THE UNIVERSITY OF ILLINOIS LIBRARY 5SO.e SOE> 1922-26 13 MAY BULLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA BULLETTINO DELLA Società Botanica Italiana Anno 1922 FIRENZE 1922. Mazzocchi, Officina Tipografica Mugellana, Borgo S. Lorenzo. SOR 1922. Gennaio N. I. BULLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA INDICE Pampanini R. e Zanon V. - Nuovi contributi alla conoscenza della flora della Cirenaica. Il Pag- 2 Passerini N. - Il U^Celumbium speciosum Willd. inselvatichito nella Tenuta di Coltano (Pisa) (Proc. verb.) » 1 Peyronel B. - Nuovi casi di rapporti micorizici tra Basidiomiceti e Fanerogame arboree » 3 Savelli Roberto - Petalizzazioni endocarpiche » 10 Addenda et emendanda ad Floram italicam » 16 Adunanza del 14 gennaio 1922. Presiede il Presidente N. Passerini. Aperta la seduta il Presidente annunzia la morte del Vice-Presidente S. Sommier, avvenuta a Firenze il 3 corr., e ne ricorda le benemerenze verso la Società botanica. Avverte che il Consiglio della Società ha deciso che sia commemorato nel prossimo fascicolo del Nuovo Giornale. Indi riferisce che, alla fine dell' estate del 1 920, trovò nella R. Tenuta di Col- tano in provincia di Pisa, in località detta n I Palazzi " due fosse parallele addi- rittura invase dal 3\£elumbium speciosum Willd. , che allora era in piena fioritura e che si estendeva in ciascuna fossa per circa 90 metri di lunghezza. Nel successivo autunno le piante portavano numerosi frutti già secchi, di cui alcuni semi erano ap- parentemente bene sviluppati. Questi semi peraltro si dimostrarono sterili. Seppe più tardi che alcuni pezzi di rizoma di questa pianta furono nel 1917 disseminati, al prin- cipio delle due fosse sovraindicate e per un tratto di circa 5 metri, dal Prof. Biagio Longo, Direttore dell' Orto Botanico di Pisa. Dallo stesso Prof. Longo ora ha saputo che nel 1921 il tratto occupato dal Nelumbium si è esteso, in ciascuna fossa, a 105 metri. E probabile che questa magnifica pianta, originaria dell' Egitto e dell' Asia meri- dionale ed i cui frutti si crede da alcuni siano la fava d' Egitto di cui parlano Teofrasto e Pitagora, vada estendendosi nelle fosse della regione palustre di Coltano. 690716 6 ADUNANZA DRL 14 GKNNAIO PAMPANINI R. e ZANON V. - NUOVI CON- TRIBUTI ALLA CONOSCENZA DELLA FLORA DELLA CIRENAICA. — II. (*) Carlina sicula Ten. var. libyca Pamp. (C macrocephala Coss.; Dur. et Barn; Bég. et Vacc. [non Moris]. — C. sicula Bég. et Vacc. [non Ten.] : Cfr. Pampanini in " L'Agricolt. coloniale n, voi. XV [1921] p. 376). Fuehat, marzo 1917 — Arab. Takesma. Nuova per il territorio di Bengasi. Finora si conosceva di Derna (Daveau, 1875; Vaccari, 1913), di Tolmetta e Marsa Susa ( Vaccari, 1913), della steppa fra Ghe- mines e Zuetina (JUCaugini, 1919), e, nell'interno, di Merg e dell' Uadi Uardama (Maugini, 1919). Fu raccolta anche nella Marmarica a Tobruk (Vaccari, 1912 e 1913). Verbascum Blattaria L. — Bengasi alla Berca; ottobre 1917. Nuovo per la Libia. LICHENI (I) (El Abiar, su Juniperus phcenicea; maggio, 1917) Anaptychia ciliaris (L.) Krb. var. albida Muli. — Nuova per la Libia. E citata dal Jatta per la sola Sicilia. Caloplaca Pollini Massai. — Nuova per la Libia. 11 tallo non si colora con soluzione acquosa di potassa. Invece 1' imenio con lo stesso reattivo dà la reazione rosso-paonazza comune a tutte le specie del genere Caloplaca (vedi : Licheni della Cirenaica in " Atti Ist. bot. di Pavia ", XVII, p. 179). Evernia prunastri Ach. — Nuova per la Libia. E citata dal Jatta per 1* Algeria e 1' Egitto. Lecanora subfusca Ach. var. rugosa (Pers.) Nyl. — Va- rietà nuova per la Libia. Come notai in Licheni della Sardegna ("Atti Ist. bot. di Pa- via ", XVII, p. 165) la reazione dell'iodio sull* imenio non può assumersi come carattere distintivo di questa specie dalle affini, secondo indica Jatta (FI. Hai. crypt., p. 269) nella sua chiave analitica del gen. Lecanora. Infatti tutti gli esemplari delle nume- rose varietà e forme di questa specie che ho finora esaminato (*) Cfr. "Nuovo Giornale bot. it. ", n. s., voi. XXVI [1919], p. 205. Nel I Contributo (p. 213) il Ranunculus bullaius è stato indicato nuovo per la Libia, mentre invece era conosciuto di Derna ("Oaccari, 1912). Inoltre la Tillcea trichopoda Fenzl e la Filago spathulata var. micropodioides (Lge.) Murb. erronea- mente figurano con i nomi di T. trichocarpa e di F. spathulata var. ornithopodioides (p. 213 e 217). (I) Per la Prof.8 Eva Mameli-Calvino. ADUNANZA DEL 14 GENNAIO 7 presentano la colorazione azzurra dell' imenio con iodio, mentre nella chiave analitica su citata, 1' assenza di colorazione sarebbe il principale carattere distintivo tra Lecanora bubfusca e L. chia- rothera. Xanthoria parietina (L.) Th. Fr. PEYRONEL B. — NUOVI CASI DI RAPPORTI MICORIZICI TRA BASIDIOMICETI E FANEROGA- ME ARBOREE. Il numero dei funghi micorizogeni finora noti è assai esiguo se lo si raffronta a quello grandissimo delle piante clorofillate — appartenenti alle più svariate famiglie sia delle fanerogame che delle crittogame vascolari — nelle quali fu riscontrata la presenza di micorize. O Per quanto si riferisce alle micorize ectotrofiche, le specie fungine, finora note, che le producono, appartengono tutte all' ordine dei Tuberales, fra gli Ascomiceti, e agli ordini dei Qasterales e degli Hymeniales fra i Basidiomiceti. Sono, infatti, da rigettarsi, a mio modo di vedere, le ipotesi di coloro che vorrebbero attribuire la formazione delle micorize agli ifomiceti ed alle mucoracee viventi saprofiticamente nel- l' humus forestale e sono con tutta probabilità inquinate da errore le osservazioni di coloro che avrebbero ottenuto lo sviluppo di Penicillium e di Citromyces dal micelio micorizico, o addirittura raggiunto artificialmente la sintesi micorizica con dei £M.ucor ! (2) Fra i Basidiomiceti — dei quali soli mi occuperò in questa nota — le specie micorizogene sarebbero finora, per quanto a me consta, una ventina, compresevi quattro Boletinee da me recentemente segnalate. (3) Di queste 20 specie, 1 1 ap- partengono alla famiglia delle Agaricacee, 6 a quella delle Poliporacee boletinee e 3 all' ordine dei Gasterali. Di esse qualcuna (Cortinarius mucosus) è dubbia come specie mico- (1) Cfr. B. Peyronel, Alcuni casi di rapporti micorizici tra boletinee ed essenze arboree — in « Le Stazioni Sperim. Agrarie Italiane », Voi. LUI, 1920, p. 24-31. (2) B. Peyronel, 1. e. (3) B. Peyronel, 1. e. 8 ADUNANZA DKL 14 GENNAIO rizogena, alcune altre non furono esattamente determinate dall' osservatore (Russula sp., Cortinarius sp., {Ffoletus sp.), da una finalmente (Collybia macrura) il Fischer avrebbe ot- tenuto artificialmente la formazione di micorize con Pinus Strobus. Le essenze arboree, colle quali le predette specie fungine sono in associazione micorizica, sono 1 0, e precisamente Pinus sihestris, Pinus Strobus, Jlbies excelsa, Larix decidua, Fagus sihatica, Quercus pedunculata, Quercus alba, {F}etula alba var. papyrifera, 'Populus tremula, Tilia americana. Neil* assieme sarebbero 22 i casi di rapporti micorizici fra Basidiomiceti ed alberi forestali fin qui riscontrati. In seguito a ricerche eseguite durante gli scorsi mesi di Agosto e Settembre (1920), a Riclaretto nelle Valli Valdesi, sono lieto di poter segnalare altri 1 8 nuovi casi di simili rap- porti contratti tra quattro essenze arboree e 1 3 specie di Basidiomiceti, delle quali 1 2 fin qui non ancora riconosciute come specie micorizogene. Le numerose e fruttuose osservazioni che potei fare le debbo all' andamento propizio della stagione, specialmente nella seconda metà di Settembre: le pioggie frequenti, la forte umidità atmosferica, accompagnate ad una temperatura ancora discretamente elevata, provocarono una abbondante produzione di Imenomiceti e di Gasteromiceti umicoli. Come già feci notare nel mio precitato lavoro, le osservazioni di questo genere sono meno difficili di quanto ci si potrebbe aspettare ; occorre, tuttavia, una buona dose di pazienza e sopratutto non aver paura di sporcarsi le mani e i vestiti. Armati di una zappetta di mediocri dimensioni, leggera, con manico corto, colla testa tagliente da una parte e aguzza dall' altra, occorre spesse volte scavare delle buche assai pro- fonde e sacrificare delle intere giornate accoccolati in mezzo alla terra, per seguire esattamente il percorso dei cordoni micelici che, partendo dalla base dei corpi fruttiferi del fungo micorizogeno, vanno a finire alle radici dell' albero micorizato. Le migliori e più facili osservazioni si fanno nei terreni poco compatti, sabbiosi o, meglio ancora, sassosi — quali sono predominanti nelle Alpi Cozie — e poveri di humus; ADUNANZA DEL 14 GENNAIO 9 il micelio, non trovando nel terreno che scarso nutrimento, non si diffonde, ma forma dei cordoni che procedono più o meno direttamente verso le micorize. Le radici degli alberi, poi, quando incontrano un sasso, non potendo procedere oltre, strisciano contro esso e formano un gran numero di radichette che vengono micorizate dal fungo, i cordoni miceliari del quale spiccano sulla superficie del sasso medesimo. D' altra parte in un terreno povero di humus scarseggiano i funghi saprofiti, che non intralciano così le osservazioni. E' da notarsi, però, che non tutti i funghi micorizogeni si adattano a questo tipo di terreni, vi sono anzi delle specie che prediligono i terreni piuttosto compatti, a cotica erbosa bene sviluppata o rivestiti d' uno strato di humus e di de- triti vegetali in decomposizione. In questi casi, però, le micorize si formano per lo più a qualche profondità, e quindi anche qui negli strati ove il terreno è meno compatto. Comunque, con un po' di pazienza e sopratutto con numerose esplorazioni, si trova sempre il punto adatto per fare delle buone, proficue osservazioni. Aggiungerò ancora che è preferibile scegliere gli alberi isolati o i gruppi d' alberi d' una sola specie o i margini dei boschi, essendo in tali casi più manifesti i rap- porti tra una pianta arborea determinata e i funghi umicoli, i corpi fruttiferi dei quali si sviluppano spesso ad una no- tevole distanza dalla base del tronco. Le singole osservazioni in campagna devono naturalmente poi venire integrate da un accurato esame microscopico, tanto più necessario inquanto- chè i cordoni miceliari di molti basidiomiceti e le micorize che essi formano cogli alberi sono macroscopicamente poco o punto differenziabili. Ecco ora riassunti nel seguente prospetto i casi di rapporti micorizici da me osservati : 1 . Fagus sihatica : Cortinarius proteus 2. » » Boletus cyanescens 3. » » Boletus Chfysenteron 4. » » Hypochnus c^anescens n. sp. (') 5. » » Scleroderma vulgare 6. Corp/as Avellana : Lactarius Corali n. sp. O (1) Le specie nuove qui indicate saranno descritte e diagnosticate in un lavoro a parte. IO ADUNANZA DEL 14 GENNAIO 7. Corylus Avellana: Boletus Chrysenteron 8. » » Strobilomyces strobilaceus 9. » » Hypochnus cyanescens n. sp. 1 0. Betula alba : Jìmaniia muscaria 11. » » Lactarius necator 12. » » $olctus scaber f. Betulcs 13. » » Scleroderma bulgare 14. Larix decidua: Amanita muscaria 15. » » Russula laricina n. sp. 16.» » H^grophorus ffiesadola 17. » » Hygrophorus lucorum 1 8. » » Scleroderma vulgare. Non è mio intendimento illustrare qui i caratteri morfologici del micelio di ogni singola specie micorizogena e delle relative micorize : ciò sarà fatto, spero, in un altro lavoro, unitamente all' esposizione di osservazioni biologiche sulle specie stesse. Mi limiterò, per ora, ad un breve accenno ad alcuni rilievi che sembrano emergere dalle ricerche fin qui fatte. Un fatto assai saliente si è che la forma e le dimensioni della micoriza dipendono principalmente, se non esclusivamente, dalla fanerogama. Le micorize del larice, ad esempio, benché formate da un gran numero di Basidiomiceti — ne ho ormai riscontrate otto specie — sono tutte press' a poco dello stesso tipo e delle stesse dimensioni ; le lievi differenze, che credo d' aver potuto rilevare, son forse da attribuirsi più alla varia natura del terreno che non alla diversità specifica dei funghi simbionti. Queste micorize spiccano, per le loro notevoli dimensioni, su quelle piuttosto minute di tutte le latifoglie nelle quali le ho studiate. Anche le micorize delle latifoglie stesse sono molto simili tra di loro, benché un esame minuto possa riscontrarvi qualche differenza. Lo Scleroderma vulgare, per citare un solo esempio, forma sul Larice delle micorize che macroscopicamente poco o punto si distinguono da quelle di Boletus elegans o di B. laricinus, mentre sul Faggio forma micorize molto più minute e similissime a quelle prodotte sulla stessa essenza arborea da Boletus cyanescens e B. C/jry- senteron. Dove, invece, il micelio fungino ha una parte preponde- ADUNANZA DEL 14 GENNAIO 1 1 rante, è nella struttura, nello spessore, nel colore, ecc. del rivestimento micorizico o micoclena O. Qui si hanno diffe- renze abbastanza notevoli a seconda della specie fungina che produce le micorize, tanto che io sono persuaso che si potranno un giorno istituire delle chiavi analitiche permettenti di determinare il fungo micorizogeno dal solo esame della micoriza. Sono, naturalmente, per lo più caratteri microsco- pici, i quali tuttavia si traducono generalmente in alcune proprietà morfologiche rilevabili, colf esercizio e colla pratica, più o meno facilmente anche ad occhio nudo. Così le mi- corize formate da Boletus elegans su Larix decidua si di- stinguono in generale da quelle prodotte da {Ffoletinus cavipes, perchè mentre queste sono candide, liscie, con cordoncini micelici partenti per lo più solo dalla loro base, le prime, invece, sono d' un bianco lattiginoso o bianco-grigiastre, per via del minore spessore e della più lassa tessitura della mi- coclena, la quale costituisce un velo semitrasparente, special- mente sull'apice della radichetta; il micelio, poi, irradia da tutta la superficie della micoriza a guisa di delicata ragnatela, senza formare generalmente cordoni di qualche grossezza. Sono, però, in generale differenze minime, rilevabili — ripeto — solo grazie ad una pratica prolungata. Caratteri macro- scopici più spiccati ci sono forniti, per alcune specie, dal colore del micelio : così le micorize di Hypochnus cyanescens con Fagus sUvatica e Corylus Avellana si riconoscono im- mediatamente pel loro bel colore bleu, dovuto al micelio ; quelle di Strobrfomx>ces strobilaceus con Corylus ./Ivellana si riconoscono con uguale facilità grazie al color fuligineo della micoclena. Occorre tuttavia osservare che queste specie dai colori intensi e distinti sembrano esser poco numerose, mentre nella maggior parte dei Basidiomiceti micorizogeni da me studiati il micelio è bianco o d* un giallo molto slavato. Interessante dal punto di vista del colore è Scleroderma Vulgare, il quale, sul Larice e sul Faggio, oltre alle solite micorize bianche, ne forma talora, in condizioni non ancora ben determinate, altre d'un bel color giallo canermo; colore dovuto forse ad un maggiore spessore della micoclena, poi- (I) Da jAÓ/Oj?, fungo e ^XaiVOC, coperta, mantello. 12 ADUNANZA DEL 14 GENNAIO che anche i cordoncini miceliari di maggior grossezza sono gialli, mentre quelli più sottili sono bianchi. Come si è visto, sono parecchie le specie fungine che possono contrarre rapporti micorizici con una determinata essenza ar- borea ; si potrebbe pertanto supporre che ne conseguissero rapporti complicatissimi tra funghi ed albero e tra funghi e funghi; in altre parole, che alla costituzione della micoclena di una singola micoriza possano concorrere i micelii di parecchie specie fungine e che tra quest' ultime abbiano luogo delle lotte accanite per accaparrarsi la simbiosi colle radichette. Senza escludere che tali casi possano talora verificarsi in natura, le mie ormai numerose osservazioni mi portano a ri- tenere che essi siano piuttosto rari. Per quanto ho potuto finora notare, una sola specie fungina concorre a produrre una micoriza, anzi un gruppo, un grappoletto di micorize. Non è punto raro, invece, di osservare su una radice dei grappoletti di micorize formate da una specie determinata accanto ad altri di micorize prodotte da una specie affatto diversa : così le bianche micorize prodotte sul Faggio da Boletus cyanescens sono spesso accompagnate da quelle bleu di Hypochnus cyanescens, e accanto alle micorize fuliginee formate da Strobilomyces strobilaceus colle radichette del Nocciuolo si possono notare quelle candide dovute a Lacta- rius Corali. Sono, tuttavia, casi piuttosto eccezionali. In generale e* è uno strettissimo rapporto tra 1' ambiente in cui si sviluppano le micorize e la natura specifica dei funghi micorizogeni. Ogni specie fungina si sviluppa di pre- ferenza in determinate stazioni ecologiche a costituire le quali concorrono la maggiore o minore compattezza del terreno, la sua maggiore o minor ricchezza in sostanza organica e in umidità, la presenza o meno e la costituzione della cotica erbosa, la presenza o meno d'una copertura di detriti organici e la natura di questi, l'esposizione e configurazione del suolo, 1* essere il suolo stesso più o meno ombreggiato, oppure no, dalle fronde degli alberi, ecc. ecc. Così, per citare qualche esempio, Hygrophorus ffiesadolaz sviluppa i suoi corpi fruttiferi di preferenza all' ombra dei ADUNANZA DEL 14 GENNAIO 13 boschi di Larice, nei punti più umidi e muscosi, e frammezzo ai muschi, talora affatto superficialmente al terreno, esso forma abbondantissimi, grossi grappoli di micorize bianche ; Amanita muscaria, all' incontro, preferisce i punti più illumi- nati, a cotica erbosa bene sviluppata, e le micorize che essa forma col Larice sono piuttosto profonde. ffioletus elegans predilige i luoghi ben soleggiati, quindi lo troviamo per lo più sui margini dei boschi di Larice, in vicinanza dei Larici isolati, nelle radure, talora anche in terreni relativamente molto asciutti ; all' incontro fT)oletinus cavipes, non così bene armato come la specie precedente contro una eccessiva tra- spirazione, teme 1' azione diretta dei raggi solari e si sviluppa quindi più volentieri nel denso dei boschi, nelle vallette fresche, sui pendii molto accentuati esposti a tramontana, nei terreni sciolti e freschi, ed ivi troveremo le sue candide micorize. Hypochnus c\)anescens si sviluppa esclusivamente nelle piccole cavità formate da sassi accumulati o all' ombra di grossi sassi sporgenti, sul terreno denudato, per scarsità di luce, di ve- getazione fanerogamica : è, insomma, una specie eminente- mente sciaphila. E' spesso associato a Boletus cyanescens, il quale però, meglio armato per sopportare impunemente 1 azione diretta dei raggi solari, forma i suoi corpi fruttiferi anche in luoghi più aperti, purché il terreno sia sempre molto sciolto, sassoso. Basteranno questi brevi cenni a farci intravedere quanti interessanti problemi riguardanti la biologia dei funghi mico- rizogeni restino da chiarire ; è tutto un nuovo capitolo della biologia arborea e fungina che ci si prospetta e un ampio campo di ricerche che si apre dinanzi agli studiosi. * * * La guida principale per la scelta dei casi di supposti rapporti micorizici da studiare furono sempre per me le mie precedenti osservazioni sulla costante associazione tra certe essenze arboree e determinate specie di Basidiomiceti umicoli ; e fu, invero, una guida preziosa e sicura, poiché non una volta mi trasse mai in inganno. Gli è perciò che, in base a tali osservazioni, oltre a quelli anzi citati, credo di poter indicare come quasi sicuri anche i seguenti casi di rapporti 14 ADUNANZA DKL 14 GENNAIO micorizici, che la brevità del tempo non mi permise di stu- diare direttamente. Su Larix decidua formano quasi certamente delle micorize, oltre alle 8 specie da me già segnalate, anche Amanitopsis Paginata, Lactarius rufus (Scop.) Fr. e Gomphidius gracilis Berk. ; su Fagus sihatica ; Lactarius blennius Fr., Lactarius volemus Fr. , su Cofylus Avellana: {F$oletus scaber, Corti- narius proteus ; su {T}etula alba : Boletus subtomentosus Linn., Amanitopsis vaginata ; su Castanea sativa : Lactarius Volemus, ffioletus subtomentosus; su Quercus Robur: Lacta- rius volemus, Scleroderma vulgare, Boletus scaber; su ^o- pulus tremula : Russula virescens (Shàff.) Fr., Cortinarius collinitus (Pers.) Fr. Credo opportuno insistere sul fatto, da me già più volte segnalato, che le singole specie di Basidiomiceti assumono quasi sempre aspetto e dimensioni particolari a seconda della essenza arborea colla quale sono in rapporti micorizici: così Boletus scaber in associazione con Betula alba ha general- mente dimensioni maggiori, gambo più tozzo, pileo più chiaro che non le forme proprie del Nocciuolo, della Quercia e del Castagno, ffioletus rufus, così diverso per grandezza e per colore dalla specie precedente, non ne è tuttavia forse che una forma dipendente dalla sua associazione con 'Populus tremula. Se i micologi raccoglitori ponessero, perciò, mag- giore attenzione a questi rapporti tra funghi umicoli ed essenze arboree, si avrebbe forse un buon filo conduttore per gui- darci in mezzo ali* inestricabile labirinto della sistematica degli Imenomiceti. (Lavoro fatto nella R. Stazione di 'Patologia Vegetale di Roma). SAVELLI ROBERTO — PETALIZZ AZIONI ENDO- CARPICHE. Molti frutti d' Iris hispanica in via di sviluppo mostrano, alla superficie, bozze più o meno vaste e prominenti come se qualche cosa dal di dentro facesse pressione. Difatti all' interno trovansi spessi lobi petaloidi piegati su se stessi, che distesi su di un piano potrebbero misurare anche mm. 10-15 di lunghezza X 6 - 7 di massima larghezza. In numero di 1 - 5 per ovario, sviluppatisi nella sua cavità chiusa, mostrano la massima parte della loro su- ADUNANZA DEL 14 GENNAIO 15 perfide colorata altrettanto vivacemente degli organi vessillari che il fiore sfoggia all'aperto. Vediamone l'origine. Sezioni procedenti dall' alto al basso dell' ovario normale mostrano che per un buon tratto i margini carpellari si saldano senza dar luogo a rigonfia- menti placentari e ad ovuli : quivi, al di dentro delle logge ova- riche, più verso 1' asse del frutto, si notano 3 piccole cavità alle quali le logge ovariche si accostano sempre più, finche, confluendo, quelle scompaiono in queste (fig. 1 -2) ; poco dopo gli ovuli ap- paiono in due file per ciascuna loggia, e quasi allo stesso livello formasi una piccola cavità centrale, lungo 1' asse del frutto (fig. 3), che si estingue soltanto verso la parte inferiore di questo, ove si ha di nuovo un tratto non ovulato minore del primo (fig. 4). Queste cavità dinotano già nel normale la tendenza dei margini carpellari a disgiungersi. IRIS HISPANICA fig. 1-2, sezioni d'un frutto verso l'apice; fig. 3, ove co- minciano a comparire gli ovuli : in una loggia sono visibili i soli rilievi placentari ; fig. 4, verso la base ; fig. 5-6, sezioni attraverso un frutto anomalo : sono in nero le parti petalizzate ; fig. 7, porzione d' un frutto spaccato longitudinalmente per mostrare un lobo petaloide ; fig. 8, porzione di un frutto producente lobi petalini e uno stame endocarpico : lp. lobi petalini, fp. filamento petaloide portante 1' antera (a), n. nicchia ove stava parzialmente nascosto lo stame, nella figura disteso, o. ovuli, s. setto del- l' ovario ; fig. 9, sezione dell' antera endocarpica. (Tutte variamente ingr.). Sezioni praticate in un ovario lievemente anomalo mostrano che, verso la metà di questo, mentre in due logge tutto continua a procedere normalmente, nell' altra si separano i due margini con- tigui dello stesso carpello e mentre uno di essi continua a portare il suo cordone placentare ovulato, nell' altro questo e sostituito da una grossa lamina petalina che, sviluppandosi entro la loggia, va 16 Al>IN\N/\ l'I 1. 11 (IKNNAIO ad appoggiarsi alla parete ovarica e si ripiega ad arco seguen- done I.» curva (fig. 5). Al disotto, dopo breve tratto, tutto torna normale. Altre volte i margini contigui delle foglie carpellari sal- datisi danno origine, come di consueto, a tre setti dipartentisi dalle pareti ovariche, ma che non s' incontrano al centro, per cui le 3 logge comunicano tra loro, avendosi una sola cavità nella quale sporgono poco o molto i margini carpellari ripiegati, in parte ovulati, in parte prolungati in lobi petalini ; oppure i setti non s' incontrano solo nei tratti ovulati, ma ad un certo punto la loro doppia fila di ovuli viene interrotta, quivi i margini carpellari concrescono ricostituendo le logge normali, ma da questo mede- simo punto sorgono i lobi petalini che invadono gli spazi liberi della cavità ovarica. Spesso la tendenza alla disgiunzione, riguardando in parte i margini d' una stessa foglia carpellare, in parte i margini delle foglie contigue, ed i lobi petaloidi prendendo origine prima o dopo di queste disgiunzioni, si hanno complicazioni di forma inutili a descriversi ; solo accennerò che spesso questi lobi appaiono come prodotti da due lamine peta- loidi, starei quasi per dire, incerte fra la saldatura e la disgiunzione, e di cui si può talvolta chiaramente riconoscere 1' origine nei due margini ravvicinati d' una stessa foglia carpellare o nei margini di due foglie contigue. Spesso questi lobi petaloidi prendono forma d' ascidio o sono ridotti a un cornetto frequentemente bifido all' apice, possono comparirne anche 2 o 3 a diversi livelli lungo uno stesso margine carpellare, in ogni caso la loro inserzione è piuttosto ristretta, occupando generalmente 1-3 mm : possono espan- dersi dopo. La loro lamina può mostrare in vari punti prolunga- menti a filamento e cornetto. Il loro sviluppo talvolta essendo notevole, possono premere fortemente non solo contro le pareti ovariche, ma anche contro gli altri margini carpellari in via di svi- luppo sì che questi, pur seguitando a produrre ovuli, trovansi re- spinti e come schiacciati verso la parete ovarica, avendosi in quel tratto quasi una placentazione parietale e cioè un mancato sviluppo dei margini verso 1* interno. Il fatto che in certi tratti il margine carpellare invece di dar luogo agli ovuli, dà lobi petaloidi, non indica una derivazione di cjuesti (ramificazioni abnormi) da quelli (ramificazioni normali), cioè una petalodia ovulare, poiché manca qualsiasi traccia di questo passaggio : nessuno degli ovuli, che in questa specie sono verdi ('), mostra cenno di anomalia, e perciò questo fatto non è paragonabile con le metamorfosi note in Begonia (2) e nelle cro- (1) In Iris lutescens spesso gli ovuli, del resto non deformati, assumono il color giallo del perigonio. (2) Vuillemin P., "Cransformation des ovules de Begonia en carpelles et en pelale» (B. S. B. Fr.. T. 42. - Paris 1895 ; P. 143 - 150) e Worsdell, The prin- cipia of Plani- Teratology - London 1916, V. II. p. 205. ADUNANZA DEL 14 GENNAIO 17 cifere ('). La trasformazione qui riguarda, non gli ovuli, ma il loro abituale luogo d' inserzione ; il margine carpellare per se stesso, ossia la placenta che si trova così petalizzata. Invero questi lobi petaloidi sono spesso un chiaro prolungamento di larghi tratti di margini carpellari, che, pur petalizzati, conservano frequentemente, come ho detto, traccia de' normali concrescimenti e della dispo- sizione loro inerente. Ciò è anche comprovato dal fatto che talora le file degli ovuli sono complete ed i lobi petalini sorgono tra le due file ovulari un poco allontanate. In Iris pabularia ho visto in sostanza gli stessi fatti ; ma qui i lobi petaloidi, in ogni caso di origine carpellare, generalmente non interrompono le file ovulari, sorgendo spesso al loro estremo inferiore; e, mantenendosi piccoli, non danno luogo a nessuna deformazione del frutto visibile ester- namente. In Narcissus sp., oltre numerose anomalie già note per questo genere, ho trovato ginecei formanti logge normali o invece coi margini carpellari non congiungentisi al centro, gli uni e gli altri non producevano traccia di ovuli, ma uno di questi ovari conte- neva una stretta e lunga lacinia petaloide di probabile origine carpellare. Se la petalodia di parti carpellari (che del resto preferisce ge- neralmente la regione dello stilo e dello stimma (2)) è molto rara in fiori che non siano doppi, sono ancora più rari i casi come questo, in cui riguarda parti interne di ovari che, malgrado ciò, continuano ad esser chiusi, le loro pareti conservando le ordinarie caratteristiche. Quanto ad Iris interessa notare che una peta- lizzazione esiste, come è noto, normalmente in una ben deter- minata regione del gineceo, e il fatto teratologico potrebbe con- siderarsi come una estensione di quello normale, ma va pure soggiunto che i lobi petaloidi abnormi non appaiono mai in con- tinuazione diretta dello stimma come avverrebbe per una specie di diffusione della petalizzazione normale. Tuttavia in proposito io ricordo una anomalia trovata da Halsted P) in Saponaria officinalis, e dall' autore chiamata a ragione sorprendente, ove appendici stiliformi e stimmiformi si presentano come prolungamento della placenta ; io stesso ho trovato in altre piante, come altrove dirò, appendici stimmiformi sulla placenta : riflettendo che lo stimma d' Iris è petaloide, si vede che se una analoga anomalia si pre- sentasse in questa pianta, potrebbe assumere aspetto non molto diverso da quello dei nostri casi. Ma lo stimma d' Iris, oltre essere petaloide, ha una particola- rità di struttura data dallo sdoppiamento della sua lamina ; e (seb- (1) Masters, Vegetable eCeralolog$ — London, 1869 p. 297. (2) Moquin-Tandon, Elementi de teratologie vegetale. — Paris, 1841, p. 216. (3) Halsted, Intracarpellary Pistils and olhers fiorai 'Derangements. (B. Torr. B. C. V. 18 -N. Y. 1891 P. 246-249 - Tav. 121). 18 ADUNANZA DKL 11 OKNNA10 bene sia difficile controllare questo punto nei nostri lobi petaloidi, perchè tale struttura potrebbe esservi simulata dai fatti di concre- scimento più volte ricordati) l'accennato modo di vedere risulta bene assodato in alcuni casi di Iris pabularia, in cui lo sdoppiamento della lamina dei petaloidi, effettivamente avviene in modo indub- bio, ed in cui si giunge talvolta alla riproduzione perfetta di una lacinia stimmatica, con la sua sommità biforcata, guarnita, al disotto, di una sottile linguetta dalla faccia interna papillosa. Di questi stimmi endocarpici straordinari, più o meno simili al normale, più o meno sviluppati, se ne formano talora dei ciuffi : in un caso si aveva un ciuffetto di 6 di queste produzioni, la mag- giore alta 2 cm., la minore di 2 mm., che sorgevano verso la fine della fila ovulare, rimanendo al disotto di essi solo 2 o 3 ovuli. Così abbiamo stimmi al sommo dei carpelli e stimmi ai loro margini, per la ripiegatura di questi, divenuti endocarpici : essi non possono in nessun modo aiutare la fecondazione degli ovuli, come pare che Halsted supponesse per Saponaria. Malgrado questo reperto, così chiaro in Iris pabularia, non credo di poter generalizzare, e di ritenere che le descritte peta- lizzazioni, in Iris, sien sempre collegate con la natura dello stimma ; comunque sia, circa la questione se una simile metamorfosi sia progressiva o regressiva possiamo facilmente convenire col Vuil- lemin che il criterio basato sulla successione dei verticilli, con- forme del resto al primitivo concetto Goethiano, non e il più giusto e possiamo, fino ad un certo punto, consentire a considerare come un fatto progressivo la petalizzazione d'una parte del gineceo, lo osservo da tre anni queste anomalie incirca 75 - l/io dei frutti prodotti nei due gruppi d' Iris delle due specie, in cui le piante crescono fitte, in terra buona ma da parecchi anni non più con- cimata, per cui non mi pare si trovino in quelle condizioni d' iper- nutrizione cui ordinariamente suole attribuirsi la causa di metamor- fosi di tal natura, secondo l' opinione diffusa sin dai tempi di Moquin - Tandon ('). In un sol caso d' Iris hispanica ho osservato una ulteriore com- plicazione dell' anomalia : un carpello, oltre un largo lobo peta- loide, ne dava un altro pure petaloide ma lungo e sottile termi- nante con un' antera perfettamente formata e contenente polline, così si aveva entro il gineceo una ramificazione insieme petalina e staminale e tutto il filloma partecipava di tre nature diverse. Ovari contenenti stami non sono rarissimi, ma il caso più comune non ha nulla a che fare con questo, trattandosi di proliferazioni in cui gli stami endocarpici s'inseriscono sull' asse fiorale, prolungato entro 1* ovario, come per esempio ho mostrato io stesso in ZNj- (I) Loc. cil., pag. 217. ADUNANZA DEL 14 GENNAIO 19 cotiana Tabacum (') ed hanno valore d'interi fillomi mentre qui lo stame, ramificazione del carpello, corrisponde soltanto ad un lobo fogliare. Neanche è paragonabile col caso degli ovuli polli- niferi trovati in Rosa, Begonia, Passiflora, Salix e Petunia (ove le placente si dissociano in lamine fogliacee portanti sacchi pol- linici) (2), sebbene questi ovuli trasformantisi in corpi polliniferi, quando il processo è molto spinto e congiunto a fenomeni di con- crescimento, possano assumere aspetto d' antere, poco dissimili da quelle de' veri stami, inserite sulla placenta o in altre parti del- l' ovario, e perciò possano ricordare quanto è stato visto per esem- pio nel giacinto, in Scilla, in Primula, in Paonia (3), per cui ri- mangono d' incerta origine e significato i casi in cui la staminodia colpisce interi margini di carpelli largamente disgiunti, come in Tuli- pa (4), e gli stessi casi in cui interi stami compaiono nell'ovario alle dipendenze del carpello come fu visto in Petunia (5) in Boekea e in £M.esembrianthemum (6) ove però è più probabile che la loro formazione sia indipendente dalla metamorfosi dell' ovulo, come certamente lo è in quei casi, più frequenti, in cui la staminodia del carpello coglie la regione stilare, e i pistilli appaiono sormon- tati da antere, come fu visto in Linaria, Campanula e Colchicum (?). Ma, in complesso, a parte la complicazione della simultanea pe- talodia, uno dei casi meglio paragonabili al nostro sembra esser quello visto dal Maige in Agave Mexicana (8). Mentre invece il lato più interessante del nostro caso, e cioè appunto la riunione in un sol filloma delle caratteristiche di carpello, stame e petalo, mi ricorda quel curioso organo d' origine carpellare descritto e figurato dal Penzig (9) in Pentastemone Gentianoides che sembra essere un carpidio di cui un margine è divenuto petaloideo mentre l'altro porta nella sua parte inferiore degli ovuli, nella parte su- periore invece, due logge anteriche. Nelle petunie studiate da Godron i ginecei portavano numerosi stami in parte petaloidi e se, (1) Savelli R., Virescenze e proliferazion i in Nicotiana Tabacum e N. sylvestris. (B. Tee. colt. Tab. — Scafati- 1920 fase. 3"). (2) Worsdell, Loc. cit. pag. 209 e Molliard, Sur la formation du pollen dans les ovules de Petunia hybrida (Rev. gen. de Bot. - Paris T. Vili. 1896. p. 49-58 Tav. VII). (3) Moquin -Tandon, Loc. cit. p. 219; Worsdell, Loc. cit. pag. 207; Ab- bado, Mostruosità infiori di Paeonia Moutan (B. S. B. N. 6 - Firenze - 1896 pag. 125-128). (4) Worsdell, Loc. cit. pag. 207. (5) Da Godron riportato in Penzig Pflanzeteratologie II0 p. 180. (6) Riportato in Clos - La teratologie vegetale et ses principes (Mem. Acc. Se. ecc. Tolosa 9 ser. T. 3-1891 p. 208); Worsdell, Loc. cit. p. 207. (7) Moquin-Tandon p. 219; Worsdell, Loc. cit. p. 206. (8) Maige, Sur quelques fleurs anormales d' Agave mexicana e d' Agave vivi- para (Rev. gen. de Bot. — Paris, Avril 1905 a p. 172- 174). (9) Penzig, Miscellanea teratologica (Mem. Ist. Lomb. Se. Lett. Voi. XV, p. 189-90, tav. Xll fig. 33-35, 1884). 20 ADUNANZA DSL M UKNNAIO conformemente all' opinione del Molliard, vogliamo considerarli come dipendenze del carpello, abbiamo anche qui un fatto dello stesso genere. Organi carpellari con appendici stamiformi e peta- line, ma di assai dubbia interpetrazione, sembrano quelli dal Vuil- Iemin visti in Lonicera ('). Anche nel giacinto doppio, secondo le mie personali osservazioni, risulta chiaramente che nei carpelli apicalmente disgiunti, ma spesso nella loro parte inferiore ancora ovuliferi, frequentemente il collo stilare con la porzione stimmatica può essere sostituito, sia da una breve porzione assottigliata termi- nante in antera, sia da una fine linguetta petaloidea, sia anche da pezzi intermedi, cioè da linguette petaloidee portanti rigonfiamenti polliniferi e si ha così un altro esempio di questa triplice mesco- lanza. Altro organo insieme petalino, staminale e carpellare; ma questa volta d' origine staminale, fu visto nel pomodoro da Pa- squale (^) e del resto una triplice mescolanza d'altra natura ho mostrato io stesso in Nicotiana 'Uabacum i}). Prima di chiudere, a proposito della comparsa d: antere su parti del gineceo d' Iris, ricorderò le osservazioni di Massalongo in Iris squalens x fioren- tina (4), ove ciò che si trasforma è la parte petaloide dello stilo di fiori nel rimanente normali: l'interpretazione di quel caso va naturalmente armonizzata con le cognizioni attuali. Perugia, Giugno 1921. (1) Vuillemin, Loc. Cit. (2) Riportato in Penzig, Pflanzenteratologie, II. p. 169. (3) Savelli, Loc. Cit. (4) Massalongo, tJXCostruosìlà osservate nel fiore del genere Iris (G. B. I., pa- gine 69-72, Voi XV. 1883). ADDENDA ET EMENDANDA AD PLORAM ITALICAM Serapias cordigera L. var. pallens Zodda. — Radura del bosco presso 1' Abbazia di Nervesa sul Montello (1920). Specie nuova pel Veneto, tranne Friuli, e var. nuova per la Penisola (cfr. FI. An. Il I. 339; IV. 54). Amaranlus albus L. — A pie di una casa a Bovegno in Val- trompia (1911): unica località nota finora pel Bresciano ; macerie fuori P. Verona a Peschiera (1920); stazione ferroviaria a Ca- stelfranco Veneto, a Calalzo in Cadore (1921); a Padova (1889 e 1921); strada d'accesso alla stazione a Dobbiaco (Toblach) in Val Pusteria (1921): nuovo per tutta la Venezia Tridentina. Sisymbrium altissimum L. — Strada di accesso alla stazione ferroviaria a Venas (1920), lungo la strada a S. Vito (Pampa- nini, 1920) e adiacenze della staz. a Calalzo in Cadore (1921); a pie di un muro a Iseo (Brescia) (1921). U. Ugolini Raffaello Beni, gerente responubile Borgo S. Lorenzo - Tip. Mazzocchi 922. Febbraio N.U^Ef]$tTy OF l'^m m BULLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA [NDIGE Minio M. - Contributo alla Flora del Bellunese - Nota 9* ... Pag. 23 » » Una rete di osservazioni fenologiche in Italia (Proc. oerb.) » 21 Noelli A. - Flora urbica genovese. Nota preventiva » 29 Pampanini R. - 11 genere Alchemiìla nel Cadore » 33 Addenda et emendanda ad Floram italicam » 36 Notule bibliografiche » 36 Notizie » 36 Adunanza del 11 febbraio 1922. Presiede il Presidente N. Passerini. Aperta la seduta, è proclamato a nuovo socio il Dott. Carlo Cappelletti, di Padova. Indi, vien data lettura della seguente lettera del socio Minio, a proposito della quale il Presidente esprime, fra le approvazioni dei presenti, il suo compiacimento per l' ini- ziativa, di cui fa rilevare l' importanza ed alla quale augura il migliore successo : • Spett. Presidenza della Società Botanica Italiana Nella speranza che la notizia possa interessare la nostra Società, sono lieto di comuni- care che, accogliendo il mio invito e aderendo alle idee da me esposte, parecchi egregi Colleghi raccoglieranno, nelle diverse parti della penisola, osservazioni fenolo- giche secondo un piano comune. Per conciliare il fine da raggiungere — e cioè quello di fissare, mediante osserva- zioni sincrone, l' andamento dei fenomeni periodici nei diversi luoghi — colla possi- bilità pratica che le osservazioni fossero effettivamente e regolarmente eseguibili, da persone che hanno le proprie occupazioni cui attendere, occorreva escludere un piano 22 ADI N A.N/A DSL I 1 IKItHRAIO di lavoro complesso. E ritenni quindi che (osse da limitarsi a quella parte che è a un tempo più interessante ed agevole ad osservare, cioè all' estensione della fioritura, registrando per ogni specie presa in esame il I" giorno dell'anno e, successivamente, le decadi per cui questa si prolunga. Così l' insieme dei dati raccolti per ogni specie viene per ogni stazione singola a determinare la durata totale della sua fioritura in decadi (I" indicazione per mesi, specialmente per le piante ad antesi breve sarebbe inadatta a confronti) e a fissarne la collocazione nell' anno ; e, in seguito, da questi dati stazionali ed annuali si potranno ricavare sia le medie degli inizi d' antesi dopo una serie d' anni, sia le differenze di inizio e di durata da luogo a luogo, in rapporto coli' altitudine, la latitudine ecc. Quanto all' elenco delle specie da osservare, esso dovrà constare, di necessità, data l'estensione della penisola, oltre che di una massa di specie osservabili in tutte le stazioni, di parecchie altre che, pur non potendo esser tenute in esame che in qualche regione, sono importanti sia per i loro rapporti colle precedenti, sia perchè opportune per la loro frequenza e quindi per la probabilità di averne serie complete. E nella redazione provvisoria (base di quella definitiva cui contribuiscono le proposte dei vari collaboratori) ho ritenuto che esso dovesse soddisfare ai seguenti requisiti : a) di con- tenere specie per lo più facili ad osservare perchè frequenti ; b) di contenere molte specie comuni a tutta la Penisola o a buona parte di essa; e) di avere in comune buon numero di elementi con altre reti fenologiche ; d) di comprendere specie la cui fioritura caratterizzi, in qualche località, una determinata stagione ; e) infine di non essere né troppo ricco, per non render gravoso il compito degli osservatori, né scarso in modo da rappresentare troppo infedelmente la relazione del clima di una stazione con la sua flora. Le stazioni — nelle quali sono rappresentate notevoli diversità di fattori geografici e topografici sono presentemente 21 ; e ad esse spero se ne potrà aggiungere qualcuna ad altitudini anche più elevate, colla residenza estiva di alcuni collaboratori : ciò che darà un contributo tanto più interessante, in quanto si tratterebbe di luoghi che fenologicamente rimarrebbero sconosciuti per mancanza di studiosi locali, e per i quali, dato l'abbreviato periodo vegetativo, anche poche settimane sono bene rappresentative. Le osservazioni sono già iniziate ; e quanto agli ulteriori particolari del lavoro, come le decisioni sullo spoglio del materiale raccolto, sul modo di utilizzarlo e sulla possibilità di pubblicarne qualche parte, essi potranno essere concretati in seguito alle idee che manifesteranno i collaboratori, e in seguito alla indicazione, cui bisognerà procedere, di una o più persone scelte nel gruppo, che, a parte ogni concetto di gerarchia burocratica di nome o di forma, possano assumere quella funzione centrale di collegamento che soltanto per la mia qualità di iniziatore del tentativo mi arrogai senza incarico in questa fase preparatoria. Intanto, anche prima di quella che ne potrà essere la costituzione definitiva, io ho creduto — sia per la possibilità di guadagnare altre adesioni, sia per un doveroso riguardo verso i colleghi, ai quali sono profondamente grato per la confortante accoglienza fatta alla mia proposta - di render partecipe di questa nostra collaborazione la Società Botanica, nella speranza di una approvazione che per il nostro lavoro, come per i rapporti che esso potrà avere con analoghe organizzazioni, sarebbe un grande appoggio morale. Con ossequio Venezia, 8 febbraio 1922 Dott. Michelangelo Minio ADUNANZA DHL 11 PBBBBAIO 23 Indi sono presentati i lavori seguenti : Gola G. - Le Epatiche raccolte dal Dott. G. B. De Gasperi nella Terra del Fuoco sud-occidentale. Negri G. - / Muschi raccolti dal Dott. G. B. De Gasperi nella Terra del Fuoco sud-occidentale. Lacaita C. - Piante italiane critiche o rare, LXXIV-LXXXV. MINIO M. — CONTRIBUTO ALLA FLORA DEL BELLUNESE. - NOTA 9'. Aspleniura Seelosii Leyb. — rupi presso Davestra. Cladium Mariseus R. Br. — margini del lago di Vedana : sola stazione a me nota della provincia. Carex digitata L. y ornithopoda (W.) — Lagole, in riva al Piave. Juncus trifldus L. P Hostii (Tsch.) — m. Pelf (2200 metri); m. Tudajo in Cadore (1900 m.). Polyg'onatura vepticillatum Ali. Caralte presso Perarolo ; ripiano tra il m. Nevegal e Quantin, qua e là (800-900 m.). P. officinale Ali. — nell' Agordino in valle del Biois e valle del Liera (1000-1300 m.); lungo la carrozzabile verso la Muda ; m. Tudajo nella parte interiore, qua e là; " rovine " di Vedana. Ophrys apifera Huds. — nel vallone di Belluno (contrafforti del m. Serva, valle dell'Ardo, Valmorel) a 500-600 metri. Nigritella nigra Rchb. b. rosea Gelmi. Col Visentin (1750 m.). N. nigra Gymnadenia conopsea. — Forcella Valbona (Col Nudo, sulla linea di spartiacque tra l'Alpago e il Friuli) a 2000 m., fra i genitori \leg. Jl. e %). JXCinio]. Coeloglossum viride Hartm. - - m. Tudajo (1800 m.). CeDhalanthera ensifolia Rich. sui fianchi del vallone di Belluno (S. Antonio in Col, S. Marnante, Valmorel) a 600- 800 metri. Daphne Cneorum L. y striata (Trett.) — m. Tudaio (2000- 2100 metri). Thesium alpinum L. y pratense (Ehr.) — M. Tudajo nella parte inferiore. Herniaria glabra L. nelle ghiaie del Piave a Belluno — la trovai una sola volta. Alsine Cherlerìa Fenzl salendo sulla piramide dolomitica del Col Nudo (Alpago) da Forcella Valbona [J. e V. M.]; sulla vetta del m. Pelf (2502 m.) - Gli es. del Pelf si sco- stano dal solito portamento della specie, per il grande sviluppo, J4 Al.INAN/. \ DHL 11 PKHIiltAXO tra i rami fertili, di numerosissimi lami sterili (3, 4 e anche 5 cm.) a internodi lunghi fino a 5 mm. e fg. di 4-6 mm. Stellarla nemorum L. - m. Tudajo; e, in es. rigogliosi attri- buibili alla b. bracteata Ledeb., nell* Agordino ai Doff. Silene quadrifida L. — in valle del Biois sul letto del torrente (1000 m.) e sulle rocce bagnate verso le casere Doff (1800 m.); sul m. Tudajo (1600-2000 metri). S. rupestris L. nell' Agordino al Col di Foglia e Rocca Pletore; in Cadore a Campiello di Comelico. - for. alpestris Bolzon in Hb. meo (= / minor dolzori in FI. 'Prov. di Parma) — massi ai Doff. S. acaulls L. — vetta del m. Serva ; Forcella Pianezze nell' A- gordino (2050 m.); presso la vetta del Col Nudo (Alpago) a 2400 m. [A. e V. M.]; m. Tudajo tra 1800 e 2100 m.; passo di Sesis (Sappada) a 2300 metri. — b. pedunculosa Rchb. — valle Ombretta (alto Agordino). — — e. excapa (Ali.) — m. Pelf. Saponaria oeymoides L. — presso Forno di Canale e lungo la postale di Agordo. Gypsophila repens L. — m. Tudajo, abbondante. Arabis alpina L. — valle del Biois (1000 m.) e del Liera (1200 m.); passo di Sesis (2300 m.). A. pumila Wulf. — al passo di Falzarego [race, dal sig. V. Segato]. Petrocallis pyrenaica R. Br. — forma ricchi cuscinetti sulle alte rupi del Col Nudo, sulla stretta cresta che divide il ver- sante dell' Alpago (Belluno) da quello del Friuli — fino a 2409 [A. e V. JXC.]. Hutchinsia alpina R. Br. — vai del Liera in es. robusti (1200 m.); al passo di Sesis, in es. per lo più da attribuire alla b. afflnis (Gren.). Thlaspi rotundifolium Gaud. — Col Nudo (Alpago) e passo di Sesis. Biscutella levigata L. - nella forma genuina sul m. Serva, a S. Giorgio in valle del Gresàl, sul Tudajo (2100 m.), alle*" ro- vine " di Vedana. — — e. subspathulata (Lam.) — sulle rupi lungo la postale agordina (400 metri). CorydaliS cava Schwgg. et Krt. — presso la Madonna del Pare (Belluno): una delle poche stazioni della provincia. Papaver alpinum L. p pyrenaicum (W.) b. rhseticum (Ler.) Col Nudo, sullo spartiacque Alpago-Friuli (2100 metri). [A. e V. M.\. ClematiS alpina Mi 11. — da Cencenighe a Forno di Canale (800-950 metri); Serrai di Sottoguda; " rovine " di Vedana (400 m.); m. Serva (800-900 m.); S. Giorgio in valle del Gresàl (1250 m.); S. Marnante (550 metri). ADUNANZA DEL IL FEBBRAIO 25 Anemone alpina L. — m. Serva da 1200 a 2132 m. ab- bondante. Ranunculus alpester L. a typ. — cresta del monte Serva. [J. e V. M\. P bilobus (Bert.) — in vai Càneva sotto le Cime di Cajada, insieme al tipo - — ad y Traunfellneri (Hpe.) — al passo di Sesis (2300 m). R. aconitifolius L. — m. Tudajo (2100 metri). R. geraniifolìus Pourr. b. gracilis (Schleich.) — alto Agordino in valle del Liera (1350 m.) e a m. Pianezze (2000 metri). R. lanuginosus L. valle del Biois presso Forno di Canale. Saxifraga rotundifolia L. — m. Tudajo (1600-1800 metri). S. androsacea L. — passo di Sesis. S autumnalis L. - letto del Biois; m. Pelf ; fianchi del Col Visentin fino in fondo alla valle S. Marnante; rupi del Medon e di un rugo presso Davestra. S. crustata Vest. - valle del Liera (Agordino) da 1 100 a 1600 m.; m. Pelf; valle del Medon (600 m.); Termine (450 m.); m. Tudajo (1700-1900 metri). S. caesia L. a typ. — m. Tudaio intorno alla vetta ; tra Sap- pada e la confluenza del Piave col Cordevole di Visdende (a 1000 e 1200 metri.) — — H squarrosa (Sb.) — col tipo, e più abbondante di esso sul Tudajo (2000 m.) e presso Sappada; inoltre in valle del Liera (1300 metri). Sempervivum Funkii F. Br. — nell' Agordino sui massi ai Dorf e alla Forcella Pianezze (2050 metri) Sedum alpestre Vili. — sulle rupi del m. Predazzo ai Zinghen nell' Agordino (2000 metri). Raccolta qua e là nelle zone finitime ad ovest [ Vis. e Sacc. (" Tirolo meridionale"), Hb. Palati. (" montagne granitiche tiro- lesi "), Hb. Kellner (" Montalon in V. Sugana")] non mi consta che fosse finora stata notata nel Bellunese; e la stazione agor- dina, appartenendo alla zona dei porfidi quarziferi del Permiano, corrisponde all' appetenza silicicola che la specie dimostra anche nel Trentino, Friuli, ecc. S. annuum L. — valle del Liera a circa 1 500 m. sui massi sporgenti dai prati. S. atratum L. — Forcella Pianezze (2050 m.) ; Col Cervera (Lozzo) a 1800-1900 m. ; verso il passo di Sesis a 2300 m. Dryas OCtopetala L. — Forcella Pianezze; m. Tudajo (2100 m.); vallone di Belluno dal m. Nevegal alle creste del Col Visen- tin e del m. Serva. Potentilla alba L. nella valle del Limana (600 m.) e sulle pros- sime falde del Col Visentin, dove salea 1000 m. ; sempre scarsa. 26 AI-INAN/A DSL 11 l'KHIìKAIO P. nitida L. — fin sulla vetta del Col Nudo (Alpago) a 2439 [A e V. M.\ intorno alla vetta del m. Tudajo. P. rupestris L. in valle del Biois lungo la carrozzabile (800-900 m.). Nota del Bellunese, non ne conoscevo stazioni specificate. Amelanchier VUlg-ariS Mnch. - monte Tudajo; "rovine" di Vedana. LathyPUS Linnsei Rouy — insieme a pochi esempi, attribuibili alla tìar. a Gmelini (Rouy) [m. Nevegal e linea ferroviaria del Cadore dopo S. Andrea] per la completa glabrescenza e i denti del calice corti, il maggior numero (come già avevo osservato in un mio precedente contributo) oscilla nell' ambito della Var. OCCidentalis (Rouy) [nelle precedenti località e a m. Poi nell'Agordino], la cui pelosità, variabilissima, ora è ben visibile anche nei piccioli, ora, e più spesso, si restringe al solo calice ed anche vi è ridotta. Resta poi dimostrata anche la grande mutabilità del carattere dei denti calicini, in nessuno di questi esemplari trovandosi quella grande sproporzione dei tre superiori che pure vidi in altri individui bellunesi e per la quale erano lesiniformi e eguali al tubo. Epilobium angUStifolium L. — Forcella di Valbona (2000 m.) allo spartiacque dell'Alpago [A. e V. M.]; m. Tudajo. CircSBa alpina L. — . boschi di m. Poi nell'Agordino e di Cam- piello di Comelico (950 m.). Peucedanum Ostruthium Koch — in valle del Biois ai Doff (1800-1900 m.) e a Caviazza. Athamanta cretensis L. — m. Serva (1500 m.); m. Tudajo (2250 metri). — — b. mutellinoides (Lam.) — dai Serrai a Malga Ciapèla nell' Agordino ; in Val Clusa (confi, in Cordevole presso la Muda) verso i 1000 m. ; "rovine" di Vedana; al Rio Rinaldo presso Sappada (I 100 m.) : sempre in es. ben distinti dal tipo, che non trovai nelle stesse stazioni. Pirola secunda L. vai Talagona; monte Tudajo; bosco San Marco (1300 metri). Rhododendron ferrugineum L. — nell' alto Agordino da 1350 metti (sui massi sparsi nella v. del Liera) a 2000 metri (ai Zinghen); sul m. Tudajo fra 1800 e 2000 m. in grandi macchie alternate al Rh. hirsutum. ArctOStaphylos Uva-ursi Spr. — presso Avoscan nell' Agor- dino; a San Giorgio in v. del Gresàl (1200 m.); sulle "rovine" di Vedana (400-450 m.) ; sul m. Tudajo (2250 metri). Primula longiflora Ali. — verso il passo di Sesis (2200-2300 m ). Gentiana verna L. />. elongata (Hànke), m. Pianezze (2000 m.). Menyanthes trifoliata L. — nella torbiera di Sois (470 m.) trovai una colonia abb. ricca. ADUNANZA DHL 11 FEBBRAIO 27 Eritrichium nanura Schrad. rupi del Col Nudo (Alpago) sullo spartiacque fino a 2439 m. — abbondante [A. e V . M.\. Linaria alpina Mill. - Forcella di Valbona sotto il Col Nudo (2000 m.), Davestra in riva al Piave. Euphrasia trieuspidata L. * typ. — contrafforti del Col Vi- sentin e del in. Serva (1200 m.) ; lungo la postale agordina (450 m.) ; tra Vas e Lentiai ; rupi a Termine. — — p cuspidata (Host) nelle ghiaie del t. Desedàn ; presso Rivalgo ; e nel vallone di Belluno a Nogarè (380 m.), alla Madonna del Pare, sulle propaggini N. del m. Serva (900 m.) e sul m. Nevegal. E. officinalis L. $ StriCta (Host) — vai Clusa (confi, in Cor- devole) a circa 1000 m. — — TJ minima (Jcq.) — sulle rupi ai Doff (Agordino). - — — b. hispidula (Favr.) — nell' Agordino a Pian delle Fontane (2200 m.) E. alpina Lam. [i pietà (Wimm.) m. Tudajo. — — Y Kerneri (Wettst.) nel vallone di Belluno qua e là (400-600 m.) sulle marne e prati umidi. — — 5 Rc-Stkoviana (Hayne) - n rovine n di Vedana ; colli in valle dell' Ardo ; Col Visentin e suoi contrafforti, dove abbonda, fino sulla cresta. PedieulariS verticillata L. — nel Col Visentin scende dal Faverghera, qua e là, fino a circa 900 m. (Nevegal), e nelle stazioni più basse è in esemplari lussureggianti (fino a 20-26 cm.) anche più di quanto avevo già osservato in Cadore. — E' specie però non frequente, benché così sia ormai nota di tutti i principali settori della provincia. P. tuberosa L. /. hirsuta Stgr.(l) m. Tudajo. P. rostrata L. ,J Jacquini (Koch) - m. Tudajo, parti elevate fino alla vetta (2273 m.); vette del m. Serva (2132 m.) e, a N., Forcella Cirvoi (1600 m.). P. rosea Wulf. b. reducta Bolzon - vetta del m. Pelf (2502 m.). Salvia verticillata L. Ospitale presso la ferrovia ; n rovine " di Vedana. Thymus Seroyllum L. e subeitratus (Schreb.) for. alpestris Briq. nella valle del Liera (1200 m. circa). In es. assai vicini a questa forma, ma più robusti, assai pelosi, a fg. q. orbicolari fortem. ciliate e calice pure con fitti peli nel tubo e nei denti come la v. istriacus H. Braun : m. Tudajo a 1800 m. Adoxa Moschatfìllina L. bosco a Castion. Lonicera alpigena L. lungo il Biois (950 m.) ; in Cadore (I) Determinata dal Dott. G. Bonati. 28 Ahi NA.N7.A DML 11 FKUHKAIO sul Tudajo (1900 m.) e in vai Talagona ; nel vallone di Bel- luno a S. Marnante (450 m.), Quantin e m. Serva (800 m.). — — e. macrophylla Are. — col precedente lungo il Biois,. Valeriana montana L. — m. Tudajo (1900 m.) ; m. Serva (900 m.). V. saxatilis L. — rupi presso la strada agordina (500 m.) ; m. Tudajo (2100 m.) ; m. Serva; "rovine" di Vedana (450 m.). Knautla longifolia Koch — valle del Liera ; m. Tudajo. Scabiosa lucida Host nella valle del Biois da 1200 m. (presso Feder) a 1900 m. (ghiaioni del m. Pianezze): sempre es. a fg. pubescenti. S. graminifolia L. — lungo la postale presso Fonzaso ; sprone E. del m. Serva. Phyteuma hemisphaericum L a typ. f. vulgare R. Schultz — nell'Agordino ai Zinghen (2000-2100 m.) e alla Forcella Pianezze. — — var. trichophyllum Gremii — in vai del Liera ai Doff (1900 m.). Ph. Halleri Ali. a typ. /. longebracteatum R. Schultz — nell' alto Agordino lungo il Biois (1 100 m.), in valle del Liera (1600 m.) e nel bosco sopra Malga Ciapela. Ph. Sieberi Spr — m. Pianezze (2050 m.) ; m. Tudajo. Ph. orbiculare L. ssp. montanum R. Schultz var. suffultura R. Schultz /. pilosum R. Schultz — valle del Biois lungo la postale e v. del Liera. Campanula barbata L. — m. Tudaio sopra 1600 m. C. patula L. Forno di Canale (950-1000 m.). Homogyne alpina Cass. P discolor (Cass.) — Forcella Pianezze. Arnica montana L. — valle del Biois a 1300 m. ; nel vallone bellunese qua e là da 650 m. (v. del Limana) e dal ripiano Nevegal-Quantin sale per le falde del Col Visentin e sui con- trafforti del m. Serva. In Cadore presso Auronzo (900 m.) e sul Tudajo (2000 m.). Aster alpinus L. a. Breyninus G. Beck — valle del Liera lungo il torrente e ai Doff ; forcella di Valbona (Alpago) a 2000 m. [A. e V. M.] in es. ridotti (scapi di 2-3 cm.). Leontopodium alpinum Cass. — m. Tudajo ; rupi intorno al passo di Sesis ; Col Visentin. Inula hirta L. — contrafforti E. del m. Serva (circa 600 m.) ; " rovine " di Vedana (400 m.). I. ensifolia L. — sui massi delle " rovine " di Vedana. I. salicina L. — rive ombrose del lago di Vedana (370 m.). I britannica L. — lungo la strada Belluno - Mas ai Casoni (427 m.). ADUNANZA I>K1- 11 FKBBKAIO 29 NOELLI A. FLORA URBICA GENOVESE - Nota PREVENTIVA. Lo studio della flora delle città presenta particolare interesse come lo provano i numerosi lavori in proposito, ed una particolare importanza ha quella genovese. Invero le città, in seguito al progressivo incremento della popolazione, tendono a sottrarre nuove aree di terreno al dominio floristico per cui la vegetazione in sul principio nulla, riappare ben presto, ma assai limi- tatamente, con piante esili e poco sviluppate in tutte quelle vie e porzioni erbose ove il diuturno lavoro di nettezza e manutenzione stra- dale risultò sospeso anche per breve tempo. Le piante sporgono allora dai muri, tra le connessure delle pietre, dapprima isolate o sotto forma di piccole, ma tipiche associazioni, quindi possono assumere un più grande sviluppo tali da riuscire persino invadenti e ingombranti mo- strando una non comune vigoria dovuta certamente all'abbondanza di substrato fertilizzante nel sottosuolo stradale. Si hanno adunque delle associazioni di piante che il botanico classifica tra le ruderali, le mu- ricole ecc. e costituite da specie tipiche e bene distinte. Dimodoché an- che nelle città più popolose e in cui di giorno ferve il lavoro e 1' incessante movimento dei veicoli si possono rintracciare numerose specie vegetali di cui alcune sono tipiche della regione a cui la città appartiene ed altre provengono bene spesso da lontanissime regioni trasportatevi colle colture od anche accidentalmente dall' uomo stesso collo scambio delle merci, o dal vento o dall'acqua o dagli animali. Perciò la flora della città di Genova, che per la sua specialissima situazione, appare così varia e ricca, fu oggetto di studi e ricerche per parte di eminenti botanici. Invero Genova è situata a guisa di anfiteatro tra il mare ed i monti che le fanno corona e le sue case salgono sino a grande altezza, men- tre in alto si mostrano i dossi aridi ed erbosi dei colli coronati da forti. Due fiumi, il Bisagno e la Polcevera sfociano nel mare, il primo nella stessa città di Genova, V altro a Sampierdarena, città questa che si può ritenere la naturale continuazione della capitale ligure ; un fitto agglomerato di fabbricati occupano il fondo delle valli, decorrono lungo le sponde dei fiumi ed appaiono qua e là ora più densi, ora più radi sui fianchi dei colli e dei monti intercalati da tratti di terreno col- tivato a campi ovvero a vigneti e si spingono fin quasi ai gioghi dell' Appennino. I fianchi opposti dei colli, dietro i forti, appaiono invece boschivi per essere ivi state rispettate le essenze forestali, che furono al contrario distrutte nella parte prospiciente la città in se- guito alle fortificazioni. La stessa spiaggia del mare, la cosidetta riviera, è pure essa fittamente abitata colle borgate che si continuano come in un unico ed immenso paese, cosicché la città occupa un area oltremodo considerevole. In conseguenza poi delle particolari modalità orografiche, il clima presenta notevoli variazioni climatiche con oscillazioni talora repentine segnatamente termometriche ed anemometriche. Invero le valli dei sopracitati fiumi appaiono come due immense condutture d aria fredda e spesso assai irrpetuose onde in certe annate il clima risulta particolarmente freddo e quindi proprio allo sviluppo di piante micro- terne, mentre i colli che recingono la città a nord, la proteggono, al- 30 A.DUKAN2A l>U. 11 PHBBRAIO meno in parte dall' azione di tali correnti fredde, onde succede che in certe insenature, ove il vento non giunge, si hanno tranquilli recessi che ospitano piante interessanti e bene spesso vi compaiono associazioni di piante avventizie, le quali, come bene suppose il Baglietto ('), de- vono il loro sviluppo al vento che spirando da sud trasporta 1 semi ammucchiati nel porto fin sulle falde dei colli, ove trovando siti dove il terreno venne smosso dallo scoppio delle mine o rivoltato per opera del- l' uomo vi poterono allignare. II vastissimo porto, col continuo scarico di merci proveniente da regioni le più varie, costituisce certo un fat- tore di primaria importanza alla ricchezza della flora di Genova ; ad esso si deve aggiungere quello dovuto all' azione dell' uomo e degli animali, per lo più uccelli. Da siffatte circostanze, al tutto particolari, deriva necessariamente una grande varietà nella flora, la quale presenta talora tutta una serie di associazioni curiose e sommamente interessanti che fanno vivo contrasto con quelle che presentano altre città più uni- formi nella loro topografia. * * Un lavoro floristico sulla vegetazione della città di Genova dovrebbe a mio parere oltrepassare 1 limiti della cinta daziaria, poiché mentre questa si estende da un lato sino a Quarto dei Mille (che è la natu- rale continuazione di Sfuria compresa entro la suddetta cinta), dal lato opposto è limitata al colle che separa la città di Sampierdarena, colle esiguo e che si sta per 1* appunto appianando. Perciò tale flora do- vrebbe comprendere il territorio che dal forte si estende lungo il litorale sino a Pegli per la regione di Ponente e risalendo sui monti sovrastanti giunge sino verso il crinale che dal M. Contessa (550) scende al Monte Gazzo (421), a Borzoh e quindi in Valle Polcevera. Comprende inoltre la regione lungo le sponde della Polcevera sino a Bolzaneto e quindi risale da Rivarolo sino ai monti contornati da forti che dominano la città di Genova per ndiscendere al torrente Bisagno a Staglieno, segue quindi le sponde del torrente per risalire sulle alture della Madonna del Monte, dell' Apparizione sotto il M. Fascie (834) e scendere obliquando in valle torrente di Nervi sino al suo sbocco nel mare a Nervi nella riviera di levante. Non potendo attualmente occuparmi della flora di cos'i vasta e com- plessa regione, ho dovuto limitare le ricerche in sito sul territorio deli- mitato a ponente dal torrente Polcevera e che si estende a levante sino a Quarto. Questo territorio risulta pure assai interessante anche dal lato lito-geologico essendo costituito in prevalenza da calcare intercalato da lenti serpentmose e da altre roccie antiche di natura silicea. Le incisioni che ì torrenti a corso brevissimo praticarono sul versante rivolto verso il mare, attestano la potenza erosiva delle acque e ne è prova l'estensione delle alluvioni nell'ultima parte del loro corso. Ciò spiega la comparsa lungo la stretta fascia alluvionale di piante proprie di regioni più elevate ivi state trasportate mediante semi, bulbi ecc. * * * La flora ligure fu studiata da vari Botanici quali J. De Notaris (2) (1) F. Baglietto - Fiorala d. "Dalle d. Lagaccio ptcsso Genova - Genova 1886. (2) J. De Notaris - Reperlorium flora ligustica • Mem. R. Ac. d. Se. d. To- rino - Ser. II. Voi. VIII-1X, 1846-1848. ADINA NV. A DHL 11 FEBBRAIO 31 nella sua opera classica : Repertorium flora ligustica, con 2288 specie censite ; F. Baghetto che nella Florula della TJalle del Lagaccio presso Genova enumera ben 464 sp. e 11 var. di cui 49 non risultano censite nel Repertorium del De Notans. Queste piante furono raccolte in una valle assai ristretta e lunga circa 2 km. e la maggior parte delle sp. nuove per la flora ligure sono oriunde dell'Oriente : V. Basten (') studiò le Composite; O. Penzig (2) nella Flora ligustica synopsis elencò 3166 sp. cioè circa i tre quarti della flora italiana e circa un terzo della flora europea ; A. Pandiani ($) si occupò di studi fitogeografici sulla Flora del ZHL. Qazzo. * * * La flora urbica di Genova presenta un evidente contrasto confrontata con quella di altre città. Le vie sono in parte pavimentate a lastre di granito ovvero di arenaria della Spezia, altre sono pavimentate a mas- sicciata ovvero acciottolate e perciò presenterebbero una scarsissima vege- tazione se non esistessero tratti incolti o pendii erbosi alcuni ridotti a giar- dino, altri invece incompleto abbandono e quindi manifestano un evidente carattere d' antico perchè addossati ad edifici di altre epoche o a ruderi e permettono il libero sviluppo di una flora più o meno lussureggiante a seconda delle località. Caratteristica è poi la flora dei terrapieni si- tuati lungo le mura che per un estesissimo tratto cingono la città a monte ; allignano colà specie rare quali: Hermodaclylus tuberosus, Iris juncea, Scilla hyacinthoides, Se. elongata ecc., flora che varia da sito a sito. L' estendersi del piano regolatore edilizio determinerà necessariamente la scomparsa di parecchie aree in cui liberamente si sviluppano parecchie specie e la conseguente limitazione della superficie vegetativa nel piano o sui pendii moderati ; ma alla vegetazione rimarrà pur sempre il grande rifugio delle zone più elevate sottostanti alle fortificazioni ; sarà studio interessante, per la storia botanica della regione, notare la successiva scomparsa di vane specie ed il progressivo adattamento di altre al nuovo ambiente; e intanto mi occorse di notare due specie da me raccolte e nuove per la flora ligure : Sesleria argentea e Oplismenus undu- latifolius. La flora urbica genovese si può distinguere in vari gruppi come segue : Flora RUDERALE - Nella città e dintorni le scariche di materiali sono relativamente scarse, poiché le aree che si rendono libere in seguito a demolizioni sono ben tosto occupate da nuovi fabbricati per l'incremento della popolazione e d' altra parte è nota la ristrettezza dello spazio di- sponibile alla edilizia. Ne segue che la flora ruderale è limitata alle scarpate dei fiumi ed al piede dei muri nelle vie meno frequentate e contrariamente a quanto si osserva nelle flore di altre città, Torino ecc. non mi fu dato di rintracciare smora in tali stazioni, varie piante ti- piche dei ruderati quali Urtica dioica (ne riscontrai appena qua e là scarsi esemplari ; più abbondante se non frequente è V U. membrana- cea), U. urens, Bidens (riparlila, Erysimum officinale ecc. ( I ) V. Basteri - Flora ligustica Le Composile - Genova 1 889. (2) O. Penzig - Flora ligustica synopsis - Genova 1897. id. id. - Flora popolare ligustica ecc., id., 1897. (3) A. Pandiani - Florula del M. Qazzo - Atti Soc. lig. d. Se. nat. e geogr. Genova 1913. 32 AIMN'ANXA DBIi 11 FEBBRAIO La flora ruderale è prevalentemente costituita da estesissime colonie di Parietaria ojficinalis, P. judaica, Chenopodium ambrosioides, Ch. mu- rale, e da altre piante quali : 'Digitarla sanguinalis, Veronica Cym- halaria, V. Persica, Lepidium graminifolium, Inula viscosa, Xanthium spinosum, Jlrum italicum, Centranthus ruber, Ceterach officinarum, ecc. e a cui si può aggiungere la Sesleria argentea nuova per Genova (Valle Lagaccio e Madonna del Monte) e che probabilmente fu con- fusa colla S. coerulea. La flora ruderale è quindi caratterizzata essenzial- mente dalle due Parietarie e dal Chenopodium ambrosioides originano dell'America trop. e bor. e completamente naturalizzato. Flou a DEL PAVIviento - Le vie di Genova, come quelle delle città moderne, non permettono più, salvo in rari casi, lo sviluppo di erbe facenti pompa del loro apparato vegetativo e delle loro fioriture, bene spesso assai vistose, poiché in seguito alle continue cure delle ammini- strazioni locali per una diligente manutenzione mediante i moderni sistemi di pavimentazione alla Mac Adam e colla copertura di asfalto, il ter- reno risulta talmente compresso da risultare affatto improprio alla rego- lare vegetazione per la mancanza di aerazione nel suolo ed al regolare sviluppo di semi che accidentalmente vi sono trasportati dal vento o dagli animali. Tuttavia qualche specie riesce ad allignare, e si svilup- pano allora degli individui esili, rachitici che talora non riescono a fiorire. Così potrò ricordare come testimonio della vitalità e tenacia di certe piante nella lotta per l'esistenza, Plantago Coronopus ridotta d'ordi- nario ad una rosetta di foghe, 'Poa annua, Tfhlaspi Bursa-pastoris ecc. Flora dei luoghi liberi piani e dei pendii erbosi - E oltremodo varia e ricca di specie interessanti, parecchie a tipo xerofilo : Sesleria argentea, ^Urifolium sp. pi. Poa annua, Setaria viridis, Linaria italica, Sonchus arvensis, Erodium malachoides, ecc. Flora della REGIONE oltre le mura - Mirabile per varietà e ric- chezza di specie, menta un censimento completo. Di essa notevole è I' Oplismenus undulatifolius lungo la via romana di Quarto, nuovo per la Liguria. Flora della regione boschiva - Come si è detto, i boschi sono assai ridotti e gli avanzi sono costituiti prevalentemente o quasi da Ca- stagni. Il sottosuolo arido nel versante prospiciente il mare, con esem- plari scarsi di Erica arborea, Coronilla Emerus, Anemone hortensis ecc. appare invece ricoperto da una fitta e ricca vegetazione nel versante prospiciente il torrente Polcevera, dove riscontransi tra le altre piante : Galanthus nivalis, Scilla italica, Omphalodes verna, Erythronium cDens- Canis, cPetasites albus, Anemone hepatica, Primula vulgaris, Ranun- culus Ficaria, Crocus vernus che in primavera tappezza estesi tratti erbosi, ecc. Flora DEGLI ULIVETI E DEI CAMPI - Pure essa è assai ricca e merita un ampio censimento. Flora ADVENA - E rappresentata da varie specie, oltre quelle ri- scontrate dal Baglietto nella sua flora della Valle del Lagaccio, ad es. : Oxalis cernua che raccolsi a Quarto e probabilmente V Hermodactylus tuberosus assai raro. FLORA MARINA SOMMERSA - Dato lo scarsissimo sviluppo della spiag- gia libera, occupata ormai quasi completamente dall' estendersi dei moli, ADUNANZA DRL 11 FEBBRAIO 33 dalla fabbricazione estesa sino quasi alla spiaggia e dalle gettate per il nuovo splendido Corso Italia, presenta necessariamente scarsissimo in- teresse. Flora d1 acqua dolce, dei luoghi acquitrinosi e degli stillicidi - Le pozzanghere e le acque di sorgiva mancano si può dire comple- tamente nella città e dintorni. In un minuscolo bacino di Valle Lagaccio trovasi Phragmìtes communis, Schasnus nigricans, Scirpus Holoschce- nus ecc. In qualche altra pozzanghera trovasi il Nasturtium officinale e qualche altra pianta, mentre negli stillicidi cresce rigoglioso 1' Adian- tum Capillus-IJeneris. Torino, febbraio 1 92 I . PAMPANINI R. - - IL GENERE ALCHEMILLA NEL CADORE. Il genere Alchemilla è poco noto nel Cadore, anche compren- dendo in questo 1' Ampezzo. Nel 1851 Hausmann indicava VA. pubescens di Bottestagno (Peutelstein). Del M. Piano segnalarono nel 1870 Hackel VA. fissa e nel 1888 Aitzt 1' A. exigua. Poi, nel 1896, Ball nel suo lavoro sulla flora del versante meridionale delle Alpi elenca le A. arvensis e vulgaris con la vaga indicaziono di " Cadore " e " Sorgenti del Piave". Più tardi, nel 1900, Bolzon cita VA. vulgaris var. con- nivens raccolta da me sulla " Ponta della Poina " (S. Vito), e nel 1909 Dalla Torre e Sarnthein, nella loro " Flora " del Tirolo ricordano: 1' A. undulata, che io avevo raccolto pure nella regione di S. Vito, 1' A. exigua, nuovamente trovata da Brandmayer sul M. Piano, ed infine, raccolte da Bicknell e Pollini, 1' A. gla- berrima del Lago di Sorapiss e le A. decumbens, straminea e vulgaris del piede della Croda da Lago ('). Recentemente poi, nel 1920, Bolzon indica del Col Quaterna 1' A. vulgaris f. alpestris ed obtusa e del Col Rosson 1' A. vul- garis {. demissa e var. hybrida i. pubescens; ed, infine, Ugolini 1' A. vulgaris f. aliata di Cortina (2). (1) Hausmann F., Flora con Tirol, 1 Heft. Innsbruck, 1851. — Hackel E., Botanische Reisebilder aus Sùdtirol (" Verhandl. zool.-bot. Gesell. Wien ", Jahrg. XX ( I 870] p. 664). — Artzt A., Zur Flora von Schluderbach in Sùdtirol (" Deutsche bot. Monatschr. V Jahrg. VI [1888], p. 60).— Ball J., The distribution of plants on the south side of the Alpi ("Trans. Linn. Soc. London", 2 ser.. Boi., voi. V, P. 4 [1896], p. 119). Bolzon P., Contribuzione alla Flora Veneta. Nota VII ("Bull. Soc. Bot. It. ■. 1900, p. 332). Dalla Torre K. W. n. Sarnthein L., Flora der Tirol, Voralberg und Liechtenstein, voi. Il, p. 523, Innsbruck, 1909. (2) Bolzon P., Piante dei terreni silicei del Comelico Superiore ("Provincia di Belluno) (" Atti Accad. Ven. Treni. Ist. ", voi. XI [1920], p. 46). — Ugolini U. Contributo alla Flora del Tirolo Cisalpino (Ual Pusteria ed Ampezzano) ("Nuovo Giornale bot. .t. '. n. s.. voi. XXVII [1920). p. 251). 34 A DUNA ME A DDL 11 rBBBBAJO Nel 1907 ebbi occasione di fare delle ricche erborizzazioni nel territorio di S. Vito, e le Alchemille che allora raccolsi mi furono cortesemente determinate dal sig. R Buser di Ginevra. Alcune, nel 1909, le distribuii nelle " Plantae italicae criticae " del Prof. L. Vaccari : crinita, decumbens, exigua, flabellata, pratensis, pubescens, reniformis (con le f. aprica, glacialis e vegeta), straminea, tirolensis (con le f. aprica e denudata), vulgaris con la f. vegeta 0). Riassumendo, fino al 1907 erano segnalate nel Cadore solo cinque specie di Alchemille (pubescens [1 85 1], fissa [1870] exigua [1888J, arvensis e vulgaris [1896]) alle quali nel 1909, con le raccolte di Bicknell e Pollini se ne aggiunsero tre (decumbens, glaberrima e straminea) e con le mie altre sei (crinita, flabellata, pratensis, reniformis, tirolensis ed undulata). A queste quattordici specie ne aggiungo ora altre undici delle mie raccolte del 1907 rimaste inedite, che qui enumero: A. alpestris Schmidt — Mondeval: presso il Iago delle Baste, alt. 2277 m. — forma. — Prati di Roan, alt. 1600 m.; boschi sul vers. sett. del Col Sentinella, alt. 1600 m. — f. vegeta — Sopra Zoppe, alt. 1700 m. colorata Buser — Ponta della Poina, alt. 2025-2225 m. compta Buser — Forcella della Poina, alt. 2025 m. ; presso il lago delle Baste, alt. 2077 m. — crinita Buser — Pascoli di Prenderà, alt. 2050 m. — decumbens Buser — M. Pelmo: vers. or., alt. 1900 m., e 1. d. Corotto alt. 1575 m.; Col del Ferro, alt. 1950 m.; M. Penna, alt. 2000 m. ; Ponta e Forcella della Poina, alt. 2025-2225 m. ; Mondeval: presso il lago delle Baste, alt. 2077 m. exigua Buser — Ponta e Forcella della Poina, alt. 2025- 2225 m.; M. Pelmo vers. or., alt. 1900 m.; Col del Ferro, alt. 1950 m.; M. Penna, alt. 2000 m. — f. vegeta. — Col Sentinella, boschi del vers. sett., alt. 1600 m. — flabellata Buser — Mondeval : Pascoli di Prenderà, al- tezza 2050 m., e lago delle Baste, alt. 2277 m.; Forcella della Poina, alt. 2025 m. ; M. Pelmo, vers. or. 1. d. Corotto, alt. 1575 m. — heteropoda Buser — M. Penna, alt. 2000 m.; Col del Ferro, alt 1950 m.; Ponta della Poina, alt. 1900 m.; Mon- deval, alt. 2290 m. impexa Buser — Mondeval: Prenderà, alt. 2050 m. ; Ponta della Poina, vers. sett., alt. 1950 m., e vers. or. alt. 1900 m. (1) Vaccari L., ^Pianta italica critica ("Annali di Botanica", voi. VII [1909}. p. 291). ADUNANZA DBL 11 PBBBRA10 35 montana Schmidt — M. Pelmo, vers. or., alt. 1900 m., e 1. d. Pian de Madier, alt. 1500 m.; Col del Ferro, alt. 1950 m., Col Sentinella, boschi del vers. sett, alt. 1600 m.; M. Penna, alt. 2000 m.; Ponta e Forcella della Poina, alt. 1950-2225 m.; prati di Roan, alt. 1600 m. niphogeton Buser, sp. n. — Mondeval, alt. 2290 m.. e presso il lago delle Baste, alt. 2277 m. Pampaniniana Buser, sp. n. - Pascoli di Prenderà, al- tezza 2050 m. pratensis Schmidt — Col Sentinella, boschi del vers. sett., alt. 1600 m. — f. glaciali». — Mondeval: lago delle Baste, altez- za 2277 m. pubescens Lam. f. aprica. — M. Pelmo, vers. or. 1. d. Rutorto, alt. 2000 m., e 1. d. Corotto, alt. 1 575 m. ; M. Penna, alt. 2000 m.; Prenderà, alt. 2050 m. reniformi» Buser — Prenderà, alt. 2050 m. ; Forcella della Poina, alt. 2025 m.; M. Pelmo, vers. or. 1. d. Pian de Ma- dier alt. 1500 m. e 1. d. Corotto, alt. 1575 m.; prati di Roan, alt. 1600 m. — f. aprica. — M. Pelmo, vers. or. 1. d. Rutorto, al- tezza 2000 m. e boschi di Tiera, alt. 1100 m. ; Mondeval: lago delle Baste, alt. 2277 m. straminea Buser — M. Pelmo, vers. or. sopra Zoppe, alt. 1700 m. ; prati di Roan, lungo il ruscello Gusella, alt. 1900 m.; Prenderà, alt. 2050 m. strigosula Buser — Prenderà, alt. 2050 m. ; Ponta della Poina, alt. 2025-2225 m. subcrenata Buser — M. Pelmo vers. or. : sopra Zoppe alt. 1700 m.; e 1. d. Corotto, alt. 1575m., e Pian de Ma- dier, alt. 1500 m.; M. Penna, alt. 2000 m. tirolensis Buser — M. Pelmo vers. or., 1. d. Pian de Madier, alt. 1500 m.; Ponta della Poina, alt. 2025-2225 m.; Mon- deval : alt. 2290 m., e 1. d. Prenderà, alt. 2050 m., e lago delle Baste, alt. 2277 m. — f. aprica. — M. Pelmo, vers. or. 1. d. Rutorto, alt. 2000 m. — f. denudata. M. Penna, alt. 2000 m. ; Forcella della Poina, alt. 2025 m. — vegeta. — Sopra Zoppe, alt. 1700 m.; Ponta della Poina, vers. or., alt. 1900-1950 m. undulata Buser M. Penna, alt. 2000 m. ; Ponta e For- cella della Poina, alt. 1950-2225 m.; Mondeval: Iago delle Baste, alt. 2277 m. ; Col Sentinella, boschi del vers. sett., alt. 1600 m. 36 Ahi "NAN/.A DSL 11 l'KItURAIO — versipila Buser — Col Sentinella, boschi del vers. sett., alt. 1600 m. — vulgaris L. M. Penna, alt. 2000 m.; Zoppe, alt. 1700 m.; Ponta e Forcella della Poina, alt 1950-2025 m.; Monde- vai: lago delle Baste, alt. 2277 m., a Prenderà, alt. 2050 m.; Col Sentinella, boschi del vers. sett., alt. 1600 m. — f. vegeta. — S. Vito, lungo la strada nazionale, alt. 1050 m. ADDENDA ET EMENDANDA AD PLORAM ITALICAM Azolla filiculoides Lam. — Sardegna, negli stagni presso Ca- gliari; leg. Prof. R. Sernagiotto, Dir. R. Scuola di Enologia e Viticoltura di Cagliari. — Nuova per la Sardegna. Jìrundo Plinti Turra - Tra Volterra e Cecina, presso la sta- zione di Casino di Terra; leg. Dott. H. Reese [Basilea], 19 set- tembre 1921. — Nuova per la Toscana. Anemone Hepalica L. f. malbensis Cicioni in litt. ad Fiori 6-XI1- 1921: Brattee calicine discoste più o meno dal fiore, sino ad un centimetro. Umbria, sul M. Malbe ; leg. G. Cicioni. Convolvulus mauritanicus Boiss. — Sicilia, Taormina nel margine erboso della via al lato sud dell'Albergo Bristol; leg. Dott. H. Reese [Basilea]), 10 aprile 1 920. ^ — Certamente importato; forse sfug- gito da qualche giardino. E pianta della Spagna e dell'Algeria, molto affine a C. sabatius Viv. Adr. Fiori NOTULE BIBLIOGRAFICHE Caporiacco L. (Di) - L' abbassamento dei limiti inferiori della vegetazione di alcune piante alpine nei dintorni di Gemona ("In Alto", a. XXXII [1921], n. 1-3. Udine). Zenari S. - Osservazioni sulle Athamanta del gruppo « cretensis ». (" Atti e Memorie della R. Accad. Se. Lett. ed Arti in Padova", voi. XXXVII [1921]). — — Forme ereditarie e variabilità nei cicli di Sonchus oleraceus L. em. e di Sonchus asper Hill. ( " Rivista di Biologia" voi. Ili [1901] fase. 6°). NOTIZIE Il Prof. L. Vaccari ha donato il suo Erbario — interessante specialmente l' Abruzzo e il Lazio, e, più ancora, la Valle d' Aosta — al R. Istituto Botanico di Firenze, riservandosene però lo studio. Raffaello Beni, gerente responsabile Borgo S. Lorenzo - Tip. Mazzocchi 1922. Marzo N. 3. BULLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA INDICK Bolzon P. - Alcune piante del Comelico (provincia di Belluno) e del Monte Grappa . . , Pag- 38 Provasi T. - Il Gnaphalium uliginosum L. var. prostratimi (Huet exs.) Nym. in Toscana » 41 Addenda et emendanda ad Floram italicam » 44 Adunanza dell' 11 Marzo Presiede il Presidente N. Pas»erini. — Aperta la seduta sono proclamati a nuovi soci : Conte Mario Baciocchi-Del Turco, di Firenze. Dott. Orazio Gavioli, di Potenza. Indi il Presidente comunica che nel Bilancio preventivo pel 1922 la somma dispo- nibile per le due pubblicazioni sociali è stata (issata a Lire 4500, pari, cioè, a circa 225 pagine. Avverte che dovendo in queste 225 pagine trovar posto i lavori giacenti, alcuni fino dall'anno scorso, e, d'altra parte, volendo riservare sette od otto fogli di stampa al Bullettino, la disponibilità nel "Nuovo Giornale" è per quest'anno ormai interamente impegnata. Fa osservare che tale angustia non deve sorprendere qualora si rifletta che dall'anteguerra ad oggi la quota sociale fu, è vero, raddoppiata, ma le spese di stampa si sestuplicarono (cfr. Bull. 1921, p. 92). Fa presente che, invero, l' Assemblea del 30 ottobre u. s. aveva dato mandato al Consiglio di riprendere la cessione dei periodici all' Istituto Botanico di Firenze allo scopo di poter dare maggior incremento alle pubblicazioni sociali, ma che, avendo I" Istituto Botanico giudicato di non poter riprendere l'acquisto se non alle identiche condizioni di fatto esistenti quando fu sospeso nel 1910, il Consiglio non ha creduto di potersi assumere la responsabilità di alienare cinquantatre periodici per seicento lire l'annata, e quindi decise di so- prassedervi. 38 ADUNAHZJ IiKM,' 1 I MARZO BOLZON P. ALCUNE PIANTE DEL COMELICO (PROV. DI BELLUNO) E DEL M. GRAPPA. COMPLICO Nel decorso Agosto ho indirizzato le mie ricerche floristiche del Comelico (Bolz. I) alla catena del M. Aminola e alla catena del M. Cavallino che comprende anche 1 monti Palombino e Cima Vallone. Mi limito qui a riferire di 29 entità, di cui: 3 non an- cora descritte (precedute da tre asterischi), 4 nuove per il Veneto (precedute da due asterischi), 9 nuove per la prov. di Belluno (pre- cedute da un asterisco) e 1 3 nuove per il Cadore. 1) M. piamola versante di Paiola, dolomia: * Carex rostrata Huds. lungo il laghetto d'Aiarnola ; nota della vai di Fassa e dell' alto Boite ai conf. colla prov. di Belluno (Ambr.) — Lathy- rus pratensis L. *** fm. sagittata m., stipole saettate, cioè munite ciascuna alla base, di due orecchiette acute e diverg., una colonia numerosa sulla strada militare al M. Zovo a m. 1750; sec. le Flore Ital. e anche sec. la FI. de la Suisse di Schinz et Keller, le stipole sono semisaettate, cioè portano una sola orec- chietta alla base; invece sec. il Prodi", di De Candolle e sec. la FI. de France di Grenier et Godron, le stipole sono saettate; a Saliceto in prov. di Cuneo ai conf. col circondano di Savona ho osservato piante con stipole in gran parte saettate e soltanto poche semisaettate — Veronica Anagallis L. ** p ovalis Vis., colla Carex rostrata e anche nel Vallone di Popera a 1900 m. lungo i ruscelli — Pedicularis palustris L. b. angustisela (Rigo), lungo il laghetto di S. Anna sopra Padola — P. recutita L.*** fm. incisa m., foglie pennatosette a segmenti profondamente incisi, boschi sopra Padola a m. 1600; sec. le Flore Ital. e sec. il Prodr. di De Candolle, ì segmenti delle foglie sono dentati; invece sec. la FI. de la Suisse di Schinz et Keller i segmenti delle foglie sono anche pennatifidi. 2) Presso 'Padola a e. 1200 m. : * Neslea paniculata Desp. nei campi di patate; non ind. della prov. di Belluno, ma dell'at- tigua valle d' Ampezzo (T. u. S.) — Lamium album L. lungo la naz. Padola-Candide. 3) Presso Dania a e. 1350 m. : * Lepidium sativum L. pi. le case probab. fuggiasca dagli orti ; non ind. della prov. di Bel- luno, bensì dell' attigua valle d' Ampezzo a Cima Banche pure come fuggiasca alla colt. (Ugol.) — Sedum maximum Sut. an- che pr. Padola — Ononis spinosa L. p mitis L. 4) M. 'Palombino versante del Digòn sopra casera Melìn, do- lomia : * Alsine Villarsii M. et K. a e. 2200 m. in luoghi ru- pestri ; sec. la FI. Analit. di Fiori ecc. il suo limite orient. nelle ADINANZA DKLL' 11 MAUZD 39 Alpi è il Trentino al Tonale, ma di recente è stata osservata anche nel Friuli (Gort.) — Cardamine impatiens L , boschi a 1 500 m. — Rosa pyrenaica Gouan, macchie a 1800 m. — Digitalis ambigua Murr. b. obtusiloba Murr., boschi a 1700 m. — Pedicularis asplenifolia Floerke in W., a 2000 m. — Vale- riana montana L. ** b. minor Ten., a 1900 m. - Phyteuma Sieberi Spr. * var. alpinum R. Sehulz fm. glabrescens R. Sehulz, (') a e. 2000 m. ; nota della vai di Fassa ai confini colla prov. di Belluno, cioè del passo Contrin e del passo Pordoi (T. u. S.) — Ph. orbiculare L. var. ellipticifolium (Vili.) **fm. nanum R. Sehulz, a. e. 2100 m. (') — Hypochaeris uniflora Vili. b. glabrescens Bolzon, luoghi erb. a 2000 m., però in fm. a brattee dell' involucro fimbriate come nel tipo. 5) J^T. Cima 'Vallone, versante del Digbn sopra coserà Mehn ; dolomia in basso fine a circa 1 800- 1 900 m., rocce silicee in allo: " Oxyria dig-yna Hill., copiosa nei terr. silic. a 2100-2200 m. ; nota dell' Alto Cordevole e della valle di Primiero ai con- fini colla prov. di Belluno (Ambr.) — Arenaria serpyllifolia L. * f) alpina Gaud., nei terr. silic. a 2100-2300 m.; nel Veneto è nota soltanto del Friuli (Gort.) — A. ciliata L. a e. 1800- 1900 m. — Cardamine resedifolia L. b. platyphylla R. et F., terr. silic. delle anfrattuosita pr. le sorgenti a e. 2000-2100 m. — e. nana Sehulz, ten. silic. aridi a 2200-2300 m. — Geum mon tanum I . *** b. multiflorum mihi, pianta con parecchi fusti, almeno in parte multi/lori, terr. silic. a e. 2000 m. ; in tutte le Flore da me consultate è descritta con fusti solitari o cespugliosi, ma sempre uniilori — Epilobium trigonum Sehk. poco sopra casera Melìn nei cespugli a 1 700 m., dolomia — Gentiana Utri- culosa L. *fm. minor Bolzon in Bull. Soc. Bot. hai. 1916 pag. 98, dolomia a 1900 m. 6) A-/. Cavallino, versante del Digòn terreni silicei: * Ranun- culus amplexieaulis L. f) plantagineus (Ali), dirupi sovra- stanti alla casera di Pian Formai a e. 1800-1900 m. ; nota della vai di Fassa ai confini colla prov. di Belluno, cioè del piano della Fedaia (F. u. S.). 7) Col Rossòn, terreni silicei : Phyteuma hemisphaericum L. ** var. carinthiaeum R. Sehulz (2) = Ph. humile Bolz. 1 pag. 54 e pag. 61 ; a m. 2100. Infine meritano particola! menzione : Sempervivum hirtum L. C. arenarium (Koch), (3) M. Cavallino insieme al Ramine, am- plexic. ,j plantag. ; il Comelico è 1' unica zona della provincia (1) Determ. dal prof. R. Pampanini. (2) Determ. dal prof. R. Pampanini. (3) Confr. nell'Erb. Padovano dal prof. A. Béguinot. 40 ADUNANZA DELL* 11 MARZO di Belluno in cui essa si trova : vi è stata osservata molti anni fa presso 1* Alpe Forame situata nell* alta valle del Padola alle falde occidentali del M. Quaterna verso il passo di Monte Croce (confr. Flora Analitica, Appendice) — Seseli Libanotis Koch, M. Palombino versante di Padola a 2100-2400 sulla dolomia; perciò non è ammissibile che sia silicicola esclusiva come avevo asserito in altro mio scritto. (Bolz. I pag. 52 e 59). M. GRAPPA Neil' ultima decade del decorso Luglio ho continuato le ricer- che sulla FI. castrense del M. Grappa. I risultati qui esposti con- sistono in una ventina di entità da aggiungersi agli elenchi da me pubblicati (Bolz. 2 e 3) delle piante allogene o proprie anche di zone basse del M. Grappa che si sono diffuse di recente in alto sulle località sconvolte dall' azione bellica ; di esse una non è ancora stata descritta (Sisymbrium Sophia var. brevisiliquum), e tre (precedute da un asterisco) sono da aggiungersi alla FI. della prov. di Treviso. 1) ;7Ve/ terreno sconvolto pr. l'Hotel Jlrcheson a m. ì 450 : * Silene noctiflora L. (3). 2) Sulle strade militari del versante mer. del M. Jlrcheson a m. 1 350-1450: Arabis glabra Bernh. — Sisymbrium altis- SÌmum L. b. brevisiliquum Béguin. da me quivi scoperta nel 1920 e quest'anno riosservata (Bolz. 3) — S. Sophia L. var. brevisiliquum Béguin. /. n., racemo frutti/, denso e breve, si- lique diritte, il doppio più brevi che nel tipo a peduncoli suberetti. Differisce dunque dalla var. densiflorum Lange perchè questa ha peduncoli divaricati e le silique subfalcate (confr. Willkomm et Lange, Podr. FI. Hispan. Ili pag. 802 e anche Rouy et Foucaud FI. de France, Il pag. Il) — Il Béguinot che confrontò l'esemplare da me speditogli con gli esemplari degli erbari di Firenze, nulla vi ha trovato che corrisponda peifettamente ad essi. — Ononis spinosa L.* var. proeurrens Bum. Trifolium sativum Mill. anche in fm. grandifolium a foglioline misuranti fino a 6 3 cm. — La- thyrus pratensis L. — Malva silvestris L. — Lithospermum arvense L. Myosotis intermedia Lk. — Veronica Anagal- lis L. V frutieulosa L. — Asperula aristata L. f. — Seneeio vulgaris L. — Bellis pepennis L. — Artemisia vul- garis L. Buphtalmum salicifolium L Sonchus asper Hill. b. pungens Bisch. 3) Al Campo di Borso : Chamselina sativa Crantz., pr. la villetta Cantoni a m. 1050. 4) Pr. la cima del Grappa : Onobrychis sativa Lam., sulle strade militari fino a I 700 m. — * Poa silvicola GUSS , sui mu- riccioli e lungo le strade vicino alla caserma Milano (Ugolini in lit.). 5) Jl Ile falde del M. Solarolo verso vai Calcino: Atropa Bel- adunanza dell'I] marzo 41 ladonna L., fra i cespugli vicino alla casera ora diroccata del Domadòr. E* nota genericamente del M. Grappa dove dopo il 1827 non era stata più osservata (Sacc). ELENCO DELLE PUBBLICAZIONI CITATE. (Ambr.) — Ambrosi, FI. del Tirolo merid. (Bolz. 1) — Bolzon, Piante ecc. del Comelico, in Atti Ac- cad. Veri. Trent Isti. 1920. (Bolz. 2) — Bolzon, FI. castr. M. Grappa, Bull. Soc. Bota- nica It. 1919. (Bolz. 3) - Bolzon, e. s., e. s., e. s., N. II" 1920. (Gort.) — Gorlani, Flora Friulana. (Sacc.) — Saccardo, FI. Tarvis. renov. (T. u. S.) — Dalla Torre una1. Sarnthein, FI. von. Tirol voi. VI. (Ugol.) - Ugolini, FI. Tirolo cisalp., N. Giorn. Bot. Ital. 1920. PROVASI T. IL GNAPHALIUM ULIGINOSUM L. VAR. TROSTRATUM (HUET EXS.) NYM. IN TOSCANA. In una recente escursione (il 20 Ottobre u. s.) nell' alto Ap- pennino pistoiese e modenese 0), sulle rive di un piccolo stagno noto sotto il nome di Lago Nero e situato a e. 1 700 m. d alt. nell'alta Valle del Sestaione, sotto il M. Ti e x Potenze, rinvenni una interessante varietà nuova per la Toscana. E questa il Qna- phalium uliginosum L. var. prostratimi (Huet exs.) Nym., esclu- sivo, fin' ora, dell' Italia peninsulare, e a distribuzione molto sal- tuaria, come fanno fede le poche località, sette in tutto, fin' ora note e pubblicate, che qui riporto in ordine cronologico di reperto. 1. Jlbruzzo - Piano di Cinque miglia (m. 1250 e.) - E. ed A. Huet du Pavillon(2) - 18 luglio 1856. 2. umilia - Lago Budellone (m. 1 503) - Adr. Fiori (3) - Set- tembre 1894. (1) Queste mie escursioni hanno lo scopo di studiare partitamente la flora dei nu- merosi laghetti (in massima di origine glaciale) che abbondano nella zona montana e in quella scoperta di tale regione. (2) Huet - exs. 'Pianta neap. n. 359 (Herb. centr. it.). - Nyman, Con.ip. Flora eur. Orebro 1878-82 p. 382; questo autore assimila la varietà al tipo, fa- cendo così del nome imposto dall' Huet un semplice sinonimo della specie. (3) A. Fiori in A. Fiori, G. Paoletti, A. Béguinot, Flora an. a" II. voi. Ili p. 278. La varietà in parola è qui considerata come una forma della var. j3 ramosum (Lam.). V. anche Herb. centr. it. - Nelle carte topogr. vi è di preferenza L. Bu- dalone. 42 ADI NAN/.A DKI.I.'ll KABEO 3. Lazio - Laghi di Canterno (m. 538) - A. Béguinot 0) - Agosto 1895-97. 4. Calabria - Piano di Caramolo (reg. mont.) - B. Longo (2) - Estate 1904. 5. Basilicata - Lago di Zapano (m. 1380) - F. Cavara ed L. Grande (3) 19 agosto 1908. 6. Basilicata - Piano del Pollino (reg. mont.) - F. Cavara ed L. Grande (-») - 25 agosto 1908. 7. Campania - Campo di Mercoliano (m. 1300) - G. Pellanda (5) - 20 agosto 1911. Questa varietà, per quello che ho visto e per quello che ho potuto dedurre, preferisce, anzi, occupa esclusivamente ì terreni fangosi disseccati, poveri di humus e di sostanze organiche, le ceneri vulcaniche (6) e simili. In tali condizioni è appunto il ba- cino del L. Nero (7), dove trovai abbondantissimi gli esemplari di questa varietà. La nuova località toscana, come pure un'altra prossima che accennerò or ora, ci permette di asserire che essa è diffusa, se non in un' area maggiore, certamente con una mag- gior frequenza di località, come del resto aveva già supposto il Fiori (8). Probabilmente essa è già stata rinvenuta altrove, ma i botanici non vi hanno prestata tutta 1* attenzione che meritava. Così sfogliando 1* Erbario Levier per i necessari confronti, osser- vai vari esemplari raccolti dal Levier (9) stesso in due epoche differenti al Lago del Greppo (m. 1442), piccolo stagno situato (1) A. Béguinot - Florula di alcuni piccoli laghi inesplorati della Provincia di T^oma. Bull. Soc. Bot. It. 1900 p. 60, dove è indicata semplicemente come G. uli- ginosum. V. a questo proposito la rettifica in A. Fiori ed A. Béguinot, Scheda ad FI. il. exs. fase. Xlll p. 155, n. 2373 bis. (2) B. Longo - ^Cuova contribuzione alla flora calabrese. Annali di Botanica, voi. II, 1905, p. 380. - A. Fiori, G. Paoletti, A. Béguinot, FI. an. d' It. Appendice, p. 385. (3) F. Cavara ed L. Grande - esplorazioni botaniche in Basilicata. Bull. Orto Bot. dell" Univ. di Napoli, tomo III, 1913, p. 380. (4) Idem. p. 396. (5) A. Fiori ed A. Béguinot - Scheda ad. FI. It. exs. fase. XIII p. 155 n. 2373. (6) In questo substrato vivevano gli esemplari centuriati dal Pellanda. (7) Si tratta di varie pozze di poca entità : il bacino della maggiore (il L. Nero propriamente detto) misura circa m. 100 40 e una profondità massima di m. 1 e; a causa della siccità lo specchio acqueo era ridotto a circa I 3. La parte prosciugata presentava qua e là residui di vegetazione (Caltha, Sphagnum sp. Carex etc.) nei punti meno scarsi di humus ; sul fango disseccato esclusivamente la varietà in parola. (8) A. Fiori ed A. Béguinot - Scheda ad. FI. it. exs. fase. XIII, p. 155, n. 2373. (9) Herb. Levier (Firenze) - Plantae it. e ditione pagi Boscolungo, in Apennino Emilia. Gn. uliginosum L. - Lago Greppo 23 aug. 1885. - Herb. etruscum E. Le- vier. Gn. uliginosum L. - In uliginosis lacus alpini exiccati juxta Lago del Greppo (alta valle del Seslaione sopra Boscolungo) in Apennino Pistoriensi, aug. 1882. MiIXANZA DELL' 11 MAKZO 43 pure nella valle del Sestaione, non lungi dal L. Nero ; questi esemplari portano semplicemente 1' indicazione del nome specifico, e come appartenenti al tipo furono appunto pubblicati dal Ba- roni ('). Aggiungerò inoltre che lo stesso Levier 1' aveva già rac- colta anch' egli, precisamente al L. Nero, indicandola però sem- pre col solo nome specifico (2). Quello che più colpisce negli esemplari del L. Nero, tanto quelli raccolti dal Levier, come quelli raccolti da me, è lo spic- cato nanismo accentuato all' ultimo grado, che tutti indistintamente presentano, escluso qualche raro individuo a caratteri normali : nessuno poi intermedio. Se poi questo pigmeismo si debba col- legare a influenze locali o accidentali (altitudine 0), substrato H), siccità (5), etc), agenti isolatamente o in concomitanza, o risponda invece a un carattere intrinseco e stabilmente fissato, non è per ora possibile stabilire con sicurezza. Io propenderei per quest' ul- tima opinione: tale carattere sarebbe dunque generale e costante, sia nello spazio, come è provato dalla uniformità di statura in tutti gli esemplari della località, sia nel tempo, come è provato dalla identità di individui raccolti a parecchi anni di distanza. Si può inoltre osservare che al pigmeismo sono associate altre particolarità abbastanza costanti, le quali inducono ad ammettere che il Gn. uli- ginosum L. var. prostralum (Huet exs.) Nym., si presenta al L. Nero come una forma a sé che chiamerò pygm&um mihi, così caratterizzata : « Pianta nana, non ramificata, completamente acaule, altezza minima mm. 3, altezza massima mm. 1 5 ; radice semplice, fili- forme, corta; foglie lunghe al massimo il doppio dei capolini, assai meno tomentose che nella varietà, verdastre (°), salvo alla base dove sono foltamente lanose, circondanti i capolini a guisa di involucro ; capolini di grandezza quasi normale, in numero da 1 a 7». Gli esemplari raccolti dal Levier al L. del Greppo sono tutti della v. prostratum normale. (1) E. Baroni - Supplemento generale al <•■ Prodromo della FI. Tose. » di T. Caruel, fase. IV, 1901, p. 323. (2) Herb. Levier (Firenze) - Plantas italica: e ditione pagi Boscolungo, in Apen- nino Etruria; - Gnaphalium uliginosum L. - Lago Nero - 24 agosto 1887. (3) Il L. Nero è situato a m. 1 700, sopra il limite della vegetazione arborea ; entrano qui pertanto in giuoco le influenze della regione alpina. (4) Poverissimo di sali e sostanze nutritive in genere. (5) L'estate e il principio d'autunno dell'anno scorso sono stati caratterizzati da una eccessiva siccità. (6) Questo carattere l'avvicina alla var. pilulare Koch, propria della Europa setten- trionale. Il Rouy (G. Rouy et I. Foucaud) Flore de France, Tome Vili, Paris, 1903, p. 184) accenna a una sottovarietà nanum Rouy della var. pilulare, senza per altro darne che pochi cenni. Tutto però induce a ritenerla come una forma di convergenza (in unione alla (orma pygmaeum) tra le varietà pilulare e proslralum. 44 ADUNANZA DBLL' 11 MARZO Questa forma interessante ('). merita di essere ulteriormente studia- ta nella sua distribuzione e nel suo sviluppo ; per ora credo che si tratti di un prodotto analogo a quelli della microflora psammofila. Non sarebbe altro, per concludere, che una esaltazione di quelle molteplici cause che, agendo con minore intensità, hanno distaccato dal tipo uliginosum la var. prostratimi ; var. prostratum e forma pyg- mczutn non sarebbero quindi che i due stadi di uno stesso processo. (I) Alcuni esemplari sono stati depositati nell'Erbario Centrale di Firenze. A D D E N I ) A ET EMEN DAN DA Al) FLORAM ITALICAM Naslurtìum austriacum L. — - Spazi erbosi al Campo Marzio presso la stazione ferroviaria a Vicenza (6 marzo 1 92 1 ) e strada d'accesso alla stazione a Castelfranco Veneto (5 agosto 1921). La pianta era conosciuta finora per 1* Italia nella letteratura sol- tanto dei dintorni di Parma, annunziata dal Passerini nel 1852, con la conferma del Bolzon nel 1921 ; ma nell' Erb. Gen. del- l' Orto Botanico di Padova ne ho veduto un esemplare, senza data, raccolto dal Zangiacomi a Vicenza lungo lo stradone fra P. Lupia e la stazione ferroviaria : scoperta rimasta fino ad oggi inedita e probabilmente anteriore a quella del Passerini. Diplofaxis erucoides DC. — Presso una siepe a Valle di Ca- dore (settembre 1 920 fiorita) : forse pianta castrense, non più ritrovata da me nella località nel 1921. Lepidium virginicum L. — Terreno smosso alla Chiusa di Venas e presso baraccamenti militari al Col Vida in Cadore (1920); staz. ferroviaria Milano-Lambrate (1921). Nota finora della Lom- bardia a Cassano d' Adda, del Veronese, della Liguria e di Cava dei Tirreni : cfr. FI. An. It. I. 467, IV. 99. Inoltre : Campo Trentino ed Arco nel Trentino : cfr. Dalla Torre u. Sarn., FI. Tir., VI. 2. p. 321. L densiflorum Schrad. (L. micranthum Caspary; L. apetalum Aschefs.): cfr. Thellung, Die Gatt. Lepidium, Neue Denkschrift. schweiz. Ges. Naturwiss., 1906. — Baraccamenti militari a Fe- deravecchia a m. 1375 fra Misurina ed Auronzo (1919), e poco sotto 1' Ospizio Tre Croci a circa 1 750 m. fra Misurina e Cortina d'Ampezzo (1921); staz. radiotelegrafica in azione durante la guerra presso la Cima del M. Zucco a circa 1100 m. (1921); terreno smosso alla Chiusa di Venas (1920) e stazione ferroviaria a Sottocastello (1920) e a Calalzo (1921, copiosissima): tutte località cadorine. Stazione ferroviaria a Feltre (1920). Pianta av- ventizia n ferroviaria" e castrense, nuova per 1' Italia politica avanti guerra, ma già nota di località ora comprese nei nuovi confini italici a Trento (Murr, 1900) e Bolzano (Murr, 1904). U. Ugolini Raffaello Beni, gerente responsabile Borgo S. Lorenzo - Tip. Mazzocchi 922. Aprile N. 4. BULLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA* 4 INDICE Bargagli-Petrucci G. - A proposito del trasporto dell' Orto Botanico di Firenze al Giardino di Boboli (Proc. verb.) Pag. 45 Barsali E. - Contributo allo studio delle modificazioni indotte dall' am- biente nei tessuti di alcuni organi vegetali » 47 » » - Le osservazioni fenologiche del P. Serpieri ad Urbino dal 1857 al 1865 ("Proc. verb.) » 46 Cengia-Sambo M. - A proposito delle Lecanora subfusca Ach. e chlarotera Nyl. (Proc. oerb.) » 47 Peyronel B. - Altri nuovi casi di rapporti micorizici tra Fanerogame e Basidiomiceti » 50 Trotter A. - Intorno ad un Synchytrium dell' Helianthemum salicifo- lium (L.) Mill » 53 Addenda et emendanda ad Floram italicam » 55 Adunanza dell' 8 aprile 1922 Presiede il Presidente N. Passerini. — Aperta la seduta, sono proclamati a nuovi soci : Prof. Alessandro Morettini, di Perugia. Sig. Giulio Catoni, di Trento. Indi è data lettura della lettera seguente : On.le Sig. Presidente della Società Botanica Italiana Firenze. Spero fare cosa gradita a codesta Società informandola che, dopo lunghe, laboriose e delicate trattative, il mio progetto di impiantare accanto al Monumentale Giardino di Boboli un Giardino Botanico, ordinato geograficamente, che faccia risorgere a nuova vita tutte quelle aree e quei giardini riservati che in altri tempi furono destinati dai Granduchi di Toscana alla cultura di piante esotiche e ad esperienze di acclimatazione, è finalmente entrato nella sua fase decisiva. Pochi giorni fa S. E. l' on. Calò, Sottosegretario di Stato per le Belle Arti, volle rendersi conto personalmente, sul posto, della opportunità ed attuabilità del progetto. 46 ADINANZA DKLIj' 8 APRILE Nella sua visita in Boboli venne accompagnato dal Soprintendente delle RR. Gallerie, Comm. Prof. Poggi, dal Soprintendente ai Monumenti Comm. Ing. Socini, dall'As- sessore per le Belle Arti del Comune di Firenze, Prof. Pareti, dal Soprintendente del R. Istituto di Studi Superiori, Comm. Orvieto, e da me. L'esito della visita non poteva essere più favorevole, perchè l'on. Calò, convinto che la proposta era di grande utilità, non solo per la Scienza, per il Pubblico e per la Città di Firenze, ma anche per la conservazione stessa del grandioso Giardino Monu- mentale, dette al progetto la sua piena adesione, incaricando i presenti di formulare proposte di dettaglio, per potere mettere in esecuzione al più presto il grandioso progetto. Appunto in questi giorni si vanno svolgendo in proposito gli opportuni scambi di idee, che lasciano già prevedere che nessuna difficoltà ormai, neppure di indole finanziaria, potrà, si spera, ostacolare il buon esito delle trattative. Prego la S. V. di volere comunicare ai Soci della Società Botanica ed ai Botanici Italiani questa notizia che spero sarà accolta con favore. Con ossequio devot.mo Dott. G. BARGAGL1-PETRUCCI Direttore incaricato del R. Istituto Botanico di Firenze 5 Aprile 1922. 11 Presidente ricorda la comunicazione fatta a tale proposito dallo stesso Profes- sore Bargagli-Petrucci nel giugno dell'anno scorso (Bull. 1921, p. 53), ed esprime la sua soddisfazione per il cammino da allora percorso sulla via della realizzazione del progetto, e la sua speranza, che la fase conclusiva nella quale questo è ora entrato, possa rapidamente chiudersi con il risultato sperato. Poi è letta questa comunicazione del Prof. E. Barsali : « A proposito della lodevole iniziativa comunicata dal consocio Minio nel Bollettino di questa Società nel decorso Febbraio, non credo fuori di luogo rievocare alcune osservazioni fenologiche che risalgono alla metà, circa, del secolo decorso. Allorché il P. Serpieri degli Scolopi, nome ben noto come fisico e matematico, che finì i suoi giorni onorato dai dotti del tempo, alla Badia Fiesolana, fu chiamato Rettore ed Inse- gnante nel Collegio-Convitto di Urbino, fondò nel 1 850 un Osservatorio Meteoro- logico tenendosi in stretto rapporto con gli altri Osservatori del genere allora esistenti. Nel 1866 pubblicò un primo Bullettino Meteorologico di Urbino che proseguì fino al 1 869 ; e non solo in questo figurarono le osservazioni meteorologiche, ma incluse anche sue note speciali sulle stelle cadenti, sul modo di misura dell' ozono ed altri argomenti attinenti all'indole del Bullettino stesso. Ma essendo egli versatile in quegli studi in genere che interessano la Natura, nel primo suo Bullettino suddetto pubblicò una nota di circa 280 piante, indi- candone l'epoca di fioritura da osservazioni eseguite dal 1857 al 1865. Le piante furono considerate in tre luoghi diversi, e nella parte alta della città intorno alla antica fortezza, e nell'Orto botanico ed altre nelle campagne circostanti, ciò, egli dice, fece seguendo l'esempio dei sigg. Quetelet e Zantedeschi. In quest' opera gli furono validi collaboratori un P. E. Scannavini, probabilmente altro degli Scolopi, ed il Dott. Fe- derici, allora Professore di Botanica e Chimica nell' Università urbinate. Nel Fase. Il del detto Bollettino iniziò, con l'aiuto del su ricordato Federici, un saggio di Flora dell' Agro Urbinate ; ne rese pubbliche cinque centurie, notando per alcune la località di raccolta, ma ciò che più qui interessa si è che a tutte queste ADUNANZA DEM,' 8 APRILE 47 piante in colonna separata indicò l'epoca di fioritura pel I8Ó7, in altra colonna la fioritura media secondo i varii anni di osservazione ed infine, per molte specie, il con- fronto con la fioritura media a Bruxelles consultando i lavori del Quetelet e deducendone 4 giorni per ogni grado di latitudine e 4 giorni per ogni 100 m. di altezza, cioè approssimativamente di 13 giorni in meno; egli inoltre avvertiva: « Ciò varrà ad indi- ti care quali modificazioni di clima siansi avverati.... e questi elementi possono essere « utili a determinare i limiti che segnano la regolare diffusione di una specie.... pre- ti pariamo dunque questi elementi che per lo meno gioveranno ai nostri pastori ». Quindi è Ietta la seguente comunicazione della Prof." M. Cengia-Sambo a pro- posito dell' osservazione della Prof." E. Mameli-Calvino sulla Lecanora subfusca Ach. var. rugosa (Pers.) Nyl. (Bull, di Gennaio, p. 6): La chiave analitica del genere Lecanora in latta (FI. it. crypt., p. 269) è certa- mente errata dove mette come carattere distintivo fra L. subfusca Ach. e L. chiaro- fera Nyl. la colorazione cerulea della gelatina imeniale con 1' jodio, colorazione negativa in L. subfusca e positiva in L. chlarolera. Però, facendo questa reazione in parecchie varietà e forme di L. subfusca, anche con forti concentrazioni di soluzione di jodio, e rileggendo la descrizione di L. chlarolera nell' latta (p. 292) io credo che nel punto suddetto la chiave andrebbe corretta così : Gelatina imeniale colorantesi in ceruleo-verdognolo leggero con 1* jodio.... L. sub- fusca Pers. Gelatina imeniale colorantesi in ceruleo intenso con 1' jodio.... L. chlarolera Nyl. Infine, sono presentati i lavori seguenti : Zenari S. - Secondo contributo alla Flora della Val Cellino (Friuli occidentale). Provasi T. - Zoocecidi dell' Herbarium chinense-japonicum dell' Istituto Botanico di Firenze. BARSALI E. CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLE MODIFICAZIONI INDOTTE DALL'AMBIEN- TE NEI TESSUTI DI ALCUNI ORGANI VEGETALI. L' ambiente nel quale un organismo vive esercita senza dubbio una influenza grandissima sull'organismo stesso e tale che ne determina so- vente modificazioni profonde in tutte le sue parti, modificazioni che non si arrestano alle parti esterne ma si trasmettono a tutti gli elementi che concorrono alla complessa organizzazione dell' individuo. L' influenza esercitata dal mezzo sui vani organi di una pianta fu, fino da molti anni or sono, considerata dapprima solo nel rilevare le variazioni morfologiche esterne paragonando fra loro individui cresciuti in ambiente diverso; così per esempio Maxwell Masters e più tardi il Mer rivolsero speciale attenzione alla variazione di sviluppo dei peli radicali ed alla parziale o totale assenza di essi secondo che il mezzo variava: aria o acqua. Il Costantin fu il primo che comparativamente 48 M'INANZA DBLL'8 APBILfl non si arrestò alla morfologia esterna, ma ne studiò anche l' interna in radici e fusti, fissando specialmente, per le radici, il suo studio alla struttura primaria. Più recentemente il Bondois(') ha portato un forte ed esauriente contributo allo studio che esercita il mezzo acquatico sulle radici degli alberi che, normalmente terrestri, trovansi casualmente, per la loro vicinanza a laghi, stagni e comunque corsi di acqua, a svilup- pare parte del loro sistema radicale in ambiente diverso dal loro natu- rale, come i Salix, Jllnus, Populus che oltre alle radici normali, qua- lora si protragga la loro permanenza nell' acqua, sviluppano sul fusto radici avventizie in abbondanza che perdono poi la loro funzione al momento che le acque decrescono e la pianta ritorni alla normale vita terrestre. E questo fenomeno non accade solo per alberi che trovinsi in quelle date condizioni ma anche per arbusti e frutici (Rubus, C/e- matis) nei quali 1 lunghi rami privi di sostegno ricadenti al suolo svi- luppano radici avventizie, cosi incontrando invece la superficie dell'acqua emettono radici che rapidamente si accrescono fino a raggiungere, se lo permette la profondità e la costanza di livello, il fondo del bacino. Non son rari questi fatti a riscontrarsi anche da noi lungo 1 canali e stagni e specialmente in quei luoghi dove la macchia è lasciata per vano tempo libera nel suo accrescimento e nella sua caratteristica for- mazione. L' estesa macchia di Tombolo, generalmente indicata come selva pisana, fino a qualche anno fa presentava un aspetto vergine e selvaggio, dove i T^ubus, Clematis, Smilax, Periploca, Hedera for- mavano protetti dall'ombra delle Querci, dei Pioppi, degli Olmi e dei Pini un groviglio inestricabile, racchiudendo larghe paludi, con i lunghi rami ricadenti immersi nelle acque (2). E in questi luoghi che mi fu facile notare lo sviluppo rigoglioso e rapido di radici avventizie verso la base del fusto degli Olmi e sui rami di Rubus ed anche di Clematis quando tali rami ricadenti giungevano alla superficie dell'acqua e più raramente, solo in alcuna delle così dette lame interne, nei rami di Edera che fermarono più degli altri la mia attenzione. Dall'abbondante groviglio di rami che un'Edera vetusta distendeva all' intorno ed i più prossimi a terra prostrati in mille guise cercavano di aprirsi un varco alla luce, altri si adagiavano e si prolungavano nel- l'acqua che giungeva a lambire il tronco dell'ospitale Leccio. Tali rami nella parte più prossima all'origine si mostravano normali, ma poi si al- (1) Bondoin G. - Conttibution a l'elude de V influence du milieu aqualique sur les racines des arbres. Ann. des Se. nat. Ser. 9. T. XVIII - 1913. Si troverà in questo lavoro la bibliografia dell' argomento. (2) Per chi non abbia conoscenza quali fossero queste magnifiche associazioni nel loro slato selvatico possono «sere di esempio le illustrazioni fotografiche riprodotte da Sommier in " Monti e poggi toscani. Firenze, Istituto micrografico italiano". ADUNANZA DKL.L,' 8 APBILK 49 lungavano oltre all'ordinario nell'acqua fino a più di I m. riducendo il numero delle foglie e queste anche lievemente andavano assumendo una forma oscuramente tnloba, simili alle foglie aeree dei rami fertili ; presso l'estremità le foglie si riducevano squamiformi. Ai nodi, in luogo delle normali radici di adesione, si sviluppavano radici lunghe e sottili (generalmente una per nodo) con molte e brevi ramificazioni, radici fluttuanti simili a quelle di idrofite normali, raggiun- gendo talora m. 1 .20 in lunghezza. E superfluo tornare a ripetere ciò che Costantin e Bondois hanno già rilevato per altre piante ed in casi simili per il fusto e la radice : il rapido accrescimento in lunghezza dovuto più ad un' intensiva moltipli- cazione cellulare che ad un accrescimento di ciascuna cellula, la quasi assenza dei peli radicali ed una riduzione in tutto 1' apparato assorbente e conduttore, un aumento della scorza e delle lacune ; ma differenze morfologiche interne più appariscenti si rilevano all'esame istologico delle foghe sommer- se in confronto con 7TTTTTÌ le semisommerse e con quelle aeree. ([ Le foghe normali aeree (fig. 1) dei rami sterili presen- ^_ tano la tipica strut- tura dorso ventrale I. 2. con ipofillo scarsamente lacunoso e ricco di macie cristalline, quelle dei rami fertili solo si differenziano per un maggior spessore forse dovuto ali aumento del numero ed al volume delle lacune ; passando ad esaminare quelle dei rami sommersi (fig. 2) notasi uno spessore debolmente maggiore, la scomparsa del palizzata che è sostituito da 1 -2 serie di cellule rotondeggianti, povere di cloroplasti, alle quali segue un parenchima ad elementi quasi simili ma interponenti ampie lacune (lembo fogliare da riportarsi alla simmetria bilaterale), e si nota pure una diminuzione di macie cristalline; le semisommerse presentano un graduale passaggio non solo nella forma degli elementi ma anche nella distribuzione dei cloroplastidi (generalmente la scomparsa della cloro- filla procede dal margine verso il centro) e quindi nella quantità del- l' amido. Una differenza si nota pure e in corrispondenza delle nervature e nel picciolo; nelle prime, normalmente, segue all' epidermide una pic- cola zona collenchimatica e più profondamente due gruppi di elementi meccanici al disopra ed al disotto dei fasci librolegnosi, nelle foglie sommerse è invece debolissima la formazione collenchimatica e mancano 50 ADUNANZA DBLL' 8 APRILE gli elementi meccanici ; cosi può dirsi per il picciolo sia riguardo al collenchima sia per la grandezza e quantità di spazi intercellulari ed anche per la scarsità di macie cristalline e di amido delle foglie sommerse. L' epidermide sia nel picciolo che nella lamina poco si differenzia dall'una all'altra delle foglie esaminate: la cuticola, striata, acquista il massimo sviluppo nei piccioli delle foghe aeree, è sottile nelle foglie sommerse, permangono gli stomi, ma sembrano aver perduto la loro funzione, essendo ridotta la loro apertura. In conclusione anche nelle foghe di Edera si può constatare che il mezzo acqueo influisce sia nella epidermide per un minore sviluppo della cuticola, sia nella riduzione fino a scomparsa di sistema meccanico sia anche per un maggior spessore per formazione di abbondanti lacune, come avviene secondo gli Autori ricordati nelle radici e nei fusti. Il formarsi di un parenchima lacunoso in organi che trovansi in un mezzo ricco di umidità è fenomeno che può anche essere osservato nelle radici e nei tuberi di alcune Orchidee, p. es. dell' Orchis laxi- flora e nell' O. paluslris. Nella prima di queste può talora notarsi come la massa parenchima- tica dei tuberi presenti grandi intercellulari a disposizione assai rego- lare tanto da farla ritenere per un vero aerenchima, nelle radici tali lacune si mostrano invece assai meno regolari e più comunemente in prossimità dell' endoderma ed anche, più raramente, si possono rin- venire subito al disotto dei primi strati corticali e la quantità ed il vo- lume di tali lacune è in diretta relazione con la quantità di umidità e col periodo di permanenza dell'umidità stessa; ritengo opportuno però su tale argomento proseguire nelle ricerche. PEYRONEL B. ALTRI NUOVI CASI DI RAP- PORTI MICORIZICI TRA FANEROGAME E BASI- DIOMICETI. In tre note precedenti (') ho enumerato complessivamente 41 casi nuovi di rapporti mediante micorize tra fanerogame arboree e basidiomiceti. Durante un breve soggiorno nelle Valli Valdesi, e specialmente a Riclaretto, mio solito campo di esplorazione, nello scorso mese di Settembre, ho avuto agio di fare nuove, fruttuose ricerche su questo soggetto. (I) Peyronel B. : "Alcuni casi di rapporti micorizici tra Boletinee ed essenze arboree". - Le Stazioni Agr. Sperim. Ilal , Voi. LUI. 1920, p. 24. " Nuovi casi di rapporti micorizici tra Basidiomiceti e Fanerogame arboree ". - Bull. Soc. Bot. hai.. Gennaio 1922. " Nouveaux cas de rapports mycorhiziques entre Phanérogames et Basidiomycètes . - Bull. Soc. Mycol. de France. Tome XXXVII. 