regn anim. ill. t. 86, f. 1. - p Canestrini. Fauna d'Italia. Pesci, p. 65. È E Cataloghi di Perugia e Trois. Frequente tutto l’anno; volg. “liba,, Labrus festivus Risso. Labrus Nardi, Perugia. Catal. dei pesci dell’ Adriat. 1866, p. 20. »s festivus, Canestrini. Att. Soc. Nat. Modena 1868, t. 6. f. 2. È, È E Fauna d’Italia. Pesci, p. 65. n pa Cataloghi di Perugia e Trois. Vive in tutto l’ Adriatico, ma è poco frequente. Labrus turdus Linné. Labrus turdus, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 64. Ss 5. 5 Atti Soc. Nat. Modena 1868 XIII, t. 6. f. 1. E » Cataloghi di Perugia e Trois. È alquanto più raro della specie precedente. Fam. Pomacentridae. Gen. Heliastes Cuv. Heliastes chromis Linné. Heliastes chromis, Cuvier. Regn. anim. ill. t. 90, f. 1. ” ; Si Canestrini, Fauna d’Italia. Pesci p. 63. ” » n Cataloghi di Perugia e Trois. Comune tutto l’anno; volg. “Caligher o fabretto,. Ordine II Ganoidei. Fam. Acipenseridae. Gen. Acipenser L. Acipenser sturio L. Acipenser ruthenus, Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822, p. 23. % sturio Linné. Syst. Natur. I, p. 103. n » Bloch. Fische Deutsch. III, p. 89, t. 88. È » Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. Ie = Acipenser sturio. Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 7. z 3 Catalogo di Perugia e Troîs. È abbastanza frequente ed al tempo della frega (mesi prima- verili) rimonta i fiumi; volg. “storion,. Acipenser Naccari Bonap. Acipenser Heckelii, Fitzing et Heckel. Monogr. Acip. p. 303, t. 26. fi Asst 29 fo VI=12. A x Cataloghi di Perugia e Trois. 5 Naccari, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 5 #, Camnestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 8. È n Cataloghi di Perugia e Trois. Lo si rinviene come la specie precedente; volg. “sporcella 0 copese,,. Acipenser Nardoi Heck. Acipenser Nardoi, Heckel et Kner. Sisswasserfische. f. 188. » s Camestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 8. S ci Catologo di Trois. E meno frequente delle altre due specie. Acipenser huso Linné. Acipenser huso, Naccari. Ittiol, Adriat Pavia 1822. 5 ». Heckel et Kner. Sisswasserfische, f. 197. i » Canestrini. Fauna d'Italia. Pesci, p. 8. 5 » Cataloghi di Perugia e Trois. E molto raro per i nostri mari. Ordine III. Plagiostomi. S.ott0ord, I: Riajlin al Fam. Cephalopteridae. Gen. Cephaloptera Dum. Cephaloptera Giorna Risso. Cephaloptera Giorna, Risso. Hist. nat. Eur. merid. t. 10. ; 3 Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 61. » » Cataloghi di Perugia e Trois. Entra soltanto accidentalmente nell’ Adriatico. Fam. Myliobatidae. Gen. Rhinoptera Kuhl. Rhinoptera marginata Geoff. REST: ) er Myliobatis marginata, Geoffroy. Descrip. de l’Egyp. t. 25, f. 3-4. Rhnoptera marginata, Camestrini. Fauna d’Italia, Pesci, p. 61. P a Cataloghi di Perugia e Trois. Riscontrasi raramente nell’ Adriatico, specialmente lungo la costa dalmata. Gen. Myliobatis Dum. Myliobatis aquila Linné. Raja aquila, Linné. Syst. Natur. I, p. 396. Pi » Bloch. Fische Deutschl. III, p. 59, t. 81. Myliobatis aquila, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. È » Canestrini. Fauna d'Italia. Pesci, p. 60. x s Cataloghi di Perugia e Trois. Comune durante tutto l’ anno; volg. “colombo, Myliobatis noctula Bonap. Myfliobatis noctula, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. x s Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 60. 3 Cataloghi di Perugia e Trois. Matta: come la precedente. Fam. Trigonidae. Gen. Pteroplatea M. H. Pteroplatea altavela L. Raja altavela, Linné. Syst. Natur. I. p. 232. Trygon altavela, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. Pteroplatea altavela Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 60. ; 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Fu rinvenuto accidentalmente nel golfo di Venezia. Gen. Trygon Adans. Trygon bruceo Bonap. Trygon brucco, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. > £ Camestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 99. z K Cataloghi di Perugia e Trois. Vive come tutti i trigoni in vicinanza di fiumi, però è poco frequente; volg. “matan,. Trygon pastinaca Linné Raja pastinaca, Linné. Syst. Natur. I, p. 396. 5 i; Bloch. Hist. d. Poiss. III, p. 62, t. 82. 3 n Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822, p. 25. — 63 — Trygon pastinaca, Bonaparte. Iconog. fauna ital. fig. S t Camestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 59. ; È Cataloghi di Perugia e Trois. Comune tutto l’anno e vive per lo più nel fango depositato alle foci dei fiumi. Trygon thalassia Column. Trygon thalassia, Canestrini. Fauna d’' Italia. Pesci, p. 59. » 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Vive soltanto nell’ Adriatico, ma è raro. Fam. Rajidae. Gen. Batis Bp. Batis radula Delar. Raja radula, Delaroche. Ann. Mus. Hist. Nat. XIII, p. 321. 5 Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. Bons radula, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 58. » 3; Cataloghi di Perugia e Trois. Entra accidentalmente dai mari siciliani. Gen. Dasybatis Bp. Dasybatis fulloniea Rondl. Raja fullonica, Rondl. Pise. Mar. I, libr. XII, p. 356. Dasybatis fullonica, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 5 3 Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 58. 5 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Specie alquanto rara per l’ Adriatico. Dasybatis asterias Delar. Raja asterias, Delaroche. Ann. Mus. Hist. Nat. XIII, p. 322, t. 20, f. 1. Dasybatis asterias, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. sr 5 Camestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 57. 5, Cataloghi di Perugia e Trois. li tutto l’anno; volg. “rasa,. Dasy batis clavata Linné. Raja clavata, Linné. Syst. Natur. I, p. 397. Dasybatis clavata, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. È È Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 57. À = Cataloghi di Perugia e Trois. Frequente come la specie precedente. sg Gen. Raja Lin. Raja miraletus Linné. Raja miraletus, Linné. Syst. Natur. I, p. 396. T " Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822, p. 25. n ta Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. E È Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 56. Comunissima tutto l’anno; vole. “quattrocci,. » Raja marginata Lac. Raja marginata, Lacep. Hist. Nat. Poiss. V, p. 663, t. 20, f. 2. " z Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. A 5; Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 509. c, 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Meno come della precedente; volg. “rasa,. Gen. Laeviraja Bp. Laeviraja macrorhynehus Bonap. Laeviraja macrorhynchus, Bonaparte. Icon. fauna ital. fig. 5 È Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 54. > 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Frequente tutto l’anno; volg. “bavosa,. Laeviraja oxyrhynchus Linné. Raja oxyrhynchus, Linné. Syst. Natur. I, p. 395. si 5 Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822, p. 25. - » mucosissima, Nardo. Prodr. Ichthyol. Adriat. 1827. Laeviraja oxyrhynchus, Bonaparte. Icon. fauna ital. fig. 5 A Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 54. È 5 Catalogo di Perugia e Trois. Fam. Torpedinidae. Gen. Torpedo Dum. Torpedo Nobiliana Bonap. Torpedo Nobiliana, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. a È Camestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 53. > 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Alquanto raro, vive sopra fondi sassosi; volg. “tremolo,. Torpedo Galvanii Linné. Raja torpedo, Linné. Syst. Natur. I, p. 399. Torpedo marmorata, Risso. Teht. d. Nice, p. 20, t. 3, f. 4. 3 Galvanti, Risso. Hist. Natur. III, p. 144. Torpedo Galvani, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 5 s Canestrini. Fauna d'Italia. Pesci, p. 53. ; È Cataloghi di Perugia e Trois. Comune durante i mesi estivi. Torpedo Naree Nardo. Raja Narce, Nardo. Prodr. Ichthyol. Adriat. 1827. Torpedo umimaculata, Risso. Ichth. d. Nice. p. 19, t. 3, f. 3. > Narce, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. ” » . Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 99. n » Cataloghi di Perugia e Trois. E molto più raro che le due specie precedenti. Sottord. II. Selachia. Fam. Squatinidae. . Gen. Squatina Dum. Squatina oculata Bonap. Squatina oculata, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. Ù È Camestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 52. ;; - Cataloghi di Perugia e Trois. Abbonda presso le spiaggie meridionali dell’ Adria. Squatina angelus Dum. Squalus squatina. Linné. Syst. Natur. I, p. 398. È È Bloch. Auslind. Fische I, p. 29, t. 116. Squatina angelus, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. Hi s Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 51. + x Cataloghi di Perugia e Trois. Frequente ovunque durante tutto l’anno; volg. “squaena,. Fam. Scyllidae. Gen. Pristiurus Bp. Pristiurus melanostomus Raf. Scyllium melanostomum, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. n Artedì, Fisso. Hist. Natur. III, p. 11%. Pristiurus melanostomus, Uanestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 50. 2 » Cataloghi di Perugia e Trois. Rarissimo per I Adriatico. un e eo Gen. Scyllium Cuv. Scyllium stellare Linné. Squalus stellaris, Linné. Syst. Natur. I, p. 399. - E Lacép. Hist. Nat. Poiss. I, p. 233, t. 9, f. 2. Scyllium stellare, Bonaparte. Iconogr fauna ital. fig. > ni Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 90. \ È Cataloghi di Perugia e Trois. E abbastanza frequente durante 1’ estate. Seyllium canicula Linné. Squalus canicula, Linné. Syst. Nat. I, p. 399. > $ Lacép. Hist. Nat. Poiss. I, p. 222, t. 10, £. 1 5 catulus, Linné. Syst. Nat. I, p. 400. 3 a Bloch: Hist. Nat. Poiss: I, p.°21, t. 114. Scyllium canicola, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. È È Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 50. i n Cataloghi di Perugia e Trois. Sembra essere più comune dello scillio gatto-pardo : volg. “gatta, Fam. Mustelidae. Gen. Mustelus Cuv. Mustelus equestris Bonap. Mustelus equestris, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. si È: Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 49. 5 5 Cataloghi di Perugia e Trots. Raro pei nostri mari, Mustelus plebejus Bonap. Squalus mustelus, Linné. Syst. Natur. I, p. 400. Mustelus plebejus, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. n 3; Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 49. Le Ea Cataloghi di Perugia e Trois. Comune tutto l’anno; volg. “can bianco,. Fam. Squalidae. Gen. Galeus Cuv. Galeus canis Bonap. Squalus galeus, Linné. Syst. Natur. I, p. 399: È > Bloch. Hist. Nat. Poiss. I, t. 118. Carcharias galeus, Risso. Hist. Nat. II, p. 121. = rl = Galeus canis, Bonaparte. Tconogr. fauna ital. fig. L » Comestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 48. so » Cataloghi di Perugia e Trois. Comunissimo tutto l’anno ; volg. “can, Gen. Prionodon. M. H. Pryonodon Milberti Val. Squalus Milberti. Cataloghi di Perugia e Trois. J'rionodon Milberti, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 48. Rarissimo per l Adriatico; volg. “cagnizza,. Prionodon glaueus Linné. Squalus glaucus, Linné. Syst. Natur. I, p. 401. £ i, Bloch. Fische Deutschl. III, p. 78, t. 86. 5 n Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822, p. 24. 3 È Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. È s Cataloghi di Perugia e Trois. Prionodon glaucus, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 47. E alquanto più frequente della specie precedente. Gen. Sphyrna Raf. Sphyrna zygaena Linné. Squalus cygaena, Linné. Syst. Natur. T, p. 399. Zygaena malleus, Valence. Mem. d. Mus. IX, p. 223, t. 11, f. 1. Sphyrna zygaena, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. ” 3 Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 47. > = Cataloghi di Perugia e Trois. Rarissimo ; volg. “pesce martello, Fam. Alopiadidae. Gen. Alopias Raf. Alopias vulpes Linné. Squalus vulpes, Gmelin. Syst. Nat. p. 1496. Alopias vulpes, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. > x Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 46. » > Cataloghi di Perugia e Trois. È alquanto raro; volg. “volpe,. Fam. Lamnidae. Gen. Lamna Cuv. Lamna cornubica Linné, ui SR Squalus cornubicus, Gmelin Syst. Natur. I, p. 1497. Lamia cornubicus, Fisso. Hist. Natur. III, p. 124. Lamna cornubica, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. A È Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 45. di 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Più abbondaute la si rinviene nelle regioni meridionali. Gen. Oxyrrhina Ag. Oxyrrhina Spallanzani Raf. Isurus Spallanzani, Rafin. Ind. Itt. Sio. p. 45. Oxryrrhina Spallanzani, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 5 ni Comestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 45. $ » Cataloghi di Perugia e Trois. Gen. Carcharodon Sm. Carcharodon Rondeletii M. H. Carcharias lamnvia, Risso. Hist. Nat. III, p. 119. Carcharodon lamia, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. % 2. Cataloghi di Perugia e Troîis. 5 Rondeletii, Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 45. Specie rara, che vive in alto mare. Gen. Selache Cuv. Selache maxima Linné. Squalus maximus, Gmelin. Syst, Nat. I, p. 1498. ti Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. Sd marima, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 44. » si Cataloghi di Perugia e Trois. È uno dei pesci più grandi che trovasi nell’ Adriatico, però è rarissimo. Fam. Triglochidldae. Gen. Triglochis M. H. Triglochis ferox Risso. Odontaspis ferox, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. » Cataloghi di Perugia e Trois. Tri gra ferox, Canestrim. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 43. Entra accidentalmente nell’ Adriatico. — 69 — Fam. Notidanidae. Gen. Heptanchus Raf. Heptanchus cinereus Raf. Squalus cinereus, Gmelin. Syst. Nat. I, p. 1497. Notidanus cimereus, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. » 5 Catalogo di Perugia. Heptanchus cinereus, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 43. » » Catalogo di Trois. Poco comune; predilige luoghi profondi. Gen. Notidanus Cuv. Notidanus griseus Linné. Squalus griseus, Gmelin. Syst. Nat. I, p. 1495. Notidanus monge, Risso. Hist. Nat. III, p. 129. > griseus, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. si 5 Camnestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 42. » » Cataloghi di Perugia e Trois. Vive come 1° Heptanchus. Fam. Scymnidae. Gen. Echinorhinus Blain. Echinorhinus spinosus Linné. Squalus spinosus, Gmelin. Syst. Nat. I, p. 1500. Echinorhinus spinosus, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. S 5 Camestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 42, PA È Trois. Att. R. Ist. Ven. Ser. V, v. III 1877. Specie accidentale. Fam. Spinacidae.. Gen. Centrina Cuv. Centrina Salviani Risso. Squalus Centrina, Gmelin. Syst. Natur. I, p. 1502. > Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822, p. 24. nà Salviani, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. 5 5 Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 41. ” 5 Cataloghi di Perugia e Trois. Poco frequente; volg. “pesce porco,. Reni leo Gen. Spinax Bp. Spinax niger Cloq. Squalus spinax, Linné. Syst. Natur. I, p. 398. Acanthias spinax, Risso. Hist. Natur. II, p. 152. Spinax niger, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. . »s Canestrini. Fauna d’ Italia Pesci, p. 40. 5 »s Catalogo di Perugia e Trois. Gen. Acanthias Bp. Acanthias Blainvillii Risso. Spinax Blainvillii, Bonaparte. Tconogr. fauna ital. fig. Acanthias Blainvillii, Risso. Hist. Nat. III, p. 133, t. 3, f. 6. ” 5 Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 39. 3 Cataloghi di Perugia e Trois. a frequente lungo i nostri lidi. Acanthias vulgaris Bp. Squalus acanthias. Linné. Syst. Natur. I, p. 397. 5 = Bloch. Hist. Nat. Poiss. III p. 74, t. 85. 5 3; Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. Spinax acanthias, Bonaparte. Iconogr. fauna ital. fig. Acanthias vulgaris, Canestrini. Fauna d’ Italia. Pesci, p. 39. » 5 Cataloghi di Perugia e Trots. Comune tutto l’anno; volg. “asià,. Ord. IV. Cyclostomi. Fam. Petromyzonidae. Gen. Petromyzon L. Petromyzon marinus L. Petromyzon marinus, Gmelin. Syst. Nat. p. 1513. ” Bloch. Fische Deutschl. III, p. 38, t. 87. » 5 s Naccari. Ittiol. Adriat. Pavia 1822. :, n Camnestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 30. n 3 Cataloghi di Perugia e Trois. È poco frequente nell’ Adriatico e nella primavera risale i fiumi; volg. “magna pegola,,. Dei ge Ord. V. Leptocardii. Fam. Branchiostoma. Branchiostoma lubricum Costa. Amphiorus lanceolatus. Kowalewshi. Mem. Acad. S. Petershourg 1867. ”» > Moreau. Bull. Acad. Belg. Ann. 43, S. 2. tat93.41814; Branchiostoma lubricum, Costa Fauna regno Nap. t. 50. ” 5 Canestrini. Fauna d’Italia. Pesci, p. 205. Rarissimo nelle vicinanze di Lesina. Das Verhàltniss der Toxikologie zu den iibrigen bielogischen Disciplinen. Von €. Fr. W. Krukenberg. Ehbensowenig wie es gelungen ist, einen qualitativen Unter- schied zwischen Pflanzen und Thieren aufzufinden —, und demnach die Theilung der Biologie in eine botanische und zoologische Dis- ciplin sich nur von praktischen Gesichtspuncten aus rechtfertigen lisst —, so konnte man das Lebendige mit dem Todten in Verbin- dung setzen, um aus den beiden grossen Naturreichen ein einheit- liches Ganze zu schaffen 1). Oft hat man zwar bis in die allerneueste Zeit hinein versucht, diese Liicke unseres Wissens und Erkennens durch Ideen, reich an Zahl, zu iberbricken; aber durch Ideen, von denen keine Einzige einer exacten wissenschaftlichen Kritik Stand gehalten hat, welche alle als unrichtig und als unwissen- schaftlich von der Hand gewiesen werden mussten, weil sie sich mit sicher erforschten Thatsachen im grellsten Widerspruch be- fanden. Ein Wachsthum durch Anziehung gleichartigen Materiales aus einer Nahrstofflòosung in der Weise, wie wir den Krystall sich vergròssern sehen, existirt z. B. selbst bei parasitischen Formen nicht, und simple Diffusionsvorginge kennt keine lebende Zelle. Ungesehen und ungehòrt verlaufen im lebenden Organismus die Processe, durch welche die mannigfaltigsten, die chemisch com- plicirtest gebauten organischen Verbindungen zu Stande kommen, von denen wir nur sehr wenige unter Anwendung hoher Hitzegrade, !) Cf. Claude Bernard, Legons sur les phénomènes de la vie communs aux vegetaux et aux animaux Paris, 1878. — 73 — starker Siiuren und Alkalien, von denen der Organismus kaum etwas kennt, in unseren Laboratorien darzustellen vermògen. Und durch diese geriuschlose und unsichtbare auf den kleinsten Raum beschrinkte Arbeit vermag der lebendige Kérper Kréifte auszu- losen, welehe zu iberbieten der menschliche Geist schon seine Zuflueht nehmen musste zu der Gewalt der gespannten Dimpfe und zu den explodirenden Substanzen. Und diese Kraftmaschinen von so grosser Energie — die lebenden Organismen — kònnen wir zum fast momentanen Stillstande zwingen durch Substanzen fast ohne jede chemische Wirkung und zwar durch Mengen der- selben, die so Ausserst minimal sind, dass die feinsten chemischen Wagen sie nicht zu indiciren vermògen! Die Bruchtheile eines Milligrammes von Antiarin, dem wirk- samen Principe des Upasgiftes von Java, welche den stàrksten Kéònigstiger in wenigen Minuten zu Boden strecken, die winzigen Mengen des Blausiuredampfes, welche den gròssten Siuger in eini- gen Secunden toòdten und die zur Lihmung der ganglioniren Ap- parate der gewaltigsten Tintenfische erforderlichen Strychinnmengen!) sind gewichtlich nicht mehr zu bestimmen. Nach subeutaner Injection etwa eines Milligrammes Digitoxins, eines harzartigen Alkaloides, welches sich in den Blittern des rothen Fingerhutes (Digi- alis purpurea) findet, lòst sich, wie Koppe gezeigt hat, beim Hunde nach einigen Tagen, von der Injectionsstelle aus beginnend, die ganze Haut, das unterliegende Binde- und Muskelgewebe in grossen Fetzen vom ibrigen Kòrper ab, und nach Schmiedeberg lehrt wohl kein anderes Beispiel als wie dieses aufs Ueberzeugendste, wie gering unsere Hoffnungen sein diirfen, die Substanzen isoliren zu lernen, welche die Ursachen der Infectionskrankheiten sind; denn nicht weniger als tausend solcher Hunde, die wir durch die Di- gitoxininjection so tiefgreifend afficirt sehen, bediirfte es, um — abgesehen von jedem Substanzverluste bei der Darstellung. — nur ein einziges Gramm von dem Stoffe zu gewinnen, welcher uns als Ursache dieses auffilligen (weil von uns experimentell erzeugten) Leidens in diesem Falle bekannt ist. Es sind gerade die chemisch am passivsten sich verhalten- den Stoffe, welche am lebendigen Organismus die grossartigsten Stérungen hervorrufen, und dieses geschieht vielleicht nur deshalb, ') Um diese Làhmung constant nach wenigen Secunden zu erzielen, braucht eine Eledone in eine Strychninnitratlòsung von nur 1:40.000 gesetzt zu werden. Loti weil sie ibrer fiusserst geringen chemischen Affinitit wegen bis in das Innerste des Kérpers, bis in die durch ihre Lage gesicher- tsten Gewebe desselben einzudringen vermigen. Und auch an diesen Stellen, auf diese Organe und Gewebe wirken sie meist wohl nicht durch die Bildung atomistischer Verbindungen, sondern ihr Einfluss wird sich auf gewisse in den lebenden Theilen bestehende moleculire Anziehungen geltend machen. Das wird schon dadurch wahrscheinlich, dass viele Gifte (Chloroform, Alkohol, Curare etc.) den Kérper in derselben chemischen Form verlassen, in welcher sie ihm einverleibt wurden, und dass keine Stòrung im Organismus zurickbleibt, wenn es diesem gelingt, sich der fir ihn giftigen Substanzen, sei es durch Zersetzung oder durch Excretion derselben, zu entledigen. Wir lihmten die Muskeln der Eledone durch Chloroform und sahen augenblicklich die Genesung eintreten, als das Chloroform als Gas den Kérper verlassen hatte. Und ahnlich wie es sich hier mit der Chloroformparalyse, mit der Làhmung durch Chloroform verhielt, so verhilt es sich in vielen Fallen. Das hei Weitem Interessanteste bei der Wirkung von den Giften ist aber, dass viele derselben die Functionen ganz be- stimmter Organe und diese ganz ausschliesslich beeinflussen. Durch diesemerkwiirdige Eigenschaft sind die Gifte hestimmt, uns Aufschluss îiber Organisationsverhàltnisse der lebenden Wesen zu verschaffen, welchen wir mittelst Priparirnadel und Mikroskop oft nicht erwar- ten kénnen; es sind die Gifte, wie Claude Bernard so geist- reich bemerkte, in Wahrheit die feinsten anatomischen Messer. Wohl nichts ist in dieser Hinsicht lehrreicher, als die Wir- kung des Curare. Felix Fontana!) hat schon geahbnt, und Claude Bernard hat aufs Strengste bewiesen, dass das Curare, jenes Pfeilgift der Siidamerikaner, nur auf die Apparate wirkt, welche sich zwischen Nerv und Muskel eingeschaltet finden. Wir konnten an der Hand dieser merkwiirdigen Thatsache die Nerven und ihre Endapparate aufs Ueberzeugendste bei Thieren (Sagartia troglodytes, Anthea cereus, Turris) nach- weisen, bei denen dieselben noch kein Zoologe gesehen, ja man darf sagen, bei denen sie bis zur Stunde von der Mehrzahl der Forscher kaum vermuthet werden. Und um diese Erfolge zu erreichen, die einzelnen Organe, die feinsten Apparate zu signalisiren, dazu bedarf es meist wieder ) Felix Fontana, Untersuchungen iber das Viperngift, 1787. S. 248. 9 nur Quantitàten, die sich ihrer Kleinheit wegen vollkommen unserer Vorstellung entziehen. So genigt nach Ehrich Harnack's!) schinen Untersuchungen die subcutane Injection von ‘,oo— sso Mgr. Atropin, um sicher und nach wenigen Secunden die durch Muscarin erregten Ganglien des Froschherzens zu lihmen, dadurch den Herzstillstand aufzuheben und die Pulsfrequenz auf die normale Héhe zu steigern. Denkt man sich dieses !/o Mgr. im Kérper des Thieres vertheilt, dann wird man wohl gern zugestehen, dass die Mengen des Atropins, welche auf die unendlich kleinen Ganglien des. Froschherzens kommen, und an denen sich die Atropinwirkung fast ausschliesslich dussert, limes Null sind. Solange wie die einseitige chemische Richtung nicht nur in der Physiologie, sondern auch in der Toxikologie, der Wissenschaft von der Wirkung der Gifte, privalirte, war man nicht im Stande, die Effecte nach so geringen Quantitàten neutraler, fester chemi- scher Verbindungen verstindlich zu machen. ,,Um diese eigenthim- lichen Giftwirkungen zu verstehen, miissen wir, wie Rud. Buc h- heim?*®) hervorhebt, ,nicht blos die einzelnen Stoffe in Betracht nehmen, welche sich als Bestandtheile des Organismus nachweisen lassen, sondern auch daran denken, dass jedes Organ, obgleich es aus abnlichen Stoffen aufgebaut ist, wie ein anderes, dieselben doch in einem ganz bestimmten Mischungsverhiltnisse enthàlt.“ Jede lebende Zelle, jede lebensthitige Protoplasmamasse hat man sich als einen Complex der verschiedensten Stoffe (Wasser, Eiweiss- koòrper, Salze, Fette etc. etc.) vorzustellen, welche in bestimmten Verhaltnissen zu einander stehen miissen, wenn die Function keine Storung erleiden soll. So lisst sich leicht verstehen, wie in den beson- ders fein angelegten Apparaten und Organtheilen die geringsten Mengen von fremdem Material den Zusammenhalt und das Zusammenwirken der einzelnen intracellularen Componenten stòren und alle Functionen aufhòren kònnen, die in irgend einer Weise die Immunitàt des betroffenen Theiles voraussetzen. Jede Zelle — und, wie es scheint, ganz besonders diejenigen, welche Theilstiicke von den sogenannten edleren Organen sind, ohne deren Intactheit das Leben auf die Dauer hin unmòglich ist, — hat ein gewisses Wahlvermigen; sie weist das ihrem Bestehen Schidliche meist zuriick und halt ') Ehrich Harnack, Arch. f. exp. Pathologie und Pharmakologie. Bd. II. S.,330. ?) Rudolf Buchheim, Lebrbuch der Arzneimittellehre. 3 Auf. Leipzig, 1876. S. 8. — gi das fiir ihr Gedeihen Nothwendige energisch fest. So imbibiren sich z. B., um an einen Fall nur kurz zu erinnera, bei der Morbus Brightii, bei dem Icterus per retentionem, wo der normale Abfluss der Galle durch den Gallengang unmòiglich geworden ist, und in Folge dessen die Galle in die Blutbahn sickert, simmtliche Gewebe des menschlichen Kérpers mit den Gallenfarbstoffen, — nur das Gehirn und das Knochenmark bleiben ungefàrbt. Und andererseits ist es wieder das Gehirn, welches bei Nahrungsmangel auffallend verschieden von allen anderen Geweben, bis der Hungertod eintritt, seine Beschaffenheit und sein normales Gewicht fast vollstàndig bewahrt. Aber dieses Elections- und Retentionsvermogen der Organ- elemente ist ein beschrinktes, kein absolutes. Man kònnte sehr wohl als Gifte alle die der Zellenthitigkeit schidlichen Stoffe be- zeichnen, vor deren Eintritt die Elementarorganismen nicht durch Vorkehrungen geschitzt sind. An keine Erscheinung lassen sich die Giftwirkungen, die toxikologischen Begriffe und Methoden besser veranschaulichen, als am Farbenwechsel der Cephalopoden. Das Chromatophorenspiel bei Eledone moschata, diese Erscheinung, welche an Seltsamkeit wohl nur den elektrischen Bat- terien mehrerer Fische, den an 3°) wasserfreie Schwefel- und Salzsiure enthaltenden Secreten einiger Mollusken und den Leuchtorganen vieler Wirbelloser vergleichbar sein diirfte, hat hereits die hervorragendsten Forscher von Aristoteles, welcher dasselbe schon erwàhnt, bis auf die Neuzeit hin beschàftigt. Man fand, dass das Pigment in platten, von einander separirten, contractilen Sàckchen, den sog. Chromatophoren (Pigmentflecken) ausgebreitet war, erhielt aber bislang ber den physiologischen Werth des gefirbten Inhaltes und iber die Beschaffenheit der Chromatophorenhille nicht die erstrebte Gewissheit. Briicke sah, dass die Haut eines Cephalopoden (Octopus) nach elektrischer Reizung sich braun farbte, und es bewog ihn dieser Befund zu der Annahme, dass musculòse Elemente bei die- sem Farbenwechsel betheiligt sind. Klemensiewicz hat vor Kurzem erst gezeigt, dass man auch durch Reizung centraler Theile eine Briunung der Haut constant erzielen kann, und dass nach Durch- schneidung der Pedunculi die Eledone die Fahigkeit verliert, ihr lichtes Kleid in ein braunes umzuwandeln. Die histologische Forschung machte uns auch thatsichlich mit den Muskelfasern = RR bekannt, welche zwar von einigen Anatomen jiingst unberechtigter Weise wieder in Abrede gestellt wurden; doch der Nervenfaden, welcher die Leitung vermittelt, konnte mikroskopisch bis zu den Muskeln an den Chromatophoren nicht verfolgt werden. Es blieb der Mechanismus des Chromatophorenspiels ein Rathsel, und der vergleichenden Toxikologie blieb es vorbehalten, da den Weg zum weiteren Verstiindnisse zu ebnen, wo weder das Mikroskop, noch die Secirnadel in geschicktester Hand, noch der elektrische Strom Aufklirung zu geben versprachen. Es hat sich aufs Neue gezeigt, dass der von einigen Histologen vertretenen Auffassung, der zu Folge es die protoplasmatische Substanz der Chromatophore ist, welche vermòge ihrer Lebenseigenschaften ausschliesslich die Be- wegungen derselben bedingt, jeder thatsichliche Boden fehlt, und es hat uns die Wissenschaft der vergleichenden Toxikologie mit dem héchst merkwiirdigen Resultate bekannt gemacht, dass das Chromatophorenspiel hei Eledone moschata von einem Mechanismus besorgt wird, wie er nicht com- plicirter die Pulsationen des Herzens bei den hòchst organisirten Siugern regelt, die Erweite- rungund Verengung derPupille. die Accommodation am menschlichen Auge versieht. Das Chromatophorenspiel in allen seinen Phasen, das Getriebe dieses complicirten Apparates diirfte leichter verstàndlich werden, wenn wir uns vorher an die bekannte Erscheinung der Verengung und Erweiterung der Pupille am Séugerauge erinnern, mit der der Mechanismus des Farbenwechsels der Cephalopoden viel Uebereinstimmendes bietet. Das von dem pupillaren Rande der Iris umsiumte Sehloch verdankt der Irismusculatur das Vermògen, sich erweitern und verengen zu kònnen. Die um das Sehloch concentrisch angeordne- ten, in der Iris eingebetteten Muskelringe des Sphincter iridis be- sorgen durch ihre Zusammenziehung die Verengung der Pupille. Es sind, was fiirr das Verstindniss dieses Mechanismus hòchst wichtig ist, dieses viel stàrkere Muskelbiindel, als die radiàr ange- ordneten Muskelstreifen des Dilatator pupillae, welche nur bei der Erschlaffung der Ringmuskeln des Sphincter eine Erweiterung des Sehloches hervorbringen kònnen. Dieser Antagonismus, welcher zwischen den Muskelstreifen des Dilatator pupillae und den Muskel- ringen des Sphincter iridis besteht, wie wird er geregelt, in wel- cher Weise wird er vom Nervensysteme aus in Thatigkeit versetzt ? 078 — Der Mechanismus der Verengung und Erweiterung der Pupille ') ist bekanntlich unabhingig von unserm Willen, er ist entzogen unserm Bewusstsein. Er kommt auf reflectorischem Wege zu Stande, unter Mitwirkung peripherischer Ganglien. Fir ge- wòhnlich befinden sich sowohl die Muskelfasern des Sphineter wie die des Dilatator in einem Zustande miissiger Erregung; sie haben sich schwach contrahirt, es besteht ein Muskeltonus. Die Ver- engung der Pupille bei starker Belichtung erfolgt durch Reizung der Fasern des Oculomotorius, von dem der Sphinctermuskel innervirt wird. Der durch den Lichtreiz verstirkte Sphinetertonus nimmt bei eintretendem Dunkel wieder ab, der constant bestehende Tonus des Dilatator kommt alsdann wieder mehr zur Geltung, und in Folge dessen tritt im Dunkel eine Erweiterung der Pupille ein. Dieselbe Wirkung, welche der Lichtreiz auf die oculomotorischen Nervenfasern austibt, lisst sich auch auf anderem Wege mit nicht geringerer Sicherheit erzielen. Das einzige bislang synthteisch dargestellte Alkaloid ist das Muscarin, ein giftiger Stoff aus dem Fliegenpilze (Agaricus muscarius). Dieses besitzt, wie Schmiedeberg und Har- nack uns lehrten, die Eigenschaft, die Ganglien des Oculomotorius zu reizen und so durch die Contraction des Sphincter iridis eine Verengung der Pupille zu bewirken. Genau in entgegengesetztem Sinne, wie das Muscarin, wirkt ein anderes Alkaloid, das Atropin, welches in der Atropa belladonna, in Datura stram- monium vorkommt. Appliciren wir dem muscarinisirten Auge Atropin, so werden die oculomotorischen Ganglien, welche durch Muscarin in den Erregungszustand versetzt waren, gelàhmt, und es fallt somit jeder von ihnen ausgehende Effect auf die Sphincter- muskeln fort; auch der normal bestehende Tonus derselben erlischt, und es tritt, da der Tonus des Dilatator pupillae fortbestehen bleibt, der Zustand àusserster Pupillenerweiterung ein. An dem muscarinisirten und atropinisirten Auge kinnen wir abermals eine Verinderung hervorbringen, indem wir uns der specifischen Mus- kelgifte, zu denen das Physostigmin, ein Alkaloid aus den Cala- barbohnen gehòrt, bedienen. Durch diese làhmen wir sowohl die Muskelfasern des Dilatator als die des Sphineter, und wir erhalten somit einen Zustand missiger Erweiterung; denn da der Dilatator- tonus gleichfalls durch die Muskelgifte beseitigt ist, so muss die ) Ich folge bei diesem Referate der Darstellung von Sehmiedeberg tiger = eingetretene Erweiterung in diesem Falle geringer sein als die am atropinisirten Auge. Die einzelnen Stiicke, welche bei dem Farbenwechsel der Eledone in Betracht kommen, sind der Pigmentkòrper mit sei- nem, wie es scheint, contractionsfàhigem Zellenkranze, an dem sich die radiàr angeordneten Muskelstreifen inseriren; ferner peripher gelegene Ganglien, Nerven, und ausserdem ist das Centralorgan selbst zu nennen, von dem aus die centrifugal leitenden Nerven- fasern in Erregung versetzt werden. In zwei Puncten unterscheidet sich also der Mechanismus des Chromatophorenspieles von dem, wel- cher die besprochenen Verinderungen an der Pupille versieht. Es fehlt im ersteren Falle der Sphinctermuskel, welcher in der Iris dem Dilatator gegeniber so iusserst machtig entwickelt ist, und zweitens ist das Chromatophorenspiel vom Willen des Thieres abhéingig, unter- liegt somit auch centralen Einfliissen. Im Uebrigen ist die Einrich- tung in beiden Fillen eine gleiche. Vorausgesetzt, dass diese Vor- stellung die richtige ist, dann dirfte es uns vielleicht gelingen, wenn wir die nòthigen Mittel besitzen, die einzelnen Theile, welche der in erster Instanz vom Willenscentrum des Thieres ausgehende Reiz passiren muss, gesondert zu erregen und gesondert zu lihmen, ein und dasselbe Thier nach Belieben abwechselnd dunkel und hell, hell und dunkel zu machen. Und das gelingt uns in der That. Auf elektrische Reizung centraler Theile sah Klemensie- wicz, wie bereits erwàhnt wurde, constant eine Braunfirbung ‘der Eledone eintreten. Denselben Effect erreichen wir auch meistens, wenn wir sie in eine Chininlòsung (1:500) setzen. Das Chinin wirkt aber sehr bald im entgegengesetzten Sinne, es fiihrt zu einer centralen Liàhmung, und das Thier wird in Folge dessen vollstàndig weiss. Der spontane Wechsel des Farbenkleides ist an dem so . operirten Tintenfische erloschen, und nur kiinstliche Reize vermògen die Oberflàchenfàrbung umzustimmen. Die Nervenstàmme, welche die Impulse vom Centralorgan zu den Radiîrfasern an den Chromatophoren zu leiten haben, stehen bei Eledone in den peripheren Bezirken mit ganglioniren Apparaten in Verbindung, deren Functionsfihigkeit ebensowenig wie die der Raditirfasern und des Pigmentkòrpers durch das Chinin veràndert ist; alle diese Theile sind reizungsfihig geblieben. Im Nicotin lernte man ein Mittel kennen, die peripherischen Ganglien gesondert zu erregen, und es gelingt so durch dieses Alkaloid an dem chinisirten Thiere eine Braunfàrbung der Haut zu bewirken. Die bis dahin sich als «E RIA SI vollkommen intact erweisenden Radiarfasern kann man endlich ebenfalls in einen fixirten Zustand versetzen, und durch den Kam- pher lassen sie sich im erschlafften Zustande lihmen. Die durch Nicotin hervorgerufene Briunung wird so beseitigt, die Chromato- phoren in der Haut der Eledone unsichtbar gemacht. Atropin und Strychnin wirken auf die ganglioniren Apparate der Peripherie bei unserem Cephalopoden dem Nicotin gerade entgegengesetzt '‘). Die durch Nicotin in den Erregungszustand versetzten peripherischen Ganglien werden durch Atropin und Strychnin gelihmt. An Stelle der durch Nicotin erhaltenen Bràu- nung wird durch diese Alkaloide eine totale Weissfirbung der Haut ceschaffen. Hat die Lihmung der peripherischen Ganglien einen gewissen Punct iberschritten, dann vermigen nur Muskelgifte die Oberflàchenfirbung zu veràndern. Wie der Kampher die Ra- diirfasern im Expansionszustande lihmt, so lihmen umgekebrt die Stoffe der Alkoholgruppe (im toxikologischen Sinne), zu denen das Chloroform, der Aether und Alkohol heispielsweise gehòren, die Radizrfasern im Contractionszustande. Die mit Chloroform — oder atherisirtem Wasser behandelten Cephalopoden erscheinen deshalb braun gefirbt. Diese Bràunung lisst sich durch eine an- dere Giftwirkung nicht wieder beseitigen; doch sind, wie ich schon friher bemerkte, diese Gifte durch Perspiration aus dem Muskel- gewebe wieder entfernt, so kehrt die Eledone zu ihrem vollen Wobhlbefinden zuriick °). Aber auch in anderer Beziehung ist das Chromatophorenspiel bei den Cephalopoden von hohem Interesse. Der Farbenwechsel, die Farbendifferenzen in der lebenden Welt regen immerfort zu weiterer Forschung an, und ungeahnte Dinge hat erst das letzte « Jahr dariiber uns enthillen kénnen. Keineswegs ist bei allen Thieren !) Die Nicotinwirkung tritt noch fast momentan ein, wenn man die Ele- done in Meerwasser setzt, welches in 100,000 Theilen einen Theil Nicotin enthàilt. In einer Lòsung von 1:40.000 Strychninnitrat erfolgt die Weissfirbung nach einigen Secunden, und auch das Atropinsulfat geniigte meinen Anforderungen bereits bei einer Verdiinnung von 1:1000. * Experimente, Modell und Schemata erginzten in meinem Vortrage, der diesem Aufsatze zu Grunde liegt, die hier gegebene kurze Darstellung. Meine Arbeit ,Der Mechanismus des Chromatophorenspieles bei Eledone moschata“ (in , Vergleichend physiologischen Studien an den Kiisten der Adria“. Heidelberg, 1879) wird das Ausfihrlichere iiber diesen Gegenstand enthalten. Da 3E an allen Stellen des Kéorpers das Pigment constant; oft ver- îindert es sich nach Jahren, bisweilen nach Tagen oder Stunden, ja selbst momentan kann, wie wir es bei der Eledone sehen, eine Umfirbung, ein Farbenwechsel zu Stande kommen. Aber in vielen Fallen ist die Ursache dieses temporiren Farbenwechsels entschieden eine andere als bei der Eledone. So wird z. B. nach Kihne’s miihevollen Untersuchungen der Seh- purpur des Sàugethierauges durch das einfallende Licht chemisch verindert; er wird in Sehweiss ibergefiihrt, wahrend sich in der Dunkelheit der Sehpurpur regeneriren kann. Die Mauserzeit fillt bei vielen Vigeln, wie z. B. den Enten und Finken, in eine ganz andere Periode des Jahres als die ist, in welcher sie eines Hochzeitsputzes bedirfen. Die Finken helfen sich dann einfach damit, dass sie die abgetragenen Spitzen ihrer Federn abwerfen, und in Folge dessen friiher bedeckt gelegene und so vor Abnutzung geschiitzte Theile der Federn sichtbar werden. Aber bei den Entenvògeln, welche es zu diesem Kunstgriffe nicht gebracht haben, findet, wenn die Hochzeit naht, eine ge- steigerte Saftezufuhr zu den Federn statt, und das bis dahin sehlecht ernàhrte Gefieder gewinnt in Folge dessen den verschwundenen Glanz und das Lustre wieder, mit denen es in lingst vergangener Jugendblithe prangte. Aber das ist noch lange nicht des Auffàlligen und Absonder- lichen genug. Der Farbstoff, welcher das schwarze, menschliche Haar firbt, und den man Melanin genannt hat, ist in seinen che- mischen Eigenschaften der Kohle nicht unahnlich. Er widersteht der Einwirkung concentrirter Saàuren und Alkalien und lasst sich selbst bei hoher Temperatur schwer veriindern. Es sind aber meh- rere Falle (Marie Antoinette, von Waldeck) sicher con- statirt, dass dieser so resistente Farbstoff aus dem Haupthaar bei grossen psychischen Erregungen in sehr kurzer Zeit, ja fast mo- mentan verschwand, — dass ein plétzliches Ergrauen der Haare eingetreten ist.!) Die Ursache dieser Erscheinung ist uns vollkommen dunkel, dieses Factum fiir uns ganz unverstindlich; selbst die kilhnste Phantasie vermochte keine Erklirung zu geben. Was somit in einigen Fillen durch einen nachweisbaren chemischen Process erfolgt und in anderen als undentbarer Erfolg ) Vergl Hyrtl, Lehrbuch der Anatomie des Menschen. 18 Aufl., 1875, S. 526. H. C. Sorby, Jonurn. of the Anthropological Institute. Vol. VIII, p. 1. 6 STRA erscheint, das geschieht in der Haut der Cephalopoden durch den Muskelzug, dessen Wirkungen in der menschlichen Haut nur das Mienenspiel und die Bewegungen der feinsten Hirchen ver- rathen. An der Hand der vergleichenden Toxikologie lernten wir den Mechanismus kennen, durch den die Bewegungen dieser zarten Mus- kelchen dirigirt und ausgelòst werden. Wir waren im Stande, dem Chromatophorenspiele fast augenblicklichen Stillstand zu gebieten, und es beginnen zu lassen, wann es uns beliebte. Ob es bei den ibrigen Tintenfischen sich jedoch genau ebenso wie bei der Eledone moschata verhilt, ob bei diesen gleichfalls ganglio- nire Apparate den Nervenzug vom Gehirn bis zu den Muskel- streifen am Pigmentkòrper unterbrechen, das ist nicht nàher untersucht und lasst sieh aus den bei der Eledone gewonnenen Ergebnissen nicht erschliessen. [ch fihrte an, dass das Curare auf Wiirmer, Actinien und Medusen genau in derselben Weise wirkt, wie auf die Saugethiere, und man kònnte dadurch leicht zu der Ansicht kommen, dass bei allen Thierclassen stets die analogen Organe und Apparate durch ein und dasselbe Gift alterirt wirden, dass jJedes Gift eine ganz specifische, stets ein und dieselbe Wirkung auf den Organismus hervorbringt, gleichgiltig, ob es einem Wirbelthiere oder irgend einem Wirbellosen einverleibt wirde. Es lasst sich nicht leugnen, dass eine gewisse Constanz der Wirkung eine ziem- liche Anzahl von Giften auszeichnet, und das angefiihrte Beispiel von der Constanz der Vergiftungssymptome durch Curare bei Vertebraten, Wirmern und Còolenteraten erlanbe man mir nur noch um Eines zu vermehren. Als Bunsen das Caesium und Rubidium nicht nur entdeckt, sondern auch ansehnliche Mengen davon in reinem Zustande dar- gestellt hatte, da wollte Claude Bernard wissen, wie sich die “Salze dieser neu entdeckten Elemente dem lebenden Organismus gegeniiber verhielten. Bei seinen Versuchen entdeckte nun dieser gliiekliche Forscher die ungeahnte Thatsache, dass z. B. ein Hund die Injection von reichlichen Mengen Kochsalzes ins Blut sehr wohl vertrigt, dass sehr geringe Mengen des sich diesem Salze sonst chemisch ziemlich gleich verhaltenden Chlorkaliums das Thier aber iusserst rapide todten. Die Wirkung des Chlorkaliwms, und so verhalten sich alle Kaliumsalze, scheint sich besonders am Nervensystem zu iussern, und die rasche Resorptionsfahigkeit der Kaliumverbindungen, mit der die Excretion derselben im lebenden Kérper gleichen Schritt héilt, schiitzt fir gewòhnlich allein den Organismus vor den grossartigen Stérungen, welche regel- miissig auftreten, wenn sich griòssere Mengen von Kali im Blute hefinden. So ist beispielsweise darauf hingewiesen, dass das Kali, welehes der irlindische Bauer tiglich in seiner Kartoffelmahlzeit zu sich nimmt, in die Blutbhahn gebracht, mehr als ausreichend sein wilrde, einen Menschen in kurzer Zeit zu tòdten. Experimen- telle Untersuchungen haben ergeben, dass sich an allen bisher in dieser Hinsicht untersuchten Vertretern der verschiedensten Thier- classen, von den Seerosen und Medusen bis zum Men- schen hinauf, diese auffillige Verschiedenheit in der Wirkungs- weise des Natron und Kali manifestirt. Und wie sich in den Symptomen der Curarewirkung eine gewisse Constanz fast in allen Typen documentirt, so scheint es auch mit der des Kali der Fall 7 sein. i Doch diese Constanz der Wirkung ein und desselben Giftes auf verschiedene Thierspecies ist kaum das Gewòhnliche, das Ver- schiedenartige der Symptome bei ein und derselben Vergiftung ist das Auffalligste, und oft bedurfte es eingehender Studien, um die Verschiedenheit der Wirkung ein und desselben Giftes auf sehr nahe verwandte Thiere verstindlich zu machen. So ist z. B. das durch Coffein. erzeugte Vergiftungsbild bei dem Grasfroscehe auf den ersten Blick ein ganz Anderes als bei dem gemeinen W as- serfrosch.') Der verschiedene Entwicklungsgrad der einzelnen Organe, Differenzen in den Resorptions-, Respirations- und Circu- lationsvorgingen erkliren jedoch manche dieser auffàlligen Erschei- nungen. Schon seit lange ist hekannt, dass die Stoffe der Alkohol- eruppe auf Thiere der verschiedensten Classen, ja selbst auf Pflanzen sehàdlich wirken, und schliessend aus der Wirkung auf die Sàuger, spricht Claude Bernard selbst von einer Anîisthe- sie der Hefe. Doch es lasst sich aufs Ueberzeugendste darthun, dass bei keinem Wirbellosen eine Wirkung dieser Stoffe auf das centrale Nervensystem nachweisbar ist, weil die Muskeln làngst gelàhmt sind, bevor sich eine Wirkung auf nervose Apparate be- merklich macht. Als diese Thatsache aufgefunden wurde, glaubte )Schmiedeberg. Ueber die Verschiedenheit der Cotfeinwirkung an Rana temporaria und Rana esculenta. Arch. f. exp. Path. u. Pharmak. Bd. II. S. 62. * adr (RE man sie durch die Annahme erkliren. zu kònnen, dass bei den Wirbellosen das Centralnervensystem weniger entwickelt sei als bei den Wirbelthieren, dass, wenn man so wolle, bei den Wirbellosen die Muskeln gegen fremde Eingriffe empfindlicher seien als das Nervensystem, wàhrend bei den Wirbelthieren das Umgekehrte der Fall sei. Man erinnerte daran, dass die Stoffe der Alkoholgruppe hei hochgradiger Anisthesie auch die Muskeln bei den Wirbelthieren alteriren, wie es sich am Frosche leicht nachweisen lisst. Aber auch hier hat sich gezeigt, dass diese Auffassung nicht immer die richtige ist, dass sie z. B. fiir den erwiàhnten Fall von Nerv und Muskel positiv falsch ist. Es sind nimlich Substanzen ausfindig gemacht, welche fiusserst rasch die Muskeln vieler Wirbelthiere làhmen, an den Muskeln der Wir- bellosen hingegen keinen Effect hervorbringen, und andererseits kennt man im Atropin ein Gift, welches iusserst rasch die Mus- culatur des Blutegels todtenstarr macht, von dem eine Wirkung auf die Wirbelthiermuskeln aber niemals nachgewiesen werden konnte. Deshalb ist man zu der Annahme berechtigt, dass die Muskeln dieses Wurmes und z. B. die des Frosehes nicht zu identificirende Dinge sind, dass sie beide, obgleich sie viel morpho- logisch, histologisch, ja funetionell Gemeinschattliehes haben, doch nicht einander vollkommen avalog sind. Und jetzt sind wir bei dem Punete angekommen, welcher mir der Gravitirendste von allen zu sein scheint. Ich habe in kurzen Zigen entworfen, wie man an der Hand der Toxikologie im Stande ist, das Lebendige von dem Todten aufs Sicherste, aufs Be- stimmteste zu unterscheiden ; ich habe einige Beispiele angefiihrt, dass es mittelst der Gifte méglich gewesen ist, iber Organisa- tionsverhàltnisse Aufschluss zu erhalten, wo weder das von kun- digster Hand gefiihrte Messer, noch die complicirtesten Mikros- kope uns vorwàrts brachten. Aber mittelst der Gifte gelingt es nicht nur, den lebenden Organismus bis in seine tiefsten Tieten zu sondiren, sondern oft sind sie auch die einzigen Mittel, um dort noch organisatorische und funetionelle Unterschiede an den einzelnen Theilen aufzu- decken, wo wir mit unseren anderen groben Methoden sonst stets nur Gleiches sahen. Die gewaltige Masse des gegenwartizen biolo- gischen Wissens beruht in der Kenntniss von den Formen; unser Wissen von den im lebenden Organismus sich vollziehenden chemischen und physikalischen, sagen wir von den biologischen wr SO SITA Vorgingen, ist ein hichst minimales. Mit Vorliebe gebraucht Claude Bernard in seinen beriihmten Legons einen Vergleich, welchen er dem alten franzòsischen Chirurgen Mery entlehnt hat. Dieser meinte, es ginge den Anatomen wie den Commissîren der grossen Stidte. Die kennen zwar den Namen jeder Strasse, sie kennen die Nummer jedes Hauses, aber von dem, was auf den Plitzen, auf den Gassen und in den Hiausern der Stadt selbst passirt, besit- zen sie nicht den Schimmer einer Ahnung. Die toxikologische Methode dirfte uns vielleicht aber dazu verhelfen, auch dort noch den Variationen des Lebens nachspirren zu kònnen, wo wir uns zur Zeit mit der Beschreibung der Schachteln und Biichsen, in denen es sich verkammert hilt, begniigen miissen. Ueber die Witterungsverhaltnisse der jlngst verflossenen Zeitepoche. Von Dr. Paugger. Wie der Kreislauf der Sifte in den Organen des menschlichen Kòrpers bestimmend zuritckwirkt auf das Gemiith und das geistige Leben des Individuums, bald es in heitere Laune versetzend, und anregend die Flugkraft des Denkens, bald wieder trige Unlust erzeugend und hemmend das geistige Schaffen, — so auch beherr- schen in bestindigem Wechsel die atmosphirischen Processe alle Lebewesen auf Erden, bald freudig sie hebend zum Lichte der Sonne, bald nieder sie heugend im diisteren Kampfe der ent- fesselten Elemente. Weit éfter, als er sich dessen bewusst, blickt der Mensch aus nach den Wettervorgingen in der Natur und nimmt er den regsten Antheil an den Erscheinungen und Verinderungen, die sich im Luftraume des Umkreises bald segenverheissend, bald Unheil. drohend vollziehen, der einfache Landmann nicht minder, als der an Bildung reichere Stidter. Ist schon hei gewòhnlichem Laute des Wetters jeder Mensch unwillkirlich ein dilettirender Meteorologe, so steigert sich dessen Theilnahme an den Vorgingen im Reiche der Luft mit wachsender Spannung, wenn einmal die waltenden Naturkrifte ihre gewohnten Schranken durehbrechen und zigellos einherschreitend Ungliick und Verderben verbreiten. Machtlos gegeniber den allmaàchtigen Urgewalten sucht nun der Mensch nach den Ursachen zu forschen, welche die grosse Storung bewirkten. Er holt die Aufschreibungen und Zahlentabellen aus den Archiven hervor und vergleicht die Gegenwart mit der Reihe vergangener Jahre, um zu sehen, ob nicht schon einmal in friheren Zeiten ahnliches Missgeschiek die Menschheit getroffen. Und findet er dann, dass vor 50, vor 100 Jahren unsere Viiter und Ahnen ein gleiches oder noch .schrecklicheres Ungemach litten, so stellt er sich meist mit dem bekannten Galgentrost des ,,Socios habuisse malorum“ einigermassen zufrieden, auch wenn es ihm nicht gelingt, die letzten Ursachen zu erkennen, welche die Aus- schreitungen der Elementargewalten bewirkten. Wir haben nun, meine Herren, wie wohl Jedem von uns ganz lebhaft im Gedichtnisse ist, in jiingster Zeit eine Epoche von so ungewòhlichen Witterungsexcessen ') miterlebt, dass es gewiss will- kommen sein wird, wenn ich dariber der geehrten Versammlung einige vergleichende Mittheilungen mache. Wovon ich mir hauptsichlich zu sprechen erlaube, das sind die abnormen Regenverhiltnisse des vergangenen und der letzt verflossenen Monate des laufenden Jahres. — Ich bemerke sogleich, dass ich diese Besprechung auf Triest besckrenke und rieksichtlich der Zahlenangaben die Auf- zeichnungen beniitze, welche an unserem meteorologischen Observa- torium seit dem Jahre 1841 regelmissig gemacht werden, die somit bereits die Reihe von mehr als 38 Jahren umfassen. Insbesondere zu Gute kam mir dabei die vom Prof. Ferd. Osnaghi publicirte Broschire: ,Zusammenstellang der Monats- und Jahres- mittel sowie der Extreme aus den meteorologischen Beobachtungen der k. k. Handels- und nautischen Akademie in "friest fin die Jahre 1841 bis 1873.4 — Aus diesen Messungen geht hervor, dass wir schon seit einschliesslich 1876 eine Periode von ziemlich starken Niederschli- gen haben, dass aber, namentlich die jiingst verflossene Jahres- periode vom Mai 1878 bis inclusive April 1879 zu den regenreich- sten gehòrt, welche seit 1840 hier in Triest vorkamen. Die ersten vier Monate des vorigen Jahres blieben im Durchschnitt etwas hinter der normalen Regenmenge zuriick, allein vom Mai ab stieg die Regenmenge rasch in die Hòhe, um nur im August noch ') Fiir Diejenigen, welche s. 4. meiner Vorlesung beiwolnten, sei hier bemerkt, dass in Folge eines nachtriglich aufgedeckten Fehlers, der seit Juni 1877 in der Messung der Regenmengen begangen wurde, alle diesbeziiglichen Zahlanangaben sich jenen gegenitber, welche ich damals anfithrte, etwas vermin- derten und im Nachfolgenden die richtigen sind. Dia = o einmal unter den Mittelstand zu fallen, dann aber continuirlich auf ungewòhnlicher Hòhe zu bleiben bis zum Schlusse des Jahres und weiter ;fort bis iiber das erste Drittel des laufenden Jahres herein. Wahrend der Jahresepoche vom Mai 1878 bis April 1879 gab es in Triest nur 48 vòllig heitere Tage darunter nur 6, welche ununterbrochen auf einander folgten. Unter den iibrigen theilweise oder ganz triben Tagen waren 174 Tage mit Regen, von denen òfters 7 bis 8 in geschlossener Reihe sich folgten. Ich lasse nun die Zahlen selbst sprechen. Die Jahresmengen der Niederschlige betreffend, erhilt man im Durchschnitte der 38 Jahre (1841-1878) fiir Triest als normales Jahresmittel 1108 Millimeter. Ieh habe die wàhrend dieser Periode jahrlich ge- fallenen Regenmengen graphisch dargestellt, indem ich die Zeit als Abscissen und die entsprechenden Regensummen als Ordinaten verzeichnete. Aus dieser Darstellung kònnen die schwachen und starken Regenjahre mit einen Blicke ibersehen werden. Das trockenste Solarjahr dieser Epoche war das Iahr 1865 mit 6795 Mm. Regen und das an Niederschlag reichste Solarjahr war 1855 mit 1604 Mm. Die absolut regentirmste Jahresperiode bildeten die zw6lf Monate vom October 1864 his inclusive Septemher 1865 mit nur 535 Mm.; die absolut regenreichste Jahresperiode aber fallt auf die Zeit vom Juni 1855 bis Mai 1856 mit 1845 Mm. Regen. Die jiingst verflossenen zwòlf Monate (Mai 1878 bis April 1879) kamen diesem Betrage ganz nahe und hatten einen Ge- sammtniederschlag von 1705 Mm., also ein Regenquantum, das jenes der absolut trockensten Jahresperiode um mehr als das Drei- fache und das normale Jahresmittel um fast ebensoviel iberschreitet als im ganzen regenarmen Jahre 1865 gemessen wurde. Dagegen blieben diese zwélf Monate gegen die absolut regenreichste Pe- riode (Juni 1859 bis Mai 1856) noch um 140 Mm. zuriick. Wie die in Tafel I. verzeichnete Curve der jahrlichen Regenmengen von 1841 his 1878 zeigt, kamen im Verlaufe dieser Zeit viermal betrichtliche Ueberschreitungen der normalen Jahresregenmenge vor, nimlich in den Jahren 1845, dann in 1851-1853, insbesondere aber in 1855—1856 und endlich in den Jahren 1876—1878. Zu dieser letzten Gruppe wird sich auch noch das laufende Jahr 1879 dazu gesellen; denn der bisher (inclusive Mai) gefallene Regen erreicht bereits 6596 Mm., also nahezu die Summe = Vr des ganzen Jahres 1865 und muss der Niederschlag des Jahres 1879, auch wenn in -den folgenden sieben Monaten wieder ganz normale Verhàltnisse eintreten, die Summe von circa 1400 Mm- erreichen, also mehr als das Jahr 1878 hatte. Wahrend der neun- zehn Jahre von 1857 bis 1875 blieb die Jahressumme 13 Mal unter dem normalen Mittel und iberragte dasselbe nur einmal, im Jahre 1872, in namhatfter Weise. Gehen wir nun von den Jahresmengen zu den monatlichen Niederschlagsquantitàten iiber, so gestalten sich, wie natiirlich, die Oscillazionen weitaus unregelmissiger. Als normale Mittel fiir jedenderzwé6lf Monate des Jahres ergeben sich aus der 38jiihrigen Periode folgende Zahlen. Jan. Feb. Màrz April Mai Juni Juli Aug. Sept. Oct. Nov. Dec. GEMINI SEE CINI 10081091 gt god de 16608 11219877 ® Darnach haben wir in Triest wihrend eines Jahres das absolute Maximum des Regens im October und das absolute Mini- mum im Februar; ein secundires Maximum, aber bedeutend schwi- cher als das absolute, tritt im Mai auf und dem entsprechend ein schwaches Minimum gegen Ende Juli. Fassen wir nun die Extreme der monatlichen Regenmengen ins Auge, wie sie wihrend der 38jiàhrigen Periode wirklich vor- kamen, so haben wir zumnichst als ganz regenlose Monate die folgenden sieben zu verzeichnen: Dec. 1843, Mirz 1847, Jan. und Dec. 1891, Febr. 1868 und Febr. und Mirz 1875. Die letztgenannten zwei Monate reprisentiren also die lingste Dirreperiode, die wir seit 1841 hier in Triest erlebt haben. Am meisten Regen wihrend eines Monats iberhaupt fiel im October 1852 und November 1851 im Betrage von je 352 Mm. Ich fiihre nun fir die eben abgelaufene Jahresperiode (Mai 1878 — April 1879) die monatlichen Niederschlagsmengen an und fiige die Ueberschiisse uber die Normalmittel bei : Mai Juni Juli Aug. Sept. Oct. Nov. Dec. Jan. Feb. Màrz April 94 AJO .148 60 ROMANZI 178 108 123 180. 112. 162 RE Is Eu Ae Mess rar! Pat L86 Es haben demnach alle Monate dieser Periode bis auf 2 ihr Normalmittel bedeutend iiberschritten, am meisten, nimlich um — 90 — mehr als das Dreifache, der Februar also gerade jener Monat, welcher nach dem Durchschnitte der regenirmste sein sollte. Ich habe auch die monatlichen Regenmengen, sowohl die 38jabrigen Normalmittel, als die seit 1. Januar 1878 wirklich getallenen graphisch dargestellt. (Siehe Tafel II.) Es ist daraus zu entnehmen, dass in der jingst verflossenen hegenperiode nur die Monate Mai und August hinter ihren Nor- malmitteln zuriickblieben, wihrend alle ùbrigen Monate ihre Mittel- summen hoch iberragen. Auf derselben Darstellung finden sich auch in punctirter Zeichnung die Normalcurve der Anzahl der Regentage, sowie die Curve der Zahl der Regentage, welche die einzelnen Monate seit Januar 1878 wirklich gehabt haben. Beide Curven zeigen im Allgemeinen, wie zu erwarten, einen ahnlichen Verlauf, wie die Linien der betreffenden Regenmengen selbst. e Die beziiglichen Zahlenwerthe sind folgende : a, Ò Pas x N i pia J iS Ei | = Ep = | dd - [5] (=) pi 5 z PS] Mona ls [ala |a è | è ili SS HE Regentage vom Mai | | | | 1878 bis April 1879 LR ZI LATI 0 2 A 2200 LT 15 \19 | 7 {16 | 174 | | | | | | Mittel aus 38 Jahren IO SMONINSA | HG | 8.3 [19.0 110 Da Sd So | 6.3 | S., | 8.3 |7104,, I | Ì Die gròsste Zahl der Regentage, nimlich 22, hatte der No- vember; ihm zunichst kommen der October und Februar mit je 19. Soviel Regentage waàhrend eines Monates kommen in der ganzen 3$8Jahrigen Periode niemals vor, als der letzte November hatte. Nach diesem Monate hatten am meisten Regentage der October 1846 (21) und der August 1870 (20). Auch die Jahressumme der Regentage war seit 1841 niemals so gross als in der abgelaufenen Periode. Das regenreichste So- larjabr 1855 hatte deren nur 125, auf die 12 Monate Mai 1878 bis April 1879 kommen aber 174, d. i. jeder zweite Tag war ein Re- gentag. Dividirt man die einzelnen Monatssummen der Niederschlàge durch die Anzahl Tage, in welchen der Regen gefallen ist, so erhilt man die durchschnittliche Regenmenge in 24 Stunden, also die Regenintensitàt des entsprechenden Monates. PESSONI O 8 [Agno Wir stellen die 38jàhrigen Mittelwerthe der Regenintensitàten mit den thatsichlichen der abgelaufenen Periode im Folgenden zusammen : TATE ETIOPE ZII ZA INIZIA DOSE TESTI SEITE PORTI VAT VET ESTOR SET FORI INI ATLANTA FAN A Monat | | È S| | mo > Len Periòde von 1841-1878 | 9., |10.0 | 9x5 |11.g |16.2 |152 [10.0 | 94 | Tr | 84 | 84 | a 10, Mai Periode von Mai 1878 bis April 1879 SUA O LOT RG AT LISI GI] Sca MIS 6 LO O, n Differenz — 0.3 |—0.:]+1o|—5-|+2 2/3 |—2-a |—3|+0:3 +08 [+7] +10] -0-s Ì | Ù Im Mittel fallen, wie die angefihrten Zahlen lehren, die intensivsten Regengiisse in die Monate September und October; am geringsten ist die Regenintensitàt in den Monaten Januar, Februar und Màirz. In der abgelaufenen Epoche fallt die gròsste Regenintensitàt ebenfalls auf September; zunichst daran schliesst sich aber der Màrz, dann folgen October, Juli und April. Am wenigsten intensiv waren die Regenfille des August und December. Im Jahresmittel bliehb die Regenintensitàt der verflossenen Periode hinter dem Normale zuriick. Von den durchschnittlichen Regenmengen per 24 Stunden sind die Maximalniederschlige in 24 Stunden wohl zu unterscheiden. Das absolute Maximum der in 24 Stunden gefallenen Regenmenge wurde hier in Triest im October 1849 mit 157 Mm. gemessen. Wihrend der letzten 12 Monate erreichte dieses Maximum nur 77 Mm. und zwar am 20. September 1873. Im Ganzen zeichneten sich daher die letzten Monate weniger durch Regenintensitàt, als vielmehr durch lange Dauer der Nieder- sehlige aus. Die lingste Regenperiode weist der verflossene Februar auf, wo es vom 14. bis 28. fast ununterbrochen regnete. In diese Periode fallt auch jenes aussergewòhnlich stiirmische, mit Donner, Hagel und Staubregen begleitete Unwetter, welches, von der nordafrikanisehen Kitste kommend, iiber Italien heraufzog, am 23. Morgens um 10 Uhr hier passirte und mit rapider Schnellig- keit sich iiber Ungarn, Galizien bisj zur Ostsee hinauf fort- pflanzte, allerwàrts grosse Schiden verursachend. Der damals herrschende orkanatige Scirocco staute das Wasser im Golfe von Triest his zu ungewshnlicher Hòhe und erzeugte in Triest jene Springfluthen, an die sich Jeder von uns noch lebhaft erinnert und die zu den hochsten hier jemals beobachteten zihlen. Am 25. wiederholte sich das Unwetter nenerdings und bald darauf erschie- nen auch in den éffentlichen Bliattern jene traurigen Berichte iber die grossen Uebersechwemmungen in Ungarn und iber die Kata- strophe von Szegedin. Ich habe auch eine Vergleichung augestellt zwischen dem Autftreten der Regengisse und den Barometersechwankungen und dabei gefunden, dass die Regengiisse fast immer von einem Sinken des Luftdruckes begleitet waren. Sehr unregelmissig waren die Barometerschwankungen im November, December, Februar und April, namentlich aber in der zweiten Hilfte des Februar, wo das Barometer hei uns zugleich auch den tiefsten Stand (am 23. um 2" 738:9 Mm.) erreichte. Dass der locale Barometerstand nicht immer einen sicheren Schluss auf das Wetter zu ziehen gestattet, beweisen die Tage vom 21. bis 25. und vom 27. bis 30. Januar, wo wir bei verhàlt- nissmissig hohem Luftdruck ausgiebigen Regen hatten. Hiermit komme ich nun, nachdem bisher ausschliesslich nur von dem einen Elemente, nàmlich vom Niederschlag die Rede war, durch dessen Reichhaltigkeit sich die abgelaufene Periode kennzeichnet, auch auf die iibrigen meteorologischen Elemente zu sprechen. Die beistehende Tabelle gibt eine Uebersicht iber die monatlichen Mittel und deren Abweichungen vom Normale (abgeleitet von den Beobachtungen der Jahre 1841-1875) fiir den Luftdruck, die Temperatur, die Feuchtigkeit und Bewòlkung. 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Die Feuchtig- keit blieb bis inclusive September ziemlich normal, vom October bis April herein aber iiberschritt sie ihr Normale durehschnittlieh um 8% (Am meisten 12%, im April). Das Minimum der Feuchtig- keit blieb bis September unter dem Normale und ist in den folgenden Monaten durchwegs gròsser, im Mittel um 10%, am meisten, nàmliech um 18%), im November. Die Bewòlkung des Himmels war in allen Monaten gròsser, als das beziigliche Normale, am tribsten war der Monat Februar und am meisten hat seine Normalbewélkung der Monat April iiberschritten. Im Jahresmittel blieb der Luftdruck ungefihr um 2 Mm. zurick !), die Temperatur verhielt. sich fast ganz normal, die Fenchtigkeit und Bewélkung aber waren beide merklich gròsser, als ihre beziiglichen Normalwerthe. Im Durchschnitte genommen muss man daher sagen, dass die letztverflossenen 12 Monate nur riicksichtlich des Nieder- sehlages und der damit in Verbindung stehenden Feuehtigkeit und Bewélkung ungewéhnlieh abnormal waren. Fragen wir nun nach den Ursachen, welche solche Anormalien bewirkten, so miissen wir uns zuniichst um die allgemeinen ‘atmo- sphirischen Bewegungen, um die Menge, die Ausdehnung und Fortschreitung der Depressions- oder Sturmgebiete umsehen. Ieh hahe an dieser Stelle. schon einmal dariiber gesprochen, dass von der Bildung der Pressions- und Depressionscentra und von der Circulation der Luft um dieselben die Wettererscheinungen hauptsàchlich hedingt sind, und dass man auf Grund tiglicher Wetterdepeschen den Verlauf der Witterung im gròsseren Umkreise nicht nur verfolgen, sondern auch deren nîchtskommende Gestal- tung mit grosser Wahrscheinlichkeit vorhersagen kann. Seit mehr als einem Jahre wird denn anch seitens der k. k. Akademie in ') Was z. B. auch in dem Jahre 1841 zutraf, welches kein regenreiches Jahr war. — 95 — Triest auf Basis von regelmissigen telegraphischen Berichten, welche sie erhàlt, tiglich ein Wetterbulletin ausgearbeitet, eine Wetterkarte gezeichnet, die nichste Prognuse gestellt und das Ganze in lithographischer Vervielfàltigang publicirt. Aus diesen Wetterbulletins war es mir moglich, die grossen atmosphiirischen Bewegungen zu entnehmen, wie sie wihrend der betrachteten letzten 12 Monate iber Europa geherrscht haben. Darnach waren vom Mai 1878 bis April 1879 nur an 34 Tagen die Luftdruckdifferenzen derartig ausgeglichen, dass in ganz Europa keine Depression bis zur Tiefe von 755 Mm. bestand. Da- - gegen gab es 265 Tage mit Depressionen von 750 oder weniger Mm. Barometerstand; davon waren 21 Depressionen von 735 oder weniger Mm. Luftdruck im Centrum derselben. Hierzu ist noch zu bemerken, dass an vielen dieser Tage zwei, manehmal auch drei Depressionen gleichzeitig an verschiedenen Orten existirten. Durchschnittlich erscheinen diese Depressionen iber dem atlantisechen Ocean und ziehen in 6stlicher oder nordòstlicher Rich- tung ber Europa hinweg, bald mehr, bald weniger gekriimmte Bahnen besehreibend. Die meisten der eben genannten Depressionen zogen nérdlich von uns vorbei und wirkten je nach ihrer Entfernung mehr oder weniger auf unser Wetter stérend zurick. Von vielen kamen die Centra uns sehr nahe oder zogen siîidwirts vorbei und einige gingen ge- rade iber Triest hinweg. Ich erwihne hier nochmals die Tage des 25. und 25. Februar, an welchen solehe Sturmeentra von ungewòhnlicher Tiefe an uns Aoriberzogen und in nordéstlicher Richtung iiber unsere Monarchie verwiistend und zerstòrend sich fortpflanzten, gleichsam den Cul- minationspunet der langen Unwetterperiode bildend. Die verhiltnissmissig grosse Zahl von Barometerdepressionen, welche wihrend der abgelaufenen Periode unseren Continent heimsuchte, das ungewòhnlich lange Verweilen vieler derselben in unserer Nihe und die grosse Ausdehnung, welche die meisten derselben hatten, sind die allernichsten Ursachen der abnormen Witterung, die wir hestanden und deren Héhepunet wir hoffentlich bereits iiberstanden haben. Woher aber die ungewòhnliche Zahl, Ausdehnung und In- tensitàt dieser Sturmgebiete, dieser Barometerdepressionen? — so fragen wir weiter. Aber die Antwort auf diese Frage ist nicht mehr so leicht; denn was wir zunfichst sagen kònnen, ist nur MIR Vermuthung, ist Hypothese und entzieht sich — soweit vorlàufig unser Wissen reicht — der strengen Begriindung. Liegt die tiefere Ursache, nach der wir fragen, in kosmischen Vorgingen, oder in tellurischen, und welche mògen dies sein ? In ersterer Beziehung wurde vielfach versucht, die Oscilla- tionen in den jahrlichen Regenmengen mit der Ab- und Zunahme der Sonnenflecken in Beziehung zu bringen. Bekanntlich treten die Sonnenflecken einmal in gròsserer, dann in geringerer Zahl auf und ist der Uebergang vom Maximum zum Minimum ein allmaliger; die Periode ist eine 11jahrige, u. z. verfliessen vom Minimum zum Maximum der Sonnenflecken circa 4 Jahre, vom Maximum zum Minimum aber runde 7 Jahre. Die Minima fallen ungefàhr auf die Elfjahre, d. i. nach riickwarts gezahlt, auf 1877, 1866, 1855, 1844, u. s. w. Herr Meldrum hat u. a. wiederholt versucht, den Zusammenhang zwischen Sonnefleckenfre- quenz und Regenmenge nachzuweisen. Wie viel von diesen Unter- suchungen zu halten sei, davon zeugt folgende Notiz, die ich dem diesjàhrigen Januarhefte der Zeitschrift fir Meteorologie von Dr. Hann entnehme: Meldrum wie Dr. Hunter fanden friiher ein entschiedenes Maximum des Regenfalles um die Zeit des Fleckenmaximums. Nach einer neuen Untersuchung desselben Autors erhîlt man aber ein Minimum des Regens zur Zeit des Maximums der Flecken. — Ich habe die ganze Regenreihe von 1841 his 1878 mit der Sonnenfleckenfrequenz der nimlichen Periode verglichen, und war nicht im Stande, einen Connex zwischen beiden Erschei- nungen herauszufinden. Dass die Constellation der Planeten die atmospharischen Vorginge auf unserer Erde beeinflussen sollte, wie Jingst solehe Albernheit die Runde dureh die Zeitungen machte, muss vòllig als Absurditàt erklirt werden, namentlich mit Rick- sicht auf die beigefigte Begriindung, wonach sie, nimlich die Planeten, bei grosser Annaherung fir sich zu viel Sonnenwàrme beanspruchten und folglich unserer Erde von ihrem gewòhnlichen Antheile entzògen. Die Sonne strahlt ihr Licht una ihre Wàarme nach allen Richtungen in den Weltenraum aus; unsere Erde empfangt davon nur einen verschwindend kleinen und, abgesehen von den Sonnenflecken, immer gleichen Bruchtheil. Von den îiusseren Planeten, die weiter entfernt sind von der Sonne, als wir, kann keiner die zu uns kommenden Strahlen des erwàr- menden Lichtes der Sonne jemals aufhalten — und wenn gele- gentlich einer der unteren Planeten, sei es Venus oder Mercur, vor s007-—= der Sonnenscheibe vorbeizog, so hat man deshalb meines Wissens noch niemals gròssere Stérungen in den Witterungsverhàltnissen der Erde beobachtet. Und scehliesslich, wenn kosmische Vorgiinge die directe Ursache der letzten ungewòhnlichen Niederschlige gewesen wiiren, so miissten diese sich ja iiber die ganze Erdoberfliche mehr minder vertheilt haben und nicht blos auf Mittel- und Siidenropa, wie es thatsàchlich nur der Fall war, soweit die Nachrichten vorliegen. Denn von der Sonne, von den Planeten aus gesehen, erscheint unsere Erde nur als winziger, kaum wahrnehmbarer Punet und eine von dort aus wirkende Kraft kònnte unmòglich nur einen Bruchtheil dieses Kleinen Piinetchens sich zur Zielscheibe wahlen. Nach meiner bescheidenen Meinung miissen wir daher die Ursachen der jingsten Witterungsexcesse auf unserem Planeten selbst suchen. Sie aber wirklich zu finden, diirfte noch lange nicht gelingen. Monate und Jahre werden vergehen, bis es méglich sein wird, die nothwendigen, darauf beziiglichen Beobachtungsdaten aus den entlegensten Gegenden der Erde zusammen zu bringen, zu verarbeiten und daraus vergleichende Schlisse zu ziehen. Und wer wird sich an diese Riesenaufgabe heranmachen ? Vorliufig bleibt nichts ibrig als Muthmassungen auszusprechen. Vielleieht waren es vorausgegangene grosse Bewegungen des arktischen Kises oder Verschiebungen der warmen oceanischen Stròme, etwa des Golfstromes — oder heides zugleich, welche die zahlreichen Wirbeleentra gleich Raketen- schwaàrmen iber Europa aussandten, in deren Gefolge die unge- woòhnlichen Regengiisse sich einstellen mussten. — Ein Wélkchen zeigt sich im fernen Gebirge, es sammeln sich andere dazn, sie wachsen und mehren sich allmàlig zu Haufenwolken. Bald werden sie dichter und dunkler; drohend steigt das Ungewitter auf und zieht heran gegen die fruchtbaren Thàler des Vorlandes. Blitze zucken, Donner rollen, der Sturmwind peitscht in die rei- fende Saat und dichter Hagelschauer vernichtet die Hoffnung des Landmannes.—So wie dies Bild, das wohl Jeder von uns schon wirklich erlebte, im Kleinen zeigt, dass die physikalischen Krifte in der Natur, gar haufig von unscheinbaren Vorgiingen geweckt, sich allmàlig concentriren und haufen, bis der ibermassigen Spannung die furchtbare Entladung nachfolgt, — so auch miissen im Grossen wir ihre Wechselwirkung uns vorstellen. Die glihende Kraft der senkreeht strahlenden Tropensonne verdampft unaufhòrlich gewaltige ” ti 08 Mengen oceanischen Wassers und sendet warme Stròme der Luft und des Meeres in hòhere Breiten; wahrend die schiefen Strahlen der kurz nur leuchtenden Polarsonne hòchst mihsam ihr jaàhrliches Quantum arktischen Eises zu schmelzen vermigen. Ein Ueberschuss dort, ein Rickstand hier, so klein er auch sei, muss Spannung erzeugen. Allmilig im Flusse der Zeit wichst der Ueberschuss und hiuft sich der Rickstand : die Spannung verdichtet sich mehr und mehr und endlich bricht er herein, der nothwendige Ausgleich im Grossen. Es folgt die Epoche der ungewòhnlichen Excesse im Reiche der Luft und der Wasser, die ganze Linder und selbst Continente in Mitleidenschaft ziehen. Mit dieser allgemeinen Andeutung iiber die Ursachen im Grossen schliesse ich meine Darstellung und bitte um Nachsicht, wenn ich wegen Mangels an Zeit nur ein beschrinktes und flichtiges Bild von der jiingst erlebten Wetterausschreitung geben konnte. Triest, im Juni 1879. Alcuni cenni sopra il primo sviluppo delle Serpule per Michele Stossich. Nel maggio dell’ anno scorso presentai all’ i. r. Accademia delle Seienze in Vienna un mio lavoro in lingua tedesca, sopra lo sviluppo dei Chetopodi, il quale venne stampato appena nell’ ottobre dello stesso anno. Ora non intendo qui dare semplicemente una traduzione dello stesso, ma bensì aggiungervi la critica di aleuni altri lavori che furono pubblicati in questo frattempo. Il primo, dopo Claparede e Metschnikoff, che si occupò collo sviluppo dei Chetopodi, fu il professore Schenk di Vienna, il quale nel 1874 dimostrò in un piccolo opuscolo !) i primi processi fecon- dativi nelle uova di Serpula. In primo luogo egli osservò, che du- rante i cambiamenti della vescica germinativa, cessano del tutto i movimenti degli spermatozoidi attaccati alla superficie dell’ uovo. Questa a mio credere è un’ osservazione di nessun valore, inquan- tochè non è il movimento visibile della coda dello sperma- tozoo che viene comunicato alle molecole del tuorlo, ma bensì il movimento interno, non visibile, della materia costituente lo spermatozoo. I movimenti visibili degli spermatozoi non hanno altro scopo, che quello di un cambiamento di posto, e perciò una volta che gli zoospermi sono attaccati all’ uovo, il movimento cessa, essendo più di disturbo, che d’ajuto ai processi fecondativi. Le osservazioni di Schenk sopra la trasformazione della ve- scica germinativa, sono eziandio in contrapposto ai fatti; egli è del ') Schenk S. L. Entwicklungsvorginge in Eichen von Serpula. Sitzungsber. d. Wiener Akademie d. Wiss. B. 70. 