EPIRAIYITA TT YIVYIAAARAAAA A RERRRARIA an ngg di pui i AARATA nn ANAAAAI ce o S n OAAMIAANARARAA PARRA A Aa SAAARORR Ù DART CRV GC gu devi MAA Mai Wie sa i, da iù i Vee Mana L JAYNI: i a Ja Kada (AMATA az 29 VERA A; N Me ; La a A9ARDARA PIE IAMAMMAMA ALL Tei Ven AAA PANNI Rig au AARRARRARARRARRA apo. ig MATTO, Mon ù AAA AARARAAAAAAAT A Ri RANA AS ARE i ‘A PA VE KA Ai AAA Monete via n A Ala) È PEA ARRA RARRRA A ra MA da Mea MT MAAIMAMA AMA AAANA Ra SA PESI n p i A ANALI INNI n AAA PRA SANA A RAANANAANA Del gas re 2 RERRAMANANNA ANIMATE ATA SANA / A RARA Di IA Saia MEM VE RIATI 6 pra MARSA oa NAS O nAAAAO N AN AA A ira ” - JE; STU. ANI \GIRS E bet - | v Li vito, Y Hr È da era ZA AA | N I Cgpic w v. il VA _La vi. Nevi v v vi v VUUY IVO ve va \y HA AMANI MIRA get uao o NWA VV UR VM EV di rai MERA IVV AAA vu CESENA VIA Miti ve D NGI) CÒ SE IRSA Wy VUVEVE Va MI IRA aa vi Va WI 3) ig: i RNA NA j\ A VA ! 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Anno VIII - 1899 30 ST we BOLLETTINO | DELLA SOCIETÀ ROMANA PER GLI STUDI ZOOLOGICI È | SOVRA ALCUNI CARATTERI MORFOLOGICI ; di un HYLOBATES MULLERI Martin È î donato da S. I. il RE UMBERTO all'Istituto Zoologico della R. Univ. di Roma Comunicazione del prof. ANTONIO CARRUCCIO vi ‘alla Società Romana per gli Studi Zoologici. are, È «| —»’Dalla grande Isola di Borneo, la quale indubitatamente a o una Fauna, Flora e Gea assai ricche ed importan- Vi | tissime, pervennero in Roma, ed in dono al nostro Re, molti iii: meritevoli di siuaie e la maggior parte mancanti . alla collezione zoologica generale del Museo Universitario. Fra i È ai Vertebrati abbiamo scelti esemplari di tre classi, cioè di cd . Mammiferi, Uccelli e Rettili. In quest’ultima classe dirò su- | bito che troviamo rappresentati tre ordini diversi: CRelonia, | Orocodilia e Saurta, coi generi (ycelemis, Geomyda, docuglio e Varanus. È proprio il caso di dire: pochi e duoni. Ma di | questi vi esporrò a suo tempo i caratteri morfologici. Comin- È ciando da questa adunanza intendo prima d’illustrare, a misura che li avrò studiati, i Mammiferi; nei quali abbiamo pi | rappresentati non meno di 12 generi, appartenenti ai se- 3 guenti 8 ordini: 1. Primates; 2. Prosimiae; 3. Chiroptera; 4. Carnivora; 5. Insectivora; 6. Ruminantia; . Rodentia; 8. Edentata. pi Ho dato incarico, che fu assai di buon grado accettato, di studiare gli Uccelli (che sono i più numerosi) agli egregi Bollettino della Società Romana per gli Studi Zoologici 1 9 ANTONIO CARRUCCIO ornitologi conte Guido Falconieri di Carpegna e prof. Gio- . vanni Angelini; ed il primo fra i nominati colleghi ha preso | l'impegno di riferire in parecchie adunanze alla nostra Società sulle specie numerose e belle di Prionopidi, Timeltidi, Euril- lamidi, ecc., fra i Passeracei; oltre le non meno belle e notevo- | lissime specie di Picidi, Capitonidi, Trogonidi ecc., fra i Pi. cari: i Treron fra le Colombe, i RoMWulus fra i Gallinacei, e lErytra fra le Gralle. È evidente che questa serie di forme |. diverse, regalate al nostro Museo dall’ottimo Sovrano, per- 0: metteranno di colmare nella già ricca collezione ornitologica generale alcune lacune che vi esistevano. Avendo accennato all’ importantissima Fauna di Borneo, penso che non vi tornerà sgradito un ricordo geografico, per . quanto rapido debba farsi, su questa terra insulare, la più vasta del mondo dopo la Groenlandia e la Nuova Guinea. In- vero ha Borneo, secondo recentissimi scrittori, un’estensione di | 733,329 kq.; è quindi assai più grande delle isole di Mada- gascar, di Sumatra ecc., ed è più di tre volte estesa della Gran Brettagna. Di volo ricorderò pure che le montagne di Borneo CET = da a £ ve & A Poco 9 < Pere Bed TÀ E ve ia TT LOA ae ARE nt FE (ad es. quelle di Kinabalu, alta 4174 metri sul livello del” È: mare) sono ricche di giacimenti carboniferi, ferriferi ed auri- | | feri. Dall’istessa Isola oltre carbon fossile e polvere d’oro, st sg esportano diamanti, canfora, guttaperca, ecc. Borneo appartiene quasi del tutto al Regno d’Olanda, e_ solo qualche parte del lato settentrionale trovasi sottoposta all'impero inglese. Due altre parti, di minore estensione, for- mano i sultanati di Brunei e di Sarawak; entrambi però stanno sotto il protettorato della Gran Brettagna. In Italia si ebbero rare occasioni per studiare Met faunistiche, ecc. provenienti direttamente dall’Arcipelago della. Sonda, Ed è una fortuna che il nostro paese possa annove- rare due benemeriti viaggiatori, il marchese senatore Giacomo Doria ed il prof. Odoardo Beccari, i quali fecero non breve soggiorno nella grande isola di Borneo, tacendovi due ricche collezioni, una ornitologica, l’altra botanica. La prima fu be. nissimo illustrata dal conte Tomaso Salvadori, cui dobbiamo un importante volume di oltre 400 pagine, con parecchie belle tavole in colori. Oltre il catalogo sistematico degli uccelli, vi SOVRA ALCUNI CARATTERI MORFOLOGICI DI UN HYLOBATES, ECC. 3 si leggono note ed osservazioni di G. Doria ed O. Beccari in- | torno alle specie da essi raccolte nel Rayiato di Sarawak (1). Il Salvadori in un capitolo intitolato: Notizze storiche in- . torno all’Ornitologia di Borneo, afferma un fatto che quan- — tunque risalga al 1874, non è punto privo d'importanza e di valore. La Fauna di Borneo, scrisse l’insigne Ornitologo ita- . liano, è « ancora incompiutamente conosciuta per causa degli | ostacoli di ogni sorta a visitarne non solo l'interno, che si può i dire affatto inesplorato, ma anche le coste, e specialmente le “i | orientali >. (pag. VIII). «E passando senz’altro all’esame di alcuni caratteri di que- | sto Hylobates, dirò dapprima della SE Dimensione degli arti. L'aspetto del Gibbone donato da S. M. il Re richiama | quello che è proprio alle diverse specie annoverate nella | Fam. Hylobatidae, e ci fa persuasi che questi animali sono fatti per una vita eminentemente o quasi esclusivamente | arborea. LITTA È Dall'esame comparativo degli arti rilevasi che i toracici od anteriori misurano, dall’articolazione omero-scapolare fino | all’apice del dito medio, che è il più lungo, 65 cent. e mezzo; | mentre che i due arti pelvici o posteriori, dall’articolazione 2 femoro- iliaca fino al dito medio del piede, sono lunghi 52 cen- - timetri. — Anche questa scimia, scendendo da un albero, se È costretta a correre, doveva equilibrarsi o sostenersi colle sue lunghe braccia, ssa con tutta la forza di cui era ca- | pace non solo È dita ripiegate delle mani, ma le piante dei | piedi, colle dita distese. Ecco che i piedi in questa posizione Miiitivaro organi di sostegno, mentre, come pur dimostrò il prof. Flower, anche in questa scimia essi sono eminentemente È | organi prensili. La lunghezza notevole degli arti toracici e la loro maggiore f. robustezza in confronto ai pelvici, dimostra inoltre che questo 17.28 LE Ul AZ Bo (1) Vedi Annali del Museo Civico di Storia Naturale di Genova pub- CUR per cura di Giacomo Doria. — Vol. V, Genova, 1874. dea ANTONIO CARRUCCIO Gibbone, al pari dei suoi congeneri, doveva essere un eccel- | lente saltatore dai rami di un albero su quelli di un altro. Del resto è ben noto che specialmente le scimie dalle lunghe braccia sono franche e ardite nei movimenti che compiono stando sovra alberi non di rado molto alti. Ho visto di nuovo e recentemente nel grandioso Giardino Zoologico di Londra, diversi Gibboni ed altre specie, le quali attaccandosi ad un ramo si lanciavano con sicurezza e rapi- dità maravigliose su altre piante, poste a una certa distanza, non senza prima essersi fortemente dondolate due o tre volte, quasi per meglio pigliare lo slancio. Misurate le due ossa omerali, che fortunatamente erano state conservate colla pelle, ottenni da un'estremità all’altra la lunghezza di 24 cent. e mezzo; le ossa dell’antibraccio, radio ed ulna, pur conservate, misurano circa 29 cent.; le ossa della mano, a cominciar dal corpo fino all'estremità dell’ultima fa- lange del dito medio, misurano 12 cent.e mezzo: la lunghezza totale dei due arti superiori è adunque, come dissi, di 65 cen- timetri. Il femore diede la lunghezza di 19 cent. e mezzo; le ossa della gamba, tibia e perone, circa 18 cent. e mezzo; le ossa del piede, dalla punta del calcagno, fino all’apice del secondo dito esterno, ch’ è il più lungo, misurano circa 14 centimetri. Misurate le singole dita si hanno le seguenti lunghezze: per quelle della mano: pollice 4 cent.; indice 10 cent.; medio. 11 cent. e 4 mm.; anulare 9; mignolo 7 e mezzo. Per quelle del piede si hanno queste altre lunghezze: alluce 5 cent.; se- condo dito 7 cent.; terzo 7 cent. e mezzo; quarto 7 cent.;. quinto o mignolo 5 cent. Ho voluto anche tener conto della. forma e misura delle unghie, e come bene ognuno può con- statare sono piatte soltanto quelle del pollice. — L’unghia più lunga delle dita delle mani è quella dell’anulare, che mi- sura 15 mm.; il pollice ha un’unghia lunga 10 mm.; l’indice 14 mm.; il medio 12 mm., ed il mignolo li. — Nelle dita del piede l’alluce, il terzo e quarto dito hanno unghie lunghe non più di 9 mm., e il secondo e quinto non più di 7 mm. — L'altezza di questo Gihbone misurata dal vertice della tésta alla punta del coccige, è di 73 cent. {ey | SOVRA ALCUNI CARATTERI MORFOLOGICI DI UN HYLOBATES, ECC. a) L’omero debbo dire ch’ è, relativamente alle ossa antibrac- Moiali, sottile; le mani sono lunghe e strette, colle dita esili, Mica ricurve per lunga abitudine nello stringere i rami. AH Il pollice è mediocremente grosso e non raggiunge che |. l’articolazione della prima falange dell'indice; l’alluce, meno | sviluppato in lunghezza del pollice, lo supera però alquanto nella grossezza; e sta pel modo com'è articolato più lontano . dalle altre dita. — Quindi, come già notarono per altre scimie l’Owen, il Flower, 1’ Hartmann, ecc., l’alluce distante dalle altre | quattro dita del piede, sta così posto che quando si piega, “deve rivolgersi contro la pianta o suola del piede medesimo, Mi ponendosi alle altre dita, molto di più di quanto av- venga del pollice nella mano dell’uomo. E qui potrebbe ripe- » tersi l'osservazione di Von Bir, esservi cioè scimie nelle quali le articolazioni delle ossa del piede non sono molto serrate, | e permettono svariati movimenti, cosicchè anche la superficie fi la quale è rivolta specialmente verso l’indentro, può | appoggiarsi sul suolo. Tutte però le modificazioni, in Primati . dalla vita arborea, appartengono sempre ad un organo pren- | sile, ad un piede atto a rampicarsi, a stringere e sostenersi À : su rami, e non di preferenza ad un piede solido capace di Ai 29 di Non v'è traccia nella specie che ho esaminato di mem- . brana interdigitale, la quale per un buon tratto riunisca due a ed è questo un curioso fatto notato per talun’'altra specie . d’Hylobates (es. H.syndactylus e H. entelloides). Non mancano N — cia fra i quali citerò Duvancel, che asseriscono aver | osservato questa singolare ATEO nella sola ® dell’ MH. di; | Rafflesùi, mentre il J° le aveva tutte libere; e fuvvi pure chi credette essere, se non accidentale la presenza di siffatta mem- | brana interdigitale, certamente meritevole, anche oggi, di più completo studio nella serie dei Gibboni viventi. Poche parole sull’asse rachidico, sulle coste e sullo sterno. È Non è fuor di luogo, prima che dica dei risultati dell’e- — same che ho fatto sulla testa dell’H. MiZZeri, che ricordi in ANTONIO CARRUCCIO ossa costituenti le principali regioni della colonna vertebrale dei Gibboni in generale : lasciando la regione cervicale, questo numero è per la dorso-lombare per lo più di 18, e tutte le Le vertebre si articolano in modo da formare un asse rettilineo, = eccetto che nella regione lombo- sacrale, nella quale si Osserva | un angolo molto aperto. I Gibboni, finora studiati, hanno le ultime vertebre lom- | bari fornite di apofisi trasverse, le quali sono, in propor-.. zione, assai larghe se si paragonano con quelle dell’istessa regione negli altri Antropomorfi (fam. Simiadae). Però queste apofisi dei Gibboni non raggiungono le ossa iliache, mentre è noto che nel Gorilla l’ultima vertebra lombare trovossi anchi- losata colle predette ossa. o La pelvi dei diversi Hylobates risulta formata da ossa molto allungate e quindi strette, le quali inferiormente e all’in- As ; dietro finiscono con un contorno ischiatico assai sviluppato, | corrispondente ai punti di attacco delle callosità delle natiche, pochissimo muscolose. Anche i muscoli delle coscie e delle gambe non offrono notevole sviluppo. | Una particolarità degna di nota è stata osservata nel- HI. Miilleri a proposito del numero degli archi costali, essendo in questa specie 12 paia: nelle altre dell’istessa fam. Hy/oba- tidae pare invece che siano sempre 18 paia. Sono adunque 12 le vertebre dorsali nell’H. Milleri, e 13 nelle altre specie di Gib- boni. In tutte però sono 5 le vertebre della regione lombare, 8 quella della sacrale, e 3 o 4, ma piccolissime, le coccigee. Lo sterno dei Gibboni risulta formato da 3 pezzi, è appiat- tito, ed ha largo il manubrio. Una curiosissima particolarità che finora non trovai de- scritta come propria alle specie della fam. Hy/obatidae, sì osserva in questo H. Milleri: trattasi di una piccolissima © appendice cutanea posta e sporgente sulla fine della regione coccigea, tanto da simulare una coda rudimentale. Stretta fra le dita ci avvediamo che non contiene traccia di alcuna delle solite piccolissime vertebre coccigee esistenti nei Gibboni: detta appendice rudimentale è formata dai soli comuni integumenti. Avendola osservata tutti in Museo non appena fu fatto un primo esame dello stato delle pelli provenienti da. Sarawak, e LI | ‘’SOVRA ALCUNI CARATTERI MORFOLOGICI DI UN HYLOBATES, Ecc. 7 quindi prima che venisse affidata per la imbalsamazione al ; | diligente tassidermista dell’istesso Museo, perciò deve affermarsi Sa non ha nulla di artificiale. Mistmatala essiccata come la si | trovò, ci diede una lunghezza di appena 8 millimetri con uno | spessore di 2 millimetri. _ Com’è noto, uno dei principali caratteri dei Gibboni sta nella mancanza dell’appendice caudale, carattere ch’è comune A cogli altri Antropomorfi. Testa ossea. Passando ad esaminare la testa ossea di questo H. Mulleri, | potete tutti vedere che presenta la regione frontale arroton- CERO con arcate sopracigliari sporgenti, e proporzionatamente on più robuste che non siano in queste altre teste di Pri- mati, che ho qui riunito per l’opportuno confronto: vi prego | sovratutto di osservare le due appartenenti a giovani di Simia | satyrus, una anzi è di un giovanissimo Orang. ’ Nel punto di separazione fra le due predette arcate scor- | gote in questa testa di Gibbone una notevole depressione, che si prosegue in avanti formando quasi una doccia, la quale uon esiste così pronunciata in altri crani di specie diverse, | Si tutti a scimie del vecchio continente. Le cavità orbitali, obblique e profonde, misurano dall’avanti all’indietro, cioè fino a raggiungere il foro d’ingresso del nervo | ottico, circa 3 centim.; dei tre diametri di esse cavità, uno — il È longitudinale, ch’è il minore — misura 22 mm.; l’altro, obbliquo, èdi mm. 30; il 3°, trasverso, è di mm. 25. Lo spessore del con- | torno in basso è di 1 mm. e mezzo, ed in alto ed all’interno _ di 6 mm. Guardando all’indietro dei contorni orbitali, e nelle fosse fronto-parietale destra e sinistra, si vedono le ossa con- “> formarsi in modo da presentare quasi una doppia sella. S L'Huxley affermò che nessuna scimia antropomorfa ha una | spina nasalis anterior, e che soltanto nel Siamang (Hylobates Bici) trovasi un rudimento della prominenza mentale nella mandibola. Ora io vedo che in questa testa ossea del- l’Hylobates Mulleri esiste evidente, quantunque alquanto ottusa, la spina nasale anteriore. È SA REN VIE SCARTATI IAS ANTONIO CARRUCCIO Gli archi zigomatici li osserviamo alquanto più sporgenti. che non siano in parecchie teste di eguale o quasi eguale gros- sezza appartenenti a Cercopiteci, ecc., ma non sono nè più larghi, | nè più robusti; e si presentano ondulati rimanendo nel mezzo | del margine superiore convessi; e questo tratto convesso è fiancheggiato da un altro tratto concavo, un po’ meno esteso. | Sotto al tratto marginale convesso, cioè nel mezzo del bordo So di ciascuna arcata zigomatica, corrisponde inferiormente un tratto concavo. ; Bi. Misurando dal centro di un’arcata zigomatica all’altra, sì ne: ha la massima larghezza di questa testa, ch'è di 72 mm. — La i De larghezza del cranio dell’H. Henrici, misurata nell’istesso modo, diede al De Pousargues 73 mm. La lunghezza massima del cranio dell’H. Mulleri è di i. 109 mm., misurata in linea retta mediante compasso, ed è quasi L eguale a quella del cranio di H. Henricîi (108 mm). ‘9 . Il palato è lungo, largo, molto concavo: non v'ha traccia di sutura mediana, sono cioè completamente saldate le due ossa che... la formano. Misura dall’avanti all’indietro 38 mm., e trasversal- mente quasi 18 mm. Il palato dell’ H. Henr:ici misurava 22 mm. in larghezza, ma il De Pousargues non ci dà la lunghezza. n Non è alta la porzione ascendente della mascella inferiore: misurata fino al centro del condilo articolare abbiamo 61 mm. | Il foro occipitale è rotondeggiante, cioè ha una forma quasi a losanga, con un diametro antero-posteriore di 18 mm., ed uno bitrasverso di 14 mm.; esso è situato non nel terzo po- steriore della base del cranio, come asserisce l’Huxley per tutti gli Antropomorfi, ma — come ben potete constatare nell’esemplare che abbiamo sott’occhi — presa esattamente la lunghezza della base craniale, ch’è di 92 mm., il foro occi- pitale lo troviamo situato al 4° poster. della base medesima. © Lungo la sutura sagittale non si scorge la cresta omo- nima, la quale suol esser sviluppata negli altri Antropomorfi. Del resto tutte le suture di questo cranio d’H. Miilleri, cioè le mascellari e nasali, la bifrontale, le fronto-parietali, le pa- rieto-occipitali, ecc., sono complete; e solo si osserva ancora lieve traccia delle suture temporo-occipitali, e di quella sini- stra in modo più visibile. | | _‘’SOVRA ALCUNI CARATTERI MORFOLOGICI DI UN HYLOBATES, ECC. 9 È Il cranio appartiene indubitatamente a un individuo adulto, | anzi d’età avanzata. bi: I Gibboni, come è noto, sonò al pari degli altri Antro- | pomorfi, privi di borse guanciali. Po ; Sistema dentario. Darò ora una breve ma precisa descrizione della denti- zione propria al nostro Gibbone, la quale essendo completa e | benissimo conservata, può più buio paragonarsi con quella -di altri primati, dei quali in questi ultimi anni ho raccolto . un discreto numero di cranî. Il primo fatto che colpisce guar- dando la serie dei denti della mascella superiore è la notevole È | differenza dei quattro incisivi: infatti i due mediani si pre- «sentano più lunghi e larghi del laterale destro e del laterale p: sinistro: questi incisivi laterali od esterni presentano, dal lato ‘in cui'sono acontatto col rispettivo canino inferiore, una pic- cola escavazione. Lo spazio che rimane dietro a ciascun incisivo superiore 3 e laterale (diastema) è di 5 mm., nel quale si adatta uno dei É due canini inferiori: questo spazio rimane adunque compreso . fra l’incisivo superiore esterno o minore e il canino pure su- È | periore. I due canini superiori sono più robusti e lunghi dei due inferiori, misurando quelli, nella loro porzione estra-alveo- lare, mm. 15, e questi 9 mm. I canini superiori sono inoltre notevoli anche per la forma della faccia interna, disposta a doccia, mentre è convessa la esterna. La doccia od escavazione incomincia dalla base di | ciascun canino, e si estende fino all’apice, assai acuminato, ed è delimitata da due piccole labbra salienti, delle quali la È posteriore è alquanto più sviluppata e MREnISnA La faccia interna dei due canini inferiori offre un rialzo o cresticciuola “Si mediana, che la divide quasi in due metà. ‘0 . I quattro incisivi della mascella inferiore sono eguali sia | per forma, sia per grandezza, e disposti in una sola linea retta, . a differenza di quanto si osserva nella superiore. Lo smalto, ch’è nei denti di questa testa intatto, offre molta bianchezza NERI MOR dn po nei RC at ; DIR (IA 33 10 ANTONIO CARRUCGIO 2 00 er, Le corone dei 20 molari, 10 per mascella, si presentano | } | tetra-tubercolate. Il 1° molare di ciascun lato è il più piccolo | : | fra tutti. Nella mascella superiore il più grosso è il 4° molare; anche nell’inferiore, a guardarci bene, sì trova il 4° molare Le più grosso del 3° e del 5°, coi suoi quattro tubercoli un . po’ più smussati di quello che siano negli altri molari. I tubercoli DE: si conservano più salienti e meglio conservati nei molari supe- Si riori: di questi l’ultimo è di forma tondeggiante, ed il 3° e 4° tendono più alla forma quadrangolare, con. fossetta posta smi È mezzo ai quattro tubercoli più pronunciata che non sia negli. sE altri. I Questa descrizione dei denti dell’H. Miilleri differisce in dr parecchi particolari da quella che vien data da Fed. Cuvier, sodi ir Credo che la differenza derivi dalla diversità di età e di sesso toa dei Gibboni che altri ebbero ad esaminare, essendo questo che n n abbiamo sott’occhi un individuo femmina adulta, come risulta gni dal cartellino che trovavasi legato alla pelle, da cui furono tolti. il cranio ed altre ossa. — Corrisponde invece esattamente la descrizione che l’istesso F. Cuvier dà pei due primi molari | “dala inferiori. DL \ x ga Cenno di qualche altro carattere morfologico. "o Ricorderò di volo talun altro carattere proprio all’H. Miilleri, ed osservato in questo perfetto esemplare che, come i ho detto, fa parte della importantissima collezione donataci da S. M. il Re, e preparato con diligenza pari all'abilità che lo distingue, dal tassidermista del R. Museo Zoologico sig. Casimiro. Coli. — L’esemplare, lo ripeto, è di una ® adulta, con due. — capezzoli toracici ben sviluppati e prominenti. ti I padiglioni auditivi offrono una grandezza media, ed i hanno quasi la forma di quelli umani. ss Le narici, aperte e dirette lateralmente, sono piuttosto larghe. | Mero 11 | Distribuzione, direzione, colorazione, ecc. dei peli. Quelli che hanno accuratamente descritto le diverse spe- cie del gen. Hylobates tennero conto della colorazione gene- rale del pelame, e di tutte le modalità proprie a quest’ultimo secondo il sesso, l’età e via dicendo. Bs Del nostro esemplare dirò anzitutto che vediamo come + siano nude la faccia, le mani e la pianta dei piedi, tutte di colore nericcio. Le altre parti del corpo sono più o meno | ricoperte da peli, in generale molto fini, dolci al tatto, ed in «alcune poche regioni offrono quasi la lunghezza e morbidezza «della lana, e sono più lunghi e lucidi: tali ad es. sono per un tratto quelli della parete toraco-ventrale, massime se si guar- . dano con luce favorevole. «| ‘’È curioso constatare, quantunque il fatto non sia nuovo, . che i peli nelle due faccie dell’avambraccio hanno un’opposta direzione: infatti mentre sulla'faccia antero-interna si dirig- | gono colle punte libere verso il gomito, nella faccia postero- esterna presentansi tutti diretti inferiormente. Sopra le arcate orbitali i peli offronsi grigio-biancastri e | tendono a formare un piccolo ciuffo; i così detti favoriti, che circondano la faccia, son formati da peli copiosi d’un color | petto vediamo una fascia di peli ben sviluppati quasi affatto nerastri. Sopra i capezzoli fino all'inguine, i peli diventano A | grigio-brunastri, facendosi questa tinta più intensa in qualche | ‘tratto della faccia ventrale. E Le gambe son coperte da peli d’una tinta grigio-nocciola molto chiara all’esterno, fino al dorso de’ piedi, mentre nella . faccia interna delle coscie sono nerastri. i È Il dorso è coperto in alto da peli abbastanza folti, d’un | grigio. -brunastro più o meno intenso; ma già a cominciar dalle | ascelle, e nel mezzo del dorso, comincia a diventar più chiaro, | per diventare oscuro presso le natiche e sulle coscie. La cervice ha peli abbondanti, piuttosto brevi, d’un color | ‘grigio-nocciola chiaro, quasi SR a quello della porzione a i mediana del dorso, nella quale i peli sono folti e lanosi. ES de | grigio-nocciola chiaro. Sotto la gola e nella parte più alta del - 19 ANTONIO CARRUCCIO Ù ns, ul L’abbondanza maggiore dei peli si ha sulle spalle, attorno do al collo, e nella parte più alta del torace, nelle quali regioni essi sono anche più lunghi. Lo Schlegel si limita dire che nell’ H. Mwlleri « la tinta dominante del pelame è bruna-grigiastra, ed è chiarissima nei giovani. Calotta nera. Fascia frontale biancastra. Favoriti brunastri o biancastri ». Ma egli ebbe ad osservare parecchi | maschi adulti (4), una sola 9 adulta, ed una giovane, oltre un altro giovane individuo, di cui non dice il sesso. Si sa che il Museo dei Paesi Bassi è forse il più ricco in esemplari della Fam. Hylobatidae ecc. avuti dai viaggiatori naturalisti Mouhot, 5. Muller, Diard, Reinwardt ed altri. — Ma questo di Roma appare di uno sviluppo e di un’ età maggiori di quelli ricordati dagli autori che finora li studiarono. — Come per la dentizione, così per talun altro carattere del cranio, pel colorito, ecc. del pelame dell’H. Mlleri mi pare adunque che una qualche no- zione, utile per la conoscenza delle differenze proprie all’età cd al sesso, possa apportare questa brevissima contribuzione che ho l’onore di fare alla nostra Società. Ho esaminato quanto mi è stato possibile in questo breve spazio di tempo tutte le opere che parlano delle abitudini e qualità psichiche degli Hylobates. Trovo che gli scrittori sono d’accordo nell’affermare che queste scimie, all’opposto di quanto si osserva nelle altre specie antropomorfe, hanno un carattere assai mite, stanno riunite in. società, sono inoffensive. Appa- riscono però assai diffidenti in special modo quando lasciano la loro prediletta dimora sugli alberi e scendono per terra. Esse capiscono che su questa non possono più avere tanta sicurezza e libertà di movimenti come stando in alto sospese ai rami, che mutano secondo il bisogno, o anche secondo il capriccio... Una volta venuti in possesso dell’uomo i Gibboni si abi- tuano abbastanza presto, e senza grandi difficoltà alla di lui compagnia ed ai suoi comandi; del pari si abituano alla com- pagnia d’altri animali. Neppure tardano ad abituarsi a un regime alimentare più o meno diverso da quello ch’era loro abituale, cioè alle frutta e radici, ai germogli di piante di- verse, ed anche alle lucertole, molluschi gasteropodi terrestri. ed insetti. CA » SOVRA ALCUNI CARATTERI MORFOLOGICI DI UN HYLOBATES, Ecc. 13 Ogni genitrice addimostra, come si osserva negli altri pri- mati, la più grande affezione pel suo figliuolo, che sostiene finchè debole con un braccio; ma appena egli può stringe con forza il corpo della madre, rimanendo saldo nelle mosse che essa deve fare, e proseguendo ad allattarsi. Diverse specie hanno fama di essere vigilantissime, e d’avere squisito il senso dell’udito. Se tenuti a lungo nell’interno di un paese, vi acquistano una specie di padronanza. Si narra infatti di un ‘Gibbone il quale in una delle strade più frequentate della città di Ba- tavia aveva scelto per sua dimora un grosso albero, da cui scendeva a piacimento tutte le volte che sentiva il bisogno di andare in cerca di cibo, e anche di divertirsi. Allora egli cam- minava dritto finchè poteva penetrare in qualche abitazione di cui trovava aperte le porte, dandosi non solo il gusto di | rovesciare i mobili delle stanze, ma di rompere quanto poteva. . In particolar modo se la pigliava contro gli specchi, non po- tendo forse darsi ragione di vedera od un altro sè stesso, o “un compagno perfettamente simile con cui godersela. Non manca qualche scrittore, ad es. Schlegel, che fa rile- vare come per l'abitudine propria ai Gibboni di camminare tenendosi dritti sul terreno mercè le lunghe loro braccia, p-l | muso pochissimo prominente, per le forme aggraziate <« et nullement lourdes; tout cela leur donne quelque chose de plus humain que les Orangs. » Ma di questi, come pure degli Scim- panzi e dei Gorilla vengono giudicati meno intelligenti i Gib- boni; e di quelli vengono anche ritenuti assai più chiassoni. Infatti tutti i viaggiatori che li hanno potuti avvicinare nar- rano che alte e insistenti sono le grida che mandano, saltando ‘ da uno in altro ramo, od anche se scesi dagli alberi e dan- dosi a camminare non smettono di gridare. Il vocabolo Hy/o- bates risulta per l'appunto dalle due parole greche: abbazio e cammino o marcio (1). — Al levar del sole, come al tramonto, le grida si fanno sentire con raddoppiata vigoria. Si attribuisce la potenza della voce propria ai Gibboni, non però in tutti eguale, alla conformazione speciale della (1) di o-fatng 14 ANTONIO CARRUCCIO laringe. Questa nell’H. syndactylus sembra che sia meglio che in altre specie conformata,in guisa da diventare un organo sacci- forme, membranoso, dilatabile, attissimo alla vibrazione e ri- sonanza; e posto com'è sotto la gola, l’animale ha un aspetto gozzuto particolare. Il distinto viaggiatore Duvancel narra, a proposito della 9. dell’H. syndactylus, ch'egli potè a lungo osservare, come l’a- more materno di esso non si appalesi soltanto nel momento del pericolo, in cui mandando grida spaventevoli cade, se fe- rita dall'uomo o da una tigre, non senza essersi avventata colle lunghe braccia tese e colla gola spalancata, contro chi le vuol togliere il figlio; ma questo amore meglio si apprezza nel seguire le cure che si prende per la sua prole, così dili- ‘ genti, ricercate anzi e tenere, che non si possono non attri- buire a un sentimento ragionato. È uno spettacolo curioso, scrive il Duvancel, del quale ho potuto talvolta godere, pren- dendo moltissime precauzioni: allora vidi le femmine portare i loru piccoli presso un rivo, là bagnarli, malgrado i loro la- menti, poi bene asciugarli, e dar loro tutto queltempo e tutte quelle attenzioni quante le donne concedono ai loro figli. Distribuzione geografica. Questa può credersi ormai ben nota, tanto più ch'è cir- coscritta nella regione delle Indie Orientali. Lo Schlegel che qui, fra più altri scrittori, preferisco citare, così riassume questa distribuzione: Verso l’Ovest i Gibboni non si avanzano dal lato di Brahmapontre, mentre che verso l’Est ed il Sud essi si trovano a cominciare dall’Assam, ed in quasi tutta la penisola di Malacca, nel Siam e nella Cocin- ‘cina fino all'isola di Hainan, ed anche nelle isole di Suma- tra, di Giava e di Borneo. » Ed è da questa, come già, egregi consoci, vi è noto, che proviene il nostro H. M/lleri, e preci- samente da Sarawak, presso cui fu ucciso nel dicembre del 1897. Non s'intende bene il perchè dal precitato Schlegel si affermi che: « la distribution géographique des espèces n'est pas moins curieuse que celle du genre. » Neppure esatto mi sembra quanto scrive sulle maggiori dimensioni dell’Hy/obates SOVRA ALCUNI CARATTERI MORFOLOGICI DI UN HYLOBATES, ECC. 15 syndactylus, che ho visto pi: volte in diversi Musei da me visitati, e sovra taluno fra i principali caratteri morfologici ‘che distinguono questa specie (1). Invero bene esaminando le descrizioni delle specie ammesse come indubitate dallo . Schlegel non si rileva che sia tanta la uniformità nella mole e nelle forme del rispettivo loro corpo « qu’elles ne paraissent différer entre elles que par leurs teintes »; anzi dalle descri- . zioni rilevasi una notevole disformità di parecchi fra i prin- cipali caratteri specifici. Ha invece piena ragione l’istesso scrittore quando fa ampie riserve per talune specie non an- “cora ben definite, e che possono essere semplici varietà. Ma di nuovo parmi ch’egli non si apponga al vero quando scrive che lo Hy/obates funereus « paraît se rapprocher du Hylod. Miilleri. » Pur non possedendo nel nostro Museo l’H. funereus, che esaminai a Parigi, potete osservare questa bellissima tavola data da Geoffroy, per constatare quanta dissomiglianza si abbia fra l'esemplare nostro ed il funereus. E la dissomiglianza non sta soltanto nelle tinte del pelame, carattere di secondaria importanza, ma in quelli nettamente specifici, già bene esposti "dal Geoffroy. Recentemente un distinto viaggiatore ed osservatore, il conte De Barthélémy, incaricato d’una missione nell'Indo- China dal Ministro della pubblica istruzione della Francia, raccolse molte osservazioni sovra una nuova specie di Gib- bone (2) ch’egli potè uccidere presso i confini dell’Annam e del Tonkino, all’altezza di 800 metri sul livello del mare. Questa nuova specie (3) fu denominata Hylobates Henrici, e fu ben descritta dal Dott. M. E. de Pousargues del Museo di . Storia naturale di Parigi, cui fu donata dal predetto conte _ (1) Si conoscono avanzi di specie fossili, trovati nel dipartimento di Gers, ecc, (2) Bullet du Muséum d'’Hist. nat. Paris, 1898, p. 6. | (3) Bullet, du Mus. d’Hist. nat. Paris, 1896, pag. 367, e 1898, pag. 9. Il Dott. De Ponsargues ebbe due pelli, una incompleta d’un individuo ucciso dal principe Enr. d’Orléans nell’alto Tonkino, e l’altra pure di Gibbone dell’istessa specie, perfettissima, dal conte De Barthélémy. Gli esemplari, entrambi di 9, servirono al De Ponsargues per instituire la nuova specie. LC) 16 ‘ ANTONIO CARRUCCIO ‘ De Barthélémy; il quale in una sua comunicazione narra che al pari dei Gibboni neri, gl’H. Henrici salutano l'aurora con un bizzarro coro di voci ben note ai cacciatori dell’Indo-China. Si sa, egli dice, che il Gibbone manda una specie di sibilo, il quale cominciato con una triste melopea, prosegue con una cantilena cadenzata che finisce in modo brusco. Ed è imitando la prima parte delle voci proprie al Gibbone che gl’ indigeni riescono ad avvicinarsi quanto basta per ucciderlo coi loro schioppi. » Aggiunge il De Barthélémy che la voce dell’H. Henrici è più potente di quella dei Gibboni che vivono a piccole al- tezze, ed il canto di questi ultimi differisce alquanto nella finale. E dopo d’aver detto delle difficoltà trovate per poter | avvicinare la banda di Gibboni ch'era riuscito a scorgere ad una grande distanza in una foresta posta all’altezza di molte centinaia di metri, aggiunge che tirato il colpo di fucile, con cui uccise una €, il rimanente di essa banda si diede subito ad una fuga rapidissima e disordinata; ma però egli potè vedere che ognuno dei componenti la banda afferrava alternativamente l’estremità de’ più alti rami degli alberi, e così con un largo e continuo dondolarsi, e valendosi. or dell’una, or dell’altra mano, mutando albero, finirono per trovarsi lontanissimi. Coll’atteggiamento che ho fatto dare dal nostro abile tas- sidermista a questo bell’esemplare di H. Milleri, - che così opportunamente, cogli altri doni di S. M. il Re, contribuisce a dare nuovo incremento alla Collezione generale dei Vertebrati, e specialmente colla posizione delle lunghe braccia, e del rima- nente del corpo, che par oscilli su un ramo d’albero, si può facilmente avere una chiara idea del genere di vita arborea prediletto ai Gibboni, e della loro speciale e rapidissima lo- comozione. — Prof. Antonio Carruccio — Sovra alcuni caratt. di un Z/ylobates Mtilleri. Ù 1 Boll. Soc. Rom. Studi Zool., Vol. VIII, fase. I e II, 1889. Dott. G. ALESSANDRINI dis, oi al Lidi sea non Pu Eri VASO ‘ao È si, - 220 f È. SULLA FINA STRUTTURA DELLE FIBRE NERVOSE A MIELINA per il Dott. RIiNALDO MARCHESINI Aiuto alla Cattedra di Patologia Generale - Libero docente d' Istologia j La struttura della fibra nervosa a mielina offre, a seconda dei reagenti con cui viene trattata la fibra, delle figure spe- ciali, alle quali si sono date dagli autori interpretazioni diverse, «e non è mancato chi le abbia giudicate prodotti artificiali. . Dopo i lavori del Golgi a tale proposito però le varie teorie, — come le varie figure, sono andate concretandosi in una forma i — almeno determinata ad uno scopo funzionale, e colla descrizione dei cestellini di neurocheratina, scoperti dal Golgi col suo | metodo d’impregnazione cromo-argentea, e da lui medesimo È oe descritti, siamo giunti ad una fase un poco più concreta. È In un mio lavoro comparso sull’ Anatomischer Anzeiger (1) | io descrivevo a questo riguardo i resultati ottenuti dall'azione combinata del bicloruro di mercurio e del solfuro di potassio . sulle fibre nervose mieliniche, e come questo nuovo metodo d’impregnazione nera designasse delle figure speciali sul cilindro | dell’asse, a cuiio davo allora un’ interpretazione diversa. Però . la descrizione di una forma istologica non sarà mai esatta e | veritiera, se non si arrivi anche a dimostrarne l’evoluzione che l’ha preceduta e da quale elemento istologico trasformato . abbia avuto origine; allora solo con certezza si potrà dar . valore all’asserto e passerà come le altre fra le cose giudicate. 4 Per questa ragione è stato mio intendimento di rivolgere la mia attenzione non solo sulla fibra nervosa adulta, ma sulla .. fibra nervosa embrionale, sulla fibra in sviluppo ; per poterne | poi dedurre se era possibile quelle «conseguenze legittime di descrizione e di interpretazione. “L 1% (1) R. MarcHEsini. Ueber die combinirte Wirkung des doppelchlor- | sauren mercur-haltigen Salzes und des Schwefelkaliums in den myeli- Bien Nervenfaser. Anatomiscker Anseiger XII Band, nr. 8. 1896. Bollettino della Società Romana per gli Studi Zoologici. 2 18 RINALDO MARCHESINI A ciò fare credo necessario ricordare innanzi tutto le teorie . degli autori e specialmente del Vignal (1), citato dal Duval (2), perchè mi serviranno come punto di partenza delle mie ricerche e delle mie osservazioni. I Il Vignal ha constatato su giovani embrioni di vacca che un futuro nervo sì presenta dapprima come un cordone o fascicolo nervoso, di struttura omogenea e formato unicamente da cilindri assili riuniti, emananti tutti da relative cellule nervose. Attorno a questi fasci di cilindri assili, in embrioni più sviluppati, si riscontrano soprapposte numerose cellule migratrici, mesenchimatose, le quali in embrioni di 70 giorni invadono da pertutto il fascio nervoso, moltiplicandovisi atti- vamente. In embrioni di 108 giorni, dissociando un fascio nervoso, si trovano su ciascun cilindro assile, disposte ad intervalli, le cellule mesenchimatose o cellule connettive embrionali che ben presto prendono forma e disposizione particolare. Queste cellule cioè si allungano nel senso del cilindro dell’asse, sul quale esse riposano, nel medesimo tempo che esse si applicano di più in più esattamente su di esso, l’inviluppano come tegole, lo cir- condano poi completamente e ravvolgono così di un manicotto completo di protoplasma la porzione del cilindro dell’asseche cia- scuna di esse ha invaso, mostrando nel loro mezzo un bel nucleo ovolare.. Parecchie di simili cellule si vanno a disporre ad intervalli sul cilindro dell’asse, lasciando così alternativamente ancora dei tratti nudi, finchè poi crescendo molto in lunghezza. arrivano a porsi in contatto le une con le altre, senza però confondersi tra loro, e ne resultano quindi tanti segmenti interanulari i cui punti d’unione tra esse cellule di rivestimento segnano i noti strozzamenti del Ranvier. Queste cellule col tempo elaborerebbero la mielina, che, secondo Ranvier, apparirebb. come il grasso nelle cellule adipose, e per la disposiztone a zolle entro il protoplasma cellulare modificato segnerebbero, secondo il medesimo autore, (1) W. ViGnacr. Developpement des éléments du système nerveux cérèbro-spinal. 1889. (2) M. DuvaL. Précis d’Histologie. Paris, 1897. 291 1 ag AC Pa 5 4 ho: RL ai: Ron È i CS PERDA DE i a ®: SE Ls CIO cò LÌ = nd; AK) LE er} a SES (ei l'avei is ST: er == CA n Bolletî. ISTITUTO ZOOLOGICO DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA Diretto dal Prof. A. CARRUCCIO ENVERITEBRA.TI raccolti dalla R. Nave “Scilla,, nell’Adriatico e nel Jonio pel Dott. MARIO CONDORELLI Conservatore nel predetto Istituto - Libero docente di Parassitologia medica La R. nave Scilla, durante la campagna idrografica fatta nell’Adriatico e nel Jonio dal mese di giugno a quello di set- tembre ultimo scorso, ha raccolto un pregevole materiale zo0- ligo, che il comandante di essa nave, signor Cav. Leonardo Cattolica, ha donato, per mezzo del medico di bordo Dott. Carlo Pontecorvo, al Museo Zoologico della R. Università di Roma. Il Direttore di questo, Prof. Antonio Carruccio, ha riservato per sè lo studio dei pochi vertebrati (Pesci esclusivamente), e dato a me l’incarico di studiare gli animali inferiori, dei quali ho il piacere riferire alla Società. Sono una sessantina di specie, rappresentate da più di 300 esemplari, e riferentisi a tutti i tipi degli invertebrati. . . La maggior parte di questa raccolta proviene dalle coste dell'Adriatico, da Manfredonia a S. Maria di Leuca, che se- gna il punto di separazione dei due mari; la rimanente da quelle del Jonio a cominciare da quest’ultima località sino a Siracusa. Sotto il punto di vista della distribuzione geografica non è senza interesse lo studio di questa piccola collezione. I na- turalisti più antichi, che si sono occupati della fauna adriatica, Ginanni, Planco, Donati e Brunnich, si limitarono a dare un elenco di poche specie più o meno comuni, senza tener conto . nè di località, nè di data di cattura, nè di tanti altri par- ticolari indispensabili per la scienza; e l’abate Giuseppe Olivi, che a buon diritto deve considerarsi come il primo e vero 26 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA illustratore degli animali del Mare Adriatico, limitò le sue | ricerche al solo Golfo e alle Lagune di Venezia. Gli scrittori posteriori, fra i quali piacemi ricordare, in ordine cronologico delle loro pubblicazioni, Naccari, Renier, Danilo e Sandri, + Heller, Grube, Weinkauff, Senoner, Paolucci L., ‘Brusina, Hincks, Thomas, Stossich A., Nardo, Marenzeller, Stossich M., Valle e altri ancora, che ricorderò nelle indicazioni biblio- grafiche, hanno esteso le loro ricerche alle coste della Dal- mazia, al Golfo di Trieste, a quello di Venezia, comprese le. Lagune, e in genere alla parte settentrionale della costa orien- tale d’Italia, a venir giù sino ad Ancona. La rimanente costa adriatica, principalmente quel tratto che da Manfredonia si estende sino a S. Maria di Leuca, è stata pochissimo o niente studiata dal punto di vista della fauna marina, e lo stesso dicasi per quella estensione del Jonio compresa fra i golfi di Taranto e di Squillace. | Taluna delle mie specie è importante per la profondità alla quale è stata pescata (sino a 500 m.); nessuna ve n’ha di nuova, ma sono parecchie le specie rare per tutto il Me- diterraneo e nuove o poco studiate per i mari Adriatico e Jonio. | Per solito ho omesso la diagnosi; l’ho riserbata, sebbene assai succintamente, per le specie meno comuni o rare, o per quelle che, pur essendo comuni, sono facili a confondersi con specie affini. | U] PROTOZOI. 1. Sphaerozoum punctatum J. Miller. — Due bellissimi esemplari, frutto di pesca pelagica notturna eseguita col retino* a Messina nel mese di settembre. Forma perfettamente sferica, diametro 4 mm.; visibi- lissima la fine punteggiatura, ch’è caratteristica della specie. Altri esemplari di confronto, provenienti dalla Stazione zoolo- gica di Napoli, ho trovato nella collezione didattica di questo R. Istituto zoologico. È 4 4 x "A ss i " 147 A IS INVERTEBRATI RACCOLTI DALLA R. NAVE « SCILLA », ECC. 27 CELENTERATI. 2. Olindias phosphorica. Haeck. — Quest’unica specie medi- | terranea del gen. Olindias è stata presa presso la costa di Man- ui B. ur i ‘i «00 CETTE BAI, SIIT CNIT TETI si 43 a mc [3 A Ef E fredonia nel mese di settembre. Sono due bellissimi esemplari del diametro di mm. 70, alti mm. 18. Ho osservato che i canali interradiali non sempre decor- rono indipendenti l’uno dall’altro, verificandosi spesso che più di essi (da 2a 4) si fondono al margine dell’ombrella in un tronco unico, in maniera da formare un canale arbore- scente; oppure due vicini comunicano fra di loro mediante un tratto anastomotico trasversale. Questa specie, non segnalata per lo innanzi nell'Adriatico, è stata pescata nel Tirreno a Spezia (Lessona), a Napoli (Delle Chiaie, Stazione Zoologica). 