1921. ADUNANZA DELL' 8 APRILE 51 Il mondo dei funghi a cappello era straordinariamente florido, quale da molti anni non avevo più avuto occasione di osservarlo. Famiglie numerose delle più svariate specie screziavano coi loro variopinti colori il suolo nei boschi e al margine di questi, e circondavano nei prati e nei pascoli gli individui isolati o i pic- coli gruppi di Larice, di Betulla, di Pioppo, di Faggio, di Noc- ciuolo, di Rovere e di Castagno. Come sempre, ogni essenza arborea era accompagnata da una coorte di specie, molte delle quali le erano particolari, e costituenti nel loro assieme una florula caratteristica. ' La tirannia del tempo non mi permise di accertare tutti i rap- porti micorizici che le mie osservazioni sulle associazioni ora indicate m' inducevano a ritenere molto probabili. Tuttavia i risultati fin qui ottenuti già ci permettono di affermare che quasi certamente la maggior parte dei Basidiomiceti nemofili sono legati da rapporti di questo genere ad una o più essenze arboree de- terminate. Lo studio particolareggiato di ognuna delle associazioni mico- riziche in questa e nelle precedenti mie note enumerate costituirà I* oggetto di successive memorie che spero di venire man mano pubblicando. Ecco ora senz' altro 1' elenco dei casi micorizici ul- timamente scoperti : 1 . Larix decidua - Lactarius rufus 2. » ». Gomphidius gracilis 3. » » - Paxillus laleralìs 4. Populus tremula - Cortinarius collinilus 5. Betula alba - Tricholoma flavo-brnneum 6. » - Lactarius torminosus 7. » - Russula rhodoxantha n. sp. 8. » - Amanitopsis vaginata 9. Fagus siha tica - Amanita rubens 10. » » - Lactarius subdulcis 11.» » - Lactarius blennius 1 2. » » - Russula emetica 13. » » - Russula nigricans 14. » » - Cantharellus infundibuliformis 15. » » - Cortinarius bivelus 16. t> » - Hydnum repandum 17. Corylus Avellana - Amanita rubens 1 8. » » - Rhodopaxillus nudus 19. » » - Lactarius subdulcis 20. » » Cortinarius proteus 21. » » - Cortinarius multiformis 22. » » - Cortinarius violaceus 23. » » - Hydnum repandum 24. Quercus Robur - Amanita citrina 52 ADUNANZA DELL.' 8 APRILI 25. Quercus Robur - Lactarius subdulcis 26. » » - Russula cyanoxantha 27. Castanea vesca - Amanita rubens 28. » » Russula lepida 29. » » Russula rubra 30. » » Scleroderma vulgare. Il numero dei Basidiomiceti micorizogeni finora da me rinvenuti è di 52, i quali formano con sole sette essenze forestali ben 7 1 casi di associazione micorizica o micorizìa. Ove si consideri che le mie ricerche si sono finora rivolte principalmente alle florule micorizogene del Larice e della Betulla, mentre ho appena ini- ziato lo studio di quelle del Faggio, del Nocciuolo e del Tremolo e sfiorato quelle della Rovere e del Castagno, non credo di esa- gerare affermando che le ricerche future metteranno certamente in chiaro centinaia di casi consimili. Spero che questi primi risultati invogleranno molti altri studiosi ad affrontare 1* interessante argomento : si persuaderanno essi che la maggiore difficoltà non sta sempre tanto nell' accertare i rap- porti micorizici, quanto nel classificare i funghi micorizogeni ! Questa difficoltà, che diventa talora vera e propria impossibilità per quanto riguarda molte specie del genere Russula, mi ha in- dotto, per quanto a malincuore, a creare un certo numero di nomi nuovi (') che forse non sempre, sono il primo a riconoscerlo, cor- rispondono effettivamente a forme non ancora descritte. Sarà mia cura descriverle colla maggior chiarezza e precisione, onde ren- derle facilmente riconoscibili. A questo proposito mi sia lecito insistere sul fatto che la de- terminazione di molte Agaricacee e Boletinee sarebbe molto più agevole se i micologi avessero sempre cura di notare, per quanto possibile, le essenze erboree presso le quali raccolgono i funghi a cappello. Sono convinto che le ricerche sulla distribuzione degli lmenomiceti in rapporto alla flora fanerogama e sulle micorize saranno di grande giovamento anche nel campo della sistemaca ; e nel caso particolare delle Russule, sarà forse 1* unico modo di portare un po' d* ordine e di luce nel caos attualmente dominante. (Lavoro fatto nella Stazione di 'Patologia vegetale di Roma). (I) Oltre alla T^ussula rhodoxantha qui sopra indicata, 8 specie, delle quali 2 Lactarius, 5 T^ussula e 1 Hypocbnui sono date come nuove nelle mie precedenti contribuzioni. ADUNANZA DELL,' 8 APRILK 53 TROTTER A. — INTORNO AD UN SYNCHYTRIUM DELL' HEUANTHEMUM SAL1CIFOUUM (L.) MILL. Nell'aprile 1921, durante una rapida erborizzazione nei dintorni di Capestrano (Aquila), mi fu dato rinvenire comunissima sul- 1' Helianthemum salicifolium (L.) Mill. che vi cresce assai dif- fuso, sui pendii calcarei ed iti altre stazioni aride e soleggiate, una alterazione delle foglie e dei cauli intensamente colorata in rosso-bruno, che un esame microscopico posteriore mi fece rico- noscere come dovuta ad un Synchylrium. Infatti ad un minuto esame, è dato notare come le foglie ed i cauli sieno ricoperti di minutissimi tubercoletti verruciformi di 180-300 (x di diam., di un colorito rosso-carminio intenso (successivamente rosso-bruni o ne- rastri), leggermente ombelicati nella parte superiore centrale. Ra- ramente solitari, sono per lo più aggregati in vario numero, spesso così fittamente ravvicinati da formare delle tenui placche più o meno diffuse, nelle quali, la conformazione verruciforme ricordata, risulta poco o punto appariscente. Neil' interno, nella parte centrale del tubercolo, si osserva netta- mente una grossa sporocisti (cronizocisti), di colorito giallo-dorato o giallo-bruno, contenuta in una cellula epidermica fortemente ipertro- fizzata e profondamente invaginata (da ciò il carattere ombelicato delle verruche). Il contenuto della sporocisti, è di colorito grigia- stro, di aspetto grossolanamente granuloso, limitato da una sottile tunica subjalina, a sua volta circondata dalle pareti più grosse (3-4 J-M, giallo-brune, della sporocisti, la quale ha una dimensione oscillante fra i 90 e i 120 u, di diam. Le pianticelle così infette si mostrano, in confronto delle normali, rachitiche, non fioriscono o fioriscono imperfettamente (talora le verruche si presentano anche sui sepali), sopratutto negli indi- vidui in cui 1' infezione è assai precoce, ciò che comunemente avviene. Infatti, oltre che sulle foglie e sulla parte terminale del- l' asse, mi fu dato osservare un' abbondante produzione di verruche già disseccate, anche sull' asse epicotile, presso il colletto radicale, nonché sulle foglioline basilari: la corteccia disseccata facilmente si stacca, lasciando a nudo il cilindro centrale, e disseccate si mostrano pure le foglioline basilari. Tale infezione primitiva, deve coincidere con il periodo mite e piovoso che d' ordinario si può 54 ADUNANZA DKU," 8 AI'RII.K avere alla fine dell'inverno; poiché le stazioni in cui crescevano gli individui infetti, sono anzi calde ed aride e male si accorde- rebbero con le esigenze igrofile di tale gruppo di fungilli. Vi si associavano pianticelle caratteristiche di una microflora precoce in cui dominavano Asterolinum Linum-stellalum Duby, Clypeola Jonihlaspi L., Echinaria capitata (L.) Desf., Psilurus arislatus (L.) Duv. Jouv., Alsine tenui/olia (L.) Cr., Jìrenaria serpyllifolia L. var. ienuior K., Aethionema saxalile (L.) R. Br., Biscutella didyma L., Viola tricoloT L., Trigonella mor.speliaca L. E noto invece, come le stazioni preferite dai Synchytrium, sieno quelle umide, ragion per la quale tale genere di funghi è assai più diffuso e meglio rappresentato nella flora dell' Europa media. A quale dei Synchytrium sin qui noti riferire questo del- l' Helianthemum ? Le due monografìe più recenti di RYTZO e di TOBLER (2), tra i molti substrati non segnalano affatto gli He- lianthemum, neppure per il polifago Synchytrium aureum, di cui la TOBLER presenta un elenco di ben 130 Fanerogame ospiti, ap- partenenti a famiglie le più diverse. Tuttavia 1' Helianthemum niloticum, notizia sfuggita alla TOBLER, quale ospite del S. aureum Schr. era stato segnalato fin dal 1 909 da MAIRE (3) per la Tu- nisia. L'analogia del substrato (anzi, H. niloticum L. = ledifolium Moench, è affine ad H. salicifoliumì ed alcuni caratteri brevemente prospettati da MAIRE (plasma incoloro, episporio sottile, forma e colorazione delle verruche), ci permettono certo di identificare i due fungilli, mentre ritengo come provvisoria una attribuzione loro al polifago Synchytrium aureum. Ciò sopratutto in relazione con un fatto abbastanza singolare, cioè che S. aureum pur trovandosi in stazioni nelle quali crescono promiscuamente varie specie, note come sue matrici, non ne infetta generalmente ed intensamente che una soltanto. Ciò ho potuto constatare nelle stazioni ricordate di He- lianthemum, ed in altra occasione avendolo invece constatato esclu- sivamente su Glechoma hederacea H). (1) Rytz W., Beiti age zur Kenntnis der Gattung Synchytrium. Centralbl. f. Bakter. etc. Il Abt. Bd. XVIII, 1907, nn. 19-21, 24-25. PP. 625-655, 799-825, con IO fig. ed I tav. (2) Tobler G., Die Synchylrien. Studien zu einer Monographie der Gattung. Arch. f. Protistenkunde, Bd. XXVIII, 1913. pp. 141-238, tav. X-XIII. (3) Maire R., Contribution à l'étude de la flore mycologique de la Tunisie, etc. Bull. Soc. bot. de Fr.. t. LVl, 1909, p. CCLXVII. (4) Trotter A. e Cecconi G.. Cecidotheca italica, fase. XIII. n. 323. ADUNANZA DKLL' 8 APRILK 55 Dalle tipiche razze di S. aureum, il presente differirebbe poi per il colorito sempre intensamente rosso delle verruche, che sono anche talora alquanto papillate all' apice, per le dimensioni, in media un po' più piccole, delle sporocisti, la cui tunica è anche più sottile, per il contenuto plasmico di colorito grigiastro anche nel vivo e non giallo. Per tale carattere, dovremmo escludere la presente specie dalla Sez. Chrysochytrium, cui appartiene S. aureum, per ascriverla invece alla Sez. Leucochytrium, se non ci apparisse come un carattere assai poco naturale e quindi, anche per le molte sue fluttuazioni, da non poter esser preso in considerazione. Perciò, a meno di non voler creare per il Synchytrium dell' Helianthemum una nuova specie (S. Helianthemi ad int.), potrà essere considerato provvisoriamente come una razza nettamente meridionale del poli- fago S. aureum (S. aureum Schr. f. sp. Helianthemi n.). ADDENDA ET EMENDANDA AD FLORAM ITALICAM Potentilla norcegica L. — Cortina d' Ampezzo, a pie di una casa in paese (1920) e in sito erboso a Majon (192 1); baracca- menti militari a Col Vida e presso la staz. ferroviaria a Sotto- castello (1920) in Cadore. Trifolium resupinatum L. — Ronchi a S. Gottardo presso Brescia (1900), Campoverde sopra Salò (1920); Colli Euganei, Padova in città e a Vighizzolo d' Este (1919); Cortina d'Am- pezzo (1920); terreno smosso a Valle di Cadore (1921); sta- zione ferroviaria a Feltre (1920). Oxalis violacea L. — Avventizia inselvatichita, nota finora del Lazio (Béguinot) e di un giardino a Verona (Goiran), da me scoperta sulle rupi alla punta di S. Vigilio sul lago di Garda con Cactus Opuntia L., Vinca major L. (fol. vaneg.), Passiflora cerulea L. (30 luglio 1920). Cuscuta Cesatiana Bert. — Erbosi fuori P. Verona a Peschiera (1920), su Artemisia vulgaris L. : specie nuova pel Veneto. Ospite nuovo. Chrysanlhemum Myconis L. — Padovano (1919); presso la riva del Piave a pie del Montello (1920); Calalzo e Valle di Ca- dore (1921). Artemisia annua L. — Spuntone del ponte sul Piave, fatto saltare dagli austriaci, a Belluno (1919): nota finora come insel- vatichita a Bologna e Roma (cfr. FI. An. //., III. 249). 56 AM'NANZA DHIrIi'8 APRILE Anlhemis mixta L. — Margine dello stradone tra Feltre e Fon- . • ( zaso ( 1 920) : forse castrense. Crepis biennis L. — Prati a Dobbiaco (1921): nuova per la i ,v "^ f^/Val Pusteria (cfr. Dalla Torre u. Sarn. FI Tir., VI. 3. p. 701). AGGIUNTE E CORREZIONI Bull. 1921, p. 82: Asphodelus fistulosus L. — Sopprimere: n ed uno di Porta dei colli aprichi della Riviera Benacense ". Bull. 1922, p. 44: Nasturtium austriacum Crantz — Aggiunte e correzioni risultanti dalle mie ultime ricerche negli Erbari e nella Letteratura : Parma, Jan ( 1 8 1 8 e 1 832), Passerini ( 1 844) ; Vicenza, forse Montini (1838, esempi, s. 1., Herb. Bérenger, Hort. Botan. Patav.), Zangiacomi (1857, Herb. Sacc, ibid.) ; Aviano in Friuli, Kellner v. Kòllenstein (morto 1849; esempi, s. d., Herb. Mon- tini ed Herb. Parolini, Museo Civico di Bassano) ; Dalmazia, Berthold (1838, Herb. Béreng.), Rubrizi (Ragusa, 1847, De Vis. FI. Dalm. III. 122). U. Ugolini Raffaello Beni, gerente responsabile Borgo S. Lorenzo, Tip. Mazzocchi ****** 922. Maggio- Ottobre N. 5- 7 */%, *% BULLETTINO DELLA *Btf SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA I N D ICE Chiarugi A. - Un'altra stazione delI'/lr/s/o/ocA/a altissima Desf. presso ' . . Firenze (Proc. verb.) Pag. 58 Chiovenda C. - Una rarissima edizione (10 luglio I486) del Lìber ruralium commodorum di Pietro de' Crescenzi nella Biblioteca del R. Istituto Botanico di Firenze (Proc. Oerb.) » 58 Fiori A. - Nuove aggiunte alla Flora della Sila (Calabria) .... » 59 Forti A. - L' Artemisia annua L. avventizia nel Veronese (Proc. verb.) » 58 Longo B. - La Chamarops humilis L. a Populonia » 60 Passerini N. - La ripresa della pubblicazione della "Flora italica crypto- gama* (Proc. verb.) » 57 Vignolo-Lutati F. - Contributo alla Flora del Circondario d'Alba e delle Langhe. — li » 61 Notizie » 68 Adunanza del 13 maggio 1922. Presiede il Presidente N. Passerini. Aperta la seduta il Presidente fa la seguente comunicazione : « Nella XVII Riunione generale tenutasi in Firenze il 30 ottobre scorso la nostra Società, accogliendo il voto di alcuni soci ed approvando l'ordine del giorno proposto dal Prof. Piccioli, stabiliva di riprendere la pubblicazione della Flora italica cryptogama delegando al Consiglio la scelta del Direttore dell'opera in sostituzione del compianto Prof. P. A. Saccardo. In seguito a tale deliberazione il Consiglio rivolse invito al Prof. G. B. Traverso, che col Saccardo aveva collaborato fin dall' inizio dell' opera, di assumerne la direzione, al che egli consentì chiedendo però di associarsi il Profes- sore G. B. De Toni per la parte algologica. Si trattava innanzi lutto di riorganizzare il corpo dei Collaboratori rinnovando 1' in- vito a coloro che già avevano iniziata o promessa la loro collaborazione e scegliendone dei nuovi per le parti non ancora assegnate o rimaste prive del collaboratore prescelto. A questo lavoro preparatorio furono dedicati i mesi trascorsi e, se pure rimane ancora 58 AMI NAN/.A DEL li* MAGGIO qualche lacuna da colmare, si può ormai ritenere superata questa prima fase e fare assegnamento sopra una sollecita ripresa dell'opera, che ha avuto lusinghiero successo e la cui prosecuzione è vivamente desiderata. Riserbandoci di dare in seguito l' elenco completo dei Collaboratori e delle parti da essi assunte, possiamo fin da ora annunciare la accettazione formale da parte dei signori Prof. F. Cavara, Doti. R. Ciferri, Prof. G. B. De Toni, Prof. T. Ferraris, Prof. O. Mattirolo. Prof. B. Peyronel , Prof. R. Pirolta, Prof. D. Saccardo, Prof. G. B. Traverso, Prof. M. Turconi, Prof. G. Zodda, sull' opera dei quali la nostra Società fa vivo affidamento ». Adunanza del 10 giugno 1922. Presiede il Presidente N. Passerini. Aperta la seduta, è proclamato a nuovo socio il Prof. Enrico Carano, di Roma. Indi il socio A. Chiarugi comunica di avere osservato la Aristolochia altissima Desf. avventizia in una siepe a Careggi (Via dei Massoni), distante circa 3 Km. dalla località di Montughi, dove la indicò l'anno scorso il Prof. Pampanini. Anche in questa nuova locatila si presenta vigorosa, benché meno abbondante. Ha poi la parola il socio E. Chiovenda, il quale presenta un volume della biblio- teca dell' Istituto Botanico di Firenze contenente un rarissimo incunabolo dell' opera di Pietro de' Crescenzi : Liber ruraliutn commodorum. Esso è la versione francese di quest'opera pubblicata da Antoine Verard a Parigi il 10 luglio 1486. Nel catalogo della Biblioteca esso era erroneamente indicato col titolo : Cescenzi, Opus ruralium commodorum. Argentine I486, e quindi la sua importanza era ignorata. Esso è rarissimo ; il prof. Savastano nel suo recentissimo esame del lavoro del De Crescenzi e delle sue edizioni, scrive essere di questa edizione noto un solo esemplare appar- tenente a J. Masson in Amiens, percui questo dell' Istituto Botanico di Firenze sarebbe la seconda copia conosciuta. Per maggiori particolari su questo cimelio rimanda ad un suo breve articolo in corso di stampa nell' « Archivio di Storia della Scienza». Poi il Presidente ricorda che anche quest' anno la Società ha potuto compiere alcune escursioni : il 1 4 maggio sul M. Morello, il 28 maggio nei boschi di Casignano, il 7 Giugno da Ronta (dove i gitanti furono ospiti del Dott. Edlmann) sul versante mugellano dell'Appennino ; ed augura che nuove e più importanti escursioni si pos- sano compiere la primavera ventura. Viene infine presentato il seguente lavoro: Cengia-Sambo M. - Note di biochimica sui Licheni. Adunanza del 14 ottobre 1922. Presiede il Presidente N. Passerini. Aperta la seduta, il Segretario dà lettura della seguente comunicazione del socio A. Forti sulla presenza dell'^r/emisi'a annua L. avventizia nel Veronese: « Ugolino Ugolini nel " Bullettino " n.° 4, Aprile 1922, nota 1' Artemisia annua comparsa su lo " Spuntone del ponte sul Piave, fatto saltare dagli austriaci a Bel- luno (1919)" e sarebbe stala la prima volta che fu rinvenuta spontanea nel Veneto ADUNANZA DEL 14 OTTOBRE 59 non essendosi in simile condizione finora osservata che a Bologna (Mattei) e a Roma sul Viminale (Chiooenda) ('). Sembra però che questa elegante e profumata Composita tenda rapidamente ad estendere la sua area d' invasione essendo comparsa in numero rilevantissimo di esem- plari e costituendo delle stazioni assai estese e addensate lungo i margini della strada che da 5. Giovanni Lupatoto si stacca in direzione di S-W verso Pozzo e Ca' di Macici. Prospera vivacemente più che tutto nei luoghi ove si accumulano le macerie e si trova in piena e vigorosa fioritura alla metà di settembre. Artemisia annua L. è da considerarsi nuovo inquilino della flora veronese non facendone alcun cenno nel suo Censimento (1900) Agostino Goiran. A detta di P. A. Saccardo (2) sembra sia stata introdotta nella coltivazione a Padova dal Bonato fino dal 1801 ». Indi sono presentati i lavori seguenti : Chiovenda E. - Contributo allo studio della Flora italiana dell' Ing. G. B. Biadego. Cappelletti C. - L' autolisi dell' imenio nel genere Coprinus. e le due note : FIORI ADRIANO - NUOVE AGGIUNTE ALLA FLORA DELLA SILA (CALABRIA). In una escursione fatta nell'Agosto 1921 nelle Foreste dema- niali della Sila ebbi occasione di notare alcune piante non men- zionate nella mia precedente nota (3) e di cui trascrivo qui 1' e- lenco : Pteris aquilina L. f. crispa n. comb. — Pteridium aquil. lusus crispum Christ Farnk. Schw. p. 55 (1900). - Esemplari molto eleganti, con i segmenti fogliari tutti fortemente increspati, li rac- colsi a Camigliatello a 1 300 m. Già segnalata del C. Ticino a Biasca ed a Locamo alla Ma- donna del Sasso (Christ) e della Corsica (Briq. Pr. FI. Corse, I, p. 23) ; anche Rouy (FI. d. France, XIV, p. 302, nota) ne fa menzione. Corynephorus articulatus P. B. — Sale sino circa a 1000 m. presso S. Giovanni in Fiore (Lopez !). Potamogeton polygonifolius Pourr. — Macchia Sacra (Spezzano Grande) a 1600 m. Ludwigia paluslris Eli. — Macchia Sacra (Spezzano Grande) a 1600 m. ed alla Fossiata (Longobucco) a 1300 m. Acer PseuJo-plalanus v. villosum (J. et C. Presi.) — Esem- plari colossali trovansene a Fallistro, a 1400 m. (1) Vedi: Fiori, FI. Analit., IH p. 249. (2) Cronolog. della FI. Hai., p. 289. (3) Fiori A., Note di floristica Calabrese e Lucana (N. Giorn. bot. ital., n. ser., XXVI (1919), p. 129). 60 ADUNANZA DBL II OTTOBRH Jlnihriscus silvestri* Hoffm. — Luoghi umidi presso Camiglia- tello, a 1200 m. Pianta, a quanto pare, frequente nei luoghi umidi della Sila, ma finora confusa da me e da altri con specie diverse, a causa di essere stata vista in esemplari deficienti. Ad essa sono da rife- rirsi : 1° Cicuta virosa Solla in « Bull. Soc. bot. it. » 1895, pa- gina 31 et in « Malpighia » X, p. 178 (1896). — 2" Charo- phyllum hirsulum Fiori in « Flora Anal. » IV - App., p. 151 — 3° Chaeroph. aureum Fiori in « Nuovo Giorn. bot. it. », n. se- rie, XXVI, p. 134 et P. 138 (1919). 'Oerbascum I.ychnitis L. — Fossiata (Longobucco), a 1 300 m. Galeopsis Ladanum v. intermedia (Vili.) — Fallistro, a 1400 m. Petasites albus Gaertn. — Camigliatello, a 1 300 m. Deve riferirsi a questa specie (assai diffusa nella Sila) il Peta- sites da me raccolto nella stessa località pel 1918 e di cui ne scrissi in « N. Giorn. bot. it. », n. ser., XXVI, pag. 136, senza indicarne 1' esatta determinazione. Il materiale ora raccolto ha dimostrato che trattavasi di esemplari aberranti della stessa specie, probabilmente ricresciuti dopo la falciatura del fieno. Anlhemis mixta L. — Sale sino a circa 1000 m. a S. Gio- vanni in Fiore (Fiori e Lopez). Leontodon autumnalis L. — Già segnalato di varie località si- lane da Grande. Gli esemplari da me raccolti a Macchia Sacra (1600 m.), a Fallistro (1400 m.) ed alla Fossiata (1300m.) ap- partengono alla forma con foghe intere o con pochi denti (f. in- tegrascens Briq). Crepis paludosa Moench — Botte Donato a 1700-1800 m. Credo utile segnalare anche queste due Muscinee : Sphagnum contortum Schultz v. strictum (Grav.) Roell. — Botte Donato (Spezzano Grande), a 1800 m. — Fossiata (Longobucco), a 1300-1400 m. Debbo la classificazione di questo sfagno alla gentilezza del Dott. Antonio Bottini. Dicranella squarrosa Schimp. — Botte Donato, a 1 800 metri. Cresceva assieme a Philonotis fontana Bnd. LONGO B. LA CHAMAEROPS HVMILIS L. A POPULONIA. Trascorrendo il mese di Agosto alla spiaggia di San Vincenzo (Pisa), volli quest' anno fare una gita a Populonia — 1' estremità settentrionale del Promontorio di Piombino — che come un gi- gantesco sperone si protende nel mare, sbarrando, dalla spiaggia ove soggiornavo, la vista del Canale di Piombino. Debbo alla cortesia dei signori Morghen di aver potuto con ADUNANZA DKL 14 OTTOHRK 61 tutto agio fare detta gita : fu messa a mia disposizione la loro automobile per trasportarmi da San Vincenzo a Porto Baratti e fui gentilmente accompagnato dal figlio Filippo, studente d' Inge- gneria nella R. Università di Pisa. Da Porto Baratti con una barca andammo lungo la costa, quasi sempre diruta sul mare, fino a Punta Galera, approdando qua e là ove fu possibile. Tornati a Porto Baratti salimmo a Populonia, situata proprio sul cocuzzolo della scoscesa altura omonima. Tra le piante da me trovate nella gita merita menzione la Chamaerops humilis L. che in esemplari molto bene sviluppati vidi su rupi inaccessibili, scistoso-arenacee dell' Eocene, a picco sul mare, ad un' altezza che giudicai su per giù di una ventina di metri. Si trattava di esemplari arbustivi (proprio come si ve- dono coltivati nei giardini) certamente di età notevole a giudicare dal loro sviluppo. Direi quasi che faceva impressione vederli ve- getare tanto bene in una stazione così esposta all'azione del libec- cio e non ostante lo scarso alimento che potevano trovare nei crepacci di quelle rupi, poco al disotto continuamente flagellate dalle onde. Com' è noto la Chamaerops humilis L. è pianta della regione mediterranea ed è 1' unica Palma che viva spontanea nell' Europa meridionale. Per 1' Italia peninsulare il suo limite settentrionale veniva finora fissato nel Grossetano (oltre che essere stata trovata nel Promontorio Argentario, era stata segnalata anche a Rio Palma sul Promontorio di Castiglione della Pescaia (l)). Essendo stata ora la Chamaerops humilis L. rinvenuta anche a Populonia, la sua area di distribuzione viene ad estendersi ancora più al nord com- prendendo anche parte del Pisano. VIGNOLO-LUTATI F. - CONTRIBUTO ALLA FLORA DEL CIRCONDARIO DI ALBA E DELLE LANCHE. Nota 2" Nella precedente nota sulla Flora del Circondario d' Alba (Nuovo Giorn. Bot. 'tal., nuova serie, 1920) esprimevo il propo- sito di estendere le mie ricerche botaniche oltre al confine di detto circondano e visitare pure la regione (anche più interessante dal lato floristico perchè meno coltivata) delle alte Langhe che si trova all' infuori del circondario albese ; e questo proposito derivava dal desiderio di potere in tal modo, percorrendo una estesa regione botanicamente poco o punto conosciuta, giungere al censimento floristico di tutta quella vasta zona che intercede fra le colline (I) Cfr. : Bull. d. Soc. Bot. It. 8 Marzo 1891 pag. 524 e 12 Giugno 1892 pag. 356. 62 iDUNAHZA dkl L4 ottobri del Monferrato, l'Appennino piemontese e le Alpi marittime. Poi- ché dopo la precedente nota ho anche erborizzato in detta regione, così la presente nota porta un titolo ampliato e rappresenta l'av- viamento alla progettata flora delle Langhe. Le piante qui elencate furono raccolte nel 1921 e '22; fuori numerazione sono riportate alcune piante non nuove aventi qual- che speciale interesse. Nel 1922 le raccolte furono scarse perchè I' eccezionale, persistente siccità non solo danneggiò gravemente le varie colture, ma fece pure sentire direttamente od indirettamente la sua influenza sfavorevole sulle piante spontanee. Direttamente : ostacolando lo sviluppo od anzitempo diseccando le piante già stentatamente cresciute ; indirettamente : perchè, causa la grave deficienza di foraggio, i contadini avevano in misura eccezionale fatta raccolta di tutte le erbe dei fossi, delle ripe stradali, tagliato siepi e boscaglie, rami degli alberi ecc. ... utilizzando pel bestia- me ogni genere di materiale nutritizio ; e così non solo alcune stazioni interessanti furono distrutte, ma 1' azione bruciante del sole si fece anche più fortemente sentire su vasta superfìcie. Tuttavia se 1' attuale lista non è ricca in numero di entità, ne contiene alcune di notevole importanza. Ho visitato specialmente regioni elevate, quali Serravalle- Langhe (m. 762), Bossolasco (m. 757), Murazzano (m. 739) spingendomi fino a Mombarcaro (m. 896) che è la più alta collina, dalla quale in giornate limpide si scorge il mare e dove la flora assume spic- cato carattere montano; e poi Monforte (m. 528), Dogliani (m. 335), Bonvicino (m. 502), Roddino (m. 610), Arguello (m. 661), Bene- vello (m. 671), ecc.. ; tutti questi paesi sorgono su terreni elve- ziani. Sono qui inoltre indicate alcune piante dei dintorni di Neive (che sorge su terreni del tortoniano) e che è quasi sul confine del- l' Albese, fra le Langhe ed il Monferrato. Fra le piante più interessanti ricordo : 1' Alnus glutinoso X incana (della quale, dietro richiesta, ho donato una centuria di esemplari all' Istituto botanico di Torino per scambi), il Rhus Cotinus, il Teucrium Polium nel suo così complesso polimorfismo, la Carlina alpina, il Hieracium staticaefolium, il Galium silvestre, il Gna- phalium silvaticum, l' Ononis pusilla, ibridi di Bidens bullatus e tripartitus, le nuove località (Dogliani e Neive) del Peucedanum verticillare, pel quale Neive rappresenta la località più a nord, e dell' Acer Opalus (Benevello e Neive), ecc. Per ciò che riguarda quest' ultimo merita di essere osservato che queste località modificano alquanto le idee che finora si avevano circa la sua area di distribuzione in Piemonte, a proposito della quale il Negri (V. L' Acer Opalus nel bosco submontano di Val di Susa. Ann. R. Accad. d' Agric. Torino LXIV, 1921) scri- veva che salvo la località di Val di Susa, in cui esso forma una colonia isolata, 1* Opalus fino ad ora non era indicato che del versante ADUNANZA DEL 14 OTTOHRK 63 nord dell' Appennino Sett. e precisamente nei boschi dal Tanaro alla Scrivia (V. G. Gola. La veget. dell' Appenn. piemontese. Ann. di Bot. X, 1 902) ; e nelle stesse Alpi marittime, ad ecce- zione dell' estremo lembo monregalese, 1' Opalus, abbastanza diffuso nei settori ligure e francese pareva non oltrepassasse la linea di spartiacque verso la Valle del Po, onde la colonia di Val di Susa sarebbe stata l'unica conosciuta in Piemonte: ad essa si possono ora aggiungere le due nuove località dell' Albese. Col presente catalogo giungono a 1018 le entità finora raccolte nelle Langhe e restante circondario d'Alba. Torino, Novembre 1922. * * * 191. Panicum Crus-gaìli L. et b. echinatum W. - Stradale d' Alba, ed altrove, fossati. 192. Phragmites communis Trin. « typ. b. flaVescens Koch. - Castiglione-Falletto, regione Garbelletto, al Pontetto. 193. Agrostis alba L. a typ. d. vinealis Schreb. - Casti- glione-Falletto, Barolo, ecc., margini dei campi. 194. Cynosurus echinatus L. - Margini dello stradale Bos- solasco-Murazzano, allo sbocco dello stradale da Bonvicino. 195. Briza minor L. - Castiglione-Falletto, Roddino, tra Bossolasco e Murazzano, ripe erbose. 1 96. {Ffromus arvensis L. ce typ. b. pubescens Cala1. - Casti- glione-Falletto, margini dei campi lungo la strada del Gross. 197. Bromus mollis L. ce. (pp. b. lejostachys Pers. - Tra Monchiero e Monforte, erbosi lungo lo stradale. 198. Agropyrum repens CP. B. r{3 glaucum R. et S. - Tra Guarene e Castagnito, lungo lo stradale. Per la spiga grossa, quadrangolare si avvicina alla var. litorale Dum. 199. Carex panicea L. - Tra Bossolasco e Murazzano e fra Roddino e la Pedaggera. 200. Ophrys apifera Huds. - Castiglione-Falletto, strada del Gross, presso la cascina Manescot. 201. 'Populus albo tremula Wimm. - Castiglione-Falletto, nelle valli. 202. 'Populus nigra L. (3 pyramidalis Salisb. - Castiglione- Falletto, ecc., presso i cascinali : ornamentale. 64 l'i NAN/.v DBL 14 OTTOBRE 203. Betula alba L. e. Verrucosa Ebrh. - Cerreto Langhe, fra Serra valle e Cissone ecc., lungo la strada. 204. Alnus glutinoso incana A. Br. - Castiglione-Falletto, regione Garbelletto, al Pontetto, fra i parenti. — Alnus incana Medie. - Castiglione-Falletto, in Garbel- letto ; fra Monforte e Dogliani, fra Dogliani e Cissone, ripe boschive. 205. Alnus incana Medie, e. glauca Michs. - Castiglione- Falletto, in regione Pugnane, boschetti freschi. 206. Quercus Robur L. 5 sessiliflora Salisb. b. intermedia Doen. - Castiglione-Falletto in regione Fiasco, Monta- nello ecc. 207. Quercus sessiliflora Salisb. e. microbalanos Bor. - Casti- glione-Falletto nel boschetto di Montanello. 208. Quercus T^pbur L. u lanuginosa Lm. - Castiglione- Falletto, lungo le strade campestri. — Fagus silvatica L. - Lungo il no Talloira di Castiglione- Falletto; boschetti fra Roddino e la Pedaggera, tra Do- gliani e Cissone. E con vivo disgusto che devo significare che la bella faggeta costituente il bosco d' Areti presso Serralunga (vedi nota preced. Flora del Circond. d' Alba. Nuovo Qiorn. Bot. n. serie 1 920) già proprietà dell'Opera Pia Barolo che 1' aveva sempre rispettata, è stata dai nuovi proprietari, in un solo anno, abbattuta nella sua parte mi- gliore ed è a credere che il rimanente ne seguirà la sorte. Coi maestosi faggi scompare un bosco interessante per la fitogeografia della regione. 209. Rumex pulcher L. - Castiglione-Falletto ; Serravalle, ecc., luoghi incolti. 210. Polygonum Convolvulus L. b. Bertolonii Coir et Ton. - Castiglione-Falletto, erbosi ruderali lungo la strada di circonvallazione. 211. Polygonum X mite Schrank- - Barolo, fossati lungo il rio sotto al paese. 212. 'Polygonum aciculare L. a fyp. f. depressum Meisn. - Castiglione-Falletto, selciati nel paese. 213. Chenopodium album L. (3 viride L. - Castiglione-Falletto, Bra, ecc., ruderali. ADUNANZA DBL 14 OTTOBRE 65 214. Jlmaranthus hypocondriacus L. - Castiglione-Falletto, qua e là sfuggito alla coltura negli orti. — Helleborus viridis L. z tvp. - Lungo il torr. Belbo fra Mombarcaro e Murazzano. 215. Berberis vulgaris L. » (pp. - Serralunga, nell' ex-bosco di Areti. 216. Rubus fruticosus L. Var. Bellardi Weihe et N. - Bo- schetti lungo la scorciatoia di S. Lorenzo fra Roddino e la Pedaggera ; siepi fra la Cerreta e Serravalle. — Pirus torminalis Ehrh. Neive, valletta di Rio Freddo - Tra Dogliani e Ossone, boschetti alla destra del Rio Riavolo. — Cytisus argenteus L. - Arguello, ripe stradali soleggiate. 217. Ononis pusilla L. - Monforte, bric S. Pietro (m. 555), boschetti cedui di quercia e castagno, soleggiati. 218. Ononis Natrix L. Y ramosissima T)esf. - Lungo la strada dai Tre Cunei ad Arguello. 219. Lathyrus hirsutus L. b pinnatus X)is. et Sacc. - Er- bosi alla destra del Tanaro, a Monchiero. 220. Lath^rus hirsutus L. forma nova: intermedius Vignolo- Lutati. - Campi salendo dal Belbo a Mombarcaro. E' una forma veramente intermedia fra il L. hirs. genuinus e la f. pin- natus in quanto ha un solo paio di foglioline, ed il cirro ridotto ad un mucrone lungo 4-8 mm. 221. Lathyrus Nissolia L. b linearis ^ou^. - Ripe erbose fresche a destra della strada fra Roddino e la Pedaggera. 222. Medicago minima Gruf. in L. $ recto W . - Erbosi lungo la strada fra Castiglione-Falletto e Monforte. — ^rifolium alpestre L. - Monforte, bric S. Pietro. 223. ^rifolium hpbridum L. P elegans Savi. - Erbosi lungo la strada fra Cissone e Serravalle. — Jlstragalus Cicer L. - Erbosi lungo la strada fra Os- sone e Serravalle. 224. Vida sativa L. [*■ anaustifolia L. - Monchiero, sponda destra del Tanaro presso il porto. 225. Peucedanum Oreoselinum Moench. - Monforte, salendo al bric S. Pietro. — 'Peucedanum verticillare M. et K. - Neive, frequente 66 ADI NANZA DBL 1 1 OTTOBRI nell' alta valletta di Rio Freddo. Dogliani, sponde umide dello stradale poco prima della strada per Sommano. 226. Acer campestre L. a (pp. a hebecarpum OC. - Casti- glione-Falletto, boschetti e siepi stradali. 227. Jlcer campestre L. e. macrocarpum Opiz. - col pre- cedente. 228. Jlcer campestre L. d. suberosum Dum. - Castiglione- Falletto, siepi fra la Cascina Pilone e Serra, e scendendo in regione Pascolo. 229. Acer Opalus Mill. - Lungo la strada fra Benevello e lo stradale Diano-Serravalle : ripe boschive. Neive, alta valletta di Rio Freddo. 230. Rhus Cotinus L. - Monforte, al bric S. Pietro (m. 555), dirupi soleggiati, poche piante in boschetti cedui di quercia e castagno. Tra Dogliani e Ossone (m. 400-500), sulla destra del Rio Riavolo, abbonda in boschetti cedui come il precedente, ma anche con Pirus torminalis, Alnus incana, Fagus... 231. Linum gallicum L. - Nei campi salendo dal torr. Belbo a Mombarcaro. 232. <0M.aloa Alesa L. p mullidentata Koch. - Lungo lo stradale fra Murazzano e la strada per S. Benedetto Belbo. — Scrophularia nodosa L. - Lungo lo stradale fra Muraz- zano e Bossolasco. 233. cDigitalis lutea L. e. foliosa Wirtg. - Monchiero, lungo Tanaro presso il porto, sulla destra. 234. Euphrasia officinalis L. v. brevipila Burri, et Gremii. - Castiglione-Falletto, regione Pugnane, boschetti di pino e ripe erbose fresche. 235. Teucrium Scorodonia L. - Erbosi sassosi fra Cissone e Serravalle-Langhe. — Teucrium Polium L. a typ. - Ripe stradali a Bonvi- cino, ad Arguello ; sentieri soleggiati salendo dal Belbo a Mombarcaro, ecc. 236. Teucrium Polium L. y intermedium Celafc. - Ripe stradali fra Arguello e lo stradale Diano-Serravalle. 237. Teucrium montanum L. a genuinum, mihi. - Ripe ADUNANZA DKL 14 OTTOBKK 67 stradale fra Dogliani e Cissone sulla destra del rio Ria- volo ; fra Murazzano e Bossolasco ; presso Arguello. 238. prunella vulgaris L., f grandiflora Jacq., b. pinna- tifida Qaud. - Erbosi lungo la strada fra Bonvicino e Mu- razzano, ecc. 239. Leonurus Cardiaca L. - Ruderali a Bonvicino. 240. Thymus Serpyllum L., f ovatus Mill. - Erbosi lungo la strada fra Roddino e la Pedaggera. 241. Galium silvestre Pollich. - Terreni coltivi salendo dal torr. Belbo a Mombarcaro. 242. Asperula arvensis L. - Campi, appena superato il bosco di castagni dal torr. Belbo a Mombarcaro. 243. Scabiosa gramuntia L. a affinis Gr. et. Godi, b. simplex Gelrni. - Sentieri nel castagneto dal Belbo a Mombarcaro. — Campanula Medium L. - Monforte, al bric S. Pietro. Benevello, boschetti presso la Madonna delle Langhe. 244. Solidago "Virgo-aurea L. a vulgaris Lam. d. australis 'Pospich. - Benevello, lungo la strada presso i Tre Cunei. Serralunga, nell ex-bosco d' Areti. 245. Eiigeron acer L. j3 Drcebachensis O. T. ZXCuell. - Castighone-Falletto, Arguello, ecc. margini dei campi. 246. Crysanthemum balsamita L. ,3 tanacetoides Fiori. - Lungo la strada fra Albaretto Torre e Montelupo Albese : sfuggito alla coltura. Antennaria dioica Qaertn. - Abbonda nei castagneti fra Roddino e la Pedaggera. 247. Qnaphalium sihaticum L., * recium Sm., b virgatum Kitl. - Salendo da Belbo a Mombarcaro, margini dei campi. 248. Bidens bullatus L. f glabrescens Fiori. - Barolo, fossati sulla destra del rio, sotto il paese. 249. ffidens tripartitus L. % iyp. a genuinus et b h^bridus Thuill. - Castiglion^-Falletto, la forma a in regione Mrera e la forma b in regione Pascolo: fossati. 250. ffidens hirto tripartitus Boullu (vedi Rouy FI. de Fr. Vili, 219). - Barolo, fossati sulla destra del rio. 251. Bidens tripartito birtus Boullu (vedi Rouy I. e.) - Castiglione-Falletto, fossati lungo la strada della Mrera. ■ ADUNANZA DKL U 0TT0BR1C 252. Carlina acaulis L. fi alpina Jacq. - Mombarcaro, sulla vetta (m. 896) ripe erbose. Esemplari alti 60-80 cm. ! Xeranthemum inapcjrfùm W . - Lungo lo stradale fra Do- gliani, Bonvicino'e Bossolasco. Arguello. 253. Qeniaurea solstitialis L. b pseudosolstitialis. Debeaux. -. Bfrà\ luoghi incolti in regione Veneria. $54. Cirsium eriophorum Scop. b spathulatum tJXCoretti, b arachnoideum mihi, f. n. - Lungo la strada di Muraz- ztiho verso Bossolasco : involucro ragnateloso. 255. Cirsium eriophorum Scop. oc vulgare N aegei, a gìabrum Gelmi. - Lungo la strada fra Murazzano e Bossolasco. — Cirsium acaule L. a typ. - Fra Roddino e la Pedag- gera; fra Bonvicino e Murazzano; fra Serravalle e Cissone : nei boschi, ripe erbose... 256. Cirsium acaule L. a typ. f. albiflorum Fiori. - Fra Roddino e la Pedaggera, negli erbosi sotto i castagneti a sinistra della strada. — Cirsium acaule L. ad var. caulescens Pers. vergens. - Tra Cissone e Serravalle, erbosi lungo la strada. 257. Leontodon autumnalis L. a typ. b runcinatus Kittel. - Salendo dal Belbo a Mombarcaro, nei campi. 258. Tragopogon pratensis L. "{ orienlalis L. - Lungo la strada fra Roddino e la Pedaggera. — Buphtalmum salicifolium L. ce typ. - Neive : valletta di rio Freddo, ripe stradali. 259. Sonchus oleraceus L. fi asper Hill, e pungens Bi- schof. - Serralunga d* Alba, nell' ex-bosco d' Areti. 260. Sonchus oleraceus L. oc lavis Bartal e. lacerus Bert. - Castiglione-Falletto, negli orti. 261. Hieracium static&folium Vili. - Salendo dal torr. Belbo a Mombarcaro : margini dei campi. 262. Solidago serotino Ait. - Neive, boschetti lungo il rio Tinella. NOTIZIE I nipoti del compianto S. Sommier hanno clonato 1' Erbario dello Zio al R. Istituto Botanico di Firenze. ooo 11 20 luglio u. s. morì a Rho il Prof. E. Rodegher ; aveva 65 anni. ooo II 16 novembre u. s., all'età di 81 anni morì a Torri del Benaco (Provincia Verona) il farmacista G. Rigo. Raffaello Beni, gerente responsabile Borgo S. Lorenzo - Tip. Mazzocchi ORRENTE CON LA POSTA ibblicazione mensile 922. Novembre-DecembAF***1* ** BULLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA INDICE Bolzon P. - Nuove ricerche botaniche nelle Alpi Bellunesi .... Pag. 70 Cengia-Sambo M. - Un caso teratologico di Ophrys Bertolonii Moretti » 83 Chiarugi A. - L' Allium moschatum L. nuovo inquilino della Flora Toscana (Proc. verb.) » 73 Gola G. - L' Erbario e la Biblioteca micologica Saccardo al R. Istituto Botanico di Padova (Proc. verb.) » 83 Pampanini R. - Elenco di lavori floristici in preparazione sulla Flora italiana (Proc. Verb.) » 73 — Le escursioni botaniche all' Istituto Botanico dell' Università di Ginevra (Proc. Verb.) » 81 Passerini N. - Sull'indirizzo degli studi botanici e zoologici nelle Uni- versità italiane (Proc. verb.) » 82 Vaccari L. - Sulla necessità di modificare l'indirizzo dell'insegnamento della Botanica nelle nostre Università (Proc. verb.) » 76 Addenda et emendanda ad floram italicam » 84 Notule bibliografiche » 85 Notizie ; » 86 Bilanci consuntivo del 1921 e preventivo del 1922 » 89 Pubblicazioni pervenute in dono alla Società durante l'anno 1922 . . » 86 Adunanza dell' 11 novembre 1922. Presiede il Presidente Passerini. Aperta la seduta il Segretario Pampanini dà lettura del seguente avviso di concorso bandito dalla n Société de Physique et d' His- toire Naturelle " di Ginevra : Prix Auguslin-Pyramus De Candolle : « Un concours est ouvert par la Société de Physique et d' Histoire Naturelle de Genève pour la meilleure monographie inedite d'un genre ou d'une famille de plantes. Aucune condition de nationalité ou de domicile n'est imposée aux auteuis. Toute- fois, les membres de la Société ne sont pas adnus à concourir. Les manuscrits peuvent étre rédigés en latin, francais, allemajid, anglais ou italien. Ils doivent étre envoyés, avant le 31 décembre 1924, à M. le Président de la Société de Physique et d' Histoire naturelle, Athénée, Genève. Le prix sera de mille francs. Il ne pourra étre partagé. Il pourra étre réduit ou n' étre pas adjugé, dans le cas où les travaux présenlés seraient jugés insuffisants ou ne répondraient pas aux conditions du présent avis. Le mémoire couronné reste la propriété de son auteur. Genève, février 1922. Le Président de la Société: Amé Pictet » . 70 ADUNANZA DKLL.' 11 D0OBKBRB Ìndi presenta la seguente nota : BOLZON P. — NUOVE RICERCHE BOTANICHE NELLE ALPI BELLUNESI. Anche quest* anno (dagli ultimi di Luglio agli ultimi di Agosto), come nei tre anni precedenti, ho indirizzato le ricerche special- mente nel Comehco, e presento qui i risultati più notevoli di tali ricerche, cioè 3 0) entità non ancora state descritte, un'entità nuova per la prov. di Belluno, 6 nuove per il Cadore e 24 nuove per il Comelico. Vi ho raccolto anche 9 entità di sfagni (deter- minati dal prof. Bottini), di cui 7 nuove per il Veneto e 1 nuova per la prov. di Belluno. BACINO DEL PADOLA (AFFLUENTE DEL PIAVE) 1 . Vallone di Popera, dolomite se non è detto diversa- mente : Carex atrata L. *** fm. nana mini, fusto ridotto a 5-7 cm. di lungh., fm. ridotta attitudinale, m. 2100 — Rumex ari- folius Ali. 1900 m. — Alsine austriaca Whlnb. *** fm. semi- glandulosa mihi, calice e pedunc. pubesc.-glandulosi, foglie glabre, m. 1 900 ; nella FI. Analit. di Fiori e Paol., è descritta come glabra o pubesc.-glandulosa ; nel Cadore ho sempre osservato questa fm., e mai la fm. glabra — Arabis arcuata Scht. m. 2000 — Papaver Burseri Crantz anche nelle fm. glabrescens e hispi- dum mihi (Bolz. 2), ghiaroni a 1900-2100 m. — Ranunculus hybridus {f)iria m. 1850 — Soldanella minima Hpe., Gentiana Clusii *P. et S., Pedicularis verticillata L., P. rosea Wulf. — Hieracium incisum Hpe. fm. subincisum (A. T.) a 1900 m. (2). 2. M. Aiarnola sopra Padola, dolomite se non è detto di- versamente : Salix reticulata L. m. 1800 — Cerinthe minor L. b. A llionei Jl. Fiori, margini degli orti a Padola m. 1 220, fioritura incip. il 10 Agosto; nota (il tipo) di Venas in Cadore (D. Torre 1) — Pedicularis rosea Wulf. m. 1750 — Stachys alpina L. boschi a 1400 m. — * Thesium rostralum M. et K. m. 1500 — "Ru- mex arifolius Alt. a 1700 m. — Arabis arcuata Scht. m. 1750 — Ranunculus hybridus Biria m. 1850 — R. gracilis Schl. m. 1800 — Potentilla minima Hall, f pr. la neve fusa di fresco a 1800 m. — Pirus Chamaemespilus Ehrh. m. 1600 — Rhododendron hhsutum L. m. 1700 — Soldanella alpina L. (1) I tre asterischi indicano che la pianta è nuova; due che è nuova per la pro- vincia di Belluno ; uno che è nuova per il Cadore. Le piante non precedute da asterisco sono nuove per il Comelico. (2) Deterrn. R. Pampanini. ADUNANZA DELI,' 1 1 DECKMBUE 71 m. 1750, p minima (Hpe.) m. 1850 — Geniiana Clusii P. et S. m. 1750. 3. A#. Spina, terreni silic. sopra Dosoledo a m. 1 350 : *Po- lentilla rupestris L. rara. 4. M. Zovo sopra Costa di S. Nicolò : Ranunculus aconiti- folius L. boschi a 1800 m. — Sempervivum arachnoidenm L., terreno silic. vicino al Digòn pr. Cappella Tamai. BACINO DEL DIGÒN (AFFLUENTE DEL PADOLA) 1 . Passo del Palombino nei ghiaioni di dolomite a 2000 m. : Ifamex arifolius Ali. — 'Papaver Burseri Crantz b. decipiens R. et F. 2. M. Cima Vallone : * Carex atrata L. nella conca sovra- stante a casera Melin a e. 1900 m. in terreno silic. — Salix reiiculata L. vicino alla preced. ma sulla dolomia — jllsine austriaca IVhlnb. b. semiglahdulosa mihi, ghiaioni di dolomite sopra Pian Minoldo a m. 1850 — Papaver Burseri Crantz b. deci- piens 7^. et F., colla preced. e anche nei ghiaioni di dolomia sopra casera Melin a 1900 m. — Saxifraga tridaelylites L. * (3 adscendens (L.) sopra casera Melin a 1850 m. sulla dolomia — Geniiana bavarica L. b. rolundifolia (Hpe.) sopra Pian Minoldo sulla dolomia a 1900 m. — Valeriana supina L. sopra casera Melin a e. 1850 m. sulla dolomia. 3. M. Cavallino : * Carex echinata Murr., prati umidi pr. ca- sera di Pian Formaggio a e. 1750 m. ; nota in prov. di Belluno soltanto dell' Agordino lungo il lago di Cavia (Mi. 1 ) — ** Ra- nunculus glacialis L. b. roseus Heg. alla Cresta del Cavallino (m. 2459) nel versante austriaco del Gail ma a pochi metri dalla linea del conf. Italo- Austriaco, in terreno silic. ; 1' ho osservata anche nel succitato M. Cima Vallone e precisamente presso la cresta della cima mediana di esso, però anche qui nel versante del Gail a pochi metri dalla linea del confine Italo-Austriaco, pure in terreno silic. ; è indicata della prov. di Belluno (Mi. 2) ma non se ne conoscono località ; specie assai rara nelle Alpi orientali — A Androsace obtusifolia Ali, pr. la Cresta del Ca- vallino insieme alla preced. ; specie pure rara nelle Alpi onent. : manca nelle prov. di Udine e di Vicenza e nella prov. di Bel- luno era nota soltanto dei monti Agordini ; per cui la catena del Cavallino segna il suo limite orient. nelle Alpi. Veronica frulicans lacq. * fm. grandi/olia mihi, pianta più robusta, foglie medie del fusto misuranti fino a 20 X 7 mm. e, nei cespugli poco sopra Casera di Pian Formaggio a e. 1750; variaz. nemorale lussureggiante, già da me osservata anche nel- 1' Appenn. Lig.-Parm. (Bolz. 1 ) — Geum reptans L. pr. la Cresta 72 ADUNANZA DELL1 li DRCE1IBRE del Cavallino insieme all' Androsace; 1' ho osservata anche sul M. Quaterna versante volto alla Cima Frugnoni a e. 2200 m., sem- pre in terreno siliceo. CIMA GOGNA (PRESSO IL PIAVE) Vicino all'Hotel (e. 800 m.), nei terreni incolti già occupati durante la guerra da accampamenti militari, e quindi da ritenersi come piante castrensi di recente importazione, ho osservato : Sisym- brium altissimum L., pianta fra le più fedeli agli accampamenti militari e in generale ai luoghi dove sono stati fatti di recente movimenti di terra : in tali luoghi è appunto stata osservata : a Vittorio Veneto (Sacc. I); sul M. Grappa nella fm. brevisiliquum Béguin. (Bolz. 3) e pr. S. Vito di Cadore (Ugol. 1) — * Lepi- dium campestre R. Br., nota in pr. di Belluno soltanto della Chiusa pr. Feltre (Mi 2) ; nel decorso Luglio 1* ho osservata lungo le strade militari del M. Grappa, per cui essa pure è da ritenersi spiccatamente castrense. SFAGNI 1 . Vicino Danto nelle pinete dei pendii volti a nord, a e. 1350m. : Sphagnum acutifolium Ehrh. var. gracile Ròll*'** fm. deflexum Ròll — S. Girgensohnii Russ. ** \>ar. compactum Róll — S. quinquefarium Warnst. var. strictiforme Ròll, stata già osservata lungo la strada di S. Stefano (Bott. 1), cioè in località sottostante alla mia — *** var. gabellare Ròll. 2. Presso la testata di vai Padola alle falde del M. Qua- terna, della Cima Frugnoni e del M. Rothek (Croda Rossa) a circa 1000-2000 m. (dove, specialmente sui pendii alle falde del Rothek, gli sfagni raggiungono uno sviluppo straordinario) : * S. Qir- gensohnii Russ., noto nel Veneto soltanto di una località della Carnia (Bott. 1 ) — S. molle Sull. * var. limbatum Warnst., da me osservato anche in valle del Digòn presso il Rio Melin poco sopra al «Pian della Mola» — S. rubellum Wih. *** var. tenellum Breidl. — S. pubbicolor Hampe ":*!: var. squarrosulum Bott. — S. teres Aongstr. '*' var. subteres Lindb. M. GRAPPA (PROV. DI TREVISO) Il 19 Luglio mi sono recato all'Hotel Archeson per continuare le ricerche sulla Flora castrense, ma ne sono stato impedito dalla pioggia. Tuttavia, nei pressi dell' Hotel, lungo la strada militare che conduce al M. Meata a e. 1400 m. ho osservato: Barbarea vulgaris R. Br. — Lepidium campestre R. Br., nota soltanto delle vicinanze del Montello (Sacc. 1) — Fragaria elatior Ehrh., in prov. di Treviso nota soltanto di Pieve di Soligo (Sacc. I ). Tali piante non figurano fra le piante castrensi del M. Grappa da me raccolte negli anni antecedenti. ADUNANZA DELL' 11 DECEMBRE 73 Aggiungerò infine che, trovandomi in gita turistica, ho osservato : 1. a Bressanone (Alto Adige) lungo i viottoli campestri del suburbio: Chamaelina silvestris Wallr., 31 Agosto, fl. et fr. ab- bondante. 2. a S. Lucia di Tolmino (Venezia Giulia) lungo la strada di Idria : Solidago serotino Ait., già nota anche 0) di Gorizia; e risale così fino alla media valle dell' Isonzo ; nei medesimi luoghi ho osservato invadente Galinsoga parvi flora Cai)., 8 Settembre fiore. INDICE BIBLIOGRAFICO Bolz. 1 = Bolzon, Fl. prov. di 'Parma, ecc. Bolz. 2 = Bolzon, Fl. M. Marmolada, " Giorn. Botan. Ital. ■ 1914. Bolz. 3 = Bolzon, Piante del Comelico, ecc. " Bull. Soc. Bot. It. ", 1922. Bott. I = Bottini, Sfagnologia Ital. 1919. D. Torre 1 — Dalla Torre, Zum Fl. Don Ampezzo ecc. Gort. 1 = Gortani, Fl. Friulana. Ma. 1 = Mari, Calai, d' un erb. alpino. Mi. 1 = Minio, FL Bellun., Bullett. e. s. 1913. Mi. 2- Minio, Erb. Sandi, n N. Giorn. Botan. Ital.", 1912. Pari. 1 = Parlatore, Fl. Italica. Sacc. 1 — Saccardo, Fl. Taroisina renovata. Ugol. 1 = Ugolini, Alcune piante Bell., Bull. Soc. Bot. It., 1922. Adunanza del 9 decembre 1922. Presiede il Presidente N. Passerini. Aperta la seduta è proclamato a nuovo socio il Prof. A. Rodegher, di Bergamo. Poi il socio A. Chiarugi presenta alcuni esemplari di Allium moschalum L. da lui raccolti il settembre scorso sulla cima del M. Pelato presso Castiglioncello (Pro- vincia di Livorno). Questo nuovo cospicuo elemento che ora si aggiunge alla Flora toscana, (inora era noto per l' Italia solo dell' Istria e dell' Abruzzo. Indi il Segretario Pampanini fa la comunicazione seguente : « Tutti, sviluppando uno studio, hanno potuto aver avuto occasione di riconoscere di quale vantaggio sarebbe I* essere a conoscenza se argomenti analoghi al proprio sono in elaborazione, e quali e da chi. Perchè allora sarebbe loro possibile orientare le ricerche in modo da evitare sovrapposizioni superflue, e dando loro, per conse- guenza, un più ampio ed utile sviluppo in altra direzione. Inoltre essi saprebbero in modo sicuro a chi potersi rivolgere per eventuali informazioni. (I) Confr. Fiori e Paol., Fl. Analil. 74 ADUNANZA DHL 9 DBOBMBRB D' altra parte, venendo in possesso di elementi che potrebbero giovare ad una data ricerca ed integrarne i risultati, anziché lasciarli perdere saprebbero a chi comunicarli cui potrebbero essere graditi ed anche preziosi. Tuttociò è vero specialmente per la Floristica, che qui intendo nel significato più largo della parola, e la Fitogeografia e la Sistematica sue figlie dirette. E poiché è sopratutto in questo campo che si sono svolte le tradizioni della nostra Società, ho creduto che un elenco dei lavori floristici in preparazione sulla Flora italiana avrebbe interessato molti consoci. Cosi, mi rivolsi agli Istituti Botanici ed ai colleghi ed in base alle loro indicazioni Io ho compilato, e qui lo presento, lieto che, superando la mia aspettativa, sia riuscito, si può dire, ricco. Buon augurio per 1* avvenire della Floristica italiana : Albo G. - La vita delle piante vascolari nella Sicilia meridionale-orientale, voi. I. Barsali E. - Flora dell' Umbria. — La vegetazione del litorale toscano fra l' Arno e il Calambrone. Béguinot A. - Appunti alla Flora Veneta. — Fioriture primaverili in autunno a Sassari e dintorni. — Flora e fitogeografia dei Colli Berici. — La macchia-foresta della Sardegna settentrionale ed i suoi principali tipi. — Le colonie mediterranee nel bacino del Garda e nelle finitime valli in rap- porto all' origine ed all'ecologia della flora macrotermica e xerotermica delle Alpi meridionali. Bolzon P. - Flora della Provincia di Belluno, e di Primiero, Livinallongo e Ampezzo. — e Mezzana N. - Flora del Circondario di Savona e dei territori circostanti. Bottini A. - Sfagnologia italiana. II. ed. (I). Cengia-Sambo M. - Contributo allo studio della Flora crittogamica dell' Urbinate. — Le piante medicinali dell' Urbinate. Chiarugi A. - Flora delle Alpi Apuane. Chiovenda E. - Flora delle Alpi Lepontine occidentali. Cimini M. - La vegetazione del lago di Sibolla (Toscana). Cobau R. - La Siegesbeckia orientalis L. nella Flora italiana. Fenaroli L. - Flora Camuna. — Florula della Conca del Baitone (Gruppo dell' Adamello). Fiori A. - Nuova Flora analitica d' Italia (2). Gola G. - Flora della Val Macra (Alpi Cozie). Gortani M. - Appendice alla « Flora Friulana » . — La Flora (in « Guida della Carnia » ed. Soc. Alpina Friulana). Grande L. - Note di Floristica. Quadagno M. - Flora Capraearum nova. — La vegetazione della Penisola Sorrentina - 2K Parte. — La vegetazione del M. Nuovo e la sua origine. (1) In questa II edizione l'opera è aggiornata con il copiosissimo materiale recen- temente raccolto e la revisione di tutti gli Sfagni italiani conservati negli Erbari stranieri ed in quelli d'Italia che non furono accessibili all'Autore per la I edizione del 1919. (2) L'opera uscirà a fascicoli: il 1" sarà pronto nel prossimo febbraio. ADUNANZA DKL ^ DKOBMBBH 75 Lanza D. - Flora della Sicilia d1. Marcheselli C. - Flora della Regione Giulia (2). Maltirolo O. - Elenco della Flora dei dintorni di Torino. — Florula delle 5 Terre (3). — Illustrazione dell'Erbario di Lorenzo Terraneo (1676-1 714) (4). Matiirolo O. - I Funghi lmenomiceti di Roderò in provincia di Como. — I Funghi ipogei delle Alpi occidentali. — La Flora del bacino di Oropa. — La Flora del fossato di Palazzo Madama di Torino (5). — La Flora del Monte Pirchiviano (Sacra di San Michele in Valle di Susa). — Le Diatomee dei dintorni di Torino, del Po, del Sangone, della Dora e della Stura. L' Ulivo in Piemonte. — Sulla presenza di Quercus Ilex L. in Vai di Susa e sulle colonie vegetali xerotopiche ivi crescenti. Minio M. - La Flora urbica di Venezia. — e Pampanini R. - La vegetazione del lago di S. Croce (Prov. di Belluno). Negodi C. - Contributo allo studio del polimorfismo del ciclo della Silene angusti/olia (Mill.) Guss. e delle specie affini. Negri G. - Note fitogeografìche. Sulla scissione della parte sub-montana e montana della Valle di Susa. Noelli A. - Flora urbica Torinese. Pampanini R. - Flora del Cadore. — Flora della Repubblica di S. Marino. — La Flora del Passo di S. Boldo (Prealpi Bellunesi). — Sebastiano Venzo ed il suo Erbario. Parisi R. - Contribuzione alla Micologia meridionale. Passerini N. - La vegetazione del litorale toscano fra il Calambrone e la Cecina. Penzig O. - Flora analitica di Liguria. Piccioli L. ed E. - Muscinee italiane. Ponzo A. - Flora delle isole Egadi. — L'escursione botanica di don Giuseppe Bartolotta per la spiaggia di Castel- lamare, Capo S. Vito, Trapani, Monte Erice, ecc. nel 1808. 'Provasi T. - I viaggi botanici di Domenico Vandelli nei monti del Lago di Como e della Valsassina nel 1 762. — Flora delle Alpi Orobie (Prov. di Como e di Bergamo). — La vegetazione dei laghetti dell' Appennino tosco-emiliano. (1) E terminata l'elaborazione delle Talamiflore e delle Corolliflore. (2) Il manoscritto è quasi ultimato, e 1' opera consterà di due o tre grossi volumi. La regione di cui si tratta comprende : il territorio già detto Litorale austriaco, parte del Friuli fino al Taghamento alla Fella ed allo spartiacque della Carinzia, ed un lembo della Carniola fino a Postumia ; di lì il limite scende pel Nevoso a Fiume includendo poi le isole del Quarnero. (3) Una nota preventiva figurò nel «Bull. Soc. bot. it. » 1912, p. 231. (4) I 4 volumi dell'Erbario comprendono in totale 710 specie piemontesi. Una nota preventiva figurò nel « Bull. Soc. bot. it. » 1912, p. 243. (5) E già pronto per la stampa. 76 ADUNANZA DEL 9 DECKMBRK Rodegher A. - Nuovissimo prospetto della Flora della Provincia di Bergamo (I). Rodegbcr E. e A. - La Flora della Provincia di Bergamo. Romano M. - Secondo contributo alla Lichenologia dell' Avellinese. fiossi P. - Flora del Gruppo delle Grigne nelle Prealpi Orobiche, fra le Dolo- miti Lombarde. — Nuova contribuzione alla conoscenza della Flora della Provincia di Conio. Traverso G. B. - Contributo alla Flora del M. Grappa. Trotter A. - Nuova contribuzione alla Flora dell'Avellinese. — Osservazioni e materiali sulla Flora montana della Basilicata. — Stellarla glochidisperma Murb., e la sua presenza e la sua distribuzione in Italia. Ugolini U. - Aggiunte alla Flora Padovana. — Artemisia Verlolorum Lamotte : sinonimia e storia della sua scoperta in Italia. — Contributo alla Flora del Cadore. — Flora del Bresciano. — Giorgio Jan, botanico. — Le piante avventizie della Flora Bresciana. II parte. — Nasturtium austriacum Crantz : storia della specie e sua diffusione in Italia. — Un erbario di guerra: piante delle Tre Venezie raccolte dal dott. Bruno Ugolini, caduto sul Carso nel 1917, illustrate e pubblicate dal padre prof. Ugolino Ugolini. "Vaccari L. - Catalogue raisonnè des plantes vasculaires de la Vallèe d'Aoste, voi. II. — La Fitogeografia della Valle d' Aosta. — La flora castrense del Monte Grappa. — La vegetazione del Vallone di Bosse (Valle d' Aosta). — Storia e Bibliografia della Flora della Valle d' Aosta. Vignolo-Lutati F. - Flora delle Langhe (Piemonte). Villani A. - Secondo contributo allo studio della Flora della Provincia di Chieti. Zangheri P. - Contributi alla Flora vascolare ed alla Flora crittogamica della Romagna centrale. — La Flora della Romagna centrale (2). — La vegetazione delle Pinete di Ravenna. — Saggio della bibliografìa botanica della Romagna. Zenari S. - Studio fitogeografico del Bacino del Cellina. Ha la parola il socio L. Vaccari. « Con tutto il cuore — egli dice — approvo l' iniziativa del Prof. Pampanini intesa a facilitare e in certo modo a rendere più organici gli studi della Floristica e della Fitogeografia evitando noiose coincidenze di ricerche sul medesimo territorio, e sopra- tutto rendendo possibili nel tempo stesso scambi di preziose indicazioni ed utili colla- borazioni che altrimenti non avverrebbero. Ma c'è un'altra ragione che mi fa approvare loto corde la pubblicazione del ( I ) Sono le <■ Aggiunte » al « Prospetto della Flora della Provincia di Bergamo » di Rodegher E. e Venanzi G. (Treviglio, 1894). (2) 11 territorio compreso fra il crinale appenninico, il mare ed i fiumi Savio e Montone. ADUNANZA DEL 9 DKCKMBRE 77 Prof. Pampanini : quella che essa dimostra in modo più che evidente lo stato « in potenza » degli studi floristici in Italia. E questo stato potenziale, mi sia concesso esprimermi con tutta franchezza, è, con- trariamente alle ottimistiche conclusioni del Pampanini, tale da scoraggiare. Con 1 7 università, con almeno 30 (tengo bassa la cifra) laureandi per anno in Botanica, con tutto lo stuolo dei vecchi laureati e degli amatori, il numero di 43 persone che annun- ciano lavori di Floristica e di Fitogeografia in corso di esecuzione (si badi bene che non sono lavori eseguiti, e quindi non tutti vedranno la luce I) è molto, molto scarso, pure ammettendo che l'elenco presentato dal Pampanini non sia completo. Se da questo elenco togliamo i gruppi di lavori annunziati dalle Università di Torino, Firenze, e Sassari, e che sono dovuti ad iniziativa personale del Direttore o degli Aiuti ed Assistenti di detti Istituti, e non ad indirizzo di Scuola, dobbiamo constatare che il contributo recato dalle altre Università è insignificante (7 lavori per 5 grandi Istituti, e nulla per gli altri 9). Quello poi fornito dalle centinaia e centinaia di professori delle Scuole medie è irrisorio riducendosi alla cifra di 9. Dico nove ! E ciò è male. Male perchè indica non soltanto la momentanea mancanza di persone appassionate di raccogliere e di osservare, ma sopratutto la mancanza di un indirizzo utile all' in- cremento dei nostri studi da parte dei Maestri, che le scuole universitarie dirigono. Non mi si accusi di pretensione se oso insistere su una questione sulla quale già nel 1914 intervenni d \ e sopratutto se oso parlare con molta franchezza. Quando si tratta d' indicare un male, non ha alcun valore se tale indicazione vien fatta da un pigmeo piuttosto che da un gigante. Anche i piccoli possono vedere le manchevolezze dei grandi. Or bene, nel mio piccolo spiego questa deficienza di fioristi fra i miei colleghi delle Scuole medie e fra i Botanici « ufficiali » ed amatori, coli' indirizzo dominante nelle nostre Scuole universitarie, il quale è, ai fini della coltura che deve possedere il futuro insegnante delle Scuole secondarie (principale ministro della media coltura scientifica nel Paese) completamente sbagliato. Sono ben lontano dal misconoscere il valore altissimo delle ricerche citologiche ed istologiche, alle quali dobbiamo importantissime conoscenze relative non solo alla intima struttura delle piante, ma anche alla loro genealogia, alle loro affinità, alla loro posi- zione sistematica, alla loro morfologia e alla loro biologia. Però, a mio parere, tali ricerche devono (e sottolineo la parola) essere riservate a coloro che abbiano mente superiore o la possibilità di proseguire in quelli studi, di approfondirli, di estenderli, di trarne, in una parola, il massimo beneficio per sé e per la Scienza. Ma quando un Maestro propone, come è avvenuto tante volte, ai suoi allievi, giunti all' Università digiuni di tutto e digiuni spesso restati anche dopo un biennio di studio, temi per la tesi di laurea, del tipo di questo : « Ricerche anatomiche sulle infiore- scenze di Coccoloba uvifera, arbusto delle Anlille », e di tal pianta per di più non può spesso offrire che scarso materiale in alcool o qualche tisico esemplare vivente, noi tireremo fuori un ignorante della forza di cento cavalli in tutti i campi della botanica, per quanto specialista emerito in fatto di anatomia delle infiorescenze della Coccoloba uvifera. Di queste verità ho avuto pur troppo una recente ed ufficiale conferma nell'ultimo (I) Vaccari L., Per far risorgere gli studi floristici in Italia (« Bull. Soc. bot. Ital. », 1914, p. 2). 78 ADINANZA DBL '•• I>K('KMBKB concorto (maggio 1 922) per (itoli e per esame a cattedre di Storia Naturale negli Istituti Tecnici, concorso nel quale fui chiamato come esaminatore. Su circa cento candidati, tutti insegnanti effettivi o supplenti delle nostre Scuole secondarie, appena quattro o cinque hanno mostrato di conoscere abbastanza bene le piante più volgari, ed hanno mostrato di saper vedere in ognuna di esse i più note- voli caratteri che meriterebbero di richiamare l' attenzione dei giovani allievi. Degli altri, alcuni arrivarono (ino a scoprire la (amiglia, altri confusero tranquilla- mente una Gimnosperma con una Dicotiledone e videro dei veri petali e dei veri sepali anche in un fiore di Avena. Pochissimi mostrarono una lontana idea di adattamenti biologici, di distribuzione geografica, e di morfologia esterna od interna, il che, mentre depone male circa la loro coltura, depone malissimo circa l'insegnamento ricevuto nelle Università. E non si dica a giustificazione dei metodi dominanti che i Maestri non possono trasformare le cattedre universitarie in una scuola dove si spezza 1* A. B. C. della Scienza e che ad ogni modo lo studente dovrebbe tali cose sapere, o, una volta laureato, potrebbe e dovrebbe impararsele da sé. Prima di tutto un indirizzo floristico, o lito- grafico, o biologico non è né puerile, né elementare, ed in ogni caso il capo di un Istituto dove ci sono Assistenti ed Aiuti può distribuire fra questi suoi collaboratori quello che può sembrargli compito troppo elementare ; in secondo luogo, poi, come non si può pretendere che gli studenti abbiano appreso nelle Scuole medie quello che il loro Maestro spesso non sapeva, essendo stato anche lui male istruito nelle Università, così non si può sperare che una volta laureati essi, privi di ogni base sicura, riescano a completare la loro coltura specie se, come il più delle volte avviene, si trovano isolati in qualche piccola sede. * Ma l'indirizzo che voi desiderate non mancai », mi sento ripetere. « Esso esiste ovunque e si segue, più o meno bene, in tutte le Università! ». Si segue, è vero, o almeno si crede di seguirlo con affrettati corsi speciali o coi così detti esercizi pratici, i quali però si traducono quasi sempre e quasi ovunque in una specie di burletta, perchè ridotti a qualche ora per settimana e a pochissimi mesi, e perchè fatti fra ì quattro muri di un laboratorio e non dal Professore, ma dall' Assistente che non ha spesso né autorità, né pratica, né cognizioni necessarie, per di più coli' aggravante ; e che i giovani non prendono tali esercizi sul serio e ciò non solo per naturale poca voglia di studiare, ma anche perchè sanno per lunga espe- rienza dei loro predecessori che tali studi non serviranno loro né a guadagnarsi un punto di più all'esame di laurea, né a vincere un concorso qualsiasi, perchè tutte le pubblicazioni che eventualmente facessero in quel campo verrebbero valutate zero, o quasi zero, o meno di zero. In tale ambiente ed in tali condizioni di spirito per ciò gli allievi credono umiliante (anche se spinti da naturale inclinazione ad abbracciare la Botanica) di occuparsi di Floristici e branche affini, e così trascurano lo studio nel vasto orizzonte della Natura per dedicarsi a quello ristretto del campo del microscopio (vasto solo per le forti intelligenze !) dove quindi i più non capiscono nulla mancando di quel filo direttivo che solo può venire da una conoscenza dell'insieme dei fatti biologici. Ed escono dalle Università freddi, senza alcuna passione, senza alcun entusiasmo, chiusi ad ogni soffio di quella poesia che prorompe dalla vita di tutti gli esseri. Ed una volta entrati come professori nelle Scuole secondarie sostituiscono a questa poesia che ADUNANZA DEL 9 DICEMBRE 79 vivifica aride definizioni e tabelle sinottiche, inoculando in tal modo un disgusto in- vincibile per la nostra Scienza, disgusto che peserà più tardi sull' ordinamento della vita nazionale quando i disgraziati loro allievi, diventati reggitori del paese, detteranno leggi assurde, come quella recentissima, ad es., che abolisce 1' insegnamento della Botanica nelle scuole di farmacia e di veterinaria, e lo riduce ad un semestre per le scuole di medicina. Che un altro indirizzo negli studi scientifici universitari possa recare ben maggiore rendimento non solo per coloro che li seguono, ma, per contraccolpo, anche per tutte le persone colte, lo prova il fervore con cui nel passato erano seguiti in tutte le classi sociali gli studi botanici in Italia e quello con cui lo sono ancora all' estero. Chi oserebbe dire che i Tedeschi, i Belgi, gli Svizzeri siano più intelligenti di noi ? Eppure bisognerebbe trovarsi, come io mi trovo ogni anno, ad es., al giardino alpino del Piccolo S. Bernardo (che a questo riguardo è un posto di osservazione interna- zionale di primo ordine!) a contatto con una innumerevole serie di persone di tutti i paesi, di tutte le classi sociali e di tutte le levature per notare la superiorità della coltura scientifica degli stranieri rispetto agli italiani (I). Ivi i Tedeschi (siano pur semplici maestri elementari o professionisti) vi indicano il nome delle piante e degli animali più comuni che vedono, e ve ne sanno dire vita, morte e miracoli. Gli Svizzeri gareggiano con essi; i Francesi e gli Inglesi sono parecchio al di sotto... ma pur tuttavia incomparabilmente superiori ai nostri (siano questi pur professori !) che non solo non conoscono, ma non vedono nulla di nulla, segno che il loro spirito di osservazione non è stato addestrato. Nelle nostre Scuole secondane adunque si fa troppo poco o troppo male. Ma se si fa poco e male, torno a ripeterlo, la colpa non è solo dei professori che vi insegnano, bensì delle Università che li hanno laureati senza che sappiano e senza aver saputo accendere in essi un desiderio di estendere e approfondire le loro cognizioni. Molti professori universitari si lagnano di non poter svolgere i loro corsi con quella elevatezza che credono necessaria causa lo stato di assoluta impreparazione in cui gli studenti giungono all' Università, e ne incolpano i professori delle Scuole medie ! Ma sono veramente colpevoli questi? Possono essi insegnare se non sanno loro stessi? Possono trasfondere entusiasmo se non ne hanno? Si direbbe che siamo dinnanzi al problema dell' uovo e della gallina : all' Univer- sità si fa poco e male perchè gli studenti vi arrivano così impreparati da obbligare i professori a far dei corsi elementari o quasi, e nelle Scuole medie si fa peggio perchè per conseguenza i maestri vi giungono senza la necessaria coltura. Ma questo circolo che sembra vizioso può esser facilmente rotto. E siccome l' ini- ziativa non può partire dai professori delle Scuole medie, perchè sul vuoto non si costruisce, così essa deve partire dalle Università le quali possiedono tutti i mezzi per farlo : morali, intellettuali e materiali. Certamente i professori universitari avranno per un certo tempo un compito abba- stanza duro da assolvere, ed i corsi alternati, per un anno di 25 lezioni ad uso dei medici e per l'anno successivo di 50 ad uso dei naturalisti, saranno troppo inferiori al bisogno, perchè per quanto i Maestri possano essere volonterosi e profondi, con un numero così scarso di lezioni, data la lamentata impreparazione degli allievi, non si (') Vedere quel che ho scritto nel 1914 in Una grande Società Razionale per la difesa dei fiori più rari (« Bull. uff. dell' A. O- P. I. ». p. 7 ab 80 ADUNANZA DBL !' DHORMBBO può assolutamente colmare le lacune e svolgere un corso superiore di Botanica degno di questo nome. Ma si tratta di un periodo transitorio. Creata con un tenace sforzo una genera- zione di insegnanti medi veramente capaci d' insegnare, la vita dei grandi Istituti scien- tifici pulserà, come logica conseguenza, con più largo respiro, ed i nostri Maestri avranno la soddisfazione di vedere coltivati i loro studi non solo dai pochi scienziati ufficiali, ma anche da cento e cento amatori e sopratutto dai loro vecchi allievi diventati professori delle Scuole secondarie. Si cominci intanto col mostrare che nei concorsi i lavori floristici, fitogeografici, bio- grafici e morfologici vengono valutati alla stessa stregua di quelli istologici o citologici e si dia all'insegnamento universitario un indirizzo più vivo e più pratico, in modo da mettere lo studente di Scienze naturali veramente a contatto colla Natura. Lungi dal considerare perduto il tempo dedicato alle ricerche in aperta campagna, si esca dalla fredda scuola colle sue tavole murali, coi suoi modelli di carta pesta, 1 suoi microscopi allineati sul tavolo o le sue piante in vaso, e si guidino gli studenti, ben più spesso di quello che si è fatto finora e con ben altri criteri da quelli fin qui seguiti, in escursioni botaniche. Si obblighino gli allievi ad osservare, a raccogliere, a conservare. Si pretenda che ognuno si formi il proprio Erbario e mostri di conoscere almeno sommariamente la Flora del proprio paese ; che si famigliarizzi colle condizioni climatiche ed ecologiche e con i conseguenti adattamenti, che apra gli occhi e l' anima alle maraviglie che anche nelle cose più volgari si celano, che si renda conto, in una parola, del mondo che dovrà poi svelare ai suoi alunni. Si faccia adunque in modo che a nessuno venga fatto di pensare che per lo studio della Botanica si possa seguire il metodo di quel professore di ginnastica il quale pretendeva di sviluppare i muscoli dei suoi allievi commentando loro dalla cattedra un trattato di educazione fisica. L'esperimento didattico che ha durato per tanto tempo e ha fatto sì che la pianta non sembrasse degna di esame se non vista attraverso le lenti del microscopio, e sezionata in una lunga serie di fettine paraffinate e colorate, ha dato (per quel che riguarda le Scuole medie e quindi, per inevitabile riflesso, la coltura media della nazione) frutti troppo meschini poiché non debba venir limitato, come già dissi, a coloro che hanno spiccate attitudini od intendono fare della botanica la loro speciale professione. La grande massa venga orientata verso la Floristica, verso la Morfologia (che potrà comportare anche l'uso del microscopio; e come!...) verso la Biologia e la Geografia botanica, le quali costituiscono una palestra altrettanto nobile quanto l' Istologia e la 'Citologia, con questo vantaggio: che faranno conoscere l'Italia agli Italiani, colmando le troppe vaste e vergognose lacune che il « Comitato prò Flora italica » a suo tempo ha deplorato (I), e ci sottrarranno all'umiliazione di veder il nostro paese stu- diato da stranieri. Avremo così il vantaggio inestimabile di mettere il futuro professore, anche se sperduto in piccoli centri senza risorse di libri e di laboratorio, in grado di conti- nuare da solo gli studi iniziati (gli unici che in tali condizioni possa coltivare !) e di poter trarre dalle modeste scoperte che può fare giornalmente l' entusiasmo neces- (I) Cfr. « Alti della Soc. ital. per il progresK» delle Scienze ■, Il Riunione (Firenze, Ottobre 1908) Roma. 1909. ADUNANZA DKI, i> DKCEMBRH 81 sario per accendere entusiasmi nei giovani, unica molla capace di far loro amare lo studio della Natura. Allora si vedranno gli elenchi compilati dai futuri Pampanini ben altrimenti nutriti che questa rachitica lista che mi fa pensare più a dei rintocchi funebri per la Bo- tanica italiana che squilli promettenti per l'avvenire». Ha nuovamente la parola il Prof. Pampanini. « Poiché — egli dice — il Prof. Vaccari ha fatto cenno alla utilità delle bota- niche nelle Università, mi si permetta di esporre qualche ricordo personale della mia permanenza all' Università di Ginevra. Il Prof. R. Chodat considerava le escursioni come parte integrante del corso e ne curava personalmente la preparazione, coadiuvato, s'intende, dal personale assistente. Prima dell' escursione ne veniva distribuito agli studenti il programma. Questo (li conservo ancora quei programmi !) era sempre dettagliato in parecchie pagine, esponeva 1' itinerario che si sarebbe seguito e la natura delle formazioni che si sarebbero incon- trate. Vi erano enumerate sommariamente le loro caratteristiche biologiche e le piante più rare o tipiche che con probabilità vi si sarebbero trovate. Non 1' Aiuto solo, o 1' Assistente, accompagnava gli allievi, ma il Professore stesso li guidava personalmente nell' escursione. Così preparata era per noi una lunga e tutt' altro che noiosa lezione non solo di Ecologia e di Biologia, ma ancora di Morfologia, di Sistematica, di Ana- tomia, poiché egli trovava modo di farvi far capolino tutte le nozioni che aveva esposto dalla cattedra ed i fatti che aveva mostrato e fatto studiare in laboratorio. L' escursione era un riassunto delle lezioni ; essa stessa era una lezione sul terreno. Né si creda che queste escursioni settimanali fossero sempre lontane ed in località rimarchevoli. No, no ; spesso duravano poche ore e non si allontanavano dalle im- mediate vicinanze della città. Ma era il metodo che le rendeva attraenti e feconde anche quando si svolgevano attraverso la vegetazione volgare dei fossati e delle siepi, dei muri, dei terreni abbandonati, o delle rive del Rodano. Ricordo ancora una certa lezione sulla Morfologia interna ed esterna e la Biologia delle piante xerofile fattaci ai piedi del Salève mentre ci si rifocillava davanti una rupe che digradava in pochi metri quadrati di breccia. Più tardi, laggiù nel Gebel libico non ritrovai, in conclu- sione, che quella rupe moltiplicata a perdita d' occhio. Oltre alle brevi escursioni c'era anche la grande escursione di parecchi giorni, più particolarmente riservata ai laureandi. Quella alla quale presi parte si svolse nel Mezzogiorno della Francia : dai Timi e dalle Lavande delle colline bruciate dal sole della Provenza, alle « Sansouires » della Camargue, alla esuberante vegetazione della macchia insulare. Fu una lezione di un' intera settimana avidamente seguita da tutti noi, e che per tutti fu di prezioso avvia- mento nelle diverse vie del vasto campo della Botanica alle quali ci siamo poi avviati. Oggi ancora, a tanti anni di distanza, riconosco con gratitudine che in fondo è pur sempre l' eco della voce animatrice del Maestro davanti alla vegetazione banale dei dintorni di Ginevra o davanti al trionfo di quella delle isole d' Hyères, che spesso mi é di guida. Per lui le escursioni non erano tempo tolto al laboratorio ed all' aula, utile solo per procurarsi del materiale. No ; erano un necessario passaggio ad un' altra aula e ad un altro laboratorio. Dopo averci analizzato la pianta sotto il campo del microscopio, o dalla cattedra, o ^ 82 ADUNANZA DKL '.» DKCKMHRE mostrata nell'aiolà del giardino, egli ce la spiegava fuori dal letto di Procuste, libera nell' ingranaggio della realtà del suo ambiente. Da queste escursioni, naturalmente, si riportava materiale di dimostrazione e di ricerche per le prossime lezioni e per il laboratorio. Ma questo materiale quanto era per noi diverso da quello pur identico che il Professore poteva cogliere, o, senza perdita di tempo, far cogliere nel giardino botanico! Quanto più istruttive, quanto più Oioe quelle piante che noi stessi avevamo raccolto e che ci documentavano la lezione espostaci nell' aperta campagna ! Eppure anche a Ginevra si facevano sezioni, si paraffinava, si colorava, si facevano culture di Funghi e di Alghe, ed esperienze di Fisiologia. Si faceva tutto ciò, e quanto!... I lavori usciti dall' Istituto Botanico diretto dal Prof. R. Chodat sono troppo noti per permettere di dubitarne. E che dire dell'importanza psicologica delle escursioni? Quella confidenza, quel- l' affiatamento, quell' affratellamento, vorrei dire, che nasce fra insegnante ed allievo durante I' escursione fa amare la Scienza, perchè allora 1" insegnante si abbassa alla portata dell'allievo. Si abbassa?... Si eleva, perchè mai come allora diventa ve- ramente il Maestro ! Durante un' escursione, fra insegnante ed allievi si stringono legami che mai riuscirebbero a varcare i pochi metri che nell' aula separano la catte- dra dai banchi. Mi si consenta ancora un' osservazione. Il 10 giugno 1911, su mia proposta, la nostra Società, proprio in questa sala, decideva di occuparsi della protezione della Flora italiana e della conservazione dei nostri Monumenti Naturali; e nel febbraio 1912, su proposta del Prof. Vaccari, la Società Zoologica Italiana deliberava di promuovere una campagna in difesa degli animali minacciati di distruzione. L' 1 I giugno di quest'anno veniva promulgata la legge (n. 778) per la tutela delle bellezze naturali, la quale, se anche non risponde a tutte le nostre richieste, tuttavia ne contempla gran parte, e, proprio recentemente con decreto reale (n. 1 584, 3 decembre 1922) veniva istituito il Parco Nazionale del Gran Paradiso. Ma a mantener viva 1" idea, così intimamente connessa con gli studi naturalistici, in questi undici anni di attesa di chi furono le voci insistenti, fiduciose — anche se non di rado solitarie — se non di chi sentiva la giustezza di quell'indirizzo che il Prof. Vaccari vorrebbe vedere attuato in Italia o di chi lo aveva seguito?». Il Presidente Passerini si compiace vivamente per le numerose promesse dell'elenco presentato dal Segretario ed augura che la loro realizzazione sia certa e prossima. Fa rilevare l' utilità della loro pubblicazione ; ed esprime la speranza che a questo elenco ne seguano altri che lo completino in quelli e negli altri campi della Botanica, ed il voto che, realizzandosi gli scopi della sua pubblicazione, si facciano più stretti e cordiali i vincoli che uniscono fra di loro i cultori della Scientia amabilis. Conviene pienamente in tutto quello che ha detto il Prof. Vaccari ed aggiunge che il male da lui deplorato intacca anche il campo zoologico. Oggi, egli dice, siamo giunti a tal punto che se uno desiderasse far determinare una specie di insetto che non fosse un lepidottero o un coleottero, non saprebbe assolutamente a quale dei nostri Istituti Universitari rivolgersi. Anch' egli ritiene col Prof. Vaccari che tale deficienza di studiosi trovi la sua origine nel fatto che i lavori di Floristica e di Sistematica in genere non vengono ADUNANZA DEL 9 DECBMBRE 83 presi in considerazione nei concorsi, per cui apparisce naturale che chi non voglia lavorare solo per la gloria o non sia animato da vera passione dedichi il suo tempo a ricerche che più tardi gli possono giovare. Si assiste così al poco edificante spet- tacolo di qualche Botanico o Zoologo « ufficiale » che, pur avendo vaste cognizioni di Istologia e di Fisiologia, si trovi imbarazzato a distinguere le specie vegetali od animali più comuni. Ora, basta ricordare, egli conclude, che la Zoologia e la Botanica hanno lo scopo di far conoscere gli animali e le piante, mentre la Istologia e la Fisiologia sono solo dei mezzi necessari al raggiungimento di quel fine, per comprendere la necessità im- prescindibile ed urgente di mutare indirizzo, riponendo al primo posto quello che è stato poco opportunamente relegato all' ultimo. Indi il Segretario Pampanini dà lettura della lettera seguente : Padova, li 22 Novembre 1922. Illustre 'Presidente della Società botanica Italiana, Sarà certo gradita ai Colleghi della Società, e a tutti i Botanici italiani, la notizia dell' acquisto, recentemente avvenuto per parte dello Stato, dell' Erbario e della Bi- blioteca micologica Saccardo. Tali Collezioni, delle quali nessuno ignora 1' altissimo valore, sono state affidate all' Istituto botanico di Padova. Così per 1' illuminato concorso del Ministero della P. I. e per la generosa prefe- renza della Famiglia Saccardo, è stato possibile esaudire 1' ultimo desiderio del com- pianto Micologo e i voti dei Botanici italiani, che, non infondatamente, temevano che l' importante raccolta dovesse migrare all' estero. Le Collezioni, che si spera di potere fra non molto ospitare degnamente in appo- sito locale, verranno gelosamente custodite, e fin d'ora ne è curato l'incremento con nuove aggiunte di pubblicazioni e raccolte. Saranno particolarmente graditi gli invii dei micologi che vorranno contribuire a conservare una continua rispondenza col progresso degli studii a queste Raccolte, dalle quali tanto profitto ha già tratto la sistematica micologica. Con rispettoso ossequio Dev.mo Prof. G. GOLA 'Direttore dell' Orto Botanico della R. Università di Padova. E poi presentata la nota seguente : CENGIA-SAMBO M. UN CASO TERATOLO- GICO DI OPHRYS BERTOLONII MORETTI. Erborando nel maggio u. s. sulla Cesana per uno studio sulle Orchidee dell' Urbinate di prossima pubblicazione, ho raccolto un esemplare di Ophrys fT}ertolonii Moretti, nei pressi della località Cà Garibaldi, che presentava un caso teratologico meritevole di essere descritto. Sullo scapo e' era un unico fiore di dimensioni ordinarie, coi tepali esterni di un roseo piuttosto vivo con gli interni più piccoli, quasi lineari di un verde slavato, il labello 84 ADUNANZA DBL !' DKCKMBRB rosso bruno vellutato e ben sviluppato, la macchia lucida grande e scura, 1' appendice apicale verde. L' anomalia era duplice : nel labello e nel gimnostemio. 11 labello presentava due gibbosità alla base, coniche, allungate, ben definite, proprio come quelle di molte altre specie di Ophrys, mentre è un carattere costante della O. Bertolonii la mancanza di esse (cfr. le Flore di Arcangeli, Fiori e Paoletti ecc.). Il gimnostemio invece che unico era geminato : i due individui erano saldati per un terzo alla base, erano ugualmente bene sviluppati e presentavano ognuno le due masse polliniche allo stesso grado di maturazione e il pistillo allo stesso grado di sviluppo, e la punta terminale ugualmente conformata. Questo caso teratologico della Ophrys Bertolonii mi risulta nuovo; il Penzig O. in " Pflanzenteratologie " II" Bd., p. 364 (1896) dice a proposito di questa ofi- dea : « Ich fand einem Exemplar die paarigen Petala mit einem Anfang la- belloider Structur, d. h. mit einem Streifen schwarzer Sammethaare und einem Spiegelfleck. Mag- gridge bildet eine abnorme Bluthe (Pseudopelorie) ab, in welcher in Folge der Verwachsung der paarigen Sepala das Labellum vòllig abortirt ist » . Urbino, 13 novembre 1922. ADDENDA ET EMENDANDA AD FLORAM 1TALICAM Stipa juncea L. — M. Argentaro a Port' Ercole sotto Forte Antico, versante verso Grotte - 29-IV-1922. — Per la Toscana era noto finora dello stesso M. Argentaro, ma dal lato opposto, presso Porto S. Stefano al Colle di Spaccabellezza (G Doriaì. Lathyrus varius C. Koch f. augustissimus Fiori (1907) = Oro- bus albus f. augusliss. Cocc. (1883). — Grossetano, nel comune di Castellazzara nei boschi presso la Miniera del Siele, a 750 m. — 7-V-I922. — Il L. varius era già segnalato del M. Amiata a Seggiano in Val d* Orcia (Pari). Orchis sulphurea Lk. — Nella stessa località della precedente. Mesembryanthemum cordifolium L. f. — Questa pianta, ori- ADUNANZA DEL 9 DKCBMBRE 85 ginaria del Capo di Buona Speranza, si è inselvatichita sulle rocce al lato sud dell' avamporto di Brindisi, probabilmente sfuggita da una villa vicina. Oenothera strida Ledeb. — Ne ho veduto un esemplare rac- colto nell' Abruzzo a Pietracamela dal Dott. Giuseppe Sciarra della Cattedra di agricoltura di Teramo. — Secondo Thellung (FI. advent. Montpell., in « Mém. Soc. Se. Nat. Cherbourg », XXXVIII, 389 [1912] questa entità rientra, assieme ad Oe. odo- rata Jacq., nel ciclo della polimorfa Oe. mollissima L., originaria dell'Argentina, Paraguay e Chile. Oltre che di Viareggio, Oe. strida è stata segnalata dal Cavara come inselvatichita nell' Orto Bot. di Napoli e nel Salernitano lungo la ferrovia Cancello-Avellino fra le stazioni di Palma S. Gennaro e Sarno. Adr. Fiori NOTULE BIBLIOGRAFICHE Béguinot A. - Appuntì sulla genetica di un interessante Papavero: Papaver sinense (Rchb.) Bég. n. comb. (Bull. Ist. Bot. Univ. Sassari voi. II (1922) fase. I, Men. IV). Béguinot A. - Contributo alla Flora Padovana (Ibid.). Crichiutti G. - Nuove piante del Friuli (« In Alto », voi. XXXIII, 1922, P. 4). Iàggli M. - Il Delta della Maggia e la sua vegetazione. Zurigo, 1922. Mattirolo O. - Contributo alla micologia della "Venezia subalpina. (« R. Accad. naz. Lincei », Mem. ser. V, voi. XIII [1921], fase. 12). Pampanini R. - Piante nuove della Repubblica di San Marino. - II. (« Museum [Bull. Rep. S. Marino], a. IV, 1921, p. 118-120). Provasi T. - // Ranunculus glacialis L. e i suoi massimi limiti altimetrici nelle Alpi (« Boll. sez. fiorentina del C. A. I.», a. XIII, 1922 n. 3-4). Sommier S. - Flora dell'Isola di Pantelleria. Firenze, 1922 (op. post.). Voigt A. - Beitràge zur Floristik des Tessins. - II. (« Isis », 1920-21, PP. 11-19). 86 ADINANZA DEL !» DKCKMBRB NOTIZIE Il Prof. A. Béguinot è stato chiamato a dirigere il R. Istituto Botanico di Messina. L'opera: A. Goiran, Flora Veronensis, Verona, 1897-1904, è in vendita al prezzo di Lire 30. (Rivolgersi alla signora Elisabetta Goiran, Bordighera, Via Vittorio Ema- nuele, palazzo Semeria). Il Prof. L. Montemartini, Direttore del Laboratorio Crittogamico di Pavia, annunzia la continuazione della Sylloge Fungorum di P. A. Saccardo, e prega i Micologi di facilitarla mandando al Laboratorio suddetto le loro pubblicazioni mico- logiche posteriori al 1917. 'Pubblicazioni pervenute in dono alla Società durante l' anno 1 922 Jilpi Giulie. Anno XXIII ( 1 92 1 ) n. 4-6. {Fjulletin de la Société Linnéenne de tNjormandie. Serie 7e, Voi. 3 (1920); Voi. 4 (1921). {T)ulletin de la Société "Daudoise des Sciences tJ^Calurelles. Voi. 54 (1921-22) n. 201-206. gulletin dujardin Boianique de V État. Voi. VII (1920-21) Fase. 1-4. Bulletin of the 2V>n> York Botanica! Garden. Voi. 12 (1922) n. 42. Junta de Ciències Naturals de Barcelona. Memoria annual 1919-20, 1920-21. Memoires de la Société %)audoise des Sciences Naturelles. 1922 n. 1-2. Memoirs of the Department of Jlgriculture in India. Voi. XI (1921-22) n. 4, 6-7. V^otes from the R. 3otanic Garden, Edinburgh. Voi. XIII (1921) n. 62-64. Ohio Biological Survey. 1921, Bulletin n. 10-12. Proceedings and Transactions of the Novam Scotian Institute of Science, Halifax, Voi. XV, Part. 1, Session of 1918-19. Proceedings of the Smattonai Academy of Sciences of the United States of Jmerica. Voi. VII (1921) n. 8-12; Vili (1922) n. 1-11. R. Stazione di Patologia "Oegetale. Bollettino mensile di informa- zioni e notizie. Anno II (1921) n. 7-12 ; III (1922) n. 1-9. The Ohio Journal of Science. Voi. XXI (1921) n. 8 ; XXII (1922) n. 1-5, 7. "TTransactions and Proceedings of the Botanical Society of Edinburgh. Voi. XVIII (1920-21) Part. II. 'Ureballs del c^luseo de Ciències Naturals de Barcelona. Voi. VI (1921). 87 Baccarini P„ Notule teratologiche. Rocca S. Casciano, 1919. Bargagli-Vetrucci Q., Giuseppe Raddi, Naturalista e Viaggiatore fiorentino, nato a Firenze nel 1770, morto a Rodi nel 1829. Firenze, 1922. — L' Istituto botanico di Firenze durante il triennio accademico 1919-1922. Firenze 1922. — Osservazioni sui movimenti paraeliotropici delle Leguminose. Fi- renze, 1922. — Progetto sommario per l' impianto in Boboli di un giardino bota- nico-geografico. Firenze, 1922. {Fjoegan E., La grotta del Trebiciano. Studi e rilievi dal 1910 al 1921. Trieste, 1921. Bolaffio C, I Bioti : Abbozzo di una nuova teoria della struttura della cellula. Trieste 1922. Britton N. L. and %ose /. ^V.., Neoabbottia, a new Cactus genus from Hispaniola. Washington, 1921. Campanile Q., Contribuzioni allo studio delle Cuscute dell' Erba medica (Nota prima). Roma 1922. — Su di una malattia delle frutta di mandarino (Cytosporina citri- perda Camp.). Modena, 1922. Cengia-Sambo ZM.., Note di bio-chimica sui Licheni. Borgo S. Lo- renzo, 1922. Comanducci Cortini ]., n Tylomyces gummiparus " n. sp., prototipo di un nuovo genere di Ifomiceti. I-II. Roma, 1921. Cook O. F., Milpa agriculture. A primitive tropical system. Wa- shington, 1921. Codile F. V ., The influence of cold in stimulating growth of plants. Washington, 1921. Cufino L., Graminaceae raccolte in Eritrea dal Prof. E. Gallina. Napoli, 1922. Hitchcock A. S., Fiorai aspects of British Guiana. Washington, 1921. Longo {F}., Albume o endosperma? Roma, 1922. — Commemorazione del Prof. Giovanni Arcangeli, Roma, 1922. — Le piante più notevoli del R. Orto Botanico di Pisa. Pisa, 1922. — Su la Vite selvatica della Maremma. Roma, 1921. £XLartelli T)., Agli amici del Circolo artistico fiorentino questo ricordo del nostro compagno Emilio Marcucci dedica 1' autore. Firenze, 1891. MatUrolo O., Commemorazione di Antonino Borzì. Roma, 1922. — Contributo alla micologia ipogea della Venezia subalpina. Roma, 1922. — Osservazioni sopra due ipogei della Cirenaica e considerazioni in- torno ai generi "Tirmania " e n cUerfezia n. Roma, 1922. 88 'Peyronel B., Altri nuovi casi di rapporti micorizici tra Fanerogame e Basidiomiceti. Borgo S. Lorenzo, 1922. — Nouveaux cas de rapports mycorhiziques entre Phanerogames et Basidiomycetes. Paris, 1921. — Nuovi casi di rapporti micorizici tra Basidiomiceti e Fanerogame arboree. Borgo S. Lorenzo, 1922. — Un Ifomicete dai conidi mesoendogeni : Menispora microspora n. sp. Roma, 1921. Temerà V., Sopra le condizioni di sviluppo di alcuni semi di legu- minose e la funzione del guscio. Roma, 1922. Roster G., Alcune considerazioni su la formazione e la proprietà del terreno agrario. Firenze, 1922. Savastano L., II. Contributo allo studio critico degli scrittori agrari italici : Pietro dei Crescenzi. Acireale, 1922. Sommier S., Flora dell'Isola di Pantelleria. Firenze, 1922. Traverso G. B., Due interessanti micocecidii della Somalia. Pavia, 1921. Ugolini U., Addenda et emendanda ad floram italicam. Borgo S. Lo- renzo, 1922. — Un episodio della flora di guerra : sul Nasturtium austriacum in Italia. Brescia, 1922. "Van Aerdschot P., Catalogue de la Bibliothèque collective réunie au Jardin Botanique de 1* Etat a Bruxelles. Bruxelles, 1911. 89 RELAZIONE INTORNO AL CONSUNTIVO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA PER L'ANNO 1921. Illustri Consoci, Il rendiconto e i documenti giustificativi del bilancio della Società Botanica Italiana, che abbiamo il compito di riscontrare, risultano esatti in ogni singola spesa. Da esso risulta che le condizioni sono un poco migliorate in con- fronto con 1' anno precedente, e il consuntivo da L. 8644,50 è salito a L. 1 1466,90. Ad esso ha contribuito, fra 1' altro, un lieve aumento delle quote di associazione e di anticipazione fatte dai soci, i contri- buti per estratti e tavole, che da L. 161,60 nel 1920 sono saliti a L. 977,05 e la inscrizione di un socio perpetuo. Rimangono però sempre parecchi crediti per quote sociali (L. 740), per abbonamenti e vendita di pubblicazioni (L. 1319,75) e per con- tributi di estratti e tavole (L. 180) di cui sarebbe opportuno solleci- tare il saldo facendo nuove premure, come già si ebbe occasione di proporre lo scorso anno, specie a coloro che ancora debbono pagare diverse annate, taluno perfino quattro. Sembrerebbe fosse il caso, dopo un ultimo invito, di procedere per le vie legali e di radiarli dal nu- mero dei soci a norma dello Statuto, anziché perpetuare crediti inesi- gibili. Lo stesso dicasi per quegl' Istituti o Case di commercio che sono in debito da lungo tempo per abbonamenti e vendita di pubbli- cazioni. Per la Flora italica cryptogama nulla trovasi da rilevare, se non che si rinnova la preghiera di sollecitare il pagamento dei crediti. Firenze e Napoli, 23 Novembre 1922. I SINDACI Firmato : MICHELE GUADAGNO Firmato: LODOVICO PICCIOLI SOCIETÀ BO I5ILANCIO C CONTO DI CASSA ENTRATA Retto di Cassa al 31 Dicembre L. Da quote arretrate di soci » Da quote dell' anno corrente » Da quote anticipate di soci » Tasse di ammissione di soci » Da vendita di pubblicazioni arretrate » » » corrente anno » Da contributi estratti e tavole » Da interessi » Residuo contributo Ministero P. I. riunione al Cenisio ...» Da iscrizione a socio perpetuo » Prelevamento dal patrimonio della Flora italica cryptogama . » Totale L. USCITA Spese per le pubblicazioni L. » postali, di cancelleria e minute » Stipendi, compensi, oblazioni » Acquisto di L. 1 700 in cartelle Consolidato 5 °/0 a L. 85 . » Resto di Cassa al 31 Dicembre » Totale L. 1920 1 2823,45 45 855,- 3 2010, 2C 290, 5 70, - 1 1029,70 5 688,- 3 161,60 <3 525,90 7 190,85 5 e 8644,50 IH 1794, - 100 465,75 9 533,75 A 1455,90 4395,10 8644,50 114 BILANCIO PREVENTIVO 1922 ENTRATA Resto di Cassa al 31 Die. 1921 L. Contribuzioni sociali arretrate . » 740, - Dette per il 1922 . . . . » 3600,— Crediti per abbonamenti e ven- dita di pubblicazioni . » 1319,75 Crediti per contributi estratti e » 180,— Vendita di pubblicazioni arretrate » 500,- Abbonamenti e vendita di pub- blicazioni per il 1922 » 1500 — Interessi di capitali .... L 700,— Totale 8539,75 USCITA Spese per pubblicazioni 1921 . L. » per pubblicazioni 1 922 . » » postali, cancelleria, minute » Stipendi, compensi, oblazioni . » Restituzione imprestito alla Flora italica cryptogama . . . t Totale L. 16 45 10 5 85 FLORA ITAL CONTO DI CASSA ENTRATA Resto di Cassa al 31 Die. 1920 L. Da sottoscrittori alla Flora » Da aggio per riscossioni estero » Totale L. USCITA Compenso per spese amministraz. Spese postali Resto di Cassa al 31 Die. 1921 Imprestilo alla Soc. Bot. It. . Totale 171 L'Economo: Prof. E. CHIOVENDA Avvertenza. — Gli allegati e i documenti relativi al present A ITALIANA 1920-1021 ITATO ATTIVO e PASSIVO ATTIVO per quote sociali L. per abbonamenti e vendita di pubblicazioni .... » verso le Banche » per contributi estratti e tavole » li Cassa » della Biblioteca sociale » dei mobili e suppellettili » delle pubblicazioni sociali » Totale L. PASSIVO >er quote anticipate di soci e abbonamenti L. nate per completamento stampa pubblicazioni .... » verso la Flora italica cryptogama » ito alla Flora italica cryptogama » al premio della esposizione quinquennale orticola . . » aio sociale » Totale L. 1920 520 — 576.90 8000, 4395J0 3944,- 200.- 3379. - 21015, 300 — 4395,10 iooo!— 100.— 15219.90 21015. 1921 740,- 1319.75 8000,— 180.— 4141*.— 200,- 3479,— 18059.75 638 — 1650.— 889.10 14882.65 18059.75 STATO DEI SOCI Dicembre 1920 Ipi soci : Capponi, Chiarugi, Ciferri, Calvino, Figini, Fio- ravanti, Menz, Montale, Raineri, Zoppetti .... » defunti : Arcangeli, Borzì, Masclini, Montaldini, Terracciano » Dicembre 1921 » N. no io 120 5 115 120 PTOGAMA STATO ATTIVO e PASSIVO ATTIVO ^ssa al 31 Die. Il/2I L. so sottoscrittori alla Flora so le Banche ... : Ile copie della Flora in > » 25012.70 PASSIVO Debiti verso sottoscrittori alla Flora ... . . . L. Patrimonio della Flora italica cryptogama » Totale L 34.45 35027,25 Ì5061.70 IL PRESIDENTE: PROF. N. PASSERINI > la sede della Società ai Soci che ne facciam richiesta. 92 INDICE Bargagli-Petrucci G. - A proposito del trasporto dell'Orto Botanico di Firenze al Giardino di Boboli (Proc. verb.) Pag. 45 Barsali E. - Contributo allo studio delle modificazioni indotte dall' am- biente nei tessuti di alcuni organi vegetali » 47 Id. — Le osservazioni fenologiche del P. Serpieri ad Urbino dal 1857 al 1865 (Proc. verb.) » 46 Bolzon P. - Alcune piante del Comelico (provincia di Belluno) e del Monte Grappa » 38 Id. — Nuove ricerche botaniche nelle Alpi Bellunesi » 70 Cengia-Sambo M. - A proposito delle Lecanora subfusca Ach. e chla- rotera Nyl. (Proc. verb.) » 47 Id. — Un caso teratologico di Ophrys Q)ertolonii Moretti .... » 83 Chiarugi A. - L' Allium moschatum L. nuovo inquilino della Flora toscana (Proc. verb.) » 73 Id. — Un' altra stazione dell' Jlristolochia altissima Desf. presso Firenze (Proc. verb.) » 58 Chiovenda E. - Una rarissima edizione ( 1 0 luglio 1 486) del Liber ru- ralium commodorum di Pietro de' Crescenzi nella Biblioteca del R. Istituto Botanico di Firenze CProc. verb.) » 58 Fiori A. - Nuove aggiunte alla flora della Sila (Calabria) .... » 59 Forti A. - L,' Artemisia annua L. avventizia nel Veronese (Proc. verb.) » 58 Gola G. - L' Erbario e la Biblioteca micologica Saccardo al R. Istituto Botanico di Padova (Proc. verb.) » 83 Longo B. - La Chamaerops humilis L. a Populonia » 60 Minio M. - Contributo alla Flora del Bellunese. - Nota 9* . . . . » 23 Id. ■ — Una rete di osservazioni fenologiche in Italia CProc. verb.) . » 21 Noelli A. - Flora urbica genovese. - Nota preventiva » 29 Pampanini R. - Elenco di lavori floristici in preparazione sulla Flora italiana (Proc. verb.) » 73 Id. — Il genere Jllchemilla nel Cadore . » 33 Id. — Le escursioni botaniche all' Istituto Botanico dell' Università di Ginevra (Proc. verb.) » 81 Id. e Zanon V. - Nuovi contributi alla conoscenza della flora della Cirenaica. II » 6 Passerini N. - Il Nelumbium speciosum Willd. inselvatichito nella Te- nuta di Coltano (Pisa) (Proc. verb.) » 5 Id. — La ripresa della pubblicazione della « Flora italica cryptogama » (Proc. verb.) » 57 Id. — Sull' indirizzo degli studi botanici e zoologici nelle Università ita- liane CProc. verb.) » 82 Peyronel B. - Altri nuovi casi di rapporti micorizici tra Fanerogame e Basidiomiceti » 50 Id. — Nuovi casi di rapporti micorizici tra Basidiomiceti e Fanerogame arboree » 7 INDICB 93 Provasi T. - Il Gnapbalium ulìginosum L. var. proslralum (Huet exs.) Nym. in Toscana Pag. 41 Savelli R. - Petalizzazioni endocarpiche » 14 Trotter A. - Intorno ad un Synchytrium dell' Hclianthemum salicifo- lium (L.) Mill » 53 Vaccari L. - Sulla necessità di modificare I* indirizzo dell' insegnamento della Botanica nelle nostre Università fl'Proc. verb.) » 76 Vignolo-Lutati B. - Contributo alla Flora del Circondario di Alba e delle Langhe » 61 Zanon V. - Vedi : Pampanini R. Pubblicazioni pervenute in dono alla Società durante l'anno 1922 . . » 86 Addenda et emendanda ad Floram italicam 20, 36, 44, 55, 84 Notule bibliografiche > 36, 85 Notizie 36, 68, 86 Raffaello Beni, gerente responsabile Borgo S. Lorenzo. Tip. Mazzocchi «< 2 ^ BULLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA BULLETTINO DELLA Società Botanica Italiana Anno 1923 FIRENZE 1923 1923. Gennaio-Febbraio N. 1-2. BULLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA IN DICE Cavara F. - Di alcune piante nuove o rare della Cirenaica .... Pag. 8 Ciferri R. - Varietà d' Anemone hepatica L. osservate nell' Albese e nel Maceratese » 16 Cimini M. - Anomalie fiorali nel genere Gentiana » 18 Fenaroli L. - Luzula altissima Buch » 29 Minio M. - Rete fenologica: campagna 1922 (Proc. verb.) .... » 5 Pampanini R. - 11 gigantesco Castagno atterrato a S. Marcello, nel- l' Appennino pistoiese, nel I 764 (Proc. verb.) » 7 — Le date della pubblicazione dell'opera: P. BARKER WEBB et S. BERTHELOT, Histoire Naturelle des Iles Canaries (Proc. Verb.) . » 6 — Una Vescia colossale raccolta nell' Appennino di Romagna nel 1788 (Proc. verb.) » 8 Ugolini U. - Su quattro avventizie della Flora italiana : Lepidium vir- ginicum, Lepidium densiflorum, Matricaria discoidea, Artemisia Verlolorum » 13 Addenda et emendanda ad Floram italicam » 31 Notule bibliografiche » 32 Notizie » 32 Adunanza del 13 Gennaio 1923. Presiede il Presidente Passerini. Aperta la seduta è proclamato a nuovo socio il Dott. Luigi Fenaroli, di Milano. Poi è data lettura della seguente comunicazione inviata dal socio Minio : « A naturale complemento dell' annuncio, dato nel febbraio scorso, dell' istituzione di una rete fenologica, e come doverosa risposta alla benevolenza con cui esso fu accolto, comunico un cenno sommario della campagna di quest'anno. Malgrado che cause molteplici professionali o famigliari e la stessa inclemenza meteo- rica dell'inizio della primavera abbiano limitata o scoraggiata l'attività di qualche collaboratore, funzionarono secondo il piano convenuto le stazioni di Venezia (SÌCinio), Trento (prof. Tìalla Fior), Potenza (dott. Gavioli), Petriolo (sig. £. Ci/erri), 6 ADUNANZA DEL 18 GENNAIO Fiume (prof. Smoquina), Taranto (col. doli. A. Vaccari), Sedico (doli. Somma- riva), Alba (prof. R. Ci/erri), Padova (doti. S. Zenari), Roma (prof. Teyronel) , Bormio fóW." Longa), Borso del Grappa (sig. Girardi), Merano (proff. {Bertoldi, Sulla e Ladumer), Este (prof. Vallecchi) e Bellinzona (prof. Jàggli), tutte con osservazioni estese, più o meno regolarmente, a tutto il periodo d' antesi delle specie in esame, ad eccezione delle ultime due che registrarono quasi soltanto i giorni di inizio. Altre due trasmisero inoltre soli dati generici o saltuari. Il numero delle specie osservate fu in media di 116, delle quali la maggior parte, secondo I" Elenco concordato, comuni a parecchie stazioni delle diverse parti della penisola. I dati raccolti permettono quindi di riconoscere, anche a un primo esame, il comportamento delle fioriture nelle varie latitudini, mentre l' opportuna posizione relativa di alcune stazioni illustra i vari effetti dovuti a diversità di esposizione o di elevazione sul livello del mare. Preziose sono perciò — per il secondo caso — le osservazioni diligentissime di Taranto e di Potenza e — per il primo — quelle altret- tanto accurate e numerose di Trento confrontate con quelle di Alba e di Sedico, e i dati di Petriolo (rivelata cosi stazione interessante) in confronto con Fiume e con Padova ed Este. La felice circostanza di aver dati numerosi per un discreto numero di specie, pre- valentemente montane, dalla elevata stazione di Bormio, non è invece istruttiva come si potrebbe sperare, per la mancanza di stazioni adatte al confronto nelle minori alture o nella pianura immediatamente sottostanti — mancanza però che cercheremo di colmare. Come la scarsità di osservatori nell' Italia media e meridionale diminuisce — pure per quest'anno — i risultati che altrimenti darebbero le molte piante regolar- mente osservate a Roma. Noi crediamo tuttavia che, dal complesso dei dati raccolti, possiamo essere soddi- sfatti di un risultato che si può dire sproporzionato ai modesti mezzi e alla rudimen- tale organizzazione d' una prima prova. E ciò malgrado le condizioni meteorologiche (da cui furono p. e. limitate le osservazioni di Merano) le quali furono specialmente sfavorevoli sia per 1* estate eccezionalmente secca, che alterò e sospese parecchie fio- riture, sia per la primavera ritardata e ad irregolari precipitazioni, che spostò per lo più, e senza visibili rapporti colla posizione geografica, i fenomeni periodici e specie quello ben rappresentativo del primo risveglio della vegetazione. È da ritenere che il nuovo anno, che ora si inizia, pel quale contiamo anche su alcuni collaboratori che furono impediti di dar 1' opera loro da cause transitorie e per cui speriamo di guadagnare altri aderenti alla nostra iniziativa, continuerà e feconderà il lavoro finora compiuto, del quale ci auguriamo poter pubblicare qualche risultato. E sia concesso a me, che mi son permesso di parlare finora anche a nome degli altri collaboratori, di mandare a ciascuno di essi il ringraziamento più vivo, oltre che per I* amorosa, accurata collaborazione, per la simpatia e la fede che con essa testi- ficarono durevolmente all' iniziativa che io proponevo loro un anno fa. Dott. M. Minio ». Indi il Segretario Pampanini, dopo aver fatto rilevare che il voi. Ili CPhyto- graphia Canariensis) dell' Histoire nalurelle des Iles Canaries di Webb e Berthelot porta la data di pubblicazione 1836-1850 e che tale data complessiva riporta anche il Thesaurus di Pritzel (p. 341), comunica che nella copia esistente all'Istituto Botanico ADUNANZA DKL 13 GENNAIO 7 di Firenze (Bibl. Webb) è allegata una lista, di mano del Berthelot, delle date di pubblicazione dei singoli fogli di quasi tutta l'opera; e riporta quelle che riguardano la 11 Parte del suddetto voi. Ili, la quale comprende l'elenco delle piante: P. BARKER WEBB et SABIN BERTHELOT HISTOIRE NATURELLE DES 1LES CANAR1ES, Tome HI Pb.ytograph.ia Canariensis, 2me Partie : Sectio 1 Parii. 1836-40. Pagg. 1-24: 27 Juillet 1836 » 25-40 : 29 Septembre 1836 » 41-64: 12 Octobre 1836 » 65-88 : 18 Novembre 1836 » 89-112: 18 Mai 1837 » 113-136: II Octobre 1837 » 137-144: 23 Avril 1840 » 145-160: ler Juin 1840 » 161-168: 20 Juin 1840 » 169-184. 30 Juillet 1840 » 185-192: 26 Novembre 1840 » 193-216: 15 Janvier 1841 » 217-220: 24 Mars 1841 Sectio li Paris, 1836-50. Pagg. 1-32: 20 Janvirr 1842 » 33-80 : 3 Mai 1842 » 81-120: 23 Aoùt 1842 » 121-152: 15 Octobre 1842 » 153-176: 25 Janvier 1843 » 177-192: 14 Juin 1843 » 193-240: 14 Fevrier 1844 » 241-264: 13 Juillet 1844 » 265-296 : 17 Septembre 1844 » 297-304 : 26 Mai 1846 (sic) » 305-336 : 30 Juillet 1845 » 337-352 : 15 Juillet 1846 » 353-376: 7 Septembre 1846 » 377-496 • Sectio III. Paris, 1836-50. 1-32: » 33-40 : » 41-72: »> 73-104: » 105-120: » 121-152: » 153-176: » 177-200: » 201-224: » 225-232 : » 233-479 : 27 Avril 1844 13 Juillet 1844 2 Décembre 1844 8 Avril 1845 26 Mai 1846 30 Septembre 1845 13 Décembre 1845 22 Mars 1846 20 Avril 1846 15 Juillet 1846 Sectio ultima. Paris, 1840. >g g. 1-8: 7 Novembre 1839 » 9-16: 10 Janvier 1840 >> 1 7-24 : 25 Mars 1840 » 25-48 : 23 Avril 1840 » 49-72 : |er Juin 1840 » 73-104: 20 Juin 1840 » 105-128: 30 Juillet 1840 » 129-160: 26 Novembre 1840 » 161-176: 1 5 Janvier 1841 » 177-208: 24 Avril 1841 » I-XV: 24 Avril 1841 Poi riferisce che il Lastri nel suo « Corso d* Agricoltura pratica » (voi. V, p. 223. Firenze, 1 790) narra di un castagno gigantesco atterrato dal vento nella località « Selvelmino » poco distante da S. Marcello nell' Appennino pistoiese. « In questo luogo adunque — dice il Lastri — era una Pianta di Castagno, che nel suo fusto aveva la circonferenza di braccia 16 (I); e siccome la sostanza interna per la lunga anti- (I) Metri 9.33. 