^—11, ^^ L. "&CJOJW<\ \'\^\ HARVARD UNIVERSITY LIBRARY OF THE MUSEUM OF COMPARATIVE ZOOLOQY ^ \ APR 1; 1899 1 1 1 iiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinniiimiiimiiiiiiinmiiiiiinninimiii Maggio-Giugno 1898. Fascicolo LIII-LIV. BOLLETTINO DELLE SEDUTE DELLA ACCADEMIA GIOENIA DI SCIENZE NATURALI IN CATANIA col RESOCONTO DELLE SEDUTE ORDINARIE E STRAORDINARIE e sunto delle memorie in esse presentate. ( NUOVA SERIE ) CATANIA TIPOGRAFIA DI C. OALÀTOLA ijiiin.iiiiiuiiiiiinmiiiiiiiniiiiiii imim i iiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL PRESENTE FASCICOLO Rendiconti Accademici ^'orbale dell' adunanza del 22 maggio 1898 pag. Note presentate Prof. A. Bieco. — OsserA'azioni sull' assorbimento atmosferico della luce fatte nell' Osservatorio etneo e nell'Osservatorio di Catania dai profes- sori G. Miiller e P. Kempf ......... C. Guzzanii. — Anemografo semplice ........ Prof. E. Dì Maiici. — Sulla idrofobia degli ovini e dei bovini in rapporto al consumo del latte e suoi derivati ....... Elenco dei libri iierveuuti in cambio e in dono, presentati nella seduta del del dì 22 maggio 1898 - . » Rendiconti Accademici Verbale deU' adunanza del 26 giugno 1898 » 11 Note presentate Prof. A. CajìpurelU. — Sull' azione fisiologica di un preparato organico di nua-curio della formola C^*^ H^^"' O*^ N^ Hg e della sua applicazione tera- pica ............. 12 Prof. Pio Mìigaszini. — Kiccrclie sullo sviluppo del Goiigylus ocellaius *Forsk » 12 Prof. A. Bieco. — Terremoto etneo del 14 maggio 1898 . . . » 19 Pìof. A. Eiceò. — Anomalie della gravità nelle regioni etnee . . » 22 Prof. A. Pctrone. — Dimostrazione del nucleo dell' emasia nei mammiferi, mediante nuovi metodi (con esposizione dei preparati) . . . » 27 Sunti di Memorie G. Grassi e C. Maselli. — Sopra alcuni derivati clorurati del triossimeti- lene ............. 31 G. Ch'assi e G. Paiano. — SuUa sofisticazione dell' essenza di limone. » 33 G. Grassi e A. Motta. — Sulla formola di costititzioue àeW csametilen-tetram- viina (urotroiiiua) ........... 34 Doli. G. Ciifore. — Anomalia del canale midollare di un embrione di pollo di 48 ore » 36 Boti. G. Alonzo. — Azione dell' idrossUammina sul rene. Ricerche speri- mentali ............. 36 Elenco dei libri pervenuti in cambio e in dono, presentati nella seduta del dì 26 giugno 1898 » 37 APR Maggio-Giugno 1898. Fascicolo LIII-LIV. ACCADIIA dlOENIA Seduta del 22 Maggio 1898. Presidente ff. - Prof. A. Ricco Segretario — Prof. G. P. Grimaldi. Sono presenti i Soci effettivi Ricco, Cafìci, Berretta, Ardini, Ronsisvalle, Mingazzini, Ricciardi, Grimaldi e parecchi Soci cor- rispondenti. Letto e approvato il processo verbale della seduta precedente il Presidente ff. comunica il risultato della votazione fatta nella seduta del 20 Marzo per le elezioni dei Soci, in seguito alla quale furono nominati : a) Soci effettivi per la sezione di Scienze natui-ali in sosti- tuzione dei Soci Tornabene e Condorelli defunti, e Grassi nomi- nato Socio onorario in seguito all' allontanamento di residenza : 1. Riicciirini itrof. Piisciiiale. (lirottoi(> «l.irorto l'.otaiiico drlla U. l'iiivcrsità (lic:itioiM^ii «les Asti'ophysikaliai'lieu Oltscrviitoriuiii /u rotsliova — K'. .\.c. n.r.li,:i - Itoli. Ann. XII 5. I,u<-fa — K. Al.', liir.li. ,li se. l.-tt. »« arti — Atti. Voi. XXIX. Mossiiia — \vv. pfloritaiia — Atti. Ann. XII. -MiliUio — \{. Ist. lomb. «li 8f. o U'tt. — U'rn.I. S.^r. L'' Voi. XXXI 5-8. .Mirteo — Oasorvat. nietoor.-^eoil. * (Jiizzanti - — Holl. Ann. XII r-5. .Miia — Lo .«ita/iuni speriin. as(Mili i Soci effettivi Kieeò, Ardini, Roiisisvalle, Cap- l)arolli, l-'icliora, Felotti. Peiinacehietti, Petrone, (Ìrassi-Cristaldi, Miiiirazziiii. Ricciardi, Andreocci, Grimaldi e parecchi Soci corri- S])l)lKl('IltÌ. Letto e approvato il processo verbale della seduta precedente si passa allo svolgimento dell'ordine del giorno che reca le se- guenti comunicazioni : Pkok. a. C\VVk\iE\AA -Sull'azione fisiologica di tin preparato organico di mercurio della /or mola Q^' IP'^ 0^ N- Ilg e della sua applicazione terapica. Prof. P. Minc;az/im- Ricerche sullo sviluppo del Gongylus oceUatus Forsk. Prof. A. Ricco— Terremoto Etneo del 14 maggio 1898. Prof. A. Ricco — Anomalie della gravità nella regione Etnea. Prof. A. Petrone — Dimostrazione del nucleo dell' emasia dei ma in ini feri, mediante nuovi metodi (con esposizione dei preparati). G. Grassi e C. Maselli - - Su alcuni derivati clorurati del friossinietilene. G. (JRASSI e G. Patank -- Sulla sofisticazione dell' essenza di limone. G. Grassi e A. Motta — Sulla esametilen-tetrammina. DOTT. G. Cv^TORY.— Anomalia del canale midollare di un em- brione di pollo di 48 ore (presentata dal socio Mingazzini). DOTT. G. k\,Oìs'AO— Azione dell' Idrossilammina sul rene. In seguito viene tolta la seduta. 