Allegato al Bollettino Malacologico, Napoli; 46 (2): l-X [2008] 2010 - Società Italiana di Malacologia

Bollettino Malacologico XLIV ¡2008] Sommario - Contents

40Í

, C 7^-^

XAJ

PG. Albano & D. Trono - Record of the alien species Cerithium scabridum Philippi, 1848

(Gastropoda: Cerithiidae) from Otranto, southern Adriatic Sea 1

M.M. Brunetti & M. Forlì & G. Vecchi - Una nuova specie di Gibbuta ( Forskalena ) per il

Pleistocene italiano (Gastropoda: Trochidae) 5

F. Giusti B. Dell'Angelo, M. Sosso & S. Schiaparelli - First record of the invasive species

Xenostrobus securis (Lamarck, 1819) (Bivalvia: Mytilidae) from Central Tyrrhenian Sea (Western Mediterranean) 11

R. La Perna - The identity of Nucula perminima Monterosato, 1875 and Yoldia striolata

Brugnone, 1876 (Bivalvia: Protobranchia) 15

M. Pizzini, I. Nofroni & A. Bonfitto - Two new species of Caecidae from the Indo-Pacific

(Gastropoda) 21

M. Bodon & S. Cianfanelli - Una nuova specie di Platyla per il sud Italia (Gastropoda: Pro-

sobranchia: Aciculidae) 27

C. Chirli & P. Micali - Su alcuni interessanti Pyramidellidae (Gastropoda) del Pliocene to- scano e loro relazioni con specie attuali dell'Africa nord-occidentale 39

M. Doneddu & E. Trainito - Melibe viridis (Kelaart, 1858) (Ophistobranchia: Tethydidae):

prima segnalazione per il Tirreno (Sardegna settentrionale) 45

M. Doneddu - I generi Prosarla Troscheì, 1863 e Nana Broderip, 1837. Osservazioni sul

loro utilizzo (Gastropoda: Cypraeidae) 49

M.M. Brunetti, G. Della Bella, M. Forlì & G. Vecchi - La famiglia Cancellariidae Gray J. E., 1853 nel Pliocene italiano: note sui generi Scalpila Jousseaume, 1887, Trlbia Jousseaume, 1887, Contortia Sacco, 1894, Trlgonostoma Blainville, 1827 e Aneurystoma Cossmann,

1899 (Gastropoda), con descrizione di una nuova specie 51

C. Mazziotti, F. Agamennone & M. Tisselli - Checklist della malacofauna delle Isole Tremiti

(Medio Adriatico) 71

E. Caprotti - I molluschi negli "Emblemi" del Rinascimento 87

N. Barbara & PJ. Schembri - The status of Otala punctata (Müller, 1774), a recently esta- blished terrestrial gastropoda in Malta 101

C. Mifsud, F. Mastrototaro & M. Taviani - On the occurrence of Anamenia gorgonophlla

(Kowalevsky, 1880) (Solenogastres, Strophomeniidae) and its host Paramuricea macro- spina (Koch, 1882) in the Maltese waters (Mediterranean Sea) 109

Redazione - Errata corrige 163

R. La Perna - Deminucula seguenzai La Rema, 2007 junior synonym of Nucula extrigona

Sacco, 1898 (Bivalvia, Nuculidae) 113

M.M. Brunetti & G. Deela Bella - Macalia (?) kengii n. sp un nuovo bivalve per il Plioce- ne toscano (Tellinidae, HVHacominae) 115

A. Cecalupo - A new species of Cerithium (Gastropoda, Cerithiidae) from the East China

Sea 119

P.G. Albano & D. Trono - On the occurrence of Echinolittorina punctata (Gmelin, 1791)

(Gastropoda: Littorinidae) in Puglia, South-Eastern Italy 123

M. Tisselli & L. Giunchi - Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m.s.), una

specie poco nota (Gastropoda, Eulimidae) 127

C. Mifsud & P. Ovalis - On the presence of Leptochiton asellus (Gmelin, 1791) (Polypla-

cophora: Leptochitonidae) in the Mediterranean Sea 133

R. La Perna, 2008. Observations on Cardium duregnei Monterosato, 1891 ex de Boury

ms. and C. gibbum Locard, 1892 (Bivalvia, Cardiidae) 135

A. Cecalupo - A new Rhinoclavis ( Longicerithium ) species (Gastropoda, Cerithiidae) from

Philippines 141

M. Portalatina - Dati sulla malacofauna marina del Salente Ionico (Puglia). Parte 1. Ar-

chaeogastropoda 145

malacologico

international journal of malacology

XLIV 2008

ii. 1-4

\utorizzazione Tribunale di Milano i. 479 del 15 ottobre 1983 ‘oste Italiane - spedizione in a.p. - 70% Erezione Commerciale - Napoli prile 2008 spedizione n. 2/2008

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Abbreviazione - Abbreviation: Boll. Malacol.

CITATO NEI: Zoological Record, A.S.F.A. (Aquatic Sciences and Fisheries Abstracts) e Thomson Scientific Publications (Biosis Previews, Biological Abstracts).

ISTRUZIONI PER GLI AUTORI

LINEA EDITORIALE

Il Bollettino Malacologlco è pubblicato dalla Società Italiana di Malacologia. Sono accettati manoscritti su tutti gli aspetti della malacologia, che siano scritti in una delle seguenti lin- gue: Italiano, Inglese, Francese e Spagnolo. L'uso dell'Inglese è vivamente raccomandato. Vengono pubblicati tre numeri per anno. La pubblicazione di monografie ed articoli più lunghi di trenta pagine andrebbe preventivamente accordata con l'Editore.

I manoscritti sottoposti per la pubblicazione si intendono essere inediti, non sottoposti contemporaneamente ad altre riviste, ed approvati da tutti gli eventuali co-autori.

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Gli Autori sono tenuti ad applicare le seguenti istruzioni e le regole del Codice Internazio- nale di Nomenclatura Zoologica, pena il rifiuto del manoscritto da parte dell'Editore.

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ORGANIZZAZIONE DEL MANOSCRITTO

La prima pagina del manoscritto riporta il titolo, il nome e l'indirizzo dell'autore/i, comple- to di indirizzo elettronico. In caso di lavoro svolto da più autori è necessario indicare l’au- tore corrispondente, con cui l'Editore manterrà i contatti.

II titolo deve essere informativo, ma il più possibile breve, scritto in minuscolo, grassetto. Vanno evitate abbreviazioni. I nomi di rango sistematico elevato vanno riportati tra parentesi. La seconda pagina contiene un riassunto nella stessa lingua del testo principale. Per i mano- scritti in lingua diversa dall'Inglese, occorre un abstract più esteso del riassunto. I riassunti de- vono riportate, in sintesi, i principali risultati del lavoro e le conclusioni, non semplicemente gli scopi o frasi generiche. I caratteri distintivi dei nuovi taxa possono essere brevemente riportati, ma non descrizioni o diagnosi estese. Si evitino riferimenti bibliografici. Dopo i riassunti, va ri- portato un elenco di parole chiave (non più di sei), nella stessa lingua del testo principale.

Il testo principale del manoscritto va organizzato in parti distinte, tipicamente le seguenti: Introduzione, Materiale e metodi, Risultati, Discussione, Conclusioni, Ringraziamenti, Biblio- grafia, in minuscolo, grassetto. In lavori di tipo tassonomico, la parte relativa alla sistematica va intitolata Sistematica (in genere sostituisce Risultati). Titoli di secondo ordine, quali De- scrizione, Materiale esaminato, Osservazioni, ecc. sono scritti in testo normale, minuscolo. Si evitino le note a pie' di pagina. Gli Autori sono tenuti ad adottare uno stile chiaro e conciso, evitando frasi eccessivamente lunghe. È vietato l'uso di termini offensivi o discriminatori. Tutte le abbreviazioni e gli acronimi' usati nel testo devono essere spiegati, possibilmente in Materiale e metodi. Si usino le abbreviazioni formalizzate per le unità di misura (es.: ''m", non "mt." per metro) e gli acronimi ufficiali per le istituzioni.

Solo i nomi di generi, sottogeneri, specie e sottospecie vanno scritti in corsivo, non quelli dei taxa di rango più elevato. Alla loro prima citazione, i nomi delle specie e quelli dei ge- neri devono comprendere il nome dell'autore e l'anno di pubblicazione. È possibile abbre- viare i nomi dei generi, facendo attenzione a che non si crei confusione con generi diversi citati nel testo con la stessa iniziale.

Il corsivo va usato anche per riportare citazioni nella lingua originale (tra virgolette), se diversa da quella del manoscritto.

I nuovi taxa devono essere citati per la prima volta quando vengono descritti, ad eccezione del riassunto. Il Latino può essere usato per indicare il livelli tassonomici (es.: Familia o Famiglia). Le diagnosi (facoltative) e le descrizioni vanno redatte in stile telegrafico, quando possibile. L'elenco dei sinonimi dovrebbe comprendere solo i riferimenti principali, utili a garantire l’identità della specie trattata (per es.: quelli relativi a materiale esaminato dall'Autore o riferimenti ben documentati in letteratura).

Esempio di gerarchia sistematica e sinonimia :

Family Cardiidae Lamarck, 1809 Subfamily Cardiinae Lamarck, 1809

Genus Acanthocardia Gray, 1853

(type species Cardium aculeatum Linné, 1758)

Cardium indicum Lamarck, 1819 (Fig. 1A-D, Fig. 2C)

Cardium hians Brocchi, 1814: p. 508, tav. 13, fig. 6 (non Spengler, 1799).

Cardium indicum Lamarck, 1819: p. 4.

Cardium (Cardium) indicum Lamarck - Fischer- Piette, 1977: p. 112, tav. 10, fig. 4 (tipo).

CITAZIONI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Tutte le pubblicazioni alle quali si fa riferimento nel testo, incluse le sinonimie (ma non gli autori di omonimi), devono comparire nell'elenco bibliografico finale, in ordine alfabetico. Titoli di riviste e di libri in alfabeti diversi da quello Latino vanno traslitterati, mentre ì ti- toli vanno tradotti in Inglese, aggiungendo una nota che indichi la lingua originale, come per esempio "[in Russo]'l

È importante eseguire un attento controllo incrociato fra citazioni bibliografiche nel testo ed elenco bibliografico, prima di sottoporre il manoscritto.

Esempi di citazioni:

... riportato da Richardson & Smith (1965)

... come noto in letteratura (Ross et al., 1993; Rosenberg, 1995, 1997; Michelini & Andro- ni, 2000)

... l'Illustrazione originale (Torwald, 1879: p. 56, tav. 2, fig. 5).

Esempi di bibliografia:

Salas C., 1996. Marine Bivalves from off the Southern Iberian Peninsula collected by the Balgim and Fauna 1 expeditions. Haliotis, 25: 33-100.

Grill B. & Zuschin M., 2001. Modern shallow- to deep-water bivalve death assemblages in the Red Sea - ecology and biogeography. Paiaeogeography Palaeoclimatology, Pa- laeoecology, 168: 75-96.

Boss K.J., 1982. Mollusca, in Parker S.P. (ed.), Synopsis and Classification of Living Orga- nisms. Voi. 1. McGrow-Hiìì, New York: 945-1166.

Carter J.G., Campbell D.C. & Campbell M.R. 2000. Cladistic perspectives on early bivalve evo- lution, in Harper E.M., Taylor J.D. & Crame J.A. (eds), The Evolutionary Biology of the Bi- valvia. Geological Society, London, Special Publications, 1 77:47-95.

Vokes H.E., 1980. Genera of the Bivalvia: a systematic and bibliographic catalogue (revised and update). Paleontological Research Institution, Ithaca, Edwards Brothers Inc., 307 pp.

ILLUSTRAZIONI

Le illustrazioni devono essere di alta qualità, in formato elettronico (.tiff), con una risolu- zione non più bassa di 400 dpi per le fotografie e di 600 dpi per i disegni ed i grafici. Van- no preparate alle esatte dimensioni di stampa, in formato colonna singola (8,4 cm) o co- lonna doppia (17,2 cm). L'area di stampa massima è 17,2 x 26,5 cm. La dimensione delle il- lustrazioni va scelta con attenzione e buon senso, sulla base della complessità e quantità delle immagini contenute, al fine di ovviare a risultati scientificamente poco utili ed este- ticamente poveri, oltre allo spreco di spazio di stampa.

Tutte le illustrazioni sono numerate progressivamente, in un'unica serie, con numeri arabi, nel- lo stesso ordine in cui sono citate nel testo. Nelle illustrazioni composite, le singole immagini vanno indicate con lettere maiuscole, di altezza pari a 3-5 mm, usando un carattere sans-serif, quale Helvetica od Arial. Indicazioni ed abbreviazioni sulle illustrazioni vanno in minuscolo.

Le illustrazioni vanno citate nel testo come figure, usando le abbreviazioni Fig. e Figg., co- me nell'esempio: Fig. 3, Fig. 6A-F, Fig. 5A, 7B, Figg. 3, 5. Le illustrazioni in altri lavori vanno citati come fig. o figg.

Le immagini, montate su fondo nero o bianco, devono avere dimensioni adeguate ad un'agevole lettura, non più piccole di 4-5 cm, eccessivamente grandi. Devono essere

Boll. Malacol., 44(1-4): 1-4 (2008)

Record of the alien species Cerithium scabridum Philippi, 1848 (Gastropoda: Cerithiidae) from Otranto, southern Adriatic Sea

Paolo G. Albano* (El) & Daniele Trono#

* Via Montebello 7, 40121 Bologna, Italy, pgalbano@iperbole. bologna.it,

(a) corresponding author

Abstract

A living population of the alien species Cerithium scabridum Philippi, 1848 was found in the harbour of Otranto (Lecce), south-western Adriatic Sea. Photographs of the living animal and observations on its be- haviour are presented. This record extends the known distribution of this lessepsian immigrant into a new basin of the Mediterranean Sea.

# Via E. Menga 14,

73043 Copertino, LE, Italy, Riassunto

danieletrono@virgilio.it Si segnala l'esistenza di una popolazione di Cerithium scabridum Philippi, 1848 all'interno del porto di Otranto (Lecce) in acque molto basse (1-2 m di profondità) su un substrato duro costituito da uno scalo di alaggio all'estremo sud-est del porto. La popolazione ha una densità di 20-30 esemplari al metro quadro. La specie tollera acque inquinate da olii minerali presenti a causa dell'intenso traffico marittimo nell'area portuale. Essa è probabilmente presente in altre aree del porto di Otranto, visti gli sporadici ritrovamenti di esemplari morti spiaggiati, ma ai quali non è stato possibile dare conferma col ritrovamento di esemplari vivi. Sulla base delle segnalazioni di esemplari morti (dal 2005) e della consistenza della popolazione osser- vata, si ritiene che questa sia stabile e riproduttiva. Gli esemplari rinvenuti sono di dimensioni variabili tra 12 e 18,8 mm, spesso molto incrostati e con la protoconca erosa. È stato osservato il mollusco il cui colore è beige con numerosissimi piccoli puntini bianchi e scuri. I tentacoli sono biancastri con puntini scuri. La base del piede ha un colore piu uniformemente beige, con pochi puntini. Il bordo del mantello è grigiastro con puntini bianchi. Una segnalazione in bibliografia di esemplari morti di C. scabridum per l'area di Monopoli (Bari), circa 150 km più a nord di Otranto, richiede ancora conferma.

Key-words

Cerithium scabridum, Gastropoda, Lessepsian migration, alien species, Mediterranean.

Introduction

Cerithium scabridum Philippi, 1848 is an Indo-Pacific im- migrant into the Mediterranean Sea. Its original distri- bution ranges from the Red Sea to the Persian Gulf and India (CIESM, 2005). In the Mediterranean Sea, its dis- tribution has been recently revised by Garilli & Caruso (2004): local populations are recorded from the Eastern Mediterranean (from Egypt northwards to Turkey) and from the Central Mediterranean (Tunisia and Sicily).

The present record of a living population in the Adriatic Sea extends the distribution into a new basin of the Mediterranean Sea. It is a typical example of Lessepsian migration, i.e. a progressive penetration via the Suez Canal (Por, 1978, Zenetos et al., 2004).

Material and methods

The Authors examined 70 beached specimens of Ceri- thium scabridum (collected in April 2007) and 30 live specimens (collected in July-August 2007), now stored in their private collections (a few preserved in ethanol). A few specimens were deposited in the Zoological Mu- seum of the University of Bologna. Several tens of spe- cimens were observed and photographed in the locality we are going to describe in the present work.

Results

The population of Cerithium scabridum is localized in the harbour of Otranto (Lecce, Puglia), at the easternmost tip of Southern Italy (Fig. 1).

The first certain records of C. scabridum in the harbour of Otranto were limited to dead specimens cast ashore by currents and tides in a very localized spot of the har- bour: a concrete slipway for boats in the south-eastern part of the harbour, just in front of the Capitaneria di Porto offices and near the trawlers mooring (Fig. 2, site A) (on www.aicon.com/sim/bbs: Mr. Corso, June 9th, 2005, Mr. Montaguti September 12th, 2005).

The malacofauna of this bay was studied by Macri (1981). He did not report C. scabridum, but listed C. rupestre Risso, 1826. This taxon has been used for almost every small si- zed Mediterranean species of Cerithium in many works for several decades (Gofas et al., 2003), despite at least two different autochthonous species are now recognized for the Mediterranean fauna (C. lividulum Risso, 1826 and C. renovatum Monterosato, 1884). C. scabridum can certainly be recognized as a third "small Cerithium''. However, the lack of any finding by professional or amateur collectors during the long time since the publication of Maori's work leads to the assumption that first settlement of C. scabri- dum in Otranto can be traced only a few years back.

Dead specimens were found mixed up with other com-

Paolo G. Albano & Daniele Trono

Fig. 1. Location of Otranto in Italy.

Fig- 1- Ubicazione di Otranto in Italia.

mon native species, such as Cerithium vuìgatum Bru- guiere, 1792, Patella caerulea Linné, 1758, P. ulyssiponen- sis Gmelin, 1791, Nassarius corniculus (Olivi, 1792) and N. cuvierii (Payraudeau, 1826) by the present authors in April 2007, as well as by other shell collectors.

Since specimens were found dead during such a long

Fig. 2. Otranto Harbour, aerial photograph (from Google Earth™). Site A is the slipway where a live population was found. Site B is another slipway where only dead beached specimens were found.

Fig. 2. Porto di Otranto, foto aerea (da Google Earth™). Il sito A è lo scalo di alaggio dove è stata trovata una popolazione vivente. Il sito B in- dica un altro scalo di alaggio dove sono stati trovati esemplari morti.

period, the presence of a living population was clear, but still not documented. In July and August 2007, a di- ving in front of the slipway led to the discovery of a thriving population.

Specimens were observed exposed to sun-light on the hard bottom constituted by the submerged slipway, 1 or 2 m deep, which is slightly covered with an algal mat, exactly off the spot where dead specimens were found (Fig. 3).

Fig. 3. Cerithium scabridum in situ. Submerged slipway in the harbour of Otranto (cfr. fig. 2 site A), - 1 m, August 1 6th, 2007.

Fig. 3. Cerithium scabridum in situ. Parte sommersa dello scalo di alaggio nel porto di Otranto (cfr. fig. 2 sito A), - 1 m, 16 agosto 2007.

2

At a slightly shallower depth (0.5-1 m), a rich popula- tion of Cerithium vulgatum was present, apparently not mixing up with the C. scabridum one.

Water transparency is poor in this part of the harbour and visibility is limited to a few meters, even in sunny days with low wind. Moreover, pollution from mineral oils is present due to the heavy boat traffic and conse- quent leakage of lubricants and fuels. These conditions seem to not affect the species, since it thrives in this spot with densities of 20-30 specimens per square-meter.

The population density and the records during the last three years of dead specimens suggest this is an esta- blished population.

The live specimens from the Otranto harbour range in size from 12 to 18.8 mm. Most of them are encrusted by calcareous algae and spirorbids and the apical whorls are heavily eroded. This prevented us from studying the protoconch (see Garilli & Caruso, 2004 for the sculp- ture of protoconch II). Thick spiral ribs are present on the teleoconch whorls (Fig. 4).

The living animal was observed and photographed (Fig. 5). The soft parts have a beige background with a myriad of small white and dark dots. The tentacles are whitish with dark dots. The base of the foot has a more uniform beige colour, with fewer white and dark dots. The mantle edge is grayish with white dots.

As resulted from our attempts to photograph the living animal in the laboratory, C. scabridum is extremely shy and very sensitive to light changes. Moreover, it shows a marked tropism to light, readily orienting its head to- ward the direction where light comes from.

The distribution of this species in the harbour of Otran- to is rather odd. The living population was found only near the slipway described above. Our search for addi- tional living specimens or populations was unsuccess- ful and only a few dead specimens were found near

Fig. 4. Cerithium scabridum, Harbour of Otranto (Fig. 2, site A), -1 m, July 2007 (height: 12 mm).

Fig. 4. Cerithium scabridum, porto di Otranto (Fig. 2, sito A), -1 m, lu- glio 2007 (altezza: 12 mm).

Fig. 5. Cerithium scabridum: shots of the live animal (Otranto Harbour, August 2007).

Fig. 5. Cerithium scabridum: foto del mollusco (porto di Otranto, ago- sto 2007).

another slipway in the southern part of the harbour (Fig. 2, site B).

There are no records of C. scabridum from the area south of Otranto and all along the Penisola Salentina (Trono, 2006). However, Otranto may not be the nor- thernmost location where C. scabridum is established. De Jong (2006) reported empty shells of this species from Monopoli (Bari), about 150 km north of Otranto. It was not possible to cross-check this record, since it was not illustrated. A survey by the first author along the coast north (April 2006) and south of Monopoli (August 2007) did not bring results about the occurrence of C. scabridum, but the extreme localization observed in Otranto tells us that a thorough research is needed to locate further populations.

Acknowledgements

We thank Andrea Corso and Michele Montaguti for sha- ring information about Cerithium scabridum in Otranto on Società Italiana di Malacologia website, Argyro Ze- netos for suggestions for the improvement of the manu- script, Rafael La Perna for his editorial notes and help with the illustrations.

References

CIESM, 2005. Atlas of exotic species in the Mediterranean, http:/ / www.ciesm.org/online/atlas/index.htm (last access on No- vember 2007).

De Jong M., 2006. Zuid-Italie & Sicilie. Spirala; 349: 29-32. Garilli V. & Caruso T, 2004. Records of Cerithium scabridum Philippi, 1848 (Caenogastropoda, Cerithiidae) from North- western Sicily. Bollettino Malacologico; 39 (9-12): 157-160. Gofas S., Garilli V., Boisselier-Dubayle M.C., 2004. No- menclature of the smaller Mediterranean Cerithium species. Bollettino Malacologico; 39 (5-8): 95-104.

Macrì G., 1981. Molluschi del porto di Otranto. Carta bioce- notica. Thalassia Salentina; 11 3-18.

Por F.D., 1978. Lessepsian migration - the influx of Red Sea biota into the Mediterranean by way of the Suez Canal. Springer Ver- lag, Berlin-Heidelberg-New York, pp. 228.

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Record of the alien species Cerithium scabridum Philippi, 1848 (Gastropoda: Cerithiidae) from Otranto, southern Adriatic Sea

Paolo G. Albano & Daniele Trono

Trono D., 2006. Nuovi dati sulla malacofauna del Salento (Puglia meridionale). Bollettino Malacologico ; 42 (5-8): 58-84. Zenetos A., Gofas S., Russo G., Templado }., 2004. CIESM Atlas of Exotic Species in the Mediterranean. Voi. 3 Mol- luscs. F. Briand, Ed., CIESM Publishers, Monaco, pp. 1-376.

4

Lavoro ricevuto il 2-t settembre 2007 Lavoro accettato il 28 gennaio 2008

Boll. Malacol., 44(1-4): 5-9 (2008)

Una nuova specie di Gibbula (Forskaiena)

per ¡I Pleistocene italiano (Gastropoda: Trochidae)

M. Mauro Brunetti* (E3), Maurizio Forli# & Giuseppe Vecchi0

* Via 28 Settembre 1944 2, 40040 Rioveggio (BO), Italia, bwqkb@tin.it,

(s) autore corrispondente

# Via G rocco 16,

59100 Prato, Italia, info@dodoline.it

° Via P.G. Terrachini 12, 42100 Reggio Emilia,

Italia,

vecchi_fossili@yahoo.it

Riassunto

È descritta una nuova specie di Trochidae, Gibbula (Forskaiena) slrigui n. sp., su materiale proveniente da sedimenti del Pleistocene inferiore affioranti in due località della Toscana. La nuova specie è caratterizzata da un profilo conico poco scalarato. La scultura è data da maglie romboidali costituite dall'incrocio di filetti assiali e cordoncini spirali, da deboli tubercoli assiali sugli ultimi due giri e da un ampio solco vicino alla su- tura. Gibbula (Forskaiena) sirigui n. sp. è simile a diverse specie note per il Plio-Plelstocene, con le quali vie- ne confrontata: Gibbula fanulum (Gmelin, 1791), Gibbula guttadauri (Philippi, 1836), Gibbula ditropis (Wood, 1848), Gibbula pliosubcincta Sacco, 1896 e Gibbula depressula Sacco, 1896.

Abstract

Gibbula (Forskaiena) sirigui n. sp. Is described from two Early Pleistocene localities in Tuscany, Northern Italy. The new species has a conical, poorly stepped shell outline, a sculpture of spiral and oblique ribs, forming rhombs, faint axial tubercles on the two last whorls, and a well distinct peripheral sulcus on the last whorl. Gibbula (Forskaiena) sirigui n. sp. is particularly similar to Gibbula fanulum (Gmelin, 1791), which differs mainly by ha- ving a higher spire, a larger, well-rounded last whorl with thicker, nodular axial ribs. Other species known from the Plio-Pleistocene are more or less similar to the new species, namely Gibbula guttadauri (Philippi, 1836), Gibbula ditropis (Wood, 1848), Gibbula pliosubcincta Sacco, 1896 and Gibbula depressula Sacco, 1896.

Parole chiave

Trochidae, Gibbula, Forskaiena, Pleistocene, Italia.

Introduzione

Il ritrovamento, nei depositi pleistocenici affioranti pres- so la cava Montalto di Fauglia (Pisa), di esemplari di Risson quarantellii Brunetti & Vecchi, 2006 in alcuni livelli di limi argillosi con abbondanti frustoli carboniosi, inter- pretabili come livelli a Posidonia oceanica (Linneo), ci ha indotto ad approfondire lo studio dell'associazione fos- sile rinvenuta, al fine di trovare possibili analogie con i livelli di caratteri simili affioranti luongo il torrente Arda (Piacenza) (Ceregato et al., 2000, Brunetti & Vecchi, 2006). L'esame della malacofauna ha evidenziato la pre- senza di una nuova specie, rinvenuta in precedenza an- che nella località pleistocenica di Riparbella (Pisa). Que- sta specie era stata in precedenza identificata come Gib- bula fanulum (Gmelin, 1791) (Forli & Dell'Angelo, 1995).

Materiale e metodi

Il materiale esaminato proviene da due località della To- scana centro-settentrionale, Fauglia e Riparbella, en- trambe in provincia di Pisa, distanti Luna dall'altra cir- ca 40 km. I depositi affioranti in entrambe le località so- no riferibili al Pleistocene inferiore.

È stata fatta una raccolta manuale degli esemplari sul- l'affioramento, oltre ad un campionamento di sedimen- to. Per la nomenclatura ci si è attenuti a Giannuzzi- Savelli et al. (1994) ed alla Check List of Marine Mollu- sca (CLEMAM, htpp:// www.somali.asso. fr/index.cle- mam.html).

Sono usate le seguenti abbreviazioni: H = altezza della conchiglia, D = diametro massimo dell'ultimo giro, coll. = collezione, es. = esemplare, MCUB = Museo Capellini di Paleontologia dell'Università di Bologna, MGC = Museo Geologico G. Cortesi Castell'Arquato (Piacenza), MZB = Museo di Zoologia dell'Università di Bologna, MRSN = Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.

Inquadramento stratigrafico

L'area in esame rientra all'interno degli affioramenti del Pleistocene inferiore delle Colline Pisane. Tali sedimen- ti, si sono depositati a seguito di una trasgressione ma- rina sui sedimenti per lo più sabbiosi del ciclo plioceni- co (Giannelli et al., 1981). Il rinvenimento di alcune val- ve di Arctica islándica (L., 1758) nei livelli argillosi grigi conferma tale attribuzione cronostratigrafica. Il notevo- le sconvolgimento degli strati operato dai lavori di ca- va, non ci ha permesso di ricostruire una sezione strati- grafica sufficientemente precisa dei livelli affioranti. Sono comunque ben distinguibili, al tetto della serie, li- velli di sabbie gialle con associata una malacofauna non molto abbondante contenente Hexaplex trunculus (Lin- neo, 1758), Aequipecten opercularis (Linneo, 1758), Chla- mysflexuosa (Poli, 1795) associati al celenterato Cladocora cespitosa (Linneo). Nell'area di cava si distinguono, oltre ai livelli a Posidonia oceanica, dei quali si fornisce l'elenco della malacofauna (Tab. 1), livelli di argille grigie, conte- nenti un'abbondante malacofauna caratterizzata da una minore diversità specifica, per lo più riferibile a paleopo-

M. Mauro Brunetti, Maurizio Forli & Giuseppe Vecchi

polamenti di fondi a rapida sedimentazione fangosa. Fra questa malacofauna sono presenti Turritella tornata (Broc- chi, 1814), Turritella tricarinata pliorecens (Monterosato in Scalia 1900), Corbula gibba (Olivi, 1792), nonché specie le- gate ad altri biotopi dell'infralitorale e del circalitorale.

Sistematica

Famiglia Trochidae Rafinesque, 1815 Genere Gibbuta Risso, 1826 ex Leach m.s. Sottogenere Forskalena Iredale, 1918

Gibbuta (Forskalena) sirigui n. sp.

Figg. 1 A-G, 2 A, 3 A

Materiale tipo

Olotipo, H = 8,25 mm, D = 6,75 mm (MZB 23811);

Paratipo 1, H = 9,7 mm, D = 7,5 mm (MZB 23812),

Paratipo 2, H = 7,8 mm, D = 5,5 mm (MZB 23813);

Paratipo 3, H = 7,5 mm, D = 5,4 mm (MCUB 24406);

Paratipo 4, H = 7,5 mm, D = 5,5 mm (MCUB 24407);

Paratipo 5, H = 9,3 mm, D = 8 mm (MGC MG0658); Paratipo 6, H = 7,5 mm, D = 6,6 mm (MGC MG0659).

Località tipo

Cava Montalto, Fauglia (Pisa), Pleistocene Inferiore, 43°33'N, 10° 32' E, altezza s.l.m. 84 m.

Altro materiale

Fauglia (Pisa), 90 es., coll. Brunetti, Forli, Vecchi; Ripar- bella (Pisa), 32 es., coll, Forli.

Emarginala punctulum Piani, 1980 Gibbuta (Forskalena) sirigui n. sp Tricolia speciosa (Von Muehlfeldt, 1824)

Cerithidium submamillatum (De Rayneval e Ponzi, 1854)

Rissoa violacea Desmarest, 1814 Rissoa quarantena Brunetti & Vecchi, 2006 Pusillina interrupta (J. Adams, 1800)

Alvania sorocula (Granata-Grillo, 1877)

Aporrhais pespelecani pespelecani (L., 1758)

Calyptraea chinensis (L., 1758)

Hadriania oretea (De Gregorio, 1884)

Nassarius cf incrassatus (Muller, 1776)

Nassarius lima (Dyllwyn, 1817)

Clathurella gracilis (Montagu, 1803)

Chrysallida excavata (Philippi, 1836)

Limopsis cf. pygmaea (Philippi, 1836)

Lissopecten hyalinus (Poli, 1795)

Plagiocardium (Papillicardium) papillosum (Poli, 1795)

Gouldia minima (Montagu, 1803)

Tab. 1. Lista delle specie piu numerose (>50 esemplari) rinvenute nel li- velli a Posidonia oceanica.

Tab. 1. List of the most common species (> 50 specimens) from the 6 Posidonia oceanica beds.

Origine del nome

Dedicata all'amico Ilario Sirigu (Vezzano Ligure), che ci ha fatto conoscere l'ubicazione della località di Fauglia.

Descrizione

Conchiglia di piccole dimensioni (H < 10 mm), slancia- ta, ad apice acuto e profilo conico, leggermente scalara- to. Protoconca liscia, di 1,25 giri superiormente appiatti- ti e nucleo depresso. Teleoconca di 5 giri poco convessi. L'inizio della teleoconca è evidenziato dall'apparire di numerosi, quasi contigui filetti assiali ad andamento prosoclino, ed in seguito di tre filetti spirali che, incro- ciandosi con i primi, danno origine ad un disegno a ma- glie romboidali, più allungate in senso assiale. I filetti assiali, nella porzione anteriore dei giri, con la crescita si trasformano in lamelle, evidenti negli interspazi tra i cordoncini e subperpendicolari alla sutura, mentre nella porzione posteriore dei giri si assottigliano ulteriormen- te, e decorrono con un angolo di circa 17° verso la sutu- ra. Sugli ultimi due giri, in corrispondenza della rampa suturale sono presenti deboli tubercoli assiali, quasi perpendicolari alla sutura. I filetti spirali, dopo circa 1,5 giri, si trasformano in veri e propri cordoncini, ed au- mentano di numero, sino a 7 sull'ultimo giro: di questi, i due abapicali hanno dimensioni maggiori e sono tra lo- ro maggiormente distanziati; l'intervallo tra essi è conca- vo mentre la parte restante dei giri è leggermente conves- sa. 11 prolungamento di tali cordoncini oltre il peristoma, costituisce un caratteristico solco spirale periferico, che è presente già alla base del penultimo giro. In posizione subsuturale è inoltre presente un cordoncino di dimen- sioni maggiori e la sutura risulta submarginata. Ultimo giro pari a 2/3 dell'altezza totale, subverticale nella por- zione abapicale, regolarmente declive in quella adapica- le. Base leggermente convessa, con una decina di cordon- cini concentrici di dimensioni diseguali, di cui i primi due sdoppiati, e numerose strie radiali di accrescimento, alcune delle quali lamellose negli interspazi. Apertura sub-quadrangolare-ovoidale, internamente di aspetto madreperlaceo. Labbro esterno ispessito, ad esclusione di un breve tratto adiacente al peristoma. Columella sub- retta, leggermente convessa al centro, dove forma un ac- cenno di protuberanza allungata in senso assiale. Callo columellare quasi assente, distaccato dalla base tramite una fessura pseudombelicare stretta e allungata.

Distribuzione

Gibbuta (Forskalena) sirigui n. sp. è nota solo per il Plei- stocene inferiore della Toscana.

Osservazioni

I caratteri di Gibbuta (Forskalena) sirigui n. sp. sono abba- stanza costanti, ma alcuni individui presentano, rispet- to all'olotipo, dei tubercoli assiali più evidenti sugli ulti- mi due giri di teleoconca ed estesi dalla sutura posterio- re al solco spirale.

Durante lo studio sui poliplacofori di Riparbella (Del-

Fig. 1. A-G. Gibbuta (Forskalena) sirígui n. sp., Cava di Fauglia (Pisa), Pleistocene inferiore: A-C. Olotipo, FI = 8,25 mm (MZB 2381); D, E. Paratipo 1, FI = 9,7 mm (MZB 23812); F, G. Paratipo 2, H = 7,8 mm e particolare della scultura, scala = 1 mm (MZB 23813). H. Forskalia fanulum var. c onvexula Sacco, 1896, Bordighera (Imperla), Pliocene inferiore, FI = 11.0 mm, coll. Bellardl e Sacco (MRSN, BS. 076. 10. 005). I. Gibbula (Forskalena) guttadauri (Philippi, 1836), Contrada Ogllastri (Siracusa), Pleistocene inferiore, FI = 9,5 mm, coll. Brunetti. L. Gibbula (Forskalena) fanulum (Gmelin, 1791), Blbblano (Siena), Pliocene inferiore-medio, FI = 8,0 mm, coll. Brunetti.

Fig. 1. A-G. Gibbula (Forskalena) sirigui n. sp., Fauglia quarry (Pisa), Early Pleistocene: A-C. Plolotype, H = 8.25 mm (MZB 2381); D, E. Paratype 1, H = 9.7 mm (MZB 23812); F, G. Paratype 2, FI = 7.8 mm and sculpture detail, scale bar = 1 mm (MZB 23813). H. Forskalia fanulum var. convexula Sacco, 1896, Bordighera (Imperia), Early Pliocene, FI = 11.0 mm, coll. Bellardi e Sacco (MRSN, BS.076. 10.005). I. Gibbula (Forskalena) guttadauri (Philippi, 1836), Contrada Ogliastri (Siracusa), Early Pleistocene, FI = 9.5 mm, coll. Brunetti. L. Gibbula (Forskalena) fanulum (Gmelin, 1791), Bibbiano (Siena), Early-Middle Pliocene, FI = 8.0 mm, coll Brunetti.

l'Angelo & Forli, 1995) gli esemplari di Gibbula (Forska- lena) sirigui n. sp. essendo rispetto agli esemplari di Fauglia di dimensioni minori ed avendo tubercoli assia- li più evidenti, erano stati confusi con esemplari giova- nili di Gibbula (Forskalena) fanulum (Gmelin, 1791) che invece ha una spira più alta e acuta, con giri molto con- vessi superiormente, ultimo giro rigonfio ornato da grosse pieghe assiali nodulose al di sotto del quale si

trova un solco spirale, largo, ornato da lamelle oblique, base convessa ornata da sei sette cordoncini concentrici, ombelico stretto e profondo (Figg. 1 L; 2 C; 3 C). Potrebbe essere riferito a Gibbula (Forskalena) sirigui n. sp. l'esemplare figurato da Cerulli-Irelli (1916: tav. 21, fig. 16) come Gibbula (Forskalena) fanulum (Gmelin, 1791). È interessante riportare alcune osservazioni di Cerulli- Irelli (1916: pag. 185): "Gli altri rarissimi individui della

Una nuova specie di Gibbula ( Forskalena ) per ¡I Pleistocene italiano (Gastropoda: Trochidae)

M. Mauro Brunetti, Maurizio Forli & Giuseppe Vecchi

Fig. 2. Particolare dell'ombelico. A. Gibbuta (Forskalena) sirìgui n. sp. B. Gibbuta (Forskalena) guttadauri. C. Gibbuta (Forskalena) fanulum. Scala = 2 mm. Fig. 2. Detail of umbilicus. A. Gibbuta (Forskalena) sirìgui n. sp B. Gibbuta (Forskalena) guttadauri. C. Gibbuta (Forskalena) fanulum. Scale bar = 2 mm.

coll. Rigacci sono invece assai giovani, ed il loro aspetto è alquanto diverso dagli adulti per gli anfratti più con- vessi, senza la marcata depressione posteriore che si os- serva negli adulti, con cingoletti spirali e lamelle obli- que assai evidenti, mentre meno evidenti sono le carene alla sommità di ogni anfratto: manca altresì sulla base dell'ultimo il solco impresso che la divide quasi in due parti nell'individuo adulto. Questi individui giovani possono riferirsi alla var. convexula Sacco, che Sacco di- ce incontrarsi anche fra i viventi nel Mediterraneo". Forskcilia fanulum var. convexula Sacco, 1896, della quale è stato esaminato materiale nella collezione Bellardi & Sacco (Fig. 1 H), ci pare invece rientrare nella normale variabilità di Gibbula (Forskalena) fanulum.

Tra le altre specie morfologicamente vicine, Gibbula (Forskalena) guttadauri (Philippi, 1836) (Figg. 1 I; 2 B; 3 B) possiede un'ornamentazione longitudinale lamellosa assai simile, ma se ne differenzia per profilo più scalara- to e depresso, per i giri superiormente appiattiti e ante- riormente subverticali, per la presenza di un secondo evidente solco spirale, la base quasi piana, l'assenza dei tubercoletti assiali sugli ultimi due giri, l'ombelico più

sviluppato e la columella munita di un dente piccolo ma evidente.

Gibbula ditropis (Wood, 1848) ha profilo dei giri simile a Gibbula (Forskalena) sirigui n. sp., ma caratterizzato da un'angolosità molto evidente; inoltre, i primi giri sono lisci e Tornamentazione dei giri successivi è costituita da finissimi cordoncini spirali.

La presenza di un solco spirale in Gibbula (Forskalena) si- rigui n. sp. può ricordare anche Gibbula pliosubcincta Sacco, 1896, ma la forma complessiva della conchiglia e l'assenza del secondo solco spirale, permettono di sepa- rare agevolmente le due specie.

Gibbula depressala Sacco, 1896, pur avvicinandosi a Gib- bula (Forskalena) sirigui n. sp. per il profilo leggermente scalarato e per la presenza di mi solco spirale lamelloso poco sopra la sutura, differisce per il profilo più depresso, l'ultimo giro meno ampio, il maggior numero di cordon- cini spirali, l'ombelico largo ed internamente carenato.

Ringraziamenti

I nostri ringraziamenti vanno al dott. Daniele Ormezza-

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Fig. 3. Profili conchlgllarl. A. Gibbula (Forskalena) sirigui n. sp. B. Gibbula (Forskalena) guttadauri. C. Gibbula (Forskalena) fanulum. Fig. 3. Shell outlines. A. Gibbula (Forskalena) sirigui n. sp. B. Gibbula (Forskalena) guttadauri C. Gibbula (Forskalena) fanulum.

no (MRSN) per averci consentito di fotografare l'esem- plare della collezione Bellardi e Sacco, al dott. Stefano Dominici (Museo di Storia Naturale, Università di Fi- renze) ed al dott. Daniele Scarponi (Università di Bo- logna) per i preziosi consigli relativi alla stesura di que- sto manoscritto.

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Lavoro ricevuto il 1 H maggio 2007 Lavoro accettato il 2-1 settembre 2007

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Una nuova specie di Gibbuta (Forskalena) per il Pleistocene italiano (Gastropoda: Trochidae)

Boll. Malacol., 44 (1-4): 11-14 (2008)

First record of the invasive species Xenostrobus securis (Lamarck, 1819) (Bivalvia: Mytilidae) from Central Tyrrhenian Sea (Western Mediterranean)

Francesco Giusti*, Bruno Dell'Angelo#, Maurizio Sosso0 & Stefano Schiaparelli (El)

* Via XXV Aprile 19/E, 57014 Collesalvettl (LI), Italy

# Via Sant'Elia 55/12A, 16153 Genova, Italy

Abstract

A new population of the invasive brackish water mytilid Xenostrobus securis (Lamarck, 1819) was found in Tuscany, in August 2006, at the outlet of an artificial canal flowing close to the Leghorn harbour. This is the first finding of the species along the Italian coasts of the Tyrrhenian Sea. The proximity of this pioneer population to the Orbetello lagoon calls for an immediate monitoring activity of the species.

° Via Bengasi 4/4,

16153 Genova, Italy

5 Università degli Studi di Genova, Dip.Te.Ris., Corso Europa 26,

16132 Genova, Italy, steschia@dipteris.unige.it, (la) corresponding author

Riassunto

Prima segnalazione di una specie invasiva Xenostrobus securis (Lamarck, 1819) (Bivalvia Mytilidae) dal Mar Tirreno Centrale (Mediterranean occidentale).

Una nuova popolazione di Xenostrobus securis (Lamarck, 1819) è stata rinvenuta in Toscana nell'agosto 2006, nel tratto finale del canale scolmatore del fiume Arno. Gli esemplari di X. securis sono stati osservati aderenti a fusti di plastica usati come galleggianti per chiatte da pesca, a volte in associazione con indivi- dui di Mytilus galloprovincialis (Lamarck, 1819). X. securis, specie originaria dell'Australia e Nuova Zelanda, è stato rinvenuto come specie introdotta in Giappone, Mar Mediterraneo e Spagna (coste atlantiche). In Italia è stato segnalato già a partire dal 1992 in alcune località dell'alto Adriatico. Il presente record rappre- senta la prima segnalazione della specie lungo le coste tirreniche. La vicinanza di questa popolazione alla laguna d'Orbetello rende auspicabile un'immediata attività di monitoraggio della specie nell'area livornese.

Key Words

Bivalvia, Xenostrobus securis, brackish waters, invasive species, Italy, Tyrrhenian Sea.

Introduction

Xenostrobus securis (Lamarck, 1819) is a mytilid species, well adapted physiologically for persistence in areas with variable and unstable salinity conditions. It can to- lerate very broad variations between the range l%o to 31 %o (Wilson, 1968; 1969). The species has been introdu- ced from its native areas, Australia and New Zealand (Wilson, 1968; Powell, 1979), to Japan (Kimura et ah, 1999), the Mediterranean Sea (Gofas & Zenetos, 2003), and off Galicia, NW Spain (Garci et al., 2007).

In Italy, the invasive mytilid Xenostrobus securis was first recorded in 1992 from Venice lagoon as Xenostrobus sp. (Sabelli & Speranza, 1993) and successively reported in other Adriatic Areas as the Ravenna lagoon (Lazzari & Rinaldi, 1994), Porto Buso (De Min & Vio, 1997) and the Po river delta (Russo, 2001). Here the species has been possibly introduced with aquaculture, and its massive presence in the Adriatic lagoons, along with Anndam inae- quivalvis, has in fact been related to the intense shellfish farming occurring in this area (Occhipinti Ambrogi, 2000). In the Western Mediterranean, it was reported only on- ce before, in French Mediterranean lagoons, where it is very abundant in the canal between Etang du Vidourle and the sea, at Le Grau du Roi, as reported in the CIESM web site for alien species (CIESM, 2007 on line).

Material and methods

The new population was discovered by one of the Au-

thors (F.G.), on August 2006, during maintenance work of the plastic drums used as buoys for fishing platforms. These platforms were located close to the outlet of the ar- tificial canal called “canale scolmatore" (43°35'06.30"N, 10°18'20.63"E) (Fig. 1), which is connected with the Arno river. This artificial canal, which receives the Arno overflow during intense rain events, opens southwards to Calambrone beach (Pisa), and northwards to the Leghorn harbour (Fig. 1).

On these buoys, X. securis formed monospecific clusters of variable extension (Fig. 2). Further surveys also re- vealed the co-occurrence of this species with Mytilus galloprovincialis (Lamarck, 1819) (Fig. 3) on other sub- merged structures along the artificial canal. About 100 specimens were collected and examined. The shell co- lour was brown to dark brown, almost black, and va- ried in the outline being more or less slender (Fig. 4), in the range of variability typical for the species. The inte- rior of the shell had a purple area corresponding to the posterior-dorsal side of the valves, while the anterior- ventral side was whitish (Fig. 4).

Discussion

X. securis represents the third alien bivalve species re- corded in recent years from the Leghorn area. In fact, al- so Tlieora (Endopleura) lubrica Gould, 1861 (Semelidae) (native area: Japan) and Musculista senhousia (Benson in Cantor, 1842) (Mytilidae) (widespread in the Indo-Paci-

Francesco Giusti, Bruno Dell'Angelo, Maurizio Sosso & Stefano Schiaparelli

Fig. 1. Map of the sampling station, between the 'Canale scolmatore' and the 'Darsena Toscana' of the Leghorn harbour. Fig. 1. Planimetria della stazione di prelevamento, tra il Canale scolmatore e la Darsena Toscana del porto.

fic) were reported from the Leghorn harbour (Campani et al., 2004), which, therefore, can be considered as a 'hotspot' for alien species. The presence of X. securis along the 'Canale scolmatore', which is in connection with the 'Darsena Toscana' area of the Leghorn harbour (Fig. 1), a dock for large commercial ships, may reaso- nably be explained with a possible spread of X. securis larvae troughout the release of ballast waters.

Fig. 2. Monospecific dusters of Xenostrobus securis on plastic drums used as artificial buoys for fishing platform

Fig. 2. Cluster monospecifici di Xenostrobus securis su fusti di plastica 1 2 usati come galleggianti per chiatte da pesca.

This specific site had been already investigated in 2001- 2004 by Campani et al. (2004), but the target species was not recorded. It is therefore possible that the settlement of the observed population of X. securis has taken place between the years 2005-2006. However, as Campani et al. (2004) have limited their study on soft bottoms by means of a small dredge, the possibility that the species has been overlooked cannot be ruled out.

The proximity of the study site with the Orbetello la- goon, located in southern Tuscany, calls for an imme- diate monitoring activity of the possible spread of this species. The Orbetello lagoon, located in the Grosseto Province (between 42°25' and 42°29'N and between 11°10' and 11°17'E, covering a total area of 25.25 km2) is one of the Natural Reserves of the Grosseto Province (C.P 72, 13-mag-98). This lagoon has been affected in the past by severe eutrophication phenomena, deter- mined by the presence of treated urban and wastewa- ters from land based fish farms, which triggered sea- weed proliferation. At present, several restoration stra- tegies have been taken into account (e.g. Lenzi et al. 2003) to preserve and restore the original lagoon system.

Therefore, the spread of X. securis in the Orbetello la- goon may potentially have a severe, negative impact in this environment, as the species is able to become inva- sive and smother the infauna by covering soft sedi-

Fig. 3. Co-occurrence of Xenostrobus securis (arrows) and Mytilus galloprovincialis (Lamarck, 1 81 9) on submerged metal structures from the study area. Fig. 3. Associazione di Xenostrobus securis (frecce) e Mytilus galloprovincialis (Lamarck, 1 81 9) su strutture di metallo immerse nella zona studiata.

Fig. 4. Some specimens of Xenostrobus securis from the study site. Approximate length: 2 cm.

Fig. 4. Alcuni esemplari di Xenostrobus securis dall'area studiata. Lunghezza approssimativa di 2 cm

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First record of the invasive species Xenostrobus securis (Lamarck, 1819) (Bivalvia: Mytilidae) from Central Tyrrhenian Sea (Western Mediterranean)

Francesco Giusti, Bruno Dell'Angelo, Maurizio Sosso & Stefano Schiaparelli

merits. For this reason, the species is regarded as one of the worst invasive alien species in Europe by the SE- BI2010 working group (http://biodiversity-chm.eea.eu- ropa.eu/information/indicator/F1090245995), as well as in the Mediterranean (Streftaris & Zenetos, 2006).

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Lavoro ricevuto il 26 settembre 2007 Lavoro accettalo il 1 9 dicembre 2007

Boll. Malacol., 44 ( I -4): 15-19 (2008)

The identity of Nucula perminima Monterosato, 1875 and Yoldia striolata Brugnone, 1876 (BivaSvia: Protobranchia)

Rafael La Perna*

* Dipartimento di Geologia e Geofisica, Università di Bari, via Orabona 4,

70125 Bari, Italy, r.laperna@geo.uniba.it

Abstract

Two enigmatic protobranchs, Nucula perminima Monterosato, 1875 and Yoldia striolata Brugnone, 1876, are revised basing on material from the Monterosato collection. Nucula perminima, described from off Sciacca, southwestern Sicily, is a paedomorphic nuculid of which Nucula recondita Gofas & Salas, 1996 is a junior synonym. Yoldia striolata, described as a Pleistocene fossil from Ficarazzi, Palermo, has a complex systematic history: its synonym list includes Yoldia producía Monterosato, 1880 and Yoldiella seguenzae Bonfitto & Sabelli, 1995. The new combination is Yoldiella striolata (Brugnone, 1876).

Riassunto

È stata effettuata la revisione di due specie enigmatiche di protobranchi, Nucula perminima Monterosato, 1875 e Yoldia striolata Brugnone, 1876, sulla base di materiale presente nella collezione Monterosato. Nu- cula perminima, descritta dai fondi coralligeni al largo di Sciacca, è una specie pedomorfica e non uno sta- dio giovanile di nuculide come erroneamente ritenuto da Monterosato. Nucula recondita Gofas & Salas, 1996 ne è un sinonimo più giovane. È una specie criptica, capace di vivere anche in ambiente di grotta. Yoldia striolata, descritta per il Pleistocene di Ficarazzi presso Palermo, ha una storia sistematica complessa: la lista dei suoi sinonimi comprende Yoldia producta Monterosato, 1880 e Yoldiella seguenzae Bonfitto & Sabelli, 1995. La nuova combinazione applicata a questa specie è Yoldiella striolata (Brugnone, 1876). È una specie di acque profonde, presente in Mediterraneo e nel vicino Atlantico.

Key words

Systematics, Nucula, Yoldiella, Monterosato, Brugnone, Mediterranean.

Introduction

Nucida perminima Monterosato, 1875 and Yoldia striolata Brugnone, 1876 are two enigmatic protobranchs descri- bed in the early literature, the former from off Sciacca, southwestern Sicily, the latter as a Pleistocene fossil from Sicily. Nucula perminima remained totally forgotten in the malacological literature, but the recent descrip- tion of a new species, possibly a synonym of N. permini- ma, led the identity of this species to be debated. The hi- story of Yoldia striolata is a long sequence of synonymies and interpretations. In the present work, the identity of both species is discussed basing on material from the Monterosato collection (Museo Civico di Zoologia, Roma).

Nucula perminima Monterosato, 1875

Monterosato (1875a) described Nucida perminima from the coralligenous bottoms off Sciacca, Sicily Channel. It was said to be very small ("La pili piccola delle nostre Nii- culae e forse anche di quante se ne conoscono viventi e fossili"), but apparently consisting of mature specimens. It was compared with young stages and growth series of other nuculids and found specifically distinct, even from Nucida tenuis (non Nucida tenuis Montagu, 1803, but N. aegeensis Forbes, 1844, now in Ennucuta Iredale, 1931) which shares a smooth margin with N. perminima. A few years later, Monterosato (1878) listed some varie- ties of Nucida nucleus (L., 1758), including a var. minima

as a synonym of N. perminima. In the last note, Montero- sato (1881) definitely regarded N. perminima as the juve- nile stage of N. aegeensis.

The type material of Nucida perminima (MZR 14379, Fig. 1 D) consists of 12 valves and few complete shells (Fig. 1 A-C). This is a valid species, not a juvenile stage, clearly conspecific with the paedomorphic nuculid de- scribed from the Mediterranean as Nucula recondita by Gofas & Salas (1996: p. 430, figs. 14-22). The synonymy between N. perminima and N. recóndita was first repor- ted by Giannuzzi Savelli et al. (2001: p. 331, figs. 11-13) and Palazzi & Villari (2001: p. 24, figs. 91-96), but wi- thout the support of type material.

Nucida perminima actually is notably similar to the early stages of normal sized nuculid, as well documented by Gofas & Salas (1996) and this explains Monterosato's doubts about the taxonomic status. Up to the size of N. perminima (about 1 mm), all the juvenile nuculids have a smooth margin, but this species has well distinct, functional primary teeth whereas they are strongly re- duced or totally lost in the other species (Gofas & Salas, 1996). The larval shell is flatfish, with a central depres- sion (Gofas & Salas, 1996).

This species exhibits a remarkable variability in the shell outline. The type material is less elongate and more con- vex ventrally than the specimens illustrated by Gofas & Salas (1996). Shell elongation and ventral convexity are also variable in the shells illustrated by Giannuzzi Savelli et al. (2001) and Palazzi & Villari (2001). The

Rafael La Perna

Fig. 1. Nucula permìnima Monterosato, 1875. A-C. Syntypes, Sicily Channel, off Sclacca (MZR 14379): A, B. 1 .02 mm, c. 1 .03 mm. D. Monterosato's label. E-J. Grotta dell'Accademia, Ustica Island, southern Tyrrhenian (author's collection): E, F. 1.13 mm; G. 1.24 mm; H. 1.05 mm; I, J. 1.23 mm.

Fig. 1. Nucula permìnima Monterosato, 1875 A-C. Sintipi, Canale di Sicilia, al largo di Sciacca (MZR 14379): A, B. 1,02 mm; C. 1,03 mm. D. Etichetta di Monterosato. E-J. Grotta dell'Accademia, Isola di Ustica, Mar Tirreno meridionale (collezione dell'autore): E, F. 1,13 mm; G. 1,24 mm; H. 1,05 mm; I, J. 1,23 mm.

shells from a shallow water cave (Di Geronimo et al., 1997) have a slightly more oblique outline (Fig. 1 E-J). The life habits of N. permìnima must be notably different from those of the normal sized nuculids, inhabiting soft bottoms as shallow burrowers. The original records of N. permìnima and N. recondita are from hard substrates, the former from cavities and crevices in volcanic boul- ders colonized by Corailum rubrum, the latter from rocky bottoms with Laminaria and from Posidonia beds. Di Geronimo et al. (1997) reported this species from ca- ve assemblages obtained from sediment samples. Also the record by Palazzi & Villari (2001) is from cave as- semblages. Nucula perminima is evidently a cryptic spe- cies, as suggested by Di Geronimo et al. (1997: p. 24). Thanks to miniaturization, implying a lowering of energy requirement, it is able to cope with the oligotro- phic conditions in the caves (Hayami & Kase, 1993). Similar considerations could be also applied to Nucula bicornis, another paedomorphic species from the Canary Islands, also described by Gofas & Salas (1996). According to Hanken & Wake (1993), miniaturization may imply important phylogenetic perspectives. The suggestion by Gofas & Salas (1996) about the need for a new genus for these paedomorphic nuculids is herein strongly supported. Concerning this, other cases of mi- niaturized molluscs, such as the mytilid Dacrydium Torell, 1859 (Ockelmann, 1983; Salas & Gofas, 1997) and the nuculanid Microgloma Sanders & Allen, 1973 (Ockel- 1 6 mann & Warén, 1989), constitute systematic precedents.

Yoldin striolata Brugnone, 1876

Brugnone (1876: p. 9, fig. 9) described Yoldia striolata from Ficarazzi (Palermo), an Early Pleistocene (Sicilian) locality, frequently mentioned in the early literature on fossil molluscs (see Greco, 1986). The original illustra- tion is poor, only showing the external surface of an ovate, moderately inequilateral bivalve with a weak commarginai sculpture and a relatively prominent um- bo. No type material of Y. striolata was found in the Bru- gnone collection (Museo "G.G. Gemmellaro", Univer- sity of Palermo) nor in the Monterosato collection.

The history of this species starts with Monterosato (1875b), who introduced Leda (Yoldia) producía as a no- men nudum for an extant species from off Palermo, quo- ting Yoldia abyssicola Torell, 1859 as a dubious synonym. It was then reported (Monterosato, 1877) from the Pleistocene of Ficarazzi, as a synonym of Y. abyssicola and Y. striolata and again as a synonym of Y. abyssicola in a checklist of living Mediterranean molluscs (Monte- rosato, 1878). Finally, Monterosato (1880) made availa- ble the name Yoldia producía by giving a reference to the published description of Y. striolata Brugnone, mentio- ning "type given by the author" and Y. abyssicola (non Torell) sensu Monterosato, 1878 as a misidentification of the same species. Therefore, Yoldia producía is an objecti- ve synonym of Y. striolata. It was said to be "different from Y. lenticula, Moll. (- Y. abyssicola , Torell), which is from Norway and all the Arctic region".

Seguenza (1877: p. 1180, pi. 5, fig. 28) reported Yoldia abyssicola Torell, 1859 from the Plio-Pleistocene of Southern Italy, with Y. producto and Y. striolata as syno- nyms. The illustration shows a bivalve somewhat simi- lar to Yoldiella philippiana (Nyst, 1845), with a narrower posterior side and a commarginai striation. The same synonyms were listed for Yoldia abyssicola in a later work (Seguenza, 1879: p. 284).

Jeffreys (1879: p. 54) reported Leda striolata Brugnone from some deep water stations in the Northeast Atlan- tic, with Yoldia abyssicola sensu Seguenza and Yoldia pro- ducía Monterosato as synonyms. It was compared with Leda lenticula Moller, 1842 as follows: "flatter, more sharply pointed or wedge-shaped at the anterior [sic] end, and concentrically striated; the striae are regular and sometimes numerous, but usually distant and co- vering the front only". Jeffreys added: "I had provisio- nally named this species acutalis".

Warén (1989) gave an identity to Yoldia striolata, relying on material from the Jeffreys collection. For unknown reasons (mislabelling?), he found no difference between the material referred therein to striolata Brugnone and

to pusio Philippi, although these species were kept as distinct by Jeffreys (1879). Since Leda pusio sensu Jeffreys was mostly based on his var. latior, misidentified as var. salicensis Seguenza, 1877 (Jeffreys, 1876, 1879), Warén (1989) proposed the synonymy striolata = latior = salicen- sis and applied the combination Neilonella striolata (in family Neilonellidae Schileyko, 1989) to Leda pusio var. latior Jeffreys, 1876.

Allen & Sanders (1996), basing on the illustration of Yoldia abyssicola by Seguenza (1877), concluded that pro- ducía and striolata were the same species, without men- tioning that they are objective synonyms, and different from Leda pusio var. latior to which they applied the combination Neilonella salicensis.

More recently, Jeffreys' var. latior was moved to the ge- nus Pseudoneilonella Laghi, 1986 (Neilonellidae) as P. la- tior (Jeffreys, 1876) by La Perna (2007). In the same work, Pseudoneilonella pusio (Philippi, 1844) and P. sali- censis (Seguenza, 1877) from the Mediterranean Plio- Pleistocene, were kept as distinct species.

Warén's (1989) interpretation of Yoldia striolata as Leda pusio var. latior Jeffreys was questioned by Di Geronimo

Fig. 2. A-C, E-H. Yoldiella striolata (Brugnone, 1876). A, B. Syntype of Yoldia producía Monterosato, 1880, Palermo, 210 m, 4.68 mm (MZR 14425). C. Marseille, 3.20 mm (MZR 14425) D. Monterosato's label [Leda (Yoldia) abyssicola Torell = L producía Monterosato Pal. 210 ml}. E-G. Archi (sou- thern Calabria), Early-Middle Pleistocene: E, F. 4.06 mm (author's collection): G. 3.51 mm (author's collection). H. Southern Tyrrhenian, Eocumm95 st. 14, 38°20'08" N, 14°10'47" E, 1139 m, 3.20 mm (author's collection). I-K. Yoldiella philippiana (Nyst, 1845): I. Villafranca Tirrena (Messina), Early Pleistocene, 5.20 mm (author's collection). J, K. Syntype of Nucula tenuis Philippi, 1844, 3.60 mm (Humboldt Museum, Berlin; photo A. Warén).

Fig. 2. A-C, E-H. Yoldiella striolata (Brugnone, 1876). A, B. Sintipo di Yoldia producía Monterosato, 1880, Palermo, 210 m, 4,68 mm (MZR 14425). C. Marsiglia, 3,20 mm (MZR 14425) D. Etichetta di Monterosato [Leda (Yoldia) abyssicola Torell = L. producía Monterosato Pai. 210 mi). E-G. Archi (Calabria meridionale), Pleistocene inferiore-medio E, F. 4,06 mm (collezione dell'autore): G. 3,51 mm (collezione dell'autore). H. Mar Tirreno meridio- nale, Eocumm95 st. 14, 38°20'08" N, 14°10'47" E, 1139 m, 3,20 mm (collezione dell'autore). I-K. Yoldiella philippiana (Nyst, 1845): I. Villafranca Tirrena (Messina), Pleistocene inferiore, 5,20 mm (collezione dell'autore). J, K. Sintipo di Nucula tenuis Philippi, 1844, 3,60 mm (Museo Humboldt, Berlino; foto A. Warén).

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The identity of Nucula perminima Monterosato, 1875 and Yoldia striolata Brugnone, 1876 (Bivalvia: Protobranchia)

Rafael La Perna

a

Testa minuta, ovata, subaecjuilatera Shell small, ovate, subaequilateral

+

transversim tenuiter striata transversally finely striated

+

striae in medio testae remotiores,

in umbonibus obsoletae

striae more distant in the middle of shell,

lost on umbo

+

lateribus rotundatis ; postico subattenuato, vix altero productiore

both sides rounded; posteriorly narrower and slightly more elongate

+

margine integro margin smooth

+

b

Differt a Yoldia tenui (Nucida) Phil., cujus formam quadammodo simulat,

It differs from Yoldia tenuis, to which it is somewhat similar in shape.

testa majore by a larger

ventricosiore more convex shell

+

umbonibus tumidioribus et magis incurvis umbo more inflated and curved

+

ángulo apicali acutiore umbonal angle sharper

+

latere postico retuso posterior side obtuse

+

externa superfcicie argute striata outer surface distinctly striated

+

Tab. 1. Original description of Yoldia striolata Brugnone, 1876. Crosses indicate full correspondence with the characters of Yoldiella seguenzae Bonfitto & Sabelli, 1995 (a) and with the differences between Y. seguen- zae and Y. philippiana (b).

Tab. 1. Descrizione originale di Yoldia striolata Brugnone, 1876. Le cro- cette indicano piena corrispondenza con i caratteri di Yoldiella seguen- zae Bonfitto & Sabelli, 1995 (a) e con le differenze fra Y. seguenzae and Y. philippiana (b).

& La Perna (1997) and La Perna (2003), but without pro- posing an alternative interpretation. Brugnone descri- bed his species using the word striata and compared it with Nucida tenuis Philippi, 1844, i.e. Yoldiella philippiana (Nyst, 1845) (see Warén, 1989 for the nomenclatural hi- story of Nucida tenuis Philippi, 1844). Yoldia striolata must be then a protobranch with a sculpture of corn- marginal striae, different from the coarser sculpture of Pseudoneilonella latior and similar, in the gross shell mor- phology, to Yoldiella philippiana. On the other hand, To- rell's Yoldia abyssicola is a junior synonym of Yoldiella lenticula (Moller, 1842), an Arctic species somewhat si- milar to Y. philippiana (Warén, 1989: p. 239, figs. 8c, d; lOe, f).

The proper understanding of Brugnone's species should 1 8 be based on the concept which Monterosato (1880) had

of this species: he had the possibility to compare his Recent material of producía side by side with the fossil type of striolata, given by Brugnone (see above), and realized that they were the same species. The material of Yoldia producía (MCZ 14425, Fig. 2 D) consists of two valves and a few fragments from off Palermo (Fig. 2 A,

B) and of a single, smaller valve from Marseille (Fig. 2

C) . This material is conspecific with Yoldiella seguenzae Bonfitto & Sabelli, 1995, described from the Tyrrhenian Sea (Bonfitto & Sabelli, 1995). Yoldiella striolata (Brugnone, 1876) is then the new combination for Yoldia striolata.

There is a close match between the description of Yoldia striolata and the characters of Yoldiella seguenzae (Tab. 1 A). Also the differences remarked by Brugnone (1876) between Yoldia striolata and Yoldia tenuis (Philippi) cor- respond to the differences between Yoldiella seguenzae and Y. philippiana (Tab. 1 B). The only apparent discre- pancy lays in size: Y. striolata was said to be larger than y. philippiana, but the two species attain a similar maxi- mum shell size, about 5 mm in length, according to the morphometric data by Bonfitto & Sabelli (1995). Bru- gnone's specimen was described as being 6 mm long, 4.5 mm high and 3 mm wide: it was then particularly large, but the length to height ratio is 1.33, close to 1.38 calculated for the largest valves (5.0 mm in length) of Y. seguenzae from the data of Bonfitto & Sabelli (1995).

The sculpture of Yoldiella striolata is somewhat variable, from a pattern of well defined commarginai striae, mainly near the ventral margin, to almost consisting of only growth lines, as seen in the present illustrations (Fig. 2 A-C, E-H) and in other illustrated material (Bonfitto & Sabelli, 1996: fig. 5, 6; Di Geronimo & La Perna, 1997: pi. 7, figs. 5, 6; Giannuzzi Savelli et al., 2001: figs. 58, 59). The same illustrations also cover the variability range in shell shape of this species. For com- parison, material of Yoldiella philippiana is here illustra- ted (Figs. 2 I-K), including a syntype of Nucida tenuis Philippi, 1844.

Yoldiella striolata is a deep water species, also occurring in the adjacent Atlantic, with a depth range of 500-2000 m (Bonfitto & Sabelli, 1995; Salas, 1996; La Perna, 2003). The Ficarazzi stratigraphic sequence includes shallow water calcarenites and fine grained deposits of outer shelf-upper slope deposition (Buccheri, 1983, 1984). Some bathyal species were reported from this locality by Monterosato (1872).

Acknowledgements

A special thank to Lionello Tringali (Rome), for his kind assistance at the Monterosato collection and to Anders Warén (Naturhistoriska riksmuseet, Stockholm), for help at various stages. Serge Gofas (Universidad de Màlaga) and John Alien (University Marine Biological Station, Millport) are acknowledged for their careful re- view.

Work supported by Fondi di Ricerca d'Ateneo 2006 (resp. La Perna).

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Lavoro ricevuto il 22 agosto 2007 Lavoro accettato il 20 novembre 2007

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The identity of Nucula perminima Monterosato, 1875 and Yoldia striolata Brugnone, 1876 (Bivalvia: Protobranchia)

Boll. Malacol., 44(1-4): 21-25 (2008)

Two new species of Caecidae from the Indo-Pacific (Gastropoda)

Mauro Pizzini* (El), Italo Nofroni# & Antonio Bonf itto°

* Largo della Caffarelletta 6,

001 79 Roma, Italy, plzzlni.mauro@gmall.com, (is) corresponding author

# Via B. Croce 97,

00142 Roma, Italy,

italo. nofronl@uniroma1 .it

° Università di Bologna, Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale, Via Selml 3, 40126 Bologna, Italy, bonfitto@alma.unlbo.lt

Abstract

Two species of the family Caecidae are described as new from the Indo-Pacific: Caecum varanoi n. sp. and Caecum smriglioi n. sp. Among the other Indo-Pacific congeners, Caecum varanoi n. sp is only comparable to C. heterapex Habe, 1963, with which it has been confused. Although a single specimen of Caecum smriglioi n. sp. was found, the new species is proposed on the basis of its unique morphological charac- ters, allowing it to be clearly distinguished from all the others Indo-Pacific ringed caecids so far known.

Riassunto

Vengono descritte due nuove specie della famiglia Caecidae, Caecum varanoi n. sp. e Caecum smriglioi n. sp., per l'Indo-Pacifico. Tra le altre specie indopacifiche, Caecum varanoi n. sp. è confrontato con Caecum heterapex Habe, 1963, con il quale la nuova specie è stata finora erroneamente identificata. Caecum vara- noi n. sp. è caratterizzato da un setto uncinato lateralmente, unico nel suo genere, e da anelli concentrati nella zona aperturale ed apicale. Sebbene Caecum smriglioi n. sp. si conosca un solo esemplare, la nuo- va specie possiede caratteri così peculiari da risultare inconfondibile nell'ambito dei Caecidae indopacifici a scultura anulare attualmente noti. Essa presenta un'appariscente scultura anulare su tutto il tubo ed un setto vistosamente acuminato. Essa è confrontata con Caecum sepimentum de Folin, 1868, C. vertebrale Hedley, 1899, C. clarum Folin in Lamy, 1909 e C. heterapex Habe, 1963, le specie più affini dal punto di vi- sta morfologico.

Key words

Gastropoda, Caecidae, systematics, new species, Indo-Pacific.

Abbreviations

AMS = Australian Museum, Sydney (Australia); MNHN = Muséum national d'Histoire naturelle, Paris (France); MZB = Museo di Zoologia dell'Università di Bologna (Italy); NSMT = National Science Museum, Tokyo (Japan); ZSM = Zoological State Collection Munich (München, Germany); MPR = Mauro Pizzini, Roma (Italy); leg. = collected by; es = empty shell(s), without soft parts and/or operculum; ph = type mate- rial examined through photos (NHML, AMS, NMST); max. diam. = maximum diameter; min. diam. = mini- mum diameter.

Introduction

For the last few years, two of the present authors (Piz- zini & Nofroni) have been dealing with the systematics of the family Caecidae in the Lusitanean (Mediterra- nean and Atlantic), West Africa and Indo-Pacific areas. Recently, a large work of revision of the South-West Pacific caecids, based on material from the MNHN Oceanographic Expeditions (1976-2000), was brought to terms. More recently, other material coming from the Indo-Pacific was obtained in addition to material from AMS, that is still being studied. Two new species with peculiar morphological characters, found in this mate- rial, are described separately in the present work.

Systematics

Class Gastropoda Cuvier, 1797 Superfamily Rissooidea Gray J.E., 1847 Family Caecidae Gray J.E., 1850 Genus Caecum Fleming, 1813

Caecum varanoi sp. nov.

Fig. 1 A-F

Caecum heterapex Habe, 1963 sensu Hasegawa, 2000: p. 171, pi. 85, fig. 4.

Type material

Holotype (AMS C415402 - n.000384C) (length 3.2 mm, min. diam. 0.5 mm, max. diam. 0.6 mm) from the type locality. Paratype A (AMS C415409 - n.000382C) (length 3.3 mm, min. diam. 0.5 mm, max. diam. 0.6 mm, 42 rings), Papua-New Guinea, Port Moresby, Eia Beach, 1 es, 9°29.000' S, 147°9.000' E, beach, 1956, leg. J.S. Colman & T. Iredale. Paratype B (AMS C415411 - n. 000382C, broken), Papua-New Guinea, Port Moresby, Eia Beach, 9°29.000' S, 147°9.000' E, beach, 1956, leg. J.S. Colman & T. Iredale. Holotype and paratypes A and B in AMS.

Type locality

Papua-New Guinea, Milne Bay (about 400 Km East of Port Moresby), 10°23.000' S, 150°25.000' E.

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Mauro Pizzini, Italo Nofroni & Antonio Bonfitto

Fig. 1 A-F. Caecum varanoi n. sp., holotype: A. shell (scale bar = 500 pm); B. detail of microsculpture near the aperture (scale bar = 10 pm); C. detail of microsculpture near the septum (scale bar = 50 pm), D. detail of microsculpture in the middle part of the tube (scale bar = 100 pm); E. septum, api- cal view (scale bar = 1 00 pm); F. Septum, ventral view (scale bar = 1 00 pm).

Fig. 1 A-F. Caecum varanoi n. sp., olotipo: A. conchiglia (scala = 500 pm); B. dettaglio della microscultura in prossimità dell'apertura (scala = 10 pm); C. dettaglio della mlcroscultura In prossimità del setto (scala = 50 pm); D. dettaglio della microscultura sulla parte centrale del tubo (scala = 100 pm); E. setto, veduta aplcale (scala = 100 pm); F. setto, veduta ventrale (scala = 100 pm).

22

Other material

Caecum heterapex Habe, 1963 holotype (ph) (broken), Mo 39925 (NSMT); Caecum heterapex Habe, 1963 sensu Hase- gawa K. (2000; pi. 85, fig. 4), 1 es, near Amami Oshima, Kyushu Isl. (Japan), in beach drift, leg. K. Sakurai, Mo 73566 (NSMT); Caecum varami, 3 es (all worn) 3 m, Freedom, Phuket Is. (Thailand), leg. I. Nofroni, 04/1995, (MPR); Caecum varami, 1 es, Tutuila Isl. (American Sa- moa Islands), beach along the Pago-Pago Airport, leg. Don Barclay, 06/2003 (ZSM); C. cfr varami, 1 es, in the middle of Vaisala Lagoon, Western Samoa Isl., 4 m, un- der dead branch coral plate (ZSM).

Description

Shell medium sized for genus (length 3.3 mm; diameter 0.5-0. 6 mm), slightly curved, clearly subcylindrical in the adapical part, then regularly cylindrical, with about 42 somewhat raised, regularly spaced, transverse rings, stronger at periphery of shell, weaker or rather obsolete in the center (Paratype A), separated by interspaces nearly wide than rings. Under SEM, intervals with lon- gitudinal, irregular, very fine microstriae, extending to tip of ribs. Aperture bell-shaped toward the inner side, without swelling, with 4-5 strong rings. Septum stron- gly protruding over cutting plane. Peculiar muero, ton- gue-like, oriented towards right side at about 25°-30° in ventral view, with deeply concave dorsal margin. Shell yellowish in color. Operculum and soft parts unknown.

Distribution

Papua-New Guinea, Japan, Thailand and Samoa Islands.

Derivatio nominis

This species is named after Gerardo Varano (Rome, Italy), first Author's friend.

Remarks

Habe (1963) introduced Caecum heterapex from Amami Island (Kyushu, Japan) without providing any illustra- tion. Subsequently, in 1978, the same Author published a picture of this species which neither shows resemblan- ce with the holotype stored in NSMT (Fig. 2 E), nor cor- responds to the original description (Pizzini et al., sub- mitted). This picture was re-figured, as a drawing, by Kato (1990) as Caecum heterapex Habe, 1963. Higo et al. (2001) illustrated the type of Caecum heterapex (NSMT - 39925), which appears broken and ruined by Byne's dis- ease (shell corrosion due to acid vapours), but clearly belonging to Caecum clarum Folin in Lamy, 1909 (Pizzini et al., submitted). Hasegawa (2000: p. 171, fig. 4), in his revision of the molluscs from Japan, quoted as Caecum heterapex Habe, 1963, a specimen evidently not belon- ging to Habe's species, but to the species here described. Caecum varami n. sp. is somewhat similar to Caecum cla- rum (Fig. 2 F) in tube shape and sculpture pattern, but it

differs from the latter by its peculiar shape of the sep- tum, a smaller number of rings (30 vs 42), the subcylin- drical shape of the adapical part of tube and larger size. As in many other species of the family Caecidae (Absalào et al., 2002: p. 171), the sculpture of the tube can be completely or partly lost. Caecum varami n. sp. shows a strong ringed sculpture only on the first and last parts of the tube, while it is almost absent in the middle part.

Caecum smriglioi sp. nov.

Fig. 2 A-C

Holotype in MZB, from the type locality, length 4.00 mm; max. diam. 0.95 mm, leg. C. Smriglio

Hikkaduwa (Sri-Lanka), SW coast, about 200 km South of Colombo, 4 m depth, sandy bottom.

Caecum sepimentum Folin, 1868, 23 syntypes from Mau- ritius and La Reunion (MNHN), and hundreds shells from all through the Indo-Pacific. Caecum heterapex Ha- be, 1963, holotype, Ankyaba, Kakeroma-Jiima, near Ama- mi-Oshima, Japan (NSMT). Caecum clarum Folin in La- my, 1909, 55 syntypes, Nossibé, Madagascar (MNHN).

Shell medium sized for genus (length 4 mm; max. diam. 0.95 mm), slightly curved, slightly subcylindrical only towards the adapical side, then perfectly cylindrical to the end, with about 23 strongly raised, acute, almost la- mellar rings, with deep U-shaped interspaces, nearly wide as rings, giving a characteristic wavy outline, with a sinuous shape of the rings from the adapical part of the tube to the half of its length. Interspaces with very fine, longitudinal, worm-like microstriae extending to rings. Aperture large, with outer swelling, with 5 thin rings. Septum slightly recessed, with a pointed muero usually oriented to the right side at 30° to 40°. Shell milk- white in color. Operculum and soft parts unknown.

This species is dedicated to Carlo Smriglio (Rome, Ita- ly), an old malacological friend, who supplied us with the Caecum specimen. 23

Type locality

Other material

Distribution

The species is currently known only from Sri-Lanka.

Derivatio nominis

Type material

Description

Two new species of Caecidae from the Indo-Pacific (Gastropoda)

Mauro Pizzini, Italo Nofroni & Antonio Bonfitto

Fig. 2. A-C. Caecum smriglioi n. sp., holotype; A. entire shell (scale bar = 1 mm), B. septum, apical view (scale bar = 100 pm); C. detail of microsculp- ture (scale bar = 100 pm); D. Caecum sepimentum Folin, 1868, Passe de Touho, New Caledonia (scale bar = 100 pm); E. Caecum heterapex Habe, 1963, holotype, Ankyaba, Kakeroma-Jima, near Amaml-Oshima, Kyushu Isl., Japan, (scale bar = 1 mm); F. Caecum clarum Folin in Lamy, 1909, Anse de Koumac, New Caledonia (scale bar = 100 pm); G. Caecum vertebrale Hedley, 1899, Passe de Touho, New Caledonia (scale bar = 100 pm).

Fig. 2. A-C. Caecum smriglioi n. sp., olotipo: A. conchiglia (scala = 1 mm); B. setto, veduta apicale (scala = 100 pm); C. dettaglio della microscultura (scala = 100 pm). D. Caecum sepimentum Folin, 1868, Passe de Touho, Nuova Caledonia (scale bar = 100 pm); E. Caecum heterapex Fiabe, 1963, olo- tipo, Ankyaba, Kakeroma-Jima, near Amami-Oshlma, Kyushu Isl., Giappone, (scala = 1 mm); F. Caecum clarum Folin In Lamy, 1909, Anse de Koumac, Nuova Caledonia (scala = 100 pm), G. Caecum vertebrale Hedley, 1899, Passe de Touho, Nuova Caledonia (scala = 100 pm).

Remarks

The new species can be easily distinguished on the ba- sis of its wavy outline due to the sharp, somewhat la- mellar rings and the microsculpture pattern. Among the 24 Indo-Pacific ringed species, only Caecum sepimentum

Folin, 1868, C. vertebrale Hedley, 1899, C. clarum Folin in Lamy, 1909 and C. heterapex Habe, 1963 show resem- blances with C. smriglioi n. sp. Caecum sepimentum (Fig. 2 D) and C. vertebrale (Fig. 2 G) share the sculpture out- line of C. smriglioi n. sp., but the rings are more roun- ded. Furthermore, the microsculpture is less marked. In

C. sepimentum and in C. vertebrale the septum is dome- shaped, more or less protruding, while C. smriglioi n. sp. has a pointed muero, turned to the right side. The new species differs from C. clarum (Fig. 2 F) and C. hete- rapex (Fig. 2 E) in the h/D ratio, the swollen aperture and the different septum shape, more squashed in C. clarum and C. heterapex. Occasionally, some specimens of C. clarum have lamellar rings, similar to those of C. smriglioi n. sp., but the presence of a well impressed mi- crosculpture makes the latter definitely different from Habe's species.

Acknowledgments

We wish to thank Kazunori Hasegawa (NSMT) who sent us photos of the type material of Caecum heterapex and for supporting us with bibliography, Philippe Bou- chet and Enrico Schwabe which allowed us to study material stored respectively in MNHN and ZSM. We are also grateful to Alia Tabasam, Bruno Sabelli and Genny Checchi for revising the English text.

References

Absalào R.S. & Pizzini M, 2002. Critical analysis of subgene- ric taxa of the Subfamily Caecinae (Caecidae: Caenogastro- poda). Archiv fiir Molluskenkunde ; 131 (1-2): 167-182.

Habe T., 1963. Eight minute species from Amami Islands far South of Kyushu including six new species. Venus, Japanese Journal of Malacology; 22 (3): 229-239.

Hasegawa K., 2000. Caecidae, in Okutani T. (ed.), Marine Mollusks in Japan. Tokyo, Tokai University Press, 1173 pp. [in Japanese].

Higo S., Callomon P. & Goto Y., 2001. Catalogue and biblio- graphy of the Marine shell-bearing Mollusca of Japan. Gastropo- da. Bivalvia. Polyplacophora. Scaphopoda. Type figures. Osaka, Elle Scientific Publications, 208 pp.

Kato S., 1990. Discussion on Caecidae. Hitachiobi ( The Reports of the Tokyo Malacological Society); 56: 8-21 [in Japanese].

Lamy E., 1909. Coquilles marines recueillies par M. F. Geay à Madagascar (1905). M'emoires de la Société Zoologique de France, Paris ; 22: 299-346.

Lavoro ricevuto il 20 dicembre 2007 Lavoro accettato il 6 febbraio 2008

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Two new species of Caecidae from the Indo-Pacific (Gastropoda)

Boll. Malacol., 44(1-4): 27-37(2008)

Una nuova specie di Platyla per il sud Italia

(Gastropoda: Prosobranchia: Aciculidae)

Marco Bodon* & Simone Cianfanelli# (Kl)

* Dipartimento

di Scienze Ambientali dell'Università di Siena,

Via PA. Mattioli 4,

53100 Siena, Italia

* Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze, sezione

di Zoologia "La Specola", Via Romana 17,

50125 Firenze, Italia, simone.cianfanelli@unifi.it, (h) autore corrispondente

Riassunto

Si descrive Platyla talenti I n. sp., un aciculide endemico dei versanti tirrenico e ionico di alcune regioni ita- liane (Campania, Calabria, Basilicata). La nuova specie si distingue dalle altre Platyla del sud Italia per il cer- cine peristomiale molto sviluppato. Fra le specie congeneriche, quella che presenta le maggiori affinità morfologiche è P elisabethae (Pintér & Szigethy, 1973), della Croazia, dalla quale P talenti I n. sp. si diffe- renzia per il cercine peristomiale meno sporgente posteriormente e con un solco stretto dove si raccorda alla parete dell'ultimo giro. Oltre al caratteri anatomici, vengono forniti alcuni dati ecologici relativi alla nuova specie. Per ciascuna delle entità congeneriche attualmente presenti In Italia si fornisce una mappa di distribuzione.

Abstract

A new species belonging to the family Aciculidae has been discovered during researches in Southern Italy: Platyla talenta n. sp., endemic of the Tyrrhenian and Ionian side of some Italian regions (Campania, Calabria, Basilicata). The new species differs from other South Italian Platyla for its well developed external peristomal rib. P elisabethae (Pintér & Szigethy, 1973) from Croatia, the closest congener, differs from P talenta n. sp. by having the peristomal rib more protruding posteriorly and a large groove at the end near the last whorl of the shell. Anatomical details and some ecological Items about the new species are given. The distribution map of all the recent Italian congeners is provided.

Parole chiave

Prosobranchia, Aciculidae, Platyla, nuova specie, sistematica, sud Italia.

Introduzione

Gli Aciculidae sono una famiglia di piccoli gasteropodi prosobranchi terrestri, che vivono nella lettiera e nel suolo, con una distribuzione limitata alla Regione Pa- leartica occidentale.

Le loro ridotte dimensioni e la loro rarità, in particolare di esemplari viventi, ne hanno reso difficile lo studio tassonomico che, tra l'altro, si è tradizionalmente basato sui caratteri della conchiglia, in particolare sulla presen- za o assenza di solchi o costole assiali, sulle dimensioni, sulla forma e sul colore del nicchio, sulla morfologia e spessore del cercine esterno al peristoma, sulla presenza di un'insenatura sull'inserzione superiore del peristoma e, in alcuni casi, sulla presenza o meno di un tubercolo parietale (Boeters et al., 1989).

Gli studi anatomici sono stati effettuati solo su poche specie e non hanno rivelato nessun carattere determi- nante ai fini tassonomici, a causa della semplicità e del- l'omogeneità degli apparati genitali e degli altri organi interni (Creek, 1954; Jackiewicz, 1967; Bodon & Boato, 1987; Boeters et al., 1989; Bodon, 1994).

La famiglia comprende quattro generi: Acicala Hart- mann, 1821, Platyla Moquin-Tandon, 1856, Renca Nevill, 1880 e Menkia Boeters, Gittenberger & Subai, 1985 (Boe- ters et al., 1989). Escluso Menkia, endemico della Peni- sola Iberica, gli altri tre generi possiedono una diffusio- ne più ampia e sono tutti presenti in Italia. La specie

nuova qui descritta appartiene al genere Platyla, genere caratterizzato dall'assenza di solchi o di costole assiali sulla superficie della conchiglia.

Materiale e metodi

Conchiglie vuote ed esemplari completi di parti molli sono stati raccolti con l'ausilio di vagli a maglie di gran- dezza decrescente, utilizzati per setacciare lettiera e ter- riccio prelevati alla base o nelle anfrattuosità di pareti rocciose calcaree o sotto pietre in boschi di sclerofille o di latifoglie. Nicchi vuoti sono stati raccolti, inoltre, se- tacciando le posature alluvionali depositate dalle piene lungo le sponde dei corsi d'acqua.

Le fotografie (conchiglie e radule) sono state realizzate montando i campioni su supporti di alluminio coperti da mastice conduttivo, vaporizzati quindi con grafite e oro ed esaminati tramite un microscopio elettronico a scansione Philips 515 SEM. Le dimensioni (altezza della conchiglia, diametro della conchiglia, altezza dell'aper- tura e diametro dell'apertura) sono state misurate con un oculare micrometrico su un microscopio stereoscopi- co (Wild M5A).

Il materiale per l'esame anatomico, fissato in alcool 80%, è stato studiato con l'ausilio di uno stereomicro- scopio (Wild M5A). Dopo la frammentazione della con- chiglia, il corpo isolato è stato anatomizzato mediante pinzette da orologiaio a punta molto fine. Gli animali

Marco Bodon & Simone Cianfanelli

estratti dal nicchio e i dettagli anatomici sono stati dise- gnati con una camera lucida. Le radule sono state estrat- te dai bulbi boccali, lavate in acqua distillata e preparate per l'esame al SEM con la tecnica sopra specificata.

Le indicazioni di raccolta sono riportate come segue: si- to di prelievo e località, altitudine, comune e sigla della provincia tra parentesi, coordinate UTM, raccoglitori e date; infine, tra parentesi, numero di esemplari (conser- vati in alcool) e/o di nicchi (conservati a secco) e la col- lezione dove il campione è depositato. I nomi delle lo- calità e le coordinate UTM (ED 50) sono state tratte dal- la cartografia d'Italia ufficiale (IGM), 1:25.000, 1:50.000 o 1:100.000. In alcuni casi, località più dettagliate sono state tratte da cartografie regionali o locali.

Famiglia Aciculidae J.E. Gray, 1850

Platyla talenta n. sp.

Figg. 1-4, 6B, 7B

Diagnosi

Conchiglia piccola, subcilindrica allungata, di colore bruno-giallastro, con apertura piriforme, un po' trape- zoidale; peristoma un poco riflesso e munito, esterna- mente, di un grosso cercine, molto sporgente al centro del suo spessore, posteriormente arrotondato e brusca- mente interrotto, con un solco stretto dove si raccorda alla parete dell'ultimo giro.

Diagnosis

Shell small, almost cylindrical, brown-yellowish in colour, with pear-like mouth, slightly trapezoidal; peristome slightly reflected and with a large external rib, very protruding in the middle part of its thickness, posteriorly rounded and roughly stopped, with a narrow groove at the end near the last whorl of the shell.

Descrizione

Conchiglia (Figg. 1-2): piccola, subcilindrica allungata, di colore bruno-giallastro, trasparente se fresca, con api- ce leggermente conico, ottuso. Superficie esterna liscia, percorsa da alcune strie radiali di accrescimento, molto distanziate. Microscultura della protoconca e della telo- conca composta da microfossette, visibili solo ad alto ingrandimento e disposte in ordine sparso. Spira forma- ta da 4 V2 - 6 \ anfratti poco convessi, a crescita lenta e regolare, provvisti di una lieve carena subsuturale; l'ul- timo giro forma poco meno della metà dell'altezza del nicchio; suture poco profonde. Apertura piccola, piri- forme, un po' trapezoidale, con peristoma un poco ri- flesso e ben ispessito, appena sinuoso in corrisponden- za dell'inserzione superiore, dilatato in corrispondenza del margine columellare. Margine esterno del peristoma munito di un vistoso cercine, molto sporgente, poste- riormente arrotondato e bruscamente interrotto. Un sol- co stretto si interpone tra il margine posteriore del cerci- ne e la parete dell'ultimo giro. Ombelico chiuso. Dimen- sioni (Tab. 1): altezza della conchiglia: 2,90-4,62 mm; dia-

Località

H

D

h

d

N

Passeggiata dei Fortini, Mesóla, Isola di Capri (Capri, NA)

3,16 ±0,18 (2,90-3,28)

1,21 ± 0,03 (1,17-1,24)

0,94 ± 0,04 (0,88-0,97)

0,69 ± 0,02 (0,66-0,71)

4

Pizzolungo dopo Casa Romita, Isola di Capri (Capri, NA)

3,40

1,25

0,95

0,72

1

Presso la Grotta dell'Angelo (Olevano sul Tusciano, SA)

3,58 ± 0,23 (3,30-3,81)

1,27 ± 0,11 (1,12-1,37)

1,03 ± 0,03 (0,99-1,04)

0,76 ± 0,01 (0,74-0,76)

4

F. Tusciano, loc. Presa S. Giacomo (Olevano sul Tusciano, SA)

3,52 ± 0,24 (3,20-3,86)

1,33 ± 0,06 (1,27-1,42)

0,98 ± 0,04 (0,92-1,02)

0,71 ± 0,04 (0,64-0,76)

8

Presso Casone d'Aresta (Petina, SA)

3,66 ± 0,24 (3,30-3,91)

1,31 ± 0,05 (1,27-1,37)

1,01 ± 0,03 (0,97-1,04)

0,71 ± 0,05 (0,66-0,79)

8

Gole del F. Calore tra Felitto e Magliano Nuovo (Magliano Vetere, SA)

3,76 ± 0,29 (3,49-4,30)

1,41 ± 0,06 (1,30-1,47)

1,04 ± 0,04 (0,97-1,10)

0,76 ± 0,04 (0,70-0,80)

5

Argine del F. Bussento di fronte alla Grotta del Bussento (Morigerati, SA)

3,98 ± 0,21 (3,66-4,11)

1,44 ± 0,05 (1,37-1,47)

1,06 ± 0,02 (1,04-1,09)

0,77 ± 0,02 (0,74-0,79)

4

Argine del T. Bussentino 1 km ca. a NE da Casaletto Spartano (Casaletto Spartano, SA)

4,08 ± 0,27 (3,40-4,62)

1,54 ± 0,08 (1,32-1,68)

1,09 ± 0,05 (0,91-1,17)

0,80 ± 0,03 (0,69-0,86)

36

Tra Fonte Nozzola e Case Timpone, 1 km ca. a E da San Costantino (Rivello, PZ)

3,42 ± 0,13 (3,20-3,66)

1,28 ± 0,06 (1,17-1,37)

0,94 ± 0,04 (0,86-1,02)

0,69 ± 0,03 (0,64-0,74)

16

T. Raganello alla base della briglia alla confluenza del T. Maddalena (Civita, CS)

3,49

1,30

0,97

0,70

1

Tab. 1. Dimensioni della conchiglia (mm) in popolazioni di Platyla talenti i n. sp. del sud Italia (Campania, Basilicata e Calabria). H = altezza della conchiglia, D = diametro della conchiglia, h = altezza dell'apertura, d = diametro dell'apertura, N = numero di conchiglie; media ± deviazione standard e range (tra parentesi).

Tab. 1. Shell size (mm) in populations of Platyla talenti! n. sp. from Southern Italy (Campania, Basilicata and Calabria). H = shell height, D = shell dia- 28 meter, h = aperture height, d = aperture diameter, N = number of shells; mean ± standard deviation and range (In parentheses).

Fig. 1. Conchiglie Platyla talenta n. sp. A. Argine del Fiume Bussento, di fronte alla Grotta del Bussento, 175 m s.l.m. (Morigerati, SA), 33T WE4644, Cianfanelli & Talenti leg. 15/10/1994 B. Presso la Grotta dell'Angelo, Monti Picentini, 550 m s.l.m. (Olevano sul Tusciano, SA), 33T WF0302, Cianfanelli & Talenti leg. 16/10/1994. C. Argine del Torrente Bussentino 1 km ca. a NE da Casaletto Spartano, 370 m s.l.m. (Casaletto Spartano, SA),

33T WE5345, Cianfanelli & Talenti leg. 24/04/1 996. D. San Costantino, 600 m s.l.m. (Rivello, PZ), 33T WE5936, Cianfanelli & Talenti leg. 28/04/1 995.

Scala = 1 mm.

Fig 1. Shells of Platyla talenti I n. sp. A. Bank of Bussento river in front of Grotta del Bussento, 175 m a.s.l. (Morigerati, SA), 33T WE4644, Cianfanelli & Talenti leg. 15/10/1994; B. Near Grotta dell'Angelo, Monti Picentini, 550 m a.s.l. (Olevano sul Tusciano, SA), 33T WF0302, Cianfanelli & Talenti leg. 16/10/1994; C. Bank of Bussentino stream, about 1 km NE of Casaletto Spartano, 370 m a.s.l. (Casaletto Spartano, SA), 33T WE5345, Cianfanelli &

Talenti leg. 24/04/1996; D. San Costantino, 600 m a.s.l. (Rivello, PZ), 33T WE5936, Cianfanelli & Talenti leg. 28/04/1995. Scale bar = 1 mm. 29

Una nuova specie di Platyla per il sud Italia (Gastropoda: Prosobranchia: Aciculidae)

Marco Bodon & Simone Cianfanelli

metro della conchiglia: 1,12-1,68 mm; altezza dell'apertu- ra: 0,86-1,17 mm; diametro dell'apertura: 0,64-0,86 mm. Opercolo (Fig. 3G): corneo, paucispirale, molto sottile, di colore giallo pallido.

Corpo (Fig. 3A): quasi depigmentato ad eccezione dei tentacoli, grigiastri; il margine del mantello è angoloso in corrispondenza dell'inserzione superiore del peristo- ma, ma privo di tentacolo paileale. Tentacoli allungati, uniformemente ma non fortemente pigmentati, muniti di un'evidente macchia oculare alla loro base.

Apparato genitale maschile (Fig. 3A-C): caratterizzato da una ghiandola prostatica allungata, situata all'inter- no della cavità paileale, lungo il margine destro, estesa fino a sboccare accanto all'ano; pene piccolo, posterior- mente percorso da un ampio solco.

Apparato genitale femminile (Fig. 3D-F): caratterizzato da un diverticolo sacciforme con lungo canale, usual- mente considerato come borsa copulatrice (cf. Bodon, 1994), e da un lungo ovidotto paileale, formato dalla ghiandola dell'albume e da quella della capsula, que- st'ultima situata lungo il margine destro della cavità

palleale. Non è stato possibile studiare l'ovidotto gona- dale e i dettagli minori dell'apparato genitale per lo sta- to non ottimale di conservazione del materiale.

Radula (Fig. 4): formata da numerose file di denti, cia- scuna composta da sette denti secondo la formula:

C = 2 + l + 2;L = 2 + l + 2; MI = 17-18; M2 = 28-30.

Il dente centrale di ciascuna fila presenta una porzione basale stretta ed una porzione apicale allargata, munita di 5 dentelli massicci, il centrale più sviluppato degli al- tri e composto da un corpo centrale con due piccole cu- spidi laterali. I denti laterali sono di forma simile al cen- trale, con la porzione apicale munita di 5 dentelli, il den- tello centrale è più sviluppato degli altri e provvisto di una piccola cuspide solo sul lato esterno. I primi denti marginali, a forma di rastrello, hanno l'apice anteriore allungato, munito di 17-18 dentelli, questi ultimi più svi- luppati nella zona prossima al centro della radula. I se- condi denti marginali hanno l'apice più breve, ripiegato ad uncino, con 28-30 dentelli sul margine posteriore. Apparato digerente (Fig. 3F): esofago sottile; stomaco stretto con un lungo tratto distale a fondo cieco, cieco

Fig. 2. Dettagli della conchiglia di Platyla talenta n. sp. A. Mlcroscultura della protoconca vista di lato, B. Mlcroscultura della protoconca vista dall'alto; C. Microscultura della teloconca, D-F. Cercine perlstomiale visto di lato; G. Cercine perlstomlale visto di fronte. A-C. Argine del Torrente Bussentlno 1 km ca. a NE da Casaletto Spartano, 370 m s.l.m. (Casaletto Spartano, SA), 33T WE5345, S. Cianfanelli & E. Talenti leg 24/04/1 996 D-F. San Costantino, 600 m s.l.m. (Rivello, PZ), 33T WE5936, S. Cianfanelli & E. Talenti leg. 28/04/1995. G. Argine del Fiume Bussento di fronte alla Grotta del Bussento, 175 m s.l.m. (Morigerati, SA), 33T WE4644, S. Cianfanelli & E. Talenti leg. 15/10/1994. Scala = 0,1 mm (A-C), 1 mm (D-G).

Fig. 2. Shell details of Platyla talenti! n. sp. A. Microsculpture of protoconch in lateral view; B. Microsculpture of protoconch from above, C. Microsculpture of teleoconch; D-F. External peristomal rib in lateral view; G. External peristomal rib in frontal view. A-C. Bank of Bussentino stream, about 1 km NE of Casaletto Spartano, 370 m a.s.l. (Casaletto Spartano, SA), 33T WE5345, S. Cianfanelli & E. Talenti leg. 24/04/1996 D-F. San Costantino, 600 m a.s.l. (Rivello, PZ), 33T WE5936, S. Cianfanelli & E. Talenti leg. 28/04/1995. G. Bank of Bussento river in front of Grotta del Bussento, 175 m a.s.l. (Morigerati, SA), 33T WE4644, S. Cianfanelli & E. Talenti leg. 1 5/10/1994. Scale bar = 0.1 mm (A-C), 1 mm (D-G)

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Fig. 3. Caratteri anatomici e opercolo di Platyla talenta n. sp. A. Esemplare di sesso maschile privato del nicchio; B. Pene; C. Cavità e organi paileali di un maschio; D. Cavità palleale e apparato genitale di una femmina; E. Apparato genitale femminile isolato; F. Cavità palleale, apparato digerente e ge- nitale di una femmina; G. Opercolo. Argine del Torrente Bussentino 1 km ca. a NE da Casaletto Spartano, 370 m s.l.m. (Casaletto Spartano, SA), 33T WE5345, S. Cianfanelli & E. Talenti leg. 24/04/1996. Abbreviazioni: ac - apertura copulatoria; bc - borsa copulatrice; cg - cieco gastrico; es - esofago; ga - ghiandola dell'albume; gc - ghiandola della capsula; gi - ghiandola ipobranchiale; go - gonoporo; gp - ghiandola prostatica; in - intestino; pe - pe- ne; pi - piede; re - rene; se - solco del pene; st - stomaco; tn - tentacolo.

Fig. 3. Anatomical details and operculum of Platyla talenta n. sp. A. Body of a male; B. Penis; C. Palliai cavity and palliai organs of a male; D. Palliai cavity and genitalia of a female, E. Female genitalia; F. Palliai cavity, digestive system and genitalia of a female, G. Operculum. Bank of Bussentino stream, about 1 km NE of Casaletto Spartano, 370 m a.s.l. (Casaletto Spartano, SA), 33T WE5345, S. Cianfanelli & E Talenti leg 24/04/1996. Abbreviations: ac - copulatory opening; bc - bursa copulatrix; cg - gastric caecum; es - oesophagus; ga - albumen gland; gc - capsule gland; gi - hypo- branchial gland; go - gonopore; gp - prostate gland; in - intestine; pe - penis; pi - foot; re - kidney; sc - penial groove; st - stomach; tn - tentacle.

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Una nuova specie di Platyla per il sud Italia (Gastropoda: Prosobranchia: Aciculidae)

Marco Bodon & Simone Cianfanelli

Fig. 4. Radula di Platyta talenta n. sp. A. Visione d'insieme, B. Dente centrale; C. Dente laterale; D-E. Primo dente marginale; F. Secondo dente margi- nale. Argine del Torrente Bussentino 1 km ca. a NE da Casaletto Spartano, 370 m s.l.m. (Casaletto Spartano, SA), 33T WE5345, S. Cianfanelli & E. Talenti leg. 24/04/1996. Scala = 10 pm (A), 1 pm (B-F)

Fig. 4. Radula of Platyla talentii n. sp. A. View of the central lateral portion; B. central tooth; C. Lateral tooth; D-E. First marginal tooth; F. Second marginal tooth. Bank of Bussentino stream, about 1 km NE of Casaletto Spartano, 370 m a.s.l. (Casaletto Spartano, SA), 33T WE5345, S. Cianfanelli & E. Talenti leg. 24/04/1996. Scale bar = 10 pm (A), 1 pm (B-F).

gastrico rudimentale in prossimità della ghiandola di- no quasi lineari fino all'ano, situato a breve distanza dal 32 gestiva; intestino e retto privi di ansa palliale, procedo- margine paileale.

Località tipica

Argille del Torrente Bussentino, 1 km circa a NE di Casa- letto Spartano, 370 m s.l.m. (Casaletto Spartano, SA); let- tiera di lecceta su detrito di roccia calcarea; 33T WE5345.

Materiale tipico

Olotipo: conchiglia raccolta nella località tipica, S. Cian- f anelli & E. Talenti leg. 24/04/96, collezione del Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze (MZUF, 21910).

Paratipi: tutto il resto del materiale esaminato, prove- niente dalle seguenti stazioni di Campania, Basilicata e Calabria.

1. Passeggiata dei Fortini, Mesóla, Isola di Capri, 50 m s.l.m. (Capri, NA); lettiera in lecceta; 33T VE3289; P. Crovato leg. 12/04/2004 (3 nicchi, coll. P. Cur- vato; 1 nicchio, coll. M. Bodon).

2. Pizzolungo dopo Casa Romita, Isola di Capri, 100 m s.l.m. (Capri, NA); lettiera in lecceta; 33T VE3788; P. Crovato leg. 20/01/2002 (1 nicchio, coll. P. Crovato).

3. Presso la Grotta dell'Angelo, Monti Picentini, 550 m s.l.m. (Olevano sul Tusciano, SA); bosco di lati- foglie alla base di una parete calcarea; 33T WF0302; S. Ciaftfanelli & E. Talenti leg. 16/10/1994 (14 nic- chi, coll. MZUF 21913).

4. Fiume Tusciano, località Presa S. Giacomo, Monti Picentini, 340 m s.l.m. (Olevano sul Tusciano, SA); posature; 33T WF0303; S. Cianfanelli & E. Talenti leg. 16/10/1994 (19 nicchi, coll. MZUF 21912).

5. Presso Casone d'Aresta, Monti Alburni, 1150 m s.l.m. (Petina, SA); bosco di latifoglie con affiora- menti di roccia calcarea; 33T WE3383; S. Cianfa- nelli & E. Talenti leg. 12/10/1994 (9 nicchi, coll. MZUF 21916).

6. Gole del Fiume Calore tra Felitto e Magliano Nuo- vo, Cilento (Fig. 5), 230 m s.l.m. (Magliano Vetere, SA); lettiera alla base di rocce e tronchi in boschi di latifoglie; 33T WE2167; D. Ferreri leg. 14/06/2003 (5 nicchi, coll. D. Ferreri).

7. Argine del Fiume Bussento di fronte alla Grotta del Bussento, Cilento, 175 m s.l.m. (Morigerati, SA); lettiera in lecceta su detrito di roccia calcarea; 33T WE4644; S. Cianfanelli & E. Talenti leg. 15/10/1994 (7 nicchi, coll. MZUF 21914).

8. Argine del Torrente Bussentino 1 km ca. a NE da Casaletto Spartano, Cilento, 370 m s.l.m. (Casaletto Spartano, SA); lettiera in lecceta su detrito di roccia calcarea; 33T WE5345; S. Cianfanelli & E. Talenti leg. 24/04/1996 (7 esemplari, 26 nicchi, coll. MZUF 21911; 2 nicchi coll. F. Barbagli; 3 nicchi coll. M. Bodon; 3 nicchi coll. S. Cianfanelli; 2 nicchi coll. F. Giusti; 2 nicchi coll. E. Gittenberger; 2 nicchi coll. E. Talenti).

9. Tra Fonte Nozzola e Case Timpone, 1 km circa ad E di San Costantino, 600 m s.l.m. (Rivello, PZ); bosco di latifoglie; 33T WE5936; S. Cianfanelli & E. Talen- ti leg. 28/04/1995 (24 nicchi, coll. MZUF 21915).

10. Torrente Raganello alla base della briglia alla con- fluenza del Torrente Maddalena, Massiccio del Pol- lino, 540 m s.l.m. (Civita, CS); posature; 33S XE1216; M. Bodon leg. 28/07/2000 (1 nicchio, coll. M. Bodon).

Il materiale studiato è depositato nelle seguenti colle- zioni: Museo di Storia Naturale dell'Università di Firen- ze, sezione di Zoologia "La Specola" (Via Romana 17, Firenze; MZUF), M. Bodon (Via delle Eriche 100/8, Genova), S. Cianfanelli (Pie Porta Romana 13, Firenze), E. Talenti (P.za Parri 4, Incisa, Firenze), F. Giusti (Di- partimento di Biologia Ambientale dell'Università di Siena, Via Mattioli 4, Siena), D. Ferreri (Via Trinchera 18, Lecce), P. Crovato (Via San Liborio 1, Napoli), F. Bar- bagli (Largo XVI Luglio, Arezzo), E. Gittenberger (Na- tionaal Natuurhistorisch Museum Naturalis, Darwin- weg 2, Leiden, Olanda).

La nuova specie è dedicata ad Enrico Talenti, caro ami- co e valente collaboratore.

La specie è stata raccolta prevalentemente in lecceta o in boschi di latifoglie, su rocce calcaree, dove vive nella lettiera o sotto accumuli di pietre.

Entità endemica italiana, limitata ai versanti tirrenico e ionico dell'Appennino Meridionale, dal sud della Campania al Massiccio del Pollino in Calabria, nelle province di Salerno, Potenza e Cosenza e, nella provin- cia di Napoli, circoscritta allTsola di Capri.

Il genere Platyla presenta una distribuzione Paleartica occidentale, con specie viventi in Europa e Nord-Africa, limitatamente al Marocco (Boeters et al., 1989; Gitten- berger, 1991; Holyoak & Seddon, 1993; Bodon, 1994; Cianfanelli et al., 2000), e include 35 taxa fra fossili e at- tuali.

Le specie note possono essere distinte in tre gruppi sul- la base della assenza o presenza e conformazione del cercine peristomiale esterno (Boeters et al., 1989).

Il primo gruppo, caratterizzato dall'assenza del cercine, include 8 specie: Platyla jankowskiana (Jackiewicz, 1979),

P. kìemmi (Schlickum & Strauch, 1972), P. lusitanica (Flo- lyoak & Seddon, 1985), P. minutissima Boeters, Gitten- berger & Subai, 1989, P. perpusilla (Reinhardt, 1880), P. stussineri (Boettger, 1884), P. turcica Boeters, Gittenber- ger & Subai, 1989, P. sardoa Cianfanelli, Talenti, Bodon & Manganelli, 2000.

Il secondo gruppo è caratterizzato da un cercine peri- stomiale esterno ispessito, privo però una netta delimi- tazione posteriore, e comprende 9 specie: Platyla callosa 33

Origine del nome

Distribuzione geografica

Osservazioni

Habitat

Una nuova specie di Platyla per il sud Italia (Gastropoda: Prosobranchia: Aciculidae)

Marco Bodon & Simone Cianfanelli

Fig. 5. Uno degli ambienti di raccolta di P. talenta n. sp., le Gole del Fiume Calore tra Felitto e Magliano Nuovo nel Cilento. Foto D. Ferreri.

Fig. 5. One of the habitats where R talenta n. sp. has been found, Gole del Fiume Calore between Felitto and Magliano Nuovo in the Cilento area. Photo by D. Ferreri.

(Boettger, 1880), P. curtii (Wagner, 1912), P. dupuyi (Pala- dilhe, 1868), P. eocaena (Oppenheim, 1895), P. orthostoma (Jackiewicz, 1979), P. peloponnesica Boeters, Gittenberger & Subai, 1989, P. procax Boeters, Gittenberger & Subai, 1989, P. similis (Reinhardt, 1880), P. wilhelmi (Wagner,

1910) .

Il terzo gruppo, caratterizzato da un cercine ben evi- dente, delimitato da una linea netta o da un salto pro- nunciato, include i restanti 18 taxa: Platyìa alta (Clessin,

1911) , P. banatica (Rossmàssler, 1842), P. callostoma (Cles- sin, 1911), P. cryptomena (De Folin & Bérillon, 1877), P. elisabethae (Pintér & Szigethy, 1973), P falkneri Boeters, Gittenberger & Subai, 1989, P. foliniana (Nevill, 1879), P. gracilis (Clessin, 1887), P. maasseni Boeters, Gittenberger & Subai, 1989, P. microspira (Pini, 1884), P. pezzolii Boe- ters, Gittenberger & Subai, 1989, P. pinteri (Subai, 1976), P polita polita (Hartmann, 1840), P. polita regina (Subai, 1977), P subdiaphana (Bivona, 1839), P. subfusca (Flach, 1889), Platyla sp. della Sardegna (Cianfanelli et al., 2000) e P. talentii n. sp.

Platyla elisabethae è la specie più simile a P. talentii n. sp. per la forma del nicchio, per le dimensioni (altezza: 4,15-4,60 mm; diametro: 1,50-1,60 mm in P. elisabethae) e per lo sviluppo del cercine. Tuttavia, il cercine di P. elisa- bethae, in visione laterale, differisce in quanto è propor- zionalmente più stretto, più sporgente posteriormente, 34 e termina con un salto più evidente (Fig. 6A, al centro;

Boeters et al., 1989, fig. 109); in visione dorsale, il cerci- ne è caratterizzato da un bordo acuto e da un solco mol- to largo nel punto dove si raccorda alla parete dell'ulti- mo giro, molto più largo del bordo stesso (Fig. 6A, a de- stra). In P. talentii n. sp., invece, il bordo posteriore del cercine è molto largo, mentre il solco è stretto (Fig. 6B, a destra). L'aspetto del cercine di P. talentii n. sp. ricorda molto quello di P. callostoma. Quest'ultima specie, tutta- via, si distingue per il cercine meno rilevato (Boeters et al., 1989, fig. 103b). Le due specie differiscono, inoltre, per le dimensioni della conchiglia, minori in P. callosto- ma (altezza: 2,80-3,60 mm; diametro: 1,05-1,03 mm). L'aspetto del cercine è simile anche a quello di P. pezzolii, tuttavia quest'ultima specie è decisamente dif- ferente per le minori dimensioni (altezza: 2,85-3,35 mm; diametro: 1,05-1,15 mm) e per la forma più cilindrica della conchiglia. L'ipotesi di una possibile affinità tra la nuova specie e P. elisabethae o P. callostoma è resa proble- matica anche dal lato biogeografico, in quanto la prima di queste due risulta molto localizzata e limitata all'iso- la di Mljet e alla vicina penisola di Peljesac (Croazia), mentre la seconda è limitata alla regione pirenaica orientale e al nord della Penisola Iberica (Boeters et al., 1989; Maassen, 1991). Data, quindi, la distanza geografi- ca e le differenze morfologiche sopra commentate, è ap- parso opportuno descrivere P. talentii come specie a sé. Le specie del genere Platyla sono distribuite in tutte le

regioni italiane, eccetto nel Piemonte e nella Valle d'Aosta (Fig. 7A). Con la descrizione di P. talenta n. sp. il numero dei taxa appartenenti a questo genere accerta- ti in Italia sale a 13: P. curta, P.foìiniana, P. gracilis, P. mi- crospira, P. pezzolii, P. polita polita, P. polita regina, P. sardoa, P. similis, P. stussineri, P. subdiaphana, Platyla sp. (della Sardegna) oltre a due specie fossili: P. eocaena e di P. cf. dupuyi (Ambrosetti et al., 1995).