8 ADUNANZA DEL 13 QKNNAIO iliii.'i erasi putrefatta, erale rimasta la sola corteccia esteriore, che dava vita a due grossissimi rami, che vegeti sopra di essa s'innalzavano. Del vuoto pertanto e cavità di questo castagno pensò un certo Zenone di Barto- lommeo Zeloni di S. Marcello, di servirsene ad uso di stanza, avendo fatto ad arte da un lato di esso una porta competente, che ben si chiudeva con chiave ; e questa stanza che poteva comprendere fino al numero di dodici persone, per lungo tempo egli tenne ad uso di bettola, ricevendovi quelle persone, che per ricreazione andavano a trattenersi intorno a quel luogo ; e per fatto di pigione pagava al padrone del fondo crazie ventidue (I) l'anno». Il Lastri racconta ancora (ibid., p. 210) che «il dì 17 Agosto 1788 fu presen- tata ai RR. Arciduchi di Toscana dai PP. di Camaldoli una Vescia di libbre 1 4 (2), nata alla Cella di S. Alberico nella Romagna, distante mezzo miglio dal confine di Toscana verso Rimini, luogo alpino e freddissimo. La medesima era alta mezzo braccio (3), di circonferenza braccia due e soldi due (4), e di diametro dalla parte più lunga due terzi di braccio (5), e dalla più corta otto soldi (6). E frutto d' ogni anno, e qualche volta ne nascon due di egual mole ; non sempre però nello stesso sito, ma bensì nella medesima tenuta a poche braccia di distanza». Infine sono presentate le seguenti note : CAVARA F. — DI ALCUNE PIANTE NUOVE O RARE DELLA CIRENAICA. Una missione da me compiuta durante i mesi di Marzo e Aprile dello scorso anno in Cirenaica, per incarico affidatomi da quel Governo, mi procurò una ragguardevole messe, per quanto la stagione, precocemente siccitosa, avesse già per gran parte compromessa la vegetazione annuale che trovai sul declinare, e non potessi per ragioni, estranee alla mia volontà, recarmi in territori interni. Le località da me visitate furono da un lato la pianura bengasina la cui flora è di già abbastanza nota per i contributi che vi hanno apportato, dopo i pionieri della espansione europea in Africa Della Cella, Rohlfs, Petrovic ed altri, in tempi a noi vicini il Rev. Vito Zanon i cui materiali sono stati studiati dal Dott. Pampanini, il Maggiore medico Antonio Vaccari le cui raccolte furono illustrate dal Prof. Béguinot, il Dott. Armando Maugini, Direttore dei Ser- vizi Agrari della Cirenaica, che in una serie di articoli apparsi nelT « Agricoltura Coloniale » ebbe modo di mettere in luce il carattere della vegetazione di questa nostra Colonia, arrecando pure un cospicuo materiale di studio pel botanico Prof. Pampanini. (1) Lire uni e 69 cent. (2) Kg. 4.720. (3) Cm. 29.18. (4) Circa cm. 120. (5) Cm. 38.90. (6) Cm. 23,28. ADUNANZA DKL 13 GENNAIO * * * Profittando del tronco di ferrovia che da Bengasi adduce a Regima, feci un' incursione in questo interessante altopiano, portan- domi in autocarro verso 1' Uadi Cattar da un lato e ad El Abiar dall' altro. Si stavano falciando le erbe dei prati, ma in molte conche restava pure una buona vegetazione. Percorsi, poi, a più riprese la strada nuova iniziata ed anzi con- dotta a buon punto dal compianto Senatore De Martino, che da Bengasi conduce per Tocra, El Merg, El Garib, Uadi El Cuff, e Messa a Cirene, località invero pochissimo esplorate dove, per altro, non potei troppo soffermarmi. Da ultimo da Cirene mi recai per la camionabile di Ghegab e Gouba a Derna, il cui territorio ricco di Uadi potei in vai! punti esplorare. Da Cirene pure, al ritorno da Derna, mi recai una volta a Saf-Saf, interessante località per i numerosi laghetti che presenta ; ed una volta a Marsa Susa per erborizzare nel pittoresco ed incassato Uadi ricco di acque e di vegetazione. Lo studio dell'abbondante materiale raccolto, intra preso già fin dal mio ritorno, sarà tra non molto ultimato. Intanto credo opportuno di rendere note alcune entità che o non sono state, che io mi sappia, da altri riscontrate in Cirenaica, o che hanno un non dubbio interesse per la floristica e per la geografia botanica. * Carex hispida W. in Schk. = C. echinata Desf. - Questa ma- gnifica specie di così larga distribuzione nel bacino del Mediter- raneo (Algeria, Tunisia, Spagna, Portogallo, Francia meridionale, Corsica, Sardegna, Sicilia, hai. merid., Grecia, Siria), non era stata ancor segnalata ne per la Tripolitama, né per la Cirenaica. Tanto più strano, in quanto si trova con abbondante profusione a Cirene nel ben noto Uadi Bengadir, da tutti visitato per la parte importante della Necropoli della classica città greca. Lungo il sentiero che dal fianco destro dell' Uadi adduce alle tombe s' in- contrano, negli acquitrini, copiosi e fastuosi cespugli di questa opu- lenta ciperacea. Ulmus campestris L. - In una prima escursione a Cirene ( 1 8 Marzo) e nella stessa località Uadi Bengadir, in compagnia del Dott. Maugini, osservai sul fianco scosceso del lato sinistro, ed in prossimità delle tombe, parecchi esemplari di un olmo con samare sviluppate ; non aveva ancor cacciate le foglie. Esemplari con foglie raccolsi in una seconda gita (7 Aprile), ma le samare erano allora completamente cadute. Le piante sono allo stato quasi cespuglioso, probabilmente per tagli avvenuti durante 1' occupazione militare perchè anche grossi esemplari di Cupressus sempervirens, per ra- gioni strategiche, erano pur stati atterrati. Le foglie sono alquanto IO ADUNANZA DEL 13 OENNAIO oblunghe ed acuminate, ma non vi ha dubbio che si tratta del- l' U. campestris che, nuovo per la Libia tutta, cresce pure in Tu- nisia, Algeria, Marocco, Asia Minore, Sina ecc. Ceratophyllum demersum L. - Raccolto in uno dei tanti piccoli stagni che nel letto incassato forma l' Uadi di Derna pur tanto visitato ed esplorato ; era sfuggito agli esploratori che mi hanno preceduto. Riscontrato in Algeria ma non in Tunisia, è comune poi in Europa. Ranunculus trichophyllus Chaix - Nei laghetti dell'Altipiano di Cirene sulla via di Saf-Saf. Era in fiore verso la metà di Aprile. Non è indicato né da Durand e Baratte, ne da altri dipoi. E* noto dell'Algeria e della Tunisia. Bonnet e Baratte lo comprendo- no nel ciclo del R. aqualilis del quale la var. a heterophyllus Coss. et Grén. è pur comune negli stagni di Cirene, e già indi- cata da Taubert per la Cirenaica a Lamloudé. Ranunculus flabellatus Desf. - Indicato dell'Altipiano del Barca, da Rolfs (1869) senza la località, raccolta dipoi da De Horatiis tra El Merg e Tolmetta (V. Pampanini, Bull. Soc. boi. Hai. 1918 p. 14), resta così confermato per averlo io trovato nei pratelli tra i Ginepri (J. phoenìcea) a circa 20 chilometri da El Merg, lungo la strada nuova De Martino. Melilotus siculo (Turra) Jackson. — M. messanensis (L.) Ali. - Nel terreno umido presso la sorgente dell' Uadi Bent (Derna), Apr. 1922. Era stato già segnalato per la Libia dal Pampanini come raccolto dal Dott. Scaetta in territorio di Derna ({T^ull. Soc. hot. Hai. 1920 p. 19). La sua distribuzione è : Tunisia, Algeria, Egitto, Asia Minore, Sina ed Europa meridionale. Melilotus italica (L.) Lam. - Questa rara specie che risulta nuova non soltanto per la Libia, ma a quanto sembra, per tutto il con- tinente africano la raccolsi negli ultimi giorni di Aprile nel fianco destro dell' Uadi Sambar presso Cirene. Conium maculatum L. - Questa ombrellifera così comune in Europa e di così larga area geografica, era pur nota dell'Africa Set- tentrionale, di Tunisia, Algeria, Marocco, delle Isole Canarie, del- l'Asia Minore, e intanto nessuno l'aveva fin qui segnalata per la Libia. Ne incontrai opulenti esemplari nel vallone dell' Uadi El Cuff presso il ponte di Cipressi costruitovi dalle nostre truppe. Ve la raccolse in quel torno di tempo (verso la metà Aprile) anche il Dott. Festa il quale a El Merg mi offerse esemplari di foglie basilari che io non avevo preso. Linum nodiflorum L. - Non sembra essere stato trovato più dopo Taubert (1887), ed è specie realmente rara in Africa poiché non è stata segnalata ne in Tunisia ne in Algeria. La Cirenaica è 1' unica terra africana che lo alberga, mentre trovasi in Asia Mi- nore, a Cipro, in Sina, Caucaso e Persia, in Grecia, Dalmazia, ADUNANZA DKL 13 GENNAIO 11 Istria, Italia cont. e insul. Il Taubert lo rinvenne nell' Uadi di Derna, io 1' ho raccolto nell* Uadi di Chersa sempre sul territorio di Derna. Erica mulliflora L. - Una sola specie di Erica era fin qui nota di Cirenaica, la magnifica Pentapera siculo Klotz., vero orna- mento degli aridi fianchi degli Uadi di Derna e di Gouba. In una escursione all' Uadi Msàfer il 1 8 Aprile, ebbi la sorte di imbattermi in questa pur bella specie, nota anche del Sael alge- rino, della Tunisia, del Marocco e nel bacino mediterraneo dalla Spagna alla Dalmazia. Lithospermum hispidulum Sibt. et Sm. - Nuovo per il continente africano, e siccome è pianta dell' Isola di Creta e di Rodi prin- cipalmente, mette in rilievo le affinità della flora cirenaica con quella di queste isole. Ha quindi un notevole interesse questa nostra scoperta. L' ho raccolto in due località abbastanza distanti fra loro e cioè nell' Uadi di Marsa Susa nei boschi di Quercus cocci/era e Jumperus phoenicea, e nell' Uadi di Chersa in piena macchia mediterranea. jlntirrhinum majus L. - Non è stato fin qui dato per la Libia, mentre è pur segnalato in Tunisia nell' Algeria, al Marocco, in Creta, Grecia ed altre località dell' Europa meridionale e media. Da parte di molti si inclina ad ammettere più che altro la sua naturalizzazione. Ricordo di averlo raccolto in Sicilia a S. Mar- gherita di Savoia, sopra rupi distanti dall' abitato, e anche in Cire- naica lo rinvenni a Mattan Borgu a parecchi chilometri da Cirene, e nell' Uadi Sambar non lungi da quest' antico centro di civiltà greco-romana, ma sempre sopra rupi scoscese che farebbe pen- sare a vero indigenato. Lonicera biflora Desf. - Mentre è tanto diffusa in tutto il Gebel cirenaico la L. etrusco S. che forma meravigliosi festoni sulle rupi e sui ginepri fenicii, è rara questa specie tanto da essere sfuggita fin qui ai raccoglitori. Eppure io l' ho raccolta in parec- chie località, e così nell' Uadi Chersa (Derna), a Mattan Borgu (Cirene), nell' Uadi Sambar (Cirene), nell'Uadi El Cuff sulla via nuova tra El Merg e Messa. L' area di distribuzione di questa specie è piuttosto ristretta, dal Marocco, all'Algeria, alla Spagna fin in Sicilia; non è stata trovata in Tunisia, lo è ora in Cirenaica che sarebbe il suo limite orientale. Specularla falcala (Ten.) A. DC. - Raccolta una sola volta in unico esemplare nell' Uadi El Cuff. E' nuova per la Libia. Si conosce del Marocco, dell'Algeria e di Tunisia, come pure di molti punti del bacino mediterraneo settentrionale ed orientale: ha quindi un'area distributiva ragguardevole. Francoeurio crispa (Forslc.) Cass. - Specie desertica, nota di Beni 12 ADUNANZA DEL, 13 GENNAIO Oulid (Tripolitania) e del Fezzan, oltreché del Senegal, del Sahara, dell' Egitto, Arabia, Assiria, Babilonia, Nubia, Abissinia; non era stata segnalata per la Cirenaica. Essa costituisce una imponente formazione nella grande pianura El Merg. La prima volta che vidi questa pianta (in Marzo) non ancora in fiore pensai che fosse la tanto diffusa Artemisia Santolina della pianura ben- gasina. Alla fine d'aprile era tutta in fiore per tratti vastissimi che 1' Arabo lascia a riposo per uso di pascolo. Essendo pianta vivace, anche rotto il terreno per la coltivazione dell' orzo o del frumento, la pianta permane sempre alla stessa guisa della Cynara Sibthorpiana che infesta parimenti le steppe e i seminati, per riprendere il suo sviluppo invadente quando i terreni sono di bel nuove lasciati a riposo. Cirsium Chamaepeuce (L.) Ten. var. gnaphaloides (Cir.) Pamp. - Staehelina Chamaepeuce Viv., FI. Libyc. p. 52 Tab. 23 — Chamaepeuce mutica DO Durand et Baratte FI. Libyc. Prod. p. 140. — Di questa esimia composita ha fatto non a guari un accu- rato studio il Prof. Pampanini (Bull. Soc. bot. ital. 1921, pg. 43-48) al quale mi riferisco nella determinazione, trattandosi di un' entità collettiva assai polimorfa e controversa, che molto giustamente il Pampanini ha distrigato facendone parecchie varietà. E quella appunto, alla quale riferisco la pianta da me raccolta in una loca- lità ormai classica e, cioè, 1' Uadi Derna pur tanto esplorato, cor- risponde perfettamente alla Staehelina Chamaepeuce Viv. raccolta dal Della Cella senza indicazione precisa, solo accennando a rupi marittime della Pentapoli che è poi la Cirenaica tutta. Dopo il Della Cella, una sola volta era stata ritrovata, e precisamente nell' Uadi Uardama, dal Dott. Maugini (v. « Agricoltura Colo- niale», XV, 1921, p. 377). Onopordon algeriense (Munby) Pomel, Nouv. Matér. pom. la FI. Atl. 1874, p. 21 ; Béguinot e Vaccari, 3° contr. FI. d. Lib. 1 91 3, p. 1 23. — Solo pel fatto che è pianta ben rara questa, perchè segnalata nella sola località Pescade dell' Algeria, e di recente riscontrata in Cirenaica dal Maggiore Medico Vaccari, mi piace di indicarla a conferma di quest' ultima località. E' abba- stanza frequente lungo l' Uadi Derna. Cynara Cardunculus Linn. var. elata m. - Il tipo non è stato ancor segnalato per la Libia, che io mi sappia. Peraltro io l' ho trovato in Tripolitania e precisamente ad El Tobi (Gebel Garian), e penso che si possano riferire ad esso anche alcuni esemplari immaturi riscontrati a Tilimu (Bengasino). Non dovrebbe mancare del resto in Libia dopoché è sparsa nel bacino mediter- raneo, e si conosce del Marocco, dell' Algeria, della Tunisia. Ma la forma da me osservata e raccolta in due località non tanto poi vicine e, cioè, sulle rupi dell' Uadi Derna, e dell' Uadi ADUNANZA DEL l'Ó GENNAIO 13 Sambar presso Cirene, presenta così peculiari caratteri che mi portano a tenerla distinta come una cospicua varietà, se pure non è una entità specifica a se. E' una magnifica carduacea a fusti ramosi, slanciati, alti da 80 cm. a un metro, a foglie basilari molto lunghe e profondamente laciniate, a lacinie strette e a denti terminati in mucroni sottili ; sono verdi e quasi glabre di sopra, tomentoso-argentate di sotto. I capolini sono più piccoli che nella C. Cardunculus, a scaglie involucranti inferiori tomentose, brevemente mucronate, le intermedie sono quasi glabre, a mucroni più lunghi e reflessi o patenti, le supe- riori sono glabre molto lunghe, erette e fortemente mucronate. Le piante tutte, non completamente mature, non mi hanno offerto acheni. I caratteri che ho dato, differenziano, come ben vedesi que- sta forma, dalla comune Cynara Cardunculus L. (C. horrida Ait.) ; e 1* avvicinano assai a quella rara specie che fu descritta da Ball (Spie. FI. Marocc. p. 524) sopra un unico esemplare raccolto nel Marocco meridionale, sotto il nome di C. Hyslrix Ball, e più mai da altri segnalata. Mi resta, per vero, il dubbio che non si tratti di tale rarissima specie. Lactuca Haimanniana Aschers. ; Durand et Baratt. FI. Libyc. Prod. p. 1 52. — E' data sinora della sola Cirenaica questa ma- gnifica cicoriacea che ricorda tanto il Mulgedium alpinum delle Alpi per i suoi capolini cerulei, e meriterebbe certo che fosse introdotta nella coltura come pianta ornamentale. Era stata segna- lata, da Haimann, di Cirenaica senza località precisa, poi da Tàu- bert in due Uadi presso Goubba e dipoi più. Io 1' ho rinvenuta nell' Uadi Derna, nell' Uadi Susa, nell' Uadi Sambar presso Ci- rene, e nell' U. El Cuff ; ovunque in luoghi boschivi e freschi. ^Capoli, 8 Qennaio 1923. UGOLINI U. — SU QUATTRO AVVENTIZIE DEL- LA FLORA ITALIANA: LEPIDI UM VIRGINICUM, LEPIDIUM DENSIFLORUM, MATRICARIA DI- SCOIDEA, ARTEMISIA VERLOTORUM. Lepidium virginicum L. — Brescia fuori P. Milano nei binari di raccordo delle officine Franchi-Gregorini, e vicinanze di Brescia a Caionvico lungo un fosso presso una fornace da calce (1922): nuovo per il Bresciano; stazione ferroviaria a Pavia (1922): nuovo per il Pavese; stazione ferroviaria e adiacenze a Castelfranco Ve- neto (1922): nuovo per il Trevigiano; Pieve di Cadore (1922); tra Ornica e il Pizzo dei Tre Signori e a Zogno (Chenevard ex Herb. Rodegher, 1914): nuovo per il Bergamasco; Lecco (Thel- 14 ADUNANZA DEL 18 GKNNAIO lung, 1906): nuovo per il Comasco; piazzale della stazione a Piana Crixia in Valle della Bormida di Spigno (Bolzon, 1922) e a Genova (Thellung, 1906). Per le altre località italiane finora conosciute : vedi mia nota in {T}ull. Soc. Boi. Itai, marzo 1922, p. 44. — L'indicazione per il Veronese (Cfr. FI. Jln. It. I. 467) menta rettifica: la pianta vi fu scoperta da C. Massalongo e raccolta finora a Verona, a Porta Nuova (scarsa, 1916: Cfr. A. Forti, Nuove entità da confermare e da ag- giungere alla Flora Veronese, Atti Accad. Agnc, Se. e Lett., Verona, Ì9I9) e a Porta Palio (ex-Herb. C. Massai.: copiosa, 1921). La prima segnalazione della pianta (coltivata) per l'Italia si deve far risalire a una cinquantina d'anni avanti l'epoca indicata in Sacc. Cron. 114 (Bonato, a Padova, 1801), in base ad esemplari da me veduti in Herb. Moreni al Museo Civico di Verona, s. 1. e d., ma certamente raccolti in qualche giardino a Verona circa alla metà del sec. XVIII ('). Esemplari del Giardino Parolini a Bassano, 1846 e 1856, sub Iberis oirginica Fisch. Mey., vidi pure in Herb. Parolini ed Herb. Montini al Museo Civico di Bassano. Lepidium densiflorum Schrad. — Questa pianta dell' Ame- rica sett., che finora, per quanto so, io solo ho trovato in Italia (vedi Bull. Soc. fBot. Itai, marzo 1922, p. 44), è stata raccolta da me o da miei alunni (Savelli, Marchesi, Mainetti) nel 1922 nelle seguenti località : terreno smosso e macerie presso case in costru- zione in Via dei Mille e terreno smosso al Campo di Marte presso le baracche del già campo d'aviazione a Brescia; Val Dorizzo (Valle del Caffaro) fra 800 e 1400 m. presso baraccamenti mi- litari della fronte trentina occidentale : nuova per il Bresciano ; sta- zione ferroviaria a Vicenza: nuova per il Vicentino; lungo un sentiero a Tai, presso le baracche militari a San Vito, lungo la strada d'accesso alla stazione a Borea: nuove località cadorine. Su questa specie si deve ora fare un' importante avvertenza in linea di sistematica. Le piante da me raccolte finora in Cadore, a Vicenza, nel Bresciano, presentano : peli vari, anche subclavati e caratteristicamente curvati all' innanzi nel margine della base delle foglie; — petali nulli o rudi- mentali piccolissimi, simili a nettari; — siliquetta piccola, mm. 2-2,5, rotonda e subobovata o obovato-attenuata nello stesso individuo e racemo, lunga all' incirca come il pedicello; — seme sempre angustamente mar- ginato-alato. In base a questi rilievi io credo di potere: faccettare L. neglec- lum Thell. Qatt. Lepid., non come specie, ma piuttosto come forma del L. densiflorum, diversa dal tipo per la marginatura del seme ; — 2° confermare la supposizione del Thellung {in litt.) che le piante ita- liane finora conosciute — e sono quelle da me raccolte — non siano ascnvibili al tipo della specie « fort rare dans la région méditerranéenne (I) Sebbene s. I., gli esemplari Herb. Mor. sono costantemente citati da Pollini, FI. Ver., come piante veronesi. ADUNANZA DEL 13 GKNNAIO 15 et souvent confondile avec d'autres espèces, notamment avec le L. ne- glectum Thell. » ; — 3° classificare dette piante come L. densiflorum Schrad. for. neglectum (Thell.). Notisi però che, secondo Dalla Torre u. Sarn. FI. v. Tyr. VI, 2. 321, nel Tirolo d'un tempo, compren- dente il Trentino, del L. densiflorum esisterebbe anche il tipo. Matricaria discoidea DC. — Questa pianta — su cui vedi Ugolini, Contributo alla flora del Tirolo Cisalpino (Val Pusteria e Ampezzano), Nuovo Giorn. Bot. hai., 1920, — dalle mie ul- time ricerche appare sempre più diffusa e, credo, in via di espan- sione, salvo qualche località, dove è in regresso, come a Cortina d'Ampezzo. Io l'ho trovata nel 1922 copiosa sul margine dello stradone a S. Vito di Cadore e nei ruderati a Tai, scarsa nelle adiacenze della stazione Ferrovia Dolomiti a Calalzo : nuova per il Cadore (dove io non l'ho vista, e forse non esisteva, nel 1920 e 1921); copiosa nel piazzale esterno della stazione a Fortezza (Franzenfeste) : nuova per 1* Alto Adige. La prima segnalazione per l' Italia come pianta coltivata risale, secondo Saccardo, Cron. 287, al De Visiani, che l'annunziava nel 1842 (cfr. L'orto botanico di 'Padova) sub Cotula matricarioides Bong. e Tanacetum pauciflorum Richards., cioè con due nomi diversi. Io ne ho veduto esemplari, sub Afcylopsis suaveolens Lehm., nell' Herb. Parolini (Museo Civico di Bassano) raccolti nel 1856 nel Giardino Parolini a Bassano. Oltre quelli or riferiti, la specie ha non pochi sinonimi (cfr. Koch, Syn., 3il ediz., II, p. 1424-25), fra i quali, sec. Thellung, Beitràge z. Jldventiv flora d. Schweiz, III, Vierteljahr. Naturforsch. Gesellschaft in Zùrich, 1919, merita preferenza Matricaria suaveolens (Pursh) Bu- chenau; senonchè s' incapperebbe allora nel pericolo di confusione con M. suaveolens L., specie provvista di fiori hgulati, affinissima a £%(.. cha- momilla L. Artemisia Verlotorum Lamotte. — Sulla pianta conosciuta con questo nome in Italia, — ma secondo tutte le probabilità identica ad A. selengensis Turcz., come è ammesso da Bonnet, Bon- nier e De Layens, Rouy, Coste, Thellung, e perciò da chiamarsi così per ragione di priorità e da considerarsi originaria di Siberia e Dahuria, primamente comparsa in Francia (Verlot, 1873-74), — ho raccolto parecchio materiale per una nota di prossima pubbli- cazione, bastandomi ora di dire sommariamente i principali risul- tati delle mie ricerche nella natura, negli erbari e nella lette- ratura. Prima scoperta della pianta in Italia: 1902 e forse 1896, Goi- ran (Herb. Goir. e FI. Ver., 1904, classificata e pubblicata come far. angustisecta dell' A. vulgaris L. creata da Ad. Fiori sugli esem- plari goirani (in liti.) ed a lui pubblicata in FI. An. li. Ili, 248; forse anche le for. o var. serotino Goir. 1 896 e umbrosa Goir. 1 897 : ibidem). — Sinonimi italiani della pianta: A. vulgaris L. for. an- 16 ADUNANZA DHL 13 GKNNAIO guslisecta Ad. Fiori, FI. An. II. Ili (1903), 248; — A. oulg. L. var. aromatica Sacc, FI. Tarvis. Renov. (1917), 274 ed Herb. Sacc. esempi, del 1907; — A. vu/g. L. var. suaveolens Bég., FI. It. Exs. n. 2371 (1917). Diffusione della pianta in Italia a tutt' oggi, secondo le mie conoscenze : Piemonte: Vallino (1905), Gola (1908: cfr. Piante rare o critiche d. FI. Tiemont., 1909, p. 55), Ferrari (1909) ed altri, fino a Noelli (1913) e Mussa (1914); del Piemonte distribuita in FI. It. Exs. n. 1372 (1909). — Lombardia: Cozzi (S. Macario ed altre località del Mila- nese, da circa 1910), Ugolini (Pavia, Brescia, Cremona, 1922); Fer- retti (Bergamasco a Celana, 1922). — Veneto: Goiran (Verona, 1902 e forse 1896, con la conferma di Ugolini, 1922), Béguinot (Padovano, 1905; Trevigiano, 1910, donde da lui introdotta in H. B. Pat.), Saccardo (Trevigiano, 1907). — Toscana: Ad. Fiori (Firenze, circa 1921-22). — Canton Ticino: Thellung (1915). — Generalmente terreni smossi e ruderati ; copiosa nei cimiteri (Montparnasse, Brescia, Musocco). Così 1' A. Verlotorum Lamotte si comporta in Italia — e del pari in Francia, Svizzera, Tunisia — come pianta avventizia, di comparsa recente, vensimilmente aiutata dal fattore guerra nella sua intensificata espansione degli ultimi anni. Adunanza del 9 Febbraio 1923. Presiede il Presidente Passerini. Aperta la seduta è proclamato a nuovo socio la Dott. Irma Pierpaoli, di Taranto. Indi è presentato il seguente lavoro: Pampanini R. - Le piante vascolari raccolte dal Rev. P. C. Sil- vestri nell' Hu-peh negli anni 1911-1913. e le note : CIFERRI R. — VARIETÀ D' ANEMONE HEPA- TICA L. OSSERVATE NELL' ALBESE E NEL MA- CERATESE. Una serie di ricerche biometriche su questa specie, di cui rife- rirò altrove, mi ha dato maniera di osservare un po' esattamente la distribuzione delle diverse varietà e forme. Intanto è da notare che la specie frequentemente produce anomalie e formazioni tera- tologiche, di cui, del resto, esiste già una discreta letteratura (') ; (I) Penzig O., VAanzenteratologie, voi. I. p. 179, 1890. — Pleyel, Mutation» fomer of Anemone Hepatica (Botaniska Notiser, 1906, pp. 237 e 343). ADUNANZA DEL 9 FEBBRAIO 17 così non è raro osservare gli stami (e più raramente i carpelli) trasformarsi in involucri d' aspetto sepaloideo. Tale mostruosità fa talvolta assumere al fiore un aspetto per cui, a prima vista, si potrebbe ascrivere alla varietà piena Gurke del Tirolo meridionale (FI. Anal. IV, p. 104); ma non regge ad un esame più appro- fondito. Frequente nell' Albese è la forma umbrofila descritta da Bolzon (Bull. Soc. Bot. Ital., 1912, p. 84) e indicata per la Val d'Aosta e Trevigiano sotto il nome var. major; a S. Rosalia (Alba) ho trovato numerosi esemplari anche più grandi di quelli descritti da Bolzon, giungendo non raramente i sepali a 2 cm. di lunghezza (13-15 mm. secondo Bolzon) e le foghe a 12-13 cm. di larghezza per 9-10 cm. di lunghezza. E nei luoghi ombrosi è fre- quente la var. macranlha Goir. a sepali di 5-8 mm. Per le sfu- mature si va dal violetto scuro per successivi passaggi all' azzurro, celeste, e, assai raramente, al bianco (var. alba Gurke del Canton Ticino), di cui raccolsi tre soli esemplari a Diano d'Alba. Fram- mischiata, è abbastanza frequente una forma con sepali lunghi appena 5 mm., e talvolta anche meno, da identificarsi colla varietà hispanica Wk. et Sge. (1880) = v. minor Rouy et Fouc. (1893), che, secondo Bnquet, è 1' unica trovata nella Corsica, già descritta dal Goiran pel Veronese sotto il nome di var. micranlha. La specie tanto nell'Albese che nel Circondano di Pansula (Valli del Chienti e del Fiastra) nel Maceratese ha tipicamente 6 sepali petaloidei e 3 brattee, concordemente a quanto trovò il Cobau 0). Nelle zone ombrose delle due valli suindicate, specie nella Selva Bandini, è comune il fiore ceruleo-chiaro ; mancano le due varietà umbrofile già citate. In compenso ho trovato la var. multiloba C. Hartm. del C. Ticino ed altrove, con foglie di solito quin- quelobate più o meno distintamente. Non rara sul Monte San Vi- cino la varietà steleantha (Goiz) Gurke, della Moravia (sec. Fiori) = Hepatica nobilis var. steleantha Goiz = malbensis Cicioni (in Fiori, Bull. Soc. Bot. Ital., 1922, p. 36), e in altre colline delle vicinanze. Infine vi è da notare che in questa specie, estremamente varia- bile, i sepali sono, in generale, di due forme : obovato-lanceolati, (varietà a fiori grandi) e ellittico spatolati (varietà a fiori più pic- coli, generalmente) ; la prima forma offre quelle diverse ineisure già notate dal Cobau ; però, mentre questo Autore osserva che la profondità massima non arriva oltre un terzo della lunghezza dell' elemento, io ne ho trovate, ma raramente raggiungente la quasi totalità, tanto da far parere un raddoppio dei sepali. Si distingue bene però osservando all' inserzione dei sepali stessi, e perchè di solito, la linea d' incisura è retta o un poco incurvata, con le convessità opposte, mentre i margini esterni del sepalo fesso sono (I) Cobau R., &Cote biometriche sui fiori di Anemone Hepatica L. (Malpighia, XXVII. 1916. PP. 525-532). 18 ADUNANZA DEL, 9 FKHBRAIO tagliati un po' secondo due linee formanti un angolo più o meno ottuso. Tale varietà la darei come nuova, non avendola trovata descritta nelle pubblicazioni consultate, (come yon esistono esem- plari nell' Erbario Centrale di Firenze), con nome d' incisa mihi. Riassumendo, nell' Albese esistono le varietà macrantha Coir. major Bolz., alba Giirke, hispanica Wke et Sge ; nel Maceratese, le varietà multiloba C. Hartm., sleleanlha (Goiz) Gùrke e incisa mihi. Nel chiudere, mi è gradito ringraziare i chiarissimi Proff. Fiori e Pampanini della cordiale assistenza a mio riguardo. CIMINI M. — ANOMALIE FIORALI NEL GENERE GENTIANA. Nel settembre u. s. il prof. L. Vaccari raccoglieva nella Valle d' Aosta, lungo la strada internazionale tra La Thuille e il Piccolo S. Bernardo, a poca distanza dalla cosidetta n Terza cantina " e ad una altitudine di circa 2100 m., molti esemplari anormali di Geniiana glacialis Murith(') (Q. tenella di molti autori). Anche ad uno sguardo superficiale si vedevano fiori dal cui seno nascevano altri fiori più o meno lungamente peduncolati, oppure fiori nei quali il numero dei filli era singolarmente grande e questi stranamente modificati per modo da aversi petali fogliacei, stami e carpelli petaloidei, stami ad ascidio, petali ovuliferi ecc., ed in molti casi gemme più o meno sviluppate originatesi all' ascella dei petali o degli stami, o dentro al ciclo carpellare. Il prof. Vaccari, al quale qui ripeto 1 miei più vivi ringrazia- menti, sapendo che da qualche tempo m'interesso alle anomalie fiorali, ha voluto usarmi la cortesia di riservare a me l' analisi dei fatti curiosi che egli aveva constatato e ha messo a mia disposi- zione non solo il materiale raccolto, ma anche il microscopio bino- culare di cui è fornito il laboratorio dell' Istituto Tecnico, dove egli insegna ; per cui mi fu possibile condurre a termine il presente lavoro, il quale, dati i fatti che illustra, spero debba riuscire non privo d' interesse agli studiosi di teratologia fiorale. * * Prima di esporre i resultati del mio esame del materiale valdo- stano credo utile riassumere brevemente quanto, in fatto di anomalie, è stato fin qui riscontrato nelle diverse specie di Gentiana. Ho compilato questo riassunto su quanto ha elencato il Penzig nella sua classica opera " Pflanzen-Teratologie " voi. II. della seconda (I) Vedi: Vaccari L., ObserVations sur quelques Qentianes in " Bull. Murith. * voi. XXXVI 1909-10. Sion 1911, pg. 246. ADUNANZA DBL 9 FEBBRAIO 19 edizione, di cui, per speciale favore dell' illustre Autore, che rin- grazio della squisita cortesia, ho potuto consultare le bozze di stampa, risalendo ai lavori in essa citati. I. — Diansi floripara : Gentiana campestris. II. — Diafisi frondipara : G acaulis. III. — Ecblastesi floripara: G. Amarella (Un fiore secondario è nato sull'asse di uno stame. Ha petali parzialmente foggiati ad antere e stami parzialmente petaloidei, e con pistillo sostituito da un or- gano misto formato da tre carpelli aperti con 6 serie di ovuli e da due antere sessili) ; G. campestris (Un fiore secondano all'ascella di un sepalo separato dagli altri e nato sul peduncolo). IV. — Anomalia nel sostegno dei fiori : G cruciata (I bocci fiorali laterali non sono sessili, ma sostenuti da peduncoli lunghi fino ad 8 cm.) ; G verna. (Fusti biflori). V. — Anomalie del calice: 1. Polimeria del calice: G acaulis, G Amarella (Fiore con calice di 8 pezzi : K& C9 A9 G7) ; G germanica (Fiori esameri ed ettameri) ; Q. lutea (Fiori polimeri fino a 9) ; G punctata (Fiori esameri ed ettameri); G cruciata (Fiori laterali spesso pentameri); G. tenella (Fiori pentameri misti a tetrameri). 2. Adesmia del calice (disgiunzione dei sepali); Q. campe- stris (Fiore, nel resto normale, con un sepalo nato sul peduncolo, separato dagli altri, dalla cui ascella nasce un fiore secondario). VI. — anomalie della corolla : 1. Inverdimento o fillomania dei petali: G acaulis, G. Ama- rella ; G viridula (debole inverdimento dei fiori). 2. Gigantismo : G acaulis. 3. Adesmia della corolla (disgiunzione dei petali): G acaulis ; G campestris. 4. Polimeria della corolla: Q. acaulis; G Amarella (fino a 9 pezzi Kg C9 A9 G 7) ; G. germanica (non di rado fiori esameri ed ettameri) ; G pneumonanthe ; G lutea (Fiori polimeri fino a 9) ; G punctata (Fiori esameri ed ettameri frequenti ; secondo Penzig, ed anche fiori ottameri secondo Vaccari in litt.) ; G purpurea (Fiori esameri, ettameri ed ottameri, secondo Penzig e secondo Vaccari in litt.) ; G. cerna ; G tenella (Fiori pentameri e tetra- meri sullo stesso fusto). 5. Proliferazione dei petali ; G aliata (Un petalo che da un lato produce un altro petalo). 6. Fiori doppi : G Amarella (Ch. Darwin trovò, soprattutto sull' asse dei fiori, in gran quantità piccole lacinie petaloidee); G germanica ; Q. obtusifolia. 7. Raddoppiamento della corolla : G Amarella (Lacinie corol- line serialmente raddoppiate) ; G campestris (Doppia corolla) ; G carpaticola (Due corolle, in tutto normali, una dentro l'altra). 20 Ahi SAN /A DSL 'J FEUIJKAIO 8. Oligomeria della corolla (Riduzione del numero dei petali) : Q. acaulis (Fiori tetrameri): Q. asclepiadea (Riduzione di tutte le parti fiorali, compresa la corolla, e fiori tetrameri) ; Q. Jìmarella (Fiori tetrameri) ; Q. pneumonanthe (Fiori laterali spesso tetrameri). 9. Atrofia della corolla : G cruciata (Mancanza completa della corolla ; le 4 lacinie verdi del calice, azzurrognole alla punta, alter- nano coi 4 stami). 10. Trasformazione dei petali in ascidi : G acaulis. I 1 . Trasformazione dei petali in stami : Q. A morella (Petali completamente trasformati in stami, oppure in parte foggiati ad antere, mentre gli stami hanno struttura petaloidea). 12. Petali con emergenze dal lato esterno: G. acaulis (Tali emergenze portano spesso altre emergenze). VII. — Anomalie dell' androceo : 1. Inverdimento degli stami: Q. acaulis. 2. Trasformazione degli stami in petali: G. acaulis (Stami petaloidei). G Amarella (Stami ad antere petaloidee) ; G. campe- stris (Stami petaloidei). 3. Trasformazione di stami in pistilli : G. campestris (Stami mutati in pistillo). 4. Polimeria dell' androceo : Q. Amarella (Ks C9 A9 G7). 5. Formazione di organi misti (stami e carpelli) : G Amarella. (Fiore secondario, nato sull' asse di uno stame al posto del pistillo, con un organo misto formato da 3 carpelli e da due antere sessili). Vili. — Anomalie del gineceo : 1 . Petaloidia dei carpelli : Q. acaulis. 2. Polimeria del gineceo: G Amarella (Ks C9 A9 G7); op- pure in un fiore secondario nato all'asse di uno stame, sorge un organo misto formato da 3 carpelli e 2 antere sessili : G lutea (Anche in fiori, nel resto normali, i carpelli sono spesso 3, (Vaccari, in litt., li osservò molto frequenti nella Val d' Isère in Francia ; Penzig trovò anche 4 carpelli, e così pure Pampanini, in litt., sul Monte Pizzoc in Prov. di Treviso) ; G purpurea (3 carpelli). 3. Involuzione dei carpelli in stami : G campestris (Un car- pello mutato in stame). 4. Proliferazione endocarpica : G lutea (Certi ovari contenenti ben altri 5 ovari, sviluppati uno dentro l' altro, coi nuovi carpelli tutti sovrapposti in serie) ; Q. obtusifolia (Carpelli sopranumerari chiusi, liberi in basso saldati coi carpelli normali). 5. Emergenze sui carpelli : G acaulis (Emergenze sul dorso); Q. crinita (Carpelli forniti di frangie sui lati, identiche a quelle dei petali). 6. Anomala disposizione dei carpelli : G. pneumonanthe. 7. Disuguaglianza dei carpelli: G. Amarella (2 carpelli, uno ADUNANZA DHL 9 1KBHRAIO dei quali è normale e sessile, l' altro piccolissimo e lungamente peduncolato). 8. Aborto del pistillo: G. Verna. 9. Produzione di molte serie di ovuli : G Amarella (In un fiore anormale secondario con 3 carpelli ogni carpello ha 6 serie di ovuli invece di due). * ANOMALIE RISCONTRATE IN GENT1ANA QLACIAUS MUR1TH Ho esaminato sette individui, in ognuno dei quali ho notato delle aberrazioni singolari. I. CASO (fig. I) A prima vista il fiore è quasi normale, si mostra solo molto più grande dagli altri. Esaminandolo attentamente si vede che i quattro sepali sono normali (1) e che altrettanto può dirsi dei quattro petali. Questi però sono più lunghi e, almeno alla base e su un fianco, verdeggianti (viridescenza dei petali) (2). Le frangie caratteristiche di que- sti petali sono rid tte e sviluppate solo sulla metà petaloidea del petalo stesso (riduzione delle frangie) (3). Fatto interessante : all'ascella dei ' petali, quindi alterne cogli stami, stanno 4 gemme fogliacee (4) (ecblaslesi frondipara). L'anomalia più notevole però sta nel centro, dove i quattro stami si fanno fogliacei (5). Sono fogliette strette, allungate, ottuse all' apice, natura pel fatto che presentano due borsettine sulla faccia ven- trale, borsettine vuote che rappresentano quindi le due logge (fillomania degli stami). Viene poi il gineceo, ma in questo le due valve del pistillo sono fogliacee ed aperte (6) (fillomania dei carpelli). Sono accartoc- ciate come le due valve e ne hanno le stesse dimensioni; al posto delle papille stimmatiche presentano un orlo rosso violaceo e attraverso le loro aperture lasciano vedere nell' interno una specie di gemma. Si tratta di un organo composto di quattro fogliette saldate fra loro a tubo alla base, libere solo nel terzo superiore, e racchiudenti ovuli che nascono dal loro margine (7) : dunque un nuovo pistillo a quattro valve (prolificazione endocarpica ; polimeria del pistillo). Al centro di questo strano organo si ha una nuova piccola gemma (8) (diafisi frondipara). Fig. 1. tradiscono però la I< 22 ADUNANZA DEL 9 FEBBRAIO II. CASO (fig. 2) Un secondo fiore è ancora più strano. Ha 1' aspetto di una pic- cola rosa a fior doppio completamente sbocciata, tanto è largo e poco elevato. Ha i quattro sepali normali (1) (fatto curioso! in tutti questi fiori anomali ì sepali sono sempre normali). Poi vengono i petali, ma questi sono irregolanssimi, non soltanto per ciò che riguarda la forma, ma anche per il loro numero e la loro posi- zione (2). Ce ne sono quattro più o meno bifidi (come è noto i petali normali sono interi) e sono per di più forniti di frangie. Alla base di due di questi, e in parte concresciuti con essi, esistono altri due petali interni ai pri- mi (3) ; vengono poi altri tre petali, stretti, allungati, in gran parte liberi di modo che la corolla risulta composta di nove lacinie : essa è tubulosa solo alla base (polimeria della co- rolla , parziale adesmia della stessa, prolificazione endo corollin a , riduzione delle frangie, viridescenza della corolla). Al di den- tro di essa si vedono sor- gere due gemme piccolis- sime, appena abbozzate. Esse non sono situate ciascuna all' ascella di un petalo, ma sono alterne con questi (4). Il centro di questo fiore così anormale (dunque i due cicli, sta- minifero e pistillifero), ha V aspetto di un grosso boccio il quale sembra avviluppato da alcune fogliette in parte concresciute fra loro e in parte libere, alcune verdi, altre petaloidee (7) : una termina con un' appendice foggiata a guisa di loggia pollinica (5) ; un' altra foglietta è addirittura foggiata a guisa di stame (6) ; una terza, addi- rittura eccezionale, è per metà petalo e per metà pistillo (8) : la metà petaloidea è munita di frangie mentre V altra metà porta ovuli al margine e sulla faccia interna. Dato l'affastellamento in cui si trovano non mi riuscì di con- tarle. Esse corrispondono agli stami (fillomania, petaloidia e car- pellomania degli stami ; polimeria dell' androceo , prolificazione inter- na degli stami; oligomeria parziale degli stami; trasformazione parziale di uno stame in carpello ovulifero). In mezzo a questa corona di fogliette si ergono due assi : uno con brevissimo peduncolo porta due fogliette saldate fra loro alla base, libere in alto e munite sulla pagina interna (e non soltanto sul margine) di varie serie di ovuli ben conformati per quanto più piccoli dei normali. Dunque siamo in presenza di un pistillo, ADUNANZA DKL 9 FEBBRAIO 23 forse il pistillo che dovrebbe normalmente esistere in questo fiore (9) (aumento nella serie degli ovuli). Ma accanto ad esso, e proprio nel mezzo del fiore, esiste 1' altro breve asse, il quale è sormontato da cinque fogliette petaloidee, tre delle quali sono fornite di ovuli sulla faccia interna, mentre le altre due portano delle frangie (10). Abbiamo qui un organo misto, mezzo pistillo, mezzo corolla ; cosa molto strana tanto più che sorge accanto all'altro ovario che conside- rerei normale (ecblastesi floripara ? organo misto di petali e pistilli). Il curioso poi si è che dentro a questo complicato organo stanno altre fogliette di cui alcune hanno in modo evidente la natura di stami (12), altre sono invece petaloidee (11), sicché dentro a questo strano ovario si ha un androceo ed una corolla rudimentale (Altra ecblastesi floripara secondaria ? Organo misto di petali e stami). Ma non basta ancora: al centro di questo complicato insieme di petali, stami e pistilli, esiste un ovario composto di quattro fogliette saldate fra loro in basso e tutte e quattro ovulifere al- l' interno (13) (polimeria del pistillo secondario o terziario che sia, produzione di pili serie di ovuli). Alla loro sommità esistono numerose papille stimmatiche di colore violaceo (petaloidia dei carpelli ?). 111. CASO (fig. 3). Un'altra pianta alta circa 6 cm. porta 20 fiori di cui quello che nasce dall'asse centrale è molto largo, raggiungendo crea un cm. di diametro. Presenta i suoi quattro petali come al solito re- golari, poi vengono due petali stretti, ,.-'' ottusi, colorati parzialmente in viola- ceo, ed una infinità di fogliettine verdi, racchiudenti nel loro seno ben otto gemme di cui la superiore è molto grande. Qui adunque abbiamo riduzione del numero dei petali, loro viridescenza e modificazione (sono ottusi invece che acuti), poi trasformazione di metà della corolla e degli altri due cicli interni in molteplici fogliette verdi (filloma- nia e moltiplicazione degli stami e del pistillo), dalla cui ascella nascono otto gemme (diafisi frondipara) Oltre a questo strano fiore altri sei sono trasformati in ciuffi di foghe com- pletamente verdi (fillomania), e rac- chiudenti ognuno di essi da due a quattro gemme (diafisi frondipara), cosicché questi fiori hanno l' aspetto di un piccolo cavolo. 24 ADUNANZA DKL 9 FEBBRAIO Quasi tutti gli altri fiori sono regolari. Uno di essi però, che apparisce più turgido degli altri, presenta un pistillo trivalve (po- limeria dei carpelli). Un fiore (fig. 3) ha quattro sepali (1) e quattro petali normali (2). 1 quattro stami sono quasi abortiti (atrofia dell' androceo). Il pistillo è munito di due valve ovulifere (3) con ovuli gonfi e apparentemente normali, dal centro però esce il boccio di un altro fiore (ecblastesi floripara) con tre sepali (4) (riduzione del calice secondario), due petali molto allungati e quasi privi di frangie (5) (riduzione della corolla secondaria), quattro stami di cui tre vicini uno all'altro (6) dalla parte opposta del fiore (asimmetria nell' androceo secondario) ; ed il quarto e finalmente un pistillo bivalve pieno di ovuli (7). IV. CASO (fig. 4). La piantina in esame ha sette fiori. Quello centrale ha quattro sepali regolari (1), quattro petali pure regolari (2), e quattro stami petaloidei più o meno prolungati (4) (petaloidia dell' androceo) ; uno di questi è trasformato in un ascidio a forma di calice (5) (trasforma- z\ zione in ascidio). Alterne con questi stami esistono quattro gemme (diafisi frondipara), di cui tre appena abbozzate, tanto che si potrebbero dire abor- tite (3), ed una sviluppata in un fiorellino ancora in boccio ed emergente da due fogliette ■~« bratteiformi opposte (6) (dia- fisi floripara). r II fiorellino ha cinque se- pali (7), cinque petali ridottis- simi (8) ed appena violacei all' apice (forse perchè ancora in boccio?), cinque stami (9) ed un pistillo (pentameria del fiore secondario). Al posto del pistillo nel fiore primario, dunque al centro di questo, sorge un grosso fiore secondario peduncolato emergente dal fiore primario (ecblastesi floripara), con quattro sepali. Di questi tre sono quasi normali (salvo una piccola colorazione vio- lacea verso l'apice) mentre il quarto è totalmente petaloideo (10) (petaloidia parziale del calice secondario). Esistono quattro petali ben forniti di frangie, quindi quasi nor- mali (11), se non che due di essi sono sdoppiati, avendo prodotto dinanzi a se, dunque verso il centro del fiore, ciascuno un petalo che è in parte concresciuto col primo (12) (prolificazione dei petali secondari). Esistono nove o dieci stami di cui alcuni petaloidei, ed uno ADUNANZA DEL 9 FEBBRAIO 25 trasformato in una masserella violacea frangiata (I 3). ('Polimeria, petaloidia e atrofia parziale dell' androceo secondario). 11 ciclo pistillifero è rappresentato da una valva ovulifera, con ovuli disposti sulld pagina interna (14), e da un pistillo a tre valve ovulifere chiuse (1 5) (asimmetria dei carpelli, ovulazione in pili serie, produzione di un pistillo terziario a tre valve ovulifere al posto di un carpello). V. CASO (fig. 5 A e B). Ecco un'altra pianta. Come al solito il fiore centrale, quello che si origina direttamente dall' asse della pianta, è più grande degli al- tri. Ha quattro sepali, come sempre normali (A, 1), e quattro petali fogliacei (A, 2), di forma e dimensione identiche a quelle dei sepali (sepaloidia della corolla). Ci sono quattro stami petaloidei, di forma lanceolata (A, 4 ; B, 2) però portanti nella faccia ventrale dei sacchi pollinici (petaloidia degli stami). All'ascella di ognuno dei quattro pe- tali sta una gemma, quattro adunque in tutto, (quadruplice ecblastesi), due delle quali piccolissime e quasi rudimentali (A, 3), mentre le altre due sono sviluppate in fiori (ecblastesi racemipara). Uno di questi fiori secondari è sessile e presenta due foglie alla base, poi ven- gono quattro sepali che potrebbero dirsi normali (A, 6); quattro petali verdi minutissimi (A, 7) (viridescenza e riduzione dei petali secondari), saldati a tubo alla base ; quattro stami verdi, quasi normali (A, 8), (non dunque petaloi- dei o fogliacei), ma col filamento un po' slargato e con due sacchi pollinici senza che 1' antera presenti netta distinzione col filamento (viridescenza degli stami) (B, 3). Nel centro, al posto del pistillo, si trova una doppia corona di fogliette, più piccole verso l'interno (A, 9). Possono queste para- gonarsi ad un doppio ciclo calicino e corollino di un fiore di terzo ordine? (diafisi del fiore secondario ?). La struttura di questo insieme complicato sta- rebbe ad indicarlo. Difatti dentro al doppio ciclo stanno altri quattro stami verdi-giallastri (A, 10) con brevissimo filamento ed una grossa antera triangolare rigonfia in basso (B, 4) (ipertrofia delle antere terziarie). Al centro, là dove si dovrebbe trovare un pistillo, si ha nuovamente un ciuffo di fogliette minutissime disposte a cicli (A, 11) (nuova diafisi frondipara del fiore terziario). Prelu- 26 ADUNANZA DEL 9 FEBBRAIO dono ad un fiore di quarto ordine? Non saprei dirlo, data la loro piccolezza, per quanto abbia adoperato gli obiettivi più forti del microscopio binoculare. Un' altra delle quattro gemme si è invece sviluppata in un bel fiore secondario lungamente peduncolato munito di due fogliette opposte alla base (brattee secondarie?), ed ha apparenza perfetta- mente normale. Esaminandolo bene si vedono tuttavia, oltre ai quattro sepali (A, 13), e ai quattro petali (A, 1 4), tre soli stami (riduzione dell androceo seconda- rio) ; due ad antere atro- fizzate (A, 1 5) (atrofia di due stami secondari) (B, 5), il terzo invece ad antera ipertrofica e violetta alla sua estremità (A, 1 6 ; B, 6) (ipertrofia e petaloidia ? di uno sta- me secondario). Al cen- tro sta un pistillo a tre valve (A, 17) (polimeria del pistillo secondario). Aprendo il pistillo si notano sulle valve numerosi ovuli apparentemente ben conformati (aumento delle serie oculari), e nel centro un altro pistillo a due valve (A, 1 8 ; B, 7) (prolife- razione endocarpica). Il margine inferiore di tutti e due questi pistilli (a tre e a due valve) è fortemente papilloso con papille violacee (tendenza petaloidea). Altri tre fiori della stessa pianta sono normali, e tre altri pre- sentano come anomalia solo una spiccata viridescenza. In uno di questi ultimi abbiamo quattro sepali normali, quattro petali verdi, quattro stami quasi regolari ed un pistillo a due valve. 7 I suoi ovuli sono però lunga- 9 mente peduncolati ed alcuni di essi fogliacei (ritorno degli ovuli a lobi fogliacei ?). Si direbbero foglioline staccatesi dal margine del carpello (fillo- mania degli ovuli). VI. CASO (fig. 6 A e B) Il sesto individuo ha tutta 1' apparenza di pianta normale. Perfino il fiore centrale, quello che termina 1' asse, è qui nor- male avendo le anomalie colpi- 1 to questa volta uno dei fiori laterali. Fig 6 (A). ADUNANZA DEL 9 FEBBRAIO 27 Questo presenta quattro sepali normali (A, 1) ed un duplice ciclo corollino, a petali disposti uno di fronte all'altro (si tratta adunque di un caso di proliferazione dei singoli petali) (A, 2), ben colorati e forniti di frangie come nei petali normali {rad- doppiamento corollino). Gli stami per contrario si riducono a tre, e tutti hanno le antere sterili. Una è ipertrofica (A, 3 ; B, 2), una pe- taloidea (A, 5 ; B, 3), la terza rudimentale (A, 4 5j B, 4) {riduzio- ne dell' androceo, peta- loidia, sterilita, rudi- menlalità ed ipertrofia degli stami). L' ovario ha ben sei valve più o meno saldate fra loro fin quasi all'apice (A,6; B , 5) {polimeria del gineceo). Di queste una è superiormente peta- lodea {pelaloidia di un carpello), due sono ricche di ovuli più o meno pelosi {tricofizia degli ovuli), le altre tre sono sterili (sterilità di carpelli). Dentro a questo curioso ovario ne sta un altro a due valve sterili (A, 7 ; B, 5) {proliferazione endocarpica). Fig. 6 (B) VII CASO (fig. 7). Di questa pianta a cinque fiori non potei avere che una fotografia fatta dal Profes- sore Vaccari, dalla quale ho tratto il di- ^ segno qui unito, essendo il materiale rimasto al Piccolo S. Bernardo. Si vede però chiaramente che il fiore ? portato dall'asse principale ha 4 sepali normali e 2 soli petali (oligomeria della corolla). Non so come si comporti l' an- droceo e il gineceo, perchè dalla fotografia non apparisce. Si vede però distintamente uscire dal centro del fiore un asse contorto a spirale su se stesso (il disegno non mo- stra questo particolare) portante una gemma frondipara (diafisi o ecblastesi frondipara). Riassumendo, i fatti anormali constatati nei sette individui che 28 ADUNANZA DEL 9 FEBBRAIO ho descritto, sono ben 37 dei quali, in base all'opera del Penzig, 22 non erano stati finora constatati ('): * I. Ecblastesi frondipara, non solo semplice come nella G. acau- lis, ma duplice, triplice e perfino ottuplice. * 2. Ecblastesi floripara frequente, e non solo in fiori primari ma anche in quelli secondari. * 3. Ecblastesi racemipara. * 4. Ecblastesi frondipara alterna coi petali. * 5. Diansi frondipara non solo in fiori primari ma anche in quelli secondari, e perfino in uno terziario. ANOMALIE DEL CALICE. Il calice è quasi sempre normale, però ho notato questi due casi di : * 6. Petaloidia dei sepali in un calice secondario. * 7. Oligomeria calicina. ANOMALIE DELLA COROLLA. 8. Viridescenza nei petali. 9. Sepaloidia dei petali. * 10. Riduzione o atrofia delle frangie interne dei petali. 1 1 . Polimeria della corolla. 12. Oligomeria della corolla. 1 3. Adesmia parziale della corolla. 14. Prolificazione endocorollina dei petali. 1 5. Raddoppiamento della corolla. ANOMALIE DELL' ANDROCEO. 16. Fillomania o inverdimento degli stami. 17. Polimeria dell' androceo. * 1 8. Oligomeria dell' androceo. * 19. Prolificazione interna degli stami. 20. Petaloidia degli stami. 21. Carpellomania degli stami. * 22. Atrofia totale dell' androceo. * 23. Atrofia di qualche antera. * 24. Ipertrofia di qualche antera. * 25. Asimmetria dell' androceo. * 26. Trasformazione di uno stame in ascidio. ANOMALIE DEL GINECEO. * 27. Fillomania dei carpelli. + 28. Prolificazione endocarpica. 29. Polimeria del pistillo. 30. Petaloidia dei carpelli. ( I ) Li distinguo con un asterisco. ADUNANZA DEL 9 FEBBRAIO 29 * 31. Sterilità dei carpelli. 32. Sostituzione di una foglia carpellare con un pistillo a tre valve. * 33. Tricofizia degli ovuli. 34. Produzione di più serie di ovuli sui carpelli. PRODUZIONE DI ORGANI MISTI. * 35. Produzione di un ciclo misto di petali e stami. * 36. Produzione di un ciclo misto di petali e pistilli. ANOMALIA GENERALE. * 37. Fillomania generale completa del fiore. L'importanza dei fatti qui studiati risulta da questo che mentre finora i tipi di anomalie constatati nell' intero genere Gentiana erano solo 28, di cui 1 5 sono stati da me riscontrati in G glacialis, ora essi salgono a ben 50. I fatti da me descritti e verosimilmente determinati da parassi- tismo, non sono da considerarsi come n lusus naturae n, bensì come spiragli che permetteranno ad un futuro studioso di morfo- logia ed organogenia fiorale di interpretare più chiaramente la struttura e la genesi dei fiori di questo importante genere. Firenze, Dicembre 1922. FENAROLI L. — LUZULA ALTISSIMA BUCH. Questa bellissima e non comune Juncacea, nota finora per la sola località del Rittnerhorn sopra Bolzano, venne da me recen- temente osservata nel Gruppo dell' Adamello ; non risultandomi es- sere stata altrimenti descritta, ritengo opportuno questo breve cenno per la migliore conoscenza di questa pianta, nuova per 1' Italia entro i vecchi confini. Luzula spadicea Lam. ssp. Allionii E. Mey. var. laxi flora Desv. forma altissima Buch. (Dalla Torre u. Sarnthein : Flora con Tiro!, Vorarlberg u Lichtensteiii ; Herbarium Ferdinandeum, Innsbruck). Pianta erbacea, perenne, a rizoma cespuglioso con radici fili- formi ; fusti eretti, fogliosi, striati, alti da 40 a 60 cm., aventi fino a 2 mm. di diametro ; foglie basilari brevi, bratteiformi, le cauline frondose, a lembo lineare-lanceolato, integro, largo da 2 a 3,5 mm., con guaine lunghe fino a 3,5 cm., strette, ornate di pochi peli lunghetti alla fauce ; infiorescenza terminale, composta, anteliforme, lassa, con rami sottili e molto allungati; brattea inferiore frondosa, più breve dell' infiorescenza, tutte le altre ipsofilline, membranacee, 30 AM NANZA DEL 9 FEIJHRAIO lacere, le fiorali più brevi della metà del perigonio ; fiori solitarii od aggregati a 2-3, bruno - rossicci, lunghi circa 2 mm.; tepali glu- macei, lanceolati, inte- gri, più o meno sca- riosi al margine ; frutto poco più lungo del pe- rigonio, distintamente mucronato. Luoghi umidi, acqui- trinosi, lungo i corsi d'acqua della regione montana e subalpina ; nella formazione di Val di Brate nell'Adamello (Deschampsiaetum cae- spitosae) trovasi asso- ciata alle seguenti spe- cie : Aspidium filix - mas, fèquisetum palu- stre, Triglochin palu- stris, Agrostis vulgaris, Aera caespitosa, Ca- rex stellulata, Carex pallescens, Carex flava, Eriophorum angustifo- lium, Juncus filiformis, Juncus effusus, Juncus lampocarpus, Tofieldia calyculata, Orchis ma- culatus, Alnus viridis, Ranunculus monlanus, Parnassia palustris, Sa- xifraga stellaris, Po- tentilla sihestris, Alchi- milla vulgaris alpestris, Aslrantia minor, Chae- rophyllum Villarsii, Epilobium palustre, Rhododendron ferrugineum, Brunella vulgaris, Myosotis silvatica, Euphrasia minima, Campanula Scheuchzeri, Hieracium sp. V. Località: Rittnerhorn (Bolzano) vor der Hornwassele abwaerts; ADUNANZA DEL 9 FEBBRAIO 31 Elide Juni ; leg. Hausmann ; class. Fr. Buchenau 5-IV-1 894. (Herb. Ferd.). Val di Brate (Adamello) lungo le rive acquitrinose del Tor- rente Poja di Salarno nel pianoro sottostante a Malga Macesso a m. 1660 e; 8 agosto 1921 ; copiosa; (mihi). Val Malga (Adamello) alle Scale del Miller ; pochi esemplari fra i massi nelle acque delle vallette affluenti di sinistra del Tor- rente Remulo a m. 1800 e; 6 agosto 1922; (mihi). ADDENDA ET EMENDANDA AD FLORAM ITALICAM Genista tinctoria L. var. tenni/olia (Lois.) — Neil* Erbario centrale esistono esemplari di questa varietà, a portamento assai distinto, raccolti ad Altopascio (Aiuti), ai Bagni di Lucca (Par- latore) e tra Fucecchio e Bientina (Sommier). Un esemplare tipicissimo 1* ho poi veduto nell' Erbario del Conte N. Passerini raccolto alle Vedute, tra Fucecchio e Bientina. E* una entità nuova per la Toscana ; le altre indicazioni certe sono pel Piemonte e la Lombardia. Le località dell' Appennino Modenese all' Acero, Corno alle Scale e Cimone di Coldaia, riportate da Gibelli e Pirotta ( « Flora del Modenese e Reggiano » , p. 44 estratto) vanno certamente riferite ad altra varietà. Jlnacyclus radiatus Lois. — Firenze lungo l' Arno al Ponte sospeso delle Cascine. - 18-VI-1922. Finora osservato solo nella Maremma; il punto più lontano dal mare pel quale sia stato sinora notato in Toscana, è Volterra. ffiomus inermis Leyss. — Trentino in Val Travignolo a Pa- neveggio (1500 m.) - 3-VII-1922. Non segnalato pel Trentino; probabilmente è pianta castrense, diffusasi recentemente anche in Cadore (Venas, Valle, Calalzo, Cortina d' Ampezzo, ecc.). Cfr. Ugolini, in "Boll. Soc. bot. it. " 1921, p. 82: E' probabile che nei suddetti luoghi permanga ed anzi si diffonda ulteriormente. Sisymbrium altissimum L. — Trentino in Val di Flemme a Predazzo - 2-VII-I922. Valgono anche per questa specie le os- servazioni fatte per la precedente ; pur essa è comparsa recente- mente in Cadore (Venas, S. Vito, Calalzo). Cfr. Ugolini, 1. e, 1922, p. 20. Lepidium virginicum L. — Colla precedente. Fragaria moschala Duchesne (= F. elatior Ehrh.) — Trentino in Val Travignolo a Paneveggio (1500 m.) - 3-V11-1922. — Già nota della Val di Fiemme e Val di Fassa (Facchini in Bert). Symphytum officinale L. var. paiens (Sibth., 1794) = S. offic. 32 ADUNANZA DKL '.» 1 K15ISRAIO v. purpureum Pers. (1805). — Trentino in Val Cadino ai Zoe- chi (1250 m.) - 27-6-1922. Bellidiastrum ^Cichelii Cass. var. ovatum Fiori (1903). — Esemplari tipici di questa forma ombrofila, a foglie largamente obovato-spatolate, larghe 2-3 cm. e grossamente dentate, li rac- colsi in Val Travignolo nella foresta di Paneveggio (1550 m.) - 3-VII-1922. Koeleria cristata Pers. var. pyramidata Pers. — Teramano a Crognoleto, ad 800 m., su terreno calcare. Raccolta il 22-V1-I92I dal Dott. Giuseppe Sciarra, reggente la Cattedra di alpicoltura di Teramo. Sono esemplari assai tipici, a pannocchia ramoso-lobulata, come si riscontrano nell' Italia settentrionale, mentre nell'Abruzzo K. cri- stata è per lo più rappresentata dalla var. splendens (Presi.). Lathyrus lutens Peterm. var. occidentalis (Fritsch). — Abruzzo nel gruppo del Gr. Sasso d' Italia presso Pietracamela, a 1400 m., su terreno calcare. Raccolto in frutto il 7-VII-1921 dal Dr. Giuseppe Sciarra, suddetto. E' pianta nuova per l'Abruzzo ; le località più meridionali finora note erano quelle dell' Appennino modenese alle falde del Monte Cimone. Adr. Fiori. NOTULE BIBLIOGRAFICHE Craveri M. - Escursione botanica neW Alta Valtellina in tempo di guerra. Cassino, 1921. Pampanini R. - Una rara pianta della Repubblica di S. Marino (« Museum », Rassegna della Rep. di S. Ma- rino, a. IV, 1920, p. 118). NOTIZIE Il Prof. E. Carano è stato chiamato a dirigere il R. Istituto Botanico di Firenze. Raffaello Beni, gerente responiabile Borgo S. Lorenzo, Tip. Mazzocchi 923. Marzo N. 3. BULLETTINO q ^ 1)1 LLA SOCIETÀ ROMANICA ITALIANA ,^"N IN DICE Cengia-Sambo M. - Orchidaceae dell' Urbinate Pag. 34 — — Terzo contributo alla Flora crittogamica dell' Urbinate » 49 Cimini M. - Alcune anomalie fiorali nella Gentiana Clusii Perr. et Song. e nella Gentiana nivalis L » 53 Cobau R. - La Siegesbeckia orientalis L. nel Veneto » 59 Pampanini R. - Alcune piante dei dintorni di Giarabub (Cirenaica) (Ptoc. verb.) » 33 Notule bibliografiche » 64 Adunanza del 10 marzo 1923 Presiede il Presidente Passerini. Aperta la seduta sono proclamati a nuovi soci: Dott. Paola Arnaldi, di Firenze. Dott. Leonardo Bruno, di Firenze. Sig. Giovanni Micatovich, di Torre di Parenzo. Indi il socio Pampanini presenta le seguenti piante, comunicategli dal Dott. H. Scaet- ta del R. Ufficio Agrario di Bengasi, al quale erano state date dal Magg. Amprimo che le aveva raccolte nel luglio I 922 sulla carovaniera Tobruk-Giarabub a circa 30 Km. da quest'oasi: Artemisia Herba-alba Asso, Haloxylon articulatum Bge., Peganum Harmala L... Pituranthus tortuosus Benth. et Hook., Zilla spinosa Prantl. Sono interessanti essendo le prime piante note della regione di Giarabub. Come è noto, per la flora delle altre oasi del deserto cirenaico si aveva qualche notizia specialmente per quelle di Augila, mentre per Kufra le uniche collezioni, fattevi nel 1879 da Rohlfs e Stecker, solo in piccola parte poterono essere salvate ed illustrate. Poi il Segretario presenta il programma della terza escursione fitogeografica inter- nazionale che avrà luogo dal 20 luglio al 13 agosto 1923 in Svizzera. 34 ADUNANZA DSL 10 MARZO A questo proposito il socio Chiovenda osserva : « A completazione delle notizie relative allo sviluppo degli studi floristici in Italia ed ai metodi scolastici in uso nelle nostre scuole superiori, pubblicate dai soci pro- fessori Vaccari e Pampanini nel Bullettino sociale del Dicembre 1 922 (uscito solo il IO Febbraio scorso), debbo ancora far rilevare che presso I' Istituto Botanico di Roma diretto dal prof. R. Pirotta e che io frequentai come studente prima, quindi come assistente ed aiuto dal 1891 al 1915, le escursioni a scopo di studio botanico sul terreno, furono sempre eseguite. Ad esse generalmente prendeva parte il prof. Pi- rotta e il personale assistente, che poneva la massima premura nell' illustrare in Vivo tutte le questioni biologiche, che erano trattate nella scuola, ponendo in risalto tutti i problemi di sistematica, floristica e geografia botanica che eventualmente si presenta- vano. L' unica differenza tra le escursioni botaniche scolastiche romane e quelle cui accenna il prof. Pampanini e che si praticano all' Istituto Botanico di Ginevra è che queste sono obbligatorie e talvolta di lunga portata, mentre quelle erano facoltative e limitate ad una distanza, che permettesse l'andata e il ritorno nello stesso giorno di vacanza scolastica. Lo scopo però e l'effetto del metodo d'istruzione era senza dubbio il medesimo ». Indi vengono presentate le note seguenti: CENGIA-SAMBO M. — ORCHIDACEAE DEL- L' URBINATE. La Flora dell'Urbinate ebbe ì suoi cultori speciali fino dal 1813 nel quale anno « G. De Brignoli, insieme ad A. Bodei, dava in luce un Elenco di piante del dipartimento del Metauro » ('). Un contributo notevole venne poi dal Padre Scolopio Alessandro Serpieri (2), celebre metereologo e sismologo, il quale indotto dai suoi studi meteorologici ad occuparsi già in quei tempi della feno- logia delle piante, col P. Eusebio Scannavini « molto istruito e pratico della botanica che gli dava mano in questo studio » fece nei cinque anni 1857, 58, 63, 64, 65 delle diligenti osservazioni fenologiche che sono, come ha fatto rilevare il Chiar. prof. E. Bar- sali O), delle prime apparse in Italia. Il Serpieri le pubblicò nel suo Bullettino Meteorologico di Urbino, febbraio 1866, inserito nel fascicolo I 1 867 « dietro l' esempio dei celebri signori A. Que- telet, F. Zantedeschi e di altri sommi » « persuaso di rendere un servizio alla climatologia di questa stazione appenninica, e di fissare dei dati, che i posteri tanto più ricercheranno quanto più lontani ». Così convinto dell' importanza di questi studi Egli si rivolge al Padre N. Piccinini del convento dell' Avellana, che andava stu- diando i fossili e le piante del Catria, e ottiene da lui un con- tributo fenologico per il Boll. Meteor. del giugno 66 : il P. Piccinini 1' I I giugno compie la salita e 1' escursione del Catria e nota per il Serpieri le piante trovate in fiore e a fioritura oltrepassata (circa 300) distinte in due serie, al di sotto e al di sopra dei 1000 m. Venuto nello stesso anno 1 866 a insegnare botanica nell' Uni- (1) L. Paolucci, Flora Jttarcbigiana. Pesaro 1891. (2) P. Serpieri, Bullettino éXCeteorologico di Urbino, fascicolo I pag. 32. (3) E. Barsali, Le osservazioni fenologiche del P. Serpieri ad Urbino dal 1857 al 1865 (Boll. Bot. 30 Aprile 1922). ADUNANZA DKL 10 MARZO 35 versità di Urbino il prof. A. Federici, il P. Serpieri fa appello alla sua collaborazione sul suo Boll, per un lavoro flonstico-feno- logico che essi poi compiono insieme nella primavera '67 ; e nel Boll. Met. dell' aprile '67 compaiono, con prefazione firmata dal solo Serpieri, ideatore dell' opera, le prime due centurie firmate A. Federici, A. Serpieri. Ad esse fanno seguito nel Boll, del giugno altre tre centurie colle stesse due firme. Sono notate le località, 1' epoca della fioritura confrontata anche con quella di Bruxelles e vi sono delle osservazioni su caratteri morfologici precise ed interessanti. Il P. Serpieri, di Rimini, fu un grande lavoratore che si ripo- sava di un lavoro facendone un altro : insegnava matematica e fisica nel Collegio degli Scolopi di Urbino, faceva osservazioni metodiche sulle stelle cadenti e di meteorologia che pubblicò in 4 annate del suo Bollettino Met. ; pubblicò inoltre una cinquan- tina di opuscoli sui terremoti e su argomenti di elettricità ecc. che si conservano nella Biblioteca Universitaria di Urbino ; e mise insieme fino al 1884 un erbario di 3000 esemplari, corredato di note, di disegni e di qualche fotografia il quale pur troppo è andato distrutto subito dopo la sua morte (1885). E dire che il buon Padre non se lo era portato con se a Fiesole per timore di sciuparlo ! Il P. Serpieri, sempre in cerca di collaboratori per il suo Bollet- tino Met., riesce a trovare un continuatore della sua flora per la parte crittogamica in F. Ardissone che pubblica nel numero di novem- bre 1 868 la sua : « Indicazione di alcune crittogame della provincia di Pesaro e Urbino » preceduta da una « lettera diretta al Padre Serpieri » in cui dice di accogliere 1' invito e di proporsi di con- tinuare la flora dell' Urbinate con una vera « Collezione delle Crit- togame della Provincia di Pesaro e Urbino ». Vi tratta di alcune Felci-Muschi-Epatiche-Licheni-Alghe, in parte raccolte dal Serpieri e dai suoi scolari. Questo lavoro è sfuggito allo Jatta nella sua accurata bibliografia dei Licheni. Notevole è pure un contributo fenologico sugli animali avuto dal prof. E. Antonini di S. Angelo in Vado : « Tavola d' osser- vazioni d' arrivo, partenza, dimora e passaggio di animali per la Valle Metaurense (Uccelli e insetti), nel numero di settembre 1868, e un 2" contributo nel numero di ottobre 1869. L'ultimo numero del Boll, del Serp. è del novembre 1869; pertanto non fece in tempo di figurarvi un secondo elenco di crit- togame dell' Ardissone (') uscito nel 1871, che comprende una dozzina di licheni, ed omesso pur questo dallo Jatta. E veniamo al 1891, anno in cui il prof. L. Paolucci pubblica una flora Marchigiana (2), corredata di un volume di tavole, con (1) F. Ardissone, Indicazione seconda di alcune crittogame della Provincia di Pesaro- Urbino. Milano 1871. (2) L. Paolucci, Flora ^Carchi giano. Pesaro 1891. 36 ADUNANZA DBL LO MARZO introduzione sulla idrografia, orografia, litologia, climatologia e zone botaniche delle Marche, coi nomi dei raccoglitori nelle Marche, per gli erbari del Bertoloni e del Parlatore, fra i quali emerse l'Orsini, e coi nomi dei collaboratori suoi. Nel 93 uscì un lavoro del prof. D. Matteucci (') : il Monte Nerone e la sua flora, contenente fanerogame e crittogame. Vanno ricordati anche due contributi alla Flora Marchigiana di Paolucci e Cardinali (2). Nel 96 C. Grilli (3) pubblica una raccolta di licheni marchi- giani, in cui i licheni del M. Nerone sono per lo più quelli pub- blicati dal Matteucci e quelli del Catria erano stati raccolti dal P. Piccinini. 11 Paolucci (4) nel 1901 pubblicò una descrizione di 15 specie di funghi mangerecci delle Marche. Alla flora dell' Urbinate io ho dato due contributi crittogamici 0) e una breve nota sulle Orchidee (6). Per il presente lavoro ho erborato tre primavere (1920, 21, 22) e mi sono giovata dei suggerimenti del prof. E. Barsali, venuto nel 1922 a insegnare Botanica in questa Università, a cui esprimo la mia riconoscenza. Le piante descritte sono andate a far parte dell' erbario dell' Orto Botanico dell' Università di Urbino. A proposito della flora del Paolucci debbo notare che non sempre l'A. riporta le piante e le località di Federici e Serpieri, sicché certe piante di questi A. non figurano nel Paol. mai raccolte nel- l' Urbinate, e d' altra parte il Paol. cita talvolta il solo Federici senza dare la notizia di un lavoro, se e* è, di questo A. Io ho seguito quasi sempre la sinonimia della classica opera del prof. M. Cortesi (?) e 1' ordine sistematico della Flora Analitica di Fiori e Paoletti. Ho trovato nel mio studio delle varietà e delle forme nuove. (1) D. Matteucci, // Monte perone e la sua flora (Nuovo Giorn. Botanico 1893). (2) Paolucci L. e Cardinali F., Contributo alla flora ^marchigiana di piante nuove e di nuove località per alcune sue specie più rare. (Malpighia voi. IX. Genova 1895). Id., Id., Secondo contributo alla flora ^Marchigiana ecc. (Nuovo Giorn. Bo- tanico I9Ò0). (3) C. Grilli, Lichenes in regione Picena et finitimis ledi (Nuovo Giorn. Bo- tanico 1896.) (4) L. Paolucci, I funghi mangerecci della regione marchigiana, Ancona 1901. (5) M. Cengia-Sambo, Primo Contributo alla flora crittogamica dell'Urbinate (Boll. Soc. Bot. Febbraio 1921). Id., Secondo Contributo pcc (Boll. Soc. Bot., Giugno, 1921). (6) Id., Un caso teratologico dell' Opbrys Bertoloni Moretti (Boll. Soc. Bot. 1922). (7) M. Cortesi, Studi critici sulle Orchidacee romane (Annali di Botan. Roma 1903-05). ADUNANZA 1)KL 10 MARZO 37 OPHRYS L. O. aranijera Huds. — Questa specie è stata spesso citata dai cultori della flora marchigiana. 11 Paolucci cita parecchi autori che l' hanno raccolta con la v. atrata e parecchie località, ma non nomina Serpieri-Federici e Urbino, mentre la specie figura nei due elenchi del Boll. Meteor. (') del Serpieri come raccolta nel 1863 e nel 67. Devo però osservare che la forma delle macchie e delle linee e la loro disposizione sul labello varia assai, tanto che dei nume- rosissimi esemplari da me raccolti si può dire che nessuno aveva il suo eguale, perchè tutti avevano dei caratteri differenziali sia pure minimi. Tuttavia mi limito a dire che insieme con la specie tipica ho raccolto anche 3 varietà ben identificate. a) atrata (Lindi.) b) v. lunulata (Pari.) e) v. specularla Rchb. Questa specie è assai variabile anche nelle dimensioni dello scapo ; ne raccolsi esemplari anche nani, di qualche cm. di lun- ghezza. Comunissima. O. Arachnites (L.) Lam. — Paolucci (2) cita O. Arachnites (L.) Lam. Paolucci cita questa specie perchè trovata dal Federici. Serp. e Fed. in fatti raccolsero il 1 7 aprile 1 867 1' O. Tenoreana (Bert.) che è un sinonimo della odierna O. Arachnites v. oxyryn- chos (Tod.). Oltre la typica e la v. oxyrynchos trovai la v. cornuta (Stev.). Loc. M. Cesana nei pressi del fosso delle donne, presso la Madonna rossa - Nella selva di Campo Cavallo — Sul ciglio della strada sopra il Casino del Collegio. Serpieri in una nota (3) dal titolo « Orchidea nuova? » descrisse, a parer mio, un ibrido di questa specie che presentava un note- vole caso di anomalia. Dice il Serp. « Una pianta singolarissima, che ci sembra una curiosa novità nella famiglia delle Orchidee fu trovata il dì 22 aprile 1867 presso le mura del bosco dei Cappuccini *. «Questa pianta ha tutte le apparenze di un* Ophrys nell' abito generale, nei tuberi della radice, nel fusto, nella distribuzione dei fiori, nelle brattee, nel perigonio, nel ginostemio. Ma le forme particolari che presentano le varie parti dei fiori fanno pensare che sia un' ofri- dea del tutto nuova » . « Basteranno per ora i pochi cenni che seguono per porre in chiaro tanto la novità della specie, quanto (1) Boll. Mei., Fase. 11°, pag. 35. (2) Paolucci: Flora Marchigiana. Pesaro, 1891. (3) A Serpieri. Boll. Met. di Urbino fase. I" e 2°. 38 ADUNANZA DSL 10 MARZO il fatto singolare di uno sviluppo eccezionale di organi primari. Le tre fogholine esterne sono di un verde luteo : le due laterali discendono direttamente sotto 1 fianchi del labello, e raggiungono quasi la sua stessa lunghezza : esse sono acuminate e molto con- cave, colla concavità al di sopra. La superiore è pili corta, e posa colla punta sul dorso del ginostemio, lasciando scoperta sul dinanzi la testina rostrata del medesimo. Le due foglioline interne sono pur esse verdognole e più corte delle due laterali esterne, e pie- gano verso il ginostemio : nei fiori non bene sbocciati si appog- giano sul dorso del ginostemio, incrociando le loro punte. Curiosa e nuova è la forma del labello. Esso è un rettangolo tutto piano meno che sulla cima, dove ha la forma di ugna rivolta in basso : non ha né divisioni, né lobi, né appendici, né denti, né gibbosità alla base. Le sue macchie, alcune di rosso chiaro, altre atro-purpuree, formano un disegno non mai veduto e tutto geometrico. A prima vista par di raffigurare una torre o un tem- pietto fondato sopra tre archi che sono sull' ugna esterna, interna- mente tinti di rosso scuro. Nel bel mezzo vi è una macchietta quadra scura, nel centro di altro quadro meno scuro : e tutt' in- torno alle macchie girano dei filetti gialli. Le tinte atro-purpuree sono vellutate ; le altre più chiare sono lucenti. I due fianchi del labello appariscono giallicci. I fiori tutti sono assai piccoli, minori che in tutte le ofridee qui osservate ; la pianta intera ha 43 cm. di altezza, e porta una spiga di 9 fiori tutti uguali, quattro dei quali erano ben aperti. Intanto questi caratteri, non corrispondendo ad alcuna delle specie descritte dai Botanici, mostrano che la pianta ritrovata appartiene probabilmente ad una specie nuova ». Invece analizzando la descrizione vien fatto di pensare a un ibrido. Vediamo di quali specie. I tepali iaterali interni di un verde-luteo, lunghi quasi quanto il labello, i tepali interni pure verdognoli e più corti dei due esterni indicano un' ofridea di una delle specie: O. aranifera Huds., O. bombylifera Link, O. myodes Jacq., O. fusca Link, O. lutea. Ora si può supporre che i tepali interni non fossero né fili- formi, né triangolari, né emisferici, perchè caratteri siffatti il Serp. li avrebbe certo notati in modo esplicito : quindi rimane da sce- gliere fra lutea e fusca. Ma i tepali esterni « verde-luteo i late- rali che discendono direttamente sotto i fianchi del labello, l' inter- medio posantesi colla punta sul dorso del ginostemio » conducono senz'altro alla lutea. (') Poi il gimnostemio rostrato, mentre in lutea è ottuso, fa pen- (I) Paol. e Fior. ADUNANZA DHL 10 MARZO 39 sare, insieme al labello descritto, a O. Arachnites e quindi a un incrocio O. lutea- Arachnites. Infatti il labello era senza gibbosità alla base, tutto piano meno che all' apice dove aveva « un' ugna rivolta in basso > ; questa appendice apicale e la mancanza di gibbosità alla base mostrano trattarsi di una delle specie O. Bertolonii Moretti, O. ArachnitesO), ma gli altri caratteri del labello della Bertolonii Mor. sono troppo discordi da quelli della nostra, perciò non rimane che la Arachnites. L' Arachnites è nota appunto per stranezza sia delle macchie, sia del labello : i colori delle macchie sono vivacissimi e varianti dal rosso chiaro al nero porporino, il labello ha margini giallo- verdognoli ; anche la disposizione delle macchie vi è strana e variabilissima, e 1' insieme di esse ha suggerito 1' immagine di una testa di morto : nell' esemplare di Serp. poteva parere una torre o un tempietto. Restano da analizzare le dimensioni dei fiori che il Serp. nota assai piccoli ; ora la lutea non è a fiori grandi, eppoi si trattava anche di un caso teratologico. Non mi consta però che la lutea sia mai stata trovata nell' Ur- binate. Il caso teratologico risulta da quest'altro passo della nota del Serp. « Osservando il perigonio di ciascun fiore pareva a prima vista che le foglioline interne fossero alterate e come macchiate nei loro margini, in modo da figurare altri due ginostemi allato del medio, somigliando esse pure a due testine di uccelli, come il vero ginostemio. Ma smuovendo e lacerando con una punta d' ago una di queste foglioline interne, scopersi che ognuna di esse nascon- deva nella faccia inferiore presso ai margini la materia pollinica, chiusa entro due borsette di velo sottile e bianchiccio. E, in ognuna si vedevano i soliti caudicoli assai distinti, terminati in basso da piccoli e quasi insensibili rigonfiamenti, — mentre 1 caudicoli del vero ginostemio finivano con due glandole ben visibili. Il polline chiuso nelle foglioline interne, esaminato al microscopio, ha le stesse forme coniche di quello del ginostemio vero e 1' istesso color giallo- canarino. Meravigliato di trovare dei veri stami nel luogo delle foglioline interne, fui anche maggiormente sorpreso nello scoprire 1' esistenza di masse polliniche nei lati del labello, formati di due veli sovrap- posti, ì quali aperti con una punta d'ago hanno dato la stessa materia degli stami, del medesimo colore e delle forme stesse! ». Giustamente commenta il Serp. : « Lo sviluppo di veri stami in ambedue le foglioline interne e nel labello, e la costanza del fatto in tutti i fiori dell'individuo trovato, costituisce un fenomeno ben importante pei rapporti che ha colle vedute relative alle orchidee » (1) Paol. e Fiori. 40 ADUNANZA DEL 10 MARZO e, si può aggiungere, in generale intorno ai verticilli fiorali delle fanerogame. Ophrys apifera Huds. - Il Paolucci non la cita per Urbino, men- tre il Serpieri che la trovò fiorita 1*8 maggio 1867 nota: «Non sono molto numerose, ma non vi è luogo in questi d' intorni dove non ne trovi qualcuna, e in generale sono assai belle ». 11 P. Piccinini (') trovò questa O. fiorita 1* 1 1 giugno 1866 sul M. Catria sotto ai 1000 m. e Matteucci (2) la trovò sui prati a sud del IVI. Nerone. Io trovai la typica e, frequentemente, nella forma seguente : Dei 3 lobi del labello della tyftica, i due esterni sono tali e quali, lesiniformi ; il mediano invece è trilobo, a lobi arrotondati, cosicché T intero labello presenta cinque lobi distinti. Questa forma non è stata per anco descritta e io la chiamo: forma quinqueloba mihi. Loc. Margine della strada per Pallino presso il Casino del Collegio. Strada per Canevaccio a mezza costa della Cesana. O. Bertolonii Moretti. - Questa specie è assai frequente e fu raccolta già da Serp. e Ped. il 18 aprile 1867, che dicono: « E' molto diffusa nelle vicinanze di Urbino. Notammo un indi- viduo che aveva tutti gli specchietti di un bianco lucido opalino ». Non ho trovato in nessuna flora descritta un O. Bert. con lo spec- chietto bianco lucido opalino, ma reputo si trattasse di una spiga che aveva oltrepassato 1' antesi, dopo della quale V O. Bert., come si sa, può assumere quella colorazione. E' strano che il Paolucci non la dia per raccolta nell' Urbinate ; io la raccolsi spesso : quasi sempre la forma typica, una volta però ne raccolsi un esemplare che portava questi caratteri: Tepali interni non cihati, marginati di porporino. Labello intero con margini revoluti ; macchia lucida posta circa nel centro, all' in- terno più rossa, marginata con una striscia più chiara, questa da una striscia lucida ; da questa ultima partivano due strisce sottili verso la base del labello. Appendice apicale glabra intera. Fusto con 2 fiori, alto 10 cm. Non corrisponde alla X bilineata Baila perchè le due linee discendenti sono più corte e non sono bian- castre : probabilmente è anch' essa 1* incrocio O. arani^era X Ber- tolonii, come del resto Fiori e Paoletti 0) ritengono la O. bili- neata Baila. Loc. E' assai diffusa sulla Cesana nei pressi di Ca' Ugolini. Oss. Di questa Ofridea io ho già descritto in una nota a parte 00 un caso teratologico presentante il ginostemio geminato e il la- bello con le gibbosità alla base. (1) N. Piccinini: in Boll. Meleor. di Urbino fase. 1° (2) D. Matteucci : // 3XConte perone e la sua flora. (3) Fiori e Paoletti, pag. 235 — Padova 1896-1908. (4) M. Cengia Sambo in Boll. Soc. Bot. Nov.-Dic. 1922. ADUNANZA DBL 10 MARZO 41 O. tentredini/era W. - Questa specie non era mai stata rac- colta nell' Urbinate e il Paolucci dice : « L' ho raccolta una sola volta nei colli incolti di Pietralacroce presso Ancona » ; ciò vuol dire che è rara in tutte le Marche. 11 Paolucci (') nel descrivere questa specie dice « labello quasi quadrato, con due gibbosità più o meno manifeste alla base e due altre gibbosità lucide dietro di esse.... » ; questo carattere però io non 1* ho mai riscontrato e nem- meno Fiori e Paoletti lo citano, segno che non è specifico. Io ho trovato questa specie in una sola stazione, sulla Cesana, sul ciglio della strada al « fosso delle donne » ; ivi è abbastanza abbondante e fiorisce in aprile. Trovai esemplari tipici, e altri con queste varianti : Tepali esterni candidi, lunghi quanto il labello. Labello ver- dognolo chiaro, con macchia centrale verde slavato poco pube- scente, var. alba mihi. Trovai pure O. bombyliflora ' tenthredinifera Somm. Devo però avvertire che non sono ancora riuscita a trovare V O. bombyliflora, che dev'essere qui molto rara. O. fusca Linck. - Serpieri e Federici (2) trovarono fiorita questa specie il 30 marzo 1 867 e dicono : « Esistono qui molte varietà di questa ofridea e ci sembra che passi per gradi insensibili alle forme della funerea, come dubitava 1' illustre prof. Parlatore ». Il Paolucci non la cita per Urbino e non ne capisco il perchè : io raccolsi molti esemplari della specie in due località nel boschetto sopra e sotto la strada per Fermignano nei pressi di Ca' Ugolini e sulla Cesana ov' è diffusa. Anch'io osservai qualche piccola varia- zione, ma mi sembra che sia un' ofridea a caratteri molto costanti ; si passerà si per gradi alla funerea, ma la funerea è ormai con- siderata come una forma della O. fusca a labello quasi intero 0). La statura della pianta è assai variabile a seconda che cresce in luoghi arborati o su spianate erbose. Fiorisce nella 2' quindicina di marzo e nella la dell'aprile. O. myodes (L.) Jacq. - Serpieri e Fed. (4) dicono : « Anche questa specie è rappresentata da qualche individuo in ogni parte del distretto Urbinate, ma è disseminata con molta scarsezza » e la trovarono fiorita il 17 aprile 1867. Il Paolucci nota che fu tro- vata anche a Urbino da Brignoli e da Fed. E' una specie a caratteri molto costanti ed io la trovai ridotta in poche località, Ca' Ugolini e M. Cesana, ma piuttosto abbon- dante. Gli esemplari di Ca' Ugolini erano di un bel rosso cremi- sino e assai vellutati, mentre quelli della Cesana erano di un rosso- fi) Paolucci, 1. e, pag. 121, (2) Loc. cit., pag. 35. (3) Fiori e Paol., pag. 236. (4) Loc. cil. pag. 35. 42 ADUNANZA DKL 10 MARZO verdiccio: la differenza dipende forse dall'essere la prima loca- lità coperta di arbusti, mentre la seconda è erbosa e molto soleg- giata. Non l'ho mai trovata fiorita in aprile, ma sempre versola fine di maggio e in giugno. SERAPIAS L. S. longipelala (Ten.) Poli. - Questa specie fu trovata fiorita da Serp. e Fed. il 9 maggio 1867 « per la vallata e nei prati a mezzogiorno delle case coloniche Casino e Cappella sotto la nuova villetta Ubaldini » e a pag. 38 del Boll, osservano: « fu tro- vata nel maggio u. s. la S. oxyglottis ; non sembra che la sua fio- ritura sia qui più sollecita di quella della S. Lingua come scrive il prof. Bertoloni ». Paolucci non la cita per Urbino. Io trovai questa specie in due località boscose : Ca' Ugolini dov è piuttosto rara e a Cadane nella macchia del Cimitero degli Ebrei, dove vi è abbondantissima e molto bella, intorno alla metà di maggio. Serp. e Fed. l'hanno trovata fiorita il 22 aprile 1867, ma non dicono in quale parte del distretto Urbinate. 11 Paolucci la cita per via del Federici. Io non l' ho mai trovata. ACERAS PERS. A. anthropophora (L.) R. Br. - Questa specie fu trovata fio- rita il 30 marzo 1 867 da Serp. e Fed. e 1' 1 1 giugno 1 866 dal P. Piccinini già sfiorita sul M. Catria sotto i lOOOm. Pao- lucci la cita a Mercatello nell' Urbinate (Brign. Gasp.) Negli esemplari numerosissimi da me trovati, i lobi secondari del labello erano sempre più corti dei principali. Le brattee le trovai spesso (7 su 22) essere lunghe come l' ovario e due sole (su 22) appena squammuhformi. Neil' Urbinate gli scapi fiorali sono assai sviluppati (sino a 50 cm.) e i fiori della spiga nume- rosissimi (fino a 185). Inoltre il colore dei fiori era sempre giallo zolfino, con ì lobi esterni del labello, e talora anche con gli in- terni, rosso-scuri e coi tepali esterni marginati di rosso che per- sisteva anche dopo la fecondazione. I fiori pertanto apparivano rossi. Come eccezione trovai degli esemplari (5 su 22) in cui il labello era tutto giallo-zolfino, spesso molto pallido, con una leggera sfu- matura di rosso verso il mediastino, mentre i tepali esterni erano sempre marginati di rosso. Mentre Fiori e Paoletti danno come carattere della specie il color verde- giallo dei fiori, e il Cortesi — per il Lazio - dà come caratteristico il verde-giallo e come eccezionale il rosso, io, per le Marche dò come caratteristico il rosso e come eccezionale il verde-giallo e (poi che mi è stato detto che lo stesso si osserva nell' agro perugino) suppongo che il rosso sia il carattere prevalente nell' appennino Umbro-Marchi- giano e pertanto che qui si trovi la varietà : ADUNANZA DHL 10 MARZO 43 A var. rubra mihi. B Labello con lacinie laterali lunghe cm. 1 ' 4, centrali cm. 1 , mediastino 8 mm. Fiori roseo-pallidi. Tepali esterni conniventi giallo-verdognoli: var. rosea mihi. Loc. Con la specie, lungo la strada dei Debitori. Fiorisce dal marzo al giugno. Comunissima. LOROGLOSSUM SPR. L. hircinum (L.) Rich. - Serp. la trovò fiorita il 7 aprile '63 e il 2 maggio 64. Serp. e Fed. la trovarono fiorita il 1 5 maggio 1 867 « sui greppi della strada che mena a Colpacciotto e verso la Concia e la villa dell' Orologio ». Paolucci cita le stesse loca- lità (Fed.). Però per quanto io l'abbia cercata nelle località citate e altrove non sono mai riuscita a trovarla: dev'essere divenuta rarissima o si è estinta. ORCHIS L. O. Morio L. - Serpieri la trovò fiorita il 18 marzo 1863, il 10 aprile 64 e il 13 apr. 65. Serp. e Fed. la trovarono fiorita il 16 maggio 67 e diedero come fioritura media, dedotta dalle osservazioni di 4 anni, il 30 marzo, e notano: « Il 30 marzo 67 si trovò pure 1' O. Morio a fiori bianchi e color di rosa che sono le varietà b e e del prof. Parlatore. Queste due importanti varietà vivono in buon numero per una vallata che scende a mezzogiorno di Urbino, sotto il prato detto Mercatale, alla distanza di circa un chilometro dalla città ». Il P. Piccinini trova l'O. Morio sul Catria ad altezza superiore ai 1000 m. già sfiorita 1' I 1 giugno 1866. 11 Paol. la cita per via di Serp. e Fed. con le varietà b e e e la dice non rara con le varietà. Il Matteucci ( ' ) la cita per il M. Nerone. Il Cortesi (2) raggruppa le numerose varietà di questa orchidea in questo modo : A a fiori rosei (v. e del Parlatore). B a fiori bianchi (v. b del Pari.). O. pietà, pianta gracile, a fiori piccoli, spigi lassa. Di questa varietà pietà cita i seguenti sinonimi : O. pietà Lois. O. loncicornu var. - O. Morio v. pietà violacea Barla. Questa specie è comunissima nell' Urbinate, specialmente sulla Cesana dove forma delle vere aiole variopinte bellissime per tutto 1' aprile e parte del maggio. Ci sono tutte le sfumature dei fiori e del labello dal viola scurissimo al roseo e al bianco niveo. La statura della pianta è per lo più poco sviluppata e gli scapi por- tano pochi fiori (2-10). Del labello è invece abbastanza costante (1) P. Matteucci, /. e. (2) Cortesi, op. cit. 44 ADUNANZA DEL 10 MARZO la forma, quasi sempre con i bordi ripiegati in giù. In qualche punto più umido trovai fiori più grandi e una volta raccolsi un esemplare con labello enorme e certo si trattava di un caso tera- tologico. Per la gamma ininterrotta dei colori io non preciso le varietà trovate, mentre potrei farne delle nuove. O. coriophora L. - Fu trovata da Serp. e Fed. fiorita il 30 maggio 67 « Sulla Cesana e nelle valli a ponente della villa Mattei e nelle selve di ponente poco prima di arrivare al Tufo » e tro- vano da osservare : « I tre lobi del labello hanno ciascuno una macchia verde discendente sul mezzo dei medesimi, contornata di roseo-violetto ». Il Paolucci non la nomina. Confrontando la descrizione dell'esemplare di Serp. e Federici con quella della flora di Fiori e Paoletti, si deduce che l' esem- plare di Serp. e Fed. era o un ibrido o una anomalia. Io non ho mai trovata neppure la specie. O. ustulata L. - Questa specie è stata trovata fiorita il 29 api". 67 da Serp. e Fed. che hanno osservato : « Sembra assai rara; la trovammo solo in luoghi sassosi al M. delle Cesane e alla Selva del Sasso ». Il P. Piccinini la segnala sul M. Catria sopra i 1 000 m. a fioritura già oltrepassata 1' 1 1 giugno 66. Il Paolucci dice di averla trovata nei prati della zona appen- nina e non cita Urbino. Io pure trovai raramente questa orchidea e solo sulla Cesana in due stazioni : al fosso delle donne e verso la cima della Conserva. A Gli esemplari della prima località corrispondono a questi caratteri : Pianta alta 10 cm. foglie lanceolate-ottuse. Spiga corta, densa, cilindrica. Fiori piccoli rosso-violaceo scuro con una macchia bianca sui tepali superiori esterni ; labello bianco, con macchie porporine abbastanza fitte, piano, pendente, tripartito, a lobo medio bilobo con mucrone rudimentale, lobi laterali troncati all' apice e metà più stretti del mediano; sprone discendente ottuso lungo /2 del- l'ovario. Brattee lanceolate-ottuse, subeguali all'ovario, tutte eguali fra loro, porporine. Questi esemplari sono già di piccola statura, il minimo dato dalle flore (I dm.). Quelli della 2* stazione, terreno sassoso, differivano soltanto, ma notevolmente, per la statura che non raggiungeva i 5 cm. Non era la v. pauciflora Coir. ('), raccolta nel Veronese, perchè il carattere differenziale di essa è la " spiga povera " ; io direi per- tanto che gli esemplari, abbastanza numerosi, da me raccolti presso la Cima della Conserva devono ascriversi ad una: f. nana mihi. B Pianta alta 18-20 cm. ; foglie e. s. ; spiga e. s. Tepali esterni conniventi, il superiore esterno porporino-rosso ; i laterali rosei mar- (I) Paol. e Fiori, 1. e. agg. pag. 209. ADUNANZA DKL 10 MARZO 45 ginati esternamente di bianco, internamente con righe porporine. Labello bianco con pochissime macchie porporine-scure, con lobo mediano quasi bifido e piccolo mucrone. Brattee roseo-porporine lunghe ■ ', dell' ovario : var. pallescens mihi. Cesana, Fossa delle Donne, 17 maggio. O. tridentata Scop. - L' 8 aprile 67 Serp. e Fed. trovarono questa specie fiorita ed osservarono che è " molto comune n. Anche il P. Piccinini la trovò sul Catria a fioritura già oltrepassata 1* I I giugno 66 sopra i 1000 m. Il Paolucci la cita per via del Picc. e di Serp. e Fed.; il Matteucci la trovò sui prati del M. Nerone ('). lo l'ho trovata molto spesso in ogni punto boschivo dell'Ur- binate. Delle varietà io ho identificata la candidissima Coir, che ho trovata rara fra la specie. O. purpurea Huds. - Fra quanti erborarono nell* Urbinate solo Matteucci la trova " sui prati e radure dei boschi del M. Nerone n mentre è comunissima e bellissima nelle forme di Camus qui sotto elencate : a) spathulata b) latiloba ci parallela Più una forma latiloba a lobi undulati e increspati. Dopo 1' antesi tutti i fiori diventano di colore più pallido e l'ovario diviene costato. Fiorisce in maggio. O. militar is Jacq. - Degli autori Urbinati la cita Serp. fio- rita il 30 aprile 63 e il 7 maggio 64, Brignoli (Urbino) e per via di Brignoli il Paolucci. Io non sono mai riuscita a trovarla, e siccome nessuno di essi cita la purpurea che è così diffusa io penso che l'abbiano scambiata con questa. O. tephrosanthos Vili. - Serp. e Fed. trovarono quest' orchidea fiorita il 1 5 apr. 67, il Paolucci non ne parla. Questa pianta è piuttosto rara nell' Urbinate ; la trovai solo sulla Cesana, discretamente diffusa, e una volta a fiori bianchi, e, un solo esemplare, a Ca' Ugolini. Sulla Cesana la trovai qualche volta con fiori rosei tutti eguali, solo le estremità dei lobi del labello un po' più cariche. Sprone a dell' ovario, un po' bilobo e rigonfio all' apice. Brattee squa- miformi, brevissime : var. rosea mihi. Una sola volta trovai un esemplare che per i caratteri corrispon- deva evidentemente alla O. Simia purpurea Cortesi (2). O. longicruris Lf^. - Figura come trovata dal Matteucci 0) sul M. Nerone; ne io ne altri l'ha raccolta mai. (1) P. Matteucci, /. e. (2) Cortesi, op. e. pag. 19 I". (3) Matteucci, op. e. 46 adin.wza DRL 1<> KARZO O. p\)ramidalis L. - Questa specie fu trovata da Serp. e Fed. " molto sparsa in ogni parte n e fiorita il 27 maggio 67 ; il Pao- lucci non la cita. lo la trovai fiorita dalla fine di maggio a quasi tutto giugno, ovunque assai abbondante e bella, specialmente nelle parti erbose, e per lo più a fiori rosei ; ne trovai anche qualche esemplare a fiori porporini. O. globosa L. - Specie citata solo da Serpieri, come fiorita il 20 aprile 63 e il 1 ° maggio 64. Io non 1' ho mai trovata. O. laxiflora Lam. - Serp. e Fed. trovarono questa specie fio- rita il 9 aprile 67 e osservarono : " Si trova molto sparsa nei prati e nei boschi vicini alla città e cresce fino all' altezza di 50 cm. e più n. Il Paolucci non ne dice niente. Io la trovai di frequente, sebbene non in abbondanza. E' una specie qui molto stabile nei suoi caratteri, anche nel colore dei fiori. Varia solo 1' altezza, che, come ben osservano Serp. e Fed., sorpassa talora i 50 cm. ; un esemplare da me trovato nel boschetto sotto Ca' Ugolini misurava 65 cm. La trovai anche al Tiro a Segno, al Padiglione, alla Selva del Sasso e a Campo Cavallo. O. mascula L. - Fu trovata dal P. Piccinini sul Catria, sopra i 1000 m., in piena fioritura 1' 11 giugno 66. Io non 1' ho raccolta mai. O. provincialis Balb. - Questa bella orchidea fu trovata fiorita il 23 aprile 67 da Serp. e Fed. " sul greppo a N-NE sotto le mura del bosco dei Cappuccini e più avanti nella prima val- lata a ponente ". Il P. Piccinini la trovò sfiorita al di sotto dei 1 000 m. 1*11 giugno 66 sul Catria. Il Paolucci la cita per via del Serp. e Fed. Il P. Piccinini cita anche, sfiorita sul Catria sopra i 1000 m., 1' O. pauciflora Ten. ; e Serp. e Fed. il 7 apr. 67 trovarono fiorita questa stessa specie e osservarono : " Se ne scoprirono due soli individui sul Monte della Cesana n. Secondo la Flora di Fiori e Paoletti(') IO. pauciflora non è che una varietà dell' O. provincialis. Questa v. fu trovata anche dal Matteucci sul M. Nerone. Io potrei dire il contrario di quanto osservarono già Serp. e Fed. e cioè che dell' O. provincialis typica ne trovai pochissimi esemplari e solo sulla Cesana, mentre trovai abbondantissima la V. pauciflora. Sulla Cesana, nelle vallette non arborate, ma piut- tosto umide, cresce in tale abbondanza da rivaleggiare con 1' O. Ma- rio. Le spighe non sono più alte di 1-2 dm., e le foglie, non macchiate, sono quasi squammiformi ; i fiori sono grandi e odo- rosi, anzi a questo proposito osservai che erano più odorosi i fiori più gialli col labello macchiato di porpora. (I) Pag. 245. ADUNANZA DBL 10 MARZO 47 Ne trovai anche parecchi esemplari, sempre sulla Cesana, cor- rispondenti ai caratteri della provincialis (3 pauciflora, ma a fiori completamente bianchi e brattee verdognole: var. alba mihi. O. sambucina L. - Fu trovata dal P. Piccinini sul Catria al disopra dei 1000 m. a fioritura già oltrepassata 1' 1 1 giugno 66 e dal prof. Matteucci sul M. Nerone, ove 1' ho veduta anch' io al disopra dei 1000 m. O. maculata L. - Serp. e Fed. la trovarono fiorita il 3 aprile 67 e il P. Piccinini 1' 1 1 g. 66 sul Catria, sopra i 1000 m. ; il Pao- lucci la nomina per via di Serp. e Fed. E' un' orchidea assai diffusa nell' Urbinate e per lo più con questi caratteri : A Labello profondamente trilobo, a lobo mediano più lungo dei laterali lanceolato-acuto ; lobi laterali denticolati ai margini, lunghi quasi come il mediano. Non si saprebbe ascriverla a nessuna delle forme e varietà menzionate da Cortesi ('), di più si avvicina alla f. latifolia. B Corrisponde a V . fi sacci/era (Brogn.) Questa specie con la varietà si trova molto abbondante alla Selva del Casino del Collegio, al fosso sotto Ca' Ugolini, alla Selva del Sasso, e nella Selva sotto S. Tommaso dove è assai odorosa. n Non è comune, ma qualche esemplare si è trovato in parec- chi luoghi, come nella selva del Collegio e sul greppo dei Cap- puccini sopra il cancello di Carujfagallo (villa del sig. Coen). Tutti mandavano un grato odore come di vainiglia, e facevano pensare all' O. odoratissima " . Serp. e Fed. Il P. Picc. la rinvenne sul Catria sopra i 1000 m. Il Paolucci la nomina per via del Serp. e Fed. Trovai questa orchidea assai abbondante ad Urbino nella località detta Castagneto con indivi- dui bene sviluppati, raggiungenti i 5 dm. e con spighe dense e cilindriche ; ne trovai pure sotto i Cappuccini e un po' qua e là in ogni boschetto. Fiorisce alla fin di maggio e nel giugno. LISTERÀ R. BR. L. ovata (L) R. Br. - Dei botanici dell'Urbinate la trovarono Serp. e Fed. il I" maggio 67 nei "viali del Padiglione" e nota- rono : " E' piuttosto rara. Se ne sono trovati pochi esemplari sulle colline di O-SO, e presso le mura dei Cappuccini e più avanti. Forse dalle regioni dei faggi e dei castagni non discende più in basso di Urbino. Raramente, dice il prof. Parlatore, essa discende nella regione dell'ulivo: e poiché noi siamo sull'estremo confine superiore della regione degli ulivi, è da credersi che qui si -toc- chino insieme i confini della listerà e dell' olivo. Quindi è che (I) Cortesi, 1. e. 48 ADUNANZA DSL 10 MARZO questa pianta può offrire coli' andare dei secoli qualche dato im- portante sulle variazioni del clima Urbinate n. Il Paolucci la cita per via di Serp. e Fed. lo la trovai assai di frequente, e talora abbondantissima, nella Selva del Collegio, a Ca' Ugolini, al Bosco dei Zoccolanti, a caratteri costanti. NEOTTIA L. N. Nidus-avis (L) Rich. - Il Paolucci cita questa specie come trovata dal Federici a M. Soffio (Urbino) ; però ciò non risulta dal solito Bollett. Meteorol. del P. Serpieri e non saprei di dove il Paol. possa aver tolta la notizia. E' specie molto rara : io la trovai una sola volta, nel giugno 1919, nel bosco di S. Bernardino. LIMODORUM SW. L. abortivum (L) Sw. - Serp. e Fed. trovarono la specie fiorita il 12 maggio 67. « Sulle Cesane e sul declivio orientale di M. Pal- lotta. Si è notato che in alcuni lo sprone è assai più corto del- l' ovario » . Paolucci non la nomina. Neil' Urbinate non si trova molto diffusa, ma nelle località Bosco del Collegio-Campo Cavallo è abbastanza abbondante e arriva ai 70 cm. CEPHALANTHERA RICH. C. ensifolia (Ehrh) Rich. - Specie trovata da Serp. e Fed. il 20 aprile 67 « in buon numero nella selva del Sasso, più rara in altre parti » . Il Paolucci non la cita per Urbino. Io la trovai in parecchie località, ma non abbondante : oltre che alla Selva del Sasso, al Bosco del Collegio, sulla Cesana presso Casa Garibaldi. Fiorisce in maggio-giugno. C. pallens (W.) Rich. - Anche questa specie fu trovata fiorita il 20 aprile 67 da Serp. e Fed. « non molto numerosa, ma sparsa per tutte le località dei dintorni urbinati », e il P. Picci- nini la trovò sul M. Catria al disotto dei 1000 m. Il Paolucci la cita per via di Serp. e Fed. E' rara. La trovai solo nella Selva del Collegio in maggio, mescolata con la specie precedente. EPIPACTIS RICH. E. paluslris (L.) Crantz. - Solo il Paolucci cita questa pianta come trovata a Fermignano sulle rive del Metauro dal Federici, ma non cita la fonte di questa notizia che nel Boll. Meteor. del Serp. non e' è. Io la trovai abbastanza abbondante a Trazanni, in punto pa- ludoso, sulla destra del torrente Apsa. Gli esemplari da me raccolti rispondevano ai seguenti caratteri : ADUNANZA DHL H> MARZO 49 Tepah esterni verde-porporini, pubescenti specie all'esterno; i superiori interni roseo- bianchi, più corti degli esterni ; epichilio bianco, intero, increspato, con due creste alla base rosee o bianche e con un mucroncino all'apice. Spiga lassa, sub-unilaterale, lunga 10 cm. Pianta alta 60 cm. : var. roseo-alba mihi. E. lalifolia (L.) Ali. - Il Paolucci non la cita per Urbino, mentre Serp. e Fed. la raccolsero fiorita 1' 1 1 giugno 67 « nu- merosa nella Selva del Sasso » ed osservarono : « Esaminando attentamente una E. L. raccolta nelle selve volte a ponente prima di arrivare al Tufo, si trova che le foglie interne non sono verdognole e consistenti come le esterne, ma invece presentano un bianco sfumato di violetto, e sono molle e ceree come fossero della natura stessa del labello. Dette foglioline interne hanno una vena scura media e altre tre per parte sottilissime » . L' osservazione di Serp. e Fed. è molto simile a quella che io ho fatto per [ E. palustns ; io credo che anche qui si trattasse non della specie typica ma di una varietà albo-violacea che si potrebbe chiamare: var. albo-oiolacea Serp. e Fed. lo non ho mai trovato questa orchidacea alla Selva del Sasso, ne verso il Tufo ; invece 1' ho trovata abbastanza abbondante al Bosco del Collegio, ove non era completamente fiorita il 1 7 giugno. E' 1' ultima delle orchidee a fiorire nell' Urbinate. Gli esemplari erano robusti, raggiungevano i 60 cm., ed erano corrispondenti pei caratteri alla specie typica. CENGIA-SAMBO M. TERZO CONTRIBUTO ALLA FLORA CRITTOGAMICA DELL'URBINATE (»). FUNGHI * (2) 1 . - Amonitopsis strangulata Fr. - Edule - Ottobre. Loc. Selva del Sasso in terra. 2. Tricholoma Mouceron (Bull.) - Edule - Giugno. Loc. Mon- te Nerone, tronchi di faggio. (1) Aggiunta alla Bibliografia delle Crittogame delle Marche: Ardissone F., Indicazione di alcune crittogame della provincia di 'Pesaro- Urbino (Bull. Metereologico di Urbino 1868, fascicolo III). Idem Idem 2" elenco. Milano, 1871. Grilli C, Alcune muscinee e alcuni licheni del JKtarchigiano (Nuovo Giornale Bot. It. Firenze. 1891). Idem Licheni raccolti nell' Appennino ^Marchigiano (Ibid. 1890). Idem *Di alcuni licheni marchigiani (Ibid. 1890). Idem Lichenes in regione Picena et finitimi! ledi (Ibid. 1896.) Matteucci D.. Il d&onle perone e la sua flora (Boll. Soc. Bot. It., 1839). (2) * nuova per le Marche. 50 ADUNANZA DEL 10 HABZO * 3. - T. gambosum Fr. - Edule - Giugno. Nei prati della zona del faggio. Loc. M. Nerone. * 4. - Collybia bulyracea (Bull.). - Edule - Giugno. Loc. e. s. * 5. - Mycaena hiemalis (Osbeck). - Nov. Loc. Urbino, su corteccia di robinia fra il musco. * 6. - £M,. laclea Pers. - e. s. ■ 7. - M. inclinala (Fr.). Die. - Loc. Su tronchi alla Selva del Sasso. * 8. - M. levigata (Lasch.). Die. - Loc. Strada per Fermignano fra il muschio ai piedi delle robinie. * 9. - M. Janthina (Fi.). - e. s. * 10. - Omphalia hydrogramma (Bull.). Nov. - Loc. Selva del Sasso in terra fra il muschio. * 11.- Hygrophorus conicus (Scop.). - Edule - Ottobre. Loc. Nei prati umidi di S. Bernardino. Tiro a Segno. * 1 2. - Lactarius chrysnrrhoeus Fr. - Edule - Estate. Loc. alla Selva del Sasso. * 1 3. - Russula nitida (Pers.). Sospetta - Ottobre. Loc. e. s. * 14. - , Heft XXVI- XXIX, [1920], p. 356). — Fiori A., Iconographia Flora Italica, ed. 2, p. 436, S. Casciano Val di Pesa, 1921. 78 ADUNANZA DKL 14 APUILK pretazione. Disse solo : Artemisia selengensis Cat. Baical, n.' 630 ; A. Verlotorum Lamotte; A. umbrosa J.-B. Veri, (non Turcz.) ('). I. L' affermazione di Lamotte che la sua pianta non corrispondeva a nessuna delle descrizioni delle diverse Artemisie, vicine al- l' A. vulgaris, enumerate nel " Prodromus " di De Candolle mi risvegliò il primo dubbio. Perchè è da ritenersi che avendo de- scritto la pianta con tanti dettagli e tanta cura, Lamotte ne abbia fatto il confronto sul " Prodromus n con altrettanta attenzione ; e per 1* appunto ivi 1* A. selengensis figura proprio accanto alla A. Vulgaris. A. P. De Candolle, pur avendo sott' occhio un esemplare del- l' A. selengensis, non fa, in conclusione, che ripetere le stesse parole della diagnosi di Besser (2). Questi nel 1834 aveva descritto la pianta conservandole il nome datole da Turczaninow, il quale l'aveva raccolta nel 1829 nelle isole della Selenga presso Se- lenginsk nella Transbaikalia. La descrizione non fa cenno, è vero, dell' aspetto delle parti sotterranee, così caratteristiche nsAYA. Verlotorum, e questo silenzio più tardi, certo, contribuì a non ritenere incompatibile VA. Ver lotorum con la descrizione dell' A. selengensis. Ad ogni modo essa la descrive chiaramente con i capolini « ovatis, suberectis » ; l' infiorescenza « strida » ; le foglie inferiori con le lacinie « denticulatis » , e le altre « subintegerrimis » (3). Sono tutti caratteri che non convengono all'/4. Verlotorum. Verlot, che per primo la descrisse nel 1875 riferendola alla A. umbrosa Turcz., ne dice i capolini oblunghi « ou presque ronds » ; 1' infiorescenza « tantót en épi simple penché au sommet.... tantót en panicule... forme de.... rameaux, inégaux, penchés.... s' écartant de 1' axe » ; e le foglie inferiori e medie « à lobes aigus, entiers » , mentre le superiori sono « entières » . Per quanto il disaccordo fra le due descrizioni non fosse pro- fondo ed anche si potesse facilmente attribuire ad insufficienza della descrizione dell' A. selengensis, compilata forse su scarso od incompleto materiale, tuttavia esso mi confermò nel dubbio che Lamotte potesse aver ragione. Cominciai dunque dallo stabilire che cosa si sapesse dell' A. se- lengensis. (1) Verlot J. B.. Jardin botanique de la "Dille de Qrenoble : Catalogue des graines récoliées en 1875, p. 12. Grenoble, 1875. — Lamotte M., Recherches sur une nouvelle espece du geme Artemisia (« Mém. Ass. frane. Clerm.-Ferr. », 1876, p. 511). — Bonnet E., 'Petite flore parisienne, p. 208, Paris, 1883. (2) De Candolle A. P., Prodromus ecc., voi. VI, p. 112. Parisiis. 1837. (3) Besser W. C, 'Uentamen de Abrotani* (« Nouv. Mém. Soc. Imp. Nat. de Moscou», T. Ili [I834J, p. 50, estr.). ADUNANZA DEL 14 APRILE 79 Turczaninow, come dissi, la raccolse nelle isole della Selenga presso Selenginsk nel 1829, e Besser la descrisse nel 1834. Più tardi, nel 1846, nella sua «Flora baicalensi-dahurica » Turcza- ninow ripete testualmente la descrizione del « Prodromus » di De Candolle, ed alla stazione delle isole della Selenga aggiunge quella di Czalbuczi nella Dahuria orientale, avvertendo che mentre nella Transbaikalia la pianta ha il fusto « laevis et teres » , nella Dahuria lo ha « subsulcatus » ('). Ledebour ripete anch' egli testualmente la descrizione del « Pro- dromus », e riferisce alla S. selengensis VA. umorosa Turcz. exs., che Besser e De Candolle avevano considerato varietà dell' A. vul- garis. Si chiede se questa vai. umbrosa non sia piuttosto da con- siderarsi come varietà dell' A. selengensis: la stessa domanda che si era posta De Candolle, il quale inoltre aveva accennato alla possibilità che si trattasse di una specie a se (2). La breve e sommaria descrizione che dell* ^4. umbrosa diede Besser, riportata testualmente nel « Prodromus » (« foliis inferiori- bus pinnatifidis, mediis trifidis, lobo medio duplo longiore, summis et rameis simplicissimis, linearibus acutis elongatis, spicis axillaribus brevibus, cernuis ») indusse Verlot a riferirle 1' A. Verlotorum. E difatti 1' aspetto delle foglie e, negli esemplari poveri, quello dell' infiorescenza (« panicule appauvrie formée de 2 on 3 rameaux inégaux penchés » | Verlot, 1. e. j ) vi corrispondono meglio che, come mostrai, alla descrizione dell' A. selengensis. Maximowicz non descrive VA. selengensis, ma dà interessanti dettagli sulla sua presenza nella Siberia orientale. Egli la raccolse nel 1856 dapprima « auf einer sandigen Insel », presso Chai sull' Amur, il 5 agosto all'inizio della fioritura; poi, il 12 dello stesso mese, in « Weidengebiischen » verso il M. Bu- reia nello stesso stadio ; ed infine, sull' alto Amur il 24 agosto in piena fioritura « haufig auf sandigen Wiesen » sopra la foce del Bureia. Ricorda poi che il nome « goldis » della pianta (Audan ssoachta) significa: Artemisia insularum. Osserva però che quel nome veniva dato anche a certe varietà dell' A. vulgaris (3). Regel, illustrando le raccolte che Maack aveva fatto nell' estate del 1859 nella vallata dell' Ussuri, considera VA. selengensis varietà dell' A. vulgaris e la suddivide in tre lusus (forme) : a - umbrosa (Turcz. pr. sp.) a foglie superiori indivise ed a mar- gine intero. b - typica (A. selengensis Turcz. pr. sp.) a foglie medie ed inferiori a segmenti interi o debolmente seghettati, solo le estreme intere. (1) Turczaninow N. - Flora baicalensi-dahurica («Bull. Soc. Imp. Nat. de Mescoli», voi. XV- 1842- Cfr. voi. XV. 1842, p. 17. estr.. e voi 1846. P. 196). (2) Ledebour C. F., Flora Rossica, voi. II, p. 584. Stuttgarliae. 1844-1846. (3) Maximowicz C. J., Primiliae Florae Amurensis, p. 160. S. Petersburg, 1859. 80 ADUNANZ\ DKI, 14 AI'RILK c - serrati/olia a foglie medie ed inferiori a segmenti inciso-seghet- tati o seghettati, le superiori a segmenti debolmente seghet- tati, e le estreme intere. A quest' ultima forma riferisce una parte degli esemplari raccolti da Maximowicz, mentre attribuisce gli altri alla forma tipica, come quelli di Turczaninow. Secondo Regel Maack aveva raccolto le forme umorosa e ser- ralifolia sulla riva nord del lago Kengka, ambedue in agosto e fiorite come le altre varietà dell' Jl. vulgaris ('). Komarov, il quale pure ritiene X A. selengensis varietà del- l' A. vulgaris, osserva che essa « cresce sempre sulle rive dei fiumi, nell'arena», mentre per le altre varietà dell' Jl. vulgaris indica stazioni svariate, accordandosi in ciò con Maximowicz (2). Sembra quindi di poter dedurre che VA. selengensis sia propria di quella speciale stazione o la preferisca (e ciò concorrerebbe a spiegare la sua limitata durata nelle colture, delle quali dirò più avanti), mentre invece 1' A. 'Oerlotorum le si dimostra indifferente, anzi sembra ricercare i terreni pingui ed incolti, come le solite nostre forme dell' A. vulgaris. * • A questo punto rivolsi le ricerche in altra direzione. Lasciando da parte, impregiudicata, la questione dell' identità fra le due Artemisie, cercai di stabilire come e quando X Jl. se- lengensis sarebbe stata introdotta in Francia. Feci lo spoglio della ricca collezione — alcune migliaia — di Cataloghi dei semi degli Orti botanici esistente all' Istituto Bota- nico di Firenze 0), e trovai che 1' Jl. selengensis compare la prima volta nel catalogo dei semi dell' Orto botanico di Pietrogrado del J 863. E molto verosimile che vi sia stata introdotta da Maximowicz. Come è noto, egli era partito nell'autunno del 1853 come botanico e raccoglitore sulla fregata Diana per un viaggio intorno al mondo. Giunto, 1' 1 1 luglio 1 854, nella baia di Castries, sulla costa della Manciuria, il viaggio gli fu interrotto dallo scoppio della guerra di Crimea che obbligò la nave ad affrettare il ritorno. Così egli si trattenne ad esplorare la regione dell' Amur ritornando, attraverso la Siberia, a Pietrogrado il 3 marzo 1857. Come dissi più su, nella regione dell' Amur egli raccolse X A. selengensis. Da quello di Pietrogrado la pianta passò presto in altri Orti botanici, e nei seguenti prospetti riassumo questa diffusione che si può dividere in due periodi. (1) Regel E., Flora Ussuriensis, p. 96. S. Petersburg, 1862. (2) Komarov V., Flora Mamhuria, voi. Ili, P. 2, p. 673 («Acta Horti Pelropohtani », voi. XXV [1907]). (3) Queste mie ricerche furono completate con altre analoghe che, su mia domanda, ANNO 0 -e a * 1- a e e i e a e « e '> -o 0 « u «I « 3 -0 N u ■- 75 0 ■ a « (1 — 3 E ti ■ s '£. e N C CJ 0 B « e J e u y e u 0 3 X .5 « -a x ■ £ "li ~ 'Z e e e e 0 e e u 3 E a. -1 0 Q D O 4 Ou X SU U 2 ~ <1 ir. U O X h ce ce > 1863 *• 1864 * • 1865 ? ♦ 1866 * * * • 1867 ? . » 1868 * • *■ + • 1869 ? . * . » ¥ . 1870 • + ¥ ¥ * • • 1871 *■ ¥ . ¥ ¥ . 1872 t • * . « » * 1873 » . * • * 1874 . . * . * * * 1875 t- • * ¥ * * * » 1876 * • y • * * • ♦ • * 1877 * • • * ¥ • ¥ • * 1878 * • * e • * . * 1879 * ■ \ * * . . * * * 1880 i ' i <■ + -f . . * * * 1881 • » ¥ * * * * 1882 ♦ • h * * . • * ■ • 1883 * • •* * * . . * • • 1884 « • « * * • * 1885 * * . * ¥ • • * • . * 1886 ♦ • ¥ . • • * . ? 1887 ♦ » . ♦ • - « 1888 f * • ¥ • • * . * 1889 * . . * . * 1890 • • • * * * 1891 * * ¥ • • ¥ ¥ • 1892 * . * . 1893 . - + 1894 . ¥ . ANNO 0 -o e E 0 i t « B -J • c i 0 O « a E 0 Q e ■ a a 1 0 Q « a 3 N b -D « 0 E E 1 z a « -D 3 00 « s X 1 u i :2 m ! n e N e ti "3 > 0 a • Z «s \ o o 0 (75 e tx fa 3 -0 C -a U -e u E « u ■x >- V £ -o 'Z X * C s 0 _1_ 1 0 0 H e E s 3 X « E e fa CQ 'E 1895 1896 1897 1898 1899 1900 1901 1902 1903 1904 1905 1906 1907 1908 1909 1910 1911 1912 1913 1914 1915 1916 1917 1918 1919 1920 1921 * * * * * * * * * ♦ * * il Prof. G. Gola, Direttore del R. Istituto Botanico di Padova, cortesemente eseguì nella collezione dei Cataloghi dei semi nel suo Istituto (G. Gola, liti. I0-IV-I923). Inoltre ebbi notizie sulla presenza dell' A. selengensis negli Orti botanici di Napoli, Palermo e Sassari rispettivamente dal prof. F. Cavara (liti. 25-11-1923), dal prò- ADUNANZA DEL 14 APRILE 83 1863-1894. - Dalla sua apparizione a Pietrogrado andò dif- fondendosi fino al 1880-1883, anni in cui persiste in 11 sui 15 Orti botanici nei quali era stata coltivata. Dal 1883 comincia a declinare, finche nel 1 894, quantunque nel frattempo sia stata introdotta anche a Stoccolma, a Edinburgo, a Charcow e ad Heidelberg, non figura più che in quello di Madrid, e, verosimil- mente, in quello di Heidelberg. 1895-1921. - In questo periodo solo 5 degli Orti botanici che 1' ebbero nel periodo precedente, la conservano. Però, per quelli di Valenza e di Dorpat con tutta probabilità è una reintroduzione, ne la sua persistenza all' Orto botanico di Madrid credo che meriti molta fede ('). Invece acquistano 1' A. selengensis sei nuovi Orti botanici (2). La sua maggiore diffusione culmina negli anni 1906-1909, durante i quali è presente in cinque Orti botanici su sei, o, comprendendo anche i tre suddetti, in 8 su 9. Poi diminuisce rapidamente, e nel 1921 figura solo sul Catalogo dell'Orto botanico di Sassari; poi, 1' anno dopo, sparisce anche da questo. fessoreG. Catalano (liti. 9-IV-I923) e dal doti. G. Negodi (liti. 26-IV-1923), ai quali, come al prof. Gola, rinnovo qui i miei ringraziamenti. I Cataloghi di Pietrogrado degli anni 1865, 1867 e 1869, quello di Budapest del 1886 e quello di Madrid del I 91 7 mancano nella collezione dell' Istituto botanico di Firenze quanto in quella dell' Istituto botanico di Padova ; ma è probabile che 1' Jl. selengensis figuri anche in essi. La sua assenza dal Catalogo per uno, od anche per qualche anno, non indica necessariamente che essa non vivesse nel Giardino, potendosi spiegare con la mancata raccolta dei semi ; mentre sembra più logico spiegare con una reintroduzione nel Giardino il ritorno della pianta nella serie dei Cataloghi dopo un' ampia lacuna : Pietrogrado 1870-75. Dorpat 1869-78 e 1896-99, Valenza 1890-1904, Charchow 1896-1900 e 1907-12, Heidelberg 1899-1912 e Tolosa 1907-16. Né questa ipotesi è infirmata dall' esempio della lunga serie dei Cataloghi dell' Orto botanico di Madrid secondo i quali VA. selengensis vi avrebbe vissuto ininterrotta- mente per quasi un cinquantennio. Non intendo prospettare il dubbio che la pianta vi figurasse solo sul Catalogo, bensì quello che essa fosse rappresentata nel semenzaio mentre nel Giardino era morta da parecchi, e forse da molti, anni. Questo accadde, e forse non di rado, anche altrove: per esempio, nell'Orto botanico di Sassari VA. selengensis, mentre figura ancora nel Catalogo del 1921, era già perita nel 1914 (Negodi G., liti. 3-1V-I923), cosicché è verosimile che la sua persistenza nelle colture sia stata anche più breve di quello che risulta dai suesposti prospetti dei Cataloghi. Difatti, la sparizione di piante da un Cntalogo spesso coincide con un mutamento o nella veste tipografica del Catalogo o nella Direzione dell' Orto botanico, ciò che la fa riferire non a mutamenti nelle colture avvenuti nell'anno bensì ad una revisione del semenzaio e quindi all' eliminazione di piante i cui semi sono esauriti o troppo vecchi. E' il caso, p. es., del Catalogo di Palermo del 1892 e di quello di Madrid del 1919. Nel Catalogo dell'Orto botanico di Napoli del 1883 figura anche una A. selen- gensis var. labilis Ten. Ricordo, infine, che in diversi Cataloghi dell' Orto botanico di Palermo VA. selen- gensis figura col nome di A. senegalensis (sic !). ( I ) Cfr. nota precedente. (2) Nel 1908 figura coltivata anche a Ottawa (Canada). 84 ADUNANZA DHL 14 APRII. K Da uno sguardo all' intero periodo 1863 1921 si ha l'impressione che 1' A. selengensis è una pianta la quale non è riuscita a man- tenersi nelle colture malgrado la ripresa degli anni 1906-1909. E questa impressione è più precisa se si osservano i due singoli periodi. Difatti essi si equivalgono non solo nel numero degli anni (circa un trentennio), ma anche press* a poco nel numero di quelli di maggior diffusione della pianta e nella loro posizione sulla metà del periodo considerato. Dall'andamento dell'intero periodo, e più ancora da quello delle sue due singole metà, VA. seìengensis si dimostra avere una fruttificazione normale e, malgrado ciò, una certa facilità a perdersi. Difatti si è diffusa rapidamente, poiché dal 1864 al 1872 si è coltivata in 11 Orti botanici; d'altra parte in 12 anni (1883- 1894) gli Orti botanici che la posseggono scendono da 1 1 (1880- 1883) ad 1 (1894). Altrettanto avviene nel secondo periodo: dal 1906 al 1909 appare in 4 nuovi Orti botanici, e poi sparisce rapidamente. Questa relativa difficoltà nell'v4. seìengensis a mantenersi risulta anche più evidente se si considerano i singoli Orti botanici nei prospetti suesposti. Escluso quello di Madrid, per la ragione che dissi, e conside- rando come reintroduzioni gli ultimi periodi in quelli di Lipsia, Dorpat, Valenza, e fors' anche Palermo, resta che in metà degli altri la durata della pianta raggiunge al più circa un quinquennio, e nei restanti non tocca il ventennio. Ne la sua persistenza è in rapporto col clima poiché sparisce a Pietroburgo ed a Dorpat come a Palermo ed a Valenza, a Mosca ed a Bucarest come a Edinburgo ed a Sassari. Ma dai prospetti risulta anche un altro fatto molto significativo e d' importanza decisiva : ad eccezione di quello di Losanna, per neanche uno degli altri 23 Orti botanici (24 con quello di Ottawa) la pianta è segnalata come avventizia nella regione circostante, ma tutti si trovano fuori dell'area dell' A. Verlotorum ('). Al contrario: i quattro Orti botanici (Grenoble 1875-1879, Ginevra 1887-1892, Besancon 1892 e Tolosa 1908) nei quali VA. Verlotorum figura essere stata coltivata — ed il loro scarso numero si accorda bene con la proprietà, cui accennai, che ha la pianta di abbonire raramente gli achenì — rientrano nella sua ( 1 ) L' A. Verlotorum è segnalata delle seguenti località : FRANCIA ~ Dip. Ille-et-Vilaine, Seine-et-Oise, Parigi e dint., Indre, Loiret, Som- me, Yonne, Còte-d' Or, Saòne-et-Loire, Cher, Allier, Haute-Saone, Vosgi, Doubs, Ain, Rodano, Loira, Alta-Savoia, Savoia, Isère, Ardèche, Drome, Vaucluse, Bocche-dei - Rodano, Varo, Alpi-Marittime, Puy-de-Dòme, Cantal, Haute-Loire, Aveyron, Hérault, Aude, Lot-et-Garonne. (Rouy G., Flore de France, voi. Vili, p. 291. — Nyman C. F., Conspectus Florae Europaeae, Suppl. II, p. 171. — Jeanpert in ■ Bull. Herb. Boiss. », voi. Ili, 1895. App. I. p. 3, 5. — Jeanjean A. F. in « Bull. Soc. frang. éch. pi. », IV ADUNANZA DKL 14 APRILI: 85 area di pianta avventizia (Isère, Alta-Savoia, Doubs, Lot-et-Garonne). L'area di coltura dell' A. selengensis e l'area dell' A. Verlo- lorum sono dunque in completa antitesi fra loro ('). L*/L 'Oerlotorum ha una grande facilità di moltiplicazione vege- tativa. Lo fecero rilevare molto chiaramente tanto Verlot quanto Lamotte. Questo carattere dell' A. Verlotorum, il quale spiega la tenace persistenza e la diffusione della pianta malgrado la sua debole fruttificazione, è in aperta contraddizione con la durata limitata dell' A. selengensis nelle colture, e con la mancanza di indicazioni che essa sia stata osservata avventizia in Russia, in Polonia, in Germania (2), in Svezia, in Scozia, in Ungheria, in Romania, nell' Italia meridionale ed insulare, in Spagna, nel Canada, dove fu coltivata e spesso per lunghi anni. Il mio dubbio era diventato convinzione: VA. Verlotorum non poteva essere VA. selengensis. * * * Per quanto 1 risultati di queste ricerche bibliografiche fossero per me convincenti, volli averne delle prove irrefutabili. Cercai, presso gli Orti botanici, esemplari dell' jì. selengensis che avevano coltivato, ma invano. Solo da quello di Sassari ebbi alcuni avanzi 1914, p. 34. — La Nicca R. in « Verhandl. schweiz. Naturf. Gesell. », 1922, P. 237. - Coste H.. liti. 23-IV-1923. — Abrial C, liti. 1-V-I923). SVIZZERA i_^ Vevey, Berna, Oberhofen (B. O.), Locamo, da Lugano a Chiasso, Centovalli. (Voigt A. in «Ber. schweiz. boi. Gesell.» H. XXVI-IX, 1920, p. 356. — La Nicca R., I. e). Ho -eliminato le indicazioni di Ginevra (Thellung A., in « Vierteljahr. Naturf. Ges. Ziirich », LI1, 1907, p. 470; La flore adventice de Montpellier, p. 529. Cherbourg, 1912), di Zurigo e di Chàteau-d' Oex (La Nicca R., I. e.) perchè avendo avuto in esame i rispettivi esemplari ho potuto constatare che non si trattava dell' A. Verlotorum bensì di forme dell' A. Oulgaris. Invece, delle altre suddette località svizzere vidi esemplari di A. Verlotorum. GERMANIA z= Lago di Costanza: Lindau. (La Nicca R., I. e). Riporto con qualche dubbio l' indicazione di questa località (Lindau) non avendo visto esemplari provenienti da essa. ITALIA — Piemonte (Torino, Levone Canavese, Capriata d'Orba (Ovada), Lago Maggiore: Canobbio, Castagnola, Pallanza, Trobaso, Si resa, Arona) ; Lombardia (Prov. di Milano: S. Macario, ecc.; Pavia; Brescia; Cremona; Prov. di Bergamo: Celana) ; Veneto (Verona; Prov. di Padova; Prov. di Treviso : Treviso, ecc.) ; To- scana (Firenze) [A. Fiori, I9I8|; Prov. di Lucca: Torre-del-Lago [A. Fiori, 1923] ). (Gola G. in «FI. it. exs. », n. 1372. — Voigt A., /. e. Ugolini U. in « Bull. Soc. bot. it. •• 1923, p. 16. — Herb. Centr. it. Florent.). ALGERIA — Piana della Mitidja : Blida, Boufarick, Marengo, l' Arba ecc. (Battandier A. in «Bull. Soc. bot. Fr. », voi. 51, 1904, p. 345). (1) Anche in America mentre VA. selengensis figura coltivata nel Canada ad Ottawa VA. Verlotorum è indicata, probabilmente avventizia, nell'Oregon, presso Portland («North American Flora», voi. 34, Part. 3, p. 266). (2) Solo recentemente fu indicata del territorio germanico, ma proprio al suo con- fine meridionale : Lindau (Cfr. nota alla pag. precedente). 