1874. * — 100 — parere che essa salga verso la superficie del tuorlo, per sparire poi senza lasciarne traccia alcuna; la macchia germinativa invece sorte dal tuorlo e viene a stare tra questo e la membrana esterna, si appiana di poi sulla superficie del tuorlo e finalmente sparisce del tutto. Le mie osservazioni invece diedero risultati del tutto dif- ferenti, come lo feci vedere nei due lavori pubblicati nel 1877; in primo luogo feci osservare, che la macchia germinativa sparisce del tutto, prima ancora che la vescica germinativa cominci a salire ; in secondo luogo descrissi abbastanza chiaramente tutti i fenomeni che si succedono durante la trasformazione della vescica germina- tiva, concludendo che questa non sparisce, ma si trasforma nelle vescichette direttrici !*); Barrois invece nella sua ultima pubblica- zione sopra lo sviluppo dei Nemertini ®) crede che le vescichette direttrici non derivano dalla vescica germinativa, ma bensì da una “vescica di seconda formazione, Risultati quasi del tutto eguali a quelli di Mertwig, FO e Biitschli, ottenne ultimamente Selenka 3) sopra uova di Toxopneu- stes variegatus. Egli osservò che il tuorlo prima della fecondazione comincia i suoi movimenti di contrazione, ed in pari tempo anche i contorni della vescica germinativa divengono irregolari; nella macchia germinativa compariscono delle vacuità, le quali generano di poi un intero scioglimento della medesima; la sortita delle ve- scichette direttrici, la formazione di un nucleo interno (Eikern) e d’ una prominenza sopra il tuorlo, sono del tutto eguali a quelle descritteci da 00 e da Hertwig. Dunque da ciò si vede che tutti quei processi ch'io descrissi come posteriori alla fecondazione, sono per Selenka anteriori alla medesima; non è mio compito voler du- bitare delle osservazioni di Selenka, però non posso pel momento accettarle, inquantochè i processi da me descritti per uova di Ser- pule non si basano soltanto sopra alcune, ma sopra centinaja di osservazioni eseguite in epoche diverse; per conseguenza fino a tanto che ricerche più dettagliate sulle differenti classi d’ animali non daranno risultati più precisi e combinanti, non posso altro che ) Sopra lo sviluppo delle serpule. Questo bollettino. Ann. II. 1876. °) Memoire sur l’embryologie des Nemertes. Ann. des science. natur. Ser. VI. T. VI. 1877. 3 E. Selenka. Zoologische Studien. I. Befruchtung des Kies von Toxopneu- stes variegatus. Leipzig. 1878. — Keimblàtter- und Organenlage bei Echiniden. Sitzungsber. d. physik. u. medie. Soc. in Erlangen. 12. Mai 1879 sc 100 — sostenere e difendere le teorie da me sviluppate. 1 processi fecon- dativi osservati da Selenka si riassumono nei seguenti termini: lo spermatozoo entra nell'uovo attraverso il mantello gelatinoso, che ricopre interamente l’ uovo degli echini; egli trafora la prominenza del tuorlo e dopo alcuni istanti vi si osserva che lo strato periferico s'aggrinza e dopo alcun tempo dal medesimo distaccasi una fi- nissima membrana, la quale impedisce l’ entrata nel tuorlo di un altro spermatozoo; attorno la testa dello spermatozoo sì raduna il protoplasma dello strato periferico in forma di tanti raggi ed il: tutto (nucleo spermatico) poi emigra verso il centro del tuorlo ove s'avvicina pure il nucleo primitivo (Eikern); questi due nuclei si fondono insieme formando il nucleo di segmentazione. Sopra l’im- portanza delle vescichette direttrici, Selenka sarebbe in certa qual guisa d’ accordo colle mie asserzioni, inquantochè anch’ egli dice chiaramente che colla sortita delle medesime si può determinare con tutta precisione l’ asse longitudinale del futuro embrione. L’attività generativa delle Serpule e forse di tutti i Chetopodi avviene soltanto in certe stagioni e secondo le mie osservazioni da maggio fino a settembre; una copulazione non ha luogo inquan- tochè gli animali sono rinchiusi in tubo calcare e non abbandonano mai il loro involucro; le uova e lo sperma vengono espulsi all’ e- sterno e la fecondazione lasciata al caso. Per osservare una serie continua di processi embrionali sopra la medesima larva adoperai il metodo di Selerka, il quale consiste nel conservare alcune uova o larve in appositi acquarii atti all’ osservazione microscopica; questi. sono di solito di forma rotonda del diametro di 20—30mm. e dell'altezza di 5-—6mm. e riempiuti con acqua marina ed al- cune alghe vengono chiusi ermeticamente con un coprioggetti. In questi. acquarii le larve possono svilupparsi normalmente per alcuni giorni, per la ragione, che l’acqua non può evaporare e I’ acido carbonico traspirato dalla larva. viene adoperato dall’ alga per la formazione della sua clorofilla. La segmentazione. delle. uova è una primordiale, vale a dire. il tuorlo si compone soltanto di elementi animali e forma il cosid- detto tuorlo d’ evoluzione; mentre invece gli elementi generativi, o tuorlo nutritivo, mancano del tutto. Appena avvenuta la divisione del nucleo di segmentazione, osserviamo la formazione di due solchi opposti, i quali dalla superficie del tuorlo, penetrano nel suo interno e finiscono coll’ unirsi, dividendo con ciò la massa in due porzioni eguali, in due cellule. La divisione continua regolarmente, cioè > 10R4 dapprima si formano quattro segmenti poi otto, sedici e così via. Questo processo di segmentazione regolare va soggetto a moltissi- me anomalie; una delle più comuni e senza conseguenze per lo sviluppo embrionale, sarebbe la divisione dispari, in tre, sei cellule e così via. Un’ altra anomalia abbastanza frequente è la divisione del tuorlo in parti disuguali, delle quali la più grande funziona come tuorlo nutritivo, invece la più piccola, corrispondente al tuorlo d’ evoluzione della segmentazione discoidale, si divide regolarmente, formando alla fine un gruppo di cellule sopra il tuorlo nutritivo, inclinando con ciò alla formazione d’ un Amphigastrula; queste nova muojono però ben presto e non arrivano mai a formare una gastrula. Continuando la segmentazione regolarmente, uovo acquista un aspetto granuloso, zigrinoso, essendo composto da una quantità di cellule piccolissime disposte senza alcun ordine; questo stadio embrionale si chiama la mora (Archimorula Haeckel). Nell’ interno di questa massa si forma poco a poco una cavità, chiamata cavità di segmentazione, la quale sempre più ingrandisce e spinge le cellule verso la superficie '). Questa cavità conosciuta anche sotto il nome di cavità di Baer, la vediamo di già formarsi nel secondo stadio di segmentazione, cioè quando l'uovo si com- pone di quattro cellule; essa è molto piccola e delle volte scompare del tutto in causa d’ un rigonfiamento delle cellule embrionali. Da ciò si vede che questa cavità non sviluppasi terminata la seg- mentazione del tuorlo, ma bensì col principio di questa, trovan- dola in tutti gli stadj intermediari; la sola differenza sarebbe quella, che durante la segmentazione essa mantiene egual volume cominciando ad ingrandirsi appena terminata la medesima. Ne segue di conseguenza che la morula delle Serpule non è una vera morula, ma bensì una pseudomorula, la quale per analogia corrisponderebbe alla morula degli altri animali, sempre però in senso Haeckelista. Coll’ ingrandimento della cavità di Baer, le cellule vengono sempre più spinte verso la superficie, il loro contenuto diviene anche sempre più trasparente, i loro contorni spariscono dando sviluppo ad un blastoderma omogeneo costituito da un solo strato cellulare; questo stadio embrionale è conosciuto sotto il nome di blastula (Ar- chiblastula, Haeckel). Essa è formata da una vescica ripiena d'un ) Beitrige zur Entwicklungsgeschichte der Chaetopoden. Sitzungsber. d. Wiener Akad. B. 77. 1878. Mai-Heft. Taf. I. Fig. 12—13. — 103 — liquido incolore, gelatinoso (?) e dalla sua superficie si dipartono lun» ghe cilia vibratili, per cui le uova si trovano in un continuo movi- mento rotatorio. Selenka fece ultimamente delle osservazioni del tutto analoghe per uova di echinidi '); anch’ egli osservò la mancanza di una vera morula e la formazione di una cavità interna durante la segmenta- zione, la quale va riempiendosi d’ una sostanza gelatinosa, formando il cosiddetto nucleo gelatinoso; questo nucleo si forma in parte dallo strato periferico del tuorlo, il quale al principio della seg- mentazione si ritira nel centro e s'ingrandisce di poi per assorbi- mento d’acqua oppure per una diffusione di sostanze nutrienti dalle cellule blastodermiche. Da quanto ci è noto, nella maggior parte degli animali, allorchè l'embrione è arrivato ad un certo grado di sviluppo esso abban- dona } uovo avendosi formato dalle cellule ectodermiali una cuticola sua propria; nelle Serpule invece i! corio forma una parte inte- grante dell’ embrione, e con ciò si spiega anche facilmente il per- chè, le cilia vibratili che rivestono la superficie dell’ embrione» devono attraversare questa membrana esterna. Curiosa in questo riguardo è l'osservazione di Schenk; egli ammette che le cilia vibratili non sieno altro che le code degli spermatozoidi attaccati sulla superficie dell’ uovo. Una simile ipo- tesi è del tutto assurda, inquantochè l’ uovo viene di solito fecon- dato da pochissimi spermatozoidi, mentre invece le cilia vibratili si trovano in grandissimo numero e disposte regolarmente, cosicchè si potrebbe ammettere che ogni cellula blastordemica dia sviluppo ad un filamento ciliare. Nella blastula si osservano ben presto dei cambiamenti di forme, cioè da rotonda ch'era prima, acquista ora la forma di una lente pianoconvessa, inquantochè una porzione del blastoderma va ad un polo sempre più appianandosi: questa porzione si abbassa di poi nella cavità di Baer e ne risulta così un corpo a forma di sacco, il quale non è altro che la gastrula (Archigastrula, Haeckel °). Schenk non fa menzione alcuna sopra la prima formazione della cavità di segmentazione e della gastrula, soltanto afferma, che col continuare della divisione le sfere embrionali si ordinano attorno ') Keimblatter- und Organanlage bei Echiniden. Sitzsher. d. phys. med. Soc. in Erlangen 1879. 2) 1 c. Taf. Fig. 14-15. 104:— una cavità centrale in due strati concentrici. Ora da quanto prima dimostrato, devo oppormi a queste osservazioni, per la ragione che le sfere embrionali durante la morula non sono mai disposte re- golarmente; in secondo luogo coll’ ingrandirsi della cavità di seg- mentazione risulta una vescica racchiusa da un unico strato di cellule ed appena per invaginazione di una 'parte della parete di questa vescica si sviluppa il secondo strato germinativo, cioè l’ endoderma. La gastrula nelle Serpule ha una forma allungata, arroton- data e si compone delle seguenti parti: esternamente si osserva una membrana omogenea, consistente, che aderisce sull’ embrione, la quale non è altro che il corio; essa, come, lo abbiam di già detto, viene trapassata dalle cilia vibratili, che dipartono dalla pa- rete ectodermiale. Sotto il corio aderente troviamo 1° ectoderma, il quale non è cellulare ma omogeneo e granuloso ; 1° ectoderma poi passa al polo superiore nell’ endoderma, il quale forma le pareti dell’ intestino primitivo. L’ endoderma è parimenti omogeneo, gra- nuloso, però nella sua massa si osserva una debole differenziazione; la parete interna, cioè quella che riveste il sacco intestinale, ha un colorito giallo-bruno, mentre invece la parete esterna è quasi incolore ; questa differenza di colorito e con ciò una differente disposizione nelle molecole dell’ endoderma, potrebbe avere un’ analogia colla differenziazione dell’ endoderma degli animali superiori in una terza e quarta pagina germinativa (pagina fibro-intestinale e pagina (glandulo-intestinale). La cavità di Baer non sparisce come in altri animali, ma è permanente e si trasforma direttamente nella cavità del corpo. Da principio la gastrula non racchiude alcun spazio, un inte- stino primitivo ed un prostoma mancano del tutto: le sue pareti endodermiali combaciano perfettamente e sotto il microscopio non vedesi che una semplice linea, la quale segna la divisione delle due metà endodermiali. Prima di passare alla formazione della larva, sarà bene di formarsi un'idea chiara sopra la gastrula, distinguendone primie- ramente un polo anteriore ed un polo posteriore. Polo posteriore sarà quello ove comincia l’invaginazione del blastoderma, per la ragione che dal prostoma (blastoporo) si sviluppa lano e non la bocca, e lano nelle Serpule ha sempre una posizione posteriore. Attraverso i due poli si potrà condurre un piano, il piano longi- tudinale, il quale dividerà 1’ embrione in due parti simmetriche. 105 — Dalla blastula fino alla gastrula l novo cresce in direzione del piano longitudinale e con ciò si spiega anche la forma allun- cata della gastrula. Nella gastrula invece | accrescimento si ef- fettua quasi tutto in un piano perpendicolare al piano longitudinale. L’accrescimento è regolarissimo, la larva presenta sempre for- me simmetriche e così pure l’ apertura anale la trovereme sempre al polo posteriore. La gastrula è di pochissima durata, inquantochè ben presto si osservano in essa dei movimenti molto importanti; il sacco endo- dermiale comincia ad allungarsi e nel suo interno si forma una cavità, molto bene distinta e. chiusa d’ambo le parti. Secondo le osservazioni di diversi scienziati, negli animali i quali posseggono un sacco intestinale, sviluppatosi direttamente per invaginazione del blastoderma, il prostoma si chiude per riaprirsi più tardi e formare così la definitiva apertura anale; nelle Serpule invece la gastrula non racchiude alcun spazio, per la ragione che le due pareti endodermiali combaciano esattamente e tanto 1’ intestino pri- mitivo, quanto. I apertura anale si sviluppano in causa di una semplice separazione delle due metà endodermiali, L’ ectoderma va eziandio soggetto ad alcuni cambiamenti, i quali propendono alla formazione del sistema muscolare. Al prin- cipio della gastrula egli forma uno strato omogeneo, granuloso, di eguali dimensioni; col progredire dello sviluppo embrionale si divide in tre parti molto bene distinte, che si possono riguardare come il principio del sistema muscolare, cioè le due porzioni anali e la porzione dorsale, dalla quale ultima si sviluppa una parte del si- stema muscolare cutaneo ed i. muscoli che servono di sostegno all’ apparato digerente. Il sacco endodermale si prolunga nella direzione del piano longitudinale, sviluppando nel suo interno la cavità digerente; ar- rivato ad un certo punto si piega sotto un angolo di 90° ed il suo sviluppo continua ora in una direzione perpendicolare alla pri- mitiva. Nel terzo giorno dopo la fecondazione la larva ha una forma pressochè ellittica e nel suo interno si osserva il canale digerente perfettamente sviluppato e comunicante all’ esterno mediante l’ a- pertura orale ed anale. La formazione della bocca non mi riuscì di osservare diret- tamente sopra la larva, però io credo ch’essa si formi nel mede- simo modo come negli altri animali; cioè col prolungarsi dell’inte- stino sviluppasi in pari tempo una intromissione dell’ectoderma, — 106 — la quale corrisponde alla bocca ed all’ esofago dell’ animale perfetto, mentre invece la parte orizzontale del sacco intestinale corrisponde allo stomaco: queste due parti di poi si uniscono, l’ epitelio di mezzo viene riassorbito e si forma una libera comunicazione tra esofago e stomaco. T limiti presi tanto per 1° esofago quanto per lo stomaco ed intestino non sono arbitrari, poichè tanto all’estre- mità posteriore che anteriore dello stomaco si trovano delle du- plicature dello strato interno, delle quali una chiamerò la duplicatura esofagea, V altra la duplicatura pilorica. Lo sviluppo dell’ apparato digerente delle serpule si effettua nello stesso modo che negli Echinodermi; in questi si ha egual- mente una divisione regolare e la formazione di una gastrula, dove come nelle Serpule, la cavità di Baer si sviluppa in cavità del corpo : l’ intestino primitivo si allunga, per poi dividersi nella ve- scica vasoperitoneale (Selenka) e nell’ intestino vero; quest’ultimo seguita ad allungarsi e va ad incontrare una intromissione, che si sviluppa alla parte orale; questa nuova intromissione non è altro che la porzione esofagea del canale digerente e per 1’ unione di questa colla parte intestinale si forma il canale digerente permanente dell’ Echinodermo. Selenka nel suo lavoro sopra Io sviluppo delle oloturie (Zeitschrift fiir wissensch. Zoologie. B. XXVII. 1876), considera la segmentazione di questi animali quale una segmenta- zione regolare apparente, per la ragione ch’ essa dà sviluppo ad un blastoderma di dimensioni disuguali, vale a dire con una parete alquanto più grossa dell’ altra. La medesima osservazione venne fatta da me in uova di Serpule, ed anzi io credo che tutte le blastule di Serpule posseggono un blastoderma, il quale ad un polo è alquanto più grosso che all’altro. Da questo fenomeno però non è assolutamente necessario di dedurre che la segmentazione sia una irregolare, inquantochè esso non rappresenterebbe che il prin- cipio di una differenziazione negli elementi blastodermici, e que- sto ingrossamento lo si potrebbe riguardare come il primo indizio della formazione muscolare. Da ciò si vede benissimo, che lo sviluppo embrionale delle Serpule ha molta analogia con quello degli Echinodermi; essendo la formazione delle due pagine germi- native principali, quanto quella dell’ intero canale digerente, per- fettamente eguali. Riguardo gli Echinodermi dovrebbero seguire nel sistema naturale i Vermi e non i Celenterati, dai quali differiscono di molto tanto nello sviluppo, quanto dell’ organizzazione. Haeckel Atom appunto basandosi sopra l'analogia delle larve dei Chetopodi con quelle degli Echinodermi, fondò la sua ipotesi sopra 1 organismo di questi ultimi riguardandoli non più come animali semplici, ma come una colonia, dove ogni braccio (o raggio) corrisponde- rebbe esattamente nella sua intera organizzazione ad un verme anellato; in questo caso avrebbesi la medesima relazione come nei Botrilli o Ascidie composte, poichè anche questi formano co- lonie, dove i singoliindividui sono disposti a raggi, avendo però una cloaca ed un’ apertura anale comune. Lo scopo principale del mio tema era precisamente quello di studiare questa relazione tanto im- portante per la genealogia degli animali; le larve però ottenute me- diante la fecondazione artificiale morivano nel quarto o quinto giorno, cosiechè non mi fu possibile osservare la trasformazione di que- ste nell’animale perfetto e stabilire con ciò fondatamente la parentela degli Echinodermi coi Vermi. Ritornando ora alle nostre larve, abbiamo osservato che la ca- vità del corpo si forma direttamente dalla cavità di Baer, e perciò viene a stare tra ecto- ed endoderma e non racchiusa dalle pagine del mesoderma come in altri animali. Il mesoderma anzi sembra essere nemmeno sviluppato in queste larve, inquantochè fino al loro fissamento non mi riuscì d’ osservare alcuna formazione di cellule, che potesse avere analogia colla formazione mesodermiale degli altri animali; bisogna però ammettere 1 esistenza della terza pa- gina germinativa, ed in questo caso essa si svilupperebbe molto tardi, cioè dopo avvenuto il fissamento della larva. Il canale digerente della larva si compone di tre parti ben distinte, cioè della parte esofagea, dello stomaco, e della parte intestinale : la piegatura la troviamo di solito sotto la duplicatura pilorica : l'interno del canale è del tutto coperto da finissime cilia vibratili, sviluppatesi dalla pagina glandulo-intestinale, mentre invece la pagina fibro-intestinale forma la parete esterna del canale è prende parte alla formazione dei muscoli intestinali. Tanto il sistema nervoso, quanto gli organi sensitivi non sono in queste larve ancora sviluppati; però nella parte anteriore del- l ectoderma e precisamente sopra lo stomaco, si osserva un piccolo gruppo di granelli pigmentati in rosso-bruno, privi di corpi ri- frangenti, il quale potrebbe venir ritenuto come sviluppo primitivo dell’ organo visivo. Le forme esterne della larva vanno soggette ben presto a nuove modificazioni; l'accrescimento nella direzione perpendicolare di al piano longitudinale cessa e ricomincia quello nella direzione di detto asse, cioè la larva acquista una forma conica molto manife- sta ed al vertice del cono si trova | apertura anale. Nel quarto giorno si osserva nelle larve lo sviluppo di un organo particolare, sopra la di cui funzione ed importanza non venni ancora in chiaro ; vicino l apertura anale riscontrasi una specie di vescica di forma rotonda, le di cui pareti sembrano formare una continuazione della membrana esterna della larva; questa vescica da principio piccola, s’ingrandisce fino ad un certo punto, restando di poi inalterata du- rante tutto lo sviluppo della larva libera. Dalle poche osservazioni che feci sopra larve già fisse, mi sembra ch’ essa vada di poi di- minuendo, fino a sparire del tutto, dunque essa non rappresente- . rebbe che un organo embrionale provvisorio. Non mostrando que- sta vescica movimenti di sorta, come sarebbero pulsazioni 0 con- trazioni, al primo momento credetti che fosse una semplice ventosa, per mezzo della quale la larva si fisserebbe sopra oggetti marini : però dovetti convincermi, che una simile ipotesi non è ammissibile, per la ragione, che la larva la quale deve fissarsi, sviluppa al suo polo posteriore e precisamente sotto questa vescica, una massa liguliforme trasparente e granulosa, per mezzo della quale essa di pol s’ attacca. Come tutte le larve libere nuotanti, così anche quelle di Serpula, quando devono fissarsi perdono le loro cilia; queste però non vengono rigettate, ma abortiscono, cosicchè sulla superficie della larva scorgesi una quantità di piccole prominenze, le quali spariscono poi del tutto e la cuticula presenta il suo primiero aspetto omogeneo. Prima di passare alla formazione del sistema muscolare, devo far cenno di un’ anomalia abbastanza interessante, osservata sopra una larva del quinto giorno: essa aveva tutte le sue parti svilup- pate regolarmente, soltanto il canale digerente mostrava un’ irre- golarità ; sopra la duplicatura pilorica dello stomaco apparivano due rigonfiamenti simmetricamente disposti, i quali non erano interna- mente coperti da cilia come il resto del canale. Quest’ anomalia farebbe ancor più risaltare la parentela tra Echinodermi e Vermi, inquantochè dalle ultime osservazioni di Selenka sopra le Oloturie, risulta che l'intestino primitivo si divide in due parti, cioè nel- l’ intestino permanente e nella vescica vaso-peritoneale, la quale poi sviluppa il sistema vascolare; la formazione di questa vescica avviene nello stesso modo come quella dei rigonfiamenti anomali — 109 — nelle serpule, per cui essendo omologa la loro formazione, dovreb- bero essere parimenti omologhi gli organi che ne risultano. Il sistema muscolare nelle Serpule si sviluppa quasi per in- tero dalla pagina esterna, dall’ ectoderma. Subito dopo la forma- zione della gastrula l ectoderma si divide in tre parti, cioè in due anali o posteriori ed in un’ anteriore. Le dune porzioni posteriori, tra le quali trovasi la vescica anale, s' ingrandiscono poco a poco e la cireondano completamente ; la loro massa va sempre più aumentando, cominciando nel mede- simo tempo a dividersi in parti di forma cellulare; da questa massa poi dipartono alcune tendini (?), che vanno unirsi colla massa muscolare anteriore, oppure vanno inserirsi sulla superficie del canale digerente; per contrazione delle prime si contrae tutta la larva nella direzione del piano longitudinale, e per le seconde invece sol- tanto la parte posteriore col canale digerente. La massa muscolare posteriore continua a differenziarsi e le parti cellulari che si forma- rono da prima si fondono insieme e generano con ciò le prime fibrille muscolari, le quali terminano in tendini che s’ inseriscono alla parte inferiore dell'esofago. La massa muscolare anteriore è più tardiva nel suo sviluppo, ed appena alla fine della vita libera della larva si osserva da essa partire un debole muscolo, che va a terminare sulla parete superiore dello stomaco. Da quanto ora dimostrai, risulta che tutto l’ apparato digerente è sospeso nella cavità del corpo per mezzo di tendini muscolari, i quali non s’ inseriscono mai sull’ in- testino, ma soltanto sullo stomaco e sull’ esofago. Per ultimo faccio menzione di un piccolo agglomeramento cellulare osservato tra l’ intestino e la cutienla esterna in larve già fisse, il quale potrebbe essere il primo sviluppo dell’ apparato urogenitale. Note intorno la Corrente del Golfo da M. Dr. Stenta. Sono noti i vantaggi climatici che 1 Europa occidentale, e principalmente i suoi liti maestrali, godono in confronto delle terre americane bagnate dall’ Atlantico e situate in eguale latitudine. Sulle carte essi vengono raffigurati dalle linee isotermiche, che vicino al nostro continente s’inflettono verso il polo. Cotali infles- sioni sono veramente considerevoli non solo se pigliamo ad esami- nare le linee isotermiche dell’ aria per tutto l’anno, oppure pel mese più caldo (luglio) e più freddo (gennaio), ma ancora se se- guiamo le linee isotermiche della superficie dell’ Atlantico boreale nei mesi d'agosto e febbraio, corrispondenti ai massimi e minimi del caldo !). Nel febbraio p. e. le linee isotermiche 159—0° alla superficie del nostro oceano distano sulla costa dell’ America settentrionale in latitudine circa 9°, dalla baia di Chasepeake cioè fino alla Nuova Scozia, mentre all’ incontro nei mari d’ Europa si seostano di hen 38°, vale a dire dalla foce del Tago fino a 77° lat. bor. presso a Spitzbergen. La causa di sì grande differenza, che si riscontra anche negli altri mesi, sebbene mitigata quanto più calda è la stagione, è ri- posta nelle correnti calde, proprie all’ oceano Atlantico boreale. Anzi dirò, che la corrente del golfo — Gulf stream — è in certo modo più popolare di altre consimili, perchè oltre 1’ essere ora un fiume maestoso che attraversa l’ oceano, ora generatrice di tempeste ‘) Confr. le tabelle relative in Moln, Elem. di meteorologia, e la 2. tav, in Arzimmel, Die aequatorialen Meeresstròmungen etc. Leipzig 1877. — lll — — weather-breeder, stormking — essa riscalda 1’ Europa occiden- tale, ne rende equabile il clima ed oltremodo favorevole la distri- buzione degli animali e delle piante. Trovandosi i meteorologi in proposito di tutti i benefici effetti della corrente del golfo molto più concordì che nelle teorie, colle quali tentarono di spiegare le correnti marine in generale, dovè sorprendere non poco, che /ndlay (1869) e Carpenter (1876) limi- tarono la corrente del golfo fino al 30° Iong. occ., ossia la detta corrente cessa come tale lontana lontanissima dai litorali d’ Europa. Il prof. v. K/oeden, citando i prefati autori, pubblicò l’anno scorso un articolo !), nel quale egli tende a dimostrare, che “non è la corrente del golfo che riscalda l Europa occidentale,,. L’ argomento essendo di grande importanza per l’ oceanografia, io spero che non sarà discaro ai miei colleghi onorevoli di seguire il ragionamento onde il Klòden appoggia la sua tesi. Quella parte della corrente equatoriale atlantica, che si stacca dalla corrente brasiliana a 360 miglia naut. a Lev. del Capo S. Rocco e poscia sì denomina corrente della Guyana, facendo la costa gre- cale dell’ America del Sud 30, 50 fino 70 m. n. in 24 ore, entra nel mare delle Antille, ove viene rinforzata dalla porzione della corrente equatoriale, che nello stesso mare s’ introduce pei canali interposti tra quella lunga catena d’ isole. Deviata dalla costa del- l’Amarica centrale verso Nord, la nostra corrente passa con una velocità giornaliera di 30—50 m. n. nel Golfo del Mesico; la mag- gior parte delle sue acque segue il contorno della vicina terraferma e a guisa di largo fiume e profondo s' avvicina da NO. al litorale di Cuba con velocità moderata fino a 30 m. n. e meno. Nello stretto di Florida la temperatura della corrente del golfo — tale è il nome che prende — alla superficie è di 266 fino a 28:9° C.; in 320—380 passi là dove culmina una catena submarina — l’acqua ha 15:55° C.: al fondo solltanto 7-25° C. Nella parte settentrionale dello stretto il mare quasi non corre, mentre nella meridionale muovesi la corrente del golfo. Essendo in questo sito la sua larghezza di 34:8 m. n., nota pure la sua profondità, che è circa !/, di quella del mare, segue che, dove essa ha la massima temperatura, e la massima velocità, ci presenta una se- zione di '/, fino 4/,, dim. g.U0, pari a 4 e 5:8 m. n.0). L'acqua !) Zeitschrift d. Ges. f. Erdkunde zu Berlin, vol. XIII, fase. I, pag. 23 e'iseg. — 12 — emessa giornalmente dallo stretto di Florida ammonta in media @ 297 migla naut. cub. Nel canale di Bemini, cioè tra le isole omonime ed il Capo Florida la corrente passa sopra una barriera collocata in 200—270 passi. Qui il canale è largo 39 m. n., e l’acqua in quella profon- dità ha 9:45° C. Risulta, che nel tratto dello stretto di Florida fino a Bemini, ossia dopo aver percorse più di 200 m_ n., la cor- rente del golfo non è cresciuta in volume, Tra Florida e le isole Bahama la corrente progredisce verso N. con la media velocità di 40—42 m. n. in 24 ore — (velocità med. giorn. in sei mesi più di 30, e negli altri sei mesi più di 50 m. n.) — Avendo accolte nel suo seno quelle acque della cor- rente equatoriale, che girarono di fuori le Antille e si diressero poi a Pon. lungo la costa boreale di Cuba. Evvi da notare però, che la corrente del golfo non ingombra che parte del canale di Florida, perocchè tra essa e la terraferma s’ interpone la così detta muraglia fredda — cold wall —, una lista d’acqua fredda, che corre in direzione opposta e poscia si sommerge. Prima d’ arrivare di faccia a Charleston la corrente del golfo subisce una modificazione rilevante, che riscontrasi poi più decisa- mente passato il Capo Hatteras (c. 35° N.) Le sue acque, che fi- nora procedevano unite, si spiegano a guisa di ventaglio sì, che tra le calde sono intercalate altre liste fredde, e queste corrono in direzione opposta a quelle. Se dunque prendiamo una sezione dell’acqua dalla costa della Virginia fino all'estremo margine del braccio orientale della cor- rente del golfo, ne risulta alla superficie: 1. la zona fredda fino a 50 m. n. dalla costa; 2. la prima lista calda, larga 15 m. n. e che si bipartisce see No 5. la prima lista fredda, larga 20 m. n.: 4. a Lev. della medesima la seconda lista calda, larga 30—40 m. n., che è il tronco principale della corrente del golfo — the axis of the gulf-stream —, avendo essa la più alta temperatura, la massima velocità giornaliera, in media verso 60 m. n., nonchè la massima profondità, cioò di 100 passi secondo stima Nares ; 5. più a Lev. alternativamente dne liste fredde e due calde. A 300—350 m. n. dal litorale della Virginia — tale è ap- prossimativamente la lunghezza della sezione — le acque della ‘(62 Iidy-g2 IEW) aponsed 8388unp (gs teN— sg *Unr)aporsadjewix®|y ((69*1da6-+9 ‘190 ) apolsedsauyer |EWIUIN o o © ° 1 LO ISO OR BASA 681 von 1841 sIs 1879. CURVE per JAHRLICHEN REGENMENGEN in TRIEST dad prossimativamente la lunghezza della sezione — Ie acque della Marte ha! ho4 9 wurde E de AIR IU y N dub dé Li ue L, viag dl i Ve i) EOa: HL ver REGENTAGE JANNER 1878. U E ‘ag equasoy 9p JUYEZUy ap Inj BIEOS Scala fur die Regenmengen. vo € NWI _——- Normalourve der monatl. Regenmengen Jan.78. Te (Curve der wirklichen Regenmengen se! ‘’Normalcurve der monatl. Regentafeanzahl “> Curve der Zahl der wirkl. Regenta$e seit Jan. 78. — 113 — corrente del golfo quanto a velocità e temperatura non si distin- guono più da quelle della superficie dell’ Atlantico alla medesima latitudine. Ma anche nella porzione dell’“asse, alla profondità di 400 a 500 passi la temperatura si è abbassata sempre più fino a passare nel freddo del fondo. Avanzatasi oltre il 40. di lat. dirimpetto Sandy Hook la corrente del golfo, oramai scemata di mole causa la divisione in bracci, ed anche di temperatura e velocità, entra in una nuova fase; essa si dirige cioè verso Lev. e può chiamarsi quindi corrente orientale !). La volgono in quella direzione la costa americana che s’ avanza verso Lev., la serie di banchi di Nantucket, di Nuova Scozia e di Terranuova, nonchè la contraria e fredda corrente del Labrador, di cui avemmo a notare la continuazione nella “mura- glia fredda,. La detta corrente preme dal lato la calda del golfo, la fa deviare ed a qualche grado più a Lev. ne accresce sensibil- mente la già diminuita velocità. Ora sta bene di sapere come la corrente del golfo coll’ essersi allargata abbia diminuita la media velocità e la profondità. Presso Charleston essa era larga 60 m. n., e presso il Capo Hatteras 104 m. n.; presso Nantucket ha la larghezza di 260 m. n. La sua velocità era nello stretto di Florida più di 50 m. n. al giorno; presso i banchi di Terranuova non è che di 24 m. n. La sua mole darebbe vicino a Nantucket uno strato di 100 passi, e presso i banchi di Terranuova uno strato di 50 passi di acqua calda. Quanto poi alla sua temperatura notasi secondo Car- penter un abbassamento nel tratto da Florida e Nuova Scozia (sul 35. grado N.) e ciò viene provato dai numeri seguenti, ordinati se- condo le stagioni: Tat-b.=' Inv! “Prim. “— UHst. “2 Aut. Stretto di Florida 299=25 MORI DESIO I Presso Charleston d0t= 23489 — 25 LAZIO CATZ s C. Hatteras 35°=22-239 — 22:78 — 26:66 — 2445 , A SE. di Nantucket 35°= 19:45 — 20 RZ 224, A Sud di N. Scozia 35°=16°66 — 1945 — 25:25 — 20:55, La corrente del golfo non conserva dunque la sua alta tem- peratura, e prendendo la suindicata distanza, che percorre, la dif- ) Jarz, Die Stromungen im Nord-Atlantischen Ocean ete., Wien 1877, p. 5. 8 — 114 —- ferenza termica tra la prima e l’ultima stazione esprime l’ equiva- lente della perdita dai caldo, cioè pell’ inverno 8:34° C., per la primavera 785° C., pell’ estate 3-09° C. e per l’autunno 7-253° C. Se la temperatura scema più presto sul 25. di lat. che nel tratto ove la corrente muove verso N., ciò dipende dall’ essere la medesima dapprima più concentrata, dunque più profonda, dunque meno su- scettibile a raffreddarsi al contatto coll’ aria; ma arrivata a 35° N. essa sè allargata, e alla superficie, dove la temperatura dimi- nuisce al contatto coll’ aria che in quella latitudine si raffredda di più, specialmente durante l inverno, non può mantenersi tanto stabile il calore per l’ influenza dello strato caldo sottoposto che appunto s’ è assottigliato. Notisi ancora un fatto che contribuisce molto alla conclusione che siamo per fare. La corrente del golfo, là dove è ancora rico- noscibile, si dirige verso Est, ed il suo braccio meridionale verso SE. e S., e quindi essa non può in questa parte contribuire im- mediatamente ai vantaggi climatici dell’ Europa occidentale. Le considerazioni fatte dal prof. Klòden ci costringono a ri- spondere negativamente alla domanda: Le 297 m. n. cub. d’ acqua riscaldata, che giornalmente erompono dallo stretto di Florida, ba- stano forse ad alimentere una corrente calda e profonda nella regione grecale dell’ Atlantico, e nell’ oceano polare, per cui anche nella stagione rigida le linee isotermiche s° inalzino enormemente verso il polo? È cosa certa che, se uno strato superficiale d’acqua calda nella nostra parte dell’ Atlantico e dell’ oceano glaciale dipen- desse soltanto dalla corrente del golfo, esso non potrebbe avere che uno spessore minimo, atteso che le 297 m. cub. sarebbero da di- stribuirsi sopra un’area di c 140.000 m. g. DI nei due oceani. Sappiamo benissimo, che le curve accentuate delle linee iso- termiche alla superficie dell’ Atlantico grecale e del vicino oceano polare vengono determinate da una corrente calda. Molteplici os- servazioni e studi diligenti provano alla loro volta, che siffatta corrente calda è pure profonda, dunque giammai identica alla striscia assottigliata della corrente di Florida; essa partecipa i suoi benefici effetti ai litorali occidentali del nostro continente fino alle più alte latitudini, e schiude alla navigazione anche una gran parte dei mari polari. Corre in direzione N. e NE. ed accoglie sovente nel proprio seno piante, bottiglie ed altri oggetti che gal- leggiarono dapprima nella corrente del golfo. La teoria riduce questa corrente europea NE. puramente a — 115 — ragioni di contrasto delle temperature alte e basse, ossia a una circolazione verticale nell’ oceano. Dal bacino artico proviene una corrente submarina fredda, diretta da NE. verso SO. e dello spes- sore di 1000—2000 passi. Al fondo l acqua non ha in media che 1:66° C. Nelle plaghe equatoriali quest’ acqua ascende in forma di corrente verticale, e lo prova il termometro che qui nei primi 300 passi d’ acqua s’ abbassa molto più rapidamente che in qual- siasi altro sito tra le Faroer ed il Capo di Buona Speranza, e nota l’acqua di 4:45° C. già 100 passi più vicina alla superficie che p. e. nel bacino meridionale dell’ Atlantico, ove al fondo pure la temperatura sta poco sopra 0° A siffatta corrente ascendente devesi che nella zona equatoriale la temperatura alla superficie viene mitigata a 23-9—26-6° C., mentre vi si apparterrebbero 80" C. Milita in favore della detta corrente e della sua origine in latitudini maggiori anche la sperienza secondo la quale la salse- dine è minore nella striscia equatoriale che nella tropicale. La corrente submarina richiede poi per legge di compensa- zione che vi sia un’altra superiore, calda e diretta verso NE., ossia verso i lidi d' Europa, alta 600-900 passi. E invero nel ca- nale tra le Faroer e la Scozia, che ha la profondità da 500—600 passi, trovasi un’ acqua fredda di 0—1:94° €. nella metà inferiore, mentre di sopra corre verso NE. uno strato caldo più di quanto non lo comporti la temperatura normale di quelle latitudini. Perchè si possa giustificare |’ alta temperatura che anche durante l’ inverno godono le spiagge maestrali dell’ Europa, è d’uopo d’aggiungere agli effetti della corrente NE. ancora quelli dei ban- chi posti nel Mare Germanico e nel Mare di Norvegia; banchi, che si trovano abbastanza vicini alla superficie, perchè lo strato dell’ acqua calda non possa venir raffreddato pel contatto con una corrente submarina polare. “La corrente calda dell’ Atlantico, che tende a destra, nel suo corso verso N. gettasi sui banchi litorali di Norvegia, vi scorre sopra e ne viene preservata dal raffreddarsi di sotto, di modo che può conservare la sua virtù calorifera fino verso Spitzbergen ed il Mar Bianco. I fiordi norvegiani, che sono molto profondi, vengono da quelle barriere isolati dall'oceano glaciale e rimangono pieni d’ac- qua calda. Sicchè i banchi sono per le coste ed i fiordi di Nor- vegia una specie di baluardo, atto a tener lontane le acque artiche e a mantenervi anche nelle profondità le calde dell’ Atlantico. Il calore in fondo del mare ivi è così tenace, che neanche il più — 116 — crudo inverno ne può scemare considerevolmente |’ efficacia. La Norvegia deve dunque ai suoi banchi litorali il mite clima inver- nale. Che se la costa norvegiana precipitasse a grande profondità e fosse priva dei suoi banchi; se l’acqua fredda polare potesse giungere alle coste ed empiervi i fiordi: ne deriverebbe alla super- ficie una tale depressione della temperatura da uguagliare quasi il clima della Norvegia a quello della Groenlandia, Così il Kloden, chiudendo colle parole di Moln. Alla corrente del golfo sostituiremo quindi per V Europa oce- cidentale la corrente europea NE. Gli effetti climatici con ciò non vengono punto alterati, e si tratta puramente di spiegarli sosti- tuendo alla causa problematica una più sicura e più ragionata. È bensì vero, che quanto alla teoria che valga a spiegare colla massima evidenza la corrente europea, e quindi necessariamente anche le altre correnti dell’ Atlantico, l’ ultima parola non fu pe- ranco udita. Così dobbiamo almeno credere seguendo le varie opi- nioni, che gli scienzati tuttodì vanno pubblicando sopra un pro- blema tanto importante. A nostro modo di vedere non conviene ve- ramente di piccarsi a trovare una sola causa che produca movimenti sì grandiosi e complicati come sono appunto le correnti, ma conviene piuttosto studiare il complesso di cause, come hanno già fatto coloro, che la propria attività consacrano alla lunga e faticosa analisi coll’esa- minare la configurazione del fondo dell’oceano e coll’indagare minuta- mente la temperatura degli strati marini pei più piccoli possibili spazi di tempo e di luogo e le correnti submarine. Attribuire p. e. le correnti del mare unicamente ai venti è erroneo al pari che eselu- derli addirittura come una tra le cause efficienti. Le sperienze di Mohn attestano '), che alla corrente europea nel Mare di Norvegia danno un potente impulso, s'intende già alla superficie, i venti da Libeccio che vi predominano durante 1’ anno. Nello studio difficile della fisica del mare bisogna aver 1’ occhio a tutto ciò che vi si appartiene necessariamente e ad altro che con esso serba rapporti meno spiegati. E le cose devono farsi in maniera, che coloro che vengono dopo possono una volta aggiungere molto, ma togliere poco o nulla). )) V. Petermann 1876, pag. 431. °) Muhry in Petermann 1874, pag. 878. NOTIZIE INTERNE. Seduta Direzionale del 21 Gennaio 1879. Presiede: il Comm. Muzio de Tommasini. Presenti il segr. Vierthaler ed 8 direttori. Vengono nominati a soci effettivi i signori : Perhauz Mirsky Turco Huber Leban Nicolo Damaso Pascoletto. Si stabilisce l'ordine delle radunanze scientifiche per le sere dei lunedì 10 Febbraio, 3 e 17 Marzo, 7 e 21 Aprile, 5 e 19 Maggio, 9 e 23 Giugno, 7 Luglio, 6 e 20 Ottobre, 8 e 17 Novembre, 1 e 15 di Dicembre. Per la prossima serie si fecero prenotare i signori: Dr. Marchesetti, Valle, Vierthaler, Dr. Stenta, Dr. Goracucchi, Eckhel, Stossich e Dr Biasoletto. Il cassiere comunica di aver fatto stampare quietanze regolari per le oblazioni spontanee. Il segretario propone che il diploma si rilasci ai soci nuovi verso un tenue importo di buona entrata. — Viene accettato e si stabilisce l importo a fior. uno. Muzio de Tommasini. Seduta direzionale del 15 Febbraio 1879. Presiede: il Comm. Muzio de Tommasini. Presenti il segretario ed 8 direttori. Viene presentata una lettera dell’i. r. Direzione montanistica d’Idria in evasione alla ricercatoria fatta riguardo l’accessibilità della Grotta di Trebich. Viene decisa la pubblicazione dell’ elaborato nel Bollettino, incaricando il socio sig. Ing. Schnabl, di pronunciarsi relativamente 1’ operato. — 118 — Onorevole Società Adriatica di Scienze Nalurali in Trieste. In héflicher Beantwortung der sehr geehrten Zuschriften vom 4. April 1877 und 10. September 1877, beehrt sich die gefertigte k. k. Bergdirection eine Skizze sammt beiliufigem Kosteniberschlag iber die Fahrbarmachung der Trebichgrotte, verfasst vom k. k. Oberbergverwalter A. Plaminek, vorzulegen. Die Zeichnung stellt die Grotte im vergròsserten Massstabe von der dem ,Me- moria letta nella radunanza generale della Società Adriatica di scienze naturali il dì 7 Gennaio 1877“ beigeschlossenen Karte dar. Der Entwurf ist unter der Voraussetzung, dass der Durchschnitt der Grotte blos nach einer einzigen Vertical- ebene gefihrt ist, verfasst, was, weil der Grundriss bei der der Publication ent- nommenen Karte fehlt, nicht ersehen werden kann. Das Project hat sich zur Aufgabe gestellt, die Grotte fiir einen Massen- besuch fahrbar zu machen und besteht in der Abteufung eines fiur Schalenfòr- derung geeigneten Hauptschachtes vom Tagkranze des Grotteneinganges bis zur Grottensohle in den Dimensionen von 4 m. Linge und 2 m. Breite bei rechtwink- ligem Querschnitte. Von dem langen Schachtstosse wiirden 3 m. auf maschinelle Fahrung und 1 m. auf Befahrung mittelst Fahrten (Leitern) von 4 m. Linge, welche auf 4 m unter einander geschlagenen Fahrungsbilhnen aufzustellen kimeo, entfallen. Die Niederbringung des Schachtes wiirde mit méglichster Benitzung der bereits von der Natur gebildeten Aush6hlungen erfolgen, wie dies aus der Skizze ersichtlich ist. Die Befahrung der Nebenh6hlen liesse sich bequem von 3 Laufshorizonten, wovon der 1. Lauf 41.293 m., der 2. Lauf 104.307. m., der 8. Lauf 173.816 m. unter dem Tagkranze situirt ist, nach Skizze ausfiihren. Alle Verzweigungen der Grotte wurden durch Nachnahme der verengten Partien fiir die Befahrung bequem hergestellt. Als Betriebsmaschine fir den Aufzug wiîrde sich, falls selbst mAssiges Wasserquantum zur Disposition wire, eine Wasserwaage empfelllen, da das Betriebswasser seinen Abfluss durch die Grotte finden wiirde. Die Kosten eines derartigen Ausbaues wirden sich belaufen : 1. Seilscheibengeriist, . ..._.. 2.000 fl. 2. Schachtabteufen mit 8 []m. querschitt im Gaio 1320 kat OI Rae età a aM060 3. SR RE, 8 Qu. Quorsebitt. zusammen Sao lame rio e E 2.028 , 4. Nachnahmen von First, misi ad Sonica in del tenti und Zwischenteufen, zusammen 270 km. à 5 fl. . . . .. 1.850, pid. Drahtscilstee 25 eee cda: 25005 Gi. (Ausfillung) Versatz der Schachtstòsse dad da nicht falena zu haltenden Hohlràume, zusammen 398 km. à 1 fl... 398, 7. Schachtauszimmerung, Schachtkrinze, 1 m. von einander, sammt Lg Schachtverschallung und Fahrungs- bulmen' pr: Met. 33 fl. (auf ‘323 ici 10.659 , 8. Einbau von Fahrten pis: Bilhnen und Auszimmerung dai Abteufen in den Verzweigungen der Grotte 152 km. à 6 fl gar Zusammen 28.162 fl. ohne Betriebsmaschiue. — 119 — Das zweite Project bezweckt die Herstellung einer vollkommen sicheren Fahrbarmachung der Grotte ohne jeden maschinellen Betrieb. Eine solche Fahrbarmachung aller von der Natur in dieser Grotte gebildeten Verzweigungen wiirde eine theilweise Ausweitung der verengten Riume und Verstiirzen der gefàhrlichen, unter den einzelnen Etagen befindlichen Aushéhlungen, sowie eine Ueberbriickung mittelst Drahtseilsteges erfordern, die Kosten hiefir diirften sich folgend beziffern : Nachnahmen der Gesenk- und Streckenulmen, der Strecken, First und Sohlen, zusammenn 330 km. à 5 fl... ... î 1650 fl. 323 m. Fabrten und. Biihnen jin den Gesenken à 6 f, ola Auszimmerung der Gesenke. . . . . 193845 Versetzen und Verstiirzen der nicht falirtiairon Hoblesverawea gungen, 400 km. à 1 fl. . . . Mlosttas sorio Se dito CAPRA e 400). » 17 m. Drahtseilsteg è 15 fi modali dia oeut tasti prshaggni).e7#200: , Zumnzeai 4243 fl. Selbstverstàndlich bleibt die Befahrung einer 323 m. tiefen Héhle mittelst Fahrten (Leitern) eine immer sehr beschwerliche, weshalb der Besuch nur ein sehr spàrlicher ware. Dass eine vollkommen genaue Aufnahme der Grotte sammt ihren Ver- zweigungen erst genaue Anhaltspuncte betrefis endgiltiger Durchfihrung eines dieser Projecte geben kann, ist selbstverstàndlich. Idria. am 22. Januar 1879. M. Lipold, k. k. Oberbergrath. Triest, am 24. Februar 1879. Bemerkungen zum Kosteniiberschlage tiber die Fahrbarmachung der Trebichgrotte. Die frither beobachtete Reihenfolge soll anch hier gelten, damit der Zu- sammenhang klarer bleibt. Der Durchschnitt der Grotte liegt nicht in einer Verticalebene, deshalb sind die Zahlen der Masseneinheiten in der Berechnung nicht richtig, das Schachtabteufen kime also héher zu stehen als angenommen wurde. Die Schalenfòrderung wire wohl die beste, kann aber bei einer Tiefe von ilber 800 Meter fiir einen Massenbesuch nicht ausreichen, denn es kònnten hoòchstens 50 bis 60 Personen in der Stunde befòrdert werden, wenn zwei Schalen sich im Wechsel auf- uud abbewegen. Fiir die motorische Kraft wire durch die proponirte sogenannte Wasser- waageam billigsten gesorgt, dazu wire aber ein Reservoir fiir das zu sammelnde Regenwasser, aus cementirtem Mauerwerk, néthig, was nicht berechnet wurde. Dieses Reservoir wiirde je nach den Localverhiltnissen, die mir nicht nàher bekannt sind, bei einem Fassungsraume von nur 1—2000 Kubik-Meter 4—6000 Gulden kosten. Die Durchschnittliche Regenmenge wiirde bei der Anlage eines Kleine- ren Reservoirs ein zu geringes Wasserquantum als Vorrath liefern. Ein sicheres, aber kostspieligeres Mittel ware eine Dampfmaschine von circa 35 Pferdekriften, welche nebst Gebiude und einem Kkleineren Wasserreser- voir auf circa fl. 15.000 zu stehen kme. Ueber die einzelnen Posten der Kostenberechnung. Bei N.° 1, Seilscheibengeriist, ist wohl das Drahtseil im Preise mit inbegriften. s » 2 wiirden fir das Abteufen des Schachtes gròssere Kosten entstehen, weil die Annahme der Verticalebene unrichtig ist, » » 3 Wiirden eben deshalb die Kosten etwas geringer sein, » » 7 scheint bei der Berechnung dieses Postens die Annahme als Ba sis gedient zu haben, dass man mit losem Gestein zu thun haben wiirde» wéhrend Alles fiir das Gegentheil spricht. Die Auszimmerung wiirde also einfacher und billiger sein Kònnen und wire weniger Verschallung nothig. Aus Gesagtem kann man mit Sicherheit annehmen, dass die billigere An- lage mindestens fl. 35.000 absorbiren wiirde, wihrend jene mit einer Dampf- maschine auf mindestens fl. 45.000 zu stehen kîme. Die Berechnung des zweiten Projectes, welche die Befahrung der na- tiirlichen Grottengànge und Schliinde behandelt, erscheint viel richtiger. F. Schnabl. Seduta direzionale del 2 Marzo 1879. Presiede : il Comm. Muzio de Tommasini. Presenti 8 direttori. Il segretario comunica la seguente lettera della locale Deputazione di Borsa: I Alla spettabile Società Adriatica di Scienze naturali im Trieste. In pronta evasione alla pregiata ricercatoria 17 corrente la sottoscritta sì fa un piacere di concedere a codesta prestantissima Società 1’ uso della sala grande nel primo piano dell’edifizio di Borsa per un ciclo di letture serali in argomento delle discipline naturali, e cioè una volta per settimana, per sei settimane circa, salvo eventuale proprio uso della sala stessa; cominciando col- } entrante mese di Marzo. Gradisca codesta spettabile Direzione le assienrazioni dell’inalterabile distinta stima e considerazione con cui ha l’ onore di protestarsi. Trieste, 18 febbraio 1879. La Deputazione di Borsa. Il Presidente €. Reinelt. Il Segretario A. C. Zenker — 121 — Ottenutasi quindi la concessione della sala per le letture popolari già promesse nell’ ultimo congresso generale, viene stabilito il seguente programma : Sabbato 8 marzo. Prof. Vierthaler, Sopra gli alealoidi. Ds POROE Prof. Dr. Stenta. I metalli nella storia delle migrazioni. A D'ORE SE Cav. Dr. Alessandro Goracucchi. Sulla forza medicatrice della natura. , # Dr. Lorenzo Lorenzutti. Sulla tenia e sulla trichina spirale. P dc Dr. Bart. Biasoletto. Sopra i mezzi disinfettanti. Viene stabilito che le lezioni abbiano da principiare alle 8 ore pom. e che i soci e le loro famiglie abbiano il diritto di introdurre persone di loro cono- scenza verso viglietti d’invito da prelevare dal segretario o dal cassiere, ai quali si potranno rivolgere anche direttameute le persone non appartenenti alla Società. Dietro proposta del segretario viene accordato al sig. Plamenek di Idria una rimunerazione di f. 50 per il preventivo elaborato intorno l’ accessibilità della Grotta di Trebich. La rimunerazione si preleva dal fondo accordato dal- l’inclito Municipio per studi sulle grotte dell’altipiano triestino. Dietro proposta del sig. Schulze di Cattaro viene nominato a socio effet- tivo il sig. Pietro Martinovich, prof. di storia naturale presso l'i. r. Giunasio di Cattaro. Si propone in ultimo di trattare nella prossima seduta sull’ augurio da estendersi nell’ occasione del Giubileo di nozze della Augusta Coppia Imperiale. Seduta direzionale del 16 Marzo 1879. Presiede: il Comm. Muzio de Tommasini. Presenti: il segretario Vierthaler ed i direttori sigg. Dr. B. Biasoletto, Cav. G. de Eckhel, Dr. Fridrich, Cav. AI. Dr. de Goracucchi, Alberto Peru- gia, Dr. Mich. Stenta, Prof. Stossich. Dietro proposta del socio sig. Pietro Stolfa viene nominato a socio ef- fettivo il sig. Enrico Sennebogen. Il segretario comunica il seguente dispaccio dell’I. R. Luogotenenza : 2221-II. Der Rittergutsbesitzer Max von dem Borne in Berneuchen, welcher vom deutschen Fischerei-Vereine den Auftrag erhielt, eine Zusammenstellung dariiber zu machen, wie die verschiedenen Fischarten in den Gewssern von Deutschland. Oesterreich-Ungarn und der Schweiz vertheilt sind, welche dem Gedeihen der Fische nitzlichen und schàidlichen Einfliisse wirken, wo und in welcher Weise Teichwirthschaft und Fischzucht betrieben wird, hat sich unter Mittheilung des bei- folgenden Sonderauszuges aus dem Circulardes deutschen Fischerei-Vereines IV. des Bedi (.} L00 Jahres 1877 hieramts um Unterstiitzung in dieser Angelegenheit gewendet und zuletzt Behufs Colorirung der grossen Stieler'schen Karte von Deutschland nach dem Vorkommen gewisser besonders charakteristischer Fischarten, um die h. o. Einflussnahme Behufs der thunlichst genauen Ausfillung des weiter angeschlossenen Fragebogens angesucht. Dieser Fragebogen wurde nun iiber hierimtliches Ersuchen von dem bekannten sachkundigen Pfleger der Fischzucht, Domherrn Andreas Pauletiè in Gòrz, ausgefillt und wird unter Finem dem Eingangs genannten Rittergutsbesitzer mitgetheilt. Da die vom Domherrn Pauletiè gegebenen Antworten besonders interes- sant erscheinen, glanbe ich dieselben dem geehrten naturhistorischen Vereine zur gefàlligen Einsicht gegen Rickschluss des Fragebogens mitzutheilen und denselben zugleich auf den Mmhalt des diesfàlligen Einbegleitungsschreibens des Pauletiè vom 18. Februar d. J. aufmerksam machen zu sollen, welches sehr schatzenswerthe Andeutungen iber Austernzucht enthàlt. Es wiirde mir sehr angenehm sein, die geschitzle Ansicht des geehrten naturhistorischen Vereiens in letzterer Beziehung zu Xennen, weshalb ich um gefàllige Mittheilung derselben gegen Communicatsritekschluss hiemit ersuche. K. k. Statthalter Pino. In seguito a proposta del Presidente viene nominato un Comitato composto dal segretario e dai signori direttori: Alberto Perugia, Dr. Edoardo Graeffe e prof. Stossich per esaminare il rapporto del sig. Pauletié e di ela- borare la risposta motivata, eventualmente di unire proposte opportune riguardo alla piscicoltura ed ostricoltura. Dietro proposta del segretario si accorda al sig. prof. Adriano Merlato una rimunerazione di f. 25 per l’ attiva sua collaborazione nella diramazione dell’ ultimo bollettino uscito. Finalmente si passa secondo la deliberazione dell’ ultima seduta allo studio di un atto di devozione da estendersi in occasione della fausta ricorrenza delle nozze d’argento dell’ Augusta Coppia Imperiale. Il Presidente propone l’ indirizzo seguente : Sacre Maestà! Raccolta nel più profondo ossequio la Direzione della Società, avente per iscopo lo studio delle scienze naturali nei lidi austrriaci dell’ Adria, coglie con trasporto l'occasione di unire la sua comunque modesta voce a quelle delle popolazioni, le quali festeggiano esultanti il giubileo del fausto imeneo delle Vostre Maestà, e salutano la celebrazione auspicata delle Vostre Nozze d'Argento coi più fervidi auguri di felicità, e di contentezza. Degnatevi Sacre Maestà di accogliere coll’innata benignità del Vostro Cuore quest’ Umi- lissimo Omaggio di suddita lealtà ed affezione, e di concedere alla riverentissi- ma Società Adriatica di Scienze naturali 1’ altissimo prezioso favore che forma oggetto precipuo dei nostri voti, sotto l'egida del quale ci sia dato di proce- dere nell’ intrapreso cammino, e cogliervi dei frutti vantagiosi alla Società umana, quali possano corrispondere alle benefiche Vostre Sovrane intenzioni. Per la Società Adriatica di Scienze naturali. Trieste il dl 24 Aprile 1879. La Direzione: Presidente. — Vicepresidente: Direttori. Viene unanimemente accettato, e secondo la votazione di tutti i presenti viene stabilito che 1’ atto dell'indirizzo venga firmato dall’intiera Direzione — Vengono incaricati i sigg. Eckhel e Stossich di assumersi in unione col segretario la più opportuna e più decorosa esecuzione. Seduta direzionale del 4 Aprile 1879, Presiede: il Comm. Muzio de Tommasini. Presenti: il segretario e sette direttori. 1l segretario dà una relazione sulle lezioni pubbliche tenute nella sala grande dell’edifizio della Borsa. La presidenza sì incarica di ringraziare personal. mente per l’uso della sala gentilmente concessa dalla spettabile Deputazione della Borsa ed accorda una rimunerazione di fiorini 20 al personale di servizio della Camera di commercio. Il segretario comunica il tenore dell’ evasione data alla ricerca dell’i. r. Luogotenenza secondo il rapporto della commissione appositamente incaricatane. Hohe Statthalterei ! Die Untertfertigten haben die Ehre, im Namen des hiesigen naturwissen- schaftlichen Vereines das sub 2221-II dd. 5-III 1879 von der hohen k. k. Statthalterei erwilnschte Gutachten im Sinne der von besonderer Commission (Dr. Graeffe, Alb. Perugia, Prof. Stossich, Vierthaler) gestellten Antrige mit Zuriickstellung des Fragebogens und der Antràge von Don Pauletiè abzugeben. Im Allgemeinen stimmen wir den von Domherrn Pauletié ausgesprochenen Ansichten iiber Austernzucht vollkommen bei. Auch wir sind der Meinung, dass in Angelegenheiten mariner Fischerei noch sehr Vieles zu wiinschen sei, dass sowohl diese, als die Austernzucht rationell gehoben werden kònnen, wenn die Regierung hiezu ihren Einfluss aufbieten wiirde. — Wir sind jedoch ganz be- stimmt nicht der Ansicht, dass Regierungsgelder an einzelne bestimmte Personen oder Anstalten zum Zwecke mariner Experimente verwendet werden sollen. — Die Beispiele der in Grado verunglitckten Austernzucht, sowie der in Dalmatien praktisch erfolglos gebliebenen Schwamm-Cultur iberzeugen uns, dass bei solchen Regierungs-Experimenten die eigentliche Fischerei-Bevòlkerang sich demonstrativ abwehrend, wenn nicht gar feindlich verbàlt, indem dieselbe in derartigen Anstalten eine Geschiftsconcurrenz zu erblicken wàhnt. De ii Unsere Ansicht ist es, dass die hohe Regierung die Hebung von Fischerei- , Austern- und Schwammcultur durch die dafiir vital interessirte Kiistenbevòlke- rung selbst besorgen lasse, indem sie allen ihren Einfluss aufbieten wolle, einen Fischerei-Verein£ nach Art der in Deutschland bestehenden Gesellschaft ins Leben zu rufen, und diesem Verein dann Schutz und materielle Unterstiitzung zu gewdhren. — Unseren Fischern fehlt es nicht an Energie, auch nicht an Intelligenz: es fehlt an Geld! Die Pfahlcultur der Austern nimmt deshalb so geringen Aufschwung, weil es an Geld fehlt, den néthigen Holzbestand zu beschaffen. Ebenso steht es um die Aufbesserung des Fischereiwesens. — Hier kann allein nur eine Vereinigung der interessirten Elemente abhelfen, welche mit kriftiger Hilfe der Regierung rationelle Principien zu verbreiten und die Ausiibung der lucrativ bewahrtesten Methoden einzufithren hàtte. Der adriatisch-naturwissenschaftliche Verein hat das Interesse um die Adria nie ausser Acht gelassen. — Beiliegender Abdruck eines Vortrages ùber die Seeproducte von Prof. Stossich mag davon Zeugniss geben. — Bei den geringen Geldmitteln des Vereines ist es jedoch — wenigstens in Gegenwart — nicht mbglich, durch materielle Unterstittzung, die fiir die Sache unentbehrlich ist, selbst einen Fischerei-Verein ins Leben zu rufen. — Sollte aber die hohe Regierung auf den mitgetheilten Gedanken eingehen, so wirde es sich der Verein zur angenehmsten Pflicht machen, mittelst Vortràgen und Publicationen die Nothwendigkeit eines Fischerei-Vereines dem gròsseren Publicum klar zu legen, und dessen zweckmàssige Thàtigkeit mit sachlicher Ueberlegung anzuregen. Inoltre si stabilisce l’ ordine delle prossime sedute scientifiche. Il prof. Adolfo Stossich presenta un lavoro del proprio figlio professore Michele “Catalogo della Fauna Adriatica — Parte I, che viene faccettato per la stampa. Seduta direzionale del 19 Maggio 1879. Presiede: il Comm. Muzio de Tommasini. Presenti: Il segretario Vierthaler ed i direttori Dr. Biasoletto, Cav. de Eckhel, Dr. Fridrich, Cav. Dr. Goracucchi, Dr. Fr. Paugger, A, Perugia. Il segretario comunica che la Presidenza, rappresentata dal Presidente, Vicepresidente e dal Segretario, ebbe a consegnare nelle mani del Governatore S. E. Barone Pino de Friedenthal ai 19 di Aprile l'indirizzo di felicita- zione alle L. L. Maestà in occasione della ricorrenza delle nozze di argento dell’ Augusta Coppia Imperiale. Passandosi poi all’ ordine del giorno si ventila il quesito se o meno siasi. a mantenere il contratto di sublocazione stabilito per un anno colla spettabile rappresentanza della Società degli Ingegneri. Considerandosi la distanza del locale preso in subaffitto dai centri mu- seali, e prendendo nota della poca frequenza delle sedute tenute nel locale in via Carintia, mentre furono frequentissime nell’addietro, si stabilisce ad unani- mità che venga sciolto il contratto colla fine di Agosto ec. — Il direttore dell’i. r. Accademia di commercio e di nautica Dr. Paugger propone per il momento, cioè fino che la Società non abbia potuto ritrovare un locale opportuno ai propri scopi scientifici, che si ritorni a tenere le tornate scientifiche nella sala di Chimica, mentrechè venga collocata la biblioteca so- ciale in una stanza (Gabinetto delle carte geografiche) dell’ i. r. Accademia. La proposta viene clamorosamente appoggiata, ed il Presidente risponde con parole di vivo ringraziamento da parte della Società. Viene preletto e posto a discussione il seguente dispaccio dell’ i. r. Go- verno centrale marittimo. N. 2459. In seguito a dispaccio 13 Marzo p. p. N. 35207 ex 1878 dell’ eccelso i. r. Ministero del commercio, il Governo marittimo si pregia di accompagnare a codesta spettabile Direzione alcuni esemplari della versione italiana del pro- gramma della esposizione internazionale di prodotti ed utensili della pesca di mare e nelle acque interne, che avrà luogo in Berlino nell’ Aprile 1880, per opportuna sua notizia. Trieste li 21 Aprile 1879, Il Presidente. Alber. ad N. 2459. Programma della esposizione internazionale di prodotti ed utensili della pesca di mare e nelle acque interne, in Berlino nell’ Aprile 1880. Classe I. Animali acquatici. 1. Vivi od impagliati, in alcool ovvero in disegni. 2. Preparati o disseccati, salati, aftumicati, ridotti in polvere, in scatole di latta ecc. ed in diversi stadî di preparazione. In ispecialità : a. Spugne (spugne da bagno secondo località e qualità). b. Coralli, greggi e lavorati. c. Molluschi. Ostriche. Prove di gusci dalle località più rinomate; anatomia delle ostriche in dimensioni ingrandite. Conchiglie di ogni sorta. Con- chiglie da perle; preparazione della madreperla. Perle assortite secondo il loro valore commerciale. Imitazioni delle perle più rinomate. Conchi- glie da perle e madreperla di fiume, prove. d. Radiati, (stelle marine, ricci). . Vermi. (os) f. Insetti. (Larve d’insetti che distruggono le uova di pesci o servono a questi di alimento). g. Crostacei. (Differenti specie di gamberi). h. Pesci di tutte le qualità e di tutte le zone. Amfibi. Tartarughe, specie mangiabili. Tartaruga (guscio) in diversi stadî di preparazione compreso il pettine, o “Boulem&bel, (pel confronto: tar- taruga falsa), salamandre, rane (uova di rane), serpenti (pelli di serpenti). — 126 — k. Uccelli acquatici (tutti gli uccelli dannosi alla pesca, gabbiani, aironi, cormorani ecc.) ; I. Mammiferi (foche, cetacei) e loro prodotti; mammiferi d’acqua dolce dannosi ai pesci. 3. Tutti i prodotti di animali acquatici. Classe II. Pesca. a. Utensili da pesca di ogni specie e di tutte le nazioni, in originale od in modelli. b. Battelli di tutte le nazioni per la pesca di mare o nelle acque interne in modelli o disegni. c. Materiali da pesca in diversi stadî di preparazione. d. Macchine ed istrumenti per la lavorazione di materie gregge. Classe IILL Allevamento artificiale di animali acquatici. a. Apparati di covatura in azione. Tutti gli apparati ed utensili per l’alleva- mento artificiale di pesci, gamberi e conchiglie. Anche recipienti per la spedizione di uova, novellame ecc. b. Modelli o disegni di rinomati stabilimenti di allevamento. c. Modelli o disegni di apparati per la difesa o pel perfezionamento di animali acquatici (p. e. scale per salmoni (Lachsleitern) ece.) d. Acquari di tutte le sorta. e. Storia dello sviluppo di alcuni dei più importanti animali acquatici (p. e. ostriche, salmoni, aringhe, gamberi ecc.) Rappresentazione delle varie loro età. Classe IV. Apparecchi per la conservazione e spedizione di animali acquatici freschi, in originale od in modelli (Trasporto di pesce fresco sulle ferrovie). Classe V. Apparecchi per la preparazione e conservazione dei prodotti della pesca mediante disseccamento, salagione, affumicamento ecc. destinati al commercio (p- e. modelli di case per affumicare ecc.) come pure all’ economia domestica (p. e. caldaie, padelle ecc.) Classe VI. Modelli di case e costumi da pescatore, nonchè utensili da pesca che non trovarono posto nelle sezioni precedenti. Classe VII. Studio delle acque con riguardo ai loro pesci. Studi-fisico-chimici. Esame del fondo (saggi relativi). Ricerche botaniche (piante acquatiche nei loro rap- — 127 — porti coll’ industria della pesca, scelta di piante caratteristiche, ecc.) Studî intorno alla fauna (animali di ordine inferiore conservati nello spirito, prepa- ratì ecc.) Apparati e mezzi sussidiari per tali ricerche. Classe VIII. Storia della pesca. Utensili da pesca, originali ed imitazioni, a cominciare dai tempi più remoti, come pure modelli, disegni, documenti, sigilli, emblemi di antiche cor- porazioni di pescatori ecc. Ciasse IX. Letteratura, statistica della pesca e prospetti sulla diffusione dei pesci in riguardo geografico. Condizioni della esposizione. 1. Gli oggetti da esporsi devono venir insinuati non più tardi del 1. gennaio 1880 al comitato della “Associazione germanica per la pesca,, e ciò colla indicazione della classe giusta il programma e dello spazio per essi oc- correnti (superficie di pareti, pavimento. tavolo). Il comitato decide riguardo all'ammissione degli oggetti insinuati. 2. Il comitato stesso sostiene tutte le spese per la disposizione e l’addobbo interno dei locali. 3. Gli oggetti destinati all’ esposizione devono spedirsi al medesimo, franchi di nolo, nel mese di Marzo L’eventuali spese di trasporto dalle stazioni ferroviarie di Berlino all’ edifizio dell'esposizione vengono sostenute dal comi- tato dell’ associazione germanica per la pesca. È riservata l'indicazione più precisa del termine e dell’indirizzo. Oggetti facili a guastarsi possono venir accettati anche durante l’ esposizione. 4. Il comitato provvede alla sorveglianza e custodia degli oggetti espo- sti, senza rispondere però di accidentali perdite o danni, nè del pericolo di furti o d'incendio. In seguito ad espressa ricerca il comitato farà a proprie spese assicurare gli oggetti contro i pericoli d’ incendio 5. Chiusa Y esposizione gli oggetti esposti verranno spediti di ritorno all’ espositore, franchi di spesa. Se ne eccettuano gli oggetti facili a guastarsi riguardo alla cui vendita in Berlino il comitato cercherà d’intendersi col- l’ espositore. 6. Si fa riserva di ulteriori comunicazioni riguardo ad eventuali riduzioni di nolo od al conferimento di premi. 7. Gli oggetti da esporsi devono, per quanto possibile, portare il nome ed il domicilio dell’epositore. Nei casi in cui venga chiesta la restituzione degli oggetti esposti, se ne deve mandare al comitato una esatta distinta. Dopo viva discussione dell’ argomento viene deciso di pubblicare il pro- gramma nel bollettino onde interessare e privati e corporazion, affinchè vo- gliano cooperare all'esposizione ittiologica da tenersi nell’anno venturo a Ber- lino. — La Società peraltro è troppo scarsa di mezzi materiali per poter prendervi alcuna iniziativa senza ottenere uno speciale aiuto materiale all’uopo. — Viene quindi stabilito di rispondere alla Presidenza del Governo marittimo, Lo) 2 che la Società si farebbe grato dovere di prestarsi allo scopo dell’esecuzione di un'esposizione collettiva, se si credesse opportuno di disporre dei necessari mezzi pecuniari ed altri occorrenti per conseguire l'intento. Il segretario prelegge il dispaccio N. 4184 dell’ I. R. Luogotenenza re- lativamente alle idee esposte circa l'istituzione di un consorzio di piscicoltura: N. 4185-II Aus dem geschatzten Schreiben vom 6. 