Platyla curtii è limitata al Friuli-Venezia Giulia (Fig. 7D), mentre P. foliniana ha una distribuzione puntiforme, es- sendo presente solo nell'estremità occidentale della Liguria (Fig. 7C). Platyla gracilis ha invece una distribu- zione che, anche se disgiunta, include molte regioni ita- liane (Fig. 7C). Da sottolineare è il fatto che le popola- zioni appenniniche di P. gracilis si presentano con carat- teri morfologici un poco differenziati; dovranno, quin- di, essere riviste, per una più esatta definizione tassono- mica. L'areale di P. microspira è invece piuttosto ridotto; questa specie è presente solo in Lombardia (nelle Preal- pi Bergamasche) e nel bacino del Magra, tra la Liguria orientale e la Toscana settentrionale (Fig. 7C). Mentre alcune popolazioni del Lazio (provincia di Latina: Pro- montorio del Circeo e M. S. Biagio), accostate a P. micro- spira, hanno ancora una collocazione tassonomica da definire (Cianfanelli et al., 2000) (Fig. 7C), quelle della

Sardegna sono probabilmente da assegnare ad una nuo- va specie (Cianfanelli et al., 2000), qui riportata come Platyla sp. (Fig. 7C). Platyla pezzolii è un endemita delle Prealpi Venete (Trevigiano) (Fig. 7D), a diffusione molto localizzata. Platyla polita polita, un'entità ad ampia dis- tribuzione euro-mediterranea, è nota in Italia, con cer- tezza, con presenze puntiformi solo nel Bresciano (Lombardia, BS) e nel Tarvisiano (Friuli-Venezia Giulia, UD) (Fig. 7B); altre popolazioni dubitativamente acco- stabili alla sottospecie tipica sono presenti in Toscana (Fig. 7B), mentre un'altra sottospecie, forse addirittura riferibile ad una specie distinta, P. polita regina, è ende- mica del promontorio del Gargano (Puglia, FG) (Fig. 7B). Platyla sardoa è un altro endemita della Sardegna (Fig. 7B), mentre P. similis ha una distribuzione appen- ninica che include molte regioni italiane, dalla Liguria e dall'Emilia-Romagna alla Calabria (Fig. 7D). Platyla stussineri ha una distribuzione abbastanza limitata, con stazioni disgiunte: oltre ad essere presente in Italia nord-orientale, Liguria orientale ed Emilia-Romagna, si trova anche in Toscana, Umbria e Marche (Fig. 7B). Infine, Platyla subdiaphana è endemica della Sicilia, con popolazioni nell'area nord-occidentale (Fig. 7D) e altre, ad essa attribuite solo per confronto, nella zona sud- orientale dell'isola (Fig. 7D).

Fig. 6. Aspetto del cercine di Platyla elisabethae (Pintér & Szigethy, 1973) e di P talentli n. sp. in visione frontale (a sinistra), laterale (al centro) e dorsa- le (a destra). A. P. elisabethae, Prapatno, Penisola di Peljesac (Croazia), ex coll. W.J.M. Maassen; B. P. talenta n. sp., Gole del Fiume Calore tra Felitto e Magliano Nuovo, 230 m s.l.m. (Magliano Vetere, SA), 33TWE2167, D. Ferreri leg. 14/06/2003.

Fig. 6. Peristomal rib of P elisabethae (Pintér & Szigethy, 1973) and of P talentli n. sp. in frontal (left), lateral (middle) and dorsal (right) view. A. P. eli- sabethae, Prapatno, Peljesac (Republic of Croatia), ex coll. W.J.M. Maassen; B. P talenti i n. sp., Gole del Fiume Calore between Felitto and Magliano Nuovo, 230 m a. s.l. (Magliano Vetere, SA), 33TWE2167, D. Ferreri leg. 14/06/2003.

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Una nuova specie di Platyla per il sud Italia (Gastropoda: Prosobranchia: Adculidae)

Marco Bodon & Simone Cianfanelli

Fig. 7. Distribuzione su reticolo UTM con precisione di 10 km, in base a dati di letteratura, di collezione degli autori e di altre collezioni, di: A. genere Platyla in Italia; B. P. polita polita (triangolo verde), P cf. polita polita (triangolo azzurro), P polita regina (triangolo giallo), P sardoa (quadrato blu), P stussineri (cerchio rosso), P talentii n. sp. (quadrato viola con centro bianco); C. P gracilis (cerchio rosso), P. microspira (triangolo verde), P. cf. microspi- ra (triangolo azzurro), P sp. (stella viola), P foliniana (quadrato blu); D. P similis (cerchio rosso) P. pezzolii (triangolo verde), P curtii (triangolo rovesciato giallo), P. subdiaphana (quadrato blu), P cf. subdiaphana (quadrato azzurro).

Fig. 7. Distribution on UTM map of Italy, with accuracy of 10 km, from literature, authors collection and unpublished data, of: A. Genus Platyla', B. P polita polita (green triangle), P cf. polita polita (light blue triangle), P polita regina (yellow triangle), P sardoa (blue square), P stussineri (red circle), P talentii n. sp. (purple square with white centre); C. P gracilis (red circle), P microspira (green triangle), P. cf. microspira (light blue triangle), P. sp. (pur- ple star), P foliniana (blue square); D. P similis (red circle), P pezzolii (green triangle), P curtii (yellow upside down triangle), P subdiaphana (blue squa- re), P. cf. subdiaphana (light blue square).

Ringraziamenti

Si ringraziano P. Crovato, F. Giusti, G. Manganelli, D. Ferreri, W.J.M. Maassen, L. Romani, per i materiali for- niti, E. Lori e M. Ulivi per l'assistenza tecnica, J.C.A. Eikenboom per alcuni suggerimenti, F. Stoch per la base cartografica delle mappe di distribuzione, F. Giusti ed E. Gittenberger per la revisione critica del testo.

Ricerche finanziate dal Museo di Storia Naturale del- l'Università di Firenze, sezione di Zoologia “La Speco- la" e dal Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Uni- versità di Siena.

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Lavoro ricevuto il (i marzo 2008 Lavoro accettato il 24 aprile 2001

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Una nuova specie di Platyla per il sud Italia (Gastropoda: Prosobranchia: Aciculidae)

Boll. MalacoL, 44 ( 1 -4): 39-44 (2008)

Su alcuni interessanti Pyramidellidae (Gastropoda) del Pliocene toscano e loro relazioni con specie attuali

dell'Africa nord-occidentale

Carlo Chirli* & Pasquale Micali# (CU)

* Via G. La Pira, 33 - 50028 Tavarnelle V. P. (FI), Italia,

cario, chirli. 7l3n@allcelt

# Via Papiria, 17 - 61032 Fano (PU), Italia, lino.micali@virgillo.it,

(e) autore corrispondente

Riassunto

Nel Pliocene toscano vengono segnalate tre specie di Pyramidellidae attualmente distribuite lungo le coste dell'Africa nord-occidentale: Chrysallida feldi Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000, C. willeminae Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000 e Megastomia turbimformis Peñas & Rolán, 1999. Viene discussa la similitudi- ne tra Chrysallida craticulata (De Stefani & Pantanelli, 1878) del Pliocene e due specie attuali dell'Africa nord-occidentale: Chrysallida minutissima (Dautzenberg & Fischer, 1906) e C. canariensis Nordsieck & Tala- vera, 1979. Viene segnalato il rinvenimento di Chrysallida curvicostata (S. Wood, 1848) e C. jeffreysiana (Monterosato, 1884). Sono illustrati e discussi alcuni esemplari dubitativamente determinati come Chrysal- lida aff . juliae (Folin, 1872), Chrysallida cf. sigmoidea (Monterosato, 1880) e Chrysallida sp. A.

Abstract

The present work focuses on some species of the family Pyramidellidae from the Pliocene of Tuscany (Nor- thern Italy). The material examined is from three localities near Siena: Ponte a' Mattoni (Pietrafitta), Poggio alla Fame (Colle Val d'Elsa) and Vigna di Pietrafitta. The first two localities are Early-Middle Pliocene in age, the other Middle-Late Pliocene. Three species of Pyramidellidae living off North-West Africa are reported: Chrysallida feldi Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000, C. willeminae Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000 and Megastomia turbiniformis Peñas & Rolán, 1999. The affinity among the Pliocene Chrysallida craticula- ta (De Stefani & Pantanelli, 1878) and the North-West African living species C. minutissima (Dautzenberg & Fischer, 1906) and C. canariensis Nordsieck & Talavera, 1979 are discussed. Chrysallida curvicostata (S. Wood, 1848) and C. jeffreysiana (Monterosato, 1884) are also reported. Some doubtful specimens are provisionally referred to as Chrysallida aff. juliae (Folin, 1872), Chrysallida cf, sigmoidea (Monterosato, 1880) and Chrysallida sp. A. The last is thought to correspond to Odostomia pupa (Dubois, 1831) sensu S.V. Wood, 1848.

Parole chiave

Gastropoda, Pyramidellidae, Pliocene, Toscana, Africa nord-occidentale.

Introduzione

Scopo della presente nota è illustrare alcune interessanti specie di Pyramidellidae rinvenute in alcuni depositi pliocenici della Toscana. In previsione della preparazio- ne di un volume della serie "Malacofauna Pliocenica Toscana" (Chirli, 1997, 2000, 2002, 2004, 2006, 2008), che tratterà anche la famiglia Pyramidellidae, si ritiene utile anticipare le osservazioni su alcuni rappresentanti di questa famiglia.

Grazie ai recenti studi di Aartsen et al. (2000) e Peñas & Rolán (1998, 1999) sui Pyramidellidae dell'Africa nord- occidentale è stato possibile determinare alcuni esempla- ri pliocenici che erano rimasti non identificati in passato. Le affinità tra la malacofauna presente nel Mediterraneo durante il Pliocene e quella attuale presente lungo le co- ste dell'Africa nord-occidentale erano ben note già a Sacco (1891) che, trattando del genere Subilla (Terebri- dae) afferma: poi interessante osservare come le for- me viventi di Subilla siano abitatrici dei mari tropicali, fatto che ci indica la grande differenza di clima avvenuta nel Piemonte anche solo dall'epoca pliocenica ad oggi". Questa similitudine è stata osservata da molti altri Auto- ri, tra cui Ruggieri (1962), Raffi & Marasti (1982) e Raffi

& Taviani (1984). Recentemente Vera-Pelàez et al. (1995) hanno rimarcato le notevoli affinità di generi malacologi- ci tra la fauna pliocenica di Estepona (Malaga) e le zone tropicali /subtropicali degli oceani Atlantico ed Indiano.

Materiale e metodi

Il materiale esaminato proviene dalle seguenti località, tutte in provincia di Siena:

Ponte a' Mattoni (Pietrafitta): affioramento costituito da modeste lenti di sabbie argillose grigie entro sabbie gialle (coordinate 32TPP692131, foglio 113 "Colle Val d'Elsa"). Poggio alla Fame (Colle Val d'Elsa), affioramento costi- tuito da modeste lenti di sabbie argillose grigie entro sabbie gialle (coordinate 32TPP719107, foglio 113 "Colle Val d'Elsa").

Vigna di Pietrafitta (Siena), affioramento costituito da sabbie gialle (coordinate: 32TPP691129, foglio 113 "Col- le Val d'Elsa").

Per ulteriori informazioni sui primi due affioramenti si veda Chirli (2002), per Poggio alla Fame si rimanda a Chirli & Bogi (2002) e Bogi & Chirli (2004), per il terzo affioramento si veda Chirli (1997). Le prime due località

Carlo Chirli & Pasquale Micall

sono riferite al Pliocene inferiore-medio, la terza al Plio- cene medio-superiore (Bortolotti & Merla, 1967). In tut- te e tre le località sono presenti le specie Cerithium crena- tum (Brocchi, 1814), Nassariits mnyeri (Bellardi, 1882), Cla- vatula romana (Defrance, 1826), Clavatula rustica (Broc- chi, 1814) e Crassispira seiuncta (Bellardi, 1887). L'am- biente di sedimentazione doveva probabilmente corri- spondere all'infralitorale inferiore.

Nelle determinazioni dubitative sono state usate le se- guenti abbreviazioni: "cf." per gli esemplari ritenuti ap- partenere alla specie indicata anche se con qualche dub- bio, "aff." per gli esemplari ritenuti non conspecifici con la specie indicata, ma appartenenti ad una specie simile non identificata.

Il materiale oggetto della nota è in corso di studio pres- so il primo Autore e verrà depositato presso il Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze.

Sistematica

Chri/sallida craticulata (De Stefani & Pantanelli, 1878)

Fig. 1 A, B

Menestho craticulata De Stefani & Pantanelli, 1878: p. 150.

E una specie non rara nelle tre località studiate ed è sta- ta rinvenuta in altre del Pliocene dell'area di Siena, qua- li Serre di Rapolano, Terre Rosse e Podere Melograni (presso Pietrafitta), oltre che a Rio Torsero (Savona, Li- guria) ed a Trappeto (Palermo).

Questa specie, oggi estinta, presenta forma generale e scultura molto simili a due specie attuali distribuite nel- l'area nord-occidentale africana: Chrysallida minutissima (Dautzenberg & Fischer, 1906), presente alle Isole del Capo Verde e Chrysallida canariensis Nordsieck & Tala- vera, 1979, distribuita alle isole Canarie e Senegai. Am- bedue le specie sono ben illustrate in Peñas & Rolán (1998) e confrontate con Chrysallida craticulata.

Peñas & Rolán (1998) così differenziano C. craticulata da C. minutissima : "parecida a C. minutissima, pero diferen- ciadle por poseer una protoconca con menos diámetro (unos 250 pm) y con una mayor inclinación (160°, frente a unos 135°). Además la sutura de C. craticulata es cana- liculada y tiene una concha con forma más cilindrica (h/d = 2,75, frente a 2,14). A igual altura (aproximada-

mente 5,5 mm [più verosimilmente 2,5 mm], en C. mi- nutissima) h = 45% H, frente al 60% en C. craticulata". Sempre Peñas & Rolán (1998) così differenziano C. crati- culata da C. canariensis-. "esta última (C. craticulata) tiene protoconca lisa y la escultura de la teloconcha es más gruesa".

Chrysallida curvicostata (S.V. Wood, 1848)

Fig. 1 C-E

Chemnitzia curvicostata S.V. Wood, 1848: p. 79, tav. 10, figg. 1, la.

Il materiale è costituito da un esemplare da Ponte a' Mattoni e due da Poggio alla Fame, con altezza massi- ma di 2,5 mm.

Questa specie fu istituita su esemplari del Coralline Crag (Inghilterra), Pliocene inferiore, ed è segnalata da Pavia (1976) a Monteu Roero (Pliocene dell'Astigiano). Ritenendo valide le considerazioni che hanno portato Pavia (1976) a determinare come Chrysallida curvicostata gli esemplari dell'Astigiano, si segue la sua interpreta- zione di questa specie.

Chrysallida curvicostata differisce nettamente da Chrysal- lida sigmoidea (Monterosato, 1880) per l'elevato numero di coste assiali (circa 30 sull'ultimo giro) e il profilo dei giri regolarmente arrotondato. Si distingue da Chrysalli- da cf. sigmoidea, discussa qui di seguito, per la forma tronco-conica, le coste assiali in numero maggiore fin dal primo giro e nettamente flessuose.

Chrysallida feldi Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000

Fig. 1 F-H

Chrysallida feldi Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000: p. 35, fig. 44.

Il materiale è rappresentato da due esemplari provenien- ti da Poggio alla Fame, di altezza pari a 1,3 e 1,5 mm. Questa specie fu istituita su esemplari rinvenuti alle Isole del Capo Verde tra 39 e 76 m. di profondità (Aart- sen et al., 2000). Si distingue da Chrysallida juliae (Folin, 1872), che è anche presente nel Pliocene toscano, per la forma più cilindrica, le coste assiali più fini e numerose (32 contro 27 sul terzo giro di teleoconca), i giri più con-

Fig. 1. A, B. Chrysallida craticulata (De Stefani & Pantanelli, 1878), Ponte a Mattoni, H = 3,1 mm, L = 1,4 mm. C, D. Chrysallida curvicostata (S.V.

Wood, 1848), Poggio alla Fame, H = 2,5 mm, L = 1,0 mm. E. Chrysallida curvicostata (S.V. Wood, 1848), Poggio alla Fame, H = 1,4 mm, L = 0,7 mm.

F, G. Chrysallida feldi Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000, Poggio alla Fame, H = 1,5 mm, L = 0,7 mm. H. Chrysallida feldi Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000, Poggio alla Fame, H = 1,3 mm, L = 0,6 mm. I, L. Chrysallida jeffreysiana (Monterosato, 1884), Ponte a Mattoni, H = 2,3 mm, L = 1,0 mm M, N. Chrysallida aff. juliae (Folin, 1872), Vigna di Pietrafitta, H = 2,15 mm, L = 0,9 mm. O, P. Chrysallida cf. sigmoidea (Monterosato, 1880), Poggio alla Fame, H = 2,0 mm, L = 0,7 mm. Q, R. Chrysallida willeminae Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000, Ponte a Mattoni, H = 2,2 mm, L = 0,95 mm. S. Chrysallida willeminae Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000, Ponte a Mattoni, H = 2,1 mm, L = 1,0 mm. T, U. Chrysallida sp. A, Ponte a Mattoni, H = 3,5 mm, L = 1,0 mm V. Megastomia turbiniformis Peñas & Rolán, 1999, Vigna di Pietrafitta, H = 2,1 mm, L = 1,0 mm.

Fig. 1. A, B. Chrysallida craticulata (De Stefani & Pantanelli, 1878), Ponte a Mattoni, H = 3.1 mm, L = 1.4 mm. C, D. Chrysallida curvicostata (S.V.

Wood, 1 848), Poggio alla Fame, H = 2.5 mm, L = 1 .0 mm E. Chrysallida curvicostata (S.V. Wood, 1 848), Poggio alla Fame, H = 1 .4 mm, L = 0.7 mm.

F, G. Chrysallida feldi Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000, Poggio alla Fame, H = 1.5 mm, L = 0.7 mm. H. Chrysallida feldi Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000, Poggio alla Fame, H = 1.3 mm, L = 0.6 mm I, L. Chrysallida jeffreysiana (Monterosato, 1884), Ponte a Mattoni, H = 2.3 mm, L = 1.0 mm. M, N. Chrysallida aff. juliae (Folin, 1872), Vigna di Pietrafitta, H = 2.15 mm, L = 0.9 mm. O, P. Chrysallida cf. sigmoidea (Monterosato, 1880), Poggio alla Fame, H = 2.0 mm, L = 0.7 mm. Q, R. Chrysallida willeminae Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000, Ponte a Mattoni, H = 2.2 mm, L = 0.95 mm. S. Chrysallida willeminae Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000, Ponte a Mattoni, H = 2.1 mm, L = 1.0 mm. T, U. Chrysallida sp. A, Ponte a Mattoni, H = 3.5 mm, L = 1 .0 mm V. Megastomia turbiniformis Peñas & Rolán, 1999, Vigna di Pietrafitta, H = 2.1 mm, L = 1 .0 mm.

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Su alcuni interessanti Pyramidellidae (Gastropoda) del Pliocene toscano e loro relazioni con specie attuali dell'Africa nord-occidentale

Carlo Chirli & Pasquale Micall

vessi e il primo giro di teleoconca più alto. Si differenzia facilmente da Chrysallida indistinta (Montagu, 1808) per la forma subcilindrica, il maggior numero di cingoli spi- rali (4 contro 2), le coste più sottili ed appressate. Si di- versifica da Chrysallida willeminae Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000 per avere 4 cingoli spirali anziché 3 sul penultimo giro, la forma cilindrica e l'apice depresso. Aartsen et al. (2000) riferiscono a questa specie un esem- plare del Senegai, figurato da Peñas & Rolán (1998, fig. 151) sotto il nome di C. juliae. Ciò indica che la distribu- zione di C.feldi non è limitata alle isole del Capo Verde ma include anche le coste continentali del Senegai.

Chn/sallida jeffreysiana (Monterosato, 1884)

Fig. 1 I, L

Trabecula jeffreysiana Monterosato, 1884: p. 86.

È frequente nell'affioramento di Ponte a' Mattoni, ma ap- parentemente assente a Poggio alla Fame. E stata rinve- nuta anche alla Vigna di Pietrafitta ed a Poggibonsi, sem- pre in depositi pliocenici. L'altezza massima è di 5 mm. Questa specie è attualmente distribuita in tutto il Medi- terraneo e Africa nord-occidentale (Mauritania, Madei- ra, Isole Canarie). Nel Mediterraneo è piuttosto rara, ec- cetto che nel Golfo di Gabes, ove è frequente (P. Micali, oss. pers.).

Chrysallida aff. juliae (Folin, 1872)

Fig. 1 M, N

Il materiale è costituito da due esemplari provenienti dalla Vigna di Pietrafitta, di altezza pari a 2,15 e 2,43 mm.

Gli esemplari presentano una certa affinità con C. juliae, da cui differiscono per l'apice più rastremato, i giri a profilo pagodiforme anziché regolarmente arcuato, la sutura più profonda, le coste più strette degli interspazi e i cingoli spirali più evidenti negli interspazi. Per buo- ne illustrazioni di esemplari attuali di C. juliae si riman- da a Peñas et al. (1996) e Peñas & Rolán (1998, solo figg. 149 e 150).

L'esame di ulteriori esemplari potrebbe far capire me- glio la variabilità specifica, onde chiarire se si può trat- tare di una forma di C. juliae o di specie diversa.

Chrysallida cf. sigmoidea (Monterosato, 1880)

Fig. 1 O, P

Odostomia ( Pyrgulina ) sigmoidea Monterosato, 1880: p. 71.

Il materiale è costituito da due esemplari provenienti da Poggio alla Fame, di altezza pari a 1,65 e 2,0 mm.

Gli esemplari sono caratterizzati da un profilo sub-cilin- drico, da una finissima striatura spirale distribuita su tutta l'altezza del giro e sulla base. Le coste assiali sono pressoché ortocline ed appena arcuate.

Il materiale pliocenico differisce dagli esemplari attuali di C. sigmoidea (Monterosato, 1880) per il profilo più cir- 42 toconoide, le coste assiali in numero maggiore (24 con-

tro 18) e meno opistocline. Il primo giro di teleoconca è più depresso. Nonostante queste differenze, si ritiene trattarsi di una forma di C. sigmoidea. Attualmente C. sigmoidea è presente in Atlantico dal Ghana alla Francia settentrionale e nel Mediterraneo, ovunque rara (Amati, 1986).

Cavallo & Repetto (1992, fig. 426) hanno figurato un esemplare che ben corrisponde agli esemplari attuali. Per le diversità da C. curvicostata si veda sopra.

Chn/sallida willeminae Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000

Fig. 1 Q-S

Chrysallida willeminae Aartsen, Gittenberger & Goud, 2000: p. 35, fig. 42.

Il materiale è costituito da un esemplare da Poggio alla Fame e tre esemplari da Ponte a' Mattoni. L'altezza massima è di 2,2 mm.

Questa specie è basata su esemplari rinvenuti al largo delle coste della Mauritania tra 0 e 75 m di profondità (Aartsen et al., 2000). Si distingue dalle congeneri per la presenza di tre cingoli spirali nella porzione abapicale dei giri e per le coste assiali che si arrestano alla perife- ria del giro, lasciando liscia la base. Per mostrare il cam- po di variabilità di questa specie sono illustrate due for- me limite (Fig. 1Q, R e Fig. 1S).

Clmjsallida eximia (Jeffreys, 1849) sensu Cerulli-Irelh, 1914 è l'unica specie fossile con cui C. willeminae ha una certa somiglianza. La vera C. eximia è specie del nord Europa (per una buona illustrazione si veda Warén, 1991), netta- mente diversa dall'esemplare illustrato da Cerulli-Irelli (1914, tav. 23, figg. 6-8) per il Pleistocene inferiore di Monte Mario, dal quale C. willeminae differisce per la for- ma più tozza e la presenza di tre cingoli spirali ben evi- denti sul penultimo giro. Per quanto riguarda i cordonci- ni spirali Cerulli-Irelli afferma: "il numero dei cordoncini spirali è in generale di 3, di cui quello presso la sutura sul penultimo e terzultimo anfratto quasi nascosto". Non si esclude che possa trattarsi della stessa specie. Chrysallida willeminae è simile a C. dollfusi (Kobelt, 1903), da cui differisce per il maggior numero di cingoli spirali (3 contro 1 sul penultimo giro), le coste assiali molto meno numerose, gli interspazi più larghi e l'apice più appuntito.

Chrysallida sp. A Fig. 1 T, U

Il materiale è rappresentato da cinque esemplari da Poggio alla Fame e tre da Ponte a' Mattoni, con altezza massima di 3,5 mm.

Questi esemplari differiscono da Chrysallida indistincta (Montagu, 1808) per la forma più affusolata, per le coste ad andamento prosoclino anziché ortoclino, per la pre- senza di un cingolo circumbasale su cui si arrestano le coste assiali e per l'apice più appuntito in quanto il pri- mo giro di protoconca è meno inclinato rispetto all'asse della conchiglia. Essi invece corrispondono bene a

Bibliografia

Chrysallida pupa (Dubois, 1831) così come interpretata da Wood (1848, tav. 9, fig. 5). Infatti il cingolo subsutu- rale forma piccoli tubercoli all'intersezione con le coste assiali che sono leggermente prosocirti, flessuose e pro- seguono, attenuate, sulla base. Quest'ultima è legger- mente concava. La plica columellare è evidente, così co- me indicato da Wood. L'ultimo giro presenta 24 coste assiali (Wood ne indica 12-14, ma dal suo disegno sem- brano più numerose). I giri presentano due cingoli spi- rali nella parte abapicale. Il cingolo subsuturale è più sviluppato dell'altro e conferisce una forma canaliculata alla sutura. Negli interspazi è presente una finissima striatura spirale.

Lo stesso Wood (1848) esprime dubbi circa la determi- nazione, ed in realtà la descrizione e il disegno di Du- bois (1831) possono adattarsi a varie specie di Chry- sallida. Poiché Wood afferma di averla determinata solo sulla base del disegno e della descrizione originale, sen- za l'esame di ulteriore materiale, si ritiene la determina- zione non sicura.

Megastomia turbinifonnis Peñas & Rolán, 1999

Fig. 1 V

Megastomia turbinifonnis Peñas & Rolán, 1999: p. 42, figg. 86-90.

Odetta sulcata (Folin, 1870) sensu Crovato & Micali, 1992: p. 124, tav. 1, fig. 1.

Il materiale è costituito da alcuni esemplari dalla Vigna di Pietrafitta, ma è stata rinvenuta anche a Poggio alla Fame (Bogi & Chirli, 2004). Questa specie era stata se- gnalata a Pietrafitta da Crovato & Micali (1992) come Odetta sulcata (Folin, 1870). Successivamente Peñas & Rolán (1999) istituirono Megastomia turbinifonnis su esemplari delle coste della Mauritania reperiti a pochi metri di profondità, sottolineando anche la loro somi- glianza con gli esemplari di Pietrafitta. Peñas (in litt. 7/12/2005), dopo aver eseguito un confronto diretto delle conchiglie, concorda nel ritenere gli esemplari fos- sili conspecifici con M. turbinifonnis.

Rimandiamo a Peñas & Rolán (1999) per l'analisi dei motivi che hanno portato a trasferire questa specie dal genere Odetta Folin, 1870 al genere Megastomia Monte- rosato, 1884.

Conclusioni

I ritrovamenti trattati confermano la presenza, nel Plio- cene della Toscana di specie di Pyramidellidae tuttora viventi lungo le coste nord-occidentali dell'Africa ed oggi assenti nel Mediterraneo, contribuendo al ricono- scimento dei Pyramidellidae presenti nei depositi plio- cenici dell'area Mediterranea.

Ringraziamenti

Si ringrazia Anseimo Peñas Mediavilla per averci dato la possibilità di eseguire i confronti con le specie del- l'Africa occidentale.

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Melibe viridis (Kelaart, 1858) (Ophsstobranchia: Tethydidae): prima segnalazione per il Tirreno (Sardegna settentrionale)

Mauro Doneddu* (13) & Egidio Trainito#

* Via Palau 5,

07029 Tempio Pausania (SS), Italia,

doneddumauro@tiscali.it, (e) autore corrispondente

Riassunto

Si segnala il rinvenimento di una popolazione di Melibe viridis (Kelaart, 1858) [= fimbriata Alder & Hancock, 1864] nella baia di Golfo Aranci, Sardegna settentrionale. SI tratta della prima segnalazione non solo per la Sardegna, ma per tutto il Mar Tirreno e la più occidentale per l'Intero Mediterraneo.

# Villaggio i Fari,

07020 Porto S. Paolo (SS), Italia, et@egidiotrainito.it

Abstract

The finding of a small population of the alien species Melibe viridis (Kelaart, 1858) [= fimbriata Alder & Hancock, 1864] is reported from northern Sardinia (Golfo Aranci). This first record of M. viridis from the central Tyrrhenian Sea extends the known limit of the species to the western Mediterranean. The speci- mens were found in a Cymodocea nodosa bed at a depth of 6 m.

Parole chiave

Melibe viridis, specie aliene, Sardegna, Tirreno, Mediterraneo.

Introduzione

Melibe viridis (Kelaart, 1858), è specie ad ampia distribu- zione nell'Oceano Indiano e nel Pacifico occidentale (Gosliner & Smith, 2003), segnalata per la prima volta in Mediterraneo nel 1984.

Dopo la prima segnalazione per Astakos, sulle coste io- niche della Grecia (Thompson & Crampton, 1984), se- guirono altri ritrovamenti sempre nello Ionio, per Cefa- lonia e Golfo di Corinto (Moosleitner, 1986), poi a Djer- ba, in Tunisia (Cattaneo- Vietti et al., 1990), all'isola di Milos, in Egeo Meridionale (Koutsoubas & Cinelli, 1997), lungo le coste calabre dello Stretto di Messina (Mojetta, 1998), Isola di Hvar in Croazia (Despalatovic et al., 2002), Sicilia orientale (Scuderi & Russo, 2003), Porto Cesareo e Taranto nello Ionio (Mastrototaro et al., 2004) e ancora Taranto (Carriglio et al., 2004) (Fig. 1). Nella maggior parte delle segnalazioni per il Mediter- raneo questa specie è stata identificata come Melibe fim- briata Alder & Hancock, 1864, ma quest'ultimo taxon è stato riconosciuto come sinonimo di quello di Kelaart (Gosliner & Smith, 2003).

Dalla letteratura disponibile non risultano segnalazioni per il Mar Tirreno. Dal web è possibile ricavare, oltre a quelle già note, altre località: coste di Montenegro (Jan- cic, 2004), Cipro (Sanchez Villarejo, 2007) e Turchia (Van Bragt, 2001), ma anche in questo caso non si rilevano ri- trovamenti in Tirreno. La presente è quindi la prima se- gnalazione per il Tirreno, nonché la più occidentale per l'intero Mediterraneo.

Risultati e discussione

Un esemplare di un nudibranchio Tethydidae, corri- spondente alla descrizione e alle immagini date da Cat-

taneo-Vietti et al. (1990) e Gosliner & Smith (2003) per Melibe viridis (Kelaart, 1858) [= fimbriata Alder & Han- cock, 1864], è stato ritrovato il 12 dicembre del 2007, du- rante un'immersione notturna, su una prateria a Cymo- docea nodosa a circa 6 m di profondità, nella rada di Gol- fo Aranci (Sardegna nord-orientale), a sud est dell'im- pianto portuale, in località Pozzo Sacro. Si trattava di un grosso esemplare, misurante in espansione circa 200 mm. Due giorni dopo furono rinvenuti, sempre durante un'immersione notturna, nella medesima località, dieci esemplari della stessa specie, di dimensioni variabili da circa 50 mm per l'esemplare più piccolo ai circa 200 mm per quello più grosso. In particolare, sembra fossero presenti due gruppi uniformi per dimensioni, 4 esem- plari piccoli, di circa 50 mm, e sei molto più grandi, dai 130 ai 200 mm. Nessuno degli esemplari è stato preleva- to, ma sono state eseguite in loco fotografie degli ani- mali viventi (Fig. 2).

Non sono state ritrovate ovature, esemplari in fase di accoppiamento, ma il numero di individui rinvenuti e la contemporanea presenza di esemplari di dimensioni notevolmente differenti, che potrebbero appartenere a due successive generazioni, consente di ipotizzare che la specie possa essersi insediata stabilmente lungo la co- sta nord-orientale della Sardegna. Un successivo con- trollo effettuato di giorno, il primo gennaio 2008, ha da- to esiti negativi, ma il fondale mostrava profonde tra- sformazioni dovute alle forti mareggiate di tramontana. Più volte, nelle precedenti segnalazioni per il Mediter- raneo, M. viridis è stata ritrovata in praterie di Cymo- docea nodosa (Koutsoubas & Cinelli, 1997; Mojetta, 1998; Despalatovic et al., 2002). La presente nota conferma perciò la predilezione di M. viridis per questa faneroga- ma, anche se non è chiaro quale rapporto intercorra tra le due specie. Koutsoubas & Cinelli (1997) ipotizzano

Mauro Doneddu & Egidio Trainito

Fig. 1. Segnalazioni di Melibe viridis (Kelaart, 1858) in Mediterraneo: 1 = Thompson & Crampton (1984), 2 = Moosleitner (1986), 3 = Cattaneo-Vietti et at (1990), 4 = Koutsoubas & Cinelli (1997), 5 = Mojetta (1998), 6 = Despalatovic et al. (2002), 7 = Scuderi & Russo (2003), 8 = Mastrototaro et al. (2004), 9 = Carriglio et al. (2004), 10 = Jancic (2004); 1 1 = Sanchez Villarejo (2007), 12 = Van Bragt (2001). Il cerchio indica il ritrovamento riportato nel presente lavoro.

Fig. 1. Mediterranean records of Melibe viridis (Kelaart, 1858): 1 = Thompson & Crampton (1984), 2 = Moosleitner (1986), 3 = Cattaneo-Vietti et al. (1990), 4 = Koutsoubas & Cinelli (1997), 5 = Mojetta (1998), 6 = Despalatovic et al. (2002), 7 = Scuderi & Russo (2003), 8 = Mastrototaro et al. (2004), 9 = Carriglio et al. (2004), 10 = Jancic (2004); 1 1 = Sanchez Villarejo (2007), 12 = Van Bragt (2001). The open circle indicates the present record.

che sia uno specifico biotopo ricco del batterio gigante Achromatium volutans, nei pressi della prateria a Cymo- docea nella quale furono rinvenuti gli esemplari di Mi- los, ad attirare M. viridis. Da tale biotopo si libererebbe- ro organismi in sospensione dei quali M. viridis si nutri- rebbe. In realtà la dieta di M. viridis non sembra essere particolarmente specializzata, comprendendo numero- se specie di piccoli crostacei, assai diversi fra loro, tra i quali piccoli granchi, paguri ingeriti con l'intera conchi- glia ospitante, ostracodi e gamberetti, come risulta dal- l'esame stomacale di diversi esemplari indopacifici (Gosliner & Smith, 2003).

Nelle precedenti segnalazioni per il Mediterraneo, M. viridis è stata talvolta definita specie lessepsiana (Catta- neo-Vietti et al., 1990; Mojetta, 1998; Despalatovic et al., 2002; Cattaneo-Vietti & Giovine, 2005). In realtà, nella

Fig. 2. Melibe viridis (Kelaart, 1858), Golfo Aranci. Fig. 2. Melibe viridis (Kelaart, 1858), Golfo Aranci.

più recente check-list dei molluschi del Mar Rosso (Dekker & Orlin, 2000) compaiono solo Melibe bucephala Bergh, 1902 e Melibe rangii Bergh, 1902, ma non Melibe viridis. Neanche in altre pubblicazioni, precedenti o suc- cessive, abbiamo potuto rilevare segnalazioni per il Mar Rosso di questa specie. Inoltre in Mediterraneo manca- no ritrovamenti per tutto il settore sud orientale, che è quello per primo colonizzato dalle specie provenienti dal Mar Rosso attraverso il Canale di Suez. È possibile quindi che la modalità di ingresso in Mediterraneo sia un'altra, come nel caso di altre specie di provenienza indopacifica, ma assenti in Mar Rosso, quali Rapana ve- nosa (Valenciennes, 1846) e Strombus pérsicas Swainson, 1821. Zenetos et al. (2004) ipotizzano per M. viridis il trasporto accidentale da parte di navi. Questa è un'ipo- tesi ragionevole, se si considera che il trasporto tramite

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le acque di zavorra, il sedimento che rimane attaccato alle ancore e le incrostazioni degli scafi, è riconosciuto come il più importante vettore di introduzione di orga- nismi alieni nei mari europei negli ultimi 25 anni del 20° secolo (Streftaris et al., 2005), nonché responsabile del 25% delle introduzioni totali di specie esotiche in acque greche (Pancuci-Papadopoulou et al., 2005). Meli- be viridis non sarebbe comunque l'unico nudibranco in- trodottosi in Mediterraneo tramite navi: questo vettore, infatti, è considerato responsabile anche della recente comparsa nel nostro mare di Chromodoris annidata (Eliot, 1904), un Chromodorididae di origine indo-pacifica (Daskos & Zenetos, 2007).

Ringraziamenti

Un particolare ringraziamento a Renato Romor, Mario Rornor, Lina Nieddu e Romina Orrù dell'ESA European Scuba Agency che, oltre a segnalare l'osservazione, han- no fornito le informazioni relative e le immagini dei due ritrovamenti.

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Lavoro ricevuto il 7 gennaio 2008 Lavoro accettato il 28 aprile 2008

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Melibe viridis (Kelaart, 1858) (Ophistobranchia: Tethydidae): prima segnalazione per il Tirreno (Sardegna settentrionale)

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Example of systematic hierarchy and synonymy :

Family Cardiidae Lamarck, 1809 Subfamily Cardiinae Lamarck, 1809

Genus Acanthocardia Gray, 1853

(type species Cardium aculeatum Linné, 1758)

Cardium Indicum Lamarck, 1819 (Fig. 1A-D, Fig. 2C)

Cardium hians Brocchi, 1814: p. 508, pi. 13, fig. 6 (non Spengler, 1799).

Cardium indicum Lamarck, 1819: p. 4.

Cardium (Cardium) indicum Lamarck - Fischer-Piette, 1 977; p. 112, pi. 10, fig. 4 (type).

BIBLIOGRAPHIC CITATIONS AND REFERENCES

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Example of citations'.

... reported by Richardson & Smith (1965)

... as known in literature (Ross et al., 1993; Rosenberg, 1995, 1997; Michelini & Andriani, 2000) ... the original illustration (Torwald, 1879: p. 56, pi. 2, fig. 5).

Example of references:

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Voces H.E., 1980. Genera of the Bivalvla: a systematic and bibliographic catalogue (revised and update). Paleontological Research Institution, Ithaca, Edwards Brothers Inc., 307 pp.

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Illustrations must be of high quality, in electronic format (.tiff), with a resolution not lo- wer than 400 dpi for photographs and 600 dpi for drawings and graphics. They must be prepared exactly at the printing size, single column (8.4 cm) or double column (17.2 cm). The maximum printing size is 17.2 x 26.5 cm. The size of each illustration should be care- fully and wisely chosen, based on complexity and quantity of images, for avoiding scienti- fically useless and aesthetically poor results, as well as waste of printing space.

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CAPTIONS

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Indice

1 Paolo G. Albano & Daniele Trono

Record of the alien species Cerlthium scabridum Philippi 1848 (Gastropoda: Cerithiidae) from Otranto, southern Adriatic Sea

5 M. Mauro Brunetti, Maurizio Porli & Giuseppe Vecchi Una nuova specie di Gibbula ( Forskalena ) per il Pleistocene italiano (Gastropoda: Trochidae)

11 Francesco Giusti, Bruno Dell Angelo, Maurizio Sosso & Stefano Schiaparelli

First record of the invasive species Xenostrobussecuris (Lamarck, 1819) (Bivalvia: Mytilidae) from Central Tyrrhenian Sea (Western Mediterranean)

1 5 Rafael La Perna

The identity of Nucula perminima Monterosato, 1875 and Yoldia striolata Brugnone, 1876 (Bivalvia: Protobranchia)

21 Mauro Pìzzini, Italo Nofroni & Antonio Bonfitto Two new species of Caecidae from the Indo-Pacific (Gastropoda)

27 Marco Bodon & Simone Cianfanelli

Una nuova specie di Platyla per il sud Italia (Gastropoda: Prosobranchia: Aciculidae)

39 Carlo Chi rii & Pasquale Mica I e

Su alcuni interessanti Pyramidellidae (Gastropoda) del Pliocene toscano e loro relazioni con specie attuali dell'Africa nord-occidentale

45 Mauro Doneddu & Egidio Trainito

Melibe viridis (Kelaart, 1858) (Ophistobranchia: Tethydidae): prima segnalazione per il Tirreno (Sardegna settentrionale)

Direttore responsabile: Paolo Crovato 'e-mail: paolo.crovato@fastwebnet.it

Coordinamento produzione: Prismi srl Fotocomposizione: Grafica Elettronica, Napoli Stampa: Arti Grafiche Solimene, Napoli Finito di stampare il 30 aprile 2008

ISSN 0394-7149

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international journal of malacology

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2008

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Autorizzazione Tribunale di Milano n. 479 del 15 ottobre 1983 Poste Italiane - spedizione in a.p. - 70°/o Direzione Commerciale - Napoli aprile 2008 spedizione n. 2/2008

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ORGANIZZAZIONE DEL MANOSCRITTO

La prima pagina del manoscritto riporta il titolo, il nome e l'indirizzo dell'autore/i, comple- to di indirizzo elettronico. In caso di lavoro svolto da più autori è necessario indicare l'au- tore corrispondente, con cui l'Editore manterrà i contatti.

II titolo deve essere informativo, ma il più possibile breve, scritto in minuscolo, grassetto. Vanno evitate abbreviazioni. I nomi di rango sistematico elevato vanno riportati tra parentesi. La seconda pagina contiene un riassunto nella stessa lingua del testo principale. Per i mano- scritti in lingua diversa dall’Inglese, occorre un oòstracf più esteso del riassunto. I riassunti de- vono riportate, in sintesi, i principali risultati del lavoro e le conclusioni, non semplicemente gli scopi o frasi generiche. I caratteri distintivi dei nuovi taxa possono essere brevemente riportati, ma non descrizioni o diagnosi estese. Si evitino riferimenti bibliografici. Dopo i riassunti, va ri- portato un elenco di parole chiave (non più di sei), nella stessa lingua del testo principale.

Il testo principale del manoscritto va organizzato in parti distinte, tipicamente le seguenti: Introduzione, Materiale e metodi, Risultati, Discussione, Conclusioni, Ringraziamenti, Biblio- grafia, in minuscolo, grassetto. In lavori di tipo tassonomico, la parte relativa alla sistematica va intitolata Sistematica (in genere sostituisce Risultati). Titoli di secondo ordine, quali De- scrizione, Materiale esaminato, Osservazioni, ecc. sono scritti in testo normale, minuscolo. Si evitino le note a pie' di pagina. Gli Autori sono tenuti ad adottare uno stile chiaro e conciso, evitando frasi eccessivamente lunghe. È vietato l'uso di termini offensivi o discriminatori. Tutte le abbreviazioni e gli acronimi usati nel testo devono essere spiegati, possibilmente in Materiale e metodi. Si usino le abbreviazioni formalizzate per le unità di misura (es.: “m", non "mt." per metro) e gli acronimi ufficiali per le istituzioni.

Solo i nomi di generi, sottogeneri, specie e sottospecie vanno scritti in corsivo, non quelli dei taxa di rango più elevato. Alla loro prima citazione, i nomi delle specie e quelli dei ge- neri devono comprendere il nome dell'autore e l'anno di pubblicazione. È possibile abbre- viare i nomi dei generi, facendo attenzione a che non si crei confusione con generi diversi citati nel testo con la stessa iniziale.

Il corsivo va usato anche per riportare citazioni nella lingua originale (tra virgolette), se diversa da quella del manoscritto.

I nuovi taxa devono essere citati per la prima volta quando vengono descritti, ad eccezione del riassunto. Il Latino può essere usato per indicare il livelli tassonomici (es.: Familia o Famiglia). Le diagnosi (facoltative) e le descrizioni vanno redatte in stile telegrafico, quando possibile. L'elenco dei sinonimi dovrebbe comprendere solo i riferimenti principali, utili a garantire l'identità della specie trattata (per es.: quelli relativi a materiale esaminato dall'Autore o riferimenti ben documentati in letteratura).

Esempio di gerarchia sistematica e sinonimia:

Family Cardiidae Lamarck, 1809 Subfamily Cardiinae Lamarck, 1809

Genus Acanthocardia Gray, 1853

(type species Cardium acuieatum Linné, 1758)

Cardium indicum Lamarck, 1819 (Fig. 1A-D, Fig. 2C)

Cardium hians Brocchi, 1814: p. 508, tav. 13, fig. 6 (non Spengler, 1799).

Cardium indicum Lamarck, 1819: p. 4.

Cardium (Cardium) indicum Lamarck - Fischer-Piette, 1977: p. 112, tav. 10, fig. 4 (tipo).

CITAZIONI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Tutte le pubblicazioni alle quali si fa riferimento nel testo, incluse le sinonimie (ma non gli autori di omonimi), devono comparire nell’elenco bibliografico finale, in ordine alfabetico. Titoli di riviste e di libri in alfabeti diversi da quello Latino vanno traslitterati, mentre i ti- toli vanno tradotti in Inglese, aggiungendo una nota che indichi la lingua originale, come per esempio “[in Russo]".

È importante eseguire un attento controllo incrociato fra citazioni bibliografiche nel testo ed elenco bibliografico, prima di sottoporre il manoscritto.

Esempi di citazioni:

... riportato da Richardson & Smith (1965)

... come noto in letteratura (Ross et al., 1993; Rosenberg, 1995, 1997; Michelini & Andro- ni, 2000)

... l'illustrazione originale (Torwald, 1879: p. 56, tav. 2, fig. 5).

Esempi di bibliografia:

Salas C., 1996. Marine Bivalves from off the Southern Iberian Peninsula collected by the Balgim and Fauna 1 expeditions. Haliotis, 25: 33-100.

Grill B. & Zuschin M., 2001. Modern shallow- to deep-water bivalve death assemblages in the Red Sea - ecology and biogeography. Palaeogeography, Palaeoclimatology, Pa- laeoecology, 168: 75-96.

Boss K.J., 1982. Mollusca, in Parker S.P. (ed.), Synopsis and Classification of Living Orga- nisms. Voi. 1. McGrow-Hill, New York: 945-1166.

Carter J.G., Campbell D.C. & Campbell M.R. 2000. Cladistic perspectives on early bivalve evo- lution, in Harper E.M., Taylor J.D. & Crame J.A. (eds), The Evolutionary Biology of the Bi- valvia. Geological Society, London, Special Publications, 177: 47-95.

Vokes H.E., 1980. Genera of the Bivalvia: a systematic and bibliographic catalogue (revised and update). Paleontological Research Institution, Ithaca, Edwards Brothers Inc., 307 pp.

ILLUSTRAZIONI

Le illustrazioni devono essere di alta qualità, in formato elettronico (.tiff), con una risolu- zione non più bassa di 400 dpi per le fotografie e di 600 dpi per i disegni ed i grafici. Van- no preparate alle esatte dimensioni di stampa, in formato colonna singola (8,4 cm) o co- lonna doppia (17,2 cm). L'area di stampa massima è 17,2 x 26,5 cm. La dimensione delle il- lustrazioni va scelta con attenzione e buon senso, sulla base della complessità e quantità delle immagini contenute, al fine di ovviare a risultati scientificamente poco utili ed este- ticamente poveri, oltre allo spreco di spazio di stampa.

Tutte le illustrazioni sono numerate progressivamente, in un'unica serie, con numeri arabi, nel- lo stesso ordine in cui sono citate nel testo. Nelle illustrazioni composite, le singole immagini vanno indicate con lettere maiuscole, di altezza pari a 3-5 mm, usando un carattere sans-serif, quale Helvetica od Arial. Indicazioni ed abbreviazioni sulle illustrazioni vanno in minuscolo.

Le illustrazioni vanno citate nel testo come figure, usando le abbreviazioni Fig. e Figg., co- me nell'esempio: Fig. 3, Fig. 6A-F, Fig. 5A, 7B, Figg. 3, 5. Le illustrazioni in altri lavori vanno citati come fig. o figg.

Le immagini, montate su fondo nero o bianco, devono avere dimensioni adeguate ad un'agevole lettura, non più piccole di 4-5 cm, eccessivamente grandi. Devono essere

Boll. Malacol., 44 (5-8): 49-50 (2008)

I generi Erosaria Troschel, 1863 e Naria Broderip, 1837. Osservazioni sul loro utilizzo (Gastropoda: Cypraeidae)

Mauro Doneddu*

* Via Palau 5, 07029 Riassunto

Tempio Pausania (SS), Recentemente nella letteratura è comparsa la nuova combinazione Erosaria irrorata (Gray, 1828) che rlsul-

ltalia' ta scorretta, in quanto il genere Naria Broderip, 1837 ha priorità sul genere Erosaria Troschel, 1863.

doneddumauro@tiscali.it

Abstract

Recently, the new combination Erosaria irrorata (Gray, 1828) was Introduced on the basis of molecular da- ta indicating a close relationship between Naria irrorata and the species belonging to the genus Erosaria. This generic allocation Is now widely used In the literature and web. However, the genus Naria Broderip, 1837 has priority over the genus Erosaria Troschel, 1863.

Key words

Gastropoda, Cypraeidae, Naria, Erosaria

Introduzione

Le recenti analisi genetiche effettuate da Meyer (2003, 2004) sul DNA mitocondriale di varie specie della fami- glia Cypraeidae hanno condotto ad un riassetto della si- stematica di questo gruppo, storicamente basata su dati anatomici, morfologici e biogeografici (Troschel, 1863; Risbec, 1937; Schilder & Schilder, 1938-39, 1971; Ranson, 1967; Lorenz & Hubert, 1993; Bradner & Kay, 1996). Avendo osservato che Naria irrorata (Gray, 1828) non si discosta significativamente dalle 27 specie e sottospecie del genere Erosaria esaminate, Meyer (2004) ha di conse- guenza attribuito questa specie ad Erosaria.

Questa breve nota intende chiarire quale debba essere

l'uso dei generi Erosaria e Naria, con riferimento anche alle specie mediterranee.

Risultati e discussione

Meyer (2004) ha evidenziato come Ci/praea irrorata Gray, 1828 (Fig. 1A, B), storicamente attribuita al genere Naria Broderip, 1837, risulti geneticamente più vicina alla specie tipo del genere Erosaria, E. erosa (Linné, 1758) (Fig. 1C, D), di molte altre specie appartenenti a tale ge- nere, come riportato nell'albero filogenetico di questo gruppo (Meyer, 2004: p. 131, fig. 2).

La decisione presa da questo autore di unificare i due generi Naria ed Erosaria appare giustificata, non solo dai

Fig. 1. A, B. Naria irrorata (Gray, 1828), specie tipo del genere Naria Broderip, 1837, esemplare da Tahiti, Polinesia Francese, 13 mm; C, D. Nana ero- sa (Linné, 1758), specie tipo del genere Erosaria Troschel, 1863, esemplare da Trou d'Eau Douce, Mauritius, 41,3 mm.

Fig. 1. A, B. Naria irrorata (Gray, 1828), type species of the genus Naria Broderip, 1837, specimen from Tahiti, French Polynesia, 13 mm; C, D. Naria erosa (Linné, 1758), type species of the genus Erosaria Troschel, 1863, specimen from Trou d'Eau Douce, Mauritius, 41 .3 mm.

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Mauro Doneddu

dati genetici, ma anche dalle evidenze fornite da altri caratteri. Nel lavoro che divide i rappresentanti della famiglia Cypraeidae in 13 gruppi sulla base della mor- fologia delle radule, Bradner & Kay (1996) uniscono i generi Narici ed Erosaria in un unico gruppo. Anche l'e- same delle protoconche (Ranson, 1967) dimostra unifor- mità tra Naria irrorata e le specie del genere Erosaria. Infine, per quanto riguarda la morfologia conchigliare, si deve rilevare che questa è molto variabile nel genere Erosaria e che il carattere più costante, cioè la presenza delle fossette lungo i margini, evidenti soprattutto alle estremità, si può riscontrare anche in irrorata, sebbene sia poco evidente in questa specie.

Pur non contestando la tesi che i due generi possano es- sere posti in sinonimia, si deve comunque far rilevare che Naria, istituito precedentemente (Broderip, 1837), ha priorità su Erosaria, descritto 26 anni dopo (Troschel, 1863), ai sensi dell'accordo all'Art. 23 dell'ICZN (Inter- national Commission on Zoological Nomenclature, 1999). Naria andrebbe quindi usato per l'intero gruppo di spe- cie attribuito ad Erosaria e dovrebbe anche essere modi- ficata la denominazione di due delle specie presenti nel Mediterraneo, che diverrebbero Naria spi tira (Linnè, 1758) e Naria turdus (Lamarck, 1810). In nessun caso però, se si ritenesse opportuna l'unificazione tra i due generi, se essi si mantenessero distinti, può essere usata la combinazione Erosaria irrorata, come appare in Meyer (2004), Meyer & Paulay (2005), Zobele Lipparini & Ne- gra (2006), nonché in alcuni siti web ( www.gastropods.com , www.cowries.info/index.html) tra i più utilizzati come gui- de all'identificazione delle cipree.

Ringraziamenti

Si ringraziano il Dr. Felix Lorenz (Giessen, Germania) ed un referee anonimo per la lettura critica e gli utili suggerimenti.

Bibliografia

Bradner H. & Kay E. A., 1996. An atlas of Cowrie Radulae Mollusca: Gastropoda: Cypraeoidea: Cypraeidae. The Festi- vas; 28, Suppl. San Diego Shell Club, San Diego, 179 pp. Broderip W.J., 1837. Cypraeidae, pp. 254-259. In Long G. (ed.), The Penny Cyclopaedia of the Society for the Dijfnsion of Useful Knowledge. Voi. 8. C. Knight, London, 510 pp. International Commission on Zoological Nomenclatu- re, 1999. International Code of Zoological Nomenclature. Fourth Edition. The International Trust for Zoological Nomencla- ture, London, xxix + 306 pp.

Lorenz F. & Hubert A., 1993. A guide to worldwide coivries.

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Meyer C.P., 2003. Molecular systematics of cowries (Gastro- poda: Cypraeidae) and diversification patterns in the tro- pics. Biological Journal of the Linnean Society; 79 (3): 401-459. Meyer C.P., 2004. Toward comprehensiveness: increased mo- lecular sampling within Cypraeidae and its phylogenetic implications. Malacologia; 46 (1): 127-156.

Meyer C.P. & Paulay G., 2005. DNA barcoding: error rates based on comprehensive sampling. PloS Biology ; 3 (12): 2229-2238.

50 Ranson G., 1967. Les protoconques ou coquilles larvaires des

cyprées. Les cyprées du laboratoire de malacologie du Mu- séum national d'Historie naturelle. Mémoires du Muséum na- tional d'Historie naturelle, Paris, Sèrie A; 47 (2): 93-126.

Risbec }., 1937. Anatomie des Cypraeidae. Archives da Mu- séum national d'Historie naturelle, Paris, 6me sèrie; 14: 75-104.

Schilder F.A. & Schilder M., 1938-39. Prodrome of a mono- graph on living Cypraeidae. Proceedings of the Malacological Society of London; 23 (3): 119-180 (1938); 23 (4): 181-231 (1939).

Schilder M. & Schilder F.A., 1971. A catalogue of living and fossil cowries. Taxonomy and bibliography of Triviacea and Cypraeacea, Gastropoda Prosobranchia. Memoires du Insti- tut Royal des Sciences Naturelles de Belgique, 2me sèrie; 85: 170-246.

Troschel F.H., 1856-1863. Das Gebiss der Schnecken, zur Be- gründung einer natürlichen Classification. Band I (1): pp. 1-72, pis. 1-4 (1856); (2): pp. 73-112, pis. 5-8 (1857); (3): pp. 113- 152, pis. 9-12 (1858); (4): pp. 153-196, pis. 13-16 (1861); (5): pp. 197-252, i-viii, pis. 17-20 (1863). Nicolaischen Verlags- buchhandlung, Berlin.

Zobele Lipparini G. & Negra O., 2006. Conchiglie. Riconoscere le cipree. Muzzio Editore, 328 pp.

Lavoro ricevuto il 2 ottobre 2007 Lavoro accettato il 29 novembre 2007

Boll. Malacol., 44 (5-8): 51-69 (2008)

La famiglia Cancellariidae Gray J.E., 1853 nel Pliocene italiano: note sui generi Scalpila Jousseaume, 1887, Tribia Jousseaume, 1887, Contortia Sacco, 1894, Trigonostoma BlainviSle, 1827 e Aneurystoma Cossmann, 1899 (Gastropoda), con descrizione di una nuova specie

M. Mauro Brunetti* (E3), Giano Della Bella#, Maurizio Forlì0 & Giuseppe Vecchi5

* Via 28 Settembre 1944 2, 40040 Rlovegglo (BO), Italia, bwqkb@tln.it,

(a) corresponding author

# Via dei Cedri 91,

40050 Monterenzio (BO), Italia

° Via Grocco 1 6,

59100 Prato, Italia

§ Via P.G. Terrachini 12, 42100 Reggio Emilia,

Italia

Riassunto

Vengono esaminate alcune specie di Cancellariidae del Pliocene italiano appartenenti ai generi Scalptia, Tribia, Contortia, Trigonostoma e Aneurystoma. Viene descritta Scalptia etrusca n. sp., in precedenza riportata da va- ri autori come Trigonostoma imbricatum (Hòrnes, 1854). Un'altra specie, nota in letteratura come Trigono- stoma gradatum (Hòrnes, 1854), è provvisoriamente riportata come Scalptia cf. gradata (Hòrnes, 1854). Si ipotizza la validità di Tribia sismondai (D'Ancona, 1872), di cui è raffigurato materiale proveniente dal Pliocene inferiore della Toscana e dell'Emilia. Per il genere Contortia si riconoscono due specie per il Pliocene italiano: Contortia italica (D'Ancona, 1872) e C. strictoturrita (Sacco, 1894). Vengono inoltre illustrate e commentate due specie raramente citate in letteratura: Trigonostoma strozzi i (Pecchioli, 1864), di cui vengono segnalati nuovi rinvenimenti per il Pliocene della Toscana, ed Aneurystoma libassi (G. Seguenza, 1876), del Pliocene di Altavilla Milicia (Palermo), appartenente ad un genere finora noto solo per il Miocene europeo.

Abstract

In the present work on the Cancellariidae from the Pliocene of Italy a new species, formerly identified as Trigonostoma imbricatus (Hornes, 1854), is described as Scalptia etrusca n. sp. Another species, known in literature as Trigonostoma gradatum (Hornes, 1854), is provisionally referred to as Scalptia cf. gradata (Hornes, 1854) because of unclear morphological differences from the type material of Cancellarla gradata Hornes, 1854. Tribia sismondai (D'Ancona, 1872) is hypothesized to be a valid species, of which new ma- terial from the Early Pliocene is illustrated. For the genus Contortia, two species are recognised from the Italian Pliocene: C. italica (D'Ancona, 1872) and C. strictoturrita (Sacco, 1894). A single shell, identified as Cancellarla trochlearis Faujas, 1816 in the Coccom collection, is provisionally referred to as Trigonostoma sp. Two rarely cited species are also discussed and illustrated: Trigonostoma strozzii (Pecchioli, 1864), from the Pliocene of Tuscany, and Aneurystoma libassi (G. Seguenza, 1876) from the Pliocene of Altavilla Milicia (Palermo, Southern Italy). The genus Aneurystoma was formerly known only from the European Miocene.

Parole chiave

Cancellariidae, Scalptia, Tribia, Contortia, Trigonostoma, Aneurystoma, Pliocene, Italia.

Introduzione

In questo studio si è presa in considerazione solo parte delle specie del Pliocene italiano appartenenti alla fami- glia Cancellariidae, illustrando e descrivendo quelle ri- feribili ai generi Scalptia Jousseaume, 1887 (specie-tipo Cancellano obliquata Lamarck, 1822), Tribia Jousseaume, 1887 (specie tipo Cancellarla angasi Crosse, 1863), Contor- tia Sacco, 1894 (specie tipo Cancellarla contorta Basterot, 1825), Trigonostoma Blanville, 1827 (specie tipo Delphi- nula trigonostoma Lamarck, 1822) e Aneurystoma Coss- mann, 1899 (specie tipo Cancellarla dufourii Grateloup, 1832). Per quanto riguarda le attribuzioni generiche proposte nel presente lavoro si rimanda alle considera- zioni espresse in Brunetti et al. (2006).

Materiali e metodi

Il materiale esaminato, raccolto durante ricerche di su- perficie, proviene da vari giacimenti in gran parte plio- cenici (Tab. 1). Per la nomenclatura sistematica ci si è at-

tenuti il più possibile a Harasewych & Petit (1990) e a Cahuzac et al. (2004).

Sono usate le seguenti abbreviazioni: H = altezza massi- ma della conchiglia, misurata dall'apice sino all'estre- mità anteriore del canale sifonale; D = diametro massi- mo dell'ultimo giro; coll. = collezione; es. = esemplare; MCUB = Museo Capellini di Paleontologia dell'Univer- sità di Bologna; STP = collezione Dipartimento Scienze della Terra di Parma; MZB = Museo di Zoologia del- l'Università di Bologna; MRSN = Museo Regionale Scienze Naturali di Torino; MPUM = Museo Paleontolo- gico dell'Università di Modena; MSNF = Museo di Sto- ria Naturale Università di Firenze; NHMW = Naturhi- storischen Museum, Geologisch-Palàontologische Ab- teilung, Wien (Austria).

Sistematica

Classe GASTROPODA Cuvier, 1797 Sottoclasse PROSOBRANCHIA Milne Edwards, 1848

M. Mauro Brunetti, Giano Della Bella, Maurizio Forli & Giuseppe Vecchi

Ordine STENOGLOSSA Bouvier, 1887 Superfamiglia CANCELLARIOIDEA Gray J.E., 1853 Famiglia CANCELLARIIDAE Gray J.E., 1853 Sottofamiglia CANCELLARIINAE Gray J.E., 1853

Genere Scalptia Jousseaume, 1887 11 genere Scalptia è caratterizzato dalla forma della spira più o meno scalarata, dall'ombelico stretto, dal bordo co- lumellare diritto o leggermente concavo, con tre pliche (Petit, 1980; Cahuzac et al., 2004; Brunetti et al., 2006).

Scalptia etnisca n. sp.

(Fig. 1A-E)

Trigonostoma aff. imbrication Hòrnes, 1854 - Brunetti, 2000: p. 29, figg. 7-9.

Trigonostoma (Ventrilia) imbrication Hòrnes - Landau et al., 2006: p. 68, tav. 4, figg. 7, 8.

Materiale tipo

Olotipo, MZB 23810, H = 30,5 mm, D = 21,2 mm. Paratipo 1, MCUB 23410, H = 31, 9 mm, D = 17,2 mm.

Località tipo

Poggio alla Staffa (Colle Val d'Elsa, Siena), sabbie, Zan- cleano, 43°26'40"N, 11°05'33"E.

Materiale esaminato

Poggio alla Staffa (Colle Val d'Elsa, Siena), Zancleano,

10 es., coll. Brunetti-Delia Bella-Forli-Vecchi. Ciuciano (S. Gimignano, Siena), Zancleano, 1 es., coll. Della Bella.

Origine del nome

11 nome si riferisce agli antichi abitanti della Toscana, re- gione da cui proviene il materiale tipico.

Descrizione

Conchiglia di medie dimensioni (H > 30 mm), robusta, di forma ovoidale allungata, con spira elevata e profon- damente scalarata. Protoconca paucispirale, composta da 1,5 giri lisci, con nucleo molto piccolo. L'inizio della teleoconca è reso evidente dalla comparsa di una prima costicina assiale, molto debole, a cui seguono sei cor-

Altavilla Milicia (Palermo)

Zancleano

Giannuzzi-Savelli & Reina (1983)

Cisternino (Livorno)

Zancleano

Bogi et al. (2002)

Ciuciano (Siena)

Zancleano

Forli & Dell'Angelo (2000)

Highcliffe on Sea (Inghilterra)

Eocene medio*

Larniano (Siena)

Piacenziano

Bogi et al. (2002)

Linari (Siena)

Zancleano-Piacenziano

Bogi et al. (2002)

Lucena (Huelva, Spagna)

Zancleano

Gonzáles Delgado (1988)

Miste (Olanda)

Miocene medio

Janseen (1984)

Monsindoli (Siena)

Zancleano

Della Bella & Scarponi (2007)

Montegibbio (Modena)

Tortoniano

Davoli (1982)

Oliveta (Firenze)

Zancleano-Piacenziano*

Orciano Pisano (Pisa)

Zancleano

Gatto (1997)

Podere Melograni (Siena)

Zancleano

Della Bella & Scarponi (2004)

Poggio alla Staffa (Siena)

Zancleano

Della Bella & Scarponi (2004)

S. Martino a Maiano (Firenze)

Piacenziano

Bogi et al. (2002)

S. Faustino (Terni)

Zancleano

Malatesta (1974)

S. Lorenzo in Collina (Bologna)

Piacenziano

Brunetti & Vecchi (2003)

S. Gimignano (Siena)

Zancleano*

S. Maria del Piano (Parma)

Pliocene?

Cocconi (1873)

Saucats Peloua (Francia)

Burdigaliano

Lesport et al. (2001)

Sceaux d'Anjou (Francia)

Pliocene inferiore

Van Vliet-Lanòe et al. (2002)

Sorgente d'Acqua Salata (Bologna)

Zancleano

Della Bella & Scarponi (2004)

Tabiano Bagni (Parma)

Zancleano

Pelosio (1966)

Trappeto (Palermo)

Pliocene*

Vignola (Modena)

Piacenziano

Della Bella & Scarponi (2004)

Villa Banfi (Grosseto)

Zancleano-Piacenziano*

Tab. 1. Località dalle quali proviene il materiale studiato, età dei depositi affioranti e riferimenti bibliografici (quando presenti). Le indicazioni crono- stratlgrafiche indicate con l'asterisco sono desunte dagli autori del presente lavoro sulla base delle associazioni malacologlche.

Tab. 1. Localities from which the present study material comes, age of deposits and references (when available). Age Indications marked with a star 52 are proposed by the authors of the present work basing on the malacological assemblage.

Fig. 1A-E. Scalptia etnisca n. sp. A-C. Olotipo, Poggio alla Staffa (Colle Val d'Elsa, Siena), Zancleano, H = 30,5 mm, D = 21,2 mm (MZB 23810). D. Olotipo, particolare dei giri apicali. E. Paratipo 1, Poggio alla Staffa (Colle Val d'Elsa, Siena), Zancleano, H = 31, 9 mm, D = 17,2 mm, scala = 2 mm (MCUB 23410).

Fig. 1A-E. Scalptia etnisca n. sp. A-C. Holotype, Poggio alla Staffa (Colle Val d'Elsa, Siena), Zanclean, H = 30.5 mm, D = 21.2 mm (MZB 23810). D. Holotype, detail of apical whorls. E. Paratype 1, Poggio alla Staffa (Colle Val d'Elsa, Siena), Zanclean, H = 31.9 mm, D = 17.2 mm, scale bar = 2 mm (MCUB 23410).

doncini spirali depressi, separati da intervalli più stretti. Teleoconca di 4,5 giri, muniti di una rampa suturale stretta e profondamente incavata sin dal primo giro, or- nata da una decina di coste assiali sottili, più strette de- gli intervalli, che tendono ad obliterarsi superiormente in corrispondenza di una fascia subsuturale liscia. Tali coste si prolungano obliquamente alTinterno della ram- pa suturale come lamine molto sottili, fortemente incli- nate e rivolte all'indietro, più depresse del bordo della rampa, a cui conferiscono un profilo dentellato, in parti- colare sull'ultimo giro. Sulla rampa suturale le coste formano delle aree sub romboidali. Scultura spirale co- stituita da cordoncini piatti, regolarmente distanziati (9 sul penultimo giro), separati da intervalli di uguali di- mensioni. Negli ultimi tre giri, nelTintervallo fra due cordoncini è intercalato un terzo cordoncino, più sottile. Sull'ultimo giro l'incrocio tra la scultura spirale e le li-

nee di accrescimento crea una scultura embriciata, ben visibile a forte ingrandimento. Sutura ondulata, canali- colata. Ultimo giro ben sviluppato in altezza (3/4 del- l'intera conchiglia), con 10 coste assiali di larghezza irre- golare e 18 cordoncini spirali, di cui due compresi nella fascia subsuturale, che appare quindi solcata. Apertura subtriangolare, con canale sifonale corto, stretto e leg- germente ricurvo a destra. Labbro esterno varicoso, con- vesso al centro, leggermente concavo sia superiormente che alla base, internamente con 14 dentelli brevi e sottili, ben visibili. Columella leggermente concava, con 3 pie- ghe subparallele, di dimensioni crescenti procedendo in direzione adapicale. Bordo columellare abbastanza espanso adapicalmente, completamente assente nella porzione inferiore, dove è presente un profondo ed am- pio ombelico solcato dal prolungamento delle coste del- l'ultimo giro. Fasciola sifonale evidente. Un esemplare 53

La famiglia Cancellariidae Gray J.E., 1853 nel Pliocene italiano

M. Mauro Brunetti, Giano Della Bella, Maurizio Forli & Giuseppe Vecchi

presenta tracce della colorazione originaria, consistente in una fascia bruna decorrente sotto la rampa suturale.

Distribuzione

Sulla base dei pochi dati disponibili, Scnlptia etnisca n. sp. può essere considerata una specie di acque basse. La sua distribuzione cronostratigrafica sembra essere limi- tata allo Zancleano.

Osservazioni

Scalptia etnisca n. sp. è stata raffigurata da Brunetti (2000) come forma affine a Trigonostoma imbricatum (Hòrnes, 1854) var. dertocosticillata Sacco, 1894. Successivamente, Landau et al. (2006) hanno identificato questa specie co- me Trigonostoma imbricatum, descritta per il Miocene su- periore austriaco e presente anche nel Tortoniano (Mio- cene superiore) italiano (Venzo & Pelosio, 1963; Davoli, 1982), nel Badeniano (Miocene medio) di Korytnica

(Polonia) (Baluk, 2006) e nel Tortoniano di Cacela (Por- togallo) (Pereira Da Costa, 1867). La presenza di T. im- bricatum nel Pliocene mediterraneo pare priva di effetti- vi riscontri, anche perché gli esemplari figurati da Gon- zález-Delgado (1993) per il Pliocene di Huelva (Spagna) sembrano essere riferibili ad altra specie. Sacco (1894) descrive due varietà, Trigonostoma imbricatum var. derto- costicillata Sacco, 1894 e T. imbricatum var. crassocostata Sacco, 1894, che si pensa possano rientrare nel campo di variabilità di T. imbricatum.

Scalptia etnisca n. sp. si differenzia notevolmente da T. imbricatum, di cui sono stati esaminati alcuni esemplari del Tortoniano di Montegibbio (Modena) nella collezio- ne Doderlein (MPUM) (Fig. 2A-D). Un esemplare di T. imbricatum, proveniente dal Tortoniano di Steinabrunn (Vienna) ed inviato da Hòrnes a Doderlein, fu illustrato da Davoli (1982: tav. 1, fig. a-b). In particolare, la nuova specie differisce per la forma della spira decisamente più allungata, la rampa suturale molto più larga e pro- fonda, l'apertura decisamente triangolare, la presenza

Fig. 2A-E. Trigonostoma imbricatum (Hòrnes, 1854) A, B. Montegibbio (Modena), Tortoniano, H = 24 mm, D = 17 mm (coll. Doderlein, MPUM4748). C, D. Montegibbio (Modena), Tortoniano, H = 24 mm, D = 16, 5 mm (coll. Doderlein, MPUM4748bis). E. Illustrazione originale in Hòrnes (1854).

Fig. 2A-E. Trigonostoma imbricatum (Hòrnes, 1854) A, B. Montegibbio (Modena), Tortonian, H = 24 mm, D = 17 mm (coll. Doderlein, MPUM4748). C, D. Montegibbio (Modena), Tortonian, H = 24 mm, D = 16.5 mm (coll. Doderlein, MPUM4748bis). E. Original illustration after Hòrnes (1854).

54

di tre pliche, la scultura assiale meno prominente e con un minore numero di coste, l'ombelico più stretto. Il confronto dei vari caratteri (forma della spira, ombelico, numero delle pliche) conferma l'appartenenza al genere Scalptia, come inteso da Petit (1980).

Scalptia cf. gradata (Hòrnes, 1854) n. comb.

(Fig. 3A-D)

? Cancellarti gradata Hòrnes, 1854: p. 319, tav. 35, fig. 2.

? Trigonostoma gradatimi var. dertoumbilicata Sacco, 1894: p. 10, tav. 1, fig. 21.

? Trigonostoma gradatimi var. dertoumbilicata Sacco - Ferrerò Mortara et al., 1984: tav. 28, fig. 7.

Trigonostoma aff. gradatimi var. dertoumbilicata Sacco - Brunetti, 2000: p. 27, figg. 1, 2.

Trigonostoma gradatimi (Hòrnes) - Chirli, 2002: p. 72, tav. 35, figg. 9-16.

Materiale esaminato

Poggio alla Staffa (Colle Val d'Elsa, Siena), Zancleano, 3 es., coll. Brunetti-Forli. Podere Melograni (Colle Val d'Elsa, Siena), Zancleano, 2 es., coll. Della Bella. Trappe- to (Palermo), Zancleano, 1 es., coll. Forli.

Descrizione

Conchiglia di dimensioni medio-piccole (H < 20 mm), poco allungata, robusta e scalarata. Protoconca multi- spirale composta da 2,5 giri lisci, con suture poco pro- fonde. L'inizio della teleoconca è segnato dalla compar- sa di quattro deboli cordoni spirali. Teleoconca formata da quattro giri carenati, muniti di una rampa suturale molto larga, declive, ornata da nove coste assiali legger- mente inclinate, robuste, più strette degli interspazi, re- golarmente intervallate, che si prolungano debolmente oltre la rampa. Scultura spirale molto evidente, formata da cordoncini subuguali (6 sul penultimo giro) nella parte anteriore dei giri, intervallati da cordoncini mino- ri e visibili sia sulle coste che negli interspazi. Nella par- te posteriore dei giri sono presenti solo numerosi filetti irregolari. Sutura leggermente ondulata, profonda ma non incavata. Ultimo giro subtriangolare, costituito da circa tre quarti dell'altezza della conchiglia, ornato da una dozzina di cordoncini spirali subuguali. Apertura ampia, subtriangolare. Margine columellare moderata- mente convesso, liscio, recante tre forti pliche subparal- lele. Canale sifonale corto, stretto, aperto, leggermente piegato a sinistra. Labbro molto robusto, regolarmente arcuato ed angoloso in corrispondenza del filetto radia- le che delimita la rampa suturale, dotato internamente di otto dentelli corti e robusti, separate da intervalli uguali. Callosità columellare ampia. Ombelico molto stretto e profondo.

Distribuzione

Scalptia cf. gradata può essere considerata una specie di

acque basse. La sua distribuzione cronostratigrafica sembra essere limitata allo Zancleano.

Osservazioni

Per le sue caratteristiche, la specie viene riferita al gene- re Scalptia. Essa si discosta notevolmente dal genere Trigonostoma, che presenta una rampa suturale larga e profonda, due sole pliche columellari, e soprattutto un ombelico molto largo e profondo.

Sia gli esemplari pliocenici esaminati, che quelli figurati da Brunetti (2000) e Chirli (2002) si discostano dal tipo di Hòrnes (1854) (Fig. 3E-F) per la forma decisamente più tozza, i giri più inclinati e l'ombelico più ampio. È inte- ressante notare alcune osservazioni di Davoli (1982) a proposito dei rapporti tra Scalptia gradata e Scalptia derto- scalata Sacco, 1894 del Tortoniano di Montegibbio (Mo- dena) (Fig. 3G-H): "La specie di Sacco è sicuramente di- stinta da C. gradata Hòrnes, almeno come figurata dall'A. in tav. 25, fig, 2 a, b, [ . . . ] lo conferma il fatto che lo stesso Hòrnes (1856 pag. 319) assimilava la sua C. gradata a C. crassicosta Bellardi (1841, tav. 2 fig. 7-8) specie a forma nettamente più alta, con ultimo giro meno rigonfio e con ornamentazione assiale decisamente predommante su quella spirale, debolissima e limitata soltanto alla parte inferiore". Gli esemplari pliocenici si distinguono note- volmente da Scalptia dertogradata e di conseguenza anche dalla specie di Hòrnes. L'esame dell'olotipo (NHMW) di Cancellarti gradata Hòrnes, 1854 del Miocene superiore di Gainfahren (Austria), suggerisce che tali differenze po- trebbero rientrare nella variabilità intraspecifica. Tutta- via, si ritiene che solo l'esame di un maggior numero di esemplari pliocenici potrebbe chiarire il loro status tasso- nomico. Si potrebbe trattare di una specie pliocenica di- stinta, per la quale occorrerebbe capire se fileticamente legata a Scalptia gradata, a Scalptia dertogradata, oppure al- la var. dertoumbilicata Sacco, 1894 del Tortoniano di Stazzano (Alessandria), figurata da Ferrero-Mortara et al. (1984). Quest'ultima, comunque, sembra essere un'altra specie ancora. Diversamente, la forma pliocenica in esa- me potrebbe rappresentare una sorta di relitto miocenico, sopravvissuto durante lo Zancleano.

Si tratta della quarta specie appartenente al genere Scal- piti del Pliocene italiano insieme a Scalptia etnisca n. sp, Scalptia intermedia (Bellardi, 1841) e Scalptia sp., queste ul- time due descritte in precedenza da Brunetti et al. (2006).

Genere Tribia Jousseaume, 1887 Il genere Tribia è caratterizzato da dimensioni medio- piccole, spira più o meno scalarata e presenza di due sole pliche columellari, evidenti e subparallele (Brunetti et al. 2006).

Tribia cf. sismondai (D'Ancona, 1872) n. comb.

(Fig. 4A-E)

? Cancellarti intermedia Bellardi var. a. Bellardi, 1841: p. 13, tav. 1, fig. 15.

? Cancellarti sismondai D'Ancona, 1872: p. 102, tav. 13, fig. 5A-B.

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La famiglia Cancellariidae Gray J.E., 1 853 nel Pliocene italiano

M. Mauro Brunetti, Giano Della Bella, Maurizio Forli & Giuseppe Vecchi

Fig. 3A-D. Scalpila cf. gradata (Hòrnes, 1854) A, B. Poggio alla Staffa (Colle Val d'Elsa, Siena), Zancleano, H = 17,2 mm, D = 1 1 mm (coll. Brunetti).

C, D. Melograni (Colle Val d'Elsa, Siena), Zancleano, H = 19,5 mm, D = 13 mm (coll. Della Bella) E, F. Scalpila gradata (Hòrnes, 1854), olotipo, Gainfahren (Austria), Miocene superiore, H = 21 mm, D = 13 mm (NHMW 1871/XI/0022). G, H. Scalpila dertoscalata (Sacco, 1894), Montegibbio (Modena), Tortoniano, H = 16 mm, D = 10 mm (coll. Doderlein, MPUM4744).

Fig. 3A-D. Scalpila cf. gradata (Hòrnes, 1854) A, B. Poggio alla Staffa (Colle Val d'Elsa, Siena), Zanclean, H = 17.2 mm, D = 1 1 mm (coll. Brunetti). C,

D. Melograni (Colle Val d'Elsa, Siena), Zancleano, H = 19.5 mm, D = 13 mm (coll. Della Bella). E, F. Scalpila gradata (Hòrnes, 1854), holotype, Gainfahren (Austria), Late Miocene, H = 21 mm, D = 13 mm (NHMW 1 87 1/XI/0022). G, H. Scalpila dertoscalata (Sacco, 1894), Montegibbio (Modena), Tortonian, H = 16 mm, D = 10 mm (coll. Doderlein, MPUM4744).

Materiale esaminato Descrizione

Monsindoli (Siena), Zancleano, 1 es., coll. Forli. Tabiano Conchiglia di dimensioni medio-piccole (H < 15 mm), 56 Bagni (Parma), Zancleano, 1 es., coll. Della Bella. poco allungata, robusta e scalarata. Protoconca multi-

Fig. 4A-E. Tribia cf. sismondai (D'Ancona, 1872) A-C. Monsindoli (Siena), Zancleano, H = 15 mm, D = 9,3 mm, scala = 2 mm (coll. Forli). D, E. Tabiano Bagni (Parma), Zancleano, H = 12 mm, D = 8 mm. F. Illustrazione originale in D'Ancona (1872).

Fig. 4A-E. Tribia cf. sismondai (D'Ancona, 1872) A-C. Monsindoli (Siena), Zanclean, H = 1 5 mm, D = 9.3 mm, scala = 2 mm (coll. Forli) D, E. Tabiano Bagni (Parma), Zanclean, H = 1 2 mm, D = 8 mm. F. Original illustration after D'Ancona (1872).

spirale, composta da 2,5 giri con suture poco profonde. A giri lisci. L'inizio della teleoconca è segnato dalla comparsa di tre deboli cordoni spirali. Teleoconca for- mata da tre giri carenati, muniti di una rampa suturale molto larga, leggermente inclinata, quasi piana nell'ulti- mo giro, ornata da otto coste assiali subverticali, robu- ste, molto più strette degli interspazi, regolarmente in- tervallate, che si prolungano debolmente oltre la rampa e formanti delle spinosità cave lungo la carena. Scultura spirale poco evidente, formata da cordoncini subuguali (6 sul penultimo giro) leggermente granulosi, presenti nella parte anteriore dei giri e intervallati da filetti mi- nori, visibili sia sulle coste che negli interspazi. Nella parte posteriore dei giri sono presenti solo numerosi fi- letti irregolari. Sutura ondulata, profonda ma non inca- vata. Ultimo giro subtriangolare, costituito da circa tre quarti dell'altezza della conchiglia, ornato da una deci- na di cordoncini spirali subuguali. Apertura ampia, subtriangolare. Margine columellare quasi diritto, li-

scio, recante due forti pliche subparallele. Canale sifo- nale corto, stretto e aperto, leggermente piegato a de- stra. Labbro robusto, regolarmente arcuato e angoloso in corrispondenza del filetto radiale che delimita la rampa suturale, internamente liscio. Callosità columel- lare moderatamente ampia, che in parte ricopre uno pseudombelico molto stretto e poco profondo.

In base alle località di rinvenimento, Tribia cf. sismondai doveva vivere a profondità corrispondenti al circalito- rale profondo, con una distribuzione cronostratigrafica limitata allo Zancleano.

Gli esemplari esaminati sembrano corrispondere a Can- cellaria sismondai D'Ancona, 1872, il cui olotipo non è 57

Distribuzione

Osservazioni

La famiglia Cancellarlldae Gray J.E., 1 853 nel Pliocene Italiano

M. Mauro Brunetti, Giano Della Bella, Maurizio Forli & Giuseppe Vecchi

presente nella collezione D'Ancona (MSNF). Le uniche differenze sembrano riguardare l'assenza delle lirature interne del labbro, descritte da D'Ancona (1872). Si è notato, comunque, che in diverse specie di Cancella- riidae del Pliocene italiano, quali per esempio Solatia hirta (Brocchi, 1814), le lirature possono essere presenti o assenti, e non rappresentano quindi un carattere spe- cifico costante. Considerato lo scarso numero di esem- plari esaminati, si è comunque preferito mantenere una nomenclatura aperta.

Questa specie può essere ascritta al genere Tribia, per le caratteristiche della teleoconca e per il numero delle pli- che. D'Ancona (1872) assimila la sua specie alla varietà a di Cancellarla intermedia descritta da Bellardi (1841) per il Tortoniano di Sant'Agata Fossili (Alessandria). Que- sto materiale non risulta presente nella collezione Bel- lardi e Sacco (MRSN) e non è stato quindi possibile chiarire i rapporti tra la varietà di Bellardi e la specie di D'Ancona. In ogni caso, la specie in esame ci pare diffe- renziarsi nettamente da tutte le altre presenti nel Plio- cene italiano. La sola specie con cui presenta una certa affinità è Scalptia cf. gradata che tuttavia presenta di- mensioni maggiori, aspetto più robusto, giri maggior- mente inclinati, ombelico più sviluppato e diverso nu- mero di pliche columellari.

Genere Contort ia Sacco, 1894 Il genere Contortia, creato da Sacco (1894) e considerato valido da alcuni autori (Harasewych & Petit, 1990; Cahuzac et al., 2004), è molto vicino al genere Merica H. & A. Adams, 1854 (specie tipo Cancellarla melanostoma Sowerby G.B. II, 1849). In entrambi i generi è assente la rampa suturale, i giri sono regolarmente convessi e l'ombelico è molto stretto o assente. Le differenze fra i due generi sono soprattutto nella scultura assiale, meno prominente nel genere Merica le cui specie hanno la pli- ca posteriore un po' più pronunciata delle altre due. Nel genere Contortia, invece, le tre pliche sono netta- mente oblique e subparallele. Una revisione delle specie appartenenti al genere Merica potrebbe essere utile per chiarire ulteriormente i rapporti tra questi due generi così strettamente affini.

Contortia italica (D'Ancona, 1872)

(Figg. 5A-H, 9B)

Cancellano italica D'Ancona, 1872: p. 112, tav. 12, figg. 5-6. ? Admetula malacitana Vera-Peláez & Muniz-Soliz, 1995: p. 297, tav. 1, figg. 8-13.

Cancellarla contorta Basterot - Chirli, 2002: p. 58, tav. 29, figg. 13-14.

Contortia italica D'Ancona - Landau et al., 2006: p. 65, tav. 1, fig. 7, tav. 2, fig. 2.

Materiale esaminato

Orciano Pisano (Pisa), Zancleano, 97 es., coll. Brunetti- Delia Bella-Forli- Vecchi. Ciuciano (Siena), Zancleano, 19 58 es., coll. Brunetti-Delia Bella-Vecchi. S. Gimignano (Sie-

na), Zancleano, 2 es., coll. Della Bella. Vignola (Mode- na), Piacenziano, 1 es., coll. Della Bella. Cisternino (Li- vorno), Zancleano, 1 es., coll. Forli.

Descrizione

Conchiglia di dimensioni medio-piccole (H media 10 mm) poco allungata, sottile, con profilo regolarmente convesso. Protoconca paucispirale composta da 1,25 giri lisci, con suture poco profonde. L'inizio della teleoconca è segnato dalla comparsa di una costicina a cui seguono quattro deboli cordoni spirali. Teleoconca formata da 3,5 giri, leggermente inclinati, ornata da 15-16 coste assiali molto inclinate, arcuate, elevate, più strette degli inter- spazi, regolarmente intervallate. Scultura spirale abba- stanza evidente, formata da cordoncini spirali di uguale spessore (5 sul penultimo giro) intervallati da filetti mi- nori regolarmente spaziati, visibili sia sulle coste sia ne- gli interspazi e attraversati da sottili strie di accrescimen- to. Sutura ondulata, profonda ma non incavata. Ultimo giro arrotondato, di altezza circa tre quarti del totale del- la conchiglia, ornato da una quindicina di cordoncini spirali di spessore regolare intervallati da filetti di ugua- le spessore. Apertura ampia di forma regolarmente ova- le. Margine columellare piegato, liscio, recante tre forti pliche inclinate, subparallele, di cui la terza si fonde con la torsione columellare. Canale sifonale corto, stretto e aperto, leggermente piegato a destra. Labbro poco robu- sto, regolarmente arrotondato, internamente liscio. Cal- losità columellare moderatamente ampia, che in parte ri- copre uno pseudombelico molto stretto e allungato.

Distribuzione

In base alle località di rinvenimento Contortia italica do- veva vivere a profondità che andavano dall'infralitorale al circalitorale, con distribuzione cronostratigrafica li- mitata allo Zancleano e al Piacenziano.

Osservazioni

L'olotipo illustrato e descritto da D'Ancona (1872) è un esemplare dalle dimensioni inconsuete (H = 26 mm) e ciò ha probabilmente creato una certa confusione nella esatta identificazione della specie in quanto l'altezza media della conchiglia si aggira normalmente intorno ai 10 mm. Tra il materiale esaminato si è rilevato che alcu- ni rari esemplari possono superare tali dimensioni. Lo stesso autore aveva notato comunque le caratteristiche che contraddistinguevano la specie differenziandola da quella da lui chiamata Contortia contorta (Basterot, 1823) (= Contortia strictoturrita Sacco, 1894). Pur non avendo potuto esaminare l'olotipo, non presente nella collezio- ne D'Ancona (MSNF), si ritiene che Contortia italica pos- sa considerarsi una buona specie.

Vera-Peláez & Muniz-Soliz (1995) descrivendo Admetula malacitana, del Pliocene inferiore di Estepona (Malaga, Spagna), illustrano esemplari appartenti a specie diffe- renti, per quanto riguarda l'olotipo ed il paratipo deno- minato VM1V-2, corrispondenti a Contortia strictoturrita,

Fig. 5A-H. Contortia italica (D'Ancona, 1872) A-C. Ciuciano (Siena), Zancleano, H = 8,5 mm, D = 5,1 mm (coll. Brunetti). D, E. Ciuciano (Siena), Zancleano, H = 6,5 mm, D = 4,3 mm (coll. Brunetti). F. Vignola (Modena), Piacenzlano, H = 15,9 mm, D = 9,6 mm (coll. Della Bella). G, H. Ciuciano (Siena), Zancleano, H = 14 mm, D = 8,7 mm, scala = 2 mm (coll. Brunetti). I, L. Contortia milieti (Bréblon, 1964, m.s.). I, L. Sceaux d'Anjou (Francia), Redoniano (Pliocene inferiore), H = 7,8 mm, D = 5 mm, scala 2 = mm (coll. Forll).

Fig. 5A-H. Contortia italica (D'Ancona, 1872) A-C. Ciuciano (Siena), Zanclean, H = 8.5 mm, D = 5.1 mm (coll. Brunetti). D, E. Ciuciano (Siena), Zancleano, FI = 6.5 mm, D = 4.3 mm (coll. Brunetti). F. Vignola (Modena), Piacenzlan, H = 15.9 mm, D = 9.6 mm (coll. Della Bella) G, H. Ciuciano (Siena), Zanclean, H = 14 mm, D = 8.7 mm, scale bar = 2 mm (coll. Brunetti). I, L. Contortia milieti (Bréblon, 1964, m.s.). I, L. Sceaux d'Anjou (France), Redonian (Early Pliocene inferiore), H = 7.8 mm, D = 5 mm, scale bar = 2 mm (coll. Forli).

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La famiglia Cancellariidae Gray J.E., 1 853 nel Pliocene italiano

M. Mauro Brunetti, Giano Della Bella, Maurizio Forli & Giuseppe Vecchi

mentre il resto del materiale raffigurato (tav. 1 fig. 8-13) è probabilmente affine a Contortici italica. Landau et al. (2006), raffigurano come un'unica specie Contortia italica e Contortia strictoturrita. Si ritiene che esistano invece differenze notevoli tra le due specie. Contortia italica presenta infatti protoconca di dimensioni minori, ango- lo spirale più elevato, maggior numero di coste con in- clinazione minore, scultura spirale maggiormente rego- lare, diversa forma dell'apertura, columella più diritta e terza plica poco distinguibile in quanto sovrapposta al- la torsione columellare. Una specie simile è Contortia milieti (Brébion, 1964, m.s.) (Fig 5I-L) del Pliocene (Re- doniano) francese che si differenzia da Contortia italica per la scultura della teleoconca formata da cordoncini spirali più fitti e regolari e per le maggiori dimensioni della protoconca. Tra le specie attuali Brocchinia (?) cor- nicici (Altimira, 1978), vivente nell'Africa occidentale, presenta forma della teleoconca e della protoconca simi- li a quelli di Contortia italica, ma scultura assai differen- te, consistente in coste assiali e filetti spirali assai più numerosi.

Contortia strictoturrita (Sacco, 1894)

(Figg. 6A-G, 9A)

Cancellane contorta var. altavillae Libassi, 1859: p. 40, fig. 25. Cancelleria contorta Basterot - D'Ancona, 1872: p. 110, tav. 11, fig. 10 a, b.

Contortia altavillae Libassi - Sacco, 1894: p. 50, tav. 3, fig. 30. Contortia altavillae var. strictoturrita Sacco, 1894: p. 51, tav. 3, fig. 31.

Cancellane (Merica) altavillae Libassi - Cavallo & Repet- to, 1992: p. 123, fig. 312.

Cancelleria (Merica) altavillae Libassi - Inzani, 1992: p. 84, tav. 3, figg. 7, 8.

Admetula sp. Vera-Peláez et. al., 1995: p. 160, tav. 4, figg. k-1. Admetula malacitana Vera-Peláez & Muniz-Soliz, 1995: p. 297, tav. 1, figg. 1-7.

Cancellaria altavillae Libassi - La Croce & Repetto, 1999: P. 22.

Cancellaria contorta Basterot - Chirli, 2002: p. 58, tav. 29 figg. 10-12, 15-16.

Contortia italica D'Ancona - Landau et al., 2006: p. 65: tav. 1, figg. 4-9; tav. 2, fig. 3.

Materiale esaminato

Poggio alla Staffa (Colle Val d'Elsa, Siena), Zancleano, 13 es., coll. Brunetti-Delia Bella-Vecchi. Ciuciano (Sie- na), Zancleano, 13 es., coll. Forli. Oliveto (Firenze), Zan- cleano-Piacenziano, 10 es., coll. Brunetti- Vecchi. S. Mar- tino a Maiano (Firenze), Zancleano-Piacenziano, 6 es., coll. Brunetti. Linari (Siena), Zancleano, 3 es., coll. Bru- netti-Delia Bella. Vignola (Modena), Piacenziano, 2 es., coll. Brunetti-Delia Bella. Larniano (Siena), Zancleano, 1 es., coll. Forli. S. Faustino (Terni), Zancleano, 1 es., coll. Brunetti. Sorgente d'Acqua Salata (Bologna), Zanclea- no, 1 es., coll. Della Bella. S. Lorenzo in Collina (Bolo- 60 gr*a), Zancleano, 1 es., coll. Brunetti.

Descrizione

Conchiglia di dimensioni medie (H media > 20 mm), al- lungata, molto robusta con profilo regolarmente con- vesso. Protoconca paucispirale composta da 1,25 giri li- sci, con sutura poco profonda. L'inizio della teleoconca è segnato dalla comparsa di quattro deboli cordoni spi- rali. Teleoconca formata da 5-6 giri, leggermente incli- nati, ornata da dieci coste assiali molto inclinate, arcua- te, poco elevate, molto più strette degli interspazi e re- golarmente intervallate. Scultura spirale poco evidente, formata da cordoncini spirali di spessore differente (7-8 sul penultimo giro) intervallati da filetti minori ugual- mente irregolari, visibili sia sulle coste sia negli inter- spazi e attraversati da forti strie di accrescimento che rendono scabra la superficie. Sutura ondulata, profonda ma non incavata. Ultimo giro subtriangolare costituito da circa due terzi dell'altezza della conchiglia, ornato da una ventina di cordoncini spirali di spessore irrego- lare. Apertura ampia, di forma ovale-allungata. Margi- ne columellare fortemente piegato, liscio, recante tre forti pliche inclinate, subparallele. Canale sifonale cor- to, stretto e aperto, leggermente piegato a sinistra. Lab- bro robusto, angoloso nella parte superiore, interna- mente dotato di una decina di pliche corte e robuste, se- parate da uguali intervalli. Callosità columellare mode- ratamente ampia che in parte ricopre uno pseudombeli- co molto stretto e allungato.

Distribuzione

In base alle località di rinvenimento Contortia strictotur- rita doveva vivere a profondità che andavano dall'infra- litorale al circalitorale, con una distribuzione cronostra- tigrafica compresa fra lo Zancleano ed il Piacenziano.

Osservazioni

Bertolaso & Palazzi (1999, non pubblicato) hanno chia- rito come non sia possibile usare il binomio Contortia al- tavillae in quanto già occupato da Cancellaria altavillae Aradas, 1847. Il primo binomio utilizzabile risulta esse- re quindi quello della varietà di Sacco (1894) di Contor- tia altavillae denominata strictoturrita. La specie è ripor- tata come Contortia altavillae (Libassi, 1859) da vari auto- ri (Sacco, 1894; Davoli, 1982-1995; Cavallo & Repetto, 1992; Inzani, 1992; La Croce & Repetto, 1999). Sia Adme- tula sp. descritta da Vera-Peláez et al. (1995) che Admetu- la malacitana (Vera-Peláez & Muñiz-Soliz, 1995), come già detto in precedenza, corrispondono alla spaecie di Sacco. Chirli (2002) ha illustrato Contortia strictoturrita e Contortia italica come Contortia contorta (Basterot, 1823) (Fig. 7A-L), che è specie esclusivamente miocenica. Landau et al. (2006) hanno mostrato le differenze della protoconca tra le specie mioceniche (protoconca multi- spirale) e quelle plioceniche (protoconca paucispirale), ma riportano come unica specie pliocenica Contortia ita- lica. Anche in questo caso si ritiene vengano illustrate due specie differenti. Landau et al. (2006) ipotizzano che queste differenze possano riferirsi a popolazioni vi-

venti a profondità più elevate ma, tra il materiale di Contortili strictoturrita da noi esaminato, vi sono anche esemplari provenienti da depositi riferibili alla piatta-

forma esterna, pur se questa specie risulta essere più frequente in sedimenti più superficiali. Contortici stricto- turrita si differenzia da C. italica per dimensioni medie

Fig. 6A-G. Contortia strictoturrita (Sacco, 1894) A-C. San Martino a Maiano (Firenze), Piacenziano, H = 25 mm, D = 15 mm (coll. Brunetti). D. Contortia altavillae var. strictoturrita Sacco, 1984, Colli Astesi (Asti), Zancleano-Piacenziano, H = 25, D = 5 mm (MRSN, coll. Bellardi e Sacco, BS. 045.1 1 .007). E. Contortia altavillae (Libassi, 1859), Colli Astesi (Asti), Zancleano-Piacenziano, H = 23 mm (MRSN, coll. Bellardi e Sacco, BS. 045.1 1.006). F, G. Vignola (Modena), Piacenziano, H = 18,7 mm, D = 1 1,6 mm, scala = 1 mm (coll. Brunetti). H. Bonellitia evulsa (Solander, 1766), Highdiffe on Sea (Inghilterra), Eocene medio, H = 1 7,9 mm, D = 1 1 ,2 mm (coll. Brunetti).

Fig. 6A-G. Contortia strictoturrita (Sacco, 1894) A-C. San Martino a Maiano (Florence), Piacenzian, H = 25 mm, D = 15 mm (coll. Brunetti). D. Contortia altavillae var. strictoturrita Sacco, 1984, Asti Hills, Zanclean-Placenzian, H = 25, D = 5 mm (MRSN, coll. Bellardi & Sacco, BS. 045.1 1 .007). E. Contortia altavillae (Libassi, 1859), Asti Hills, Zanclean-Piacenzian, H = 23 mm (MRSN, coll. Bellardi & Sacco, BS. 045.1 1 .006). F, G. Vignola (Modena), Piacenzian, H = 18.7 mm, D = 11.6 mm, scale bar = 1 mm (coll. Brunetti). H. Bonellitia evulsa (Solander, 1766), Highdiffe on Sea (England), Eocene medio, H = 17.9 mm, D = 1 1 .2 mm (coll. Brunetti).

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La famiglia Cancellariidae Gray J.E., 1 853 nel Pliocene italiano

M. Mauro Brunetti, Giano Della Bella, Maurizio Forlì & Giuseppe Vecchi

Fig. 7A-L. Contortia contorta (Basterai, 1825). A, B. Saucats Peloua (Francia), Burdigaliano (Miocene inferiore), FI = 15,2 mm, D = 9,5 mm, scala = 2 mm (coll. Forli). C, D. Colli Torinesi (Torino), Elveziano, H = 20,5 mm (MRSN, coll. Bellardl e Sacco, BS. 045.1 1.001). E, F. Szob (Pest, Ungheria), Badeniano (Miocene medio), H = 22,3 mm, D = 13,5 mm (coll. Brunetti). G, H. Contortia contorta var. taurinia Sacco, 1894, Colli Torinesi (Torino), Elveziano, FI = 18,4 mm (MRSN, coll. Bellardi e Sacco, BS. 045.1 1.002). I, L. Contortia contorta var. tauroturricula Sacco, 1894, Colli Torinesi (Torino), Elveziano, H = 29,2 mm (MRSN, coll. Bellardi e Sacco, BS. 045.1 1 .003).

Fig. 7A-L Contortia contorta (Basterai, 1825). A, B. Saucats Peloua (France), Burdigallan (Early Miocene), FI = 15.2 mm, D = 9.5 mm, scale bar = 2 mm (coll. Forli). C, D. Turin Flills (Turino), "Helvetian", H = 20.5 mm (MRSN, coll. Bellardi & Sacco, BS. 045.1 1.001). E, F. Szob (Pest, Ungheria), Badenian (Middle Miocene), H = 22.3 mm, D = 13.5 mm (coll. Brunetti). G, H. Contortia contorta var taurinia Sacco, 1894, Turin Hills (Turin), "Helvezian", H = 18.4 mm (MRSN, coll. Bellardi & Sacco, BS. 045.1 1.002). I, L. Contortia contorta var. tauroturricula Sacco, 1894, Turin Hills (Turin), "Helvezian", H = 29.2 mm (MRSN, coll. Bellardi & Sacco, BS.045.1 1.003).

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Fig. 8A-D. Contortia dertocontorta Sacco, 1894. A, B. Montegibbio (Modena), Tortoniano, H = 22,5 mm (MRSN, coll. Bellardi e Sacco, BS. 045.1 1.004). C. Montegibbio (Modena), Tortoniano, H = 31 mm (coll. Della Bella) D. Contortia dertocontorta va r. rotundulina Sacco, 1894, Stazzano (Alessandria), Tortoniano, H = 21 mm (MRSN, coll. Bellardi e Sacco, BS. 045.1 1.003). E, F. Contortia bellardii (Michelotti, 1847), Miste (Olanda), Miocene medio, H = 13,9 mm, D = 8 mm (coll. Brunetti). G-l. Contortia gelriana (Janseen, 1972), Miste (Olanda), Miocene medio, H = 19 mm, D = 10,5 mm, scala = 2 mm (coll. Palm).

Fig. 8A-D. Contortia dertocontorta Sacco, 1894. A, B. Montegibbio (Modena), Tortonian, H = 22.5 mm (MRSN, coll. Bellardi & Sacco, BS. 045.1 1 .004). C. Montegibbio (Modena), Tortonian, H = 31 mm (coll. Della Bella). D. Contortia dertocontorta var. rotundulina Sacco, 1894, Stazzano (Alessandria), Tortonian, H = 21 mm (MRSN, coll. Bellardi & Sacco, BS. 045.1 1 .003) E, F. Contortia bellardii (Michelotti, 1847), Miste (Holland), Middle Miocene, H = 13.9 mm, D = 8 mm (coll. Brunetti). G-l. Contortia gelriana (Janseen, 1972), Miste (Holland), Middle Miocene, H = 19 mm, D = 10.5 mm, scala = 2 mm (coll. Palm).

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La famiglia Cancellariidae Gray J.E., 1853 nel Pliocene italiano

M. Mauro Brunetti, Giano Della Bella, Maurizio Forli & Giuseppe Vecchi

Fig- 9. Giri aplcali e protoconche. A. Contorta strictoturrita (Sacco, 1894), Olivete (Firenze), Zancleano-Piacenzlano, FI = 7 mm (coll. Brunet- ti). B. Contorta italica (D'Ancona, 1872), Ciuciano (Siena), Zancleano, FI = 6,5 mm (coll. Brunetti). Scale = 2 mm.

Fig. 9. Apical whorls and protoconchs. A. Contorta strictoturrita (Sac- co, 1894), Olivete (Florence), Zanclean-Piacenzlan, FI = 7 mm (coll. Bru- netti). B. Contorta italica (D'Ancona, 1872), Ciuciano (Siena), Zanclean, FI = 6.5 mm (coll. Brunetti). Scale bars = 2 mm.

maggiori, guscio più robusto e angolo spirale meno ele- vato, protoconca di dimensioni maggiori (Fig. 9A, B), minor numero di coste (10-11 sul penultimo giro anzi- ché 15-16) più decisamente inclinate, scultura spirale composta da cordoncini irregolari e di maggior nume- ro, apertura decisamente più stretta e non arrotondata, columella maggiormente piegata, presenza della terza plica che non si confonde mai con la torsione columella- re. L'esemplare figurato da Sacco (1894) come Contortici nltavillae (Fig. 6E) è stato descritto come proveniente dal Tortoniano di Stazzano (Alessandria) ma in realtà il car- tellino originale indica la località Colli Astesi (Pliocene) e il fossile corrisponde bene alle popolazioni plioceniche. Alcuni autori (Vera-Pelàez et al., 1995; Vera-Pelàez & Muniz-Soliz, 1995) ipotizzano un rapporto filetico di Contortici contorta con la specie eocenica Bonellitia evulsa (Solander, 1766) (Fig. 6H), che si ritiene sia difficilmente dimostrabile viste le notevoli differenze (protoconca, for- ma dei giri, ecc.) tra le due specie. Certamente il genere Contortia ebbe un grande sviluppo a partire dall'Oligo- cene e il numero di taxa aumentò notevolmente durante tutto il Miocene (Fig. 7A-L, 8A-I) diminuendo nel Plio- cene ed estinguendosi totalmente nel Pleistocene.

Genere Trigonostoma Blainville, 1827 Le specie appartenenti al genere Trigonostoma sono ca- ratterizzate da ombelico ampio, rampa suturale larga e profonda e presenza di due pieghe columellari subpa- rallele. Nell'esame delle specie successivamente trattate si è preferito evitare attribuzioni sottogeneriche quali Ventrilia Joussaeume, 1887, il cui utilizzo necessita di maggiori approfondimenti.

Trigonostoma strozzii (Pecchioli, 1864)

(Figg. 10A-D, 11A, B)

Cancellano strozzii Pecchioli, 1864: p. 6, tav. 5, fig. 3-5.

? Trigonostoma (Ventrilia) sp. González Delgado, 1993: p. 14, tav. 5, fig. 11.

Solatia strozzi Pecchioli - Chirli, 2002: p. 67, tav. 33, figg. 64 14-16.

? Trigonostoma (Ventrilia) strozzi Pecchioli - Landau et al., 2006: p. 69, tav. 3, fig. 2.

Materiale esaminato

Poggibonsi (Siena), Zancleano, 1 es., paratipo 1. Poggi- bonsi (Siena), Zancleano, 1 es., coll. Pagli. Villa Banfi (Grosseto), Zancleano, 1 es., coll. Forli.

Descrizione

Conchiglia di medie dimensioni, di forma ovale scalari- forme, composta da 5-6 giri ad apice acuto. Protoconca sconosciuta. I giri della teleoconca sono carenati e mu- niti di una larga rampa suturale concava. Sull'ultimo gi- ro, che è circa i due terzi dell'altezza totale della conchi- glia, l'ornamentazione spirale è costituita da sei cingoli rilevati, piatti, regolarmente distanziati, di dimensioni quasi uguali a eccezione del superiore che è il più gran- de e appare solcato e a sua volta diviso in cingoletti mi- nori. Ornamentazione assiale costituita da una decina di coste rilevate, regolarmente distanziate tra loro, piat- te, inclinate, prolungate sulla rampa suturale, che for- mano un disegno romboidale incrociandosi con i cingo- li spirali. L'incrocio dei cingoli assiali e spirali forma dei rilievi nodiformi poco evidenti. Apertura ampia irrego- larmente ovale, angolosa superiormente, dove la conca- vità della rampa suturale forma una specie di solco che si prolunga nell'interno. Labbro esterno espanso, robu- sto, a margine assottigliato, ornato da piccole pliche dis- poste a fasci, che non si prolungano all'interno. Labbro columellare largo espanso, columella arcuata, ornata da due pieghe inclinate di cui la posteriore è la maggiore. Ombelico svasato, striato per il prolungamento delle co- ste, stretto e profondo.

Distribuzione

La specie sembra avere una distribuzione cronostrati- grafica limitata allo Zancleano.

Osservazioni

Sono stati esaminati tre dei cinque esemplari conosciuti, l'esemplare conservato nella collezione Strozzi (MSNF, IGF22444E), cioè l'esemplare di cui parla Pecchioli (1864): "non conosco di questa bella Cancellaria che due soli esemplari, uno dei quali nella collezione del signor marchese Carlo Strozzi, l'altro nella mia" (Fig. 10A, B; 11A, B), un esemplare in collezione Pagli (Empoli) (Fig. 10C) ed un altro parzialmente danneggiato, in collezio- ne Forli (Fig. 10D). Il confronto con le figure di Chirli (2002) ha confermato la uniformità dei caratteri di Trigo- nostoma strozzii. 11 confronto diretto tra il materiale del Pliocene italiano e diversi esemplari della specie del Pliocene spagnolo Trigonostoma fenollerae (Landau, 1984) (Fig. 10F; HE, F) ha portato a concludere che, al contra- rio di quanto recentemente affermato da Landau et al. (2006), esistono differenze sostanziali tra le due specie. In particolare, T. strozzii presenta forma più allungata.

rampa suturale più stretta, scultura spirale ed assiale si- mili in robustezza, due sole pliche columellari e non tre (due principali ed una piccola intermedia alle due in T. fenollerae), ombelico di forma differente, decisamente più stretto. L'esemplare raffigurato da González Delga- do (1992) come Trigonostoma (Ventrilia) sp. per il Plioce- ne di Huelva (Spagna) ci pare avvicinarsi notevolmente alla specie di Pecchioli; al riguardo è interessante ripor- tare le osservazioni dell'autore nel confronto con T. fe- nollerae: "Lo que más la diferencia es la distinta ornamenta- ción, sin las dos estrías adapicales, y con ornamentación axial más marcada" (González Delgado 1992). Anche l'esem- plare figurato da Landau et al. (2006) per il Pliocene di

Estepona (Spagna) ci pare avvicinarsi a T. strozzii, ma trattandosi di un esemplare mal conservato non ci sen- tiamo di trarre conclusioni definitive. Un'altra specie si- mile del Pliocene spagnolo è Trigonostoma onubense (Lan- dau, 1984) (Fig. 10E; 11C, D). Questa è di minori dimen- sioni e si differenzia da T. strozzii, oltre che per le di- mensioni, anche per l'ornamentazione spirale più fitta, formata da cingoli, di dimensioni più o meno simili, in numero circa doppio rispetto sia a T. strozzii sia a T. fe- nollerae. La forma generale, il numero di pliche columel- lari e la forma dell'ombelico sono invece caratteri molto simili a quelli di T. strozzii. In base a questi confronti, T. strozzii mostra alcuni caratteri in comune con le due

Fig. 10A-D. Trigonostoma strozzii (Pecchioli, 1864) A, B. Poggibonsi (Siena), Zancleano, H = 36 mm, D = 22 mm (MSNF, IGF22444E). C. Poggibonsi (Siena), Zancleano, FI = 39,5 mm, D = 27,4 mm (coll. Pagli). D. Villa Banfi (Grosseto), Zancleano, FI = 35,5 mm (coll. Forli). E. Trigonostoma onubense (Landau, 1984), Lucena (Huelva, Spagna), Zancleano, H = 18.4 mm, D = 12,9 mm (coll. Forli). F. Trigonostoma fenollerae (Landau, 1984), Lucena (Huelva, Spagna), Zancleano, H = 22 mm, D = 18,2 mm (coll. Brunetti).

Fig. 10A-D. Trigonostoma strozzii (Pecchioli, 1864) A, B. Poggibonsi (Siena), Zanclean, H = 36 mm, D = 22 mm (MSNF, IGF22444E). C. Poggibonsi (Siena), Zanclean, H = 39.5 mm, D = 27.4 mm (coll. Pagli). D. Villa Banfi (Grosseto), Zanclean, H = 35.5 mm (coll. Forli) E. Trigonostoma onubense (Landau, 1984), Lucena (Huelva, Spain), Zanclean, H = 18.4 mm, D = 12.9 mm (coll. Forli). F. Trigonostoma fenollerae (Landau, 1984), Lucena (Huelva, Spain), Zanclean, H = 22 mm, D = 18.2 mm (coll. Brunetti).

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La famiglia Cancellarlìdae Gray J.E., 1853 nel Pliocene italiano

. Mauro Brunetti, Giano Della Bella, Maurizio Forli & Giuseppe Vecchi

Fìg. 11. Vedute apicali e basali. A, B. Trigonostoma strozza (Pecchioli, 1864), Poggibonsi (Siena), Zancleano-Piacenziano, H = 36 mm, D = 22 mm (MSNF, IGF22444E). C-D. Trigonostoma onubense (Landau, 1984), Lucena (Huelva, Spagna), Zancleano, H = 18,4 mm, D = 12,9 mm (coll. Forli). E, F. Trigonostoma fenollerae (Landau, 1984), Lucena (Huelva, Spagna), Zancleano, H = 30,9 mm, D = 25,3 mm (coll. Forli).

Fig. 11. Vedute apicali e basali. A, B. Trigonostoma strozzii (Pecchioli, 1864), Poggibonsi (Siena), Zanclean-Piacenzian, H = 36 mm, D = 22 mm (MSNF, IGF22444E). C-D. Trigonostoma onubense (Landau, 1984), Lucena (Huelva, Spain), Zanclean, H = 18.4 mm, D = 12.9 mm (coll. Forli). E, F. Trigonostoma fenollerae (Landau, 1984), Lucena (Huelva, Spain), Zanclean, H = 30.9 mm, D = 25.3 mm (coll. Forli).

specie del Pliocene spagnolo ed altri peculiari, ponen- dosi quasi in una posizione intermedia. La possibilità che si tratti di una sola specie, di cui T. strozzii, T. fenolle- rae e T. onubense sarebbero solo ecotipi o morfotipi, alla luce dei dati disponibili pare comunque poco probabile. Nonostante le forti somiglianze, queste tre entità sono riconoscibili e separabili e ciò suggerisce uno stato spe- cifico distinto.