86 ADUNANZA DEI. 14 APRILE della pianta rimasti nel semenzaio: frammenti dei rami dell'infio- rescenza con qualche foglia fiorale. 11 materiale era insufficiente per una identificazione sicura; ma i capolini eretti, oblunghi, più o meno peduncolati, disposti irre- golarmente sui rami e non unilaterali, accostati gli uni agli altri, e infine, con le squame più strette e meno largamente scanose, dimostravano chiaramente che non si trattava dell' A. Verlotorum. Ma volli proseguire. Nell'impossibilità — causa le condizioni politiche attuali — di poter avere in esame da Pietrogrado il materiale dell' Erbario dell' Istituto Botanico e quello del grandioso Erbario dell' Acca- demia delle Scienze nei quali verosimilmente avrei trovato esemplari asiatici di A. selengen- sis, mi rivolsi ad altri Erbari, benché il fatto che Bonnet identifican- do 1' Jl. TJerlotorum all' A. selengensis non aveva citato esemplari di questa, e come lui nessuno degli Autori che lo avevano seguito, mi lasciasse ben poca speranza. Invece ebbi la gra- dita sorpresa di riceve- re dal Museo di Storia Naturale di Parigi, dal Museo (Istituto) Bota- nico di Berlino e dal- l' Istituto Botanico di Vienna, i seguenti e- semplari di A. selen- gensis : 1 — « In insulis Se- Iengae ad Selenginsk; Turczaninow, 1829» (Dupl. ex Herb. Hor- ti bot. imp. Petro- pol.): — Erb. Ist. Bot. di Vienna. 2 — Idem: — Erb. Ist. Bot. di Berlino. 3 — « In Sibir. transbaikal. ad fl. Selenga » : — Erb. Ist. Bot. di Berlino. ARTEMISIA SELENGENSIS TURCZ. (« Amur; Maximowicz ». — Erb. Ist. bot. di Berlino) l/4 gr. nat. ADUNANZA DKL 14 APRILK 87 4 — « In Sibir. pr. Selenginsk ; Coli, et exam. N. Turcz. Ed. R. F. Hohenacker, 1847» : — Erb. Mus. St. Nat. di Parigi; Erb. Ist. Bot. di Berlino. 5 — « Amur. ; rJXtaximowicz » (ex Herb. Horti bot. imp. Pe- tropol., 1859): — Erb. Mus. St. Nat. di Parigi; Erb. Ist. Bot. di Berlino. 11 primo corrisponde alla f. typica Regel ; e tutti gli altri si riferiscono alla f. serrati/olia Regel. Su questi esemplari, fra i quali a quelli di Turczaninow si può dare il significato di veri autotipi, mi fu facile constatare che la pianta coltivata a Sassari (e quindi è lecito dedurre che altrettanto fosse per quella degli altri Orti Botanici) era veramente VA. se- lengensis. Il loro esame mi confermò pienamente l'esattezza delle descrizioni che erano state date dell' A. selengensis, dando quindi ragione a Lamotte, il quale, come dissi da principio, non aveva creduto di poter identificare all'ai, selengensis VA. Verlotorum. II. Risolto così definitivamente il problema dell'identità dell'/?. 'Ver- lotorum con VA. selengensis, ne sussisteva un altro: l'identità di quella con X Jl. umbrosa Turcz. Verlot aveva riferito — però con dubbio — 1' Artemisia che aveva scoperto nei dintorni di Grenoble all' A. umbrosa Turcz. (A. vulgaris var. umbrosa Besser) ; ma Lamotte la ritenne una nuova specie — che dedicò ai due fratelli Verlot — avendogli le sue ricerche « demontré que X Artemisia umbrosa Turcz. n' est que la grande forme des lieux ombragés de V Artemisia vulgaris ». Mostrai nel capitolo precedente come Verlot abbia potuto essere stato indotto ad identificare VA. Verlotorum all' A. umbrosa dalla descrizione sommaria che di questa era stata data, e dal suo con- fronto con esemplari poveri di A. Verlotorum. Dissi anche del- l' incertezza di De Candolle riguardo all' Jl. umbrosa, ciò che forse indusse Ledebour a riferirla piuttosto all' A. selengensis. E questo spiega come Bonnet, accettando senz' altro la determina- zione di Verlot e la sinonimia di Ledebour senza tener conto delle loro prudenti riserve, abbia potuto riferire VA. Verlotorum all' A. selengensis. Dal Museo di Storia Naturale di Parigi ebbi in esame due esemplari di Jl. umbrosa Turcz. 1 — " Ad Selengam ; Turczaninow n — (Dupl. ex Herb. Horti bot. Petropol., 1868). 2 — " Kengkasee ; Maack n — (Idem) : sub n. A. vulgaris var. selengensis. 88 ADUNANZA DKL 14 APH1LH Ho potuto così assicurarmi da questi esemplari, il primo dei quali ha veramente il significato di autotipo, che VA. umorosa Turcz. non è la nostra A. vulgaris dei siti ombrosi, come era stata in- terpretata da Lamotte, ne corrisponde all' A. Verlotorum e nem- meno all' A. selengensis ('). Non è qui il caso di discutere se poi debba essere considerata come varietà dell' A. vulgaris o come specie autonoma, poiché bisognerebbe in tal caso prendere in esame 1' intero ciclo delle forme dell' A. vulgaris e delle sue specie affini. Quello che ora interessa sapere è che differisce per i caratteri seguenti dalla A. 'Verlotorum : fusto abbondantemente ramificato fino alla base ; rami racemi- formi (es. di Turczaninow) o composti (es. di Maack) brevi, lunghi 2-3 cm. ed al più 5 cm., eretti od eretto-patenti, cernui solo all' apice ; capolini eretto-patenti, appressati fra di loro e disposti irrego- larmente sul ramo, non cernui e regolarmente distanziati fra di loro ed unilaterali; foglie più (es. di Turczaninow) o meno (es. di Maack) pube- scenti anche sulla pagina superiore, a segmenti più larghi e più brevi, non acuminati ; corolle col tubo inferiormente più angusto ; cellule secretrici mancanti nella corteccia del fusto. E differisce dall' A. selengensis per avere: il fusto ramificato; i capolini più grossi, più globosi e lanosi, sessili, all' ascella di una brattea fogliacea, lineare più lunga del capolino; le foglie tutte a segmenti interi, più brevi e più larghi, non accuminati ; le foglie ed il fusto densamente pubescenti. Dai confronti suesposti risulta che dall' A. Verlotorum è meno lontana 1' A. umbrosa che non VA. selengensis, e quindi che l'iden- tificazione proposta — ripeto : proposta dubitativamente — da Verlot dell' Artemisia di Grenoble con 1' Jì. umbrosa è scusabile.. al contrario di quella stabilita perentoriamente da Bonnet fra 1 A. 'Oerlotorum e 1' A. selengensis. Come pure risulta che La- motte era nel vero quando rifiutava la determinazione di Verlot, e nella pianta di Grenoble e di Clermont-Ferrand non vedeva VA. selengensis. (1) L' A. umbrosa figura sa diversi Cataloghi dell'Orto botanico di Palermo (1879, 1880, 1885-1887). La Direzione dell' Istituto botanico gentilmente mi comu- nicò in esame i due esemplari (cult. 1876 sub. n. A. selengensis) che si conservano. nell Erbario, ed ho potuto assicurarmi che si trattava realmente dell' A. umorosa* molto modificata — come è naturale — dalla coltura in un clima tanto diverso de> quello della Siberia orientale. ADUNANZA DHL 14 Al'RILK 89 Bonnet affermò che T A. Verlo- lorum era VA.se- lengensis eviden- temente in segui- to ad uno sguardo superficiale alla apparente sinoni- mia della pianta. Passando sopra al dubbio espresso da Verlot, la considerò come effettivamente la Jl . umbrosa Turcz. ; poi, a- vendo Regel ri- tenuto questa co- me forma tipica dell'A selengen- sis (A. vulgaris var. selengensis), semplificando il concetto conside- rò VA. umoroso sinonimo della A. selengensis, e quindi applican- do la legge della priorità e non te- nendo conto del- le osservazioni di Lamotte passò in sinonimia a que- sta anche 1* A. Verlotorum. E poiché era lecito supporre che queste identificazioni fossero state confermate da ricerche nell* erbario del Museo di Storia Na- turale di Parigi, che Bonnet frequentava, nessuna meraviglia che esse sieno state accettate da Rouy e da tanti altri. ARTEMISIA UMBROSA TURCZ. (« Ad Selengam ; TurczaninoTV ». — Erb. Mus. Nat. di Parigi) 1 ', gr. nat. 90 ADUNANZA DEL 14 APRILK III. In conclusione : queste mie ricerche confermano od aggiungono i sinonimi seguenti all' A. 'Oerlolorum (') : Artemisia Verlotorum Lamotte in Mém. Ass. frane. Clerm.- Ferr., 1876, p. 511 (1876). A. umbrosa Verlot, Catal. gr. Jard. bot. Grenoble, 1875, p. 12 (1875) (non Turcz. nec al.). Jì. selengensis Auct. plur. (Bonnet, [1883], etc.) non Turcz. nec Auct. ross. nec DC. A. vulgaris ssp. selengensis Thell., FI. adv. Montpellier, p. 529 (1912). A. vulgaris var. selengensis Fiori, Iconogr. FI. It. ed. II, p. 436, n. 3482 ' (1921) (non Regel). (1) Recentemente il Prof. U. Ugolini (« Bull. Soc. bot. it. » 1923, p. 16) indicò altri sinonimi dell' A. "Oerlotorum : A. vulgaris f. angustiseda Fiori in Fiori e Paol., FI. Art. d' li., Ili, p. 248 (1903). A. Vulgaris var. aromatica Sacc, FI. Tarvisina ren. p. 274 ("Atti R. Ist. Ven. Se. Leu. Arti", a. 1916-17 (voi. LXXVI, p. 1510) (1917). A. vulgaris var. suaveolens Bég. in Fiori et Bég. Schedae ad FI. it. exs., ser. Ili, fase. XIII. p. 154, n. 2371 (1917). Adunanza del 12 maggio 1923. Presiede il Presidente N. Passerini. Aperta la seduta è proclamato a nuovo socio ii Sig. Giuseppe Minerbi, di Ferrara. Indi viene data lettura della circolare relativa alle onoranze che l'Università di Pavia prepara alla memoria del Prof. G. Briosi (D, quella per festeggiare (nel 1924) il 70° anno di vita ed il 41° anno d'insegnamento del Sen. Prof. B. Grassi (2). Viene poi presentato il lavoro : Lacaita C. - Piante italiane critiche o rare (LXXX1V-XIC). e la nota seguente : (1) Le offerte vanno mandate al Prof. L. Montemartini. Direttore dell'Orto Botanico di Pavia. (2) Le sottoscrizioni sono ricevute dal Cav. P. Luigioni, Segretario del Comitato promotore per le Onoranze al Sen. Prof. B. Grassi, Via della Dogana Vecchia, 27, Roma (19). ADUNANZA DBL 12 MAGGIO 91 BARBIANI A. E MINIO M. — SU ALCUNI INDI VIDUI FORTEMENTE ANOMALI DI ANEMONE SULPHUREA L. Gli esemplari di cui parla la presente nota furono trovati dal primo di noi in Val d' Aosta, e precisamente nella Valgrisanche, nei prati attraversati per arrivare a Col du Mont (tra quota 1665 e 2684) lungo il Vallone Grandes-Alpes la mattina del 29 giu- gno 1910; ed essi si distinguevano tra la massa degli individui Fig. t. normali abbondanti fra le erbe di recente spoglie di neve, oltre che per le profonde deviazioni — che ora descriveremo — dalla struttura tipica, per la statura notevolmente maggiore. I. L* individuo più caratteristico dei cinque (fig. 1 e 2), oltre 92 ADUNANZA DRL 12 MAGGIO a un grandissimo numero di carpelli normali, presenta nel fiore : a) una straordinaria quantità di sepali, assai più piccoli e sopra- tutto più stretti che nelle forme tipiche, misuranti cioè 5 a 2 mm. ed anche meno su una lunghezza di 1 5 a 25 invece che 12-15 su 25-27 ; b) dei fillomi esterni completamente trasformati in brattee, verdi e + 3-lobato-incisi ; e) inoltre, fra 1' una e 1' altra delle 3 forme fillomatiche, un gran numero di termini di passag- gio con tutte le possibili sfumature. Manca invece completamente di stami e di qualsiasi traccia di essi. L' involucro vi è pure molto aumentato nel numero degli ele- menti, in modo da figurare come costituito da verticilli contigui di brattee, di cui le inferiori quasi identiche alle foglie basilari, le altre gradatamente più piccole e più povere di articolazioni, restando però sempre almeno 2-pennate. Nella fig. I si vede il fiore in parte scomposto, essendo stati disposti spiralmente i fillomi, staccati successivamente a partire dall' esterno, in modo da vedere il graduale passaggio da una forma all' altra, fino ai carpelli completamente normali, e compa- rendo gli altri carpelli ancora in posto sul ricettacolo. La fig. 2 mostra l' involucro scomposto nelle sue terne di elementi. Fig. 2. II. Nel secondo esemplare il fiore presenta le medesime anomalie, benché in grado meno avanzato per minor numero di elementi e meno accentuata trasformazione fogliacea (fillodia). Più interessante, in questo, è l' involucro, perchè oltre a due brattee poco ridotte (una più piccola, I' altra con perdita d' uno dei segmenti laterali basali) se ne hanno, nello stesso verticillo, due altre più ridotte assai ; inoltre all' ascella esso presenta un ciuffo ADUNANZA DKL 12 MAGGIO 93 di fillomi molto simili ai sepali bratteiformi del fiore del prece- dente esemplare, cioè a lembo 3-lobo o 3-partito colla base quasi prolungata in unghia ed una parte evidentemente petaloidea ; e tra le prime brattee e questo ciuffo esiste un' altra brattea di grandezza e articolazione intermedia. — Sarebbero dunque, in questi due esemplari, gli stessi ele- menti morfologici in cui contrastano le due tendenze di sviluppo, e che nel I hanno accentuata la deviazione nella parte inferiore dei verticilli fiorali, in questo II, invece, nella parte superiore del verticillo (o verticilli) ipsofillare. III. Pure interessante, perchè illustra in certo modo il lega- me tra gli altri due, questo individuo presenta, oltre a un involucro di più brattee riccamente divise (probabilmente interpretabile come un involucro triplo) e ad un fiore simile al precedente ma un pò meno ricco, anche un secondo verticillo intermedio, inserito a 9 cm. dall' involucro e a 5 cm. dal fiore, i cui elementi hanno caratteri precisamente intermedi fra le brattee subpetaloidi del II e i sepali fillodici del I, essendo a questi più simili per forma e a quelle per grandezza, ed avendo pure evidenti tracce anche sul secco di colorazione petaloide. IV. Molto simile al precedente, questo, insieme a un invo- lucro normale che è solo un poco meno rigoglioso del solito, presenta un secondo involucro quasi eguale ma più ravvicinato al fiore (a 2 centimetri e ' .) e con tendenza petaloide più evidente ai margini ; inoltre, nel fiore i sepali fillodici sono un pò meno regrediti di forma. V. L' ultimo, infine, a un ricco involucro normale ne aggiunge un secondo che è quasi eguale per forma al ciuffo descritto nel- 1' individuo lì, essendo solo qualche elemento un po' più larga- mente lobato ; tale involucro soprannumerario è però vicinissimo all' altro, da cui non dista che 2 cm. Qui la fillodia dei sepali è assai meno spiccata, anzi si riduce in gran parte a una parziale virescenza, con soli due fillomi lobati. Persistono sempre gli elementi intermedi tra sepali e carpelli. * * * Si tratta di un caso, a nostro parere, assai interessante, non soltanto perchè di questa specie conoscevamo unicamente 1 ano- malia presentata da una delle foglie dell' involucro, che può assu- mere secondo la descrizione dello Hoppe (') la forma e il colore dei sepali, ma più che tutto perchè ognuno dei nostri esemplari cumula varie perturbazioni di sviluppo del sistema fiorale, quali nel genere Anemone si osservano per lo più isolate. E cioè: I ." proliferazione dell' involucro, sia per aumentato numero (1) In « Flora % Vili, 1825. pag. 512. 94 AI'I'XANZA DAL 12 .MAI. (.In di elementi, in cui è più o meno distinguibile la sovrapposizione di numerosi gruppi di brattee, sia per distanziamento di questi gruppi in veri involucri distinti ; 2." tendenza di alcuni fillomi dell' involucro — o dell' invo- lucro superiore quando questo è distinguibile — alla trasforma- zione petaloide ; 3." inversamente, tendenza più accentuata dei sepali esterni alla graduale trasformazione in brattee involucrali ; 4." aumento straordinario del numero dei sepali, certo per trasformazione dei contigui verticilli interni ; 5." mancanza assoluta di elementi con caratteri di stami. Notisi che questa tendenza multipla di perturbazione morfolo- gica riceve speciale rilievo dall' essere presentata da tutti gli esem- plari e accompagnata in tutti da esuberante sviluppo. * Nella ricca letteratura della teratologia degli Anemoni, in cui pure sono numerosissimi i casi che presentano separatamente le citate anomalie e non rari quelli in cui esse si associano in due o in tre, solo il caso dell' Anemone pratensis risulta, sia per osser- vazioni dello Heinricher che del Jacobasch ('), abbastanza simile al nostro, cui perciò è opportuno ravvicinarlo. Si tratta infatti di esemplari che, come i nostri, hanno sepali 2-3-fidi e il verticillo involucrale o sdoppiato o risolto in elementi numerosi ; essi però presentano inoltre la tendenza regressiva nell' androceo, colla peta- loidia degli stami, la quale, fino a un certo punto, può illustrare l' apparente unisessualità che abbiamo testé rilevata nelle nostre descrizioni. Quanto ai fatti elementari, basterà ricordare che il più appa- riscente cioè 1' aumento delle foglie involucrali e degli elementi di passaggio tra queste e ì sepali e viceversa, è illustrato dalle numerose descrizioni di involucri sepaloidei (2) e, inversamente, di sepali che volgono a brattee o per semplice inverdimento O) o per colore e insieme forma (articolazioni) (4) o per forma cam- biata malgrado la persistenza della colorazione (5). D' altronde, per l' interpretazione della scomparsa degli stami, sarà utile notare quanto riferisce il Koch (6) per Anemone Pul- (1) V. Penzig, (Pflanzentetatologie, 2. te Aufl., II, pag. 7-8. (2) id. ibid. : 'Pulsatilla alpina (pag. 7), *P. patens, (pag. 7), *P. vetnalis (pag. 8), *P. vulgati» (pag. 8), Anemone baldensis (pag. 9), ecc. (3) id. ibid. : rP. ptatensis (pag. 8) ecc. (4) id. ibid. : *P. ptatensis (pag. 8) e "P. vulgatis (pag. 9). (5) Bogenhardt in «Flora» (XXIII, 1840, pag. 72-73) descrive appunto esemplari di Pulsatilla vulgatis in cui un sepalo diventa 3-partito o-pennato senza cambiar di colore ; e ricorda un caso della stessa specie in cui un elemento dell' in- volucro era diventato un sepalo azzurro. (6) In « Flora» XV, 1832 (pag. 535-539). ADUNANZA DKL 12 M\(iOIO 95 saltila, in cui accanto ai filli petaloidi regrediti a sepali verdi — da lui paragonati ai sepali di Helleborus niger e H. purpurascens che dal bianco (e risp. dal rosso) colla maturazione dei frutti regrediscono al verde — osservò anche più che metà stami tra- sformati, nei verticilli esterni, in piccoli fillomi lineari, i quali in parte si mantenevano bianchi ed interi ed in parte (i più esterni) passavano a 3-fidi e verdi, e perciò li mette in rapporto (a parte il colore ed il numero) colla formazione dei petali di Clematis alpina. Se si ricorda infatti che anche il Reichardt ha notato in questa specie stami sepaloidi (') e che fiori doppi per petaloidia degli stami sono noti in altre specie (2), si affaccia 1' ipotesi che il grande numero di sepali presentato specialmente dai nostri indir vidui 1 e II si possano in gran parte interpretare, nei verticilli interni, per stami trasformati, per quanto non ci sia riuscito di vederci elementi di passaggio. Concludendo, ci pare trattarsi di esemplari in cui il grande rigoglio di sviluppo, riconoscibile, oltre che nella statura degli individui, nelle dimensioni dei loro membri, si è ripercosso nel- 1' aumento di numero sia delle brattee che degli elementi fiorali, i quali si sono inoltre risentiti della tendenza morfologica della deviazione nel regresso dalle forme più alle meno evolute : regresso sicuramente riconoscibile per termini di passaggio in quanto è da sepali a brattee, e che si può solo supporre dubitativamente per analogia in quanto riguarda la sparizione degli stami congiunta all' esuberanza dei sepali. (1) Penzig, /. e. pag. 9. (2) id. /. e. passim. Adunanza dell' 11 giugno 1923. Presiede il Presidente N. Passerini. Aperta la seduta è data lettura dell' ordine del giorno votato dalla Facoltà di Scienze dell'Università di Pavia in merito alla riforma delle Scuole Medie, ed a quello sullo stesso argomento votato dalla Società Italiana di Scienze Naturali (Milano). Il Presidente espone come anche la Società Botanica Italiana si sia preoccupala delle condizioni che l' applicazione della riforma annunziata creerebbe alla Scuola M«"dia : questa perderebbe allora buona parte del suo scopo venendo arretrata, si può dire, di un cinquantennio. E la sua depressione si ripercuoterebbe necessariamente sull' Università e quindi in genere sulla Scienza. Pertanto la Società Botanica non può non approvare pienamente gli ordini del giorno suddetti. Dopo ampia discussione, il Prof. I.. Vaccari compila il seguente ordine del giorno: 96 ADINAN/.A l'KI.I,' 11 QICGHO « La Società Botanica Italiana, presa visione della nuova legge per l' Istruzione Media, mentre plaude a S. E. il Ministro della P. 1., on. Gentile, per il lodevole tentativo di riformare radicalmente tutto I" ordinamento scolastico allo scopo di renderlo più rispondente ai bisogni delle varie classi sociali e di inspirarlo ai concetti umanistici sui qu»li si è in ogni tempo imperniata la coltura italiana, sente il bisogno di richiamare la Sua attenzione sul danno gravissimo che incombe sulla coltura generale colla riduzione (in taluni corsi persino soppressione) dell' inse- gnamento delle Scienze Naturali. La Società Botanica Italiana non fa grande questione dell'abbinamento dell'inse- gnamento della Storia Naturale colla Geografia o colla Chimica, o della fusione di tutte e tre queste materie sotto un solo insegnante, per quanto sia obbligata a ritenere che ben difficilmente un insegnante possa riuscire maestro efficace in tutti e tre questi rami disparati, ma nota con doloroso stupore che il numero delle classi e delle ore dedicate a questo duplice o triplice insegnamento appare addirittura irrisorio, data la vastità e l' importanza della materia da insegnare, per cui anche in quei corsi nei quali tale insegnamento sarà mantenuto esso dovrà di necessità ridursi ad una nomenclatura arida, fredda, pesante. E notando altresì, che solo in pochi istituti si avrà un insegnante particolarmente versato nelle Scienze Naturali, mentre negli altri 1' insegnamento verrà dato per incarico a persone estranee alla materia e forse alla scuola, incapaci per ciò di portare quel soffio animatore che solo può venire da chi è veramente padrone dell'argomento, essa ritiene che anche per tale ragione l'insegnamento dovrà diventare una vuota sfilza di nomi e di formole e per ciò atto solo a rendere antipatico lo studio della Natura. Ora, la Società Botanica Italiana, che anche in recenti sue pubblicazioni deplo- rava la progressiva diminuzione di naturalisti in Italia e attribuiva tale triste fenomeno, che intacca profondamente la dignità della Patria al cospetto delle altre Nazioni, proprio all'eccesso di questa nomenclatura farraginosa e asfissiante sull'osservazione diretta e sull' insegnamento a base di Biologia, non può esimersi dall' esprimere il suo sconforto nel vedere che venga perpetuato ed aggravato questo stato di cose. Le sembra quasi impossibile, che proprio in questo periodo di intenso sduttamente dei prodotti e delle forze della Natura si possa nelle Scuole Medie ridurre in modo così impressionante l' insegnamento di quella scienza che è base della vita pratica ; e si possa sopprimerlo del tutto nei Licei femminili, le uniche scuole, cioè, da cui attingeranno la loro coltura tutte le giovanette che non vogliono appartenere alla ristretta cerchia di chi si avvia all' insegnamento elementare o ai banchi del commercio o degli uffici. E le pare ancora impossibile che in questo fervoroso ripristino del concetto uma- nistico non si sia sentito il soffio animatore che promana dalle Scienze e che tanta luce fulgidissima ha gettato io ogni tempo nei campi del pensiero e della letteratura. Leonardo, Galileo, Redi, per non citare che alcuni fra i cento di cui si gloria I' Italia, furono scienziati prima che letterali, e dalle Scienze trassero la sostanza e la bellezza delle loro opere immortali. La Società Botanica Italiana, infine, crede che con queste limitazioni la Scuola Media venga meno al suo compito più alto e più nobile, quello di schiudere alla. ADUNANZA DKLL'll GIUGNO 97 mente dei giovani tulli gli orizzonti, affinchè possano più coscientemente scegliere la loro via. Se interi campi delle nostre conoscenze e possibilità rimangono loro ignorati come si potrà sperare di suscitare in essi vocazioni, e di accendere quelle scintille da cui sorsero (come tante volte è avvenuto) le scoperte maravigliose, gloria della no- stra stirpe? La Società Botanica Italiana pertanto, pur affermando, anzi riconfermando, la necessità di un indirizzo più vivo, più suggestivo nell' insegnamento delle Scienze nelle nostre Scuole Medie, intimamente persuasa che tale studio risponde non solo ad un assoluto bisogno pratico da parte di tutti, ma anche ad un altissimo bisogno dello spinto, costituendo base non discutibile per tanta parte della filosofia e dell' arte ; convinta che esso costituisce, qualora sia bene inteso, un mezzo di ginnastica men- tale e di formazione del pensiero e del carattere, per nulla inferiore a quello delle Matematiche, della Filosofia e delle Lingue, e che nello stesso tempo è focolare perenne di entusiasmi vivi che tengono accesi gli ideali ; invoca nel modo più caloroso che venga ripresa in esame tutta questa parte del- l' ordinamento scolastico per cercare di indirizzarlo ai veri bisogni pratici e spirituali del nostro paese ». L'Assemblea lo approva all'unanimità e dà incarico al Presidente di trasmetterlo a S. E. il Ministro della Pubblica Istruzione. Indi il socio E. Chiovenda fa la seguente comunicazione : « Credo interessante richiamare 1' attenzione dei botanici sul nome per la prima volta stato usato per I' alberetto noto in alcune valli del Piemonte occidentale col nome di marmollier e sul quale recentissimamente il prof. Giovanni Negri ha pubblicato un magnifico lavoro fitogeografico. Il Villars nella sua Flora Delphinalis del 1 785 dà la frase diagnostica di questa specie col nome di P. brigantina e questo nome dà pure nel primo volume della sua Histoire des Pianta de Dauphiné del I 786 a pag. 299 negli elenchi delle piante raccolte nelle sue escursioni botaniche. La forma del nome P. brigantiaca è del par- roco Domenico Chaix, il quale nel suo elenco: Stirpa rariores a nobis observata in agris Elbredunensis et Brigantiaco in itineribus 1779 et 1783, che sta stampato insieme cogli elenchi suddetti del Villars a pag. 381, pone Prunus brigantiaca (mihi). Il Villars in questo primo volume della sua Histoire dava certamente la preferenza al suo appellativo P. brigantina, perchè nell'indice del volume vediamo a pag. 456 indicato in carattere diritto il suo nome e in corsivo (cioè sinonimo, secondo la spie- gazione data a pag. 426 nell' intestazione dell' indice) quello del Chaix. Nel terzo volume (1769) della sua opera, ove a pag. 535 dà la descrizione estesa della pianta, usa il nome dello Chaix, ma come suo proprio. Villars fece 1' aggettivo brigantina avendo erroneamente chiamata Brigantium la città di Briancon, che i latini chiamavano invece Brigando, mentre con quel nome intendevano propriamente la città di Coruna nella Callida, e l'aggettivo brigantinus veniva applicato al lago di Costanza Brigantinus o Venetus Lacus, presso la cui riva si stendeva la Brigantina Sylva, abitata dai Brigantii la cui capitale era Brigantia ossia Bregenzd). Perciò sia che si voglia stare (I) Luigi 1 lugurs, Dizionario di Geografia Antica. Torino 1897. p. 87. 98 ADUNANZA PKIJ.'Il aiUGSO all'adozione pura e semplice del nome più antico; sia che si voglia adottare la cor- rezione del parroco Chaix, il nome comunemente usato per il marmottier ha bisogno di una piccola modificazione e si dirà o Prunus brigantina Vili. (1785) o Prunus briganliaca Chaix ( I 786) » . Viene poi presentato il seguente lavoro : Zenari S. - Intorno alla Sistematica di Sonchus oleraceus L. em. e di Sonchus asper Hill. e le note : CIFERRI R. — PRIMO PUGILLO DI MICROMICETI FIORENTINI NUOVI O RARI. 1 . Phyllosticta Dahliaecola Brun. Sacc. Syll. X, p. 1 29, su fg. lang. di T)ahlia sp. colt., in un giardino pubblico, X-1922. Secondo Sacc. trovata solo in Francia ; ha periteci 1 20- 1 40 u.. diam., e spore 7-9 ^ 3 |x. circa. 2. Haplosporella viticola Cooke et Mass. Sacc. Syll. X, p. 273, n. var. hederacea mihi. Jl typo differì sporis minoribus, 20-22 v 10-11 il. Hab. in ramulis siccis Ampe- lopsidis hederaceae. Il tipo ha spore 30-35 *? 10-15 fi. 3. Phyllosticta Caranoi mihi n. sp. (ded. Clar. Prof. Ca- rano, Direct. Hort. Bot. R. Un. Fior.). Maculis amphigenis, magnis, orbiculari-ex-pansis, albicantibus vel albo-griseolis, 7 mm. diam. usque 30 mm. longis, margine definito, augustissime purpureo-brunneo cincto, elevato ; peritheciis hypophyllis, sparsis, punctiformibus, usque 100-120 \i. diam., rotundatis, atris; sporulis ellipticis vel elongato-ellipticis, hyalinis, conlinuis, eguttulatis, 3-4 V 1-1,5 u,. Hab. in foliis vivis Acokantherae venenatae, un H. Bot. Fior, cultae. V-1923. Bella specie, caratteristica per le macchie fogliari chiare, nettamente definite, e cinte da una sottile linea bruno-porpora, molto rilevata, che spiccano assai bene sul verde intenso del re- stante della fg. sana. Su questa matrice, non è stata ancora indi- cata nessuna Phyllosticta. 4. Bertia moriformis (Tode) De Not., Sacc. Syll. I, p. 582, su rametto secco di Rhododendron sp. colt., Orto Bot, XI- 1922. 5. Chaetomium Pampanini mihi n. sp. (ded. Clar. Prof. Pampanini, coadjut. Hort. Bot. R. Univ. Fior.) Peritheciis undique gregariis, nigro-olivaceis, 300-500 \x. diam.y globoso- ADUNANZA DRLL' 11 UIUGNO 99 elogantis selulis olivaceis, subflexuosis, granuloso-papillulatis, 3 (J-. diam. circ. ; ascis tereto-fusoideis, 50-70 * 1 5-20 [x. ; sporis le- viter apiculatis vel limoniformibus, mux angulosis, costa lateraliter eminenti, 14-18 e- 8-10 [i.. subfuscis. Hab. in foliis putrescentibus indeterminatis, Horto Boboli, III- 1923. Specie molto affine, per 1* aspetto e per i caratteri diagnostici, al Chaetomium macrosporum Sacc. et Peng. (Sacc. Syll. IX, p. 484), ma da cui si distingue nettamente per le setole che in tutta la lunghezza sono granulose-papillulate caratteristicamente, mentre in quello sono lisce. 6. Pleospora herbarum (Pers.) Rabenh. Sacc. Syll. II, p. 247, n. for. fiorentina mihi. A typo differì sporidiis 25-12 u.. Hab. in caule emortuo pianta annua indeterminata, H. {Boi. Fior. 11-1923. Nella specie tipica gli sporidi sono 30-40 = 16-18 {*• '■> aschi, come in essa, 1 20 ^ 20 |jl. 7. Claviceps purpurea (Fr.) Tul. (sclerozio) Sacc. Syll. II, p. 564, nei fiori di Glyceria fluitans, dintorni V-1923. 8. Cytospora orthospora B. et C. Sacc. Syll. Ili, p. 272, n. var. italica mihi. A typo differt stromatibus unicellular ibus, rarius bicellularibus, primo rotundatis dein applanatis, usque 560 u.. longis, eleoato-planis ; cirros non visis ; basidiis filiformibus, 24 u.. longis, e strato proligero obscure-flavis oriundis, suffultis; sporulis hx>alinis, curoulis, continuis, suballanthoideis, 3-5 * 1-1,5 |i. Hab. in ranulis siccis Robiniae pseudoacaciae, circa Florent. IV- 1923. Differisce dal tipo per le dimensioni sporologiche ; negli altri caratteri la varietà non è comparabile ad esso, per la diagnosi assai incompleta data dagli scopritori in America. 9. Cucurbitaria berberidis (Pers.) Grev. Sacc. Syll. II, p. 308, su rametti secchi di Berberis culgaris, Orto Bot. IV-1923. 10. Lasiospheria crinita (Pers.) Sacc. var. arenatioris Desm. Sacc Syll. Ili p. 201, su terra umida, ai piedi di un Leccio, 11-1923. La varietà del Desmazières differisce dal tipo solo per I' habitat singolare, nel mio caso terriccio umoso, bagnato, il che non giu- stifica forse la creazione d'una varietà, dato che il fungo vive su materiale molto decomposto, che di solito è legno. 11. Sphaerella tyrolensis Auersw. Sacc. Syll., I, p. 533, su foglie languenti di Polypodium Dui gare colt., Orto Bot. V-1923. Forma fitte macchie nerastre sulle pagine superiori; l'esemplare, con aschi immaturi, non permette definire se il fungo è da riferirsi 100 ADUNANZA DKLL'll (HUGNO al tipo (non italiano) od alla var. montellica del Saccaido, che forma però macchie rossastre. 12. Leptosphaeria Lucilla Sacc. Syll. Il, p. 52, associata alla Septoria piricola Desm. su foglie viventi di Pero colt., dintorni, XI- 1922. Ha aschi un po' minori di quelli descritti dal Saccardo: 42 s 8 {*•> spore 18 » 4 (i. 13. Leptothyrium Periclymeni (Desm.) Sacc. Syll. Ili, p. 626, su fg. semisecche di Lonicera Kocheana, Orto Bot. IV, 1923. 14. Lophionema bisporum mihi, n. sp. Peritheciis sparsis, solitariis, nigris, super ficialibus, oftiolatis, usque 300 [i.. diam., ostiolo angusto, nigro ; ascis bisporis clavatis oel subcylindraceis, maturis 70-90 * 6-7 u.. hyalinulis, sporidiis filifor- mibus, vermicularibus, uniformibus, attenuatis, immaturis 30-50 v 6-7 |i.j hyalino-viridulis, 55-65 * 35-2,5 u.., primum guttulatis, dein subdistincle 6-septatis. Hab. in ramulis siccis Pini sihestris, Cascine pr. Fior. Ili- 1923. L'esiguità del materiale non mi ha permesso studiare più det- tagliatamente e più profondamente questa interessantissima specie, nel cui genere il Sacc. riporta due sole specie. L' esemplare da me studiato non era forse neanche del tutto maturo ; ciononostante vari aschi si presentavano contenenti due spore vermiformi, sottili ed allungate abbastanza distintamente septate ; dalle due specie del genere si differenzia molto evidentemente per le dimensioni degli organi, ed il numero e il colore jalino appena tendente al verdo- gnolo delle spore. 15. Cladosporium Thypharum Desm. Sacc. Syll. IV., p. 366, su fg. morte di Thypha sp., lungo l'Arno, XI- 1922. 16. Ramularia Sambucina Sacc. Syll. IV, p. 127, su fg. semivive di Sambucus ebulus, Cascine, V-1923. 17. Ramularia Primulae Thuemen - Sacc. Syll. IV, p. 214, su fg. viventi di Primula acaulis, dintorni, IV- 1923. L* iconografìa delle specie nuove verrà data in altra occasione. Chiudendo questa breve rassegna, mi è gradito ringraziare il chiarissimo Prof. Carano per l' ospitalità accordatami nell' Orto Botanico da lui diretto. ADUNANZA DELL' 11 GITTONO 101 FENAROLI L. DI ALCUNE PIANTE RARE OD INTERESSANTI DELLA FLORA LOMBARDA. Ho qui raccolte ed ordinate alcune osservazioni fatte nel corso degli ultimi mesi circa alcune piante che ho ritenuto opportuno di ricordare per il loro particolare interesse nei riguardi della flora lombarda. Asplenum lanceolatum Huds. - In Val Malga (Adamello) presso la Malga Premassone su terreno siliceo (Luglio 1922). Di parti- colare importanza è la presente località nei riguardi della distribu- zione geografica di questa specie propria delle regioni mediterranea ed atlantica dell' Europa occidentale ed isole. All' interno essa era nota solo per 1' Alsazia e forse per ì Colli Euganei, (cfr. Asch. et Graeb. Syn. I (1913) 93). Pinus rigida Mill. - Questo pino della Sez. Taeda, caratteri- stico per i suoi coni verticillati a squame pungenti, è originario dell' America boreale-onentale, donde venne introdotto in Europa nel 1750 per scopi forestali. Attualmente trovasi abbastanza diffuso nelle Gròane di Limbiate e Mombello (brughiera) dove è oramai da ritenersi naturalizzato. Carex Goodenoughii Gay var. elatior Asch. et Graeb. - Abbon- dante in densi cespi in uno stagno della brughiera di Castellazzo presso Milano (Aprile 1923). Il tipo, proprio delle regioni montana ed alpina, venne già osservato nella pianura padana dal compianto Prof. E. Rodegher negli acquitrini lungo l' Adda (cfr. Rodegher e Venanzi, Prosp. FI. Prov. Bergamo (1894) 21). Carex montana L. var. bulboides IVaisbecfcer - (Oest. Bot. Zeit. XLVII (.1897) 431). Sponda occidentale o bergamasca del Lago d'Iseo presso Tavernola (Aprile 1923). Unitamente al tipo, nei boschi ombrosi, a latifoglie, su terreno calcareo, però non frequente. Viola alba Bess. - Frequentissima lungo tutta la riviera occi- dentale del Lago d'Iseo, su terreno calcareo. (Aprile 1923). E' dominante sulla meno frequente Viola hirta. Anemone hepatica L. f. alba Mill. - Si segnala la particolare diffusione, nella quasi totale assenza del tipo, di questa forma, generalmente poco comune e solitaria, al Monte Cavai di Barni presso Magregho (Vallassina) (Maggio 1923). Unitamente alla jorma rosea Neumann essa è abbastanza frequente anche sul Lago d' Iseo presso Tavernola. Bellis perennis L. Var. caulescens Lge ( R. hybriJa Ten.). - La osservai per la prima volta nel greto del Torrente Seveso tra Niguarda e Milano (Aprile 1923); a questa prima località altre seguirono in breve tempo come Caloizio, Milano (nel cortile della 102 ADI NAN/.A dkll'11 giuono R. Scuola d'Agricoltura). Mandello^e Lecco (queste ultime due su comunicazione del Dott. Rossi). E pertanto da ritenersi varietà molto frequente anche in Lombardia quantunque prima d'ora non risulti esservi stata altrimenti osservata. Crepis praemorsa Tausch var. incarnata Tausch - Ricordo questa bellissima varietà a fiori bianchi, osservata in rari esemplari in Val d' Erve salendo dalle Alpi di Pralegero verso il Canalone di Val Negra al Monte Serada (20 Maggio 1923), perchè non comune, quantunque diffusa dal Goriziano al Comasco. Nella regione venne già osservata presso Carenno (cfr. Rodegher e Venanzi, Prosp. FI. Prov. Bergamo (1894) 58). PASSERINI N. — SUL POTERE INSETTICIDA DEL PYRETHRUM ROSEUM M. B. Conosciuta anche sotto il nome volgare di piretro del Caucaso, dalla regione di cui è originaria ('), questa pianta è da lungo tempo utilizzata per preparare polveri insetticide.^ 11 suo uso è forse più antico di quello del piretro di Dalmazia. E pure assai fre- quentemente coltivata nei giardini come pianta ornamentale. Potei averne il seme dalla cortesia del collega prof. Adriano Fiori e sino dal primo anno ne ottenni un numero notevole di forme, dal colore delle ligule variante dal bianco puro, al roseo più o meno carico, al rosso vinoso. Raccolti i capolini separatamente quando erano completamente aperti, fattili seccare e macinatili potei constatare che, qualunque fosse il colore delle ligule, possedevano tutti un potere insetticida non inferiore a quello del P. cynerariaefolium Trev. Anche per il piretro roseo, tutte le parti, purché ben essiccate all' aria e ridotte in fina polvere, in un tempo più o meno lungo cagionano la morte di quegli insetti, che a questo genere di inset- ticidi presentano una specifica sensibilità. Sperimentando colla Musca domestica L. constatai : 1" Che colla polvere dei capolini tutti gli insetti cadono entro 2 e muoiono entro 40. 2 Colla polvere dei fusti, alcuni cadono entro 6 ; cessano per la maggior parte di volare entro 1 2 , ma alcuni svolazzano anche dopo I ora. Anche i caduti si agitano a lungo (9 ore), ma finiscono per perire tutti entro 24 ore. 3 Con polvere di foglie cominciano a cadere dopo 3 ; ces- sano di svolazzare dopo 1 2 ; cadono tutti entro 1 6 . (I) Sommier e Levier lo segnalano per località montuose fino a 2800 m. di altezza (Enumeralio planlarum in Caucaso leclarum - 1900, pag. 235). ADUNANZA DBLl/11 01 UGNO 103 4° Con polvere di radici cominciano a cadere dopo 5 ; ces- sano di volare dopo 17' e cadono tutti entro 24. Colla applicazione delle polveri al Ctenocephalus canis Curtis (pulce canina), resultò quanto segue: 1° capolini. — Le pulci cessano di saltare e cadono entro 1 30 . Dopo 30 sono tutte immobili e morte. 2 " fusti. — Dopo 1 6 saltano sempre agilmente ; più debol- mente dopo 20 . Alcune saltano sempre dopo 8 ore. Passate 20 ore sono tutte morte. 3° foglie. — Cessano di saltare e cadono tutte dopo 4 ; per 1 h 30 agitano le zampe. Dopo 5 ore sono tutte immobili e morte. 4" radici. — Cadono tutte dopo 4 ; agitano le zampe per 1 h 30 . Dopo 5 ore sono tutte morte. Da esperienze sul Cremalogaster scutellaris Oliv. (formica) resulta : 1 " capolini. — Le formiche cadono tutte entro 1 ; per 21' agitano le zampe, poi muoiono. 2° fusti. — Cadono per la massima parte entro 8 ; tutti in 10. Dopo 21' agitano ancora le zampe e l'addome. Tutte fini- scono per perire. 3" foglie. — Cadono tutte entro 5 ; dopo 2h agitano debol- mente le zampe; in seguito muoiono. 4° radici. — Cadono per la maggior parte entro 3 ; tutte entro 5. Dopo 2h debolissima agitazione negli arti. Resulta dunque che il potere insetticida è massimo per i capo- lini ; dopo, in ordine decrescente, vengono le foglie e le radici e per ultimo ì fusti, che sono notevolmente meno attivi. Come dimostrerò in altra nota, la polvere insetticida, per quanto ridotta in polvere finissima, non penetra mai nelle trachee degli insetti. Quindi la loro morte è dovuta all' azione di prodotti vola- tili probabilmente penetrati coli' aria entro gli stimmi. Questi pro- dotti agiscono evidentemente sui centri nervosi e producono da primo fenomeni di sovraeccitazione, indi di paralisi motoria. ADDENDA ET MMKNDANDA ADFLOKAM ITALICAM Sphagnum squarrosum Pers. var. giacile (Russ.) Ròll. forma drepanocladum Warnst. Sphagnol. univ. p. 160 (1911). — Ba- silicata : nel piccolo lago di Lagopesole, alt. e. 800 m. — Il -VI- 1898. Sph. cymbifolium Ehrh. (forma accedens ad var. laxum Warnst.) — Nello stesso luogo del precedente. La determinazione di questi due Sphagnum fu (atta dal Doti. A. Bottini con la 104 tua nota competenza e gentilezza, di che Lo ringrazio. Nella « Sphagnologia italiana » del Bottini (1919). non è indicata alcuna specie della Basilicata e perciò ho creduto rendere note le due sopra nominate, che rinvenni tra il materiale indeterminato del mio erbario. Associate ad esse crescevano Aspidium Thelypteris e Carex paniculata, piante proprie dei substrati torbosi. Adr. Fiori Cardamine impatiens L. — Napoli : Negli Astroni (Campi Flegrei), 12-V-I914. Chlora imperf oliata L. f. — Rovine di Pompei, 31 -III- 191 4. Lavatera maritima Gouan ssp. bicolor Shuttl. — Liguria : S. Remo, presso il Pont Saint Louis, 4-III-1911. Scrophularia auriculata L. — Nizza: Vallone del Magnan. 30-111-1913. A. Voigt NOTULE BIBLIOGRAFICHE Béguinot A. - Sulla costituzione ed origine di alcune colonie di piante mediterranee attorno al Lago di Qarda (« Atti Vili Congr. Geogr. It. Firenze 29 marzo-6 aprile 1921 », voi. II, p. 222. Firenze, 1923. Furrer E. - Kleine Pflanzen geogr aphie der Schweiz. Zii- rich, 1923 (8° pp. 331 con 76 fig. : ed. Beer et C.e). Negri G. - Il Prunus brigantiaca Vili nell'Alta Valle di Susa (« Ann. R. Accad. Agric. Torino », voi. 65, 1922. Torino, 1923). Raffaello Beni, gerente re»pon»abile Borgo S. Lorenzo - Tip. Mazzocchi 923. Oti0»re N. 7. -^^^"^ BULLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA IN DICE Chiarugt A. - Contributo alla conoscenza della Flora del littorale toscano . Pag. 106 Chiovenda E. - Note sulla " Flora aegyptiaco-arabica " di Pietro Forskal pubblicata nel 1775 » 112 Bilanci consuntivo del 1922 e preventivo del 1923 » 117 Notule bibliografiche » 120 Adunanza del 13 ottobre 1923. Presiede il Presidente N. Passerini. Aperta la seduta è proclamato a nuovo socio il Dott. Ernesto Weiss, di Trieste. Indi il Segretario dà lettura della seguente risposta del Ministro della P. I., S. E. Gentile, all'ordine del giorno sull'insegnamento scientifico nelle Scuole medie votato nell" adunanza dell' I I giugno u. s., e subito trasmessogli : MINISTERO DELL'ISTRUZIONE il ministro 26 Giugno 1923 Onorevole Collega, Ho letto P ordine del giorno della Società Botanica Italiana, riguardante 1" insegna- mento scientifico nelle Scuole medie, sul quale Ella si è compiaciuta di richiamare la mia attenzione, e Le significo che ogni giudizio al riguardo è prematuro. Infatti gli orari e i programmi per le materie scientifiche, come per le altre discipline, non sono stati ancora definiti. Alla compilazione di essi stanno lavorando scienziati ed insegnanti competenti e mi auguro che debbano corrispondere sia alle esigenze didat- tiche sia a quelle di un maggior profitto da parte degli alunni. Cordiali saluti. firmato: GENTILE. Onorevole Conte Prof. Napoleone Passerini Senatore del Regno Presidente della Società Botanica Italiana Sono poi presentati i seguenti lavori : Grande L. - Note di Floristica. 106 A1MNANZA Dl.I. LS OTTOBRB CHIARUGI A. CONTRIBUTO ALLA CONO- SCENZA DELLA FLORA DEL LITTORALE TOSCANO. Ho avuto occasione di erborizzare a più riprese (') lungo il li- torale toscano attorno al Capo di Castiglioncello, laddove termina la costa alta e rocciosa corrispondente ai Monti Livornesi e co- mincia quella bassa e arenosa della Maremma. Poiché nel breve spazio di pochi chilometri 1' aspetto e la natura del littorale si presenta assai vario, troviamo in questa regione una discreta ab- bondanza di specie mentre soltanto di un piccolo numero ne è stata segnalata la presenza (2) ; onde non mi è parso inutile rife- rire i resultati delle mie ricerche. Per la costante relazione tra la flora e la costituzione del terreno, che nel caso speciale, come ho detto, è assai varia, do un elenco distinto delle piante raccolte nei settori della costa geologicamente differenti da me esplorati. Aggiungo inoltre un elenco delle piante raccolte sulle colline che dalla spiaggia salgono verso Monte Pelato, e infine quelle raccolte nel Palude di Vada tra la Fine e la Cecina. I. DA FORTULLINO A CASTIGLIONCELLO In questo settore la costa è formata da un' alta scogliera di ser- pentini battuti dal mare, sopra i quali la macchia mediterranea si spinge quasi sull' orlo delle ultime roccie. Brevi torrentelli anch' essi incassati tra rupi di serpentini sboccano a mare formando una piccola spiaggia umida e sassosa. Alla foce del torrente Arancio presso il Capo Fortulhno raccolsi : Periploca graeca L. : indicata per il littorale tra Viareggio e la paludetta di Livorno e di cui nessuna stazione è segnalata più a sud verso la Maremma ; Vitex Agnus-Castus L. : in un solo esemplare ben sviluppato che fa bella mostra di se, occupando buona parte dell' alveo del torrentello : non è segnalato che all' Ardenza e alla Torre di S. Vincenzo; Teucrium flavum L. ; Viburnum Tinus L. ; Iris Chamaeiris Bert. Alla foce del Quercetano : Atriplex portulacoides L. . Lungo il littorale: Euphorbia Pilhyusa L. for. ovali/olia (Fiori): questa specie già indicata da Fiori, è propria della Liguria, da Genova a Nervi, Livorno e le grandi isole ; la forma suddetta è (1) Agosto 1921 ; Settembre 1922; 23 Aprile e 20-25 Maggio 1923. (2) Cfr. Caruel T., 'Prodomo della Flora toscana, Firenze, 1860. Baroni E., Supplemento generale al Prodomo. Firenze, 1897-1908. Fiori A., Rilievi geografici e forestali sulla flora del bacino della Cecina e località finitime. Ann. del R. Ist. Sup. Forest. Nazion., Voi. V, Firenze, 1920. ADUNANZA DKL 13 OTTOBRK 107 indicata anche per Nervi, Maddalena e S. Stefano. Si trova ab- bondante sui serpentini nel tratto di costa da Fortullino a Casti- glioncello, dopo di che cessa immediatamente e non si ritrova neppure sulle vicine roccie di eufotide. Probabilmente questa è la stazione più meridionale della sua area di diffusione in Toscana attorno a Livorno ; Melilotus altissima Thuill. ; Lotus siliquosus L. for. maritimus (L.); Amarantus retroflexus L. ; Juncus acu- tus L. ; Juncus maritimus Lam.; Typha angusti/olia L. for. media (Schleich.); Scirpus Holoschoenus L. ; Molinia caerulea Moench. 2. SENO DI PORTOVECCHIO In questo settore molto breve la costa è formata da rupi di eufotide o granitone, costituito da un plagioclasio sodico-calcico come labradorite od oligoclasio, e da un pirosseno pure calcico come il diallagio ; in modo che questa roccia contiene assai più calcio e meno magnesio dei vicini serpentini : scompaiono tutte le specie decisamente calcifughe caratteristiche di quest' ultimi e che erano abbondanti nel primo settore di costa. Su queste rupi sovrastanti al mare troviamo : Anthyliis Barba- lovis L. : questa è una delle stazioni più set- tentrionali della specie in Toscana : anticamente nasceva a Mon- tenero presso Livorno, ma ora più non vi si trova (Caruel) ; in seguito fu segnalata al Romito e a Campolecciano presso la foce della Chioma, e non si ritrova che verso Piombino ; Senecio Cineraria L. ; Andropogon hirtus L. . 3. DA CASTIGLIONCELLO ALLA PUNTA DEL LILLATRO La costa di questa zona è costituita da una piattaforma di pan- china, cioè di un' arenaria phst)cenica assai ricca in calcare, alta circa uno o due metri sul livello di marea, tutta erosa dalle acque a formare una infinità di buche o marmitte, dal fondo spesso co- perto di sabbia umida d' acqua salmastra portatavi dal libeccio. La panchina in alcuni punti è seguita verso 1' interno da una striscia di arene che in qualche punto sono ammassate al vento a formare dune alte fin otto metri ; in altri punti è seguita invece da una formazione di prato arido e secco, dove le piante vivono prostrate al suolo e straordinariamente fitte. Le uniche piante che vivono sulle creste elevate della panchina sono la Statice minuta L. var. reticulala Rchb. e il Crithmum maritimum L. . Lo Spo- robolus pungens Kth. è quella che prima si impadronisce delle arene laddove queste sono sempre lavorate dalle più forti libec- ciate, tantoché cresce insieme ai detriti di alghe, di Posidonia ecc. gettati dal mare ; mentre la Psamma arenaria R. et S. e l' Agropyrum junceum P.B. sono le prime piante che consolidano le dune eoliche, sulle quali s'impiantano in seguito: Juniperus macrocarpa Sibth, Quercus Ilex L., Pislacia ! entiscus L., Myrtus 108 AM NANZA DSL 18 OTTOURE communis L., Daphne Gnidium L., Osyris alba L., Smilax aspera L., Clematis Flammula L. . Tra le piante più comuni di questo settore ho raccolto : Glaucium flavum Crantz. Cabile mariiima Scop. ior.'ova- lifolia (Poir.). Diplotaxis tenui/olia D. C. Linum striclum L. Linum maritimum L. Eryngium maritimum L. Seseli (ortuosum L. for. mari- timum (Guss.). Echinophora spinosa L. Asperula cynanchica L.var. den- siflora (Gr. Godr.). Anthyllis Vulneraria^, var . Dil- lenii (Schult.) Medicago litoralis Rohde var. arenaria (Ten.). Dorynium hirsutum Ser. Lotus ornithopodioides L. Inula crithmoides L. Diotis mar il ima Sm. Helichrysum italicum G. Don. Convohulus Soldanella L. {F$artsia Trixago L. Orobanche amethystea Thuill su Eryngium maritimum. Salvia pratensis L. var. haema- todes (L.). Teucrium Scordium L. Statice minuta var. reticulata Rchb. Plantago Bellardi Ali. Plantago lanceolata L. var. la- nuginosa (Koch). Plantago coronopus L. Salsola Kali L. Salsola Soda L. 'Polygonum maritimum L. Euphorbia "Peplis L. Euphorbia Seguieriana Neck. var. prostrala Caruel. Euphorbia Par alias L. Euphorbia exigua L. var. re- /usa (L.). Spiranthes autumnalis Rich. Orchis laxiflora Lam. Ophrys apifera Huds. Pancratium maritimum L. Narcissus serotinus L. Allium sphaerocephalum L. Cyperus aegyptiacus Glox. Schoenus nigricans L. Imperata cilindrica P. B. Sporobolus pungens Kth. Lagurus ovatus L. Psamma arenaria R. et S. Dactylis glomerata L. var. /»'- spanica (Roth). Sclerocloa rigida P. B. Catapodium loliaceum Lk. Agropyrum repens P. B. var. pungens (R. et S.). Agropyrum junceum P. B. Triticum villosum Bieb. jìegilops ovata L. Interessante si presenta questa nuova stazione di Narcissus serotinus L. come la più settentrionale in Toscana, essendo nota soltanto per la Maremma di Orbetello e alcune isole. Ascrivo gli esemplari di Euphorbia Seguieriana Neck. alla var. prostrata ; non ho mai rinvenuto a Castiglioncello la var. ni- caensis (Ali.): credo pertanto che abbia ragione il Fiori nel rite- nere probabile che la varietà indicata dal Baroni per questa località debba essere la prostrata e non la nicaensis. Si riteneva prima che 1' E. Seguieriana var. prostrata fosse una specie propria dei ser- pentini : Fiori riconobbe che essa ha per questi una preferenza, ma che può trovarsi anche su altri substrati, avendola rinvenuta sulla trachite a S. Vincenzo. A Castiglioncello vegeta abbondan- ADUNANZA DHL 13 OTTOBRE 109 temente sulla panchina che è in prevalenza calcarea e sui ser- pentini non compare neppure. Ho raccolto esemplari di Lagurus ovatus L. alti appena 4-5 cm., con una pannocchia ridottissima subsferica con pochissimi fiori : ma anche senza arrivare a tali estremi ho trovato molto comuni le piante microflorate tali da esser diagnosticate per la forma b. nanus istituita da Gussone per gli esemplari di Lampedusa. Queste piante nane si trovano sui punti più elevati della panchina, maggiormente battuti dal vento e dal sole e dove 1' acqua pio\ana scorre via rapidamente per le fessure carsiche della roccia. Nei punti invece più umidi e un poco più riparati si trovano esemplari del tutto normali. Tale promiscuità di piante con aspetto diverso a seconda della promiscuità delle stazioni fa pensare che tale nanismo non rappresenti un carattere ereditario e, come tale, fis- sato, ma sia l' effetto di una adattabilità della specie a condizioni speciali, cessate le quali la pianta ritorna normale, come accade per tante piante della microflora mediterranea. Credo perciò che Sommier abbia perfettamente ragione quando giudica non buona la forma istituita da Gussone ('). 4. PUNTA DEL LILLATRO Su questa stretta e bassa scogliera di panchine che si prolunga in mare e che è tutta consparsa di pozze d'acqua salmastra vege- tano su un' area ristrettissima : Arthrocnemum glaucum Ung. indicato per Livorno e Orbetello; Suaeda maritima Dum. segnalata per le stesse stazioni oltre 1* Elba ; Artemisia coerulescens L. data per la Paludetta di Livorno e Talamone ; Slalice Limonium L. che qui comincia per continuare fino alla foce della Fine e Vada. 5. DA CASTIGLIONCELLO A MONTE PELATO Dalle scogliere del Capo di Castiglioncello s' innalzano le colline verso 1' interno costituendo tre grandi ripiani o terrazze che forse rappresentano altrettante terrazze marine. 1 terreni che ivi affiorano sono serpentini, calcari eocenici e panchina plistocenica. La ter- razza media è la più ampia, ed è anche quella più coltivata ; la prima è coperta di macchia e di pineta fin quasi sul mare ; la terza infine è rivestita esclusivamente di macchia mediterranea con ì suoi elementi caratteristici, e su di essa s' innalza il cono di M. Pelato (378 m.) costituito da una massa compatta di ser- pentini. Di questa zona menziono : (I) Cfr. Sommier S., Le Isole Pelagie e la loro flora. Firenze, 1908, pag. 151-52. 110 A l » i • N ANZ v I>Ki. 13 OTTOBBM Clematis Flammula L. Nasturtìum officinale R. Br. Reseda Phyteuma L. Reseda lutea L. Reseda luteola L. Helianthemum gutlatum Mill. Helianthemum Fumana Mill. Helianthemum arabicum Pers. Polygala flavescens D. C. tunica prolifera Scop. tunica Saxifraga Scop. Si lene gallica L. Cerastium campanulatum Viv. Polycarpon tetraphyllum L. Malva silvestris L. Lavatera punctata Ali. Hypericum perforatum L. Ki7ìs vinifera L. Ononis pusilla L. Calycotome spinosa Lk. var. tfi/- /osa (Lk.). Trifolium stellatum L. Trifolium arvense L. Trifolium striatum L. Trifolium agrarium Poli. Jlstragalus monspessulanus L. ^7cia atropurpurea Desf. K/cr'a hybrida L. Lalhyrus sativus L. Scorpiurus subvillosus L. Coronilla scorpioides Koch. Ornilhoous compressus L. Hippocrepis comosa L. Hedysarum coronarium L. Potentilla hirta L. Agrimonia Eu potoria D. C. T^osa sempervirens L. P/rus communis L. var. Achras (Gaertn.). P/rus torminalis Ehrh. Lythrum Salicaria L. Ecballium Elaterium Rieri. Mesembriantbemum acinacifor- me L. Eryngium campestre L. Bupleurum protractum H. et L. Peucedanum Cervaria Cuss. 'peucedanum Oreoselinum Moench. Torilis arvensis Lk. Asperula cynanchica L. var. /on- g»77ora (W. et K.). fèupatorium cannabinum L. /4s/er Linosyris Bernh. /nu/a v/scosa Ali. /4ster/scus spinosus Cren. Godr. Xanthium italicum Moretti va- rietà Negri" (Ces.). Anthemis arvensis L. Anacylus radialus Lois. jlchiìlea Jlgeratum L. Chrysanlhemum Myconis L. Senecio Iacobea L. var. erra/Z- eus Bert. Senecio erucifolius L. Staehelina dubia L. Carlina lanata L. for. Po/a (Hacq.) Carlina corymbosa L. Cirsium arvense Scop. Geropogon glaber L. Tragopogon porrifolius L. Pterotheca nemausensis Cass. Hieracium florentinum Ali. va- rietà piloselloides Vili. Anagallis arvensis L. var. coe- ru/ea (Gr. Godr.). Erythraea Centaurium Pers. Erythraea spicata Pers. Erythraea maritima Pers. Chlora perfoliata L. Cuscuta Epithymum Murr. su Trinia glauca, Teucrium mon- tanumv&r. longifolium (Rota), Stachys recto var. linearifoliat (Fiori), Galium lucidum, Cen- taurea paniculata var. aetaliae (Somm.) for. maremmana (Fiori). Convolvolus sepium L. Convolvolus Cantabrica L. Heliotropium europaeum L. Echium italicum L. Anchusa italica Retz. Lithospermum purpureo - coeru- leum L. Linaria Elatine Mill. Antirrhinum Orontium L. Odontites lutea Rchb. Origanum vulgare L. Salvia Verbenaca L. ADUNANZA DRL 13 OTTOBRE 111 Sideritis romana L. Marrubium vulgare L. Betonica officinalis L. Teucrium Chamaedrys L. Globularia Vulgaris L. 'Daphne Gnidi um L. Osyris alba L. Ciiinus Hypocislis L. for. k.er- mesinus (Guss.) su Cistus vil- losus. Euphorbia falcata L. Iuniperus communis L. luniperus macrocarpa Sibth. Iuniperus phoenicea L. Serapias longipetala Pollin. Ophrys aranifera Huds. Ophrys apifera Huds. Ophrys Arachniles Lam. Orchis coriophora L. Qladiolus segetum Ker-Gawl. Gladiolus bizantinus Mill. Asparagus acutifolius L. Ornithogalum umbellatum L. Ornithogalum narbonense L. Scilla autumnalis L. Hyacintbus romanus L. Muscari comosum Mill. Jìllium triquetrum L. * Allium moschatum L. Allium roseum L. jìllium pulchellum Don. Jìlisma Plantago L. Jìrisarum vulgare Targ. Tozz. Cyperus longus L. Care* muricata L. var. divulsa (Good). Cares distans L. 'Phalaris brachystachys Lk. Phalaris paradoxa L. Phalaris coerulescens Desf. Milium multiflorum Cav. yjgrostis verticillata Vili. ,/^/ra capillaris Host. Cynosurus echinatus L. Eragrostis megastachya Lk. Briza minor L. Briza maxima L. Bromus mollis Pari. Bromus sterilis L. X)ulpia aliata Lk. Dactylis glomerata L. Brachypodium pinnalum P. B. Brachypodium distachyum P. B. La pianta più interessante è senza dubbio V Allium moschatum L. che trovasi sulle aride rupi ofiolitiche del cono di M. Pelato dalla base fin sulla cima ('). Esso viene ad aumentare il numero di quegli elementi che caratterizzano il distretto maremmano colla loro area di distribuzione anomala ; intendo cioè dire dell' Aslragul us Muelleri che dall' Istria, dalla Croazia, dal Montenegro si ripre- ienta al M. Amiata, nel Grossetano, e al M. Pisano, e del- l' Allium siculum che dalla Sicilia si ritrova sul M. Labbro. Infatti l' Allium moschatum dalla penisola balcanica, dove è assai diffuso, dall' Istria, dove è noto soltanto per i dintorni di Fiume e di Parenzo, e dall' Abruzzo ricompare su questa ristrettissima area del littorale toscano : questa nuova stazione è un ponte di pas- saggio tra quelle dell' Europa Onentale, con quelle francesi. La Vitis vinifera è inselvatichita nella macchia sotto Monte Pelato. L' Hedysarum coronarium rinasce dovunque sconfinando da campi nella macchia. Raccolsi la Salpinchroa rhomboidea Miers. avventizia a Capo Castiglioncello. (I) Cfr. Bull. Soc. boi. it., 1922. pag. 73. 112 ADINA N/.A DSL L8 OTTOBKK 6. PALUDE DI VADA Riporto qui un elenco delle piante che vi ho raccolto il 20 Settembre 1922. Polygala flavescens D. C. Linum marilimum L. Jlllhaea officina lis L. Ononis spinosa L. for. albiflora (Goir.). Trifolium fragiferum L. Dorycnium recium Ser. Lylhrum Salicaria L. Oenanthe peucedanifolia Poli. Pastinaca sativa L. Daucus carota L. Succisa pralensis Moench. jìchillea Millefolium L. varietà asplenifolia (Vent.). Senecio Iacobea L. var. erraticus (Beri.). Qentaurea Iacea L. var. ama- va (L.). Cirsium monspessulanum Ali. Serratula tinctoria L. var. m- divisa (Poir.). Lisimachia Vulgaris L. Odontites serotino Dum. Teucrium Scordium L. Statice Limonium L. fèuphorbia pubescens Vahl. Spiranthes autumnalis Rich. jìllium oleraceum L. var. pa- niculatum (L.). Sorghum halepense Pers. Saccharum Ravennae Murr. Setaria viridis P. B. Crypsis aculeata Art. 'Phragmites communis Tnn. Tra queste la più interessante è la Crypsis aculeata Ait., di cui questa nuova stazione è la più meridionale fra quelle cono- sciute nel littorale toscano, essendo nota soltanto per Sarzana e la Paludetta di Livorno. CHIOVENDA E. — NOTE SULLA FLORA /EGYP- TIACO- ARABICA DI PIETRO FORSKAL, PUBBLI- CATA NEL 1775. Recentissimamente Cari Christensen (') ha fatto una revisione delle piante pubblicate dal Forskal nell' opera indicata, apponendo a ciascuna delle piante elencate, la corrispondente determinazione dell' esemplare conservato nel suo erbario conservato nel Museo Botanico dell' Università di Copenhagen. Disgraziatamente circa un terzo delle specie non è rappresentato nel detto erbario. Di queste alcune sono state sinonimizzate da vari botanici e segna- tamente da M. Vahl, da G. Schweinfurth, da P. Ascherson e da R. Muschler, e le osservazioni loro sono generalmente riportate dal Christensen. Nonostante ciò ne rimangono ancora alcune rite- nute ignote. Mi è sembrato opportuno aggiungere qualche appunto che traggo dal manoscritto della Flora Aethiopica, cui attendo da parecchi anni e per la quale ho fatto uno speciale studio di questo (1) C. Christensen: Index lo Peher Forssk<*l Flora. — Dansk Botanisk Arkiv IV. n. 3 (1922) p. 1-54. ADUNANZA DBL L3 OTTOBBH 113 importantissimo libro del Forskal ; come si vedrà per alcune furono proposti dei riferimenti, anche con combinazioni nuove nominali, da botanici dimenticati dal Christensen e che per debito di esat- tezza è opportuno tenerne conto Gli studiosi vorranno valutare le ragioni che adduco a sostegno delle opinioni esposte ; mancando la testimonianza dell' erbario, naturalmente solo come tali io presento questi miei appunti, senza la minima pretesa di voler loro attribuire un carattere probatorio assoluto. Cent. I, n. 56. 'Phalaris setacea Forsk. per le parole della diagnosi « culmus simplex pedalis, folia involuta supremum latius ante florescentiam spicam includens ut spatha, spica cylindrica alba » credo che sia il Pennisetum Rùppellii Steud., che per- ciò dovrebbesi chiamare *P. setaceum (Forsk.). n. 72. Cynosurus ternatus Forsk. = Eleusine indica (L.) Gaertn. forma macia. n. 86. ^/Jrundo maxima Forsk. = Phragmites vulgaris (Lam.) Crép. subsp. maxima (Forsk.) Chiov. - Jìrundo isiaca Delile. Già Delile descrivendo la sua fìrundo isiaca vi riferì questa pianta di Forskal ; le parole della diagnosi si riferiscono evi- dentemente ad esemplari giovani. n. 95. Panicum polygamum Forsk. = Pennisetum polygamum (Forsk.) Chiov. comb. nova - eP. longistylum Hochst. Le parole della descrizione « Stigma simplex. Involucrum sub spicula setis pollicaribus hirsutae » credo non lascino dubbi su questo riferimento. n. 96. Jìndropogonoides - ^etrapogon tenellus (Roxb.) Chiov. per le parole : « Spicae terminales secundae. Spiculae obcordatae ». n. 97. Gramen - Schoenefeldia ? Ariste semipollicares. Unicum flo- sculum intra calycem. Vaginae compressae. n. 98. Gramen - Dinebra relroflexa (Vahl) Panz. Per ì caratteri : « Spiculae patenti - deflexae multiflorae. Corolla bivalvis biari stata ». Cent. II, n. 10. Cornus sanguinea Forsk. = Cordia Gharaf Forsk. pp. xeni, xcv, xcvi e xcix. n. 18. Sceura marina Forsk. = Avicennia marina (Forsk.) Vierhapp. n. 20. Heliolropium fruticosum Forsk. (non L.) = Heliotropium strigosum Willd. n. 42. Ipomaea biloba Forsk. = /. Pes caprae (L.) Roth. n. 71. Asclepias Daemia Forsk. = Pergularia-Daemia (Forsk.) Chiov. Le Collezioni botaniche della Missione Stefanini- Paoli nella Somalia Italiana (1916) p. 115 a 215. In quanto al genere Pergularia L. = Daemia R. Br. veggasi N. E. Brown ap. Thyselton Dyer FI. Capensis IV, I, p. 757. I 14 ADI nan/.a i>i i. I : OTTOBBB n. 74. Asclepias glabra Forsk. =- Pergularia glabra (Forsk.). Nova comb. n. 77. Slapelia. Nomen, Stapaliu multangula Forsk. pag. CVIII. n. 192- Echidnopsis multangula (Forsk.). Nova comb. n. 81 . Cressa arabica (Forsk.) Seddera arabica (Forsk.) Choisy. Cent. Ili, n. 5. Calha spinosa Forsk. = Gymnosporia parvifolia (Vahl) Chiov. nova comb. - G spinosa Christensen (non alio- rum). La prima volta che è stato usato il binomio Qymnosporia spinosa è stato da Hooker per il Celastrus spinosus Royle (cfr. Boiss. FI. Orient. II (1872) pag. I I) e questo nome deve sostituire quello di G Royleana (Wall ) pubblicato dall' Hooker medesimo nel 1875 (cfr. FI. Bril. India II. p. 620). Posteriori sono i nomi G. spinosa (Bianco) Merrill et Rolfe (1908) per la Cupania spinosa Bianco ; G. spinosa (Forsk.) Fiori (191 I) per la G. senegalensis (Lam.) Loesen., che però secondo l'affermazione di Christensen, la diagnosi del Forskal e l'esem- plare del suo erbario è altra cosa e perciò la specie lamar- kiana dovrà continuarsi a chiamare G. senegalensis (Lam.) Loes. n. 10. Hyperanthera peregrina Forsk. = Moringa peregrina (Forsk.). Fiori in Nuovo Qiornale Botanico Italiano, Serie II, voi. XIX (1912), p. 466, n. 324. n. 20. Suaeda monoica Forsk. a pag. XCVI usa per questa pianta il nome S. Asal ; invece a pag. CIX n. 220 S. monoica. n. 44. Colchicum monlanum Forsk. La frase : n Folia ambiunt fio- rem nondum explicatum " mi fa sospettare, che si tratti della Merenderà aby ssinica A. Rich. n. 53. Sodada decidua Forsk. A pag. XCV questa pianta è chia- mata Sodada spinosa Forsk. n. 76. Cadia. = Panciatica purpurea Giuseppe Picciuoli Hortus Panciaticus ( I 783) p. 9 con tavola ; Cadia purpurea Ait. Hort. Kew. Ili (1789) p. 492; Cadia varia L' Herit. (1795); Spendoncea tamarindi/olia Desf. (1795); Cadia arabica J. F. Gmel. (1796) n. 78. Cuucanthus. Nomen Caucanthus edulis Forsk. pag. CXI, n. 289. n. 97. Glinus setiflorus Forsk. = Mollugo setiflorus (Forsk.) Chiov. nova comb. ; M. birtus Thunb. n. 100. Culhamia. = 'Uriphaca africana Lour. (1790); Sterculia platani/olia Vahl (non L.); Culhamia hodiensis J. F. Gmel, (1791); Sterculia abyssinica R. Br. (1814); Sterc. Tri/aca R. Br. (1844); Sterculia arabica Anders. (1860); Sterculia africana (Lour.). Fiori in Y Agricoltura Coloniale voi. V. Supplem. (1911) p. 37. Cent. IV, n. 23. Chadara tenax Forsk. = Grewia tenax (Forsk.). Fiori in l' Agricoltura Coloniale, voi. V. Supplem. (1911) p. 23. ADUNANZA DHL 13 OTTOHRK 115 n. 27. Clinopodium fruticosum Forsk. = Otostegia fruticosa (Forsk.) Schweinf. ap. Penzig in Atti Congresso Bot. inter- nazionale Genova 1892 (1893) p. 35). n. 37. Ocimum Vaalae Forsk. Coleus Vaalae Defìers Ve- gelation de l' Arabie tropicale au delà du Yemen, in Revue d'Egypte (1894) secundum Franchet in Bull. Soc. bot. Frange XLÌ1 (1895) P. 689. n. 39. Lathraea quinquefida Forsk. = Cistanche Phelipaea (L.) Coutinho FI. Porlua. (1913) p. 571. n. 44. Orobanche Hnctoria Forsk. — Cistanche tinctoria (Forsk.) Deflers (non G. Beck) in Bull. Soc. bot. France XL1II (1896) p. 327 n. 336. n. 51. T^ueUia adhaerens Forsk. = Priva adhaerens (Forsk.) Chiov. nov. comb. var. oc Forskalii (Vahl) Chiov. ; Priva leploslachya y. Forskalii (Vahl) ; Verbena Forskalii Vahl Symb. III. (1794) p. 6. n. 92. Hibiscus praecox Forsk. = H. esculentus L. forma. n. 87. Drena ocalifolia Forsk. -T Hibiscus purpureus Forsk. var.? ovalifolius (Forsk.) Chiov. « Corolla flava, basi violaceo- ferruginea » . n. 95. Hibiscus purpureus Forsk. — H. micranthus L. f. (1781). L'H. calycinus Willd. cui vien riferito questo sinonimo da Christensen è pianta diversissima, ed è sinonimo dell' H. ca- lyphyllos Cav. n. 96. Hibiscus tripartilus Forsk. = H. cannabinus L. vai. tripar- titus (Forsk.) Chiov. nov. comb. — H. tridaclylites Webb in Schedis Herb. Fiorentini. Caules setis conicis diaphanis rigidis brevibus refractis e tuberculis ortis, scabernmi. Folia basi cuneata, inferiora ad medium 3-5-lobata, lobis lanceolatis vel ovato-lanceolatis, superiora interdum profundius tripartita. Ca- lyx et calyculus densissime setis basi minute bulbiferis toctis, maturitate caducissimis et calyculum et calycem tandem lae- vigatum relinquentes. — Nubia, secus Nilum album et Azu- reum in Sennaar et in Fazogl (Figari) H. cannabinus var. Iridaclylites (Webb) Chiov. in Schedis Herb. Fiorentini. Già il monografo Hochreutiner (Annuaire du Conservatone et Jardine botanique de Genève IV (1900) p. 1 14 n. 84) aveva collocato la specie di Forskal tra i sinonimi dell' H. cannabinus. n.97. Hibiscus palmatus Forsk. = H. inlermedius A. Rich. (1847). n. 100. Elcaia. Nomen specif. p. XCV. Elacaia Roko Forsk. = Trichilia Roka (Forsk.) Chiov. nov. comb. - Trichilia emetica Vahl Cent. V, n. 9 Dolichos faba nigrila Forsk. = Canavalia gladiata (Jacq). De. n. 29. Indigofera spicata Forsk. = /. endecaphylla Jacq. (1 784). 116 ADUNANZA DHL 18 OTTOBRE n. 86. Qerbera hirsuta Forsk. per i fiori bianchi coi raggi esterna- mente violascenti, credo che si tratti delia Qerbera abissinica piuttosto che della Gerbera piloselloides L. che ha i fiori gialli. n. 87. Bellis. Nomen pag. CXX n. 507. Bel lis flava Forsk. Credo che si debba riferire alla Qerbera piloselloides L., che ha i fiori gialli. Cent. VI, n. 50. Cucumis. Nomen pag. LXXVI, n. 506, Ca- cume Mhaeimta Forsk. n. 67. Cebatha. Nomen pag. XCVII1. Cebatha esculenta Forsk. r Cocculus Cebatha De. ; Cocculus pendulus (Forster 1 786) Diels ; Cebatha penduta (Forster) O. Kuntze. n. 68. Leaeba. == Cebatha esculenta Forsk. — Leaeba dubia J. F. Gmel. n. 69. Keura odorifera Forsk. — Pandanus odoriferus (Forsk.) Chiov. nova comb. -~ P. odoratissimus L. f. (1781). n. 76. Holcus Durra Forsk. = Sorghum Durra (Forsk.) Stapf. n. 87. Mimosa stellata Forsk. — Cantuffa stellata (Forsk.) Chiov. in Annali di Botanica XIII. (1915) p. 409. La diagnosi data dal Forskal per la sua specie è poco concludente ; ma la descrizione del Vahl (Symbolae I. p. 81) non lascia dubbio, specialmente per questi caratteri : Petiolus communis subtus aculeis geminis oppositis, recurvis, ad singula paria et supra intra singularum aculeus erectus. Flores in racemo composito, nume- rosi, patentes, sparsi ; pedicellis longitudine florum. Pelala quinque, lanceolata. Filamento decem distincta, corolla parum Icngiora. Se, quantunque assai posteriore, si preferisse il nome generico stabilito da Robert Brown, questa specie devesi ap- pellare Pterolobium slellatum, in luogo di P. lacerans R. Br. n. 88. ^Cimosa glomerata Forsk. — Dichrostachys glomerata (Forsk.) Chiov. /. e. L'indicazione del legume nella diagnosi del Forskal non lascia dubbio in questo riferimento. n. 94. Ficus morifolia Forsk. — F. Baeles Forsk. pag. XCIV. var. a morifolia (Forsk.) Chiov. nov. comb. = F. For- sf^alii Vahl ; F. palmata var. morifolia (Forsk.) Schweinf. Folia omnia vel fere, integra. Tutte le caratteristiche date dal Forskal, ottimamente si at- tagliano a questa pianta ; ed è notevole che in Eritrea, ove questa varietà, come la seguente sono assai frequenti, sono % egualmente chiamate in lingua tigrigna e in arabo Belèss o Bellès, nome simihssimo a quello indicato dal Forskal per il suo F. mori/olia. Forskal a pag. XCIV, tra le piante escu- lenti, collocò il Ficus Baeles, intendendo con questo nome di riunire le sue due specie F. morifolia e F. palmata e infatti a pag. CXXIV dopo avere al n. 622 riferito il nome indigeno Baeles al Ficus morifolia, pel palmata al n. 623 soggiunge Idem nomen. ADUNANZA DHL 13 CTTOBRH 117 n. 95. Ficus palmata Forsk ~ Ficus Baeles (Forsk.) palmata (Forsk.) Chiov. nov. comb. Folia plerumque profunde palmato- lobata. Cent. Vili, n. 33. Alsine prostrata Forsk. — Polycarpaea pro- strata (Forsk.) Decaisn. in Ann. Se. Nat., Serie II., voi. Ili, (1835), p. 263, n. 202. n. 72. Lotus eretica Forsk. (non L.) — Lotus polyphyllus E. D. Clarke Travels in various countries of europe, Jìsia and Jfrica. Voi. HI. (1814) p. 41. = L. argentea Webb Vhylo- graphia Canariensis, Sectio II (23. VIII. 1842 cfr. R. Pam- panini, in Bullettino della Società Botanica Italiana (1923) p. 7) apud Webb. et Berthelot Histoire Naturelle des Iles Canaries, Tome III, Deuxième Partie. RELAZIONE INTORNO AL CONSUNTIVO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA PER L'ANNO 1922. Illustri Consoci, Il rendiconto e i documenti giustificativi del bilancio consuntivo della Società botanica italiana che abbiamo il compito di riscon- trare risultano esatti in ogni singola spesa. Da essi rilevasi che le condizioni finanziarie sono di poco mutate in confronto con quelle dell'anno precedente, poiché da L. 1 1466,90 nel 1921 sono discese a L. 11392,45. Le principali differenze verificatesi riguardano le accresciute quote versate dai Soci, che da L. 2095 sono salite a L. 3190,40 per effetto dell' aumento portato alla tassa di associazione ; un altro rilevante cespite di entrata dipende dalla vendita delle pubblica- zioni arretrate, che da L. 512,50 nel 1921 è salito a L. 2338,75 e da quello delle pubblicazioni in corso, che da L. 312 è salito a L. 1655; anche il contributo per estratti e tavole ha dato un vantaggio di L. 454,05. Il debito verso la " Flora italica cryptogama " è salito da L. 889,10 a L. 2271,50 essendosi fatto quest'anno un ulteriore prelevamento di L. 1 382,40. Sarebbe opportuno che questi pre- levamenti avessero termine e che si rifondessero le somme prese in prestito evitando d'ora in poi di ricorrere ai capitali della n Flora " sui quali (come già si ebbe occasione di rilevare altra volta) il Con- siglio della Società botanica esercita solo una funzione di patrocinio. Per la " Flora italica cryptogama n nulla di particolare trovasi da rilevare; il suo patrimonio di L. 38013,80, computato con giusta prudenza poiché è diminuito del 75 "', sul prezzo di coper- tina, dà affidamento che la stampa di essa potrà continuare senza alcuna difficoltà finanziaria. Firenze. 27 MaKuio 1923. I SINDACI Firmalo: MICHELE GUADAGNO Firmato: LODOVICO PICCIOLI ' SOCIETÀ BOr Bl LANCIO CO CONTO DI CASSA. ENTRATA Retto di Cassa al 31 Dicembre L- Da quote arretrate di soci » Da quote dell' anno corrente » Da quote anticipate di soci » Tasse di ammissione di soci * Da vendita di pubblicazioni arretrate ' » » corrente anno » Da contributi estratti e tavole » Da interessi ' Da iscrizione a socio perpetuo B Prelevamento dal patrimonio della Flora italica cryptogama . » Totale L. USCITA Spese per le pubblicazioni !«•■ » postali, di cancelleria e minute » Stipendi, compensi, oblazioni Spese per depositi e rimborsi * Totale L. 1921 4395,10 375.— 2095. - 573. - 100, 512.50 312. — 977.05 738.15 500,- 889.10 11466,90 10079,60 987,30 400,- 1466,90 19 425 3I9C 185 6( 233f 1655 1431 72' 1382 1139; 10091 74: 41 1 1*1 139; BILANCIO PREVENTIVO 1923 ENTRATA Contribuzioni sociali arretrate . » Dette per il 1923 .... » Crediti per abbonamenti e ven- dita di pubblicazioni ...» Crediti per contributi estratti e tavole » Vendita di pubblicazioni arretrate » Abbonamenti e vendita di pub- blicazioni per il 1923 . . » Interessi di capitali .... » Totale L. 745- 3500,- 739,40 254.25 1500,— 1600,— 700.- 9038.65 USCITA Spese per pubblicazioni . L. » postali, cancelleria, minute » Stipendi, compensi, oblazioni . » Restituzione imprestito alla Flora italica cryptogama ...» Totale L. 556/ 75( 45( 2271 903( FLORA ITAL CONTO DI CASSA ENTRATA Resto di Cassa al 3 1 Die. 1 92 I L. Da sottoscrittori alla Flora . » Totale L. 615.70 3305,50 3921.20 USCITA Compenso per spese ammimstraz. L. Spese postali » Imprestilo alla Soc. Bot. It. . » Resto di Cassa al 31 Die. 1922 » Totale L. 6( 25( 138; 222* 392' L'ECONOMO: PROF. E. CHIOVENDA Avvertenza. — Gli allegati e i documenti relativi al presente 3 A ITALIANA O 1921-1922 STATO ATTIVO e PASSIVO ATTIVO liti per quote sociali L. per abbonamenti e vendita di pubblicazioni .... » verso le Banche » per contributi estratti e tavole » >re della Biblioteca sociale » dei mobili e suppellettili >^ delle pubblicazioni sociali » Totale L. PASSIVO iti per quote anticipate di soci e abbonamenti L. intonate per completamento stampa pubblicazioni .... » ito verso la Flora italica cryptogama » imonio sociale » Totale L. 1921 740.- 1319.75 8000. - 180- 4141, - 200,- 3479, 18059,75 638,— 1650- 889,10 14882,65 8059,75 1922 745, 739.40 8000,- 254.25 4348. 200.- 3579,— 17865,65 220,— 227L50 15374,15 17865,65 S T A T O DKI SOCI 31 Dicembre 1921 Wuovi soci : Cappelletti, Baciocchi-Del Turco, Carano, Catoni, Gavioli, Morettini » Soci defunti : Sommier » Soci dimissionari : Fabani, Grilli, Marchesetti, Preda, Santi, Trinchieri » 31 Dicembre 1922 » 15 6 121 6 14 121 TTOGAMA STATO ATTIVO e PASSIVO ATTIVO fi Cassa al 31 Die. 1922 L. verso sottoscrittori alla Flora » verso le Banche . . . » verso la Soc. Bot. It. . delle copie della Flora in *ito » Totale L. 2228.25 3186,75 6000, - 2271,50 24327,30 38013.80 PASSIVO Debiti verso sottoscrittori alla Flora L Patrimonio della Flora italica cryptogama Totale L. 87,- *H0l *,80 IL PRESIDENTE: PROF. N. PASSERINI esso la sede della Società ai Soci che ne facciano richiesta. 120 ADUNANZA DKI, IH OTTOHRK NOTULE Hill BIOGRAFICHE Assenza V. - Dizionario botanico dialettale-italiano-scien- tifico della maggior parte delle piante spontanee, coltivate ed ornamentali della Contea di Modica. Modica, 1923 (in 8°, pp. 223). Guadagno M. - La vegetazione del Monte Nuovo e le sue origini. ("Boll. Soc. dei Naturalisti in Napoli", vo- lume XXXIV [1921-1922], Atti, P. 238-306). Pfaff W. - Sùdtirolische Kriegsbotanif^ (" Schlern, siid- tiroler Monatschr. far Heimatk. u. Heimatpfl. ", 1923, Heft I). Raffaello Beni, gerente retponsabile Borgo S. Lorenzo - Tip. Mazzocchi 923. Novembre- Decembre N. 8-9. BULLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA IN DICK XVIII.' Riunione Generale in Firenze Pag. 127 Chiovenda E. - Giuseppe Raddi e C. H. Persoon » 122 Pampanini R. - Nuove località dell' Artemisia Verlolorum Lamotte (Proc. verb.) » 121 — — Un' ipotesi riguardo al Silfio rappresentato sulla coppa di Archesilas (Proc. verb.) » 1 33 Notule bibliografiche » 135 Notizie » 136 Pubblicazioni pervenute in dono alla Società durante l'anno 1923 » 137 \ ** 44 » G. Bargagli-Petrucci .... » 43 » E. Chiovenda » 42 » L. Vaccari » 42 » E. Corano »4I» L. Piccioli » 40 » T. Provasi » 40 » Sindaci . . . M. Guadagno » 44 » E. Barsali » 40 » Non essendovi altro da trattare e poiché nessuno prende la parola, il Presidente dichiara sciolta I' Assemblea. Adunanza del 9 decembre 1923 Presiede il Presidente Passerini. Aperta la seduta è proclamato a nuovo socio il Prof. Ettore Sambo, di Prato (Toscana). Indi, il Segretario Pampanini (a la seguente comunicazione : « Come è noto, la scena rappresentata sulla coppa di Arkesilas, il celebre cimelio della ceramica greca del VI" secolo a. C. proveniente dalla necropoli etrusca di Vulci e passato nel 1836 nel "Cabinet des Médailles " a Parigi, è si può dire, uno dei capisaldi per la storia del Silfio cirenaico. Non e' è studio sul Silfio che non la ricordi. La scena si svolge, pare sul ponte di una nave dove in presenza del re Arkesilas si procede alla pesatura ed all' imballaggio del prodotto ed al suo colloca- mento nella stiva od in un magazzino. Veramente più che una pesatura è una misurazione o divisione perchè ambedue i piatti della bilancia sono colmi del pro- dotto. Luynes ritenne che questo fosse lana ; fu poi Witte che per primo I' in- terpretò come Silfio. Infatti il nome di uno dei personaggi : lX'.X0U.Ì'b0Q. fu in- 134 ADUNANZA DELL,' 8 DECEMHRE terpretato per O'.Ay0[i7.'^0^ o a'.À'^OJlàv.OC, che forse significa preparatore o pesatore del Silfio : da sli/os, che sarebbe stato il nome indigeno del Silfio, e da macha, il nome egiziano della bilancia. La bilancia grossolana col braccio fissato con corde, senza freccia e senza pesi, capace quindi solo di una pesatura o divisione molto approssimativa, mentre già da secoli le bilancie egiziane erano assai perfezionate, con freccia e pesi ; le tue grandi dimensioni ; 1" abbondanza del prodotto (se ne vedono sette colli oltre ai cumuli sui piatti della bilancia ed a terra), non depongono in favore dell' ipotesi che si tratti di un prodotto raro e prezioso come era il Silfio. Questa bilancia — come ricorda Babelon — è molto simile a quella primitiva rappresentata sull' anfora di Taleide nella scena della pesatura della lana. La coppa fu riprodotta dapprima nel 1832 nei "Monumenti dell' Istituto Archeo- logico di Roma" (tav. 47), e poi spesso in seguito. Ma certo la riproduzione più fedele è quella che figura nella grande opera del Babelon : " Le Cabinet des An- tiques" (tav. XII) dove è rappresentata in grandezza naturale ed a colori. In questa figura il Silfio (ammettendo che si tratti del Silfio) è rappresentato sui piatti della bilancia e sotto di essi da cumuli di una materia amorfa e grigiastra con qualche lumeggiatura di tinta più chiara, e da alcuni colli. Il Babelon, accogliendo I" opinione del Witte, vi vede il Silfio " emballé comme du foin " e precisa che 1 la présence des oiseaux qui viennent recueillir les graines corrobore cette hypothèse " (op. e, p. 39). Ma non mi pare che quei cumuli abbiano nulla che ricordi il fieno o qualche cosa di simile, né nella tinta né nella forma. Piuttosto ritengo che invece della pianta del Silfio o di parti di essa, possa trattarsi di grasso col quale si sarebbe estratta e fissata la sua essenza ; fatto analogo alla pratica deW'enfleuragc attualmente tanto in uso nel!* industria della profumeria. Il Silfio si mescolava anche alla farina (Perrot, " La Grece archa'ique ", p. 4 1 4 [in Perrot et Chipiez, ° Histoire de 1' Art dans 1* Antiquité ", voi. IX]), ma i cumuli, specialmente quello sul piatto destro della bilancia sono troppo alti ed irregolari, mi sembra, per rappresentare cumuli di farina sia pure resa più consistente dalla presenza del Silfio. Invece, l' ipotesi che il Silfio fosse messo in commercio sotto forma, diciamo cosi, di grasso d'enfleurage, od anche che questa fosse una delle forme del Silfio del commercio, oltre a spiegare l'aspetto e le dimensioni dei cumuli, i quali figurano essere alti 60-80 cm. con una base di 40 cm. circa, giustificherebbe anche l' abbon- danza del prodotto e spiegherebbe la natura dell' imballaggio. I colli sono interpretati come sacchi (" sacs tressés ", secondo Babelon), ma le loro dimensioni in rapporto a quelle dei personaggi e la loro forma non escludono l'ipotesi, mi pare, che sì possa trattare di otri. 1 prolungamenti alla loro estremità superiore furono interpretati per le pieghe della bocca del sacco legata, oppure — come risulta dalla figura data dal Micali (" Storia degli antichi popoli italiani". Ali. tav. 97, fig. I) — per i lacci della legatura; ma il loro numero costante ed il loro aspetto, tanto nei colli chiusi come in quello aperto che si ita riempiendo, possono farli ritenere i tronconi del collo e delle gambe an- teriori dell' otre. Questo sarebbe inoltre rivestito di una stuoia (e da ciò il suo aspetto di « sac (resse » ) e così preparato per la spedizione. Né la tinta brunastra dei cumuli sarebbe di ostacolo all' ipotesi che ho espresso, poiché é la stessa della vela o tenda che sovrasta al re — e che é presumibile ADUNANZA DELL' 8 DECKMBRE 135 fosse bianca più che bruna — e della tunica di lui "de laine bianche™ (Babelon). D' altra parte è anche probabile che dopo le manipolazioni per 1" estrazione dell es- senza il grasso non avesse conservato il suo candore. Si sa che ad ogni istante ci s' imbatte in usanze tenaci la cui origine risale a tempi remotissimi : oggi ancora, come il grasso di maiale da noi si conserva in vesciche, è in otri che in Grecia si usa conservare e trasportare una sorte di formaggio. V" ha una qualche relazione fra questa usanza attualmente in vigore in Grecia e la scena rappresentata sulla coppa di Arkesilas ? ». Dopo di che l'adunanza è tolta. NOTULE BIBLIOGRAFICHE Bertoldi V. - Un ribelle nel regno dei fiori. I nomi ro- manzi del n Colchicum autumnale L. n attraverso il tempo e lo spazio. (Bibl. dell' n Archivium Romanicum n ser. II, voi. 4°) Genève, 1923. in 8°, pp. 224. Ribelle perchè è il fiore che sboccia quando la fioritura delle altre piante si è spenta, e si chiude nel frutto quando la Flora è in tutto lo splendore della sua gloria primaverile. E questa sua anormalità che gli ha attirato l'attenzione del popolo, il quale gli ha attribuito proprietà e dato nomi innumerevoli e ricamato intorno ad esso poe- tiche leggende. « // bel fiore malvagio — che i fiori uccide e semina le brume » ha in questo volume un' illustrazione si può dire completa di quanto nel popolo lo riguarda in tutto il territorio romanzo ; un' illustrazione chiara, ordinata, intessuta di una critica attenta, persuasiva, ed esposta con facile parola. « Presque toutes les plantes sont nommées an hasard », aveva asserito infelicemente il Bruneau. « Se e* è una pianta — osserva invece il Bertoldi — che doveva portare una conferma alla sua asserzione è appunto il colchico : un fiore che vive così lon- tano dai centri abitati, un fiore che è quasi di esclusiva conoscenza del popolo mon- tanino e affatto sconosciuto all' abitante della città. Invece la ricca varietà di nomi, di immagini, di usi, di credenze, di frottole di cui ognuno à la sua intima ragione, è la più bella, la più eloquente smentita. Quanta vita, quante combinazioni fonetiche, quante risorse semantiche, quanti tentativi etimologici riusciti e falliti, in somma quale lavorio psichico lasciano intravedere queste voci che, relegate nella solitudine e nella pace alpina, dovrebbero essere le più inerti, le più calme, le più irrigidite » ! Perchè, aggiunge, « le denominazioni di qualunque oggetto formano tanto nella loro successicne cronologica quanto nella loro diffusione geografica come un tessuto che varia incessantemente di forma e di colore e alla cui elaborazione I' anima del popolo è una parte quasi sempre viva e cosciente. « Nel tempo — continua — la tendenza conservativa che lotta col bisogno innovatore d' un periodo di tempo in confronto all'antecedente; nello spazio. Io spirito imitativo che viene a cozzare col desiderio d' indipendenza d' un gruppo linguistico in confronto a quello vicino ; queste energie latenti nel linguaggio sono come i fili che fanno e disfanno 1' intricata tela di Penelope ». Questo lavoro sul colchico, che non saprei presentare meglio se non con queste frasi tolte da esso, è — è vero — uno studio di linguistica, ma essendo linguistica nel campo della nomenclatura botanica ed un vero modello del genere, è opportuno che sia segnalato anche ai Botanici. R. P. 136 NOTIZIK 11 « Comité interministeriel de» Piante» medicinale» et de» Piante» à etsences » sta pubblicando a Parigi una serie di Tavole a colori (13 1 8), rap- presentanti le piante medicinali francesi. A scopo di propaganda, il prezzo per ciascuna serie di otto tavole è stato fissato in soli (ranchi 1.50, oltre le spese postali. Le richieste devono essere indirizzate all' « Office nalional des matterei premieres - 44 Rue de Bellechasse - Paris (VII). Queste tavole accuratissimamente disegnate ed eseguite, oltre alla figura d' insieme di ciascuna specie presentano numerosi particolari analitici, e sono accompagnate da una descrizione esauriente della pianta, degli usi, delle sofisticazioni, ecc. Crediamo quindi utile segnalare ai Farmacisti, agli Studenti, agli Erboristi questa pubblicazione destinata a concedere loro il mezzo di procacciarsi, con poca spesa, una eccellente iconografia delle piante officinali più comuni. Finora sono uscite 2 serie. O. Mattirolo ooo II Rev. Don Pietro Porta morì il 1° Giugno u. s. all'età di 91 anni a Riva di Trento, lasciando il suo Erbario al Seminario di Trento. 137 'Pubblicazioni pervenute in dono alla Società durante V anno I 923 Bulletin ofthe New York Botanical Garden. Voi. XII (1923) n. 43. Journal of the JJrnold JJrboretum. Voi. IV (1923) n. 1-3. Memoirs of the Department of Agriculture in India. Voi. XI n. 8-10; XII n. I. Njites from the R. potarne Garden Edinburgh. Voi. XIII (1922) n. 65; XIV (1923) n. 66-67. 'Proceedings and Transactions of the Nova Scotian Institute of Scienze, Halifax, RCova Scolla. Voi. XV (1919-20) Parte 2\ T^roceedings of the National Jlcademy of Sciences of the United States of America. Voi. Vili (1922) n. 12; Voi. IX (1923) n. 1-11. 7£. Stazione di Patologia Vegetale, bollettino mensile di informa- zioni e notizie. Anno IV (1923) n. 1-9. The Journal of the Questi Microscopical Club. Ser. 2;i, Voi. XIV (1922) n. 88. The Ohio Journal of Science. Voi. XXII (1922) n. 8 ; XXIII (1923) n. 1-4. Transactions and Proceedings of the Botanical Society of Edinburgh. Voi. XXVIII (1922) Parte 3\ Camara (E. de Sousa da), Minutissimum Mycoflorae subsidium Sancti Thomensis Insula;. I. Mycetes. Coimbra, 1923. Campanile G., Sulla Phoma Beta Frank come agente delle bietole nei Semenzai in Italia. Roma, 1923. — Ulteriori osservazioni sulla malattia delle frutta di mandarino dovuta a Cylosporina citriperda Camp., Modena, 1922. — e Traverso G- B., Materiali per la identificazione delle Cuscute italiane. Modena, 1923. Cengia Sambo 29 Fiori Adr. - La priorità della Saponaria siculo Raf. sulla Saponaria depressa Biv. ('Proc. verb.) » 67 — L' Isoetes Duriaei Bory presso Firenze ("Proc. verb.) .... » 66 Minio M. - Rete (enologica: campagna 1922 ('Proc. verb.) ... » 5 — cfr. Barbiani A » 91 Mussa E. - Il Po morto » 70 Pampanini R. - Alcune piante dei dintorni di Giarabub (Cirenaica) ( 127 Raffaello Beni, gerente responsabile Borgo S. Lorenzo - Tip. Mazzocchi BULLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA BULLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA Anno 1924 FIRENZE 1924 l'( >KI.l : : : : : : TIP. I'. VALB0NES1 S T A T U T ( > SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA ai'I'kdva ro nella Riunione generale a Genova del 1892 e modificato in quelle seguenti H893-1923 Art. i. — I i S >cietà botanica italiana ha per scopo la diffu- sione e il progresso degli studi botanici in Itali. i. Essa provvede al loro raggiungimento con pubblicazioni, riunioni ed escursioni s icialt, col conferimento di premi a ricerche e studi botanici e con tutti quei mezzi analoghi eli- saranno giudicati opportuni. Art. 2 - La Società si compone di Soci effettivi in numero illimitato e di Soci onorari in numero non superiore ad un de- cimo dei Soci effettivi. Art. 3. — Essa ha una Direzione; generale amministrativa e sedi particolari scientifiche. Della Direzione Art. 4. — La Direzione risiede in Firenze. Art. 5. - Kss 1 è costituita da un Consiglio compost.) di un Presidente, di quattro Vice-Presidenti, di otto Consiglieri tre dei quali compiono gli uffici di Economo, Archivista e Segre- tario, e dei Delegati dell.' singole Sedi. Art. ó. — Il Presidente separatamente, i Vice-] 'residenti col- lettivamente, e i Consiglieri pure collettivamente, sono eletti dalla Riunione generale dei Soci, a schede segrete ed a mag- gioranza assoluta di \< »ri. Tutti durano in ufficio un triennio. Il Presidente ed i Vice-Presidenti non sono immediatamente rieleggibili che una volta sola. 1 Consiglieri tutti, invece, pos- son riconfermati anche oltre il sessennio. Art. 7. Se durante il triennio si verificano vacanze nel • provvede fino alla prossima Riunioni aerale, la qu.de procederà alla elezione dei titolari agli uffici vacanti. I nuovi eletti rimarranno in carica fino a compimento del triennio di nomina degli uffici. di che avranno sostituito. Art. 8. - Il Presidente sorveglia l'andamento della Società e ne fa eseguire lo Statuto, regola i lavori del Consiglio, lo riuni- to presiede, e nelle deliberazioni ha voto preponderante in caso di parità ili voti, può per gravi motivi, o quando ne sia fatta domanda motivata da almeno 25 Soci, convocare la Società in Riunione generale, dandone avviso almeno un mese avanti. Art. 9. — I Vice-Presidenti suppliscono il Presidente in 1 d'impedimento. In caso di mancanza del medesimo ne assume l'ufficio il Vice-Presidente anziano d'età, tino alla prossima Riu- nione generale della Società. Art. io. — L'Economo tiene i conti della Società, ne CUSto- i fondi, riscuote le tasse e le quote dei Soci, fa le spese approvate dal Consiglio e ne rende conto al Consiglio stes Art. 11. — L'Archivista custodisce nella Sede della Direzione le carte della Società, e le opere ad essa donate o ricevute in cambio oppure acquistate, è presta le opere ai Soci dietro loro domanda, contro ricevuta e per un tempo determinato. Art. [2. — Il Segretario redige i Processi verbali delle se- dute del Consiglio, tiene il registro dei Soci, disbriga il carteg- gio sociale, cura la stampa delle pubblicazioni, provvede al loro invio ai Soci ed al cambio con altri periodici scientifici secondo le istruzioni del Consiglio. Art. 13. — In caso d'impedimento dell'Economo o dell'Ar- chivista 0 del Segretario, il Consiglio delega al loro ufficio un altro Consigliere. Dei Sindaci e del Consultore legale Art. 14. Vi saranno inoltre due Sindaci, da nominare 1 Riunioni generali tra i Soci con scheda separata e colle nonno stabilite dall'Art. 6, incaricati di controllare il bilancio sociale, i quali faranno una relazione annuale sul bilancio consuntivo ed interverranno alle adunanze del Consiglio nelle quali si di- scuteranno i bilanci. La relazione dei Sindaci sarà resa nota ai Soci. I Sindaci durano in carica tre anni e sono sempre rieleg- gibili. Non possono essere eletti Sindaci quei Soci che abbiano [egami di parentela coi membri del Consiglio d'amministrazione della Società. A.rt. 15 — Il consiglio ha facoltà di aggregarsi un Consul- tore legale anche non Socio, il quale avrà solo voce consultiva e presterà l'opera sua gratuitamente, fruendo dei diritti dei Soci. Delle Sedi Art. 16. — Saranno istituite Sedi della Società là dove ne fanno domanda almeno u Soci residenti nella provincia, 0 in Provincie limitrofe a quella ove si trova il luogo designato .1 Sede. Art. 17. — La domanda firmata dai richiedenti per ogni Se- de è trasmessa al Consiglio. Il Consiglio delibera, e dopo la sua deliberazione favorevole la Sede viene costituita. Ari. 1 s. — Le Sedi sono dirette da un seggio costituito : da un Presidente, un Vice-Presidente ed un Segretario-Economo, eletti in conformità allo speciale Regolamento per le sedi me- desime. Art. ut- Le Sedi tengono adunanze anche in località dif- ferenti dalla loro residenza per gli scopi indicati all'art. 1. Art. 20. — Le .Sedi sono rappresentate nel Consiglio da uno speciale delegato con diritto d'intervento e di voto nelle sue adunanze: comunicano con il Consiglio per carteggio del rispet- tivo Seggio con il Presidente della Società; trasmettono o&ni quadrimestre la nota delle Loro spese minute, cfce non oltrepas- sino in totale L. 50, per Bverne il rimborso. Per spese «lì mag- gior entità occorrr L'approvazione preventiva del Consiglio, Art. 21. — I Processi verbali dette adunanze delle Sedi -sono trasmessi alla Direzione per essere pubblicati nel Bullettài», dove sono pubblicate altresì le comunicazioni fatte dai Soci alte s ili, per intero, se non oltrepassano u pagine e non sono ac- ccompagnate da tavole, altrimenti per estratto redatto dall'. nito- re stesso. Dei Sin i Art. 22. — Perchè uno possa ossero ammesso nella Società, occorre ne faccia alla Direzione la domanda per iscritto munita della firma di due Soci. Art, 23. — Il Socio paga una tassa di ammissioni' di Lire l)ieci, ed una quota annua di Lire Quaranta. L'anno incominciato sarà pagato per intero. Art. 24. — Il Socio si obbliga a far parte della. Società per tre anni, non dimettendosi due mesi avanti la fine del triennio mediante lettera in iscritto al Presidente della Società, si ri- tiene obbligato per l'anno successivo e così di seguito di anno in anno. L 1 sua iscrizione e >me Socio importa accettazione di tutti i patti dello Statuto, e per gli obblighi da questo dipendenti la sua elezione di domicilio presso la sede della Società. Art, 25. — Il Socio che nel primo trimestre dell'anno non la sua quota sarà richiamato dall'Economo all'adempimento del suo obbligo. Se passato un altro trimestre non vi avrà ot* temperato, gli sarà sospeso L'invio delle pubblicazioni. E se mal- grado ciò eoli continua moroso per un altro semestre, sani radiato dal ruolo dei Soci con pubblicazione nel Buliettino della Società, i Soci riceveranno il diploma e la tessera dopo il pagamento della t.issa di ammissione. Art. 26. — Le quote annue possono essere sostituite dal pa- gamento per una volta sola di Lire Seicento, senza deduzione dèlie quote che fossero già state pagate. Il Socio che ha eseguito tale pagamento è dichiarato Socie perpetuo. Art. 27. LI Socio riceve gratuitamente il Bulleltino della So- cietà ed il Nuovo Giornale Botanico Italiano. Art. 28. I Soci possono Intervenire alle adunanze delle di- verse Sedi, cori gli stessi diritti che nella propria. Art. 29. - — i Soci si radunano ancora in Riunione generale, in tempo e luogo prestabilito volta por volta dalla Riunione pre cedente o per convocazione del Presidente, giusta il disposto dell'art. 8. Art. 30. — Nelle Riunioni generali le adunanze, sono private o pubbliche. Le prime sono presiedute dal Consiglio di Direzio- ne il quale rende conto dell'andamento della Società e del pro- prio operato e lo sottopone all'approvazione della Riunione e pro- póne se occorre, questioni su cui deliberare, che possono ancora essere proposte d'i ni/iati va dei Soci dandone però avviso .il Consiglio innanzi la Riunione. Nelle adunanze private si fanno pure le elezioni dei membri del Consiglio nel modo determinato dall'art. 6. Nelle adunanze pubbliche sono ammessi anche gli estranei alla Società e possono essere aggiunte al Seggio altre persone estranee al Consiglio per presiedere; non vi potranno essere trattati che argomenti scienti liei. Art. 31. — l Soci assenti dalla Riunione generale possono farsi rappresentare dai presenti mediante una procura scritta : però nessun Socio presente alla Riunione potrà assumere più di due procure. Art. 32. — Qualunque proposta di modificazione allo Statuto dovrà essere fatta nota ai Soci due mesi prima della Riunione generale, e por essere adottata dovrà riunire i voti dei tre (piarti dei Soci presenti 0 rappresentati. Art. 33. — Le proposte di modificazioni allo scopo (art. 1) ed alla sede (art. 4), e quelle di scioglimento della Società e di alienazione di patrimonio sociale, che non sieno fondi d'ordina- ria amministra/ione, dovranno essere fatte per referendum e rese nota ai Soci due mesi prima della Riunione generale, giusta io l'art. J2.Per essere adottate dovranno riunire i voti dei tre quarti dei Soci effettivi. In caso di scioglimento la Riunione- generale delibererà sopra la erogazione del capitale sociale. \- v ;. Le pubblicazioni della Società consistono in : a) un Bulle/ ti no mensile, nel quale prendono posto per intero Le comunicazioni fatte dai Soci con carattere d'urgenza e nei li- miti della disponibilità del periodico ; />) un periodico trimestrale: il Nuovo Giornale Botanico Italiano (Nuova serie): Memorie della Società botanica italiana, nel quale sono pubblicati i lavori che non possono figurare nel Ballettino. Il Consiglio della Società stabilisce anno per anno in sede di bilancio li somma da assegnarsi alle pubblicazioni periodiche sociali. Nei limiti di questa somma ogni Socio potrà avere a sua disposizione per' la stampa delle memorie o comunicazioni ile dal Consiglio due fogli di stampa, ossia pagine 32. Potrà il Consiglio in circostanze speciali eccedere dai limiti so- praindicati. CtIì autori riceveranno venticinque copie a parte della propria pubblicazione nel Nuovo Giornale o nel Ballettino. Art. 35. — A Soci onorari possono essere nominati dall'As- semblea dei Soci nelle Riunioni generali, su proposta del Con- siglio, coloro i quali hanno acquistato speciali benemerenze verso la Sa lieta. Sono esenti da quote sociali, non hanno voto delibe- rativo .in seno alla Società, né possono coprire cariche sociali. 1 I SKDE DI FIRENZE (SEDK CENTRALE) Adunanza dell'8 Gennaio 1924. Presiede il Presidente N. Passickini. Aperta la seduta sono proclamati a nuovi Soci : Dott. Siro Luigi Maffei, di Pavia. Dott. Mario Yaccari, di Milano. Indi il Segretario presenta le note seguenti: MATTIROLO O. — noterelle di micologia I. Il « Myriosfoma coliforme in Liguria. Vi sono certi tipi di funghi che, per la loro rarit.'.. per la loro storia, e per le loro strane ed eleganti parvenze, hanno sempre destato la più viva attenzione dei micologi. Fra questi, die gli Autori indicano come « Genera primaria » è da annoverarsi il: maxime singularis (Fries. Syst III. i:l « Myriosloma coli formio j i ). la cui conoscenza scientifica risale all'anno 1696, anno nel quale Giovanni Ray nella 2." Edizione della sua Synopsls methodica Stirpium britanriicarum, lo descriveva con poche frasi che lo illustrano a perfezione. « Fungus pulverulentus coli instar perforatus, cnm volva stellata. « Per malurilatem discinditur in plnres partes, et Jiumi siratns stel- la»/ repraesentat, in cujus centro ipse fungus orbiculains. VARIIS FORA.MINIBUS PERTUSUS e quibus pulvis exsilit ». l'recipuo carattere, infatti, di questa Geastracea, è appunto quello di averti molti osculi, minuti, circolari, dalla presenza dei quali fu derivato tanto il nome generico <|U.mto quello specifico. Il A/y n'osto ma coliforme è noto di località inglesi; lo ricor- dano fra gli altri SOWERBY - PLOWRIGH1 - COOKE - Massi K é< 1 In Inghilterra fu la primi volta raccolto da S. I >« >< >i>y nell'anno 1 1 (lì II nome generico di Myritstoma e quello specìfico coliforme si devono al bota- nico A. A*. Dtsvem» clic li pubblicava nel 1809 nel suo Jouni. de Bot. Tom. 2. Secondo (orda - Ioni. Toni. v. p. 20 lo si' isso Desvaux avrebbe prima usalo il nome di PUtOstoirui. Fu osservato in Olanda da: Di- Vries, Van Eeden, Oude- m.w.ns ecc. In Germania da : Buchner, PToffmann, Winter ecc. In Polonia da : < V.knaikw. In Ungheria da: L. I [i >ll< >s. In Francia da: Desveaux, Bory di s.t Vincent <'cc. I:i A.merica fu raccolto nel Colorado, nella Florida, nel Dakota, da: Morgan, Lloyd, Peck ecc. Il CHIOVENDA lo ricorda come ritrovato anche al Capo di Buona Speranza e nell'Isola di Sokotra. In [tali i finora fu notato, con certezza, quattro volte sole. La prima da SCALIA in Sicilia (Catania) IQO3. La sfionda da CHIOVENDA a Premosello (Ossola interior'') 1 Piemonte - 1 nio). La terza dal Rev. Canonico ZOPPETTÌ (che me lo comunicava per la determinazione) a Monteossolano presso Domodossola - Pie- monte - 102 1. La quarta infine nuovamente dal CHIOVENDA su materiali rac- colti a Lastra di Sigma (Toscana) dal compianto 0. BECCARI, nel Parco della Villa della Marchesa Althviti - Ayila. Va ricordato ancora che SACCARDO e PETRI, nelle Reliquie dell'Erbario di P. A. MICHELI osservarono un esemplare di My~ rìostoma, accompagnato da un cartellino autentico, con la sola indicazione: Geaster X. 4 (?) ; ma senza alcuna indicazione di località, per cui rimane il dubbio che l'esemplare sia stato rac- colto in località italiana. In Italia adunque il Myriostoma fu rinvenuto finora in Sicilia, in Piemonte (due volte) e nella Toscana. ("redo quindi interessante per i micologi italiani, comunicare alla nostra Società, che un grosso esemplar-' (di circa 13 cent. nel diam. massimo), però ultramaturo e staccato dal terreno, fu da me recentemente rinvenuto (durante una escursione botanica datili iti allo studio floristico delle Cinque terre di Spezia in Pro- li sinonimo micheliano del .V. P. G, ammesso anche dalle stesso Saccardo come un po' dubbio, a me pare inamissibile in modo assoluto - V. N. 1*. (ì. p. 4 Tab. »oo fig. 4. vincia di Genova), su terreno serpentinoso, nei pressi di Comiglia, salendo alla chiesetta di San Bernardo (Giugno mj.ì). Il nuovo ritrovamento di questa rara specie in Liguria, che viene ad estenderne l'area di distribuzione in Italia è nello stesso tempo una nuova prova dell'* uòiquismo » dei funghi gastèro- myceti. Sfortunatamente per quante ricerche i.> abbi;; latto nella lo cai ita dove rinvenni il fungo, non potei riescire a rintracciare altri esemplari; e però con questa isolata osservazione, non po.ss. . in alcun modo contribuire allo studio della biologia di questa specie, non avendomi concesso l'individuo ipermaturo e staccato dal terreno, di fare osservazioni sulle eventuali sue relazioni Colle radici delle piante vicine Noto soltanto che le spore del mio esemplare sono tubercolate e non reticolate, concordando esse in modo perfetto coi molteplici esemplari contenuti nelle mìe collezioni, provenienti da località europee v americane. Maggiori indicazioni sulla specie e sulla bibliografìa (i) relativa si trovati) nei lavori di PETRI, di CHIOVENDA, di LLOYD, HOL- LOS, HOFFMANN. 11. Che cosa è la < /vtyiJMa Pseudo-Acacia? Fries. Nel Volume III. del Sostenta Mycotoglcum edito nell'anno 1829, Elia Fries illustrava un nuovo genere di Funghi già da lui 1 ChioVKNDA E. - Nuota località italiana per il Myriostomn coliforme Num.i Giorn. bot. Hai. \'.-'.. X.Wll 1920, p. 7,. Chiovbnda E. - .linoni dm- parole sul Myriostoma coliforme in Italia (Bollett. Sue. hot. ital. Marzo P121). De Toni <", . B. - Saccardo - Syllogej Voi. VII. pars. I. p. 73. Dk Toni 'i, moli. I'kiki - Gasterales [Flora italica Cryptogatnà] p. 8y, 1009. SaCCARDO P. A. - Le Reliquie dell' ^Erbario micologico di JP. A. Micheli (Bollett. (Soc. bot. ital. 1904, [' -2i). '4 indicato nel .S'ysleuia urbis regeta/is | Lumia- i s _' 5 . I. p 154) e gli imponeva il nome di « Mylitta > traendoló da quello della Dea. 1 l 'iso novo et t-.i ini io /101 genere, Mylittae deae dicalo). ( 1) 11 genere fcCylitta tu dall'autore avvicinato ;i Paehyma. («.Po- « divina ad linnc ordinati pertìneie non dubitavi, lied chaiadere aber- » rane sii») e per il suo habitus esterno alle specie del generi Tu- ber ed lilaphomyces. (e Habitus' l'uberi s aiti J'Japfiomycis, al frucli- « /rea/ione magie incompleta, tam sporangiis, quani sporidiis pulvera- » « ceis desti tuta, abunde differì » ). L'unica specie di questo nuovo genere, venne comunicata al Ines dal botanico Cn.vi 1.1.K 1 , il quale la aveva raccolta ad radices as languescentes Robiniae Pseudo Acaciae citi a A'eu filiate/. Il FRiES prima di descrivere il fungo, (che gli fu comunicato allo stato di secchezza (v. s.)), emette l'opinione che altre specie dello stesso genere debbano esistere: « Unicum mihi eognitam speciem, radicibus Legumtnosarum adfiae- » t tentati, detexit indefessus acutusque C/iaillel, sed in tetris ausi) ali- bus plures e/usdem generis adesse videntur. » Sic. Scler. Medicagi- » unni Biv. Berti, externa facie convenit [interna si indura ìiaud in- » v dicala) et Scler. Lotorum ejusd. a ut liujus ani Rliizoctoniae generis. > La descrizione friesiana della Mylitta Pseudo- Acaciae h la seguente : • Fungus globosus, magnitudine Elapkomicys, cxlus verrucoso-fitt- furaceus, subfulvus, pallidiot ve. ■ « Radiculae fìbrillose teuues. Peridium va/de induratimi, crassum, duplici strato concreto coustans, sponte nunquam de/u'seens, contextu obscure vesicutoso. » <•; Interior massa a coi/ice (h. e pendio) disiiucta, lieterogaiea, » subfarinacea, sed va/de compacta, alba, maculis fertilibus difformibus » lutesceulibus variegata. ■> 1 1 ) Per quanto abbia considerato le parvenze esterne non solo di questa, ma anch'.- altre specie raccolte nel Genere Mylitta, quali : M. australis Berle - M. tapi- ni Hor. - ud es.) io non sono riescito a spiegarmi la ragione per la quale Elia Fries abbia voluto rievocare il nome della Dea per indicarle. Infatti non so pensare quali relazioni possano esistere fra le pratiche erotiche (che sotto la maschera religiosa accompagnavano il culto della « Signora * di Baal, presso i Caldei e i Greci) e questi poveri funghi, la cui natura è ancora ben lungi dall'essere conosciuta, rappresentando la majgior P specie, niente altro che stadi scleroiiali di funghi superiori il cui appaiato ripiodutto.e è ignoto ancora. 15 Cinquantadue anni dopo cioè nell'anno i---.nel Volume VII dello Sylloge .1 pag. [58. De Toni riferendo integralmente la frase diagnostica friesiana, trasportava la specie nel Genere Ffysterangium Yitt, facendo dell'antica Mylitta Pseudo-Acaciae un : Hysterangium Pseudo Acaciae (Fries) 1 ><• Toni, prudentemente ac- compagnato da un punto di interrogazione (?), La posizione sistematica accordata (se pure in modo dubita- tivo!, dal De 1" < > x 1 all'antica specie di Fries, fece nascere in me il desiderio di esaminare il micete friesiano ; ma per quanto io abbia tentato, in Italia e all'Estero, non mi avvenne di poter>itro- vare un autoptico della specie, e forse avrei abbandonato le ri- cerche, ove ultimamente il caso non mi avesse favorito ; perchè, ragionando di Hysterangiaceac coll'insighe micologo C. G. IJoyd di Cincinnati (che ebbi ospite gradito nel mio Laboratorio), venni da lui reso edotto che nell'Erbario Cesati a Roma esisteva il fungo desiato, quale subito ottenni in esame dalla cortesia del- l'amico Pirotta. Gli esemplari erano quelli che il Cesati aveva pubblicato al X. 1549 dell'Erbario di Rabenhorst, sotto il nome di Mylittaea Pseudo-Acaciae. Er. avendone egli per ragioni glossologiche lieve- mente variato il nome. 11) Essi erano stati raccolti a Vercelli (Eie- monte) nei mesi di Novembre e Dicembre dell'anno 1850 ad ra- dices vivas Robiniarum, qnae quotannis eeduntur sepium more, sat copiose Itine inde. Il Cesati così descrive il fungo : Specimina minora sa/ globosa ; majora ovalia s. ob/onga, passini et cunei formio ve! biloba ad ex/rem itatem liberam, quam in sf>ct imiuibus va/de cvolutis sem/>er pedatolobatam vel paliuatam ridere contigit. l-ructificatio milii nondum darà. Ma quale fu la sorpresa mia, quando, aprendo la teca, mi trovai dinnanzi ad un certo numero di tubercoli radicali di Robinia, (I) Nominis quadantenus mutati, nec irrito mihi suadoo, ea ratione (dossologica qua et Domhlibas ci. Lagasca, Seba ecc. patronimica Lagascoea, Scbaea ecc. condita fuere, veniam mihi det illustris Auctor generis (inaerò. Cesati. i6 perfettamente uguali a quelli che avevo da tempo abbondante menti' raccolto sulle radici di detta specie! I risultati ottenuti quindi, coH'esame microscopico «lei mate- riale cesati. mi >, confermarono, senza riserve l'impressione ricevuta, ciò che fu confermato altresì da confronti coi materiali da me raccolti essendo in tutte queste formazioni visibilissimi i fasci v isc '1 tri, le cellule ripiene di bacteroidi, ecc. rio fitto quindi minuziosa ricerca nella letteratura micologici, ma non mi risultò che altri avesse prima di me avuto agio di poter constatare li verità sul valore della Mylitfa Pscudo-Acaciac di Fries, e però mi sono deciso a comunicarla alla Società nostra. Queste osservazioni, .risolvendo il problema che da molti anni mi preoccupava, non devono essere interpretate come una man- canza di rispetto verso due sommi e venerati Maestri della Mi- cologia; ma unicamente come la espressione del desiderio di fa- re opera utile togliendo dalla circolazione dei repertorii floristici futuri, una specie la quale non ha alcun diritto alla esistenza. In questo caso, anche il « quandoque bonus dormitat Homerus » non si addice alla errata interpretazione di questa forma vegetale, per ciò che, come è logico pensare, ai tempi nei quali scrivevano FR.IES e CESATI ben poco, Si conosceva intorno alle formazioni varie indotte nelle radici delle Leguminose dall'azione dei bacte- rii del suolo; mentre i tubercoletti della Robinia rivestendo parvenze esterne di piccoli fungilli, potevano facilmente indurre in errore. La descrizione del fungo di Cesati concordando perfèttamente e m quella del Fries, non lascia sussistere alcun dubbio che la Mylitla Pseuio-Acaciae di Fries sia da ritenersi identica al fungo pubblicato dal Cesati nella Collezione Rabenhorst, e che i due micologi abbiano inteso trattare della stessa formazione vege- tale, nella quale tanto l'uno come l'altro non riuscirono, et pour cause, ad osservare le spore. III. Alcuni Miceli della Cirenaica. TI materiale del quale comunico le determinazioni, mi fu gen- tilmente concesso dall'amico Or. Enrico Festa Vice Direttore del •7 Museo Zoojogieo della Università dì Torino. Esso fu daini raccolto durante le sue missioni Zoologiche in Cirenaica degli anni [921-22. Si tratta di un numero assai ristretto di specie; ma siccome la micologia della Cirenaica è ancora quasi ignota, cosi io credo utile pubblicar.- questo brevissimo elenco, mentre ringrazio cor- dialmente 1' ottimo ojnico che ha voluto rispondere alla mia preghiera di raccogliere materiale micologico. Ire piccoli Ilvme- nemiceti, conservati in alcool; e uno rovinato dalle tignole non si p' iteron > determinare. Phellorina Delestrei, (Du. et Moht.) Fischer, (Engler - Pfian- zenfamilien Leipziz. 