8. Liriope eurybia Haeck (1). — Cinque esemplari del dia- metro di 8 a 10 mm. sono stati il frutto di pesca pelagica notturna, eseguita col retino nel mese di settembre presso Messina. - La L. eurybia, che, per la forma dell’ombrella molto più larga che alta, rassomiglia ad un vetro d’orologio, è specie « non molto comune del Mediterraneo, quantunque con qualche . frequenza sia stata presa nel versante del Tirreno, come a Nizza, a Genova e a Napoli. 4. Pelagia noctiluca P. et L. Un esemplare di questa bel- lissima specie, la quale, al pari di altre, possiede il fenomeno della fosforescenza, è stato preso presso la costa di Manfredonia nel mese di settembre insieme con l’Olindias phosphorica Haeck; esso misura mm. 45 di diametro e mm. 15 di altezza. (1) Per la determinazione di questa specie mi riferisco al Carus _ (Prodromus faunae mediterraneae ecc., vol. I, pag. 38), il quale distingue nettamente i due generi Liriope e Geri yonia per il numero dei tentacoli e delle vescicole auditive, che sono 4 gli uni e 8 le altre nel primo, e rispettivamente 6 e 12 nel secondo. Acloque (Faune de France, Thysanures, ecc , p. 473) inverte i carat- teri, attribuendo al genere Liriope quelli del genere Geryonia e viceversa. -28 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA La sua presenza è stata notata nel Mar Tirreno da Ve- rany a Nizza e a Genova, da Delle Chiaie e dalla Stazione Zoologica a Napoli; nel Jonio vien data a Messina da Péron Gegenbaur e Sars; Spallanzani nota pure questa specie per la Sicilia, senza però indicarne la località. i Nell’Adriatico non pare che sia stata rinvenuta \prima di adesso, e lo stesso Claus dice sul proposito: « en mari Adria- tico deesse videtur ». VERMI. 5. Bothriocephalus plicatus Rud. — Due esemplari, rin- venuti in commensalismo coll’Ascaris incurva Rud., nello sto- maco di Xephias gladius L., pescato nel mese di settembre a Siracusa. Dei due individui uno ha perforato completamente tutte e tre le tuniche dello spesso stomaco, cosicchè la sua porzione anteriore sporge per circa due centimetri nella cavità peritoneale. | . Lunghezza dell’intero parassita mm. 28, ampiezza mas- sima delle proglottidi mm. 4. 5. É specie non molto comune, per lo innanzi studiata in Italia da Redi ‘a Firenze, da Spe- dalieri a Pavia, da Wagener a Nizza e da Parona a Genova. 6. Tristomum papillosum Diesing. — Molti esemplari tro- vati sulle branchie di Xzphias gladius L. pescato nel mese di settembre a Siracusa. | Riscontrato parecchie volte in Italia: nello Xiphias gla- dius L. da Zschokke a Napoli, da Stossich a Trieste, da Son- sino a Pisa, da Grohmann e da Monticelli a Palermo, a Ge- nova da Parona e Perugia, a Portoferraio da Parona; nel- l’Orthagoriscus mola BI. Schn. da Grube e da ‘Taschenberg a Napoli, da Sonsino a Pavia, nel Tetrapturus belone Raf. da Kolliker a Messina. 7. Borlasia Elizabethae M. Int. — Ho avuto in osserva- zione un esemplare molto bello di questo grazioso Nemertino, preso colla draga a S. Cataldo nel mese di luglio a m. 30 di profondità. Come risulta da una osservazione trascritta nel mu. AA Î . libro di bordo, il verme, appena estratto dal mare, era nero Mie % Pa bo ki INVERTE3RATI RACCOLTI DALLA R. NAVE «SCILLA », ECC. 29 "contornato di zone circolari bianche; ma, dopo 5 mesi di con- Me, . . . . | servazione in formalina al 4 per cento, al posto del nero si os- | serva una tinta bruno-rossastra. Gli autori (Carus, Acloque, ecc.) chiamano bruno-porporino il colorito del corpo, con fascie tras- | versali bianche. Gli altri caratteri corrispondono tutti a quelli ns Pi e “i È ® «ag Ca y ku Ò) ‘che vengono dati per la 5. Elizabethae: testa bianca con delle piccole macchie verdi; occhi mancanti; corpo leggermente de- presso con la parte posteriore (ordinariamente) contratta e | rugosa per numerose e piccole pliche trasversali. Lunghezza mm. 83, larghezza massima mm. 5. È specie molto rara, rinvenuta prima a Napoli da Hu- brecht, ed anche da Delle Chiaje, se ad essa si riferisce l’Ophio- cephalus muraenoides D. Ch., ritenuto da Carus sinonimo assai dubbio di B. Elizadethae. ; 8. Langia formosa Hubr. — Di questa rara specie me- diterranea, scoperta a Napoli da Hubrecht, ho avuto un solo esemplare mediocremente conservato, preso colla draga a Squil- lace nel mese di settembre a m. 500 di profondità, insieme colia Dasychone lucullana Sars. e con diversi esemplari di | Synapta digitata. J. Mill. 2 toglie aa per, Lisa. Corpo allungato a margini ripiegati sul dorso; una lunga È: fossura longitudinale da ciascun lato della testa; lati del corpo biancastri; faccia ventrale roseo-pallida (nel vivo di un bel cremisino un po’ sbiadito); parte posteriore della faccia dor- sale bruno-giallastra. | Lunghezza (del mio esemplare) mm. 45, larghezza mm. 5. 9. Ascaris incurva Rud. — Diversi esemplari, fra 3g e 9, | rinvenuti nello stomaco di due piccoli Xiphias gladius L., pe- scati a Siracusa nei mesi di agosto e di settembre. « La lunghezza del maschio oscilla dai 30 ai 60 mm., e della femmina dagli 80 ai 90 mm. E specie poco comune, parassita del Pesce spada nelle branchie, nell’esofago, nello stomaco e nell’ intestino. In Italia LI la sua presenza è stata segnalata in tempi relativamente an- tichi da Spedalieri e da Redi, che la rinvennero in pesci ac- 30 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA quistati dal primo a Pavia e dal secondo a Firenze, ma pro- venienti non sappiamo da quale mare, e pochi anni addietro (1887) da Parona a Genova. i ‘ 10. Hermione hystricx Kbg. — Tre esemplari in ottimo stato di conservazione, provenienti da Barletta, ove furono presi colla sciabica a m. 30 di profondità nel mese di set- tembre. Lunghezza dei miei esemplari dai 38 ai 60 mm., lar. | ghezza dagli 11 agli 18 mm. | Differisce dall’ H. Kinbergi Qtrfgs., oltre che per molti caratteri riferentisi alla forma della testa, delle elitre, alla lunghezza delle antenne, ecc., per la conformazione delle se- tole dei rami inferiori delle zampe, che sono bidentate o tri- dentate, laddove nell’. Kindergi sono nettamente tridentate. | Al contrario di questo l’ H. hystrix Kbg. è specie co- mune a tutto il Mediterraneo. Frequentissimo a rinvenirsi nel fango a Trieste, Portorè, Lussinpiccolo, Lussingrande, Nere- sine, Crivizza, Cigale, 11. Polynoe antilopes V. Crs. — Testa ben distinta ad angoli anteriori tronchi; occhi in numero di 4, dei quali-2. piccoli al margine posteriore della testa, e 2 grandi presso ì gli angoli anteriori tronchi; antenna mediana meno robusta | delle laterali, leggermente rigonfia all’estremità della porzione terminale che è leggermente rigonfia; elitre, in numero di 15 paia, di colorito giallo-biancastro, con numerose macchie tras- versali bruno-verdastre, uniformi, a margine dentellato, im- bricate e incrociantisi sulla linea mediana in maniera da ri- coprire tutto l’intiero dorso. Le elitre, toccate, facilmente cadono. | | Un individuo lungo mm. 18 ‘elargo mm. 5, è stato preso colla draga ad Otranto nel mese di luglio a m. 87 di profon-. dità insieme con diverse specie di Eunice. È specie poco comune nel Mediterraneo, non annunciata finora nell'Adriatico. | db dal ‘edi era MAE: for Ire Cha re 06 è di Sensi gi A o e fer Vilici CET IRE A APPENA] L Maat, ' : “= . F, SI È |—— INVERTEBRATI RACCOLTI DALLA R. NAVE € SCILLA », ECC. 81 (6) 12. Eunice violacea Gr. — Un individuo lungo mm. 65 È ed ampio mm. 4. 5, preso colla draga ad Otranto nel mese di luglio a m. 87 di profondità. L’esemplare, decolorato in mas- sima parte per la lunga permanenza nella soluzione di for- — malina, conserva in taluni punti del corpo e principalmente . nelle appendici boccali, la colorazione violacea che esso ha da ; «vivo; ma la specie, oltre che per questo reliquato di tinta | caratteristica, resta distinta per altri caratteri più salienti : testa grossa profondamente quadriloba; antenna mediana molto più lunga delle altre ed oltrepassante l’ottavo segmento; lun- | ghezza del segmento boccale uguale a quella dei cinque seg- menti; lunghezza dei tentacoli uguale ai due terzi di quella del segmento boccale. È specie rara, e la sua presenza nell'Adriatico è stata $ | constatata, a Portorè da Grube. ‘a 13. Eunice purpurea Gr. — Un individuo lungo mm. 70, «ampio mm. 8, preso insieme col precedente, del quale è specie « ancora più rara. Claparède per il primo ne constatò la pre- | senza nel Tirreno a Napoli; nell'Adriatico per lo innanzi non fu mai segnalata. È Corpo di colore rosso- cb formato di 108 segmenti; È testa mediocre con margine OR nettamente bilobo; an- tenne e tentacoli con anelli alternativamente rosso-cerulei e . bianchi; 5° segmento del corpo bianco, onde la denominazione . di E. cingulata Clpd.; branchie incomincianti dal 9° al 12° seg- pronto eo più in giù pettinate. È 14. Eunice Rissoi Qtrfos. — Un individuo preso insieme colle due specie precedenti ad Otranto, al pari delle quali è | rara in tutto il Mediterraneo. La sua presenza, anteriormente, è stata notata a Marsiglia e in generale nelle coste della Pro- | venza. Testa profondamente biloba; antenne molto ineguali, con la mediana lunghissima e le esterne le più brevi; tenta- coli subulati di eguale lunghezza delle antenne esterne, ma molto più sottili; mascelle inferiori dentate con denti alla . loro volta finamente denticolati; branchie pettinate; colorito | grigio, in taluni punti grigio-giallo-rbssastro . ‘veda e "I 33 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA Lunghezza del mio esemplare mm. 31, ampiezza mm. 3; numero dei segmenti, ‘74. | 15. Nereis (Heteronereis) Oerstedii Qtrfos. — Numerosi esem- plari, risultato di una pesca pelagica notturna praticata col retino ad Otranto nel mese di luglio. E specie comune sopratutto nei mari della Sicilia (Qua- trefages). | 16. Nephthys scolopendroides D.Ch. — Proveniente da S. Cataldo, ove fu preso colla draga alla profondità di m. 30 nel mese di giugno, ho avuto un frammento di Nephthys scolopendroides D.Ch., e precisamente un tratto della por- zione anteriore, lungo mm. 90 e costituito da 51 anelli. L’esemplare, quantunque incompleto, si presta per una diagnosi certa, la* quale, indipendentemente dal criterio della lunghezza e da quello del numero dei segmenti, che oscilla dai 130 ai 140, si fa per i seguenti caratteri, che sono i più im- portanti: Corpo quadrangolare allungatissimo; testa piccola, pentagona, un. po’ ristretta indietro, appena più lunga che larga; le due antenne anteriori un poco più brevi delle due po- steriori; parapodi corti e tozzi a due rami separati e distinti, provveduti d’una lamina (chitinosa) lunga e larga, d’una lin- guetta e di due ciuffetti di setole. Questa specie, l’unica del Mediterraneo, è stata rinvenuta per lo innanzi a Marsiglia (Marion), a Napoli (Delle Chiaie, Grube, Stazione Zoologica), a Lesina da Stossich, che la dice rarissima. 17. Dosychone lucullana Sars. — Un esemplare, prove- niente dalle acqua del Jonio (Squillace), ove è stato preso nel mese di settembre colla draga a m. 500 di profondità. Branchie eguali e lunghe, disposte a circolo semplice in- torno alla testa indistinta; filamenti branchiali bianchi con 6-8 macchie trasversali violette e con numerose pinnule late- rali ai margini dorsale e ventrale; corpo biancastro, gracile con 4 serie longitudinali di piccolissime macchie puntiformi violette, due laterali e due mediane; fra le due serie mediane n otte fre rt di A PR n) a etti LA Mera a > A xo È INVERTEBRATI RACCOLTI DALLA R. NAVE € SCILLA », ECC. 33 una fascia uniforme di colorito violetto-chiaro ; collare integro; anelli del corpo 52, dei quali 15 appartengono alla regione anteriore. Lunghezza dell'animale mm. 17, ampiezza massima Eomm.. 2, Db. Al pari dell’altra specie mediterranea (D. polyzonos Pane.) è poco comune nei nostri mari: nel Tirreno è stata notata la . sua presenza a Marsiglia, a Genova, a Napoli; nell'Adriatico a Quarnero, a Lussinpiccolo e a Cherso. Nel Jonio ancora non era stato segnalato. (2. Membranipora membranacea Busk. — Specie frequente a rinvenirsi nell'Adriatico, della quale posseggo un esemplare preso ad Otranto nel mese di luglio dragando alla profondità . di m. 30; ad esso sono aderenti numerosi uovi di molluschi. Il briario presentasi foliaceo ed indiviso; i zoeci quadrango- lari, oblunghi, disposti in serie lineari alterne con margine calcareo e con opercolo membranoso jalino. 19. Retepora cellulosa Johnst. — Ho avuto diversi fram- menti di questo Reteporide, pescati nel mese di luglio a San Cataldo, dragando m. 30. La specie è di facilissima diagnosi presentandosi lo zoario sotto forma d’una espansione submem- branosa, sottile, crespata od ondulatà e finestrata in forma d’una rete. Comunissima nell'Adriatico: Adria, Lussin, Lesina, Lissa, a Lagosta, Ragusa. 20. Lepralia foliacea Hcks. — Insieme colla L. Palla- siana Busk. e colla L. pertusa Johnst è fra le specie più «comuni dell'Adriatico, ove è stata rinvenuta a Quarnero, Lus- sin e Lagosta. Io ho avuto un piccolo frammento che ben si | presta per la diagnosi, pescato a S. Cataldo nel mese di lu- glio dragando metri 30. Il briario è lamelloso, formato da la- melle diversamente flessuose ed unite a cespuglio; i pori degli pLè .4 ‘» È, | Zoeci sono disposti in maniera da formare una linea a zig-zag. 21. Discosparsa annularis Heller. — Specie poco comune, È scoperta da Heller nell'Adriatico presso Quarnero. I miei esem- Bollettino della Società Romana per gli Studi Zoologici. X 3 94 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA plari (due) provengono da Otrarto, ove furon presi nel mese di luglio dragando alla profondità di m. 30. È famiglia molto simile alla Discoporella mediterranea Busk., colla quale è stata confusa da taluni autori. Si riconosce pei seguerti caratteri: Briario discoidale, depresso nel mezzo e. con bordo periferico ispessito; zoeci tubulosi nel mezzo più rari che alla periferia; lamiera basilare lmpressionata da nu- merose e sottili strie radiali. 22. Zoobotryon pellucidum Ehbg. — Specie unica e poco comune in tutto il Mediterraneo, compreso l'Adriatico, in cui pare sia stata rinvenuta soltanto da Martens a Venezia e da Reichest a Trieste. Il mio esemplare proviene da S. Cataldo, ove è stato dragato nel mese di luglio a m. 30 di profondità. È specie riconoscibilissima per il briario arborescente, Jalino, eretto a divisione tricotomica, portante animali picco- lissimi e trasparenti lunghi meno d’un millimetro, ECHINODERMI. 23 Asterina gibbosa Forb. — Quattro esemplari, presi nel mese di settembre a Siracusa colla sciabica a circa m. 20 di pro- fondità. Di essi tre, molto piccoli (diametro del disco mm. 6-7), sono di colorito bianco-grigiastro, il quarto, ch’è più grande (diametro del disco mm. 11), presenta una colorazione verde- azzurrognola. È specie comune in tutto il Mediterraneo, compreso PAdria-_ tico; e suole rinvenirsi alla spiaggia fra le alghe e sopra i sassi. 24. Ophioderma longicauda M. et Tr. Due esemplari, molto belli per l'ottimo stato di conservazione e la vivacità dei colori, sono stati presi nel mese di luglio colla draga a Brindisi a m. 80 di profondità. | Specie comune nell'Adriatico, come del resto in tutto il Mi- diterraneo. vi ei pe e" Le n ENT ed A E ERRE TAR)” gg gi E AR ERRE STIRO NE MORE I DIRT DRM ua AR O ; e hi pe DI) i, hl Ie ANA x 18 14 sg St ATA n È ‘È Na ip INVERTEBRATI RACCOLTI DALLA R. NAVE € SCILLA ), ECC. 39 25. Amphiura squamata Sars. — Un solo esemplare, pe- - scato il 9 luglio colla draga ad Otranto a m. 87 di profondità. | specie comunissima a rinvenirsi fra le alghe ed ordi- | nariamente a profondità assai minore a quella sopra indicata. 26. Ophiactis virens Sars. — Di questa specie, rara per il Mediterraneo, ove è stata scoperta da Sars a Napoli, e quivi | in prosieguo rinvenuta pure da Ludwig, ho avuto in esame un solo esemplare, pescato ad Otranto, insieme coll’Ophiotrix echinata M. e Tr. e coll’Amphiura squamata Sars., dragando m..87 nel mese di luglio. Disco (mm. 2. 5) coperto da piccole squame imbricate e, soltanto alla faccia inferiore, da piccolissime spine; braccia in numero di 6: due molto lunghi (mm. 11), uno un poco meno | (mm. 9), due corti (mm. 6) ed uno cortissimo (mm. 3); spine. ‘brachiali 4 brevi e tozze. rbt te ed ii ITAOTE QAS PTT 27. Ophiotrix echinata M. et Tr. — Disco subpentagono sporgente fra le braccia, ricoperto da mediocre numero di spine cilindriche, sottili e discretamente lunghe; braccia delicate e tortuose, 6 volte più lunghe del diametro del disco (mm. 4-5), con piastre dorsali carenate e di forma romboidale; colorito delle parti dorsali ceruleo, delle ventrali bianco-ceruleo. Nell’Adriatico con frequenza questa specie è stata rin- venuta a Trieste e a Lesina. Io ho osservato un solo esem- plare, preso ad Otranto nel mese di luglio dragando m. 87. "i 28. Ophiotrix fragilis Dub. et Kor. — Quattro esemplari presi ad Otranto nel mese di luglio dragando m. 87: sono di colorito bruno-chiaro con dei riflessi verdastri, ed hanno un disco piccolo, subpentagonale, protuberante fra le braccia 6-7 volte più lunghe del diametro del disco, ch’è di 5 mm. E specie molto comune per l'Adriatico (Trieste, Fiume, Lussinpiccolo, Lussingrande, Neresina, Crivizza, Ragusa, Le- sina, Lissa, Curzola). | i i 29. Ophiomyxa pentagona M. et Tr. — Comunissimo nel- l'Adriatico (Trieste,Cherso, Neresine, Ossero, Lussingrande, VPI AMO PDA A, 9 SA E Riga Va: RIV RNA Le Mala IO CT MEDE NCAA VANI 36 ( MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA Pirano, Lissa, Lesina, ecc.). Vive nel fango alla profondità da 1a 30 passi; ma i miei due esemplari, presi dragando ad Otranto nel mese di luglio, provengono da una profondità mag- giore (m. 87). 30. Echinocardium mediterranenm Gray. — Nel mese di set- tembre a Manfredonia, presso la costa, è stato preso un solo esemplare di questa specie, non molto comune per l’ Adriatico, ove suole rinvenirsi su fondo fangoso a poca profondità presso Trieste, Zara e Lesina. L'individuo da me esaminato è lungo mm. 50, largo mm. 45; il suo stato di conservazione è poco buone perchè rotto ad uno dei lati. 31. Synapta digitata J, Mill. — Ho avuto in esame tre individui lunghi dai 55 ai 75 mm. presi in settembre nel Jonio, presso Squillace, dragando m. 500. Essa è specie notata con molta frequenza nell’ Adriatico? da J. Miller, Heller, Stossich, Graeffe, Sars e Grube a Trieste, Lesina, Lissa, ecc.; alcun autore per lo innanzi l’ha però in- dicata per il Mare Jonio. CROSTACEI. 32. Sapphirina Clausi Haeck. — Tre individui di Sap- phirina, aventi caratteri in tutto corrispondenti a quelli attri- buiti alla specie S. Clausi Haeck., sono stati presi a Messina nel mese di ottobre, in una pesca pelagica diurna fatta col retino. Osservata al microscopio a luce incidente, mostrasi di splendore argenteo senza quelli bellissimi riflessi iridei, che sono proprii all'animale vivo o da pochissimo tempo portato . via dall'acqua; osservata a luce riflessa apparisce diafana, tra- sparente come cristallo e lascia intravedere tutti i particolari della sua interna struttura. Le ghiandole unicellulari del te- gumento, numerose, sono sparse dappertutto e di colorito bruno-giallastro. La S. Clausi Haeck. è specie ‘molto comune nel golfo di Napoli (Costa O., Staz. Zool.) come anche a Messina, ove è stata constatata da Claus e da Haeckel. dr Pt SÉ è rode agua DI tea, di Re SE PI x ii "e . y d] e I dt WIRE RSI 4 PR gar i Va RR GR TRO E TOSO A, Dn STO PETE e Vik, VERRI NOR (SERRE e Ma UA LA Paro INVERTEBRATI RACCOLTI DALLA R. NAVE «€ SCILLA », ‘ECC. 37 33. Phronimella elongata Cls. — Di questa specie, sco- perta da Claus a Messina, possiedo un bellissimo esemplare preso pure a Messina nel mese di ottobre in una pesca pela- gica diurna eseguita col retino. Ho avuto altro esemplare di confronto, proveniente dalla . Stazione Zoologica di Napoli. 34. Anilocra physodes M. Edw. — Di questa Anilocra, la più comune fra le poche specie mediterranee, ho avuto 9 individui di lunghezza variabile dagli 11 ai 18 mm,, frutto di pesca pe- lagica diurna eseguita col retino nelle acque del Jonio presso Augusta nel mese di ottobre. Si riconosce facilmente per la lunghezza delle antennule che oltrepassano di molto il margine posteriore della testa, per il telson carenato al di sopra. Carus identifica questa specie all’A. mediterranea Leach., e lo stesso fa Lay nella sua /ivista dei Crostacei Isopodi del Golfo di Napoli, (pag. 33); altri autori, fra cui Acloque (Faune de France, Thyraneures, pag. 181) danno le due specie come di- stinte e separate; la qual cosa credo che sia esatta differendo sensibilmente lA. mediterranea per la minore lunghezza delle antennule che non oltrepassano mai il margine posteriore della testa, per la lunghezza del ramo esterno del telson uguale a quella dei primi cinque pleomeridi riuniti insieme e per la forma del telson che non porta la carena longitudinale del- l’altra specie. 35. Sphaeroma laevidorsum R. Lay. — In una pesca pe- lagica notturna, fatta col retino nel mese di luglio presso S. Ma- ria di Leuca, fu preso, fra altro materiale, un piccolo Sphae- roma, il quale, pei suoi caratteri, ritengo identico allo Sp. laevidorsum, specie scoperta recentemente dal prof. Rodolfo Lay (Rivista dei Crostacei Isopodi del golfo di Napoli, Fog- |. gia, 1898, pag. 48). La lunghezza è di 8 mm,, l’ ampiezza di mm. 4; è ovale di forma, a superficie liscia e di colorito uniforme rosso-bruno. Il primo paio di antenne filiformi e più lunghs di quelle del secondo paio, raggiungono l’an- golo anteriore del primo segmento toracico; il secondo paio | sono brevi, subcilindriche, ed ingrossate alla base; il margine posteriore del quarto segmento addominale porta due piccoli 38 i MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA tubercoli. Il telson è grande, convesso quasi tanto lungo quanto largo, provveduto in avanti di due grossi tubercoli conici ad apice molto acuminato e posteriormente di un margine tri- dentato con dente mediano maggiormente sviluppato. Fra que- sto margine tridentato ed i grossi tubercoli conici è una leg- gera insenatura trasversale, non un vero solco come vor-. rebbe Lay. Fino ad oggi conosciamo come habitat dello PA. laevi- dorsum il Golfo di Napoli, ove Lay lo scoprì l’anno scorso, e S. Maria di Leuca, località appartenenti ai due versanti op- | posti del Tirreno e dell'Adriatico. 36. Idotea tricuspidata Desm. Questa specie, riconosciuta da. Heller comune lungo il littorale dell'Adriatico (Trieste, Lussin, Zara, Lesina, Lissa, Curzola), è stata presa dalla R. nave Scilla in una pesca pelagica notturna eseguita col retino presso Bari nel mese di agosto. Gli esemplari da me osservati sono in numero di sette: il loro colorito generale è grigio-rossastro nella parte ventrale, grigiastro al dorso, ove pure si notano, principalmente. in corrispondenza del telson, numerose pun- sggiature brune molto scure. La lunghezza dei miei esem- plari è variabile dagli 11 ai 24 mm., e la larghezza dai mm. 4 ai mm. T. 37. Alpheus ruber M. Edw.:-- Due esemplari molto bene conservati, provenienti da S. Cataldo, ove furono pescati nel mese di giugno colla draga alla profondità di 30 metri, Il bordo anteriore della volta orbitaria non prolungato a spina, la presenza di 4 creste longitudinali sulla grossa chela e la minore lurghezza del dito immobile rispetto a quello mobile sono caratteri che fanno subito riconoscere questa specie, la quale è di un bel colore roseo più intenso alla parte ante- riore. Comune a tutto il Mediterraneo, nell’Adriatico: benchè Stossich lo dica raro fra le radici dei tuchi e delle alghe, è stato preso ad Ancona, Trieste, Quarnero, Lussin e Lesina con qualche frequenza. > i La À ra ba I - È pri A 5 ba a i È © n 6 | INVERTEBRATI RACCOLTI DALLA R. NAVE «€ SCILLA », ECC. 39 38. Guathophyllum elegans Latr. — Un individuo elegan- tissimo pei suoi splendidi colori è stato preso nel mese di ot- tobre colla sciabica a Siracusa alla profondità di 9 metri. | Questa specie, l’unica del genere nel Mediterraneo, è facil- mente riconoscibile pel suo carapazio rigonfio, per il rostro breve, compresso, obliquo, armato in sopra di 7 denti; pel se- condo paio di zampe più lunghe e robuste del primo, pel co- lorito decisamente violetto delle ultime due paia e per il co- lorito generale rosso-ruggine macchiettato di numerosi puntini gialli. Già conosciuto nel Tirreno e nell'Adriatico, prima d'ora non se n’è segnalata la presenza nel Jonio; è vero però che in Sicilia è stato rinvenuto parecchi anni addietro da Grube a Palermo. 39. Lambrus Massena Roux. — Un bellissimo esemplare di colorito rosso-brunastro è stato preso dalla R. nave Scilla col retino presso la costa di Manfredonia nel mese di set- tembre. È specie assal comune : nell’ A disafico è stata osservata da Lorenz a Quarnero, da Grube a Lussingrande, da Stein- dachner ed Heller in località più meridionali; per la Sicilia risulta esserne stata constatata la presenza da Roux nella costa orientale e quindi nel Jonio. 40. Diogenes varians Heller. — Di questo macruro ho avuto un esemplare, ospitato da una conchiglia di Nassa mu- tabilis Petit. Esso è stato preso presso la costa di Manfredonia, nel mese di settembre, in una pesca pelagica diurna fatta col retino. Conservato in formolina, dopo 5 mesi mantiene la co- lorazione rosea che ha da vivo, macchiettata da punti e strie di marrone oscuro. E però da notare che non sempre il D. va- rians è così colorato, potendo presentare una tinta generale . verdeggiante e macchie nere piuttosto che marrone. Il D. varians, al contrario dell’altra specie D. serripes Costa, piuttosto rara, è comune a tutto il Mediterraneo, e suolsi rinvenire in conchiglie di diversi Gasteropodi appartenenti ai TARGATO FINO INS EA APE IA N AO GEA PERI GITA DTA BEND, DOSSO PO PAPA, AAA REA MINE 7A) STINO Ha, pi LAME gg! A "diga cf VR Pant ni, Lg dr: AREE Y Pica A prat RIENTRO ia & . PR x à 150 La LI HEI i, , 40 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA generi Cerithium, Murex, Purpura, Columbella, Natica e Buc- cinum. | MOLLUSCHI. 41. Lima hians Ga. — Questa specie, appellata per la sua fragilità L. tenera da Filippi, L. fragilis da Scacchi, L. vitrina da Brown, è stata pescata in numero di un solo esemplare nella costa di S. Cataldo, località sita fra Brindisi ed Otranto. Si tratta di un individuo lungo mm. 16 e alto mm. 9, il quale, benchè giovane, presenta le valve bianche più o meno tendenti al fosco, carattere il quale dal Carus viene attribuito soltanto a taluni individui adulti. Notisi che la giovinezza dell’esemplare ho desunto non soltanto dalla piccolezza delle misure dei suoi diametri, ma sopratutto dall’immaturità degli organi genitali. Detto esemplare è stato pescato colla draga alla profon-. dità di m. 30 nel mese di luglio. Nell’Adriatico Stossich con- sidera la L. hians quale specie. rara nei maggiori fondi, fra le fessure delle pietre: Cherso, Lussin, Lesina, Lissa. 42. Pecten glaber Chemn. — Un esemplare giovanissimo di 18 mm. di lunghezza sopra mm. 17 di altezza, pescato colla draga ad 87 metri di profondità presso Otranto. La diagnosi della specie di questo giovine individuo riesce facile non soltanto per la presenza di coste lontane l’una dal- l’altra ed arrotondate, che in numero di 11 solcano la con- chiglia equivalve, ad orecchiette eguali ed a valve concentri- camente striate; ma anche perchè la valva destra, la quale è di colorito bianco-cenerino, presenta piccole e numerose mac- chie rotonde di color marrone oscuro. E comune in tutto il Mediterraneo, compreso l'Adriatico, ove è stato rinvenuto da varî autori, fra cui Olivi e Martens a Venezia, questi e Grube a Trieste, Sandri a Zara e Brusina a Novegrandi 43. Lithodomus lithophagus Payr. — Tre esemplari gio- vani, lunghi rispettivamente 10, 12 e 13 mm., furono pescati RIBATTE: i» ib dr; » vr. ì, .. 7 "9 è , “ v/ * INVERTEBRATI RACCOLTI DALLA R. NAVE € SCILLA », ECc. 41 colla draga alla profondità di m. 87 presso Otranto il 19 . luglio. In Museo possediamo numerosi esemplari di questa | specie, ma molto più grandi: misurano infatti dai mm. 40 ai « mm. 85 di lunghezza. Questi giovani esemplari si differenziano a prima vista | dal L. aristatus Wkff. (l’altra specie mediterranea che è di | proporzioni superiori alla precedente), per la mancanza delle appendici rostriformi oblique, onde, posteriormente, è termi- nata l'epidermide. o Frequente in tutto l'Adriatico; perfora i sassi e gli scogli lungo le coste. 44. Arca barbata L. — Un esemplare, pur esso giovine, di Arca barbata fu preso il 9 luglio presso Otranto alla pro- fondità di 87 m. insieme colle due specie predette di Lamelli- branchiati. Malgrado la piccolezza dell’individuo in esame (mm. 19 di lunghezza sopra mm. 9 di altezza), si notano svi-. luppatissime le caratteristiche barbe epidermidali. Frequente nelle fessure delle rocce sottomarine, è stata | rinvenuta in molte località dell'Adriatico: Venezia, Salvore, . Cherso, Lussin, Zara, Lagosta, Lesina, Lissa, Curzola e | Ragusa. ì: 45. Cardium exiguum Gm: — Un individuo di 11 mm. . di lunghezza preso ad Otranto dragando 87 m. La piccola conchiglia è di colorito grigiastro, di forma sub- quadrata, tumida, provveduta in ciascuna valva di 25 coste «molto pronunziate e trasversalmente striate. Comune in tutto il Mediterraneo sopra i fondi fangosi : | nell’Adriatico è stata rinvenuta da Sars a Trieste, da Grube a Cherso, da Heller a Lissa, Lesina e Curzola, da Sandri a *. Zara. 46. Bulla striata Brug. — Un solo individuo giovine, (lun- ghezza mm. 19, larg. mm. 9) pescato colla sciabica alla pro: . fondità approssimativa di 20 metri nelle acque del Jonio È presso Siracusa. La forma della conchiglia, la quale è profon- damente ombelicata, corrisponde a quella d’una mandorla, forma da cui prese pure il nome di B. amigdala Sol.; le due = 42 ; MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA estremità di essa sono circondate da impressioni lineari spirali- formi meno numerose nella parte vicina all’ombelico; il colo- rito generale è grigio-rufo con delle macchie irregolari cerulee. Comune nel Tirreno e in Sicilia, ove è stata riscontrata in tutte le coste, e, per quel che riguarda quella del Jonio, a Catania da Costa e da Filippi, ad Acitrezza da Aradas e da Maggiore. Stossich la dà rarissima nei fondi maggiori di Rovigno. 47. Haliotis lamellosa Lam. — Due individui entrambi gio- vani presi colla draga: il primo (sola conchiglia, lungh. mm. 17, largh. mm. 10, a m. 30 di profondità presso S. Cataldo; il secondo (animale intiero, lungh. mm. 9, largh. mm. 6) a m. 87 presso Otranto. Il colorito della conchiglia è rosso-dorato, le lamelle trasversali sono poco accentuate; sviluppatissima in- vece è la serie dei forami all’ultimo giro, dei quali si man- tengono pervii soltanto i primi sei. Comunissima al pari della precedente in tutto il Medi- terrano, attaccata alle pietre a poca profondità; nell'Adriatico è stata notata la sua presenza da Stossich ad Adria, da Weinkauff a: Venezia, da Sars e da Grube a Trieste, da Wimmer a Rovigno, da Heller a Lissa e Curzola, da Sandri e da Bru- sina nel litorale della Dalmazia. 43. Emarginula fissura Phil. — Tre individui, due gio- vani ed uno adulto, pescati colla draga i primi due a S. Cataldo alla profondità di m. 30, e l’ultimo a profondità maggiore (m. 80) presso Otranto ; tutti nel mese di luglio. . L'individuo adulto è rappresentato dalla sola conchiglia, la quale rivela a colpo d’occhio la specie, cui appartiene, per la forma conico-elevata, il colorito bianco-cinereo, le coste rag- gianti e molto sporgenti attraversate da sottili strie concen- triche e per la presenza di una profonda incisura al margine anteriore. Lunghezza di essa conchiglia mm. 15 ‘ Larghezza >» » Ditsla Altezza » » DIS Lunghezza dell’incisura > 5 | INVERTEBRATI RACCOLTI DALLA R. NAVE € SCILLA », Ecc. 43 I due esemplari giovani sono lunghi l’uno 8 e l’altro | appena 4 mm.; ma in entrambi la incisura è abbastanza pro- | nunziata ed occupa, come nell’esemplare adulto, circa il terzo della lunghezza della conchiglia. La conchiglia dell'individuo giovanissimo è perfettamente | bianca, quella dell’altro è bianco-cinerea con una fascia gri- | gio-oscura verso il bordo dell’apertura, fascia la quale si va © SEISSA da avanti indietro. / La E. fissura se non è specie rara, non è però a consi- derarsi come comunissima nel Mediterraneo; nell'Adriatico il . Carus la dà come rinvenuta da Brusina a Brevilacqua, e lo e . 6g, . . . . pie ch la dice rarissima a Sebenico e Ragusa. Nel Jonio gioo Filippi, da Aradas e da Benoit viene segnalata a Catania, e da Seguenza a Messina. 49. Clanculus cruciatus Wkff. — Due individui dell’altezza pai mm. 8 e del diametro massimo di9 mm. presi colla draga TA S. Cataldo alla profondità di m. 30. La conchiglia è globosa-conica, provveduta di ombellico a pePY, | margine dentellato, cosparsa di finissimi granuli formanti delle | spire trasversali; la colorazione generale è marrone più o meno Ss . > ca TETI v N | chiara con delle macchie bianche disposte a croce. È: Specie comunissima in tutto il Mediterraneo, compreso | l'Adriatico, ove è stata trovata da molteplici autori (fra cui - Marten, Weinkauff, Grube, Heller, Sandri, Brusina, ecc.), | lungo E; costa, aderente alle pietre, a Trieste, Rovigno, Lussin, . Zara, Lesina, Lissa Curzola e Ragusa. 50. Zizyphinus conulus Brus. — Un solo individuo gio- | vine preso nel mese di luglio colla draga alla profondità di _m. 87 presso Otranto. La conchiglia è alta mm. 8 ed ha un | diametro di mm. 7; la forma è perfettamente conica, il colo- rito rosso-aranciato a base tendente al bruno verso l’apice con delle sottilissime fascie spirali formate da piccoli articoli alternativamente bianchi e rossi. L'apertura è obliqua e qua- drangolare. a br. . È specie comune rinvenuta nell'Adriatico a grandi pro- SOPIITRZ e RAC RUE ot di = Di 7 _ LI È ni W ì b 44 MARIO CONDORÉLLI FRANCAVIGLIA fondità dagli autori menzionati per la specie precedente, non che da Tapparone e da Canefri a Spezia e da Stossich a Pirano. 5I. Columbella rustica Lam. — Tre esemplari presi colla draga a S. Cataldo alla profondità di 30 metri circa. La lun-. ghezza di essi oscilla dai 16 ai ni mm., ed il diametro mas- simo dai 9 ai 10 mm. La colorazione generale varia dal ceciato al castagno, e. notansi in tutte tre da 12 a 14 macchie bianche irregolari disposte in due serie spirali. Comune, come la specie precelente, in tutto l'Adriatico: vive sulle spiaggie a poca profondità e spesso aderente alle. pietre fuori d’acqua. w 52. Columbella scripta L. — Un! solo esemplare di questa graziosa specie è stata pescata colla sciabica nel Mar Jonio. presso Siracusa nel mese di settembre, e trattasi di un indi- viduo lungo mm. 13 e del diametro di mm. 3-5. La piccola conchiglia è di forma lanceolare con l’ultimo giro un poco rigonfio, e con spirale allungata ed acuta alla estremità ;. il colorito generale è bianco-olivastro macchiato di bruno; i ha la forma d’una s molto aperta ed è lunga poco più dei due quinti della lunghezza totale della conchi- glia; il peristoma è roseo e des e È specie comune, rinvenuta in molte località dell’Adria- tico e in taluna del Jonio: Trieste, Cherso, Lussinpiccolo, Rovigno, Lesina, Curzola, Zara, Catania, ecc. 53. Fusus syracusanus Lam. — Un piccolo esemplare. preso colla draga alla profondità di circa m. 30 a S. Cataldo. La conchiglia è allungata a spirale alta, acuminata, di co- locrito giallo-rossastro con delle macchie longitudinali tendenti. al bianco. L'apertura è ovale e si continua con uno stretto ed angusto canale con labbro ripiegato in fuori. Lunghezza della conchiglia mm. 19 » complessiva dell’aper- tura e del canale » 11 [a Pe Lu 4 - ita) a si ba “ Ò pinticn"A CTS, ita 2 tà ci ao ee x - Lr a [ È a PARA E SITE rgart PREPLIPA I. INVERTEBRATI RACCOLTI DALLA R. NAVE € SCILLA », ECC. 45 Comune in tutto il Mediterraneo, è stato rinvenuto in «varie località dell'Adriatico, come per es. a Trieste, Pirano, Cherso, Lussin e Ragusa da Stossich, a Rovigno da Wimmer, & Neresine da Grube, a Lesina da Heller, a Zara da Sandri. 54, Conus mediterraneus Brug. — È un piccolo individuo della lunghezza di 18 mm. preso colla draga alla profondità di m. 87 presso Otranto. La conchiglia è di colorito grigio-olivastro, cinta da una doppia fascia bianca, alla base arabescata da piccole macchie bianche e brune.. Questo Conus, che, come ben sappiamo, è l’unica specie mediterranea, è comunissimo pure nell'Adriatico, ove lungo le coste l’hanno rinvenuto Stossich, Grube, Heller, Sandri, ecc. TUNICATI. 55. Pyrosoma elegans Sav. — Otto giovani esemplari lunghi dai 10 ai 15 mm. presi a S. Cataldo nei mesi di giugno . e luglio dragando m. 30-80. Questa Ascidia salpiforme, che ha per distribuzione geo- 3 grafica l'Atlantico, è stata notata nel Mediterraneo da Lesueur e da Risso a Nizza, da Keferstein, da Ehlers e da Schmidtlein 4 a Napoli, da Keferstein e da Ehlers a Messina. 56. Salpa democratica, Forsk. — Tredici individui di questa | specie, lunghi da 4 a 16 mm., sono stati il frutto di pesca | pelagica notturna, fatta col Pr: in giugno e ul nelle « acque di S. M. Gi Leuca e di Brindisi: Questa Salpa, la distribuzione gevgrafica della quale bo molto più diffusa di quella del Pirosoma suddetto, riscon- | trandosi in pari tempo negli Oceani Atlantico, Pacifico e In- | diano, con una certa frequenza è stata presa nel Mediterraneo, ove Risso la dà a Nizza, Verany a Genova, Delle Chiaie, Panceri e Schmidtlein a Napoli, Krohn a Messina. 46 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA APPENDICE. In mezzo al materiale zoologico, del quale sopra-ho fatto parola, ho trovato in grande quantità un’ alga, 1’ Acetabularia mediterranea L. Essa è fatta da uno stelo lungo, sottile e cilin- drico, bianco per forte incrostazione di sali calcarei, che coprono il verde della clorofilla, e portante alla sua estremità libera un piccolo e spesso disco di colorito leggermente verde per il minore deposito di carbonato di calce. La forma-in com- plesso è quella di un piccolo ombrello, ed Ombrellino per lo ‘appunto viene chiamata quest’alga nelle provincie meridionali d’Italia. I miei esemplari, formanti gruppi di 15 a 20 individui ciascuno, furono raccolti in luglio nelle acque di Brindisi, ove. vegetavano su roccie a poca profondità (2 metri). * PIRO SOTES SRRA F DI IPAA TT Pt RR E PTC PRINCIPALI INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE riguardanti gl’Invertebrati dei Mari Adriatico ed Jonio - ARADAS A. e BENOIT L. — Conchiliologia vivente marina della Sicilia e delle isole che la circondano (con 5 tavole), in: Atti dell’Accademia Gioenia di Scienze Naturali, Catania, Ser. 33, T. 6, 1870, p. 1-324. BrunnicHA. — Ichthyologia Massiliensis acced. Spolia maris Adriatici. Brusina S. — Conchiglie Dalmate inedite, in: Journal de Conchyfliologie, Paris, vol. 15 (Ser. 32, T. 7) 1967, p. 82-84. Ip. — Gastéropodes nouveaux de l’Adriatique, in: Journal de Conchylio- logie, Paris, 1869, p. 230-268. 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Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, vol. 14, 1868, p. 217-343. | ID. — Bibliografia c:onologica della fauna: delle provincie Venete e del Mare Adriatico, in: Atti del Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Ser. 52, Venezia, Tom. 1, 1874-75, p. 199-210, 009- . 517, 459-461, 536-567, TII- 730; Tom. 3, 1876-77, p. 169-172. OLIVI G. — Hoolozio adriatica, Mo 1792. PaoLucci L. — Studi di Zoologia Anconitana, in: Il Gabinetto di scienze naturali e l'osservatorio meteorologico del R. Istituto industriale e professionale di Ancona, 186%. PLANCO. — De Conchis minus notis. PresranprEA Nic. — Su di alcuni nuovi Crostacei dei mari di Messina. in: Effemer. scientif. e letter. per la Sicilia, vol. VI, 1833, p. 3-14. SEI PI 4 mu Ne PRINCIPALI INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE 49 | Rizza A. — Descrizione di alcuni Crostacei nuovi del Golfo di Catania, in: Atti dell’Accademia Gioenia di Scienze Naturali. Catania, Tom. 15, 1839, p. 367-390. SeNoNER A. — Notice sur les Mollusques comestibles et les coquilles -3 utiles do la mer Adriatique, in: Annales de la Société Malacologique «de Belgique, Brussels, T. II, 1866-67, Mém. p. 51-58. «Ip. — Die Schnecken u. Muscheln des adriatischen Meeres an den Kusten von Istrien, Triest, Dalmatien und in Lagunen von Venedig, in: Zoologischen Garten, Frankfort, 8 Jhg. 1867, p. 103 107. SrtaLio L. — Catalogo delle conchiglie Adriatiche provenienti dall’acquisto . della collezione Vidovich, da doni del sig. prof. Luigi Stalio e della piccola collezione già esistente, in: Atti d.l R. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Venezia, Ser. 4, T. 1, 1871-72. | In. — Catalogo metodico e descrittivo dei Crostacei dell'Adriatico, in: Atti del R. Istituto Veneto dì Scienze, Lettere ed Arti, Venezia, Ser. i 5, T. 3, 1876-77, p. 355-385, p. 499-539, p. 629-672, p. 773-887, p. 977- E; 1008, p. 1111-1127, p. 1345-1420. | Srossica A. — Mollusken in Golfe von Triest, in: Schulprogramm der È Realschule, Triest, 1865, 8. Ip. — Verzeichniss der im Golfe von Triest vorkommenden Mollusken, ; . in: Correspondenz-Blatt d. Zool. — miner. — Ver Regensburg. 19 N. Jhg. 1865, p. 199-140. Ip. — Enumerazione dei Molluschi del Golfo di Trieste, in: Conti- nuazione dei Cenni storici del Civico Museo Ferdinand. - Massimiliano, 1866, p. 31-49. ) | Im — Elenco sistematico degli animali del Mare Adriatico riuniti nella separata divisione della Fauna Adriatica del Museo. in: Cw. Mus. i - Massimil., Trieste, 1869, p. 11-34. Ip. — Breve sunto delle produzioni marine del Golfo di Trieste, in: Bo/- lettino della Società adriatica di scienze naturali in Trieste, vol. 2, 1876, p. 349-871. È srossion M. — Prospetto della Fauna del Mare Adriatico, in: Bollettino 3 della Società adriatica di scienze naturali in Trieste, vol. V, p. 18-71 e p. 157-286; vol. VI, p. 168-271; vol. n p. 168-242; vol. VIII, p. 90-110. Dello stesso autore sono da noverarsi numerosissime pubblicazioni elmintologiche, da me citate in parecchi precedenti lavori. Bollettino della Società Romana per gli Studi Zoologici. 