t%^e "Sc^JJWc^, \S,^\ HARVARD UNIVERSITY I LIBRARY OF THE MUSEXJM OF COMPARATIVE ZOOLOQY ■ J\aVat>/voj5_ e. JUL Ji 18.9r MiiiiiiinimiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiimimiiiiiiiiiiiMluiiiiiii iihiihiiiiiiii i m i i lìi? Gennaio 1898. Fascìcolo LI. BOLLETTINO DELLE SEDUTE DELLA ACCADEMIA GIOENJA DI SCIENZE NATURALI IN CATANIA col RESOCONTO DELLE SEDUTE ORDINARIE E STRAORDINARIE e sunto delle memorie in esse presentate. ( NUOVA SERIE ) CATANIA TIPOGRAFIA DI C. GALÀTOLA 1898. iiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiimiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL PRESENTE FASCICOLO Rendiconti Accademici Verbale dell'adunanza del 30 gennaio 1898 pag 1 Note presentate l'iof. A. Bieco. — Rilievo topografico e variazioni del cratere centrale del- l'Etna . » 2 Sunti di Memorie. D.r I. Caldurera. — I cristalli di ossalato di calcio nelP embrione delle le- gnimiuose-papilionacee .......... 6 Elenco dei libri pervenuti in cambio e in dono , presentati all' Accademia Gioenia nella seduta del 30 gennaio 1898 » 10 JUL i 1RP>^ Gennaio 1898. Fascicolo LI. ACCADEMIA GIOENIA DI Seduta del 30 Gennaio 1898. Presidente ff. — Prof. A. RlCX:!Ò Segretario — Prof. G. P. Grimaldi. Sono presenti i Soci effettivi Ricco, Berretta, Ronsisvjille , Basile, Pennacchietti, Petrone, De Mattei, Grimaldi e parecchi Soci corrispondenti. Viene letto e approvato il processo verbale della seduta pre- cedente. Il prof. Ricco presenta le Grandi fotografìe lunari donate dal- l' Osservatorio di Parigi all' Osservatorio di Catania. Ne fa lile- vare la grande bellezza e precisione , ed esprime agli autori M. Loewy e P. Puiseux la sua riconoscenza pei- il cospicuo dono. Si passa quindi allo svolgimento dell'ordine del gioi-no, die reca le seguenti comunicazioni. Prof. A. Ricco — liilievo topografico e variazioni del cratere cen- trale dell' Etna. DOTT. I. Caldaueka -/ cristalli di Ossalato di cake neliemhrione delle Legu ni inose-Papilioiuicee. Indi si toglie la .seduta. NOTE Prof. A. Riccò-RILIEVO TOPOGRAFICO E VARIAZIONI DEL CRATERE CENTRALE DELL^ ETNA. Nel pomeriggio del 17 agosto 1894 il prof. T. Zona, io, il cu- stode Galvagiio siamo saliti al cratere centrale: vi era una note- vole attività interna si udivano frequenti esplosioni, di cui alcuna assai forte come di artiglieria: in un quarto d'ora se ne contano 18, di cui tre somiglianti a cannonate lontane ; talvolta si sen- tivano dei fracassi come di impalcatura che si rompe e precipiti. Però vi era poco puzzo di zolfo e quasi niente fumo , talché il fondo si vedeva perfettamente: ne approfittammo per cercai'e di determinarne la profondità colla caduta di pietre. Perciò il custode gettava sassi, i più grossi che fosse possi- bile, verso l'alto e verso il centro del cratere, io col cronometro alla mano notavo l'istante in cui la pietra, cominciando a scen- dere, arrivava al livello dell'orlo, ed il prof. Zona, che ha vista acutissima , mi dava il segnale dell' istante in cui vedeva la pietra toccai-e il fondo. Per quattro 'volte si riuscì a far cadere le pietre liberamente fino al fondo e cogliere esattamente i detti istanti; risultarono i seguenti tempi della caduta 9*. 5, 10^0, 9^0, 10^0 : la media 9^3 colla nota formola s -- 4" gt^ dava la profondità di 424™ . Anche fatta la necessaria diminuzione per la resistenza del- l' aria, la detta profondità riusciva molto maggiore di quella sti- mata da me e da altri; e quindi rimasi col desiderio di rifare quella misura con altro metodo. Neil' anno scorso avendo esposto al Direttore dell' Istituto Geografico militare, generale De Benedictis, la opportunità di ri- fare il rilievo topografico della cima del vulcano, egli aderì vo- lontieri , e fu incaricato dell' operazione il Sig. Ing. R. Grechi del suddetto Istituto. A tal