12 NOTE Prof. A. OAPFARFihhl— Sull'azione fisiologica di un prepara- to orgatiico di mercurio della forinola C" IP^ 0'' N' Hg e della sua applicazione terapica (1). Prof. Pio Mingazzini. - RICERCHE SULLO SVILUPPO DEL GONGYLUS OCELLATUS FORSK. Ho impreso a studiare lo sviluppo di un Rettile viviparo piuttosto comune in Sicilici, cioè il Gongylus ocellatus sul quale il Legge fece l'anno scorso un lavoro sullo stesso soggetto (2), Que- sta specie, affine per molteplici caratteri alla Seps chalcides , ed anzi, compresa come questa nell'ordine dei Sauriani e nel sot- tordine dei Brevilinguia, ha un periodo di gestazione della du- rata di circa 45 giorni, cioè alquanto minore di quello della Seps, nella quale il detto periodo, come ho potuto constatai'e , è di circa 65 giorni. Il periodo della gravidanza nel Gongylus decorre dai primi di maggio alla seconda metà di giugno, e, naturalmente, come nella ISeps, si hanno delle piccole oscillazio- ni, dovute sopratutto alla media della temperatura ed a quella della località nella quale gli individui si trovano. Le femmine gravide nel primo periodo dello sviluppo degli embrioni, hanno il corpo alquanto ingrossato, ma i loro movimenti sono tuttavia assai agili ed allora non è facile distinguerle dai maschi ; in- vece verso gli ultimi tempi della gravidanza si mostrano note- volmente grosse, si muovono piuttosto lentamente, e, nei giorni che di poco precedono il parto sono straordinariamente ingros- sate, hanno movimenti lentissimi ed anzi spesso si mantengono immobili per molte ore; soltanto se vengono eccitate fanno qual- che brusco movimento, trascinandosi pesantemente col corpo, al quale fanno un debole appoggio le gambe poco sviluppate. Esse (1) Questa nota sarà pubblicata in uu prossimo fascicolo. (2) Sulla disposizione degli annessi fetali nel Gongylus ocellatus ; in : Bull. Acc. Medica Roma, Anno XXII, 4-5, 1897. - \:^ - pDii.iuo (l.i 2 a '_'() (Miiliiioiii, ma in m<'(lia ne liaiiiio da otto a dudifi iijriialnKMite distiihuiLi nei due oviilotti ocoii mia lieve dif- ferenza numerica fra entrambi; di rado iio trovato una ditìerenza notevole e soltanto in due casi un ovidotto era },'ravido e l'altro privo di embrioni. In (jualclie caso fra ^'li embrioni che si svi- lti|i|)avan.) normalint-nie ne ho trovato uno die era morto ed in i-iii avveniva la (iei'omposizione, sia del corpo dell' embrione, sia (li'l vitello nutritivo, ma esso non produceva alcun disturbo agli l'iubrioni adiacenti, i ([uali si mostravano così ben conformati e vivi come quelli lontani o quelli dell' ovidotto dell' altro lato. Le •sse relazioni si osservano nella Seps. Mentre nella n(j!jlu!i ocdlatus il i-apporto che si stabilisce fra madre e feto è a>sai minore di quello che esiste nella Seps e nella Vipera sebbene 1 andamento della evoluzione embrionale sia assolutamente iden- tico in tutte queste specie. Va soltanto notato che l'ovo del Gon- ;/!/lus ocellafus nei primi momenti dello sviluppo ò avvolto da una membrana aUiuanto più spessa e resistente di quella che involge r ova della Seps , sebbene negli ulteriori stadi embrionali essa \iene dapjìi'ima ad assottigliarsi molti.ssimo per 1' aumento con- lerevole di volume che si jiioduee nidl'ovo durante l'evolu- zione dell' embrione^ ed infine si rompe. Nel Goììijìjlus. come anche nella Seps, le ova che si trovano nell'ovidotto presentano un fallo caratteristico, cioè esse sono — 14 — tutte orientate ugualmente lungo 1' ovidotto e questo orientamento ha un significato di un certo interesse per stabilire i rapporti fi- siologici esistenti fra l'embrione e la madre. Considerando l'uovo di questi animali nello stadio medio di sviluppo, noi possiamo distinguere in esso due emisferi, uno nel quale sta 1' embrione rac- chiuso dall' amnios e dalla sierosa, 1' altro ove si trova il vitel- lo nutritivo contenuto entro il sacco vitellino. Tutti gli emisferi embrionali delle ova di uno stesso ovidotto sono sempre di- retti da uno stesso lato e nei vari ovidotti occupano sempre la stessa situazione. Essa è determinata, come ha già notato il Legge, dal decorso dell'arteria genitale posta entro la plica perito- neale dell' ovidotto, al quale manda dai due lati numerosi rami simmetrici. Tutti gli emisferi embrionali sia del Gongylus, come della Seps, sono volti -verso l'arteria genitale e disposti simmetri- camente rispetto ad essa, cioè sono situati in modo che facendo passare per essa un piano perpendicolare alla superficie dell'evo, esso divide 1' emisfero embrionale in due parti uguali. Questa disposizione che nella Seps favorisce, all'epoca della gravidanza, la formazione di numerosi vasi nella parete dell'ovidotto là ove l'arteria genitale manda le prime ramificazioni ed ove appunto si svolge la placenta materna, esistendo anche nel Gongylus, ove una tale placenta non si forma, ma ove vi ha soltanto corrispondenza fra le ramificazioni dei vasi allantoidei con quelle dell'arteria genitale fa pensare subito come anche in quest'ultima specie, ben- ché non vi sia una differenziazione della mucosa dell' ovidotto corrispondente ad una simile del chorion, pur tuttavia esiste un rapporto funzionale tra la madre e 1' embrione , cioè fra i vasi dell'arteria genitale e quelli provenienti dalle ramificazioni dei vasi