-'-tró-t:' 'bCSWNfVcV \'\^\ HARVARD UNIVERSITY LIBRARY OF THE MUSEUM OF COMPARATIVE ZOOLOQY \^Ot\syrsr<^o ve. WiT ."^È^^ miiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiimiiiiiii iiiiiimiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiniiHiiiimii Dicembre 1898. Fascicolo LVI. BOLLETTINO DELLE SEDUTE DELLA I ACCADEMIxV GIOENIA DI SCIENZE NATURALI IN CATANIA col RESOCONTO DELLE SEDUTE OiiDINARIE E STRAORDINARI e sunto delle memorie in esse presentate. ( NUOVA SERIE ) CATANIA. TIPOGRAFIA DI '.". Q ALATOLA '•■1811!). lil'L'IL'JJ"""""»iiniini'iimimiiiiniiiniiin" • " • iiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE NEL PRESENTE FASCICOLO Rendiconti Accademici Verbale dell' aclimanza degli 11 Dicembre 1898 . . . . . pag. 1 Note presentate Prof. P. Mingazzbìi. — Sul modo col quale le tenie aderiscouo alla mu- cosa iutestinale ( con una tavola ) . . . . . . . » l' Prof. A. Bieco. — Controllo delle osservazioni di gravità fatte in Sicilia e Calabria ............ H Prof. P. Baccarini e G. Biisccìiii. — Stii nettarli foliari della Olmediella cesatiana Baili . . . . . . . . . ■ » 10 A. Anàreocci. — Sopra un racemo parziale. — Sopra alcune relazioni riscon- _ trate nel gruppo della santonina fra 1' isomeria ottica e la tribolumi- '% uescenza — (Nota preliminarr ) ........ 13 • Sunti di Memorie Prof. A. Petrone. — Ricerche ulteriori sulla morfologia e chimismo del- l' emasia ............ 19 Prof. G. Saija e F. Eredia. — Risultati delle osservazioni meteorologiche del 1897 e 1898 fatte nel R. Osservatorio di Catania , diretto dal Prof. A. Ricco » 22 G. Amore Bonelli. — Delle oseillazioui nelle varie forme di tremore mu- scolare . . ........... 22 Elenco dei libri pervenuti in camliio e in dono, presentati nella seduta de- gli 11 Dicembre 1898 . . .- • » 23 MAR 25 1299 Dicembre 1898. Fascicolo LVI. Seduta dell' 11 Dicembre 1898. Presidente ff. - Piof. A. RlCCÒ ISegretano - Prof. (r. P. Grimaldi. Sono presenti i Soci etìettivi Ricco, Cufici, Ardini, Ficlieni, Peimacchietti, Petrone, Di Mattei , Mingazzini , Andreocci, Gri- maldi e parecclii Soci corrispondenti. Viene letto e approvato il [irocesso verbale della sednta pre- e"dente. Si passa quindi allo svolgimento dell' ordine del giorno che reca le seguenti comunicazioni : Pkoi<\ a. Petuone. — Ricerclie ulteriori sulla morfologia e chimismo dell' emasia dei mammiferi (con dimosti'azione di pre- parati^. Prof. P. Minijazzim — 6'?^/ modo col quale le tenie aderisco- no alla mucosa intestinale (con dimostrazione di pi'eparatiì. Prof. A. Riero. —Controllo delle osser razioni fatte per la gra- vità in Sicilia e Calabria . Prof. P. Baccarini e G. Blscemi— .S'/// nettarli follar/ della Olmediella Cesatiana, Baili. Prof. A. Andreocci. — iSopr'i un racemo parziale: sopra at- ea ne relazioni riscontrate nel gruppo della santonina fra l'isomeria ottica e la triboluminescenza. Prof. G. Sai.JA e F. Eredia Risultato delle osservazioni me- - 2 - teorologiche del 1897 e 1898 fatte nel E. Osservatorio di Catania (presentata dal Socio prof. A. Ricco). DOTT. A. Amore — Delle oscillazioni delle varie forme di tre- more muscolare (presentata dal Socio prof. G. B. Ui^hetti). In seguito viene tolta la seduta. NOTE Prof. P. Mingazzini-SUL MODO COL QUALE LE TENIE ADERLSCONO ALLA MUCOSA INTESTINALE. Le nostre conoscenze intorno ai rapporti biologici degli ospi- ti coi parassiti sono ancora molto incerte, sebbene lo studio di essi presenti molti lati interessanti, sia dal punto di vista della biologia generale, sia ancora da quello dell'utilità che i dati molto esatti sopra questo soggetto poti-anno apportare alla tera- pia deir uomo e degli animali utili. Non è peranco stabilito in qnal maniera le Tenie agiscano sulla mucosa intestinale allorquando si fissano colle loro ventose; non si conosce ancora qual parte abbia in questa funzione di fissazione il rostello coi suoi uncini, in quelle specie che ne sono fornite; ed infine non si ha alcun dato preciso sulle peculiari alterazioni che gli uni e le altre inducono sia sulla mucosa , sia eventualmente sulle altre tuniche intestinali. Sono stati pub- blicati, è vero, taluni fatti particolari relativi a certe specie di Tenie, e, per citare un esempio, quello della T. hotrioplitis della gallina che, secondo la descrizione di Piana (1), perfora profonda- mente la mucosa, arrivando talvolta alla muscolare, e determi- na sulla superficie esterna dell' intestino delle rilevatezze tuberco- lari ; e