uopo si costruirono due segnali geodetici sull'orlo, l'uno a SE r altro a Sud , allo scopo di collegare la cima con punti geodetici e topografici determinati : e l' ing. Grechi fece col - 3 - tacheometiM il lilicvamento dal 11' al 17 agosto 18!)T, attraverso molte (lifìicoltà causate dal luogo e dal terreno difficile su cui si tiovava t' dalle coiidi/ioiii atmosferiche, e specialmente pei" il gran vento ostinatamente persistente. Il modo in cui esegui il suo lavoro ed i risultati che ottenne sono indicati e dati dalla seguente importante relazione e dalla Carta nella scala di 1 : 10000, clie ho l'onore di presentare alla Accademia. « Il rilievo del cratere del M. Etna fu eseguito, adoperando un tacheometro Salmoiraghi , mediante quattro stazioni fatte sul- l'orlo del cratere; ed altre tre alla base del cono presso l'osser- vatorio Etneo. Colle prime si potò determiucxre un Inion numero di punti singolari lungo 1' orlo del cratere stesso, da poterne dare abbastanza esattamente la configurazione ed insieme 1' altitudine e la profondità. « A questo riguardo è da avvertire innanzi tutto che il punto quotato 3112 nel fondo del cratere è alla base di un grosso sasso a spigoli piuttosto marcati ; la quale conformazione lascia sup- porre che si sia distaccato dalle pareti interne del cratere, men- tre altri sassi di forma arrotondata possono verosimilmente es- sere stati lanciati durante le eruzioni. « Codesto sasso però ha una singolare importanza; imperoc- ché osservando attentamente il cratere, ben presto ci si accorge che nella sua parte più pi'ofonda esistono due ripiani di detriti 0 di cenere che presentano l'aspetto ed il contorno di due piccoli laghi asciutti ; i quali si ritiene possano essere più bassi da 3 a 5 metri del sasso , che presentandosi facilmente all' occhio del- l'osservatore è stato possibile determinare geometricamente. « Sul punto culminante dell'orlo del cratere a Sud venne co- struito un segnale in pietra a secco abbastanza solido e che risultò determinato geodeticamente dalle stazioni di 1° ordine che allora si eseguivano, e che sarebbe conveniente di mantenere con op- portune riparaziotii. Un altro segnale di minore importanza, per- chè determinato col tacheo^ìietro, venne posto sulla larga insel- latura che esiste sulla porzione di SE dell'orlo del cratere, dove fa capo il sentiero che dall'osservatorio conduce sul cratere, passando vicino al soffione di vapore acqueo (Vulraroìo) che si - 4 - osserva a NE di chi sale il cratere , alla distanza di circa 300 metri dall' osservatorio. « L' attuale rilievo 1 : 10000 dell'orlo del cratere in confronto dell' antica carta 1 : bOOOO pone immediatamente in vista, per quanto le diverse scale diano un criterio soltanto approssimato, che la parte a Nord dell' orlo, le cui pareti (interna ed esterna) sono anche ogg-i molto ripide, corrispondente alla località in al- lora assai più sopra elevata e perciò indicata ad individuare lo antico punto g-eodetico , è scomparsa rovinando nell' interno del cratei'e. Dallo stesso confronto si vede che debbono essersi veri- ficate delle frane anche in altre parti, e per questo fatto V alti- tudine generale del contorno del cratere è stata notevolmente diminuita, come conseguentemente è venuta diminuendo la pro- fondità per r enorme ammasso di materiali caduti nel fondo. « L' orlo del cratere è accessibile dal sentiero di cui si è parlato sopra e dall' altro segnato anche sull'antica carta , che parte dall' Osservatorio e piegando leggermente verso Ovest rag- giunge r orlo nel punto quotato 3244. Da questo punto si può percorrere 1' orlo del cratere tanto verso Nord che verso Sud : ma molto diffìcilmente se ne può fare il giro completo ; perchè in taluni punti, segnatamente a Nord, le pareti interne sono ripidissime dall'orlo