Trigonostoma strozzii risulta essere una delle specie più rare del Pliocene italiano. Oltre ai due esemplari segna- lati da Pecchioli, per il Pliocene di Poggibonsi (Siena) e Certaldo (Firenze), risultano solo altri tre ritrovamenti, compreso quello di Villa Banfi (Grosseto).

Trigonostoma sp.

(Fig. 12A, B)

Cancellano trochlearis Faujas, 1873 - Cocconi: p. 170, tav. 4, figg. 9-11.

Materiale esaminato

Santa Maria del Piano (Parma), Pliocene, 1 es., H = 27 66 mm, D = 20 mm, STP, coll. Cocconi.

Descrizione

Conchiglia di medie dimensioni, robusta, di forma o- voidale depressa, con spira fortemente schiacciata e pro- fondamente scalarata. Protoconca sconosciuta. Teleo- conca di 3 giri rapidamente crescenti tanto in larghezza che in altezza, muniti di una rampa suturale larga e profondamente incavata. Ornamentazione assiale costi- tuita da 12 coste assiali robuste, larghe all'incirca quan- to gli intervalli; tali coste si prolungano obliquamente all'interno della rampa suturale con delle lame sottili, fortemente inclinate e rivolte all'indietro che rendono il profilo del bordo della rampa dentellato. Ornamenta- zione spirale costituita da cordoni robusti, un poco irre- golari (12 sull'ultimo giro), separati da intervalli di uguali dimensioni. L'incrocio tra la scultura spirale e le linee di accrescimento origine ad una scultura em- bricata, ben visibile a forte ingrandimento. Sutura on- dulata, canalicolata. Ultimo giro rigonfio, pari quasi a nove decimi dell'altezza totale. Apertura ampia, sub- elissoidale, con ampio e breve canale sifonale, quasi in asse con la conchiglia. Labbro esterno denticolato in cor- rispondenza dei cordoni spirali, incompleto nella por- zione inferiore, internamente lirato con 11 pieghe sottili, protratte all'interno del peristoma, separate da intervalli

Osservazioni

di maggiori dimensioni. Columella concava, con due pieghe subparallele. Bordo columellare abbastanza e- spanso abapicalmente, incompleto adapicalmente. Om- belico ampio e profondo, compreso tra la callosità colu- mellare e la fasciola sifonale evidente e robusta.

Nel segnalare la presenza di questa specie, così osserva- va Cocconi (1873): così singolare la presenza di questa conchiglia nel nostro Pliocene, che ad onta delle citate fi-

Fig. 12A, B. Trigonostoma sp.. Santa Maria del Piano (Parma), Pliocene, H = 27 mm, D = 20 mm (STP, coll. Cocconi). C. Ventrilia trochlearis (Faujas, 1816), Leognan (Francia), Burdigaliano (Miocene inferiore), H = 45 mm, D = 28,3 mm (coll. Brunetti). D-H. Aneurystoma 1 1 bassi 1 (G. Seguenza, 1876). D-H. Altavilla Milicia (Palermo), Zancleano, H = 25,5 mm, scala = 1 mm (coll. Forli). I. Aneurystoma sp., Azzorre, 600 m, H = 18,2 mm, D = 8,9 mm (coll. Della Bella).

Fig. 12A, B. Trigonostoma sp., Santa Maria del Piano (Parma), Pliocene, H = 27 mm, D = 20 mm (STP, coll. Cocconi). C. Ventrilia trochlearis (Faujas, 1816), Leognan (France), Burdigallan (Early Miocene), H = 45 mm, D = 28.3 mm (coll. Brunetti). D-H. Aneurystoma libassii (G. Seguenza, 1876). D-H. Altavilla Milicia (Palermo), Zanclean, H = 25.5 mm, scale bar = 1 mm (coll. Forli). I. Aneurystoma sp., Azores, 600 m, H = 18.2 mm, D = 8.9 mm (coll. Della Bella).

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La famiglia Cancellariidae Gray J.E., 1 853 nel Pliocene italiano

M Mauro Brunetti, Giano Della Bella, Maurizio Forlì & Giuseppe Vecchi

gure (Faujas, 1816, Basterot, 1825 e Chenu, 1860) ho vo- luto darne la illustrazione". L'esemplare esaminato (Fig. 12 A, B) non è confrontabile con nessuna delle specie co- nosciute per il Pliocene italiano a Ventrilia trochlearis (Faujas, 1816) (Fig. 12C), specie tipica del Miocene fran- cese, che si differenzia per la caratteristica apertura mol- to allungata e per la rampa suturale meno incavata. Il giacimento di Santa Maria del Piano (Parma) attualmen- te obliterato (P. Monegatti, com. pers.) è difficilmente da- tabile. Ci pare in ogni modo interessante raffigurare questo esemplare che al momento risulta essere unico.

Genere Aneurystoma Cossmann, 1899 Il genere Aneurystoma, creato da Cossmann (1899), è ca- ratterizzato da una debole rampa suturale, carattere che l'allontana dal genere più simile Aphera H. & A. Adams, 1854. Aneurystoma presenta inoltre columella diritta, con tre pliche oblique, di cui la terza si confonde con la torsione columellare.

Aneurystoma libassii (G. Seguenza, 1876) n. comb. (Fig. 12D-H)

Cancellaria labrosa var. aìtavillae Libassi, 1859: p. 38, tav 1, fig. 15.

Cancellaria libassi G. Seguenza, 1876: p. 8.

Materiale esaminato

Altavilla Milicia (Palermo), Zancleano, 1 es., coll. Forli.

Descrizione

Conchiglia di dimensioni medie (H = 25,5 mm), poco allungata, a profilo ellissoidale. Protoconca multispirale con nucleo piccolo composta da quattro giri, globosi e carenati, superiormente piatti, inclinati in modo tale che i primi due appaiono regolarmente piani e gli altri rapi- damente inclinati. Sull'ultimo mezzo giro della proto- conca appaiono finissime coste, parallele, maggiormen- te visibili vicino all'inizio della teleoconca, che è segna- to dalla comparsa di quattro cordoncini spirali acuti. Teleoconca formata da cinque giri, di cui i primi due ca- renati in corrispondenza del cordoncino spirale supe- riore, quindi con una leggera rampa suturale inclinata, concava e poi convessa alla sutura, che diventa appena accennata, a mano a mano che aumenta il numero dei cordoncini spirali, rendendo il profilo della conchiglia via via sempre più convesso. Scultura spirale evidente formata da numerosi cordoncini subuguali, 6 sul penul- timo giro, 22 sull'ultimo, quasi pedinati, acuti, con in- terspazi concavi. Tutta la superficie della conchiglia è fittamente squamulata, con finissime strie di accresci- mento. L'altezza dell'ultimo giro è di poco superiore al- la metà dell'altezza totale. Apertura fusoide più ampia posteriormente, margine labiale sinuoso appiattito, lab- bro ispessito a margine quasi tagliente, ben evidenziato dal termine dei cordoncini spirali che sembrano conti- nuare con i numerosissimi denti lirati, che non proseguo- 68 no all'interno della conchiglia. Callosità columellare poco

ampia, larga quasi quanto la parte labiale esterna, margi- ne columellare recante tre pliche inclinate, di cui la cen- trale è la maggiore e la terza è appena accennata. Sono inoltre presenti in corrispondenza del canale sifonale tre piccole pliche inclinate e parallele. Ombelico assente.

Osservazioni

L'esemplare esaminato, si discosta nettamente da tutti gli altri Cancellariidae presenti nel Pliocene italiano. Pur non avendo esaminato l'olotipo, che non ci è stato possibile rintracciare, i caratteri dell'esemplare corri- spondono pienamente alla figura e alla descrizione di Libassi (1859). Dopo la descrizione originale, la specie è stata discussa da Bertolaso & Palazzi (1999, non pubbli- cato) che ne hanno esposto la vicenda tassonomica. Aneurystoma libassii (G. Seguenza, 1876) fu descritta e fi- gurata da Libassi (1859, p. 38, tav. 1, fig. 15), come Cancellaria labrosa (Var. Altavill). Nello stesso anno Li- bassi (1859, p. 40) descrisse anche Cancellaria contorta var. Aìtavillae (= Contortia strictoturrita), che, come già detto in precedenza, non è un binomio utilizzabile in quanto preoccupato da Cancellaria aìtavillae descritta da Aradas (1847). Infine, Seguenza (1876, p. 8) propose il nome sostitutivo di Cancellaria libassii.

Per le caratteristiche della teleoconca, si ritiene che que- sta specie possa essere riferita al genere Aneurystoma, pur esistendo leggere differenze nella forma delle pli- che columellari in quanto nell'esemplare esaminato è la plica posteriore ad essere poco evidente e non quella anteriore, inoltre sono presenti altre tre piccole dentico- lazioni in prossimità del canale sifonale.

Il genere Aneurystoma era noto sino ad ora esclusiva- mente per il Miocene europeo, con varie specie: Aneury- stoma dufourii (Grateloup, 1832), A. laureasi (Grateloup, 1832) e A. canaliculatum (Janseen, 1972), ottimamente raffigurate in Janseen (1984) e Cahuzac et al. (2004). Si ritiene interessante raffigurare un esemplare attuale proveniente dalle Azzorre (600 m), probabilmente rife- ribile allo stesso genere, affine a " Cancellaria " rosewateri Petit, 1983 (Fig. 121).

Ringraziamenti

Si ringraziano Daniele Ormezzano (MRSN), Elisabetta Cioppi e Stefano Dominici (MSNF), Daniele Scarponi (Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Bo- logna), Paolo Serventi (MPUM), Paola Monegatti (STP) ed Ortwin Schultz (NHMW). Ringraziamo inoltre Ste- fano Palazzi (Milo, Catania), Eivind Palm (Danimarca) ed Attilio Pagli (Vinci, Firenze) per il materiale messoci a disposizione.

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Lavoro ricevuto il 25 ottobre 2005 Lavoro accettato il 30 marzo 2008

69

La famiglia Cancellariidae Gray J.E., 1853 nel Pliocene italiano

Boll. Malacol., 44 (5-8): 71-86 (2008)

Checklist della malacofauna delle Ssole Tremiti

(Medio Adriatico)

Cristina Mazziotti* (E), Franco Agamennone# & Morena Tisselli0

* ARPA EMILIA- ROMAGNA,

Viale Vespucci, 2,

1-47042 Cesenatico (FC), cmazziotti@arpa.emr.it (0) corresponding author

# Via Quarto dei Mille,

15, 1-65122 Pescara fagame@libero.it

0 Via Novara, 19,

1-48100 San Zaccaria (RA) luigi.morenagiunchi@alice.it

Abstract

This paper focuses on the molluscan fauna from the Tremiti Islands (Middle Adriatic), for which a checklist is given. A total of 403 species is recorded, of which 6 polyplacophors, 284 gastropods, 1 1 1 bivalves, 1 scaphopod, 1 cephalopod. They account for about 25% of the Italian marine molluscan fauna. Of these, 77 species (5%) are new records from the "sector 8" of the Checklist of Italian Marine Fauna (available from the Internet), 36 (1.6%) are new to the Adriatic Sea and 4 (0.5%) are new to the Italian molluscan fauna. These results prove the high diversity of the marine molluscan fauna occurring in Tremiti Islands.

Riassunto

Scopo del lavoro è quello di fornire una checklist per la malacofauna delle Isole Tremiti (Medio Adriatico). Le 403 specie rinvenute (6 poliplacofori, 1 1 1 bivalvi, 284 gasteropodi, 1 scafopode, 1 cefalopode) confer- mano l'importanza dell'area geografica da un punto di vista di biodiversità malacologica. Si tratta, infatti, di circa il 25% delle specie totali segnalate per le acque italiane. Le specie di nuova segnalazione per il "settore 8" della Checklist della Fauna Marina Italiana (disponibile in Internet), sono circa il 5%, quelle nuove per l'Adriatico sono l'1 ,6% e quelle nuove per la malacofauna delle acque italiane sono lo 0,25%.

Parole chiave

Bivalvi, Gasteropodi, checklist, Isole Tremiti, Mare Adriatico.

Introduzione

Le Isole Tremiti sono un arcipelago costituito da 5 iso- le, San Domino, San Nicola, Caprara, Cretaccio e Pianosa, situate a circa 10 miglia a Nord del promon- torio garganico ed a circa 12 dalle coste molisane (Fig. 1). La superficie delle isole è di circa 2 km2 per S. Domino, circa 0,4 km2 per Caprara e S. Nicola, 0,04 km2 per Cretaccio, poco più che uno scoglio costituito da marne giallastre facilmente friabili, e 0,13 km2 per Pianosa.

Esse presentano una morfologia costiera che può essere riassunta in tre tipi principali: 1) costa alta a falesia, con strapiombi che in alcuni casi superano anche i sessanta metri; 2) costa rocciosa bassa, spesso frastagliata ed arti- colata in ampie insenature; 3) costa sabbiosa bassa, pre- sente unicamente a S. Domino, nella Cala delle Arene.

Le isole, da un punto di vista geologico, rappresentano con la loro struttura monoclinale affiorante, debolmente inclinata verso sud-est, la parte più settentrionale della piattaforma Apula Esterna (Mostardini & Merlini, 1986). La successione cenozoica tremitese, potente circa 400 m, comprende litotipi sia carbonatici, di ambiente pelagico e neritico, che terrigeni di età compresa fra il Paleocene superiore ed il Plio-Pleistocene (Pampaioni, 1988). Il 14 luglio 1989, con Decreto del Ministro dell'Ambiente di concerto con il Ministero della Marina Mercantile (Gaz- zetta Ufficiale 295 del 19-12-89), venne istituita la ri- serva marina delle Isole Tremiti nell'area costiera che circonda l'arcipelago, fino all'isobata dei 70 m.

Materiale e metodi

Il materiale esaminato è stato ottenuto tramite campio- namenti in immersione con ARA fino a 50 m di profon- dità, e tramite prelievi con benna Van Veen (volume 0,02 m2) per profondità maggiori (Tab. 1). I prelievi si sono succeduti per piu anni, antecedenti all'istituzione della riserva marina, nel corso di tutte le stagioni. La distribuzione dei prelievi effettuati è stata fortemente influenzata dal fatto che le Isole sono soggette a forti venti provenienti da NNO e di conseguenza si sono scelte aree riparate.

Nel presente lavoro sono state prese in considerazione le zone circostanti le Isole di San Domino, San Nicola, Caprara e Cretaccio, mentre non sono stati fatti prelievi intorno a Pianosa (distante circa 11 miglia in direzione NNE).

Le stazioni di campionamento con relative profondità, biocenosi e coordinate geografiche sono riportate in Tab. 1; queste ultime sono riportate secondo lo standard WGS84 e le relative posizioni geografiche sono riferite al Datum ROMA40.

La sistematica seguita è quella della Checklist della Fauna Marina Italiana (http://www.sibm.it/CHEC- KLIST/principalechecklistfauna.htm, ultimo aggiorna- mento 2006). Secondo tale checklist, le Isole Tremiti fan- no parte del "settore 8" (dalle coste del Golfo di Man- fredonia compreso fino al promontorio del Conero), ri- sultante dalla suddivisione delle acque costiere italiane in 9 aree geografiche.

Cristina Mazziotti, Franco Agamennone & Morena Tisselli

42.145N

42.14N

42.135N

42.13N

42.125N

42.12N

42.115N

24

a

10

ii

*12

13

S. DOMINO

22

35

-•r.

41*

A 40* 36

V

29 30

31 34 •• 37

Vi 28 oT 43 *

33 7 f

32 O 42 45

38 «

39

i? o-

O

“7

8 *• 5

42.1 1N

27;

2o*

42.105N 21*

26

25 23

15

I

16 17

15/.18

14

19’

N

w E

s

500 m

500 m

42. 1N

15.47E 15.475E 15.48E 15.485E 15 49E 15.495E 15.5E 15.505E 15.51E 15.515E 15.52E 15.525E 15.53E

Fig. 1. Area di studio e stazioni di campionamento. Fig. 1. Study area and sampling stations.

Risultati

I campionamenti hanno riguardato le seguenti bioce- nosi (Pérés & Picard, 1964): rocce sopralitorali (RS), al- ghe fotofile (AP), sabbie fini ben calibrate (SFBC), sab- bie grossolane e le ghiaie fini sottoposte a correnti di fondo (SGCF), prateria di Posidonia oceanica (HP), coral- ligeno (C), grotte semioscure (GSO), fondi detritici co- stieri (DC), fondi detritici costieri con facies a maerl e fondi detritici infangati (DE) (Matarrese et al., 2000) (Tab. 1).

Sono state determinate 403 specie (25% rispetto al totale delle specie italiane) di cui 6 poliplacofori, 284 gastero- podi, 111 bivalvi, 1 scafopode, 1 cefalopode. Si menzio- nano fra queste 77 nuove segnalazioni (circa il 5%) per il "settore 8" della Checklist della Fauna Marina Italiana, di cui 36 nuove segnalazioni (circa 1,6%) per l'Adriatico e 4 nuove segnalazioni (circa 0,25%) per le coste italiane (Tab. 2). Queste ultime sono Rissoa rodhen- 72 sis Verduin, 1985, Setia kuiperi (Verduin, 1984), Curveu-

lima dautzenbergi (Pallary, 1900) e Mitrolumna olivoidea (Cantraine, 1835). In Tab. 2 si osserva che 111 specie (ri- portate in grassetto) sono state rinvenute viventi e/o con tracce di parti molli.

In Tab. 3 è riportata la lista delle specie non reperite nel presente lavoro ma segnalate in bibliografia (Marano et al., 1992; Micali et al., 2005, 2006; Panetta et al., 2006). Queste specie aggiuntive (10 gasteropodi, 22 bivalvi ed 1 scafopode) portano il totale delle specie presenti nel- l'area a 436 (27,42% rispetto al totale delle specie della Checklist).

In alcuni campioni le specie Bittium reticulatum (da Costa, 1778) e B. latreillii (Payraudeau, 1826) sono risul- tate estremamente abbondanti. La specie con maggiore frequenza di rinvenimento sul totale dei prelievi è Alvania cancellata (47,7%) seguita da Striarca ladea, Bittium latreillii, Bittium reticulatum (tutte con il 45%) e Rissoina bruguieri (43%).

Di seguito sono brevemente discusse alcune specie rite- nute interessanti.

Stazione

Isola

Località

Prof (m)

Latitud.

Longit.

Biocenosi

1

CRETACCIO

Scoglio la Vecchia

10

42°07,30’

15°30,18'

SGCF

2

CRETACCIO

Scoglio la Vecchia versante Nord

20

42°07,33’

15°30,22'

DC

3

CRETACCIO

Canale Cretaccio-S. Domino

11

42°07,25’

15°29,79'

SFBC

4

SAN NICOLA

Banchina esterna

5

42°07,20’

15°30,13'

SFBC

5

SAN NICOLA

Lato sud

44

42°07,02'

15°30,30'

DE

6*

SAN NICOLA

Lato sud

55

42°07,06'

15°30,49'

DE

7

SAN NICOLA

Versante meridionale

10

42°07,05'

15°30,25’

DC

8

SAN NICOLA

Versante Sud-Est

48

42°06,97'

15°30,19'

DE

9

SAN NICOLA

sotto traghetto

20

42°07,08'

15°30,ir

DC

10

SAN DOMINO

Cala delle Arene

0,5

42°07,15’

15°29,78'

SFBC

11

SAN DOMINO

Punta Spido

7

42°07,0P

15°29,81'

HP

12

SAN DOMINO

Punta Spido

10

42°06,97'

15°29,83'

HP

13

SAN DOMINO

Cala Mirtillo

5

42°06,98'

15°29,73'

SFS

14

SAN DOMINO

Scoglio Elefante

5

42°06,59'

15°29,54'

SFS

15

SAN DOMINO

Punta Ponente

2

42°06,17'

15°28,97'

AP

16

SAN DOMINO

Punta Ponente

18

42°06,16'

15°28,97'

DC

17

SAN DOMINO

Punta Ponente

28

42°06,14'

15°28,97’

DC

18

SAN DOMINO

Cala Zio Cesare

15

42°06,18'

15°29,04'

SGCF

19

SAN DOMINO

presso Grotta del Sale

15

42°06,52'

15°29,47'

DC

20*

SAN DOMINO

Punta del Diavolo

30

42°06,47'

15°29,52'

DC

21*

SAN DOMINO

"Zona B"

53

42°06,26'

15°28,39'

DE

22

SAN DOMINO

Cala Matano

21

42°06,79'

15°29,72'

DC

23

SAN DOMINO

Cala Zio Cesare

8

42°06,22'

15°29,01'

SFBC

24

SAN DOMINO

porto

15

42°07,35'

15°29,73’

DC

25

SAN DOMINO

Le tre Senghe

15

42°06,20'

15°28,74'

DC rnaèrl

26

SAN DOMINO

Punta del Diavolo

43

42°06,07’

15°28,43'

DE

27

SAN DOMINO

sotto il faro

6

42°06,34'

15°29,90'

SFBC

28

CAPRARA

Cala dei Turchi

0,3

42°08,05'

15°30,68'

RS

29

CAPRARA

Cala dei Turchi

30

42°08,14'

15°30,46'

DE

30

CAPRARA

Cala dei Turchi

34

42°08,13'

15°30,5P

DC

31

CAPRARA

Cala dei Turchi

36

42°08,16'

15°30,41'

DE

32

CAPRARA

Cala dei Turchi grotta

15

42°08,12'

15°30,51'

GSO

33

CAPRARA

Secca della Vedova

13

42°08,12'

15°30,43'

SGCF

34

CAPRARA

Cala del Vecchio Faro

6

42°08,21'

15°31,13’

SFBC

35

CAPRARA

Vers. Nord il Grosso

35

42°08,41’

15°30,87’

DE

36

CAPRARA

Punta Secca

16

42°08,32'

15°31,53'

DC

37

CAPRARA

Punta Secca

27

42°08,16'

15°31,37'

DC

38

CAPRARA

Punta Secca direz Sud

35

42°08,19'

15°31,54'

DE

39

CAPRARA

Punta Secca

41

42°08,23'

15°31,61'

DE

40*

CAPRARA

Punta Secca

52

42°08,32'

15°31,41'

DE

41*

CAPRARA

Punta Secca

57

42°08,38'

15°31,30'

DE

42

CAPRARA

Scoglietti

5

42°07,95'

15°30,84'

SFS

43

CAPRARA

Cala dei Vermi

0,5

42°08,21'

15°31,18'

AP

44

CAPRARA

Architiello

21

42°08,30'

15°31,29'

DC

45

CAPRARA

Scoglio della Cernia

15

42°07,85'

15°30,36'

SGCF

Tab. 1. Coordinate e profondità dei punti di campionamento. Le stazioni segnalate con l'asterisco sono state camplonate tramite benna Van Veen. Abbreviazioni delle biocenosi nel testo.

Tab. 1. Coordinates and depth of sampling stations. * indicate Van Veen grab stations. See text for acronyms of biocoenoses.

73

Checklist della malacofauna delle Isole Tremiti (Medio Adriatico)

Cristina Mazziotti, Franco Agamennone & Morena Tisselli

POLYPLACOPHORA ISCHNOCHITONIDAE Ischnochiton rissoi (Payraudeau, 1826)

** Callochiton calcatus Dell'Angelo & Palazzi, 1994 Callochiton septemvalvis (Montagu, 1803) Lepidochitona caprearum (Scacchi, 1836) CHITONIDAE

Chiton olivaceus Spengler, 1797

ACANTHOCHITONIDAE Acanthochitona fnscicularis (Linné, 1767) GASTROPODA PATELLIDAE Patella caerulea Linné, 1758 Patella rustica Linné, 1758 Patella ulyssiponensis Gmelin, 1791 ACMAEIDAE

Acmaea virgínea (Müller O.F., 1776)

NERITIDAE

Smaragdia viridis (Linné, 1758)

FISSURELLIDAE Diodora gibberuìa (Lamarck, 1822)

Diodora graeca (Linné, 1758)

Emarginala adriatica Costa O.G., 1829 Emarginala cf. divae Aartsen & Carrozza, 1995 ** Emarginala octaviana Coen, 1939

* Emarginala punctulum Piani, 1980 Emarginala rosea Bell T., 1824 Emarginala sicida Gray 1825 Emarginala sp.

Emarginala tenera Locard, 1892 Emarginella huzardii (Payraudeau, 1826) SCISSURELLIDAE Scissurella costata d'Orbigny, 1824

** Sinezona cingolata (Costa O.G., 1861) HALIOTIDAE

Haliotis tubercolata tubercolata Linné, 1758 TROCHIDAE

Clanculus corallinus (Gmelin, 1791)

Clanculus cruciatus (Linné, 1758)

Clanculus jussieui (Payraudeau, 1826)

Clelandella miliaris (Brocchi, 1814)

Calliostoma conulus (Linné, 1758)

Calliostoma laugeri laugeri (Payraudeau, 1826) Calliostoma zizyphinum (Linné, 1758)

Gibbuta ardens (Salis, 1793)

* Gibbuta fanalino (Gmelin, 1791)

* Gibbuta guttadaari (Philippi, 1836)

Gibbuta racketti (Payraudeau, 1826)

Gibbuta turbinoides (Deshayes, 1835)

Phorcus mutabilis (Philippi, 1846)

Osilinus articulatus (Lamarck, 1822)

Osilinus turbinatus (Von Born, 1778)

Jujubinus exasperatus (Pennant, 1777)

Jujubinus striatus striatus (Linné, 1758)

TURBINIDAE Bolina rugosa (Linné, 1767)

Tricolia pallas pullus (Linné, 1758)

Tricolia tenuis (Michaud, 1829)

SKENEIDAE

** Skeneoides exilissima (Philippi, 1844)

CERITHIIDAE

Cerithium alucastrum (Brocchi, 1814)

1:3, 17:1, 19:1

17:1

25:1

41:1

15:1, 25:1, 30:1 16:1

10:1, 22:1, 28:1, 42:3

4:10, 10:1, 29:1

13:2, 22:3, 28:1, 34:1, 43:1

21:1

1:1,12:4, 19:1,22:9, 29:1

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20:1,39:1

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40:1,41:1

40:1

21:2, 41:1 26:1

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39:4, 41:1,44:1

427:2

4:6, 7:1, 12:1, 22:9, 29:20, 35:9, 36:8, 37:13, 39:3

1:1,25,8:7

5:4

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7:1,35:1,39:1,42:1

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21:2

9:1,19:4, 22:13, 36:4, 37:1 1:1,5:1,12:1,36:1 5:1, 8:4, 19:4, 28:1, 34:7 11:1,22:1,26:33, 45:1 27:3, 33:2, 34:8 10:16 10:1

22:1,34:15

8:1

1:1, 2:1, 5:11, 11:3, 12:22, 18:1, 19:4, 22:27, 29:22, 33:4, 34:53, 35:10, 36:10, 37:8, 39:3, 40:1, 41:1

1:12, 33:1,34:1,41:1

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12:7, 19:1, 22:3, 34:1

27:2, 38:5, 44:2

41:1

74

Cerithium lividulum Risso, 1826

** Cerithium haustellum Monterosato in Crema, 1903 Cerithium renovatum Monterosato, 1884

Cerithium vulgatum Bruguière, 1792

Bittium jadertinum (Brusina, 1865)

Bittium latreillii (Payraudeau, 1826)

Bittium reticulatum (da Costa, 1778)

Cerithidium sp.

Cerithidium submamillatum (de Rayneval & Ponzi, 1854) FOSSARIDAE

Fossarus ambiguus (Lirmé, 1758)

TURRITELLIDAE Turritelia turbona Monterosato, 1877 S1LIQUARIIDAE

Petalopoma elisabettae Schiaparelli, 2002 LITTORINIDAE Melaraphe neritoides (Linné, 1758)

CINGULOPSIDAE Eatonina fulgida (Adams }., 1797)

RISSOIDAE

Rissoa cf angustior (Monterosato, 1917)

Rissoa auriscalpium (Linné, 1758)

* Rissoa guerinii Récluz, 1843 '** Rissoa rodhensis Verduin, 1985

Rissoa scurra (Monterosato, 1917)

Rissoa similis Scacchi, 1836

Rissoa splendida Eichwald, 1830

Rissoa variabilis (Megerle von Miihlfeldt, 1824)

Rissoa ventricosa Desmarest, 1814

Rissoa violacea Desmarest, 1814

Alvania aspera (Philippi, 1844)

Alvania beani (Hanley in Thorpe, 1844)

** Alvania beniamino (Monterosato, 1884)

Alvania cancellata (da Costa, 1778)

Alvania carinata (da Costa, 1778)

Alvania cimex (Linné, 1758)

Alvania cimicoides (Forbes, 1844)

Alvania discors (Allan, 1818)

Alvania geryonia (Nardo, 1847)

Alvania cf hispidula (Monterosato, 1884)

Alvania lactea (Michaud, 1832)

Alvania lineata Risso, 1826

Alvania litoralis (Nordsieck, 1972)

Alvania mamillata Risso, 1826

* Alvania pagodula (B.D.D, 1884)

Alvania punctura (Montagu, 1803)

Alvania semistriata (Montagu, 1808)

* Alvania settepassii Amati & Nofroni, 1985 Alvania cf. subcrenulata (BBB, 1884)

Alvania zetlandica (Montagu, 1815)

Manzonia crassa (Kanmacher, 1798)

Obtusella intersecta (Wood S.W., 1857)

Obtusella macilenta (Monterosato, 1880)

Peringiella elegans (Locard, 1892)

Pusillina inconspicua (Alder, 1844)

Pusillina limolata (Michaud, 1832)

* Pusillina marginata (Michaud, 1832)

Pusillina radiata (Philippi, 1836)

* Setia amabilis (Locard, 1886)

36:1,43:10

4:1,8:1,24:1

38:1

4:1, 5:6, 11:1, 12:8, 13:1, 19:4, 21:1, 22:6, 24:1, 29:8, 33:3, 34:17,

37:1

27:3, 40:1,41:1

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41:3

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12:1

41:1

22:2, 45:2,

5:1,21:3

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11:1,12:2, 19:2, 22:76, 34:18

27:1,25:1,38:1

1:1, 4:3

9:1

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12:2, 22:1

11:1,12:1, 19:1,22:3, 34:1 12:3, 19:9, 22:2 1:1, 4:3, 12:1,19:1,34:4 9:1,12:1, 13:1,22:1,34:60, 36:2 34:1

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38:1

40:1

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41:4

27:5

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37:10, 39:1,40:1,41:10, 42:1

1:1, 12:2, 22:5, 34:1, 36:2, 37:1, 40:1

40:1

12:2, 19:2 19:2, 25:1, 45:1

75

Checklist della malacofauna delle Isole Tremiti (Medio Adriatico)

Cristina Mazziotti, Franco Agamennone & Morena Tisselli

***

76

Setia ambigua (Brugnone, 1873)

Setia kuiperi (Verduin, 1984)

* Setia maculata (Monterosato, 1869)

Setia sp.

Setia turriculata Monterosato, 1884 Rissoina bruguieri (Payraudeau, 1826)

ASSIMINEIDAE

* Paludinella littorina (delle Chiaje, 1828)

IRAVADIIDAE Hyala vitrea (Montagu, 1803)

TORNIDAE

Tornus subcarinatus (Montagu, 1803)

CAECIDAE

Caecum auriculatum de Folin, 1868 Caecum subannulatum de Folin, 1870 Caecum trachea (Montagu, 1803)

ADEORBIDAE

Circulas striatus (Philippi, 1836)

APORRHAIIDAE Aporrhais pespelecani (Linné, 1758)

CAPULIDAE

Capillas imgaricus (Linné, 1758)

VERMETIDAE

** Vermetus rugulosus Monterosato, 1878 ** Vermetus semisurrectus Bivona Ant., 1832 Petaloconchus glomeratus (Linné, 1758)

Serpulorbis arenaria (Linné, 1767)

CYPRAEIDAE Luria lurida (Linné, 1758)

Zonaria pyrum (Gmelin, 1791)

TRIVIIDAE

Trivia árctica (Pulteney, 1799)

Trivia multilirata (Sowerby G.B.II, 1870)

Trivia pulex (Solander in Gray, 1828)

Erato voluta (Montagu, 1803)

NATICIDAE

Natica hebraea (Martyn, 1784)

Natica stercumuscarum (Gmelin, 1791)

Polinices nitida (Donovan, 1804)

Never it a josephinia Risso, 1826 CASSIDAE

Phalium granulatimi (Born, 1778)

TONNIDAE Tonna galea (Linné, 1758)

ATLANTIDAE

** Atlanta brunnea J.E. Gray, 1850 CERITHIOPSIDAE Cerithiopsis atalaya Watson, 1885 Cerithiopsis barleei Jeffreys, 1867 Cerithiopsis diadema Monterosato, 1874 Cerithiopsis fayalensis Watson, 1880 Cerithiopsis jeffreysi Watson, 1885 Cerithiopsis minima (Brusina, 1865)

Cerithiopsis scalaris Locard, 1892 Cerithiopsis tubercularis (Montagu, 1803)

Cerithiopsis nana Jeffreys, 1867

* Dizioniopsis coppolae (Aradas, 1870)

TRIPHORIDAE

Marshallora adversa (Montagu, 1803)

Monophorus erythrosoma (Bouchet & Guillemot, 1978) Monophorus perversus (Linné, 1758)

Monophorus thiriotae Bouchet, 1985 Obesula marisnostri Bouchet, 1985

31:3

31:1

9:1,41:1,45:2

26:1

11:1, 27:4

1:1, 2:7, 4:2, 5:40, 8:2, 9:1, 11:1, 12:2, 18:2, 20:1, 22:58, 27:3, 29:21, 33:26, 34:45, 35:19, 36:28, 37:6, 38:2, 39:6

38:1

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12:1

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27:1,38:1,41:1

7:1, 11:2, 12:2, 17:1, 21:4, 33:3, 34:1

4:1,35:2, 39:3, 45:1 5:1

21:1,25:1

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21:4, 41:1

33:1

11:13

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31:1,38:1

11:1

25:1,35:1,36:2, 41:1 39:1

36:1,41:1

12:2

26:1,36:5, 37:1,38:1,40:1 12:1,36:2, 37:2, 39:1,41:1 12:1, 35:1, 39:1

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36:60, 37:1,38:1,40:1

35:3

4:1,21:2, 35:2 45:1

38:4, 39:2

** Similiphora similior (Bouchet & Guillemot, 1978) Metaxia metaxa (Delle Chiaje, 1828) EPITONIDAE

Epitomimi addentimi (Allan, 1818)

Epitomimi commune (Lamark, 1822)

* Epitonium pulchellum (Bivona Ant., 1832) Gyroscala lamellosa (Lamarck, 1822)

EULIMIDAE Eulima bilineata Alder, 1848 *** Curveulima dautzenbergi (Pallary, 1900)

Melanelia boscii (Payraudeau, 1826)

Melanella polita Linné, 1758 Parvioris ibizenca (Nordsieck, 1968)

Sticteulima jeffreysiana (Brusina, 1869)

Vitreolina curva (Monterosato, 1874)

* Vitreolina philippi (de Rayneval & Ponzi, 1854) Vitreolina sp.

MURICIDAE

Bolinas brandaris (Linné, 1758)

Hexaplex trúncalas (Linné, 1758)

Maricopsis cristata (Brocchi, 1814)

Ocinebrina aciculata (Lamarck, 1822)

Ocinebrina edwardsii (Payradeau, 1826) Stramonita haemastoma (Linné, 1767) Coralliophila meyendorffii (Calcara, 1845) BUCCINIDAE

Buccinulum cornami (Linné, 1758)

** Chauvetia turritellata (Deshayes, 1835)

** Chauvetia ventrosa Nordsieck, 1976

* Engina leucozona (Philippi, 1843)

Pisania striata (Gmelin, 1791)

Pollia dorbignyi (Payraudeau, 1826)

NASSARIIDAE

Nassarius cuvierii (Payrauderau, 1826)

Nassarius incrassatus (Strom, 1768)

Nassarius mutabilis (Linné, 1758)

Nassarius nítidas (Jeffreys, 1867)

Nassarius pygmaeus (Lamarck, 1822) FASCIOLARIIDAE Fasciolaria lignaria (Linné, 1758)

Fusions cf. párvulas (Monterosato, 1884)

Fusili us pulchellus (Philippi, 1844)

Fusinus sanctaeluciae (Von Salis 1793) COLUMBELLIDAE Coluinbella rustica (Linné, 1758)

Mitrella gervillii (Payraudeau, 1826)

Mitrella cf. coccínea (Philippi, 1836)

Mitrella scripta f. lanceolata (Locard, 1886)

Mitrella minor (Scacchi, 1836)

Mitrella scripta (Linné, 1758)

MITRIDAE

Mitra cornicula (Linné, 1758)

COSTELLARIIDAE Vexillum ebenus (Lamarck, 1811)

* Vexillum grammi (Forbes, 1844)

* Vexillum savignyi (Payraudeau, 1826)

* Vexillum tricolor (Gmelin, 1791)

MARGINELLIDAE Gibberula miliaria (Linné, 1758)

Gibberula philippii (Monterosato, 1878)

** Gibberula turgidula (Locard & Caziot, 1900)

1 CYSTISCIDAE

Granulino marginata (Bivona Ant., 1832) DRILLIDAE

* Crassopleura incrassata (Dujardin, 1837)

9:1,12:1,37:2

5:1, 21:1, 22:5, 25:2, 26:1, 29:3, 33:1, 36:5, 39:4

5:1,41:1

5:1,8:1,34:1

40:1

19:1

40:1

39:2

22:1,36:1,37:1

41:1

11:2,12:5, 19:3, 22:5, 31:1

8:1, 20:1, 21:1, 25:1, 29:3, 31:1, 37:1, 39:2

41:1

41:1

7:1

24:4, 34:2, 42:1

8:1, 12:3, 21:3, 22:4, 26:1, 29:4, 34:4, 35:10, 36:7, 37:3, 39:10, 42:1,43:15

9:1,14:1, 19:3, 22:6, 26:1,36:1

14:1

29:1,43:12

14:1, 22:4, 25:1, 34:1, 36:3, 38:1, 41:1 25:1

25:1,31:2, 34:1,36:1,37:1,38:1 5:3, 25:1

16:1,19:4, 33:1,38:1 11:1,29:1,34:1

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11:2, 20:1, 22:2, 24:1, 26:1, 34:2, 35:4, 39:2

10:1, 13:1

15:15

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33:1,42:1

5:3

21:5

6:1,36:1,39:1,40:1

5:1, 11:1, 12:1, 13:1, 22:1, 24:1, 34:5, 36:1, 39:1

25:1

38:1

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12:1, 18:1, 19:4, 22:12, 33:2, 34:11

5:1

2:1, 4:1, 9:1, 12:3, 18:1, 19:23, 22:64, 29:4, 33:14, 34:11, 36:30

22:2

11:1, 21:7, 25:2, 29:16, 37:3, 38:3, 40:1, 44:2 41:2

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77

Checklist della malacofauna delle Isole Tremiti (Medio Adriatico)

Cristina Mazziotti, Franco Agamennone & Morena Tisselli

CONIDAE Bela nebula (Montagu, 1803)

Clathromangelia quadrillum (Dujardin, 1837) Conus mediterraneus Hwass in Bruguière, 1792 Leufroya concinna (Scacchi, 1836)

Leufroya leufroyi (Michaud, 1828)

Mangelia attenuata (Montagu, 1803)

Mangelia coarctata (Forbes, 1840)

Mangelia paciniana (Calcara, 1839)

Mangelia stossiciana Brusina, 1869 Mangelia taeniata (Deshayes, 1835)

Mangelia vauquelini (Payraudeau, 1826)

*** Mitrolumna olivoidea (Cantraine, 1835)

Raphitoma laviae (Philippi, 1844)

Raphitoma linearis (Montagu, 1803)

Raphitoma cf. limolata (B.D.D., 1883)

Teretia teres (Reeve, 1844)

Smithiella costolata (Blainville, 1829) ARCHITECTONICIDAE Pseudotorinia architae (Costa O.G., 1841) RISSOELLIDAE Rissoella diaphana (Alder, 1848) OMALOGYRIDAE

* Ammonicera fischeriana (Monterosato, 1869) Omalogyra cf. simplex (Costa O.G., 1861) CORNIROSTRIDAE ** Tomura depressa (Granata-Grillo, 1877)

CIMIDAE

** Cima minima (Jeffreys, 1858)

AMATHINIDAE

Clathrella clatlirata (Philippi, 1844) ANYSOCYCLIDAE Anysocycla pointeli (de Folin, 1867) ODOSTOMIIDAE Odostomia acuta Jeffreys, 1848 Odostomia carrozzai Aartsen, 1987 Odostomia lukisi Jeffreys, 1859 Odostomia striolata Forbes & Hanley, 1850 Odostomia turrita Hanley, 1844 Odostomia unidentata (Montagu, 1803)

Odostomia conspicua Alder, 1850 Liostomia afzelii Warén, 1991 Liostomia clavulus (Lovén, 1846)

Ondina scandens (Monterosato, 1884)

Ondina vitrea (Brusina, 1866)

CHRYSALLIDIDAE Chrysallida brusinai (Cossmann, 1921)

Chrysallida clathrata (Jeffreys, 1848)

Chrysallida emaciata (Brusina, 1866)

Chrysallida indistincta (Montagu, 1808) Chrysallida intermixta (Monterosato, 1884) Chrysallida juliae (de Folin, 1872)

Chrysallida obtusa (Brown, 1827)

Chrysallida suturalis (Philippi, 1844)

Euparthenia bulinea (Lowe, 1841)

Euparthenia humboldti (Risso, 1826)

Folinella excavata (Philippi, 1836)

Folinella ghisotti (Aartsen, 1984)

" ODOSTOMELLIDAE Odostomella biànda (Tiberi, 1868)

Odostomella doliolum (Philippi, 1844)

TURBONILLIDAE

Turbonilla acutissima Monterosato, 1884 Turbonilla jeffreysii (Forbes & Hanley, 1851) Turbonilla multilirata (Monterosato, 1875) Turbonilla cf. pusilla (Philippi, 1844)

12:2, 26:1 29:1

2:1, 5:1, 12:3, 13:2, 14:1, 18:1, 19:7, 22:13, 29:1, 33:1, 34:7, 36:1, 43:15 17:1

7:1, 22:7, 29:2, 34:1, 36:1, 37:1, 40:1, 42:1 19:5, 20:1,29:1 8:1,21:6, 39:1 29:1

29:1,35:1,37:1,39:1

37:1

35:1

2:1, 19:9, 21:3, 22:7, 25:1, 29:3, 33:3, 35:5, 36:4, 39:3, 40:1 38:3

11:1, 12:1, 19:2, 22:7, 29:4, 31:1, 34:6, 36:4, 37:2, 39:2, 40:1, 44:1 29:2, 38:1 21:4, 41:1

6:1,8:1,11:1, 12:1, 19:1,40:1,41:1

21:1,39:1,40:1,41:1

12:1

27:3

37:1

31:1

40:1

25:1,29:10, 31:4,35:3, 39:10

11:1,41:1

29:1

19:1,25:1,29:1,38:4 12:1,41:2 29:3, 37:1,44:1 19:1

25:1,31:1,37:1,41:1

41:1

41:1

27:2, 41:1

19:1, 25:1, 27:1, 29:1, 31:1, 36:1, 39:1, 45:1,

11:1,25:1,27:1

12:1,29:1

38:1

8:1, 19:1 41:1

19:2, 37:1

29:1

41:1

21:2

41:1

25:1,29:1,34:12, 38:1,42:1

2:1, 5:1, 8:1, 19:1, 22:3, 27:1, 29:9, 31:1, 35:1, 37:10, 39:3, 40:1, 41:1 19:1,21:2

41:1

2:1, 4:1, 12:2, 18:1, 19:3, 21:4, 22:1, 25:1, 26:2, 27:2, 29:7, 31:1, 35:2, 36:2, 37:2, 38:1,39:3, 40:1

32:4

8:1,21:3, 29:1,38:1,40:1,41:1 21:1

36:1,38:1

78

Turbonilla rufa (Philippi, 1836) EULIMELLIDAE Eulimella laevis (Blainville, 1827)

Euiimeila ventricosa (Forbes, 1844) ACTEONIDAE Acteon tornatilis (Linné, 1758)

RETUSIDAE

Cylichnina crebrisculpta Monterosato, 1884 Cylichnina laevisculpta (Granata-Grillo, 1877) Cylichnina umbilicata (Montagu, 1803)

** Pyrunculus hoernesii (Weinkauff, 1866)

Retusa mammillata (Philippi, 1836)

Refusa truncatula (Bruguière, 1792)

Volvulella acuminata (Bruguière, 1792) RINGICULIDAE

Ringicula auriculata (Ménard de la Groye, 1811) Ringicula conformis Monterosato, 1877 HAMINOEIDAE Atys jejfreysi (Weinkauff, 1866)

Haminoea hydatis (Linné, 1758)

Haminoea navícula (da Costa, 1778)

Weinkaujfia turgidula (Forbes, 1844) PHILINIDAE Philine aperta (Linné, 1767)

Philine catena (Montagu, 1803)

** Philine punctata (Adams }., 1800)

Philine scabra (Müller, 1784)

CYLICHNIDAE Cylichna cf. crassei B.D.D., 1886 Cylichna cylindraceea (Pennant, 1777)

Roxania utriculus (Brocchi, 1814) CAVOLINIIDAE Cavolinia inflexa (Lesueur, 1813)

Clio pyramidata lanceolata (Lesueur, 1813)

Creseis acicula Rang, 1828

LIMACINIDAE

* Lirnacina infinta (d'Orbigny, 1836)

* Lirnacina trochiformis (d'Orbigny, 1836)

ELYSIIDAE

Thuridilla hopei (Vérany, 1853) TYLODINIDAE

Tylodina perversa (Gmelin, 1791) DISCODORIDIDAE Discodoris atromaculata Bergh, 1880 PHYLLIDIIDAE

* Phillidia flava Aradas, 1847

PROCTONOTIDAE Janolus cristatus (delle Chiaje, 1841) AEOLIDIIDAE

Berghia verrucicomis (Costa A., 1867) FACELINIDAE

Cratena peregrina (Gmelin, 1791) FLABELLINIDAE Flabellina affinis (Gmelin, 1791)

** Coryphella lineata (Lovén, 1846) ELLOBIIDAE

* Ovatella firmimi (Payraudeau, 1826)

SIPHON ARIID AE

* Williamia gussonii (Costa O.G., 1829)

TRIMUSCULIDAE

** Trimusculus mammilaris (Linné, 1758) BIVALVIA NUCULIDAE Nucida nucleus (Linné, 1758)

Nucida sulcata Bromi, 1831 ARCIDAE

Arca noae Linné, 1758

8:1, 11:2, 12:5, 19:6, 29:1

12:1, 19:1, 21:1,29:6 8:2,31:1,38:2

8:1,12:1,32:1

11:4

1:2, 12:1,27:1,37:5, 38:1 5:1,9:1,12:25, 21:1 41:1

19:1,31:1

12:2, 19:2, 22:5, 27:1, 31:1, 34:1, 44:1,

12:5, 27:1,31:1

12:1

22:2, 27:1 9:1,19:3, 22:1

9:1, 12:1, 22;4, 29:2, 31:1, 34:3, 36:1, 37:4, 38:1, 39:1, 41:1 19:4

2:1, 6:1, 9:1, 14:1, 19:2, 20:2, 22:3, 25:1, 29:2, 34:1, 39:1, 41:1 9:1

12:1,20:1,36:1,37:1

27:1

21:2, 27:1 32:1

11:2, 12:3, 21:1 17:1

22:1,27:1,29:1,37:1,38:1

27:1

9:1,39:1

40:1

27:1

7:5

39:1

9:2

12:2

9:1

21:1

21:1

7:2

21:1

34:1

17:1, 18:1, 25:6, 26:1, 29:2, 34:1, 35:1, 37:1, 39:1,40:1 27:1, 34:2, 38:1

21:1,40:1

21:7

8:1, 13:1, 21:5, 22:3, 29:1, 33:2, 34:1, 35:1, 36:2

79

Checklist della malacofauna delle Isole Tremiti (Medio Adriatico)

Cristina Mazziotti, Franco Agamennone & Morena Tisselli

80

Arca tetragona Poli, 1795 Arca sp.

Barbatia barbata (Linné, 1758)

** Asperarca nodulosa (Müller O.F., 1776) Bathyarca philippiana (Nyst, 1848)

NOETIIDAE

Striarca ladea (Linné, 1758)

GLYCYMERIDIDAE

* Glycymeris glycymeris (Linné, 1758)

' MYTILIDAE

Mytilaster minimus (Poli, 1795)

Mytilaster solidus Monterosato, 1883 Mytilus galloprovincialis Lamarck, 1819 ** Cremila arenaria Monterosato, 1875 Gregariella petagnae (Scacchi, 1832)

Modiolarca subpicta (Cantraine, 1835) Musculus costulatus (Risso, 1826)

Lithophaga lithophaga (Linné, 1758)

Modiolus barbatus (Linné, 1758)

** Dacrydium hyalinum (Monterosato, 1875) Modiolula phaseolina (Philippi, 1844) PINNIDAE Pinna nobilis Linné, 1758 Atrina pedinata (Linné, 1767)

PECTIN1DAE

** Manupecten pesfelis (Linné, 1758)

Talochlamis multistriata (Poli, 1795)

Mimachlamys varia (Linné, 1758)

Palliolum incomparabile (Risso, 1826)

Peden jacobeus (Linné, 1758)

Aequipeden opercularis (Linné, 1758)

** Flexopeden hyalinus (Poli, 1795)

SPONDYLIDAE Spondylus gaederopus Linné, 1758 ANOM1IDAE

Attornia ephyppium Linné, 1758

Pododesmus patelliformis (Linné, 1761)

LIMIDAE

Lima lima (Linné, 1758)

Limaría hians (Gmelin, 1791)

Limaria tubercolata (Olivi, 1792)

** Litnea loscombii (Sowerby G.B.I.,1824) OSTREIDAE

* Ostrea edulis Linné, 1758

GRYPHAEIDAE

Neopycnodonte cochlear (Poli, 1795)

LUCINIDAE

Ctena decussata (Costa O.G., 1829)

Loripes lacteus (Linné, 1758)

Lucinella divaricata (Linné, 1758)

Anodontia fragilis (Philippi, 1836)

THYASIRIDAE

Thyasira biplicata (Philippi, 1836)

** Thyasira subovata (Jeffreys, 1881 UNGULINIDAE

** Diplodonta trigona (Scacchi, 1835)

" CHAMIDAE

Chama gri/pltoides Linné, 1758

* Pseudochatna gryphina (Lamarck, 1819)

GALEOMMATIDAE

Galeomma turioni Sowerby G.B. I in Turton, 1825 KELLIDAE

Kellia suborbicularis (Montagu, 1803)

** Bornia geoffroy (Payraudeau, 1826)

32:10, 40:1,43:8 19:1

22:2, 29:1,33:2, 34:3, 36:2, 39:1 1:10, 27:1,29:8, 32:9 12:5, 32:3

1:1, 2:5, 4:1, 8:11, 9:1, 11:2, 12:1, 18:6, 19:1, 21:1, 22:20, 26:1, 29:62, 32:3, 33:2, 34:14, 35:25, 36:16, 37:19, 39:14

1:1, 4:1, 5:2, 8:1

34:3, 42:1 18:1,29:1,35:1 9:1, 34:2

27:3, 32:4, 37:1,38:1 3:4

4:1, 11:9, 12:8, 18:2, 20:1, 22:2, 29:1, 34:5, 36:1, 37:7, 39:1

11:1,22:2, 25:1

4:12, 11:1,22:1

22:1,34:3

27:4, 32:3, 38:1

1:1, 8:1, 12:1,19:1, 25:3, 26:4, 29:11, 39:3, 40:1, 41:4

1:1, 4:2, 5:2, 25:1 8:1

7:1

8:6, 11:8, 12:2, 17:1, 18:1, 19:2, 20:1, 22:6, 25:1, 30:8, 34:2,

35:3,36:8, 37:1,40:2 7, 41:1

13:1,21:1

21:8, 40:1

22:1,39:1

40:1

9:1, 11:1,12:2, 20:1,25:1 22:2

12:3, 18:1, 19:1,30:4, 42:1 30:3, 40:1

22:1,30:2, 35:1,40:1

4:1, 11:1, 12:1, 20:1, 22:11, 24:1, 30:1, 34:1, 35:3, 38:1, 40:2 4:2, 8:1, 22:1, 24:1, 30:1, 41:1, 45:1 8:1, 21:2, 30:1, 37:1, 40:2, 41:1, 42:1

30:1

41:1

4:1, 8:2, 11:1, 12:4, 18:2, 19:9, 22:42, 30:8, 34:3, 35:11, 37:3, 38:2, 40:2 1:1, 8:1, 10:25, 11:36, 12:135, 13:3, 19:3, 22:2, 24:1, 43:1 2:1, 8:2, 9:1, 11:24, 12:53, 19:5, 20:4, 22:7, 30:4, 35:1, 39:1 19:5, 27:1,33:4

21:2, 33:1,42:1 27:1

1:1,4:3,9:1,11:1,12:1,20:3

1:1, 7:1, 15:1, 33:2, 34:2, 35:2, 36:1, 40:1, 44:5 9:1, 21:5, 30:1,37:6, 44:6

21:1,22:1

17:1, 21:3, 25:2, 28:1, 30:6, 32:1, 33:2, 36:4, 37:2, 38:1, 39:1, 40:4, 42:1

14:1,35:3, 38:1

Bornia sebetia (Costa O.G., 1829)

LASEIDAE

* Lasaea rubra (Montagu, 1803)

LEPTONIDAE

Hemilepton nitidum (Turton, 1822)

MONTACUTIDAE ** Epilepton clarkiae (Clark W., 1852)

Mysella bidentata (Montagu, 1803)

Mysella obliquata (Chaster, 1897)

* Montacuta ferruginosa (Montagu, 1808)

** Montacuta substriata (Montagu, 1808)

CARDITIDAE

* Cardita calyculata (Linné, 1758)

* Gians trapezia (Linné, 1767)

CARDIIDAE

Acanthocardia acideata (Linné, 1758)

** Acanthocardia spinosa (Solander, 1786)

Acanthocardia tubercolata (Linné, 1758)

** Parvicardium carrozzai Aartsen & Goud, 2001

* Parvicardium exiguum (Gmelin, 1791)

Parvicardium minimum (Philippi, 1836)

Parvicardium roseum (Philippi, 1844)

** Parvicardium scriptum (B.D.D., 1892)

Plagiocardium papillosum (Poli, 1795)

Laevicardium oblongum senegalense (Dautzenberg, 1891) (1) Laevicardium oblongum oblongum (Gmelin, 1791) (2) MACTRIDAE

Mactra stultorum (Linné, 1758)

Spisula subtruncata (da Costa, 1778) MESODESMATIDAE ** Donacilla cornea (Poli, 1795)

TELLINIDAE Tellina distorta Poli, 1791 Tellina donacina Linné, 1758 Tellina planata Linné, 1758 Tellina pulchella Lamarck, 1818 ** Tellina pygmaea Lovén, 1846 Tellina tenuis da Costa, 1778 Tellina balaustina (Linné, 1758)

** Tellina crassa (Pennant, 1777)

DONACIDAE

Donax semistriatus Poli, 1795 PSAMMOBIIDAE Gari costipata (Turton, 1822)

Gari depressa (Pennant, 1777)

Gari fervensis (Gmelin, 1791)

SEMELIDAE Abra alba (Wood W., 1802)

SOLECURTIDAE

* Solecurtus multistriatus (Scacchi, 1835)

TRAPEZIIDAE

Coralliophaga lithophagella (Lamarck, 1819)

GLOSSIDAE

Glossus humanas (Linné, 1758)

VENERIDAE Venus verrucosa Linné, 1758 Clausinella brongniartii (Payraudeau, 1826)

Timoclea ovata (Pennant, 1777)

* Gonidio minima (Montagu, 1803)

Dosinia lupinas (Linné, 1758)

Pitar rudis (Poli, 1795)

Ims irus (Linné, 1758)

Venerupis aurea (Gmelin, 1791)

** Venerupis lucens (Locard, 1886)

22:1,35:5, 37:2 30:1,38:1 32:1,41:1 25:1,32:1

25:1,27:1,26:1,41:1

21:1,41:1

9:1, 11:1,27:1,29:1,32:1

6:1,20:6

10:1, 12:1, 22:28, 25:1, 34:10, 42:1, 43:2 29:1

42:1

19:5

12:2, 13:3, 42:1 22:2, 25:1, 33:2, 39:1 5:6

21:2, 32:10 7:1, 11:2, 12:6, 39:1 12:2, 31:2

1:2, 4:1, 11:3, 12:17, 13:1, 18:2, 19:12, 21:6, 24:1, 31:2, 34:5, 35:1, 36:3, 37:3, 38:1,40:1,41:1 13:2, 19:3, 20:1, 22:1 24:1

8:2, 11:101, 12:9

1:1,10:1,11:51,12:37, 13:2, 22:4 34:4

24:1,27:1

8:1, 11:3, 12:13, 19:9, 20:5, 24:1, 29:2, 34:2, 37:1

13:4, 22:2

37:2

14:1,29:1,38:3

21:1

11:1, 12:1, 25:1, 27:1, 33:1, 34:1, 37:1, 39:1,

4:3, 11:3, 12:2

4:1

4:3, 11:1, 19:1, 22:2, 26:1, 34:2, 36:1, 37:2 4:1,14:12, 19:1,22:1,34:2, 42:1 11:1, 12:1,19:4, 20:1,24:1,37:1

12:2, 20:1, 21:4, 31:2, 39:1, 41:1, 44:1

7:1

18:2, 25:1,37:1,38:1 5:1

1:6, 4:14, 11:4, 20:2, 22:4, 29:1, 34:1, 36:1, 37:2, 41:1, 42:8 5:1,8:2,19:1,28:1,31:1,37:2

1:1, 5:1, 12:1, 20:2, 22:4, 27:5, 29:1, 34:1, 36:1, 37:3, 40:1, 4:1,

42:1

2:5, 4:1, 8:13, 11:6, 12:19, 14:1, 18:1, 19:7, 20:2, 21:4, 22:20, 27:1, 29:9, 35:1,36:6, 37:2, 40:1, 41:1 12:1

1:1,8:1,12:1,19:1,22:1 18:1,22:2, 33:5, 36:1 34:3 34:1

81

Checklist della malacofauna delle Isole Tremiti (Medio Adriatico)

Cristina Mazziotti, Franco Agamennone & Morena Tisselli

Tapes rhomboides (Pennant, 1777)

Venerupis corrugata (Gmelin, 1791) PETRICOLIDAE Mysia nudata (Pennant, 1777) CORBULIDAE Corbula gibba (Olivi, 1792)

Lentidium mediterraneum (Costa O.G., 1829) GASTROCHAENIDAE Gastrochaena dubia (Pennant, 1777) HIATELLIDAE Hiatelia árctica (Linné, 1767)

Hiatella rugosa (Linné, 1767) PHOLADIDAE Pholas dactyius Linné, 1758 THRAC1IDAE

Tinada corbuloides Deshayes 1830 Tinada distorta (Montagu, 1803)

Thracia viilosiuscula (Mac Gillivray, 1827) CLAVAGELLIDAE

** Ciavagella melitensis Broderip, 1835 SCAPHOPODA DENTALIIDAE

Antalis vulgaris (da Costa, 1778) CEPHALOPODA ARGONAUTIDAE Argonauta argo Linné, 1758

37:1

24:1

12:1, 24:1

12:1,19:1,20:2, 21:3, 32:2, 41:1 9:1,41:1

21:1, 27:13

4:1, 8:3, 9:1, 11:12, 12:3, 18:2, 21:3, 29:3, 31:3, 33:1, 34:5, 35:8, 36:16, 37:10, 39:12, 40:1,41:1 1:1,21:4, 24:30, 25:1,31:1,40:1

4:1, 11:3

7:1

6:1, 11:1, 17:3, 21:1,37:3 20:2, 25:1,27:2,31:1,32:1,38:1

38:1

9:1,19:1,22:2

30:1

Tab. 2. Lista delle specie rivenute nell'area delle Isole Tremiti. Le specie trovate viventi o con tracce di parti molli sono scritte in neretto. Simboli: * = specie segnalata per la prima volta nel "settore 8"; ** = specie segnalata per la prima volta in Adriatico; *** = specie segnalata per la prima volta in acque italiane. Per ogni specie sono indicate le stazioni di raccolta (in neretto) ed il numero di esemplari.

(1) Laevicardium oblongum senegalense (Dautzenberg, 1891): Vidal (2005) la definisce come subspecie ecofenotipica della specie politipica Laevicardium oblongum (Gmelin, 1791).

(2) Laevicardium oblongum oblongum (Gmelin, 1791): Vidal (2005) la definisce come subspecie ecofenotipica della specie politipica Laevicardium oblongum (Gmelin, 1791).

Tab. 2. List of the species from the Tremiti Islands. Species found alive or with residual soft parts are marked in bold. Symbols: * = species reported for the first time from "zone 8"; ** = species reported for the first time in the Adritatic Sea; *** = species reported for the first time in Italian waters. Collecting stations (in bold) and number of specimens are reported for each species.

(1) Laevicardium oblongum senegalense (Dautzenberg, 1891): Vidal (2005) la definisce come subspecie ecofenotipica della specie politipica Laevicardium oblongum (Gmelin, 1791).

(2) Laevicardium oblongum oblongum (Gmelin, 1791): Vidal (2005) report it as an ecophenotypic subspecies of the polytypic species Laevicardium oblongum (Gmelin, 1791).

Sistematica

Classe POLYPLACOPHORA Gray, 1821 Famiglia ISCHNOCHITONIDAE Dali, 1889 Callochiton calcatus Dell'Angelo & Palazzi, 1994 Fig. 2A

Di questa specie è stato rinvenuto un unico esemplare, prelevato vivo su roccia alla profondità di 28 m (st. 17). Questo ritrovamento conferma l'habitat tipico della specie, che è legata ad ambienti di tipo coralligeno (Del- l'Angelo & Smriglio, 1999). È la prima segnalazione per l'Adriatico.

Classe GASTROPODA Cuvier, 1797 Famiglia FISSURELLIDAE Fleming, 1822 Emarginula sp.

Questa specie, pur essendo affine ad Emargimila huzar- dii Coen, 1939, presenta alcune differenze che la rendo- no da essa distinguibile. Il materiale è ancora in studio.

Emarginula tenera Locard, 1892 82 Non indicata nella checklist italiana per il "settore 8".

La specie era già stata segnalata per le Isole Tremiti da Micali et al. (2005).

Famiglia CERITHIIDAE Fleming, 1822 Cerithium haustellum Monterosato in Crema 1903 Fig. 2E

Prima segnalazione per le coste ad natiche italiane. L'e- semplare fotografato proviene dalla stazione 4.

? Cerithidium sp.

Fig. 2L, M

L'esemplare è stato rinvenuro tra i rizomi di Posidonia oceanica (st. 12) e probabilmente si tratta di un caso tera- tologico di Cerithidum submamillatum (de Rayneval & Ponzi, 1854).

Petalopoma elisabettae Schiaparelli, 2002 Specie non riportata nella checklist italiana per il "setto- re 8". La specie era già stata segnalata per le Isole Tre- miti da Micali et al. (2005).

FISSURELLIDAE

Fissurella nubecula (Linné, 1758) 1

TURRITELLIDAE

Turritella communis Risso, 1826 4

RISSOIDAE

Alvania lancine (Calcara, 1845) 1

APORRHAIIDAE

Aporrhais serresianus (Michaud, 1828) 4

CALYPTRAEIDAE

Calyptraea chinensis (Linné, 1758) 4

TRIPHORIDAE

Metaxia cf. excavata (Locard, 1897) 2

EPITONIIDAE

Opalia hellenica (Forbes, 1844) 2

NASSARIIDAE

Nassarius lima (Dillwyn, 1817) 4

CYLICHNIDAE

Roxania utriculus (Brocchi, 1814) 4

TETHYDIDAE

Tethys fimbria Linné, 1767 1

NUCULIDAE

Ennucula aegeensis (Forbes, 1844) 4

NUCULANIDAE

Saccella commutata (Philippi, 1844) 4

ARCIDAE

Bathyarca pectunculoid.es (Scacchi, 1835) 4

PTERIIDAE

Pteria hirundo (Linné, 1758) 4

PROPEAMUSSIIDAE

Similipecten similis (Laskey, 1811) 4

PECTINIDAE

Palliolum striatum (Müller O.F., 1776) 4

Pseudamussium clavatum (Poli, 1795) 4

LIMIDAE

Limatala subauriculata (Montagu, 1808) 4

GRYPHAEIDAE

Neopycnodonte cochlear (Poli, 1795) 4

THYASIRIDAE

Thyasira granulosa (Monterosato, 1874) 4

UNGULINIDAE

Diplodonta brocchi (Deshayes, 1850) 4

Diplodonta rotondata (Montagu, 1803) 1

MONTACUTIDAE

Montacuta tenelín Lovén, 1846 3

CARDITIDAE

Gians aculeata (Poli, 1795) 4

SEMELIDAE

Abra longicallus (Scacchi, 1835) 4

Abra nitida (Müller O.F., 1776) 4

SOLECURT1DAE

Azorinus chamasolen (da Costa, 1778) 4

THRACIIDAE

Thracia convexa (Wood W., 1815) 4

PANDORIDAE

Pandora pinna (Montagu, 1803) 4

POROMYIDAE

Poromya granulata (Nyst & Westendorp, 1839) 4

CUSPID ARIIDAE

Cuspidaria cuspidata (Olivi, 1792) 4

Cardiomya costellata (Deshayes, 1835) 4

ENTALINIDAE

Entalina tetragona (Brocchi, 1814) 4

Tab. 3. Lista delle specie segnalate per le Isole Tremiti da altri autori. Riferimenti: 1. Marano et al. (1992), 2. Micali et al (2005); 3. Micali et al. (2006); 4. Panetta et al. (2006)

Tab. 3. Tremiti Islands' list of species reported by others authors. References: 1. Marano et al. (1992), 2. Micali et al. (2005); 3. Micali et al. (2006); 4. Panetta et al. (2006).

Famiglia RISSOIDAE Gray, 1847 Rissoa rhodensis Verduin, 1985 Fig. 2F, G

Questa specie è stata segnalata per l'Italia da Verduin (1985) solo in località Gandoli (10 km a sud di Taranto). La nostra segnalazione quindi risulta la prima per le co- ste adriatiche italiane. Sono stati trovati 4 esemplari piuttosto erosi. L'esemplare più integro, rinvenuto in una zona a prateria di Posidonia oceanica, è qui raffigura- to (st. 12). È interessante osservare la colorazione a flammule verticali: questa colorazione era stata segnala- ta da Verduin come presente in uno solo, fra i tanti esemplari esaminati durante l'istituzione della specie.

Alvania aspera (Philippi, 1844)

Non presente nella checklist italiana. La specie era già stata segnalata per le Isole Tremiti da Micali et al. (2005).

Alvania zetlandica (Montagu, 1815)

Non indicata nella checklist italiana per il "settore 8". La specie era già stata segnalata per le Isole Tremiti da Micali et al. (2005).

Setia kuiperi (Verduin, 1984)

Fig. 2B

La specie in questione (st. 31) presenta tre serie di mac- chie spirali, di cui la prima sotto la sutura è abbastanza lunga, fino a circa la metà dell'ultimo giro, mentre le al- tre due sono nella parte inferiore dell'ultimo giro ed hanno una forma quadrato-rotondeggiante. Altro parti- colare da evidenziare è la macchia bruno violacea sul nucleo. Queste caratteristiche ci portano a classificare l'esemplare come Setia kuiperi (Verduin, 1984).

Famiglia EULIMIDAE Philippi, 1853 Vitreolina sp.

Fig. 2C

Ritrovata nel detrito raccolto a 57 m di profondità al lar- go di Punta Secca di Caprara (st. 41). Pur presentando la conformazione dell'apice simile a quello di Vitreolina philippi (Rayneval, Hecke & Ponzi, 1854), se ne distingue per il profilo più slanciato e per la conformazione dell'a- pertura con l'espansione basale del labbro ben marcata. Potrebbe trattarsi di una specie non ancora descritta.

Famiglia DRILLIDAE Olsson, 1964 Crassopleura maravignae (Bivona Ant. in Bivona And., 1838)

Fig. 2N, O

Prima segnalazione per l'Adriatico centrale. Di questa specie sono stati ritrovati diversi esemplari tra cui rico- nosciamo la forma tipica, di colore bruno uniforme, ritro- vata ad una profondità di 21 m (st. 38) ed un secondo morfotipo più chiaro con una fascia sottosuturale bruna, proveniente da profondità maggiore (41 m) (st. 22).

Famiglia CF1RYSALLIDIDAE Saurin, 1958 Euparthenia bulinea (Lowe, 1841)

Fig. 2H

Di questa specie piuttosto rara è stato rinvenuta una so- la conchiglia, di aspetto fresco (st. 41).

83

Checklist della malacofauna delle Isole Tremiti (Medio Adriatico)

Cristina Mazziotti, Franco Agamennone & Morena Tisselli

Fig. 2. A. Callochiton calcatus Dell'Angelo & Palazzi, 1994, H = 4,00 mm; B. Setia kuiperi (Verduin, 1984), H = 4,00 mm; C. Vitreolina sp., H = 4,5 mm; D, I. Turbonilla multilirata (Monterosato, 1875), H = 4,80 mm; E. Cerithium haustellum Monterosato in Crema, 1903, H = 23,00 mm; F, G. Rissoa rodhensis Verduin, 1985, H = 6,00 mm; H. Euparthenia bulinea (Lowe, 1841), H = 18,00 mm, L, M. Cerithidium sp., H = 2,00 mm; N, O. Crassopleura maravignae (Bivona Ant. in Bivona And, 1838), H = 6,00 mm.

Fig. 2. A. Callochiton calcatus Dell'Angelo & Palazzi, 1994, H = 4.00 mm, B. Setia kuiperi (Verduin, 1984), H = 4.00 mm, C. Vitreolina sp., H = 4.5 mm; D, I. Turbonilla multilirata (Monterosato, 1875), H = 4.80 mm, E. Cerithium haustellum Monterosato in Crema, 1903, H = 23,00 mm; F, G. Rissoa rodhensis Verduin, 1985, H = 6.00 mm; H. Euparthenia bulinea (Lowe, 1841), H = 18.00 mm, L, M. Cerithidium sp., H = 2.00 mm, N, O. Crassopleura maravignae (Bivona Ant. in Bivona And, 1838), H = 6.00 mm.

84

Famiglia TURBONILLIDAE Bronn, 1849 Turbonilla multilirata (Monterosato, 1875)

Fig. 2D, I

Questa specie inconfondibile è stata ritrovata nella sta- zione 21, ad una profondità di 53 m.

Classe BIVALVIA Linné, 1758 Famiglia ARCIDAE Lamarck, 1809 Arca sp.

Fig. 3A-C

Questo esemplare (h = 28 mm, lung. = 58 mm, larg. = 40 mm) è stato ritrovato vivente ad una profondità di 15 m presso l'isola di San Domino nelle vicinanze della Grotta del Sale (st. 19).

Famiglia CARDIIDAE Lamarck, 1809 Parvicardium carrozzai Aartsen & Goud, 2001

Fig. 3D

Sono state rinvenute solo valve disarticolate. La valva fotografata proviene dalla stazione 22.

Famiglia SOLERCUTIDAE d'Orbigny, 1846 Solecurtus multistriatus (Scacchi, 1835)

Fig. 31

È stato rinvenuto un esemplare con tracce di parti mol-

li, oltre ad una valva (st. 7). Si tratta della prima segna- lazione per l'Adriatico centrale. Della specie esistono poche segnalazioni probabilmente dovute alla sua rari- tà, ma anche al fatto di essere stata spesso confusa con i giovanili di Solecurtus scopula (Turton, 1822).

Famiglia THRACIIDAE Stoliczka, 1870 Thracia villosiuscula (Mac Gillivray, 1827) sensu Peñas et al. (2006)

Fig. 3E-H

Gli esemplari da noi rinvenuti coincidono perfettamen- te con l'immagine pubblicata da Peñas et al. (2006). Potrebbe trattarsi di esemplari giovanili.

Conclusioni

Le 403 specie rinvenute confermano l'importanza del- l'area delle Isole Tremiti dal punto di vista della diversi- tà malacologica.

Considerata la ridotta estensione delle coste tremitesi rispetto al totale delle coste italiane, le 77 nuove segna- lazioni (5% sul totale delle specie italiane) per il “settore 8", assumono una discreta importanza, in considerazio- ne anche del fatto che fra queste, 36 specie rappresenta- no nuove segnalazioni per l'Adriatico (1,6%) e 4 sono ri-

Fig. 3. A-C. Arca sp. L = 58,0 mm; D. Parvicardium carrozzai Aartsen & Goud, 2001 , L = 4,0 mm; E-H. Thracia villosiuscula (Mac Gillivray, 1 827) sen- su Peñas et al. (2006), L = 3,6 mm, I. Solecurtus multistriata (Linné, 1758), L = 32,0 mm.

Fig. 3. A-C. Arca sp, L = 58.0 mm; D. Parvicardium carrozzai Aartsen & Goud, 2001, L = 4.0 mm; E-H. Thracia villosiuscula (Mac Gillivray, 1827) sen- su Peñas et al. (2006), L = 3.6 mm; I. Solecurtus multistriata (Linné, 1 758), L = 32.0 mm.

85

Checklist della malacofauna delle Isole Tremiti (Medio Adriatico)

Cristina Mazziotti, Franco Agamennone & Morena Tisselli

sultate essere nuove segnalazioni per le coste italiane (0,25%).

Probabilmente la mancanza di approfonditi studi sulla malacofauna dell'arcipelago tremitese ha contribuito a far che nel presente lavoro risultasse un così elevato numero di nuove segnalazioni.

Ringraziamenti

Gli autori desiderano ringraziare, la Dr.ssa Letizia Pampaioni per l'inquadramento geologico, gli amici Enzo Campani, Stefano Chiarelli, Bruno Dell'Angelo, Pasquale Micali, Emidio Rinaldi per la determinazione di alcuni esemplari, Giovanni Buzzurro!" e Jakov Prkic per l'aiuto bibliografico, Giacinto Marchionni e Gianni Pesaresi per avere effettuato alcuni dei campionamenti subacquei.

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Lavoro ricevuto il 1b luglio 2007 Lavoro accettalo il 19 giugno 2008

Boll. Malacol., 44 (5-8): 87-100 (2008)

S molluschi negli "Emblemi" del Rinascimento

Erminio Capretti*

* Via del Colli 1, Riassunto

22070 Guanzate (CO), L'Autore prende in esame la presenza dei molluschi nella cosiddetta "letteratura delle immagini" ed in par-

ltalia ticolare negli emblemi rinascimentali. Vengono fornite notizie generali sul significato e sulla valenza degli

emblemi. Si prendono in considerazione alcuni emblemi dei piu rappresentativi autori che si siano serviti dell'immagine dei molluschi a questi fini: il Corrozet, il Camerario, lo Chesneau, con un excursus negli Archetypa studiaque di Hoefnagel. Per ognuno degli emblemi prescelti e qui raffigurati, viene dato il testo originario del motto (con una libera traduzione) ed un breve commento per meglio illustrarne il significato. Vengono poi forniti esempi da altri autori di emblemi e si conclude con una panoramica del significato cul- turale dell'emblematica nel contesto e nei suoi rapporti col mondo, naturalistico e non, di quell'epoca.

Abstract

In the Renaissance literature, the "emblems" were combinations of text and illustrations. This kind of lite- rature became widespread and hundreds of emblem books were published. After an introduction about the "conceit literature" in the 16th and 17th centuries, the emblems with malacological subjects (snails, slugs, cephalopods, oysters, etc.) are here considered, with examples from the most representative authors in this field, namely Corrozet, Camerarius, Chesnau and Hoefnagel. For each emblem, description, transla- tion of the motto and a short comment are supplied, together with the original illustration. Considerations are drawn up on the connections between emblems and natural history, to realize the cultural background of the Renaissance.

Parole chiave

Storia della malacologia, emblematica, letteratura rinascimentale, secoli XVI-XVI!.

Introduzione

Qui non si tratta ovviamente di malacologia in senso stretto e neppure di storia della malacologia, bensì di un fenomeno culturale, di alto impatto all'epoca in esa- me, ossia quel mondo degli emblemi nel quale si river- sano, nei modi che vedremo, anche i molluschi, mo- strandosi così partecipi, anche se in una piccolissima parte, ad un evento culturale quale la "letteratura delle immagini", dove avvenivano letture differenziate della Natura e dei suoi protagonisti.

Eravamo in un periodo in cui imperava il detto Natura sola Magistra, un periodo in cui la Naturalis Historia di Plinio, tanto per fare un esempio, era considerato un cult book, come si direbbe oggi. Questo ritorno alla natu- ra, che fu dapprima di matrice libresca, divenne poi una lettura del mondo dal vivo e permetteva che si facesse luce lentamente l'idea di un destino comune dell'uomo e della natura. Scriveva il padre Lenoble (1969: p. 223): “Rien de plus choquant que cette idéé d'une destinéé de V- homme indépendente de la nature", nel mondo antico. E poco oltre: " Dieu ne se distingue pas de la nature 'Quid aliud est natura quam Deus?' demandad Sénèque (De benefi- ciis, IV, 7) et la formule l' importe, qui fait de la Nature la réa- lité suprème : ‘Natura hominum deorumque domina'".

La Natura ci parla, non v'è silenzio della Natura. E an- cora Lenoble (1969: p. 249): "pour les chrétiens elle chante Dieu, pour le paiens de la Renaissance elle a repris la flute de

Pan et chante comme autrefois la fecondité de la terre, les nymphes des sources et la providence des astres". Se gli au- tori di scienze naturali ci sembrano autori di opere, scien- tificamente parlando, assai modeste e rudimentali, era soprattutto a causa della loro mancanza di conoscenze più complete, ma la "Nature les entourait de présence et de valeurs qui comblaient leur affectivité" .

Verrà esposta ora, relativamente all'oggetto del nostro studio, un tipo di espressione culturale di altissimo li- vello, che fu ristretto solo ad una cerchia di studiosi e letterati, altamente impegnati, di naturalisti (nel senso che si dava allora a questo termine), anni luce lontana dalla oggi imperante cultura di massa. Tra '500 e '600, il mondo degli emblemi ci si presenta con centinaia e cen- tinaia di opere, che nel complesso ebbero grande suc- cesso e molte di queste furono più volte ristampate. Lo studio più ampio finora disponibile su questa letteratu- ra è quello ad opera di Praz (1975), che è stato di grande ausilio per il presente lavoro.

Gli emblemi rinascimentali

Possiamo ora cercare di dare un significato alla parola "emblema", poiché vi sono tuttora idee assai discordan- ti fra gli studiosi, anche sulla loro origine e sulla loro valenza. Si può, però, ai fini di questo articolo, definire l'emblema come una composizione composta da un motto e da una immagine, alla quale viene dato uno

Erminio Capretti

sviluppo, o talora con un maggior testo rimato, o con un esplicito commento in prosa. Non è estraneo alla na- scita di emblemi, divise ed altre forme di "letteratura delle immagini", l'influenza che aveva allora il verso oraziano Ut pictura poesis.

Nella parte in rima dell'emblema viene di solito valuta- to il significato dell'immagine, traducendolo in un pre- cetto morale. Quanto al motto iniziale, quello che titola ed introduce l'immagine, è comunemente accettata l'i- potesi che alla sua origine ci siano gli epigrammi tra- smessici dal mondo classico greco e latino, in molti casi da poco riscoperti.

L'immagine ha essenzialmente valore simbolico e con essa appare tutto il vasto mondo del reale e dell'irreale, la Terra, l'Acqua, il Fuoco, ma anche gli uomini con il lo- ro comportamento, con le loro attività (edifici, arte, gio- chi, guerra, navigazione, etc.), gli animali, le piante. Ma spesso anche astrazioni e personificazioni come virtù, vizi, personaggi della mitologia, eroi, divinità pagane (molte), riferimenti biblici (pochi). Si possono perciò leg- gere in moltissimi emblemi, come osservano Savarese & Gareffi (1980) "certi stimoli della riflessione morale, del- l'esperienza quotidiana della vita religiosa e politica".

Ma fu il grande successo dei Hyeroglyphica di Horapollo a decretare il trionfo e la necessità dell'immagine negli emblemi. Per gli Hyeroglyphica, opera ermetica del basso impero alessandrino, riscoperta dal Ficino e che provocò imo scalpore enorme nel mondo culturale fiorentino del secondo Quattrocento, rimando a Capretti (1978), dove sono riportate le traduzioni dei testi riguardanti 1 mollu- schi. Secondo Patrizi (1994) fu da una lettura simbolica dei geroglifici che derivò ima lettura dei segni che allu- devano all'essenza delle cose, proprio attraverso l'unione di parola ed immagine: ed è così che nacque l'emblema. Ed anche il grande storico dell'arte Chastel (1954) pun- tualizza: “Le goüt caractéristique pour les interférences des images et du concept moral symbolisé aboutit à la vogue de cette épigramme tradiate en formes graphicjues ou plastique quest l'emblbne" . Scrive Gombrich (1978): "l'analisi che il Ficino fa del geroglifico ha fornito le basi per quella moda intellettuale che ha prodotto una marea di libri sugli emblemi, le divise e le 'imprese' per tutto il Cin- que ed il Seicento".

Non è però da credere che questa "moda intellettuale", come la chiama il Gombrich, rappresenti nulla di più di un gioco intellettuale, avulso da una base scientifica. Come ben illustra Harms (1985), v'è una stretta correla- zione fra storia naturale ed emblemi relativi alle cose di natura: “Compendia of natural history and emblem books with their combination of graphic and verbal elements, of de- scription and interpretation, could at that time be considered to go hand in hand". Ed ancora: “What are the respective ro- le of empiricism and description in works of natural history and in emblems? Emblem literature in the 16th Century, and above all in later times, by no means constitutes an intrinsic whole" . Un classico esempio che Harms porta è la figura del pellicano che si ferisce per nutrire col suo sangue i propri figli e ciò troviamo anche nella Historia Anima- lium di Conrad Gessner come pure, circa mezzo secolo 88 dopo, in Aldrovandi.

Va notato, inoltre, che negli emblemi che ora esaminere- mo non traspare mai un riferimento che ci porti a vede- re nell'animale rappresentato l'effetto di un disegno in- telligente come ad esempio, dopo alcuni decenni, vede- va ovunque il Buonanni come naturalista, o lo Chesnau come indagatore morale. Qui i molluschi diventano dei simboli, con i loro comportamenti, di situazioni di vita, di sopravvivenza, correlati esclusivamente al comporta- mento umano nella lotta per l'esistenza. Una lotta im- placabile, governata dal fato, come appare anche in una celebre "favola" di Leonardo da Vinci, con sequenza da thriller e che qui cito, perché vi compare un mollusco: "L'ostrica, il ratto e la gatta. Sendo l'ostrica, insieme col- li altri pesci in casa del pescatore scaricata vicino al ma- re, pregò il ratto, che al mare la conduca; e T ratto, fatto disegno di mangiarla, la fa aprire; e mordendola, questa li serra la testa e lo ferma: viene la gatta e l'uccide". Nell'enorme messe di emblemi illustranti animali, si ri- specchiano un po' tutte le nostre virtù ed i nostri vizi ed errori. Appare con essi una serrata lotta per la vita, fatta di sotterfugi, di astuzie, talora di vera e propria sollertia, come avrebbe detto Plutarco. Sembrerebbe talora come in “Clarescunt aethere claro" del Camerario che vi sia un intervento celeste, ma si tratta pur sempre di un fatto fi- sico, poiché il Camerario cita Plinio (IX, 107) dove si af- ferma che per la concezione “ex eo quippe constare, coeli- que eis maiorem societatis esse quam maris". Qui perciò è implicato un fatto fisico, non metafisico, attribuito alla forza maggiore o minore della penetrazione della luce e del calore solare nelle acque, a seconda del tempo. Perciò non il Sol Invictas del Basso Impero, ma neppure il Sol Justitiae di Origene. Ma Camerario si accontenta poi di paragonare, con evidente intento moralistico, questa rugiada pliniana a quella dello Spirito Santo, che ci ravviva. Per una approfondimento delle tematiche del Camerario si rimanda a Papy (2003).

Le specie animali assurgono, per i motti da cui sono ac- compagnati, ad un significato più ampio che li trascen- de, per farne appunto emblemi, trasformando un sem- plice animale in un simbolo dai più variati aspetti. I motti sono in genere derivati da testi classici, creando un legame, una continuità fra lascito antico, e realtà at- tuale, collegando questi due aspetti fra di loro per crea- re una realtà nuova che li sottintende e che li fonde per mostrare la loro nuova verità. Molti Autori di emblemi erano anche naturalisti e quasi tutti medici. La natura era un libro che si apriva ad ogni tipo di investigazioni, dalla realtà al lascito antico, al simbolismo medioevale, alla magia naturalis allora in gran voga, dallo studio del nesso fra le cose per le quali non poteva bastare l'inda- gine sull'oggetto in questione, ma era necessario il col- legamento fra concezioni antiche e moderne, fino a giungere a fare di ogni oggetto naturale il segnacolo di altre verità nascoste che si volevano, letterariamente, scoprire, marcando così il nesso fra realtà e concetto in una lettura in cui si sovrappongono natura e lettura della natura.

Si tratterà ovviamente di una lettura della Natura, cui occorreranno secoli per farsi più chiara, più limpida, più vicina alla realtà delle cose del mondo. Si tratta di

una visione della natura speculare a quella dell'uomo ed ad essa promiscuamente ravvicinata, quasi a farci in- tendere l'unità della natura e della materia tutta, com- preso l'uomo, quel miraculum magnum di cui parlava il Pico nella sua famosa Oratio de hominis dignitate (1496). Scriveva il nolano Bruno: '‘L'anima dell'uomo è medesima in essenza specifica e generica con quella delle mosche, ostre- che marine e piante, e di qualsivoglia cosa che si trove anima- ta o abbia anima" (Aquilecchia, 1958). Ho citato il Bruno non tanto per aver citato le "ostreche marine", ma per- ché egli è autore di numerosi bellissimi emblemi, che troviamo nella sua opera più nota: Degli heroici furori. Qui, però, l'immagine è sostituita da un sonetto cui se- gue una lunga spiegazione. È interessante notare, come la Yates (1943: p. 107) ha acutamente messo in evidenza, l'influenza del Bruno in questo particolare settore su molti emblemi successivi, concettualmente dissimili, ma in forme che troveranno il massimo sviluppo nel- l'emblematica dei Gesuiti del XVII secolo.

Trattando di "letteratura delle immagini", è doveroso ricordare un filone parallelo a quello degli Emblemi che è quello delle "Imprese". Si tratta di un genere di ascen- denza cortese che trova la sua prima pubblicazione in un'opera di Paolo Giovio, vescovo di Nocera, letterato e naturalista: Dialogo delle Imprese Militari et Amorose (1555). Ogni impresa comprendeva una raffigurazione pittori- ca, chiamata "corpo", ed un motto o distico, chiamato "anima". Ma questo genere comprendeva soprattutto figurazioni attinenti al mondo militare od amoroso. Con gli Emblemi, invece, si entra in un mondo più va- sto, che coinvolge tutti gli aspetti del simbolismo, con immagini della più variata specie ed altrettante letture simboliche, più o meno moraleggianti o edificanti che ne fanno da supporto. Al riguardo, Caprotti (1984) scri- ve: "Essa [l'impresa] si distingue così dal più vago mondo degli Emblemi, da quello (in gran voga nel Ri- nascimento) di stampo neo-pia toneggian te degli Hyero- gliphica, da quello meramente iconico degli iconologi". E ancora: "Torquato Tasso nel dialogo il Conte overo de l'imprese (1594) intuisce la reale divergenza tra l'Impresa e le forme simili. Infatti fa dire al Conte: «Io ho letto che son molte differenze fra l'impresa e i simboli e gli em- blemi e i rovesci di medaglie e i ieroglifici, ma quella mi pare assai principale e, per dir così, specifica la qual consiste nel motto: perché nell'impresa è ricercato il motto a guisa d'anima che dia vita al corpo, ma nel ie- roglifico o nel simbolo non è necessaria l'iscrizione».

Nel recente lavoro di Arbizzoni (2007) viene enfatizzato lo stretto nesso che, al di la delle apparenti differenze, talora collega impresa ed emblema. E viene pure evi- denziato il collegamento con forme analoghe, quali i ge- roglifici e gli epigrammi, per i quali, come per gli em- blemi e le imprese, l'Autore ne descrive logica, funzioni e significati. Inoltre, viene specificatamente indicato lo stretto rapporto fra testo ed incisione, ossia fra poeta ed incisore ed anche, è assai importante, la relazione talora sfuggevole fra impresa ed emblema: " However , the close relationship between text and image was one of the major re- quirements of Italian treatises for Imprese, as well delibera- tely stated on the very title-page thus: Nucleus emblemaum

selectissimorum, quae Itali vulgo impresas vocant" . Anche per gli emblemi del Camerario che sono i più numerosi tra quelli qui trattati, Arbizzoni scrive acutamente: "Joa- chim Camerarius ivas strongly influenced by the form of the impresa in the four Centuriae of emblems to which he contri- buted his expertise as a naturalist".

Il primo, e forse più famoso libro di Emblemi è YEmble- mata Liber (1531), opera del giureconsulto e medico mi- lanese Andrea Alciati, con 98 silografie di emblemi. Il successo fu enorme e dalla prima edizione in Latino si susseguirono edizioni e traduzioni in Italiano, Francese, Spagnolo e Tedesco. Da allora si stamperanno centinaia e centinaia di libri di emblemi, che però andavano via via perdendo quel carattere di libero simbolismo, di li- bera lettura, per divenire ancelle di una lettura devozio- nale, controriformista. Numerosi divennero, specie nel '600, gli Autori appartenenti ad ordini religiosi, in parti- colare a quello dei Gesuiti. Ma oramai siamo lontani dal Rinascimento.

Ed ora "revenons à nos... mollusques!" . Per dare un pano- rama di questo tipo di letteratura relativamente ai mol- luschi ho scelto di figurare gli emblemi di tre Autori, appartenenti ad epoca e milieux culturali diversi. Ed ho perciò scelto il Corrozet, dell' Hécantographie (1540), il Camerario dei Symbolorum et emblematum libri (1593- 1604) ed infine lo Chesnau deWEmblèmes sacre z (1667). Inoltre, ho voluto aggiungere una tavola dello Archetypa Studiaque di Hoefnagel (1592), che è attinente al nostro discorso, anche se non proprio un libro di emblemi. Di questi Autori, il primo è un raffinato letterato, il secon- do un famoso naturalista e medico a Norimberga, che curò due edizioni tedesche dei Discorsi del Mattioli e pubblicò un famoso Hortus Mediáis (1588); il terzo è un padre agostiniano. Vengono citati, inoltre, altri autori dei quali si riportano alcuni emblemi.

Corrozet, Gilles. L'Ecatongraphie, c'est-à-dire les de- scriptions de cent figures & histoires, contemns plusiers ap- pophthegmes, sentences et diet tant des anciens que des mo- dernes. Le tout reven par son autheur. A Paris, chez Denys Janot Imprimeur et Libraire (1543).

Emblema A Fig. 1A

Motto: Secret est à louer (Segreto da lodare!).

Immagine: Una placida Helix.

Versi: Ainsi que le Limas se tient / En sa coquille en grand secret: / Tout ainsi l'homme se maintient / Clos et convert cornine discret.

Nella pagina seguente troviamo tre ottave rimate con l'elogio della lumaca che se ne sta tranquilla nella sua casa, in cui si sente difesa (prima ottava). Così dovrebbe fare l'uomo prudente, che approfitta della Fortuna quando c'è e se ne sta poi tranquillo fuori dai pericoli (seconda ottava). La terza ottava elogia l'appartarsi nel 89

Antologia di emblemi malacologies

I molluschi negli "Emblemi" del Rinascimento

Erminio Capretti

Fig. 1. G Mies Corrozet, L'Ecatongraphie (1 543), facsimile, dimensioni reali 10,5 x 17 cm. A. Emblema A (carta D3 verso). B. Emblema B (carta F4 verso).

Fig. 1. Gilles Corrozet, L'Ecatongraphie (1 543), facsimile, actual size 10.5 x 17 cm. A. Emblem A (sheet D3 verso) B. Emblem B (sheet F4 verso).

proprio guscio come condizione nella necessità di sal- vaguardarsi, come dice il proverbio Demeure avecques toy. Qui il Corrozet mostra di conoscere la tradizione classica in materia. Ad esempio il "Vivi nascosto" citato da Plutarco {De latenter vivendo, 3, 1128f), che lo riferisce ad Epicuro o quando, in un'apostrofe consiglia: "Tu, tanto sconvolto dai bastoni delle molestie, ripiegati in te stesso, affinché con parsimonia tu viva la vita della chiocciola". Anche l'imperatore Giuliano l'Apostata {Ad Themistium, 225ab) scriveva: "Non credi che, dopo aver ascoltato questi discorsi ... quegli non proclamerà sa- piente il figlio di Neocle [Epicuro], che ci prescrive di vivere nascosti?".

sotto i tuoi piedi? Nota, o Lettore, che a piccoli passi va la limaccia e non s'affretta.", per sottintendere che la vendetta di Nemesi, quando è necessaria, avverrà a tempo e modo dovuti. E un po' la versione del prover- bio popolare: "La vendetta si serve a freddo".

Camerarius, Joachim. Symbolorum et Emblematum ex Aquatilibus et Reptilibus Desumptorum Centuria Quarta a Jochimo Camerario Medi. Ñor. Coepta: absoluta post eius obi- tum a Ludovico Camerario. In qua ibidem res memorabiles plurima exponuntur (1604).

Il libro contiene cento incisioni in rame di Hans Sibma- cher. Per la collazione dell'opera si veda Caprotti (1991).

Emblema B Fig. 1B

Motto: L'ymage de Nemesis Déesse de juste vengeance.

Immagine: La dea Nemesi che tiene sotto i piedi una li- maccia.

Versi: Nemesis puissante Déesse / Lente, mais vraye venge- resse/Punit de droit et par raison / selon le temps et la saison.

L'immagine ci mostra la dea nuda, avviluppata da un drappo, come solevasi allora rappresentare la Fortuna. Qui la limaccia interviene solo nella pagina seguente, quando così ci si spiega: "Che fanno queste Limacce

Emblema 43 Figg. 2A, 4C

Motto: Belli discrimina ubique (Ovunque v'è rischio di guerra).

Immagine: Un polpo in lotta con una murena.

Distico: Nusquam tutafides, sunt undique tristia bella / In terris, coelo, maximo et Oceano (In nessun luogo regna ac- cordo: ovunque le tristi guerre, in terra, in cielo e nel grande oceano).

Nel commento si cita la classica ostilità dei due animali, con riferimenti a Cicerone, Plinio, Columella, Macrobio,

X L 1 II. 44

BELLI DISCRI-

mina v b i Q_y e.

XLVII.

H A C EL VDIT

RETIA FRAVDE.

Nusqnam fui afijes, fimi undiep triflia be fia In ferris> «rfo> máximo (fi Oceano

Mtrìka

LNTEJl

INSIDlís ”c APIOR

FROPRIIS.

TV T V S PE R SVM-

MA, PER IMA.

JfiutHus ut placidum fifitvummtirefitfiìnef aquí , Sic itidem f ortis fine in atraque animus .

N i Echini

Eie niger eli piféis , fafiìtque nuore fique» tes } fiempe eiim menda* filili ubique niger ,

P v t c b *>

,En qua pìfiìculos capere tnfidìofii folebam , Sum Pinna inventis mox peritura mcis

Fig. 2. Joachim Camerarius, Symbolorum et emblematum libri (1604), originale, dimensioni reali 13,5 x 18,7 cm A. Emblema 43. B. Emblema 47. C. Emblema 49. D. Emblema 58.

Fig. 2. Joachim Camerarius, Symbolorum et emblematum libri (1604), original, actual size 13.5 x 18.7 cm. A. Emblem 43. B. Emblem 47. C. Emblem 49. D. Emblem 58

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I molluschi negli "Emblemi" del Rinascimento

Erminio Caprotti

Eliano (I, 32), Oppiano (II, 253), fino ad autori cristiani quali Clemente Alessandrino ed Eusebio (. Preparatici E- vangelica). Per l'immagine. Camerario si rifà alla bella in- cisione in Salviani (Aquatilium Animalium Historiae, 1554), del grande artista Beatricetto. Si precisa che questa lotta fra generi diversi avviene in tutti i regni della natura.

Emblema 47 Fig. 2B

Motto: Hac eludit retía fraude (Con questo mezzo si fa beffa delle reti).

Immagine: Una seppia con le acque attorno annerite dal suo inchiostro.

Distico: Hic niger est pisces faìlitque cruore sequentes / Nempe etiam mendax fallit ubique niger (Questo pesce è nero ed inganna col suo sangue [con l'inchiostro] gli in- seguitori. È così che inganna con il suo nero bugiardo).

Anche qui il commento richiama i testi classici sulla seppia (Aristotele, Oppiano, Eliano, Plinio, Nicandro (' Theriaca ), Ovidio (frammento dell' Haliéutica) e, tra i moderni, Piero Valeriano per i suoi Hieroglyphica, ed in- fine anche Pico della Mirandola che, in un certo senso, è pure un neoplatonico.

Emblema 49 Fig. 2C

Motto: Tutus per summa , per ima (In superficie come nel profondo).

Immagine: Un nautilo (in realtà Argonauta), che naviga come una navicella.

Distico: Nautilus ut placidum et saevum mare sustinet ae- que, / Sic itidem fortis sorte in utraque animus (Come la navicella si mantiene bene sia in acque calme che tem- pestose, esattamente così fa l'animo del coraggioso in simili situazioni).

Nel commento si cita Aristotele ( Historia Animalium, 525a, 622b), Plinio (IX, 58) ed Oppiano ( Haliéutica ). Per quanto riguarda l'aspetto morale dei versi, ricorda Te- renzio e, fra gli autori cristiani, Basilio nel suo Esamerone. Una raffigurazione del "Nautilo" si trova anche nell'im- presa di Giovanbattista Titoni con l'anima Postquam alta quierunt, con tutt'altro significato, nell'opera di Camillo Camilli, Imprese illustri di diversi coi discorsi di Camillo Camilli et con le figure intagliate di Girolamo Porro (1586).

Emblema 58 Figg. 2D, 4D

Motto: Insidiis capior propriis (Son presa nelle mie stesse trappole).

Immagine: due pinne, con numerosi pesciolini catturati tramite il bisso (sullo sfondo un pescatore che tira le reti 92 sulla barca).

Distico: En quae pisciculos capere insidiosa solebam, / Sum Pinna inventis mox peritura meis (Io, Pinna, che solevo con astuzia prendere i pesciolini, ora vado in rovina proprio con la mia stessa invenzione).

Di pinne si parla in Aristotele ( Historia Animalium, 547), in Plinio ( Naturalis Historia, IX, 115), ma solo in Eliano (De Animalibus, III, 29) leggiamo: "La pinna è un anima- le marino appartenente alla classe di bivalvi; essa spa- lanca le due parti della conchiglia che la ospita e pro- tende un pezzettino della sua carne, offrendola come esca ai pesci che le nuotano accanto. Il granchio le fa da compagno e condivide con lei il cibo e la pastura. Quando un pesce, per l'appunto, sta nuotando verso di lei, il granchio la avverte con un lieve segnale, e non ap- pena il pesce introduce la testa per prendere l'esca, glie- la mangia" (traduzione F. Maspero, 1998). Camerario trae lo spunto da Eliano, per immaginare che la pinna, per il suo prezioso bisso, diventi poi, come lo stesso Camerario afferma, “ad similitudinem retis piscatorii" , preda di questi.

Seguono le interpretazioni sulla morale del motto, rife- rendosi a Seneca nelle tragedie Hercules e Tyaste, e ad Ovidio.

Emblema 59 Fig. 3A

Motto: Clarescunt aethere claro (S'imbiancano al chiarore del cielo).

Immagine: ostrica margari tiferà.

Distico: Perfunde o veraefidei me Christe liquore / Tune mea in aeternum vita serena fluent (Empimi, o Cristo, con il flutto della vera fede, così la mia vita si trasfigurerà in eterno).

Anche qui si citano, fra gli altri, Plinio (IX, 107), Oppia- no (Haliéutica), Ammiano Marcellino, Origene (Omelie su San Matteo), il Phisiologus (anonimo di età alessan- drina) e, per il mondo contemporaneo, le Imprese di Capaccio, Camilli e Bargagli.

La narrazione di Plinio era derisa dal Cardano come fa- volosa Qui però il Camerario, con accorto traslato, tra- sferisce la forza vivificante, ma del tutto naturale del so- le, Invictus comes dei pagani, in quella divina di Cristo, vero Sol justitiae.

Emblema 61 Fig. 3B

Motto: Praedae patet esca suis (Appare come esca alle sue stesse prede).

Immagine: Tre porpore (murici) nella rete di un pesca- tore.

Distico: Ex lingua vitam, ex lingua haurit Purpura mortem, / Lingua Uomini et vitam praebet et intentimi (La porpora si mantiene in vita con la sua lingua, ma con essa scava la sua morte. La lingua porge all'uomo sia la vita che la morte).

XCVIII.

NEC TE QV AES I

VERIS EXTRA,

CL A R E S C V N T

TTHERE CLARO,

Per fun rfe ó vera fdà me Chrijle liquore^, 3 Tune ma in tutrntm vita Jenna jiuet*

Iti-

tibí tela necent latitanti, erompere xt attftm Gtnfgmt : temere qui ruts, iUe pent u

Pavía»

Esemplo domi port a tibí Jìt cochlea, quìi quia Exoptxt tuto conjenmjfe domi.

Frío*.*

PRTDT PATET

ESCA SVI.

Ex lìngua vitam,ex lìngua haurìt Purpura mortem , E /tigna h omini & vìtam prabet ¿- ìntcritum .

Fig- 3. Joachim Camerarius, Symbolorum et emblematum libri (1 604), originale, dimensioni reali 13,5 x 18,7 cm A. Emblema 59. B. Emblema 61. C. Emblema 97. D. Emblema 98.

Fig. 3. Joachim Camerarius, Symbolorum et emblematum libri (1604), original, actual size 13.5 x 18.7 cm. A. Emblem 59. B. Emblem 61. C. Emblem 97. D. Emblem 98.

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I molluschi negli "Emblemi" del Rinascimento

Erminio Caprotti

Si rimanda ad Aristotele ( Historia Animalium, 547a), Plinio (IX, 132), Oppiano ( Haliéutica ), Vitruvio (De Architectura, VII, 13) e, tra i moderni, si cita un simbolo del Paradin ( Devises Heroicjues, 1557). Si allude alla voracità della por- pora, come ricorda il proverbio latino Purpura voracior.

Emblema 97 Fig.3C

Motto: Bene, qui latuit (Bene, chi sta nascosto). Immagine: una chiocciola chiusa nella sua conchiglia. Distico: Exemplo domiporta tibi sit cochlea, quisquís / Exop- tas tuto consenuisse domi (La chiocciola che porta la sua casa sia di esempio per chi brama invecchiare in casa, al sicuro).

Viene citato Plutarco, l'epigramma XX di Claudiano, Ci- cerone e, fra i moderni, Erasmo da Rotterdam (Adagia, III, 24). Il motto è invece una citazione da Ovidio: " Bene qui latuit, bene vixit” .

Emblema 98 Fig. 3D

Motto: Nec te quaesiveris extra (Non cercare al di fuori). Immagine: Una chiocciola che striscia sul terreno, tra- fitta da un dardo.

Distico: Non tibi tela nocent latitanti, erumpere at ausum / Configunt: temere qui ruit, die perit (A te non nuocciono i dardi se stai al riparo, ma essi ti trafiggono se vuoi fare una sortita).

Questo motto si ritrova in Juan de Boria (Empresas mora- les a la S.C.R.M. del Re y Don Phelipe nuestro Señor, 1581), del quale citiamo parte del suo commento: "... En suma se diqe, che quanto cada uno aprovechare en su proprio conoci- miento, tanto medrara en el de Dios ... Adonde cada uno se de- vria buscar y hallar, es dentro de su mismo, porque si anda der- ramado; y fuera de si, imposible sera hallarse ni conocerse: lo que seda a entender por la empressa del Caracol, con la letra 'Ne te quesiveris extra' que quiere decir 'No te busques fuera' . Lo stesso motto è presente in Diego Fajardo de Saave- dra (Idea de un Principe politico Christiano representada en Cien Empresas, 1640). Qui però ci si riferisce alla perla nascosta nell'ostrica: " Concibe la concha del rodo del cielo, y en lo candido de sus entreñas crece y se descubre aquel puro parto de la perla. Nadie juzgaría su belleza por lo exterior to- sco, y mal pulido. Assi se engañan los sentidos en el examen de las acciones exteriores, obrando por la primeras aparien- cias de las cosas, sin penetrar lo que està dentro deltas".

Il Camerario fa un uso del motto a fini pratici, come un accorato consiglio alla prudenza: "Stai attento a non uscire dalla tua tana, se non vuoi essere spacciato". C'è qui più Machiavelli, che non Igazio de Loyola, come ap- pare confrontando questo emblema con la lettura dello stesso motto rispettivamente da parte di de Boria o di Saavedra. La lettura di questi due ultimi è tutta giocata 94 sull'interiorità dell'individuo e v'è un ammonimento a

guardare la realtà delle cose, non dall'aspetto esterno, ma nella loro più profonda interiorità. Oltre al fatto che, mentre l'illustrazione in de Boria è analoga a quella del Camerario, in Saavedra è addirittura un'altra (la concha margaritifera). Come si vede, i motti potevano essere im- plementati con figurazioni e soggetti diversi, e la mora- le ed il precetto potevano di conseguenza variare anche notevolmente.

V'è una certa somiglianza fra questo motto e quello del- l'emblema 97 (Bene qui latuit) ma, mentre il 97 è com- mentato in veste, per così dire, moraleggiante, il 98 ri- salta sotto l'aspetto pratico. Questo sembra addirittura la forma negativa di Audaces fortuna juvat.

Il commento rinvia a Persio (Satire, VI), Guicciardini (Storia d'Italia, XI, per l'anno 1512), Tito Livio (XXXVI, 32) e Plutarco (Vita di Quinto Flaminio, 17).

Emblema 99 Fig. 4A

Motto: Non laevis ascensus (Ascesa non lieve).

Immagine: Una chiocciola che sale verso un monte. Distico: Disce puer virtutem ex me verumque laborem, / Si verae ornari laudis honore cupis (Impara da me la virtù, ra- gazzo, e datti da fare se vuoi veramente ornarti di fama).

Nel commento v'è uno sprone alla virtù, dando esempi classici e moderni, di perfezionamento interiore, come per esempio il detto di Catone: " Sat cito, si sat bene".

Emblema 100 Fig. 4B

Motto: Fert omnia secum (Porta tutto con sé).

Immagine: due chiocciole, una che striscia a terra, l'al- tra che si arrampica su di un albero.

Distico: O felix secum sua quicumque omnia portat, / Fortuna vivens liber ab arbitrio.

Il motto è l'espressione che il filosofo Biante, fuggendo nudo dalla sua città in fiamme, gridava: "Omnia mea rnecum porto" (Tutto ciò che ho lo porto con me). Oltre alle citazioni classiche, cita la divisa della nobildonna senese del XVI secolo, Fulvia Spanocchi Sergardi, sua contemporanea, che fece dipingere una lumaca col mot- to Omnia mea mecum.

(Augustin Chesnau). Emblèmes Sacrez sur le Très-Saint et Très-Adorable Sacrement de l'Eucharistie. A Paris, chez Florent Lambert (1667).

Questa edizione, anonima, segue la prima edizione (1657) con indicazione dell'Autore, in Latino, dal titolo Orpheus Eucharistichus siveDeus absconditus ...

Si tratta qui di cento emblemi, per ognuno dei quali vie- ne dato: titolo, immagine e motto su cartiglio, incisi in rame, ed un distico. Segue source de l'emblème ed explica- tion. Cinque emblemi (63, 84, 85, 86, 87) hanno per og- getto molluschi.

Fig. 4. Joachim Camerarius, Symbolorum et emblematum libri (1604), originale, dimensioni reali 13,5 x 18,7 cm. A. Emblema 99 B. Emblema 100. C. Emblema 43 (dettaglio). D. Emblema 58 (dettaglio).

Fig. 4. Joachim Camerarius, Symbolorum et emblematum libri (1604), original, actual size 13.5 x 18.7 cm. A. Emblem 99. B. Emblem 100. C. Emblem 43 (detail). D. Emblem 58 (detail).

Emblema 63 Fig. 5B

Titolo: Le Poulpe, qui estant pressé de la faim mange quel- ques parties de son corps.

Immagine: Una piovra con due tentacoli verso la "bocca". Motto: Proprio se corpore pascit (Si pasce del proprio corpo). Distico: Par un prodige de nature /il est luy mesme sa pasture.

Il soggetto è ricavato da Ebano (I, 27). L 'explicatio così inizia: “Admirons dans VEucharistie le trois dioses que nous admirons dans le Poulpe, la faim pressante, dans la rigoureu- se saison de l'hyver; sa chair qui lui sert de nourriture; enfili la renaissance et V accroissement de ce qui avait été consu- mé". E così via, per un'intera pagina di commento. Pen- so che il lettore abbia già capito di quale traslato si trat- ti: dal povero polpo alla transustanziazione! Un esprit 95

I molluschi negli "Emblemi” del Rinascimento

Erminio Caprotti

dell'epoca del Lumi avrebbe giudicato questo testo (e Motto: Quot guttae, tot gemmae.

letture interpretative simili) come aberranti, ma, chi ere- Distico: Mon sang est A' une si rare prix, / Que ses gouttes

de, può vedere in queste farneticazioni una grande luce. soni des rubis.

Emblema 84 Fig. 5C

Titolo: La couleur de la Pourpre, si elle meurt promptement et d'un seni coup, est plus vive que quand elle languit et meurt d'une morte lente.

Immagine: Un pescatore che solleva un masso per ucci- dere un murice.

Motto: Pretiosa magis mudata repente (Più preziosa se uccisa repentinamente).

Distico: Celle qui meurt du premier coup / Stirpasse Vanire de beaucoup.

Questo soggetto è tratto dal volume di Joannes Euse- bius Nierembergius, Historia Naturae, maximae peregri- nae, Libri XVI... Accedimi de miris & miraculosis naturis in Europa libri duo, item de iisdem in terra Hebraeis promissa liber wins (1635). Ed è appunto da questa famosa opera che Chesnau ha attinto la notizia del trattamento della porpora. Solo che nella spiegazione, il colore della por- pora viene rapportato al sangue di Cristo, che lo impor- porava alla circoncisione, che lo ricopriva nell'Orto degli Ulivi, che spandeva attorno nei momenti della sua Passione sul Calvario. Le immagini sono ben descritte e l'accostamento della porpora al sangue di Cristo è senza dubbio di un bel l'effetto retorico, estremamente barocco.

Emblema 85 Fig. 5D

Titolo: La nacre cachée sous sa coquille, attirant le poissons uvee un peti de chair quelle leur présente.

Immagine: Un'ostrica perlifera che attrae a se un pe- sciolino, mentre un granchio l'avvisa quando deve ri- chiudere le sue valve sulla preda.

Motto: Patet illicium, sed delitet illex.

Distico: L'attrayant ne se monstre pas / Mais fait monstre de ses apas.

Le fonti sono Ebano (III, 39). "La Nacre [l'ostrica] doit passer pour une des plus belles figures de l'Eucharistie l'e- sterno è brutto, ma l'interno pulito e luminoso. "La Nacre semble vouloir fournir de la nourriture aux poissons et les changer en sa substance: c'est ce que fait le Fils de Dieu dans notre Sacrement, sefaisant notre nourriture ...".E così via. Questo emblema ricorda il n. 58 del Camerario.

Emblema 86 Fig. 5E

Titolo: L'Huitre d'inde, dont les gouttes de sang se changent en pierreries.

Immagine: Un putto fa cadere da una conchiglia delle 96 gocce che diventano rubini.

La fonte è in Filostrato (Vita di Apollonio di Tiana, I, 2). Di questa favolosa specie che ricorda, seppur vagamen- te, l'ostrica perlifera, l'Autore ricorda nella explication che "toutes les gouttes de sang de notre divin Redempteur, sont autant des pierreries d'un prix inextimable" .

Come altrove, ogni soggetto di natura preso in conside- razione è traslato in un simbolo riconducibile al mistero dell'Eucarestia.

Emblema 87 Fig. 5F

Titolo: L'Huitre qui porte des peñes, coupe la main du plon- geur, qui les luy veut ravir.

Immagine: Un pescatore viene ferito dalle valve dell'o- strica che si richiudono sulla sua mano.

Motto: Furi / Gemmarti operit, vindictam aperit.

Distico: Je cache au larron mes delices, / Et luy decouvre ses supplices.

La fonte è Plinio (IX,25) (traduzione di E. de Saint Denis, Les Belles Lettres, 1955): "Quant au coquillage, lors- qu'il a vu la main, il se ferme et cache ses richesses, sachant quoti le recherche pour les prendre, et, s’ il prévenait la main, il la couperait de son bord tranchant" . Nella explication "L'Eucharistie est la mente perle, qui dans les deux coquilles des espèces du pain et du viti, renferme V inestimable perle de l'humanité de Jesus, le plus bel ornement et la plus precíense nourriture des saintes ames". Ma naturalmente, si aggiun- ge poi, bisogna avvicinarsi a lei con la purezza e il ri- spetto necessari, per non commettere sacrilegio, altri- menti si rischia il castigo divino, come per l'improvvido pescatore dell'Emblema.