1697) - Podaxaceae. C. (t. Lloyd. Mycòlo- gical Writings. Voi. I. 1898 - 1905. Cincinnati - Ohio. The Lycoperdaceae of Australia ecc. Aprii 1905 pag. 10 Tav. 27 fìg. 1. 2, — Xylopodium Delestrei I)R. et Mont. Fior, d' Algerie p. 390. Tav. 20 lì^'. 1. Ann. Se. Nat. 3 Serie. Ton. I V. p. $64-1845 — Pliellorina inquinans Berk. Fungi Zeylan. p. 15. Tav. XXI. Fig. 4. 1843 (Sei-. ( '. (i. Lloyd). Questo interessante tipo fungino che il Traverso recentemente (191 1. Cna nuova stazione italiana dello Xylopodium Delestrei Duret Mont - Bull. Soc. Bot. italiana Xov. 1 g 1 1 ) ha ritrovato nell'Itali. 1 meridionale Era i materiali raccolti dal Prof. Sana a Matera (Prov. di Potenza); e che nel Maggio 1869 . /. Targioni Tozzetti aveva osservato a S. Gregorio, presso Cagliari, compare qui per la prima volta in Cirenaica. E' noto si può dire di tutte le regioni del Xord - Africa dove non sembra raro. A Tripoli lo raccolse il Trotter Hoc. cit ). Il nome Generico di Phellorina data dall'an- no is^^. quando Berkeley descrisse il fungo raccolto nell'Africa del Sud (Hook - journ. Bot. 43 - 417) -; mentre quello di Xi/lo- podìum proposto dal Montagne è di due anni posteriore. Pleurotus fuscus (Battara) Bresadola. I funghi mangerecci e velenosi dell'Europa media. Trento 19, IS Pleurottu Eryngii var. Ferula Lanzi - Fungili mangerecci e no- civi di Roma.. 1894. pag. 257. Tav. LXXXV fig. 2. Xgaricus uebrodensis Fries Hymenom. Kurop. pag' 703. Questa ottima specie mangereccia fu comperata il 14 Geni naie- 1921 sul mercato a Derna. Il /^. /usta non ha quindi po- tuto darci alcun ragguaglio sulla Ombrellifera ch<- la ospita in Cirenaica. Pare che ivi sia assai comune. Alcuni esemplari sec- chi furono rovinati dalle tignole - N. quattro esemplari in alcool! Durante i mesi di Gennaio <• Febbraio il commercio di que- sta* Specie è esercitato dai Beduini sul mercato di Derna. Terffezia Claveryi Chatin. Chatin — Comptes Rendus. Voi. CXITI 14. Sett. [8oi.Notep. 381. — Kamè de Damas - (Terf Claveryi) Bullet. Soc. bot. de France. Voi. XXXVIIJ 1891. p. 332. — La Truffe - p. 74. Tav. XIV. fig. 3. (Juesta specie che va rivelandosi assai comune in tutta la regione Nord - Africana e che io stesso ho già pubblicata della Cirenaica, raccoltavi dal Rcv. Padre \ ito Zanon, venne in abbon- danti (1) giovani esemplari raccolta a Zavìa Mi-chili dal P. /■'.. /usta. Essa fu già ricordata nel mio recente studio sulle specie del Genere Terfezia. (V. O. Mattirolo - Osservazioni sopra due ipogei della Cirenaica e considerazioni intorno ai Generi Tirma- nia e Terfezia - Memorie R. Accad. Xaz. dei Lincei - Classe di Scienze 'Fisiche - 1921 - Serie V.a Voi. XIII fase. XIII con una Tavola a colori - V. pag. 550. e 304.). Ritengo, e l'ho dimostrato nel lavoro citato, che Terf. Hafizii Chat, e Terf, I/anotauxii Chatin, sono si noni me della Terfezia Claveryi. K'I. .il Sud. di Derna. 19 Alontagnites radiosus. Hollos. Die Gasteromycetes Utigàrns — Leipzig 1904 p. 30 - 3- e 144. Tav. I e II. — Montagnites Candollei. Fries. I )i questa specie abbastanza comune nel \<>r.ì Africa e elu- si Incontra da noi anche ih Sardegna (V. S. B Ili • Addenda ad Fioroni Satdoam. Annali di Botanica del Prof. R. Pirotta - Roma, V. VI. 1908 pag. 523) il D.r Festa ha raccolto due esemplari maturi, che conservò in alcool. In Cirenaica la specie era già stata raccolta a Filettai nel Marzo 1916 dal Rev. Padre \\ Za- non (Y. R. Pampanini - Piante di Iìengasi e del suo territorio - S. Bot. ital. Voi. XXII I j). 35 [916 - A. Trotter - /'rossetto detta Fior, micologica detta Libia - Voi. XX 11. d. p. ^20.) Stereum hirsutum Fries. Epicr. p. 549 - Hym. Europ. 639, Su materiali legnosi a Derna - [922 - Specie ubiquitaria. Trametes gallica. Fries. Hym, Europ. pag. 582. — lìotetus favus \\\\\\. Tav. 421. Questa speci,' affinissima come os.serva il Bresadola (in liti alla Trametei k ispida Baglietto - sec. Fries - loc. cit. pag. 583 - è comune lungo le eoste mediterranee dell' Africa - (Algeria). E strano che nella forma africana l'imenio va gradatamente prendendo le parvenze dell'imenio di una Hexagonia - tanto che Fries stesso scrive : proxinùs videtur a/finis. (Tram, hispida) nec I (exagonac spccies >. II fungo fu raccolto in parecchi esemplari su materiale legno- so in decomposizione nei pressi di Cirene. (Maggio 1 122). Torino, 3 Settembre rp2j, 20 SIBILI A C —CONTRIBUTI » ILLA FLORUJUA DEL LAG Q DICANTBRNO. La regione del Lago di Canterno fu già visitata e studiata dal punto di vista floristico dal Bé< contrassegnate da un : ; fra le piante citate dal Bèguinot per C.'anterno molte furono da me ritrovate, nia al- tre no, anche perchè non tutto il perimetro del lago fu da me pero >rs< ». * Setaria viridi* Vulpia Dfyunu Gonch 1 I'. mirimi Crus- Galli Lolium temulentum L. var. specìosum Digitarla sanguinata (**• **•) * Crypsis alnpecuroides Lolium perenti.- L. Alopecurus agreste L. » » var- <"i»idum >i',.mdt * Agrostu alba Tritìcum rillosum M. BL ' Phragmites communi* Sdrpus Mich.-lianus j.. * Holcus lanatua * HeleocharU pallisti i> v.ir. inaior. * Cynosurus echinata! * Tvpha latifolia Poa annua I.. * Sparyanium ramnsum Grlycerìa distans Wablb. * Lemna minor 22 Potamogcton cricpui » natans ' Ali-ma Plantago * Veratruirt album ' Scilla autumnalis ' Salix triandra Popolila tremula l'olygonum amphybium b coenosmn, g terrestre ' Porygonuo) lapathifolinm » Hydropiper » aviculare > romanuni Persicaria K\imex crispus J.. » pulcher L. » Acetosa I.. sp. Atriplex baslatum L. var. triangtilare Chenopodium urbicum L. » polyspcrminn Amarantus. retroflexus » deflexus * Sclerantlms animus Corrigiola litoralis llerniaria glabra I.. Spergularia rubra Arenaria serpyllifolia L. Stellarla apetala Cerastium glomeratum Thuill. * » sp. (campanulatum) * Lychnis Githago * Silene Armeria » italica Pers. Tunica prolifera Scop. > saxi fraga Scop. * Dianthus Armeria llvpericuni perforatum » tetrapUrum Viola tricolor Ke>eda luteola L. Sisymbrium officinale Sc<>p. Kapistrum rugosum Ali. Raphanus Landra Moretti Alyssum campestre !.. Thlaspi Bursa-pastoiis !.. Bunias Krucago N-slea j)aniculata Dm. < oronopus procumbens Gilib. Ranunculus bulbosus L. * arrensis L. » Phylonotis » conglonierutus » sp. Sedum Cepaea Potenlilla reptans » supina Cytisus scoparius l.k. Medicago lupulina I.. Medicago orbicularis M. » hispida Gaertn. var. denticw- lata (Dsr.) Trifolium resupinatum !.. ■» repens L. Vici» sativa L. Ornithopus compressus L. * Lotus corniculatus Astragalus hamosus L. » glvcyphyllos I.. Galega officinalis L. * Peplis Portula * Lythrum Salicaiia * Epilobium lanceolatum * » hirsutum * Circaea lutet'ana Myriophylluvn spio&tum L. * Sanicula europaea " Oenanthe pimpinelloides Geranium dissectum L. Erodium cicutarium L' Hérit. Linum maritimum L. * Althaea hirsuta Euphorbia falcata ■i helioscopia Myosotis |>alustris Wilh. Cynoglossum creticum Mill. Heliotropium europaeum L. Convolvulus arvensis L. > sepium " Linaria vulgaris Veronica Beccabunga L. 2 3 Veronica hederaefolia L. » Anagallis-aquatica L. * Brunella vulgaris Ajuga reptans !.. Laminili amplexicaule L, M'-lissa oflìcinalis * Calaniintha oflìcinalis » Clinopodiuni ' Lycopus europaeus * Menth.i aquatica * « silvestre * » pulegium a erectum * Verbena oflìcinalis * Plantago major Pian t ago lanceolata L» * Galiiun veruni * » Mollugn ■* lucidum Sherardia arvensis L. Campanula sp. Krigeron canadensis L. Anthemis Cotula L. » Coti !.. * » arvensis Filago arvensis [.. * Gnapjialium uliginosum Pulicarìa vulgaris Gaertn * Bidens tripartita Xanthium spinosum L. * » strumarium * Centaurea Cyanus » Jacea I 'Boiss). » solstitialis 1-. » Calcitrapa I.. * Cirsium lanceolatum Cichorium Intybus L. Hypochaeris radicata L. Taraxacum officinale Web. Lagoseris nemausensis Koch Laetuca viminea Presi. var. neapolitana •* Eupatorium cannabinum Senecio Jacobaea L. var. barbareaelolius (Reichb.) for. augustisectuin Molte specie vegetali riportate neirelenco provengono dai seminati che circondano il lago e che in alcuni tratti sono da esso lambiti, anzi a questo proposito è interessante ricordare eie- spesso i terreni pronti per la semina od anche già seminati so- no invasi dall'acqua, durante i periodi di forti precipita/ioni idri- che, e vengono completamente devastati. Le acque del lago non contengono che una limitatissima ve- getazione idrofila: poco ricca e poco numerosa. Fra le Embrio- fite aploidali ricordo una specie di Chara e fra le E. diploidali Myriopkvllum, Potamogeton <• Polygonum amf>hybium. Inutilmente i Aldrovandia e Utricularia trovate solo in altri pantani vi- cino a Canterno dal Bèguinot stesso. Chiudo queste brevi noto aggiungendo che, mentre alcuni versanti dei monti che circondano il lago sono privi di vegeta/io- ne arborea, altri sono boscosi e in alcuni tratti passano ad una formazione molto simili- alla macchia con numerosi (lomenti me- diterranei. Roma 1 1 - 6 - 1923. BOLZON P. RICERCHE BOTANICHE IN PHOV. DI BELLUNO E NELL'ALT) i ADIGE. Nella presente nota figurano i risultati delle erborazioni da me compite nella decorsa essate in prov. di Belluno, nella conca di Sesto (Sexten) e in altri luoghi (dintorni di Gossensass sotto il Brennero, dintorni di Sand in Pusteria e al passo del Giovo' (Jaufenpas) sopra Vipiteno (Sterzing). Però i risultati delle ric«-r- che in questi ultimi luogh?, non saranno qui particolarmente esposti, ma ne farò cenno soltanto (piando le piante raccolte nella prov. di Belluno me ne daranno l'occasione. I risultati più notevoli di tali ricerche (non tenendo conto delle piante vascolari raccolte nell'Alto Adige) sono rappresen- tati in primo luogo dalle piante scritte in carattere grosso, le quali comprendono: i. Sei piccole varietà di fanerogame e due varietà di sfagni, nuove. 2. l'uà varietà di sfagno nuova per l'Italia. 3. Quattro entità di sfagni nuove per le Tre Venezie e quindi per le Alpi orientali. In questo computo è compreso anche uno sfagno dell' Alto Adige, cioè: Sphagnum squarrosnm Pers. |5 patullimi Roll : mar- gine della strada appena sotto Luttach (distretto di Sand in Pu- steria) a m. qòo - 2 agosto 1923. 4. Dodici entità nuove per il Veneto, di cui sette fanerogame e cinque sfagni. In sec md 1 hiogo sono piante d'una certa importanza quelle accompagnate da un asterisco e che comprendono : 1. Undici entità nuove per la prov. di Belluno, di cui nove fanerogame e due sfagni. E' da avvertire che nella Flora della prov. di Belluno comprendo anche il versante merid. dei monti S-i-K'>f"l, Rottech e Demut, perchè è vero che fanno parte della prov. dell'Alto Adige, ma si trovano nella testata del Padola e quindi appartengono al bacino del Piave. (1) Avv. • fili sfagni sono stati determinati dal Prof. A. Bottini. 2. Dieci entità nuove per il Cadore, tutte fanerogame. 3. Ventitre entità nuove per il Comelico, di cui due sfagni. Infine siino descritte due anomalie presentate d,i Hypoekaeris ìi ni fi ora. I. Alto Padola (Piave) Nell'ultima decade * 1 ì Luglio e nella -prima di Agosto vi ho raccòlto le seguenti piante. A. — DINTORNI DI PADOLA i. Nei prati più o meno umidi a circa 1250 m. : Triglochin palustre L. n. pel Cornei. - * Thalictriim angustijolium I .. />. galioides Xestl lungo la mulattiera poco sotto il laghetto di Campo; n. pel Cornei. - Primula farinosa L. - Gai/uni boreale L. b. lineari follimi Uechtr. in fm. confluente anche nella a. scaòrum DC. ; nella FI. Ital. del Bertoloni questa specie è indicata di Padula in Cadore e evidentemente si tratta di Padola del Comelico. E' unica lità della prov. di Belluno ed è quindi, dopo tanti anni, interes- sante la sua riconferma. Centaurea Scabiosa L. * p1 alpina Caini. n. pel Cornei. 2. Nei boschi fra Padola e Valgtande a e. 1250-1350 m. : Thesium pratense Ehrh. - Ranunculus platani folius L. - * Trìfohum medium L. 11. pel Cornei. • T. aureum Pollich - Lathyrus pratensis !.. in fm. intermedia fra la tipica e la b. sagittata Bolzony (1) avendo soltanto alcune poche stipole saettate e quasi tutte semi- saettate (Bolz. $). - Pirola rotundifolia L. n. pel Cornei. - * Pri- mula pannonica Keru. 22 Luglio in fr. Xel Veneto è nota soltanto dei munti Veronesi (Goiran in Bull. Soc. Bot. Ital. 1906) e Friulani. 3. Dintorni del lago di S. Anna a e. 1400 m. - In luoghi rupestri: * lìiseutella levigata L. b. subspathulala ( I.am.,. 11. pel Co- rnei. - Laserpitium peucedanoides !.. '■' fm. coloratimi Bolzonìn Bull, Soc. B. [tal. 1010, n. pel Cornei. - Nei boschi circostanti: l'ha- \\) Confr. Boi/.. 3. 20 lieti um minta !.. b. Jacquinianum (Koch) n. per il Cadore; nel- l'Alto Adige risai»- fino a Weissenbach sopra Sànd m. 1300 nel- l'alta Pusteria. - Valeriana montana !.. b. ambigua Gr et (iodi., n. per la prov. di Belluno. - Crepis pracmorsa Tausch |-5 incar- nata Tausch n. per il Cadore. - Nei luoghi paludosi al margine del Lago: fifenyanthes irifoliaia /.., n. per il Cornei.; nell'Alto Adige risale tino a Luttach ni. 9,50 nell'alta Pusteria dove l'ho •servata insieme a Bidens tripartitus L. |> tennis DC. che nella hi. Analit. di Fiori figura soltanto del Veneto. - Galium palustre !.. a typ. n. per il Cornei. B. — Dintorni di Dania 1. Pinete sulla cresta del Monte di Danta in luogo umidiccio e ombreggiato ma non acquitrinoso: Sphagnum Girgensohnii Russ. |1 flagellare Seliliepli., n. per il Cornei. - Sph. quinquefarium Lindi. |") flagellare Roll già da me osservato in questo monte ma più in basso (Bolz. 2). 2. Al laghetto di Cestella m. 1430 e. - Nelle sponde paludo- se: * Rhìjnchospora alba J'alil, n. per il Cadore (1) - Carex ro- strata 1 l'ili.'. - funcus lamproearpus lihrh. b. alpicola Goir. - Me- nijanihes tri/oliata L. - Pcdicidaris palustri* L. b. angustisela Rigo - (ialiti»! palustre L. * b. rupicolum Desm., n. per il Cornei. - Al mezzo del laghetto dove formava un piccolo prato galeggiante e fiorito: Polygonum anphibium L. a. natans Moench in piante con fusto lungo anche qualche metro; n. per il Cadore e in prov. di Bel- luno nota soltanto del lago di S. Croce (Venzo). C. — AI. COLTRONDO (FALDE DEL M. QUATERNA) Mentha arvensis L. var., lungo la strada militare del Km. ci a e. 1000 m.; n. per la prov. di Belluno - Setnpervivum Wulfenii Pipe, luoghi rupestri silicei poco sopra la cascra di Coltrondo a e. 1850 m.J n. per il Cadore - Carex rostrata Willi. in un laghett 1 poco sopra la casera di Coltrondo a e. 1850 m. 1 1 1 et< rm. Prof. R . Patnpanini. I). — M. Sii - KOFEL e. 1800 m. Non figura nelle carte italiane perchè fuori del vecchio con- fine politico. Comprènde quel sistema intricato di dorsali boscose e interrotre da depressioni acquitrinose che si trova a est del passo di Monte Croce. Fa parte del bacino del Padola ed è tutto [ormati) da rocce silicee. 11 24 Luglio vi ho raccolto le seguenti piante. 1. Nei luoghi erbosi e boscosi a e. 1700- 1800 m.: I.ijcopodium Selago L. * Moehringia trinervìa Clairv., n. per il Cornei. - Epilo- biutn montanum L. * b. grandiflorum A'crn., n. per il Cadore - E. irigonum Schk - Veronica alpina L. fm. elongata Bolzon f. n., fusto affo (. due dm, portante un racemo multi flavo. Xei luoghi er- bosi secchi presso Ut Casa del Giovo (Jaufenhaus) sopra yipiteno (Sterzing) nell'Alto A.dige a 2000 in. il ^ 1 luglio ho raccolto, insieme a una fm. pure molto ridotta di V. serpi/Ili folla L., pa- recchie piante che rappresentano l'estremo opposto di sviluppo di / *. alpina L.. cioè fm. nana Bolzon fm. n., fusto ridotto a 2-4. cin. di lunghezza, portante un racemo /-? fioro - Hypochaeris itili flora l'ili. - Mulgedìum alpinum Less. - f.amium alluni !.. al • di M. Croce lungo la nazionale a m. 1630. Si spinge in Val d'Adige tino a Gossensass sotto il Brennero a m. 1100 - Rahunculus aconiti folius !.. n. pel Cornei. 2. Nelle depressioni torbose e acquitrinose a 1700 - 1800 m.: ■' Eriophorum alpinum L. abbondante : indicato della prov. di Belluno (Vis. e Sacc. 1) ma non se ne conosceva località - E. Sekeuckzerì Ilfc. - Carex Davalliana Sm., n. per il Cornei. c\ gry* pos Schk. n. per la prov. di Belluno e, a (pianto mi consta, nel Veneto nota soltanto d'una località del Friuli (Gort, i>- ( '. pal- lescens L. - * C. limosa /.., n. per la. prov. di Belluno e nel Ve- neto nota soltanto del Friuli (Gort. n - C. flava l.. \\ Oederi Retz. , n. per il Cadore - C. rostrata Wilh., l'ho osservata anche nell'alta Pusteria a Luttach (Sand) a m. <,•■-- - Stellarla uligi- nosa J/urr., ri. per la prov. (li Belluno. L'ho osservata anche sotto il Iirennero nei dintorni di Gossensass, e precisamente in 28 V. di Pflersch sopjft Boden lutilo i ruscelli a m. 1350 - Silene quadrifida £,. colla /'. pudibunda il UT.) - Cardamine amara L. a. glabe r ri ma San/. - Primula farinosa L. - J 'cronica Anagaltis L. § ovalis Vis. - Gulium palustre L. u ////>. - ì'a/criana dioica L., già indicata dal Venzo presso il « lago di Padula » che écve rife- rirsi al lago di Campo presso Padola » ; Spiiagnum acutfolium Ehrh. p dciìc.xiim Sekimp., n. per il Cornei. - * y densum Warnst., n. por il Veneto - Sp/i. brevìfolium Roll $ capitatum (Grav.). n., per il Veneto - Sph. compactum DC. * (3 capitatum Roti, n. per la prov. di Belluno. Testata del Padola Il suo fianco settentrionale è formato dai monti Rottech (m. 2400 e.), Dcmut (m. 2590). Eisenreich (m. 266,5) e Schòn- thaloe (m. 2639), situati fuori del vecchio confine politico. Analo- gamente al M. Quaterna, che insieme alla Cima Frugnoni forma il fianco meridionale di detta testata, essi sono formati da rocce fondamentalmente silicee (arenarie, porfiriti ecc.). M. rotteci! (versante merid. o del Padola). L'otto Agosto vi ho raccolto le seguenti pianto: 1. Nei pendii dalle falde presso il Padola (e. 18.50 ni.) fino a 2100 m. : AUium Schoeuoprasum L. - Sclerantlius animus L. (3 ■ficillatus (Tauscli) ffm. COnfertuS Bolzon fm. n., pianta con molti /usti assai raccorciati (e. .? cm.), e formanti cuscinetti, luoghi aridi a e. 1900 m. - Sax/fraga aspera L. - Sempervìvum arachnoi- deum L. : l'ho osservato anche nell'alta Pusteria «1 Weissenbach sopra Sand a e. 1250 m. - S. Wulfenii Ilpe. a m. 1950 - Primula minima I.. - (ìcnliana Amarclla A. p1 obtusifolia ( W.) - Senecio car- niolicus IP. tifi. robllStUS Bolzon fm. n., fusti più alti (20 cm. c), foglie, più grandi misuranti fino a io cm. di lungi, e cm. 2 di larga, massima, luoghi ricchi di terriccio e un po' umidi a e. 1900 m. - Solidago alpcstris \V. et A. - Cìirijsanthcmum alpinum L. - Ailc falde raccolto i seguènti sfagni molto diffusi: Sphà- gftum ac ufi fai inni Eki'h. |"i deflexum Schinib. - y densum Wamst. - Sph. Girgensohniì Rnss. |> flagellare ScMieph. - y tenellum Roll, n. perii Veneto. -Sph suoseeundum Nees [\ teretiusculum Schlieph., n. per il Veneto. - y decipiens U/arnst. n. per le Alpi orientali e nota in Italia unicamente della proy. di ('(imo (Bott. 1) - Sph. terés Avn'gsk. fi eSegans Roll. n. per le Alpi orientali cioè per le tre Venezie - y subteres Lindi. 8 squarrasulum U/arnst., n. per il Veneto -Sph Warnstórfiì Russ. |3 densum Roti b. hemìi- sophyloum Wamst., n. per la FI. Italiana (Bott. 1). 2. (.'(Mica a est della cima del Rottech. Nel fondo acquitrinoso di questa conca, situato a e. 2200 m. ho raccolto le seguenti piante: Eriophorum Sdititeli zeri Ffpe. - Sei/pus caespitosus L. - Carex grifpos Sehk. - :"' C. Goodenowiì Gay n. per il Cornei, insie- me --Ila var. h. melaena (Wimm). - * funcus triglumìs !.. abbon- dante, n. per il Cadore (1) - Cardamine amara f.. a. glàberrima Sani. - Ranitneutus eteer R. a. multifidus /K\ nelle zolle semiasciutte sporgenti dall'acquitrino - EpUobium alpinum !.. colla var. />. te- ìielhim Ferina in !.. V'acc. FI. Valdót. - Gentiana nivali s L. - Spha- gnum amblyphyllum Russ. p macrophyllum VJarnst., n. pel- le Alpi orient. cioè per le tre Venezie (Bott. 1) - Sph. compactum DC. p* eapilatitm Roll - Sph robùstum Roll. |i porosnm Bott. nelle due forme non ancora state descritte (Bott. 1.): b. compactum Bott., contestimi . eonftrtuni ae brevi ramosi! ni - C. dcnSLim Bott. SM Sehi mperi Roll \\ densum Roll, ri. per la prov. di Belluno. M. DEMUT. S'innalza a nord della suddetta conca, e vi h" raccolto il io Agosto, a m. 2200-24"'), le seguenti piante: I.uzula spad'nea DC. Salix retuta /.., n. per il Cornei; - .lisine verna Whlnb. * ù. semiglandulosa Strobl, n. per il Cornei. - e. Facchini (Hausm.), n. per il Veneto - Silene acaùlis L. />. excapa \.l//.ì rara. - Carda- mine resedi/olia L. (>. platyphvlla R. et F. nelle anfrattuosita delle (1) Avvertendo però clic è indicata dell'attiguo M. Cfbce .Dalla Ione and Sarn- thein, FI. von Tirol). 3° rupi a 2300 in. - e. nana Sdì ulte - Ramini u/us glaciali* £• &• roseus (Heg.) nei luoghi sassosi a 2300-2400; anche del vicino Rottech - Saxifraga moschaia Wulf. nei luoghi rupestri umidi a e. 2350 rara, n. per il Cadore - .9. stellaris L. b. uniflora DC. rupi ir- rorate a 111. 2330-24OO, rara. n. per il Veneto. - S. bryoides L. - Sem fervi: um montami ni L, - :'" /'olenlilla Sibbaldi Hall. f. (in fin. robusta), n. per il Cadore. - Alchemilla, vulg. a alpestri* [Schm.) * è. minor (Huds.) a m. 2350, n. per il Cornei. In alto Adige nei luoghi erbosi e secchi presso la faufenhaus sopra Sterzing. a 2000 in. ho raccolto la var. /rigens (Buser) però in fm. con foglie, anche le superiori, a piccioli affatto glabri - Trifolium nivale Sieb. b. alpi- mtm Ifpc. - Lotus corniculaius L. :: b. grandiflorus Rouy n. per il Cornei. - Meum Mutellina (ìaertn. - Primula glutinosa Wulf. nel versanti- settentr. del M. Demut vicino al laghetto e al cimitero • li guerra austriaco a e. 2500 m. - P, minima L. - Androsace obtu- sifolia Ali. in luoghi erbosi a e. 2350 ni. - Gentiana Koehiana P. ti S. - Gentiana barar Ica L. con unafm. intermedia BolzOfl fm. n., /'usti lunghi e. io cm. con poche paia di foglie superiori allontanate e parecchie paia di foglie inferiori avvicinate e quasi embricate, luoghi erbosi a 2300 m. Da ritenersi fm. intermedia fra la tipica e la b. rotundifolia flpr. - Mijosoìis palustris Lam. \ì pseudo-Caespi- tosa Fiori in FI. Analit. Voi. IV, luoghi sassosi irrorati a e. m., fin. n. per il Veneto. - binaria alpina Mill. - \reronica bcllidioìdes L. - V. alpina L. nelle fm. a. glabra Béguin. e b. rotun- difolia (Schk.) - 1 lujmus subcitralus Schreb. * fm. alpestris Briq. luo- ghi sassosi a 2400 m., n. per il Cadore - Phyteuma hemisphaeri- cum L. ,; b. trichophì/lluin (Virisi., n. per il Cornei. - Senecio carnio- licus W. * b. incanescens A'eru. luoghi aridi sassosi, n. per il Co- rnei. - Chri/santhemum alpinum L. - Achillea moschaia Wulf. a. sie- norachis lleim. luoghi umidi a 2350 m. rara. - (inaphalium IIop- peanum Koch n. per il Cornei. - * b. mageliense Fiori, n. perii Veneto. - Leonìodon pratensis Rchb. b. Taraxaci Nym. II. — Valle di Sesto (Drava) Vi ho raccolto una quarantina di entità che riporto intera- mente. E vero che tale valle si trova fuori dei limiti geografici 3i d'Italia, ma è immediatamente contigua a quella dei Padola colla quale comunica mediante il passo di Monte Croce. Aggiungasi che essi, in seguito alla guerra, è inclusa entro i confini poli- tici d'Italia, e ciò costituisce come un dovere di non trascurare la sua flora. La sua costituzione litologica à analoga a quella della valle del Paiola, cioè la sua parete est è limitata da mon- tagne silicee (M. I lelm, ecc.) e quella ad ovest da montagne cal- caree (Boi/., i). Per cui fra le due valli vi è anche grande so- miglianza di flora. Le poche piante di Sesto che non ho osser- vato anche nel Comelico superiore, sono accompagnate da aste- risco. A. — KIS( HLKINTAL 11 26 luglio liei dintorni dell'Albergo Dolomiti a e. 14,50 m. ho raccolto nei boschi circostanti : * Carex digitata L. - Pirola uniflora L. - Phyieuma Sieberi Spr. var. - Crepis praemorsa Tausch. - |i incarnata Fausch. - Sul greto (calcare) del torrente poco a monte dell'Albergo : Papaver Burseri Crantz b. decipirns (R. et F.) suo/, hispidum Bolzon in Giorn. Bot. [tal. 19 14 B. — DINTORNI DI SESTO PRESSO IL FONDO VALLE Nei muri presso S. Giuseppe (Moos) a e. 1359: Poli/podiimi vulvare L. nelle fm. rotundatum Milde e attenuatavi Milde - Cy stopteris fragilis Bernh. b. antJiriscifolia (Ilo/fin.) - Lungo la stra- da da S. Giuseppe a Sesto: Viola saxatilis Scìnti, a 1 300-1 500 m. * Tlilaspi arvensc L. Onesta pianta risale le vallate alpine fino sotto il Brennero, cioè a Gossensass dove l'ho vista invadente specialmente nei seminati - ;: Lycopsis arvensis L. essa pure risale molto addentro le vallate alpine: l'ho osservata sopra Sand (alta Pusteri u e precisamente lungo le vie a Luttago (Luttach) e a S. Giovanni in Arlim a m. 900-1000. E invece rimarchevole la sua assenza non solo dal Comelico e dall'intera provincia di Belluno, ma anche da quella di Treviso (Sacc. 1) e di Udine (Gort. 1). Nelle siepi lungo il canale fra S. Giuseppe e Sesto a 1320 ni. : J'rifolium aurcitm Pollich - * Veronica officinalis L. /'. lati folla (loir. - Cirsittm hetetophyllum Ali. * a. incisimi DC. in pi mte gigantesche oltrepassanti i m. C. - m. IIK1.M mi. 2434) S »rge .: est di Sesto ed è ''istituito di rocce silicee. Una co- moda strada dapprima carrozzabile e poi mulattiera, sale fino alla vetta, dove si trova un ex rifugio alpino, ora convertito in :n 1 delle guardie di Finanza. Nelle vicinanze di tale strada il 25 luglio, ho raccolto le seguenti piante. Alle falde del monte, nelle macchie e sopra S. Giuseppe, a e. 1400 m. : * Rosa canina !.. var. Iiispidula ( Rip. - A circa [600 in.: Scleranfìms an- nuus L. fi ver tic Hiatus (Tausch) - Vida silvatica L. nelle mac- chie. - Veronica frutìculosu L. a typ. A circa 1800 m. : Gymna- denia aìbida Ricìi. fino a 2000 mi. G. odoratissima Ridi, colla b. albi/lora Fiori fino a 2000 m. : Chamdebuxus alpester Spacli nel- le pinete. - Dai 2000 m. in su : Anthoxantlium odoratimi !.. a glabrescens Celale. - Sesleria disticha Pers. - Arenaria bifloro L. - Stellarla media Cyr. * b. alpicola Lamotte. Nel Veneto e forse in tutta Italia, è stata osservata unicamente sulla vetta del M. Grappa dal Cobau (F., B. e P. 1) e in seguito da me. - Cardiminc resedi/olia L., V ho osservata anche nell'Alto Adige alla casa del Giovo 1 Jaufenhaus) sopra Sterzing- a 2000 m. - Saxifraga òryoid-es L. - e |-> aspera (L.) - Sempervivum montanum L. - * Se- dimi animimi L. - Loiscleuria procumbens Desv. - Veronica fru- ticans Jacq. - V. bellidioides L. n) - Pedicularis tuberosa L.. * b. major Ten. - Thymus siibcilratus Schrcb. fin. alpestri* Briq. - Phyleumj hemisphacricum L. - Seuecio carniolicus IT. - Chrysan- tliemuin alpinum L. - Achillea moschala U'ul/.a. stenorhachis fleim. llllpocliaeris uniflora l'ili. MI. — /V\. /Ylarmolada (Alto (ordevole) Il 6 Settembre nel bacino di Livinalongo ho raccolto le se- nti piante : Colchicum autumnale /';>/. breviflorttm Bols. in Bull. Soc. Bot. i Meli' Alto Adige l'ho osservata presso la Casa del Ciiovo (Jaufenhaus) sopra Stcrzing a e. 2000 in. 9 33 Ital. 1 9 1 6 , frammisto al tipo nei prati sovrastatati a Davedin a g. 1700 m., n. per Iti prov. di Belluno. Anemone sulphurea /.. come la precedente; caso di rifioritura. Lappnla deflexa Garcke, poco sopra Digonera a e. 1300 in. Risa- le le vallate alpino tìn sotto ii Brennero e precisamente nei din- torni di Grossensass lungo la strada che conduce alle rovine di Strassemberg. a e. 1200 ni., 31 luglio fr.! — Senee/o viscosus L. po- co sopra Digonera - L'ho osservati anche nell'alta l'ustoria a Luttago sopra Santi a 900-1000 metri. — 11 23 agosto nel setto- re del Passo Fedaia ho raccolto : Sclerantkus annuus L. a cymosus fin. nana Bolz. fm. n.: pianta a fusti semplici natii (r-j cm.) fiori ammassati alla parte superiore dei fusto in racemo contratto quasi a %uisa di capolino, Val Ciandiarei a e. 1600 m., luoghi aridi — Saponaria oeymoides I. : al Pian di Fedaia a e. 1950 m. E un'al- tezza insolita per questa pianta più propria delle zone basse e calde; ma tale località è bene esposta a mezzogiorno ed è pro- tetta a nord dall'alta catena del Mescla. In Friuli non è stata trovata più alto dei 1500 m. (Gort. 1) — Nasturtium palustre PC. b. pusillum DC. luoghi umidi lungo il laghetto sotto il pas* s • della Fedaia a e. [950 Fm. non ancora indicata del Veneto (1). Il tipo l'ho osservato anche a Sand nell'alta Pusteria a e. 900 m. sulle rupi irrorate lungo la strada che va a Luttago — Astraga- lus camnester L. b. alpinus Fiori luoghi erbosi presso la for- cella Padon versante della Pettorina a e. 2300 m., ancora in fio- re, n. per il Veneto. E da osservare però che in questi esemplari le Eoglie sono sericeo-argentine soltanto da giovani, <• di adulte diventano scarsamente pelose o glabrescenti. — Flypochaerii uni- flora l'i/l. al pian della Fedaia a e. 1950 m. ho raccolto due pian- te anomale cioè: 1) scapo portante alla sommità due calatidi fuse assie- me in corrispondono dei rispettili involucri e libere in alto e portan- te ci/o a metà della sua lunghezza, un ramo terminante in calatide (i) Avvertendo però che è stato osservato ai contini della prov.
  • ci Abbado, De Marchi. Fenaroli, Rosai e rraverso, --i sono approvati il verbale della seduta precedente con $5 vivo compiacimento della comunicazione che, per gentile concessione del Prof. Arig< lo Menozzi, Direttore della R. Scuola Superiore di Agricoltura di Milano, la Sezione ha trovato la sua sede nei locali della Scuola stessa. Si sono inoltre ricenute le domande di ammissione, o riammissione, a socio dei signori: BRI ZI prof. UGO (Milano), Mai ■'- FBI dott. SIRO (Pavia), MONTBMARTINI prof. LUIGI (Pavia) da trasmettersi alla Sede Centrale per l'accettazione. S E DE DI li K E X Z E (SEDE CENTRALE) Adunanza del 9 Febbraio 1924 Presiede il Vice - Presidente A. Kiori Aperta la seduta, sono proclamati a nuovi Soci: Prof. Ettore ARTINI, di Milano. Prof. Vittorio Alpe, di Milano. Dott. Raffaele Comotti, di Milano. Sig. Rinaldo Corradi, di S. Lazzaro Reak> (Imperia), Sig. Eugenio Bazzi, di Milano. Dott.sa Lucia LOPEZ, di Perugia. Sig. Antonio Rossini, di Milano. Ha poi la parola il consigliere PROVASI il quale richiama l'attenzione sopra un ar- gomento di cui la Società ebbe ripetutamente ad occuparsi, diramando anche una cir- colare |v. Bull, genn.-febbr. 1019) ed emettendo un voto fy. Bull, ottobre-die. [919 . ad iniziativa sopratutto dei professori Baccarini e Vaccari: intende cioè di riferirsi alla que- stione della perequazioni- t dell'ordinamento giuridico ed economico dell' Assistentato Uni- versitario, questione che, dopo essersi penosamente trascinata per anni e anni con grave scapito e discredito della cultura scientifica, riceve ore, per merito di quella parte del nuovo Ordinamento universitario che la riguarda, quello che si può realmente chiamare il colpo di grazia. Egli rammenta come non sia forse ben noto che gli attuali assistenti ed aiuti sono stati semplicemente tollerati sino a eliminazione, e relegati nelle infime categorìe della gì rarchia statale (grado XI e X| negandosi ad essi qualsiasi passaggio a categorie superiori, si., per anzianità, sia, quel che più conta, per meriti didattici ed operosità scientifica ; né meno ingiuste appaiono le condizioni imposte a quelli futuri, lasciati per di più quasi alla mercè delle singole Amministrazioni universitarie. Oltre a questo, che è il caposaldo, il Provasi ricorda le principali fra le Innumerevoli incongruenze che ne derivano, quali ad esempio : I . I..i facoltà «li adire dopo Cinque anni di lodevole continuato servizio, alle cattedre dalle Scuole medie (ammesso che ve ne giano delle vacanti !| col grado ili ordinario, anche in sedi (li primaria importanza, è limitala agli assistenti nominali con concorso a par- uri- «lai i ottobre i «> ^ 4, rifiatata invece a quelli attualmente in servizio, alcuni dei quali sono liberi docenti, altri hanno vinto in passato regolari concorsi per le Scuole medie ; mentre si sa bene come i concorsi per l'assistentato si risolvano in pratica in una pura formalità, per nulla paragonabile ai sacrifici sostenuti per ottenere la libera nza 0 per vincere un concorso per le Scuole medie; quanto alla facoltà concessa ai professori delle Scuole medie di essere comandati ciudi assistenti, per ovvie ragioni essa è destinata a rimanere, nella pluralità dei casi, semplicemente lettera morta. 2. — Di conseguenza un futuro assistente potendo, dopo 5 anni, passate nelle Scuole medie come ordinarlo ruolo a, salta dalla cat. XI alla cat. IX; mentre, dato clu- intenda persistere nella carriera, se cosi si può chiamare, dall'assistentato, dovrà rimanere altri 5 anni al grado XI. poi ancora 10 al grado X. ivi definitivamente per- manendo sino all'eventuale assunzione ad una cattedra universitaria (grado VII), o alla pensione, mentre agli attuali assistenti non rimarrà via di scelta. Cosi sarà riconosciuto potenzialmente a un assistente di essere meritevole di passaggio almeno al grado IX dopo soli 5 anni, ma,' in pratica, nessuna sanzione delle benemerenze acquistate gli verrà mai concessa. ». — Nessuna distinzione o merito speciale viene riconosciuto e accordato ai liberi docenti, che non potranno oltrepassare ii grado X, mentre ad es. gli assistenti me- dici hanno prestato servizio nel R. Esercito quali capitani (grado IX l e, se liberi do- centi, quali maggiori (grado Vili). a, — Nelle cattedre munite del solo posto di assistente è esclusa automaticamente ogni possibilità di promozione al grado X (aiuto) anche trascorsi i io anni di ser- si/io. Inversamente in quelle provviste del solo posto di aiuto, anche un recente lau- reato potrà essere immediatamente assunto nella X cat. E in quelle munite di en- trambi i posti, ni caso che si renda inopinatamente libero il posto di aiuto, l'assistente aneli- nominato da poco, adirà senz'altro al grado X; al contrario nel caso (più pro- babile) che il posto di aiuto non si rendesse per lungo tempo vacante, l'assistente dovrà rimenere al grado XI anche molto oltre i IO anni minimi prescritti pel pas- ad aiuto. 1 ira è noto che nell'introduzione preposta dal Ministro delle Finanze alle tabelle delle graduatorie, è detto che esse debbono rappresentare un graduale passaggio : é nell'assistentato universitario che tale condizione non si verìfica, passandosi, nella migliore delle ipotesi, senz'altro dal grado XI 0 X al VII. -. — Il libero docente dovrà tenere per 5 anni consecutivi il suo corso, pena il de- cadimento dal titolo, e ciò sarà quasi impossibile nella pluralità dei casi, dovendo egli ■1 grave scapito della dignità dell'ufficio, procacciarsi gli studenti (che non s iranno molti !) disposti, seguendo il suo corso, a ricompensarglielo. (,. — Un assistente attuale, passando aiuto, deve in ogni caso sostenere uu altro concorso, ma perde, ia compenso, i diritti acquisiti, cessando di essere impiegato statale. 11 consigliere Provasi propone pertanto che la s. B. I. non possa e non debba rrn estranea al (atto compiuto, e, analogamente. a quanto fu fatto por la riduzione dell'insegna- mento scientifico nelle Scuole medie, formuli un voto di protesta in merito. La ; posta è accettata ad unanimità e il Provasi presenta il seguente Ordine del giorno : La Società Botanica Italiana, presa visione della nuova legge sull'Ordinamento (t dell'Istruzione Superiore : « pur riconoscendone meritevoli di apprezzamento alcuni lati, quale ad es. la lode- « vole intenzione ili restituire la primiera importanza alla Libera docenza, reintegrandone la dignità e i tini ; «esprima la sua deplora/ione per l'ultimo decisivo colpo Immeritatamente inflitto alla già travagliata categoria degli Assistenti Universitari, sia per le disagevoli condi- zioni imposi ■ agli amidi, sia per le desolanti prospettive offerte ai futuri, allonta- nando sempre più le migliori energie giovanili dalle Università, sia. sopra tutto, nei riguardi delle letali e non lontane conseguenze, ledenti lo sviluppo e 1' affermazione della cultura scientifica superiore in Italia, trascinata ad un irreparabile decadimento ; invoca che una più equilibrata revisione della questione da parie dei competenti \< Dicasteri, elimini almeno le più gravi sperequazioni ; «e, associandosi ai desiderata espressi dal V I Congresso tìell'Associaz, Naz. degli \--. Universitari [Firenze 5-6-7 Gennaio 1924), li riassume eli formula nei seguenti « voti : 1. — Che tulli gii Assistenti vengano assegnati al grado X. gli Aiuti al grado IX. gli Aiuti liberi docenti con io anni di servizio al grado Vili. -. — Che sia concessa la facoltà di passare nei ruoli delle Scuole medie dopo «almeno 5 anni di continuato, lodevole servizio anche agli attuali Assistenti, previa «adeguata sanzione dei meriti acquisiti, ma senza con ciò perdere la qualità di impiegato statale. 3. — Che gli attuali Assistenti possano ottenere il passaggio ad Aiuti, senza con ciò perdere i diritti di impiegati dello Stato. ■ -j . — die -i:i applicata anche agli attuali Assistenti che sono riusciti in passato • •.almeno idonei ivi concorsi delle- Scuole medie la facoltà di adire ad esse, a ul- teriori prove, :. — Che venga riconosciuto comi- legittimo impedimento all'esercizio della Li- ra docenza la mancanza 0 scarsità di iscritti al corso libero, 0 che vengano pareg- giate a questo l< ioni di laboratorio 0 di clinica parallele al corso ufficiale. - Che lo Stato eserciti sempre un controllo affinchè non si verifichino stri- denti differenze ili trattamento fra i vecchi Assistenti statali e i nuovi dipendenti dalle singole Amministrazioni univ., provvedendo esso stesso al conguaglio o fissandone 1 ob- bligo per le Università a seconda dei casi .\l'"'i .11 voti, l'ordine del giorno è approvato all'unanimità e viene data facoltà al Vice-presidente di trasmetterlo a S. E. d Ministro della Pubblica Istruzione, e di diramarlo ai Senati Accademici e alle Società Scientifiche. Indi il Segretario presenta i seguenti lavori: Grande I... .Ve < > 1 1. X. MAZZOCCHI-ALEMANNI. Cleome elegantissima Cbiov. Annua, data, glaucescens, glaberrima. Folta digitata foliolif 9 anguste linearibus. Flores laxe racemosi grandiusculi, bracteae minute trifoliolatae ; pedicelli elongati. Stpala 4 libera ovato-elliptica ; potala 4 flava, inaequalia, basi intense violacea, duo superiora obovata subsessilia, inferiora parimi longiora, angustiora, lanceolato-elliptiea, sensim angustato- unguieulata. Stamina io duo ad staminodium anguste lineare reducta, 8 perfecta aequilonga, antheris mucronulatis. Pistillum brèviter stipitatum. Fructus desunt. Mossamedes : Lobito. Terminalia Baumii Engler et Gilg. Folia apice ramo- rum congesta, lanceolato-obovata, coriacea, rigida; sessilia vel brevissime petiolata glaberrima. Racemi fructiferi erecto-patentes, glaberrimi. Fructus elliptico rhomboidei, pedicellis ad 8 mm. lon- gis suffulti, apice brèviter bilobi, 3-4 cm. longi, 18-23 mm. lati nervis crassis seraen cingentibus medio utrinque percursi, undique minute sub vitro et densi uscule puberuli. M< issamedes : Tunda. Angoseseli (Seselinee) Chiov. Gen. novum. Calycis dentes omnino obsoleti. Petala alba ovato-lanceolata, acumine longissimo iiitl.-xo, marginibus crispatis. Fructus cylindrico-elliptici, apice non contracti grandiuscuH densissime albo-pubescentes vel sub- tomentosij; commissura lata plana; carpella laeviter a dorso com- pressa; iuga omnia aequaliter filiformia, parimi elevata, evittata; vittae latiusculae ad duas valleculas medianas solitariae ad duas laterales geminatae, in commissura sex; carpophorum ad medium usque bifidum; stylopodia conica apice truncata. Semen facie com- missurali plana, siccando late depressiusculum. A. Mazzocchii - Alemannii Chiov. Herba p»?rennis subme- tralis, erecta, parce foliosa. Folia pinnato-decomposita, pinnulis anguste linearibus, rectis. rigidis, divaricatis, apice mucronatis; caulina «Ussita vaginis maioribus et laminis sensim reductis. 39 Umbellae magnae longe pedunculatae; radii arcuato-patentes, glabri, strillati; involucrum bracteis paucis inaequalibus ovatis vel oblongis; umbellulae patentes; pedicelli glaberrimi; involucelli reflexi, bracteae raarginibus albido-membranaceis, ciliatis, apice longe subulato mucronatae. Mossamedes : Chinguari. Oldenlandia graminifolia Chiov. Herba prob perennis glaberrima, in sicco nigricans; folia opposita angustissime et longe linearla, uninervia, apice obtuse mucronulata; stipulai' ad membranarn transversam brevissimam integram reductae. Pani- cula ampia et laxa ; pedicelli breves; ovarium obcvoideum glabrum, dentibus quatuor ovario parum brevioribus, triangularibus acutis- simis. Corolla tubo exilissimo 8-10 mm. longo, limbus e laciniis elliptico-linearibus glabris tubo dimidio minoribus. Capsula didyma lateraliter compressa et profunde sulcata, apice- manifeste ultra corollae insertionem producta, emarginata, dentibus 4 calvcinis minimis coronata. Mossamedes: Lobito. Oldenlandia breviflora Chiov. ! [orba perennis basi indu- rata et suffruticosa in sicco nigricans, glaberrima; dense ramosa et densissime foliosa. Folia angustissime linearia apice mucronu- lata; stipulai- minutao, triangulares, bimucronulatae. [nflorescentiae brachiato-dichotomicae. Ovarium hemisphaericum dentibus 4 lan- ceolatis acutissimis ipsum aequantibus. Corolla tubo infundibuli- formi 1,5 mm. ciré, longo, limbi laciniae tubum aequantes. Capsula hemisphaerica dentibus calycinis tringularibus acutis brevibus aucta. M( issamedes : I .( (bit ». Oldenlandi:: micranfha Chiov. Herba data, internodiis elongatis unte tetragonis, glaberrimis. Folia anguste linearia don- ita, superiora sensim minora et in braeteas minimas trian- gulares transeunti.i, omnia uninervia supra setuloso-scabra, subtus albido-punctulata, marginibus revolutis, sessilia, apice sensim su- bulato-attenuata ; stipulae ad membranarn hialinam interfoliaceam, margine troncato integro, minute ciliolato reductae. Rami fioriferi 40 longissimi, tenues, fallosi. Panicula ampia ramis dichotomice di- visis, tenuibus; pedicelli breviusculi, tenues. Ovarium globosum dense ei crasse granulato-papillosum, dentlbus 4 minutis setu- loso-ciliatis, acutis, triangularibus, ovarium subaequantibus coro- natum. Corolla tubo cylindrico ovario circ. triplo longiore, fauce pilis apice clavellatis villosum et limbo quadrilobo tubo parum breviore terminato. Mossami "Ics : Humbo Càtapi. Anfhospermum ( He~maphroditae) Mazzocchii-Alemanniì Chiov. Frutex ramosiss'imus, rami primarii lignosi obtusc tetra- goni, superiores herbacei compressi, praeter linea.- duas oppositas hirtellas gla"bri. Folia Iinearia, glabrescentia, cartilageo-marginata acuta et subpctiolata; stipulae in vaginam brevem hemisphae- ricam amplam cxtus hirtellam connatae, marginibus ciliolatis. Flores monoclini in axillis omnibus dense congesti, verticilli ter- minales valde approximati et spicastrum formantes ; bracteolae numerosissimae anguste lineares, scariosae, ciliolatae. Ovarium ellipticum apice hirtellum, dentes duo lineares ciliolati ferens. Co- rolla minutissima, glabra, limbo patente usque ad medium in ].>!> »s 4 ellipticos diviso. Stamina 4 ad faucem afiìxa filamentis bre- vibus, antheris lincaribus. Capsula elliptica, lateraliter parum com- pressa, apice hispidula et dentibus calycinis duobus subulatis capsula brevioribus scàbris suffulta; valvae membranaceae; septum liberarti membranaceum. Semina anguste elliptica, badia, nitidis- sima, utrinque rotundata, basi caruncula brevissima alba praedita. Mossamedes : Chinguari. Ofocephalus [Anthospermeai) Chiov. Gen. novum. Flores 1 5-50 stricte capitati, sessiles calycibus cohalescentibus, limbo 5-dentato, dentibus valde inaequalibus, inferiore maximo lanceo- lato, acuto, caeteri ad latera prope basini utrinque ad denticulos duos setaceos vel lineares apice glandulosos reducti, omnes post an- thesim acereti. Corollae parvàe flavae, tubo brevi valde compresso, lobis 5 valvatis dimidium tubi longis, intus glabrae extus dense sericeo-pubescentes; faux glaberrima. Stamina s glaberrima an- theris sessilibus ad faucem dorso affìxis, ellipticis utrinque e- 41 marginati & Stilus glaberrimus corollae tu bum subaequans vel vix superane, apice bifidus stigmatibus ut stilo crassis, glabri». Capsula unilocularis, monosperma bivalvi», valva superiore mem branacea arcte cura semiois dorso adnata et cum ipso decidua, inferi"!- libera et longe in receptaculo persistens, bracteiformis ob denterò calycinum magnurr foliolaceum. Semina medio affixa ses» silia triquctra angulis lateralibus acutissimis non tamen alatis, dorsali (superiori-) obtuso carinante, inferne lanugine alba inspersis; facies inferior subplana cum superficie tota sparsa penicillis bre- vibus niveis, pilis subtilissimis coacervatis formati», facies duae superiores laterales convexae et glabriusculae. Albumen tenue centra testam striete adjacens; embrye magnus fere totum senien implens, c< »tyled< >nes planae ellipticae, radicula brevis crassa, infera. Otocephalus umbelliferus Chiov. 1 [erba robusta caulibua berbaceis inferne indurati», crassis, fìstulosis, internodiis sulcatis, fer- rugineo-tomentellis vel inferioribus glabri». Folla sessilia vel sub- sessilia, elliptico-laneeolata, vel ovato-lanceolata, basi ampie wel anguste rotundata vel breviter cuneata, apicem versus sensim attenuata et marginibus rectilinei» acutauta; nervi secundatii utrinque 9-10 angulc acutissimo decurrentes et invicem paralleli, superiores fere nervo mediano et marginibus paralleli; rigidae subcoriaceae, supra glaberrimae, subtus ad nervos puberulae. Stipulae coriaceae erectae, late ovato triangulares, virides pu- bescentes, marginibus late Euscis, apice acutae integrae vel bi- fidae. Inflorescentiae capitatae in pedunculis slongatis, robustis, compressi», fusce pubescentibus, axiliaribua solitariis term-inalibus umbellati». Calyces sub anthesim ora nino inter se cobaliti postea dente calycino unico evoluto, capitula squarroso^bracteata exi- mic simulante». Habitus omnino Calandae rubricaulis K. Sellimi ap. 0. War- burg, FCuuene - Satnbesi - hxfxdition IF. Baum /v,-. Berlin iun;. p. 3H6 'lab. X sed notae omnino alienae. Mossamedes : Huambo Catapi e lumia. Vernonia {Decaneuron) Mazzocchi! - Alemanni! . Welwitichii O. I lottìn. Caulis elatus crassus, valde foliosus apice breviter ramosus, ramis i-2-cephalis. Folia subcoriacea, lon gè obovata, apice obtusa rotundata, basi cuneata et brevissime petiolata, plerumque secus costam plicata, marginibus denticulis 44 perminutis granuìiformibus serrulato-exasperatis, sopra glaberrima sed glandulis sessilibua aureis densissime obsita, subtus griseo- tomentosa. Folia ramorum valde minora anguste obovata fere bracteiforraia et usque ad basim, capituli praesentes. Involucrum subhemisphaericum, araneosnm, bracteis cin-itrr 6-seriatis nume- r ."..issiinis. omnibus linearibus sensim attenuato-subulatis rigidis C recto-di vari eatis, praeter inferioribus valde brevioribus recurva- tis, rectis, apice flavido, rigido sed non pungente, marginibus serrulato-scabris. Achenium brine et crassum pilis densissimis, Loagiuscuìis niveo-sericeis tectum. Pappus pluriseriatus paleaceus, paleis exterioribus brevioribus, et angustioribus basi petiolatis apice acutis, interioribus e basi late niveo-membranaceis, apice obtusis, omnibus costa fusca et marginibus ciliatis praeditis. Mossamedes, Tunda, Chinguari. Plectranthus f Germnnea) pilifertJS Chiov. Annuus, ramosus ; caules carnosi minutissime et crispule undique tomentosuli. Folia parva ovato-rhomboidea utrinque sed apice magis contracto-acu- minata, superne dentibus paucis parvis obtusissimis praedita, supra subpapilloso-scaberula, subtus brevissime pilosula, pétiolo brevissimo suffulta. Inflorescentiae minimae foliis minores vel aequantes, axillares, axes et calyx glandulis stipitatis perminutis undique tectis ; bracteae minutissimae, ovatae, acutae ; pedicelli breves capillares. Calyx minimus basi rotundatus, ad medium us- que dentibus g di visus, 4 inferiores aequales anguste triangulari- subulati orecti, superior ovatus, acuminatus sursum incurvatus, omnes apice pilo albo tenuissimo longiusculoque terminati. Corolla albida exigua tubo calycis dentes aequante. Stamina in labio in- feriore inclusa. Mossamedes, Huambo Catapi col seguente. Plectranthus (dei-manca, micranthus Chiov. Annuus. Cau- les simplices, vel altero Laterali diminuto auctis, carnosuli, undi- que pilis tenuissimis brevissimi sque adpressis praediti. Folia fì"- ralia (caetera desunt) lanceolata vel linearManceolata, basi brevlus cuneata, apice sensim acuminata, superiora sensim diminuta, un- dique pilis minutfs sparsa, subtus in nervis albescentibus den- 4S sioribus. Rami fioriferi elongatì, ad medium divisi et racemulos dtvaricàtos paucirloros laxissimos ferentes; bracteae minutae ova- ta.'; pedicelli sotitarii appositi elongati subcapillares. Calyx me- diocris tubo basi lateraliter ventricoso, dentibus quinis, tribus su- perioribus ovato-triangularibuà dorsale acuto sursum incurvo, la- teralibus subulato-acuminatis recti, duobus inferioribus lineari -su- bulatis sursum incurvis vix longioribus. Corolla minima dentes calvcis aequans vel vix superans. Stamina in labio inferiore abscnndita. Mossamedes, Iluambo Catapi col precedente. Gladiolus splendidus Rendle var. Tundensis Chiov. Caulis elatus. Folia evoluta quatuor revoluta angustissime linea- ria, yalde louga, interne attenuata, subulato-acutata, nervis pri- mariis, tribus crassissimis (duo marginales et costa multo crassior), nervis secundariis interpositis tribus tenuissimis. Bracteae pa- pyraceac purpurascentes. Flores maiusculi 7-9 cm. longi, tubo curvato apice sensim dilatato : lobis inaequalibus superiore cur- vato-cucullato e basi rotundata ampia ovato late acutiusculo ; la- teralibus superioribus rectis e basi rotundata sensim attenuatis acutis: tribus inferioribus subaequalibus eadem forma duorum su- periorum lateralium sed maioribus intimo refracto ; omnibus cen- tro lutei et marginibus latissime coccineo rutilantibus. Antherae rìlamentis glabris aequilongis. Stylus apicem antherarum aequans stigmatibus ipsum apicem superantibus anguste elJiptico-lineari- bus apice rotundis basi aequilatis marginibus papillosis. Mossamedes, Tunda. Tristachya U/elwitschii Rendle a africa Chiov. Glumae steriles omnino laéves. Mossamedes: Huambo Catapi. |! trichophora Chiov. Gluma sterilis I prope utrosque mar- gines seriebus duobus 5-7 callorum nigrorum setas albas rigidas 2 mm. circiter longas ferentium praedita. Mossamedes : I [uambo I latapi. Entoplocamia procera Chiov. Culmi altissimi, plurinodi, nodis glabcrrimis, Internodiis cylindraceis, striolatis. Vagihae stri- •I" ctissimae, striolatae, glaberrimae, loro ligulae scric pilorum lon- gissi morum praeditae; laminae anguste lineares longissimae, basi attenuatae, planae. Panicula valde longa, stricta e racemis iv~- crassis, erectis, ìnferioreg et supremi solitarii alterni, mediani 2-3 verticillati. Spiculae late ellipticae vel subrotundae, stricte imbri* catae, valde compressae, obtusae; n'osculi ro-i6, duo inferiores ad glumas vacuas a fertilibus parum diversas reducti ; omnes al- bidae nervis tenulbus viridibus pictae. Sterilis I anguste lineari s 1 nervia acuta, il linearis parum longioi 2 nervia cum ad latus nervi carinalis alterimi brevius adsit, J 1 1 et IV aequales ovatae e basi rotundata ampia scnsim attenuatae, apice obtusae et minute mucronatae, trinerviae nervis lateralibus exacte intermediis vel potius magis ad carinam propinquis. Glumae Eertiles late elliptico obovatae obtusissimae e tertio superiori ubi latissimae et rotun- datae, cuneatae, marginibus glaberrimis superne anguste membra- naceis, caeterunr gluma est pergamenacea, nitidula, 5-nervia ner- vis utrinque duobus manifeste magis ad margines propinquis quam ad carinam; carina valde prominens et in mucronem vix ultra oram producta. Mossamedes: Lobito. CIFERRI R. — PRIMA CONTRIBUZIONE ALLO STUDIO DEGLI USTILAGINALES (N.° 1-22). Questa prima contribuzione allo studio degli Ustilaginales ri- guarda solo specie italiane. In essa ho raccolto una parte delle osservazioni nei diversi generi e specie di quel gruppo, preva- lentemente della Famiglia Tilletiaceae ; le contribuzioni successive riporteranno le innovazioni introdotte nella sistematica dei generi e specie di questa e delle altre famiglie. Per brevità, ho tralasciato i riferimenti bibliografici (salvo ciucili indispensabili per la cognizione dell'argomento), quelli ad exiccata, ad iconografìe, distribuzione geografica, piante ospiti non italiane, ecc.; per tutto ciò rimando al lavoro completo delle scric Flora Italici Cryptogama . per cui ho elaborato il gruppo. 47 I materiali d'exiccata, su cui ho studiato, quando non è spe- cificatamente indicata la loro origine, provengono dalla Collezione dell'Erbario Saccardiano, o da quella dell'Erbario Centrale di Firenze, oppure dal mio erbario privato. Le letterature furono esaminati' prevalentemente nella biblio- teca della Società Botanica Italiana e in quella dell'Orto Bota- nico di Firenze. i. - Tolyposporium crepidis-rubri ij.wri Ciferri, n. comb. = Entvloma crepidis TROTTER var. et epidis-r ubrae JAAP, Beitr. zur Kenn. der Pilze Dalmatiens, in Annales Mycologici, XI\', pag. 19, (19 16). ffub. - In foiiis Crepidis rubrae, Spalato (Jaap), Oss. 11 JAAP, nella diagnosi del fungo, da le spore come riunite spesso in glomeruli, pur definendo il carbone come appartenente al genere Entyloma. Benché le specie di questo genere stesso possano mostrarsi riunite in forme pseudo-glomcrulate, pure s'im- poneva una revisione del materiale originario, che richiesi al BRICK, il quale ebbe gentilmente ad inviarmene. Dall'esame di esso potei confermare quasi completamente i caratteri descritti dal Ja.A.1' salvo che per la giomerulazione delle spore, che può considerarsi quasi costante, essendo occasionale il trovare spore isolate. Questi glomeruli sono completamente stabili tanto nei sori giovani che in quelli maturi, e solo mediante una discreta pressione del copri-oggetti si possono parzialmente isolare le spore. Per questo mi è parso opportuno trasportare il fungo nel genere To/yposporium, elevando, naturalmente, la varietà a dignità di specie; gli altri generi a spore glomerulate furono esclusi per i glomeruli sempre stabili e l'assenza di pori germinativi {Soro- sporium e Ikecapkora) o per altri caratteri ben definiti, che diffe- renziano il fungo da luburcinia sensu Li km. 1 ale assegnazione non è definitiva poiché s'ignora completa- mente la maniera di germinazione delle spore, ma può essere accettata temporaneamente, in attesa di più esaurienti studi su questo fungo. i. - Entyloma arnicalis Elias et Everarth, Bull. Torr. Bot. Club. pag. ^7 (1895). Sao \ki> », SylL fung., XIV, pag. 4-';,, (1899). Entyloma calendulae Ami., p. p, =^ lintyloma amicar SYDOW, Annalcs Mvcologici, XVI, pag. J44 (1918) inonicii nuilum). lldh. - In foliis Amicete montanae, 'l'orino (Voglino). Oss. Il Svi» »\\ ', scindendo la vecchia specie comprensiva E. calen- dulae De Baky, isolò su Arnica uri E. arntcae, senza frase dia- gnostica. Nel rivedere questo fungo, ebbi a confrontarlo con ma- teriale americano dell' El.LFS et EVERARTH, distribuito in una essicata (North Amer. Fung., ti. 3136, su Arnica chamissonis), sotto il nome di /:. arnicalis, originariamente dato su Arnica cordi/olia. E non ho trovato differenze sensibili tra i due funghi, né per l'aspetto macroscopico delle alterazioni nò differenze morfologi- che; ritengo perciò, salvo l'indagine per un'eventuale differen- zi, izione biologica e lo studio dei fatti germinativi alle spore an- cora ignoti, che la specie indicata dal SYDOW sia da ritenersi si- nonimo di quella dell'ELLis ed Everarth, più vecchia crono logicamente. A proposito sempre dell'/:, caloidulac specie comprensiva so- no portato a credere che, oltre le specie isolate dal SYDOW, in base a differenze biologiche e non morfologiche (solo per la spe- cie su Calendula, secondo questo Autore, si hanno macchie fo- gliari più grandi e più spesse) ve ne siano altre ancora, su ma- trici differenti, che però non ho potuto esaminare se non in pic- cola parte Ira queste ultime cito un E. dahliae (STERNON) Ci- 1 1 kki, n. eomb. (= E. calendulae f. sp. dahliae StERNON, Une malattìe nouvelle du Dahlia, Bruxelles, ioiM); E. caiananche (MAIRE) CiFERRI, n. sp. (su Calanamhe coeruiea, Maire, in Bull. Soc. Hist. Nat Afr. du Nord, Vili, p. 2^2, 191 7); E. Partitemi (P. HeNNINGS) «JKKRRI n. sp., (su Par/In nium 1 Iijstcrophoruni , V. IlKNMXt.s, llcdwigia, XXXV, p. 219, 1896). v Entyloma Maireanum Ciferri, n. sp. (clarisa, Prof. Maire dicato). 49 = Entyloma calendulae Auct., p. p. Scria in inaculis plus iniiius vel rotundatis, 1.5-3.5 nini, diaiii.. piati is. flavidulis usquo flavo - brunneis; sporis glo- bosis ve! subelongatis, rarius leviter polyedrit is, 8-14 n diam., episporio dilute flavidulo ve] flavo-brunueolo, 1.5-2 u, crasso, levi instructis; conidiis nyali nis, fusiformibus. lini). - In i'oiiis F/ypochaeridis (Seviolae) aetnensis, et //. radicalae, ( Jorsica. Oss. Per i criteri più sopra espressi, ho tenuto distinto anche « )n« -sta specie dalla vecchia E. calendulae, benché, .il solito, non vi siano differenze morfologiche sensibili tra questa e te altre isolate (Lilla specie Debaryana. La diagnosi fu redatta in base a materiale del MAGNUS su Hypochaeris radicala (matrice della forma conidic iRamularìahyùockaeridis'P. MAGNUS, LTstil. lirandonb., 1>. -;. [896) che ho ritenuto identico a quello su //. achicnsis rac- colto in Corsica, e che non conosco, ma andrà ulteriormente con- frontata, avendo avuto a mia disposizione solo scarsissimo mate- riale e molto avariato. 4 Entyloma picridìs Rostrup. lli'n. - !u foliis Picridiì hieracioidis, pr. Macerata (leg. det. < 'ikkkki). Oss. Specie nuova per l'Italia. 5. Entyloma Scalianum Ciferri, n. sp. (clariss. Prof. Scalta dicato). = A', calendulae Auct., p. p. Soris epiphyllis, subepidermicis, rotundatis, isolati 8 2 - 3,5, mm. diaiii., saepe elongatis, rarius in niaeulis tìavo-bruniieis siccitosis, indefinitis, disposi tis ; sporis flavidulis, rotundatis uuque ellipticis, plasmale subfuscis, granulosi^, 10-14,5 m diana. vel 9-12 10-16 n, episporio flavo-hyalinulo, 2.5 crasso, levi instructis. lla\>. - In f'olliis Pinardiae [Chrysanthenii) coroìiariae, Ca- tania (Scalia). Oss. Anche «piesta specie è stata ila me isolata dall' A", calen- dulae per le ragioni ripetutamente espresse. Forma sulla foglia 50 della Composita dei sori coperti dall'epidermide, rotondeggianti -al- lungati, un po' rilevati ma appiattiti, evidenti pel colore giallo- si uro secchi, raramente in macchie siccitose indefinite, varie e generalmente allungate. J /alterazione è bene evidente sulla foglia. Le spore sono apparentemente glomerulate, talvolta con una por- zione dell'episporio un po' appiattita per la mutua compressione «li esse; il colóre è giallo canarino molto pallido. L'aspetto esterno dell'alterazione è abbastanza caratteristico e si distingue da (indio eli altre specie d' Entyloma sulle Composite. 6. — Entyloma Saccardianum Scalia in Ilerb. Sacc. (1901I (ined.) = Entyloma calendulac Auct. p. p. Soris maculas subrotundatas vel irregulares, 2-3 mm. diam., saepe confiuentes, ad paginam superiorem foliorum primuni al- bido-flavas, dein griseo-brunneolas, explanatas, atque ad inf'e- riorem tantum paullum bullato-convexas, et griseo-brunneas efformantibus ; sporis inter filamenta mycelica evolutis, glo- bosis, 9-1 ó u diam., episporio primum hyalino, dein luteo-brun- neo, levi, crasso, jam in matrice viva germinantibus Hdb. - In foliis Senecii leucantkèinì folli var. incrassati, Catania (Scali a). Oss. Questa specie, osservata e studiata nel 1901, fu dal- l'Autore inviata al compianto Prof. Saccardo, con la diag-nosi latina, la figurazione delle spore e lo studio sommario' dei carat- teri germinativi; ilSACCARDO, in omaggio ai criteri allora vigenti, la pose neH'Zf. calendulac sp. comprensiva. Io l'ho ritrovata con- servata nell'Erbario Saccardiano, ed ho creduto opportuno, sempre per le solite ragioni, farla rivivere. Xella germinazione delle spore si produce un breve promicelio (13 - 2 u) che porta all'apice un mazzetto di sporklioli subcilindrici sino a curvuli, fasciculati, talvolta copulantisi, di i.s-17 * 1.5-21* 7. Entyloma hieracii Sydow (nomen nudum). = Entijloma calendulae Auct., p. p. Maculis irregularitcr rotundatis, 1.5-3 mm. diam., primum Havidis, dein fiavo-bruhneis, siccitosis, saepe contluentibus, 5i amphigenis, intra nerviis gerentes; sporis rotundatis, laxe aggregatis vel liberis, rarius subangulatis, fiavo viridulis vel hyalinulis, 10 [i diam, episporio levi, hyalinulo, 2-2.5 n crasso. Unì». - in foliis Hieracii sp. Oss. E' questa una delle specie il cui nome è stato indicato dal Sydow, e la diagnosi è invece stata da me compilata in base a materiale italiano da diversa provenienza. 8. — Entyloma mediterraneum Sydow (nomen nudumj. = Entyloma calendulae Act. p. p. Soris in maculis rotundatis vel subrotundatis, Havo-vel rufo-brunneis, 1 .5-3, rarius 4 mm. diam,: sporis rotundatis, rari us subglobosis vel leviter elongatis, 8 15 mm. diam., flavi- dulis, episporio dilute concolore, 1.5-2.5 jx crasso, levi instru- ctis. Hai). - In foliis Pallenidis spinosele, Dalmazia (Jaap.) et Aste- risci maritimi, Corsica (Maire, Dumeè et Lutz). Oss. Come la specie precedente; io ho redatto la diagnosi in base ad un piccolo frammento di foglia della prima pianta ospite E non conoscendo affatto V Entyloma vivente sulla seconda, mi sono attenuto, temporaneamente almeno, all'ipotesi «lei Sydow, secondo cui la stessa specie fungi na possa attaccare le due affini piante ospiti. Ma tale ipotesi va controllata ulteriormente. o. — Entyloma monilifera Eliasson. = Entyloma gramineum Saccardo in ll. (ined., sine ann.) Hab. - In foliis Graminaceis, lue. ital. iudet., in Herb. Sacc. (det. I Iiferri). Oss. Specie nuova per l'Italia. io. Entyloma chelidonii < [ferri, n. sp. Soris in maculis rotundatis, indefinitis, pallide flavo-viri- dulis dein brunneolis, 2-4 mm. diam.: sporis rotundatis vel subrotundatis, saepe leviter angulosis, 8-13 min. diam., flavi dis, episporio dilute flavo-bruuneo, 1 u crasso, Levi instructis. /Fili». - In foliis Chelidonii mojoris, Alba pr. Cuneo (leg. d< i. ClFERRl). Oss. Nuova specie da me osservata nel 1921; è affine ad E. fuscum SCHROETER e ad E. glandi DanGÉARD su piante della stessa famiglia, e morfologicamente poco distinta da esse. Dalla prima si può differenziare per Le macchie fogliari un po' più piccole <• nmi cinte di rossastro, le spore in media un po' minori e ['episporio appena più chiaro. Dalla seconda si differenzia in- vece per le macchie scure, le spore più piccole e l'episporio di minor spessore. ii. — Entyloma borraginis Ciferri, tì. sp. = /ùi/i/Ioina scroti >ut ni A net., p. p. Macoli 8 ròtundatis, explanatìs, deflnitis, i muta rgi natia 1 3 mm. diana., primùm decoloratis dein flavo brunneis; sporis plusminus ròtundatis, rarius subpolyedricis, Mó [i diam, saepe 12 ji, episporio 1-1. óu crasso, flaVo-brutmeo vel brunneolo, levi instructìs. /Fil>. - In t'oliis BoiTaginis officinalis. Oss. Ilo creduto opportuno separare Y EntylotHa vivente su Borrago da quello nel Sympkytum, trattandosi di due generi di piante ospiti ben distinti, ed a portamento notevolmente diffe- rente, la prima una pianta annua e la seconda perenne, pur es- sendo le differenze morfologiche tra i due funghi insensibili; solo esperienze d'infezione potranno provare se realmente vi è una specializzazione biologica del fungo nei due ospiti, come le ca- gioni sopraindicate porterebbero a credere. In tal maniera YJb. serotinutn Schroeter emend. ClFEKK! deve riservarsi solo a quest' Ustilaginea vivente nei Sympkytum. i2. — Entyloma nigellae Cu erri, n. sp. Pustulis epiphyllis in niaeulis ròtundatis, i n defini ti s, fla- vo viridnlis, dein liavo-siccitosis, 1*2.5 wri- diam., planis. Sparsis, isolntis; sporis sittgulis, ròtundatis vel. prò mutua pressione, subaugulatis, fiavidis, subimpellucidis, 14-1 s u diam., episporio 1.5-2 u crasse, concolore, levi instructìs. liti). - In f'oliis Nioeìlae damaseenae, Petriolo pr. Macerata ilcu'. dèt. ClIKRKl). Oss. Specie che trovai in un piccolissimo esemplare nel 192 1; è rispettivamente affitte all'/:', ranumuli (BON.l SCHROETER da 54 cui si distingue morfologicamente per le macchie rotondeggianti e più piccole, spore in media un po' maggiori, ad episporio più spesso; non osservai conidii sulla pianta ospite, e tale osserva- zione, se confermata ulteriormente, potrebbe essere un nuovo carattere differenziale. La germinazioiv delle spore avviene facilmente, senza periodo di riposo apparente, in capo a 4-6 ore, con l'emissione di un corto e grossetto promicelio, che porta all'estremo 4-6 sporidii aciculari, jalini, capitolati, di 2030 « 2.5-3 p.; gu sporidii sono differenti da quelli dall'/:', ranunculi per la forma e per la lun- ghezza un poco maggiore. 13. — Entyloma eryngii (Corda) De I>arv, emend. Ciferri. = Ph ìjsodenn < 1 eri) >iqìì CORDA. = Protomìjccs eryngii FUCHEL. Soris pustulas potundato-angulatas, rarius elongatas et con- tiuenles. <>."> - 1,5 min. diam, et usque ad 1 ,5 min. altas, bullato-con- vexas, prominent.es, cecidioformes, primo rnt'as ve] rubro -violaceas, dein brunnea-siccitosas, irregulariter I acerata s ef forman t ibus : sporta thividulis vel oehraceis, globosia vel 0- blongo - angulatis, aut ellipsoideis, va ri abili bus, 7 - 21 (i diam. vel (.i - 18 * 9 - 15 u.., episporio pluristratoso, irregu lare, flavo - brunneo, 1,5 - 2 \i, variabili, usque ad 4 |i cra- sso, levi ins'ruetis. ffàb. - In foliis Eryntjii campestri. Oss. I dati sporologici di questa specie sono molto varia- bili, e incostanti sono pure la forma e la dimensione delle spore. Ma senza dilungarmi in ciò, di cui tratterò un pò più estesa- mente altrove, ò interessante notare come l'aspetto esterno del- l'alterazione sia particolarissimo e caratteristico, si rilevano, sulle foglie offese, delle pustolette bruno-secche, non maculicole, molto nettamente rilevate e prominenti, subepidermiche, galliformi, di solito arrotondate, ma anche irregolarmente, subpoliedriche, spar- se o subaggregate, in generale non situate (o solo casualmente) lungo le nervature. Ora, tale configurazione è totalmente differente da quella del- 54 V Entyloma su Eryngium p/anutn, con cui non ha nulla in comune: e siccome, seguendo l'esempio dello SCHELLEMBEBG, per questo genere l'aspetto macroscopico della malattia è da tenersi in molto conto, <-osì ho creduto riservare il nome di Entyloma eryngii (Corda) Di !'>.\ky emend. ClFEP.R] al fungo néiYErynghtm cam- pestre per cui primitivamente la specie fu diagnosticata dal CORDA (sotto Physodernta eryngii), creando una nuova specie (E. eryn- gii - plani ClFERRl) per il fungo sull'IT, planimi. In questa matrice, V Entyloma ha i seguenti caratteri macro- scopici : sori pianeggianti ( espansi, indefiniti, spesso maggiori dei precedenti, e fino al doppio, formanti pustule quasi pianeg- gianti. La diagnosi della nuova specie, ch'è riportata più sotto, fu redatta da me su materiale Albese, (la matrice e naturalmente la specie sono nuove per l'Italia) e confrontata su un esemplare d'exiccata dello SCHROETER (Filze Schlesiens, X. 474), cui cor- risponde perfettamente. Le differenze nei caratteri morfologici delle due specie sono poco sensibili : in via generale si può no- tare che nella nuova specie i caratteri e le dimensioni delle spo- re sono meno variabili, pure l'episporio è più uniforme, e non stratificato. Questi caratteri sono più che sufficienti a differenziare le due specie; e a conferma della variabilità che offre V Entyloma nelle diverse specie d' Eryngium, noto che il MAIRE descrisse un'/:'. eryngii dìchotomi algerino su E. dichotomum, differente dall' E. eryngii typtis su E. campestre per le tacche fogliari non rigon- fiate, le spore più piccole, e la presenza di conidi e conidiofori. (Bull. Soc. llist. Nat. Afr. du Nord, Vili, 9, p. 251, 1917). Non conosco affatto l'esemplare del Maire, ma, dalla descri- zione, non mi pare che possa identificarsi coli'/:', eryngii - plani ed è distinto da E. eryngii, pur non negando che tutte tre le specie sieno abbastanza vicine tra di loro. Il CLINTON riporta un E. eryngii su E. yuccaefolium nel Nord America ; non lo conosco affatto, e non so perciò se debba identificarsi con una delle tre specie sopracitate, o debba invece formare una specie a se. 14. — Entyloma eryngii-plani Ciferri, n. sp. 55 = Eniyloma eryngiì Auct. p. p. Soris expansis, planis, subindefinitis, brunneis, in maculis siccis, affinis, L)-.'i min. diam., rarius pustulosis, pustulis subpla- nis non cecidioformibus; sporis globosi s vel globoso-angul.it is, i)14 \L diana., flavo-brunneis, epiftporio uniforme, 1,5-2,5 :; • rasse, unistratoso, brunneolo. 1 e \ i instructis. Ilnh. - In foliis Eryngii plani, Alba pr. Cuneo (leg-del ClFERBl). Oss. Vedi la specie precedente. 15. - Enfyloma (?) dactylidis (Passerini) Ciferri, n. comb. • = Thecaphora dactylidis PASSERINI. = Entyloma crastophilum Auct. p. p. Soris epiphyllis; sporis glomerulatis, fuscis. Uni). - In foliis Dactylidis glnmeratae, Parma (Passerini.) Oss. Riporto la specie (d'altronde dubbia ancora, secondo me) non sapendo s'essa debba riferirsi all' E. crastophilum S.\< - cardo od all'ir, i) regalare JOHANSON; in generale, i micologi l'han messa in sinonimia alla prima, ma non so con quanto fon- damento. D'altronde, non conosco gli esemplari del PASSERINI e non posso pronunziarmi sull'argomento. 16. — Sul genere Melanotaenium De Bary. Questo genere, creato dal De Bary nel 1874, prototipo il Melanotaenium endogenium (Unger), non ebbe, dallo scopritore me- desimo, né dagli Autori posteriori, un'esatta definizione né una precisa differenziazione dell'affine genere Enlyloma, pur essendo salvo poche eccezioni, ammesso da tutti ì micologi. A questo lavoro mi sono accinto io, convinto ch'esso era stato trascurato nella definizione delle specie, per la poca chiarezza, mediante l'esame comparativo della specie Debaryana e di quelle posteriori. Senza dilungarmi, riporto i caratteri di Melanotaenium e di Entyloma. 56 Entyloma ii Soii e «elusivamente follicoli; solo in vi ile e saltuariamente in altre parti della pianta ospite. 1> Soii determinati, non effusi, più o meno pustolosi, «li solito non velati dal- l'epidermide per tutta la loro durata, di forma tipicamente circolare, ma anche allungata, e dimensioni limitato a pochi millimetri, come massimo, quasi, sempre maculiceli. < , Macchie od areole decolorate o rariara ìnte colorate, spesso cinte da un alone circolare o no. meno frequentemente indelimitate; esse s'iniziano, di solito, con una decolorazione fogliare che va parecchio 0 molto oltre l'arca dei sori, ed a ma- turità il colore si cambia in giallo, rosso, sino a bruno. Assenzi di ridessi. 5ori deiscenti, di solito, per la lace- ra/ione dell'epidermide ricoprente, avanti la distruzione completa della foglia o no. e) Episporio talvolta irregolarmente iSO, liscio o variamente ornato, a co- lore diversissimo sino brunastro, ma in «cnerc non molto foschi. f) In parecchie specie esiste una for- ma/ione di conidi sull'ospite. rermiriazione delle spore sulla ma- trice o fuori. Melanotaanium a) Sori io tutte lf parli della pianta ospite, e prevalentemente sulle verdi [fo- glie, rachidi, piccioli fogliari e fiorali, spata, spadice ecc. b Soii indeterminati, non effusi, non pustolosi, ma vescicolari e li-ci, piatti. velati dall'epidermide sino alla deiscenza, di forma irregolarissima e varia, general- mente grandi, sino a parecchi centimetri, abbraccienti anche diverse parti della pian- ta ospite, non maculicoli tipicamente. c) \"on forma né macchie né areole intorno al soro d'epidermide che lo copre può però colorarsi, ma non quella circo- stante, salvo talvolta un sottile alone, clo- rotico più spessoi. Sori che formano al- l'inizio una decolorazione per la sola area da essi occupata, passando successi- vamente ad argentei, plumbei o grigi, molto raramente, e solo se profondi, ad altri colori ; a maturità nerastri. Specie da giovani, i sori mostrano, a luce inci- dente, dei riflessi plumbei, o una pelluci- di tà alabastrica o colorata lievemente. d) Sori deiscenti costantemente per l'infracidirsi degli organi attaccati. e) Episporio quasi sempre regolarmen- te ingrossato, più spesso liscio, più o meno intensamente bruno sino a bruno- fi Nessuna formazione di conidi (ca- rattere incerto questo, però, è da con- trollarsi ulteriormente. gì Germinazione delle spore normal- mente sulle parti della pianta attaccata. I ra i caratteri
  • ga>iii Laokrhki.M. 17. — Melànotaénium arisari (Peglu >n) Ciferri, n. comi). = Melwiotaenium plutnbeum for. arisari I?EGLlON« Oss. Differisce nettamente dal M. Ari (COOKE) LageRHEIM 1 M. plumbeum Pi rotta) anche morfologicamente, e quindi, trattandosi di un'Ustilaginale, la forma, che non è così distinta per la sola matrice, può, essere elevata a dignità di specie. 1 — Melànotaénium ari (Cooke) Lagerheim. = Protomyccs ari CO< >KE. = Usitlaoo plumbea RoSTRUJ'. Unii. - In foliis petiolisque Ari italici, loe. indet. ital. in ii'-i'l). Webbianum, Firenze (leg. V det. ClFERRl). Oss. Dopo la limitazione della matrice su cui vive queste specie (vedi oltre), si può considerare nuova per V Italia anche avuto riguardo alla matrice. io. — Melànotaénium erodianum (Saccardo) Ciferri, n. comb. = Entyloma erodianum SACCARDO. t. Sono venuto alla determinazione di trasportare questa specie al genere Melanotaenium, quantunque non offra la facies tipica del genere, specie quale siamo abituati a vederlo sulle A- racee. Dall'esame di esemplari originali inviati dal Saccardo all'Erbario Centr.de Fiorentino, ho potuto notare <•!(,■ ì s^ori han- no areole limitate, e le spore sono ammassate poco densamente nel clorenchima fogliare, per il che i sori, anche su esemplari secchi, si mostrano, da giovani, un pd lucidi, lievemente plum- 58 bei ; i-ssi sono piatti, cioè molto poco rigonfiati, lisci, e costan- temente velati dall'epidermide. Solo i più maturi sono brunastri- siccitosi, circondati da un sottilissimo alome bruno. In conclusione il carattere di Mclanotacnium appare abbastanza nitidamente solo su esemplari giovani ; a maturità, si accostano invece un poco ad l-'.utyloma. -o Melanotaenium Arnaudianum Ciferri, n. sp. (clariss. Prof. ARNAUD dicato). = lintyloma ranunculi ARNAUD, Ann. des Epyphyties VI, pagg. 219-221 p. p., (1918). Soris suhepidermicis in maculis clon.ualis, explanatis, in- delimitatis. uaque ad 50 et ultra miri, longis, confiuentis. pal- lidi* dein brunneo-rufis vel brunneo-violaeeis ; aporia globo- sis, intercellularibus, 9-11 u diam., episporis levi 1-1. ó u cras- so, hyalinulo dein brunneolo, plasmate guttulaio, mycelio continuo, fi I if'otini, hyalino, in rhizomate matricis perennante. 11(0). - In foliis petiolisque Hellebori nigri, Pausula pr. Ma- cerata (leg.det. Cifkrri). Oss. L' ARNAUD trovò questo fungo nella Savoia, su un'El- leboro e lo descrisse minutamente, riportandolo, con qualche esi- tazione ali ' Entìjloma ranunculi da cui mi pare opportuno isolarlo per i pori costantemente velati, effusi, indeterminati, le cui spore vengono poste in libertà per l'ammarcimento delle parti attac- cate, di solito i piccioli fogliari, che vengono vicino al livello del suolo, infettati anche, più raramente, vicino alla base delle divisioni del lembo fogliare, secondo quanto osservò l' ARNAUD. I sori sono non localizzati, lunghi, apparentemente subepidermici, anzi protetti da uno o più strati di cellule esterne imbrunite o rossastre, ed in questo si differenzia dagli altri Melanotaenium : l'assenza di ogni apparenza esterna della presenza dei sori, che qui sono non solo 'subepidermici, ma anche posti sotto i primi strati di cellule (salvo in qualche punto in cui, a matnrità avan- zata, per disfacimento del parenchima difensivo, affiorano) e non hanno perciò i riflessi plumbei. Le spore sono intercellulari, quantunque, alla sezione del picciolo attaccato, possano apparire 59 intracellulari, come spiega l'ARNAl'I), fenomeno che si verifica per altre specie di questo genere e di altri. In conclusione, si discosta dagli altri Melanotaenium, nel qUal genere pure dobbiamo includere la specie, prò tempore, al- meno come quello che più si avvicina. 21. — /Mclanotaenium? Dictelianum (Bi i>v< k) ( n i kkt n. comb. = Kntyloma Dietclianimi BlTBACK. Oss. E solo con molta esitazione che riporto questa specie al genere Melanotaenium, per non aver potuto vedere l'esemplare originale del BrRACK ; stando alla diagnosi, l'assenza di macule fogliari, e i sori ipofilli ricoperti dall' epidermide sarebbero fa- vorevoli alla mia determinazione, salvo la revisione dei caratteri morfologici sul materiale direttamente. A tale decisione mi con- ferma il fatto che nelle Aracee si sono trovati, sinora, solo l's- stiliginali del genere Melanotaenium. I caratteri per cui si disco- sta da Melanotaenium sarebbero i sori troppo piccoli, e indicati solo sulle foglie, oltreché l'episporio bistratoso e la colorazione dei sori stessi. In conclusione, dò questa determinazione solo per temporanea e incerta. 22. Melanotaenium plumbeum BiR r i vmend. Cu krri = M. Ari. Auct., p. p. //ab. - In foliis petiolisque Biari tenui/olii. Roma (Pirici i \i. Oss. Non ho potuto vedere gli esemplari Scirottiani ma, stando ai caratteri1 dati dall'Autore, vi sarebbero, macroscopica- mente, delle piccole differenze col Melanotaenium su Arurn sp. se non anche microscopicamente. Per cui, sino a prova contraria, t'-rrci distinta questa specie (riservandola al Bioritmi), dal M. Ari che offenderebbe gli Arimi (vedi n. [8). A'. htititL> Botanico di Pa-.m, Genmaia i;s) Cipekri baciare solo ClFKKRI. t>o S E DE DI FI R E X Z E ISKDK CENTRALE) Adunanza dell' 8 Marzo 1924 Presiede il Presidente X. Passerini Aperta hi seduta sono proclamati a nuovi Soci : Sig. Ernesto Allegri, ." di S. Francesco in S. Maria degli Angeli. Perugia, 19 17. ili poi la parola il Prof. A. Fiori, il quale comunica di aver raccolto YArabis auri- culata Lam. il 2 Luglio dell'anno scorso alla Verna e precisamente sui dirupi del versante orientai-- del M. Penna. Questa specie, che Bertoloni (FI. it., VII, p. 122) scriveva di avere ricevuto « ex Etruria in Apennino Mugellano et in rupibus turfaceis pro- vi nciae Senensis ab Eq. Prof. Caj. Savio », non era più stata rinvenuta in Toscana. La località più vicina di cui è finora nota fuori della Toscana è quella dell'Appennino umbro al Castelluccio. 6i PAMPANINI R. e BACIOCCHI-DEL TURCO M. IR B< >RIZZAZI< >XI ALPINISTICHE NELLE D< M.< >M1 IM DEI. CADORE DURANTE L'ESTATE 1923. Questa piccola collezione ili 289 esemplari, i quali si rag grappano in 109 entità, porta un interessante contributo alla conoscenza della flora delle Dolomiti cadorine. (1) Difatti, delle località esplorate dal Conte Mario Baciocchi- Del l'ureei : l'i/ Popena, Marconi, Sorapis, Torre dei Sabbioni figurano ora per la prima volta nella letteratura botanica del Cadore; Le Tre Cime del Lavaredo vi sono citate solo per 1 piante raccolte durante la guerra, dal 1915 al 1917, dalTallora capitano d'artiglieria I*. L. Fietta di Asólo (2); e le Tofane per le 22 segnalate din pressi del rifugio Wolf-Glanwell a 2060 m. - rnthein, perchè dalla ì<>n> natura non credo si ao ri- ferire alla montagna propriamente detta quelle che 1" stesso Sarnthein enumerò con la semplice indicazione di Tofana Parti Del resto anche il rifugio Wolf-Glanwell non si trova sulla Tofana, ma al piede di essa, alla testata di Val Travenanzes. Ma queste piante raccoltemi dall'amico M. Baciocchi-Del Turco sono particolarmente interessanti per la conoscenza della distribuzione altimetrica nel Cadore dell!' 109 entità alle quali si ri scono. Per lo stesso Pelino, per esempio, il quale dopo il ('ristali» rse, floristicamente, la montagna cadorìna la meglio cono- sciuta — per merito di f. Ball, E. l'anfani, ecc. — sono quasi del tutto mancanti di indicazioni delle altitudini alle quali le piante furono raccolte ed osservate. (i) Nella Flora del Cadore comprendo canhe l'alto bacino del Boite (Ampezzo). 2 Boi ZON P., Sulla Flora castrense del .1/. Grappa e dell'Alto Cadore (Nuovo Giornale hot. it., n. s., voi. XXVI, in-), p. 200-204). (3) Dalla Tokkk K. \Y., /ur Flora -■o»i AmpetMo una Umgebnng (Ber. na- turwiss. - med. Vereinea [nnsbruck, Jalir^. XXXVII. 19 17-1920, p. 49). Sott" questo aspetto la collezione che qui presento mi è ve* ramente preziosa, cosicché mi auguro che il suo Autore possa continuare questa esplorazione floristica delle alte vette e adorine, con tanta fortuna iniziata l'estate scorsa, e condurla a termine. Qualche pianta è Interessante anche sotto altri riguardi : Cerastium unìflorum Murith: finora nel Cadore era stato rac- colto solo sulla Rocchetta (i) e sul Xuvolau. (2) Atìiamaiita cretensù L. var. mutellinoides (Lam.) DC. (= A. Lobeliì Car.): era segnalata solo del Peralba e dell' Antelao. (3) Galium anisopliyllum Vili. : finora noi Cadore era stato osser- vato solo sul M. Piano. (4) Sesleria sphaerocephala Ard. var. a coerulescens Schrad. forma pseudocoentlescens Pamp. : entità nuova. (5) R. Pam pan ini * Xel corso delle mie escursioni ed ascensioni alpine, osser- vando la bellezza della flora e le particolarità della sua distri- buzioni', spesso mi è venuta l'idea ed il desiderio di utilizzare l'opportunità in cui venivo a trovarmi per compiere qualche os- servazlone in proposito e corredarla di adeguate raccolte, por- tando così un tributo, sia pur modesto, alla conoscenza della tanto bella flora delle nostre Alpi. A noi escursionisti ed alpinisti spesso è dato giungere a (1) I'amI'AMM R.. Materiali per una Fiera della Provincia di Belluno II «Bull. SOC. hot. it.. 1908, p. 123). (2) l'> iLZON I'., Nuove aggiunte alla Flora l'eneta ^Ibid., 1910, p. 75 . (3) CARI m. I'. in Parlatore F., Flora italiana, voi. Vili, p. 350; MINIO M., ributo alla flora del Bellunese, nota IX (Bull. Soc. bot. it., 1922, p. 26). )> BORNMULLER J., Einige Xotizen zur Flora des Monte Piano und Monte Cristallo in Oher-ltalien (Mittheil. Thiir. Bot. Ver. n., F., Heft X, 1897, P- 43 : ARTZT A., /ur fiora ven Schiude rhach im Siidtirol (Deutsche bot. Monatschr., VI Jahr^, i.HSH. p. 96). ; 1 Pampani.ni K., Varietà e forme della Sesleria sphaerocephala Ard. nelle Alpi del Ce.dore (Boll. Soc. bot. it.. 1924, p. ...). 63 luoghi ai quali, o per il difficile accesso e per altre ragioni, di rado arriva lo scienziato, e, con un po' di buona volontà e senza spreco di forze né perdita di tempo, potremmo raccogliere piante. insetti, minerali portando cosi documenti utili sempre e che pos- sono essere preziosi quando sulla regione è in corso qualche studio al quale si riferiscano. E mio intendimento esporre questa idea ad alcuni provetti alpinisti, membri del C. A. I., nella speranza di poter formare un gruppo che la propugni ed inizi lo svolgimento della sua attuazione. 1 /estate scorsa incontrai nel Cadore il carissimo amico Prof, R. Pampanini, il quale con intensa attività continuava l'esplo- razione floristica della Valle del Iìoite per la sua « Flora del Cadore * alla quale attende da parecchi anni. Fu per me cosa gra- ditissima unirmi a lui per aiutarlo nelle sue ricerche, dedican- domi specialmente a raccogliere piante nelle località più pretta- mente alpinistiche; e così mi decisi a mettere in esecuzióne il mio antico progetto. Il breve tempo che avevo disp «nibile mi obbligò a limitare le rucolte a pochi gruppi: Tre Cime di Lavaredo, Popeha, Cri- stallo, Tofane, S >rapis, Marcora, Torre dei Sabbioni, l'elmo. Queste raccolte non mi costarono fatici alcuna, comi ripeto ed insisto, né la benché minima modificazione del programma dell'ascensione: tutto si riduceva a raccogliere le piante che mi trovavo a portata di mano. Questo modesto inizio di un'opera che ho sempre ritenuto possa essere utile ausilio alla scienza, mi fu la pratica dimo- strazione che essa non è di alcun inciampo allo svolgimento del programma turistico e mi ha lasciato il vivissimo desiderio di continuarla e possibilmente allargarne i limiti e gli intenti. M. Back >cchi-] >i i i uro » > del C. A. I. "4 Tre Cime del Lavaredo Cima Grande, parete mer., alt. 22000400 m., 20 agosto. nium viride Rudi. Cystopteris l.) Desv. var. alpina 1 11: l'i>a l.ixa Raente i /.. Polygonum viviparum /.. Rumex scutatus Z. Cerastium carinthiacum Vest Moehringia polygonoides (Wulf.) Meri. et Koch • acauli- /.. var. elongata (Bell.) — alpina Lem.) Aferi, et Koch angustifolia (Mill.) DC. themum alpestre , (facq.) DC. ■ ithrix Beck biflora I. ita /.. var. lucilia DC.) G. Beck Papaver aurantiacutn Lois. Potentilla nitida Z. Epilobium angustffolium /,. nauta cretensis Z. var. mutdlinoides (Lam.) DC. Laserpitium peucedanoides /.. Erica carnea Z. Rhododcndron hirsutum Z. Rhodothaninus Chamaecistus (/..) Rchb. • l'-utiana Clusii l'-rr. et Song. Liliana alpina •/..) Mill. Pedicularis (Cerni ri />. T. Veronica Bonarota /.. Horminum pyrenaicum /.. Saturéja alpina \L.\ Schede Tbymus Chamaedrys Fries var. alp< | Tausch) Borbas Galium anisophyllum Vili. Valeriana supina L. Campanula cochlearifolia Lam. (= C. Bellardi Ali. = C. pusilla Haenkc) Phyteuma Sieberi Spreng. var. typicum A*. Schulz f. glabrum R. Schulz Achillea Clavenae /.. var. intercedens Ilei))!. — oxyloba (DC.) Scultz-Bip. ( = Ari- themis alpina /..) Bellidiastrum Michelii Cass. gyne discolor {Jacq.\ ' Leontopodium alpinum Cass. Cima Piccola, parete occ, alt. 2700-2800 m., 20 agosto. Festuca alpina Suter Salix retusa /.. (= S. serpyllifolia Scop. AKine octandra (Steb.) KerH. (= A. aretioides PorUnschl.) Minuartia verna (Z. Hicrn. ssp. Gerardi 1 Willd.) Hayek hririgia polygonoides (Wulf.) Meri. et A Hutchinsia brevicaulis Hoppc Papaver aurantiacum l Saxifraga caesia Z. var. eucaesia Engl. et /riuscii. — sedoides Z. Potentilla nitida Z. Phyteuma Sieberi Spreng. var. alpinum R. Schulz f. pubescens R. Schulz Cima Piccola, vetta, alt. 2900 m., 20 agosto Poa alpina Z. 1 sphaerocephala Ard. var. leuco- cephala (Lam. et DC.) Pari. Cerastium unillorum Murith Saxifraga oppositifolia Z. ssp. euopposi- tifolia (Engl. et Irmsch. var. typica / 'acc. svar. palaeartica Engl. et Irmsch. f. vulgaris Engl. et Irmsch. 6.s /v\. Cristallo Vetta, .ih. 32 [6 m., [g agosto. Poa alpina Z. tvj/-. minor l loppe Cerastium unilloruni Murith Hutchinsia brevicaulis Woppr Saxifraga oppositifolia /. . ssp. euoppo- sitifolia Engl. et Irmsch. var. typica Voce, svar. palaeaxtica Engl, et Trmsch. f. vulgaris Engl. et Irmsck. Saxifraga sedoides L. Alta Val Popena, alt. 2400 m., ig agosto. 'l'otìeldia calyculata (L.) Wahlenb. Salix reticulata L. Polygonum viviparum L. Mintiartia verna (Z.) Hiern, ssp. (jerardi I Willd.) Hayek Papaver aurantiacum Lois. Ranunculus phthora Crantz Saxifraga caesia L. var. eucaesia Engl. et Irmsch. Potcntilla caulescens L. — nitida L. et Anthyllis alpestris (Kit.\ Hegetschi Heer Rhodothaninus Chamaecistus (L.) Rchb. Armeria alpina W.ppf) IV/ìld. Pedicularis verticillata /,. Thymus Chamaedrys Fr/es var. alpestris Tausch) Borbas Valeriana saxatilis /,. Campanula cochlearifolia Latti. (= C. Bellardi Ali. = C. pusilla Ylaenke^ Achillea oxyloba (DC. \ Sehitltz - Bip. (= Anthemis alpina L.) Piz Popena, parete occ., alt. 2600-2800 m., 19 agosto. Carex sempervirens Vili. Moehringia polygonoides [Wttlf.) Meri. et Koch Silene acaulis L. var. norica Vierh. Arabis pumi la Wulf. Thlaspi rotundifolium Gami. Potentilla nitida Z. Rhodothamnus Chamaecistus \L.) Rchb. Pedicularis rosea Wulf. Phyteuma Siebeii Spreng. var. typicum R. Schulz f. glabrum R. Schul» Adenostyles Alliariae (Gotta//) Kern, /V|. Tofana I Versante sett., alt. 2700-2800 m., 5 agosto. Poa laxa Haenke Festuca alpina Si/ter Sesleria sphaerocephala Ani. var. leu- cocephala (/.atti, et DC.) l'ari. Polygonum viviparum L. Cerastium latifolium /.. Minuartia verna \L.) Hiern ssp. Gerardi ( WiUd.) Hayek I '/eri/. Silene acaulis /.. var. norica Arabis pumila Wulf. Draba tomentosa /.. Hutchinsia brevicaulis ìtoppe Thlaspi rotundifolium Gami. » rotundifolium (,'atui. f. alhiflorum. Papaver aurantiacum Lois. Saxifraga sedoides / . Potentilla nitida L. Versanti* <>r.. alt. jSoo 3000 m., 5 agosto. Cerastium unitlorum M/ir/tl/ Draba tomentosa Z. Hutchinsia brevicaulis I toppe Saxifraga Oppositifolia L. ssp. euopposi- tifolia Engl. et Irmsch, . /.;... svar. palaearctica Irmsch. f. vulgaris Engl Saxifraga sedoides /. ar. typica Engl. et et /> "/ tch. 66 •ll.t Pontananegra, .»lt. 2400-2600 m., 5 agosto. |uniperns Dana II Poa alpina /. . — laxa Waenkc ria v.ui.i [/oca, | Wettst. [ S. coe- rulea Ar,1.\ sempervirens /'///. Gymuadenia conopea | Z. j R. Br. — odoratissiraa [/.. | Rich. Nigritella pigra \L.\ Rchb. Salii r>-tu^.i /. . Cerastiuin carinthi.icum l'est. Diantlius inodorus [/C.] DJ. et Sarnth. Potentilla nitidi L . Anthyllis alpestri* \R'it. | Hegetsdi.e. et Weer Lotus corniculatus Z. Epilobium angustifolium L. Athamanta cretensis L. — cretensis var. nr.itellinoides | Lam.~\ DC. Erica carnea L. (icntiana Clusii Porr, et Song. — verna Z. — verna var. tergloviensis \Haci/t/et\ L. Vacc. |==G. imhricata Froel. non ScliL ■ick.'j Klyosotìs alpestri.-. Schmidt Bartscliia alpina Z. Linarìa alpina [/, .] Miti. Pedicularis elongata he ni. Pedicularis rosea Witti'. Mmu.uti.i \erna | /, | ìliern ssp. Gerardi | VfiUd. | Hayek Sii. -ne acaulis Z. var. elongata [Bei/. | Poli. Helianthemum alpestre [/net/.] DC. f. melanothris Deck . bi flora /. . Biscutella levigata Z. Papaver auraniiacum Lois. Kanunculus phthora Crantz Sedum atratum Z. Dryas octopetala /, . Pedicularis verticillata Z. Veronica fruticans Jacq. Horminum pyrenaicum L . Thymus Chamaedrys Fries var, alpestris [ Tausc/i] IJorbas Grlobularia cordi folia Z. Galiuni anisophylluni Vili. Lonicera coerulea Z. Valeriana montana Z. — saxatilis L. Scabiosa lucida l'iti. Campanula Scheuchzeri Vili. Phyteuma Sieberi Spreng. var. typicum R. Scliulz f. pilosum R. Schulz Achillea Clavenae Z. var Vie ini . — oxyloba [DC.\ Sehultz-Rip themis alpina Z.] Bellidiastrum Michelii Cass. Homogyne alpina (Z.) Cass. — discolor \[acq.\ Cass. intercedens An- [A. Sorapis Parete mer., alt. 2500- .'700 m., 29 luglio. Draba tomentosa L. Efutchinsia brevicaulis Hoppr Parete mer. alt. ria sphaerocephala Ard. var. letico- cephala (Latri, et D '. i Pari. M ehringia poh/gonoides [Wulf.) Meri. et A Hutchinsia brevicaulìs ìioppe Thlaspi rotundifolium Gaud. Lirjaria alpina (/..) Hill. 2800 ni., 29 luglio. Thlaspi rotundifolium (/'ami. Saxifraga oopositifolia L. ssp. euopposi- tifolia Erigi, et. Irmsch. var. typica Vacc. svar. palae.irctica Erigi, et Irmsch . f. rulgaris Engl. et Irmsch. ti fraga sedoides Z. 07 Vetta, alt. ^_'n(J rtì., 2g luglio. Cerastium uniflorum Sfurith Draba tomentosa /.. Hutchinsia brevicaulis Hoppe Thlaspi rotundifolium Ga'td. Sazifraga oppositifolia, /.. ssp. euopposi- tifolia Engl, et Irmsch. var. typìca Vacc. svar. palaeartica Engl et ir- msch. f. vulgaris Engl et Irmsch. M. Marcora Versante or., alt. 2^00 m., 29 Ululi". Aspidium Filìz-mas i/.>. Sw. var. crena- tiun Milite \ vai. typica Luerss.) Aspleniuui viride Hutto. Cystopteris regia il..) Des:,-. var. alpina \Wulf.) Koch Sesleria sphaerocephala Ani. var. a coe- rulescens Schrad. f. pseudocoerule- scens Pamp. • 10241 Carex nrnithopodioides Hausm. Coeloglossum viride /. . Rartm. SaliK retusa /.. Polygonum viviparum L. Runiex scutatus /.. Viola bìflora /.. Arabis puntila Wulf. Biscatella levigata /. . Draba aizoides /.. Papaver aurantiacum Lois. Torre dei Piede mer.-orc, alt. Moehringia polygonoides {Wnlf.) Meri. et Koch Hutchinsia brevicaulis {loppe Thlaspi rotundifolium (imiti. Papaver aurantiacum Lois. Pareti mer.-occ., alt. Poa laxa Waenke Sesleria sphaerocephala Ard. var. leuco- cephala \Lam. et DC.) l'ari. Carex sempervirer>s Vili. Cerasti um uniflorum Murith Sileno acaulis L. var. norica l'/erii. Draba tomentosa / . Papaver aurantiacum / . S.ixifraga CTUStata l'est — oppositifolia /. . ssp. euòppositifolia Engl, et hm<\ li. var. typica Vacc. Potcntilla dubia Crauti Zimtn. | = P. minima Hall, f.) Gentiana verna L. — verna var. tergloviensis [Hacquet) /.. l'are. (— - G. i rubricata Iroel. non Se le idi:) Myosotis alpestris Schmidt Bartschia alpina L. Veronica aphylla /.. Thym.is Chamaedrvs iries var. alpestris ( 7 ause/i } fìorbas Valeriana saxatilis L. Phyteuma Sieberi Spreng. var. alpinum R. Schulz f. glabrescen> A'. Schulz Achillea oxyloba [DC.) Schultz - Bip. (= Anthemis alpina /. . Bellidiastrum Michelii Cass. Homogyne alpina (/..) Ca Sabbioni 2300 in., 28 luglio. Rhodothammus Chamaecistus \L.).Rchb, Ai n. -ria alpina (//c/yVi Il 'Ulti. I. inaria alpina (/,.) Sfili. Valeriana elongata /. . Achillea oxyloba [DC.) Schultz - Bip. Anthemis alpina /..) 2400 m., 28 luglio. '. palaearctica Engl. et Irmsch. f. vulgarìs Engl. et Irmsch. Dryas octopetala /. . Potentilla nitida /.. Gentiana verna L. var. tergloviensis (Wtìtt/i/ett /.. Vacc. 1 4.] Kèrn. [== A. aretioides Portetischl . | Silene acaulis Z. var. elongaia \_Bell.\ Poli. Viola bifìora [.. Draba tomentosa Z. Saxi fraga caesia Z. var. eucaesia Engl. et Irmsch. Potentilla nitida L. Anthyllis alpestri» \Ait.~\ Hegetschw. et licer Versante or.-mer., ghiaioni, Kobresia myosoroides | \Y///.] Fiori Aspìdium Filix-mas | Z.] Su1, var. cre- natum Afilde[ var. typica Luerss.\ Cystopteris regia [/..| Desw. var. alpina [Wu/f. | Koch Poa laxa Maenke Cerastium latifolinm /.. Draba tomentosa /, . Biscutella levigata / . 1 [aspi rotundifolium amai. alt. 2,500 m., 1 agosto. Erica carnea / . Rhododendron hirsutum Z. Rhodothamnus Chamaecistus [Z.| Rchb. Primula Auricula Z. var. a Bauhini G. Beck f. typica Pax — Auricula var. a Bauhini f. serratifo- lia. Rodici (ìentiana Clusii Perr. et Song. Bartschia alpina Z. Linaria alpina [Z.] Afill. Veronica Bonarota Z. Valeriana saxatilis Z. Phyteuma Sieberi Spreng. var. typicum R. Schitlz f. glabrum R. Schulz Achillea oxyloba | DC. \ Schultz - Bip. | = Anthemis alpina Z.l Adenostyles alpina [Z.] Blytt et Fingerli. Bellidiastrum Michelii Cass, alt. 2700-2800 m., 1 agosto. Papaver aurantiacum Lois. Geo t tana verna Z. var. tergloviensis [\larquet] L. Voce. ( •= G. imbricata Froel. non Schleich. | Bartschia alpina / . Pedicularis rosea \\ 'ulf. Pinguicùla alpina L. Valeriana supina Z. Phyteuma «Sieberi Spreng. var. alpinum R. Schulz f. glabrescens R. Schulz 6g Presso la vetta, alt. jooo m., i agosto. Poa alpina !.. var. minor ìlo/>/>f Cerastium aniflorum Murith Draba tomentosa /. . lluuliinsia brevicaulis lli|/i/c rklaspi rotundifolium d'ami Saxifraga oppositifolia /.. ss/>. euop] tifolia Engl. et Irmsih. var. typica Vacc. svar. palaearctica Engl. et Inutili, f. vulgaris Engl, et Irmsch. Vetta, alt, 3160 m., 1 agosto Draba tomentosa L. 1 luuhinsia brevicanlis I I0/7V Saxifraga oppositifolia L. ssp. euqpposi- tifolia Engl. ft Illuseli, var. typica / ade. svar, palaearctica Engl. et Illusili, f. vulgaris Engl. et Irmsch. In una loro salita al M. Pelmo il 13 agosto 1923 il Prof. (i. Lorenzoni di Siena, e la sua Signora, raccolsero le piante se- guenti, che cortesemente farirono al primo di noi. Rimarchevole la Dryas octopelala var. Zanata, che per la no stra regione era stata segnalata solo del M. Piano da Bornmùl- ler. (1) Cerasticum uniflorum .Multili - alt. 3000 metri. Moehringia polygonoides fWi'l/.J Meri. et Koch • alt. 3000 111. Silene acaulis L. var. elongata [Bell.) Poli. - alt. 2(>oo m. Polygonuui viviparum T.. - alt. 2300 m. lhhspi rotundifoliam dami. - alt. 2600 m. Saxifraga squarrosa Sieb. var. eusquar- rosa Engl. ft Irmsch. - ah. 2500 ni. Dryas octopetala L. var. lanata (ksrn.) /»'/. et Sarnth, - alt: 3000 m. Gentiana verna L. -var. tergloviensis (Ylaqutt, L. Voce. - alt. 2300 m. Bartschia alpina L. - alt. 2500 in. Pedicularis rosea \\i/l/'. - alt. 2500 m. Veronica Bonarota L. - alt. 2500 m. Campanula Morettiana Rchb. - alt. 2300 m. l'intcuiiia Si eberi Spreng. var. typicum A'. Schuls f, glabrum A'. Schult - alt. 2}<>U 111. Achillea oxyloba (DC. Schult» - Bif. \nlli.-mis alpina l..i - alt. >>'»> ni. '1) BoRNMULCBR |., Eìnige tfotiwen m Flora dei Monte Piano und Monte Cri stallo in Ober-Italien (Mitili. -il. limi. Bpt. Vei , n. F., Hefl \. 1897, p. 43). 7" il / :io\K LOMBARDA (H1L A N Oj Adunanza dei;24 Febbraio 1924 li seduta è aperta alle ore 10,30. Presiede il Prof. (ì. B. Traversò e sono pre- senti i soci! Bozzi, Brizi, Fenaroli, bfinerbi, Rossi, Ugolini anch'? p<-r Ariini, De Marchi e Montenrarrini. li Segretario Fenaroli da lettoni del verbale della seduta precedente, che viene ap- provato ; indi comunica le domanda di ammissione a socio dei Signori : Ai.pk prof. Vittorio, Artini prof. Ettore, Razzi ing. Evc.icnio, Comotti dett. Rak- PABLE, nfSNOZZI prof. ANGELO, Ramazzotti prof. Virginio, Rossini rag. An- ionio. Vaccaki dott. Mario, da trasmettersi alla Sede centrale. 1 presenti si compiacciono dell'attiva propaganda svolta, ed il Presidente invia il -11 1 saluto ai nuovi venuti. Vengono poi presentate e discusse le seguenti Memorie; indi, esaurito l'ordine del giorno, la seduta è tolta alle ore 12,15. TRAVERSO G. B. — LA CONFERENZA INTERNAZIO- NALE DI FITOPATOL0GIA DI WAGENINGEN. Nello scorso giugno, dal 25 al 30, si tenne in Olanda una Conferenza internazionale di Fitopatologia e di Entomologia economica » alla quale ebbi l'onore di partecipare, per incarico del Ministero, come rappresentante dell'Italia. Ritengo di fare cosa gradita ai colleghi riportando qui una breve relazione sullo svolgimento della Conferenza stessa. Per quanto lanciato ed organizzato in periodo ancora difficile «■ delicato per i rapporti internazionali, il Convegno ebbe tutta- via un successo pieno e completo, oserei dire superiore alle a- spettative degli stessi promotori. Ciò potè avvenire, in primo luogo, per l'importanza degli argomenti posti in programma e per la necessità, sentita in .igni Paese, di perfezionare i rapporti 7i tu >[> ttologiei internazionali affermati nella Conferenza di Roma del 1914 e rimasti poi, a causa del conflitto mondiale, alio stato di voti e di progetti. Non v'ha dubbio, però, che al successo del Convegno contribuirono grandemente l'attività indefessa e l'abi- lità organizzatrice del Comitato promotore, e segnatamente del suo Presidente Prof. H. M. Quanjer e del suo Segretario Sig. T. A. C. Schoevers, i quali riuscirono ad ottenere la partecipazione dei rappresentanti di paesi vincitori e vinti, fra i quali regnò sempre, durante i lavori del Congresso, una reciproca stima che permise la più completa serenità nelle discussioni. Parteciparono alla Conferenza, oltre il forte nucleo degli olan- desi, ben 05 stranieri, rappresentanti 22 Nazioni e relative co- lonie, e precisamente : Australia, Austria, Belgio, Brasile, Ca- nada, Cina, Cecoslovacchia, Danimarca, Finlandia, Francia, Ger- mania, Giappone, Gran Brettagna e Irlanda, Italia, Lituania, Polonia, Portogallo, Svezia, Svizzera, Stati Uniti d'America, Ungheria. La Delegazione Russa, che aveva pure annunciato il suo intervento, ne fu impedita dal governo di Mosca che negò ad essa i passaporti. Fra i presenti erano i più insigni cultori della Patologia ve- getale ; mi basta ricordare i nomi di Appel, Bernatsky, Duco- met, Eriksson, Faes, Foex, Gibson, Gussow, Howard, Ito, Ku- sano, Liro, Mangin, Marchiai, Metcalf, Cjuanjer, Reh, Ritzema- Bos, Shear, ecc., così che l'importanza del Convegno, quale ver- rà provata dagli atti ufficiali, appare senz'altro evidente. Le prime riunioni si tennero nella ridente cittadina di YVa- geningen, sede centrale del Servizio Fitopatologico olandése e di una fiorente Università agr.iria, e vennero aperte con un di- scorso del Ministro degli Interni e dell' Agricoltura, S. E. Ruys de Beerenbrouck, e con la cerimonia dell'inaugurazione ufficiale di un nuovo laboratorio per gli studi Fitopatologici e per la se- lezione delle patate, tornilo di ricchi e perfezionati mezzi d'in dagine e di sperimentazione, dotato di serre e di rampi speri- mentali quali ancora purtroppo ni. memo ai nostri istituti con- i. Furono illustrate, dal Prof. Quanjer che lo dirige e dai suoi collaboratori, diverse serie ili esperienze già avviate che interessarono molto gli intervenuti, specialmente per quanto ri- guarda le malattie delle patate dei diversi tipi di « mosaico » ed affini. Seguirono, nel pomeriggio e nella sera del 25 e -..ella giornata del 26, diverse sedute dedicate a comunicazioni scien- ti fichi ■ su diverse malattie delle piante e su argomenti d'ordine generale, quali l'organizzazione e la legislazione fitopatologica in rapporto agli scambi internazionali, che sollevò ampio dibat- tito, ripreso anche nelle sedute successive, e conclusosi con una deliberazione tinaie di cui si dirà in seguito. 1 Una ricca ed accurata mostra di esemplari fitopatologici nel- le sale dell'Università interessò molto gli intervenuti, i quali ebbero inoltre modo di assistere a dimostrazioni pratiche dei metodi di lotta contro le larve di Tìpula nei prati (mediante crusca avvelenata con miscela cupro-arsenicale distribuita nel ter- reno con uno speciale apparecchio a trazione animale) e contro diversi parassiti vegetali con sostanze di recente applicazione. Si visitarono inoltre la Stazione di analisi delle sementi ed il Laboratorio di Fisiologia vegetale e Microbiologia, anch' essi mirabilmente attrezzati. * * I giorni 27 e 28 furono dedicati ad escursioni, preordinate dal Comitato in ogni particolare, per le quali i Congressisti ven- nero divisi in due gruppi, di cui un visitò le regioni orticole di Boskoop, Haarlem, ecc. famose per la coltura dei bulbi da fiore >■ degli ortaggi primaticci, mentre l'altro visitò le regioni agrie 'le di Groninga e di Frisia. A questo secondo gruppo par- tecipò lo scrivente, che ebbe così modo di visitare alcuni gran- di centri pi produzione delle patate ed adempiere altro incarico affidatogli dal Ministero in rapporto alla importazione in Italia di patate da semina. A Groningen, presso la Stazione Agraria sperimentale per lo studio del terreno, il Direttore Sig. Hudig 73 tonno una conforenza sulle malatie dolio patato, dei cereali, delle foraggere ecc. dovute alla composizione ed alla natura del terre- no, con speciale riguardo ai terreni torbosi, ed illustrò le esperi» n- nze in corso nel campo sperimentale annesso. 11 giorno 29 e la mattina del 30 si passarono a Baarn, dó- ve ha sede, presso il Laboratorio Fitopatologico della « Wil- lie Commelin Scholten» ri'fficio Centralo per la coltura dei fun- gili, unico nel suo genere e divenuto ormai di fama mondiale, destinato a rendere grandi servigi alla scienza micologica e fito- patologica. Iniziato nel 1904 dal Went per incarico dell'asàocia- zione internazionale dei botannici, questo istituto è ora affidato, fin dal 1907. alla direziono ed alle euro sapienti della professo- •'dijk, che vi dedica la parto migliore, della propria attività. La visita alle sale in cui erano esposte con gusto artistico numerose collezioni di colture, con esemplari stupendamente pre- parati (l'Istituto ha attualmente in coltura oltre 1200 specie di funghi, in gran parte parassiti) e le notizie fornito dalla direttri- ce e dai suoi collaboratori circa la tecnica seguita, costituirono senza dubbio una dello migliori attrattive per i congrossisti. Es- si furono inoltro invitati ad una serata nella casa degli studen- ti» dove poterono constatare il cordiale affiatamento fra maestri e discepoli ed assistere ad una indovinata rappresentazione ma- rionettistica nella quale orano personificati i principali parassi- ti delle patate : fatica particolare della Prof. Westerdijk e della Signorina Lohnis. A Baarn furono fatte altre comunicazioni scientifiche, si ripre- se la discussione sulla lotta contro la diffusione delle malattie delle piante e si giunse alla chiusura della Conferenza con una deliberazione di particolare importanza per la collaborazione fi- topatologica fra tutti i paesi: la creazione di un Comitato per- manente internazionale. Ad esso venne affidato il compito di rac- cogliere i documeti relativi alle malattie ed ai nemici dello pian- 74 te ed ai metodi di lotta e di difesa, indicando le misure neces- sarie per coordinare le ricerche e proseguirle con uniformità di criteri direttivi. Dovrà inoltre, questo Comitato, tradurre in atto i voti formulati dal Congresso e preparare un secondo Convegno internazionale, in paese da destinarsi, possibilmente per il 1925. Dopo ampia discussione la proposta, che non mira a creare an- tagonismi con l'Istituto internazionale di Agricoltura ma a com- pletarne in certo modo l'opera nel campo tecnico-scientifico, ven- ne approvata alla unanimità, ed a costituire il primo Comitato permanente vennero designate le seguenti persone : Quanjer e« Schoevers per l'Olanda, Howard e Shear per gli Stati Uniti d'America, Mangin e P. Marchal per la Francia, Appel per la Ger- mania, Petri per l'Italia, Kusano per il Giappone, Eriksson per la Scandinavia, E. Marchal per il Belgio, Garbowski per la Po- lonia, Jablonowsky per l'Ungheria e paesi finitimi, più due de- legati da stabilirsi per la Granbrettagna e Dominions. Nel pomeriggio dello stesso giorno 30, i congressisti si re- carono all'Aia, dove ebbe luogo un sontuoso ricevimento al Mi- nistero, ed alla sera un banchetto di chiusura al lido di Sche- veningen, offerto dal Comitato. Nel chiudere la presente relazione lo scrivente, lieto di aver potuto contribuire a far sì che il proprio Paese fosse compre- so nel novero delle Nazioni cui fu riserbato un posto nella co- stituzione del Comitato permanente, si augura che l'Italia abbia ad essere la sede che verrà scelta per il secondo Congresso, più se esso potesse coincidere con una Assemblea generale dei- tanto l'Istituto Internazionale di Agricoltura. Milano, R. Scuola sup. di Agricoltura, dicembre 1923. 75 TRAVERSO G. B. — UN ANTICO ESEMPLARE DI «SCLE- ROSPORA GRAMINICOLA » (SACC.) SCHROET. la alcune precedenti pubblicazioni ho avuto occasione di oc- cuparmi ripetutamente delle diverse specie di Sclerospora che in Italia attaccano i cereali e qualche graminacea pratense, indu- cendo spesso caratteristiche deformazioni morfologiche, che cul- minano nella curiosissima frondescenza delle spighette, tanto maschili quanto femminili, del granoturco (i). Cosi in una re- visione critica del genere Sclerospora (2) ebbi modo di rettificare alcune determinazioni della specie più importante come parassi- ta dei cereali : la Sclerospora macrospora Sacc. ; mentre lo studio microscopico di alcune spighe di frumento esistenti nelle colle- zioni del Laboratorio crittogamico di Pavia mi portò a dimostrare che questa specie esisteva in Italia fin dal 1873, prima cioè ohe essa fosse stata descritta come tale. (3) l'uà fortunata combinazione mi porge ora argomento per af- fermare che anche la Sclerospora graminicola esisteva in Italia prima che fosse stata descritta. Questa specie di Sclerospora, che è la più antica e sulla qua- le venne istituito il nuovo genere di Peronosporacee, è tipica- mente parassita, per quanto si sa, delle Sciarla e venne scoperta quasi contemporaneamente, nel [875, dal Saccardo in Italia su Set aria verticillata e dal Magnus su Germania in S. viridis, e ri a) Cugini ora, e l'esame micro- scopico che più tardi ne feci confermò tale impressioni'. Nel e Alcune osservazioni a proposilo della Sclcrospora graminicola v.ir. Setariae-italìcae (ibid. 1907, pa£. 575-578). Firenze, 1907. (1) Cfr. CARUBL T. in Nuovo Giorn. bot. Hai. II, pag. 251. Firenze, [8"0 e SaC- CARDO P. A., La Botanica in Italia I, pag. 41 e II, pag. 26. Venezia, 1875 e 1 9 01. 78 mesofillo degli organi fiorali deformati erano infatti numerose le caratteristiche oospore delle Sclcrospora circondate dalla parete dcll'oogonio fortemente ispessita e col residuo dell'anteridio ad- dossato (fìg. 2). Il diametro delle oospore variava da 29 a 36 [a lo spessose della parete oogoniale da 4-5 ad 8 jx ed il diametro competessi vo oscillava tra 35 e 42 jt. Questi dati permettono di riferire il parassita alla Sclcrospora graminicola (Sacc.) Schròter piuttosto che alla Sci. macrospora Sacc. la quale ha oospore no- tevolmente più grandi e parete oogoniale meno ispessita ; tanto più che la prima specie attacca appunto le Setaria e che nei pre- parati microscopici erano visibili anche tracce della forma coni- diofora, che normalmente non si rinvengono nella Sci. macrospora. * * * Mi è sembrato pertanto che valesse la pena di segnalare questo rinvenimento, sia pei che esso aggiunge una nuova loca- lità all'area di distribuzione della Sclerospora graminicola in Italia,, non essendo questa specie ancora nota per la Toscana, sia anche e sopratutto perchè questo viene ad essere l'esemplare pù antico fino ad ora segnalato, anteriore di oltre un ventennio alla prima descrizione della specie. Milano, R. Scuola sup. di Agricoltura, febbr. 1924. 79 FENAROLI L. — CIRCA ALCUNE NOTEVOLI VARIE- TÀ DI « CAREX CURVULA » ALL. Carex curvula Ali., FI. Pedem. IL 264. (1785); Koch, Syn. ed. 3. 0,50; Nyman, Consp. 783. Suppl. 326; Richter, PI. Eur. 1. 153; A. et G., Syn. IL 2. 50; Hegi, 111. El. IL 70; Eiori, El. An. I. 184.= C. lobata Bell., App. ad El. Pedem. 42. ( 1 792). = C. spirala Brot., FI. Lusit. I. 61. (1804). = Vignea tripartita Rchb., FI. Germ. exc. 57. (1830). = Cryptoglochin curvulus Ileuff., Flora XXVII 529. (1844). = Vignea curvula Schur, Enum. pi. Transs. 698. (1866). Rivedendo il numeroso materiale da me raccolto al Baitone nel Gruppo dell' Adamello, distinsi come nuova varietà alcuni esemplari, provenienti dal Passo d'Avio (m. 2940) ed immediati dintorni, notevolmente sviluppati e facilmente differenziabili dal tipo per evidenti caratteristiche morfologiche. L'interessante varietà, che denominai zar. nova Prydenzh\i%(\) mihi, non si identifica con alcuna delle similiori finora descritte come esporrò più oltre. La var. Prudcnzinii è caratterizzata da un portamento singolarmente slanciato ed elegante, raggiungendo un'altezza variabile dai 30 ai 40 cm. ; le spighette sono grosse ed addensate in vistosa infiorescenza, dilatata e lunga da 2 a 3 cm. ; la brattea inferiore è ridotta o talora prolungata in appendice fogliaceo-setacea lunga al massimo 15-17 mm. e mai superante i-infiorescenza; le foglie, tipicamente rigide e ricurve, superano la metà del fusto in altezza ; il resto è come nel tipo. Si differenzia dal tipo e dalla var. Rodnensìs Porcius per il portamento ed il suo notevole sviluppo; dalla var. RodnensU e dalla var. tonotiiristata Steiger per i caratteri della brattea inferiore che è ridotta o, se prolungata in appendice, mai rag- giunge i 2 cm. in lunghezza e mai supera l'inflorescen/a. A questo proposito 6 opportuno osservare come .non sia suf- (1) Dedicata all' A w. Paolo Prudenzini