così anche quel caso speciale menzionato dallo Schieffer- deckei' (2) per la Taenia cucumerina (Dipylidium caninum) , che (1) Piana G. P. — Di una nuova specie di tenia del {/atto domestico (Taenia botrioplitis) e di un nuovo cisticerco delle lumachelle terrestri (Cysticerciis botrio- plitis) ; in : Mem. Accad. Scienze Bologna (IV) Voi. 2" 1881, p. 387. (2) SCHIEFK15RDECKER P. — Uciev eìnc eigenlhiimliche patliologische Verandc- rung der Darmschleimhaut des Hundes durch Taenia cucumerina ; iu : Virchow's Archiv, T. 62, 1875 p. 475. nel telino (li un cane aveva i»iu(loiro dello Ibrnia/.ioni jìarlicolari nella mucosa, (jesij^nato dall' amore col nomo di Innnel dovute ad uno sti'aordinario alluiifraniento dei villi. Date (lueste imi)eifetto conosoenze, è ben naturale che vi sia anello of^f^idl controversia fra i \ ari elinintoloj^i e patoloy:i circa un tatto che ha richiamato jrià da molti anni 1' attenzione deorli studiosi, quello cioè dell'azione perforante dell' intestino attribuita a talune specie di elminti , come ad esempio alla Taenia crassi- collis, ma siccome non si hanno dati sicuri per sostenere una tal tesi, così molti ogijidl ritengono, con altrettante ragioni dei loro oi»i)ositoii, che le dette perforazioni debbonsi attribuire piuttosto ad azioni batteriche di quello (die all'opera dei vermi, e che la proseiiz;i in esse o india cavità addominale degli elminti, sia luuttosto da interpretare come un fiotto secondario. Senza entrare nella enumerazione dei fatti particolari di spe- ciali azioni patologiche determinate nel!' uomo e negli animali dalla presenza delle Tenie, i quali hanno attratto l'attenzione degli osservatori più che i fatti genei-ali , come ad esempio gli effetti della polielmintiasi , quelli dell' anomala sede dei paras- siti ecc. basterà qui ricordare, per quanto si collega col soggetto da me preso ad esaminare , quanto ha descritto lo Zurn circa una specie la T. cms.sicoU/ii , della quale sarà esposta 1' azione esercitata suU' ospite nel corso della presente nota. Questo au- toi-e (1 ) ha trovato nell'intestino di un gatto il rostello di questa specie profondamente infossato nella mucosa, cosicché gli apici degli uncini si potevano constatare fra le glandole del Lie- berkuhn. Dal qual fatto egli trae la conseguenza che gli uncini delle Tenie non servano soltanto ad agevolare la progressione del parassita e la sua adesione all' ospite, ma altresì per adden- trarsi nella mucosa intestinale. Allo scopo di risolvere il problema prefissomi ho studiato gli intestini colle Tenie ad essi aderenti, e per non far distaccare queste ultime durante il pi-ocesso di fissazione mi sono servito del mio liquido fissatore che uccide con grandissima rapidità (1) ZiiKN F. A. — lliliiiiìilholonixi'hrs : in: /«Mtsclirf. f. ThiiTiiH'ili/iii nini vorj,'!. I'atli(.l..i,q,.. V 11.1.. IsT'.t. - 4 - questi parassiti, non lasciando loro il tempo prima di morire di contrarsi o distendersi e neanche di staccarsi colle loi'o ventose ed uncini dalla mucosa , come ho potuto provare esaminando i preparati microscopici ottenuti. Per le mie ricerclie mi sono ser- vito dell' intestino tenue del gatto, nel quale, come è noto, sono contenute comunemente due tenie in gran numero d' individui, cioè la T. crassicolUs ed il Dipylidìum caninum. Quest' ultima viene annoverata altresì fra i parassiti dell'uomo. Negli esemplari d'intestino da me esaminati era assai più frequente la prima che la seconda. I tagli furono eseguiti sia trasversalmente, cercando di seguire nel miglior modo possibile i villi e le glandole di Lieberkiihn sia longitudinalmente. Le sezioni vennero colorite in modo diverso ma con maggior prevalenza mediante l'ematos- silina Ehrlich e l'acido picrico. Taenia crassicollis.— Nella maggior parte dei casi gli indivi- dui di questa specie si trovano attaccati col loro scolice in dire- zione perpendicolare alla superficie della mucosa (V. fig. B)- Tali scolici raggiungono la superficie di questa a livello della base dei villi nello spazio interposto fra essi ove si trova lo sbocco di di- verse glandole del Lieberkiihn. Giammai nei miei preparati ho potuto constatare quanto lo Ziirn ha descritto e figurato per que- sta stessa specie e nel medesimo ospite , cioè la presenza degli uncini nello spessore della mucosa, tra le glandole del Lieberkiihn, e se in qualche caso ciò sembra avvenire , si vede facilmente come si debba attribuire ad un semplice spostamento delle varie parti