Tutto quanto qui riferito dall'opera dello Chesneau è a sua volta emblematico di come un fenomeno letterario di grande valenza culturale, quale l'Emblematica, si sia via via ridotto, specie ad opera del pensiero e dello spi- rito devozionale della Controriforma ad un puerile, as- surdo, querulo ed insipido giuoco accademico, anche se letterariamente ben motivato. Qui spesso un esempio preso dalla natura è portato alle sue estreme conse- guenze coma simbolo di verità metafisiche, con paralle- lismi che subiscono evidenti forzature.

Hoefnagel, Jacob. Archetypa studiaque patris Georgii Hoeftagelii (1592).

È un'opera in quattro parti, ognuna composta da fron- tespizio ornato e da 12 tavole incise in rame, dove ap- paiono centinaia di creature (molluschi, insetti, crosta- cei, piccoli anfibi e rettili, fiori, frutti, ecc.). Per ogni ta- vola v'è un motto ed alcuni versi, creati da Joris Hoefnagel, padre di Jacob, riferiti ad uno dei soggetti della tavola. Le illustrazioni sono basate su dipinti di Joris Hoefnagel.

EMBLE MES

SACfvEZ

S V R

LE TRES-SAIN T

ET

TRES-ADORABLE

SACRE MENT

DE L'EVCHARISTIE.

A parís;

Choz Florentin Lambf. rt, rue S. lacqnes, àl'ImageS. Paul, vis ávisS. Y lies.

M. DC. LXVII.

Anee Prinilege & si pprobalion.

lyi Emblema Euchartjiiquts. EMBLEM E LXXXV.

La Nacre caci: te font fa colutile ,at tiran? le t poijf.-nj anee pen de chair quelle ¡ear preferite .

f EatetilUl,

‘i

, Jad delire? diese

SOURCE DE L'EM B LE M E.

LANncre, ouurant fes coquiilcs, fait paroiftreau dehors vne parric de fa chair , qui fere d’appaft pour prendre Ies poilTons; 1- Canore que Fon appclle le gardjen de laN i- crc , eft d'mcelligcnce aucc elle , il l'aouertit la piquant douccment , quand elle doic fe former , & ils partagent apres leur proyc cnfcmble.i£/^w/: 3. v,

118 Emblema Eucharijliquee. EMBLEME LXIII.

Le Ponlpe, qui eft ant prejfc de la faim mange quel que 3 parties de fin corpo,

SO VÉCE DE VE ME LE ME.

IE Poulpedtij'ant l’hyuer fe Tentane affarne, &ne jpouuant trouuer de proyc,mange fes bras,qui luy reuiennentpuis apres plus grands. v£lìan l./. eh. 17.

EX E LL

i/o Emblema Eucbarifiimis.

EMBLEME LXXX1V.

La couloir de la Pourpre , ft elle meurt prompt evi cm & d’vn fail coup, eft plus vine que quand elle languite? meurt d'vne morUmto

SOVRCE DE V E M D L E j\l E.

o 1 le premier coup de pierre fait mourir la Pourpre , la Jjcouleurde fon fang }qui ferrala teniture des robes Im- periales, eft plus Yiuc& plus eclatante .■ ce fang au contrai- re perd 1 'eclat de fa couleur, iors que la Pourpre eft long- temps á mourir. Nuremberg en Jan bure dei ehojts prodrgtcujci de la Terre de Pramiftii »,

174 EmbUmes Eucbarijliques. EMBLEME LXXXVI.

V LI ni ft re d’ inde , doni Ics gout/ es de fang fe changer)? cn v i err eri e ù

V

r

ana est dvn Si rare, prie Que jcj jjoultr.f jont des min.

SOVRCE DE VEMBLEME.

ON trouue dans les mers de Linde , vne efpccic d’Huiftre , qui eftant perece auec vn poincoh, rend dii fang , dont chaqué goutee fe forme cn pier.rc- prcdeuie P hilofbr ate en la vie d' Apollonius i. 1.

J/6 Emblemes Eitcburifliaues. EMBLEME LXXXVII.

L’Htttftrc qui porte des poles , coup pc U malí plongeur , qui les luy vent ra:::r.

SOURCE DE VE MS LE ME.

f’Huiftre qui produit lesperles.fentantla maindcl'hom- iniqui lesluy veutrauir , ie relferrefi forcemenc , que Ics cxcrtioic z de fes coquilles couppenc quelqucfois la main du Pefcheur. Cequi arriue fort louuent a la colle dc la pefeheriedans l ’Inde Orientale, rime i. <h*p. tj.

EX P LI-

Fig. 5. Augustin Chesnau, Emblèmes sacrez (1657) originale, dimensioni reali 10,5 x 17,5 cm A. Frontespizio. B. Emblema 63. C. Emblema 84. D. Emblema 85 E. Emblema 86. F. Emblema 87.

Fig. 5. Augustin Chesnau, Emblèmes sacrez (1657) original, actual size 10.5 x 17.5 cm A. Frontispiece B. Emblem 63. C. Emblem 84 D. Emblem 85. E. Emblem 86 F. Emblem 87.

Aenigma

Fig. 6

Immagine: varie figure di animali e vegetali, con una li- maccia in primo piano (che si vuole identificare con Arion cf. nifus, Arionidae), a cui si riferiscono i versi. Versi: Exossis, pedibus cassus, non horreo spinis, / P roque oculis implent cornua bina vicem, / Exanguis quaque incedo

tradii il lino muccum, / Lethifer est mihi sai hostis, et exitium (Senza ossa, senza piedi, non ho paura delle spine, e il compito degli occhi lo svolgono due corna. Senza san- gue, procedo col mio muco ovunque io vada. Il sale è il mio mortale nemico e la mia fine).

Potrebbe sembrare un giuoco, un risolversi di una scia- rada, ma sarebbe dimenticare il significato che veniva allora dato al microcosmo (di cui Arion fa parte) di fron- 97

I molluschi negli "Emblemi" del Rinascimento

Erminio Caprotti

Fig. 6. Jacob Hoefnagel, Archetypa Studiaque (1 592), facsimile, dimensioni reali 20,5 x 1 5 cm. Parte IV, tavola 5, Aenigma. Fig. 6 Jacob Hoefnagel, Archetypa Studiaque (1 592), facsimile, actual size 20.5 x 15 cm. Part IV, plate 5, Aenigma.

te al macrocosmo, che unitamente compongono l'unità della natura.

de Batilly, Denis Lebz. Dionysii Lebei-Batillii Regii Mediomatricorum Praesides Emblemata. (con 63 vignette incise da Theodore de Bry), Francoforte (1596).

Emblema 58. Cunctandum Sapienti (Il saggio deve esita- re). L'immagine mostra due sapienti che guardano una grossa Helix in un prato. I versi dicono che, come la chiocciola con le sue corna controlla la sicurezza del suo cammino, così devono fare i saggi.

Holtzwart, Mathias. Emblematum Tyrocinia. Sive Pietà Poesis latino-germanica. Strassburg, J. Bernhard (1581).

Emblema 27. Domus amica, domus optima (La propria ca- sa vale un tesoro). L'immagine mostra un paesaggio campestre con una Helix. In otto versi ci si dice che la natura ci l'esempio di come non vi sia nulla di me- glio che stare nascosto in casa.

Emblema 64. "Assentator" (Adulatore). L'immagine mostra un polpo in primo piano, osservato da un pescatore sulla sua barca. I dieci versi si riferiscono alla " nature " del polpo, che cambia di colore per sfuggire o attirare le prede.

Bruck, Jacobus. Emblemata moralia et bellica. Strassburg, Per Jacobum ab Heyden Iconographum (1615).

Emblema 37. Tandem sero licet (Infine si può colloquia- re). L'immagine mostra un obelisco sul quale si arram- pica una chiocciola. Si spiega come nonostante il passo della lumaca sia lento e tardo, ciò nondimeno essa rag- giunge la vetta.

Bruck, Jacobus. Emblemata politica. Strassburg, Heyden (1618).

Emblema 40. Were sorte tua (Sii contento del tuo desti- no). Nell'immagine, una chiocciola sta sopra una sfera terrestre, circondata da una catena. Si inneggia alla chiocciola che, " super orbe" è fuori dalle guerre e dai mali del mondo.

Sambucus, Joannes. Emblemata cum aliquot nummis anti- que operis... Antwerpiae, ex officina Christophori Plan- imi (1564).

Emblema 67. Dum potes vive (Vivi finché puoi). Nel- l'immagine un pescatore sta per afferrare una seppia. Si illustrano le astuzie del polpo e della seppia per soprav- vivere."Perciò rifletti uomo, e dacci una prova della tua sagacia".

Cats, Jacob. Proteus ofte Minne-beelden Verandert in Sinne-beelden. Rotterdam, van Waesberge (1627).

Emblema 51. Qui captai, capitur (Chi inganna, sarà in-

gannato) L'immagine mostra un uccello che vuol pren- dere un'ostrica, ma viene catturato dalla morsa del mol- lusco che gli serra il becco. Gli otto versi che seguono commentano quanto sopra.

Conclusioni

Per concludere questa breve analisi della presenza dei molluschi nell'emblematica rinascimentale, dopo aver dato una breve rassegna del mondo degli emblemi nel suo insieme, onde facilitare al lettore malacologico la conoscenza di quell'aspetto particolare che è la "lettera- tura delle immagini", abbiamo cercato di far conoscere quale significato si poteva attribuire a questi accoppia- menti di motto ed immagine. Abbiamo prescelto alcuni dei più rappresentativi emblemi, alcuni illustrandoli compiutamente, altri solo descrivendoli. Pochi altri ne rimangono, che però non aggiungono molto ad una let- tura d'insieme di questo fenomeno letterario.

I molluschi rappresentano una piccolissima parte degli emblemi aventi per soggetto animali. La parte del leone la fanno naturalmente mammiferi ed uccelli. Se fra i molluschi qui citati e quelli non citati si può giungere al massimo ad una trentina di esempi, per tutto il mondo animale vi sono oltre 1000 esempi. Anche per il mondo vegetale, ho riscontrato almeno 400 emblemi che lo ri- guardano.

Tra quelli animali vogliamo ricordarne alcuni bellissimi. Ad esempio, quello con il motto un verso del Petrar- ca!): "11 mal mi preme e mi spaventa il peggio" con l'im- magine raffigurante un topo preso fra due fuochi, ossia da un lato il minaccioso gatto, dall'altro quella che sem- brerebbe un'ancora di salvataggio, una gabbia con una trappola per topi al suo interno. Oppure il motto "Così vivo piacer conduce a morte", con la farfalla che svolaz- za attorno alla candela che le da la morte. O ancora la Fenice che brucia sul rogo, con il motto Vita mihi mors est. Sempre dal settore ornitologico, ricordo i due uccelli, uno in gabbia ed uno in libertà e svolazzante, col motto Qui liber vivit, optime vivit. Al riguardo, ricordo le bellis- sime righe di Leonardo sul cardellino in gabbia: "Il car- dellino da il tortomalio a' figlioli ingabbiati. Prima mor- te che perdere la libertà". Ed infine dal mondo vegetale, ricordo l'immagine di un tronco con tre rami nudi, av- viluppati alle loro estremità dalle fasce degli innesti, in attesa del loro sbocciare, ed il motto Wan Got Wil (Quando Dio vorrà).

Fra i molluschi le specie rappresentate (e talora non si- curamente individuate o individuabili) sono, fra i cefa- lopodi, il polpo, la seppia, l'argonauta (allora chiamato Nautilus), fra i gasteropodi la conchiglia della porpora, la chiocciola, la limaccia e, fra i bivalvi, la pinna, l'ostri- ca edule e l'ostrica perlifera. Non sono certamente mol- te, ma erano le più note, soprattutto grazie al lascito let- terario antico, che veniva sempre più alla luce specie con la nuova lettura ed interpretazione dei testi. Neppure l'aspetto artistico va trascurato. Gli Autori di Emblemi affidavano la stesura delle immagini ai più ri- nomati incisori dell'epoca e ciò è significativo di come l'arte si compenetrava completamente con le esigenze

naturalistiche. Dice il Lenoble (1969: p. 303-304): "En ré- sumé, par rapport à ce que nous appelons aujourd'hui la science d'une part, l'art d'autre part, la Renaissance nous semble réaliser ce paradoxe d'un essor artistique parfaitement réussi et proche de notre propre esthétique, synchronise uvee une véritable regression de la science, par delà l'aristot elisine, jusqu'à la pensée primitive, à la fois animiste et vitaliste. Mais en réalité la Renaissance a senti la Nature avant de la penser". Ma presto " la science marcherà vers le mécanisme quand l'art resterà dans son animisme constitutionnel: la Renaissance est lune des rares époque de la pensée oh art et sciences out donné exactement la mème réglementation or- phique de la Nature". Che si possa condividere o meno l'opinione di questo grande epistemologo, fatto sta che egli ha centrato acutamente il cuore del problema.

I naturalisti del Rinascimento hanno amato la natura, ma non l'hanno conosciuta compiutamente. Le opere di bo- tanica o di zoologia di quel periodo, e mi riferisco al Gessner, al Rondelet, al Belon, all'Aldrovandi o, in campo botanico, al Brunfels, al Fuchs, al Bock, al Mattioli, con le loro meravigliose immagini, pure quelle opera dei mi- gliori incisori ed artisti dell'epoca, rivelano tuttavia una fondamentale carenza delle basi sulle quali si può fonda- re una ricerca in senso moderno. V'è un'enorme erudizio- ne, ma mancava il "metodo" per leggere la natura.

E questo sarà il merito di Perrault, di Redi, di Harvey, di Willis, di Blaes. Ma ormai siamo fuori dal Rinasci- mento e gli emblemi vivevano il loro definitivo declino.

Desidero cordialmente ringraziare il Prof. Rafael La Perna, dell'Università di Bari, ed il Prof. Guido Arbiz- zoni, dell'Università di Urbino "Carlo Bo", per i prezio- si consigli e suggerimenti forniti, nonché per la lettura critica del manoscritto.

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100

Lavoro ricevuto il -t marzo 2008 Lavoro accettato il 21 aprile 2008

Boll. Malacol., 44(5-8): 101-107 (2008)

The status of Otala punctata (Müller, 1774), a recently

established terrestrial gastropod in Malta

Nicholas Barbara1'2 (El) & Patrick J. Schembri3

1 Centre for Ecology & Conservation, University of Exeter in Cornwall, Tremough Campus, Treliever Rd, PenrynTRIO 9EZ, UK

2 Present Address: 139,

St. Anthony Str., Zabbar ZBR3474, MALTA

Tel: (+356) 7905 3084; (+356) 2166 6672 Fax: N/A

nikbarbara@gmail.com; nbar001@um.edu.mt (h) corresponding author

3 Department of Biology, University of Malta, Msida MSD2080, MALTA;

Tel.: (+356)2340 2789 Fax: (+356) 2132 3781 patrick.j.schembri@um.edu. mt

Abstract

A population of the alien helicid Otala punctata (Müller, 1774) has recently been found on the island of Malta (Central Mediterranean), located around a single plant nursery at Mosta in the central part of the is- land. Extensive field collections indicate that this species was very probably introduced via the horticultural trade and is gradually extending its range from its point of introduction, occupying a variety of natural and anthropic habitats. Analysis of size-frequency data suggests that Otala punctata has successfully bred through at least three consecutive reproductive events until 2006. We hypothesise that Otala punctata was originally imported accidentally with plant material and established itself in the nursery, from where it then escaped into the surrounding land since 2003. This situation represents the introduction of yet ano- ther alien species on Malta with the potential of becoming an agricultural pest, and a threat to the islands' biodiversity.

Riassunto

Una popolazione del gasteropode terrestre esotico Otala punctata (Müller, 1774) è stata recentemente tro- vata sull'isola di Malta. La popolazione si trova attorno ad un vivaio a Mosta, nella parte centrale dell'isola. Estese raccolte sul campo indicano che questa specie è stata molto probabilmente introdotta attraverso il commercio di piante da coltivazione. Essa sta gradualmente espandendo la sua distribuzione a partire dal punto di introduzione, occupando un'ampia tipologia di ambienti naturali ed antropizzati. L'analisi della frequenza delle dimensioni degli individui suggerisce che Otala punctata si è riprodotta con successo per almeno tre volte consecutive fino al 2006. Si ipotizza che questa specie sia stata introdotta accidentalmen- te assieme alle piante e si sia stabilita nel vivaio dal quale è sfuggita verso i terreni circostanti a partire dal 2003. Questo rappresenta un ulteriore caso di introduzione di specie a Malta. Otala punctata potrebbe ri- velarsi una specie dannosa per l'agricoltura ed una minaccia per la biodiversità dell'isola.

Key words

Helicidae, land snail, Maltese Islands, naturalisation, non-indigenous species.

introduction

Otala punctata (Müller, 1774) has been documented from most of the western Mediterranean lands, with a distri- bution extending from France to Northwest Algeria (Sanz, 2006; Falkner, 1990), although Martinez-Orti & Robles (2001) consider the species as endemic to the Iberian peninsula. Whatever its original native range, Otala punctata has been subject to anthropogenic disper- sal and has been recorded as introduced in Sardinia (Malatesta & Settepassi, 1954; Carrada et al., 1967), South Africa (Macdonald et al., 2003) and North Ame- rica (Frank, 2006). Owing to its ready establishment in various temperate habitats, Otala punctata has gained popularity as a delicacy in some countries, for example in France, where it is protected (Journal Officiel No 273 du 24 Novembre 1992), but it is considered as an agri- cultural pest and subject to eradication programmes in other countries (Macdonald et al., 2003).

There are no native species of Otala on the Maltese Islands (Giusti et al., 1995), and neither have there been any records of introduced Otala punctata before, al- though there are reports of the similar Otala ladea : Feil- den (1879) collected a number of beached specimens.

presumably transported by the sea, while Machin (1972) claimed to have obtained a culture of Otala laden from Malta, although it is more likely that these were the common Eobania vermiculata (Müller, 1774), which shell superficially resembles that of Otala ladea. Recently, Mifsud et al. (2003) claimed to have recorded Otala ladea within a plant nursery in central Malta. On visiting the surrounding areas of the same nursery we found a sub- stantial population of Otala punctata, probably being the same species misidentified by Mifsud et al. in 2003.

The biology of Otala punctata is not well documented; more literature has been published on the similar heli- cids Otala ladea and Eobania vermiculata, which are all thermophilic Mediterranean species sharing a similar morphology, ecology and life cycle. Otala ladea, for e- xample, occurs sympatrically with Otala punctata in parts of the Iberian peninsula and both species are thought to exhibit similar life cycle patterns (Robinson et al., 1998). Otala ladea typically occupies disturbed habitats such as vacant lots, fence rows and roadsides (Elliot & Pier- ce, 1992), tolerates dry and humid environments, and is documented as capable of aestivating for up to four years (Gaskoin, 1862). On studying an introduction of Otala ladea in Southern California (which has a Medi-

Nicholas Barbara & Patrick J. Schembri

terranean climate), Albrecht (2001) noted that aestiva- tion initiated in mid-April, with individuals aggrega- ting on stalks of the giant fennel Foeniculum vulgare at not less than 0.2 m above ground in order to evade ground heat, but probably also to escape rodent preda- tion, which this author describes as being the most si- gnificant mortality factor. Albrecht (2001) also describes the species as exhibiting bimodal circadian activity, cor- related positively with increasing relative humidity and negatively with increasing air temperature.

Populations of Eobania vermiculatn in Greece have been extensively studied by Lazaridou-Dimitriadou & Kat- toulas (1981, 1985, 1986, 1990). On the basis of a covered or uncovered umbilicus to distinguish between adults and juveniles respectively, the authors concluded that at any one time during the year, two generations nor- mally co-exist, this being sometimes complemented by a third generation of adults past their egg-laying stage, a stage normally associated with a high incidence of mortality. Eobania vermiculata is also reported as being highly adaptable to climate variations, hibernating or aestivating depending on season.

In view of the characteristics exhibited by close relatives in Mediterranean type climates, it is thus highly proba- ble that Otala punctata is similarly highly adaptable to Malta's climate and environment, prompting us to in- vestigate the possibility that Otala punctata, originally introduced through the horticultural trade, has establis- hed itself outside the confines of the controlled environ- ment of the plant nursery and is dispersing into the Maltese countryside.

Should this be the case, then the spread of this species in yet another location outside its natural range is of great concern. Besides the potential for altering ecosy- stems, some of which host Malta's threatened endemic helicids (Giusti et al., 1995), the presence of the species within a plant nursery and close to or within agricultural land, may signify an uncontrolled spread of a potential

Fig. 1. Location of Malta in the central Mediterranean (inset). Marked location represents the study area on the outskirts of the town of Mosta, central Malta.

Fig. 1. Ubicazione di Malta nel Meditrraneo centrale (riquadro). È indi- 1 02 cata l'area di studio, nella periferia della città di Mosta.

pest. Tire information hereby presented is thus crucial in assessing the spread of a newly introduced species still at its early stages of establishment and dispersal.

Material and methods

Following the discovery of Otala punctata at the Mosta nursery (Fig. 1), we revisited the area in 2006 and con- ducted a survey within an area of 400 metre radius around the same nursery (Fig. 2), checking for alien snails and noting their habitat preferences.

Twelve sampling plots each measuring 10 m by 10 m we- re randomly selected within the study area; these compri- sed a range of available habitats as follows: barren soil, cultivated land, abandoned fields with steppic grassland, and derelict land used as a dumpsite for construction wa- ste. Other features included in these plots were country lanes, surfaced roads, dry-stone walls, reservoirs and sheds, all characteristic components of the Maltese rural landscape. All gastropod species within each sampling plot were collected and then identified and counted.

So as to determine whether this introduction had a sin- gle point of origin, we also visited all the plant nurse- ries of the Maltese Islands (10 on Malta, and 2 on Gozo) and searched their surroundings for Otala punctata. Population density (estimated as number of individuals per square metre) was calculated for each sampling plot and analysed for changes with distance from the plant nursery.

We also measured maximum shell diameter for each Otala punctata specimen to the nearest 0.1 mm (as per Forsyth, 1999) so as to study variation in size. Shell dia- meter, unlike shell height and shell thickness which are allometric growth factors in similar helicid genera such as Eobania (pers. obs.), is a reliable morphological trait for aging snails (Lazaridou-Dimitriadou & Kattoulas, 1981). These measurements were used to assess varia- tion in size (and therefore age) of individuals, with the aim of identifying different generations or cohorts re- sulting from progressive reproductive events. Such va- riation is normally exhibited as a polymodal frequency- size distribution. We analysed shell diameter data using probability plots on MINITAB v.14.2, following the me- thodologies of Harding (1949) and Cassie (1954, 1962). We then decomposed the shell diameter data into mo- dal classes using Bhattacharya's method for modal class progression analysis (Bhattacharya, 1967), employing FAO's FIS AT II v. 1.2.0 suite of programmes (Gayando et al., 2002), and following similar studies carried out on population parameters of molluscs (Mohammed & Yassein, 2002; Katsanevakis, 2005). A one-way ANOVA (using SPSS for Windows v.11.0) was used to test the si- gnificance of the decomposed modal classes, using va- lues for population size, mean and standard deviation for each derived modal class (Pezzullo, 2005).

Results

Otala punctata was found to occupy various sites and habitats around the nursery (Fig. 2). The snails did not

Fig. 2. An aerial view of the study area (in black) showing the approximate distribution of Otala punctata (in yellow) around the plant nursery at Mosta (in red).

Fig. 2. Veduta area dell'area di studio (in nero) con la distribuzione approssimativa di Otala punctata (In giallo) attorno al vivalo a Mosta (in rosso).

have particular substratum preferences and individuals were found on dry-stone walls, under stones and on a variety of ubiquitous flora including wild carrot Daucus carota, perennial wall rocket Diplotaxis tenuifolia, giant fennel Ferula communis, common fennel Foeniculum vul- vare, tree mallow Lavatera arborea, boar thistle Galactite s tomentosa, and crown daisy Glebionis coronaria.

A total of 222 individuals of O. punctata were collected from eight of the twelve quadrats sampled; no snails were found beyond a maximum distance of 378 m from

the nursery. Where found, population densities ranged from a minimum of 0.025 m2 to a maximum of 1.73 m2, with O. punctata generally having a higher density than native snail species. No particular correlation with po- pulation densities of other species was observed (Tab. 1), although this needs further investigation. We also noted that specimens exhibited two distinctive morphs: a dark brown banded shell (Fig. 3E-H, and a less com- mon light coloured unhanded shell (Fig. 3I-L).

No statistically significant correlation was found bet-

Quadrats

#1

#2

#3

#4

#5

#6

#7

#8

#9

#10

#11

#12

Cantareus apertus

5

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

0

Cantareus aspersus

0

0

0

1

0

0

8

63

0

0

0

0

Cernuella carname

278

2

22

3

0

5

0

78

0

10

0

0

Eobania vermiculata

8

1

2

0

0

5

32

165

0

38

0

1

Otala punctata

173

18

28

17

0

50

0

69

0

3

0

14

Papillifera papillaris

0

0

0

0

0

0

0

6

0

0

0

0

Theba pisana

102

3

22

11

1022

510

104

98

0

53

0

3

Tab. 1. Population densities (Individuals per 100 m2) of gastropod species from 12 quadrats in the study area.

Tab. 1. Densità delle popolazioni (Individui per 100 m2) delle specie di gasteropodi in 12 quadrati nell'area di studio. 1 03

The status of Otala punctata (Müller, 1774), a recently established terrestrial gastropod in Malta

Nicholas Barbara & Patrick J. Schembri

Fig. 3. Apical (1st column), basal (2nd column), apertural (3rd column) and abapertural (4th column) views of shells of (A-D) Otala lactea (Spain, Murcia, L. Pagliacci 20/4/92, Folco Giusti collection no. 36802), (E-H) Otala punctata, dark brown morph (Malta, Mosta, N. Barbara, 29/5/06), (l-L) Otala punctata, light brown morph (Malta, Mosta, N. Barbara, 30/5/06), (M-P) Eobania vermiculata (Malta, Zabbar, N. Barbara, 19/5/08). Scale bar = 20 mm. Photographs of O. lactea by Viviana Fiorentino; all others by Nicholas Barbara.

Fig. 3. Veduta apicale (la colonna), basale (2a colonna), aperturale (3a colonna) e abaperturale (4a colonna) della conchiglia di (A-D) Otala lactea (Spagna, Murcia, L. Pagliacci 20/4/92, collezione Folco Giusti n. 36802), (E-H) Otala punctata, morfotipo marrone scuro (Malta, Mosta, N. Barbara, 29/5/06), (l-L) Otala punctata, morfotipo chiaro (Malta, Mosta, N. Barbara, 30/5/06), (M-P) Eobania vermiculata (Malta, Zabbar, N. Barbara, 19/5/08). Scala = 20 mm. Foto di O. lactea di Viviana Fiorentino, le altre di Nicholas Barbara.

ween population density and distance from the plant nursery. Almost all snails were located outside the nur- sery premises except for two individuals found atta- ched to trees in the nursery's parking area, as opposed to Mifsud et al. (2003) only finding individuals within the confines of the nursery.

Shell diameter varied considerably in the sampled po- pulation: Tab. 2 gives minima, maxima and mean shell measurements for adult Otaln punctata, which constitu- ted 20.6% of the collected individuals. Decomposition of shell diameter measurements using Bhattacharya's method showed a polymodal frequency distribution

Min

Max

Mean

Standard

deviation

Diameter

23.8

35.3

31.7

1.9

Height

17.1

29.0

19.9

1.4

Tab. 2. Shell measurements (In mm) of adult Otala punctata.

Tab. 2. Misure della conchiglia (In mm) di individui adulti di Otala punc- 1 04 tata.

with three distinct modal classes (Fig. 4). The means for the three derived modal classes were found to be signi- ficantly different following a one way ANOVA test (Pezzullo, 2005) (F2 = 682.6228, p < 0.05).

Discussion

Our preliminary results and analyses of the occurrence of Otala punctata in Malta indicate that this species was introduced to the island from as early as 2003 (referring to Mifsud et al.'s record of Otala lactea), and that it has since established itself within an estimated area of 50,000 m2 in the immediate vicinity of the Mosta nursery.

The recorded variations in shell diameters (from neona- tes to adults) confirm that Otala punctata has established a successfully breeding population. Moreover, analysis of size-frequency data has shown the presence of three distinct size classes which we believe may be attributed to yearly cohorts. Being a thermophilic helicid, Otala punctata is expected to undergo alternating periods of reduced and active growth and reproductive activity, corresponding to aestivating (April to September) and

Fig. 4. Composite modal classes for maximum shell diameter of Otala punctata using Bhattacharya's method (1967).

Fig. 4 Classi modali composite relative al diametro massimo della conchiglia di Otala punctata tramite il metodo di Bhattacharya (1967).

active (October to March) phases in the strongly bi-sea- sonal Mediterranean climate of Malta. Alternating pe- riods of dormancy and activity in a Mediterranean type climate have been similarly documented for introduced Otala ladea in Southern California where mid-April marks the start of aestivation (Albrecht, 2001). It is pos- sible that Otala pundata is easily capable of altering its reproductive pattern and dormancy periods to suit dif- ferent climatic conditions as is the case in the similar helicid Eobania vermiculata (Lazaridou-Dimitriadou & Kattoulas, 1981; Medynskaya & Popov, 1998). Accordingly, we estimate that by 2006, a significant po- pulation of Otala pundata had 'escaped' from the point of introduction (the plant nursery) into the surrounding land, and contributed at least two successive filial gene- rations, each corresponding to the size classes identified through Bhattacharya's method. Studies on Eobania ver- miculata by Lazaridou-Dimitriadou & Kattoulas (1981) have shown the co-existence of two distinct generations of the snail at any one time of the year, with a possibe third generation of aged adults past their laying stage and estimated mean two-year lifespan. This pattern may correspond to the three size classes or generations of Otala pundata we found around the Mosta nursery. By 2006, the population within the nursery's premises had been eradicated, as confirmed by our failure to find any individuals during various visits to the nursery. Comparing density with distribution did not reveal any particular patterns, showing that the collected speci- mens were not recent escapes from the nursery as

otherwise higher population densities closer to the nur- sery would have been found.

The behavioural patterns shown by this Western Me- diterranean species have clearly played a significant ro- le in Otala pundata establishing a breeding population at Mosta. Like native Helicidae, Otala pundata is mostly nocturnal, and aestivates, seeking refuge from the scor- ching summer ground temperatures by attaching itself by means of an epiphragm to stalks or walls. Its asso- ciation with a variety of common plants also suggests that it possibly has an unspecific diet and is thus poten- tially able to disperse to a variety of other habitats in Malta.

The dispersal mechanism involved in the proliferation of this species in the Maltese countryside may be com- plex and certainly cannot be resolved without further insight into this introduction. The impact of Otala punc- tata on Malta's biodiversity and agro-ecosystems can be negative, beneficial or insignificant. It is generally belie- ved that the introduction of invasive species coincides with the modification of the functioning of ecosystems (Pointier & Augustin, 1999; Gurevitch & Padilla, 2004). Moreover, exotic species are equally rated with habitat destruction as key agents causing loss of native biodi- versity (Didham et al., 2005).

It is justified to argue that given the present findings, the possibilities for further dispersal of this species are large. The species has shown an ubiquitous presence in a number of habitats throughout the study area and is associated with ruderal vegetation. Moreover, further 105

The status of Otala punctata (Müller, 1774), a recently established terrestrial gastropod in Malta

Nicholas Barbara & Patrick J. Schembri

dispersal through anthropogenic means is highly pro- bable - possibilities for passive transport include the transportation/selling of agricultural and horticultural products from the area, transport by agricultural and other vehicles visiting the area, and transportation of eggs and/or adults with soil for landscaping, horticul- tural or agricultural purposes (Cowie & Robinson, 2003). Otala punctata is palatable, as a result of which it may also attract deliberate dispersal.

The recent introduction of Otala punctata sheds light on a very important aspect associated with the horticultu- ral trade - that of the anthropogenic dispersal of species outside their natural range. Gastropods are particularly hardy species which resist long transitions and due to their small size and inconspicuous nature, are generally overlooked when it comes to importation/exportation checks. In Malta, gastropods are excluded from the list of quarantine species governed by local legislation (Plant Health Department, 2008). This is important to Malta, which already has a number of introduced alien gastropods (Guisti et al., 1995; Mifsud et al., 2003) and is susceptible to further introductions unless measures are taken.

Conclusion

Otala punctata still has a very limited range in Malta, but its adaptability to a variety of habitats and the local climate, and its association with ubiquitous flora, may favour its dispersal, be it deliberate or accidental, to other parts of the country. Consequently, this introduc- tion needs to be closely monitored and if necessary. Otala punctata should ideally be eradicated while it is still in the initial stages of establishment and dispersal, especially given its potential to become an agricultural pest and/ or a threat to local biodiversity.

The accidental introduction of Otala punctata into Malta results from a global trade situation where different co- untries adopt different approaches to checking the im- portation and export of goods, in particularly horticul- tural products. This situation is rendered worse in the case of liberalized trade between affiliated countries such as Malta and the EU.

Acknowledgments

We are grateful to Prof. Giuseppe Manganelli of the Department of Environmental Sciences of the Univer- sity of Siena (Italy) for identifying Otala punctata and providing us with essential literature, and to Dr. Vivia- na Fiorentino from the same Department for the photo- graphs of Otala lactea. We would like to thank the revie- wers, Prof. Folco Guisti and Prof. Francisco Welter- Schultes, and the editor Prof. Rafael La Perna for their useful suggestions for improving an earlier draft of this paper. The first author submitted this research in part fulfilment of the requirements for the MSc in Conser- vation and Biodiversity at the University of Exeter in 1 06 Cornwall (UK).

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Lavoro ricevuto il 12 marzo 2008 Lavoro accettato il 17 giugno 2008

107

The status of Otala punctata (Müller, 1774), a recently established terrestrial gastropod In Malta

'

Boll. Malacol., 44 (5-8): 109-112 (2008)

On the occurrence of Anamenia gorgonophila (Kowalevsky, 1830) (Solenogastres, Strophomeniidae) and its host Paramuricea macrospina (Koch, 1882) in the Maltese waters (Mediterranean Sea)

Constantine Mifsud* (El), Francesco Mastrototaro# & Marco Taviani0

* 5, Trlq Ir-Rghajja, Rabat RBT2486, Malta, kejdon@orbit.net.mt,

(0) corresponding author

# Dipartimento

di Zoologia, Università degli Studi di Bari,

Via Orabona, 4,

70125 Bari, Italy

° ISMAR-CNR,

Via Gobetti 101,

40129 Bologna, Italy

Abstract

A recent survey of deep-water coral banks in the Maltese archipelago provided a few living specimens of the Solenogastres Anamenia gorgonophila (Kowalevsky, 1880). The specimens were found at c. 500 m depth associated with one of its known hosts, i.e. the gorgonian Paramuricea macrospina (Koch, 1882). Both taxa represent first records in the Strait of Sicily.

Riassunto

Alcuni esemplari del Solenogastres Anamenia gorgonophila (Kowalevsky, 1880) sono stati rivenuti nella primavera 2007 durante l'esplorazione degli ecosistemi a coralli profondi a sud di Malta (Campagna MAR- COS, nave oceanografica Urania). I Solenogastres sono stati rinvenuti a circa 500 m di profondità associati ad uno degli ospiti abituali, la gorgonia Paramuricea macrospina (Koch, 1882). Questo ritrovamento esten- de la distribuzione geografica di entrambe le specie al Canale di Sicilia.

Key Words

Solenogastres, Anamenia gorgonophila, gorgonian host, Paramuricea macrospina, deep-water coral banks, Maltese Islands.

introduction

A major aspect of the current research on deep-water coral habitats regards the evaluation of their biodiver- sity (e.g., Jansen & Friederksen, 1992; Freiwald et al., 2004; Mortensen et al., 2005; Mortensen & Fossa, 2006; Zibrowius & Taviani, 2005). The Mediterranean Sea hosts a few well-developed deep coral sites with living Lophelia pertusa, Madrepora oculata, Desmophyllum dian- thus etc. The best-known site is Santa Maria di Leuca in the Ionian Sea that is characterized by a relatively high biodiversity (Tursi et al., 2004; Taviani et al., 2005; Ma- strototaro et al., submitted). Deep-water corals (DWC) do also occur in the Strait of Sicily where they form dis- crete coral banks south of Malta (Schembri et al., 2006). A recent survey of these same coral banks conducted in springtime 2007 onboard RV Urania (CNR cruise MAR- COS) provided various benthic organisms, including molluscs belonging to the class Solenogastres rarely re- ported in the DWC literature. The specimens have been ascribed to Anamenia gorgonophila (Kowalevsky, 1880), a species established from material collected from El Kala (La Calle), eastern Algeria (Kowalevsky, 1880). The So- lenogastres were still associated with the gorgonian Paramuricea macrospina (Koch, 1882).

Anamenia gorgonophila is usually found attached to its host, colonies of gorgonians, and has been recorded previously for the Mediterranean by Nierstrasz & Stork (1940) and Salvini-Plawen (1990, 2006) but never from DWC habitats. Its known distribution includes the Azores and the Galicia Bank, Spain (Leloup, 1947 as Anamenia heathi ; García-Álvarez & Salvini-Plawen, 2007), the western Mediterranean and the Gulf of Naples

(Nierstrasz & Stork, 1940, as Proneomenia nierstraszi; Salvini-Plawen, 1990). The holotype of A. gorgonophila is missing and a neotype (the holotype of Anamenia heathi Leloup, 1947) has been designated by Salvini-Plawen (the "junior author" in García-Álvarez & Salvini-Pla- wen 2007: 132).

The Solenogastres under study were collected during cruise MARCOS at Station MS 65 (start: N35°30.76', E14°06.42', 585m; end: N35°30.857', E14°06.240', 492 m, 15/04/2007: Fig. 1) by using a short test of a small-vo- lume epibenthic trawl. The Solenogastres were kept ali- ve in the onboard aquarium for a few days and then fi- xed in 90 volume ethanol.

Samples of the study material will be deposited at the Natural History Museum of Mdina, Malta and at the Zoological Museum of the University of Bologna, Italy.

The bottom at stat. MS 65 prevalently consisted of hard- grounds with dead scleractinians (e.g., Lophelia pertusa, Madrepora oculata, Desmophyllum dianthus), Corallium ru- brum and other gorgonaceans, serpulid tubes etc. A. gor- gonophila (10 specimens) were found coiled to the bran- ches of their gorgonian hosts Paramuricea macrospina (Koch, 1882) (Fig. 2A-C). The gorgonian colonies were themselves attached to coral rubble (small dead bran- ches of the scleractinian Madrepora oculata) or to pieces of the hard substratum. The specimens of A. gorgonophi- 1 09

Material and methods

Results and Discussion

Constantine Mifsud, Francesco Mastrototaro & Marco Taviani

11

12

13

14

35°

TUNISIA

by L. Angeletti

MS65

11° 12° 13° 14° 15° 16°

38°

37°

36°

35°

Fig. 1 . Bathymetric map of the Strait of Sicily showing location of station MS 65.

Fig. 1. Mappa batimetrica del Canale di Sicilia riportante l'ubicazione della stazione MS 65.

la in the present study measured 18-22 mm in length and about 1-1.25 mm in thickness.

The genus Anamenia Nierstraz, 1908 (family Strophome- niidae) contains only a few taxa and is diagnosed as possessing epidermal papillae often pseudoepithelially arranged. The mouth is within the common atrio-buccal cavity. The radula is present and it is pectinate. The midgut is with constrictions. The secondary genital opening is generally paired. There are no copulatory stylets. The dorsoterminal sense organ is present. There are no respiratory organs (Garcia-Alvarez & Salvini- Plawen, 2007). The mantle sclerites are also important for species determination. In A. gorgonophila (Fig. 2D) these are hollow acicular sclerites with a sharp pointed distal end (Leloup, 1947; Salvini-Plawen, 1990).

In the past A. gorgonophila has been cited as being found on the gorgonian host, Eunicella filiformis (Strider, 1879), and also especially on Paramuricea spp. (Salvini-Plawen, 1997). The depth at which the species is found ranges from 65-845 metres (Salvini-Plawen, pers comm.). The specimens in our study were coiled tightly along the co- lony of the host (Fig. 2A, C) and did not release them- selves even after preservation in alcohol.

1 1 0 The gorgonian Paramuricea macrospina (Koch, 1882) is

endemic to the Mediterranean and it is distributed along the French, Italian and Tunisian coasts, and in the Aegean Sea (Carpine & Grasshoff, 1975).

Conclusion

Anamenia gorgonophila parasitizes various species of gorgonians belonging to the genus Paramuricea. The fin- ding of A. gorgonophila and its host P. macrospina is a new addition to the Maltese marine fauna and extends the distribution of this Solenogastres to the central part of the southern Mediterranean Sea.

Acknowledgements

We thank Captain, crew and the scientific staff onboard R/V Urania during cruise MARCOS. We are also indeb- ted with Prof. L. v. Salvini-Plawen, Universitàt Wien, Austria, for his assistance on Solenogastres taxonomy. Map kindly prepared by L. Angeletti, ISMAR-CNR. Par- tial funding from EU HERMES (G0CE-CT200551112341) program and the Italian National Research Council (CNR) is gratefully acknowledged. This is IGM scienti- fic contribution n. 1605.

Fig. 2. A. Specimen of Anamenia gorgonophila coiled around the host Paramuricea macrospina- B. Detail of the gorgonian P. macrospina. C. A co- lony of P macrospina with specimens (arrows) of A. gorgonophila attached D. Mantle sclerites of A. gorgonophila (after Leloup, 1947).

Fig. 2. A. Un esemplare di Anamenia gorgonophila awolto attorno all'ospite Paramuricea macrospina. B. Dettaglio della gorgonia P. macrospina C. Una colonia di P. macrospina con esemplari di A. gorgonophila aderenti ad essa (frecce) D. Scleriti del mantello di A. gorgonophila (da Leloup, 1947).

References

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Mastrototaro E, D'Onghia G., Corriero G., Matarrese A., Maiorano P, Panetta P, Gherardi M., Longo C,

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Schembri P.J., Dimech M., Camilleri M., Page R., 2007. Li- ving deep-water Lophelia and Madrepora corals in Maltese waters (Strait of Sicily, Mediterranean Sea). Cahiers de Biolo- gie Marine, 48: 77-83.

Taviani M., (Torselli C, Freiwald A., Malinverno E., Ma- strototaro E, Remia A., Savini A., Tursi A., 2005. First geo-marine survey of living cold-water Lophelia reefs in the Ionian Sea (Mediterranean basin). Facies, 50: 409-417.

Tursi A., Mastrototaro R, Matarrese A., Maiorano R, D'Onghia G., 2004. Biodiversity of the white coral reefs in the Ionian Sea (Central Mediterranean). Chemistry and Ecology, 20 (suppl. 1): 107-116.

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Lavoro ricevuto il 1-1 maggio 2008 Lavoro accettato il 3 giugno 2008

112

appropriatamente disposte nello spazio disponibile, in modo da evitare ampie aree vuote. Lineette di scala, nere o bianche, possono essere applicate sulle Illustrazioni.

Le mappe vanno preparate come figure al tratto, semplici e prive di elementi grafici non utili ai fini del lavoro (es.: confini di stato), con le località citate nel testo ben evidenti.

Le Illustrazioni vanno tenute separate dal testo. La pubblicazione illustrazioni a colori dovrebbe essere preliminarmente accordata con l'Editore. Gli originali delle illustrazioni vanno spediti solo dopo l'accettazione definitiva del manoscritto.

TABELLE

Le tabelle vanno composte come files di testo, esattamente alla dimensione di stampa (si veda Illustrazioni), con un carattere sans-serif non più piccolo di 8-9 punti. Vanno evitati bordi spessi e griglie eccessivamente pesanti. Le tabelle sono citate nel testo come Tab. (es.: Tab. 2, Tabb. 3-6). Le abbreviazioni vanno spiegate in didascalia od in Materiale e me- todi. Le tabelle non vanno inserite nel testo, ma salvati come files separati.

DIDASCALIE

Le didascalie vengono riportate in una parte distinta del manoscritto, raggruppate ed in sequenza. Devono comprendere: nome ed autore della specie illustrata, origine del mate- riale, dimensioni reali (non l’ingrandimento!) e la collocazione (con numero di catalogo, se disponibile). Per i manoscritti in una lingua diversa dall'Inglese, è necessario aggiungere la traduzione in Inglese delle didascalie.

BOZZE ED ESTRATTI

La pubblicazione sul Bollettino Malacologico è gratuita. All'Autore corrispondente verran- no inviate le bozze, un’unica volta, per via e-mail. Sulle bozze verranno corretti gli errori tipografici e di altro tipo. Cambiamenti più importanti verranno addebitati all'Autore. Le bozze corrette vanno restituite all'Editore nel più breve tempo possibile.

GII Autori riceveranno 20 estratti gratuiti ed un versione .pdf dell'articolo. Ulteriori copie possono essere acquistate.

INSTRUCTIONS TO AUTHORS

EDITORIAL POLICY

The Bollettino Malacologico is published by the Italian Society of Malacology. Manuscripts on all aspects of malacology are accepted, in one of the following languages: Italian, En- glish, French and Spanish. English is strongly recommended.

Three issues per year are published. The publication of monographs and articles longer than thirty printed pages should be preliminarily arranged with the Editor.

Manuscripts submitted for publication are considered on the understanding that their content is original, not already published or being submitted for publication elsewhere, and approved by all the co-authors.

Manuscript submission should only be made electronically to the Editor-in-Chief ( r.laperna @ geo.uniba.iij, as .doc or .rtf files. Illustrations should be sent as good quality .pdf or .jpg files. Authors are requested to apply the present instructions and the rules of the International Code of Zoological Nomenclature. Nonfulfillment implies rejection of the manuscript by the Editor. Manuscripts are peer-reviewed by at least two reviewers. Potential reviewers can be sug- gested by the authors, but the final choice rests with the Editor.

MANUSCRIPT ORGANIZATION

The first page contains title, author's name, author's mail and e-mail addresses. In case of joint-authored manuscripts, the corresponding author should be indicated.

Title should be Informative but as brief as possible, in lower-case, boldface. Avoid abbre- viations. Names of high systematic rank are given in parentheses.

The second page contains an abstract in the same language of the main text. For manu- scripts in language other than English, a longer English summary is needed. Abstracts should report, in synthesis, the main results and conclusions of the work, not simply aims and generic statements. The distinctive characters of new taxa can be briefly reported, but not full descriptions or diagnoses. Avoid references to publications. A list of key words (not more than six) in the same language of the main text is also included in the second page.

The main text should be organised In distinct parts, typically as follows: Introduction, Ma- terial and methods, Results, Discussion, Conclusions, Acknowledgements, References, in lower-case, boldface. In taxonomic works, Results are replaced with Systematics. Second level headings, such as Description, Material examined, Remarks, etc. are typed in lower- case, plain text. Avoid footnotes. Authors are requested to adopt a clear, concise style. Avoid long sentences. Offending or discriminatory words are forbidden.

All the abbreviations and acronyms used in the text should be explained, preferentially under Material and methods. Use the standard abbreviations for measure units (e.g. "m", not ”mt," for metre) and the official institutional acronyms.

Italicize the names of genera, subgenera, species and subspecies but not those of higher taxa. When first mentioned, species and genus names should include authority and year of publication. Abbreviation of genus names is allowed but taking care to avoid confusion among different genera with the same initial.

Italic should be also used for quotations In the original language (within quotation marks), if different from the manuscript language.

The new taxa must be mentioned for the first time when they are described, except for the abstract. Latin can be optionally used for the taxonomic ranks (e.g. Familia or Family). Dia- gnoses (optional) and descriptions must be given in telegraphic style, whenever possible. Synonymies should include only the main references, useful to assess the species Identity (e.g. based on material examined and well documented records).

Example of systematic hierarchy and synonymy.

Family Cardiidae Lamarck, 1809 Subfamily Cardiinae Lamarck, 1809

Genus Acanthocardia Gray, 1853

(type species Cardium aculeatum Linné, 1758)

Cardium indicum Lamarck, 1819 (Fig. 1A-D, Fig. 2C)

Cardium hians Brocchi, 1814: p. 508, pi. 13, fig. 6 (non Spengler, 1799).

Cardium indicum Lamarck, 1819: p. 4.

Cardium (Cardium) indicum Lamarck - Flscher-Piette, 1977: p, 112, pi. 10, fig. 4 (type).

BIBLIOGRAPHIC CITATIONS AND REFERENCES

All the publications to which reference is made in the text, including synonymies (but not authors of homonyms), must appear in the final reference list, alphabetically ordered. Titles of journals and books In non-Latin alphabets should be transliterated, while paper

titles should be translated into English. A note indicating the original language, such as “[in Russian]" should be added.

A careful cross-check between bibliographic citation in the text and reference list should be made before submitting the manuscript.

Example of citations:

... reported by Richardson & Smith (1965)

... as known in literature (Ross et al., 1993; Rosenberg, 1995, 1997; Michelini & Andriani, 2000) ... the original illustration (Torwald, 1879: p. 56, pi. 2, fig. 5).

Example of references:

Salas C., 1996. Marine Bivalves from off the Southern Iberian Peninsula collected by the Balgim and Fauna 1 expeditions. Haliotis, 25: 33-100.

Grill B. & Zuschin M., 2001. Modern shallow- to deep-water bivalve death assemblages in the Red Sea - ecology and biogeography. Paloeogeography, Palaeoclimatology, Pa- laeoecology, 168: 75-96.

Boss K.J., 1982. Mollusca, in Parker S.P. (ed.), Synopsis and Classification of Living Orga- nisms. Voi. 1. McGrow-H 1 1 1, New York: 945-1166.

Carter J.G., Campbell D.C. & Campbell M.R. 2000. Cladistic perspectives on early bivalve evo- lution, in Harper E.M., Taylor J.D. & Crame J.A. (eds), The Evolutionary Biology of the Bi- valvia. Geological Society, London, Special Publications, 177: 47-95,

Vokes H.E., 1980. Genera of the Bivalvia: a systematic and bibliographic catalogue (revised and update). Paleontological Research Institution, Ithaca, Edwards Brothers Inc., 307 pp.

ILLUSTRATIONS

Illustrations must be of high quality, in electronic format (.tiff), with a resolution not lo- wer than 400 dpi for photographs and 600 dpi for drawings and graphics. They must be prepared exactly at the printing size, single column (8.4 cm) or double column (17.2 cm). The maximum printing size is 17.2 x 26.5 cm. The size of each Illustration should be care- fully and wisely chosen, based on complexity and quantity of images, for avoiding scienti- fically useless and aesthetically poor results, as well as waste of printing space.

All illustrations are numbered as figures in a single series with Arabic numerals, in the sa- me order as cited in the text. In composite illustrations, lettering of component images should be made with a sans-serif font, such as Helvetica or Arial, using capital letters 3-5 mm in height. Labels and abbreviations should be in lower-case letters.

Illustrations should be referred to In the text as Fig. or Figs (not Figs.), whereas figures in ano- ther work are referred to as fig. or figs, as in the example: Fig. 3, Fig. 6A-F, Fig. 5A, 7B, Figs 3, 5. Images, mounted on black or white background, should be adequately sized, neither smaller than 4-5 cm, nor excessively large. They should be properly distributed in the available spa- ce, avoiding wide, empty spaces. White or black scale bars can be applied on illustrations. Maps should be given as line figures, as simple as possible, with the localities cited in the text clearly indicated.

Illustrations are kept separate from the text. The publication of colour illustrations should be preliminarily arranged with the Editor. Originals should only be sent following final acceptance.

TABLES

Tables should be composed as text files, exactly at printing size (see under Illustrations), using a sans-serif font not smaller than 8-9 pts. Avoid thick borders and heavy grids. They are referred to in the text as Tab. (e.g. Tab. 2, Tabs 3-6, not Tabs.). Abbreviations are explai- ned in the captions or under Material and methods. Tables are kept as separate files, not embedded in the text.

CAPTIONS

Captions are reported in a distinct section of the manuscript, grouped together in se- quence. They must include: name and authority of the species, origin of the material, real size (not magnification!) and repository (with catalogue number if available). For manu- scripts in language other than English, an English version of captions must be added.

PROOFS AND REPRINTS

Publication on the Bollettino Malacologico is free of charge.

One set of proofs will be sent to the corresponding author by e-mail, for the correction of inadvertent mistakes and printer's errors. More extensive alterations will be charged to the author. Corrections should be returned to the Editor as soon as possible.

Contributors will receive 20 free reprints and a .pdf version of the article. Additional re- prints may be purchased.

SMITHSONIAN INSTITUTION LIBRARIES

3 9088 01448 9165

Indice

49 Mauro Doneddu

I generi Erosana Troschei, 1863 e Naria Broderip, 1837. Osservazioni sul loro utilizzo (Gastropoda: Cypraeidae)

51 M. Mauro Brunetti , Giano Della Bella , Maurizio Forli & Giuseppe Vecchi

La famiglia Cancellante Gray J.E., 1853 nel Pliocene italiano: note sui generi Scalptia Jousseaume, 1887, Tribia Jousseaùme, 1887, Contortia Sacco, 1894, Trigonostoma Blainvìl le, 1827 e Aneurystoma Cossmann, 1899 (Gastropoda), con descrizione di una nuova specie

71 Cristina Mazziotti , Franco Agamennone & Morena Tisselli Checklist della malacofauna delle Isole Tremiti (Medio Adriatico)

87 Erminio Caprotti

I molluschi negli "Emblemi" del Rinascimento

101 Nicholas Barbara & Patrick J. Schembri

The status of Otala punctata (Müller, 1774), a recently established terrestrial gastropod in Malta

109 Constantine Mifsud, Francesco Mastrototaro & Marco Paviani

On the occurrence of Anamenia gorgonophila (Kowalevsky, 1880) (Solenogastres, Strophomeniidae) and its host Paramuricea macrospina (Koch, 1882) in the Maltese waters (Mediterranean Sea)

Direttore responsabile: Paolo Crovato e-mail: paolo.crovato@fastwebnet.it

Coordinamento produzione: Prismi srl Fotocomposizione: Grafica Elettronica, Napoli Stampa: Arti Grafiche Solimene, Napoli Finito di stampare il 30 aprile 2008

ISSN 0394-7149

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\

bollettino,

malacologico

international journal of malacology

PJV:

ti. 9-12

Autorizzazione Tribunale di Milano n. 479 del 15 ottobre 1983 Poste Italiane - spedizione in a.p. - 70% Direzione Commerciale - Napoli dicembre 2008 spedizione n. 1/2009

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CONSIGLIO DIRETTIVO 2007-2010

Presidente: Bruno Dell'Angelo Vicepresidente: Mauro Mariani Segretario; Paolo Crovato Tesoriere: Nicola Maio

Consiglieri: Franco Agamennone, Paolo Giulio Albano, Enzo Campani, Alberto Cecalupo, Massimo Cretella, Sergio Duraccio, Maurizio Forli, Alfio Germana,

Giuseppe Martucci, Cristina Mazziotti, Morena Tisseili

Revisori dei Conti: Giuseppe Fasu.lo, Alberto Pingitore

REDAZIONE SCIENTIFICA - EDITORIAL BOARD Direttore - Editor in Chief. Rafael La Perna

Co-Redattore Ecologia - Co-Editor Ecology Stefano Schiaparelli, Dip.Te.Ris., Università di Genova

Co-Redattore Molluschi Continentali - Co-Editor Land and Freshwater Molluscs: Giuseppe Manganelli, Dipart. di Scienze Ambientali, Università di Siena Co-Redattore Paleontologia e Paleoecologia - Co-Editor Paleontology, Palaeoecology: Marco Taviani, ISMAR, Sezione di Bologna CNR Co-Redattore Sistematica e Tassonomia - Co-Editor Systematics, Taxonomy: Rafael La Perna, Dipart. Geologia e Geofisica, Università di Bari

Abbreviazione - Abbreviation: Boll. Malacol.

CITATO NEI: Zoological Record, A.S.F.A. (Aquatic Sciences and Fisheries Abstracts) e Thomson Scientific Publications (Biosis Previews, Biological Abstracts).

ISTRUZIONI PER GLI AUTORI

LINEA EDITORIALE

Il Bollettino Molacologico è pubblicato dalla Società Italiana di Malacologia. Sono accettati manoscritti su tutti gli aspetti della malacologia, che siano scritti in una delle seguenti lin- gue: Italiano, Inglese, Francese e Spagnolo. L'uso dell'Inglese è vivamente raccomandato. Vengono pubblicati tre numeri per anno. La pubblicazione di monografie ed articoli più lunghi di trenta pagine andrebbe preventivamente accordata con l'Editore.

I manoscritti sottoposti per la pubblicazione si intendono essere inediti, non sottoposti contemporaneamente ad altre riviste, ed approvati da tutti gli eventuali co-autori.

La presentazione dei manoscritti avviene esclusivamente per via elettronica, all'indirizzo del Direttore Scientifico (r.laperna@geo.uniba.it), come files .doc o .rtf. Le illustrazioni possono essere fornite come files .pdf o .jpg di buona qualità.

Gli Autori sono tenuti ad applicare le seguenti istruzioni e le regole dei Codice Internazio- nale di Nomenclatura Zoologica, pena ¡I rifiuto del manoscritto da parte dell'Editore.

I manoscritti sono soggetti a peer-review da parte di almeno due referee. Gli Autori posso- no suggerire dei referee potenziali, ma la scelta resta ad Insindacabile giudizio dell'Editore.

ORGANIZZAZIONE DEL MANOSCRITTO

La prima pagina del manoscritto riporta il titolo, il nome e l'indirizzo dell'autore/i, comple- to di indirizzo elettronico. In caso di lavoro svolto da più autori è necessario indicare l'au- tore corrispondente, con cui ¡'Editore manterrà i contatti.

II titolo deve essere informativo, ma il più possìbile breve, scrìtto in minuscolo, grassetto. Vanno evitate abbreviazioni. I nomi di rango sistematico elevato vanno riportati tra parentesi. La seconda pagina contiene un riassunto nella stessa lingua del testo principale. Per i mano- scritti in lingua diversa dall'Inglese, occorre un abstract più esteso del riassunto. I riassunti de- vono- riportate, in sintesi, i principali risultati del lavoro e le conclusioni, non semplicemente gli scopi o frasi generiche. I caratteri distintivi dei nuovi taxa possono essere brevemente riportati, ma non descrizioni o diagnosi estese. Si evitino riferimenti bibliografici. Dopo i riassunti, va ri- portato un elenco di parole chiave (non più di sei), nella stessa lingua del testo principale.

Il testo principale del manoscritto va organizzato in parti distinte, tipicamente le seguenti: Introduzione, Materiale e metodi, Risultati, Discussione, Conclusioni, Ringraziamenti, Biblio- grafia, in minuscolo, grassetto. In lavori di tipo tassonomico, la parte relativa alla sistematica va Intitolata Sistematica (in genere sostituisce Risultati). Titoli di secondo ordine, quali De- scrizione, Materiale esaminato, Osservazioni, ecc. sono scritti In testo normale, minuscolo. Si evitino le note a pie' di pagina. Gli Autori sono tenuti ad adottare uno stile chiaro e conciso, evitando frasi eccessivamente lunghe. È vietato l’uso di termini offensivi o discriminatori. Tutte le abbreviazioni e gli acronimi usati nel testo devono essere spiegati, possibilmente in Materiale e metodi. Si usino le abbreviazioni formalizzate per le unità misura (es.: "m”, non "mt." per metro) e gii acronimi ufficiali per le istituzióni.

Solo i nomi di generi, sottogeneri, specie e sottospecie vanno scritti in corsivo, non quelli dei taxa di rango più elevato. Alla loro prima citazione, i nomi delle specie e quelli dei ge- neri devono comprendere il nome dell'autore e l'anno di pubblicazione. È possibile abbre- viare i nomi dei generi, facendo attenzione a che non si crei confusione con generi diversi citati nel testo con la stessa iniziale.

Il corsivo va usato anche per riportare citazioni nella lingua originale (tra virgolette), se diversa da quella del manoscritto.

I nuovi taxa devono essere citati per la prima volta quando vengono descritti, ad eccezione del riassunto. Il Latino può essere usato per indicare il livelli tassonomici (es.: Familia o Famigliai. Le diagnosi (facoltative) e le descrizioni vanno redatte In stile telegrafico, quando possibile. L'elenco dei sinonimi dovrebbe comprendere solo i riferimenti principali, utili a garantire l'identità della specie trattata (per es.: quelli relativi a materiale esaminato dall'Autore o riferimenti ben. documentati in letteratura).

Esempio di gerarchia sistematica e sinonimia:

Family Cardiidae Lamarck, 1809 Subfamily Cardiinae Lamarck, 1809

Genus Acanthocardia Gray, 1853

(type species Cardium aculeatum Linné, 1758)

Cardium indicum Lamarck, 1819 (Fig. 1A-D, Fig. 2C)

Cardium hians Brocchi, 1814: p. 508, tav. 13, fig. 6 (non Spengler, 1799).

Cardium indicum Lamarck, 1819: p. 4.

Cordium ( Cardium I indicum Lamarck - Flscher-Piette, 1 977/ p. 112, tav. 10, fig. 4 (tipo).

CITAZIONI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Tutte le pubblicazioni alle quali si fa riferimento nel testo, Incluse le sinonimie (ma non gli autori di omonimi), devono comparire nell'elenco bibliografico finale, in ordine alfabetico. Titoli di riviste e di libri in alfabeti diversi da quello Latino vanno traslitterati, mentre I ti- toli vanno tradotti in Inglese, aggiungendo una nota che indichi la lingua originale, come per esempio “[in Russo]”.

È importante eseguire un attento controllo incrociato fra citazioni bibliografiche nel testo ed elenco bibliografico, prima di sottoporre il manoscritto.

Esempi di citazioni:

... riportato da Richardson & Smith (1965)

... come noto in letteratura (Ross et al., 1993; Rosenberg, 1995, 1997; Michelini & Andro- ni, 2000)

... l'illustrazione originale (Torwald, 1879: p. 56, tav. 2, flg. 5).

Esempi di bibliografia:

Salas C., 1996. Marine Bivalves from off the Southern Iberian Peninsula collected by the Balgim and Fauna 1 expeditions. Haliotis, 25: 33-100.

Grill B. & Zuschin M., 2001. Modern shallow- to deep-water bivalve death assemblages in the Red Sea - ecology and biogeography. Palaeogeography, Palaeoclimatology, Pa- laeoecology, 168: 75-96.

Boss K.J., 1982. Mollusca, in Parker S.P. (ed.), Synopsis and Classification of Living Orga- nisms. Voi. 1. McGrow-Hill, New York: 945-1166.

Carter J.G., Campbell D.C. & Campbell M.R. 2000. Cladistic perspectives on early bivalve evo- lution, in Harper E.M., Taylor J.D. & Crame J.A. (eds), The Evolutionary Biology of the Bi- valvia. Geological Society, London, Special Publications, 177:47-95.

Voices H.E., 1980. Genera of the Bivoivia: a systematic ond bibliographic catalogue (revised and update). Paleontological Research Institution, Ithaca, Edwards Brothers Inc., 307 pp.

ILLUSTRAZIONI

Le ¡¡lustrazioni devono essere di alta qualità, in formato elettronico (.tiff), con una risolu- zione non più bassa di 400 dpi per le fotografie e di 600 dpi per i disegni ed i grafici. Van- no preparate alle esatte dimensioni di stampa, in formato colonna singola (8,4 cm) o co- lonna doppia (17,2 cm). L'area di stampa massima è 17,2 x 26,5 cm. La dimensione delle il- lustrazioni va scelta con attenzione e buon senso, sulla base della complessità e quantità delle immagini contenute, al fine di ovviare a risultati scientificamente poco utili ed este- ticamente poveri, oltre allo spreco di spazio di stampa.

Tutte le illustrazioni sono numerate progressivamente, in un'unica serie, con numeri arabi, nel- lo stesso ordine in cui sono citate nel testo. Nelle illustrazioni composite, le singole immagini vanno indicate con lettere maiuscole, di altezza pari a 3-5 mm, usando un carattere sans-serif, quale Helvetica od Arial. Indicazioni ed abbreviazioni sulle illustrazioni vanno in minuscolo.

Le illustrazioni vanno citate nel testo come figure, usando le abbreviazioni Flg. e Figg., co- me nell'esempio: Fig. 3, Fig. 6A-F, Fig. 5A, 7B, Figg. 3, 5. Le illustrazioni in altri lavori vanno citati come fig. o figg.

Le immagini, montate su fondo nero o bianco, devono avere dimensioni adeguate ad un'agevole lettura, non piu piccole di 4-5 cm, eccessivamente grandi. Devono essere

Boll. Malacol., 44 (9-12): 1 1 3 (2008)

Demìnucula seguenzai La Penna, 2007 junior synonym of Nucula extrigona Sacco, 1898 (Bìvalvia, Nuculsdae)

Rafael La Perna

Dipartimento di Geologia e Geofisica, Università di Bari,

Via Orabona 4,

70125 Bari, Italy, r. laperna@geo. uniba.it

Abstract

Nucula extrigona Sacco, 1898 and Demìnucula seguenzai La Perna, 2007 are objective synonyms of Nucu- la trigona Seguenza, 1877 (non Sowerby, 1818; non Munster In Goldfuss, 1837) and the former has prio- rity on the latter. The new combination is Demìnucula extrigona (Sacco, 1898).

Riassunto

Nucula extrigona Sacco, 1898 e Demìnucula seguenzai La Perna, 2007 sono sinonimi oggettivi di Nucula trigona Seguenza, 1877 (non Sowerby, 1818; non Münster In Goldfuss, 1837). Il primo ha priorità sul se- condo e la nuova combinazione è Deminucula extrigona (Sacco, 1898).

Key words

Nuculidae, Demìnucula, nomenclature, Plio-Pleistocene, Mediterranean.

introduction

In a recent paper, La Perna (2007) revised the genus De- minucula Iredale, 1931 in the Mediterranean Plio-Plei- stocene. The genus includes three species: D. striatissima (Seguenza, 1877), D. seguenzai La Perna, 2007 and D. ca- labra La Perna, 2007. Deminucula seguenzai was propo- sed as a replacement name for Nucula trigona Seguenza, 1877 non Sowerby, 1818, non Münster in Goldfuss, 1837. Lateley, a senior replacement name for Nucula trigona Seguenza was found in Sacco (1898).

Discussion

When describing Nucula oligotrigona, an Oligocene spe- cies from Sassello (Liguria), Sacco (1898: p. 49) wrote: " Ricordo qui incidentalmente che il nome N. trigona Segu. 1877 non può sussistere preesistendo N. trigona Sow.; le can- gierei il nome in N. extrigona Sacc. 1898 " ("Incidentally, I remind that N. trigona Seguenza, 1877 cannot be used, because of the pre-existence of N. trigona Sowerby. I would change the name to N. extrigona Sacco, 1898"). Nucula oligotrigona Sacco, 1898 was described from a single, closed shell. The original illustration is poor and the holotype is neither at the "Museo Geologico di Ro- ma", as stated by Sacco in the captions of plate 11, nor in the Bellardi & Sacco collection (Turin, Museo Regio- nale di Scienze Naturali). However, it is markedly diffe- rent from N. trigona Seguenza in several respects (e.g. it is much larger, 15 mm in shell length, than Seguenza's species) and Sacco's comments simply sprang from the assonance between trigona and oligotrigona.

The replacement name Nucula extrigona Sacco, 1898 was validly proposed and has priority on its objective junior synonym Deminucula seguenzai La Perna, 2007. The new combination for this species is Deminucula extrigona (Sac- co, 1898).

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Lavoro ricevuto il 28 settembre 2008 Lavoro accettato il la ottobre 2008

113

Boll. Malacol., 44(9-12): 115-118(2008)

Maca Ha (?) kengìì n. sp, un nuovo bivalve per il Pliocene toscano (Tellinidae, Macominae)

M. Mauro Brunetti* (O), Giano Della Bella#

* Via 28 Settembre 1 944 n. 2, 40040 Rioveggio (BO), Italia, bwqkb@tin.it, (h) corresponding author

# Via dei Cedri 91,

40050 Monterenzio (BO), Italia

Riassunto

È descritto un nuovo bivalve, Macalia (?) kengii n. sp., proveniente da sedimenti del Pliocene inferiore-me- dio della Toscana centrale. La nuova specie è caratterizzata da valve di forma sub-quadrangolare, con la cerniera della valva destra fornita di un grosso dente cardinale claviforme, ed il seno paileale diverso fra le due valve. Queste caratteristiche rendono la nuova specie non confrontabile con nessuna altra specie fossi- le pliocenica europea della sottofamiglia Macominae. La scelta del genere Macalia H. Adams, 1860 lascia qualche dubbio, a causa della distribuzione geografica di questo gruppo (Pacifico occidentale) e della scar- sa conoscenza che si ha di questo genere.

Abstract

The tellinld Macalia (?) kengii n.sp. is described from the Early-Middle Pliocene of Cedda (Siena, Tuscany). The new species has a sub-quadrangular outline, an oversized, davate cardinal tooth in the hinge of the right valve and different shape of the palliai sinus in the two valves. These characters are unknown from other Pliocene telllnids from the European area. Though some shell characters match those of the genus Macalia H. Adams, 1860, the systematic position of the new species remains doubtful because of the ge- neral poor knowledge of this genus, only known from a single living species, and its modern distribution, restricted to the West Pacific.

Parole chiave

Tellinidae, Macominae, Macalia, Pliocene, Mediterraneo, nuova specie.

introduzione

La famiglia Tellinidae nel Pliocene italiano è abbastanza ben conosciuta e comprende numerosi taxa. Al riguardo, Marasti & Raffi (1980) e Monegatti & Raffi (2001) citano 21 specie, di cui 16 per la sola Emilia occidentale (Marasti & Raffi, 1977). La sottofamiglia Macominae Olsson, 1961, cui la nuova specie appartiene, comprende, per il Pliocene italiano, i generi Mcicoma Leach, 1819 (specie ti- po Tellina calcarea Gmelin, 1791), Apolymetis Salisbury, 1929 (specie tipo Tellina meyeri Dunker, 1846) e Gaslrana Schumacher, 1817 (specie tipo Tellina fragilis Linné, 1758). La maggior parte dei Tellinidae, sia viventi che fossili, sono legati soprattutto ad ambienti superficiali, come la specie qui trattata, ma alcune specie possono vivere a profondità maggiori.

Nel presente lavoro è descritta una nuova specie plioce- nica che presenta un'insolita serie di caratteri, tali da avvicinare la specie ad un genere poco noto.

Materiali e metodi

Il materiale proviene da un affioramento in località Ced- da, nella Toscana centrale (Siena), circa 5 Km ad est di Poggibonsi (Fig. 1). L'affioramento è riferibile al Plio- cene inferiore-medio (Brunetti & Della Bella, 2006). La fauna presente, caratterizzata da una paleocomunità a Petaloconchus sp. suggerisce una profondità corrispon- dente all'infralitorale inferiore (20-40 m).

Nella località di rinvenimento è stata fatta una raccolta manuale degli esemplari, oltre ad un campionamento vo- lumetrico di sedimento. Per la nomenclatura ci si è atte- nuti a Keen (in Moore, 1969) e Afshar (1969).

Sono usate le seguenti abbreviazioni: H = altezza della conchiglia, L = larghezza della conchiglia, coll. = colle- zione, MGGC = Museo Geologico Giovanni Capellini (Università di Bologna), MZB = Museo di Zoologia Uni- versità di Bologna.

Fig. 1. Ubicazione della località Cedda, nella Toscana centrale, da cui proviene il materiale studiato (Google Maps ©).

Fig. 1. Location of Cedda, central Tuscany, from where the study mate- rial comes (Google Maps ©). 115

M. Mauro Brunetti & Giano Della Bella

Sistematica

Famiglia TELLINIDAE de Blainville, 1814 Sottofamiglia Macominae Olsson, 1961 Genere Macalia H. Adams, 1860 Macellici (?) kengii n. sp.

Figg. 2A-F, 3A-C, Fig. 4A, B

Materiale tipo

Olotipo, valva destra, H = 10,2 mm, L = 12,8 mm (MZB 40000); Paratipo 1, valva destra, H = 9,0 mm, L = 11,8 mm (MZB 40001); Paratipo 2, valva sinistra, H = 9,5 mm, L = 11,7 mm (MGGC 24412); Paratipo 3, valva si- nistra, H = 6,5 mm, L = 8,3 mm (MGGC 24413).

Località tipo

Cedda (Siena), Pliocene inferiore-medio, 43°23'44"N, 11°H'52"E.

Altro materiale esaminato

Località tipo, 10 valve sinistre, 9 valve destre (coll. Bru- netti-Delia Bella).

Origine del nome

Il nome è dedicato a Kengi Costagliola, giovane amico di uno dei due autori.

Fig. 2. Macalia (?) kengii n. sp. A, B. Olotipo, H = 10,2 mm, L = 12,8 mm (MZB 40000). C, D. Paratipo 1, H = 9,0 mm, L = 11,8 mm (MZB 40001). E, F. Paratipo 2, H = 9,5 mm, L = 11,7 mm (MGGC 24412).

Fig. 2. Macalia (?) kengii n. sp A, B. Holotype, H = 10.2 mm, L = 12.8 mm (MZB 40000). C, D. Paratype 1, H = 9.0 mm, L = 1 1 .8 mm (MZB 40001). E, F. Paratype 2, H = 9.5 mm, L = 11.7 mm (MGGC 24412).

116

Fig. 3. A-C. Macalia (?) kengii n. sp. A. Olotipo, particolare della cerniera. B. Paratipo 3, H = 6,5 mm, L = 8,3 mm (MGGC 24413). C. Paratipo 3, partico- lare della cerniera. D. Gastrana fragilis (Linné, 1 758), spiaggia di Talamone (Grosseto), attuale, particolare della cerniera della valva destra (scala = 3 mm).

Fig. 3. A-D Macalia (?) kengii n. sp. A. Holotype, hinge detail. B. Paratype 3, H = 6.5 mm, L = 8.3 mm (MGGC 24413). C. Paratype 3, hinge detail D. Gastrana fragilis (Linné, 1 758), beach of Talamone (Grosseto), Recent, detail of the right valve hinge (scale bar = 3 mm)

Osservazioni

Descrizione

Conchiglia equivalve, inequilaterale, di dimensioni me- dio-piccole (L media 10 mm, L massima 12,8 mm), con valve poco convesse, moderatamente robuste, di forma sub-quadrangolare, poco spesse (spessore medio 3,6 mm). Umbone posto verso il margine posteriore. Lunula pic- cola e stretta, scudo superficiale e poco definito. Margi- ne ventrale leggermente convesso. Transizione postero- ventrale ampiamente arrotondata; transizione antero- ventrale subangolosa, leggermente troncata. Superficie esterna con fitte linee di accrescimento regolarmente di- stanziate, poco evidenti. Cerniera della valva sinistra provvista di due denti cardinali di cui uno bifido; cer- niera della valva destra con due denti cardinali, di cui uno bifido e l'altro, in posizione anteriore, molto robu- sto e sporgente, claviforme. Impronte muscolari eviden- ti, quella anteriore di forma ellittica allungata, quella posteriore un po' più ampia, romboidale o quadrango- lare. Seno paileale più ampio nella valva destra, con mar- gine dorsale elevato e margine anteriore più o meno for- temente inclinato; più stretto nella valva sinistra, con margine dorsale ed antero-dorsale poco inclinato; in en- trambe le valve, margine ventrale del seno paileale in gran parte saldato alla linea paileale.

Per la particolare forma sub-quadrangolare (Fig. 2A-F) e soprattutto per le caratteristiche della cerniera della valva destra, fornita di un dente cardinale molto grande e claviforme (Fig. 3A), la nuova specie viene riferita al genere Macalia, così come inteso da Keen (1969: p. 626, fig. 5 a-c) e da Afshar (1969). Descrivendo il nuovo ge- nere, Adams (1860) osserva che esso si avvicina per la forma della cerniera al genere Gastrana (Fig. 3D), pre- sentando però anche caratteristiche proprie: particolare robustezza dei denti, forma sub-arrotondata e robustez- za del guscio, oltre alla mancanza di denti laterali, ca- ratteristica comune a tutta la sottofamiglia Macominae.

Queste caratteristiche sono state evidenziate anche da Keen (1969). La descrizione e le figure della linea e del seno paileale di Macalia date da Afshar (1969: tav. 41, figg. 4, 5) corrispondono piuttosto bene a quelle di Ma- calia (?) kengii n. sp. (Fig. 4A, B).

L' umica specie nota per il genere Macalia è M. bruguieri (Hanley, 1844), vivente nel Pacifico occidentale, con ima distribuzione che comprende il Giappone, le Filippine, l'Australia settentrionale e la Nuova Caledonia (Keen,

1969; Lamprell & Whitehead, 1992; Héros et al., 2007;

OBIS Indo-Pacific Molluscan Database; SysTax). Essa si 117

Macalia (?) kengii n. sp. un nuovo bivalve per il Pliocene toscano (Tellinidae, Macominae)

M. Mauro Brunetti & Giano Della Bella

Fig. 4. Impronte sulla superficie interna in Macalia (?) kengii n. sp. A. Olotipo. B. Paratipo 2.

Fig. 4. Internal scars in Macalia (?) kengii n. sp. A. Holotype. B. Paraty- pe 2.

differenzia da Macalia (?) kengii n. sp. per le dimensioni notevolmente maggiori (fino a 50 mm; Lamprell & White- head, 1992) e per la forma più triangolare e meno troncata posteriormente (illustrazioni in Hanley, 1846: tav. 62, fig. 192; Sowerby, G.B. II, 1867: tav. 30, fig. 163; Romer, 1872: tav. 50, figg. 6-9; Keen, 1969: figg. E112 5a-c; Afshar, 1969: tav. 41, figg. 1-5; Lamprell & Whitehead, 1992: fig. 377). Generi affini a Macalia, probabilmente strettamente affi- ni, sono Barytellina Marwick, 1924 (specie tipo Barytel- lina crassidens Marwick, 1924) del Plio-Pleistocene della Nuova Zelanda e Heteromacoma Habe, 1952 (specie tipo Tellina irus Hanley, 1845), noto per l'Oceano Pacifico oc- cidentale. Entrambi si differenziano da Macalia, sia per la forma del seno paileale, saldato maggiormente alla li- nea paileale, sia per la forma fortemente rostrata delle valve (Beu, 2006).

Macalia (?) kengii n. sp. si differenzia da tutte le altre specie della famiglia Tellinidae del Pliocene europeo, pur presentando una qualche affinità verso le specie del genere Macoma Leach, 1819, presenti nel Pliocene italia- no, in particolar modo, Macoma elliptica (Brocchi, 1814) e M. cumana (Costa O.G., 1829). Queste ultime si differen- ziano per le maggiori dimensioni, la forma più allunga- ta e il guscio più sottile, oltre alla già ricordata diversa 1 1 8 struttura della cerniera.

L'attribuzione della nuova specie al genere Macalia ri- mane dubbia, sia perché non è stato possibile esaminare materiale riferibile a questo genere, sia per la scarsa co- noscenza che di esso si ha, e sia per la sua distribuzione geografica attuale.

Ringraziamenti

I nostri ringraziamenti vanno a Rudo von Cosel (Mu- séum national d'Histoire naturelle, Paris), Daniele Scar- poni, Alesssandro Ceregato (Università di Bologna) e Rafael La Perna (Università di Bari) per i preziosi consi- gli relativi alla stesura di questo manoscritto.

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SysTax. http://ivww.biologie.uni-ulm.de/systax (ultimo accesso 01.10.2008).

Lavoro ricevuto il IO maggio 2008 Lavoro accettato il b ottobre 2008

Boll. Malacol., 44(9-12): 119-121 (2008)

A new species of Cerithium (Gastropoda, Cerithiidae) from the East China Sea

Alberto Cecalupo

Via Granàrio 6Y, 20090 Abstract

Buccinasco (Ml), Italy, Cehthium ivani n. sp. is described based on material trawled from deep waters of the East China Sea. The

acecalupo@yahoo.com new Speoes has a peculiar circular aperture, with an unusually expanded columellar callus. It is compared with the following species, living in deep Indo-Pacific waters: Cerithium abditum Houbrick, 1992, C g/o- riosum Houbrick, 1992, C. flemischi K. Martin, 1933 and C. interstriatum Sowerby, 1855.

Riassunto

Viene descritta la nuova specie Cerithium ivani su materiale proveniente da acque profonde del Mar della Cina orientale. La nuova specie è stata confrontata con diverse specie, simili nella morfologia conchigliare: Cerithium abditum Houbrick, 1992, C. gloriosum Houbrick, 1992, C. flemischi K. Martin, 1933 e C. mter- striatum Sowerby, 1855. I principali caratteri distintivi di Cerithium ivani n. sp. sono rappresentati dall'aper- tura rotondeggiante e dal callo columellare insolitamente espanso.

Key Words

Gastropoda, Cerithiidae, Cerithium, new species, China Sea.

Introduction

Some shells of the genus Cerithium, trawled in deep wa- ters of the East China Sea, were obtained from local dealers in Zhejiang (Eastern China). Data on the locality where the material comes from are not precise, because geographical coordinates were not available. These shells were compared with similar species from the Indo-Pa- cific, namely Cerithium abditum Houbrick, 1992, C. glo- riosum Houbrick, 1992, C. flemischi K. Martin, 1993 and C. interstriatum Sowerby, 1855, and are regarded as a new species, here described.

Systematics

Family CERITHIIDAE Férussac, 1822 Genus Cerithium Bruguière, 1789 (type species C. adansonii Bruguière, 1792)

Cerithium ivani sp. n.

Fig. 1A-L

Type material

Holotype, H 16.0 mm, D 5.5 mm. East China Sea, 180 m (Acquario Civico di Milano, ACQMI 0822501). Para type A, H 18.9 mm, D 6.1 mm, East China Sea, 300/500 m (Cecalupo coll.). Paratype B, H 16.5 mm, D 6.0 mm, East China Sea, 300/500 m (Cecalupo coll.). Paratype C, H 18.9 mm, D 6.4 mm East China sea, 180 m (Cecalupo coll.). Paratype D, H 18.2 mm, D 6.0 mm, East China Sea, 180 m (Cecalupo coll.). Paratype E, H 19.9 mm, D 6.7 mm, East China Sea, 180 m (I. Perugia coll., Raven- na). Paratype F, H 12,8 mm, D 4,2 mm, East China Sea,

300-500 m (Museo Civico di Storia Naturale Milano, MSNM Mo 34040) ex Coll. I. Perugia.

Nine additional shells, well preserved but not fully adult, from the East China Sea, 300-500 m (5 in coll. Pe- rugia, 4 in coll. Cecalupo).

The specific name, ivani, is a tribute to Ivan Perugia, good friend of the Author and expert of the Mediterranean and Indo-Pacific malacofauna.

Shell small, solid, turriculated, lanceolate, apical angle 19°-20°, not remarkably variable in shape and sculp- ture. Protoconch light purple, consisting of 2.25 whorls, with the first whorl roundish and smooth, the others convex, with 10-11 axial prosocline striae light purple- red in colour. Transition to teleoconch marked by the onset of a delicate cancellate sculpture of axial and spi- ral riblets. Teleoconch composed of 10-11 slightly con- vex whorls, separated by slightly oblique, deep sutures. 1 1 9

Type locality

East China Sea, at depth of 180-500 m.

Other material

Distribution

Known from the type locality only.

Etymology

Description

Alberto Cecalupo

Fig. 1. Cerithium ivani n. sp. A, B. Holotype, h 16.0, d 5.5 mm, East China Sea, 180 m (Acquario Civico di Milano, ACQMI 0822501). C. Paratype A, h 18.9, d 6.1 mm, East China Sea, 300-500 m, D, E. Paratype B, h 16.5, d 6.0 mm, East China Sea, 300-500 m. F. Paratype D, h 18.2, d 6.0 mm, East China Sea, 180 m. G, H. Paratype C, h 18.9, d 6.4 mm, East China Sea, 180 m. I. Paratype A, detail of apical whorls. J. Paratype A, base view. K. Paratype A, last whorl and aperture. L. Paratype B, last whorl and aperture.

Fig. 1. Cerithium ivani n. sp. A, B. Olotipo, h 16,0, d 5,5 mm Mar della Cina orientale, 180 m (Acquario Civico di Milano, ACQMI 0822501). C. Paratipo A, h 18,9, d 6,1 mm, Mar della Cina orientale, 300-500 m; D, E. Paratipo B, h 16,5, d 6,0 mm. Mar della Cina orientale, 300-500 m. F. Paratipo D, h 18,2, D 6,0 mm, Mar della Cina orientale, 180 m. G, H. Paratipo C, h 18,9, d 6,4 mm, Mar della Cina orientale, 180 m. i. Paratipo A, 1 20 dettaglio dei giri apicali. J. Paratipo A, base. K. Paratipo A, ultimo giro ed apertura. L. Paratipo B, ultimo giro ed apertura.

Spiral sculpture with 4 major narrow spiral cords and a finer one in subsuturai position. Spiral cords crossing over slightly prosocline axial ribs numbering 22-23. Last whorl with 9 spiral cords and 26-28 axial ribs, giving a densely cancellate appearance. Pointed to rounded tu- bercles at the intersections between spiral and axial ribs. Growth striae between the ribs. Last whorl about 30% of total shell height. Aperture circular, with con- cave columella. Columellar callus thin, remarkably ex- panded on and beyond the columella. Siphonal canal short, deep, slightly deviated. Posterior sinus poorly developed. Outer lip slightly crenulated by the pres- ence of spiral cords. Shell eburnean, with a purple-red spot on the upper part of the columellar callus. Oper- culum and soft parts unknown.

Remarks

After an extensive check in the malacological works al- so dealing with Cerithiidae (Kira, 1965; Habe, 1968; Springsteen & Leobrera, 1986; Dharma, 1988, 1992; Hou- brick, 1992; Kubo & Kurozumi, 1995; Higo et al., 1999; Okutani, 2000; Higo et al., 2001; Poppe, 2008), it was clear that the specimens belonged to an undescribed species.

Cerithium ivani n. sp. is mainly characterized by the cir- cular aperture, with the inner lip strongly expanded be- yond the columellar axis.

The new species can be compared with the following species, with which it shares a narrow conical profile: Cerithium abditum Houbrick, 1992, C. gloriosum Hou- brick, 1992, C. flemischi K. Martin, 1993 and C. interstria- tum Sowerby, 1855. The last four species are character- ized by a typical Cerithiidae multispiral protoconch with subsuturai plicae, few (usually 2) pronounced spi- ral threads and a sinusigeral notch (Houbrick, 1992). Other differences in the teleoconch allow to separate these species from C. ivani n. sp. Cerithium interstriatum, the only species showing a columellar callus similar to that of C. ivani n. sp., though much less developed, dif- fers by having a concave columella, slightly deviated siphonal canal and marked posterior sinus. Cerithium abditum, from deep waters of Philippines, Borneo and northern China Sea (Pratas Islands), differs by being smaller in size (up to 15.4 mm in height), turriculate, porcelain-type in colour, and with less convex whorls. Cerithium gloriosum, from the deep waters of the Islas Glorieuses (Comoros Islands) and of Borneo (from where it has been rarely reported) has only 3 spiral cords and 14-16 axial ribs. Cerithium flemischi, from deep waters (recorded at 1300 m: Houbrick, 1992: p. 93) of the Comoros Islands, Mozambique Channel and Phi- lippines, has a larger shell (up to 52 mm), with the sculpture notably similar to that of C. abditum.

The genus Ataxocerithium Tate, 1894 shows a similar roundish aperture, but according to Houbrick (1987) the soft parts of Ataxocerithium point to the family Cerithio- psidae H. & A. Adams, 1853. Furthermore, the shells of Ataxocerithium are smaller (up to 20 mm in height) and with a more depressed conical profile.

Acknowledgements

I wish to thank Vittorio Garilli for his constructive criti- cal reading of the manuscript an for useful tips, and

Rafael La Perna for his kind assistance during the pre- paration of this work.

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Lavoro ricevuto il 20 giugno 2008 Lavoro accettato il 6 ottobre 2008

121

A new species of Cerithium (Gastropoda, Cerithiidae) from the East China Sea

Boll. Malacol., 44(9-12): 123-126(2008)

On the occurrence of Echinolittorina punctata (Gmelin, 1791) (Gastropoda: Uttorinidae) in Puglia, South-Eastern Italy

Paolo G. Albano* (El) & Daniele Trono#

* Department of Experimental Evolutionary Biology, University of Bologna, Italy, pgalbano@iperbole bologna.it,

(q) corresponding author

* Copertino (LE), Italy, datrono@libero.it

Abstract

Evidence of live populations of Echinolittorina punctata on the Ionian coasts of Puglia, South-Eastern Italy, is given. These reports extend the known distribution of this species to a new area of the Mediterranean Basin and follow other records clearly describing an ongoing northwards range extension of the species.

Riassunto

Si segnalano diverse popolazioni di Echinolittorina punctata per le coste ioniche della Puglia. Questo ritro- vamento estende l'areale conosciuto di questa specie in Mediterraneo. La specie è storicamente conosciu- ta per le coste meridionali del Mar Mediterraneo e, in Italia, per la Sicilia. Negli ultimi anni i diversi rinveni- menti pubblicati indicano una chiara estensione dell'areale lungo le coste italiane tirreniche partendo dalla Calabria per arrivare, tramite la Campania, al Lazio. Le ipotesi di una specie che amplia il suo areale in con- seguenza dell'aumento di temperatura delle acque del Mediterraneo potrebbe trovare una spiegazione nel ciclo riproduttivo della specie, attivato proprio dalle alte temperature e inibito da quelle basse.

Key Words

Echinolittorina punctata, Gastropoda, Littorinidae, Puglia, Mediterranean Sea, climate change

Introduction

Echinolittorina punctata (Gmelin, 1791) is a littorinid gas- tropod with a distribution extending from West Africa to the Mediterranean Sea (Williams & Reid, 2004).

Its Mediterranean distribution has recently been reviewed by Antit et al. (2007). The species is known from Southern Spain, the North- African coasts, Israel and Lebanon.

In Italy, the species has been known to live on the coasts of Sicily for several decades. However, Antit et al. (2007) hypothesized the species has reached Sicily only in the 19th century. In recent years, the Italian range of £. punc- tata has rapidly enlarged and several new records have been published: first on the eastern coasts of the Strait of Messina (Micali & Giovine, 1983), then in Calabria near Vibo Valentia (D'Anna, 1997), in Campania at several lo- calities and in Lazio at S. Felice Circeo (D'Anna, 2001; Soppelsa et al., 2004). The most recent and most north- ern record in the Tyrrhenian Sea is to our knowledge at Borgo Sabotino, near Latina in Lazio (De Santis, 2008). Italian coasts have been researched by amateur and profes- sional collectors with great intensity since the 19th century, so the recent northwards expansion of the range of the species cannot be explained by a lack of information, and the hypothesis of an expansion driven by climatological changes acquires relevance. To further support the knowl- edge of the range changes of this species, new records of live populations from Puglia and comments on the histori- cal presence of the species in the region are given.

Materials and methods

Field research was carried out at several localities on the Ionian coast of Puglia, especially within 20 km north

and south of Gallipoli from December 2007 to July 2008 (Fig. 1). Specimens were photographed alive in the field to show in situ habits and in the laboratory to record the living animal. Living specimens were then fixed in ethanol.

Additional records of E. punctata, particularly from Pu- glia, were obtained from Italian collectors and institu- tional collections.

A bibliographical research was carried out to under- stand the historical distribution of the species in Puglia.

Fig. 1. Posizione di Gallipoli in Puglia.

123

Paolo G. Albano & Daniele Trono

Discussion

The first authors' record of E. punctata in Puglia dates back to December 6th, 2007 when shore collecting in Parco Regionale "Isola Sant'Andrea Litoranea Punta Pizzo" (a few kilometers south of Gallipoli) led to the discovery of a population living on mesolittoral rocks projecting from the surrounding sand. Although the rocky shore was narrow, a clear zonation between E. punctata and Melarhaphe neritoides (Linné, 1758) was ob- served. E. punctata populated the lower part of the shore (mesolittoral) and M. neritoides the upper part (supralittoral). The population consisted of several tens of specimens. The same population was observed again in July 2008, showing that it is likely to be a stable one. Further research was then carried out during the fol- lowing months hoping to localize further populations both north and south of Gallipoli, but results were poor. However, on June 25th, 2008 a new abundant popula- tion was found near Torre Sabea, a few kilometers north of Gallipoli. Here a low rocky coast is present and E. punctata was found in supralittoral rock pools together with M. neritoides. Isolated specimens were then found at Torre Inserraglio, 15 kilometers north of Gallipoli on June 29th and at Santa Caterina, 10 kilometers north of Gallipoli.

Contacts with several other collectors yielded data on 6 other lots of E. punctata from Puglia, all from the Ionian coast and within a few kilometers of Gallipoli, which seems to be the center of the distribution of the species at present. All records date to after the year 2000 (Tab. 1). Some collectors who extensively explored both the A- driatic and Ionian coasts of Puglia from 1960 to 2000 (G. Oriolo, P. Piani, B. Sabelli, pers. comm) did not record this species. Moreover, the census of marine molluscs

along the Italian coasts by ENEA and Società Italiana di Malacologia which collected data from 1958 to 1997 did not report any finding of £. punctata from Puglia.

In the past, E. punctata has been cited from Puglia in the literature in only a few cases. Praus-Franceschini (1906) records the presence of a lot of this species in the Zoolo- gical Museum of Naples from Tricase. Tricase is a small town in southeastern Puglia a few kilometers from the sea. We were not able to recover this lot in the Museum (Maio, pers. comm.) and therefore have no data on the number of specimens and if dead or live collected. It would have been desirable to check identification (al- though E. punctata is a species difficult to confuse with others) and verify the content of the label to assess whether Praus-Franceschini referred to the town in Pu- glia or to any other place-name around Italy or the Me- diterranean Basin, since he did not specify the province or region.

Trono (2006) revised the fauna of Sa lento, the southern part of Puglia, and recorded one empty shell from -20 m at Santa Caterina (Lecce) in 1999.

E. punctata is also cited in an old work by Parenzan (1961). This work describes the malacofauna of the entire Io- nian Sea, considered by Parenzan to cover the coasts of central North Africa, Turkey, Greece and from Sicily to Puglia in Southern Italy. Parenzan did not specify the locality of the record he reported. However, in the ma- nuscript list of Parenzan's collection E. punctata is cited only from Sicily (Siracusa and Agrigento) and no speci- mens are recorded from Puglia. Since Parenzan himself (1970) reported that E. punctata was abundant at that time in southern Sicily, his record in 1961 is likely relat- ed to southern Sicily and not to Puglia.

The origin of populations in Puglia is difficult to deter- mine. However, since summer surface currents are coun-

Locality

Latitude

Longitude

Date

Live specimens

Collection

Lecce

-

-

May 5th, 2000

3

Tisselli

Gallipoli (Lecce)

40°03'N

17°50'E

Summer 2000

4

Renda

Gallipoli (Lecce), Lido Conchiglie loe. Montagna Spaccata

40°06'53"N

18°00'10"E

July 25th, 2003

1

Perugia

Gallipoli (Lecce) Lido S. Giovanni

40°02'53"N

18°00’10"E

2005

20

Perna

Gallipoli (Lecce) Lido S. Giovanni

40°02'53"N

18°00'10"E

2006

50

Perna

Gallipoli (Lecce) Lido S. Giovanni

40°02'53"N

18°0010"E

August 2007

200

Perna

Gallipoli (Lecce), Parco Regionale "Isola Sant'Andrea Litoranea Punta Pizzo"

40°00'42"N

18°01'11"E

Dec. 6th, 2007

77

Albano, Trono

Gallipoli, Rivabella, Torre Sabea

40°04'47"N

18°00'30"E

June 25th, 2008

50

Trono

Torre Inserraglio (Lecce)

40°10'34"N

17°56'02"E

June 29th, 2008

2

Trono

Gallipoli (Lecce), Parco Regionale "Isola Sant'Andrea Litoranea Punta Pizzo"

40°00'42"N

18°0ril"E

July 1st, 2008

50

Trono

Santa Caterina (Lecce)

40°08'34"N

17°58'35"E

July 12th, 2008

8

Trono

Tab. 1. Segnalazioni di E . punctata per la Puglia (coordinate secondo il datum WGS84). Tab. 1. Records of E. punctata from Puglia (coordinates by datum WGS84).

124

ter-clockwise in the Ionian Sea, it is likely they come from Greece. Records from Greece are rare, however; Ni- colay & Angioy (1988) record specimens from Keratea in the Northwestern Aegean Sea, the Academy of Natu- ral Sciences of Philadelphia, USA, has a lot in its collec- tion from Rodi (collected before 1976, lot number 18579) and specimens have been recorded from Crete (Reid, pers. comm.). This is a different path of extension from the one described in recent literature from Sicily north- wards to Calabria, Campania and Lazio which is fa- voured by the counter-clockwise Tyrrhenian Sea current. There is not a recent colour illustration of the animal and it is here provided in Figs 2, 3. The base of the foot is whitish. The foot and the snout are yellowish with dark surface pigmentation. The tentacles are yellowish with two pale grey longitudinal lines. The columellar muscle is white. The head has black pigmentation on the surface, but the red coloration of the buccal muscu- lature is visible by transparency. This description is based on specimens from Puglia and Capo Mulini (Ca- tania, Sicily) and matches the description of the animal given by Rosewater (1970), and accounts of other Echi- nolittorina species by Reid (2002, 2007).

Conclusions

The lack of records of live specimens of E. punctata be- fore 2000, together with the lack of any reliable record in the literature, lead us to conclude that the coloniza- tion of the coasts of Puglia by £. punctata is a recent event. This may be seen in the context of a progressive extension of the range of this species which may be

Fig. 2. Live animal of Echmolittorina punctata, Capo Mulini (Catania, Si- cily), June 12th, 2008.

Fig. 2. Animale di Echinolittorina punctata, Capo Mulini (Catania, Si- cilia), 12/06/2008.

driven by changes in the physical characters of the seas with special concern to surface water temperature. Wa- ter temperature seems to play an important role in the reproduction of this species, activating the sexual cycle (Palant & Fishelson, 1968).

Acknowledgements

We wish to thank Paolo Crovato and Henk K. Mienis who provided references. Nicola Maio, Giovanni Orio- lo, Edoardo Perna, Piero Piani, Ivan Perugia, Walter

Fig. 3. Live animal of Echinolittorina punctata, Parco Regionale "Isola Sant'Andrea Litoranea Punta Pizzo" (a few kilometers south of Gallipoli, Puglia), December 6th, 2007.

Fig. 3. Animale di Echinolittorina punctata, Parco Regionale "Isola Sant'Andrea Litoranea Punta Pizzo" (pochi km a sud di Gallipoli, Puglia), 6/12/2007.

125

On the occurrence of Echinolittorina punctata (Gmelin, 1791) (Gastropoda: Littorinidae) in Puglia, South-Eastern Italy

Paolo G. Albano & Daniele Trono

Renda, Bruno Sabelli, Morena disselli and several other friends gave information on their records of the species from Italy. David Reid (Natural History Museum, Lon- don) improved the manuscript with several comments and additions.

References

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Trono D., 2006. Nuovi dati sulla malacofauna del Salente (Puglia meridionale). Bollettino Malacologico, 42 (5-8): 58-84.

Williams S.T. & Reid D.G., 2004. Speciation and diversity on tropical rocky shores: a global phylogeny of snails of the genus Echinolittorina. Evolution ; 58: 2227-2251.

Lavoro ricevuto il lb luglio 2008 Lavoro accettato il 15 settembre 2008

126

Boll- Malacol., 44(9-12): 127-131 (2008)

Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato rm.s.), una specie poco nota (Gastropoda, Eulimidae)

Morena Tisselli* (E3) & Luigi Giunchi*

* Via Novara 1 9,

48100 San Zaccaria (RA), Italia,

luigi.morenagiunchi@ake.it (s) corresponding author

Riassunto

In questo lavoro viene riesaminata Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m.s.). La specie è riportata in varie checklist mediterranee come M. compactilis (Monterosato, 1884), ma tutte le citazioni ri- portate da Monterosato sono da intendersi come nomina nuda. La specie è attualmente vivente in Mediterraneo, con un areale ristretto alia zona centro-occidentale e nord-africana. La maggior parte degli esemplari esaminati proviene da fondali sabbioso-fangosi con componente detrítica, fra 20 e 100 m di profondità. La specie è parassita dell'oloturia Ocnus plano (Brandt, 1835).

Abstract

In this work, the eulimid Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m.s.) is re-examined. This species is listed in many Mediterranean checklists as M. compactilis (Monterosato, 1884), but all the quo- tations reported by Monterosato are nomina nuda. The species' name was validate by Locard, who gave a short description. The distribution of M. compactilis is restricted to the central West Mediterranean and North Africa. Most of the studied specimens comes from sandy-muddy bottom with detritic fraction, bet- ween 20 and 100 m depth. The species is parasitic on echinoderms and its host is the holoturian Ocnus planò (Brandt, 1835).

Parole chiave

Eulimidae, Melanella, Adriatico, Tirreno, nomenclatura.

Introduzione

Dallo studio di diversi campioni di detrito prelevato in varie zone dell'alto Adriatico gli autori sono stati attirati da alcuni esemplari di un peculiare Eulimidae, poco co- mune, ma reperito quasi sempre con tracce di parti molli. Un solo esemplare presentava ancora l'opercolo. Dopo alcune ricerche, gli esemplari sono stati identificati come Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m.s.). Questa specie è riportata nelle liste più recenti della ma- lacofauna mediterranea (Sabelli et al., 1990; Bodon et al., 1995), come M. compactilis (Monterosato, 1884). Gian- nuzzi-Savelli et al. (1999) considerano invece M. compac- tilis (Monterosato, 1884) come un nomen nudum ed e- scludono questa specie dalla lista delle specie valide; di conseguenza non è riportata da Sabelli et al. (2006) nella Checklist dei Molluschi Marini delle coste Italiane. In CLEMAM questa specie è invece considerata valida ed attribuita a Locard, 1892.

In questo lavoro, viene riesaminata la nomenclatura di M. compactilis e si riportano osservazioni sulla posizio- ne sistematica, sulla distribuzione geografica e sull'eco- logia di questa specie poco nota.

Materiali e metodi

Il presente lavoro si basa su materiale raccolto nell'arco di diversi anni, in diverse località mediterranee. I sedi- menti provenivano da dragaggi effettuati privatamente oppure da residui di pesca depositati sui pescherecci

ancorati nel porto. La lista delle località e relativi dati sono riportati in Tab. 1.

Si è cercato di esaminare anche il materiale della colle- zione Monterosato (Museo di Zoologia di Roma) ma la ricerca della specie ha dato esito negativo. Lo scatolàio con il numero di riferimento riportato nella scheda di Melanella compactilis era vuoto (Italo Nofroni, com. pers. 16/11/2006).

Eulima compactilis viene citata da Monterosato in diversi lavori (1875: p. 35, 1878a: p. 96, 1878b: p. 318, 1884: p.

103, 1890: p. 160), per diverse località mediterranee (San Vito, Palermo, Messina, Viareggio, Coste di Provenza,

Algeri) ed atlantiche (Cap Breton). Monterosato non re- se mai disponibile il taxon nominale, con una descri- zione né con un'illustrazione, per cui concordiamo con Giannuzzi-Savelli et al. (1999) che Eulima compactilis non venne mai descritta da Monterosato.

Fu Locard, alcuni anni dopo (1892), a darne la seguente breve descrizione: ‘'Eulimella (sic) compactilis, De Monte- rosato. E. compactilis, Mts, 1875. Nuov. rev., p. 35 - Loc.,

Prodr., p. 210. De taille encore plus petite; galbe, presque aussi effilé que E. subulata; dernier tour plus arrondi; ouverture moins étroite; coloration roux trés clair, sans bandes décurren- tes. - HA a 5; D. 3I4 a 1 mm. Très rare; còtes de Provence, zone corallienne" ( Eulimella [sic] compactilis, De Monterosato:

Di taglia ancora minore [rispetto Eulima bilineata Alder,

1848]; profilo esile quasi come E. subulata; ultimo giro più 1 27

Discussione

Morena Tisselli & Luigi Giunchi

Località

Dati di reperimento

Prof, m

Data

Materiale

Coll.

Ancona

detrito dragato al largo

90/92

07/1987

2*

GT

Cesenatico

detrito dragato

22

07/1994

2*

GT

Cesenatico

detrito dragato

22

02/1996

2*

GT

Cesenatico

detrito dragato

22

02/2006

3 *

GT

Chioggia

detrito raccolto su pescherecci

12/1990

2*

Civitavecchia

stomaco di Astropecten

2

IN

Fiumicino

stomaco di Astropecten

3

IN

Paraggi

detrito fangoso

35

30/10/1983

2

IP

Pesaro

detrito dragato

60

07/1987

ì*

GT

Ravenna

detrito dragato a 50 km dalla costa

42

07/2002

2

GT

Ravenna

detrito dragato a 50 km dalla costa

41

02/2007

1#

GT

Rimini

detrito raccolto su pescherecci

03/1981

1*

PB

Rimini

detrito dragato

60

11/1987

1

GT

Secche di Vada

detrito

80/90

1

GT

Terracina

detrito dragato

100

2 juv

IN

Kasuni, Spalato

detrito fangoso

30-35

3

JP

Vilassar de Mar, Barcellona

sedimento fangoso-detritico

45

1

AP

Vallcarca, Sitges, Barcellona

sedimento fangoso-detritico

45-60

1

AP

Tab. 1. Materiale esaminato. Abbreviazioni: * = esemplari con tracce di parti molli; # = esemplari con opercolo; AP = coll. Anseimo Peñas (Barcellona Spagna); GT = coll. Giunchi-Tisselli (Ravenna); IN = coll. Italo Nofroni (Roma); IP = coll. Ivan Perugia (Ravenna); JP = coll. Jakov Prkic (Spalato, Croazia); PB = coll. Piero Bazzocchi (Rimini).

Tab. 1. Material examined. Abbreviations: * = specimens with remains of soft parts; # = specimens with operculum; AP = coll. Anseimo Peñas (Bar- cellona, Spain); GT = coll. Giunchi-Tisselli (Ravenna); IN = coll. Italo Nofroni (Roma); IP = coll. Ivan Perugia (Ravenna); JP = Jakov Prkic (Split, Croatia); PB = coll. Piero Bazzocchi (Rimini).

arrotondato; apertura meno stretta; colorazione rossiccia molto chiara, senza bande spirali. - H. 4-5; D 3/4-l mm. Molto rara; coste della Provenza, zona coralligena).

Si tiene a precisare che l'attribuzione di Locard ad Euli- mella è stato un chiaro refuso di stampa, infatti egli trat- ta le specie del genere Eulima e solo per la nuova Eulima compactilis e per E. jeffreysicina (Brusina, 1869) utilizza il genere Eulimella, ma nell'indice queste due specie sono collocate correttamente in Eulima. Questa precisazione viene fatta per prevenire un possibile caso di omonimia secondaria; infatti esiste Odostomia compactilis Jeffreys, 1867 che fu istituita come varietà di Eulimella scillae (Scacchi, 1835), oggi ritenuta specie valida da CLEMAM, e che potrebbe entrare in conflitto con la presente specie (Italo Nofroni, com. pers. 6/12/2006).

Qualche anno dopo Sykes (1903: tav. 14, fig. 13), facen- do riferimento sempre ai lavori di Monterosato (1875 e 1884), raffigurò la specie. In anni più recenti Fretter et al. (1982), facendo riferimento al lavoro di Sykes (1903), non la illustrarono ma ne diedero una descrizione parti- colareggiata e l'attribuirono al genere Melanella.

Da quanto esposto, sia Locard (1892) che Sykes (1903) fanno riferimento alla specie di Monterosato. Purtroppo non ci è stato possibile visionare gli esemplari della col- lezione Monterosato, ma la descrizione di Locard (1892), il disegno di Sykes (1903) e la descrizione ag- giuntiva di Fretter et al. (1982) hanno permesso di de- terminare la specie con certezza.

Alla dettagliata descrizione di Fretter et al. (1982) pos- siamo aggiungere che la vera sutura è praticamente in- distinguibile negli esemplari freschi, mentre per traspa- renza è ben visibile la falsa sutura. Se l'esemplare è morto si vede distintamente la vera sutura, mentre la 128 falsa diventa meno evidente fino quasi a scomparire

(Fig. 2). L'opercolo è corneo, trasparente, liscio, di colo- re ambraceo lucente, di forma romboidale occupante tutta l'apertura. L'altezza degli esemplari studiati varia da 3,05 mm (Fig. 1E) con circa 9 giri di spira, a 5,55 mm (Fig. IB, D) con circa 12 giri di spira.

Melanella compactilis è facilmente distinguibile da Eulima glabra (Da Costa, 1778) per l'apertura più piccola, pro- porzionalmente più stretta e più corta, l'ultimo giro e la base più arrotondati, il labbro con seno evidente, l'as- senza di bande spirali colorate e per il profilo più slan- ciato, con rapporto altezza /diametro compreso fra 3,59 e 4,27, mentre in E. glabra varia fra 3,44 e 3,50. L'apice è ottuso, leggermente conico, praticamente delle stesse dimensioni di quello di E. glabra. La colorazione è bian- castra in esemplari morti, vitrea e trasparente in esem- plari viventi. Dall'osservazione di esemplari viventi, si nota come il colore rossastro della conchiglia sia dovuto alle parti molli visibili in trasparenza.

In Tab. 2 vengono riportate le misure e i relativi rappor- ti di due esemplari di M. compactilis ed E. glabra. Per rendere più immediate le differenze fra le due specie gli esemplari di 3,05 mm e di 3,1 mm sono messi a confron- to nelle Fig. IE, F.

La specie, nel tempo, è stata attribuita a diversi generi: Eulima Risso, 1826, Acicalaría, Monterosato, 1884, Mela- nella Bowdich, 1822. Eulima (Monterosato 1875, 1878a, 1878b; Locard, 1892) è il genere usato ai tempi della sua istituzione evidentemente in seguito alla sua somiglian- za con E. glabra. Melanella compactilis differisce da Eu- lima principalmente per l'assenza di bande colorate, di cicatrici labiali e per la presenza del seno labiale, oltre che per l'apertura non particolarmente alta, secondo la descrizione di Eulima data da Warén (1984). Acicalaría (Monterosato 1884, 1890) è considerato sinonimo di Po-

lygireulima (Sacco, 1892), ma in un lavoro successivo Wa- rén (1988) considera Rissoa sinuosa Scacchi, 1836 sinoni- mo di Melanella polita (Linné, 1758), di conseguenza Po- lygireulima diviene sinonimo di Melanella. Nei lavori più

recenti il genere usato per questa specie è Melanella (Fret- ter et al., 1982; Warèn, 1986; CLEMAM).

Bouchet & Warèn (1986) hanno osservato che i diversi generi di Eulimidae hanno una netta specializzazione

Fig. i. A-E. Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m. s.). A. Disegno pubblicato da Sykes (1903). B-D. Cesenatico, in detrito dragato a - 22 m, L = 5,55 mm, D = 1,3 mm, con circa 12 giri. E. Cesenatico, in detrito dragato a - 22 m, L = 3,05 mm, D = 0,85 mm con circa 9 giri F. Eulima glabra (Da Costa, 1778). Cesenatico, in detrito dragato a - 22 m, L = 3,1 mm, D = 0,9 mm, con circa 9 giri G-N. Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m. s.), esemplare con opercolo. Ravenna, - 41 m, 50 km al largo, L = 3,6 mm. G. Esemplare adulto H-L. Apice M. Apertura con opercolo. N. Labbro esterno.

Fig. 1. A-E. Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m. s.). A. Sykes' drawing (1903). B-D. Cesenatico in shell grit dredged at a depth of 22 m, L = 5.55 mm, D = 1 .3 mm with about 1 2 whorls. E. Cesenatico in shell grit dredged at a depth of 22 m, L = 3.05 mm, D = 0.85 mm with about 9 whorls. F. Eulima glabra (Da Costa, 1778). Cesenatico in shell grit dredged at a depth of 22 m. L = 3.1 mm, D = 0.9 with about 9 whorls G-N.

Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m. s.) specimen with operculum. 50 km off Ravenna at a depth of 41 m, L = 3.6 mm G. Adult specimen. H-L. Apex. M. Aperture with operculum N. Outer lip. 1 29

Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m.s.), una specie poco nota (Gastropoda, Eulimidae)

Morena Tisselli & Luigi Giunchi

Melanella

compactilis

Eulima glabra

Esemplare A

mm

% L

mm

% L

Lunghezza (L)

3,05

3,1

Diametro (D)

0,85

0,9

Altezza ultimo giro (LG)

1,4

45,90

1,7

54,84

Altezza apertura (LA)

0,80

26,23

1,1

35,48

Rapporto L/D

3,59

3,44

Esemplare B

mm

% L

mm

% L

Lunghezza (L)

5,55

5,25

Diametro (D)

1,3

1,5

Altezza ultimo giro (LG)

2,1

37,84

2,4

45,71

Altezza apertura (LA)

1,1

19,82

1,6

30,47

Rapporto L/D

4,27

3,50

Tab. 2. Confronti fra due esemplari di Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m.s.) ed Eulima glabra (Da Costa, 1778).

Tab. 2. Comparison between two specimens of Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m.s.) and Eulima glabra (Da Costa, 1778).

nella scelta degli ospiti, tanto che questa caratteristica permettere di separare gruppi di generi da altri. Eulima è parassita di ofiure (Bouchet & Warèn, 1986: p. 308), mentre Melanella è sia endo che ecto-parassita di olotu- rie (Warèn, 1984). Melanella compactilis è, in effetti, pa- rassita di Ocnus planò (Brandt, 1835), Holoturoidea, Cu- cumariidae, (Warèn in Giannuzzi Savelli et al., 1999), dei cui tessuti si nutre probabilmente tramite una pro- boscide, come ipotizzato da Fretter et al. (1982), in ac- cordo con quanto noto per il genere Melanella.

Distribuzione e habitat

Grazie al rinvenimento di un esemplare completo di opercolo (Fig. 1G-N) e di altri con evidenti resti di parti

Fig. 2. Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m. s.), Ravenna, in detrito dragato a 50 km dalla costa - 42 m, luglio 2002: L = 3,25; le frecce indicano le suture: 1 : vera; 2: falsa.