4 ® se PEER O balliàva lai MALA NOTIZIE ED OSSERVAZIONI intorno alla naturalizzazione della TESTUDO NEMORALIS “ Aldrov. ,, in Sardegna Comunicazione del prof. GIOVANNI ANGELINI Nell'ottobre scorso, in occasione di una mia escursione in Sardegna, mi venivano mostrati dal sig. G. Tarasconi, pre- paratore al Museo universitario di Sassari, due grosse testug- .gini terrestri, che egli mi disse essere state còlte in provincia, e di crederle appartenenti ad una nuova specie. Verificai in- fatti trattarsi di due esemplari di Testudo nemoralis ALpROv. | Fino da oltre sessant'anni addietro trattò di questa specie il Bonaparte, includendola nella sua Iconog. della Fauna Italica, ma non già perchè gli risultasse trovata in Italia, bensì perchè < la conquistano tutto giorno dalle spiagge orientali dell’Adria- tico quei cenobiti, cui sono ordinario cibo le testuggini, e la prescelgono perchè appresta loro più abbondante e saporita vivanda. La alimentano quindi a la fanno moltiplicare nei DIBrdini o. > Più tardi il De Betta non credè doverla men- zionare affatto nei suoi Rettili ed Anfibi della Fauna d’Italia pubblicata dal Vallardi (1374). D’altra parte avendomi il Tarasconi confermato anche per lettera che i detti due esemplari del Museo di Sassari « furono trovati a Terranova, la £ nel maggio dello scorso anno (1897) ed il Y nello stesso mese dell’anno corrente (1398) », mi fece nascere la persuasione che la Testudo nemoralis si fosse ormai naturalizzata, almeno in quella località della Sardegna. E desi- deroso di avere aualche altra notizia sull'argomento, scrissi a quel solerte indagatore ed illustratore della nostra fauna, che è il prof. E. H. Giglioli, pregandolo a comunicarmi quanto gli era noto in proposito. Ed egli così mi rispondeva da Firenze in data del 31 dicembre p. p.:« Ho avuto il Testudo margi- natus, o nemoralis, da due località della Sardegna, ed in con- dizioni da non poter dubitare che vivevano allo stato libero: le due località, da dove ebbi esemplari, sono Terranova Pau- Linda e 3 € La n SR CRA o n Lasa è rà tai NOTIZIE ED OSSERVAZIONI, ECC. DI | sania e Golfo degli Aranci ». E poi aggiunge: « Credo di | averne fatto cenno in una breve nota sulla Fauna italica nel- VArchiv fiir Naturg. di Troschel, 1879; anche nel Cap. X Fauna d’Italia nella Terra del prof. G. Marinelli, Milano 1859, ho citato il caso. Ne parlerò più a lungo nel lavoro speciale, che sto facendo sulla Fauna vertebrata italica ». Infatti nel- . l’indicato periodico tedesco, in un elenco che il Giglioli dà. delle specie riunite nella sua bella collezione dei vertebrati italiani a Firenze, si trova annoverata la Testudo nemoralis AîpROV., e segnata con asterisco, come specie nuova per l’Italia. Nell'opera La Terra del Marinelli poi, (vol. IV, pag. 457) si legge: « Le due testuggini terrestri, 7. idera e T. marginata, sono state da me trovate soltanto in Sardegna: la 1° è boreo- africana, la 2° ellenica: non è impossibile che sieno state ab antiquo- portate dall'uomo in quella nostra isola, ma ritengo la cosa poco probabile; oggi si trovano nei luoghi più selvaggi, e lungi dall’abitato. » Il prof. Camerano nella sua Monografia dei Cheloniani italici (Torino 1891) annovera pure la 7°. memoralis (e la . T. ibera), ma unicamente in base ‘alla citazione fattane dal . Giglioli nell’Archiv fiir Naturgeschichte. Anche il prof. Carruccio mi ha assicurato di avere fino dal 1869 riportato da una escursione fatta in Sardegna insieme al prof. Targioni-Tozzetti, e precisamente dai dintorni di Ter- | ranova, un cheloniano, che egli riconobbe, ed anche il Giglioli i confermò, appartenere alla specie in discorso. Tale esemplare sarebbe poi andato nel Museo di Firenze. Però il prof. Car- | ruccio crede prematuro parlare di naturalizzazione della T. nemo- ralis in Sardegna; tuttavia a me pare che il fatto, per quanto . non assolutamente fuor d’ogni dubbio, riesca già abbastanza . dimostrato. Infatti, per negarlo, bisognerebbe ammettere che, © diversi individui sieno stati a più riprese lasciati liberi nella citata località, ovvero che parecchi esemplari vi fossero stati importati e liberati insieme già più di 20 anni addietro. . Ma nella prima ipotesi non si capisce come la cosa debba . verificarsi proprio solo per le vicinanze di Terranova, e non | ancora per qualche altro punto dell’Isola, nonchè delle coste .. siciliane e della Penisola, dove approdano del pari i basti- sto PIE CP get o 52 GIOVANNI ANGELINI menti reduci da quei luoghi, dove vive questo cheloniano. Nella seconda ipotesi poi è ancora più incomprensibile come mai più individui di diverso sesso, lasciati liberi in un distretto così favorevole alla loro vita, abbiano potuto passare insieme più di 20 anni senza trovasi e senza riprodursi. e Certo che, se la riproduzione avviene, vi si debbono incon- trare esemplari a diversi gradi di sviluppi, e quindi anche giovanissimi; se anche questi sieno stati osservati ce lo dirà meglio prossimamente il prof. Giglioli; ad ogni modo a me pare che anche il caso contrario, non ci autorizzi in alcun modo per ora a presumerne la mancanza. Infatti sì tratta di una specie ancor rara, e per giunta somigliantissima alla comune T. graeca: i giovani delle due specie vengono, senza dubbio, confusi insieme dai raccoglitori del luogo, e passano così inos- servati; soltanto qualche esemplare dei più vecchi, atto a colpire per l’anormalità delle sue dimensioni, ha probabilità di venir ammirato e serbato, per quanto pur sempre, secondo ogni vero- simiglianza, quale rappresentante e:cezionale della specie co- mune. Terranova e Golfo Aranci sono due punti vicinissimi del Golfo di Terranova, sulla costa orientale-settentrionale della Sardegna, uno dei migliori approdi per le navi; verosimil- mente una o più coppie di questi rettili, sbarcativi più di venti anni fa da qualche nave proveniente dai lidi orientali o meri- dionali del Mediterraneo, poterono facilmente moltiplicarsi e prosperare su quella adatta e deserta spiaggia, che diventerà così il centro di diffusione di questa specie nell'isola. Insieme colla 7. graeca più anticamente naturalizzata da noi ed ora ampiamente diffusa, la 7. nemoralis abita le rive del Caspio, la Grecia, l'Egitto e la Barberia (Bonaparte): se ne distingue, oltre che per le dimensioni maggiori, sopratutto per la diversa conformazione del margine posteriore del carapace. CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA CRLLULA NERVOSA ‘in alcuni invertebrati e specialmente negli insetti del Dottor CarLo TIiraBOSCHI BIBLIOGRAFIA. Dei numerosissimi autori che si sono occupati di questo | studio citerò solo i principali, distribuendoli in gruppi a se- conda della struttura del protoplasma da loro descritta; solo degli studi più importanti e che hanno relazione con le mie osservazioni darò un breve cenno. I. — Struttura granulare. 1. Ch. G. Ebrenberg. 1834. Abhandl. d. k. Akademie zu Berlin (Astacus, Hirudo). | 2. Gabr. Gust. Valentin. 1336-39. Nova Acta Acad. ‘nat. Vol. 18, (Astacus, Hirudo). Do 3. George Newport. 1832-34. Philos. Trans. 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A RLAMENLOIR SA VABNE RICCO QAS e a I AROTIA APANICIIVIANI Ati " x, Li x ‘ vi, L\ Me di sa ge! , b, E a) , è ; i of. Na ar: Da YOVARI hi na AN ANI Pi "AI : 4 De TATA ARI A o) % î ar È MILE 1 i 19; Mie 54 i CARLO TIRABOSCHI 12. Jules Chéron. 1866. Ann. d. Sciences nat. Ser. Ba, Vol. 5 (Cefalopodi). 13. Edouard Claparède. 1869. Zeitschr. f. wiss. Zool. Vol. 19 (Lumbricus). 14. August Solbris. 1872. Gekr. Preisschr. Leipzig. (Ga- steropodi) 15. Ludwig Stieda. 1874. Zeitschr. f. wiss. Zool. Vol. 24 (Cefalopodi). 16. Hermann. 1875. Gekr. Preisschr. i, 17. Emile Jung. 1878. Archives de Zoologie expérim. et géner. Vol. 7 (Decapodi). 18. G. Bellonci. 1878-1881. Annali del Museo civico di Storia natur. di Genova, vol. 12 (Squilla). - Accademia dei Lincei ser. 3°, vol. 10 e Archives ital. de Bialogie, vol. 1° (Sphaeroma serratum). Nelle tavole però sono disegnate grandi cellule unipolari, il cui prolungamento presenta una marcata struttura fibrillare-longitudinale, che irraggia nel corpo cellu- lare e al polo opposto si risolve in una delicatissima struttura reticolare; nelle cellule bipolari tutti e due i prolungamenti hanno fibrille longitudinali irraggianti nel corpo cellulare, e il nucleo ha un fine reticolo. Nel testo nulla di tutto questo. 19. E. E. Newton. 1879. Quart. journ. microsc. science. London. Vol. 19. (Blatta). 20. Karl Richard Krieger. 1880. Zeitschr. f. wiss. Zool. Vol. 33 (Astacus). II. Struttura fibrillare. 21. Robert Remak, 1838-44. Miller’s Arch. f. Anat. u. Phys. (Astacus). n Friedrich Will. 1844. Idem. (Helix). . Walter. 1863. Mikrosc. Studien iber das C. N. S. der a Thiere. Bonn. 24. Franz Leydig. 1865. Arch. fir mikrosc. Anatomie. Vol. 1 (Gasteropodi). 25. Boll. 1869. Idem. Suppl. Vol. 5. (Molluschi). 26 Dietl. 1877. Berichte d. naturw. med. Vereins. — Innsbruch. (Varii Invertebrati). Descrive per il primo cellule 49] SR ta ta CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA CELLULA NERVOSA, ECC. 5) nervose a protoplasma scarsissimo e credendole prive di pro- toplasma le chiama: « nuclei gangliari ». 27. Cadiat. 1878. C. R. Acad. Paris. Vol 86, 3 giugno. (Molluschi). 28. Eimer. 1878. Die Mediisen. T'ibinger. 29. Hans Schultze. 1879. Arch. fiir mikr. Anat. Vol. 16: Die Fibrillire Struktur der Nervenelementen bei Wirbellosen. Hans Schultze è il grande partigiano della struttura fi- brillare delle C. N. degli Invertebrati (Gasteropodi, Lamelli- | branchi, Anellidi). Le urità strutturali della C. N. e dei suoi prolungamenti, nonchè delle fibre nervose sono le Primitivfibrillen, visibili nei preparati a fresco, e meglio in quelli conservati, come linee fini e liscie, a disposizione longitudinale (nel prolunga- mento) o concentrica (nella cellula). 30. Ludwig Bohmig. 1883. Beitrige z. Kenntniss des C. N. S. einiger pulmonaten Gasteropoden. Leipzig. 81. Késtler. 1883. Zeitschr. fiir wiss. Zool. Vol. 39 (Blatta). 32. W. Vignal 1883. Arch. de Zool. exp. et gén. Ser. 3*, vol. 1. (Anellidi, Crostacei, Molluschi). Vignal però limita la struttura fibrillare solo alla zona corticale e neppure di tutte le cellule. 33. Vejdosvscky. 1884. Prag. Nervensystem pag. 79-96. (Oligocheti). 34. Haller 1385-88. Morpholog. Jahresbuch. Vol. 11 e 12. — Arbeiten aus d. zoolog. Instit. Wien. Vol 7 (Vermi, ecc.). L’A. osserva che talora i fili si SEME RGOnA a dare un aspetto reticolare. 35. Fridtjof Nansen. 1885-87. C. N. S. in the Ascidia and in Myxine — Anat. und Histol. des N. S. der Myzosto- men. Graz. — The structure of the histolog. Elements of the C. N. S. (Varil Invertebrati) — Secondo il Nansen però le fibrille sono lunghi e sottilissimi tubicini (Elementarprimi- tivròrchen) spongioplasmatici, contenenti ialoplasma fluido, che è la vera sostanza nervosa; altro ialoplasma si trova fra i tubicini, isolato in fili. — L’A. dice di avere osservato scis- sioni nucleari dirette. 56 CARLO TIRABOSCHI 36. G. Saint-Remy. 1889. Arch. de Zool. exp. et gén. Ser. 2°, vol. 5-bis: Le cerveau chez les Artropodes tracheates Sostiene la struttura tubolare delle fibrille nel senso di Nansen; chiama i nuclei gangliari di Dietl (v. n. 26.): « cellule cro- matiche » per la ricchezza in cromatina del loro nucleo, e dà il nome di « nuclei gangliari » a dei nuclei nervosi, privi di protoplasma proprio, scoperti da lui nella Scutigera. 37. H. Viallenas. 1882-93. Ann. des Sciences nat. Ser. 6*_ (14 e 15) e 7? (2-4-13-14). Nell'ultima memoria conclude che nel sistema nervoso degli Artropodi ci sono: 1. Cellule gangliari a tipo normale, con protoplasma a struttura fibrillare. 2. Cellule cromatiche (v. Saint-Remy) proprie dei centri psichici e di quelli della sensibilità speciale. 38. Retzius. 1891. Biolog. Unterzuch. Nene Folge I. (Crostacei). 39. Max Pfliicke. 1895. Zeitschr. fir wiss Zool. Vol. 60: Zur Kenntniss des feineren Baues der Nervenzellen bei Wir- bellosen (Anellidi, Crostacei, Insetti e Molluschi). Le fibrille sono calibrate nella fibra nervosa, varicose, cioè con ispessi- menti cromatofili, nella cellula; nel prolungamento sono lon- gitudinali, nella cellula divergono e alcune girano attorno al nucleo; quelle centrali formano una rete ai cui punti nodali sono granuli cromotofili; tra le fibrille c’è della sostanza omo- genea. La membrana nucleare è erta e presenta ispessimenti cromatofili; dai nucleoli partono dei sistemi di fili lininici che formano un reticolo e che portano granuli di cromatina. 40. Emil Rhode. 1893-96. Arch. fir mker. Anat. Vol. 42, 45, 47. (Irudinei). 41. Me. Clure. 1896. The Princeton College Bullettin. 8°. (Helix). 42. Th. H. Montgomery. 1897. Journ. of Morphol. V. 13. n.d. (Heteronemertini). L'A. però nota che la struttura fibrillare non è costante, sia per gli Invertebrati che per i Vertebrati. III. Struttura reticolare. A) Reticolo fibrillare. 43. Accennato già da Dietl (v. n. 26) e disegnato dal è * CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA CELLULA NERVOSA, ECC. ay Bellonci (v. n. 18), fu descritto nel 1882 da Sigm. Freud . (Sitzungsberichte der Akad. d. Wissensch. in Wien. Vol. 85. | Astacus) e poi da Haller (v. n. 34.), da Pflucke (v. n. 39) e da Clure (v. n. 4l.). 44. Ch. Simon. 1896. Journ. internat. d’Anat. et Physiol. Vol. 13.: Recherches sur la Cellule des ganglions sympatiques des Hirudinées. — Descrive un reticolo fibrillare periferico, a «maglie larghe, formato dalle ramificazioni di una fibrilla ner- vosa e dal quale si distaccano rami che vanno a formare un secondo reticolo perinucieare. Questo duplice reticolo è pure descritto dall’Apathy nelle cellule gangliari piccole (tipo K) dell’Hirudo. 45. Stephan Apathy. 1898. Mittheil. ans d. Zoolog. Sta- tion zu Neapel. Vol. 12.: Das leitende Elemente des N. S. und seine topogr. Beziehungen zu den Zellen. (Varii Irudinei e il Lombrico). Tecnica: Colorazione intra vitam col bleu di — metilene — Colorazione in toto con emateina I. A. — Metodo . al cloruro d’oro 1°/, con riduzione alla luce in acido for- mico 1°/ (Vorvergoldung: su pezzi freschi, Nachvergoldung: su sezioni di pezzi fissati in sublimato). L’A. distingue le Nervenzellen (cellule che si differenziano in sostanza condu- cente o neurofibrille) dalle Gliazellen (che producono sostanza d'appoggio o Gliafidchen) e dalle Ganglienzellen (che produ- cono ciò che deve essere condotto) e le descrive minutamente, specialmente nell’Hirudo, nelle cui Ganglienzellen distingue la parte non conducente (capsula distinta in Gliazone esterna e interna; Alveolarzone festerna o zona di raggrinzamento; Chromatinzone esterna; Alveolarzone interna; Chromatinzone «interna; Perinuclearzone acromatica, Centrosoma, Nucleo e ‘| Nucleolo) e la conducente (Neurofibrillengitter, o reticolo unico — tipo G — o duplice — tipo X —, formato dalle ramifica- | zioni e anastomosi di una o più neurofibrille, e che non ha «rapporti col nucleo). Dunque non c’è nella Ganglienzelle nè terminazione, nè origine, nè dissolvimento della neurofibrilla, la quale percorre ininterrotta un lungo tragitto da una cellula . di senso, traverso alla Nervenzelle che l’ha prodotta, fino a una Ganglienze!le e da questa traverso a una 2°, 3*, 4°, ecc . Ganglienzelle interpolate, fino a una fibra muscolare. MI fto IÒ Pi ni eg "RE LI SA ty} di ! LR du” VIVI? RIONE. N LA e AR EE aa. ali È dei i dee ” IN RIONE TAI E A PRI HI ITRZ OT RISA IA DR 0 KIA ga : n 1a x LIETA Ma h ii | \ RIRRE Ori, lc ) 58 ‘| CARLO TIRABOSCHI B) Reticolo spongioplasmatico. I 46. Franz Leydig. 1883-85. Untersuchungen z. Anat. und Histol. der Thiere Bonn. 1883 — Zelle und Gewebe. Bonn. 1885. Fra le maglie dello Spongioplasma solido, reti- colare-spugnoso (Schwammwerk) c'è lo Ialoplasma, che è la vera sostanza nervosa; la striatura longitudinale (prolunga- mento) o concentrica (corpo cellulare) è apparente e dovuta al decorso concentrico dei Faserbilkchen dello Spongioplasma. 47. Emil Rohde. 1885-86. Zoolog. Beitrige von Schrei- der. Vol. 1 e 3. (Policheti). 48. Bernhard Rawitz. 1887. Ienaiscke Zeitschr. fr Naturwiss. Vol. 20. 49. Ramon y Cajal. 1896. Rivista trimestral micrografica Vol. 1, marzo. Anche nelle cellule gangliari dell’Astacus e Hirudo, come nei Vertebrati, trova un reticolo spongioplasmatico acro- matico (conduttivo) e una parte cromatica basofila (nutritiva); le differenziazioni della cromatina nella serie filogenetica e nello . sviluppo ontogenetico sono: 1° granuli sparsi, 2° zolle perite- riche, 3° zolle perinucleari, 4° modellamento delle figure fusi- formi parallelamente alle espansioni. IV. Altre strutture. Come è noto, il Flemming, l’Altmann e il Biitschli estesero anche alle Cellule nervose le loro teorie sulla struttura flare, granulare e alveolare del protoplasma; per quanto io sappia però, nessun autore ha descritto questa struttura nelle cellule nervose degli Invertebrati. V. Prolungamenti. A) Degli autori che abbiamo già citati, solo pochissimi tra i più antichi hanno descritto cellule senza prolungamenti: così p. e. nel 1842 l’Helhmoltz (v. n. 4), nel 1848 il Piruch (v. n. 5) e nel 1856 il Faivre (v. n. 9), il quale però nota. che le cellule apolari sono cellule'nervose in via di sviluppo; però l’Helhmoltz descrive anche cellule con prolungamento e il Bruch con uno. CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA. CELLULA NERVOSA, Ecc. 59 B) Hanno descritto cellule unipolari: Remal (1838; iv. n. 21), Wil? (1844; n. 22), Bruch (1848; n. 5), Meissner . (1853; n. 8, Faivre (1856; n. 9), Leydig (1865), Chéron (1866; n. 12), Stieda (1874; n. 15), Hermann (1875; n. 16), Eimer (1878; n. 28}, Krieger (1850; n. 20), Freud (1882; n. 42), | Bellonci (1881; n.18), Kòstler (1883; n. 31), Vydosvscky (1884; «n. 38), Rawitz (1887; n. 48), Viallanes (1893; n. 37), Pflicke (1895; n. 39), Clure (1896; n. 55) e Lugaro (1896; n. 57). C) Hanno descritto cellule bipolari: Bruch, Meissner, . Faivre, Leydig, Chéron, Bellonci, Rawitz, ecc. (vedi citazioni | sopra). i D) Hanno descritto cellule ‘con molti prolungamenti : — Faivre, Chéron, Bellonci (il quale distingue un prolungamento . nervoso il.cui cilindrasse termina nel nucleo della cellula), Nansen, Rawitz, Lugaro, ecc. (vedi citazioni sopra). Anche l’ Apathy (v. num. 45) benchè nelle « Ganglienzellen » d’Hirudo descriva un unico prolungamento-picciuolo (Stiel- . fortsatz) con neurofibrille cellulipete e cellulifughe, dice che quelle del Lumbricus non sono mai unipolari: oltre 1’ « Ein- | trittfortsatz » che è l'estremità « central » di una « Nerven- “. zelle» e che ha una grossa neurofibrilla cellulifuga e perciò in senso fisiologico è « Ableitfortsatz » ci sono due o più — . fino a6 o 7 — « Austrittfortsitze », che sono come espan- | sioni del somatoplasma, il quale si continua per un po’ in | essi; è solo in questo senso che essi posson dirsi protoplasma- | tici (o anche cromatici), giacchè tutti i prolungamenti hanno . neurofibrille e tutti perciò sono nervosi e conducenti; gli | «Austrittfortsitze » poi in senso fisiologico sono « Zuleil- | fortsitze » perchè hanno una sottile neurofibrilla cellulipeta. | E) Aggiungo alcuni autori che hanno studiato solo i prolungamenti delle cellule nervose: 3 50. Rina Monti. 1891-96. Ricerche microscopiche sul — S. N. degli Insetti (Boll. scient. 1893-94). Nel S. N. C. de- scrive cellule unipolari il cui prolungamento o si continua in una fibra nervosa dopo aver dato rami, o si divide perdendo | la sua individualità (cellule di 1° e 2° tipo di Golgi). Nelle Tur- . bellarie (Boll. scient. 1896) distingue un prolungamento sottile | e liscio, che dà collaterali e si continua in una fibra nervosa. ARA MEI STES RIEN VALI AVO GIRO AIAR 1, È NRE N i E EMIOE PISA eni ET fiera lA 4 tI Dei 60 CARLO TIRABOSCHI 51. M. von Lenhossek. 1892. Arch. fir mikr. Anat. Vol. 38 (Lumbricus). n 52. Retzius. 1892. Biolog, Untersuch. Vol 3 (Lom- + bricidi). SO 55. M. von Lenhossek. 1896. Arch. fir m. Anat. Vol. 47. Nei vari strati del lobo ottico dei Cefalopodi descrive Cellule nervose grandi unipolari o multipolari, e altre ridotte e uni- | polari. | 54. Nusbaum e W. Schreider. 1897. Biolog. Centralbl. 17. Nelle parti trasparenti (piedi addominali ecc.) dell’Astacus de- scrivono cellule bipolari e multipolari, il cui prolungamento nervoso è prossimale, gli altri distali; le cellule sono riunite o da ponti protoplasmatici o per i prolungamenti nervosi o per.le ramificazioni di fibre nervose. | VI. Studi speciali. 5b. Mc. Clure. 1896. On the presence of Centrosoma and attraction spheres in the Ganglion cells of Helix pomatia (The Princeton College Bull. 8). 56. Lewis. 1896. Centrosoma and sphere in certains of the nerve cells of Invertebrate (Anatom. Anzeiger. Vol. 12). 57. Lugars. 1896. Sul valore rispettivo della parte cro- matica e acromatica nel citoplasma delle cellule nervose (Ri- vista Patol. nerv. e ment. Vol. 1). Delle cellule gangliari di Lumbricus stimolate per 112 ora con una corrente faradica, dice che quelle grandi (sparse nei gangli) si presentano chiare, quelle mezzane (sulla linea mediana) un po’ più scure, quelle piccole (diffuse) scure; però ve ne sono alcune piccolissime e chiare. | MATERIALE E TECNICA. I. Materiale di studio. Gangli ventrali, ipoesofagei e epiesofagei di Insetti di ordini diversi: Imenotteri (Formiche, Apis, Vespa (V. comunise V. crabro), Bombus, Coleotteri (Dy- ticus), Ortotteri (Blatta), Lepidotteri (Cnethocampa Pityocampa) CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA CELLULA NERVOSA, ECC. 61 e Rincoti — Idem di Astacus fluviatilis — Idem di Hirudo medicinalis. II. Tecnica. 1. A fresco. Gangli isolati dall’animale vivo ed esami- | nati per compressione del copri-oggetti in una soluzione o di FNa. Cl. 0,75 °/, 0 di Bleu-metilene 1 °°/. 2. Colorazione intra vitam col bleu di metilene, senza 0 con fissazione successiva, secondo varî metodi e sopratutto con quello recentemente modificato di Bethe. 3. Fissazione di gangli freschissimi (tra i varî fissatori . ho trovato ottimi: il sublimato corrosivo o da solo o con acido A Li acetico e alcool e specialmente con la formula di Mingazzini; l'acido osmico da solo e meglio nei liquidi di Flemming e di Hermann; l’alcool assoluto; il liquido di Kleinenberg, ecc.) e . successiva colorazione o in toto (cattivi risultati m’han dato 1 varî carminî, buoni le varie ematossiline) o in sezione (ho trovato buone le varie ematossiline e molti colori di anilina; p. e. la safranina, il violetto di genziana, ecc.; ottimo il bleu . di metilene o secondo Nissl o in soluzioni diluitissime - 1 °°/,, - RO; di leggermente alcalinizzate; belle doppie colorazioni ho ottenute con ematossilina e eosina, bleu metilene e safranina, 1 p. me- tilverde 1°/ + 2 p. fuxina acida 1°] ecc. 4. Pseudo-impregnazioni. Metodo al cloruro d’oro di | Apéthy (v. n. 45). Nachvergoldung. 5. Impregnazioni metalliche. Reazione cromo-argentica rapida (miscela osmio-bicromica da 5° a 24*; inclusione in pa- | raffina; olio di origano). | RISULTATI. A) Nei preparati a fresco. Il somatoplasma appare costituito da una sostanza omo- genea in cui si vedono copiosi granuli, piccoli e splendenti, che sembrano da essa come agglutinati; si distingue una cap- sula e un solo prolungamento con fine striatura longitudi- nale. Del nucleo non si distingue che la membrana, il succo, È; il nucleolo e qualche volta dei corti e radi fili di linina. B) Nei preparati fissati. 62 CARLO TIRABOSCHI I. Dytiscus marginalis L. Ho riscontrato tre forme diverse di elementi cellulari ner-. vosi, collegate però l’una all’altra da forme di passaggio. 1. Nuclei apparentemente liberi. Sl trovano copiosi sia alla periferia, sia all’interno dei gangli, sia lungo le fibre dei nervi e dei connettivi, e si ve- dono bene con i colori di anilina. Neppure con le doppie co- lorazioni caratteristiche del protoplasma e nucleo (ematossilina e eosina; bleu di metilene e sufranina; metilverde fuxina) sono riuscito a mettere in evidenza la più sottile traccia di protoplasma, e questo non solo nel Ditisco, ma anche nel- l’Astacus, dove la membrana nucleare è esilissima.e pure si presenta nettissima. Forse la reazione di Golgi potrà spiegare la loro natura; 10 non ci sono riuscito. Ve ne sono di ellittici e grandi fino a u 30, e di ton- deggianti e piccoli; sotto la membrana nucleare c’è sempre una bella e regolare ghirlanda cromatinica, di granuli inten- samente colorati, ora grossi e radi, ora minuti e fitti, ma sempre a contorni nettissimi (fig. 1); ci sono da 1 a 3-4 nu- cleoli, da cui partono brevissimi e pallidi fili di linina, for-. manti talora una rete a larghe maglie irregolari, con radi e piccoli granuli di cromatina ai punti nodali. Nel ganglio ottico ho trovato molte svariate forme di questi nuclei. 2. Cellule cromatiche. Sono ji « nuclei gangliari» di Dietl (v. n. 26); ho scelto. il nome loro dato: da Saint-Remy (v. n. 36), benchè tali cel- lule non siano realmente più ricche in cromatina delle altre, alle quali passano per graduale aumento del protoplasma. Le ho riscontrate anche fuori dei centri loro assegnati dal Vial- lanes (v. n. 27), cioè dei corpi peduncolati, dei gangli ottici e dei lobi olfattivi, e perfino fuori dei gangli cerebroidi, ben- chè solo lì si trovino in ammassi talora enormi (calici dei corpi peduncolati). Sono piccolissime (da 2 a 15 u) e rivestite di una capsula sottile: in alcune sezioni (bleu di metilene secondo Apàthy) si vedono o esilissimi bastoncini, a contorni nettissimi, disposti Z “TIA “ati TINO LANG ricetta eee LLP Poni n 4 | i ‘ sj CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA CELLULA NERVOSA, ECC. 63 «in una o due serie lineari concentriche, oppure lunghi e sot- tilissimi fili che girano attorno al nucleo (fig. 2), il quale so- miglia ai nuclei apparentemente Jiberi; i bastoncini sembrano | confluire verso un prolungamento. Siccome la colorazione intra vitam col bleu metilene serve, secondo Apàthy, appunto alla . differenziazione delle neurofibrille, ritengo che questi baston- cini e questi fili accennino a un principio di tale differen- | ziazione. 8. Cellule gangliari. Stanno nell’ interno del ganglio, riunite a gruppi non bene delimitati; misurano da 15 a 60 yu. n Hanno una capsula intensamente colorata, molto erta, e . fatta di molte fibrille strettamente avvolte, che sono riuscito a vedere originarsi dalla massa fondamentale fibrosa del ganglio (bleu di metilene); la capsula si estende tutto attorno al pro- lungamento. Il somatoplasma appare sempre separato dalla capsula, « ma ad essa sempre riunito per mezzo di trabecole (fig. 3); ora poche e grosse, ora copiose e sottili, e a volte formanti una regolare zona alveolare esterna (1); gli spazi pericitopla- smatici da esse delimitati, forse servono a rendere più estesi | gli scambi con l’aria portata dalle .trachee, le quali si rami- ficano riccamente dentro a tutti i gangli. Nella zona periferica spiccano per la loro intensa colora- | zione (violetto di genziana, bleu di metilene) delle eleganti . sferule cromatofile, (fig. 3), grosse da 0,5 a 4 w e a contorni nettissimi (2° stadio della differenziazione della citocromatina, sr . secondo R. y Cajal? v. n. 49); qualche volta però ho visto sparsi dentro al somatoplasma dei granuli di varia forma (1° stadio?). Per la via del prolungamento si vedono arrivare nel so- | matoplasma e perdersi dentro ad esso delle fine fibrille, che (1) Nelle cellule gangliari di Hirudo l’Ap4thy descrive figure simili, | che però ritiene dovute a raggrinzamenti prodotti dai reattivi (v. n. 45); | io invece, anche in gangli fissati con alcool, o con sublimato ecc., non . ho mat trovato il somatoplasma distaccato dalla capsula; in quelle di . Ditisco invece sempre, anche quando le ho fissate con i migliori fissa- _ tori e trattate insieme con quelle di Hirudo. 64 CARLO TIRABOSCHI nel prolungamento hanno un decorso longitudinale. Con la co- lorazione intra vitam col bleu di metilene secondo Aphathy ho messo anche qui in evidenza, nella zona perinucleare, dei bastoncini e dei fili, simili a quelli descritti sopra, solo che i fili sono meno lunghi e tortuosi e talora dan luogo a un in- treccio disordinato (fig. 5); però neppure col metodo al cloruro d'oro sono riuscito a vedere un reticolo fibrillare; questo me. todo mi ha rivelata invece una struttura alveolare; gli alveoli dalla periferia al centro vanno gradatamente scemando di grandezza e assumendo disposizioni diverse (v. fig. 4). Il nucleo è sempre grande e può misurare fino a 15 0 20 w.; è tondeggiante od un po’ ovale e quasi sempre centrale; se è eccentrico, è spostato verso il cono di origine del pro- lungamento. La membrana nucleare è erta, intensamente co- lorata e a contorni netti. Attorno a un nucleolo centrale e grosso stanno in corona dei granuli di cromatina, o grossi in numero di 4 o 5, staccati dalla membrana, o piccoli da 6 a 7, aderenti alla membrana e collegati al nucleo da fili di linina, indistinti e incompleti. Quando la tinta è ben differenziata, il nucleolo appare costituito da un cumulo di granulazioni fit- tissime e minutissime, ma a contorni nettissimi e intensamente colorate, cosicchè spiccano bene sul fondo pallido del conte- nuto nucleare (/ig. 5). Nella doppia colorazione con bleu di me- tilene e safranina, il nucleolo (pirenina) si distingue dai gra- nuli di cromatina perchè conserva il colore fissato per il primo. Prolungamenti. A fresco le cellule gangliari appaiono piriformi-unipolari (fig. 6). Lo stesso nei preparati fissati. Con le doppie colora- zioni la sua sostanza si differenzia da quella del protoplasma, che poggia sopra di esso come sopra un calice, dettaglio que- sto già rivelato dall’Apàthy nelle cellule gangliari d’Hirudo. Il prolungamento nasce con larga base, si assottiglia formando un cono (fig. 6) e poi prosegue per un certo tratto calibrato e senza emettere ramificazioni visibili, fino a che le sue fibrille sembrano sfioccarsi nella massa fibrosa centrale del ganglio, verso la quale è rivolto. | Con la reazione Golgi le cellule gangliari si differenziano in: unipolari-piriformi (piccole), bipolari-fusiformi, multipolari- Si PARI «iran Rea lat ani n at IT I te ASD in : i , pt n ” «e LI n) Sta uses EV x get Fata IA LE vre % "" 4 VI. di LI | CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA CELLULA NERVOSA, Ecc. 65 irregolari. Nelle 1° il prolungamento o prosegue senza divi- dersi o emette dei rami (fig. 7); nelle 2° un prolungamento nasce grosso e si ramifica subito, l’altro sottile e senza colla- terali visibili (ig. 8); nelle ultime un prolungamento nasce sottile e senza dare collaterali, gli altri nascono grossi e dal ‘polo opposto e dalla faccia della cellula rivolta verso-la massa fibrosa (fig. 9). i «Quanto alle cellule cromatiche (che appaiono esse pure unipolari-piriformi) e ai nuclei apparentemente liberi, la rea- . zione Golgi non mi ha rivelato nulla (1). Non ho mai riscontrato con certezza nè le scissioni dirette del nucleo descritte da Nansen (v. n. 35), nè i centrosomi più o meno bene descritti dal Clure (v. n. 53) nell’Helix, dal Lewis (v. n.56)in un Anellide, dall’Apàthy (v. n. 45) nell’Hirudo ecc. Ho trovato invece coppie di due cellule gangliari riunite in una capsula comune, ma separate da un sottile tramezzo che sembra inviato dalla capsula. Di una di queste coppie con- servo tre sezioni successive: nella 1° il tramezzo è grosso e completo, e delle due cellule non si vede che il somatoplasma . con sferule cromatofile; nella 2° il tramezzo da una parte è sottile e in una cellula si vede il nucleo (membrana erta, nucleolo centrale, corona di granuli di cromatina); nella 3° il | tramezzo in parte manca, le due masse protoplasmatiche ic sono fuse, ma si vedono distinti i due nuclei. (1) Ricordo che il Lenhossek (v. n. 53) ha descritto nel lobo ottico dei Cefalopodi varie cellule unipolari ridotte. Bollettino della Società Romana per gli Studî Zoolugici ; 5 BRIOZOI, IDROIDI E FORAMINIFERI - di Cipro, Giaffa ed Alessandria d'Egitto Comunicazione preventiva. } TL ‘prof. G; Cecconi, accompagnato dal sig. Adolfo Falzoni, ha recentemente (1) compiuto un viaggio scientifico ad Ales- sandria d'Egitto, in Palestina e a Cipro. Del numeroso ma- teriale riportato da questa. spedizione, ebbi parecchie zoo- stere ed alghe marine (specialmente Coralline) qua e là rico- perte da briozoi ed idroidi. Mi riprometto di presentare alla Società una illustrazione di questi organismi, i quali però, da un primo esame che ho fatto, mi risultano poco numerosi. Il materiale che più ha attirato la mia attenzione, è una sabbia raccolta sulla spiaggia presso il porto di Famagosta nell’isola di Cipro. Questa sabbia, che ora presento, è costi- tuita in massima parte da foraminiferi. Le piccole conchi- gliette benissimo conservate, presentano stupende colorazioni, che destano la meraviglia dell’ osservatore; l'eleganza e varia- bilità delle forme completano il quadro. Anche di questi ani- maletti darò una speciale illustrazione, e spero poterlo fare fra breve. In un esame superficiale ho potuto notare che le specie sono numerose, con molte varietà e forme; vi predominano le. Peneroplis, le Rotaline, le Polistomelle; moltissime sono le Milio- lidi con i generi Spiroloculina, Quinqueloculina, Triloculina, Biloculina, Orbulina, ecc.; la Politrema miniaceum vi è fre- quentissima. Le specie sono tutte littorali; anche lo stato di conservazione degli esemplari, dimostra che questi forami- niferi vivevano a poca distanza dal luogo ove vennero depo- sitati e raccolti. Roma, 22 marzo 1399. Antonio NEVIANI.. (1) Inverno 1898-99. ANOMALIA di colorito in un’ ANAS BOSCHAS “ Linn. ,, Comunicazione del prof. GIOVANNI ANGELINI Il 5 dello scorso dicembre (1898) veniva trovato sul mer-. cato di Roma un individuo di Anas doschas Linn, strano per la sua coloritura. Eccone la descrizione: Fileo nero, di color verdone sui lati e sull’occipite: questo colore sî continua sempre più ristretto sulla nuca e sulla cervice, dove finisce a punta: piume del mantello e scapolari stretta- mente orlate di lionato: parte posteriore del dorso e groppone bruno nero: parte anteriore del sopraccoda a piume brune mar- ginate di lionato, la posteriore d’un verde bottiglia un po’ più esteso dal lato sinistro: due o tre penne del sopraccoda con apice tendente ad arricciarsi in alto: coda ed ali pressa poco come nelle femmine ordinarie: mento, gola e gozzo di color lio- nato uniforme: alla base del collo un collare bianco, come nel maschio: petto a fondo castagno-cioccolata chiaro, dal quale traspariscono le macchie brune, proprie della femmina, più evidenti verso l'addome, dove la tinta del fondo si fa sempre più chiara: addome grigio lionato pallido sottilmente striato di nerastro a zig-zag; come nel maschio: quivi inoltre, come pure . sui fianchi esuilatidel petto anteriore, le macchie brune longi- tudinali della femmina si sviluppano trasversalmente, produ- cendo una speciale rigatura trasversa: le più lunghe penne dei fianchi bruno-nere, centrate e marginate di lionato, come în tutte le femmine: fra le penne del sottocoda ve ne sono alcune macchiate di color cioccolata ed apicate di nero. Becco nero con | margini ed apice aranciati, unghia rostrale nera : piedi aran- ciati. | Come si vede, l’abito di questo uccello presenta una me- | scolanza del colorito del maschio e della femmina dell'Anas . boschas: il fatto che non vi si riscontrano caratteri propri di altre specie fa escludere che possa trattarsi di un caso di ibri- | dismo. Però si tratta di una prima muta maschile imperfetta, Pare be IT ti Da 68 GIOVANNI ANGELINI o di un maschio che per regresso riprende l’abito giovanile, ovvero di una vecchia femmina cbe va rivestendo l’abito del maschio. (1) 7 Disgraziatamente la lacerazione prodotta nei visceri addo- minali dalla sventratura era tale, che non permise la verifica degli organi sessuali; tuttavia da prove indirette a me sembra di dover argomentare trattarsi dell'ultimo caso. Infatti la somma dei caratteri predominanti è quella dell’abito femminile, e piut- tosto della vecchia femmina, anzichè dell'individuo giovane, come appare dalla stretta e viva orlatura lionata marginante le piume delle parti superiori. Inoltre i colori del maschio sembrano come velare superficialmente le tinte dell’abito fem- minile, e certe macchie proprie del maschio tendere a pro- dursi quasi forzatamente da una deformazione di quelle esistenti nella femmina, come si vede benissimo .sui lati del petto. Anche le dimensioni sono quelle di una femmina, ed anzi alquanto più piccola delle normali, mentre si sa che negli ana- tidi il maschio ha dimensioni maggiori della femmina. Credo quindi che si tratti di una femmina molto vecchia (rimpicciolita per decrepitezza ?) la quale fosse dietro a rive-' stire l’abito del maschio. | Questo fenomeno, noto da tempo, fu spiegato dal Darwin ammettendo che in ciascun sesso ésistano allo stato latente i caratteri dell’altro sesso atti a svilupparsi in certe speciali condizioni. « È noto, egli dice, che un grande numero di fem- mine d’uccelli, come le galline, diversi fagiani, le femmine delle pernici, dei pavoni, le anitre, ecc., riprendono in parte i caratteri secondari maschili dopo l’ablazione degli ovari, o col divenir vecchie. Un’anitra femmina dell’età di 10 anni fu osservata vestire la livrea perfetta d’estate e d’inverno del maschio » (2). Ciò sembra verificarsi più spesso nelle specie do- (1) Di un possibile caso di ermafroditismo mostruoso non è forse neanche il caso di far menzione: prima di tutto ne manca ogni prova; in secondo luogo sembra questo un fenomeno molto raro negli uccelli, e poi non si sa nemmeno quale influenza potrebbe avere sul colore del- l’abito. i (2) Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico; tra- duzione it., pag. 419. | ANOMALIA DI COLORITO IN UN’ € ANAS BOSCHAS ) LINN. > ‘@ nisi A . . ol . . ‘mestiche, forse perchè vivono in condizioni meno normali; ed une femmina di fagiano dorato in parziale abito maschile ebbe . (A | occasione di presentare a questa Società tre anni addietro ld | | l’egregio consocio marchese Patrizi. In animali viventi allo | Ro: | stato di libertà naturale il fenomeno pare più raro, o per lo e | meno è più difficile constatarlo; val quindi la pena di tenerne io E | conto. Tr) bf - ” , da - ar : n r Taza e n “ A 4 SET - x > RE, : = <* c L, fed Pa n per ds Ù a «SER "i I e “ : bi E. des - Pn : x dine > s. us 5 4 a » posò A SR Le . n a . . “ A : A ne 4 . . sò da . Ù o a n A dal, o, E 2% eg È RI MA ar i Dt C sei : niet ar r1 pr algn - Ù ARTO s8 FT. È VENETO DÒ ni se CATTURA DI UN ‘TRINGA CANUTUS ,, (Piovanello maggiore) NELL’ AGRO ROMANO Comunicazione fatta alla Società dal Conte GUIDO FALCONIERI DI CARPEGNA Il Marchese Merighi, negli ultimi dello scorso mese di Maggio recatosi a caccia alle quaglie ebbe la ventura di uc- cidere questo Piovanello maggiore (Tringa canutus) nelle vi- cinanze di Nettuno sulla riva del mare in quei terreni acqui- trinosi. Giuntami la notizia di questa cattura, certamente. tutt'altro che ordinaria, pregai il gentile amico perchè con- . sentisse, che io potessi mostrarvelo; ed ei di buon grado annuì al mio desiderio. | Il Piovanello maggiore è raro; non conosco se non un altro individuo, còlto pure nell’Agro Romano, precisamente ad Ostia, e che ora si conserva nella collezione privata dal principe Aldobrandini. Forse ogni anno qualcuno dee capitare sulle nostre spiagge, ma siccome queste apparizioni acciden- tali avvengono a stagione inoltrata (ultimi di Maggio, o primi di Giugno) difficilmente si avvertono. Nidifica quest’uccello nelle regioni artiche del vecchio e nuovo mondo: e va a sver- nare fin nell’Africa equatoriale, come nell’ India, e perfino in Australia. Secondo il Catalogo degli uccelli del Museo Brittannico appartiene alla famiglia dei Charadridi sottofamiglia degli Scolapicini, per avere le dita anteriori quasi interamente li- bere. Il nome generico di Tringa, già tipico di un intero gruppo, ora è ristretto a due specte sole, la nostra ed un’altra, ad essa affine, che è propria dell’Asia orientale, e porta il nome di 7. crasstrostris. Ma forse i Generi Ancilocheiîlus, Pelidna, e Arquatella così vicini fra loro, potrebbero di nuovo riunirsi senza tema di crear confusioni. Il nostro esemplare, dalle parti inferiori già in gran parte fulvo-rufe, può dirsi quasi in perfetto abito estivo; ma sulla gola, sul petto e sul ventre conserva ancora non poche penne ACEA | caTTURA | DI UN « TRINGA CANUTUS » (PIOVANELLO MAGGIORE) 71 | bianche. a striscie scure semilunari e longitudinali, ricordo | dell'abito invernale. Rimarchevoli ed elegantemente colorate sono le penne attondate del mantello e del dorso quasi inte- — ramente nere, e solo strettamente marginate da fulvo-bian- Hiicio Il suo sopraccoda a fascie traverse bianche con talvolta 7 sfumature ceciate e nere distingue la specie nostra da quella i | asiatica, che ha il sopraccoda esclusivamente bianco. i Po | toria dunque per ora conto di questa cattura; nella | speranza di poter arricchire quandochessia la collezione re- | gionale del nostro Museo universitario anche di questa specie, | che ancora ci manca. ca CONGRES INTERNATIONAL DE ZOOLOGIE A CAMBRIDGE - AOÙT Le 3 O PRINCIPALES SUR LES VERTEBRES | DE LA NOUVELLE COLLECTION RÉGIONALE DU MUSÉE ZOOLOGIQUE DE LA R. UNIVERSITÉ DE ROME Par le Prof. ANTOINE CARRUCCIO, directeur du Musée (Voir les N. III, IV, V e VI du Vol. VII, 1898). III. Class. Reptilia. Sub class. I. et Ord. CHELONIA (4). Fam. 1° Chelonidae. Gen. 1. Thalassochelis Fitz. — 1. T. caretta Fitz. (Chelonia caretta Bp.). Fam. 2* Emidae. Gen. 2. Cistudo Gray — 2. C. europaea Gray. | Fam. 3° Chersidae. Gen. 3. Testudo — 3. T. graeca L. Sub class. II et Ord. SaAuzRIAa. Sub-ordo Crassilinguia. Fam. 1* Ascalabotidae. Gen. 1. Platydactylus Cuv. — 1. P. mauritanicus L. > 2. Hemidactylus Cuv. — 2. H. verruculatus Cuv. | Sub-ordo Brevilinquia. Fam. 2* Scincoidae. Gen. 3. Seps Laur. — 3. S. chalcides. L. var. Iiea no et var. concolor. » 4. Anguis L. — 4. A. Hai L. (1) Voyez: Rettili e Anfibi della provincia di Roma, del prof. ANTONIO CarRrUccIoO. Parte 1°, pubblicata nello Spallanzani, Giornale per le scienze biologiche, vol. XXIX, fasc. VIII, IX e X, 1891. Tip. del Commercio, Roma. (In questa 1° parte si contengono i Cheloni ed i Sauri). INDICATIONS PRINCIPALES SUR LES VERTIBRÉS 73 SÈ Sub-ordo Fissilinguia. . Fam. 8° Lacertidae. Gen. 5. Lacerta Daud. — 5. L. viridis Daud. — L. viridis Daud. var. concolor. — L, viridis Daud. var. bili- neata — L. viridis Daud. var. versicolor. — L. viridis Daud. var. maculata. >» 6. L. muralis Latr. — L. muralis Latr. var. tiliquerta | — L. muralis Latr. var. nigriventris — L. mu- ralis Latr. var. multifasciata. (Cette belle variété 4 a été trouvée tout près de Ponte Salario, Roma | — (Voyez: Bollet. della Soc. Itom. per gli studi zool., Vol. I., pag. 157, 1892). Sub class. III et Ord. OpHIDIA (1). | Fam. 1° Colubridae. Gen. 1. Tropidonotus Kuhbl— 1. T. natrix L. — 2. T. tes- sellatus Laur. > 2. Elaphis — 8. E. quaterradiatus Gml. «_ » 3. Zamenis Wagl. — 4. Z. gemonensis Laur. <« 4. Callopeltis — 5. C. longissimus Laur. f >» 5. Coronella Laur. — 6. C. girondica Daud. — 7. C. au- striaca Laur. Fam. 2° Viperidae. Gen. 2. Vipera Laur. — 8. V. berus L., sub-spec. V. aspis. | L., avec toutes les plus importantes variétés qui CSSLFERTA TALI VPIe se rencontrent dans la province romaine (2). (1) Il faut consulter la mém. du prof.: CARRUCCIO: Sui serpenti non velenosi della provincia di Roma — Fam. Colubridae e Coronellidae. — Giorn. scient. Lo Spallanzani, Ann. XXX, fasc. I, II, III e IV, 1892. (2) Voyez la comunication faite à la Société Romaine pour les études zoologiques: « Sulla Vipera berus, sub.-spec. V. aspis, raccoltein un de- cennio nella provincia di Roma dal prof. A. CARRUCCIO e da lui studiate » (Bollett. de la susdite Société, vol. III, 1894, pag. 77-92). Le doct. G. Alb. Boulenger dans son Catalogue of the Snakes in the British Museum, vol. III, 1896, pag. 476-84, a voulu encore distinguer _ les deux formes spécifiques, V. derus et V. aspis. Le grand nombre . d’exemplaires observés m’autorise à croire qu’on a à faire avec des sim- | ples variétés, ou — au surplus — avec des sous-espèces. Lsnit 74 ANTOINE CARRUCCIO IV. Class. Amphibia. Ordo I. URODELA. Sub-ordo Salamandrina. Fam. 1° Salamandridae. Gen. li. Salamandra — 1. S. maculosa Laur. — Elle est plutòt rare. » 2. Triton — 2. T. cristatus Laur. — 3. T. punctatus Laur. — On les trouve en plusieurs endroits de la province, et il faut étudier encore les variétés, et s’assurer sur le nombre des espèces distinctes, pour le moment très limite. Ordo II. AnuRA. Sub-ordo 0xydactyla. Fam. 1° Ranidae. ; Gen. 1. Rana L. — 1. R. agilis Thomas — 2. R. graeca Blgr. — 3. R. esculenta L. | Fam. 2° Bufonidae. Gen. 2. Bufo Laur. — 4. B. vulgaris Laur. — 5. B. vidi Laur. Sub-ordo Discodactyla. Fam. 3° Hylidae. Gen. 3. Hyla Laur. — 6. H. viridis Cuv. Fam. 4° Discoglossidae. Gen. 4. Bombinator Merr. — 7. B. pachypus Bp. Je les ai trouvés très nombreux près d’Arsoli et Roviano. INDICATIONS PRINCIPALES SUR LES VERTEÉBRES 759 V. Class. Pisces. È 1 Sub class. I. CycLosrom. 4 Fam. 1* Cyclostomidae. «Gen. 1. Petromyzon Art. — 1. P. marinus L. — 2. P. flu- | viatilis L. — 3. P. Planeri BI. 2. Sub class. CHONDROPTERYGII. ‘ # Sa Ordo I° PLAGIOSTOMI. "E Sub-ordo Selachoîdei. | Fam. l* Notidanidae. | Gen. 1. Hexanchus Raf. (Notidanus Cuv.). — 1. H. gri. seus Raf (1). Fam. 2* Spinacidae. Gen. 2. Centrina Cuv. — 2. C. Salviani Risso. È » 8. Acanthias Risso — 3. A. vulgaris Riss. (2). È Fam. s* Lamnidae. 