del preparato, facile a succedere quando si tratta di parti semplicemente aderenti e non collegate fra loro da continuità di elementi istologici. E ciò soprattutto accade allorché la sezione non si è bene attaccata al portaoggetto o nel momento in cui si sovrappone il copiioggetto al balsamo. Del resto esiste un carat- tere costante e sicuro per giudicare della posizione normale del parassita nella mucosa, carattere del quale verrà parlato, trat- tando dell' azione delle ventose. Gli uncini s' insinuano raramente in mezzo alle cellule epite- liali (V. fig. 1); più di frequente le schiacciano colla loro pressione determinando sull'epitelio degli infossamenti corrispondenti alla forma della porzione di uncino che su esso poggia. Le cellule ci- liiiih'iclR' o calicitbniii sotto 1' azione della pressione esciciiaia (la^'-li uiR'iiii i)ei-ilono la torma e disposizioiie iv^olari piimiiive, mostrano invece nii'altezza. varial)ilo e si inclinano in (litìei-(!nti dire/ioni. La por/ione de^^li elementi cilindrici interi)osra fra il nucleo e l'estremità libera della cellula, che normalmente è mol- to sviluppata, viene a ridursi fino a scomparire allatto. Inoltre per etietto di una i)i-essione notevole si può avere un completo spostamento ed una ^n-ande riduzione in volume delle cellule ci- lindriche, ed esse possono anche trovarsi del tutto schiacciate col corpo diretto in senso parallelo alla superticie della mucosa. Per tal ukhIo rc])itrli() caraiteristico del tenue, perde in certi casi, nei punti compresi Ira la corona degli uncini, il suo aspetto pri- mitivo, e le cellule assai ridotte e cosi spostate appariscono come un epitelio pavimentoso stratificato. Del resto un tale aspetto non è g-enerale, poiché nei punti in cui gli uncini fanno minor pressione, l'epitelio si mostra meno deformato con jrradazioni in- sensibili fino alla sua forma normale. I nuclei de^li elementi cilindrici risentono meno del corpo cellulare gli ottetti di una tale azione meccanica, perchè od hanno la forma normale e la costituzione della loro sostanza identica a quella delle comuni cellule dell'intestino, o tutt'al ]}\n hanno i contorni alquanto ir- regolari. A causa di (lueste alterazioni di forma, costituzione e dispo- sizione degli elementi epiteliali, il funzionamento normale di essi viene ad essere alterato. Infatti anche là dove 1" epitelio mostra soltanto leggiere modificazioni , le cellule calici formi sono rare e scarse, hanno dimensioni minori delle normali, s(jno piuttosto defoi-mate e presentano un orientamento irregolare corrisponden- te a quello delle cellule vicine. Caratteristica sopra ogni altra è l'azione che le ventose eser- citano sopra la mucosa intestina]»'. Esse aderiscono alla base dei villi e j)er il loro modo di funzionare si debbono ritenere come il principale agente di fissazione delle Tenie. Colla loro aspira- zione determinano a si)ese della mucosa e prevalentemente del- l'epitelio un i-ilievo caratteristico a forma di clava, costituito da un gran numero di elementi epiteliali modificati, assumenti nel loro insieme la forma della cavila della ventosa (\'. lig. '2). Tali — 6 - formazioni davate, che si vedono in rilievo sulla mucosa del villo, stanno a designare il posto occupato recentemente da una Tenia, anche quando il parassita non vi si trovi più , e sono perciò un segno che non lascia dubbio sulla presenza del parassita. Così anche allorquando per un artificiale spostamento nel preparato la Tenia occupi un posto che non è più il normale, si può sem- pre riconoscere il luogo ove aderiva guardando la base dei villi ove questi per la presenza dello scolice del parassita sono spo- stati e cercando le clave formate dall' aspirazione delle ventose. Le cellule epiteliali che costituiscono lo formazione claviform.e sono fra loro enormemente stipate, soprattutto nella porzione più ristretta della clava , quella cioè che forma il peduncolo di at- tacco alla superfìcie del villo. Le cellule cilindriche hanno per- duto la loro forma e dimensioni normali, sono divenute filiformi 0 davate ; talune di esse sono anche caliciforrai ed hanno i nu- clei, che coi-rispondentemente alla forma del corpo cellulare, sono allung'ati e filiformi, colla cromatina che si tinge più intensamen- te dei normali ; tra essi però ve ne sono taluni che hanno con- servato la forma primitiva circolare od ovale. Il corpo cellulare di questi elementi modificati non mostra alterazioni nel protopla- sma e