1 Mts. Z. 34 hat die k. k. Statthalterei mit lebhafter Befriedisung entnommen, dass der geehrte Verein der Entwickelung der Seefischerei an der ©sterreichischen Kiiste ein reges Interesse entgegen bringt. Indein die k. k. Statthalterei den Ansichten des geehrten Vereines ùber die Mittel zur Hebung der Fischzucht an der ésterr. Kiiste vollkommen beistimmt, begriisst sie mit Freuden das Vorhaben des geehrten Vereines, mittelst Vor- triigen und Publicationen die Nothwendigkeit eines Fischereivereines dem gròsse- ren Publicam klar zu legen und dessen zweckmîissige Thiitigkeit mit sachlicher Ueberlegung anzuregen und wird gerne bereit sein, dem geehrten Vereine zur Ausfihrung der diesfalls nothwendigen localen Vorstudien die thunlichste Unterstitzung zu gewahren. Triest, am 11. April 1879. K. k. Statthalterei. Pino. Dietro il parere della commissione propone il Presidente di influire presso l'i. r. Eccelsa luogotenenza che si tenga quanto prima un congresso ittiologico qui a Trieste, onde discutere: Sui mezzi più opportuni di migliorare le condizioni della piscicoltura ed ostricultura del Litorale, eventualmente onde proporre un programma legislativo, finalmente onde poter stabilire in modo opportuno per vincolare gli in- teressi speciali delle singole parti entro un comune consorzio di pescicultura. La proposta viene accettata dopo un’ animatissima discussione, Infine viene presentata un’ istanza del socio Dr. Schiavuzzi in Pirano, onde ottenere col mezzo della Società il diritto della libera caccia per iscopi di studi ornitologici nell’ Istria. — Viene stabilito di raccomandarlo all I, R- Luogotenenza. Seduta direzionale del 22 Giugno 1879. Presiede: il Comm. Muzio de Tommasini. Presenti: il segretario Vierthaler, ed i direttori Cav. Dr. Eckhel, prof. Dr. Fridrich, Cav. Dr. Goracucchi, prof. Dr. Stenta. Viene stabilito di riaprire le tornate scientifiche nel mese di Ottobre. Il segretario comunica un dispaccio dell’I. R. Luogotenenza, che accorda al Dr. Schiavuzzi in Pirano il diritto della libera caccia per iscopi scientifici. Si dà lettura inoltre del rapporto Presidenziale diretto all’ Eccelsa Luo- gotenenza per ottenere i mezzi onde poter convocare a Trieste un congresso ittiologico : Hohe k. k. Statthalterei ! In Bezug auf die hohe Zuschrift Nr. 4185-III d. d. 11. April beehren sich die Unterfertigten im Namen der Vereinsdirection deren letzten Sitzungs- bericht mitzutheilen. — Nachdem die Frage ventilirt wurde, in welcher Weise am besten dahin gewirkt werden konnte, eine Fischerei-Gesellschaft anzuregen und deren Interessen richtig aufzufassen, beantragte die fiir die Frage eingesetzte Commission, im nichsten Herbst hier in Triest einen Congress zu ermòglichen, an welchem sich ausser den Mitgliedern des Vereines noch alle Persònlichkeiten und Corporationen betheiligen sollten, denen die Hebung der im Gebiete der k. k. Statthalterei gelegenen Fischereiverhàltnisse angelegen sein muss. — Fiir den Congress ware von Scite des naturwissenschaftlichen Vereines ein Programm zu entwerfen, nach welchem nach dem Zusammentritt der Mitglieder verschiedene Commissionen iiber Fischfang und Fischschutz, Austerncultur und eventuell iiber legislative Wiinsche und Vorsorge beziiglich beider Culturen, einschliesslich anderer Meeresproducte, schliesslich iber die Modalitàten, nach welchen, trotz verschiedener localer Gewohnheiten und Ueberlieferungen, ein einheitlich wirkender Fischerei-Verein entsteben koinne, Antrige zu stellen hàtten. Die Vereinsleitung erachtete diesen Weg als den einzig praktisch mòg- lichen, um die Interessen der Fischereiverhàltnisse zu regeln und zu heben, und beschloss daher, diesen Congress wirklich 7zn veranlassen, wenn die hohe Re- gierung dem Unternehmen ihren moralischen und materiellen Schutz gewahren wiirde. Indem die ergebenst Gefertigten vorstehenden Beschluss zu hoher Kennt- nissnahme bringen, erlauben sie sich, denselben innigst zu befirworten, da es sich um eine Angelegenheit handelt, deren giinstige Lòsung fquivalent ist mit der Forderung des Wohlstandes unserer Kiistenbevòlkerung. Ein unter den Auspicien der Regierung anstindig inscenirter Congress, an welchem sich die wichtigsten Factoren der gegenwàrtigen Fischereithatigkeit betheiligen, muss durch Zahl und Qualitàit der beschlussfàhigen Mitglieder nothwendig zu concreten Antrigen filhven, welche durch Einzel-Elaborate nur mehr oder minder ideologisch, erreicht werden kònnen. In alhmlicher Weise und zu gleichem Zwecke ist in neuester Zeit in Ve- nedig ein Fischerei-Congress abgehalten worden, dessen demnichst zu 6ffentlicher Kenntniss gelangenden Resultate auch fir die unsererseits einzuhaltenden Vor- ginge und Massnahmen, unter gehòriger Bericksichtigung der speciell obwal- tenden Verhàltnisse, benutzt werden kénnten. In der Hoftnung, dass die hohe k. k. Statthalterei dem Beschlusse der 9 OE Vereinsleitung geneigte Unterstitzung gewahren wolle, unterfertigen sich mit Hochachtung Triest, 17. Juli 1879. Tommasini, Priises. Vierthaler, Secretàr. Il segretario comunica poscia il seguente dispaccio dell’i. r. Governo centrale marittimo: N. 4419. Grato a codesta Spettabile Direzione per la dichiarazione fatta collo sti- mato foglio 25 Maggio p. p. N. 38 di voler prestarsi acciò corporazioni e privati prendano parte all’ esposizione ittiologica di Berlino, il Governo marit- timo è dispiacente di non potere, per mancanza di fondi relativi, mettere a disposizione di codesta Spettabile Direzione anche i mezzi pecuniari occorrenti per far rappresentare all’ esposizione le provincie meridionali dell’ Impero. Trieste 21 Giugno 1879. Pel Presidente Dr. Wittman. Dal Dal Da find Da _ Da as) Dal BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO. Stampati pervenuti in dono alla Società. prof. Paolo Matcovich. — Introduzione alla analisi chimica qualitativa del Dr. I. Hlasiwetz. Trad. italiana di P. Mat- covich. prof. Guido Vimercati. — Sul Cronotachigrafo Ferrero. Re- lazione presentata al collegio degli architetti ed ingegneri di Firenze dal prof. Ing. Guido Vimercati. Intorno alla prima idea delle caldaje tubulari. Nota di Guido Vimercati. - Sulla prima idea delle caldaje tubulari. Lettera dell’ing. conte G. Vimercati a S. Boncompagni. sig. M. A. Certess — Sur une méthode de la conservation des infusoires. sie. Ettore Regalia. — Sopra un osso forato raccolto in un Nuraghe. sig. Capitano Weyprecht. — Monografia della città di Roma e della Campagna romana presentata all’ esposizione univer- sale di Parigi del 1878, 2 vol. con tavole. sig. Dr. O. Comes. -- Catalogo delle piante raccolte dal prof. A. Corte in Egitto e Palestina nel 1874. sig. G. Grablovitz. — Riassunto delle osservazioni microsis- miche fatte nel collegio alla Guerce di Firenze dal P. D. Timoteo Bartelli. — 132 — Dal sig. Tomaso Luciani. Albona. Studi storici-etnogratici di Tom. Luciani. Venezia 1879, Dal sig. prof. Paolo Matcovich. — Flora crittogamica di Fiume — Cenni generali. — Fiume 1879. Dal A. Comitato geologico d’ Italia. — Relazione degli ingegneri del R. Corpo delle Miniere addetti al rilevamento geologico della zona solfifera di Sicilia sulla eruzione dell’ Etna avve- nuta nei mesi di Maggio e Giugno 1879. Roma 1879. Ricevuti in cambio. Agram. — Viestnik —Hrvatskoga Arkeologiékoga DruZtva. God. 1. Bid 4206; Amiens. — Bulletin de la Société linnéenne du Nord de la France. THIVOENISIZI):76, 185179180681. Amsterdam. — Verhandelingen der koningklijke Akademie van Wetenschappen. Achtliende Deel. 1879. — Verslogen en Me- dedeelingen der koningklijke Akademie Treede Reeks. Traalfde Deel. 1878. Vertiende Deel. 1878. — Jaarbock van der kon. Ak. van Wet. vor 1877. Berlino. — Monatsbericht der kònigl. preussisch. Akademie der Wissenschaften. September, October, November, December 1878. Januar, Februar, Màrz, April. — Zeitschrift f. d. ge- sammten Naturwissensch. redigirt von Dr. Giebel. 1878. Bd. III. Brandenburg. -—— Verhandlungen des botanischen Vereines der Provinz Brandenburg. XX. Jahrgang. Bremen.—Abhandlungen, herausgegeben vom naturwissenschaftlichen Vereine in Bremen. — 6. Band, 1. Heft. Briinn. — Verhandlungen des naturforschenden Vereines. Band XVI. 1877. | = gg, — Bruxelles. — Société entomologique de Belgique. Serie II. N.° 59, 60, 61, 62. — Société entomologique de Belgique. Annales T. XXI. — Procès verbaux des séances de la Société Mala- cologique de Belgique. 1878. — Bulletins de l’Acad. Royal de Belgique. 1876—77 -78. — Annuaire de l’Acad. Royale de sciences, lettres et beaux arts de Belgique 1877—78. — Annales de la Société Belge de Microscopie. Tome IV. Année 1877—78. Bulletin de la Société belge de Microscopie, 5.me année 1878. — Procès verbaux du Janvier, Février, Mars, Avril, Mai 1879. Buda-Pest. — Naturhistorische Hefte. Vierteljahrsschrift fiir Zoo- logie, Botanik, Mineralogie und Geologie 1, 2, 3. Januar— September. Calcutta. — Proceedings ot the Asiatic Society of Bengal N.° X December 1877, N.° I-V January—May 1878, N.° VII Juli 1878, N.° VIII August 1878. Cambrige. — Bulletin of the Museum of Comparative Zoology. VoLuiv. 8,9, n.10; Cassel. — Dr. Kessler. — Lebensgeschichte der auf Ulmus cam- pestris vorkommenden Aphiden-Arten. 1878. — Dr. Eisenach. — Pilze der Umgegend von Cassel. 1878. Chur. > XXI. Jahresher. d. naturforsch. (Geselischatt Graubiin- dtens. 1878, Copenhagen. — Koempedovendyr-Stegten Coelodon at I. Reinhardt (con 5 tav.) — (Memoires de l’Académie Royale de Copenha- gue 5.me Serie Classe des sciences, vol. XII, N.9 3.) — Over- sigt over det kongelige Danske Videreskabernes Selskahs. (L’Académie Royale de Copenhague Bullettins pour 1878 N.° 2, Bulletins pour 1879 N.° 1 (Janvier Février). 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Le osservazioni, di cui fo uso per istituire i confronti e giun- gere alla dimostrazione del mio asserto, sono quelle delle annate 1869 e 1877 ; le prime sono estratte dal rapporto ufficiale intitolato : »Dritter Bericht der stindigen Commission fiw die Adria, ecc. e le seconde dal Programma delli. vr. Accademia di commercio e di nautica, pel 1878. Il riassunto dei valori medi venne fatto pel 1869 dal signor A. Prey (allora assistente degli osservatori) coadiuvato dal Dr. I. R. Lorenz, e quello del 1877 è dovuto all’ opera intelligente del signor Paolo Busin, (attuale assistente degli osservatorii); la base del processo è identica in ambo le annate, cioè quale fu progettata dal chiarissimo prof. Schaub; ed identici sono pure i mezzi d’ 0s- servazione, se si eccettua una leggiera modificazione nell’ immissione dell’acqua nel bacino del galleggiante, la quale modificazione non può alterare sensibilmente i rilievi. Per fornire anzitutto un’idea precisa del fatto, espongo le ore medie desunte da ciascuna delle 12 posizioni della luna rispetto al sole, contraddistinte dall’ ora rotonda della culminazione lunare (superiore od inferiore), e le rispettive differenze fra alta e bassa marea espresse in millimetri. — 142 — Quadro Culminazione Alta marea Ritardo+ Ampiezza Rapporto A della luna 1869 1877 Anticip— 1869 1877 (1877):(1869) 1°—13* SERIO! 9 29‘ + 26‘ 859 739 0-86 20 14° QAS: 9h 904 A 39) 763 706 0:93 Sh 15. SRODI I 9h 44 L dol 636 602 0:95 4" 16° 9° 7 ©8142 L 85° 464 464 1:00 9°_17% 8h 254 80 584 + 88‘ 336 261 0-78 6°—18% 9RS! 930% ibi 226 249 1:10 Ti —=1i9togio 270 Wigo JE: 312 289 0:93 8°_20% 108.42‘ 10% 50‘ + 8‘ 486 361 0:74 gal dot ag 11° 19% JS83b5: 670 976 0:86 10°—22* 10% 13’ 10% 384 95" Toca 690 0:89 1l°—23* ORA 6/10” 194 240 8583 746 0-87 12° — 24° QRD9t 9 5 DD! 850 769 0:90 + Medie ROB 9a 602 940 0:90 È da notarsi che i valori dell’ampiezza sono dedotti dal più basso e dal più alto fra i valori medi dati per ogni ora solare decorsa dalla culminazione lunare; è evidente che 1’ ampiezza, in tal modo calcolata, riesce inferiore alla vera che si otterrebbe, se sì prendessero mediante l’ interpolazione il vero massimo ed il vero minimo assoluti della curva. È inoltre da osservarsi che nel riassunto dei valori medi, esposto nelle sovracitate pubblicazioni, si hanno, per ciascuno dei 12 gruppi, 4 suddivisioni che contengono i valori medi sotto quat- tro aspetti differenti, vale a dire: I. Culminazione superiore ad ore # II. È È IEP SII Ca e ILE Le Inferiore i» g05% IV. Di so PINOLI E i Siccome in parecchi gruppi e specialmente in quelli più vicini alle quadrature (quando l'oscillazione è piccola) le alte e basse maree delle 4 curve cadono ad ore alquanto differenti fra di loro, non è molto esatto il prendere la media delle 4 ampiezze separa- tamente ricavate da ogni suddivisione. — Rispetto poi alla deter- minazione dell’ora dell’ alta marea, è d’uopo avvertire ch’ essa è fatta mediante i tre valori più alti della curva; invece si otter- rebbero risultati, senza dubbio più corretti, facendo uso della for- mula di Bessel, applicata a tutti i valori orari, ma essendo questo lavoro alquanto complicato, è sufficiente ricercare l’ ora in cui ciascuna curva traversa il rispettivo livello medio, mediante le due ordinate a questo più vicine. P. es. nel yDritter Bericht ecc.* si trova per la fase delle ORSO 9, Livello medio = Piedi 3834 Altezza a 6° 9*677 = — 0157 pati, e 3 en 8T= 0504 da cui si ricava 6" 14’ 3, quale istante in cui la curva traversa il medio livello. Nella generalità dei casi, questo metodo dà risul- tati assai più vicini a quelli, che si ottengono dalla formula Bes- seliana, il che è naturale, poichè gli errori accidentali apportano relativamente minor pregiudizio alle differenze, nell’ ora in cui la salita è in pieno vigore, che non alle ore dei massimi e minimi. Corretti i valori delle ampiezze sulla base ora esposta e cal- colate le ore in cui ciascuna delle 12 curve traversa il rispettivo livello medio, tratto dalla semisomma della bassa marea precedente e dell’ alta marea seguente, ottengo: Quadro Culminazione Passaggio per la media Ritardo Ampiezza Rapporto » dl B della luna 1869 1877 + 1869 1877 (1877):(1869) gr Ue) eroi +37 858 720 0°84 OR IRE LET NERO A IE PAT TIRO. 0 92 SEO ETA D'OGGI 964 642 599 0-93 AGR A 5Ra0 26° 464 455 0-98 PE WAI 10 OTO 541 GA I 339 239 0*71 6h—-18% 60264 629 3; 220222 0:97 Vai CM LL ee Le 314 263 0-84 9201. 70994 P Lgnide 1100250 493 348 0:71 1 ES O A? fb CLOSE (290 AD GRA 643° 577 0:90 DOS 2 NEI 1 O (0: rig MEL 774 698 0-90 p ESE el ic IG dae lr LOR ARC 863 725 0:84 1OF— 94h ih dii GR] e oa SG1:® n 0-90 Medie. ©.6%.194. 64504 |.»31° 604 527 0-87 Il risultato è presso a poco uguale a quello del quadro A, ma la somma delle digressioni dal ritardo medio di 81‘ si riduce a 98‘, mentre col primo metodo ascendeva a 123‘; la massima di- gressione si riscontra alle quadrature, ma non è da considerarsi come un puro errore accidentale, quale potrebbe ritenersi per la piccolezza dell’ oscillazione in tali epoche, perchè v ha un’ altra circostanza che v° influisce e verrà esposta nelle ulteriori discussioni. Il ritardo dell’ ora portuale e la diminuzione dell’ ampiezza si verificano dunque in tutte le 12 posizioni e sono abbastanza uni- formi nelle epoche di marea viva, perchè si possano attribuire a perturbazioni accidentali. Tuttavia, per dare una prova evidente dell’ ordinaria invaria- bilità delle costanti mareometriche per un dato porto, la quale dà ancora maggior valore al cambiamento sovraccennato, espongo i valori ricavati dalle osservazioni fatte a Venezia dal 1872 al 1877 — 144 — “inclusivo e pubblicate nel bollettino statistico del comune di Venezia. — L'ora portuale è determinata mediante le 5 alte maree più vicine alle sizigie d’ ogni lunazione, secondo il metodo esposto a pag. 17 del mio opuscolo intitolato ,Dell’ attrazione luni-solare in relazione coi fenomeni mareo-sismici*. L’ ampiezza media è esposta in due colonne, di cui la prima (a) rappresenta semplicemente la differenza tra la media alta marea e la media bassa marea di tutte le fasi; e la seconda (0) contiene le ampiezze corrette secondo il metodo esposto a pag. 37 dell’ or citato opuscolo e destinato a togliere l’inesattezza derivante dai morti d’acqua alle quadrature; a confermare l’ opportunità di questa correzione, valga la minor somma degli errori della colonna d. — L'ampiezza così calcolata riesce sempre un po’ maggiore di quella che si ricaverebbe dal processo che servì alla compilazione dei quadri A e 5, perchè rappresenta la media differenza fra i mas- simi e minimi assoluti, mentre l’ aggruppamento dei valori orari dà la differenza fra il massimo ed il minimo della curva media. Ecco il quadro: Quadro Ora Ampiezza media Eir*r%o Cai Anni | portuale a b Ora a b 1872 11%.44.6 559 545 + 1°5 — 10 — 3 1875 11° 4’ 6 560 545 +19 — 9 — 3 1874 | 11°-1’ 6 576 553 ad 5 Me O a 1875 |.11® 2,9 569 550 02 SU 1876 Tree 580 551 + 0:2 + 11 +3 1877 HI 48 970 547 — 1.8 + 1 — Il Medie | 1123‘ 1.|. 569 | »548 2. 6-2 38 | 17 NB. Del 1876 non figurano che le costanti del secondo se- mestre, mancandomi le osservazioni del primo. Da questo si può asserire con tutta sicurezza che dal 1872 al 1877 inclusivo lora portuale e l'ampiezza si conservarono in variate nel porto di Venezia. D’ altra parte le osservazioni fatte a Fiume, Pola e Lesina nel triennio 1869-71 militano anch’ esse in favore della pressochè assoluta invariabilità delle costanti in quel periodo. — Sul fenomeno, quale si presenta nel porto di Fiume, trattò profondamente il prof. Stahlberger nella sua opera intitolata , Die Ebbe und Fluth in der Rhede von Fiume“ in base ad una serie d’ esattissime e mai in- terrotte osservazioni. Di Pola e Lesina si trovano le osservazioni delle sizigie e delle quadrature nel , Vierter Bericht der stiindigen Commission fiir die Adria ece.$ — 149 — I risultati dei calcoli fatti anno per anno figurano nel quadro seguente : Quadro D Fiume. Effetto lunare Effetto solare Rapporto Semiampiezza ora Semiampiezza ora luni-solare 1869 370 gr 28‘ 199 8° 32‘ 1:85 1870 73 8% 29/ 195 8. 32’ 1:91 1871 363 831% 190 8h:99° 191 Triennio 368 gr 294 195 8° 34 1-88 Pola. 1869 327 8% 38‘ 181 8! 48‘ 1-81 1870 308 8hI97% 170 8° 43‘ 1:80 1871 519 8° 44' 170 83 49° 1:88 Triennio 318 8" 40° 173 8% 46° 1:83 Lesina. 1869 80:0 4° 19° 54 8 4' 20° 146 1870 To n9 4° 25‘ 51*8 dh 129% 1:48 1871 75°8 4D7* 918 4" 25‘ 1:46 Triennio 77°9 4° 28‘ 02°8 4 24’ 147 Non deve destar meraviglia che i risultati delle singole an - nate, messi a confronto fra di loro, non concordino strettamente, specialmente per Pola e Lesina, giacchè per la prima di queste due stazioni mancano al triennio completo le curve di 4 noviluni, 2 pleniluni, 6 primi quarti e 5 ultimi quarti, e per la seconda quelle di 6 noviluni, 7 pleniluni, 5 primi quarti e 6 ultimi quarti. — Tuttavia la massima sconcordanza fra le costanti orarie di due annate d’uno stesso porto si riscontra nel porto di Lesina fra il 1869 ed il 1870 e non arriva che a 9 minuti, per 1’ effetto solare ; sconcordanza compatibile, se si consideri che 1’ oscillazione solare di Lesina è la più ristretta fra tutte le contemplate nel quadro ed è perciò anche soggetta ad alterazioni accidentali relativamente più grandi. Riflettendo dunque che per oscillazione solare di Lesina (53 millimetri) 1 ora è calcolabile con tanta” approssimazione, malgrado il ristretto numero di osservazioni (poco più di 40 al- l’anno) e che la media ora del porto è data per Venezia, sopra un totale di 130 alte maree in una annata, colla massima digres- sione di minnti 1:5 dalla media di sei auni, ritengo che si debba attribuire grande importanza alla differenza di quasi mezz’ ora, che emerge sopra un numero d’ osservazioni assai maggiore, fra le annate 1869 e 1877 nel porto di Trieste, — 146 Già da molto tempo. era sorto in me il sospetto che l'ora dell’ alta marea fosse in costaute ritardo su quella calcolata sui dati del prof. Schaub, ma tale sospetto, qualora fosse stato da me emesso, avrebbe avuto un valore dubbio, poichè si fondava sopra apprezzamenti fatti ad occhio; invece, a confermare la costante di 9» 354 che serve di base alla determinazione delle ore dell’ alta marea, da pubblicarsi nell’ Annuario marittimo, militano alcune osservazioni antecedenti, che darebbero 9" 304 nonchè le osserva- zioni del 1869, che forniscono la costante di 9" 29‘ per le sizigie. Ma ora le osservazioni del 1877 vengono ad appoggiare for- temente la mia supposizione, a convalidare la quale viemmaggior- mente, espongo i particolari dei calcoli da me applicati alle osser- vazioni del 1869 e 1877, per rendere all'evidenza quanto sieno ristretti i limiti dell’incertezza nei risultati. Per ricavare l’effetto dipendente dalla sola attrazione lunare, basterebbe prendere la semisomma delle altezze medie osservate alle sizigie ed alle quadrature ad ognuna delle 12 ore contate dal passaggio al meridiano superiore ed inferiore, perchè in tal modo la curva solare delle sizigie andrebbe a distruggere quella delle quadrature, il cui andamento è perfettamente inverso. — Se al contrario invece delle semisomme, si prendono le semidifferenze, la curva lunare sparisce ed emerge la curva solare. Peraltro il materiale che posseggo mi permette di fare ben di più, perchè l'operazione progettata per le sizigie e quadrature, ossia per le epoche in cui la luna culmina a 0" e 6°, può venire applicata con pari successo a quelle, in cui la culminazione ha luogo ad 1° e 7°, a 2" ed 8°, a 3" e 9° ecc., in modo da ottenere sei gruppi distinti, appartenenti ad epoche affatto staccate, e perciò indipendenti l’uno dall’ altro. Ad ogni gruppo applicherò la formula di Bessel ad un solo termine; ma prima di far ciò, conviene porre attenzione a due circostanze; — la prima che le altezze sono date per ore solari, talechè per agevolare lo sviluppo della curva lunare mediante la detta formula, conviene ricavare per interpolazione i valori spettanti alle ore lunari; — la seconda, che il valore dato per 0" d’un gruppo qualunque non coincide col valore dato per 12° lunari (risp. solari), ineguaglianza dovuta al cambiamento avvenuto nel livello naturale durante il periodo di mezza giornata ed affatto estranea al movimento di flusso e riflusso; a togliere in buona parte l'errore da ciò derivante, mi servo del metodo proposto dal professore Schiaparelli nelle effemeridi astronomiche di Milano per — ldT — l’anno 1868 a pag. 160 e seguenti, e diretto a tener conto del moto pro- gressivo, considerato uniforme, nel corso del periodo messo a calcolo. — Dalle osservazioni del 1869 ricavo le seguenti altezze espresse in millesimi di piede viennese e riferite al livello medio calcolato separatamente par ognuno dei 6 gruppi. Quadro E. Ore della Ore lunari dopo la culminazione superiore od inferiore. culminazione (07) Jp 2h bi, 4 oh 6h 75 TSTINE LO E dhe 70 | + 70 —375— 735 — 8838 805 — 468— 404 3814 711 + 865 + 787 + 486 risa Sio —isna —.727 — gg 793498 — 715 + 3714702 | 836 | sob 510 nile (gu) + 70 — 395 — 708 — 8597 — 786— 507 — 69-|- 352 + 711 + 855 | 7831 508 db e 10h | + 88 —350—703—861—805—504— 64-4 393 + 719 + 845 + 761 + 484 ei AG 771 — 90 —809 — 489 804 db 17404 899 4 8314 537 GB e 129 | + 89—354—708—856—810—503 — 404380 + 700+ 837 + 782 + 488 Ore solari contate dal mezzodì vero, (nell’ordine identico). Ihe 7h | + 98—162—380—500— 504—356 — 84+ 199 + 398 + 492 + 477 + 320 Qhe gh | + 102-155—380—512—470—331— 814 184-+ 394 + 478 + 448 + 322 alle (9h + 92 — 162 — 393 — 528 — 466 — 318 — 100 + 166 + 400 + 514 + 464 + 330 4h e 108 | + 79—175—384—504—452—320 — 82+ 166 + 388 + 518 + 462 + 303 5h e 11h | + 52— 172— 386 — 488 — 446— 286 — 644 187 + 378 + 492 + 452 + 278 63 e 12% - BA — 188,— 378 — 482 — 463 — 346 — 74+ 1704 404 + 498 + 484 + 323 4 da cui si ricava Ore lunari dopo la culminazione. Ore solari del mezzodì vero. Ou (ja e gr ga 46 ph QU ho gh gh 4U 5m Gu na gh 9h 10B 11h er Ta gh gu 10% Un lhe 72/4+ 110 — 756 —1446—1778—1592— 954 |+ 182 — 361 — 778 — 992 — 981 — 676 Me 88 | 4135 — 724 —1429—1783—1299—1004 | + 183 — 339 — 774 — 990 — 918 — 653 3he 9%|4+ 139 — 707 —1419—1712—1569—1015 | + 192 — 328 — 793 —1042 — 939 — 648 4° e 10% | + 152 — 743 —1422—1706—1566— 988 |+ 161 — 341 — 772 —1022 — 914 — 623 oMe-11% n 17 — 859 —1511—1800—1640—1020 | + 116 — 359 — 764 — 980 — 898 — 564 6h e 12h | + 129 — 734 —1408—16939—1592— 991 |+ 128 — 358 — 782 — 980 — 947 — 669 ed applicandovi la formula di Bessel si ottiene: Quadro Culminazioni Valore angolare Ora dell’ alta marea Unità d'altezza F. lunari Sole Sole i, S. Ict: Tr | S. boe i d760 9° 4 0169995” J 92 26/9 920% 8 6/1 874 514 e 81|.174° 3‘ | 169°52‘/ J 9h 31/2 | .9h.20/ 3 1049 883 She: 9h 474° 41% 4 1698;50/ 19% 29/9 11.920 2 SAT 864 511 do 190 417600 76 70052 d 9826/9 | 9h 18‘ 3 8‘ 6 862 200 È) 2 500 5h e 11° | 177°39/ | 172°52/ | 9h 23/8 | gu 14: 95 912 484 6h e 12% | 175° 5‘ | 170953‘ | 9h 29/1 | 9h 18‘ 1049 862 505 Medie | 175° ma 170° 40‘ | 9° 28/0 | 9h 18/7 | 93 | 876 | 502 L'ora dell’ alta marea è calcolata mediante la formula seguente; Spa be apo — 148 — in cui 4 è il valore angolare in gradi; per gli effetti lunari, le ore risultanti sono pure lunari, per cui è duopo moltiplicarle per 1:035 (come fu fatto) allo scopo d’ottenere ore solari. Dal quadro F si scorge in tutti i gruppi l’effetto solare essere più rapido dell’ effetto lunare. Riassumendo in una sola curva tutte le osservazioni, si ottiene: (Ot! jb 9h gh 4U 5h 6b 7h gh gh 10. 11b Luna (ore lunari) + 63 — 371 — 725 — 876 — 801 — 499— 51 + 382 + 714 + 865 + 792 + 502 Sole (ore solari) + 80 — 169 — 383 — 503 — 467 — 326 — 81 + 178 + 394 +4 498 + 464 + 312 da cui: OL — gl quresczh ph — gh gL _ 9h AN ol piego Luna + 114 — 758 — 14399 . — 1741 — 1593 — 995 Sole + 161 — 347 — 777 — 1001 — 931 — 638 valori i quali, tradotti in formula, dànno: per la luna 175938‘ 8761 e pel sole 170°39/ 502-2 risultato identico a quello ricavato dalla media dei gruppi staccati. Lo stesso processo applicato alle osservazioni del 1877, in cui le altezze sono espresse in millimetri (1 Metro = 3:16 piedi viennesi), fornisce : Quadro G nanne LUNA. SOLE. Culminazioni di i gh gu 4h gb ol qù 9h gh 4h 5h lunari gh 7h gh Qu. iglis 112 gh 7 gh gh 10 il 53 — 300 — 402 — 570 — 435 2 — 255 — 468 — 581 — 505 lato... | + 264 — 219 — 641 — 907 — 923 — 687 2 |L 71 — 191 — 404 — 510 — 478 + 2h'e gh 88 — 193 — 638 — 923 — 929 — 704 | + dle 9 | 4861 — 144— 618— 912 — 977 — 789 + 4" e 10% | + 330 — 172 — 633 — 914 — 956 — 734 | + 50 — 274 -- 496 — 548 — 496 on e 11° | + 320 — 170 — 590 — 898 — 928 — 740| + 20 — 322 — 544 — 612 — 492 6% e 12% | + 253 — 265 - 662 — 958 — 956 — 683 | + 242 — 541 — 346 — 502 — 558 -- 446 22 28 32: 32 27 NI ei O) 1 ++++ da cuì si ottiene: Quadro (ulminazione | Valore angolare Ora dell'alta marea Unità d’ altezza lunari Luna Sole it» S. L-S. L. S. l'e 71 | 103° 23/ | 148° 19 | 9 533 [10 3‘4|— 101 236 141 22 e 8h| 162° 12‘ | 141° 46‘ | gh 55/8 l102 1645 | -- 20/7 239 129 She 9h | 158° 17‘ | 146° 57‘ fio®_ 3/8 [100 6-6| — 2/8 248 142 4’ e 10% | 160° 22‘ | 152° 50‘ | 9® 59‘ 6 | 9h54/3 | + 5/3 | 242 151 5° e 11° | 159° 46‘ | 155° 52‘ {10 0/8 | 9 4843 | + 1245 237 140 GP e 12% | 164° 57‘ |-153° 49‘ | 9® 50/1 | 95244 | — 9‘3 244 130 Medie | 161° 29’ | 149°56/ | 9h 57: 2 10% 0’ 2 | SSIS” 0 | 241 | 139 e dal complesso delle osservazioni: ob 1» 9h ° 9h 4h 5© gl 7b 8, gh 108 11. Luna+ 750 — 468 — 1548 — 2313 — 2373 — 1817 — 763 + 500 + 1602 + 228? + 2353 + 1793 Sole + 689 — 1— 677—1191— 1405 —1170— 696 — 23-+ 682-- 12004 1391 + 1193 — 149 — (ove le unità esprimono decimillimetri) ottengo : per la luna 1619294 240:9 mill. e'’pel’isole” 1490 n 13807 Se ora poniamo in confronto fra di loro le costanti delle due annate, troviamo : 1869 1877 Alta marea lunare - 9" 28/0 9"57‘2 Ritardo nel 1877 — 292 = » Solare QrTS:g 0 102 7 eo SE Unità d’altezza: Luna M 0.2769 M0.2409 Rapporto = 0.870 Sole , 0.1587 ,, 0.1381 $ =10:870 Rapporto lunisolare 1.745 1.744 (Pressochè invariato). Da quanto precede si scorge che il ritardo dell’ alta marea per gli effetti solari è anche più grande che per gli effetti lunari; si potrà obbiettare che lora dell’alta marea solare offre una in- certezza troppo grande nel 1877, perchè se ne possano trarre con- seguenze di tutto rigore; tuttavia credo di potermi pronunciare in favore della realtà di questo maggiore ritardo, coll’ appoggio del seguente quadro I, in cui il ritardo nell’ effetto lunare di ciascun n gruppo è posto in confronto con quello verificato nell’effetto solare. Quadro Culminazioni Alta marea lunare. Alta marea solare. lunari 1869 1877 Ritardo I else 707; Ritardu TEC ZIa MOLED A Lot 0264N 90120" 10h 3‘ 4 | 4246 2:01) 8h 4901: gr 55/8 | 2446 | 9h 20° 10% 16‘ 5 | 56‘2 aes on I 9099. On A3 80 (33° de a9h020: 10R 64 6.| 4644 4% e1Oh [9h 26° PI LEI © e ERA e a 9 54’ 3 | 36/0 ole 1lnfj 9h 23‘ 10h 048 | 37/0 | 9° 14° gn 48/3 | 3440 6 e 12h f Qh 29‘ SETE TONE RR MR TORI) PRSIIB A 9 52‘ 4 | 34/2 Medie | gh 9g‘ | gh 57! 2 | 29/2 | g" 1847 [10% 0 4 | 41/7 © | I 00 CO CO ho 0 DO 13 d3 ND 12 00 Di qua si scorge che in un solo gruppo il ritardo solare è inferiore al ritardo lunare del gruppo stesso; ma se si confrontano i sei ritardi lunari col medio ritardo solare, oppure i sei ritardi solari col ritardo medio lunare, si osserva bentosto che il ritardo riesce in tutti i casi maggiore per gli effetti solari. Davanti al cangiamento di tutte le costanti, merita grande attenzione il fatto che il rapporto lunisolare siasi mantenuto inal- terato. — 150 — Il ritardo o l’anticipazione degli effetti solari sugli effetti lunari è uno degli argomenti necessari alla determinazione della correzione semi-mensuale. — Infatti, dati per un porto: © il rap- porto medio luni-solare R, ” la differenza in ascensione retta al momento del passaggio al meridiano «x = AR © — De? una costante c, che rappresenti il ritardo (—) o l’antecipazione (+) - di cui è parola, in base alla sua determinazione empirica, la cor- rezione media semimensuale da applicarsi, secondo i dettami di Laplace, all’ ora media portuale, sarà espressa dalla formula : C == 1/, arco tang (sen 2 (a+ 0)) : (R + cos 2 (a + c)) Nel caso nostro si avrà per un giorno di quadratura, in base alle costanti del 1869: y y Di OVE C 1869 = '/, arco tang 1 sen 2 (6 99) _ —_ ___ — ——4—r 964124 5 + cos 2 (6° — 9‘3) > Ti ed in base a quelle del 1877: HOC | sen 2 (611342) sia. ati iii one CAS Arco tang Fam Tao 2 (e 99 744 + c0s 2 (6° 39) 104/=—493 da cui si ha: C 1869 — C 1877 = 1677. Applicando lo stesso calcolo alle altre posizioni reciproche luni-solari, si trova che la differenza tra C 1869 e C 1877 è mas- sima precisamente alle quadrature, come del resto si arguisce dalla costruzione stessa della formula; se ne conclude che, mentre per le quadrature vige, some per le altre fasi, il ritardo costante di 292, questo ritardo nel caso speciale riesce diminuito dalla diffe- renza subentrata nella correzione semi-mensuale, in causa della variazione subita dalla costante c e si riduce a 12/5; ciò spiega in gran parte il fatto notato nella discussione del quadro B. Infatti calcolando la correzione semi-mensuale in base alle costanti sovra esposte sì ottiene il seguente quadro ; Quadro Culminazioni] Correzione semimensuale { Culminazione — alta marea | Ritardo ° lunari 1869 1877 1869 1877 nel 1877 oh ICAO 3/5 + 1/2 9h 24 5 gh 58/4 38‘ 9 I Sa. | — 204908], 9 350 gh 36/7 33/7 gh 104549 i 41 1/4 | 80 4248 9P 16/1 33/3 gh — ‘61/9,] — 58/90 #2,261 gh 58/3 32/2 4 P 1050 | — 6950 88° 180 8 47/7 29‘ 7 Sh | — 540 | — 6049]. 8 3440 gn 56/3 9943 gn L12944. |. — 4/43 |Npi9h 40/4 9g 52/9 12/5 7" + 6344 | + 57/7 | 100 314 10% 54/9 23‘ 5 ghi + 6849 | + 69/9 | 10n 3649 lè 7/1 30/2 gh + 5753 | + 60/5 | 10% 2543 10% 57/7 32/4 10% + 3942 | + 43’'2.| 1on 712 10% 40% 4 33/2 to | 4 18/4] + 22/8 | ghas4 10% 20/0 33‘ 6 Ned ano Ra ano | qag:o | g9n572 | 292 I Ì Prima. di venire alla conclusione finale, cade in acconcio qualche raffronto col fenomeno, quale si presenta a Venezia. Osser- vando lora portuale di Venezia (11"3‘) non può non destar mera- viglia l’ enorme differenza di 1"35‘ tra questa costante e quella di Trieste (9"28‘) finora considerata inalterabile ; mentre, essendo ambidue i porti situati sulla stessa ortogonale rispetto all’ asse dell'Adriatico, le rispettive costanti non dovrebbero differire di molto; v hanno peraltro due circostanze locali, che giustificano per una buona metà il ritardo osservato a Venezia; Za prima, che il mareografo è situato a Venezia nel palazzo Loredan (a 5 chilometri dall’ imbocco della laguna), il che apporta un ritardo di 32 minuti secondo i confronti fatti col mareografo al Lido, cioè sulla spiaggia aperta; la seconda, che il flusso non dura, come a Trieste, quanto il riflusso, particolarità che richiede una discussione minuta, per eliminare 1 anomalia che ne deriva. Nei giorni sizigiali, in cui l'intervallo medio fra due alte maree consecutive è di 12" 18%, il flusso dura 6° 26‘ ed il riflusso 5" 52‘ cioè 34‘ di meno. — Questa particolarità è tanto bene pro- nunciata, che le osservazioni d’una sola giornata, abbastanza tran- quilla, bastano a delinearne il carattere con una sorprendente evidenza. — A tale scopo impiego la curva tracciata dal mareografo nella giornata del 30 Gennaio 1872 e riprodotta nella memoria del prof. cav. Alessandro Betocchi, intitolata: ,Dei mareografi esistenti in Italia ecc.“ e ne rilevo le seguenti altezze espresse in centimetri: Quadro biedunisolari 202 ol ghe doh gh 7. gh gh Oh 11° Antimeridiane 147 157 158 153 143 133 126 123 125 132 140 149 Pomeridiane 156 156 149 135 120 106 98 97 101 110 122 135 Somma 303 313 307 288 263 239 224 220 226 242 262 284 Ros ip È Si osserverà che le ore impiegate non sono solari, né lunari, ma luni-solari; sotto tale denominazione intendo la 24"* parte di una giornata lunisolare, che all’epoca delle sizigie dura in media 24" 536‘ ed alle quadrature 25"45‘ in causa delle variazioni della correzione semimensuale; nel giorno a cui s’ estendono le citate osservazioni la durata della giornata lunare era di 24" 44’, da cui detratti 8‘ per la variazione della detta correzione (l’ ora del pas- saggio al meridiano essendo = 3°31‘ ant.) si ha 24"36‘ quale durata della giornata luni-solare, la cui 24" parte è = 1" 1/30 I dati esposti presentano i seguenti estremi : a) Alta marea (M,) = 1° 40‘ ant. Cm. 158-5 Bassa 20° (o) UO RM ZOT Alta Ai 65), OOO, LIO Bassa, ©#(000) Sd, a no LION Cm 1l97e4% 6" 54 3je 109,6 Media alta marea 3 bassa.» HI a 2A Durata del flusso 62 11‘ luni-solari. 6 » Tiflusso iS ia si Differenza ZO Ul E Pressochè uniformi riescono i risultati se la curva viene trattata colla formula Besseliana; conviene peraltro stabilire a priori a quanti termini convenga spingerla, per caratterizzare la curva in modo soddisfacente. — Anzitutto conviene considerare che una curva mareografica consta, nel periodo d’una giornata, di due oscillazioni principali ben distinte; la prima si svolge in 24 ore e la sua ampiezza varia in funzione della declinazione della luna e del sole, è massima alle epoche delle massime declinazioni ed è minima allorchè luna e sole traversano l’ equatore ; la seconda ha una periodicità di 12 ore, è massima alle sizigie e minima alle quadrature. 1 Nei porti in cui, come a Trieste, il flusso ed il riflusso hanno uguale durata, non è duopo spingere il calcolo al di là del 2.° ter- mine, ma per le località ove, come a Venezia, la durata è differente, è duopo trarre in campo un termine rappresentante un’ oscillazione, la cui periodicità sia uguale alla metà dell’ oscillazione, cui è con- nessa. — Questo caso si presenta in altre curve, p. e. nell’ anda- mento annuo e diurno della temperatura. — Nel caso di cui si — 153 — tratta è necessario introdurre il 4° termine, ossia sviluppare la formula a 4 termini, non escluso il 3°, che in qualche modo serve a tener conto di qualche proprietà della curva di 24 ore. Col metodo dei minimi quadrati si ottiene in tal guisa la formula seguente: A = Cm. 182:12 + 14:03 sen (348° 04‘) + 22:88 sen ( 59° 5‘) + 126 sen (271°34‘) + 2:34 sen (34536) da cui si ricavano i seguenti valori, cogli errori sottoposti : ob I LL 9h gh 45 5h 6h 7a gh gh 108 11h 146:5 156-3 158-2 152-9 1433 133-1 125-9 123:2 1254 131°5 139-8 1488 156-4 155:6 148:6 135-5 119:8 106'3 98-4 97-2 101-5 109:9 1218 1351 O-C -+0:5 +07 —0:2 +0:1 —0:3 —0*1 +01 —0:2 —0-4 +05 +0°2 +0:2 0-C —0%4 +0*4 +04 —0:5 +0:2 —0:3 —0*4 —0:2 —0:5 +01 +02 —0-1 e coi massimi e minimi seguenti : b) Ore Altezze Ore Altezze Mt+Ma= 1 5 158-0 M, 1° 46° ant. 1588 2 ion 122:9 } mi, == ‘0:00 1098 M, 0*-25‘ pom. 157:3 Tg 18 De 6490o 96-7 Flusso 6° 12° A = 24 Riflusso 5° 48° Facendo uso soltanto del secondo e quarto termine, con che si viene ad escludere |’ oscillazione di 24 ore, si ottiene la curva seguente : OL 05 9h 2h 4h 5h Gh Th gh gh 10h 11° 1514 156:0 153-4 1442 1315 1197 112211021134 1207 130:8/141-9 coì seguenti estremi: e) Me 1540001 84 Rlussa =,6° 15) me=-109:9%a 659% Riflusso) =D? 457 Nos 14685 Avi = 30 80/ — 154 — Tre metodi diversi, applicati alla curva del 30 Gennaio 1872 hanno fornito quale durata del riflusso in ore luni-solari : a) 5" 49‘ D) 5" 48‘ e) 545° fra ì quali risultati il terzo, che è da considerarsi il più rigoroso, s’avvieina assai alla durata del riflusso tratta dalle medie sizigiali, cioè 5° 52‘ solari = 5"44’ luni-solari. Se questa dissimetria della curva di Venezia non esistesse, basterebbe applicare la formula ad nn termine alla curva di dodici ore risultante dalla semi-somma del quadro M. — Il carattere impresso alla curva dall’introduzione del 4° termine si concreta in un ritardo dell'alta marea sull’ora che verrebbe data dal solo secondo termine edin un’ anticipazione pressochè uguale della bassa marea; prendendo dunque la semi-somma dell’ espressione M + (m — 6"), si otterrà un valore assai prossimo a quello dato dal secondo termine. Infatti dalle ore dell’ alta e bassa marea determinate coi tre metodi, si deduce: Alta marea Bassa marea (M + m — 6): 2 ep; Gr 54 10 Db) 18 6" 53 0 59/ e) 1084 6% 52/7 1" 06 mentre dalla formula di Bessel si ottiene: M' = ‘9089905 = 18, 30 risultato che poco differisce da quello sub c). Sapendosi che 1’ intervallo fra due alte maree consecutive è di 12%" 18° nei giorni sizigiali, ‘l'intervallo fra alta e bassa marea dovrebbe essere di 6" 9‘ senza la perturbazione rappresentata dal 4° termine; posta dunque l’ ora dell’ alta marea = 11"53‘ e quella della bassa marea = 4"54’ (costanti dedotte dalle osservazioni dirette), il valore del massimo corrispondente al valore angolare, che si ricaverebbe dalla formula nel 2° termine, sarà: M = (11"3‘ + 16% 54 — 629) — 10"54% Questo risultato rappresenta la vera ora portuale da pren- dersi in considerazione nei raffronti cogli altri porti, non essendovi — 155 — ragione alcuna d’accogliere soltanto 1’ ora dell’ alta marea e di rigettare affatto quella della bassa marea. Se ora dal tempo così determinato si detraggono i 35‘ di ritardo che la marea subisce nell’immissione in laguna, l ora portuale alla sponda aperta si riduce a 10%19‘ che confrontata con quella di Trieste (1877) —= 9" 57‘ presenta un ritardo di 22” sol- tanto, differenza completamente spiegabile colla minor profondità del mare alla sponda occidentale adriatica. Se invece si fa il confronto col 1869 si giunge al poco vero- simile risultato che 1’ alta marea alla sponda aperta di Venezia avviene quasi un’ ora più tardi che a Trieste. Ricpilogando, osservo : I. esser rimaste invariate durante il triennio 1869-71 le co- stanti mareometriche dei porti di Fiume, Pola e Lesina e durante il periodo 1872-77 quelle di Venezia; ; II. esser comprese le osservazioni di Trieste del 1869 nel primo e quelle del 1877 nel secondo di detti periodi; III. essersi verificata fra il 1869 ed il 1877 a Trieste una tale variazione nelle costanti da non trovare nemmeno un lontano riscontro nei risultati degli altri porti; IV. non essere ammissibile che tanta differenza abbia potuto prodursi entro uno dei due periodi staccati 1869-71 e 1872-77, senza che le osservazioni degli altri porti ne dessero il minimo indizio ; e da tutto ciò concludo che il cambiamento in questione è necessariamente avvenuto alla fine del 1871 od al principio del 1872, in modo da non alterare sensibilmente le medie di nessuna annata intiera. | Le ore dell’ alta marea a Venezia, da me determinate in base a sole cinque alte maree per ogni semi-lunazione, m’hanno fornito valori che, considerati ciascuno per sè, si discostano in media di soli 8 minuti dalla media ora portuale e nelle epoche più burrascose, in cui le curve mareografiche riescono assai irregolari, 1’ errore non giunge mai, in tutti i sei anni, a 30 minuti; è dunque da preve- dersi che la media ora portuale, dedotta colla formula besseliana dalla curva media d’ un’ intiera lunazione, cioè sopra i dati orari, anzichè sopra i soli massimi, si discosterà così poco dalla media DI 9 — 156 — da potersi riconoscere senza incertezza la lunazione, entro la quale sarà avvenuto il salto di mezz'ora nel porto di Trieste, perchè è duopo ritenere che il salto sia stato repentino, dal momento che le osservazioni degli altri porti non dànno traccia d’una modifica- zione lenta delle costanti. Stabilita per approssimazione, entro i limiti a’ un mese, l’epoca del salto, non sarà difficile ritrovare il giorno più probabile in cui il salto può essere avvenuto; ed una saggia ed accurata discussione delle osservazioni, non disgiunta dall’ esame delle simul- tanee osservazioni meteorologiche, condurrà necessariamente a cir- coscrivere entro limiti assai angusti |’ epoca ricercata, in cui con- verrà rintracciare la causa d’un fatto sì importante e per ora inesplicabile. Prescindendo dall’ utilità scientifica, che avrebbe la risoluzione di tale questione, non sarà di poca importanza l’ utilità pratica, dal momento che si reputa utile il pubblicare annualmente nel- l’ Annuario marittimo il momento dell’ alta marea per tutti i giorni dell’anno, calcolato sulla base di 9° 35‘ quale ora del porto. Trieste nel 1879. Prospetto della Fauna del mare Adriatico per Michele Stossich. Professore di Storia naturale. Parte II. Classe IV. Mollusca. Sottoclasse. Cephalopoda. Ordine. Octopoda. Fam. Octopidaa. Gen. Octopus Cuv. Octopus vulgaris Lamark. i Octopus appendiculatus, Blainville. Dict. d. science. nat. T. 43, pag. 43. » vulgaris, Rossi. Hist. natur. Eur. merid.. 1826, T. 4, pag. 3. » ” ” ”» ” ” ”» » 9 » ”» » 9 ” ” Payraudeau. Mollus. de Corse. 1826, pag. 172. Blainville. Manuel de Malacol. 1825, pag. 365, tav. LIO: Delle Chiaje. Memorie. T. IV, pag. 40, 55, tav. 56, f. 13. Philippi. Enumer. Mollusc. 1836, pag. 240. > dI A 1844, pag. 201. Targiom-Tozzetti. Cefalop. mediter. 1869, p. 17. Ieffreys. Brit. Conchol. 1869. V, p. 144, tav. 7, f. 1. Cataloghi di Brusina e Stossich. Specie comune in tutto 1’ Adriatico. Octopus Troscheli Targioni-Tozzetti. Octopus Troscheli, Targioni-Tozzetti. Cefalop. mediter. 1869, pag. 19. Si trova raro a Chioggia. Octopus macropus Risso. Octopus ruber, Cantraine. Malacol. mediter. et littor. 1841, p. 18. » macropus, Risso. Hist. nat. Eur. merid. 1826. T. 4, p. 3. * — 158 — Octopus macropus, Delle Chiaje. Memor. T. IV. p.315, tav. 54, f. 26. Troschel. Archiv. f. Naturg. 1857, p. 59. 3; » Targioni-Tozzetti. Cefalop. mediter. 1869, p. 23. Rarissimo nelle regioni meridionali dell’ Adria. ” ” Gen. Eledone Leach. Eledone moschata Risso. Octopus moscatus, Blainville. Manuel de Malacolog. 1825, pag. 365. tav. II, fig. 2. 5% E, Risso. Hist. nat. Eur. merid. T. IV, p. 2. Da È Philippi. Enum. Molluse. 1836, p. 241. si E; » 1844. p. 202. » d i civ: f. Naturg. 1857, p. 59. n » Targioni-Tozzetti. Cefalop. medit. 1869, p. 28. z È Cataloghi di Brusima, Grube e Stossich. Comunissimo durante tutto l’anno; volg. folpo. Elodone Aldrovandi Verany. . Octopus Aldrovandi. Cantraine. Malacol. mediter. et littor. 1841, p. 15. Eledone Aldrovandi, Philippi. Enum. Moll. 1844, p. 202. % > Targioni-Tozzetti. Cefalop. medit. 1869, p. 29. Rarissima sulle spiaggie meridionali dell’ Adriatico. Fam. Argonautidae. Gen. Argonauta Linné. Argonauta Argo Linné. Octopus Argonautae, Blainville. Manuel de Malacol. 1825, p. 366, (avis. Argonauta Argo, Ferussac. Hist. nat. d. moll. T. I, pag. 41. 5 » Payraudeau.-Moll. d. Corse. 1826. p. 172. i » -Risso. Hist. nat. Eur. merid.:1826. T. IV, p. 4. » Plulippi. Enum. Molluse. 1836. p. 240. » 5 1844, p. 201. 3 Troschel. Amenta f. Naturg. 1357, p. 22. Weinkauff. Conchyl. Mittelm. 1868, p. 432. » Targioni-Tozzetti. Cefalop. mediter. 1869, p. 9. » Cataloghi di Brusina e Heller. Si trova nelle acque della Dalmazia, segnatamente in quelle di Lissa e Lesina; accidentalmente arriva sino a Trieste. De FI NESS VR E N] $ — 159 — Ordine. Decapo la, sottord. Chondrophora. Fam. Onychoteuthidae. Gen. Ommastrephes d’ Orb. Ommastrephes sagittatus Lamark. Loligo sagittata, Blainville. Manuel de Malacol. p. 367, tav. 1. fig. 3. » 6 Risso. Hist. Natur. Eur. merid. 1826, IV, p. 6. ; s) Philippi. Enum. Moll. Sicil. 1844, p. 202. Ommastrephes sagittatus. Ieffreys. Brit. Conchol. 1869, V, p. 129, CAV: Na ie - 3 Targioni-Tozzetti. Cefalop. mediter. 1869, p. 92. Secondo le osservazioni di Nardo, abita rarissimo nel golfo di Venezia, Fam. Loliginidae. Gen. Loligo Lamark. Loligo vulgaris Lamark.. Loligo vulgaris, Blainville. Manuel d. Malacol. p. 367, tav. V, f. 2 Risso. Hist. Natur. Eur. merid. 1826, IV, p. 6. » ; Payraudeau. Mollus. d. Corse. 1826, p. 173.| » n Philippi. Enum. Molluse. Siciliae. 1844, p. 202. » È Ieffreys. Brit. Concholog. Siciliae. 1844, p. 202. i. A Targioni-Tozzetti. Cefalop. mediter. 1869, p. 35. > - Cataloghi di Brusina, Grube e Stossich. Copiosissimo in tutto l’ Adriatico. Durante tutto l’ anno; volg. “calamaro,. Loligo Marmorae Verany. Loligo Marmorae, Verany. Mem. d. Reg. Accad. di Scienze di To- Fino: !Ser:!1;@T. 511887. ” 5 Philippi. Enum. Moll. Sicil. 1844, p. 203. ”» 5 Targioni-Tozzetti. Cefal. mediter. 1869, p. 40. L’ esistenza di questa specie nell’ Adriatico è ancora incerta, però dietro le osservazioni di Targioni-Tozzetti dovrebbe trovarsi sulle spiaggie di Chioggia. Gen. Sepiola Rond. Sepiola vulgaris Grant. Loligo Sepiola, Payraudeau. Mollusc. d. Corse. 1826, p. 173. — 160 — Loligo Sepiola, 1 hilippi. Enum. Moll. Sicil. 1836, p. 241. Sepiola Iondeletti, Pllippi. Enum. Moll. Sicil. 1844, p. 205. 3 Grantiana, Ferussac. Hist. Natur. d. Moll. T. 2, f. 3-4. K vulgaris, Grant. Transe. of the Zool. Soc. 18533, T. 1, p. 77. ” ig Targioni-Tozzetti.. Cefal. mediter. 1869, p. 49. Non è tanto comune come la seguente, però si trova in tutto l'Adriatico e specialmente nei mesi di primavera. Sepiola Rondeletti Leach. Loligo Sepiola, Blainville. Manuel de Malacol. 1825, p. 366, tav. II, £. 3. Sepiola Iondeletti, Risso. Kur. merid. 1826. 1V, p. 7. ” » Troschel. Arch. f. Natur. 1857, p. 60. ar È Ieffreys. Brit. Conchol. 1869. V, p.136, tav. VI, f. 2. 5 n Targioni-Tozzetti. Cefal. medit. 1869, p. 45. A , Cataloghi di Brusina, Grube e Stossich. Specie comune in tutto | Adriatico; volg. “calamaretto 0 seppetta,. sottord. Ssepiophora. Fam. Sepiidae. Gen. Sepia L. Sepia officinalis Linné. Sepia officinalis, Risso. Hist. Nat. Eur. merid. 1826. IV, p. 7. 5 È Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 173. 3 Le Philippi. Enum. Molluse. Siciliae. 1844, p. 203. x » Troschel. Arch. f. Naturg. 1857, p. 65. A È Ieffreys. Brit. Conchol. 1869 V, p. 138, tav. VI, f.3. > È, Targioni-Tozzetti. Cefal. mediter. 1869, p. 57. 2A Cataloghi di Brusina, Grube, Heller e Stossich. ai lungo tutta la nostra costa e riesce perciò oggetto di ubertosissima pesca. Sepia biserialis Montfort. Sepia rubens. Philippi. Enum. Molluse. Sicil. 1844, p. 203. n biserialis, Troschel. Arch. f. Naturg. 1857, p. 65. s + Ieffreys. Brit. Conchol. 1869. V, p. 141. EE 7 Targioni-Tozzetti. Cefal. medit. 1869, p. 62. Si trova rara soltanto lungo le coste meridionali dell'Adriatico. — 161 — Sottoclasse. Gastropoda. Ordine. Prosobranchiata, Ssottord. Pectinibranchiata. Fam. Proboscidifera. Sottofam. Muricidae. Gen. Murex Lamk. Murex truneulus Linné. Murex trunculus, Linné. Syst. Nat. XII, p. 215. » » Risso. Eur. merid. IV. 1826, p. 192. ” c Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 149. » » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 209. i 3 È n° 1844, p. 181. - ”» Weinkauff. Iata Mittelm. 1868, p. 85. n È Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. p. INI. Abthl. POR 0 I I A ll trai MO pi o I a dg CI " Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. CO in tutto l’ Adriatico. Come varietà: Murex falcatus Danilo et Sandri. Murex falcatus. Cataloghi di Brusina e Stossich. Comunissimo in Dalmazia. Murex brandaris Linné. Murex branduris. Linné. Syst. Nat. XII p. 1214. ci p. Brocchi. Conch. foss. subap. II, p. 389. n NOI Risso. Eur. merid. IV, p. 189. 5 3 Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 149. » - Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 207. ì i CAR SET E ASCHE 5 Ù o ii Conch. Mittelm. 1868, p. 83. n P Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. III. Abthl. Dr Por 223 So fedbi ig f. 1, 2, 4-8. ”» 5 Cataloghi di Brusina, Grube, Heller e Stossich. Comune come la specie precedente. Murex erinaceus Linné. Murex erinaceus, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1216. PR a Risso. Eur. merid. 1826, IV, p. 189. 5 5, Puyraudeau Moll. d. Corse. 1826, p. 148. — 162 — Murex erinaceus, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 208. È » 1844, p. 181. » b») » 3 leto Brit. Conch. 1867, IV, p. 306, t. 5, f. 5. » 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 93. \» » Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. III. Abthl. 2 I. AED 5 z Brusina Conch. dalmat. inedite 1865, p. 8. 5, 5 Cataloghi di Brusina, Grube e Stossich. Murex braeteatus Brocchi. Murex bracteatus. Cataloghi di Brusina e Stossich. Come varietà : Murex tarentinus Lamark. Murex tarentinus. Lamark. Anim. s. vert. IX, p. 593. 5 3 Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. INI. Abthl. Z1P DI, Ta. 20, DIG; E. 13, £. 12-1a: Specie alquanto rara in tutte l’ Adriatico; abita nei fondi sassosi attaccato sulle pietre; Venezia, Ancona, Pirano, Lussino, Zara. Murex Blainvillei Payraudeau. Murex Blainvillei, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 149, t. T- f. 17-18. ì 3 Martini-Chemnitz. Conch.-Gabinet. B. III. Abthl. 2, Pa 88; 1, Rf 5, Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich Frequente lungo tutte le coste adriatiche, prediligendo i fondi sabbiosi; Trieste, Cherso, Unie, Zara, Curzola. Murex cristatus Brocchi. Murex cristatus, Brocchi. Conch. foss. subap. p. 394, t. 7, f. 15. » n Fisso. Eur. merid. 1826. IV, p. 191. 3 3, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 209, t. 11. f. 25. i ; ì » 1844, p. 182. C ci Weinkauff, Conch. Mittelm. 1868, p. 89. S PI Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. III. Abthl. 2 ip. SIZE. 5 s Cataloghi di Brusina, Grube, Heller e Stossich. Comune a poca profondità aderente alle pietre ed anche nei - fondi maggiori quasi sempre sopra i litofiti e le spugne; Venezia, Trieste, Pirano, Cherso, Lussin, Zara, Lissa, Lesina, Ragusa. — 163 — Murex Edwardsii Payraudeau. Purpura Edwardsti, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 155; t. 7 f. 19-23. Murex Edwardsri, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 213 si o Mine l844 p. 182. » è Weinkauff Conch. Mittelm. 1868, p. 87. s di Martini-Chemmitz. Conch.-Cabinet. B. III. Abthl. O en02, E 3 ica: 39, f 1-9 E s ‘© Cataloghi di Brusina, Grube, Heller e Stossich. Rara a Salvore e Rovigno; comune invece lungo le coste del Quarnero e della Dalmazia, spesso fuori dell’ acqua attaccato alle pietre; Unie, Cherso, Lussin, Zara, Lissa, Lesina, Curzola. Murex scealaris Brocchi. Fusus scalaris, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 180. Murex scalaris, Eisso. Eur. merid. IV. 1926, p. 198. » 1 Cataloghi di Brusina e Heller. Lesina. Murex lamellosus De Cristof. et Jan. Fusus lamellosus, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 204, t. 11, f. 30. sl o. x ae Cos: Sat 7 ” n FT, Contr. moll. dalm. 1866, p. 33. Sebenico, Ragusa. Murex decussatus Gmelin. Murex decussatus, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 9. ; È Contr. moll. dalm. 1866, p. 63. Pago, "Arda Zara, Brevilaqua. Gen. Typhis Montfort. Typhis tetrapterus Bronn. Murex tetrapterus, Bronn. Lethaea. p. 1077, t. 41, f. 13, a. b. 5 5 Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 181, t. 27 f. 4. De È Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. III. Abthl. Pipes dito fai VE a Aa I A 14 Heller. Horae dalm. 1863, p. 45. » fistulosus, Philippi. En moll. Sicil. 1836, p. 208. Typhis tetrapterus. Cataloghi di Brusina e Stossich. 3 À Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 82. Rarissimo nelle maggiori profondità; Rovigno, Ossero, Brevi- laqua, Lesina, Spalato. — 164 — Gen. Fusus Lamark. Fusus Syracusanus Lamark. Fusus Syracusanus, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 147. » = Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 203. n ao 5 44, p. Lia È » Cataloghi d Brusina, Heller e Stossich. . ” Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 102. Alquanto raro a poca profondità; Trieste, Pirano, Cherso, Lussin, Zara, Lesina, Ragusa. Fusus rostratus Olivi. Fusus rostratus. Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 203. 5 È ” f: io: IS44 pi 177. Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 104. Frequente nei bassi fondi algosi; Venezia, Trieste, Pirano, Rovigno, Cherso, Lussin, Zara, Lissa, Lesina, Curzola, Ragusa. ”» Fusus pulchellus Philippi. Fusus pulchellus, Plulippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 178, t. 25, f. 28. ” 5 Brusina, Contr. moll. dalm. 1866, p. 33. » ”» Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 103. Raro a Zara, Punte Bianche, Brevilaqua, Sebenico, Ragusa. Fusus eraticulatus Philippi. Fusus craticulutus, Philippi. En. moll. Sicil. 1336, p. 204. » ” ”» ” s 1844, p- 178. »” = Caio di Brusina e Stossich. ” » Weinkauff, Conch. Mittelm. 1868, p. 100. Raro; Trieste, Pirano, Rovigno, Cherso, Levrera. Fusus echinatus Sowerby. Murex cechinatus, Sowerby. Minch. Conch. II, p. 226, t. 199, f. 4 Fusus cchinatus, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 206. ” ”» ” ” ”» » 1844, p. 178. 5 A Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 33. Molto raro a Zara, Punte Bianche, Brevilaqua Ragusa. . Fusus lamellosus De Crist. Fusus lamellosus, Philippi. En. moll Sicil. 1836, p. 204, t. XI, f. 30. > Î gigio 184, pie 79: 5 x Pia conti moll. dalm. 1866, p. 35. Rarissimo a Brevilaqua, Ragusa. — 165 — Fusus Hellerianus Brusina. Fusus Helleri, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 8. » Hellerianus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 63. Veglia, Zara, Sebenico, Lesina, Ragusa, Budua. Fusus corallinus Scacchi. Fusus corallinus, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 178, t. 25, f. 29. z Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Murex corallinus, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 91. Abbastanza frequente nei fondi maggiori attaccato alle pietre; Trieste, Cherso, Lussin, Zara, evi, Lagosta, Lesina, Curzola, Ragusa. Gen. Euthria Gray. Euthria cornea Linné. Fusus corneus, Philippi. En. moll. Sicil, 1844, p. 177. n Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Dà cornet, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 109. Poco frequente nelle medie profondità sassose; Venezia, Trie- ste, Pirano, Rovigno, Lussin, Zara, Spalato, Lissa, Lesina, Curzola, Ragusa. Sottofam. Tritonidae. Gen. Triton Montfort. Triton variegatum Lamark. Murex tritonis, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1222. Tritonium variegatum, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 212. » » ” ” n 1844, p- 183. » SUS Brubindi Conch. dalm. ined. 1865, p. 9. Triton variegatum, Lamark. Anim. s. vert. IX, p. 623. n Ls Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 399, t. 18, f.3. 5 È Martini-Chemmitz. Conch.-Cabinet. B. III. Abthl. 2, p..172, T. 48, f. 49. > » Cataloghi di Brusina e Heller. Raro nei fondi maggiori di Lissa, Lesina, Curzola, Macarsca. Gen. Ranella Lamark. Ranella reticulata Blainville. Triton reticulatum, Blainville. Faune franc. p. 118, t. 4, d. f.. 5. nI 5 Martimi-Chemnitz. Conch.- Cabinet. B. III. Abthl. 2, p. 237, T. 68, f. 6-7. — 166 — Ranella lanceolata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 211, t. 11, f. 28. E È sisi Aa ads. 108) ” Gataloghi di Brusina e Heller. Ho. reticulatum. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 80. Lesina. Sottofam. Buccinidae. Gen. Pisania Bivona. Pisania maculosa Lamark. Buccinum muaculosum, Payraudeau. Moll. d. Corse p. 157, t. 7, T.021-2% Ù n n Philippi, En. moll. Sicil. 1836, p. 224. ” si Martini-Chemmnitz. Conch.-Cabinet. B. III, Abbi. p19, Li Beba: ” pustio, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 190. Pisania pusio, Cataloghi di Brusina e Stossich. » maculosa, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 112. Raro nelle acque di Venezia e Trieste; abbastanza frequente nel Quarnero e nella Dalmazia, attaccato sui sassi a piccola pro- fondità; Cherso, Zara, Lesina, Curzola, Lagosta. Gen. Pollia Gray. Pollia D’ Orbignyi Payraudeau. Buccinum d’Orbigny, Payraudeau. Moll. d. Corse p. 159, t. 8, f. 4-6. ” 5 Philippi, En. moll. Sicil. 1836, p. 222. ”» “ n » 1844, p. 188. ” : Mari Gioia: Conch.- Cabinet. B. III. Abthl. 1, p. 47. T. 9, f. 18-20. ” — Heller, Horae dalmat 1863, p. 45. Pollia d'Orbignyi, Cataloghi di Brusina e Stossich. » ” Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 114. Molto raro nelle acque di Pirano e Rovigno; più frequente a Cherso, Lussin, Zara, Ragusa, Lesina, Lissa. Pollia Seacchiana Philippi. Buccinum Scacchianum, Philippi. En. moll. Sic. 1844, p. 188, ti. "ZIICDE Pa PA Martini-Chemmnitz. Conch.-Cabinet. B. IIIL Abthl. 1, p. 88, T. 15, f. 16-17. Pollia picta, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 116. » Scacchiana, Brusina Conch. dalm. ined. 1865, p. 12. — 167 — Pollia Scacchiana. Catologhi di Brusina e Stossich. Specie abbastanza rara; Rovigno, Cherso, Zara, Lesina. Pollia leucozona Philippi. Buccinum leucozonum, Heller. Horae dalm. 1863, p. 45. Pollia leucozona, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 63. di È. Weinkauf. Conch. Mittelm. 1868, p. 115. Frequente a Zara, Ragusa, Lesina, Lissa; rarissima a Levrera. Fam. Nassidae. Gen. Nassa Deshayes. Nassa mutabilis Linné. Buccinum mutabile, Linné. Syst. Nat. XII. p. 1201. $ % Payraudeau. Moll. d. Corse 1826, p. 156. a s Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 222. è È z i La n 1844, p. 189. L si Martini - Chemmitz. Conch. - Cabinet. B. III. Abth]:51,*pi*38/4T. 7 £ 10511. si inflatum, Heller. Horae dalm. 1863, p. 45. Nassa inflata, Stossich. En. moll. 1865, p. 13. » mutabilis, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 66. 5 n Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 66. Frequente a Grado, Pirano, Brevilaqua, Lesina, Venezia. Nassa reticulata Linné. Buccinum reticulatum, Linné. Syst. Nat. XII. p. 1204. » = Blainville, Malac. et Conch. p. 408, t. 24, f. 2. » ” Payraudenu. Moll. d. Corse. 1826, p. 156 ° 5 Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 220. » 5 n » 1844, p. 188. % Pa neri Chest) Conch.- Cabinet. B. III. Abili 1,23; EDI fDOLL1: n Heller. Hone dalm. 1863, p. 45. Nassa sdiadlai Cataloghi di Brusina e Stossich. ” a Jeffreys Brit. Conch. IV. 1867, p. 846, t. 6, f. 4 » ” Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 58. Comunissima in tutto 1’ Adriatico. Nassa encaustica Brusina. Nassa encaustica, Brusina. Journ. d. Conch. Juillet. 1869. Rarissima a Ragusa vecchia e Budua. — 168 — Nassa inerassata Miiller. Buccinum asperulum, Brocchi. Conch. foss. p. 339, t. 5, f. 9. n macula, Payraudeau, Moll. d. Corse, 1826, p. 157. o Lacepedîi, Payraudeau, Moll. d. Corse, 1826, p. 161. 5 Ascanias Philippi, En. moll. Sicil. 1844, p. 188. ” 3 Heller Horae dalm. 1863, p. 45. È incrassatum, Martini-Chemnite. Conch.-Cabinet. B. TII. Abthl. 1; 25, T. 6,f 10-12. Nassa Ascanias, Cataloghi di Brusina e Stossich. Frequentemente attaccato sopra i sassi nei bassi fondi di Zaule, Zara, Almissa, Lesina, Lussin. Nassa costulata Renieri. Buccinum variabile, Philippi. En moll. Sicil. 1836, p. 221. a 7 s si 01844, p. 188. » s Heller. Hina: dalm. 1863, p. 45. Nassa variabilis, Cataloghi di Brusina e at » costulata, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 64. î Frequente sopra fondi fangosi a piccola profondità; Ancona, Pirano, Rovigno, Zara, Lesina, Ragusa, Budua. Nassa cornicula Olivi. Buccinum corniculum, Olivi. Zool. Adriat. p. 144. È si Philippi. En moll. Sicil. 1836, p. 233. x: s Lig » 1844, p. 189, 2 5 ro Chemnitz, Conch.- Cabinet. B. III. Abthlsgli poiA4,0T.a, fa ddiGh18: Heller, Ho: Da 18653, p. 46. Am SIE pia, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 68. Nassa cornicula, Stossich. En. moll. 1865, p. 13. È n. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 67. Frequente sopra le alghe a piccola profondità; Ancona, Ve- nezia, Trieste, Pirano, Lussin, Zara, Almissa, Lesina, Comisa. Nassa semicostata Brocchi. Nassa semicostata, Brocchi. Conc. foss. subap. T. 5, f. 7. ; 5 Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 12. = ” ” Contr. moll. dalm. 1866, p. 66. Rara nelle acque profonde del canale di Zara. Nassa prismatica Brocchi. Buccinum prismaticum, Brocchi. Conch. foss. H, p 337, t. 5, f. 7. e 3 ltisso. Eur. merid. IV, 1826, p. 161. — 169 — Bbuccinum prismaticum. Philippi En. moll. Sicil. 1836, p. 219. de ALL » 1844, p. 188. Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. III. Abfhl. ‘ip. 19, TU 4; f. 8-10. 3 scalariforme, Heller. Horae dalm. 1863, p. 45. Nassa prismatica, Brusina. Contr. mol. dalm. 1866, p. 66. limata, Wemkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 56. Si rinviene rara a media profondità sopra fondo algoso; Lesina, Lissa. Nassa granulata Philippi. Buccinum granulatum, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 226. t. 11, f. 22. ”» » > Ù, » 1844, p.191. - ” Heller. Horae dalm. 1863, p. 46. Nassa granulata, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 13. - A Contr. moll. dalm. 1866, p 66. na frequente a Pago, Arbe, Zara, Lesina. Gen. Cyclope Montfort. » ” » » ” Cyclope neriteus Linné. Buccinum neriteum, Linné. Syst. Nat. XII. p. 1201. Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 408, »” ” t. 24, f. 4. 3 > Payraudeau. Moll. d. Corse 1926, p. 164. 5 3 Plilippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 227. h " > An ali pollo IV ce ICT È itaa Martini - Chemmite. Conch.- Cabinet. B. III. Abb: pe 29,8 0,0 22-27 Heller. Mita dalm. 1863, p. 46. nasa Na Stossich. En. moll. di Trieste. 1865, p. 13. Neritula meritea, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 66. Cyclope neriteus, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 53. Comune in tutto l'Adriatico. Sottofam. Fasciolariidae. Gen. Fasciolaria Lamark. Fasciolaria lignaria Linné: Murex lignarius, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1224. Fasciolaria tarentina, Risso. Eur. merid. IV, 1826. p. 212. Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 146, bACSEITO. » » — 170 — Fasciolaria tarentina. Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 202. 5 À Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. lignaria Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 177. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 106. Martini - Chemmitz. Conch. - Cabinet. B. III. A:bthl: 3, ap. 16200 Dif 142,13, TZ hkara sopra fondo sassoso; Capodistria, Pirano, Rovigno, Zara, Lesina, Ragusa. ”» ” ”» ” Sottofam. Volutidae. Gen. Voluta Linné. Voluta pumilio Brusina. Voluta pumilio, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 15. > 5 Contr. moll. dalm. 1866, p. 66. dai a Sebenico, Ragusa. Sottofam. Mitridae. Gen. Mit ra Lamark. Mitra cornea Lamark. Mitra cornea, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 165, t. 8, f. 20. Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 229. È Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. V. Abthl. 2, p- G0, T- 42,6 126.1aì Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 29. Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 14. = 5 i Contr. moll. dalm. 1866, p. 67. Ragusa, Lesina. Mitra ebenus Lamark. Mitra ebenus, Risso. Eur. merid. IV. 1826, p. 244. 5 " Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 229. 5 o È yi 1844, pe 195. È PA Martin DIRO Conch.-Cabinet. B. V. Abthl. 2 pi IST ep) IWeinkianf Conch. Mittelm. 1868, p. 25. J z Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Rare le spoglie nelle sabbie di Ancona, Venezia, Capodistria, Pirano, Rovigno, Cherso, Ossero; più frequente a Zara, Brevilaqua, Curzola, Lesina, Lissa, Ragusa. ” » — 71 — Mitra trieolor Gmelin. Mitra Savignyi, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 166, t. 8, f. 23-25. 5 N Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 230. ” ” » ” 1844, p» 195) L x Martini ci Conch.-Cabinet. B. V. Abthl. perso Lot. 0-5: D ” Cataloghi di Heller e Stossich. » tricolor, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 66. Pa È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 31. Vive sulle alghe a media profondità ; Trieste, Pirano, Cherso, Smergo, Lussin, Zara, Lissa, Lesina, Lacroma, Ragusa. Mitra lutescens Lamark. Mitra lutescens, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 164, t. 8, f. 19. 5 3 Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 195. È È Martim-Chemmitz. Conch.-Cabinet. B. V. Abthl. 2. pi SIE: VENT9N20! a Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. S ASSET Weinkauff. Conch. Mittelm, 1868, p. 28. Rara nelle sabbie di Trieste, Pirano, Unie, Levrera, Ossero, Zara, Curzola, Ragusa. Mitra zonata Marryat. Mitra zonata, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 244. t. 6, f. 73. 5 e Martini-Chemmitz. Conch.-Cabinet, B. V, Abthl. 2, Pax 10, alici. gt- 17-18. i x Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 196. x È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 31 d À Stossich. Bull. Soc. Adriat. V. I. 1875, p. 220. fig. Una delle grandi rarità malacologiche dell'Adriatico trovata soltanto in due esemplari a Lesina. Mitra columbellaria Scacchi. Mitra obsoleta, Philippi. En. moll. Sicil, 1836, p. 230. »s columbellaria Martini - Chemnitz. Conch.- Cabinet. B. V. Afithl-i;2;&p:0149, E 1, es£018-19. È 1 Plulippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 195, t. 27, f. 17. » 5 Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p, 14. " » Cataloghi di Brusina e Stossich. - ” Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 32. 3 L — 1722 — Rarissima a Rovigno, Ossero; frequente a Puntebianche, Ulbo, Lesina, Ragusa, Lacroma. Mitra Sandrii E. A. Bielz. Mitra picta, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 15. pi Sandra. Contr. moll, dalm. 1866, p. 67. Ulbo, Curzola, Lesina, Ragusa, Macarsca. Mitra typostigma Brusina. Mitra striata, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 14. » typostigma, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 67. Rarissima a Zara. Mitra columbulae Brusina. Mitra Columbulae Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 14. 3 5 si cieContr. nol dalm® 1866, pe bf Rarissima a Ragusa. Mitra leontocroma Brusina. Mitra leontocroma, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 34. Rarissima a Sebenico. Sottofam. Columbellidae. Gen. Columbella Lamark. Columbella seripta Linné. Buccinum Linnaei, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 225. Ù scriptum, i: 5 i T1SA4 ip. 190! È rà Heller Hora dalm. 1863, p. 45. Columbella scripta, Cataloghi di Brusina e Stossich. 5 n Weinkauff. Conch. Mittelm. 1858, p. 36. Sembra abbastanza rara nei fondi maggiori di Trieste, Cherso, Lussin, Zara, Curzola, Lesina, Ragusa. Columbella rustica Linné. Columbella rustica, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 205. 5 » Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 164. * $ Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 228 -, ” A » 1844, p. 194. A INTO Caialigti di ei Heller e Stossich. 3 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 34. Comune in tutto l'Adriatico; vive sulle spiaggie a poca pro- fondità e spesso aderente alle pietre fuori d’acqua. — 173 — Columbella minor Scacchi. Buccinum minus, Philippi. En moll. Sicil. 1844, p. 190, t. 27, f. 12. Nassa minor, Stossich. En. moll. di Trieste. 1865, p. 12. Columbella minor, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 67. È £ Weinkauff. Coneh. Mittelm. 1868, p. 38. Rarissima nelle sabbie di Rovigno, Unie, Zara, Brevilaqua. Columbella decollata Brusina. Columbella decollata, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 10. È; Contr. moll. dalm. 1866, p. 67. "Wav nelle acque di Zara, Curzola, Lagosta, Ta Sottofam. Marginellidae. Gen. Marginella Lamark. Marginella clandestina Brocchi. Marginella clandestina, Brocchi. Conch. foss. II. p. 242, t. 15, f. 11. Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 231. o Li x no1 1844; pard97. i, 5 Busi doi dalm. ined. 1865, p. 16. A A n Contrib. moll. dalm. 1866, p. GL A 3 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 22. 5 è ada Martini - Chemmite, Conch.- Cabinet. B. V. AGI: 4° pi 20, To 0 b 21, 22 Gibberula clandestina, Stossich. En. moll. di Trieste, 1865, p. 13. Rara nelle sabbie e sopra le alghe a Rovigno, Ossero, Zara, Puntebianche, Ragusa. Marginella miliaria Linnò. Volvaria miliacea, Risso. Bur. merid. IV, 1826, p. 233. ta o Payraudeau Moll. d. Corse, 1826, p. 168, t. 8, i i. 28-29. 5 s Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 232. 25 Stossich. En. moll. di Trieste, 1865, p 14. apindia miliacea, Plulippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 197. 5 ni Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 16. > 5; Cataloghi di £yusina e Heller. » miliaria, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 20. lara nelle sabbie di Salvore, Rovigno, Levrera, Zara, Melada, Lissa, Lesina, Ragusa. Marginella minuta Pfeiffer. — 174 — Marginella minuta, Plulippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 197, t. 27, f. 23. 5 » Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 16. » » n © Contr. moll. dalm. 1866, p. 67. È e Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 21. Rarissima a Besca, Zara, Melada. Marginella seealina Philippi. Volvaria triticea. Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 168. s 3 Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 232. s Secalina, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 67. Marginella secalina, Phulippi. En: moll. Sicil. 1844, p.197, t. 27 f. 19. L: a Brusina. Con. dalm. ined. 1865, p. 15. 5 È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 22. 3 5 Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B.V, Abthl.4, pi291 Te 4 fi (21-23! Rara a Zara, Puntebianche, Meleda, Ragusa. Sottofam. Doliidae. Gen. Dolium Linné. Dolium galea Linné. Buccinum galea, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1197. A olearium, Linné, Syst. Nat. XII. p. 1196. Dolium galea, Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 409, t. 23, f. 4. 5 » isso. Eur. merid. 1826, p. 180. | rà » Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 156. » - » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 219. di » Martini-Chemmitz. Conch.-Cabinet B. III, Abthl. 1. b. 1 A Lee i Fi = » Cataloghi di brusina, Heller e Stossich. ca 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 51. Rarissima nel Quarnero; più frequente in Dalmazia a grandi profondità ; Zara, Spalato, Ragusa, Lissa, Lesina. Sottofam. Cassididae. Gen. Cassis Linné. Cassis sulcosa Born. Cassis undulata, Plalippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 187. > fa Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 13. 5 » Cataloghi di Brusina e Heller. — 175 — Cassis sulcosa, Payraudeuu. Moll. d. Corse, 1826, p. 157. Ù n Muartini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. ILI, Abthl, 1, b. 4 » pe L61497. ARIE. ot 5 $ Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 41. Rara a Zara, Curzola, Lissa, Lesina, Ragusa. Gen. Cassidaria Lamark. Cassidaria echinophora Linné. Buccinum echinophorum, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1198. Cassidaria echinophora, Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 410, ti 29 fin 2. » ” Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 183. Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 152. » » 5 S Martini-Chemnitz. Conch.- Cabinet. B. III, Abthbilud) brupi46NT. 54, £, 1-7. n » Cataloghi di Lrusina, Heller e Stossich. N”, » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 47. > tyrrhena, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 216. A i » 1844, p. 186. ATA rara in ‘tutto l'Adriatico (100-150 prof.); Ravenna, Venezia, Capodistria, Pirano, Cherso, Zara, Lesina. Cassidaria tyrrhena Chemnitz. Buccinum tyrrhenum, Chemmitz. Conch.-Cabin. 10, t. 153. f. 1461, 1462. Cassidaria Tyrrhena, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 184. x A Payraudeau. Moll. d. Corse, 1626, p. 153. È È Plilippi. En. moll. Sic. 1844, p. 186, ex parte. 5 $ Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. III Athki;da: b;3;p3)90, T. 04,.£. 8,9. Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 68. ” Weinkauff. Conch.. Mittelm. 1868, p. 49. È molto di rara della specie precedente; Fiume, i Zara. Sottofam. Velutinidae. Gen. Lamellaria Montfort. Lamellaria Kleciachi Brusina. Lamellaria Kleciachi, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 35. ” >) Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 259. Rarissima sopra i fondi coralligeni di Punte Bianche. — 176 — Lamellaria perspicua Linné. Helix perspicua, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1250. » haliotoidea, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1250. Sigaretus haliotoideus, Risso. Eur. merid. IV. 1826, p. 251. 5 > PMhilippi. En moll. Sicil. 1836, p: 166. e 5 Martini - Chemmitz. Conch.- Cabinet. . B. XI. NORRIS, "pi; Gerd 6-8. » perspicuus, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 165, t. 10, f. 1. » Findelaninus, Michaud. Bull. Soc. Linn. d. Bord. V. 2, 1528;p 120; +f.01}42: Coriocella perspicua, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 142. Lamellaria haliotoidea, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 68. 5 perspicua, Stossich. En moll. d. Trieste, 1865, p. 14. È n Ieffreys, Brit. Conch. IV, 1867, p. 235 t. 3, f£.6. > A Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 258. Alquanto rara nelle acque di Pirano e Rovigno; rarissima in Dalmazia. Sottofam. Naticidae. Gen. Natica Lamark. Natica Guillemini Payraudeau. Natica Guillemini, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 119, t. 5, f.1 289126; de 5 Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 162. 5 5 i » 1844, p. 140. U 3) Martini- Cioni Conch.-Cabinet. B, II, Abthl. 1, PAC: MX R19. 3 3; Brusina. Conc. dalm. ined. 1865, p. 19. » ” » Contr. moll. dalm. 1866, p. 68. 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 251. Rara ni6i canale di Zara. Natica sanguinolenta, Brusina. Natica sanguinolenta, Brusina. Conch. dalm. ined, 1865, p. 19. sì n Contr. moll. dalm. 1866, p. 68. A nel canale di Zara. Natica Josephinia Risso. Nerita glaucina, Brocchi. Conch. foss. subap. p. 296. Neverita Josephinia, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 149, t 4, f. 43. > Olla, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 69. — INT —- Natica Olla, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 139. 3 s Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 19. naticoides, Heller. Horae dalm. 1868, p. 42. Josephiniana, Murtini - Chemnitz. Conch.- Cabinet. B. IL Abfhl., Lpd Deal: “7. Josephinia, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 256. Ragusa, Cattaro. b>) » Natiea intricata Donovan. Natica Valenciennesii, Payraudeau. Moll. d. Corse. p. 118, t. 5. .f,123, 24. Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 162. 1 3 Cataloghi di Heller e Stossich. intricata, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 140. = Martini-UChemnitz. Conch.-Cabinet. B. II. Abthl. 1, pe d03a tt Lo fed x A Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 20. A 5 5 Contr. moll. dalm. 1866, p. 69. $ n Weinkauff. Conch. Mittel. 1868, p. 255. Non rara lungo la spiaggia a pochi piedi di profondità; Trieste, Zara, Brevilacqua, Curzola, Lesina, Ragusa. » ” Natica macilenta Philippi. Nautica glaucina, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 117. PA 7 Cataloghi di Zeller e Stossich. » macilenta, Plilippi. En. moll. Sicil, 1844, p. 140, t. 24, f. 14. Si % Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. II. Abthl. 1. pb. 6642, f.. 10-11. 5; A Brusin:. Conch. dalm. ined. 1869, p, 20. da x sì Contr. moll. dalm. 1866, p. 69. 5 g Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 252. Vive a media profondità lungo la costa d’ Istria, Lussin, Zara, Lesina, Curzola, Venezia. Natica Dillwynii Payraudeau. Natica Dilwymi, Payraudeau. Moll. d. Corse 1826, p. 120, t. 5, fe 20128 > ; Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 162. - » » » 1844, p. 140. sa x Martini: Oheriinità. Conch. Cabinet. B. II, Abthl. 1 p. 69, T. 11, f. 4. ”» " Brusina. Conch. dalm. ined. 1865. pi 11% — 178 — Natica Dillwynii, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 68. È 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 248. Vive nelle acque di Lesina, Curzola, Comisa, Ragusa, Natica millepunetata Lamark. Natica millepunctata, Payraudeau. Moll. d. Corse 1826, p. 118. È > Philippi. En. moll. Sie. 1836, p. 161. E P e î 1844, p. 139. x 5 Bin Corio dalm. ined. 1365, p. 19. si i} Cataloghi di Brusina Heller e Stabsian 5; n Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868. p. 242. Rarissima a Pirano, Rovigno, Lussin; frequente a Zara, Brevilaqua, Sebenico, Lissa, Lesina. Natica canrena Linné. Natica canrena, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 117. sì P Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 68. » adspersa, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 19. 2 Cataloghi di Heller e Stossich. inno a Rovigno, Brevilaqua, Curzola. Sottofam. Scalaridae. I Gen. Scalaria Lamark. Scalaria communis Lamark. Scalaria communis, Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 431, t. 34, f.2 > È Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 123. s 5) Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 167. t. X, £. 3. 3 b 3 so 1844, p. 144. 5 Si Cataloghi lai Heller e Stossich. A A Ieffreys. Brit. Conch. 1867, IV, p. 91, t. 2, £. 3. a a Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 232. » clathrus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 69. Frequente in tutto l’Adriatico; Venezia, Trieste, Pirano, Zara, Brevilaqua; Lesina, Curzola. Scalaria Turtonis Turton. Scalaria tenuicosta, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 145. 5 > Cataloghi di brusina e Grube. » Turtonis, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 234. Rara nelle acque di Lussin, Zara, Lesina. Sealaria Kuzmici Brusina. — 179 — Scalaria Kuzmici, Brusina. Journ. d Conch. Juillet 1869. Rarissima a Lapad presso Ragusa. Scalaria pseudo-scalaris Brocc. Scalaria foliacea. Sow. Scalaria lamellosa. Lam. Sottofam. Pyramidellidae. Gen. Turbonilla Risso. Turbonilla Humboldtii Risso. Tornatella lactea, Michaud. Bull. Soc. Linn. Bord. V. III. 1829, f 271. Chemnitzia Humbolatii, Pluilippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 157. Odostomia Humboldtii, Brusina. Journ. d. Conch. Juillet. 1869. . Turbonilla Humboldtii, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 22. z 5 P: Contr. moll. dalm. 1866, p. 69. 3} % Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 214. Vive sopra le alghe nelle acque di Zara, Puntamica, Lacroma, Lastua. Turbonilla elegantissima Montagu. Melania Campanellae, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 156, t. IX, f. 5 Chemmitzia elegantissima, Plilippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 136. > Stossich. En. moll. di Trieste, 1865, p. 15. Turbonilla elegantissima, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 69. s È Weinkaujff. Conch. Mittelm. 1368, p. 207. Rara sopra le alghe e nelle sabbie a Rovigno, Zara. Turbonilla rufa Philippi. Melania rufa, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 156, t. IX, f. 7. Chemnitzia rufa, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 136. » Stossich. En. moll. di Trieste. 1865, p. 15. sO rufa, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 69. 5 » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 211. Rarissima nei fondi sabbiosi di Rovigno, Zara. Turbonilla striolata Linné. Chemnitzia pallida, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 136. Turbonilla pallida, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 22 ” » » Contr. moll. dalm. 1866, p. 69. 3 striolata, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 210. Zara, Novegradi. Turbonilla densecostata Philippi. Chemmitzia densecostata, Philippi. Moll. Sicil. 1844, p. 137, t. 24,f.9, Turbonilla densestriata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866. p. 69. È densecostata, Weinlkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 210. Zara. Turbonilla gracilis Philippi. Chemnitzia gracilis, Philippi. Moll. Sicil. 1844, p. 137, t. 24, f. 11. > È Stossich. En. moll. di Trieste, 1865, p. 15. Turbonilla gracilis, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 69. s n Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 208. Aderente alle spugne ‘nelle maggiori profondità del golfo di Trieste. Turbonilla emaciata Brusina. Turbonilla pygmacea, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 22. 5 emaciata, tI Contr. moll. dalm. 1866, p. 69. Melada. Turbonilla spiralis Montagu. Turbonilla spiralis, Weinkauff. Suppl. Conch. Mittelm. 1870, p. 39. Gen. Odostomia Fleming. Odostomia eraticulata Renier. Turbonilla striata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1766, p. 69. Odostomia craticulata, Brusina. Journ.-d. Conch. Juillet. 1869, Quarnero, Zara. Odostomia conoidea Brocchi. Turbo conoideus, Brocchi. Conch. foss. II, p. 659, t. 16, f. 2. Auricota conoidea, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 143. î 5 4 s 1844, p. 119. (vdostomia Nati Bela! Conch. dalm. ined. 1865, p. 20. 5 conoidea, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 70. » ti Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 127. 5 A Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 218. Zara, Brevilaqua, Sebenico. Odostomia Novegradensis Brusina. Odostomia pallida, Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 124. 5 Novegradensis, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 21. - » » Contr. moll. dalm. 1866, p. 66. > » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 223. Novegradi. Odostomia neglecta Tiberi. a Odostonnia vitrea. Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 21. — 181 — Odostomia vitrea, Brusina Contr. moll. dalm. 1866, p. 70. = 1) Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 21. > neglecta, Weinkauff. Suppl. Conch. Mediter. 1870, p. 21. Puntamica. Odostomia excavata Philippi. Rissoa excavata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 154, t. X, f. 6. 3 = RUS4® p. 128. artondla aa Weinkauff. UConch. Mittelm. 1868, p. 217. Odostomia excavata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 70. s si si Journ. d. Conch. Juillet. 1869. Zara, Puntamica, Melada, Lacroma. Odostomia Erjaveciana Brusina. Odostomia Erjaveciana, Brusina. Journ. d. Conch. Juillet. 1869. Pago, Ulbo. Odostomia albella Lovèn. Odontostomia albella, Weinkauff. Suppl. Conch. Mediter. 1870, p. 21. Odostomia intermedia Brusina. Odostomia intermedia, Brusina. Journ. d. Conch. Juillet 1869. Lapad, Lacroma. Odostomia Lukisi Jeffreys. Odontostomia Lukisi, Weinkauff. Suppl. Conch. Mediter. 1873, p. 21. Odostomia monozona Brusina. Odostomia monozona, Brusina. Journ. d. Conch. Juillet. 1869. Puntamica, Melada. Odostomia Nardoi Brusina. Odostomia Nardoi, Brusina. Journ. d. Conch. Juillet. 1869. Punte Bianche. Odostomia turrita Hanley. Odontostomia turrita, Weinkauff. Suppl. Conch. Mediter. 1870, p. 22. Odostomia turbonilloides Brusina. Odostomia turbonilloides, Brusina. Journ. d. Coneh, Juillet. 1869. Lacroma. Odostomia obliqua Alder. Auriculina exilissima, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 35. Odontostomia obliqua, Weinkauft. Conch. Mittelm. 1868, p. 221. Melada. Gen. Eulimella Forbes. * Eulimella acicula Philippi. Liatea Melania acicula, Philippi. En moll. Sicil. 1836, p. 158, t. 9, f. 6. Eulima acicula, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 135. Udostomia acicula, Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 170. Eulimella acicula, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 70. = n Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 224. Gen. Aclis Lovèn. Aclis affinis Philippi. Eulima affinis, Plulippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 1535, t. 24, t. 7. P n Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 23. Aclis affinis, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 73. Chemnitzia affinis, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 223. 3 Venezia, Nona, Ulbo, Melada. Aclis supranitida S. Wood. Aclis supranitida, Weinkauff. Suppl. Conch. Mediter. 1873, p. 25. Aclis ascaris Turton. Aclis ascaris, Weinkauff. Suppl. Conch. Mediter. 1870, p. 25. Sottofam. Eulimidae. Gen. Eulima Risso. Eulima Stalioi Brusina. Lulima Stalioi, Brusina. Journ. d. Conch. Juillet. 1869. Spalato. Eulima polita Linné. Melania Bosci, Plulippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 157. Eulima polita, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 134. ” » Cataloghi di brusina e Stossich. 3 A Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 226. Nelle sabbie di Grado, Zara, Lesina. Eulima Petitiana Brusina. Eulima Petitiana, Brusina. Journ. d. Conch. Juillet. 1869. Pago, Puntamica. Eulima microstoma Brusina. Eulima microstoma, Brusina. Journ.: d. Conch. Juillet. 1869. Lapad, Punte Bianche. Eulima sinuosa Scacchi. Melania nitida, Philippi. En moll. Sicil. 1836, p. 157, t. 9, f. 17. Eulima nitida, Philippi. En. moll. Sicil 1844, p. 134. ‘ — 183 — Eulima nitida, Cataloghi di Brusina e Stossich. » simuosa, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 227. Nelle sabbie dell’ Istria meridionale, Lussin. Eulima distorta Deshayes. Melania distorta, Phlippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 158. Euluma distorta, Plulippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 155. Cataloghi di Brusina e Stossich. 2 a Icffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 209. »s Philippi, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 258. Pirano, Rovigno, Lussin; spesso aderente alle ascidie. » ” Gen. Leiostraca Adams. Leiostraca subulata Donovan. Helix flavo-cineta, Miller. Verhandl. d. Berlin. Gesell. V. I, 1824, pi ‘216, 611.01; fu (6. Eulima subulata, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 134. i i Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 228. Leiostraca subulata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 70. Zara, Punte Bianche. Leiostraca Ieffreysiana Brusina. Leiostraca Ieffreysiana, Brusina. Journ. d. Conch. Juillet. 1869. Punte Bianche. Leiostraca acuta Sowerby. Leiostraca acuta, Stossich. En. moll. d. Trieste. 1865, p. 15. Rarissima nei fondi maggiori del golfo di Trieste. Sottofam. Solarlidae. Gen. Solarium Lamark. Solarium fallaciosum Tiberi. Trochus stramineus, Gmelin. Syst. Nat. p. 3575. Solarium stramineum, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 173. n ” » ” » ” 1844, p. 148. 4 5 Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. IL Aibbit6t pS2:0000200£ 4, Td 14, » Brusina. Contr. moll. dal 1866, p. 56. > Hit, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 262. Lo fallaciosum Monterosato. Solarii d. Mediter. Belino 1873, Sebenico. — 184 — Solarium hybridum Linné. Trochus hybridus, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1228. Solarium hybridum, Martini-Chemmitz. Conch.-Cabinet. B. II. AbthI, Gp. 14, /T. 2 AE; È 5 Monterosato. Solarii d. Mediterr. Palermo 1873. Zara. Sottofam. Cerithiopsidae. Gen. Cerithiopsis Forbes. Cerithiopsis tubercularis Montagu. Cerithium acicula, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 17. Cerithiopsis acicula, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 71. 5 tubercularis, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 169. Puntamica. o Cerithiopsis minimum Brusina. Cerithium minimum, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 17. Cerithiopsis minimum, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 71. P 3 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 170. Puntamica, Ragusa. Cerithiopsis pygmaeus Philippi. Cerithium pygmacum, Philippi. Moll. Sicil. 1844, p. 162, t. 25, f. 26: Cerithiopsis pygmaeus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 71. Cerithiopsis Jadertinus Brusina. Cerithuum Jadertinus, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 16. Cerithiopsis Jadertinus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 71. Zara, Puntamica. Fam. Toxoglossa. Sottofam. Conidae. Gen. Conus Linné. Conus mediterraneus Brug. Conus mediterraneus, Risso. Eur. merid. 1826, IV. p. 228. n È Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. g0: > è Plulippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 258 a. s 3a s 1844, p. 200. > 5 Weinkauff. e Mittelm. 1868, p. 146. ” Cataloghi di Brusma, Grube, Heller e Stossich. Comino luogo tutte le coste adriatiche. — 185 — Sottofam. Pleurotomidae. Gen. Lachesis Risso. Lachesis candidissima Philippi. Buccinum candidissimum, Philippi. Moll. Sicil. 1836, pag. 222, CREARE È x 3; > ù 1844, p. 189. Pollia candidissima, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 63. Lachesis candidissima, Wemnkauff. Conch. Mittelm. 1868. p. 118. Lachesis minima Risso. Lachesis minima, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 64. s È Ieffreys. Brit. Conch. IV. 1867, p. 313, t. 6, f. 1. È 5» Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 116. Specie rarissima nel Quarnero. Gen. Raphitoma Bell. Raphitoma Cyrilli Payraudeau. Raphitoma Cyrilli, Stossich. En. moll. d. Trieste. 1865, p. 12. » Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 64. Ran a Rovigno. Raphitoma rosea Brusina. Raphitoma rosea, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 4. A » = Contr. moll. dalm. 1866, p. 64. Rara nelle sabbie di Zara e Lesina. Raphitoma Philberti Michaud.' Pleurotoma variegatum, Philippi. En. moll. Sic. 1836, p.197, t. 9, f. 14. % A Heller. Horae dalmat. 1863, p. 44. s Philberti, Plalippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 165. Raphitoma variegata, Stossich. En. moll. d. Trieste, 1865, p. 12. A Philberti, Brusina. Contr. moll dalm. 1866, p. 64. Abbastanza frequente sopra le alghe; Zaule, Salvore, Rovigno, Lussin, Brevilaqua, Puntamica, Lesina, Lissa. Raphitoma La Viae Philippi. Pleurotoma La Viae, Philippi. Moll. Sicil. 1844, p. 170, t. 26,.. 17, 3 > » Cataloghi di brusima e Stossich. Rara nelle sabbie di Zaule, Salvore, Zara Raphitoma costulala Risso. Mangelia costulata Risso. Eur. merid. IV. 1826, p. 219. — 186 — Pleurotoma costulatum, Plalippi. En. moll. Sic. 1844, 166. Pe si Heller. Horae dalm. 1863, 44. 5 costata, Ieffreys. Brit. Conch. 1867, IV. p. 379. Raphtoma costata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 64. 3 costulata, Stossich. En. moll. d. Trieste. 1865, p. 12. È Weinkauff. Conch. Mittem. 1868, p. 138. gubtasina frequente nelle sabbie di Grado, Monfalcone, Lus- sin, Puntamica, Brevilaqua, Lissa. Raphitoma attenuata Philippi. Pleurotoma attenuatum, Plulippi. Moll. Sicil. 1844, p. 166. 5 ” Heller. Horae dalm. 1863, p. 44. 5 Ieffreys. Brit. Conch. 1867, IV. p. 3 Pongo attenuata, Wegnkauff. Conch. Mittelm. 1868, Daga n 3 Cataloghi di Brusa e Stossich. Abbastanza frequente sopra le alghe nei fondi di Sestiana, Ossero, Brevilaqua, Puntamica, Lissa. Ul 30. Raphitoma multilineolata Dehayes. Pleurotoma multilineolatum, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 166, IRR OS E Raphitoma multilineolata. Cataloghi di Brusina e Stossich. È È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 138. ” ” ” Malakozool. Jakob. I. 1874, AIAR O ET la pusilla Wenkauff. Conch. Mittelm. 1868. p. 138. Mangelia multilineolata; Brusina. Journ. d. Conch. Juillet. 1869. 5 coarctata. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 125. Le spoglie si rinvengono rare nelle sabbie di Ossero, Punta- mica e Lacroma. Raphitoma rugulosa Philippi. Pleurotoma rugulosum, Philippi. Moll. Sicil. 1844, p. 169, t. 26, f. 8. 3 Ieffreys. Brit. Conch. 1867, IV, p. 881. Aria rugulosa Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 124. Raphitoma rugulosa, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 6. » ” i Contr. moll. dalm. 1866, p. 65. Ù A Weinkauff. Malacol. Jahrb. B. I, 1874, t. 10, f. 8-10. Mangelia Stossiciana, Brusina. Journ. d. Conch. Juillet. 1869. Frequente nelle sabbie di Rovigno, Lussin, Puntamica, Bre- vilaqua, Melada, Ragusa, Lacroma, Lesina. — 187 — Raphitoma Sandriana Brusina. Raphitoma Sandrii, Brusina. Conc. dalm. ined. 1865, p. 6. A Sandriana, Brusina. Contr. mell. dalm. 1866, p. 65. 3 4 Weinkauff. Malacol. Jahrb. B I, 1874. tini0if! 5 5 caerulans, n Conch. Mittelm. 1368, p. 126. Pleurotoma rugolosa, var. Monterosato. Notizie p. 52. La si rinviene a Puntamica, Brevilaqua, Zara, Ragusa, Lacroma, Lesina, Curzola. i Raphitoma Maravignae Bivona. Pleurotoma elegans, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 168, t. 26, f. 5 n, Maravignae, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 122. Raphitoma elegans, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 5. È - Contr. moll. dalm. 1866, p. 65. Fhritsiha a Cherso, Unie, Lesina, Ragusa, Curzola. Raphitoma Ginnaniana Scacchi, Pleurotoma Ginnanianum, Philippi. Moll. Sicil. 1844, p. 168, t. 26, f. 6. si Heller. Horae dalm. 1863, p 44. 1 atihia Ginnanianum, Cataloghi di Brusina e Stossich. Frequente nelle sabbie di Grado, Monfalcone, Salvore, Rovigno Lissa, Lesina, Curzola. Raphitoma laevigata Philippi. Pleurotoma laevigata, Plilippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 199, t. 11, f. 17. > i ate 1844, p. 169. * Io Brit, Conch. 1867, IV, p. 386. ani polita, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 5. » A $ Contr. moll. dalm. 1866, p. 65. Specie rara nelle sabbie di Cherso, Puntamica, Lesina. Raphitoma brachystoma Philippi. Pleurotoma brachystomum, Philppi. Moll. Sicil, 1844, p. 169, t. 26, f. 10. b} % n Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 382. Raphitoma brachystoma, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 6. È x È Contr. moll. dalm. 1866, p. 65. Ù Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 140. fi nelle sabbie di Cherso, Brevilaqua. Gen. Mangelia Reeve. Mangelia Vauquelivi Payraudeat. Pleurotoma Vauquelini, Payraudean. Moll. d. Corse. 1826, p. 145, 7. f. 14-15. 4 UR — Pleurotoma Vauquelini, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 198, t. 11, £.19. î; il 7 » 1844, p. 167. x ai Horae dalmat. 1863, p. 44. Hegdeitonia Vauquelini, Cataloghi di Brusina e Stossich. Mangelia Vauquelini, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 126. Frequente nella sabbia e tra le alghe; Trieste, Salvore, Ossero, Puntamica, Brevilaqua, Zara, Lissa. Mangelia taeniata Deshayes. Pleurotoma taeniatum, Philippi. Moll. Sicil. 1844, p. 167, t. 26, f. 3. Raphitoma taeniata, Cataloghi di Brusina e Stossich. Mangelia taceniata, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868. p. 127. Rarissima a Rovigno, Levrera, Brevilaqua. Mangelia Bertrandi Payraudeau. Pleurotoma Bertrandi, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 144, Log: Pia n È, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 198 (te RETTA $ Sori % En. moll. Sicil 1844, p. 168. ” caerulans ’ ”» » » ”» sha” ” » Ti 20 Monterosato. Notizie, p. 52. so Bortrandi, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 4 » » Contr. moll. dalm. 1866, p. 66: 5 Pi Weinkauff. Malakozool. Jahrb. B. I, 1874. TA > caerulans, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 65. Mangelia Bertrandi Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868. p. 124. Rarissima a Cherso, Zara, Brevilaqua e Lesina. Gen. Defrancia Millet. Defrancia reticulata Renier. Mangelia reticulata, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 220. Pleurotoma reticulata, Plilippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 196. a ei 1 Hina i alata SALI di Brusina e Stossich. Defrancia reticulata, Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 370. 5 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 128. Non troppo frequente sulle alghe, e nelle sabbie; Trieste, Venezia, Cherso, Ossero, Lussin, Zara, Lissa, Lesina, Curzola. — 189 — Defrancia purpurea Montagnu. Pleurotoma purpureum, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 165. ;; Heller. Horae dalm. 1863, p. 44. VS RO purpurea, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 64. Defrancia purpurea, Ieffreys. Brit. Conch. 1867, IV, p. 373. 5 x Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868. p. 130. Rara nelle sabbie di Ossero, Levrera, Puntamica, Curzola. Defrancia Leufroyi Michaud. Pleurotoma Leufroyi, Michaud. Bull. Soc. Linn. d. Bord. V. 2, 1828, p..121. È Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 165. RL itioma Leufroyi, Cataloghi di Brusina e Stossich. Defrancia Leufroyi, Ieffreys. Brit. Conch. 1867, IV, p. 366. 5 È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 152. Rara nelle sabbie di Grado, Monfalcone, Cherso, Besca vecchia, Zara, Lesina, Curzola. Defrancia linearis Montagu. Pleurotoma lineare, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 166. » Heller. Horae dalm. 1863, p. AA Hash linearis, Cataloghi di Brusina e Stossich. Defrancia linearis, Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 968, t. 7, f. 1. 5 = Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 153. Si rinviene rara a Rovigno, Lussin, Zara, Lissa. Defrancia gracilis Montagu. Pleurotoma gracilis, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 198, t. 11, f. 23. Raphitoma gracilis, Stossich. En. moll. d. Trieste, 1865, p. 12. A vulpecula, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 64. Defrancia gracilis, Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 363. Rara nei fondi maggiori di Zaule, Zara. Defrancia teres Forbes. Pleurotoma crispata, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 200. pi ; s n «1844, p. 170; t.26, f.12. S Wei. Conch. Mittelm. 1868, p. 121. Ana Barbieri, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 33. Defrancia teres, Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 362. » » Weinkauff. Suppl. Conch. Mittelm. 1870, p. 12. Rarissima alle Punte Bianche. Defrancia elathrata M. d. Serres. — 190 — Pleurotoma che Philippi. Moll. Sicil, 1836; p. 199, t. 11, f. 16. L, x sù 1844, p. 170. Tapliuone clathrata. Wert? Conch. Mittelm. 1868, p. 134. Rarissima a Brevilaqua. Defranceia hystrix Jan. Defrancia hystrix, Weinkauff. Suppl. Conch. Mediter. 1870, p. 15. Rarissima a Brevilaqua. Fam. Rostrifera. Sottofam. Strombidae. Gen. Chenophus Philippi. Chenopus pes pelicani Linné. Strombus pes pelicani, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1207. Rostellaria pes pelicani, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 225. $ Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 152. Giai Di pani Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 215. s à È: H n 1844, p. 185. n D. } Stossichi Pin. moll. d. Trieste, 1865, p. 16. È Ò & Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 148. £ n 3 Martini-Chemnitz. Conch. - Cabinet. .B. IV. Abthl. 1, p. 101, T. 24, f. 5-7. Aporrhais pes pelicani, Jeffreys. Brit. Conch. 1867, IV, p. 251, tri dl da i È $ Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 71. 5 É È Heller. Horae dalm. 1863, p. 45. Comunissimo in tutto l'Adriatico. Sottofam. Cypraeidae. Gen. Cypraea Linné. Cypraea lurida Linné. Cypraca lurida, Risso. Eur. merid. 1826, IV, p. 237. 5 è Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 234. ” » ”» » 1344, p. 199. E. 3 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 10. S s Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Rarissima a Rovigno e nel Quarnero; meno rara @ Zara, Lesina, Curzola, — 191 — Cypraea pyrum Linné. Cypraea pyrum, Plulippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 235. » ” i RA ng 11944, PL 199. È, » Weinkauf: Conch. Mittelm. 1868, p. 11. x DI Cataloghi di Brusina, Grube ed. Heller. Rara nei fondi di Lussin, Zara, Curzola. Gen. Trivia Gray. Trivia pediculus Linné. Cypraca pediculus, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826. p. 171. SI Stossich. En. moll. d. Trieste, 1865. p. 16. Persia pediculus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 72. Abbastanza rara nei maggiori fondi dell’Adriatico. Trivia pulex Solander. Cypraea pulex, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 200. » Stossich. En. moll. d. Trieste, 1865, p. 16. Tua pulex Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 9. n » Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p_ 72. Rarissima nei fondi maggiori di Rovigno, Levrera, Zara, Curzola. Trivia europaea Montagu. Cypraea coccinella, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 236. 5 5 5 DIE ARIES 109. ”» i Plilprlmbbihà. Moll. d. Corse, 1826, p. 170. È à Cataloghi di Heller e Stossich. - europaca, Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 403, t. 7, f. 4. 5 ci Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 7. Trivia coccinella, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 72. Abbastanza frequente nelle maggiori profondità di .Cherso, Ossero, Lussin, Zara, Lissa, Lesina, Lagosta, Curzola; rarissima a Pirano. (ren. Erato Donov. Erato laevis Donov. Erato cypraeola, Plilippi. En. moll. Sic. 1836, p. 233. Marginella laevis, + sl s 1844, p. 197. 20 » Brusina. Coich, dalm. ined. 1865, p. 16. d » Jeffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p, 400, t. 7,.f.3. Erato laevis, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866; p. 67. 5 A Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 18. Vive a pochi piedi di profondità sopra le alghe ; Ossero, Zara. — 192 — Gen. Ovula Lamark. Ovula adriatica Sow. Ovula adriatica, Philippi. En. moll. Sie. 1856, p. 233, t. 12, f. 13. » ” ” ” 1844, p. ngi: 5 È Wamtia.. ton Mittelm. 1868, p. ” » Cataloghi di Brusina Heller e STA Vive a grandi profondità tra i coralli e le alghe; Lesina. Rarissima nel golfo di Trieste e nel Quarnero. Ovula carnea Lamark. Ovula carnea, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 168. 9 £ Risso. Eur. merid. 1826, IV, p. 254. 5 5 Philippi, En. moll. Sicil. 1836, p. 234. 3 n s » - 1844, p. 198. DI 5 W sai TA Mittelm. 1868, p. 2. 3 Brusina. Contr. moll. dalm. 1366, p. 36. io nelle acque di Zara, Sebenico, Lesina. Ovula spelta Linné. Ovula spelta, Risso. Eur. merid. 1826, IV, p. 235. A » Philippi. En. moll. Sicil. 1836. p. 233, t. 12, f. 17. d 5 È 37 1844, pa 198. È ; Weinkauff a Mittelm. 1868, p. 3. Heller Horae dalmat. 1863, p. 46. Volla Rici Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 72. Rara nelle acque di. Portorè, Zara, Curzola. Sottotam. Cerithiidae. Gen. Cerithium Linné. Cerithium conicum Blainville. Cerithium mammilatum, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 194, t. 11, . rd onEzi > È Li En. moll. Sicil. 1844, p. 161. ” > Stossich. En. moll. di Trieste, 1869, p. 17. Cerithiopsis ferrugineus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 71. Cerithium conicum, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868. p. 159. Raro nei bassi fondi dell’ Istria meridionale, Cherso, Lussin, Zara, Brevilaqua. Cerithium seabrum Olivi. Cerithium lima, Philippi. Eu. moll. Sicil. 1836, p. 195. » b)) ” » » ” 1844, p. 162. — 193 > Cerithium lima, Cataloghi di Heller e Brusina. Cerithiopsis lima, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 71. Cerithium scabrum, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 161. Comunissimo in tutto l’Adriatico, lungo la spiaggia aderente alle pietre. Cerithium Crosseanum Tiberi. Cerithium subeylindricum, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 17. Cerithiopsis subeylindricus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 71. Cerithium Crosseanum Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 169. Puntamica, Ulbo, Ragusa. Cerithium elegans Blainville. Cerithium lacteum, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 195. AE » 1844, p. 162. nali PA Erica: Contr. moll. dalm. 1866, p. 71. Cerithium elegans, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 164. Punte Bianche. Cerithium vulgatum Bruguiere. Cerithium vulgatum, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 142. 5 î Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p.192, t.11,f.3. S ci A 0114944, pe 61. 5 “at ala Cstalighi di Brusina, Heller e Stossich. CS , Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 154. Comunissimo in tutto l'Adriatico; vive Ber lo più sopra fondi fangosi. Cerithium dolium Brocchi. Cerithium fuscatum, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 193, t. 11, f. 7 n ta A s 1844, p. 161. 5 È Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. 5 dolium, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 157. Poco frequente nei bassi, fondi calcari dell’ Istria meridionale, Zara, Lesina, Lissa, Curzola, Spalato, Ragusa. Cerithium alueaster Brocchi. Murex alucaster, Brocchi. Conch. foss. p. 234, t. 9, f. 4. Cerithium alucaster, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 154. 5 B Cataloghi di Brusina Heller, e Stossich. Rara nei fondi maggiori di Trieste, Arbe, Zara, Spalato, Le- sina, Curzola, Lagosta. Cerithium minutum Seres. SI Cerithium vulgatin var minuta, Philippi. En. moll. Sieil. 1836, pie 193 pb XI dot Si Cerithium minutum, Cataloghi di Brusina e Stossich. Raro a media profondità; Trieste, Zara, Lesina, Ragusa. Cerithium laevigatum Philippi. Cerithium laevigatum, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 161. A A Brusina. Contr. mol. dalm. 1866, p. 73. Gen. Triforis Deshayes. Triforis perversus Linné. Trochus perversus Linné. Syst. Nat. XII, p 1231. Cerithium perversum, Payraudeau. Moll. d. Corse, p. 142, t. 7, f. 7,8. 5 si Plhilippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 194. ” ” 5 E wi 1644; p. 162. » ” ah di Heller e Stossich. È Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 261. Triforis vigore Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 73. 5 È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 167. Abbastanza rara sopra fondi sabbiosi o attaccato sopra le pietre; Grado, Pirano, Cherso, Lussin, Zara, Brevilaqua, Punte Bianche, Ragusa, Venezia. Sottofam. Littorinidae. Gen. Littorina Ferussac. Littorina neritoides Linné. Turbo neritoides, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1232. 5 n Plulippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 189. > Ù dig sii lB44, po: » a Lamark. Anim. s. vert. IX, p. 217. dg > 2 Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 189. pn Basterotti, Payraudeau. Moll. d. Corse. p. 115. t. V, f. 19, ”» 5 Cataloghi di Heller e Stossich. 3 neritoides Martini-Chemmitz. Conch.-Cabinet. B. II. Abthl. 9,228) TO16) fSISyE 17). A A Ieffreys. Brit. Conch. ITI, 1865, p. 361. ia è Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 73. po $ Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 273. Comunissima in tutto l Adriatico, tra le fessure delle roccie bagnate dal mare. — 1959.— Gen. Fossarus Philippi. Fossarus ambiguus Linné. Helix ambigua, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1251. Delphinula costata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 166. Stomatia ambigua, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 29. Fossarus Adansoni, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 147, t. 25, f. 1 »s ambiguus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 73 > 3 Martini-Chemmnitz. Conch.-Cabinet. B. II, Abthl- Bj pl'19) Mg pio. ” i Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 267. Frequente lungo le coste dalmate, tra le fessure delle roccie e nei nullipori. Fossarus clathratus Philippi. Stomatia clathrata, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 29. Fossarus clathratus, Bhilippî. Moll. Sicil. 1844, p. 148, t. 25, f. 5. È s Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet, B. II, Abthl. 65. 180 TIP -9410! A 3 Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 73. Ragusa, Lesina. Fossarus eostatus Brocchi. Fossarus costatus, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 148. 5 di Brusina: Contr. moll. dalm. 1866, p. 73. 5 da Weinkauff. onch. Mittelm. 1868, p. 269. - Fossarus Petitianus Tiberi. Fossarus Pefitianus, Weinkauff. Suppl Conch. Mediter. 1870, p. 29. Zara. Fossarus Kutschigianus Brusina. Stomatia Kutschigi, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 29. Fossarus Kutschigianus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 73. Ragusa. Fossarus azonus Brusina. Stomatia azonea, Brusina. Conch, ined. 1865, p. 29. Fossarus azonus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 73. Sebenico, Ragusa. Sottofam. Rissoidae. Gen. Rissoina d’ Orbigny. Rissoina Bruguieri Payraudeau. — 1960 — Itissoa Bruguieri, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 113, t. V. f.,;17, 118; » » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 153. - » 1844, p. 130. Dis gelia data aa he merid. IV, 1826, p. 211. Rissoina Bruguieri, Schwartz. Denks. Wien. Akad. B. 19. Abthl. 2 2, pi dl » » Cataloghi di Brusina e Stossich. » » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 316. Abbastanza frequente nelle sabbie di tutto 1’ Adriatico. Gen. Rissoa Fréminville. Rissoa auriscalpium Linné. Turbo auriscalpium, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1240. Lissoa acutu Desmarest. Bull. Soc. phil. d. Paris. 1814, p. 8,t I, f. 4. 5 » Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 110. » » Fisso. Eur. merid. IV, 1826, p. 120. ” » Philippi. En. moll. Sieil. 1836, p. 151. » auris-calpium, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 125. » » Schwartz. Denks. Wien. Akad. B. 23, p. 23» Li o pg a ” s Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 73. » 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 285. Rissoa elata Philippi. Rissoa elata, Philippi. En. moll. Sicil 1844, p. 124, t. 23, f. 3. ” » Schwartz. Denks. Wien. Akad. B. 23, p. 14, T. J, f. si ”» » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 289. Rissoa oblonga Desmarest. Rissoa ohlonga, Desmarest. Bull. Soc. Phil. d. Paris. 1814, p. 7, Tago: » » Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 110. » a Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 150. i ” » » 1844, P. 124, » ” State Delks! Wien. Akad. B. 23, p. 15, T.1. f.3. » ci Cataloghi di Brusina e Stossich. 5 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 287. Zara, Lesina, Rovigno. Rissoa grossa Michaud. Rissoa grossa, Schwartz. Denks. Wien. Akad. B. 25, p. 16, T. 1, f. 4. - 197 — Rissoa grossa, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 18. 3 3 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 287. Trieste, Zara. Rissoa venusta Philippi. Rissoa venusta, Plilippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 124, T. 23, f. 4. 5, 3 Schwartz. Denks. Wien Akad. B. 23, p. 16, T. 4, £. 5. Rissoa monodonta Bivona. Rissoa monodonta, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 151, T. 10, f. 9. 1844, p. 125. n ” ” be) ” ” 5 Schwartz. Denks. Wien. Akad. B. 23, p. 17. T..(9af.@ x È Cataloghi di Brusina e Stossich. 5 3 Weinkauf. Conch. Mittelm. 1868, p. 288. Salvore, Lussin, Lesina. Rissoa salinae Stossich. Rissoa salinae, Stossich. En. moll. d. Trieste, 1865, p. 18. Frequente nelle saline di Pirano. Rissoa membranacea Adams. Turbo membranaceus, Adams. 'Transat. Linn. Soc. V, p. 2, T. 1, f. 14, 15. Rissoa membranacea, Schwartz. Denks. Wien. Akad. B. 23. p. 19, TIOD,I La 3 3 .Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 74: s 5 Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 30. 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 289. » Lnssin, Lesina. Rissoa parva Da Costa. Turbo parvus, Da Costa. Brit. Conch. 1779, p. 104. Rissoa obscura, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 127 T. 25, f. 10. parva, Schwartz. Denks. Wien. Akad. B. 23, p. 24, T. II, f. 12. ” n » Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 19. A » edleyreys. Brit. Conch. IN, 1867, p..23, 1 dal. 1. $ »s Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 290. Rissoa dolium Nyster. Rissoa pusilla, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 154, T. X, f. 13. » nana Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 127. » dolium, Schwartz. Denk. Wien. Akad. B. 23, p. 26, T. II, f. 13. 3 A Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 19. — 198 — Rissoa dolium. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 292. Zara. Rissoa marginata Michaud. hissoa marginata, Michaud. Descript. d. Coq: 1832, p. 13, f. 16. È Li Schwartz. Denks.. Wien. Akad. B. 23, p. 29, TIUII pois ob. ” n Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 19. $i n Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 293. Zara. Rissoa pulchella Philippi. Lissoa pulchella, Philippi. Pn. moll. Sicil. 1836, p. 125, t. X, f. 12. » ” di LU 1844, p. IDA 3 5 Schunbrti Denks. Wien. Akad. B. 23, p. 33, T. IL 2: » a Lenna Contr. moll. dalm. 1866, p. 74. PR Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 294. Chessa: Lussin, Lesina. Rissoa inconspicua Alder. Itissou inconspicua, Alder. Ann. Mag. N. H. XIII, p. 323, T. 8, f. 6, 7. Schwartz. Denks. Wien. Akad. B. 23, p. 34, T. II, >” » f.122. » 5 Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 19. 5» hi Leffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 26. » » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1866, p. 295. Rissoa Ehrenbergi Philippi. Iissou £hrenbergi, Philippi. En. moli. Sicil. 1844, p. 127,t. 23, f. 9. ”» È Schwartz. Denks. Wien. Akad. B. 23, p.39, T. 2, fo: 23 - ) Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 74. ” » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 295. Lussin, Cattaro. Rissoa simplex Philippi. Rissoa simplex, Pilippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 129, t. 23, f. 17. 3 b Schwartz. Denks. Wien. Akad. B. 23, p. 36, T. II, f. 24. 5 5 Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 20. È - Stossich. En. moll. d. Trieste. 1865, p. 19. > 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 294. Rovigno. — 199 — Rissoa radiata Philippi. Rissoa radiata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 151, t. X, f. 15. 5 L ti n 01844, p. 128. 3 A Schuneta Denksi Wien. Akad. 23, p. 37, T. II, £.26. x 4 Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 14. * , Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 296. Lesina. Rissoa similis Scacchi. Rissoa similis, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 124, t. 23, f. 5 Schwartz. Denks. Wien. Akad. B.23, p.38, T. III, f.28. Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 74. ai > Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 297. spiculata, Danilo et Sandri. Elene. nom. 1856, p. 54. * 1 Stossich. En. moll. d. Trieste. 1865, p. 17. Rovigno, Cherso, Lussin. ” ” ” ”» Rissoa decorata Philippi. Rissoa decorata, Philippi. Malacozool. Zeitschr. 1846, p. 97. Schwartz. Denks. Wien. Akad. B. 23, p. 42, T. III, i Ir 3 n Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. TA 5 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 298. Lesina. Rissoa Guerini Recluz. Rissoa Guerini, Recluz. Rev. zool. Cuv, Soc. 1843, p. 7. Schwartz. Denks. Wien. Akad. B. 23, p. 43. T. III, fi. (34. CM Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 22. Brevilaqua, Zara. Rissoa variabilis Mihlfeld. i Turbo variabilis, Muhlfeld. Berlin. Verhandl. 1824, H. IV, p. 212. Rissoa costata, Desmarest. Bull. Phil. 1814, p. 7, T. I, f. 1. Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 109. ”» ” x 5 Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 149. 5 i 3 Zu enti (VEIB44; p. 123. 3 5 Cataloghi di Brusina e Stossich. variabilis, Schwartz. Denks. Wien. Akad. B. 23, p. 44, i LIT Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 308. Scoglio Vergada. — 203 — Alvania costata Adams. Rissoa exigua, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 150, T. X, f. 10. A x 3 n 1844, p. 125. 2 x 269 Tin. moll. di Trieste. 1865, p. 17. » costata, Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 22. Alvania costata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 28. ; 3 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 310. Frequente in tutto 1’ Adriatico. Gen. Setia Adams. Setia Cossurae Calcara. Setia Cossurae, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 28. Melada, Zara; rarissima. Setia ochroleuca Brusina. Setia ochroleuca, Brusina. Journ. d. Conch. Juillet. 1869. Melada, Ulbo, Lacroma. Gen. Cingula Fleming. Cingula fulgida Adams. Setia fulgida, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 28. Cingula fulgida, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 280. Rarissima nelle sabbie di Melada. Cingula glabrata Miihlfeld. Helix glabrata, Miihlfeld. Verh. Berl. Gesell. 1821, p. 218, T. IIT, f 10. Iissoa glabrata, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 130. Cingula glabrata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 280. Melada, Zara, Ragusa. Cigula epidaurica Brusina. Cingula epidaurica, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 29, bo, £. 10, Ragusa. Gen. Amnicola Gould et Haldermann. Amnicola pygmaea Michaud. Rissoa pygmaca, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 152. liga ar » 1844, p. 130. E 0 mn ygmaea, Sha: Contr. moll. dalm. 1866, p. 75. Lussin, Ulbo, Melada, Zara. Amnicola paludinoides Calcara. Amnicola paludinoides, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 75. Melada, Zara. 5 — 204 — Gen. Hydrobia Hartmann. Hydrobia ulvae Pennant. Hydrobia strongylostoma, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 29. 5 ulvae, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 277. Melada. Hydrobia ventrosa Montagu. Hydrobia ventrosa, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 30. Zara, Melada, Nona, Possedaria, Stagno, Sebenico; comunis- sima nella sabbia, vive anche nell’ acqua dolce. Gen. Barleeia Clark. Barleeia rubra Adams. i Rissoa fulva, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 152 » » » 1844, p- 129. Hal AT Bai Contr. moll. dalm. 1866, p. 28. 5 » Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, T. Tv, n » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 278. Possedaria. Sottofam. Turritellidae. Gen. Turritella Lamark. Turritella triplicata Brocchi. Turritella duplicata, Heller. Horae dalm. 1863, p. 43. Pa triplicata, Philippi. En. moll. Sicil 1836, p. 190. E 5 ti n 1844, p. 160. * 3 Pra ui moll. dalm. 1866, p. 76. È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 321. sta ino nei fondi fangosi di Lesina, Lagosta, Curzola, Zara, Ragusa. Turritella comunis Risso. Turritella comunis, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 106, T. IV, f. 37. da 5 Stossich En. moll. di Trieste, 1865, p. 18. 5 5 Weinkauff. Conch, Mittelm. 1868, p 318. Comune nei fondi fangosi di tutto l'Adriatico. Turritella quadricarinata Brocchi. Turbo quadricarinatus, Brocchi. Conch. foss. p. 160, T. VII, f. 6. Turritella quadricarinata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 191. È. n di 5 s » 1844, p. 160. — 205 — Turritella quadricarinata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 37. Rarissima a Sebenico. Sottofam. Vermetidae. Gen. Vermetus Adanson. Vermetus arenarius Linné. Vermetus gigas, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 170, T. IX, f. 18. % È 5 O s 1844, p. 143. a » Cataloghi dh Heller e Stossich. » c@wenarius, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 325. Serpulorbis gigas, Brusina. Contr: moll. dalm. 1866, p. 77. Frequente attaccato alle spoglie delle conchiglie e concrezioni calcari; Trieste, Pirano, Rovigno, Zara, Novegradi, Lagosta, Lesina, Lissa. Vermetus contortuplicatus Linné. Vermetus contortuplicatus, a En. moll. d. Trieste, 1865, p. 18. 3 LI Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 327, , triqueter, Heller. Horae dalmat. 1863, p. 42. Biwonia triquetra, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 76. Raro sopra fondi calcari, profondi; Trieste, Zara, Curzola. Vermetus semisurrectus Bivona. Vermetus semisurrectus, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p.171,t 9.f£.19 ”» ”» n ” » 1844, P. 144 = > Stossich. in moll. di Trieste, 1865, p. 18. 3 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 327. Bivonia semisurrecta, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 76. Raro a media profondità; Pirano, Zara. Vermetus jonicus Danilo et Sandri. Vermetus jonicus, Danilo et Sandri. Gaster. Test. Mar. 1856, p. 65. ni - Wemkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 329. Bivoma jonica, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 76. Poco frequente sopra il Pecten varius; Zara. Vermetus glomeratus Linné. Vermetus glomeratus, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 171,T. IX,;f.239. ”» » ”» È) » ‘1844, p. 144. » 3 Stossich. En. moll. di Trieste 1865, p. 18. > Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 326. ua glomerata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 76. * — 206 — Abbastanza frequente aderente alle pietre; Trieste, Zara, Ragusa. Vermetus intortus Lamark. Vermetus subcancellatus, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 172, o DRY 48, » ”» ”» En. moll. Sicil. 1844 p. 144. ” » Heller. Horae dajmat. 1863, p. 41. fe intortus, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 328. Bivonia subcancellata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 77. Zara, Curzola, Ragusa. Gen. Siliquaria Bruguière. Siliquaria anguina Linné. Serpula anguina, Brocchi. Conch. foss. subapen. p. 29. Siliquaria anguina, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 173, T.IX, f. 24. ” ” » ”» ”» 1844, p. 141. » » Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 38. » » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 329. Punte Bianche, Sebenico. Sottofam. Caecidae. Gen. Caecum Fleming. Caecum rugulosum Philippi. Odontidium rugulosum, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p.102,T.VI, f. 20- ”» ” » » » 1844, p. 73. Caecum rp Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 37. Frequente nelle sabbie di Arbe, Pago, Ulbo, Melada, Brevi- laqua, Zara, Ragusa. Sottofam. Calyptraeidae. Gen. Calyptraea Lamark. Calyptraea chinensis Linné. Calyptraea vulgaris, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 119. p° ” z n» 1844, p. 93. a » dali li Brusina e Stossich. chinensis, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 332. Frequente; Venezia, Trieste, Zara, Novegradi, Spalato, Lesina. ” Calyptraea muricata Basterot. — 207 — Calyptraca muricata. Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Più rara della specie precedente, attaccata sulle spoglie di bivalvi; Trieste, Zara, Lesina. Gen. Crepidula Lamark. Crepidula Moulinsi Michaud. Crepidula fornicata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p: 119. è gibbosa, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 93. 5 pi Cataloghi di Heller e Stossich. a Moulinsi, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 336. Crypta gibbosa, Brusina.. Contr. moll. dalm. 1866, p. 77. Frequente aderente alle pinne, mitili e turbi; Trieste, Lussin, Zara, Lagosta, Lesina, Curzola. Crepidula unguiformis Lamark. Crepidula unguiformis, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 120. 5 i. % s1001644, p. 93. » » so En. moll. di Trieste. 1866, p. 19. » i Weinhauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 335. Crypta unguiformis, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 77. Molto più rara della precedente; Trieste, Pirano, Zara, Lesina. Sottofam. Capulidae. Gen. Capulus Montfort. Capulus hungaricus Linné. Patella hungarica, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1259. Pileopsis hungaria, Payraudeau. Moll. de Corse. 1826, p. 93. LI Ò Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 118. 3 x 3 le isdi pdl > nasa î Heller e Stossich. Canile hungaricus, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 254. Ieffreys. Brit. Conch. III, 1865, p. 269, T. VI, f. 5. 2 bz) » tI Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 77. ” » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 337. Alquanto rara sopra i pettini a media profondità; Trieste, Pi- rano, Zara, Lesina. — 208 — Sottord. Scutibranchiata Fam. Podophthalma. Sottofam. Neritidae. Gen. Neritina Lamark. Neritina viridis Linné. Nerita viridis Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 159. s; > s 1844, p. 138. 5 P illon. Timo dilmai. 1863, p. 42. Neritina viridis, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 77. È S Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 340. Rara sopra i fondi algosi; Zara, Lesina, Ragusa. Sottofam. Phasianellinae. Gen. Phasianella Lamark. Phasianella pulla Linné. Turbo pullus, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1233. Phasianella pulla, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 140. 5 » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 187. ” » o) ” % 1844, p 158. > n Martini Chemmite. Conch.-Cabinet. B. II. Abthl. DsiPig db. Ts toi. 15220. 5 » Zeffreys. Brit. Conch. III, 1865, p. 338, T. 8, f.L. ”» » Cataloghi di Zeller e Stossich. » » Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 24. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 342. aoina Hang! Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 78. Abbastanza frequente in tutto 1’ Adriatico. Phasianella erassa Brusina. Phasianella crassa, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 23. Eutropia crassa, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 78. Brevilaqua, Puntamica, Sebenico, Macarsca, Lesina, Curzola, Ragusa, Budua. Phasianella speciosa Mihlfeld. Phasianella Vieuxii, Payraudeau. Moll. d. Corse. p. 140, T. 7, f. 5, 6. 5 » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 188. 3 speciosa, Phulippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 158. — 209 — Phasianella speciosa Martini-Chemnitz. Con ch.-Cabinet. B. II, Abthl Oy: Pl0gdb10,f 9-14. È » Cataloghi di Heller e Stossich. Li » Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 24. si Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 345. Eutropia elit, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 73. Frequente a Trieste, Zara, Lissa, Lesina, Curzola, Ragusa. Phasianella exigua Brusina. Phasianella exigua, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865. p. 23. Eutropia exigua, Brusina. Contr. moll. dalm. 1867, p. 78. Puntamica, Melada, Ulbo. Sottofam. Turbininae. Gen. Turbo Linn. Turbo rugosus Linné. Turbo rugosus, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1234. A 5 Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 139. A ” Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. II, Abthl. 2, ope 20.01 NI, flo n, a Cataloghi di Meller e Stossich. s ” Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 346. Trochus rugosus, Plilippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 178. 5, ; > ESE paieanai sf. Va agi 1 IR Bolma rugosa, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 117. n x Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 78. Frequente in tutto 1’ Adriatico; gli opercoli si chiamano vol- garmente “occhi di St. Lucia,. Gen. Collonia Gray. Collonia sanguinea Linné. Trochus sanguineus, Philippi. En. moll. Sicil, 1836, p. 179. 3 a » » 1844, p. 151. Walt ca Mittelm. 1868, p. 347. Turbo Sia Martini-Chemmitz. Conch.-Cabinet. B. II, Athl. 3, p. 48, T. XII, f. 3. Collonia sanguinea, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 78. Lussin, Zara, Lesina, Lagosta, Curzola, Ragusa. — 210 — Sottofam. Liotiinae. Gen. Cyclostrema Marryat. Cyelostrema costata Danilo et Sandri. Delphinula costata, Danilo et Sandri. Gaster. Test. Mar. 1856, p. 39. Cyclostrema costata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 78. Adeorbis costatus, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 264. Rara nelle sabbie di Puntamica. Gen. Adeorbis Wood. Adeorbis subcarinatus Montagu. Helix subcarinatus, Montagu. Test. brit. p. 438, T. VII, f. 9. Natica subcarinata, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 141, T. 24, f. 13. Adeorbis subcarinatus, Martini- Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. II, Abthl: 6, p.4,T. ade ; - Brusina, Contr. moll. 1866, p. 78. 5 Ù Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 2831, TEO: 3 » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 264. Zara. Sottofam. Trochinae. Gen. Clanculus Montfort. Clanculus corallinus Gmelin. Trochus corallinus, Gmelin. Syst. Nat. p. 3576. È $ Martini-Ohemnitz. Conch.- Cabinet. B. IT, Abthl. 3. LA li CE Monodonta Conturii, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 134, TO 19: 20, È = Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 186. ta 5 Cataloghi di Heller e Stossich. » corallina, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 157. Clanculus corallinus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 78. È, 3 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 349. Poco frequente, attaccato alle alghe a media profondità ; Rovigno, Zara, Lesina, Curzola, Ragusa. Clanculus eruciatus Linné. Monodonta Vieillotti, Payraudeau. Moll. d. Corse, p. 139, T. VI, i. 21-25, ani, — Monodonta Vieillotti, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 186. P D i » 1844, p. 157. DI Cataloghi di Heller e Stossich. Fuoco Vieillotti, Martini-Chemnitz, Conch.-Cabinet. B. II, Abthl. 3, PESO XI Vago. Clanculus Vieillotti, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 78. 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 352. sta frequente lungo la costa, aderente alle pietre ; Trieste, Rovigno, Lussin, Zara, Lesina, Lissa, Curzola, Ragusa. Claneulus Jussieui Payraudeau. Monodonta Jussieui, Payraudeau.Moll. d. Corse, p.136,T. VI, 24, 25. L: x Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 186. A è n E; si dS44a pa 157. 4; Caalacio di Heller e Stossich. Vroches Jussieui, Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. IT, Abthl. 3, prov E XI LI: Clanculus Jussieui, Brusina. Conch. pilo ined. 1866, p. 392. Raro nelle sabbie di Grado e Rovigno; frequente a Zara, Lissa, Lesina, Curzola, Ragusa. Gen. Craspedotus Philippi. Craspedotus limbatus Philippi. Monodonta limbata, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 157, T. XXV, FL Danilia limbata, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 25. Craspedotus limbatus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 79. n 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 348. Zara, Sebenico. Gen. Monodonta Lamark. Monodonta turbinata Born. Trochus fragaroides, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 177. È È d 1844, p. 150. 3 RARI Mattie: OHemaita: Conch.-Cabinet. B. II, Abthl. 3, Pid02: TS NOV £ TIR $ Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 353. Gilda fragaroides, Stossich. En. moll. Sicil, 1865, p. 21. Monodonta Olivieri, Payraudeau. Moll. d. Corse. p. 133, T. VI, f. Lene: 5 tesselata, Risso. Eur. merid. IV. 1826, p. 132, T. IV, f. 51, — 212 Monodonta tesselata, Brusina. Conch. dalm. ined. 1866, p. 79. Comunissima in tutto l'Adriatico, attaccata alle pietre lungo la spiaggia; volg. ,naridole*. Monodonta articulata Lamark. Trochus articulatus, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 177. 5 5 ® A pag t944: D. LoL Mal ra Conch. on B. II. Abthl. 3, 0D-2469;, T_QMOCVI; d. 2129-14. na 5 Heller. Horae dalm. 1863, p. 43. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 355. ondata Diana Payraudeau. Moll. d. Corse, p. 131, t. 6, P17=18: ” articulata, Cataloghi di Brusina e Stossich. Frequente attaccata alle pietre; Trieste, Venezia, Isola, Zara, Curzola. 07) » Gen. Ziziphinus Leach. Zizyphinus granulatus Born. Trochus granulatus, Philippî. Moll. Sicil. 1836, p. 174, T. X, f. 22. ”» PA x E 1844, p 149. ” ”» Heller. Horae dalm. 1863, p. 43. ” » Ieffreys. Brit. Conch. III 1865, p. 327. ” Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 368. Liz i granulatus, Cataloghi di Brusina e Stossichi Abbastanza raro nelle maggiori profondità; Trieste, Zara, Curzola, Ragusa. Zizyphinus millegranus Philippi. Trochus millegranus, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 183, T. X f. 25. v soit stola 1843, pi 154. ” ” Martini- Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. II. Abthl. Doro, Te XV o Ieffreys. Brit. Conch. Mittelm. 1865, p. 329. Weinkauff. Suppl. Conch. Mediter. 1868, p. 369. ALII A Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 79. Zara, Lesina. »” » Zizyphinus Zizyphinus Linné. Trochus zieyplinus, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1231. = P isso. Eur. merid. IV, 1826, p. 126. ”» ; Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 124. — 213 — Trochus zieyphinus, Martini-Chemmite. Conch. Cabinet. B. II, Abthl. 3, PB S2pTCXIIIE 6. z 3; Ieffreys. Brit. Conch. III, 1865, p.330, T.VII, f. 4 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 358. CEST Zizyphinus, Cataloghi di Brusina e Stossich. Poco frequente nei maggiori fondi arenosi; Trieste, Venezia, Pirano, Zara, Novegradi. Zizyphinus conulus Lamark. Trochus conulus, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 125. Payraudeau. Moll. d. Corse 1826, p. 125. Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 175. aria » 1844, p. 149. Mi Chemnitz. Conch.-Cabinet. B, II, Abthl. 3, p. 64, T. XIII, f. 8-9. - 5 Heller, Horae dalm. 1863, p. 42. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 356. Liz dina Lili Cataloghi di Brusina e Stossich. Abbastanza frequente nelle maggiori profondità; Venezia, Trieste, Pirano, Rovigno, Cherso, Lussin, Zara, Curzola, Lagosta. Zizyphinus Laugieri Payraudeau. Trochus Laugieri, Payraudeau. Moll. d. Corse, p. 125, T. VI, f. 3,4. s $ $ $ fe IS) Li hi Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 175. Î fà si » 1844, p. 150. È PI rt Chaninia: Conch.-Cabinet. B. II. Abthl. 3, T#08, TO XII, A A; Heller. Horae dalmat. 1363, p. 42. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 361. Zizi dir Lala Cataloghi di Brusina e Stossich. Raro sopra fondo sabbioso a media profondità; Trieste, Cherso, Zara, Lissa, Lesina. Zizyphinus dubius Philippi. Trochus dubius, Plulippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 149, T. XXV, f. T- DI ; Martini-Chemmitz. Conch.-Cabinet, B. II, Abthl. 3? p-3061! TISXIETA EE s Heller. Horae dalm. 1863, p. 42. Liza Dite dubius, Cataloghi di Brusina e Stossich. Comune soltanto lungo la costa meridionale dell’Adriatico ; raro lungo la costa tergestina ed istriana. Zizyphinus striatus Linné. gii Trochus striatus, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1230. 2 » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 176. ” » ;) 3 1844, p. 150. ” È Martini: Clioinaito, Conch.-Cabinet. B. II, Abthl. 3, più98,) TaXV;jefi 16-18: U da) Heller. Horae dalmat. 1863, p. 42. o, » Ieffreys. Brit. Conch. II. 1869, p. 322. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 363. Ziliani conda Cataloghi di Brusina e Stossich. Frequente a media profondità, aderente alle alghe ed alle pietre; Trieste, Rovigno, Lussin, Zara, Curzola, Lagosta, Lissa, Ragusa. Zizyphinus erenulatus Brocchi. Trochus crenulatus, Risso. Eur. merid. IV. 1826, p. 151. n i Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 176. ” si Ù, » 1844, p. 150. ” Po Martini Chsribiei Corchi LOABHIvE B.II, Abthl.3, p.69, T. XIII, f. 16-18; 20-22. ” A Heller. Horae dalm. 1863, p. 42. s eriguus var. pyramidata, Weinkauff. Conch. Mittelm. p. 369. Zizyphinus crenulatus, Cataloghi di Brusina e Stossich. Frequente sopra fondo fangoso o arenoso, oppure attaccato alle concrezioni marine; Trieste, Pirano, Cherso, Lussin, Zara, . Lesina, Lissa, Curzola, Ragusa. Zizyphinus conuloides Lamark. Trochus conuloides, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 125. c- Heller. Horae dalm. 1863, p. 42. La conuloides, Cataloghi di Brusina e Stossich. Raro sopra fondi algosi; Rovigno, Zara, Lagosta, Curzola. Zizyphinus candidus Brusina. Lityphinus candidus, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 25. ” » » Contr. moll. dalm. 1866, p. 79. Zizyphinus parvulus Philippi. Trochus parvulus, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 155, T. 25, £.11. Zizyphinus parvulus, Brusina. Conch. dalm ined. 1865, p. 25. ” ” Contr. moll. dalm. 1866, p. 79. Zara, Solonico: Spalato, Brazza, Lesina, Curzola. Zizyphinus violaceus Risso. — 215 — Trochus violaceus, Risso. Eur. merid. IV. 1826, p. 127, t. 8. f.111, Zizyphinus violaceus, Cataloghi di Brusina e Stossich. Rarissimo a Pirano, Rovigno, Zara. Gen. Trochus Linné. Trochus fanulum Gmelin. Trochus fanulum, Gmelin. Syst. Nat. p. 3473. 5 5 Philippi. En. Moll. Sicil. 1836, p. 179. > n >; si 1844, p. 151, x Pi Martini- Ohemndie Conch.-Cabinet B. II, Abthl. 3, p. 228, T. 34, f. 16. È, È. Heller. Horae dalm. 1863, p. 42. :; Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 381. Giani fanula, Cataloghi di Brusina e Stossich. Abbastanza raro nelle maggiori profondità; Pirano, Rovigno, Cherso, Zara, Lesina, Curzola. Trochus magus Linné. Trochus magus, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1228. 2, :, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1526, p. 123. 3 hi Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 179. » ”» » 5 ” 1844, p. 152: È x Dt Chenoita, Conch.-Cabinet. B. II, Abthl. 3, pe 13; 1. Vs 2 A È Heller Horae dalm. 1863, p. 43. 2 È Ieffreys, Brit. Conch. III, 1865, p. 305. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 330. Caval RIETI Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 134. E, s Cataloghi di Brusina e Stossich. Poco frequente nelle maggiori profondità; Venezia, Pirano, Rovigno, Lussin, Zara, Lagosta, Lesina, Lissa, Curzola. Trochus Guttadauri Philippi. Trochus Guttadauri, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 182, T. XI, f. 1. : È A. » 1844, p. 154. Stiria heat Conch.-Cabinet. B. II. Abthl. 9) prakvt94 I. 28,c£. 6. s a Heller. Horae dalm. 1863, p. 43. Weinkauff. Conch. Mittel. 1868, p. 382. Gibbula Ciutadastà Cataloghi di Brusina e Stossich. Rara; Pirano, Rovigno, Zara, Curzola. — 216 — Trochus albidus Gmelin. Trochus albidus, Gmelin. Sist. Nat. p. 3576. i; sa Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 379. » Biasoletti, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 151. Martini-Chemmnitz. Conch.-Cabinet. B. II, Abthl. 3, Pedo,y 293 f.,l: Gibbula Biasoletti, Cataloghi di Brusina e Stossich. Frequente sopra fondi calcari; Trieste, Zara. ” ” Trochus Fermonii Payraudeau. Trochus canaliculatus, Philippi. En. moll. Sie. 1836, p. 180. 5 ì dI A » 1844, p. 192. ; È Heller. Moie dalm. 1863, p. 42. s Fermonii, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 377. Gibbula canaliculata, Cataloghi di Brusina e Stossich. Frequente nei bassi fondi sabbionosi e fangosi; Trieste, Pirano, Rovigno, Cherso, Lussin, Zara, Lesina, Curzola, Ragusa. Trochus umbilicaris Linné. Trochus umbilicaris, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1229. È È Payraudeau Moll. d. Corse, 1826 p. 129. 5 bs Philippi. En. moll. Sicil 1856, p. 181. D 6, x » 1844, p. 153. x - Mii Conch.-Cabinet. B. II, Abthl. d, p.ol98, To@9gie oa. 2 © Heller Horae dalm. 1863, p. 43. > - Weinkauff. Conch. Mittelm. 1863, p. 43. Gibbula umbilicaris, Cataloghi di Brusina e Stossich. Abbastanza rara; Rovigno, Zara, Lesina, Lagosta, Curzola, Ragusa. Trochus Ivaniesianus Brusina. Gibbula Ivaniesi, Brusina Conch. dalm. ined. 1869, p. 27. n Ivanicsiana, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 80. Lesina, Ragusa. Trochus varius Linné. Trochus varius, Linné Syst. Nat. XII, p. 1227. E s Plalippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 180, T. X, f. i9. hi n i, % sonici 644; p-1152. - A Martini-Chemmnitz. Conch.-Cabinet. B. II. Abthl. 3, | D- 093 ADE 2 £ 8; JB > Ùà Heller, Horae dalm. 1863, p. 43. — 217 — Trochus varius, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 374. Gibbula varia. Cataloghi di Brusina e Stossich. Var. gibbulosa. Gibbula gibbulosa, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 27. Contr. moll. dalm. 1866, p. 80. ” ” ” Var. purpurata. Gibbula pupurata, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 27. i: s Contr. moll. dalm. 1866, p. 80. Frequente lungo la spiaggia, attaccata alle pietre; Trieste, Rovigno, Zara, Lagosta, Lesina, Ragusa; la var. gibbulosa si rin- viene a Lesina e Ragusa, la var. purpurata a Zara. Troehus Linneanus Brusina. Gibbula Linnei, Brusina. Conch. dalm. ined. 1869, p. 28. Linneana, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 80. Brevilaqua. » Trochus Riechardi Payraudeau. Monodonta Richardi. 'ayraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 138, fesseVili, (631362: Trochus Richardi, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 181. A DI 1 500 1844, p. 192. Martini cana Conch.-Cabinet. B. II. Abthl. 3, p 14394 XX fi 4 Te s Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 375. Monodontà elata, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 26. Gibbula Richardi, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 80. Curzola, Lesina, Ragusa, Budua. » » Troehus divarieatus Linné. Trochus divaricatus, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1229. Philippi. En. moll. Sicil, 1836, p. 177. È, x ; gi 101844 pa dol: E AA Conch.-Cabinet. B.II, Abthl. DI pol99MNRXIX, f.- 16,21 Heller. Horae dalm. 1863, p. 42. s Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 382 Mona Lessomii, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 139, t. 7» f. 3,4. Gibbula divaricata. Cataloghi di Brusina e Stossich. Comune in tutto 1’ Adriatico, attaccata alle pietre della spiaggia. — 218 — Trochus Adansonii Payraudeau. Trochus Adansonii, l’ayraudeau. Moll. d. Corse, p. 127, t. f. 7, 8. È 5; Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 182. È: A FIRMO TI TIS445 po LOS: > ° Mer Chomnilli Conch.-Cabinet, B. II, Abthl. Spa 19201 XXIX fi odo: n 5 Heller. Horae dalm. 1863, p. 43. A 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 372. Gibbula Adansonii. Cataloghi di Brusina e Stossich. Frequente nei bassi fondi algosi; Trieste, Rovigno, Zara, Le- sina, Lissa, Curzola. ‘Trochus adriaticus Philippi. Trochus adriaticus Philippi. En. moll. Sic. 1844, p. 153, T. 25, f. 10. > > Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. II, Abthl. 3, p. 194, T. XXIX, f. 18. Gibbula adriatica. Cataloghi di Brusina e Stossich. Meno frequente della antecedente ; Trieste, Pirano, Zara. Sottofam. Stomatellinae. Gen. Anatomus Montfort. Anatomus costatus d’ Orbigny. Scissurella costata d’ Orbigny. Mem. Soc. Hist. Nat. V. I, p. 344, Ta XXI Ly 62 z 5 Martini-Chemnite. Conch.-Cabinet. B. II, Abthl. A; pi Shy TOVEOf.s2 5 plicata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 1837. > ss n 1944,p.159, 120, 18: 2 ni Giichi uni ined. 1865, p. 98. Anatomus plicatus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 80. Melada, Puntamica. Sottofam. Haliotidae. Gen. Haliotis Linné. Haliotis tuberculata Linné. Haliotis tuberculata, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1256. 5 5 Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 252. 5 > Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 122. — 219 — Haliotis tuberculata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 165. 5 ” 5 » 1844, p. 142. z 5 definolis. Brit Conch. III. 1865, p. 279, T. VII, f. 1. a b; Cataloghi di Brusa, Heller e Stassiola È - Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 387. Comune in tutto 1’ Adriatico; attaccata alle pietre a poca profondità; volg. “orecchie di S. Pietro,. Haliotis striata Linné. Haliotis tuberculata var. 3. Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 165. striata. Weinkauff. Conch. Mittem. 1868, p. 387. > striata. Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Molto più rara della specie precedente; Rovigno, Lesina. ”» » Fam. Edriophthalma. Sottofam. Fissurellidae. Gen. Fissurella Lamark. Fissurella eostaria Deshayes. Fissurella costaria, Philippi. En. moll. Sieil. 1836, p. 116. ” ” ”» ”» 1844, p. 90. A n Catalunii * Brusina, Heller e Stossich. ” » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 390. Abbastanza frequente attaccata alle pietre a media profon- dità; Trieste, Pirano, Rovigno, Lussin, Zara, Lagosta, Lesina, Curzola. Fissurella graeca Linné. Patella graeca, Linné. Syst. Nat. XII. p. 1262. Fissurella graeca, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 256. 5 » Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 93. È s Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 116, ” Di 4 sIrbo1844p ip. 9 » 5 efter Brit. Conch. III, 1865, p. 266, T.IV, f. 4. » » Cataloghi di Brusina, Heller e een » » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 392. Abbonda soltanto lungo le coste meridionali dell’ Adriatico; Pirano, Rovigno, Lussin, Zara, Lesina, Lissa, Ragusa. Fissurella gibberula Lamark. Fissurella gibba, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 117. — 220 — Fissurella gibba, Cataloghi di Brusina e Stossich. x gibberula, Stossich. En. moll. d. Trieste, 1865, p. 22. ° 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 394. Rara a Grado, Capodistria, Zara, Lesina, Ragusa. Gen. Emarginula Lamark. Emarginula cancellata Philippi. - Emarginula cancellata. Philippi. En. moll. Sie. 1836, p.114,T.VII.f.14. - i Mec TOd4E pi 09, = È Weinkauffi Conch. Mittelm. 1868, p. 399, Zara, Lesina, Lissa, Ragusa. Emarginula fissura Linné. Emarginula reticulata, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 260. si ni Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 115. 5 > Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 38. S fissura, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 395. Rarissima a Sebenico e Ragusa. Emarginula elongata Costa, Emarginula elongata, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 115, T. VII. 13. S A i, » 1844, p- 89. x > chitatoeti di Brusina, Heller e Stossich. i a Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 399. Frequente soltanto nei bassi fondi meridionali; Trieste, Pi- rano, Rovigno, Lussin, Zara, Lagosta, Lesina, Lissa, Ragusa. Emarginula Huzardi Payraudeau. Emarginula Huzardi, l’ayraudeau. Moll. d. Corse p. 92, T. V, f. 1,2. E. & Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 115. » - Da » 1844, ,. 89. * A Cafalighi di Brusina, Heller e Stossich. 53 - Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 398. 5 Cusmichiana, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 38- Rarissima nella acque di Rovigno, Zara, Melada, Lesina. Emarginula solidula Costa. Emarginula solidula, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 115, T. VII, f. 14. 5 È n WACSEL pd: È “MATT, Frulsinti Contr. moll. dalm. 1866, p. 39. Rarissima a Brevilaqua. Emarginula conica Schum. Emarginula pileolus, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 89. — 221 — Emarginula pileolus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 81. 5 conica, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 397. Sottofam. Gadiniidae. Gen. Gadinia Gray. Gadinia Garnoti Payraudeau. Pileopsis Garnoti, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 94, T. V, £ 3,4. Patella Garnoti, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 111. Gadinia Garnoti, Plilippi, En. moll. Sicil. 1844. p. 85. 4 Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. 2 ” Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 75. Rarissima nelle maggiori profondità di Rovigno, Zara. Sebe- nico, Lesina. » Sottofam. Patellidae, Gen. Patella Lamark. Patella seutellaris Lamark. Patella scutellaris, Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 499, T. 49,£.3. È Prilippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 109. » » ” ba) » ” 1844, p. 84. > - ci di Brusina, Heller e Stossich. s coerulea var. d. angulata, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868 p. 405. Comunissima in tutto Il Adriatico. Patella coerulea Linné. Patella coerulea, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 263. Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 87. = . Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 109, t. 7, f. 5. > si È: » 1844, p. 84. E s FRA pia moll. dalm. 1866, p. 82. ” 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 404. Patella fragilis Philippi. Patella fragilis, ii En. moll. Sicil. 1836, p. 110, t. 7, f. 6. » » » » ” 1844, p. 84. “ » Brusina. Cont moll. dalm. 1866, p. 82. » coerulea var. oblonga-ovata, Weinkauff. Conch. Mittel. 1868, p. 404. Patella tarentina Lamark. - — 222 — Patella Bonnardi, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 111. » tarentina, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 84. È È Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 82. » coerulea var. angulata, radiata, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 434 Patella aspera Lamark. Patella aspera, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 111. » n. » 1844, p. 84. A si Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. » cocrulea var. angulata aspera. Weinkauff. Conch. Mittel. 1868, p. 404. Piuttosto rara; Isole Brioni, Zara, Lissa, Lesina. Patella lusitanica Gmelin. Patella lusitanica, Risso. Eur. merid. IV. 1826, p. 264. Phalippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 110. ” ” ”» » ” ” 1844, p. 34. » s Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. DIR ”» Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 403. Venezia, Rovigno, Lussin, Zara, Lesina, Curzola. Ordine. Opisthobranchiata. Sottord. Tectibranchiata. Fam. Actaeonidae. Gen. Actaeon Montf. Acteon tornatilis Linné. Voluta tornatilis, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1187. Tornatella fasciata, Philippi. En moll. Sicil. 1836, p. 166. po tornatilis, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 143. 5 L: Stossich. En. moll. d. Trieste. 1865, p. 23. Acteon tornatilis, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 82. n Ò Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 453. » 3 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 202. Rara nelle maggiori profondità (1504); Pirano, Lussin. Acteon viridis Cantraine. Elysia timida, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 110, t. 18, f. 5. Vive sopra i fuchi; nuota spesso sulla superficie del mare. Be 07 gi Fam. Gylichnidae. Gen. Cylichna Lov. Cyliehna Brocchii Michelotti. Uylichna Brocchi, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 200. Cylichna leptoeneilema Brusina. Oylichna leptoencilema, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 39. Rara nel porto di Zara. più frequente a Melada. Cylichna mammillata Philippi. Bulla mummillata, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 122, T VII, f£.20. Pi » 1844, p. 96. Hiriculiio pi Teffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 420, Cylichra mammullata, Cataloghi di Brusina e Stossich È 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 201. Rarissima nelle sabbie di Grado. Cyliehna trunecata Adams. Bulla semisulcata. Philippi. En. moll. Sic. 1836, p. 123, f. 19. s truncata, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 96. Utriculus truncatulus, Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 421. Cylichna truncata, Cataloghi di Brusina e Stossich. A si Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 196. Rara a Rovigno, Lussin Cyliehna umbilieata Montagu. Haminea truncatula, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 83. Cylichna truncatula, Stossich. En. moll. di Trieste. 1865, p. 23. umbilicata, Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 413. > È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 198. Rara nelle sabbie di Grado, Rovigno. Cylichna Ieffreysi Weinkauff. Hamines ovulata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 83. Cylichna Ieffreysi, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 199. Cyliehna sulecosa Kiister. Cylichna sulcosa, Cataloghi di Brusina e Stossich. Rara nelle sabbie di Grado. Gen Volvula A. Adams. Volvula acuminata Bruguière. Bulla acuminata, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 122, t. 7, f. 18. 1844, p. 96. 9) ” » » » n seit = Cylichna acuminata, Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. All. Volvula acuminata, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 202. 5 5 Cataloghi di Brusma e Stossich, Rarissima nelle sabbie di Grado. Fam. Bullidae. Gen. Bulla Linné. Bulla striata Bruguière. Bulla striata, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 96. 5 Ò Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 121. È È AO MAE aida, ‘5095; z ° Cataloghi di Brusina e Stossich 5; » - Weinkauf{. Conch. Mittelm. 1868, p. 191. Rarissima nei fondi maggiori di Rovigno. Bulla utriculus Brocchi. Bulla utriculus, Brocchi. Conch. foss. subap. p. 633, t. 1, f. 6. A Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 50. 5 5 Philippi. En. moll. Sicil 1836, p. 123. 3 È > » 1844, 95. A 5 Td Brit. Conch. IV, 1867, p. 440, È È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 189. x L Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 33. Hen. Haminea Leach. Haminea hydatis Linné. Bulla hydatis, Linné. Syst. Nat. p. 1183. d » Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 476, t. 45, f. 1. E, » isso. Eur merid. IV, 1826; p. 50. È » Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 95. à » Phlppi. Moll. Sicil. 1836, 121. 3 5 # , 1844, p. 95. s ° Idicga Brit. Conch. IV, 1867, p. 437. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, pi 87 Hama lu TA Cataloghi di Brusina e Stossich. Vive nei fondi limacciosi tra le alghe e le zostere; Trieste, Lussin, Lesina, Lagosta. Haminea diaphana Aradas. Bulla diaphana, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 189. L995 — Haminea diaphana, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 83 Gen. Akera O. Miller. Akera aplysiaeformis Lamark. Doridium aplysiaeformis, Delle Chiaje. Mem. I, p. 190, t. XIII. Acera aplysiaeformis, Plilippi. Kn moll. Sicil. 1844, p. 94. Akera carnosa Cuvier. Acera carnosa, Risso. Bur. merid. IV, 1826, p. 53. 5 Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 95. Vive nei maggiori fondi fangosi della Dalmazia; rara nel golfo di Trieste. Akera Meckelii Delle Chiaje. Doridium Meckelii, Delle Chiaje. Mem. I, p. 118, 133, t. X. f. 1-2 Acera Meckelii, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 93. Akera bullata Miller. Bulla akera, Gmelin. Syst. Nat. p. 3434. Akera tenwis. Cataloghi di Brusina e Stossich. » bullata. Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 430. » 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 185. Rara nei fondi limacciosi del golfo di Trieste. Gen. Scaphander Montfort. Scaphander lignarius Linné. Bulla lignaria, Linné. Syst. Nat. p. 1184. » 5 Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 95. ” È vati En. moll. Sicil. 1836, p. 121. nni SN, Cinldida lig e, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 50. » 5 Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 443. È s Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 193. 5 È Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 83. Fam. Phylinidae. Gen. Philine Ascanias. Philine aperta Linné. Bulla aperta, Linné. Syst. Nat. p. 1183. Bullaca aperta, Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 477,t. 45, f.2. ” » -Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 48. ” » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 121. 906 — Bullaca Schroeteri, Phalippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 84, t. 20, f. 2. » Planciana, Philippi. Moll. Sicil, 1844, p. 94, t. 20, f. 3. s Stossich. En. moll. di Trieste, 1865, p. 24. Lilia aperta, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 83. ,) 5 Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 457. S à Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 181. Vive frequente nei fondi fangosi; Venezia, Trieste, Pirano, Portorè. Gen. Gasteropteron Meckel. Gasteropteron Meckelii Kosse. Gasteropteron Meckeliî, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 124. » » » » » ” 1844, p. Ea Vive rara nelle acque di Lissa. Fam. Aplysiidae. Gen. Aplysia Gmelin. Aplysia depilans Linné. Aplysia depilans, Linné. Syst. Nat p. 1082. Aplysia depilans, Blainville Malac. et Conch, 1825, p. 472, t. 43, f. 4. È î Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 96. z i Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 97. A È Cataloghi di Brusina e Stossich. 5 ù Ieffreys. Brit. Conch. V, 1869, p. 7. Abbastanza frequente sotto le roccie a poca profondità; Ve- vezia, Trieste, Cherso, Portoròè. Aplysia fasciata Poiret. Aplysia fasciata, Poiret. Voyage en Barbarie, t. II, p. 2. » 5 Payraudeau. Moll d. Corse, 1826, p. 98. ”» 5 Delle Chiaje. Mem. t. I, 38. ” >» Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 98. Rara nei fondi fangosi dell’ Isola grossa. Aplysia marginata Blainville. Aplysia marginata, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 98, t. 22, f. 2. 5 si Grube. Insel Lussin. 1864, p. 44. ci % Stossich. En. moll. d. Trieste, 1865, p. 24. Rara sotto le pietre a media profondità; Trieste, Lussin. Aplysia punetata Cuvier, Aplysia punctata, Cuvier. Ann. d. Museum. II, 1803, p. 295, t. 1, f. 2-5. 7 s Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 97. È » Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 42. » Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 98, t. 22, f. 1. Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 84. A » Ieffreys. Brit. Conch. V, 1869, p. 0, t. 1, f. 1. Comunissima sotto le pietre a poca profondità; spesso fuor d’ acqua. Aplysia virescens Risso. Aplysia virescente, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 42, t. 1, f. 10. » virescens, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 98. Vive tra i fucus. Aplysia stellata Risso. Aplysia stellata, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 43. Rarissima sotto le pietre. Fam. Pleurobranchidae. Gen. Pleurobranchus Cuvier. Pleurobranchus aurantiacus Risso. Pleurobranchus aurantiacus, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 40, pI1bIT98! ” È Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 85, CAZIONE: Ls Z Stossich. En. moll. d. Trieste, 1865, p. 25. Comune a poca profondità sotto le pietre e nel fango; Trieste, Cherso, Lussin. Plieurobranehus stellatus Risso. Pleurobranchus stellatus, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 4l. > 5 Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 86. Raro sotto le pietre. Pleurobranchus perforatus Philippi. Pleurobranchus perforatus, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 87, taglio f. 2; » a Grube. Insel Lussin, 1864, p. 44. Haro a Lussinpiccolo. Pleurobranchus brevifrons Philippi. EGR — Pleurobranchus brevifrons Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 87, t. 20, £. 5. Rarissimo a Isola grossa. Pleurobranchus membranaceus Montagu. Lamellaria membranacea, Montagu. Trans. Linn. Soc. London, 1815, ATI. D2°£ 3 Pleurobranchus membramaceus, Ieffreys. Brit. Conch. V, 1869, p. 10. Rarissimo a Trieste. Pleurobranehus ocellatus Delle Chiaje. Pleurobranchus ocellatus, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 87. Raro sotto le pietre profonde; Cherso. Gen. Pleunrobranchaea Meckel. Pleurobranchaea Meckelii Lewe. Pleurobranchidium Meckelii, Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 471, i agra, Pleurobranchea Meckelvi, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 113. È Stossich. En. moll. di Trieste, 1864, p. 25. Badia nei maggiori fondi fangosi (150-300). Gen. Umbrella Lamark. Umbrella mediterranea Lamark. Umbrella mediterranea, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 92, t. 4, f.5-6. » È Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 113, pg O AI CI ” S Pi En. moll. Sicil. 1844, p. 88. ” » Delle Chiaje. Mem. IV, p. 187, t. 69, f. 19. È) » Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 84. ” ; Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 179. Rara a Lesina e Zara. Gen. Tylodina Rafinesque. Tylodina citrina Joannis. Tylodina citrina, Weinkauft Conch. Mittelm. 1868, p. 178. Rara a Cherso, Portorè a 30‘ di profondità. Tylodina Raffinesquei Philippi. Tylodina Raffinesquei, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 114, t. 7, f.8. 1844, p. 89. ” ” » ” » » = 1989 — Tylodinae Raffinesquei, Brusina Contr. moll. dalm. 1866, p. 84. s È. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 178. Sottord. Anthobranchiata. Fam. Dorididae. Gen. Doris Linnò. Doris Villafrancana Risso. Doris Villafrancana, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 32. 5 D Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 80. 3 5 Grube. Insel Lussin 1864, p. 45. = s Stossich. En. moll. d. Trieste, 1865, p. 25. Poco frequente sopra le pietre, i fucus e le ulve a media pro- fondità; 'Irieste, Pirano, Cherso, Lussin, Martinsica. Doris verrucosa Linné. Doris verrucosa, Cuvier. Ann. d. Mus. IV, p. 467, T. I, f. 4-6. È è Delle Chiaje. Mem. III, p. 133, T. 38, f 14. 5 i Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 104. 5 È z spera » 1844, p. 80. Vive sotto le pietre, spesso fuori d’ acqua. Doris tuberculata Cuvier. Doris tuberculata, Cuvier. Ann. d. Mus. IV, p. 469, T. II, f. 5. = 5 Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 79, T. 19, £.11. n È Cataloghi di Brusina e Stossich. > A Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p. 469, T. II, f. 5. Nelle maggiori profondità di Rovigno, Cherso, Lussin. Doris tomentosa Cuvier. Doris tomentosa, Philippi, En. moll. Sicil. 1836, p. 104. A ; a 6 À 3184 Opa9,BE1519) f. 9. Rara sotto le pietre; Cherso, Lussin. Doris testudinaria Risso. Doris testudinaria, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 33, T. II, f. 15. » A Delle Chiaje. Mem. III p. 134, T. 38, f. 8. » 5 Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 104. ; 5 ò o Uol ALL.IG@B40 perire nil ” Stossich. En. moll. di Trieste, 1865, p. 25. ” » Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1869, p. 85. Duino, Lussin. — 230 — Doris limbata Lamark. Doris limbata, Cuvier. Ann. d. Mus. IV, p. 468, T. II, f. 3. n sl Delle Chiaje. Mem, II, p. 134, T. 38, f. 24. 5% 3 Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 86. 5 È Plilippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 104. 5 5 à 3O8DI: n» 1844, p. 78. ”» 3) Cataloghi di brusina e Stossich. Pirano, Lussin, Cherso a 35 passi di profondità. Doris argus Linnè. Doris argus, Delle Chiaje. Mem. II, p. 135, T. 58, f. 1 > » Payraudenu. Moll. d. Corse, 1826, p. 35. 5 » Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 77. 5; » Stossich. En. moll. di Trieste, 1869, p. 25. Venezia, Trieste, Cherso, Lussin. Doris coerulea Risso. Doris coerulea, Risso. Bur. merid. IV, 1826, p. 32. Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 81. 5 3 Stossich. En. moll. d. Trieste, 1865, p. 25. Pirano, Cherso, Lussin, Portorè. ” ” Gen. Polycera, Cuvier. Polyeera quadrilineata Miiller. Doris quadrilineata, Miller. Prod. Zool. dan. I, p. 229. Polycera quadrilineata, Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1869, p. 75. Vive sopra i fueus. Fam. Triopidae. Gen. Idalia Leuckardt. Idalia ramosa Cantraine. Euplocamus frondosus Philippi. Wiegm.- Arch. 1839, I p. 114 DOES Idalia ramosa, Phalippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 76, T. XIX, f. 3. Rara nei fondi fangosi, alla profondità di 150 300%. Idalia laciniosa Philippi. Idalia laciniosa, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 77, T. XIX, f. 5. 5 DI Grube. Insel Lussin. 1864, p. 45. karissima a Lussinpiccolo. — 2531 — sSottord. Aialobranchiata. Fam. Tritoniidae. Gen. Tritonia. Cuvier. Tritonia quadrilatera Schultz. Tritoma quadrilatera, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 103. a È a SETE i E Isola grossa. Tritonia Blainvillei Risso. Tritonia Blainvillei, Risso. Eur. merid. IV. 1826, p. 35. Molto rara sopra i fucus a grande profondità. b») Gen. Tethys Linné. Tethys leporina Linné. Tethys leporina, Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 488, T. 46, f. 9. sa do Fisso. Eur. merid. IV, 1826, p. 35. s si Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 85. i Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 103. >. È: 5 n 1844, p. 75. A ì Stossich. En. moll. d. Trieste, 18695, p. 25. Nuota sulla superficie del mare; Trieste, Pirano. ” Fam. Dotonidae. Gen. Doto Oken. Doto coronata Gmelin. Doto coronata, Ieffreys. Brit. Conch. V, 1869, p. 61. Vive raro sopra i fucus e sotto le pietre un po’ profonde. Fam. Aeolididae. Gen. Aeolìis Cuvier. Aeolis affinis Gmelin. Eolidia affinis, Risso. Eur. merid. 1826, IV, p. 37. Aeolis affinis, Philippi. En. moll. Sic. 1344, p. 74. È n Costa. Ann. Mus. Zool. Napoli, IIT, 1866, T. 1, f. 4,5. Comune sopra i fucus. Aeolis peregrina Gmelin. Eolidia peregrina, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 37. — 232 — Acolis peregrina Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 85. 5 Si Philippi. En. moll. Sicil. 1344, p. 74. A Li Costa. Ann. Mus. Zool. Napoli, III, 1866, T. II, £. 1. Comune sopra le ulve. Aeolis limacina Philippi. Aceolis limacina, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 75, T. 19, £. 1. n È Stossich. En. moll. di Trieste, 1865, p. 25. Poco frequente aderente alle pietre; Trieste. Fam. Elysiidae. Gen. Elysia Risso. Elysia splendida Grube. Elysia splendida, Grube. Triest. u. Quarn. 1861, p. 153, T.LI f. 1. Cherso, Rovigno e Trieste. Ordine Neurobranchiata. Sottord. Opisophthalma. Fam. Aciculacidae. Gen. Truncatella Kisso. Truncatella truncatula Drap. Truncatella truncatula, Philippi. En. moll. Sicil. 1844. p. 135, i. 24.3. s È. Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. È È Ieffreys. Brit. Conch. IV, 1867, p.85, t. 2, f. 2. 5 - Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 317. Abbastanza frequente nelle sabbie e sotto i sassi presso la riva del mare. Trieste, Lesina. Ordine Pulmonata. sottord. Limnophila Fam. Auriculidae. Gen. Auricula Lamark. Auricula Firminii Payraudeau. Auricula Firminii, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 105, t. 5, o£p9:1 10: % È Philippi, En. moll. Sicil. 1836, p. 142. fi y ” a vr spe, — 233 — Auricula Firmina, Cataloghi di Brusina e Stossich. Marinula Firmimi, Contr. moll. dalm. 1866, p. 85. Frequente sotto le pietre bagnate dal mare; Trieste, Pirano, Zara, Lesina, Curzola. Gen. Melampus Montfort. Melampus myosotis Draparnaud. Auricula myosotis, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 104. Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 143. A più: LOE65,3 D.L19t si cd Bn: moll. d. Trieste, 1865, p_ 26. di myosotis, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 85. Melampus myosotis, Ieffreys. Brit. Conch. V, 1869, p. 106, t 4, f 2. Rara nelle sabbie e sotto le pietre a Rovigno, Zara. 9” » Melampus bidentatus Montagu. Alexia bidentata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 40. Melampus bidentatus, Ieffreys. Brit. Conch. V, 1869, p. 104. Rarissima nelle sabbie di Zara, Puntamica, Melada, Ragusa. Fam. Assiminidae. Gen. Assiminia Leach. Assiminia littorina Delle Chiaje Helix litorina, Delle Chiaje. Mem. III, p. 215, t.. 49, f. 36-38. Assiminia littorina, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 89. È Ieffreys. Brit. Conch. 1869, V, p. 131. Hracgiola littorina, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 30. Sotto le pietre bagnate dal mare a Trieste. Rara nel porto di Zara ed a Melada; più frequente a Stagno. Ordine. Cyelobranchiata. Fam. Chitonidae. Gen. Chiton Linné. Chiton cajetanus Poli. Lepidopleurus cajetanus, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 267. Chiton cajetanus, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 108. si 7 Hi i lt 004844, pa),83: ” 5 Giltaldgha di Brusina e Stossich. - ” Weinkauf. Conch. Mittelm. 1868, p. 412. — 254 — Trieste, Pirano, Rovigno, Lnssin, Zara. Chiton laevis Pennant. Chiton laevis, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 107, T. VII, f. 4. 5 n E D 3 1844;"p? 985: | Ei Po Ieffreys. Bini Conch. III, 1865, p. 226. A pi Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. 5 3 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 411. Raro nelle acque di Rovigno, Zara, Curzola. Chiton marginatus Pennant. Rarissimo nel Quarnero. Chiton fascieularis Linné. Chiton fascicularis, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1106. > A Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 86. L 7 Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 108. T. VII, f. 2. 5 = ha «RI » 1844, p. 83. # È Cataloghi di Brusina e Stossich. - è Ieffreys. Brit. Conch. III, 1865, p. 211, T. V. f. 2. n discrepans, Wemnkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 413. Achanthochites fascicularis, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 82. Frequente attaccato sulle pietre nei bassi fondi; Trieste, Ro- vigno, Lussin, Zara, Lagosta, Lesina, Curzola. Chiton Polii Philippi. Chiton Polti, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 106. n ” bb] » 1844, p 83. È. ss Galugoli ‘di Brusina, Heller e Stossich. "i o Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 409. Raro; Trieste, Rovigno, Lussin, Zara, Lesina. Chiton siculus Gray. Claton squamosus, Philippi. En. moll. Sic. 1836, p. 106. »s Siculus, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 82. A » Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. È » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 408. Frequente in tutto 1° Adriatico, attaccato sulle pietre e sulle pinne. Chiton cancellatus Sowerby. Chiton cancellatus, Ieffreys. Brit. Conch. III, 1865, p. 217. 5 5 Weinkauff. Suppl. Conch. Mediter. 1876, p. 36. Punte Bianche. È — 239 — Ordine. Solenoconchae. Fam. Dentaliidae. Gen. Dentalium Linné. Dentalium entalis Linné. Dentalium entalis, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1263. 1 » Blainville.Malac. et Conch.1825,p.496,T.48 hisf.4. Li » Plulippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 423. > È > » 1844, p. 206. e È kira: Brit. Conch. II, 1865, p. 191,T. Vf. 1- 5 5 Cataloghi di Brusina., Heller e 0% x tarentinum, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 417. Raro nei fondi fangosi; Pirano, Lussin, Zara, Lesina, Lissa, Ragusa, Curzola. Dentalium dentalis Linné. Dentalium dentalis, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 243. ; 3; , » 1844, p. 206. Ù, A Calal0eni È. Brusina., Heller e Stossich. È no Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 419. Raro come la specie precedente; Rovigno, Lussin, Zara, Le- sina, Lissa, Ragusa. Dentalium fissura Lamark. Dentalium fissura, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 244. n 5 i » 1844, p. 206. 5 > di ii Brusina, Heller e Stossich. Rovigno, Zara, Lesina. »Dentalium striatum Lamark. Dentalium striatum, Plulippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 208. c x Cataloghi di Brusina e Stossich. Trieste, Zara, Lagosta, Lesina. Dentalium rubeseens Deshayes. ” Dentalium rubescens, Plilippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 244. < 3 mg LSA44: p.. 206. si È CAtalagii di Brusina, Heller e Stossich. ; Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 420. sbovigha Zara, Lesina. Dentalium strangulatum Deshayes. Dentalium strangulatum, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 244. » ” 5 * È » ‘1844, p. 206. 7 — 236 — . Ditrupa strangulata, Brusina Contr. moll. dalm. 1866, p. 39. Zara. Dentalium Chiereghinianum Brusina. Brochina Chiereghiniana, Brusina. Journ. d. Song Juillet. 1869. Puntamica, Lapad. Dentalium glabrum Montagu. Brochina glabra, Brusina. Journ. d. Conch. Juillet. 1869. Sottoclasse. Conchifera. Ordine. Pholadacea. Fam. Pholadidae. Gen. Pholas Linné. Pholas dactylus Linné. Pholas dactylus, Linné. Syst. Nat. p. 1110. ni Risso. Eur. merid. IV, 1%26, p. 376. ; , Pilippi. En. moll, Sicil. 1836, p. 3. ” ” ” ”» 1844. p. 4. $ È aa: Dub Conch. III, 1865, p. 104, T. IV, £. 1. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 6. Di. du. ylus. Cataloghi di Brusina e Stossich. Trovasi frequente rinchiusa nelle roccie e nelle pietre lungo . la marina; Trieste, Pirano, Brevilaqua, Zara. Pholas candida Linné. Pholas candida, Linné. Syst. Nat. p. 1111. E: Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 3. % ” ” 5 » 1844, p. 4. 3 5 iva sino Conch. III, 1865, p. 107. ” » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 7. » dactyloides, Delle Chiaje. Mem. IV, T. 65, f. 4. Barnea candida, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 90. Molto più rara che la specie antecedente; Brevilaqua. Gen. Teredo Linné. Teredo Norvegica Spengler. Teredo Norvegicus, Spengl. Skr. Nat. Selsk. II (1) p. 102, t. II, f. 4-6, B. & 7. » Norvegica, Stossich. Riassunto sulle produzioni marine del golfo di Trieste. Boll. scienze nat, 3, Ann. III — 237 — ‘Teredo navalis Linné. Teredo navalis, Linné. Syst. Nat. p. 1267." Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 579, T. 81, f. 6. »” ”» ; n Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 377. e n) Payraudeau. Mollus. de Corse. 1826, p. 26. si "i Philippî. En moll. Sicil. 1836, p. 2, T. I, f.9. n ’ nn 1844, p.3. A n Lf Brit. Conch. III, 1865. p. 171. 5 5 Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Abbastanza frequente in tutto l’ Adriatico, nei legni sommersi, Teredo pedicellata Quatrefages. Teredo pedicellatus, Quatref. Ann. Se. Nat. 3. ser. Wii t. XI, p.26, pl di e2, Rarissima a Zara. Teredo minima Blainville. Teredo minima, Stossich. Boll. sc. nat. N. 3, Ann. III. Fam. Gastrochaenidae. Gen. Gastrochaena Spengl. Gastrochaena Polii Philippi. «Gastrochaena cuneiformis, Plulippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 2. L; Poli, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 3. » Cataloghi di Heller e Stossich. SAI Polii, Brusina. Contr. moll. 1866, dalm. p. 90. Frequente rinchiusa nelle pietre a media profondità : Trieste. Cherso, Lussin, Zara, Lesina, Lissa. Gen. Clavagella Lamark. Clavagella aperta Sowerby. Clavagella aperta, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 90. » » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 2. Rara nei fondi maggiori di Ossero, Punte Bianche. Fam. Solenidae. Gen. Solen Linné. Solen vagina Linné. Solen vagina, Linné. Syst. Nat. p. 1113. É s Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 570, T. 79, f. 2. ” ». Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 26. Solen vagina Philippi. Di moll. Sicil. 1836, p. 4. È è $ » 1844, p. 4. s n Iefra Brit. Conch. IT, 1865, p. 20. 5 È, Cataloghi di Brusima, Heller e Stossich. = Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 9. Bino nei fondi fangosi; Trieste, Pirano, Zara, Curzula. Gen. Ensis Schumacher. Ensis ensis Linné. Solen ensis, Linné. Syst. Nat. p. 1114. > » isso. Eur. merid. IV, 1826, p. 374. A » Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 27. È » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 4. , ” 3 ” 9 ” 1844, p. 5. s ; Ton Brit. Conch. III, 1865, p. 16. sò » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 11. Ensis ensis, Cataloghi di Brusina e Stossich. Rarissima; Rovigno, Unie. Ensis siliqua Linné. Solen siliqua, Linné, Syst. Nat. p. 1113. È a Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 374. ; x” Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. bj » ” » ” 1344, p. » P ia na Conch. III, 1865, p. "ia TL. Lal: Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 11. De ui Cataloghi di Brusina e Stossich. Comune nei bassi fondi arenosi; Trieste, Brevilaqua; Zara, Spalato, Ragusa. Gen. Pharus Leach. Pharus legumen Linné. Solen legumen, Linné. Syst. Nat. p. 1114. ” 5 Payraudeau. Moll. d. Corse 1926, p. 27. A È Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 4. z e o Phone Canas Cataloghi di Brusina e SRI Ceratisolen legumen, Ieffreys. Brit. Conch. III, 1865, p. 10, T. I, f. 2, Po Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 15. Piuttosto raro nelle medie profondità di Venezia, Trieste, Zara, Sebenico. MRC rasa Gen. Solecurtus Blainville. Solecurtus eandidus Renier. Solecurtus candidus, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 5. 5 3 Cataloghi di Meller e Stossich. L 5 Ieffreys. Brit. Conch. III, 1865, p. 3. si È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867. p. 18. Macha candida, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 91. Raro nei fondi profondi di Rovigno, Zara, Brevilaqua, Lesina, Soleeurtus strigillatus Blainville. Solen strigulatus, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 27. 5 Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 5. (ITA strigillata, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 375. Solecurtus strigillatus, Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 569, AT CS PT Plalippi. Moll. Sicil. 1844. p. 5. Cataloghi di Meller e Stossich. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 16. Fitacke La Brusina, Contr. moll. daim. 1866, p. 91. Rarissimo nei fondi fangosi di Trieste, Pirano e nel canale tra Veglia e Cherso; frequente a Zara, Brevilaqua, Curzola. Spa- lato, Ragusa. x 32) » Solecurtus multistriatus Scacchi. Solen mudltistriatus, Scacchi. Notizie, p. 9, T. I f. 1. Solecurtus multistriatus, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 6. » È Stossich. En. moll. d. Trieste. 1865, p. 28. Macha multistriata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 91. Rarissimo nelle acque di Rovigno, Brevilaqua. Solecurtus coaretatus Gmelin. Solen coarctatus, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 6. 5 tas L n 1844, p. d. È Catalosti di Heller e Stossich. pr conrctatus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 91. Solecurtus coarctatus, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 19. Raro nei fondi arenosi di Trieste, Pirano, Veglia, Lussin, Brevilaqua, Lesina, Lissa. Solecurtus oblongus Danilo et Sandri, Azor oblongus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 91. Zara. — 240 — Fam. Sazicavidae. Gen. Saxicava Fleuriau. Saxicava aretica Linné. Sazicava arctica, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 20, T. III, f. 3. D) ” ” ” 1844, p. 19. A È. GIAN di Brusina, Heller e Stossich. 5 3 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 20. Frequente ovunque, nelle spugne, nei sassi e perforante altre conchiglie. Saxieava rhomboides Blainville. Saxicava rhomboides, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 40. Zara, Lesina. Fam. Corbulidae. Gen. Corbula Bruguière. Corbula gibba Olivi. Corbula nucleus, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 32. 2 so Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 364. p A Phalippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 16. Li È si so 1844, p.. 12. 5 A Cuiliain di Heller e Stossich. 3 gibba, Ieffreys. Brit. Conch. III, 1865, p. 56, T. II, f. 5. » Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 91. 9 » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 25. Comune nei fondi fangosi di Trieste, Pirano, Cherso, Unie, Ossero, Lussin, Zara, Brevilaqua, Lesina, Fam. Anatinidae. Gen. Lyonsia Turton. Lyonsia corruscans Scacchi. Pandorina coruscans, Scac. Catal. Conch. Regni Neap. 1836. Mya Norvegica, Chemn. Conch. Cab. X, p. 345, t. 170, f. 1647-83, Lyonsia corruscans, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 91. Rinvenuti parecchi esemplari dirimpetto a Cirquenizze a 170% di profondità. Sebenico. i Gen. Thracia Leach. Thracia corbuloides Deshayes. Thracia corbuloides, Blainville. Malac. et Conch. 1825, p.565,T. 76, f. 7. % ci Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 16. — 241 — Thracia pubescens, Cataloghi di Brusina e Stossich. S Ù Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 38. Rarissimo nelle sabbie di Grado, Cherso, Lussin, Brevilaqua. Thracia pubescens Kiener. Thracia pubescens, Phulippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 19. i » 1844, p. 16. Thracia Vos Leffreys, Brit. Conch. III, 1865, p. 38 Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. 3 A Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 36. Alquanto rara nei fondi arenosi di Grado, Trieste, Cherso, Veglia, Lussin, Brevilaqua, Curzola. Thracia phaseolina Kiener. Thracia phaseolina, Philippi En. moll. Sicil. 1836, p. 19, T. I. f. 7. ” ” » 25, DIST e sal eddone 169) ni » Hrisii Cinelli dalm. ined. 1865, p. 36. » 5 Contr. moll. dalm. 1866, p. 91. Biiona.1 Molto rara nelle sabbie. Thracia fabula Philippi. Thracia fabula, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 17, T. XIV, f, 3. = »s Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 91. Thracia ovalis Philippi. Thracia ovalis, Philippi. En. moll. Sie. 1844, p. 17, -T. XIV, f. 2. È » Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 91. Lussin. Thracia hiatelloides Brusina. Thracia hiatelloides, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 40 Brevilaqua. Thracia inflata Danilo et Sandri. Thracia inflata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 92. Gen. Neaera Gray. Neaera cuspidata Bronn. Erycina cuspidata, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 366, T. XII, f. 170. Corbula cuspidata, Philippi, En. moll. Sicil. 1836, p. 17. T.If. 19. » ” ” ” ” 1844, p. b2: . s Stossich. En. moll. d. Trieste, 1865, p. 28, Neaera cuspidata, Ieffreys. Brit. Conch. III, 1865, p. 53, T. II, f. 4. » ” Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 92. —'294R0- Nearea cuspidata, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 27. Pirano, Smergo, Zara. Gen. Pandora Sol. Pandora pinna Montagu. Pandora rostrata, Risso. Eur. merid. IV, 1826. p. 373. Pandora rostrata, Payraudeau, Moll. d. Corse, 1826, p. 33. Philippi. En. moll. Sicil. 1836 p. 18, T. I, f. 12. ”» ” » 5 Stossich, En. moll. di Trieste. 1865, p. 28. d obtusa, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 14, T. XII f. 13. » » Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 92. ” pinna, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 32. Rarissima nei maggiori fondi fangosi (150°) di Pirano, Cherso» Zara. Ordine. Veneracea. Fam. Mactridae. Gen, Mactra Linné. Mactra helvacea Chemnitz. Mactra helvacea, Payraudeau, Moll. d. Corse, 1826, p. 29. 2 = Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 9. s si Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 92. » > Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 46. » Sericea, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 33. Rara a Brevilaqua e Puntamica, approfondata nelle sabbie. Mactra lactea Linné. Mactra lactea, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 367. Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 30. Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 33. ” x» Contr. moll. dalm. 1866, p. 92. Mactra triangula Renier. Mactra triangula, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 367. Philippi. En. moll. Sicil. 1336, p. 11. ” 5 3 s 1844, p. 10. Brbnia Condni dalm. ined. 1865, p. 33. » ”» 3 Contr. moll. dalm. 1866, p. 92. ” » © Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 48. » lactea, Stossich. En. moll. d. Trieste. 1865, p. 28. Frequente nelle sabbie di Rimini, Venezia, Grado, Trieste, Brevilaqua, Spalato, Almissa. ” ” ba) 99 t5) bb} Maetra stultorum Linné. Mactra stultorum, Blainville. Malac. et Conch. 1825, T. 73, f. 5 -, ” Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 366. È È Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 29. 5 È Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 10, T. III, f. 2. È ; dal 842) p. 10: » D Leffe: Brit. Conch. II, 1863, p. 422. ” Mi Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 33. » 4 Cataloghi di. Brusina e Stossich. » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 44. Venenià, Grado, Capodistria, Venlb, Zara, Meleda, Curzola, Spalato, Almissa. Gen. Lutraria Lamark. Lutraria oblonga Gmelin. Lutraria oblonga, leffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 480. ” » Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 92. ” » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 40. Novegradi. Lutraria elliptica Lamark. Lutraria ell'iptica, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 9: » ” ” ” 1844, p. re x È Topo Brit. Conch. IT, 1863, p. 428, T. VIII, f 3. ” 5 Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 92. » » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 42. Gen. Tellina Linné. Tellina pulchella Lamark. Tellina pulchella, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 345. ” È Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 88. ” s, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 24. » b ; pu 13440puodl. » ” Woinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 39. ” 5 Martini-Chemnitz. Conch. - Cabinet. 1869, B. X. Abthlsdt spa 24,0 Defiera Oe AI. Cataloghi di Meller e Stossich. Progigatta ila Conch. dalm. ined. 1866, p. 93. Frequente nelle sabbie di Grado e Lesina (10-20 passi). Tellina donacina Linné. Tellina donacina, Linné. Syst. Natur. XIII, p. 1118. — 244 — Tellina donacina, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 347. s È Payraudeau. Moll. .d. Corse, 1826, p. 39. n « « Philippîi. Moll. Sicil. 1836, p. 24. | ” ” » ” » 1844, p- 21. "i La Ieffreys. Brit. Conch. 1863, Hp. 986. 5 y Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 24. , È Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. 1869, B. X. | Abthl. 4, p. 26, T. 9, f. 8-12. > 5 Cataloghi di Brusiwa, Heller e Siocsigh Rarissima per i fondi arenosi di Pirano, Grado e Quarnero, comune in Dalmazia; Cherso, Lussin, Dobrigno (95° pr.), Zara, Lesina, Lagosta, Curzola. Tellina distorta Poli. Tellina distorta, Poli. Test. Sic. I,.p. 39, t. 15,;f. Al. - o Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 346. » 5 Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 25. A 5 4 so) 1844, psao21. » ” Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 83. 5 r Martini-Chemnite. Conch.- Cabinet. 1869 B. X. Abthl. 4, p. 29, T. 10, f. 5-12. ” Ù Brusina. Moll. Sicil. 1866, p. 93. Rarissima nelle sabbie di Unie; frequente invece nelle acque di Arbe, Pago, Brevilaqua, Zara, Sebenico, Spalato, Lesina, Lissa, Curzola, Lagosta, Ragusa. er, Tellina serrata Renieri. Tellina serrata, Brocchi. Conch. foss. subap. Il, p. 510, t. 12, f. 1. ” È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 86. n 3 Martini-Chemnitz. Conch.- Cabinet. 1869, B. X. Abthl. 4, p. 39, T. XII, f. 1-4. 5 A Cataloghi di Brusina e Heller. Specie rara nei fondi fangosi della Dalmazia (Lesina, Zara); frequente invece nel Quarnero, specialmente a Cherso, Levrera, Unie, Dobrigno. Tellina balaustina Linné. Tellina balaustina, Linné. Syst. Natur. XII, p. 1119. ” > Polì. Test: Sic. II, p. 49, t. 14, fi 17. ”» 5 Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 25. » » 3 » 1844, p. 21. * s IATA Brit. Conch. 1863, II, p. 371. — 245 — Lucina balaustina, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 82. Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. 1869. B.. X. Abthl. 4, p. 92, T. 24, f 10-12. Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 43. pui in tutti i fondi sabbiosi dell'Adriatico; Grado, Pirano, Cherso, Lussin, Lesina, Lagosta, Curzola, Zara. ” ” DU » ” Tellina planata Linné. Tellina planata, Linné. Syst. Natur. XII, p. 1117. Poli. Test. Sie. II, p. 31, t. 14, £. 115. Risso. Eur. merid. 1826. IV, p. 345. È È Payraudeau. Moll. d. Corse, 126, p. 38. x Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 26. Ri a g » 0 1844, p. 22. Ùi È Weinkanff Conch. Mittelm. 1867, p. 76. È È Martini - Chemnitz. Conch.-Cabinet, 1869, B. X, Abis, pio Hb 91,2 ,,T.28, £ 14. e À Cataloghi di Brusina e Stossich. Rara nei fondi fangosi di Grado, Venezia, Rovigno, Unie, Zara. Tellina nitida Poli. Tellina nitida, Poli. Test. Sic. I, t- 15, f. 2-4. A » -Risso. Eur. merid. 1826, IV, p. 347. 5 » Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 38. x » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 27. ” ”» » ” 1844, p. 22. n 5 Wankogffa Journ. d. Conch. X, 1862. p. 314. » » » Conch. Mittelm. 1867, p. 85. 5 » Martini- Chemnite. Conch.- Cabinet, 1869, B. X. Abiti ;4; pi(e118; TiBa fi 124 Fo, f. 11-14. A » Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Frequente nei fondi fangosi di Trieste; rara nel Quarnero (Unie) è nella Dalmazia (Curzola). Tellina incarnata Linné. Tellina incarnata, Linné. Syst. Natur. XII, p. 1118. » 5 Pol Test. Sic;I, ti 10, fl ” ”» Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 77. ” ” Brusina. Moll. dalm. 1866, p. 93. » pi Martini-Chemmitz. Conch.-Cabinet. 1869, B. X, Abthl. 4, p. 126, T. 29, f. 1-5. — 246 — Tellina depressa, Pag RTCIOA Moll. d. Corse, 1826, p. 39. = L Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 27. ” ”» 3 » 1844, p. 22. 5 di Weinkauft: Journ. d. Conch. X. 1862, p. 314. ” ° Cataloghi di Meller e Stossich. Pe salata Ieffreys. Brit. Conch. 1863, II, p. 384. s rostrata, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 32. s Daniliana, Brusina. Contrib. 1866, p. 41. (Varietà). Abbastanza frequente in quasi tutto l’ Adriatico; prediligge fondi arenosi e fangosi; Trieste, Rovigno, Cherso, Zara, Sebenico, Lesina, Curzola, Venezia. Tellina exigua Poli. Tellina exigua, Poli. Test. Sie. I. p. 35, t. 15-17. » » Weinkauft. Conch. Mittelm. 1867, p. 79. » tenuis, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 26. » ” ” ” 1844, p. 22. ; di Leffreys. Brit. Conch. 1863, II, p. 379. » ecigua, Martini- Chemnitz. Conch. - Cabinet. 1869, B. X, Abthl. 4, p. 129, T. 29, f. 6-10. » exilis. Cataloghi di Brusina e Stossich. Frequenti le spoglie nelle sabbie di Grado, Cherso, Lesina, - Curzola. Tellina Fabula Gronov. Tellina Fabula. Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 26. » ” N » 1844, p. 22. » 3 ital Brit. Conch. 1863, II, p. 382. 1 si Weinkauff. Jour. d. Conch. 1862, X. p. 313. ” » 5 Conch. Mittelm. 1867, p. 82. ” » Martini- Chemnite. Conch. - Cabinet. 1869, B. X. Abthl. 4, p. 132. T. 3, f. 9-11; T. 29, f. 11-14. 5 Brusina. Contrib. Moll. 1866, p. 93. (0A rara nelle vicinanze di Zara. .Tellina Baltica Linné. i Tellina Baltica, Linné. Syst. Nat. XII. p. 1120. 3 5 Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 28. È 5 MEO A ” 5 TWansangi Conch. Mittelm. 1867, p. 73. s % Martini- Chemnitz. Conch.-Cabinet. 1869. B. X. Abthl. 4, p. 218, T. 42, f. 1-6. . — 247 — Secondo Ròmer dovrebbe trovarsi tanto a Pirano quanto a Lesina. Gen. Gastrana Sehumacher. Gastrana fragilis Linné. Tellina fragilis, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1117. Ù » = Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 27. n» ” ” ” 1844, p. 22. 7 AS ri Chemnitz. Conch.- Cabinet. 1869, B. X. Abthl. 4, p. 276. T. 52, f. 4-7. Psammobia fragilis, Risso. Eur. merid. 1926, IV. p. 250. Capsa fragilis, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 60. Gastrana fragilis, Ieffreys Brit. Conch. IL 1863, p. 367, t. 7, f.2. 3 Brusina. Contrib. Moll. 1866, p. 93. Poggi ochroleuca, Payraudeau. Moll. d. Corse 1826, p. 34. Abbastanza rara nelle sabbie di Venezia, Trieste, Pirano, Zara. Gen. Lucinopsis Forbes et Hanley. Lucinopsis undata Pennant. Venus undata, Philippi. Moll. Sicil. 1844, p. 34. » incompta, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 44, t. 4, f. 9. Lucina undata, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 543. Lucinopsis undata, Ieffreys. Brit. Conch. 1863, II, p. 363, t. 7, f. 1. x si Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 94. È A Martimni-Chemmitz. Conch.-Cabinet. 1869, B. XI, Abthl- 1. pi 118, (Data 4-8. È » Brusina. Contrib. Moll. dalm. 1866, p. 94. Lucinopsis corrugata Brusina. Lucinopsis corrugata, Brusina. Contrib. Moll. dalm. 1866, p. 41. Gen. Psammobia Lamark. Psammobia Ferroénsis Lamark. . J Psammobia Ferroînsis, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 23 T. III f. 7. ”» da FANOZO® » 1844, p. 20. 5 » Pefione. Brit. Conch. IT, 1863, p. 396. » 5 Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 70. Rara nei maggiori fondi fangosi di Pirano, Rovigno, Cherso, Lussin, Zara, Brevilaqua, Lesina. Psammobia costulata Turton. — 248 — Psammobia discors, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 22, T. III, f. 8. > costulata, > ; s ARSA 4 p. 021 Ieffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 394. 5 s Cataloghi di Brusina Heller, e Stossich. » » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 71. Rarissima a Rovigno, Cherso e Lussin:; frequente a Brevilaqua, Lagosta, Lesina, Lissa, Curzola. 9 ” Psammobia vespertina Lamark. Psammobia vespertina, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 37. h: î Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 22. 5 5 2 N DT T8447O8ZIE Ioia Brit. Conch. II, 1863, p. 398. Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 69. Rarissima nei fondi argillosi del golfo di Trieste ; frequente invece a Zara, Brevilaqua, Lesina, Curzola, Ragusa, Chioggia. Gen. Strigilla Turton. Strigilla carnaria Linné. Strigilla carnaria, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 93. Fam. Donacinae. Gen. Donax L. Donax truneulus Linné. Donax trunculus, Linné. Syst. Nat. XII. p. 1127. Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 339. ” » 5 A Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 45. cd - Philippi, En. moll. Sicil. 1836, p. 36. ” ” ” n 1844, p. 28. È, s io Brit. Conch. 1863, II, p. 407. >. > Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p.r64; ; 5 D Martini-Chemnitz, Conch.- Cabinet 1869, B. X Abtbl.(:3;oP. 2001:284; 2106, doi Vive a piccole profondità sopra fondo sabbioso; abbastanza comune nel golfo di Trieste e lungo la costa istriana, rara invece nel Quarnero e nelle acque dalmate. Donax venustus Poli. Donax venustus, Poli. Test. Sicil. I, tav. 19, f. 14-15, "949 — Donax venustus, Philippi. Enum. Moll. Sicil. 1836, p. 36. Li o è > 1044; Pa 28 È s Weinkauff. Gonchi Mittelm. 1867, p. 63. anatinus. Blainville, Dict. Sc. Nat. XIII, p. 424. Payraudeau. Moll. d. Corse, p. 46. » ” t)) Abth. 3, p. 31, T. 6, f. 10-20. venustus, Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet 1869, B. X, Si trova rara nelle sabbie della Dalmazia; Melada, Brevi- laqua, Spalato, Lesina, Curzola, e Ragusa. Donax semistriatus Poli. Donax semistriatus, Poli. Test. Sicil. I, tav. 19, f. 7 ”» » 4 L Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 36, t. 3,.f. 12. 6 o pls «AB48 p. LE. s A Wii Conch. Mittelm. 1867, p. 64. si LI Macra a Conchil.-Cabinet. 1869, B. X. Abth. 3, p. 33, T. 7, f. 1-6. Risso. Hist. nat. Eur. merid. IV, 1826, p. 341. Abbastanza comune in tutto l’ Adriatico; preferisce i fondi fangoso-sabbiosi; rarissima nel Quarnero. Donax vinaceus Gmelin. Tellina vinacea, Gmelin. Syst. Natur. XIII, p. 3238. pollita Poli. Test. Sic. II, tav. 21, f. 14-15. » Ieffreys. Brit. Conch. 1863, II, p. 408. 7 » Weinkauff. Conch: Mittelm. 1867, p. 67. Capsa complanata, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 46. Donax complata, Philippi. Moll. Sicil. 1844, p. 28. » longa Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 37, tav. 3, f. 13. bi » vinaceus, Martini-Chemnitz. Conchil.-Cabinet. 1869, B. X, Abth.:3, p..101, Tav. 18, f.5-9. harissima nelle acque di Rovigno, Cherso e di Zara. Donax Cattaniana Brusina Donax Cattaniana, Brusina. Contr. Moll. dalm. 1866, p. 42. Specie ancor dubbia; secondo Brusina vive nelle acque di Brevilaqua, Spalato ed Almissa. Fam. Scrobiculariinae. Gen. Scobicularia Schumacher. . Serobicularia piperata Gmelin. Macra piperata, Gmelin. Syst: Nap. p. 3261. - — 250 — Lutraria piperata, Plalippi, En. moll. Sicil. 1836, p. 9. ” » ” ” be) » 1344, p. 3. s È Ieffreys. Brit. Conch. II, 163, p. 444, T. 8, f. 4. $ Sa Catologhi di Brusina e Stossich. È plana, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 56. Comunissima nei fondi limacciosi di Trieste, Lussin, Zara, - Spalato, Almissa, Ragusa. Scrobicularia fabula Brusina. Scrobicularia fabula, Brusina Conch. dalmat. ined. 1865, p. 34. d n i Contr. moll. dalm. 1866, p. 94. Brevilaqua, Zara, Novegradi, Possedaria, Nona. Serobicularia nitida. Erycina fabula, Brusina. Contr. moll. dalm. 1366, p. 95. Rarissima a Brevilaqua. Serobicularia Cottardi Payraudeau. Lutraria Cottardi, Philippi. En. Moll. Sicil. 1856, p. 10. Scrobicularia Cottardi, Philippi. En. Moll. Sicil. 1844, p. 8. x DI Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. 5 è Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 59. Rara nei fondi arenosi di Trieste e del Quarnero ; più fre- quente è Zara, Lesina, Curzola. Scrobicularia trigona Danilo et Sandri. Scrobicularia trigona, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 94. » "i Danilo e Sandri. Elene. moll. lamellibr. 1856, p. 14. Brevilaqua. Gen. Erycina Lamark. Eryceina alba Woodward. Erycina Renieri, Philippi. En. moll. Sic. 1836, p. 12, T. I, f. 6. 5 5 pig p AMSA Posi: A Stossioh. Un. moll. di Trieste, 1865, p. 33. alba, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 95. » tumaida, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 34 5 Contr. moll. dalm. 1866, p. 95. SI N bai Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 51. Poco frequente nei sedimenti della spiaggia; Trieste, Cherso, Brevilaqua. Erycina tenuis. : Erycina trigona, Brusina. Contr.- moll. dalm. FARE p. 95. — 251 — Erycina trigona, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 35. È Bielzi, = n SLA: 2 Bielziana, Brusina. Canta moli dalm. 1866, p. 95. Possedaria, Unie, Nona, Brevilaqua. Erycina ovata Philippi. Erycina ovata, Plulippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 13, T. I, f. 15. 5: 5 È E CA ut S443"p. 3. x » Brusina, Contr. moll. dal. 1866, p. 95. Rara nelle sabbie di Unie. Erycina angulosa Renieri. Trovati pochi esemplari nel porto di Cherso. Fam. Paphiinae. Gen. Mesodesma Deshayes. Mesodesma cornea Poli. Amphidesma donacilla, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 31. Donacilla Lamarkii, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 37. 7 cornea, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 95. Mesodesma donacilla, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 29. 5 # Cataloghi «di Heller e Stossich. cornea, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 50. Frequente approfondata nelle sabbie litorali di Trieste, Rovigno, Ossero, Zara, Curzola. Fam. Veneracea. Gen. Cytherea Lamark. Cytherea Chione Linné. Venus Uhione, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1131. ” > Poli. Test. Sic. II, p. 85, t. 20, f. 1-2. ”» » È Blainville. Manuel. d. Malacol. p. 556, t. 74, f. 5. s Ieffreys. Brit. Conch. 1863, II, p. 332. Oil. Chione, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 566. " 5 Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 46. » 5 Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 40. » ” ” ” 1844, p. dl » = a Conch. Mittelm. 1867, p. 116. - > Cataloghi di Heller e Stossich. 959 — Cytherea Chione, Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet, 1869, B XI, A'bthl.e.Ix p. 10; TUE, d SI Callista Chione, Brusina. Contrib. Moll. dalm. 1866, p. 96. Abbastanza frequente in quasi tutto l’ Adriatico; vive sopra fondi arenosi alla profondità di sino 40 passi; Grado, Pirano, Rovigno, Dobrigno, Levrera, Unie, Zara, Lesina. Cytherea rudis Poli. Venus rudis, Poli. Test. Sic. II. p. 94, t. 20, f. 15-16 » nux, Gmelin. Syst. Nat. p. 3289. Oytherea venetiana, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 569. 3 i Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 40, t. 4, f. 8. 5 È, Cataloghi di Heller e Stossich. » vudis, Plulippi. Moll. Sic. 1844, p. 32. ; si Weinkauff. Journ. d. Conch. X, 1862, p. 317. 5 5 3, Conch. Mittelm. 1867, p. 117. Ò » Martini-Chemnitz. Conch.- Cabinet, 1869, B. XI, Abthl. I, p. 34, T. 11. f. 9-10. Callista nux, Brusina. Contrib. Moll. dalm. 1866, p. 96. Venus pectunculus, Brocchi. Conch. subap. II, p. 560, t. 13, f. 12. Frequente sopra fondi fangosi, alla profondità di 20-30 passi; Trieste, Cherso, Lesina, Curzola. Cytherea Cyrilli Scacchi. Venus pumila, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 607. Cytherea apicalis, Philippi. Moll. Sic. 1836, p. 40, t. 4, f. 5. ù Cyrilli, p » » 1844, p. 32. Ls s Martini-Chemnitz. Conch -Cabinet, 1869, B. XI, AbthkT p. 65, T. 24 f d26; » Cataloghi di Meller e Stossich. inc minima, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 22. Callista Cyrilli, Brusina. Contrib. Moll. dalm. 1866, p. 96. Questa specie è rara nei maggiori fondi fangosi (150° prof.); Pirano, .Lussin, Val Cassione, Cherso, Ossero, Lesina, Lagosta, Curzola. Gen. Dosinia Scopoli. Dosinia exoleta Linné. Venus exoleta, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1134. È Poli. Test. Sicily p. 98,0. 21508 9-11. Cola exoleta, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 572. MM — Cytherea exoleta, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. = È hi À n 1844, p. È Paevrige Moll. d. Corse, a ped fa evoleta, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 120. Dosinia exoleta, Martini-Chemnitz. Conch. A 869 BISI ALI, <90 TOR NERE 1900fI D s Cataloghi di Brusina e Stossich. Rara nel golfo di Trieste, frequente invece in tutto il Quarnero. Dosinia lupinus Poli. Venus lupinus, Poli. Test. Sic. II, t. 21, f. 8 Cytherea lunaris, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 575. è lincta, Philippi. Moll. Sicil, 1836, p. 41. > a VOFRAA 92: sporta Lune Vinti Conch. Mittelm. 1867, p. 119. A lincta, a Journ. d. Conch. X. 1862, p. 317. Dosinia lincta, Cataloghi di Brusina e Stossich. lupinus. Martini-Uhemmitz. Conch.-Cabinet, 1869, B. XI, ADGRIIITpERIO], 27 far6=7. Frequente nelle sabbie di Grado e Pirano, rara invece in quelle di Unie e Lussin. ” Gen. Venus Linné. Venus ovata Pennant. Venus ovata, Pennant. Brit. Zool. IV, p. 97, t. 59, f. 5. È » isso. Eur. merid. 1826, IV. p. 360. 4 » Zeffreys. Brit. Conch. 18695, II, p. 342. ”» » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 114. $ » Heller. Horae dalm. 1864, p. 38. 5 » Martini-Chemnitz Conch.-Cabinet, 1869, B. XI, Abthl. 1, p. 124, T. 2, f. 4. » radiata, Brocchi. Conch. subapen. II, p. 543, t 14, f. 3. c, 5 Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 44. ” S D » 1844, p. 34. 5 È Holter: Wlao dalm. 1864, p. 39. Chione ovata, Brusina.. Contr. moll. dalm. 1866, p. 95. Rara nei maggiori fondi fangosi (180° 0) Ossero, Smergo, Lesina, Lissa, Lagosta, Curzola, Ragusa. Venus fasciata Da Costa. Venus fasciata, Risso. Eur. merid. IV. 1826, p. 359. — 254 — Venus fasciata, Philppi. Moll. Sicil. 1844, p. 34. È d Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 109. x ù, Cataloghi di Meller e Stossich. À 5 Martini - Chemnite, Conch.-Cabinet, 1869, B. II, Abthla4dg;p. 1310 o: » Brogniarti, Payraudeau. Moll. d. Corse, p. 51, T. 1, f. Don 2DL 3 Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 43. Grad fasciata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 95. Abbastanza rara nelle profondità maggiori di tutto l'Adriatico; Pirano, Rovigno, Cherso, Dobrigno, Ossero, Lussin, Zara, Lissa, Lesina, Lagosta, Curzola. Venus verrucosa Linné. Venus verrucosa, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1130. 2) & Poli. Test. Sie p- 90) t..21, 18-19: È 3 Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 43. 3 , DA A a 3 7A dofroo Brit. Conch. ‘1863, II, p. 339. > - Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 110. Ù, 5 Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. È à Martimni-Chemmnitz. Conch.-Cabinet, B. XI, Abthl. 1, p.195,.T:.8: fel=a: Venus Lemami, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 53,. t. 1. f. 26-28. Frequente lungo tutta la costa nei bassifondi arenosi. Venus casina Linné. — Venus casina, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1130. A » Blainville. Manuel d. Malac. 1825, p. 557, t. 79, f. 6. i, » Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 49. 5 » Phalippi. Moll. Sicil. 1836, p. 47. > 5 5 n 1844, p. 83. È È Lefirone: Brit. Conch. 1863, II, p. 337. » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, II, p. 108. 5 » Cataloghi di Brusina e Heller. È » -Martini- Chemmnitz. Conch.- Cabinet, 1869, B. XI, Abthl. 1, p..137,.T. 8, f. 4-5. » -Rusterucci, Payraudeau. Moll. d. Corse, p. 52, t. 1. Specie rara nelle maggiori profondità arenose di Zara, Lesina, Lagosta, Curzola. Pe e Venus gallina Linné. Venus gallina, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1130. n = (UG Poli\TosthoSioc. bp. 92; t.21;\ f. 5-7. S » Payraudeav. Moll. de Corse, 1826, p. 49. z » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 44. ” » » » » 1844, p. 34. $ » \ Leffreys, Brit. Conch. II, 1865, p. 344. Pi È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, pagltz: 3 s Cataloghi di Zeller e Stossich. n » Martini - Chemnita. Conch.-Cabinet, 1869. B. XI, Apieni.Iepodl/i. DT, 16,419, 23,.1..4. Chione gallina, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 95. Nella Dalmazia e nel Quarnero non è tanto abbondante come nel golfo di Trieste ; si trova approfondata nella sabbia a piccole profondità. Venus laeta Poli. Venus laeta, Poli. Test. Sic. II, t. 21, f. 1-4. Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 51. A » Philippi. Moll. Sicil. 1844, p. 35. » florida, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 602. Tapes florida, Brusina. Contrib. Moll. dalm. 1866, p. 96. Tapes laeta, Catalogo di Stossich. x » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 99. Var. A. Venus petalina, Lamark. Anim. s. vert. V. p. 603. P 5 Fisso. Eur. merid. IV, 1826, p. 358. » Beudanti, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 53. » » Bur, 5 Philppi. En. moll. Sicil. 1844, p. 35. Tapes petalina, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 96. Var. B. Venus bicolor, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 603. Tapes bicolor, Weinkauff. Journ. d. Conch. X. 1862, p. 318. Var C. Venus phaseolina, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 602. Var. D. Venus catenifera, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 603. Comune nel golfo di Trieste, presso la riva e nei bassi fondi arenosi; rara invece nel Quarnero e nella Dalmazia; Venezia, Os- sero, Lussin, Zara, Lesina, Curzola. ca-opbo L Venus geographica Chemnitz. Venus geographica, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 597. 3 ù; Fisso. Eur. merid. 1826, IV, p. 359. È ; Payraudeau Moll. d. Corse, 1826, p. 51. A = Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 45. » CAO > 3 Pa n 1644, p. 39. n 7 Martini- Chemmitz. Conch.- Cabinet. 1869, B. NI Abb: Pepet64) TUTT. » Uitterata, Poli. Test. Sic. IL ‘p. 101. t: 21; f. 12-13. Tapes geographica, Weinkauff. Conch. Mittelm, 1867, p. 105. A 1 Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 96. 5 D Stossich. En. moll. di Trieste. 1865, p. 13. Abbastanza frequente presso le rive settentrionali dell’ Adriatico. Venus decussata Linné. Venus decussata, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1135. n E Blainville. Manuel. d. Malac. 1825, p. 557, t.75.f.1. 5 È Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 50. ” 5 Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p 45, t. 4, f. 11. d 5 zi 5 Sr S4ALOD VO: % PI Marine ORani Conch. - Cabinet, 1869, B. XI, ADERIS 1IpATITOZIE IST, Venus florida, Poli. Test: Sic. IL ip. 97; t. 21, °£ T6-17 Tapes decussata, Ieffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 359. È De Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 97. 5 À Cataloghi di Brusina e Stossich. Questa specie è comunissima in quasi tutto l'Adriatico ; Ve- nezia, Trieste, Pirano, Cherso, Ossero, Zara, Lagosta, Lesina, Lissa, Curzola. Venus edulis Chemnitz. Venus edulis, Martini- Chemnitz. Conch.- Cabinet, 1869, B. XI, ADRIE: PAST ZI » voginea, Gmelin. Syst. Nat. p. 3294. > Risso. Eur. merid. IV. 1826, p. 359. Tape virginea, Ieffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 352. ”» 5 Brusina Conch. dalm. ined. 1866, p. 96. » edulis, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 101. Rarissima in Quarnero; non furono trovati che pochi esem- plari a Levrera e a Smergo alla profondità di 200 piedi; essa manca affatto nel golfo di Trieste e preferisce le parti più meri- Laia — dionali dell’ Adriatico. Il Sandri la descrisse sotto il nome di YV. imnominata. Venus aurea Gmelin. ; Venus aurea, Gmelin. Syst. Nat. p. 3288. î »s Lamark. Anim. s. vert. V, p. 600. È »s Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 50. Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 357. a » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 47. n È 5 » 1844, p. 35. 3 n Martini-Chemmnite. Conch.-Cabinet. 1869, B. IT, Abthl. 1;) paal83XtT. 200. Tapes aurea, Ieffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 349. n » Weinhauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 98. - » Cataloghi di Brusina e Stossich. Rara nei bassi fondi fangosi di Trieste, Venezia, Lussin, Zara Venus nitens Scacchi. Venus nitens, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 35, t. 14, f. 14. Tapes mitens, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 103. Ù RE Cataloghi di Brusina e Stossich. Rarissima nei uti di Rovigno, Venezia, Levrera, Ossero, Lussin, Zara. . Venus Hébertiana Brusina. Tapes Hoberti, Brusina. Conch. dalm ined. 1865, p. 31. » Hobertiana, Brusina. Contrib. moll. dalm. 1866. Rarissima presso Zara. Gen. Venerupis Lamark. Venerupis Irus Linné. Donax Irus, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1128. > apo Nest SIG II poro, te 40-16, 13 bo 19 23-29. Venerupis Irus, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 507. Blainville. Man. d. Malacol. 1825, p. 557, t. 76, f. 1. » » Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 35. » » Fisso. Eur. merid. IV, 1826, p. 363. » » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 21. » ” ALTE 1844, p. 20. » A Fogg Brit. Conch. Mittelm. 1867, p. 91. n » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 91. ” » Cataloghi di Zeller e Stossich. = 958 = Venerupis Irus, Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. 1869, B. XI, Abthl: 17 p. 245, To3b8f 17-19. Rupellaria Irus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 97. Frequente in tutto l’ Adriatico, rinchiusa nelle pietre a poca profondità; Trieste, Cherso, Ossero, Lussin, Zara, Lesina, Lissa. Venerupis substriata Montaga. Venerupis decussata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 22, t. 3, f. 5. A 5 ue ito salo44 ip. 20; s A Slossich: Lo moll. di Trieste. 1865, p. 32. È substriata, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 93. Rupellaria decussata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 97. È molto più rara della specie precedente. Gen. Cypricardia Lamark. Cypricardia lithophagella Lamark. Coralliophaga Renieri, Cataloghi di Heller e Stossich. ; Coralliophaga, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 97. Cypricardia lthophagella. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 95. kara nei bassi fondi di Venezia, Rovigno, Ossero, Cherso, Zara, Lagosta, Lesina, Ragusa. Fam. Petricolidae. Gen. Petricola Lamark. Petricola lithophaga Retzius. Petricola lithophaga, Philippi. En. Moll. Sicil. 1836, p.21, t. 7, f. 6. » ”» » » 1844, p. 20. » n Calalgpli di Brusina, Heller e Stossich. 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 90. Frequente ovunque, rinchiusa nelle roccie e nelle valve dei petuncoli e dei cardi. Fam. Cardiidae. Gen. Cardium Linné. Cardium aculeatum Linné. Cardium aculeatum, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1122. ” ” Poli, Test. Sic. I, p. 62, tav. 17, f. 1-3. 5 % Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 55. - È Risso. Eur. merid. 1826, IV, p. 531. imedbgti Cardium aculeatum, Philippi. En. moll. Sicil, 1836, p. 50. Bir » ; deo ti LIST. Ieffreys. Brit. Conch. 1863, II, p. 268. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 132. Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. 1869, B. X. Abbi. 2, 6pel7 ENI, (8) et. 8,02 Cataloghi di Brusina e Stossich. Rara nei fondi sabbiosi del golfo di Trieste, Lesina; più frequente a Novegradi. Mancante nel Quarnero. Cardium echinatum Linné. Cardium echinatum, Linné. Syst. Natur. XII, p. 1122. ”» » » » Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 49. SME: pid Rep Iiffrega. Brit. Conch. 1865, II, p. 270 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 133. Cataloghi di Brusina e Stossich. Pago, tewilà Zara. Cardium ciliare Linné. Cardium ciliare, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1122. SUR, LOS DIC. da body, 105) È 40: » Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 58. » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 49. tf o lo Vi O VA 5 oo Eur. merid. 1826, IV, p. 335. Weinkauff. Journ. d. Conch. X, 1862, p. 320. ili Sow. Nuova Rivista delle Conch. del Medit. » Monterosato 1875. Cataloghi di Brusina e Stossich. Frequente sopra fondi sabbiosi e coperti d’alghe; arriva sino ad una profondità di 100‘; Venezia, Trieste, Capodistria, Pirano, Lussino, Cherso, Veglia, Portorè, Zara, Lesina ecc. Cardium Deshayesii Payraudeau. Cardium Deshayesii, Payraudeau. Moll. d. Corse: 1826, p. 56, tav. 1, » bè) »” Lesina, Cherso. f. 32-35. Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 49. 7 » 1844, p. 37. WWetiliatifi “Min. d. Conch. X, 1862, p. 320, Cataloghi di Brusina e Heller. — 960. — Cardium erinaceum Lamark. Cardium echinatum, Poli. Test. Sic. I, tav. 17, f. 4-5. — erinaceum, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 57. à 5 Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 50. ” ” ” ” bè) 1844, p. 37 s i WeinkdufF. Conch. Mittelm. 1867, p. 132. s di Martini-Chemmite. Conch.-Cabinet. 1869. B. X. Abthli02;pa23) To24/£0./73: 01-18, felo-6) 3 Cataloghi di Brusina e Heller. Rara nei i fondi calcari dell’ Istria meridionale e della Dalma- zia; nel Quarnero non fu ancora rinvenuta. Cardium tuberenlatum Linné. Cardium tuberculatum, Linné Svst. Nat. XII, p. 1122. $ n Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826 p. 55. > ni Risso. Eur. merid. 1826, IV, p. 335. È i Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 50. 5 % z » 1844. p. 37. 3 ig 9000 Brit. Conch. 1863, IV, p. 273. s ” Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 156. x 7 Martini- Chemmite. CO 1869,B. X, Abbhl:2, Py 24/0100 ” » Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Poco frequente in tutto l’ Adriatico ; preferisce fondo sabbioso a piccole profondità: Venezia, Trieste. Capodistria, Pirano, Cherso; Zara, Curzola, Lesina. Cardium papillosum Poli. Cardium papillosum, Poli. Test. Sie. I, tav. 16, f. 2-4. » > Risso. Eur. merid. 1826, IV, p. 333. b n Philippi. Moll. Sicil, 1836, p. 51. ; A È 3001844; p. 198: 5 L Lenga Brit. Conch. 18€83, II, p.. 275. ” = Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 138. n n Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. 1869. B. X. Abthl."2; p: 33) Lav. IL fg. 5 È Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Comune sopra fondi fangosi del Quarnero e della Dalmazia * Lussin. Cherso, Unie, Zara, Lissa, Lesina, Lagosta, Curzola, Ra- gusa. Raro lungo la costa istriana e nel golfo di Trieste. Cardium exiguum Gmelin. — 261 Cardium eriguum, Gmelin. Syst. Natur. XII. p. 3259. » > Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 51. LI y È » 1844, p. 38. G bs Teffreys. Brit Conch. 1863, II, p. 278. S ; Weinkauff. Conch. Mittelm. 1866, p. 141. x n Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. 1869. B. X- Abthl: 24 p:0359). T.(9) fig.0 9-10. ni Cataloghi di Zeller e Br usina. È Lui Weinkauff. Journ. d. Conch. X. 1862, p. 321. ” parvum, come varietà. 5 N Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 39, tav. 15, Ne, dl. 5 A Weiukauff. Journ. d. Conch: X, 1862, p. 321. È i Cataloghi di Brusina e Stossich. Abbastanza frequente sopra i fondi fangosi della Dalmazia arrivando sino alla profondità di circa 30 passi; Zara, Lissa, Le- sina, Curzola. Piuttosto raro nel Quarnero e nell’ Istria meridionale, mancante nel golfo di Trieste. Cardium fasciatum Montagu. Cardium fasciatum, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 143. È si Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. 1869, B. X. Abthl. 2, p. 37, Tav. 9, fig 11-14. DI ovale, Reeve. Conchol. Iconica. 1842-68, t. 21. f. 119. rubrum Reeve. Conchol. Iconica 1842-68, t. 22, f. 124. Secondo Ròmer dovrebbe trovarsi nei fondi sabbiosi di Trieste. Cardium edule Linné. Cardium edule, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1124. È a dol pLeshs Sic IL Mavselontt 12-15. & » Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 58. » Blainville. Manuel. d. Malac. et Conch. 1825, p. 947, tav. 47 bis f. 3. STA » Risso. Eur. merid. 1826, IV, p. 334 n »: Pllippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 52, t. 4, f. 16. Dio DI L 5 pr 1944, p._32. » » Teffreys. Brit. Conch. 1863, II, p. 286, tav. 5, £. 9. RS » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1837, p. 144. Re » Martini-Chemniz. Conch -Cabinet. 1869 B. X. Abthl. DOT CORI 20. x » Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. LUG — Cardiwn rusticum, DR Moll. Sicil. 1836, p. 52, t. 1, f. 11 > si a » 1844, p. 38. 5 È Weinkauf? Journ. d. Conch. X, 1862, p. 321. 5 pectinatum, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 52, t. 4. f. 15. ” n » 1844, p. 39. 5 Adrse Brocchi. Conch. supalp. p 500, t. 13. f. 3. Questa specie è abbondante in tutto 1 Adriatico, nei bassi fondi fangosi. Cardium nodosum Montagu. Cardium nodosum, Reeve. Conch. Iconica. t. 22, f. 128. È. fa Martini-Chemnitz. Conch. Cabiuet. 1869, B. X. Abthl. 2, p. 35, T. 9, f. 6-8. È. roseum, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 139 Si punctatum, Brocchi. Conch. subap. 1814, p. 666, t. 16, f. 1. È Li Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 38. n scabrum, Philippi. En, moll. Sicil. 1844, p. 38, tav. 14, f. 16. Raro sopra fondi sabbiosi; Venezia, Cherso, Lussin, Zara, Curzola Cardium Hellerianum Brusina. Cardium Helleri, Brusina. Conch. inedite. Vienna, 1865, p. 36. 5; Hellerianum, Brusina. Moll. dalmati. Vienna, 1866. Specie rara che si rinviene nelle acque di Zara. Gen. Laevicardium Swaison. Laevicardium Norvegicum Spengler. Cardium Norvegicum, Weinkauff. Conch Mittelm. p. 146. s; È Martini-Chemmnitz. Conch.-Cabinet. 1869. B. X. A'bthlr:2:: p. (98, (1-19 9-0. 5 lacvigatum, Poli. Test. Sic. I, tav. 17, f. 10-11. 5 5 Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 50. ” 5 a » 1844, p. 37. 3; iglli Cafalogo di Heller Horae dalmat. 5 serratum, Weinkauff. Journ. d. Conch. X. 1862, p. 320. Laevicardium laevigatum. Cataloghi di Brusina e Stossich. Abbastanza comune nella Dalmazia, specialmente sopra fondi algosi; Zara, Lissa, Lesina, Lagosta, Curzola, Ragusa; rarissima a Rovigno. Laevieardium oblongum Chemnitz. — 263 — Cardium oblongum, Gmelin. Syst. Natur. p. 3254, XIII. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1868, p. 149. Martini-Chemmite. Conch.-Cabinet. 1869. B. X. Abtibl:23p:185, Tav, f. 9. s sulcatum, Payraudeau. Moll. d. Corse 1826, p. 58. ” 2) » ” hi 5 Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 50. ” x 5 » 1844, p 37. > nici Journ. d. Conch. X, 1862, p. 320. Lucrino oblongum, Cataloghi di Brusina e Stossich. Frequente in Dalmazia, invece raro nei fondi arenosi del Quarnero e del litorale istriano; arriva ad una profondità di 80 a 180‘; Unie, Cherso, Lussin, Portorè, Curzola, Lesina, Lagosta. Fam. Isocardiidae. Gen, Isocardia Lamark. Isocardia cor Linné Chama cor, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1137. - Isocardia cor, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 66. > » Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 56. ” » ”» ” 1844, p. 4l. ; 3 Lib Brit. Conch. 1863, II, p. 298, t. 6, f. 1. È , Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 128. a ; a Conch.-Cabinet. 1869, B. X, Abthl. DICI BI Lf 1-3) » Stossich Moll di Ri 1866, p. 33. Gea cor, Brusina. Moll. dalmati, 1866, p. 98. Specie alquanto rara in tutto 1’ Adriatico ; rarissima a Pro- montore e nel Quarnero, più frequente nei fondi fangosi di Zara e Spalato. Fam. Chamidae. Gen. Chama Linné. Chama gryphoides Linné. Chama gryphoides, Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 542, Ta. ”» 5 Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 330. ” 5 Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 66- » n Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 68. » - A DA s 1844, p. 49. - Mi Chama gryphoides, Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. A È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 150. Frequente sulle roccie lungo tutte le coste; aderente spesso alle concrezioni marine e sulle valve di altre conchiglie (5-20‘ prof.) Chama gryphina Lamark. Chama gryphina, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 66. È ; . È Li 1844, p. 49. 