allantoidei. Quindi se nel Gongylus non vi è una for- mazione differenziata alla quale prendono parte i tessuti , vi è tuttavia corrispondenza vascolare simile a quella della Seps che spiega in qual modo gli embrioni racchiusi nell'ovidotto ma- terno possano respirare. In ogni modo però la Seps presenta per questo riguardo un organizzazione molto più elevata di quella del Gongylus, poiché non solo essa ha la formazione placentare differenziata, che non esiste nel Gongylus, ma nei punti ove la placenta si forma, 1' arteria genitale all' epoca della gravidanza — 15 — rtMiii:i iiimuTosi vasi in tMirrispondeiiza nella placenta, vasi che si atixitizzaiìo dopo il parto, mentre nel (ìoìujylus sebbene i rami normali dell' ovidotto non gravido siano alquanto più sottili di ([iielli dell'ovidotto {gravido ed abbiano un minor numero di ra- niitìeazioni , pure non vi ha una neoformazione vascolare cosi importante come quella che si verilica nella .S'e/w. Dunque sia per la vascolarizzazione, come per l'adattamento dei tessuti fetali e materni corrispondenti, il Gongylus rappresenta uno stadio molto più primordiale di quello della Seps. A causa di (piesti minori rapporti che ha 1' embrione del (Jongillus coU'or^Muismo Miaterno, riesce a prima vista difficile a comprendere , come 1' accrescimento dell' embrione facendosi soltanto a spese del vitello nutritivo dell' ovo e non essendovi fra madre e feto che uno scambio gassoso , si abbia invece un accrescimento notevole dell'evo in via di sviluppo contenuto nell'ovidotto. Per rendersi conto dell' ingrandimento notevole di esso basterà considerare i seguenti dati numerici tratti da pochi stadi ijriucipali dell'evoluzione del Gongylus. Area nr.-rmiiiativa luniia iimi. S Diani. iiiajiji. (Irll'ovo fin. 1,1 Hiaiii. min. cui. 0,X Kmliriont' liiii;io ■> \\ » » » » 1,2 > » » 1,2 > 22 » » . » 1,4 » » » 1,2 .SU » » » > 1,7 » » » 1,5 , » :> 56 » > » » 2,9 » 3 » 1,5 Noonato » » 85. Un corrispondente aumento di volume si nota anche nella Seps ove però l' ovo fecondato ha dimensioni assai minori cioè è circa la metà di quello del Gongylus specie. Quando gli embrioni sono assai sviluppati allora 1' ovidotto che li contiene si allunga notevolmente ed occupa anche la parte anteriore della cavità del corpo della madre: l'intestino si trova strozzato quasi tra gli ovidotti così rigonfi, i polmoni sono an- ch'essi piuttosto ridotti in volume ed il fegato viene spostato. Quando la madre è prossima al parto mangia poco o nulla e spesso si trova collo stomaco vuoto. L' aumento notevolissimo che si nota nelle ova che si vanno - 16 - sviluppando è dovuto alla formazione dell' aranios che raggiunge fino dai primi tempi dello sviluppo una dimensione considere- vole: esso forma al disopra dell'embrione un emisfero di ugual diametro a quello del vitello e man mano che l'embrione cresce anche la formazione dell'aninios cresce corrispondentemente. Po- co dopo la formazione dell'amnios il vitello nutritivo, che dap- prima occupava quasi tutto il volume dell' ovo ed anzi ad esso era dovuta la forma totale di questo, assume la forma di una semisfera, formando così 1' emisfero vitellino dell' ovo stesso e quindi siccome per circa la metà dell' evoluzione embrionale, lo embrione consuma una piccolissima quantità di vitello nutritivo, ne viene di conseguenza che 1' ovo raggiunge presto il doppio del volume primitivo, avendo un emisfero costituito dalla sola formazione amniotica e l'altro da quasi tutto il vitello, che for- mava il volume totale dell'evo primitivo. Dopo la prima metà della gravidanza il vitello viene gradatamente riassorbito , ma allora il volume dell'evo cresce sin perchè 1' amnios va ad oc- cupare il posto lasciato dal vitello sia per il considerevole au- mento dell' embrione che negli ultimi giorni della gravidanza cresce rapidamente in grossezza ed in lunghezza, avvolgendosi variamente sopra sé stesso. Infine va notato che il vitello rac- chiuso entro il sacco vitellino e il sacco vitellino stesso non scompariscono del tutto alla fine della gravidanza, ma negli ultimi momenti di questa il sacco vitellino, assai ridotto, viene chiuso entro le pareti dell'addome, e anche nel neonato si trova il residuo del sacco vitellino entro 1' addome , attaccato per un corto peduncolo all'intestino. La posizione dell'inserzione del sacco vitellino nell' intestino non è assolutamente costante : in due neonati ho trovato che nell' uno il sacco vitellino era attac- cato all' intestino ad una distanza di mm. 6 dal retto ed in un altro di mm. 12, mentre le dimensioni di questo sacco vitellino, che ha una forma sferica, era sensibilmente uguale, cioè in uno aveva un diametro di mm. 3 ed in un altro di mm. 2. E degno d'interesse menzionare il comportamento dell'am- nios durante lo sviluppo del Gongylus. L' amnios infatti non rag- giunge in questa specie come nel pollo e nei Mammiferi uno svi- luppo considerevole estendendosi fino dai primordi della sua for- - 17 - inazione tutto all' intorno (h^ll'ovo. ma si limita a svolgersi sol- iamo (la mia metà