Torlo basale di essi, sebbene ridotto, è tuttavia presente. Questi accumuli claviformi non sono costituiti nella loro totalità e spese dell'epitelio dei villi, ma vi concorre anche il sottostan- te connettivo, il quale forma al disotto della base di essi un ri- lievo conico piuttosto piccolo, che costituisce la parte centrale del peduncolo della clava. Il volume della porzione rigonfiata di queste clave uguaglia quasi quello della cavità delle ventose entro cui si trovano e la parte assottigliata di esse corrisponde all'apertura della ventosa che, come è noto, è più ristretta della loro cavità. Nello spazio interposto fra 1' estremità della formazione cla- vata e il contorno della ventosa esiste una sostanza amorfa, non colorabile, e probabilmente formata da muco , nella quale tro- vansi dei vacuoli ovali o circolari, e dei nuclei in via di distru- zione. Tale sostanza fornita dall' epitelio della formazione cla- vata, sta aderente alla cuticola della superficie della ventosa e viene probabilmente assorbita per la nutrizione di questa parte (U'I parassita. Tua simile sostanza, sebbene in minoi- <|uaniiià, trovasi |>iMV tra l'apice del rostello e In superticie della nincosa, e tale sostanza viene fornita dalle cellule dell'eiìitelio sottr)i)oste, anch'esse basse e nieditieale, come quelle che trovansi serHcie della mucosa , e mentre la T. crasskollis pel volume del suo rostello non lo può introdurr*? nel lume delle glandole, il D. caniniini invece ve lo fa penetrare , dilatando però il lume della glandola di circa il doppio o il triplo dell'or- dinario, l'ejò non si nota alcuna alterazione negli elementi della glandola, sia in ([u<-lli a diretto contatto cogli uncini del rostello, sia nei più profondi. A causa di questo differente c'jraportamento del rostello, si ha anche una diver.sa posiziom^ nrodu/.ione clavilorine. Fiiriira '\- — Sezione trasversa della iniicosa dell'intestino tenue del jiatto collo scolice e colla prima pur/ione del corjio dell.-i T. crdunicoUis ade- renti* alla mucosa. Fii^iir;» t. — .Modo di adesione del Itìpiilidìiim canìuiim alla mucosa del tenue del ^atlo. Il collo della tenia «'' molto in«n"ossato e le ventose si attaccano sulla superlicie della mucosa e non alla Itasi- dei villi. l'Koi'. A. Ricco. -COXTKol. LO DELLH OSSERVAZInM DI (rHAVITÀ FATTE IX SICILIA E CALABRIA. Ilo fatto il calcolo delle osservazioni di gi-avità, ese^aiite in Castellainmare di Stabia, che è una delle stazioni in cui anche la Marina da jjuena Austriaca fece nel 1894 la determinazione della f,n'avità relativa. In vista del controllo che si voleva ottenere, ho fatte le os- servazioni complete della .serie di tre pendoli due volte in cia- scuno dei due giorni consecutivi, 16 e 17 ottobre 1898. Le durate medie dell' oscillazione dei pendoli , fatte tutte le correzioni , difteriscono da un giorno all' altro .solo di 7 diecimi- lionesimi di secondo, e la" gravità relativa da me osservata dif- feri.sce da quella ottenuta dagli austi'iaci di solo 17]' 100 di milli- metro, ossia meno di 2 centomillisimi dell'accelerazione di gra- vità. E si noti che questi due valori sono stati ottenuti da os.ser- vatori diversi, in epoche diverse, con strumenti diversi e deter- minando il tempo, gli austriaci coli' osservazione del sole al .se- stante, noi colla trasmissione telegrafica. I valori ottenuti sono : Durata dell' oscillazione ()\."ì()7lU7 ItJ ottobre 1H9S 0. 5(171 HO 17 ottobre IHits ditlerenza 7 (Jravità osservata 11. mKU.") ii'i.r.. !t. M':;2« Austriaci dillcrenza 17 - 10 - Si deve poi considerare ancoi-a che quest' ultima differenza è nel senso di quella che sarebbe prodotta dalla così detta varia- zione secolare dei pendoli, i quali col tempo si contraggono; quan- do ritornati questi pendoli a Fola, se ne farà in queir ufficio Idrografico di nuovo la determinazione del tempo d'oscillazione, si troverà la correzione progressiva da farsi per la suddetta con- trazione : e molto probabilmente quella piccola differenza fra il valore trovato dagli austriaci e quello avuto da me scomparirà, o diverrà affatto minima. Questo risultato è assai rassicurante riguardo alle esattezze delle determinazioni di gravità fatte in Sicilia e Calabria. Prof. P. Baccarini e G. Buscemi. - SUI NETTARII FO- LIARI DELLA OLMEDIELLA CES ATI AN A BAILL. Da qualche tempo a questa parte son noti i nettarli estra- nunziali di parecchie artocarpoidee, segnatamente del genere Fi- cus (1), e non è diffìcile che