2 Get. 4. Alopecias M. Hle. — 4. A. vulpes Bp. (3). | (1) Dans le Catalogue des poissons romains rédigé par le prof. DECIO «| VincicuERRA (Guida del Museo di Zoologia della R. Univ. di Roma — Fauna | locale — Specie animali della provincia di Roma esistenti nella nuova 3 Collezione) catalogue qui a été publié par le prof. CARRUCCIO dans son journal scientifigue Lo Spallanzani, Ann. XVIII, N.os VII, VIII, XI et XII 1899, pag. 344, on trouve indiqué par M. Vinciguerra l’autre espèce — Notidanus cinereus Gm., laquelle n’est pas possédée par notre Musée. (2) Le prof. Vinaigubena cite aussi, dans cette famille, l’Acanthias d | Blainoillei, le Centrophorus granulosus, Spinax niger, Scumnus lichia et . Echinorhinus spinosus, parce qu’ils ont été indiqués par le prince C. L. 3 Bonaparte. - (3) On trouvera indiquées dans le Catalogue Vinciguerra les autres | espèces de la famille: Lamna cornubica, Oxyrrhina Spallanzani et Car- | charadon Rondeletii (?), dont fait mention le prince Bonaparte. 76 ANTOINE CARRUCCIO Fam. 4° Scylliidae. Gen. 5. Scyllium Cuv. — 5. S. canicula L. — 6. S. stel- lare L.* ; » 6, Pristiurus Bp. — 7. P. melanostomus Bp. Fam. 5% Galeidae. Gen. 7. Mustelus Cuv. — 8. M. vulgaris Mull. e Henle. (1). Fam 6* Carchariidae. Gen. 8. Sphyrna Raf. (Zygaena Cuv.). — 9. S. zigaena Raf. (Zygaena malleus Valenc.). Fam. 7° Squatinidae. | Gen. 9. Squatina Dum. — 10. S. laevis Cuv. — S. ocu- lata Bp.* Sub-ordo Batotdet. Fam. 8 Trygonidae. Gen. 10. Trygon (Adans.) Cuv. — 11. T. pastinaca dan = 11. T. bruco Bp.*# — 12. T. violacea Bp.” Fam. 9 Myliobatidae. Gen. 11. Myliobatis Dum. — 13. M. aquila L. » 12. Cephaloptera Dum. (Dicerobatis Blv.) — 14. C. Giorna Cuv. Fam. 10° Rajidae. Gen. 13. Raja L. — 15. R. clavata L. — i6. R. chagrinea Penn. — 17. R. asterias (Rond.) M. Hle. — 18. R. macrorhynchus Raf. — 19. R. marginata Lac. — 20. R. miraletus L. Fam. 11 Torpedinidae. Gen. 14. Torpedo Dum. — 21. T. marmorata Risso — 21 T. ocellata Raf. (T. narce Risso). Ordo II° HoLocEPHALI. Fam. 1* Chimaeridae. Gen. 1. Chimaero il — SC Emonstrosa (1) On trouve aussi le Mustelus laevis Risso. e; PE SILA INDICATIONS PRINCIPALES SUR LES VERTÉBRES ai 5. Sub. class, II. GANOIDEL. Ordo 1° CHONDROSTEI. Fam. 1° Acipenseridae. Gen. 1. Acipenser L. — IL A. sturio L. 4. Sub class. III. TeLEOSTEI, Ordo I° LoroBRANCHI. Fam. 1° Syngnathidae. Gen. 1. Siphonostoma Kp. — 1. S. typhle L. » 2. Syngnathus Art. — 2. S. acus L. — 3. S. tenui- rostris Rathke. — 4. S. Agassizii Mich. — 5. S. brevirostris (Hempr. et Ehbg.) [Canestr. — 6. SÒ. Sp. — Juv. » 3. Hippocampus Cuv. — 7. H. brevirostris Cuv. Ordo II° PuYSosroMr. _ Fam. 1* Murenidae. . Gen. 1. Anguilla Cuv. — 1. A. vulgaris Turt. » 2. Conger Cuv. — 2. C. vulgaris Cuv, » 3. Congromuraena (Kp.)Gthr. — 3. C. balearica Dela R. » 4. Myrus Kp. — 4. M. vulgaris Kp. Gen. 5. Ophichtys Thunb. — 5. O. serpens Lacép. » 6. Muraena Kp. — 6. M. helena L. Fam. 2° Clupeidae. ee a pre eno ce i mi ii dl editi î î Gen. 7. Clupea (Art.) Cuv. — 7. C. finta Cuv. — 8. C. pil- chardus Art. (C. sardina Cuv.) — 9. C. alosa Cuv. » 8. Engraulis C. V. — 10. E. encrasicholus Cuv. Fam. 3° Salmonidae. Gen. 9. Argentina Art. — ll. A. sphyraena L. » 10. Salmo Val. — 12. S. fario L. var. lacustris — 13. S. fario L. 78 i ANTOINE CARRUCCIO Fam. 4° Esocidae. Gen. 11. ‘Esox (Ly) Cu 14 HR daeiussi Fam. 5* Scomberosidae. Gen. 12. Belone — 15. C. acus Risso. » 13. Exocoetus Art. — 16. E. volitans L. Fam. 6* Scopelidae. Gen. 14. Saurus C. V. — 17. S. griseus Lowe. > 15. Chlorophthalmus Bp. — 13. C. Agassizii Bp. Fam. 7: Ciprinidae. Gen. 16. Barbus Cuv. — 19. B. plebeius Val. » 17. Leuciscus Rond. — 20. L. aula Bp. — 21. L. ery- thropththalmus L. — 22. L. cephalus L. > 18. Telestes Bp. — 23. T. muticellus Bp. | > 19. Tinca Rond. — 24. T. vulgaris Cuv. Gen. 20. Cyprinus L. — 25. C. gobio L. > 21. Squalius Bp. — 26. S. cavedanus. Fam. 8° Cobitidae. Gen. 22. Cobitis L. — 27. C. taenia L. Ordo III. ANACANTHINI. Fam. 1: Gadidae. Gen. I. \Gadus. [Acrt,) Gib. —A-G-minitustee 2 poutassou Dilben (Merlangus poutassou Risso). > 2. Merlucius (Cuv.) Gthr. — 3. M. vulgaris Flem. >» 3. Phycis Cuv. — 4. P. blenniodes BI. — 5. P. medi- terraneus de la Roch. i >» 4. Molva Nilss. — 6. M. elongata Nilss. » 5. Motella Cuv. — TY. M. tricirrata Nilss. Fam. 2° Ophidiidae. Gen. 6. Ophidium (Art.) Cuv. — 8. 0. barbatum L. » 7. Fierasfer Cuv. — 9. F. acus Briinn. , Fam. 3* Macruridae. Gen. 8. Hymenocephalus — 10. H. italicus Gig]. Fam. 4° Pleuronectidae. ai: Pa ad Errante at ea 4 Pd “ CER NOTE ERE I te ARTI i Eat OE felt , n : É INDICATIONS PRINCIPALES SUR LES VERTÉBRÉS 79 Gen. 9. Arnoglossus Bleek. — 11 A. Boscii Risso. — 12 A. conspersus Gthr. » 10. Eucitharus Gill. — 13. E. linguatula Gill. » li. Solea Gthr. — 14. S. vulgaris Quensel — 15. S. impar Benn. — 16. S. variegata Gthr. — 17. S. lutea Bp. Ordo IV. ACANTHOPTERYGII. — Fam. 1° Pomacentridae. È Gen. 1. Heliastes Gthr. — 1. M. chromis Gthr. Fam. 2* Labridae. «Gen. 2, Labrus Art. — 2. L. turdus BI. — 3. L. merula L. — 4. L. bimaculatus L. >» 3. Crenilabrus Cuv.— 5. C. pavo C. V. — 6. C. me- diterraneus L. >» 4. Coricus Cuv. — 7. OC. rostratus O. V. 5. Ctenolabrus C. V. — 8. C. iris. C. V. >» 6. Coris (Lacep.) Gthr. — 9. C. Giofredi Risso. 7. Julis (C. V.) Gthr. — 10. J. cena Flemm. Fam. 8° Percidae. Gen. 8. Polyprion Cuv. — 11. P. cernium Val. > 9. Serranus (Cuv.) Bp. — 12. S. scriba L. — 13. S. cabrilla L. 3 >» 10. Paracentropristis Klunz. — 14. P. hepatus Klunz. » ll. Callanthias Lowe — 15. C. peloritanus Gthr. «| _» 12. DicentrarchusGill. — 16. D.labrax Jord et Eigenm. | Fam. 4° Maenidae. Gen. 13. Smaris Cuv. — 17.S. Mauri Bp. — 18. S. chry- Bo selis C. V..— 19. S. vulgaris C..V. | Fam. 5° Mullidae. È Gen. 14. Mullus (L.) Cuv. — 20. M. barbatus L. — 21. M. surmuletus L. 3 Fam. 6* Sparidae. fi Gen. 16. Dentex Cuv. — 22. D. vulgaris C. V. i > 16. Cantharus Cuv. — 23. C. lineatus L. 80 ANTOINE CARRUCCIO Gen. 17. Pagrus Cuv. — 24. P. vulgaris C. V. » 13. Chrysophrys Cuv. — 25. C. aurata Cuv. -». 19. Pagellus CO. V.— 26. P. erythrinus Cuv. — 27. P. bogaraveo Briinn — 28. P. centrodontus C. V..— 29. P. acarne C. V. — 30. P. mormyrus Cuv. >. 20. Sarous C..V. — 31. S. Rondaletii ‘0. Vi S02000 annularis Geoffr. — 833. S. Salviani 0. V. >» 21. Charax Risso — 834. C. puntazzo L. » 22. Box Cuv. — 35. B. boops Bp. — 36. B. salpa L. Fam. 7* Triglidae. Gen. 23. Sebastes Cuv. — 37. S. dactylopterus De la R. >» 24. Scorpaena L. — 88. S. scropha Lin. — 39. 5. ustulata Lowe — 40. S. porcus Lin. I >» 25. Trigla Art. — 41. T. lineata L. — 42. T. corax. Bp. — 43. T. milvus Lae. — 44. T. lyra L. » 26. Lepidotrigla Gthr. — 45. L. aspera Gthr. » 27. Peristedion Lacep. — 46. P. cataphractum CO. V. > 28. Dactylopterus Lacep. — 47. D. volitans C. V. Fam. 8* Trachinidae. Gen: 209 Uranoscopus Li. —43-10. 3.15: L. er: » 30. Trachinus Arted. — 49. T. draco L. — 50. T.. araneus C. V. — 51. T. vipera C. sb Fam. 9* Sciaenidae. Gen. 31. Sciaena L. — 52. S. aquila Risso. >» 32. Umbrina Cuv. — 53. U. cirrhosa L. >» 33. Corvina Cuv. — 54. C. nigra C. V. Fam. 10* Sphyraenidae. Gen. 34. Sphyraena Art. — 55. S. vulgaris C. V. Fam. 11° Scombridae. Gen. 35. Scomber Art.— 56. S. scomber L.— 57. S.colias Gm. » 86. Sarda Cuv. — 58. S. mediterranea Jord. » 37. Naucrates Rafin — 59. N. ductor, CO. V. » 38. Zeus Art. — 60. Z. faber L. >» 39. Stromateus Art. — 61. S. fiatola L. "= d | Fam. 18° Trichiuridae. INDICATIONS PRINCIPALES SUR LES VERTEBRÉS 81 = | Fam. 12* Carangidae. Gen. 40: Trachurus Cuv. — 62. T. trachurus C. V. — 63. T. Linnaei Malm. — 64. T. mediterraneus Dtkn. > 41. Lichia Cuv. — 65. L. amia Cuv. >» 42. Capros Lacep. — 66. C. aper Lacep. Gen. 40. Lepidopus Goiian. — 67. L. argireus. J’ai, pour la première fois, recu de la mer de Civitavecchia, un gros exemplaire de cette espèce. È Fam. 13° Gobiidae. Gen. 43. Gobius Art. — 68. G. I, L. — 69. G. Jjozo L. — 70. G. cruentatus Gm. — 71. G. quadrimacu- latus C. V. — 72. G. Lesueuri Ris. — 73. G. fluviatilis Cuv. — 74. G. minutus C. V. — 75. G. albus Parn. >» 44. Callionymus L. — 76. C. maculatus Bp. — 77. C. phaeton Gthr. 3 À Fam. 14* Blenniidae. Gen. 45. Blennius Art. — 78. B. gattorugine L. — 79. B. ocellaris L. — 80. B. vulgaris Pall. | Fam, 15° Trachypteridae. Gen. 46. Trachypterus Gouan — 81. T. taenia Bloch. — 32. T. liopterus C. V. (1). 3 Fam. 16° Cepolidae. Gen. 47. Cepola (L.) Cuv. — 83. C. rubescers L. È Fam. 17° Atherinidae. È” Gen. 48. Atherina Art. — 84. A. Sourpsus L. — 85.A. la- custris Bp. | i Fam. 18: Mugilidae. SUR) a fi + È iz n Gen. 49. Mugil (Art.) L. — S6. M. cephalus Cuv. — 87. M. capito Cuv. — 88. M. auratus Risso — 89. M. chelo Cuv. pour les études zoologiques, 1896. Bollettino della Società Romana per gli Studi Zoologici 6 (1) Voir mes communications sur ces espèces à la Société Rom. 82 ANTOINE CARRUCCIO Fam. 19* Gasterosteidae. | È xi Gen. 50. Gasterosteus L. — 90. G. aculeatus L. gio Fam. 20* Centriscidae. 2 Gen. 51. Centriscus (L.) Cuv. — 91. C. scolopax L. Fam. 21* Pediculati. Gen. 52. Lophius Art. — 92. L. piscatorius L. — 93. L. par- vipennis Cuv. (L. budegassa Spinola). La richesse de cette partie de la Faune romaine résulte évidente par le résumé, aussi bref que possible, qui précède le catalogue de toutes les espèces vivantes, jusqu’ici constatées dans la province, et qui sont comprises dans les cinq classes de l’embrèchement des Vertébrés. Les indications d’un nombre si remarquable d’espèces, déjà étudiées et bien disposées, penvent offrir un intérét tout particulier è ceux qui désirent examiner - la nouvelle collection que je viens d’instituer dans le Musée Universitaire de Rome. J'ai dit franchement quelles étaient les. très-mauvaises conditions lorsque j’en ai pris la direction. Ma tàche a été rude et très-difficile: mais toutes les difficultés ne m’ont pas empéché de la réaliser avec des faits honnéts et consciencieux. Aux uutres le bonheur de la perfectionner avec. des nouvelles recherches, soit sur la distribution géographique des mémes espèces, ou d'autres, surtout acquatiques, qui pour- ront bien se trouver; soit sur quelqu’autre point de vue. Il sera toujours pour moi une grande satisfaction d’avoir pu annoncer dans cette célèbre Université, pendant le IV Con- grès International de Zoologie et de Physiologie, la formation ‘dans l’éternelle ville de Rome d’une intière Collection scien- tifique très-intéressante. Cambridge, 28 aoùt 1898. ISTITUTO ZOOLOGICO DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA Diretto d.l prof. A. CARRUCCIO Sovra due casi di anormale espulsione di ASCARIS LUMBRIGGIDES Lin pel Dott. GrULIO ALESSANDRINI Senza fermarmi a parlare dei non pochi casi di anormale fuoriuscita di Ascaridi dall’intestino umano, registrati nella estesa letteratura italiana e straniera, per semplice titolo di cronaca scientifica, voglio citare due casi occorsimi nello scorso anno. Nel primo caso si trattava di una giovane donna di 24 anni, domestica, di costituzione delicata e di temperamento nervoso, che da vario tempo avvertiva un senso fastidioso e doloroso di ascensione dallo stomaco alla gola, come se avesse un ragno che volesse uscire fuori, così ella si esprimeva, e che giunto în alto in corrispondenza dell’ugola la vellicasse tanto da provocarle la tosse e conati al vomito. Consultò vari sa- nitari, i quali, supponendo trattarsi di un fenomeno isterico, sì li- mitarono 4 somministrarle dei calmanti e a suggerirle una cura ricostituente. Incontratasi una mattina con me, mi narrò la cosa edio, non avendo riscontrato nulla di serio, confermai la cura dei col. leghie la consigliai di venirmi a trovare una seconda volta, possi- bilmente quando sentiva il fastidio alla gola. Infatti pochi giorni dopo la rividi e mi disse che da circa un’ora era tormentata da una tosse secca ed insistente, che molto la infastidiva. Esa- minata la gola, mi fu facile scorgere la porzione caudale di un Ascaride. Senza lasciare la paziente mi feci apprestare una | pinza da medicazione, l’unica che potei trovare sul momento, ._e,afferrato il verme più in basso che mi fu possibile, lo estrassi con facilità. Era un maschio di Ascaris lumbricoides Lin. che .. ho voluto conservare. Consigliai subito alla giovane una cura antielmintica, e pochi giorni dopo seppi che, insieme alla espul- | sione di più Ascaridi, era scomparso ogni fastidio. 84 GIULIO ALESSANDRINI Il secondo caso fu più grave per le conseguenze che avrebbe potuto avere. Si trattava del passaggio di un Ascaride nella. trachea di un bambino di quattro anni circa. Fui chiamato d'urgenza e mi trovai innanzi ad un bambino sano e robusto minacciato gravemente di asfissia. Nulla riscontrai che potesse farmi supporre una malattia acuta e grave della gola, sicchè mi convinsi che si trattasse della presenza di un corpo estra- neo nella trachea. Non potendo somministrare nulla per la bocca, sia per gli sforzi continui di vomito e di tosse che aveva, sia perchè lo stato era troppo grave, ordinai subito una solu-. zione di cloridrato di apomorfina per procurare un forte vomito, nella speranza che con esso si riuscisse a far espellere il corpo estraneo, e frattanto nell’attesa mi diedi con una penna a vel- licare l’ugola ed illaringe per provocarela tosse. Ma mentre mi. apparecchiavo a fare la iniezione, con un colpo di tosse abba- stanza energico espulse per metà fuori della bocca un’Ascaride femmina, che fui pronto ad afferrare ed estrarre completa mente. Qualche cordiale, un po’ di quiete quindi una' cura antielmintica seguita da una espulsione normale di una grande quantità di Ascaridi, ridonarono la vivacità al bambino e la tranquillità alla straziata famiglia. Roma, 15 Agosto 1899. SUNTO DEI PROCESSI VERBALI Tornata del giorno 22 marzo 1899. Presidente : Prof. A. CARRUCOIO. La seduta è aperta alle ore 4.30 pom. Soci presenti 12. Il Segretario legge il processo verbale dell'adunanza prece- dente, che viene approvato e presenta i nuovi cambi e i nuovi doni. 1. Il Prof. CarRuccio riferisce sulla Manis javantica donata da S. M. il Re al Museo Zoologico e sulla Manis gigantea avuta in cambio dal R.. Museo Preist. ed Etnologico. Illustra le due specie, ne passa in rivista i diversi particolari zoologici, pone in rilievo i caratteri differenziali fra i quali taluno non citato da autori precedenti, precisando la disposizione delle striature nelle piastre cornee. 2. Il Marchese G. LEPRI presenta alcune delle più impor- tanti specie di Imenotteri romani appartenenti alla collezione del compianto Socio Prof. MANZONE, ora acquistata dal Museo Zoo- logico. 3. Il Dott. CarLo TiraBoscHI comunica i risultati dei suoi | studi fatti sulla cellula nervosa di alcuni invertebrati e special- mente di insetti. | 4. Il Prof. NEVIANI presenta una sabbia a Foraminiferi rac- colta nell'isola di Cipro dal Sig. Adolfo Falzani. 5. Il Prof. ConporELLI presenta la collezione d’ Invertebrati raccolti dalla R. Nave Scilla in una recente Ca idrografica fatta nell'Adriatico e nello Jonio. 6. Il Prof. AnceLINI riferisce sulla naturalizzazione della Testudo nemoralis in Sardegna, e quindi presenta un esemplare di Anas boscas con colorazione ancmala, e ritiene che possa trat- tarsi di una $ molto vecchia che vada assumendo l’abito ma- schile. 7. Il Conte Guipo Fatconieri di Carpegna fa una prima il- lustrazione su taluni uccelli di Borneo donati da S. M. il Re al Museo universitario. Esaurito l’ordine del giorno, l'adunanza vien tolta alle ore 6 pom. a È i R Pn: dia ita ite fol Dit dea nti iielibei ita Bi; ti ai elia pi FORER Ra Y è tesi di fi Và Il Segretario Prof. M. CoxDOoRELLI. 86 SUNTO DEI PROCESSI VERBALI Tornata del giorno 14 giugno 1899. Presidente: Prof. A. CaRRUCCIO. La seduta è aperta alle ore 4.30 pom. Soci presenti 13. Il Segretario legge il processo verbale dell'adunanza prece- dente che viene approvato e presenta nuovi doni; quindi si passa allo svolgimento delle seguenti comunicazioni scientifiche: 1. Conte Guino pi CarpEGNA. Illustrazione di taluni uccelli di Borneo donati da S. M. il Re al Museo universitario di Roma, (2* Comunicazione). | 2. Prof. M. ConporeLLi. Parassiti rinvenuti in un Orthago- riscus mola Bf. | 8. March. Dott. G. LepRI. Contributo allo studio degli Ime- notteri romani. 4. Conte Guipo pi CARPEGNA. Sul 7ringa canutus L., cattu- rato in provincia di Roma. | Esaurito l’ordine del giorno, l'adunanza vien tolta alle ore 6 pom. i ; Il Segretario Prof. M. ConDORELLI. . Fase. III, IV, V, VI. Vol. VIII. Anno VIII - 1899 BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ ROMANA PER GLI STUDI ZOOLOGICI SOVRA UNA BALENOPTERA ROSTRATA PRESA RECENTEMENTE A PORTO SANTO STEFANO (PROV. DI GROSSETO) Comunicazione preventiva del prof. AnTONIO CARRUCCIO alla Società Romana per gli Studi Zoologici (Adunanza generale del 27 dicembre 1899) Stgnorti, Questa mia comunicazione dev'essere per necessità pre- ventiva, perciocchè solo da poche settimane data l’importante avvenimento della insperata cattura che potè farsi presso il porto di Santo Stefano in provincia confinante con quella di . Roma, qual’è appunto la Grossetana. Come già fu annunciato, trattasi di un esemplare di Balenottera in buonissime condi- zioni, del quale mi reputo fortunato di esser venuto in possesso per arricchirne il Museo Universitario. E tanto più possiamo an- dar lieti dell'acquisto, sia perchè la collezione generale dei Mammiferi, mancava tuttora di preparati zoologici ed anato- mici di Misticeti, eccetto un ottimo modello del Physeter macrocephalus, arenato a Porto San Giorgio nel 1874, ed il- lustrato dal Prof. L. De Sanctis; sia perchè questo ora avuto appartiene a una specie dell’indicato sott’ordine dei Cetacei, che non è comune nei nostri mari. Faremo quindi assai più volentieri lo studio, per quanto è possibile completo, dell’intiero scheletro, ed anche di parec- chi organi che poteronsi salvare; e della preparazione accu- Bollettino della Società Romana per gli Studi Zoologici 7 90. ANTONIO CARRUCCIO © VET rata della pelle, spero che voi stessi presto possiate farvi giu- dici. E se lo gradite vi dirò, a titolo d’informazione, che vennero prese le occorrenti disposizioni onde le voluminose ossa, caratteristiche nei Cetacei anche pel copioso grasso di cui sono quasi impregnate, possano bene macerare e poi prepararsi ; e la pelle intiera trovasi immersa in un grande e appropriato recipiente sotto l’azione di opportuna concia. Prima adunque che siano intieramente compiute l'armatura scheletrica, e la imbalsamazione e montatura della Balenottera nelle forme e dimensioni naturali, intendete benissimo come debba trascor- rere ancora qualche tempo ; il quale, per quanto da me di- pende, cercherò di abbreviare quanto più sarà possibile, fidando - nella diligenza del nostro tassidermista, che pur troppe deve da solo disimpegnare un lavoro abbastanza arduo. Ed appena verrà posto fine alle due importanti preparazioni, mi sarà cosa graditissima di farle a voi osservare pei primi. Intanto riprendendo oggi, dopo le consuete vacanze, le nostre adunanze ordinarie, parmi doveroso di darvi alcune pre- cise notizie sul modo come ebbe luogo la insolita cattura, e sui primi risultati dell'indagine diagnostica fatta tanto a San Teodoro, dove in Roma venne dapprima esposto il bellissimo Cetaceo, quanto nel Laboratorio tassidermico in cui fu traspor- tato, subito che potemmo ritirarlo dalla Ditta Beltramme. Tra- lascio affatto di tener parola delle difficoltà e fatiche superate, taluna dipendente dalle condizioni del nostro Istituto, che non può disporre nè di un cortile libero, nè di verun largo spazio aperto e ben ventilato, talun’altra da stolidaggine o da ma- levolenza cui ben si rispose col disprezzo. Come e da chi fu fatta la cattura. Premetto che da pochissimi anni a questa parte l’ atten- zione dei Zoologi italiani, e particolarmente dei Direttori dei Musei, è stata in modo speciale richiamata dal fatto di rips- tute ed insolite apparizioni di Misticeti nelle acque marine della nostra penisola, e particolarmente della Ba/aenoptera musculus. E come già dissi parecchie volte anche nelle mie. lati ceti MR ria U | SOVRA UNA BALENOPTERA ROSTRATA, ECC. 91 lezioni, così ripeto oggi a Voi, egregi consoci, che fece opera assai opportuna ed utile il Prof. Corrado Parona, Direttore del Museo Zoologico dell’ Università di Genova, riassumendo quel maggior numero di « Notizze storiche » che gli fu dato . raccogliere « Sopra î grandi Cetacei nei mari italiani, ed in particolare sulle quattro Balenottere catturate in Liguria nel- l'autunno 1896 » (1). Aggiungo che molto ragionevolmente il chiaro collega ed amico afferma che: « La comparsa quasi contemporanea (6 e 14 settembre, 18 e 21 ottobre 1896) di quattro colossali esem- plari di balenottera avveratasi in differenti punti del litorale ligustico, fra loro però poco lontani, è senza dubbio un fatto di grandissima importanza per il naturalista, e degno di essere registrato per la storia naturale del Mediterraneo ». Ma dopo questa quadruplice apparizione, ecco che di tratto in tratto ebbe a verificarsene qualche altra negli anni successivi, fino a quest’ultima dell’ottobre 1899, sulla quale siete in diritto di avere tutte le notizie che posso fornirvi. Alla mia volta le debbo in massima parte alla gentilezza dell’egregio Dottore Carlo Francioni, medico residente a Porto Santo Stefano, a cui mi ero direttamente rivolto con alcune precise domande. E le risposte che mi ha favorito con due cartoline ed una lettera, ve le ri- ferisco fedelmente in quelle parti che non è il caso di rias- sumere : 1. «I pescatori che catturarono il Cetaceo essendosi recati alla pesca a Gianutri, e solo ora essendo tornati, potei avere le notizie ch’Ella mi richiese; quindi perdonerà se queste le pervengono con ritardo. — Il 6 del p. p. mese di ottobre, nelle . ore pom. (14, 15) fu visto e quasi subito preso un Cetaceo nella cala del Calvello, ad un chilometro e mezzo da Santo Stefano. Il grosso animale trovavasi nelle reti di una tonnarella, tutto impigliato, e quasi in fin di vita. A questa piccola pesca di tonni (la gran pesca fu proibita per ragioni militari di marina) presero parte cinque pescatori, tutti imbarcati sul (1) La memoria del Prof. Parona oltre che in Milano, fu pubblicata anche nel Bollettino dei Musei di Zoologia e Anatomia comparata della R. Università di Genova. (Vedi il Vol. del 1896, N° 55, pag. 1-77). i” va, Parti) PLATA STINO ATC PERO LOI ES II bia SE i RI TSI FRANE PRI Mo pit: IRINA di dI Sinn al N alte VEE API LARA pot RIA OI VITI. 92 ANTONIO CARRUCCIO gozzo chiamato Ettore, de’ quali ecco i nomi e la età : Stefano Fanciulli d'anni 48; Salvatare Cacciotti d’anni 50; Tommaso Fanciulli d'anni 52, che ha per sopranome Gennarone ; Lo- renzo Tortora d’anni 61, per sopranome Maletiempo, e. il vecchio Vincenzo Cacciotti d'anni 84, ch'è il Nestore della nostra. marina, ancora in attività di servizio. 2. « Quest’ultimo pescatore mi ha raccontato che mai egli si sarebbe aspettato di trovare in una fonnarella un tal ani- male, da lui giammai visto, nè che mai aveva sentito fosse stato in paese nè visto nè preso. 3. «Ecco come avvenne la cattura del Cetaceo. I marinai di cui sopra si accingevano a salpare le reti della fonnarella, quando ad un tratto sentirono una resistenza insolita, e pen- - sarono subito che molti tonni fossero nella gola della rete. In questa speranza il capo-barca Tortora approssimò il gozzo dov'era l’ostacolo, e gettato un poco d’olio in mare, per veder meglio in fondo — a 2 o 3 metri — notò un grosso animale che, per quanto esso Tortora sia pratico non riconobbe. Fecero: allora tutti i 5 pescatori molti tentativi per passare dei lacci intorno al voluminoso corpo, e sbrogliarlo dalle reti; e vi riuscirono; tirandolo anche dentro al gozzò, che appena ne sopportava il volume ed il-peso. Adagio adagio lo portarono nel nostro porto, e lo misero a terra. E di quanti, anche fra 1 più vecchi e pratici pescatori, si recarono a vederlo, nessuno lo riconobbe, nessuno anzi a Porto Santo Stefano ne aveva. mai osservato un eguale. : 4. «Il Cetaceo, (e che tale fosse lo si seppe dopo), rimase; alla marina fino alla sera; e quando il sig. Beltramme da Roma teleoraficamente avvertiva che sarebbe giunto al più presto, i pescatori tolsero senz'altro i visceri, per tema della putre- fazione, gettandoli pur troppo in mare. (Nè fu possibile di ripescarli, come io, scrivendo al Dott. Francioni, avevo con- sigliato, subito che ne fui informato, che si tentasse di fare, qualora fosse poca la profondità). — Prima di gettarli avendo i pescatori aperto le intestina vi trovarono molti pesciolini, cioè lacerti, acciughe e piccole palamite. 5. « Inostri pescatori spiegano la presenza, e quindi la cat- tura di quella Balenottera nel nostro mare, dicendo che stanca SOVRA UNA BALENUPTERA ROSTRATA, ECC. 99 o malata dev’essersi spinta in esso volendo inseguire palamite o tonni; ma nella cala del Calvello impigliatasi nelle grosse reti della ftornarella, non potè più uscirne. Queste reti eran tese già da tre giorni, e non si potè sapere Tepio la Ba- lenottera vi possa essere entrata. 6. «I visceri tolti furono giudicati del peso di 80 chilogr.; ed alla stazione di Orbetello la Balenottera, s'intende già priva dei predetti visceri, fu trovata del peso di 880 chilogr. Totale 960 chilogr., cioè quasi 10 quintali. __Y. ». 1 (1) Qualche scrittore crede che questo sia uno dei Cetacei men ricco : di adipe, e del quale le carni vengono mangiate da taluni marinai. 102 ANTONIO CARRUCCIO totale oltre 600. Ciascuna lamina cornea, che finisce con nume- rosi filamenti quasi setoliformi, ha una massima altezza di 14 a 15 cent., ed una larghezza alla base di 4 cent. e 112. Le. | più lunghe stanno al centro, e vanno gradatamente scemando fino alle due estremità. Le lamine sono falciformi, colla base fissa in alto, e l’a- pice libero e filamentoso rivolto all’ingiù, verso la superficie linguale. Tutti i numerosissimi apici filamentosi delle singole lamine formano una curiosa e lunga spazzola lineare: ogni fila- mento libero od apicale ha una lunghezza di 3 a 4 cent., mentre 1 filamenti del lato posteriore ed interno di ciascuna di esse lamine sono lunghi da 8 a 10 cent., e sono talmente fitti da dare alla intiera ‘faccia interna quasi l'aspetto di un pezzo di pelle di cinghiale ben fornita di setole biancastre, come si vedono in qualche varietà. La faccia esterna od antero-laterale, per l’insieme delle lamine che presentano il lato corrispondente sfornito affatto di filamenti, e perchè equidistanti e parallele, la si può be- nissimo rassomigliare ad un grandissimo pettine (1). Dimensioni, — Sono d'accordo gli autori nell’affermare . che fra le diverse specie comprese nella Fam. Balaenidae, S. Fam. Balaenopteridae, è la Balaenoptera rostrata la più pic- | cola: infatti anche quando abbia raggiunto il suo perfetto svi- luppo non oltrepassa i 10 metri di lunghezza. L’esemplare che ho acquistato pel Museo Romano, misurato con attenzione, offre le seguenti dimensioni: sha Tout tot. del corpo, dall’apice del muso al centro marginale della pinna caudale, 4 metri e 75 cent. 2. Altezza della pinna dl presa lungo l’asse me- diano, cent. 39; larghezza da un'estremità all’altra (cioè dia- metro trasvers. massimo) 1 metro e 30 cent. 3. Altezza della pinna dorsale, ch'è falciforme, cent. 28; sua larghezza alla base, 20 cent. 4. Lunghezza di ciascuna pinna toracica, cent. 58; lar- ghezza mass. 18 cent. — La fascia bianca, che spicca in modo (1) La distanza d’una lamina dall’altra è di 2 a 3 mill. ‘S1p INDIONVSSHIV "5 ‘1900 ‘6681 ‘TA © II ‘OSES ‘IIIA “TOA ‘507007 ‘DIS “WOW "008 "290201 “0 (("/, IP ‘ZDpLI) 0UeJ9IS “S ONIOq è esoId quIgsoI v109douwoeteg *019ONIIV) *Y_ ‘JOIT 3 : - © Pa Ù È SOVRA UNA BALENOPTERA ROSTRATA, ECC. 103 caratteristico sul nero della pelle di esse natatoie, è larga ben 26 centimetri. 5. Lunghezza della testa, 1 metro. 6. Sporgenza della mascella inferiore sulla superiore; _1O centimetri. L'altra Balaenoptera rostrata conservata in uno dei musei italiani, della quale al momento in cui scrivo conosco le di- | mensioni, è quella di Firenze, ch’è lunga 3 metri e 50; e di questa diedi già ampia notizia. r La Balnenoptera rostrata descritta dallo Scammon offriva lalunghezza di 8 metri e 2 cent; le pinne pettorali erano lunghe 1 metro e 25, e larghe 35 cent.; la pinna caudale aveva la larghezza di 2 metri e 3 cent. ‘ Il De Kay (1)cidà una descrizione in gran parte esatta, cominciando da queste parole: « Body cylindrical, and gently tapering from the swimming paws to the head and tail; tow- ‘ards the tail the body becomes much compressed, and forms 1a ridge which runs a few inches on the tail. Head smaller than the body, long, narrow and pointed; the outline on the head separated from the dorsal outline by a slight depres- sion ».— The upper mandible, from the commencement of the baleen, is 42.0 long, and 4.0. Shorter than the lower, into which it is received; furnished with baleen of a whitish color, which has a hoary appearance on its fringed edges ecc. ». È Il De Kay continua col descrivere le lamine dei fanoni: ma credo che i particolari gia da me esposti siano più esatti o più completi; nè la figura (plate 30) annessa alla bell’opera parmi che sia una delle migliori tra quelle poche finora date dagli autori, 4 (Continua). (1) V. Natural History of New York, Part. I. Zoology; pag. 130. ISTITUTO ZOOLOGICO DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA Diretto dal Prof. A. CARRUCCIO Comunicazione fatta alla Società Romaza per gli Studi Zoologici dal Conte Guipo FALCONIERI di CARPEGNA CATALOGO e riferimento sulle specie di Uccelli dell’Isola di Borneo, mandati in dono da S. M. il Re al Museo Zoologico della R. Università di Roma. Nel redigere il catalogo degli uccelli, che il nostro egregio Presidente, Direttore dell’ Istituto Zoologico, Prof. Carruccio, mi diede ad esaminare, mi atterrò alla classificazione sistema- tica del Catalogo degli Uccelli del Museo britannico, che è — quella adoperata nel nostro Museo universitario. Ad ogni specie | porrò una brevissima diagnosi differenziale, aggiungendovi, ove occorra, qualche osservazione, che paia opportuna, e ri- chiamando in succinto, quanto ebbe a dire sulla specie stessa | il Conte Salvadori nel suo Catalogo sistematico degli Uccelli. di Borneo, pubblicato nel 1874 nel vol. V degli Annali det di Museo civico di Storia naturale di Genova. Dell’ordine I Accipitres, nessuna specie ci fu dato osservare. p : p Ordine II. — Passeriformes — Acromyodae — Turdiformes Coliomorphoe Fam. CorvID&. 1. Platysmurus aterrimus (Temm). Piumaggio nero: cresta frontale a penne attondate, larghe. ed erette; due 7. Rappresenta questa specie a Borneo il P. leucopterus (Temm) che vive a Sumatra, ed ha una striscia bianca sulle ali. Fam. OR1oLIDA. 2. Oriolus canthonotus Horsf. arm ole Ve PI ao È Capo verde-scuro coi centri delle penne largamente bruno- nerastri: cuopritrici grandi e medie coi margini e gli apici. Tie cl : - gia "ia 7, È ian é CINI SE bas k Pa D DI . “- 4 - - CATALOGO DELLE SPECIE DI UCCELLI DELL'ISOLA DI BORNEO 105 delle penne d’un bel fulvo-rossastro; groppone verde-giallastro; dal mezzo del petto in giù è bianco con larghe strie nerastre longitudinali. Statura piccola; una 9. Dalla livrea descritta di sopra, il sesso apparisce evidente: il Salvadori la mentova fra le specie più comuni. Fam. DicrURIDA. 3. Chaptia malayensis (Hay). Tutte le parti superiori nero-metalliche a squame; un Je una 9. Il Salvadori nota, che alla base del becco di questi uccelli non esiste un ciuffo di pennuzze rivolte in avanti, come vorrebbe il Blyth. Ma noi ce lo troviamo in ambedue gli esemplari, e ne teniamo nota. VIVOSIORE RIO PRESI VI Lg MP PIP: SURI O 4. Dissemuroides edoliiformis Blyth. Tutto nero, con qualche accenno di marginature bianco- cineree sull’addome; la coda ha le due timoniere esterne al- lungate ed incurvate; una 9. Il Salvadori non nota questa specie; e nel catalogo del Museo Britannico la si dice abitare Ceylan. Sicuri della provenienza e della determinazione della specie, non possiamo a meno, non tenerne conto specials. b. Dissemurus platurus Vieill. Questo genere non comprende, che un’unica specie tipica (D. paradiseus. Cab.); le sue timoniere esterne lunghissime, che finiscono a racchetta rialzata ad elica, caratterizzano il Genere stesso. La sottospecie di Borneo, fu detta platurus, e si distingue dalle altre per le diverse proporzioni del ciuffo frontale; un J{' e due 9. Annovera il Salvadori fra gli Uccelli di Borneo il D. brachy- phorus (Temm). E forse un sinonimo. La specie è comune. Fam. PRIONOPIDEA. 6. Platylophus coronatus (Raff.). Ha una lunga cresta occipitale nera. Il piumaggio è in- | teramente fulvo-castagno-bruno, con due larghe tacche bianche, Bollettino della Società Romana per gli Studi Zoolugici 8 106 - GUIDO FALCONIERI DI CARPEGNA bordate inferiormente di nero, ai lati inferiori della cervice, un gd adi; ’un.gjuv, e*una 9: Pone il Salvadori questa specie fra i Corvidi, non ostante il becco con un distinto intacco sulla mandibola superiore. Abita le alture. Cichlomorphoe. Fam. CAMPOPHAGIDOE. ©. Lalage terat Hume. Capo e dorso nero-verdone-lucenti; groppone e sopraccoda cenerino-chiari nel g'; capo e dorso grigio-lavagna-bruni; grop- pone e sopraccoda grigio-chiari a fascie trasverse più scure nella 9; le parti inferiori bianco-candide nel g; bianche a linee ondulate grigio-scure nella 9. Statura di una piccola averla; due J° e una 9. ; Opina il Salvadori, che gli individui di questa specie che si tro- vano a Borneo, essendo più piccoli di quelli di Giava e delle Filippine, dovrebbero considerarsi come appartenenti a specie distinta. Fam. Muscicarima 8. Hypothymis ceylonensis Stold. Fra le diverse specie d’Hypothymis, mentovate e distinte nel catalogo degli uccelli del Museo britannico: a) H. azurea segnata dal Salvadori fra gli uccelli di Borneo, non corrisponde al nostro esemplare J, perchè manca del collare nero; 6) non vi corrisponde nemmeno l’H. occipitalis, per l’istessa ragione. Resta dunque, che essa sia 1’ H. ceylonensis. Eccone i carat- teri: « Senza collare nero; la macchia nera della nuca è poco « allargata; una piccolissima linea di penne nere trovasi alla « base del becco, sul principio del mento >»; un gd. Può quindi attribuirsi a Borneo, questa specie che vive a Ceylan. 9. Terpsiphone affinis Blyth. Con timoniere medie bianche, lunghissime, e a steli neri; gola nero-verdone lucente, come il capo; le altre parti ‘infe- CATALOGO SULLE SPECIE DI UCCELLI DELL'ISOLA DI BORNEO 107 | riori bianche con leggiera sfumatura di grigio ; cresta occipi- . tale corta, che non oltrepassa la nuca; un g. È uccello piuttosto raro. 10. Philentoma pyrrhopterum Blyth. Ala e coda di color castagno; capo, collo, mantello, gola € torace di color blù; iride rossa; un gf juv. Il Salvadori lo nota fra gli uccelli di Sarawak, da cui proviene la nostra collezione. Fam. TimeLLitoa. Subfam: BRrACHYPODINGE. 11. Chloropsis zosterops. Vig. È . A ventre verde; fronte verde; macchia omerale verde; . gola interamente nera nel J'; gola gialla; ciglia gialle; pic- . «cola stria blù sui baffi nella 9; un g\, e 9. a Il Salvadori chiama questa specie Phylornis Sonneroatii. (Tard et : Selby) e la dice piuttosto abbondante nei dintorni di Sarawak. Pone poi il Genere, fra i Melifagidi, mentre lo Sharpe nel Catalogo del Museo britannico, vol. VI, la pone fra i Bra- chypodini. 12. Chloropsis icterocephala Less. i gd. A ventre verde; fronte giallo-vivace ; macchia omerale « blù-cobalto; remiganti esternamente blù; coda bluastra ; nuca | e cervice verdi a riflessi giallo-dorati -- la £ è tutta verde con isfumature giallo-dorate sulla nuca e la cervice; un ge biuna 9. Il Salvadori le dà il nome di Phylornis tieterocephala Less. Lo 9 Sharpe dà il nome di Ch. viridinucha ad una specie assai vi- cina, che dice esclusiva di Borneo; mentre l'icterocephala sa- rebbe meglio da attribuire a Malacca e Sumatra : ma i ri/lesst giallo dorati marcatissimi nei nostri esemplari, e che dovreb- bero mancare nella viridinucha non ci fa dubitare dell’esat- tezza della determinazione; tanto più, che il Salvadori, tro- vando alcune differenze tra gli individui di Malacca, e quelli di Borneo, non le ritenne tali da poter costituire una specie distinta: e forse la viridinucha non è da ammettere. Mi. PT Ns 108 GUIDO FALCONIERI DI CARPEGNA 13. Chloropsis cyanopogon Temm. dg. Tutto il piumaggio è verde; la gola nera; una bella e marcata stria azzurra sui baffi; senza alcuna macchia 0- merale; un g. 0 ‘Anche a questa spacie il Salvadori attribuisce il nome di Phyl- lornis cyanopogon Temm., ed abita Malacca e Borneo. VÀ 14. Pinarocichla ruptilosa Sharpe. Da ambo i lati del dorso sporge un ciuffo di penne bruno- nere ad apici bianchi; penne del capo lanceolate formanti una corta cresta; coda arrotondata rufo-scura con piccoli apici bianchi sulle timoniere esterne; un g' e una 9. Col nome di Microtarsus melanoleucus Eyt. il Salvadori parla di un individuo giovane, di Sarawak. Il Blyth, lo chiamò Brachypodius tristis. 15. Criniger Diardii Temm. Gola bianca un po’ sfumata di grigio inferiormente; petto, addome e sottocoda giallo-vivaci; timoniere ad apici gialli; due 9. Questa specie è propria esclusivamente di Borneo. 2 16. Criniger gutturalis Mull. Gola bianca tendente al cenerino; sottocoda ceciato-ful- viccio; una 9. Anche questa specie è mentovata dal Salvadori nel suo Catalogo. 17. Trichophoropsis typus Bp. Gola bianca; parti superiori brune; le timoniere laterali con larga macchia bianca sul vessillo interno. La $ ha statura più piccola; due J* e una $. Il Salvadori, riportando esattamente i caratteri della specie, mi fa persuaso, che non presi abbaglio. Il T. typus è. unico nel suo Genere nel Catalogo del Museo britannico; ecco i carat- teri generici, che trovo opportuno riprodurre: « Narici nude, Po SVUOTA x + 1008 e elit MA de di CATALOGO SULLE SPECIE DI UCCELLI DELL'ISOLA DI BORNEO 109 « arrotondate, e molto scoperte ; setole fortemente sviluppate, « e giungenti al margine anteriore della narice : becco nel suo « culmine assai lungo; tarso d’un sol pezzo, e più corto del « dito medio coll'unghia ». E per quest'ultimo carattere di- stinguesi dal genere Criniger, a cui molto è vicino. 18. Pycnonotus analis Horsf. Gola e collo bianchi; cuopritrici delle orecchie di color bruno-chiaro; una fascia sopracigliare bianca; un g° juv. Dice il Doria che esso canta con voce sonora, e vola sempre a coppie. Il colorito delle orecchie lo distingue dal P. gojaver Gray, che vive alle Filippine, e ha le orecchie nerastre. 19. Pycnonotus plumosus Blyth. Gola bianchiccio-scura; cuopritrici delle orecchie striate di bianco; petto bruno-chiaro senza strie ; sottocoda bruno-chiaro a sfumature giallastre; un J e una ®. È specie comune, che va a branchi. Il Salvadori dà le piccole differenze, che osservansi fra il Y° e la 9, ed esse corrispon- dono perfettamente. 20. Pycnonotus sympleso Loss. Gola fulvastra, più chiara del petto; cuopritrici delle orecchie senza strie bianche; petto bruno-chiaro senza strie ; sottocoda biancastro tinto di giallastro; coda bruno scura ; un e una 9. Ciò che prevedeva il Salvadori, cioè che il suo P. pusillus avrebbe dovuto riferirsi al P. simplex di Lesson; è stato poi confer- mato dallo Sharpe. E i caratteri della nostra specie corri- spondono al P. pusillus del Salvadori. 21. Irena cyanea Begbie. E. AR inferiormente nere; il sottocoda giunge alla cima della coda. Il 3° ha le parti inferiori nero-vellutate, e le parti su- i periori blù-cobalto. La % ha il piumaggio tanto superiore che inferiore verdognolo a squamme; e le ali nero-brune; due g* e una %. Quest’ uccello bellissimo è abbastanza comune. Ritengo che l’I. crinigera (nome col quale lo Sharpe volle distinguere la A 110 GUIDO FALCONIERI DI CARPEGNA specie abitante Borneo) debba considerarsi come un sinonimo e niente più. Abita questa specie anche Malacca e Sumatra. Fam. TimeLiinpa — TIMELLIINAE THAMNOBIG, 22. Trichixos pyrrhopygus Less. Ala più lunga della coda; setole robuste, che giungono alle narici; la penna spuria lunga e attondata in cima; culmine del becco assai lungo; groppone e i due terzi basilari delle timoniere d’un bel rufo-arancio vivace, il terzo apicale di esse di-color nero; un Tanto gli individui che si trovano a Malacca che quelli di Borneo sono identici. 23. Copsychus musicus Sharpe. Timoniere esterne bianche; ventre bianco; penne subalari nere con apici e margini bianchi; un ge una 9. È sottospecie del C. saularis propria dell’ India e della Cina. Il Salvadori non ne parla, poichè non può confondersi col C. min- danensis, che ha tutte le timoniere nere; nè col C. amenus, che ha il ventre nero. I sessi non differenziano fra loro. Fu còlto anche a Giava. 24. Cittocincla suavis Sharpe. Timoniere esterne bianco-candide; pileo nero-porporino, come il dorso, la gola e il petto; sopraccoda bianco, ventre ca- stagno-arancio ; un g. E specis esclusiva di Borneo, dove rappresenta la C. tricolor o macrura, che trovasi nell’ India, a Malacca, a Sumatra e a Giava. Salvadori la disse Kittocincla suavis. Fam. TimeLLIIDa — TIMELLIIN@ CISTICOLE. 25. Burnesia superciliaris Sharpe. Capo grigio; dorso olivastro-giallastro; timoniere senza CATALOGO SULLE SPECIE DI UCCELLI DELL'ISOLA DI BORNEO 111 pr 7 . fascia subterminale; piccola fascia sopracigliare bianca ; petto e addome bianchi; fianchi ceciato-giallognolo-bruni; un gd. 9 Il Salvadori la ritenne nuova specie, dandole il nome di Prinia 3 superciliaris. Differenziasi dalla Burnesia sonitans, per aver fi questa l'addome giallastro, ei fianchi ceciato-pultidi; per altro 75 è a lei vicinissima. E specie comune a Borneo e vola a tratti come il nostro deccamoschino (Cisticola cursitans). 26. Orthotomus cineraceus Blyth. Mento, fronte, gote e coscie rosso-cannella; gola e dorso | grigii, come i fianchiei lati del petto; il mezzo dell'addome è bianco; le ali esternamente verdastre; un ge una 9. Comune, secondo il Mottley, nel territorio di Banyermassing e (Salvadori). Fam. TimeLLupe — TimeLIA. 27. Stachyris nigricollis Stol. È Mento e gola neri; una bella macchia bianca sui baffi; | fronte nera a strie bianche; la gola ampiamente nera, circon- . data da penne, che hanno una fascia subterminale bianca; | parti superiori rosso-rugginose, inferiori grigie; un g. È Il Salvadori la chiama Timalia nigricollis. 28. Stachyris maculata Temm. » ve: : ' Mento e gola neri; penne del petto nere a margini bian- | chi; anche le penne della gola hanno strette marginature | gialle; iride gialla; la pelle dei lati della testa, della gola, e . del collo è d'un bel color ceruleo (Salvadori); due ge due 2. Col nome di Timalia maculata il Salvadori, dice pure che la 2 È è più piccola del , ciò che ho verificato. “9 29. Drymocataphus capistratoides Temm. Pileo nero; lunga fascia sopracigliare bianca, che va oltre . la nuca; redini e cuopritrici delle orecchie nere; petto lionato; | iride rossa; un J. i La descrizione del Bonaparte, riportata dal Salvadori, si attaglia i perfettamente al nostro esemplare. 112 GUIDO FALCONIERI DI CARPEGNA 30. Drymocataphus rubiginosus Sharpe. Capo bruno-olivastro con accenni di strie più chiare; mento e gola bianco-candidi; petto, fianchi e sottocoda rosso- ferruginoso-vivace; un d'. I caratteri qui sopra notati mi rendono sicuro della determina- ‘zione; sebbene lo Sharpe attribuisce questa specie alla Bir- mania, e il Salvadori non ne fa menzione (per quanto a me pare) nel suo Catalogo. 51. Malacopterum magnum Eyton. Parte anteriore del capo rufa colle penne apicate di nero; nuca nera; gola e torace bianchi a strie cinereo-scure. Sta- tura più grande; un g. Lo chiama il Salvadori M. majus Blyth. Vola a branchetti, e va visitando gli alberi bassi, ripetendo ad intervalli un forte . fischio d’appello (Doria). 32. Malacopterum cinereum Gray. Parte anteriore del capo rufa colle penne apicate di nero; nuca nera; gola e torace bianchi senza strie cineree; statura minore; un gJ. a Specie assai affine alla precedente. Seguendo io lo Sharpe, non lo posso chiamare col Salvadori M. magnum. 