cioè dalla parte in cui ricoiJi'e reml)rionc e non va ad avvolirore anche il sacco vitellino , come fa noi pollo sino dal 7" ^norno. Questo sacco vitellino viene invaso la- teralmente dalla formazione amniotica soltanto per un piccolo tratto del suo mar^nne laterale e poi si ripiejifa sulla su|)erficie supei-iore del sacco vitellino e si arresta ai margini del cordone ombelicale. Con questo particolare comportamento è facile com- prendere come si possa nella media dello sviluppo distaccare con facilità le due metà dell' ovo , cioè la vitellina e l'amniotica, sepai-ando da un lato il sacco vitellino e dall' altro 1' embrione racchiuso nel suo amnios avendo la precauzione, quando si pren- de rovo a fresco, di staccare con delicatezza 1' una parte dal- l'altra, poiché stanno strettamente applicate, e di tajj;liare il cor- to cordone ombodicale. lo non posso confermare quanto asseiisce il Legge, che cioè nel (iongylus l'allantoide sparisca precocemente e che i vasi del- la seriosa di Von Baer sono dati dalle vene ombelicali. Invece similmente a (pianto succede nella Seps V allontoide si svolge normalmente e da esso hanno origine i vasi che si ramificano nella sierosa di Von Baer, come può facilmente constatarsi quan- do la metà amniotica siasi staccata da quella vitellina. Si nota infatti che i vasi allantoidei si dirigono in parte su[)eriormente e in i)ai-te inferiormente con un vaso che poi si ripiega, si rami- fica e va anch'esso nella parte superiore. Questi vasi allantoidei sono comi)letamente indiiiendenti dai vasi vitellini che in numero (li ciii(|ue o sei si portaiio in basso e si ramificano assai con ra- mi sonili paralleli, molto anastomizzati fra loro che vanno ver.so il jxilo inferiore dell'evo. Essi ramificansi sul mesoderma sitlaiic- nico che insieme all' entoderma avvolge il sacco vitellino. Questo ultimo rimane scoperto dui*ante la massima parte dell' evoluzione embrionale e non viene ricoperto dalla formazione amniotica altro che negli ultimi momenti della gravidanza eioè (piando è ridotto ad un piccolo sacchetto di ó-G mm. di diaineiio, in via di essere assorbito e racchiuso nella cavità addominale dell'em- brione, ove dura, come già ho detto, anche quando il feto è uscito dal seno materno, nel neonato cioè, nel (piale è ridotto ad una ve- - 18 ~ scicola di 2-3 mm. di diametro. Così lo schema delle membrane fetali del Gongijlus differisce considerevolmente da quello delle stesse formazioni degli Uccelli e dei Mammiferi nei quali l'am- nios avvolge fino dalle prime epoche dello sviluppo il sacco vi- tellino. Lo sviluppo dei Rettili vivipari e specialmente 1' osservazio- ne delle condizioni nelle quali avviene il parto tanto nel Gongylus quanto nella Seps, mostrano che la fine della gravidanza in questi animali succede quando 1' embrione ha assorbito quasi tutto il vitello nutritivo contenuto nel sacco vitellino, similmente a quan- to succede per l'uscita dall'ovo dei neonati dei Rettili ovipari e degli Uccelli. I neonati del Gongylus sebbene simili per colorito e altre particolarità agli adulti, ne differiscono tuttavia per qualche ca- rattere, fra cui il più importante è quello della lunghezza della coda rispetto alla lunghezza del corpo. Così le misure da me ese- guite mi hanno dimostrato che i neonati di questa specie hanno una coda relativamente assai più lunga di quella degli adulti. Per il confronto ho scelto la distanza fra gli arti anteriori e po- steriori e per la coda la distanza fra gli arti posteriori e 1' apice della coda risultandone i seguenti rapporti : Neonati (Media) Lungh. corpo cm. 2, 8 Lungh. coda 4, 5. La coda è quasi il doppio del corpo. Adulti (Media) Lungh. corpo cm. 8,8 Lungh. coda 7. La co- da è circa uguale al corpo. - 10 - Prof. A. Hi(rò-TEHHKMOT( ) ETNEO DEL 14 MAGGIO 1898. in (\-itaiiÌ!i hi scossilo cominciata allo 5.'' 4;").™ 47" ed ostata avvertita (juasi da tutti ^''li al)itaiiti : produsse scricchiolio delle iiupalcatiuc , tremolio dei vetri, rumore dei soi)ramobili ; fu re- irisirato da parecchi strumenti dell' Osservatorio : nel frrande sismumetroirrafo (pendolo luufro 2')™, 150, massa di :}0(3 Kf?. ingran- dim millim. nella componente NE-SW. Aiu-Ik; il sismometrof^rafo a lastra alfuraicata ha dato una bella ie«-istrazione, ove notasi una debole componente verticale, al principio della scossa. I pendoli sismosTatici hanno dato dei complicati diajrrammi, con j)revalenza manifesta delle oscillazioni N-8. Anche nel puteometro si ebbe un trattino corrispondente al tempo del terremoto. Parecchi sismoscopì avvisatori sci^nalarono pure la scossa. Air Osservatorio Etneo il terremoto fu indicato da due si- smoscopì e dall' arresto di un orologio il cui pendolo, pesante 10 Kg., oscillava E-W: indicando con ciò pure una scossa circa della direzione N-S. Xeir Osservatorio di Mineo la scossa fu registrata da quasi tutti ^li strumenti ed avvertita da quasi tutte le persone : i galli cantarono al momento del terremoto. II terremoto fu segiialato in tutte le stazioni sismiche circum- etnee, con massimo a SW