ulteriori ricerche possano metterli in evidenza in altri generi di questa famiglia interessante e sotto certi rispetti poco studiata, È perciò che crediamo apportuno segnalare quelli della Olmediella Cesatiana; tanto più che si di- scostauo abbastanza dal tipo illustrato dalla signorina Mirabella. Il genere Olmediella, stabilito dai Baillon sopra alcune piante dei giardini botanici di Napoli e Parigi è di patria ignota e co- nosciuto soltanto in esemplari maschili (2). La pianta sembra molto più diffusa nei giardini d' Europa, di quello che a prima vista si potrebbe credere, poiché il suo aspetto esteriore la fa rassomigliare in modo sorprendente a ^'a- rie specie del genere llex ed infatti va per lo più sotto il nome (1) M. A. Mirabella — I ucttarii estranini^ialì nelle varie specie di Fìck^i. Nuovo giornale Botanico — Nuova serie Voi. II p. 340 Tav. X. (2) Una comuuicazioue amichevole del Ch. Prof. Borzì di Palermo ci fa cono- scere che in quel giardino botanico ha fiorito di recente un esemj)lare femminile della nostra pianta. Dalle osservazioni istituite dal Prof. Borzì su questi fiori risulterebbe per altro che essa non è affatto un Artocarpea (yota (ujcjiuuta durante la stampa). — II - ,li \\v\ i/nunliili'iifivii(l.- il sopravvento e d.'i Miioinc al Iciiil»o |.ro|.riaiii("iit<' detto iiKiili'' !<' (liK^ lat(,'rali foniiaiio i nct.tarii. Inoltre il fascio (Mnuliitioit' che innerva ciascuna u'i.-iMilula è atì'atlo autonomo rispetto al l'eticolato del lembo. Esso si distacca dall 'arco vasco- lare del picciuolo a metà luiif?hoz/.a di questo: poi si diiif?e in alto ed ol)li<|uamentliv:»ti». Iniviit... —\ l.'vo-in. il<'stri>;,'iro .... Punto ili tii.Hiuno CoiM!oiitra- /ioiii^ iluliasiiliiziuiH) Poterò rotiitorio Hpcv C'ilil'O per {a)o-i*" Acrtil < At-etil • Ar.'til . ira" 1 .-)() iij 10. 00 10. (M) 7. Tii — 119". 0 — 11'. X Inoltro r.icotil derivato (l(i])i)io sciolto in acido acetico di- luito e trattato a caldo con una piccola quantità di acido sol- forico, per distacco dell' acetile, j^ionera hi miscela delle due de- sniotroposaiitonine dalle quali provengono i due acetil derivati componenti. La detta miscela è facilmente separabile per cri- stallizzazione dall'alcool, o dall'acido acetico; si depone prima infatti la desmotroposantonina meno solubile, cioè la destrogira fusibile a 200« (lì e poi l'altra levogira fusibile a 194° (2). In- vece la racemo acetildesraotroposantonina inattiva (^o) fusibile a Ufc -risultante dall'unione delle due acetildesmotroposantonine, antipode, fusibili a 154« (4)— decomposta con idrato potassico (5) e, come i)iii tardi ho voluto ripetere, con acido solfoiico in so- luzione acetica , genera la racemo desmotroposantonina fusibile a 1(18^ che non si sdoppia per cristallizzazione dall'alcool, o dal- l' acido acetico. llecentemente F. St. Kipping. e W. J. Pope (6) in seguito ad un accurato ed interessante studio cristallografico sopra nu- merosi derivati della canfora, dividono le forme esteriormente compensate in raceino, p.itudoraceu/o e non racemo, paragonandole (1) A. Anmkkocci. (Jazz, chini, ital. Anno ìXm, Voi. II, pa.u;. Hi!'. (2) A. ANnKKtK CI o ì\ Hkktolo. L<>) A. .\m>i;i<'. < 1 r 1'. P.KKToi.d. Li. io citato. (ti) r.'li. r K'.i.cniii' inid Pscud<»ra«'eniii— Zeitsilirilt Tur Kryst.illoiir.ipliie nnp -Mineralo-rj.- v..n V. (Jn.tli — IL xx\. IL \. S. 1 LL - 16 - alle forme che si possono avere dall' unione di due sali, cioè un doppio sale, un miscuglio isomorfo, ed una semplice miscela. Ora r acetil desmotroposantonina, doppia e fus. a 142'', pre- scindendo dal fatto che, in soluzione, è attiva sulla luce polariz- zata, a quale classe di queste forme esteriormente compensate essa potrebbe appartenere ? La risposta 1' attendo dalla cortese gentilezza di persona competente in cristallografìa. Intanto quan- tunque profano di questa scienza mi si permetta di esporre la mia debole opinione in proposito. Io non ritengo 1' acetil derivato fus. a 142° per una miscela di due semplici forme ; e nemmeno lo credo un pseudoracemo , poiché i sopracitati Autori considerano il pseudoracemo come un individuo, che ha ugual forma cristallina dei suoi componenti e che fonde alla stessa temperatura , quando sotto il punto di fu- sione non si trasforma in racemo. Lo credo piuttosto una forma racemica. poiché al pari dei racemo risulta per fusione di quanti- tà equimolecolari di due isomeri ottici, che, quantunque non so- no della medesima coppia di antipodi, pur