53. Malacopterum affine Gray. Senza color sulla sulla fronte; cuopritrici delle orec- chie brune; capo bruno-nerastro uniforme: petto con accenni di strie ed ombrature cinereo-scure; sopraccoda e base della coda rosso-ferruginose; statura piccola; un g° e una 9. Pone il Salvadori questa specie nel genere Sezaria. I sessi sono uguali. Da quel che mi sembra il genere Setaria (che non esiste nel Catalogo del Museo britannico) sarebbe costituito da specie parte collocate nella famiglia dei Muscicapidi, parte in quella dei Timelliidi. 54. Malacopterum albigulare (Blith) Gray. Distinguesi dal M. affine per avere le cuopritrici delle orecchie nere; una distinta stria sopraccigliare bianca, che > CATALOGO SULLE SPECIE DI UCCELLI DELL'ISOLA DI BORNEO 113 . sulle redini è costituita da penne erette e rigide; una fascia | attraverso il petto grigio-cenerino-scura ; la gola bianco-candida. Anche a questa specie dà il Salvadori il nome di Sefaria albi- gularis: slmile assai alla precedente, distinguesi principal- mente dalle redinî e dalla fascia sopracigliare. 35. Myxornis borneensis. Bp. Pileo e parti superiori rosso-ferruginose ; redini e baffi grigio- © seuri; gola bianco-candida a strie nere; le altre parti inferiori giallastre a strie nere; timoniere senza gli apici bianchi; iride giallo-chiara; un g° e una 9. Specie assai comune. Sempre in branchetti di otto o dieci indi- vidui, ripete continuamente ua grido di richiamo simile a quello del nostro sericciolo (Troglodytes europaeusì). dat a sblità 36. Mysxornis bicolor Blyth. Capo grigio-lavagna-scuro; dorso, sopraccoda e coda ca- | stagno-rosso ferruginosi; gola e petto grigio-lavagna-scure ; . addome e fianchi bruno-castagno-pallidi; un g* e una 2. Ritengo sia questo il Mal/acopterum ferruginosum del Salvadori, sebbene non tutti i caratteri mi parvero esattissimi. Portava Fo il nome di Cyanoderma bicolor. = ST. Macronus ptilosus. Tard et Selby. Capo rosso-ferruginoso piumaggio olivastro-giallastro-scuro; . le penne del dorso e del groppone allungate, a barbe larghe e con gli steli bianchi; gola blù-nera; tre y e una 9. . E uccello molto garrulo, sempre occupato ad arrampicarsi pei vecchi tronchi, come fanno i picchi. I sessi sono uguali. (Doria). Fam. LANuIDE. 38. Pytiriasis gymnocephala Temm. Capo in parte nudo; piumaggio nero e rosso; un Je “una A Specie importante e strana; esclusivamente propria dell’isola di Borneo. Osservo, che i margini rossi delle penne dei fianchi, 114 GUIDO FALCONIERI DI CARPEGNA sono molto più numerosi e marcati nel , che non nella 9. Di più nel Y le penne della larga tacca attondata grigio- scura, che trovansi sotto le orecchie, ed hanno apparenza anormale di barbe dure e quasi cornee, sono assai più fitte e stipate; mentre nella 9 sono rade e lascian meglio vedere la parte rossa basilare. ; Cinnyrimorphoe. Fam. NECTARINIDE. 39. Cynnyris Hasseltiù. Temm. Il g a gola cupreo-metallica; capo, dorso, e groppone verde-metallici; mantello nero-vellutato; petto e torace rosso-- sanguigni. La 9 è olivastra al di sopra; giallognolo-biancastra al di sotto, un g' e una 9. Secondo il Salvadori è specie abbastanza rara. 40. Arachnothera crassirostris Reich. 9 Il culmine del lungo becco è incurvato, arrotondato, non solcato; le penne del groppone sono lunghe e floscie e di color giallastro; le parti inferiori non hanno strie di sorta; mancano ai fianchi i ciuffi di penne giallo-arancie, caratteri- stica del J; una 9. Questa specie, oltrechè a Borneo, trovasi anche a Malacca e Su- matra. 41. Arachnothera chrysogenys Temm. Il culmine del becco è parimenti arrotondato; le penne del groppone sono normali; i baffi pennuti, e non nudi. I sessi uguali; un g' e una 9. Trovasi questa specie in tutte le isole della Sonda oltrechè a Malacca. 42. Antothreptes phenicotis Temm. Il 3g ha tutte le parti superiori verde-metalliche; gola e collo anteriore arancio-scuro; addome e sottocoda gialli. La % non ha colori metallici; gola e petto arancio-fulvi (IT È . verdognole; un J° e una $. MELIA © CATALOGO SULLE SPECIE DI UCCELLI DELL'ISOLA DI BORNEO 115 assal pallidi; parti superiori grigio-olivacee; inferiori giallo- Il Salvadori la reca col nome di Chalcoparia singalensis (Gm). Non è rara. 43. Antothreptes rhodolema... auct ign. E questo il nome, che era unito a due esemplari venuti da Savawak. La deserizione però di essa (poichè corrisponde | esattamente) la trovo esposta’ dal Salvadori, quando dubita anch’esso dell’esistenza di una specie distinta dall'A. malaccen- | ss, ma ad essa vicinissima. Eccola: « Mento cinereo senz’ombra di rufo; pileo, cervice e dorso . d’un bel colore verde; una stria laterale dal becco scende sul petto, internamente violacea, esternamente verde; le gote e le | cuopritrici delle orecchie olivastre, e tendenti al castagno. E | questo è il g. La £ ha il mento e la gola grigio-verde-gial- lastra; verde-giallastre le altre parti inferiori; tutte le parti | superiori grigio-olivastro-scure; il capo più grigio con mac- chie attondate scure nel centro delle penne ». Un g* e una 2. 44. Athopyga siparaja (Raff.) Cab. dg. Tutta la parte anteriore del capo blù-nero-violetto me- & tallico, come due striscie sui baffi dell’istesso colore; gola e parte anteriore del collo d’un bello scarlatto puro vivace; mantello | parimente rosso-scarlatto ; sopraccoda e coda blù-violetto più o « meno a riflessi; groppone giallo-arancio nascosto dalle penne brune e scarlatte del dorso; petto e addome grigio-scuri. Sta- tura molto piccola. L'E. eupogon Cab. è sinonimo; ma lE. mystacalis Temm è spe- cie distinta per avere poche penne rosse alla base del becco, che qui mancano; ed è specie esclusiva di Giava. Così nel Catalogo del Museo britannico, non è distinta questa specie dall’altra mentovata dal Salvadori col nome di 4. chalcopogon Rebb. sebbene creda anch’esso all’identità delle due specie. Muta questo elegantissimo uccellino i colori della livrea se- condo le età e le stagioni. Il nostro esemplare fu ucciso nel gennaio del 1898. — È specie comune (Doria). 116 ‘GUIDO FALCONIERI DI CARPEGNA Acromyodoe-Fringilliformes. Fam. Dicampa. 45. Diceum trigonostigma Scop. gd. Gola grigio-lavagna; dorso anteriore rosso-arancio; dorso posteriore grigio; petto e addome giallo-arancio-vivace; groppone e sottocoda gialli con sfumature arancie. E 9. Olivastra superiormente ; giallo-verdastro-pallido infe- riormente; sopraccoda giallo-verdastro; un g' e una 9. È la specie più comune nei dintorni di Sarawak. (Doria). Ha costumi somiglianti a quelli dei Fiorrancini (Regulus ignica- capillus). I Malesi gli dànno nome di uccello scintilla perchè quando un g vola per entro ai cespugli pare guizzo di fuoco (Salvadori). Abita anche Giava e Sumatra. 2 46. Prionochilus rcanthopygius Salvad. gd. Con una macchia scarlatta sul pileo; altra piccola mac- chia scarlatta sul torace, che, come le altre parti inferiori, è d’un bel giallo; il dorso è color blù-lavagna; il groppone è giallo. i 9. Parti superiori grigio-olivastre; senza macchia sul pi- leo; groppone parimente giallo (’ndividuo pare giovane); un J' e una 9. 4. Prtonochilus thoracicus Temm. d. Con una macchia scarlatta sul pileo; una larga mac- chia scarlatta sul mezzo del petto, che è di color nero; capo e gola neri; dorso giallo-olivastro-scuro; groppone giallo; un dg. Il Doria (v. Salvadori) dice questa specie piuttosto rara nei din- torni di Sarawak. 48. Prionochilus maculatus Tem. %. Una larga macchia arancio-pallidissima sul pileo; parti suporiori olivastre; parti inferiori gialle a strie longitudinali olivastre; una $. sarai i ai ir f H A ARR RCI TE REATO VD) #: alii lied ui CATALOGO SULLE SPECIE DI UCCELLI DELL'ISOLA DI BORNEO 117 Acromyodoe-Sturniformes. Fam. STURNIDE. 49. Mainatus javanensis Cuv. Detto anche Eulades javanensis Gray; o Gracula java- | nensis Blyth. i Uno spazio di pelle nuda e gialla dietro e sotto gli oc- chi; due larghi bargigli carnosi ai lati dell’occipite, congiunti ‘assieme con una striscia nuda e carnosa, dietro gli occhi; una - linea postoculare di pennuzze nere vellutate va sino si cuo- . pritrici delle orecchie. I sessi sono uguali; tre g° e una 9g. Abita le isole della Sonda, Malacca e il Tenasserim meridionale. È specie comune, chiassosa, e facilmente addomesticabile. 5 50. Calornis chalybea. Horsf et Moore. È. Con tutto il piumaggio verde-metallico a riflessi; iride ‘rosso-vivace; un ge un $. Abbondantissimo. Ricorda nei costumi e nel canto i nostri storni. Abita Borneo, Giava, Malacca e il Tenasserim. Fam. PLocema. E i 51. UroLoncHA fuscans Cass. «| Piumaggio intero cioccolata - nerastro, leggermente a | squamme; sottocoda nero; sopraccoda castagno-marrone-scuro, . come le rimanenti parti superiori; remiganti e timoniere nere; ung' e una 9. e Il Salvadori la dice comunissima a Sarawak. Specie esclusiva di Borneo. — Mesomyodce — Oligomyodoe. 3 Fam. PirtIDe. 52. Pitta granatina Temm. . Pileo e nuca scarlatti; una stretta striscia blù-vivace ai lati del colore scarlatto sulla cervice; fronte largamente nera; È Hiiome rosso-sanguigno. Sessi uniformi; due gJ* Il Doria non la crede stazionaria, ma solo di passaggio nei din- torni di Sarawak (Salvadori). ica ROME SALIRE SE LIRE E A IA 118 GUIDO FALCONIERI DI CARPEGNA 53. Pitta Miillerit Scl. Capo intero, e gola neri; remiganti bianche nella parte centrale, e ad apici e basi nere; cuopritrici e groppone blù- cobalto; centro dell'addome, e sottocoda scarlatti. Statura me- diocre; un g°. Specie piuttosto rara. Altra specie affine, che trovasi nelle Isole — Filippine, si distingue per la statura più piccola, e porta il nome di P. atricapilla Less. Fu trovata anche a Sumatra e a Banka. Fam. EuRILEMIDA. BA. Calyptomena viridis Raff. J. D'un bel verde-smeraldo lucente; una piccola macchia gialla innanzi agli occhi; tre fascie nero-vellutate sulle cuo- pritrici; altra macchia nero-vellutata dietro le orecchie. | 9. Tutta d’un color verde meno vivace; con soli accenni di fascie nere sulle ali; senza la macchia nera dietro le orec- chie; un ye una 9. Assai comune. Cibasi delle frutta dei Ficus ‘Doria). 55. Eurylemus javanicus Horst. 9. Parti inferiori vinate; la zona nerastra del petto larga e appena accennata; parti superiori nero-scure con macchie gialle longitudinali sul dorso, sulle scapolari, sulle cuopritrici e sugli apici delle penne del sopraccoda. Nel y la fascia nera pettorale è assai bene marcata ed è stretta; una 9. Il Doria asserisce esser l’iride di color bruno. 56. Euryloemus ochromelas Raff. J Parti superiori nere; una larga striscia sul centro del dorso, e macchie longitudinali sulle scapolari,-e sui vessilli esterni delle secondarie di color giallo; coda nera con macchie quadrate bianche sui vessilli interni; gola nera; petto bianco, leggermente vinato, con un collare nero; sottocoda giallo; una $. Assai comune e diffidentissimo. ala atte o i i È ili Reni. CATALOGO SULLE SPECIE DI UCCELLI DELL'ISOLA DI BORNEO 119 57. Cymborhyncus macrorhyncus Gm. Q. Parti superiori nere; groppone, sopraccoda, e tutte le | parti inferiori rosso-cremisine; gola e fascia pettorale nere; lunghe scapolari bianche; macchie bianche soltanto sui vessilli | interni delle timoniere che son nere (quest’ultimo carattere è - tale da distinguere questa specie dall’altra, chiamata C. affinis); una %. Abbastanza comune. Ordine III. Picariae. Sottordine Coraciae. Fam. CypseLIpae. -- Subfam. MAcROPTERYGINAE. $ 58. Macropteryx comata Temm. Dendrochelidon comata Salvad. Groppone e petto bronzati; cuopritrici delle orecchie di . color castagno; una bella linea bianca si parte dalla base del | becco, continua sopra gli occhi, e va con penne allungate fino | alla nuca. Altre penne lunghe e bianche dal ménto vanno sui baffi ai lati del collo; un g. ° È comune (Doria). Fam. MeRroPIDE. 59. Nyctiornis amicta (Temm). AMENO A a cia v i) î E. Penne lunghe sul petto di colore scarlatto; la parte an- . teriore del capo di color lilla; due g. Il Salvadori la dice specie abbondante nella parte superiore del fiume Sarawak. E uccello stupidissimo, che lasciasi agevol- 3 meute avvicinare (Doria) — Abita le isole di Borneo e Su- matra, Malacca, e il Tenasserim. È: Sottordine Bucerotes. pi Fam. BuceRroTIDE. 60. Anthracoceros malayanus Raff. Hydrocissa malayana Salvad. Timoniere esterne nere a larghi apici bianchi; petto e | ventre neri; larga fascia sopracigliare bianca (carattere dei ig); un di. È | Oltrechè a Borneo, come dice il Miller, fu anche trovata questa 55) specie nella penisola di Malacca e a Sumatra, 120 GUIDO FALCONIERI DI CARPEGNA i Sottordine Trogones. Fam. TrogonIDA. 61. Harpactes Diardi Temm. Capo sul dinnanzi più nero, cremisi quasi nero (in un esemplare) sul pileo e sulla nuca; cremisi più marcato e meno | nero (nel secondo esemplare); torace con penne tinte di roseo- chiaro, tra la gola nera, e il petto e l'addome, che sono rosso-scarlatto-vivaci; un collare roseo-scarlatto sulla cervice; | la metà apicale delle timoniere esterne screziata di bianco e di nero, e divisa diagonalmente dalla base nera; due g. BIICASRÌ ; e, Cr e Vive nella penisola di Malacca, a Sumatra e Borneo, Il Salva: =D gli diè il nome di Pyrotregon Diardi. 62. Harpactes Duvaucceeli Temm. 3 Statura piccola; capo nero; petto e parti inferiori scar- latto-cremisino; groppone parimente scarlatto; un collare sulla cervice; iride nera; tre J. Detto dal Salvadori Pyrotrogon Duvaucelti, è di passaggio sol-. tanto nel mese di Ottobre a Sarawak (Doria). Abita Borneo, Sumatra, Malacca e il Tenasserim meridionale. Sottordine Scansores. A Fam. Picina. at Vl: 63. Chrysophlegma Humii Hargitt. Mento e gola nero-bruni con istrie longitudinali bianche sui margini delle penne; petto e lati del collo fulvo-castagni; le altre parti inferiori olivastro-scure. I g° si distinguono | dalle 9 per avere i baffi nerastri regolarmente striati di biancoj | mentre le $ hanno mento e baffi fulvo-castagni. Uno dei tre g° presenta sui baffi qualche traccia di fulvo-castagno; deve es- sere giovane; tre g' e due 9. È specie vicinissima ad altra di Giava, che porta il nome di — Ch. mentale (Temm). Il Salvadori veramente chiamò questa specie Callolophus mentalis Salvad. — Abita Borneo, Sumatra, Malacca e il Tenasserim. la TAR TAZ EIA È DE > i A i] Mic Sci, __ My gg e x CATALOGO SULLE SPECIE DI UCCELLI DELL'ISOLA DI BORNEO 121 64. Gauropicoides Iafflesiù Vig. _ 9. Capo e cresta neri; redini, e base della fronte fulvo- arancio; mento e gola ceciato-chiari con debole tinta gialla- i stra. — Il g' invece dovrebbeavere il capo e la cresta rosso- — scarlatti; una 9. È Il Salvadori, sul referto del Doria, lo dice piuttosto raro. Vive G nelle isole della Sonda, a Malacca e nel Tenasserim. 65. Miglyptes grammithorax Gray. Dorso inferiore e groppone d'un color bianco-ceciato; petto e addome trasversalmente fasciati di bianco-ceciato e di nero, Statura piccola. Il 3° ha una stria rossa sui baffi, che | manca nella 9; un ge una 92. na x» 3 L’Hargitt distingue con questo nome questo picchio di Borneo 9 dal M. tristis di Malacca. Il Salvadori opinò trattarsi di una “ | specie sola. Certo le due specie sono vicinissime. 66. Micropternus badiosus. Temm. Colorito generale fulvo-castagno-rossastro; gli steli delle remiganti scuri; le penne del mento e della gola dell’istesso colore fulvo-castagno-rossastro delle altre parti inferiori, ma | con marginature bianchiccie; le penne intorno agli occhi sono ad apici rosso-cremisino nel gJ, colore che manca nella %; un ge una 2. + 3 N Comune a Banjermassing; ha costumi piuttosto notturni (Mottley); ì comune a Sarawak (Doria) È specie esclusiva di Borneo, vi- ; i cinissima però al M. drachyurus, che abita Giava, Sumatra i «e Malacca. Fam. CAPITONIDE. ® 67. Calorhamphus fuliginosus Temm. Tutte le parti superiori bruno-scure; gola, e il mezzo del petto rosso-mattone-vivace. Il y° ha il becco nero; la $ bianco- corneo, ed anche il rosso-mattone è più smorto; un g* e una g. Il Salvadori lo dice comunissimo, e specie esclusiva di Borneo. 68. Chotorea versicolor. Raffl. Pileo rosso-cremisino; parte anteriore dei baffi blù, come | Bollettino della Società Romana per gli Studi Zoologici. 9 4 ‘122 GUIDO FALCONIERI DI CARPEGNA | la gola, e una fascia sopracigliare; la parte posteriore dei baffi è giallo-dorata; le orecchie nere; parti superiori verde- erba; sotto gli occhi una macchietta rosso-cremisina; un g e una 9. È parimenti comune nel Barjermassing; ed abita pure Malacca e Sumatra. 69. Cyanops mystacophanes. Temm. d. Fronte gialla; pileo e gola scarlatta; collo anteriore blù; una macchia blù sotto .gli occhi, e una macchia gialla sulla parte anteriore dei baffi. o 4 è e. L’altro individuo, segnato come ® dal donatore di Borneo, presenta la livrea seguente: « penne della fronte presso | < al becco giallo-rossigne, le altre verdi con qualche riflesso « giallo-dorato, ed alcune verdi-azzurrognole; gola giallo-ver- « dastro-chiara con parecchie penne apicate di rosso; due pic- « cole macchie rosse ai lati del petto; e nella parte inferiore < della gola accenni di color blù sulle penne: una sottile « fascia sopracigliare blù, e non nera. Il resto del colorito è < verde-erba. La mandibola inferiore ha la base bianco-cornea, « e non nera, quale è nel y'> un J e una 9. Il Salvadori (che dà il nome di Chotorea mystocophanes a que- sta specie) descrive parecchie livree di giovani, ma nessuna corrisponde esattamente a questa. E comune a Sarawak. Abita Malacca, il Tenasserim e le isole della Sonda. (0. Mesobucco Duvacelii. Lesson. Le cuopritrici delle orecchie di color nero, sono la carat- teristica della specie. Un g juv, e 9. Il J* giovane ha colori meno vivaci della 9 adulta; la sua fronte non è perfettamente nera, ma tendente al bluastro; il nero della parte inferiore della gola è meno puro, e meno marcato. — Nella 9 adulta si. riscontrano, al disotto del nero della gola alcune penne ad apici rossi, preceduti da una fascia trasversa blù subterminale. E ciò osservarono il Goffin, e il Marshall, ed è ripetuto dal Salvadori. Comune a Sarawak. Abita Malacca, Sumatra e Borneo. CATALOGO SULLE SPECIE DI UCCELLI DELL'ISOLA DI BORNEO 123 Sottordine Coccyges. Fam. CucuLIinea. 71. Cacomantis merulinus Scop. È J. Petto, addome e sottocoda fulvo-castagno-chiari; parti | superiori grigio-piombate, più brune sul dorso; mento, gola e % È l’alto del petto grigio-piombato-chiari. Iride rossa (Doria). . Statura piccola; un gf. a Vive nelle Indie, in Birmania, a Malacca, nelle isole malesi ed «in quelle della Sonda. 72. Rhinortha chlorophoea (Raff.). «x d\ Colorito generale fulvo-castagno nel g, più sbiadito i sul capo. Le timoniere a strette e numerose fascie trasverse brune sul fondo nero, e larghi apici bianchi. La ® ha il pileo e la cervice grigio-perlati: e le timoniere sono fulvo-castagne À » con le striscie trasverse appena accennate; una fascia subter- | minale nera, e gli apici bianchi. Iride bruna; becco e la re- gione nuda orbitale verdi; un gJ e una 9. Molto comune a Sarawak. Abita Malacca, Sumatra e Borneo. (3. Urococcya erythrognathus Hartl. | vd.Becco verde-biancastro; redini, e regione oculare nude | e rosse; le parti superiori verde-scuro-metalliche; mento fulvo- De bianchiccio; gola, petto e addome fulyo-castagno-rossastri; | sottocoda nero-castagno. Le due timoniere centrali verde-me- | talliche; le laterali a larghi apici falvo-castagni, che aumen- . tano fino a divenire i due terzi apicali delle esterne. — La 2 ha il becco verde sulla mandibola superiore che ha un trian- y 9 ; . golo basilare rosso; la mandibola inferiore è rossa, meno nel- l’apice, che. è verde; redini, e regione oculare nude e rosse; | parti superiori verde-scuro-metalliche, come le due timoniere centrali; mente grigio, e questo colore va fino alle cuopritrici | delle orecchie. E alquanto più grande del Jj un Y e una 9. TOR ‘ 4 i I nostri esemplari vengono da Sarawak. Il Salvadori gli dà il i | nome generico di Ramphococcyx. Abita il Tenasserim meri- ri ‘dionale, la penisola di Malacca, Sumatra e Borneo. VIRA SIAE mal RICA TN PR REA PA Agi 124 GUIDO FALCONIERI DI CARPEGNA (4. Rhopodytes sumatranus Raff. Ha per caratteristica della specie il mezzo dell'addome, e il sottocoda fulvo-castagno-intensi. Non vi ha differenza fra ge 9; un Je una 9. Vive nelle isole della Sonda, a Malacca e nel Tenasserim. Ordine III. — Columbae. Fam. TRERONIDE. (5. Treron nipalensis (Hodgs) Blyth. di. Con un cappuccio grigio-scuro, più chiaro verso la. fronte; mantello, dorso e cuopritrici marrone-vermiglio; collo, groppone, sopraccoda, e parti inferiori verde-olivastri; i mar- gini delle grandi e medie cuopritrici gialli, formanti strette strie longitudinali; i fianchi henno macchie bianche. 9 Non ha il color marrone-vermiglio sulle parti superiori, che sono interamente di color verde; il sottocoda è bianco- ceciato con irregolari fascie nerastro-verdognole; due g° e una 9. Il Salvadori nella sna Avifauna di Borneo chiama questa specie T. nasica. Dubita poi che essa sia sinonima della 7. nipa- lensis. Ma nel volume del Catalogo britannico, compilato dal- l’istesso autore prende questa specie il nome di T. nipalensis ; e l’altro nome di 7. nasica è ammesso per altra specie, che: dubitativamente trovasi anche a Borneo, e i cui caratteri non corrispondono a quelli dei nostri esemplari. Abita una larga : zona dal Bengala alle Isole della Sonda e Filippine. (6. Osmotreron fulvicollis Wagl. Capo, collo, e dorso marrone-rossastri; le penne tibiali d’un bel giallo vivace; petto rossigno tinto marcatamente di ocraceo; coda superiormente verde-olivastra; un gd. Il Doria e il Beccari trovarono anch’essi questa specie a Sa- rawak, e vi è abbastanza comune. Abita pure il Tenasserim meridionale, la Cocincina, la penisola malese, e le isole della Sonda. (€. Osmotreron vernans (Linn) Bp. d. Ha il pileo grigio; e il collo e il petto grigio-vinati; fi CATALOGO SULLE SPECIE DI UCCELLI DELL'ISOLA DI BORNEO 125 po una bella macchia giallo-arancia sul mezzo del petto; il sot- | tocoda è fulvo- cannella-intenso, e giunge alla fine della coda. La coda è grigia superiormente, con una fascia apicale ten- dente al nerastro. E. ®. È tutta di color verde; il sottocoda è bianco-ceciato a macchie allungate verde-nerastre; manca la macchia giallo- | arancia sul petto; un ge una 8. | 3 a Anche questa colomba è molto comune; ha abitudini solitarie; A vive nel Siam, nella Cocincina, a Malacca, nelle isole della Ri - Sonda, alle Filippine e a Celebes. Ordine IV. Gallinae. = Fam. PHASIANIDA. (18. Rollulus roulroul (Scop) Gray. A | «Capo crestuto di penne filiformi sul mezzo della fronte È nere; e sul mezzo dell'occipite più lunghe e color marrone; | una fascia bianca traversa separa il nero dal marrone. Parti | superiori verdi; parti inferiori nere, col petto a riflessi blù. . .Capo grigio-nerastro; la cresta più piccola; parti supe- | riori e inferiori verdi; un Ye una 9. dl E È un uccello, che vive bene in dchiavitù (Doria). Abita tutta la SI penisola di Malacca e le isole della Sonda. 79. Excalfactoria lineata (Scop.) Sharpe. d-. Una bella macchia nera triangolare sul mento e sulla | gola; il mezzo del petto castagno-vivace come il ventre; parti | superiori assai scure screziate e macchiate di nero, assai più . che nell’E. chinensis tipica. La fronte, i lati del pileo e del | capo, e il sopraccoda tinti di ti eragno Piccola striscia bianca dalle narici agli occhi; la macchia triangolare nera del _ mento circondata da color Rao candido a marginature nere; i lati del petto blù-lavagna, il centro del petto e le altre | parti inferiori di un bel castagno. Statura piccolissima; un gf. Questa piccola elegantissima quaglia è comune nelle praterie e la si chiama volgarmente pipittan. Levata, vola a breve di- stanza ed è difficile si levi una seconda volta. La vera E. chi- 126 GUIDO FALCONIERI DI CARPEGNA nensîs, che abita le Indie, l’Indo-cina, Celebes e Ternate,; ha per sua rappresentante nelle isole della Sonda, alle Filip- - pine e in Australia questa sottospecie, che ebbe il nome dil Vi: E. lineata più scura e più nera superiormente. hr Ordine V. Grallae. "E ; È: Sottordine Fulicarize. Fam. RALUIDE. 80. Amaurornis phoenicura Forst. Gola, petto e fronte bianchi, i fianchi; e la regione anale di color castagno; colorito generale delle parti superiori grigio- | lavagna-scuro con tinta olivastra; il becco non ha scudo fron- tale, sebbene un po’ rigonfio alla base; è più corto del dito medio coll’unghia; quindi avvicinasi I nostro wvoltolino (Por- : zana); un gd. | Abita una vastissima zona, ossia tutta la penisola indiana, la Birmania, Ceylan, la penisola di Malacca, le isole della Sonda, Celebes, la Cina meridionale e Formosa. Ebbe anche il nome di Erythra phenicura Reich. e così la nominò il Salvadori, che la disse «col Doria specie assai comune, ed abitante le pa- ludi. I giovani non hanno la fronts bianca, ma di un color lavagna simile al resto del capo. i Se +0 / it SE i Pi gt ene a na rl na sf CA E - DI a POI — Di eg ET è a sr fit RT RIGA Pa x 4 td vy È VI. “nè dv È “Ge NE ba SE £ = ISTITUTO ZOOLOGICO DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA Diretto dl prof. A. CARRUCCIO FRAMMENTO DI ELMINTOLOGIA CALABRA pel Dottor MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA Libero Docente di Parassitologia Medica La Calabria, dal punte di vista parassitologico, è senza dubbio la regione italiana maggiormente sconosciuta. Infatti, da varie pubblicazioni, condotte esclusivamente dal punto di vista clinico e non zoologico, di Villelli (1), Colucci (2), Cam- _ mareri (3), Morelli (4) e D’Antona (5), abbiamo notizia sol- tanto del rinvenimento del Cysticercus cellulosae Rud. a Cit- | tanova (Reggio Calabria), della Taenia solium L. a Catanzaro, dell’Echinococcus polymorphus Dies. a Rossano (Cosenza) e a Catanzaro, dell’Anchilostoma duodenale Dub. ad Oppido Ma- _mertina (Reggio Calabria). Da qualche anno ho trascorso parte delle vacanze estivo- autunnali a Sambiase in Provincia di Catanzaro, d’onde spesso «mi sono recato in varî siti delle Provincie limitrofe di Co- senza e Reggio. In tale circostanza ho raccolto varie notizie, non che un discreto numero di osservazioni personali, le quali (1) VitLeLLI — Taenia uscita dall’ uretra di un uomo; in: La me- dicina del secolo X1X, N. 50, 1864. (2) CoLucci V. — Sulla morte del Cysticercus cellulosae. Lettera al Prof. E. Perroncito; in: Giornale d’Agricoltura, Industria e Com- mercio del Regno d’Italia, Serre nuova, vol. IV, pag. 179-182. x (3) CammarERI V. — Due casi di Anchyiostomiasis a Messina (uno dei quali riguardava un individuo di Oppido Mamertina, Reggio Cala- bria); in: Gazzetta degli ospitali, anno VI, pag. 485-487, 1885. (4) MorELLI P. — Cisti idatidea della cavità orbitaria sinistra, enu- cleazione dell'occhio, guarigione ; in: Rivista clinica e terapeutica, E. De Eenzi, pag. 281-288, 1886. (5) D’'ANTONA A. — Lezione d’apertura della clinica chirurgica di Napoli, cura della cisti da echinococco del fegato; in: Gaszetta degli | ospitali, anno IX, N. 12, pag. 92, 1888. . 198 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA mi permettono di offrire un piccolo elenco di Vermi paras- siti, che costituiscono il primo nucleo di conoscenza sulla Fauna sini Du Calabria. 1. Ascaris lumbricoides Cloq. — Frequentissimo ad Amantea ed Ajello in Prov. di Cosenza; a Nicastro, Sambiase, Pizzo, Monteleone in Prov. di Catanzaro; a Reggio, Palmi e Gioia. Tauro. A Sambiase, ove mi è stato facile assumere notizie più particolareggiate, si può dire che non havvi bambino a più di due anni d’età senza Ascaride, tanto che i medici incominciano la cura di qualsiasi malattia nei bambini colla sistematica somministrazione di un antelmintico mischiato ad un purgante: santonina e calomelano. 2. Ascaris mystax Zed. — L’ ho constatato due volte a Sambiase, nell’agosto del 1897 e nel luglio del 1899, nell’in- testino tenue di Melis catus. Mi: 3. Ascaris capsularia Rud. — È comune nella cavità ad- dominale del Merluccius vulgaris e dello Scomber scomber, che si pescano presso S. Eufemia-Marina (Catanzaro). 4. Heterakis vesicularis Fròl. — L’ho rinvenuto una sola volta su dieci in numero di quattro esemplari nell’ intestino crasso di Perdix cinerea, uccisa presso Maida (Catanzaro) nel settembre del 1999. È più comune nel Gallus domesticus, ove l’ ho trovato varie volte nel retto e nei ciechi intestinali a Sambiase. 5. Heterakis inflexa Zed. — L'ho rinvenuto molto frequen- temente a Sambiase nell’ intestino del Gallus domesticus nei mesi di luglio, agosto e settembre. Non l’ ho riscontrato mai in polli giovanissimi al di sotto di due mesi d’età. : 6. Oxyuris vermicularis Brems. — In tutti i posti della Ca- labria, ov’ io sono stato (Amantea ed Ajello in Prov. di Co- senza; Nicastro, Sambiase, Maida, Pizzo, Monteleone in Prov. di Catanzaro ; Gioia Tauro, Palmi e Reggio Calabria), mi risulta, FRAMMENTO DI ELMINTOLOGIA CALABRA 129 da informazioni sicure assunte da varî colleghi medici, che lO. vermicularis suole riscontrarsi ove più ove meno frequen- — temente. I Inoltre da mie osservazioni personali consta che a Sam- biase è comunissimo nei bambini, ma meno dell’A. Zumbri- coîdes. I sanitarî ordinariamente lo reputano di difficile espul- sione, pel motivo che invece di clisteri elminticidi, adoperano per la via della bocca la solita polvere ascaricida, la san- tonina, che per l’espulsione dell’Ossiuride suole riuscire inef- ficace. ii Pirani tnt 7. Oxisoma brevicaudata Zed. — Questo piccolissimo Nema- tode si rinviene, quasi costantemente, nell’intestino crasso del . Bombinator pachypus, ch’è comunissimo in tutti i rigagnoli, serpeggianti sulle alture dei dintorni di Sambiase (Catanzaro). 3. Anchilostoma duodenale Dub. — Dobbiamo Ila notizia circa la presenza dell'A. duodenale in Calabria al dott. V. Cam- mareri, il quale nel 1885 (1) descrisse due casi di Anchylo- stomiasis a Messina in due individui, dei quali l’uno era Mes- sinese e l’altro di Oppido Mamertina in Prov. di Reggio Calabria. ci di i i Re i Ri st ra “i 7 ‘ Y VS A 9. Filaria tricuspis Fedtschenko — Ho rinvenuto una sola volta questa Filaria in una Chelidon urbica, uccisa a Sam- biase nell’agosto del 1898. L’esemplare, che ho esaminato, è una %, rimarchevole per la sua lunghezza (mm. 175) superiore a quella (mm. 165), che viene data da varî elmintologi (Lin- stow, Fedtschenko, Stossich). 10. Echinorhynchus proteus Westr. — Ho rinvenuto con fre- quenza nell’intestino di Anguilla vulgaris, proveniente dai fossi d’acqua dolce dei dintorni di Sambiase e dal fiume — Amato (Catanzaro) nei mesi di agosto e di settembre. Gli esem- Gi plari, quantunque appartenenti ad individui sessualmente ma- | turi, sono piuttosto piccoli, non oltrepassando la lunghezza di (1) CammareRrI V. — Loc. cit. 130 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA i d 12 mm.; il colorito di essi è perfettamente bianco-cereo, senza alcun accenno di quella tinta giallo dorata, che ho riscontrato | in grossi E. proteus del Barbus plebejus e dello \agrao8 Co cavedanus, che si pescano nel Tevere. 11. Distomum hepaticum Abildg. — Fatte appositamente delle ricerche nel fegato di Capre e di Pecore, che in grande quantità vengono macellate in Sambiase, vi ho rinvenuto, nel- l’agosto del 1898, il Distoma epatico nei grossi condotti bi- liari. Lo ritengo poco frequente; difatti io l’ho rinvenuto una volta soltanto, ed 1 medici ed 1 veterinarî di quei luoghi, da me interrogati sul proposito, hanno escluso la presenza colà di tale parassita. 12. Distomum clavigerum Rud. — Si rinviene, con qualche frequenza, nell’ intestino della Rana esculenta, comune in diverse località dei dintorni di Sambiase (Catanzaro). Le di- mensioni degli esemplari da me studiati oscillano da mm. 1 a mm.2.5 nel diametro longitudinale, e da mm. 0.5 a mm. 1 nel trasversale. 13. Taenia solium L. — La sola notizia, che abbiamo sulla presenza della 7°. soltum in Calabria, è quella che ci venne data nel 1864 da Villelli (1), il quale riferì di un uomo di Catan- zaro, che ad intervalli emetteva dal canale uretrale (eviden- temente per l’esistenza di una fistola retto-vescicale) lunghi pezzi di 7. solium, così diagnosticati dal prof. Panceri. Nellagosto del 1897 e nel settembre del 1898 io ho avuto occasione di osservarla, sempre in Provincia di Catanzaro, una volta a Nicastro, due a : Sambiase ed una a Monteleone. La ritengo presente, malgrado non sia stata finora riscontrata, anche nelle altre Provincie di Cosenza e di Reggio, e così penso pel fatto che in tutte le Calabrie si fa enorme consumo di carne suina. (1) ViLLELLI — loc. cit. x tai riale fe RI ER A s Ri li cale > là a zie x LI s he go ì) v d Mc . N na x : b o Mer addi » yo lare Ata 007, n Ra n. | FRAMMENTO DI ELMINTOLOGIA CALABRA 131 14. Cysticercus cellulosae Rud. — Abbiamo notizia del C. cellulosae in Calabria per una lettera del prof. Vincenzo Colucci al prof. Edoardo Perroncito, circa la resistenza al calore del cisticerco, studio ch’egli aveva fatto sperimentando con carni suine panicate a Cittanova (Reggio Calabria). 15. T. saginata Goeze — Le notizie da me raccolte sulla. presenza della 7. saginata in varie contrade della Calabria sono tutte negative, e lo stesso dico per il Cysticercus bovis. Nell'agosto però del 1897 ho avuto occasione di osservare un giovine, appartenente a buona famiglia di Sambiase (Catan- zaro), affetto da catarro intestinale provocato dalla presenza della 7. saginata. La diagnosi fu da me fatta su proglottidi fornitemi dal paziente, non che, dopo l’espulsione, sull’esame «del Verme intero. | La 7. saginata è, senza dubbio alcuno, meno comune delle T. solium in tutte le Calabrie; e a questa conclusione vengo non tanto per il fatto di aver riscontrato una sola volta la prima e quattro la seconda, quanto per il poco uso che in Calabria si fa della carne di bovini, la quale, meno che nei . capoluoghi di Provincia e di Circondario, viene quasi del tutto sostituita nella primavera e nell’estate dalla carne di ovini, nell'autunno e nell'inverno da quella di suini. Oltre che poco comune, ritengo la 7. saginata aristocra- tica, nel senso ch’essa prevalentemente venga ospitata da indi- vidui appartenenti alla classe più agiata e signorile, che sono i soli che, sebbene non sempre quotidianamente, fanno uso della carne di bovini. 16. Taenia serrata Goeze — Per cortesia di un mio amico di Maida (Catanzaro) ho avuto poche proglottidi mature, espulse «da un suo Cane da caccia nell’agosto del 1398. 17. Cysticercus pisiformis Zed. — L'ho riscontrato una sola | volta nell’omento di Lepus timidus, ucciso nel settembre del 1893 . presso Maida (Catanzaro). Erano in tutto sette vescicole riu- nite in unico grappoletto. 152 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA 18. Echinococcus polymorphus Dies. — Non ho nessuna os-. 5. servazione personale, ma l’esistenza dell’Echinococco in Cala- bria è accertata per una pubblicazione di Morelli, che descrisse nel 1886 una cisti idatidea della cavità orbitaria sinistra in un contadino di Rossano (Cosenza) e di D'Antona, che nel 1888 lo trovò nel fegato d’individuo proveniente alla sua Olinica chirurgica in Napoli da Catanzaro. 19. Dipylidium caninum (L.) — Un mio Cane da guardia, in si campagna a Sambiase (Catanzaro), eliminava di quando in quando insieme colle feccie gomitoli di questa Tenia,i quali, dopo espulsi, soleva mangiare. La diagnosi fu fatta su individui da me stesso raccolti nell'agosto di questo anno. 20. Davainea circumvallata (Krabbe) —— Un solo esem- plare, lungo cm. 11, trovato nell’intestino di Coturnix com- munîs, uccisa presso Maida (Catanzaro) nell'agosto del 1898. 21. Davainea crassula (Rud.) — Questo Cestode, non an- cora annunciato per l’Italia, ho rinvenuto in numero di tre esemplari nell’intestino d’un Colombo domestico, ucciso a Sam- biase nel luglio del corrente anno 1899, Dev'essere specie ab- bastanza rara, non avendolo rinvenuto altra volta in numerosi Colombi di quelle località, che ho dissezionato in varî anni. La maggiore lunghezza dei miei esemplari è di 14 cm. 22. Davainea tetragona (Molin) — Questo comune parassita del Gallus domesticus ho rinvenuto con molta frequenza in polli, che, nei mesi di luglio, agosto ‘e settembre, mi son per- venuti da varie località della provincia di Catanzaro: Nica- stro, Sambiase, Maida. | 23. Bothriotaenia plicata (Rud.) — Quattro bellissimi esem- plari, ancora infissi alla mucosa dello stomaco di Xiphias gladius, pescato a Pizzo (Catanzaro) ed inviato in dono al prof. Decio Vinciguerra, per cortesia del quale ho avuto il pezzo anatomico con i parassiti. Cond sla _ n "Ml i A " w FRAMMENTO DI ELMINTOLOGIA CALABRA 133 24. Anchistrocephalus microcephalus Rud. — Rinvenni E | numerosissimi esemplari, che formavano un grosso gomitolo | occupante buona parte dell’intestino di un Orthagoriscus mola, | preso a Pizzo (Catanzaro) nel maggio di questo anno. Ebbi questo parassita in Roma per cortesia dell'amico | prof. Decio Vinciguerra. $ SARMI Dibothriorhynchus gracilis Wagener — Il fegato del- - l’Orthagoriscus mola, nel quale si trovò il parassita precedente, | era infarcito da numerosi esemplari di D. gracilis, i quali, # ‘racchiusi nella loro caratteristica cisti, formavano, al disotto È della capsula di Glisson, dei cordoncini a giri irregolari, che | rendevano ineguale ed arabescata la superficie del fegato. ISTITUTO Z0OLOGICO DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA diretto dal Prof. ANTONIO CARERUCCIO MATERIALI PER UN ELENCO DEGLI APIDI DELLA PROVINCIA DI ROMA Dr. GiuseppE LEPRI Il compianto prof. Faustino Manzone nel volume II del « Bollettino della Società Romana per gli studi zoologici» con una accurata memoria su i Tentredinei e Stricidei aveva im- preso ad illustrare gl’Imenotteri della Provincia di Roma. Rapito immaturamente alla scienza il Prof. Manzone, il Pro- fessor Antonio Carruccio direttore dell’Istituto Zoologico nella R. Università di Roma fece, con savio accorgimento, acquisto pel Museo dell'Istituto suddetto, della ricchissima collezione d’Imenotteri messa insieme dal Manzone, più che per la metà nella ‘provincia di Roma, e precisamente, a quanto dice il Manzone stesso nella succitata memoria, nei dintorni della città per un raggio circa di 20 kilometri, nella valle dell’A- niene fino a Subiaco, nei colli Albani, sul littorale da Nettuno a Palo, e nei dintorni del lago di Bracciano dalla sua parte Sud-Est. Incaricato dal Prof. Carruccio di continuare lo studio di detta collezione, per la maggior parte ancora indeterminata, volentieri. mi sono accinto all’arduo compito. Non mi na- scondo che non è da me disimpegnarlo per intiero ; ed è an- che per questa ragione che non ho continuato l’ordine intra- preso dal Manzone, non osando, nuovo ancora in siffatto P Verdi PE. | ile I nie studio, cimentarmi dapprima con famiglie difficilissime a © studiarsi: quali le famiglie /chneumonidae, Cinipidae, Proc- totrupidae, ecc. Ho incominciato dalla famiglia Apiîdae della Sectio Acu- leata, nella raccolta Manzone, ben rappresentata da gran nu- mero di scelti esemplari, e che, credo, conti nella fauna ime- notterologica romana una serie estesissima di rappresentanti. Mi è grato fin d’ora rivolgere i miei ringraziamenti al Diret- spanne + #, api ina P. PORTATE O PI I: DI SI pa 4 S 3 $ 4 IRIRRRORN START RNA LIE TY è, Dda } È ] x MATERIALI PER UN ELENCO DEGLI APIDI DELLA PROV. DI ROMA 135 li SAAS a RS e AE | tore del Museo Zoologico di Roma, Prof. A. Carruccio, per la squisita cortesia con cui pose a mia disposizione le Rac- . colte entomologiche e la Biblioteca del Museo. BIBLIOGRAFIA. “AcLoque. — Faune de France - Vol. II. Paris, 1897. DanxLsom — Bombi scandinaviae monographice tractati et iconibus . illustrati - Berolini, 18332. Contarini. — Catalogo degli Uccelli e degli Insetti delle Pro- vincie di Padova e Venezia - Bassano, 1843. Disconzi. — Entomologia Vicentina - Padova, 1365. Dours. — Monographie iconographique du G. An/Rophora - Amiens, 1867. | FasrIcius. — Genera insectorum - Kiel, 1773. | Ip. — Systema Piezatorum - Brunswige, 1804. . FRIESE. — Die Bienen Europa’s- Berlin, 1395. « Garziani. — Catalogus insectorum Siciliae - Atti, Acc. Gioenia . di Catania, tomo XIX, 1844. GrrarD. — Traite d’Entomologie - Paris, 1879. Grisono. — Contribuzione alla. fauna Imenotterologica Ita- liana - Boll. Soc. Ent. Ital., 1873. . Grirrini. — Imenotteri Italiani - Milano, 1897. i KirBy. Monographiae Apum Angliae - Ipswich, 1802. ° Linne. — Systema Naturae. Ed. XII. MagrertIi. — Imenotteri della Lombardia - Boll. della Soc. Ent. . Ital. Vol. XIII, XIV, 1881-1832. — SmucgAarD. — British bees - London, 1860. Sara. — Description of the Brit. species of bees belong- i ing to the genus: Bombdus, Psythirus, Nomada Megachile - New Zool. - London, 1844. In. — Idem to the genus Chelostoma, Heriades Cera- tina, Eucera, Panurgus, Anthidium -ibid., 1846. Ip. — Idem to the genus Andrena - ibid., 1847. Ip. — Idem to the genus Halictus, Hylaeus, Dasipoda - ibid. 1848. 136 GIUSEPPE LEPRI SCHMIEDEKNECHT. — Apidae Europaeae — Gumperdae et Be- rolini, 1382-84. SpinoLa — Insectorum Liguriae species novae aut rariores - Genova, 1306-08. RaposKowKI- Essai d’une nouvelle méthode pour faciliter i détermination des espèces appartenant au genre Bombus- Bull. Soc. Imp. de Moscou, 1377-78. i Ho seguito la classificazione adottata dal Friese nel suo lavoro Die Bienen Europa's. Egli divide la famiglia ‘Apidae in 8 sezioni a seconda del loro modo di' vivere: cioè in so- cietà (sociales), isolatamente (solitariae), o a spese di altri (parastticae). A pinae Bombinae Andreninae Panurginae *) Podilegidae Subfam. Melittinae Xilocopinae Megillinae *) Gastrilegidae Subfam. | Megachilinae i { Sphecodinae | Prosopinae | Psithyrinae Stelinae Coelioxinae | Nomadinae Sectio: 1% Sociales <.<... Subfam. >» 2 Solitariae °) Proapidae . Subfam. Fam. APIDAE » 9°. lLardsiticae (&°., SUA Il Friese distinguendo le Apidae solitariae in tre gruppi pone per prime le Proapidae. Io le ho poste invece per ul- time, sembrandomi che la mancanza di pollinigeri propria- mente detti, le avvicini alle Parasiticae, tanto più che alcuni autori (1) affermano il parassitismo di taluni Sfecodini e Prosopini (gen. Sphecodes e Prosopis); asserzione che altri hanno negata. La mancanza di organi atti a provvedere gli (1) LAPELETIER DE SAINT-FARGEAU - MHistoîre naturelle des insectes hyménoptéres (Suites è Burron). Paris, 1836-46. es | ‘0’ MATERIALI PER UN ELENCO DEGLI APIDI DELLA PROV. DI ROMA 137 | 1trurieortsèt li 166 SI RAS IAN EEN E "i a : e alimenti, conduce necessariamente al parassitismo e forse le Proapidae sono forme in via di evoluzione verso questo fe- nomeno. Fam. APIDAE. Sectio I. — sua Subfam. 1° Apinae. Gen. Apis — Linn. 1. Apîs ligustica Spin. Inumerosi esemplari della collezione Manzone si riferiscono tutti a questa specie, la quale è comu- nissima allo stato selvatico in tutta la parte boscosa della Provincia, ove nidifica nei cavi dei vecchi tronchi d’albero. Ù, Subfam. 2° Bombinae. Gen: Bombus Latr. Sinonimia : Apis - Linné: Syst. Naturae, 1767. Bremus - Panzer: Fauna Insect. Germaniae, 1796. > - Jurine: Hyménoptères, 1807. Bombus - Fabricius : Hist Piezatorum, 1804. > - Latreille: Hist. Nat. ecc., 1804.. >» - Lapeletier:Hist. Nat. des Insectes Hy- ménoptères, 1836. | 1. Bombus terrestris L. - Sinonimia: Apis terrestris - Linné: Syst. Naturae, p. 960. SS » - Fabricius : Syst. Ent., p. 379. vi » - Kirby: Mon. Ap. Angl., IT. er p. 350. Bombus terrestris - Fabricius: Syst. Piez., p. 343. ui » - Dahlbom : Mon. Bomb. Scand., | Pe 34. fe > » - Smith: Bees of Br., p. 224. SS oa » - Radoszkowki: Essai ecc., p. 26. » - Schmiedeknecht: Apidae Euro- - r paeae, I, p. 379. Bellettino della Società Romana per gli Studi Zoologici. 10 eu 138 Santo LEPRI Apis lucorum - Linné: Syst. Naturae, II, piso » » - Fabricius : Syst. Ent., p. 832. Kirby: Mon. Ap. Angl., Loss p. 336. 