fino ad un terzo della loro altezza; e quelle esterne sono formate da una crosta solida , spoglia di detriti , liscia e solcata da larghi crepacci. « Nella parete interna NW, a circa metà della sua altezza, si osserva un ripiano costituito da un ci-atere minore , ben defi- nito e limitato nel suo contorno , che ha la parte centrale al- quanto più depressa. « A fianco di questo cratere secondario, un lungo e profondo crepaccio nella parte adiacente mostra colla sua incandescenza che si vede la notte, e coi vapori che di giorno si vedono uscire in abbondanza, una maggiore attività vulcanica in quella re- gione del cratere. « Il tratto di terreno che si estende a Sud del cratere fino al- l' Osservatorio Etneo, ove si svolgono i due sentieri pei quali si sale al cratere, è stato rilevato con tre stazioni tacheometriche; il rimanente del rilievo, eccettuato l'orlo del cratere , che come - 5 - sì disse in principio, fu rilevato direttamente, ò stato rappresen- tato colle curve di livello riportate dall' antica carta alla scila 1 : 50000, tanto per completare la forma del cono. Del resto il tempo ristrettissimo riserbato a questo lavoro , che nejjpure si poteva spingere colla consueta cel(?ritìi, a causa delle eccezionali condizioni atmosfei'iche della regione, non permise di estenderlo maggioimente come tale località richiederebbe per la sua impor- tanza e per 1' interesse grandissimo che offre allo studioso. L' Ingegnere Geografo Kafkakle Grechi — Visto—// Cupo dell' Ufficio Speciale BAG LIONE. » Ricavando dalla Carta predetta la profondità del cratere essa risulta di 162'" dal punto più alto a Sud 3274'", al fondo 8112"', quindi è grandemente inferiore a quella da me trovata colla caduta delle pietre. Impressionato da questo risultato, ho inter- pellato il Sig. R. Grechi, il quale mi ha cortesemente risposto da Arrasa , nella Colonia Eritrea, ove egli ora è occupato , che veramente egli non può attribuire grande esattezza alla mi- sura della profondità perchè fatta in circostanze difficili , come si disse, e con angolo di depressione troppo forte nel mirare giù al fondo, ma che però anche a stima, e col confronto della pro- fondità dell' Osservatorio Etneo e del fondo del cratere^ visti en- trambi dal ciglio, egli ritiene la profondità non doversi scostare molto da 150'" . Per spiegare la differenza fra il valore ottenuto dall' Ing. Grechi e quello da me trovato, bisogna ammettere che nei tre anni trascorsi dal 17 agosto 1894 al 17 agosto 1897 si sia molto colmato il fondo: ed infatti ebbero luogo, specialmente dall'orlo Nord, grandi e frequenti frane , le quali ne hanno diminuito di molto l'altezza. Inoltre si deve notare che fin ad Agosto 1894 la gola del cratere doveva ritenersi aperta, come indicava il rumore di impalcatura che rovina , caratteristico dei crateri in attività (come osservasi continuamente nello Stromboli), percui le pietre lanciate giuste dovevano percorrere un riatto libero del canale o camino centrale del vulcano, mentre ciò noi. aveva luogo al 1897 per essere la gola chiusa ; ([uesta ò 1' unica spiegazione possibile, - 6 - di così grande differenza, della misura della profondità nel 1894 e 1897. È evidente però l' interesse di ripeterla. Questo rilievo dimostra anche un altro fatto importante , a cui si è accennato prima, che è 1' alterazione dell' orlo superiore ed il suo abbassamento : infatti , mentre nel rilievo del 1868 fu trovato il punto più alto al corno a NE ed era 3813"" , ora il punto più alto è a Sud ed arriva solo a 3274™ , cioè a circa 40'" di meno : notevolmente ridotta è ancora l'altezza dell' orlo settentrionale il quale da circa 3250 m. cui giungeva nel 1868 , ora è abbassato fino a 3231"' , circa a 40 ra. sotto il punto at- tualmente più alto a Sud. Le dimensioni e la forma della bocca