deviano il piano della luce polarizzata in senso contrario e si rassomigliano perfetta- mente in alcune proprietà. Inoltre, come i racemo, esso si distin- gue dai suoi componenti per l'apparenza cristallina diversa ; ed anche per il punto di fusione e la solubilità differenti. Perciò io ritengo l' acetil desmotroposantonina , fusibile a 142*^, un racemo parziale. L' esistenza di questo derivato acetilico doppio attivo, anche se cristallograficamente secondo la divisione di Kipping e Pope non potrà assegnarsi alla classe dei racemi, merita la nostra at- tenzione, perché ci mostra che sono possibili nel gruppo della santonina, e forse anche in altri gruppi di sostanze organiche , delle forme doppie attive ben definite, olti-e le doppie inattive che generalmente si prevedono dalla costituzione chimica e dal nu- mero dei carboni asimmetrici , in base alla teoria di Van't Hoff e Le Bel. Però con ciò oggi non intendo voler dimostrare che quei derivati della santonina da me ritenuti, con molta riserva, anche per racemi parziali lo sono realmente, né tanto meno voglio so- stenere che la forma doppia attiva può generarsi in tutti i casi - 17 - j)r.'V('(iil)ili (* li'MsmclK'isi, (•(iiiif 1.1 raromiu. iu\ una sfrio di lor- iniiii «'itriiuii jicr siK'CTssivc luiiditìcazioiii intorno ai caihoni asininu'irici. An/i la Toi iMa/i(»nr (NjIT acclildcsniotroposaiitonina doppia t! attiva risultanti' da due isomori ottici così simili, e la sua scissione in (hu; dcsiiK)troi)Osantoiiino , fa supporre clic tal pMitTc di lornic doppio devo essere un caso poco frecpiente. Io eontido elii' cristallo.nr.-iticainentc si potrà decidere s«.* una data sostanza attiva, a i)iù earl)uni asimmetrici, (luando non è noto il rispettivo antipode, è una forma doppia o semplice. Mi riservo di ritornare su questo ar^romento , quando potrò corredarlo della parte cristallo^n-alica e di altre ricerche sul lui- scut,dio, anche non equimolecolare , dei due componenti che co- stituiscono l'acetildesmotroposantonina, fus. a 142^^, cristallizzan- dolo frazionatamente in vari solventi. Per una serie di derivati della santonina da me studiati, ho riscontrato alcune relazioni fra l'isomeria ottica e la tribolumi- nescenza , che si produce quando si frantumano i cristalli fra due superficie dure in luogo oscuro (1). Benché le mie esser vazioin sono state fatte in una oscurità imperfetta, pure mi sembrano degne di nota le seguenti conclu- sioni che se ne possono trarre per la suddetta serie , alle quali finora non ho trovato alcuna eccezione : 1° Due isomeri ottici antipodi, rispetto alla triboluminescen- za si comportano ugualmente ; es : A feci ri- levare olio i cri.stalli dei due sautoniti etilici attivi, destro e levo, sonn trilicdu- minescenti, mentre <|utlli did raccMuo corrisi loudente non presentano il fenomeno lumiiio.so ((iazz. cliim. iial. lS9.-i, Voi. 1.. pa^. UH. .■)1S o 5L'J^.) In sejruito a queste mie osservazioni il l'rof. L. HmMiNV i i:ixi, che el)l»e la cortesia «li fare lo stinlid cristallojiratici) di alcuni derivati dosantimina , 1' acido desmo- troposanton..so r T a.ido rtil. I. -i.....!,. ,...-, i ..nus.. i /.itscritì fiir Kiist;ill..i:rapliie 1896 15. xwii. il. I. S. s!i . 18 Destro- etildesmotroposantonina (fus. a 82") . Levo-etildesmotroposantQiiina (fus. a 82") Destro-acetildesmotroposautouiua (fus. a 154") Levo-acetildesmotroposantouiiia (fus. a 154") tribolumiiiescouza forte id. id. id. nulla id. uulla 1 I 2° I cristalli dei racemo non sono triboluminescenti , anche se derivano da forme triboluminescenti ; es : Acido racemo-sautouoso (fus. a 153"). . Eacemo-sautouito etilico (fus. a 125" ) . . . Eacemo-desmotroposantouina (fus. a 198"J Racemo etildesmotroposautoniua (fus. a 106") Racemo acetildesmotroposautouiua ffus. a 146") tribolumiuescenza nulla id. nulla id. nulla id. nulla Id. nulla I 3^ Gli isomeri ottici, attivi, e non antipodi rispetto alla tri- boluminescenza non si comportono egualmente, es : a Destro-desmotroposantonina (fus. a 260") Destro-desmotroposautoniua (fus. a 189") . Levo-desmotroposantonina (fus. a 194") . Destro-etildesmotroposantonina (fus. a 169") . Levo-etildesniotroposantouina (fus. a 82") . Destro-acetildesniotroposantouina (fus. a 156") Levo-acetildesmotroposautonina (fiis. a 154") . Acido Levo-desmotroposantonoso (fus. a 176") Acido Destro-santonoso (fus. a 180") Acido Levo-etildesmotroposautonoso (fus. a 127") Acido Destro-etilsautouoso (fus. a 120") triboluminescenza