e minimo a NE dell' Etna. Le direzioni indicate dalle varie stazioni tracciate su di una carta geografica si incontrano in discreto numero sul versante SW del vulcano. Il terremoto produsse lesioni nei fabbricati solo nel detto ver- sante, da Belpasso ed Adernò, che io ho visitato appositamente. In Belpaa.so furono lesionate solo alcune vecchie case ; in Adernò si ebbe solo la caduta di qualche pietra noli' antico e diruto Castello normanno. In Paterno vi sono leggere fratture in parecchi fabbricati vecchi. Nella chiesa di S. Barbara si è prodotta la frattura in chiave dell'arco maggiore il cui piano ò diretto N-S, e due frat- ture nelle volte a nicchie della cappella a destra. La facciata si è staccata al(|uanto all' infuori verso W. - 20 - Nella chiesa di S. Francesco di Paola si è prodotta una lun- ga frattura attraverso la volta col piano E-W, interessante anche le pareti laterali. Dal campanile sono cadute due pigne , delle quali una fu lanciata nella direzione NW a circa 4™ di distanza^ nel cadere dall'altezza di circa 25™. Nelle Maccalube non ho riscontrato alcun che di nuovo. A S. Maria di Licodia sono danneggiate quasi tutte le case, 20 sono diroccate parzialmente , 4 totalmente : le 5 o 6 cisterne del paese non furono lesionate e neppure i serbatoi d' acqua per r inaffiamento. Nella Casa comunale, antico convento di costru- zione poco buona, si hanno moltissime e gravi lesioni : le mag- giori nei muri diretti N-S ; la facciata si è staccata , strapiom- bando verso S, indicando oscillazione N-S. Nel gabinetto del Segretario vi sono anche fratture oi'izzon- tali che indicano moto sussultorio. Nelhi stau/cetta dell'orologio vi sono guasti rilevanti : l'orologio, il cui pendolo oscillava E-W, si è formato sulle b^^. 40"^ . Nella scuola maschile vi sono fratture nelle 4 mura, più gran- di in quelli diretti N-S : ve ne è anche una orizzontale. Nella scuola femminile vi sono molte gravi lesioni , ed il frontone è spostato verso Noi'd. Nella chiesa parrocchiale, vicina al Municipio, il tetto è ca- duto sulla volta a centine, che per ora lo sostiene. La stazione della ferrovia circumetnea ha molte lesioni. Si è prodotta una frattura lunga circa 5^% larga pochi cen- timeti'i, nella strada presso il fonte pubblico, luogo ove affiora il basalto; un'altra frattura è apparsa nel terreno del cortile di casa Furnari. L' acqua del detto fonte s' intorbidò e diminuì al momento della scossa, ma poi ritornò come prima. La scossa fu fortissima : i vecchi del paese dicono che fu an- che più violenta di quella memorabile del 12 gennaio 1848. Il Sindaco Sig. Leonardi che stava in piedi, udì prima bor- bottare il cane, poi si sentì sollevare dal movimento sussultorio, poi fu sbattuto contro la porta dal movimento ondulatorio. Ha udito il rombo, come rumore di carro pesante. — l'I I coiiradiiii (liroiio clic priiiKi della scossa <^\\ asini C(\ i muli drizzarono ^li oivcclii ed inarcarono la coda. Non vi fu alcun danno alle i)ersonc , ma ^i-ando jjanico per cui tutti fufr^Miono all'aperto, e molti nelle notti successive non dormirono in casa. A lUujaliia, boi'j^ata a XW di S. Maria di Licodia, ed a 400°* pili in alto sul jieudio dell' Ktiia, vi è circa metà delle case le- sionate, di cui una ([uarantina i,n' t Gravità ridotta al livello del Mare - Gs 1 1 .2 '-2^ r> 1 < Catania I. . Lava 2. 8 9,'" 80062 9,'»' 80072 9,-" 79925 + 147 Catania II . id. 2. 8 9,80088 9,80098 id. + 173 Mcolosi . . id. 2. 8 9,79909 0,80045 9,79934 + 111 Cantoniera . id. 2. 8 9,79658 9,80032 9,79942 + 90 Oss. Etneo . id. 2. 8 9,79377 9,79971 9,79945 + 26 Paterno . . Basalti 0 Calcare 2. 8 9,79983 9,80030 9,79930 + 100 Bronte. . . Lava e Calcare 2. 7 9,79874 9,80031 9,79949 + 82 Eandazzo . . id. 2. 7 9,79920 9,80074 9,79957 . + 117 Linguaglossa. id. 2. 7 9,79982 9,80092 9,79954 + 138 Miueo . . . Basalti e Calcare 2. 7 9,79970 9,80060 9,79904 + 158 Buccheri . . Basalti 2. 8 9,79909 9,80066 9,79892 + 174 Milo . . . Lava 2.8 9,79902 9,80053 9,79944 + 109 Giarre.. . . id. 2.8 9.79922 9,80043 9,79944 + 99 Acireale . id. 2. 8 9,80066 9,80103 9,79933 + 170 Taormina . . Calcare 2. 6 9,80042 9,80103 9,79955 + 148 Ali . . . . Granito e Scisti 2. 7 9,80075 9,80086 9,79983 + 103 Messina . . Gneiss o Calcare 2.6 9,80140 9,80143 9,79985 + 158 (1) Approfittando del ritardo nella stampa del presente Bollettino, posso ag- giungere che ultimamente, al 25 agosto 1898, lio completato il giro dell' Etna, facendo la determinazione della gravità relativa anche in Adernò, con un" metodo di confronto telegrafico degli orologi, puramente meccanico, talché si escluse l'er- rore od equazione personale dell' osservatore. Ho trovato per~valore dell'anoma- lia di gravità nella detta stazione + 96, che si accorda con qvielli trovati pri- ma ])er le altre stazioni circumetnee. - 27 - Pi(.f. A. Pr.TiJoNK. DIMOSTKA/TONK DEL NUCLB:0 DEI^ 1/ EMASIA NEI MAMMIFERI , MEDIANTE NUOVI METODI (con esposizione dei preparati). L' Autore dice, che se egli pr(\seiita per la G" volta ad Ac- cademie scientifiche questo argomento, lo