od orlo superiore sono pure cambiate: il diametro maggiore è cresciuto da circa 400'" , a 500"^ , ed il minore da circa 350'" a 400'" . Questi notevoli mutamenti del cratere centrale dimostrano r importanza del rilevamento eseguito per cura dell'Istituto geo- grafico militare , e la necessità che tale lavoro venga ripetuto periodicamente per seguire con esattezza le vicende del massi- mo vulcano di Europa. SUNTO DI MEMORIE D.R I. Caldareea. - I CRISTALIJ DI OSSALATO DI CALCIO NELL' EMBRIONE DELLE LEGUMINOSE-PAPILIO- NACEE. Benché assai numerosi sieno i lavori in cui si tratta della diffusione dell' ossalato di calcio nelle piante, purtuttavia nessun accenno si ritrova in essi intorno alla presenza di cristalli di questo sale nell'embrione delle Papilionacee, se se ne eccettua il noto ma unico caso dell' embrione del Lupinus luteus. In più di un lavoro invece si trova asserito recisamente essere la man- canza di questa e di ogni altra formazione cristallina una par- ticolarità di questo gruppo di piante. Benché 1' assenza dei cri- ^(alli noli iiiiitlirhi iK'ccssai'iaiiU'iite l'assenza 'Il'H' ossahito di calcio, jdire mi parvo che un accnrato studio di un certo luiine- ro di Papilionacee da ([uesto punto di vista non dovesse riuscire del tutto inutile. 1 semi di Papilionacee che io ho esaminato appartengono a più che .'i(X) specie, distribuite in circa 90 generi, (^uasi un terzo cioè dei generi di questa vastissima sottofamiglia. In ogni seme io non mi limitai a ricercare i cristalli di ossalato di calcio nel solo eml)rione; però in questa mia prima memoria io mi limitLii-ò ad esporre soltanto i risultati delle mie ricei'che su (piesta parte del seme, quella del resto che mi diede i risultati più nuovi ed interessanti. Infatti io ho potuto constatare non solo che circa un terzo dei generi da me esaminati contengono specie con eui- biione fornito di cristalli di ossalato di calcio , ma ancora che molte delle Papilionacee più comunemente note posseggono nel loi'o embrione dei cnstalii di Rosanoff' spesso assai numerosi. I cristalli di Rosanoff non erano stati trovati finora nell'em- brione che in un sol caso : quello cioè del Mauihot Glazowii Miill Arg. dove li trovò ii Moore cosi nell'endosperma come nell'em- brione. D' allora in poi, che io mi sappia, non sono stati ritro- vati in alcun altro embrione. Nelle Papilionacee i cristalli di Rosanoti" furono da me ritro- vati costantemente in tutte le Loteae (Anfhi/Uis, Circiìius, Bomi- reria, Ifosachia, Dorijcniuin, Lotus) (1) ed in tutte le Hedysareae- Coronillinae (IScorpiurus, Oruithopiis , Hippocrepis^ Coronilìa) che io potei esaminare. Li trovai inoltre in qualche specie di Psoraka, nella DaU>ei-- tjia cachi neh i ne nsis ed in alcuni generi di Phaseolinae ( (lincine , Erj/thrina, Q/lisfa, P.sophocarpus). Il cristallo è costantemente un cristallo monoclino (spesso un geminato) di dimensioni tali da raggiungere con i suoi due estre- mi le pareti della cellula sulle quali quindi si va direttamente ad impiantare la membrana cellulosica che lo avvolge; (lualche volta però si osservano anche delle briglie cellulosiche laterali. (1) La .•l;issilicil/.i..lir (Irllr 1 •;il.Ìliun;i(T.i.- elle io si.'^ll.i ii.'ll ' ('sl.(.si/i..lii' .1-1 (. lavoro I- . niella .lata dal TaiilnTt urli.' l'Ilaiizciitaiiiili.Mi .Irli' Kiii;l.T. - 8 - Il modo di distribuzione ed il numero di questi ci-istalli varia grandemente ; essi però sono sempre limitati al parenchima co- tiledonare e non si trovano mai né nella radichetta né nella piu- metta. Le cellule che contengono i cristalli di Rosanoff contengono pure delle sostanze di riserva al pari delle altre cellule e quando il seme germoglia contengono anch' esse della clorofilla. Oltre che sotto forma di cristalli di Rosanoff 1' ossalato di caccio si trova