Fig. 2. Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m, s.), 50 km off Ravenna, In shell grit dredged at a depth of 42 m, July 2002: L = 3,25; arrows mark the sutures: 1 true, 2 false.

molli, possiamo affermare che la specie vive nel Medi- terraneo ed è presente sia nel Tirreno che nell'Adriatico,

130 Fig. 3. Origin of the specimens of Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m. s.).

sebbene sia piuttosto rara. In base al materiale esamina- to possiamo dare la seguente distribuzione mediterra- nea: Adriatico centro-settentrionale (al largo delle coste venete, dell'Emilia-Romagna, delle Marche e di Spalato, Croazia), Tirreno (coste della Toscana e del Lazio) e Ma- re Baleárico (coste di Barcellona, Spagna). A queste si aggiungono le località citate da Monterosato e Locard: Palermo (Monterosato, 1875; 1884), Messina (Montero- sato, 1878a), Coste di Provenza (Monterosato 1878a; Lo- card, 1892), Algeri e Algeria in generale (Monterosato 1878a) e Malta (Monterosato, 1884) (Fig. 3).

La specie non è segnalata per il bacino orientale del Mediterraneo (Smit et al., 2001, 2002; Demir, 2003) e per la Spagna (Giribet et al., 1997; Peñas et al., 2006) anche se Anseimo Peñas (com. pers. 13/02/2008) ci segnala il ritrovamento della specie a Vilassar de Mar (Barcellona) e Vallcarca (Sitges, Barcellona). A nostra conoscenza non ci sono segnalazioni relative alle coste Mediterra- nee dell'Africa ad esclusione di quelle di Monterosato per l'Algeria. In Atlantico è segnalata da Sykes (1903) per Roundstone (Irlanda) e da Fretter et al. (1982) per le coste irlandesi e britanniche.

La distribuzione batimetrica della specie, nel materiale esaminato, varia da 22 a 100 m di profondità. Montero- sato (1875, 1878a) e Fretter et al. (1982) segnalano la spe- cie fino alla profondità di 120 m.

Il fondale da cui sono stati prelevati i nostri campioni di sedimento è sabbioso-fangoso con componente detrítica grossolana e in rapporto al quantitativo di sedimento esaminato gli esemplari rinvenuti sono molto sporadici.

Ringraziamenti

Si ringraziano: Anders Warén e Pasquale Micali per l'aiu- to bibliografico e gli utili suggerimenti; Italo Nofroni, per gli utili suggerimenti, e per aver verificato, assieme a Lionello Tringali, la presenza di materiale nella colle- zione Monterosato; Anseimo Peñas e Jakov Prkic per i dati dei loro ritrovamenti e alcuni suggerimenti; inoltre si ringraziano Piero Bazzocchi, Giovanni Mattioli, Giu- seppe Montanari, Loris Perini e Mirco Vianello per aver raccolto parte dei sedimenti ove sono stati rinvenuti al- cuni degli esemplari oggetto del presente studio, inoltre si ringrazia l'anonimo referee per gli utili suggerimenti.

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Lavoro ricevuto il 5 settembre 2008 Lavoro accettato il 13 ottobre 2008

131

Melanella compactilis (Locard, 1892 ex Monterosato m.s.), una specie poco nota (Gastropoda, Eulimidae)

Boll. Malacol., 44(9-12): 133-134(2008)

On the presence of Leptochiton asellus (Gmelin, 1791) (Polyplacophora: Leptochitonidae) in the Mediterranean Sea

Constantine Mifsud* (El) & Panayotis Ovalis#

* 5, Triq Ir-Rghajja, Abstract

Rabat, RBT 2486, Malta, Living specimens of Leptochiton asellus (Gmelin, 1791) were discovered from deep waters in the Eastern

kejdon@orbit.net mt, Mediterranean. This finding confirms the occurrence of L. asellus in the Mediterranean.

(0) corresponding author

# Agisilaou 37-39, Tzitzifies/Kallithea, 17674 Athens, Greece

Riassunto

Esemplari viventi del poliplacoforo Leptochiton asellus (Gmelin, 1791) sono stati scoperti in acque profon- de del Mediterraneo orientale, al largo dell'Isola di Limnos (Grecia). Questo ritrovamento permette di con- fermare la presenza, finora dubbia, di L. asellus in Mediterraneo.

Key words

Polyplacophora, Leptochiton, distribution. Eastern Mediterranean.

Introduction

Leptochiton asellus (Gmelin, 1791) is a small (maximum 18 mm in length) Polyplacophora species which seems to be quite common in the Northeast Atlantic waters. It is usu- ally found at depths ranging from 0 to 450 m and more frequently between 0 and 100 m, on hard substrates with muddy surroundings (Dell'Angelo & Smriglio, 1999). Kaas & Van Belle (1985) did not include the Mediterra- nean in the distribution of this species. Furthermore, re- cently, Dell'Angelo & Smriglio (1999) stated that the species is reported by various authors as being present in the Mediterranean and that "Lucas (1968) reported the presence of the species at the Baléares". The authors also stated that the presence of the species in the Medi- terranean has still to be confirmed and they figured a specimen doubtfully coming from the Balearic Islands.

Material and methods

Recently one of us (P.O.) found two specimens of Lepto- chiton asellus in a sample of bioclastic sediment which was present inside an amphora brought up by fisher- men from the Island of Limnos, Greece. The specimens, although slightly curled still possess the dried soft parts. One of the specimens has the head valve missing and a few patches of ferruginous deposits on the val- ves; the other is well preserved (Fig. 1). The specimens are nearly equal in size and have an approximate ex- tended length of 7 mm and a width of 5 mm.

The material was trawled from a depth of 600 m, but the type of substratum is unknown. Nevertheless, the material included empty mollusc shells of Benthonella tenella (Jeffreys, 1869), Alvania cimicoides (Forbes, 1844), eight species of pteropods, commonly found in the Me- diterranean, and a few loose valves of Cyclopecten ho- skynsi (Forbes, 1844).

Discussion

The species, like most of its congeners, possesses a sculpture of densely packed, round to oval pustules or- namenting the tegmentum of the valves. These pustules are arranged in longitudinal series on the pleural areas. In specimens originating from the Atlantic the lateral areas have 15-20 radiating striae of pustules (Kaas & Van Belle, 1985). The radial striae are always dented with a few growth marks. The only difference in shell morphology of the present material from that of the Atlantic specimens is the lesser number of radial striae on the lateral areas, 10-12 vs the 15-20 of the Atlantic specimens. This is due to the smaller size of the present specimens, because these striae increase by interpola- tion as the animal grows.

It is difficult to assess the type of habitat of Leptochiton asellus from this finding, because during a trawl numer-

Fig. 1. The best preserved specimen of Leptochiton asellus (Gmelin, 1791) from Greece (about 7 mm in length).

Fig. 1. L'esemplare meglio conservato di Leptochiton asellus (Gmelin, 1791) dalla Grecia (circa 7 mm di lunghezza).

133

Constantine Mifsud & Panayotis Ovalis

ous types of habitat may be encountered. In this partic- ular case the specimens may have been carried by chan- ce into the amphora from their habitat during the trawl. This is the first concrete record for the presence in the Mediterranean of this polyplacophoran. Curiously, no specimens of this species had ever been recorded from the central Mediterranean, which leaves a large blank in its area of distribution at this region. This is certainly not a lessepsian species arriving through the Suez Ca- nal. Moreover, to state that the species could have ar- rived here through shipping, would also be extremely doubtful. The probability is that the species, like a few other Atlantic molluscs being discovered recently in the Mediterranean, has always been present here, and it was not discovered because of its deep or difficult to sample habitat. L. asellus seems to prefer the colder wa- ters, which in the Mediterranean are always found at great depths.

The species seems to be able to adapt itself to different alimentary habits, because at these depths no algae would survive. However, it is a well known fact that most deep water Polyplacophora species are known to feed on organic material such as sunken wood.

Acknowledgements

We would like to thank Dr. Bruno Dell'Angelo for the confirmation on the identity of the material and the crit- ical reading of the manuscript.

References

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134

Lavoro ricevuto il 30 settembre 2008 Lavoro accettato il 22 ottobre 2008

Boll. Malacol., 44 (9-12): 135-140 (2008)

Observations on Cardium duregnei Monterosato, 1891

ex de Boury ms and C gibbum Locard, 1892 (Bivalvia, Cardiidae)

Rafael La Perna*

* Dipartimento di Geologia e Geofisica, Università di Bari,

Via Orabona 4,

70125 Bari, Italy, r. laperna@geo. uniba.it

Abstract

Cardium duregnei Monterosato, 1891 ex de Boury ms and C. gibbum Locard, 1892, are considered syn- onyms of Acanthocardia echinata (Linné, 1758). They seems to be a lagoon ecophenotype, adapted to shallow water, sheltered environments, with low salinity and eutrophic conditions. Morphologically, this form is characterized by a sturdy shell, with bipartite radial ribs and poorly developed spines. It is known for sure only from the Gulf of Gascony, but a wider occurrence cannot be excluded.

Riassunto

Cardium duregnei Monterosato, 1891 ex de Boury ms e C. gibbum Locard, 1892 sono considerati sinonimi di Acanthocardia echinata (Linné, 1758). Essi sembrano rappresentare un particolare ecofenotipo laguna- re, adattato ad ambienti riparati, di bassa profondità, con salinità bassa e condizioni eutrofiche. Questa forma è caratterizzata da conchiglia particolarmente robusta, con costole radiali dimidiate e spine poco sviluppate. Essa è nota con certezza solo per il Golfo di Guascogna, ma non si può escludere una distribu- zione geografica e stratigrafica più ampia.

Key words

Cardiidae, Acanthocardia, variability, ecophenotypes, Gulf of Gascony, Mediterranean.

introduction

Several records in the past literature refer to Cardium duregnei Monterosato, 1891 ex de Boury ms, either as a Plio-Pleistocene and extant species from the Northeast Atlantic and the Mediterranean. It is currently consid- ered a synonym of Acanthocardia echinata (Linné, 1758), together with Cardium gibbum Locard, 1892 (La Perna & D'Abramo, in press, with references), though a careful examination of the taxonomic question has been never attempted. This work presents a revision of these two taxa, based on the type material, and proposes their in- terpretation as a particular ecophenotype of A. echinata.

Historical review

Cardium duregnei de Boury ms was described by Monte- rosato (1891: p. 2) as follows: “Fossile di M. Pellegrino - Vivente ad Arcachon, nella Gironde da dove è il tipo. Confuso col C. echinatum, specie obliqua a spine pungenti dell'A- tlantico e col C. mucronatum piuttosto rotondo a papille grosse ed ottuse del Mediterraneo. Il C. Duregnei è spesso, globoso, ruvido ed ha le coste caratteristicamente dimidiate". According to this description, C. duregnei, the type of which is from Arcachon, is thick walled, globose, with a rough surface and bipartite ribs.

Shortly after, Locard (1892: p. 303) described Cardium bullatum : “Voisin du C. echinatum; galbe plus gros, plus renflé, moins allongé; valves plus bombées dans leur ensem- ble; elongate; 18 a 20 cotes, plus large et plus aplaties; test plus épais, plus rugueux, mème coloration. - L. 40 a 50 mm; H. 48 à 52; E. 40 à 45 millimetres. Peu commini, la Manche

et l'Océan, rare dans la Méditerranée; zone littorale. - Edu- le”. Few years later, Locard (1896) reported C. bullatum from the Gulf of Gascony as C. duregnei de Boury ms.

Bucquoy et al. (1892: 266 pi. 42 fig. 3) treated Cardium duregnei de Boury ms as a synonym of C. echinatum and gave the illustration of a specimen from Le Croisic (Gulf of Gascony).

Acanthocardia echinata duregnei (with Cardium bullatum Locard as synonym) was reported by Parenzan (1974: fig. 230b), with a brief description: “40-50 mm. Forma pi- uttosto globosa, più alta che larga, con numero minore di coste radiali, più larghe degli interspazi, con solco centrale; superficie molto rugosa". It is not clear if Parenzan's record was based on actual material, or simply on liter- ature data.

Fischer-Piette (1977: p. 108) examined the type material of C. bullatum and remarked: “Ces coquilles ne se dis- tinguent en ríen de Cardium echinatum". Fie also report- ed a handwritten annotation by Locard on his own co- py of Coquilles marins des cotes de France : “An lieu de Car- dium bullatum (non Lk) Cardium Duregnei, nobis”. Ac- tually, C. bullatum Locard, 1892 is pre-occupied by C. bullatum Lamarck, 1819, currently synonymised with Pa- pyridea soleniforme (Bruguière, 1789) (Hylleberg, 2004).

As a fossil, after Monterosato (1891), C. duregnei was re- ported (as Cardium echinatum var. duregnei de Boury ms) by Foresti (1895: p. 286) from the Pliocene of the sur- roundings of Bologna, with the following annotations:

“La forma fortemente globulosa, la grossezza del guscio, le coste più larghe degli interstizi, piatte, con un solco profondo, la superficie rugosa specialmente negli spazi intercostali...”.

Choffat & Dollfus (1904: p. 744) reported Cardium echi- 135

Rafael La Perna

nation from Pleistocene deposits at Cabo Espichel, Por- tugal, remarking: "11 s'agit ici d'une légère modification du type, qui est intermédiaire entre le type et la variété Dure- gnei de Boury mss., signalée au large du tassili d'Arcachon; les cotes sont divisées en deux par un sillón assez profond dans lequel naissent les épines. Cependant le échantillons du Portugal sont moins obliques que les échantillons d'Arcachon figures comme exemples dans le Mollusques du Rousillon" (but the shell illustrated by Bucquoy et al. 1892 is from Le Croisic, not from Arcachon).

Sacco (1899: p. 38, pi. 9, figs 6-8) described C. echinatum var. gibba, from the Early-Middle Pliocene of the Asti hills (Piedmont), remarking that his var. gibba was the same as var. duregnei and Cardium gibbuti i Defrance, 1817. The latter was described from the Pliocene of Northern Italy (Defrance, 1817: p. 107): "Les coquilles de cette espéce sont globuleuses, équivalves: chaqué valve porte vingt grosses cotes lisses; dans le milieu de chacune d'elles, il se trouve une rainure sur laquelle on voit encore les restes de pointes obtuses qui y étaient attachées. L'espace entre chaqué

Fig. 1. Acanthocardia echinata (Linné, 1758) A-E. Syntypes of Cardium duregnei Monterosato, 1891 ex de Boury ms, Arcachon, Gulf of Gascony (Monterosato coll., Museo Civico di Zoologia di Roma, MZR 14815): A-C. 54.3 mm; D, E. 57.9 mm. F-l. Syntypes of Cardium gibbum Locard, 1892, Royan, Gulf of Gascony (Locard coll., Museum national d'Histoire naturelle, Paris): F, G. 47.8 mm; H, I. 46.2 mm. Size as antero-posterior length.

Fig. 1. Acanthocardia echinata (Linné, 1758) A-E. Sintipi di Cardium duregnei Monterosato, 1891 ex de Boury ms, Arcachon, Golfo di Guascogna (coll. Monterosato, Museo Civico di Zoologia di Roma, MZR 14815). A-C. 54,3 mm; D, E. 57,9 mm. F-l. Sintipi di Cardium gibbum Locard, 1892, Royan, Golfo di Guascogna (coll. Locard, Museum national d'Histoire naturelle, Paris): F, G. 47,8 mm; H, I. 46,2 mm. Dimensioni corrispondenti alla 1 36 lunghezza antero-posteriore.

còte est strie transversalement. Longueur, 54 millimètre (2 pouces); largeur égale. . . . Elle a les plus grands rapports avec le bucarde qu'on rencontre, h l'état non fossile, dans la Manche, et dont on voit une figure dans l'Encyclopédie, pi. 298, fig. 13". The illustration to which Defrance made reference, reproduced by Hylleberg (2004: p. 90, fig. 3), is Cardium echinatum. In the same work, Defrance de- scribed also Cardium mutabile, probably from the Plioce- ne of Italy, the description of which recalls A. echinata, A. deshayesii (Payraudeau, 1826) and A. I mudata (Se- quenza, 1879), a disregarded extinct species very close to A. deshayesii (La Perna & D'Abramo, in press).

The fossil material refereed to as C. duregnei by Monte- rosato was examined by Gignoux (1913: p. 412), with the following remarks: "M. di Monterosato avait cité le C. Duregnei panni les espèces atlantiques du Sicilien de Paier- me. Tout récemment il a eu Tobligeance de me communiquer les échantillons sur lesquels il basait cette citation et qui n'ont aucun rapport avec le véritable C. Duregnei. M. di Monterosato propose de leur appliquer le noni de C. Brocchii (Mayer). Pour rnoi, ce sont simplement des formes voisines des variétés Deshayesi et propexa, étudiées plus loin" (about Cardium deshayesii Pyraudeau, 1826 and C. pro- pexum Monterosato, 1891, see La Perna & D'Abramo, in press). In the same work, Gignoux (p. 412), stated that C. echinatum "type" (i. e. not C. echinatum var. mucronata

Poli, 1791) and C. duregnei are " formes atlantiques actuel- lement disparues de la Méditerranée” .

In the most recent literature, Cardium duregnei and C. bullatum are considered synonyms of Acanthocardia echi- nata (Voskuil, 1989; Voskuil & Onverwagt, 1989; Sabelli et al., 1990; Hylleberg, 2004; Ter Poorten, 2005; CLEMAM).

Discussion

The material of Cardium duregnei in the Monterosato collection (Museo Civico di Zoologia, Rome, MZR 14815, several complete shells and loose valves) is from Arcachon, Gulf of Gascony (Figs 1A-E, 3D, E). It is a rather robust cardiid, with 17-19 radial ribs bearing a well distinct central sulcus, from which short, subcylin- drical or roughly spoon-like spines arise (see the de- scription of the Acanthocardia spines by La Perna & D'Abramo, in press), closely matching C. duregnei as il- lustrated by Bucquoy et al. (1992). No fossil material of C. duregnei was found in the Monterosato collection. Two syntypes of Cardium bullatum from the Locard col- lection (Museum national d'Histoire naturelle, Paris) were examined from high resolutions photographs (Figs 1F-I, 3F). They are from Royan, Gulf of Gascony. This material has only small differences from that of C.

Fig. 2. Acanthocardia echinata (Linné, 1758). A-D. Flamborough Head, Yorkshire (England), 60 m: A-C. 59.2 mm, D. 42.1 mm (author's coll.). E. Sant Carles de la Rapita, Tarragona (Spain), 100 m, 57.9 mm (Crocetta coll.). F. Pozzuoli, Gulf of Naples, 30-50 m, 46.1 mm (Crocetta coll.). Size as antero- posterior length

Fig. 2. Acanthocardia echinata (Linné, 1758). A-D. Flamborough Head, Yorkshire (Inghilterra), 60 m: A-C. 59,2 mm, D. 42,1 mm (coll, dell'autore). E Sant Carles de la Rapita, Tarragona (Spagna), 100 m, 57,9 mm (coll. Crocetta coll.). F. Pozzuoli, Golfo di Napoli, 30-50 m, 46,1 mm (coll. Crocetta). Dimensioni corrispondenti alla lunghezza antera-posteriore.

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Observations on Cardium duregnei Monterosato, 1891 ex de Boury ms and C. gibbum Locard, 1892 (Bivalvla, Cardiidae)

Rafael La Perna

duregnei : the shell surface is slightly less "rugous" and the spines are less numerous and smaller. The syn- onymy between C. Indiatimi and C. duregnei can be thus confirmed.

Acanthoccirdia echinata has a wide latitudinal distribu- tion, from Norway Iceland south to Morocco and Ca- nary Islands, including the Mediterranean (Bucquoy et al., 1892; Tebble, 1966; Fischer-Piette, 1977). As recently discussed (La Perna & D' Àbramo, in press, with refer- ences), this species is notably variable in shape and sculpture, mainly according to a latitudinal trend. The northern specimens tend to be more inaequilateral and oblique in shape, with smaller, sharper spines (Figs 2A- D, 3 A, B), whereas the southern ones are generally more rounded and equilateral, with larger, distinctly spoon-shaped spines (Figs 2E, F, 3C). The southern morphotype, mainly known from the Mediterranean, has often been referred to as Acanthocardia mucronata (Poli, 1791) or A. echinata mucronata (references in La Perna & D'Abramo, in press). However, both morpho- types seem to occur, with different frequency, all through the geographic range, as remarked by Fischer- Piette (1977). It is worth noting that the syntypes of Cardium echinatum Linné, 1758 selected by Hanley (1855) (illustrations in Hylleberg, 2004: p. 845, 2nd and 3rd rows) have, at least in part, the characters of ''mucronata'' though they are from the "Northern Ocean" according

to Linné's description (1758: p. 679). An utmost case of variability was reported by La Perna & D'Abramo (in press: fig. 4L, M), who illustrated a Pleistocene shell with unusually large and robust spoon-shaped spines. The variability of A. echinata provides arguments against the hypothesis of a distinct taxonomic status for Cardium duregnei. Conversely, it can be considered a no- table case of variability of A. echinata. The main differ- ences from the "normal" shell of A. echinata are those remarked in the original descriptions of C. duregnei and C. bullatum, i.e. a more inflate, notably robust shell, with bipartite ribs, small spines and a "rugous" surface. Nor- mally, in A. echinata, the ribs bear a median ridge, from which the spines rise (Fig. 3A-C), whereas in the mate- rial of C. duregnei and C. gibbum the ribs have a shallow radial sulcus, filled with a thin spine-bearing ridge (Fig. 3D-F). The shell surface appears more coarsely wrin- kled, even somewhat beaded on the ribs (Fig. 3D, E), than in the normal shells of A. echinata. The shell shape is orbicular, rather different either from the northern morphotype (Fig. 2A-D) and the southern one (Fig. 2E, F). In shell shape, sturdiness and sculpture, the present form recalls Acanthocardia tubercolata (Linné, 1758), with which it could be inadvertently confused.

The interpretation of Cardium duregnei as a particular ecophenotype of A. echinata would require detailed data on the collecting localities, but some considerations can

Fig. 3. Acanthocardia echinata (Linné, 1758), sculpture details. A, B. Flamborough Head, 60 m, Yorkshire (England), same as Fig. 2D. C. Pozzuoli, Gulf of Naples, 30-50 m, same as Fig. 2F. D, E. Syntypes of Cardium duregnei Monterosato, 1891 ex de Boury ms: D. Same as Fig. 1A-C, E. Same as Fig. 2D. Scale bars = 5 mm.

Fig. 3. Acanthocardia echinata (Linné, 1758), dettagli della scultura. A, B. Flamborough Head, 60 m, Yorkshire (Inghilterra), stesso esemplare di Fig. 2D. C. Pozzuoli, Golfo di Napoli, 30-50 m, stesso esemplare di Fig. 2F. D, E. Sintipi of Cardium duregnei Monterosato, 1891 ex de Boury ms: D. Stesso esemplare di Fig. 1 A-C; E. Stesso esemplare di Fig. 2D. Scala (per tutte le Immagini) = 5 mm.

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Fig. 4. Acanthocardia echinata (Linné, 1758). Syntypes of Cardium echinatum var. gibba Sacco, 1899, Asti Hills, Piedmont, Early-Middle Pliocene (Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino): A, B. 62.2 mm (BS. 131 .01 .021), illustrated in Sacco (1899, pi. 9, fig. 6); C. 40.4 mm (BS.131 .01 .022), il- lustrated in Sacco (1899: pi. 9, fig. 8); D. 48.4 mm (BS.131 .01 .022), illustrated in Sacco (1899: pi. 9, fig. 7).

Fig. 4. Acanthocardia echinata (Linné, 1758). Sìntipi di Cardium echinatum var. gibba Sacco, 1899, Colline di Asti, Piemonte, Pliocene inferiore-medio (Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino) A, B. 62,2 mm (BS.131 .01 .021), illustrato in Sacco (1899, tav. 9, fig. 6); C. 40,4 mm (BS.131 .01 .022), il- lustrato in Sacco (1899: tsv. 9, fig. 8), D. 48.4 mm (BS.131 .01 .022), illustrato in Sacco (1899: tav. 9, fig. 7).

be drawn here. The Arcachon Bay, type locality of C. duregnei, is well known as a major centre for oyster far- ming. It is a wide (180 Km2) mesotidal lagoon with im- portant seawater exchanges with the Atlantic Ocean. The maximum water depth of main tidal channels is 20 m, the surface water temperature fluctuates annually between 1 and 30 °C, and the surface water salinity be- tween 22 and 32%o (Deborde et al., 2008). Interestingly, also the specimen of C. duregnei illustrated by Bucquoy et al. (1892) is from a mesotidal shallow lagoon on the Atlantic French coast, about 300 km north of Arcachon: Le Croisic, the most important centre for cockle ( Cera - stoderma edule) farming in France. The two syntypes of C. gibbum are from Royan, about 100 km north of Arca- chon, on the mouth of the Gironde estuary.

According to Guelorget & Perthuisot (1989), A. echinata can occur in the confinement zone II (Guelorget et al., 1983), characterized by the loss of strictly stenohaline species, where the penetration into the paralic domain can be considered effective. There are then evidences for regarding C. duregnei as a lagoon ecophenotype of A. echinata, adapted to sheltered, shallow water settings, with low salinity and, possibly, eutrophic conditions. The robust shell of this form may be an expression of "gigantism" in lagoon environment, due to the abun- dance of trophic input (Guelorget & Perthuisot, 1989).

It is worth remarking that also Cardium mucronatum sub- muticum Coen, 1941, described from Venice, has deeply grooved, bipartite ribs and few, very small spines (Coen, 1941: p. 169, fig. 10). The shell is more equilateral and elongate than in the material from the Gulf of

Gascony and nothing was said about the shell sturdi- ness, but this form seems somewhat similar to the form "duregnei".

Cardium echinatum var. gibba Sacco, 1899 (Fig. 4A-D) clearly falls within the variability of A. echinata, but the shell is rather delicate, not as sturdily built as in the form " duregnei ", and the radial ribs are feebly bipartite. Basing on the available material, the form "duregnei" is only known from the Gulf of Gascony. The Recent and fossil records from the Mediterranean (Locard, 1892; Parenzan, 1974; Monterosato, 1891; Foresti, 1895) need confirmations but, as a lagoon ecophenotype, it can be expected to have a wider distribution, either geographi- cally and stratigraphically.

Acknowledgements

I wish to thank several persons who provided help for the present work: Lionello Tringalli (Rome) who assist- ed me at the Monterosato collection. Serge Gofas (Universidad de Málaga) who prepared the photo- graphs of Cardium ballatimi, Daniele Ormezzano (Mu- seo Regionale di Scienze Naturali, Torino) for the loan of material from the Bellardi & Sacco collection, Fabio Crocetta (Naples) who made available specimens from his own collection and Paolo Crovato (Naples) for bibli- ographic help. A particular aknowledgement is to Serge Gofas, for his critical comments and constructive sug- gestions on an earlier version of the manuscript.

Work supported by Fondi di Ricerca d'Ateneo 2007 (La Perna).

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Observations on Cardium duregnei Monterosato, 1891 ex de Boury ms and C, gibbum Locard, 1892 (Blvalvia, Cardiidae)

Rafael La Perna

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Lavoro ricevuto il 10 settembre 2008 Lavoro accettato il I ■+ ottobre 2008

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Boll. Malacol., 44(9-12): 141-144(2008)

A new Rhinoclavis { Longicerithium ) species (Gastropoda,

Cerithiidae) from Philippines

Alberto Cecalupo

Via Grancino 6Y, 20090 Bucclnasco (Ml), Italy, acecalupo@yahoo. com

Abstract

Rhinoclavis (Longicerithium) taniae n. sp. is described based on material from shallow waters at Ballcasag and Balabac Islands (Philippines). The new species shows remarkable similarities only with Rhinoclavis (L.) longicaudata (A. Adams & Reeve, 1850), type species of the subgenus Longicerithium and the sole living species so far known for the subgenus.

Riassunto

Si descrive Rhinoclavis ( Longicerithium ) taniae n. sp., su materiale raccolto a 10-25 m di profondità da pe- scatori locali alle isole di Balicasag e Balabac (Filippine). La nuova specie è vicina a Rhinoclavis (Longiceri- thium) longicaudata (A. Adams & Reeve, 1850), specie tipo del sottogenere Longicerithium ed unica spe- cie vivente finora nota per questo sottogenere. La nuova specie si differenzia dalla specie tipo per diversi caratteri che riguardano soprattutto la forma della conchiglia e la scultura.

Key Words

Gastropoda, Cerithiidae, Rhinoclavis, Longicerithium, new species, Philippines.

Introduction

Thanks to the possibilities offered by telematic market- ing, it is today possible to obtain interesting specimens from shell dealers. With regards to the Cerithiidae, the choice among offered specimens is wide, but the in- traspecific variability of the species is so wide and com- plex that it is quite difficult to decide if we are facing with an undescribed species when only few, empty shells are available.

The study of cerithiid specimens from Philippines, re- vealed that some of them were a different species, misidentified as Rhinoclavis (Longicerithium) longicaudata (A. Adams & Reeve, 1850). The available material is not abundant (20 shells), but the characters are constant and clearly different from those of Rhinoclavis (L.) longi- caudata. A new species is described from this material.

Systematics

Family CERITHIIDAE Férussac, 1822 Genus Rhinoclavis Swainson, 1840 (type-species Murex vertagus Linnaeus, 1758) Subgenus Longicerithium Houbrick, 1978 (type-species Cerithium longicaudataum A. Adams & Reeve, 1850)

Rhinoclavis (Longicerithium) taniae n. sp.

Figs lA-O, 2B

Type material

Holotype, H 32.2 mm, D 8.2 mm Balicasag Island, Phi- lippines (Acquario Civico di Milano, ACQMI 0822502),

Paratype A, H 31.9 mm, D 9.7 mm, Balicasag Island. Pa- ratype B, H 30.1 mm, D 8.5 mm, Balicasag Island. Para- type C, H 28.2 mm, D 7.3 mm, Balicasag Island. Paraty- pe E, H 33.0 mm, D 8.9 mm, Balicasag Island. Paratype D, H 26.1 mm, 7.1 mm, Balicasag Island. Paratype F, H 36.0 mm, D 9.6 mm, Balicasag Island (Museo Civico di Storia Naturale, Milano, MSNM Mo 34150).

Type locality

Balicasag Island, about 6 Km SE of Panglao (SE of Bohol), Philippines.

Other material

Balicasag and Balabac (south of Palawan), Philippines, 13 shells (Cecalupo coll.).

Etymology

The name is a tribute to Tania, friend of the Author's family.

Distribution

The new species is only known from the Philippines (southern sector).

Description

Shell of medium size (holotype 32.2 mm in height, 8.2 mm in maximum diameter), robust, elongate-turreted, moderately slender, apical angle 22-25°, with 14-15 slightly convex teleoconch whorls. Last whorl about

Alberto Cecalupo

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one third of total shell height. Protoconch unknown. Suture incised, obscurely wavy. First 7-8 teleoconch whorls with thin spiral cords and axial riblets of similar strength, giving a delicate cancellate-beaded sculpture, each whorl with a weak varix. Sculpture of later whorls consisting of moderately strong axial prosocline ribs, numbering 11-12 per whorl, crossed by somewhat flat spiral cords, 4 dominant alternating with weaker cords, forming beads at intersections with axial ribs. Subsu- turai cord with well defined, roundish beads, 14-15 in number per whorl. Sculpture on last whorl weaker, mainly spiral, with well defined subsuturai beaded cord. Strong varix at about 360° from aperture. Colu- mella concave with moderate parietal callus; columellar plait very weak and internal, not always present. Aper- ture ovate, inclined. Outer lip well rounded, flared, crenulate, externally thickened by labial varix, internal- ly with weak denticle-like lirae. Siphonal canal marked- ly elongate, deep, strongly reflected leftward about 90° degrees to shell axis. Posterior sinus well distinct, mod- erately deep, bordered with a parietal plait slightly ex- tending into aperture. First 7-8 whorls always uniform- ly beige, then variable, generally with light to dark brown blotches, axially arranged, on white to greyish background and darkly coloured interspaces of subsu- turai beads. Columellar callus, outer lip and labial varix white; inside of aperture whitish, internally dark with brown-rusty spiral lines. Operculum and soft parts un- known.

Variability

No marked variability was observed in size, shape and sculpture, but the new species is variable in colour. The blotched pattern seems common (Fig. 1A-L), but shells with more uniform colour are also known, ranging from light brown (Fig. IM-O) to dark brown, as the me- larne shell illustrated by Poppe (2008: pi. 3, fig. 8), misi- dentified as Rhinoclavis (L.) longicaudnta.

Remarks

The sole living species so far known for Longicerithium is the type species, Rhinoclavis (L.) longicaudnta (A. Adams & Reeve, 1850) (Figs 1P-T, 2B). It is fairly well known in literature (Melvill, 1897; Houbrick, 1978;

Springsteen & Teobrera, 1986; Goto & Poppe, 1996; Hi- go et al., 1999, 2001; Cecalupo, 2006; Poppe, 2008), but not common in the collections, probably being a rare species with a restricted distribution (Philippines, Solo- mon and Fiji Islands). This species was firstly described as Cerithium attenuation by Philippi (1848: p. 21, 1851: pi. 1, fig. 2) and reported as Vertagus atteniiatus by So- werby (1865: p. 43, pi. 10, fig. 15) and as Cerithium (Ver- tagus) attenuatus by Tryon (1887: pi. 28, fig. 57). Ceri- thium attenuatimi Philippi, 1848 is preoccupied by C. at- tenuation Forbes, 1845, a fossil species from Greenland (Houbrick, 1978). The type material of C. longicaudatum is unknown, but Houbrick (1978) remarked: "Philippi's (1851) figure is a good representation and cannot be confused with any other Cerithium or Rhinoclavis spe- cies. I herein selected his figure (Tab. 2, fig. 2) to repre- sent the lectotype".

Rhinoclavis (L) gendinganensis (K. Martin, 1899), from the Pliocene of Java, seems the only fossil species of Longicerithium so far known. It is particularly similar to longicaudnta, as remarked by Houbrick (1978: p. 88): “R. gendinganensis differs from living longicaudnta only in having slightly large beads on the spiral cords sculptur- ing each whorl".

When describing Longicerithium as a subgenus of Rhi- noclavis, Houbrick (1978: p. 85) remarked: "Rhinoclavis longicaudnta has frequently been referred to the genus Rhinoclavis Swainson but it is so different from Rhino- clavis s.s. or other living and extinct cerithiid genera that I believe it and its precursors merit subgeneric recogni- tion. The slender, Turritella- like shape, small aperture and extreme length of the anterior canal are unique among cerithids. The slight median columellar plait does not extend into the aperture along the entire axis of the shell as in Rhinoclavis s.s. The sculptural pattern is costant on all whorls in contrast to that of all other rhinoclavid snails which show disparity between the sculpture on early whorls and that of the adult portion of the shell". In a later work, Houbrick (1988: p. 99) re- marked again the long siphonal canal of Longicerithium: "Long siphonal canals are common in many genera of the Cerithiidae and become pronounced in the genus Rhinoclavis Swainson and especially so in the subgenus Longicerithium Houbrick".

Rhinoclavis taniae n. sp. shows remarkable similarities with the type species of Longicerithium. The new species

Fig. 1. A-O. Rhinoclavis (Longicerithium) taniae n. sp A-B. Holotype, H 32.2 mm, D 8.2 mm (Acquario Civico di Milano, ACQMI 0822502), Balicasag Island, SE of Panglao, Philippines. C-D. Paratype A, H 31.9 mm, D 9.7 mm, Balicasag Island (Cecalupo coll.). E-F. Paratype B, H 30.1 mm, D 8.5 mm, Balicasag Island (Cecalupo coll.). G-H. Paratype C, H 28.2 mm, D 7.3 mm, Balicasag Island (Cecalupo coll.). I. Paratype D, H 26.1 mm, 7.1 mm, Balicasag Island (Cecalupo coll.). J. Paratype F, H 36.0 mm, D 9.6 mm, Balicasag Island (Museo Civico di Storia Naturale Milano, MSNM Mo 341 50). K- L. Paratype E, H 33.0 mm, D 8.9 mm, Balicasag Island (Cecalupo coll.). M-O. H. 22.8 mm, D 6.0 mm, Balabac Island, south of Palawan, Philippines (Cecalupo coll.) P-T. Rhinoclavis (Longicerithum) longicaudata (A. Adams & Reeve, 1850). P. H 39.3 mm, D 8.1 mm, Panay, Caridad, Philippines (Cecalupo coll.). Q. 35.0 mm, D 7.3 mm, Panay, Caridad, Philippines (Cecalupo coll.). R. H 35.1 mm, D 7.2 mm, Panay, Caridad, Philippines (Cecalupo coll.). S-T. H 46.2 mm, 9.7 mm, Negros, Bonbonon, Philippines (Cecalupo coll.).

Fig. 1. A-O. Rhinoclavis (Longicerithium) taniae n. sp. A-B. Olotlpo, H 32,2 mm, D 8,2 mm (Acquario Civico di Milano, ACQMI 0822502), Balicasag, a sud-est dl Panglao, Filippine. C-D. Paratipo A, H 31,9 mm, D 9,7 mm, Balicasag (coll. Cecalupo). E-F. Paratipo B, H 30,1 mm, D 8,5 mm, Balicasag (coll. Cecalupo). G-H. Paratipo C, H 28,2 mm, D 7,3 mm, Balicasag (coll. Cecalupo). I. Paratipo D, H 26,1 mm, 7,1 mm, Balicasag (coll. Cecalupo). J. Paratipo F, H 36,0 mm, D 9,6 mm, Balicasag (Museo Civico di Storia Naturale Milano, MSNM Mo 34150) K-L. Paratlpo E, H 33,0 mm, D 8,9 mm, Balicasag (coll. Cecalupo). M-O. H. 22,8 mm, D 6,0 mm, Balabac, a sud di Palawan, Filippine (coll. Cecalupo). P-T. Rhinoclavis (Longicerithum) longi- caudata (A. Adams & Reeve, 1850). P. H 39,3 mm, D 8,1 mm, Panay, Caridad, Filippine (coll. Cecalupo coll.). Q. 35,0 mm, D 7,3 mm, Panay, Caridad =1? (coll. Cecalupo). R. H 35,1 mm, D 7,2 mm, Panay, Caridad (coll. Cecalupo). S-T. H 46,2 mm, 9,7 mm, Negros, Bonbonon, Filippine (coll Cecalupo).

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A new Rhinoclavis ( Longicerithium ) species (Gastropoda, Cerithiidae) from Philippines

Alberto Cecalupo

Fig. 2. Detail of sculpture. A. Rhinodavis (Longicerithium) longicaudata (A. Adams & Reeve, 1850) B. Rhinodavis (Longicerithium) taniae n. sp.

Fig. 2. Dettaglio della scultura. A. Rhinodavis (Longicerithium) longi- caudata (A. Adams & Reeve, 1850). B. Rhinodavis (Longicerithium) ta- niae n. sp.

differs by being much less elongate and slender in shell shape, with a larger last whorl, greater apical angle (about 22°-25° vs 20°-21°) and a smaller height/ diame- ter ratio (4.61-4.67 in longicaudata, 3.54-3.60 in the new species). The whorls are slightly more convex in the new species. In both, the first 7-8 teleoconch whorls have a fine cancellate-beaded sculpture, but in the new species, a weak varix is also present up to the 5th-8th whorl. In Rhinodavis (L.) longicaudata the spiral sculp- ture consists of 9-10 cords of similar strength (Fig. 2A), whereas 8 spiral cords, stronger and weaker alternated, are present in the new species (Fig. 2B). The varices also have a different distribution: in both species two varices are present in the last whorl (one as a terminal labial varix), but in Rhinodavis (L.) taniae n. sp. there are weak varices on the first 6-7 whorls. The aperture is broader in the new species, the outer lip and the columellar cal- lus are markedly thicker. In both species, the columellar plait is very weak and not always developed (it is prob- ably formed when the fully adult stage is reached). It is worth noting that a well developed columellar plait is present in Rhinodavis s.s. The siphonal canal is shorter than in Rhinodavis (L.) longicaudata, but notably more reflected (about 90° in the new species, 60°-70° in longi- caudata).

The shell color is rather uniform in Rhinodavis ( L .) longi- caudata, brown or rusty, with ill defined axially elongate whitish blotches. In the new species, the first 7-8 teleo- conch whorls are uniformly beige (in all the examined shells) and the later whorls show a blotched pattern. However, shells with a more uniform colour are also known, as discussed about variability.

For Rhinodavis (L.) longicaudata, a maximum shell size of 57 mm in height, 13.5 mm in diameter, is known (a shell from Philippines) and a shell height of 46 mm was 144 recorded by Houbrick (1978), whereas fully grown

shells of the new species do not exceed 25 mm in shell height.

Acknowledgements

Thanks are due to Guido Poppe, who supplied the studied material, to Vittorio Garilli, who made useful comments on the manuscript, and Rafael Ta Perna for his kind assistance during the revision.

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Lavoro ricevuto il 20 giugno 2008 Lavoro accettato il 24 ottobre 2008

Boll. Malacol., 44 (9-12): 145-161 (2008)

Dati sulla malacofauna marina del Salente Ionico (Puglia).

Parte 1. Archaeogastropoda

Marco Portalatina

Via Consalvo di Cordova n.l/b, Gallipoli (LE), Italia, marcoportalatina@alice. It

Riassunto

Viene riportato un elenco di 73 specie di Archaeogastropoda presenti nelle acque del Salento ionico (Pu- glia meridionale), con osservazioni sulla distribuzione geografica e sugli ambienti di vita. Vengono eviden- ziati i ritrovamenti più significativi ed ampliati al Mar Ionio gli areali di diffusione di Emargmula tuberculosa (Libassi, 1859), Gibbuta vimontiae (Monterosato, 1884) e Calllostoma gualterianum (Philippi, 1848). Ven- gono discusse le diverse forme di Emargmula huzardii Payraudeau, 1826, E. fissura (Linné, 1758) e Jujubi- nus exasperatus (Pennant, 1777), e valutate le possibili implicazioni tassonomiche. Vengono forniti dati sull'ecologia di Sinezona cingulata (Costa O.G., 1861), Emargmula tenera (Locard, 1 892), E. sicula (Gray, 1825), E. fissura (Linné, 1758), e sulla morfologia conchigliare di Osilmus articulatus (Lamarck, 1822), Cal- llostoma dubium (Philippi, 1844) e C. gualterianum (Philippi, 1848).

Abstract

This paper deals with the Archaeogastropoda occurring in the Ionic waters of Salento (Southern Apulia), with remarks on their geographic distribution and habitats. The check-list includes 73 species. The geo- graphic ranges of Emargmula tuberculosa Libassi, 1859, Gibbuta vimontiae (Monterosato, 1884) and Cal- llostoma gualterianum (Philippi, 1848) are extended to the Ionian Sea. The forms of Emargmula huzardn Payraudeau, 1826, E. fissura (Linné, 1758) and Jujubmus exasperatus (Pennant, 1777) are discussed, with comments on their taxonomic implications. Observations are made on the ecology of Smezona clngulata (Costa O. G., 1861), Emargmula tenera Locard, 1892, E. sicula Gray J.E., 1825, E. fissura (Linné, 1758), and on the shell morphology of Osilmus articulatus (Lamarck, 1822), Calllostoma dubium (Philippi, 1844) and C. gualterianum (Philippi, 1848).

Parole chiave

Archaeogastropoda, Puglia, check-list, nuovi ritrovamenti, Mar Ionio, Mediterraneo.

Descrizione dell'area di studio

Introduzione

La malacofauna delle acque costiere ioniche salentine è stata sinora indagata piuttosto frammentariamente: mag- giori informazioni sono disponibili per la zona nord-oc- cidentale (Taranto-Porto Cesareo), mentre molto scarsi sono i dati per i settori meridionali. Inoltre, la maggior parte delle pubblicazioni sono anteriori al 1980 (Nord- sieck, 1973; Parenzan 1970, 1973; Di Geronimo, 1974). Anche i lavori più recenti hanno sempre riguardato zo- ne limitate della costa salentina, o biocenosi specifiche (Bedulli et al., 1986; Cinelli et al., 1988; Panetta et al., 2006). Recentemente è stato fornito un quadro più com- pleto (Trono, 2006), nel quale per la prima volta vengo- no riassunti tutti i dati noti per la malacofauna delle co- ste pugliesi. Anche in questo caso, però, scarseggiano i dati relativi alla distribuzione ed all'ecologia delle spe- cie.

Scopo di questo lavoro è Laggiornamento delle cono- scenze sulla malacofauna di questa parte del Mar Ionio, fornendo una check-ìist aggiornata e focalizzando l'at- tenzione su alcune specie finora note solo per altri set- tori del Mediterraneo. In questa prima parte verranno prese in considerazione (seguendo lo schema classifica- tivo di CLEMAM) le famiglie appartenenti al superor- dine Archaeogastropoda.

L'area studiata si estende lungo un tratto di costa di ol- tre 140 Km, fra le località di Torre Colimena (Manduria, Taranto) e Castro (Lecce) (Fig. 1). Le profondità di pre- lievo variano da 0 a 850 m circa (massima profondità raggiunta dallo strascico con motopescherecci) e inte- ressano ambienti compresi fra il piano sopralitorale e quello batiale, con una distanza massima dalla costa di circa 45 Km.

Le coste sono caratterizzate da biotopi molto vari: zone di litorale roccioso, costituito da calcari del cretaceo (Dell'Anna & Laviano, 1986; Permetta et al., 1986) e cal- careniti plio-quaternarie (Passeri, 1974; Cotecchia et al.,

1969); spiagge sabbiose e fangose (Viel, 1986). Sono inoltre presenti ambienti litorali molto particolari, come l'Isola di S. Andrea (2 Km circa al largo di Gallipoli), pozze e bacini salmastri naturali ed artificiali, risorgive e polle costiere, situate in alcuni casi a pochi metri di profondità.

Anche il piano infralitorale è caratterizzato da biotopi molto vari: fondi sabbiosi, ghiaioso-sabbiosi, rocciosi, praterie di cloroficee e di fanerogame marine ed ampie zone di mattes di Posidonia , nonché tutte le possibili gra- dazioni e sovrapposizioni di queste tipologie, fino a 35- 40 m (Cinelli et al., 1988 ed oss. pers.). In diverse stazio- 145

Marco Portalatina

ni è presente una particolare facies, il "coral ligeno pu- gliese" (Belmonte, 2000), tipico di quest'area. Esso si sviluppa generalmente già a partire dai 15-16 m e, al- meno fino a 25-30 m, è caratterizzato da biocostruzioni colonnari o a "tassello" non molto alte, formate da brio- zoi e corallinacee, intercalate a sedimento sabbioso-fan- goso.

Il piano circalitorale nell'area di studio comincia a non meno di 35 m di profondità, ed in alcune zone arriva fi- no a circa 200 m (massima profondità in cui sono pre- senti vegetali). All'aumentare della profondità i substra- ti vengono gradualmente ricoperti dal coralligeno. Il precoralligeno colonizza le parti più ombreggiate delle praterie di Posidonia oceanica (parti basali, pozze e canali intermattes). Al di sotto dei 45-50 m scompaiono le pra- terie di fanerogame marine, e i fondali detritici, sabbiosi e fangosi si alternano al coralligeno, che colonizza com- pletamente tutti i substrati duri primari e secondari, e in particolare i terrazzi sommersi di abrasione della for- mazione calcarea (Bianchi et al, 1984), presenti in tutta la zona, e particolarmente imponenti alle batimetrie ol- tre i 50 m. È molto frequente anche una particolare fa- cies di fondo detrítico, il maeri, molto meno comune nel resto del Mediterraneo, costituito da noduli algali rami- ficati ( Lithothamnium , Lithophyllum) e resti conchigliari (Damiani, 1986; Belmonte, 2000; Basso & Brusoni, 2004). Il piano batiale è costituito da distese di fango che occu- pano la massima parte della scarpata continentale. Solo

in alcune zone (Leuca) sono presenti vaste zone di fon- do roccioso con pendenze anche elevate (Rossi, 1986; dati pers. da rilevazione con ecoscandaglio).

I venti prevalenti sono lo scirocco ed il maestrale, segui- ti da tramontana e libeccio (Veniale et al., 1986).

La temperatura in inverno è più o meno costante, circa 14°, da 0 a oltre 800 m; in estate varia da 24°-26° (nei primi 5-6 m), fino a 14°, a 800 m (Gasparini, 1986). La salinità è mediamente pari al 38% (Belmonte, 2000); sot- toriva può diminuire in maniera importante in condi- zioni particolari (Cinelli, 1988).

Nel periodo invernale-primaverile una corrente superfi- ciale discendente dall'Adriatico penetra nello Ionio se- guendo la costa salentina; a S. Maria di Leuca devia verso Nord entrando nel Golfo di Taranto, per prose- guire verso Ovest lungo le coste Calabre. Nel periodo tardo-primaverile, essa si indebolisce e nella parte più interna del Golfo di Taranto si instaura progressiva- mente una corrente ad andamento antiorario (cicloni- ca). Il resto del golfo è interessato invece dalla corrente (anch'essa ciclonica) dello Ionio centro-settentrionale, a sua volta generata dalla grande Corrente Ionica-Atlan- tica che scorre, da Ovest verso Est, lungo tutto il Medi- terraneo meridionale. In condizioni sub-superficiali, la Corrente Levantina interessa la scarpata continentale Salentina. Le correnti ad natiche profonde, oltrepassato il Canale d'Otranto, interessano probabilmente la scar- pata continentale e il piano batiale fra Castro e S. Maria

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146

Fig. 1. Area di studio e località di raccolta. Fig. 1. Study area and collecting localities.

di Leuca (Peñas et al., 2005; Cognetti et al., 2004; Gaspa- rini, 1986; Bianchi et al., 1984; Veniale et al., 1986).

Materiali e metodi

È stato studiato il materiale raccolto in un arco tempora- le di circa 12 anni, dal 1995 ad oggi. Le tecniche di rac- colta sono diverse, a seconda della profondità e del tipo di fondale. Sono state definite quattro zone, per le quali sono state utilizzate modalità di raccolta differenti.

A. Zona soprali torale-intertidale e frangia infralitorale (fino a 1 m di profondità): raccolta a vista o con retino a doppia maglia (anteriore di 5 mm, posteriore di 2 mm), e raccolta di materiale spiaggiato.

B. Zona infralitorale (fra 1 e 15-20 m circa): raccolta a vi- sta o prelievo di detrito mediante immersioni in apnea.

C. Zona infralitorale/circalitorale (fra 20 e 80 m circa): materiale proveniente dal detrito di reti da posta, da nasse e da vecchi grovigli di reti o di palamiti recupera- ti dai pescherecci.

D. Zona circalitorale profonda/batiale (da 90-100 m a 800-850 m): Il materiale (relitti, bidoni, grovigli, massi, concrezioni di coralligeno ecc.) proviene dalle reti dei pescherecci che operano la pesca a strascico. La rete a strascico penetra nel sedimento solo per pochi centime- tri ed il materiale raccolto proviene quindi dagli strati più superficiali. Ciò permette di escludere la raccolta di materiale più antico dai livelli sottostanti (Rossi, 1986; Viel et al., 1986).

Il detrito spiaggiato è stato sottoposto ad asciugatura e poi setacciato attraverso maglie di 10, 2 e 0,5 mm; se ne- cessario, è stata effettuata un'ultima selezione del detri- to più sottile, tramite agitazione e successiva asporta- zione con aspiratore della frazione flottante. Il detrito raccolto direttamente dal fondale o recuperato da reti e nasse, è stato invece vagliato in acqua.

Località di raccolta

A0. Torre Colimena (Manduria). Costa di natura calca- renitica. Fondali rocciosi con sacche sabbiose, con popo- lamenti a Cystoseira e corallinacee (Fanelli et al., 1997). Al. Punta Prosciutto (Porto Cesareo). Costa calcareniti- ca. Fondali antistanti sabbiosi con affioramenti rocciosi. A2. Torre Lapillo (Porto Cesareo). Litorale sabbioso, con fondali sabbiosi e rocce affioranti.

A3. Torre Chianca (Porto Cesareo). Ampia baia con lito- rale sabbioso. Fondali sabbiosi con praterie di Zoste- racee che a sud passano a fondali roccioso-sabbiosi.

A4. Penisola della Strea (Porto Cesareo), litorale esterno (lato Ovest). Costa rocciosa calcarenitica che, dopo i pri- mi 2-3 m con densi popolamenti a Cystoseira, si appro- fondisce rapidamente fino a 18-20 m, passando ad un fondo sabbioso con Posidonia. È presente una piccola la- guna poco collegata al mare aperto con fondo sabbioso- fangoso a Zosteracee.

A5. S. Isidoro (Nardo). Piccola baia con litorale sabbio- so. Fondali sabbiosi a Zosteracee, a Caulerpa prolifera e Caulerpa racemosa, con affioramenti rocciosi al largo. Po- co a Sud si trova la riserva naturale “Palude del Capita-

no" caratterizzata da doline e bacini da crollo con acque salmastre a salinità variabile.

A6. S. Caterina (Nardo). Arenile isolato, all'interno di una insenatura calcarea. Fondale prospiciente roccioso.

A7. Gallipoli, località "Rivabella". Litorale sabbioso, con bassofondo sabbioso-roccioso.

A8. Isola di S. Andrea (Gallipoli). Costa calcarenitica. È presente una laguna interna (massima profondità 70 cm) con fondo fangoso-sabbioso a Zosteracee.

A9. Baia di Gallipoli. La costa, fino a Punta Pizzo, è pre- valentemente calcarenitica con piccoli arenili. Fondali ini- zialmente sabbioso-rocciosi, poi con mattes di Posidonia.

AIO. Mancaversa (Marina di Taviano). Litorale roccioso (calcareniti, dune fossili), con piccoli arenili. Fondali rocciosi, alternati a sabbia e popolamenti a Posidonia.

All. Torre S. Giovanni-Lido Marini (Marina di Ugento).

Litorale calcarenitico a Nord della zona portuale, sab- bioso a Sud.

A12. Torre Mozza (Marina di Ugento). Alternanza di arenili e scogli. Fondale roccioso-sabbioso.

A13. Torre Pali (Salve). Litorale e bassofondo (da 0,5 a 2 m) roccioso-sabbioso con Zosteracee e affioramenti di "terreni rossi" semiconsolidati (Cotecchia et al., 1969).

Sui substrati rocciosi è presente un trottoir a Dendropoma petraeum e Lithothamnium.

A14. Torre Vado (Morciano di Leuca). Litorale sabbioso che si sviluppa in direzione Nord-Est per diversi Km.

Fondali sabbiosi. Alla profondità di 2-3 m, comincia a svilupparsi il posidonieto.

A15. S. Maria Di Leuca (Morciano di Leuca). I ritrova- menti si riferiscono alle acque del porto.

Bl. Torre Colimena (Manduria). A 4-8 m di profondità è presente un'ampia piattaforma calcarenitica, preceduta da fondale roccioso-sabbioso. Localmente è presente del detrito conchiglifero grossolano.

B2. Punta Prosciutto (Porto Cesareo). Piattaforma calca- renitica fortemente fratturata che degrada fino a 12-15 m, con sacche di sedimento conchigliare. Negli anfratti si sviluppano popolamenti di tipo coralligeno.

B3. Torre Lapillo (Porto Cesareo). Substrato roccioso a Chondrilla nucida e spugne incrostanti, che al largo si in- terrompe formando una scarpata con popolamenti di ti- po coralligeno a Cìadocora caespitosa. Oltre la scarpata, il fondale è sabbioso, pianeggiante, con popolamenti a "coralligeno pugliese".

B4. Porto Cesareo, laguna interna. Stazione con popola- menti diversi, varianti da quelli tipici di condizioni eu- rialine ed euriterme (Pérès & Picard, 1964) con popola- menti a Cerastoderma glaucum (Poiret, 1789) e Potámides conicus (Blainville, 1829) a quelle francamente marine di fondo duro e di Posidonieto. Sono presenti anche prate- rie di Cymodocea nodosa e Caulerpa prolifera, quest'ultima in forte regressione.

B5. S. Isidoro (Nardo). Piattaforma calcarea, con sacche sabbiose, a profondità variabili fra 4 e 20 m.

B6. Torre dell'Alto, S. Caterina, S. Maria al Bagno (Nar- do), La Reggia (Galatone). Rocce calcaree, che si appro- fondiscono velocemente fino a 15-18 m, su un fondale sabbioso con Posidonieto e "coralligeno pugliese", che a Punta dell'Aspide inizia già a 12 m di profondità. Tut- 147

Dati sulla malacofauna marina del Salento Ionico (Puglia) Parte 1 , Archaeogastropoda

Marco Portalatina

te le parti poco esposte alla luce sono ricoperte da coral- ligeno a Peyssonnelia e Myriapora (Fanelli et al., 1997).

B7. Gallipoli Nord, località "Lido Conchiglie", "Riva- bella", "Torre Sabea" ed "Ospedale vecchio". Fondali calcarenitici e sabbiosi, spesso ad oloturie (Tortonese, 1965). A 12-15 m, inizia il posidonieto, misto a popola- menti a Cladophora prolifera.

B8. Gallipoli, "Secca del Rato". Di natura calcarenitica, con cappello a 2 m e ricchi popolamenti fotofili fino a 15-18 m. Nelle zone in ombra si sviluppano popola- menti di tipo coralligeno. Nelle aree adiacenti, a partire da 18-20 m, è presente il posidonieto.

B9. Gallipoli, località "La Purità", "Isola del Campo", "zona delle Mura". Substrati calcarenitici con biocenosi ad alghe fotofile. Negli anfratti e nelle cavità, si svilup- pa il coralligeno a briozoi (Myriapora truncada, Schizobra- chiella) e corallinacee. Il posidonieto inizia a meno di 1 m, alternato a sacche sabbiose e roccia, e a 20 m circa raggiunge la massima densità.

B10. Isola di S. Andrea (Gallipoli). Fra 0 e 18-20 m sono presenti calcareniti fortemente fratturate, che passano a posidonieto, "coralligeno pugliese" e fondali sabbiosi. Il coralligeno si sviluppa anche a profondità inferiori ai 2 m, nelle parti non esposte alla luce diretta. Sono presen- ti popolamenti a Caulerpa prolifera, in forte regressione a causa della competizione con C. racemosa, fortemente invasiva in tutta l'area.

Bll. Gallipoli, località "Le Pentite". Tratto sottocosta calcarenitico, seguito da fondi sabbiosi, mattes di Posido- nia miste ad affioramenti calcarenitici. Al largo, a partire da 9 m, è presente il posidonieto.

B12. Baia di Gallipoli. 11 fondale è sabbioso fra i 2 e i 6 m, in alcuni tratti con popolamenti a Zosteracee. A par- tire da 10-12 m è presente il posidonieto.

B13. Mancaversa (Marina di Taviano). Il fondo è roccio- so con popolamenti a Padina, Dyctiota e Halimeda, e sac- che sabbiose. Il posidonieto è presente già a partire da 3 m di profondità.

B14. Marina di Salve, località "Li Pali". Fondale roccio- so e sabbioso roccioso fino a 10-13 m, localmente con popolamenti a Posidonia. Oltre i 15 m, si sviluppa il "co- ralligeno pugliese".

B15. S. Maria Di Leuca (Morciano di Leuca), fra Punta Ristola e la zona portuale. Fondo roccioso con popola- menti fotofili, sacche sabbiose, e zone isolate a Posido- nia. Oltre i 10-12 m compare il coralligeno su roccia.

Cl. Porto Cesareo, 12-30 m. Materiale proveniente da reti da posta, riferibile a fondali con praterie di Clado- phora prolifera, coralligeno e sabbie conchiglifere.

C2. Porto Cesareo, 30-45 m. Materiale da reti da posta e nasse proveniente da popolamenti a Cladophora prolifera e Posidonia oceanica. Sono presenti anche elementi tipici di biocenosi fotòfile e coralligeno.

C3. Porto Cesareo, 50-70 m. Materiale proveniente da reti da posta, riferibile a coralligeno, maerl e, per bati- metrie maggiori, a fondali fangosi.

C4. S. Caterina, 30-35 m. Materiale proveniente da nasse e reti da posta, riferibile a praterie di Cladophora prolifera su fondali detritici, con presenza di zone a coralligeno.

1 48 C5. S. Caterina, 40-55 m. Materiale proveniente da reti

da posta riferibile a coralligeno, posidonieto e fondo de- trítico. Degna di nota è la presenza, sulle pareti di una secca, del madreporario coloniale Lophelia pertusa, fino- ra considerato esclusivamente batiale (Riedl, 1991).

C6. Gallipoli, 30-40 m. Materiale proveniente da nasse operanti su fondali sabbiosi con posidonieto e praterie di Cladophora prolifera.

C7. Gallipoli, 50-80 m. Materiale proveniente da reti da posta: i tremagli vengono posizionati su terrazzi e scar- pate rocciose a coralligeno.

C8. Gallipoli, 50-70 m. Materiale proveniente da reti da posta simile a quello di C7. Alla base della scarpata il fondo è di tipo maerl.

C9. Gallipoli, 30-40 m. Il materiale recuperato dalle nas- se è riferibile al posidonieto, con aree a sedimento sab- bioso-conchiglifero.

CIO. Mancaversa, 50-70 m. Materiale proveniente da re- ti da posta operanti su fondali rocciosi con coralligeno a Myriapora truncata.

Cll. Torre Pali-TorreVado, 25-35 m. Materiale prove- niente da reti da posta, riferibile a biocenosi fotofile di fondi duri ad Halimeda tuna, con sacche di sedimento sabbioso conchiglifero.

C12. Torre Pali, 40-50. Materiale proveniente da reti da posta, riferibile a popolamenti a Rodoficee. Sono presen- ti anche elementi tipici del coralligeno e di fondi a maerl. C13. Torre Vado, 60-80 m. Materiale proveniente da reti da posta: i pescherecci operano su fondali a coralligeno di piattaforma e fango.

C14. S. Maria di Leuca, 25-35 m. Materiale proveniente da reti da posta, con fauna tipica di biocenosi fotòfile di substrato duro e di tipo coralligeno.

C15. Marina Di Novaglie, Tricase Porto, 60-80 m. Materiale proveniente da reti da posta: i tremagli opera- no su fondali rocciosi a coralligeno, e detritici.

C16. Castro Marina, 80-100 m. Materiale proveniente da un groviglio di nylon e da reti da posta, riferibili ad un fondale detrítico organogeno.

DI. Bacino di Gallipoli, zona Nord (fra Torre dell'In- serraglio e Torre Sabea), 150-300 m. Materiale prove- niente da strascico su fondi fangosi e sabbioso organo- geni (alle batimetrie minori).

D2. Bacino di Gallipoli, zona Sud, 300-850 m. Materiale proveniente da strascico su fondali fangosi. Sono pre- senti frammenti di concrezioni con Neopycnodonte coch- lear (Poli, 1795) e, raramente, Madrepora oculata.

D3. S. Maria di Leuca, 150-200 m. Materiale proveniente da strascico su fondali detritico-sabbiosi fortemente conchigliferi, fangosi nella parte più esterna. Sono pre- senti blocchi di concrezionamento coralligeno.

D4. S. Maria di Leuca, 250-700 m. Materiale da strascico su fondali fangosi. Sono presenti blocchi concrezionati a corallo bianco, anche di notevoli dimensioni.

Risultati

In Tab. 1 sono riportate le 73 specie ritrovate e le relati- ve località di raccolta. Quattro specie (C alliostoma gualte- rianum, Skenea serpuloides, Dikoleps nitens, Gibbula leuco- phaea) risultano citate nelle liste S.I.M. per le province di

Lecce e Taranto (Trono, 2006), senza altre informazioni. Una specie (Anatoma crispata) risulta presente nell'elen- co della collezione Parenzan, conservata presso la Sta- zione di Biologia Marina dell'Università del Salento a Porto Cesareo (Trono, 2006). Altre dodici specie risulta- no nuove per le acque Ioniche del Salento. Tre specie sono segnalate per la prima volta per il Mar Ionio. Vengono di seguito commentate le specie più interes- santi.

Tectura virgínea (Mueller O. E, 1776)

Questa specie non è mai stata ritrovata al di sopra di 30 m di profondità nell'area di studio, e mai a Nord di Gallipoli. La maggiore quantità di esemplari è stata trovata in un groviglio di nylon in località C16. La massima profondità di ritrovamento è di 300-400 m (D4), ma è possibile che si tratti di conchiglie provenienti da batimetrie minori.

Propilidium exiguum (Thompson, 1843) (Fig. 2A, B)

Un unico esemplare, proveniente da una grossa colonia di Madrepora oculata. Si tratta della prima segnalazione di questa specie per le acque ioniche del Salento.

Lepetella laterocompressa (De Rayneval & Ponzi, 1854) (Fig. 2C, D)

È la prima segnalazione per le acque ioniche del Sa- lento. Il materiale proveniente da CIO si riferisce ad un fondale coralligeno a 45 m, mentre quello di D3 provie- ne da reti a strascico (150 m circa).

Bogia labronica (Bogi, 1984) (Fig. 2E, F)

Si tratta della prima segnalazione per le acque ioniche del Salento. Il materiale proviene da reti a strascico (300 m circa) operanti al largo di S. Maria di Leuca.

Copulabyssia corrugata (Jeffreys, 1883) (Fig. 2G)

E la prima segnalazione per le acque ioniche del Sa- lento. Il materiale proviene da reti a strascico (120-150 m) operanti al largo di S. Maria di Leuca.

Emarginala adriatica (Costa O.G., 1829) (Fig. 3A-F)

Questa specie è segnalata per la prima volta nelle acque costiere ioniche del Salento. La provenienza di un esem- plare da un fondale di 20-25 m costituito da sabbia grossolana e coralligeno (Cl) è inusuale, in quanto la specie è tipica di acque più profonde, anche se esistono altri ritrovamenti in fondali superficiali (Piani, 1984). È probabile che nella zona in questione siano presenti, an- che a modeste batimetrie, condizioni favorevoli allo svi- luppo del coralligeno a cui questa specie è generalmen- te associata, come descritto da Parenzan (1973) e verifi- cato tramite osservazione in immersione. Tutti gli altri esemplari provengono da coralligeno profondo: in par- ticolare alcuni esemplari di S. Maria di Leuca sono stati reperiti viventi in un relitto (tubo metallico) e in inter- stizi di massi concrezionati dragati a 200 m.

Emarginala fissura (Linné, 1758) (Fig. 3G-0)

Dall'esame del materiale di questa specie, è risultata evidente la presenza di due distinte morfologie, com-

prese fra quelle riportate da Piani (1984) come sinonimi di Emarginala fissura. Un esemplare, privo di parti molli ma freschissimo ed integro da S. Maria di Leuca (200- 300 m), corrisponde ad Emarginala subdepressa (Jeffreys,

1865) (Fig. 3G-I). La superficie interna della conchiglia presenta una diffusa, tenue iridescenza madreperlacea bianco-celeste. Diversi esemplari, di cui tre con residui di parti molli, e con periostraco di colore giallastro, cor- rispondono morfologicamente ad Emarginala incurva (Jeffreys, 1865) (Fig. 3L-0) e sono stati estratti da cavità in massi concrezionati dragati fra 150 e 500 m. Tutte le conchiglie fresche presentano dal lato interno, nelle vi- cinanze del margine, strie madreperlacee biancastre concentriche. Gli esemplari di S. Maria di Leuca sono stati reperiti in sedimento contenente frammenti freschi di Madrepora oculata, in blocchi concrezionati (D3), e nel detrito trattenuto da un vecchio groviglio di rete da strascico, raccolto a 400 m circa e colonizzato da M. ocu- lata. Dall'esame degli esemplari, risulta evidente la net- ta differenza fra le due morfologie di E. fissura reperite, così come ben riassunte da Piani (1984), senza che si sia riscontrata la presenza di esemplari intermedi.

Emarginala huzardii (Payraudeau, 1826)

È piuttosto frequente nell'infralitorale e circalitorale, lun- go tutto il tratto di costa preso in esame, ad una profondi- tà massima di 50 m circa. È stata effettuata anche la ricer- ca di esemplari vivi, sulla superficie inferiore di grosse pietre, oppure in anfratti e pareti in presenza di enclavi a coralligeno, senza risultati. L'unico esemplare vivente è stato estratto da un profondo interstizio di un grosso con- crezionamento di coralligeno, impigliato in reti da posta a 30 m. È quindi probabile che, analogamente a quanto avviene per altre specie di Emarginala, questi molluschi vivano rifugiati in cavità del substrato roccioso.

Nel materiale sono rappresentate sia conchiglie con morfologia tipica, prevalentemente di dimensioni me- dio-piccole, che conchiglie morfologicamente confron- tabili con Emarginala crebrisculpta (Coen, 1939) ed E. di- vae (Van Aartsen & Carrozza, 1996). Comunque, la mag- gior parte degli esemplari presenta caratteristiche mor- fologiche intermedie. Le indagini morfometriche (Por- talatina, in stampa), suggeriscono che E. crebrisculpta ed E. divae andrebbero considerate come semplici varianti morfologiche dell'unica specie £. huzardii.

Emarginala octaviana (Coen, 1939)

Questa specie è stata reperita frequentemente, soprattutto a Nord di Gallipoli, a profondità comprese tra 0 e 45 m.

Emarginala rosea (Bell T., 1824)

È una specie relativamente comune, riscontrata a pro- fondità variabili fra 30 e 200 m.

Emarginala sicula (Gray J.E., 1825)

È ben rappresentata in molte località, da A0 ad A 7, an- che nella morfologia corrispondente ad E. squamulosa (Aradas, 1846), considerata sinonimo di E. sicula da Pia- ni (1984). Non è mai stata ritrovata a Sud di Gallipoli.

Tutti gli esemplari provengono da materiale spiaggiato, 1 49

Dati sulla malacofauna marina del Salento Ionico (Puglia). Parte 1 . Archaeogastropoda

Marco Portalatina

lectura virgínea

D3-C9-C13-C16*

Patella caerulea

A0-A1-B1-A2-A4-A5-A6-A7-B7-A8-A9-A10-A11-A14-A15

Patella rustica

A0-A1-A2-A4-A5-A6-B6-A7-A8-A9-A10-A11-A14-A15

Patella ulyssiponensis

A1-A2-A4-A5-A6-A7-A8-A9-A10-A13-A15

Propilidium exiguum

2

D4

Lepetella laterocompressa

2

C10-D3

Bogia labronica

2

D4

Copulabyssia corrugata

2

D4

Emarginala adriatica

2

Cl-C10-C15*-D3*

Emarginala fissura

Dl*-D3*-D4

Emarginala huzardii

A0-A1-B1-A2-B2-B3-A4-A5-B5-B6-B7-A9-C9-C10-A11-C11-C12

Emarginala octaviana

A0-A1-B1-A2-A3-A5-B5-A6-B6-A7-B7-A9-B9-B12-C10-C11

Emarginala rosea

C1-C3-C8-C10-C13-D1-D3-D4

Emarginala sicula

A0-A1 -A2-A3-A4-A5-B5

Emarginala tenera

B6-C16

Emarginala tuberculosa

3

D4

Diodora dorsata

A5-C15-C16

Diodora gibberula

A0-A1-B1-A2-B3-A4-B4-A5-B5-A6-B6-A7-B7-A9-B9-A10-C10-A12-D3-

C15-C16

Diodora graeca

A3-A4-C2-C7- A 10-B1 2-C1 0-C 1 2

Diodora italica

A2-B3-C3-B4-A5-B5-B6-B7-B8-B10-C9-C10

Fissurella nubecula

A2- A4- A5-B5- A6- A7- A9- A9- A 1 2

Scissurella costata

A3-B6-B7-A9-C9-C10-C12-D3-C16

Anatoma crispata

1

C10-D3-D4

Anatoma umbilicata

2

C16

Sinezona cingulata

A5-A7-A9

Haliotis tuberculata tuberculata

A0-A1-B1-A2-A3-A4-C1-A5-B6-B7-B9-B12-B13-A12-B14-C13-A15

Homalopoma sanguineum

A0-A1-B1-A2-A4-C1-A5-A6-B6-B7-C7-A12-B12-A13-B14-C13-A15-C16

Bolma rugosa

A0-A1-C2-B4-B6-B7-C6-B9-C9-C10-C11-C14-C16

Tricolia pullus pullus

A0-A1-B1-A2-A3-C1-A5-B5-A6-B6-A7-B9-A9-A10-B12-A12-A13-C11-A14

Tricolia speciosa

A0-A1-B1-A2-B4-C1-A5-B5-C6-B11-B9-A9-A10-B12-A12-C11-C15

Tricolia tenuis

A0-A1-B1-A2-A3-C1-A5-A6-A7-B7-C6-B9-A9-B12-A12-A10-B14

Danilia costellata

C15*-D3-D4

Putzeysia miseri

2

D3-D4*

Clanculus corallinus

A0-A1-B1-A2-A3-A4-C1-A5-B5-B6-B7-B9-C10-B14-C11-C12-A15

Clanculus cruciatus

A0-A1-B1-A2-A3-A4-B4-A5-C1-B6-A7-B7-A9-A10-B12

Clanculus jussieui

A0-A1-B1-A2-A3-A4-A5-B4-C1-B5-B6-B7-A9-B12

Clelandella miliaris

C15*-D3

Gibbuta adansonii adansonii

A0-A1-A2-A3-A4-A5-B4-C1-B5-B6-B9-B14-B15

Gibbuta urdens

A0-A1-B1-A2-A3-A4-C1-A5-B5-B7-C9-C10-C11-C12

150

Gibbula divaricata

A1-A2-A3-A4-A5-B5-A6-A7-A9-B9-A12-A13-A14-A15

Gibbuta familiari

A0-A1-B1-A2-A3-B3-A4-C1-A5-B5-C3-C5-B7-C6-C7-A9-B9-B11-C13-C14-

C16

Gibbuta guttadauri

AO-B 1 -A2-A4-C 1 -C2-C3-A5-B7-B9-C1 0-C 12-C 1 3

Gibbula leucopìmea

1

B12

Gibbula magus

C1-C2-C4-C6-C7-C15

Gibbula philberti

A0-A1-A2-A3-A4-A5-A7-A9-A10-B14

Gibbula rackettii

A2-A4*-A5-B5-B6-A9-B9*

Gibbula rarilineata

A5-A6-A7-B12-A14

Gibbula turbinoides

A0-A1-B1-A2-A3-A4-C1-A5-B5-B6-B7-B9-B13-B14-A15-B15

Gibbula umbilicaris umbilicaris

A0-A1-B1-A2-A3-A4-A5-B5-C1-B6-A7-B7-B12-B14-C11-A14-B15

Gibbula varia

A0-A1-B1-A2-A3-A4-A5-B5-B6-A9-B9

Gibbula vimontiae

3

A2-A4*-A5-B9*

Osilinus articulatus

A0-A2-A3-A5-B5-A7-A8-A13

Osilinus turbinatus

A0- Al - A3- A5-B5-B6- A7- A8-A9-B9

Phorcus mutabilis

A1-A5

Phorcus richardi

A0-A5-A6

Jujubinus exasperatus

A0-B1-A2-A3-A4-A5-C1-C5-B6-A9-B7-B9-C9-A10-B12-B13-C10-A13-C11- C 1 2-C 1 3-D3-C 1 4-D3

Jujubinus exasperatus mori. " monterosatoi"

A0-A1-A3-A4-A6-B6-C5-B7-A9-B9-A10-B12-B13-C10-C11-A12-C14-C15-

C16

Jujubinus montagui

2

C7*-C10*-D3

Jujubinus striatus striatus

A0-A1-B1-A2-A3-C1-A4-A5-A6-B6-B7-C7-B9-C9-A10-A12-C11-A14-C12-

B15-C15-C16

Jujubinus tumidulus

2

D2

Calliostoma conulus

C 1 - A4-C7-C9-C 1 0-C 1 1 -C 1 3-C 1 5

Calliostoma dubium

B4-C 1 -C2- A7-B9-C8- A9-C9-C1 1 -C 1 3

Calliostoma granulatimi

C10-C15-D3

Calliostoma gualterianum

1, 3

C7*

Calliostoma laugieri laugieri

A0-A3-C1-C2-A4-A5-B6-A7-B7-B9-C6-A9-A10-C10-A13-C11-C12-C14

Calliostoma zyzyphinum

C3-C8-C9-C10-D1-D3-C16

Skenea catenoides

2

D3-C16

Skenea pelagia

2

A9

Skenea serpuloides

1

C8-C10

Dikoleps nitens

1

C9-C16

Skeneoides exilissima

2

A7-A9-C16

Smaragdia viridis

A0-B1-C1-A4-A5-A9-B9-C9-A10-B12-A12-A13

Theodoxus fluvialitis

A0-A1-A2-A5

Tab. 1. Elenco delle specie e località di raccolta. Legenda: 1 = specie citate nelle liste S.I.M. o nell'elenco della collezione Parenzan per le coste Salentine, ma senza località, alcun altro dato; 2 = specie segnalate per la prima volta per le acque Ioniche del Salento; 3 = specie segnalate per la prima volta nel Mar Ionio; * = località in cui sono stati ritrovati esemplari con parti molli (solo per specie di particolare interesse).

Tab. 1. Species list and collecting localities. Symbols: 1 = species reported for the Salento coast in the S.I.M. lists or in the list of the Parenzan collec- tion, without additional data; 2 = first record for the Ionic Salento; 3 = first record for the Ionian Sea; * = localities where material with soft parts was recovered (only for species of special interest).

151

Dati sulla malacofauna marina del Salento Ionico (Puglia). Parte 1. Archaeogastropoda

Marco Portalatina

Fig. 2. A, B Propilidium exiguum (Thompson, 1843), 2,4 mm, D4. C Lepetella laterocompressa (De Rayneval & Ponzi, 1854), 1,6 mm, D3 D

Lepetella laterocompressa (De Rayneval & Ponzi, 1854), 1,7 mm, CIO. E, F. Bogia labronica (Bogi, 1984), 2,2 mm, D4. G. Copulabyssia corrugata

(Jeffreys, 1883), 1,5 mm, D4. FI, I. Anatoma crispata (Fleming, 1828), 2,2 mm, CIO L, M. Anatoma umbilicata (Jeffreys, 1883), 1,6 mm, Cl 6. N, O Sinezona cingulata (Costa O.G., 1861), 1,0 mm, A9.

Fig. 2. A, B Propilidium exiguum (Thompson, 1843), 2.4 mm, D4. C Lepetella laterocompressa (De Rayneval & Ponzi, 1854), 1.6 mm, D3 D

Lepetella laterocompressa (De Rayneval & Ponzi, 1854), 1.7 mm, CIO. E, F. Bogia labronica (Bogi, 1984), 2.2 mm, D4. G. Copulabyssia corrugata

(Jeffreys, 1883), 1.5 mm, D4. H, I. Anatoma crispata (Fleming, 1828), 2.2 mm, CIO. L, M. Anatoma umbilicata (Jeff reys, 1 883), 1.6 mm, Cl 6. N, O Sinezona cingulata (Costa O.G., 1861), 1 .0 mm, A9.

e in località dove il mare antistante è poco profondo an- che per diverse centinaia di metri dalla linea di costa.

Emarginula tenera (Locard, 1892)

1 52 Questa specie è stata reperita in due sole località: una a

80-100 m su coralligeno, l'altra a soli 4 m, nel sedimento melmoso di un profondo anfratto roccioso con un po- polamento a Peyssonnelia squamaria e Myriayora truncata sulle pareti e colonie di Axinella cannabina sul fondo. Le acque, nell'anfratto e in tutta la zona circostante, hanno

salinità e temperatura inferiori alla media per la presen- za di numerose risorgive.

Emarginula tuberculosa (Libassi, 1859) (Fig. 3P-Q)

Si tratta della prima segnalazione per il Mar Ionio. Il materiale è rappresentato da un esemplare privo di par-

ti molli, ma fresco, trovato incastrato in una colonia di Madrepora oculata dragata a 600 m circa (D4).

Diodora gibberula (Lamarck, 1822)

È presente nell'infralitorale e nel circalitorale, pratica- mente in tutte le località, con diffusione maggiore nel-

M

u

Fig. 3. A, B. Emarginula adriatica (Costa O.G., 1829), 12,3 mm, D3. C, D. Emarginula adriatica (Costa O.G., 1829), 9,1 mm, CI. E, F. Emarginula adriatica (Costa O.G., 1829), esemplare con parti molli, 7,9 mm, D3 G-l. Emarginula fissura, morfologia corrispondente ad E. subdepressa (Jeffreys, 1865), 1 1,2 mm, D4. L, M. Emarginula fissura, morfologia corrispondente ad E incurva (Jeffreys, 1865), 10,7 mm, D3. N, 0. Emarginula fissura, mor- fologia corrispondente ad E incurva (Jeffreys, 1865), 8,3 mm, D3. P, Q. Emarginula tuberculosa (Libassi, 1859), 8,3 mm, D4.

Fig. 3. A, B. Emarginula adriatica (Costa O.G., 1829), 12.3 mm, D3. C, D. Emarginula adriatica (Costa O.G., 1829), 9.1 mm, CI. E, F. Emarginula adriatica (Costa O.G., 1829), specimen with soft parts, 7.9 mm, D3 G-l. Emarginula fissura, morphology corresponding to E subdepressa (Jeffreys, 1 865), 1 1 .2 mm, D4. L, M. Emarginula fissura, morphology corresponding to E. incurva (Jeffreys, 1 865), 10.7 mm, D3. N, O. Emarginula fissura, mor- phology corresponding to E incurva (Jeffreys, 1865), 8.3 mm, D3. P, Q. Emarginula tuberculosa (Ubassi, 1859), 8.3 mm, D4.

153

Dati sulla malacofauna marina del Salente Ionico (Puglia). Parte 1. Archaeogastropoda

Marco Portalatina

154

l'infralitorale superiore. Si segnala il ritrovamento di al- cuni esemplari in D3, fra 150 e 200 m, e di un esemplare di 26 mm di lunghezza e 15 di altezza in A5.

Diodora graeca (Linnè, 1758)

È abbastanza diffusa in tutto l'infralitorale ed il circali- torale.

Diodora italica (Deframce, 1820)

Diffusa nell'infralitorale e circalitorale di tutta l'area in esame.

Fissurella nubecula (Linnè, 1758)

Comune nella zona intertidale su substrati duri.

Scissurella costata (D'Orbigny, 1824)

È una specie abbastanza diffusa nell'area di studio, ad ampia distribuzione batimetrica, reperita fra 0 e 150-200 m di profondità.

Anatoma crispata (Fleming, 1828) (Fig. 2H, I)

Trovata nel circalitorale di Gallipoli e di Santa Maria di Leuca; in quest'ultima località è risultata piuttosto fre- quente. Questa specie è citata nell'elenco della collezio- ne Parenzan (Trono, 2006). I presenti ritrovamenti con- fermano la presenza di questa specie nelle acque costie- re ioniche del Salento.

Anatoma umbilicata (Jeffreys, 1883) (Fig. 2L, M)

È stata ritrovata solo nel circalitorale ai limiti orientali dell'area di studio (C16). È la prima segnalazione per le acque ioniche del Salento.

Sinezona cingolata (Costa O. G., 1861) (Fig. 2N, O)

Già citata da Terlizzi (2003) per il basso Adriatico e da Trono (2006) per l'infralitorale dello Ionio, se ne confer- ma la presenza anche nell'infralitorale superiore di di- verse località delle coste ioniche del Salento. Questa specie è stata trovata spiaggiata a Nord e Sud di Galli- poli, e a Nardo (S. Isidoro), in biotopi relativamente si- mili (bassifondi sabbioso-rocciosi, con sabbie piuttosto fini, non eccessivamente esposti al moto ondoso e con buon ricambio delle acque). È possibile quindi allargare l'areale di questa specie al Mar ionio.

Haliotis tubercolata tubercolata (Linné, 1758)

È praticamente ubiquitaria, sui substrati duri infralito- rali dell'area di studio. La specie presenta una notevole variabilità infraspecifica, come evidenziato già da Gei- ger (2000): sono presenti sia esemplari completamente lisci e appiattiti, sia con lamelle estremamente pronun- ciate e a spira alta, nonché tutte le gradazioni di morfo-

logie intermedie. Si evidenzia il ritrovamento di un esemplare privo di parti molli, ma fresco, in fondi circa- litorali a coralligeno (50 m circa).

Danilia costellata (Costa O.G., 1861)

Di questa specie, considerata sinonimo di Danilia otavia- na (Cantraine, 1835) (Palazzi & Villari, 2001; CLEMAM), sono stati recuperati diversi esemplari giovanili e uno adulto, privi di parti molli, in località D4, a profondità comprese fra 200 e 600 m. Un esemplare vivente è stato portato in superficie da tremagli in località C15.

Putzeysia miseri (Calcara, 1842) (Fig. 4A)

Il materiale è rappresentato da due esemplari, di cui uno vivente, provenienti da circa 600 m di profondità, associati a Madrepora oculata. È la prima segnalazione per le acque ioniche del Salento.

Clelandella miliaris (Brocchi, 1814)

Sono stati trovati diversi esemplari, alcuni molto freschi in D3 e D4, fra 150 e 600 m. Un esemplare vivente è sta- to riportato in superficie da tremagli in località C15.

Gibbuta fanalino (Gmelin, 1791)

È frequente nell'infralitorale e circalitorale di tutta l'a- rea in esame (fino a 100 m di profondità a Gallipoli, su coralligeno di piattaforma e maèrl), ma mai con popola- zioni abbondanti.

Gibbula guttadauri (Philippi, 1836)

È ben rappresentata in molte località, anche con popola- zioni numerose, come a Porto Cesareo ed a Gallipoli, nell'infralitorale e circalitorale.

Gibbula leucophaea (Philippi, 1836) (Fig. 4B)

Questa specie è citata per le provincie di Lecce e Taranto (Trono, 2006). Ne sono stati reperiti diversi esemplari fre- schi in detrito conchigliare alla base di un posidonieto su fondo sabbioso. Se ne conferma la presenza (anche se limi- tata ad una sola località) nelle acque ioniche del Salento.

Gibbula magus (Linné, 1758)

Diffusa nell'area di studio, mai al di sopra di 20 m di profondità.

Gibbula philberti (Récluz, 1843)

E presente, anche con ricche popolazioni, soprattutto a Nord di Gallipoli. E stata trovata quasi esclusivamente nei primi metri delTinfralitorale.

Gibbida racketti (Payraudeau, 1826)

Nonostante in alcune pubblicazioni (Poppe-Goto, 1991;

Fig. 4. A. Putzseysia wiseri (Calcara, 1842), 5,1 mm, D4. B. Gibbula leucophaea (Philippi, 1836), 5,8 mm, B12. C. Gibbula vimontiae (Monterosato,

1884), 4,5 mm, A4. D. Gibbula vimontiae, 7,0 mm, B9. E. Osilinus turbinatus (Von Born, 1878), esemplare di grandi dimensioni con spira elevata e giri particolarmente convessi, 34,0 mm, A7. F, G. Jujubinus tumidulus (Aradas, 1846), 3,7 mm, D2. H, I. Jujubinus montagui (Wood W., 1828), 2,7 mm,

CIO. L, M. Jujubinus montagui (Wood W., 1828), 6,9 mm, D2. N, O. Calliostoma gualterianum (Philippi, 1848), 1 7,1 mm, C7.

Fig. 4. A. Putzseysia wiseri (Calcara, 1842), 5.1 mm, D4. B. Gibbula leucophaea (Philippi, 1836), 5.8 mm, B12. C. Gibbula vimontiae (Monterosato,

1884), 4.5 mm, A4. D. Gibbula vimontiae, 7.0 mm, B9. E. Osilinus turbinatus (Von Born, 1878), large sized specimen, with high spire and particularly convex whorls, 34.0 mm, A7. F, G. Jujubinus tumidulus (Aradas, 1846), 3.7 mm, D2. H, I. Jujubinus montagui (Wood W., 1828), 2.7 mm, CIO. L, M.

=®1 Jujubinus montagui (Wood W., 1 828), 6.9 mm, D2 N, O. Calliostoma gualterianum (Philippi, 1 848), 1 7. 1 mm, C7. 155

Dati sulla malacofauna marina del Salento Ionico (Puglia). Parte 1. Archaeogastropoda

Marco Portalatina

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Giannuzzi-Savelli et al., 1994; Repetto et al., 2005) que- sta specie venga considerata come presente solo nel Mediterraneo Occidentale, in realtà essa è presente lun- go le coste di Taranto e lungo le coste ioniche ed adriati- che del Salento (S. Cataldo di Lecce). L'areale di questa specie va quindi ampliato allo Ionio ed all'Adriatico.

Gibbula rarilineata (Michaud, 1829)

È presente in poche località, con esemplari isolati o po- polazioni molto localizzate, esclusivamente nella zona intertidale.

Gibbula varia (Linné, 1758)

È comune, talvolta con popolazioni numerose, nella fa- scia intertidale di molte località soprattutto a Nord di Gallipoli. Non è mai stata riscontrata oltre i primi 6-7 m dell'infralitorale.

Gibbula vimontiae (Monterosato, 1884) (Fig. 4C, D)

È stata trovata in alcune stazioni fra Gallipoli e Torre Lapillo, spiaggiata. A Gallipoli sono stati trovad esemplari a profondità di 4 m, in detrito conchiglifero a ridosso di un posidonieto. La specie sembra avere, almeno in quest'area, ima distribuzione batimetrica limitata ai primi metri del- l'infralitorale. E la prima segnalazione per il Mar Ionio.

Osilinus articulatus (Lamarck, 1822)

È una specie comune, qui segnalata soltanto per la pre- senza di esemplari corrispondenti alla morfologia "co- arctata " Lamarck,1822 nella fascia intertidale di due sta- zioni caratterizzate da acque ipoaline, a bassa energia. Questa morfologia è caratterizzata da spira elevata e gi- ri rigonfi: la conchiglia ha di conseguenza forma più al- lungata e sutura più infossata. In effetti, gli individui che colonizzano zone protette dal moto ondoso non hanno la necessità di una morfologia compatta, che sem- bra invece idonea in un ambiente ad energia elevata.

Osilinus turbinatus (Von Born, 1878) (Fig. 4E)

È comune nella fascia intertidale. Sono stati trovati esemplari di grandi dimensioni, simili alla morfologia "coarctata" della specie precedente, in ambiente protetto dal moto ondoso e dalla luce solare diretta.

Phorcus mutabilis (Philippi, 1846)

Questa specie è stata trovata nella zona intertidale di due sole località a Nord di Gallipoli.

Phorcus richardi (Payraudeau, 1826)

È stata trovata in due sole stazioni a Nord di Gallipoli, nella fascia intertidale.

Jujubinus exasperatus (Pennant, 1777) (Fig. 5A-V) Questa specie è diffusissima in tutta l'area di studio, fi- no alla zona epibatiale. Non è chiaro il significato tasso- nomico di Jujubinus corallinus (Monterosato, 1884) e di J. exasperatus monterosatoi (= /. striatus var. monterosatoi Bucquoy, Dautzenberg & Dollfus, 1884), presenti ab- bondantemente nell'area di studio. In letteratura, que- ste due forme sono variamente interpretati come specie distinte, sottospecie, varianti cimali o semplici fenotipi (Poppe-Goto, 1991; Cretella, 1992; Ghisotti & Melone, 1972) mentre in CLEMAM sono considerati sinonimi di /. exasperatus.

Nell'area di studio, /. exasperatus (Fig. 5A-D) si presenta con conchiglia di colore da marrone a nero con flammu- le, punti o linee prosocline bianche. La scultura è data da cordoni spirali con tubercoli non ben definiti. Il cor- done soprasuturale è rilevato, con una microscultura data da costoline prosocline sormontate in molti casi da tubercoli e/o sottili strie spirali. La columella forma una piega irei terzo basale. Jujubinus corallinus (Fig. 51- N) è caratterizzato, rispetto ad exasperatus e a monterosa- toi, da conchiglia in genere più leggera ed allungata, di dimensioni mediamente inferiori; colore di fondo da giallo a rosso, raramente rosato; tubercoli dei cordoni spirali completamente separati gli uni dagli altri e più grandi; cordone soprasuturale generalmente poco rile- vato, con ornamentazione spesso costituita solo da tu- bercoli. La piega columellare è assente o appena accen- nata. Jujubinus exasperatus monterosatoi differisce dai precedenti per il colore di fondo bianco latteo, con flam- mule marrone /nere, talvolta sinuose o tessellate. I cor- doni spirali sono appiattiti e i tubercoli generalmente appena accennati. Il cordone soprasuturale è sporgente, e spesso diventa una vera e propria carena, percorsa da strie spirali: in questo caso il profilo dei giri di spira è concavo ( Trochas exasperatus var. excavata Monterosato, 1880) e la conchiglia è scalariforme. La piega columella- re è simile a un vero e proprio dente, paragonabile a quello di Jujubinus unidentatus (Philippi, 1844).

La presenza esclusiva di esemplari di Jujubinus exaspera- tus entro i primi 10-15 m di profondità, di ]. exasperatus e di /. corallinus, con esemplari intermedi (Fig. 5E-H) fra 20 e 40 m e di J. corallinus oltre i 40 m, suggerisce, in ef- fetti, che J. corallinus sia solo un ecofenotipo circalitora- le. Non si può comunque escludere l'esistenza di un cli- ne favorito dallo sviluppo diretto, senza fase natante planctonica, e giovanili direttamente bentonici (Cretel- la, 1992), lungo un gradiente batimetrico-ecologico. Jujubinus monterosatoi nell'area di studio, così come in altre località in Adriatico, è simpatrico con J. exasperatus

Fig. 5 A-D. Jujubinus exasperatus (Pennant, 1777): A. 10,6 mm, B4; B. 13,5 mm, CI, C. 8,8 mm, Al 3; D. 1 1,3 mm, S. Cataldo (Lecce). E-H. J exa- speratus "corallinus" (morfologie Intermedie). E. 9,6 mm, C9; F. 13,4 mm, C2; G. 7,3 mm, CI; H. 10,3 mm, C6. I-N. Jujubinus exasperatus forma "co- rallinus" Monterosato, 1884 I. 10,7 mm, C12; L. 9,4 mm, C12; M. 9,7 mm; N. 9,6 mm, C12 O-V. Jujubinus exasperatus forma "monterosatoi" Bucquoy, Dautzenberg & Dollfus, 1884: O. 8,3 mm, B9, P. 10,2 mm, B9; Q. 7,5 mm, AIO, R. 9,1 mm, S. Cataldo (Lecce); S. 8,1 mm, C1 1, T. 8,8 mm, C1 1 , U. 10,6 mm, C1 1; V. 8,2 mm, C5.

Fig. 5 A-D. Jujubinus exasperatus (Pennant, 1777): A. 10.6 mm, B4, B. 13.5 mm, CI; C. 8.8 mm, A13; D. 11.3 mm, S. Cataldo (Lecce). E-H. 7 exa- speratus " corallinus " (intermediate morphology): E. 9.6 mm, C9; F. 13.4 mm, C2; G. 7.3 mm, CI; H. 10.3 mm, C6. I-N. Jujubinus exasperatus form "corallinus" Monterosato, 1884: I. 10.7 mm, C12; L. 9.4 mm, C12; M. 9.7 mm, N. 9.6 mm, CI 2 O-V. Jujubinus exasperatus form "monterosatoi" Bucquoy, Dautzenberg & Dollfus, 1884 O. 8.3 mm, B9; P. 10.2 mm, B9; Q. 7.5 mm, AIO, R. 9.1 mm, S. Cataldo (Lecce); S. 8.1 mm, C1 1, T. 8.8 mm, C1 1 ; U. 10.6 mm, C1 1 ; V. 8.2 mm, C5.

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Dati sulla malacofauna marina del Salento Ionico (Puglia). Parte 1 . Archaeogastropoda

Marco Portantina

e J. coralUnus, ma nessun esemplare morfologicamente intermedio è stato riscontrato. Nell'ambito di ]. montero- satoi, invece, sono presenti variazioni che sembrano cor- relate alla batimetría (Fig. 5S-V): all'aumentare della profondità, la conchiglia diventa più sottile, più allun- gata e di dimensioni inferiori, mentre la colorazione tende a tonalità più chiare (riduzione delle fiammole scure, presenza di tessellature rossastre, presenza di li- nee, anziché flammule, sulla base), con individui a mor- fologia intermedia. Queste variazioni sembrano ripro- porre, sebbene in maniera meno appariscente, il tipo di variazioni che intercorrono tra /. exasperatus e /. coralli- nus, e potrebbero quindi avere le stesse cause.

Jujubinus montagui (Wood W., 1828) (Fig. 4H, M)

Questa è la prima segnalazione della specie per le acque ioniche del Salento. La specie è conosciuta per il Medi- terraneo occidentale, per l'Adriatico (Repetto et al., 2005), e per il Mar Ionio (Cachia et al., 1991). Diversi esempla- ri, anche viventi, sono stati trovati nel circalitorale di di- verse località, mai a Nord di Gallipoli, fra 50 e 150 m.

Jujubinus tumidulus (Aradas, 1846) (Fig. 4F, G)

Si tratta della prima segnalazione per le acque ioniche del Salento. Questa specie, considerata tipica del Me- diterraneo occidentale (Poppe-Goto, 1991; Giannuzzi- Savelli et al., 1994; Repetto et al., 2005), risulta già se- gnalata per il Mar Ionio (Cachia et al., 1991), ed è pre- sente anche lungo le coste della Sicilia (Sabelli et al., 1990). Ne è stato reperito un esemplare fresco in detrito da strascico, a profondità di 150-200 m.

Calìiostoma conulus (Linné, 1758)

È presente in tutta l'area di studio, sebbene in maniera discontinua. È stata reperita nel materiale spiaggiato e fino a 120-150 m. Alcuni esemplari sono stati trovati vi- venti, in ambiente infralitorale, in fenditure o anfratti con popolamenti sciafili.

Calìiostoma dubium (Philippi, 1844)

È considerata come specie valida da vari autori (Gian- nuzzi-Savelli et al., 1994; Bodon et al., 1995; Chiarelli, 1999; Repetto et al., 2005), ma è assente nell'elenco dei taxa specifici validi in CLEMAM, dove è invece posto in sinonimia con Calìiostoma conulus (Linné, 1758). Que- sta specie è abbastanza diffusa nell'area di studio da 0 a 60 m, con popolazioni particolarmente ricche nei posi- donieti della zona di transizione fra infralitorale e circa- litorale (30-40 m). Gli esemplari reperiti sono in genere ben distinguibili da Calìiostoma laugieri e dalle sue va- rianti morfologiche per il profilo leggermente concavo della conchiglia, l'ultimo giro molto sviluppato e l'aper- tura di forma ovale allungata. Le linee spirali sono qua- si sempre presenti e ben definite, mentre in C laugieri, se presenti, sono appena accennate. In C. dubium l'orna- mentazione è rappresentata da flammule chiare, talvol- ta scure, numerose e spesso con un disegno complesso, mentre in C. laugieri le flammule sono sempre più chia- re del colore di fondo, sono meno numerose e spesso 1 58 assenti, e formano un disegno più semplice.

Calìiostoma granulatimi (Von Born, 1778)

Un esemplare proviene da reti posizionate a 80 m circa su fondo fangoso con coralligeno, ai margini del Bacino di Gallipoli. Diversi esemplari viventi, di dimensioni medie, provengono dalle località C15 e D3.

Calìiostoma gualterianum (Philippi, 1848) (Fig. 4N, O)

È la prima segnalazione per il Mar Ionio. Citata per le province di Lecce e Taranto (Trono, 2006), questa specie, molto spesso confusa con esemplari di colore giallo di Calìiostoma laugieri, è considerata diffusa nel Mediter- raneo occidentale fino alla Sicilia (Giannuzzi-Savelli et al., 1994; Repetto et al., 2005). La presente segnalazione si riferisce ad un unico esemplare adulto (altezza 16 mm) rinvenuto vivente in ambiente coralligeno profon- do, su parete a Corallium rubrum a 80 m. La conchiglia è simile a quella di Calìiostoma conulus, ma a parità di giri è grande la metà, più allungata e di colore giallo chiaro omogeneo, senza la fascia bianca ombelicale che corre lungo la parte esterna della columella (sempre evidente in tutte le altre specie di Calìiostoma): al suo posto sulla columella si espande lo strato madreperlaceo della su- perficie interna, di brillantezza argentea molto caratteri- stica.

Calìiostoma laugieri (Payraudeau, 1826)

È comune nell'infralitorale, e presente fino a 60 m circa nel circalitorale. Alle batimetrie maggiori tende a pre- sentarsi con varianti morfologiche caratterizzate da di- mensioni mediamente inferiori, conchiglia più leggera e allungata, di colore giallo-arancio con motivi lineari rosso mattone.

Calìiostoma zizyphinum (Linné, 1758)

Nell'area di studio risulta non comune e a distribuzione discontinua. Le profondità di reperimento non sono mai state inferiori a 30 m.

Skenea catenoides (Monterosato, 1877) (Fig. 6E, F)

È la prima segnalazione per le acque ioniche del Sa- lento. Trovata solo a Castro da palangaro aggrovigliato proveniente da un fondale a coralligeno ad 80-100 m, e nelle acque di Leuca a 500-600 m (da strascico).

Skenea pelagia (Nofroni & Valenti, 1987) (Fig. 6A, B)

E la prima segnalazione per le acque ioniche del Sa- lento. Reperita solo a Gallipoli, spiaggiata.

Skenea seiyuloides (Montagu, 1808) (Fig. 6C, D)

Il materiale proviene da reti da posta a 45 m su coralli- geno. Citata per Lecce e Taranto (Trono, 2006), se ne conferma la presenza nelle acque ioniche del Salento.

Dikoleps nitens (Philippi, 1844) (Fig. 6G, M)

È citata per le province di Lecce e Taranto (Trono, 2006). Il materiale esaminato proviene dalle acque al largo di Castro (come la specie precedente) e da Gallipoli (nasse a 30 m su fondi a Cladophora, Posidonia e coralligeno). Se ne conferma la presenza nelle acque ioniche del Sa- lento.

Fig. 6. A. B. Skenea pelagia (Nofroni & Valenti, 1987), 1.0 mm, A9. C. Skenea serpuloides (Montagu, 1808), 1.4 mm, C8. D. Skenea serpuloides (Montagu, 1808), 1.1 mm, C8. E. Skenea catenoides (Monterosato, 1877), 1.1 mm, D3 F. Skenea catenoides (Monterosato, 1877), 0.9 mm, D3 G, H. Dikoleps nitens (Philippi, 1844), 1.5 mm, C9 I-M. Dikoleps nitens (Philippi, 1844), 1.4 mm. C9. N, 0. Skeneoides exilissima (Philippi, 1844), 1.4 mm, A7.

Fig. 6. A, B. Skenea pelagia (Nofroni & Valenti, 1987), 1,0 mm, A9. C. Skenea serpuloides (Montagu, 1808), 1,4 mm, C8. D. Skenea serpuloides (Montagu, 1808), 1,1 mm, C8. E. Skenea catenoides (Monterosato, 1877), 1,1 mm, D3. F. Skenea catenoides (Monterosato, 1877), 0,9 mm, D3. G, H. Dikoleps nitens (Philippi, 1844), 1,5 mm, C9 l-M. Dikoleps nitens (Philippi, 1844), 1,4 mm. C9. N, O. Skeneoides exilissima (Philippi, 1844), 1,4 mm, A7.

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Dati sulla malacofauna marina del Salente Ionico (Puglia). Parte 1

Marco Portalatina

Skeneoides exilissima (Philippi, 1844) (Fig. 6 N, O)

È la prima segnalazione per le acque ioniche del Sa- lento. Il materiale esaminato proviene da 80-100 m al largo di Castro e spiaggiato a Gallipoli.

Smaragdia viridis (Linné, 1758)

Specie comune nell'infralitorale, generalmente associata a fanerogame marine. In alcuni punti della Baia di Gal- lipoli, sono presenti popolazioni di individui con colore di fondo bianco-traslucido, che colonizzano rocce e massi lisci di colore chiaro, appena al di sotto della zona intertidale, vicino a fondi sabbiosi.

Theodoxus fluvinlitis (Linné, 1758)

Questa specie, notevolmente eurialina, è abbastanza diffusa nelle acque dolci e salmastre di tutto il Salento (Ferreri, 1995). È stata rinvenuta spiaggiata in alcune lo- calità a Nord di Porto Cesareo, vicino agli sbocchi del grande canale idrovoro di Riva degli Angeli. Una ricca popolazione è presente nel bacino salmastro naturale della Palude del Capitano (S. Isidoro). In questo bioto- po, durante il periodo estivo, gli individui si concentra- no nei primi 20 cm, dove l'acqua presenta una salinità inferiore. Nel periodo invernale, il maggiore afflusso di acque dolci dalla falda riduce la salinità in tutto il baci- no consentendo agli individui di spostarsi fino al fondo.

Conclusioni

Sulla base dei dati raccolti è possibile ricavare un qua- dro più aggiornato e dettagliato relativo alla presenza ed alla distribuzione di alcune specie malacologiche nelle acque ioniche del Salento e, più in generale, nel Mar Ionio.

Per quanto riguarda Sinezona cingulata, in nessuno dei tre siti di reperimento sono state evidenziate formazioni tipo trottoir, che sembra essere l'habitat più frequente della specie: ciò fa presupporre che essa colonizzi anche altre tipologie di ambienti superficiali.

Riguardo al genere Emarginula, occorre mettere in evi- denza che Emarginula tenera è stata finora considerata esclusiva del circalitorale (Bogi & Giusti, 1994; Piani, 1984). La sua presenza in B6 conferma la sua preferenza verso ambienti sciafili con popolamenti di tipo coralli- geno. La segnalazione di E. tuberculosa dimostra che questa specie ha un areale più ampio rispetto a quanto finora noto (Mar Tirreno) ed è ecologicamente legata al- la biocenosi batiale dei Coralli Bianchi. Per Emarginula sicula, i dati relativi ai ritrovamenti nell'area di studio confortano la tesi, già sostenuta da Piani (1984), che si tratti di una specie stenobata, probabilmente legata ai primi metri dell'infralitorale. Riguardo ad Emarginula fissura, il significato delle morfologie corrispondenti ad E. incurva ed E. subdepressa andrebbero valutate in ma- niera più approfondita, esaminando altri esemplari pos- sibilmente completi di parti molli.

La segnalazione di Jujubinus montagui e /. tumidulus nel- l'area studiata, conferma la loro presenza nel Mar Ionio. Per quanto riguarda il gruppo di /. exasperatus, si può 1 60 ipotizzare che nell'area di studio esso sia costituito non

da tre sottospecie (Ghisotti & Melone, 1975) o morfotipi di una stessa specie, ma da due specie affini: J. exaspera- tus e /. monterosatoi, simpatiche e con distribuzione eco- logica simile, mentre J. corallinus sembra costituire un ecofenotipo profondo della prima specie. Comunque, per fare maggiore chiarezza sulla tassonomia di questo gruppo sono necessari ulteriori approfondimenti non basati esclusivamente sui caratteri morfologici.

La presenza di specie diffuse nel Mediterraneo occiden- tale come Sinezona cingulata, Gibbuta racketti, G. vimon- tiae, Jujubinus tumidulus, J. montagui, Calliostoma gualte- rianum dimostrano come il Mar Ionio sia, per posizione geografica, qualità delle acque e varietà degli habitat, un mare dalle caratteristiche idonee anche a specie tipi- che di altre zone, dalle quali probabilmente giungono con le correnti superficiali dominanti.

In conclusione, è evidente, già da questa prima parte del lavoro, che la malacofauna dell'area presa in ogget- to, e probabilmente anche quella delle aree adiacenti, è ben più diversificata e complessa di quanto finora noto.

Ringraziamenti

Si ringraziano gli amici del Gruppo Malacologico Bre- sciano, il Comandante Salvatore Greco della Capitane- ria di Porto di Gallipoli, il Prof. Alfredo Albahari e il Sig. Maurizio Rizzello dell'Istituto Nautico di Gallipoli, per la collaborazione fornita; il Dr. Paolo Crovato della Società Italiana di Malacologia per il valido aiuto e la grande disponibilità dimostrata; la Sig.ra Tania Roseo per le ricerche bibliografiche; il Prof. Giuseppe Piccioli Resta per le l'aiuto nelle riprese fotografiche e il Sig. Stefano Rizzo per la composizione delle figure; il Dr. Massimo Cretella per la verifica della classificazione di alcuni esemplari di difficile determinazione; i Prof. Enzo Campani e Rafael La Perna per i preziosi suggeri- menti forniti. Si ringraziano due referee anonimi per la lettura critica del manoscritto, e per i suggerimenti e le correzioni fornite.

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Pérès J.M. & Picard ]., 1964. Nouveau manuel de bionomie benthique de la Mer Mediterranée. Recudí des Travaux de la Station Marine d'Endoitme, 31 (47): 1-137.

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Portalatina M. (in stampa). Analisi concometrica sul com- plesso di specie Emarginula crebrisculpta (Coen, 1939) - Emar- ginala divae (Aartsen & Carrozza, 1996) - Emarginula huzardii (Payraudeau, 1826) (Gastropoda: Fissurellidae). Thalassia Salentina, 31.

Repetto G., Orlando F. & Arduino G., 2005. Conchiglie del Mediterraneo. Alba, Amici del Museo"Federico Eusebio", 391 pp.

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Viel M., Damiani V. & Setti M., 1986. Caratteristiche granu- lometriche e composizione mineralogica dei sedimenti della piattaforma pugliese, in Viel M. & G. Zurlini G. (eds), In- dagine ambientale del sistema marino costiero della Regione Pu- glia, ENEA, Roma: 127-144.

Lavoro ricevuto il 4 giugno 2008 Lavoro accettato il 5 ottobre 2008

161

Dati sulla malacofauna marina del Salento Ionico (Puglia). Parte 1. Archaeogastropoda

Errata corrige

Nella stampa del voi. XLIV (2008) n. 5-8 siamo incorsi nei seguenti errori:

in prima di copertina la data di stampa:

“aprile 2008 spedizione n. 2/2008" deve leggersi “giu- gno 2008 spedizione n. 2/2008";

nella quarta di copertina egualmente la data di stampa:

"Finito di stampare il 30 aprile 2008" si deve leggere “Finito di stampare il 30 giugno 2008".

163

appropriatamente disposte nello spazio disponibile, in modo da evitare ampie aree vuote. Lineette di scala, nere o bianche, possono essere applicate sulle illustrazioni.

Le mappe vanno preparate come figure al tratto, semplici e prive di elementi grafici non utili ai fini del lavoro (es.: confini di stato), con le località citate nel testo ben evidenti.

Le illustrazioni vanno tenute separate dal testo. La pubblicazione di Illustrazioni a colori dovrebbe essere preliminarmente accordata con l'Editore. Gli originali delle Illustrazioni vanno spediti solo dopo l'accettazione definitiva del manoscritto.

TABELLE

Le tabelle vanno composte come files di testo, esattamente alla dimensione di stampa (si veda Illustrazioni), con un carattere sans-serif non più piccolo di 8-9 punti. Vanno evitati bordi spessi e griglie eccessivamente pesanti. Le tabelle sono citate nel testo come Tab. (es,: Tab. 2, Tabb. 3-6). Le abbreviazioni vanno spiegate In didascalia od in Materiale e me- todi. Le tabelle non vanno inserite nel testo, ma salvati come files separati.

DIDASCALIE

Le didascalie vengono riportate in una parte distinta del manoscritto, raggruppate ed in sequenza. Devono comprendere: nome ed autore della specie illustrata, origine del mate- riale, dimensioni reali (non l'ingrandimento!) e la collocazione (con numero di catalogo, se disponibile). Per I manoscritti in una lingua diversa dall'Inglese, è necessario aggiungere la traduzione in Inglese delle didascalie.

BOZZE ED ESTRATTI

La pubblicazione sul Bollettino Malocologico è gratuita. All'Autore corrispondente verran- no inviate le bozze, un'unica volta, per via e-mail. Sulle bozze verranno corretti gli errori tipografici e di altro tipo. Cambiamenti piu Importanti verranno addebitati all'Autore. Le bozze corrette vanno restituite all'Editore nel più breve tempo possibile.

Gli Autori riceveranno 20 estratti gratuiti ed un versione .pdf dell'articolo. Ulteriori copie possono essere acquistate.

INSTRUCTIONS TO AUTHORS

EDITORIAL POLICY

The Bollettino Malocologico Is published by the Italian Society of Malacology. Manuscripts on all aspects of malacology are accepted, In one of the following languages: Italian, En- glish, French and Spanish. English is strongly recommended.

Three Issues per year are published. The publication of monographs and articles longer than thirty printed pages should be preliminarily arranged with the Editor.

Manuscripts submitted for publication are considered on the understanding that their content is original, not already published or being submitted for publication elsewhere, and approved by all the co-authors.

Manuscript submission should only be made electronically to the Editor-In-Chief (r.laperna@ geo.uniba.lt !), as .doc or .rtf flies. Illustrations should be sent as good quality .pdf or .jpg files. Authors are requested to apply the present instructions and the rules of the International Code of Zoological Nomenclature. Non fulfillment implies rejection of the manuscript by the Editor. Manuscripts are peer-reviewed by at least two reviewers. Potential reviewers can be sug- gested by the authors, but the final choice rests with the Editor.

MANUSCRIPT ORGANIZATION

The first page contains title, author's name, author's mall and e-mail addresses. In case of joint-authored manuscripts, the corresponding author should be indicated.

Title should be informative but as brief as possible, In lower-case, boldface. Avoid abbre- viations. Names of high systematic rank are given In parentheses.

The second page contains an abstract In the same language of the main text. For manu- scripts In language other than English, a longer English summary Is needed. Abstracts should report, in synthesis, the main results and conclusions of the work, not simply aims and generic statements. The distinctive characters of new taxa can be briefly reported, but not full descriptions or diagnoses. Avoid references to publications. A list of key words (not more than six) in the same language of the main text Is also included In the second page.

The main text should be organised In distinct parts, typically as follows: Introduction, Ma- terial and methods, Results, Discussion, Conclusions, Acknowledgements, References, In lower-case, boldface. In taxonomic works, Results are replaced with Systematics. Second level headings, such as Description, Material examined, Remarks, etc. are typed In lower- case, plain text. Avoid footnotes. Authors are requested to adopt a clear, concise style. Avoid long sentences. Offending or discriminatory words are forbidden.