  • SW. Syn. : Aspidium lonchitis Sw. in Schrad. Journ. l8oo. II. 30. (1801); Luerssen, Farnpfl. 324 ; Koch, Syn. FI. Germ. et Helv. ed. ,. 732; Nyman, Consp. 865, Suppl. 346; Bois., FI. Or. V. 735; II, '(csy, Consp. Fi. (xr. III. 475; A. et G., Syn. ed. 2. I. 55; Il-i.Ill. FI. I. 22; = Polypodìum lonchitis L., Sp. pi. ed. I. 1088 1; Poly'stichum lonchitis Rotti; Tent. Fi. garrii. III. 71 (1800); Fiori, N. FI. An. d'It. [. 22; = Dryopteris Lonchitis O. Kze, 1891 Aspidium loiichifis Sw. forma nova Baitonense m\hì Recedit pinnis laxiusculis apiccm versus va/de attenuatis, deinae laciniato-dildtatis, flabellatis. Habitat: Longobardia - Prov. di Brescia: In saxosis et rupè- stribus alpium editarum Montis Baiionìs prope Lacum Rotundum; solo tonali lieo. Qaesta Forma assai interessante di A. lonchitis venne da me osservata <• raccolta addi 4 di Agosto del decorso 1923 in occa- sione di una mi 1 esplorazione botanica nel gruppo del Baitone, ali. studio dell 1 cui fiora sto attendendo. Li rinvenni a circi 2300 metri di altitudine, frugando tra i massi tonalitici della lavina che si estende tra il Lago Rotondo ed il Lago Bianco, in posizione molto favorevole e solatia, tale di giustificarne l'altitudine par vero elevata, una deile maggiori finora osservate (Vallese m. 2500 (Jaccard 418), Bernina m. 2550 &3. Rùbel in Fngler's Bot. Jahrb. XX XXVII. 300. 1912), Foschia- vino m. 2570 (Brockmann-Jerosch : FI. d. Puschlav 45. 1907), Bor- miese m. 2630 (Furrer e Longa: FI. v. Bormio 12. nn.il, Tren~ tino m. 2050 (Dalla Torre e Sarnthein: FI. v. Tirol, Vorarlb. u. Licht. VI. 1. 39), Baviera »i. 2<><><> (Prantl, Exc. FI. Bay. 22)). Per le sue originali caratteristiche questa forma non trova riscontro in alcuna delle altre numerose già descritte dal Christ(i), dal Geisenheyner (2), dal Luerssen (3), dal Wollaston (4), dal Ri issi (5), etc. Caratteristica è la regolare presenza in tutti i lobi di una marcata strozzatura nel loro terzo superiore, oltre la quale questi si espandono nuovamente in un'apice laciniato e dilatato a modo di ventaglio. I lobi, cosi espansi e laciniati, sono leggermente imbricati all'apice fra di loro, il che conferisce alla pianta tutta un portamento ed un aspetto per vero assai elegante e singolari1. Per il resto gli esemplari raccolti si presentano normalmente svilup- pati e rigogliosi più di (pianto anzi non lo consentirebbe l'am- biente. I." siti'_;-<>l<' foglie, rigide e vegetanti in densissimi cespi, sono poco attenuate alle estremità, hanno piccioli lunghi da ,5 a io era., sparsamente squamulosi come i rachidi, misurano fino a 4^ ('in. in altezza e portano da 20 a 35 paia di lobi, tutti nor- malmente sviluppati (a prescindere dalle caratteristiche anzidette), lunghi da 2 s a 30 mm. e larghi rispettivamente da s ad 8 mm. Nella stessa località osservai e raccolsi altresì un'interessante^ combinazione dell' A. l.f. Baitonense con VA. I. f. furcatum senh. Milano, R. Scuola Suo. '. - BoRNMUELLER |.. Ein en zur Flora des Afonie Piano und Crisi, ilio in Oberitalien (Mittheil. I hiir. Bot. Ver., N. F., Hefì X. 1897, l>. 431. - Dalla TORRE K . W., Zur Flora von Ampezzo und Utngebung [B r. oaturwiss. med. Ver. [nnsbruck, ?ol. X X X Y 1 1 [1917-1920], [920, p. 47). 12) Molendo L., Zweite HiHcht iiher die bryologische AY. voi. XI. VI. . p. \\--. ì ;•■. 599). HuTER R.., Flora der G tzen ron Hòlenstein und nSchsten Umgebung, p. 57. Sexten (Berlin}, [872. Mari , 1924, p. 67 (nomen). Spiai globosa, j-jo mm. lata, puh Ine violacea, spiculis j-/ìorisy glumis breviter acuminalìs, gluniellis aristula vix i ., mm. longa. Cul- mi 1 ' g-j cm. tantum alti. //ab. — M. Marcerà, vers. <>r., alt. 2500 m.. 29 luglio (M. Baciocchi-Del lineo) (il. Nell'Erbario Centrale di Firenze vidi questa forma, intermedia tra il tipo e la var. leueoeepliala, raccolta da J. Ball anche « in rupibus doloraiticis mentis Schlern, 2^ aug. 1860». V.ir. p- leucocephala Pari., FI. it., I, 316 (1848); Richter, PI. Eur., 1, 69 (1890); Rouy, FI. Fr., XIV, 171 (1913); Coste, FI. Fr., Ili, 545 (p. p.) (1906; Cynosurus sphaeroeephalus var. (floribus albis) Wulf. in Jacq. Mise, II, 73 (187.1) et FI. nor. phan. (ed. Fenzl et Graf, 185M), 107 p. p. : {var. alba); Jacq., Icon. pi. rar., I, 3, p. p., tab. 20, rìg. 11 (1781-17801: ll.ffm., Deutschl. Fi., I, 49 (1801). Seste/ ia sphaerocephala Hòst, Icon. descr. grani, austr., II, 70, p. p. (1S02); Hausm., FI. Tir., 977, p. p. : var. S. leucocephala); Schinz. u. Thell., FI. Schw., 4 ed., 62 (1923); Auct. plur. FI. Cadubr. (vidi specim. or.) (2). Il) PAMPAN1NI R. e BACIOCCHI-DEL TURCO M., Erborizzazioni alpinistiche nelle Dolomiti del Cadore durante l'estate 1923 (Bull. Soc. bot. it., 1924, p. 61). (2) Bi/.ZozkkO <ì.. Contribuzioni alla Flora Veneta, III : Escursione nelle Alpi Bellunesi lAtti R. Ist. Ven. Se. Lett. Arti, voi. I, ser. 6, 1883, p. 583); Tanfani E., Una gita nelle Alpi C adoriche (Bull. Soc. bot. it., 1890 | Nuovo Giornale bot. it., voi. XX.II, 1890], p. 112); PAMPAMINI R.# Essai sur la gtographie botanique Alpes et en particulier des Alpes sud-orirntales (Mòni. Soc. Frib. Se. Nat., sér. Géol. et Géogr., voi. Vili, 1903, fase. I, p. 50) ; Materiali per una Flora della Provincia di Belluno, Il (Bull. Soc. bot. it., 1908, p. 123). 89 .9. leucocephala Lam. et IX'., FI. fr., Ili, 76 (1805). S. sphaerocephala v.ir. albida Schrad., FI. germ., I, 27" (1806); Roem. et Schult., Syst., II, 17 : Gaud., FI. helv., I, 271 I; Rchb., FI. germ. exc, 1, 35 (1830Ì. S. sphaerocephala var. leucostachys Ambr., FI. Tir. mer., I, 106 (1854). Cynosurus spkaerocephalus var. Wulfenìana KLerner, Schedae ad FI. exs. aUstr. - hung. IV. [08, n. 2300 (1893). Sesleria sphaerocephala var. Wulfenìana Aschers. et Graebn., Syn. Mitteleur. FI., II, 312 (1900); Schinz u. Thell., FI. Schw., 3 ed., II. 20 (1914). .S". sphaerocephala f. Wulfenìana Fiori in Fiori e Paol., FI. An. lt.. IV, 20 (1907). S. sphaerocephala f. reducta Bolzon in «Bull. Soc. bot. it. », [910, p. 69 (vidi specim. or.). .S*. sphaerocephala f. Wulfenia?ia subì, reducta Bolzon in < Nuovo Giornale Bot. it.», n. s., voi. XX. 1913, p. 303 (vidi specim. or). Spini globosa (8)~io-(i5) mm. lata, albida vel nivea, spiculis 3-4-5- floris, glumis parce acuminaiis, glumellis interdum muticis saepius a- aristula ' .,--'.. mm. (rarissime in fructu usque 1 min.) longa, Hab. - Valle del Boite: Monti di Ampezzo [Schònach, Haus- mann [sec. Dalla Torre u. Sarnthein, FI. Tirol, VI, 1, p. 214]): M. Piano '.Ir/:/, Bornmilller)\ \\. ('ristallo (BornmullerJ ; Poma- gagnon, alt. 2130 m., 8 agosto 1923; Val Fanes, alt. [700-1900 m., 28 luglio 1923 (PampaniniJ; Tofana I, vers. sett., alt. 2700-2800 m., (Baciocchi - Del Turco) e 1. d. Fontananegra, alt. 24002600 ni., 6 agosto 1923; M. A.verau, alt. 2250-2400 ni, 11 agosto 192^ 1 Pam pan ini); M. Nuvolau (Sarnthein [sec Dalla Torre]), alt. 2450- 2758, 11 agosto 1923); M. Rocchetta, vers. òr., alt. 2100 5350 m., vers. sett. alt. 2100-2495 ni., 12 agosto 1922, e 1. d. Forcella Ombrizzola, alt. 2270 ni., 1 1 agosto 1922; Mondeval, alt 2300 m., 14 agosto 1922 (PampaniniJ] M. Pelmo (Bizzozero ; Tan/aniJ, vers. or. alt. 2000 2 1 S" m., is agosto 1923 (Pampanini); M. Penna ■ ; Pampanini); M. Sfornioi, vers. sett., alt. 1750-200111., 1 Agost 1 1922 ( Pamt>auinrJ\ M. Sorapis, alt. ù 1 m. (Baciucchi - Punta laiolla, alt. 2100-2300 m., 26 luglio 1923; Forcella Grande, alt. 2000 m., -'4 luglio 1923 (Pampanini) sulla [orre dei Sabbioni, alt. 2400-2524 m. (Bacucchi - Del Turco)\ M. Antelao 1 Marcheselli, agosto 1879 [in Herb. Centr. florent.]; . Me. ri ; / 'a tnpa 11 in i ; / 'a nipa u ni i < ■ . Min io . Vali-' Oten : Val Federa, alt. [400-1600 ni., 28 luglio 1^20; élla piccola, vers. sett., alt. [600-2100 m., 27 e 28 luglio [920 [Pampanini e !.. Vaccari); M. Antelao: «erode» S. l'i. -irò, alt. 2000 m., [8 agosto 1923 (Pampanini). Valle dell'Ansi, i : Tre Cime di Lavaredo, agosto igib (Fletta [in 1 lerb. Bolzon]); Valle di S. Vito, alt. 1800-1950 m., 24 lu- glio 1922 [Pampanini). Valle del Piave : Forcella Sfornioi, \a-rs. or., alt. 2060 m. 5 agosto 1922 [Pampanini)] Sovergna sopra Lozzo [Venzo [in Herb. Centr. florent.]). Comelico : Vallone di Popena; M. Colesei (M. Croce) [Bolzorì)\ M. Aiarnola, alt. 1800 m., 9 agosto 1910 [Bolzon [in llerb. Bolzon]). vu leucocephala f. viridis Pamp., f. nov. Differt a zar. leucocephala genuina spieis viridescentibus, glu- mellis apice et margine angusto tantum argenteis. Hab. Valle Oten: M. Antelao, 1. d. Piano dell' Antelao, alt. 2150 m., 18 agosto 1923 [Pampanini); Talvolta insieme alla forma a spighe tipicamente nivee s'in- contrano esemplari a spighe leggermente verdognole; sono forme di pas alla f. viridis, alle (piali accennarono descrivendo la spe< i<- anche Wulfen tam involucra «piani calyces et co- rollae alba ,sint cum tantilla viroris ti ne tura (in Jacq., Mise.. Il, 73), e Loiseleur: « flores albido virescentes » (FI. gali., ed. 2, I, 67). CENGIA-SAMBO M. LE PIANTE MEDICINALI DEL- L'URBINATE. Nel mio corso di 1> >tanica alla Scuola di Farmacia della li- bera Università di Urbino (a. se. 22-23) ho creduto opportuno di far conoscere le piante medicinali che crescono spontanee na- turalizzate e coltivati' nel territorio urbinate. Per guidare gli scolari nella ricerca, e per promuovere la raccolta a scopo industriale, ho compilato il seguente elenco di 226 specie, indicando molte località inedite di Urbino e dei din- torni immediati. Delle località più remote sono nuove tutte quelle del M. Carpegna e del M. Petrano. Non tutte le specie medicinali di valore commerciale vengo- no raccolte finora, ma soltanto, ch'io sappia : Tussilago Farfara, Rlius cotinus, Atropa Belladonna, Tilia vulgaris e cordata, I.i- num usitatissimum. Artemisia Absinthium ; qualche altra è usata nella medicina popolile. Riporto il nome locale quando si scosta dal volgare. Nephrodium Filìx-mas Rtch - — Monte Nerone alla Selva ro- tonda e all'entrata delle grotte. Rizoma tenifugo, m. u. 11) Ceterach officinarum W. — Urbino, roccie e muri umidi del- l'Orto botanico. Monti1 Nerone. Diuretica astringente. .{.{tantum Capillus-Veneris L. - (Trotto e rupi umide Furio, M. Nerone e M. Petrano. Espettorante bccchico, p. u. Osmunda règalis !.. Presso alcune sorgenti Al. Nerone. Rizoma purgativo. Equiselutn arvense /.. — Luoghi umidi Cesana e M. Nerone. A- stringente, diuretico. Lycopodium clavatum !.. M. Nerone, Prato del ("onte, rara. Spore us, ite come medicamento esterno, m. u. Pinus Abies Pur. Pennabilli, 4, 5 (2) -Dà la trementina, p. u. /'. silvestis !.. Comunemente piantato in piccoli parchi. U- sansi li trementina e le gemme, p. u. m. 11. mollo usata in Farmacia, p. u. poco osata in farmacia. [2) 1 gennaio, j Febbsaio, 3 marzo ecc. epoca fioritura. Cupressus setnpervirens !.. Coltivato per ornamento. 4. Frutti astringenti. Juniperus communis L. Selve del Sasso e del Collegio e altrove. Primavera. Diuretico, p. u. /. Oxycedrus /.. - e. s. Taxus baccalà L. — AI. Nerone e M. '.aria. 4, 5. Velen< Cynodon uaetylon Pers. - (Sanguinella) Comunissimo 4-10. Rizoma diurètico, m. u. Annido Donax !.. — Coltivata in tutta la regione e inselva tichita .1 Trezanni ; 8-g. Rizoma diuretico. Hordeum vulgate /.. — e. s. ; 6-9. Frutto emolliente Agropyrum repens P. />. — (Gramaccia) Molto comune nei campi e sui cigli delle strade. 4-5. Rizoma diuretico, m. u. Veratrum nignim L. — Pascoli elevati M. Nerone e M. Ca- tria. 6-7. Radici e rizoma narcotici emetici, pianta pericolosa. V. album L. — e. s. M. Petrano. Cole/lini»! autunnale L. Prati e luoghi erbosi S. Bernar- di no e Selva Sasso, comune. 9-10. Bulbo narcotico acre, p. u. ora però ritorna in uso. TJlium candiditi)! L. — Coltivato nei giardini; 6. Bulbo emol- liente. Scilla bifolìa L. — Selva di S. Cipriano e M. Catria. 3-6. Bulbo diuretico. Asparagus officinali* L. — Al Furio, rarissimo, s-g. Rizoma diuretico. Ruscus aculeatus L. (Piccasorci) Nelle selve, comune, 4-5 ; e. s. Polygonatum officinale Ali. - Nelle selve M. Nerone, rara. Primavera; radice mucillaginosa, p. 11. Convallaria majalis !.. - (Lillo) Spontanea sui monti? (Pao- lucci) e coltivata; s. Pianta cardiotonica e diuretica, m. u. Paris quadrifolia !.. — Luoghi freschi boschivi M. Nerone, rar.i : 6-7. Riroma purgativo, frutto tossico. Smilax . Cerris !.. — AI. Nerone. Ghiande astringenti, commesti- bili, p. u. Fagus nlvatica L. - Foreste M. Nerone, Mi. (.'atria. M. Pètrano e coltivata nei parchi. Dal legno si ricava il creosoto', m. u. fuglans regia !.. Coltivata comuniss. Stomatica. Ulmus campestris L. — Nelle selve e coltivato, comuniss. S iv. 1 astringente. Humulus Lupulus !.. Nelle siepi al Pietriccio (Urbino); 6-7. Le brattee danno un tonico amaro, m. u. Parie/atta officinali* L. - (Erba mure! la) Sui vecchi muri umidi, comuniss. Primavera-autunno. Diuretica, m. u. Aristolochia Cletnatitis L. Nei luoghi umidi incolti, fra i Campi : 5-6. l 'i.mt.t sospetta. Polygonum Pèrsicaria L. — Nei luoghi umidi, non comune. Estate. Astringente, us:ita nella medie, popol., p. u. Phytolacca decandra L. — (Uvalacca) Naturalizzata negli orti e presso le case di campagna. Estate. Frutti purgativi ed eme- tici, radice preronizzata come purgativa, antiscorbutica. Adònis autumnalis L. — Nei coltivati, non comune; 9. Tonico liei cuore, m. u. . /. aestivalìs L. — ■ Fra le messi comune; 6. Uso e. s., m. u. Anemone ite morosa L. — Nelle selve, comune; Selva del Sasso, di S. Bernardino, del Collegio ecc.; 4. Pianta vescicante allo stato fresco. . /. Hepatica L. — Nei boschi comuniss. 3-5. Astringente. Ranunculus bulbosus L. — (Bottone d'oro) Cigli dei fossati e margini delle strade; 4-6. Pianta rubefacente, sospetta. Clcmatis ì'italba L. — Siepi, comuniss. 6. Rubefacente. C. verta L. — Al l'urlo e al M. Nerone, rara. Uso e. s. Helleborus niger L. — Al. Petrano e Monte Carpegna. Purga- tiva, diuretica. // vìridis L. — Comunissima nei boschi ; 3-4. Rizoma diu- retico, pianta velenosa. . \i taea spicata L. — Nei faggeti, M. Nerone. Pianta sudori- fera a piccole dosi, emetica a dosi forti. Daphne Mezereum A. — Nei boschi ; Selva dei Capuccini e altre ; 4. Corteccia epispastica. I .aio ns nobili* /,. — (Melauro) Coltivato ; naturalizzato a S. !' xnardino. 4. L'olio dei semi si usa per frizioni stimolanti, m. u. raparti somnìferum L. — Coltivato nei giardini ; 6. Il latice delle capsule dà l'oppio, m. u. /' Rhoeas !.. Ira le messi ; 6. Fiori calmanti, pettorali. Chelidonium majus !.. — Presso i vecchi muri, Orto botanico, S. Rem ir. lino ; 4. Il latice viene adoperato per distruggere i p>rri (uso popol.) Fumaria officinalis L. - Siepi e cigli delle strade, comunìss. 4-5 La pianta dà un amaro stomachico. Brassìca nigra Koch — Coltivata : inselvatichita a Lossombro- ne ; 4-5. Semi rubefacenti, m. u. Sinapis alba L. — C. s., m. u. Nas tur tinnì officinale R. Ih. — Lungo i ruscelli e nei prati umidi, S. Donato (Urbino) Depurativo, antiscorbutico. Lepidium latifolium L. — .V S. Leo, nei luoghi ombrosi, rara Antiscorbutico. Caf sella Bursa - pas/oris Macinìi — (Cassella) comunis. 3-10. Astringente. Capparis spinosa L. — Mura di Urbino sotto al Lincio ; 5-6 La radice è una delle cinque radici aperitive minori. Hclianthemiun Chamaccistus Miti. — Luoghi incolti, margine delle strade, comune. Astringente. Viola paluslris v. odorata L, — Comune nei luoghi incolti ed ombrosi; 3-4. Pettorale, m. u. V. tricolor L. — Comune nei coltivati; 5-6. Fiore depurativo. Hypericum perforatimi L. — (Pelico). Nei luoghi incolti, nei boschi, lungo le strade. Astringente. Qui se ne prepara un olio vulnerario, m. u. Ti/ia vulgarìs Hayne — Sul M. Catria e coltivata; 6. Fiori emollienti, m. n. T. cordala Mill. — e. s. m. u. Malva silvestris !.. — Luoghi incolti ; 5. Emolliente m. u. M. moschata L, — Radure dei boschi M. Nerone. C. s. Althaca officinalis L. — Luoghi umidi. C. s. m. u. Agrostemma Githago !.. Lungo i corsi d'acqua, Fermi gnano, Canevaccio; 7-X. Radice depurativa, vermifuga, a forti dosi dannosa, p. u. Saponaria officinalis /.. — Lungo i corsi d'acqua Fermignano, Canevaccio; 7-8. Radice depurativa, vermifuga dannosa a forti dosi, m. u. Dianthui Caryopkyllus L. — Al Furio <• .il M. Catrìa; 6-7. Pe- uli adoperati per sciroppo. /.iniim usttatissimum L. - Coltivato, comune; 5. Seme per empiastri, m. u. /.. catharticum I . Nei luoghi freschi, M. Cesana, S. Ber- nardino, M. Nerone; 5. Purgativo antielmintico. Erodium cicutarium /.■' Her, — Lungo i cigli delle strade e dei fossi, S. Donato, Pian dei Canonici; 6. Diuretico, diaforetico. Mercurialh annua L. —Assai comune nei luoghi incolti. Pur- gativo leggero. M. perenni* L. --- Aleno comune. ('. s. Euphorbia Lathyris L. — Nei luoghi Ombrosi e freschi, Tre- zanni. Semi purgativi diuretici. A. amygdaloides L. — Luoghi selvatici dei monti. Radice pur- gativa e vomitiva. Ruta graveolens L. — Coltiv. negli orti ; 5-6. Usata come an- tielmintico. Ailantus glandulosa Desf. . — Coltivato e inselvatichito; 6. Tenifugo e antidissenterico (foglie 1. Pistacìa TerebinihUs L. — - (Minchiofano, scornabecco). Al Furio ? (Ottaviani, Spadóni) 4.-5. Astringente p. u. Aescuìus Wppocastanuni L. — Coltivato per ornamento, conni ne; 4-5. Scorza tenifuga, olio dei semi antireumatico, p. u. Acer Pseudo-Platanus L. — '■ Boschi e margini erbosi delle ru- pi, M. Nerone, M. Petrano ; 5-6. Corteccia legg. astringente. Polygala vulgaris L. — (Poltgola) Nei luoghi aperti, abbon- dante; 4-5. Tonico. P. amara L. — Pascoli alti. M. Nerone; 5-8. Ionico. fyvonymus enropacus L. (Fusaja). Coltivato, comune; 5. Cor- teccia, foglie e semi emeto-catartici. A' hamn us cathartica L. — (Spincervino, cerasa canina) Boschi; 4. Frutti purgativi. A'. Frangula /.. (Roncagine) Màcchie, rara; 1-=, Scorza e frutti purgativi. 97 Zizyphus saliva Gaertn, — Coltivato accanto alle case di cam- pagna : 7. Frutti pettorali. Paliurus Spìna-Christi Mill. — (Spiti nero) Coltivato per siepe; - . A stringente. Hedera Helix L. — Comuniss. ; 9-10. Frutti velenosi; i vec- chi trinchi trasudano una resina usata come risolutivo, emmenagogo. Eryngium campestre !.. — : Comune nei luoghi aridi e sassosi; s. I diuretico. Conium maculatimi L. — Fra le macerie, lungo i fossi; 7. Pian- ta velenosa. Apium graveolens L. — (Sellerò). Coltivato e qua e là insel- vatichito, ó. Radice stimolante carminativa. Petroselinum hortense lloftm. — (Erbetta) Colti v. e inselv.; I . R id. aperitiva, frutti carminativi. Carum Cani L. — M. Catria; 4-5. Carminativo, m. u. Foeniculum vulgare Mill. — Comune nei 1. aridi, erbosi ; stra- da per stazione ferr. di Urbino: 8. Rad. diuretica, frutto carmi- nativo, m. u. Ferula Ferulago L. — Sui cigli di strade. Calmazzo, Fossom- brone, Piobbico; AI. Catria; 7. Dal colletto, per incisione, si ot- tiene una resina adoperata per empiastri. Cornus mas L. — (Crognale) Nelle macchie; 3. Frutto astring. C. sanguinea L. — (Sanguinello) Siepi e luoghi selvat. 4-10. Frutti astring. Cucurbita Pepo L. — Coltivata negli orti, 6-7. Pellicola dei semi tenifuga. lù ball inni Elaterium A. Rich. — Fra le macerie, non comune. Estate. Succo dei frutti purgat. drastico, dannoso. Bryonia dioica facq, — Siepi e luoghi boschivi. Colle sopra S. Donato; 6. Purgat. drastico, dannoso. Lythrum Salicaria L. — Lungo i fossi, non comune. 7-9. Astring. L. Hyssopifolia. L. — 6 ; e. s. /'unica Granatum L — Coltiv. e qua e là inselv. ; 7. Scorza tenifuga, m. u Sedimi alpestre Vili. — Sui muri noi 1. sassosi, Urbino, Per- gola ; 6-7 Purgativo. Sempervivum tectorum L. — Sui totti delle vecchie case Ur- bino <> campagna. Rimedio pop. contro le scottature e i calli. S. granulata L. — Luoghi umidi e sassosi, non comune, M. Catria, M. Nerone; 5-6. Diuretico, rimedio pop. .9. tridaetylites L. — ■ Sui tetti e sui muri, Urbino ; 3-4. Usi e. s. Ribes rubrum L. — Coltivato ; 5. Frutti per sciroppo. Agrimonia Eupatorio. L. — Luoghi erbosi presso le siepi, co- mune. Estate. Astringente. Alchemilla vulgaris L. — Pascoli degli Appennini, Monti di Urbino, M. Catria; 7-8. Astring. diuretico. A. arvensis Scop. — Nei campi e al M. Catria : 7-8. Usi e. s. Paterni»! Sanguisorba L, — (Pimpinella) — Xei campi, comune ; 6-7. Astring. Prim iis Laurocerasus L. — Coltivato per ornamento, Orto bo- tanico e altrove ; 5-6. Antispasmodica, anodina, m. u. Spiraea Filipendula L. — Pascoli zona appenninica e M. Ca- tria : 5-6. Foglie e fiori diuretici. Rubus fruticosus L. — /'Rugo) — Xelle siepi e boscaglie comu- ne : 6-7, m. u. Potentina reptans L. — Cigli delle strade, 5. Radice astring. P. erecta llampe — Luoghi boschivi, rara. Monti di Urbino ; 6-7. Rizoma astring. Geum urbanum L. — ■ Luoghi boschivi, comune. Selve del Sasso, del Collegio, Urbino ; 6-7. Astring., aromatico. Frasario vesca L. — Boschi e radure montane, S. Bernardino, Sass.., S. Tomaso. M. Nerone ecc. Fòglie e rizoma astring. Cercis Siliquastrum L. — Boschetti S. Bernardino, Pallino, S. Tomaso. Foglie e frutti astring. Genista tinctoria A. — Luoghi selvat. e boschetti Pallino S. Bernardino, M. Petrano ecc. 5-6. Foglie e semi purgativi. Sparlimi! juncriiin L. — Molto comune nei luoghi esposti ; 5-6. Pi. mta purgativa. 99 Cytiìus Laburnum L. — (Cantamaggio) M. Catria nelle selve ; 5-6. Foglie purgat. Melilotus qffi.cina.lis Cam. — Nei luoghi erbosi, comune ; 5-9. Anthyllis Vulneraria L. — Pascoli M. Nerone 4-8. Un po' a- stringente. Coluteti arborescens L. — (Schioppi) Molto comune, macchie e luoghi incolti di tutto l'urbinate. Estate. Foglie purgative, semi emetici Robinia Pseudo-Acacia L. — Coltivata e inselvat. comunissima. Rad. purg. ed emetica. Coronilla varia L. — Prati e cigli delle strade, M. Nerone, Ca' Ugolini, Pallino ecc. ; 5-6. Cardiaco. C. Emerus C — Boscaglie M. Catria, Furio ; 5-6. Uso e. s. Calliuia vulgaris Salisi'. — (Scopetti) Luoghi sassosi, presso le selve, Selva del Sasso, del Collegio; 8-10. Vantata contro la litiasi. / aecinium Myrtillus L, — Sulle roccie al Furio, 5-6 Foglie astringenti. Primula ofjicinalis facq. — Pascoli appenninici, AI. Nerone, M. Catria, M. Petrano ; 6. Cyclamen neapo/i/anuin Ten. — Boschetti, molto comune; 4-10 Tubero purg. emmenagogo. Pra.vinus Ornns L. — Comune nelle macchie; 4-5. Per inci- sioni dà hi manna, p. u. Gentiana lutea L. — Pascoli alti, AI. Nerone; 8. Rad. usata come amaro e vermifugo, m. u. C. acauli s L, — C. s. C. campeslris L. — M. _ Catria. Uso e. s. Erythraea Centaurium Pers. — Luoghi erbosi presse le macchie. Estate Amara, febbrifuga, m. u. duca minor L. — Nelle macchie, S. Bernardino; .-i 4. Depu- rativo, lassativo, medie, popol. V. major L. - Spesso coltiv. e qua e là inselv. Usi e. s. Cynanckum Vincetoxicum Pers. — Luoghi aridi e selv. Ah aiti ai Urbino e M. Catria; 7-8. Riroma depurativo, emetico. IOO Borrago officinalis L. — Comune presso le siepi; 4-9. Petto- rale, sudorifera, m. u. Sympkytum officinale L. — Comune nei luoghi umidi; 3-4. Radice legg. astri ng. .S*. tuberosum /,. — Comune, e. s. Pulmonaria officinalis L. — Luoghi ombrosi e umidi, comune; y\. Emolliente. Echium vulgate L. — Luoghi aridi, Cesana, M. Nerone; 6-7. Pettorale, sudorifero. Convólvolus arvensis /.. — Comunissima nei campi, Est.-aut. Latice purg. Cuscuta Epithymum Murr. — Parassita del lino, del trifolio e specialm. della ginestra: 5 6. Purgat. diuretica. Solarium nigrum L. — (Solano nero) Fra le macerie, negli orti, comune. Est.-aut. Narcotico, calmante. S, Dulcamara L. — Siepi e macchie. Est. Diuretico, depura- tivo, ni. u. Atropa Dclladona L. — Nelle radure e al limite dei boschi, M. Nerone, Petrano; 6-8. Midriatico, antiasmatico, m. u. Hyoscyamus niger L, — Luoghi incolti e sassosi; 5-6. Usi e. s.. m. u. H. albus L. — Mura della città e muri delle case; 5-6. Usi e. s., p. u. Datura Stramonium L. — Luoghi ombrosi, rara; 6-7. Usi e. s., m. u. Verbascum Thapsus L. — Com. nei luoghi umidi; 67. Fiori emollienti. Scrophularia aquatica L, — Nei fossi (Federici); 5-6. Depurat. S. nodosa L. — Siepi e limite dei boschi, inselv. all'Orto bot. Usi e. s. Grathia officinalis L. — Luoghi freschi, rara, Monti di Ur- bino. Est. Purgativa. Veronica officinalis L. — Siepi e limite dei boschi M. Catria, M. Petrano. Sudorif., stimolante. IOI l '. Chamaedrys L. — Comuniss. ; 3. Usi e. s. Ocimum Basilicum L. — Coltiv. negli orti e nei giardini. Est. aut. Carminativo. Mentita pipoita L. — (Menta peperina) e. s. Est. Stomachico, antispasmodico, m. u. M. Pulegium L. — Lungo i fossi al Tirasegno. Est. aut. Usi e. s. Origanum vulgarc L. — (Dittamo selvatico) Luoghi aridi, Furio, Pallino. Est. Carminativo. O. Majorana L. — Coltivata negli orti. Est. Stimolante, antisp. Thymus Serpyllum L. — Comune nei luoghi incolti; 4-6. Car- minativo, antisettico. T. vulgaris L. — (Serpillo) Coltiv. nei giardini e n. orti. Est. Usi e. s., p. u. Melissa officinalis L. — (Erba limona) Comune nelle siepi. Est. Carminat., antispasm., p. u. Lavandaia Spica L. — (Spighette) Coltiv. negli orti ; ó. Sti- molante, arom., p. u. Satureja Calamintha Schede — Boschi e colli comune, M. Catria. Carmin., antisp. Salvia officinalis L. — (Erba savia) Coltiv. n. orti ; 5-6. Carmin. m. u. S. Sclarea L. — (Erba moscatella) Luoghi incolti nei dintorni di Urbino, M. Catria. Est. Antisp., anticatarrale. Rosmarinns officinalis L. — Coltiv. negli orti. Frim.-Est. Dia- foretico, emmenagogo, antisettico, p. u. decorna hederacca L. — Comune nelle siepi. Prim. Pettorale. Xepeta Cataria L. — (Limoncina) Luoghi erbosi, Monti Ur- bino, M. Catria; 6-7. Stimolante, antispasm. Melittis Melissophyllum L. — Nei boschi, comune; 5-6. Diure- tico, anticatarrale. Stachys recia L. — Luoghi erbosi, abbastanza comune, Urbi- no, Furio ; 0-7. Febbrifuga, anticatarrale. Ajuga reptans L. — Lungo i ruscelli, nei luoghi umidi, er- bosi, comune ; 4-5. Astring. 102 Verbena officinaln L. — Lungo le strado e le vecchie mura- glie comune 4-10 — Vulneraria. Globularia vulgaris L. — Comune nei luoghi calcarei, strada alta per Canevaccio, fianchi della ("esina ecc. -5- Purgativa. Pian/ago major L. — Comune nei luoghi erbosi -4-8. Antioftal- mica. P. media L. — (Petacciola) Comunissima -.5-9- Usi e. s. Sambucus nigra L. — Comune lungo le siepi e le scarpate delle strade 5-6 - Corteccia purgativa, fiori sudoriferi. S. Ebulus L. — Ne. limiti dei campi e nei luoghi freschi, alla Concia. Spineto (Urbino). Purgativa. Viburnum Lanterna L. — (Yiorno) Boschi - 5-6 - Corteccia rubefacenti', foglie astringenti. I . Of)itlus L. — Coltivata nei giardini -5- Corteccia diureti- ca, astringente; frutti e fiori emetici, purgativi. Lonicera Caprifolium L. — Siepi e macchie, comunissima - 4-5 - Frutti purgativi. L. Xylosteum L. ■ — Nelle siepi e nelle boscaglie, selva del Sasso, M. Catria 5-6- Usi e. s. Galium Mollugo L. — Siepi ombrose, boschi, fossi - 6-7 Astrin- gente, vulneraria. G. Veruni L. — Prati e margini delle strade, comune - 5 - Usi e. s. G. . {parine L. — (Attaccamancè) Macerie, orti, siepi, co- munissimo -5-6- Usi e. s. Asperula cynanchica L. — Luoghi aridi, campi verso la sel- va del Sasso -6-8- Astringente. Valeriana officinalis L. — Luoghi boschivi, ombrosi e lungo i corsi d'acqua, M. Catria, M. Nerone -6-7- Antispasmodica m. u. Centranthus ruber D. C — Sulle mura della città, sul muro <1<1 boschetto dei Cappuccini, abbondante -6-7- Usi e. s. Eupatorium Cannabinum L. — Lungo i fossati e nei fossi, Ti- ro a Segno, M. Nerone -8-9- Amaro aromatico. Arctium f.appa L. — Comunissima fra le macerie nei luoghi umidi. Estate. Sudorifera, diuretica, depurativa, m. u. 103 Artemisia Absinlhium L. — Abbastanza comune ovunque, b. Stomatica, tonica, vermifuga, iti. u. Cynara Cardunculus L. — coltivata abbondantemente. Est. Radici e foglie febbrifughe. Onopordon Acanthìum L. — Luoghi incolti. Est. Radice diuretica. Carduus nuians /,. — Lungo le strade, nei poggi asciutti. 7-8. Amaro febbrifugo. Centaurea Cyanus L. — Nei coltivati, comune; 6-7. Amaro febbrifugo, altre volte adoperato come antioftalmico. Solidago Virga-aurea L. — Boschi di quercie, selva del Sasso; 8-9. Astringente, diuretica. Inula Helenium L. — Luoghi umidi e acquitrinosi, rara ; 7-8. Diaforetica, anticatarrale, m. u. Pulicaria dysenterica Gaertn. — Bordi dei fossi, comune: 7-8. Astringente. .idillica Millefolium L. — Luoghi erbosi, lungo le strade ; 6-7. Astringente febbrifuga. Authemis nobilis L. — Luoghi aridi; ,5-0. Stimolante, antispa- smodica, m. u. Matricaria Chamomilla L. — ■ Luoghi erbosi, lungo le strade, M. Carpegna; 5-6. Antispasmodica, m. u. Chrysanthemum Leucanthemum L. — Xei prati e nei poggi er- bosi, comunissima; 5-9. Fiori antispasmodici. C. Partkenium Bernh. — (Matricaria) Coltivata negli orti e inselvatichita; 6-10. Antispasmodica, emmenagoga. C. vulgare Bernh. — (Erba del muschi) Coltivata e inselva- tichita. Est. Vermifugo (dannoso). Tussilago Farfara L. — (Farfare!) Comune nei coltivati e nei luoghi aridi ; ^-4. Fiori mucillaginosi, becchico, m. u. Senecio vulgaris /,. - (Erba dei. e, marini Negli orti e nei campi, comune. Fiorisce tutto l'anno. Vermifugo emolliente. Lattina virosa L. — Luoghi sassosi, muri dell'i irlo Botanico. Lsi.it.-. I .limante, m. u. Sonchus oleraceus L. — Comunissimo; 4-10. Lattice purgativo. 104 Cichorium Intybus L. — (Grugno amaro) Nei prati, lungo le strade, comune; 5-10. Calmante m. u. Urbino, Ottobre 1923. Libri consultati 1. G, Karsten — Manuale di Farmacognosia (Traduz. Marfori e Astolfoni) Edit. F. Vallardi - Milano. 2. !.. Beille — Precis Botanique Pharmaceutique - Edit. A. Maloin - Paris, 1904. 3. P. E. Alessandri — Le droghe e le piante medicinali - Edit. Hoepli - Milano, 19 15. 4. S Dezani — Trattato di Farmacognosia - Unione Tip. To- rinese - Torino, 1920. 5. L. Paolucci — Flora Marchigiana - Pesaro, 1891. 6. D. Matteucci — Il M. Nerone e la suo flora (N. (t. Bot., 1893). SEDE DI F I R E X Z E (sede centrale) Adunanza del 10 Maggio 1924 Presiede il Presidente N. Passerini Aperta la seduta è proclamato a nuovo Socio : Sig.na Clotilde Paris, di Roma. Ha poi la parola il Prof. A, Fiori, il quale presenta un esemplare di Alvssum compactum DNtrs. inviatogli da Potenza dal Dott. Orazio Gavioli, raccolto a Pignola sul M. Serranetta ed in pochi esemplari nel Bosco di Aria Silvana. Egli fa osservare che questa pianta era nota di Basilicata soltanto del territorio di Muro Lucano al Paratiello (X. Terracciano in « N. Giorn. Bot. It. » 1907, p. 124) ed in altre regioni soltanto dell'Etna. Nelle Flore moderne A. compactum è sinonimizzato con A. folio- wm Bory et Chaub. della Grecia ed Asia Minore ed i primi a ritenerlo identico colla pianta d'Oriente furono Cesati, Passerini e Gibelli (Comp. FI. it. p. 832) che lo si- aonimizzarono con S. Auc/ien Boiss., entità riunita più tardi dal Boissier stesso (l'I. Or. I, p. 283) con A. foliosum. La stessa sinonimia fu poi adottata dal Caruel (in Pari. FI. it. IX, p. T49). da Arcangeli nella 2a ed. del Compendio, da Paoletti nella Plora Analitica, e da Fiori nella Nuova FI. Analitica ; però dal confronto testé fatto con esemplari della Grecia risulta evidente che la pianta italiana ne differisce per minor copia di peli stellati e per la presenza di peli semplici setolosi, i quali mimcano o quasi negli esemplari d'Oriente. Si può quindi considerare la nostr.i pinna come varietà di A. foliosum nel senso di razza geografica. Indi il Presidente, Prof. X. Passerini, comunica di aver osservato abbondante alle Cascine (Firenze) VAlopeci/rus pratensis L, che anni addietro egli aveva trovato — nuovo per la Toscana — al « Pantano » presso Brozzi (cfr. Bull.. 1908. p. 39). Il Prof. E. CHIOVENDA aggiunge che nel 1916 egli lo raccolse lungo l'Ombrone presso Signa e nel 19 19 abbondantissimo nei prati presso Poggio a Cajano e che quest'anno lo osservò anche nel cortile dell'Istituto Botanico fiorentino. Molto probabilmente que- sta graminacea è stata introdotta con i miscugli di semi por prati, ed ora va sempre più diffondendosi. Infine, è presentato il lavoro seguente : io6 CHIARUGI A. — ERBORIZZAZIONI NELLA VAL GAR- DENA (ALPI VENETO-TRIDENTINE). Per quanto l'Alto Adige sia una regione alpina fra le meglio conosciute dal punto di vista botanico, tuttavia l'esplorazione floristica di essa si è svolta prevalentemente lungo le vie più battuto dai turisti, attorno ai centri più importanti e alle locali- tà rinomate, mentre esistono ancora non poche zone degne di ricerche più accurate e complete. Quello che finora si conosce della flora di questa estrema regione d'Italia è opera esclusiva di stranieri. Alle lacune da colmare, ora che essa è felicemente congiunta alla Patria, deve provvedere la iniziativa degli Italia- ni. A questo dovere patriottico desidero modestamente di con- tribuire col render noto il risultato delle esplorazioni botaniche compiute nell'estate scorsa (i) nell'alto bacino della Val Gardena. Pteridophyta Polypodium vulgare L. var. angustimi Ilausm. — Vallelunga ( i 700 m,) Dryopleris L. — Vallelunga (1700 m.). Aspidium Lonchitis Sw. — Ghiaioni del Sassnpiatto, salendo alla Capanna del Sassolungo (1950 m.). Botrychium Lunaria L. — Sopra Pian, lungo il torr. Grodena (1600- 1700 hi.). — Tra Selva e M. Pana (1580 mA Monocotyledones Anthoxanthum odoratovi L. — Passo di Sella (2200 m.). Stipa pennata L. — Rupi dolomitiche all'ingresso della Val- lelunga, sotto il Castello dei Wolkenstein (1 800-1900 m.). Phleum alpinum L. — Selva (1563 m.). — — var. commutatimi Gaud. — Passo di Gardena (2136 m.). Agrosth >itf)cst>i< Ali. — Passo di Gardena (2136 m.) — Pas- so della Sella (2200 m.). (1, Fine
  • v;dlc (1600-1800 m.). — aconitifolius L. — Tra il Castello di Fischburg e M. Pa- na 1 1600 m.). Ranuncuius Phthora Crantz (R. hybridus Biria) — Forcella del Sassolungo, vers. or. (2400 m.). — repens L. f. villosus Lamotte — Sopra Pian, verso il Sella (1780 in.). mii/olius Pourr. var. iypicus f. gracilis Schleich. — Passo di Gardena (2136 m.) — Lungo le pareti nord del Sasso- lungo (2080 m.) -- Forcella del Sassolungo, vers. or. (2679 m ). acrìs L. Passo di I rardena (2000 ni.). Trollius europa': ks L. — Passo di Sella, verso la Forcella Ro- della (2000 m.) — Passo di Gardena (2136 ni.). — — var. humìlis Crantz — Col di Rodella (2486 m.). Aquilegia vidgaris L: — Vallelunga (2000). mitum variegatum 1.. var. paniculatum Lam. — Castello di Fischburg (1492 ni.). Saxifraga rohindifolia L. f. vulgaris Fngl. — Verso il Passo di Gardena (1800 m.), il l'asso di Sella (1900 m.) e il Rifugio Cisles 1 1 900 m.). sedoides L. — Lungo le pareti nord del Sassolungo (20S0 m.) — Ghiaioni ilei Sassopiatto (2000 m.) e Capanna del Sassolungo (2257 m.). — Seguieri Spr. — Passo di Sella (2200 ni.). androsacea L. f. integri/olia Ser. — Forcella del Sasso- lungo, vers. or. (2679 m-)- — stellai is \ .. — In fondo a Vallelunga. al principio della salita per la Capanna Puez (2000 m.i. I 1 2 Saxifraga autunnalis L. — Salendo al Passo di Gardena (2136111.), e di Sella (2200 m.). caesìa !.. var, eucaesia L. — Passo di (Tardona (2136 m.) — Passo di Sella (2200 ni.) — Capanna del Sassolungo (2257 m.) — Sotto le pareti noni del Sassolungo (2080 m.) — Rifugio Cisles (2030 m.) — Vallelunga (1800 m.) olia L. ssp. euoppositifolia Engl. et Irmsch. var typica Vaccari sv ir. paleartica Kngl. et Irmsch. f. vulgaris Engl. et Irmsch. — Forcella del Sassolungo, vers. or. (267Q m.). Sedimi air a' imi L. — Pian (1600 m.) — Passo di Gardena (2136 m.) — Passo di Sella (2200 m.) — Forcella (2679 m.) e Capanna (2257 m.) del Sassolungo. Dryas octopeiala L. — Passo di Gardena (2136 m.) — Passo di Sella (2200 m.) — Capanna del Sassolungo (2257 m.). — var. lanata (Kern.) DT. et Sarnth. — In fondo a Vallelunga (1350 m.) — Sotto le pareti nord del Sassolungo (2000 m.). Geum rivale L. — Verso il Passo di Gardena, di Sella, e il Rifugio Cisles a e. 2000 m. montanum L. — Passo di Gardena (1900 m.) — Passo di Sella (2000 m.). — f. na mi ni Gaud. — - Forcella Rodella (231,5 m.). PotenUlla nitida !.. — Passo di Sella (2200 m.) — Col Rodella (2486 m.) — Forcella del Sassolungo, vers. or., fino a 2400 m. — Sotto le pareti nord del Sassolungo (2000 m.). — caulescens L. — Rupi dolomitiche all'ingresso della Val- lelunga, sotto il Castello di Wolkenstein (1600- 1800 m.). aurea L. — Passo di Gardena (2136 m.). f. minor Lenin. — Col Rodella (2486 m.). verna L. var. salisburgensis Haenk. — Passo di Garde- na (2136 m.i. anscrina L. — Pian (1600 m.). Rosa alpina L. var. levis Ser. — Passo di Gardena (2136 m). Pirus Chamaemespilus Ehrh. — Verso il Passo di Sella (2000 m.). U3 Trifolium alpinum L. — Passo di Gardena (2136 m.). — Passo di Sella (2200 m.). — Ciamp Pinoi (2257 m.). badium Schreb. — Verso il Passo di Gardena (2000 m.). Aulivi! is Vulneraria L. var. alpcstris Kit. - - Verso il Passo di Gardena (2000 m.). Astragahis montanus L. f. Iacquìnì Rouy — Passo di Gardena {2136 m.). campester L. f. alpinus Fiori — Passo di Sella (2200 m.). Hedysarum obscurum L. — Passo di Sella (2^00 m.). Epilobium angustifolìum L. — Castello di Fischburg ( 1 500 m). In fondo a Vallelunga (1950 m.). — alpinum L. — Passo di Gardena (2136 m.). Menni Mutellina Gaertn. — Col Rodella (2486 m.). Heracleum Sphondylium L. var. fyrenaieum Lam. f. Polli nianum (Bert.) — Vallelunga (1800 m.). Laserpitium pei/cedanoides L. — Verso il Passo di Sella a 2000 m Ckaerophyllum aureum L. f. hybridum (Ten.) — Passo di Gar- dena (1800 m.). Alitatila >i fa cretensis L. — Vallelunga, sotto il Castello dei Wolkenstein (1 600-1 800 m.). — Forcella del Sassolungo, vers. or., (2679 m.). Polygala vulgaris L. var. alpeslris Rchb. — Passo di Sella (2200 m.). — Passo di Gardena (2136 m.). Gcraiiiìim silvaticum L. — Passo di Gardena (2136 m.) Pirola uiit fiora L. — Lungo il torrente Ampezzan, tra il M. Pana e il Sassolungo (1800 m.). secunda L. — Vallelunga (1600 m.). — Tra Selva e la Valle del torrente Ampezzan (1500 m.). — Da Pian al Passo di Gardena (1800 m.). — minor L. — Sopra Selva, verso il Giogo di Gardena, su roccie silicee a 1800 m. — rotundifolia L. — Sotto le rupi del Murfreid, salendo al Passo di Sdii 12000111.). — In fondo a Vallelunga \\ 950 m.). Rhododendroti liirstilum L. — Vallelunga (1600-2000 m.). — 114 Verso il Passo di Sella a 2000 m. — Tra Sassolungo e Ciamp Pinoi (2000 ni.). Rhododcndron ferrugineum I .. In fondo a Vallelunga a 2000 m. Ira Ciamp Pinoi e Sassolungo (2000 m.), con la spec. prec. Azalea procumbens L. Dalla Forcella Rodella (2315 m.) al Col Rodella (2486 m.). Arctostaphylos Uva- Cirsi Spr. Sopra Selva a Lardsneid (1800 m.). Vaccinium Vitìs-Idea L. — Passo di Gardena (2136 m.). uliginosum L. — Passo di Gardena (2136 m.). Primula farinosa L. - Vallelunga (1600-800 m.) —Passo di Gardena (2136 m.). — Passo di Sella (2200). Auricula L. var. Balbisiì Lehm. - Vallelunga sotto il castrilo tlci Wolkenstein, (1600 m.). — Sulla via del Passo di Sella (2000 m.). minima L. — Forcella Rodella (2315 m.). Douglasia l'italiana B. et H. - Col Rodella (2486 m.). Androsace obtusifolia Ali. — Salendo al Passo di .Sella (2000 m.). Soldanella alpina L. — Vallelunga (2000 m.). — var. pusilla Baumg. — Verso il passo di Sella (1900 m.) — var. minima 1 Ipe. (S. Ganderi Huter) — Sotto le pa- reti nord del Sassolungo, alla testata della Valle Ampe/zan. (2000 m.) — Tra la Capanna (2157 m.) e la Forcella del Sassolungo (2679 m')i sottò le rupi delle Cinque Dita, e la morena del ghiac- ciaio di Grohnam. — Verso il Passo di Sella (2000 m.) Armeria alpina W. — Verso il Passo di Sella ( 1900-2000 m.). Gentiana panciata L. — Passo di Gardena (2136 m.). — Forcella Rodella 12315 m.) - M. Ciamp Pinoi (2257 m.i verso il Sasso- lungo. aeau/is var. Clusii Perr. et Song. — Forcella Rodella 1 1315 ni.), rara. var. Kochiana IVrr. et Song. — Verso il passo di Sella (2200 m.) e il Col Rodella (2486 m.) Passo di Gar- dena 1 2 1 36 mi. "5 Gentiana verna L. vai", typica et versus var. elongata Haenke — Passo di Sella (2200 m.) — Col Rodella (2486 m.). — var. iergloviensis (Hacq.) Vacc. — Passo dFSella {2200 m.) — Forcella del Sassolungo, vers. c>r. (2679 m.). bavarica L. — Passo di Sella (2200 m.). — utriculosa !.. — Vallelunga (1800 m. 2000 m.) nivali* L. — Sotto le parete nord del Sassolungo alle sorgenti del torrente Ampezzan (1950 m.). — Forcella del Sas solungo (2679 m.). Amaretta L. var. obiusifolia \V. — Passo di Gardena (2136 m.). — Selva (1563.). Polemomiiim coeruleum L. — Nei prati tra S. Maria e Selva a La Pozza» i i.soo m.). Myosotis pirenaica Pourr. var. alpestns Schmidt — Passo di (iardeiia 2 136 m.) — Passo di Sella (2200 m.) — Capanna del Sassolungo (2257 m.) — Lungo le pareti nord del Sassolungo (2080 m.). /.inaria alpina Alili. Sedendo al Passo di Sella, nei ghiaio- ni alluvionali che scendono dal Gruppo di Sella 1 [950 m.c). — In fondo a Vallelunga. al principio della salita per la Capanna Puez (2000 m.). Veronica Bonarota L. — Vallelunga (1800 m.) Beccabunga L. — Verso il Passo di Gardena oltre i 200< 1 m. Chamaedrys 1.. Verso il Passo di Gardena '1S00- 2000 m.). aphylta L. - Vallelunga (1600 m.) — ■ Verso il Passo di Sella \2> >oo m.). — fruticulosa !.. var. fmticans Jacq. - Verso il Passo di Sella (2000 in.). bellidioides L. — Verso il Passo ili Sella (2000 m.). Euphrasia minima Jacq. — M. Ciamp Pinoi (2257 in. Bartsia a/pina F. f. parviflora Rchb. Passo di Gardena (213Ó m.) — 'Passo di Sella (2200 m.) e Col Rodella (2486 m.) Forcella del Sassolungo, vers. <>r. (2679 m.). nò Peduularis verticillata L. — Vallelunga (1600 m.) — Passo di Gardena (1600-2136 m.) — Passo di Sella (2200 m.) e Col Rodella (2486 m.) tuberosa L. var. leptostachya Vis. et Sacc. — Da Pian (1600 m.) al Passo di Gardena (2136 m.) e al Passo di Sella (2200 m.). — Forcella del Sassolungo, vers. or. (2500 m.) rostrata L. — Forcella del Sassolungo, vers. or. (2679 m.). rendita L. — Dal Passo di Sella (2200 m.) alla For- cella Rodella (2315 m.). rosea Wulf. — Forcella del Sassolungo vers. or. (2679 m.). Ajuga pyramidalis L. — Dal Passe di Sella (2200 m.) alla Forcella Rodella (2315 m.). Teucrium monianum L. — Sopra Selva a Lardschneid e verso il Rifugio Cisles (1650 m. - 1900 m.). Lamium album L. — Passo di Gardena (2136 m.) — Selva (1500111.). Stachys Alopecurus Benth., var. Iacquini Briq. - - Selva di Gar- dena (1563 m.) — Vallelunga (1600 m,) — Cisles (1900 m.) — Val Frea (1700 m.). — recto, L. var. labiosa Bert. — Vallelunga, sotto il Ca- stello dei Wolkenstein (1700 m.) — Lardschneid (1600 m.) — Cisles (1800 m.). Horminum pyrenaicum L. — Vallelunga (1600 m.) — Val Frea (1700 m.) — Forcella del Sassolungo vers. or. (2400 m.). Satureia alpina Scheele — Val Frea (1700 m.). Pingvicula vuìgaris L. — Val Frea (1 700 m.) — Selva (1500 m. — Vallelunga (1600 m.) — Valle Ampezzan (1800 m.). Globularia cordi fot ia L. — Passo di Sella (2200 m.) — Lard- schneid 1 700 m.). l 'alcriaua officinalis L. var. tenui/olia Vahl — S. Maria (1500 m.). — irip/eris L. — Sopra Pian in Val Frea (1600- 1800 m.). — montana L. — Verso il Passo di Gardena e il Passo di Sella a e. 2000 m. — Ghiaioni del Sassopiatto verso la Ca- panna del Sassolungo (2000 m. e). il? Valeriana elongata L. — Sotto le pareti nord del Sassolungo, alle sorgenti del torrente Ampezzan (2080 m.)- — saxatilU L. — Vallelunga (2000 m.) — Passo di Sella 2200 m.) — Sotto le pareti nord del Sassolungo (2080 m.) — Capanna del Sassolungo (2257 m.). Knautia longifolia Koch — Verso il Passo di Gardena (2 136 m.). Phyteuma hemisphacricum L. — Verso il Passo di Gardena, e il l'asso di Sella oltre i 2000 m. — Sieberi Spr. - - Verso il Passo di Sella oltre i 2000 m. — Forcella del Sassolungo, vers. or. (2678 m.) — Sotto le pareti nord del Sassolungo (2080 m.). orbiculare L. var. ellipticifolium Vili. — ■ Verso il Passo di Gardena (2000 m.). comosum L. — Fessure delle rupi dolomitiche, all'in- gresso della Vallelunga, presso il Castello dei Wolkenstein (1800 m.). Campanula barbata L. — Verso il Passo di Gardena (2000 m.). — spicata L. — Fessure delle rupi dolomitiche all'ingres- so della Vallelunga presso il Castello dei Wolkenstein (1800 m.). Adenosfyles alpina Bl. et Fing. — In fondo a Vallelunga (2000 m.). — Castello di Fischburg (1492 m.). Homogyne alpina Cass. — Passo di Sella (2200 m.). — Rifugio Cisles (2030 m.). Senecio abrotani foli us L. — Da S. Maria al Rifugio Cisles (1900 m.) f. Hrolensis Kern. — Sopra Selva .oltre Lard- schneid verso il rifugio Cisles. (1950 m.). Senecio camioiicus Willd. — Passo di Sella (2200 m.). nemorensis L. var. cac alias ter (Lam.) — Tra il Castello di Fischburg (1492 m.). e M. Pana (ióoo m.) — Doronicum L. — Passo di Sella, verso la forcella del Sassolungo (2300-2400 m.). Doronicum Columnae Ten. — Nei ghiaioni sotto le pareti nord del Sassolungo (2080 m.). — Tra Confin Boden e la Capanna del n8 Sassolungo, sotto il Sassopiatto (2000 m.) — In fondo a Val- ltlunga (2000 m.). Arnica montana L. - l'asso di Gardena (2136 m.). — Passo di Sella (2200 m.), - Ciamp Pinoi (2257 m.). Vallelunga (1600 m.1. Bellidiastrum Michelii Cass. — Val Frea (1600-800 m.). — Vallelunga (1600 m.). Asler aipinus L. — Passo di Gardena (2136 m.). — Passo di Sella (2200 m.) — Cisles (2000 m.) — Forcella del Sassolungo vers. or. (2500 m.). Solidago Virga- aurea L. var. vulgaris (Lam.) f. foliosa (Fiori). — Selva (1500 m). — var. alpestris (W. et K) — Passo di Sella (2000 m.)» Erigeron polymorphus Scop. — Passo di Gardena (2000 m.). — Sotto le pareti nord del Sassolungo (2000 m.). aipinus L. — Passo di Gardena (2136 m.). — Forcella del Sassolungo vers. or. (2400 m.). — uni fior ns L. — Rifugio Cisles (2000 m.). Artemisia glacialis L. var. nitida Bert. — Rupi dolomitiche al- l'ingresso della Vallelunga, presso il Castello dei Wolkenstein (1600- 1800 m.). Anthemis alpina L. — Verso il Passo di Sella (1800 m.). — Sotto le pareti nord del Sassolungo. (2000 m.) — Ghiaioni del Sassopiatto (2000 m.) — Forcella del Sassolungo, ver. or. (2679 m.). — In fondo a Vallelunga (2000 m). Achillea Clavenae L. var. argentea Vis. — Vallelunga (1600- 2000) m.) — Rifugio Cisles (2030 m.) — Passo di Gardena (2137 m.) — Passo di Sella (2200 m.) — Col Rodella (2486 m.) — Forcella del Sassolungo, vers. or. (2679 m.). Antennaria dioica Gaertn. — Vallelunga (1600 m.) — Rifugio Cisles (2030 m.) - Passo di Gardena (2136 m.). carpatica R. Br. — Passo di Sella (2200 m.) — Passo- di Gardena (2136 m.). Leontopodium alpinum Cass. — .Sopra Selva a Lardschneid (1700 m.) — Rifugio Cisles (2030 m.ì — Vallelunga (1623-2000 m.) Passo di Sella (2200 m.) — Col Rodella (2486 m.) — Forcella del Sassolungo. vers. or. (2500 m.). Gnaphalium supinum L. var. Iloppeanum Koch — In fondo a Vallelunga, al principio della salita per la Capanna Puez 12000 m.). Buphthalmum salili /'oli uni L. — Sopra Selva a Lardschneid (1900 m.) — Pass > di Gardena (2000 m.). Carlina acaitlis L. var. tv pica — Selva (1.563 m.). Arctium Lappa L. var. minus Bernh. — Lungo la strada tra S. Maria di Gardena (1500 m.) e Selva (1563 m). Saussurea alpina DC. var. lapathi folla G. Beck — Giogo di Gardena (2137 m.) sullo spartiacque verso il Gruppo di Sella. Cirsium acaule Seop. var. typicum — Selva (1563 m.). Erisithales Scop. — Vallelunga (1600 m.) — Castrilo di Fischburg (1492 m.) M. Pana (1600 m.) — Verso il Cisles (1800 mi. spinosissimum Scop. — Passo di Gardena (2136 m.). Hypochaeris uni flora Vili. — Passo di Gardena (2136 m.) — Passo di Sella (2200 m.) — M. Ciamp Pinoi (2257 m.) Leontodon incanus Schrank - Vallelunga (1600 m.). Scorzonera aristata Ram. — Passo di Gardena (2136 ni.). Crcpis lacquinì Tausch f. rho.ciica Weiss. — Passo di Sella (2200 in.). aurea Rchb. — Passo di Sella (2200 m.) — Passo di Gardena (2136 m.). Hieracìum Pilosella L. ssp. subvirescens NP. D. chlorophyllum NP. — Val Frea (1800 m.). rubellum (Koch) /alni ssp. Naegelìì Xorrlin. — Val Frea (1H00 in.). ssp. rubellum Zaini Val Frea (1800 ni.). — villosum L. ssp. subovai i/oli uni Zahn — Val Frea (1800). villosiceps X. P. ssp. sericotrii lumi X. P. var. decrescens N. P. — Vallelunga (1623 ni.). 120 Hìcraciìim pilifetum I loppe ssp. piliferum (I loppe) X. I\ var. multiglandnlkm N. P. — Verso il Passo di Sella (2200 m.). bijidum Kit. ssp. caesiiftorum Ahug. var. normale Zahn f. exprìitum Murr — Val Frea (1800 m.). ssp. criopodoidcs Zahn — Verso il Passo di Sella, oltre i 2000 m. murorum L. ssp. pleiotrichum Zahn var. subdentatum Zahn f. verum Zahn — Val Frea (1700 m.). — ssp. cirritoides Zahn — Val Frea (1700 m.). R. Istituto Botanico di Firenze, r2 Maggio 1924. SE D E ì ) I I- I K E X Z E SED E C E NTRAL E Adunanza del 14 Giugno 1924 Presiede il Presidente N. PASSERINI Aperta la seduta sono proclamati a nuovi Soci: Sig. FRANCEsqo Monti, di Milano. Dott. Luigi Pagliani, di Milano. Sig. Camillo Tenze, di Milano. Indi - Prof. K. Pampanini, presenta alcuni esemplari di Potarti polv goni 'tol;ii; Pourr. var. cordiftlius Aschers. et Graebn. e var. atti Fries) da lui raccolti il io Maggio u. s. al Lago di Sibilila, dove trovò la pianta rappresen- tata da una ricca colonia nella quale abbondava sopratutto la var. ampkibius. Egli fa rilevare che il P. polv goni folius in Italia è raro conoscendosi solo di qual- che località della Liguria (Monte della Scaggia [Viviani \ De Notaris, 1841], Monte Moro in Val Polcevera [Carrega, 1841], sopra Olba [Paglietto, [857]), dell'Umbria Lago di Colnorito [Ottaviani]) e della Calabria (Sila [Fiori, 192 i]j (1). In Toscana era stato scoperto da Pietro Savi « in turfaceis paludis Blentinae anno 1842 M cedente >, secando l'esemplare conservato nell'Erbario Centrale di Firenze ; ma poi non era stato più osservato né a Bientina n<'- altrove, cosicché, in seguito al prosciu- gamento del lago di Bientina, avvenuto poco dopo la metà del secolo scorso. Carnei Statistica botanica della Toscana >, p, 353) lo diede come sparito dalla Mora to- scana. >»ra deve esservi riammesso. Indi dà Iettar;: dei seguenti verbali Riunione straordinaria in Napoli: 30 Aprile e 1 Mag- gio 19.34.. Adunanza del >o Aprile In occasione de Congresso della Società Italiana pel Progl isso delle Scienze, la Società Botanica >i adunava in un'aula della R. Università, tenendovi la prima seduta, v>tt<> la presidenza del prof. Cavar a, Direttore del R. Istituto Botanico di Napoli. Erano presenti i Proff. Cavara, Buscationi della K. Università dì Palermo, Monte- martini della R. Università di Pavia, Lopriore della R. Stazi - Igr. di Modena; il prof. A. Villani del K. Liceo di Benevento, i D.ri G. Negri di l'orino, Cappelletti 1 Dalla bibliografia e dagli esemplari conservati nell'Erbario Centrale «li Fii 1 2 2 Carlo di Padova, l'In». M. Guadagno di Napoli ; i Congressisti D.ri K. Parisi di Na- poli, Mosco .li forino, G. Rodio di Napoli e altri. lì Presidente apre la seduta esprimendo il suo saluto augurale ai Congressisti, e auspicando un sempre maggiore affiatamento tra i cultori della Botanica in Italia, nel- l'interesse e pel prestigio della Società Botanica italiana. Dà quindi la parola al prof. \i ioni il (piale svolge la sua comunicazione dal titolo : II precesso di assw- non,- del Carbonio, con particolare riguardo alla formazione e funzione dei lipoidi. Il prof. Buscalioiii tiene inoltre le seguenti comunicazioni : i. Contributo allo stadio delle forme giovanili ; 2. C ritto botanico di Sinotra ; 3. SulV anatomia delle Acacie HUodiniche ; 4. Svila struttura del fiore di Ambrosinia Bassii. Il D.r G. NEGRI svolge la comunicazione dal titolo: Ricerche stilla vegetazione del Bacino glaciale ilei Lys (Monte Rosa). Il D.r C. CAPPELLETTI comunica sue: Osservazioni sulla mico fiora della resina. L'Ing. M. GUADAGNO svolge una comunicazione dal titolo : Rcpporti ira pioggia otte sulla costiera amai fi tana. 11 Presidente ringrazia i presenta tori di comunicazioni e dà convegno per il giorno successivo al R. Orto Botanico per visitarvi le colture di piante medicinali e per e- ventuali altre comunicazioni. Adunanza del 1 Maggio Alle ore n> una parte di Congressisti si aduna nel R. Orto Botanico, e intra- prende la visita delle colture sperimentali delle piante medicinali e da essenze ivi in- traprese. Fa da guida il prof. Cavara il quale illustra le condizioni ecologiche e i cri- terii di coltivazione di tali piante, richiamando in particolar modo l'attenzione sopra le colture del Lauro - "'anfora, di cui fa ammirare un canforeto modello intorno al quale si stanno compiendo ricerche analitiche sul rendimento in Canfora ; su la coltura di varie razze di Papavero d.\ Oppio e anche di ibridi ottenuti; sulla Digitale e l'Atropa Belladona, sul Piretro di Dalmazia e varie piante da essenza: Salvia Sclarea, Rose «la essenza. Assenzio, Issopo, Lavanda, Mentita piperita ecc. I Congressisti si adunano indi nella sala della Biblioteca del R. Orto, ove il prof. Lopkiokk tiene le seguenti comunicazioni: 1. Raqgi X 1 raggi Violetti sulla germinazione di polline e semi. 2. Collegamenti genetici fra (lompltrcn e Cuscute:. 3. Cuscute grosse e Cuscute piccole dal punto di vista biologico e prò: Il Presidente dà poi lettura dei titoli delle seguenti comunicazioni partecipategli dal prof. A. Béguinot, della R. Università di Messina : A. Béguinot - Struttura e or, 0 Vegetazione del Bac.no del (iarda e delh regioni limitrofe. 123 Béguinot e Mezzatesta - Ricerche biometriche sul genere Bellis L. Béguinot e Guzia - Morfologia, biologia e affinità della Fritillaria messanensis Raf. Il Presidente ringrazia i Congressisti e alle io si chiude la seduta. In una riunione a seziona riunite il prof. Montemartini tenne una Conferenza -ul tema : L'ai ensione dell'acqua nel fusto delle piante. Il Segretario II Presidente G. RODIo F. C A V A R A Sono poi presentati i lavori seguenti : CENGIA-SAMBO fll. LICHENI DI RODI RACCOLTI DA!. PROF. ADRIANO FIORI NELL'AGOSTO 1923. Ben volentieri ho incominciato ad occuparmi dei Licheni di Rodi perchè, come si rileva dal lavoro del Prof. R. Pampanini (1), di questa isola soltanto un lichene era finora conosciuto : Rama- /ina calycaris Fr. raccolto nel 1886 dal Dott. Forsvth-Major ed ora esìstente a Ginevra nell'Erbario Boissier. Nel pugillo dei licheni del favoritomi dal Prof. A. Fiori ho trovato altre sette specie e di quella nota trovai una varietà nuova : Ramalina cahearis v. sorediosa. Per ogni lichene ho fatto dei saggi macro- e micro-chimici che rendo noti perchè quasi sempre nuovi ed interessanti. ■ T S: 1. - Roccella fucoides (Dicks) (Syn. R. phycopsis Ach.) spore I4-4 [A. Loc. Rupi verso il man1 del M. Smith, m. 30 1. m. Oss. Il tallo non dà nessuna reazione ccn KO!l;con ipoclo- rito di calcio si colora subito in rosse vivo, poi si scolora del tutto ; con HN( >. conc. non dà nessuna reazione, (ili apoteci si co- lorano in rosso con ipoclorito di calcio soltanto se sono .incora coperti di pruina (apoteci non ancora del tutto sviluppati). Con J in KJ le parafisi si colorano in bleu e gli aschi da prima in bleu e poi in verde bottiglia: 1 K. PAMPANINI — L'esploraaont botanti dal ijói al IQ22 («L'Universo», Anno IV., 1923 [Firenze]). 124 È una delle specie di Roccella adoperate per estrarre una teria colorante. i. - Ramalina elegans (ligi- et Crist) sp. 15-6 11. Loc Sulle cortecce dei giovani rami - M. del profeta Elia ni. 500-650 1. m. Oss. Nessuna reazione del tallo con I\Oll e con ipoclorito di calcio, dli aschi con J in KI si colorano dapprima in bleu poi in rosso vinoso. 3. - Ramalina calycaris (L.) sp. 10-5 [i. Loc. e. s. Oss. Nessuna reazione del tallo con KOII, con ipoclorito di calcio e con HX03. Con J in KI appare, colorandosi inazzurro, la licheni na delle ife. Gli aschi con J prima si colorano in bleu e poi in rosso vinoso. 4. - R. calycaris var. sorediosa mihi. Loc e. s. Oss. Tallo assai soredioso a lacinie strettissime, schiacciate, lunghe. Sterile. 5. - Anaptvchia carnosa (Eschw.) sp. 38-20 \l- Loc. e. s. Oss. Nessuna reazione del tallo coi soliti reagenti. Gli aschi con J in KI si colorano prima solo in bleu e poi appare la colorazione rosso-mogano nell'interno. È una specie propria delle regioni adiacenti ai tropici. 6. - Cladonia endiviaefolia Dcks. Sterile. Lue. e. s. 7. - Lei idea enieroleuca Ach. sp. 12-6 fi. Loc. e. s. con Ramalina calycaris. Oss. Con KOH il tallo ingiallise lievemente. Gli aschi con J prima si colorano in bleu poi in rosso-vino^ 8. - Rinodi na lacrimata Ach. sp. 21-9 \i. Loc. e. s. con Ramalina elegans. Oss. Il tallo non si altera con KOH. Con J le parafisi e gli aschi si colorano in azzurro. Dopo poco gli aschi mettono in e- videnzi un esiguo strato interno colorantesi in rosso-vinoso. [25 g. Rmodina exìgua (Ach.) sp. 16-7 u. Loc. e. s. Ramai ina elegans. Oss. Il tallo ingiallisce con KOH. Reazione degli aschi e delle parafisi con J come la specie precedente G. GOLA — SULLE MEMBRANE DEI TESSUTI FELLO- GENIC] DELLE RADICI DI DIOSPYROS LOTUS L. » Il durame del legno di Diospyros è noto per contenere una notevole quantità di composti umici, anzi è forse questo il caso più noto da tempo di umificazione in vivo dei tessuti vegetali. Ala. come risulta dallo ricerche di Moliseli (1), il processo di tale umificazione riguarda non tanto la membrana cellulare quanto il contenuto : si tratterebbe cioè di materiali gommosi, che an- drebbero poi soggetti al processo di riduzione; e quindi di un fenomeno che si differenzia da altri fatti di umificazione osser- vati nei vegetali : ife di funghi , soli o in simbiosi lichenica, tegumenti seminali, ecc., nei quali è la membrana piuttosto che il contenuto che viene interessata nel processo. Nei tessuti di origine fellogenica delle radici del Diospyros Lotus l'umificazione interessa le membrane cellulari e assume una complessità degna di rilievo. Se si osservano radici del diam di un min. o poco più, si vede il periderma formato di cellule prismatiche a pareti annerite fortemente, prive o (piasi di contenuto ; ed un comportamento ana- logo si osserva nell'endoderma, dove le membrane sono pure for- temente annerite. Nelle radici più adulte, e specialmente in quelle che hanno raggiunto parecchi centimetri di diametro, la colora- zione nera degli strati di origine fellogenica è quella che più colpisce l'..sservatore; si tratta di una crosta nera, carboniosa, fragile, che si sfalda nelle parti più esterne ; le cellule che 1.. co- stituiscono hanno una membrana alquanto ispessita, nel resto si comportano come le ordinarie cellule dei tessuti suberosi, sia cpianto ai caratteri morfologici che riguardo al contenuto; gli e- 126 tementi più prossimi allo strati fellogenico, e più giovani, appaiono meno anneriti. I materiali che costituiscono tali cellule sono parti colarmenle resistenti agli agenti chimici. L' estrazione con acqua non Liscia uscir»- che piccole quantità di sostanza; L'alcool estrae 1111,1 sostanza di un bel giallo che cogli alcali si colora imme- diatamente e intensamente in violaceo, e poi in bruno, e che, del re.^to, .'■ contenuta in notevole misura anche nei rimanenti tes- suti delle radici ; l'etere di petrolio estrae piccolissime quantità di lipoidi. Dopo tali estrazioni si ha un residuo che è il costituente principale delle membrane in istudio. Su questo residuo l'acido cloridrico concentrato e l'acido sol- forico non hanno azione speciale, e nessun risultato si ottiene lasciando i tessuti carboniosi per lungo tempo nell'acido solfori - concentrato o nella miscela solforico cromica. Colorazione relativamente rapida si ha adoperando ipocloriti alcalini in soluzióni fortemente alcaline e concentrate, o la mi- scela acido nitrico-clorato di potassio. Nessun articolare risultato ottenni col diapJianol, anche dopo lungo tempo, quantunque sem- bri che con tale reattivo si sia riusciti a distruggere persino i fitomelani, ciò che io non potrei confermare stando alle mie ri- cerche. Ma tutti questi mezzi distruttori non rendono ragione della natura di tali composti contenuti nella membrana, e assai me- glio conviene adoperare gli alcali a caldo, sia in soluzione ac- quosa che alcoolica ; lisciviando poi con acqua si possono estrarre quantità notevoli di composti umici allo stato di limati ; da que- sti si possono separare acidi umici per azione di acido acetico diluito, e purificarli per ripetute solubilizzazioni con alcali e pre- cipitazioni e con acidi, e infine estraendoli con alcool acquoso. Da questi acidi non ottenni però la reazione di riduzione su cloruro d'oro. Ma l'azione degli alcali sulle cellule carboniosè è affatto in- completa; dopo qualche ora di azione degli alcali, e anche ripe- 127 tendo due o tre volte il trattamento cogli alcali e la successiva lisciviazione, i composti umici estraibili si fanno sempre più scarsi, mentre la massa residua conserva l'aspetto primitivo, an- zi la polvere carboni osa perde il colore brunastro originario per farsi decisamente nera, quasi lucente. In queste condizioni, nò l'azione alterna di acidi e di alcali, né ripetuti e prblungatissi- mi trattamenti ccn alcali valgono a modificare lo stato del ma- teriale, salvo che a cedere quantità trascurabili di composti umici. Si sarebbe così indotti a ritenere tali composti del tipo dei fìtomelani ; (2) ma ne differiscono sia per il comportamento alla combustione, così ben descritto da Defert e Miklauz, (3) sia per il fatto che i fìtomelani separati per prolungata azione degli al- cali dai rimanenti elementi cellulari, non cedono affatto materiali umici per quanto energici siano i trattamenti. Lo studio accurato della localizzazione di tali composti umici permette di approfondire le conoscenze su tali singolari accumuli di materiale nero. Anzitutto la distribuzione nei tessuti radicali delle cellule an- nerite coincide esattamente con quella delle cellule, normalmente suberificate o cutinizzate. Ma la colorazione col Sudan III mon si può avere per diret- to trattamento dei tessuti in esame ; occorre scolorare i tessuti stessi, p. e. con acqua di Ja velie per lungo tempo ; allora il Su- dan III si fissa sopra un tenue strato della membrana, si direb- be quasi quello costituente la lamella mediana, ma più proba- bilmente, invece, quello costituente la primitiva membrana cel- lulare. La porzione più interna della membrana non si e. >lora. men- tre reagisce invece benissimo c.i kkt 1. W. uml MlKLAUZ. R. Unters. u. die konhlehanliche Masse der Kompositen. id. id. id. p. 143. 1 IfOLlSCH II- Mikrochemie d. Ptìanzen IL Aufl. p. 350. DUYSEN J- . I'>er. d. Deut. Bot. Ges. Bd. 40 p. 92 1902. '3i NOELLI A. — LA PRESENZA DELLA « PLANTAGO VIRGINICA L. E DELLA . PLANTAGO PATAGO- NIA JACQ. IX ITALIA. Il .so aprilo u. s. raccolsi in un appezzamento già tenuto a •ceduo, e ora colti vato a fustaia di Populus canadensis a sinistra della strada fra Torino e Stupinigi, poco prima del ponte sul torrente Sangone, una Plantago che ad un primo sommario esa- me classificai per Plantago Bellardi Ali. Avendo però qualche dubbio su tale d< -terminazione che non mi persuadeva, ne comunicai parecchi esemplari al Prof. A. Eiori, il quale con gentile premu- ra, di cui gli sono grato, mi rispose comunicandomi che la pian- ta da me trovata è la PI. virginica L., specie propria dell' America ntrionale, Canada, Carolina ecc. e che, per quanto si sa, non risulterebbe ancora raccolta in Europa. La PI. virginica è una specie pseudodioica e gli esemplari femminili hanno fiori cleistogami. Linneo asserisce che: Elos in America corollas esplicai et stamina exserit, in Europa vero vix . ora negli esemplari matu- ri in questione, gli stami apparivano evidentemente e lungamente exserti dal fiore. tte, e le foglie più strette, lineari, e le brattee lunghis- sime, lineari e patenti. Da un attento esame riconobbi che apparteneva .di.' PI. pa- l$2 tagonica fàcq. e notai che le foglie erano debolmente pelóse in alto e che i peduncoli superavano in taluni esemplari in modo notevole le foglie. Sarà cosa certamente interessante osservare nei riguardi dei problemi ecologici, se tali nuove specie riusciranno a riprodursi e ad estendersi dall'area che attualmente occupali", area molto limitata, non misurando che pochissimi m. in lunghezza e circa' due in larghezza; cioè (pianto è larga la stradicciuola sulla quale si sono sviluppate. La loro comparsa è da ritenersi dovuta al fieno od al ma- teriale di imballaggio col quale molto probabilmente erano av- volte le piante di Populus canadensis destinate al trapianto a di- mora in quel sito. Torino, giugno 1924 TROTTER A. — «MARSILIA AEGYPTIACA WILLD. » NUOVO INQUILINO DELLA FLORA LIBICA. Fra le piante più interessanti de me raccolte in occasione di una recente missione in Tripolitania, durante lo scorso mese di aprile, è da annoverare in modo particolare Marsilio, acgvptiaca Willd. (Sp. Plant. V (18 io) p. 540), pianta del tutto nuova per la flora dell'intera Libia, e per di più appartenente ad una famiglia (le Marsiliaceae) e ad un sottordine, le Hydropteridineae, le quali non erano ancora rappresentate nella flora di questa nostra Co- lonia dell'Africa settentrionale. Ho scoperto questa pianticella, che nella sua forma xerofìla sfugge assai facilmente all'attenzione, nella regione costiera di Zuaga (Sabratha) e precisamente non lungi dalle rovine dell'an- tico anfiteatro, ma sopratutto, abbastanza copiosa, al margine della piccola oasi di Umm-el-Hallùf. I primi esemplari li ho qui rinvenuti sulle fobia di terra, al limite dei piccoli orti, e perciò beneficiati dall'acqua d'irrigazione che vi si propaga orizzontal- mente ; più abbondante, in certe lievi depressioni del terreno seminativo, le quali per offrire, «ancora nei giorni della raccolta 133 {22-2$ aprile), un lievissimo strato crostoso di limo disseccato, lasciavano supporr*' qualche limitato ristagno di acque invernali. Vi era intimamente associata con una microflora rappresentata prevalentemente da individui di Juncus bufonius, Trifolium to- mentosum, Trigonella man t ima . Lythrum sp. Dovunque essa si presentava in una forma xerofila che pos- siamo veramente distinguere col nome di terrestris n. : individui minuti, alti talora solo 10-15 mm., fronde piccolissime, a seg- menti obovato-cuneati, aventi una massima larghezza di 1-2 mm., pubescenti, tutti copiosamente fruttificati. Non ho rinvenuto in- vece la forma aquatica n., comune in Egitto, ad individui alti sino a 30 cm., con fronde sviluppate, a segmenti subcordato-cu- neati, glabrescenti, larghi sino a 12-15 mm. - la pianta assume quasi l'apparenza di una Oxalis - ed ordinariamente sterili. E un netto dimorfismo stazionale, che ha riscontro con l'analogo di- morfismo presentatoci da molte Fanerogame, tra le quali, ad esempio, il Polygonum amphibium L. Il centro di diffusione di Marsilio ac^yptiaca pare sia il basso Egitto, di dove infatti essa è primitivamente nota, e segnalataci di molte località, al margine di stagni e canali ; ed appunto del- l'Egitto essa 6 riprodotta in una ottima tavola dal Delile (FI. Eg., tab. 50 fig. 4-4'). Ho avuto anche in esame l'abbondante ma- teriale dell'Erbario Centrale di Firenze, dove essa è largamente rappresentata nelle due forme terrestris ed aquatica. Quest'ultima, è ordinariamente sterile : infatti di essa così dice il Muschler (Manual FI. of Egypt., 1 p. ,s). « This species fills watercourses everywhere in Lower Egypt, but fruits rare ». E Boissier (FI. Or. V. p. 750): Forma ex locis tandem exsic- catis petiolis breviores habet, segmenta minuta et apice lobata haec sola fruetitìcat. In aquis profundis autem crescit forma ste- rilis petiolis saepe longissimis. segmentis multo majoribus et apice rotundatis integris M. qnadrifoliae similis . (i) 11) In realtà anche nella f. aquatica possiamo trovare le fronde con segmenti ta- lora all'apice leggermente sinuati od ottusamente e sparsamente crenati. 134 medesima osservazione «r.i stata fatta anche da Figari; infatti nel cartellino che accompagna il materiale da lui raccolto di una delle molte località d»-H'Egitto, e conservato nell'Erbario fiorentino, è detto: Fosses à sec, dans la basse Egypte (i), 2^ fcvr. 1843. Elle vaI"ie selon le plus ou moins d'humidité du lieu «ni elle croit. Ouand elle est submcrgée, elle ne fructifie pas *. N'Ho stesso Erbario sono conservati anche esemplari dell'Egitto provenienti da (ì. Savi (iS_ .1 e raccoltivi da Raddi. I a distribuzione geografica di questa pianticella è sin qui assai limitata. Oltre l'Egitto, essa non è nota che della Tunisia, e di una sola località, cioè Sidi Boul-Baba nel sud Tunisino (2) presso (iabès, della quale località fu distribuita da Kralik, in Plantae tunetanae n. 396 (3 aprilo 1 N54). Solo nel 1909, essa fu nuovamente raccolta in altra località del sud Tunisino, nel di erborizzazioni compiutevi dalla Società botanica di Fran- cia e precisamente in « dépressions inondées d'hiver de la seb- khet Zarkin, près de Mareth » . Il Pitard, relatore di quelle er- borizzazioni (3), avverte ch'essa non fu più trovata « malgré de minutieuses recherches, dans sa station classiquc de Sidi Boul- Baba près de Gabes > . E però da avvertire che anche la nuova località di « Sebkhet Zarkin » fa parte della stessa regione di "'•S. A complemento di queste notizie distribuitivi, vi è da ag- giungere una località del tutto isolata, desunta dall' Iter syriac. » di Kotschy (an. 1885, n- 4o8)> C1°è presso Astracan nella Russia meridionale, il che accennerebbe nella nostra pianta ad una pro- venienza eventualmente orientale. (4) La scoperta da me fattane in Tripolitania, se non vale ad allar- gare l'area distributiva, rappresenta tuttavia un interessante col- legamento tra i limiti estremi della sua distribuzione. (1) In altro cartellino, relativo ad altra provenienza, lo stesso Figari segnala questa specie anche del medio Egitto, senza però precisarne il luogo. (2) BONNET et Bakratte, Cat. rais Plant. vasc. Tunisie, Paris 1896, p. 503. ( i, PlTARD C. J.» Rapports sur les herborisations faites par la Société pendant la Session de Tunisie. Bull. Sor. Bct. dcFr., t. 56, pag. CXL, CLXXXVI, CCXIV. (4) Mii.dk J., Eilices Europ. et Atlantide, Asiae Min. et Sibirae. Lipeiae 1867, p. 296. '35 SEZIONE LOMBARDA (MILANO Adunanza del 27 Aprile 1924 La seduta è aperta alle ore 10,30 e presieduta dal Presidente Prof. <ì H. Tra- verso. Sono presenti : Ailegri, Arnaudi, Bri/i, Carbone, Comotti, Fenaroli, Mariani, Rossi, Traverso. Giustifica l'essenza il Dott. M. De Marchi. Il Segretario FgNAROLl dà lettura del verbale della seduta precedente che viene approvato. Comunica poi le domande di ammissione a socio dei signori : Allkgri Ernesto, Arnaudi dott. Carlo, Carboni-, prof. Domenico, Mariani Dott. Ro- berto, Nicolini Dott. Giacomo, Pasinetti Dott. Latro, Vallecchi cav. Da- vide, ZAMMARANO Ing. VlTT. Tedesco, che verranno trasmesse, in quanto già non io siano state, alla Sede centrale. Il Presidente da lettura di una lettera del Prof. Zahn. il quale ringrazia vivamente per l'invio di L. io 17 raccolte per pubblica sottoscrizione fra i botanici italiani e di- chiara che sarà lieto di mettersi a disposizione di chiunque desideri la revisione di Hieracium della flora italiana. Propone quindi che la Sezione partecipi ad una gita naturalistica indetta dalla Società italiana di Scienze Naturali per la seconda metà dì maggio con meta ai Pian dei Resinelli » sulla Grigna meridionale. Dopo breve di- scussione la proposta e approvata. Il Presidente comunica alcune proposte di modificazione allo Statuto della Società, che, dopo osservazioni dei soci Bri/.i, Fenaroli, ecc. vengono approvate come proposta da avanzare in una prossima Assemblea generale. Il Prof. Brizi dà comunicazione dei risultati ottenuti nei suoi Studi di ibrida- zione sopra gli orzi da birra. Dopo di che, essendo esaurito l'ordine del giorno, la seduta è tolta alle ore 12,15. 137 SEZIONE LOMBARDA (M 1 LANO) Adunanza del 29 Giugno 1924 La seduta è aperta alle ore 10,15, presenti Allegri, Arnaudi, Carbone, De Marchi, Pagliani, Traverso. Giustificano l'assenza Abbado, Brizi e Rossi. Il Presidente prof. Traverso comunica che il dott. Fenaroli, avendo dovuto lasciare Milano per ragioni di carriera, ha rassegnato le sue dimissioni dalla carica di Segre- tario. Invita pertanto il dott. Arnaudi a fungere temporaneamenae da segretario e pro- pone un voto di plauso al dott. Fenaroli per lo zelo veramente lodevole esplicato per la fondazione e l'incremento della Sezione. L'assemblea approva alla unanimità ed approva anche l'invio di una lettera di condoglianza al socio dott. Rossi colpito da grave lutto domestico e di una lettera di congratulazioni al socio prof. Menozzi nomi- nato commendatore del Merito agricolo di Francia ed al prof. De Toni eletto membro dell'Accademia di Francia. Il Segretario dà lettura del verbale della seduta precedente che, dopo alcuni schia- rine nti al d>tt. De Marchi, viene approvato. Il Presidente riferisce brevemente intorno alla gita sociale compiutasi secondo l'iti- nerario prestabilito e che valse a rinsaldare i vincoli con la Società italiana di Scienze Naturali ed a far conoscere ad alcuni dei soci una z«>na botanicamente interessante e ben nota. Vengono comunicate le domande di ammissione a socio dei signori : Pagliani Dott. Luigi, proposto da Brizi e Traverso MONTI FRANCESCO » » Traverso e Fenaroli TENZE CAMILLO » Arnaudi e Traverso Ciffrri dott. RAFFAELE, già socio della Società. Si procede quindi alla elezione delle cariche sociali in via definitiva secondo (pianto era stato stabilito all'atto della costituzione della Sezione. Risultano eletti, in seguito allo scrutinio compiuto dai signori Arnaudi e Pagliani. designati dal Presidente, i -i- gnori : Traverso prof. G. B. Presidente Ugolini prof. Ugolino Vice-Presidente Abbado prof. Michele etario Oe Marchi *1< >t t Marco Delegato Sede Centrale Vengono quindi presentati i seguenti lavori : Fenaroli L. — Forme di PolypoJiuin vulgare raccolte sui monti del Lago d'Iseo. Rodtgher A. — Il genere Hieracium nelle Alpi Orobiche. Cozzi C. — La funzione estetica del fiore in sede anomala. Dopo di che, essendo esaurito l'ordine del giorno, la seduta è tolta alle ore 11.30. 138 COZZI C. LA FUNZIONE ESTETICA DEL FIORE IX SEDE A.\< MALA. Dopo gli studi geniali di Federico Delpi no, figura immortale dì scienziato che è onore e vanto per il nostro paesi', il quale ebbe così il merito grande, mediante una infinità di osservazio- ni originali curiosissime, di dare basi sòlide e sicure a una scien- za nuova, la biologia fiorale, ripensando e, illuminando di una Luce nuova, La vecchia opera di Corrado Sprengel : Dos entelechie Geheimniss der Natur im Bau und in der Befruchtung der Blumen (1793), no!1 è più lecito a nessuno aver dubbi sull'esistenza del- la legge di dicogamia, che si riscontra nel regno delle piante ; legge che è generale, dacché le eccezioni la confermano, e che tende a impedire le nozze consanguinee e, nel medesimo tempo a promuovere le nozze incrociate. A raggiungere questo duplice intento, la natura ha escogitato svariatissimi espedienti, mirabili nella loro semplicità ; quali, per accennarne qualcuno, l'asincro- nismo di maturanza nello stame e nel pistillo dei fiori ermafro- diti ; e ha deputato degli esseri del mondo animale, che di re- gole sono gl'insetti, a fungere da pronubi. Non ammettendo tale legge, resta impossibile, in modo assoluto, la spiegazione dell'ar- chitettura di gran parte dei fiori; alla stessa guisa che sarebbero illogici e privi di qualsiasi significato il colore, il profumo e i nettari che i fiori sovente presentano. Insomma ne viene di conseguenza che quella che noi, con pa- rola volgare, chiamiamo bellezza dei fiori, a formare la quale concorrono anzitutto la forma e il colore della corolla, non sia altro che un e tratterò sessuale secondario, inteso a funzionare da richiamo ai suddetti pronubi, in ordine alla fecondazione dei fiori : o magari [servatis servandis !) all'uomo, per mezzo del giar- dinaggio, in ordine alla diffusione della specie. Qualche volta in- vece la funzione attrattiva della corolla, che noi ci permettiamo di chiamare funzione estetica, migra ad altre parti ; ed allora detta funzione, egualmente corrispettiva allo scopo, prende più esattamente il nome di funzione migrante o vicariante. 139 E quanto vedremo, brevemente, nella presente rassegna par- tendo dalla brattea (assunta agli onori di eorolla) e arrivando agli stami. Innumerevoli sono i casi nei quali la funzione ves- sillare — o funzione estetica — è deferita alle brattee. Per dire cioè che la brattea petalizzata e usurpante la missione biologica della corolla è uno degli atteggiamenti non rari a riscontrarsi ; e specialmente tra la vegetazione dei tropici. Le famiglie che go- dono in grado eminente di tale prerogativa sono le Bromeliacee, le Proteacee e le Euforbiacee. In via d'eccezione presentano lo stesso fenomeno anche le Amarillidacee, le Saururacee, le Xicta- ginee, le Malvacee, le Ombrellifere, le Cornacee, le Labiate, le Scrofulariacee, 1'- A.cantacee e le Composte Vediamo di procedere seguendo un certo ordine, scorrendo famiglia per famiglia e togliendo preferibilmente gli esempi illustrativi — - le pezzo giustificative, vorrei dire — dalle piante ornamentali più in voga e meglio quotate nell'industria giardi- niera. I." Bromeliacee spiccano senza confronto per tale singolarità Numerose specie di questa famiglia possiedono colori smaglian- tissimi, ad effetto veramente meraviglioso. Ricorderemo alcune forme di Billbergia, come la />. pyramidalis Lindi., la />'. vittata Brogn. e la B. speciosa Thunb. a brattee rosso fuoco ; la /?. ze- brina Lindi, e la B.thyrsoìdea Mart. a brattee elegantemente spruz- zate di roseo; nonché altre ancora appartenenti al genere Pìtcair- nia, quali P. Altensteinii Lem., P. corallina Lindi, et André, P. splendens Warscs., tutte di una bellezza deliziosi ohe non trova ovunque riscontro; e tale da giustificare la rinomanza che i buon- gustai e gli amatori di piante da serra vi accreditano da gran tempo. Identica significazione spetta alla brattea, ora fiammante ed ora rosso corallo, di Tillandsia splendens \. Brogn. e di 7\ bul- bosa var. pietà Hook. Le Proteacee formano la caratteristica più tipica della vegetazione dell'Africa de] Sud, e specialmente del Capo di Buona Speranza. 1 vistosissimi involucri riorali di Pro- tea spiccila L., P. distala Lam., /'. glomerata Lam., e Li calatide 14" brillante ili Leucadendron argenteum R. Br., alberetto che nella sua terra natale cresce abbastanza alto da decorare i viali e i pubblici delle città, non sono altro che l'incarnazione dell'ufficio vessillare assunto dalle brattee in luogo del perianzio. Poche piante esigono dallo studioso e dal dilettante tanta attenzione, quanto le Euforbiacee. Il loro apparato fiorali- è sta- to per lunga pezza il rompicapo dei morfologi; chi lo credeva semplice e chi lo voleva composto; ma solo al biologo fu dato di giungere a una int rpretazione concludente, salvando così ca- pra e cavoli, vale a «lire ritenendolo composto dal punto di vista m >rf ologico e semplice da quello biologico. Orbene parecchie specie, quali Euphorbia splendens 13 over, E. variegata Sims, E. jacju ini flora I look., Codioeum undulatum Hook, e C. Veitckii Hook, spiegan i nella brattea un lusso mirabile di colori; quantunque nessuna agguagli la Poinsettia pulcherrima Graham. A chi non accadde di dover ammirare questa euforbiacea ? Essa è indubbia- mente la forma più nobile e più graziosa del gruppo. Oriunda d d Messico, ha l'aspetto d'un arbusto inerme, alto talora sino a 2 metri e porta, grandi foglie alterne, con fiori riuniti in om- brelle terminali, abbracciate alla loro volta da \z - 30 brattee fo- gliari lanceolate di un rosso acceso. Tra le Amarillidacce va notato il genere Haemanthus; del qua- le basterà ricordare YH. fascinator Linden del Congo, e X H. Ka- therinae Baker del Xatal. Delle Saururacee, piccola famiglia sis- tematicamente vicina alle Piperacee, menzioniamo X Houttuynia cordata Thumb. la quale cresce nel Giapp me ed è munita di un involucro bratteate bianco petaliforme. Dimostrativo ne è il genere Bougainvillea delle Xittaginee, che comprende forme vegetali biologicamente interessantissime. Come ne fanno fede, infatti, la Bougainvillea glabra Choisy, fornita di fiori piccoli ed incospicui abbracciati da grandi brattee rosee, le quali, poi, diventano rosso-violacee nella varietà Sanderiana; mentre sono di color rosso-lilla quelle di B. speciosa Schnizl. e di lì. spectahilis Willd. L'attrattiva che esercita sull'occhio la va- ghezza di questi fiori, risiede appunto nell'anomalia in parola. '4' Evvi pure tra le Malvacee una specie — questa è là Goethea coccinea — nella quale l'opera affascinatrice, a favore dei pronubi ed a vantaggio della disseminazione, è sostenuta dall'involucro. Al- trettanto avviene nelle A.stranzie, nei Bupleurum ed in qualche altra ombrellifera indigena delle nostre campagne. 11 fatto, poi, si ri- pete nelle Cornac;',' dove incontriamo la Benthamia frugifera Lindi, i cui fiori circondati da grandi brattee dapprima bianche e poscia violette; la B. florida Sparli (= Cornus florida L.) prov- veduta essa pure di 4 brattee candide; e diverse altre specie del genere ov ■ la funzione adescativa fiorale è compiuta dalle brattee. Ter le Labiate abbiamo varie specie di Salvia. Aiuga e /.rbene anche il profano, digiuno affatto di cognizioni biologiche e, meno ancora, avvezzo a constatazioni induttive d'ordine finalistico, non dura fa- tica certamente a rilevare, per proprio conto, che gli stami lun- ghissimi, sporgenti e vivacemente colorati di queste piante, rac- colti assieme a formare una specie di pappi), debbino avere, ac- cordata da natura, una missione tutta propria dà svolgere, oltre lineila più ovvia e più essenziale, che possiedono in comune gli stami di tutti quanti i vegetali del mondo. Dopo le Mirtacee, vengono immediatamente le Leguminose distint' i-elle tre sotto famiglie delle Mimosacee, delle Cesalpi- nia^ Ielle Paplglionace ■. a seconda che abbiamo fiori actinomorfì senza 0 con corolla valvata nel bocci.); fiori più 0 meno zigomor- fi, senza " e ,n e >rolla embriciata; oppure fiori de lisamente zigomi li- ft con corolla farfallina embriciata nel boccio. Sono però le prime, le Miimosacee, quelle che esprimono il fenomeno con maggiore evidenza. Per addurre degli esempi, l'Acacia lulibrissin Willd. "44 {Albizzìa Fuhbrisstu Benth.) reca fiori con l'androceò d'uno splen- dido colorito roseo. 1.' hi^a pulcherrima Orv. porta stami rosso - cremisi, dai quali dipartonsi fascietti di stami bruni ad effetto meraviglioso. I )i coloro vistoso sono pure i pappi di Ingà fer- ruginea llort. e di /. anomala Kunth; coni- godono di tinte por- porine violacee, quelli di Poinciana Gilliesi Hook., pianta dell'A- merica del Sud, accolla dai nostri giardinieri col massimo favore. Anche gli siami delle Passiflore sono attraentissimi. Tutta la gamma dei colori vi è riprodotta; poiché sono bianco - violacei nella Passiflora quadrangularis L., candidi come la neve in P. amabili* B. Mag. violacei oscuri in P. hondonii Sw., celesti in P. kermesina Lindi., e andate dicendo. (ìli stami della P. coerulea L. sono invece pluricolòri, e cioè porporini alla base, azzurri slavati a metà eil azzurri splendenti in cima. Nel numero di detta, serie entrano pure a farvi parte i fiorì dorati della Microspermia bartonioides Val. della fam. delle Loasa- cee, i cui stami patentissimi richiamano assai dappresso i pappi delle A.cacie; quelli della Pachila insigìiis Sav. e della P. princcps Willd. della fam. delle B unbacee; e da ultimo quelli dei Thalict- rniìì, della fam. delle Ranucolacee, i quali possono essere osser- vati minutamemte con tutto comodo, essendo piante comunissime da noi, tanto in montagna che in pianura. Prima però di por termine, a quanto ci premeva di sintetiz- zare su un argomento cosi seducente, vogliamo contrapporre alla fioritura in si fu indebito (anomalia nello spazio) la fioritura in tempore vetito (anomalia nel tempo) intendendo, con tali parole, rife- rirci non tanto al fatto, pur non spregevole e degno di studio, di specie vegetali, ad antesi ordinariamente estiva, che fioriscano casualmente d'inverno p viceversa; quanto, all'altro di piante, le (piali aprono costantemente i loro fiori in precedenza delle foglie. È ben vero che la fioritura prefogliare è di dominio comune; tanto comune che è stata avvertita, fin da tempo remotissimo, dagli erboristi e dai filosofi d'allora; ma non cessa per questo. di prestarsi, come fa in realtà, a riflessi, a considerazioni impor- tanti; così da coinvolgere, magari, questioni eleganti di biologia 145 generale. Per cui fa meraviglia che pochissimi, e appena di sfug- gila, se ne siamo occupati. Delle piante a fioritura prefogliare, «li parecchie delle (piali traggono giustamente partito i giardinieri, nominiamo solo : Azalea indica 1.., . /. nudi/loia 1.., . /. calendalacea Mieli,, Rhodora canadensìs L., Chimonanthus fragrans Lindi., Daphne MezereumJ*.., Hippopliac ramnoides L., Dirca palustris L., Forsythia vividissima Lin- di., Magnolia Yulan Desf., Conius mas L., lasniinnm nudiflorttm L., Edgeworthia chrysantka Lindi., Cydonia japoiiica Pers., Prunus spino- sa I.., P. /'tìsica Celak., P.communis L., P. Armeniaca L., /*. domes- tica 1.., /'. Cerasus L., ecc. ecc. Il che prova che le famiglie con spe- cie a fioritura anteriore all'eruzione delle foglie — avuto riguar- do ai pochi esempi da noi riportati ! — sono le Ericacee, le Calican- tacee, le Timeleacee, le Eleagnacee, le Oleinee, le Magnoliacee, 1*' Cornacee e le Rosacee, famiglie non sempre legate fra di loro da vincoli di parentela. Come spiegare il fenomeno, dal momento ch'esso si produce nell'ambito di famiglie sistematicamente lontane, e si avvera su dei soggetti che vivevano, in origine, in climi così difformi ?. E da cercarsi, la causa del medesimo, forse nei rapporti nuziali, ordinati in guisa da sollecitare il più presto possibile le visite di certi pronubi a vita effìmera, mancando le quali detti fiori sarebbero irreparabilmente condannatila perpetua verginità? Non si tratterebbe adunque che di invocare, anche questa volta, la mutua intesa che interviene fra piante e insetti ; intesa che si svolge e prende diverse fogge, diversi aspetti a seconda delle diverse circostanze, ma che non è, in fin dei conti, che la natu- rale conseguenza delle dottrine finalistiche. ( ira, a parte che non pochi non riconoscono, come dimostra- to, il fatto di determinati pronubi per determinate piante (tra (ali il defunto Prof. Borzi, esimio biologo anche lui!), e elle la fioritura prefogliare non può, tanto meno, essere riportata ed iden- tificata con lo caulifloria ; proponiamo d'interpretare tale espedien- te fiorale, desumendone la prova, per analogia, dalla patologìa umana. E in questo senso - stando la corolla, gli stami e il i46 pistillo al sistema fogliare, come gli organi ili sesso stanno al- l'albero respiratorio — si potrebbe asserire che la fioritura pre- fogliare esprime, teoricamente, il quadro morboso della precoci- tà di sviluppo e del paradossismo sessuale. In qual maniera poi U doppia anomalia, che dovrebbe essere indice di debolezza e recare la degenerazione e la morte, abbia potuto stabilizzarsi e normalizzarsi, traverso le generazioni, col concorso fattori in- terni od esterni, è cosa che l'uomo cerca di intuire, sperimen- tali io e ragionando y o, come diceva il grande fisico, provando e riprovando. S. Macario, Maggio 192 /. FENAROLI L. — FORME DI «POLYPODIUM VUD \K RE L.» RACCOLTE SITI MONTI DEL LAGO D'ISEO. In occasione delle numerose escursioni che ebbi a fare nel corso di questi ultimi anni sui monti del Lago d'Iseo e della Valle Camonica, ai fini dello studio floristico di quelle regioni al quale sto da tempo attendendo, ebbi modo di raccogliere buon numero di varietà e di forme di P. vulgare L., che ora faccio oggetto della presente nota. Gli esemplari, a suo tempo riveduti nelle determinazioni dal- l'esimio Dott. F. v. Tavel ed attualmente conservati nel mio erbario, vennero raccolti prevalentemente nell'estate del decorso 1923 negli immediati dintorni di Tavernola Bergamasca (riviera occidentale del Lago d'Iseo) dove, sopratutto in località detta Trosso di Rocca, in un'area assai ristretta, compresa fra i 200 ed i 300 m. di altitudine s. 1. m., per condizioni ambientali par- ticolarmente favorevoli, il P. vulgare ha raggiunto un notevole grado di diffusi oue, di abbondanza e di polimorfismo. Indefinite sono le forme di transizione che osservai tra le entità sotto elencate, le quali, se pur talora di secondario inte- resse sistematico, valgono, per le loro peculiari caratteristiche, U7 .i determinare dei sicuri punti di riferimento nella, gamma indefi- nita dello variazioni «li questa specie così polimorfa. Ecco pertanto l'elenco delle entità osservate. POLYPODIUM VULGARF L. var. rotundatum Milde (Nova A.Cta XX VI, 2| 6ji, |.-s.ss|). — var. commune Milde (1. e, 650)1 var. Thompsonì Monkman (Lowe Om Native Ferns, 1, 52, [1874]). _ var. gracile J. Schmidt (Pterid. Ilolst. 32, 1903). — var. plaiylobum Christ (Farnkr. Schw. 49, 1900). f. auritum Wallr. (FI. crypt. Germ. 12, 1831). f. pinnatifidum Wallr. (1. e). f. bngipes Krieger (Hedwigia XLVI, 247 1906). — var. imbricatum Luerssen in J. Schmidt (1. e). var. stcnolobum Christ (1. e, 49). _ _ — f. auritum Wallr. (1. e). _ — var. attenuatimi Milde (1. e). _ _ _ f. auritum Wallr. (1 e). — — f. furcans J. Schmidt (1. e, 36). _ — f sìnuosum Christ (1. c,4.S). — var. prionedes Asch. (Syn., T. 94, 1896). var. angustum 1 lausm. herb. in Milde (1. e). _ ssp. SERRATUM Wi!ld. (Sp. pi. V. 17.Ì. 1810). — versus f. aurìculatum Christ (A. B. Z. Vili, 142, 1902). _ _ _ var. Caprinum Christ (Farnkr. Schw. 53, 1900). Milano, A'. Scuota Sup. d'Agricoltura, Marzo 1924- »4-s SEDE DI FIRENZE (SEDE CENTRALE) Adunanza dell'11 Ottobre 1924 Presiede il Consigliere L. Piccioli Aperta la seduta, t proclamato a nuovo socio: Sig. Ri >ber i" ( riGAN ii, di Fiume. Indi il Presidente, con sentite parole, annunzia la morte del Vice-Presidente Prof. G. B. Dk Toni avvenuta il 31 luglio u. s., e quella dell'Avv. F. COSELSCHT, morto il 21 dello stesso mese. Si dà lettura della biografia del compianto Vice-Presidente, inviata dal socio D03L A. Forti. Poi il Presidente rammenta le benemerenze dell'Avv. Coselschi verso la Società botanica. Membro di essa e suo Consultatore legale fino dal 1901.il chiaro giurecon- sulto, gloria del fòro fiorentino, in ogni circostanza le fu disinteressatamente largo dei suoi consigli e della sua opera. Malgrado le sue assidue occupazioni, interveniva sem- pre alle adunanze amministrative della Società, dove la sua vasta cultura e la parola facile e gioviale ne facevano la presenza particolnrmente desiderata. Indi il Segretario Pampanini ricorda brevemente anche LUIGI Aiuti. Non apparteneva più alla nostra Società ma fu tra i suoi promotori (8 gennaio 1888) /Nuovo Giornale bot. e Bull. Soc. hot. il., voi. XX, i838, p. 186) e socio per parecchi anni. Aveva 8 anni quando, nel 1857, Parlatore lo prese con sé al Museo botanico e dove restò per ben 64 anni, finché, nel 1921, avendo raggiunto i limiti d'età stabiliti dalla legge, dovette lasciarlo ed andare a riposo. Parlatore io aveva addetto al Giardino, dove divenne presto Giardiniere botanico. Tenne il posto fino al 1881, quando, in seguito alla riunione del Giardino botanico con l'Orto dei Semplici ed alla venuta di Caruel, passò al Museo Botanico quale Capo Conseri'atore, ed infine, nel 1889, ritornò al Giardino quale Capo Conservatore dello stesso rimanendovi fino alla fine. II suo amore — meglio, anzi, la passione — per le piante, che Parlatore gli aveva educato fin da fanciullo, ben presto lo aveva reso prezioso collaboratore per l'incre- mento dell'Erbario Centrale che Parlatore veniva costituendo. Fu cosi che nel 1871 Parlatore fece che accompagnasse Daniel Hanlmry ( 1 ) nel suo viaggio in Calabria ed in Sicilia, e nel 1873 Stefano Sommicr nella Sicilia meridionale ed a Lampedusa e Linosa; e lo volle con sé nei suoi viaggi botanici del 1876 (Bresciano : M. Cornablacca, ecc.; Lecco: M. Resegone, Corni di Canzo, ecc.) ed in quello dell'anno seguente nella Valle di Susa ed al Cenisio, che doveva essere l'ultimo suo. Sempre per raccogliere materiali per l'Erbario Centrale, Parlatore lo mandò ad erborizzare anche nelle Valli di Valdieri e sul M. Rissa (Alpi Marittime), e spesso, solo o con altri — Sommier, spec'almente — qua e là in Toscana. (M, Argentario, lago di Sibolla, ecc. ec. (1) Daniel Ilanbury (1825-1875I, di Londra, insieme a suo fratello Thomas, fondò il Giardino della Mortola presso Ventimiglia. Era farmacista e insieme ad A. Fltickiger pubblicò una notevole l'hai ni icographia («A 'listoiy of the principal Drugs of vege- table oiiain m. t witli in ("nv.it Britain and British India . London, 1874. pp. 7°4i in 8). H9 Amioo d'infanzia del Sig. Antonio Biondi, l'illuminato mecenate del P. Giuseppe Giraldi, dorante le vacanze gli ordinava le collezioni, la cui importanza è ben nota, che il missionario gli mandava dalla China, e l'Erbario italiano (I). Aveva visto nascete l'Erbario Centrale e realizzarsi i! sogno ili Parlatore e gli I dato senza risparmio l'attività dei suoi anni migliori e, si può dire, dell'intera sui vita. Pertanto egli era profondamente affezionato alle Collezioni ed al Giardino dell'Istituto botanico della cui storia aveva vissuto e che conosceva nei più minuti par- ticolari. Nel fi-i. come dissi, dovette abbandonare l'Istituto Botanico, e ne fu intimamente addolorato. Poco dopo ammalò, e dopo lunga e penosa malattia si spi nse a I irenze il 15 agosto u. s. Era nato a Firenze il 21 marzo 1849. Indi viene data lettura di una comunicazione del socio Dott. C. SjBILIA sulla coe- sione in un' Ophrys aranifera Huds. : « In una gita alle Tre Fontane (presso Romaì il 7 marzo 192 1, raccolsi alcuni esem- plari ili Ophrys aranifera Huds della varietà airata Lindi., che presentavano nelle infiorescenze un caso teratologico notevole : i fiori, specialmente i più bassi delle spighe, invece di nascere all'ascella delle brattee, erano inseriti molto più in alto di esse, però la porzione di caule fra la brattea ed il fiore presentava nettamente le tracce di una saldatura, che interpretai avvenuta fra il caule medesimo ed il peduncolo fio- rai., in questo caso particolarmente allungato. All'esame esterno feci seguire l'esame anatomico, che dimostrò giusta la mia pri- mitiva ipotesi. Infatti dalle sezioni, in corrispondenza di questo tratto, vidi che il Caule era perfettamente saldato con un'altra parte, avente l'identica struttura del caule, < con un ramo laterale fertile, come prima avevo supposto. Nella -e/ione si vedeva l'asse principale con la sua epidermide, ed al di sotto il cilindro corticale, poi un periciclo sclerenchimatico e nell'interno i fasci con la tipica disposizione, quasi in unica serie anulare, dello scapo delle orchidee ; lateralmente al caule si addossava la parte inferiore del ramo fertile (peduncolo fiorale; concresciuta in modo che la cerchia dei fasci del caule si apriva per continuarsi con la cerchia dei fasci del peduncolo pure leggermente interrotta in quel punto. Le due cerchie tangenti erano poi circondate : da un unico periciclo che assumeva quasi la forma di un 00- con lo strozzamento appena accennato ; dal cilindro corticale e infine dall'epidermide. Fatto notevole da ricordare è che nella località da me visitata, molte altre pianti- di Ophrys aranifera presentavano questa stessa anomalia. Nella letteratura teratologica, a mia conoscenza, non è descritto per il genere Ophrys nessun caso simile. Infine è data lettura della relazione dei Sindaci sul Bilancio 1 A tale proposito il Segretario Pampanini fa osservare che l'economia di I.. 2943,45 per la stampa dei due periodici sociali non è stata otte-Mita, come i Sindaci deplorano. . riducendo ancora la manifestazione principale dell'attività sociale, costituita per 1<> appunto dalle pubblicazioni sociali , bensi con la riduzione del loro co Difatti, nel 11,122 il Bullettino ed il Nuovo Giornale furono complessivamente di 2S7 p'k'-. mentre nel 102} aumentarono a 361 pag. ; ma nel 1022 costarono !.. 312 il foglio ili stampa, mentre nel 1923 il Nuovo Giornale 221 pag.) si potè avere a L. l80 il foglio di stampa efr. anele- Bull. to2}. p. 127. ed a prezzo ridotto anche gli estratti. (1) Tanto l'Erbario chinese come l'Erbario italiano, generosamente donati dal Sig. V ti mio Bii indi, fumo or 1 pai te dell' E 1 bai io I lenti ale. IV' Relazione intorno al Consuntivo DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA 1 'ER 1/ A NN( ) 1! >23 Egregi Consoci, Per adempiere al mandato da voi affidatoci e riferire sul bi- lancio sociale 1023 - 1924 abbiamo esaminato i registri della no- stra Società e cioè Bilancio consuntivo 1923, il Bilancio preventivo 1924 non clic il Resoconto finanziario della Flora Italica cry- ptogama» per lo stesso anno ed abbiamo controllato le cifre che vi figurano. Nel Bilancio Consuntivo del 1923 il Conto Cassa presenta una entrata di L. 11776,40 di poco superiore a quella del 1922 che fu di L. 1 139^,45- Le entrate per quote di soci per l'anno 1923 furono di lire 3850 sensibilmente superiori a quelle del 1922 che furono di lire 3190,40. Un decremento si ebbe invece nella vendita di pubbli- cazioni arretrate il cui importo fu di L. 1541,90, sensibilmente inferiore a quello del 1922 che fu di L. 2338,75. Nessun prelevamento risulta però fatto quest'anno all'attività della «Flora italica cryptogama > mentre nel 1922 si dovette ricorrere ad un prelevamento di L. (382,40 per ottenere il pa- reggio. L'uscita ('• di L. 11770,40 per cui il bilancio si chiude senza alcun resto di cassa. Purtroppo anche tale pareggio è stato ottenuto diminuendo sensibilmente le spese per la stampa che da 1.. 10096,30 del 1922 sono scese ;i I.. 7152,85 nel 1923, ossia riducendo ancora la mani- ione principale dell'attività sociale, costituita per lo ap- punto dalle pubblicazioni sonali. Un'altra sensibile erogazione è stata apportata dal torte au- mento delle spese postali, causate dalle nuove disposizioni in materia che da L. 743,10 dell'anno precedente sono salite a li- re 1350,90. Forte resta ii credito por quote sociali arretrate, anzi in que- sto capitolo si nota un peggioramento nel senso che la cifra per quote sociali non pagate e delle quali alcune sono arretrate di parecchi anni, è salita da !.. 745 dell'esercizio io_'i-_va L. [020 dell'esercizii 1 1 922-23. E qui, mentre interessiamo il Consiglio a provvedere al ri- guardo, nel modo che crederà opportuno, ci permettiamo rivol- gere viva preghiera ai Signori Consoci, di volersi mettere in regola con i pagamenti delle quote sociali, che sono quelle che debbono dare il gettito più forte dell'attività del bilancio. Nulla vi è da osservare rispetto al Bilancio della « Flora ita- lica cryptogama » dell'esercizio 1923. Non essendovi stata stampa per la continuazione dell'Opera, purtropdo interrotta, l'uscita è di L. 1 79 per spese postali e compensi di amministrazione. Il rerto di Cassa è di L. 7197,80. Fiduciosi in tal modo di aver assolto il nostro compito, vi invitiamo ad approvare il Bilancio sociale e quello della « Mora italica cryptogama ». Napoli, 26 (Ungilo 1Q24, l SINDACI In- MICHELE GUADAGNO Prof. EGIDH 1 BARSAJJ ^ w w i ri/ BILANCIO C CONTO DI CASSA E N T A T A Da Da Da 1);. Da Da Da Da Da Da Pre quote arretrate di soci L quote dell'anno corrente ; •piote anticipate di soci »| tasse d'ammissione ili soci » vendita di pubblicazioni arretrate » vendita pubblicazioni corrente anno » contributi estratti e tavole » interessi » iscrizione a socio perpetuo » rimborsi i > Levamento dal patrimonio della Flora italica cryptogama . 1922 L. I SCI T A Spese per le pubblicazioni L. Spese postali, di cancelleria e minute . . » Stipendi, compensi, oblazioni » Spese per depositi e rimborsi , » Acquisto consolidato 5 0\Q » tuzione alla Flora italica cryptogama in conto . . . . » L. 425,- 3100,40 185,— 60,— 2338,75 1655,— 1431,10 72-1,80 1382,40 11392,45 1009(3,30 743,10 418,70 134,35 11392,45 E^ILANCIO PKKVENTIVO 1924 E N T R A T A Contribuzioni sociali arretrate Dette per il 1924 l 'rediti per abbonamenti e ven- '! :.i 'li pubblicazioni . • . Crediti per contributi estratti e tavole » Vendita di pubblicazioni arretrate* Abbonamenti e vendita di pub- blicazioni per il 1924 . . . » Interessi di capitali . . . . » 1020 — 4000,— 513,60 246,25 1300, 1700,— 950,— 9729,85 USCI T A Spese per le pubblicazioni . . L. Spese postali, cancelleria, mi- nute » Stipendi, compensi, oblazioni . » Restituzione imprestito alla Flo- ra italica cryptogama . . » L, FLORA I T A L CONTO DI CASSA E N T R A T A Resto di Cassa al 31 Die. 1922 L Da sottoscrittori alla Flora . I),-i aggi per riscoss. dall'estero Dalla Società Botanica Italiana in conto reslit. imprestito . L. 1 SCITA Spese postali L. i iompenso d'amministrazione Resto di Cassa al 31 Die. 1923 L'Economo : Prof. E. CHIOVENDA Avvertenza — (ili allegati e i documenti relativi al presente CA ITALIANA STATO ATTIVO A PASSIVO 1922 1923 A T T I V 0 ti per quote sociali per abbi riunenti e vendita pubblicazioni verso le Banche per contributi estratti e tavole. . . . ■e della Biblioteca sociale. . . dei mobili e suppellettili delle pubblicazioni social i per quote anticipate di soci i) verso la Flora italica cryptogam monio sociale 745,— 739.40 Sll(ll).— 254,25 1348,— 200,— 3579,— 1020,— 513,60 9000,— 246,25 4575,— 200,— 3679,— Hmissionari : Bresadola . h' fu n ti : Cieioni 31 Dicembre 1923 r P X O Q A IVI A STATO ATTIVO e PASSIVO ATTIVO di Cassa al 31 Die. 1923 L. verso sottese, alla Flora » » verio le Banche . . « • verso la Società Bot. It. ■ delle copie della Flora >posito » Il Presidente: Prof. N. PASSERINI )ili presso la sede della Società ai Soci che ne facciano richiesta. »54 Giovanni Battista De Toni (1864-1924) Gravissimo lutto colpiva La nostra Società il 31 luglio ultimo scorso con la perdita del suo vicepresidente in carica, prof. comm. Giovanni Battista De Toni socio perpetuo fino dal 1894. Dei suoi meriti eccezionali come scienziato che lo innalzano al fastigio più splendido della fama col miglior decoro degli stu- di italiani in patria e fuori, sarà necessario più diffusamente trat- tare- in una nota che verrà stampata in seguito nel Nuovo Giornale Botanico Italiano. Basterà per era qui ricordare elio fu uomo di una attività incessante e instancabile e di una versati- lità e prontezza insolite così da potere senza nessuna apparente difficoltà non soltanto occuparsi in forma originale e profonda di molti fra i rami più disparati della nostra scienza ma, versatis- simo negli studi letterarii e storici, riuscire egregio anche in altre ben differenti discipline facendo tema principale delle sue ricerche alcune figure dei grandi scienziati enciclopedici del no- stro rinascimenlo i quali come Leonardo da Vinci, Ulisse Al- drovandi, Giacinto Cestoni ed altri non orano ancora stati fatti conoscere, o soltanto incompletamente, sui documenti personali fino a questi ultimi anni cosi che se ne aveva una imagine com- plessiva quasi indiziaria, bene spesso assai diversa o al disotto della reale. — Grave vuoto resta per codesti studi di storia del- la scienza rnn la scomparsa di lui essendo una disciplina cura- ta da troppo pochi cultori e soltanto d'occasione o quasi di sfug- gita. Ma la perdita è ancora più sensibile per tutto il mondo scien- . e se ne ebbero già palesi manifesti/ioni, nel campo della b «tanica dà lui prediletto, nello studio fitografico delle Alghe. Giovanni Battista De Toni si era occupato e si occupava 165 dell'indagine di queste eleganti e svariatissime fra le Crittogame nel senso più comprensivo, dallo forme terricole e d'acque dolci a quelle marine ; dalle associazioni pelagiche o limnetiche alle nemiche, ricercandone indefessamente oltre che i problemi di pu- ra sistematica, non sempre semplici né facili, essendovi ancora al dì d'oggi un campo amplissimo di nuova esplorazione, quelli di biologia, intesi più che tutto nel senso della fenologia in ge- nerale o della comparsa e dello sviluppo dei vari organi nelle singole specie, quando persino non affrontava quelli vastissimi della distribuzione geografica, intimamente connessi con i più controversi di talassologia e di meteorologia. Anzi fu quest'argo- mento specialmente che lo tenne occupato e che lo appassionava negli ultimi tempi, sopra tutto dopo essersi sempre meglio eser- citato nella conoscenza di quelle forme che si dicono le alghe superiori, organismi in fatto che dimostrano maggiore la com- plicazione o la differenziazione strutturale in paragone ai consi- mili e che sempre — a preferenza di tutto il resto — si compia- ceva d'osservare ammirando anche col sottile suo senso di ar- tista :. Ma solo negli ultimi anni ebbe campo di applicarsi a cosif- fatte ricerche più complesse e fu quando l'edifizio sistematico delle Alghe, con grandissima sua compartecipazione anche se non sempre molto palese o evidente poteva dirsi nei grandi tratti impalcato. E quanto lavoro di coordinazione anche se oggi in parte modificato o sorpassato nella sua monumentale Sylloge Al- garum di cui i primi cinque volumi uscivano dal [88g al 1907; opera grandiosa che aveva ripreso giovanilmente in questo ulti- mo anno di vita, dando alla luce \\\\ sesto volume di aggiunte al IV che trattava delle sue bellissime Fiori dee ! Ma non sarà solamente dell'algologo 0 dell'equanime diret- tore per un quarentennio di quella rivista che divenne palestra autorevolissima in tutto il mondo della sua specialità di studi. della Nuova Notarisia che sarà necesario parlare. Sistematico acutissimo, si diede anche alla micologia redigendo per il suo celebre maestro /'. ./. Saccardo alcune sezioni della Fun- 156 gorum, la base dì quegli studi, applicandosi poi anche a traccia- re monografie ili speciali generi diversi. Conobbe profondami -li- te i Licheni, si occupò a più riprese di studi anatomici, teralogi- ci, di nomenclatura, patologìa, istochimica, flora, merceologia E tutto senza pensare alla galleria di profili biografici, special' mente di botanici che veniva delineando nelle luttuose circostanze e agli stadi storici su le istituzioni degli orti botanici e sui Loro fondatori, su la storia degli erbarii fino alle pili recenti, spesso fonda- mentali ricerche di microchimica, di chimica fisiologica e di fisiologia generale botanica molte volte eseguite per le originalissime lozioni soltanto oppure prodigalmente fatte svolgere e conoscere dai propri allievi in occasione delle loro tesi di laurea ! E tutto senza contare la serie di pubblicazioni di biometria o di argomento inerente all'ereditarietà dei caratteri, studi intorno ai quali aveva istituito in questi ultimi anni pazientissime ricerche da solo e in colla- borazione coi discepoli, non abbandonando per questo le discipli ne preferite anzi rinfocolando l'energia di quelli che vi aveva ini- ziato, ora privi della sua guida e del suo controllo leale e spas- sionato. Ben a ragione venne descritto < uomo di cultura univer- « sale come un italiano del Rinascimento da persona ben de- gna e competente (i) di pronunciare l'alta sentenza, ma il miglio- re giudizio fu dato dai suoi studenti di Modena di qucst' anno — cui si associano senza eccezione tutti quelli che lo furono, quando attestarono in una loro affissione di voler essere associa- ti ai famigliari nel lutto, recando a braccia il feretro del Maestro a l'Università, estremo tributo di affetto semplice e sereno come l'anima loro generosa. Quéi Giovani che egli sapeva così indis- solubilmente attirare verso di sé, con la bonaria espressione pa- terna così semplice nell'atteggiamento onesto d'insegnare, attirare per modo da riuscir diffìcilmente a interrompere il corso delle lezioni al paro di tutti gli altri insegnanti; chiaro, convincente, i UGOLINO l'eoi. ini (U. U.) : La scomparsa di un botanico illustre: G. B. De Toni, La Provincia di Brescia - 3 Settembre 1924. 157 pazientissimi-) nello spiegare o nel dimostrare anche i punti più astrusi e complicati della prediletta disciplina !. Giovanni Battista De Toni del fu notar.» Antonio, di Elena Pasini veneziani, nacque anch'egli a Venezia il 2 gennajo [864, minor.- di tre fratelli, fra i quali Ettore, unico superstite, bota- nico e geografo, già stimatissimo insegnante al liceo M, Foscari- ni di Venezia, padre di quell'Antonio, geologo di grandi spe- rali/.', morto da prode, volontario, poco più che ventenne, in A-uronzo, di piombo austriaco i primi giorni della grande guerra. Compiuti i primi studi nella città natale, si laureò nel 1885 contemporaneamente in chimica col prof. Filippuz/.i e in scienze naturali col prof. P. A. Saccardo. Di quest'ultimo divenne subito assistente e con David Levi Morenos allora assistente onorario, incominciò la pubblicazione delle « Xotarisia », Rivista dedicata allo studio delle Alghe e della « Flora Algologica della Venezia », collaborazione inten- sa ma continuata non troppo a lungo, tino a quando il Levi, datosi all'insegnamento nei Licei si dedicò sopra tutto a benefi- ci esperimenti di organizzazione elementare educativa fra lavora- tori del mare, rendendosi pur lui benemerito in questo campo di attività tanto diverso. 11 De Toni fino al 1S92 rimase assistente presso il Sac- cardo. poi, fine al iSQ4 fu aiuto e supplente presso il prof. Giovanni Passerini a Parma, Rimasto in libertà per la morte di lui dovette per parecchi anni adattarsi a distribuire libri nella biblioteca del Museo Civico di Padova, citta dove era ritorna- to, non avendo potuto ottenervi neanche il più modesto posto d'insegnamento. Fu allora die s'iscriveva in medicina e in far- macia, studi che peraltro non compiva se non molti anni dopo e imprendeva quelle ricerche su Leonardo da Vinci da solo e in- sieme con Edmondo Solmi, anch'egli purtroppo defunto, ricer- che proseguite fin.» all'ultimo e di cui rimane un largo contribu- to inedito. In compenso l'Istituto di Francia gli conferì nel 189S la prima volta il premio Desmazières e la Royal Microscopical Society lo annoverò fra i suoi membri onorari al posto di Lui- i.58 VX i Pasteur. Nellgoofu nominato a insegnar botanica a l'Univer- sità libera di Camerino e due anni dopo in seguito a concorso regolare, occupava la cattedra di Sassari, donde, pochi mesi do- po, li Facoltà di Scienze di Modena lo chiamava all'unanimità per l'anno successivo, Quivi rimase fino all'ultimo sebbene a- vesse pensato di chiudere la sua carriera eccezionale in quella Padova ddve era la sua Università da studente e dove per tra- dizione di studi e per la sua condizione di Veneto, avvalorata dai legami della sua nuova famiglia avrebbe potuto desiderar di finire. — All'epoca della guerra terminò in Modena gli studi di medicina, prestando servizio volontario all'ospitale militare di san Paolo dove Amalia Roberti, sua Moglie, lavorava già da instancabile infermiera. A Modena dov' era amatissimo e nell'ambiente suo degli stu- di e in città, oltre l'insegnamento della botanica, in varie epoche, fu incaricato, per l'assenza dei titolari, dell'insegnamento della zoo- logia, dell'anatomia comparata, della geologia, e della materia medica. Fu direttore della Stazione Agraria e della Scuola Ve- terinaria, Infine fu comandato a Genova per l'insegnamento della bota- nica. Ripetute volte presidente della Facoltà di Scienze. In città tenne con onore i mandati di consigliere comunale con l'ammi- nistrazione di parte liberale moderata poi di assessore a l'istru- zione pubblica e all'Igiene. A Roma era chiamato per solito a far parte della commis- sione giudicatrice dei concorsi alle scuole medie e fu anche i- spettore superiore. Appartenne a un grandissimo numero di accademie e di so- dali/.ii scientifici. Fino dal 1897 era stato nominato membro effet- tivo a l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti in Venezia e per eccezionali meriti venne promosso alla pensione nel 191 2, quantunque più non risiedesse nel Veneto ; dall'anno scorso era socio straniero della Società l.inneana di Londra e da pochi me- 159 si dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Francia, titoli ambitissimi e molto di raro conferiti. Lascia costernata la numerosa Famiglia adoratissima non sol- tanto ma anche tutti quelli che l'hanno avvicinato intimamente, siano colleghi o amici o soltanto allievi o estimatori. Ne conobbero il carature adamantino e inflessibile. A parte poi la prodigiosa memoria e l'intelligenza versatile che ne : vano il discorso e l'in formazione preziosissimi, era tale il suo po- tere affettivo da cattivarsi l'animo di ognuno a tanta la sua o- nestà e larghezza di vedute da non poter aver avuto nei buoni tutt'al più che dei sereni oppositori d'idee — per quelle imman- cabili divergenze nel pensiero che esistono fra le diverse perso- ne — - dei nemici giammai ! Di Verona, 25 Settembre 1924 Achille Forti MASSALONGO C. -- A PROPOSITO DI SCOPAZZI OS- SERVATI SOPRA UN ULMUS CAMPESTR1S L. » Fra le molteplici e svariate anomalie offerte dalle piante, si deve annoverare ancora la cladomania, cioè la insolita divisione del fusto in rami e ramoscelli più numerosi del solito, i quali ■ lo inoltre densamente affastellati, nel loro insieme, simula- no degli scopazzi. Questi interessano per lo più, soltanto, alcune ramificazioni del fusto, ma alle volte possono investire tutto il sistema caulinari- ; in quest'ultima evenienza specialmente, la pian- ta assume aspetto affatto diverso dal normale. Tali scopazzi atti- rarono da tempo l'attenzione ancora del volgo, che li indicava col nome superstizioso di scope .Ielle streghe. Si ha potuto con- statare che non poche delle surriferite anomalie sono di natura parassitari. t, vale a dire che sono dovute a parassitismo di talu- ni vegetali od animali. Come esempi di scopazzi causati da ve- getali, funghi specialmenle, parassiti, possonsi addurre, quelli dìAlnus incarta dovuti alla Tapinimi epiphylla Saheb., di Prutius Ce- rasus attribuiti alla Tapinimi Citasi Sadeb., di Setaria viridis prò- i6o vocati dalla Sclerospora graminìcola Sdir.. (Mine pure quelli di Pi- nus Pìceat allorquanto questa conifera sia infetta dall' Aeczdt'um ela- tinum A Ih. et Schw. Fra gli altri dovuti all'impulso d'animali citerò lo scopazzo soltanto a me noto, che rinvenni anni or sono sopra Picris hiera- cioides e che investe tutta la pianta allorché alla base della sua radice annidasi la larva di un insetto (probabilmente un coleottero), come a suo tempo ebbe pure a verificare il celebre prof. F. Delpino. Tutte queste cladomanie rappresentando una at- tiva reazione allo stimolo parassitario si dovranno perciò consi- derare come mico -, o zoo-cecidii. Va però notato che si conoscono analoghe e simili produ- zioni anormali, per le quali non si ha potuto constatare la loro dipendenza da parassiti, e che perciò rientrerebbero piuttosto nel campo della teratologia. A quest'ultima categoria spettano p. e. gli scopazzi non di rado segnalati svWUmus campestri* da vari autori (Conf. : Penzìg 0., Pflanzen teratologie ed. 1), i quali però, da quanto mi consta, non ne diedero una adeguata descrizione che servisse a meglio precisare le loro caratteristiche. Per que- sto motivo, ho creduto opportuno descrivere, con un certo det- taglio, quelli da me osservati, anche perchè mi sembrano offrire talune particolarità morfologiche degne di essere notate. Sono essi rappresentati da due rami, presso la loro base della gros- sezza di circa un centimetro, i quali, a brevissimi intervalli, ri- petutamente dividevansi in numerosi e densamente affastellati ramoscelli, sempre più sottili ed alla loro estremità pressoché filiformi, che essendo inoltre molto ravvicinati ed eretti, per lo più intrecciavansi in un complesso inestricabile. Questi portavano foglie di solito più o meno piccole dell'ordinario, sulle quali la inequileteralità della base del loro lembo era poco manifesta od anche affatto svanita. Per di più non presentavansi uniforme- mente distribuite, poiché ideimi di detti ramoscelli erano del tutto, od alla loro base, od all'apice, quasi sforniti di foglie, o vi erano assai rare o di dimensioni molto ridotte od atrofiche, ed allora i ramoscelli apparivano in parte simili a radichette. iói Prendo questa occasione per ricordare che il Reichenbach, descriveva sotto il nome di Cai/aurea Petteri una specie molto affine alla C. macubsa, differendo da questa esseniialiìHehfcè flér il fusto fin dalla, base ramosissimo, ciò che dava all'intera fianca aspetto di una scopa. L'Arcangeli (in Comp. 11. lt. ed. 11) con- sidera, e giustamente, la C. Petteri varietà della tipica C. macu- lata, la .pi de, secondo il Fiori (FI. Anal. lt. ed. [), invece sa- rebbe una varietà della C. paniculata, che subordina una torma fastigiata ritenuta sinonimo di C. Petteri. Poiché la surriferita foggia di ramificazione a guisa di scopazzi sarebbe eccezionale per la C. maculosa, (sia essa specie autonoma, o var. della C. paniculata, poco importa), ed altre congeneri affini, sorge il so- spetto che la menzionata specie Reichenbachiana, rappresenti forse un caso teratologico cladomane. Ciò anche perii Eatto che le due entità in questione, almeno nel veronese, ove le stesse non sono rare, incontratisi sovente associate. A tale riguardo merita ancora essere notato che qualora ad esemplari vigorosi e giovani di C. maculosa sia amputato presso della sua base, il fusto, attorno del moncone, la ferita provoca lo sviluppo tardivo di numerosi rigetti densamente cespugli oso-affastellati anche qui a guisa di scopa, i quali portavano calatidi più numerose, seb- bene più piccole dell'ordinario. In questo caso gli esemplari così mutilati, difficilmente si possono distinguere da quelli della sur- riferita C. Petteri. Concludendo, da quanto venne suesposto, occasionalmente agli scopazzi dell'olmo, risulterebbe adunque che Le cladomanie in gen. Te delio piante, o wh^hm determinate da parassiti di versi, od anche essere da essi indipendenti. Relativamente a que- ste ultime, talune sarebbero di natura teratologica, quantunque per analogia non- sic affatto escluso, che in seguito ad ulteriori e fortunate osservazioni, si arrivi, almeno per alcune, a riconp- iro etiologia parassitaria; mentre, infine, talune altre trarrebbero la loro ori-ine ^],i causi' traumatiche come p. e. d,i ferit" od .imputa/ioni. 162 SEDE DI FIRENZE si DB CENTRALE) Adunanza dell'8 Novembre 1924 Presiede il Presidente N. Passerini Aperta la seduta <'• proclamato ;« nuovo socio : Sig. Guiscardo D'Albertis, di Voltaggio (Prov. Alessan- dria). Imli ('■ presentato il seguente lavoro . MASSALONGO C. - MALATTIA PARASSITARIA OS- SERVATA SOPRA UNA PIANTA DI SYRINGA VUL- GARIS L. » Fra le piante coltivati- in un piccolo giardino situato in vici- nanza della mia abitazione in Arerona, fino dal Giugno di que- st'anno, richiamava la mia attenzione un robusto esemplare di Syringa vulgaris L. per le sue foglie anormalmente imbrunite, cioè di color olivaceo o bronzino, che interessava pressoché esclu- si v -amente la pagina superiore del lembo, e per questo colore le stesse spiccavano maggiormente fra il verde fogliame di altre piante circostanti. Esaminate con una lente che ingrandiva circa trenta diametri, ho potuto constatare la presenza di numerosi eriofidi (titottidi) parassiti, liberamente vaganti sulla loro super- fice. Il predetto imbrunimento era l'indizio di ben più notevoli alterazioni, causate dal parassita. Inflitti attentamente osservando numerose e sottili sezioni trasversali delle foglie infette e con- frontandole con quelle di altri1 non parassitate, notai che le cel- lule dell'epifillo non erano, come di solito, turgide e colla parete esterna più o meno convessa, ma perduto il loro turgore, pre- sentavate in diverso grado plasmolizzate, poiché il loro otricolo citoplasmatico non mostravasi più aderente alla supcrfice interna della parete, ma erasi contratto, cioè isolato nel lume cellulare. Per di più questo citoplasma aveva assunto color di ruggine, al i 6 ; quale, evidentemente, doveva attribuirsi la surriferita anormale tinta delle foglie. Al disotto dell'epifillo ad elementi ormai morti, le cellule tanto del tessuto a palizzata, che di quello lacunoso. quando almeno faceva le prime osservazioni, non offrivano alte- razioni apprezzabili, tutto al più, ma non sempre, si notava che i loro cloroplasti erano di un verde un poco più pallido dell'or- dinario. Nessuna altra alterazione ho potuto rilevare, che si po- tesse interpretare, quale reazione della pianta allo stimolo del parassita in questione, sebbene esso appartenga ad una famiglia di acari, cioè a quella degli eriofidi, eminentemente eoeidogeni. Come venne riferito nel mese di Giugno, allorché cioè, se- gnalai la malattia, esistevano sulle foglie numerosi di tali icari : ma nel mese di Settembre dovevano esser emigrati altrove, poi- ché a quest'epoca non ve ne trovai che poche tracce. Nel frat- tempo però, le foglie subirono un notevole maggior deperimento, essendo quasi inaridite, come se fossero state avvelenate dal pa- rassita : ciò che dimostrerebbe che la necrosi iniziatasi nelle cel- lule dell'epifillo, poco a poco si era ancora estesa ai tessuti sottostanti. In conseguenza delle or riferite condizioni patologiche, le fo- glie andavano incontro ad un precoce, totale disseccamento, con grave danno dell'economia della pianta. Da quanto mi costa, la malattia, oggetto del presente artico- lo, sarebbe nuova per questa Oleacea, io almeno non la trovai menzionata da altri. Devo però ricordare che un analogo imbru- nimento causato da eriofidi, fu osservato su di altre piante, cioè dallo Schlechtendal (i), per le fogliette di Aesculus Hippocastanum (ji, ed A. rubicunda infette dall' Oxypleurites carinatus Nalepa (3). Fu pure nel veronese e per la prima volta da me trovato sulle fo- glie di Ouerais pubescens, Y Epitrimerus Massalongoianus Nalepa (41, e. ScHLECHTHNDAL D. II. R. - Beobachtungen uber das Brannen der BUttter unseren Laubhdlser durch frei lebende Phyllocoptiden. Stuttgart 1895» Mei mio erbario esiste una foglietta ili Aescuhii Hippocastanum comunicatami dallo stesso Schlechtendal « von Phyloptien bevolkert | Tegonotus carinatus Mal. : Halle II-9, 1882 ». (3^ Oxypleurites carinat-is Nalepa- Fegonottu Nalepa in Zool. Jahrb. t> Bd., p. 329, tali. :z, fig. 1-2. Jena 1892. | Epitrimerus Massalongoianus Xal. in Tierreich. p. 63 0. <>, Berlin 1898. - Trimerus Nal. in Denkschr. Matem. Naturw., Bd. 04, taf. IV. fig. J-S, Wien 1896. |M4 .nani che vi produce delle macchie più o meno decolorate ed irregolari. Ri^uar<:'» al parassita delle foglie di Syritiga vvlgarìs resta ancbife da verificare se lo stesso s]>.