29 Fabricius : Syst. Piez., p. 350. > » Bombus lucorum » » - Dahlbom: Mon. Bomb. Scand., p.12. | » » - Smith: Bees of Brit., p. 225. Apîs virginalis - Kirby: Mon. Api Anglia p. 349. de Bombus virginalis - Dahlbom: Mon. Bomb. Scand., Pad: Apiîs hortorum - Fabricius: Syst. Ent., p. 380. Bombus hortorum - Fabricius: Syst. Piez., p. 347. Habitat: Tutta l’Europa fino alla Lapponia, l'Asia fino — in Siberia (Schmiedeknecht); comune in Algeria (Girard). In Italia è comune ovunque (Spinola, Gribodo, Magretti, Conta- rini, Sichel, ecc). Comunissimo in Provincia di Roma, da Marzo a Ottobre, sia al piano che in collina e in montagna. Nella collegie Manzone questa specie è rappresentata da una bellissima e ricca serie d’individui, catturati nei dintorni di Roma, ed anche entro Roma stessa nel giardino dell’Istituto chimico a Panis- sperna. (1) È facile incontrare qualche individuo di questa specie in pieno inverno, nei luoghi soleggiati. Nella Fiesta Manzone vi è un esemplare g° di B. terre- - stris catturato nel giardino di Panisperna, notevole, per avere i peli del 2° segmento addominale, di un giallo più scuro del solito, quasi rugginosi, e per gli ultimi 3 segmenti, pura del- l'addome, giallastri anzichè bianchi come nella forma tipica : Non ho potuto riferirlo a nessuna delle numerose varietà di B. terrestris, menzionate dallo Schmiedeknecht (op. cit. pag. 379). (1) Nella raccolta del Museo, si osservano molti esemplari di questa specie, catturati dal Prof. Carruccio ad Arsoli, a Ronciglione a Segni, ed in altre località della Provinc'a. È ra - (È ie RA 0 ari le _Te-dù dela Spe a TA d-_° r° eo GR ù Pi me a è o _" x si a) ad Peli È © A - x MA CERIALI PER UN ELENCO DEGLI APIDI DELLA PROV. DI ROMA 139 92. Bombus hortorum Lmin. Sinonimia : Apiîis hortorum - Linné: Syst. Nat., p. 960. » » - Kirby: Mon. Ap. Anf., p. 339. Bombus hortorum - Dahlbom: Mon. Bomb. Scand., p. 38. » » - Smith: Bees of. Br., p. 230. » » - Radoszkowki: Essai ecc., p. 25. » » - Schmiedeknecht: Apidae Euro- paeae, p. 293. Habitat: Si trova in tutta l'Europa ed è specie comunis- sima ovunque (.ScAmiedeknecht); perle abitudini e per i luoghi che frequenta non si discosta dalla specie precedente. In Italia è specie comune (Contarini, Spinola, DICO se- condo oa è comunissima in I Se Nella Provincia di Roma sembra più scarsa della specie precedente. Infatti nella raccolta Manzone ho trovato due soli esemplari (g') catturati entro Roma (Panisperna), mentre ve | ne sono parecchi con l’indicazione: Lombardia e Piemonte. 5. Bombus ligusticus Spin. Habitat: In tutta l'Europa (Sohm.iaiekncchi) e l’Italia settentrionale (Spinola, Magretti, Gribodo, Contarini). Lo Schmiedeknecht (op. cit. p. 295), considera questa | specie come varietà della specie precedente dicendo che essa corrisponde all’Apis argillacea dello Scopoli (E. C.p. 305). È Secondo lo stesso autore il 5. ligusticus, unitamente al 5. rude- . ratus di Fabricius (Syst. Piez., 344) sarebbero le due forme — meridionali del B. hortorum, mentre il B. consobrinus di . Dahlbom (B. Scand. pag. 49) ne rappresenterebbe la forma. | settentrionale. La maggior parte degli autori considerano il 5. ligusticus «come specie a sè. Nella raccolta Manzone ho trovato 4 bellissimi esemplari 9 © catturati nei dintorni di Roma (colli Albani). Non mi cousta che questa specie fosse stata finora cattu- | rata in provincia. Il Griftini ([Imen. It. pag. 139) la dice pro- | pria dell’Italia settentrionale. GIUSEPPE LEPRI 4. Bombus lapidarius Linn. Sinonimia : ; Apis lapidaria - Linné: Syst. Nat. II, 960. » » - Fabricius: Syst. Ent., 381. » » - Kirby: Mon. Ap. Angl. IL., 363. Bombus lapidarius - Fabricius: Syst. Piez., 347. » » - Dahlbom: Mon. Bomb. Scand., | — | p. 30. È - > >» Smith: Bees of. Br., 228. È. » » - Radoszkowki: Essai etc., 15. È » » - Schmiedeknecht: Apidae Eur., p. 362. I Apis arbustorum —-Fabricius: Ent. Syst., 390. | Bombus arbustorum - Fabricius: Syst Piez., 347. Habitat: In tutta l'Europa settentrionale e centrale. (Schmiedeknecht); comune anche in Italia (Spinola, Contarini, Magretti, ecc.). È abbondante da aprile a ottobre anche in pro-. vincia di Roma, sia al piano che in montagna. 9 Nella raccolta Manzone ve ne sono esemplari catturati G è nei dintorni di. Roma e entro Roma stessa (giardino di Pa- nisperna). Molti esemplari della collezione del Museo sono stati raccolti dal Prof. Carruccio e da suoi allievi a Monte- compatri, ad Arsoli, a Ronciglione, ece. > . 3 Nella bella serie di Bomdus lapidarius raccolti dal Man- zone si osservano le seguenti varietà : fi a) Una %® riferibile alla var. N. 2 dello Schmiedelmeght ; (op. cit. p. 363) caratterizzata dall'avere il torace con una larga fascia citrina anteriore; catturata nei dintorni di Roma. 5) Due J' riferibili alla var. N. ! dello stesso autore che la dice rarissima; caratterizzata dall’avere il torace an- © teriormente misto di peli citrini disposti a fascia; in uno di #- essi però tali peli sono riuniti in due macchie laterali ben distinte, appena riunite da pochissimi peluzzi citrini fram- | misti ai neri: sembrerebbe quasi una forma intermedia tra Gi questa e la varietà precedente. Ambedue questi esemplari fu- rono catturati nei dintorni di Roma. i c) Un J' riferibile alla var. N. 3 dello Schiniedekagi di mancante di qualsiasi traccia di fascia citrina nella parte an- 545; ital ari Lp Mi A i A e rn Ù ja gi Fra, PENSIONE RON pEr: CE FR re a ) PRA o EE. I ra MATERIALI PER UN ELENCO DEGLI APiDI DELLA PROV. DI ROMA 141 | teriore del torace, catturato nel giardino di Panisperna. An- «che questa varietà è molto rara. b. Bombus agrorum Fabr. A È Sinonimia: È Apiîs agrorum - Fabricius: Ent. Syst., II, 321. : » » - Kirby: Mon. Ap. Ang!., II, 32. d — Bombus agrorum -Fabricius: Syst. Piez., 348. E » » - Dahlbom: Bomb. Scand., 47. F. » > - Smith: Bees of. Br., 200. È; » » - Schmiedeknecht : Apidae Eur., p. 341. Apis muscorum - Linné: Syst. Natur., 2782. Bombus muscorum - Smith: Bees of. Br., 212. Apis Francillonella - Kirby: Mon. Ap. Angl., 319. » > Floralis = Kirby » » » SI, È: >» Beckwitella -Kirby >» FLAP 323. E » Forsterella - Kirby >» > » 32D. Ss Habitat : Abita tutta l'Europa e l’Asia settentrionale. Co- — munissima in tutta l’Italia. È. In provincia di Roma è forse la specie più comune. Nu- - merosi esemplari, raccolti dentro Roma, nei suoi dintorni e . nelle più svariate località della provincia si osservano nella | raccolta Manzone, ed in quella esistente nel Museo Zoo- . logico universitario. «_—Tra gli esemplari del Manzone vi s.no le ni va- — rietà: a) Due g* e due g riferibili alla var. N. 2 dello Schmiede- Knecht (op. cit. pag. 342), che corrisponde al 5. pascuorum di SI ed al B. italicus di Fabricius, caratterizzata dal colorito 1 delle parti superiori, di un fulvo o uniforme. Dx 3) Ung riferibile alla var. N. 5 dello stesso autore | corrispondente al B. articus di Dahlbom (Mon. Bomb. Peand. | pag. 50), caratterizzato dal colore oscuro delle parti superiori. Per questi 5 esemplari non è precisata la località di cattura, | portando essi soltanto l'indicazione: Prov. di Roma. GIUSEPPE LEPRI 6. Bombus cognatus Steph. Sinonimia: di Bombus muscorum - Fabricius; Syst. Bigi 949. | = » » - Dahlbom: Mon. Bomb. Scand.,. 20 p. 46. « » senilis ‘Smith: Bees of Brit. tdi HA dd » venustus - Smith: Bees of Brit. II Da 201. A È con qualche incertezza che riferisco a questa specie, sparsa per quasi tutta l’Europa, ma ovunque rarissima, un Bombus J° della collezione Manzone, catturato sui colli Al- | bani. Avendone un solo esemplare e mancandomi materiale ‘ di confronto non ho potuto farne diagnosi sicurissima, sopra- | tutto trattandosi di specie stabilite più che altro sopra lievi. Sa differenze di colore. Passando in esame le specie affini al |. del Dottor CARLO TIirABOSCHI (Continuazione e fine: Vol. VIII, Fasc. Ie II, pag.53-65) II. Cnethocampa Pityocampa (larve). Le cellule gangliari non hanne capsula, e il loro soma- toplasma si presenta a contorni netti e distinto in due zone: uua perinucleare intensamente colorata con granuli cromatofili | e una periferica più pallida. È Il nucleo è grosso, tondeggiante, con membrana nucleare Berta. | 3 Interessanti mi sembrano le osservazioni fatte sulla cro- — matina nucleare delle cellule gangliari, in larve sottoposte a digiuno. In una, tenuta a digiuno per pochi giorni, i nuclei | presentavano traccie di fili lininici accennanti a formare un | reticolo acromatico, che portava qua e là granuli di croma- tina; in alcuni nuclei poi si vedeva abbastanza netta una . ghirlanda cromatinica periferica, simile a quella descritta nel | Ditisco. È In un’altra larva sottoposta a digiuno più prolungato i granuli di cromatina presentano delle curiose alterazioni sia nella loro grandezza che nella loro disposizione (v. /îg. 10). In uno stadio più avanzato di inanizione, i nuclei si presen- «—. tavano completamente scolorati, come se ripieni semplicemente 3 di succo nucleare. Infine in gangli di larve tenute a digiuno | per più di un mese non sono riuscito a mettere in evidenza i dettagli di struttura delle cellule gangliari. Avrei dunque | riscontrato nelle cellule nervose degli Insetti (v. a. Blatta), . fenomeni di cromatolisi nucleare per inanizione (1). mi > e (1) Nelle cellule nervose a/faticate, la cromatina nucleare secondo . alcuni (Hope, Mann, ecc.) aumenta, secondo altri (PERGENS, SCHAFFER, _ Dappi — cani tenuti a digiuno —) si riduce. - Ads te ri el +2 Lt , 144 | CARLO TIRABOSCHI III. Periplaneta orientalis. I nuclei apparentemente liberi hanno una ricca ghirlanda cromatinica periferica, fatta di una ventina circa di piccoli granuli; vi sono poi altri granuli sparsi dentro al nucleo. Le cellule cromatiche si presentano come cellule gan- | gliari a protoplasma ridotto, senza alcuna delle modificazioni — caratteristiche descritte in quelle del Ditisco. Le cellule gangliari hanno una capsula esilissima, dei bastoncini e dei fusi cromatofili nel protoplasma e un grande — Gi È 5 SG * «©d = nucleo con un grossissimo: nucleolo centrale: in Blatte sotto- . poste a digiuno la cromatina presentava fenomeni di croma- tolisi uguali a quelli descritti per la Cnethocampa. | {°° IV. Imenotteri (Apis, Bombus, Vespa, Formica). Le cellule cromatiche, simili a quelle del Ditisco, si tro- vano in cumuli veramente enormi a riempire i calici dei corpi . peduncolati, che in questi Insetti assumono un grande sviluppo; a questi corpi peduncolati ed agli elementi nervosi che li riempiono è stato perciò attribuito un alto valore relativa. mente allo sviluppo psichico; noto però che lo stesso Vial. lanes (v. n. 37) ha trovato più sviluppati i corpi peduncolati e più copiose le cellule cromatiche nel Limulus Poliphemus. Nel ganglio ottico le cellule cromatiche si dispongono in serie lineari di 10 a 20 (cellule a coroncina degli Autori). Le cellule gangliari hanno un grossissimo nucleolo cen- trale che occupa quasi la metà della cavità nucleare. V. Astacus. fluviatilis. I nuclei apparentemente liberi hanno una membrana nu- cleare esilissima, intensamente colorata e molto netta, tanto che nei punti dove manca la massa fibrosa fondamentale, sembra proprio che questi elementi siano assolutamente privi | di protoplasma. Le cellule gangliari sono più numerosa che negli Frigebfi CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA CELLULA NERVOSA, Ecc. 145 4 ————»y F[!S;.CS®_—®* e —————_ ——_—_——————__—____—_____________m_mrm——€m_mm_m_mÉm_m&Fmrrrm€m€m€m6m6m€mTm6@È>È& A a - — da me studiati e si spingono anche nell’ interno del ganglio | nervoso: da quelle piccole a protoplasma scarso si passa a quelle gigantesche (70 v) a protoplasma abbondante. 4 La capsula è costituita da fine fibrille a decorso tortuoso | e intrecciate fra loro, e in mezzo ad esse spiccano nuclei ellit- | tici connettivali. 4 Il somatoplasma è un po’ distaccato dalla capsula, ma a contorni regolari e netti. La struttura protoplasmatica è fibrillare-concentrica, con | corpicciuoli cromatofili disposti lungo le fibrille, le quali ap- | paiono nette e marcate solo nel prolungamento, dove hanno un decorso longitudinale; i corpicciuoli, per lo più bastonci- È niformi, interpretati dal Pfliicke (v. n. 39) come ispessimenti delle fibrille, sono invece formazioni citocromatimiche, giacchè nelle doppie colorazioni assumono i colori basici di anilina « (©. e. bdleu di metilene), mentre le fibrille sono acidofile - (eosina). | | È Il nucleo grandissimo e talora gigantesco (35 #) ha una n e » È 7 à membrana sottilissima, ma netta ed intensamente colorata e che sulla sua superfice interna presenta una ricca ghirlanda È cromatinica di granuli piccoli, e fitti. Nell’interno del nucleo | si scorge un delicatissimo reticolo di fili lininici e molti mi- s nutissimi grannli di cromatina, ordinati per lo più in lunghe serie lineari a decorso tortuoso, che talora congiungono punti diametralmente opposti della membrama nucleare (v. fig. 11); | ci sono inoltre uno o due nucleoli sferici, grossi, a contorni | netti, sempre eccentrici e spesso anzi addossati alla membrana . nucleare; se due, sono’ diametralmente opposti. 4° VI VI. Hirudo medicinalis. _ Nelle cellule gangliari di Sanguisuga sono riuscito a dif- ferenziare (specialmente col metodo al bleu di metilene se- condo Nissl): 1° una capsula con nuclei ellittici lungo la * | superfice interna; 2° una piccola zona acromatica esterna; | mediana; 5° una stretta zona cromatica interna; 6° una zona | acromatica perinucleare poco estesa (v. fig. 12 e n. 45). La CARLO TIRABOSCHI | si zona acromatica mediana è esa da sottili ponti proto- A plasmatici che congiungono le due zone cromatiche. Il nucleo ha una membrana nucleare erta ed è privo o quasi di granuli di cromatina; il nucleolo è sempre eccentrico, tondeggiante od ovale; se è sferico, ha l’orlo più intensa- mente colorato; se ovale, ha fortemente tinti i due poli e. talvolta anche l’orlo (v. fig. 12). Dr Nelle colorazioni al bleu di metilene Gs Nissl, si vede un grosso prolungamento che nasce per larga base, che è tinto più debolmente del somatoplasma (1) e che presenta una struttura fibrillare-longitudinale. Col metodo al cloruro d’oro, secondo Apathy, le cellule gangliari appaiono nettamente piriformi-unipolari, disposte alla periferia del ganglio a formare una vera zona corticale; tutte quelle che stanno da un lato sono orientate in modo da avere tutte il loro prolungamento rivolto verso il punto medio | del lato stesso (v. fig. 13), al qual punto confluiscono tutti i prolungamenti, le cui fibrille o si sfioccano nella massa fibrosa centrale o formano dei fasci. Ho trovato poi altre cellule gan- gliari, non descritte dall’Apàthy, due per ogni ganglio, grandi, poligonali, con tre o quattro prolungamenti, con la solita ca- psula strettamente aderente al somatoplasma e con un finissimo, regolarissimo e delicatissimo reticolo a graticola, disteso nel 4 somatoplasma per tutto il suo spessore, ma nettamente di- . staccato dal nucleo; i fili del reticolo sono tutti calibrati e sottilissimi, le maglie regolari e strette, i punti nodali più intensamente colorati (v. fig. 14). CONCHIUSIONI. Gli elementi nervosi cellulari che entrano nella costitu- SG zione del Sistema nervoso centrale degli Insetti e Crostacei da me studiati sono costituiti da un nucleo generalmente grande — con erta membrana nucleare, con pochi granuli di cromatina, con radi e corti fili di acromatina e con uno o più (1) L’APÀTBY invece dice che assume una tinta più forte. VII, an So riti E CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA CELLULA NERVOSA, ECC. 147 nucleoli — circonlato o da una zona di protoplasma invisi- bile con i comuni metodi citologici (nucleî apparentemente liberi) o da un esilissimo alone protoplasmatico (cellule cro- . matiche) o da protoplasma più o meno abbondante (cellule gangliari). Fra queste tre forme fondamentali, e specialmente fra la seconda e la terza, ci sono forme di passaggio. La capsgla manca sempre nei nuclei apparentemente li- | beri; ettorno alle cellule cromatiche o manca (larve di Cne- thocampa) 0 è esilissima (Ditisco, Blatta, ecc.); attorno alle cellule gangliari o manca (larve di Cnethocampa e alcune C. _G. di Astacus fl.) o è sottile (Blatta e alcune C. G. di Astra- cus fl.) o è erta e fatta di molte fibrille più 0 meno stretta- mente avvolte (Dytiscus, Hirudo, ecc.). _Il somatoplasma è sempre strettamente aderente alla capsula, meno che nelle C. G. di Ditisco, nelle quali si pre- senta sempre più o meno distaccato da essa, ma ad essa riu- nito per mezzo di espansioni protoplasmatiche. Nel protoplasma si distingue quasi sempre una parte cro- matica costituita o da grosse sferule cromatofile periferiche (Dytiscus v. fig. 3) o da granuli cromatofili perinucleari (larve di Cnethocampa) o da corti e grossi bastoncini e fusi cromatofili (Biatta e Astacus fl.) disposti lungo le fibrille, ma da queste distinti per una più intensa o diversa coloraziona (v. cellule gangliari di Astacus), e visibili bene nel prolunga- mento; questi ultimi elementi cromatofili non vanno confusi coi lunghi e sottili bastoncini e fili che ho ottenuti intensa- mente colorati solo nella colorazione « intra vitam » col bleu È di metilene secondo Apathy (v. Dytiscus e le fig. 2 e 5). Nelle cellule gangliari di Hirudo la parte cromatica è raccolta in due zone: una esterna e una interna, limitate tutte e dus da zone acromatiche (v. fig. 12). Quanto alla struttura della parte acromatica non sono in | grado di pronunziarmi definitivamente, forse anche perchè essa i | non è sempre la stessa; a volte, Lt nel Ditisco col me- . todo al cloruro d’oro (v. fig. 4) mi è apparsa alveolare, a.volte it: Tai x 238 . omogeneao finamente granulare; oltre a questa parte poi, ca ne è un’altra differenziata in fibrille, che secondo l’Apathy rap- n» > y‘% it pe US, Tia O È ì Pa \ a” pd + : SC te O RE Qu \'a © di Cai VE pe. Nail ti di eat] 148" CARLO TIRABOSCHI — presenterebbe la parte conducente (Das Zeitende: Neurofibril- _ lengitter, v. Bibliogr. n. 45) e che io non sono riuscito a: mettere completamente in evidenza (v. fig. 2 e 5). Solo nelle cellule gangliari multipolari di Hirudo ho messo in evidenza. i e descritto un vero e regolarissimo reticolo fibrillare. Riguardo al nucleo (sia nei nuclei apparentemente liberi, sia in quelli delle cellule cromatiche e delle cellule gangliari) 3 la membrana nucleare è sempre distinta e intensamente colo-. rata: erta negli Insetti, sottilissima nell’Astacus, sottile nelle C. G. piriformi di Hivado. Nei nuclei apparentemente liberi ci sono strettamente ade- renti alla superficie interna della membrana nucleare (Dytiscus) o nello spessore di questa (Blatta, Astacus) piccoli e copiosi granuli di cromatina (ghirlanda cromatinica periferica). Nelle cellule cromatiche si vede o una corona di pochi e grossi gra- nuli, più o meno distaccati dalla membrana nucleare e di- sposti attorno ad un nucleolo centrale (Dytiscus) o una ghir- landa periferica, simile a quella dei nuclei apparentemente - liberi (Apis). Infine nelle cellule gangliari c’è o una corona © (Dytiscus) o una ghirlanda (Astacus) o nulla (Hirudo). Altri granuli di cromatina possono essere distribuiti dentro al nucleo, copiosi nei nuclei apparentemente liberi, scarsi o scarsissimi nelle cellule gangliari; in quelle di Astacus però sono abbon- dantissimi, molto minuti e ordinati in coroncine (v. fig. 11). Il reticolo di Zinina è pure scarso in tutti quanti i nuclei. Il nucleolo nelle cellule gangliari e cromatiche è sempre unico, eccezione fatta per le C. G. di Astacus, nelle quali è duplice (v. fig. 11). Spesso quando la colorazione è bene dif- ferenziata, appare costituito da un grande cumulo di fittissimi e minutissimi granuli (Dytiscus, Apis, ecc.); nelle C. G. di Hirudo presenta le figure caratteristiche da me descritte (v. fig. 12). Per lo più è tondeggiante e grosso, talora gros- sissimo; spesso centrale, a volte eccentrico (Hirudo) o ad- dirittura periferico (Astacus). Nei nuclei apparentemente li- beri ci sono due o più nucleoli. Quanto ai prolungamenti quasi tutte le cellule gangliari da me vedute si presentano (con i soliti metodi di fissazione e di colorazione) piriformi unipolari ed il prolungamento nasce “Lù mi CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA CELLULA NERVOSA, Ecc. 149 a per larga base, si segue per un lungo tratto ed è anche esso È circondato dalla capsula; il suo cono di origine si presenta . distinto dal protoplasma (Dytiscus, Hirudo); la sua struttura | è fibrillare-longitudinale e spesso (Astacus v. fig. 11) sulle fibrille sl distinguono dei fusi cromatofili; è rivolto verso la massa fibrosa centrale del ganzlio el appare ben marcato col metodo al . cloruro d’oro di Apàthy (v. fig.18), Con i comuni metodi ci- È tologici non ho trovato cellule nettamente bipolari o multipo- È lari; invece con la reazione cromo-argentica rapida di Golgi 3 sono riuscito a differenziare cellule gangliari unipolari, bipo- lari e multipolari (v. fig. 7, 8, 9); col metodo al cloruro d’oro _ di Apathy ho scoperto nei CARA nervosi ventrali di Hirudo . delle belle cellule gangliari poligonali e multipolari. Riassumendo: le aggiunte o le correzioni o le conferme | più importanti che con questo mio lavoro credo di aver por- . tato sulla conoscenza della cellula nervosa degli Invertebrati, — sono le seguenti: 1. L’esistenza di nuclei apparentemente liberi (v. fig. 1) distinti dai nuclei gangliari di Dietl (v. n. 26) o cellule croma- tiche di Saint-Remy (v. n. 36). 2. La presenza di cellule cromatiche (v. fig. 2) fuori dei centri loro assegnati dal Viallanes (v. n. 37). i 3. L'esistenza di spazi pericitoplasmatici (fra il proto- | plasma e la capsula) nelle cellule gangliari di Dytiscus (v. fig. 3). |_ . 4. L'assenza, nelle cellule gangliari di Hirudo, della i zona alveolare esterna o Schrumpfungzone descritta da Apà- | thy (v. n. 45). È 5. La presenza di grosse e nette sferule cromatofile | periferiche nelle cellule gangliari di Dytiscus (v. fig. 3). 6. Le tracce di neurofibrille nel protoplasma delle cel- Fiale cromatiche (v. fig. 2) e gangliari (v. fig. 5), rivelate con - uno dei metodi seguiti dall’Apathy (v. n. 45). È 7. La distinzione in molte zone concentriche del so- 5 matoplasma delle cellule gangliari di Hirudo (v. fig. 12). 3 8. La disposizione, in quasi tutti i nuclei, dei granuli - di cromatina in ghirlanda periferica (v. fig. 1) o in corona 3 =» fig. ). 9. La disposizione a coroncine dei minutissimi e co- Ri 150 | CARLO TIRABOSCHI i VE piosi granuli di cromatina nelle cellule gangliari di e di cr: (v. fig. 11), e la maggior copia di cromatina in queste cellule si i che in quelle degli Insetti contrariamente all’asserzione dell SE SA Pfliicke (v. n. 39). È VE: 0 10. La struttura caratteristica del nucleolo nelle cellule | E DE gangliari di Dytiscus (v. fig. 5) e di Hirudo (v. fig. 12). È; der Ò 11. La distinzione della sostanza del prolungamento da a | quella del somatoplasma, confermata (Apaàthy) nelle cellule. gangliari di Hirudo e riscontrata anche in quelle di Dytiscus. 12. L'esistenza di cellule gangliari multipolari da me 2 scoperte nei gangli nervosi di Hirudo e il loro regolarissimo fe e delicato reticolo fibrillare, diverso da quello descritto dal- È i l’Apàthy (v. fig. 14). i vi d- 13. La presenza, in una stessa capsula, di due cellule gangliari separate da un tramezzo incompleto (Dytiscus).. 14. I fenomeni di cromatolisi nucleare per inanizione de- scritti nelle cellule STO ADI e gangliari di Blatte e di larve x di Cnethocampa. a STA SIONE Pa \ ui n E / — e } Me i? È S È x C. Tiraboschi - Contributo allo studio della cellula nervosa. Tav. I OZZZZZZZZZE ES Bollett. Soc. Rom. Stud. Zoolog., Vol. VIII. Fasc. III a VI, 1899. Dott. TIRABOSCHI. dis. VOSA. lla cellula ner io de ibuto allo stud C. Tiraboschi - Contr Dott. TIRABOSCHI dis, Bollett. Soc. Rom. Stud. Zoolog., Vol. VIII, Fasc. III a VI, 1899. , OE INR AT a Lai 3 i < ° ; Spiegazione delle Tavole Fi@. 1. — Nucleo apparentemente libero (Dytiscus m.). 2 — Cellula cromatica (Dytiscus) con traccie di fibrille nervose (f. n.) nel protoplasma. ° 3. — Cellula gangliare (Dytiscus) con capsula (c), spazi pericito - plasmatici e sferule cromatofile (s. cr.). . — Cellula gangliare (Dytiscus) con protoplasma a struttura al- veolare (reazione al cloruro d’oro di Apàthy). 9 - 5. — Cellula gangliare (Dytiscus) con fibrille nervose nel proto- plasma (bleu di metilene secondo Apàthy) e con nucleolo costituito da un cumulo di granulazioni. 6. — Cellula gangliare (Astacus fl.) con prolungamento. 7. 8. 9. — Cellule gangliari (Dytiscus) unipolare, bipolare, multi- polare (reazione Golgi). 10. — Cellula gangliare (Cnethocampa): cromatolisi nucleare inci- piente. 11. — Cellula gangliare (Asfacus): coroncine di granuli cromatinici. 12. — Cellula ganglia»e (Hirudo): zone protoplasmatiche e strut- tura del nucleolo. 3 | | 13. — Mezza sezione di un ganglio nervoso: prolungamenti delle cellule. 14. — Cellula gangliare multipolare di Hirudo: reticolo fibrillare. c. g. = cellula gangliare m. n. = membrana nucleare x: n. = nucleo n. n. = nucleolo cr. = granuli di cromatina. CIERE le P v Caf Pig Dl o} LEA IN ne Ver Ide dg NO& ae rc Be PREVI ì LI fa dt sà Pr Lod Lan lett tu di e Vide Cesi 7 PS Lu + Ve a a SE Loi sp Li xy PRA La PIADENA, 203, #1 È G il h logia PRU ato i È Vie, | PAPA je RET"FILE = ANEEBI raccolti nell’isola di Cipro Comunicazione fatta alla Società Romana per gli Stadi Toologici e L' x PAVSHORORE, dal Dottor Giacomo CECCONI Durante quasi tutto il mese di gennaio dell’anno scorso visitai l'isola di Cipro e precisamente Larnaka, Famagosta, Trikomo, Akanthoù, Aghios Ambrosios, Bellagraise, Kerynia, Nicosia, Kytrea e i loro dintorni. Fu in mia compagnia il signor Adolfo Falzoni che condussi con me perchè riuscissero più fruttuose le mie ricerche, che avevano scopo zoologico. Essendo in quell’epoca la vegetazione molto indietro e_ quindi poco fruttuosa la raccolta degli invertebrati, dovetti necessariamente limitarmi a farne ricerca sotto i sassi e sotto. le pietre più o meno profondamente interrate, e così oltre agli invertebrati, potei mettere insieme un buon numero di 2 rettili che rappresentano quasi tutte le specie che con cer- tezza si conoscono per Cipro; anzi ebbi la fortuna di trovare due esemplari di Tropidonotus tessellatus Laur., che fino ad ora era considerato come specie dubbia per questa regione. Mi fu facile la loro cattura pel fatto che questi animali, — nelle regioni calde, sentono in sommo grado l’ influenza della stagione invernale, sia pur mite come a Cipro, e trovai quasi tutti gli aid mezzo intorpiditi, sotto le pietre più GIOR) È e più profondamente interrate. | "al Lungo le acque e nei luoghi umidi raccolsi «molti anfibi cd che appartengono alle tre sole specie di anuri che, con cer- 4. . tezza, sono note per l'isola di Cipro; un numero così ridotto e in relazione con quanto si osserva in altre isole dell'Egeo — è a Candia, come pure in Sicilia, in Sardegna e in Corsica. | Ciò si deve certamente al fatto che a Cipro non esistono © corsi d’acqua perenni e sono intermittenti anche i maggiori, come il Pedias, che corre nelle vicinanze di Nicosia, i Il rintracciare questa causa, il poter confermare la pre- RETTILI E ANFIBI RACCOLTI NELL'ISOLA DI CIPRO 153 senza di una specie che fino ad ora veniva considerata come dubbia, e l'epoca della raccolta, mi hanno indotto a pubbli- care l'elenco dei rettili e degli anfibi che io trovai, tralasciando di parlare delle altre classi di vertebrati, dei quali non potrei . dare che nomi di specie comuni e già noti per l'isola di . Cipro. : Avendo potuto giungere alla determinazione precisa di tutte le specie coll’aiuto gentile del sig. prof. comm. Enrico H. Giglioli e del sig. dottor conte Peracca, porgo loro i più vivi e sinceri ringraziamenti. Ò E Reptilia. E CHELONIA. Clemmys caspica Wagl. var. rivulata. Molto frequente nel pic- | colo lago di Spatarikò. Passando per Aghios Jakovos mi sd dissero che questa specie è comune nelle acque vicine. Come specie dubbia viene ricordata ancora la (?) Testudo marginata Schoepff. i LacERTILIA (1). — Gymmodactylus Kotschyî Stdr. Comunissima dappertutto. È Hemydactylus turcicus L. Rari esemplari a Trikomo e ad i Akanthou. i Agama Stellio L. Un solo esemplare sotto un sasso profonda- mente interrato. Questa specie comincia a comparire al 7 sopraggiungere della primavera e nella stagione calda è g comunissima; difatti dopo la mia partenza la mia guida ; ne raccolse nei dintorni di Larnaka parecchi esemplari. Gli isolani la chiamano Kurkutades. Lacerta laevis Gray. Un solo esemplare nei dintorni di Ni- cosia; più tardi la guida mi mandò parecchi esemplari di questa specie, essendo comune. Acanthodactylus Schreiberi Blgr. Un solo esemplare nei din- torni di Trikomo. | i f (1) Fatta eccezione di quei lacertidi che gli isolani contraddistin- | guono con un nome speciale, gli altri vengono chiamati senza distin» zione scelendrùnes. 1 Bollettino della Società Romana per gli Studi Zoologiei 11 2 si © " n * i ” TA \ 6 on ae ere, ani è ” e anni [al o lee" A Pall? TA Cai n la e n e Lt OL GIACOMO CECCONI — Ophiops elegans var. Schlueteri Bttgr. Frequente dappertutto sotto i sassi e fra l’erba. | Mabuia vittata Oliv. Ne ebbi alcuni esemplari dalla mia guida che li raccolse nei dintorni di Larnaka nel mese di feb- braio. Ablepharus pannonicus Licht. Trovai abbastanza frequente que- sta specie vicino alle saline, nei dintorni di Larnaka. Nella buona stagione questa specie è molto numerosa. Chalcides ocellatus Forsk. Abbastanza frequente dappertutto. Chamaeleon vulgaris Daud. Rara d'inverno, comune nella buona stagione; la chiamano dakkanomuttides. Vengono incltre ricordate come specie certa: Ewumenes Schneideri Daud. e come dubbiose: (?) Tarentula mauri- tanica L., (?) Anguis fragilis L., (?) Blanus Strauchii Bedr., (?) Lacerta vivipara Jacq., (?) Lacerta muralis Lavur., (?) Chalcides tridactylus. Laur, OPHIDIA. | Typhlops vermicularis Merr. Un solo individuo sotto un sasso profondamente interrato nelle saline di Larnaka. Ne ebbi un esemplare da Nicosia. Tropidonotus natrix L. Rarissima in questa stagione. Nicosia. Td. tessellatus Laur. Due soli esemplari a Nicosia. Zamenis gemonensis Laur. var. astanus. Un esemplare a Tri- komo e un altro nelle vicinanze di Famagosta. Coelopeltis monspessulana Hoff. Un esemplare dei dintorni di Nicosia. | 3 Tarbophis vivax Fitz. Come la specie precedente. Vipera euphratica Mart. Un esemplare nei dintorni di Akanthou. Nella buona stagione queste vipere sono numerosissime e molto temute; alcuni asseriscono che ci sono degli incan- tatori di vipere, i quali le rendono innocue e fanno fare loro tutto quello che vogliono. Le altre specie ricordate sono: Contia collaris Meén., Zamenis Dahlii Sav.; Zamenis Ravergieri Mén. Nr ME sd 0A 390) RETE tor 19: {aLe + FI STE cu Ahi DALIA no STE RETTILI E ANFIBI RACCOLTI NELL ISOLA DI RE con Aha ila di Li quelle raccolte ad Akan- . thoù, località elevata, erano marcatamente sbiadite; quelle . — a Famagosta ea DES quasi a livello del mare, molto i (Enia, colorite. Come specie dubbie si ari (?) Rana temporaria iva 0) Bufo SIE Laur. A Vallardi 24 Dicembre 1899: ISTITUTO ZOOLOGICO DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA diretto dal Prof. ANTONIO CARRUCCIO Sui COLEOTTERI della Provincia di Roma Fam. CARABIDAR Comunicazione fatta alla Società Romana per gli Studi Zoologici dal Dott. Giulio Alessandrini, assistente nel predetto Istituto . (Continuaz.; Vedi fasc. I a IV, vol. VI, 1897; e fasc. I e II vol. VII, 1898). Gen: 0cys Stephens. Questo genere, che ha istituito lo Ste- phens, dalla maggior parte degli autori è compreso ‘nel gen. Bembidion. Ma si differenzia da questo per avere il corsa- letto più corto, quadrangolare, arrotondato in avanti, tagliato ad angolo retto posteriormente, e sopratutto perchè le elitre presentano sul.terzo intervallo un solo punto impresso. Questo | genere comprende due sole specie, che ho potuto studiare en- trambe: lO. hRarpaloides Serv. e VO. quinquestriatus Gyllh. 0. harpaloides Serv. (Taclys rufescens Guér., Bembidium: rufescens Dej.; Lacord., Heer., IJacq du Val., Fairm. ‘(eb La boulb., Redt., 0cys melanocephalus, Ocys tempestivus Steph.). Tutto il disopra del corpo è di un bruno ferrugineo, la testa. ed il corsaletto son più chiari e le elitre presentano dei riflessi bluastri sui lati, verso l’estremità. Palpi e antenne te- stacei. Corsaletto pianeggiante, più largo della testa, corto, più largo che lungo, arrotondato ai lati, quasi quadrato; 1 bordi laterali appiattiti quasi taglienti specialmente all’in- dietro. L'impressione trasversale anteriore appena visibile, la. posteriore molto marcata e leggermente rugosa ; la linea lon- gitudinale mediana ben distinta. Base tagliata in quadrato, le fossette bene accentuate, rotondeggianti. Angoli posteriori dritti, rialzati, acuti. Le elitre, convesse, sono più larghe del SUI COLEOTTERI DELLA PROVINCIA DI ROMA 157 corsaletto e poco allungate. Hanno una leggera punteggiatura sulle strie, le quali vanno quasi ST TRAE verso l’estremità. Sul terzo intervallo verso il terzo posteriore si nota un solo punto ben marcato; e l'ottavo intervallo va a terminare posteriormente in un leggero rialzo. Il disotto del corpo è rosso ferrugineo più chiaro e le zampe completamente giallastro-pallide. Ne ho raccolto io stesso un esemplare sulle rive del mare a Montalto di Castro. Non mi sembra però comune. 0. quinquestriatus Gyllh. (Bembdidium quinquestriatum Gyllh., Erichs., Schiod., Kiist., Iacq du Val, Zlaphrus pumilio Daft. Bembidium pumilio Sturm., Dei., Lacord., Heer., Redt. Bem- bidium acrocolium Beck. Ocys currens Steph.). Il colorito del disopra, bruno nerastro, è variabile, giacchè può avere anche dei riflessi bronzati verdastri sulla testa e corsaletto, bluastri sulle elitre, fino a presentarsi bruno ferrugineo con dei riflessi bronzati. Fra gli esemplari, che fan parte della collezione rac- colta dai signori fratelli Emery, ne ho trovati con tutte le gradazioni di tinte. Le antenne sono testacee, tendenti al ros- sastro. Il corsaletto, se si eccettua che ha la base un po’ meno tagliata in quadrato e leggermente obliqua sui lati, è molto simile a quello dell’O. Rarpaloides sopradescritto. Le elitre | sono un po’ più allungate e le strie offrono una punteggiatura | più distinta. 1} La prima di esse, ricurvandosi all estremità, va ad unirsi con l’ottava. Questa stria e le quattro seguenti sono molto marcate alla base dell’elitra, mentre vanno sfumandosi e quasi scompaiono verso l'estremità. La sesta e settima sono appena visibili e verso l'estremità dell’elitra spariscono affatto. Perciò, ad un leggero ingrandimento, si vedono appena le cinque prime strie; donde il nome. Sul terzo intervallo, presso la terza stria, ai due terzi dell’elitra, si vede un sol punto ben marcato. Il disotto del corpu è bruno oscuro tendente un po’ al rossastro. Le zampe sono testacee. Il Mingazzini lo ha trovato nei luoghi umidi dei dintorni di Roma e dice che non gli sembra comune. i patta * lane ME + a de carat, E" P. » Li SPEC ia È sta VEDE 7 e ve Li - e dere e 158 GIULIO ALESSANDRINI ; Gen: Tachys Steph. Anche questo genere fu istituito dallo Stephens, il quale si fondò principalmente, nello staccarlo dai Bembidion, sulla piccolezza, sul corsaletto corto, trasversale, quasi quadrato. In esso notasi la mancanza della stria che è in prossi-. mità dello scutello; sono quasi scomparse le strie esterne delle elitre, e la prima di esse è sempre nettamente ripiegata alla estremità. Questo genere può essere diviso in due gruppi; il primo caratterizzato dalle elitre corte, ovali, convesse, al quale appartengono; i T. bdisulcatus Nicol., T. globulus Dej., e T. haemorrhoidalis Dej.; al secondo, dalle elitre ovali, oblunghe, poco convesse, appartengono tutte le altre specie del genere. La prima stria poi, sebbene sempre si ricurvi ad uncino, di- rigendosi all'infuori e in alto, verso la base dell’elitra, pure essa si comporta diversamente nelle varie specie: ora l’angolo ch’essa forma è molto ottuso e costeggia il margine esterno dell’elitra, (7. disulcatus); ora è molto acuto, con la parte ri- curvata che risalendo segue quasi la direzione della sutura, (7. haemorrhoidalis); altre volte, risalendo in alto, si ricurva ad uncino (7°. scutellaris); altre invece no (7. quadrisignatus, sexstriatus, Lucasi, ecc.). Il colorito anche delle varie specie varia non poco e formano, direi quasi, un gruppo di passaggio fra i veri Bembidii ed i Trechus che vengono dopo di essi. T. bisulcatus Nicol. (Bembidium Fockii Humm., Iacq du Val., Trechus latipennis Sturm., Bembidium silaceum Dej., Bembidium Guerinit Gaubil., B. numidicum Lucas.). Il colo— rito generale del disopra è d’un giallo testaceo un po’ rossa- stro. I palpi e le antenne sono più pallidi. Queste sono lunghe meno della metà del corpo e le impressioni che si trovano fra di esse sono molto marcate. Corsaletto pianeggiante, più largo della testa, quadrato, con una leggera rientranza verso la base, ciò che fa parere gli angoli posteriori più sporgenti ed acuti. L'iak pressione trasversale anteriore appena visibile, la posteriore ben accentuata; la linea longitudinale mediana ben distinta. La base è quadrata, le fossette rotondeggianti, e gli angoli poste- riori diritti e salienti. Elitre convesse, larghe, corte, ovali. Le strie fortemente SUI COLEOTTERI DELLA PROVINCIA DI ROMA 159 punteggiate; la prima ben marcata, intiera; la seconda, evidente anteriormente, va man mano scomparendo, quanto più si avvicina all’estremità; ben visibili sono la terza e quarta, ma molto corte; la quinta, sesta e settima non si scorgono affatto, l'ottava apparisce dopo la metà dell’elitra posteriormente. La ricurvatura della prima stria segue quasi parallelamente il margine esterno dell’elitra, e termina con un piccolo punto infossato. Altri due punti si scorgono sul terzo intervallo; il primo al quarto, l’altro circa la metà dell’elitra. Tutto il disotto del corpo è giallastro e le zampe risaltano su esso per esserne un po’ più chiare. Non è raro nei detriti vegetali e fu trovato in quelli portati dalle piene del Tevere. Fu raccolto dal Mingazzini sulle rive dell'Aniene e figura tanto nella sua quanto nella nostra collezione. T. haemorrhoidalis Dej. (Bembdidium haemorrhoidale Dej., Ramb., Heer., Jacq du Val, Tachys haemorrhoidalis Kolen.) Il colorito del disopra è nero-lucente verdastro. Palpi giallo te- stacei col penultimo articolo bruno. Antenne più corte della metà del corpo, con i primi due articoli e la base dei seguenti testacei, il resto del colorito bruno-scuro un po’ rossastro. Questo avviene nella maggior parte degli esemplari, ma non ne mancano con le antenne completamente testacee più o meno oscure. Corsaletto più largo della testa, assai convesso, più largo che lungo, quasi quadrato, ma alquanto ristretto all’in- dietro. I margini anteriori sono un po’ arrotondati, la linea longitudinale appena marcata, la trasversale anteriore è poco distinta, mentre lo è molto la posteriore. Le fossette laterali posteriori sono molto profonde e rotondeggianti; la base è ta- gliata in quadrato; gli angoli posteriori diritti e salienti. Elitre convesse, larghe, corte, ovali. Verso l'estremità si vede una grande macchia, o intiera o appena interrotta alla sutura, d’un colorito giallastro o rossastro, che va sfumandosi col resto del colorito dell'elitra e che può in qualche esemplare essere poco o nulla visibile. La prima stria, intiera, ha la sua parte ricurva piuttosto 160 GIULIO ALESSANDRINI corta e circa alla metà di questa parte si nota un piccolo punto infossato. La seconda stria è molto assottigliata all’in- l’innanzi e all'indietro; le altre sono del tutto invisibili, mentre l'ottava è molto marcata. Due punti si trovano nel luogo ove dovrebbe essere il terzo intervallo, il primo al terzo, l’altro. poco oltre la metà dell’elitra. Disotto del corpo nero bruna- stro; in qualche individuo l’estremità dell'addome è rossastra. Zampe giallo-sudicio. E molto comune nei dintorni di Roma nei luoghi umidi e ho ‘potuto studiarne esemplari di varie località della provincia, sia appartenenti al Museo, sia alla collezione Mingazzini. T. sexstriatus Duft. (Bembidium angustatum Dej ., Heer., Jacq. du Val.). Il colorito è uniformemente nero, alle volte con riflessi . verdastri. I palpi sono bruno-rossi; le antenne, lunghe circa la metà del corpo, sono giallo-oscure-rossastre con i primi articoli rosso-testacei. Il corsaletto, più largo della testa, meno lungo che largo, quasi quadrato, arrotondato sui lati anteriormente, poco ristretto posteriormente, è appena convesso. La linea lon- gitudinale mediana è molto marcata; l'impressione trasversale anteriore è appena distinta; la posteriore ben visibile e forma un angolo quasi retto con la mediana, la quale va a terminare in essa. Le fossette laterali sono profonde e larghe; il bordo anteriore offre una concavità nel suo mezzo; gli angoli arro- tondati, i lati, un po’ rialzati, formano con la base, che è ta- gliata in quadrato, un angolo retto. Le elitre, poco più larghe del corsaletto, sono ovali, allungate, alquanto convesse, uniforme- mente colorite. Le prime tre strie sono liscie ed assottigliate in a- vanti ed indietro ad eccezione della prima, che posteriormente è integra e si ripiega in alto quasi parallelamente alla sutura; questa parte ripiegata termina in un piccolo punto infossato offrendone un altro circa la sua metà. La seconda stria appa- risce al quarto anteriore e va fino ai tre quarti posteriori del- l’elitra; la terza è compresa fra i due punti infossati che sono uno al terzo l’altro ai due terzi dell’elitra stessa. Le altre strie mancano affatto, mentre l'ottava è intera e profonda, specialmente all’indietro. Il disotto del corpo è nero bruna-. Ve, i: n Ve SUI COLEOTTERI DELLA PROVINCIA DI ROMA 161 stro; le coscie sono bruno nerastre, e le tibie e i tarsi gialla- stri un po’ rossicci. Meno comune del 7. hRaemorrhoidalis si trova con suffi- ciente frequenza nei luoghi umidi. Due belli esemplari della col- lezione Mingazzini, due del Museo colti tutti nei dintorni di Roma e parecchi esemplari di Toscana appartenenti al dot- tore Andreini, mi servirono di studio. T. bistriatus Duft. (Elaphrus bdistriatus Duft., Lembidium bistriatum Sturm., Dej., Lacord., Erichs., Ramb., Heer,, Redt., Jacq. du Val, Tachys bistriata Kolen. Cillenum mi- nimum Curtis., Bembidium elongatulum Dej., Tachys maritimus Steph.) Al disopra d’un colorito' bruno oscuro che tende al rossastro, qualche volta quasi nero sulla testa, qualche altra tendente al testaceo, specialmente sul corsaletto e sulle elitre. Palpi rosso-testacei col penultimo articolo brunastro. Antenne brune con il primo articolo, la base del secondo e del terzo giallo-testacea. Il corsaletto, più largo della testa, poco convesso, più largo che lungo, quasi quadrato, leggermente ri- stretto all’indietro, è arrotondato sui lati anteriormente. L’im- pressione trasversale anteriore è poco marcata, non così la po- steriore che è molto infossata. Le due fossette che notansi agli angoli posteriori sono ben distinte e rotondeggianti. Il bordo anteriore offre una leggera concavità; gli angoli anteriori sono arrotondati, i fianchi sono rialzati e gli angoli posteriori ot- tusi sono poco salienti. La base è tagliata obliquamente ai lati e in quadrato nel suo mezzo. Le elitre, ovali, oblunghe, poco convesse, larghe circa due volte la base del corsaletto, sono striate molto leggermente, e le strie liscie sono sfumate all’in- . dietro. Le strie esterne (4°, 5°, 6% e 7?) nulle: la prima e se- conda abbastanza distinte e la ottava ben marcata posterior- mente. La parte incurvata della prima stria è parallela alla sutura e termina con due piccoli punti infossati, uno dei quali rappresenta quello che in generale trovasi posteriormente sul terzo intervallo, il secondo punto del quale trovasi al terzo ante- riore dell’elitra. Il disotto del corpo è bruno oscuro. Le zampe | sono testaceo-pallide qualche volta con una velatura di bruno esternamente. a, ha 4 "db d i «dat 4 i "e A i A e # 14 SI 5) Mg i 3 Su E The Pza a 3. ON ne MO ae ATA 1 Si trova comunemente nel luoghi umidi in riva all ‘e ne possediamo più esemplari raccolti lungo l’Anien ‘e lunge 1 ruscelli che corrono nelle vicinanze della CIANI 7 Una varietà con le strie un po’ più evidenti e con tenne d’un bruno testaceo pallide alla base e con le anche testaceo pallide può riferirsi al: : Dar gazzini. Ne (TRI nno csvmipla ti tutti. delle vicinan della città. fasce Wa (Continua). vu \ 3 3 scolice, dal collo e. da buon tratto dello strobila, il quale è ISTITUTO ZOOLOGICO DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROMA Diretto dal Prof. ANTONIO CABRUCCIO AGGIUNTE ALLA FAUNA ELMINTOLOGICA ROMANA pel Dott. MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA libero docente di Parassitologia medica CESTODI Taenia marginata Batsch — Ho avuto in esame un esem- plare incompleto lungo cm. 80, espulso in Roma da un Cane da guardia, e donato a questo Museo Zoologico da uno stu- dente di Medicicina (15 gennaio 1900). Manca lo scolice e il collo, purnondimeno la diagnosi è facile per la forma delle proglottidi a margine posteriore irregolarmente ondulato o crenato e involgente, come un ma- nicotto, il margine anteriore della proglottide seguente. LOCALITA ITALIANE — È specie piuttosto rara, rinvenuta a Torino da Cini nel 1877. Taenia crassiceps Rud. — Attribuisco a questa specie un Cestode rinvenuto in unico esemplare, insieme col Mesocestordes litteratus (Batsch), nell’ intestino di Vulpes vulgaris uccisa a Roma nel 1897. È un frammento lungo mm. 25, costituito dallo incompleto per la mancanza delle proglottidi mature. Scolice relativamente grosso (diam. long. mm. 0.490, diam. trasv. mm. 0.436), angoloso, con rostello superiormente arro- tondato, breve, robusto ed armato di 30 lunghi uncini disposti in due serie, e con ventose globose e sporgenti. Collo brevis- simo. Prime proglottidi ampie quasi quanto il diametro della testa ; le seguenti si allungano sempre più e, prima ancora di raggiungere la maturità completa, sono quasi tanto lunghe quanto larghe (lungh. mm. 0.660 x largh. mm. 0.580). Avuto riguardo che le ultime proglottidi del mio esemplare sono | presso a divenire mature, calcolo approssimativamente la lun- ghezza completa del parassita di circa mm. 40. 