All the abbreviations and acronyms used in the text should be explained, preferentially under Material and methods. Use the standard abbreviations for measure units (e.g. "m", not ”mt." for metre) and the official institutional acronyms.

Italicize the names of genera, subgenera, species and subspecies but not those of higher taxa. When first mentioned, species and genus names should Include authority and year of publication. Abbreviation of genus names Is allowed but taking care to avoid confusion among different genera with the same Initial.

Italic should be also used for quotations In the original language (within quotation marks), If different from the manuscript language.

The new taxa must be mentioned for the first time when they are described, except for the abstract. Latin can be optionally used for the taxonomic ranks (e.g. Familia or Family). Dia- gnoses (optional) and descriptions must be given In telegraphic style, whenever possible. Synonymies should include only the main references, useful to assess the species Identity (e.g. based on material examined and well documented records).

Example of systematic hierarchy and synonymy.

Family Cardiidae Lamarck, 1809 Subfamily Cardiinae Lamarck, 1809

Genus Acanthocardia Gray, 1853

(type species Cardlum aculeatum Llnné, 1758)

Cardium Indicium Lamarck, 1819 (Fig. 1A-D, Fig. 2C)

Cardium hlans Brocchi, 1814: p. 508, pi. 13, fig. 6 (non Spengler, 1799).

Cardium indicum Lamarck, 1819: p. 4.

Cardium [Cardiuml indicum Lamarck - Fischer-Piette, 1 977; p. 112, pi. 10, fig. 4 (type).

BIBLIOGRAPHIC CITATIONS AND REFERENCES

All the publications to which reference Is made In the text, including synonymies (but not authors of homonyms), must appear In the final reference list, alphabetically ordered.

Titles of journals and books in non-Latin alphabets should be transliterated, while paper

titles should be translated into English. A note indicating the original language, such as "[In Russian]1' should be added.

A careful cross-check between, bibliographic citation in the text and reference list should be made before submitting the manuscript.

Example of citations:

... reported by Richardson & Smith (1965)

... as known In literature (Ross et a!., 1993; Rosenberg, 1995, 1997; Mlchelini & Andrlani, 2000) ... the original illustration (Torwald, 1879; p. 56, pi. 2, fig. 5).

Example of references:

Saws C., 1996. Marine Bivalves from off the Southern Iberian Peninsula collected by the Balgim and Fauna 1 expeditions. Haliotis , 25: 33-100.

Grill B. & Zuschin M., 2001. Modern shallow- to deep-water bivalve death assemblages in the Red Sea - ecology and biogeography. Palaeogeography Polaeoclimatology, Pa- laeoecology, 168: 75-96.

Boss K.J., 1982. Mollusca, In Parker S.P. (ed.), Synopsis and Classification of Living Orga- nisms. Voi. 1. McGrow-HIII, New York: 945-1166.

Carter J.G., Campbell D.C. & Campbell M.R. 2000. Cladlstic perspectives on early bivalve evo- lution, In Harper E.M., Taylor J.D. & Crame J.A. (eds), The Evolutionary Biology of the Bi- valvi. Geological Society, London, Special Publications, 177: 47-95.

Vokes H.E., 1980. Genera of the Bivolvia: a systematic and bibliographic catalogue (revised and update). Paleontological Research Institution, Ithaca, Edwards Brothers Inc., 307 pp.

ILLUSTRATIONS

Illustrations must be of high quality, in electronic format (.tiff), with a resolution not lo- wer than 400 dpi for photographs and 600 dpi for drawings and graphics. They must be prepared exactly at the printing size, single column (8.4 cm) or double column (17.2 cm). The maximum printing size is 1 7.2 x 26.5 cm. The size of each Illustration should be care- fully and wisely chosen, based on complexity and quantity of Images, for avoiding scienti- fically useless and aesthetically poor results, as well as waste of printing space.

All Illustrations are numbered as figures In a single series with Arabic numerals, in the sa- me order as cited in the text. In composite illustrations, lettering of component images should be made with a sans-serif font, such as Helvetica or Arial, using capital letters 3-5 mm In height. Labels and abbreviations should be in lower-case letters.

Illustrations should be referred to in the text as Fig. or Figs (not Figs.), whereas figures in ano- ther work are referred to as fig. or figs, as in the example: Fig. 3, Fig. 6A-F, Fig. 5A, 7B, Figs 3, 5. Images, mounted on black or white background, should be adequately sized, neither smaller than-4-5 cm, nor excessively large. They should be properly distributed in the available spa- ce, avoiding wide, empty spaces. White or black scale bars can be applied on illustrations. Maps should be given as line figures, as simple as possible, with the localities cited in the text clearly Indicated.

Illustrations are kept separate from the text. The publication of colour Illustrations should be preliminarily arranged with the Editor. Originals should only be sent following final acceptance.

TABLES

Tables should be composed as text files, exactly at printing size (see under Illustrations), using a sans-serif font not smaller than 8-9 pts. Avoid thick borders and heavy grids. They are referred to in the text as Tab, (e.g. Tab. 2, Tabs 3-6, not Tabs.). Abbreviations are explai- ned in the captions or under Material and methods. Tables are kept as separate files, not embedded in the text.

CAPTIONS

Captions are reported In a distinct section of the manuscript, grouped together in se- quence. They must include: name and authority of the species, origin of the material, real size (not magnification!) and repository (with catalogue number If available). For manu- scripts in language other than English, an English version of captions must be added.

PROOFS AND REPRINTS

Publication on the Bollettino Malocologico is free of charge.

One set of proofs will be sent to the corresponding author by e-mail, for the correction of inadvertent mistakes and printer's errors. More extensive alterations will be charged to the author. Corrections should be returned to the Editor as soon as possible.

Contributors will receive 20 free reprints and a .pdf version of the article. Additional re- prints may be purchased.

SMITHSONIAN INSTITUTION LIBRARIES

3 90

8 01478 9374

Indice

113 Rafael La Per na

Deminucula seguenzai La Perna, 2007 junior synonym of Nucula extrigona Sacco, 1898 (Bivalvia, Nuculidae)

115 M. Mauro Brunetti & Giano Della Bella

Macolla (?) kengii n. sp. un nuovo bivalve per il Pliocene toscano (Tellinidae, Macominae)

119 Alberto Ceca I upo

A new species of Cerithium (Gastropoda, Cerithiidae) from the East China Sea

1 23 Paolo G. Albano & Daniele Trono

On the occurrence of Echinollttorlna punctata (Gmelin, 1791) (Gastropoda: Littorinidae) in Puglia, South-Eastern Italy

1 27 Morena Tisselli & Luigi Giunchi

Melanella compactllis (Locard, 1892 ex Monterosato m.s.), una specie poco nota (Gastropoda, Eulimidae)

1 33 Constantine Mifsud & Panayotis Ova Us

On the presence of Leptochiton asellus (Gmelin, 1791) (Polyplacophora: Leptochitonidae) in the Mediterranean Sea

135 Rafael La Perna

Observations on Cardlum duregnei Monterosato, 1891 ex de Boury ms and C. gibbum Locard, 1892 (Bivalvia, Cardiidae)

1 41 Alberto Ceca lupo

A new Rhinoclavis{Longicerithium) species (Gastropoda, Cerithiidae) from Philippines

1 45 Marco Porta latina

Dati sulla' malacofauna marina del Salente Ionico (Puglia). Parte 1. Archaeogastropoda

Direttore responsabile: Paolo Crovato e-mail: paolo.crovato@fastwebnet.it

Coordinamento produzione: Prismi srl Fotocomposizione: Grafica Elettronica, Napoli Stampa: Arti Grafiche Solimene, Napoli Finito di stampare il 30 dicembre 2008

ISSN 0394-7149

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malacologico

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II Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Bullettino clella Società Malacologico Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci Sc Simone Cianfanelli

Autorizzazione Tribunale di Milano n. 479 del 15 ottobre 1983 Poste Italiane - spedizione in a.p. - 70% Direzione Commerciale - Napoli dicembre 2008 spedizione n. 1/2009

SOCIETÀ ITALIANA DI MALACOLQGIA

Casella Postale n. 436 1-80133 NAPOLI Succ. 83 - e-mail: paolo.crovato@fastwebnet.it - sito web: http://www.sim-online.it Sede Sociale: c/o Acquario Civico, Viale Gadio, 2 - 201 21 Milano

CONSIGLIO DIRETTIVO 2007-2010

Presidente: Bruno Dell'Angelo Vicepresidente: Mauro Mariani Segretario: Paolo Crovato Tesoriere: Nicola Maio

Consiglieri: Franco Agamennone, Paolo Giulio Albano, Enzo Campani, Alberto Cecalupo, Massimo Cretella, Sergio Duracelo, Maurizio Forli, Alfio Germanà,

Giuseppe Martucci, Cristina Mazziotti, Morena Tisselli

Revisori dei Conti: Giuseppe Fasulo, Alberto Fingitore

REDAZIONE SCIENTIFICA - EDITORIAL BOARD Direttore - Editor in Chief: Rafael La Perna

Co-Redattore Ecologia - Co-Editor Ecology: Stefano Schiaparelli, Dip.Te.Ris., Università di Genova

Co-Redattore Molluschi Continentali - Co-Editor Land and Freshwater Molluscs: Giuseppe Manganelli, Diport. di Scienze Ambientati, Università di Siena Co-Redattore Paleontologia e Paleoecologia - Co-Editor Paleontology, Palaeoecology: Marco Taviani, ISMAR, Sezione di Bologna CNR Co-Redattore Sistematica e Tassonomia - Co-Editor Systematics, Taxonomy. Rafael La Perna, Dipart. Geologia e Geofisica, Università di. Bari

Abbreviazione - Abbreviation: Boll. Malacol.

CITAI 0 NEI: Zoological Record, A.S.F.A. (Aquatic Sciences and Fisheries Abstracts) e Thomson Scientific Publications (Biosis Previews, Biological Abstracts).

ISTRUZIONI PER GLI AUTORI

LINEA EDITORIALE

Il Bollettino Malacologico è pubblicato dalla Società Italiana di Malacologia. Sono accettati manoscritti su tutti gli aspetti della malacologia, che siano scritti in una delle seguenti lin- gue: Italiano, Inglese, Francese e Spagnolo. L’uso dell'Inglese è vivamente raccomandato. Vengono pubblicati tre numeri per anno. La pubblicazione di monografie ed articoli più lunghi di trenta pagine andrebbe preventivamente accordata con l'Editore.

I manoscritti sottoposti per la pubblicazione si intendono essere inediti, non sottoposti contemporaneamente ad altre riviste, ed approvati da tutti gli eventuali co-autori.

La presentazione dei manoscritti avviene esclusivamente per via elettronica, all'indirizzo del Direttore Scientifico lrloperno@geo.unibo.it ), come files .doc o ,rtf. Le illustrazioni possono essere fornite come files .pdf o .jpg di buona qualità.

Gli Autori sono tenuti ad applicare le seguenti istruzioni e le regole del Codice Internazio- nale di Nomenclatura Zoologica, pena il rifiuto del manoscritto da parte dell'Editore.

! manoscritti sono soggetti a peer-review da parte di almeno due referee. Gli Autori posso- no suggerire dei referee potenziali, ma la scelta resta ad Insindacabile giudizio dell'Editore.

ORGANIZZAZIONE DEL MANOSCRITTO

La prima pagina del manoscritto riporta il titolo, il nome e l'indirizzo dell'autore/i, comple- to di indirizzo elettronico. In caso di lavoro svolto da più autori è necessario indicare l'au- tore corrispondente, con cui l'Editore manterrà i contatti.

II titolo deve essere informativo, ma il più possibile breve, scritto in minuscolo, grassetto. Vanno evitate abbreviazioni. I nomi di rango sistematico elevato vanno riportati tra parentesi. La seconda pagina contiene un riassunto nella stessa lingua del testo principale. Per I mano- scritti in lingua diversa dall'Inglese, occorre un abstract più esteso del riassunto. I riassunti de- vono riportate, in sintesi, i principali risultati del lavoro e le conclusioni, non semplicemente gli scopi o frasi generiche. I caratteri distintivi dei nuovi taxa possono essere brevemente riportati, ma non descrizioni o diagnosi estese. Si evitino riferimenti bibliografici; Dopo i riassunti, va ri- portato un elenco di parole chiave (non più di sei), nella stessa lingua de! testo principale.

Il testo principale del manoscritto va organizzato in parti distinte, tìpicamente le seguenti: Introduzione, Materiale e metodi, Risultati, Discussione, Conclusioni, Ringraziamenti, Biblio- grafia, in minuscolo, grassetto. In lavori di tipo tassonomico, la parte relativa alla sistematica va intitolata Sistematica (in genere sostituisce Risultati). Titoli di secondo ordine, quali De- scrizione, Materiale esaminato, Osservazioni, ecc. sono scritti in testo normale, minuscolo. Si evitino le note a pie' di pagina. Gli Autori sono tenuti ad adottare uno stile chiaro e conciso, evitando frasi eccessivamente lunghe, È vietato l'uso di termini offensivi o discriminatori. Tutte le abbreviazioni e gli acronimi usati nel testo devono essere spiegati, possibilmente in Materiale e metodi. Si usino le abbreviazioni formalizzate per le unità di misura (es.: "m", non “mt." per metro) e gli acronimi ufficiali per le istituzioni.

Solo i nomi di generi, sottogeneri, specie e sottospecie vanno scritti in corsivo, non quelli dei taxa di rango più elevato. Alla loro prima citazione, ì nomi delle specie e quelli del ge- neri devono comprendere il nome dell'autore e l'anno di pubblicazione. È possibile abbre- viare i nomi dei generi, facendo attenzione a che non si crei confusione con generi diversi citati nel testo con la stessa iniziale.

Il corsivo va usato anche per riportare citazioni nella lingua originale (tra virgolette), se diversa da quella del manoscritto.

I nuovi tax3 devono essere citati per la prima volta quando vengono descritti, ad eccezione del riassunto. Il Latino può essere usato per indicare il livelli tassonomici (es.: Familia o Famiglia). Le diagnosi (facoltative) e le descrizioni vanno redatte in stile telegrafico, quando possibile. L'elenco dei sinonimi dovrebbe comprendere solo i riferimenti principali, utili a garantire l'identità della specie trattata (per es.: quelli relativi a materiale esaminato dall'Autore o riferimenti ben documentati in letteratura).

Esempio di gerarchia sistematica e sinonimia:

Family Cardiidae Lamarck, 1809 Subfamily Cardiinae Lamarck, 1809

Genus Acanthocardio Gray, 1853

(type species Cardium aculeatum Linné, 1758)

Cardium indicum Lamarck, 1819 (Fig. 1A-D, Fig. 2C)

Cardium hians Brocchi, 1814: p. 508, tav. 13, fig. 6 (non Spengler, 1799).

Cardium indicum Lamarck, 1819: p. 4.

Cardium (Cardium) indicum Lamarck - Fischer-Piette, 1977: p. 112, tav. 10, fig. 4 (tipo).

CITAZIONI E RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Tutte le pubblicazioni alle quali si fa riferimento nel testo, incluse le sinonimie (ma non gli autori di omonimi), devono comparire nell'elenco bibliografico finale, in ordine alfabetico. Titoli di riviste e di libri in alfabeti diversi da quello Latino vanno traslitterati, mentre i ti- toli vanno tradotti in Inglese, aggiungendo una nota che indichi la lingua originale, come per esempio “[in Russo]".

È Importante eseguire un attento controllo incrociato fra citazioni bibliografiche nel testo ed elenco bibliografico, prima di sottoporre il manoscritto.

Esempi di citazioni:

... riportato da Richardson & Smith (1965)

... come noto in letteratura (Ross et al., 1993; Rosenberg, 1995, 1997; Michelini & Andria- ni, 2000)

... l'illustrazione originale (Torwald, 1879: p. 56, tav. 2, fig. 5).

Esempi di bibliografia:

Salas C, 1996. Marine Bivalves from off the Southern Iberian Peninsula collected by the Balgim and Fauna 1 expeditions. Haliotis, 25: 33-100.

Grill B. & Zuschin M., 2001. Modern shallow- to deep-water bivalve death assemblages In the Red Sea - ecology and biogeography. Palaeogeography Palaeoclimatology, Pa- laeoecology, 168: 75-96.

Boss K.J., 1982. Mollusca, in Parker S.P. (ed.), Synopsis and Classification of Living Orga- nisms. Voi. 1. McGrow-HIII, New York: 945-1166.

Carter J.G., Campbell D.C. & Campbell M.R. 2000. Cladistic perspectives on early bivalve evo- lution, In Harper E.M., Taylor J.D. & Crame J.A. (eds), The Evolutionary Biology of the Bi- valvia. Geological Society, London, Special Publications, 177:47-95.

Vokes H.E., 1980. Genera of the Bivalvia: a systematic and bibliographic catalogue (revised and update). Paleontological Research Institution, Ithaca, Edwards Brothers Inc., 307 pp. -

ILLUSTRAZIONI

Le illustrazioni devono essere di alta qualità, in formato elettronico (.tiff), con una risolu- zione non più bassa 400 dpi per le fotografie e di 600 dpi per i disegni ed I grafici. Van- no preparate alle esatte dimensioni di stampa, in formato colonna singola (8,4 cm) o co- lonna doppia (17,2 cm). L'area di stampa massima è 17,2 x 26,5 cm. La dimensione delle il- lustrazioni va scelta con attenzione e buon senso, sulla base della complessità e quantità delle immagini contenute, al fine di ovviare a risultati scientificamente poco utili ed este- ticamente poveri, oltre allo spreco di spazio di stampa.

Tutte le illustrazioni sono numerate progressivamente, in un'unica serie, con numeri arabi, nel- lo stesso ordine in cui sono citate nel testo. Nelle illustrazioni composite, le singole immagini vanno indicate con lettere maiuscole, di altezza pari a 3-5 mm, usando un carattere sans-serif, quale Helvetica od Arial. Indicazioni ed abbreviazioni sulle illustrazioni vanno in minuscolo.

Le illustrazioni vanno citate nel testo come figure, usando le abbreviazioni Fig. e Figg., co- me nell'esempio: Fig. 3, Fig. 6A-F, Fig. 5A, 7B, Figg. 3, 5. Le Illustrazioni in altri lavori vanno citati come fig. o figg.

Le Immagini, montate su fondo nero o bianco, devono avere dimensioni adeguate ad un'agevole lettura, non più piccole di 4-5 cm, eccessivamente grandi. Devono essere

Prefazione

Preface

Chi si occupa di sistematica, non solo in ambito malaco- logico, ha un'esigenza primaria: quella di attingere alle fonti originarie, cioè alla letteratura dove sono descritti, per la prima volta, i taxa. Senza questa solida base, l'i- dentità di un taxon rimane in balia della soggettività, e

10 sappiamo bene, noi malacologi, quante interpretazio- ni e quanta confusione esistano ancora nella conoscenza della malacofauna vivente e fossile. A volte c'è da invi- diare chi, per tipologia di ricerca, ha a che fare solo con letteratura moderna, perché il reperimento e la consul- tazione di opere antiche è effettivamente problematica. Ma dietro il momento solenne della ricerca bibliografi- ca, non sentiamo l'emozione di scavare nel tempo, non subiamo il fascino delle pagine ingiallite dal tempo? E' soprattutto in queste occasioni che il progresso della Scienza può essere concretamente avvertito. Dobbiamo tutto il nostro rispetto verso gli Autori del passato, i quali hanno gettato le basi su cui la nostra conoscenza si fonda.

11 lavoro che orgogliosamente proponiamo come sup- plemento del nostro Bollettino Malacologico, che certa- mente è costato non poca fatica agli autori Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci e Simone Cianfanelli, è uno strumento eccezionale per la ricerca bibliografica ed un grande contributo per la storia della malacologia. Il Bollettino Malacologico Italiano ed il Bollettino della Società Malacologica Italiana sono gloriosi antenati del moderno Bollettino Malacologico. In circa 30 anni di attività, fra il 1868 ed il 1899, fra le due riviste furono pubblicati oltre 400 contributi, dei quali 233 so- no articoli scientifici su tutti i campi della malacologia classica. In questo lavoro, tutti i contributi sono elencati, per volume e per autore (quanti grandi nomi indimenti- cabili della malacologia italiana!), e ci viene offerta una bella selezione di 12 delle 120 tavole pubblicate. Non mancano i dati sulla fascicolazione dei volumi, sulla pa- ginazione e sulla data di pubblicazione, oltre all'elenco dei taxa dei gruppi della famiglia e del genere istituiti nelle pagine delle due Riviste. Sono riportati anche al- cuni estratti dalle copertine del Bollettino Malacologico Italiano : si tratta di comunicazioni varie che, con termi- nologia moderna, chiameremmo "editoriali", "comuni- cazioni ai lettori", ecc. Sono ben di più che semplici no- tiziole: leggere questi semplici testi, non accademici, ci fa sentire veramente vicini alle origini della malacologia italiana.

Tocca a noi perpetuare la tradizione.

Who works on systematics, not only in malacology, has a foremost need: getting data from the original soorces, that means from the literature where taxa were described for the first time. Without such a sound base, the identity of a taxon may remain at the mercy of subjectivity. As malacologists, we know well how many interpretations and how much confu- sion still exist in the knowledge of the molluscan fauna, either extant and fossil. One could envy those who, working on oth- er fields, only deal with modern literature, since accessing and using the early literature, admittedly, may be difficult. But, beyond the solemn moment of our bibliographical re- search, do not we feel the emotion of excavating a buried past, do not we feel the charm of papers yellowed with age? It is during these occasions that we can be really aware of the progress in Science. We should pay our respects to the past Authors who laid the foundations for our knowledge.

The work which we are proud to publish as a supplement of Bollettino Malacologico, surely a strong effort by its au- thors Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci and Simone Cianfanelli, is an exceptional tool for biblio- graphical researches and a great contribution to the history of malacology. Bullettino Malacologico Italiano and Bulichi- no della Società Malacologica Italiana are glorious ances- tors of the modern Bollettino Malacologico. Over more than 30 years, between 1868 and 1899, 27 volumes were pub- lished, containing more than 400 contributions, 233 of which are scientific articles covering all the classic topics in mala- cology. In the present work, all the contributions are listed, per volume and per author (how many unforgettable, great names of the Italian malacology!) and a fine selection of 12 plates (120 in all ) is presented. The taxa of the family and the genus groups described in the two Journals are also listed. Detailed information on the numbering of single volumes and the pagination and publication date of single fascicles are provided. Some excerpts from the covers of some issues of Bullettino Malacologico Italiano are reported: they are what we can noto call ‘'editorials'', ''announcements to read- ers", etc. They are much more than gleanings: reading these simple, non academic texts, makes us feel really close to the origins of the Italian malacology.

We have to perpetuate the tradition.

R. La Perna

Boll. Malacol., 44 (9-12): 1-52 (2008)

II Ballettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Ballettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli*, Elisabetta Lorl#, Andrea Benoccl0 & Simone Clanfanelli5

* Dipartimento

di Scienze Ambientali, Università di Siena,

Via Mattioli 4,

53100 Siena, Italia, manganellì@unìsi. it,

(e) corresponding author

# Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze, Sezione

di Zoologia "La Specola", Via Romana 17,

50125 Firenze, Italia, elìsa betta. lori@unifi. it

° Dipartimento di Scienze Ambientali, Università di Siena, Via Mattioli 4, 53100 Siena, Italia, benocd8@unisi.it

§ Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze, Sezione di Zoologia "La Specola", Via Romana 17,

50125 Firenze, Italia, sianone. cianfanellì@unifi. it

Riassunto

Il Bullettino Malacologico Italiano (BMI) e il Bullettino della Società Malacologica Italiana ( BSMI ) costituisco- no le più Importanti riviste malacologlche Italiane del XIX secolo, frutto di un'Impresa editoriale iniziata da Camillo Gentiluomo e continuata dalla Società Malacologica Italiana.

Il BMI (1868-1875) fu inizialmente concepito come una rivista dedicata esclusivamente al molluschi conti- nentali italiani viventi; tuttavia, ben presto, accettò anche contributi riguardanti molluschi e brachiopodi ma- rini euromediterranei ed extraeuropei, recenti e fossili. Il BSMI (1875-1899) mantenne lo stile e la politica edi- toriale del BMI. In oltre 30 anni furono pubblicati, a cadenza non sempre regolare, 27 volumi (7 del BMI e 20 del BSMI), contenenti in totale piu di 400 contributi, 233 dei quali possono essere considerati articoli scienti- fici originali. Gli argomenti trattati nei lavori scientifici includono la tassonomia, la nomenclatura, la faunistica e la paleontologia del gasteropodi e dei bivalvi e, in misura molto minore, dei poliplacofori, dei cefalopodi e dei brachiopodi. Oltre agli articoli scientifici, le due riviste pubblicarono all'interno di alcune rubriche temati- che numerosi contributi di vario tipo, come necrologi, recensioni e brevi note, e un apparato iconografico costituito da 123 tavole fuori testo (28 pubblicate nel BMI e 95 nel BSMI). Il presente contributo fornisce in- formazioni dettagliate sulla fasclcolazione dei singoli volumi, sulla paginazione e sulla data di pubblicazione dei singoli fascicoli, l'elenco di tutti I contributi pubblicati e una selezione delle tavole fuori testo.

Abstract

The Bullettino Malacologico Italiano (BMI) and the Bullettino della Società Malacologica Italiana (BSMI) we- re major malacological journals printed in Italy in the 19th century. They were first edited by Camillo Gen- tiluomo and later by the Società Malacologica Italiana. The BMI (1868-1875) was conceived as a publica- tion devoted solely to living Italian continental molluscs, but It soon accepted contributions on living and fossil Euro-Mediterranean and extra-European marine molluscs and brachiopods. The BSMI (1875-1899) pursued the same style and editorial policy. Over more than 30 years, 27 volumes were published at irre- gular intervals (7 of BMI and 20 of BSMI); they contained more than 400 contributions, 233 of which on original scientific issues. Topics included taxonomy, nomenclature, faunistics and palaeontology of gastro- pods and bivalves and, to a lesser extent, polyplacophorans, cephalopods and brachiopods. The BMI and BSMI also published many different contributions in special sections, such as obituaries, book reviews and short notes. They published a total of 123 plates, 28 in BMI and 95 in BSMI. The present survey provides detailed information on the numbering of single volumes and the pagination and publication date of sin- gle fascicles; it contains a full list of published issues and a selection of plates.

Parole chiave

Storia della malacologla, società scientifiche, riviste naturalistiche, Italia, XIX secolo.

introduzione

Nel secolo XIX, furono pubblicate, in Italia, tre riviste ma- lacologiche: il Giornale di Malacologia (GM), il Bullettino Malacologico Italiano (BMI) e il Bullettino della Società Ma- lacologica Italiana (BSMI). Il GM fu pubblicato a Pavia, a cura di Pellegrino Strobel, dal 1853 al 1855, il BMI a Pisa, a cura di Camillo Gentiluomo, dal 1868 al 1875 e il BSMI dapprima a Pisa, poi a Siena e, infine, a Modena, a cura della Società Malacologica Italiana (SMI), dal 1875 al 1899. Mentre la pubblicazione del GM costituì un'iniziativa effimera, quella delle altre due riviste rappresentò un'u- nica impresa editoriale, durata più di 30 anni, che portò alla produzione di 27 volumi: 7 del BMI (per un totale di 26 fascicoli ed un supplemento) e 20 del BSMI (per un totale di 70 fascicoli ed un supplemento). Questi vo- lumi contengono circa 230 lavori scientifici sui mollu- schi euromediterranei i quali costituiscono una parte

consistente della letteratura malacologica pubblicata, in Italia, nella seconda metà del XIX secolo.

Le due riviste non sono sempre facilmente accessibili, sebbene una ristampa anastatica sia stata pubblicata dal- l'Antiquariaat Junk negli anni '70 dello scorso secolo. Ci è sembrato, pertanto, utile ampliare il nostro contributo di qualche anno fa sulla fascicolazione delle due testate e sulle date di pubblicazione dei singoli fascicoli (Man- ganelli & Cianfanelli, 2001) redigendo l'indice comple- to, integrato con un'analisi complessiva del contenuto e accompagnato da una selezione di tavole che rendessero conto dei differenti soggetti trattati dai lavori pubblicati.

SS Bullettino Malacologico Italiano

Quando fondò il BMI, Gentiluomo aveva in mente di pubblicare una rivista consistente in un volume annua-

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Fascicolo

Paginazione

Data sul fascicolo

Data di pubblicazione

1(1)

1-16, t. 1

Gennaio-Febbraio 1868

Marzo 1868

1(2)

17-32, t. 2

Marzo-Aprile 1868

Maggio 1868

1(3)

33-48, t. 3

Maggio-Giugno 1868

Luglio 1868

1(4)

49-64, t. 4

Luglio-Agosto 1868

Settembre 1868

1(5)

65-80

Settembre-Ottobre 1868

Gennaio 1869

1(6)

81-102, [1-2], ? tt. 5-6

Novembre-Dicembre 1868

Gennaio 1869

2(1)

1-32, t. 1

Gennaio-Febbraio 1869

Marzo 1869

2(2)

33-64, [1-2], t. 2

Marzo-Aprile 1869

Maggio 1869

2(3)

65-112

Maggio-Giugno 1869

Luglio 1869

2(4)

113-176, tt. 3-5

Luglio-Agosto 1869

Settembre 1869

2(5)

177-208

Settembre-Ottobre 1869

Novembre 1869

2(6)

209-284, tt. 6-7

Novembre-Dicembre 1869

Gennaio 1870

3(1)

1-32, ? tt. 1-2

1870

post 27 Febbraio - ante 22 Maggio 1870

3(2)

33-64

1870

post 22 Maggio - ante 18 Giugno 1870

3(3)

65-112

1870

post 18 Giugno - ante 20 Dicembre 1870

3 (Suppl.)

1-32

1870

post 18 Giugno - ante 20 Dicembre 1870

3(4)

113-144

1870

post 18 Giugno - ante 20 Dicembre 1870

3(5)

145-176, ? tt. 3-4

1870

post 20 Dicembre 1870 - ante 5 Aprile 1871

3(6)

177-304, ? tt. 5-6, ? ritratto Pecchioli

1870

post 20 Dicembre 1870 - ante 5 Aprile 1871

4(1)

1-32

Trimestre primo 1871

Aprile 1871

4(2)

33-80, ? tt. 1-3

Trimestre secondo 1871

Luglio 1871

4(3)

81-112

Trimestre terzo 1871

Ottobre 1871

4 (4, Ia parte)

113-160, ? tt. 4-6, ? ritratto Rigacci

Trimestre quarto 1871

Gennaio 1872

4 ([4, 2a parte])

161-178

1875

post Primavera 1874 - ante 14 Aprile 1875

5(1)

1-48, t. 1

Trimestre primo 1872

Aprile 1872

6(1-2)

1-32

1875

post Primavera 1874 - ante 14 Aprile 1875

7 (1-6)

1-90

1875

post Primavera 1874 - ante 14 Aprile 1875

Tab. 1. Paginazione e date di pubblicazione del Bullettino Malacologico Italiano. Per quanto concerne la paginazione, incertezze rimangono sulla col- locazione delle tavole dei volumi 3 e 4 (di questi volumi non sono state trovate copie fascicolate). Pertanto, le tavole sono state considerate apparte- nenti al fascicolo contenente il relativo contributo (con la sola eccezione del ritratto di Giovanni Rigacci, assegnato dubitativamente all'ultimo fascicolo del volume 4 datato 1871, mentre il relativo necrologio compare nel volume 7). Inoltre, nei fascicoli 1 (6) e 2 (2) è inserita tra l'ultima pagina e la co- pertina una pagina fuori testo con pubblicità, annunci e un'errata corrige, che a suo tempo non fu conteggiata (cf. Manganelli & Cianfanelli, 2001). Per quanto riguarda la data di pubblicazione dei primi due volumi si è considerato, con l'unica eccezione del fascicolo 1 (5) uscito contemporaneamen- te al fascicolo 1 (6), il primo mese successivo al bimestre riportato sulla copertina, perché Gentiluomo afferma che ogni fascicolo sarebbe stato pubbli- cato "ogni due mesi scaduti" (1 (1): 4a di copertina). Per quanto riguarda il terzo volume, i fascicoli sono bimestrali, ma sulla copertina è riportata solo la data dell'anno. Poiché Gentiluomo parla della necessità di essere puntuali con i tempi di pubblicazione (3 (5): 4a di copertina; Appendice 1), si deve presupporre che i fascicoli siano usciti in ritardo rispetto a quanto previsto e, pertanto, la data di pubblicazione è stata ricostruita sulla base di riscontri disponibili Con il quarto volume i fascicoli divengono trimestrali per una serie di motivi tra cui il desiderio di essere puntuali con la pubblicazione. Ipotizzando che ciò sia avvenuto, per i quattro fascicoli del volume quarto e il primo del quinto si è indicato, come data di pubblicazione, il mese suc- cessivo al trimestre riportato in copertina. Infine, i rimanenti fascicoli -4 ([4, 2a parte]), 6 (1-2) e 7 (1-6) - sono stati pubblicati insieme, tra la primavera del 1874 e i primi mesi del 1875. Per ulteriori dettagli si rimanda a Manganelli & Cianfanelli (2001).

Rispetto a quanto precedentemente pubblicato (cf. Manganelli & Cianfanelli, 2001 : pp. 344-346), correzioni alla paginazione e/o alle date di pubblica- zione sono state apportate ai fascicoli: 1 (6), 2 (2), 3 (1), 3 (6), 4 (1), 4 (2), 4 (3), 4 (4, Ia parte), 5 (1).

Tab. 1. Pagination and publication dates of the Bullettino Malacologico Italiano. Regarding pagination, some uncertainties remain about the position of the plates in volumes 3 and 4 (unbound copies of these volumes were not available). These plates were therefore considered to pertain to the fasci- cle containing the relevant contribution (except for Giovanni Rigacci's portrait, putatively assigned to the last fascicle of volume 4 published in 1871, though his necrology was in volume 7). Moreover, between the last page and back cover of fascicles 1 (6) and 2 (2) there was an extra page with ad- vertisements, announcements and errata, that was not counted in the previous paper (cf. Manganelli & Cianfanelli, 2001). As regards the first two vo- lumes, except fascicle 1 (5) which was published with fascicle 1 (6), the first month after the bimester indicated on the cover was considered the publi- cation date, because according to Gentiluomo fascicles were issued "ogni due mesi scaduti" (1 (1): back cover). Regarding the third volume, fascicles were issued every two months, but only the year of publication was indicated on the cover. Since Gentiluomo underlined the need to be precise with publication dates (3 (5): back cover; Appendix 1), we suppose that the fascicles were issued later than the indicated date and we therefore recon- structed the publication date on the basis of available evidence. From the fourth volume on, fascicles were issued every three months for several rea- sons, including the importance of punctuality. Assuming that this happened for the four fascicles of volume 4 and for the first of volume 5, their publi- cation date can be established as the month following the quarter indicated on the cover. Finally, the remaining fascicles - 4 ([4, 2nd part]), 6(1-2) and 7 (1-6) - were issued together between Spring 1874 and the first months of 1875. For further details, see Manganelli & Cianfanelli (2001).

Corrections to pagination and/or publication dates were therefore made to the following fascicles: 1 (6), 2 (2), 3 (1), 3 (6), 4 (1), 4 (2), 4 (3), 4 (4 1st 2 part), 5 (1) with respect to what appears in a previous paper (Manganelli & Cianfanelli, 2001: pp. 344-346).

Bull Make It. A. I

T. Ill

Niccola Giorgi dis.e Lit.

I 4- Glausilia leseli -Villa

5.3. Mohllana -Parreyss

9. 11. Helix, citi piala _ Studer rant: Anconae

12 . M . .. Sohanzi _ Frauenfel d

Firenze Lit. B&llagny e Pigli

-Sent!

Fig. 1. Ballettino Malacologico Italiano, 1 tav. 3. Alcune delle prime tavole pubblicate nel BMI comprendevano figure di più lavori. In questo caso, ad esemplo, le figure sono relative a ben quattro differenti contributi (figg. 1-4: Villa & Villa, 1868; figg. 5-8: Gentiluomo, 1868a; flgg. 9-1 1: Gentiluomo, 1868b; figg. 12-14: Gentiluomo, 1 868c)

Fig. 1. Bullettino Malacologico Italiano, 1: pi. 3. Some of the first plates published In BMI Included figures from more than one paper. In this case, for Instance, the figures are from four different contributions (figs 1-4: Villa & Villa, 1868; figs 5-8: Gentiluomo, 1868a; figs 9-1 1: Gentiluomo, 1868b; figs 12-14: Gentiluomo, 1868c).

3

II Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Bullettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Fig. 2. Bullettino Malacologìco Italiano, 2 tav. 5. Vittorio Pecchioli, un naturalista toscano che si occupò di molluschi sia fossili che viventi, fu tra i pri- mi collaboratori del BMI. La tavola, ripresa da un suo lavoro del 1869, illustra un nuovo bivalve acquidulcicolo, Unio larderelianus, raccolto in un la- ghetto artificiale nei dintorni di Firenze (cf. Pecchioli, 1869) (la tavola è leggermente ridotta rispetto all'originale).

Fig. 2. Bullettino Malacologìco Italiano, 2 pi. 5. Vittorio Pecchioli, a Tuscan naturalist who devoted himself to the study of living and fossil molluscs, was among the first contributors to BMI. This plate from an article published in 1869 depicts a new species of freshwater bivalve, Unlo larderelianus, collected in an artificial pond near Florence (cf. Pecchioli, 1869) (the plate is slightly reduced from the original).

4

Tare. To zz. Cefalop

v_- i

Fig. 3. Bullettino Malacologico Italiano, 2 tav. 7. Il Commentario sui Cefalopodi mediterranei del R, Museo di Firenze di Adolfo Targioni Tozzetti costi- tuisce, ancora oggi, un importante contributo allo studio di questo gruppo di molluschi. La tavola raffigura un esemplare di Rossia macrosoma (cf. Borri et al., 1988) e dettagli della radula, delle ventose e dei tentacoli di altre specie (cf. Targioni Tozzetti, 1869-70).

Fig. 3. Bullettino Malacologico Italiano, 2 pi. 7. Commentario sui Cefalopodi mediterranei del R. Museo di Firenze by Adolfo Targioni Tozzetti is still a major reference for this molluscan group. The plate shows a specimen of Rossia macrosoma (cf. Borri et al., 1988) and details of the radula, suckers and tentacles of other species (cf. Targioni Tozzetti, 1869-70).

5

II Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Bullettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Fascicolo

Paginazione

Data sul fascicolo

Data di pubblicazione

1(1)

1-96

1875

ante 14 Aprile 1875

1(2)

97-144, tt. 1-2

1875

ante 9 Gennaio 1876

1(3)

145-192

1875

ante 24 Marzo 1876

2(1)

1-66

1876

ante 2 Luglio 1876

2(2)

67-206, tt. A-B

1876

ante 5 Maggio 1877

2(3)

207-250, t. C

1876

ante 2 Maggio 1877

3 (1-3)

1-48, t. 1

1877

ante 7 Febbraio 1878

3 (4-6)

49-96

1877

ante 7 Luglio 1878

3 (7-9)

97-144

1877

ante 14 Ottobre 1878

3(10-11)

145-168, tt. 2-4

1878

post 24 Novembre 1878 - ante 18 Febbraio 1879

4 (1-6)

1-48

1878

ante 14 Ottobre 1878

4 (7-14)

49-112

1878

post 24 Novembre 1878 - ante 18 Febbraio 1879

4 (15-20)

113-160

1879

ante Ottobre 1879

4 (21-30 [sic])

161-216

1879

ante 11 Gennaio 1880

5 (1-3)

1-48, t. 1

1879

ante 23 Aprile 1879

5 (4-6)

49-96

1879

ante Ottobre 1879

5 (7-10)

97-160

1879

ante Ottobre 1879

5 (11-15)

161-240

1880

ante 5 Marzo 1880

5 (16-18)

241-276

1880

ante 14 Novembre 1880

6 (1-4)

1-64

1880

ante 21 Marzo 1880

6 (5-10)

65-160, t. 1

1880

ante 18 Settembre 1880

6 (Suppl.)

1-12

1880

post 9 Maggio - ante 18 Settembre 1880

6 (11-14)

161-224

1880

ante 18 Settembre 1880

6(15-18)

225-280

1881

ante 14 Febbraio 1881

7 (1-4)

1-64, tt. 1-2

1881

ante 1 Giugno 1881

7 (5-12)

65-192, tt. lbis-2bis, 3-5

1881

ante 1 Ottobre 1881

7 (13-19)

193-296

1881

ante 8 Febbraio 1882

8 (1-6)

1-96

1882

ante 2 Luglio 1882

8 (7-16)

97-256

1882

ante 1 Ottobre 1882

8 (17-24)

257-384, tt. 0-9

1882

ante 1 Ottobre 1882

9 (1-5)

1-80

15 Luglio 1883

15 Luglio 1883

9 (6-12)

81-192

15 Ottobre 1883

15 Ottobre 1883

9 (13-19)

193-296

15 Marzo 1884

15 Marzo 1884

10 (1-4)

i-xx, 1-64, tt. 1-3

10 Agosto 1884

10 Agosto 1884

10 (5-8)

65-128, tt. 4-5

20 Novembre 1884

20 Novembre 1884

10 (9-19)

129-296

30 Aprile 1885

30 Aprile 1885

11 (1-7)

1-112

31 Agosto 1885

31 Agosto 1885

11 (8-13)

113-208

31 Dicembre 1885

31 Dicembre 1885

11 (14-17)

209-278, 4 tt. non numerate con 32 figg.

30 Luglio 1886

30 Luglio 1886

12 (1-4)

1-64, tt. 1-2

30 Luglio 1886

30 Luglio 1886

12 (5-8)

65-128, tt. 3-4

15 Febbraio 1887

15 Febbraio 1887

Fascicolo

Paginazione

Data sul fascicolo

Data di pubblicazione

12 (9-15)

129-228, ft. 5-6

15 Settembre 1887

15 Settembre 1887

13(1-3)

1-48

20 Gennaio [1888]

20 Gennaio 1888

13 (1-4 [sic])

49-112, tt. 1-3

30 Marzo [1888]

30 Marzo 1888

13 (8-10)

113-160, tt. 4-7

30 Maggio [1888]

30 Maggio 1888

13(11-13)

161-208, t. 8., 1 t. non numerata con 32 figg., [1-2] [t. non numerata e pp. 1-2 sono relative al voi. 9]

15 Ottobre [1888]

15 Ottobre 1888

13(14-16)

209-252, tt. 9-10

26 Dicembre [1888]

26 Dicembre 1888

14 (1-3)

1-48, t. 11 [t. 11 è relativa al voi. 13]

23 Febbraio [1889]

23 Febbraio 1889

14 (4-6 V*)

49-100, tt. 1-2

31 [sic] Aprile [1889]

30 Aprile 1889

14(6 >/4- 9 V2 [sic])

101-152, t. 3

18 Giugno [1889]

18 Giugno 1889

14(9 V2 - 20)

153-328, t. 4

22 Gennaio [1890]

22 Gennaio 1890

15(1-3)

1-48

10 Maggio [1890]

10 Maggio 1890

15 (4-5)

49-80, tt. 1-3

10 Ottobre [1890]

10 Ottobre 1890

15 (5-10 [sic])

81-160

15 Marzo [1891]

15 Marzo 1891

15(11-14)

161-222, tt. 4-5

20 Maggio 1891

20 Maggio 1891

16 (1-4)

1-64, tt. 1-3

28 Dicembre 1891

28 Dicembre 1891

16 (5-8)

65-128, tt. 4-6

15 Agosto 1892

15 Agosto 1892

16 (9-16 V2)

129-264

20 Novembre 1892

20 Novembre 1892

17(1-3)

1-48, tt. 1-7

25 Agosto 1892

25 Agosto 1892

17 (4-8)

49-128

20 Novembre 1892

20 Novembre 1892

17 (9-19)

129-296

25 Marzo 1893

25 Marzo 1893

18 (1-3)

1-48, tt. 1-2

30 Aprile 1893

30 Aprile 1893

18 (4-7)

49-112, t. 3

10 Ottobre 1893

10 Ottobre 1893

18 (8-10)

113-160, tt. 4-5

10 Agosto 1894

10 Agosto 1894

18(11-15)

161-240, tt. 6-7

15 Gennaio 1895

15 Gennaio 1895

18 (16-26)

241-416

1 Agosto 1895

1 Agosto 1895

19 (1-6 V2)

1-104

30 Gennaio 1895

30 Gennaio 1895

19 (7-13 V2)

105-224, tt. 1-3

1 Agosto 1895

1 Agosto 1895

19 (15-17 V2)

225-280, t. 4

20 Dicembre 1895

20 Dicembre 1895

20(1-4)

1-64, tt. 1, 3

25 Maggio 1897

25 Maggio 1897

20 (5-8)

65-128, tt. 2, 4-5

1 Marzo 1899

1 Marzo 1899

20 (9-13 V4)

129-220, tt. 6-7

1 Settembre 1899

1 Settembre 1899

Tab. 2. Paginazione e date di pubblicazione del Bullettino della Società Malacologies Italiana. Riguardo alla data di pubblicazione, si deve considerare che per i fascicoli del BSMI non era prevista un'uscita a Intervalli regolari come nel caso di quelli del BMI. Tuttavia, poiché dal fascicolo 9 (1-5) è riporta- ta la data esatta di pubblicazione, il problema si pone solo per I fascicoli dei volumi 1-8. Per questi, la data di pubblicazione è stata ricostruita sulla ba- se di una serie di evidenze (date annotate dalla Paulucci sulle proprie copie; informazioni riportate sul fascicolo; recensioni di lavori pubblicati nel BSMI, elenco delle pubblicazioni ricevute dalla Società Toscana di Scienze Naturali). Per ulteriori dettagli si rimanda a Manganelli & Cianfanelli (2001).

Rispetto a quanto precedentemente pubblicato (cf. Manganelli & Cianfanelli, 2001: pp. 344-346), correzioni alla paginazione e/o alle date di pubblica- zione sono state apportate ai fascicoli: 3 (10-1 1), 4 (7-14), 8 (17-24), 11 (14-17), 13 (11-13), 18 (11-15).

Tab. 2. Pagination and publication dates of the Bullettino della Società Malacologies Italiana. As regards publication dates, It should be borne in mind that the fascicles of BSMI were not Intended to be printed at regular intervals as were those of BMI. Since the exact date of publication is indicated from fascicle 9 (1-5) on, the problem only arises for the fascicles of volumes 1-8. For the latter, the publication dates were reconstructed on the basis of evidence (dates annotated by Paulucci on her own copies; information printed on the fascicle itself; reviews of papers published In BSMI, the list of publications received by the Società Toscana di Scienze Naturali). For further details, see Manganelli & Cianfanelli (2001).

Corrections to pagination and/or publication dates were made to the following fascicles: 3 (10-1 1), 4 (7-14), 8 (17-24), 11 (14-17), 13(11-13), 18(11- 1 5) with respect to what appears in a previous paper (Manganelli & Cianfanelli, 2001 : pp. 344-346).

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II Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Bullettino della Società Malacologies Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Hull. ¡Molar, li. \.IV.

T. VI

¿eguenza 8 P Maiiandrino disegnarono . Stab. U. PaOas Firenze

Fig. 4. Bullettino Malacologico Italiano, 4 tav. 6. Giuseppe Seguenza pubblicò molte monografie sui fossili neogenici dell'Italia meridionale e, secondo quanto scrive Dante Pantanelli, gli Studii paleontologici sui Brachiopodi terziarii dell'Italia meridionale (Seguenza, 1871), cominciati nel 1865 e continuati per molti anni successivi, lo posero tra i migliori conoscitori di questo gruppo di invertebrati, a quel tempo considerato ancora vicino ai molluschi.

Fig. 4. Bullettino Malacologico Italiano, 4 pi. 6. Giuseppe Seguenza produced several monographs on Neogene fossils of southern Italy and accor- ding to Dante Pantanelli, his Studii paleontologici sui Brachiopodi terziarii dell'Italia meridionale (Seguenza, 1871), begun in 1 865 and continued over a long period, made him a major expert on this invertebrate group, in those days still considered close to molluscs.

8

Fig. 5. Bullettino della Società Malacologies Italiana, 1: tav. 2. La maggior parte dei lavori sui molluschi marini trattano fossili neogenici italiani. La ta- vola illustra alcune nuove specie descritte da Carlo De Stefani, sulla base di materiale presente nel Museo di Storia Naturale di Pisa (cf. De Stefani, 1875-76). De Stefani, prima di diventare uno dei maggiori geologi italiani del XIX secolo, insegnò economia politica e statistica all'Università di Siena, dedicandosi contemporaneamente allo studio della malacologia, della paleontologia e della geologia. Scrittore prolifico (e polemico), pubblicò impor- tanti contributi sui molluschi marini e continentali, sia fossili che attuali, molti dei quali comparvero sul BSMI.

Fig. 5. Bullettino della Società Malacologica Italiana, 1. pi. 2. Most papers on marine molluscs deal with Italian Neogene fossils. This plate depicts so- me new species described by Carlo De Stefani on the basis of material kept at the Museo di Storia Naturale di Pisa (cf. De Stefani, 1875-76). De Stefani, known as a leading Italian geologist of the XIX century, began his career as lecturer in Political Economy and Statistics at Siena University, si- multaneously devoting himself to malacological, palaeontological and geological research. He was a prolific (and often polemical) writer and published important contributions on marine and continental molluscs, both fossil and extant, mostly in BSMI.

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II Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Bullettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Cxomolit Oscar Dressier , Milano .

Fig. 6. Bullettino della Società Malacologica Italiana, 2 tav. B. I limacidi sono, tra i molluschi terrestri, uno dei gruppi più affascinanti e colorati. La ta- vola di Napoleone Pini, tratta dalla sua monografia sui Molluschi terrestri e d'acqua dolce viventi nel territorio d Esino (Pini, 1877), è una delle poche a colori (solo quattro e tutte dedicate ai limacidi).

Fig. 6. Bullettino della Società Malacologica Italiana, 2 pi. B. Slugs are indeed fascinating and colourful groups of land molluscs. This plate by Napoleone Pini, from his monograph on Molluschi terrestri e d'acqua dolce viventi nel territorio d'Esino (Pini, 1 877), is one of four colour plates, all de- 1 0 voted to slugs.

Nap, Pimi. Molluschi del territorio d'Esino.

Tav B .

le di sei fascicoli: "Il Bullettino Malacologico Italiano si pubblica in un foglio di stampa di 16 pagine in 8.°, con co- pertina ed una tavola in nero litografata, ogni due mesi sca- duti" (BM1, 1 (1): 4a di copertina). Inizialmente il BMI si occupava solo dei molluschi non marini italiani “Si oc- cupa di Molluschi viventi, terrestri e d'acqua dolce d'Italia, ed ha per iscopo di presentare nuovi materiali e coordinare i già conosciuti per l'edificio della Malacologia Italiana" (BMI, 1 (1): 3a di copertina; Appendice 1), ed aveva come sot- totitolo "Molluschi terrestri e d'acqua dolce". Successiva- mente (dal volume 2 in poi), in seguito alle numerose richieste e al successo dei primi due fascicoli, accettò anche lavori sui molluschi marini (BMI, 1 (3): 3a di co- pertina; 1 (4): 2a-3a di copertina; Appendice 1).

I primi tre volumi furono pubblicati in fascicoli bime- strali, per un totale di 18 fascicoli ed un supplemento. Dal volume 4 in poi, il BMI divenne trimestrale. Genti- luomo giustificò questo cambiamento con la necessità di una maggiore puntualità nella pubblicazione dei fa- scicoli e per evitare di suddividere, in più parti, lavori particolarmente lunghi (BMI, 3 (5): 4a di copertina; Ap- pendice 1). Il BMI continuò, tuttavia, ad esser pubblica- to regolarmente solo per un breve periodo. Nel 1871, uscirono i primi tre fascicoli e la prima parte del quarto fascicolo del volume 4, ma nel 1872 fu pubblicato solo il primo e unico fascicolo del volume 5.

Dopo l'uscita del fascicolo 5 (1), le pubblicazioni venne- ro interrotte per problemi dell'editore (BMI, 4 ([4, 2a parte]) + 6 (1-2) + 7 (1-2): 3a-4a di copertina; Appendice 1). La pubblicazione del BMI si concluse con un fascico- lo composito, costituito da nove fogli, datato "1875". Uno di questi fogli costituisce la seconda parte del fasci- colo 4 (4) (1871), i due successivi il volume 6 (1873) e gli altri sei il volume 7 (1874). Questo fascicolo fu pubblica- to dopo la fondazione della Società Malacologica Italiana (et. BMI, 7 (1-6): 90), avvenuta probabilmente nella primavera del 1874, e prima del 14 Aprile 1875, la prima data in cui si ha l'evidenza della avvenuta pub- blicazione del primo fascicolo del BSMI.

II Bullettino della Società Malacologica Italiana

Il BSMI mantenne il formato e lo stile editoriale del BMI, ma i volumi, sebbene previsti annuali, furono pubblicati in un numero variabile di fascicoli a intervalli irregolari. La pubblicazione di alcuni volumi (4, 6, 17 e 19) iniziò prima che quella del volume precedente fosse completa- ta (et. BSMI, 4 (1-6): 2a di copertina, 6 (1-4): 2a di coperti- na, 17 (1-3): Ia di copertina, 19 (1-6 V2): Ia di copertina). La numerazione dei fascicoli dei primi due volumi è differente da quella eli tutti gli altri: i fascicoli dei volu- mi 1 e 2 sono numerati come tali, mentre quelli dei vo- lumi successivi sono numerati secondo il numero pro- gressivo dei fogli componenti il fascicolo (un foglio è costituito da 16 pagine, con l'eccezione del volume 3, nel quale è costituito da otto pagine). Fino al volume 13, i fascicoli sono considerati per numero intero di fogli, anche se l'ultimo poteva, talvolta, terminare con un fo- glio ridotto (cioè con meno di 16 pagine). Dal volume 14, anche alcuni fascicoli interni terminano con un fo-

glio ridotto (generalmente un mezzo foglio, cioè 8 pagi- ne), indicato con l'uso di numeri frazionari.

Ciascun volume contiene da tre a cinque fascicoli. I vo- lumi dovevano essere annuali, ma questo è vero solo per due volumi: 8 (1882) e 13 (1888) (in questo ultimo caso ciò è dovuto al fatto che non ci fu un volume per l'anno 1887). L'ultimo fascicolo di ciascun volume fu usualmente pubblicato nei primi mesi dell'anno succes- sivo, tuttavia, gli ultimi due fascicoli dei volumi 18 (1893) e 20 (1895) furono pubblicati rispettivamente due e quat- tro anni più tardi. Un considerevole ritardo, dal 1883 al 1888, si verificò nella pubblicazione della tavola del la- voro di De Stefani (1883-88) sui molluschi delle Alpi A- puane, a causa di "diversi incidenti accaduti nella litogra- fia, non ultimo dei quali la morte del disegnatore" (cf. BSMI, 9 (13-19): 2a di copertina). Questa tavola, usualmente ri- legata nel volume 9 (dove compare il lavoro di De Ste- fani), fu pubblicata nel 1888, con il fascicolo 13 (11-13). Infine, un fascicolo, il 16 (1-4), fu pubblicato prima (28 Dicembre 1891) dell'anno del volume (1892). Diversamente da quanto riportato da Alzona (1971), il BSMI non fu sempre pubblicato a Pisa. Solo i primi due volumi furono stampati a Pisa, i volumi 3-11 furono stampati a Siena e i volumi 12-20 a Modena.

Ciascun fascicolo contiene un certo numero di contribu- ti originali di argomento scientifico e alcune rubriche te- matiche: Spiecie nuove, Necrologia, Cenni Bibliografici, Bi- bliografia, Rivista bibliografica italiana, Rivista del giornali- smo estero e Varietà (Appendici 2, 3).

La rubrica Specie nuove include in tutto 17 contributi, la maggior parte dei quali (15) si colloca nei primi due vo- lumi del BMI; gli altri due sono stati pubblicati nel pri- mo e terzo volume del BSMI. I contributi sono dedicati ad entità (specie o varietà) nuove o recentemente de- scritte (e, quindi, non necessariamente inedite). Il titolo di ciascun articolo riporta il nome del taxon, il suo auto- re e i riferimenti iconografici (se presenti) ed è precedu- to da un numero progressivo (la numerazione è indi- pendente per ogni fascicolo e i contributi sono numerati anche quando la rubrica ne contiene uno solo). Gli ulti- mi tre contributi mancano del numero progressivo e uno anche dell'autore; infine, nel caso del penultimo contributo (il primo pubblicato nel BSMI), il nome della rubrica è, erroneamente, Specie nuova.

La rubrica Necrologia compare solo nel BMI e compren- de tre contributi, un primo dedicato a G. Stabile, un se- condo con quattro brevi necrologi (A. Orsini, V. Pec- chioli, E. Sismonda, L. Pasini) e un terzo dedicato a G. Rigacci. Nel BSMI compaiono altri necrologi (R. Lawley,

J.G. Jeffreys, G.B. Adami, G. Meneghini, G. Seguenza, L. Bellardi, A. Morelet, P. Doderlein, P. Strobel, G. Miche- lotti), ma non sono mai collocati in una rubrica distinta.

Nel BMI, segnalazioni e recensioni bibliografiche sono inserite in una rubrica denominata, dapprima, Cenni bi- bliografici e, poi. Bibliografia ; tuttavia alcune recensioni di articoli pubblicati in periodici compaiono in una ru- brica distinta intitolata Rivista del giornalismo estero, men- 1 1

Il contenuto

Il Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e ¡I Bullettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

M. Paninoci. Note s. Fauna d. Sardegna

Tav. IH

ia

3.

5*>

at

6*

E Sampaalo Liteg.

Cromo-lit.Fior Fireoze

Fig. 7. Bullettino della Società Malacologies Italiana, 8 tav. 3. Altri rilevanti contributi sui molluschi non marini, a parte quelli di Carlo De Stefani, fu- rono pubblicati dalla marchesa Marianna Paulucci, una delle più importanti figure femminili delle Scienze Naturali italiane nella seconda metà dell'Ottocento. La tavola, ripresa dalle Note malacologiche sulla fauna terrestre e fluviale dell'isola di Sardegna (Paulucci, 1 882), illustra, oltre a un paio di igromiidi, specie di Tacheocampylaea, Tyrrheniberus e Marmorana.

Fig. 7. Bullettino della Società Malacologies Italiana, 8: pi. 3. Besides those by Carlo De Stefani, other significant contributions on non marine mol- luscs were published by Marchesa Marianna Paulucci, an eminent figure in the world of Natural Sciences in Italy in the second half of the 1 9th century. This plate, from the Note malacologiche sulla fauna terrestre e fluviale dell'isola di Sardegna (Paulucci, 1882), depicts a pair of hygromiids and some 1 2 species of the genera Tacheocampylaea, Tyrrheniberus and Marmorana

Tav. ///

4.

( Po ilari era (Us .

Deaeri Torino

Fig. 8. Bullettino della Società Malacologies Italiana, 13 tav. 3. Garibaldino della prima ora, pittore affermato e collaboratore del curatore presso il Museo di Zoologia ed Anatomia comparata della R. Università di Torino, Carlo Pollonera si occupò di molluschi non marini, lavorando in particolare sulla fauna piemontese, sui gasteropodi nudi e sugli igromiidi xerofili ( Cernuella e Xerosecta). La tavola, disegnata da lui stesso come quelle di tutti i suoi lavori, correda i Molluschi dello Scioa e della valle dell'Havash (Pollonera, 1888), figurando, oltre a conchiglie, anche apparati genitali e radule. Pollonera fu, Infatti, fra gli autori del XIX secolo che più ampiamente utilizzarono i caratteri anatomici nella sistematica del molluschi terrestri.

Fig. 8. Bullettino della Società Malacologies Italiana, 13. pi. 3. Carlo Pollonera collaborated with the Museo di Zoologia ed Anatomlaxomparata, R Università di Torino, and was a well-known painter; he was also involved in the Garibaldi movement. He devoted himself to the study of non marine molluscs, especially Piedmontese species, slugs and xerophile hygromilds (Cernuella and Xerosecta). This plate, drawn by Pollonera, as were all the others in his works, completes his Molluschi dello Scioa e della valle dell'Havash (Pollonera, 1888): it shows various shells, genitalia and radulae. Indeed, among authors of the 1 9th century, Pollonera was one of the few to use anatomical features for the systematlcs of land molluscs.

13

II Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Bullettino della Società Malacologies Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Caramagna. CONCHIGLIE ASSABES1

Boll. Soc.Mol.lt .(1888) 'Tav.VIH

Cristofari dis.e lit. Lit. Ach . Paris -Firenze

Fig. 9. Bullettino della Società Malacologica Italiana, 13 tav. 8. La tavola, tratta da uno dei pochi lavori sui molluschi marini non euromediterranei, il Catalogo delle conchiglie assabesi del capitano di vascello Giovanni Caramagna, illustra conchiglie di gasteropodi raffigurate secondo un canone arcai- co (apertura in alto e apice in basso) (cf. Caramagna, 1888). Assab, una città portuale dell'Eritrea, costituì l'avamposto per l'avventura coloniale Italia- na in Africa orientale.

Fig. 9. Bullettino della Società Malacologica Italiana, 13: pi. 8. This plate, drawn from a rare work on non Euro-Medlterranean marine molluscs, the Catalogo delle conchiglie assabesi by sea-captain Giovanni Caramagna, Illustrates gastropod shells portrayed in an old style (aperture up and apex 1 4 down) (cf. Caramagna, 1888). Assab, an Eritrean harbour, was an outpost of the Italian colonial venture in east Africa.

Monìerosafo VERMETI DEL MEDITERRANEO

Boll. Soc.MaLIt.Vol.XVII Tav.llh

AFecarrotta dis e lit

Palermo Lite Visconti

Fig. IO. Ballettino della Società Malacologies Italiana, 17. tav. 3. I vermetidi, gasteropodi marini con conchiglia irregolare ed incrostante, furono og- getto di una bella monografia del marchese Tommaso Allery di Monterosato (cf. Allery di Monterosato, 1892), autore di molti e importanti contributi sui molluschi marini mediterranei, tra cui le prime accurate checklist.

Fig. 10. Ballettino della Società Malacologies Italiana, 17: pi. 3. Vermetids (marine gastropods with irregular encrusting shells) were the subject of a monograph by Marchese Tommaso Allery of Monterosato (cf. Allery di Monterosato, 1892), the author of many important contributions on Mediter- ranean marine molluscs, including the first accurate checklists. 1 5

Il Ballettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Ballettino della Società Malacologies Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

tre segnalazioni bibliografiche molto brevi sono inserite nella rubrica Varietà. Materiali per una bibliografia ma- lacologica italiana vengono, inizialmente, pubblicati in un'altra rubrica ancora denominata Rivista bibliografica italiana e, dopo, in un supplemento specifico al terzo vo- lume del BMI. Complessivamente, nelle varie rubriche bibliografiche del BMI sono recensiti più di 150 lavori. Nei primi dodici volumi del BSMI c'è una sola recensio- ne bibliografica, anche se altre compaiono sulle pagine di copertina. A partire dal volume 13, D. Pantanelli pub- blica una serie di recensioni, inserite o meno in una ru- brica denominata Bibliografia, in cui sono rivisti 74 titoli. Altri contributi a prevalente contenuto bibliografico so- no pubblicati, sia nel BMI che nel BSMI, al di fuori delle rubriche bibliografiche sotto forma di brevi commenti, oppure di brevi articoli, oppure di rassegne bibliografi- che come quelle sui molluschi del Mar Rosso (la scoper- ta della diversità tra la malacofauna del Mediterraneo e quella del Mar Rosso suscitò grande interesse; Appe- lius, 1875; Manzoni, 1871b), sulle esplorazioni delle pro- fondità abissali (Gentiluomo, 1870; Manzoni, 1871a, 1871c), sull'argonauta (lìberi, 1879), sulla nomenclatura zoologica (Pantanelli, 1890) o sulla sistematica dei bi- valvi (Gioii, 1889).

La rubrica Varietà (diversamente dalle altre, il titolo di questa rubrica è scritto in minuscolo invece che in maiu- scolo) comprende, infine, una serie di contributi brevi o molto brevi, di argomento estremamente eterogeneo (re- censioni bibliografiche, segnalazioni faunistiche, annun- ci, ecc.). Si tratta, infatti, di una rubrica intesa a sfruttare lo spazio residuo di fine fascicolo che fu interrotta con il fascicolo 4 (1) del BMI.

Tutti i volumi, eccetto il 4, 6 e 7 del BMI e il 4 del BSMI, hanno un indice finale (l'indice dei volumi 4-7 del BMI che compare nell'edizione anastatica non è originale). Nel primo caso, la mancanza di un indice è sicuramente da mettere in relazione con le difficoltà dell'editore nel periodo in cui questi volumi vennero pubblicati mentre, nel secondo, con il fatto che il volume è monografico. Un indice collettivo dei volumi 1-5 del BSMI è pubbli- cato nel supplemento del volume 6. In un solo caso, in- fine, oltre all'indice generale c'è un indice sistematico (cf. BSMI, 13).

I 27 volumi del BMI e del BSMI (1868-1899) contengono più di 400 contributi, se per contributo si intende un te- sto dotato di propria individualità (Appendici 2, 3). 233 contributi, sia lavori più o meno lunghi, sia note brevi o brevissime, possono essere considerati articoli scientifici originali. Gli altri 177 (un contributo senza titolo collet- tivo, inserito nella rubrica Varietà, è costituito da cinque brevi note, tre di carattere scientifico, le altre bibliografi- co) possono essere ripartiti tra note redazionali (29, di cui 25 indici, 3 errata corrige e un annuncio), materiali inerenti la Società Malacologica Italiana (32, di cui 7 verbali delle adunanze, 12 elenchi annuali dei soci, 6 uf- fici di presidenza ed elenchi amiuali dei soci, 7 informa- tive varie; tre di questi contributi sono stati pubblicati due volte: lo statuto, il verbale del 9 maggio 1880 e l'e- lenco dei soci per il 1880), recensioni, rassegne, segnala- 1 6 zioni, materiali bibliografici e traduzioni di articoli già

pubblicati (104) e note necrologiche (12). Questa suddi- visione va, tuttavia, considerata con molta prudenza perché è impossibile proporre una ripartizione che non sia condizionata da un certo margine di arbitrarietà e soggettività.

Altri contributi, pubblicati sulle pagine di copertina o in una pagina fuori testo tra l'ultima pagina e la copertina di un fascicolo (cf. BMI 1 (6) e 2 (2)), non sono compresi nel computo; tra questi, quelli più importanti sono l'er- rata corrige alla descrizione di Mactra pecchiolii (Anoni- mo, 1869), la relazione di C. De Stefani sul Congresso dei naturalisti italiani svoltosi ad Arco nel settembre 1874 (De Stefani, 1875), i verbali delle adunanze (Gentiluo- mo, 1877a; Pantanelli 1879a, 1879b, 1881, 1882, 1883, 1884, 1885, 1886), le correzioni agli elenchi dei soci della So- cietà Malacologica Italiana (cf. 8 (1-6): 3a di copertina, 8 (7-16): 4a di copertina, 10 (1-4): 4a di copertina, 11 (1-7): 4a di copertina) e varie segnalazioni necrologiche (Ano- nimo, 1877a, 1877b) e bibliografiche (Gentiluomo, 1877b; Anonimo, 1879, 1880).

Le due riviste hanno un ricco apparato iconografico co- stituito da 123 tavole fuori testo, 28 delle quali pubbli- cate nel BMI e 95 nel BSMI. A parte poche eccezioni (BMI, 1: tt. 1-3; BMI, 2: tt. 1, 4; BSMI, 2: t. C; BSMI, 3: t. 1; BSMI, 20: t. 2), le tavole sono pertinenti a singoli contri- buti. La numerazione, all'interno di ciascun volume, è progressiva e in numeri romani; eccezioni sono costitui- te dalla numerazione doppia delle tavole di Parona (1895); dalla numerazione alfabetica nel BSMI, 2; dalla numera- zione in parte in numeri arabi e in parte in numeri ro- mani nel BSMI, 10; dai numeri 1-2 ripetuti nel BSMI, 7; da alcune tavole non numerate nel BMI, 3 (ritratto di V. Pecchioli), nel BMI, 4 (ritratto di G. Rigacci), nel BSMI, 11 (tavole di Adami, 1886), e nel BSMI, 13 (tavola di De Stefani, 1883-88). Con l'esclusione dei ritratti di V. Pecchioli (BMI, 3) e di G. Rigacci (BMI, 7), tutte le tavole sono pertinenti ad articoli scientifici, hanno dimensioni di un ottavo di foglio (eccetto BMI, 2: t. 5, BSMI, 8: t. 0, BSMI, 12: t. 4, BSMI, 13: t. non numerata, BSMI, 19: tt. 1- 3 e BSMI, 20: tt. 1, 7, che hanno dimensioni maggiori) e consistono per lo più di litografie o cromolitografie mo- nocromatiche (101) o a colori (4); le altre tavole sono fo- tografiche e illustrano, a partire dal 1884, alcuni degli ultimi lavori.

I 233 lavori scientifici originali trattano di tassonomia, nomenclatura, faunistica e paleontologia dei molluschi e, molto marginalmente, dei brachiopodi (229: mollu- schi; 2: molluschi e brachiopodi; 2: brachiopodi), pren- dendo in considerazione quasi esclusivamente materiali euromediterranei a testimonianza del fatto che gli auto- ri del BMI e del BSMI ebbero accesso quasi unicamente a faune locali. I pochi articoli che trattano di materiali non euromediterranei sono tutti, eccetto uno (Pollonera, 1888), dedicati a molluschi marini (Paulucci, 1877, 1878; Tapparone Canefri, 1877; Caramagna, 1888).

All'incirca una metà dei lavori (117) si occupa di mollu- schi continentali, l'altra (116) di molluschi (e brachiopo- di) marini. I lavori sui molluschi continentali si occupa- no prevalentemente di taxa attuali (107 su 117), al con- trario di quelli sui molluschi (e brachiopodi) marini che

oUce/u.

Fig. 11. Bullettaio della Società Malacologica Italiana, 18 tav. 5. Federico Sacco, in questa tavola tratta da Le variazioni dei molluschi (Sacco, 1 894), il- lustra le trasformazioni subite nel corso del Terziario dagli aporraidi fossili del bacino euromediterraneo. Seppure nella diversità di riferimenti cultura- li e concettuali rispetto a quelli attuali, il modo di rappresentare relazioni tra fossili di età differenti, sviluppato da Sacco nel suol lavori sui fossili del ba- cino ligure piemontese, costituisce un’ipotesi di parentela tra antenati e discendenti.

Fig. 11. Bullettmo della Società Malacologies Italiana, 18 pi. 5. Federico Sacco, in this plate from Le variazioni dei molluschi (Sacco, 1894), illustrates changes undergone by fossil aporrhalds of the Euromediterranean Basin during the Tertiary. Although his cultural and conceptual references were very different from modern ones, through his studies on fossils of the Llgurian-Piedmontese Basin, Sacco developed a way of representing relationships between fossils of different ages that constitutes a hypothesis of kinship between ancestors and descendants. 1 7

Il Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Bullettino della Società Malacologies Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Belinae Bellardi, 1875: 18-19 (Gastropoda)

Borsoninae Bellardi, 1875: 20 (Gastropoda)

Caliphyllacea Tiberi, 1881: 239 (Gastropoda)

Pseudotominae Bellardi, 1875: 19 (Gastropoda)

Pyrgulinae Brusina, 1882: 229, 230-234 (Gastropoda) Raphitominae Bellardi, 1875: 22 (Gastropoda)

Tab. 3. Taxa del gruppo della famiglia descritti nel BMI e nel BSMI.

Tab. 3. Taxa of the family group described in BMI and BSMI.

trattano prevalentemente di taxa fossili (77 su 116). Nel- l'insieme, i lavori paleontologici, tolti quattro che consi- derano materiali archeologici o protostorici, riguardano per lo più faune neogeniche (70 su 83) e, con rare ecce- zioni, la maggior parte di quelli dedicati ai fossili pre- neogenici è concentrata negli ultimi volumi del BSMI. Il fatto che i lavori a soggetto paleontologico si occupino soprattutto di molluschi marini neogenici riflette l'ab- bondanza di formazioni marine neogeniche nel territo- rio italiano.

La maggior parte dei lavori scientifici (181) è stata pub- blicata in una sola volta, anche se un numero rilevante di articoli (52) è stato suddiviso in più parti e stampato, spesso, in fascicoli usciti in anni diversi. Generalmente

gli articoli sono piuttosto corti, ma 15 superano le 100 pagine e cinque arrivano intorno alle 250; il lavoro più lungo è quello di De Gregorio (1884-85), pubblicato in tre parti sul volume 10.

Gli autori, in tutto, sono 65 e i "più produttivi", per nu- mero di lavori scientifici originali, risultano C. De Ste- fani (20, di cui 2 in collaborazione con D. Pantanelli), C. Gentiluomo (19), M. Paulucci (19) e D. Pantanelli (18, di cui 2 in collaborazione con C. De Stefani).

Tutti i lavori sono scritti da un unico autore, eccetto cin- que (Villa & Villa, 1868, 1871; Benoit & Granata Grillo, 1878-79; De Stefani & Pantanelli, 1878-80, 1879) e in italia- no, tranne tre in francese (De Boury, 1890, 1891; Drouét, 1892) e due in latino (Bellardi, 1875; Bonarelli, 1893).

Molti articoli contengono nuovi nomi scientifici, per lo più di molluschi gasteropodi e bivalvi, ma anche di molluschi cefalopodi e di brachiopodi. Il computo pre- ciso dei nomi nuovi del gruppo della specie (un nume- ro che si aggira, probabilmente, tra 1200 e 1400) è molto difficile perché i nuovi taxa sono spesso introdotti in modo non esplicito (e quando lo sono, non si può esclu- dere che fossero già stati introdotti in modo valido pre- cedentemente). La maggior parte dei nuovi nomi del gruppo della specie è stata introdotta per taxa infrasub- specifici (ICZN, 1999: Art. 45.5) e come tali potenzial- mente esclusi dalla nomenclatura scientifica degli ani-

Abisa De Gregorio, 1884: 57, 58 (Bivalvia)

Algrus De Gregorio, 1885: 279-280 (Gastropoda)

Anfilla De Gregorio, 1885: 214-215 (Bivalvia)

Aphanitoma Bellardi, 1875: 22 (Gastropoda)

Aplus De Gregorio, 1885: 279 (Gastropoda)

Asga De Gregorio, 1885: 68 (Gastropoda)

Atonia Bellardi, 1875: 24 (Gastropoda)

Borsonia Bellardi, 1875: 20-21 (Gastropoda)

Brongus De Gregorio, 1885: 47 (Gastropoda)

Chalmon De Gregorio, 1885: 28 (Gastropoda)

Clinura Bellardi, 1875: 20 (Gastropoda)

Coripia De Gregorio, 1885: 153 (Bivalvia)

Costea Tiberi, 1881: 231 (Bivalvia)

Dicosmos Canavari, 1891: 214-219 (Gastropoda) Doiichotoma Bellardi, 1875: 21 (Gastropoda)

Elegantula De Gregorio, 1885: 137 (Bivalvia)

Eulimopsis Brugnone, 1880: 120 (Gastropoda)

Enucleila De Gregorio, 1884: 72-73 (Bivalvia)

Puniscala De Boury, 1891: 205-206 (Gastropoda)

Gadilina Foresti, 1895: 259 (Scaphopoda)

Gestiva Pini, 1877: 83 (Gastropoda)

Glomulus Allery di Monterosato, 1888: 172 (Gastropoda) Homotoma Bellardi, 1875: 22-23 (Gastropoda)

Hyaloscala De Boury, 1890: 246-247 (Gastropoda)

Unga De Gregorio, 1885: 217 (Bivalvia)

Madrela De Gregorio, 1884: 57-58 (Bivalvia)

Megaxinus Brugnone, 1880: 146 (Bivalvia)

Mipus De Gregorio, 1885: 28 (Gastropoda)

Monophorus Granata Grillo, 1878: 54, 58 (Gastropoda)

Nodiscala De Boury, 1890: 168-170 (Gastropoda)

Oligotoma Bellardi, 1875: 21 (Gastropoda)

Opilolimax Pini, 1877: 92-93 (Gastropoda)

Ovata Pini, 1877: 185 (Bivalvia)

Pinoli De Gregorio, 1885: 27-28 (Gastropoda)

Pirgos De Gregorio, 1885: 28 (Gastropoda)

Pirtus De Gregorio, 1885: 257 (Gastropoda)

Pseudolibania De Stefani in De Stefani & Pantanelli, 1879: 12 (Gastr.) Pseudotoma Bellardi, 1875: 20 (Gastropoda)

Putzeysia Sulliotti, 1889: 30 (Gastropoda)

Pyxis De Stefani, 1878: 80 (Bivalvia)

Raphitoma Bellardi, 1875: 24 (Gastropoda)

Sabatia Bellardi, 1877: 209-210 (Gastropoda)

Saccoia Brusina, 1893: 49-51 (Gastropoda)

Sdikia De Gregorio, 1884: 48 (Bivalvia)

Soldania De Stefani & Pantanelli, 1878: 38 (Bivalvia)

Spirulirostrina Canavari, 1892: 65-68 (Cephalopoda)

Stabilea Pini, 1877: 97 (Gastropoda)

Timbellus De Gregorio, 1885: 275 (Gastropoda)

Tumulus Allery di Monterosato, 1888: 176 (Gastropoda)

Turriscala De Boury, 1890: 187-188 (Gastropoda)

Vainilla De Gregorio, 1885: 67-68 (Gastropoda)

Tab. 4. Taxa del gruppo del genere descritti nel BMI e nel BSMI. 1 8 Tab. 4. Taxa of the genus group described In BMI and BSMI.

De Franchis Moll.postplioc

M : Vo.Xi'X

UioV.'Gì.ZOUEl v ffiBBRlO-Mitano

Fig. 12. Bullettino della Società Malacologlca Italiana, 19 tav. 2. La tavola, ripresa dalla Descrizione comparativa dei Molluschi postpliocenici del baci- no di Galatina di Filippo De Franchis, testimonia la buona qualità raggiunta dalla fotografia scientifica già alla fine dell'800 (cf. De Franchis, 1895).

Fig. 12. Bullettino della Società Malacologica Italiana, 19: pi. 2 This plate, from Descrizione comparativa dei Molluschi postpliocenici del bacino di Galatina by Filippo De Franchis, testifies the high quality attained by scientific photography at the end of the 19th century (cf. De Franchis, 1895).

II Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Bullettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

mali (ICZN, 1999: Art. 1). Più facile è il computo dei nuovi nomi introdotti per 1 taxa sopraspecifici: sei per il gruppo della famiglia e 51 per il gruppo del genere

(Tabb. 3, 4).

Ringraziamenti

Un sincero ringraziamento a Marco Dellacasa del Mu- seo di Storia Naturale di Calci, Pisa, e a Paola Tozzi del- la Biblioteca di Scienze dell'Università di Firenze per il loro supporto nella ricerca bibliografica, a Giambattista Bello (Bari) e a Folco Giusti (Siena) per alcuni utili sug- gerimenti. Si ringraziano Alessandro Minelli (Padova) ed Elena Cavetti (Torino) per la lettura critica del mano- scritto.

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Lavoro ricevuto il 8 aprile 2008 Lavoro accedalo il 15 setiembre 2008

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Il Bullettàio Malacologico Italiano (1868-1875) e ¡I Bullettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Appendice 1. Estratti dalle copertine di alcuni fascicoli del Ballettino Malacologico Italiano

Appendix 1. Excerpts from the covers of some issues of Ballettino Malacologico Italiano

BMI, 1 (1): 3a di copertina (Marzo 1868)

È scopo di questa pubblicazione non solo il presentare al pubblico, nuove specie di Molluschi italiani, ed i nuo- vi lavori in Malacologia ma eziandio l'occuparsi di quelli già conosciuti, onde armonizzarli fra loro, acciò possano essi pure servire a consolidare le fondamenta dello edificio Malacologico Italiano, principal nostra meta. A ciò fare, ci proponiamo cominciare dallo offrire un giudizio di tutto quel che fu fatto e pubblicato fino a quest'epoca. Per quanto noi possediamo de' materiali per questa ingente fatica, ci facciamo lecito rivolgerci ai Conchiliologi Italiani, onde pregarli ci siano larghi di tutti quei consigli e suggerimenti che crederanno utile ed opportuno il farci pervenire. Si avranno pure la no- stra gratitudine, tutti coloro che si compiaceranno indi- rizzarci i loro lavori, o per lo meno indicarci ove po- tremmo procurarceli per farne argomento delle nostre riflessioni.

Speriamo, per il bene della scienza, che questo nostro appello troverà favorevole accoglimento presso tutti co- loro che si occupano di Malacologia, e ci affrettiamo di anticiparne loro i più vivi ringraziamenti.

Cediamo ben volentieri alle esortazioni di Chi gentil- mente ci consiglia pel nostro meglio. Egli è perciò, che rimanendo fermo lo scopo della presente pubblicazio- ne, ne abbiamo riformato il titolo per renderlo più chia- ro e al tempo istesso più completo nel suo significato. Per imprevedute circostanze abbiamo dovuto ritardare di qualche giorno la pubblicazione di questo numero certi della indulgenza dei cortesi nostri associati.

BMI, 1 (3): 3a di copertina (Luglio 1868)

Lusingati dalla benevole accoglienza che oltre ogni aspettativa ricevette questo periodico, il nostro pensiero fu sempre rivolto allo scopo di trovare il modo onde mostrarne la nostra gratitudine ai cortesi nostri associa- ti e lettori. E poiché nelle molteplici lettere che ci furono indirizzate, trovammo quasi sempre esposto un sol de- siderio, un solo consiglio, noi ci determinammo di sod- disfare il primo, dare ascolto al secondo; lo che avverrà infatti col primo numero del futuro anno.

Quale sia questo desiderio, quale questo consiglio, i no- stri associati ne saranno esattamente informati col nu- mero venturo. Oggi possiamo solo assicurare, che per quanto grande debba essere l'incremento che verremo in seguito a dare al nostro periodico, il prezzo attuale di 22 abbuonamento, non sarà mai alterato.

Ed ora, possiamo sperare a maggior ragione, la conti- nuazione di quella simpatia che ci fu sempre gentilmen- te manifestata?

Saremo tenuti a tutti coloro che vorranno esserci larghi di informazioni notizie, articoli e lavori concernenti la nostra pubblicazione. Sarà eziandio reso conto dei nuo- vi lavori di Malacologia Italiana, dei quali una copia sa- rà indirizzata al nostro ufficio.

BMI, 1 (4): 2a-3a di copertina (Settembre 1868)

Tutti coloro, Italiani e Stranieri, che ci onorarono della loro benevolenza ci espressero più volte il desiderio che fosse ampliato il campo di studi ai quali si dedicava il nostro periodico, estendendolo alle Conchiglie marine del littorale ed alle fossili dei nostri terreni.

Nel mentreché eravamo grati e sinceramente, per l'inte- resse generale che questa nostra pubblicazione ha destato nei Malacologhi, non potevamo di subito accondiscende- re a tale preghiera, poiché essendo per ora questo nostro lavoro cinto di difficoltà, non volevamo prometter trop- po, senza esser prima certi di poter corrispondere al no- stro dovere. Oggi che l'accoglienza alle nostre fatiche ci rallegra e rinfranca delle medesime, oggi che molti illu- stri scienziati unitamente all'espressione del lor desiderio ci hanno generosamente offerto il loro aiuto, crederemmo peccare per scortesia nello insistere maggiormente nel ri- fiuto, ed aderiamo di buon grado a tali gentili richieste.

In conseguenza col primo numero del secondo anno (1869) ci occuperemo delle Conchiglie viventi marine del littorale Italiano, e delle fossili dei nostri terreni, por- tando a 32 le pagine di ciascun numero del nostro Bullettino. Possiamo fin da questo momento annunciare di aver in pronto vari ed interessantissimi lavori, concer- nenti tali materie, cortesemente affidati da valenti natu- ralisti alla nostra pubblicazione. Ciò quanto al testo.

Le nostre tavole litografiche, se sul principio parevano non raggiungere quel grado di perfezione da noi ago- gnato, oggi, con quella che accompagna questo fascico- lo, mostrano aver guadagnato un notevole progresso. Queste pel momento rimarranno nel numero di sei, ma non disperiamo di poterne pubblicare in avvenire un numero più ragguardevole, fra le quali alcuna colorita. Come facemmo noto nel numero scorso, non essendo il desiderio di pecuniario guadagno la spinta che ha fatto esistere il nostro periodico, ma sibbene UNICAMENTE IL VANTAGGIO ED IL PROGRESSO DELLA SCIEN- ZA, manteniamo a Lire italiane 9 il prezzo annuo di ab- buonamento.

Nutriamo fiducia che i nostri associati, i nostri amici, e tutti i Malacologhi saranno persuasi della buona volon- tà che ci anima a progredire nella nostra impresa. Non ci manchi, deh!, la loro benevolenza, il valido ajuto, il generoso loro consiglio, e saremo semprepiù soddisfatti di noi stessi per avere intrapreso un lavoro, che, per quanto irto di difficoltà, speriamo recherà onore alla pa- tria nostra, e vantaggio alla scienza.

L'abbondanza delle materie ci costringe a rimandare ai numeri venturi la fine della RIVISTA BIBLIOGRAFICA della Lombardia.

BMI, 3 (5): 4a di copertina (Aprile 1871)

A principiare dal quarto volume uscirà in fascicoli tri- mestrali, contenendo però la stessa materia che per lo innanzi.

A ciò siamo indotti da due principali ragioni. E primie- ramente onde tentare di essere più esatti che pel passa- to nell'epoca della pubblicazione: in secondo luogo on- de evitare possibilmente che gli articoli di una certa estensione vengano dimezzati.

Una nuova estensione al nostro programma e, crediamo noi, un nuovo miglioramento. Essendoché per lo addie- tro ci si presentò il caso di dover rifiutare lavori non compatibili col nostro programma, che non prende di mira la Malacologia straniera, e poiché dovemmo con- venire della inopportunità della pubblicazione di un giornale nuovo, che di quella sol si occupasse, siamo venuti alla determinazione di accogliere dal quarto vo- lume in avanti, anco articoli che si occupino di Mala- cologia estera senza cessare, per questo, di occuparci con equal fervore, che nel passato, di quella Italiana, au- mentando all'occorrenza, i fogli di stampa che il nu- mero delle tavole.

Il prezzo rimarrà invariato.

BMI , 4 ([4, 2a parte]) + 6 (1-2) + 7 (1-6): 3a-4a di copertina (Aprile 1875)

Nel pubblicare quest'ultimo fascicolo del Ballettino Ma- lacologico Italiano, sento il dovere di porgere vive grazie a tutti coloro che colla penna e col consiglio, od in altro modo qualunque, hanno voluto aiutarmi nell'ardua im- presa a cui mi ero accinto sostenendola così col loro va- lido appoggio. Devo anzi dichiarare formalmente che se ho potuto condurre a questo punto la mia pubblicazio- ne, ne è merito totale di tutti i miei amici che risposero nel migliore modo all'appello che ad essi, in nome della scienza, aveva loro indirizzato.

Era mia ferma intenzione di dare la più solida esistenza a questa scientifica pubblicazione, e nel breve tempo in cui essa comparve alla luce sembrami aver dimostrato che, nel mio debole, avevo fatto il possibile per raggiun- gere lo scopo prefissomi, sormontando le difficoltà che non piccole, rare erano sorte ad inceppare il mio cammino. Non mancanza di buon volere al certo si è frapposta per la continuazione di questo giornale, ma gravi occupazioni inerenti alla mia vita sociale mi rese-

ro incompatibile il dedicarmi più oltre alla redazione del Ballettino. Che io cercassi in qualche modo di non distac- carmene del tutto lo prova il contenuto del presente fa- scicolo, in cui sono compresi i primi fogli di vari volumi che era mia intenzione continuarne la pubblicazione.

Ma vedendo finalmente come ciò, mio malgrado, fosse per me impossibile, ricorsi allora all'idea, che io reputo fortunata, della istituzione di una Società Italiana di Malacologia, e dico fortunata a buon dritto, poiché con- tro forse la comune aspettativa, essa si è potuta costitui- re con un numero non disprezzabile di soci nel lasso di soli pochi mesi.

Una preghiera adunque, se mi è permessa, a tutti coloro che vollero meco legarsi fino ad ora nella formazione del mio antico Ballettino. Volgano alla nuova Società ogni loro cura, siano ad essa larghi d'aiuto e di collabo- razione, e se nell'avvenire la memoria del Ballettino po- trà ridestare nei cultori della Malacologia un senso di simpatia, spero che lo sarà sotto il rapporto che col me- desimo si potè fondare anco in Italia una istituzione scientifica simile a quella che già in tanti altri paesi ha dato di e tuttora larga messe di resultati.

Il Bollettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Bollettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Appendice 2. Indice del Bullettino Malacologico Italiano e del Bullettino della Società Malacologica Italiana

Appendix 2. Contents of Bullettino Malacologico italiano and of Bullettino della Società Malacologica Italiana

L'Appendice 2 elenca, volume per volume, tutti i contri- buti pubblicati nel BMI e nel BSMI (per la paginazione e per la data di pubblicazione di ciascun fascicolo, si ve- dano le Tabb. 1-2). Per "contributo" si è inteso un testo, di qualsiasi lunghezza, generalmente individuato da un titolo e da un autore. Questa scelta ha comportato, a causa delle fortissime disomogeneità nello stile edito- riale delle due riviste durante gli anni, alcune evidenti incongruità, come ad esempio per i contributi inseriti nelle rubriche (recensioni bibliografiche, necrologie, etc.). In questi casi, infatti, sono stati considerati come contributi distinti ora le singole recensioni (cf. BMI, 1- 4), ora gruppi interi di recensioni (cf. BSMI, 18) (lo stes- so vale per le necrologie; cf. BMI, 3 e BSMI, 14). I titoli del BMI sono rispettati nella loro punteggiatura e orto- grafia originale, incluso l'uso del maiuscolo /minuscolo. I titoli del BSMI sono stati, invece, modificati perché nella maggior parte dei casi sono in tutto maiuscolo. I nomi scientifici dei taxa del gruppo della specie e del genere sono stati messi sempre in corsivo. Espressioni come "articolo di", "nota di", ecc. sono state sempre omesse, eccetto che in tre casi (Meneghini, 1875; Tiberi, 1879; De Gregorio, 1884-85) al fine di non rendere in- comprensibile il titolo. Dettagli esplicativi sono stati ag- giunti, tra parentesi quadre dopo la paginazione, sia nel caso di contributi suddivisi in più parti, sia nel caso di gruppi di recensioni bibliografiche, necrologi e comuni- cazioni inerenti la Società Malacologica; lo stesso è stato fatto per un lavoro di De Gregorio (1884-85) compren- dente una serie di note, ciascuna delle quali potrebbe costituire un articolo distinto.

I contributi editoriali (indici ed errata corrige) del BMI sono stati attribuiti a C. Gentiluomo, in quanto redatto- re della rivista; quelli del BSMI sono stati lasciati anoni- mi anche se è molto probabile che gli autori siano C. Gentiluomo (voli. 1-4) e D. Pantanelli (voli. 5-20).

BM1 1 (1868)[1868=1869]

Issel A., 1868. Dei Molluschi terrestri e d'acqua dolce raccolti nello Arcipelago di Malta. BMI, 1 (1): 1-6. [Continua in BMI, 1 (2): 17-24, tav. 2.]

Gentiluomo [C.], 1868. Clausilia Lucensis. - Mihi, Tav. I, fig. 1-3. BMI, 1 (1): 6-7, tav. 1. [Contributo inserito nel- la rubrica "Specie nuove".]

Gentiluomo]. [C.], 1868. Physa Pisana. - Issel, Tav. I, fig. 7, 8. BMI, 1(1): 7-9, tav. 1. [Contributo inserito nel- 24 la rubrica "Specie nuove".]

Appendix 2 lists all contributions published in BMI and BSMI, volume by volume (for pagination and publica- tion dates of fascicles, see Tabs 1-2). A "contribution" is intended to mean text of any length, generally identi- fied by its title and author. Given the extreme heteroge- neity of editorial style of the two journals over the years, this choice led to some obvious discrepancies, concerning, for instance, minor contributions (book re- views, obituaries, etc.). In such cases, single reviews (cf. BMI, 1-4) or groups of them (cf. BSMI, 18) were treated as individual contributions (the same applies to obitua- ries; cf. BMI, 3 and BSMI, 14). The titles of BMI were quoted accurately with their original punctuation and spelling, including upper- and lower-case letters. Titles in BSMI, on the contrary, were modified because in most cases they were entirely in capital letters. Scientific names of taxa of species and genus group are always quoted in italics. Such expressions as "articolo di", "no- ta di", ecc. are omitted except in three cases (Meneghini, 1875; Tiberi, 1879; De Gregorio, 1884-85) of titles that would be difficult to understand in their absence. Explanatory details were added in square brackets after the pagination in the case of contributions split into parts and for groups of book reviews, obituaries and announcements concerning the Società Malacologica; the same was done for a contribution by De Gregorio (1884-85) consisting of a series of notes, each of which could be a distinct article. Editorials (indexes and erra- ta) of BMI were attributed to C. Gentiluomo, as editor of the journal; those in BSMI were not attributed to any author, though they were presumably written by C. Gentiluomo (vols 1-4) and D. Pantanelli (vols 5-20).

Gentiluomo [C.], 1868. Helix nemoralis. - Linneo, mut. undulata. - Mihi (Tav. I, fig- 9, 10). BMI, 1 (1): 9-10, tav. 1. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuo- ve".]

Martens E. von, 1868. Arturo Issel. Dei Molluschi rac- colti nella Provincia di Pisa. - Memoria della Società Italiana di Scienze naturali. - Milano 1866, in 4.°. BMI, 1 (1): 11-13. [Probabilmente, questa recensione non è inserita nella rubrica "Cenni bibliografici", che inizia quattro pagine dopo, solo per sbaglio.]

Gentiluomo [C.], 1868. Nota, Tav. I, fig. 4-6. BMI, 1 (1):

13-15, tav. 1. [Commento alla recensione del lavoro di A. Issel "Dei Molluschi raccolti nella Provincia di Pisa".]

Gentiluomo]. [C], 1868. Descriptions de quelques espèces nouvelles du groupe de YHelix Rnspaili. - par M. Gustave Dutailly. BMl, 1 (1): 15-16. [Recensione in- serita nella rubrica "Cenni bibliografici".]

[Gentiluomo C], 1868. [Due brevi segnalazioni biblio- grafiche senza titolo collettivo.] BMl, 1 (1): 16. [Le se- gnalazioni, riunite nella rubrica "Varietà", riguardano il secondo fascicolo delle Nouvelles Miscellanées Ma- lacologiques e il secondo tomo degli Annali della Société Malacologique de Belgique. ]

Issel A., 1868. Dei Molluschi terrestri e d'acqua dolce raccolti nello Arcipelago di Malta. BMl, 1 (2): 17-24, tav. 2. [Continuazione di BMl, 1 (1): 1-6.]

Pecchioli V, 1868. Zonites Mortilleti. - Mihi, Tav. II, fig. 8, 12. BMl, 1 (2): 25-26, tav. 2. [Contributo inserito nel- la rubrica "Specie nuove".]

[Gentiluomo C], 1868. Helix Luganensis. - Schintz. Tav. II, fig. 7. mut. fi Philippi-Mariae , Stabile. BMl, 1 (2): 26- 27, tav. 2. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".]

[Gentiluomo C], 1868. Classazione delle varietà deli' Helix nemoralis. - Linneo. BMl, 1 (2): 27-30.

[Gentiluomo C.], 1868. Lugano (Svizzera italiana). BMl, 1 (2): 30-31. [Il contributo, inserito nella rubrica "Rivi- sta bibliografica italiana", include, dopo una breve premessa, il seguente titolo: Prospetto sistematico sta- tistico dei molluschi terrestri e fluviatili viventi nel territorio di Lugano dell'Ab. Professor G. Stabile.]

[Gentiluomo C.], 1868. Le acque termali dei bagni di Pisa. BMl, 1 (2): 31-32. [Contributo inserito nella ru- brica "Varietà". |

Stabile [G.], 1868. Pupa Mortilleti. - Martens. Studi Sinonimici. BMl, 1 (3): 33-34.

Strobel [P], 1868. Esistenza dello Zonites Leopoldianus nell'Italia Settentrionale. BMl, 1 (3): 34-35.

Gentiluomo [C], 1868. Clausilia Lucensis. - Mihi. e Clau- silia Comensis. - Shüttleworth. BMl, 1 (3): 36-37.

Villa A. & Villa G.B., 1868. Clausilia Isseli. - Villa, Tav. Ili, fig. 1-4. BMl, 1 (3): 37-40, tav. 3. [Contributo inseri- to nella rubrica "Specie nuove". Gli autori sono ripor- tati come "Fratelli Villa".]

Gentiluomo [C.], 1868. Helix Gingillata. - Studer. mut. Anconae. - Mihi, Tav. Ili fig. 9-11. BMl, 1 (3): 40-41, tav. 3. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".]

[Gentiluomo C], 1868. Helix (Campylaea) Gobanzi. - Frauenfeld. Tav. Ili fig. 12-14. BMl, 1 (3): 42-44, tav. 3. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".]

Gentiluomo [C], 1868. Osservazioni sulla Clausilia Mo- fellana. - Parreyss. Tav. Ili, fig. 5-8. BMl, 1 (3): 44-45, tav. 3.

[Gentiluomo C.[, 1868. Piemonte (Italia settentrionale). BMl, 1 (3): 45-48. [Il contributo, inserito nella rubrica "Rivista bibliografica italiana", include i seguenti tito- li: Sui Molluschi viventi del lembo orientale del Piemonte dalla Toce alla Trebbia - del Prof. P. Strobel: 45-46. Molluques terrestres vivants du Piemont - del Prof. Ab. Giuseppe Stabile: 46-48.]

[Gentiluomo C], 1868. Intorno ad alcune Conchiglie degli Abruzzi. BMl, 1 (4): 49-52 (1868). [Continua in BMl, 1 (5): 65-67 (1869).]

Pecchioli V, 1868. Zonites Gerfalchensis ohm Mortilieti. - Pecchioli. BMl, 1 (4): 52.

Gentiluomo [C], 1868. Intorno ad una forma speciale deli’ Helix Gobanzi. Frauenfeld. BMl, 1 (4): 53-54.

Gentiluomo [C], 1868. Unio Lavvleyanus [sic] - Mihi, Tav. IV, Fig. 1-3. BMl, 1 (4): 54-58, tav. 4. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".]

[Gentiluomo C], 1868. Archives Malacologiques par M. Jules Mabille, Fascicolo II, (Decembre 1867) e III (Marzo 1868). BMl, 1 (4): 58-59. [Recensione inserita nella rubrica "Cenni bibliografici".]

[Gentiluomo C], 1868. Lombardia (Italia settentriona- le). BMl, 1 (4): 59-63. [Il contributo, inserito nella ru- brica "Rivista bibliografica italiana", include i seguen- ti titoli: Catalogo dei Molluschi della Lombardia, compilato dai Fratelli Villa: 60. Essai d'une distribu- tion orographico-géographique des Mollusques terre- stres dans la Lombardie del Professorre [sic] P. Stro- bel: 60-62. Malacologia terrestre e fluviatile della Pro- vincia Comasca di Carlo Porro: 63.]

[Gentiluomo C], 1868. [Due brevi segnalazioni biblio- grafiche senza titolo collettivo.) BMl, 1 (4): 63-64. [Le segnalazioni, riunite nella rubrica "Varietà", riguarda- no un fascicolo del Malakozoologische Blatter e il ter- zo numero del Journal de Conchyliologie.]

[Gentiluomo C], 1869. Intorno ad alcune Conchiglie degli Abruzzi. BMl, 1 (5): 65-67. [Continuazione di BMl, 1 (4): 49-52 (1868).]

Gentiluomo C, 1869. Catalogo dei Molluschi terrestri e fluviatili della Toscana. BMl, 1 (5): 67-80, 1 (6): 81- 100, tavv. 5-6.

[Gentiluomo C], 1869. Errata Corrige. BMl, 1 (6): 100.

[Gentiluomo C], 1869. Indice. BMl, 1 (6): 101.

Villa A., 1869. Nota dei Molluschi Terrestri raccolti da Antonio Villa e Giovan Battista Spinelli, nella gita ai Colli Berici, fatta dai Naturalisti del Congresso in Vi- cenza, il giorno 16 Settembre 1868, nelle villeggiature Rambaldo e Pasini. BMl, 2 (1): 1.

Appelius F.L., 1869. Le Conchiglie del Mar Tirreno. Par- te prima. BMl, 2 (1): 2-14. [Continua in BMl, 2 (2): 36- 42, 2 (3): 73-79.]

Meneghini [G.], 1869. Aturia Spinella - Tav. I, fig. i-v.

BMl, 2 (1): 14-16, tav. 1. [Contributo inserito nella ru- brica "Specie nuove".]

Lawley R., 1869. Mactra Pecchiolii - Tav. 1, fig. vi-ix.

BMl, 2 (1): 16-18, tav. 1. [Contributo inserito nella ru- brica "Specie nuove".]

Mella C, 1869. System der europàischen Clausilien und ihrer nàchsten Verwandten, von Adolfo Schmidt (Si- stema delle Clausilie europee, e più prossimi affilai, per A. Schmidt). BMl, 2(1): 19-23. [Continua in BMl, 2 (2):

55-62. Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Appelius F.L., 1869. Die Conchilien des Mittelmeers ila- re geographishe und geologishe Verbreitung von H.C. 25

BMl 2 (1869) [1869-1870]

Il Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Bollettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Weinkauff (Le Conchiglie del Mediterraneo, la loro distribuzione geografica e geologica per H.C. Wein- kauff) Tom. I, II. Cassel, 1867-8. BMI, 2 (1): 23-25. [Re- censione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C], 1869. Mitra Caterinii, nuova specie di conchiglia scoperta dal compianto G.B. Caterini, ed a Lui intitolata dal Prof. G. Meneghini. BMI, 2 (1): 25. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1869. Delle Conchiglie raccolte nelle Breccie e nelle Caverne ossifere della Liguria occiden- tale, per A. Issel. BMI, 2(1): 25-26. [Recensione inseri- ta nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1869. Saggio di Conchiliologia fossile subappennina. - Fauna delle sabbie gialle; per il Dot- tor Angelo Manzoni. BMI, 2 (1): 26-28. [Recensione in- serita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1869. Studi paleontologici sulla Fau- na del Calcario a Terebratula janitor del Nord di Sicilia, per il prof. G.G. Gemellarci. - Gasteropodi. - Disp. I. Piramidellidi. BMI, 2 (1): 28-29. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1869. Ostriche del Porto di Genova, per A. Issel. BMI, 2 (1): 30. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1869. [Cinque brevi contributi, di va- rio argomento, senza titolo collettivo.] BMI, 2 (1): 31- 32. [I contributi, riuniti nella rubrica "Varietà", inclu- dono: Mutazioni de\Y Helix cingulata, Stud., var. Carra- rensiis, Porro: 31. Nuovo habitat della Physa Pisana, Issel: 31. Conchiglie raccolte nelle Caverne e breccie ossifere delle Alpi Apuane dal Dottor Carlo Regnoli: 31-32. Molluschi Europei acclimati in Buenos Aires: 32. Due nuove specie di Helix in Corsica: 32.]

Tiberi N., 1869. Note addizionali all'Articolo del signor Ed. v. Martens "Intorno ad alcune conchiglie degli Abruzzi". BMI, 2 (2): 33-36. [Continua in BMI, 2 (3): 65-73 (1869), 2 (4): 113-123, tav. 3 (1869), 5 (1): 14-31 (1872).]

Appelius F.L., 1869. Le Conchiglie del Mar Tirreno. Par- te prima. BMI, 2 (2): 36-42. [Continuazione di BMI, 2

(1) : 2-14; continua in BMI, 2 (3): 73-79.]

D'Ancona C, 1869. Sulle Nerbine fossili dei terreni ter- ziari superiori dell'Italia centrale. BMI, 2 (2): 43-53, tav. 2. [Include una lettera di Emilio Stohr a Cesare D'Ancona: 50-53.]

Meneghini G., 1869. Nota suWAturia Spinella. BMI, 2

(2) : 54.

Gentiluomo [C], 1869. Terzo Congresso dei Naturalisti Italiani in Vicenza nel Settembre 1868. BMI, 2 (2): 54. [Nell'indice del volume, questo annuncio è elencato nella rubrica "Varietà".]

Mella C, 1869. System der europàischen Clausilien und ihrer nàchsten Verwandten, von Adolfo Schmidt (Sistema delle Clausilie europee, e più prossimi affini, per A. Schmidt). BMI, 2 (2): 55-62. [Continuazione di BMI, 2 (1): 19-23. Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1869. Molluschi terrestri e fluviatili del- l'Anaunia nel Trentino di Ed. nob. De Betta. BMI, 2 (2): 62. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1869. Naticidae e Neritidae del terre- no giurassico del Nord di Sicilia per il Prof. G.G. Ge- mellarci. BMI, 2 (2): 63. [Recensione inserita nella ru- brica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1869. Causa di sinistrorsità nei Molluschi. BMI, 2 (2): 63-64. [Breve recensione biblio- grafica, inserita nella rubrica "Varietà", di un capitolo delTFIistoire Malacologique du départment de l'He- rault di P.A. Moitessier dedicato all'argomento.]

Tiberi N., 1869. Note addizionali all'Articolo del signor Ed. v. Martens "Intorno ad alcune conchiglie degli Abruzzi". BMI, 2 (3): 65-73. [Continuazione di BMI, 2 (2): 33-36 (1869); continua in BMI, 2 (4): 113-123, tav. 3 (1869), 5 (1): 14-31 (1872).]

Appelius F.L., 1869. Le Conchiglie del Mar Tirreno. Parte prima. BMI, 2 (3): 73-79. [Continuazione di BMI, 2 (1): 2-14, 2 (2): 36-42.]

Issel A., 1869. Nassa (Cyclonassa) Italica, Issel. Tav. IV, fig. 4-11. BMI, 2 (3): 79-80. [Continua in BMI, 2 (4): tav. 4. Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".]

Manzoni A., 1869. L'Habitat dei Molluschi marini. BMI, 2 (3): 81-104.

Stabile G., 1869. Sul modo di conservare vive le Elici. BMI, 2 (3): 105-108.

Gentiluomo [C], 1869. Mutamenti nelle condizioni esterne della dimora dei Molluschi, qual causa di mo- dificazione nella conchiglia di una stessa specie. BMI, 2 (3): 108-109.

Gentiluomo [C], 1869. Fauna malacologica marina dell'isola d'Elba. BMI, 2 (3): 109-110.

Gentiluomo [C], 1869. Catalogo dei Molluschi fossili pliocenici delle colline Bolognesi. Memoria del Dottor Lodovico Foresti. BMI, 2 (3): 110-111. [Recensione in- serita nella rubrica "Bibliografia". |

Gentiluomo [C], 1869. Ricerche sugli organi che nei Gasteropodi segregano l'acido solforico; del Prof. Paolo Panceri. BMI, 2 (3): 111-112. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1869. [Una breve segnalazioni biblio- grafica.] BMI, 2 (3): 112. [La segnalazione, inserita nel- la rubrica "Varietà", riguarda i Mollusques nouveaux litigieux ou peu connus di J.R. Bourguignat.]

D'Ancona C, 1869. Aggiunta sinonimica. BMI, 2 (3): 112.

Tiberi N., 1869. Note addizionali all'Articolo del signor Ed. v. Martens "Intorno ad alcune conchiglie degli Abruzzi". BMI, 2 (4): 113-123, tav. 3. [Continuazione di BMI, 2 (2): 33-36 (1869), 2 (3): 65-73 (1869); continua in 5(1): 14-31(1872).]

Appelius F.L., 1869. Le Conchiglie del Mar Tirreno. Par- te Seconda. BMI, 2 (4): 124-141, tav. 4. [Continua in BMI, 2 (5): 177-206.]

Targioni Tozzetti A., 1869. Commentario sui Cefalo- podi mediterranei del R. Museo di Firenze. BMI, 2 (4): 141-162. [Continua in BMI, 2 (6): 209-252, tavv. 7-8 (1870).]

Pecchioli V, 1869. linio Larderelianus, Pecchioli, Tav. V. BMI, 2 (4): 163-168, tav. 5. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".]

Caramagna G., 1869. Osservazioni sul Typhis tetrapte- rus del Golfo della Spezia. BMI, 2 (4): 168-170.

26

Appelius F.L., 1869. Monographia Heliceorum viven- tium, Auctore Ludovico Pfeiffer, D.r Cassellano. Voi. V e VI, (Supplementum tertium I, II). BMl, 2 (4): 170-

173. [Recensione inserita nella rubrica “Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1869. Studi paleontologici sulla Fau- na del Calcario a Terebratula janitor del Nord di Sicilia, per il prof. G.G. Gemellaro. - Parte II. BMl, 2 (4): 173-

174. [Recensione inserita nella rubrica “Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1869. Scoperta di un lembo di terreno

cretaceo assai fossilifero nella provincia di Messina. - Nota del Prof. G. Seguenza. BMl, 2 (4): 175. [Recen- sione inserita nella rubrica “Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1869. Di un nuovo fossile delle argil- le subappennine, lettera di Vittorio Pecchioli all'egre- gio amico signor Dott. Cesare D'Ancona. BMl, 2 (4): 176. [Recensione inserita nella rubrica “Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1869. [Due brevi segnalazioni biblio- grafiche senza titolo collettivo.] BMl, 2 (4): 176. [Le se- gnalazioni, riunite nella rubrica “Varietà", includono: Nuova specie di Dolium nel Mediterraneo: 176. Descrizione di nuove specie del Mediterraneo: 176.] Issel A., 1869. Nassa (Cyclonassa) Italica, Issel. Tav. IV, fig. 4-11. BMl, 2 (4): tav. 4. [Continuazione di BMl, 2 (3): 79- 80. Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".] Appelius F.L., 1869. Le Conchiglie del Mar Tirreno. Parte Seconda. BMl, 2 (5): 177-206. [Continuazione di BMl, 2(4): 124-141.]

Gentiluomo [C.], 1869. Articles de conchyliologie me- di terranéenne, par le D. N. Tiberi. BMl, 2 (5): 206-208. [Recensione di sette articoli di N. Tiberi inserita nella rubrica "Bibliografia". |

Targioni Tozzetti A., 1870. Commentario sui Cefalo- podi mediterranei del R. Museo di Firenze. BMl, 2 (6): 209-252, tavv. 7-8. [Continuazione di BMl, 2 (4): 141- 162(1869).]

Tiberi N., 1870. Spigolamenti nella Conchiliologia me- diterranea. Articolo primo. BMl, 2 (6): 252-271. Gentiluomo [C], 1870. L'Abate Giuseppe Stabile e suoi studi malacologici. BMl, 2 (6): 271-273. [Contributo inserito nella rubrica "Necrologia".]

Gentiluomo [C], 1870. Catalogo dei molluschi terrestri e fluviatili viventi in Venezia e nel suo Estuario, nonché nella terra ferma confinante colle due Provincie di Pa- dova e di Treviso, di Giov. Batt. Spinelli. BMl, 2 (6): 273-

274. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1870. Microdoride mediterranea o

descrizione dei poco ben conosciuti od affatto ignoti viventi minuti e microscopici del mediterraneo, pel Prof. O. G. Costa. BMl, 2 (6): 274. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Annuario del Museo Zoologico della R. Università di Napoli, pel Prof. Cav. Achille Costa; volumi III e IV. BMl, 2 (6): 274-275. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Annali dell'Accademia degli aspiranti naturalisti. Terza serie. Volume IL BMl, 2 (6):

275. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1870. Sur le Sphaerulites tenoreana par

M.G. Guiscardi. BMl, 2 (6): 275-276. [Recensione inse- rita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Studi sulla famiglia delle Rudi- ste, per Guglielmo Guiscardi. BMl, 2 (6): 276. [Recen- sione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1870. Indice sistematico dei Mollu- schi testacei dei dintorni di Spezia e del suo golfo, per Cesare Taparone [sic] Canefri: BMl, 2 (6): 276-277. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1870. Catalogo dei fossili miocenici e pliocenici del Modenese, per il Dottor Francesco Cop- pi: BMl, 2 (6): 277-278. [Recensione inserita nella ru- brica "Bibliografia".]

Appelius F.L., 1870. Sulla presenza della Melanopsis Dufourii, Ferussac, nella Toscana. BMl, 2 (6): 278-279. [Contributo inserito nella rubrica "Varietà".] Gentiluomo [C.], 1870. Vuota-Elici. BMl, 2 (6): 279. [Bre- ve segnalazione bibliografica, inserita nella rubrica "Varietà", della traduzione di un articolo di J. Lewis.] [Gentiluomo C.], 1870. Aggiunte e correzioni. BMl, 2 (6): 280.

[Gentiluomo C.], 1870. Indice. BMl, 2 (6): 281-284.

Issel A., 1870. Intorno ai Chiton del mare di Genova.

BMl, 3 (1): 5-9, tav. 1.

Brusina S., 1870. Cingula Schlosseriam, Brusina. BMl, 3 (1): 9-11. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".]

Manzoni A., 1870. Fauna malacologica marina presso Sinigaglia. BMl, 3 (1): 11-14.

Weinkauff H.C., 1870. Supplemento alle Conchiglie del Mediterraneo, la loro distribuzione geografica e geo- logica. BMl, 3 (1): 14-24. [Continua in BMl, 3 (2): 33- 37, 3 (3): 74-100, 3 (4): 128-139. Traduzione eseguita sul manoscritto originale tedesco da F.L. Appelius.

Manzoni A., 1870. Annotazioni al Saggio di Conchio- logia fossile subappennina, fauna delle sabbie gialle.

BMl, 3(1): 24-26, tav. 2.

Gentiluomo [C.], 1870. [Breve nota senza titolo.] BMl,

3(1): 26-27. [Commento al lavoro di A. Manzoni "An- notazioni al Saggio di Conchiologia fossile subappen- nina, fauna delle sabbie gialle".]