pure frequentemente negli embrioni delle Papilio- nacee sotto forma di incluso dei granuli d' aleurone. In questo caso trovasi l'embrione del Lupinua luteus dove i cristalli hanno forma di tavolette esagonali od ottogonali; cristalli semplici tro- vansi pure nei granuli della Goodia lati folla e della Bossiaea he- terophyUa. Molto più comune é la forma di sferite sempre però di dimensioni assai piccole e che assai spesso sembra presentare una cavità centrale. Osservate a Nicols incrociati queste sferiti mostrano frequentemente la nota croce oscura. Io ho potuto os- servare delle sferiti in qualche Sophorea, in parecchie Podalyrieae (Chorizema, Callifstachys , Fultenaea) e sopratutto in numerose Genisteae-Spartiinae e Cytisinae (Genista, Adenocarpus , Oytisus, Labumum). Simili sferiti esistono pure in alcune Galegeae ed in qualche Hedysarea. Infine negli embrioni di Aeschynomene indica io potei osser- vare delle bellissime druse racchiuse nei granuli d' aleurone. In questa pianta nelle cellule che circondano il fascio procambiale esiste un granulo d' aleurone di dimensione maggiore degli altri che é quello appunto che contiene la drusa. Notevole è il fatto che in parecchi embrioni io ho potuto os- servare associate due forme diverse di questo sale. Come già può vedersi da questo assai sommario riassunto la mancanza di formazioni cristalline é tutt' altro che una parti- colarità dei semi delle Papilionacee. Riguardo ai rapporti che corrono fra la presenza dei cristalli d' ossalato di calcio e la natura della sostanza di riserva che predomina nell' embrione dirò che io li ho trovato solo in quei semi in cui 1' aleurone predomina ; però in molti casi esiste an- che dell' amido ma sempre sotto forma di granuli assai piccoli. - 9 - Spessissimo io potei osservare i cristalli in tutte le specie dello stesso genere da me esaminato, ed in questo caso la forma si manteneva sempre costante. Talvolta la costanza dolla forma si trova estosa a gruppi più vasti e perfino ad intere triliù; ciò che dà a queste formazioni cristalline un valore tassonomico di non dispregevole importanza. Un esempio evidentissimo è la pre- senza dei cristalli di Rosanotf tanto nell' eml)rione dell(> Loteae (pianto iu quelli delle Hedysareae-Coronillinae. Questo grupi)0 mantenuto da tutti gli autori fra le Heysareae è per un comples- so di caratteri talmente affine alle Loteae che così si espressero à questo proposito 1' Hoocker ed il Bentham « Suhtrihus Lotii.s arcte afJimK et forte nielius iis adsocienda. » La costante presenza dei cristalli di Rosanoff negli embrioni di aml)edue questi grup- pi è una nuova conferma del giudizio dei due illustri sistematici. Constatata la frequenza dei cristalli di Rosanoff negli em- brioni delle Papilionacee era naturale che io cercassi d' osserva- re quel che di loro avviene durante la germogliazione, questione importatissima per quel che riguarda il valore fisiologico del- l' ossalato di calcio nella pianta ; ed i risultati di queste ricerche saranno pubblicati in un' altra memoria che spero di publìlicare fra non molto. Aggiungerò solo per ora che durante le mie ricerche io ho potuto constatare che anche la Bossiaea heterophì/lla possiede nelle membrane del parenchima cotiledonare degli ispessimenti che danno le reazioni caratteristiche dell' amiloide. Questa sostanza, piuttosto rara, ma che sembra trovarsi di preferenza nelle Le- guminose, era stata già trovata dallo Schleiden e dal Vogel nella Schotia latifolla, nell' Hymenaea Courharil, nella Mucuna urens e nel Tamarhidus indica e più recentemente dal Nadelmann nella Goodia lati folla. - 10 - Elenco dei libri pervenuti in cambio e in dono, presentati all' Accademia Gioenia nella seduta del di 30 gennaio 1898. ITALIA Bari — La Puglia medica — Auu. V 8-9. Bologna — R. Acc. deUe scienze deU'Ist. — Meni. Ser. 5^ Voi. VI 3-4. id. _ Soc. med.