164 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA LocaLITÀ ITALIANE — È specie piuttosto rara rinvenuta. in Italia soltanto da Stossich a Trieste (1896) nell’ intestino di Vulpes vulgaris. "A Taenia brachycephala Creplin — Ho rinvenuto due fram- menti, mancanti dello scolice e del collo, lunghi l’uno mm. 50. e l’altro mm. 35, nell'intestino di Machetes pugnax, ucciso nella Campagna Romana nel marzo del 1893. Le prime proglottidi sono cortissime e rettangolari; le se- guenti si allungano un pochino nel mentre che gli angoli poste- riori si vanno facendo sempre più sporgenti; le ultime sono | quasi tanto lunghe quanto larghe, e la loro forma è campa- nulare. L'ampiezza massima delle proglottidi è di mm. 1.3. Le aperture genitali sono marginali, unilatorali e sempre allo stesso lato, più prossime al margine anteriore che al poste- riore delle singole proglottidi; i cirri sono arcuati, cilindrici, inermi, arrotondati all’estremità, lunghi w 50, grossi w 6; gli ovuli sono piccoli, provveduti di capsula sottile a semplice contorno, del diametro di 17 4» e con amuli embrionali di p 5 di lunghezza. i Riferisco questi due frammenti alla 7. Brackhycephala, è | la quale, pur facendo astrazione dai caratteri della scolice, che ; non ho potuto esaminare, differisce moltissimo, per altri par- ticolari anatomici, dalle altre Tenie parassite del .Machetes pugnax. Non può trattarsi della 7. microrhyncha Krabbe, perchè in questa le aperture genitali sono irregolarmente al ti terne; e nemmeno della T. filum Goeza, la quale è molto più stretta (mm. 1 appena), ed ha gli amuli embrionali molto più sviluppati (da 9 a 13 p). LocALITÀ IrALIANE — Finora rinvenuta soltanto a Venezia | da Stossich (1890) nell'intestino di Machetes pugnax. È Taenia tenuis Creplin — Ho avuto in esame diversi esem- plari, rinvenuti nell'intestino di Buleo vulgaris. Essi sono lunghi sino a 10 cm., e la maggiore ampiezza delle proglot- tidi è di mm. 0,8. Scolice globoso ed inerme con ventose orbicolari, grandi, salienti; collo robusto e piuttosto breve; prime proglottidi AGGIUNTE ALLA FAUNA ELMINTOLOGICA ROMANA 165 brevissime, poco marcate e rettangolari, quelle di mezzo tra- pezoidali, le ultime il doppio più lunghe che larghe e rigonfie ‘un poco nel mezzo in maniera da presentare l'aspetto d’un barilotto. Diesing (1) invece, sulla guida di Creplin (2), de- scrive le ultime proglottidi brevissime e subcuneate, e tali pure li considera Lepri (3); ma è da osservare che questi ha . avuto in esame un solo individuo mal conservato e giovine per giunta e quindi senza proglottidi mature, ed il Creplin pure un solo individuo trovato morto nell’Hypotriorchis subbuteo. LOCALITA ITALIANE — Specie molto rara, rinvenuta pre- cedentemente in Italia soltanto da Lepri a Roma (1898) nell'intestino di Buteo vulgaris. Taenia filicollis Rud. — Ascrivo a questa Tenia varî fram- menti di un Cestode, rinvenuto nell'intestino di Gasterosteus aculeatus del lago di Bracciano. Il collo è lungo e sottile; le prime proglottidi sono quasi quadrate (u 167 X w 157), quelle di mezzo sono molto più larghe che lunghe (. 800 Xx F 350), le rimanenti invece più lunghe che larghe, perfettamente rettangolari, le ultime misurano w 835 di lunghezza per 510 di larghezza. La disposizione dell’utero nelle proglottidi molto mature somiglia a quella della 7. solum L., cioè si ha un canale mediano relativamente sottile, dal quale si partono ai due lati da 7 a 9 diramazioni dendritiche. Le aperture genitali sono ir- . regolarmente alterne, con papille sporgenti e più avvicinate all'angolo posteriore che a quello anteriore; il cirro è robu- stissimo, liscio, splendente, cilindraceo, ricurvo con concavità rivolta indietro, lungo w 79 e spesso # 26. Gli ovuli sono piuttosto piccoli (.. 30), rotondi, con capsula liscia a doppio contorno sottile ed abbastanza fragile; embrione esacanto con amuli robusti disposti in due file tre a tre, l’una di “ronte l’altra. LOCALITÀ ITALIANE — Specie nuova per l’Italia. (1) Dresine C. M.— Systema helminthum,Vindobonae 1850, V. I, p.507. (2) CrePpLIN F. C. H. — Novae observationes de Entozois, Gry- phisw. 1825, pag. 96. (3) LePRI G. — Elminti in Rapaci della Provincia di Roma; in: Boll. Soc. Rom. Studi Zool., Vol. VII, 1898, estr. pag. 25-26. 166 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA Moniezia alba (Perroncito) [== M. denticulata (Rud.)] di; Questo cestode facile a rinvenirsi nell’ intestino tenue di Bue, meno frequentemente in quello di Pecora, ho trovato varie volte qui in Roma in Owvis aries (30 maggio 1891), e in Bos ‘ taurus (2 ottobre 1896) in numero di parecchi esemplari. Essa è specie, la quale si differenzia con facilità dalla massima parte delle Moniezie per la mancanza di ghiandole interanulari; è somigliantissima invece alla M. denticulata (Rud.), colla quale ha comune il predetto carattere negativo. Convengo col Setti (1) nell’ammettere l'identità fra le due. specie, le quali in ultima analisi non differirebbero in altro che nelle dimensioni dello scolice (M. denticulata — mm. 0.5 —0.6; M. alba —= mm. 1.15 — 1.40), degli ovuli (M. d. = 48; M. a.=. 60—88) e dell’apparato periforme (M. d = 12— 16; M. a.=p 20 — 24); differenze insignificanti e per nulla spe- cifiche, le quali molto di sovente si riscontrano nei Cestodi quali variazioni normali della stessa specie. Tutto al più si tratterebbe di due varietà; e che così sia lo prova pure il fatto che la M. alba var. dubia, descritta da Moniez, mentre per taluni caratteri somiglia alla M. alba tipica, per altri, sopratutto per quelli che riguardano la dimensione dello scolice, degli ovuli e dell'apparato periforme, è somigliantissima alla M. denticulata, secondo la descrivono gli autori che la danno come specie indipendente. | Dichiaro altresì che non sono d’avviso col Setti nell’iden- tificare colle anzidette Moniezie la M. expansa (Rud.). Questa è specie assolutamente distinta; e, per non parlare di altri caratteri, mi fermo a far rilevare questa particolarità anato- mica di molto valore, che cioè la M. expansa ha le proglot- tidi provvedute di ghiandole interanulari, le quali invece man- cano nella M. alba = M. denticulata. Per ragioni di priorità al Cestode, del quale abbiamo di- scorso, spetta il uome di M. denticulata (Rud.). LocaritA ITALIANE — Torino, (Perroncito, 1878); Mace- rata (Mattozzi per citazione di Perroncito, 1878); Cagliari (1) Serri E. — Eminti dell’Eritrea e delle regioni limitrofe; in: Att Soc. lig. Sc. nat. e geogr., Vol. IV, Genova 1893, estr. pag. 9 e 10. a he _TETIEECO PROPONE: AE a ‘Pt "E PF ENTO SE Malt i citi da Ù n palace talee EA secoli Si AGGIUNTE ALLA FAUNA ELMINTOLOGICA ROMANA 167 (Taenia denticulata Rud., C. Parona, 1887); Genova (C. Pa- rona, 1887). In intestino di Bos taurus e di Owvis aries. Moniezia expansa Rud. — Un esemplare incompleto, in cui i diversi frammenti, congiunti insieme, dànno una lun- | ghezza di m. 1.90, . ho rinvenuto nell’intestino tenue di Los taurus, ucciso al Mattatoio di Roma il 20 ottobre 1896. Non è possibile, per le ragioni che ho esposto a propo- sito della M. alba (Perroncito), ammettere con Setti l'identità fra questa specie e la M. expansa. w LOCALITÀ ITALIANE — In intestino di Los taurus a Pa- dova (Polonio, 1820), a Macerata (Cini, 1877), a Genova (0. Parona, 1887). Galli Valerio nel 1897 l’ha trovato a Milano nell’ intestino di Ovzs aries. Dipylidium caninum (L.) — Numerosissimi esemplari in intestino tenue e crasso di Felis catus, ucciso in Museo per studî di Laboratorio il 23 gennaio 1899 e il 22 gennalo 1900. La lunghezza degli esemplari oscilla dai 45 agli 80 mm,, e la larghezza massima delle proglottidi è di mm. 2; gli ovuli misurano un diametro che va dai 46 ai 53 wu. Altri individui di D. caninum, già da me stesso rinvenuti nell’ intestino di Canis familiaris (1), sono notevoli per la | maggiore lunghezza del parassita, che va sino a 35 cm., e pel minore diametro degli ovuli, ch’è di 42 y. Che il D. caninum del Gatto sia generalmente più pic- colo di quello del Cane, ed abbia per l'opposto ovuli un poco | più grossi, è un fatto ben conosciuto, notato già tanto dagli | elmintologi, che giustamente han fatto due varietà della specie ospitata dai due ospiti diversi, quanto da coloro che, . appunto per tali caratteri, ne hanno fatto, certo erroneamente, | due specie diverse, chiamando 7. elliptica Batsch quella del ; Gatto, e 7. canina L. quella del Cane. ; LocaLITA ITALIANE — Padova (Vandelli, 1758; Molin, 1859); Torino (Cini, 1877); Cagliari (C. Parona, 1887); Genova (C. (1) ConporeLLI M. — Nota elmintologica; in: Boll. Soc. Rom. Studi Zoolog., Vol. VI, 1897, estr. pag. 5 e 6). STATICI IVATO GG MIREZIA AIR OIA Pl ETTARO E APRE AIR DIST SIL ILA, MIRTO RR AO ERNIA. SICILIANA IONI AV ORARIA NGN Vede” ; Doni QTA QUAI SASA A aly Sms TA di 4 ì al) n tiara 168 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA Parona, 1$87); Napoli (Caparini, 1887); Catania (Grassi, 1888; Grassi e Rovelli, 1889); Pisa (Sonsino, 1889); Venezia (Stos- sich, 1890); Trieste (Stossich, 1894); Roma (Condorelli, 1897); Novara e Sesto Calende (Galli-Valerio, 1397), Catania (Min- gazzini, 1899); Sambiase in Prov. di'Catanzaro (Condorelli, 1900). - Davainea tetragona (Molin) [= D. dotArioplitis (Piana)] — Ho rinvenuto diversi esemplari in intestino di Gallus domesticus nel marzo del 1890 e nel giugno del 1896. Uno di essi è lungo mm. 160, ed ha «le ultime proglottidi mature ampie mm. 2. Testa piccola, tetragona, proboscide armata di numerosi piccoli uncini (sino a 200) disposti in doppia serie; ventose circolari armate di un grandissimo numero di uncini d’ine- guale dimensione, diversi da quelli del rostello, e distribuiti in Y—8 serie concentriche; aperture genitali unilaterali ed ir- regolarmente alterne, fra il terzo anteriore ed i due terzi poste- riori del margine di ciascuna proglottide; più ovuli sono conte- nuti nella medesima capsula ovigera; ovuli maturi irregolari, provveduti di delicata capsula a doppio contorno, contenente un embrione esacanto, del quale i piccolissimi uncini sono visi- bili solo a fortissimo ingrandimento. “SUA Galli-Valerio (1) distingue la D. tetragona dalla D. dothrio- plitis, che considera, con altri, quale buona specie. In sostegno di ciò osserva in maniera speciale che nella D. fetragona gli orifizî genitali cadono nel mezzo del margine delle proglot- tidi, e nella D. dothrioplitis invece all'indietro della parte me- diana. Ma tale osservazione è senza dubbio poco attendibile, di- fatti basta leggere quanto dice De Filippi (2) nella sua buona monografia sulla 7. dothrioplitis, e consultare le diligenti figure annesse alle memoria, per vedere che le aperture (le genitali) si rinvengono fra il terzo anteriore e î due terzi posteriori al margine delle proglottidi. @ (1) GALLI VALERIO. — Note preventive sopra alcune neoformazioni nodulari; in: IZ moderno zoojatro, Anno 1896, N. 21, pag. 408. (2) De FirIpPi €. — Ricerche istologiche ed anatomiche sulla Taenza bothrioplitis Piana; in: Atti della R. Accademia dei Lincei - Memorie — della Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, Serte 4, Vol. VII, Ferie accademiche del 1892, pag. 253, Fasc. III, Fig. 1. AGGIUNTE ALLA FAUNA ELMINTOLOGICA ROMANA 169 LOCALITA ITALIANE — Padova (Polonio, 1860; Molin, 1861); Bologna (Piana, 1880); Genova (C. Parona, 1887); Parma (Co- lucci, 1888); Trieste (Stossich, 1889); Venezia (Stossich, 1890); Roma (De Filippi, 1892); Trieste (Stossich, 1895); Milano (Galli- Valerio, 1896 e 1897); Catanzaro, Nicastro, Sambiase (Con- dorelli, 1900). In intestino di Gallus domesticus. Davainea circumvallata (Krabbe) — Ho avuto in esame diversi esemplari incompleti, rinvenuti nell’intestino di Co- turnix communis, uccisa nella Campagna Romana nel 1885, e .. di Perdix saxatilis, uccisa pure nell’Agro Romano nel 1891. I maggiori frammenti sono lunghi mm. 60; e mi permettono fare una diagnosi sicura. Scolice globoso o periforme, lungo mm. 0.650, largo mm 0.60), rostello breve e robusto, circondato da una doppia corona di uncini, gli uni lunghi, corti gli altri, disposti al- ternativamente, e così straordinariamente numerosi da rag- giungere la cifra di 800; ventose armate di 6 ad 8 serie di uncini tutti eguali per forma, ma differenti per dimensione. Collo breve (mm. 0.5); anelli a dente di sega; aperture geni- . tali irregolarmente alterne. La Taenia pluriuncinata rinvenuta da Crety (1), e de- scritta quale nuova specie parassita della Coturnia communis, LI evidentemente non è altro che la T. circumvcallata Krabbe [Em Davainea circumveallata (Rrabbe)]; dalla quale, stando alla . descrizione di Crety, differirebbe soltanto per avere il cercine dia Di i iti Me DAS) ee : È È delle ventose « armato da 6 ad 8 ordini di uncini disposti . concentricamente », carattere questo invece comune alla 7. circumvallata e ad altre Tenie avicularie, per le quali nel 1891 si è costituito il genere Davaînea da R. Blanchard e da Rail- liet. Anche R. Blanchard (2) fa la 7. pluriuncinata Crety si. nonimo di D. circumvallata (Krabbe). ——_____—_—_T_ (1) CreTy C. — Cestoli della Coturnie communis; in: Boll. Mus: Zool. Anat, comp. Univ. Torino, Vol. V, N. 88, pag. 1-4. (2) BLancHarD R. — Notices helminthologiques (Deuxième série); in: Bullettin et Mémoîres de la Société Zoologique de France, Paris, 1891, i pag. 434. Bollettino della Società Romana per gli Studi Zoologici. 12 170 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA "Sl LOCALITÀ ITALIANE — Roma (Crety, 1890); Venezia (Stos- sich, 1890 e 1895); Maida in Prov. di Catanzaro (Condo- relli, 1900). In intestino di Coturnixa communis. Mesocestoides litteratus (Batsch) —- Ho rinvenuto nume- rosissimi esemplari. nell'intestino di Vulpes vulgaris, uccisa nella Campagna Romana nel 1897. | Mi riferisco per la diagnosi al mio lavoro sulla Tage litterata Batsch (1), ed insisto nel considerarla con Zschokke quale specie separata e distinta dal M. Zineatus (Goeze), cui è stata identificata da Zeder (2), da Leuckart (3), da Railliet (4) e da Setti (5); e poi distinta, oltre che da Zschokke (6), da Railliet (7) stesso nella 2* edizione del suo Traitè de Zoologie Médicale et Agricole edito nel 1895. Non rifaccio la diagnosi differenziale, che può leggersi nel precitato mio lavoro; solo, per maggiore intelligenza, qui riporto quella parte di essa, che riguarda lo scolice: M. litteratus (Batsch) M. lineatus (Goege) Scolice inerme grosso mn.0,6, Scolice inerme grosso poco — ha foima di capocchia di | più di mezzo millimetro — net- spillo 0 meglio di due coni | tamente troncato in avanti e tronchi congiunti per la base | continuantesi indietro con un — all’apice può o no presen- | collo brevissimo e quasi del tare una leggerissima depres- | medesimo diametro — ventose (1) ConporeLLI M. — Contributo allo studio della 7. litterata Batsch; in: Spallanzani, Anno XXIX colla Serie I, Fasc. VIII, IX e A, 1891. (2) Zeper A. G. H. — Erster Nachtrag zur Naturgheschichte der Eingeweidewiirmer von I. A. C. Goeze, Leipzig, 1800. ] (3) LeucgART R. — Die Blasenbandwùrmer und ihre Entwicklung. Giessen, 1856. (4) RarLuiet A. — Eléments de Zoologie meédical et agricole. 1re édition, Paris, 1886, pag. 265. (5) Setti E. — Nuovi elminti dell’Eritrea; in: Atti della Società l- gustica di Scienze naturali e geogr., Ann. VIII, fasc. II, estr. pag. 32-40. (6) ZscHokge F. — Recherches sur la structure anatomique e histo- logique des Cestodes, Genève, 1886, pag. 135. (7) RAILLIBT A. — Traitè de Zoologie médical et agricole, 2me édi- tion, Paris, 1895, pag. 312. Ri alle 7 IT AGGIUNTE ALLA FAUNA ELMINTOLOGICA ROMANA 171 sione — ventose grandi orbico- | piccole ed orbicolari occupanti lari occupanti i due terzi an- | la metà anteriore dello scolice. teriori dello scolice. Collo bre- bissimo e molto sottile. E questa speciale conformazione dello scolice è così mar- cata e costante, ch'io, in centinaia di esemplari che ho avuto di M. litteratus, rinvenuti in diverse Volpi, non sono riuscito a trovare un solo esemplare che abbia uno scolice, il quale più o meno si rassomigli a quello del M. lineatus. Locarità ITALIANE — Padova (Molin, 1861); Cornigliano in Prov. di Genova (C. Parona, 1887); Grosseto (Condorelli, 1891); Trieste (Stossich, 1896). In intestino tenue di Vu/pes vulgaris e di Mustela foina. Galli-Valerio riscontrò a Milano (1894) nell’ intestino del Canis familiaris un Cestode senza testa, che attribuì alla Tae- nia litterata Batsch; altro esemplare completo, che non de- scrisse, rinvenne pure a Milano (1897) nel Cane, e lo indicò col nome di Mesocestoîdes lineatus Goege. Essendo la descri- zione del primo esemplare incompleta per la mancanza dello scolice e del collo, parti caratteristiche, e quella del secondo addirittura mancante; e d’altra parte non ammettendo io l’i- dentità fra le due specie, non so davvero a quale di esse debba ‘riferire i detti due esemplari. s Sonsino, come risulta da una. citazione di Galli-Valerio (Note di Parassitologia; in: IZ Modeno Zoojatro, Anno 1894, N. 22, pag. 429), avrebbe rinvenuto il M. Vifteratus a Pisa nell’intestino del Cane. Tetrabothrium macrocephalum Rud. — Ho esaminato di- versi esemplari incompleti, rinvenuti in intestino di Colymbus septentrionalis, acquistato morto nel mercato di Roma. Malgrado la mancanza della massima parte dello strobila, la diagnosi è facile e sicura, avuto riguardo alla forma e di- — mensione del capo, ch’è subtetragono, quasi conico, e molto | grosso (mm. 0.850 lungh., mm. 0,800 largh.), e a quella del | collo, ch'è breve e tozzo. Per tali caratteri, e sempre indipen- dentemente dal criterio dei particolari desumibili dallo studio 12 172 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA dello strobila, il 7. macrocephalum si differenzia con facilità dal T. cylindraceum Rud.[| = Bothrioiaenia erostris Lònnberg LI — B. cylindracea (Rud.)] il quale cola e di collo lungo e sottile. LocALITA ITALIANE — Venezia (Stossich, 1890); Roma. (Messea, 1890); Portoferraio (C. Parona, 1899). In intestino di Colymbus arcticus e di Colymbus septentrionalis. Calliobothrium corollatum Abilde. (= C. coronatum v. Ben.) — Di questa specie ho avuto occasione di osservare diversi esemplari rinvenuti nell'intestino di Scylium stellare. Essi sono lunghi dai 30 ai 40 mm.; hanno scolice ovale longitu- dinalmente allungato (lungh. mm. 1.34, largh. mm. o. 95); aculei robustissimi, caratteristici per la forma speciale rassomigliante presso a poco a quella di una racchetta; collo brevissimo e tozzo; anelli ampî e cortissimi, man mano crescenti in al- tezza, tanto che l’ultima proglottide, la quale ha forma conica con apice tronco ed arrotondato, raggiunge la lunghezza di mm. l e la ni di mm. 0.634. La massima larghezza delle proglottidi è di mm. 1.17. Come vedesi dalla superiore descrizione, gli esemplari da me osservati di C. corollatum apparterrebbero alla varietà a collo molto corto e grosso quanto lo scolice, ritenuta propria dello Scyllium stellare, dell’ Acanthias sua ecc. da Ru- dolphi (1), da Molin (2) e da Stossich (3). Ma in mezzo ad essi ho pure trovato un individuo, il quale, per la presenza di un lungo e sottile collo, apparterrebbe all'altra varietà del C. corollatum, ammessa come tale dai suddetti autori nella Myliobatis aquila. Riferisco questo unico esemplare, per l’in- sieme dei suoi caratteri specifici, al C'. filicolle Zschokke, cui (1) RupoLpHi C. A. — Entozoorum sive vermium intestinalium histo- ria naturalis, Amstelodami, 1810, Vol. II. Par. II, pag. 213, N. 116. (2) Monin R. — Prodromus Faunae helmintologicae Venethae; in Deukschr. Akad. Vien. Bol. XIX, 1861, pag. 241. (3) Stossica M. — Brani di elmintologia tergestina; in: Bollettino della Società adriatica di scienze naturali in Trieste, Vol. VIII, fase. I; 1883, estr. pag. 10. è provveduto di testa pic- v PES OSATO - ut RERPA I RER SI, PURA gf +4 SI LET: sic * VIA + pria de DE, i La AGGIUNTE ALLA FAUNA ELMINTOLOGICA ROMANA 173 credo, insieme con Monticelli (1), debbasi riferire la cosidetta . varietà a collo lungo e sottile del C'. corollatum. Locarità IraLiAaNe — Napoli (Rudolphi, 1819); Padova (Molin, 1861; Pintner, 1880; Stossich, 1882); Trieste (Stos- sich, 1888, 1886); Napoli (Zschokke, 1887); Venezia (Stos- sich, 1890); Trieste (Stossich, 1895). In intestino di Acanthias vulgaris, di ScyMlium stellare, di Myliobatis aquila, di Raja oxyrhynchus, di Torpedo marmorata e di T. ocellata. Calliobothrium filicolle Zschokke — Ho rinvenuto un solo esemplare nell’intestino di Scylliwm stellare, insieme con mol- tissimi altri di C. corollatum Abildg. La lunghezza è di mm. 30, e la maggiore ampiezza delle . proglottidi è di mm. 0.635; lo scolice è subcilindrico, netta- | mente troncato in avanti, lungo mm. 0.950, ampio mm. 0.668; i sepimenti che dividono le ventose in loggie sono esili, e la . loggia superiore è più ampia delle due altre insieme; gli un- cini, simili per la forma a quelli del C. corollatun, ne diffe- riscono perchè più piccoli, più sottili e di colorito nero; il. . collo è sottilissimo ed oltremodo lungo, la sua ampiezza é di «mm. 0.217 e la lunghezza di mm. 10; i primi anelli sono | brevissimi ed ampî, i seguenti sempre più allungati, gli ul- timi quadrati o un poco più lunghi che larghi. 3 Ritengo, come ho detto a proposito della specie prece- | dente, che la varietà a collo lungo e sottile di C. corollatum, . descritta da Rudolphi, da Molin e da Stossich nella Mylio- | batis aquila, non sia altro che il C. filicolle di Zschokke. Di | questo avviso è pure Monticelli. 1 LocaLità iraLiane — Nizza (Wagener, 1854); Trieste | (Pintner, 1880); Napoli (Zschokke, 1887; Monticelli, 1888); Trieste (Stossich, 1896). In intestino di Mustelus laevis, di Myliobatis aquila, di Raja clavata, di Torpedo ‘marmorata e di T. ocellata, non che di altra specie di Myliobatis rimasta i | indeterminata (Stossich). È: (1) MonticELLI F. S. — Ricerche sullo Scolex polymorphus Rud.; cin: Mittheilungen aus der Zoologisehen Station zu panna Bd. 8, Heft I, À pra 1888, pag. 143. { per A Zgea 174 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA TREMATODI VA Distomum hepaticum Abildg. -—— Ho rinvenuto numerosis- sime volte ed in grandissima quantità nel fegato di Bos taurus e di Ovis aries, macellati al Mattatoio di Roma. Una sola volta (12 novembre 1397) l’ho trovato in commensalismo col D. lan- ceolatum Mehlis. È Locatità ITALIANE — È stato riscontrato nella massima parte delle Provincie italiane, la qual cosa mi dispensa da | una assai lunga citazione di località. Ricordo però che il D. he- paticum, oltre che nel /os taurus e nell’Ovis aries, è stato rinvenuto in Homo sapiers a Milano da Brera nel 1Slle da Frank nel 1533, a Monte S. Gottardo da Perroncito nel 1882; in Equus caballus a Pisa da Civinini nel 1842; in Sciurus vulgaris a Firenze da Targioni Tozzetti (in Brera: Memorie fisico-mediche sopra i principali vermi del corpo umano, Crema, 1811, pag. 95); in ZLepus cuniculus a Firenze da Redi e a Torino da Cini nel 1837; in Cavia cobaya (?) a Pisa dal dott. G. B. Chiappa (citato da Sonsino: Studi e notizie el- mintologiche, in: Proc. verb. Scc. Tosc. Sc. Nat., adunanza © — 4 maggio 1890) e in seguito da Maffucci (citato da Sonsino: Varietà di Fasciola epatica e confronto fra le diverse specie del genere Fasciola; in: Ibidem, adun. 3 maggio 1896). } A II RIE PR) VR a E, LI, + Distomum lanceolatum Mehlis — Ho rinvenuto numerosi esemplari in commensalismo col D. hRepaticum Abildg. nel fe- gato di. os taurus macellato al Mattatoio di Roma il 12 no- vembre 1397.. È LocaLITA ITALIANE — In Homo sapiens a Milano da Brera nel 1811; in Ovis arîes a Bologna da Ercolani nel 18380, a Torino da Brusaferro nel 1887, a Pinerolo e Vercellese da Perroncito nel 1882, a Catania da Calandruccio e da Grassi nel 1884, a Napoli da Sodero nel 1887, a Genova da Pa-. rona nel 1887; in Jos taurus a Torino da Cini nel 1337 e +4 da Brusaferro pure nel 1887, a Bologna da Ercolani nel 1880; in Lepus cuniculus a Pisa da Sonsino nel 1890. pe AGGIUNTE ALLA FAUNA ELMINTOLOGICA ROMANA 175 Distomum mentulatum Rud. — In intestino di Lacerfa vi- . rédis, presa ad Olevano Romano il 29 aprile 1897, ho rinve- muto un solo esemplare, lungo mm. 5 e largo mm. 0,393. E carstteristica la struttura della cuticola, circolarmente striata, che dà al parassita un aspetto anellato. I due testi- coli, ovali e bruni, sono disposti l’uno dopo l’altro e compresi ‘nella porzione anteriore del corpo, precisamente al principio del secondo quinte ; l’ovaia è sferica, più grande delle ghian- dole genitali maschili e situata immediatamente prima del testicolo anteriore. Gli ovuli occupano tutta la porzione po- steriore e media del corpo sino al principio del quinto ante- riore : essi sono grossi ed ovali (u 85 x w 59), di colorito giallo-bruno, provveduti di robusta capsula. Locarità IraLiANE — Rimini (Rudolphi, 1819); Padova (Molin, 1859; Polonio; 1859); Trieste (Stossich, 1895). Nella . cloaca di Tropidonotus natrix, di Podarcis muralis, di Lacerta. viridis.- Distomum clavigerum Rud. — Ho riscontrato numerosi esemplari nell’intestino di tana esculenta, presa a Roma nel- l'aprile del 1899. Essi sono di colorito giallo-rossastro, ovali, lunghi da mm. 0.9 a mm. 2, e larghi da mm. 0.6 a mm. 1. Gli ovuli sono numerosissimi, di colorito bruno-splendente, ellissoidali, piccoli, opercolati ad uno dei poli, la capsula è robusta eda . doppio contorno; il diam. long. è di x 39 e il trasv. di yu 20. LocALITA ITALIANE — Padova (Polonio, 1859; Molin, 1859); Bologna (Ercolani, 1880); Spezia (Parona, 1877); Sambiase in Prov. di Catanzaro (Condorelli, 1900). NEMATODI Ascaris mystax Rud. — Ho trovato varie volte in nu- | mero di parecchi esemplari nell’intestino di Felis catus e di Canis familiaris: marzo 1893, dicembre 1896, novembre 1898 e gennaio 1900. Gli individui rinvenuti nel Cane sono di di- | mensioni un po’ maggiori di quelli ospitati dal Gatto. Mad Pe Nea gt RP AIR, Et Re Ci gia ENEEDIOTI 176 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA LocaLitÀ IrALiane — Firenze (Redi, 1684); Pisa (Cor nini, 1842; Padova (Polonio, 1860); Torino (Cini, 1877); n vellesca (Grassi, 1879); Friuli (Romano); Cagliari (C. Parona, — 1387); Genova (C. Parona, 1887); Catania (Grassi, 1888); Pisa (Sonsino, 1889); Voda (Stossich, 1890); Genova (Setti, Y 1893); Trieste (Stossich, 1897); Novara, Sesto Calende, Milano (Galli-Valerio, 1897); Sambiase in Prov. di Catanzaro (Condo- relli, 1900). In intestino di Canis cp di Felis catus e di Valna vulgaris. Ascaris rigida Rud, — In intestino di Labrax' lupus, pe- ; È scato a Civitavecchia nel maggio del 1888, si sono trovati Se 1 esemplari, metà maschi e metà femmine. È notevole l'enorme sviluppo degli spicoli, i quali in un individuo di mm, 85 raggiungono la lunghezza di mm. 3. Essi sono sottilissimi, lisci, di splendore madraperlaceo, a margini bruno-scuri, n entrambi egualmente lunghi. be. - LOCALITÀ ITALIANE — Lic (Wedl, 1855); Padova (Mo- È lin, 1859 e 1861; Stossich, 1882); Napoli (Zschokke, 1887); Trieste (Stossich, 1896). In intestino di Dicentrarchus labrax e di Lophius piscatorius. Ascaris spiralis Rud., — Numerosi esemplari ho trovato in vi Sq” intestino di Buteo vulgaris; ucciso nell’Agro Romano nel mese | di ottobre del 1897. I maschi raggiungono la lunghezza di 3 42 mm., le femmine quella di 65 mm. Csi af LocaLitA 1rALiAnE — Padova (Molin, 1859); Venezia - (Stossich, 1891). In intestino di Carine noctua e di Strix | fiammea. Ascaris depressa Rud. — Ho rinvenuto un solo esemplare g' nell’intestino di Butes vulgaris, ucciso nell’Agro Romano il 21 no- vembre 1893; ed un altro esemplare % nell’intestino di Accz- Do piter nisus, sui pure nella Campagna Romana il 30 no- :$ vembre 1397. ego incompleto per la mancanza dell’estremità anteriore; — purnondimeno è possibile la diagnosi per la conformazione us: dell’estremità caudale, ch’è ottusa, inflessa, brevemente mu- —. hi b "o È AGGIUNTE ALLA FAUNA ELMINTOLOGICA ROMANA 177 crohata, provveduta di numerose papille preanali e di 6 po- stanali, delle quali la quinta e la sesta sono tanto avvicinate tra loro da formarne quasi una sola. LocaLitA ITALIANE — Padova (Molin, 1858 e 1861); Ca- gliari (C. Parona, 1887); Genova (C. Parona, 1887); Trieste (Stossich, 1897); Roma (Lepri, 1898); Trieste (Stossich, 1899); Sondrio (Galli-Valerio, 1897). In intestino di Circus cyaneus, di C. aeruginosus, di Hypotriorchis subbuteo, di Accipiter nisus, di Astur palumbarius, di Pernis apivorus, di Puteo vulgaris, di Circaetus gallicus, di Nisaetus fasciatus, di Haliaetus albicilla, di Aquila chrysaetos, di SIIT barbatus, di Gyps fulvus, di Vultur monachus. Heterakis inflexa Zeder — Nel marzo del 1890 e nel giugno del 1896 ho rinvenuto parecchi esemplari insieme colla Davai- nea tetragona (Molin) nell’ intestino del Gallus domesticus. È parassita molto comune dei gallinacei domestici e qual- che volta di taluni palmipedi, come dell’Anas doschas e del- lA. moschata. Normalmente si riscontra nell’intestino, accidentalmente nell'uovo; ed in tal caso o dentro l’albume, come hanno os- servato Aldrovandi (1), Gerolamo Santasofia e Jacopo Grandi (2), Metaxà (3), Zambelli (4), Benci (5), Generali (6), Massa (7) e Carruccio (8); o incrostato nel guscio, come sono i casi ri- (1) ALpRovanDI — Monstrorum historia, Bononiae, 1642, pag. 389. (2) SantasoFIA G. e GranDI F. — Sopra una serpe trovata viva in uovo fresco di gallina; in: Giornale deì letterati per tutto l’anno 1763, Roma, N. VII, del 31 luglio 1763, pag. 106. (3) MeTtAXA T. — Memorie zoologiche mediche, Tipogr. Boulzaler, Roma 1833; con una tavola, pag. 80-89. (4) ZamBELLI — L’Ascaris inflera nell’albume d’uovo di gallina; in: Giorn. med. veter. pratica, Vol XXIX, 1880, pag. 318. (5) Benci O. — Ascaride in un uovo di gallina; in: Giorn. di med. veter. pratica in Torino, 1880, pag. 416-417. (6) GenERALI G. — Note elmintologiche; in: Atti soc. natur. di _ Modena, Ser. III, Vol. I, 1883. (7) Massa C. — Un parassita in un uovo; in: Att soc. nat. di Mo- dena, Ser. III, Vol. II, 1884-86, pag. 148. (8) CarRUCCcIO A. — Sopra due casi d’inclusione di parassiti ne- matodi in: Bull. R. Accad. med. di Roma, Vol. AII, 1886. MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA 178 feriti da Aldrovandi stesso (1), da Cleyer @), da Monti (3) e da Pavesi (4). LocarirA rrartane — Nell’intestino di Gallus domesticus è stato rinvenuto a Padova (Molin 1859), a Bologna (Ercola- . ni, 1873), a Torino (Cini, 1887), a Pisa (Rivolta e Del Pra- to, 1881), a Cagliari (C. Parona, 1887), a Genova (C. Pa- rona, 1887), a Trieste (Stossich, 1837), a Venezia (Stossich, è 1890), a Caravate e Pavia (Galli-Valerio, 1897), a Sambiase in Prov. di Catanzaro (Condorelli, 1900). Nell’intestino di Meleagris gallopavo a Venezia (Stossich, 1891). In intestino di Anas boschas a Trieste (Stossich, 1893). E stato pure rin- venuto nel guscio e nell’albume di uovo gallinaceo (Vedi sopra). Oxiuris equi (Schrank) — Nell’intestino crasso di Equus caballus, morto in Roma, ho trovato 3 esemplari femmine, dei quali uno mancante della porzione anteriore. I due in- tieri sono lunghi l’uno mm. 45, l’altro mm. 52. E da notare che la parte anteriore, benchè ricurva ad uncino e più robusta della posteriore rettilinea, non è poi talmente più grossa da stabilire una sensibilissima differenza nei diametri delle due | porzioni opposte, tale cioè da richiamare alla mente la forma d’un Tricocefalo a porzioni cefalica e caudale invertite. Gli ovuli, a guscio sottilissimo e fragile, sono imperfettamente. ovali, con l’una faccia appena pianeggiante e l’altra convessa, e con un polo un po’ tagliato a sbiego. Non sono riuscito @ ben vedere l’opercolo, del quale fa mensione Railliet; il dia- metro longitudinale è di wu 70, il traversale di p 42. Locatirà ITALIANE — Venezia (Martens, 1824); Torino (1) ALpRovanDI — Ovum gallinae serpentis icone effigiatum; in: Opera citata, pag. 387. (2) CLEYER A. — De ovo gallinaceo, cum serpentis imagine in te- sta; in: Misc. curiosa, sive Ephem. med. ghys. german, Acad. decur. II, a. I, 1682 (Norimbergae 1683). pag 36, obsero. XVI, fig. IV. (3) MontI G. — De ovo serpentiformi; in: Comm. Bonon. sc. et i art. Inst. atquae, Acad, IV, 1757, Opusc. Acad; pag. 330, tav. 21. (4) Pavesi P. — Ascaride incrostato nel guscio di uovo gallinaceo . in: Boll. sce. rom. stud. socl., Vol. II, 1893, pag. 101-109. RCA) CAST de VENE RIOT ST AT MSI II SII TRO <= Mii AGGIUNTE ALLA FAUNA ELMINTOLOGICA ROMANA 179 (Cini, 1877); Genova (C. Parona, 1887); Milano (Galli-Valerio, 1897) In intestino crasso di Equus cabdallus. Ozysoma brevicaudata Zeder — Ho rinvenuto 5 esemplari nell'intestino di Bombinator pachypus, preso ad Olevano Ro- .mano il 29 luglio 1897. Sono lunghi dai 6 ai 9 mm., spessi u 262, asscttigliati ‘alle due estremità, principalmente all’anteriore, e si presen- . tano ripiegati a spirale. Gli ovuli, pochi per numero, sono di forma ovale, a guscio sottile, di colore bruno, e disposti l’uno dopo l’altro come i monili di un rosario; sono relativamente grossi, ed infatti misurano & 78 X uv 56. LocALITA ITALIANE — Spezia (Willemoes-Suhm, 1870; C. Parona, 1887); Trieste e Venezia (Stossich, 1893); Sam- . biase in Prov. di Catanzaro (Condorelli, 1900). In intestino _ di /ufo vulgaris, di Lombinator pachypus, di Angquis fragilis, _ di Platydactylus mauritanicus. Sclerostoma equinum (O. F. Miller) — Ho esaminato di- versi esemplari rinvenuti nel cieco di Equus caballus, morto in Roma. Di essi i maschi sono lunghi sino a 55 mm. e le femmine sino a mm, 95. LocaLitA ITALIANE — Venezia (Martens, 1824); Torino (Ercolani, 1852; Cini, 1877; Perroncito, 1882); Milano (Gene- rali, 1887); Parma (Colucci, 1889). In cieco di Equus cadballus. Coronilla robusta V. Ben. — Ho avuto in esame numerosi —. esemplari, da me stesso rinvenuti nell’intestino di ScyZium canicula, pescato a Civitavecchia nel marzo del 1397. LocaALITÀ ITALIANE — Rinvenuta soltanto da C. Parona a Genova e a Portoferraio (1899) in intestino di Scy/lum Stellare, di S. canicula, di Raja oxyrhynchus e di E. oculata. Filaria tricuspis Fedtschenko — Ho rinvenuto due volte que- . sto Nematode nella cavità addominale di Chelidon urbica, ucciso presso Ponte-Galera (Roma) il 26 maggio 1897, e in quella di Erythacus rubecula, catturato pure nella Campagna Romana il 10 marzo dello stesso anno. La maggior parte degli esem- At suna È EA a Ù n a 180 MARIO CONDORELLI FRANCAVIGLIA SERA plari si ruppero durante l’estrazione, perchè erano fortemente | intrecciati fra le maglie del tessuto connettivo peritoneale, Per la descrizione di questa Filaria mi riferisco a quanto. hanno scritto Linstow (1) e Stossich (2); faccio però osservare, < contrariamente a quanto asseriscono i suddetti autori, che l’ano nella 9 non è mancante, invece esiste, ed è terminale, rivolto ap- pena ventralmente, circolare, con apertura ampia. Gli ovuli. N) fn - A sono ellittici, splendenti, provveduti di capsula robusta, dia- metro aaa v 52, diametro trasversale . 39. Nel g° la cloaca è distante dall’estremità della coda & 568; e da essa vengono fuori due robusti spicoli, dei quali l’uno è quasi rettilineo con leggera curvatura verso l'estremità, e l’altro, che serve da sostegno, è attorcigliato a spirale. Sana figlio robusti e lunghi, quantunque l'estremità del se- condo non raggiunga quella del primo a causa della. sua disposizione spiraliforme. Nei maschi la lunghezza oscilla dai mm. 23 ai mm. 57, nelle femmine dai. mm. 38 ai mm. 120. Gli esemplari, che ho rinvenuto nel Balestruccio, sono in complesso più lunghi di quelli che ho trovato nel Pettirosso. LocALITAÀ ITALIANE — Venezia e Padova (Stossich, 1891); Padova e Trieste (Stossich, 1897). A Portoferraio è stata rin- venuta in Columba ocenas una Filaria, che il Prof. C. Parona. (1 99) riferisce dubitativamente alla F. tricuspis.. L'ho pure rinvenuta in Calabria a Sambiase (1900) in Chelidon urbica. In cavità addominale di Culumba oenas, di Corvus corni, di C. frugilegus, di C. cyanomelas, di Iullula arborea, di Alauda arvensis, di Hirundo rustica, di Chelidon urbica. Filaria labiato-papillosa Alessandrini — Ho avuto in dono un bellissimo esemplare dal mio amico dott. Giuseppe Ber- nabei, Capitano veterinario, che lo rinvenne in Roma nel pe. ritoneo di un giovine /os taurus (aprile 1899). È nna fem- mina matura della lunghezza di cm. 11. (1) Linstow O. - Archiv. f. Naturgesch., XLIX,18883, pag.285, tav. VII, fig. 16; Ibidem 1891, pag. 293, tav. XI, fis. 1-25. (2) SrossicH M. - Filarie e Spiroptere; in: Boll. Soc. adr. sc. nat. in Trieste, XVIII, 1897, pag. 26. = Na: ETA miti Pan ieri ven e AGGIUNTE ALLA FAUNA ELMINTOLOGICA ROMANA 181 _—_————_- LocALITA ITALIANE — Bologna (Alessandrini, 1838); To- rino (Perroncito, 1882); Vigentino (Galli-Valerio, 1887 ?). In peritoneo e in lingua (embrioni ?) di /os taurus (1). Physaloptera abbreviata Rud. — Trovai 8 esemplari nell’in- testino di Lacerta viridis, presa ad Olevano Romano il 29 lu- glio 1897. Erano tutti femmine lunghe dai 16 ai 25 milli- metri. Secondo Linstow e Stoscich gli ovuli misurano u 86X& 20; io invece ho trovato che hanno dimensioni maggiori: p 72Xp 52; sono poco numerosi, ellittici, lisci, provveduti di capsula a doppio contorno, con contorno esterno più spesso dell’interno. LocaALITÀ ITALIANE - Rinvenuta allo stato larvale a Ge- nova nel 1887 in Podarcis muralis dal Prof. C. Parona. (1) NB. Il dott. Galli Valerio (Note parassitologiche; in: IZ Moderno Zoojatro, Ann. 1897, N. 2, pag. 23) rinvenne in una lingua di bovino numerosi « embrioni di nematode molto simili a quelli della ilaria immitis e della F. equina ». L'A. rimase in dubbio, se dovesse riferirli alla Filaria lebiato-papillosa. Railliet, a peg 527 del suo Traité de Zoologie médicale et agricole edito a Parigi nel 1895, riferisce che Gotti ha trovato abbondantemente la Filaria labiato-papillosa nel'a cavità peritoneale e nel tessuto connet- tivo sottostante di un bove marantico. Non avendo conoscenza di ta'e osservazione, ho scritto al Chiar.mo Prot. Gotti, il quale mi ha favori'o la seguente notizia: « Non ho osservato la Filaria labiato-papillosa nel « bove marantico, al quale accenna. Solo molti anni or sono osservai « un caso di Filaria nella camera anteriore dell’occhio di un cavallo, « che estrassi con una puntura al margine corneale, ma di questo caso « nulla pubblicai ». È in continua diminuzione il Porphyrio coeruleus Sunto di una comunicazione fatta dal prof. A. CARRUCCIO alla Società Romana per gli studi zoologici. Da non pochi anni desideravo d’introdurre nella Colle-. zione Ornitologica generale del nostro Museo un qualche nuovo esemplare di Porphyrio coeruleus, non solo in perfetto stato di conservazione, ma di provenienza bene accertata; e parti- colarmente di qualcuna deile località della Sardegra, in cui — com’è noto — se ne può far caccia, al pari che in Sicilia. In quale delle due isole trovasi al presente, più largamente rappresentata questa bella specie? Vi è chi afferma che la diminuzione di essa si è fatta più sensibile in Sicilia, altri invece crede che lo sia in Sardegna. Ma per quest’ultima oggi io debbo riservare qualunque recisa affermazione, attendendo notizie più complete, che — potendo — vorrei procurarmi personalmente. Per la Sicilia le notizie più recenti che ho letto sono quelle dell’ egregio sig. F. I. Whitaker, il quale scrive: « Da parecchi anni in quà ho tenuto nella mia villa alcuni Polli Sultani vivi, che mi sono stati spediti da Vittoria nella provincia di Siracusa, ove pare che questa specie sia abbastanza comune, come lo è el Pantano di Catania, al Bi- . viere di Lentini, ed al fiume Anapo presso Siracusa. « Anche nelle paludi vicino Mazzara mi si assicura che si rinvengono di questi bei uccelli, sebbene piuttosto rara» mente (1) ». Nell’odierna adunanza so che altre notizie sul (1) Vedi I Naturalista Siciliano, — Vol. III, 1899, N. 1, pag. 17. = ve in Sardegna ? Indicazione di una nuova località, e pre.’ sentazione di due individui della località medesima. at È IN CONTINUA DIMINUZIONE IL PORPHYRIO COERULEUS, Ecc. 183 pollo sultano in Sicilia ci verranno date dal diligentissimo ornitologico e ‘consocio, prof. Giov. Angelini, e tutti le ap- prenderemo ben volentieri. Dai lavori pubblicati dal Cara, Salvadori, Gennari, Gi- glioli, da me stesso, quando mi recai in Sardegna nel 1869 in compagnia del prof. Targioni-Tozzetti, oltre che del Lepori, Bonomi, Marcialis, in breve da quanti scrissero intorno al- l’Avifauna di quell’isola, risulta che il Porphyrio coeruleus è sedentario negli stagni presso Cagliari, Elmas, ecc. Il Bonomi l’ebbe, anche da Lunamatrona. Non mai, per quanto finora mi risulta, venne indicata la località nella quale furono presi i due esemplari adulti, 7° 9, che vi presento; e che, non è ‘ ancora un mese, mi pervennero vivi. Ma a motivo della sta- gione, del digiuno sofferto in così lungo viaggio fino a Roma, questi uccelli soccombettero prestissimo, quantunque siasi fatto ogni sforzo per mantenerli in vita: l’uno sopravisse dopo l’arrivo in Museo, sole 24 ore, e l’altro poco più di 48. Nell'ultima mia gita a Cagliari ed in altri Comuni del- l’isola (aprile 1896) cercai di procurare taluni uccelli, fra 1 quali il pollo sultano; ma forse per la breve dimora e per le giornate sempre piovose, non mi fu concesso di appagare il mio desiderio, e neppure di raccogliere nuove e più estese indicazioni sulla distribuzione geografica di quest’ultima specie nel Circondari della Sardegna. Mi dovetti contentare di rive- dere gli esemplari di Porphyrio coeruleus;.e talune altre belle specie aggiuntevi dopo che lasciai la Università di. Cagliari (1863), e conservate in quel Museo Zoologico, che possiede una collezione locale assai interessante. i Le notizie che sono ora in grado di fornire alla Società le debbo alla cortesia del Dott. Antonio Dessì, nostro con- socio. Egli, a molti di voi ben noto, compì i sei anni di studi . della Facoltà medico-chirurgica nell’Ateneo Romano, e il Mu- seo gli va debitore di moltissimi Coleotteri ecc. da lui