Gentiluomo [C.], 1870. Descrizione di alcuni nuovi te- stacei viventi nel Mediterraneo, lettere di Niccola Ti- beri. BMl, 3 (1): 27-28. [Recensione inserita nella ru- brica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Della fauna marina di due lem- bi miocenici dell'alta Italia, studi del Dott. A. Manzo- ni. BMl, 3 (1): 28-29. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Notes Conchyliologiques par le docteur A. Senoner, traduites de l'italien par Armand Thielens. BMl, 3 (1): 29. [Recensione inserita nella ru- brica "Bibliografia")

Gentiluomo [C.], 1870. Description d'espèces nouvel- les du genre Pomatias suivies d'un apergu sinonimi- que sur les espèces de ce genre, par M. Alfred De Sainte-Simon. BMl, 3 (1): 29-30. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. L'uomo fossile nell'Italia cen- 27

BMl, 3 (1870) [1870-1871]

Il Bollettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Bollettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

trale, studi paleontologici di Igino Cocchi. BMI, 3 (1): 30. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1870. Comunicazioni fatte dal Prof. S. Trínchese alla Società Italiana di Scienze naturali BMI, 3 (1): 31. [Recensione inserita nella rubrica "Biblio- grafia".]

Gentiluomo [C], 1870. [Tre brevi segnalazioni biblio- grafiche senza titolo collettivo.] BMI, 3 (1): 31-32. [Le segnalazioni, riunite nella rubrica "Varietà", includo- no: Quarta riunione straordinaria in Catania nell'A- gosto 1869: 31-32. Riunione straordinaria del Club al- pino in Varallo, tenutasi nei giorni 29 e 30 Agosto 1869: 32. Ninni e Saccardo, Fauna Flora e Gea del Ve- neto, Voi. I.: 32.)

Weinkauff TLC., 1870. Supplemento alle Conchiglie del Mediterraneo, la loro distribuzione geografica e geo- logica. BMI, 3 (2): 33-37. [Continuazione di BMI, 3 (1): 14-24; continua in BMI, 3 (3): 74-100, 3 (4): 128-139. Traduzione eseguita sul manoscritto originale tedesco da F.L. Appelius.]

Gentiluomo C, 1870. Intorno ad alcune Conchiglie ter- restri di Roma e dei suoi contorni. BMI, 3 (2): 37-43 Allery Di Monterosato T., 1870. Sulla scoperta del genere Dacrydium nel Mediterraneo. BMI, 3 (2): 43-46. Caramagna G., 1870. Sulla perforazione nel sasso del Lithodomus lithophagus, Linneo. BMI, 3 (2): 46-49. Gentiluomo [C], 1870. [Breve nota, a piè pagina, senza titolo.] BMI, 3 (2): 49. [Commento al lavoro di C. Ca- ramagna "Sulla perforazione nel sasso del Lithodomus lithophagus, Linneo".]

Appelius F.L., 1870. Catalogue des Mollusques testacés des Mers d'Europe, par M. Petit De La Saussaye. BMI, 3 (2): 49-51. [Recensione inserita nella rubrica "Biblio- grafia".]

Gentiluomo [C], 1870. Description d'un Murex fossile du terrain tertiaire subappennin de la vallèe de l'Elsa (Toscane), par M. Paulucci. BMI, 3 (2): 52-53. [Recen- sione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C], 1870. Annuario del Museo Zoologico della R. Università di Napoli, Voi. 5; per il prof. A- chille Costa. BMI, 3 (2): 53-54. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1870. Brevissimo sunto della Conchi- liologia etnèa, del prof. Andrea Aradas. BMI, 3 (2): 54- 55. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C], 1870. Nota su alcune conchiglie di Sicilia pubblicate come nuove dal prof. C. Maravigna, per il cav. Luigi Benoit ed il prof. Andrea Aradas. BMI, 3 (2): 55-57. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1870. Descrizione di una nuova spe- cie del genere Triphoris di Deshayes, nota del prof. Andrea Aradas. BMI, 3 (2): 57. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1870. Notizie anatomiche sul genere Acme e su talune parti dure della Caecilianella acicula, nota di Ferdinando Sordelli. BMI, 3 (2): 58-60. [Recen- sione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1870. Descrizione di alcuni nuovi fos- 28 sili delle argille subappennine toscane, di V. Pecchioli.

BMI, 3 (2): 60. [Recensione inserita nella rubrica "Bi- bliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Da Reggio a Terreti, del prof. G. Seguenza. BMI, 3 (2): 61-62. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [G], 1870. Intorno agli strati terziarii su- periori di Montegibio e vicinanze, per Emilio Stohr. BMI, 3 (2): 62-63.] [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. R. Comitato Geologico d'Italia. BMI, 3 (2): 63-64. [Contributo inserito nella rubrica "Varietà".]

Seguenza G., 1870. Sull'antica distribuzione geografica di talune specie malacologiche viventi. BMI, 3 (3): 65- 74 [Continua in BMI, 3 (4): 118-127.]

Weinkauff FLC., 1870. Supplemento alle Conchiglie del Mediterraneo, la loro distribuzione geografica e geo- logica. BMI, 3 (3): 74-100. [Continuazione di BMI, 3 (1): 14-24, 3 (2): 33-37; continua in BMI, 3 (4): 128-139. Traduzione eseguita sul manoscritto originale tedesco da F.L. Appelius.]

Gentiluomo C., 1870. Esplorazione nelle grandi pro- fondità del Mediterraneo. BMI, 3 (3): 100-104.

Gentiluomo [C.], 1870. Malacologia Veneta, ossia Cata- logo sinottico ed analitico dei Molluschi terrestri e fluviatili viventi nelle Provincie venete, per Ed. De Betta. BMI, 3 (3): 104-106. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Memoria sulla struttura del si- stema nervoso dei Cefalopodi, per S. Trínchese. BMI, 3 (3): 106-112. [Recensione inserita nella rubrica "Bi- bliografia".]

Issel A., 1870. Elenco di Conchiglie terrestri e d'acqua dolce delTUmbria, raccolte dal prof. G. Beliucci e de- terminate da A. Issel. BMI, 3 (4): 113-118.

Seguenza G., 1870. Sull'antica distribuzione geografica di talune specie malacologiche viventi. BMI, 3 (4): 118-127. [Continuazione di BMI, 3 (3): 65-74.]

Weinkauff H.C., 1870. Supplemento alle Conchiglie del Mediterraneo, la loro distribuzione geografica e geo- logica. BMI, 3 (4): 128-139. [Continuazione di BMI, 3 (1): 14-24, 3 (2): 33-37, 3 (3): 74-100. Traduzione ese- guita sul manoscritto originale tedesco da F.L. Appe- lius.]

Gentiluomo [C.], 1870. Beitrag zur Kenntniss der conchylienfauna [sic] des Vicentinischen tertiàrgebir- ges [sic], von Th. Fuchs. - I. Abtheilung. Die obere schichtengruppe [sic], oder die schichten [sic] von Gomberto, Laverda und Sangonini. BMI, 3 (4): 140- 142. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Elogio accademico del profes- sor cavalier Giorgio Gemellaro, letto all'Accademia Gioenia di Scienze naturali, nella seduta straordinaria del 2 Decembre 1868, dal dottore Andrea Aradas. BMI, 3 (4): 142-143. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Taglio del Viale dei Colli a Firenze, per gli Ingegneri Giov. Grattarola, F. Momo, A. Alessandri. BMI, 3 (4): 143-144. [Recensione inseri- ta nella rubrica "Bibliografia".]

Seguenza G., 1871. Dei Brachiopodi viventi e terziarii, pubblicati dal Prof. O. G. Costa. BMI, 3 (5): 145-160.

Bettoni E., 1871. Sul Umax Da-Campi. Tavola III e IV. BMI, 3(5): 161-166, taw. 3-4.

Issel A., 1871. Elenco di Conchiglie terrestri raccolte a Tabiano, nel Parmigiano, da A. Issel. BMl, 3 (5): 167-168.

Issel A., 1871. Elenco di conchiglie terrestri di Lecce. BMl, 3 (5): 168-169.

Gentiluomo [C.], 1871. Ipsa Chiereghinii Conchylia, di Spiridion Brusina. BMl, 3 (5): 169-171. [Recensione in- serita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1871. Prospetto della Storia della Zoologia di Sicilia del secolo XIX, movendo da quello del Chiar.mo signor Bar.ne Andrea Bivona, per Andrea Aradas. BMI, 3 (5): 171-176. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Appelius F.L., 1871. Catalogo delle Conchiglie fossili del Livornese, desunto dalle collezioni e manoscritti del defunto G.B. Caterini. BMl, 3 (6): 177-297, tavv. 5- 6. [Include: Lettera di Caterino Caterini al prof. cav. G. Meneghini, sul taglio dei terreni terziarii superiori di Livorno, eseguito nell'occasione dei recenti lavori nella città e nella darsena: 178-179.]

Gentiluomo C, 1871. [Quattro brevi necrologi senza ti- tolo collettivo.] BMl, 3 (6): 298-299, tav. non numerata. [I necrologi, riuniti nella rubrica "Necrologia", riguar- dano: Antonio Orsini: 298. Vittorio Pecchioli: 298, tav. non numerata. Eugenio Sismonda: 299. Lodovico Pa- sini: 299. Il ritratto di Pecchioli, che nell'edizione ana- statica è rilegato all'inizio del volume, si ritiene fosse associato al necrologio.]

[Gentiluomo C.], 1871. Errata corrige. BMl, 3 (6): 300.

[Gentiluomo C.], 1871. Indice. BMl, 3 (6): 301-304.

Gentiluomo C., 1870. Introduzione. In: Martens E. von, Note bibliografiche riguardanti i molluschi terre- stri e fluviatili dell'Italia. Con Introduzione di C. Gentiluomo. BMl, 3 (Suppl.): 5-9.

Martens E. von, 1870. Note bibliografiche riguardanti i molluschi terrestri e fluviatili dell'Italia. In: Martens E. von. Note bibliografiche riguardanti i molluschi terrestri e fluviatili dell'Italia. Con Introduzione di C. Gentiluomo. BMl, 3 (Suppl.): 11-31.

[Gentiluomo C.], 1870. Indice. BMl, 3 (Suppl.): 32.

BMl, 4(1871) [1871-1875]

Brusina S., 1871. Saggio dalla Malacologia Adriatica. BMl, 4 (1): 5-9.

Seguenza G., 1871. Stridii paleontologici sui Brachio- podi terziarii dellTtalia meridionale. BMl, 4 (1): 9-16. [Continua in BMl, 4 (2): 33-72, tavv. 1-3 (1871), 4 (4, Ia parte): 124-153, tavv. 4-6 (1872).]

Strobel P., 1871. Intorno al Umax coerulans, M. Bielz. BMl, 4 (1): 17-23.

Paulucci M., 1871. Osservazioni critiche sulla Cycìo- nassa Italica, Issel. BMl, 4 (1): 23-25.

Manzoni A., 1871. Il nuovo genere Dreissenomya. BMl, 4 (1): 25-27.

Gentiluomo [C.], 1871. Anatomia del Umax Doriae, Bourg., nei suoi rapporti con altre specie congeneri.

nota di Ferdinando Bordelli. BMl, 4 (1): 27-30. [Recen- sione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1871. Annales de Malacologie, sous la direction de Monsieur le Doct. Georges Servain, Tome premier, n.° 1, 2, 3. BMl, 4 (1): 30-32. [Il contri- buto, inserito nella rubrica "Rivista del giornalismo estero", include segnalazioni bibliografiche di articoli pubblicati nel primo volume degli Annales de Mala- cologie.]

Gentiluomo [C.], 1871. Clausilia de Cattaniae, Villa. BMl, 4 (1): 32. [Contributo inserito nella rubrica "Varietà".]

Seguenza G., 1871. Stridii paleontologici sui Brachiopo- di terziarii dell'Italia meridionale. BMl, 4 (2): 33-72, tavv. 1-3. [Continuazione di BMl, 4 (1): 9-16 (1871); continua in BMl, 4 (4, Ia parte): 124-153, tavv. 4-6 (1872).]

Gentiluomo [C.], 1871. Nota sopra una nuova specie malacologica del genere Mactra di Linneo, per A. Aradas ed L. Benoit. BMl, 4 (2): 72-73. [Recensione in- serita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1871. Osservazioni sopra alcune spe- cie malacologiche pertinenti al genere Tritonium per A. Aradas ed L. Benoit. BMI, 4 (2): 73. [Recensione in- serita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1871. Journal de Conchyliologie, comprenant l'etude des Mollusques vivants et fossi- les, publié sous la direction de MM. Crosse et Fischer, 3.a serie, Tome X, 1870. BMl, 4 (2): 74-80. [Il contribu- to, inserito nella rubrica "Rivista del giornalismo este- ro", include segnalazioni bibliografiche di articoli pub- blicati nel decimo volume del lournal de Conchylio- logie.]

Villa A. & Villa G.B., 1871. Specie e varietà di Mollu- schi della Lombardia, Catalogo sinonimico. BMl, 4 (3): 81-96. [Gli autori sono riportati come "A. & G.B. Villa".]

Manzoni A., 1871. Fauna malacologica delle grandi profondità del Mediterraneo esplorate durante i mesi di luglio, agosto, settembre 1870, dal prof. W.B. Carpenter e Jh. Jwyn [sic] Jeffreys. BMI, 4 (3): 97-106.

Strobel [P], 1871. Reclamo di priorità. BMl, 4 (3): 107.

Manzoni A., 1871. Mediterraneo e Mar Rosso: rispetti- va Fauna malacologica e Flora bonogamica [sic]. BMl, 4 (3): 107-108.

Manzoni A., 1871. Le esplorazioni delle grandi profon- dità marine. BMl, 4 (3): 108-110.

Gentiluomo [C.J, 1871. Un nuovo genere della famiglia degli Eolididei per Salvatore Tronchese. BMl, 4 (3): 110. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1871. Molakozoologische [sic] Blatter, Ais Fortsetzung der Zeitscrift fur Malakozoologie; he- rausgegeben von D. Louis Pfeiffer, Volume 16, 1870. BMl, 4 (3): 110-112. [Il contributo, inserito nella rubri- ca "Rivista del giornalismo estero", include segnala- zioni bibliografiche di articoli pubblicati nel sedicesi- mo volume del Malakozoologische Blatter.]

Brusina S., 1872. Secondo saggio dalla Malacologia Adriatica. BMl, 4 (4, Ia parte): 113-123.

Seguenza G., 1872. Stridii paleontologici sui Brachiopo- di terziarii dellTtalia meridionale. BMl, 4 (4, Ia parte):

29

Il Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e ¡I Bullettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

124-153, tavv. 4-6. [Continuazione di BMI, 4 (1): 9-16 (1871), 4 (2): 33-72, tavv. 1-3 (1871).]

Manzoni A., 1872. Recherches sur V Umbrella Mediterra- nea par G. Moquin Tandon. BMI, 4 (4, Ia parte): 154. [Stralcio di una lettera di A. Manzoni a C. Gentiluo- mo includente la trascrizione di una breve nota di G. Moquin Tandon, originariamente pubblicata nel voi. 14 degli Armales des sciences naturelles. Zoologie et paléontologie.]

Gentiluomo [C.], 1872. Sul gabinetto privato di Con- chiliologia in Roma dei fratelli Rigacci, e sulle due nuove conchiglie pubblicate dall'ecc.mo prof. Giusep- pe cav. Bianconi. BMI, 4 (4, Ia parte): 155. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C. ], 1872. Malacologia pliocenica italiana, descritta ed illustrata da Cesare D'Ancona, fascicolo primo; generi Strombus, Murex, Typhis. BMI, 4 (4, Ia parte): 155-157. [Recensione inserita nella rubrica "Bi- bliografia".]

Gentiluomo [C], 1872. Sull'età geologica delle roccie secondarie di Taormina di G. Sequenza. BMI, 4 (4, Ia parte): 157. [Recensione inserita nella rubrica "Biblio- grafia".]

Gentiluomo [C], 1872. Monographic der Gattungen Emmericia und Fossarulus, di Spiridion Brusina. BMI, 4 (4, Ia parte): 158. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1872. Gli organi e la secrezione del- l'acido solforico nei Gasteropodi; con un'appendice relativa ad altre glandole dei medesimi; Memoria di Paolo Panceri. BMI, 4 (4, Ia parte): 159-160. [Recen- sione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C], 1872. Giovanni Rigacci. BMI, 4 (4, Ia parte): tav. non numerata. [Continua in BMI, 7 (1-6): 89-90 (1875). Il ritratto di Rigacci, che nell'edizione anastatica è rilegato all'inizio del volume 4, si ritiene sia stato pubblicato nel fascicolo 4 (4), associato al ne- crologio.]

De Stefani C, 1875. Elenco dei molluschi della Versilia in Toscana. BMI, 4 (4, 2a parte): 161-174. [Include: Ap- pendice. Elenco di alcuni fossili nelle breccie: 172-174.] [Kobelt W.], 1875. Le recenti esplorazioni delle grandi profondità marine col mezzo della draga. BMI, 4 (4, 2a parte): 174-178. [Traduzione di F.L. Appelius di un ar- ticolo (Die neuesten Untersuchungen der Tiefsee mit dem Schleppnetz) pubblicato nel Nachrichstsblatt der Deutschen Malakozoologischen Gesellschaft, 2 (6): 89-93 (1870).]

BMI, 5 (1872)

Sordelli E, 1872. Notizie anatomiche sul Umax etru- s cus, Issel. BMI, 5 (1): 5-14, tav. 1.

Tiberi N., 1872. Note addizionali all'Articolo del signor Ed. v. Martens "Intorno ad alcune conchiglie degli Abruzzi". BMI, 5 (1): 14-31. [Continuazione di BMI, 2 (2): 33-36 (1869), 2 (3): 65-73 (1869), 2 (4): 113-123, tav. 3 (1869). Al lavoro era associata una tavola, la tav. 2, ma non risulta pubblicata.]

30 Tiberi N., 1872. Generi e specie della Fam. Solariidae, vi-

venti nel Mediterraneo e fossili nel terreno pliocenico italiano, con Remarks di J. Gwin Jeffreys. BMI, 5 (1): 31-48.

Gentiluomo [C], 1872. Notizie preliminari sull'intima struttura del sistema nervoso della sepia officinale di Ludwig Sieda. BMI, 5 (1): 48. [Recensione inserita nel- la rubrica "Bibliografia".]

BMI, 6 (1873) [1875]

Coppi E, 1875. Nota di Paleoetnologia Malacologica. BMI, 6 (1-2): 5-11.

Appelius F.L., 1875. Osservazioni bibliografiche sui molluschi del Mar Rosso. BMI, 6 (1-2): 12-24.

De Stefani C, 1875. Buccinulus D'Achiardii. BMI, 6 (1- 2): 25-26. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".]

Martens E. von, 1875. Sopra alcuni molluschi terrestri di Malta. BMI, 6 (1-2): 26-29.

De Stefani C, 1875. Sull'identificazione deìVHaìia ster- cus pulicum coìYHalia helicoides. BMI, 6 (1-2): 29-30.

Peruzzi G., 1875. Struttura del sistema nervoso dei Mol- luschi Gasteropodi di Salvatore Tronchese. BMI, 6 (1-2): 30-32. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

BMI, 7 (1874) [1875]

De Stefani C, 1875. Fossili pliocenici dei dintorni di S. Miniato (Toscana). BMI, 7 (1-6): 5-88.

Gentiluomo [C], 1875. Giovanni Rigacci. BMI, 7 (1-6): 89-90. [Continuazione di BMI, 4 (4, Ia parte): tav. non numerata. Il ritratto di Rigacci, che nell'edizione ana- statica è rilegato all'inizio del volume 4, si ritiene fos- se associato al necrologio.]

Gentiluomo [C], 1875. Annunzio. BMI, 7 (1-6): 90.

BSMI, 1 (1875) [1875-1876]

Anonimo, 1875. Ufficio della Presidenza [della Società Malacologica Italiana], BSMI, 1 (1): 5.

Anonimo, 1875. Statuto della Società Malacologica Italiana. BSMI, 1 (1): 7-10.

Meneghini G., 1875. Discorso di apertura della Società Malacologica Italiana letto nella Adunanza del 29 Novembre 1874, dal Presidente Professore Giuseppe Meneghini. BSMI, 1 (1): 11-15.

Bellardi L., 1875. Novae Pleurotomidarum Pedemon- tii et Liguriae fossilium dispositionis prodromus. BSMI, 1 (1): 16-24. [L'autore è riportato come "Aloysio Bellardi".]

Del Prete R., 1875. Nota di alcune conchiglie raccolte nei comuni di Viareggio, Massarosa e Camaiore. BSMI, 1(1): 25-31.

Lawley R., 1875. Nota di conchiglie fossili di Val Le- biaia. BSMI, 1 (1): 32-34.

De Stefani C., 1875. Molluschi viventi nella Valle del Serchio superiore. BSMI, 1 (1): 35-67.

Allery Di Monterosato T., 1875. Note intorno ad al- cuni articoli di Conchiologia Mediterranea pubblicati nel Jalvimcher der Deutschen Malakozoologische Gesell-

scliaft dal sig. H.C. Weinkauff e dal Dott. Kobelt. BSM1, 1 (1): 68-73. [L'autore è riportato come "Marchese di Monterosato".]

De Stefani C, 1875. Descrizione delle nuove specie di Molluschi pliocenici raccolte nei dintorni di San Mi- niato al Tedesco. BSMI, 1 (1): 74-79 (1875). [Continua in BSMI, 1 (2): tav. 1 (1876).]

De Stefani C, 1875. Descrizione di nuove specie di molluschi pliocenici Italiani. BSMI, 1 (1): 80-88 (1875). [Continua in BSMI, 1 (2): tav. 2 (1876).]

Manzoni A., 1875. Una proposta di ostreocultura. BSMI, 1 (1): 89-92.

Adami G.B., 1875-76. Molluschi raccolti in Val di Caf- faro nell'agosto del 1874. BSMI, 1 (1): 93-96 (1875), 1

(2) : 97-98 (1876).

Seguenza G., 1876. Studi Paleontologici sulla Fauna Malacologica dei sedimenti pliocenici depositatisi a grande profondità. BSMI, 1 (2): 99-124. [Continua in BSMI, 2 (1): 17-49.]

Cesati V., 1876. Molluschi raccolti nel R. Orto Botanico in Napoli. BSMI, 1 (2): 125-128.

Benoit L., 1876. Catalogo delle conchiglie terrestri e flu- viatili della Sicilia e delle Isole circostanti. BSMI, 1 (2): 129-144, 1 (3): 145-163.

De Stefani C, 1876. Descrizione delle nuove specie di Molluschi pliocenici raccolte nei dintorni di San Mi- niato al Tedesco. BSMI, 1 (2): tav. 1. [Continuazione di BSMI, 1 (1): 74-79 (1875).]

De Stefani C, 1876. Descrizione di nuove specie di molluschi pliocenici Italiani. BSMI, 1 (2): tav. 2. [Con- tinuazione di BSMI, 1 (1): 80-88 (1875). |

Pini N., 1875. Cìausilia Spreafici, Pini. BSMI, 1 (3): 164- 165. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuo- ve", il cui nome è dato erroneamente come "Specie nuova".]

Tommasi A., 1876. Catalogo dei molluschi terrestri e fluviatili viventi nel territorio di Castelgoffredo e din- torni facenti parte del Circondario di Castiglione delle Stiviere. BSMI, 1 (3): 166-183.

Anonimo, 1876. Elenco dei soci nell'anno 1875. BSMI, 1

(3) : 185-187.

Anonimo, 1876. Indice delle materie contenute nel Vo- lume I. - 1875. BSMI, 1 (3): 188-189.

Anonimo, 1876. Elenco delle Società colle quali venne fatto il cambio delle pubblicazioni. BSMI, 1 (3): 189.

BSMI, 2 (1876) [1876-1877]

De Stefani C, 1876. Notizie sopra alcuni Molluschi pliocenici del Poder Nuovo presso Monterufoli. BSMI, 2(1): 5-16.

Seguenza G., 1876. Studi paleontologici sulla fauna ma- lacologica dei sedimenti pliocenici depositatisi a grandi profondità. BSMI, 2 (1): 17-49. [Continuazione di BSMI, 1 (2): 99-124.]

Issel A., 1876. Delle Limnee ornate di fascie e delle Ano- donte perlifere trovate nel Lago d'Alice in Piemonte. BSMI, 2 (1): 50-52.

Brusina S., 1876. Aggiunte alla Monografia delle Cam- pylaea della Dalmazia e Croazia. BSMI, 2 (1): 53-61.

Seguenza G., 1876. Di alcuni Molluschi del mare di Messina. BSMI, 2 (1): 62-65.

Pini N., 1877. Molluschi terrestri e d'acqua dolce viven- ti nel territorio d'Esino. BSMI, 2 (2): 67-205, tavv. A-B. [Due pagine non numerate di "Aggiunte e Correzio- ni", redatte sulla base della paginazione dell'estratto e datate "Marzo 1876", sono incluse a fine volume nella ristampa anastatica e tra la pagine 68 e 69 nella copia posseduta da M. Paul ucci. Si ritiene che queste "Aggiunte e Correzioni" fossero costituite da un fo- glio staccato, distribuito con un fascicolo successivo a quello in cui compare il lavoro di Pini e che la data "Marzo 1876" possa essere errata. Infatti, se fosse cor- retta, il fascicolo 2 (2) sarebbe stato pubblicato prima del fascicolo 2 (1), cosa che appare molto improbabile, in quanto questo ultimo contiene un articolo di Bru- sina datato "15 Aprile 1876".]

Bellardi L., 1877. Descrizione di un nuovo genere del- la famiglia delle Bullide fossile del terreno pliocenico inferiore del Piemonte e della Liguria. BSMI, 2 (3): 207-210, tav. C.

Brugnone G., 1877. Osservazioni sulle Chemnitzia pusil- la e Chemnitzia terebellum, Phil. BSMI, 2 (3): 211-215, tav. C.

Brugnone G., 1877. Due specie fossili nuove di Alta- villa. BSMI, 2 (3): 216-218, tav. C.

Adami G.B., 1877. Molluschi fossili dei dintorni di Sassari in Sardegna. BSMI, 2 (3): 219-222.

Paulucci M., 1877. Osservazioni critiche sopra le specie del genere Struthiolaria, Lamarck. BSMI, 2 (3): 223-232.

Pantanelli D., 1877. Catalogo dei Molluschi terrestri e fluviatili del Bacino del Marroggia (Spoleto). BSMI, 2 (3): 233-240.

Tapparone Canefri C., 1877. Intorno ad alcune specie di Testacei marini mal conosciute o nuove dell'Isola Maurizio. BSMI, 2 (3): 241-244.

Anonimo, 1877. Indice delle materie contenute nel Volume secondo del 1876. BSMI, 2 (3): 245-246.

Anonimo, 1877. Elenco dei Soci per gli anni 1876 e 1877. BSMI, 2 (3): 247-249.

Anonimo, 1877. Elenco delle Società colle quali viene fatto il cambio delle pubblicazioni. BSMI, 2 (3): 249.

Foresti L., 1878. Cardium verrii Foresti. Tav. I. Fig. 1, 2.

BSMI, 3 (1-3): 5-8, tav. 1. [Contributo inserito nella ru- brica "Specie nuove".]

Paulucci M., 1878. Nuova stazione della Cìausilia lucen- sis Gent. BSMI, 3 (1-3): 9-12.

Paulucci M., 1878. Di una specie di Helix (nuova per la fauna d'Italia) raccolta nella provincia di Lucca.

BSMI, 3(1-3): 13-15.

Adami G.B., 1878. Reclamo di priorità. BSMI, 3 (1-3): 16. Brugnone G., 1878. Osservazioni critiche fatte dall'Ab. Giuseppe Brugnone sul catalogo delle conchiglie fos- sili di Monte Pellegrino e Ficarazzi del Marchese di Monterosato. BSMI, 3 (1-3). 17-46, tav. 1.

G[ranata], G[rillo]. G., 1878. Aradas e Benoit - Con- chiologia vivente e marina della Sicilia; Atti Acc. 31

BSMI, 3 (1878) [1878-1879]

Il Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e ¡I Bullettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Gioenia di Catania, Serie 3.a voi. VI. - 1870-76. BSMl, 3 (1-3): 47-48. [Recensione inserita nella rubrica "Biblio- grafia".]

Paulucci M., 1878. Ancora del genere Struthiolaria, La- marck. Secondo articolo. BSMl, 3 (4-6): 49-53. Granata Grillo G., 1878. Sul Cirropteron semilunare Sars. e del nuovo sottogenere Monophorus. BSMl , 3 (4- 6): 54-60. [Continua in BSMl, 3 (10-11): tav. 2 (1879).] Benoit L. & Granata Grillo G., 1878. Sulla Venu s joe- nia, n. sp. BSMl, 3 (4-6): 61-64. [Continua in BSMl, 3 (10-11): tav. 3 (1879).]

Adami G.B., 1878. Una nuova forma di Clausilia. BSMl,

3 (4-6): 65-67.

Paulucci M., 1878. Lettera diretta al Segretario della Società Malacologica Italiana. BSMl, 3 (4-6): 68-70.

De Stefani C., 1878. Descrizione di nuove specie di Molluschi pliocenici italiani. BSMl, 3 (4-6): 71-80. [Continua in BSMl, 3 (10-11): tav. 4 (1879).]

Strobel P, 1878. Intorno alla distribuzione oro-geogra- fica dei Molluschi viventi nel versante settentrionale dell 'Appennino dal Tidone alla Secchia. BSMl, 3 (4-6): 81-96, 3 (7-9): 97-135.

Tiberi N., 1878-79. Fani. Chitonidi. Specie viventi medi- terranee e fossili terziarie italiane. BSMl, 3 (7-9): 136- 144 (1878), 3 (10-11): 145(1879).

Tiberi N., 1879. Appendice a' Chitonidi italiani. BSMl, 3 (10-11): 146-147.

Uberi N., 1879. Appendice seconda a' Chitonidi italia- ni. BSMl, 3 (10-11): 148-159.

Uberi N., 1879. Qualche notizia istorica intorno all'ar- gonauta. BSMl, 3 (10-11): 160-164.

Paulucci M., 1879. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo I. BSMl, 3 (10-11): 165-166. [Suc- cessivamente, Paulucci cita questo lavoro con il titolo "Habitat della Hyalina uzielli, Issel"; cf. Paulucci, 1886.] Anonimo, 1879. Indice. BSMl, 3 (10-11): 167.

Granata Grillo G., 1879. Sul Cirropteron semilunare Sars. e del nuovo sottogenere Monophorus. BSMl, 3 (10-11): tav. 2. [Continuazione di BSMl, 3 (4-6): 54-60 (1878).]

Benoit L. & Granata Grillo G., 1879. Sulla Venus joe- nia, n. sp. BSMl, 3 (10-11): tav. 3. [Continuazione di BSMl, 3 (4-6): 61-64 (1878).]

De Stefani C., 1879. Descrizione di nuove specie di Molluschi pliocenici italiani. BSMl, 3 (10-11): tav. 4. [Continuazione di BSMl, 3 (4-6): 71-80 (1878).]

BSMl, 4 (1878) [1878-1880]

De Stefani C. & Pantanelli D., 1878-80. Molluschi pliocenici dei dintorni di Siena. BSMl, 4 (1-6): 5-48 (1878), 4 (7-14): 49-112 (1879), 4 (15-20): 113-160 (1879),

4 (21-30 [sic]): 161-215 (1880).

BSMl, 5 (1879) [1879-1880]

Paulucci M., 1879. L'esposizione universale del 1878 considerata dal lato conchiologico. BSMl, 5 (1-3): 5-10. De Stefani C. & Pantanelli D., 1879. Di una nuova 32 Daudebardia italiana. BSMl, 5 (1-3): 11-12.

Paulucci M., 1879. Fauna Italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo secondo. Descrizione di alcune nuove specie del genere Pomatias. BSMl, 5 (1-3): 13-21.

Valentini E., 1879. Molluschi conchigliferi viventi nel bacino del Tronto. BSMl, 5 (1-3): 22-37.

De Stefani C., 1879. Nuove specie di molluschi viventi nell'Italia centrale. BSMl, 5 (1-3): 38-48.

Uberi N., 1879. Note intorno alle specie terrestri pub- blicate dal Dott. N. Uberi. BSMl, 5 (4-6): 49-65. [Con- tinua in BSMl, 5 (7-10): 112-129.]

De Stefani C., 1879. La Hyalina De Natale Benoit e la H. Uziellii Issel. BSMl, 5 (4-6): 66-69.

Del Prete R., 1879. Note di conchigliologia apuana. BSMl, 5 (4-6): 70-91, tav. 1.

De Stefani C., 1879. Pomatias viventi nelle Alpi Apuane nei monti della Spezia e nell'Apennino circostante e fossili nel Monte Pisano. BSMl, 5 (4-6): 92-96, 5 (7-10): 97-106.

Paulucci M., 1879. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo terzo. Studio sopra alcune specie del genere Unio. BSMl, 5 (7-10): 107-111.

Uberi N., 1879. Note intorno alle specie terrestri pub- blicate dal Dott. N. Uberi. BSMl, 5 (7-10): 112-129. [Continuazione di BSMl, 5 (4-6): 49-65.]

De Stefani C, 1879. Due parole sulle osservazioni del Sig. Pini intorno ad alcune Clausilie toscane. BSMl, 5 (7-10): 130-138.

Uberi N., 1879. Le conchiglie pompeiane. BSMl, 5 (7- 10): 139-151.

Pantanelli D., 1879-80. Molluschi post-pliocenici dei travertini della provincia senese. BSMl, 5 (7-10): 152- 160 (1879), 5 (11-15): 161-163 (1880).

Paulucci M., 1880. Replica alle osservazioni critiche dei signori Pini, De Stefani e Uberi sopra alcune recenti pubblicazioni malacologiche. BSMl, 5 (11-15): 164-200.

Allery Di Monterosato U, 1880. Nota sull'articolo delle conchiglie pompeiane del Dott. Uberi. BSMl, 5 (11-15): 201-203. [L'autore è riportato come "Marchese di Monterosato".]

Paulucci M., 1880. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo quarto. Studio sulla Helix instabi- lis, Ziegler e le sue varietà. BSMl, 5 (11-15): 204-212.

Allery Di Monterosato U, 1880. Notizie intorno ad alcune conchiglie delle coste d'Africa. BSMl, 5 (11-15): 213-233. [L'autore è riportato come "Marchese di Monterosato".]

Valentini E., 1880. Conchiglie fossili nel travertino di Ascoli Piceno. BSMl, 5 (11-15): 234-236.

Pini N., 1880. Argomentazioni di Napoleone Pini sulle due parole del dott. Carlo de Stefani intorno ad alcu- ne Clausiliae Toscane. BSMl, 5 (11-15): 237-240, 5 (16- 18): 241-261.

Uberi N., 1880. Le conchiglie pompeiane. BSMl, 5 (16- 18): 262-271.

Pantanelli D., 1880. Pisa, 9 maggio 1880. Processo ver- bale dell'adunanza ordinaria della Società Malacolo- gica Italiana. BSMl, 5 (16-18): 272-273.

Anonimo, 1880. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1880. BSMl, 5 (16-18): 274-275.

Anonimo, 1880. Indice. BSMl, 5 (16-18): 276.

BSMI, 6(1880) [1880-1881]

Tiberi N., 1880. Cefalopodi, Pteropodi, Eteropodi vi- venti nel Mediterraneo e fossili nel terreno terziario italiano con aggiunte e correzioni. BSMI, 6 (1-4): 5-49.

Allery Di Monterosato T., 1881. Conchiglie della zo- na degli abissi. BSMI, 6 (1-4): 50-64, 6 (5-10): 65-82. [L'autore è riportato come "Marchese di Montero- sato".]

De Stefani C, 1880. Una Lartetia italiana. BSMI, 6 (5- 10): 83-84.

Brugnone G., 1880. Le Conchiglie plioceniche delle vi- cinanze di Caltanisetta. BSMI, 6 (5-10): 85-158, tav. 1.

Paulucci M., 1880. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo quinto. Rivista delle specie ap- partenenti ai generi Sphaerium Scopoli, Calyculina Gessili, Pisidium Pfeiffer e loro distribuzione geogra- fica. BSMI, 6 (5-10): 159-160, 6 (11-14): 161-181.

Tiberi N., 1880-81. I Molluschi Nudibranchi del Medi- terraneo. BSMI, 6 (11-14): 182-224 (1880), 6 (15-18): 225-242 (1881).

Allery Di Monterosato T., 1881. Nota sopra alcune conchiglie coralligene del Mediterraneo. BSMI, 6 (15- 18): 243-259. [L'autore è riportato come "Marchese di Monterosato".]

Strobel R, 1881. Lettera al Segretario della Società Ma- lacologica Italiana. Aggiunte e rettifiche. BSMI, 6 (15- 18): 260-264.

Pantanelli D., 1881. Conchiglie plioceniche di Pietra- fitta in Provincia di Siena. BSMI, 6 (15-18): 265-276.

Anonimo, 1881. Elenco dei Soci della Società Malaco- logica Italiana per l'anno 1881. BSMI, 6 (15-18): 277- 278.

Anonimo, 1881. Indice. BSMI, 6 (15-18): 279.

Pantanelli D., 1880. Pisa, 9 maggio 1880. Processo ver- bale dell'adunanza ordinaria della Società Malacolo- gica Italiana. BSMI, 6 (Suppl.): 1-2.

Anonimo, 1880. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1880. BSMI, 6 (Suppl.): 3-4.

Anonimo, 1880. Statuto della Società Malacologica Ita- liana. BSMI, 6 (Suppl.): 5-7.

Anonimo, 1880. Indice quinquennale delle memorie comparse nel Bullettino della Società Malacologica Italiana 1875 - 1880. BSMI, 6 (Suppl.): 8-12.

BSMI, 7 (1881) [1881-1882]

Paulucci M., 1881. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo sesto. Studio sulla Helix (Campy- laea) Ungulata, Strider e forme affini. BSMI, 7 (1-4): 5- 55, tavv. 1-2.

De Stefani C, 1881. Sopra alcune Xerophilae dell'Ap- pennino centrale. BSMI, 7 (1-4): 56-58.

De Stefani C, 1881. Clausilia lunensis. BSMI, 7 (1-4): 59-62.

Pantanelli D., 1881. Enumerazione dei molluschi plio- cenici della Toscana viventi nel Mediterraneo. BSMI, 7 (1-4): 63-64, 7 (5-12): 65-68.

Paulucci M., 1881. Contribuzione alla Fauna malacolo- gica italiana. Specie raccolte dal DrG. Cavanna negli anni 1878, 1879, 1880. Con elenco delle conchiglie A-

bruzzesi e descrizione di due nuove Succinea. BSMI, 7 (5-12): 69-180, tavv. lbis-5.

Gentiluomo C, 1881. Roberto Lawley. BSMI, 7 (5-12): 181-187. [Include: Elenco delle memorie scientifiche pubblicate da Roberto Lawley: 186-187.]

Adami G.B., 1881-82. Molluschi postpliocenici della Tor- biera di Polada presso Lonato. BSMI, 7 (5-12): 188-192 (1881), 7 (13-19): 193-202 (1882).

Pantanelli D., 1882. Processo verbale delle adunanze straordinarie tenute in Venezia i giorni 20 e 21 Set- tembre 1881. BSMI, 7 (13-19): 203-207.

Issel A., 1882. Della Pupa mnicta, Parreys come indizio di antichi livelli marini. BSMI, 7 (13-19): 208-212.

Strobel P, 1882. Sulla Campylaea. Spiegazioni. BSMI, 7 (13-19): 213-220.

Paulucci M., 1882. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo settimo. Descrizione di una nuo- va specie del genere Acme. BSMI, 7 (13-19): 221-225.

Brusina S„ 1882. Rettifica. BSMI, 7 (13-19): 226-228.

Brusina S., 1882. Le Pyrgulinae dell'Europa orientale. BSMI, 7(13-19): 229-292.

Anonimo, 1882. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1882. BSMI, 7 (13-19): 293-294.

Anonimo, 1882. Indice. BSMI, 7 (13-19): 295.

BSMI, 8(1882)

Statuti A., 1882. Catalogo sistematico e sinonimico dei molluschi terrestri e fluviatili viventi nella Provincia Romana. BSMI, 8 (1-6): 5-96, 8 (7-16): 97-128.

Adami G.B., 1882. Nuove forme italiane del genere Urlio. BSMI, 8 (7-16): 129-138, tav. 0.

Paulucci M., 1882. Note malacologiche sulla fauna ter- restre e fluviale dell'isola di Sardegna. BSMI, 8 (7-16): 139-256, 8 (17-24): 257-381, tavv. 1-9.

Anonimo, 1882. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1883. BSMI, 8 (17-24): 382-383.

Anonimo, 1882. Indice. BSMI, 8 (17-24): 384.

BSMI, 9 (1883) [1883-1884]

Paulucci M., 1883. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo ottavo. Sull'Acme Montoni, Du- puy e l'Acme Veneta, Pirona. Su due Paludine italiane. BSMI, 9 (1-5): 5-10.

De Stefani C, 1883-84. Molluschi viventi nelle Alpi A- puane nel Monte Pisano e nell'Apennino adiacente. BSMI, 9 (1-5): 11-80 (1883), 9 (6-12): 81-192 (1883), 9 (13-19): 193-253 (1884). [Continua in BSMI, 13 (11-13): tav. non numerata con figg. 1-37, [1-2] (1888).]

Del Prete R., 1884. Conchiglie coralligene del mare di Sciacca. Aggiunte del Dott. R. Del Prete a due articoli del March. A. Di Monterosato. BSMI, 9 (13-19): 254-265.

Caroti C, 1884. Appunti sulle Paludinacee italiane e su di alcune del sistema europeo esistenti nella collezione della sig.*1 Marchesa Paulucci. BSMI, 9 (13-19): 266-293.

Anonimo, 1884. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per Tanno 1884. BSMI, 9 (13-19): 294-295.

Anonimo, 1884. Indice. BSMI, 9 (13-19): 296.

33

Il Bullettino Malacologlco Italiano (1868-1875) e ¡I Bullettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

BSMI, 10 (1884) [1884-1885]

Paulucci M., 1884. Biblioteca della Società Malacolo- gica Italiana. BSMI, 10 (1-4): i-xix.

Pantanelli D., 1884. Note di Malacologia pliocenica I. Aggiunte e correzioni al catalogo dei molluschi plio- cenici dei dintorni di Siena pubblicato da De Stefani e Pantanelli nel Bullettino della Società Malacologica Italiana, Voi. IV, 1878-1880. BSMI, 10 (1-4): 5-32.

De Gregorio A., 1884. Intorno ad alcuni nomi di con- chiglie linneane. BSMI, 10 (1-4): 33-34.

De Gregorio A., 1884. Intorno al Triton tritonis L. sp. BSMI, 10 (1-4): 35.

De Gregorio A., 1884-85. Studi su talune conchiglie mediterranee viventi e fossili con una rivista del ge- nere Vulsella. BSMI, 10 (1-4): 36-64, tavv. 1-3 (1884), 10 (5-8): 65-128, tavv. 4-5 (1884), 10 (9-19): 129-288 (1885). [Include: Al Lettore: 36. Bivalvi: 37-94. [Con: Studi su talune ostriche viventi e fossili: 37-48. Vulselle della zona abissale del Mediterraneo: 49-66. Vulselle del Mar Rosso: 66-72. Nuova conchiglia della zona abis- sale del Mediterraneo: 72-73. Nuove specie di Pecten del terziario superiore: 74-77. Su talune Pinne viventi e fossili.: 77-80. Nuove Arche degli strati inferiori del postpliocene di Palermo: 81-86. Una nuova Tapes plio- cenica: 86. Una nuova Venus del postpliocene di Pa- lermo: 87. Nuova forma della Cytherea multilamella Lamk.: 88. Intorno alla Venus impressa Serr.: 88-92. Una nuova Thracia e una nuova Lyonsia postplioceni- che: 92-93. Una terebratula del postpliocene di Fica- razzi: 94.] Gasteropodi: 95-124. [Con: Varietà e forme viventi e fossili del Triton Parthenopum Sal. e del Triton corrugatimi Lamk.: 95-98. Varie forme di Triton gyrinoi- des Broce. ( nodiferum Lamk.) viventi e fossili: 99-101. Intorno alla Ranella reticularis (L.) Born vulgo Ranella gigantea Lamk.: 101-111. Sulla Bufonada scrobiculator L. e la Ranella nodosa Bors auctorum: 111. Intorno alla Persona comune nel nostro terziario superiore: 112. Sul- la Cassidaria echinophora (L.) Lamark e la C. depressa Buch: 113. Una nuova varietà della Cassis undulata Gmelin: 113-114. Una varietà del Dolium galea L.: 114- 115. Intorno al Buccinimi undatum L. pescato nel Mediterraneo: 115. Su talune forme del Cerithium vari- cosum Broce, e del Cerithium vulgatum Brug.: 115-117. Osservazioni intorno ad alcune forme dell 'Aporrhais pespelecani L. viventi e fossili: 117-118. Una nuova va- rietà della Turritella terebra L.: 118-119. Nuova forma di Vermetus vivente nei mari di Palermo: 119-120. Studi su talune Patelle viventi e fossili: 120-124.] Parte IL Bivalvi: 125-218. [Con: Intorno a una Gastrana e due Petricole: 125-128. Intorno ad alcune Semele vi- venti e fossili: 128-138. Varie forme e varietà di Lutra- rie: 138-144. Varie forme delYErvilia castanea Monte 144-146. Appunti intorno ad alcune Cardite viventi e fossili: 146-156. Telline viventi e fossili della mia colle- zione: 156-183. Appunti intorno a taluni Pecten : ISS- ISI. Intorno a talune Psammobie: 191-193. Intorno a talune Anatine: 193-196. Intorno a talune Kellie: 196- 197. Appendice all'articolo sulle Ostriche: 197-199. Al- 34 tri appunti intorno a talune Pinne viventi nel Medi-

terraneo: 199-201. Appunti intorno ad alcune Chame: 202-212. Intorno a talune specie appartenenti ai gen. Modiolana, Montacuta, Astarte, Cista e Lucina : 212-218.] Gasteropodi: 219-288. [Con: Intorno a talune Fissurel- le fossili e viventi nel Mediterraneo: 219-225. A propo- sito delYEuthria cornea (L.) Weink.: 225-226. Intorno alla Rissoa turnada Eichw.: 226-227. Forme, varietà e specie dipendenti dal Murex brandaris L.: 227-240. Varietà e forme ramificate dal Murex craticulatus (L.) Broce.: 240-247. Varie specie di Murici (miscellanea): 247-257. Su talune sottospecie, forme e varietà viventi e fossili derivate dal Murex trunculus L.: 257-274. Nuovo sottogenere di Murex: 275-276. Intorno a taluni Typhis: 276-278. Due parole intorno ai gen. Pallia e Pisania sensu lato: 278-288.]]

Anonimo, 1885. J. Gwyn Jeffreys. BSMI, 10 (9-19): 289-290.

Anonimo, 1885. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1885. BSMI, 10 (9-19): 291-292.

Anonimo, 1885. Indice. BSMI, 10 (9-19): 293.

BSMI, 11 (1885) [1885-1886]

Brusina S., 1885. Su \YHelix homoleuca del littorale croa- to. BSMI, 11 (1-7): 5-10.

Foresti L., 1885. Descrizione di una nuova forma di Marginella ed alcune osservazioni sull'uso dei vocabo- li mutazione e varietà. BSMI, 11 (1-7): 11-15.

Brusina S., 1885. Sopra tre elici della Croatia. Note d'aggiunta all'articolo sul YHelix homoleuca. BSMI, 11 (1-7): 16-26.

De Gregorio A., 1885. Continuazione degli Studi su ta- lune conchiglie mediterranee viventi e fossili del March. A. De Gregorio pubblicati nel Voi. X. BSMI, 11 (1-7): 27-112, 11 (8-13): 113-203. [Include: Appunti in- torno al genere Trophon: 27-36. [Con: Quattro sottoge- neri: 27-32. Gruppo del Murex (Trophon partim) capito Phil, ossia M. capito Phil, sensu lato: 32-36.] Intorno ad alcuni Triton viventi e fossili: 37-45. Appunti intorno al gen. Ranella: 45-46. Intorno a talune specie di Fascio- laria, Neptúnea, Fusus, Tudicla, Pyrula: 46-53. Su talune Ficule del terziario superiore con una rivista del gen. Fiada: 53-61. Rivista di alcune Ficule viventi (Appen- dice al paragrafo precedente): 62-67. Due nuovi sotto- generi di Delphinula: 67-69. Appunti intorno al gen. Xenophora: 69-70. Appunti intorno a taluni Turbi: 70- 75. Appunti intorno a taluni Trochi: 75-79. Intorno al- YActaeon tornatilis L.: 80. Appunti intorno al gen. Ake- ra: 80-82. Nota su taluni Strombus: 82-84. Appunti in- torno a talune Natiche: 84-89. Studi sui Coni mediter- ranei viventi e fossili conservati nel mio gabinetto geologico: 89-119. [Con: Gruppo del Conus antedillu- vianus Brug.: 99-103. Gruppo di forme e sottospecie del C. mediterraneus, sezione franciscanas (Hwas) Brug.: 103-109. Altre varietà, forme e sottospecie dipendenti dal C. mediterraneus (Flwas) Brug. tipo: 109-119.] Appendice: 120-140. [Con: Intorno ai generi Vulsella e Fundella, alcune conchiglie della baia di Assab ed una della nuova Caledonia: 120-123. Intorno a taluni Pele- cipodi e Gasteropodi (Rettificazioni e Aggiunte): 124- 135. Appunti intorno a talune specie nominate dai si-

gnori R. Hoernes e Auinger: 135-140.] Conclusione: 141-177. [Con: Ragioni e scopo del presente lavoro - Schiarimenti - Estensione delle specie - Distinzione fra forma e varietà - Metodo - Divisione in gruppi di specie - Alterazioni dei tipi - Origine delle sottospecie e delle modificazioni - Quadri di affinità - Specie pri- marie - Sottogeneri: 141-151. Pubblicazioni scientifi- che - Progresso della geologia in Italia - Fauna post- pliocenica - Nuovo smembramento della scienza pa- leontologica - Darwin: 152-156. Come avvengono le modificazioni nelle specie - Nuovo concetto sulle stesse - Sostituzione, addizione e sottrazione dei ca- ratteri - Sostituzione omologa - Sostituzione per com- pensazione - Mimetismo - Stadio plastico e stadio ri- gido - Progresso dello sviluppo organico - La dottrina della evoluzione in rapporto alla fede e alla religione - Un saluto a Gwyn Jeffreys: 156-174. Epilogo: 174-177.] Indice alfabetico dei nomi delle specie, forme e varie- tà citate o descritte in questo lavoro: 178-198. Spiega- zione delle Tavole: 199. Indice dei paragrafi: 200-203.]

Adami G.B., 1885-86. Novità malacologiche recenti. BSMI, 11 (8-13): 204-208 (1885), 11 (14-17): 209-261, 4 tavv. non numerate con 32 figg. (1886). [Continua in BSMI, 11 (14-17): 277.]

Pantanelli D., 1886. Sopra alcune Scalarie terziarie. BSMI, 11 (14-17): 262-272.

Anonimo, 1886. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per Panno 1886. BSMI, 11 (14-17): 273-274.

Anonimo, 1886. Indice. BSMI, 11 (14-17): 275.

Adami G.B., 1886. Novità malacologiche recenti. BSMI, 11 (14-17): 277. [Continuazione di BSMI, \11 (8-13): 204-208 (1885), 11 (14-17): 209-261, 4 tavv. non nume- rate con 32 figg. (1886).]

BSMI, 12 (1886) [1886-1887]

Paulucci M., 1886. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo Nono. Conchiglie terrestri e d'ac- qua dolce del Monte Argén taro e delle isole circostan- ti. BSMI, 12 (1-4): 5-64, tavv. 1-2.

Pantanelli D., 1887. Melanopsis fossili e viventi d'I- talia. BSMI, 12 (5-8): 65-82, tav. 3.

Platania-Platania G., 1887. Contribuzione alla fauna malacologica estramarina della Sicilia e delle Isole A- diacenti. BSMI, 12 (5-8): 83-88.

Pantanelli D., 1887. Molluschi dello Stagno di Orbe- tello. BSMI, 12 (5-8): 89-95.

De Gregorio A., 1887. Nota intorno ad alcuni fossili di Asiago (Alpi dei Sette Comuni) del sottorizzonte Ghel- pino De Greg. ossia della zona a Posidonomya alpina Gras. BSMI, 12 (5-8): 96-101.

Pollonera C, 1887. Appunti anatomici in appoggio ad una classificazione dei molluschi geofili del Piemonte. BSMI, 12 (5-8): 102-122, tav. 4.

Pantanelli D., 1887. Specie nuove di molluschi del Miocene medio. BSMI, 12 (5-8): 123-128, 12 (9-15): 129-134, tav. 5.

Sacco E, 1887. Rivista della fauna malacologica fossile terrestre, lacustre e salmastra del Piemonte. BSMI, 12 (9-15): 135-203.

Pollonera C, 1887. Note malacologiche. BSMI, 12 (9- 15): 204-223, tav. 6. [Continua in BSMI, 14 (4-6'4): 49- 64, tav. 2 (1889). Include tre distinti contributi: I. Mol- luschi della Valle del Natisone (Friuli): 204-208, 223, tav. 6, figg. 13-16. II. Monografia degli Sphyradium ita- liani: 209-222, 223, tav. 6, figg. 1-12. III. Degli Odon- tocyclas italiani: 222.]

Anonimo, 1887. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1887. BSMI, 12 (9-15): 225-226.

Anonimo, 1887. Indice. BSMI, 12 (9-15): 227.

BSMI, 13 (1888)

Pantanelli D., 1888. Processo verbale dell'adunanza in Pisa del 13 Novembre 1887. BSMI, 13 (1-3): 5-7.

Anonimo, 1888. Giovanni Battista Adami. BSMI, 13 ( 1 - 3): 7-8.

Pollonera C, 1888. Esame critico delle specie terrestri descritte come nuove dall'Abate G. Olivi. BSMI, 13 (1- 3): 9-16.

Simonelli V., 1888. Sopra una nuova specie del genere Pholadomya. BSMI, 13 (1-3): 17-20. [Continua in BSMI, 13 (1-4 [sic]): tav. 1.]

Pantanelli D., 1888. Peden Angelonii e Peden Histrix. BSMI, 13 (1-3): 21-22.

Pantanelli D., 1888. Melanopsis Matheroni e M. Marzo- lina. BSMI, 13 (1-3): 23-25.

Pantanelli D., 1888. Descrizione di conchiglie mioce- niche nuove o poco note. BSMI, 13 (1-3): 26-32. [Con- tinua in BSMI, 13 (8-10): 150-158.]

[Pantanelli D.], 1888. [Una serie di recensioni senza ti- tolo collettivo.] BSMI, 13 (1-4 [sic]): 32-48. [Include i seguenti titoli: Prodromus Faunae Molluscorum Te- staceorum maria europaea inhabitantium. D.1 W. Ko- belt, Nürnberg, 1888: 32-41. Ricerche intorno ai nervi del tufo digerente dell' Helix adspersa. Alberto Grieb. Mem. Soc. Mal. delle Scienze. Serie III, Voi. VI, Na- poli, 1887: 41-42. Intorno ad alcuni limacidi europei poco noti. Carlo Pollonera. Boll. Mus. Zool. e Anat. comparata Univ. di Torino, Voi. II, N. 21, 1887: 42-43. Sulla classificazione dei limacidi del sistema Europeo. Carlo Pollonera. Boll. Mus. Zool. e Anat. comparata Univ. di Torino, Voi. II, N. 23, 1887: 43-44. Sopra alcu- ni fossili illustrati e descritti nel Musaeum metallicum di Ulisse Aldrovandi. L. Foresti. Boll. Soc. Geol. Ita- liana. Voi. VI. 1887, Roma: 44. Il sistema liassico di Roccantica e i suoi fossili. G. Tuceimei. Boll. Soc. Geol. Italiana. Voi. VI., Roma, 1887: 44. Contribuzioni alla geologia del Catanzarese. A. Neviani. Boll. Soc. Geol. Italiana. Voi. VI., Roma, 1887: 45. Appunti ed osserva- zioni sull'ultimo lavoro di J. Gwyn Jeffreys "On the mollusca procured during the Lightning and Porcu- pine expeditions 1868-1870". S. Brusina. Zagreb, 1886: 45-46. Brevissimi cenni intorno la geologia del Capo S. Andrea presso Taormina. G. Seguenza. Accad. Scienze fis. e mat. di Napoli. Fase. 5, 1887: 46. Auf Corsica. H. Rolle. Jahrbücher der Deuts. Malak. Ges. Heft I, 1887: 46-47. Iconographie der Schalentra- genden europàischen Meeresconchylien. W. Kobelt. 1 Band mit 28 Taf. 1887. Cassel: 47. Murex fusulus Broc-

35

Il Bollettino Malacologico Italiano (1868-1875) e ¡I Bollettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

chi. W. Kobelt. Jahrb. der Deuts Malak. Ges. Heft II, 1887: 48. Fauna der in der palaarctischen Region le- benden Binnenconchylien. C.A. Westerlund. Lund. 1884-87: 48.]

Pollonera C., 1888. Molluschi dello Scioa e della valle dell'Havash. BSMl, 13 (1-4 [sic]): 49-86, tavv. 2-3. Sacco F., 1888. Sopra alcuni Potámides del bacino terzia- rio del Piemonte. BSMl, 13 (1-4 [sic]): 87-112. [Con- tinua in BSMl, 13 (8-10): tavv. 4-7.]

Simonelli V., 1888. Sopra una nuova specie del genere Pholadomya. BSMl, 13 (1-4 [sic]): tav. 1. [Continuazione di BSMl, 13 (1-3): 17-20.]

Caramagna G., 1888. Catalogo delle conchiglie Assa- besi. BSMl, 13 (8-10): 113-149. [Continua in BSMl, 13 (11-13): tav. 8.]

De Gregorio A., 1888. Intorno alla grande ostrica di Roncà (Eocene). BSMl, 13 (8-10): 149.

Pantanelli D., 1888. Descrizione di specie mioceniche nuove o poco note. BSMl, 13 (8-10): 150-158. [Conti- nuazione di BSMl, 13 (1-3): 26-32. Nel titolo della con- tinuazione, "conchiglie" è sostituito con "specie".] [Pantanelli D.], 1888. [Una serie di recensioni senza ti- tolo collettivo.] BSMl, 13 (8-10): 158-160. [Include i se- guenti titoli: Foresti. Alcuni [sic] forme nuove di mol- luschi fossili del Bolognese. Con una tavola. Boll. Soc. Geologica Italiana. Voi. VI, Fase. 3, 1887, pag. 359-367: 158-159. C. F. Parona. Appunti per la paleontologia miocenica della Sardegna. Boll. Soc. Geologica Italia- na. Voi. VI, 1887, pag. 255-258: 159. E. Mariani e C. F. Parona. Fossili Tortoniani di Capo S. Marco in Sarde- gna. Atti Soc. Italiana di Se. Naturali, Voi. XXX, pag. 3-89 estr.: 159-160. Carlo Pollonera. Specie nuove o mal conosciute di Avion europei. Atti dell'Accademia delle Scienze di Torino. - Febbraio 1887, con 1 tavola: 160.] Sacco F., 1888. Sopra alcuni Potámides del bacino terzia- rio del Piemonte. BSMl, 13 (8-10): tavv. 4-7. [Conti- nuazione di BSMl, 13 (1-4 [sic]): 87-112.]

Allery Di Monterosato T., 1888. Molluschi del porto di Palermo. Specie e varietà. BSMl, 13 (11-13): 161- 180. [Continua in BSMl, 14 (4-6V4): 75-81 (1889). L'autore è riportato come "M.se T. di Monterosato".] De Stefani C, 1888. Iconografia dei nuovi molluschi pliocenici d'intorno Siena. BSMl, 13 (11-13): 181-208 (1888), 13 (14-16): 209-235, tavv. 9-10 (1888). [Continua in BSMl, 14 (1-3): tav. 11 (1889).]

Caramagna G., 1888. Catalogo delle conchiglie Assa- besi. BSMl, 13 (11-13): tav. 8. [Continuazione di BSMl, 13 (8-10): 113-149.]

De Stefani C, 1888. Molluschi viventi nelle Alpi Apuane nel Monte Pisano e nell'Apennino adiacente. BSMl, 13 (11-13): tav. non numerata con figg. 1-37, [1- 2], [Continuazione di BSMl, 9 (1-5): 11-80 (1883), 9 (6- 12): 81-192 (1883), 9 (13-19): 193-253 (1884).] [Pantanelli D.], 1888. [Una serie di recensioni senza ti- tolo collettivo.] BSMl, 13 (14-16): 236-240. [Include i seguenti titoli: L. Bellardi. I molluschi dei terreni ter- ziari del Piemonte e della Liguria. Parte V. Mitridae: 236-238. E. Clerici. Sulla Corbicula fluminalis dei din- torni di Roma e sui fossili che l'accompagnano. Bull. 36 Soc. Geologico Italiano [sic], Voi. V; con due tavole in

fototipia: 238. E. Clerici. Sopra una sezione geologica presso Roma. Bull. Soc. Geologico Italiano [sic] Voi. VII 1888: 238. L. Foresti. Di una varietà di Strombus co- ronatus Defr. e di un'altra di Murex torularius Lek. del pliocene di Castel- Viscardo (Umbria). Bollet. Soc. Geo- logico Italiano [sic] Voi. VII, 1888, con una tavola: 238- 239. F. Sacco. Aggiunte alla forma [sic] malacologica estramarina fossili [sic] del Piemonte e della Liguria. Mem. Accad. Scienze di Torino, serie II, Tom. XXXIX, 1888, con dne [sic] tavole: 239. A. Secco. Il piano ad Aspidoceros Acanthicum Op. in Collabo di Solagna. Boll. Soc. Geologico Italiano [sic] Voi. V, 1888: 240. G. Squi- nabol. Il travertino fra Aosta e il piccolo S. Bernardo. Giorn. lett. scientifiche, Genova, Voi. XI, 1888: 240.]

Anonimo, 1888. Indice delle specie descritte nel presen- te volume. BSMl, 13 (14-16): 241-245.

Anonimo, 1888. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1889. BSMl, 13 (14-16): 246- 247.

Pantanelli D., 1888. Processo verbale dell'adunanza del giorno 11 Novembre 1888 - Pisa. BSMl, 13 (14-16): 247-248.

Anonimo, 1888. Indice. BSMl, 13 (14-16): 249-251.

BSMl, 14(1889) [1889-1890]

P[antanelli], D., 1889. [Due necrologi senza titolo col- lettivo.] BSMl, 14 (1-3): 5-12, 48. [I necrologi riguarda- no: Giuseppe Meneghini: 5-9. Guiseppe [sic] Seguen- za: 10-12, 48.]

Simonelli V, 1889. Placunanomie del Pliocene italiano. BSMl, 14 (1-3): 13-24. [Continua in BSMl, 14 (4-6%): tav. 1.]

Sulliotti G.R., 1889. Comunicazioni malacologiche. Articolo primo. BSMl, 14 (1-3): 25-44.

[Pantanelli D.], 1889. [Una serie di recensioni senza ti- tolo collettivo.] BSMl, 14 (1-3): 44-48. [Continua in BSMl, 14 (6V4-9V2 [sic]): 151-152. Include le recensioni di: M. Canavari. Contribuzione alla fauna del Lias in- feriore della Spezia. Mem. Com. Geol. Ital. Voi. Ili, Roma: 44-45. G. Gioii. Fossili della oolite inferiore di S. Vigilio e Monte Grappa. Atti Soc. Tose. Se. Nat. Voi. X. Pisa: 45. C. Pollonera. Intorno ad alcuni Umax Ita- liani. Boll. Musei Zool. di Torino. N. 51. 1888. Torino: 45. C. Mayer-Eimar Descriptions de coquilles fossiles de terrains tertiaires inférieurs (suite). Journ de Conch. Tom. XXVIII. 1888. Paris: 45. W. Kobelt. Iconographie der Land-und Siisswasser-Mollusken etc. Neue Folge. Wierter Band. Wiesbaden, 1888: 45. C. A. Westerlund. Fauna der in der palaarctischen Region lebenden Bin- nenconchylien. Lund 1884-87: 46-48].

De Stefani C, 1889. Iconografia dei nuovi molluschi pliocenici d'intorno Siena. BSMl, 14 (1-3): tav. 11. [Continuazione di BSMl, 13 (11-13): 181-208 (1888), 13 (14-16): 209-235, tavv. 9-10 (1888).]

Pollonera C, 1889. Note malacologiche. BSMl, 14 (4- 6%): 49-64, tav. 2. [Continuazione di BSMl, 12 (9-15): 204-223, tav. 6 (1887). Include quattro contributi: IV. Un nuovo Zospeum italiano: 49-50, 64, tav. 2, fig. 6. V. Acme italiane del gruppo delle Costulatae: 50-54, 64,

tav. 2, figg. 1-5. VI. Vitrina stabilei e V. inaiar. 54-58, 64, tav. 2, figg. 11-16. VII. La Xerophila submarittima De- smoul. in Italia: 58-63, 64, tav. 2, figg. 7-10.]

Sulliotti G.R., 1889. Comunicazioni malacologiche. Articolo secondo. BSM1, 14 (4-6%): 65-74.

Allery Di Monterosato T., 1889. Molluschi del porto di Palermo. Specie e varietà. BSMI, 14 (4-6%): 75-81. [Continuazione di BSMI, 13 (11-13): 161-180 (1888). L'autore è riportato come "M.se T. di Monterosato".]

Pantanelli D., 1889. Pleurotomidi del miocene supe- riore di Montegibio. BSMI, 14 (4-614): 82-98.

[Pantanelli D.], 1889. [Una serie di recensioni senza ti- tolo collettivo.] BSMI, 14 (4-61/)): 98-100. [Include i se- guenti titoli: Henri Drouet. Unionidae du Bassin du Rhone. Mémoires de l'Académie de Dijon. Serie IV. Tom. I, 1888. pag. 92 con tre tavole, Dijon: 98. Carlo Pollonera. Osservazioni intorno ad alcune specie di Testacella. Boll. Mus. Zool. Anat. comp. Univ. di To- rino. Voi. IV, N. 57, con una tavola 1889. Torino: 99. Carlo Pollonera. Nuove aggiunte e correzioni alla ma- lacologia terrestre del Piemonte. V. precedente. N. 58: 99. Pantanelli. Note geologiche sullo Scioa. Proc. verb. Soc. Toscana Se. Nat. Voi. VI. Novembre 1888 Pisa: 99. B. Sharp. Remarks on the Philogeny [sic] of the La- mellibranchiata. Proc. of the Acad, of Nat. Sc. of Phi- ladelfia. 1888, pag. 121: 99-100.]

Simonelli V, 1889. Placunanomie del Pliocene italiano. BSMI, 14 (4-61/)): tav. 1. [Continuazione di BSMI, 14 (1-3): 13-24.]

Gioli G., 1889. I lamellibranchi e la sistematica in pa- leontologia. BSMI, 14 (6V4-9V2 [sic]): 101-143.

Toldo G., 1889. Mitridae del miocene superiore di Montegibio. BSMI, 14 (614-91/2 [sic]): 144-150, tav. 3.

[Pantanelli D.], 1889. [Una serie di recensioni senza ti- tolo collettivo.] BSMI, 14 (ó1/^?1/, [sic]): 151-152. [Continuazione di BSMI, 14 (1-3): 44-48; continuazio- ne della recensione di: C. A. Westerlund. Fauna der in der palàarctischen Region lebenden Binnenconchy- lien. Lund 1884-87.]

Sacco F., 1890. Luigi Bellardi. Cenni Biografici. BSMI, 14 (9V2-20): 153-155.

Pantanelli D., 1890. Processo verbale dell'adunanza tenuta in Pisa il 7 luglio 1889. BSMI, 14 (9V2-20): 156.

Issel A., 1890. Di una Sepia del Pliocene Piacentino. BSMI, 14 (9V2-20): 157-160.

De Boury E., 1890. Révision des Scalidae miocènes et pliocènes de l'Italie. BSMI, 14 (9V2-20): 161-326, tav. 4.

Anonimo, 1890. Indice. BSMI, 14 (9V2-20): 327-328.

BSMI, 15 (1890) 11890=1891]

Anonimo, 1890. Società Malacologica Italiana. BSMI, 15 (1-3): 5-6. [Include: Ufficio di presidenza: 5. Elenco dei soci per l'anno 1890: 5-6.]

Pantanelli D., 1890. Buccinidae, Purpuridae e Olivi- dae del Miocene superiore di Montegibio. BSMI, 15 (1-3): 7-17.

Toldo G., 1890. Muricidae, Tritonidae e Fasciolaridae del Miocene superiore di Montegibio. BSMI, 15 (1-3): 18-24.

[Pantanelli D.], 1890. [Una serie di recensioni e una li-

sta di pubblicazioni di interesse malacologico, senza titolo collettivo, riunite nella rubrica "Bibliografia".]

BSMI, 15 (1-3): 25-45. [Include i seguenti titoli: Pollo- nera C. Elenco dei molluschi fluviatili viventi in Pie- monte. Bullett. Musei Zool. e Anat. comp. Università.

Torino. Voi. IV, N. 72, 1889: 25. Pollonera C. Nuove contribuzioni allo studio degli Avion Europei: con una tavola in colori. Atti dell'Accad. Scien. Torino. Voi.

XXIV, Maggio 1889: 26. Pollonera C. Un Limacide nuovo per l'Italia. Bull. Musei Zool. e Anat. Comp. Università. Torino. Voi. V, N. 75, 1890: 27. Parona C. F.

Note paleontologiche sul lias inferiore delle prealpi lombarde. Rendic. Inst. Lomb. Ser. II Voi. XXI. Fase.

VIII, 1889: 27. Foresti L. Del genere Pyxis Menegh. e di una varietà di Pyxis pyxidata (Br.); con una tavola.

Boll. Soc. Geol. Italiano [sic]. Voi. Vili, 1883: 27. Sacco

F. Catalogo paleontologico del bacino terziario del Piemonte. Bollett. Soc. Geologica Italiano [sic]. Voi.

Vili, 1889: 27. Verri A. Note a scritti sul pliocene um- bro-sabino e sul vulcanismo tirreno. Bollett. Soc. Geol. Italiano [sic]. Voi. Vili, 1889: 27. Neviani A. Contri- buzioni alla geologia del Catanzarese. Boll. Soc. Geol.

Italiano [sic]. Voi. Vili, 1889. Due Note: 28. Tuccimei

G. Il Villafranchiano nelle valli Sabine e i suoi fossili caratteristici. Bollett. Soc. Geolog. Italiano [sic]. Voi.

Vili, 1889: con una tavola: 28. De Gregorio A. Studi sul genere Scalaria. Annales de Géologie et de paléon- tologie pubbl. direct. M.A. De Gregorio, 6,a Livr., Palermo 1889; con una tavola: 28-29. Mayer-Eimar C. Description de Coquilles fossiles des terrains tertiai- res superieurs. Journ. de Conch. Voi. XXIX pagg. 59,

200, 229. Parigi 1889: 29-30. Cams J. V. Prodromus faunae mediterranaee sive description animalium ma- ns mediterranaei incolarum quam comparata silva re- rum quatenus innotuit adiectis locis et nominibus vulgaribus, corumque auctoribus in commodum zoo- logorum congessit. Stuttgard, E. Koch: 30. Mazzarelli G.F. e Zuccari R. Su alcune Aplysidae dell'Oceano Pacifico appartenenti alla collezione Chierchia. Bollett.

Soc. Naturalisti in Napoli [sic]. Voi. III, 1889: 30. Jatta G. Elenco dei cefalopodi della Vettor Pisani. Bullettino Soc. Naturai, in Napoli. Voi. Ili, 1889: 30. Mazzarelli G.F. Intorno all'Anatomia dell'apparato riproduttore delle Aplysiae del Golfo di Napoli. Zoologischer An- zeiger XII. N. 310 Giugno 1889: 31. [atta G. La innerva- zione delle braccia dei Cefalopodi. Bullettino Società Naturalisti in Napoli. Voi. III, 1889: 31. De Gregorio A.

Esame di taluni molluschi viventi e terziari del Bacino Mediterraneo. Naturalista Siciliano. Anno Vili, 1889, con due tavole: 31-32. Monterosato T. Nota intorno ai Donax del Mediterraneo. Il naturalista siciliano. Voi.

Vili, 1889; con una tavola: 32. Parona C. F. Studio mo- nografico della forma [sic] Raibliana di Lombardia (memoria premiata dal R. Istituto Lombardo di scien- ze e lettere) Pavia 1889; con tredici tavole: 32-33. We- sterlund C. A. Fauna der in [sic] palàartischen region [sic] lebenden Binnenconchylien. Genus Helix. Berlin 1889. Vedi Voi. XIV, pag. 46 e 151: 33-35. Segue elenco di pubblicazioni di interesse malacologioco: 35-45.]

P[antanelli], D., 1890. Regole della nomenclatura de- 37

Il Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Bullettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

gli esseri organizzati adottate dal congresso interna- zionale di Zoologia. BSM1, 15 (1-3): 45-48.

Pollonera C, 1890. Sulle forme del gruppo della Cam- pylaea ungulata Studer. BSM1, 15 (4-5): 49-75, tavv. 1-3.

[Pantanelli D.], 1890. [Una serie di recensioni, senza titolo collettivo, riunite nella rubrica “Bibliografia".] BSMI, 15 (4-5): 76-80. [Include le recensioni di: We- sterlund C. A. Fauna der in [sic] palàartischen region [sic] lebenden Binnenconchylien. Malacozoa acephala e I. Supplement. Berlino 1890. Vedi voi. XIV, pag. 46 e 151 e voi. XV pag. 33: 76-78. T. di Monterosato. Con- chiglie delle profondità del Mediterraneo. Naturalista Siciliano, N. 6, 7, 8, 1890: 78. L. Bellardi e F. Sacco. I molluschi dei terreni terziari del Piemonte e della Li- guria, Torino, Accad. delle Scienze. Ser. II, T. XL, 1890: Parte VI con due tavole: 78-79. F. Sacco. I molluschi dei terreni del Piemonte e della Liguria, Parte VII. Accad. delle Scienze di Torino, Ser. II Voi. XL, 1890, con due tavole: 79-80.]

De Boury E., 1891. Étude critique des Scalidae miocè- nes et pliocènes d'Italie décrits ou cités par les au- teurs et description d'espèces nouvelles. BSMI, 15 (5- 10 [sic]): 81-160, 15 (11-14): 161-213, tav. 4.

Canavari M., 1891. Note di malacologia fossile. BSMI, 15 (11-14): 214-219, tav. 5. [Continua in BSMI, 16 (5-8): 65-73, tav. 4 (1892).]

Anonimo, 1891. Indice. BSMI, 15 (11-14): 221-222.

BSMI, 16 (1891) [1891-1892]

Anonimo, 1891. Società Malacologica Italiana. BSMI, 16 (1-4): 5-6. [Include: Ufficio di presidenza: 5. Elenco dei soci per l'anno 1891: 5-6.]

Pantanelli D., 1891. Processo verbale dell'adunanza del 15 Novembre 1891 - Pisa. BSMI, 16 (1-4): 7-8.

Fucini A., 1891. Molluschi e Brachiopodi del lias inferiore di Longobucco (Cosenza). BSMI, 16 (1-4): 9-64, tavv. 1-3.

Canavari M., 1892. Note di malacologia fossile. IL BSMI, 16 (5-8): 65-73, tav. 4. [Continuazione di BSMI, 15 (11-14): 214-219, tav. 5 (1891).]

Foresti L., 1892. Di alcune varietà della Melania verni De Stef. BSMI, 16 (5-8): 74-79, tav. 5.

Foresti L., 1892. Di una nuova specie di Pholadomya Pliocenica. BSMI, 16 (5-8): 80-82, tav. 6.

Picaglia L., 1892. Molluschi terrestri e fluviatili viventi nelle provincie di Modena e Reggio. Catalogo siste- matico. BSMI, 16 (5-8): 83-128, 16 (9-16V2): 129-232.

Drouèt FI., 1892. Rectification. BSMI, 16 (9-161/,): 233.

Mascarini A., 1892. Appunti per lo studio della Fauna Malacologica Italiana. I Molluschi Conchigliferi delle adiacenze di Ascoli-Piceno. BSMI, 16 (9-161/,): 234-260.

Drouèt FI., 1892. Arthur Morelet. BSMI, 16 (9-161/,): 261-262.

Anonimo, 1892. Indice. BSMI, 16 (9-16V2): 263.

BSMI, 17 (1892) [1892-1893]

Anonimo, 1892. Società Malacologica Italiana. BSMI, 17 (1-3): 5-6. [Include: Ufficio di presidenza: 5. Elenco dei soci per l'anno 1892: 5-6.]

Allery Di Monterosato T., 1892. Monografia dei Ver- meti del Mediterraneo. BSMI, 17 (1-3): 7-48, tavv. 1-7. [L'autore è riportato come “Marchese di Monte- rosato".]

Pantanelli D., 1892-93. Lamellibranchi pliocenici. Enu- merazione e Sinonimia delle specie dell'Italia Supe- riore e Centrale. BSMI, 17 (4-8): 49-128 (1892), 17 (9- 19): 129-295 (1893).

Anonimo, 1893. Indice. BSMI, 17 (9-19): 295.

BSMI, 18(1893) [1893-1895]

Anonimo, 1893. Società Malacologica Italiana. BSMI, 18 (1-3): 5-6. [Include: Ufficio di presidenza: 5. Elenco dei soci per l'anno 1893: 5-6.]

Pollonera C. 1893. Studi sulle Xerophila. I. Le X. cespi- tum e Terveri e forme intermedie. BSMI, 18 (1-3): 7-46, tavv. 1-2.

P[antanelli], D., 1893. [Una serie di recensioni, senza titolo collettivo, riunite nella rubrica “Bibliografia".] BSMI, 18 (1-3): 47-48. [Include i seguenti titoli: Sacco F. - 1 molluschi dei terreni terziari del Piemonte e del- la Liguria: 47. De Gregorio. - Sul genere pectunculus e precipuamente sulle specie viventi e fossili del terzia- rio superiore. Il Naturalista Siciliano, Anno XI, n. 4, pag. 89-96, n. 5, pag. 106-114: 47. Monterosato. - Nota intorno i pectunculus dei mari d'Europa. Il Naturalista Siciliano, Anno XI, n. 6, 7, 8, pag. 13 in estratto: 47. Pollonera C. - Note su alcuni gruppi di specie del ge- nere Xerophila. Boll. Mus. Zool. e Anat. comp. Torino, Voi. VII, 128, pag. 1-18: 48. Simonelli V. - Sopra le affi- nità geologiche della Rothpletzia rudista. Ball, [sic] Soc. Geol. Ital., Voi. XI, pag. 76-80 con due zincotipie: 48. Mantovani Pio. - Le Discohelix plioceniche e descrizio- ne di una specie nuova. Ann. 1st. tecn. e naut. Li- vorno, Voi. IX, Ser. 2a, pag. 1-10 estr. con una tavola: 48. Di Stefano G. - Il Lias medio del M. S. Giuliano (Erice) presso Trapani. Atti del Accad. Gioienia, Voi. Ili, sez. 4.a Testo di 147 pagine con tre tavole: 48. Westerlund C. A. - Spicilegium malacologicum. Neue Binnenconchylien in der palàartischen Region. Verh. K. K. Zool. botan. Gesellschaft. Wien XLII Band 1892, pag. 25-48: 48.]

Brusina S., 1893. Saccoia. Nuovo genere di Gasteropodi terziari italo-francesi. BSMI, 18 (4-7): 49-54.

Foresti L., 1893. Enumerazione dei Brachiopodi e dei Molluschi pliocenici dei dintorni di Bologna. BSMI, 18 (4-7): 55-72, tav. 3. [Continua in BSMI, 18 (11-15): 185-240 (1895), 18 (16-26): 241-413 (1895), 19 (15-1 7V2): 240-262 (1895).]

Bonarelli G., 1893. Hecticoceras Novum Genus Ammo- nidarum. BSMI, 18 (4-7): 73-108.

Pantanelli D., 1893. Campylaea nicatis Costa. BSMI, 18 (4-7): 109-110.

P[antanelli]. D., 1893. [Una serie di recensioni, senza titolo collettivo, riunite nella rubrica “Bibliografia".] BSMI, 18 (4-7): 110-112. [Include i seguenti titoli: C. Mayer-Eimar. Description des conquilles fossiles des terrains inferieurs. Jour, de conc. Voi. XLI pag. 51: 110. F. Sacco. I moli. Dei ter. Terz. del Piem. e della Liguria,

38

Parte XIII (Conidae). Mem. Acc. Torino, ser. II, tomo XLIV: 110. B. Greco. II Lias inferiore nel circondario di Rossano Calabro. Atti Soc. Toscana, Mem. Voi. XIII:

111. C. Patroni. Fossili miocenici di Baselice in Provin- cia di Benevento. Atti acc. scienze di Napoli, voi. V, ser. 2.a, n. 12: 111. L. Di Rovasenda. I fossili di Gassi- no. Boll. soc. geol. italiana, voi. XI, fas. 3: 111. B. Corti. Osservazioni stratigrafiche e paleontologiche sulla re- gione compresa fra i due rami del lago di Como. Boll, soc. geol. italiana, voi., XI fase. 2: 112. A. De Gregorio. Illustrazione del Triton gyrinoides (Broce.) De Greg. (= nodiferum Lam.) Ann. de géol. et de paléont. ll.e livr.:

112. ]

Picaglia L., 1894. Aggiunte al catalogo dei Molluschi terrestri e fluviatili viventi nelle provincie di Modena e Reggio. BSM1, 18 (8-10): 113-117.

Fucini A., 1894. Nuovi fossili della Oolite inferiore del Capo S. Vigilio sul Lago di Garda. BSMl, 18 (8-10): 118-138, tav. 4.

Sacco E, 1894. Le variazioni dei Molluschi. BSMl, 18 (8- 10): 139-160, tav. 5.

Parona C.F., 1895. I gasteropodi del Lias inferiore di Saltrio in Lombardia. BSMl, 18 (11-15): 161-184, tavv. 6-7.

Foresti L., 1895. Enumerazione dei brachiopodi e dei molluschi pliocenici dei dintorni di Bologna. BSMl, 18 (11-15): 185-240, 18 (16-26): 241-413. [Continuazione di BSMl, 18 (4-7): 55-72, tav. 3 (1893); continua in BSMl, 19 (15-17V2): 240-262 (1895).]

P[antanelli]. D., 1895. Pietro Doderlein. BSMl, 18 (16- 26): 414.

Anonimo, 1895. Indice. BSMl, 18 (16-26): 415.

BSMl, 19 (1894) [1895]

Anonimo, 1895. Società Malacologica Italiana. BSMl, 19 (l-6'/2): 5-6. [Include: Ufficio di presidenza: 5. Elenco dei soci per Tanno 1894: 5-6.]

De Franchis E, 1895. Descrizione comparativa dei Mol- luschi postpliocenici del bacino di Galatina. BSMl, 19 (1-6V2): 7-104, 19 (7-13V2): 105-222, tavv. 1-3.

P[antanelli|. D., 1895. Pellegrino Strobel. BSMl, 19 (7- 13V2): 223-224.

Bonarelli G., 1895. Il Gen. Paroniceras Bonar. [1893.] BSMl, 19 (15-17%): 225-239, tav. 4.

Foresti L., 1895. Enumerazione dei Brachiopodi e dei Molluschi pliocenici dei dintorni di Bologna. BSMl, 19 (15-17V2): 240-262. [Continuazione di BSMl, 18 (4- 7): 55-72, tav. 3 (1893), 18 (11-15): 185-240 (1895), 18 (16-26): 241-413 (1895).]

Arbanasich, P. 1895. La enumerazione dei Molluschi della Sardegna. BSMl, 19 (15-17V2): 263-278. [L'autore è riportato come "Fra Piero (Pietro Arbanasich)".]

Anonimo, 1895. Indice. BSMl, 19 (15-17V2): 279.

BSMl, 20 (1895) [1897-1899]

Anonimo, 1897. Società Malacologica Italiana. BSMl, 20 (1-4): 5-6. [Include: Ufficio di presidenza: 5. Elenco dei soci per Tanno 1895: 5-6.]

Parona C.F., 1897. I nautili del Lias inferiore di Saltrio in Lombardia. BSMl, 20 (1-4): 7-20, tav. 1.

Vinassa De Regny P.E., 1897. Il Chenopus uttingerianus Risso e il Chenopus pespelecani L. del Pliocene italiano. BSMl, 20 (1-4): 21-44, tav. 3.

Meli R., 1897-99. Sulla Eastonia rugosa Chemn. ( Mactra ) ritrovata vivente e fossile nel littorale di Anzio e Net- tuno (Provincia di Roma). BSMl, 20 (1-4): 45-64 (1897), 20 (5-8): 65-73, tav. 2 (1899).

Meli R., 1897. Sul Typhis (Typhinellus) tetrapterus Bromi (Murex) rinvenuto nelle sabbie grigie del pliocene su- periore della Farnesina (gruppo del M. Mario) presso Roma. BSMl, 20 (5-8): 74-96, tav. 2.

Audenino L., 1899. 1 pteropodi miocenici del Monte dei Cappuccini in Torino. BSMl, 20 (5-8): 97-114, tav. 5.

Meli R., 1899. Ancora poche parole sugli esemplari di Neptúnea sinistrorsa Desh. ( Fusus ) pescati nella parte australe del bacino occidentale del Mediterraneo (Al- geri). BSMl, 20: 115-124 (5-8), tav. 4.

Sacco E, 1899. Giovanni Michelotti. BSMl, 20 (5-8): 125- 128.

Ugolini P.R., 1899. Il Pectunculus glycimeris Linn. e il Pectunculus insubricus Broce, del Pliocene italiano. BSMl, 20 (9-1334): 129-146.

Ugolini P.R., 1899. Sulla presenza del Peden aduncus Eichw. nella panchina pliocenica dei monti livornesi. BSMl, 20 (9-1334): 147-149.

Fucini A., 1899. Sopra alcuni fossili Oolitici del Monte Timilone in Sardegna. BSMl, 20 (9-1334): 150-160, tav. 6.

Ugolini [P.]R., 1899. Monografia dei pettinidi miocenici dellTtalia centrale. BSMl, 20 (9-13%): 161-197, tav. 7.

Bonarelli G., 1899. Le ammoniti del "Rosso Ammoni- tico" descritte e figurate da Giuseppe Meneghini. BSMl, 20 (9-13%): 198-219.

Anonimo, 1899. Indice. BSMl, 20 (9-13%): 220.

39

Il Bollettino Malacologico Italiano (1868-1875) e ¡I Bollettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Appendice 3 . Elenco alfabetico dei lavori pubblicati nel Ballettino Malacologico Italiano e nel Ballettino

della Società Malacologica Italiana

Appendix 3. Alphabetical list of the articles published in Ballettino Malacologico Italiano and in Ballettino della Società Malacologica Italiana

Adami G.B., 1875-76. Molluschi raccolti in Val di Caffa- ro nell'agosto del 1874. BSM1, 1 (1): 93-96 (1875), 1 (2): 97-98 (1876).

Adami G.B., 1877. Molluschi fossili dei dintorni di Sas- sari in Sardegna. BSMI, 2 (3): 219-222.

Adami G.B., 1878. Reclamo di priorità. BSMI , 3 (1-3): 16.

Adami G.B., 1878. Una nuova forma di Clausilia. BSMI , 3 (4-6): 65-67.

Adami G.B., 1881-82. Molluschi postpliocenici della Tor- biera di Polada presso Lonato. BSMI, 7 (5-12): 188-192 (1881), 7 (13-19): 193-202 (1882).

Adami G.B., 1882. Nuove forme italiane del genere Urlio. BSMI, 8 (7-16): 129-138, tav. 0.

Adami G.B., 1885-86. Novità malacologiche recenti. BSMI, 11 (8-13): 204-208 (1885), 11 (14-17): 209-261, 277, 4 tavv. non numerate con 32 figg. (1886).

Allery Di Monterosato T., 1870. Sulla scoperta del genere Dacrydium nel Mediterraneo. BMI, 3 (2): 43-46.

Allery Di Monterosato T., 1875. Note intorno ad al- cuni articoli di Conchiologia Mediterranea pubblicati nel Jahrbucher der Deutschen Malakozoologische Ge- sellschaft dal sig. H.C. Weinkauff e dal Dott. Kobelt. BSMI, 1 (1): 68-73. [L'autore è riportato come "Mar- chese di Monterosato".]

Allery Di Monterosato T., 1880. Nota sull'articolo delle conchiglie pompeiane del Dott. Tiberi. BSMI, 5 (11-15): 201-203. [L'autore è riportato come "Marchese di Monterosato".]

Allery Di Monterosato T., 1880. Notizie intorno ad alcune conchiglie delle coste d'Africa. BSMI, 5 (11-15): 213-233. [L'autore è riportato come "Marchese di Mon- terosato".]

Allery Di Monterosato T., 1881. Conchiglie della zo- na degli abissi. BSMI, 6 (1-4): 50-64, 6 (5-10): 65-82. [L'au- tore è riportato come "Marchese di Monterosato".]

Allery Di Monterosato T., 1881. Nota sopra alcune conchiglie coralligene del Mediterraneo. BSMI, 6 (15- 18): 243-259. [L'autore è riportato come "Marchese di Monterosato".]

Allery Di Monterosato T., 1888-89. Molluschi del por- to di Palermo. Specie e varietà. BSMI, 13 (11-13): 161- 180 (1888), 14 (4-6%): 75-81 (1889). [L'autore è riporta- to come "M.se T. di Monterosato".]

Allery Di Monterosato T., 1892. Monografia dei Ver- meti del Mediterraneo. BSMI, 17 (1-3): 7-48, tavv. 1-7. [L'autore è riportato come "Marchese di Montero- sato".]

Anonimo, 1875. Ufficio della Presidenza [della Società Malacologica Italiana], BSMI, 1 (1): 5.

Anonimo, 1875. Statuto della Società Malacologica Ita- liana. BSMI, 1 (1): 7-10.

Anonimo, 1876. Elenco dei soci nell'anno 1875. BSMI, 1 (3): 185-187.

Anonimo, 1876. Indice delle materie contenute nel Vo- lume I. - 1875. BSMI, 1 (3): 188-189.

Anonimo, 1876. Elenco delle Società colle quali venne fatto il cambio delle pubblicazioni. BSMI, 1 (3): 189.

Anonimo, 1877. Indice delle materie contenute nel Vo- lume secondo del 1876. BSMI, 2 (3): 245-246.

Anonimo, 1877. Elenco dei Soci per gli anni 1876 e 1877. BSMI, 2 (3): 247-249.

Anonimo, 1877. Elenco delle Società colle quali viene fatto il cambio delle pubblicazioni. BSMI, 2 (3): 249.

Anonimo, 1879. Indice. BSMI, 3 (10-11): 167.

Anonimo, 1880. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1880. BSMI, 6 (Suppl.): 3-4.

Anonimo, 1880. Statuto della Società Malacologica Ita- liana. BSMI, 6 (Suppl.): 5-7.

Anonimo, 1880. Indice quinquennale delle memorie comparse nel Bollettino della Società Malacologica Italiana 1875 - 1880. BSMI, 6 (Suppl.): 8-12.

Anonimo, 1880. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1880. BSMI, 5 (16-18): 274-275.

Anonimo, 1880. Indice. BSMI, 5 (16-18): 276.

Anonimo, 1881. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1881. BSMI, 6 (15-18): 277-278.

Anonimo, 1881. Indice. BSMI, 6 (15-18): 279.

Anonimo, 1882. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1882. BSMI, 7 (13-19): 293-294.

Anonimo, 1882. Indice. BSMI, 7 (13-19): 295.

Anonimo, 1882. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1883. BSMI, 8 (17-24): 382-383.

Anonimo, 1882. Indice. BSMI, 8 (17-24): 384.

Anonimo, 1884. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1884. BSMI, 9 (13-19): 294-295.

Anonimo, 1884. Indice. BSMI, 9 (13-19): 296.

Anonimo, 1885. J. Gwyn Jeffreys. BSMI, 10 (9-19): 289-290.

Anonimo, 1885. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1885. BSMI, 10 (9-19): 291-292.

Anonimo, 1885. Indice. BSMI, 10 (9-19): 293.

Anonimo, 1886. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1886. BSMI, 11 (14-17): 273-274.

Anonimo, 1886. Indice. BSMI, 11 (14-17): 275.

Anonimo, 1887. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1887. BSMI, 12 (9-15): 225-226.

Anonimo, 1887. Indice. BSMI, 12 (9-15): 227.

Anonimo, 1888. Giovanni Battista Adami. BSMI, 13 (1- 3): 7-8.

40

Anonimo, 1888. Indice delle specie descritte nel presen- te volume. BSMl, 13 (14-16): 241-245.

Anonimo, 1888. Elenco dei Soci della Società Malacolo- gica Italiana per l'anno 1889. BSMl, 13 (14-16): 246-247. Anonimo, 1888. Indice. BSMl, 13 (14-16): 249-251. Anonimo, 1890. Indice. BSMl, 14 (9V2-20): 327-328. Anonimo, 1890. Società Malacologica Italiana. BSMl, 15 (1-3): 5-6. [Include: Ufficio di presidenza: 5. Elenco dei soci per l'anno 1890: 5-6.]

Anonimo, 1891. Indice. BSMl, 15 (11-14): 221-222. Anonimo, 1891. Società Malacologica Italiana. BSMl, 16 (1-4): 5-6. [Include: Ufficio di presidenza: 5. Elenco dei soci per l'anno 1891: 5-6.]

Anonimo, 1892. Società Malacologica Italiana. BSMl, 17 (1-3): 5-6. [Include: Ufficio di presidenza: 5. Elenco dei soci per l'anno 1892: 5-6.]

Anonimo, 1892. Indice. BSMl, 16 (9-16V2): 263. Anonimo, 1893. Indice. BSMl, 17 (9-19): 295.

Anonimo, 1893. Società Malacologica Italiana. BSMl, 18 (1-3): 5-6. [Include: Ufficio di presidenza: 5. Elenco dei soci per l'anno 1893: 5-6.]

Anonimo, 1895. Società Malacologica Italiana. BSMl, 19 (1-6V2): 5-6. [Include: Ufficio di presidenza: 5. Elenco dei soci per l'anno 1894: 5-6.]

Anonimo, 1895. Indice. BSMl, 18 (16-26): 415.

Anonimo, 1895. Indice. BSMl, 19 (15-1 7’/2): 279. Anonimo, 1897. Società Malacologica Italiana. BSMl, 20 (1-4): 5-6. [Include: Ufficio di presidenza: 5. Elenco dei soci per l'anno 1895: 5-6.]

Anonimo, 1899. Indice. BSMl, 20 (9-13%): 220.

Appelius F.L., 1869. Le Conchiglie del Mar Tirreno. Par- te prima. BMI, 2 (1): 2-14, 2 (2): 36-42, 2 (3): 73-79. Appelius F.L., 1869. Die Conchilien des Mittelmeers id- re geographishe und geologishe Verbreitung von H.C. Weinkauff (Le Conchiglie del Mediterraneo, la loro distribuzione geografica e geologica per H.C. Wein- kauff) Tom. I, IL Cassel, 1867-8. BMI, 2 (1): 23-25. [Re- censione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Appelius F.L., 1869. Le Conchiglie del Mar Tirreno. Par- te Seconda. BMI, 2 (4): 124-141, tav. 4, 2 (5): 177-206. Appelius F.L., 1869. Monographia Heliceorum viven- tium, Auctore Ludovico Pfeiffer, D.1 Cassellano. Voi. V e VI, (Supplementum tertium I, II). BMI, 2 (4): 170- 173. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".) Appelius F.L., 1870. Sulla presenza della Melanopsis Dufourii, Ferussac, nella Toscana. BMI, 2 (6): 278-279. [Contributo inserito nella rubrica "Varietà".]

Appelius F.L., 1870. Catalogue des Mollusques testacés des Mers d'Europe, par M. Petit De La Saussaye. BMI, 3 (2): 49-51. [Recensione inserita nella rubrica "Biblio- grafia".!

Appelius F.L., 1871. Catalogo delle Conchiglie fossili del Livornese, desunto dalle collezioni e manoscritti del defunto G.B. Caterini. BMI, 3 (6): 177-297, tavv. 5- 6. [Include: Lettera di Caterino Caterini al prof. cav. G. Meneghini, sul taglio dei terreni terziarii superiori di Livorno, eseguito nell'occasione dei recenti lavori nella città e nella darsena: 178-179.]

Appelius F.L., 1875. Osservazioni bibliografiche sui mol- luschi del Mar Rosso. BMI, 6 (1-2): 12-24.

Arbanasich, P. 1895. La enumerazione dei Molluschi della Sardegna. BSMl, 19 (15-17V2): 263-278. [L'autore è riportato come "Fra Piero (Pietro Arbanasich)''.]

Audenino L., 1899. 1 pteropodi miocenici del Monte dei Cappuccini in Torino. BSMl, 20 (5-8): 97-114, tav. 5.

Bellardi L., 1875. Novae Pleurotomidarum Pedemon- tii et Liguriae fossilium dispositionis prodromus. BSMl, 1 (1): 16-24. [L'autore è riportato come "Aloysio Bei- lardi".]

Bellardi L., 1877. Descrizione di un nuovo genere del- la famiglia delle Bullide fossile del terreno pliocenico inferiore del Piemonte e della Liguria. BSMl, 2 (3): 207-210, tav. C.

Benoit L., 1876. Catalogo delle conchiglie terrestri e flu- viatili della Sicilia e delle Isole circostanti. BSMl, 1 (2): 129-144, 1 (3): 145-163.

Benoit L. & Granata Grillo G., 1878-79. Sulla Venus joenia, n. sp. BSMl, 3 (4-6): 61-64 (1878), 3 (10-11): tav. 3(1879).

Bettoni E., 1871. Sul Umax Da-Campi. Tavola III e IV. BMI, 3(5): 161-166, tavv. 3-4.

Bonarelli G., 1893. Hecticoceras Novum Genus Ammo- nidarum. BSMl, 18 (4-7): 73-108.

Bonarelli G., 1895. Il Gen. Paroniceras Bonar. [1893.] BSMl, 19 (15-171/,): 225-239, tav. 4.

Bonarelli G., 1899. Le ammoniti del "Rosso Ammoni- fico" descritte e figurate da Giuseppe Meneghini. BSMl, 20 (9-13%): 198-219.

Brugnone G., 1877. Osservazioni sulle Chemnitzia pusilla e Chemnitzia terebellum, Phil. BSMl, 2 (3): 211-215, tav. C.

Brugnone G., 1877. Due specie fossili nuove di Alta- villa. BSMl, 2 (3): 216-218, tav. C.

Brugnone G., 1878. Osservazioni critiche fatte dall'Ab. Giuseppe Brugnone sul catalogo delle conchiglie fos- sili di Monte Pellegrino e Ficarazzi del Marchese di Monterosato. BSMl, 3 (1-3). 17-46, tav. 1.

Brugnone G., 1880. Le Conchiglie plioceniche delle vi- cinanze di Caltanisetta. BSMl, 6 (5-10): 85-158, tav. 1.

Brusina S., 1870. Cingula Schlosseriana, Brusina. BMI, 3(1): 9-11. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".]

Brusina S., 1871. Saggio dalla Malacologia Adriatica. BMI, 4 (1): 5-9.

Brusina S., 1872. Secondo saggio dalla Malacologia A- driatica. BMI, 4 (4, Ia parte): 113-123.

Brusina S., 1876. Aggiunte alla Monografia delle Cam- pylaea della Dalmazia e Croazia. BSMl, 2(1): 53-61.

Brusina S„ 1882. Rettifica. BSMl, 7 (13-19): 226-228.

Brusina S., 1882. Le Pyrgulinae dell'Europa orientale. BSMl, 7 (13-19): 229-292.

Brusina S., 1885. Sull' Helix homoleuca del littorale croa- to. BSMl, 11 (1-7): 5-10.

Brusina S., 1885. Sopra tre elici della Croatia. Note d'aggiunta all'articolo sull' Helix homoleuca. BSMl, 11 (1-7): 16-26.

Brusina S., 1893. Saccaia. Nuovo genere di Gasteropodi terziari italo-francesi. BSMl, 18 (4-7): 49-54.

Canavari M., 1891-92. Note di malacologia fossile. BSMl, 15 (11-14): 214-219, tav. 5, 16 (5-8): 65-73, tav. 4.

Caramagna G., 1869. Osservazioni sul Typhis tetrapte- rus del Golfo della Spezia. BMI, 2 (4): 168-170.

41

Il Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e ¡I Bullettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Caramagna G., 1870. Sulla perforazione nel sasso del Lithodomus lithophagus, Linneo. BMI , 3 (2): 46-49. Caramagna G., 1888. Catalogo delle conchiglie Assabe- si. BSMI, 13 (8-10): 113-149, 13 (11-13): tav. 8.

Caroti C, 1884. Appunti sulle Paludinacee italiane e su di alcune del sistema europeo esistenti nella collezione della sig.a Marchesa Paulucci. BSMI, 9 (13-19): 266-293. Cesati V., 1876. Molluschi raccolti nel R. Orto Botanico in Napoli. BSMI, 1 (2): 125-128.

Coppi F., 1875. Nota di Paleoetnologia Malacologica. BMI, 6 (1-2): 5-11.

D'Ancona C, 1869. Sulle Nerbine fossili dei terreni ter- ziari superiori dell'Italia centrale. BMI, 2 (2): 43-53, tav. 2. [Include una lettera di Emilio Stohr a Cesare D'Ancona: 50-53.]

D'Ancona C, 1869. Aggiunta sinonimica. BMI, 2 (3): 112. De Boury E., 1890. Révision des Scalidae miocènes et pliocènes de l'Italie. BSMI, 14 (9V2-20): 161-326, tav. 4. De Boury E., 1891. Étude critique des Scalidae miocè- nes et pliocènes d 'Italie décrits ou cités par les au- teurs et description d'espèces nouvelles. BSMI, 15 (5- 10 [sic]): 81-160, 15 (11-14): 161-213, tav. 4.

De Franchis E, 1895. Descrizione comparativa dei Mol- luschi postpliocenici del bacino di Galatina. BSMI, 19 (1-6V2): 7-104, 19 (7-13V2): 105-222, tavv. 1-3.

De Gregorio A., 1884. Intorno ad alcuni nomi di con- chiglie linneane. BSMI, 10 (1-4): 33-34.

De Gregorio A., 1884. Intorno al Triton tritonis L. sp. BSMI, 10 (1-4): 35.

De Gregorio A., 1884-85. Studi su talune conchiglie me- diterranee viventi e fossili con una rivista del genere Vulsella. BSMI, 10 (1-4): 36-64, tavv. 1-3 (1884), 10 (5- 8): 65-128, tavv. 4-5 (1884), 10 (9-19): 129-288 (1885). [Include: Al Lettore: 36. Bivalvi: 37-94. [Con: Studi su talune ostriche viventi e fossili: 37-48. Vulselle della zona abissale del Mediterraneo: 49-66. Vulselle del Mar Rosso: 66-72. Nuova conchiglia della zona abis- sale del Mediterraneo: 72-73. Nuove specie di Pecten del terziario superiore: 74-77. Su talune Pinne viventi e fossili.: 77-80. Nuove Arche degli strati inferiori del postpliocene di Palermo: 81-86. Una nuova Tapes plio- cenica: 86. Una nuova Venus del postpliocene di Pa- lermo: 87. Nuova forma della Cytherea multilamella Lamk.: 88. Intorno alla Venus impressa Serr.: 88-92. Una nuova Thracia e una nuova Lyonsia postplioceniche: 92-93. Una terebra tuia del postpliocene di Ficarazzi: 94.] Gasteropodi: 95-124. [Con: Varietà e forme viven- ti e fossili del Triton Parthenopum Sal. e del Triton cor- rugatimi Lamk.: 95-98. Varie forme di Triton gyrinoides Broce, (nodiferum Lamk.) viventi e fossili: 99-101. In- torno alla Ranella reticularis (L.) Born vulgo Ranella gi- gantea Lamk.: 101-111. Sulla Bufonaria scrobiculator L. e la Ranella nodosa Bors auctorum: 111. Intorno alla Per- sona comune nel nostro terziario superiore: 112. Sulla Cassidaria echinophora (L.) Lamark e la C. depressa Buch: 113. Una nuova varietà della Cassis undulata Gmelin: 113-114. Una varietà del Dolium galea L.: 114-115. In- torno al Buccinimi nudatimi L. pescato nel Mediterra- neo: 115. Su talune forme del Cerithium varicosum 42 Broce, e del Cerithium vulgatum Brug.: 115-117. Osser-

vazioni intorno ad alcune forme dell' Aporrhais pespele- cani L. viventi e fossili: 117-118. Una nuova varietà della Turritella terebra L.: 118-119. Nuova forma di Ver- metus vivente nei mari di Palermo: 119-120. Studi su talune Patelle viventi e fossili: 120-124.] Parte IL Bi- valvi: 125-218. [Con: Intorno a una Gastrana e due Pe- tricole: 125-128. Intorno ad alcune Semele viventi e fossili: 128-138. Varie forme e varietà di Librarie: 138- 144. Varie forme dell' Ervilia castanea Mont.: 144-146. Appunti intorno ad alcune Cardite viventi e fossili: 146-156. Telline viventi e fossili della mia collezione: 156-183. Appunti intorno a taluni Pecten: 183-191. In- torno a talune Psammobie: 191-193. Intorno a talune Anatine: 193-196. Intorno a talune Kellie: 196-197. Ap- pendice all'articolo sulle Ostriche: 197-199. Altri ap- punti intorno a talune Pinne viventi nel Mediterra- neo: 199-201. Appunti intorno ad alcune Chame: 202- 212. Intorno a talune specie appartenenti ai gen. Mo- diolaria, Montacuta, Astarte, Cista e Lucina : 212-218.] Gasteropodi: 219-288. [Con: Intorno a talune Fissurel- le fossili e viventi nel Mediterraneo: 219-225. A propo- sito delVEuthria cornea (L.) Weink.: 225-226. Intorno alla Rissoa turricula Eichw.: 226-227. Forme, varietà e specie dipendenti dal Murex brandaris L.: 227-240. Varietà e forme ramificate dal Murex craticulatus (L.) Broce.: 240-247. Varie specie di Murici (miscellanea): 247-257. Su talune sottospecie, forme e varietà viventi e fossili derivate dal Murex trunculus L.: 257-274. Nuovo sottogenere di Murex : 275-276. Intorno a taluni Typhis : 276-278. Due parole intorno ai gen. Pollia e Pisania sensu lato: 278-288.]]

De Gregorio A., 1885. Continuazione degli Studi su ta- lune conchiglie mediterranee viventi e fossili del March. A. De Gregorio pubblicati nel Voi. X. BSMI, 11 (1-7): 27-112, 11 (8-13): 113-203. [Include: Appunti in- torno al genere Trophom 27-36. [Con: Quattro sottoge- neri: 27-32. Gruppo del Murex (Trophon partim) capito Phil, ossia M. capito Phil, sensu lato: 32-36.] Intorno ad alcuni Triton viventi e fossili: 37-45. Appunti intorno al gen. Ranella : 45-46. Intorno a talune specie di Fascio- laria, Neptúnea, Fusus, Tudicla, Pyrula : 46-53. Su talune Ficule del terziario superiore con una rivista del gen. Ficaia: 53-61. Rivista di alcune Ficule viventi (Appen- dice al paragrafo precedente): 62-67. Due nuovi sotto- generi di Delphinula : 67-69. Appunti intorno al gen. Xenophora : 69-70. Appunti intorno a taluni Turbi: 70- 75. Appunti intorno a taluni Trochi: 75-79. Intorno al- T Act aeon tornatilis L.: 80. Appunti intorno al gen. Ake- ra: 80-82. Nota su taluni Strombus: 82-84. Appunti in- torno a talune Natiche: 84-89. Studi sui Coni mediter- ranei viventi e fossili conservati nel mio gabinetto geologico: 89-119. [Con: Gruppo del Conus antedillu- vianus Brug.: 99-103. Gruppo di forme e sottospecie del C. mediterraneus, sezione franciscanas (Elwas) Brug.: 103-109. Altre varietà, forme e sottospecie dipendenti dal C. mediterraneus (Hwas) Brug. tipo: 109-119.] Ap- pendice: 120-140. [Con: Intorno ai generi Vulsella e Fundella, alcune conchiglie della baia di Assab ed una della nuova Caledonia: 120-123. Intorno a taluni Pele- cipodi e Gasteropodi (Rettificazioni e Aggiunte): 124-

135. Appunti intorno a talune specie nominate dai si- gnori R. Hoernes e Auinger: 135-140.] Conclusione: 141-177. [Con: Ragioni e scopo del presente lavoro - Schiarimenti - Estensione delle specie - Distinzione fra forma e varietà - Metodo - Divisione in gruppi di specie - Alterazioni dei tipi - Origine delle sottospecie e delle modificazioni - Quadri di affinità - Specie pri- marie - Sottogeneri: 141-151. Pubblicazioni scientifi- che - Progresso della geologia in Italia - Fauna post- pliocenica - Nuovo smembramento della scienza pa- leontologica - Darwin: 152-156. Come avvengono le modificazioni nelle specie - Nuovo concetto sulle stesse - Sostituzione, addizione e sottrazione dei ca- ratteri - Sostituzione omologa - Sostituzione per com- pensazione - Mimetismo - Stadio plastico e stadio ri- gido - Progresso dello sviluppo organico - La dottrina della evoluzione in rapporto alla fede e alla religione - Un saluto a Gwyn Jeffreys: 156-174. Epilogo: 174-177.] Indice alfabetico dei nomi delle specie, forme e varie- tà citate o descritte in questo lavoro: 178-198. Spiega- zione delle Tavole: 199. Indice dei paragrafi: 200-203.]

De Gregorio A., 1887. Nota intorno ad alcuni fossili di Asiago (Alpi dei Sette Comuni) del sottorizzonte Ghel- pino De Greg. ossia della zona a Posidonomya alpina Gras. BSMI, 12 (5-8): 96-101.

De Gregorio A., 1888. Intorno alla grande ostrica di Roncà (Eocene). BSMI, 13 (8-10): 149.

Del Prete R., 1875. Nota di alcune conchiglie raccolte nei comuni di Viareggio, Massarosa e Camaiore. BSMI, 1(1): 25-31.

Del Prete R., 1879. Note di conchigliologia apuana. BSMI, 5 (4-6): 70-91, tav. 1.

Del Prete R., 1884. Conchiglie coralligene del mare di Sciacca. Aggiunte del Dott. R. Del Prete a due articoli del March. A. Di Monterosato. BSMI, 9 (13-19): 254-265.

De Stefani C, 1875. Elenco dei molluschi della Versilia in Toscana. BMI, 4 (4, 2J parte): 161-174. [Include: Ap- pendice. Elenco di alcuni fossili nelle breccie: 172-174.]

De Stefani C, 1875. Buccinulus D'Achiardii. BMI, 6 (1- 2): 25-26. [Contributo inserito nella rubrica “Specie nuove".]

De Stefani C, 1875. Sull'identificazione deli' Halla ster- cus pulicum coll 'Halia helicoides. BMI, 6 (1-2): 29-30.

De Stefani C, 1875. Fossili pliocenici dei dintorni di S. Miniato (Toscana). BMI, 7 (1-6): 5-88.

De Stefani C, 1875. Molluschi viventi nella Valle del Serchio superiore. BSMI, 1(1): 35-67.

De Stefani C, 1875-76. Descrizione delle nuove specie di Molluschi pliocenici raccolte nei dintorni di San Miniato al Tedesco. BSMI, 1 (1): 74-79 (1875), 1 (2): tav. 1 (1876).]

De Stefani C, 1875-76. Descrizione di nuove specie di molluschi pliocenici Italiani. BSMI, 1 (1): 80-88 (1875), 1 (2): tav. 2 (1876).

De Stefani C, 1876. Notizie sopra alcuni Molluschi plio- cenici del Poder Nuovo presso Monterufoli. BSMI, 2 (1): 5-16.

De Stefani C., 1878-79. Descrizione di nuove specie di Molluschi pliocenici italiani. BSMI, 3 (4-6): 71-80 (1878), 3 (10-11): tav. 4(1879).

De Stefani C., 1879. Nuove specie di molluschi viventi nell'Italia centrale. BSMI, 5 (1-3): 38-48.

De Stefani C., 1879. La Hyalina De Natale Benoit e la H. Uziellii Issel. BSMI, 5 (4-6): 66-69.

De Stefani C., 1879. Pomatias viventi nelle Alpi Apuane nei monti della Spezia e nell'Apennino circostante e fossili nel Monte Pisano. BSMI, 5 (4-6): 92-96, 5 (7-10): 97-106.

De Stefani C., 1879. Due parole sulle osservazioni del Sig. Pini intorno ad alcune Clausilie toscane. BSMI, 5 (7-10): 130-138.

De Stefani C., 1880. Una Lartetia italiana. BSMI, 6 (5- 10): 83-84.

De Stefani C., 1881. Sopra alcune Xerophilae dell'A- pennino centrale. BSMI, 7 (1-4): 56-58.

De Stefani C., 1881. Clausilia lunensis. BSMI, 7 (1-4): 59-62.

De Stefani C., 1883-88. Molluschi viventi nelle Alpi A- puane nel Monte Pisano e nell'Apennino adiacente. BSMI, 9 (1-5): 11-80 (1883), 9 (6-12): 81-192 (1883), 9 (13-19): 193-253 (1884), 13 (11-13): tav. non numerata con figg. 1-37 [1-2] (1888).

De Stefani C., 1888-89. Iconografia dei nuovi molluschi pliocenici d'intorno Siena. BSMI, 13 (11-13): 181-208 (1888), 13 (14-16): 209-235, tavv. 9-10 (1888), 14 (1-3): tav. 11 (1889).

De Stefani C. & Pantanelli D., 1878-80. Molluschi pliocenici dei dintorni di Siena. BSMI, 4 (1-6): 5-48 (1878), 4 (7-14): 49-112 (1879), 4 (15-20): 113-160 (1879), 4 (21-30 [sic]): 161-215 (1880).