5 di i di Brusina, Heller e Stossich. È sinistrorsa, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 151 Frequente a Trieste, Zara, Lesina. Chama unicornis Lamark. Chama umnicornis. Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 68 si 5 Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 98. Ordine Lucinacea. Fam. Lucinidae, Gen. Lucina Bruguière. Lucina borealis Linné. Venus borealis, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1134. Lucina radula, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 541. L » -Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 342. x s Philippi. En. moll.i Sicil: "1336; p.-35, t. 3,01 5 v 5 si gf pi ti 1544; po. si Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 98. e: nu Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 162. È | Martini-Chemnite, Conch.-Cabinet. 1869. B. XI Abthl, L,-pe296:4E, ri Specie rara, che vive nelle acque di Brevilaqua e di Lesina. Lucina divaricata Linné. Tellina divaricata, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1120. Lucina divaricata, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 42. sa pe Weinkauff. Conch. Mittelm, 1867, p. 169. ai 5 Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. 1869, B. XI. Abthl. 1, p. 270, T. 42, f. 12-14. » commutata, Philippi. Moll. Sicil 1836, p. 32, t. 3, f. 15, > : pio 0 p: 26: DS e ( zi di Brusina e Heller. — 269 — Rara nelle sabbie di Smergo, Ustrine, più sia in quelle di Lesina; rarissima a Salvore. Lucina digitaria Linné. . Tellina digitaria, AE nd Syst. Nat. XII, p. 1120. Lucina dijgitaria, Martini-Chemmitz. Conch.-Cabinet. 1869, B. XI Abthl. 1, p..272, T. 42; f.:9-11. » digitalis, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 545. si » Phailippi. Moll. Sie. 1836, n dot dof19: A È n) » 1844, p. 25. A Hmusi Contr. moll. di 1866, p. 98. Woodia digitaria, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 126. Rara nelle acque di Ragusa. Lueina reticulata Poli. Lucina pecten, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 31, t. 3, f. 14. » » ” » D) 1844, p. 24. x » ‘Heller. Hirae dalmat. 1864, p. 39. reticulata, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 43. A È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 160. L, Brusina. Conch. dalm. ined. 1866. p. 89. oa pecten, Stossich. En. moll. di Trieste 1865, p. 33. Rarissima a Salvore e Rovigno; frequente invece a Cherso, Unie, Levrera, Osservo, Lussin, Zara, Lesina. Lucina spinifera Montagu. Lucina spinifera, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 25. » 5 È Ieffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 240. 5 ta Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 164 Ds é Cataloghi di Brusina e Stossich. » ’natelloides, Plhilippi. Moll. Sicil. 1836, p. 32. Abbastanza frequente a Cherso, Unie, Levrera, Lussin, Cur- zola, Lesina. Lucina tenuilamella Brusina. Lucina tenuilamella, Brusina. Contr. dalm. inedit. 1865, p. 37. 5 3 sl Contrib. moll. dalm. 1866. Rarissima a Brevilaqua. Gen. Loripes Poli. Loripes laetea Linné. Tellina lactea, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1119. Lucina fragilis, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 34. 1844, p. 25. » » » » b>) » — 266 — Lucina, lactea, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 165. o » Martini-Chemnitz. Conch. Cabinet. 1869. B. XI, Abthl. letp. 273, T. 42000808: Loripes fragilis, Brusina. Conch. dalm. ined. 1866, p. 99. Rarissima nel Quarnero ed in Dalmazia. Loripes leuecoma Turton. Tellina lactea, Poli. Test. Sic. II, t. 15, f. 28-29. Lucina lactea, Lamark. Anim. s. vert. V, p. 543. 5; » Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 41. Dì » Plalippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 33. A È diggita n 1844, p. 25. » leucoma, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 166. A È Martini-Chemnitz, Conch.-Cabinet. 1869, B. XI, Abthl. 1, p. 274, T. 42, f. 4-6. s Desmaresti, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 44, t. 1, f. 20. Loripes lacteus, Fisso. Eur. merid. IV, 1826, p. 343. S Z Ieffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 233, t. 5, f. 4. È > Cataloghi di Brusina e Stossich. Frequente a poca profondità in terreno fangoso ; Trieste, Pi. rano, Rovigno, Cherso, Unie, Smergo, Ossero, Zara, Curzola. Fam. Ungulinidae. Gen. Scacchia Philippi. Scacchia ovata Philippi. Scacchia ovata, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 27, T. XIV, f. 9. pa » Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 99. Ri » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 160. Zara. (en. Diplodonta Brown. Diplodonta rotundata Turton. Diplodonta rotundata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 99. - 5 Weinkauff. Conch. Mittel. 1867, p. 159. Rarissima a Cherso, Levrera (130’ prof.), Zara. Fam. Laseidae. — Gen. Kellia Turton. Kellia eorbuloides Philippi. 2]; a Bornia corbuloides, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 14, T.I,f. 15. È 5 5 » 1844, p. 11. 5 : Has Hol dalm. 1863, p. 40. ù Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 178. Wil corbuloides, Cataloghi di Brusina e Stossich. Non troppo frequente nei fondi argillosi di Trieste, Pirano, Quarnero, Zara, Lesina, Curzola. Kellia suborbicularis Montagu. Bornia inflata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 14. P a 1844. pill. Kallio Lirterine (pi i Conch. II, 1863, p. 225, T. V, ai; Brusina. pei moll. dalm. 1866, p. 99. È 3 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 174. Molto rara a Smergo (160‘ prof.) Kellia rubra Montagu. Bornia seminulum, Plalippi. En. moll. Sicil. 1836, p.14,T.I, f. 16. P. » 1844, p. 11. Kuala ita. Stesso En. moll. Sicil, 1865, p. 33. n rubra, CRAITE Contr. moll. dalm. 1866, p. 99. Rarissima nelle acque di Rovigno; frequente a Levrera, Pe- lagosa. Kellia Danìiliana Brusina. Kellia Danili, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 38. » Daniliana, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 89. Zara. Pz) Kellia Bogliehiana Brusina. Kellia Boglici, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 37. » Boglichiana, Brusina Contr. moll. dalm. 1866, p. 99. Puntamica, Zara. Gen. Thyasira Leach. Thyasira flexuosa Montagu. Ptychina biplicata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 15, T. II, f. 4. » ” ” » 1844, p. 11. 5 SA oa dalm. ined. 1865. p. 38. To na fleruosa, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 99. Axinus flexuosus, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 170. Rarissima a Uurzola. — 268 — Gen. Montacuta Turton. Montacuta substriata Montagu. Kellia Spatangi, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 38. Montacuta Spatangi, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 99. Rarissima fra gli aculei dello Spatangus purpureus alla pro- fondità di 180‘ a Besca; Zara. Fam. Galeommidae. Gen. Galeomma Turton. Galeomma pileum Brusina. Galeomma pileum, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 42. Rarissima nelle acque di Zara. Galeomma Turtoni Sowerby. Galeomma Turtoni, Philippi. Wiegmann’s Arch. 1839, 117. En. moll. Sicil. 1844, p. 18, T. XIV, f. 4. ” » ” N » Zeffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 188, T. IV, f. 6. » ” Cataloghi di Brusina e Stossich. È - Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 182. lrequente attaccata alle pietre ed entro le spugne a poca profondità; Venezia, Trieste, Rovigno, Cherso, Lussin, Martinschiza, Zara. Fam. Solemyidae. Gen. Solemya Lamark. Solemya mediterranea Lamark. Solemya mediterranea, Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. È togata, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 183. Rara nei fondi arenosi di Rovigno, Levrera, Unie, Lesina; Lagosta. Fam. Astartidae. Gen. Astarte Sowerby._ Astarte inerassata Brocchi. Astarte incrassata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 38. » ” » ” » » 1844, p. 29. 5 = Cataloghi di Brusina ed Heller. » fusca, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 124. Rara a Cherso, Zara, Sebenico, Lagosta, Lesina, Curzola. — 269 — Gen. Cardita Lamark. Cardita calyeulata Lamark. Cardita calyculata, Philippi. Moll. Sicil. 1886, p. 54. d } A » 1844, p. 41. Heller. Horae dalmat. 1863, p. 37. È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 155. Mi is... calyculata, Cataloghi di Brusina e Stossich. Rara nei fondi calcarei aderente alle pietre ed ai polipaj di Trieste e Quarnero ; frequente a Zara, Lagosta, Lesina, Lissa. Cardita trapezia Bruguière. Cardita trapezia, Philippi, En. moll. Sicil. 1836, p. 54. » » DS pi ot Pet Heller. Bono dalm. 1863, p. 383. n Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 154. M li trapezia, Cataloghi di Brusina e “a Rara aderente alle concrezioni marine di Trieste, Pirano, Rovigno, Cherso, Ossero, Unie; frequente a Zara, Lagosta, Cur- zola, Ragusa. Cardita aculeata Poli. Cardita aculeata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 54, T. IV, f. 18. 5 a > n» 1844, p. 41. Heller. Horo dalm. 1863, p. 38, È Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 153. i aculeatus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 100. Rarissima nelle grandi profondità del canale Corsia nel Quar- nero; meno rara a Lesina e Curzola. » » » b%) ” » Cardita suleata Bruguière. Cardita sulcata, Plalippi, En. moll. Sicil. 1836, p. 53. b) » » ”» 1844, p: 40. » 5 dgr Hoioo dalmat. 1863, p. 38. ” - Weinkauf. Conch. Mittelm. 1867, p. 152. Actinolobus sulcatus, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 100. Abbastanza frequente nelle acque di Venezia, Trieste, Rovigno, Unie, Zara, Lesina, Curzola. Fam. Mytilidae. Gen. Mytilus Linné. Mytilus Galloprovineialis Lamark. — 270 — Mytilus Galloprovincialis, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 68. 2) > Plulippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 72, T. Mef. (12-13, x hi LO En. moll. Sicil. 1844, p. 53. - Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. s Ladgista var. sagittata, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 227. } sagittatus, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 322. £ $ Cataloghi di Brusina e Stossich. Frequente in tutto l’ Adriatico. Mytilus minimus Poli. Mytilus minimus, Eisso. Eur. merid. IV, 1826, p. 321. A 3 Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 69. CAN # Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 73. 5 1 n ni 1844, p. 53. 5, , Galalogli di Brusina, Heller e Stossich. 5 * Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 229. Comunissimo ovunque in masse attaccato col proprio bisso sopra le ostriche, modiole, sulle roccie, pali, ecc. Mytilus lineatus Gmelin. Muytilus Baldi, Brusina. Conch. dalm. ined. 1865, p. 39. ” > Contr. moll. dalm. 1866, p. 100. A, col M. minimus nel Quarnero, spesso perforante le pietre; Novegradi. Mytilus lithophagus Stossich. Mytilus lthophagus, Stossich. Bull. Soc. Adriat. V. III, 1877, p. 192. Frequente nelle cavità interne dei nullipori dell’isola Pelagosa. Gen. Crenella Brown. Crenella costulata Risso. Modiola costulata, Plulippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 50, T. XV. f. 10. A Heller. Horae dalm. 1863, p. 37. Crencità costulata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 101. Modiolaria costulata, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 216. Curzola. Crenella discrepans Lamark. Modiola discrepans, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 96. pi È Plalippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 70. È - 5 » 1844, p. 50. ; È Catalogii di Heller e Stossich. — 271 — Crenella discrepans, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 100, Modiolaria marmorata, Weinkauff. Conch. Mittelm, 1867, p. 214. Comunissima ovunque in masse attaccate alle pietre, alle ascidie ed altre conchiglie marine. Gen. Modiola Lamark. Modiola barbata Linné. Mytilus barbatus, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1156. 7 Ieffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 114. Modiola barbata, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 323. n Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 66. Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 70. a » 1844; p. 50. ” i di Brusina, Heller e Stossich. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 217, Epi in tutto l'Adriatico. ASTRO n; % Modiola adriatica Lamark. Modiola adriatica, Icffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 116. » » Stossich. En. moll. di Trieste, 1865, p. 395. ” n. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 219. Rara a Rovigno. Modiola Petagnae Scacchi. Modiola costellata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 70, T. V, f£. 11. È Petagnae, s >; n ulodd pi ol. di Brusina. Contr: moll. dalm. 1866, p. 101. Modiolaria Petagnae, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 216, Rarissima nel Quarnero. Gen. Lithodomus Cuvier. Lithodomus lithophagus Linné, Mytilus lithophagus, Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 532, T. 64, f. 4. Modiola lthophaga, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 71. » NG si so 1844, p. D1. > Ri Ho! dalm. 1863, p. 37. n lithophagus, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p.63. o = Cataloghi di Brusina e Stossich. » à Weinkauff. Conch. Mittel. 1867, p. 221. Frequente in tutto l'Adriatico; perfora i sassi e gli scogli lungo le spiaggie. — ZA — Fam. Aviculidae. Gen. Avicula Linné. Avicula tarentina Lamark. Avicula tarentina, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 76. » » » » » 1844, p. 99. 5 3) Brusina. datto moll. dalm. 1866, p. 101. 3; 2 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 230. Trovasi rara nelle maggiori profondità attaccata ai polipa). Gen. Pinna Linné. Pinna rudis Linné. Pinna rudis, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1159. $ » Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 69. D » Phulippi. En. moll. Sic. 1836, p. 74. 3 P n Io li RP 5; È IC 208 Brit. Conel:15634-p 90 9FRE LRetoE 5 s Cataloghi di Brusina e Stossich. s pernula, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 234. Questa specie trovasi frequente; essa vive nei fondi arenosi tra le Cystosire; Trieste, Pirano, Unie, Levrera, Ossero. Pinna pectinata Linné. Pinna pectinata, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 309. » z Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 74. ” » i » 1844, p. 54. ” 5 gii Gone moll. dalm. 1866, p. 101. » » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 232. Pinna squamosa Linné. Pinna squamosa, Linné. Syst. Nat. p. 3365. » PMlippî. En. moll. Sicil. 1836, p. 74. 5 D » 1844, p. 54. o Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. nobilis, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 236. Abbastanza rara nei fondi fangosi ed arenosi di Trieste, Cherso, Lussin, Lesina, Curzola. $ $ $s $ Pinna muricata Poli. Pinna muricata, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 309. ci n) Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 70. Pinna muricata, Philippi, En. moll. Sicil. 1886, p. 75. 4 3 sì » 1844, p. 54. , si GHbalighi di Brusina e Stossich. Si rinviene meno frequente della P. rudis. Ordine Pectinacea. Fam. Arcidae. Gen. Arca Linnèò. Arca Noae Linné. Arca Noae, Linné. Syst. Nat. p. 1140. Blainville. Malac. et Conch. 1825, p.535, T. 65, f. 2. >, » Bisso. Eur. merid. IV, 1826, p. 312. 5 » Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 60. 5 » Plulippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 56. n $ HI s 1844, p. 42. 3 ; Cdialighi di Brusina, Heller e Stossich. 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 190. ut specie presenta molte varietà e trovasi abbondante ovunque. Arca navicularis Bruguière. Arca lactea, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 57. i LI LI SPIRA 2 dae Gaalitii di Brusina, Heller e Stossich. Non troppo comune, aderente alle cavità delle concrezioni marine; Trieste, Cherso, Unie, Levrera, Ossero, Lussin, Lagosta, Lesina, Curzola. Arca scabra Poli. Arca scabra, Poli. Test. ut. Sic. XXV, f. 22. ” » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 58. Doug a (Loddo Dracezo Bulola un IIS, Contr. moll. dalm. 1866, p. 44. Rarissima a Sebenico. Arca nodulosa Brocchi. Arca nodulosa, Stossich. En. moll. d. Trieste, 1865, p. 35. Barbatia nodulosa, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 102. Frequente attaccata alle pietre a poca profondità; Trieste, Cherso, Unie. » Arca barbata Linné. or — Arca barbata, Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 535, T. 65; f. 1. Fisso. Eur. merid. IV, 1826, p. 313. x 7 Payraudeau. Moll. d. Corse 1826, p. 61. 5 5 Philippi. En. Moll. Sicil. 1836, p. 57. ” ” ” b) 1844, p- 42. 5 A Catalechi di Heller e Stossich. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 194. Barba lara Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 102. Frequente nelle fessure delle roccie sottomarine; Venezia, Salvore, Cherso, Lussin, Zara, Lagosta, Lesina, Lissa, Curzola, Ragusa. Gen. Pectunculus Lamark. Peetuneulus insubrieus Brocchi. Arca insubrica, Brocchi. Conch. foss. subapp. 11, p. 492, t. XI, f. 10. Pectuneulus violascens, Payraudeau, Moll. d. Corse, 1826, p. 63. n È, Philippi. En. moll. Sicil, 1836, p. 61. È ; see Asi pi 44. - 5 Stossiah En. moll. d. Trieste, 1865, p 36. K nummarius, Cataloghi di Heller e Stossich. È insubricus, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 187. Awxinea violascens, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 103. Questa specie comune nel golfo di Trieste, sembra rara nel Quarnero e nei mari della costiera dalmata. Peetuneulus pilosus Linné. Pectunculus pilosus, Blainville. Malac. et Conch.1825, p.536,T.55,f.3. ” » -Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 317. » » Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 63. ” » Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 61. 3 3 li I RE o » Fai: Horae. dalm. 1863, p. 37. » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 186. ; flamulatus, Cataloghi di Heller e Stossich. Axinea pilosa, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 102. Golfo di Trieste, Venezia, Levrera, Lussin, Zara, Lagosta, Lesina, Curzola. Pectuneulus glycimeris Linné. Arca glycimeris, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1143. Pectunculus glycimeris, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 316. È > Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 60. ” » » » », 1844, p. 44. — 279 — Pectunculus glycimeris, Ieffreys. Brit. Conch. IL 51863, p. 166, Po Mifid: s 5 Cataloghi di Heller e Stossich. i. Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 183. TEO. glycimeris, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 102. Rara a Lesina, Ragusa, Comune a Pago. Fam. Nuculidae. Gen. Nucula Lamark. Nueula suleata Bronn. Nucula sulcata Bronn. Italiens Tertiàr-Gebilde, p. 109 (1831). Nucula Poli, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 63, T. V, f. 10. Nucula sulcata, , PI SS so 1844, p. 45. ” n Ieffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 141. E, » Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. » n Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 202. Abbonda soltanto nelle parti meridionali dell’ Adriatico ; Trieste, Cherso, Lussin, Zara, Lagosta, Lesina, Lissa, Curzola, Ragusa. Nueula nucleus Linné. Arca nucleus, Linné. Syst. Nat. XII, ps 1143. Nucula margaritacea. Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 319. ” » Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 64. sed 4 Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 64, T.V, f. 8- ” ” > n 1844, p. 45. Calore Un. moll. di Trieste, 1865, p. 36. e Ieffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 143, T. 4, f. 1. A Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 103. » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 51. ‘Venezia, Trieste, Pirano, Cherso, Unie, Val Cassione, Zara, Brevilaqua, Lagosta, Lesina, Lissa, Curzola, Ragusa. $ $$ $ % Fam. Ledidae. Gen. Leda Schumacher. Leda commutata Philippi. Nucula striata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 64. n minuta, 5 3 È » 1844, p. 46. Leda striata, Stossich. En. moll. d. Trieste, 1865, p. 36. » imnuta, Brusina, Contr. moll. dalm. 1866, p. 103. SEN, 3IOR Leda, commutata, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 207. Rarissima a Capodistria e Cherso; Zara. Leda pella Linné. Arca pella, Linné. Syst. Nat. p. 1141. Nucula emarginata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 64. T. V, f. 8. E © PAL — si 1844, p. 46. Leda emarginata, Cataloghi di Brusina e Stossich. » pella, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 209. Rara sopra fondi fangosi a grandi profondità; Capodistria, Cherso, Lesina, Curzola. Fam. Pectinidae. Gen. Pecten Linné. Pecten glaber Linné. Ostrea glabra, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1146. n. citrina, Poli. Test. ut. Sic. II, T..28, f. 15. Pecten unicolor, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 295. si SUCalasiN 5 È 1a dei EL n glaber, 5 ET PI ZIO. > 5 Pu price MOI di Nene 1826:*p. 17: 5 > Martini-Chemmnitz, Conch.-Cabinet. B. VII, Abthl. 2, polo, T.ISSf. ISSNNTS0, 1 4-8. 5 5 Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 103. a Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 255. » pori ymorphus, Cataloghi di Heller e Stossich. Frequente in tutto l'Adriatico. Pecten polymorphus Brown. Pecten polymorphus, Philippi, En. moll. Sicil. 1836, p. 79. » ” » ” ” 1844, p. 97. » Brusina. Cont moll. dalm. 1866, p. 103. di ia Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p 257. Specie rarissima in tutto l'Adriatico. Pecten adspersus Lamark. Ostrea inflexa. Poli. Test. ut Sic. II, T. 28, f. 4, 5. 4 clavata;Poli. Test. ut: Sicily T.n28afi1% Pecten Dumasti, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 75. » inflerus. Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 75. 5 5 isso. Eur. merid. IV. 1826, p. 302. — 277 — Pecten inflecus, Martini-Chemmite. Conch.-Cabinet. B, VII, Abthl. 2, 2npaitas, Too <£0 9110: ; K Stossich. En. moli. di Trieste, 1865, p. 36. s plica, Stossich. Li v adspersus, Philippi. En. sui Sicil. 1836, p. 81. a n s » 1844, p. 57. È: 5 ga loghi di Brusina e Heller. » Septemradiatus, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 260. Trieste, Rovigno, Cherso (180” prof.), Lesina, Spalato, Almissa. Pecten hyalinus Poli. Ostrea hyalina, Poli. Test. ut. Sic. II, T. 27, f. 6. Pecten hyalinus, Plulippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 80. È P 3 n 1844; p. 57. 5 È. Mini Neate: Conch.-Cabinet. B. VII, Abthl. 2, D- 92, T der. a A Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. 5 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 262. Raro a Rovigno, Cherso, Ossero, Lussin; frequente a Zara, Lesina, Lissa, Curzola. Pecten Testae Bivona. Pecten vitreus, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 303. » Testae, Philippiî. En. moll. Sicil. 1836, p. 81. T. V, f. 17. 5 % 3 » 1844, p. 57. 5 Ù Martini: Ghemnita: Conch.-Cabinet. B. VII, Abthl. 20 D-098, TL CLLOO. - 5 Ieffreys. Brit. Conch. II. 1863, p. 67. È 5 Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. 5 a Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 263. Rarissimo a Pirano, Rovigno, Cherso, Ossero ; frequente a Le- sina, Lissa, Curzola, Ragusa. Pecten opercularis Linné. Ostrea opercularis, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1147. Pecten opercularis, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 303. “ ” Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 77. " » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 82. ” > s — n » 1844, p. 57. “ » Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet, B. II, VII. Abthl.,2, p.070,.T..18, f.09. » Po Ieffreys. Brit. Conch. II, 1865, p. 66, T. 2, f. 1. — vas Pecten opercularis, Cataloghi di Brusina, Heller è Stossich. » " Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p 252. In generale non troppo frequente. Peeten varius Linné. Ostrea varia, Linné Syst. Nat. XII, p. 1146. Pecten varius, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 303. ” 5 Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 74. ” » Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 84. » n f » 1844, p 58. 5 5 Maine Chen © Conch.-Cabinet. B. VII. Abthl. 2, p..199,.JT. 22582 13; 1:29, 9-3 ” » Ieffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 53. ” » Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. ” » Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 248. Abbonda in tutto 1’ Adriatico. Pecten pes felis Linné. Ostrea pes felis, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1146. » corallina, Poli. Test. ut Sic. II, T. 28, f. 16. Pecten Bornii, Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 76. » pes felis, Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 73. » » » isso. Eur. merid. IV, 1826, p. 301. » » » Plilippi. En. moll. Sicil. 1886, p. 84. a L E pn 1844, p. 58. i gli Mastini=Chemiiits: Conch.-Cabinet. B. VII. Abthl. 2, -p. 62; TL «£96. TE 16, fi. » » » Cataloghi di Brusina e Heller. PR AR» Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 259. Hacigsitio a Lesina. Pecten pusio Linné. Ostrea pusio, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1146. Pecten pusio, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 301. Payraudeau. Moll. d. Corse 1826, p. 74. Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 84. o; » 1844, p. 58. Martini Chemiita Conch.-Cabinet. B. VII. Abthl. 2, p.168, T. 18, £14. z » » Teffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 51. 5 » Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. > Hi Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 246. DIR e PAESI — 279 — Raro nei fondi maggiori, aderente ai polipaj ed alle spugne; Pirano, Cherso, Veglia, Lussin; frequente invece lungo la costiera dalmata. Pecten leptogaster Brusina. Pecten leptogaster, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p 45. Rarissimo a Sebenico. Gen. Vola Klein. Vola Jacobaea Linné. Ostrea Jacobaea, Linné. Syst. Nat. XII. p. 1144. Pecten Jacobaeus, Blainville Malac. et Conch. 1825, p. 524, T. 60, f. 4. 5 cs Fisso. Europ. merid. IV, 1826, p. 298. > $ Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 71. 5 È Phalippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 78. 3 a s mi ,4044, p. 56. x Ò do io Conch. -Cabinet. B. VII. Abthl. pio 2 den delie 20 fi 1002 a A Cataloghi di Heller e Stossich. 5 Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 268. Vola Jacobaca Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 104. Frequente in tutto 1° Adriatico. Fam. Limidae. Gen. Lima Bruguière. Lima squammosa Lamark. Lima squammosa, Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 526, T. 62 f. 3. 3 Sì Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 306. 3 si Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 70. 2, # Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 77. 3 A matita 4a; p_ 56. 5 5 Weinkiauff, Conch. Mittelm. 1867, p. 240. Rara nelle fessure delle roccie a Rovigno, Cherso, Ossero, Lussin; frequente a Zara, Lagosta, Lesina, Lissa, Curzola, Ragusa. Lima inflata Lamark. Lima inflata, Payraudeau. Moll. d. Corse 1926, p. 70. ; Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 77. A x SY UE » 1844, p. 55. A Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. ”» Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 241. Frequente in tutti i fondi calcari ed arenosi. Rs $ — 280 — Lima hians Gmelin. Ostrea hians, Gmel., Linn. Syst. Nat. ed. XIII, p. 3332. Lima tenera, Philippi En. moll. Sicil. 1836, p. 77. > 3 5 ni 11844; .P:.D6,. T., 16.609. 3 4 i di Brusina e Heller. » hians, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 243. Rara nei maggiori fondi, fra le fessure delle pietre; Cherso, Lussin, Lesina, Lissa. Lima Loskombii Sowerby. Lima loskombi Sow. Gen. Sh. (Lima), f. 4. Lima clausa, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 104. Rarissima ad Unie, Sebenico. Lima subauriculata Montagu. Lima subauriculata, Mont. Test. Brit. Suppl. p. 63, t. 29, f. 2. 3 i Philippi. En. moll. Sicil 1844, p. 56. DE 3 Ieffreys. Brit. Conch. II, 1863, 82. > 5 Cataloghi di Brusina e Heller. A s Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 245. Rara nei fondi di Sebenico, Lagosta, Lissa, Ragusa. Fam. Spondylidae. Gen. Spodylus Linné. Spondylus gaederopus Linné. Spondylus gaederopus, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1136. 5 PI Poli. Test. Sic..II; t.-21, f. 20-21. s È Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 523, t. 62, f. 1. ” » Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 79. » È Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 79. ” i, Martini - Chemmitz. Conch. - Cabinet. B. VII Abthl:9, ps 8, Talia; 0; ON ù p: Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 86. - » È È 1844, p. 62. ” p Wanioii Conch. Mittelm. 1867, p. 269. » ”» Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Var. aculeata. Spondglus aculeatus, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 87. ” » » ” » »” 1344, p. 62. - 5 Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Cniogà — Frequente in tutto 1° Adriatico, attaccato sopra roccie a me- dia profondità; raro nella sua varietà aculeata. Fam. Anomiidae. Gen. Anomia Linné. Anomia aspera Philippi. Anomia aspera, Plulippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 65. t. 18, f. 4. Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. VII. Abthl. 1,0p-#00,,1T.-6,! b.Mf. 9-6. 5 £ Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 45. Ò 5 Stossich. En. moll. d. Trieste, 1865, p. 38. Rarissima sopra i mitili a Zaule; più frequente a Zara, Bre- vilaqua. Anomia pectiniformis Poli. Anoma pectiniformis, Pola Tesk Sics#, p15Gat 190,5 19. Risso. Eur. merid. IV, 1826, p- 292. Philippi. Moll. Sicil. 1844, p. 65, t. 18, f. 3. o Conch.- Cabinet. B. VII. AIEtp) 99 0h Evo. Brusina. Gul moll. dalm. 1866, p. 104. pol nn var. pectiniformis, Philippi. En. moll. Sic. 1836, p- ‘93. ” ba) ” La) ” »” Anomia elegans Philippi. Anomia elegans, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 65, t. 18, f. 2. Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. VII. Abthl, (RR) STR A n 3 Cataloghi di Brusina e Grube. plana, Heller. Horae dalmat. 1863, p. 36. Rara sopra gusci di spatangi; Lussin, Lesina. Anomia margaritacea Poli. Anomia margaritacea, Poli. Test. Sie. II, t 30, f. 11. Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 292. Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 65. Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. VII. NPEERTISIIA 6 E Cataloghi di Brusina e Stossich. » Polymorpha var. margaritacea. Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 93. ” » ” — 282 — Rarissima aderente alle spoglie di bivalvi. Anomia ephippium Linné. Anomia ephippium, Linné. Syst. Nat. XII, p. 1150. E; È Blainville. Malac. et Conch. 1825, p. 519,t.61,f.2. 3 È Fisso. Eur. merid. IV, 1826, p. 233. i DA Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. $S1 ù È Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 92. 3 a i » 1844, p. 65. Ò 4 Mar fine Conch.-Cabinet. B. VII. Abthl. lippi 54, TA,TE.13 16. pi ” Weinkauff. Conch. Mittem. 1867, p, 278. sì : Ieffreys. Brit. Conch. II, 1863, p. 30, t. 1, f. 4- ; 5 Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Frequente in tutto 1’ Adriatico, sopra sassi, mitili, pinne ece. Anomia cepa Linné. Anomia cepa, Linné. Syst. Natur. XII, p. 1151. PO » -Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 291. a, » Payraudeau. Moll. d. Corse, 1826, p. 82. S » Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. Frequente in tutto l’ Adriatico. Anomia polymorpha Philippi. Anomia polymorpha, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 92. 3 5 5 È » 1844, p. 65. Li P: Martini! Chef Conch. - Cabinet. B. VII. AERI. "1; 94,15, 49 RIA 0 OE Var. eleetrica. Anomia electrica, Linné. Syst. Nat. XII, p. i151. » Ù isso. Eur. merid. IV, 1826, p. 293. 5 s Payraudeau, Moll. d. Corse, 1826, p. 82. ” 5 Cataloghi di Brusina, Heller e Stossich. » Polymorpha var. electrica. Philippi. 1836, p. 93. Var. sulcata. Anomia sulcata, Poli. Test. Sic. II, t. 49, f. 12. ; » eisso. Eur. merid. IV, 1826, p. 292. È » Cataloghi di Brusina e Stossich. Anomia polymorpha var. sulcata. Philippi. 1836, p. 93. Var. radiata Anomia radiata, Brocchi. Conch. f oss. subap. p. 463, t. 10, f. 10, — 283 — Anomia radiata, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 294. Cataloghi di Brusa e Stossich. ”» ” Var. squamula. Anomia squamula, Linné. Syst. Natur. XII, p. 1151. 5 5 Cataloghi di Brusina e Stossich. » polymorpha var. squamula, Plilippi. 1836, p. 93. È specie più o meno sparsa in tutto 1° Adriatico. Anomia patelliformis Linné. Anomia patelliformis, Linné. Syst. Natur. XII, p. 1151. Ieffreys. Brit. Conch. III, 1865, p. 54. si e Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 282. A » Cataloghi di Brusina e Stossich. Specie molto rara sopra i pettini. Fra le specie ancora dubbie, vi sarebbero: I Anomia aculeata, Montagu; An. Trochi, Dan. et Sand. ; An. hemisphaerica, Brusina. Fam. Ostréidae. Gen. Ostrea Linné. Ostrea cristata Born. Ostrea cristata, Poli. Test. Sic. T. 28, £..2, 6. A Risso. Eur. merid. IV, 13826, p. 287. n ci Philippi. En. moll. Sicil. 1836, 88. x: A Po » 1844, p. 65. Mai Canio Conchil.-Cabinet. B. VII. Abthl. IL RETE 3 Re) E Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 275. Cataloghi di Brusina, Grube e Stossich. Comune nel golfo di Trieste ; rara nel Quarnero. Ostrea cochlear Poli. Ostrea cochlear, Poli. Test. Sic. II, t. 28, f. 28. Risso. Eur. merid. 1826. IV, p. 287. Philippi. En. moll. Sie. 1836, p. 89. ” » ” » 1844, p. 63. 5 se Rari Conch. Mittelm. 1867, p. 477. 5; Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 46. Poco frequente sul corallo rosso. »” ”» ” » Ostrea plicatula Linné. 10 — 284 — Ostrea plicatula, Linné. Syst. Nat. p. 3336. ” È Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 98. ” ” ”» ” 1844, p. 653. 5 P Catiloghi f Brusina, Grube e Stossich. » Dlicata, Weinkauff. Conch. Mittelm. 1867, p. 276. Frequente attaccata sopra pietre, conchiglie ecc. Ostrea depressa Philippi. Ostrea depressa, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 89, t. 6, f. 3. ” ” ” ”» ”» 1344, p. 63. » Catalpoli di Brusina, e Stossich. Vive frequente in tutto l’ Adriatico, come la specie precedente. Ostrea Cyrnusii Payraudeau. Ostrea Cyrnust, Payraudeau. Catal. Moll. de Corse. » rostrata, Linné. Syst. Nat. p. 3336. Golfo di Trieste. Sottoclasse Brachiopoda. Fam. Terebratulidae. Gen. Terebratulina d’ Orb. Terebratulina caput serpentis Linné. Anomia caput serpentis, Lanné. Syst. Nat. XI, p. 1153. Terebratula caput serpentis, Blainville, Malac. et Conch. 1825, p. 511, (RO PASO È $ $ Payraudeau, Moll. d. Corse, 1826, p. 82. sa P. ki Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 94, tV: » ” ”» ” ” ” ” 1844, p. 66. » » » Martini-OChemnitz. Conch.-Cabinet. B. VII: Abthl I; p23007 26M 6-10. Terebratulina caput serpentis, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 47. Rarissima nelle regioni meridionali dell’ Adriatico. Gen. Megerlea King. Megerlea trunceata Linné. Anomia truncata, Linné. Syst. Nat. XII. p. 1152. Tenebratula truncata, Iisso. Eur. merid. IV, 1826, p. 377, t. 12, £. 174. A n Payraudeau. Moll. d. Corse. 1826, p. 83. " e Phlippi. Moll. Sicil. 1836, p. 95, t. 6 f. 12. — 285 — Tenebratula truncata, Martini- Chemmitz. Conch.-Cabinet. B. VII, Abthli 3 p+288 T. 3, f. 11-12. Orthis truncata, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 69. Megerlea truncata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 47. Vive abbastanza frequente sopra il corallo rosso. Fam. Thecideidae. Gen. Argiope Deslongchamp. Argiope decollata Chemnitz. Anomia decollata, Chemmitz. Conch.-Cabinet, VIII, p. 96, t. 78, f. 705. Terebratula cardita Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 389. È detruncata, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 96. i decollata, Martini-Chemmitz. Conch.- Cabinet. B. VII. ì AbphiEo JE pod /0E- DD Orthis detruncata, Philippi. En. moll. Sic. 1844, p. 69. Argiope decollata, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 47. Più frequente della specie precedente, attaccata sul corallo rosso. Argiope lunifera Philippi. Terebratula lunifera, Philippi. Moll. Sicil. 1836, p. 87, t. 6, f. 16. 3 A Martini-Chemmnitz. Conch.-Cabinet. B. VII, Abthi1,, p.,91 2 cet. 4/21 Orthis lumifera, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 69. Rarissima lungo le coste dalmate. Argiope Pera Miblfeld. Anomia Pera, Mihlfeld. Verhandl. Berl. Gesell. 1829, I. p. 205. Terebratula cuneata, Risso. Eur. merid. IV, 1826, p. 388. n d Philippi. En. moll. {Sicil. 1836, p. 96, t. 6, flo: ni Pera, Martini-Chemmitz. Conch.-Cabinet B. VII. Abthl. Lép.200; (I. 2, bit 14-18; Orthis Pera, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 69. Argiope Pera, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 47. Rarissima a Punte Bianche ed a S. Filippo e Giacomo presso Zara. 1 Argiope neapolitana Scacchi. Terebratula neapolitana. Scacchi. Osserv. Zool. II, 1833, p. 18. 86 — Tenebratula neapolitana, Martini-Chemnitz. Conch.-Cabinet. B. VII. Aîbthl,; 1; pufe2 T2, e: f. 10-16. ». seminulum, Plalippi. En. moll. Sicil.1836,p.97, t. 6, f.15. Orthis neapolitana, Philippi. En. moll. Sicil. 1844, p. 69. Argiope neapolitana, Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 47. Vive assieme alla precedente; trovaronsi inoltre alcuni esem- plari sulle Retepore lungo la costa ‘dell’isola di Cherso alla pro- fondità di 200%. Fam. Craniidae. Gen. Crania Retzius. Crania turbinata Poli. Anomia turbinata, Poli. Test. Sicil. II, p. 189, t. 30, f. 15. Crania ringens, Philippi. En. moll. Sicil. 1836, p. 100. 5 i, bi È n 1844, p. 70. È » Brusina. Contr. moll. dalm. 1866, p. 48. » turbinata, Martini - Chemnite. Conch.-Cabinet, B. VII, Abthl. 1: po ASSI 2 Rarissima tanto per 1’ Adriatico, quanto pel Mediterraneo. Aggiunte e correzioni all’ “Elenco degli uccelli viventi nell’Istria ed in specialità nell’ agro piranese, pubblicato in questo Bollettino, Annata IV, N.° 1, in base ad osservazioni ornitologiche fatte durante 1’ anno 1879, per Bernardo Dr, Schiavnzzi. ' Aggiunte. schiera I. Enucleatores. Ordine II Passeres. Famiglia 12° Emberizae. (Gen. /lectrophanes, Mey. et Wolf.) 1. Plectrophanes nivalis, Mey. et Wolf. — Zigolo della neve. Li 2 dicembre 1879 ne vennero uccisi due in Salvore. Uno di questi trovasi nella collezione del sig. Antonio Caccia in Trieste. Sinonimia: Emberiza nivalis, L. — Hortulanus nivalis, Briss., — Emberiza montana et mustelina, Gmel.,, — Emberiza glacialis, Lath. — Hortulanus glacialis, Leach., — Passerina nivalis, Vieill., — Emberiza borealis, Degl. (Gen. Cirlus, Kaup.) 2. Emberiza Cirlus, Linné. — È uccello che presso di noi porta il nome volgare di “Zippo,. Specie frequente durante il passo autunnale, che sparisce però al sopraggiungere della primavera. Ne esistono esemplari uccisi nel Piranese, nella mia collezione ed in quella del sig. Antonio Caccia in Trieste. Simonimia: Emberiza sepiaria, Briss., — Emberiza elaeathorax Bechst. — — 289 — schiera II. Captantes. Ordine IV. Raptatores. Famiglia 5°. Buteones. (Gen. Archibuteo, Ch. L. Brem.) 3. Archibuteo lagopus, Chr. L. Brehm. — Falco calzato. Un individuo di questa specie venne trovato annegato in mare nelle vicinanze di Pirano li 30 Dicembre 1879 e trovasi nella mia col- ‘ lezione. Questa specie deve essere rara in queste regioni, tant’ è vero che nella collezione del civico Museo triestino, a quanto mi riferisce l’ egregio Dr. de Marchesetti, non ve ne esiste alcun esem- plare. Sinonimia: Falco lagopus, Briinn. — Falco sclavonicus, Lath. Falco plumipes, Daud. — Buteo lagopus, Vieilll — Accipiter lago- pus, Pall. — Butaetes buteo, Less. — Butaetes lagopus, Bonap. — Famiglia 12° Bubones. (Gen. Brachyotus, Gould.) 4. Otus brachyotus Boie. — Allocco di padule. — Nel Set-. tembre 1879 ne vennero uccisi 3 individui in Salvore, di cui un maschio e due femmine. Il maschio ed una femmina trovansi nella raccolta del sig. Caccia e l’altra femmina nella mia collezione. Trascorsa quell’ epoca non ne furono veduti altri. Sinonimia: Strix brachyotus, Gmel., — Strix brachyura, Nils. — Strix aegolius et ulula. Pall. — Otus palustris, Brehm. — Bra- chyotus palustris, Gould. — Strix palustris, Schinz. — Aegolius brachyotus, Keys. et Blas. —- Brachyotus aegolius, Bonap. Ordine VI Oscines. Famiglia 1°. Lamis. (Gen. Enneoctonus, Boie). 5. Lanius rufus, Briss. — Averla capirossa. Addì 3 Ottobre 1879 ne venne ucciso un maschio giovane in Salvore ed ora tro- vasi nella giovane collezione del sig. Caccia in Trieste. Questa specie è alquanto rara presso di noi e ad onta che l'individuo ucciso fosse giovane, dubito però che qui fosse nato e lo ritengo piuttosto giuntovi col passo autunnale. Sinonimia: Lanius pomeranus, Gmel. — Lanius rutilus, Lath. — Lanius ruficeps, Retzius, — Lanius melanotus, Brehm, — Phoneus rufus, Kaup. — Enneoctonus rufus, Bonap. — 289 — Famiglia 30°. Pari. (Gen. Parus, Linné), 6. Parus ater, Linné. — Cincia romagnola, volg. Parussoloto bastardo. È specie pochissimo frequente, sicchè trascorrono degli anni prima che se ne vegga qualche individuo. Nello scorso Set- tembre, e precisamente li 24 e 30, nonchè li 7, 8, 253 e 29 Ottobre ne vennero còlti alquanti sulle panie dei diversi siti d’ uccellagione di questo territorio e ciò forse in grazia dello sterminato passag- gio effettuatosi in quest’ autunno della specie Parus major e Parus coerulus. A quanto rilevai da gentile persona, sarebbe questa specie comune nel Trentino, ove verrebbe distinta col nome volgare di “Parussolin,. Nella mia collezione se ne trova un esemplare. Sinonimia: Parus atricapillus, Briss. — Parus carbonarius, Pall. — Poecile ater, Kaup. — Parus abietum, Brehm. Schiera III, Investigatores. Ordine VII. Scansores. Famiglia 9°. Tichodromae. (Gen. Tichodroma, Illig). 7. Tichodomia muraria, Ilig. — Picchio murajolo. — Ne viddi un individuo sulle muraglie dietro la cosiddetta “Scala dei ponti, in Pirano li 20 Febbraio 1879, che non mi fu possibile d’ uccidere. La poca distanza che da lui mi separava mi permise di poterlo attentamente esaminare e diagnosticare. A quanto rilevai da cac- ciatori, questa specie si troverebbe in ogni primavera sulle antiche mura di cinta di questa città e sui pilastri che sostengono il duo- mo verso il mare. Sinonimia: Certhia muraria, LL — Certhia muralis, Briss. — Petrodroma muraria, Vieilll — Tichodroma phoenicoptera, Temm. Schiera IV. Cursores. Ordine XIII. Grallatores. Famiglia 11°. Phalaropi. (Gen. Phalaropus, Briss.) 8. Phalaropus fulicarius, Bonap. -—— Falaropo platirinco. — Lì 24 Settembre 1879 ne venne ucciso un individuo in abito inver- nale in Salvore, esemplare che ora trovasi nella raccolta del sig. — 290 — Caccia in Trieste. Venni assicurato da cacciatori che questa specie non è rara negli stagni di Salvore. Sinonimia: Tringa fulicaria, Linné. — Phalaropus rufescens, Briss. — Tringa glacialis, Gmel. — Phalaropus lobatus et glacialis, Lath. — Phalaropus' rufus, Bechst. — Phalaropus platyrrhincus, Temm. — Phalaropus griseus, Leach. — Crymophylus rufus, Vieill. Famiglia 12*. Totani. (Gen. Actitis, Boie). 9. Actitis hypoleucos, Boie. — Piro-piro piccolo. È frequente sulle paludi alle foci del Dragogna, specialmente nei mesi di Set- tembre ed Ottobre. Nella mia collezione se ne trova un esemplare ucciso da me li 14 dello scorso Ottobre. Sinomimia: Tringa hypoleucos, Linné. — Guinetta, Briss. — Tringa leucoptera, Pallas. — Totanus guinetta, Leach. — Totanus hypoleucos, Temm. — Actitis stagnalis, Brehm. — DIRI, hy- poleuca, G. R. Gray. Schiera V: Natatores. Ordine XIV. Lamellirostres. Famiglia 3°. Anseres. (Gen. Anser, Barrère). 10. Anser sylvestris, Briss. —- Oca granajola. Li 4 Dessiibià 18379 comparvero sulla punta di Salvore nella località Borisia 3 di queste oche di cui una rimase uccisa, la di cui spoglia trovasi nella collezione del sig. Antonio Caccia in Trieste. Sinonimia: Anas segetum, Gmel. — Anser segetum, Meyer et Wolf. — Anser ferus, Flem. — Anser arvensis, Brehm. Famiglia 4% Anates. (Gen. Mareca, Steph.) 11. Mureca Penelope. Selby. — Fischione, volg. Sarzegna. È uccello di mediocre frequenza nelle nostre acque. Ne ebbi fra le mani un individuo ucciso li 3 Dicembre 1879 in Salvore di pro- priétà del sig. Caccia in Trieste. Sinonimia: Anas Penelope, Linné. — Anas fistularis, Briss. — Anas kagolka, S. G. Gmel. — Mareca fistularis, Steph. BDO: Famiglia 5°. Fuligolae. (Gen. Fuligola, Steph). 12. Fuligola ferina, Steph. — Moriglione, volg. Caorosso. È uc- cello che arriva in istormi enormi sul mare della nostra rada. Io ne possiedo un maschio ucciso li 30 Decembre decorso. Sinonimia: Anas ferina, Linné. — Penelope, Briss. — Anas ruficollis, Scop. — Anas rufa, Gmel. — Nyroca ferina, Flemm. — Aythya ferina, Boie. -- Aythya erythrocefala, Brehm. Ordine XV. Longipennes. Famiglia 1° Sfernae. (Gen. Sterna, Linné). 13. Sterna cantiaca, Gmel. — Beccapesci, volg. Cricchetto. È la sterna più comune nell’ autunno ed inverno sul nostro mare. Io ne tengo 2 esemplari di differenti tinte, uccisi però tutti e due in Dicembre. Sinonimia: — Sterna cantiaca et striata, Gmel. — Sterna Baysii, Lath. — Sterna columbina, Schranck. — Sterna noevia, Rew. — Sterna canescens, Meyer et Wolf. — Thalasseus cantiacus, Boie. — Sterna Bergii, Reichenb. Famiglia 3* Lare. (Gen. Larus, Linné). 14. Larus tridactylus, Linné. — Gabbiano terragnolo. — Sulla comparsa di questa specie settentrionale sulle nostre spiaggie, vedi le notizie inserite da me in questo Bollettino N. 5, Annata V. Correzioni. 2. Pyrrhula vulgaris, Pall. — In luogo.di Kimpel leggi Gimpel. 6. Fringilla montifringilla, L. — È questa specie e non il Montifringilla nivalis, L., che presso di noi porta il nome volgare di Pacagnoso. Non è uccello raro ma neppur troppo frequente, che non nidifica nell’ Istria, arrivandovi assieme agli altri fringuelli nel Settembre ed Ottobre per rimanervi tutto 1’ inverno. 20. Emberiza schoeniclus, L. — Volgarmente Peonzo. Arriva assieme coi Pispoli (Civ) nell'autunno e precisamente nei primi Lair. e n giorni di. Novembre. Non nidifica ed è uccello frequentissimo al- l'epoca del suo passaggio. Nella mia collezione vi sono un maschio ed una femmina. 27. Pastor roseus, Temm. Specie non molto frequente di cui talvolta vennero scoperti nidi fra le roccie della costiera di Castel- venere. 34. Garrulus glandarius, Vieill. Trovasi è vero in tutte le stagioni, però emigra in gran parte all’iniziarsi dell’ autunno. 39. Falco aesalon, Gmel. (Falco lithofalco, Gmel.) Smeriglio. Non è specie frequente nel Piranese. Vi giunge però talvolta, come lo prova l esemplare ucciso nel 1876 in Salvore e che ricevetti dalla cortesia del sig. Dr. Del Senno. 40. Accipiter nisus, Pall. È frequentissimo dopo il passo au- tunnale, mentre è raro in primavera ed estate. Sono per la mag- gior parte individui giovani quelli che vengono uccisi, ed è raro il caso che capiti fra le mani un vecchio dal color fulvo leonino in- feriormente e cinereo ceruleo superiormente, come è quello ch’ io possiedo e che fu ucciso in Salvore nello scorso Decembre. 66. Erythacus rubecula; Cuv. Non nidifica presso di noi. Ar- riva nei primi giorni d’ Ottobre e vi rimane fino all’ iniziarsi della primavera. i 67. Ruticilla suecica, De Selys. Non tanto raro. L’ esemplare esistente nel Museo triestino proviene da Zaule. .12, 73, 74. Queste Sazicolae nidificano in numero discreto sui monti di questo territorio e vi compariscono perciò nel Marzo e nell’ Aprile per poi partirne nell’ Agosto. Difatti nella mia col- lezione trovansi una Sazicola oenanthe ZJ, Bechst. uccisa da me li 29 Marzo 1879, una Sazicola stapazina, Temm. 3 uccisa li 10 Giugno ed una Sazicola aurita, Temm. 3, appena uscita dal nido, uccisa li 11 Agosto dello stesso anno, tutti e tre esemplari prove- nienti dal territorio di Pirano. Nell’ Agosto e Settembre ve ne ar- rivano altri branchi di trasmigrazione, formando una risorsa per gli uccellatori, che ne colgono colle panie in gran numero, vendendoli poi sotto il nome di culetti bianchi 0 code bianche. 77. Sotto il nome volgare di Gineprone va inteso il Turdus pilaris, L. e non il Turdus viscivorus, L. che in qualche inverno da noi, ma specialmente nei dintorni del Monte maggiore arriva in istormi grandissimi. 103. Accentor modularis, Bechst. È discretamente frequente — 293 — durante il passo autunnale. Ne ricevetti un esemplare da Salvore li 2 Decembre decorso. 104. 105. Regulus cristatus, Koch, Regulus ignicapUllus, Naum. Queste due specie giungono in queste regioni in ottobre e vi ri- mangono fino al principio della primavera. Sono discretamente frequenti, la prima più della seconda. 117. Iynx torquilla, L. È uccello che nidifica nell’ Istria e che al sopraggiungere dell’ autunno trasmigra. 123. Columbas oenas, L. Nel decorso autunno 1879 vi fu grande passaggio d’uccelli di questa specie e precisamente nell’ Ottobre e Novembre. 124. Columba livia, Briss. È la vera colomba abitatrice degli antri, specie per noi più stazionaria che migratrice. 125. Turtur auritus, Gray. Questa specie diviene rarissima in autunno ed inverno. 127. Bonasia sylvestris, Briss. Altri 2 individui vennero uccisi néllo spazio di quest’ ultimi 30 anni in Salvore da mio zio Apollonio Fonda, uno dei quali precisamente nella località Porto degli alberi.“ 128. Perdix saxatilis, Mey. et Wolf. Mi viene riferito essere tale specie frequentissima nell’ Istria orientale ai lati dell’Arsa. 138. Aegialites minor, Boie. È veramente l’ Aegialites cantianus, Boie l’uccello cui si riferiscono le notizie date. Ciò in base ad individui della mia collezione e da me uccisi. 140. Vanellus cristatus. Mey. et Wolf. Individui di questa specie trovansi in queste parti quasi in tutte le stagioni. Difatti io ne posseggo uno ucciso in Salvore li 11 Marzo 1879 ed uno ucciso li 24 Novembre 1879, mentre ne ricevetti un terzo, inetto alla preparazione, circa ai 15 Agosto di quello stesso anno. Ad onta di ciò non mi fu ancor dato di scoprirne i nidi. 154. Platalea leucorodia, L. 20 anni or sono ne comparvero due sulle paludi del porto ,La Madonna presso Pirano, una delle quali fu uccisa da una guardia di finanza. La spoglia impagliata venne donata più tardi a queste i. r. scuole reali allor inferiori, ove deperì. i 165. Ortygometra porzana, Steph. Correggi leggendo Porzana minuta, Bonap. 182. Larus marinus, L. Sono più frequenti degli adulti gli individui del 2.do anno d’ età. 183. Larus argentatus, Brinn. Si trova questa specie sul Did): pa nostro mare nei mesi d’inverno, ma alquanto scarsamente. Nella mia collezione trovasi la spoglia d’ un individuo ucciso dinanzi Pirano nel 1876. 184. Croicocephalus ridibundus, Egt. Vi si riferisce testual- mente quanto sta scritto intorno al Larus argentatus, Briinn. Questa specie è la più frequente nell'inverno e primavera. 135. Larus canus, L. Ne possiedo un individuo ucciso dinanzi Pirano nella primavera 1878. Non è molto frequente. 195. Colymbus articus, L. È la specie più frequente. Li 12 Giugno 1879 ne venne ucciso in Salvore un magnifico maschio adulto in abito primaverile, che or trovasi nella collezione del Sig. Caccia in Trieste. | Annotazioni sul passaggio primaverile ed autunnale dell’ anno 1879. Le notizie sui passi primaverili ed autunnali sebbene interes- ‘santi vivamente il naturalista, non possono formare» che una base molto incerta agli studî ornitologici, dipendendo questi movimenti immigratori ed emigratori degli uccelli troppo da cause accidentali, che possono in date regioni far comparire specie del tutto straniere e ritardare la venuta di altre comuni in tutti gli anni. Ad outa di ciò può dirsi favorevole all’ ornitologo che studia la nostra avi- fauna, anno 1879, non tanto per il passaggio primaverile, quanto per l’ autunnale, durante il quale in grazia degli enormi freddi delle regioni settentrionali d’ Europa giunsero da queste parti non solo le specie solite a venirvi in ogni anno, e queste anzi in quest'anno in numero maggiore della media annua, ma anche specie proprie dell’ estremo Nord, come p. e. il Plectrophanes mwvalis, Mey. Dal mio giornale estrarrò le notizie-raccolte intorno le diverse specie, interessanti i due passaggi 1879 e le distribuirò nel solito ordine sistematico del Brehm da me adottato. Pyrrhula vulgaris, Temm. Epoca d’ arrivo 2.da metà di No- vembre. Epoca di partenza. Non notata. Annotazioni: Il passaggio fu abbondante. Fringilla coelebs, L. Fring. montifringilla. L. Epoca d’ arrivo 80 Settembre. Epoca di partenza. Nel Marzo. Annotazioni: Non vi fu grande passaggio e questo alquanto antecipato. La partenza si riferisce al passaggio 1878. — 295 — Chrysomytris spinus, Boie. Epoca d’arrivo: 28 Settembre. Epoca di partenza. Non notata. Annotazioni: Straordinario passaggio che aumentò siffatta- mente che ancor in Novembre sul nostro mercato non si vedevano che filze di Lucarini morti e gabbie piene di vivi. Carduelis elegans, Steph. Epoca d’arrivo: Ottobre. Epoca di partenza. Non precisata. Annotazioni: Passaggio discreto. Chloris vidiris, Briss. Epoca d’ arrivo: 19 Marzo. Epoca di partenza. Non notata. Annotazioni: Passaggio moderato. Coccothraustes vulgaris, Vieilll Epoca d’arrivo: 7 Ottobre. Epoca di partenza: Non precisata. Annotazioni: Passaggio superiore a quello di molti degli anni decorsi. Emberiza miliaria. L. Epoca d'arrivo: 11 Decembre. Epoca di partenza: Non precisata. Annotazioni: Il passaggio di questa specie fu abbondantis- simo specialmente nella seconda metà di Decembre. Si noti però ch'io uccideva presso Cortedisola una femmina li 23 Luglio, la di cui spoglia trovasi nella mia collezione. Emberiza hortulana. L. Epoca d’ arrivo: 15 Luglio. Epoca di partenza: Alquanti giorni più tardi. Annotazioni: Li 15 Luglio comparve presso Cortedisola un branchetto d’individui di questa specie, che pochi giorni più tardi sparve. Mi riusciva però ad ucciderne uno, ch'io conservo nella mia raccolta. Emberiza Cirlus, L. Epoca d’ arrivo: 2 Ottobre. Epoca di partenza: Non precisata. Annotazioni: Questa specie fu discretamente frequente. Passerina melanocephala, Vieill. Epoca d’ arrivo: 2.da metà di Aprile: Epoca di partenza: In Agosto. Annotazioni: Quantità media. Emberiza schoemiclus, L. Epoca d'arrivo: 20 Ottobre. Epoca di partenza: Non definita. Annotazioni: Passaggio grande. Sturnus vulgaris, L. Epoca d'arrivo: 1 Decembre (circa). Epoca di partenza: Non definita. Annotazioni: Arrivarono in grande quantità. Corvus corone, L. Corvus cornix, L. Corvus frugilegus, L. — 296 — Epoca d’arrivo: Sono uccelli stazionarii, aumentano però di numero per arrivarne da altre regioni, come nel 1879 avvenne circa li 10 Ottobre. Epoca di partenza : Non peranco definita. Annotazioni. In grande quantità. Accipiter nisus, Pallas. Epoca d’arrivo : Prima metà d’Ottobre. Epoca di partenza: La Primavera. Annotazioni: Come di solito avviene in autunni che offrono lo spettacolo d’ un grande passaggio di uccelli, così anche nell’ ul- timo decorso arrivarono gli sparvieri in grande copia, però quasi tutti individui giovani. Ne vennero còlti parecchi colle panie, coi panioni e collo schioppo. Circus cineraceus, Naum. Epoca d’ arrivo : 29 Decembre. Epoca di partenza: Non definita. Annotazioni. Ne vennero osservati 2 individui. Archibuteo lagopus. Brehm. Vedi “Aggiunte, Otus vulgaris, Flem. Noctua minor, Briss. Syrnium aluco. Savig. Strix flummea, L. Epoca d’ arrivo: 7 Settembre. Epoca di partenza: Non definita, rimanendo ogni anno qualche individuo a nidificare. i Annotazioni: Ritengo che trascorreranno parecchi anni prima che avvenga di abbattersi in sì grande numero d’individui di questa specie, ma specialmente del Syrnium aluco, Sav. come nell’ autunno 1879. 1 nostri oliveti ne albergavano in quantità stragrande e quasi ogni contadino ne uccise. Molti si calarono pei fumajoli nelle cucine delle case, persino nella città di Pirano, recando lo spavento nelle menti superstiziose. Io ricevetti un Syrnium aluco li 7 Set- tembre e da quell’ epoca me ne vennero recati molti da varie loca- lità, sicchè la mia raccolta ne possiede 3 di differente mole e tinta. Così pure dicasi dell’ Otus vulgaris, mentre scarseggiò la Noctua minor, e lo Strix flammea. Otus brachyotus, Boie. Vedi “Aggiunte, Hyrundo rustica, L. Epoca d'arrivo: Primi d’Aprile. Epoca di partenza: 7 Agosto, 25 Settembre. fo, Annotazioni: Il passaggio od anzi l’arrivo di questa specie fu abbondante, ma non mi fu dato di scorgerne alcun nido entro la città, mentre se ne rinvenivano nei suburbi, p. e. nel civico macello. Chelidon urbica, Boie. Epoca -d’arrivo: 19: Marzo. Epoca di partenza: 12 Settembre. Annotazioni: Numero mediocre. — 297 — Cypselus apus, Illig. Epoca d'arrivo: 20 Aprile, Epoca di partenza : Circa li 2 Agosto. Annotazioni: Numero normale. Lanius excubitor, L. Epoca d’ arrivo: 29 Decembre. Epoca di partenza: Non definita. Annotazioni: Li 29 Decembre 1879 ne venne ucciso uno di sesso femminile e giovane in Salvore. Fu l’unico individuo notato in quel passaggio ed ora trovasi nella collezione Caccia in Trieste. Lanius rufus, Briss. Vedi “Aggiunte,. Lanius collurio, L. Epoca d’ arrivo: Segnati i primi li 10 Maggio, Epoca di partenza: Li 10 Agosto segnai gli ultimi. Annotazioni: Quantità abbondante. Erythacus rubecula, Macg. Epoca d’ arrivo: 4 Ottobre. Epoca di partenza: Non definita. Ruticillla phoenicura, Bp. Epoca d’arrivo: 19 Settembre. Epoca di partenza: Non definita. Saxicola oenanthe, Bechst. Sawicola stapazina, Femm. Sazricola aurita, Temm Vedi €Correzioni,. Turdus musicus, L. Turdus viscivorus, L. Turdus pilaris, L. Epoca d’arrivo: Prima metà d’ Ottobre. Epoca di partenza: Prima metà di Marzo. Annotazioni: Gli ultimi furono veduti nella prima metà di Marzo e ritornarono in numero mediocre nella prima metà di Ot-. tobre, primi però i Turdus musicus, L. Curruca atricapilla, Briss. Epoca d’ arrivo : 7 Ottobre. Epoca di partenza: Non definita. Annotazioni: Passo mediocre. Curruca cinerea, Briss. Epoca d’ arrivo: 9 Agosto. Epoca di partenza: Non definita. Curruca orphea, Boie. Epoca d’arrivo. Probabilmente nella 2.da metà d’Aprile. Epoca di partenza: In Agosto. Annotazioni: Nel Giugno scopersi un nido di tali uccelli presso Cedola. Ne uccisi un individuo li 18 di quel mese ed uno li 11 Luglio. Non è molto frequente. Anthus pratensis, Bechst. Epoca d° arrivo : Circa li 20 Ottobre. Epoca di partenza: Non definita. Annotazioni: Quantità mediocre. Motacilla alba, L. Motacilla boarula. L.. Epoca d’ arrivo: Nella 2.da metà d’ Ottobre. Epoca di partenza: Non definita. Accentor modularis, Bechst. Vedi Correzioni, — 298 — Regulus cristatus, Koch. egulus ignicapillus, Naum. Vedi “Correzioni ,. Parus caeruleus L. Epoca d’ arrivo: 2 Agosto. Parus major, L. Epoca d’arrivo: Circa il 15 Settembre Epoca di partenza: Per tutte due le specie non definita. | Annotazioni: I Parus caeruleus si distinsero per uno straor- dinario passaggio. Se rinvango il mio giornale, trovo che nei giorni 27, 28 Settembre, 3, 4, 7 Ottobre ne passarono in enorme quantità, in modo da potersi calcolare che in uno di tali giorni ne sieno stati còlti oltre un migliajo nei posti d’ uccellagione di questo ter- ritorio. I Parus major comparvero molto più tardi e non trovo che nel giorno 21 Settembre nota dei primi che vennero còlti. Con questi Parus si fecero vedere anche dei Parus ater (Vedi aggiunte), ma sempre in iscarso numero, mentre che l’Orites cuudatus Gray, non comparve che nel Novembre avanzato in copia discreta. Altre specie di questa famiglia non vennero osservate. L’ osservazione mì istruiva che ne comparivano in maggior numero nelle giornate susseguenti ad un forte borea, specialmente se in quelle giornate spirava un leggiero scilocchetto, come p. e. nel 3 e 19 Ottobre. Io mi spiego tale fenomeno ritenendo che, siccome i Parus per la maggior parte calano a noi dal settentrione, trovino nel Borea un vento sfavorevole al loro volo, perchè appunto soffia nella direzione di questo. Questo vento li trattiene dall’ avanzarsi ; se però il vento tace ed anzi ne sopraggiunga uno di direzione opposta, trovano. in questo condizione favorevole al loro cammino e s’ avanzano in buon numero. Può peraltro avvenire che scoppiando un borea impetuoso ed improvviso, venga impedito l’inoltrarsi più al Sud d’un branco _ d’ uccelli che vola sopra le nostre campagne, ed allora questi si fermano e calano sugli alberi in attesa di migliori condizioni per proseguire il viaggio, come p. e. mi fu dato d’ osservare li 29 Set- tembre, 4 e 7 Ottobre. } Merops apiaster, L. Epoca d’arrivo: 3 e 13 Maggio. Epoca di partenza: Non definita. Palumbus torquatus, Bp. Epoca d’ arrivo: Circa li 15 Novembre. Epoca di partenza: Pochi giorni più *tardi. Annotazioni: Passaggio scarsissimo. Columba oenas. Vedi correzioni. Oharadrius pluvialis, L. Epoca d' arrivo: 28 Novembre. Epoca di partenza : Non definita. Annotazioni: Passaggio scarsissimo. 299° — Scolopax rusticola, L. Epoca d’ arrivo: 15 Ottobre. Epoca di partenza: 2.da metà di Novembre. Annotazioni: Passaggio scarso. Numenius arquatus, Lath. Epoca d’arrivo : 16 Decembre. Epoca di partenza: Non definita. Annotazioni: Passaggio scarsissimo. Egretta garzetta, Bp. Epoca d’arrivo: 22 Maggio. Epoca di partenza: Alcuni giorni più tardi. Annotazioni: Ne vennero vedute 3 in Val Cadin di Salvore, di cui una trovasi nella mia collezione. Botaurus stellaris, Steph. Epoca d’ arrivo: 15 Novembre. Epoca di partenza: 30 Novembre. Annotazioni: Ne ricevetti 4 esemplari, numero relativamente grande. Rallus aquaticus L. Epoca d’ arrivo: 10 Novembre. Epoca di partenza: Non definita. Annotazioni: Passaggio discreto. Crex pratensis. Bechst. Epoca d'arrivo: 5 Novembre. Epoca di partenza: Non definita. Annotazioni: Passaggio limitato a pochi individui. Anas baschas, L. Epoca d'arrivo: Circa li 15 Novembre. Epoca di partenza: Nel Marzo. Annotazioni: Passaggio enorme. Querquedula crecca, Steph. Epoca d’arrivo: 4 Decembre. Epoca di partenza: Nel Marzo. Annotazioni: Passaggio mediocre. Mareca Penelope Selby. Vedi “Aggiunte,. Feligula ferina, Steph. Vedi “Aggiunte, Podiceps auritus, Lath. Epoca d’ arrivo: 12 ottobre. Epoca di — partenza: Non definita. Annotazioni: Passaggio mediocre. Colyumbus in generale. Epoca d'arrivo: 12 Novembre. Epoca di partenza. Febbraio. Annotazioni: Passaggio mediocre. Pirano li 18 Febbraio 1880. il Gli elementi scoperti nell'ultimo decennio. del Prof. Aug. Vierthaler. Se al caso si possono attribuire moltissime scoperte di com- binazioni chimiche, devesi al contrario solo ai precetti della più pura dottrina scientifica la scoperta degli elementi. Mentre dal- l'epoca di Davy in poi si vide in metodica applicazione l’azione elettrolitica per isolare dalle singole combinazioni i più prossimi componenti, per giungere infine alla separazione del corpo elemen- tare, è la chimica moderna che si prevale dell’ osservazione fisica nel differente comportamento ottico dei singoli corpi. — Sino dal 1860 in cui il Bunsen riuscì ad iscuoprire i corpi metallici il Cesto ed il Rubedio, si fondarono le ricerche finali sulla natura dei corpi elementari nel comportamento dei loro vapori nella fiamma osser- vata mediante lo spettroscopio. Nel 1861 venne scoperto il allo dal chimico Crookes, nel 1863 dai sig. Reich e Kichter l’ elemento Indio. — Le recentissime scoperte elementari fatte coll’ ajuto dello spettroscopio riescono vieppiù interessanti, perchè in alcuni casi illustrano intensamente il nesso intimo esistente fra le proprietà fisicali e fra le qualità chimiche degli elementi analoghi. Già da lungo tempo fu osservata una regolare differenza nel peso atomico di alcuni elementi di carattere eminentemente ana- logo p. e. Differ. Differ. Differ. O= 16 Li= 7 N= 14 16 16 17 S= 32 Na = 28 P= 831 | 3 X 16 16 17 +44 Se — pe e RE blasone | 17+88 Te = 128 Sh — 119(122) | Un rapporto esistente fra il peso atomico e le proprietà chi- miche di certi elementi si rese noto principalmente nelle cosiddette Triadi, nelle quali fra tre elementi di carattere analogo l’ uno ri- sulta nel suo peso atomico approssimativamente come media arit- metica degli altri due, CI. 9969 Br...80 TRAGDPAaI PIA S=32 Se= 79 Te= 129 pi=' 31 As = 75 Sh =122 = Na = 23 K = 39.2 Ca'="40 SRI Ba= 137 K = 39.2 Rb = 85.5 Cs= 133 Mg = 24 In = 65 Cd = 112 Miki —=.90 Di = 138 Er = 178 Fe = 56 Co = 58.6 Ni = 58.6 Ru=103.5 Rh=104 Pd=106 — 301 — p. e. | 3197 812 (8g 32 + 129 ZIA 31 + 122 spare 716.5 (As) SQ 4 9 = 23.1 (Na) 40 + 133 È 5) = 88.5 (Sr) 39.24 133 9 = 86.1 (Rb) 24 4 112 = — 68 (In) IDR ; — 134 (Di) 56 + 58.6 ” 9 = 57.3 (Co) 103:39*=t= 106 —— = 104 (Rh) — 302 — Furono principalmente Mendelejeff e Meyer che seguirono lo studio sul rapporto che esiste fra le proprietà fisico chimiche e fra i relativi pesi atomici. È Da questi studii scaturirono le basi di una legge periodica fra il peso atomico e fra il carattere chimico di ogni elemento. È facile di ordinare gli elementi leggeri, il cui peso atomico varia fra i limiti 7 e 36 in due serie aritmetiche: Li=7 Be=9.4B=11 C=A42N=140=16 FI=19 Na = 23 Mg= 24 AI =27.3 Si-=28 P=31' S= 32 C1= 359.9 A prima vista colpisce 1’ analogia dei caratteri chimici fra gli elementi di sopra e di sotto, la medesima valenza, nonchè la somiglianza delle combinazioni che ne derivano con altri elementi. Tutte le proprietà degli elementi stanno in rapporto periodico coi loro pesi atomici. Nello stabilire 1’ ordine degli elementi formanti una serie pre- valse principalmente il momento della possibile loro ossidazione, ben- chè non sempre riuscì possibile il carattere esatto delle funzioni in ogni serie. Considerandosi l’ idrogeno come elemento fondamen- tale, si ottengono facilmente le serie seguenti: 505 66L = ny ‘861 = 34 L61= 3 ‘€61 = SO 80OT = SV ‘901 = PA Il FOT = UN ‘FOT = n il go.= no ‘66 = IN TITA 0ddnag 461 = I 08 = 1q G.6G6 = DD co = UN SI = 9L 8L = 98 66 = S ove = NQ #8L = MN 96 = ©N e = 19 ‘0 U Hd IA 0ddnag 808 = 1g 381 I = 4S$ 76 er-= 87 19 o = = TEEN Log o=N0A Mi 08I = TL = OFI = 99% SIT — US = ON 06 = 17 ZIA 8p = 1L 8g= 18 (OR! . x HU 19 AI 0ddnas #08 = IL 8LI = IH 8 8Et = IA è GIT = U[ 88 Sid €18 = IV 0 "nr ‘III 0ddns9 pofpopuogr, Ip oAISSO1S01d ol108s 008 = 8H BIL PI cq = uz #3 = SN OA ‘II 0ddnI9 LET = tg 18 = IS 0v = 60 = I (661 = ny) TI || _ OT = 6 EST = S0| 8 (801 = 8v) L e = qual 9 (gg = np) d 6 =A|% 88 = EN g ‘I oddnag — 304 — Serie progressive di Meyer. a ‘1605. CAT NSA] tagica 5:96 Jota K = 39:04 IR SIN 8 i ea pugni ISO . . |P = 30-96 | Cae= 399 20 a ndo SA=#81:93 ses = HM: ? Ha 25°0 4A? Ti 48 ta Cu = 633 ETERTA == ua 24? . 0. |w= sr2 e_* Zni=64:9| eNI_- 93? A = «i es |Cri= 224 PIPER STA pi CO; gs 22:3 2 i Rb — 852 S 71? 26 LERNIA = . 0. |As = 749 "99 FE ENE TTI = MM st) — DINO Se = 78 __ DY = 896 19 24.4 17 Agire) Se laposta Fa L e ; Nb = 9 . si cl Cd= 11166 È 9278 na == lee Ini=1954 — 58 Mo = 95*8 2512 MILA Cei 19210 ... |.n= 117:8|— A Sub i Sb = 122 e» ? Ba ='196:8| s1 e 32 di pe 2 E GSS ASTI Te — 128? 45 La = 139 "SON ia di e dio | 34 19 165? ? . sh? MESS DEE AO) 169 ? PEr=170:6/eea Di —_ 147 31? ma (81? 113? Ret? 34° Au = 1962 O I RIRORE Ta = 182 33:0 Hg.=:199:8/ =— L sa . =_= TI — 2036 Rio VV#RIS4 ro _[pb= 2064] 275 |Bi = 210|/— 2Th=233:9 16:38 CI=85:37 TTI Re = 55:09 Co = 586 Mn = 54'8 li Bro Nola Ni = 5866 Mao) Ru—= 103'5 Rb=1041| ie Pd = 1062 T9gp Ti= 126:h3/—_e—__ ee ? Os = 198'6 Ir = 1967 Pt = 1967 Vader — 305 — Gli elementi sono ordinati nella tabella prefata in guisa dj una spirale pensata attorno un cilindro. —- I numeri che si attro- vano di sotto ai relativi pesi atomici degli eleménti, indicano la differenza del peso atomico fra i singoli elementi che si attrovano in una stessa colonna. — In linea verticale sono radunati gli ele- menti di carattere chimico analogo, benchè si possano distinguere due gruppi di analogia per ognuna delle colonne: 1. colonna Li, Na, K, Rb, Cs Cu, Ag, Au A sn Cage SC Be, Mg, Zn, Cd, Hg 3. PiSMRRR 5 ANS: Ga, Ing Cespre PI 4. 5 0 SEINEI,. 1 SI Ha, Pb, Dl >, NE ESTASI ViNb,cTa,. Bi 6. a, 0, 5; So, Te Cr, Mo, Di, W,U a sa: Bi» CI Br; I Mn L’ analogia chimica risulta principalmente dalla natura degli ossidi nei singoli gruppi: rogna 03:10 | Cus 0. Rb, Ol Ag 0]. Ca, 0 : Au, 0 Bei. Meron=Car0g Zar r8277O pr: "0450: Bar; — Hg, 0, Bi0; ALTO; _ Gay 0,3 Y_40; bh In 0.4 Cero Er.. 0,4. | \TL-0, GROSSO, LTL (0, l At 0;Saa0, Laz 0; _ Pb;-0, NONE E;,0; 7. V, 0; | As;.0,;} Nb, 0; | Sb, 0; _ Ta, Og Bi 0; Oslo Sire] -Cry-/0g-4-Se;-0{:-Moy.0;|-Tey-0g.|-Di,.-0;*|-W,-0; _ F? CIEO,. | Mn,/Q; | Br: 0; -—- L,}O _ —_ — Fex,{0g Ru, 0, Os, 0, Co, 0, Rh, 0, Ir, 0, Ni, 0, Pd 0, Pt, 0, * Ozono, di cui il peso molecolare sembra di essere O,. — 306 — Gruppo I. R, 2Li = 7°01 3 [Na = 22:99 4|K = 39:04 8592 133 Serie progressive di Mendelejeff e Meyer secondo Roseoe e Schorlemmer. O R Ber=si/9:2 Mg= 23:94 Cuc= 63°1| Zn = 64°9 Ag=107-66|CA = 111°6 Hg = 199*8 Gruppo II. O Ca = 2899 St-= 872 Ba—=136*S Beni Pe (05) Ga = 69*8 n 1134 TI = 203*6 Gruppo III. Rs 0; Y= 89'6 La= 139/Ce = 141°2 Di=147 La—=169 @ruppo IV.| Gruppo V.{Gruppo VI.| Gruppo VII. Gruppo VIII. RH, R H, R H, RH RO; R_ 0; RO, R, 0, RO, C = 11:97jN=14-01 O=15:96 — |Fl=191 — Se = re Si = 28 [P-30:96 S=81°98f — |ci—=35:87 — E Do x Ti = 48 — [|V=5129 — (|Cr=52 — [Mn= 548Î/Fe = 55°9[Nîi = 58:6(Co = 58:6 — As=74:9 — _iSe_=_79]-:— Biieaa94o — — — = Z: = 90 Nb = 94 — (|Mo=95.6] — |Ru=103:5|]Rb=1041Pd=1062| — Sn=417:8|{Sb=122] — |Te=128?| — [LT = 126:53 —_ — = = — i Ta=182]| — Wo=18 —_ Os—=198*6?/Ir = 192-*7|Au = 196-2/Pt = 196-7 [Pb = 206‘4|Bi = 210] — —_ — _ _ _ _- AE Th = 2315 —_ _ — U = 240 a — _ —_ - -—- 307 — Nelle serie progressive degli elementi secondo il loro peso atomico rinviensi una differenza di sorprendente somiglianza fra gli elementi di una serie e quelli dell’ altra : Differ. ; Differ. Differ. IN — 0028 Î Beez CEN 16 14.8 16 K = 39 Mg = 24 Si = 28 | 46.2 | 41 Rb = 85 21 Zn = 65 4739 47 Ost= 13207 Cd = 112 Differ. Differ, Differ NEMI O.= 16 Wie 019 | 17 16 | 16.0 PAM SE— 32 CI = ‘35.5 44 | 47 | 42,5 As= 75 Se = 79 Br=" 80 47 | 49 | 47 Sb = 122 Te — 128 pi cesra7 old Nelle serie progressive furono collocati gli elementi anzitutto secondo i rapporti esistenti fra il peso atomico e fra le proprietà chimiche; seguì come naturale conseguenza di trovarvi un nesso anche fra il peso atomico e fra le proprietà fisicali. — Opportuna- mente si diresse l’attenzione sopra i pesi specifici dei singoli ele- menti, ed al rapporto fra peso atomico e peso specifico (il quoziente) venne dato il nome di volume atomico. Il volume atomico diminuisce coll’ accrescersi il peso atomico ed inversamente. La tabella seguente dà un saggio delle serie progressive che risultano allorquando viene preso in considerazione il volume atomico* I numeri scritti entro la parentesi sono i relativi pesi speci- fici, gli altri i valori del volume atomico. . Li=11'9 Be = 44 Bas Cae=W9:6 N? (0‘59) 21 3 Na=23:7 Mg=13'8 Al=10'7 Si=1152 Pi= 13:5 (0*97 (174) (2'58) (2649) (2‘3) K =43:4 a=25°4 L? Ti? = (0*86) (1:57) (5°3 Cui= Zn=9:1 -? pila As=13:2 (7:2) (7:15) (567) Nella tabella suesposta si osservano tre lacune, ed estendendo la serie periodica sopra tuttti gli elementi conosciuti si potranno rilevare le lacune in numero ancora maggiore. — 308 — Le lacune corrispondono ad elementi da scoprirsi, di cui però il carattere chimico e fisicale può venire predetto. Mendelejeff propose di chiamare questi nuovi elementi col nome del primo termine delle serie, anteponendogli le preposizioni eka (1), dwi (2), tri (3), tschatur (4), tolte dai numerali sanscriti. Gli elementi mancanti nelle serie suesposte sarebbero quindi leka — boro l’eka — alluminio e l’eka — silicio. Circa leka — alluminio determinò il Mendelejeff il seguente carattere : posizione chimica fra zinco ed casio; fra alluminio ed indio, peso atomico c*. 68, peso specifico c*. 6, volume atomico c*. 