rac- colti presso Ferentino ed in altra località. Dopo laureatosi, il Dessì si recò ad esercitare la medicina in uno dei Comuni del suo Circondario nativo, cioè a Santo Vero-Milis; e profittai . delle buone disposizioni del mio antico e caro allievo per ANTONIO CARRUCCIO 184 scrivergli parecchie volte, incaricandolo di alcune ricerche zoologiche, .e particolarmente sul Porphyrio coeruleus. Il Dott. Dessi con molta cortesia, della quale gli sono assai grato, risposemi da San Vero-Milis con due distinte let- tere. Nella prima mi narra che trovandosi da pochissimo tempo — in quel Comune, aveva potuto soltanto assicurarsi della pre- senza in una palude non lontana « del Gallo d’acqua, come qui lo chiamano, ma che corrisponde al vero Pollo sultano. Infatti, soggiunge, è grosso come un gallo ordinario, con penne di un color turchino-indaco, o turchino-celeste; ha il becco forte e piuttosto lungo, con placca rossa alla base, con piedi. e gambe pure di un bel rosso vermiglio, (i primi non sono pal- . mati), il sottocoda è bianco. Mi dicono che ormai in Sardegna sia questa l’unica palude dove tali uccelli si possono vedere riuniti in pochi individui, ma non sempre. La loro carne tiensi per squisita, e quando se ne fa caccia puossi acquistare qualche individuo al prezzo di L. 1,50. — A suo tempo spero darle notizie più complete ». K queste, trascorsi più mesi, egli potè favorirmi rispon-. dendo a diverse mie domande. Infatti così mi scrive il Dot- tor Dessì: < La sua lettera conteneva preziosi particolari sul gallo o pollo sultano, e mi ha posto al corrente di quanto fu scritto in Italia intorno al medesimo. Le dirò innanzi tutto che lo stagno vicino, cui aveva accennato nella mia prima lettera chiamasi Stagno di Baratili S. Pietro; e posso assicurarla che. il Porphyrio coeruleus vi è al presente abbastanza raro, e sembra ai più esperti che ormai questa specie tenda a sparire. « Or fa un mese ne ebbi uno vivo, e volli mantenerlo in vita per conoscerne l’indole, il modo di vivere, ecc. Non ostante le mie premure questo bell’individuo ebbe una sera a soccombere, sono appena sette giorni. Avrei voluto spedirglielo senza indugio, ma fu impossibile perchè non avevo chi sul momento si recasse a cavallo ad Oristano, e vi giungesse in. tempo, cioè prima delle 10 ant. del giorno successivo, in cui soltanto un pacco postale poteva da quella città partire per Golfo Aranci, e quindi per Roma. Ritenni che sarebbe arri- È IN CONTINUA DIMINUZIONE IL PORPHYRIO COERULEUS, Ecc. 185 vato guasto, e mi propongo che se qualche altro Porphyrio verrà catturato, lo serberò vivo per Lei, e a costo di recarmi io stesso ad Oristano, mi farò un dovere di spedirlo con pron- — tezza. Quello ch’ero riuscito a procurarmi credo sia morto per causa del freddo notturno, avendo chi lo custodiva dimenticato di ritirarlo in una stanza, come avevo ordinato. Invece lasciatolo all'aperto lo trovai il mattino insolitamente sofferente, e ince- spicava quasi ad ogni passo. Messolo vicino al fuoco si riebbe, «ma la stessa sera, come dissi, soccombette ». L’egregio Dottore, come ne avete prova con questi esem- plari, mantenne ampiamente la promessa. Il Dott. Dessì mi ha trasmesso qualche altra notizia che «mi pare sia un dovere di cortesia di farla a voi conoscere in forma riassuntiva : « Il Porphyrio coeruleus è indubbiamente stazionario nello stagno o palude, come pur qui lo si denomina di / aratili S. Pietro. E notevole ìl fatto che pur esistendo altri stagni | prossimi a questo, pur mi si assicura che non mai si è visto fermarsi in uno di essi. È pur certo che il pollo sultano ni- difica nello stagno di /aratili, e nelle sue rive vedesi tal- volta il semplice e rozzo intreccio di pezzi di canne e giun- chi con cui ha costruito il suo nido. <« Quest’uccello non è facile al volo, e quando si riesce ad acchiapparne qualcuno illeso da ogni ferita, usano legarlo con un lungo spago ad una delle gambe. Tosto il prigioniero cerca scampo, non già valendosi delle ali intatte, ma affidan- dosi alle gambe, pur troppo non libere... Il portamento del Porphyrio è molto simile a quello del Fenicottero, perfino nel «modo con cui, stando nello stagno, solleva ed abbassa con grande rapidità la coda. Constatai pur io che ha un’ indole mansueta, e solo col dargli molto fastidio reagiva cercando | difendersi col robusto becco. « In pochi giorni lo si potè addomesticare, e lo si vide adattarsi a mangiare crusca ; egli poi rimase sempre in buona armonia colle comuni Sa « Continuerò a raccogliere qualche altra notizia, massime sulla distribuzione geografica di questa specie nel mio Cir- «condario dove, lo ripeto, credesi che la medesima sia di molto tempo a i ». Le pelli dei due bellissimi esemplari J a $ adulti. ven-. S° nero, come vedete, accuratamente imbalsamate ; ed io ho tratto prositto degli organi interni, e particolarmente dell'armatura ì | scheletrica, di cui in Museo non avevo alcuna preparazione; per farne si miglior studio possibile; del quale essa mi sembra — sia meritevole. Infatti nelle opere e negli atlanti che ho con- È sultato non trovai nè indicazioni, nè tavole riguardanti lo scheletro del Porphyrio cwruleus; e soltanto nell’Adbildungen von Vogel-Skeletten dell’egregio Dott. Meyer, direttore del Museo Zoologico di Dresda, trovai (tafeln xxxvur- xxxrx) ciò che desideravo. Ma in verità alcuni particolari anatomici ri- guardanti le ossa coracoidi, lo sterno, la forma delle apofisi uncinate delle costole, il loro numero, le ossa pelviche ecc., 4 credo debbano in SEC più esatto studiarsi, e con speciali com- | parazioni collo scheletro di altri generi di Trampolieri più o meno vicini al gen. Porphyrio, come risulterà da una seconda. mia comunicazione. » dI e od SUNTO DEI PROCESSI VERBALI Tornata del giorno 27 dicembre 1899. Presidente: Prof. A. CARRUCCIO. Soci presenti 16. Il segretario legge il processo verbale dell'adunanza prece- dente, che viene approvato, e presenta nuovi cambi, omaggi e doni di pubblicazioni testè pervenute alla Società. Il presidente rivolge vivissimi ringraziamenti ai consoci e specialmente ai colleghi del Consiglio Direttivo che, nella di lui assenza, proposero e deliberarono di presentargli un lusinghiero indirizzo (1), a nome della Società, in occasione del di lui giubi- leo universitario, festeggiato con tanta benevolenza e cortesia da numerosi e illustri colleghi, da cari discepoli presenti e passati e — da egregi amici. (1) Riportiamo l’indirizzo presentato al nostro presidente, letto ne la Scuola di Zoologia il 3 dicembre 1899 dal Vice-presidente Conte Falco- nieri di Carpegna. Chiar.mo professore e presidente, « Col giorno 31 dello scorso ottobre Voi avete felicemente com- piuto il XXV° anniversario d’insegnamento come professore tito'are nelle Regie Università di Modena e Roma. « I sottoscritti, rappresentanti la Società Romana per gli studi zoo- logici, da Voi fondata e benevolmente ospitata, si uniscono al plauso che vi circonda e vi mandane dal cuora rallegramenti ed augurii. Ri- cordano dessi che, senza l’opera vostra, la Società non sarebbe sorta, o sorta non si sarebbe mantenuta e gli studi zologici avrebbero forse continuato ad essere un mito nella Capitale del Regno. Ai rallegramenti adunque ed agli augurii aggiungono l’espressione di doverosa gratitudine. | Dev.mi Guido P. Falconieri Di Carpegna — Prof. Decio Vinciguerra, Vice-presidenti. — Prof. Giovanni Angelini — Prof. Ri- naldo Marchesini — Prof. Mario Condorelli — Dott. Giulio Alessandrini — March. Dott. Giuseppe Lepri — Marchese Spinola G.U.— Prof. Romolo Meli — Prof. Antonio Ne- viani — Marchese Dott. Filippo Patrizi Montoro, Consig'ieri. Indi si passa allo svolgimento qailo seguenti comunice scientifiche: : Tra N Je Prof A: CARRUCCIO - — Sovra una Baltenoptra pres | centemente a Porto S. Stefano. si phyrio ecliraleua in Sardegna? SE di una nuova loca e presentazione di due individui della località medesima. | mimo romana. ; = 4. Lepri Marchese Dott. Ciro e Di Marche D Lt. Fitirpo — Sull’Anthus Richardi catturato in Prov. di Roma. | 0: 5. Dott. GiuLio ALESSANDRINI — Sulla vitalità della. du della I casei. ui 7. Prof. Go AxceLini — Notizie Lau (Porphinio. coeruleus, Anas boschas, Fulix ‘imartto) 4277 ci 8020] Il Segretario Prof Me CONDORELLI. DI 3 INDICE GENERALE Li DELLE MATERIE CONTENUTE NEL VOLUME VIII (1899) EE RT PE Comunicazioni scientifiche. I. ALESSANDRINI dott. Giuio — Sovra due casi di anormale espul- one di vAscaris: Lumlritgides®. ><: DERSO a; «2. ALESSANDRINI dott. GiuLio — Sui Coleotteri della Provincia di Roma. Do Fam. Carabidae:-(Continiazione)< 0 a È 3. ANGELINI prof. Giovanni — Notizie ed osservazioni intorno alla na- 3 turalizzazione della Testudo nemoralis in Sardegna 4. ANGELINI prof. GrovanNI —- Anomalia di colorito in un’ Anas boschas 5. Carruccio prof. Axroxio — Sovra alcuni caratteri morfologici di I un Hylobates Mtlleri Martin. donato da S. M. il Re all’ Istituto Zuoip=:cordihomaz-(epne4 ficure) Do o n 6. Carrtccio prof. Antonio — Indications principales sur les Vertébrés A de la nouvelle collection tégionale du Musée Zoologique de la i - .R. Université de Rome (Congrès Internat. de Zoologie en Cam- È bridge - 2° partie: Class. Reptilia, Amphibia et Pisces) È 7. CarRuccio prof. Antonio — Sopra una Balenopfera rostrata presa A recentemente a Porto S. Stefano (con figura). . ... .. «8. Carruccio prof. Antonio — È in continua diminuzione il Porphyrio _ ceruleus in Sardegna? Indicazione di una nuova località, ecc. «9. Cecconi dott. Giacomo — Rettili ed Anfibi raccolti nell'Isola di è MITO AR E e a I se RS PE SE ATL RR n «0. Conporetri prof. Mario — vertebrati raccolti dalla R. Nave Scilla È nell'Adriatico e nel Jonio . . . IIEZICE, ì | 14. CONDORELLI prof. MarIo — Frammento di uliciticlonia SS 12. Conporeci prof. Mario — Aggiunte alla fauna elmintologica romana 3g 13. FALCONIERI bI CARPEGNA conte Gupo — Cattura di un E ca- pe natus nell’ Asro Romano . . . . PRE i IR 14. FaLcoNIERI DI CARPEGNA conte GuIpo — RARE e riferimento sulle i specie di Uccelli dell’ Isola di Borneo (Sarawak) mandati in dono da S. M. il Re al Museo Zoologico della R. Università di Roma 15. Lepri marchese dott. Giuseppe — Materiali per un elenco degli $ [inni della; Provinea dishodig RE. INDICE COMPLESSIVO È DELLE MATERIE CONTENUTE NEGLI OTTO VOLUMI A COSTITUENTI LA SERIE I | —1oeì Bollettino della Società Romana per gli Studi Zoologici (1) È È È VOLUME I. — ANNO I. — 1892 a 3 I «Gg Comunicazioni scientifiche. A Pas. È 1. Avncrtini prof. Giovanni — Avifauna Sicula — Nota sulla Quaglia E tridattila (Turnir sylvatica). PRIA BE rata ant 99 q 2. Basi conte EMiL:0 — E di una nuova specie del genere po Hispa e d’altra del genere Mycrotyphlus. . . . . 0... 195-198 è 3. CaRrRUccIO prof. Antonio — Di alcune rarità ornitologiche esistenti } nel Museo Zoologico della R. Università di Roma (Oreocincla P- varia Pall. vel Turdus aureus Holl.; Houbara undulata Jacq.; È SIRENA frons SCOp: ee) e a TRA 18-30 A 4. CarRuccio prof. Antonio — Sui Serpenti non velenosi della pro = vincia di Roma — Fam. Colubridae e Coronellidae . . . . 39-57 s 5. Carruccio prof. Antonio — Sull’esistenza del Pyrrhocorax alpinus È Viell. e P. Graculus Linn. nella provincia di Roma . . . . 158-165 È 6. ConporeLri dott. Mario — Sopra una rara anomalia della Taenia G _ solium studiata nel R. Museo Zool. di Roma, con tavola inter- e) 3195 3 7. ConporeLLi dott. MARIO e DE Fiore bar. dott. CARLo — Un caso 9 di psorospermosi intestinale in un Coccothraustes vulgaris. Con È. i SS OREANe ioleTnteta da: 68-74 18. CoxporELLI dott. Mario — Sopra una nuova specie di Filaria I (Filaria Apapillocephala) e A, . 168-179 D GoxporeLti dott. Mario — Sull’identità prata dell Echinorhy yn- «_chus globocaudatus Zeder e dell’Echinorhyncus tuba Rudolphi 224-232 . ConporeLLI dott. MARIO — A proposito di un grave caso di epistassi i prodotta da puntura dell’Hirudo sanguisuga - Bergmann . . 233-244 . DE Filippi dott. CARLO — Nota preliminare sul sistema riproduttore della: Taenia botrioplitis.-Gon tavole .- .°-... 0.0. 7579 A (1) Dal 1° gennaio 4900 la Socretà RoMaNA dovrà invece chiamarsi Società Zoo= price Italiana, e comincierà la serie 2* dei vol. del Bollettino. INDICE GENERALE. 192 N 12. De Fiore bar. dott. Carlo — Cenni sulle specie più importanti di Emitteri esistenti nel Museo Zoologico della R. Università di. Roma: foi e i e 13. FaLconieRI Guipo conte di Carpegna — Notizie ornitologiche . 14. Fauconieri Guino conte di Carpegna— Sull’Avifauna della provincia di Pesaro e Urbino — Note ed Osservazioni |... . . . 45. FaLconieRI Guipo conte di Carpegna — Sul Basettino (Panurus biarmicus) delle nostre paludi littoranee . . . . . . . 16. FaLconieRI Guipo conte di Carpegna — Sul passo degli Zivoli della — neve (Pleclrophenax mnivalis) Salv. ex Stein.) sulle spiaggie admzatiche-< ei ei DO I a, A RIS NI 17. Lepri march. dott. Giuseppe — Sopra due casi di albinismo e d’isabellismo in una Scolopax rusticola e in una Pica rustica 18. LepRI march. dott. Giuserre — Sopra la Sterna cantiaca e la Lu- sciniola melanopogon nella provincia di Roma... 0.0. 19. Luigioni PAoLo — Coleotteri raccolti nelle inondazionì dell’Aniene. dal':4889-al'E892° o LR e NE A 20. Marciatis dott. Erisio — Saggio d’un Catalogo metodico dei prin- cipali e più comuni animali invertebrati della Sardegna 21. Meli prof. RomoLo — Sui resti fossili di un avvoltoio del genere Gyps rinvenuti nel DOREEME laziale ir ee e 22. PATRIZI march. dott. Filippo — Sopra un Carpodacus erythrinus (Kaup.).e una Montifringilla nivalis (Brehm) catturati nella Pro- Crral 1 3 945, 3 166-167 ; 3 183196 216-282 3 60.67 vincia Romalia 2.3 IR e SII PD 23. Positano SpApa dott. Domenico — Sulla identità specifica della ce Lacerta muralis e della Lacerta serpa . |. a. 00 89-94 130 24. Positano Spapa dott. DomeNIco — Sopra una nuova varietà di A È Lacerta muratis: Con figura a A AE “9 25. Rossi Giicowo — Caso di mimetismo dovuto al bruco della Ache- d I ; Vontia" ulbopos I AA ONTO 180-182. 4 Statuto della Società — Bisaorai — Gia di Casta — Bibliografia TO #i Elenco dei Soci e delle pubblicazioni — Processi verbali. “I i Pag. Sd «STATUTO DELLA “SOCIETA IR n 1-6 8 PAROLE PRONUNCIATE dal prof. A. CaRRUCcIO inaugurando la nuova So- P CIO AIRES O A la A NIE 71359 RELAZIONE DEL PresIiDENTE Prof. A. CarRUCccIO sull’incremento della So- v | 9 cietà. durante il periodo ‘estivo... 0.0. cia pel ee 213-22908 Crowaca pi caccia (Ornitologla ed Entomologia) scritta dal Conte Guipo i 3 FALCONIERI DI CARPEGNA e dal prof. A. CarguccIO GIR | DELLE MATERIE CONTENUTE NEGLI OTTO VOLUMI 193 X X Pag. Cronaca pi caccia scritta dal Conte Guipo FaLconieri DI CarpeGNA . . 199-201 Cronaca pi caccia scritta dal Conte Guino pr Carpegna è da Don Giu- 4 SEPPE SPERANZINI == dg e IRENE PRI I NOIA «Notizie DI ZooLoGIA PRATICA del prof. A. Chaco IO RR E ZOIRZONI © Sunro pEI PROCESSI VERBALI del Segretario Dott. M. CONDORELLI .‘:. . 83-35 SUNTO DEI PROCESSI VERBALI del Segretario Dott. M. ConpoRELLI .. . . 205-208 RI E a 86-87 ELENco DEI LIBRI ed animali ricevuti in dono e dei cambi... . . 209-212 BIBLIOGRAFIE (Annunci nelle copertine dei singoli fascicoli) (©. INDICE GENERALE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL Vor. I°... . . . 288-290 d 1 "i R. VOLUME-II — ANNO IL — 1893 3 = Comunicazioni scientifiche. ! x Pag se - &. AressanpRINI dott. Giutio — Quale sia la specie di Taenia pre- È dominaniesimRomare sua. provincia... 0 ‘a iL dna 83-86 | 2. ALESSANDRINI dott. GiuLio — Prime notizie anatomiche di un Tra- gulus morto in Roma (Istituto Zoologico della R. Univ. di Roma) 141-149 3. ALESSANDRINI dott. GiuLio — Sulle glandole annesse all’ apparato È y digerente del Tragulus meminna Erxl.. 0.00... 0.» 269-271 j 4. Ancetini prof. Giovanni — Sulla permanenza invernale di alcune | Specie*di: uecellizin-Sfellian 2 arto pa a eta 15-18 # 5. ArriGHi-GRIFFOLI Giacomo — Sulla comparsa accidentale della Chet- È jusia. gregaria in- Val'di Chiana, ./.0.0. + +0: 1.0» 138-140 «CAIO «6. Buetioni dott. Giov. Barr. — Meningite riflessa da Ascaris lum- e): TRIO MS E SIRRANI I SO ER AS ERE NERE EI RI e IA e a 7. Carruccio prof. Antonio — Sulla Marmaronetta angustirostris i Le Mènétries per la prima volta constatata nella provincia di Roma, | —‘’‘ sui Palmipedi esistenti nel R. Musco Zoologico . . . . . - T-14 Ì 8. Carruccio prof. Antonio — Sulle diverse specie di Aquile aggiunte $ al Museo Zoologico della R. Università di Roma 182-194 «9. Carruccio prof. Antonio — Sovra un Pelagius monachus 9 adul. 4 ciunesuoi RO AO i 203 g 10. ConporetLi FrancaviLia dott. Mario — Su alcuni Echinorinci avi- * i colari (Istituto Zoologico della R. Università di Roma) . . . 79-82 INDICE GENERALE © 14. 15. 24. 25. 26. Cronaca DI CACCIA E DI ORTINOLOGIA del Conte F. G. pi CARPEGNA . 87-88-2742 . ConporeLi FRancavigLIA dott. Mario — Notizie anatomiche sul Bradypus tridactylus L. var. ustus Lesson (Istituto Zoologico pred.) : FaLconierI Guipo conte di Carpegna — Sopra un Zivolo minore. . Positano Spapa dott. Domenico — Contributo allo studio del Doc- mius trigonocephalus Duj. (Istituto Zoologico della R. Univer- sità *di Roma RE . SILvESTRI stud. Fiirro — Nuova contribuzione allo studio dell’ Avi- fauna’ Umbra: 3g ER Vinciguerra prof. Decio — Sulle appendici branchiali nelle specie mediterranee del genere Dentex (con tavola e 13 ficure) De VincicueRRA prof. Decio — Sulla presenza di un Ghiozzo d’acqua dolce, ner=dinterni di Romae VincicueRRA prof. Decio — Sull’introduzione del Salmone di Cali- forniastiei“lazo*.di Gasfel Gandolfo; Processi vERBALI delle adunanze tenute dalla Società, proclamazione di nuovi soci, elenco delle pubblicazioni ricevute in dono e in cambio. Doni di animali fatti alla Società... . 0... Ipew: IDEMS paesini ene ge IT a e IDEM IDEM 15 Len Sini EER Ce TI INDICE GENERALE DELLE MATERIE: CONTENUTE NEL Vol. lle . . .. += 126-137 dI è nta ci * ITS (Emberiza pusilla Pallas) colto nei pressi di Roma . . . . 77:18 . FaLconieRI Guipo conte di Carpegna — Sopra diverse livree di a maschi della specie Machetes pugnax detto volgarmente Uc- de cello muto. rn See A I 180-181 Manzone prof. Faustino — Sugli Imenotteri della provinca di Roma 19-35. Fa Manzone prof. Faustino e De Fiore bar. dott. CARLo — Nota illu- ESS A strativa su di un antico atlante ornitologico inedito conservato |__| i in Roma i SE . MarcHesini dott. Rivatvo — Sul decorso delle vie psicomotorie pps nella Rana. (con ‘2. iavole-e54 fisure) -.- oe e 11659 . Meli prof. RomoLo — Sulla presenza dell’Iberus signatus Fer. Si < (Helicogena) nei Monti Ernici della provincia di Roma ; . . 2025200 . PaoLucci prof. Lui — Nuovi contributi sulle emigrazioni dell’ Avi i ce fauna marchigiana raccolti nell'ultimo ventennio . . . . . 86-68 . Ipem Inem— Idem Idem. {i «ll I : Inex Iofu — Idem Idem: \ 00.0 00 ; Pavesi prof. Pietro — Ascaride incrostato nel guscio d’ uovo galli- | cl naceo: (con..itavola’ eci pure) den a 3 101-109 . 450-156 8 155-179 -d 50-70 ‘219-292 253-268 90-100 195-200 272-273 275-276 | Pu DELLE MATERIE CONTENUTE NEGLI OTTO VOLUMI VOLUME III — ANNO III. — 1894 Comunicazioni scientifiche. 195 Pas. A. ALEssaNpRINI dott. GiuLio — Notizie anatomiche del Tragulus me- minna Erxl. (con tav.) . . . . ue tn, RIO 2. AngELINI prof. Giovanni — La caccia in rapporto colla conserva» zione della selvaggina, coll’agricoltura e colla scienza. Relazione sul Congresso Cinegetico di Brescia fatta alla Società Romana per: FinpiliZoalogggi ni DOT ati 8 18 45-60 3. ArricHi-GRIFFOLI Giacomo — Una rara varietà melanica del Circus cineraceus colta in Val di Chiana (Arezzo) . . . . . . . 110-113 - 4. Carruccio prof. Antonio — Sull’esistenza della Rissa tridactyla taeSaedesnas (Conofavola)s. 002 esi ee 1-5 5. Inem Ipew — Sulla Vipera berus - sub spec. VA - aspis e sulle sue varietà raccolte in un decennio nella Prov. di Roma . 77-92 6. Ipem Ipem — Osservazioni anatomiche sovra una testa ossea di giovanissimo Elephas africanus (con figure). . . . . 7125-136 7. Conporetti dott. MarIo — Notizie anatomiche sul Bradypus tridac- tylus L. var. ustus Lesson (apparecchio respiratorio è circo- latorio, apparecchio uro-genitale e conclusioni (con figure in CINE SES RI Sat eo MI: 158:171 8. FaLconiERI di Carpegna Conte Guino — Sopra un esemplare di Aquila nana o minore uccisa nel territorio di Spoleto (Umbria). 35-38 9. Ipem"Ipem — Osservazioni ornitologiche nel Montefeltro . . 203-205 10. Lepri march. dott. Giuserre — Osservazioni ornitologiche nella prapinesa ide Mani: SL Stra I 172-174 11. Paorucci prof. Luci — Nuovi contributi all’Avifauna migratrice delle Marche raccolti nell’ultimo ventennio . . . . . 19-34-92-109 12. Ipem. Inem. — Sovra un passaggio straordinario di Lepidotteri av- venuto presso Ancona... . . ...... 114-115 13. Rizzarpi dott. UmseRTo — Risultati biologici di una esplorazione del Lago di Nemi (prov. di Roma) . 137-157 14. StuvestRI Fitippo — Sulla presenza del Polyzenus luis Cha- lande in Italia, con figure . . . . . e A I Ce 39 4l 15. Ipem Ipem — Diagnosi di nuove specie di Miriapod italiani, con Meetic n De AEON 42-44 16. Ibex Ipem — Contribuzione alla conoscenza dei Chilopodi, Symphyli, Pauropodi e Diplopodi dell’ Umbria e del Lazio. . . 191-202 196 INDICE GENERALE CRONACA DI CACCIA E DI oRNITOLOGIA — Farconieri di Carpegna Conte Guipo. RIVISTE BIBLIOGRAFICHE, NOTIZIE E VARIETÀ — Prof. A. CARRUCccIO e dott. : M+ CONDORELbL 6 tt oe e Ra '74-76-206.| Processi vERBALI delle adunanze tenute dalla Società, proclamazione di nuovi soci, presentazione alla Società delle lettere pervenute ii ÒÌIaà dal SOCP‘Onorazi. e oo Sala i Discorso pronunciato in occasione dell’adunaza generale delle due So- nl cietà riunite degli Studi Zoologici e dei Cacciatori in Roma dal Se prof. ‘Antonio CARRUCeoo “0 I Re Noyrsaimel,, e Ria e ASI A AR e: È NUOVI DONI DI OPERE E DI ANIMALI ‘. . . IE e - 7a, 206 INDICE GENERALE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL VOLUME HI° . . . . . 20 7-208 ci x Di i 3 VOLUME IV — ANNO IV — 18950 cr di Comunicazioni scientifiche. Sal Pag. 00) Si . ALESSANDRINI dott. GiuLio — Dermoide centrale della cornea di una a Cavia Cobaya Schreb. (con tav. di fig.) SA 41-56 E . Ibem Ipem — Raro caso di parassitismo nell'uomo, dovuto alla “F larva di Sarchopaga affinis Meig. (con tav. di fig.) . . . . 278-289. . ANGELINI prof. GIOVANNI — - Alcune note sull’Avifauna inarcict LIS (Procellaria pelagica, Ster corarius pomatorhinus, Cygnus Be- © a wicki, Phoenicopterus roseus, Plectrophenax nivalis). . <.< © 75-78 4. CARRUGcIO prof. Antonio — Osservazioni anatomiche e zoologiche ei sopra due specie rare di pesci (7rachi ypierus Gouan) del mare di: Civitavecchia (condtavi: di I2)Ri NRE O a 1-23: 99 5. Ibem IpbeMm — Sugli Anellidi italiani studiati dal prof. R. Blanchard, "000 ed in particolare su quelli della provincia di Roma... . IT0A7T4 6. Ipem Ipem — Sopra un Phacochoerus Aeliani Rippel. x, ed esame 59 anatomico della testa ossea di tre esemplari della stessa specie 192-203 . Ipem Ipem — Studio anatomico sull’atlante di un £Elephas africa % nus giovanissimo (con tav. di fig.) |. ‘LL 000 217-2260008 ‘8. Ipem Ipem — Osservazioni zoologiche ed anatomiche sul Pedetes E e caffer Pall., con note anatomiche sul cranio neurale e facciale pr del’ Megesimb:. narra rai era o 265-277 a) i SEI . . . . . . . CI . . x DELLE MATERIE CONTENUTE NEGLI OTTO VOLUMI 197 Pag. 9. Conporeti dott. Mario — L’encefalo dell’Halmaturus dorsalis Gray. i Nota anatomo-comparativa (con tav. di fig.) . . . . . . . 24-40 10, Ipew IpeM — Ricerche zoologiche ed anatomo-istologiche sulla £7- laria labiata Creplin. (con tav. di fig). . . . . . 93-108, 248-264 41. De Vescovi prof. Pietro — Osservazioni morfologiche e considera- È zioni sull’organo copulatore maschile del’ Hystrix cristata L. VOGA EE RR RR GE] 12. Ipem Ipem — Contribuzione alla più esatta conoscenza dei costumi del Pseudopus Pallasii Cuv. . . . LARE SA PSRETO M Pici i 13. FaLconiERI DI CARPEGNA conte Guipo. — Sulla cattura dell’Emberiza coosta' Bp.nellAsto Romano* data Sie 462-463 4. Inem Ipem — Nuova cattura presso Roma di un Gpiinolus ery- x SERRE a N e AGI 45 Luzi march. Francesco — Sull’utero e sulla placenta del Cervus GRMANGOR: av GEE RT 3 SUVA 20) 0199 16. Inew Inex — Sul sistema digerente di un C: ie hamadryas need n tin FASTIDI 47. MarciaLis prof. EFIsIO — Saggio di un catalogo metodico colle de- nominazioni dialettali delle cinque classi dei Vertebrati della, Sardegna (Pesci; Anfibi-e-Rettili)- 0 02.0. mea A24-145 8. Neviani prof. Antonio — Briozoi fossili illustrati da Soldani Am- i BRIOSCO) 57-64 19. Ipem Ipem — Nota preliminare sui Briozoi fossili del postpliocene antico della Farnesina e di Monte Mario . . . . . EI la 20. Ibem IbeMm — Briozoi neozoici di alcune località d’ Italia. 109: 123, -247 Cronaca DI CACCIA, DI ORNITOLOGIA, ecc. del conte Guipo FALCONIERI DI = CARPEGNA >. ;di SRI oe eu 19204200 “Sovra un crostaceo marino Galdi granulata Fab.) preso a Civi- tavecchia e a Terracina. — Nota del dott. ALESsANDRINI GIULIO. 205 — ProcESsI VERBALI delle adunanze tenute dalla Società il 4 dicemb. 1894, i il 28 gennaio, 26 marzo, 4 aprile e 12 giugno 1895. -. 80-90-209-214 «Riviste BIBLIOGRAFICHE di memorie scientifiehe russe (tradotte dal socio > march. WLapimro CampanaRI — A. Alcuni fatti riguardanti l'or- 3 «_°‘’‘ano di Jacobson negli uccelli, del prof. M. Ganin (sunto del fr dott. M. ConporeLLi) — 2. Ricerche sul sistema linfatico degli Insetti e dei Miriapodi del prof. A. KowaLEski (sunto del pro- sore a dae e Re a a 206-208 l 3 È BREVI RIVISTE ANATOMICHE, EMBRIOLOGICHE E ZOOLOGICHF (prof. A. CARRUCCIO — 4. Sullo sviluppo dei vasi linfatici — 2. Sovra due distinte dentizioni della Tiligua scincoides — 3. Sullo svilupno del pan- INDICE GENERALE — creas nei Mammiferi — 4. Mortalità cagionata dai serpenti ve- ta lens: eZ CommemorazIoNnI dei soci onorari defunti prof. CarLo VoGT e professore i T. E. Hvxey; lette dal: prof. A. Cagrvocio. .<. . i 2026 INDICE GENERALE DELLE MATERIE CONTENUTE nel vol. IV (1895) . . . . 295-296 ANNUNCI BIBLIOGRAFICI — NOTIZIE E VARIETÀ in copertina. de VOLUME V. — ANNO V. — 1896 Comunicazioni scientifiche. NS Pag. I. ALESSANDRINI dott. GiuLio — Un caso di Myiasis per larve della È Sarcophaga carnaria Meig. (Dall’Istituto Zoologico della R. Un: versità di: Remi) 43 re, ai FD A 194-197 2. AnceuinI prof. Giovanni — Contributo allo studio delle migrazioni i SF ornitiche, con osservazioni fatte specialmente allo Stretto di a Messina N°001 Lo 2090 3 3. Ipem Ipem — Il Dendrocopus medius in provincia di Roma . . 100-101 d 4. Ioem Ipem e FaLconiERI DI CARPEGNA conte Guino — La Limicola eo platyrhyncha avvertita per la prima volta in provincia di Sa “DR Roma: e eee O E I e . CARRUCCIO prof. Antonio — Sopra due Micromammiferi donati al © Museo Zoologico della R. Università di Roma: Tarsîpes ro- stratus e Nyctipithecus Azarae. — Indicazione della specie di a Marsupiali posseduti dal predetto Museo. . 0... 447-158 6. Ibem Ipem — Della testa ossea e del sistema dentario in partico- i lare del Nyctipithecus Azarae e N. lemurinus (con tav. e 2 fig.). Indicazione delle specie di Primati (Catarrini e Platirrini) pos- i sedute nel Museo Zoologico della R. Università di Roma . . 218-226 7. Ipem Inem. Note anatomiche sulle mascelle dentifere di un Hexan- ia; $ chus griseus Raf., adulto, preso a Porto d’Anzio (Con fig.) . . 465-476. A 8. ConporreLLi-FrAncaviGLIA prof. MarIo — Alcuni particolari di strut- mr. — wura riguardanti la pelle dell’Heterocephalus glaber Rippel (Dal- l’Istituto Zoologico della R. Università di Roma) . . . . . 9. Ipem IbeM — Sovra diverse specie di Rettili (Saurì ed Ofidi) raccolti presso Tripoli (Dal predetto Istituto). . . +... 30-48 (dr) no DELLE MATERIE CONTENUTE NEGLI OTTO VOLUMI 499 È Pag. -— 40. Conporetti-FrancavigLia prof. Mario. — Sulla persistenza delle vie della circolazione fetale nel cuore di un Nyctipithecus. . . 74-78 tl. De Vescovi prof. Pietro — Notizie sulla formazione di un nuovo S Lago nella provincia di Roma e considerazioni dal punto di vista della Fauna lacustre . . . . Ag 55-71 12. Gatti MicHeLe ALFonso — Il “aniediiona Cane Bp. nella pro- VT RU RE e e Vi 13. Lepri March. dott. Giuserre — Nuove aggiunte ge 72-13 15. MarcaÙesini prof. Rimalpo — Centrosomi e sferule attrattive del $ ; sangue osservati con nuovo metodo di tecnica (con molte fig.) 89-96 16. Ipew Ipem — Ricerche sulla fibra muscolare. . . . . . . 198-210 | #7. Neviani prof. Antonio — Briozoi neozoici di alcune locatità d’Italia epagninli clio») Dapieslll << o fi e e 1025120 18. Rizzarpi dott. Umserto — Gli Entomostraci del Lago di Mezzola (Cladocera; Ostracoda e Copepoda). (Dall’Istituto Zoologico della Università di Davia) rtl RL, La CR MAZO 19. Vincisuerra prof. Decio — Ulteriori notizie sull’ introduzione del S Salmone di California (Oncorhynchus chowicha -Walb.) nel Laos: gt astatolondoelgo = Tel, ae 11-20 «Processi vERBALI delle adunanze tenute dalla Società il 4 gennaio, 17 feb- > braio, 31 marzo, 6 giugno, 19luglio e 22 dIcembre 1896. Titoli ": delle comunicazioni presentate. Necrologie ecc. 82-83, 160-162, 227-229 Nuovo Statuto della Società Romana per gli studì zoologici (feb- z RI CS ee SE E e VARIETÀ SCIENTIFICHE — Nuove Puspricazismi — Sulla necessità ed im- . portanza di una Scuola di Medicina Veterinaria in Roma. Let- 5: tera del socio Capit. Med. Vet. dott. Giuseppe BERNABEI al pre- 5 sidente dalaSSofeietà i i a 1798 P-LOR: TE INDICE GENERALE delle materie contenute nel volume V. . . . . . 230-23I INDICE GENERALE VOLUME VI. — ANNO VI. — 1897 Comunicazioni scientifiche. SR È 23 Pas. = AtessanpgINI dott. Giutio — Sui Coleotteri della provincia di Roma, da Fam. Carabidae (con fig) . .+. . . . . 36-50, 128-139, 213-226 — ANDREINI .dott. ALrREDo — Caso di Echinococco del cuore umano... 227-233. ANGELINI prof. GIOVANNI e FaLcoNIERI DI CARPEGNA conte Guino — Se- conda cattura d’un Piviere orientale (Caradrius fulvus) Gmelin) ner (Con) Parte quanta Ce Quai i 3449, 917-109 DID E INDICE GENERALE à | Pag. NeviaNI prof. Antonio — Appunti sui Briozoi del Mediterraneo —_ ER Nota prima: Di una nuova specie di Microporella (con fig.) . 163- 168. ; - Pecort dott. Gruserre — Sui Cefalopodi posseduti dal Museo Zoolozico della “R. Universi dio ma a Processi veRBALI delle adunanze tenute dalla Società il 21 aprile, il 30 giugno, il 22 novembre e il 29 dicembre 1898 SE 80-220-221 - INDICE GENERALE delle materie contenute nel vol. VII (1898) . ._. . DEI ANNUNCI BIBLIOGRAFICI — Notizie, ecc. — Vedi la copertina. VOLUME VIII — ANNO VIII — 1899 Comunicazioni scientifiche.. Sale 0 = * Di Pas A. ALessAnpRINI dott. GiuLio — Sovra due casi di anormale espulsione SR di'Ascaris lumbree@dest n Lie i 2. ALESSANDRINI dott. GitLio — Sui Coleotteri della Da n di Roma ai fam. Carabidag»(Continuazione) =. 0 156-162 3 AncELINI prof. Giovanni — Notizie ed osservazioni intorno alla na- 5 turalizzazione della Testudo nemoralis in Sardegna CA ee 4. Anceuini prof. Giovanni — Anomalia di colorito in un’Anas boschas 67-69 5. Carruccio prof. Antonio — Sovra alcuni caratteri morfologici di un Hylobates Milleri Martin. donato da S. M. il Re all’ Istituto T Zoologieo- di Roma. (con4 fisufe) =... pe 1-16 6. Carruccio prof. Antonio — Indications principales sur les a de la nouvelle collection régionale da Musée Zoologique de la R. Université de Rome (Congrès internat. de Zoologie en Cam- 5 bridge — 2° partie: Class. Reptilia, Amphibia et Pisces) . . 72-82 ‘7. CarRuccio prof. Antonio — Sopra una Balenoptera rostrala presa recentemente a Porto S. Stefano (con figura) . .-. ... +. 89-103 8. Carruccio prof. Antonio — È in continua diminuzione: il Porphyrio coerulevs in Sardegna? Indicazione di una nuova località ecc. 182-185. 9. Cecconi dott. Giacomo — Rettili ed Anfibi raccolti nell’Isola di Cipro UO a MR 10. Coxporeci prof. Mario — Invertebrati raccolti dalla R. Nave Scilla i nell'Adriatico e nel Jonio. Re Me . CoxporeLLi prof. MARIO — Frammento di Elmintologia calabrar 27-133, vw n Conporecui prof Mario — Aggiunte alla fauna elmintologica romana 163-181 Sac de rtl PE CA Gere fig AA © nera sare t+ € piiariaon 4 ES FaLconiERI DI CARPEGNA conte Guipo — Cattura di un Tringa ca- TE O A A 1 27 L. 14. Farcomieri pi CarpeGNA conte Guino — Catalogo e riferimento sulle specie di Uccelli dell’Isola di Borneo (Sarawak) mandati in dono da S. M. il Re al Museo Zoologico della R. Università di TITO (9 SEI Ae ig bart 100 D x Homo CER RE o at 01 PAA126 È A 5. LePRI marchese dott. Gui — Materiali per un elenco degli Apidi A epoca, Roma; a Sena aaa SITE AIAR 46. MarcHÙEsini prof. RinaLpo — Sulla fina struttura delle fibre nervose # ERRORE CON EVI) IL Te + 17-24 Neviani prof. Antonio — Briozoi, Idroidi e Foraminiferi di Cipro, Giaffa ed Alessandria d’Egitto (comunicazione prevent.) . . + 66 TiraposcHi dott. CArLo — Contributo allo studio della cellula ner- vosa in alcuni invertebrati e specialmente negli insetti (con due tavole) -.3% RR ente SIOE Sa DEI PROCESSI VERBALI +. . . ; SVI ag TSI # INDICE GENERALE delle materie contenute nel Vol. NIR{£f899):- -—ata 1885-499 InpicE compLEssivo delle materie contenute negli otto volumi costituenti MR rie prima (1892-1899); 0 0. 190 È NOTIZIE ED AVVISI IMPORTAMTI sulla copertina. — Proclamazione della “I trasformazione della Socierà Romana PER GLI STUDI ZooLocici in 5. SociETA ZooLogica ITALIANA, a datare dal 1° Gennaio 1900. di È S - ù vi Ae mat, A. ada) UO nei è Y A > x ka. È gigia rat ii ito CT OSS BOLLETTINO OCINTÀ ROMANA PER GLI STUDI Z0OLOG 7. Angelini prof. Giov. Anomalia di co- lorito in un’ Anas toschas. . . .Pag. 67-69 I. COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE : 1. Carruccio prof. Antonio. Sovra al- cuni caratteri morfologici di un H7y/0- bates Milleri Martin. donato da S. M. il Re all'Istituto Zoologico di Roma {con | | ! Ì 8. Falconieri di Carpegna conte Guido. Cattura di un Tringa canutus nell’Agro fun na Pago 118 Romano... . +0. » + RECORD af 2. Marchesinî prof. Rinaldo. Sulla fina 9. Carruecio prof. Antonio. Indications struttura delle fibre nervose a mielina principales sur les Vertébrés de la nou- ICODCEAV.), aan VITO velle collection régionale du Musée Zoo- 3. Condorelli prof. Mario. rive lot doit SE sana raccolti dalla R. nave ScWla Rel Adria- I Ome CI Penatia A tico e nell’Jonio . . . . . . » 25-49 udge-725 partie = Dlass, È dea DA phibia elcPisces):-...; 5 » 72-82 4. Angelini prof. Giov. po ed 0S- servazioni intorno alla naturalizzazione 10. Alessandrinî dott. Giulio. Sovra dve della Testudo Nemoralis in Sardegna » 50-53 | casì di anormale Sono di Ascaris 5. Tiraboschi dott. Carlo. Contributo iL ARES DE: EL 1 allo studio della cellula nervosa. . » 53-65 6. Neviani prof. Antonio. Briozoi, Idroidi i e Foraminiferi di Cipro, Giaffa ed Ales- III. Notizie ed avvisi importanti sulla sandria d' Egitto (Comunicaz. prevent.) » 65 copertina. II. SUNTO DEI PROCESSI VERBALI » 85-86 AVVISI IMPORTANTI, A tutti i nuovi Soci ed Abbonati, i quali ne faranno domanda accom- pagnata dall'importo anticipato, verranno spediti, franco di posta, i sette volumi pubblicati dal 1892 al 1898 al prezzo di favore di lire cin- quantotto, in luogo di L. 105. nPFFTTTFTTTTkKFTTTyATTAATRRRATIARSIRSRISNASISISSTASCSNSVAI I ANSIA SMS SNSMSASATA SASSI ASANA SNA TT Il Bollettino della Società pubblicherà estese recensioni di tutte quelle opere delle quali perveranno in Omaggio due copie alla Direzione. Si faranno annunzi speciali gratuiti di tutte quelle pubblicazioni che verranno spedite in Omaggio dai Sig Autori o Librai-Editori. A coloro i quali poi desiderassero annunzi sulla copertina di Pubblicazioni, Colle- zioni, o di quanto altro ha attinenza con la Zoologia saranno fatti prezzi e condizioni di favore. Fascicoli di saggio del Bollettino verranno spedita gratis dietro richiesta (CONTO CORRENTE COLLA POSTA) LS Instiz,3% Loti Jona] Musto 0, MAY 81900; ì > Sulla etnia ia Ge | , AE ART. 2. — La PRES si prefigge i seguenti aa sotto i Du di vista DIVE anatomo- SSA chi PES: i tologico e sistematico, e specialmente l’acquisto di conoscenze teorico-pra- tiche sulle specie animali della provincia di Roma e dei territori limitrofi | d) formare raccolte zoologiche ; c) dare istruzioni, consigli, appoggio morale, E; i uabdo ua Società | sarà possibile, fornire aiuti materiali ai "alteri della biologia animale anche | nelle .sue varie applicazioni. ; : Art. 3. — La Società è composta di quattro categorie di soci, Giotti | 1° di Soci ordinari, residenti in Roma od altrove, i quali pagheranno — i lire dieci all'anno; | È 2° di Soci ui pure coRticnii o non residenti in Roma, i È quali pagheranno lire sette annue; < 0) 3° di Soci onorari, italiani e suina proposti dal Consiglio Diret- d tivo, scelti fra i più noti ed eminenti cultori degli studi che formano lo. scopo complesso della Società; | 3 4° di Soci benemeriti, on saranno nominati, dietro proposta del Con- : siglio Direttivo, fra quelle persone che con doni importanti, con altri atti di segnalata benemerenza, o versando nella Cassa sociale una somma non. inferiore a lire 300, favoriscano lo sviluppo della Società e il consegui- | 4 mento dei suoi scopi. IRA CGA 3 Tutti i Soci hanno diritto a ricevere le pubblicazioni sociali. ABBONAMENTO PEI NON SOCÌ Italia : . 12 lire annue Si Nasi dr: | pat pagamento anticipato sd Estero... 15. » » fe: .| Un fascicolo doppio separato L. 4 GAS SR Volumi arretrati: Italia L. 15 - Estero L. 18 (franchi di posta) Prezzo di favore a chi acquista i sette volumi finora pubblicati (Vedi pagina prima della copertina). Sede della Società: Istituto ZooLogico - R. UNIVERSITÀ Via della Sapienza - ROMA Roma.» Stab. Carlo Mariani e ©., Vie, Guardiola 22. ti È Fase. III, IV eV. Vol. VIII. Anno VIII, - 1899. DELLA SOMMARIO. I. COMUNICAZIONI SCIENTIFICHE : 6. Cecconi dott. Giacomo. Rettili ed Anfibi raccolti nell’ Isola di Cipro Pag. 152-155 1. Carruccio prof. Antonio. Sovra una si Aterssmilrint dott. Giallo. Sul Co- Balonoptera rostrata presa recente- mente a Porto S. Stefano (con fig.) Pag, 89-103 |. CIO (ai) das si ag 156-162 2. Falconieri di Carpegna conte Guido. 8. Condorelli prof. Mario. Aggiunte Catalogo e riferimento sulle specie di alla fauna elmintologica romana . » 163-181 Uccelli dell’Isola dì Borneo (Sarawak) 9. Carrnecio prof. Antonio. È in con- mandati in dono da S. M. il Re al tinua diminuzione il Porphyrio coe- Museo Zoologico della R. Università di ruleus in Sardegna? Indicazione di Roma. +. . + +. + +. +. - >» 104126 | una nuova località. +. . . . . . » 182-186 dì Elmintologia Calabra . . . . » 127-133 IIJ. Indice generale delle materie con- tenute nel vol. VIII. . ... + » 189-190 4. Lepri march. dott. Giuseppe. Ma- IV. Indice complessivo delle materie teriali per un elenco degli Apidi della SO E È contenute negli otto volumi, costituenti ©. provincia di Roma. . . . . . + » 134142 | 1a serie 1° _ ,. De Te ae TT 5. Tiraboschi dott. Carlo. Contributo V. Notizie ed avvisi importanti sulla allo studio della cellula nervosa (con- copertina: Proclamazione della Società tinuazione e fine, con 2 tav.). . . » 143-151 Zoologica Italiana, AVVISI IMPORTANTI. A tutti i nuovi Soci ed Abbonati, i quali ne faranno domanda accom- pagnata dall’importo anticipato, verranno spediti, franco di posta, gli otto volumi pubblicati dal 1892 al 1899 al prezzo di favore di lire ses- santasei, in luogo di L. 120. " Il Bollettino della Società pubblicherà estese recensionî di tutte quelle opere delle quali perveranno in Omaggio due copie alla Direzione. Si faranno annunzi speciali gratuiti di tutte quelle pubblicazioni che verranno spedite in Omaggio dai Sig. Autori o Librai-Editori. A coloro i quali poi desiderassero annunzi sulla copertina di Pubblicazioni, Colle= zioni, o di quanto altro ha attinenza con la Zoologia saranno fatti prezzi e condizioni di favore. Fascicoli di saggio del Bollettino verranno spediti gratis dietro richiesta. (CONTO CORRENTE COLLA POSTA) . di GN ( I iS \w Dn \ = Ilearanze G ns si an Insi It); + » Vai 10 nali Mm us So fn N # p. a\ dea VO air NOTIZIE IMPORTANTI. Proclamazione della Società Zoologica Italiana. Riportiamo integralmente l’ordine del giorno, presentato dal Consiglio Direttivo nell'assemblea generale del 28 gennaio 1899, e da esso approvato a voti unanimi (52). Dopo la votazione e proclamazione fatta della tra- sformazione - a datare dal 1° Gennaio 1900 - della Società Romana in Società Zoologica Italiana, pervennero altre adesioni di Soci. - Ecco l’ordine del giorno : « ]l Consiglio direttivo della Società Romana per gli Studi Zoologici: Considerato che dopo otto anni di vita, sia conveniente ed opportuno allargare il compito scientifico del nostro Istituto cad esso dare un ‘carattere nazionale e più completo: « Visto che si hanno molti Soci appartenenti ad altre regioni, oltre quella romana, «i quali debbono aver: modo e facilità di cooperare con. noi per l'incremento dei « nostri studi: « Visto parimenti che manca tuttavia in questo ramo di scienze naturali un centro, «« Che tutto riunisca e coordini pel maggior progresso della scienza, all’ istesso modo « che già esistono Società Botanica e Geologica aventi lo stesso carattere: « Delibera: La Società Romina per gli. Studi Zoologici è trasformata in SOCIETÀ ZOOLOGICA ITALIANA con sede in Roma ». A_A 2 2 ESTRATTO DELLO STATUTO. ART. 2. — La Società si prefigge i seguenti scopi: a) promuovere e divulgare le ricerche intorno agli organismi animali, sotto i punti di vista biologico, anatomo-fisiologico, embriologico, paleon- tologico e sistematico, e specialmente l’acquisto di conoscenze teorico-pra- tiche sulle specie animali della provincia di Roma e dei territori limitrofi: d) formare raccolte zoologiche ; c) dare istruzioni, consigli, appoggio morale, e, quando alla Società sarà possibile, fornire aiuti materiali ai cultori della biologia animale anche nelle sue varie applicazioni. ART. 3. La Società è composta di quattro categorie di soci, cioè; I° di du ordinari, residenti in Roma od altrove, i quali pagheranno lire dieci all'anno; 2° di Soci straordinari, pure residenti o non residenti in Roma, i quali pagheranno lire sette annue; Tutti i Soci hanno diritto a ricevere le pubblicazioni sociali. ABBONAMENTO PEI NON SICI Italia . . 12 lire annue Estero, Lo% Un fascicolo doppio separato L. 4 Volumi arretrati: Italia L. 15 - Estero L. 18 (franchi di posta) Prezzo di favore a chi acquista gli otto volumi finora pubblicati (Vedi pagina prima della copertina). pagamento anticipato Sede della Società: Istituro ZooLogcico - R. UNivERSITÀ Via della Sapienza - ROMA Roma » Stub. Carlo Mariani e U., Vic. Guardiola 22. - n atea 9 i È LO ‘ N fa Ù $f di) x ta Ù) } 1 > dè î pa a i; s I Ho A va P IR 17 IA VAI È al A P alal; | A AAA ANAAO AA IA VANANAAANA Mi; \ ARAN Ea: AA 1 l AN A IAT\AIATYa} ZA si Li ARAIRAMONR sanita 30022, ta LE AARARRAAAAR ARAAAAAN RRRASBARARAMARAAARARA NA ARA AA ATA N PA | xi IANARZ AZZ DA “Ha As AA INI SIA LA AE RI NANI ARABA È pio VASI) MANARA AAA A IITAG ARIDI an O AAA. 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WATT I° TUYO VOGANGavO va: VIII Sy "MÙ È x vi (uit veuvIovv er vg uva AVIVIVIAAZAVIIO VW VI INVII: ASIAN VE VAASMNINAONI VANONI È MIA VWVUVINIV, vo aio n Ta \/ VAAVIVIVIVIVIVIVIViih, Vyy® IMM ee Wait nni V COSTUI “yy <> SO 3 9088 FIGIL 2367 [nitiste e ie O enni Di ZENO A EA pci me) Hi II AAVMAIVI DI MM Lo pv 3" de h ” v ny Lu LV LS VI gg avgy AIA 1a) / <° TMMN MII ST VE PIANE NdR AREE DAI vi vu ved, veggsege i ai do “a vIVu YI, g SIM SS SITIGZIIO voy IN AMIVAAIVARA IVAN n ftt w O Vv YUUYO Vu. SPA, RIV "id O ast id NY la i) a WWE >, Vi i VINTI MM RIVA VANNI VIVE YUVVS VISO “RI VYyYV VALIVVIVI Pv MV VVVW YI JU VVITTE RO y uu d° ME IIORC AGNO, SRAZELITI "ARR ba J AI NOS SA MISI VM VAI IA VIVI rn MIEI TON Du LAN POINZ gi i Vuy MERO: agg MII CON y di ) ES ION È Y v I 4 ‘ i A I RAMI My V “i Vico ave ly NM INIST avi y I vi MERCATO RE RA PRO RAD VIVIVII NI ; "ti SUI GIINM Ag VARRRRE MA e SUIS (7) VI'OTVOVARARIA Vega vsie” IRRAVIAIOTO TRIS Ni gio SPIRE e AA MAGLIA A VIVIVA AVERE