-tti ad una specie nuova, o già nota, ciò che tarò conoscere in altra occasione. S EZ IOX E L< >-M BA K DA M I L A N » l Adunanza 16 Novembre 1924 La seduta i aperta alle i>re io. Presiede il Presidente Prof. Traverso. Sono pre- senti : Abbado, Arnaudi, De Marchi, Fenaroli, Pagliani, Traverso, Ugolini anche per Menozzi. Arnaudi. Segretario lì., dà lettura del verbale della seduta precedente che viene approvato. 11 Presidente espone Le ragioni che hanno consigliato a differire la presente seduta che doveva aver luogo nel decorso ottobre. Dà quindi lettura di una lettera di ringra- ziamento del compianto Prof. G. B. De Toni spentosi in Modena il 31 luglio scorso e ne ricorda brevemente gli alti meriti scientifici. Annuncia poi che il Comune di Mi- lano su proposta di nostri consoci ha intitotato una via al nome di P. A. Saccardo, e mentre si compiace vivamente di tale deliberazione chiede di essere autorizzato dal- l' Assemblea ad avanzare ufficialmente analoga proposta per il nome di Giuseppe De Notaris, milanese di nascita. L'assemblea approva all'unanimità. 11 Segretario dà comunicazione della domanda d'ammissione a socio del Dr. BRU- NO Paini di Milano presentato da Arnaudi e Traverso. Fenaroli propone che la sezione Lombarda si faccia patrocinatrice presso la sede centrale per la nomina a socio onorario dell'abate G. Bresadola di Trento in con- siderazione dei suoi alti meriti scientifici nel campo della Micologia. Si approva che ciò abbia a e istituire uno speciale numero dell'ordine del giorno per la prossima Riu- nione Generale della Società Botanica Italiana, che sarà proposta dalla Sezione Lom- barda. Fenaroli propone alti i abbia a studiare un piano finanziario per la valo- rizzazione di un ingente numero di tavole micologiche del più alto valore scientifico lite dall'Abate Bresadola. L'Assemblea preso atto del notevole interesse dell'ini- ziativa e del pericolo incombente che tale ricca e preziosa raccolta possa emigrare al- l'estero nomina una commissione nelle persone del Prof. Traverso, del Dr. De Mar- chi e del Dr. Fenaroli per lo studio particolareggiato della questione. Ugolini presenta quindi le seguenti memorie : [65 C 'na visita all' Hortus siccus l'ioni,- Italicae del Bertoìoni. Piante nuove o rare per la Svizzera e particolarmente pei Cantori !.. In inerito alla prima memoria su pioposta del Pres re si decido di predisporre per una prossima seduta un ordine del giorno per [a stampa e per -li Enti ■ a richiamare l'attenzione sulla grande importanza scientifica dell' « Hortus siccus Flora.- Italicae » e ili altre analogo istituiscono un vero patrimonio nazioi deve essere tutelato da raruento e di emigrazione all'estero. Esaurito l'ordine del giorno la seduta è tolta alle ore 12,15. SEDE DI li RE XX E (SEDE CENTRALE) Adunanza del 13 Dicembre 1924 Presiede il Presidente N. PASSERINI Aperta la seduta sono proclamati a nuovi soci : Rag. Achilli-: De Marchi-Gherini, di Milano. Rag. Paolo [sorni, di Milano. Dott. Bruno Punì, di Milano. Indi il Prof". R. Pam pan ini comunica di aver osservato l'estate scorsa la Saxi- fraga sarmentosa L. avventizia a Colle Umberto (Conegliano [Veneto]) >u un muro della Villa Paoletti volto a tramontana dove abbondava insieme a Liliana Cymbalaria, Aspleniiim 7 rie ho mane s e Ruta-muraria e Parietaria offici nalis. Dalle informazioni assunte gli risultò che essa vi si trovava da oltre un trentennio. Rammenta che questa avventizia è nota ili Brescia, Verona, Termo di Battaglia, e Loreggia (Prov. di Padova) (1). Il Prof. E. Chiovhnda avverte di averla raccolta sulle vecchie muraglie di cinta della Villa Lanza a Roncaglia (Casale Monferrato) il 12 luglio 1898. Il Prof. PampaN'I.M comunica ancora di aver raccolto, pure l'estate scorsa Y Arte- misia Verlotorum Lamotte in nuove località del Cadore (a Dome^e) e della Provincia di Treviso (a Formeniga [Vittorio], a Conegliano ed a S. Michele di Ramerà'. Poi è presentato il lavoro seguente : (1) Fiori e Paolktti, Flora analitica d'Italia, Voi. IV. p. 114; BÉGUINOT e Mazza, Le avventizie esotiche dilla Flora italiana (Nuovo Giornale bot. it., n. s.. Voi. XX11I (1916)1 P- 433- PAMPAIMINI R. UN'ESCURSIONE- SUL MONTE CAR- PKGNW (M< ).\ I E ll-.l.l l« >). Dall'alto del M. Titano, a ponente p sguardo spazia su quasi tutto il Montefeltro arrestandosi alla vetta (1415 m.) ed al ciglio del M. Carpegna che chiude l'ampio orizzonte. La flora di questa regione è pochissimo nota. Dalla Flora italica- e '.alla Mora italica cryptogama » del Bertolonì figurano di avervi raccolto: nel 1823 a S. Leo Petrucci la Centaurea alba <■ Barbieri il Lepidium lai if o/i uni. nel 1830 Mar- cantoni ì'Astragalus aristatus nei Monti della Feltria, nel i-s44 Greci lo Scohpendrìum officinarum a S. Agata Feltria. Un maggiore contributo lo diede l'Azzaroli, il quale fra il ed il [842, raccolse un centinaio di specie a Sasso Feltrio, a Monte (minano, a Gesso, ed alcune anche a S. Agiita Feltria, a Yillagrande, a Monte Copiolo ; ed infine, nel 1842, sul M. Car- pegna, le seguenti : Neottia Nidus-avis, Cephalanthcra rubra, Ge- nista tìnclorìa. Rinanthus Alectorolophus, Scrofularia Scopolii, Ajuga rtptans, Coita una amara (1). Più recentemente erborizzò nel Montefeltro il farmacista C. (ìrilli nel 1898: a Monte Grimano, lungo la strada a Monte Cerignone, a Sasso Feltrio, a Mercatino Conca, a S. Donato, nel M. Fidano, raccogliendo in tutto 28 piante. E quest'anno la Prof. M. Cengia-Sambo segnalò di S. Leo il Laserpitium latifo- lium e del M. Carpegna: Narcissus pocticus, Helleboìus niger e Matricaria Chamomilla (2). Come si vede, il Montefeltro, ma sopnitutto il M. Carpegna, tu raramente visitato dai botanici e la sua flora si può dire quasi del tutto sconosciuta. (i) BSRTOLON] A., /'torà italica. Bononiae, 1833- 1854; fiora italica cryptoga- ma. Bononiae, 1858-1862. Ho desunto le date dayli esemplari stessi conservati nell'Erbario Bertoloni. (2) GRILLI C, Fioriture fuori di stagione nel Montefeltro (Bull. Soc. bot. it., «899. P- 53). Cengia-Samiìo M., Le piante medicinali dell' Urbinate 1 Bull. Soc. bot. it., 1924, p. 91). i67 Eppure secoli addietro il M. Carpegna era stato mèta di er- boristi e di botanici. Così nell'anonimo codice-erbario del principio del Xv secolo- posseduto da M. Guggenheim di Venezia, figurano YAsarutn cn- ropaeum di Monte Copiolo e del Sasso di Simone ( Asara bacara nasse a monte copiolo e al sasso di Simone in quelle selve e boschi umidi » ) ed il Peucedanum officinale di Montirone («Peucedano fe- niculus porcin us nasse a monte 1 irono (; ed inoltro del M. Carpegna: Botrychiutn Lunaria («Lunaria dal grappo nasse ale montagne e i lochi umidi e a carpegno [Carpegna] donde nesilaconca [ne esce la Conca] ). Paris quadrifolia («Carbonica nasse in carpegno [Carpegna]*). Carlina acauli* («Carlina. Straca compagno, cardo benedetto, oculus bovis. nasse per montagna e a carpegno [Carpegna] e monte lirone [Montirone] * ) (il. In epoca più recente, nel luglio 1729, il botanico fiorentino Pier'Antonio Micheli, allo scopo di raccogliere piante per il Giardino dei Semplici di Firenze, si spinse fino al Sasso di Si- mone ed al Carpegna, ritornando a Firenze per la Verna e Val- lombrosa (2). Da questo viaggio riportò 62 piante, che enumera nei suoi manoscritti ma senza precisare quali provenivano dal M. Carpegna e quali da altre località (,s). li) De Toni E., Sopra un Codice-Erbario medioevale (Atti R. Istituto Veneto Se. Lett. Arti, T. IX, ser. VII | 1897-1898 1. p. 1242, 1247, 1252, 1256). (2 TakGIOM-Torgetti G., Notizie dilla l'ita e delle opere di /Ver Antonio Micheli botanico fiorentino, p. 190, Firenze, [858. (3) Micheli P. A.. Mss.% voi. 26, e. 2X7 (Bibl. R. Istit. bot. fiorent.). Già prima, ritornando dal suo viaggio in Puglia [1710] Pier Antonio Micheli era arrivato anche al Sasso di Simone. Anche più tardi, nell'autunno del 1733, s' avvi- cinò al Montefeltro, quando passò dall'Appennino ili Sestino per recarsi al M. X-'- rone, e ritornò poi a Firenze passando per Rimini e Ravenna. Anche Aldrovandi, quando nel maggio del 1557 intraprese il suo viaggio ai Monti Sibillini, giunto a Ri- mini salì Fallerona ed alla Verna passando da Vcrrucchio e S" Agata , Takc.IONI- tozzetti G., op. cit., p. 78 e p. 103 ; Micheli p. a., a/ss., voi. 26, e. 228- 229 e voi. 27, e. 30 [Bibl. K. Istit. bot. liorent. | ; De I ON] intlexus L. i glauCUS Ehrh.) Leontodon Villarsii var. Rovani (DC.) Sonchus asper f. spinosus (Lam.) ( var. pungens Biscoff). Centaurea Jacea var. amara L. Linum viscosum L. Cynoglossum creticum Mill. Campanula Medium L. Cirsium Eriophorum var. Morisianum (Rchb. f.) e var. spurium DC.) Equisetum ramosissimum Desf. » maximum var. serotinum (A. Br.) (1) Zanoiikki P., // naturalista forUveze />. Cesare Majoli {1746-1823) e la sua opera « Collectio plantariun » (Nuovo Giornale hot. it., n. s., voi. XXXII | 1925]). 169 (ìli cstosi pascoli del versante settentrionale-orientale erano quasi del tutto spogli, non solo causa la stagione avanzata e la siccità, ma anche e sopratutto «Musa il pascolo prolungato delle pecore che su qnelle vaste distese avevano rispettato solo l'El- leboro e le piante spinose : Helleborus Bocconi var. multifidus (Vis.) Carlina vulgaris L. Cirsium Eriophorum var. Morisianum acanthifolia Ali (Rchb. f.) <■ T(7r. spurium (DC.) Dalla vetta scendemmo alla Madonna dei Faggi. Presso que- sto boschetto di faggi secolari e di frassini, ultima reliquia dei boschi che all'epoca dell'autore del codice-erbario suddetto, del Micheli, e forse anche del Majoli, dovevano rivestire il monte, oggi nel resto completamente denudato, raccogliemmo: Genista tinctoria L. Veronica Beccabunga L. Colchicum autumnale L. Più in basso, poco prima di giungere a Villagrande incon- trammo parecchi vecchi e grossi Peri selvatici (Pirus communis var. Piraster L. f. ellitipica [dillot]). Il giorno dopo ritornammo rapidamente1 a S. Marino, osser- vando sulla rupe di S. Leo il Foeniculum vulgare var. piperitum (Sin.), e lungo il Marecchia a Pietracuta V Arando P/inii Turra. Le raccolte botaniche non potevano, per lo ragioni suddette, non essere esigue ; ma la loro povertà fu ampiamente compen- sata dall'incontro di un curioso esemplare dì Carlina vulgaris che raccolsi presso la cresta del M. ( 'arpegna. L'esemplare era caratteristico per una superba fasciazione che lo deformava. in questa pianta le fasciazioni non sembrano molto rare, ma per la flora italiana l'anomalia fu segnalata solo qualche anno fa, nel 191 8, quando il Baccarini illustrò un esemplare che nell'autunno 170 del 1916 gli era stato portato da Corbezzi nelle colline di Pi- stoia. ( 1 ) lui !.. Vaccnrl CARLINA VULGARIS L. M. Carpegna, 5 settembre 1920 (1) Baccakini P., .Votale teratologiche (Nuoto Giornale hot. it., n. s.. voi. XXV [I9i8|, p. 246). i7i La fasciazione dell'esemplare del AI. Carpegna è dello stes- so tipo di quella dell'esemplare pistoiese, ma assai più sviluppata. Il fusto, alto 30 cm., è uniformemente fasciato. Al colletto misura 3 cm. di larghezza e va gradatamente allargandosi tino .1 raggiungerne 6 verso la sommità. Nel suo terzo supcriore ad ambidue i margini della fasciazione si sviluppano quasi simmetri- camente tre rami monocefali ; questi 6 rami con i relativi capo- lini sono normali. La lamina del fusto è coronata da una compatta cresta fiori- fera di aspetto analogo a quella della Ceiosia distata, come nel- l'esemplare descritto da Baccarini ed in quello segnalato nel 1874 da Dedecek (1). Questa cresta è larga 1-2 cm. (senza le brattee) e lunga circa 1 1 cm., ma, essendo profondamente ripie- gata su se stessa tre volte per ciascun lato, effettivamente la sua lunghezza è di 50 cm. : nell'esemplare di Corbezzi era di 20 cm. Però essa non è continua ma si divide in tre tronconi, lunghi rispettivamente 17 cm., 1: cm., e 22 cm., nei quali è pos- sibile riconoscere i tre capolini originali dei quali i due laterali sono più largamente fasciati. L'esemplare descritto da Baccarini era in gran parte privo di foglie ; questo, invece, è densamente fogliato. Le foglie han- no l'aspetto normale e sono tutte reflesse, probabilmente, causa anche l'età avanzata della pianta. Quelle invece dei rami latera- li conservano la loro posizione normale. In questo mio esemplare del M. Carpegna i capolini anorma- li avevano ancora qualche achenio, che seminai nella primavera del 1921. Xe ebbi cinque piante, che l'anno dopo si svilupparo- no conpletamentc : quattro furono normali mentre una presentò l'aspetto caratteristico del genitore. Era, però, di dimensioni assai più modeste e con i caratteri anormali più attenuati: altezza 16 cm. ; larghezza massima del- la fasciazione del fusto 2 cm. ; rami normali — ma di lungezza ineguale — due per parte monocefali e con capolini pure nor- mali; alla sommità del fusto tre capolini fasciati ciascuno con cresta lunga circa 2 ' ., cm., ma anziché sessili come nel genito- re, peduncolati ; ogni peduncolo lungo circa 2 cm. e fasciato, largo 1 g cm. o poco più, e, come il fusto, densamente foglioso e con le foglie reflesse anche nel fresco. I capolini furono tutti completamente sterili. (1) Dedecek J., Botanische Beobachtungen in lahrc iSyj (Oesterr. hot. Zeitsclir., voi. XXIV [1874), P. ir3). i 7-1 Pubblicazioni pervenute in, doqo alla Società DURANTE I-" ANNO 10:24 Alpi Giulie. Rassegna della Sezione di Trieste del Club Al- pino Italiano. Anno XXV (1924) n. 1-4. Berickt des Naturwissenschaftlichen Vereins in Augsburg. Band 43 (1924)- Bulletin du/ardin Botanique de /' Eiat - Bruxelles. Tom. IX (1923) n. 1. Field Museum of Naturai History - Chicago. Botanical Series, Voi. V (1923) — Report Series, Voi. VI (1923) n. 2. Mémoire.< de la Sociètè Linnéenne de Normandie, Voi. XXV 1 [923). Mèmoìrs of the Department of Agriculture in India. Voi. XII (1923) n: 2-5; XIII (1934) n. 1-3. Proceedings of the National Academy of Sciences of the U. S. A. Voi. IX (1923) n. 12.; X (1924) n. 1-10. Revìew of AgricuUural Operations in India. 1922-23. R. Stazione di Patologia Vegetale. Bollettino mensile di informa- zioni e notizie. Anno V (1924) n. 1-6. The Journal of the Quekett Microscopical Club. Sez. 2.a Voi. X\" (1923) n. 89. The Ohio Journal of Science. Voi. XXIII (1923) n. 5-6; XXIV (1924) n- 1-5- The Proceedings aud Transactions of the Nova Scotiam Institute of Science Halifax, Nova Scoda. Voi. XV (1923) Part 3-4. Transactions and Proceedings of the Botanical Society of Edin- burgh. Voi. XXVIII (1923) Part 4. Borri C, Osservazioni preliminari sul comportamento della vite selvatica maremmana ih rapporto all'infezione fillosserica. Pisa, 1923. 173 Campanile G„ Contributo allo studio della biologia delle Cuscute. (Nota seconda) Roma, [923. — Su di una nuova malattia dell'aglio dovuta ad Hel- minthosporium Aliti nov. sp. Roma, 1924. Canda A., Xitrati e nitriti ned terreno agrario. Aquila, 1924. Rapida formazione di humus. Aquila, 1924. igia Samba M., Polisimbiosi nei licheni a cianoficee e signi- ficato biologico dei cefalodi. Note di biochimica dei licheni. Pavia. 1923. Chiaritoi A.. Embriologia dolio Cistaceae. Roma, 1924. Cuénot L.. The heredity of acquired characters. Washington, 1 923- Ente Nazionale per lo industrie turistiche. Relazione sull'atti- vilà svolta nell'anno [923. Roma, 1 Fenaroli I... La flora della Conca del Baitone (Val Camonica, Gruppo dell'Adamello). Pavia, 1924. Forti A.. Abramo Massalongo (13 Maggio 1824-25 Maggio 1860). Verona, 1924. A bramo Massalongo. Siena, 1924. Origine e svolgimento dei primi studi biologici sul maro in Italia. Venezia, 1922. Gigli '/'.. Oppio nazionale Conio. 11,23. (loia (,'., Studii sul ricambio dei composti ternani delle piante nel clima mediterraneo. Padova, 1923. Gomales Fragoso R.., Flora [nerica Uredihales. Tom. I.. Madrid, [924. Hitchcock A. S.. A botanica! reconnaissance in Sontheastern \^ia. Washington, 1923. / tgo />'.. Sul Pinus magellensis dello Schouw al M. Amaro Roma, [924. Ulteriori osservazioni sopra una interessante pianta di /desia polvi arpa Maxim. Roma. 1 j J 4. 174 i Massalongo A.), Tregnago ad Àbramo Massalongo nella com- memorazione del primo centenario della sua nascita. Verona, 1924. Massalongo C, Prospetto analitico della Epaticologia Italica. Venezia, 1923, Mauro F. e Fenaroli /-., Impianti rurali per la prefrigerazione delle frutta. Fase. VII. Milano- 1924. Peyronel />'.. Alcune osservazioni sulla biologia della Rizottonia della patata {Hypochnus So/ani Prill. et Del.) Roma, 1924. Sopra un singolare parassita polifago : Valdensia he- terodoxa n. gen. et n. sp. Modena, 1923. Ridgway A'., Some observations on the naturai history of Costa Rica. Washington, 1923. Safford il'. /•'., Ant Acacias, and Acacia ants of Mexico and Central America. Washington, 1923. f golinì U., Piante non comuni raccolte a Sirmione. Brescia, 1924. Wettstein R., Handbuch der Systematischen Botanik. Band IL Leipzig und Wien (Franz Deuticke), 1924. 175 INDICE Bàciocchi-del turco X. cfr. Pampanini R. BOLZON !'. - Ricerche botaniche in Prov. di Belluno e nell'Alto Adige ...... Pag. 24 CARANO E. - // Chenopodium multifidum 1.. in Temidi Bari » 85 Cengia-Sambo M. - Le piante medicinali dell' Urbinate » 91 — Licheni di Rodi raccolti dal Prof. Adriano Fiori nell'Agosto 192,} . . . . . . . » i-.S Cmarugi A. - Erborizzazioni nella Val Gardena (Alpi Veneto- [Yidentine) . . . ... . » 106 CHIOVENDA E. - A propòsito della Carex ciurlila Ali. var. Prudenzini Fenaroli fproc. verò.J . . » 84 Piante nuove dell'Angola raccolte dal Dott. X. Mazzocchi- Alemanni . . . . . » 38 — cfr. Pampanini R. — cfr. Passerini X. Ciferri R. Prima contribuzione allo studio degli Usti- laginales . . . . . . . » 46 Cozzi C. - La funzione estetica del fiore in sede anomala > 138 FENAROLI L. - Circa alcune notevoli varietà Carex ciu- rlila Ali. . ....... 78 — Forme di Polypodium vulgare 1.. raccolte sui mon- ti del Lago d'Iseo . . , . . » 146 Nuova forma di Aspidium Lonchìtis Sw. . . > 82 FiORl ADR. - L' Alyssum compactum DXtrs. in Basili- cata (Proc. verb.j . . . . . . » 105 L' Arabis auriculata Lam. in Toscana (Proc. vero.) » 60 FORTI A. - Giovanni Battista De Toni (1 864-1 924) . > 154 Gola e re — — x *\j rmmii ^ , — ^t Tv 71 TJ 7-J 7^ C*C T7 71 7C #0 7^ r rv 7> Ce 7v 7/ 7' 7' 7v leieie-erciere— ieie— -eie - e i* - i e — > e re i e -r — co cor- oc co r* oiflr- ico — oc , ,oj re re — e> >e __ -e 71 ce r- i~ IVO re — il '~ i~ — i~ SC SC >.'. i~ >e i — i~ i~ "C r i.t r — — r:rrcc:rr:r:r e © © © © 1 - C — © © i e OOOiBlftC S ri- C = SlOiQClOC ~i~ o 1 — Eoi! — i e n X ri-, x o o ■— ' ifi r >:r " x re < - ce « - re . - oiot* 1 r- i ~ ?» ->i r — x r* N — ' — ' *- • cn — e >e' re — so ri ce ó co**© ce' i.e' 1 -" " 1 e. i z e^ re -r ie "-r f x ~ D^WOO^iOOf oooj ~ — e-; re -t< o — —! — — — — — . 7< 7M 7/ PJ 7-1 Ti SC 7i 5 = ■ e = i — a, - D. g§ 5 o I — I £ *: 1—1 (1) J 7. tì > /. tì ~ V — J 1 — a K x rtrrMi-mxi'i'O) r- <^ <^ ; - - - e e r. - re - ' • - io r r: (- e r o « ,3 t; co co o co c$ co o» co cu n re — ; cv oj r r r' r r r r r r r r r _ r — so — so i e i e i n co se i e i e -f -r -r i- — e: x re tr re — re — >e -.o i-r ce t~ e S i.' •rcie -r -T- se i/c^sc i.e_ >e — ce i.e — rrrrrcecooooooc — ;_ — OOOOOOOCOQOOOOC e e r. e e e i* iT i: i'. i" e r e e ■e e* co i — r cj ~. x •— e. e^ re re ~. — — so — re so so so re -.f so -r ei — "— ' o — ?■> ?: — i e ~ «^ x e; o -— i cv re -r1 > e ta fe ._ •= T jj i e i - ' - 7> ~ :7. © -r = •S — — SO OS' »C OS CO © aè—ù ti — : ' r' re e^ re cer |0 e -' o © © © © © © © -lì 0 s — rie— iexcer x ce re r. © o> r~ © ~r x i e i - i -^i e so — ^ © ó © r D r r r' - « 1 © n - © © - 1© ■ e _ 1 e 5 •9 ti x s5 X (~ ce so i e x -vc- -r OC"©' X X 1 07 1 rf - F-H OJ Ci - 1 — r-/ re — RI SULLA BIOCHIMICA DEI LICHENI. Nel 19 io. pubblicai una Nota preliminare (1) su quest'argo- mento, nella quale giungevo alle seguenti conclusioni : « Oltre la lichenina e l'isolichenina, la cui presenza nei li- « cheni è nota da tempo, riscontrai in essi con certezza tre altri « idrati di carbonio, e cioè: il glicogeno (noto per poche fanero- « game, alcune Cianofìcee e molti funghi) nel tallo di numerosi « licheni omeomeri ; l'amido (la cui presenza nei licheni era ne- « gata dagli Autori più recenti) nel tallo di numerosi eteromeri ; « Yamiloide insolubile (trovato finora nelle pareti cellulari di al- « cuni semi) nell'imenio di un centinaio circa di licheni sia « omeomeri, sia eteromeri. Tanto la produzione dell'amido quanto quella del glicogeno sono nei licheni in diretto rapporto col processo fotosintetico Non mi è stato possibile finora, per diverse ragioni, pubbli- care il lavoro completo, corredato, com'è mio desiderio, da nu- merose illustrazioni e ricerche sperimentali, alcune delle quali sono già allestite, alcune solamente tracciate. Solo una parte, quella delle ricerche microchimiche sul glicogeno, potei trattare (I) MAMELI E , Ricerche fisiologiche stii Licheni. I. Idrati di carbonio. Nota pre- liminare. Atti dell'Istituto Bot. di Pavia, n. serie, voi. XVII [1919]). 1 1 diffusamente iti un recente lavoro ( i ), occupandomi specialmente della differenziazione del glicogeno dalle destrine. Scopo della presente Nota è quello di mettere a confronto alcuni dei risultati da me ottenuti con quelli riportati in tre re- centi lavori sulla biochimica dei licheni, e cioè: « Note dì bio- chìmica sui licheni y> (2), « Polisitnbiosi nei licheni a Cianoficee e significato biologico dei ce/alodi » (3), della Signora Cengia-Sambo e: « l'orkonunoi und Abbau von Flechtenstarke (4), del Prof. Ir. Tobler, Direttore dell" Istituto ed Orto Botanico di Dresda. Nel primo dei lavori su citati è negata terminantemente la presenza dell'amido nei licheni con queste parole dell' A. : < Xon solo io non riuscii a trovare l'amido, ma a convincermi che non poteva esserci »; nel' lavoro del Tobler invece sono confermate totalmente ed ampliate le mie osservazioni, sia microscopiche, sia fisiologiche. La Sig.ra Cengia-Sambo non dice in quale stagione fece le ricerche dell'amido nei licheni. Se il materiale pur essendo colto di fresco, aveva sopportato da poco un lungo periodo di siccità, è molto probabile che, 0 non contenesse amido, o che i granuli fossero tanto minuti da passare inosservati, come feci notare nella mia Nota preliminare su citata. Difatti, osservai fin dalle mie prime ricerche su materiale fresco che frequentemente il ri- sultato era negativo e, per quanto avessi pensato a un rapporto fra l'assenza di amido e la stagione o le condizioni meteorolo- giche, non ebbi il tempo di dimostrare se l'ipotesi fosse o no fondata, perchè lasciai subito dopo l'Italia e non mi occupai per alcuni anni di lichenologia. Alcune osservazioni fatte su licheni tropicali nell'isola di ("ima confermano l'ipotesi su accennata, giacché durante la st, elione secca, che dura dal dicembre .il mag- gio, nella quale si succedono a volte mesi e mesi 'li siccità as- soluta, l'amido manca totalmente nei gonidi e vicino ad essi, (ti Mameli E., Sulla differenziazione del glicogeno dalle destini,-, specialmente nelle ricerche di microchimica vegetale. (Rivista di Biologia, voi. V. fase. IV [ 1923 D- (2) Nuovo Giornale Botanico Italiano, vi.]. XXIX, p. 89-104 (1923). 13) Atti della Società Italiana di Scienze Naturali, voi. I.XII (11)23). (4) Berichten der Deutsch BotaniKcfa Gesellschaft, !'•. XI. I, 11. io, p. 406-4CX) '. 19231- I 2 mentre durante la stagione delle pioggie, che dura dal maggio al dicembre, si trova frequentissimo ed abbondante l'amido, spe- cialmente nei gonidi posti verso la pagina superiore del tallo e in quelli dei soredi. Evidentemente, durante la disseccazione pe- riodica dovuta alla traspirazione, clic i licheni subiscono durante la siccità, le funzioni assimilataci restano sospese e le sostanze di riserva vengono lentamente consumate, mentre si riformano quando i talli riprendono la loro vita vegetativa dopo una pioggia. Il Tobler, nel lavoro su citato, osserva anch'egli una perio- dicità nella presenza dell'amido nei licheni. Infatti, mentre in numerose ricerche fatte in Xanthoria parictina nei mesi giugno-ago- sto iq22 e febbraio maggio 1023, trovò solo granuli piccoli e poco distinti, nel mese di ottobre, talli della stessa specie e rac- colti nelle stesse località (di Norvegia, Germania, Italia), rivela- rono la presenza di molto amido in granuli grossi, poligonali o ovoidali. L'A. conclude che l'amido è presente in notevole quan- tità nei licheni durante l'autunno, mentre diminuisce o scompare nelle altre stagioni. Conferma inoltre le esperienze da me fatte, che dimostrano esservi una correlazione fra luce e formazione di amido. Di più sottopone l'amido dei licheni all'azione della ptialina e constata che i granuli vi si sciolgono in 24. ore a 30 gradi circa : i granuli autunnali più piccoli scompaiono presto e interamente, i più grossi vengono impiccoliti o ridotti al solo contorno ; i granuli primaverili minuti sono più lenti nella loro trasformazione e, o si sciolgono, o cambiano di forma. La solu- zione di iodio colora questi granuli intaccati dalla ptialina in rossastro, come era da aspettarsi, avendo essi subita la trasfor- mazione parziale o totale dell'amido in destrina. Il Prof. Tobler dice inoltre : « Die Angabe Mamelis i'iber das Vorkommen der Korner ausserhalbe der Gonidien kaum ich bestntigen » e spiega la presenza dei granuli d'amido esterni, ma vicinissimi ai gonidi, con l'emigrazione attraverso la mem- brana gonidiale dell'amido reso solubile, e successiva conden- sazione di esso all'esterno, come avviene nelle Floridee, dove la condensazione dell'amido avviene fuori del cromatoforo nella sta- gione più calda e più luminosa. « Il fungo circonda e solubi- lizza tali granuli » e quest'ipotesi avvalora l'A. con l'osserva- 13 zione che le ite licheniche sono capaci di intaccare i granuli d'amido, per es., di riso, che vengono messi loro vicini. A proposito della presenza periodica dell'amido nei licheni ricorderò che anche pei muschi si negò da vari autori che con- tenessero amido, mentre si dimostrò poi che quest'idrato di car- bonio costituisce una sostanza di riserva molto diffusa nelle Briofite. Inoltre, la presenza dell'amido nei muschi è. come pei. licheni, in stretta relazione con il tipo di stazione in cui vivono. * Xon è neppure da prendere in considerazione la supposizione che fa la Sig.ra Cengia-Sambo, che cercando l'amido nei licheni si possa essere tratti in errore interpetrando come granuli i clo- roplasti dei gonidi, mascherati dalle membrane che si colorano in roseo-viola con iodio, o i «punti scuri* (dei quali l'A. non precisa la naturai delle alghe del genere Stychococcus. Xon avendo trovato l'amido nei licheni la Sig.ra Cengia Sambo formula un'ipotesi assai artificiosa, che cioè l'olio sia il primo prodotto della fotosintesi nei gonidi, che le ife lo assorbano per mezzo degli austori e che lo trasmettano agli aschi, dove prima viene trasformato in glicogeno, poi di nuovo in olio. Oltre che artificiosa quest'ipotesi non è accompagnata da nessun dato spe- rimentale ed è in contraddizione con fatti da tempo acquisiti alla scienza. Per es., sarebbe stato indispensabile vedere se questo presunto primo prodotto della fotosintesi scompare al buio. Da mie ricerche su talli di Anaptychia ciliaris tenuti al buio per un mese, risultò che, mentre l'amido era scomparso, la sostanza grassa era ancora presente, sia nei gonidi, sia nelle ife. Inoltre è noto che non è necessaria la vita simbiotica perchè i funghi formino sostanze grasse, giacché in tutti i gruppi dei funghi superiori sono contenute grosse goccie oleose, sia nelle spore e nei gonidi, sia nel lume delle ife. la produzione di que- sta sostanza di riserva è sempre accompagnata da una lipasi.. Dunque non è necessario invocare un presunto assorbimento dei grassi per mezzo di austori penetranti nei gonidi, anche perchè la penetrazione di austori si verifica raramente nei licheni, come 14 dimostrai in un precedente lavoro (i). tnoltre Fùnfstfick (2), nei suoi lavori sui licheni oleiferi, dimostrò con esperienze di fisio- logia e con osservazioni microscopiche che non v'è relazione fra la presenza di grasso nelle ife e la funzione assimilatricc dèi gonidi. Osservò fra l'altro che nei licheni crostosi endolitici da lui studiati le ife che stanno immediate ai gonidi non contengono grass.; soltanto ad una certa distanza dallo strato gonidiale si riscontra poco a poco del grasso nelle ife. Tutti questi dati dimostrano essere erronea l'ipotesi della for- mazione d'olio per via fotosintetica dei gonidi e della sua tras- migra/ioni» per mezzo di austori nelle ife e negli ascili. Noterò inoltre che il solo reattivo usato dalla Sig.ra Cengia - Sambo per svelare le sostanze grasse nei licheni fu il perossido d'osmio, che, come é noto, viene ridotto da molte sostanze e, spe- cialmente agendo sui gonidi contenenti clorofilla, può essere mol- to facilmente causa d'errore. Per ciò che riguarda le sostanze contenute negli aschi dei li- cheni e la natura della loro membrana, i risultati ottenuti dalla Sig.ra Cengia-Sambo hanno il difetto di essere basati su una sola reazione chimica troppo semplicista e « bornie à tout faire come la reazione con iodio. Inoltre, su una questione da anni tanto controversa e di diffusa trattazione qua!' è quella delle reazioni chimiche degli idrati di carbonio, V A. si sofferma a citare autori di oltre 30 anni or sono. Cosi, afferma senz' al- tro essere glicogeno e non, per es., amilodestrina la sostan- za che si colora in rosso con iodio negli aschi, perchè secon- do Van Tieghem ( 1 89 1 ) « le amilodestrine tipiche si colorano con iodio in rosso ma che scompare a caldo ma non ritorna a fred- do ». Ora, è noto che le ricerche moderne sulla chimica delle ] Xi]| 11 E., Nòte cri t iclie ad alcune moderne teorie sulla natura del consorzio lichenico A.ttì dell'Istituto Botanico dell'Univ. di Pavia, voi. XVII, pag. 209-225 1 1920]!. (2) Fi NFSTUCK M.. Die Fettàbscheidungen der Kalkflechien (Beitr. /.. wissen- schaft. Bot., T, 150 (1896) e: Weitere Untersuchungen iiber die etc. (Bot. Un- ters. Fest9Chrift fùr Schwendener, p. 341. Berlin, 1899). 15 destrinc che vi sono intere serie di sostanze che danno con iodio la stessa reazione del glicogeno e sono le eritrodestrine (delle quali ne vennero isolate tre, contraddistinte con i numeri I, II. Ili) e l'amilodestrìna a (il. Sulla stessa scarsa conoscenza della chimica degli idrati di carbonio si basino molte altre affermazioni della stessa A.,p. es., essere mia l'espressione « amiloide insolubile • , mentre è noto che si conoscono due sorta di amiloide: detti uno solubile e l'altro insolubile per le loro proprietà di solubilità rispetto al- l'acqua. Entrambi si colorano in azzurro con iodio, ma la colo- razione del s :condo scompare per riscaldamento e riappare e freddo (2). Che nell'interno degli aschi dei licheni vi sia un'abbondante sostanza grassa che concorre alla formazione delle spore, è Eatto comune alla microchimica dei funghi e, dato che l'imenio dei licheni ha, nella grande maggioranza dei casi, gli stessi carat- teri morfologici e biologici di quello dei funghi, le osserva/ioni dell' A. su quest'argomento sono una ripetizione molto sommaria delle ricerche di altri autori. Non e chi non veda poi quanto sia artificiosa hi classifica- zione che l'A. fa dei licheni in tre gruppi, a seconda elicgli aschi si colorano più o meno intensamente con perossido d'osmio o con iodio. E ben noto che il valore quantitativo di queste rea- zioni è in stretta dipendenza con lo stadio di matura/ione degli aschi stessi. \'el lavoro sulla polisimbiosi dei licheni a Cianoficee su ci- tato, la Sig.ra Cengia-Sambo arriva a conclusioni importantis- sime con gii stessi metodi semplicisti. Ad esse mi permetto obiettare ; I. — Che non è vero non esservi olio nelle alghe Cianofii (11 Vedasi per maggiori dettagli il mio lavoro precedentemente citato: Sulla dif- ferenziazione del glicogeno, ecc. (2) Bkilstkin, Handbuch ti. org. Chemie. 3 Ami. Voi. I. pag, 1103. i6 ECohl (i) osservò nelle cellule di queste alghe numerose goccio- line di grasso ed io le osservai, per quanto in piccola quantità,. colorandole con Sudan III, nei gonimi dei talli di Collenta pn/po- sitm Ach., C. granosum Wlf. (anche nei cefalodi), C. melaenum Ach., Synechoblastus Vespertilio (Trev.) Krb. e .V. flaccidus Krb. Invece nei goni mi di Leptogium tremelloides (Fr.) Xyl. il Sudan III co- lora uniformemente il cromoplasto senza rivelarvi la presenza di goccie oleose, trattandosi probabilmente di una sostanza lipoide che impregna il cromoplasto. II. — Così pure gli aschi immaturi di molti licheni omeomeri danno reazione nettamente positiva pei grassi, contrariamente a quanto osserva la Sig. Cengia-Sambo. Io la osservai in molte specie ed è logico sia così, poiché più tardi, nelle spore mature, si trova abbondante olio. III. — La Sig.ra Cengia-Sambo dice di non aver ottenuta la colorazione rosso-mogano del glicogene nel tallo dei licheni omeomeri. E l'errore è spiegato, avendo usato una soluzione di iodio al 0,5 °/0. Xel mio lavoro su citato io osservai appunto che non sempre, con soluzioni molto diluite si riesce a svelare il glicogene nel tallo dei licheni omeomeri e che si può giungere, senza tema di eccedere, ad una concentrazione dell' 1 ° 0. Facendo agire tale soluzione, è impossibile non ottenere la colorazione rosso-sanguigna, rosso-amaranto, rosso-mattone o rosso-mogano del tallo, senza alcun previo trattamento, in molti licheni omeo- meri, reazione che io confermai con altre microchimiche ed in vitro. Neanche nelle alghe Cianoficee libere la Sig.ra Cengia-Sambo trova glicogene, eppure ne sospettò la presenza Errerà e Hegler (2) la dimostrò in molte specie. IV. — Una scoperta notevole fatta dalla Sig.ra Cengia-Sambo è quella della presenza di « un grosso bacteric » del genere Azo- tobacter nelle alghe Cianoficee dei talli di Nostoc commune e di (I) KoHLF, G., Organographie unii Pìiysiologie der Cyanopiiyceenzelle. Jena> I9°3- (2 1 HEGLER R., Untersuchnngcn i'tber die Organisation der Phycochromaceenzcl- le Jahrb. wiss. Botan 36, 229 (1901). Collenta pulposum. Peccato che, per dimostrarne la presenza, l'A. si sia limitata alla sola colora/ione con blcu di metilene e non si sia data la pena di tentarne la coltura ! I presunti bacteri non sono altra cosa che granuli di cianoficina, la sostanza di riser- va delle Cianoficee, visibilissimi in tutte o quasi le cellule di queste alghe e nei gonimi dei licheni omeomeri. Anche i granu- li di cianoficina si colorano bene con bleu di metilene, ciò che spiega in parte l'errore dell'A. In speciali ricerche non ancora pubblicate, ch'io feci su questi corpi, in Omphalaria pulvinata, tro- vai fra l'altro che si colorano intensamente in rosso-scuro con Sudan III ; contengono quindi con molta probabilità una sostanza lipoide. V. — Che i lichenologi siano sempre stati intesi allo studio del- la morfologia e della sistematica e per questo non abbiano sco- perto i bacteri delle Cianoficee, è un'altra affermazione non ri- spondente a verità. Solo i lavori di biologia e di microchimica dei licheni apparsi nell'ultimo decennio ammontano a oltre un centinaio e fra essi v'è un cospicuo gruppo di studi dei coniugi Morcau, che si occuparono diffusamente della struttura delle Pel- tigeracee. Uno di tali contributi (i) tratta appunto delle Cianofi- cee simbionti di questi licheni e, per quanto ne analizzi la fine struttura, non fa menzione di bacteri simbionti. Il (ruillermond (2), autori' di numerosi lavori di citologia, studiò anch'egli le Cianoficee e non vi trovò mai bacteri. Date le considerazioni precedenti, cade tutto l'artificioso cas- tello elevato dall'A. di polisimbiosi con bacteri, nelle quali i ce- falodi avrebbero l'importante ufficio di fabbricatori di azoto, al- la pari delle Leguminose. 1 MORE VU F. La strutture des Cyanophyceés sytnbiotes des Peltigèracées (Bull. Soc. Bot. de Krance, 63, 2- 1 CrUILLERMOND, in k--\ . l, 11. de Botanique . T8 IT"' . [Estación Experimental • Chaparra ' cu/Ovo de la catta >i< aiutar. San Manuel, Oriente (Cuba) - Novembre 1924 . CENGIA SA/yìBO M. ANCORA DEL PRETESO AMI- lx ) NE] LICHENI. Anche Ir. Tobler(i)ha creduto opportuno di controllare, data la grande importanza dell'argomento, le ricerche della Mameli (2) hi quale nel 19:9 ha pubblicato che numerosi licheni, sia freschi che disseccati, conterrebbero dei granuli di amido prodotto della loro fotesintesi. Il Tobler mostra, ora, di ignorare un mio lavoro (3) del '22 nel quale io sono venuta alla conclusione, fra le altre, che le specie lichcniche esaminate dalla Mi e in generale i licheni non elaborano amido affatto. Sarebbe bene che si tenesse conto sempre e da tutti, nei no- stri studi, delle pubblicazioni dei maggiori periodici, anche ita- liani, le cui indicazioni bibliografiche sono riportate dalle riviste internazionali : per limitarmi all'argomento della biologia dei li- cheni noterò ancora, p. e., che H. Ziegenspeck (4) occupandosi della sostanza degli aschi non tiene conto né del lavoro della M. nò di quello mio. M. aveva visto in Anaplychia a'/iaris (L.) dei granuli di amido perfino di 6-8 u e vi aveva riconosciuta chiaramente la croce nera alla luce polarizzata ; in Xant/wria pai ie/ina (L.) e in altri, sia secchi che freschi, aveva visto granuli più piccoli colorabili con Jodio : io ho messo in evidenza (3) che i granuli colorabili erano alghe giovani o gusci di alghe vecchie e che la croce nera non era altro che la lacerazione in forma di croce della membrana dell'alga madre. Il Tobler, dunque, riferisce di aver condotte le sue ricerche (1) TOBLER F., Vorkommcti miti Abbcm voti Flechtenttarke (Ber. der Deut. Bot. Ges., Bd. XLI, 1923). (2) MAMELI E., Ricerche lisiologiclie sui Licheni (Atti Ist. Bot. Pavia, n. s. voi. XVII. 1919). (j) CsNGIA-SAMBO M., Note di bio-chimica un Licheni X. <;. Bot., n. s., voi. XXIX. 1022 . 14; ZiKGli.SSlMXK II., Ùber /od unUr BUiufarbung etc. (Ber. Deut. Bot. (ìe:-.. }'.. XI. II. II 4. 1924). 19 sull'unico lichene Xanthoria parie/ina che è uno di quelli studiati dalla M. e da me controllati. Egli mette in chiara evidenza che le conclusioni alle quali doveva arrivare dopo «lue Lunghi periodi di ricerche erano nega- tive. Dice infatti io fui molto perplesso quando nei mesi giugno-agosto 22 e febbraio-maggio -m trovai in buoni talli del lichene provenienti dalle più diverse contrade, e dai più diversi habitat delle granulazioni molto meno appariscenti, mollo meno grandi e molto meno numerose di quelle corrispondenti alla descrizione della M. ». Il materiale era fresco e proveniente dalla Germania, dall'Italia e dalla Norvegia. E, continua « ad onta di questi risultati non in armonia con quelli della M. io continuai le ricerche con qualche interruzione e finalmente in ottobre mi riuscì dopo due mesi di intervallo di ottenere un risultato completamente diverso » e cioè di vedere granuli perfino di 8-6 u, più numerosi, per lo più colorabili net- tamente con I e di forma poligonale od ovale, meglio colorabili che in principio dell'anno, mentre aveva detto, riferendosi a quel periodo di tempo, « i risultati della M. non mi sembrarono proprio compleiamente attendibili in quanto che la dimostrazione della na- tura dell'amido io non potei fare in modo sicuro ». A questo punto il T. conclude che soltanto in antunno è presente l'amido nei licheni. Osservo intanto che le ricerche del T. confermano le mie in quanto che queste furono condotte da gennaio ad aprile ( 1 ) e ad onta della conclusione per l'ottobre contraddicono ciucile della M. che avendo adoperato materiale secco e molto numeroso, an- che se fresco, non avrà sempre esaminati esemplari di autunno ; inoltre M. trova invariati i granuli in licheni da tempo disseccati e in Xanthoria parieiina anche dopo un mese di oscurità e sec- chezza, mentre T. dice che Xanthoria parieiina dopo tenuta all'o- scuro non presentava più amido. Benché io avessi trovato in Xantoria pai iciina e in altri licheni 1 l Ibngia-Sambo M., 1. e. la presenza «li un olio nell'interno delle alghe, è avessi forimi- lato a partire da ciò una mia ipotesi, pure mi parve di dover attendere l'autunno per cogliere il momento della improvvisa comparsa dell'amido o le cause di errore. Aspettai che passassero due giorni dalla prima pioggia ab- bondante autunnale e poi cominciai a osservare esemplari di Xan- thoria parietina del territorio di Firenze, cercando l'amido con I col metodo migliore cioè con la soluzione di Lugol all' \ °/0. Riporto le mie osservazioni. Si rivelano le solite colorazioni: bleu virante al rosso negli aschi, gialla per le spore, viola per le membrane delle alghe. Noto però che anche le alghe sono in attivo ringiovanimento e quindi si vedono molti gusci vuoti di alghe vecchie e molte giovani alghe, più piccole, ancora incolori o quasi, che diventano viola coni.; il viola delle alghe tende al bleu più delle altre volte ; noto ancora numerose goccie oleose nelle spore, goccie che diventano scure e possono sembrare bleu dopo trattamento con I. : scaldo allora a debole calore e osservo (con 8 * e oculare 5 Koristka) che le goccie rimangono scure tanto a caldo che a freddo (dunque non possono essere granuli di a- mido) e che le membrane perdono la colorazione viola che non ritorna a freddo (dunque una amilcdestrina). Esamino poi anche Physcia stellaris (L.) fresca e ottengo gli stessi risultati. Per scrupolo metto anche a decolorare in alcool assoluto dei talli di Xanthoria parietina e di Physcia stellaris e dopo 4 giorni ripeto l'esame : noto che ci sono bensì dei corpuscoli nelle alghe che possono sembrare pirosomi per la forma, ma la reazione con I è assolutamente negativa per l'amido; mentre le alghe protococ- cinee libere con trattamento identico lasciano vedere (1) piccoli granuli di amido nell'interno, le stesse alghe in simbiosi lichenica non presentano granuli d'amido nò all'interno né all'esterno. E che cosa può aver fatto credere al T. di aver trovato l'amido in Xanthoria parietina ? Siccome col metodo dell'I egli non aveva (1) Cencia-Samuo M.. 1. e. 21 potuto fare in modo sicuro la dimostrazione della natura dell'amido, egli ha cercato, dice, di confermare che i granuli coloratisi in ottobre collo stesso metodo erano di amido ricorrendo al me- todo della ptialina (i) che solubilizza l'amido idrolizzandolo. I prodotti di idrolisi non si tingono più con I in bleu, ma in rosso, Egli fa la prova su un campione di lichene e contempora- neamente una prova di controllo su dell'amido di riso. Naturai-" mente la prova riesce su l'amido di riso e si capisce : dall'amido si forma 1 amilodestrina tipica che assume con I una colorazione rossa; e in rosso gli si colorano per la stessa ragione anche le membrane delle alghe che io ho dimostrato essere un'amilode- strina, membrane che constano di più strati. Tu autunno le alghe sono, come ho detto, in gran ringiova- nimento e quindi sono presenti nel tallo molte alghe giovani piccolissime, non tutte ancora verdi, e la loro membrana con I si colora di un viola tendente al bleu (ma che sparisce a caldo e non ritorna a freddo) e queste piccole alghe si trovano talora in piccoli gruppi e possono simulare "granulazioni di amido. Il T., benché si sia limitato a osservare la sola Xanthorìa parietina, senza ricercare ìwjAnaptychia ci/iaris i granuli di amido che avevano mostrato alla M. persino la croce nera, trascurando le contraddizioni notate sopra, costruisce una ipotesi sulla bio- logia di tutti i licheni nella quale, per non dire altro, non tiene in nessun conto gli austori. E noto per lavori antichi e recenti (2) che Tifa fungina penetra nell'alga con uno o più elementi mo- dificati (gli austori) e questi organi hanno hi funzione di pren- dere il nutrimento elaborato dall'alga. (1) Schmeider ZlMMBRMANN, Mikrotechnìck, pag. 350 (1922), (2) FUNFSTUCK in Pllanzenfnniilien : FUchten. ii PAMPANINI R. -- UN MANIPOLO Di PIANTE DELLA TRIPOLITANIA e DELL'ISOLA DI RODI. Sono esemplari che si trovano negli erbari dell'Istituto Bo- tanico di Firenze : Krbario Webb ed Erbario Centrale. TRII'OI.I TANIA (i) Altra volta ho illustrato le piante raccolte da Dickson nei dintorni di Tripoli nel 1S27, intercalate nell'Erbario Webb, ed in seguito ne pubblicai qualche altra sfuggitami nelle mie pri- me ricerche (2). Oggi posso aggiungere ad esse anche : Setaria viridis (L.) P. B. — In seguito fu raccolta, pure nel- l'oasi di Tripoli, da Spigai (1884-1888) e poi, nel 1 gì 1, dal Clio A. Vaccari (3). Polygpnum nodosum Pers. var. lanccolatum Aschers. et Graebn. f. laxum (Rchb.) Aschcrs. et (iraebn. — Nuovo, anche come specie, per la Libia. G. F. S. Elliot dal 6 al 12 gennaio 1892 erborizzò nei din- torni di Tripoli e qualcuna delle sue piante fu pubblicata da Durand e Barratte nel loro « Florae libycae prodromus » , e qualche altra da me che l'avevo osservata nell'Erbario Centra- le (4). In questo figurano ancora della stessa collezione : Rume.x bucephahphorus L. (n. 3210) Emex spinosus L. (n. 3109) Suaeda fruticosa L. (n.3190) Sileno succulenta Forsk. (n. 3169) Calycotome intermedia Presi (n. 3205) Pituranthus tortuosus Benth. et Hook. (11. 31 19) ili A quanto mi scrive (19. XII. 1924 1 da Bengasi il Dott. H. Scaetta, del R. Ufficio Agrario della Cirenaica, egli raccolse a Tocra 1 Cirenaica) il Vitex Agnus- Castus L. Finora non era stato segnalato della Libia. I2i PAMPANINI R., Un'antica collezione di piante tripolitane iBull. Soc. hot. it., 1914, p. ;(> . (3) PAMPANINI R., Planine tripolitanae, p. 37. Firenze, 1914. 1 DURAND F. et Bakattk <ì., Florae libycae prodromus, p. 316-322. Genè- ve, 1910. PAMPANINI R., Piantar tripolitanae, p. 143, 218; Note botaniche (Bull. Soc. bot. it., 19 15, p. ()(> ; Alcune piante della Libia (ibid., 1920, p. 201. 23 Malcolmia aegyptiaca var. longisiliqua Coss. (n. 3 141) Eruca satira L. (n. 3193) lùhiochilon fruticosum Desf. (3108) Samolus Valertmdì L. (n. 3202) (1) Tutte sono state precedentemente raccolte nella stessa località anche da altri. Malcolmia confusa Boiss. (n. 3103) — Allora nuova ; inseguito poi raccolta in Tri poli tania anche nel 1913 e nel 19 14 dal Co. Ilo A. Vaccari (2). RODI In un mio recente articolo sulla flora di Rodi osservavo che le collezioni di Aucher-Eloy nel 1832 («Herbier d'Orient»), di Bourgeau nel 1870 (« Plantes de l'Ile de Rhodes ») e di Forsyth - Major nel 1886 («Plantae Rhodo, Karpathos, Samos et Asia mi- nore auspice W. Barbey lectae aprili-augusto 1886») erano — come anche quelle di Pichler (1883) e di Heldreich (1 845-1 846) — incompletamente note, e che certo altre piante di esse si trova- vano nei grandi Erbari, probabilmente anche in quelli di Fi- renze. Appunto nell'Erbario Centrale fiorentino rintracciai alcuni nu- meri di queste collezioni di Ancher-Eloy, di Bourgeau e di For- syth-Maior, che apportano qualche nuovo dato per la cronologia della flora rodiota ed anche qualche aggiunta all'elenco delle pian- te vascolari note dell'isola (3). Sono : Phalarìs paradoxa L. — Presso Salakos. 9 - VI 1870 (Bourgeau n. 1541). Mazzocchi-Alemanni, 1922 ; Fiori, 1923. 1 1 1 Ad Ain Zara. 2 Misurata a Ras Zurug ed a liu Sceifa nel 1913 ; di nuovo a Misurata ed ap- punto anche a Tripoli nel 1914. fBÉGOTNOT A. e Vaccari A., Terso contributo alla Fiora della Libia 1 Annali di Botanica, voi. XII, 1913, p. 103 ; Quarto contributo alla Flora della Libia ibid., voi. XIII, 1914, p. 21 . 3 PAMPANINl R., U esplorazione botanica dell'isola di Rodi dal 17(11 ai lnJJ L'Universo, voi. IV, 1923, p. 8591. FIORI A., Contributo alla flora di Rodi e catalogo delle piante rase, 'lari nuota note di quell'isola Annali del R. Istituto forestale nazionale, voi. IX. 1024 . 24 Lagurus ovatus L. — Rodi, 1832 (Aucher-Elqy, n. 2969). Mazzocchi-Alemanni, 19-2 ; Fiori, 1923. Cyperus capìtatus Vand. (C. aegyptiacus Glox) — Rodi, 1832 (Auchcr-Eloy, n. 3693). — Presso Rodi, 7-V-1870 (Bourgeau, n. 14.)). Nuovo per la Flora di Rodi. Gagea rhodiaea A. Terr. in «Boll. Soc. Ort. Palermo,), voi. II, 1904, p. 61. Rodi, 15 aprile (Forsyth-Major, n. 66 1 [G. reticuMd^, Non figura nei due lavori suddetti. Stiene sedoidcs Poir. — Presso Rodi, 14 -V- 1870 (Bourgeau, n. 11). Vaccari, 1912 ; Fiori, 1923. Ononis Natrix L. var. microphylla Boiss. — Presso Rodi, 1 - V — VII- 1870 (Bourgeau, n. 32). Vaccari, 19 12 ; Mazzocchi-Alemanni, 1922 ; Fiori, 1923. Ononis Natrix var. ramosissima (Desf.) Rchb. — Rodi, 1832 (Aucher-Eloy, n. 11 38). Nuova per la Flora di Rodi. Differisce dalla varietà precedente per le foglioline più strette. Lotus creticus L. var. cytisoides (L.) Boiss. — Presso Rodi, 1870 (Bourgeau, n. 21). Pichler, 1883 ; Vaccari, 1912. Bisseru/a Pelecinus L. — Rodi, 1832 (Aucher-Eloy, r>. 1189Ì. Bourgeau, 1870; Pichler, 1883. Convolvulus althaeoides L. — Rodi, 1832 (Aucher-Eloy, n. 1395). Bourgeau, 1870 ; Mazzocchi-Alemanni, 1922. Hyosciamus albns L. — Rodi, 1832 (Aucher-Eloy, n. 2474). Forskal, 1761 ; Cimini, 1922. TJvnnus capitatus Hoffm. et Lk. — Presso Mixi, 24 - VI - 1870 (Bourgeau, n. 132). Vaccari, 1912; Mazzocchi-Alemanni, 1922; Fiori, 1923. Asperula lutea Sibth. var. rigida Boiss. — Presso Salakos, 1 7 - VI- 1870 (Bourgeau, 73). Mazzocchi-Alemanni, 1922 ; Fiori, 1923. 25 SIBILI A C. - NOTE DI TERATOLOGIA VEGETALE. In alcune escursioni botaniche fatte in questi ultimi anni ebbi occasione di raccogliere alcuni individui teratologici che qui descrivo, non avendone trovato, fino ad ora, cenno nella let- teratura botanica. i. CrOCUS Imperati: fiore con perigonio di otto tepali, sta- mi quattro e stimma diviso in quattro lobi. Caso di tetrameria perfetta sorto insieme ad altri due fiori perfettamente normali prodotti dalla medesima pianta. Esemplare raccolto a Roma in località Acqua Traversa nel febbraio 1922. 2. Romulea Bulbocodium : fiore con perigonio di otto tepali e quattro stami. Non potei stabilire con certezza se an- che gli stimmi fossero quattro perchè l'esemplare fu esaminato secco e un po' rovinato. Territorio di Anagni, febbraio 1921. 3. NarciSSUS Tazzetta : saldatura di due fiori facenti parte di una infiorescenza di altri nove fiori perfettamente normali. Il fenomeno, già citato da Penzig, Masters e Worsdell, era pero- complicato da ciò che, dei dodici tepali che componevano il pe- rigonio, uno era interno, giallo nella parte basale, bianco nella porzione distale, e faceva, in certo modo, parte della corona che in quel punto era aperta per far posto al nuovo componente. Esemplare raccolto a Roma in contrada Magliana nel mar- zo 19.21. 4. Osyris alba : fasciazione del fusto. Esemplare rinvenu- to nell'agosto i'j24 a Collepardo (prov. di Roma) in terreno calcareo dove la maggior parte della vegetazione era rappresen- tata da Osvris. L'unico esemplare fasciato, giovane getto di un rado cespuglio, era lungo cm. 40, in basso cilindrico, a circa cm. io dal suolo cominciava ad appiattirsi per terminare all'e- stremità superiore, ravvolta a pastorale, completamente fasciato A poco più della metà della lunghezza nasceva un piccolo ramo perfettamente normale. Sulla porzione fasciata erano inserite nu- merose foglioline del tutto normali. Escludo che questa anomalia sia dovuta ad azione di paras- siti vegetali o animali. Anche questo caso non é ricordato nel- l'ultima edizione del Penzig. 26 FEDTSCHENKO B. A. SUL R.ANUNCULUS CHA1- FANJi 'XII DANGUY . Nell'ottimo lavoro di A. Finet e F. Gagnepaih : Contributìons à la fiore de /'.Asie orientale d'aprés VHerbier du Musèutn de Paris (Bulletta de la Société Botanique de France, 1903-4) troviamo alla fine dell'enumerazione di tutte le specie asiatiche del genere Ranunculus la descrizione della nuova specie/?. Chaffanjonii Danguy inserita tra le specie incertae sedis (1904 pag. 322). Questa specie raccolta dal Chaffanjon nei dintorni di Taschkent 4. IV '. 1895 e sul- l'Ak-tasch (evidentemente le montagne Ak-tasch a X. E. di Ta- schkent) 7. IV dello stesso anno, vi è comparata al R. oXysper- mus Wìlld. L'esame attento della descrizione abbastanza ampia della nuova specie (all'autore sono rimasti sconosciuti solamente i frutti) mi fa concludere che questa pianta era descritta già nel dal E. Regel ed J. Schmalhausen col nome R. Olgae Rgl. et Schmalh. (1) sui materiali raccolti nel 1 8 70 dalla signora O. A. Fedtschenko nella regione di Samarkand. In seguito essa fu rac- colta nella regione del Syr-Darja a levante di Taschkent (Kra- snovodopadskoe opytnoe pole, 19 17 !) : nella giogaia di montagne di Rissar (Amankutan, 19 15: 0. A. e B. A. Fedtschenko /), al al passo di Mura (A. Regel J) nel Boucnara, le montagne Kugi- tang (M. G. Vopoff!) Denau (Golbek), Guzharskoe bekstwo [Mi- chel son .'). Poco dopo la pubblicazione della descrizione del R. Olgae Rgl. et Schmalh. compare quella d'una altra specie ad essa vi- cina e probabilmente identica: il R. afghanicus Aitch. et Ilemsl. (2). Ma, in ogni caso, la priorità appartiene al nome R. Olgae. Anche per un'altra pianta, X Angelica ternata Rgl. et Schmalh. (= A. Strattoniana Aitch.), pure descritta nelle citate due opere 1 FEDTSCHBNKO A. P., Viaggio nel Turkestan fase. 18. E. Hegel, Descrizio- ne di nuove specie «li piante, p. 1. 118811. 1 A.ITCHISON, Te Botany ef Kurram Volley Journ. Linn. Soc. London, XIX, 1 1 ■ 2 p. 148. -: fu dimostrato dalla signora O. A. Fedtschenko (D la priorità del nome imposto da Regel e Schmalhausen su quello datale da Aitchinson. È strano che nell'elenco dei Ranunculus asiatici men- zionati nel citilo lavoro di Finet e Gagnepain non sia ricordato né il A'- Olgae né il A', afghanicus. Probabilmente il A'. Olgae Rgl. et Schmalh. è assai larga- mente diffuso nel Turkestan dai promontori meridionale-occiden- tale del Tianschan fino a Kopet-dagih ed i monti dell'Afghani- stan, e presenta qualche varietà che meriterà di essere oggetto di un prossimo studio. La forma che si trova nelle regioni elevate (per esempio, il passo di Mura) si distingue per essere di minori dimensioni, una minore quantità di fiori e foglie più incise. Notiamo, infine, che nella chiave analitica delle piante della regiotv di Taschkent, stampata nel iu.24 dal M. G. Popoff, il A'. Ckaffanjonii Danguy non è menzionato mentre il A'. Olgae Rgl. et Schmalh. è citato con il nome di A' . afghanicus Aitch. et llemsl. più recente, e quindi la citazione è erronea. BOLZON P. — RICERCHE BOTANICHE NELLA LIGURIA OCCIDENTAL l. — NOIA V. Esse hanno per soggetto il territorio compreso fra Genova I- la piana d' Albenga e che, nell'entroterra, coincide col contili' della provincia di Genova. Tale territorio corrisponde perciò all'Appennino Ligure occi- dentale (da Genova al Colle di Cadibona) e alla, parte delle Al- pi Liguri che va dal Colle di ' 'adii» mi alla piani d'Albenga, restandone esclusa la pari'- più occidentale che da Albenga va al Colle di renda. Non ho compreso anche questa parte perchè botanicamente è già stata illustrata dal Bicknel in Mori. ,,f Bor- dighera and San Remo . — Oltre che il materiale da me raccol- to dal 1918 al 1^24, n° studiato anche quello raccolto dal Cav, 1 Fedtschenko <>. A.., Ripristino della priorità, X<>ta 1 Ani .1.1 Giardino Botanico della Università di Jurjew, voi. 1, pag, 20S. — In russoi. 28 Nicolò Mezzana, che fu per quasi un quarantennio professore nel Liceo di Savona ed è ora direttore del Museo Civico di questa città. Inoltre il prof. Don G. (ìresino ha raccolto per un venten- nio (dal 1903 al 1923) nei dintorni di Varazze e accuratamente studiato un'ingente quantità di piante e mi ha poi gentilmente trasmesso un manoscritto nel quale è esposto l'habitat di circa 1750 entità (comprese le varietà). 1 Ull'esame di questo materiale e anche dalle pubblicazioni ho ricavato un complesso di notizie che potranno servire per la Flo- ra di questa zona. Intanto, in queste note mi limito a riportare le piante che, in base specialmente alla « Flora Analitica d'Italia » del Fiori, mi ri- sultano nuove per la Liguria (quelle precedute da due asterischi) o per la Liguria occidentale (quelle accompagnate da un asteri- sco), oppure che sono in questa molto rare, o che presentano qual- che particolarità rimarchevole rispetto o all'appetenza al terreno, o alle regioni botaniche italiane o a qualche divergenza dalle de- scrizioni degli autori. Qui sotto è riportato l'elenco delle pubblicazioni da me con- sultate e citate nella presente nota : (Béguin. li — BKGUINOT A., l'egetaaionc delle isole Liguri. Annali Mus. Civ. di St. Nat. di Genova, 1907. iBert. 11 — Bertoloni A., Flora italica 1833-1844. B0I2. li — BoLZON P., FI. della prov. di ['arma, ecc. Savona, Ricci 1921. (De Not. I) — De NoTARIS G.. Repertorium Florae Ligttsticae. 1844. iFiori i| — FiORI Adr. e PAOLETTI G., Flora Analitica d'Italia 1896-1908. I. Ediz. 1 1 ;m. I 1 — GENNARI P., Centuria plantari/»! repertorio Florae Ligusticae ad- dendarum R. Accad. Se. di Torino, ser. II. T. XIV 1853. Gres. 1.1 — GRESINO Don GIACOMO, manoscritto. MEezz, herb I) — Mezzana Nicolo, piante raccolte e studiate da lui e da me. (Pari, i) Parlatone, Flora Italiana (continuata da Cantei). 1848-1890. Poli. li — POLLACCI G., L'isola Gallinaria e la sua Flora. Atti Istit. Botan. di Pavia, 1905. Anagvris FOETIDA L. — Indicata dal Nizzardo in giù (Fiori 1 ), ma in tutta la Liguria, a quanto mi risulta, è stata osservata soltanto nelle vicinanze di Noli sui calcari ! (De Not. 1 ; Bert. 1 ; ccid. invece si comporta specialmente come pianta mediterranea, essendovi stata osservata: a Varazze, Celle, Albissolt (Gres, ms.), nei colli calcarei di Spotorno (Mezz. herb.!) e di Yarigotti ! e verso Loano presso il Capo di S. Spi- rito (Bert. i). Quivi presenta poi un marcato polimorsfìsmo quale risulta dalle seguenti forme: B. trìbracfeafus Bolzon, pedi- celli con tre brattee in alto, anziché una alla base e due in alto; rupi calcaree presso Spotorno (Mezz. herb.!) e del sovrastante M. Mao fino alla sua cima! — e. microphyllus Bolzon,./^.;'/"' afoglioline lunghe 4.-6 mm. anziché 1 cm. circa, nei calcari delle alture sopra Yarigotti! — D. COlorafUS Mezzana, piante con //cri. almeno i/i parie, aventi 1 pelali macchiali alla base di colore ocraceo, nei colli calcarei presso Spotorno (Mezz. herb!) — e. robustus Bolzon, legioni maturi lunghi fino a 4 cm. (anziché 3 cm.) ; foglie a pool io- line lunghe può a cm. 1,5 1 anziché 1 cm.) ; pori in parie terminali e in parie laterali (anziché tulli laterali), nel transappennino Savo- nese (regione padana): a Cengio superiore nei luoghi arenosi presso il castello. ! Genista tinctoria L.* |-> humilis (Ten.) — Appenn. Savo- nese al M. S. Giorgio sopra Ellera a 750 ni. e nei prati elevati del M. Ermetta (quivi in forma glabrescens Bolzon, pianta affatto glabra, foglie cigliate). GENISl A PILOSA L. B. COnferta Bolzon — nauta a rami corti, stipali e sdraiati al suolo sul quale forma fitti cuscinetti. Luoghi a- ridi, scoperti e battuti dal vento sopra Madonna della Neve a 1000 m. (Finale). Adattamento alla xerofilia. '* Ulex eukdi'aeus L. — Rara sopra Varazze nel bosco «al Deserto • (Gres. ms.). ( >\< >NIS k.ym< (SISSIMA DESK. — Indicata delle sabbie marittime della Liguria (Fiori); io L'ho osservata nel transappennino Sa- 30 vonese, cioè nelle alture calcaree a est di Barbineto a 750 m. (Calizzano), cioè in piena ragione submontana. O. CENISIA L. — Alpi Liguri: nei colli calcarei a est di Bar- dineto a circa 900 ni. (Calizzano) in fm. con fiori a stendardo roseo e carena biancastra. \2 luglio 1924 flore! MEDICAGO MUREX W ** |i OVATA (Carm.) — Nelle vici- nanze di Savona a Lrgino in fm. b. microcarpa Rouy. - '■■ M. tNTERTEXTA MlLL. (/. ECHINUS (DC.) — Ad Arenzano i< ircs. m,). MELILOTUS SULCATA Desk, p LEJOSPERMA (POMEL) — Presso Varazze nelle messi a Casanova in fm. b. fishdosa Somm. (Gres, ms.). * * Trigonella corniculata L. — Presso Varazze a Tn- vrea, semel lecta (Gres. ms.). Trieolium hirtum All. — Nel transappennino Savonese : vicino al castello di Cairo ! Era nota della Liguria occidentale (Fiori 1) ma nella regione mediterranea come nei luoghi marit- timi presso Savona (De Net. 1) ma non nella regione padana. * T. ECHINATUM M. B. — Presso Varazze a Invrea (Gres. ms.). T. PRATENSE L. * * b. MICROPHILLUM (Desv.) — Nelle parti elevate del M. Ermetta ! T. xigrescens Viv. * * |3 POLYAXTHEMrM (Ten.) — Lungo la strada da Celle ad Albissola (Gres. ms.). ClRCINUS CIRCTNNATUS 0. KTZE. — È indicato genericamente dal Nizzardo in giù (Fiori 1), ma nella Liguria occid. è noto uni- camente di colli di Pegli (Bert. 1.) dove in seguito non è più stato osservato. ANTHYLLIS M^XIAXA L. — Non è indicato dagli autori come propio anche della regione mediterranea (Fiori 1 ), ma nella Li- guria occid. si spinge anche in questa, cioè nei colli sopra Spo- torno a 350 m. e sopra Pietra Ligure presso Ranzi a 400 m.! Nella Liguria accid. poi, si comporta come calcicola esclusiva. ** Lotus hispidus Desf. — Presso Varazze alla Mola (Gres. ms.). L. CRETICUS L. — E indicato dagli autori genericamente anche 3* della Liguria (Fiori i) ma quivi astato osservato unicamente al Capo Noli (Bert. i ; Gres. ms. e non altrove). ** ORNITHOPUS PERPUSILLUS i.. — Nell'Appenn. Savonese: sopra Santuario fra M. Cucco e M. I astellazzo a 350 m., Mag- gio 1920, fructu !. LATHYRUS ANGULATUS L. p. p. — Nei luoghi coltivati a Sa- vona (Mezz. herb. !) e nel vicino M. Madonna degli Angioli !. - L. VKNKrus Hai.!.. i:i W'hi.f. — Al M. Ermetta (Gres, ms.); nel transappennino Savonese vicino Cairo nei boschi del M. S. Margherita !. VlCIA STRIATA M. B. — Presso Varazze (Gres, ms.) V. LUTEA !.. 1). VIOLACESCENS FIORI — A Stella Corona nell Appennino Savonese (Gres. ms.). V. PEREGRINA L. — E indicata genericamente anche della Liguria, (Fiori 1) ma, nel tratto fra Albenga e Genova, non è stata osservata ; a oriente di Albenga è indicata soltanto di An- dora (Bcrt. 1). V. sativa L. ;) Cosentini (Guss.) — Lungo la via da Al- bissola ad Ellera (Gres. m.). v CORDATA (WULF.) — Presso Varazze a Invrea (Gres, ms.) EPILOBIUM L. b. GRANDIFLORUM K.KRX. Monte Bonomo sopra Ellera (Gres. ms.). E. PALUSTRE L. — Varazze: Alpicella verso M. Ermetta (Gres, ms.) 1 >i NOTHERA BIENNIS L. — Presso Varazze al Bolsino. sub- pont. (Gras. ms.) ASTRANTIA MINOR L. — È indicata delle Alpi e dell'Appen- nino Tosco-Emiliano boreale (Fiori), ma la lacuna fra le due regio- ni rimane in parte colmata, perchè è stata osservata anche in più luoghi della Liguria, cioè nelle Alpi Liguri al M. C'armo so- pra Loano attorno al Giogo di Giustenice a 1 100-1200 abbond. ! ; nell'Appenn. Ligure occid. sopri Sassello (De Not. 1) e precisa- mente al sovrastante M. I '.egora (Gres, ms.) BUPLEURUM FRUTICOSUM L. — Vicino Albenga alla som- mità dell'isoletta Gallinaria (Poli. 1 ; Béguin. n. B. exaltatum M. B.. Non era noto dell' Appenn. Li- gure; io L'ho osserv.it>> nell'Appetiti. Lig. occcid. : sopra Arenza- no .il passo Gavetta a 700 ra. fino preso la cima del M. Reisa .1 1100 111.. 29 Sett. [923 ti. et fr. Nei pendii asciutti, presso la cima si presenta anche nella im. pseudogramineum m., foglie radicali strettamente lineari convolale e /ioide in piante a fusto alto •w<> c»i. B. GRAMINEUM VlLL. — Appenn. Lig. occid. sopra Varaz- ze al M. Begora (Gres. ms.). B. Gerard] Jacq. — Indicato della Lig. occid. (De Not. 1). Questa non figura in Fiori 1 (per dimenticanza?). l'i NIXJM FLEXUOSUM W i in. - Alpi Liguri: sopra Fina- le nel M. Settepani faggete a 1150 m. in FM. SUBPILOSA m., fusto in basso, per un '/-, circa delia sua lunghezza avente una stri- scia longitudinale di peli patenti, larga quasi 1 ., della circonferenza del fusto. ! PETROSELINUM HORTENSE HOFFM. — Non indicato come spontaneo della Liguria (Fiori), ma è stato osservato nella Lig. occident. nella pianura d'Albenga (Pari. 1) e nell'isola Gàllinaria (Béguin. 1 ). Si si 1.1 anNUUML. — Indicato dei colli aridi e caldi della Li- guria occid. (De Xot. 1) la quale però non è riportata (per di- menticanza?) nella Flora Analit. d'Italia di Fiori. S. LlBANOTIS KOCH B. SAMNITICUM ARC. — Lig. occid. sopra Voltri al M. Martin (Gres, ms.) MeUBI ATHAMANTICUM JACQ. — Indicato dei pascoli ele- vati dell'Appennino Ligure (De Not. 1), il quale però (per di- menticanza?) non è riportato in Fiori 1. Ferula communis L. All'isolotto di Bergeggi nella Liguria occid. (De Xot. 1; Béguinot 1): però la Liguria non fi- gura in Fiori, r. Laserpitum PRUTENICUM L. — Presso Varazze vicino a Pero (I rres. ms.) ANiilklscrs SILVESTRIS HOFFM. |'> NEMÒRÒSÀ (SPR.) — Sopra Ellera al M. Bonomo (Gres. ms.). 33 * Athamax mia CRETENSIS L. — Alpi Liguri: siili.' rupi calcaree del M. Carmo sopra Lo. aio a 1300 m. In Italia è pro- pria delle Alpi (Fiori 1) e così il M. Carni') segna il limite nie- rid. di questa pianta. Oenanthe globulosa I.. - Luoghi palustri del piano d'Albenga verso il mare (Genn. 1). Oenanthe pimpinelloides l. * * {3 peucedanifolia (Pol- lich) — Nelle paludi del pini.» d'Albenga (Genn. 1) — *y \.\- chenau] (Gmel.) - Presso Albenga (Pari. 1). Zizyphus SATIVA Gaertn. - Spont. nei colli sopra Arenzano! Rhamnus A.LPINA L. — Xell'Appenn. Ligure occid. scende anche nella regione submontana come sopra Arenzano al passo Gavetta e nel ÀI. Argentea tino a 600 m. ! Ii.i-.x AquifoLIUM L. — In Fiori 1 non figura della reg. mediterranea ma nella Liguria occid. vi è diffusa, come presso Varazze al Deserto (Gres, ms.), nelle alture presso Savona ! ecc. I.Mi'A 1 ikns NOLI-TANGERE L. — Secondo Fiori 1 è propria esclusivamente della regione montana, ma nel transappennino Savonese si trova anche nella regione submont. e padana, cioè nei boschetti dell'alveo della Bormida fra S. Giuseppe e Cairo ! e così pure presso Mallare (Mezz. herb. !). GerANIUM MACRORRHIZUM L. - Nelle Alpi Liguri: sopra Rialto (Finale) alla Madonna della Neve (Gres. ms.). G. PYRENAICUM BURM. !•'. In Fiori 1 è indicata soltanto della regione montana e alpina, ma nel transappennino Savonese scende anche nella submont tua e padana, cioè: nelle siepi a S. Giuseppe e presso la Bormida a Rocchetta Cairo e presso la stazione di Saliceto ! ( r. NODOSUM L. — È stato escluso dalla regione mediterra- nea (Fiori 1) ma nella Lig. occ. vi appare qua e là come presso Varazze (Gres, ms.), a Santuario presso Savona (Mezzana herb. !), a Veltri lungo il Leira (Bert. 1 ) ecc. ** Oxalis VIOLACEA L. — Inselvatichita in vari luoghi vi- cino a Savona: in via S. Lorenzo (Mezz. herb.!), a Fornaci e Valeggia ! 34 1 ini m austriacum 1.. Indicato nella Li g. occid. soltanto nella reg. mediterranea e sui calcari (Fiori t), ma pare non esclu- sivamente perchè l'ho osservato anche al M. Gavetta sopra A- renzano .t 500-700 m. dove pare non si trovino calcari. Sopra Loano sul M. Ravinet l'ho osservato sui calcari fino a Soo m. ** EUPHORBIA MACULATA 1.. Fra i lanari della ferrovia a Varazze, Savona e Vado (Mezz. herb. !). E. SPINOSA !.. b. LIGUSTICA FIORI — Benché estranea alla Liguria, indico qui le serpentine del M. Ragola (Appenn. Par- mig.-Piacent.) (Confr. Bolz. 1 ). E. DENDROIDES L. — Calcicola esclusiva: infatti manca da Genova a Noli e da qui ! si trova fino circa ad Albenga (Pari. 1 ; De Xot. 1 ; Ale/./., herb. ! ; Béguin'. 1), cioè nella zona dei calcari. MERCURIALIS PERENNIS L. — Discende anche, raramente, nella regione mediterranea, cioè nei dintorni di Yarazzc al Pero, a Cantalupo, ecc. (Gres. ms.). Coriaria MYRTIFOLIA L, — Nella Lio-uria occid. si com- porta come calcicola esclusiva: infatti manca da Genova a Ber- geggi e da qui ! si trova fino all'altezza di Loano dove l'ho os- servato sui calcari del sovrapposto AI. Ravinet fino a 900 m. (Me//, herb.!; Béguin. 1). Primula marginata Curt. — Alpi Liguri : rupi calcaree del M. Carmo sopra Loano a 1300 m. ! — E indicata anche delle Al] ii Marittime e così il M. Carmo segna il suo limite meridio- nale nella penisola. Si ai ice CORDATA L. — Nella Liguria occid. si comporta (almeno prevalentemente) come calcicola: non si trova da Ge- nova a Vado ; incomincia a trovarsi sulle rupi a Capo Vado ! (silice ?) e di qua sui calcari di Bergeggi, Capo Noli, Varigotti (Bert. 1 ; Pari. 1 ; Gres. ms. ; Mezz. herb. ! ; Béguin. i)fìno oltre I'inahuarina sui calcari della Caprazoppa (Mezz. herb. !). ** ECHIUM Schifferi Laxg. — Presso Varazze raro (Gres, ms.). ** PULMONARIA a/urea BESS. — Sopra Varazze al M. Ra- ma ! e al M. Begora (Gres. ms.). 35 ALKANNA TINCTORIA TAUSCH — Indicata della Liguria oc- cid. (Fiori i) dove era stata osservata soltanto al Capo S. Spi- rito (Bert. i): io l'ho osservata nei colli calcarei sopra Ceriale a 200-400 m. abbondante. In essa non è stata osservata altrove. Symphytum ituberosum L. — E' esclusa dalla regione medi- terranea (Fiori 11 ma vi cresce non rara attorno Varazze (Gres. nis.i <■ nelle alture attorno a Savona! Cuscuta planjflora I'k.\. p approximata (Bab.) — Nell'isolotto di Bergoggi (Béguin. 1 ). * * C. AUSTRALIS R. Br. — Presso Varazze (Gres. ms.|. NiCANDRA PHYSALOIDES GAERTN. — Presso Varazze rara (Gres. ms.i. VERBASCUM PULVERULENTUM ViLL. — E' stata esclusa dalla Liguria (Fiori 1) benché fosse stata indicata della Liguria transappennina (De Xot. 1) dove l'ho osservata lungo la Bormida presso S. Giuseppe. E statn osservata anche nella regione me- diterranei della Liguria occid. cioè sopra Finalmarina presso la caverna delle Arene Candide (Me//, herb. !). :;: V. AUSTRIACUM SCHOTT. — Presso Arenzano (Gres. ms.). * V. PHOENICEUM L. — Pascoli montani sopra Arenzano |(ires. ms.), cioè nel versante merid. del M. Reisa a 650 m. ! ** V, PHOENICEO / NIGRUM SCHUL'12 — Pascoli montani sopra Arenzano ((Jres. ms.). Linaria simplex DC. — Vicino Varizotti ! (Me//, herb. !), Spotorno (De Xot. 1 ; Mezz. herb.!) e presso Finalmarina aila Caprazoppa (De Xot. 1). '■■■ L. [TALICA TREV. — Attorno Arenzano, Savona e Caliz- zano ! (Mezz. herb. !). L. GENISTIFOLIA Mll.l.. — Pascoli montani sopra Aivn, (Gres. ms.) cioè nel versante merid. del M. Reisa a 700-850 m.! Antirrhinum Orontium L. p calycinum (Vent.) — So- pra Cogoleto verso Sciarborasca ! e presso Savona in va] Loreto (Mezz. herb. !). MELAMPYRUM CRISTATUM L. * B. ANGUSTISSIMI!*! BOLZOM in FI. Anal. di Fiori, Append. — Nel transappennino Savonese a Ferrania, in t"m. a fusto semplice (Mezz. herb!). 36 EUPHRASIA OFFTCItfALIS L. ** p STRICTA (Unsi) — Sopra Varazze : a Polsino sopra il torrente Teiro e versante settentr. del !-. Forche (Gres, ms.) — ** y NEMOROSA (Pers.) — Presso Varazze ai Piani (Gres, ms.) — * h MINIMA (JACQ.) a. Si iii.i.k ni-.Ki Wst — Presso \Tarazze : vicino la foce del tor- rente Arsocco (Gres, ms.) — e BREVIPILA (BURN. E i GRML.) — •leto : presso il torrente Arresto sopra Invrea e sul M. lo- gora (Gres. ms.). * E. PICTA W'i.MM. — Sopra Varazze a M. Begora (Gres, ms.). RHINANTHUS OVIFUGUS CHAB. — Presso Varazze al Desrrt- 1 (Gres, ms.) ; Alpi Ligure: M. Carmo sopra Loano a 1200 m. ! Kn. DrVAJRJCATUS STERN. — Appenn. Ligure occid. : sopra Varazze al Deserto e sul M. Begora (Gres. ms.). Pedicularis cenisia Gaud. — Alpi Liguri: M. Carmo e M. Settepani a 700-1200 m. ! ** OROBANCHE LUCORUM A. Br. — Sopra Varazze: ai Giovi di Stella su lupinella (Gres. ms.). PAMPANINI R. — A PROPOSITO DI UN PICCOLO ER- BARIO DI G. B. BROCCHI ANDATO PERDUTO. È noto che le collezioni botaniche di G. B. Brocchi si con- servano nel Museo Civico di Passano ( 1 ). Quelle dell'Egitto e della Xubia sono a parte e furono, come pure quelle di Ragusa, illustrate recentemente (2), mentre quelle 1 Ricordo qui che una volta fu proposto — certo da un bello spirito — che il' Museo si disfasse delle Collezioni del Brocchi, e le ^endesse. Contro la proposta si> scagliò il Prof. Lino Vaccari con un articolo che nieritereblie di essere letto da tutti coloro che amano il proprio paese (VACCARI L., I nostri tesori artistici [« Studium », Omaggio al Collegio-Convitto Vinanti. nel XXV anniversario dalla sua fondazione.. Bassano, 27 maggio 1906]). 2 BÉGUINOT A., Le « Plantae Ragusìnae » raccolte da G. B. Brocchi nel 1S21 (Atti e Mem. della R. Accad. di se. lett. ed arti in Padova, voi. XXXV, disp. 4 II919])- BÉGUINOT A. e ZBNARI S., Illustrazione dell'Erbario composto da G. B. Brocchi in Egitto e Muoia (1822-1826) (Mieli A. : Archivio della Storia della Scien- za, voi. II [192»]. P- 65. '85. 33- • CnioVENDA E., Illustrazione dell'Erbario composto da G. B. Brocchi in Egitto e Nubia 1822-1826) Jose. XIII-XIV ilbid., voi. Ili [1922], p. 245 . 37 italiane sono incercalate nell'erbario Parolini nò si conoscono, ad eccezione delle specie che in numero esiguo dal Parolini furono comunicate a Bertoloni e che questi cita nella sua « Flora ita- lica .■>. Credo quindi che non sia senza interesse dare qualche notizia intorno ad un piccolo erbario di piante mantovane e di piante coltivate composto dal Brocchi, e di cui nel 186S venne in possesso il Museo botanico di Firenze. Nel Registro dell'Erbario Centrale fiorentino « Costituzione -ed aumenti, (841-1889 » a pag. 45 è scritto di mano di Parla- tore : ./ dì 11 Agosto 1S68. — Dal Prof. Enrico Paglia (i) di Man- tova n. 105 specie di Mantova Asola e piante coltivale dal fu celebre naturalista (,'. />'. /traccili. Ma le mie ricerche per ritrovare queste piante furono com- pletamente vane ; non ne trovai traccia non solo nell'Erbario Centrale, ma neppure fra le altre collezioni dell'Istituto botanico fiorentino. Ritengo che Parlatore abbia tenuto a parte la piccola colle- zione del Brocchi, perchè forse di esemplari troppo poveri o pri- vi di indicazioni di località e quindi di poco interesse per l'Er- bario Centrale, mentre era importante dal punto di vista storico. Ed infatti, benché figuri fra gli aumenti dell'Erbario non deve averla intercalata poiché nella sua illustrazione delle . Colle- zioni botaniche fiorentine il nome del Brocchi non figura fra i collaboratori dell'Erbario Centrale, e nemmeno quello del Paglia che gli aveva donato l'erbarietto (2). E molto verosimile che la piccola collezione sia andata per- duta dopoché a Parlatore — morto nel 1877 — successe Caruel. Difatti, l'Erbario Zuccagni, che Parlatore aveva tenuto a par- 1 Saccardo P. A., La Botanica in Italia, voi. I, p. 120 : PAGLIA (Enrico!, n. Mantova 13 giugno 1834 ; m. ivi 0 gennaio 1889 Opere: Sulle piante di Sermide, Mantova, 1 S 7 ^ . — Erbe nocive ed utili nel .'■' ano, Mantova, 1S72. — Saggio di studi naturali nel territorio mantovano, Mantova, 1879 (con elenco di 1532 piante mantovane . 121 Parlatore Ph., Les colkctions du Afusée Rovai de Physique e d'Histoire Xat tirelle de Florence aie printemps de MDCCCLXXIV. Florence, 1874. 38 te, fu ripreso da Curaci, il quale vi soelsc le piante non guaste dagli insetti, e, come risulta dal Registro suddetto, Le intercalò nell'Erbario ( Centrale: ( i ) 12 ottobre r88y. — DcUV Erbario Zuccagnì già scartato n. 275 piatiti' varie. È molto probabile che Caruel procedendo all'intercalamento dei materiali che si trovavano fuori dell'Erbario Centrale abbia trovato l'erbarietto del Brocchi in cattive condizioni di conserva- zione e l'abbia elimitato, come per la massima parte dell'erbario Zuccagni. Riporto testualmente la lettera conservata nell'Archivio del- l'Erbario Centrale, che accompagnò a Parlatore le piante del Brocchi, ed il loro elenco ad essa unito : Mantova, io Agosto 1868. Illustre Signor Direttore dell'Erbario centrale Italia no in FIRENZE Conservare le reliquie, che ricordano gli studj dei nostri som- mi naturalisti, anche quando non abbiano queste una particolare importanza scientifica, mi è partita opera pietosa. Epperciò pre- sento e dono per Y Erbario centrale italiano in Firenze, da Lei egregiamente diretto, un Erbarietto di 195 piante raccolte e pre- parate dall'immortale Giambattista Brocchi. E' noto come Egli dimorando a Brescia godesse dell'amicizia del munifico Conte Paolo Iosio, nella di cui villa di Sorbara a pochi chilometri da Asola nel Mantovano, usava di passare gli autunni. La detta compagnia del Conte e d'altri ospiti illustri ricreava al nostro Brocchi gli ozi, tra i quali non trascurava gli studj suoi prediletti ; e ne sono un segno le collezioni d'oggetti naturali, che adornano tuttavia quella villa, e questo stesso Er- barietto, che ebbi la fortuna di ottenere dal gentilissimo Signor 1 Caruel accenna a questo intercalamento anche nel suo resoconto su L'Orto e .,' .!/.> votìssimo Prof. Enrico Paglia 4" ERBARIETTO DI GIAMBA CTIS1 A BROCCHI trovato nella Villa di Sorbara presso Asola mantovana e donato all'Erbario centrale italiano in Firenze 1 . Insinuami officinale 39- 2. Olea ettropaea M. 40. 3- Veronica Teucrium 41. 4- Salvia aurea 41. 5- Salvia officioalis 43- 6. Valeriana officinalis a. 44- 7 ■ Valeriana rubra m. 45- 8. Iris germanica 46. 9« Phalaris pietà 47- IO. Avena freitar 48. i i . Avena elatior a. 49. 12. Avena orientali» 50. i3- Asperula cynanchica a. 5i- 14. Alchemilla volgari S a. 52. '5- Scabiosa sylvatica a. 53- 16. Scabiosa arvensis A. 54- ir- Poterium sanguisorba a. 55- is. Digitalis lutea A. 56. »9- Digitalis epiglotis 57- 20. Ricinus comunis • 58. 21 Asclepias vincetoxicum a. 59* 22. Asclepias fruticosa 60. 23- Solanum pseudo-capsicum 61. 24. Plumbago zeylanica 62. 25 Tradescantia erecta 63. 26. Borrago officinalis M. 64. 2;. Echium volgare a. 65. 28. Cynoglossum linifolium 66. 29. Lycopsis arvensis M. 67. 3o. Lithospermom ])urpureo-coeruleum \. 68. 3i- Lpbelia cardìnalis 69. 32. Convolvulus tricolor 70. 33 ileurom rotundifolium a. 7'- 34 Anethuni graveolens 72 35 Dancus carota a. 73 36 Caucalis grandiflora a. 74 37 Evonimus europeus a. 75 38 Lycopsis bullata :• I vnoglossum officinale a. Lithospermom officinale a. Verbascum phoeniceuni a. Astrantia major a. Statice reticolata a. Viola tricolor a. Vinca major M. Narcissus Jonquilla I Iyacinthus comosum A. Hyacinthus orientalis Gladiolus comunis a. Ornithogalum umbellatum a. Asparagus sativa Asphodelus ramosus Rumex acutus a. Ruinex acetosa A. Allium ursinum M. Daphne laureola M. Polygonum orientale Tropoleum minila Oenothera moltissima Oenothera biennis m. Lychnis flos-cuculi a. Agrostema coronaria Sedum rubrum Arbutus uva-ursi Sa xi fraga cotyledon Rhododendron ferrugineum Gypsophyla pani culata , Cerastium arvense A. Dictamus albns Silene strida , Euphorbia palustris A. . Eopborbia cyparissias a. . Asarom aeuropeum . Spina filipendola M. . Rosa canina a. . Rosa bicolor 4' 77. Philadelphus coronarius 78. Prunus Mahaleb a. "•>. Crataegus oxyacantha a. 80. Rubus fructico.su-. a. 81. Fragaria vesca a. 82. Mespilus germanica m. frulliti- aeuropeus N4. Ranunculus arvensrs a. 85. Nigella sativa 86. Delphinium consolida a. 87. Aquilegia vulgaris 28. Clematis recta a. 89. Clematis vitalba a. 90. Cistus helianthemum a. 91. Chelidonium cornìculatum 92. Thalictrum aquilegifolium a. ■ 13. Menili. 1 gentilis 94. Teucrium montanum M. 95. Teucrium chamaedrys a. 96. Teucrium fruticans 97. Ajuga reputili a. 98. Betonica oftìcinalis M. 99. Laminili Orvala a. joo. Scrophularia canina a. 101. Scrophularia aquatica A. 102. Scrophularia nodosa a. 103. Phlomis tuberosa 104. Galeopsis galeobdolon M. 105. Marubium vulgare a. 106. Stachys sylvatica a. 107. Molucella levis 108. Rhiiianthus erista-galli A. 109. Melissa calamintha a. 110. Leonurus cardiaca m. ili. Satureia montana M. 112. Anthirrinum niajus M. 113. Verbena triphylla 1 14. Verbena aubletia 115. Iberis semperflorens 1 16. Cleome arabica 117. Cheiranthus incanus 118. Alyssum creticum I 19. Draba venia A. J20. Dentaria bulbifera 121. Sinapis grisea 22. Geranìum rìtifolium 23. (ìeranium acetosum 24. (ìeraniimi variegatura 25. Gei .unum moscatum 26. I h ranium sanguineum m. 27. Anthyllis vulneraria a. 28. Anthyllis tetraphylla j>i. [rifolfum agrariura a. 30. Tri foli uni arvense A. 31. < irobus aiger m. 32. 1 Irobus vernus m. 33. Cytisus hirsutus 34. Cytisus sessilifolius 35. Genista tinctorìa a. 36. Genista germanica m. 37. Latbyrus aphaca a. 38. Lotus corni culatus a. 3u. Lotus siliquosus a. 40. Medicago lupulina a. 41. Hedisarum Onobrichis a. 42. Coronilla Emerus M. 43. Galega oftìcinalis a. 44. Vida dumetorum a. 45. Polygala vulgaris a. 46. Hypericum Androsemum M. 47. Centaurea Cyanus A. 48. Centaurea moscata 49. Zinia niultirlora 50. Cineraria amelloides 5 1 . Crisocoma coma-aurea 52. Bellis hortensis 53. Caucalia sonchifolia 54. Gnaphalium stoechas m. 55. Gomphrena globosa 50. Tagetes erecta 57. Anthemis Valentina 58. Anthemis tinctorìa a. 1 repis barbata bo. Cre]>is rubra 61. Carduus lanceolati!- M . 62. Ilieracium piloselìa a. 63. Hieraciuin murouim M. 64. Anacyclus ralentinus 65. Inula dysenterìca a. 66. Inula hiisiita M. 4 « Serratala tintoria a. u-tin\i perennis 1 hrysanthenmn leucanthenum a. 170. Achillea ageratom 1 ■ 1 . Achillea tomentosa a. \~z. Carthamus tinctorios 173. Echinops strinosi!-; 174. Artemisia campestris a. 175. Artemisia absinthium m. - intolina chamae-cyparissias 177. Tanacetum vulgare A. 17S. Enpatorium cannabina a. 179. Tussilago petasites a. 180. Matricaria partbenium M. 195. Parietaria t8r. Achillea ptarmica [82. Achillea Clavennae [83. (ìomphrena interrupta 184. Senecio Jacobea 185. Hieracium viUosnm 186. Erigeron VÌSCOSUS 187. Orchis pallens 188. Orchis sambucina 189. Orchis militaris m. 190. Urtica dioica A. 191. Amaranthus caudatus 192. Cardiospernium halicacabum 193. Juniperus Sabina 194. Ruscus aculeatus A. offici nalis A. SEZIONE LOMBARDA (MILANO) Adunanza 25 Gennaio 1925 La seduta è aperta alle ore io. Presiede il Presidente Prof. Traverso. Sono pre- senti : Abbado, Allegri, Arnaudi, Brizi, De Marchi Gherini, Fenaroli, Longa, Ma- riani, Montemartini, Pagliani, Rossi, Tenze, Traverso, anche per Alpe, Artini e Menoz/.i. Fenaroli dà lettura del verbale della seduta precedente che viene approvato. Il Presidente dà relazione delle pratiche in corso coll'Abate Bresadola a proposito delle tavole micologiche, circa le quali però non è stato ancora raggiunto un accordo definitivo. Informa quindi di altre pratiche sociali di ordinaria amministrazione. Si dà quindi lettura delle seguenti domande d'ammissione a socio pervenute alla sezione : Bkktel ANGELO, Milano - presentato da Fenaroli e Traverso. Carini GIOVANNI, Brescia - pres. da Traverso e Fenaroli. Curii LUIGI. Milano - pres. da Fenaroli e Rossi. De Marchi GHERINI ACH., Milano - pres. da Fenaroli e Traverso. [SORN1 Paolo, Milano - pres. da Valsecchi e Fenaroli. Fenaroli dà poi notizia di alcune piante da lui raccolte in antesi ai 30 del di- cembre u. s. presso Bormio a 1300 m. e, non prive di qualche interesse per even- 43 tuali osservazioni fenologiche e giustificate solo dalla non comune mitezza dell'attuale stagione. Esse sono : Potentilla verna, Hippocrepis carnosa, Polygala chamaebu.xus var. rhodoptera, Erica carnea, Bellis perennis, Tara.xacitm officinale ssp. vulgate. Vengono poi presentate le seguenti memorie : Fenaroli L. - Nuova stazione di Trientalis europaea in Italia e vote sulla distri- buzione geografica del genere Trientalis. Ciferri R. - A te uni licheni dei Monti Sibillini. Il Dr. Rossi presenta infine agli intervenuti alcune nuove entità di Hieracium da lui raccolte nella regione delle Grigne. Esaurito l'ordine del giorno, la seduta è tolta alle ore 11,30. CIFERRI R. — QUALCHE LICHENE DEI MONTI SIBIL- LINI. Questi pochi licheni, comprendenti 27 specie o varietà e forme diverse, di cui una nuova per la scienza (Lecanora albclla (Pers.) Ach. fm. e.) flavescens mihi), furono raccolti durante l'estate del 191 7 da me, durante diverse escursioni ai Sibillini, e studiati nell'estate dello scorso anno. Per il confronto delle determinazioni, mi servii del materiale delle raccolte lichenologiche classiche conservate presso questo R. Istituto Botanico, e di diverso materiale d'erbario. Per quanto breve, questa nota sarà di una qualche utilità alla conoscenza di quella interessante zona dell'Appennino, poco stu- diata per le crittogame ivi nascenti. 1. — Partitella acetabulum (Neck) Dub. ; latta, Lichenes, in FI. It. Crypt. pag. 214; su un sasso, vicino alle sorgenti del Tronto; su tronco di pino, in un piano sopra le Svolte. 2. — P. fi/tacca (HofFm.) Ach. ; Jatta, 1. e, pag. 208 ; su tronco di castagno, versante umbro del Monte Sibilla. 3. — P. saxatilis (L.) Ach.; Jatta, 1. e, p. j 1 2 ; su roccia cal- carea, vicino alle sorgenti del Tronto. 4. — P. caperata \\..) Ach.; Jatta, 1. e, p. 209; su un macigno calcareo per le Svolte. 5. — l'siiea Iurta 1 Iffm. ; Jatta, 1. e, p. 145; su corteccia di pino, alle Svolte. 44 6. — Belligera rufescens (Yeis.) llffm. ; Jatta, 1. e, p. 1 86 ; su roccia muscosa ed umida alla base, in un piano verso le Svolte. -. — P. canina (L.) Ilffm. ; Jatta, 1. e, p. [88 ; su roccia mu- scosa, vicino al laghetto di Pilato. 8. — Physcia tenella (Se.) Nyl. ; fatta, 1. e, p. 237; su cortec- cia di castagno, oltre l'Infermiccio. 9. — P. stellarti (L.) Fr. ; Jatta, 1. e, p. 236; su un tronco ili quercia, nella strada da Foce a M. Monaco. io. — Peltigera polydaetyla (Neck.) Ilffm. ; Jatta, 1. e, p. 187; su roccia umida e muscosa, accanto al laghetto di Pilato. 11. — Anapiychia ciliaris (L.) Krb. b) albida Muli. 5 Jatta, 1. e, p. 231 ; su corteccia di quercia, luogo la strada da Amandola a M. Monaco. 12. — X. parietina (L.) Th. a) tvpica Jatta, 1. e, p. 226; su corteccia di quercia a M. Monaco. 13. — Xanthorìa parietina (L.) Th. b) aureola (Ach.) Fr. ; Jatta, 1. e, p. 226; su corteccia di quercia ad Est M. Monaco. 14. — Ramalina fraxinea Ach.; Jatta, 1. e, p. 168; su tronco di quercia a M. Monaco, verso Foce. 15. — Lecanora aquatica Krb.; Jatta, 1. e, p. 318; su rupi •calcaree bagnate, nella valletta dell'Infernaccio. 16. — L. subfusca Ach., f) argentata Ach. ; Jatta, 1. e, p. 290; su tronco di castagno, oltre le sorgenti del Tenna. 17. — L. albella (Pers.) Ach. e) florescens mihi — Thallus rlavescens ; apothecia 1 mm., nigrescentia, albocincta — Hab. ad Pini cortices ; M. Sibillinum (Picenum). Oss. Differisce dal tipo per il colore del tallo e degli apoteci. Aschi in media \i. 60; spore ovoidee, jaline, 12-7,5 M- Sulla co- sta del M. Sibilla. 18. — Cladonia furcata (Hds.) Flk. ; Jatta, 1. e, p. 489; su terra muscosa ed umida, nella Pineta oltre le sorgenti del Tenna. 19. — Cladonia endiviae/o'ia (Dcks.) Fr. ; Jatta, 1. e, p. 506; su roccia calcarea nuda e sterile, quasi alla cima del M. Sibilla. 20. — Thallocdema vesciculare (I Iffm.) Mass.; Jatta 1. e, p. 645; su terra muscosa ed umida della Pineta alle Svolte. 45 Oss. Differisce dal tipo per il colore del tallo sopra bruno- cuoio e sotto nerastro. 21. Lecidca enteroleuca Ach. f) granulósa (F\v.) Krb. ; Jatta, 1. e, p. 618; su corteccia di Pino, versante umbro del M. Vettore. Oss. Apoteci neri, 0,5 * 1 mill., a metà immersi nel tallo diffuso, tartareo, verde sporco. Aschi [t. 48 circa: octospori; spore - subellittiche, 9-16 « 7 u. 22. Opeografa varia Pers. a) notha (Ach.) Jatta, . 1. e, p. 728, su un tronco di quercia, vicino a M. Monaco. 23. — Art/ionia vulgaris Schaer. b) radiata (Pers.) Kab. ; Jatta,. 1. C, p. 754 ; su Populus alba, sotto M. Monaco. 24. Endocarpon miniatum (Ach.) Fr. a) leptophyUum Fr. ; Jatta,. 1. e, p. 782 ; su macigno calcareo al M. Vettore, accanto ad una cascatella. 25. Verrucaria parparascens Hffm. b) rosea Mass. ; Jatta, 1. e, p. 815; su macigno calcareo verso la cima del M. Sibilla. Oss. Interessante perchè segnalata solo a Romagnano (Verona). . 26. — Verrucaria rupestris Schrad. ; Jatta, 1. e, p. 813; su un ciottolo calcareo presso le sorgenti del Penna. Oss. Spore giallognole, le più grandi 18 « 12 \n Adottando la> divisione proposta dallo Steiner (Jatta, 1. e, p. Q21) per- le di- mensioni delle spore, per il peritecio immerso ed il tallo con- tinuo sarebbe da ascriversi alla Verrucaria calciscda DC. 27. — Arihropvrenia Cerasi (Schrad.) Mass. ; Jatta, 1. e, p. 877 ; su corteccia di Prunus Cetasus coltivato; dintorni di Amandola. Oss. Aschi octospori, fi,. 80, a spore jaline trisepte, di 14,5 - 17 « 4,5 [i., invece che 18 - ,5 - 6 |x. A'. Istituto Botanico deiV Università di Patio, Dicembre 1^24. 46 FENAROLI L. — NUOVA STAZIONE DI TRIENTALIS EUROPAEA L. IN ITALIA E NOTE SULLA DI- STRIBUZIONE GEOGRAFICA DEL GENERE TRIEN- TALIS. Nella scorsa estate, trovandomi nell'Alta Valtellina per im- pegni professionali ed approfittando di questo mio soggiorno per fare escursioni nella regione Bormiese, ricca di una flora così interessante e varia, quale ci appare dalle memorie di numerosi e valenti botanici che in ogni tempo la esplorarono, ebbi modo di raccogliere numeroso ed interessante materiale che mi ripro- metto in processo di tempo di poter pure render noto. Di ben particolare importanza mi parve però il ritrovamento di una nuova stazione cisalpina di Trie)dalis europaea, per il che ho ritenuto utile ed opportuno di stendere questa breve nota. La località, sita nella Val Viola Bormina, è a circa 1900 m. d'altitudine, sulle pendici settentrionali del Pizzo di Selva, nel lariceto attraversato dal sentiero che conduce dall'Alpe di Orsa all'Alpe di Verva, a circa metà cammino fra queste due alpi e quasi di fronte alle Alpi di Campo. Quivi la Trientalis europaea vegeta assai circoscritta ma ab- bastanza frequente fra massi di gneiss densamente ricoperti di muschi, di felci e di Linnaea borealis, in sottobosco ombroso di Rhododendron ferrugineum, Juniperus nana, Vaccinium myrtillus, l '. vitis idaca, ctc, su terreno umoso a substrato silliceo, in con- dizioni ambientali pertanto (di associazione, tdi altitudine e di terreno) affatto analoghe a quelle di altre stazioni descritte da precedenti autori. * * Il genere Trùntalts, proprio delle regioni temperate ed arti- che dell'emisfero boreale, conta 4 specie assai affini, a distri- buzione geografica però ben distinta e definita : T. americana Pursh., T. iati/olia Hook.. T. ardica Hook, e T. europaea L. s.str., 47 ■già. per l'addietro considerate tutte come semplici varietà della T. europaea !.. s. I. e denominate rispettivamente: T. europaea var. anglisti/olia Torr., var. lati t'olia Gray, var. are fica Ledeb. e var. eurasiatica R. Knuth (i). Di queste, le prime tre specie sono affatto estranee al con- tinente europeo, mentre la quarta è comune alle regioni palear- tiche ed alle regioni occidentali dell'America boreale. Le aree geografiche di distribuzione delle singole specie sono, a grandi linee, le seguenti (2) : T. americana Pursh — Regioni atlantiche e continentali del- l'America /'areale : Labrador, Terranova, Virginia, Alleghany, Pennsylvania. Wisconsin, Manitoba e Saschatchewan. T. latìfolia 1 look. — • Regioni del Pacifico dell' America bo- reale : dalla California all'Oregon ed alle Isole di Vancouver. T. arcièra Hook. — America boreale: dall'Oregon all'Alaska, Isole Aleutine. Asia orientale : Kumciatka, Siberia orientale, Monti del Baikal. T. europaea L. — America boreale : dall'Oregon all'Alaska. Asia : Siberia, dal Kamciatka agli Urali (limite meridionale : Giappone (al Fusi-jama). Manciuria, Dahuria, Monti del Baikal, Aitai, Uralsk). lùiropa : Russia (escluse le provincie meridionali) fino alla Nuova Semlja, Provincie baltiche, Scandinavia fino al Capo Nord, Danimarca, Islanda, Inghilterra, Germania settentrionale. Monti ( 1 Per le sinonimie ed i caratteri differenziali delle specie cfr. Pax in Engler : « Dos Pflanzenreicti ». Heft 22, 313-31»' 1905 . 2 Ai fini di questo lavoro ho potuto consultare od avere diretta conoscenza degli esemplari conservati nei seguenti erbari: Firenze lErb. Centrale, Erb. Chabert, Erb. Levier, Erb. Sommier, Erb, Webbi, Milano Erb. Generale, Erb. Ardissone, Erb. Sor- delli , Padova (Erb. Generalei, Pavia (Erb. Generale. Erb. Comolli, Erb, Gasparrini , Roma iErb. Gene, Erb. Cesati, l'orino lErb. Gen , Trenti (Erb. Porta . Verona Erb. Goiran, Erb. Mangano tti, Erb. Massalongo, Erb. Pollini , Zola Predosa Erb. Bertoloni , Innsbruck \ Herb. Ferdinandeum . Nell'occasione rinnovo qui pertanto i sentimenti della mia gratitudine ai Direttori degli Istituti Botanici ed a tutti coloro che mi for- nirono preziose informazioni facilitando cosi le mie ricerche. Per quanto riguarda le località extraitaliane ben accertate non ho ritenuto di doverle commentare colle cita- zioni bibliografiche e delle exsiceata per ovvie ragioni di brevità ed essendo agevole a chiunque di poterle rintracciare nelle rispettive flore locali ; tali cita/ioni le ho limi- tate alle sole località tuttora dubbie ed a quelle strettamente interessanti la nostra lìora. 48 dell'Europa centrale ad oriente del Reno ed a nord del Danubio (Selva Nera, (mira Franco-Svevo, Selva Turingia, Harz, Selva Bavarese e Boema, Erzgebirge, Sudeti e Carpazi). Ad occidente ed a mezzogiorno della suddetta linea Reno Danubio la Trientalis euro- paea diviene assai rara ed è localizzata in poche e ristrette località nei nostri riguardi quasi tutte transalpine. In oggi infatti essa è nota per: BELGIO E FRANCIA: Àrdenne (dallo Schneifel a Calais : Spa et Malmedy, St-IIubert, Louette-St-Pierre près Xamur, Forèt de \ Valle di Fassa : Circa quest.i località, che per quanto mi consta è tuttora inedita, non mi è stato possibile avere precisi ragguagli ; essa mi risulta : da due exsiccata conservate rispetti- vamente nell'Erb. Webb e nell'Erb. Centrale, ambedue senza data e colla sola indicazione generica « Valle di Fassa*, i cui esemplari furono raccolti dal Dott. Francesco Facchini (1788- 1852) che visse sempre ed esercitò come medico nella Valle di Fassa e fu profondo conoscitore della flora trentina ; e da altra dell'Erb. Generale di Padova (gentilmente illustratami dal Prof. Gola), i cui esemplari già appartenenti all'Erb. Berenger furono raccolti da Rainer (ded. Bracht) e forse anche da Berenger stesso. Rainer Maurizio nob. de Haarbach di Graz (....-1845) fu infatti autore di numerose erborizzazioni compiute intorno al 1830; i suoi esemplari di Trientalis sarebbero passati in processo di tempo ad Alberto de Bracht di Praga (....-1848), capitano dell'esercito austriaco che dimorò pure a lungo nel Veneto, e da questi a Berenger (1815-1895), che da giovane attese pure a molte erbo- rizzazioni nel Veneto ed in tale periodo fu certamente in rela- zione con Bracht. In epoca posteriore il Berenger stesso ebbe forse a raccogliere la Trientalis europaea in Val di Fassa, come è dato a supporre dai suoi esemplari che però sono sempre poverissimi di indicazioni. E da ritenersi pertanto attendibile la data del 1830 per gli esemplari raccolti in questa località dal Rainer, per il che questo sarebbe il primo reperto della Trientalis in Italia. Certamente il Facchini ebbe a scoprirla nella Val di Fassa in epoca assai posteriore ed almeno dopo il 1839, per quanto è dato di arguire dal fatto che il Bertoloni, ancorché in rela- zione con lui, non ricorda questa stazione nella sua Flora Italica, mentre accenna ampiamente a quella della Val Venosta. Appare però strano come il Facchini, residente in luogo, non abbia avuto notizia del reperto del Rainer. Alpe di Tarsch : In ordine cronologico è questa la prima scoperta bene accertata e sicura della Trientalis europaea in Italia per merito del Dr. Fr. v. Tappeiner che quivi la raccolse nel luglio del 1839. Questi visitò una seconda volta la località in- sieme al Dr. Facchini ai 6 di settembre dello stesso anno, ivi ri- confermando la presenza della Trientalis, che però a quell'epoca era sfiorita, come fa fede una nota manoscritta dei raccoglitori allegata agli esemplari originali conservati nell'Ero. Bertoloni. Negli anni successivi la località fu meta di ripetute visite del Facchini e di altri botanici che ne diffusero ovunque numerose exsiccata. Il Bertoloni nella sua Flora Italica (11), forse esso pure non a conoscenza del reperto di Rainer e probabilmente non convinto dell'asserto dell'Host che pur gli doveva essere ben noto, ricorda per l'Italia la sola località della Val Venosta in questi termini : « Habui ex Tascheralpe Tyrolis meridionalis a Fac- chinio et Tappe /nero, qui primi in Italico solo liane planfam repere- runt ». Esemplari di questa località trovansi oltre che nell'Frb. Bertoloni, nell'Erb. Ferdinandeum di Innsbruck, nell'Frb. Porta (ex Ambrosi), nell'Erb. Comolli, (n. 8495) e nell'Erb, Generale di Padova. La stazione dell' Alpe di Tarsch è prossima e stretta- mente connessa dal punto di vista fìtogeografico a quelle sopra- citate dell'Oetz e dello Stubai. Val San Valentino: Ball nel luglio del 1803. Esemplari nell'Herb. Univ. Wien e nell'Frb. Cesati. Questa località venne riconfermata in epoca posteriore da Michele de Sardagna che la comunicò a Gambillo per la sua monografia sulla Val Rendena (12). Anche Gelmi la ricorda con riferimento all'indicazione di Ball (13). Le due indicazioni « Val Rendena » e « Val di San Valentino » date da Dalla Torre e Sarnthein (14) si riferiscono a questa medesima ed unita stazione. Alpe Aurosina : Reperto dell'Abate Martino Anzi, senza data, anteriore però al 1878. Di questo ritrovamento Egli indi- li Bertoloni, Flora Italica, IV, 285. 1839. (12) GAMBILLO C, La Valle di Rendena in Vili. Ann. Soc. Alp. Trid. p. Il6. 1881-82. ( 1 3 1 Gklmi, Flora Trentina, 135. 1893. 14 Dalia Torre u. Sarnthein, Die Fam - u. Bluethcnpflanzenvon Tirol, III, 72. 1912. ca la stazione di questi termini (15): in sylvula rhododendri fer- ruginei in Alpe Origina (sie !) valli s Pregaliae Metta alpe tro- vasi [n territorio dei Comuni di Piuro e di Villa di Chiavenna nel bacino del Torrente A.urosina che li divide e dal quale essa trae il suo nome ; dialettalmente anziché Aurosina è chiamata tuttora Orgina od Origina, conforme precisamente alla dizione dell' Anzi. Esemplari di questa località trovansi nell'Ero. Gene- rale di Torino. Alpe Caricci : Stazione scoperta nel giugno 1890 dal Maestro Massimino Longa, il valentissimo quanto modesto esploratore della flora bormiese. Di questa località però, in oggi documen- tata solo da \xx\exsiccata dell' Erb. Centrale, non è traccia alcu- na nelle varie pubblicazioni floristiche della regione. Tale sta- zione, a 2200 m. ed in posizione piuttosto frequentata, è da ri- tenersi in oggi estinta, non essendo più stata riconfermata recentemente né dalle scupolose ricerche del Maestro Longa, né dal sottoscritto che pur trascorse quasi due mesi (giugno e luglio 1924) nella specifica località, né dai numerosi altri bo- tanici che esplorarono la regione. Considerando l'area di dis tribuzione della specie, questa stazione si riconnette strettamente con quelle dell'Alpe Cavaglia e con quella dell'Alpe di Verva ; da ambedue però nettamente separata e distinta. Alpe Cavaglia : Giacomo Olgiati di Poschiavo nel 1897 in due località assai prossime a detta alpe sul versante meridionale del Passo del Bernina a m. 1760 circa (16). Alpe di Verva : mio reperto addi 27 giugno 1924 (FI. It. Exs. X. ). * * * La Trientalis eur opaca presenta frequentemente variazioni di numero, più raramente di colore, nella corolla, che può essere anziché bianca più 0 meno sfumata di roseo (= var. rosea 115) Anzi, 1. e. p. 20 1 1961. K. HkoCKMANN • Jekosch, Die Flora des Puschlav, 188-189. 53 Neumann) ; mai finora nelle regioni dell'Europa centrale furono osservate variazioni morfologiche notevoli ; queste, quantunque in grado limitato, si verificano bensì nelle regioni artiche dove la Trìentalis europaea trova il suo centro di massimo sviluppo (var. obtusata Fr., var. kumìlis Hook., etc). E' soggetta all'at- tacco di un fungo specifico, la Tuburcinia Trìentalis AVor. Ancorché assai raramente abbonisca semi, essa si propaga in compenso con qualche facilità mediante i suoi stoloni sotter- ranei notevolmente sviluppati, lunghi talora fino ad un metro (17); ma la sua incerta distribuzione nel sistema alpino, la relativa povertà delle singole stazioni e l'avvenuta estinzione di alcune di esse, ci ammoniscono come la Trìentalis abbia raggiunto nelle Alpi il suo estremo limite meridionale ed incontri non dubbie difficoltà al suo adattamento ed espansione. Elemento artico di primissimo interesse della nostra fiora alpina, esso potrà affer- marsi ed anche vie più estendersi nelle regioni umose e boschi- ve a substrato siliceo delle Alpi, solo se sarà opportunamente rispettato e protetto da quanti hanno a cuore le bellezze naturali del paese ; ed invero il candido fiore, ancor più gracile e genti- le della tanto celebrata Linnaea borealis, esso che porta a noi d'oltr'Alpe il mesto saluto delle foreste del Nord, è meritevole della più religiosa protezione per parte dei botanici e dei natu- ralisti tutti, quale prima fra le rarità dell'italica flora. Milano, dalV Istituto Botanico d. R. Università, Dicembre 1924. (17) HlLDF.HKAND, Ueber die Aitslaeufer toh Trientalis europaea in Flora, 537. 1876. — GraeiiNER, Ueber oberirdische Auslaeufer bei Trientalis europaea L, in Verh. d. Bot. Ver. d. Prov. Brandenburg, XXXIV (18921 1893 p. XXXV. 54 SEDE DI FIRENZE ISEDK centrale) Adunanza del 14 Febbraio 1925 Presiede il Presidente N. Passerini Aperta la seduta sono proclamati a nuovi Soci : Sig. Angelo Bertel, di Milano. Sig. Giovanni Carini, di Brescia. Sig. Luigi Curti, di Milano. Dott. Emmanuele Lupetti, di Rimini. Indi il Segretario dà lettura di una lettera del Socio Dott. C. STUCCHI, nella quale, riferendosi alla comunicazione sulla presenza della Sa.xifraga sarmentosa L. nel Veneto e nel Piemonte pubblicata nel « Ballettino » del dicembre u. s., fa noto che nel 191 1 egli trovò questa pianta a Lavagna ( Genova 1 avventizia su muricciuoli a secco nel piccolo vallone di un affluente dell'Entella, lontano da abitazioni. Presenta poi i lavori seguenti : FIORI A. — SPIGOLATURE DI FLORA ITALIANA. In alcuni viaggi compiuti negli anni 1923-24 in diverse prov. d'Italia, ebbi occasione di osservare alcune piante che meritano di essere ricordate o perchè riscontrate in nuove località o per- chè ritrovate fuori della loro zona abituale di vegetazione. Le elenco secondo le località : 1. Verna (Appennino aretino) — Caratteristico masso calcare dai fianchi dirupati, che si eleva col M. Penna a 1283 m. Al disopra del celebre Convento, crescono, assieme a Faggi, i più maestosi Abeti (Abics alba) che si conoscano nel nostro Appen- nino ; il babbo di essi, detto Abete di S. Francesco, misura a petto d'uomo m. 6.30 di circonferenza. Nei dirupi attorno, trovan- si Rhamnus alpina, Poa alpina, Arabis alpina var. caacasica e la rara Arabis aurìcutàta. Mentre sul versante nordico, all'ombra di una superba faggeta, si ammira una rigogliosa vegetazione di Muschi e di piante nemorali, sul versante meridionale invece, 55 circa alla stessa altitudine di 960-1000 m., raccolsi alcune specie della zona mediterranea che non avrei creduto di riscontrare co- sì in alto e che ritengo perciò opportuno di segnalare. Esse so- no : Trifolium stellatimi, Tr. nigrescens, Pastinaca Opopanax, Vale- riane/la coronata, Campanula Brinus, Hypoc/iacris aetnensis e Crcpis neglecta. Tra queste, la Crcpis neglecta anche in altri luoghi si spinge sino alla zona del faggio, probabilmente portatavi pel veicolo degli armenti ; nell'Abruzzo a Rivisondoli l'ho raccolta a 1300111. Anche Pastinaca Opopanax nel mezzogiorno d'Italia può giunge- re sino alla zona montana; così nel Molise, nella Foresta di M. di Mezzo presso S. Pietro Avellana, l'ho raccolta a 960 m., in boschi misti di Cerri, Faggi ed altre essenze. 2. Monte Amiata — Xei primi di Luglio dell'anno scorso, in occasione di una gita d'istruzione con gli alunni dell'Istituto Forestale, salii su questa celebre Montagna, la cui Flora è suffì- cientemente nota. Sul versante nord, poco sotto la vetta, vi riscon- trai abbastanza copiosa la Lonicera nìgra, le cui stazioni più vi- cine trovansi nell'Appennino pistoiese a Boscolungo ed al Cor- no alle Scale. Il fatto di non esservi stata segnalata prima d'ora e di trovarsi questa stazione così discontinua dalle altre, potreb- be far pensare ad importazione non molto remota per opera de- gli uccelli migratori. Sui massi della vetta, m. 1734, cresceva poi rigoglioso lo Ilie- raciiim rupicolum Pr., già ivi raccolto dal Campani e determinato dal Belli (cfr. FI. Anal. d'It. Ili, p. 484). 3. Firenze — Devo segnalare la comparsa della ('//senta Ce- satiana nel greto dell'Arno presso il Ponte sospeso delle Casci- ne. Ai primi di Novembre 1924 cresceva ancora rigogliosa, for- mando larghe chiazze di colore aranciato caratteristico, su Arte- misia Verlotorum ed altre piante. Tale specie, che in questi ul- timi tempi sj è notevolmente estesa nella Valle Padana, arrecan- do notevoli danni a piante coltivate, in Toscana era finora se- gnalata soltanto nel Lucchese, a Porcari e nell'alveo del lago 56 •li Bientina (cfr. Baroni, Suppl. Prodr. FI. Tose. p. 392, sub C obtusìfolia !) La sua comparsa deve essere recente, perchè altre volte ave- vo visitata la stossa località, pure in autunno, per raccogliervi V Artemisia Verloiorum e non avevo osservato traccia della Cu- scuta. E giacché parlo di nuovi inquilini, segnalo pure il Triticum villosnm trovato copioso al Saltino (Vallombrosa) presso il «Grand Hotel» a 1000 m., località da me visitata molte volte prima del 19 14 senza riscontrarvi traccia di tale pianta. Ricordo anche il Lepiàtum virginicum^ raccolto dal Dott. Fran- cesco Caldart, già allievo dell'Istituto forestale, a Camaldoli in Casentino e che fa ora la sua prima apparizione in Toscana. 4. Aquila degli Abruzzi. — Nello scorso Agosto osservai tra le altre specie formanti la vegetazione acquatica dei canali di acqua sorgiva che scorrono presso la stazione ferroviaria, anche Hclodea canadensis. Sul versante Tirrenico questa pianta si è già spinta abbastanza al sud sino alla Campania ed al Napoletano nel fiume Sarno ; ora devesi aggiungere alla sua area di penetrazione anche il medio versante Adriatico. 5. Gran Sasso d'Italia — La ricca flora di questo mas- siccio montuoso offre sempre qualche novità da segnalare al botanico che lo visita. Vi erborizzai ai primi dell'Agosto scorso, pernottando al comodo Rifugio Duca degli Abruzzi. Come nuovo inquilino, finora non segnalato, indico Carex nigra Bell, che rac- colsi in Campopericoli dal lato verso Campoimperiale a 2200 m; Ma non privi di interesse ritengo siano pure alcuni dati alti- metrici riferentesi alla flora dell'alta vetta del Corno Grande, m. 2921, che ascesi il 3 Agosto in compagnia di mio nipote Dott. Attilio Fiori, del Dott. Nielsen di Bologna e della guida Accitelli. Dei botanici che visitarono quella vetta il Conte di Saint Robert (Gita al Gr. Sasso, Torino, 187 1) è il primo a fornirci dei dati sulla distribuzione altitudinale, riportando la lista delle seguenti 16 piante raccolte dai 2500 m. in su, cioè: 57 Salix refusa, Saxìfraga atnpullacea, S. muscoìdes (forse uguale a S. sedoides), S. tridens, S. opposi/ i/olia, CerasHum glaciale (uguale a C. arvense v. Thomasii), Arabi $ alpina, Proba aizoides, Papaver Pyrenaicum, Androsace alpina (uguale ad A. Mathildae), Annoia majellcnsis, Gentiana verna, Li noria alpino. Leucanthemutn alpinum, Artemisio erionlho ed Achilleo nono. I/ing. Gaetano Crugnola (La veget. al Gr. Sasso d'Italia, Teramo, 1894) riporta della vetta del Corno Grande le seguen- ti altre : Trisetum villosum, Poa alpina, Salix //erbacea, Hu/chinsia alpina, Rhamnus puntila, Ga/inin baldense e Crepis Columnae. Più in basso, del Campo degli Invalidi a circa 2700 m., lo stesso Cru- gnola cita ancora: Juncus arclìcus, Polygonum viviparum, Helianthemum a/pes/re, Lcpidiiim graminìfolium, Pedicularìs rostrata, Valeriana mon- tana. Astcr alpinus, Gnaplialium supinum e Leontodon pyrenaicus. Nella mia ascensione raccolsi, fra i 2600 m.. e la base del ghiacciaio (2800 m. circa) le seguenti 17 specie: Ses/eria tenui- folio, Salix re/usa, S. herbacea, Pheshun Parnassi, Polygonum vivipa- rum, CerasHum arvense v. suffruticosum, Alsine verna v. montana, Helianthemum alpestre, Arabis alpina v. caucasico, Hutchinsia alpina, Trifolium Thalii, Armeria majel/ensis, Gentiana verna v. lypica e v. vexans, Myosotis alpestris, Sature] a alpina, Gnaplialium supinum v. magellense e Leontodon Taraxaci v. breviscapus. Sulla ristretta vetta occidentale del Corno Grande, m. 2921, le Q seguenti : Festuca Halleri, CerasHum arvense v. Thomasii. Viola cenisia v. magellensis, Proba aizoides v. turgida e v. iongi- toslra, Saxìfraga ampullacea, S. sedoides, S. oppositifolia v. open ul- na, Sedum magellense e Galium baldense. Papaver pyrenaicum lo rinvenni abbondantissimo nei ghiaioni sopra Campopericoli, fra i 2300 ed i 2500 m. circa, ma non l'os- servai più in alto. Complessivamente la vegetazione della sommità del Corno Grande conta 32 specie di Fanerogame, numero non molto rile- vante, ma neppure eccessivamente esiguo, considerata la gran- de scarsità di terra vegetale su quelle roccie calcari in conti- nuo disfacimento per opera degli agenti meteorici, per modo che 58 i detriti più fini, sui quali potrebbero radicare le piante, vengono ad essere sepolti sotto brecciai di notevole spessore. 6. Rivisondoli (Prov. d'Aquila degli Abruzzi). — In pros- sima del paese, a 1300 m., raccolsi nei prati Inula britannica e Grepis biennis, ed in luoghi temporaneamente sommersi Mentha arvensis e Veronica sculettata, piante piuttosto rare e localizzate nell'Italia centrale. ;. Foresta di Montedimezzo presso S. Pietro Avel- lana (Molise). — Nei prati umidi trovai Lysimackia nummula- ria, pianta assai rara nell'Italia meridionale. Nello stesso luogo cresce abbondante V Inula Helemum. 8. Campobasso — Attorno al Castello di Monforte ho raccolto, il 25 Luglio scorso, Hernlarla lucana, specie non men- zionata nei contributi alla flora Campobassana del Prof. Villani. A. TROTTER — DI ALCUNE GRAMINACEE NUOVE O CRITICHE DELLA FLORA LIBICA. I. Danthonia Forskalii (Vahl, in Avena) Trin., Gramin. t. 49. — Boissier, FI. Or. V, p. 551; Durand et Schinz, Consp. FI. Africae, t. V, 1895, P- 850; Battandier et Trabut, FI. de l'Algerie età, Monocot., 1895, P- ^ó; FI. anal.