11.5. L’indovinazione teorica del Mendelejeff si è splendidamente verificata colla recente scoperta del Gallio, il quale appunto corri- sponde perfettamente al termine eka — alluminio nella serie pe- riodica degli elementi. L’Eka alluminio teoricamente prestabilito da Mendelejeff venne infatti scoperto da Lecog de Boisbaudran (1865) in una blenda di Pierrefitte (Argelées). Il nuovo elemento in onore della Francia ottenne il nome ,, Gallio. € Anche Lecoq de Boisbaudran al pari di Mendelejeff fu da anni assiduo nello stabilire rapporti esatti fra le proprietà fisicali e chi- miche dei singoli elementi. -—- Principalmente giovandosi dello spettroscopio, di quello strumento che in un non lontano periodo scorso .ebbe fatto conoscere gli elementi: Cesio, Rubidio, Tallio, e l’Indio, Lecog modificando l’esame spettrale di Bunsen, cioè osser- vando lo spettro di scintille d’ induzione, studiò di misurare la lunghezza ondulatoria della luce emessa dai corpi elementari in elevata temperatura. La Blenda di Pierrefitte gli diede il materiale opportuno per potervi constatare un nuovo elemento, di cui le proprietà corri- spondono a quelle dell’ Eka-Alluminio di Mendelejeff. Per isolare il nuovo metallo dalla Blenda, si fa bollire la polvere di questa con acqua regia. La soluzione viene posta in contatto collo zinco per precipitare i varii metalli che di consueto accompagnano lo zinco. —- 309 — Ancora durante lo sviluppo dell’ idrogeno, ma al momento che desso sensibilmente si rallenta si procede alla filtrazione. Il filtrato si tratta di nuovo ed ora a caldo con un eccesso di zinco per circa 20 ore. — Il precipitato gelatinoso che ora si forma viene raccolto, lavato e ridisciolto nell’ acido cloridrico. Mediante un trattamento coll’idrogeno solforato si precipi- tano i solfuri metallici, e dopo un’ altra filtrazione si ripete l’azione del solfuro idrico avendosi prima modificato il filtrato con un’ aggiunta di acido acetico e di acetato di ammonio. È noto che in un liquido così predisposto si precipita lo zinco. — Lecoq osservò che nelle prime frazioni si precipita solo il Gallio. Da 430 Kilogr. di Blenda francese si ottennero grammi 0-65 di Gallio! 4500 kilogr. di Blenda di Bensberg diedero 62 gr. di Gallio crudo, estratti da una fabbrica in Javelle. Come il cadmio in quantità più esuberante, accompagna il Gallio, lo zinco in quantità tenuissima nelle varie Blende. Finora si conosce come la più ricca di Gallio la Blenda di Bensberg (16 milligrammi in un kilogr). — Tracce soltanto di Gallio si rinven- nero nelle Blende della Slesia. Il Gallio è di colore grigio-bianco e conserva la lucentezza metallica tanto all’ aria come pure nell’ acqua, sia anche che questa si mantenga bollente. — Quest’ interessantissimo metallo si liquefa già alla temperatura della mano, cioè a 30°1 — Liquefatto si mantiene fuso anche a temperatura molto inferiore, pressochè fino a 0°, è conserva lo stato liquido persino durante varie settimane. . Il Gallio fuso aderisce intensamente sul vetro, col quale dà uno specchio bellissimo. Il metallo solido è notevolmente duro, più del ferro, ma non è malleabile — Tuttochè esso sia duro, si lascia tagliare ed ottiensi facilmente una striscia grigiastra allorquando leggermente lo si strofina sopra la porcellana biscottata. La produzione di lamine di Gallio riesce solamente mediante pressione di lastre di vetro, fra cui il metallo liquido. Il peso spec. del Gallio solido è = a 5956 a 24°, Il peso spec. del Gallio fuso è = 6.269 a 24°. Il peso atomico risultò = 69-86. Per I’ Eka-Alluminio teorico furono stabiliti da Mendelejeff : peso specifico = 6:0 peso atomico = 68-0 — 310 — Il calorico specifico del Gallio venne stabilito da Berthelot = 0-0802 per il metallo liquido = 0:079 per il metallo solido. Nello spettro offre il Gallio due linee violette, 1’ una Ga 4, colla: lunghezza ondulatoria = 417 l'altra Gaf = 403-1. Interessantissime sono pure le proprietà chimiche del Gallio. — Difficilmente si ossida persino a 260° nel puro ossigeno. — Conserva la propria lucentezza metallica sotto acqua ed anche in atmosfere cariche di vapori acidi. Si scioglie facilmente nell’ acido cloridrico, ma difficilmente nell’ acido nitrico. Il Cloro, il Bromo ed il Jodio invece si combinano col Gallio con grande energia. — Come lo zinco è solubile anche il Gallio nella potassa caustica con isviluppo di idrogeno. Non viene ridotto dallo zinco in soluzione acida, mentre si separa appena che la soluzione si è fatta leggermente basica. Nell’elettrolisi dei sali di Gallio, si deposita il metallo in forma di globulini d’un colore bianco-grigiastro al polo negativo di platino. — Nell’elettrolisi da soluzione alcalina si ottengono di spesso cristalli aghiformi in posizione verticale sopra l’ elettrodo, (alle volte sino la lunghezza di 3 centim). Questo Gallio cristallizzato decrepita con sviluppo di gas allorquando viene gettato in acqua calda. (Azione forse d’una lega del metallo alcalino col potassio). I sali del Gallio finora conosciuti sono incolori, alcuni come il cloruro estremamente deliquescenti. Il solfato di Gallio forma col solfato di ammonio un allume ottaedrico, quale fatto vieppiù constata la identicità del metallo coll’Eka-Alluminio di Mendelejeff. Nell’ ultima esposizione di Parigi furono già esposti dei saggi di Gallio prodotto dalla già ricordata fabbrica in Javelle. — lo si vide in istato cristallizzato, in istato fuso ed in forma laminata. — In quest’ultimo stato è di colore argentino-bismutico, con disegno dendritico sulla superficie e di intensa lucentezza metallica. — Fra due lastre di gallio si riflette la luce con bellissimo colore verde- azzurrognolo. Lecoq stesso ebbe esposta una collezione contenente le blende da. lui analizzate sul contenuto di Gallio ed una serie di preparati : cloruro, ioduro, bromuro, solfato, ossido di Gallio, allume ammo- niacale di Gallio, ecc. — 311 — Accennerò che in seguito alle sue proprietà fisicali, il Gallio è stato proposto come materia termometrica, valevole fino allo temperatura del calore rosso. Se la legge periodica di Mendelejeff splendidamente compro - vata dalla scoperta del Gallio ci lascia sperare che varii altri ele- menti si scopriranno, per riempire le lacune ancora esistenti nelle serie periodiche, non dobbiamo però dimenticare che un migliora- mento di metodo e di apparati possa anche rendere possibile la decomposizione di corpi che tuttora dobbiamo ritenere elementari. Serviamoci dall’ esempio offertoci da elementi supposti nuovi, che invece si dimostrarono o identici ad altri elementi già esistenti o come combinazioni. Il Norio scoperto da Svanberg (1845), nei zirconii della Norvegia risultò come ossido di Zirconio (Hermann). Il Pelopio scoperto da H. Rose (1845) nella Columbite di Bodenmais venne più tardi dallo stesso Rose qualificato come Niobio. Il Dianio scoperto da Kobell (1860) in varii Columbiti, nella Tantalite di Tammala, fu riconosciuto da Mariguac come acido Niobico. | Il Wasio scoperto da Bahr (1861) nella Wasite e nella Gado- linite si svelò come ossido di Cerio (Delafontaine). Il Donario scoperto da Bergemann nell’ Orangite si diede in ultimo come allumina. Il Terbio scoperto da Mosander (1843) nell’ Ittrite, venne espe- rimentato da Bunsen come una mescolanza di Ittrio e di Erbio. Al numero di elementi passeggieri sembrano pure di appar- tenere l’Ilmenio ed il Nettunio scoperto dal R. Hermann (1845) in alcuni minerali della Siberia, la Samarskite, la Yttrotantalite ed altri. Il Rose ed il Marignac non ci vedono che un Niobio impurificato da altri metalli. Al numero degli elementi incerti appartengono pure: il Davio, il Mosandrio, il Alippio. il Decipptio, e l’Itterbio. Il Davio (nominato in onore all’ illustre chimico Humphry Davy) venne scoperto da S. Kern, nei metalli platinici in cui si ritrova nella quantità centesimale di 0:035 — 0-045. — 312 — La sabbia platinica che servì come materia prima conteneva %/,: 80-03 platino 9-15 iridio 0:61 rodio 1:35 osmio 1:20 palladio 6:45 ferro 0-28 rutenio 1:02 rame. La separazione dei singoli metalli venne seguita secondo il noto metodo di Bunsen (Ann. d. Chem. 146.265). L’acqua madre rimasta dopo la separazione del rodio e del- l’iridio venne trattata con un eccesso di cloruro di ammonio e di nitrato d’ ammonio. Vi si ottenne un precipitato, il quale dopo 1’ arroventazione rilasciò un residuo grigio simile alla spugna di platino, fusibile nella fiamma del gas tonante ad un granello metallico di colore grigio argentino. — Questo nuovo metallo, il Davio, è duro, ma malleabile al calore rosso. Il suo peso specifico risultò = 9-389, il peso atomico = 154. — Quindi risulta per questo nuovo metallo del gruppo platinico un peso specifico molto inferiore a quello degli altri metalli platinici. Platino 21-15 Tridio 22-70 Osmio 21-40 Palladio 11-80 Rodio 12-10 Rutenio 11-40 Il peso atomico del Davio = 154 risulta circa come la media fra i due gruppi platinici : Platino 197-5 Palladio 1066 Iridio 198 Rodio 104.4 Osmio 199-2 Rutenio 104-4. Il Davio si scioglie facilmente nell’ acqua regia, ed il suo cloruro dà cristalli che sono facilmente solubili nell’ acqua, nel- l'alcool e nell’etere, che però non sono deliquescenti all’ aria. Il cloruro entra in combinazione coi cloruri alcalini, diffici]- mente solubili persino nell’ acqua bollente, mentre facilmente si sciolgono nell’ alcool assoluto. — Col solfo-cianuro di potassio viene — 313 — indotto nella soluzione del cloruro di Davio un’ intensa colorazione rossa. Caratteristico per il Davio è la difficile solubilità del cloruro Davico-sodico nell'acqua e nell’alcool, mentre le analoghe combi- nazioni coi cloruri degli altri metalli platinici sono facilissimamente solubili. Nello spettro del Davio risultarono come linee carattaristiche : A. 17:3 D. 50-0 F. 90-0 G. 127-5 a. 226 53-0| 92-0 0] 24-3 Da 54-5} Da 92-5 150-0 B. 28-0 553) 93-3| Da 157.0) Da 31:6|) E. 71:0 93-6 107-1 Sanbln acsd. 75-4 6 160-3 O. 34 84:0) Da 122-0 H. 102:0 36-6] 84-8f H, 166-0 al Da 40:0 Nel 1877 comunicò J. Laurence Smith all'Accademia di Fila- delfia che nella Samarskite non vi sia contenuto il Cerio, ma un elemento nuovo, al quale poi venne dato il nome di Mosandrio in onore di Mosander, il quale a sua volta ebbe scoperto il Cerio, il Lantanio ed il Didimio. — Il minerale conteneva 1°/, di torina, 3° di mosandrina ed una quantità piccolissima della Didimina. Contemporaneamente circa ebbe separato il Delafontaine a Chicago un ossido terroso che egli suppose identico coll’ ossido di terbio, il quale però dietro le posteriori osservazioni sembra di essere identico all’ ossido Mosandrico di Smith. Il Mosandrio appartiene al gruppo del Cerio. Il peso molecolare deila Mosandrina è — 109 dell’ossido di Cerio è = 110 della Lantanina è = 111 della Didimina è 112 (Marignac). L’ ossido di Mosandrio è facilmente solubile nell’ acido nitrico diluito ed anche in una soluzione alcalina saturata di cloro. (Di- stinzione degli altri ossidi del gruppo Cerio). Nelle ulteriori esperienze istituite sul minerale ,la Samarskite rinvenne Marc Delafontaine gli ossidi di Filippio Pp e di Decipio Dp, anch’ essi spettanti al gruppo del Cerio. LL pa Il Filippio denominato in onore di Filippo Plantamour di Ginevra starebbe riguardo le sue proprietà fra l’ittrio ed il terbio. In nome del Decipio si derivò da decipere (ingannare). I sali del Filippio presentano nello spettro una fascia di as- sorbimento nell’ azzurro d’indaco (4 circa 450). Il nitrato di De- cipio presenta pure uno spettro di assorbimento con tre linee nel campo azzurro, di cui la più larga starebbe fra f ed H di Frauen- hofer. Mare Delafontaine credette inoltre di avere isolato dalla Samarskite di Nord-Carolina quello stesso Zerbio, che già nel 1843 fu scoperto da Mosander, e che più tardi secondo le osservazioni di Bunsen e di Bahr si considerò come una mescolanza di ittrio e di erbio. \ Il Terbio di Delafontaine avrebbe, il peso atomico = 98° suo ossido è di colore aranciato. i M. G. Marignac estese ora le sue ricerche sulle terre gado- linitiche per controllare le indicazioni di Delafontaine, e riuscì @ separarne l’ ossido di un nuovo elemento, a cui diede il nome di Itterbio, di cui i sali non offrono alcuno spettro di assorbimento. Il peso atomico dell’ itterbio risulterebbe 115 o 172-5 secondo l’ eventuale costituzione dei suoi ossidi: Yb 0 o Ybs 0,. La itterbina è pochissimo solubile persino in acidi concentrati, sia a freddo, sia a mite calore. \ Di recentissimo (Ber. d. Deutsch. chem. Gesellsch, 1879 p. 594) è stata confermata da L. F. Nilson 1’ esistenza dell’ Itterbio. Con- temporaneamente fù indicato da Nilson l’ esistenza di un altro ele- mento lo Scandio esistente nella Gadolinite e nella Euxenite, (mine- rali della Scandinavia), il quale però non spetterebbe al gruppo degli elementi tetravalenti. Dicembre 1879. La nuova sorgente dell’ Auresina del Prof. Augusto Virthaler. Alcuni decametri distanti dalla casa in eui attualmente sono collocati gli. elevatori per la sorgente già da circa 25 anni raccolta e portata all’ altezza di Nabresina, sorgono in parte sotto mare ed in parte qualche poco sopra il livello marino varie polle di acqua dolce. E deve essere cospicua la quantità dell’acqua sorgente, dac- chè sparisce nel prossimo circuito affatto il sapore salino del mare. Prelevai un campione precisamente dalla polla N.° 5 che usciva a livello ed in contatto promiscuo colle onde stesse del mare. Alla temperatura di 13° dell’ aria si rilevò per Ia sorgente la temperatura di 11° C. La densità a 153° risultò = 1.0002709. Per rilevare il complessivo contenuto salino si fecero evapo- rare 2000 C. C. di acqua filtrata = 2000,543 gr. che diedero un residuo fisso di gr. 0.456 corrispondenti a gr. 0.2279 per 1000 parti di acqua. Dopo una debole arroventazione rimasero gr. 0.448 donde si calcola un contenuto di 0.0039 n Sostanze organiche. Il residuo trattato coll’ acido nitrico, venne di nucvo evapo- rato, indi ripreso coll’ acqua, filtrato e portato al volume di 200 C. C. Rimasero insolubili gr. 0.0046 di Silice. La soluzione venne divisa in 4 parti per le ulteriori ricerche. — Per la determina- zione del Cloro si fecero evaporare separatamente 1000 gm. del- l’acqua; e per la determinazione dell’ anidride carbonica si impie- garono altri 1000 gm. trattati con una soluzione di Barita caustica, 12 — 316 — Da 1000 parti di acqua si ebbero gr. 0.00230 Silice (Si 0,) » 0.00180 ossido ferrico e di Allumina (Al, O. Fey 0,) » 0.1734 carbonato di calcio (Ca CO,) s 0.0506 pirofosfato di magnesio (M, Py 0.) » 0.0202 solfato di bario (Ba SO,) » 0.0202 cloruro di potassio e di sodio (K Cl + Na CI) s 0.0170 cloruro potassico platinico (Pt K, Cl) s 0.0451 cloruro d’ argento (Ag CI) » 0.01886 anidride carbonica. Da ciò si calcolano: per mille di acqua: Cloro SRO VCR | CRE 00 e Anidridersilieica SOT ee 0.0023 Ossido di ferro e di allumina . . _% 0.0018 Calesgina Ca One, ee 0.0971 Magmnesia .ivi Mg: Os. biliare 0.0091 Anidride solforica #03: | sal du» 0.0078 Poragsiotsnj si Siiiite aulgniet i Read 00205 Sodidi tic: SULA alati li atrio song 006 Amidride:carbonicaiesa vi 60.51 #23001886 e ne risulta la composizione : Solfato;:digcalcap Svcass. l si Pe LI VIE Carbonate discale cet on ae ia Carbonato: di magnesiai So 0. CL fg OO Cloruro di potassio . È 00091 Cloruro di Sodio . 5 su LO LOL Ossido ferrico e di allumina . sor 00088 Silice SEEN si 00025 Sostanze organiche . , 5. ©0.0039 0.2240 residuo fisso trovato 0.2279 Esaminando l acqua coi reagenti di Nessler e di Bohlig si ebbero risultati negativi sulla presenza di ammoniaca e di sali di ammonio. Dai risultati suesposti risulta ottima l’acqua delle nuove polle della sorgente Auresina. — Di più ponendola in confronto colle analisi fatte sull’ attuale sorgente della conduttura ne risulta un — 317 — carattere analogo; anzi risultò I acqua della nuova polla ancora più scarsa di eloruri e di carbonati. Sorgente SL raccolta - - - Nuova Analisi 77 alisi di oto Biba tafiab sstiaup 1100 160 [Giisenoy rionale | 00 Vierthaler Siliops id. | i: 0.0027 | 0.00149 0.0023 Ossido ferrico i n, traccie 0.00260 0.0018 Carbonato di calce**) . .| 0.1824 | 0.18316 0.1643 Solfato di calee . . . . 0.0116 | 0.01068 0.0124 Carbonato di magnesia . .| 0.0378 | 0.02914 0.0191 Cloruro di potassio Ì 0.00580 0.0051 Cloruro di sodio . . . ,|{ °° | 0.02120| 0.0151 Sostanze organiche de i RI LI 0.00090 0.0039 0.261 | 0.270 0.261 | 0.27008 | 0.260 0.2240 Densità . . .[1.0002720 |1.0002726 |1.0002705 #) Boll. III, pag 175. #*) I carbonati si attrovano nell’ acqua in istato di bicarbonati. H La terra rossa del Carso paragonata con quella delle Indie. del Prof. Augusto Vierthaler. Debbo alla gentilezza dell’ onorevole socio il sig. Raimondo Tominz il possesso di un campione di terra rossa giunta a Trieste da Bombay colle spedizioni di alcune Bromelie. Presentandosi questa terra affatto somigliante nell’ apparenza colle terre rosse accumulate nelle varie doline del Carso, mi sem- brava d'interesse geologico di confrontarne la composizione chimica. Segulii le operazioni chimiche secondo il metodo indicato nel mio studio “Sulla natura chimica dei terreni arabili del circondario di Trieste, (Boll. IV, p. 34). In cento parti di terra si rinvennero: gr. 49.270 silicati insolubili nell’ acido cloridrico » 0.070 ossido silicico solubile (Si 0,) » 17.970 ossido ferrico (Fe, 0,) » traccie » manganico (Mn, 0,) » 13.152 allumina (Al, 0,) » 0.139 calce (Ca 0) » 0.084 magnesia (Mg O) » 0.136 sodio (Na) » 0.077 potassio (K) » 0.826 anidride solforica (SO,) a i (0-095teloro (CI) » traccie acido fosforico » 0.411 anidride carbonica (C0,) » 9.004 sostanze organiche » 8.605 acque gr. 99.839 Da ciò si calcolano per 100 parti di terrà anidra : 52.815 0.077 19.661 14.390 0.151 0.092 0.148 0.084 0.904 traccie 0.103 0.449 9.850 SPA? (e (pR Silicati insolubili Acido silicico Allumina — Calce — Magnesia Sodio Potassio — Anidride solforica — Anidride fosforica Cloro Anidride carbonica Sostanze organiche Ossido ferrico con traccie di manganese Mettendosi in confronto i risultati riferti con quelli avuti dall'analisi delle terre rosse di Basovizza puossi facilmente rilevare un certo grado d’ analogia: Terra rossa di | Basovizza | Basovizza Balocizà Differenza | Bombay | (campo |(terra non nega a | coltivato) | coltivata) Silicati insolubili 52.815 68.331 68.638 68.484 + 15.669 Acido silicico . . 0.077 0.300 0.234 0.267 + 0.190 Ossido ferrico . 19.661 9.152 8.229 8.690 — 10.971 Allumina . . 14.390 10.952 DIIZIAA 8.114 — 6.276 Calce. O 151 0.715 3.089 2.152 + 2.001 Magnesia . . 0.092 0.270 1.375 0.822 || + 0.730 Sodio. . 0.148 0.015 0.016 0.016 — 0.132 Potassio 5 0.084 0.065 0.064 0.064 — 0.030 Anidride solforica 0.904 traccie 0.006 0.003 — 0.901 5 fosforica traccie 3 0.006 0.003 — 0.004 n carbonica 0.449 0.846* 4.450 2.648 + 2.199 orario 0.103 0.053* 0.044 0.048 — 0.055 Sostanze organichell 9.850 8.895 7.625 8.260 * Convien qui riportare un errore di stampa rinvenuto nel Bollettino IV, pag. 46: leggasi: anidride carbonica 0.846 linea 18. 3 cloro DRODAMENTANST9: — 320 — Come lo dimostrano i noduli globosi di piriti alla superficie metamorfizzati in ossido ferrico che di spesso si rinvengono nelle doline del Carso, è lecito di arguire che il ricco contenuto dell’ os- sido ferrico colorante la terra siasi da derivare esclusivamente dal- l’ ossidazione successiva del solfaro di ferro. — Applicandosi la medesima argomentazione sulla terra rossa comune nelle pianure delle Indie, arrivasi alla conclusione che la terra rossa del Carso debba essere di data assai più rimota in confronto a quella delle Indie e ciò appunto per il contenuto scarsissimo di acido solforico nelle terre rosse del Carso, dacchè nel processo dell’ ossidazione si trasmuta il solfuro dapprima in solfato e posteriormente soltanto in idrossido ferrico, mentre l’acido solforico formando dei solfati più o meno solubili può venire eliminato in seguito a dilavazioni acquose seguite in un lungo processo di tempo. Lettera del viaggiatore d’Africa sig. Mirski al Segretario della Società Adriatica. —__—_—€—€6& Africa, Alto Egitto, Sudan, Cartum. Addì 26 Gennaio 1880. Stimatissimo Signor Professore! Tardi, ma spero in tempo, giungo a darle di me contezza ed adempiere il dovere impostomi, di tenermi secolei in corrispondenza cooperando anch'io colle mie debolissime forze al bene della Società benemerita, di cui ella con tanto zelo tiene la carica di segretario. Sebbene dalla pochezza delle mie cognizioni scientifiche e dall’ aver sin ora percorso paesi già tante volte descritti, io non potrò por- tare nulla di nuovo nel campo scientifico, pure del mio possibile ho fatto ed in seguito farò per tenermi degno della stima che mi profuse e ch’io spero d’ aumentare di giorno in giorno. Ella già saprà qualmente io mi sia liberato dalla Società, alla quale ‘era addetto per la parte Chimica vedendo, come questa e per inscienza e per poca pratica avesse mal fondate le sue speranze. Ora aiutato dai R. R. Padri Missionarii, presso i quali sono allog- giato, io posso completare i miei studi ed attendere l'occasione di portarmi all’ Equatore fermandomi il più che possibile ai monti di Nubia tra gli Arabi Bagara a completare la serie di lavori fatti dal Nachtigall e dal Ruppel ancora nel 1849, massime in quello che riguarda i dati etnografici, e la parte mineralogica di quelle latitudini. Dal giorno ch'io misi piede sul suolo Africano non potei godere una salute ferma, requisito tanto necessario ad un viaggia- | DI (SS) LO, | tore. Anzi fra Berber e Cartum mi assalì una tal dissenteria che ebbi a temere per la vita. Passata questa, grazie la mia forte costituzione, perchè io non seguii nessun metodo di cura, m’assalsero le febbri le quali di giorno in giorno mi tengono compagnia per alcune ore. Però con l’ajuto d’un regime rigoroso e di alcune dosi di chinino spero di vincere questo nemico. Lo stato poco fermo di mia salute fu una delle cause che impoverì le mie annotazioni di una quantità d’ utilissime osservazioni e ricerche. Addì 22 Ottobre 1879 partii con una piccola carovana da Savakim per Berber, attraversando il cosiddetto deserto di Berber posto tra i Monti della Nubia, ed abitato in gran parte dalle antiche tribù degli Alladi, e da Arabi Bicharini dediti alla pastura. Savakim, importante porto di mare nel Mar rosso, è formato, come è noto, da un'isola madreporica, congiunta ora a terra da un ponte ad archi, opera veramente meravigliosa vista l’inettitudine di questa popolazione nelle arti meccaniche. Questo ponte divenne necessità pel continuato e progressivo ingrandimento dell’isola rispetto ai rapporti commerciali colla terra ferma. L’aspetto di Savakim per chi viene da Suez senza toccare il Cairo, è interessante, vedendo in esso le prime impronte del- l'elemento Africano. Sebbene i suoì abitanti portino il nome di Arabi, pure con questi ultimi non hanno nulla di comune nè nella lingua nè negli usi e costumi. i Gli uomini presentano un tipo bellissimo ed elegante, e quel che meraviglia, d’ un incesso talmente maestoso che davvero a primo aspetto si crederebbe di trovarsi fra popoli d’ una coltura avanzata. Dico a primo aspetto, perchè dopo poco tempo di soggiorno fra essi subito s' accorge esser loro primitivi affatto, ad onta del continuo e prolungato contatto che hanno con l'Europa. Nei loro costumi sono pudicissimi e sebbene quasi nudi, conservano in questi rapporti dell’idee veramente degne di lode. Il loro abbigliamento consiste in un lungo ed ampio lenzuolo, chiamato ,toch“ in arabo, nel quale, artisticamente avvolgono il loro corpo dai ginocchi alla vita lasciando due capi pendenti oltre le spalle. Allorchè si preparano alla pugna od ad un qualche lavoro, cingono questi due capi alla vita rima» nendo così tutto il busto nudo e libero nei suoi movimenti. Usano tutti sebbene non mussulmani degli amuleti ravvolti in borse di. cuojo artisticamente lavorate, ch e ssi portano al collo od alle braccia Però quest’ uso non ha un principio religioso radicato, perchè molti 20€ _— de — ne vidi privi, e con grande facilità li vendono, qualora l'occasione si presenti. Portano tutti un bastone ricurvo in cima, o d’ebano o di mimosa tenuto lucido con gran cura. Al vedere un Bicharino avvolto nel suo lenzuolo a righe rosse; incedere con gran gravità col suo bastone in mano, prescindendo dal colore, sembra un tribuno romano, tal e quale si vedono dipinti nei quadri storiografi dell'antica capitale del mondo. Qual ora però raccolti in cerchio seduti sopra le calcagna si veggono discutere, l’ illusione svanisce ed allora appajono quel che sono, poveri selvaggi non ancora mi- gliorati dall’influsso benefico della civiltà. Per armi usano tutti i Bicharini un coltello di forma speciale ricurvo ed affilato da ambo i lati che tengono in guaina e la lancia. Qualcuno ha la spada a doppio taglio dei Crociati ch'io vidi usitata in tutto il Sudan. Questa la portano appesa alla spalla. Maneggiano la lancia con grande abilità gettandola con molta destrezza sino a 40 metri di distanza. : In vita tutti sono muniti d’ una cintura di cuojo, alla quale è appeso il coltello che chiamano con nome arabo ,hangiar* la borsa del denaro e quella del tabacco. Quest’ ultimo lo fumano in pipe di pietra, oppure lo masticano lasciandolo però molto tempo sotto la lingua. Le loro pipe sono fatte di una pietra michaschistica untuosa molto al tatto e che facilmente si lascia lavorare da un corpo più duro. A taluopo essi adoperano una qualità di selce che spessissima si trova nel deserto. Pochi Bicharini abitano in Savakim, quelli che dediti al tras- porto delle merci sono lì chiamati dalle loro incombenze. Il resto della popolazione è formato da arabi commercianti originari tutti da Gedda e da grande quantità di razze miste ossia mulatti. L'aspetto, come dissi, di Savakim è curioso, perchè si vede in esso unito l’ elemento arabo a quello africano. I primi abitano in case di diversi piani fatte parte di pietra e parte di terra. Mattoni non si usano ; i secondi in miserabili capanne di stuoje aggruppate senza alcun ordine. Non mi dilungo più sopra questi dettagli, mol- tissimo essendo già stato scritto, massime dell’ esimio sig. Marno nel suo libro , Reise in der Egyptischen-Aequatorial Provinz und in Kordofan“ (edizione 1878). Una sola cosa aggiungo attorno i curiosi costumi dei Bicharini La loro acconciatura di testa, caratteristica quanto mai, è unica si può dire per tutta questa parte d’ Africa sino ai grandi laghi. Questa mantengono con gran cura unta di grasso di montone. — 324 — Per ottenere che il grasso sia atto all’unzione, cioè sia bianco e privo di tendini, muscoli ed ossicini, essi lo sottopongo ad una specie di purificazione macinandolo fra i denti e nel tempo istesso impastandolo colla saliva. Durante questa operazione uno di loro, sbriga l’imbrogliata capigliatura d’ un altro nel momento che quest’ ultimo, gli prepara il grasso bianco ed impastato che viene poi sparso in gran profusione sopra il monte di capelli, che forma la loro acconciatura del capo. Per l’azione dei raggi solari non usando essi nessuna copritura, il grasso si fonde, umetta tutte le parti interne dei capelli, e bagna loro le spalle. Talchè essi ripa- rano l’azione infuocata del sole difendendo con questo strato di untume la testa e le spalle. Può immaginare chiunque 1° odore tutt'altro che aggradevole ch’essi spargono tutt’ intorno. Dediti, come già dissi, i Bicharini alla pastorizia, mantengono con gran cura greggie di vacche capre e cammelli. Questi ultimi sono più grandi di quelli delle parti nordiche dell’Africa, e perciò ‘ più adatti a portar pesi. Però non sono adatti alla corsa come quelli dei beduini. Il peso medio che porta un cammello bicharino, e di 200-240 Ch. I cammelli addestrati alla corsa si chiamano qui ,Ladji.£ La traversata del deserto fu per me penosa, perchè per man- canza di cammelli dovetti fare la strada a piedi. Cosa non tanto adatta ad un Europeo non abituato alle sabbie mobili e sotto un sole di 30-36 C. La via dapprima piana dopo due ore di cammino comincia ad elevarsi gradatamente sino allo spuntar delle prime montagne della grande catena Nubiana. Questi monti si presentano tutti circondanti tante valli cir- colari le une eguali alle altre, talchè si direbbe quasi che I’ azione vulcanica abbia formato regolarmente tante depressioni di terreni inalzando le circostanti cime. Osservai lungo la via numerose quantità d’acacie, apparte- nenti alla famiglia , Acacia gummifera* chiamato in arabo ,Sunt e moltissime asclepie, ritenute dai Bicharini velenose. Alcuni campi coltivati a ,sorghum durah“ chiamato dagli indigeni ,Duvah schiami*. Vi ha il ,Curcumis Coloquintidis£ detto in arabo ,haudal“ adoperato anche a farne una polvere insetticida. La Sinapis juncea in arabo ,khardel“ è in uso quale medicamento. E finalmente le famose Dracene tanto bene descritte dallo Schwein- — 32959 — furth. Alcune acacie di forma particolare, cioè spiegate ad om- brello s’appellano fra gli arabi ,Sammor*. Felice il viaggiatore che sulla strada trova un Sammor che lo protegga colla sua be- nefica ombra. Le unisco a questo l'itinerario per quanto mi fu dato farlo esatto, da Savakim a Berber. Nella mia prossima mi estenderò più a lungo sopra Berber e i paesi vicini ch’ ebbi il campo di vedere. Mi tenga nella di Lei stima e considerazione dichiarandomi e mi creda suo umilissimo Casimiro Mirski Cartum *) *) Nel momento di mettere alla stampa la lettera riferta ci giunge la triste notizia che il giovane esploratore Casimiro Mirski rimase vittima di fu- nesta dissenteria. — (Red.) 326 — “e CRI 1 Direzione |< “| 33 | Altezza CE Data È += |E) Luoghi delle tappe delle: [SPIES lr ioa Osservazioni o 5 E Vla È 5 È È Metri Ss Ata : ] Mercoledì 22 Ott. 187%. |4 pom. Savakim 000 Ovadi = Vallata n oe; a 11 pom.| 1| Ovadi Aben W. a N. | 785000) 200 Bir = Pozzo Giovedì 23, » . |7 ant. | 2 pom.| 2| Monte Abdarak W. a N. | 7 | 35000] 500 Gebel = Monte - RE » |5 pom.|10 pom.| 8| Ovadi Tublal W. S. W.| 5 | 25006| 800 Abù = Padre Venerdì 24 , te 7 ant. |10 ant. 4| Ovadi Obono W. S. W.| 3 | 15000) 860 © 2 unt5 = 3 pom.| 8 pom.| 5| Ovadi Hareneh |W. S. W.| 5 | 25000) 950 I 33 Sabato Dee » 6 ant. |10 ant. | 6) Bir el Tamat S.a W. W.| 4 | 20000) 1032 a] | 3 ee, sa 4 pom.|11 pom.| 7) Promontori Radab | W. a W.| 7 | 35000| 900 dn Domenica 26, Ls 8 ant. | 3 pom| 8) Gebel el Radab W.a-S. | 7 | 35000) 800 I | zi n » » » |B pom.|11 pom. 9| Bir el Kokereb N. W.a N. 6 | 30000) 752 Bs S Lunedì 27 , » |7 ant. | 1 pom.| 10)- Gebel el Mahadich|W.N.aS.W.| 6 | 30000] 867 SS Ce ca » » >» » 4 pom.| 8 pom.| 11| Deserto W.a S. | 4 | 20000| 669 Is 2et = Ng. n Martedi 98 5 7 ant. |12 ant. | 12) Gebel el Ravai S. W. 5 | 25000) 590 828 | = 5 Et 5 4 pom.| 8 pom.| 13| Bir el Ravai S. W. 4 | 20000) 540 a aa Mercoledì 29, & 8 ant. |12 ant. | 14| Ovadi Saemeb S. W. 4 | 20000| 537 S A a 2 > LS5 > |4 pom.| 9 pom.| 15| Promontori Ofik S.W. | 5 | 25000) 425 E Bia Giovedì 30, a 7 ant. {10 ant. | 16) Gebel el Takarir S. W. 3 | 15000| 457 i : » » » » |3 pom.[10 pom.| 17| Bir el Obak S. W. | 7 | 55000) 450 1 ora di Cammello passo Venerdì 31, >» |6 ant. | 1 pom.| 18) Gebel el Ereusil S.W. |7| 35000) 425 [ordinario in media = 5 Chilom. » pra 5 4 pom.| 8 pom.| 19) Abu-Odfakh S. W. |4 | 20000) 400 Osservazioni barometriche dal Sabato 1. Novem. , 8 ant. |12 ant. | 20| Ovadi Kolo S. W. | 4| 20000 350 posto di fermata. 5 3 È. 3 È pom.|12 pom. DI Bir el Abu-Tagher| S. W. |8 | 40000) 345 Il passo del Cammello fu mi | | | isnrato col Podometro. Ù. V4 | (DR C 7 SA 7, dk. 9 70. ZA MocheiffiPamnasinii Marc 3 Lit Guttmann. Trieste; Moehringia Tommasinii mihi. M. glaucovirens Tom. (Oester. Bot. Zeit. XV p. 55 — Schultz. Herb. norm. N. 1026) M. Ponae Loser (Flora v. Capodistria nella Oest. Bot. Zeit. X. p. 276) M. sedifolia Freyn (Oester. Bot. Zeit. XXVI p. 227). — M. glaucescens Neilr. (Veg. v. Croatien p. 199 — lapsus calami pro M. glaucovirens). M. caulibus dense cespitosis, crassiusculis procumbentibus, fra- gilibus, ramis teretibus valde divaricatis, foliolis oppositis, sessilibus, glabris, apiculatis, inferioribus brevioribus, crassiusculis, superioribus spathulato-lanceolatis, uninerviis; cyma terminali 2—7 flora brac- teis parvis ovato-oblongis, albo marginatis ad ramulorum peduncu- lorumque basim instructa; floribus longe pedunculatis, post anthesim deflexis; foliolis calicinis 4, lanceolatis, nervo mediano latiusculo praeditis, albo marginatis; petalis 4, ovato-lanceolatis, calycis duplo majoribus; staminibus 8; stylis 4 filiformibus; capsulis ovatis, quadrivalvis, seminibus reniformibus nigris, nitidissimis, strophiolis candidis, eroso-dentatis basi obtectis. Habitat in fissuris rupium circum Balneolim (Bolunz) et Cernical haud procul a Tergeste, et praesertim in rhimis muri di- ruti anfe antrum Ospoense in ditione Justinopolitana. Floret ineunte Aprili usque ad Junium mensem. Questa specie interessante, trovata fin dal 1843 dal nostro Tommasini, venne da lui tenuta dapprima per la M. Ponae Fenzl (in exicc.)*) e più tardi per la M. glaucovirens Bert, col qual nome egli la spedì ai numerosi suoi corrispondenti. Così essa comparve sotto tal nome nell’ Erbario normale dello Schultz, nonchè nella Gazzetta botanica di Vienna. *) Nell’ erbario Tommasini trovansi i primi esemplari da lui raccolti sotto il nome di M. muscosa L. v. firma. — 328 — Nel 1876 l’oculatissimo Freyn la studiò più accuratamente e la descrisse sotto il nome di M. sedifolia Willd., non senza però far intravedere la possibilità che essa pur potrebbe essere una specie particolare. Nè lo stesso Tommasini fu di avviso discorde, perocchè inviando egli la nostra pianta al Prof. Parlatore, “dichia- rava, che avendo ricevuto esemplari autentici delle M. glauca Leyb. (a suo credere non differente dalle M. glaucovirens Bert.) non po- teva assolutamente ammettere l’identicità della nostra con la specie del Bertoloni, e quantunque presentasse alcuni caratteri della se- difolia Willd, potrebbe tuttavia esser diversa e formar una specie nuova,. (Lettera a Parlatore dell’8 Febbraio 1876). Devo alla bontà del compianto Prof. Bertoloni un pezzo del- l'esemplare originale, che servì a suo padre per la descrizione della sua M. glaucovirens. (Flora ital. VI. p. 626). Un solo sguardo alle due piante in questione ci apprende tostamente ch’ esse formano due specie distinte, perchè anche non volendo dar alcun valore al loro aspetto generale, la IM. glaucovirens, possede foglie lineari, aciformi, brevissime, lacinie calicine ottusette all’ apice, senza mar- gine scarioso, petali poco più lunghi del calice e non raggiunge che appena tre centimetri d’ altezza, mentre la nostra arriva talora ad una lunghezza di quasi mezzo metro. La M. glaucovirens, in- viatami dal Bertoloni, differisce dalla M; glauca Leyb. (Flora 1853 II p. 586 — Exsice. Ampezzo (leg. Huter) unicamente per le fo- glie più lunghe, per cui io sarei propenso a riguardarle quali si- nonimi. i Balbis descrisse e figurò nella sua Miscellanea botanica (1804 p. 336, t. 5) una Moehringia dal Col di Tenda, che avea ricevuto dal Dr. Bruno sotto il nome di M. dasyphylla e dal Cumino sotto quello di IM. sedoides. Più tardi il Willdenow tornò a descrivere questa specie col nome di IM. sedifolia, donando in pari tempo una figura migliore di quella di Balbis. (Berlin. Magaz. II Jahrgang 1808 p. 100, t. III, f. 23). Dagli esemplari del Col di Tenda, che possedo da Reichenbach e da Reuter, emergono chiaramente le dif- ferenze tra la M. sedifolia Willd e la nostra. La M. sedifolia non a torto viene confrontata dal Balbis col Sedum dasyphyllum, avendo foglioline carnose, brevissime, ottuse, embricate. I peduncoli sono inoltre unifori e filiformi. Il chiar. Prof. Kerner, al quale inviai alcuni esemplari della nostra specie, ebbe la gentilezza di scrivermj in proposito: “Die gesendete Triester Mohringia ist nicht M. sedi- folia Willd. Ich habe instructive Exemplare der Pflanze vom Col di porge Tenda vergliechen, welche mit der Abbildung und Beschreibung Willdenows vollkommen ibereinstimmen, und dieselben zeigen den Habitus, wie er durch die Abbildung der muscosa { sedifolia Balbis in Reichenb. Icon. CCXIV. 4936 b. ausgedriickt wird,.*) Nel portamento generale la nostra pianta ricorda anzitutto la M. Ponae Fenzl, colla quale facilmente potrebbe venir scam- biata, ove non si ponesse mente ai fiori più grandi di questa, fot- niti di cinque petali e di altrettanti sepali ovato-lanceolati, nonchè al numero degli stami (10) degli stili (3) e delle valve (6) della cassula. Per quanto poco sia amante della moltiplicazione delle specie, e per quanto sia persuaso dei vasti limiti entro cui ha campo di svolgersi il polimorfismo di questo genere, mi parrebbe tuttavia far violenza alla natura, confondendo, dietro l’ esempio di Greniere Godron (Flore de France I. p. 236) in un’unica specie, forme tanto diverse tra di loro, quali .sono la M. sedifolia Willd (dasy- phylla Bruno), la M. Ponae Fenzl e la nostra. Non credo perciò inopportuno di riguardare la nostra Moehringia quale specie par- ticolare, fregiandola col nome del mio venerato, indimenticabile maestro Muzio de Tommasini, che a ragione può dirsi il padre della nostra Flora. Dr. Marchesetti. Spiegazione della tavola. 1. Stame. 2. Ovario coi pistilli. 5. Lacinia calicina. 4. Cassula chiusa; 5 aperta; 6 vista dal disopra. T. 8. Fiore ingrandito. 9. 10. Semi. 11. Foglia. *) Anche gli esemplari della M. sedifolia, ch'ebbi non ha guari occa- sione di vedere nell’ Erbario centrale di Firenze, mi persuasero sempre maggior- mente ch’ essi non hanno nulla di comune colla nostra. Della polvere insetticida data dai fiori del Pyrcthrum o Crisanthemum Cinerariefolium Trev. proveniente dalla Dalmazia Nota del Prof. G. Dal Sie. = I varî materiali separati dall’ estratto etereo, e da quello alcoo- lico, come accennai nella Nota preliminare*) importando un lavoro abbastanza lungo, allo scopo di stabilirne definitivamente tutte le proprietà, mi obbligano d’indicare intanto alcuni fatti che si rife- riscono alle sostanze separate da questi estratti dei fiori del Ort- santhemum, con i quali si ottiene la polvere insetticida. Per seguire un certo ordine dirò intanto quanto si riferisce all estratto dato dall’ etere, solvente che venne impiegato pel primo trattamento. L’ Etere non estrae da questi fiori che della materia colorante, e due sostanze di aspetto e caratteri ben diversi fra loro. La prima è una materia grassa bianca che cristallizza in aghi finissimi radiati, fusibile a + 46°, 2 Ci. solubile nell’ alcool assoluto a caldo, nell’ etere, benzina e celoroformio, il suo peso specifico a 0° è 0,7818. Fusa si rende limpida e scorrevole, e raffreddata è bianca di aspetto simile alla cera, a + 30° C' riesce untuosa al tatto, e neutra alle carte reattive, trattata con potassa, nel mentré saponifica in parte, emana un odore aromatico. Di questa sostanza mi riservo stabilire altri caratteri, come pure d’istituirne l’analisi elementare tostochè ne abbia depurata perfettamente una certa quantità. *) Vedi Bollettino delle scienze naturali Annata V. Numero 5. — 331 — L'altra sostanza sulla quale ancora sto istituendo alcune ri- cerche, è una materia balsamica-resinoide che separai dall’ estratto etereo mediante alcool a 70 p. °, e che sebbene scolorata ripetu- tamente, conservò un colore ambraceo; è di odore aromatico gra- devole che in parte ricorda quello della polvere dei fiori, di reazione acida, e che trattata con la potassa dà origine ad un prodotto cri- stallizzato. Dopo trattati i fiori con l’ Etere vennero sottoposti all’ azione dell’ alcool, il quale toglie ad essi una materia resinoide glucosi- dica, di color bruno-rossastro fragilissima, di sapore astringente e che sotto l’azione dell’ acido solforico diluito si sdoppia in zucchero ed in altra sostanza di cui ancora mi è sconosciuta la natura. Tanto la soluzione eterea, quanto l’ alcoolica, ridotte allo stato estrattivo, e questi estratti lavati ripetutamente con acqua distil- lata, fornirono due liquidi di reazione acida, di odore aromatico, di sapore amaro lievemente astringente. L’ estratto etereo somministrò colla lavatura un liquido di color giallo-dorato, quello alcoolico di colore giallo-bruno, e sicco- me per queste lavature occorsero circa due litri di acqua, per to- gliere ogni traccia d’acidità, così vennero sottoposti alla distilla- zione separatamente per ridurli a CG. 200 circa. Il prodotto di questa distillazione operata separatamente, venne insieme riunito, perchè riconosciuto identico per caratteri e pro- prietà. Questo liquido acquoso, è limpido, di odore aromatico, di reazione acida e sapore lievemente aromatico acido; trattato con carbonato di bario fornisce un prodotto cristallizzato. Ridotte, come dissi, le acque di lavatura tanto per l’ estratto etereo, come per l’alcoolico, mediante distillazione a CC' 200 circa, lasciarono depositare col raffreddamento una materia resinoide di color bruno-rossastro, che prima rimaneva sciolta nel volume mag- giore di acqua (2 litri circa). Sopra questi liquidi istituii molte reazioni allo scopo di veri- ficare la natura del materiale esistente, e sebbene anche questi di reazione acida e saturabili col carbonato di bario, non fornirono coll’ evaporazione che una materia resinoida amorfa, decomponibile dall’ acido solforico con sviluppo di odore aromatico. Il comportarsi di questi liquidi con alcuni reagenti, quali l’acetato di rame, i sali di ferro ecc. mi farebbero supporre la presenza di una materia astringente, la quale deve esistere nella sostanza resinoide glucosidica abbandonata dall’ alcool. 13 — 5332 — I materiali immediati più importanti che fornirebbero questi tiori potrei ora dirli così stabiliti : Materia grassa solida Sostanza hbalsamica resinoide Un acido volatile aromatico Una resina (glucoside) Avendo poi istituito il saggio tanto sui fiori intieri, quanto sui soli semi (acheni) allo scopo di conoscere qual parte del fiore somministri maggiore o minor copia di queste sostanze è d’ uopo mi riservi ad altro momento di far conoscere il risultato ultimo de’ miei studi accennando allora brevemente al trattamento anali- tico, al quale sottoposi la materia prima ed i vari prodotti. Verona, Febbraio 1880. Il Carso Liburnico Nella scorsa estate intrapresi un’ esplorazione sul Carso libur- nico. Espongo ora un fuggitivo saggio sui materiali ivi raccolti, i dati, che maggiormente attrassero la mia attenzione e le conside- razioni che questi mi suggerirono. Partii da Trieste il giorno 8 Agosto per Fiume e da qui colla ferrovia alla volta della Croazia. Dopo quattro ore di viaggio giunsi a Loque ove deliberava fermarmi qualche giorno. Il paesello trovasi in amenissima posizione (alt. 23104) ai piedi di colline rupestri che coronano la stretta, però fertile vallata dello stesso nome. Il tutto poi abbraccia un. paese maravigliosamente accidentato ed oltremodo pittoresco, inter- secato da una serie di montagne coperte da boschi verdeggianti che si dipartono dal monte Risniak, il nodo di questo gruppo oro- grafico. La vallata di Loque si protende verso Ovest ed è percorsa dalla bellissima strada Ludovicea e da un grosso torrente denomi- nato Velikavoda. Il suolo del bacino va irregolarmente a restrin- gersi verso il suo termine volgendo al Nordovest ed in questa direzione ha una notevole pendenza. In tempi asciutti il tratto del torrente vicino a Loque si dissecca, ma quando forti ed insistenti pioggie cadono sul territorio idrico superiore della valle, esso sì gonfia di acque ed allaga parte del bacino. Questo bacino è evidentemente un piano alluvionale, che for- mava il fondo della valle negli ultimi periodi dell’ epoca terziaria. Il * — 354 — terreno è frastagliato alla superficie da spesse depressioni e scre- polature che attestano lo sprofondarsi delle acque, ciò che avviene al suddetto torrente. A Levante della borgata e poco discosto si presenta quale anfiteatro una estesa curva di muraglie dolomitiche staccate, nude, ritte con aggruppamenti di cime capricciose e bizzarre, spesso continuate da altre serie parallele ed a queste variamente appog- giati dei conglomerati terziari. Codesti giganteschi pilastri, che spiccano pel colorito grigio azzurrognolo, si addossano in parte alla cinta montuosa percorsa dalla ferrovia. Fra i massi apronsi spessi burroni, ove l’ incauto botanico allettato da una folta e variata vegetazione che ne nasconde il pericolo, potrebbe precipitare. La Telekia speciosa, il Dianthus monspessulanum, l’Aconitum camarum ed altre piante ancora cingono la base dei monumentali massi, dietro ai quali sorge una verde barriera di colossali abeti. Nè vi mancano dei tratti ove due pareti superiormente a volta si congiungono. L’ altezza di quei macigni continuantesi coi ciglioni su entrambi i versanti della valle con lievi interruzioni, misurava lo sprofondarsi delle acque avvenuto dopo l’ epoca terziaria. Scavalcai in tutti i versi questi maravigliosi colossi, e asceso per un varco che si ‘apriva fra le roccie frantumate che ingom- bravano il suolo, giunsi ad una specie di arco grandioso di 30‘ di altezza, da sembrare opera non della natura ma creazione ciclopica. Dietro a questo aprivasi ampio recinto circolare chiuso da nude pareti scoscese con un’altezza verticale di circa 60 piedi. Nell’in- terno il suolo ne è oltremodo dirupato ed ingombro di massi di ogni dimensione che giaciono nelle posizioni più strane a ridosso gli uni agli altri, ricoperti da rovi e da piante arboree. L’ahete vi eleva l’arditissimo suo tronco sui ciglioni di queste scogliere fis- sandosi sul più piccolo punto d’ appoggio. Altri massi rocciosi simulanti gigantesche statue osservansi qua e là isolati nel bel mezzo della vallata. Qui le condizioni della natura inorganica e della vegetale, fan adattata la moltiplicazione di molluschi, che stanno sotto ai sassi, nei crepacci, nei muschi, tra le corteccie delle piante. Sebbene la stagione fosse. arida oltremodo, raccolsi non pertanto le seguenti specie : Fruticicola carthusiana Miiller, Patula rupestris Drap., però questa in pochissimi esemplari; Clausilia vetusta Z., CI. laminata var. granatina Z., CI. fimbriata Miihlf., Cl. grossa Rossm., CI. succineata Z., — 339 — CI. suceineata forma major Boettg., CI. commutata var. ungulata. È quest’ ultima una delle specie più comuni riscontrate sin’ora ed il cui nome è da preferirsi a quello di ungulata, non potendo accettarsi quello di bidens Drap. Rarissima ed in singoli individui osservai la Cyclostoma elegans, tanto comune nel nostro litorale. Raccolsi poiin molti esemplari la Pomatias Philippianum Villa. Rare erano le specie Scopelophila Kokeili Rossm., Pupilla conica Rossm., Sphyradium dolium Drap.; rara pure la Fruticicola leucozona Ziegler., la Campylaea intermedia, Fèrrusac, comune la C. umbilicaris Brumati, che qui prende forma locale denominatà var. croatica dal Brusina, rarissima la C. hirta Menke, specie propria del versante marino dei dintorni di Fiume, Buccari, Segna. Noterò qui qualmente il tratto del Carso liburnico lungo il mare presenta diggià una fauna meridionale che si compendia nelle seguenti specie: Zonites compressus Z., Chondrula quinquedentata Mihlf., Ch. tridens Mill, Ch. niso Risso, Clausilia agnata Partsch, Cl. binodata Z., CI. bidens L., CI. gibbula, var. septentrionalis Boetg. Fruti- cicola cinctella Drp., Monacha Olivieri Fér., Xerophila variabilis Drap., Campylaea setosa Z., Macularia vermiculata Mill, Pomatia cineta Miill., P. aspersa Miill., Pomatias cinerascens Rossm., P. scalarinus Villa, la nuova specie P. Stossichi Clessin, ed un’ altra nuova Pomatias da me denominata P. Hirci dei dintorni di Buccari. Distinguesi questa specie per 1’ apertura rotonda, il bordo labiale tenue, privo di lobi, la scanelatura del labbro pocchissimo indicata, le striature salienti, il colorito gialliccio con rare macchiette bruno- rossiecie; Diam. 3, Lung. 6 mill. Altra nuova Xerophila trovata a Portorè nomino liburnica. Essa è affine alla X. vestalis Parr.; ha colore bianchiccio, opaca, labbro rossiccio, apertura ampia e ton- deggiante, ombelico molto aperto, leggermente striata, apice bruno, ‘ anfratti tondeggianti. *) Fatta amichevole relazione con alcuni signori del in in loro compagnia visitai una caverna poco distante e non ancora esplorata. Presenta questa una volta regolarissima, alta e spaziosa, e dall’ ingresso si protende circa 86 metri in linea retta sopra un suolo orizzontale. Le pareti ne sono affatto ingnude di stalattiti. Sul suolo osservansi certi tumuli quasi regolari. Sono d’ avviso che *) La prossima puntata del Bollettino porterà la diagnosi delle nuove specie rinvenute corredate da analoghe illustrazioni. Capi ripetuta l'esplorazione con mezzi più acconci e meglio ordinati, allo scopo praticando convenienti escavazioni, si verrebbe a qualche scoperta interessante. Pur troppo le fiaccole che ci procuravano i rami resinosi, vennero a mancarci e più ancora il denso fumo, la mancanza di zappe ed altro, ci obbligarono al ritorno. Per un accidente fortunato trovai a Loque il signor Hire maestro di Buccari, appassionato cultore della Storia naturale ; conoscendo esso appieno la lingua del paese, mi fu di aiuto non nelle mie ulteriori escursioni, alle quali volle associarsi. Si decise quindi la salita del monte Risniak, alto 1527 metri. Fissato il giorno della partenza e noleggiato un baroccio nel po- meriggio del 15 Agosto si partì da Loque. In nostra compagnia c’era inoltre il signor Seringar ica forestale. In circa due ore attraversando un delizioso paesaggio si arrivò a Bielavodiza poco distante dal villaggio di Cernilug. Il sito non può essere più romantico e più bello. È un vasto vallone ricoperto da verdissimi pratelli e serrato da una serie ondeggiante di colli che fiancheggiano amenissime vallette. I monti circostanti tutti imboscati, offrono poi piani ed altipiani inclinati che fanno corona alle rocciose vette del Risniak che s’ innalza nello sfondo del paesaggio. Le valli] altre sono profonde, che diventano bur- roni; altre a dolce pendio, a Variabile altezza, più o meno sinuose e ramificate. Nel bel mezzo del vallone un laghetto si distende a mo’ di limpido specchio al margine di un bosco, riflettendo il verde degli abeti. L’ edifizio forestale ed una sega a vapore sono gli unici ca- seggiati in questa località. Quivi si fece breve sosta trovando la più cordiale sont nella famiglia dell’impiegato forestale, signor Giuseppe Hubeny. Ricorderò qui che tutto il paese fa parte della signoria di proprietà dei principi Thurn-Taxis. Il loro dominio comprende un vasto territorio che da Loque si protende sino a Brod sulla Kulpa. Rimandato il veicolo e trovate due buone guide, alle cinque ci ponemmo in via. La temperatura segnava 21° C. Il sentiero conduceva attraverso bellissime praterie solcate da un torrentello denominato Leska ed interrotte da macchie di abeti secolari. Nè posso qui dilungarmi nel descrivere quanta varietà di paesaggio, quanti contrasti di caratteri orografici, quali labirinti di valli e di burroni ci si dispiegavano sotto gli occhi. — 337 — Pian piano c’internammo in valli che si andavano facendo più erte, oscure ed anguste. La strada serpeggiando fra fitte ho- scaglie era però bene tenuta e ci procurava piacevolissima e facile la salita. Gli abeti alternavano coi faggi ed altre essenze boschive ; lungo la viarocciosi massi ci facevano spesso sostare per rinvenirvi qualche pianticella o qualche mollusco. Raccogliemmo: Epipactis rubiginosa, Geranium nodosum, Asplenium septentrionale, Centaurea nigrescens, O. pectinata, Aqui- legia viscosa, Galium sylvaticum, Prunella grandiflora, Hieracium illyricum, Dianthus monspessulanum, Alchemila vulgaris, Cyclamen europaeum, Galium lucidum, Trifolium pratense, Sambucus race- mosa, Atropa belladonna, Euphorbia amygdaloides, Leontodon hastilis, Dentaria eneaphyllos, Mycelis muralis, Calamintha grandifiora, Centaurea axillaris var. alpestris, Rumex acetosa, Homogyne alpina, Hypericum dubium, Lappa minor, Gymnadenia conopsea, Pimpinella magna, Orchis maculata, Urtica dioica, Mulgedium alpinum, Alo- seris foetida, Cirsium palustre, Digitalis grandiflora, Geranium robertianum, Aira caespitosa, Senecio saracenicus, Telekia speciosa, Origanum vulgare, Lychnis dioica v. diurna, Stellaria nemorum, Clematis recta, Galium sylvestre. Inoltre i seguenti molluschi: Zonites carniolicus A. Schm., Z. verticillus Fèr., Campylaea inter- media Fèr., C. umbilicaris Brum., C. hirta Mke., Tachea vindoho- nensis Pfr., Fruticicola leucozona Zgl., F. filicina Schm, F. vicina Rossm., F. incarnata Miill., Pomatia antiquorum Leach., Triodopsis personata Lam., Clausilia commutata v. ungulata Z., Cl. pirostoma Bttg., CI. plicatula Drap., quest’ultima specie però di aspetto mi- nore che di solito; Bulimus montanus Drp., Pomatias patulus Drp. Sormontando diversi pendii e sempre trovandoci tra fitte selve di Pinus picea, Abies e Fagus, alle otto giungemmo alla sella di Smrecoviza, ove nel mezzo del bosco vi sta una capanna costruita da tronchi di abeti, fatta erigere dall’ amministrazione della Signoria per potervi passare la notte. Dei due pezzi di cui questa si com- pone, quello a sinistra serve alle guide, e quello a destra di alloggio al forastieri. Questo aveva una stanza a due finestrelle occupata da due comodi letti, con rispettive coperte di lana, un tavolone con delle sedie ed un banco, nè mancava una lampada a petrolio ed una stufa di ferro; fra i due locali trovava luogo un focolajo. — 339 — Nel soffitto poi un maggior numero di persone potevano tro- vare ancora per giaciglio un buon mucchio di paglia e fieno. L’ utilità di simili rifugi è immensa dispensando il viaggiatore dal grave carico di trasportare seco coperte ed altri impedimenti, e quello che più monta, assicurandolo in caso di cattivo tempo e durante la notte da qualche poco piacevole visita; ciò intendo dire inquantochè quelle annose selve albergano non pochi orsi, e le loro fresche orme potevano ancora vedersi lì presso sul molle terreno. Le guide in breve ci fecero un buon fuoco accanto la capanna. Un pentolone eravi posto, che doveva procurarci un buon gulas. cibo prediletto in quel paese. La sera si fece freddo, il termometro alle ore 8 scese a 13° C; noi seduti a terra accanto l’ allegra fiamma attendevamo operato del nostro compagno Seringar che erasi fatto cuoco. Rientrati nella capanna ci ponemmo al tavolo pieni d’ appetito ma sfortunatamente il cuoco mal pratico ci ammanì un cibo in parte carbonizzato. Dovemmo accontentarci di pane e di vino per torci la fame, La notte infuriò un temporale e gli serosci della pioggia che battevano sui tavolati del tetto ci faceva disperare, poichè pico fine all’impresa di salire il Risniak. Sul far del giorno uno dopo l’altro ci affacciammo alla porta ‘ per assicurarci del tempo ; fitte nebbie avvolgevano le valli, la pioggia cadeva lenta e monotona, e mesti e scoraggiati ci avvedemmo che la giornata era perduta e bisognava rinunciare a qualunque tentativo di salire la vetta. Però fatto giorno, d’ improvviso cessò la pioggia, e la speranza rinacque. Si riaccese il fuoco, un pezzetto di carne rimasto la sera innanzi fu fatto arrostire sulle braggie, un po’ d’acquavite di susine ci mise ben presto in lena. Erano le sei, la temperatura 8° C. Ci ponemmo allegri in viaggio, il tempo incominciava perfettamente a ristabilirsi, un fresco vento del nord spazzò l’ atmosfera perfet- tamente. La via costeggiando le falde del piccolo Risniak, era pia- cevolissima, l’ umidità aveva fatto sortire dai loro nascondigli gran numero di molluschi che furono raccolti. Inoltrando, la strada che sinora era buona, divenne un sentie- ruzzo che saliva un pendio erto e poi cessava del tutto sopra un suolo sassoso coperto da ammassi di roccie. Gli alberi divenivano più radi; il piccolo Risniak era in piena vista, ancora una piccola salita ed eccoci sull ultimo scaglione, sul — 339 — quale si erge la vetta maggiore. Siamo sopra una specie di spia- nata coperta ancora di macchie boschive, di erbosi tappeti sul cui verde spiccano i fiorellini di interessanti specie. Qui si raccolsero le seguenti piante: Aspidium rigidum, A. Lonchitis, Thymus acicularis, Polygala amara, Helianthemum alpestre, Thesium montanum, Anthyllis alpestris, Hieracium villosum, Buphthalmum cordifolium, Carduus al- pestris W. K., Cerastium decalvans, Leucanthemum montanum, Silene petraea, Solidago alpestris, Aster alpinus, Erigeron alpinus, Euphrasia officinalis, Vaccinium myrtillus, Hypericum dubium, Bupleurum cernum, Ranunculus aconitifolius, Gentiana lutea, Phyteuma beto- nicaefolium, P. ovatum, Betonica alopecurus, Rosa reversa, Rhamnus alpina, Cirsium ochroleucum var. erisithales, Cineraria alpestris, Aretium carduelis, Petasites albus, Parnassia palustris, Aconitum vulparia, Veratrum lobelianum, Athamanta cretensis, Campanula caespitosa, C. Waldsteiniana, Rhinantus minor, Rumex acetosa, Pim- pinella magna. i Dopo un po’ di riposo ripigliammo l’ultima ascesa, che per il suolo del tutto coperto da enormi macigni, fu alquanto faticosa. Ci inerpicammo alla meglio ricalcando per precauzione l’ orme delle guide e salendo fra quei massi franati a larghi zig-zag per dimi- nuirne la pendenza. Crescevano fra le sinuosità delle roccie i Rodo- dendri, la Saxifraga Aizoon, l’ Achilaea Clavenae, il Leontopodium alpinum, la Gentiana lutea, il Cirsium ochroleucum v. erisithales, la Primula longiflora in frutto, il Juniperus nana, l’ Alium ochro- leucum, 1’ Aster alpinus, il Pinus mugus v. nigricans, e così, cogliendo ora luna o l’altra specie, in breve ci troviamo sulla sommità. Erano le otto e mezzo e la temperatura segnava 7° C. Il sole splendeva sopra un cielo del tutto sereno, una fortissima bora aveva dileguato qualunque vapore e permetteva all’ orizzonte di presentarci senza velo ai nostri occhi meravigliati il più stupendo panorama. Il paese sottoposto, frastagliato da monti più bassi, solcato da valli, presentava tutte le gradazioni di pendenza. Noi non ci saziavamo di guardare all’ ingiro, essendochè da quella vetta che trovasi nel centro del bell’ anfiteatro, ed essendo sgombra da vette elevate poste da presso, permette libero lo sguardo a grandissime distanze. Verso .Ponente l’ occhio seguiva i contorni montuosi dell'Istria che si ergevano al monte Maggiore, e conti- nuando verso Nordovest vedeva sorgere ardito il Nevoso a cui se- guono verso Settentrione tinte in un hell’azzurro le linee ondulate — 340 — delle alpi Carniche, nel mezzo delle quali laggiù in fondo coll’estremo lembo jdel cielo fuso in un bigio nebuloso ci è dato scorgere il Tricorno. | Ad Oriente una serie di vette una dietro l’ altra accavallantisi e dietro quelle in tinte mezzo sfumate elevasi la Bielolasiza alta 4850‘, punto culminante della catena della grande Capella; e vol- gendo lo sguardo giù al Mezzogiorno come sopra una carta in rilievo spiccano le insenature delle isole liburniche nella distesa azzurra del Quarnero. Tutto questo altipiano che si protende dalle Giulie attinge l'altezza dai 1400 ai 3000 piedi sopra il livello del mare, e della Kulpa, che lo divide dalla Croazia settentrionale, estendesi sino nella Dalmazia lungo l'Adriatico. Le montagne che lo percorrono e l’intersecano in tutte le direzioni non sorpassano 1’ altezza di 5000‘. Il lato Sudovest cala giù terrazzato alla marina aspro di macigni con rocce ripide, mentre al Nord perdendo il carattere car- soso, s' inclina mollemente arrotondato nei contorni verso la Kulpa; diramasi poi da Nordovest a Sudest in colline terziarie, ele- vandosi ai confini d’Ogulino in una serie montuosa con asse lon- gitudinale distinta sotto il nome di grande Capella. La disposizione prevalente del Carso alla formazione di alti- piani (plateau) non dà luogo allo sviluppo d’ una regolare ‘serie di catene montuose, nè di estese vallate, ma ingenera depreenii imbutiformi o doline. Per la formazione di roccie dirupate e cavernose, pel suolo sassoso, povero d’acque, ha il Carso liburnico certa analogia con quello del Litorale, ma ne differisce per i gruppi montuosi che vi sì elevano alla regione delle Alpi e che, eccettuatone la sezione litoranea, trovasi la maggior parte ricoperto da boschi. Da questa massa si stacca il gruppo del Risniak, che nella sua vetta maggiore si eleva a oltre 4827 piedi, ed il cui scheletro componesi interamente dei calcari del trias superiore formando essi eziandio la massa principale del Carso liburnico e della catena della grande Capella. Divisa dalla vetta maggiore da una sella, trarotta con strati quasi perpendicolari, una seconda vetta minore, detta il piccolo Risniak, a Sudest si stende come ampio ventaglio arido e nudo e mostra sul dorso una vasta spezzatura formatasi senza dubbio sotto lazione dell’ atmosfera del gelo e disgelo. Sotto questa vetta si sprofonda uno spaventoso burrone. Tre altre vette separate dalla — 341 — prima da insenature ed unite fra loro per una esile cresta rocciosa formano in tutto cinque acute piramidi che si svolgono in una dolce curva, il cui arco converge verso Nordovest. Le loro chine sono verdeggianti di pratelli, interrotti dalle macchie sparpagliate e nereggianti di pini nani, dando risalto all’ asprezza delle irti e nude rupi sovrastanti. Il freddo condensato dal violento soffiare di borea, che a mala pena ci permetteva di stare ritti sul piccolissimo spazio libero fra quei macigni dolomitici, ci costrinse alla ritirata. Alle dieci (temp. 11° C.) lasciammo la vetta avviandoci alla discesa ornati i nostri cappelli dei leontopodi, di cui era ricca la spalla del monte. In un'ora e mezzo di cammino si giunse alla capanna, ove mangiati e bevuti i pochi resti delle provvigioni, ci demmo a esaminare le roccie che dintorno sorgevano sopra un orribile precipizio, che in forma di gigantesco imbuto, forse oltre centinaja di metri, si sprofondava sotto ai nostri piedi, senza che ci fosse fatto vederne il fondo. Su quelle roccie raccogliemmo molti esemplari di Pomatias Philippianum Villa, var. pachystoma de Betta, ed una nuova specie che dedico all’illustre scienziato Clessin, denominandola Pomatias Clessini. Questa bella specie ha un Diam. di 34, e Lungh. di 7 mill.; colorito grigio-gialliecio con tre fascie bruniccie interrotte, leggermente striata, l’ apice giallo, 1’ apertura quasi rotonda, il labbro fortemente espanso e carenato. Sui tronchi dei faggi tro- vammo la Clausilia pirostoma Bttg. forma minor, Cl. fimbriata Miihlf., CI. fimbriata var. pallida Ian., CI. grossa var. inaequalis, A. Schm,, CI. raricosta Bttg. var., Cl. ventricosa Drap. forma tipica, CL melanostoma, F. T. Schm. Non sarà qui fuori di luogo l’ accennare alcune altre specie d’animali che secondo Pfister furono osservate in questi boschi. E fra gl’insetti i più interessanti sarebbero: Procerus gigas, Ca- rabus eroaticus, dalmatinus, linei, convexus, nodulosus, Staphy- linus caesareus, .oleus, Cetonia marmorata, Osmoderma eremita, Gronimus variabilis, Eurythyrea austriaca, Poecilonota rutilans, Bostrychus lineatus, Hammaticherus heros, Rosalia alpina, Morimus tristis, Callidium dilatatum ecc. Di uccelli sono da annoverarsi: laquila reale però rara, il lodolajo o falco astore, la poiana calzata, lo sparviere, l allocco, il gufo reale, il gufo comune, il corvo imperiale, il corvo nero, la cornacchia, la nocciolaja, la ghiandaja, il” gallo cedrone, il francolino di monte, nonchè tordi ed altri uccelli — 342 — canori; anitre durante i tempi del. passo. Mammiferi i seguenti : l’ orso, il lupo, la volpe, il tasso, il gatto selvaggio, il martoro, la faina, la puzzola, la lepre, il capriuolo, lo scojattolo, il ghiro, ed aleuni murini. Dopo aver ancora ammirato quella natura del tutto selvaggia movemmo in basso. Il sole era già pressochè al tramonto. I pochi armenti pian piano ancor pascolando scendevano giù chiamati raccolta dal suono del corno del mandriano, ripetuto dai molte- plici echi delle convalli. L’ aria purissima e profumata dalle essenze resinose di quei boschi esercitava una feconda influenza sul nostro spirito. La famiglia del sig. Hubeny ci aspettava e con isquisita gentilezza avevaci preparato cortese ospitalità. La mattina susseguente prendemmo commiato dai nostri novelli amici e di buonissimo umore ci rimettemmo in cammino, proce- dendo, tra brevi soste, verso Merslavodiza villaggio di pochi e sparsi casolari. Attraversando magnifiche foreste, vi si giunse alle dieci dopo due ore di viaggio. Quì la temperatura era più fredda che altrove, il termometro segnava 8° che poi verso mezzogiorno ascese a 16° C.; al sole a 22°. Nello spazioso edificio scolastico di recente eretto trovammo buona accoglienza presso la madre del maestro assente sig. Lihl. I contorni di questa località sono bellissimi, nè mancano spesse sor- genti di acque freschissime che diedero il nome al villaggio. Di fronte al fabbricato un’ampia valle si apre un varco tra monti boscosi lasciandoci ammirare nello sfondo le maestose cime del Risniak. Si raccolsero qui la Limnaea truncatula Miller, Hyalina cry- stallina è la Bithinella Lacheineri var. fontinalis Schm. La bellezza della posizione ci fece rimanere qui tutta la gior- nata; ed il giorno appresso si proseguì di ritorno a Loque. Nel percorrere la vallata non si mancò di osservare il suolo onde esa- minare la natura degli elementi che lo compongono, sia per la loro struttura, sia ancora pella differenza di livello, ed anche abbastanza sentito, che esiste fra i medesimi. Una potente massa di pudinga quarzosa a cemento micaceo si estende da qui fino a Delnize alternando con arenarie calcareo marnose. La potenza di questa roccia, l altezza che attinge sul fondo della valle, la sua stratificazione, in corrispondenza alla varia velocità delle acque che ne rotolava gli elementi, e la natura stessa di — 5343 — questi non lasciano in verun-caso determinare la posizione crono- logica di questa formazione. Riconoscendo però come in una for- mazione talora potentissima si possano stabilire certi limiti alle analogie ed ai confronti, non potrò esporre che, cioè questa roccia è sempre concordante colla serie triassica. Per tal modo apparter- rebbe al gruppo superiore del Verrucano. Ove le superficie degli strati rimangono scoperti, apparisce la roccia in forma di potenti massi parallelopipedi, sui quali di solito non vengono piante d’alto fusto, mancandovi la terra e l umidità. Gli strati hanno per la massima parte una pendenza verso mezzogiorno, facilitando la filtrazione delle acque nell’interno a grande profondità e che per diversi emissari si rivolgono a Set- tentrione, lasciando pressochè arida la vasta regione dell’ opposto versante. Riassumendo in pochi concetti dirò che la regione esaminata fin'ora è tutta sedimentaria, che i terreni triassici sono sollevati ad altipiani, e che i tratti principali dell’ orografia sono effetti di- retti dalle accidentalità stratigrafiche e quindi della disposizione dei terreni. Dipendono poi direttamente dalla struttura geologica e dal- l’indole dei terreni le modificazioni portate dall’ erosione a queste accidentalità; modificazioni spesse così profonde da imprimere, più che la causa prima, il vario carattere delle vallate e la maggior 0 minor suscettibilità della regione ad essere coltivata ed abitata. Giunti a Loque fu nostra faccenda di porre in ordine le fatte collezioni e dato un addio all’ amico Seringar ed al signor Pfister geometra forestale che ci fu caro compagno nelle escursioni dei dintorni, partimmo colla ferrovia per la prossima stazione di Delnize. È questa una borgata di aspetto nulla affatto pittoresco, che si estende colle sue case basse per mezz’ ora d’ ambi i lati della strada maestra, attraversando una pianura ad altipiano discreta- mente vasta e che si eleva a 2275 piedi sopra il livello marino. Di forma pressochè ovale, è circondata da colline e boschi che pian piano vanno elevandosi a monti, di cui il principale Veliki Dergomel sorge a 3114’ d’ altezza a Nord-Ovest del paese. Il pianoro inclina verso Nord ove appresi una gola con un enorme squarciamento, verso il quale il suolo va giù precipitando con forte declivio. Non essendovi qui traccie di rocce moreniche, evidentemente lo scoscendimento è posteriore alla scomparsa degli antichi ghiacciaj, ed avvenne nel periodo dei terrazzi. — 344 — È fuor di dubbio che in epoche lontane tutto il suolo fosse coperto dalle acque, le quali straordinariamente accresciutesi, dovet- tero per fortissima pressione, aumentata ancora pel declivio del suo fondo, con terribile violenza rovinare la frana a Settentrione e pre- cipitare verso la Kulpa. Quivi nel varco prodottosi è visibile il progressivo sprofondarsi del letto, per la tendenza continua del- l’acqua a guadagnare quel piano e quella pendenza, in. cui sia possibile un equilibrio tra gli effetti del trasporto e quelli del- l’ erezione. Tanto la vallata di Delnize, quanto le sue più importanti diramazioni, furono dalla erosione più o meno ampliate a seconda della natura più o meno erodibile dei terreni. Quantunque anche le arenarie e gli scisti argillosi sieno stati portati dal sollevamento a considerevoli altezze, tuttavia le vette dominanti sono tutte di terreni calcari. Il terreno di Delnize è formato in parte da denso strato di torba compatta alternante con argille grigie, scisti calcarei, a strati sottili leggermente arenacei, ed ove divengono più compatti, presentano frequenti venature di calcite, talora brecciati e distinti da una tinta più o meno nera, dovuta a materie bituminose. Questa forma accompagna l’ arenaria rossa caratterizzata dalla copia di mica. I fondi torbosi ed argillosi sono ricoperte da ghiaje ; rilevando per tal modo evidentemente la diuturna vicenda di inondazioni torrenziali e di prolungati ristagni d’acqua, in limiti di tempi molto lontani. Sotto codesti strati nascono delle sorgenti che alimentano un torrentello, il quale nella stagione delle piogge ingrossando le sue acque precipita in grandiose cascate attraverso l’ aperta gola. Offertaci gentilmente la carrozza dal viceconte della provincia sig. Meixner, percorrendo la strada che conduce a Brod, in un ora giungemmo al sito ove esiste la maggiore cascata. Smontati dal legno discendiamo a sinistra per un bosco su un pendio fortemente scosceso, ed in pochi minuti ci troviamo fra ingenti cumuli di massi rocciosi nudi e brulli strappati dai secoli alle montagne d’intorno e gettati colà alla rinfusa sul letto del torrente inciso fra nere rupi calcari. Per la grande siccità di tutta l’estate mancavano le acque, che dovevano precipitare giù da un precipizio di oltre 100 metri di profondità. Lo spettacolo oltre- modo selvaggio era invero degno del pennello di un Salvator Rosa! MIELE, 1 70 Sulle umide rupi cresceva l’ Impatiens Noli me-tangere; rac- cogliemmo ancora qualche pianticella nei dintorni, quale la Succisa vulgaris, Campanula glomerata, Prunella vulgaris, Scutellaria gale- riculata, Stachys annua, poi alcuni molluschi, fra i quali la Clau- silia commutata var-ungulata Z., Zonites carniolicus A. Schm. Campylaea planospira Ross., Pomatias Philippianum var. pachy- stoma de Betta. In generale sì la flora che la fauna ci offrirono ben poco in questa località, poichè la siccità era estrema, e perciò la ricerca di molluschi e di piante riesciva pressochè affatto infruttuosa. Nella mattina del giorno 16, accompagnati dal signor Bolf, maestro in Delnize, salimmo il monte Veliki Dragomel alto 3642. L’ascesa ne è facilissima, inquantochè vi conduceva una buona strada fatta costruire pel trasporto del legname. La gita fu piace- volissima, nè soffrimmo pel caldo trovandoci continuamente all’ombra dei faggi, degli abeti e degli aceri che coprono tutto il versante. Il vertice è una magnifica spianata erbosa, dalla quale 1 occhio spazia libero ovunque fra una vasta distesa di selve. A Occidente la catena del Risniak colle sue spiccatissime guglie ci si presentava in tutta la sua lunghezza, e verso Setten- trione si ergevano le scoscese pendici dei monti che fiancheggiano la vallata della Kulpa. Per esservi già stata falciata l'erba non si rinvennero che pochissime piante, quali: Dianthus sylvestris, Lunaria rediviva, Aspi- dium aculeatum, Anthyrium filix fem. Fra i cespugli ci sorprese la Zonites verticillus, specie propria della Carniola che si estende sino sui monti Capella. La giornata essendo bellissima si decise la discesa dal lato opposto verso la Kulpa nell’ intento di portarci a Brod ove dovemmo pranzare, il sig. Bolff assicurandoci di poter giungervi in una buona ora. Pigliammo dunque a calare giù di buonissimo umore trovan- doci sempre tra fitte selve; però in breve il pendio divenne più sentito, dal suolo incominciavano a sorgere potenti macigni e fra questi le traccie di un sentiero qualsiasi erano scomparse. Ne ri- comparivano degli altri che poscia si dividevano a destra ed a sinistra, per perdersi di poi nella boscaglia. Pur troppo ci eravamo smarriti! Dopo un’ora di continua discesa, venimmo ad una mac- chia erbosa donde ci riuscì di rilevare alquanto la nostra situazione orografica. Ai nostri due fianchi s’ innalzavano le erte boscose di- ramazioni del Dragomel, che calavano giù verso il fiume formando — 346 — delle profonde insenature ad angolo molto acuto. Eravamo per- . plessi e disparati i nostri pareri sulla via da proseguire. Per bre- vità non andrò narrando per filo tutti i particolari comunque