fa per l'importanza dello stesso, e perchè ha potuto con nuovi mezzi confermare più evidentemente tutto quello che aveva esposto e pubblicato sino- ra in proposito. Esporrà in poche parole le sue ultime ricerche, il cui risultato si potrà apprezzare nei preparati messi al pub- blico esame: il lavoro per esteso sarà pubblicato fra breve al- trove, non consentendolo il bilancio di quest'anno dell'Accade- mia Gioeuia. Egli ha impiegato 2 nuove fissazioni sul sangue modificato dal liquido iodo-iodurato, fissando ulteriormente o nella soluzio- ne osmica, ovvero nella soluzione tannica. In ambo i casi la fis- sazione è perfetta e riesce bene la colorazione semplice e doppia : coir acido osiuico risalta a preferenza la costituzione filare della ciomatina nucleare: coll'acido tamiico risalta spesso l'apparente membrana nucleare, la quale si tinge coi colori acidi, mentre la massa cromatica si colora coi basici. Questi risultati ha ottenuto immergendo i preparati di san- gue cavati nel liquido di Lugol, quando sono ancora umidi. Ma siccome, lungo questi studii, aveva potuto ripetutamente osservare, che ai bordi delle lastrine, ove le emasie erano ben fissate dall' incipiente essiccamento si avevano delle a|)])arenze molto nitide, con una doppia colorazione delle più belli' , come si può osservare nei preparati esposti, mentre al di là dei bordi lo straterello ancora umido, pur mostrando la struttura, non da- va in modo cosi spiccato la doppia colorazione ; dopo avere con l'isultati poco soddisfacenti sperimentato 1' essiccamento iniziale direttamente all'aria dietro il distacco dei due covi-oggetti, è ar- rivato finalmente ad ottenere quella fissazione desiderata facen- do restare i 2 covroggetti collo straterello di sangue nella came- ra umida per 20 a 24 ore : allora la fissazione ordinariamente è riuscita in quei tratti ove non vi è essiccamento completo: im- mergendo dopo per 24 ore nella soluzione tannica le 2 lastrine , ♦lueste già si staccano doi)o i)ochi minuti anche spontaneamente : - 28 - ciascuna porta lo straterello ben modificato, perfettamente fissa- to, e capace delle colorazioni più nitide , come si è abituati ad ottenere negli altri tessuti. L' Autore ha potuto inoltre fare uno studio sistematico del sangue embrionale, cavato immediatamente dal vivo, ed assog- gettandolo a tutti questi mezzi : si è servito anche dell'estrazione semplice, essiccamento e fissazione alla Nikiforoff, ovvero nell' a- cido osmico. Dal sangue di embrione di cavia a diverso stadio di sviluppo, ha potuto seguire il passaggio del nucleo embrionale (nei gigantoblasti), in quello delle emasie apparentemente prive di nucleo (nei normoblasti) : ciò sarà esposto nei suoi particolari nel lavoro per esteso: pel momento fa rilevare, che col crescere del contenuto cellulare il nucleo gradatamente si comprime , ne è spremuto il succo (carioenchilema) e resta soltanto la sostanza cromatica (carioplasma), come risalta facendo il paragone delle diverse emasie dopo praticata la colorazione nucleare. Il nucleo compresso e spremuto, colla sostanza cromatica ammassata (non sgregata e sparpagliata), poco per volta è inglobato , coverto ed infine completamente nascosto dal contenuto cellulare : solo con mezzi adatti che diradano il contenuto emoglobinico, senza affatto alterare l'emasia, si possono seguire i diversi gradi di azione del reagente sino a che è messo in evidenza non soltanto la so- stanza filare del protoplasma, ma anche la sostanza cromatica del nucleo. Dopo ciò r Autore che ha avuto occasione di mostrare pa- recchie volte questi preparati a vari colleghi , specialmente al Valenti ed al Di Mattai, i quali lo confortarono con le parole più cortesi, anzi invitavano V Autore a mostrare o almeno man- dare altrove qualcuno di questi preparati, invita i colleghi pre- senti, dopo r esame dei preparati esposti , a voler dare il loro avviso : F Autore spedirà alcuni preparati a qualche collega lon- tano, augurandosi cosi che poco per volta i fatti potessero nella coscienza generale far stabilire il nuovo trovato , il quale non crede si possa più mettere in discussione , salvo nel valore a dargli. Soltanto dopo che il mondo scientifico avrà potuto conferma- re il risultato delle sue ricerche, 1' Autore potrà con più lena e serenità i)iiI)l»liiMi«' le altre sulla incdoiiiiiiaiit*' pi-cscn/a (Id Il'ITo in cilici iiucciiioio : (iiuiiidu ej^li aniiiinziò nei 'Jl .Marzo passato a questa stessa Accademia (jiiesto nuovo fatto di eliiinica nuclea- ic iiell' einasia, si dubitò da (iiialcuno, che tacendo calcolo del- l'esistenza del ferro nell' emoglobina, in (luelT apparente nucleo, potendo essere emo>,^lubina coartata dai reaj.'