nulla id. leggera id. forte id. nulla id. forte id. forte id. nulla id. forte id. debole id. forte id. Jìulla ( 4° Le forme doppie attive, risultanti da due componenti non antipodi, possono essere triboluminescenti. Questo caso si verifica nella levo-acetildesmotroposantonina doppia (fus. a 142*^) la quale è triboluminescente, però in minor grado del suo componente destrog'ii-o che presenta lo stesso fe- nomeno. Io non saprei precisare se la triboluminescenza è dovuta esclusivamente all'attrito, oppure anche all'energ-ia latente, che accumulata nell' orientamento delle particelle cristalline, si ma- nifesta quando viene demolito V edificio cristallino. È cei-to che I -- 11» - il t\'ii(>in'"iio (lipoiKlc .iiu'lir dalla t'orma ci-islalliiia ( 1), |.(,icli(' si attenua man mano cIk" la sostanza si riduce in polvere più lina; inoltre tutti i «lerivati della sanloiiina, da me studiati, se sono fortr-menl.' triboluminescenti hanno pure assai marcate le pro- prietà di soj.rafusioiK' e di soprasaturazionc e con tri-ande len- tezza passano dalla modificazione amorfa (vetrosa o molle a cpiella cristallina. In o<:ni modo la iriholuminrsc.'iiza <"' una i)i(.pri«'là clic non va trascurata, per lo meno nel gruppo della santonina , poiché mi ha servito in più casi a distinguere ^li antipodi dai loro ra- cemo e da-li altri stereoisonieri attivi appartenenti ad altre cop- pie di antijìodi. (piando vi è molta rassomijilianza ne^^li appari- scenti caratteri tìsici. E poiché i derivati della santonina formano una serie cosi ricca in casi d' isomeria ottica, io sarei ben lieto che persona competente potesse occuparsi di questo fenomeno, pei- ripetei-e le mie os.servazioni in condizioni mi;,diori di oscurità, possibilmente analizzare la luce che emettono ([uei cristalli che sono più tribo- luminescenti ci) e stabilire se veramente esistono coi-relazioni tra il detto fenomeno luminoso , la forma cristallina e la contì- gur.-izione nello s])azio delle molecole. SUNTO DI MEMORIE (3) Prof. A. Petiìone-RICERCIIE ULTEKIOIU SULLA y.OR- FOLO(ìL\ E CnOlLSMO DELL' EMASIA — (con esposizione di pn'ixinifi ). L' Autore dice , che avrebbr mancato di gratitudine verso r Accademia (lioenia, alla quale più di 'ò anni fa preannunziò la prima volta il trovato del nucleo dell' amasia dei mammiferi, e in seguito vi comunicò varie memorie ulteriori suU' argomento, (IMI l'Idi". BUCGNATKLLI 083«rvii rlic Ì «leviviiti .Irll.i sauloiiiiiii trilmliimi- iii-iiriiii sono :iiK'l\e di tacile staldatnrii. (2) .\lfuni (Icriviiti tlolnmint>9i-«'nti l'incltoiio mia Imi- •/uì\- ' altri ;,nallo-v«T <'<1 altri vi^rde-snnTul-lo. :{) gncsti' nicnioii»- saranno pnhlilit air negli -Viti. - 20 - se non avesse dato alla stessa 11 risultato di questi ultimi studii sullo stesso argomento. Dopo avere riepilogato le ricerche comunicate al Congresso di Medicina interna a Torino nel 4 Ottobre scorso, per ciò che riguarda la struttura della emasia, conferma il metodo dell'estra- zione del sangue dal vivo nella soluzione osmica 1 : 4000 come il più perfetto : V estrazione nel liquido di Lugol preferibile per le colorazioni ulteriori e principalmente per praticare le vai'ie rea- zioni del ferro, cede alla finezza e precisione di struttura che si ottiene con V acido osmico. Ripete il resto delle norme per completare i preparati. Ag- giunge che air ulteriore bagno nella soluzione picrica, ha potu- to sostituire 1' altro della soluzione borica, salicilica ecc. Comunica, a proposito delle sostanze coloranti, che ha potuto finalmente stabilire la sostanza che gli rendeva così prezioso quel tale inchiostro bleu, per cui aveva finora indarno fatti molti ten- tativi : e ciò, dopo aver sperimentato la serie dei bleu di anilina della casa Meister , Lucius et Bruning (Hoechst sur Mein). È il Bleu fin en gyams , che dà sul sangue cavato nell'acido osmico quel rapido e bellissimo effetto di colorazione nucleare, e che si associa molto bene ai colori acidi per la doppia colorazione : resiste perfettamente alla chiusura in balsamo. La nigrosina e due altre qualità di bleu vi si avvicinano un poco; tutti gli altri bleu non riescono. In modo che non dipendeva dalla manifattura dell' inchio- stro^ 0 sua modificazione (ammuffito): la bontà del reagente derivava dal colore speciale. Però questo stesso bleu deve essere formico (1 : 4000), diversamente dà colorazione un poco diffusa e vengono a mancare la grande bellezza e rapidità della colorazione. In