-cMr.— Boll. Ser. 7'^ Voi. VIII 10-12. Milano — R. Ist. lorab. di se. e lett. — Rend. Ser. 2'^ Voi. XXX 17-19. i(l. — C'oli, degli ing. e archit. — Atti. Ann. XXX i. Mineo — Osservatorio meteor.-geod. « Cazzanti » — Boll. Ann. XI 8-12. Moncalieri — Osservat. meteorol. — Boll. Ser. 2^ Voi. XVII 5-11. Napoli — R. Acc. delle se. lìsic. e mat. — Rend. Ser. 3'' Voi. Ili 8-12. id. — R. Acc. med.-chii'. — Atti. Ann, LI 5. id. — Acc. pontaniana — Att. Ser. 2^ Voi. II. Palermo — Giornale scientitico — Ann. IV 11. id. — Soc. d'igiene— Boll. Voi. IV 4. Perugia — Acc. med.-cliir. — Atti e Rend. Voi. IX 3. Roma — R. Acc. dei Lincei — Rend. CI. Se. fis. mat. e nat. — Serio 5'* Voi. VI 2" sem. 9-12, VII 1° sem, i. id. — Acc. pontif. dei n. Lincei — Atti. Ann. L 6-7, LI i. id. — R. Acc. medica— Boll. Ann, XXIII 6-8. id. — R. Comit. geol. d'Italia — BoU. Ser. 3'' Voi. Vili 1-2. id. — Soc. geol. ital. — Boll. Ann. XV 5. id. — Soc. geogr. ital.— BoU. Ser. 3'^ Voi. X 12. Siena — Riv. it. di se. nat. — Ann. XVII 11-12, XVIII 1-2. Torino — R. Acc. di medicina — Giorn. Ann, LX 10-12. id. — Rivista di ostetr. ginec. e ped. — Ann. II 11. Venezia — R. Ist. ven. di se. lett. e arti — Atti. Ser. 1^ Voi. Vili io, IX i. ESTERO Aguascalientes — El instructor — An. XIV 2-8. Berlin — K. Preuss. Meteorol. Inst. — Ergeb. Jhg. 1897 i. Bonn — Naturhist. Verein — Verhandl. Jhg. LUI 2, LIV i. id. — Niederrhein GeseU. — Sitzungber. 1896 2, 1897 i. Bordeaux — Soc. des se. pbys. et nat. — Mém, Sér. 5e Voi. I 1-2 app., II 1-2. — Proc. verb. 1894-96. Boston — Americ. Acad. of art.s and scieuces — Proceed. Voi, XXXII 15-17 XXXIII 1-4. - 11 - Hoston — Soo. of ii;it. liistuiy — l'roc.'t'd. Voi. X\\ III i-j. Hnixclles — Anni. n.y. r ii.ir. scuuicos — rroicid. \'ol. \I. Fraiikliirt — S.nk natmf. (i(>.s«>ll. — Al.liainll. I!.l. XXI i, XXIV i. Ilaarh'lll — llv — Sor. (Ics Natnrali.sti's — .M.iii. Voi. Xl\' 2, XV i. LirjJTO — Soc. fTÓol. de Hel'i:itnie — .Vnn. \«)1. XXIV i. London — Koy. Soc-h-ty — Proc-ed. Voi. I.XII 381, 383. Minneapolis, Minn. — (i.-ol. and nat. liist. Snrvcy of Minnesota. — K'ei». Jiol. Scv. I. — Mimi. Imi. Stiidiix. Hnll. 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(letto — Patoo-euesi ed etiologia del morbo di Addison — Acireale 1887. detto — Sifilide epatica e puluiouare — Acireale 1887. detto — Alcune considerazioni cliniche sullo schema dei neonati — Aci- reale 1887. detto — Sulla così detta febbre infettiva — Acireale 1887. detto — Brevi note sulle bronchiti e pidnioniti della prima infanzia — Ach-ealo 1887. detto — Su di un caso di paralisi spastica — Acireale 1887. detto — » » di mutismo isterico — Milano 1888. detto — ■'■ » di neoplasma cerebrale — Acireale 1888. detto — Meningite cerebro-spinale — Napoli 1889. detto — Sulla influenza degli sforzi muscolari nella genesi di talune cardiopatie — Napoli 1889. detto — Contribuzione alla patologia e alla clinica del carcinoma del pancreas — Milano 1890. detto — Affezione epatica o affezione muscolare ? — Napoli 1890. detto — Aneurisma aortico in soletto sifilitico — Napoli 1892. detto — Istero-epilessia da influenza — Na]ìoli 1894. detto — Esame micro-I )acteriologico delle farine e del pane — Acirea- le 1894. detto — Un caso di morbo di Pott seguito da guarigione — Napoli 1896. detto — Medicina interna — Catania 1897. detto — Un caso di atassia cerebellare da probabile causa reumatiz- zante — Milano. dotto — L' attenuazione dei virus e 1' immunità patologica nei rappor- ti colla pubblica profilassi della vaccinazione — Milano. Baddi A. — L' acqua potabile per la cittcà di Chiavari — Chiavari 1897. Tomaselli S. — La intossicazione chiuica e V infezione malarica (3^ ed.) — Ca- tania 1897. G. P. G. ir n 3 2044 093 290 138