-enti, il ferro vi spic- casse di più : dopo i lavori i)ubblicati dall' Autore neanche allora era permesso fare tale obbiezione, die rip(.'terla o^jLfi dopo i fatti esposti sarebbe un errore condannato dai priiicipii fondamentali di tecnica microscopica. DISCUSSIONE Il i)r()l". Min^azzini , dopo avere esaminato i pivparati pre- sentati dal prof. Pctrone, fa la se^niente dichiarazione: egli ha trovato le preparazioni molto interessanti per il peculiare com- portamento presentato dai g-lobuli rossi dei Mammiferi adulti, trattati coi metodi speciali del prof. Petrone. Sopratutto egli no- ta la doppia colorazione, specifica e costante , ottenuta sui j,^lo- buli rossi. L'apparenza del preparato potrebbe a prima vista far supporre che quel corpicciuolo speciale, diversamente colorato dal resto del globulo (^che si presenta colla forma quasi inalterata), fosse anche un residuo di sostanza nucleare o il nucleo stesso lidotto o degenerato, come è stato trovato anche per altri ele- menti che si credevano attatto privi di nucleo (cellule dello sti'a- to ci»rneo dell' epidermide, Kolliker). Però si potrebbe anche sup- ])0]re che una tale apparenza fosse data dal metodo di prepai'a- zione speciale adoperato. Una tale questione , del resto interes- santissima, non si può decidere senza una lunga ed accurata ri- cerca. Il prof. Valenti si associa pienamente alla dichiarazione del l»rof. Mingazzirii, ritenendo che non si po.ssa con certezza stabi- lire che il corpicciuolo osservato nei globuli rossi dei Mammiferi dal prof. P(!trone, vi rappresenti il loro nucleo completo e fun- zionante, pi'ima elle in esso sia chiaramente dimostrata la spe- ciale struttura del nucleo (filamento cromatico). Ritiene che sa- rebbe mollo utile, i)er decidere sulla (luostione , di osservare se - 30 - delle forme di passaggio esistano fra quel corpicciuolo ed i nu- clei delle emasie embrionali. Il prof. Petrone ringrazia i Colleghi Mingazzini e Valenti per le benevoli parole. Fortunatamente il fatto non si nega più, né più si sospetta che quel nocciuolo fosse ammasso di emoglo- bina^, e neanco coartazione della ritenuta massa residuale del nucleo sparpagliata, ciò che sarà estesamente dimostrato nel la- voro per esteso, specialmente collo studio del sangue embrionale. Al prof. Mingazzini deve ricordare che egli ha già accennato, che il nucleo nei normoblasti è ridotto perchè spremuto dal suo succo. Non può però ritenere che sia un nucleo degenerato, o an- che morto, (per ripetere la sua espressione), perchè i nuclei morti, come le cellule morte nell' organismo vivente (processo di ne- crosi , 0 anche necrobiosi degenerativa) perdono la proprietà di tingersi elettivamente con i colori nucleari, e ciò è contro il fat- to : saranno perciò nuclei compressi, vecchi, ma vivi: lo strato corneo più esterno, 1' essiccato, è realmente morto : si potrà con reagenti far riapparire in parte la figura nucleare , ma non si rida a questo la proprietà di colorarsi in modo elettivo : in que- sto caso la colorazione non si ottiene, ovvero è diffusa. Non può neanco dividere 1' apprezzamento , che si potrebbe anche trattare di un' apparenza dovuta al metodo di prepara- zione : il prof. Mingazzini quando avrà la cortesia di leggere i suoi lavori precedenti troverà, che il metodo impiegato non al- tera gli altri tessuti vivi , nemmeno i leucociti , e poi si vede che le emasie non solo sono ben rispettate, come lo stesso Colle- ga ha fatto rilevare, ma risulta nel modo migliore anche il re- ticolo protoplasmatico che prima era nascosto. E poi un metodo di preparazione qualunque esso sia, anche il peggiore, non può assolutamente dare delle proprietà chimiche che non si sieno mai avute, 0 che sieno definitivamente perdute. Al collega prof. Valenti deve rispondere, che egli non ha mai ammesso che il nucleo dei normoblasti sia completo e fun- zionante, così come si ha nel nucleo dei gigantoblasti : V è in- vece un nucleo compresso allo stato di riposo, e si potrebbe di- re di un riposo letargico, che probabilmente in certe coudizioni - :u cessa pei' dar liio^ro a viv iMaiiircsta/.i..iii atlivr {.cilìiio
  • i sul fallo di avere solo liiivciiula la nioiK^mclilaiiiiiii- iia COMIC proilotlo di liduzioiic; al contrario Dch'pine asserisce clic si j^ciìcni solamente della trimetil-aniniiiia : per cui ritiene che la seiruente forniola : CMI.' (H. (Il- eli-' \-n/ ai., Xx/ ia|)i>resenti meglio delle altre il suo modo di scissione. Altri, poi, come Cambier e Brochet , non ritcng:ono esatte le suddette formole, perchè non spieg-ano il complesso delle pro- prietà dell' esametilen-tetrammina e preferiscono la formola as- sefTuata in precedenza da Losekann : N^ CH2 - N = CH2 \ CH2 - N -- CHo insistendo nel ricordare che non attribuiscono un gran valore ai prodotti di riduzione, in quanto che Fiòchi ha dimostrato che il solfato di ammonio , scaldato con aldeide formica , conduce alle ammoniache sostituite. • ili autori hanno dapprima dimostrato che, nelle condizioni nelle (juali si sono messi per effettuare la riduzione, non si ha svilui)i»o di anidride carbonica, la quale devesi considerare co- me indice dell'andamento della reazione di Fiochi; e in secondo luogo che non è vero che si generi esclusivamente la raonometi- lammina, 0 la trimetilammina ; ma tutte e due le basi contem- poraneamente. Questo risultato implicitamente esclude la reazione di Fiochi, dappoiché