riguardo al chimismo, conferma che soltanto nel nucleo dell' emasia si scorge coi l'eagenti adatti la presenza del ferro : che questo ferro vi sì trova allo stato di composto ferroso: ed infine che questo composto a minimo di ferro ha la proprietà di essere solubile nell' acqua. Da questi fatti induce la probabile composizione del composto ferroso e ne ricava altre conseguenze che giustificano la diversa grandezza, sotto cui, nei preparati non - 21 - pcrftMiaiiK'iil'- riuscili. si iircscnia il i;uc1iii a ricerche ulteriori. Egli sarà lieto «pud giorno in cui questi studii potranno essere con- fermati dal mondo scientifico, meno per sé. ma i)er l'Italia, alla quale lesterebbe 1' onore della .scoverta. - 22 — Prof. G. Saija e F. Eredia - RISULTATO DELLE OS- SERVAZIONI METEOROLOGICHE DEL 1897 e 1898 FATTE NEL R. OSSERVATORIO DI CATANIA , Diretto dal Prof. A. Ricco. Vengono presentati i quadri relativi alle dette osservazioni. Per r anno 1897 sono da notarsi i grandi caloi'i dell' estate e la scarsezza della pioggia invernale. Per l'anno 1898 è notevole l'alta pressione in gennaio, su- periore di più che IO mm. alla media dei sei anni precedenti. Nel barometro registratore si vede un salto di quasi 20 ram. dagli ultimi giorni di gennaio al primo di febbraio. Quest'anno fu poi molto piovoso, specialmente nel marzo e nell' autunno; la pioggia complessiva dell'anno è circa una volta e mezza quella media dei precedenti 6 anni. Colla maggiore pioggia si ebbe mag- gior numero di giorni nuvoloni e piovosi ad una maggior fre- quenza dei venti orientali, provenienti dal mare, il che fu causa della predetta abbondanza di meteore acquee. G. Amore Bonelli ~ DELLE OSCILLAZIONI NELLE \'ARIE FORME DI TREMORE MUSCOLARE. L'A. ha istituite delle ricerche per determinare se il criterio adottato da Charcot, Dutil ecc. per la classificazione e la distin- zione dei tremori, desunto dal numero delle oscillazioni, sia un dato esatto che possa guidare nella diagnosi. Dopo 1' osserva- zione di numerosi tracciati, risponde negativamente, riferendosi alle seguenti più importanti conclusioni : [^ In poche forme il tremore è il risultato solo e semplice di un' alternativa di rilasciamento e di contrazione muscolare. 2<^ Alcuni tremori presentano nella loro andatura un disor- dine tale da farli considerare come spasmodici. 3^ Spesso r arto o la porzione dal corpo è sede di movimenti involontarii di natura coreica od atassica. 4" In alcune forme il tremore si tramuta nelT uno o nell'al- tro di detti movimenti anormali; oppure 1' uno si accompagna all' altro in guisa che appaiono intimamente collegati. 50 Molti casi occupano un posto intermedio fra quelli in cui il iiciiioi'c |HTsist-' al liposn >• .|ii.-lli III CUI «•uiiiiiai-iscc con i iiioviniciiii. e." l ii(mi"--iMiiimi (li iiii().st(->so aiiini.-ilati) dilVciiscuno rimo dall'altro, specie in so^^'ctti alcolisti, in aiiimalali di sclerosi e nella paralisi projrrcssivn. 7'^ Il miiìieid (Ielle oscillazioni si mo.str.-i vario per un dato tempo, sia in diversi ammalati della stessa forma, sia nella stessa pers(»na da una porzione di arto ad un" altra eec. S^ Fia i lincili e classici casi di tremori ad oscillazioni ra- pidis-imi- e (|ii •Ili ad oscillazioni molto lente se ne frammette un grande numero c-ostituito da foinic di ritmo esliemamente va- riabile. D" l ticmori più disparati per natura, fisonomia, ecc. presen- tano il medesimo numero di oscillazioni per m". 10" Non esiste un tremore senile, come forma a sé e con il sij,Miilicato fin' ora dato;ili; esso rappresenta 1' esagerazione di quello stato di facile produzione dei tremiti fisiologici che il prof. r^dictti chiamò : Tromofilia. Elenco dei libri pervenuti in cambio e in dono, presentati nella seduta degli 11 dicembre 1898. IT.Vr-IA lloloariia — Soc unil.-ihir. — Bull. StT. 7' Voi. IX 9-1 1. Milano — K. Ist. lomb. di se. e Ictt. — Woud. Sor. 2^ Voi. XXXI 17. Napoli — K. Aro. delle se. tisie. o iiiat. — Reud. Sor. 3"^ Voi. IV 8-1 1. id. — Ardi, di ostotr. e -,miocol. — Ami. Vii. ralcniio — (;i<. Loudou — Koy. Soc. — Trocood. Voi. LXIV 402-404. — Pliilos. Trans.— Voi. CLXXXVIII B, CLXXXIX A-B, CXC A. Stokholm — K. Sveuska veteuskaps Akad. — Bili till Haiull. Voi. XXX. DONI DI OPUSCOLI Coppola U. P. — Biografia di Pietro Autouio Coppola — Catania 1898. Lodi Gr. — Commemorazione del P. Luigi di Maggio — Palermo 1898. G. P. G. fr m^ il ^4, •/l 1 v? h ^ '^~^^ fl^ -"—■■>•-*? .)^ / Al/>f:ri'o ilis .'1 11