De Stefani C. & Pantanelli D., 1879. Di una nuova Daudebardia italiana. BSMI, 5 (1-3): 11-12.

Drouet H., 1892. Rectification. BSMI, 16 (9-161/,): 233.

Drouet H., 1892. Arthur Morelet. BSMI, 16 (9-16V2): 261-262.

Foresti L., 1878. Cardium verrii Foresti. Tav. I. Fig. 1, 2. BSMI, 3 (1-3): 5-8, tav. 1. [Contributo inserito nella ru- brica "Specie nuove".]

Foresti L., 1885. Descrizione di una nuova forma di Marginella ed alcune osservazioni sull'uso dei vocabo- li mutazione e varietà. BSMI, 11 (1-7): 11-15.

Foresti L., 1892. Di alcune varietà della Melania verni De Stef. BSMI, 16 (5-8): 74-79, tav. 5.

Foresti L., 1892. Di una nuova specie di Pholadomya Pliocenica. BSMI, 16 (5-8): 80-82, tav. 6.

Foresti L., 1893-95. Enumerazione dei Brachiopodi e dei Molluschi pliocenici dei dintorni di Bologna. BSMI, 18 (4-7): 55-72, tav. 3 (1893), 18 (11-15): 185-240 (1895), 18 (16-26): 241-413 (1895), 19 (15-171/,): 240-262 (1895).

Fucini A., 1891. Molluschi e Brachiopodi del has infe- riore di Longobucco (Cosenza). BSMI, 16 (1-4): 9-64, tavv. 1-3.

Fucini A., 1894. Nuovi fossili della Oolite inferiore del Capo S. Vigilio sul Lago di Garda. BSMI, 18 (8-10): 118-138, tav. 4.

Fucini A., 1899. Sopra alcuni fossili Oolitici del Monte Timilone in Sardegna. BSMI, 20 (9-1334): 150-160, tav. 6.

Gentiluomo [C.], 1868. Clausilia Lucensis. - Mihi, Tav. I, fig. 1-3. BMI, 1(1): 6-7, tav. 1. [Contributo inserito nel- la rubrica "Specie nuove".]

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Il Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Bollettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benoccl & Simone Cianfanelli

Gentiluomo]. [C.], 1868. Physa Pisana. - Issel, Tav. I, fig. 7, 8. BM1, 1 (1): 7-9, tav. 1. [Contributo inserito nel- la rubrica "Specie nuove".]

Gentiluomo [C.], 1868. Helix nemoralis. - Linneo, mut. undulata. - Mihi (Tav. I, fig. 9, 10). BM1, 1 (1): 9-10, tav.

I. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".] Gentiluomo [C.], 1868. Nota, Tav. I, fig. 4-6. BM1, 1 (1):

13-15, tav. 1. [Commento alla recensione del lavoro di A. Issel "Dei Molluschi raccolti nella Provincia di Pisa".]

G[entiluomo]. [C.], 1868. Descriptions de quelques espèces nouvelles du groupe de YHelix Raspaili. - par M. Gustave Dutailly. BMI, 1 (1): 15-16. [Recensione in- serita nella rubrica "Cernii bibliografici".] [Gentiluomo C.], 1868. [Due brevi segnalazioni biblio- grafiche senza titolo collettivo.] BMI, 1 (1): 16. [Le se- gnalazioni, riunite nella rubrica "Varietà", riguardano il secondo fascicolo delle Nouvelles Miscellanées Malacologiques e il secondo tomo degli Annali della Société Malacologique de Belgique.]

[Gentiluomo C.], 1868. Helix Luganensis. - Schintz. Tav.

II, fig- 7. mut. 6 Philipp i-Mariae, Stabile. BMI, 1 (2): 26- 27, tav. 2. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".]

[Gentiluomo C.], 1868. Classazione delle varietà dell' Helix nemoralis. - Linneo. BMI, 1 (2): 27-30. [Gentiluomo C.], 1868. Lugano (Svizzera italiana). BMI, 1 (2): 30-31. [Il contributo, inserito nella rubrica "Rivista bibliografica italiana", include, dopo una breve premessa, il seguente titolo: Prospetto sistema- tico statistico dei molluschi terrestri e fluviatili viventi nel territorio di Lugano dell'Ab. Professor G. Stabile.] [Gentiluomo C.], 1868. Le acque termali dei bagni di Pisa. BMI, 1 (2): 31-32. [Contributo inserito nella ru- brica "Varietà".]

Gentiluomo [C.], 1868. Clausilia Lucensis. - Mihi. e Clausilia Comensis. - Shiittleworth. BMI, 1 (3): 36-37. Gentiluomo [C.], 1868. Helix Cingulata. - Strider, mut. Aneóme. - Mihi, Tav. Ili fig. 9-11. BMI, 1 (3): 40-41, tav. 3. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".] [Gentiluomo C.], 1868. Helix ( Campylaea ) Gobanzi. - Frauenfeld. Tav. Ili fig. 12-14. BMI, 1 (3): 42-44, tav. 3. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".] Gentiluomo [C.], 1868. Osservazioni sulla Clausilia Mo- fellana. - Parreyss. Tav. Ili, fig. 5-8. BMI, 1 (3): 44-45, tav. 3.

[Gentiluomo C.], 1868. Piemonte (Italia settentrionale). BMI, 1 (3): 45-48. [Il contributo, inserito nella rubrica "Rivista bibliografica italiana", include i seguenti tito- li: Sui Molluschi viventi del lembo orientale del Pie- monte dalla Toce alla Trebbia - del Prof. P. Strobel: 45- 46. Molluques terrestres vivants du Piemont - del Prof. Ab. Giuseppe Stabile: 46-48.]

Gentiluomo [C.], 1868. Intorno ad una forma speciale de\V Helix Gobanzi. Frauenfeld. BMI, 1 (4): 53-54. Gentiluomo [C.], 1868. linio Lavvleyanus [sic] - Mihi, Tav. IV, Fig. 1-3. BMI, 1 (4): 54-58, tav. 4. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".]

[Gentiluomo C.], 1868. Archives Malacologiques par 44 M. Jules Mabille, Fascicolo II, (Decembre 1867) e III

(Marzo 1868). BMI, 1 (4): 58-59. [Recensione inserita nella rubrica "Cenni bibliografici".]

[Gentiluomo C.], 1868. Lombardia (Italia settentriona- le). BMI, 1 (4): 59-63. [Il contributo, inserito nella ru- brica "Rivista bibliografica italiana", include i seguen- ti titoli: Catalogo dei Molluschi della Lombardia, compilato dai Fratelli Villa: 60. Essai d'une distribu- tion orographico-géographique des Mollusques terre- stres dans la Lombardie del Professorre [sic] P. Strobel: 60-62. Malacologia terrestre e fluviatile della Provincia Comasca di Carlo Porro: 63.]

[Gentiluomo C.j, 1868. [Due brevi segnalazioni biblio- grafiche senza titolo collettivo.] BMI, 1 (4): 63-64. [Le segnalazioni, riunite nella rubrica "Varietà", riguarda- no un fascicolo del Malakozoologische Blatter e il ter- zo numero del Journal de Conchyliologie.] [Gentiluomo C.], 1868-69. Intorno ad alcune Conchi- glie degli Abruzzi. BMI, 1 (4): 49-52 (1868), 1 (5): 65-67 (1869).

Gentiluomo C., 1869. Catalogo dei Molluschi terrestri e fluviatili della Toscana. BMI, 1 (5): 67-80, 1 (6): 81- 100, tavv. 5-6.

[Gentiluomo C.], 1869. Errata Corrige. BMI, 1 (6): 100. [Gentiluomo C.], 1869. Indice. BMI, 1 (6): 101. Gentiluomo [C.], 1869. Mitra Caterinii, nuova specie di conchiglia scoperta dal compianto G.B. Caterini, ed a Lui intitolata dal Prof. G. Meneghini. BMI, 2 (1): 25. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1869. Delle Conchiglie raccolte nelle Breccie e nelle Caverne ossifere della Liguria occiden- tale, per A. Issel. BMI, 2 (1): 25-26. [Recensione inseri- ta nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1869. Saggio di Conchiliologia fossile subappennina. - Fauna delle sabbie gialle; per il Dot- tor Angelo Manzoni. BMI, 2 (1): 26-28. [Recensione in- serita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1869. Studi paleontologici sulla Fau- na del Calcario a Terebratula janitor del Nord di Sicilia, per il prof. G.G. Gemellaro. - Gasteropodi. - Disp. I. Piramidellidi. BMI, 2 (1): 28-29. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1869. Ostriche del Porto di Genova, per A. Issel. BMI, 2 (1): 30. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1869. [Cinque brevi contributi, di va- rio argomento, senza titolo collettivo.] BMI, 2 (1): 31- 32. [I contributi, riuniti nella rubrica "Varietà", inclu- dono: Mutazioni deìYHelix cinghiata, Stud., var. Carra- rensiis, Porro: 31. Nuovo habitat della Physa Pisana, Issel: 31. Conchiglie raccolte nelle Caverne e breccie ossifere delle Alpi Apuane dal Dottor Carlo Regnoli: 31-32. Molluschi Europei acclimati in Buenos Aires: 32. Due nuove specie di Helix in Corsica: 32.] Gentiluomo [C.], 1869. Terzo Congresso dei Naturalisti Italiani in Vicenza nel Settembre 1868. BMI, 2 (2): 54. [Nell'indice del volume, questo annuncio è elencato nella rubrica "Varietà".]

Gentiluomo [C.], 1869. Molluschi terrestri e fluviatili del- l'Anaunia nel Trentino di Ed. nob. De Betta. BMI, 2 (2): 62. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1869. Naticidae e Neritidae del terre- no giurassico del Nord di Sicilia per il Prof. G.G. Ge- mellaro. BMl, 2 (2): 63. [Recensione inserita nella ru- brica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1869. Causa di sinistrorsità nei Mol- luschi. BMl, 2 (2): 63-64. [Breve recensione bibliografi- ca, inserita nella rubrica "Varietà", di un capitolo del- l'Histoire Malacologique du départment de l'Herault di P.A. Moitessier dedicato all'argomento. [ Gentiluomo [C.], 1869. Mutamenti nelle condizioni esterne della dimora dei Molluschi, qual causa di mo- dificazione nella conchiglia di una stessa specie. BMl, 2 (3): 108-109.

Gentiluomo [C.], 1869. Fauna malacologica marina dell'isola d'Elba. BMl, 2 (3): 109-110.

Gentiluomo [C.], 1869. Catalogo dei Molluschi fossili pliocenici delle colline Bolognesi. Memoria del Dottor Lodovico Foresti. BMl, 2 (3): 110-111. [Recensione in- serita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1869. Ricerche sugli organi che nei Gasteropodi segregano l'acido solforico; del Prof. Paolo Panceri. BMl, 2 (3): 111-112. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1869. [Una breve segnalazioni biblio- grafica.] BMl, 2 (3): 112. [La segnalazione, inserita nel- la rubrica "Varietà", riguarda i Mollusques nouveaux litigieux ou peu connus di J.R. Bourguignat.] Gentiluomo [C.], 1869. Studi paleontologici sulla Fau- na del Calcario a Terebratula janitor del Nord di Sicilia, per il prof. G.G. Gemellaro. - Parte II. BMl, 2 (4): 173- 174. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1869. Scoperta di un lembo di terreno cretaceo assai fossilifero nella provincia di Messina. - Nota del Prof. G. Seguenza. BMl, 2 (4): 175. [Recen- sione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1869. Di un nuovo fossile delle argil- le subappennine, lettera di Vittorio Pecchioli all'egre- gio amico signor Dott. Cesare D'Ancona. BMl, 2 (4): 176. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1869. [Due brevi segnalazioni biblio- grafiche senza titolo collettivo.] BMl, 2 (4): 176. [Le se- gnalazioni, riunite nella rubrica "Varietà", includono: Nuova specie di Dolium nel Mediterraneo: 176. De- scrizione di nuove specie del Mediterraneo: 176.] Gentiluomo [C.|, 1869. Articles de conchyliologie me- diterranéenne, par le D. N. Tiberi. BMl, 2 (5): 206-208. [Recensione di sette articoli di N. Tiberi inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C. ], 1870. L'Abate Giuseppe Stabile e suoi studi malacologici. BMl, 2 (6): 271-273. [Contributo inserito nella rubrica "Necrologia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Catalogo dei molluschi terrestri e fluviatili viventi in Venezia e nel suo Estuario, non- ché nella terra ferma confinante colle due Provincie di Padova e di Treviso, di Giov. Batt. Spinelli. BMl, 2 (6): 273-274. [Recensione inserita nella rubrica "Biblio- grafia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Microdoride mediterranea o descrizione dei poco ben conosciuti od affatto ignoti viventi minuti e microscopici del mediterraneo, pel

Prof. O.G. Costa. BMl, 2 (6): 274. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Annuario del Museo Zoologico della R. Università di Napoli, pel Prof. Cav. Achille Costa; volumi III e IV. BMl, 2 (6): 274-275. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Annali dell'Accademia degli aspiranti naturalisti. Terza serie. Volume II. BMl, 2 (6):

275. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1870. Sur le Splmerulites tenoreana par M.G. Guiscardi. BMl, 2 (6): 275-276. [Recensione inse- rita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Studi sulla famiglia delle Rudi- ste, per Guglielmo Guiscardi. BMl, 2 (6): 276. [Recen- sione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Indice sistematico dei Mollu- schi testacei dei dintorni di Spezia e del suo golfo, per Cesare Taparone [sic] Canefri: BMl, 2 (6): 276-277. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1870. Catalogo dei fossili miocenici e pliocenici del Modenese, per il Dottor Francesco Cop- pi: BMl, 2 (6): 277-278. [Recensione inserita nella ru- brica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Vuota-Elici. BMl, 2 (6): 279. [Bre- ve segnalazione bibliografica, inserita nella rubrica "Varietà", della traduzione di un articolo di J. Lewis.] [Gentiluomo C.], 1870. Aggiunte e correzioni. BMl, 2 (6): 280.

[Gentiluomo C.[, 1870. Indice. BMl, 2 (6): 281-284. Gentiluomo [C.], 1870. [Breve nota senza titolo.] BMl,

3 (1): 26-27. [Commento al lavoro di A. Manzoni "Annotazioni al Saggio di Conchiologia fossile subap- pennina, fauna delle sabbie gialle".]

Gentiluomo [C.], 1870. Descrizione di alcuni nuovi te- stacei viventi nel Mediterraneo, lettere di Niccola Ti- beri. BMl, 3 (1): 27-28. [Recensione inserita nella ru- brica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.|, 1870. Della fauna marina di due lem- bi miocenici dell'alta Italia, studi del Dott. A. Man- zoni. BMl, 3 (1): 28-29. [Recensione inserita nella ru- brica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Notes Conchyliologiques par le docteur A. Senoner, traduites de Titalien par Armand Thielens. BMl, 3 (1): 29. [Recensione inserita nella ru- brica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Description d'espèces nouvel- les du genre Pomatias suivies d'un apercu sinonimi- que sur les espèces de ce genre, par M. Alfred De Sainte-Simon. BMl, 3 (1): 29-30. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. L'uomo fossile nell'Italia cen- trale, studi paleontologici di Igino Cocchi. BMl, 3 (1):

30. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.|, 1870. Comunicazioni fatte dal Prof. S. Trínchese alla Società Italiana di Scienze naturali BMl,

3 (1): 31. [Recensione inserita nella rubrica "Biblio- grafia".]

Gentiluomo [C.], 1870. [Tre brevi segnalazioni biblio- grafiche senza titolo collettivo.] BMl, 3 (1): 31-32. [Le se- gnalazioni, riunite nella rubrica "Varietà", includono: 45

Il Bollettino Malacologico Italiano (1868-1875) e II Bollettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Quarta riunione straordinaria in Catania nell'Agosto 1869: 31-32. Riunione straordinaria del Club alpino in Varallo, tenutasi nei giorni 29 e 30 Agosto 1869: 32. Nin- ni e Saccardo, Fauna Flora e Gea del Veneto, Voi. I.: 32.] Gentiluomo C, 1870. Intorno ad alcune Conchiglie ter- restri di Roma e dei suoi contorni. BMI, 3 (2): 37-43 Gentiluomo [C], 1870. [Breve nota, a piè pagina, senza titolo.] BM1, 3 (2): 49. [Commento al lavoro di C. Ca- ramagna "Sulla perforazione nel sasso del Lithodomus lithophagus, Linneo".]

Gentiluomo [C], 1870. Description d'un Murex fossile du terrain tertiaire subappennin de la vallèe de l'Elsa (Toscane), par M. Paulucci. BMI, 3 (2): 52-53. [Recen- sione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C], 1870. Annuario del Museo Zoologico della R. Università di Napoli, Voi. 5; per il prof. A- chille Costa. BMI, 3 (2): 53-54. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1870. Brevissimo sunto della Conchi- liologia etnèa, del prof. Andrea Aradas. BMI, 3 (2): 54- 55. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C], 1870. Nota su alcune conchiglie di Si- cilia pubblicate come nuove dal prof. C. Maravigna, per il cav. Luigi Benoit ed il prof. Andrea Aradas. BMI, 3 (2): 55-57. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C], 1870. Descrizione di una nuova spe- cie del genere Triphoris di Deshayes, nota del prof. Andrea Aradas. BMI, 3 (2): 57. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1870. Notizie anatomiche sul genere Acme e su talune parti dure della Caecilianella acicula, nota di Ferdinando Sordelli. BMI, 3 (2): 58-60. [Re- censione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C], 1870. Descrizione di alcuni nuovi fossili delle argille subappennine toscane, di V. Pec- chioli. BMI, 3 (2): 60. [Recensione inserita nella rubri- ca "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1870. Da Reggio a Terreti, del prof. G. Seguenza. BMI, 3 (2): 61-62. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C], 1870. Intorno agli strati terziarii su- periori di Montegibio e vicinanze, per Emilio Stòhr. BMI, 3 (2): 62-63. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. R. Comitato Geologico d'Italia. BMI, 3 (2): 63-64. [Contributo inserito nella rubrica "Varietà".]

Gentiluomo C., 1870. Esplorazione nelle grandi pro- fondità del Mediterraneo. BMI, 3 (3): 100-104. Gentiluomo [C.], 1870. Malacologia Veneta, ossia Ca- talogo sinottico ed analitico dei Molluschi terrestri e fluviatili viventi nelle Provincie venete, per Ed. De Bet- ta. BMI, 3 (3): 104-106. [Recensione inserita nella ru- brica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Memoria sulla struttura del si- stema nervoso dei Cefalopodi, per S. Trínchese. BMI, 3 (3): 106-112. [Recensione inserita nella rubrica "Bi- bliografia".]

Gentiluomo C., 1870. Introduzione. In: Martens E. 46 von, Note bibliografiche riguardanti i molluschi terre-

stri e fluviatili dell'Italia. Con Introduzione di C. Gentiluomo. BMI, 3 (Suppl.): 5-9.

[Gentiluomo C.], 1870. Indice. BMI, 3 (Suppl.): 32. Gentiluomo [C.], 1870. Beitrag zur Kenntniss der con- chylienfauna [sic] des Vicentinischen tertiàrgebirges [sic], von Th. Fuchs. - 1. Abtheilung. Die obere schich- tengruppe [sic], oder die schichten [sic] von Gomber- to, Laverda und Sangonini. BMI, 3 (4): 140-142. [Re- censione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1870. Elogio accademico del profes- sor cavalier Giorgio Gemellarci, letto all'Accademia Gioenia di Scienze naturali, nella seduta straordinaria del 2 Decembre 1868, dal dottore Andrea Aradas. BMI, 3 (4): 142-143. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1870. Taglio del Viale dei Colli a Fi- renze, per gli Ingegneri Giov. Grattarola, F. Momo, A. Alessandri. BMI, 3 (4): 143-144. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1871. Ipsa Chiereghinii Conchylia, di Spiridion Brasilia. BMI, 3 (5): 169-171. [Recensione in- serita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1871. Prospetto della Storia della Zoologia di Sicilia del secolo XIX, movendo da quello del Chiar.mo signor Bar.ne Andrea Bivona, per Andrea Aradas. BMI, 3 (5): 171-176. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo C., 1871. [Quattro brevi necrologi senza ti- tolo collettivo.] BMI, 3 (6): 298-299, tav. non numerata. [I necrologi, riuniti nella rubrica "Necrologia", riguar- dano: Antonio Orsini: 298. Vittorio Pecchioli: 298, tav. non numerata. Eugenio Sismonda: 299. Lodovico Pa- sini: 299. Il ritratto di Pecchioli, che nell'edizione ana- statica è rilegato all'inizio del volume, si ritiene fosse associato al necrologio.]

[Gentiluomo C.], 1871. Errata corrige. BMI, 3 (6): 300. [Gentiluomo C.], 1871. Indice. BMI, 3 (6): 301-304. Gentiluomo [C.], 1871. Anatomia del Umax Dorine, Bourg., nei suoi rapporti con altre specie congeneri, nota di Ferdinando Bordelli. BMI, 4 (1): 27-30. [Re- censione inserita nella rubrica "Bibliografia".] Gentiluomo [C.], 1871. Armales de Malacologie, sous la direction de Monsieur le Doct. Georges Servain, Tome premier, n.° 1, 2, 3. BMI, 4 (1): 30-32. [Il contributo, in- serito nella rubrica "Rivista del giornalismo estero", include segnalazioni bibliografiche di articoli pubbli- cati nel primo volume degli Armales de Malacologie.] Gentiluomo [C.], 1871. Clausilia de Cattaniae, Villa. BMI, 4 (1): 32. [Contributo inserito nella rubrica "Varietà".] Gentiluomo [C.], 1871. Nota sopra una nuova specie malacologica del genere Mactra di Linneo, per A. Aradas ed L. Benoit. BMI, 4 (2): 72-73. [Recensione in- serita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1871. Osservazioni sopra alcune spe- cie malacologiche pertinenti al genere Tritonium per A. Aradas ed L. Benoit. BMI, 4 (2): 73. [Recensione in- serita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1871. Journal de Conchyliologie, comprenant l'etude des Mollusques vivants et fossi- les, publié sous la direction de MM. Crosse et Fischer,

3.a serie. Tome X, 1870. BMl, 4 (2): 74-80. [11 contribu- to, inserito nella rubrica “Rivista del giornalismo este- ro", include segnalazioni bibliografiche di articoli pubblicati nel decimo volume del Journal de Conchy- liologie.]

Gentiluomo [C.], 1871. Un nuovo genere della fami- glia degli Eolididei per Salvatore Tronchese. BMl, 4 (3): 110. [Recensione inserita nella rubrica "Biblio- grafia".]

Gentiluomo [C.], 1871. Molakozoologische [sic] Blatter, Ais Fortsetzung der Zeitscrift fur Malakozoologie; he- rausgegeben von D. Louis Pfeiffer, Volume 16, 1870. BMl, 4 (3): 110-112. [Il contributo, inserito nella rubri- ca "Rivista del giornalismo estero", include segnala- zioni bibliografiche di articoli pubblicati nel sedicesi-, mo volume del'Malakozoologische Blatter.]

Gentiluomo [C.], 1872. Sul gabinetto privato di Con- chiliologia in Roma dei fratelli Rigacci, e sulle due nuove conchiglie pubblicate dall'ecc.mo prof. Giusep- pe cav. Bianconi. BMl, 4 (4, Ia parte): 155. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1872. Malacologia pliocenica italiana, descritta ed illustrata da Cesare D'Ancona, fascicolo primo; generi Strombus, Murex, Typhis. BMl, 4 (4, Ia parte): 155-157. [Recensione inserita nella rubrica "Bi- bliografia".]

Gentiluomo [C.], 1872. Sull'età geologica delle roccie secondarie di Taormina di G. Sequenza. BMl, 4 (4, Ia parte): 157. [Recensione inserita nella rubrica "Biblio- grafia".]

Gentiluomo [C.], 1872. Monographie der Gattungen Emmericia und Fossarulus, di Spiridion Brusina. BMl, 4 (4, Ia parte): 158. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1872. Gli organi e la secrezione del- l'acido solforico nei Gasteropodi; con un'appendice relativa ad altre glandole dei medesimi; Memoria di Paolo Panceri. BMl, 4 (4, Ia parte): 159-160. [Recen- sione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1872. Notizie preliminari sull'intima struttura del sistema nervoso della sepia officinale di Ludwig Sieda. BMl, 5 (1): 48. [Recensione inserita nel- la rubrica "Bibliografia".]

Gentiluomo [C.], 1872-75. Giovanni Rigacci. BMl, 4 (4, Ia parte): tav. non numerata (1872), 7 (1-6): 89-90 (1875). [Il ritratto di Rigacci, che nell'edizione anasta- tica è rilegato all'inizio del volume 4, si ritiene sia sta- to pubblicato nel fascicolo 4 (4), associato al necrolo- gio]

Gentiluomo [C.], 1875. Annunzio. BMl, 7 (1-6): 90.

Gentiluomo C., 1881. Roberto Lawley. BSMI, 7 (5-12): 181-187. [Include: Elenco delle memorie scientifiche pubblicate da Roberto Lawley: 186-187.]

Gioli G., 1889. I lamellibranchi e la sistematica in pa- leontologia. BSMI, 14 (6V4-9V2 [sic]): 101-143.

G[ranata], G[rillo]. G., 1878. Aradas e Benoit - Con- chiologia vivente e marina della Sicilia; Atti Acc. Gioenia di Catania, Serie 3.a voi. VI. - 1870-76. BSMI, 3 (1-3): 47-48. [Recensione inserita nella rubrica "Biblio- grafia".]

Granata Grillo G., 1878-79. Sul Cirropteron semilunare Sars. e del nuovo sottogenere Monophorus. BSMI, 3 (4- 6): 54-60 (1878), 3 (10-11): tav. 2 (1879).

Issel A., 1868. Dei Molluschi terrestri e d'acqua dolce raccolti nello Arcipelago di Malta. BMl, 1 (1): 1-6, 1 (2): 17-24, tav. 2.

Issel A., 1869. Nassa (Cyclonassa) Italica, Issel. Tav. IV, fig. 4-11. BMl, 2 (3): 79-80, 2 (4): tav. 4. [Contributo in- serito nella rubrica "Specie nuove".]

Issel A., 1870. Intorno ai Chiton del mare di Genova. BMl, 3(1): 5-9, tav. 1.

Issel A., 1870. Elenco di Conchiglie terrestri e d'acqua dolce dell'Umbria, raccolte dal prof. G. Bellucci e de- terminate da A. Issel. BMl, 3 (4): 113-118.

Issel A., 1871. Elenco di Conchiglie terrestri raccolte a Tabiano, nel Parmigiano, da A. Issel. BMl, 3 (5): 167-168.

Issel A., 1871. Elenco di conchiglie terrestri di Lecce. BMl, 3(5): 168-169.

Issel A., 1876. Delle Limnee ornate di fascie e delle Ano- donte perlifere trovate nel Lago d' Alice in Piemonte. BSMI, 2 (1): 50-52.

Issel A., 1882. Della Pupa amicta, Parreys come indizio di antichi livelli marini. BSMI, 7 (13-19): 208-212.

Issel A., 1890. Di una Sepia del Pliocene Piacentino. BSMI, 14 (9V2-20): 157-160.

[Kobelt W.], 1875. Le recenti esplorazioni delle grandi profondità marine col mezzo della draga. BMl, 4 (4, 2a parte): 174-178. [Traduzione di F.L. Appelius di un ar- ticolo (Die neuesten Untersuchungen der Tiefsee mit dem Schleppnetz) pubblicato nel Nachrichstsblatt der Deutschen Malakozoologischen Gesellschaft, 2 (6): 89-93(1870).]

Lawley R., 1869. Mactra Pecchiolii - Tav. 1, fig- vi-ix. BMl, 2 (1): 16-18, tav. 1. [Contributo

inserito nella rubrica "Specie nuove". |

Lawley R., 1875. Nota di conchiglie fossili di Val Le- biaia. BSMI, 1 (1): 32-34.

Manzoni A., 1869. L'Habitat dei Molluschi marini. BMl, 2 (3): 81-104.

Manzoni A., 1870. Fauna malacologica marina presso Sinigaglia. BMl, 3 (1): 11-14.

Manzoni A., 1870. Annotazioni al Saggio di Conchio- logia fossile subappennina, fauna delle sabbie gialle. BMl, 3 (1): 24-26, tav. 2.

Manzoni A., 1871. Il nuovo genere Dreissenomya. BMl, 4(1): 25-27.

Manzoni A., 1871. Fauna malacologica delle grandi profondità del Mediterraneo esplorate durante i mesi di luglio, agosto, settembre 1870, dal prof. W.B. Car- penter e Jh. Jwyn [sic] Jeffreys. BMl, 4 (3): 97-106.

Manzoni A., 1871. Mediterraneo e Mar Rosso: rispetti- va Fauna malacologica e Flora bonogamica [sic]. BMl, 4 (3): 107-108.

Manzoni A., 1871. Le esplorazioni delle grandi profon- dità marine. BMl, 4 (3): 108-110.

Manzoni A., 1872. Recherches sur V Umbrella Mediterra- nea par G. Moquin Tandon. BMl, 4 (4, Ia parte): 154. [Stralcio di una lettera di A. Manzoni a C. Gentiluo- mo includente la trascrizione di una breve nota di G. Moquin Tandon, originariamente pubblicata nel voi.

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Il Bullettino Malacologico Italiano (1868-1875) e il Bollettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

14 degli Armales des sciences naturelles. Zoologie et paléontologie.)

Manzoni A., 1875. Una proposta di ostreocultura. BSM1, 1 (1): 89-92.

Martens E. von, 1868. Arturo Issel. Dei Molluschi rac- colti nella Provincia di Pisa. - Memoria della Società Italiana di Scienze naturali. - Milano 1866, in 4.°. BMI, 1 (1): 11-13. [Probabilmente, questa recensione non è inserita nella rubrica "Cenni bibliografici", che inizia quattro pagine dopo, solo per sbaglio.]

Martens E. von, 1870. Note bibliografiche riguardanti i molluschi terrestri e fluviatili dell'Italia. In: Martens E. von. Note bibliografiche riguardanti i molluschi terrestri e fluviatili dell'Italia. Con Introduzione di C. Gentiluomo. BMI, 3 (Suppl.): 11-31.

Martens E. von, 1875. Sopra alcuni molluschi terrestri di Malta. BMI , 6 (1-2): 26-29.

Mascarini A., 1892. Appunti per lo studio della Fauna Malacologica Italiana. I Molluschi Conchigliferi delle adiacenze di Ascoli-Piceno. BSMl, 16 (9-16V,): 234-260. Meli R., 1897. Sul Typhis (Typhinellus) tetrapterus Bronn ( Murex ) rinvenuto nelle sabbie grigie del pliocene su- periore della Farnesina (gruppo del M. Mario) presso Roma. BSMl, 20 (5-8): 74-96, tav. 2.

Meli R., 1897-99. Sulla Eastonia rugosa Chemn. (Mactra) ritrovata vivente e fossile nel littorale di Anzio e Net- tuno (Provincia di Roma). BSMl, 20 (1-4): 45-64 (1897), 20 (5-8): 65-73, tav. 2 (1899).

Meli R., 1899. Ancora poche parole sugli esemplari di Neptúnea sinistrorsa Desh. ( Fusus ) pescati nella parte australe del bacino occidentale del Mediterraneo (Al- geri). BSMl, 20 (5-8): 115-124, tav. 4.

Mella C, 1869. System der europàischen Clausilien und ihrer nàchsten Verwandten, von Adolfo Schmidt (Sistema delle Clausiìie europee, e più prossimi affini, per A. Schmidt). BMI, 2(1): 19-23, 2 (2): 55-62. [Recen- sione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Meneghini [G.], 1869. Aturia Spinella - Tav. I, fig. i-v. BMI, 2 (1): 14-16, tav. 1. [Contributo inserito nella ru- brica "Specie nuove".]

Meneghini G., 1869. Nota su W Aturia Spinella. BMI, 2

(2) : 54.

Meneghini G., 1875. Discorso di apertura della Società Malacologica Italiana letto nella Adunanza del 29 No- vembre 1874, dal Presidente Professore Giuseppe Me- neghini. BSMl, 1 (1): 11-15.

Pantanelli D., 1877. Catalogo dei Molluschi terrestri e fluviatili del Bacino del Marroggia (Spoleto). BSMl, 2

(3) : 233-240.

Pantanelli D., 1879-80. Molluschi post-pliocenici dei travertini della provincia senese. BSMl, 5 (7-10): 152- 160 (1879), 5 (11-15): 161-163 (1880).

Pantanelli D., 1880. Pisa, 9 maggio 1880. Processo ver- bale dell'adunanza ordinaria della Società Malacolo- gica Italiana. BSMl, 6 (Suppl.): 1-2.

Pantanelli D., 1880. Pisa, 9 maggio 1880. Processo ver- bale dell'adunanza ordinaria della Società Malacolo- gica Italiana. BSMl, 5 (16-18): 272-273.

Pantanelli D., 1881. Conchiglie plioceniche di Pietra- 48 fitta in Provincia di Siena. BSMl, 6 (15-18): 265-276.

Pantanelli D., 1881. Enumerazione dei molluschi plio- cenici della Toscana viventi nel Mediterraneo. BSMl, 7 (1-4): 63-64, 7 (5-12): 65-68.

Pantanelli D., 1882. Processo verbale delle adunanze straordinarie tenute in Venezia i giorni 20 e 21 Settem- bre 1881. BSMl, 7 (13-19): 203-207.

Pantanelli D., 1884. Note di Malacologia pliocenica I. Aggiunte e correzioni al catalogo dei molluschi plio- cenici dei dintorni di Siena pubblicato da De Stefani e Pantanelli nel Bullettino della Società Malacologica Italiana, Voi. IV, 1878-1880. BSMl, 10 (1-4): 5-32.

Pantanelli D., 1886. Sopra alcune Scalarie terziarie. BSMl, 11 (14-17): 262-272.

Pantanelli D., 1887. Melanopsis fossili e viventi d'Ita- lia. BSMl, 12 (5-8): 65-82, tav. 3.

Pantanelli D., 1887. Molluschi dello Stagno di Orbe- tello. BSMl, 12 (5-8): 89-95.

Pantanelli D., 1887. Specie nuove di molluschi del Miocene medio. BSMl, 12 (5-8): 123-128, 12 (9-15): 129-134, tav. 5.

Pantanelli D., 1888. Processo verbale dell'adunanza in Pisa del 13 Novembre 1887. BSMl, 13 (1-3): 5-7.

Pantanelli D., 1888. Peden Angelonii e Peden Histrix. BSMl, 13 (1-3): 21-22.

Pantanelli D., 1888. Melanopsis Matheroni e M. Narzo- lina. BSMl, 13 (1-3): 23-25.

Pantanelli D., 1888. Descrizione di conchiglie mioce- niche nuove o poco note. BSMl, 13 (1-3): 26-32, 13 (8- 10): 150-158.

[Pantanelli D.], 1888. [Una serie di recensioni senza ti- tolo collettivo.] BSMl, 13 (1-4 [sic]): 32-48. [Include i seguenti titoli: Prodromus Faunae Molluscorum Te- staceorum maria europaea inhabitantium. D.1 W. Ko- belt, Nürnberg, 1888: 32-41. Ricerche intorno ai nervi del tubo digerente dell' Helix adspersa. Alberto Grieb. Mem. Soc. Mal. delle Scienze. Serie III, Voi. VI, Napo- li, 1887: 41-42. Intorno ad alcuni limacidi europei po- co noti. Carlo Pollonera. Boll. Mus. Zool. e Anat. com- parata Univ. di Torino, Voi. II, N. 21, 1887: 42-43. Sulla classificazione dei limacidi del sistema Europeo. Car- lo Pollonera. Boll. Mus. Zool. e Anat. comparata Univ. di Torino, Voi. II, N. 23, 1887: 43-44. Sopra alcuni fos- sili illustrati e descritti nel Musaeum metallicum di Ulisse Aldrovandi. L. Foresti. Boll. Soc. Geol. Italiana. Voi. VI. 1887, Roma: 44. Il sistema liassico di Roccan- tica e i suoi fossili. G. Tuccimei. Boll. Soc. Geol. Italia- na. Voi. VI., Roma, 1887: 44. Contribuzioni alla geolo- gia del Catanzarese. A. Neviani. Boll. Soc. Geol. Italia- na. Voi. VI., Roma, 1887: 45. Appunti ed osservazioni sull'ultimo lavoro di J. Gwyn Jeffreys "On the mollu- sca procured during the Lightning and Porcupine ex- peditions 1868-1870". S. Brusina. Zagreb, 1886: 45-46. Brevissimi cenni intorno la geologia del Capo S. An- drea presso Taormina. G. Seguenza. Accad. Scienze fis. e mat. di Napoli. Fase. 5, 1887: 46. Auf Corsica. H. Rolle. Jahrbücher der Deuts. Malak. Ges. Heft I, 1887: 46-47. Iconographie der Schalentragenden europài- schen Meeresconchylien. W. Kobelt. 1 Band mit 28 Taf. 1887. Cassel: 47. Murex fusulus Brocchi. W. Kobelt. Jahrb. der Deuts Malak. Ges. Heft II, 1887: 48. Fauna

der in der palaarctischen Region lebenden Binnen- conchylien. C. A. Westerlund. Lund. 1884-87: 48.]

[Pantanelli D.J, 1888. [Una serie di recensioni senza ti- tolo collettivo.] BSMl, 13 (8-10): 158-160. [Include i se- guenti titoli: Foresti. Alcuni [sic] forme nuove di mol- luschi fossili del Bolognese. Con una tavola. Boll. Soc. Geologica Italiana. Voi. VI, Fase. 3, 1887, pag. 359-367: 158-159. C.F. Parona. Appunti per la paleontologia mio- cenica della Sardegna. Boll. Soc. Geologica Italiana. Voi. VI, 1887, pag. 255-258: 159. E. Mariani e C.F. Pa- rona. Fossili Tortoniani di Capo S. Marco in Sardegna. Atti Soc. Italiana di Se. Naturali, Voi. XXX, pag. 3-89 estr.: 159-160. Carlo Pollonera. Specie nuove o mal co- nosciute di Arion europei. Atti dell'Accademia delle Scienze di Torino. - Febbraio 1887, con 1 tavola: 160.]

[Pantanelli D.], 1888. [Una serie di recensioni senza ti- tolo collettivo.] BSMl, 13 (14-16): 236-240. [Include i seguenti titoli: L. Bellardi. I molluschi dei terreni ter- ziari del Piemonte e della Liguria. Parte V. Mitridae: 236-238. E. Clerici. Sulla Corbicula fluminalis dei din- torni di Roma e sui fossili che l'accompagnano. Bull. Soc. Geologico Italiano [sic]. Voi. V; con due tavole in fototipia: 238. E. Clerici. Sopra una sezione geologica presso Roma. Bull. Soc. Geologico Italiano [sic] Voi. VII 1888: 238. L. Foresti. Di una varietà di Strombus co- ronatus Defr. e di un'altra di Murex torularius Lek. del pliocene di Castel-Viscardo (Umbria). Bollet. Soc. Geologico Italiano [sic] Voi. VII, 1888, con una tavola: 238-239. F. Sacco. Aggiunte alla forma [sic] malacolo- gica estramarina fossili [sic] del Piemonte e della Liguria. Mem. Accad. Scienze di Torino, serie II, Tom. XXXIX, 1888, con dne [sic] tavole: 239. A. Secco. Il pia- no ad Aspidoceros Acanthicum Op. in Collalto di Sola- gna. Boll. Soc. Geologico Italiano [sic] Voi. V, 1888: 240. G. Squinabol. Il travertino fra Aosta e il piccolo S. Bernardo. Giorn. lett. scientifiche, Genova, Voi. XI, 1888: 240.]

Pantanelli D., 1888. Processo verbale dell'adunanza del giorno 11 Novembre 1888 - Pisa. BSMl, 13 (14-16): 247-248.

P[antanelli]. D., 1889. [Due necrologi senza titolo col- lettivo.] BSMl, 14 (1-3): 5-12, 48. [I necrologi riguarda- no: Giuseppe Meneghini: 5-9. Guiseppe [sic] Seguen- za: 10-12, 48.]

[Pantanelli D.], 1889. [Una serie di recensioni senza ti- tolo collettivo.] BSMl, 14 (1-3): 44-48, 14 (614*91/2 [sic]): 151-152. [Include i seguenti titoli: M. Canavari. Con- tribuzione alla fauna del Lias inferiore della Spezia. Mem. Com. Geol. Ital. Voi. Ili, Roma: 44-45. G. Gioii. Fossili della oolite inferiore di S. Vigilio e Monte Grap- pa. Atti Soc. Tose. Se. Nat. Voi. X. Pisa: 45. C. Pollone- ra. Intorno ad alcuni Umax Italiani. Boll. Musei Zool. di Torino. N. 51. 1888. Torino: 45. C. Mayer-Eimar. Descriptions de coquilles fossiles de terrains tertiaires inférieurs (suite). Journ de Conch. Tom. XXVIII. 1888. Paris: 45. W. Kobelt. Iconographie der Land-und Süsswasser-Mollusken etc. Neue Folge. Wierter Band. Wiesbaden, 1888: 45. C. A. Westerlund. Fauna der in der palàarctischen Region lebenden Binnenconchy- lien. Lund 1884-87: 46-48, 151-152.]

Pantanelli D., 1889. Pleurotomidi del miocene supe- riore di Montegibio. BSMl, 14 (4-6%): 82-98.

[Pantanelli D ], 1889. [Una serie di recensioni senza ti- tolo collettivo.] BSMl, 14 (4-614): 98-100. [Include i se- guenti titoli: Flenri Drouet. Unionidae du Bassin du Rhone. Mémoires de l'Académie de Dijon. Serie IV.

Tom. I, 1888. pag. 92 con tre tavole, Dijon: 98. Carlo Pollonera. Osservazioni intorno ad alcune specie di Testacella. Boll. Mus. Zool. Anat. comp. Univ. di To- rino. Voi. IV, N. 57, con una tavola 1889. Torino: 99.

Carlo Pollonera. Nuove aggiunte e correzioni alla ma- lacologia terrestre del Piemonte. V. precedente. N. 58:

99. Pantanelli. Note geologiche sullo Scioa. Proc. verb.

Soc. Toscana Se. Nat. Voi. VI. Novembre 1888 Pisa: 99.

B. Sharp. Remarks on the Philogeny [sic] of the La- mellibranchiata. Proc. of the Acad, of Nat. Sc. of Phi- ladelfia. 1888, pag. 121: 99-100.]

Pantanelli D., 1890. Processo verbale dell'adunanza tenuta in Pisa il 7 luglio 1889. BSMl, 14 (9V2-20): 156.

Pantanelli D., 1890. Buccinidae, Purpuridae e Olivi- dae del Miocene superiore di Montegibio. BSMl, 15 (1-3): 7-17.

[Pantanelli D.], 1890. [Una serie di recensioni e una li- sta di pubblicazioni di interesse malacologico, senza titolo collettivo, riunite nella rubrica "Bibliografia".]

BSMl, 15 (1-3): 25-45. [Include i seguenti titoli: Pollonera C. Elenco dei molluschi fluviatili viventi in Piemonte. Bullett. Musei Zool. e Anat. comp. Univer- sità. Torino. Voi. IV, N. 72, 1889: 25. Pollonera C.

Nuove contribuzioni allo studio degli Arion Europei: con una tavola in colori. Atti dell'Accad. Scien. To- rino. Voi. XXIV, Maggio 1889: 26. Pollonera C. Un Li- macide nuovo per l'Italia. Bull. Musei Zool. e Anat.

Comp. Università. Torino. Voi. V, N. 75, 1890: 27. Pa- rona C. F. Note paleontologiche sul lias inferiore delle prealpi lombarde. Rendic. Inst. Lomb. Ser. II Voi. XXI.

Fase. Vili, 1889: 27. Foresti L. Del genere Pyxis Me- negh. e di una varietà di Pyxis pyxidata (Br.); con una tavola. Boll. Soc. Geol. Italiano [sic]. Voi. Vili, 1883:

27. Sacco F. Catalogo paleontologico del bacino terzia- rio del Piemonte. Bollett. Soc. Geologica Italiano [sic].

Voi. Vili, 1889: 27. Verri A. Note a scritti sul pliocene umbro-sabino e sul vulcanismo tirreno. Bollett. Soc.

Geol. Italiano [sic]. Voi. Vili, 1889: 27. Neviani A. Contribuzioni alla geologia del Catanzarese. Boll. Soc.

Geol. Italiano [sic]. Voi. Vili, 1889. Due Note: 28. Tuc- cimei G. Il Villafranchiano nelle valli Sabine e i suoi fossili caratteristici. Bollett. Soc. Geolog. Italiano [sic].

Voi. Vili, 1889: con una tavola: 28. De Gregorio A.

Studi sul genere Scalaria. Annales de Geologie et de paléontologie pubbl. direct. M. A. De Gregorio, 6/

Livr., Palermo 1889; con una tavola: 28-29. Mayer- Eimar C. Description de Coquilles fossiles des ter- rains tertiaires superieurs. Journ. de Conch. Voi. XXIX pagg. 59, 200, 229. Parigi 1889: 29-30. Cams J. V. Pro- dromus faunae mediterranaee sive description ani- malium maris mediterranaei incolarum quam compa- rata silva rerum quatenus innotuit adiectis locis et no- minibus vulgaribus, corumque auctoribus in commo- dum zoologorum congessit. Stuttgard, E. Koch: 30. 49

Il Bu llettino Malacologico Italiano (1868-1875) e ¡I Bollettino della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

Mazzarelli G.F. e Zuccari R. Su alcune Aplysidae del- l'Oceano Pacifico appartenenti alla collezione Chier- chia. Bollett. Soc. Naturalisti in Napoli [sic]. Voi. Ili, 1889: 30. Jatta G. Elenco dei cefalopodi della Vettor Pi- sani. Bullettino Soc. Naturai, in Napoli. Voi. Ili, 1889:

30. Mazzarelli G.F. Intorno all'Anatomia dell'appara- to riproduttore delle Aplysiae del Golfo di Napoli. Zoologischer Anzeiger XII. N. 310 Giugno 1889: 31. Jatta G. La innervazione delle braccia dei Cefalopodi. Bullettino Società Naturalisti in Napoli. Voi. Ili, 1889:

31. De Gregorio A. Esame di taluni molluschi viventi e terziari del Bacino Mediterraneo. Naturalista Sicilia- no. Anno Vili, 1889, con due tavole: 31-32. Montero- sato T. Nota intorno ai Donax del Mediterraneo. Il na- turalista siciliano. Voi. Vili, 1889; con una tavola: 32. Parona C.F. Studio monografico della forma [sic] Rai- bliana di Lombardia (memoria premiata dal R. Istitu- to Lombardo di scienze e lettere) Pavia 1889; con tre- dici tavole: 32-33. Westerlund C. A. Fauna der in [sic] palàartischen region [sic] lebenden Binnenconchylien. Genus Helix. Berlin 1889. Vedi Voi. XIV, pag. 46 e 151: 33-35. Segue elenco di pubblicazioni di interesse ma- lacologioco: 35-45.]

P[antanelli|. D., 1890. Regole della nomenclatura de- gli esseri organizzati adottate dal congresso interna- zionale di Zoologia. BSMI, 15 (1-3): 45-48.

[Pantanelli D.], 1890. |Una serie di recensioni, senza titolo collettivo, riunite nella rubrica "Bibliografia".] BSMI, 15 (4-5): 76-80. [Include i seguenti titoli: We- sterlund C. A. Fauna der in [sic] palàartischen region [sic] lebenden Binnenconchylien. Malacozoa acephala e I. Supplement. Berlino 1890. Vedi voi. XIV, pag. 46 e 151 e voi. XV pag. 33: 76-78. T. di Monterosato. Con- chiglie delle profondità del Mediterraneo. Naturalista Siciliano, N. 6, 7, 8, 1890: 78. L. Bellardi e F. Sacco. I molluschi dei terreni terziari del Piemonte e della Liguria, Torino, Accad. delle Scienze. Ser. II, T. XL, 1890: Parte VI con due tavole: 78-79. F. Sacco. I mollu- schi dei terreni del Piemonte e della Liguria, Parte VII. Accad. delle Scienze di Torino, Ser. II Voi. XL, 1890, con due tavole: 79-80.]

Pantanelli D., 1891. Processo verbale dell'adunanza del 15 Novembre 1891 - Pisa. BSMI, 16 (1-4): 7-8.

Pantanelli D., 1892-93. Lamell ¡branchi pliocenici. Enu- merazione e Sinonimia delle specie dell'Italia Supe- riore e Centrale. BSMI, 17 (4-8): 49-128 (1892), 17 (9- 19): 129-295 (1893).

P[antanelli], D., 1893. [Una serie di recensioni, senza titolo collettivo, riunite nella rubrica "Bibliografia".] BSMI, 18 (1-3): 47-48. [Include i seguenti titoli: Sacco F. - 1 molluschi dei terreni terziari del Piemonte e del- la Liguria: 47. De Gregorio. - Sul genere pectunculus e precipuamente sulle specie viventi e fossili del terzia- rio superiore. Il Naturalista Siciliano, Anno XI, n. 4, pag. 89-96, n. 5, pag. 106-114: 47. Monterosato. - Nota intorno i pectunculus dei mari d'Europa. Il Naturalista Siciliano, Anno XI, n. 6, 7, 8, pag. 13 in estratto: 47. Pollonera C. - Note su alcuni gruppi di specie del ge- nere Xerophila. Boll. Mus. Zool. e Anat. comp. Torino, Voi. VII, 128, pag. 1-18: 48. Simonelli V. - Sopra le affi-

nità geologiche della Rothpletzia rudista. Ball, [sic] Soc. Geol. Ital., Voi. XI, pag. 76-80 con due zincotlpie: 48. Mantovani Pio. - Le Discohelix plioceniche e descrizio- ne di una specie nuova. Ann. 1st. tecn. e naut. Livor- no, Voi. IX, Ser. 2a, pag. 1-10 estr. con una tavola: 48. Di Stefano G. - Il Lias medio del M. S. Giuliano (Erice) presso Trapani. Atti del Accad. Gioienia, Voi. Ili, sez. 4.a Testo di 147 pagine con tre tavole: 48. Westerlund C. A. - Spicilegium malacologicum. Neue Binnencon- chylien in der palàartischen Region. Verh. K. K. Zool. botan. Gesellschaft. Wien XLII Band 1892 pag. 25-48: 48.]

Pantanelli D., 1893. Campylaea nicatis Costa. BSMI, 18 (4-7): 109-110.

P[antanelli]. D., 1893. [Una serie di recensioni, senza titolo collettivo, riunite nella rubrica "Bibliografia".] BSMI, 18 (4-7): 110-112. [Include i seguenti titoli: C. Mayer-Eimar. Description des conquilles fossiles des terrains inferieurs. Jour, de conc. Voi. XLI pag. 51: 110. F. Sacco. I moli. Dei ter. Terz. del Piem. e della Liguria, Parte XIII (Conidae). Mem. Acc. Torino, ser. II, tomo XLIV: 110. B. Greco. Il Lias inferiore nel circondario di Rossano Calabro. Atti Soc. Toscana, Mem. Voi. XIII: 111. C. Patroni. Fossili miocenici di Baselice in Pro- vincia di Benevento. Atti acc. scienze di Napoli, voi. V, ser. 2.a, n. 12: 111. L. Di Rovasenda. I fossili di Gas- sino. Boll. soc. geol. italiana, voi. XI, fas. 3: 111. B. Cor- ti. Osservazioni stratigrafiche e paleontologiche sulla regione compresa fra i due rami del lago di Como. Boll. soc. geol. italiana, voi., XI fase. 2: 112. A. De Gre- gorio. Illustrazione del Tritón gyrinoides (Broce.) De Greg. (= nodiferum Lam.) Ann. de géol. et de paléont. ll.e livr.: 112.]

P[antanelli]. D., 1895. Pietro Doderlein. BSMI, 18 (16- 26): 414.

P[antanelli], D., 1895. Pellegrino Strobel. BSMI, 19 (7- 13V2): 223-224.

Parona C.F., 1895. I gasteropodi del Lias inferiore di Saltrio in Lombardia. BSMI, 18 (11-15): 161-184, tavv. 6-7.

Parona C.F., 1897. I nautili del Lias inferiore di Saltrio in Lombardia. BSMI, 20 (1-4): 7-20, tav. 1.

Paulucci M., 1871. Osservazioni critiche sulla Cy clo- nassa Italica, Issel. BMI, 4(1): 23-25.

Paulucci M., 1877. Osservazioni critiche sopra le specie del genere Struthiolaria, Lamarck. BSMI, 2 (3): 223-232.

Paulucci M., 1878. Nuova stazione della Clausilia lucen- sis Gent. BSMI, 3 (1-3): 9-12.

Paulucci M., 1878. Di una specie di Helix (nuova per la fauna d'Italia) raccolta nella provincia di Lucca. BSMI, 3 (1-3): 13-15.

Paulucci M., 1878. Ancora del genere Struthiolaria, La- marck. Secondo articolo. BSMI, 3 (4-6): 49-53.

Paulucci M., 1878. Lettera diretta al Segretario della Società Malacologica Italiana. BSMI, 3 (4-6): 68-70.

Paulucci M., 1879. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo I. BSMI, 3 (10-11): 165-166. [Suc- cessivamente, Paulucci cita questo lavoro con il titolo "Habitat della Hyalina uzielli, Issel"; cf. Paulucci, 1886.]

Paulucci M., 1879. L'esposizione universale del 1878 considerata dal lato conchiologico. BSMI, 5 (1-3): 5-10.

50

Paulucci M, 1879. Fauna Italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo secondo. Descrizione di alcune nuove specie del genere Pomatias. BSM1, 5 (1-3): 13-21.

Paulucci M., 1879. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo terzo. Studio sopra alcune specie del genere Unió. BSMI, 5 (7-10): 107-111.

Paulucci M., 1880. Replica alle osservazioni critiche dei signori Pini, De Stefani e Tiberi sopra alcune recenti pubblicazioni malacologiche. BSMI, 5 (11-15): 164-200.

Paulucci M., 1880. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo quarto. Studio sulla Helix instabi- lis, Ziegler e le sue varietà. BSMI, 5 (11-15): 204-212.

Paulucci M., 1880. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo quinto. Rivista delle specie ap- partenenti ai generi Sphaerium Scopoli, Calyculina Clessin, Pisidium Pfeiffer e loro distribuzione geogra- fica. BSMI, 6 (5-10): 159-160, 6 (11-14): 161-181.

Paulucci M., 1881. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo sesto. Studio sulla Helix ( Campy - laea) cingulata, Studer e forme affini. BSMI, 7 (1-4): 5- 55, tavv. 1-2.

Paulucci M., 1881. Contribuzione alla Fauna malacolo- gica italiana. Specie raccolte dal Dr G. Cavanna negli anni 1878, 1879, 1880. Con elenco delle conchiglie Abruzzesi e descrizione di due nuove Succinea. BSMI, 7 (5-12): 69-180, tavv. lbis-5.

Paulucci M., 1882. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo settimo. Descrizione di una nuo- va specie del genere Acme. BSMI, 7 (13-19): 221-225.

Paulucci M., 1882. Note malacologiche sulla fauna ter- restre e fluviale dell'isola di Sardegna. BSMI, 8 (7-16): 139-256, 8 (17-24): 257-381, tavv. 1-9.

Paulucci M., 1883. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo ottavo. Sull'Acme Moutoni, Du- puy e l'Acme Veneta, Pirona. Su due Paludine italiane. BSMI, 9 (1-5): 5-10.

Paulucci M., 1884. Biblioteca della Società Malacolo- gica Italiana. BSMI, 10 (1-4): i-xix.

Paulucci M., 1886. Fauna italiana. Comunicazioni ma- lacologiche. Articolo Nono. Conchiglie terrestri e d'ac- qua dolce del Monte Argentara e delle isole circostan- ti. BSMI, 12 (1-4): 5-64, tavv. 1-2.

Pecchioli V., 1868. Zonites Mortilieti. - Mihi, Tav. II, fig. 8, 12. BM1, 1 (2): 25-26, tav. 2. [Contributo inserito nel- la rubrica "Specie nuove".]

Pecchioli V., 1868. Zonites Gerfalchensis olim Mortilleti. - Pecchioli. BMI, 1 (4): 52.

Pecchioli V., 1869. Unio Larderelianus, Pecchioli, Tav. V. BMI, 2 (4): 163-168, tav. 5. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuove".]

Peruzzi G., 1875. Struttura del sistema nervoso dei Mol- luschi Gasteropodi di Salvatore Tronchese. BMI, 6 (1-2): 30-32. [Recensione inserita nella rubrica "Bibliografia".]

Picaglia L., 1892. Molluschi terrestri e fluviatili viventi nelle provincie di Modena e Reggio. Catalogo siste- matico. BSMI, 16 (5-8): 83-128, 16 (9-16V2): 129-232.

Picaglia L., 1894. Aggiunte al catalogo dei Molluschi terrestri e fluviatili viventi nelle provincie di Modena e Reggio. BSMI, 18 (8-10): 113-117.

Pini N., 1875. Clausilia Spreafici, Pini. BSMI, 1 (3): 164-

165. [Contributo inserito nella rubrica "Specie nuo- ve", il cui nome è dato erroneamente come "Specie nuova".]

Pini N., 1877. Molluschi terrestri e d'acqua dolce viven- ti nel territorio d'Esino. BSMI, 2 (2): 67-205, tavv. A-B. [Due pagine non numerate di "Aggiunte e Corre- zioni", redatte sulla base della paginazione dell'e- stratto e datate "Marzo 1876", sono incluse a fine vo- lume nella ristampa anastatica e tra la pagine 68 e 69 nella copia posseduta da M. Paulucci. Si ritiene che queste "Aggiunte e Correzioni" fossero costituite da un foglio staccato, distribuito con un fascicolo succes- sivo a quello in cui compare il lavoro di Pini e che la data "Marzo 1876" possa essere errata. Infatti, se fos- se corretta, il fascicolo 2 (2) sarebbe stato pubblicato prima del fascicolo 2 (1), cosa che appare molto im- probabile, in quanto questo ultimo contiene un artico- lo di Brusina datato "15 Aprile 1876".]

Pini N., 1880. Argomentazioni di Napoleone Pini sulle due parole del dott. Carlo de Stefani intorno ad alcu- ne Clausiliae Toscane. BSMI, 5 (11-15): 237-240, 5 (16- 18): 241-261.

Platania-Platania G., 1887. Contribuzione alla fauna malacologica estramarina della Sicilia e delle Isole Adiacenti. BSMI, 12 (5-8): 83-88.

Pollonera C, 1887. Appunti anatomici in appoggio ad una classificazione dei molluschi geofili del Piemonte. BSMI, 12 (5-8): 102-122, tav. 4.

Pollonera C, 1887-89. Note malacologiche. BSMI, 12 (9-15): 204-223, tav. 6 (1887), 14 (4-6%): 49-64, tav. 2 (1889).

Pollonera C, 1888. Esame critico delle specie terrestri descritte come nuove dall'Abate G. Olivi. BSMI, 13 (1- 3): 9-16.

Pollonera C, 1888. Molluschi dello Scioa e della valle dell'Havash. BSMI, 13 (1-4 [sic]): 49-86, tavv. 2-3.

Pollonera C, 1890. Sulle forme del gruppo della Cam- pylaea cingulata Studer. BSMI, 15 (4-5): 49-75, tavv. 1-3.

Pollonera C. 1893. Studi sulle Xerophila. I. Le X. cespi- tum e Terveri e forme intermedie. BSMI, 18 (1-3): 7-46, tavv. 1-2.

Sacco E, 1887. Rivista della fauna malacologica fossile terrestre, lacustre e salmastra del Piemonte. BSMI, 12 (9-15): 135-203.

Sacco F, 1888. Sopra alcuni Potámides del bacino terzia- rio del Piemonte. BSMI, 13 (1-4 [sic]): 87-112, 13 (8-10): tavv. 4-7.

Sacco F, 1890. Luigi Bellardi. Cenni Biografici. BSMI, 14 (9V2-20): 153-155.

Sacco F, 1894. Le variazioni dei Molluschi. BSMI, 18 (8- 10): 139-160, tav. 5.

Sacco F, 1899. Giovanni Michelotti. BSMI, 20 (5-8): 125- 128.

Seguenza G., 1870. Sull'antica distribuzione geografica di talune specie malacologiche viventi. BMI, 3 (3): 65- 74, 3 (4): 118-127.

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Seguenza G., 1871-72. Studii paleontologici sui Bra- chiopodi terziarii dell'Italia meridionale. BMI, 4 (1): 9-

51

Il Bullettaio Malacolog/co Italiano (1868-1875) e il Bullettmo della Società Malacologica Italiana (1875-1899)

Giuseppe Manganelli, Elisabetta Lori, Andrea Benocci & Simone Cianfanelli

16 (1871), 4 (2) 33-72, tavv. 1-3 (1871), 4 (4, Ia parte): 124-153, tavv. 4-6 (1872).

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Strobel [P], 1868. Esistenza dello Zonites Leopoldianus nell'Italia Settentrionale. BMI, 1 (3): 34-35.

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Strobel P, 1881. Lettera al Segretario della Società Ma- lacologica Italiana. Aggiunte e rettifiche. BSMI, 6 (15- 18): 260-264.

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Tapparone Canefri C., 1877. Intorno ad alcune specie di Testacei marini mal conosciute o nuove dell'Isola Maurizio. BSMI, 2 (3): 241-244.

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Tiberi N., 1880. Le conchiglie pompeiane. BSMI, 5 (16- 18): 262-271.

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Toldo G., 1889. Mitridae del miocene superiore di Montegibio. BSMI, 14 (614-91/2 [sic]): 144-150, tav. 3.

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Weinkauff H.C., 1870. Supplemento alle Conchiglie del Mediterraneo, la loro distribuzione geografica e geo- logica. BMI, 3 (1): 14-24, 3 (2): 33-37, 3 (3): 74-100, 3

(4) : 128-139. [Traduzione eseguita sul manoscritto ori- ginale tedesco da F.L. Appelius.]

52

I ¡ appropriatamente disposte nello spazio disponibile, in modo da evitare ampie aree vuote. Lineette di scala, nere o bianche, possono essere applicate sulle Illustrazioni, v Le mappe vanno preparate come figure al tratto, semplici e prive di elementi grafici non utili ai fini del lavoro (es.: confini di stato), con le località citate nel testo ben evidenti (,’ Le illustrazioni vanno tenute separate dal testo. La pubblicazione di illustrazioni a colori dovrebbe essere preliminarmente accordata con l'Editore. Gli originali delle illustrazioni I vanno spediti solo dopo l'accettazione definitiva del manoscritto.

TABELLE

¡ Le tabelle vanno composte come files di testo, esattamente alla dimensione di stampa (si : veda Illustrazioni), con un carattere sans-serif non più piccolo di 8-9 punti. Vanno evitati ; bordi spessi e griglie eccessivamente pesanti. Le tabelle sono citate nel testo come Tab. [ (es.: Tab. 2, Tabb. 3-6). Le abbreviazioni vanno spiegate in didascalia od in Materiale e me- todi. Le tabelle non vanno inserite nel testo, ma salvati come files separati.

DIDASCALIE

Le didascalie vengono riportate in una parte distinta del manoscritto, raggruppate ed in sequenza. Devono comprendere: nome ed autore della specie illustrata, origine del mate- riale, dimensioni reali (non l'ingrandimento!) e la collocazione (con numero di catalogo, se disponibile). Per i manoscritti in una lingua diversa dall'Inglese, è necessario aggiungere la traduzione in Inglese delle didascalie.

BOZZE ED ESTRATTI

La pubblicazione sul Bollettino Malacologlco è gratuita. All'Autore corrispondente verran- no inviate le bozze, un'unica volta, per via e-mail. Sulle bozze verranno corretti gli errori tipografici e di altro tipo. Cambiamenti più importanti verranno addebitati all'Autore. Le bozze corrette vanno restituite all'Editore nel più breve tempo possibile'.

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EDITORIAL POLICY

! The Bollettino Malacologlco is published by the Italian Society of Malacology. Manuscripts i' on all aspects of malacology are accepted, in one of the following languages: Italian, En- ; glish. French and Spanish. English is strongly recommended.

I Three issues per year are published. The publication of monographs and articles longer

I than thirty printed pages should be preliminarily arranged with the Editor.

, Manuscripts submitted for publication are considered on the understanding that their content is original, not already published or being submitted for publication elsewhere, and approved by all the co-authors.

Manuscript submission should only be made electronically to the Editor-in-Chief (r.laperna@ : geo.unibaJt), as .doc or .rtf files. Illustrations should be sent as good quality .pdf or .jpg files.

I Authors are requested to apply the present instructions and the rules of the International Code I of Zoological Nomenclature. Non fulfillment implies rejection of the manuscript by the Editor.

I Manuscripts are peer-reviewed by at least two reviewers. Potential reviewers can be sug- j; gested by the authors, but the final choice rests with the Editor.

MANUSCRIPT ORGANIZATION

j. The first page contains title, author’s name, author's mail and e-mail addresses. In case of : joint-authored manuscripts, the corresponding author should be indicated.

,) Title should be informative but as brief as possible, in lower-case, boldface. Avoid abbre- :: viations. Names of high systematic rank are given in parentheses.

The second page contains an abstract in the same language of the main text. For manu- scripts in language other than English, a longer English summary is needed. Abstracts ! should report, in synthesis, the main results and conclusions of the work, not simply aims and generic statements. The distinctive characters of new taxa can be briefly reported, but -not full descriptions or diagnoses. Avoid references to publications. A list of key words (not more than six) in the same language of the main text is also included in the second page.

!l The main text should be organised in distinct parts, typically as follows: Introduction, Ma- terial and methods, Results, Discussion, Conclusions, Acknowledgements, References, in lower-case, boldface. In taxonomic works, Results are replaced with Systematics. Second j level headings, such as Description, Material examined, Remarks, etc. are typed in lower- case, plain text. Avoid footnotes. Authors are requested to adopt a clear, concise style. Avoid long sentences. Offending or discriminatory words are forbidden.

All the abbreviations and acronyms used in the text should be explained, preferentially under Material and methods. Use the standard abbreviations for measure units (e.g. “m", not "mt." for metre) and the official institutional acronyms, i Italicize the names of genera, subgenera, species and subspecies but not those of higher i taxa. When first mentioned, species and genus names should include authority and year : of publication. Abbreviation of genus names is allowed but taking care to avoid confusion among different genera with the same initial.

Italic should be also used for quotations in the original language (within quotation marks), , if different from the manuscript language.

The new taxa must be mentioned for the first time when they are described, except for the ! abstract. Latin can be optionally used for the taxonomic ranks (e.g. Familia or Family). Dia- ¡ gnoses (optional) and descriptions must be given in telegraphic style, whenever possible, j Synonymies should include only the main references, useful to assess the species identity (e.g. based on material examined and well documented records).

; Example of systematic hierarchy and synonymy:

Family Cardiidae Lamarck, 1809 ! Subfamily Cardiinae Lamarck, 1809

I Genus Acanthocardia Gray, 1853 \ (type species Cardium aculeatum Linné, 1758)

Cardium indicum Lamarck, 1819 (Fig. 1A-D, Fig. 2C)

Cardium hlans Brocchi, 1814: p. 508, pi. 13, fig. 6 (non Spengler, 1799).

1 Cardium Indicum Lamarck, 1819: p. 4.

Cardium (Cardium) indicum Lamarck - Fischer-Piette, 1977: p. 112, pi. 10, fig. 4 (type).

BIBLIOGRAPHIC CITATIONS AND REFERENCES

All the publications to which reference is made in the text, including synonymies (but not authors of homonyms), must appear in the final reference list, alphabetically ordered. Titles of journals and books in non-Latin alphabets should be transliterated, while paper

titles should be translated into English. A note indicating the original language, such as ''[in Russian]" should be added.

A careful cross-check between bibliographic citation in the text and reference list should be made before submitting the manuscript.

Example of citations:

... reported by Richardson & Smith (1965)

... as known in literature (Ross et al., 1993; Rosenberg, 1995, 1997; Michelini & Andriani, 2000) ... the original illustration (Torwald, 1879: p. 56, pi. 2, fig. 5).

Example of references:

Salas C, 1996. Marine Bivalves from off the Southern Iberian Peninsula collected by the Balgim and Fauna 1 expeditions. Haliotis, 25: 33-100.

Grill B. & Zuschin M., 2001. Modern shallow- to deep-water bivalve death assemblages in the Red Sea - ecology and biogeography. Palaeogeography, Paloeoclimatology Pa- laeoecology, 168: 75-96.

Boss K.J., 1982. Mollusea, in Parker S.P. (ed.), Synopsis and Classification of Living Orga- nisms. Voi. 1. McGrow-Hill, New York: 945-1166.

Carter J.G., Campbell D.C. & Campbell M.R. 2000. Cladlstic perspectives on early bivalve evo- lution, in Harper E.M., Taylor J.D. & Crame J.A. (eds), The Evolutionary Biology of the Bi- valvia. Geological Society, London, Special Publications, 1 77: 47-95.

Vokes H.E., 1980. Genera of the Bivalvia: a systematic and bibliographic catalogue (revised and update). Paleontological Research Institution, Ithaca, Edwards Brothers Inc., 307 pp.

ILLUSTRATIONS

Illustrations must be of high quality, in electronic format (.tiff), with a resolution not lo- wer than 400 dpi for photographs and 600 dpi for drawings and graphics. They must be prepared exactly at the printing size, single column (8.4 cm) or double column (17.2 cm). The maximum printing size is 1 7.2 x 26.5 cm. The size of each illustration should be care- fully and wisely chosen, based on complexity and quantity of images, for avoiding scienti- fically useless and aesthetically poor results, as well as waste of printing space.

All illustrations are numbered as figures in a single series with Arabic numerals, in the sa- me order as cited in the text. In composite illustrations, lettering of component images should be made with a sans-serif font, such as Helvetica or Arial, using capital letters 3-5 mm in height. Labels and abbreviations should be in lower-case letters.

Illustrations should be referred to in the text as Fig, or Figs (not Figs.), whereas figures in ano- ther work are referred to as fig. or figs, as in the example: Fig. 3, Fig. 6A-F, Fig. SA, 7B, Figs 3, 5. Images, mounted on black or white background, should be adequately sized, neither smaller than 4-5 cm, nor excessively large. They should be properly distributed in the available spa- ce, avoiding wide, empty spaces. White or black scale bars can be applied on illustrations. Maps should be given as line figures, as simple as possible, with the localities cited in the text clearly indicated.

Illustrations are kept separate from the text. The publication of colour illustrations should be preliminarily arranged with the Editor. Originals should only be sent following final acceptance.

TABLES

Tables should be composed as text files, exactly at printing size (see under Illustrations), using a sans-serif font not smaller than 8-9 pts. Avoid thick borders and heavy grids. They are referred to in the text as Tab. (e.g. Tab. 2, Tabs 3-6, not Tabs.). Abbreviations are explai- ned in the captions or under Material and methods, Tables are kept as separate files, not embedded in the text.

CAPTIONS

Captions are reported in a distinct section of the manuscript, grouped together in se- quence. They must include: name and authority of the species, origin of the material, real size (not magnification!) and repository (with catalogue number if available). For manu- scripts in language other than English, an English version of captions must be added.

PROOFS AND REPRINTS

Publication on the Bollettino Malacologico is free of charge.

One set of proofs will be sent to the corresponding author by e-mail, for the correction of inadvertent mistakes and printer's errors. More extensive alterations will be charged to the author. Corrections should be returned to the Editor as soon as possible.

Contributors will receive 20 free reprints and a .pdf version of the article. Additional re- prints may be purchased.

Direttore responsabile: Paolo Crovato e-mail: paolo.crovato@fastwebnet.it

Coordinamento produzione: Prismi sri Fotocomposizione: Grafica Elettronica, Napoli Stampa: Arti Grafiche Solimene, Napoli - Finito di stampare il 30 dicembre 2008

Allegato al Bollettino Malacologico, Napoli; 44 (9-12): l-X [2002] 2006 - Società Italiana di Malacologia

Indice specifico Bollettino Malacologico 2004

Avvertenza

L'indice è stato compilato in ordine alfabetico specifico, facendo seguire il nome generico, I seguenti sim- boli indicano: £ = fossile; ° = sottogenere; # = non molluschi; * = illustrazione.

Acanthocardia ; 40: 50

acicula, Cedlioides; 40: 124

addila, Eulimella ; 40: 65

adcularis, Pelyddiotv, 40: 102£, 105£

adculata, Ocinebrina ; 40: 119

aculeata, Glans ; 40: 40

addenta, Peden inflexus var.; 40: 125

aculeata, Rhomboides rugosus var.; 40: 128

acuta, Odostomia ; 40: 66, 67*

acuta, Turbonilla ; 40: 60, 62, 64, 67, 67*, 68

acutissima, Turbonilla; 40: 60, 62, 67*, 68

adansoni, Marginella; 40: 82

adansonii, Fossarus; 40: 118

adriaticus, Modiolus ; 40: 125

aegyptiaca, Monodonta; 40: 117

aecjuinoctialis, Marginella ; 40: 80, 83, 84*, 85*, 86, 87

aerophoba, Aplysina; 40: 52#

afzelii, Liostomia; 40: 65, 65*

agassizii, Opisthoteuthis; 40: 46

alba, Murex craticulatus var.; 40: 119

alba, Ovula carnea var.; 40: 118

alba, Abra; 40: 62, 127

alba, Buccinimi macula var.; 40: 120

alba, Corbula gibba var.; 40: 128

alba, Hirudinaria; 40: 116, 126

alba, Peden glaber var.; 40: 125

alba, Peden pusio var.; 40: 125

alba, Peden varius var.; 40: 125

alba, Rissoa cimex var.; 40: 118

alba, Tellina exigua; 40: 127

alba, Trochus conulus var.; 40: 117

alba, Trochas magus var.; 40: 117

alba, Venus virgínea var.; 40: 127

alba, Volvaria miliaria var.; 40: 120

alba, Volvaria tritícea var.; 40: 120

albescens, Medora; 40: 124

alluda, Graphis; 40: 1, 91£

albo-bif asciata, Tornatella elongata ; 40: 124

albobifasciata ; 40: 124

albo-fasciata, Fusus syracusanus var.; 40: 120 albo-fasciata, Venus chione var.; 40: 128 albofasciata; 40: 120, 128 albo-maculata, Pleurotoma versicolor var.; 40: 121 albomaculata; 40: 121

albo-margaritacea, Anomia caepa var.; 40: 126

albomargaritacea ; 40: 126

albo-sordida, Trochus egyptiacus var.; 40: 117

albo-sordida, Venus exoleta var.; 40: 128

albosordida; 40: 117, 128

albumen, Natica; 40: 119

albumen, Nerita; 40: 119

albumen, Never it a ; 40: 119

alessiae, Patella; 40: 3£, 5£*, 6£, 7£*, 8£*,

algerianum, Epitonium; 40: 41

algirus, Zonites; 40: 13

Allixia ; 40: 101£

Alvania; 40: 70 alveolata, Sabellaria; 40: 66# amazona, Marginella; 40: 81, 83 ambigua s, Fossarus; 40: 118 ambroggii, Patella; 40: 3£, 8£*, americanas, Spondylus; 40: 115 ampullaceum, Trigonostoma ; 40: 15,

Anisocycla ; 40: 1

anime, Cerithiopsis; 40: 132, 133*

Aphanitoma; 40: 123

apicalis, Diplodonta; 40: 40, 114, 126

aradasi, Murexuls; 40: 40

arctica, Hiatella; 40: 40, 49, 50, 51, 51*, 52, 52*, 53, 54, 54*, 128

arctica, Fiiatella rugosa var.; 40: 50

ardens, Gibbuta; 40: 117

argentóme, Fedeltà pustulosa; 40: 33

annidata, Microxeromagna; 40: 13

articulatus, Osilinus; 40: 117

Astropecten; 40: 66#, 68#

attenuata, Mangelia; 40: 123

attenuatimi, Pleurotoma; 40: 123

attenuatus, Murex; 40: 123

aurea, Paphia; 40: 41, 60, 62, 64, 66, 68, 128

auriscalpium, Rissoa; 40: 41

autumnalis, Sesleria; 40: 112#

azonata, Puperita pietà var.; 40: 74£

azonata, Theodoxus pictus f.; 40: 74£, 75£*, 76£

azonus, Megalomphalus ; 40: 91£

balanorum, Clavagella; 40: 114, 128, 129

bnnatica, Lacuna; 40: 90£

banki, Acicula limolata; 40: 112

Indice specifico Bollettino Malacologico 2004

banksii, Onychoteuthis ; 40: 46, 47 barbara, Cochlicella; 40: 125 barbatia, Barbata ; 40: 49, 52 beani, Alvania ; 40: 40

beliti, Marginala; 40: 80, 81, 82, 83, 84% 85% 86, 87 biasolettiana, Delima bilabiata ; 40: 112 bicolor, Raphitoma ; 40: 124 bicolor, Cerastes ; 40: 127 bicolor, Murex granulatus var.; 40: 119 bicolor, Triforis perversus var.; 40: 119 Indentata, My sella; 40: 62 bourgeois i, Lacuna; 40: 88£, 89£% 90£ brevior, Columbella rustica var.; 40: 120 brocchi, Voluta; 40: 120 brocchii, Diplodonta; 40: 41 brochi, Volvaria brochi var.; 40: 120 brongniartii, Clausinella ; 40: 39, 40 bruguieri, Rissoina; 40: 41 brunnea, Chauvetia; 40: 41 bulimus, Melania ; 40: 124£ bushae, Ledella; 40: 30 cachiai, Kejdonia; 40: 1, cachiai, Pseudogr aphis; 40: 91£

Cacospongia; 40: 52# caduca, Lucina; 40: 128£ caduca, Tellina; 40: 114, 122£, 128£ caepa, Anomia ; 40: 126 caespitosa, Cladocora; 40: 50# calcar, Murex; 40: 119 calcareum, Phymatolithon ; 40: 38# callicratis, Pupa; 40: 124 callicratis, Turbo; 40: 124 calliglypta, Gonilia ; 40: 39, 40 calypso, Opisthoteuthis; 40: 46, 47 cancellata, Alvania ; 40: 40 cancellata, Turbo lucullanus var.; 40: 118 candidescens , Leucostigma ; 40: 124 caprearum, Chiton ; 40: 115, 116, 122* caprearum, Lepidochitona ; 40: 116, 122* caputspinulae, Paralaoma ; 40: 13 carinata, Alvania; 40: 118 carnea, Ferussacia; 40: 13 carpinifolia, Ostrya ; 40: 112 cartusiana, Monacha ; 40: 112 cosina, Venus; 40: 39, 41 cavolini, Modiola; 40: 125 cavolini, Mytilus; 40: 125 cepa, Anomia; 40: 126 Cerithiopsis; 40: 134 Chaunoteuthis; 40: 46 chinensis, Calyptraea; 40: 40, 118 Chrysallida ; 40: 61, 63 cimex, Alvania; 40: 40 cimicoides, Alvania; 40: 40

cinereo-maculata, Pleurotoma versicolor var.; 40: 121 cinereomaculata; 40: 121 clandestina, Callista ; 40: 128 clathrella, Alvania; 40: 70, 71, 72*

Clavagella; 40: 129 2 clavula, Liostomia; 40: 65

Clipeus ; 40: 116 Clypeus ; 40: 116 coccigrya, Cotinus; 40: 110# cochlear, Neopycnodonte; 40: 49, 52 Cochlostoma ; 40: 116

coerulescens, Psammobia gari var.; 40: 127

columbellaria, Mitra; 40: 121£

columnae, Pleurotoma; 40: 114£, 121£, 122£*

columnae, Turriclavus; 40: 121£

communis, Turritella; 40: 66

commuta, Saccella; 40: 26

concava var. A, Leda, 40: 28£

concava, Jupiteria; 40: 25£, 26£, 27£% 28£, 29£% 30£

concava, Leda; 40: 28£

concava, Nucida; 40: 26£, 28£

concava, Nuculana; 40: 28£

concava, Portlandia ; 40: 28£

concentrica, Zealeda; 40: 33£

concinna, Pleurotoma ; 40: 115, 121

concinna, Raphitoma; 40: 40, 121

concinnum, Ciclostoma; 40: 118

confortáis, Ringicula; 40: 41

conoidea, Odostomia ; 40: 41, 60, 62, 66, 67% 68, 124

consociella, Alvania; 40: 41

contigua, Raphitoma; 40: 124

contortuplicata, Serpula ; 40: 118

contortuplicatus, Vermetus ; 40: 118

conulus, Calliostoma; 40: 40

corallinus, Chiton; 40: 117

corallinus, Murex; 40: 119

corallioides, Lithothamnion ; 40: 38#

corbis, Cardita; 40: 127

corbis, Pteromeris; 40: 114, 127

corbuloides, Bornia; 40: 126

Coripia; 40: 127

coronata, IRissoa ; 40: 119

coronata, Cancellaria; 40: 114£, 121£, 122£*

coronata, Opalia ; 40: 114, 119

coronata, Rissoa; 40: 114

corrugata, Lepidochitona ; 40: 116

coruscans, Chlamys coruscans; 40: 57

coruscans, Pandorina; 40: 128

coruscans, Pecten; 40: 57

coruscans, Semipallium coruscans; 40: 57, 58, 59

coruscans, Tellina; 40: 116, 128

costata, Scissurella; 40: 117

costata, Vallonia; 40: 112

costatata, "Patella"; 40:

costulata, Mangelia; 40: 41

costulata, Pleurotoma; 40: 123

costulata, Psammobia; 40: 40

costulatus, Musculus; 40: 125

crassa, Manzonia; 40: 41

crassa, Tellina; 40: 41

crassicostata, Patella; 40: 3£, 6£, 8£%

crassicostata, Zealeda; 40: 33£

Crassostrea; 40: 60 crassum, Laevicardium; 40: 41 crenulata, Erycina; 40: 126 Crisilla ; 40: 106°

crispata, Anatina-, 40: 129

crispata, Cuspidata; 40: 129£

crispata, Drilliola; 40: 123£

cristata, Muricopsis; 40: 40

cumana, Macoma ; 40: 127£

cuneiformis, Gastrochaena; 40: 128

curta, Cochlodina costata; 40: 112

curvirostris, Ledella; 40: 33£

cuvierii, Nassarius; 40: 120

Cyclocotyla; 40: 116

Cyclostoma; 40: 116

cydonium, Geodia; 40: 52#

cylindracea, Lauria; 40: 112

cylindrata, Pseudochondrula seductilis var.; 40: 110

Cymbula; 40: 9

cyrilli var. b, Murex; 40: 121, 123

cyrilli, Cytherea; 40: 128

cyrilli, Pleurotoma; 40: 121

cyrilli, Venus ; 40: 115, 128

dactylus, Pholas ; 40: 50

davisiana, Marginella; 40: 80, 82, 84*

declivis, Rubritrochus; 40: 117

decussata, Ctena; 40: 41

decussata, Nullipara; 40: 117#

decussata, Spongites; 40: 117#

defilippi, Octopus; 40: 46, 47

dellechiaje, Cerithium; 40: 118

dellechiaje, Murex; 40: 118

delphinensis, Patella; 40:

densa, Raphitoma; 40: 121, 124

dentalis, Dentalium; 40: 40

denticulata, Marginella; 40: 80, 81, 82, 83, 86, 87

depressa, Trochus firmonii var.; 40: 117

depressus, Fossarus; 40: 91£

detrita, Zebrina ; 40: 112

diadema, Alvania ; 40: 35£

diaphana, Vitrea; 40: 112

dictyophora, Alvania; 40: 71

dillwisii, Natica; 40: 119

dimassai, Onoba; 40: 108

disciformis, Megalomphalus; 40: 88£, 89£*, 90£, 91£

discolor, Callitriche; 40: 125

discors, Madida; 40: 125

discors, Musculus ; 40: 125

discors, Mytilus; 40: 125

distinctus, Murex; 40: 119

distorta, Tellina ; 40: 62

divaricata, Lucinella ; 40: 40

Dizomopsis; 40: 134

donacina, Tellina; 40: 40

dorbignyi, Scissurella ; 40: 117

draparnaudii, Monodonta; 40: 117

draparnodi, Trochus; 40: 117

Ebala; 40: 1

ebenus, Vexillum; 40: 39, 41 echinata, Pagodula; 40: 119 edule, Cerastoderma; 40: 66 edulis, Mytilus; 40: 66 edulis, Ostrea ; 40: 64, 66 egyptiacus, Trochus; 40: 117

elatior, Trochus firmonii var.; 40: 117 elegans, Leda; 40: 35£ elegans, Murex ; 40: 121 elegans, Pleurotoma; 40: 114£, 121£, 122£* elegans, Zealeda ; 40: 25£, 33£, 34£, 34£*, 35£ elegantissima, Chemnitzia ; 40: 124 elliptica, Macoma; 40: 127£ elliptica, Scucchia; 40: 127 elliptica, Spisula; 40: 127 elliptica, Tellina; 40: 127£ elongata, Histioteuthis; 40: 46 ensis, Ensis ; 40: 39 Ensis; 40: 50

ephipium, Anomia; 40: 126 ephippium, Anomia; 40: 40, 126 Epitomimi; 40: 116 erctensis, Jupiteria; 40: 26£ erctensis, Leda; 40: 26, 28£ erjaveciana, Odostomia ; 40: 60, 62, 66, 67*, 68 Eulimella; 40: 61

eulimoides, Odostomia; 40: 66, 67* euplaeae, Chiton; 40: 117 eupleae, Callochiton septemvalvis ; 40: 39 exasperatus, Jujubinus ; 40: 40 excisa, Bathyspinula; 40: 35£ exiguum, Cardium ; 40: 127 exiguum, Parvicardium; 40: 127 exoleta, Dosinia ; 40: 41 fanulum, Gibbuta; 40: 40, 117 fasciata, Mitra caffra var.; 40: 121 fascicularis, Acanthochitona; 40: 39 fermonii, Trochus; 40: 117

ferruginea, Patella; 40: 3, 6, 8£*, 9£, 95, 96, 97, 98, 99 Festuca; 40: 110# ficiformis, Petrosia; 40: 52# firmonii, Trochus; 40: 117 fissistriata, Jupiteria; 40: 25£, 27£*, 28£, 29£*, 30£ fissistriata, Leda; 40: 28£, 29£ flavescens, Mytilus edulis var.; 40: 125 flexuosa, Chlamys; 40: 40 florenskii, Buliminus; 40: 109 foetida, Sarcotragus; 40: 52# formosa, Parthenope; 40: 114, 116, 122*, 126 Forskalena; 40: 117° fulgidula, Turbonilla; 40: 1 fulva, Buccinimi macula var.; 40: 120 fulva, Corbula gibba var.; 40: 128 fulva, Mitra lutescens var.; 40: 120 fulva, Rissoa cimex var.; 40: 118 fulva, Rissoa costata var.; 40: 118 fulva, Venus chione var.; 40: 128 fulvofasciata, Vulvaria miliaria var.; 40: 120 fulvo- fasciata, Volvaria miliaria var.; 40: 120 fusca, Mitra caffra var.; 40: 121 fusca, Astarte; 40: 39, 40 fusca, Buccinimi macula var.; 40: 120 fusca, Buccinimi tessulatum var.; 40: 120 fusca, Fusus syracusanus var.; 40: 120 fusca, Mitra lutescens var.; 40: 120 fusca, Pleurotoma versicolor var.; 40: 123 3

Indice specifico Bollettino Malacologlco 2004

Indice specifico Bollettino Malacologico 2004

fusca, Rissoa cimex var.; 40: 118 fusca, Rissoa costata var.; 40: 118 fuscatus, Tympanotonus; 40: 119 fusco-f asciata, Bulimus ventrosas; 40: 124 fusco-f asciata, Helix aspersa var.; 40: 125 fusco-f asciata, Helix pyramidata ; 40: 124 fusco-f asciata, Helix vermiculata var.; 40: 125 fuscofasciata; 40: 124, 125 fusiformi, Owenia; 40: 62#, 64#, 67#, 68# gaederopus, Spondylus; 40: 115 galatensis, Saccoina ; 40: 1, 91£

Galeomma; 40: 116, 126°

Galiteuthis; 40: 46

gallina, Chamelea ; 40: 62

galloprovincialis, Mytilus; 40: 66

garnoti, Patella; 40: 116

geryonia, Alvania ; 40: 40

ghisotti, Foliadla; 40: 92£

gibba, Corbula; 40: 40, 43, 60, 62, 68, 128

gibba, Jupiteria ; 40: 25£, 29£, 29£*, 30£, 31£

gibba, Leda; 40: 29£

gibba, Ledella; 40: 29£

gibba, Tellina ; 40: 128

Gibbaspira; 40: 123°

Gibbomodiola; 40: 125°

Gibbuta; 40: 117° ginannia, Pleurotoma ; 40: 123 ginnania, Mangelia; 40: 123 glabella, Voluta; 40: 82 glaber, Pecten glabra var.; 40: 125 glabra, Pecten hyalinus var.; 40: 125 glabra, Pecten inflexus var.; 40: 125 glaucum, Cerastoderma ; 40: 66 Glycymeris; 40: 39 glycymeris, Glycymeris; 40: 39, 40 gracile, Pleurotoma ; 40: 123 gracilis, ?Clathodrillia; 40: 123 gracilis, Comarmondia; 40: 40, 121, 123 gracilis, Murex; 40: 123 gracilis, Pleurotoma; 40: 123 gradatimi, Trigonostoma ; 40: 15 graeca, Diodora; 40: 41 granatina, Patella; 40: 9 granulatus, Murex; 40: 119 grammi, Clathromangelia; 40: 123 Graphis ; 40: 1

grenophia, Bathyarca; 40: 41, 125 greppii, Cerithiopsis ; 40: 77, 77* , 78, 78* gualtierii, Purpura; 40: 119 gualtierii, Valuta; 40: 119 guttadauri, Gibbuta; 40: 40 gwyni, Limatala ; 40: 41 haliotidea, Testacella : 40: 13 damata, Zealeda; 40: 33£ hampsoni, Ledella pustulosa; 40: 33, 35 liardyi, Opisthoteuthis; 40: 46 harpula, Turriclavus; 40: 121£ hellenica, Opalia ; 40: 119 hellenica, Scalaria ; 40: 114 hehnatina, Marginella; 40: 83

heptagona, Pleurotoma; 40: 114£, 115£, 121£, 122£* hians, Limaria; 40: 64 Hiatella; 40: 49, 50, 51, 52, 53*

Hinia; 40: 120°

Hirudinaria ; 40: 116

hispidula, Alvania; 40: 40

hombergi, Nephtys; 40: 62#, 64#, 67#, 68#

hydatis, Haminoea; 40: 41

hystrix, Raphitoma; 40: 40

ignobilis, Conus; 40: 123

illyrica, Granaria; 40: 112

lmparietula; 40: 109

imperati, Aphanitoma; 40: 123£

imperati, Pleurotoma ; 40: 114£, 122£*, 123£

incarnata, Monachoides; 40: 112

incerta, Chrysallida; 40: 88£, 89£*, 91£

incerta, Pseudochondrula seductilis var.; 40: 110

incomparabile, Palliolum; 40: 40

incospicua, Pusillina; 40: 90£

inflata, Bornia; 40: 126

infundibulum, Myxicola ; 40: 66#

inopinata, “Magaleda"; 40: 33£

inopinata, Ledella; 40: 33

intermedia, Phasianella ; 40: 115, 117

interstincta, Chrysallida; 40: 60, 64, 65, 67*, 68

Ircinia; 40: 52#

irregularis, Astropecten ; 40: 65#, 66#

isikela, Jupiteria; 40: 30£

jacobusi, Alvania weinkauffi; 40: 70, 71, 73

jadertinum, Bittium ; 40: 41

jansseni, Turbonilla; 40: 92£

japónica, Nannoteretispira ; 40: 101

josae, Onoba ; 40: 106, 108

josephinia, Neverita ; 40: 119

juliae, Chrysallida ; 40: 60, 65, 67*, 68

Junonia; 40: 30£°, 31£°, 32£°, 34£°

Jupiteria; 40: 25£, 26£, 26£°, 28£, 28£°, 29£°, 35£

Kejdonia ; 40: 1, 91 £

kelseyi, Pelycidion cf.; 40: 101

klemmi, Deroceras; 40: 112

komarowi, Pseudochondrula seductilis; 40: 112

Krachia; 40: 134

Krachiopsis ; 40: 134

Laciolina ; 40: 127

ladea, Striarca; 40: 39, 40

ladea, Turbonilla; 40: 124

ladeus, Loripes ; 40: 41

laevigata, Nitidella; 40: 120

laevis, Chiton; 40: 117

laviae, Raphitoma; 40: 41

Leda; 40: 28£

Ledella; 40: 25£, 26£, 30£, 33£

Ledellina ; 40: 33 legumen, Pharus ; 40: 62 lesueurii, Ancistrocheirus ; 40: 46, 47 leucoderma, Murex; 40: 119 leucodon, Bulimus; 40: 109 lima, Lima; 40: 126 Lima; 40: 126°

Limaria ; 40: 126°

4

linearis, Raphitoma; 40: 40, 121, 123 lineata, Alvania; 40: 41 Liostomia ; 40: 61

livida, Buccinimi corniculum var.; 40: 120

livida, Buccinum tessulatum var.; 40: 120

longicallus, Abra; 40: 122£*, 127£

longicallus, Tellina; 40: 114£, 122£*, 127£

longolaevis, Portlandia concava var.; 40: 28£

loscombi, Limea ; 40: 40

lubrica, Clausilia ; 40: 124

lubrica, Cochlicopa ; 40: 112

lucens, Paphia; 40: 41, 128

lucullana, Rissoa; 40: 118

lucullanus var. b, Turbo; 40: 118

lupinus, Dosinia; 40: 62

lusitanicus, Arion; 40: 13

lutea, Anomia caepa var.; 40: 126

lutea, Peden glabra var.; 40: 125

lutea, Pecten pusio var.; 40: 125

lutea, Pecten varius var.; 40: 125

lutea, Tellina exigua; 40: 127

lutea, Trochus egyptiacus var.; 40: 117

lutescens, Buccinimi macula var.; 40: 120

lutescens, Helix aspersa var.; 40: 125

lutescens, Murex craticulatus var.; 40: 119

lutescens, Psammobia gari var.; 40: 127

lutescens, Volvaria tritícea var.; 40: 120

Lyonsia; 40: 116

Mactra; 40: 39

maculata, Neritina fluviatilis var.; 40: 117 Magaleda; 40: 33 magna, Tellina; 40: 127 magus, Gibbula; 40: 41, 49, 52 maior, Buccinum corniculum var.; 40: 120 maior, Buccinum tessulatum var.; 40: 120 maior, Cerithium alucoides var.; 40: 118 maior, Colombella rustica var.; 40: 120 maior, Fusus corneus var.; 40: 120 maior, Purpura gualtierii; 40: 120 maior, Trochus adansonii var.; 40: 117 major, Helix carthusiana var.; 40: 124 mamillaris, Trimusculus; 40: 116 Manzonia; 40: 73

maravignae, Crassopleura; 40: 121£

marginata, Granulino ; 40: 120

marginata, Pusillina; 40: 41

Marginella; 40: 80, 81

marshalli, bedelía pustulosa ; 40: 33

maximus, Pecten; 40: 66

media, Cerithium alucoides var.; 40: 118

mediterranea, Mitromorpha; 40: 121

mediterraneum, Lentidium ; 40: 60, 128

Megalocranchia; 40: 46, 48

Megastomia; 40: 124°

membranacea, Rissoa; 40: 66

messanensis, Ledella; 40: 25£, 30£, 31£*, 32£*, 33£

messanensis, Nuculana; 40: 25£, 30£

messanensis, Yoldiella ; 40: 30£

metaxa, Metaxia; 40: 41

micalii, Cerithiopsis ; 40: 77, 78

miliaria, Gibberula ; 40: 40 minima, Cerithiopsis; 40: 77, 78 minima, Gonidio; 40: 39, 40, 128 minimum, Parvicardium ; 40: 40 minor, Buccinum corniculum var.; 40: 120 minor, Buccinum tessulatum var.; 40: 120 minor, Cerithium alucoides var.; 40: 118 minor, Colombella rustica var.; 40: 120 minor, Fusus corneus var.; 40: 120 minor, Helix carthusiana var.; 40: 124 minor, Mitrella ; 40: 41, 120 minor, Nassa neritea var.; 40: 120 minor, Purpura gualtierii var.; 40: 120 minor, Trochus adansonii var.; 40: 117 minor, Volvaria miliaria var.; 40: 120 minúscula, Hawaiia; 40: 11, 12, 13 minuta, Candita; 40: 115, 127 minuta, Pteromeris; 40: 114 miostnata, Onoba ; 40: 108 mitrella, Volvarina; 40: 40 Mitrolumna ; 40: 121°

Mitromorpha; 40: 121 modesta, Careliopsis; 40: 1 mollis, Chaunoteuthis; 40: 46 monstruosa, Pecten jacobaeus var.; 40: 125 montagui, Jujubinus; 40: 40 monterosatii, Chrysallida; 40: 65, 67* monterosatoi, Saccoina ; 40: 88£, 89£*, 91£ moreleti, Onoba; 40: 108 multilineolata, Mangelia; 40: 123 multistriata, Chlamys ; 40: 49, 52 multistriatus, Solai; 40: 127£ mumiola, Pelycidion; 40: 102£

Mure x; 40: 121

mutabilis, Nassarius ; 40: 120

mutinensis, Theodoxus ; 40: 74£

mutistriatus, Solai; 40: 114£, 122£*

myrmecidis, Turbo; 40: 124

Mytilus; 40: 49, 50

nana, Bela; 40: 123£

nana, Cerithiopsis; 40: 132

nana, Cerithium ; 40: 134

nana, Pleurotoma; 40: 115£, 123£

Nannoteretispira ; 40: 101£

nanum, Cerithiopsis tubercularis var.; 40: 134

nebula, Bela; 40: 123

neritea, Cyclope; 40: 41

nicotrae, Leda; 40: 32£, 33£

nicotrae, Ledella; 40: 25£, 32, 32£*, 33£

nigra, Mitra caffra var.; 40: 121

nigra, Pleurotoma versicolor var.; 40: 123

nigra, Neritina fluviatilis var.; 40: 117

nigra, Finns; 40: 110#, 112#

nigra, Trochus egyptiacus var.; 40: 117

nigra, Trochus magus var.; 40: 117

nigricans, Buccinum macula var.; 40: 120

nigricans, Mytilus edulis var.; 40: 125

nigro-radiata, Venus chiane var.; 40: 128

nigroradiata ; 40: 128

nilae, Pusillina; 40: 88£, 89£*, 90£

5

Indice specifico Bollettino Malacologico 2004

Indice specifico Bollettino Malacologico 2004

niso, Chondrula; 40: 109, 110 nitens, Venus ; 40: 128 nitida, Euspira; 40: 40 nitidosa, Nucida ; 40: 60, 62, 68 nitidus, Nassarius ; 40: 120 Nodiscala; 40: 119° norivegica, Lyonsia; 40: 116, 128 Nuculana; 40: 26£ nycteìia, Lehmannia ; 40: 13 oblonga, Scucchia ; 40: 127 obvoluta, Helicodonta; 40: 112 occulta, Granulina; 40: 40 oceanica, Caulinia; 40: 119#, 120# oceanica, Posidonia; 40: 43#, 119#, 120#, 132# oculus, Cymbula; 40: 6, 9 Odostomia; 40: 61, 62, 63 officinalis, Spongia; 40: 49#, 50#, 52#, 53#, 55# oliverioi, Onoba; 40: 108 olivi, Dentalium ; 40: 114£, 122£*, 129£ olivi, Godila; 40: 129£ olivoidea, Mitrolumna; 40: 40 Onchodia; 40: 134 Onoba; 40: 106£

opercularis, Aecjuipecten; 40: 50, 66 opercularis, Chlamys; 40: 66 Opisthoteuthis; 40: 47 oretea, Hadriania; 40: 49, 52 ornus, Fraxinus; 40: 110#, 112# oroides, Agelas; 40: 52#

Ostrea ; 40: 49 ovata, Timoclea ; 40: 39, 40 pollens, Clausilia ; 40: 124 pallens, Helix vermiculata var.; 40: 125 pollens, Venus chiane var.; 40: 128 pallida, Trochus zizyphinus var.; 40: 117 Paludinella ; 40: 116 Pandorina; 40: 116 Papillocardium ; 40: 127 papillosum, Cardium; 40: 127 papillosum, Plagiocardium; 40: 39, 40, 127 papyracea, Thracia; 40: 62 Parthenope ; 40: 116

parvotriangula, Trigonostoma umbilicare var.; 40: 15, 21 parvotriangula, Trigonostoma; 40: 15, 16, 17, 19, 20, 21, 22*, 23, 23*, 24

Patella; 40: 3£; 4£, 5£, 9£, 41 patelliformis, Pododesmus; 40: 40 paucicostata, Acanthocardia; 40: 60, 62, 68 paucicostata, Turbonilla; 40: 92£

Peden; 40: 49, 50 pectunculoides, Arca; 40: 125£ pectunculoides, Bathyarca; 40: 125£ pella, Nuculana; 40: 41, 43 Pelycidion; 40: 101£, 102, 102£, 105, 105£

Pennatula ; 40: 65# peraffinis, Ledella; 40: 31£, 32£* pernula, Nuculana; 40: 26£ perstriatum, Pelycidion ; 40: 102£ perversas, Monophorus; 40: 40, 119 6 perzonata, Puperita pietà var.; 40: 74£

perzonata, Theodoxus pictus f.; 40: 74£, 75£*, 76£

petagnae, Gregariella; 40: 125

petagnae, Modiola; 40: 125

petagnae, Mytilus; 40: 125

phaseolina, Modiolula ; 40: 40

philberti, Pleurotoma; 40: 124

philberti, Raphitoma; 40: 121, 124

philippi, Aphanitoma; 40: 123

pietà, Helix pyramidata var.; 40: 124

pietà, Purpura; 40: 120

pictus, Theodoxus; 40: 74, 76£

pisum, Erycina; 40: 114, 122% 126

platycephala, Clausilia; 40: 124

plicata, Odostomia; 40: 124

plicata, Scissurella; 40: 117

pliomagna, Turbonilla ; 40: 88£, 89£*, 91£

pliomagna, Turbonilla postacuticostata var.; 40: 92£

plolytropa, Eophiotoma ; 40: 121

poli, Calyptraea ; 40: 118

poli, Hiatella; 40: 126

poli, Patella; 40: 118

polianus, Stephanopus; 40: 116, 125

polita, Melanella ; 40: 119, 124

polita, Ovatella; 40: 124

polita, Rissoa; 40: 124

Politapes; 40: 128

politus, Turbo; 40: 124

Pomatias; 40: 116

Posidonia; 40: 37#, 39#

postacuticostata, Turbonilla; 40: 92£

postica, Allixia acicularis; 40: 101£, 102£

posticini!, Pelycidion; 40: 101£, 102£, 103£*, 104£*, 105£

posticum, Pelycidion acicularis; 40: 102£, 105£

prismatica, Abra; 40: 62

Pseudochondrula ; 40: 109, 110

Pseudogr aphis; 40: 91£

pseudohystrix, Philbertia; 40: 41

pubescens, Quercus; 40: 112

pubescens, Thracia ; 40: 41

pullus, Tricolia pullus; 40: 41

punctata, Otala; 40: 13

pupoides, Raphitoma; 40: 123

purpureo- fasciata, Venus exoleta var.; 40: 128

purpureofasciata; 40: 128

purpureo-striata, Venus exoleta var.; 40: 128

purpureostriata; 40: 128

pusilla, Achatina; 40: 124

pusilla, Pleurotoma; 40: 123

pusilla, Toltecia; 40: 13

Pusillina ; 40: 90£

pusio, Buccinimi ; 40: 120

pusio, Murex; 40: 120

pustulosa, Leda; 40: 34£, 35£

pustulosa, Ledella; 40: 33£, 34, 34£*, 35£

pustulosa, Ledella pustulosa; 40: 33

pygmaeum, Cyclostoma; 40: 116

pygmaeum, Punctum; 40: 12, 13

quadridens, Jaminia; 40: 109, 110, 111*, 112*

rectidorsata, Ledella; 40: 30£

reeveana, Marginalia; 40: 81, 82, 83

renieri, Pleurotoma; 40: 123£ reticulatum, Bittium ; 40: 39, 40 reversa, Histioteuthis ; 40: 46 rhomboides, Hypogaeoderma ; 40: 52 rhomboides, Saxicava ; 40: 52 rhombus, Thysanoteuthis ; 40: 46, 47 rinaldii, Onobn ; 40: 106£, 107£*, 108£ riparbellii, Helicodiscus; 40: 13 Rissoa ; 40: 90£ rissoides, Odostomia ; 40: 66 rosea, Emarginala ; 40: 41 rosea, Venus chiane var.; 40: 128 rubicundas, Chiton ; 40: 117 rubra, Anomia caepa var.; 40: 126 rubra, Lasaea; 40: 127 rubra, Ovala carnea var.; 40: 119 rubra, Pecten glaber var.; 40: 125 rubra, Pecten pusio var.; 40: 125 rubra, Pecten varias var.; 40: 125 rubra, Tellina exigua var.; 40: 127 rubra, Trochas egyptiacus var.; 40: 117 rubra, Trochas magus var.; 40: 117 rubra-fusca, Pecten varias var.; 40: 125 rubrafusca ; 40: 125 rude, Pleurotoma ; 40: 123 rudis, Crassispira; 40: 123 rudis, Fusions; 40: 40 rudis, Pitar; 40: 41 rudis, Pleurotoma ; 40: 115, 123 rufa, Conus ignobilis var.; 40: 123 rufa, Turbonilla; 40: 1, 60, 62, 67% 68 rufus, Arion; 40: 13 rugosa, Bolina; 40: 40

rugosa, Hiatella; 40: 49, 50, 51, 51% 52, 52*, 53, 53*, 54, 54*

rugosa, Scissurella dorbignyi var.; 40: 117 rupestris, Helix; 40: 124 rupestris, Pyramidula; 40: 124 Saccella; 40: 26 Saccoina; 40: 1, 91£ salicornioides, Cellaria ; 40: 57# sanguinea, Pecten sanguineus var.; 40: 126 sanguineum, Homalopoma; 40: 40 saxatilis, Littorina; 40: 66 scacchiana, Pallia; 40: 120 scacchianum, Buccinum; 40: 120 s calarinum, Cochlostoma; 40: 112 scalaris, Odostomia; 40: 66, 67* scalaroides, Dermomurex ; 40: 41, 119 scapa, Pseudochondrula seductilis; 40: 110 scillae, Eulimella; 40: 124 scillae, Melania; 40: 124£

Scissurella; 40: 116 scopulos, Caprearum; 40: 116 scripta, Mitrella sp cfr; 40: 41 scytodesma, Chiton; 40: 116, 117 sebetia, Bornia; 40: 126 seductilis, Pseudochondrula seductilis; 40: 110 seductilis, Pseudochondrula; 40: 109, 110, 110*, 111*, 112, 112*

semicostatus, Turbo; 40: 106 semidentata, Amphidesma ; 40: 127 semidentata, Tellina; 40: 115, 127 seminulum, Bornia; 40: 127 seminulum, Leda; 40: 30£ seminulum, Ledella; 40: 25£, 30£, 31, 31£*, 35£ semi-papillosa, Cardium papillosum var.; 40: 127 semipapillosa; 40: 127 semistriata, Alvania; 40: 106 semistriatus, Donax; 40: 41, 62 septangulare, Pleurotoma; 40: 121 septangularis, Haedropleura; 40: 121£, 122£* septangulus, Murex; 40: 121 s eptemvalvis, Chiton; 40: 117 serresianus, Aporrhais; 40: 41 Sesleria; 40: 110#

Setia; 40: 90£

similis, Hyalopecten; 40: 40 similis, Rissoa; 40: 115, 118 singleyanus, Helicodiscus ; 40: 12, 13 sinuata, Leda; 40: 29£, 30£, 31£ sinuosa, Rissoa; 40: 119 Sissurella; 40: 116 smithii, Mangelia ; 40: 41 solcata, Odetta; 40: 88£

Solemya; 40: 116 solida, Hiatella; 40: 50 Sphaeronassa ; 40: 120°

Spica; 40: 91£

spinacristi, Paliaras; 40: 110# spinosa, Prunas; 40: 110# spinulosa, Sabellaria; 40: 50#

Spongia; 40: 52#

spongites, Acasta; 40: 52#

steenstrupiana, Sepiola; 40: 46, 47

Stephanopus; 40: 116

striata, Bulla; 40: 41

striata, Leda sinuata var.; 40: 30£, 31£

striata, Pecten glaber var.; 40: 126

striata, Pecten hyalinus var.; 40: 126

striata, Pisania ; 40: 120

striata, Scissurella dorbignyi var.; 40: 117

striatella, Leda; 40: 26£, 28£

striatus, Turbo; 40: 106

striolata, Mangelia; 40: 123

striolata, Pleurotoma; 40: 123

subangulatum, Cardium; 40: 115

subangulatum, Cardium; 40: 127

subcylindrica, Truncatella ; 40: 118

submamillatum, Cerithium; 40: 41

suborbicularis, Kellia; 40: 41, 122*, 126

subpyriformis, Puperita pietà var.; 40: 74£

subpyriformis, Theodoxus pictus f.; 40: 74£, 75£*, 76£

subtruncata, Spisula; 40: 40, 42

subtruncata, Spisula; 40: 62

succinea, Pecten hyalinus var.; 40: 126

sulcata, Anomia caepa var.; 40: 126

sulcata, Nucida; 40: 28£, 40

sulcata, Odetta; 40: 89£*, 91£

sulcatulum, Neolepton; 40: 40

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Indice specifico Bollettino Malacologlco 2004

Indice specifico Bollettino Malacologico 2004

Sveltiti ; 40: 121 °, 122°

Syndosmya; 40: 122°, 127°

taburnensis, Clausilia ; 40: 124

taurinensis, Puperita pietà var.; 40: 74£

taurinensis, Theodoxus pictus f 40: 74£, 75£*

Telasco; 40: 120°

tenera, Emarginula; 40: 41

tenthrenois, Cerithiopsis ; 40: 77, 78

tennis, Tricolia; 40: 117

terebellum, Chrysallida; 40: 60, 65, 67*, 68

Teretileda ; 40: 26

tesselatus, Trochas; 40: 117

tessulatum, Buccinum tessulatum var.; 40: 120

tessulatum, Buccinum; 40: 120

tessulatus, Trochus; 40: 117

testae, Alvania ; 40: 40

testudinalis, Acmaea ; 40: 66

tetragona, Arca; 40: 40

Theodoxus; 40: 74£

thessalonica, Bulgarica; 40: 13

togata, Solemya; 40: 116, 125

togata, Tellina; 40: 125

transverse sulcata, Rissoa lucullana var., 40: 118 trapezia, Gians; 40: 41 triangularis, Goodallia ; 40: 40 tricolor, Vexillum; 40: 40 Tridacna; 40: 60

trigona, Diplodonta ; 40: 114, 126

trigona, Leda; 40: 26£, 28£

trigona, Lucina; 40: 126

trigona, Tellina; 40: 114, 126

Trigonostoma; 40: 15

trigonula, Diplodonta; 40: 126

Trimusculus; 40: 116

Triphora ; 40: 41

tricpieter, Pomatoceros ; 40: 66#

tricjuetrus, Vermetus; 40: 118

Truncatella; 40: 116

truncatula, Truncatella; 40: 118

tubercularis, Cerithiopsis ; 40: 41, 132

tuberculata, Cassidaria echinophora var.; 40: 119

turbinatus, Osilinus; 40: 117

turbona, Turritella; 40: 39, 40

Turbonilla; 40: 61, 62, 63

turritella, Rissoa; 40: 124

turtoni, Galeomma ; 40: 116, 122*, 126

ulvae, Hydrobia; 40: 66

umbilicare, Trigonostoma; 40: 15, 16, 17, 18, 20, 21, 22*, 23, 23*, 24

nudata, Mysia ; 40: 123, 128 nudata, Venus; 40: 128 undatum, Buccinum; 40: 66 ungaricus, Capulus; 40: 41 unguiformis, Crepidula ; 40: 41 unicolor, Bulimus ventrosas var.; 40: 125 unicolor, Tornatella fasciata var.; 40: 124 imbasciata, Mangelia; 40: 41 vaginata, Pagodula ; 40: 119 vaginatus, Murex; 40: 119 valentiana, Lehmannia; 40: 13 varia, Chlamys; 40: 40, 49, 52 variabilis, Ircinia; 40: 52#

Varicorbula ; 40: 128° variegata, Venus virgínea var.; 40: 128 variolosa, Cypraea cinammomea var.; 40: 118 varisculpta, Folinella; 40: 88£, 89£*, 92£ ventricosus, Bulimus; 40: 125 ventrosus, Bulimus; 40: 125 venustulum, Pelycidion; 40: 101, 105 vermicularis, Serpula; 40: 118 versicolor, Peden glaber var.; 40: 126 versicolor, Peden hyalinus var.; 40: 126 versicolor, Peden sanguineus var.; 40: 126 versicolor, Pleurotoma; 40: 115 versicolor, Trochus conulus var.; 40: 117 versicolor, Venus cyrilli var.; 40: 128 versicolor, Venus geographica var.; 40: 128 villarii, Alvania; 40: 70, 71, 72*, 73 vinda, Lacuna ; 40: 66 vindascina, Patella; 40: violacea, Erycina; 40: 127 violacea, Peden glaber var.; 40: 126 violacea, Peden pusio var.; 40: 125 violacea, Peden sanguineus var.; 40: 126 violacea, Trochus conulus var.; 40: 117 vulgaris, Lima; 40: 126 vulgaris, Limaria; 40: 126 vulgatum, Cerithium; 40: 40 Vulsella; 40: 53

weinkauffi, Alvania weinkauffi; 40: 73 Yoldiella; 40: 30 Zealeda; 40: 25£, 33£, 35£ ziziphinum, Calliostoma; 40: 40 Zostera; 40: 66#, 77#

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