avrebbero dovuto rinvenire la contemporanea presen- za della mono—, di— e trimetilammina, e rende inoltre attendibile la formola proposta dal Losekann, la quale, del resto, meriterebbe una ulteriore conferma mercè lo studio dei prodotti di addizione con gli alogeni. - 36 - Dott. G. CUTORE-ANOMALIA DEL CANALE MIDOLLARE DI UN EMBRIONE DI POLLO DI 48 ORE. L' A. ha eseguito un accurato studio sopi-a un' anomalia da lui riscontrata in un embrione di pollo di 48 ore, la quale ano- malia si trova nella regione dorso-addominale e consiste in un abnorme sviluppo delle pareti del canale midollare ed in una perforazione multipla del medesimo per opera di numerosi setti ectodermici formatisi nella cavità primitiva semplice : altre mal- formazioni si riscontrano negli org-ani vicini. La detta anomalia meritava di esser illustrata perchè men- tre su altre anomalie si hanno molte conoscenze a causa della loro magg-iore frequenza di quella descritta dall' A. , su questa invece non si aveva finora che un' indicazione sommaria del Dareste su un embrione integro ed un' altra, alquanto più estesa ma non molto accurata, dell'Oellacber su un embrione sezionato. Dott. G. Alonzo-AZIONE DELL' 1DR08SILAMMINA SUL ERNE. RICERCHE SPERIMENTALI. L' A. ha voluto studiare le alterazioni renali prodotte dal- l' Idrossilamraina, alle quali nessuno avea rivolta direttamente r osservazione. Produce nei coiiig-li un avvelenamento acuto ed uno cronico secondo le dosi ed il modo di somministrazione della sostanza. La nefrite annunziata già dell'esame dell' urina dei conigli avvelenati, si mostra chiara all'esame istologico. Mentre in alcuni punti si vede semplicemente un aspetto granulare del protoplasma delle cellule epiteliali dei tuboli, in altri la dege- nerazione è andata tant' oltre da distruggere addirittura 1' epi- telio e lasciare la parete ispessita. In altri preparati si osserva il lume canalicolare pieno di detrito protoplasmatico con dei nuclei sparsi irregolarmente qua e là. Qua e là si vedono delle infiltrazioni infiammatorie e dei canalicoli occlusi da essudato. Sono anche notevoli dalle emorragie che infarciscono delle aree più o meno grandi di tessuto. Nei casi cronici si nota l' iperplasia del connettivo. - 37 - Elenco dei libri pervenuti in cambio e in dono, presentati nella seduta del di 26 giugno 1898. ITALIA Aciroale — Aco. degli Zelanti — Atti. X. S. Voi. Vili 5. Ilari — La l'iijflia medica — Ami. \"I i. Iter^CaillO — Ateneo — Atti. Voi. XIII. Boloi^iia — .Soc. med.-chir. — Boli. Ser. 7' Voi. IX 4. Firenze — Ist. googr. militane — Elem. ijvodet. dei punti roiitrniiti iici ff. IS e 14 della Carla r/' Ituliu — Triaìujolaziouì di 1" ordine {Abruz- zi, Molise e Lazio). Milano — K. Ist. loml». di se. e lett. — Keud. Ser. 2' Voi. XXXI 9-10. Modena — Soe. .lei naturalisti — Meni. Ser. 3' Voi. X\' i. X\I i. ì(l. — Le stazioni .sporini. agrarie — \dl. XXXI 1-2. Moncalieri — Osserv. uioteoroL — Boll. Ser. 2'' Voi. XVII 12, XVIII 5-4. Napoli — Aich. di ostetr. e giuecol. — Ann. V 5. Palermo — Giornale scioutifico — Ann. V 5. i«I. — Soe. sicil. per la storia patria — Areh. X. S. Ann. XXII 51. Roma — K. Aec. dei Liucei — Rend. CI. se. Jis. mal. r ;«(/.— Ser. .">' \'ol. \II 1" seni. IO. id. — Aec. poutf. «lei nuovi Lincei— Atti Ann. LI 5. i' Voi. LXXIll 1-2. KSTLHO Hoston - Soe. ( >f nat . Iiyst. - - Proe. Voi. Hrenien — Natii rwiss. N'crein - - Al.iiaiMll. - 38 - Bruxelles — Revue de l'uuiversité — Auu. Ili 9. i(l_ — Soc, belge de geol. de lialeoiit. et d'IiydroL— Bull. Voi. X 1-2, XI i. id. — Soc. eutomol. de Belgiqiie — Ami. Voi. XLI. id. — Soc. raalac. de Belgique — Ann. Voi. XXVIII-XXIX, XXXI. Cambridge Mass. — Harvard Coli. Miis. of comp. cot>7.— Bull. Voi. XXVIII 4, XXXI 7, XXXII 3-4- Frankfurt a/M. — Senk. uaturf. Gesell. — Abhaudl. Bd. XXIV 2. Konìgsberg — K. phyeik.-iikou. Gesell. — Sclirift. Jhrg. XXXVIII. Lausauue — Soc. vaud. dea se. nat. — Bull. Sér 4^ Voi. XXXIII 127. Lìèg-e — Soc. géol. de Belgique— Auu. Ser. 3*= Voi. XXII 3, XXIII 3, XXIV i. Loudou — Roy. Soc. — Proc. Voi. LXIII 394-396- Mancliester — Lit. and phylos. Soc. — Proc. Ser. 2i' Voi. XLII. Moscoii — Soc. imp. des Naturai. — BuU. Auu. 1896 2, 4, 1897 i. Phìladelpllia — Ac. of uat. sciences — Proc. Year 1896 3, 1897 1-2. St. Pétersbourg — Ac. imp. des sciences — Bull. Sér. 5^ Voi. VI 4-5, VII i. — Meni. Sér. 8e Voi. V 3-4. id. — Coni. géol. — Bull. Voi. XV 6-9. — Mém. Voi. XIV 5. Washington — U. S. geol. Survey — Bull. N. 135-148. — Monogr. Voi. XXV-XXVIII. — Rep. Year XVII 3^ . ^ieu — K. K. Geol. Reiclisaustalt — Verliandl. Jlirg 1898 7-8. DONI DI OPUSCOLI Cozzolino V. — L' acqua ossigenata nei lenti processi catarrali dell' orecchio me- dio e in quelli atrofizzanti della mucosa naso-faringo-laringea— Firenze 1898. Inferrerà (t. — Su « La città morta » di G. d'Annunzio — Messina 1898. Moscato P. — Sulla infezione chinica nella infezione tifoide e nella leucemia — Milano 1898. Omboni G. — Il Gabinetto di geologìa della R. Università di Padova — Pa- dova 1898. G. P. G. Il J 3 2044 093 290 138