interessanti, nè gli incidenti serio-comici che di tratto in tratto v’incorrevano. i Trovato un sentieruzzo diretto verso il basso convenne affi- darci a questo; e giù, giù, seguendo le sue inestricabili giravolte, ora attraverso un pratello, ora inoltrandoci di bel nuovo nel bosco, ora rapidissimamente discendendo attenendoci ai tronchi degli alberi ed ai rami pieghevoli degli abeti, fra una macerie di roccie cre- tacee abbagliantissime pel riflesso del sole e fra squarciati versanti, spossati da un cammino di otto ore, affaticati da quella precipitosa ‘ discesa e pieni di fame e di sete giungemmo alla fine alle 2 pom. a Gerbalj, villaggio sulla Kulpa. L’ osteria del luogo non aveva altro da affine che pane, uova e vino. Pei nostri bisogni ciò era più che' sufficiente. Sdrajati sull’ erba all’ ombra del casolare passammo qualche tempo in perfetto riposo. Pochi passi da noi discosto scorreva un ruscello, le cui fresche acque ci invitarono ad un.bagno. Ricorderò qui la conoscenza fatta del sig. Hoffmann, che in questo sito attivò una fabbrica di prodotti forestali e che ci volle presso di lui. Verso sera vi giunsero il parroco ed il maestro di Kuzelj, villaggio un’ora distante, i quali giornalmente erano abi- tuati a fare la loro passeggiata verso Gerbalj. Fu questo per- noi un piacevole incontro, poichè ci procurò un’ ottimo ricovero in casa del parroco che assolutamente volle condurci seco. Il compagno Bolf suo malgrado dovette lasciarci per ritornare a Delnize. Preso momentaneo congedo dal sig. Hoffmann ce’ incammi- nammo verso Kuzelj seguendo la bella strada che in parte costeggia il fiume. Oltremodo pittoresco è questo bacino chiuso a valle da colli arrotondati e cinto all’ ingiro da monti che risaltano per la varietà di profili e di portamento delle nude vette. Lo sguardo, avido di volgersi dappertutto, di tutto abbracciare, si arrestava maravigliato di ammirare la bella vallata, che davvero merita es- sere paragonata alle stupende valli della Svizzera. Pur troppo queste contrade sono ancora del tutto ignote al turista, nè egli qui si avventura per le difficoltà che teme di tro- varvi. E fra queste annovera la lingua del paese che non conosce, il difetto di alberghi forniti di tutte quelle agevolezze che egli facilmente trova in tutti gli altri paesi alpini, e poi, ciò che più monta, la mancanza totale di qualsiasi guida o descrizione delle naturali bellezze selvaggie e pittoresche di questa regione che lo invoglino a visitarla. L’artista ed il viaggiatore che desiderassero studiarvi i pae- saggi, î costumi e la lingua, vi troverebbero buone strade, magnifici panorami, alloggi puliti ed abbastanza forniti di quanto può occorrere ad un viaggiatore senza pretese. Vi troverebbero inoltre persone civili, affabilissime, ed ospitalità generosa e disinteressata ovunque, ciò ch'io ho esperimentato durante tutto questo mio viaggio. Ubertoso presentavasi quì il terreno ed eccitava oltremodo la vita vegetale, che apparisce nei fioriti prati, nei verdeggianti pascoli, nei campi delle dorate spiche e nelle piante infine dei variopinti orti. Le coltivazioni principali ne sono il formentone, il grano, orzo, la patata, i fagiuoli, le rape, i cappucci, le susine. I boschi sono formati da quercie, faggi, aceri, frasdini, avellani, somachi e da pochi abeti, i quali predominano invece sui versanti meridionali. Ciò che poi concerne la costituzione geologica, non mi riescì facile in questa località formarmi una chiara idea della succes- sione e disposizione dei terreni, mancandomi per la brevità del tempo un maggior numero di osservazioni a pormi in grado di meglio conoscerne sia la struttura litologica, sia la conformazione fisica. Kuzelj è un ameno villaggio sito sul fiume Kulpa in fondo alla vallata, ove i monti asserragliandosi vanno a formare una gola verso Occidente. La chiesuola e l’ edificio parrocchiale vi stanno sopra un poggio donde si prospetta un paesaggio oltremodo selvaggio ed alpestre. Il giorno susseguente 17 agosto prendiamo commiato dal reve- rendo nostro amico per ritornare a Gerbalj. Il sig. Hoffmann ci attendeva circondato da uno stuolo di ragazzi, che soleva occupare nella sua fabbrica, i quali eccitati da lui avevano percorso i din- torni per recarci una gran copia di molluschi. Mezz’ ora discosto dal luogo, rimontando la valle che si ripiega bruscamente a Mezzogiorno, visitammo una sorgente che scaturisce dai fianchi rocciosi del monte e diventa d’un tratto poderoso tor- rente giù nella vallata fra muscose rupi ripartite in molti sca- glioni cacciandosi ora in gorghi isolati, ora impaludandosi fra le erbe dei prati. Fra quelle rupi raccogliemmo l’Adenophora suaveolens e la Campanula caespitosa. Le pietre nell’ acqua erano coperte 14 nua. dalla Bythinella. Welebitana Cless., ch'io trovai per la prima volta sul monte Velebit. Le altre specie di molluschi osservati in questa località furono : Cochlicopa lubrica Miiller, Zonites eroaticus Partsch, Gonostoma obvoluta Miill., Triodopsis personata Lam., Helicella nitens Mich., Clausilia ornata Z., Cl. filograna Zgl., vetusta Zgl., C1. grossa Rossm.; e nel fiume Kulpa Neritina carinata Kok. Quì d’ intorno cresce in gran copia il Rhus cotinus che uni- tamente ad altri prodotti boschivi darebbero materiale per vantag- giosamente alimentare parecchie industrie, facilitate vieppiù dalla vicinanza del fiume Kulpa, che con non grave dispendio potrebbe venire regolato per la navigazione. Esso scorre placidamente con un letto abbastanza profondo ed una larghezza di circa 30 metri e più. Le sue prime origini trovansi al versante orientale del monte Nevoso, segna il confine tra la Carniola e la Croazia, si unisce alla Korana in Carlstadt e gettasi poi nella Sava. Le sue sorgenti sovrastano per circa 1200 piedi al mare, più o meno. Le montagne che circondano l’ alto bacino del Kulpa costituiscono le diramazioni del Kupiski Verch a Sud est di Gerovo. Giacimenti minerari di tale importanza da meritare una regolare attivazione, non esistono nella regione da me percorsa. Non mancano però degli ammassi di ematite bruna che in tempi anteriori dovettero essere messi a profitto giudicando da spesse scorie osservate nei dintorni di Merslavodiza. Venuta lora della partenza, salutati gli ospiti, verso sera ci avviammo a Brod seguendo la destra del fiume, ed ove giungemmo in una buona ora di cammino. Giace questa città o piuttosto borgata sullo stesso fiume, at- traverso il quale è posto un ponte dove la via maestra, passando dalla destra alla sinistra, conduce nella Carniola. Le 25 case del luogo sono tutte di bell’ aspetto, fra le quali è da notarsi un fab- bricato medioevale che emerge fra gli altri per la sua vastità ed architettura; esso apparteneva alla potente famiglia dei Frangipani, oggi serve per gli uffici dell’ amministrazione della signoria Thurn e Taxis. Prendiamo stanza nell’ albergo abbastanza bene servito. Il notaio del luogo sig. Hibser, di cui si fece conoscenza, ci condusse la mattina seguente alle sorgenti della Kulpiza, che pro- rompono da un cavo imbutiforme a livello del suolo e di gran pro- fondità. Dalle. parecchie sorgenti copiose osservate lungo questo. di QAR — tratto della vallata della Kulpa, si può ammettere che questa, più depressa delle altre, sia destinata a bacino raccoglitore di tutte quelle acque che si riscontrano nei bacini parziali, trovando scolo sotterraneo, e condurle nel fiume Kulpa, il quale relativamente alle acque suddette funziona da fiume recipiente, trovandosi già presso alla sua origine in una piena rilevante. Qui scoprii una nuova Bythinella del gruppo della Lacheineri dal Clessin denominata Frauenfeldtia croatica. Raccolsi poi in quan- tità Lithoglyphus pygmaeus Frfld., Ancylus fluviatilis Mill. Sulle roccie circonvicine trovaronsi Clausilia commutata Rossm. var. un- gulata Ross., Cl. ventricosa Drap. var. latestriata Brus., CL grossa var. inaequalis A. Sch., Cl. laminata Mtg., questa con mo- dificazioni affini alla specie grossa' Rssm., Fruticicola leucozona Ziegl., Fr. plebeja Drp., Fr. incarnata Miill., Tachea nemoralis L., Pomatias Philippianum Villa, Pomatias patulum Drp., Terquilla frumentum Drp., della quale specie ho da rimarcare che questa, comunissima sui versanti dell’ Adriatico, sul Carso triestino e nella Carniola, qui si presenta rarissima ed in singoli esemplari. La flora non ci presentò specie rimarchevoli; si raccolse l’u- nica Ononis hircina. Dopo tre giorni di fermata li 19 si decise la partenza per Skrad. Volevano accompagnarci per un tratto di strada il parroco, il maestro ed il notajo del sito. In tal buona compagnia verso le ore sei valichiamo i monti che stanno a ridosso di Brod. Dopo una ora di ascesa giungemmo sopra una spianata ove si fece sosta presso un casolare sito fra mezzo annosi abeti. Da lì, si godeva una ma- gnifica vista sulla valle sottoposta percorsa dalla Kulpa. Il sole era già da un pezzo tramontato e ci convenne dare l’ ultimo addio ai cari compagni. La strada era buona, ma l’oscurità si faceva sempre più densa, affrettammo il passo, la via diveniva più lunga, più erta, la notte ci sorprese e divenne così buja che non potevamo distinguere gli oggetti più vicini. Il piede inciampava ogni istante sopra sterpi e pietre sgretolate, ci pareva di camminare sopra l’ orlo di un abisso, e tale era. Eravamo talmente affannati che ci sfuggivano certe espres- sioni poco lusinghiere contro le autorità locali che non si curavano illuminare le strade pubbliche! Alle nostre grida accorse il custode della stazione alla quale fortunatamente eravammo giunti. Indica- Bi — 350 — taci la direzione del villaggio che scorgevasi dai lumi, in pochi minuti ormai ci fummo, trovando quivi il tanto desiato ricovero. Skrad è un ameno villaggetto, che spicca dai fianchi del monte lungo i quali lo percorre la via ferrata che conduce a Carlstadt. Il giorno appresso ci dirigiamo verso Diviake che ne dista due ore; sono poche case del tutto rustiche disposte pittorescamente a ca- valiere di un verde sperone che dintorno a se svolge un magnifico panorama. L’ occhio da lì si spinge sopra una successione di mon- tagne che sorgono ad anfiteatro dalla vallata della Kulpa. Tra questo proscenio montuoso che si spiega davanti a noi, s’ erge all’ orizzonte il Nevoso col suo picco che qual gigante tor- reggia fra le altre catene succedentisi in lungo giro di linee ar- cuate. Sulla via fra i due villaggi sorge una rupe nera fantastica, ritta sul pendio da sembrare una statua rosa dai secoli. Su questa crescevano dei cespi della Campanula thyrsoides. Mezz’ ora lontana da Skrad trovasi la stazione della ferrovia sita 2077 piedi sopra il livello marino. Lì presso, un ruscelletto albergava la Bythinella Lakeineri Sechm. Il capo stazione signor Enrico Kniewald e l impiegato forestale ci obbligarono ad una fermata di due giorni nella loro compagnia. Con essi si progettò una gita nella grotta denominata Musevakutscha, che ebbe luogo nel pomeriggio dello stesso giorno. La comitiva venne aumentata da due gentilissignorine, parenti del Capo-stazione, che assolutamente vollero prendervi parte. E questa escursione non fu tanto facile, si dovette continuamente discendere giù per una specie di rompicollo tra fitte boscaglie che intercettavano il passo ad ogni momento. Dopo un’ ora di faticosa discesa, si giunse al margine di un profondo burrone serrato fra alte rupi coronate da foltissimi abeti, costeg- giando il quale siamo all’ ingresso della caverna. Essa forma una specie di alta cripta naturale di 18 piedi di raggio, traforata circolarmente nella volta. Accese dalle guide che ci seguivano delle torce di abeti penetrammo nel sotterraneo. L’acqua sgocciolava da tutte le parti, il terreno era fangoso e molle ed in parecchi punti presentava delle pozze d’ acqua, la cui temperatura segnava 7 gradi C. La volta alta e spaziosa era coperta da stalattiti e specialmente le sinuosità laterali ci davano lo spetta- colo di bellissime concrezioni che la forza d’ immaginazione ci pre- sentava quali fantastiche imitazioni di svariatissimi oggetti d’arte. A 540 piedi di profondità un bacino ci sbarrò la via ed eravamo già in procinto d’investigare quella sotterranea idrografia, senonchè — 391 — colla specie di navicella fatta di tronchi d’alberi che quì trovavasi ed in pessimo stato, non sarebbe stata prudenza 1’ avventurarsi più oltre in quelle tenebrose regioni. Ritornammo appieno soddisfatti non senza far plauso al coraggio delle nostre ardite esploratrici. Il giorno di poi dato un affettuoso addio all’indimenticabile compagnia ed all'amico Hire, che mi fu tanto valente e caro compagno, presi la ferrovia per Agram. Qui non mancai di visitare le collezioni del Museo di Storia Naturale, fra le quali emerge quella di zoologia per la ricchezza delle specie ben disposte in ampie sale e per le pregievolissime opere scien- tifiche di cui è fornita l’ annessa biblioteca. Va meritamente lo- dato il custode di questa sezione, il Professore Brusima, al quale si deve eziandio il felice pensiero di aver voluto aggiungervi una raccolta di paleontologia patria. In sua compagnia percorsi le rive della Sava, che corre un’ora lontana dalla città, raccogliendo gran copia di molluschi fluviatili. Erano questi Anodonta cellensis var. ventricosa C. Pfr., Anodonta compressà Kue., Lythoglyphus nati- coides v. aperta Kiist., Vivipara vera Frfld., V. fasciata Miill., Ne- ritina carinata Kok., Melanella Hollandri Fèr. var. legittima Rssm., e la var. laevigata Rssm., Melanopsis Esperi Fèr., M. acicularis Fèr., Limnaea ovata Drp., Unio tumidus Retz., Unio pictorum forma locale ch'io denomino forma Zagabriense per distinguersi dalle valve più compresse ai margini inferiori mediani. Fu questa l’ultima mia escursione in località interessanti sotto ogni riguardo, dappoichè nel mentre è barriera settentrionale a molti organismi dell’ Europa meridionale, lo è meridionale a pa- recchie forme dell’ Europa centrale. Il paese è quindi una regione ove s° incontrano le specie mediterranee colle specie transalpine. Il giorno 26 agosto ritornai per Steinbriick a Trieste, ricco di collezioni naturali e di impressioni incancellabili. Prof. Adolfo Stossich. BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO. Stampati pervenuti in dono alla Società. Dal sig. Otto E. A. Iljelt. 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H. 17—19. - poftorbeni sh 04 da Te: ni a) di iagidat arco - n, sa si infoitronioti = Tr ir | v rotelto; “stalli a0 sms i Osservazioni meteorologiche dell’I. R. Accademia di Commercio e Nautica in Trieste mese di Gennaio 1879. (Eleyazione dell’ Osservatorio sovra il livello del mare= 26 metri) Massimo della pressione barom. 769.5" li 13 Massima velocità diurna del veni Amnotazioni. Il 1 e 2 tempo nebbioso e piovigginoso; li3 pioggia; li 4 pioggia e nebbia; li 5 parzialmente sereno; li 6 in gran parte sereno; li 7 bel tempo; li 8 cielo parzialmente annuvolato e neve nella notte successiva; li 9 forte bora e neve; li 10 cielo annuvolato ; li 11 nuvolo e pioviggina nella notte; li 12 cielo sereno e verso sera nebbia; li 13 e 14 bel tempo; ai 15 nel dì tempo in parte sereno e pioggia nella notte; li 16 bel tempo; li 17 semi coperto; li 18,19 e 20 sereno; li 21 neve minuta che Totale Chilometri percorsi dal vento 8192.2. BAROMETRO À i DIREZIONE E FORZA VELOCITÀ MEDIA in milimetri ridotto STA TERMOMETRO DETTO DITO ARSA RS ENTO DEL VENTO DEL VENTO | = |alla temp. 0° ed al livello] 0° centigrado in milimetrì in p. % del massimo annuvolato = 10 calma = 0 in kilometri all'ora per gli | 3 del apare 700Ht= i uragano = 10 intervalli di tempo (S) qu| gag pu Massi Mini-| | gr | gh me qh | gh] gh oa qu | gi | gu Fo q| gu 9 FRA qu gui gli gh_ 7. pappo UE nalierof 9 | Ma naliero naliero]| naliero rana atri il 67.2) 66.9) 66.5) 6e.ol 79) 64 6.6) 7.8) 7.6) 73) 73! zia 78) 7aj100) s4|100] 98/ 10/ 10) 10] 10f —-o | —o | —o | z6l o5ì 11 12) 213 9 60.31 57.4| 59.2] 59.0] 8.8] 6.8 6.8| 8.8| 6.8| 7.5] 74) “82 7.2) 76/100] 98] 98] 99] 10 10) 10] 10] —o | —o | —o [593] 06 11 23) 301 3 62.8| 62.2] 61.1] 62.0] &.6| 40] 4.6] 8.6] 8.0) 7.1] 6.2) 6.3] 7.6] 6.71 98| 76) 94| 89 5 7| 10 T —.0 E. 1 0) 35) 20) 89) 11) 905 4 57.4 541] 55.0) 55.5] 83] 7.0] 7.3) 8.2) 7.1) 7.5] To sa MEGNANITIS]" (99) | 92.1 193] 95] 10. 10. 10 10] —0 E. 1 —.0 145.4" 1.9), 43) 13) 58%) 5| 55.5) 59.1] 63.3) 59.3 sol 25) 6.8) 75) 46 el 72/4207 52) 98) e1| 59) 78] 10) 8| 5] 8s| —o |EnE2| E1 | —| L6| 169 133) 2266) gi 65.5) 649) 65.5) 65.3] 67] 15f 2.7) 62) 32) 40| 42] 86 38| 45) 75) 79) 66) 73] s| of o| 2| e. 1 |ENE.2|ENE.2] —| 105] 72 239 3246] 7 644 61.7) 60.9) 62.3] 42/—0.9] 13) 42 18| 24] 3.7 35033) 33] 72] 40] 63] ef ol o) o] o|ENE1|ENE.3|ENE3] —| 62) 10.5) 378) 4000 | gl 57.6) 54.6| 53.3) 55.2] 14|—12/—0.2| 0.7/—0.6| 0.0 2.7 :3:9| 3.5] 34) 60| so| 79] 73] O 10) 10| 7/|ENE 3|ENE.2|ENE.2]| 00| 288) 27.8) 227) 6410| gl 51.6] 45.6| 48.7] 49.6| —0.7|—3.3|—1.3/—2.2/—1.8|—1.8] 3-0] 3l 34| 32] 73) 79) 84| 79] 10| 10) 10| 10|ENE.3|ENE.9|ENE.9] 00| 212) 46.9) 66.8/100.73 | {o| 50.1| 52.8] 55.1| 52.7] 2.6|—10|—0.8] 2.7) 2.3) 14] 3.8] 34| 46| 3.9 88| 60| 84| 77] 10) 10| 10) 10|ENE.4| El aes E Meeogi Gise jil 543| 55.3] 57.9) 55.81 5.0) 07 32) 50) 3.7) 40] 5.2) 61) 54 56 90| 94) so] 91] 10/ 10| 10) 10f —o | —0 | NW.1] 50] 00) co 00 06] 12] 61.1] 62.5) 64.5 (PI SONA RES GX MAREA 49) 6.9) 47] 5.3) 93 | 91 84 | 89 0 0 0 O] —0 —.0 —.0 — | 0.0) 0.0) 9.9 69.7 13) 66.2] 67.7) 69.5] 67.8] 6.8 10] 5.4) 6.6) 2.2 47] 5.4) 6.0| 3.6| 5.0| 50| 33| 66| 76] O O| o| O|ENES5|ENE.5|ENE.4| —| 37) 355) 355) 5347 sal 68.6 67.5) 67.11 677 641 10) 12) 64 46| 41 34 5.8) 36| 41 67) 73] s6| 6] 0) 0] c| o| E1|NW.1| —0 | —| 197] 04) s8| 2401 15Ì 649| 63.2] 63.2| 63.8] 80| 17 36| 75) 5.1) 54 40 60) 54 48| 67| 65] s3| 2] 5| 2/50) ef L1| —0 | —0 | 56] 62) 19) 5.1 1106 1e| 642) 64.6| 64.5| 644 72) 1.9] 26) 7.2) 35) 44] 42 62) 5.2) 52) 75| 82| ss| 82] O| 0| o0/ 0 0 0 0 Sal o.0l dl. od) i7| 627| 63.1| 647) 63.5] 7.71 20| 48) 7.3) 40| 54 52) 58] 39 50] 81! 76| cal z| 0) 6| 0| sf] —o |ESE1/ENE.2] —| 00) 01 129 919 18 65.1] 65.7| 65.9 65.6] 48) 17| 2.6) 46) 24| 32) 34] 32) 35| 34 62) s0| 66] 59] 1| 0| O) O|ENE.3|ENE3]|ENE2]| —| 243) 387 365) 76846 | 19 647) 640) 649| 645] 35/—0.7] 1.6| 34) 12 21] 33| 3) 29) 33) 63) 63] 59| 62] O| O| O| O|ENE4|ENE.4|ENE.3]| —| 17.7) 374| 269) 6268 | 90) 649] 65.1| 66.51 65.5| 1.2/|—26[—0.4| 04|—14/—0.5| 3.6| 40| 34 3.7] sI°| 85| s2| 88] O| O) O| O|ENE3|ENE2|ENE3]| —]| 23.1) 325) 30.7] 673.1 | 91 648| 65.4| 66.1] 65.4f 20|—11|—11| 0.2) 0.5|—0.1] 35| 43) 41 40| 82| 92| 87] 87] 9| 10| 10) 10| B.1 E. 1 E.1 | 35] 177) 5.6) 37 2420] 99 67.3] 67.7] 67.7] 67.6] 7.9] 2.3] 2.8] 55| 66 50) 39 64 7.1 58) 69] 96| 98] s8| 10) 10) 10) 10] —0 | —0 —0 Jaesl 29 000 041 294] 93] 67.7) 66.5) 66.4] 66.9] 11.4] 8.0| 9.4 1L4| 10.4! 10.4] 7.5) 8.8) 8.9] 8.4f 87/ 88] 95| 90] 10) 10| 10| 10| —O |ESELI| —0 | 00] 00) 26) 03) 20.7) log] 66.4| 65.9] 65.6| 66.0] 12.6| 8.0 9.8] 12.5) 11.4| 11.2] 8.9] 8.9] 8.7) 8.5] 99| s3| s7| 90] 10| 10! 10| 1031 —0 —.0 0 SIRO NO NO 9,9 95) 64.8 63.8| 65.1] 64.6] 14.0| 8.3] 9.5] 12.3| 10.6] 10.8 T4 9.5) 3.8] 3.6] s6| 90] 93 | 90] 10 9| 10| 10} —.0 —.0 20 logi 65.1| 65.7| 66.9 65.9 13.9] 7.3] 10.1] 120| 9.9 10.71 7.8) 8@| 7.9 81| s4| s4| s7| 85] 10) 6|10| 9| —0 — (0) =.) 97| 68.1| 68.6] 69.4| 68.7] 124| 8.3 8.3| 124| 9.8| 102] 7.3 83) 86| 8.1| 89| 78] 95) 87] 10) 6| lo) 9| —0 o 20 9g] 68.3 66.7] 66.7] 67.2) 12.3 8.2] 9.0) 11.3] 10.3] 10.2] 8.1] 87 7.5j 8.14 95| 8s8| 79| 87| 10 3| 10 gs| —0 —.0 ESE. 1 99 66.1 65.6| 66.1] 65.9] 10.9| 5.4f 8.6] 10.21 7.6| 88] 7.0| 6.9 5.9 6.6] 84| 74/ 76] 78| 10| 10) 10| 10 E. 1 ENE. 2 | ENEL sol 64.3) 64.2] 62.7) 63.7] 5.3) 2.6 5.1 43) 2.6] 40) 49) 5.2 49| 50) 75) s4| s9| 83] 10) 10) 10| 10 |[ENE.3 | ENE. 2 ENE 6 31 632| 641] 64.7/ 640] 64) 40] 43) 62) 48) 5.j 41) 44 42 42) 66| 62| 65| 64] 10) 3) 10) 8 ENE. 4 | ENE. 2 | ENE 2 5 63.1) 62.7) 63.4) 63.1) 7.1) 2.9] 44 6.6) 49) 5.3] 5.4) 6.04 53.5) 5.6] 82| 79 s1| 81| 6.6) 5.8) 6.6| 64 92595 = to 1007.3 Chilometri li 9. Minimo dell'umidità 49°/, li 7 Minimo _, co 5 748.6" li 9 Media 5 3 ATE 264.3 a Massimo di pioggia caduta 59.3"" li 2. Massimo della temperatura 14.0 °C li 25 Massima velocità oraria del vento 66.8 = LINO Minimo 5 5) —3.3 °C 119. Media A 5 11.0 Ò nella notte cangiossi in pioggia; li 22 pioggia e nebbia; li 23 pioviggina e nebbia; li 24 cielo coperto e nebbia; li 25 in gran parte annuvolato; li 26 parzialmente coperto; li 27 cielo parzialmente annuvolato e pioggia nella sera e nella notte; li 28 cielo in parte sereno e pioviggina nella sera; li 29 nuvolo e pioggia nella notte; lì 30 pioggia; li 31 cielo parzialmente sereno. TRIESTE ST+". ART. TIP. G. CAPRIN. Na n 9A ba) È x b) ig b--; PS CRETESE, tina n [a è , De 4, TERMOMETRO centigrado UMIDITÀ i | DELL'ARIA ‘in p. ° del massimo ANNUVOLAMENTO | sereno = 0 annuyolato = 1() calma == 0 ragano = 10 _— [Medio]|x QU | gior- | naliero, 64.1 63.7 GL5 57.9 64.0 2-0 O Oa vv a 59 | 90 QI 75 84 | 95 54 | 85 | 59.7) 55.7| 54.2 5.6] 7.3) 9.6) 8.3 6.7] 6.8] 84| S2 n i - x ui i : È sof ù Massimo della pressione barom. 765.6" li 9 Amnotazioni. Il 1 cielo parzialmente annuvolato; li 2 cielo coperto; li 3, 4 e 5 pioggia e nebbia; li 6 pioggia; li 7 bel tempo; li 8 cielo parzialmente sereno ; li 9 nuvolo e uella sera e uotts pioviggiua; li 10 cielo coperto; nebbia nella mattina e pioviggina a brevi intervalli; Ji 11 pioggia; li 12 cielo parzialmente sereno. Ad ore 244 p.m. avvenne una leggiera scossa di terremoto che durò cirea 2 secondi; li 13 cielo in parte sereno; li 14 nuvolo e pioggia nella notte; li 15 16 e 17 pioggia; li 18 cielo parzialmente sereno e pioggia nella notte; li 19 quasi sereno; li 20 nella mattina in parte annuyolato e verso sera e nella notte pioggia; li 21 in parte sereno; li 22 nella notte pioggia; li 23: tra le 10 e le 11 ant. forte temporale con pioggia, spessa grandine e repeutino cangiamento della temperatura, poi cielo in parte nuvoloso e nelle ore pom. forte libeccio con mare a velocità diurna del vento nto 45.9 È Minimo , 5 È 738.9" li 23 È È Massimo della temperatura 13.8 °C li 11 ssima velocità oraria del ve Minimo , 5 2.7 °C li 28. L E Medio È Medio gior- | 7% | 2% | 9% | gior GUT» naliero] _ naliero] 83 77] 10| 10) 10 ENE. 6 | ENE.4| SW.4 |o6.s| 45.9) 23.2] 342 8$6| 77] 8| 100 10) 9| SE.1 | SW.1 | SW.1 |224| 32.2) 6.7) 20 BA MOSTO IATA TONI NN7A| ATENE 0 00] 40] 44 17) 2:17 Boll MIBOI ASTON NESLON MTON RSLORINEO SE. 1 UT Ro) EI] logo) lL'otale 379.2 81 820] 84 72 57 Minimo dell'umidità 52°/, li 28 . Massimo di pioggia caduta 52.4"" li 15. 860.0 Chilometri li 25. SSL li 25 » ga Mi 6.0 e Chilometri percorsi dal vento 3999.5. grosso. Verso 10 ore di sera straordinaria alta marea; il livello del mare elevossi sino a circa 3/, di metro sopra l’ orlo del nolo Sartorio: li 24 cielo parzialmente annuvolato. Nella notte del 24 al 25 avvennero alcune scosse scismiche tra le ore 11 e le 6 di mattina. Nella medesima notte regnò una violentissima bora con una massima velocità oraria di cirea SO chilometri. Nel di 25 continuò sino ad ore 2 pm. la bora accompagnata a tratti da pioggia. Verso tre ore pom. fuvvi un sensibile cangiamento di temperatura e cadde poca gran- dine. Nella sera continuò la pioggia: Dalle 7 alle 8 ore pom. avvenne di nuovo una straordi- naria marea che elevossi di 0.66"" sopra l'orlo del molo: li 26 pioggia ad intervalli; li 27 e 28 cielo coperto e pioviggina. ilometri all'ora pe intervalli di tempo a_gilga gu] Sire fl a i ali per- 1°-2%2%9 corsi i in 24 ore ———_—_—T-F6S rcf£€r£e««] Dro Massi-| Mini- Y I Lol h ho h vos 7h di ù vr 5 ; i Kill Jom n se [HE [i A SA UV O I I MM Li i N RI RE) 2.8| 17 374 0a Oa a 12.6| 113,6 Alt az at ls 15] 1449 10 O Nol 2.6] 30.2 To zio 112) 1802 DENON ICON NATO 1.7) 2445 Oca 34 703) ON NSLON| So NI 0.7) 55.0 O oe ola 0.9 24.9 O NON MACON AO O4| 104 108 MO] DA O 0.8| 27.2 5| 3| 10] 6 0.7] 35% wi loi 26.7) 225.6 OR MAD TON O 28.0| 586.3 | 9| 10) 10 10 | 10| 10 10| 3 10 DAMINSN SALO 6| 9| 10 Jassima velocità diurna del vento Massima velocità oraria del vento 5.9 Totale Chilometri percorsi. dal vento 4409.4. Medio in milimetri TR TDI 4.9] 49 586.3 Chilometri li 14. 142.2 37.7 Minimo dell'umidità 38°/, li 14 Massimo di pioggia caduta 89.2"" li 27. ” li 24 pioggia e cielo coperto; li 21 caligine nella mattina, poi cielo coperto e pioggia; li 22 pioggia; li 23 tempo piovoso, verso 7 ore pom. pioggia dirotta; li 24 cielo in parte sereno ; li 25 bel tempo; li 26 e 27 pioggia; li 28 in parte sereno e poca pioggia nella notte suc- cessiva; li 29 caligine nella mattina, poi bel tempo; li 30 e 31 bel tempo. Stab. Art. Tip. G. Caprin, PR PATTO TRI IAA ACI ASILI ARRE CI NE a n) od li x È 1 "E ' g UMIDITÀ DIREZIONE E FORZA VELOOITÀ. MEDIA | ilîmetri ridotto ERO DELL'ARIA DEL TENDO ) DEL VENTO. 0 ed al livello] "da | in p.% del massimo | annuvolato = calma = in kilometri all'ora per gli uragano = 10 intervalli di Fn | in milimetri PLUVIUMETRO Lo [tedio | Arassi-| Mini] 21 i S n E I ì MEO ta un a Giara ag Bea 3 è Denari 4 à L SATA ‘ a to al 645 646) 648) 18.6 2. .0] 16. b 4| 69 7 3 5 BZ IU 3 TIA NIE ANN SOR MES ha 57.3] 54.1| 57.2] 18.0) 9.8] 13. 3 .6| 148] 8 i . 2 13] 73 722 7| 10) 4 0 | Wi SDA 13 350221 52.4] 53.1] 52.6] 15.3] 9. Î È .2| 12.01 È ; Oro Goa SSE. 1| SW.1|ENE.1 | 48| 122 53.5) 51.6| 15.4] 8 ° b 4 1 | 5: ; N EEA ATER a: EN ENE.3| E 1 |ENE2 —| 112 ; .6| 59.0) 15.1 | 53 | 53] 56) 54 10| 9 ENE.L | E 1 | ENE2] —| 152 60.0| 59.4] 58.8 15.3 13060831 AI LOR 2 —0 |NW.1| —0 | 6) | 56.6 56.2| 55.2 16.5 82 76) 76) 78] 10| 10 S.1 W.1 SEO = 52.8] 51.6] 51.1 14.0) 82 | 85| 83| 83] 10| 10 SE. 1 S.1 |ESE. L|10.0| 143 15.4 85.) 91 87) 88] 10| 4 Suo SIG 17.0 86 | 68 | 86| 80 8 3 SSE/1| W.1 20) = | DSN Ao 520 Mr LOR MO ENE.2| E. 2 E.i |303| 74 ) 4 Bi Bed |CNSH! INI 35/1001 2: IVO WEA ESWESIlI 413/1037 Ti NWA eo era Msto Mor 00553 SET ESSI SEU NGI Ce e) ito —.0 N. 1 E. |52,4| 65) 29) 36 SVEn MIGOSI E.1 |27.0| 6.6) 79) 42 PRW ENT [990 peo par tolo SOTTO awe] i) e SHAOA NSSSE S. 2 |298]| 3.7] 5.5) 10.6 NWA ENWA do SES SR eco Mb ESE. 1| SSW. 1| SB.1 | gg| 13) 44) 57 —.0 Well NW. 1 —| 0.7) 5.4| 4.5| 75.9 See NW 0 2a 3 o —.0 | NW. 1|WSW. ul gol 14 3.8) 39) 75.6 E.l |WSW.i| E.1 |26.0| 3.8) 5.2) 2.6] 91.8 ENE.1 | ESE.1| E.1 |132| 85) 19 95) 1646 E. i |ENE. L|ENE 1| —| 42) 11.1) 219 2732 ENE2]| N.1 | F.1 — | 23.4 5.6] 22.9) 433.6 Totale 8.3] 76 rici 97] 11] (144 11.9 12.7] ‘ rospi isf 74 i pas 341.5 Do gip] info rr 1 Minimo dell’ umidità 42°/, li £ Massimo di pioggia caduta 524%" li 16. Massimo della pressione barom. 765.2" li 1 Massima velocità diurna del vento 433.6 Chilometri li 30. Minimo , 5 745.0%" li 12 Media n RENO 176.1 Massimo della temperatura 18.6 °C li 1 Massima velocità oraria del vento 27.5 È li 4 Mivimo , n 7.0 °C hi 19. Media 3 7.6 Totale Chilometri percorsi dal vento 5283.4. Amnotazioni. Il 1 in parte sereno; li 2 nel dì cielo in parte annuvolato e dalle 5 pom. in poi; li 19 cielo in gran parte sereno ; li 20 bel tempo; ]1 21 tampo piovig- pioggia nella notte; li 3 nella mattina continuò la pioggia poi il cielo rasserenossi alquanto; ginoso; li 22 in gran parte annuvolato; li 23 pioviggina ad intervalli; li 24 tempo bello; li 4 e 5 in parte coperto; li 6 in parte sereno; li 7 tempo vario; li 8 pioviggina; li 9 e li 25 cielo in parte coperto; li 26 nel dì cielo semicoperto e nella notte successiva pioggia; 10 in parte sereno; li 11 e 12 pioggia ad intervalli; li 13 dirotta pioggia nella mattina li 27 pioggia nella mattina e nella notte successiva, nel dì cielo in massima parte coperto; e in parte sereno nella sera; dal 14 sino inclusivo al 17 tempo piovigginoso; li 18 pioggia li 28 pioggia a brevi intervalli; li 29 e 30 cielo in massima parte coperto. ————— i iI LIONE ZIO GTI III I] _u__v—_—_u—__y _r__—_—_—_——_———_—_—_—_______r_ °° Stab. Art, Tip. G. Caprin, eee TTT TE E < che; JR IN bi HM O 1, Pa \ | | ÙI ì LI | TEMPE- RATURA (pu 0 n milimetri ridotto la temp. 0° ed al livello lel mare e 100 + TERMOMETRO | centigrado Mini- | ma gr Uol Massi- È naliero 61.3 60.5 59.7 ma 14.3| 9.3, 20.41 21.3 22.1 55.2 58.0) 19.4 î 55.2| 56.0) 57.2 21.0] 18.1 59.2] 60.5] 60.5 21.6, 15.0 59.8] 63.0] 65.1 23.6 18.1 67.5] 67.2| 65.5, 23.1 20.4 62.7 23.2 60.3 18.6 Massimo lella pressione barom. Minimo s n Minimo n n) parte coperto; li 6 in parte sereuo; bello; li 16 pioggia ad intervalli; 767.9" li 30 749,0" li 10 Massimo della temperatura 23.6 °C li 29 7.8 °C li 3. 14.6 16.4 19.0 17.2 18.4| - 14.1 Media Amnotazioni. Il 1 e 2 cielo in gran parte sereno; li 3 forte bora, cielo coperto e caddero poche goccie di pioggia; li 4 pioviggina ad intervalli; li 5 cielo in massima li 7 ed 8 nel dì cielo in parte sereno e nella sera pioggia; li 9 pioggia verso sera e nella notte successiva; li 10 cièlo in gran parte coperto e pioviggina; li 11 tempo vario; li 12 cielo in massima parte coperto; li 13 14 e 15 tempo 17 pioggia; li 18 pioggia nella mattina; li 19 pioviggina Massima velocità oraria ael vento DIREZIONE E E FORZA UMIDITÀ ANNUVOLAMENTO 2_ | VELOCITÀ MEDIA x DELL'ARIA sereno = 0 SÉ DEL VENTO |inp. % del massimo | annuvolato = 10 = 2 |in kilometri all’ora per gli EE Da = 10 il SE intervalli di tempo — SE ch di (A edio D = Kilometri e 2 | © |E rp in a o A .2 | ENE. 2 | ENE. 2 — | 44.3] 25.3] 22.5| 777.1 : .2| E. 1 | ENE2| —| 254) 259) 36. ) 020 61 61° 58. 10.) 10 | 10) 10|ENE.4|ENE.6 | ENE.6]| 0 35.6) 46.5 i o Hol Melei 874068 2 I 10:10 T|ENE.4|ENE.3| W.1 6] 30.2) 39.7) 1.7] 5916 TASMDDA RT LO NCIO 9 | ENE 1 | ENE. 2 | NNE. 2 3.7) 9.5] 30.4 3164 20351 MO, 49) 9 1 | 10 7|ENE. 2| NE. 2 —.0 — | 11.6| 13.6) 3.4 236.0 Sb odi Bb | 48 4 4 8 DUMEZIOI VI —.0 2.4] 6.6) 5.6| 5.6] 1445 74 | 56| 76) 69 ri 210) 6|SE.1 INVIA SE. 1 2,1 3.9 16.4| 1.1 162.0 Beal RSA ANT LOR ESLO N CON ION IST SE. 2 | ESE. 1|290| 2.5) 11.9) 39 136.6 ODE] ZI SII ION TON MONO SW.1 E. 2 7,21 34) 62) 7.0) 111,9 59 | 71| 62| 63 10/ 910 10/ENE.2| W.i1 |ENE2]| 44l 48| 74 85) 1594 TITAN IO0N 407) 59 LO IL0N TON TONONAI WS E. 1 — I 6.4) 94) 5.81 1704 52 | 64| 66| 61 2 3 2 27 CES W.1 W.1 — | 10.9) 6.8] 3.9 1847 45 | 60| 61| 56 0 6 2 DAI SARI Wadi vedi = 4.3) 7.4| 1.9) 95.7 LOEB AO 1 0 2 1 —0 |NW.1 —.0 —_| 0.8] 3.8| 2.8] 534 IRSA TORO 5| 10| 10 S| —0 —.0 —:0. [18.01 2.2) 46) 48) 76.8 (TOR BR 8900 Sl 10M] LOR TONI NE=0) —.0 NE. 1 |30.5| 43) 62) 5.4 1249 124 DE MSISIATO 3 4 7 DA CHI SE. 1 | NE. 1 5,0] 5.4) 3.8) 3.8| 107.7 69 MS TARE 2A 2 10 3 DIRSI ii NW. 1| 0.0 11) 43) 11) 48.7 63 | 71] 64| 66| 10 l 1 6|ESE.1]| W.1 n.2 0.0] 2.2) 5.2 10.8| 133.9 61 | 36| 90| 79| 10) 10 INIMNTONICNO,, ci —:0 | ESE. L | 15.0] 80) 22| 2.1) 110.1 CAVO VENREa] co eacoNeaeo feet oa aa) io em 82 73] 79) 78 3 1 3 2| —0 Wan: —.0 Ar 730 68 Ml 85 710) | 3 100 6 Zon 00] 2305005) 767 63 | 68 76| 69 3 8| 10 TO EZIO NEAR, EH] ee aero 72 | 94 90] 85] 10| 10) 10) 10 —o0 —.0 | ENE.1 |29.7] 1.71 29) 10) 446 (OS LOTO Te eri = ema eee cel all ge, m6| 74) 93| 74 8h A ES VIS OA D.0) Lan gi 26] gn ot 63% 69 GN (6] O. Col) SI (SWAN Zoe) 1300 63 | 64| 9L| 78 0 9 f 5] —0 | ENE 1| —0 | 00) 4.2) 1.9 02) 570 68 | 93 75] 79] 10) 10) 10| 10 |ENE.1 —.0 E. | 14.6] 0.2) 1.1 10) 180 l'otale 67 | 68| 73] 60] 62) 64 70) 65 , 158.6 i pih "i cavalli deivacaiae: Neicndi ata sdlitaàài Lezion: KI 997.6 Chilometri li 3. Minimo dell'umidità 33°/, li 6 196.3 5 Massimo di pioggia caduta 30.5"" li 17. 46.5 5 li 3 8.2 Totale Chilometri percorsi dal vento 6083.8. li 20 cielo in massima parte coperto e poca pioggia nelle ore pom.; li 23 bel tempo; nelle ore pom.; li 21 pioggia ad intervalli; li 22 pioviggina nella mattiva e nelle ore pom.; li 24 tempo in parte bello; li 25 cielo in gran parte coperto; li 26 pioggia a lunghi in- tervalli; li 27 e 28 tempo vario; li 29 tempo bello; li 30 cielo nuvoloso e nel pomeriggio caddero poche goccie di pioggia; li 31 pioviggina. Stab. Art, Tip. G. Caprin* AL hi di ea PIANISTA L'ALPLOALE para mio sie i Dei i. (on Der D? attesti) PE JMII î T DIREZIONE E FORZA |< VELOCITÀ MEDIA milimetri ridotto | SOMERA | "TERMOMETRO JE SOLA ica DEL VENTO ss DEL VENTO — temp. 0° ed al livello] © IO centigrado in P: %o del sO annuvolato = 10 calma = 0 = |in kilometri all'ora per gli l mare 700 + i à uragano = 10 SE intervalli di tempo h Massi-| Mini- TE n h n | ql DETTO di ERE n È ONE. r|z1_ohlon_gui stata 5 ca ma i ma "OR a È È [a] î 3 di pia i z d È Rata È di in SEI Ì 61.1 .9] 16.4 i î H b i 5, 14. 10 | 10 | I0| 10f —O | —0 0 8201 GOT d2/0:1] oa 63.5] 23.1| 15.0] 17. A .2| 19.1] 13.3| 15.4) (13. 80) 84| S| 10 CHI 9 —0 | SW.1| —0 | o00f 0.8) 5.2) 03) 393 632| 2 15.9 K c Li .1f 12.0] 14.4] 11.3) — T4| 72 72 1 DIR 1| —0 | W.1 —.0 —| 0.1) 4.6] 0.6] 40.3 62.6] 23.7| 16.3 19.4) 22.4) 18,5) 20. feti ii1.o) 591.72) 70 67] 3| 1/1] 2] ol wa | —o | —| 68 40 on 401 62.9 f È i } i c ) } È .4| 52| 50| 81| 61 0 SI 2 ZA MOR la ANDE —0 —| 0.8) 0.8] 0.8) 195 .6| 58.1] 58.1] 25. : 13.9 57| 78) 85) 73/ 10 Di 1| T| EL |NW.1| —0 | 15] 07 07) 02) 84 60.7] 60.0] 60.3] 25.2/ 18.9] 22.0| 23. ) 1 - IO Oo | e 0] —| 00) 0.2) 00 19 60.1] 60.9] 60.2| 26.9) 19.2] 22.8 di c Li .5| 14 "DI TO 67.1 69 70 8 1| 1 dii (0 Wei —.0 —|.0.0| 24| 0.5) 198 62.6| 62.8| 62.4] 28.4| 16.9 24.4] 24. } b 2 ] 1 69N 97 AT TODI [CO] Ne ISIN NE RSI osolios| naar 0335 63.9| 63.9) 63.8] 26.3) 18.4] 21.9] 24. } } 1 arl 3.2] 65 | 61| 73 | 66 (0) i 0 3| —0 VERO —.0 —| 1.3) 0.4) 0.0) 16.0 65.6| 65.1| 65.3] 26.3| 18.2] 24.0| 26.0] 21.4| 23.8] 16. 1 Re NERE o eee |a 62.5) 61.7| 62.8] 28.0| 17.6] 23.4| 26. ; n 4 12.1| 14.7] 69 | 67| 80| 72 1 1 | LO} MAGO IZZIO) W.1 NE. 1 |i0o.0| 2.9) 0.2) 05| 333 60.5| 62.1| 61.2] 28.7] 17.2] 21.3] 26.9| 194 1 j 72 77] 79/76] O) 2) 10| 4|ENE.2) E.1 |ENE.2| 00] 92) 13.9) 135) 2836 62.2] 62.2) 62.5] 25.6] 17.3] 22.7] 24.0) 19.6 039 037 ROBI] Mo8r| MAI 33 LO, END ORE VI —0 | 00| 11.2) 0.2) 0.8] 118.5 61.8] 61.8) 61.8] 26.3] 18.5] 18.9] 25.9) 21.4 59 | 56| 63| 59 7 6 9 8] —0 Well 9 — | 0.4) (0/3) 0.1 64 61.4| 59.4| 60.8| 27.6] 19.0] 24.5) 26.0| 21.6 59 | 559 | 69| 61 1 1 6 3] —0 Meg 0 — | 0.0] 2.5) 2.8) 373 56.2) 26 64! 70) 72) 69 8 | 10 4 T|SEl1 S.1 E. 1 2.8 1.1) 3.7) 1.8) 498 82 | 66| 85| 78 1 3 4 S| E. 1 Wei E. 1 13.5 1.9 2.7) 44| 68.3 65 | 56 | 59| 60| 10 1 1 4 |ENF. 2 | ENEl E. 1 1.5 | 15.3] 25.5| 5.3) 368.3 65 | 69| 70) 68 1 1 1 ÎLi]| Dosi SW. 1 0 —| 2.1] 2.4) 0.3) 394 63 | 67| 68 | 66 + 2 1 2A IS NEL TS WERE —.0 —| 0.9) 0.1) 44 40,3 69 | 70| 64/ 68 0 0 1 QU] —ORNENW. 01 —.0 — |. 2.3] 0.0) (0.1) ‘23.2 63 | 63 | 78| 68 8 3 1) It vv = —-| 04) 2.9) O.1) 27.8 59 | 63| 69| 64 T 3 | 10 Ii —ONNSW. 1 —0 —| 0.8) 9.7) (0.3) 77.7 53 | 58 | 63| 55 0 1 3 TRS W.1l A — | 0.3 0.5) 3:29) 29.1 66 | 64| 68| 66| 10 2 0 4 —0 Wal il — | 3-4) 0.2) 0.0) 35.7 12 | 63 | 65 | 67 0 1 0 ON (RAEE W.1l Wal —| (0.0) 1.8) 2.1) 26.7 58 | 66| 55| 60 0 (OO) o] —0 W.1 a —| 01) 0.0) 00 1.6 70) 65| 58) 64 2 0 o) Li —0 —.0 0 —| 09) 00) 00) 0.3 50) 58 | 57| 55 IL 0 2 1 —.0 W. 1 N. 1 — | 0.0) 0.5) 6.4) 484 i , Îl'otale 6 65 Di 67 | 3.8| 3.1 3.6) 3.5 RS ESE PARERE 107, (RD PRES TI Mussimo della pressione barom. 765.6" li 11 e 28 velocità diurna del vento 368.3. Chilometri li 19. Minimo dell’ umidità 50°/, li 5 F Minimo _, È NOD:pe li TNA 52.8 n, Massimo di pioggia caduta 13.5" li 18. Massimo della temperatura 33.6 °C li 30 Massima ‘velocità oraria del vento Da - li 19 Minimo Ù mi 16:01 126718 Media —., Amnotazioni. Il 1 pioggia; li 2 tempo vario; dal 2 ali 5 tempo bello; li 6 tempo vario; li 7 ed 8 bel tempo; li 9 tempo in parte annuvolato e poca pioggia nella sera; al 10 ed 11 tempo bello; al 12 tempo in massima parte sereno lungo il dì, e nella sera temporale da Sud con pioggia; li 13 cielo sereno uella mattina, e poca pioggia nella sera; li 14 in parte sereno e caddero poche goccie di pioggia nel pomeriggio; li 15 e 16 cielo in parte annuvolato; li 17 cielo in parte annuvolato e nella notte successiva tempo- rale con pioggia; li 18 viglo in parte sereno nel dì poi pioggia nella: notte successiva e Totale Chilometri percorsi dal vento 1582.9. nella mattina del giorno segueute iudi bel tempo sino al 22 inclusivo; nella mattina del 22 verso ore 5.20 fn osservata una leggiera scossa sussultoria di terremoto; dal 23 al 24 tempo in parte sereno; dal 25 al 27 in massima parte sereno; li 27 e 28 sereno; li 29 e 30 quasi sereno. NB. La quantità di pioggia cadduta dal 22 Giugno 1877 sino al 31 Maggio 1879 deve venir rettificata moltiplicando ciascun valore col coefficiente 0.474. Nel riassunto annuale che si pubblica ogni fine dell’anno verranno stampati anche tali valori corretti. Stab. Art. Tip. G. Caprin. n __r.iì......i._.._@a {AAA { AaA[{{[{‘ ‘“66ZZ7_8’_rorereeeoeeoero'orcroeeoroTcc (\-/©/,.€«am...._ttt4Ak.—.'-.....E-<;é;éEEEéWEééééim{ihl i ; È a, È rvatorio sopra il livello del mare 700 + Ti TREES sn) LAMENTO | DIREZIONE E FORZA ilimetri ridotto "| RATURA | -TPRMOMETRO DELL'ARIA sero = 0° | DEL VENTO mp. 0° ed al livello] 00 centigrado in p. °, del massimo | annuvolato al sommercio e Nautica in Trieste mese di Luglio 1879. i Pea IORRARO, cai: 4. in millimetri | eLUvIiOMETRO 4 Medio | MI ne x E Medio Ù 7 7 DE gr gior MigneE i TE | Dali OS (0 | 20 OE dina A DIAMO Ingior| ni Di CLI gh_71|71_9u 60.6] 33.5, DI RO | 1| 1|ENE.3| E1 | —o | —| 186 128) 11 55.9] 32.7 Oa = N. 1 S.1 _IN:2 (3107310 30.4 L) 3 O| 4|BENE.3 | ESE1| W.1l — | 9.3] 26.3| O.7| 30.0 0 1 E) 3] —0 IWEeli SE. 1 | 00| 1.3) 46) 172 1953 LO ARLOR MS 9 | ENE. 6 | ENE. 2 | ESE. 2] 7.1| 20.0) 448) 70 24.1 1 6 1 3] —0 W.1 —.0 2.1] 20.2) 40| 64 25.0 9 4 Yi (| 055 ol SW.1 | NW.1| —| Tal 2.8) 33 27.2 2 1 3 IRAN W.1 —.0 —| 18) 86| 0.7 28.9 3| 10] 10| S| SE1 | SW.1]| SE.1| 26| 1.1) 215) 15.7 26.7 7 ZI IALO, 6 |ENE.3| S.1 ENE 2 | 3.6| 13.2 21.8] 17.3 24.2 0 2 9 4| E.l —.0 N. 1 8.5) 5.0] 124 26.6, 3 3 1 2 D. 1 Wet Wal AMI N3% 28.4 ) 5 7) 6|j —0 W.1 —.0 0.0) 5.2) 0.5) 9.2 27.4 9) 10 T 9] —0 IV INTESSALO |LO:SA|OST RT 22 25.5 10 8 1 6 SEL | W.1 | NW.1| 2.3] 5.9) 15.3] 5.0 25.1 0 1 l 1| —0 N. 1 E. 1 0.0] 34) 7.2) 3.8 27.3 4 3 6 4| E.1 |NW.l —.0 — | 8.5) 48) 1.0 29.6 6 3 2 44 —0 \\WAGI E. 1 —| 3.9 8.8) 8.6 28.0 1 2 2 20 IELANO E. l W.1 — | 64 136) 73 29.9 1 2 1 Mio Wi —.0 — | 5.3) 87) L4 20.0 HOUSTON SALO, 9| SE. 1 SW. 1| SE. 1 —| 1.9 11.3) 114 1 2 2 tO NAKY2 Well E. 1 2.5 | 11.9| 16.0| 11.5 î i i 10 2 1 4 |ENE.2| NW.1| E.l 0.8 | 12.4| 11.3) 3.3 26.1] 17. . 20.3 1 0 0 ORA-0 IWESL —.0 3.9) 12.5] 1.3 27.8] 18. , .2| 22.3 O. .0) 0 O] —0 | NW.1|NW.1| --| 12-02) 0.1 28.7] 21. | .6) 23.4 1 1 0 0 NWT —.0 — | 00) 2.9) 12 28.0) 17. .0| 18.4 0 9| 10 6 —-0 | NW. 1|NNE. 3] 0.3 0.8) 11| 90 28.4] 18. 4| 21.8 2 3 1 2| 1.2 VET: =“ | 244 127) 241 i 27.8| 19. : .4| 22.6 Mei = —0 | ENE1| —| 22) 7.9 3.L ‘62.3) 63.3] 28.2) 22. 25.1 5 0 1 9] —O0 |WNW.1| ENEL —| 8.8| 7.7 10.7 62.4) 62.6] 30.0) 21. 23.8 2 2 Ol 1|ENE1|WSW.1| —0 MI LO | Totale 60.1 27.6) 18. . .9) 21.4] 23. i .81 12.3] 13.6] 68/ 59 | 65 644 3.7) 3.8 3.8| 3.8 32.7 Massimo della pressione barom. 767.7"" li 29 Massima velocità diurna del vento 558.6 Chilometri li 5. Minimo dell'umidità 40°), li 29 Minimo _, Pi (I 753.1" li 16 Media " Ù SIR 190.0 s Massimo dì pioggia caduta 10.8"" li 14. Massimo della temperatura 33.5 °C li 1 Massima velocità oraria del vento 44.3 i li 5 Minimo È î 13.7 ‘Ch 5 Media : î È È 7.9 Totale Chilometri percorsi dal vento 5890.2. Ammotazioni. Il 1 in massima parte sereno; li 2 in parte sereno e temporale li 17 e 18 in parte sereno; li 19 quasi sereno; li 20 tempo bello; li 21 in gran parte verso il IIIl quadrante; li 4 sereno; li 5 pioggia nella notte successiva e nella mattina annuvolato; li 22 pioggia nella notte successiva e forte temporale verso ore 5 ant. del 23, del 6 poi cielo in parte sereno; li 7 ed 8 parzialmente sereno; li 9 e 10 temporale e nella sera del medesimo giorno cadde un poco di pioggia ; li 24, 25 e 26 tempo bello; pioggia nella sera; li 11 in parte sereno; li 12 e 13 iu parte sereno; li 14 tempo vario li 27 lungo il dì cielo in parte sereno, nella sera verso ore 7 fortissimo sbuffo di vento sino ad ore © pom. ove regnò un forte temporale accompagnato da pioggia e poca grandine; da maestrale accompagnato da temporale con pioggia che durò cirea un'ora, poi il vento li 15 nel pomeriggio altro temporale con pioggia e poca grandine; li 16 poca pioggia; ruotossi verso greco ed il cielo rischiarossi di nuovo nella notte; dal 28 al 31 in parte sereno. TRIESTE STAU. ART. TI". G, al'Iià. TERMOMETRO centigrado UMIDITÀ 7 DELL'ARIA | ‘in p. % del massimo DIREZIONE E FORZA DEL VENTO calma = 0 uragano = 10 | ANN ORARIA sereno = annuvolato = di 5 ‘Massi-| Mini- of Ma | ma 26.0 28.4 28.2 ;l 28.4) 31. } 1 28.6 È b .9] 18.8 17.7) 1 1 ) 25.6) 29. .6| 27.0] 14.5). 22.2 24.8 25.0] 20.8 214 ZAR 27.0 20.4 25.2 21.2 } i A h 20.4 Ì. 2. î 3 14.9 162) 19.2) 26. 2} LODI .7| 15.4| 15.5 23.8] 26. i 3 4| 16.8] 164 26.0] 26 26.4| 2 25.8 24.8 23.01 26.4 24.0) 24.6 21.3] 25.1 21.6] 24.7 b È È 24.8] 24.8] 28.9) 25.0] 26. | 21.1| 212 21.5) 247 16.9] 15.8) Massimo della pressione barom. 764.4" li 28 Ammnotazioni. Dal 1 al 2 quasi sereno; dal 3 al 4 semisereno; li 5 quasi sereno; li 6 in parte sereno; li 7 lungo Il dì in parte anmuvolato e pioggia nella notte; li 8 quasi sereno; li 9 lungo il dì cielo in parte annuvolato e nella sera verso ore 9 tem- porale con pioggia; li 10 pioggia; li 11 e 12 sereno; li 13 quasi sereno; li 14 e 15 in parte sereno; li 16 nel dì in parte sereno e nella notte successiva temporale dal II quad. con pioggia; li 17 temporale dal II. quad. forte scroscio di pioggia nel pomeriggio ed Massima velocità diurna del vento 589.9 Chilometri li IR Minimo , ” 757.5" li 18 Media ci Massimo della temperatura 34.6 °C li 3 Massima velocità oraria del vento 5A Minimo È 5 [OZ CRITI Media ; Totale Chilometri percorsi dal vento 4000. T. gior= | 7A | DL gior- 7» gu gl | Medio n Medio Inaliero nalierof 0 SW.1 —.0 —.0 —.0 —.0 E. 1 WI —.0 E. 1 | ENE.2 | ENE. 3 —.0 0 ‘ d 0 WE 10 RS: ENE.3 | ENE 2 | ENE.2| — P. 1 SVACLO WENN esi A SE. 1 | ENE.1]| 2.6 ENE. 6 b c = BENE. 2 E. 1 —.D ENE. 3 ESE. 1 mm >ONOOOSOOCOHzJIJINNAIOOS on NJIJIHO0 OC COS KH NIUUOO 0 Nd OO ou th H è wo vo co-d10 ve O0O5 LIMA Nliawo nu (ome g=Me) (A coeokffoor 0 0ku10 know WwokngaHro cococppboopooco o O ‘l'otale 76.3| Sa (>) 3,5] 1.9 3.7 Ì Minimo dell'umidità 42%/, li 14 129.1 DI Massimo di pioggin caduta 51.3"" li 17. 7 li 11 altro medesimo nella notte successiva; li 18 in parte annuvolato e cadde poca pioggia nella vegnente notte; li 19 in parte annuvolato; dal 20 al 22 cielo sereno; li 23 in gran parte sereno; li 24 in parte annuvolato; li 25 sereno; li 26 nel dì cielo sereno e nella successiva notte temporale dal secondo quadrante con spessissimi lampi tuoni e pioggia, li 27 e 28 in parte sereno ; li 29, 30 e 31 in massima parte sereno. TIUESTE STAB, ART. TU, G, CAPRIN, del mare 700 + TERMOMETRO | centigrado ) milimetri ridotto temp. 0° ed al livello gli | Meno [Massi-| Mini. naliero| '24.7| 17.6] 19.9 61.8] 62.3 11.8] 12.8) 12.4 Massimo della pressione barom. 768.1" li 2 Minimo —, 5; RIU Massimo della temperatura 32.2 °C li 1 Minimo » n 13.8 °C li 26 Media "i » Media UMIDITÀ DELL’ ARIA | in p. % del massimo Massima velocità diurna del vento » » Massima velocità oraria del vento 54.8 5 Me) | ANNUVOLAMENTO | DIREZIONE E FORZA SS OLAMENTO | DEL VENTO _ calma — 0 uragano = 10 ca sereno = 0 annuvolato = 10 Medio 9% | gior-|] 7* naliero I PLUVIOMETRO in milimetri igh_g3 van |ENE.3|ENE.2 | ENE,4| — | 165] 379] 209 ENE. 4| ENE. 3| ENE.3 oe 0 MO — UR cc co a NIH uova au Wo Rd Ji° nes coNnwvotltdo wo n _OHpa0OW4LONWPrwow-roPoSowb SSE. 1 | 2.6 E. 21 | 15 ENE. 2 —.0 —.0 —.0 ani omnmocopo0or SOSk uu amo grmoopaenso î ENE. 2 D.l | ENE.2| —0 ENE. 3 Ù. ENE. 2 20) E E. 1 E. 1 & —.0 — ENE. 2 EINE. 4| — ENE. 4 ENE. 4 | 18.8 BENE. 3 ENE. 2 | 4.6 ENE. 3 | 6.1 ENE. 1 | 1.0 ENE.3| — [ani E Hi N n nu cool CO kh4AH- fa uu n D'OTTMOTOROS SRO _ (i SO 1 S _ (S n {S| -_ Totale 63.8 Minimo dell'umidità 40%/, li 12 232.0 È Massimo di pioggia caduta 29.2"" li 17. ON Totale Chilometri percorsi dal vento 6960.1 Amunotazioni. Il 1 parzialmente sereno; li 2 quasi sereno; li 3 e 4 sereno; li 5 e 6 in parte sereno; e nella notte ira il 6 e 7 temporale; ai 7 in parte sereno e nella sera nembo verso il III quadrante; li $ in parte sereno; li 9 temporale e pioggia nelle ore pomeridiane; li 10 cielo in parte sereno e pioggia nella notte successiva; dall’ 11 al 15 in parte sereno; li 16 in parte annuvolato; li 17 caddero nella mattina poche goccie di pioggia e nella rimanente parte del dì il cielo fu parzialmente annuvolato; nella notte successiva fuvvi pioggia dirotta; li 18 in parte sereno; li 19 in parte annuvolato ; li 20 e 21 in gran parte annuvolato; li 22 in parte sereno; li 23 tempo vario; caddero poche goccie di pioggia ad intervalli nel dì; li 24 e 25 quasi sereno; li 26 temporale e pioggia nel pomeriggio; li 27 in massima parte annuvolato e pioggia nel pomeriggio; li 28 lungo il dì cielo in pate annuvolato; nella notte seguente pioggia con forti sbuffi di bora; li 29 pioggia nella mattina e cielo coperto tutto il dì; li 30 quasi sereno. | 2: in chilometri all'ora per g intervalli di tempo — Ki totali co) 634.6 | 955.0 | LARE TEMPE- ANNUVOLAMENTO | DIREZIONE E FORZA Massimo della pressione barom. 771.3"" li 12 Minimo , 5 ; 747.6 li 16 Media Massimo della temperatura 23.9 °C li 3 Minimo sa 3 IS GATTI Media È » » n » » Massima velocità diurna del vento 909,8 Chilom. li 16 Massima velocità oraria del vento UMIDITÀ | INS RATURA | DELL’ ‘ARIA sereno DEL VENTO TSE Go in p. ° del massimo | anuuvolato calma — © SEA TAIIO I È ; 1a 5 Î uragano = 10 i SE intervalli di tempo Medio il Mini ui 0 T Medio | _ ; — |Medio E = ra Fo ®|ge|©|®|* [ex ®]|®|*lar|/e|®|oler] è 2° opel 63.5] 21.3] 17.0) 17.8] 213) 17.6) 10.1! 10. .5| 9.5] 67 54| 57) 591 1| oi o$ o|ENE3|ENE 129.7) 24.9] 18.1) 62.2] 22.7| 18.2] 18.5] 22.7| 19.6| 20.3] 1 1.9] 10. .21 70| 58| 61| 63 O0| O: 0| O|ENE.1|ENE 25.8) 12.4 6411 23; Ual 9 58| 55. 55 56 “6 do. 00 9 E 1 |VENE 66.9) 20.5] 16.9] 17. .0| 17.7 18. | 7 .9] 59| 43 49) 50] 8| 4° 8| 7|ENE.3|ENE 66.4] 21.3| 16.4] 17.8| 20.4) 17.6 | 9 ‘aj 57.| 62161) 60./ To. 6! 00 5. Ed | ENE 67.0) 20.8| 145) 17.1| 20. 19 17. | 95) 86] 9.3 68) 54| 64| 6) ol o0:-o| o|ENR.2| ENE 66.8] 20.4 14.3] 15.4| 20. ) 7.61 6.5) 6.6) 6. 59 | 37 | 48) 48Î el 1, O} 2|ENE.3|ENE 66.3 19.6) 14. 9.4 16. é .6| 8.3] 8.2) 52! 57] 60) s6|l 6l oi) ol 2|ESE 1|NW.1 67.8] 19.9] 142] 15.0) 19.7| 17.2) 0 82) 7.8! 7: #8 | 48/54 So ol 4 1000 5 Bd W.1 65.6] 18.7] 12. 4| 14.2 15.1 (05) ‘4 8.6] 62 67 78 69] 100 10) Oo 7| —0 | —0 67.3] 19.8) IL: .0| 13. 0 81) 7.1 74) 60) 49/ 64| 58] 5| 0} o| 2|E.1|ESEI 71.1 Gp | 7.9] 56] 3£| 76) 62) 2] el 00 sl —0 | —0 69.4] 19. ; i } Br Vul: 3 10.7) 9.9) 9.7] 68° G4| 66| 66 1 Meo Me o avi 64.0] 20.0| 13.0] 13.9| 18.9] 16.2) 16.2] 9.2] 10.0) 9.5) 9:6| 78! 63 e9| zo) ol 5! sl sl —0| —o0 56.3] 19.3] 10.0] 17.1| 19: 18.0] 117 11.7) 12.5] 120] 81| 70) 83| 78] 10) 10 10) 10|SSW.1| —o . 3] 7.3) 5.0) 54| 5.9 69) 738) 88| 77] 10) 10) 10) 10 |ENE.3| ENE.6 42] 25) 42 86° 481 36] 57| 10) 10 0 7|ENE. 3| BE. 1 60 7.6) (5,9) 490 64) si el 7 1000 (0 ST 820661 7a 5) 9 e a 10.3) 11.2] 10.1] 85! 69) 83 z9l 10 10 100 10j —0 | SW1 Î 6.3) 5.01 T4| TT} 71| 53| 67] 10) 10) 5) 8|SW.2|ENE,4 57.1| 58.4) 61.2) 58.9] 12.6| 6.2] 8.6| 120 9.8| 101] 5.1f 47 42) 47 61 4) 46| 51] 1| o| o| o|NE2|E 61.4| 61.3] 62.8| 61.8] 12:3| 6.7) (6.7| 12.3] 10.4) gigli 3.8) 6.41 5.3) 5.2) a2/ co.) s7| 561 o s| 10 el 32] —0 Î 63.6] 63.1| 63.1) 63.3] 14.2) 9.1] 9.5) 12.01 11.3) 11.3] 45! 7.2) 6.6) 6.1] 50° 65 cel co] 10) Gi 5| 7! B1 —.0 220 Mea 61.2] 610) 62.8| 61.7| 1992) 8.3] 9.5| 120| 9.6| 10.4] 48) 5.6| 5.5) 5.3] 54 54| e1| 56] o| o| 9| 3|PNE3|ENE3|ENE3] —| 204 319 192 63.9] 65.0) 66.2)" 65.0] 15.3] 9.2] 9.2) 14.3) 10.9 115] 5.71 8.8) 7.4 73) 66) 73) 76] 72] s| 9) 9| gs |BNE.2| —0 CORNI MN 67.3) 67.1| 67.1] 67.2] 14.2] 6.9] 10.2) 140] 9.2] 111] 7-6) 86) 71) 7.8) 82. 73) st) 71 11 o) ol of —9% SW.1] —0 | —| 00) 01) 00 66.2) 65.9] 66.6| 66.21 13.9| 7.4] 8.0] 13.8] 12.8] 11.5] 64| 9.1) 651 731 810 78) 59] 73] o] of ol ol =9| —0 | 82 | —| 01) 00 162 66.8) 66.3) 67.1| 66.7] 16.4] 8.8] 12.0) 16-4| 12.4) 13,6 7.5) 6.3] 6.8) 6.9] 72° 45] 63] col- 0 2] 1| 1|ENB3| E 1 | E1 | —| 252) 195] 09 66.5| 66.5] 67.11 66.7 15.1) 8.7] 9.4| 149) 10.8| 107] (6) 82) 79) vol 760 60) 7) 731 1) 0) 5080 0 0 Ae 9010 Gb.4| 64.1) 643| 64.6) 14.8) 11.7] 123) 142) 13.0) 13.9) 75 PALMI pt 118| 70.) 7.| 10104 0] —0 |ENE.2/ENE1|06| 02 15) 67 Î | ‘l'otale 63.3) 63.1] 63.5) 63.3] 17.2) 110] 12.9) 16.3 13.5] 142] 7.5) 8.31 771 78) 66) 60) e5| cal 47 49) 46) 47 50.5) Minimo dell’ umidità 37°, 268.9 È Massimo di pioggia caduta 23.6"" li 15. 59.1 ” nella notte tra il 16 e 17. 11.2 È Totale Chilom. percorsi dal vento 8337.2 Annotazioni. Il 1 e 2 in massima parte sereno; dal 3 al 5 in gran parte annuvolato; li 6 cielo sereno: li 7 ed 8 in massima parte sereno; li 9 e 10 parzialmente annuvolato; lì 11 in parte sereno; li 12 in parte annuvolato; li 13 quasi sereno; li 14 parzialmente sereno; li 15 e 16 pioggia; li 17 e 18 in massima parte coperto; li 19 parzialmente annuvolato; li 20 e 21 pioggia; li 22 quasi sereno; li 23 e 24 parzialmente annuvolato; li 25 in parte sereno; li 26 in gran parte annuvolato; li 27 e 28 sereno; li 29 quasi sereno; li 30 parzialmente anuuvolato; li 31 pioggia minuta nella sera. AR | TIMIST STAD, ART. le, GL Cari DIREZIONE E FORZA uragano = 10 Medio gior- naliero! in milimetri PLUVIOMETRO Pena SL Mini glor î naliero] Lo DE i Sol salas 10 | 10) 10 Cont =i0 lesa i az 00 Rn ei | est 74/1010] -<9 E.1 | ENE.6 | ENE. 4|230| 25 54 | 52] 71) 59] o| 1/0 a2ni 00 | sw | —il 193 74| 68) #8) 73] o) o| 0 ; Î Ciao uo] i OS eo oo 87.43.35) 652 1/1 1 —.0 | ENE.2| ENE.2|] —| 00 29) 54 50 | 39| 46) 45f o o) O0| (0|ENE.3| NE. 2 |ENE.3f —| 154) 5.5) 125 52 | 41| 58| 51] O| 0) O) 0|ENE.2|ENE3|ENE.3| —| 245 326| 25.7 60 gii SONG ON (ENTO, CRION O) n RESO Zu] Siageaeioa dal erigere Mo doo vai oa io 79 | 82| 88] 83] 10] 10) 8s| 9| —o| —o0 —0 | coj 04 0.1) 04 83. 30] 29] 47] 10) 1) 4| 6| —o | NE.1 | s.1 0.0) 10.9 15 ADI E270 sli ag 80 59) “OR 20 VENNE | ENESI NS zano 43 25] 45| 38] 10| 10) o| 7| E. 1 | ENE.3|ENE.2| —| 6-7) 23.4 31.3 38.| 28! 37| sal 1] 10) 10 7|ENE.2/ N.1 i) — | 21.9) 145| 19 64 51 | 62 59] 1| o ol 0 0 0 1.6) 0.2) 0.2 54 | 58 77) 63] 10. 10] 10) 10| 0 | —0 Zizi 0 71 | 40) 37] 49] 3| 10) 10) 8] E. 1 | ENE3|ENE.3] —| 1.3) 27.3] 20.9 53 | 50| 49) s1| 9| 1| o| 3|ENE.4|ENE.2|ENE.3| 22] 66.3) 530) 224 OR ost Mel Ti TOR 9 eg E 0 —.0 | 30 142) io 0.9 9g 58.3) 58.2) 58.5] 58.3] 2.2) -0.6| 0.7] 1.5) -0.2| 0.7] (30) 3.4] 3.7 34) 63) 66| s1| 7of 10| ol 5| 5|ENE. 3) ENE.2|ENE 2] —| 25.6 32.9 20.1 i 99] 57.1] 55.0| 543] 55.5] 49) -0.2| 0.8| 48| 3.2) 2.9 3.6] 2.2) 3.1| 30] 73] s4| s3| 53] 5| o| 8g| 4| S.1| E.1 | Ei | 00) 114) 65) 40 * 30) 48,3] 440| 46.4) 46.2] 2.0) -3.8| -0.2| -1.8| -2.4 -1.5f 3-7) 3.4 3.2) 34] s1| s4| 88] 88] 10| 10 10| 10 |ENE.3]| ENE, 6 | ENE.5 | 0.0] 30.7) 57.0] 40.9 Totale (Si I È 62.9] 62.3] 62.9] 62.7] 9.9| 4.4 6.2] 8.81 6.5] 7.2] (5.2 5.3) 5.1) 5.2f 69 59| 66| 6500 6.2] 5.2| 5.7) 57 45.6 = Massimo della pressione barom. 775.1" li 9 Massima velocità diurna del vento 1190,7 Chilom. li 20 Minimo dell'umidità 259/, li 15 Minimo _, 743.5" Li 30° Media 3 n Re, Massimo di pioggia caduta 23.0"" li 3. Massimo della temperatura 16/01°G li 1 e 2: Massima velocità oraria del vento 66.3 7 li 20 Minimo L. H -3.8 °C li 30 Media n A 1L0 Totale Chilom. percorsi dal vento 79222 Annotazioni. Il 1 e 2 cadde una pioggia minuta ad intervalli; li 3 tempo in massima parte annuvolato; li 20 sereno nel dì e pioggia nella notte; li 21, 22 e 28 cattivo; forte fora; pioggia frammista a nevischio; neve sui monti circostanti; li 4 tempo vario con pioviggina e nebbia; li 24 e 25 cielo coperto e pioggia; li 26 cielo e 5 tempo bello; li 6 parzialmente annuvolato; li 7 in parte sereno; li 8,9 e 10 sereno; parzialmente sereno e pioggia nella mattina; li 27 e 28 cielo parzialmente sereno ; li 29 li 11 parzialmente sereno; li 12 in massima parte annuvolato e poca pioggia nella sera; cielo parzialmente sereno nel dì e nella notte e nel dì successivo nevicò e regnò una li 13 e 14 parzialmente sereno ; li 15 e 16 in parte annuvyolato ; li 17 sereno; li 18 e 19 fortissima bora. UMIDITÀ VELOCITÀ ME DELL'ARIA Sino) DEL VENTO DEL VENTO in p. P- “o del massimo calma = 0 in chilometri all'ora { supadvo *D ‘dt "ay ‘ame | TEMPE- | RATURA | (e SLIM TERMOMETRO . centigrado edio 'Massi- ni- gior- ul Massimo della pressione barom. 779.6" li 23 Minimo , n 746.19 Di dl Massimo della temperatura 10.8 °C li 22 Minimo È -9.0 °C li 8 li 3 neve e pioggia nella successiva notte; li 4 pioggia; Amnotazioni. Li 1 nevicò tntto il dì e forte bora; li 2 parziaimente sereno ; li 5 nebbia in sul mattino; li 6 quasi sereno; li 7 parziabilmente sereno e forte bora; e forte bora; li 9, 10 e 11 in parte sereno; li 12 annuvolato; li 13 quasi sereno; dal 14 UMIDITÀ ANNUVOLAMENTO DIREZIONE E FORZA fivassima velocità diurna del vento 1460.0 Chilom. li 9 Media 469.3 $ Massima velocità oraria del vento 70.0 A li 9 Media à, 5 19.6 n Totale Chilom. percorsi dal vento 14549.2 li 8 parzialmente annuvolato DELL'ARIA sereno = 0 DEL VENTO in p. % del massimo | annuvolato = 10 | calma— 0 | _ \uragano = 10 mi n |Medio n |Medio[ ci % Fazi ieri gi E 83 | 81] 7| 10] 10| 10! 10 [ENEG|ENE 6|ENE. 6 85 | 838] 82] 10| 6| O! 5|ENE4|NE.1|SE.1 ETA ONDE Sn i 98 97) 95] 10) 10.) 100 sollssniii —o | —0 J00N Mo SI SO) DI sa MS o 62| s6| if 5| o| o| 2|enE2| -—o | —o 85 | Sb| 78] 10) 5| O) 5|ENE5| ENE4|ENE 6 81|67| 78| 2| 8| 10| 7|NE3]|ENE4|ENE.6 3 58| 67| 71) 10) 3 O) 4|ENE8|ENE.8|ENE 6 9, 83 79) s2f 6| ol o| >|ENE.5|ENE.2 |ENE*3 33] 87] 85] 74] s2l 1| ol o| o|ENE4ENE.2| n1 ia aaa eo 3.2] 78 36) 78] 64] 10) uv| O) 3|ENN2| ENEL ENE.3 25] 81) 64] 76| 7z4| O{ o| O| o|ENE4|ENE.4|ENE.5 3.0) 84! 94| 89| 89 ol ol O o|ENE5|ENE.3|ENE. 6 3.2) 82} 90] 83| s5| O o| O| o|ENE5|ENE.3|ENE.5 40j 71! 81 |100| s4| 7) 9| o) s| wi | ENE1|ENE1 31) 69] 43| 50| s4f 2| 5| o 3 |ENE4| ENE.1|ENE 3 34 60| 53 | 48) sal 7| o o) 9o|SE1|ENE.1|ENE5 2.1] 43) 27) 28| 38 GIORIO. 2 | BAL E.l1 |ENE. 3 23] s1| 27] 28) 35] 3| o) O| 1|SE1|ENE3|ENE2 32) 300 64) 24) 39] 1 o 0) of Hi | Swi 0 2.3 34| 24| 28) 20] 3| s| 5| 4| —=0 | ENE1|ENE2 3.9 so. oral 60] ol oo oo o 0 Cer Era MS NEBESt 0A MONA, Met 10 —0 0 271 31| 46| 40|'39] 0| o| o| o| E.1| 82 [ENEL 4 31 eo) 32| 54| 40] 5| o| o| 9|ENE.5|ENE 2|ENE. 4 2.9 g1| 38| 88) ol 7] o) o| 2] #0| —0 | —9 Biel ‘89 lor ‘85 z5| 10] 101 do 10] FOR 0 0 Biel gg.) 79.97) ge do) 00 oo e 0 5.5) 92| so | s8| sof 10| 1010 10 —0| —0 1 —0 3.4] 72) 65| 69| 69] 53/39] 29/40 in milimetri PLUVIOMETRO VELOCITÀ MEDIA DEL VENTO iu chilometri all'ora per gli intervalli di an BEST: 57.9 47.9 Minimo dell’umidità 24°/, li 23 Massimo di pioggia caduta 45.6"" li 4. li 26 quasi serewo; li 27, li 31 nebbia. 28 e 29 nebbia; T"-grghgi 2.1 1.5 al 16 sereno; li 17 parzialmente annuyolato; dal 18 al 23 quasi sereno; li 24 e 25 tempo bello e poca nebbia in sul mattino; li 30 nebbia e pioviggina nel pomeriggio; 53.4| 51.3| 1305.5 ilometri ta LES in Ss o 564.0 TRIESTE STAB. ART. TIP. G. CAPRIN OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE STAZIONE DI TRIESTE ANNO 1879. Latitudine 45° 38: 504 Nord Longitudine 13° 46‘ 00” Est di Greenwich Altezza sopra il livello del mare 26 metri. Osservatore PAOLO BUSIN assistente degli osservatori dell’ I. R. Accademia di Commercio e Nautica. RIASSUNTO delle ldsmedzioni meteorologiche dell’anno 1879, istituite nell’ Osservatorio dell’ 1. R. Ac di Commercio e Nautica in Trieste. Pressione dell’aria in mm. all'altezza di 26 m. sopra il livello del mare. a Temperatura dell’aria in centigradi. i *iiasî 1879 | Differenza , | Normale pedali Massima Giorno Minima Giorno paclliazione Media | Normale gta Massima Giorno | Minima Giorno osciiezioe TT Teaser“ ="T=-"F""r-—===%5sF5sc- = -*—TT==#=# Gennaio 7605 160:0 +0:5 7695 | 13 748:6 9 20:9 Gennaio 53 47 +0:6 14:0 25 —3:3 9 17:3 cH Febbraio TOI: 1597 —84 763:0 9 7363 3 267 Febbraio 84 58 +26 13:8 11 2-7 28 111 Marzo 759:7 757:6 +21 7743 8 74T:2 3 27:1 Marzo 86 8.5 +01 15:6 31 0:3 14 15:3 Aprile 752:0 T5T°7 SH 762:6 1 7424 12 20:2 Aprile 12:7 o. —0:9 18:6 1 TU 19 11:6 Maggio 757:6 757:6 00 7649 30 T4G:4 10 18:5 Maggio 153 18:2 , —2:9 236 | 29 78 3 15:8 Giugno 759:0 7584 +0:6 763:0 11 e 28 7530 17 10:0 Giugno 231, 224 +0:7 33:6 30 15:0 2 e 18 18:6 Luglio 7575 758:2 —07 7651 29 750:5 16 146 Luglio 23:2 245 —1:3 33:D 1 13:7 5 Ì 19:8 Agosto 758:3 758:5 —0:2 761:8 28 7549 18 69 Agosto | 256 2318 -+1:8 346 3 16:7 17 17:9 Settembre 7594 7598 —0.4 7655 2 7545 9 11:0 Settembre 21:2 200 +1:2 32:2 1 138 26 18:4: Ottobre 760:7 759:0 +17 768:7 12 7450 16 28°7 Ottobre 142 15.4 —1:2 23:9 3 Hard 17 202 Novembre 7601 708'8 +1:3 TiT2iD 9 7409 30 316 Novembre T2 96 —ul 16:0 IRE —3:8 30 19:8 Dicembre 7661 760°5 +5:6 7770 23 74345 1 ta }d9) Dicembre 14 5:9 —45 10:8 22 —9:0 8 19:8 | Anno 758:5 758:8 —0:3 7770 |23 Dicembre] 736:3 |23 Febbraio 40:7 Anno 13:8 14.4 > —0°6 DAG 3 Agosto —9:0 8 Dicembre 446 Pressione del vapore nell’ aria ; Umidità dell'aria. Quantità di pioggia caduta Annuvolament a Velocità del vento in Chilometri | | Direzione del conto, in base a tre osser- in millimetri in percento del massimo in millimetri vazioni giornaliere (7° a. m. 269. p. m.) 1879 rss n I. | oi 1879 | Numero | Numero | Numero n z | Media|Massima| Giorno | Minima Giorno | Media | Minima | Giorno | Somma | Semma | Massima | Giorno Modo on i dito oraria] ‘orasta”| Giorno | Totale | N [NE E |SE| Ss. |sw.|w.|nW.|catma poggia neve porali | | Gennaio 56 95 | 25 27 8 81 49 T 1231 65 28:1 2 Gennaio GA4| 15 3 — | 11'0| 66:8 9; 8119252) |1 Ti 29) zi NES ES 2a on 49 Febbraio 6:8 93 13 42 1 82 | 52 23 179:6 59 248 15 Febbraio T7| 19 —_ 1 600) 459 25 33995| —| 4|19| 6| 3/ 9| 5|--| 38 Marzo 64 98 21 22 15 75 38 14 111'6 68 | 428 27 Marzo D°2 T 1 _ b°9 377 24 4409:4| 1| 5|23| 3 1 S| 10| 4| 43 Aprile 813 DA: 9 49 30 O RAD. 4 1618 76 | 248 16 Aprile 76) 16 — — 7:6| 27-5 4 5283:4| 2] 6|25) 9| 9| 8|i1l| 6| 14 Maggio 93| 163) 31 42 (26 12 69 | ‘38 6 799 | 100| il45| 17 Maggio 65 19 | — MESS gol laes 3 |6083:8| 2|12|21] 7] 2) 5|14| 3| 27 Giugno 142] 20:5 29 8:8 TON er 50 DI 970 91 13:5 18 Giugno 35 10 —_ 3) 22) 255 19 1582:9| 1| 4|13| 1| 2| 6|18| 5| 40 Luglio 136 223 2 Vir ri 64 |_40 Don 27 78 10:8 14 Luglio 3:8|| 12 — da 79) 443 5 5890:2| 4| 6|22| 6 2 4| 15| 9) 25 Agosto 15:9 21:2 ol 91 12 65 | 42 14 763 90 D1:3 17 Agosto 30 7 = 4 b'4| 314 ll 4000*7 1 8|18| 4/{—-| 3|11 I 47 Settembre| 12:3| 209 1 T4 11 65 | 40 12 | 638 126 292 17 Settembre 40| 8 > 3 97| 548 3 GOBO: ASI ET 28) 2) 2) ez bt SE Ottobre 7:8 12:5 15 2:5 17 64 37 Meli «505 166 | 23°6 15 Ottobre 47 5 —_ — 11°:2| 591 17 83372] —| 19| 31| 8| 1| 3/ 2| 1| 33 Nevembre| 5*2 11:3 3 1:8 15 65 25 15 456 112 23/0 3 Novembre| 57 18 3 L || 11°0| 66:3 20 192252) (RL |2601 2 RT] Dicembre | 3-4 6:3 5 1:6 9 69 24 23 | 456 TT 456 4 Dicembre || 40 4 2 TeRMo:6) 700 9 [145492] —| 25| 31 4|—| 1|T-|+| 32 | ” Anno 9°1| 223 |2Luglio] 16 |9 Dicembre 70 24 (23 Dicembre| 1008'0 | 1108 | 51*3 | 17 Agosto Anno 5:2] 155 9 18 8:8| 70:0 |9 Dicembre [76610:8 | 14/137 (286 | 49) 22| 45| 92| 31| 419 Î La quantità di pioggia caduta dal 22 Giugno 1877 sino alla fine del Maggio 1878 fu erroneamente misurata con vaso non adatto al pluviometro per cui va soggetta ad una correzione che risulta dal moltiplicare ogni quantità di pioggia col coefficiente 0.494. Per l’anno 1879 le cifre sono corrette e pegli altri anni la correzione viene data dalla tabella seguente. È da notarsi che anche i valori normali della pioggia pubblicati nel riassunto del 1878 sono inesatti ed invece devon prendersi quelli che vengono attualmente pubblicati. ——=unwTrEÒTTé-___r-=---- end — >r-2_-—z—*e-——r—} Anno | Gennaio | Febbraio | Marzo Aprile Maggio Giugno È Luglio Agosto Ss LA Ottobre Novembre Vieembro | Somma annua Da | | | | IE | | 1877 721 1086 | 1397 So 138:7 Lo 94 | 1249 CSR 2130 | 63 690 | 891 1157:2 | | i | 1878 | 381 | 41 | 66 | 111:7 147:5 59:9 sservazioni meter ARI ARR zione dell’ Osservatorio sopra il | REZIONE E FORZA T BAROMETI TRVIER “ae umpità — | ann | iu milimetri ridotto | PEMbe, | TERMOMETRO. DIIDITÀ | ANNUVOLAMENIO DI i) KOone Dal Si Liri co centigrado in p. ‘/o del massimo | annuvolato calma = 0 iu chilometri all'ora p del 1 100 + » ‘ uragano = 10 intervalli di te ; Medio reni n do Me? Medio| _, n "n | Medio ì Sf me |‘ di SEE OO. of î 68.6) 67.6 Î H .6 j ( > 6. È .8] * b 20] 10] ; 23] 67.7] 70.3] 72.5) 70.2] 8.7) 2.3) 3.2) 84 44 | 250 36| 35 0 0 0 R 924] 73.1) 71.6| 71.6) 72.1] 1200) 2.6] 3.6| 12.0 31 | 22 31| 28 0 0 0 D+ 25] 70.7] 69.3) 68.2] 69.4f 11.0) 1.7] 5.4| 9.2 43 | 53| 60) 54 0 0 0 0 e: 26] 67.3] 66.2) 65.7| 66.4] 10.1] 4.0| 5.5] 9.6 52 | 61) 53 | 55 0 1 0 0 . : =: 27| 645| 645) 645) 64.5 13.2] 40] 6.6 12.8 56 | 66.| 81 eg 5|. gl 10) |] O N1 —0 | 00 .0| 1 È 98] 65.3] 64.7] 65.4| 65.1] 12.4] 5.7] 8.8| 112 92| 78] 89] s6| 10] 1] o| 4| —0 [SSE1|SSE 1] 00] 16 23) 28) 522 re 29) 64.1] 62.61 61.6| 62.8] 120] 8.0] 8.9 10.0 9.8] 9.6] 6. +6]. 7.3] 78) sal 84/82 ao leg] 0 08 ARE s Bo| 58.4| 57.3) 56.6 57.4] 15.7 10.7) 11.7] 144 12.8] 130| 5.8) 5.3] 5.6| 5.6 56! 441 51] sof 10] 10] 10| 10] BY | E.1 | NE 1] —| 46) 15.6] 6.6) 2009] _]B1]| 56.5) 549) 56.9) 56.1) 15.6| 6.8] 10.8) 15.5] 11.6] 12.6] | i Ì. .9] 68 | 60| 59| 62| 10| 10 pol g | NE 1| —O |ENE 1} —|27.1| 44) 12.0) 385.1 o È 66.7) 66.2) 66.4) 66.4] 11.0| 3.94 6.0] 10.1| 7.1 5.0) 5.0|65.2 [57.1 (63.3 (61.8 | 3.7 | 3.1| 2.7 | 32 0.5 lari Massimo della pressione barom. 7711." li 9 Ì Massima velocità diurna del vento 1044.0 Chilom. li 12 Minimo dell’ umidità 20°/, li 18 | Minimo _, È; È 4.9 1:31 Media 5 ci VIDAS, Piatto, Massimo di pioggia caduta 0.5" li 17 Massimo della temperatura 15.7 °C li 30 Massima velocità oraria del vento 842. li 12 Minimo |, ” -3.2 °C li 12 Media È à P î IONE Totale Chilom. percorsi dal vento 7991.7 È Annotazioni. A] 1 cielo sereno; li 2 pochi cirri sparsi nel cielo di mattina, cielo sereno di mattina poi annuvolato; li 17 cielo coperto e nebbia di mattina, coperto e cielo coperto da cumuli nella sera; li 3 cielo in gran parte annuvolato nel dì e quasi nel pomeriggio, pioviggina nella sera; li 18 6 19 cielo quasi sereno; li 20 brina nella notte; sereno di sera; li 4 di mattina leggiera nebbia e cielo in gran parte coperto da cumuli; nebbierella con cielo coperto da cirri di mattina, indi cielo parzialmente annuvolato; li 21 li 5 tempo bello; li 6 nebbia e cielo coperto di mattina, indi cielo in gran parte sereno; cielo quasi sereno; li 22 cielo coperto di mattina, poi quasi sereno; li 23, 24 e 25 li 7 cielo sereno sino ad ore 9, poi nebbia che fu molto densa di sera; li 8 nebbia densa sereno; li 26 brina nella notte antecedente e nebbierella di mattina; cielo sereno; li 27 di mattina, cielo in gran parte sereno e forte aumento di temperatura nella sera; li 9 cielo quasi sereno nel dì; poche goccie pi pioggia nella notte successiva; li 28 poche e 10 cielo sereno; li 11 poca nebbia di mattina e poi cielo sereno; li 12 cielo semisereno goccie di pioggia nel.mattino, poi rasserenasi alquanto; li 29 nebbia per alcune ore prima di mattina e quasi sereno di sera; forte abbassamento della temperatura nella notte; li 13 e dopo mezzodì; sereno di sera; li 30 cielo coperto; li 31 cielo in massima parte coperto forte bora e cielo sereno; li 14 sereno; li 15 cielo coperto di mattina poi sereno; li 16 nel dì e sereno nella succedente notte. e "E ng. Cra Nani: prete : i "È a ig Lal o rta : ANI LISI £ È Sa UE, TSE Sori n= Pira D0 ir det Ap. Osservazioni meteorologiche dell’ 1. R. Accademia di Commercio e Nautica in Trieste mese di Aprile 1880. i BAROMETRO | (Elevazione dell’ Osservatorio sopra il livello del mare=26 metri) PRA Ì \| DIREZIONE E FORZA |a Ù À ME in milimetri ridotto | FEMPE. | —nERMOMETRO LMIEOONE. LT gio MA DEL VENTO Se | n VOTE | £ [alla temp. 0° ed al livello o centigrado in milimetri in p. %/ del massimo | annuvolato = 10 calma = 0 S è |iu chilometri all'ora per gli del mare 700 + ci Di) = uragano = 10 2 intervalli di tempo | Medio Massi-| Mini- 5 do È I mh h A sa n h Medio SIE di Kilometri naliero] ms | ma CSO sitiero]:— i Si Ce ci der 1f 57.4) 57.9] 58.3] 57.9] 14.6] 8.2 9.4| 12.3) 9.6] 10.4 5.6| T.1| 7.2) 6.6] 63| 66| 82| 70 0 2 0 I: ESHAMRINESO NW = 6.0 ILS SIOE ‘ DI 579) 59.7 60.8] 59.5] 15.9) 11.1] 12.3| 15.9| 11.0] 13.1f 5.ij 8.1] 7.1) 6.8] 48| 62] 73] 61| 10 8 0 6 ENE. 2|WNW.1 W.l —| 261 5.8) 21) 805 A) 3I 6o.oì 60.2) 60.4| 602) 13.8] 8.3] 11.5] 119 9.9] 11.111 8.0 9.0) 8.0) 8.3) 80! s9| sl sel 10) 10) ol 7|SE1:! —o 22) i 2997 (-98 4l 59.5] 58.4! 56.5) 58.1f 149] 9.6, 10.0] 13.8] 10.4] 1L4f 6.8] 8.6 7.5 7.6] 74| 73) 8U| 76 Usi 89) 000086] ode deo 14} 20) 331 29 776 5Ì 53.2) 52.5| 53.3| 53.0} 15.3] 10.2} 10.6| 13.4] 13.4] 12.5] 8.3] 8.8| 7.1 8.1 89] 77) 62) 76| 10] 10) 10| 10] —0 | —o E. 1 0.6] U.7 0.7) 22.8] 172.1 Ù 6| 52.6| 51.6| 52.1] 52.1] 145| 8.7] 10.2| 145) 9.0 112] 5.80) 72) 70] 61; 65| 34/ 70| 10/ 10) 10| 19[ENE.3| —o | —o | 00| 195 211) 37 3698 7| 48.4) 48.9) 48.2) 48.5] 11.0] 9.4 10.0] 9.6] 9.9 9.8] 5.7] 7.2) 6.4 6.4] 62) 82| 70| 71| 10) 10) 10| 10 END. | —0 |ENE 2] 17] 12.5) 247) 11.1) 3754 : | 48.5] 50.1| 53.2| 50.6| 13.7 8.6| 9.8] I1.9i 9.2) 10.3] 69 79 76) 75] 76) 76) 89) s0| 10/10] 100 a0| E.1| E | 81 |113| 91 46 14 1385 | gl 54.2) 54.9) 56.4| 55.1] 14.8] 8.8] 8.8) 12.8) 10.6] 10.7] 7.2) 7.2) 7.4| 7.3] 86) 66) 77) 76] 10 7) 10 V| SEL! B.1 —,0 | og 2.1 24/ 6.8 846 | JO) 58.0) 59.0) 58.7] 55.6] 14.9) 8.0f 10.0] 12.9] 9.6] 10.8] 5.7 8.5] 8.7) 7.6] 02 UT. 98.| 79 9 9 0 6i El W. 1 W.1 _| 10.8) 5.6| 1.7) 1370 i 11 58.4| 57.3! 57.6| 57.8] 15.8] 97] 9.8 15.2) 11.0) 120] 5.8| 5.5] (6.9) 6.) 64| 43) 70) 59] 10) 8| 7! $| E1| Ei | BI __|' 17 92) 271) 9706 e; 12] 56.5] 56.6] 57.7] 56.9] 16.3] 10.7] 10.4| 16.0| 12.8] 13.1] 5.3] 4.8] 5.5) 5.3] D7| 36| 53| 49 9 7 9 | 8 [ENE. 3| ENE. 3 | ENE. 3 31.1] 39.7 25.4) 766,0 ss: 13Î 61.1] 63.0| 64.9] 63.0] 18.9] 11.2] 12.6] 18.9] 15.6] 15.7] 5.0) 4.8] 48) 49j 46| 29) 37] 37f 8) o) O) $|ENE 4|NNE. 2|ENE.1 31.4/ 30.4] 11.1) 6047 14 67.2! 67.9 67.4] 19.6) 11.2] 15.5] 18.3) 13.2) 15.7] 6.6 7.2) 8.0] 7.3] DO | 46] 71| 56 (0) 5 | tagli BO, VERI: —-.0 = DIOR 15Ì 63.5) 67.7 67.6] 18.0] 13.2} 14.1) 17.6) 13.2) 15.0] 7.9 10.4| 9.7] 9.3] 06] 69| 87] 74| 10 9| 1v| 10} —0. |WNW.1 MERA) 2 Sr IONI 10.5 4 106) 643) 63.3 63.9] 18.8] 12.6f 140! 16.4| 13.4| 14.6] 7.7] 8.8| 8.3] 8.3] 60 64| 73| 67 9 D| 10| 8| —O |NW.1 N. 1 — | 0.1 3.7] 0.3) 290 Di 17 | 61.8 61.8) 18.0] 12.0] 13.0) 15.4] 142| 14.29] 8.3) 9.4| 9.1) 8.9] 70! 72) 76) 74| 10 dI 040 | EU —.0 —=0 02 RR Ro i 1 63.2 63.0] 18.9) 13.7] 15.2) 17.6) l5.1| 16.0] 9.24 9.6} 8.6} 9.1] 71) 64| 67) 67 d 5 | 10 TI —0 |WSW.1| —.0 OB 00:0) Ma . 19 7) 63.4 63.7 24.6) 12.6] 15.4| 22.9] 15.7! 19.0] 7.4 9.5] 9.8] 8.90 47 46| 74] 56 3 b) 0 v IENE. 2) —0 E )) — | 1.6] 23.4| (1.91 193.8 4 20 63.4; 63.8] 20.3| 12.8] 17.5| 18.6] 15.1 17.1] 8.9] 10.2) -8.4| 92) 60| 64| 66| 63 5 0 i) DI —0 |WNW.L| —0 =) 14/6 \00,2 nno : 21 65.0 | 65.0] 19.4| 12.5] 18.7| 18.1) 14.6] 17.1] 9.6) 10.1] 10.7) 10.1] 60 | 60 | 87 71 (0) 0 (0) (0) UL — .ù —.0 U.21 2/8) 022 19.8 5 22 62.8; 63.0] 20.3] 12.3] 15.4| 17.7] 15.3) 16.1] 10.5] L1L.6] 8.7 10.3] Sl 77 67 75 d ITC LO) v 0 .0 .0 0.2) 0.1] 0.0 29 P 23) | 62.3) 622] 20.9] 12.0] 16.2] 20.0] 14.8) 17.0 8.4| 11.0} 9.1] 9.5j G1| 63) 73| 66 (0) Ort 0 UE. NWI O: UIOIS MOSI 27 24 63.7 | 64.7] 20.0) 13.5] 16.6| 18.6] 16.8! 17.3] 8. 10.6] 7.5) 8.9| 62| 67) 53| 61| 3 4|10| 6, —0O| —0 20] —RO:00,a OLO oa 25 61.2 61.3] 20.9| 15.8] 18.0) 20.2/ 16.8| 18:31 7.i| (8.6| 112| 9.0] 46] 48) 78| 57] o] o) 3|/ 1|l 0 —0 | 0 | —} 20 00) 0.1) 08] 26 57.1 57.1] 23.7] 15.3] 18.4/ 20.6] 17.0) 18.7] 9.5) 9.6] 10.11 957 60 | DI 70 l 9 10 9» AU —L — 0. 0.0) 2.0 1.4 23,8 27 54.5 54.9] 25.8| 14.5] 19.6] 22.6] 16.4] 19.5] 10.5) 15.6| 11.4i 12.5 61) 77) 82| 73 8.| 10) 10 gl —0 |WSW.1| —0 32] 19) 44| 1.8) 56.9 28 55.5| 57.2) 55.6] 19.1] 14.7] 16.4) 16.6| 15.0) 16.0] 10.6| 11.3 10.5] 10.8| 76| 80| 83| so] 10| 10] 10] 10{SW.1| —0 | SW.1| 37] 22 5.6 01) 618 29 59.61 59,8] 59.4] 20.1| 12.7] 15.4| 19.7) 16.0) 17.0] 10.9] 114] 7.5 9.9] 84| 67) 56| 69] 10] 5 10 g#| O {NWI —0 | 56] 07 83) 15 747 30] 62.9 63.7) 62.7] 14.9 10.8f 13.0) 15.9] 11.4) 12.8] 7.8 7.9] 6.4 T7.4l 70) 67) 64/ 67] 10/ 10| 10| 16 E. 2 | BNE. 3 | ENE.3| 00] 6-3] 20.1] 32.9) 4333 il ‘= | | l'otali E 59.0] 59.5 59.9] 59.6] 17.9 L1.5] 13.7| 16.5] 13.2] 14.5] 7.7] 8.9) 8.2) 8.3165.4 [64.3 [73.0 67.6 | 6.8.| 6.1| 6.1] 6.3 28.1 Lalli Il Î Massimo della pressione barom. 768,8"" li 15 Massima velocità diurna del vento 766.5 Chilom. li 12 Minimo dell'umidità 259%, li 13 Minimo _, > pa 148.2" li 7 Media ; z n» 141.4 Massimo di pioggia caduta 11.3" li 8 Massimo della temperatura 24.6 °C li 19 Massima velocità oraria del vento 39.7 li 12 ì Minimo ; DI 8.0 °C li 10 Media > d) È È 5.9 È Totale Chilom. percorsi dal vento 4241.2 È Ammnotazioni. Al 1 cielo quasi sereno; li 2 parzialmente coperto, nubi tem- li 18 parzialmente sereno; li 19 parzialmente sereno e forte nembo a settentrione nel poralesche; li 3 cielo coperto di mattina, nebbia nel pomeriggio, sereno di sera; li 4 | pomeriggio; li 20 cielo in massima parte sereno; li 21 cielo sereno; li 22 e 23 rugiada cielo sereno nella mattina, annuvolato nel pomeriggio, pioggia nella notte; li 5 cielo nell’antecedente notte; mebbierella in sul mattino, poi cielo quasi SOLrBnO ; li 24 rugiada coperto di mattina e pioviggina nella sera e notte; li 6 cielo coperto e poca pioggia di | nella notte antecedente e cielo parzialmente aunuvolato nel dì; li 25 cielo quasi Sereno ; mattina; li 7 cielo coperto da cumuli, pioviggina nel pomeriggio e notte; li 8 pioviggina li 26 cielo annuvolato con cumuli tutto il dì; li 27 cielo coperto nel dì e pioggia dalle a lunghi intervalli; li 9 pioviggina di mattina indi cielo parzialmente annuvolato; li 10° | ore 10 in poi della notte successiva; li 28 cielo coperto e pioviggina circa dalle ore 12 cielo in massima parte annuvolato di mattina e parzialmente sereno nella sera; li 11 | ad ore 2 pomeridiane; li 29 cielo coperto di mattina; nel pomeriggio sì rischiara alquanto è cielo coperto da cumuli nel mattino poi sereno; li 12 cielo in massima parte aunuvolato | poi si annuvola di nuovo; pioggia nella successiva notte; li 30 cielo totalmente coperto e con cumuli; li 13 cielo in parte annuvolato nel mattino poì sereno con pochi cirri sparsi; | caddero poche goccie di pioggia nella successiva notte. li 14 quasi sereno; li 15, 16 e 17 cielo in massima parte coperto e minacciante pioggia; | | | | | BOLLETTINO ENT RPRSTE REDATTO DAL SEGRETARIO EROE: AI VNIERTELADER VOLUME QUINTO. | Società Adriatica di Selenze naturali TRIESTE Editrice : La Società Adriatica di Scienze naturali. 1879. SOMMARIO. Prof. G. Dal Sie — Della polvere insetticida data dai fiori del Pyrethrum o Crisanthemum Cineraricefolium Trev. . ‘ Dr. Bern. Schiavuzzi — Sulla comparsa del Larus tridactylus, Linné, volg. Gabbiano terragnola, nella rada di Pirano Alberto Perugia — Note sullo sviluppo dell’ Acanthias vulgaris Prof. M. Stossich — Prospetto della Fauna nel mare Adriatico . C. Fr. W. Krukenberg — Das Verhàltniss der Toxikologie zu den ibrigen biologischen Disciplinen . SERE Dr. Paugger — Ueber die Witterungsverhaltnisse der jingst ver- flossenen Zeitepoche . Ceo Michele Stossich — Alcuni cenni sopra il primo sviluppo delle Serpule. RR ARE IO RI M. Dr. Stenta — Notizie intorno la corrente del Golfo . Notizie interne ; Bollettino bibliografico . Tip. del Lloyd austro-ung. in Trieste. pas. o BOLLETTINO DELLA Società Admatica di Scienze naturali ENSERIESTE SÌ ib O È 6 dEi 3 0 £ _r——@6@6@—@—m@@—_—@—@—@—_—_mm_—_—m———t———t————t——tt—€<=@@<———=—@_———= == Td » REDATTO DAT SEGRETARIO PROF. A. VIERTHA LER VOLUME QUINTO. TRIESTE Editrice: La Società Adriatica di Scienze naturali. 1880. SOMMARIO. Notizie interne. Congresso generale PRATI ea La Dr. Carlo Marchesetti — Discorso commemorativo di Muzio de Tommasini a RR NA AE SRI DAI Giulio Grablovitz — Sopra un cambiamento osservato nelle co- stanti mareometriche del porto di Trieste È Michele Stossich — Prospetto della Fauna del mare Adriatico Bernardo Dr. Schiavuzzi — Aggiunte e correzioni all’ Elenco degli uccelli viventi nell’Istria ed in specialità nell’agro pi- ranese . CE SUL SR Ea E AR Prof. Aug. Vierthaler — Gli elementi scoperti nell’ ultimo decennio — La nuova sorgente dell’ Auresina . È 4 È — La terra rossa del Carso paragonata con i quella delle Indie . 1 ; 5 | Casimiro Mirski — Lettera del SAT d’ Africa sig. Mirski ; al Segretario della Società Adriatica . ‘Dr. Marchesetti — Moehringia Tommasinii . . | Prof. G. Dal Sie — Della polvere insetticida data dai fiori del Pyrethrum o Crisanthemum Cinerariefolium Trev. Prof. Adolfo Stossich — Il Carso Liburnico . . Bollettino bibliografico Tip. del Lloyd austro-ung. in Trieste. pag. 321 327 330 3383 392 Sastri i aac Pl fi erede re Date Du LÌ 3 2044 106 LILLO 287 782