-synopt. Algerie et Tunis., 1902, p. 372; Durand et Barratte, FI. Libycae Prodr., p. 259; Muschler, A Man. FI. of Egypt, I, p. 101 ; Bonnet et Barratte, Cat. rais. PI. vasc. Tunisie, 1896, p. 465; Post, FI. of Syria, Pai. a. Sinai, p. 872. — Dolile, FI. d'Eg., p. 27, t. 12, fig. 1 (sub Avena arundinacea), p. 28, fìg. 2 (A. P'orskalii). Questa tipica Graminacea desertica, dopo una vaga segnala- zione contenuta in Dur. et Barr. (FI. Lib. Pr., p. 259Ì non era più stata riscontrata in Libia. Essi nell'hab. indicano * Tripoli » 1 Krause sec. Ascherson) », ma poi nelle osservazioni aggiungono: € Obs. Cette espèce n'a pas encore été constatée dans le terri- « toire du Fezzan ; toutefois comme elle a été récoltée par Du- 59 « veyrier à Titeghsin près de la frontière occidentale du Fezzan < meridional et que d'autre part elle se trouve d'après Oudney « dans le désert de Tintouma au Sud du Fezzan, il est probable • qu'elle existe au moins dans la région de Mourzouk et qu'elle t n'échappera pas aux voyageurs qui visiteront attenti vement « cette partie du pays ». Da tali osservazioni appare probabile che con l'indicazione « Tripoli >, non si sia voluto precisare la località, ma solo for- nire una vaga segnalazione topografica, equivalente cioè a Vi- layet di Tripoli » od a « Tripolitania ». Io ne ho potuta constatare una copiosa colonia, in piena fio- ritura il 26 aprile dello scorso anno, nella regione marittima tra Sidi ben Xur e Gasr Garabuli ; più precisamente nelle sabbie mobili continentali della località « Sidi Sciahuan >, sul percorso della nuova camionabile. Distribuzione. — Algeria, Tunisia, Egitto, Arabia, Persia, e secondo Durand et Schinz, i. e, anche Colonia del Capo nell'A- frica austr. Erianthus Ravennae (L.) P. B. — Boissier, FI. Or., V. p. 454; Durand et Schinz, Censpectus FI. Africae, 1895, p. 695; Bonnet et Barratte, Cat. rais. Plant. vasc. Tunisie, 1896, p. 441 ; Battandier et Trabut, Flore de l'Algerie etc, Monocotyl., 1895, p. 124. Questa interessante specie, che anche come genere risulta nuova per l'intera Libia, ho scoperta in Tripolitania sulla ripa di un profondo Uadi che solca la pianura pregebeliana ad oriente di diosc (probabilmente Uadi Frbib); l'ho raccolta l'i i aprile, non ancora in fiore, ma solo con resti fioriferi dell'annata pre- cedente. Forma ai margini pietrosi del torrente, assieme a Phragmìtes, dei grossi cespi a foglie lunghe e reclinate È pianta poco co- mune nel nord-Africa. Distribuzione. — Algeria (poche località), Tunisia (una sola), 6o regione mediterranea dell'Europa e dell'Asia, Arabia, Asia cen- trale, India. Panicum turgidum Forsk. — Boissier, FI. Or., V, p. 441; Delile, FI. d'Eg., p. 19, t. 9, fig. 2 ; Battandier et Trabut, FI. de l'Algerie etc., Monocot., 1895, p. 133; Durand et Schinz, Consp. FI. Afr. t. V, 1895, p. 766; Muschler, A Man. FI. of Egypt, I, 1 9 1 2, p. 57; Durand et Barratte, FI. Lib. Prodr., p. 251. Era nota sin qui solo della regione desertica a sud di Sokna, raccoltavi da Duveyrier (4861), e del Fezzan da Xachtigal (se- condo Rohlfs). E probabilmente frequente anche nella Tripolitania sett., avendone io riscontrate varie cospicue colonie ai piedi del Gebel Xefusa a ponente di Giosc, e nei Uadian tra Giosc e Sceksciuk, in fiori o frutti nella prima e seconda decade di aprile (1924). Questa pianta forma dei grossi cespugli intricati, vistosi, ed è facilmente confondibile, quando non sia in fioritura, con Pen- nisetum dichotomum, come già l'aveva avvertito Boissier a pro- posito di quest'ultima specie (1. e, p. 444), Distribuzione. — Algeria, Tunisia, Egitto ed Africa trop., Palestina, Siria, Persia. PASSERINI N. — ESPERIENZE SULLA MOLTIPLICA- ZIONE DELLA PATATA COMUNE PER MEZZO DEI GERMOGLI E DEI TUBERI PRIVATI DEI MEDESIMI. Nota preventiva. Bretignière e Verchère (1) colla moltiplicazione per mezzo dei germogli, ottennero per la varietà Flucke resultati soddisfacenti, nonostante le follanze che ammontarono a circa 1 3. In confronto colla ordinaria moltiplicazione per tubero, conseguirono una di- minuzione numerica, ma un aumento nel peso medio dei tuberi raccolti. 1 Annales de V Éc. Nat. d' Agric. de Grignon. T. VII, 1920-21 - pag. Il, 6i Le nostre esperienze ebbero luogo nel 1924, in terreno com- patto e colla comune varietà Toscana. A parte furono piantati •anche i tuberi ai quali i germogli, spontaneamente sviluppatisi in magazzino, erano stati tolti. Colla moltiplicazione per germogli, molte furono le fallati ze (circa la metà), ma dai rimanenti si ottennero piante assai bene sviluppate, per quanto per 1' altezza dei fusti e per la produzione foliacea resultassero per lo più alquanto inferiori a quelle pro- venienti da tubero. Stante la estrema siccità, lo sviluppo dei tuberi fu misero anche per le piante ottenute da tuberi normali e da quelli pri- vati dei germogli. Come resulta dal seguente prospetto riassun- tivo, la moltiplicazione per germogli ha considerevolmente abbas- sato il numero e il peso complessivo dei tuberi prodotti da ciascuna pianta. Il maggior distanziamento delle piante non ha avuto favore- vole influenza sul prodotto. Un resultato inaspettato hanno dato invece i tuberi pri- vati dei germogli ; e specialmente quelli distanziati a 50 cent, con- dussero ad una produzione in tuberi pressoché doppia, in confronto con quelli normali. MOLTIPLICAZIONE Per ger- mogli a io, 25 e 50 cent. Per tuberi privati dei germogli Per tuberi normali a 25 cent. a 50 cer.t. a 25 cent. a 50 cent. Numero medio dei tuberi per pianta ■Peso medio dei tuberi per pianta gr. Peso medio di un tubero . . » ■Peso medio unitario dei tuberi più grossi. . . . » 3 19,8 6.5 23. (» 12 152,0 >3>o 35-1 23 447,9 '9-5 52,5 IO 234,4 23.3 5'. 5 14 226,; 15,8 37.5 In riassunto, i resultati di queste esperienze dimostrano che la moltiplicazione per germogli, se può trovare un utile applica- zione per propagare rapidamente varietà di cui non si posseggano che pochi tuberi, o varietà nuove ottenute per selezione od in- •crocio, non ha che un ben scarso valore nella pratica. Gabinetto di Agronomia - R. /si. Sup. Agr. Pisa - gen. 1923. 62 SEZION E LOMBARDA MIl.AXo Adunanza dell'8 Marzo 1925 La seduta è aperta alle ore 9,4-;. — Presiede il Presidente Prof. Traverso. Sono presenti : Allegri, Arnaudi, Bri/.i, Carbone, Chiesa, De Marchi-Gherini, Fe- naroli, Mazzucch;lli, Montemartini, Pagliani, Rossi, Traverso anche per De Marchi M. Il Segretario dà lettura del verbale della seduta precedente e comunica le seguentit domande d'ammissione a socio : Chiesa Cesare presentato da Fenaroli e Traverso Curzi D.r Mario » » Traverso e Montemartini Mazzuccchelli Comm. Ing. Cesare » » Fenaroli e Traverso Turconi MalusiO » » Traverso e Montemartini Vengono quindi presentate le seguenti memorie : CARBONE D. : Risultati degli studi, sulle reazioni immunitarie delle piante. Sull'importante argomento interloquiscono diversi consoci e paiticolarmente il Prof. Montemartini che, dopo aver richiamata l'attenzione dei presenti sull'utilità notevole della comunicazione Carbone, ricorda in proposito le recentissime esperienze di immu- nizzazione del frumento contro V Hebnintkosporium condotte con successo dalla sig.na d.r Zoja a Pavia ed altre ricerche testé pubblicate dal Magrou sulla proprietà dei bulbi, delle Ophrydeae di secernere principi antitossinici contro l'attacco deifunghi ip. es. Rhyzoctonia . Bri/.i chiede schiarimenti sulla natura chimica delle pseudoagglutiniiu osservate dal relatore nella linfa ascendente delle piante esperimentate. A tutti risponde il Prof. Carbone dando informazioni particolareggiate. ROSSI presenta quindi i suoi Contributi alla Flora delle Griglie Briophyta et Pteridophijta) documentando la sua esposizione con numerose e pregevoli cxsiccata ed interessanti vedute della zona. Da alcuni consoci, dopo schiarimenti vari, viene prospettata l'opportunità che il Rossi abbia a pubblicare al più presto tutto il suo accurato lavoro ed abbia ad inte- grarlo colle osservazioni dei precedenti autori al fine di poter presentare un quadro completo della Flora delle Grigne. Esaurito l'o. d. g. la seduta è tolta alle ore 12,15. // Segreta» io II Presidente L. FENAROLI G. B. TRAVERSO 63 CARBONE D. — RISULTATI DEGLI STUDII SULLE REAZIONI IMMUNITARIE DELLE PIANTE. Riassumo brevemente e per ordine i risultati delle ricerche altrui e nostre sull' argomento. I. - ESISTENZA DELL'IMMUNITÀ AQUISITA ATTIVA NELLE PIANTE A) — Semi d'orchidea e di patata non attaccati da Rhyzoctonia attenuata, non sono attaccati (e cioè, portati a germinazione) dallo stipite virulento (Bernard, Magrou). B) — Legumi infettati da un B. radicicola tubercoligeno, non sono più infettatoli da un ceppo meno virulento (Hiltner). C) — Begonie coltivate in terreno infetto d^ una Botrytis cinerea intermedia tra la patogena (sterile) e la innocua (sporigena), divengono resistenti verso lo stipite patogeno (Beauverie). D) — Piantine sterili di lupino, grano, fagiuolo, avena, ino- culate con uno stipite attenuato di B. putrefaciens o con sostanze estratte dalle culture di questo, resistono alla infezione col ceppo virulento (Ray). E) — I rami di Euphorbia cyparissias attaccati da Uromyces pisi, sbarazzatisi dal parassita per trattamento con calore umidii, non ne sono più infettati. (Tischler). F) — Facendo germogliare semi di grano su estratto acquoso di culture di Helminthosporium satìvum P. K. e B., o di pianta invasa da questo, le piantine mostrano segni di sofferenza, che scompaiono col trapianto : infettate poi con cultura pura dello stesso Helminthosporium esse rimangono immuni, mentre piante di controllo — germinate in identiche condizioni, ma su acqua — sono rapidamente invase dal parassita. Tale immunità dura al- meno un mese. In sezioni, i controlli mostrano infatti abbondante micelio intracellulare, mentre le piantine trattate ne sono esenti, pure essendovi sviluppo e fruttificazione conidica della muffa sulla loro superfìcie. La sostanza immunogena è termostabile (un'ora a 550 C), ma coctolabile. Le piante trattate non hanno •64 perduto l'attrazione chemotattica verso il fungo, e la germina- zione «li questo non è impedita dalle sostanze contenute nel citato estratto acquoso : perciò 1' immunità acquista dalle piante trattate è una vira reazione di difesa, attiva. I fatti qui esposti sono stati constatati con ripetute esperienze, compiute su frumento sia marzuolo, sia invernale. A novembre anche le piante trattate — sradicate in luglio, quando esse già mino secche — si mo- strarono invase dall' Helminthosporium. (A. Zoja). Abbiamo iniziato ricerche personali sulla questione. II. - REAZII i.M [STI (GENE — Si hanno immunità di barriera in parecchi casi : simbiosi tra funghi e piante superiori (orchidee, patata, piante forestali, ecc. descritte da Bernard e dai vari A A. da lui citati, da Magrou, ecc.); formazione di strati di subero o comunque di meristemi secon- dari tendenti ad isolare la zona malata (incappucciamento del trifoglio, Manzoni : batteri osi dell' Arachis hypogea, Yan Der Volk; attacco di varietà resistenti di lino da parte di Fusarium lini, Blackmann ; ecc.) B) — L' esame di tale tipo di reazione istogena ne ha rive- lato talora il meccanismo, consistente : i) Xella secrezione, da parte della parete cellulare, di callosa, che incapsula 1' austorio (peronospora della vite, Pantanelli). 2) Xella formazione di cristalli, che del pari circondano l' ifa invaditrice (reazione che più probabilmente andrebbe posta tra le umorali : Yan Der Yolk, Tobler). 3) Xella « phagocytose sur place » di Gallaud, consistente in una deformazione ameboide dei nuclei, che tendono a circon dare coi loro lobi Tifa invaditrice (in genere deformata) giungendo ad una digestione di essa, e preceduta talora da migrazione dei nuclei verso 1' ifa. (Bernard, Shibata, Jansen e Gallaud, Magrou, Tobler, K. O. Mailer). Un fatto analogo si avrebbe di fronte agli austori di SpJiaerotheca castagna secondo Harper, contraddetto però da (t. Smith (citati da Zimmermann). A. Zoja ha osservato un' ipertrofia dei nuclei di alcune cellule del parenchina cellulare dei fusti dì grano vaccinati contro Helminthosporium sativum, ed anche — ma in grado minore — in quelli di analoghe piante non vaccinate, ma attaccate dal detto fungo. 4) Nella formazione di cellule giganti, che in seguito contri- buiscono a formare un tessuto lignificato imprigionante il paras- sita (radici del melone attaccate da Heterodera radicicola Molliard).. C) — Rispetto all' ana filassi, abbiamo dati contradditori : 1 1 Foglie di acetosella e bulbi di giacinto e di cipolla, iniet- tati di piccola dose di siero di cavallo, appassiscono se reinocu- latine dopo 15-30 giorni con una seconda dose massiva, innocua per le piante di controllo (Lumière e Couturier). 2) Tuberi di patata, inoculati settimanalmente con emazie di montone, non mostrarono, dopo tre settimane, segni di sofferenza (esperienze nostre). Abbiamo in corso esperienze intorno al problema studiato in questo capitolo. III. - SONO LE PIANTE CAPACI IH FORMARE, STIMOLATE DAGLI ANTIGENI, DEGLI ANTICORPI DEI TIPI ZOQIMMUNITARH ? .1/ — Batterio e micolisine. 1) La resistenza del bulbo delle ofridee all'attacco da Rhvzo- ctonia è dovuta a sostanze diffusibili nell' agar, e termolabili (li. r- nard). Tale fatto è stato confermato dal Magrou, che lo dice anche specifico. 2) I rami d'olivo aff-tto da tubercolosi contengono sostanze battericide per B. rleae, che mancano nei rami sani iSchiff-(Jiorgini). 3) La spalmatura con succo di patate di varietà resistente difende le fette di patate non resistenti dall' attacco di B. coli (Laurent). 4) Il succo normale di patata e di Sempcroivum Haussmanii — e non quello di barbabietola Vilmorin — ha azione battericida, che conserva dopo filtrazione per candela e che. nella precipita- zione con solfato d' ammonio, risulta legata al precipitato, ter- molabile, facilmente distruggibile dalla luce e dalle ossidasi. •66 1/ iniezione di batteri provoca talora l'apparizione di potere battericida nel succo ricavabile per punzione dalle foglie che prima ne erano sprovviste (Wagner). 5) L1 inoculazione di un blastomiceto a cladodi di Opuntia non dà luogo alla formazione d'anticorpi (Picado). B j - - Pollinolisine - pollinoagglutinine. 1) L'inoculazione di polline in cladodi di Opuntia sp. provoca la comparsa, nel succo estraibile da essi per pressione, di polli- nolisine (e pollinoagglutinine) specifiche, termolabili, e reattivabili per aggiunta di succo normale (Picado). 2) Abbiamo ripetuto le esperienze di Picado, ma con esito negativo. C) — Emolisine, 1) Causa d'errore nello studio di tutte le reazioni a base di emolisi (formazione d'emolisine e d'antiemolisine, deviazione del complemento) può essere la presenza di sostanze emolitiche od antiemolitiche nei succhi normali delle piante in istudio. Sostanze emolitiche (all' infuori delle note : abrina, ricina, crotina) si rinvengono, termostabili, nel succo di pressione di Ar- millaria melica (Vigliano); mentre la linfa ascendente dal gelso contiene una particolare sostanza, emolitica per le emazie di montone solo in presenza di siero fresco di cavia, e termolabile l'.irbone ed Arnaudi). Più diffuse sono le sostanze emoaggluti- nanti, che si rinvengono (Vigliano) nel succo di pressione di li- mone (frutto); indivia, spinacio, cicoria, cavolo, melanzana, cavol- fiore (foglie); patata (tubero); cipolla (bulbo) e nella linfa ela- borata del gelso (Carbone ed Arnaudi). Del pari sono diffuse le sostanze antiemolitiche, trovate nel succo di pressione del frutto di limone, delle foglie di indivia, spinacio, cicoria, dei cladoli di Opuntia, delle radici di Stachis, dei tuberi di patata (Vigliano); e nell'estratto acquoso di foglie di lauroceraso (Carbone ed Arnaudi), foglie nelle quali questa proprietà è però incostante. 2) Inoculando cladodi di Opuntia con emazie di coniglio, non appaiono emolisine nel succo (Picado). 67 3) L'inoculazione, con tecnica varia, di emazie, non dà luogo all'apparizione di emolisine nelle foglie di lauroceraso e nelle due linfe, del legno e del libro, del gelso. Per la linfa del legno del gelso si può escludere che ciò sia dovuto ad azioni antago- niste degli altri componenti dei succhi circolanti, perchè in que- sti passano le zooemolisine specifiche inoculate : ciò che non av- viene invece per la linfa elaborata del gelso (Carbone ed Arnau- di). Manca, del pari, la formazione di qualsiasi sostanza emoli- tica nell'estratto clorurosodico di foglie di Drosopliyllum lusitani- cum, nutrite con emazie di montone. (Carbone e Franca). Analoghi risultati (turbati però dalla presenza delle citate proprietà antiemolitiche, eliminabili più o meno bene per addi- zione d'albume d'uovo) si sono avuti in nostre esperienze, tuttora inedite, di inoculazione d'emazie di montone in tuberi di patata. D. Batterio-agglutinine. i) Sostanze agglutinanti pei batteri si trovano normalmente nel succo di Cotyledon Scheidecketi (nella radice, nel fusto, nelle t'<^ii<\ ma in quantità variabile da una foglia all'altra), e qui sono termostabili fino a i34"-i4o°, indigeribili dalla pepsina e tripsina, aspecitìehe. L'inoculazione di microbi del tifo e del co- lera non ne eleva il tasso ( Kritchewskv). Sostanze batterio-agglutinanti si rinvengono pure nel succo di tuberi di patata (Wagner, Vigliano) come nelle foglie di Sem- pérvivum Haussmanii (Wagner), dove esse si Comportano come le già «itale battericide; nel succo dei cladodi di Opuntia (Pi- cado, Vigliano); nel succo di pressione di Armillaria mitica, frutto di limone, bulbo di cipolla, radici di Stachis e di carota, foglie di cavolo, di spinacio, di sedano, di scorzonera (Vigliano); nell'estratto acquoso di foglie di lauroceraso (Carbone ed Ar- naudii : talora nella linfa del libro, e più raramente in quella del legno, di gelso (Carbone ed Arnaudi) ; nella linfa elaborata del salice (Carbone ed Arnaudi i. La sostanza agglutinante delle foglie di lauroceraso e probabilmente anche quella della ra- dice di carota, sono eliminate per la filtrazione su amianto : della prima, inoltre, si è constatato che è coctolabile, e che. 68 «•.'ine quelle delle due linfe del gelso, e indipendentemente dal' Pht non si trova costantemente. Per tutte le sostanze batterio- agglutinanti studiate da noi si osserva inoltre, che esse sono' generalmente attive su alcune specie microbiche e non su altre: ma da una volta all'altra mutano le . specie microbiche su cui agiscono il succo e le linfe di una stessa pianta. 2) 1 rami di olivo affetti da tubercolosi contengono sostanze agglutinanti il B. Oleac che mancano nei rami sani (Schiff-Gior- gini). 3) I tubercoli radicali delle leguminose non contengono ag- glutinine rispetto al B. radicicola, secondo Korinek ; ne conten- gono invece, e termolabili, ma solo in determinate epoche e con- dizioni (fioritura), secondo Cappelletti. Secondo Xemec (citato da Korinek) vi è una specie di agglutinazione intracellulare dei bat- teri tubercoligeni, nel periodo in cui si inizia l'eliminazione di- essi : periodo che coincide con quello in cui il Cappelletti ha. ottenuto le più forti agglutinazioni dal succo di pressione dei tubercoli. La tecnica di quest'ultimo A. è diversa, ed appare più accurata, di quella del Korinek. 4) L'inoculazione dei batteri, vivi o morti, non provoca la formazione di agglutinine nei tuberi di patate (Carbone) ; nelle foglie di lauroceraso (estratto acquoso) da rami sia recisi, sia tuttora appartenenti alla pianta viva, e nelle due linfe (del legno e del libro) di gelso (Carbone ed Arnaudi). Xon si ha neppure formazione di agglutinine — ricercate nell'estratto clorurosodico — nutrendo con batteri tifici foglie di piante di Drosophvllum lusìtanicum (Carbone e Franca). Neppure si formano agglutinine nel latice di Euphorbia Erythraea e di E. aphylla inoculate con Z?.. coli : né se ne rinvengono nel succo di pressione dei tumori e delle radici sane di Beta vulgaris infettata di B. iumefacicnsr dove si trova invece una sostanza pseudoagglutinante (l'appa- rente agglutinazione è dovuta a precipitazione di cristalli),, se- condo Korinek. 5) Il succo di pressione di bulbi di cipolla previamente ino- culati cinque volte, a cinque giorni di distanza tra una iniezione 6Q e l'altra, con brode-culture di paratifi A e B, non ha proprietà ag- glutinanti né battericide su culture dei rispettivi antigeni (Dous- sain). 6) Le zooagglutinine passano inalterate nella linfa del legno di gelso (però non sempre) ; non passano nella linfa elaborata della stessa pianta, né nello estratto acquoso di foglie di lauro- ceraso (Carbone ed Arnaudi). D) — Precipitine. i) Sostanze ad azione precipitante per gli estratti di microor- ganismi del tifo e del colera si trovano normalmente nel succo di Cofyìedon Scheideckeriì (Kritchewsky). Danno spontaneamente precipitazione del siero di cavallo i succhi di spremitura del frut- to di limone (coagulazione da acidità), del bulbo di cipolla, del- le foglie di sedano, dei cladodi di Opuntia (Vigliano); e talora (ma in condizioni non esenti da cause di errore) si hanno preci- pitazioni di sieri (cavallo, cavia, uomo,) anche ad opera della lin- fa del legno di gelso (Carbone ed Arnaudi). 2) Per inoculazione di siero, non si trovano precipitine speci- fiche nell'estratto acquoso di foglie di lauroceraso, né nella linfa del legno del gelso. (Carbone ed Arnaudi). 3) Le zooprecipitine passano nella linfa del legno del gelso (Car- bone ed Arnaudi). E) — Conclusione : Lino a più larga riconferma dei risultati del Cappelletti, non si può ancora asserire che le piante, per quanto risulta finora, formino anticorpi del tipo zooimmunitario: è certo invece che spesso esse contengono pseudoanticorpi, gene- ralmente dotati di proprietà pseudospecifiche. IV. - CONCLUSIONE GENERALE: Le piante sono capaci d' immunità acquisita attiva, probabil- mente istogena. Dal f Istituto Sieroterapico Milanese — Marzo 1925. 7o Bibliografia i. D. Carbone — Le reazioni immunitarie delle piante - (Ri vista Critica) Biochimica e Terapia sperimentale, anno X°, n. 7 (1923). Nella Bibliografia sono riportati tutti i lavori altrui qui citati, ad eccezione dei seguenti : a) C. Cappelletti — Reazioni immunitarie nei tubercoli radi- cali delle leguminose - Giornale di Biologia e medicina speri- mentale, voi. 1°, n. 6 (1923). b) C. Cappelletti — Reazioni immunitarie nei tubercoli radi- cali di leguminose - Annali di Botanica, voi. XVI0, n. 2 (1924). e) L. Doussain — Considérations sur l'immunité des végé- taux - Revue de Pathologie comparée, voi. XXV0, n. 270, pag. 73 (5 febbraio 1955). d) J '. Korinek — Au sujet des agglutinations specifiques chez les végétaux - Publications de la Faculté des sciences de l'Uni- versité de Prague (1924). e) J. Magrou — L'immunité humorale des plantes - Revue de Pathologie vegetale 1924. /) K. O. Mailer — Untersuchungen zur Entwicklungsges- chichte und Biologie von Hypochnus solatìi P. U. D. [Rkyzoc fonia solatìi K.i - Ausdem Laboratorium fiirangewandte Vererbungslehre in Berlin-Dahlem - Biologische Arbeiten, Bd. III. g) Zìmmermann A. — Sammelreferate ùber die Beziehungen zwischen Parasit und "Wirspflanze - Centralblatt fiir Bakteriologie II Abt., voi. 63, n. 1-8 (27 novembre 1924) pag. 106. li) A. Zoja — L'immunità nelle piante -- Atti del R. Istituto Botanico della R. Università di Pavia, 1925. 2. D. CARBÓNE — Sulle reazioni immunitarie d^lle piante - Nota 1° (D. Carbone) e nota II0 (I. C. Vigliano) - Boll. Istituto Sieroterapico Milanese, agosto 1922. 3. D. CARBONE e C. FRANQA — Esperienze col « Drosophyllum 7* lusitanicum > - Atti della Società Lombarda di scienze Mediche e Biologiche, voi. XII0, n. 4, 1924. 4. D. Carbone e C. Arnaudi — Nuove esperienze sulle reazioni immunitarie delle piante - Atti della Società Italiana di Scienze Naturali, voi. 63 (1924). 5. D. CARBONE e C. Arnaudi — Ancora sulle reazioni im- munitarie delle piante - Ibidem. SEDE DI FIRENZE (SEDE CENTRALE) Adunanza del 14 Marzo 1925 Presiede il Vice-Presidente A. Fiori Aperta la seduta sono proclamati a nuovi Soci : Sig. Cesare Chiesa, di Milano Dott. Mario Curzi, di Pavia. Dott. Felice Gioelli, di Pavia. Ing. Comm. VITTORIO MazzUCCHELLI, di Milano. Dott. MALUSIO TURGONI, di Pavia. Dopo di che, l'adunanza è tolta. SEDE DI FIRENZE (SE UIC CENTRALE Adunanza dell' 11 Aprile 1925 Presiede il Presidente X. Passerini Aperta la seduta sono proclamati a nuovi Soci : Dott. Pier Emilio Caxtorini, di Milano. Dott. Alfonso Zoja, di Milano. Indi sono presentati i lavori seguenti : 7- PAMPANINI R. —UN MAXIPOLO DI PIANTE RACCOL- TE IN CIRENAICA DAL DOTT. H. SCAETTA. Il Dott. Helios Scaetta, del R. Ufficio Agrario della Cirenaica, recentemente mi mandò per lo studio un manipolo di piante che egli aveva avuto occasione di raccogliere quest'anno in diverse località della colonia, sopratutto nell'interno. In questa piccola ma notevole raccolta figurano un' 'Anthemis, che propongo come nuova, la Lavatera Olbia, nuova per la Li- bia, il Ceterach officinarum ed il Vitex Agnus-caslus nuovi per la Cirenaica. Inoltre, otto specie che non erano state ancora segna- late dell'interno della colonia, e sei ritrovate ora per la prima volta dopo il periodo delle raccolte di Rohlfs, Daveau, Petro- vich, Ruhmer, Taubert, ecc. chiusosi nel 1887. Altre {Carex di- visa, Marriibìum Alysson, Alsine procumbens, Francoeuria laciniata, ecc.) sono pure interessanti, specialmente tutte quelle provenienti dal Gebel Abid, la cui flora finora era completamente scono- sciuta. * * * Ceterach officinarum Willd. — Merg, ciglione del II terrazzo. Nuovo per la Cirenaica. Ibiza maxima L. — Sahel di Tolmetta. Bromus rubens L. f. intermedius Pamp. — Got-es-Sas. 1 1 ; Lamarckia aurea Moench — Got-es-Sas. Era nota solo del bengasino e dell'uadi Derna. Carex divisa Huds. — Gebel Abid. Finora si conosceva della zona costiera: beogasino [Maugini, 19221, Bersis presso Tocra {Maugini, 1 9 1 9 1, Derna [Taubert, 1 887 i ; e nell'interno, della regione di Gubba ; Taubert, 1887). Mascari racemosum Mill. — Dintorni di Zorda. Era stato raccolto solo a Bengasi nel 1883 da Ruhmer e nel 1884 da Petrovich. fi) Località sulla strada Merg-Gerdes, alt. 500-600 ni. 73 Ophrys Arachnites Lam. — Merg, ciglione del II terrazzo. Era stata raccolta una sola volta nel 1887 da Taubert nell'uadi Surrak presso Gubba. Allium Erdeliì Zucc. var. pilosum Pamp. (191 7) — Got-es-Sas. Questa varietà era stata raccolta solo una volta a Bengasi da Ruhmer nel 1883. 11 tipo, oltreché di Bengasi [Ruhmer, 1883; Petrovich, 1880; Zanon, 1916), si conosce anche dell' uadi Surrak presso Gubba \ Taubert, 1887 : n. 527 sub. n. A. subhirsutum sec. specim. in Herb. Barbey-Boissier [G. Beauverd, litt. 8, III, 1921] 1. Bellevalia romana Rchb. var. mauritanica (Pomel) Bonnet — Gerdes. Finora era stata raccolta solo a Bengasi da Ruhmer nel 1883, e fra Sidi Kahlik e 1' uadi Surrak presso Gubba da Taubert nel 1887. Thelygonum Cynocrambe L. — Got-es-Sas. Era noto solo della zona costiera: bengasino [Petrovich, 1881 - 1884 ; Ruhmer, 1883 ; Zanon, 1918 ; Maugini, 19 19 1 , Tohnetta e Marsa Susa ( Vaccari, 1913 e 1914!. Cistus parvi fior us Pam. — Fra Pocra e Merg a Bucseir nella macchia del I terrazzo. Fumana arabica Spach — Piana di Merg. Fumaria densiflora DC. — El Bid (Gebel Abid). Era conosciuta solo dei dintorni di Bengasi \ Petrovich, 1880- 1884 ; Ruhmer, 1883 ; Maugini, 19 19 . Biscutella didyma L. var. apula (L.) Coss. — Piana di Merg. Biscutella didyma L. var. aliata (DC.) Hai. — Piana di Merg; Merg, ciglione del II terrazzo. Alsine procumbens Fenzl — Sahel di Tolmetta. Era stata osservata solo nel bengasino ed a Derna. Anthyllis inaura Beck — Merg, ciglione del II terrazzo. Anthyllis tetra.ph.ylta !.. — Merg, ciglione del II terrazzo. Astragalus baeticus L. — Salici di Tolmetta. Lathyrus Aphaca L. — Sahel di Tolmetta. Medicàgo turbinata Willd. — Gebel Abid ; piana di Merg. Si conosceva solo del bengasino, raccoltavi da Zanon nel 19 18 e da Maugini nel 19 19. Ononis li ispida Desf. var. cyrenaica Dur. et Barr. — Got - es - Sas. Psoralea bituminosa L. — Merg, ciglione del II terrazzo. 74 Scorpiurus subvillosus L. — Merg, ciglione del II terrazzo ; fra Tocra e Merg a Bucseir nella macchia del I terrazzo. Tetragonolobus purpureus Mocnch — Piana di Merg ; Gebel Abid. Trifolium pia purcum Lois. — Merg, ciglione del II terrazzo ; Tolmetta. Trifolium unìflorum L. — Piana di Merg. Era stato raccolto a Bengasi da Ruhmer nel 1883; dell'interno si conosceva dell'altipiano, ma senza località precisa [Rohlfs, 1 879 1, e dell' uadi Sarrak presso Gubba (Taubert, 1887). Trigonella Foenuin-graecnm L. — Gebel Abid. Finora era stata segnalata solo del bengasino. Animi majus L. — Piana di Merg. Euphorbia Bivoìiae Steud. var. papillaris Boi ss. f. Bcrtolonii Pamp. — Got - es - Sas. «Juesta forma era stata raccolta solo lungo la strada fra Merg e Tolmetta {De JJoratiis, 191*1, e la varietà a Derna 1 Taubert, 1887; Vaccari 191 21 ed a Bengasi Petrovich, 18821; ma, forse, quest'ultima località si riferisce alla var. vielitensis Fiori, la quale è nota appunto di Sidi Lefi presso Bengasi (Zanon, 1 q 1 7 , . Euphorbia helioscopia L. — Piana di Merg. Tavolerà Olbia L. — Merg, nell'uadi Farzuga. Nuova per la Libia. Erodimi gruinum L'Hérit. — Dintorni di Zorda. Geranium molle L. — Sahel di Tolmetta. Union decumbens Desf. — Piana di Merg ; Got es-Sas. Anagallis arvcnsis L. var. coerulea Gren. et Godr. — Piana di Merg ; Got-es-Sas. Cyclamen Kohlfsianum Aschers. — Merg, ciglione del II ter- razzo. Cynoglossum cheirifolium L. — Sahel di Tolmetta. Onosma cyrenaicum Dur. et Barr. — Piana di Merg; dintorni di Zorda. Marrubium Alysson L. — El-Bid (Gebel Abid). Dell'interno era noto solo di Benic, raccoltovi da Daveau nel .'875, e, della zona costiera, di Derna e del bengasino. 75 Prasium majus L. var, liparitanum Mandr. — Gebel Abid. Satureja nervosa Dcsf. — Sahel di Tolmetta. Eufralia floribunda (Yiv.) Pamp. [E. Vivianii Coss.) — Pia- na di Merg. Scoperta da Delia-Cella 118171, fu in seguito raccolta a più riprese; l'ultima vol- ta fu nel 1881 da Haimann. Globularia Alypum L. — Fra Tocra e Merg a Bucseir nella mac- chia del I terrazzo. Valcrianclla Petrovichii Aschers. — Piana di Merg ; Merg, ci- glione del II terrazzo; Got-es-Sas. Era nota solo del bengasino e di Derna. Vitex Agnus-Castus L. — Tocra, cult, nel giardino della savia senussita. — Spontaneo nelle boscaglie del I terrazzo fra la te- stata dell' uadi Bacur e Bucseir, sulla strada di Merg {Scaetta, in litt.). Nuovo per la Cirenaica. / 'iburnum Tinus L. — Sahel di Tolmetta. Bryonia eretica L. — Bengasi al Fuehat. Achillea Santolina L. — Merg, ciglione del II terrazzo. Nuova per l'interno. Finora si conosceva solo del bengasino e della regione di Derna. Anthemis Scaettae, sp. nov. Annua, undique parce setoso-pubescens: Caulis simplex, monocephalus vel raro bicephalus, cum pedun- culo 8-12 cm. altus. Folia bipinnatisecta, segmentis linearibus 1-1 l/i mm. longisr acutis, mucronatis, rhachi integra. Pedunculus nudus, striatus sub capitulo haud vel vix incras- satus, 2-3 cm. longus. Capitulum cum rìosculis ligulatis 2 V.,-3 cm. latum : involucri squamis herbaceis, late fuxo marginatis, exterioribus anguste oblongis, intcrioribus apice dilatatis, receptaculo conico, glabro, paleis scariosis, apice dilatatis et nervo in mucronem producto ; floribus marginali! >us ligula alba, 7-8 mm. longa, apice trun- 76 cato. trilobulato, intcrioribus tubulosis, glabris; acheniis (im maturis) glabris, obscure 7-costatis (semper?) apice margine subintegro. Si arridila alla A. peduncolata De->f. (la quale è spesso anche annualei ; ma ncl- 1' A. peduncolata il tomento è più denso e lanoso, le pinnule delle foglie sono più lunghe, il fu>t<> generalmente è più alto e ramificato, il margine delle Squame invo- lucrali è più angusto, e gli acheni hanno le costole tubercolate che si prolungano in una corona dentellata. Merg, ciglione del II terrazzo, io mart, 1925, — leg. Doct. He li os Scaetta. Calendula aeyvptiaca Pers. var ceratosperma Murb. — Gebel Abid. Carduus pycnocephalus L. — Dintorni di Zorda. Caiananche lutea L. — Piana di Merg. Cy tiara Sibthorpiana Boiss. et Ileldr. — Piana di Merg. K la forma tipica (vas elata Bég. et Vacc. . Il Dott. Scaetta raccolse, pure nella piana di Merg, altri esemplari di Cynara ste- rili le cui foglie hanno i segmenti non decorrenti sulla rachide, come appunto Bois- sier li descrisse per la C. Sibthorpiana | «Flora orientalis », voi. Ili, p. 5571, ma a torto, come feci già rilevare 1 « L'Agricoltura coloniale», a. XV [1921], p. 378). Francoeuria laciniata Coss. et DR. — Piana di Merg ; El-Bid (Gebel Abid). Per la Libia era nota solo dagli esemplari raccolti nel 1922 dal Dott. A. Mau- gini nella piana di Merg (cfr. «Nuovo Giornale bot. it. », n. s., voi. XXXI, 1924, pag. 230 . Helichrysum siculum Boiss. — Fra Tocra e Merg a Bucseir nella macchia del I terrazzo; Merg, ciglione del II terrazzo; Gebel Abid. Hyoseris scabra L. — Piana di Merg. BOLZON P. — RICERCHE B< MANICHE NELLA LIGURIA OCCIDENTALE. - NOTA II1. Gymnogramme leptophylla Desv, — Sopra Sestri in val- le dei Molinacci (Penz.2) ; nelle rive freschi- vicino Varazze Pra ! e (Gres, ms.i ; vallette sotto alla Villetta pr. Savona : sopra Finale a Rialto sui muri vecchi ! Non figura In Fiori 2 per la Liguria, benché di questa fosse già nota (Penz. il. POLYSTICUM LONCHITIS R.OTH — Sopra Cogoleto al Br. del- la Biscia lungo il sentiero di Pianpaludo sui calca 1100. (Gres. ms.) E l'unica località del nosto territ. a me nota. P. OREOPTERIS I.a.m. ET DC. — Pr. Savona a Ritano del Termine rara (Mezz. herb !). Unica località del nostro territ. Asplenium germanicum Weiss — Sopra Varazze al Deser- to raro (Gr. ms.). Non ind. nella FI. Analit. (Fiori 2) per la Lig., benché vi fosse conosciuto (Penz. 1 ). EQUISETUM PALEACEUfcl SCHLEICH. — Pr. Cogoleto lun- go il Lerone (Gres. ms.). PHALARIS PARADOXA L. — Liguria (Penz. 1): a Pegli, Ce- riate e Albenga (Bert. 1) Xella FI. Analit. (Fiori 2) la Lig. non figura. ARUNDO PLINII TURRA Presso Varazze a Invrea \ il mare abbond. (Gres, ms.); colli aridi a IWgeggi (Mezz. herb!), In FI. Analit. (Fiori 2) è ommessa la Lig. benché in questa Eos- se nota (Penz. 1 ). SCLEROCHLOA HEMIPOA GUSS. — Lungo il lit. a Sestri Pon. (Bert. 1). Ind. in Penz. 1 e non in Fiori 2. CYPERUS VEGETUS WILD. — Xella cunetta King" la strada Varazze-Stella S. Martino a 1 Km. oltre il Da/io (Gres. ms.). SciRPUS FILIFORMIS Savi — Benché noto della Lig. (Penz. 1 sub .S". se/acei(s /,.) a Pegli e Albenga (Bert. 1), nella FI. Ana- lit. (Fiori 2) non. figura della Lig. CAREX DIANDRA Si k. — Pr. Albenga (Genp. 1 . Non fi- gura per la Lig. né in Penz. 1 né in Fiori 2. C. PANICEA L. — Ind. della Lig. (Penz. t) nell'App. Savon. 78 NTot. ii. .il Pr. Scaggia sopra Pegli (Bert. i) e sul M. Bei- gua sopra Varazze (Gres, ms.) ; non figura nella FI. An. (Fio- ri 2). POTAMOGETON POLYGONIFOLIA POURJR. — End' della Lig. . i : IV. S. ipra Pegli (Bert. i ), monti dell'Olba (Pari. i ), sppra Varazze al Prà Riondo (Gres. ms.). Eppure la Lig, non figura nella FI. An. (Fiori 2). AXLIUM CHAMAEMOLT? L. - [nd. della Lig. (Penz. 1) dove è stata osservata: per S. Pier d'Ar. (De Xot. 1), pr. Finalmari- na (Bickn. 1), pr. la Sta/., di Porgio-Verezzi (Mezz. herb !), in valle di Pietra Lig. (Bert. i) e pr. Albenga (Bick. 2). Dimentica- ta in Fiori 2. ROMUL] '. I OLUMNAE S. EX Al. b. ANGUSTIFOLIA BÉG. — Scoperta dal Mezz. pr. Savona alla Villetta dove è destinata a scomparire essendo arra fabbricabile. Osservata di recente da me sul M. Mao sopra Spotorno ! OPHRYS FUCIFERA CURT. — Pr. Varazze a S. Xazaro (Gres, ms.) ; lungo la via prov. fra Celle e Albiss ! : monte di Capo Noli ! (Gres, ms.) : pr. Cairo Monten ! ORCHIS LTSTULATO X TRIDENTATA KERN -- Pr. Varazze in Campo Marzio (Gres, ms.) ; sopra Santuario pr. l'ost. di Xa so di Gatto a 700 m ! sopra Vado nella R.ca dei Corvi a 650 m. ! CHENOPODIUM MULTIFIDUM L. — Vicino Savona a Fava- gnjla lungo la via naz" di Torino pr. il ponte, ottobre 19 19 ! OPUNTIA VULGARIS MlLL. — Alture sopre Savona sul- l'appenninite : a Ranco ! (Mezz. herb !) e vicino la villa Scotto ! Per la Lig. era nota come dubia (Penz. 1). Arenaria aggregata Pois. — Sopra Loano nel M. Corno Carmo vers. or. lungo il sentiero a 1 200-1300 m., cale! LYCHNIS VlSCARIA P. — M. Settepani (sopra Finale) a 1000- 1100 m. ! (Mezz. herb !). Questo monte segna il limite merid. nel- 1'' Alpi di questa specie che poi ricompare nell'Abruzzo. DÌANTHUS LONGICAULIS Ten. — Isola di Bergeggi (Beg. 1). Però la Pig. non figura in Fiori 2. Heuanthemum LUNULA.TUM Lam. et DO. — Endemismo delle Alpi Lig. Io l'ho osservato al M. Canno (Loano) a 1400 m. sul cale. ! II. GRANDIFJLORUM LAM. E I DC. — Nel nostro territ. sol- tanto sui cale, del M. ('armo (Loano) a 1200-1389 m. ! AKABIS CORYMMFLORA Vest. — Nota della Lig. (Penz. 1 sub. .-/. alenata SAI.} ma essa non figura in Fiori 2. lo l'ho osserva- ta : sopra Finale sul M. Settepani a 1200 m.; sopra Loano sul M. Ravinet a 700 ni. e sul M. S. Giorgio sopra Filerà! ** CARDAMINE FLEXUOSA WlTH. — Nella sdla tra K.ea dei Corvi e M. Alto (Spotorno) nei ruscelli a 400-450 m., Aprile I923! :: Dentaria polyphylla W. et K. — Abbond. nelle gete del M. Settepani a m. 1000-1300! D. DIGITATA LAM. — Appenn. Lig. occ. : M. Dente sopra Yoltri (Penz. 2); R.ca del Bonomo sopra Ellera (Gr. ms.i. La Lig. non figura in Fiori 2. :i: Coronopus diuvmus Sm. — Vicino Yoltri lungo la stra- da di Mele!; pr Yarazze lungo la ferrov. verso Invrea (Gres.); pr. Savona nei campi soprala strada di Albiss. (id.) e sull'estre- ma diga del porto. R.ANUNCULUS BAUDOTII GODR. — Paludi pr. Albenga (Pen/. 2). In Fiori 2, la Lig. non figura. R. GRAMINEUS L. — Monte di Capo Roli sulla cresta vici- na al semaf. a 250 m ! ; pr. la cima del M. Acuto sopra Ceriale (Mezz. beri). !). K. GARGANICUS Ten. — Vers.mer.de] M. Croce sopra Ceriale a 300-400 m. abbond. sul cale, nella fin. Canuti (Coss.Jl e nel sovrapposto M. Acuto a 700 m. (Mezz. herb!). Aquilegia Reuteri B0188. - Alpi Pie-.: M. Carmo sopra Loano sul cale, a 1250-1350 m. nella fm. minor Rouy et /•"..' A. VULGARI8 L. * |i ATROVIOLACEA A.- P. - Appenn. Lig. occ: M. Ermetta a 700-1,0.. m. ! «• pr. Stella S. Bernardo! SAXIFRAGA PEDEMONTANA Ali.. Nelle Alpi or. non si ar- 8o nelle Alpi AI. ir. (Fiori 2), ma si spinge anche nelle Alpi Lig., trovandosi anche nei monti sopra Albenga (De Xot. 1). S. A8PEKA L. — Come la preced., trovandosi anche sul M. Gallerò sopra Albenga (De Xot. 1) e sul M. C'armo (Bert. 1). In questo monti' l'ho osservata nel vers. or. lungo il canalone per il quale si sale dal dingo di Giustenice alla cima a m. 1200- [350 sul cale. ! CHRYSOSPLEXIUM ALTERNIFOLIUM L. — Alpi Lig.: AI. Sette- pani nei ruscelli vicini al Colle di Alelogno a 1 000-1200 m. e anche nella salita da Rialto a Melogno a 700-800 m.! Il AI. Set- tepani segna il limite merid. di questa pianta nelle Alpi or. Ri- compare poi nell'Appeiiu. Piacent. in vai di Xure pr. Gambaro (Bert. 1). SEDUM ANACAMPSEROS L. — Anche nelle Alpi Lig., essendo stato osservato nei monti di Albenga (De Xot. 1). S. H18PANICUM L. — Nella FI. Analit. (Fiori 2) non figura della Lig. benché in questa fosse noto (Penz. 1). Vi è stato os- s rvato anche pr. Yarazze al Pero (Gres. ms.). POTENTILLA CAULESCENS L. * :;: [3 NEBRODENSIS ISTROBL) — Aipi Lig.: M. C armo nello stesso luogo della Saxifraga Ungulata ! :; ORlGANUM HL'MILE Mill. — Al AL Mao sopra Spotorno colia un. \imiglaucum lìoiss.! — b. purpurascais Briq. Pr. Bardi- neto (Alezz. herb. !). * * UTRICULARIA MINOR L. — Pr. Varazze ai Piani di Can- talupo e al AL Beigua (Gr. ms.). Era indicata come dubia della Lig. (Penz. 1). GAL1UM BERÓYNICUM WEIG. ~ Nella FI. Analit. (Fiori 1) non è indicata per la Lig., della quale però era nota (Penz. 1 ). <>. ULic.iNOSUM L. — Figura in Penz. i per la Lig. ma non in Fiori 1 . TEUCRIUM LUCIDUM L. — AI. Carmo (Loano) sui cale, a 1 250-1300 nel vers. orientale! Asi'KKii.A LEVIGATA L. — Come la precedente. CRUCIANELLA ANGUSTIFOLIA L. — Xel nostro territorio era Si nota soltanto di Pegli (Pari, i ). 11 Mezzana L'ha osservata vicino Savona a Editano del Termine nel 1904 (Mezz. herb !). ADOXA MOSCHATELLINA L. — Alla Rocca del Bonono e al M. BLeisa sopra Varazze (Gres. ms.| : M. Settepani sopra Melo- gno a 1 100-1 300 m. ! Valeriana intermedia V ah l — Sopra Cogoleto fra i massi di serpentina ed M. Argentea a 1000 m. ! KNAUTIA LONGIFOLIA Koch — Nella FI. Analit. di Fiori non figura per la Lig., della quale però era nota (Penz. 1), ve- rosimilm. nelle Alpi Alar, confinanti colla Fig. SCABIOSA HOLOSERICEA Rert. — Indicata soltanto del Capo Noli (De Xot. 1) ma. nel nostro territorio si trova in parecchi altri luoghi come a Capo Vado presso il forte ! ; sopra Santua- rio presso casa Prioco ! S. GRAMINIFOLIA L. b. GLABRA Art. — Alpi Liguri: M. Carmo sopra Loano nella sella erbosa, a subtrato calcareo, situa- ta sotto la cima a 1300 m. ! Nella Flora Analit. il tipo è indi- cato anello dell'Appenn. Fig. occ. Io credo che si deva intende- rò invece Alpi Figuri perchè nella Fig. occ. è stato osservato soltanto nei monti sopra Albenga (De Not. 1) die appunto si trovano nell'Appenn. Lig. Analogamente, la var glabra Are. nella FI. Analit. è indicata di tutto l'Appenn. lag., mentre a me è nota soltanto la località del M. l'armo nelle Alpi laguri. DIPSACU.S L.ACINIATUS L. — Presso Calizzano, [893 (Ale//. beri) !). Nella Flora Analit. non figura per la Lig. della quali/ pe- ro era nota I 1 'eli/. I ). Campanula glomerata L. b. aggregata (W.) — M. Reisa sopr.i Arenzano .l 800 m. ! — Sopra Borghetto S. Spiri- to tra (.'arpe e il Giogo di Foirano a 700 m. ! < '. CAESP1T0SA SCOP. - Nella FI. Analit. di Fiori, non figu- ra della Liguria benché vi fosse già indicata (Penz. 11 verosi- milmente nelle Alpi Mark, confinanti con la Lig. C. SCHEUCHZEPJ VlLL. VAR. VALDENSIS (Aia..) — Come la precedente. ('. SABATIA De NOT. — Trattandoli di pianta endemica del- la Lig. occid. espongo la sua diffusione nel circondario di Savo- na e di Albenga. Nel primo : al M. S. Elena sopra Vado ! M. Mao sopra Spotorno ! rupi presso Capo Noli lungo la via prov. i » Nbt. i) e nel monte di Capo Noli a S. Margherita (Mezz. herb.); is. di Bergeggi (Bég. i). Xel secondo: da Finalborgo a (n>rra fino a 200 m. (Mezz. herb. !) ; is Gallinaria. (Bég. i.). SENEC10 LIVIDU8 L. — Nel Mns. del Gresino è indicato della R.ca del Bonomo sopra Ellera. Però la notizia merita conferma perchè è specie nota non più a nord di Grosseto (Fiori i). E da notare che la yak. FOENICULACEUS (TEN.) è indicata della Lig. (Penz. i) sebbene non figura nella FI. Analit. di Fiori (per di- menticanza ?). SOL1DAG0 LITORALI8 SAVI — Anche questa è nota della Lig. (Penz. i) benché questa non figuri nella FI. Analit. CHRYSANTHEMUM LEUCANTHEMUM L. a VULGARE FIORI b. DISCOI- DEUM KOCH — Lungo la Bormida fra Millesimo e Cengio in fin. a foglie incise con incisioni dentate! * * (3 AMPL1FOLIUM FIORI — Vicino Savona in luoghi pingui a Legino. * * y LACINIATO! FlOKI — Come la var. preced. ! ARTEMISIA pedemontana Balb. — Osservaz. come quella di Soli cìngo litoralis. Xeranthemum annuum L. — id. Centaukea variegata Lam. — id. CREPIS [NSULARIS MoR. ET De Not. — id., di più è indicata dei luoghi ctren. presso Albenga rarissima (De Xot. i). :: lilDENS BIPINNATUS L. — Presso Varazze fra le erbaccie nei luoghi colt. (Gres. ms.). : * GAL1N80GA PARVIFLORA CaV. — A Savona nei giard. pubbl. (Mezz. herb. 1891!); lungo la via provine, a Finalmarina rara ! IV. _ FORME NUOVE Valeriana tripteris L. fm. pinnata Bolzon, foglie cauline, tutte 0 in parte, con due paia di divisioni di cui V ^inferiore molto più pie- 83 cola — M. Carmo sopra Loano al Pian d'Armi a 700-800 m. 1 7. V. 1924 ti. ! CENTAUREA CON1FEKA I-. — Al M. Ravinet sopra Loano a 700-800 m. sul cale, due forme!: B. SIMPLEX M., pianta i-caule. con fusto alto 5-45 cui. /-cefalo. C. RAMOSA M., pianta i-pluricaulc, con fusti alti 10-25 e in., 2-3 cefali. AGROPYRUM REPENS P. B FM. MAJUS GRESINO, culmo lungo 1 in. e più; spighette lunghe 10-15 vini., e. a io fiori ; spiga lunga 20 evi. e piìi, laro a (nel secco) 3 e ni., interrotta alla base. — Pr. la spiaggia ad Albissola (Gres. ms.). GAGEA LUTEA KER.-GW. B. UNIFQLIA BOLZON, la superiore delle due foglie forali ridotta a brattea lesini f. misur. e. 5 ni ni. — M. Settepani (sopra Finale) nelle faggete verso Calizzano a 1000-12001TI. insieme al tipo e alla e. prolifera Coir.! Il tipo anche sulla R.ca del Bonomo sopra Ellera (Gres. ms.). MUSCARI COMOSUM MlLL. FM. BREVIGOMA BOLZON, fiori abortiti meno numerosi, più brevemente peduncolati, foglie lanceol. -lineari più larghe dello scapo. — Alture fra Savona e Albissola! Forma in- clusa in De Not. 1. colla seguente diagnosi : fin. minus hebetata fjres supremos pauciores, uiiuores, brevius pedicellati ', vix comanies. — Valde freq. MAJANTHEMUM BIFOLIUM SCHM. FM. UNIFOLIUM B3LZ0N, la superiore delle due fg. caulinari rido/ la a minuta sai/ama. M. Ermetta a 700 900 m. col tipo! — C. TRIFOLIUM BAENITZ, tre fg. caulinari. M. Ermetta col tipo (la fg. superiore bratteiforme) ! — M. Sette- pani faggete (Mezz. herb !). NARCISSUS PSEUDO-NARCISSUS L.FM. M1CRANTHA BOLZON, corona lunga e. 2 cm., lacinie perig. lunghe e. 2 e ni., decisa ni, non raggiun- genti la som mila della corona ;fg. strettavi, lineari, larghe 0,5-0,10 nini. Nelle macchie del M. Alto (sopia Sportorno) a 700-850 m. e altrove ! CROCUS MED1US BALB. Due forme che rappresentano i due estremi dello sviluppo del fiore. B. MAJOR BOLZON, fiore lungo 15-25 cm. ; lacinie perig. lunghe fino a 6-j cm. M. Ermetta, M. Set- 84 tepanì, ecc. a Booiioo m. ! — e. MINOR BOLZON, fiore lungo 10- rj un., lacinie perig. lunghe 3,5 - /o" < >>' ■ Colla fm. b. ! Indice delle pubblicazioni citate i) Bèguinot, Vegeti delle Ls. Lig. (Ann. Mus. Civ. di St. Nat. dì < renova, 1 907). I ! t. 1 l Bt risiali, FI. Italici. k. i) Bickne/l, FI. ov, Bordighera ecc. (Bick. 2) Bickncll Append. NI alla Fi. e. s. (De X^t. i) De Notaris, Repert. FI. Lig. ecc. (Fiori 11 Fiori, FI. Analit. d'Italia. (Fiori 2) Fiori, Nuova FI. e. s. (Gres, ms.i Gresino, manoscr. (Mezz. herb !) Mezzana, erbario. d'ari. 1) Parlatore, Flora [tal. (Penz. n Penzig, Synopsis FI. Lig. (Penz. 2) Penzig in Dellepiane, 'nuda delle Alpi e dell'App. Lig., [924. Oss. !.' Nella nota precedente (in Bull. 1Q-.5 pag. 28), ho scritto che Anagyris fortidà L. si trova a Noli. Invece deve in- rsi Varigotti. Ilo scritto pure che in Fiori 1 (e ciò è ripe- tuto in Fiori 2) è indicata dal Nizzardo in giù, mentre, a quanto mi corista, in tutta la costa Ligure non si trova che nelle rupi attorno Nizza (Allioni FI. Pedem.), nella reg. mediterr. delle Alpi Mar. (FI. de France di Rouy et F.) e nella prov. di Genova non si trova che a Varigotti. Oss. [I.* Le seguenti piante che in detta nota sono indicate come nuove per la Liguria in base al manoscritto del prof. Gre- sino, vanno accettate con riserva e richiedono conferma, perchè non ho visto gli esemplari e perchè il detto manoscritto è stato in fretta trascritto da appunti, per cui potrebbe sorgere il dubbio che sia avvenuto qualche scambio di nomi nella trascrizione. Perciò nella pr sente nota, fra le molte piante nuove per la Liguria indicate in detto manoscritto ho citato soltanto quelle la cui presenza 85 in Liguria mi è stata confermata da altre fonti, e quelle della cui esatta determinazione non era il caso di dubitare. ! L'elenco delle piante «la confermarsi. Medicago interfexta Mi!/, a Echinus (D. C.) - Trigonella corniculata L. - Trifolium polyanthemum Te//. - Lotus kispidus Desf. - Vida Cosentini Guss. - V. coniata il'////. - Epilobium palustre L. - Bupleurum graminenm l'i ti. - & Libanotis Koch b. samniticum Are. - Laserpitium prutenicum /.. - An- thriscus nemorosa Spr. - Echium Sckaefferi Long. - Pulmonaria azurea Bess. - Cuscuta australis R. Br. - Nicandra physaloides Clan tu. - Ve> bascum austriacum Schott - Euphrasia strida Host - E. nemorosa Pers. - lì pie/a lì'///. - Orobanche lucorum A. Br. Oss. III." A quanto pare, negli scritti di flora ligure, perle più le Alpi Liguri sono state considerate unite colle Alpi Mariti., mentre in tutti gli Atlanti moder.ni formano una sezione a sé die va dal Colle di Tenda al Colle di Cadibona. Da ciò risulta che le piante alpina indicate fino alle Alpi Maritt., si può credere che si arrestino .il ''"Ile di Tenda, mentre qualcuna si estende tino verso il Coli- di Cadibona. Questo fatto l'ho fatto notare per parecchie piante anche nel corso della presente nota. COBAJJ R. NUOVE AGGIUNTE A.L CATALOGO DEL- LE PIANTE \ '. ISt v '/.. \Rf DEL MONTE BARI » PR ESS< > LECO >. La ricchezza della fiorala del Monte Caro e la comodità di accesso che questo presenta si di poter essere scelto .1 meta di facili escursioni botaniche, hanno invitato per l'addietro, e invi- tano tuttora, botanici e dilettanti. ,i visitarlo. 11 professore Francesco Ardissone ni considerando che tale Morula era degna di un elenco a parte, il quale, tra l'altro. ,i- vrebbe anche potuto facilitare agli studiosi la determinazione i I '■,':^"- 1' -i per molti anni insegnante di Milano. \ Medico specialista in Milano, esimie cultore della Botanica e della Entomologia. 5 Feci, per mio conto, dal 19 13 al 1920, dieci escursioni. 87 la gentilezza dei due amici suddetti che mi comunicarono i ri- sultati delle loro osservazioni. Accanto al nome delle entità, che esporrò qui sotto, oltre alle solite indicazioni ed alle eventuali osservazioni, seguirà il nome dell'osservatore o, se trattasi di più osservatori, i nomi di essi in ordine di tempo, secondo, cioè, la data del rinvenimento. Nell'elenco è seguito l'ordine delle famiglie tenuto nel « Ca- talogo » di Arclissone e, per lo più, la nomenclatura della < Flora Analitica d'Italia » dei signori Fiori, Paoletti e Béguinot. Le en- tità nuove sono segnate in «grassetto». Aquilegia Einseleana F. Schultz — Comunissima su le prime rupi presso il sentiero che da Lecco conduce all' albergo (Calegari), (i) più sotto e su la vetta del monte (Cobau, VI. 13 e VII. 20). Nel catalogo di Ardissone è invece erroneamente indi- cata 1' A. pyrenaica DC. che non è specie italiana. Capparis spinosa L. a aculeafa (Ali.) — Pende dal muro di un orto, sopra Galbiate. Certo piantatavi artificialmente (( lalegari). Dkaba verna L. 8 glabrescens (Rouy e F.) Presso Sala al Baro (Cobau III. 13). Biscutella levigata L. e subspathulata (Lam.) — Erbosi aridi sul versante di Lecco. (Cobau, IX. 20). Chamaebuxus alpester Spach b. grandiflorus Rouy et Fouc. — Qua e là col tipo nei luoghi sassosi della regione submon- tana. (Calegari, Cobau III. 16). Spergularia rubra J. et C. Presi, a camqestris (Fenzl) — Sul versante SO. (Rossi, V. 13). Silene rupesfris L. — In più punti del monte (Calegari). Saponaria oeymoides L. a fypica — Presso Vignola (Calegari) e presso l'albergo (('"bau, VI. 13). Hypericum calycinum L. — Qualche esemplare sulla spi a- 1 Ebbi le indicazioni «.le! prof. Calegari a mezzo di una sua lettera del 14 Febbraio 1920. 88 nata, sopra l'albergo, già dedicata al giardino alpino « Daphnca 1 1 1 dove la pianta era coltivata (Calegari). 1 [ypericum Androsaemum L. — Indicata del M.te Baro dal Comolli. (2) Non è segnata, certo per una svista, nel catalogo di Ardissone. 1 ii.ia europaea L. a vulgaris (Hayne) — Qua e là nei boschi del versante di Sala (Cobau, IX. 20). RHAMNUS catharfica L. — Nel bosco del versante di Val- madrera (Cobau, VII. :o), RHAMNUS FranguGa L. — Qua e là nei boschetti più om- brosi (Calegari) e in quelli sui versanti di Lecco e di Valmadrera (Cobau, IV. 16, VII. 20). A.CER campestre L. f. suberosum — Nel versante di Val- madrera (Cobau, Vili. 20). A< kk Pseudo-Platanus L. — Qualche esemplare nel bosco del versante di Valmadrera (Cobau, VII. 20). Ilex AquifoBóum L. — Qualche individuo nel bosco sopra S. Alessandro (Cobau, VII. 20). < rENISTA radiata SCOp. — Rara su qualche punto del ciglione del monte. (Calegari). Cytisus purp,ureus Scop. forma a fiori bianchi — Mista col tipo nel bosco presso Lecco (Cobau, IV. 16). A.nthyllis montana I-. — Nell'area del giardino alpino « Daphnea > dove la specie era coltivata (Calegari, Cabau VI. 13, Rossi (3) IV 141. Lathyrus versus Bernh. y graciEis Are. — Sul Baro (Rossi, [V. 141. Vicia tefrasperma Moench a - Vicino all'albergo ad W. (Rossi, IV, 14). 1 Ai: 1 aria. Le /ardili de la Daphnea a?i Baro, in Bull, de 1' Ass. pour la protectidii nel versante di Lecco (Cobau, IV. 16). Crataegus oxyacantha L. y monogyna (Jacq.) — Nei buschi del versante di Lecco (Cobau IX. 20). Crataegus Piracantha (L.) Spach — Nella spianata, sopra l'albergo, già dedicata al giardino alpino « Daphnea, » dove la pianta era coltivata, forse per siepe di cinta (Cobau, IX. 20). Cotoneaster integerrima Medie, a vulgaris (Lindi.) — Sul Baro (Rossi, V. 13). Su la cresta del monte (Cobau, VI. 13 e VII. 20). Saxii-raga tridaetylifes L. a lypica — Abbondante sul piano di S. Michele (Rossi, IV. io). ERYNGIUM amethystinum L. — Qualche esemplare nell'area già sede del giardino alpino * Daphnea » , dov'era, forse, colti- \ ata (Calegari). Del resto fu osservata spontanea anche presso Snello, tra i laghi Annone e Pusiano. Sanicula europaea L. — Nel bosco sopra S. Alessandro (( '«'bau, V 1 1. 20). I ' IRNUS Mas L. — Presso la strada carrozzabile non lungi da S. Alessandro (Cobau, III. 16). Viburnum Opulus L. — Nel vallone (Cobau, Vili. 20). I. >NICERA alpigena L. — Rarissima su le rupi di NE (Ca- legari). Valeriana tripteris L. — Sul Baro (Rossi, V. 13 e IV. 16). Adenostyles alpina Bl. et Fing. a glabra (DC.) — Vicino alla sorgente, sotto l'albergo, presso il sentiero che scende a Lecco per il versante di Valmadrera (Cobau, VII. 20). Carlina acanthifolia Ali. — Cjualche esemplare nella spia- qo nati, sopra l'albergo, già dedicata al giardino alpino « Daphnea», di iv'era coltivata (( lalegari). SERRATULA iiv rORIA L, |» indivisa (Poir.) — Xel vallone (Cobau, Vili. 20). Lactuca perennis !.. — Presso Vignola (Calegari). Campanula rapunculoides L. — Non molto al di sotto dell'albergo, lungo il sentiero che scende a Lecco sul versante di Valmadrera (Cobau, VII. 20). FRAXINUS excelsior L. — Xel bosco del versante di Val- madrera (Cobau, Vili, -1"). Vinca mixok I.. f. aBba Vcnanzi — Al piede del Monte nel bosco di castagni verso Lecco. (Cobau, IV, 16). Gentiana Kochiana P. et S. — Sul M.te Raro (Camperio 1 1 1, IV. 90). PULMONARIA OFFICINALE L. |3 saccharafa Alili. — Xel val- lone, presso Sala al Baro (Cobau, III. io). Anchusa officinalis L. — Sul Baro (Camperio, IV. 90). Symphytum officinale L. — In luoghi umidi alle falde del monte (Calegari 1. Symphytum tuberosum L. « typicum — Presso la cima del monte, sul versante di Valmadrera (Cobau, IV. io). Verbascum Lychxitis L. d. album Alili. — Sui muri presso Galbiate (Cobau, VII. 13). LlNARIA VULGARIS jj italica (Trev.) — Prati sul versante di Lecco al « Pian de la siresa » (Cobau, IX. 20) LlNARIA genisfaefolia Mill. — Qualche esemplare nella spianata già sede della « Daphnea », dov' era coltivata (Calegari Sac. C. Cozzi (2) VII. 03; Cobau, IX 20). Vekonica hederaefolia L. — Lungo la mulattiera presso Galbiate (Rossi, IV. 16). 1 Tolsi le indicazioni delle specie raccolte dall'ing. Camillo Camperio, dall' Er- bario F. Sordelli, solo da pochi anni presso la R. Scuola di Agricoltura di Milano e dall'Ardissone non consultato. (21 Dall'erbario di F. Sordelli. 9* Veronica urticaefollia Jacq. — Nel bosco del Vallone (Cobau, Vili. 20). Erinus alpinus I-. — Qualche esemplare presso la spianata già sede della Daphnea > (Rossi, V 13; Cobau, VI 13). EUPHRASIA sa!isburgensis Kunk in Ilpe. — Erbosi nei versanti di Lecco, Valmadrera e Sala (Cobau, IX. 20). Euphrasia alpina Lam. y Kerneri (Wettst.) forma - Er- bosi al Pian de la siresa sul versante di Lecco e altrove (Cobau, X. iì e IX. 20). Euphrasia alpina Cam. 8 Rosikoviana (Hayne) (1) — Er- bosi nel bosco sopra S. Alessandro e certamente altrove (Cobau. VII. 20). Pedicularis gyroflexa Vili. e. leucantha Bones. ex Bert. — Sul Baro. (Rossi). Orobaxcìie Teucrii Hol. — Sui Teucrium montanum e Chamaedrys nel versante di Valmadrera e verso la cima del monte (Cobau, VI. 13). STACHYS palusfris I.. ?. typica — Al piede del monte, lungo la carrozzabile da Lecco a Torrette (Cobau, VII. 20). Lamium maculaturr» I.. - - Presso Gabbiate, lungo la mulat- tiera clie conduce all'albergo. (Rossi, IV 16). (taleopsis Tetr\HIT 1.. 8 pubescens (Hess.) — Al piede del monte, lungo la carrozzabile ebe da Lecco va a Valmadrera (Cobau, Vili. 20). Ajuga reitans L. e. albiflora /ersi — Nel bosco di ca- stagni e querce al piede del monte, verso Lecco (Cobau, IV. 16). Erythraea Centaurium Pers. d. pallens Freyn — Col tipo nel bosco sopra S. Alessandro (Cobau, VII, 20). Primula officinalis Jacq. - Nel tratto da Galbiate all'al- bergo (Rossi, IV. [6). Ulmus campestris L. |J> suberosa Moench Nel bosco sopra S. Alessandro (Cobau, VII, 20). 1 Non conosco V Euphrasia ericetorum Jord. citata dall' Ardissone. Forse cor- risponde a qualcuna delle entità qui ricordate. 92 I TiiKsnwi intermedium Schrad. — Sul Baro (E. Corti, (3) VI. 76). Euphorbia dulcis L. — Registrata con un ? dall' Ardissone e sinonimizzata con E. verrucosa Lam. In realtà esistono tutte e due li- Eorme e si trovano qua e là, sul limitare dei boschi e nei prati (Cobau, VI. 13, IV. 16 e Rossi, IV7. 14). Ai. MS vòridis Vili. — Xel bosco del Vallone (Cobau, Vili 20). Ostrya carpìnifolia Scop. — Nel bosco sopra S. Alessan- dro (Cobau, VII. 20). ORCHIS milifaris L. — Alle laide del monte verso Valma- drera e tra Cariate <• Calbiate (Calegari). Orci US papilionacea L. [j rubra Jacq. — Sul Baro (E. Corti, VI. 76). Neottia Nidus-Av2s Rich. — Salendo da Galbiate all'al- bergo del Monte (Calegari). Lilium bulbiferum L. e. croceum (Chaix in Vili.) — Su la vetta del monte (Corti, VI. 76, Cobau, VI. 13). POLÌGONATUM verticillatum Ali. — Nei boschetti dell'alto versante verso NE (Calegari). CAREX mucronata L. — Erbosi verso la cima (E. Corti, VI, 7"). CAREX flava 1.. |) Oederi Retz — Intorno alla sorgente, sotto l'albergo, presso il sentiero che scende a Lecco per il ver- sante di Yalmadrera (Cobau, VI, 13). Sorghum halepense Pers. — Al piede del monte, nei prati lungo la strada, presso la stazione di Sala al Baro (Cobau, VII. 13). Avena pubescens E. — Prati (E. Corti, VI. 76). Mklica CILIATA E. |j> Magnolii Gr. ed Godu. — Muri cam- pestri al monte Baro (E. Corti, VI. 76). Festuca ovina E. — Sul Baro (E. Corti, VE 76). Anche le indicazioni di questa e delle altre specie raccolte dall' Architetto Egidio Corti, di Milano [856-1921) appassionato botanico, furono prese dall'Erbario di F. Sordelli. L' A. Corti, citato dall' Ardissone, è un erbolaio. 93 Colle presenti aggiunte le specie indicate complessivamente •del Monte Baro raggiungono, a tutt'oggi, il numero di 780. Delle specie registrate dall'Ardissone sulla fede di altri os- servatori, e che oltrepassano la cinquantina (54), soltanto alcune furono ritrovate da noi. Le indico qui, senza per questo voler negare l'esistenza delle altre, né accentuarne la rarità: Calamagrostis Epigeios Roth — Nei pascoli presso la vetta del Monte (Cobau, Vili, 20). AQUILEGIA atrata Koch — Osservata parecchie volte e in luoghi diversi da Calegari, che la considera frequente, e anche da me su la vetta del monte (VII. 20). Ononis NATRIX L. — Ritrovata da me sul versante di Lecco (VII. 13) verso la metà del monte. Sempervivum TÈCTORUM L. — Anche presso Vignola, dov'è abbondante (Calegari). Aspekula ODORATA L. — Osservata anche da Rossi (IV. 16). Antennaria dioica Gaertn. — Presso la cima del monte {Cobau, VI. 13). CENTAUREA RHAETICA Moritzi — Ritrovata da Rossi (V. 13) e da me su la cresta del monte (VII. 13 e VII. 20). CiRSIUM PANNONICUM Graud. — Raccolta da me sul versante di (jalbiate (VII. 13) e su quello di Valmadrera (VII. 20). Leoxtodox tenuiflorus DC. — Ritrovato dal Rossi (IV. io) e da me sul versante di Lecco (IV. 16). Phyteuma COMOSUM L. — Copiosa su le rupi della vetta verso E e XE (Calegari) e, molto sotto, su le rocce lungo il sentiero che da Lecco conduce all'albergo (Cobau, VI. 13 e VII. 20). Cephalanthera rubra Rich. — Fu ritrovata dalla Signorina Ida Kettlitz (IV, 13) e determinata dal dott. Rossi, che me la indicò. 94 EQ1 iskh m Telmateja Ehrh. — Ritrovata poco sotto l'albergo, sul sentiero che conduce a Lecco (Rossi IV. 16). * # Aggiungo infine l'elenco di quelle specie che, indicate dall' Ar- dissone di una sola località, furono da noi ritrovate in altre e a diversa altitudine, in guisa da doversi considerare come più frequenti e proprie di un' area più vasta di quanto appaia dal catalogo ardissoniano : Cfematis rec/a L. — E fino alla vetta (Cobau). Ranunculus bnlbosus L. — E fino alla cima (Rossi). Silene Ohtes Sm. — E più sotto, sul versante di Galbiate (Cobau) 'Filia platyphylla Scop. — E nei boschi del versante di Sala (Cobau). Malva Alceo, L. — Anche presso Camporeso (Cobau). Ruta graveolens L. — Anche su le rupi a Sud, sotto la cima (Calegari) e su la vetta (Cobau). Diclaninus albus L. — e su gli altri versanti fino alla cima (Cobau). KIìhs Cotinus L. — E sulla cresta (Cobau). Evonytnus latifolius Scop. — Anche nel bosco di S. Alessan- dro (Cobau). Rkamnus saxalilis L. — anche in siti aridi a E. (Calegari) e su la cima (E. Corti, Cobau). Acer campestre L. — E anche più in basso (Cobau). Cytisus pitrpureiis Scop. — E più sotto, fino al piede del monte (Cobau). Ononis spinosa L. — E più in alto, fin presso la cresta (Cobau). Trìfolium nibcns L. — E qua e là, molto più sotto (Cobau). Coronilla vaginali* Latti. — E anche più sotto (Cobau). ìlippoo tpis coni osa L. — E fin su la cresta (Cobau). Pi unus Mahaleb L. — E più in basso, fino al piede (Cobau). Spiraea sorbi/olia L. — Anche presso Lecco, ai lati della strada per Valmadrera (Cobau). 95 Potentina opaca L. — E anche al piede del monte, presso Sala (Cobau). PoientiUa hirta L. — E presso .Sala (Cobau). Amelanchiet vulgarìs Moeneh — Qua e là, dappertutto, fino alla vetta (Cobau). Sedimi max im it ni Sut. — E più sotto presso Camporeso e Sala (Cobau). Dancus Carota L. — E molto più in su (Cobau). Laserpitium nitidi/ni Zant. — Più in basso, specie sul versante di Valmadrera, e fino alla vetta (Cobau). Gali uni veruni L. — E molto più sopra (Cobau). I.oniccra Xylostcum L. — E nei boschi sopra S. Alessandro e Valmadrera (Cobau). Scabiosa gtamìnìfolia L. — Fino alla vetta (Cobau). Senecio saracenicus L. — E nel vallone (Cobau). Bellidiastram Micheli Cass. — E molto più sotto, sul versante di Eecco (Cobau). Lactuca muralis Fr. — Anche al piede del monte, lungo la carrozzabile Lecco-Yalmadrera (Cobau). Prenanthes purpurea L. — E più in basse», su tutti i versanti (Cobau). Hierai inni porr ifolium L. — E più in alto, presso la cima (Cobau). Ligustrum vulgate L. — Anche sulla vetta (Cobau). Odontites lutea Stev. — E più in basso, nel bosco di castagni presso Camporeso (Cobau). Origanum vulgate L. — E qua e là, fin su la vetta (Cobau). Pìnguicula alpina L. — E sul versante di Lecco al « Pian de la siresa > (Rossi, Cobau). Juglans regia L. — E spontanea nel bosco sopra S. Alessan- dro (Cobau). /ìrvt/ironium Pens-canis L. — Anche più in basso, verso Gal- biate (Cobau) e fino alla vetta (Calegari). Allium putclie/lum Don — e più sotto, comò nel vallone ecc. (Cobau). 96 Allium sphaerocephalum L. — E più in basso, fino al piede, come tra Lecco e Torrette ecc. (Cobau). Paris quadri/olia L. — E altrove, come nei boschi del versante di Valmadrera ecc. (Cobau). Majanthemum bìfolium Desf. — E nei boschi del versante di Lecco (Cobau). Asparagus tenuìfolius Lam. — E più sotto; nel vallone, ne! bosco sopra S. Alessandro ecc. (Cobau). Carex verna Vili. — E in altre località, come presso Sala, Gal- biate ecc. (Cobau). Stipa pennata L. — E copiosa presso Vignola, nonché sulla sassosa pendice a E. (Calegari, Cobau). Bologna, Aprile 1925. SEZIONE LOMBARDA (MILA N O) Adunanza 3 Maggio 1925 La seduta è aperta alle ore io. Presiede il Presidente Prof, Traverso. Sono pre- lenti ; Abbado, Allegri, Brizi, Carbone, Chiesa, Fenaroli, Pagliani, Rossi, Traverso anche per Bazzi, Longa e Montemartini. Il Segretario dà lettura del verbale della seduta precedente. Il Presidente dà informazioni circa la prossima adunanza della Società a Pavia ed invita i soci a voler rendere noto in tempo utile i titoli delle comunicazioni che in- tendono presentare. Riferisce poi circa la pubblicazione dell'iconografia micologica dell'Abate Bresadola per la quale in seguito all'intervento ed alle proposte formulate dalla Società del Museo Civico di Storia Naturale di Trento sembra ormai possibile e prossima una favorevole soluzione. Fenaroli e Rossi presentano due programmi concreti (Esino nel Gruppo delle Grigne e MontTsola sul Lago d'Iseoi per la gita sociale che avrà luogo nel corrente maggio. Accertata la fattibilità e l'interesse di ambedue i programmi l'adunanza delibera di prendere definitivi accordi in proposito colla Società Italiana di Scienze Naturali, in comune cella quale anche quest'anno la gita si effettuerà. Il segretario comunica le seguenti domande d'ammissione a socio : 97 Cattorini d.r Pier Emilio - presentato da Montemartini e Traverso. GiOELLl d.r Felice - pres. da Traverso e Fenaroli. Zoia dr. ALFONSA - pres. da Traverso e Montemartini. Fenaroli a titolo preventivo informa \proc. vero.) di aver raccolto nel giugno dello scorso anno esemplari di un interessantissimo Hieracium vegetante sulle mura del fos- sato del Castello Sforzesco di Milano. Esso risulta ascrivibile prò parte ad Hieracium australe Fries e per ora viene designato come //. insuetum Jord. ssp. mediolanense Fenaroli et Zahn. Il relatore si ripromette di ritornare sull'argomento tosto che saranno ultimate ricerche al riguardo attualmente in corso. Viene quindi presentata e documentata con materiale iconografico e d'erbario la ieguente memoria : Fenaroli E. — Additamenta cerastiologica. Esaurito l'o. d. g. la seduta è tolta alle ore 11,45. // Segretario II Presidente L. FENAROLI G. B. TRAVERSO FENAROLI L. — ADDITAMENTA CERASTIOLOGICA. Cerastium arvense L. ssp. strictum Gaud. var. nova holo- leptum Fon. (1925) — Differì caulibus tenuioribus effusis, valde-(i 5-25 ciìi.i elongatis, e basi compluribus , inferne ramosis, glabrescentibus vel le- viter villosulis, superius villosis, pilis densiusculis retroversis caiilis lati- tudinem aequantibus vel suP'.rantibus absitis, superne glandulosis 2-4- floris. Folia lineari-lanceolata, 10-15 « i-zmm.,subglabrescentia. Flores 12-15 mm. lati, longe psdunculati, pedunculis calicis latitudine»! triplo quadruplove superantibus, valde glandulosis : bracteae ovatae margine scariosae ; sepalo acuta, late hyalino-marginata, Apice glabrescentia ; petalo sepali s duplo longìora. Hab. — Longobardia sup.: Bormiutn (Bormio) in locis apricis et muris in Val di Sotto prope Gobetta, Boerio et Vallaccetta ; vi. 1400-1600. Leg. ci. M. Longa, 6-VII-1922. Riconoscesi facilmente questa varietà per le sopradescritto evidenti ( .initteristiche dei cauli lungamente prostrati e sottili. Del ciclo di C. arvense ssp. strictum tanto polimorfo e per la forma delle foglie e sopratutto per il portamento in dipendenza 98 delle specifiche condizioni ambientali, la varietà qui istituita non trova riscontro in alcuna delle numerose già descritte dai pre- cedenti autori, salvo qualche affinità colla var. flaccidum descritta da E. Steiger su esemplari provenienti dalle Alpi dell'Adula e più precisamele da Val Blegno fra le Alpi Rifugio e Monte- rascio in Val Luzzone a m. 1900 e. Lo Steiger in Iìeitraege -.in- Kenntnìss der Flora der Adula- Gebìrgsgruppe (1) caratterizza la sua nuova varietà come segue : von flat/r igeiti ducimeli Wuchs, mit sdir langen, gesprèizten Btuethenstielen >, diagnosi riportata pei integralmente in Fedde {Repertori uni III, 236) ed in modo pressoché analogo da Ascherson e (ì-raebner 12). Ed invero i caratteri indicati dallo Steiger circa il portamento della var. flaccidum bene si addicono anche agli esemplari bormiesi, mentre invece non risultano corrispondere quelli riguardanti 1' infiore- scenza. Ritengo pertanto di poter escludere l'identità tra gli esemplari dell'Adula e quelli del Bormiese, ancorché rappresentino due stadi forse assai affini di una medesima gamma di variazioni dovute a specifiche condizioni ambientali e distinguo questi ul- timi come var. hololeptum mihi. C. pedunculatum Gaud. var. nova Kelleri Fen. (1925) - Pianta va/de caespitosa, otti nino dense villosa, pilis Jìexuosis rnfescentibus °>3 " °i5 mito, longis oòsita ; pili gianduii feri perpauci vel nulli; caules effusi-adscendentes, pio specie elatiores (± io citi.), 1-2 -fiori; folla oblonge - lanceolata vel obovato - spallili lata, paruin acuminata, 10-12 * 2-3 min., 4-5 ies longiora quam lata, in sicco stramineo • viridula ; sepala marginata 8 min. longa, iti carina (sicut /olia et peduuculi) pilis rnfescentibus praedita ; pelala ut in specie ; capsula fere ditti Idia parte calicem superans, liaud seusiitt utriculosa, io * 3>5"4 min., dentibus io + reflexis praedita ; semina levita reniformia alveo- lataque, 0,0 — / min. lata. Hab. — Longobardia sup. : Bormium in locis lapidoso-glareosis 1 Verh. d. Xatuforsch. Ges. in Basel, XVIII. 2. 277 (1906). 2 Syn. d. Mitteleur. FI. V, 1.60811917): « Pflanze Jlatterig, duenn. Blucthcn- stand sehr lang gespreizt. » 99 alfyinis editissimis Montis Sobretta haud procul moles glaciale^; m. 2600- 3000. Leg. ci. M. Longa, Vili - 1Q22. Interessantissima varietà, assai appariscente, oltreché per il suo particolare portamento, per il fitto tomento fulvo che la distingue nettamente dal tipo. Per quanto mi consta è la prima varietà istituita di C. pedunculatum, specie finora troppo poco nota e studiata, si che normalmente va confusa dagli autori cogli affini C. latifolium e C. uniflorum, ancorché da questi sia ben distinta per sicure caratteristiche differenziali quali ci risultano dalle ac- curate ricerche dì Ruebel e Rraun-Blanquet (1). Ed invero ebbi occasione di accertare come il C. pedunculatum presenti esso pure, analogamente alle specie affini, variazioni più o meno notevoli sia nella pelosità che nella forma delle foglie, sì che sono con- corde coi suddetti autori nel ritenere che solo la ristretta area di diffusione della specie ed una sua insufficiente conoscenza sono la causa per cui finora non ne venne descritta alcuna forma o varietà. Per quanto poi riguarda in particolar modo la varietà qui istituita, non è privo di interesse V osservare come essa rap- presenti una variazione analoga ed abbia caratteristiche in comune colla var. Longanum Br.-Bl. dell'affine C. uniflorum Clairv. (2), ancorché a tale riguardo non ci sia alcun dubbio circa la perti- nenza di queste varietà alle rispettive specie. Con grato animo dedico la nuova entità al eh. ing. A. Keller di Zurigo, ben noto conoscitore del genere Cerastium. 1 Vierteljahrsschrift d. Naturforsch. Ges. in Zuerich, LXII. 620 (1917): « Die zentralalpincn Cerastien Grex Physospermia {/-'enzl) Kouv (Cerastium latifolium, C. uniflorum, C. pedunculatum) ». 1 C. uniflorum Clairv. var. Longanimi Br.-Bl., Rchl>. le. VI, p. 3Q f. 4975 sin. ex descr. 118431. — Adscendens, tota pianta dense villosa, pilis glandulosis rarissimis. Caule s 5-10 cm., uni-vel bijlores. foliis caulinis lanceolato-elongatis [IO mm. long., 2 mm. lat.) acuminatis. Hab. in Monte Umbrail Longa ex Cornaz in Hb. Univ. Z.i. ioo SEDE DI FIRENZE (SEDE CENTRALE) Adunanza del 9 Maggio 1925 Presiede il Presidente N. Passerini Aperta la seduta vengono presentati i seguenti lavori, dopo di che l'adunanza è tolta. CAVARA F. e GRANDE L. - ALTRE PIANTE RARE O NUOVE DELLA CIRENAICA. Una seconda missione scientifica compiuta nello scorso anno in Cirenaica, durante i mesi di Febbraio e Marzo, per quanto la stagione non corresse propizia, per venti freddi che ostacolarono lo sviluppo della vegetazione, ci offeise pur tuttavia, fra note- vole messe, non poche entità interessanti, alcune nuove per la Cirenaica, qualcuna anche per l'Africa. Riservando ad altra occasione la discussione sul valore fito- geografico degli elementi floristici più peculiari, crediamo op- portuno di comunicare nella presente nota le specie che ci ri- sultarono di un certo interesse per gli studiosi della flora libica. Le località da noi visitate furono : i . - Tobruk e sue adiacenze ; Porto Bardi'a presso il confine egiziano, con una punta ad Amseàt, distante pochi chilometri da Solum ; la regione del Defna con breve sosta a Zavia Gian- sur e a Marsa Lue (località mai visitate da botanici) ; tutta la pianura tra Porto Bardi'a e Tobruk percorsa con brevissime soste seguendo la camionabile Enver-Bey. 2. - Dcrna con l'Uadi, ormai noto, fino alla cascata di Bu Mansur, l'Uadi Laghdad, l'Uadi Bent e l'altipiano del Feteja. 3. - I dintorni di Bengasi, l'altipiano di Regema ed El-Abiar. i Cfr. CA.VARA F., Di a/cune piante nuove o rare della Cirenaica, in Bull. Soc. Bot. Ital. (19231 8. I .. I Fra le specie rare qui elencate figurano alcune della regione di Merg che ci furono gentilmente comunicate dal Direttore dei • Servizi Agrari della Cirenaica Prof. Ann. nulo Maugini e dal suo Assistente Doti. Helios Se, ietta. EQUISEIUM MAXIMUM Fani. — Siti umidi al l'adi Derna. Nuovo per la Libia. Sparganium erectum L. subsp. neglei ruM (Beeby) Nella cascata di Ahi Mara presso Gubba, raccolto soltanto in foglie. Nuovo per la Libia. A.NDROPOGON DISTACHYTJM L. — Nei costoni aridi dell'Uadi Bcnt, presso Derna. Nuovo per la Libia. A.LOPECURUS MYOSUROIDES Iluds. — Nei coltivati umidi ad Ain Mara presso Gubba. Scilla obtusifolia Poir. var. intermedia (Guss.) — Nei pascoli aridi sopra Derna e a Gubba. NARCISSUS ei.egans (Haw.) Spach — Nelle cripte delle rupi calcaree al burrone di Regema (Cavana e Grande), Ll-Abiar (Scaetta), cripte delle rupi dell'Uadi Derna e a Gubba. RUMEX CRISPUS L. — Nei laghetti fra Cirene e Saf - Sai' (Cavara). Anemone coronaria L. Nella regione di Merg a Zorda (misit Maugini) e nei campi d' orzo a Gubba (in fiore nella metà di marzo). Nuova per la Cirenaica. RANUNCULUS BULLATUS L. var. PROLIFER Genti., Spec. e var. FI. Sard. 29 (1866) — Barb., FI. Sani. Comp. 214 (1884) = A\ bull. var. cyrenaicus Pamp., in Nuov. (rioni. Bot. [tal., NUOV. ser., XXVI (1919) 212. Cresce nei siti erbosi di ^.egema (30 genti., in fiore e frutto), comune nei pascoli di El-Abiar, pratelli a terra rossa sopra Derna, piana del Feteja e pascoli a Gubba. Varietà finora nota soltanto «Iella Cirenaica e della Sardegna (Cagliari : ed Cappuccini). 102 Non abbi. miti trovata .t Derna il tipico Ranwtculus oullaius indicatovi da Vaccari. Ranunculus FrCARlA L. IV. i V orzo a Gubba e nei prati umidi della vicina località Beit Hamer (Cavara). Nuovo per la Libia. Ranunculus sardous Crantz var. trilobus (Desf.) - In uno stagno tra Cirene <• Saf-Saf fCavara). Per ii Cirenaica era noto soltanto di Bengasi. 11 tipico sardous (nuovo per Libia) cresce a Tripoli a Porta Nuova e pressp 1' Hangar (Cavara), ma forse nato da semi di fieni trasportati dall' Italia. Ranunculus Sprunerianus Boiss., Diagn., fase. I, 64 (1842) — Siili Cheila tra Merg ed El Garib (Cavara), pascoli pietrosi alla necropoli di Gubba ( 1 2 marzo in fiore) e tra i ciottoli presso la macchia di Gubba. Nuovo per l'Africa. Distr. geogr.: Macedonia, Grecia, Creta, Antilibano. Pianta molto fragile, che va meglio studiata su esemplari in frutto. Bongardia Chrysogonum (L.) Griseb., Spicil. FI. Rumel. I. 294 (1843); Jaub. et Sp., Illustr. IV. tab. 396 (1850-53); Boiss., FI. Or. I. 99 (1867) = Leotiiice Chrysogonum L., Sp. PI. 312 ( ! 753)- — Nella regione di Merg: a Zorda (misit Maugini). Nuova per l'Africa. Distrib. geogr.: Arcipelago Greco (Chio, Stampalia, Rodi, Cipro), Transcaucasia, Asia Minore, Persia, Afganistan, Belucistan. THLASi'i PERFOLIATUM L. — Siti erbosi a Gubba. Nuovo per la Libia. BRASSiCA Gravina?: Ten. — Nelle rupi calcaree all' Uadi Auda (Tobruk) e nei costoni aridi di Bardia, ove trova il suo estremo limite orientale. Nuova per la Libia. Distrib. geogr.: Appennino centrale e in parte meridionale, Algeria, Tunisia. '.o3 BRASSICA Rapa L. v.ir. CAMPESTRIS (L.) Nei coltivati umidi ad Ain Mara, presso Gubba <• a Gubba. Nuova per la Libia. Hutchinsia PROCUMBENS (L.) Desv. Coeffia (Cavara) ,To- bruk su terra rossa a un metro sul mare Nota soltanto di Bengasi. Draba verna L. - Nei pascoli aridi a Gubba. Nuova per la Libia. MALCOMIA nana (DC.) Boiss. var. CONFUSA (BoisS.). — Nelle dune di Marsa Lue. SaXIFRAGA rRIDACTYLITES L. — Nei pascoli aridi di Gubba (i^ marzo, in fiore). Nuova per la Libia. Trigonella caerulescens (Bieb.) Hai., Consp. FI. Gr. I. 351 (1901)= Trigonella azurea C. A. Mey., Verz. Pfl. Cauc. 136 (1831), non vidìmus = Tri/oli uni caerulescens Bieb., FI. Taur. Cane. III. 509 (18 19). — Nei pascoli di Gubba e di Psciàra (13 marzo in fiore). Nuova per l'Africa. Distr. geogr. : Grecia, Asia Minore, Caucaso, Tauride. A.STRAGALUS TRIGONUSDC, Astrag. 14Q (1802). — Nella steppa di Amseàt, presso al confine dell'Egitto. Nuovo per la Libia. Distr. geogr. : Egitto, Palestina, Arabia Petrea. Vici a iiybrida L. — Cirene (Cavara). Nuova per la Libia. VlCIA NARBONENSIS L. Nella regione di Merg : a Zerda (misit Maugini). Nuova per la Cirenaica. Vida rETRASPERMA (L.) Moench subsp. PUBESCENS [DC] Fiori -- Cirene all'Uadi Gel. ni, l'adi El Cuff, Uadi Chersa, Bir Sebil (Cavara) e nei pascoli di Gubba. Sottospecie nuova per la Libia. Erodium iiik 1 r.\i ( Forsk.) W.subvar.GL ubriusculum [Boiss.] > •( Bramii. /•'.. glaucophyllum Bég. et Vaccari, FI. Lib. Exs. n. 134 (191 5) (non L' 1 Irr.). Nei «".stoni (li Derna (Vaccari!, Ca vara e Grande), scendendo tino ,l! Faro; .dl'Uadi Derna, Uadi Laghdad, e Uadi Bent. L' Erodium glaucophyllum va escluso dal Dernino. HAPLOPKYLLUM VERMICULARE Iland. - Mazz. — Comune nella seghi/* di Tobruk. Era noto del Bengasino. REAUMURIA hIRTELLA Jaub. et Sp., Illustr. III. 55. t. 244 (1S47-50) - Nei costoni di Bardia. Nuova per la Libia. Distr. geogr.: Egitto, Arabia Petrea. EPILOBIUM HIRSUTUM L. — Siti umidi ad Aiti Mara, presso Gubba e all'Uadi Derna, sempre esemplari in cattivo stato. Nuovo per la Libia. CYXOMORIUM COCCINEUM L. — Tobruk : raro sul mare, presso il Fortino Baietta (Trovato dal Sig. Capitano Felicioli). Nuovo per la Cirenaica. CoNVOLVULUS humilis Jacq., Coli. IV. 209. t. 22. f. 2 (1790) = C. undulatus Cav., le. III. 39. t. 277. f. 1 (1795). — Nella piana di Bengasi (Cavara) e nei pascoli su terra rossa a Regema. Nuovo per la Libia. Distr. geogr.: Sicilia, Liguria, Spagna, Marocco, Algeria, Tunisia, Cipro. E indicato anche in Egitto, ma semplicemente perchè a torto vi si fa sinonimo il Convolvulus strictus Lehm. CONVOLVULUS TRICOLOR L. Sllbsp. CUPANIANUS (Tod.). — Cirenaica (Maugini), Bengasi alla Giuliana (Cavaia), seminati di Derna (Cavara). 1 KUCRIUM Davaeanum Coss. — Nei costoni rupestri di Tobruk, Marsa Luk e Bardia. Il suo limite orientale era finora Derna. Pianta fragile. SALVIA aegyptiaca L. -- Nelle rupi dell'Uadi Abdul Che- rim (Tobruk). Nuova per la Cirenaica. i<>5 VERBASCUM Letourxeuxii Asch. — Comune nella segki/a di Tobruk, ritrovasi raro nella parte superiore dell'Uadi Michail (Bardia), disceso certamente dalla soprastante steppa, e riappa- risce abbastanza copioso nella steppa di Amseat. GlOBULARIA ALYPUM L. var. ARABICA (Jaub. et Sp.). — Sidi Cheila (Cavara), rupi dell'Uadi Derna, a Tobruk, ad Acroma, a Bardia. La varietà arabica differisce dalla tipica Alypum per la « co- rolla c.xtus juxta api ceni p Uose Ila ». PLANTAGO LANCEOLATA L. — Tra l'orzo a Gubba e nella seghìfa di Tobruk. Era nota soltanto di Derna. RUBIA TENUIFOLIA Urv., in Mém. Soc. Linn. Par. I (1822) 273 = A'. Olivieri A. Rich., Mém. Rub. 52 (1830). — Rara nelle rupi dell'Uadi Derna. Era nota soltanto di Bardia. ClTRULLUS COLOCYNTHIS (L.) Schrad. — Zuetina (Cavara). Nuovo per la Cirenaica. ClRSIUM CRETICUM (Lam.) Urv. — Siti umidi alla cascata di Ain Mara presso Gubba. Nuovo per l'Africa. Distr. geogr.: Corsica, Italia, Sicilia, Dalmazia, Serbia, Banato, ( rrecia, Zante, Creta, Bitinia, Siria, Armenia, Persia. CHIOVENDA E. NUOVE SPECIE DI SOLANUM SO- MALE. Nell'interessantissimo materiale botanico recato dai professori X. l'uccioni e G. Stefanini dal viaggio compiuto nella Somalia Italiana nel 1024, insieme ad altre novità, trovai tre specie nuove del gen. Solarium appartenenti alla Sezione Somaianum Bitter (Engler, Bot. Jahrb., 1.IV ( 1 9 1 7 ) 500-506) differenti dalle tre pub- blicate dall'ili. Monografo. Queste tre specie provengono tutte dal Sultanato di Obbia e una quarta già pubblicai nel [916 tra dei prof. Paoli «• Stefanini. Per brevità riunisco in una chiave analitica le caratteristiche differenziali delle sette specie costituenti la sezione suddetta, ri- serbandomi di pubblicare le descrizioni delle tre specie nuove n--l lavoro illustrativo di tutta la collezione. A l'ili omnes stellati breve», radiis omnibus subulatis acutis, pili glandulosi r.tro praesentes et a stellatis distincti. Flores 5- meri. I'. I Ivarium et stilus glaberrimi. Frutex ramis gracilibus virgatis. loli.i Easciculata in ramulis pulviniformibus minuta 3-13 mm. longa, 2-6 mm. lata, basi cuneata. S. obbiadense Chiov. S. n. BB ' Karium totum vel apice et interdum etiam in stilo stellato- pilosum (glabrum in S. benadirense). Folia mediocria 2-5 cm. longa, 1,7-3 cm- lata, basi cordata vel rotundata. C Rami internodiis brevissimis, nodis basibus petiolorum per- sistentibus, verrucoso-torulosis. Stilus glaberrimus. Sepala tubo longiora, elliptica, apice rotundata. S. cicatrìcosum Chiov. S. n. CC Rami internodiis longiusculis ad nodos non verrucoso-torulosis. Sepala acuta vel acuminata. D Calyx parvus tubo 3 mm. longo, dentibus 1-1,5 mm. longis; inferne pilis stellatis sparsus. Frutex ramis crassis fuscis apice obtusis parce foliosis foliis plerumque in ramulis pulvi- niformibus fasciculatis rotundis, basi non cordatis. S. Jubae Bitter 1917. DD Calyx magnus tubo 3 mm. longo, lobis 7 mm, longis ; sti- lus et ovarium omnino glabri. Frutex ramis tenuibus ple- rumque elongatis regulariter foliosis, foliis basi cordatis. 6". be- nadirense Chiov. 191 6. AA Pili partim stellati partim glanduliferi, stellati saepius cum r.imo centrali et interdum lateralibus aliquibus glanduliferis. E Fòlia minima subrotunda 5-12 mm. longa et lata, apice ma- nifeste («marginata. Pili partim glandulosi simplices partim io- stellati. Flores tetrameri ; corolla parva 8 min. Lata ; OvarìutB et stilus glaberrimi. S. nwnmulifolium Chiov. S. n. EE Folia mediocria 1,5-3,5 cm. longa, apice integra. l'ili omnes stellati cura ramo centrali gianduia perrainuta interdum de- cidua praediti. Flores ^-meri corollis raagnis J-4 cm. latis. < ►varium apice stellato-pilosum et glandulosura. F Radius medianus pilorum glandulifèrorum brevissimus circ. 0,3 rara, longus. Corollae speciosae 3-4 cm. diam. latae. Stilus omnino glaber. S. Pampaninii Chiov. [916 \ S. »n- sadenmm Bitter 191 7). FI Radius medianus pilorum glanduliferorum longissimus circ. 1,5-2 mm. longus. Corollae minores circ. 2 cm. diam, latae. Stilus basi piloso-glandulosum. -V. Robecchiì Bitter [917. Oltre queste tre specie ne aggiungo un'altra, che per la pre- senza di peli setosi semplici lunghi apparterebbe alla sezione Simplicipilum Bitter, ma ne differisce per le infiorescenze lunga- mente peduncolate. .s. cymbalarifolium Chiov. S. n. Frutex gracilis longe ramosus spinis acicularibus, pilis setosis elongatis simplicibus, glandulosis brevissimis et stellatis sparsis praeditus. Folia longiuscule petio- lata reniformia vel rotundata, maiuscula, rotundato-lobulata, pal- mato-nervosa, minute glanduloso-viscida, subtus longe pilosa. Racemi 2-4-flori pedunculo ,5-15 cm. longo suffulti. Corolla io mm. diam. lata. Ovarium apice glandulosum, stilus densiuscule glan- dub'sus. — Costa dei Migiurtini n. 10Ó2. Habitu .S". gracilipcs Dcne refert. io8 L AC AITA C. — LE SOTTOSPECIE DEL THYMUS STRÌA- TUS VAHL. Comunico uno studio sulle forme del Thymus strìatus Vahl, e particolarmente sul T. neapolitanus Kerner, favoritomi dal Sig. Karl Ronniger di Vienna, accurato e competentissimo specia- lista nel genere Thymus. Alla di lui richiesta ho tradotto l'ar- ticolo dal tedesco, mettendo in latino la descrizione del Th. nea- politanus. Occorre premettere che nelle mie « Piante critiche » no. 3 (in Bull. Soc. Bot. It., 191 1, p. 112) avevo discusso quattro va- rietà del Th. strìatus, che in quel tempo mi sembrava dovesse piut- tosto chiamarsi T. acicularis W. K. Esse sono (A) acicularis \Y. K. tipico ; (B) var. ophiolithicus mihi ; (C) var. stabianus mihi ; (D) var. neapolitanus Kerner, prò spec. ; (E) var. Lacaitae Lojac. Più tardi, dando retta agli argomenti dell'amico Guadagno, ac- cettai nel n. 55 (in Nuov. Giorn. Bot. It., XXV. p. 221 [1919]), la ripresa del nome di Vahl, di modo che il mio stabianus di- venne strìatus tipico, e 1 acicularis passa ad essere strìatus var. acicularis. Il neapolitanus però rimase un problema per mancanza di altri esemplari oltre a quei pochissimi di Strobl. Finalmente nel giugno del 1924 ho ritrovato la precisa forma sul M. Faito di Castel- lammare nel terreno pomiceo sciolto presso la cosidetta Porta di /■'aito, a circa 1 200-1 250 m., punto dove lo Strobl ha dovuto passare nella sua gita al Monte S. Angelo, del quale il Faito è un contrafforte. Nel luglio poi mi si ripresentò questa forma in terreno più o meno somigliante sul M. Aresta di Petina, con- trafforte orientale del M. Alburno, a circa 1300 m. Il Ronniger, a cui ho sottoposto i miei esemplari di Thymus, riconosce il neapolitanus anche in una pianta da me raccolta sotto la vetta del M. Mai di Calvanico nel 1921. log NOTA DEL RONXIGER Gli esemplari originali di Thymus neapolitanus Kerner furono raccolti da Strobl nel 1873 sul Monte S. Angelo di Castellam- mare, e probabilmente sullo stesso posto dove Lacaita ritrovò la specie nel 1924. Esemplari originali di Strobl, che ho potuto esaminare trovansi, nell'erbario Kerner, all'Istituto Botanico di Vienna e nell'erbario Lacaita. Questa sottospecie si caratterizza come segue : Thymus neapolitanus. — T. striato Vahl affinis. Caules fioriferi 8-12 cm. longi, undique pilis brevibus crispulis reflexiusculis laxe villosi. Folia infima brevia, angusta, circa 6 mm. longa, 1 mm. lata; superiora minus angusta, circa 12 mm. longa, 1.5-2 mm. lata, glabra, sed usque ad medium ciliata, superne latiora versus basin sensim angustata, subtus nervis eminen- tibus striata. Inflorescentia laxa, 4*/2-5 cm. longa. Folia floralia inferiora (saltem duo infima) caulinis similia, ultra medium vero versus apicem ciliata, ciliis longioribus. Folia floralia reliqua la- tiora brevioraque. Pedicelli pilis brevibus reflexis crebre vestiti, circa 3 mm. longi. Calyx 5-5V2 mm. longus, dorso glaber, ventre pilis patulis ruvide pilosus. Labium inferius tubum aequans, su- perius eum excedens. (E' caratteristico di quasi tutte le forme del 7. striatus di avere il labbro superiore del calice più lungo dell'inferiore). Labium superius fere usque ad medium in dentes lanceolatos divisum. Dentes omnes ciliis validis muniti. Corolla magna, e calyce longe exserta. Segue un abbozzo di ordinamento del ciclo T. striatus Vahl, come per ora lo concepisco. 1) ssp. striatus (Vahl) Ronn. — Robustus, rami fioriferi holotri- chi, pilis laxis reflexiusculis muniti, etiam inferiores holotrichi vel obscurissime goniotrichi. Folia caulina circa 1-5 - 2 mm. lata, usque ad medium ciliata, ceterum glabra. Inflorescentia capitata, capitulis relative majusculis. Folia floralia infima valde dilatata. no Monte S Angelo di Castellammare, IVI. te Avvocata di Majori, M.te Aresta sopra Petina, Xebrodi al M.te Scalone (leg. Strobl). Come tanto spesso in questo genere si trovano insieme in molte stazioni citate anche altre forme affini, ma che si lasciano distin- guere bene. 2) ssp. Lacaitae Lojac, sched. ined. in herb. Lacaita. — Ut ssp. strìatus, inflorcscentia vero elongata usque ad 5 cm. Mte Avvocata di Majori. 3) ssp. neapolitamis (Kerner) Ronn. — Ut ssp. strìatus, inflore- scentia vero laxa, saepe elongata. Folia floralia infima haud vel parum latiora quam caulina. M.te Faito di Castellammare, M.te Mai di Calvanico, M.te Are- sta sopra Petina. Grecia settentrionale M.te Tsumerka sopra Theo- doriana, M.te Peristeri sopra Kalavryta, M.te Ghavellu nel Pindo sopra Sermenico. 4) ssp. salernìtanus Ronn. — Ut ssp. striatus, rami vero fiori- feri inferius conspicue goniotrichi. M.te Faito di Castellammare, M.te Aresta sopra Petina. 5) ssp. calvanicensis Ronn. — Ut ssp. striatus, folia vero su- perne pilis copiosis obsita. M.te Mai di Calvanico. 6) ssp. Velenovskyi (Rohlena) Ronn. — Ut ssp. salernìtanus, nervis vero bractearum subtilibus, calycisque labio superiore tubum triplo excedente. Montenegro. 7) spp. pindìcus Velenovsky — Sec. auctorem calycibus om- nino glabris distinctus. In M.te Pindo. Finora non ho visto alcun esemplare del T. striatus coi calici perfettamente glabri. 8) ssp. acicularis (W. K.) Ronn. — Caules fioriferi tenues, humi- les, saepius 5 cm. parum excedentes, holotrichi. Capitula relative parva ; folia floralia dilatata. Folia angustissima, 1 mm. latitudi- dinis haud excedentia. Italia nell'Appennino centrale; Velebit, Dalmazia, Erzegovina, Bosnia, Montenegro, Serbia, Albania, Bulgaria (Rhodope). 1 1 1 9) ssp. ophiolithicus Lacaita — Caules tenuissimi. Flagelli pro currentes mire longi. Pili in ramis floriferis paucissimi, breves. Fo- lla angustissima, ne i mm. quidem latitudinis attingentia. Monte Ferrato di Prato, in solo ophiotifhico. io) ssp. Oricni Ronn. — Ut ssp. acicuìaris, rami vero fioriferi inferius evidenter goniotrichi. Italia sul M.te Motola nel Salernitano; Croazia, Dalmazia, Erzegovina, Montenegro, Albania. 1 1 ) ssp. dinaricus (IL Braun in Murbeck, Beitr. zur Flora v. Sudbosnien, p. 53, 1891) — Ut ssp. acicuìaris, rami vero fioriferi hirsutie patenti-reflexa crebre obsiti. Inflorescentia saepe elonga- ta. Folia floralia lata, albescentia, Haec forma transitimi ad 7*. atticiun Celakovsky, speciem T. striato valde affinem exhibet. Erzegovina, Bulgaria, Macedonia. Il Thymus neapolitanus si accorda così bene con T. striatus Valli nella maggioranza dei caratteri, che non lo si può ritenere per altro che una razza di quella specie. Come tipo del T. striatus Vahl intendo quella pianta che Lacaita (in Bull. Soc. Bot. It. 191 1 p. 117) ha descritto come T. acicuìaris var. staòianus, cioè una pianta più robusta, a foglie più larghe, che nasce sui monti delle provincie di Salerno ed Avellino, e che Strobl (Oest. Bot. Zeitschr. [883 p. 329) indicò col nome di 7. Marinosci ; non, beninteso, il vero T. Marinosci Ten. Questa mia opinione è fondata principalmente sul fatto che Vahl dice che le foglie sono più larghe di quelle del 7. cepkalotes L. Non è probabile che 1' avrebbe detto, se avesse avuto davanti la ssp. acicuìaris (\V. K.). L'espressione « foliis scrratis t deve per certo referirsi a quelle finissime papille che contornano le foglie, in modo che queste sotto la lente sembrano minutamente seghettate, ciò che nell'anno 1794 non era tanto facile a distinguersi come al giorno d' oggi. Thymus neapolitanus mi è davanti di tre località della provincia di Salerno, ma sembra essere relativamente rara in ciascuna. In Italia si trova sempre in società col tipo. E interessante che una pianta proprio iden- tica si presenta senza il tipo nei monti della Grecia settentrionale ; 1 i 2 dunque sembrerebbe che al fin dei conti questa forma possegga una certa indipendenza sistematica. Tutto ciò che esiste nell' er- bario di llalàcsy (cf. Hai. Consp. FI. gr:, II, p. 563) come T. striatus appartiene al ncapolitanus Kern. Vicinissimo al T. neapolitanus sta T. Domimi Velenovsky (Wutades, l'indus tymphaeus, Sintenis iter, thessal. 1896, no. 462). Questo si distingue per la fittissima, quasi vellutata, corta, re- flessa pelurie dello stelo, e per le foglie cigliate solo alla base. C'è molta somiglianza nel portamento, ma siccome questa speciale pelurie dello stelo non si presenta altrove nel gruppo del T. striatus. preferirei ritenerlo per una specie separata. TROTTER A. — SULLA PRESENZA DI DRABA (ERO- PHILA) VERNA L. IN TRIPOLITANIA. In occasione di alcune escursioni botaniche compiute in Tri- politania nei mesi di febbraio-marzo di quest'anno, mi ero pro- posto tra altro di ricercare se per avventura le parti più elevate dei rilievi montuosi della Tripolitania settentrionale, non aves- sero potuto offrirmi qualche nuovo elemento di carattere europeo o mediterraneo, che data appunto la stagione precoce avrebbe dovuto più probabilmente trovarsi nelle regioni di maggiore alti- tudine. A tal fine ho percorso le parti più elevate anzi cacuminali del Gharian, ma degli elementi ricercati, ali 'infuori di quelli già noti, non ho potuto scoprire, già in fiori e frutti, che soltanto Erophila verna. Essa vi cresce in numerose piccole colonie dis- seminate, ed è rappresentata da una forma ascrivibile al tipo, solo lievemente differenziata per le siliquette un po' più piccole, lunghe al massimo 3-4 mm., e più povere di semi (10-14). Comunque, anche questo solo rinvenimento non cessa di essere interessante, poiché tale pianta mi risulta nuova, anche come genere, non solo per la Tripolitania ma per l'intera Libia. L'ho scoperta una prima volta, l'ii marzo, nei terreni pietrosi H3 cacuminali di Tegrinna (a circa 700-800 m. s. ni.), quindi il 12 marzo presso Ain Mimuna dei dintorni di Gasr Gharian, ed il giorno 13 successivo sulle vette del M. Tecut (ad altitudini tra i 600-700 m. s. m.). La quarta località dove l'ho raccolta, il 24 marzo, è a circa i< Km. a sud-est di Gharian, e cioè le vette egualmente pietrose di El Misufin, anche qui ad una altitudine non inferiore a 700 m. s. ni. In queste diverse località, trovavasi associata ad una micro- flora rappresentata da altre piccole colonie di Poa bulbosa L. var. vivipara Koel., Alsìne tenui/olia Cr., Cerastium semidecandrum L., Arabis auriculata Lam,, Biscutella didyma L. var. Apula Coss., Clypeola Jonthlaspi L., etc. Erophila verna, che è da considerare tra le piante annuali più minute della flora europea, ben si addiceva ad una regione come la Tripolitania in cui la microflora è così largamente rappre- sentata, non solo da piante specificamente nane, ma anche da specie erbacee relativamente elevate ma che vi subiscono ridu- zioni quasi inconcepibili, pur non perdendo la capacità di svi- luppare fiori e frutti. La distribuzione geografica di Erophila verna risulta come segue : Europa tutta, Caucaso, Asia Minore, isola di Cipro, Siria, Caspio, Mesopotamia, Persia, Afghanistan, Himalaya, America settentrionale. In Africa, trovasi nelle regioni settentrionali della Tunisia, Algeria e Marocco. 1 Io motivo a ritenere che la Tripolitania, e precisamente le località da me riportate, a 320 di lat. bor., rappresentino per il nord-Africa il limite meridionale dell'area di questa specie. Infatti il Cosson (Comp. FI. atlant., V; II pag. 2f 6-247) dice questa pianta eccezionalmente rara nella regione sahariana, riportandola •di una sola località: e in ditione Ilodna: Ain Maiali », che è situata molto più a nord della Tripolitania e cioè a circa 350. Più meridionali sono probabilmente talune località ricordate per l'Asia, riferibili alla Persia ed all'Afghanistan. Ma qui l'incur- sione più meridionale è certo determinata dall'esistenza di catene montuose elevate, capaci di creare favorevoli condizioni climatiche, le quali consentono a questa pianticella di potervi allignare. Essa è certo tra i pochi elementi della flora tripolitana aventi una distribuzione prevalentemente settentrionale. n4 XIX1 Riunione Generale Adunanza del 28 maggio 1925 a Pavia L'adunanza ha luogo nell'aula del R. Istituto Botanico. Alle ore io, il Prof. G. B. Traverso, Presidente della Sezione Lombarda, apre la seduta porgendo un saluto agli intervenuti ed invitando il Prof. F. Cavara ad assumere la presidenza. Presiede il Prof. F. CAVARA. Sono presenti i Soci : Allegri, Brizi, Comotti, Curzi, Fenaroli, Gioelli, Longa, Maffei, Montemartini, Pagi i ani, Pampanini, Pollacci, Tra- verso, Turconi. Scusano la loro assenza i Soci Carbone e Rossi. Assiste anche la Sig.na Barbaini. Il Dott. M. Cl'UZI espone le sue osservazioni sull'avvizzimento del Peperone nelle Marche, nell'Abruzzo ed a Pavia, dalle quali risulta che nelle piante ammalate le trachee sono invase da micelio del Vertici/ Unni tracheiphilitm sp. n. Il Prof. F. Cavana osserva che avendo anch'egli studiato l'avvizzimento del Pe- perone e della Melanzana nei dintorni di Napoli trovò invece i tessuti ammalati invasi da un bacterio ed anche da Fusarium, cosicché pensa che l'avvizzimento sia la mani- festazione di cause diverse, intorno alle quali prosegue le sue ricerche. Il Dott. M. Cl'RZI ritiene che, avendo trovato nelle piante ammalate sempre lo stesso Verticilliìiììi, questo sia la causa più generale ed attiva della malattia. Il Prof. G. B. TRAVERSO osserva che l'avvizzimento non essendo un sintomo pa- togeno specifico può essere provocato da parassiti 0 da saprofiti diversi, variabili anche secondo lo stadio della malattia. Il Dott. L. Fenaroli presenta a nome del Dott. Rossi, assente per motivi di salute, la II* puntata del lavoro di questo < Nuove contribuzioni alla flora delle Grigne ■» nella quale sono elencate le Gimnosperme, Monocotiledoni e Dicotiledo- ni excl. gen. Rosa, Rubus e fam. Compositei nuove per quelle regione. Viene poi presentato e brevemente riassunto uno studio della Prof. K. Mameli-Cal- vino sui caratteri xerofitici della Canna da Zucchero. La seduta è tolta alle ore 12. Nel pomeriggio, ad ore 14,30, ha luogo nell'Orto Botanico l'inaugurazione del busto in memoria del Prof. G. Briosi, presenti le autorità cittadine e gran numero di Congressisti. Scoperto il busto, il Prof. MONTEMARTINI pronuncia il seguente discorso: Signore, Signori. È con senso di grande reverenza e di profonda gratitudine che noi abbiamo voluto ricordare qui, e ricorderemo, Giovanni Briosi. Egli venne a noi quando le prime generazioni di italiani nati M5 in libera terra sentivano forte il bisogno ed il dovere di cimen- tarsi nelle gare internazionali del pensiero, ma sentivano nello stesso tempo il disagio dalla mancanza di ogni mezzo moderno di indagine, e provavano scoramento e quasi umiliazione per tro- varsi come disarmati di fronte agli studiosi degli altri paesi. Anche la Scuola non aveva un orientamento sicuro e non sapeva segnare ai giovani un indirizzo preciso : Giovanni Briosi riuscito primo, nel 1883, nel concorso ad ordinario di Botanica per Pavia, 1' anno prima era stato dichiarato ineleggibile come straordinario in Sardegna ; non per settarietà, pcrchò il Briosi non era uomo da avere nemici personali né potevano essere mossi da sentimenti settarii uomini che allora scrissero il loro nome nel libro della storia della Botanica italiana, ma proprio per mancanza di orientamento generale. Fu somma ventura per 1' Università di Pavia il giudizio sfa- vorevole di Sardegna, perchè V Uomo che così venne a Pavia aveva un indirizzo e un programma. Era stato in Germania, in Belgio, in Francia, aveva visto i più grandi istituti, aveva lavo- rato con maestri quali Antonio De Bary e Gregorio Kraus, ed era tornato in Italia animato dal sogno e dal proposito di crearvi un Istituto che potesse gareggiare coi migliori Istituti stranieri. Non già che Egli trascurasse o disprezzasse quello che già avevamo. Ricordava anzi sempre, con legittimo orgoglio, che il suo predecessore Santo Garovaglio aveva fondato qui in Pavia il primo Laboratorio sorto nel mondo per lo studio dei morbi delle piante, e che un altro predecessore, Guglielmo Gasparrini. aveva fondato tra noi il primo Laboratorio di fisiologia e dì anatomia vegetale che sia sorto in Italia. Ma vedeva che erano nuclei intorno ai quali dovevano for- marsi i due organismi, e con autorità pari alla ammirevole te- nacia, strappando ogni anno qualche cosi al Governo centrale o agli Enti locali, rinnovando ogni anno un ambiente o costruen- do una serra, arricchendo La biblioteca • di una rivista 0 il Labo- ratorio di un nuovo istrumento, ora procurando nuovi microscopi per la ricerca e !' insegnamento, ora assicurando nuove collezioni nò al museo, a poco a poco, pezzo per pezzo, ma sempre seguendo un piano organico studiato in precedenza con vera signorilità, nel miglior senso di questa parola, creò 1' Istituto suo, che com- prese ed armonizzò i due Istituti a Lui affidati, dal quale ebbe la soddisfazione di vedere uscire tanti allievi, mentre vi conve- nivano (hi fuori anche studiosi stranieri. La creazione di un tale Istituto basterebbe da sola a giusti- ficare le onoranze che noi oggi rendiamo alla sua memoria. 7/ opera scientifica di Giovanni Briosi fu già degnamente, e con maggiore autorità della mia, illustrata in altre sedi. Dobbiamo ricordarla brevissimamente : Due lavori fatti i;; Ger- mania e pubblicati tra il 1870 ed il 1880 nella Botanische Zeitung, uno sopra la presenza dell'amido nei tubi cribrosi delle piante, 1' altro sopra la formazione di sostanze grasse nei granuli di clorofilla, furono largamente citati nei trattati di botanica del tempo. Con essi il Briosi scrisse il suo nome nella storia della anatomia e fisiologia delle piante. Due altri lavori maggiori, cominciati in Germania, terminati e pubblicati a Pavia, uno sopra 1' anatomia delle foglie di Eucalypius globulus, l'altro sopra le sostanze minerali nelle foglie delle piante sempre verdi, gli confermarono la stima degli studiosi di queste discipline. Mentre 1' anatomia fisiologica da poco tempo si affer- mava coli' Haberlandt come ramo autonomo dell' anatomia vege- tale, il Briori nel suo lavoro sulle foglie di Eucalipto scriveva due magnifici capitoli di tale disciplina: uno riguardante la strut- tura del sistema meccanico, ed uno sopra la struttura del sistema assimilatore, a proposito del quale, staccandosi dalla teoria trop- po teleologica dell'Haberlandt, si accostava di più a quella dello Stahl dando però importanza oltre che all' azione della luce, a quella della traspirazione. Nel lavoro sulle sostanze minerali nelle foglie sempre verdi, mentre affrontava tutte le questioni relative al fenomeno della "7 circolazione nelle piante, abbozzava l'ipotesi, che fu poi dimostrata vera, della organicazione anche delle sostanze minerali nelle foglie. A Pavia il Briosi, invece di scrivere un trattato, ci presentò nel suo Laboratorio un poderoso lavoro sulla Canapa. Ad imi- tazione di quanto l'Accademia del Belgio aveva premiato in Gravis per 1' Urtica dioica, ma con un concetto molto più largo e completo, egli iniziava, con il compianto nostro condiscepolo Filippo Tognini, uno studio paziente durato otto anni (188S-1896), per seguire una pianta dall'ovo-cellula alla formazione dell'em- brione e del seme, alla germinazione di questo, allo sviluppo della piantina e dei suoi singoli organi, alla differenziazione in- terna dei tessuti, fino alla formazione di nuovi fiori e nuovi semi. In tal modo ci erano presentati a uno a uno tutti i problemi che l'anatomia vegetale può presentare, e per ciascuno di essi ci si indicava il metodo di indagine, e di ciascuno ci era data la bibliografia, sì che ne venne un seguito di altri lavori e pubblicazioni, in quanto lo stesso Tognini fu spinto a studiare il percorso dei fasci nel Lino, lo sviluppo dell'infiorescenza e del fiore femminile del Castagno, l'organogenia comparata degli sto- mi, ecc., mentre altri di noi affrontavano altri problemi, quali la struttura di tegumenti seminali, il passaggio dalla radice al fusto, sviluppo di idioblasti, ecc. ecc. Nel campo delle applicazioni il Briosi giunse a Pavia molto preparato, perchè era stato già a dirigere le stazioni agrarie di Palermo e di Roma, aveva studiato il mal della cenere e i) mal della gomma degli agrumi, e il marciume dell'uva, a proposito del quale aveva descritto anche una nuova specie di insetti : V Attinia Wockiana. Nei primi anni nei quali era a Pavia, la pe- ronospora, introdotta da poco dall'America in Europa, faceva strage nei vigneti italiani. Egli trasportò l'azione del Laboratorio crittogamico nel nostro Oltrepò' e diede opera attiva alla diffu- sione, tra i viticultori d'Italia, dell'uso degli anticrittogamici. I le Non è esagerato il calcolare in parecchi milioni il valore dei prodotti che in quegli anni il Laboratorio Crittogamico è riu- scito a salvare. In seguito il Briosi cercò di appoggiare i problemi pratici della patologia vegetale su basi scientifiche e diede grande im- pulso agli studii di micologia e di biologia delle Crittogame. In questo campo l'opera sua non può essere disgiunta da quella dei suoi allievi e collaboratori ; e sono da ricordarsi tra questi, Pasquale Baccarini e Rodolfo Farneti. Con questo stu- diò la ruggine degli Agrumi, V avvizzimento dei germogli del Gelso, il male delfine/nostro del Castagno, scoprendo forme nuove di parassiti e indicando una via nuova da seguirsi nello studio .del morbo, la cui causa doveva essere cercata non. nelle radici ma nella parte aerea della pianta. I /opera scientifica e didattica del Briosi nei diversi campi si rispecchia nei 18 volumi che formano la serie seconda degli Atti deir Istituto Botanico di Pavia, che Egli volle pubblicati con tanta cura e che lo fecero conoscere all'estero. Ho parlato degli allievi. La parola mi richiamerebbe a parlare dell'Uomo; ma parlare di questi e ricordarlo tra i suoi allievi, vuol dire, per chi parla, rievocare tutto un periodo di vita attiva e feconda : i ricordi e gli affetti travolgono, e non è dato proseguire. Noi ricordiamo Giovanni Briosi tra i suoi colleghi e gli altri nostri Maestri del tempo: Pietro Pavesi, Leopoldo Maggi, Tor- quato Taramelli, Giovanni Cantoni, Tullio Brugnatelb. Con questi egli degnàtamente insegnava e ci indirizzava allo studio della Natura : i loro nomi non possono disgiungersi, per noi, l'uno dall'altro ; il loro ricordo ci sprona al lavoro. Segue il Prof. F. Cavaha : iiq Signori/ II più vivo e si mero consenso lui accolto fra discepoli, assi- stenti, studiosi ed ammiratori del compianto ed. amato nostro Maestro Giovanni Briosi, l'idea di una rievocazione di Lui in questa duplice solennità del Giubileo della millenaria Universi- tà di Pavia e della Riunione della Società italiana pel progres- so delle Scienze. Ed il basto che oggi, si inaugura in questo I- stituto, in questo Orto botanico, che furono per un quaranten- nio la sua più fervente passione, non poteva essergli decretato in momento più degno, più opportuno. Perchè Giovanni Briosi ha altamente onorato l'Ateneo pavese con l'opera Sua di Mae- stro, e la Scienza con il suo costante e geniale lavoro. Io rivolgo, perciò, le più sentite parole di plauso al Chiaro Collega Professore Luigi Montemartini, già allievo diletto, poi assistente ed ora degnamente coprente la cattedra che, con tan- to prestigio aveva tenuto Giovanni Briosi, di aver preso la ini- ziativa di un perenne ricordo al Maestro insigne. E gli sono anche grato per l'invito rivoltomi di prender parte alla cerimo- nia e di portare il mio tributo di affetto, io che fui tra i primi assistenti di Giovanni Briosi e che ebbi a fruire per parecchi anni dei doni del Suo vivido ingegno, della Sua grande anima. Poiché Giovanni Briosi accoppiava armoniosamente invidia- bili doti di mente e di cuore ed avvinceva a sé col fascino del- la genialità e della bontà. \<>n fui sud alunno, ma un ineffabile ricordo mi assale in questo momento che si collega con le vicende della mia carrie- ra scientifica. Ero studente a Bologna e dalla bocca di altro benamato Maestro, il pur compianti • Brut, (iiuseppe ( libelli, sen- tivo più volte citare lavori interessanti, per risultati nuovi nel campo della Fisiologia vegetale, dell'Ingegnere Giovanni Briosi. Mi laureai, mi fu offerto un posto eli assistente all'Istituto di Zoologia da altro illustri' Maestro, testé dolorosamente rapito al- la Scienza, Carlo Emery. Accettai. I 20 Ma il caso volle che da persona amica mi venisse detto che a Pavia il Prof. Briosi cercava un assistente. I ricordi della Scuola di botanica, il- nome, già resosi tanto noto, del Briosi, una certa mia inclinazione agli studi botanici, mi fecero decidere a lasciare la città natale, la famiglia, per raggiungere l'Ateneo pavese, per conoscere Giovanni Briosi e divenirne Suo assistente. Ineffabile ricordo, ripeto, perchè in Lui trovai il gentile, il colto Maestro nella Scienza prediletta, in Lui trovai un secondo padre teneramente affettuoso. Giovanni Briosi, che lavori geniali improntati a modernità di vedute e di indirizzo, portarono sulla Cattedra di Pavia, fu organizzatore felice di studi botanici. Io giungevo a Pavia ove Egli si trovava da pochi anni alla Direzione dell'Istituto Bota- nico e del Laboratorio Crittogamico. All'uno e all'altro aveva già saputo dare un'impronta personale, talché fu grande la mia meraviglia, e viva la mia soddisfazione nel trovare un Labora- torio modello, ricche collezioni di materiale scientifico e didattico, due biblioteche, quella dell'Orto ricca di opere rare di sistematica, quello del Crittogamico ben fornita di periodici e trattati; dovizia di apparecchi di fisiologia e di microscopi ; tutto questo in una magnifica distribuzione di locali, secondo il principio della divi- sione del lavoro scientifico e didattico. E nell'Orto, non meno/ feconda procedeva l'opera Sua; s'ini- ziavano allora lavori di. ordinamento sia del sistema vegetale, se- condo criteri odierni, sia nella costruzione di serre ove il Brio- si metteva a profitto e la sua genialità e le risorse tecniche dell' ingegneria, come anche la sua già grande autorità ed il suo buon nome, per ottenere fondi — eran tempi difficili — sia dagli Enti locali, sia dal Governo. Ed otteneva, quasi invi- diato dai Colleghi, e portava felicemente avanti l'opera Sua co- sì da dare a Pavia, nel breve corso di anni, un'Istituto Botani- co modello, decisamente, il migliore in Italia, e da stare degna- mente a fianco degli esteri ; un Laboratorio Crittogamico che servì di esempio e di incitamento in Italia e fuori, un Orto bo- tanico che per lo sviluppo delle serre doviziose di collezioni ra- 121 re di piante tropicali, ed una particolarmente che per la sua co- struzione, per l'in portanza del materiale, la serra-acquario della «Victoria regia >, fece parlar di se, quest'Orto botanico divenne non ostante la modesta area, uti<> dei più interessanti. Tutto quello che or si ammira in questo Istituto, nei magni- fici Laboratori, nell'Orto, ricorda l'opera intelligente, geniale di Giovanni Briosi. Questo bronzo, che la sua bella, serena effìgie, tramanda alle generazioni future di studiosi, sorge nel riparto del- le piante alpine, altra sua ideazione, volendo Egli avere sempre sotto il suo sguardo, nell'Orto, queste belle creature della natu- ra alpina, per le quali sentiva un trasporto dell'animo, aduso come Egli era a vivere della loro vita, della bellezza de' loro fiori nelle alte valli dell'Alpi, nei mesi estivi concedendosi il meritato ripo- so dopo il lavoro intenso che gli procurava la doppia direzione dell'Orto e del Laboratorio Crittogamico. E nella coltura del- le piante alpine Egli spiegò pur tanta passione e tanta inge- gnosità, quanta ne aveva dedicato nell'allestimento delle super- be Sue serre per le piante tropicali. Dell'attività scientifica, delle opere a stampa del compianto nostro Maestro vi ha detto il Collega Montemartini. Xel rilevare, soltanto, che la complessa e varia attività spie- gata dal Briosi e dai suoi collaboratori, che si ammira nei 22 Volumi della importante raccolta degli Aiti dell' Istituto botanico di Pavia è grande titolo d'onore per Lui, che ne fu l'anima ispi- ratrice e dell'Italia nostra, dobbiamo essere orgogliosi di que- sto insigne figlio della nostra terra che ebbe fra le tante belle e nobili visioni quella della grandezza morale e intellettuale della patria al cospetto delle nazioni civili. Indi il Rettore dell'Univessità con brevi parole prende in consegna il monumento. Chiusa cosi la oumnemorazione, ad ore 16 la Società Botanica tiene una seconda seduta. Presiede il Prof. I.. MONTEMARTINI. Sono presenti, oltre ai Soci suddetti, anche i Soci : Bcguinot, Gola, Mu>sa, Ugolini. Assistono pure il Prof. Avetta ed il Piof. A. Poli. I 22 Vengono presentali e riassunti dal Prof. G. Gola uno studio del Dott. C. Cap- pelletti a proposito degli effetti di un'improvvisi gelata su alcune piante ; e dal Dott. I.. FeNAHOI.I il lavoro « l'Iota Bormio % in collaborazione col Maestro M. Longa, seguito alla « l'Ioni von Bormio « di Furrer e Longa pubblicata nel 1915). Ne illusila brevemente le caratteristiche e finalità ed accenna ai principali reperti floristici ]>• •! Bormiese nell'ultimo decennio. Indi il Prof. G. Poli.ACCI espone i risultati delle sue ricerche sul ciclo di svi- luppo dei generi Trichophyton, Achorion e Microsporon, e mostra le colture ottenute. Il Prof. L. Monti, marti N'I tratta della nutazione dei cotiledoni nell' Helianthus animus in germinazione. In occasione di esperienze di tisiologia vegetale fatte per altro scopo, ha potuto constatare che l'incurvamento dei cotiledoni di Girasole contro la parte superiore dell'ipocotile non dipende dalla gravità o dal peso dei cotiledoni stessi, ma è un fenomeno di nutazione spontanea che si effettua anche indipendente- mente dall'azione della gravità e qualche volta in contrasto con essa. Poi, il Prof. N. UGOLINI riferisce dettagliatamente intorno alle sue osservazioni ed alle sue ricerche sul Dimorfismo fogliare nel genere « Nasturtium » e particolar- mente nel Nasturtium austriaci/m, e su di Un erbario scolastico del 1808 fatto con le piante dispensate da G. B. Brocchi alla Scuola di Botanica del Liceo del Di- partimento del Mella a Brescia; a conferma, mostra deg*)' interessanti esemplari di Nasturtium e fogli dell'erbario in questione. Infine il Prof. A. Poi.! tratta dello scambio frequente fra i termini vernazione ed estivazione, e mostra l'opportunità di ritornare alla definizione linneana riservando iT termine di vernazione alle gemme fogliari e quello di estivazione alle gemme fiorali. Dopo di che, non essendovi altro da trattare, l'adunanza è tolta. | 1 Adunanza del 31 Maggio 1925 a Firenze Presiede il Presidente Prof. N. Passkrini. Sono presenti i Soci: Barsali, Carano Chiarngi, Chiovcnda, Fiori, Guidi [Consultore legale) e Pampanini [Segretario). Il Presidente apre la discussione sulle modificazioni allo Statuto sociale proposte dalla Sezione Lombarda, comunicate ai Soci con la circolare del 25 mnrzo u. s. Riguardo all'art. 3 sul significato dell'attributo regionale da darsi alle Sezioni si ha un'ampio scambio di vedute fra tutti i presenti, i quali finiscono per trovarsi d'ac- cordo nell'accettare la dizione proposta precisando esplicitamente di attenersi al con- cetto dei Provveditorati scolastici, l'unico concetto ufficiale a tale proposito, che divide l'Italia in 19 regioni ; e quindi che per regioni s'intendano: il Veneto, la Lom- bardia, il Piemonte, l'Emilia, ecc. Anche la modificazione proposta all'art. 20 viene esaminata esaurientemente, e si 1 Dei lavori presentati si pubblicano qui i due del Prof. Montemartini e del prof. G. Pollacci ; altri, per la loro mole o perchè corredati da illustrazioni, figure- ranno nel Nuovo Giornale. 123 conviene di accettarla nel suo concetto, che, cioè, il rimborso delle spese minute venga aumentato in rapporto al numero dei Soci della Sezione, modificando quindi in questo senso il testo dell'articolo in questione. Cosi pure sotto tutti i suoi aspetti è presa in esame la proposta dell'ammissione di Soci collettivi art. 22 |, e si conviene di accettarla. Le modificazioni degli altri articoli sono approvate senza discussione essendo con- seguenti alle altre suddette, oppure sono approvate con leggere varianti iart. 16 e 261 (i). Esaurita la discussione sui singoli articoli, e dopoché per ciascuno è stata appro- vata la modificazione, il Presidente dà lettura di tutti i 12 articoli messi in discus- sione : il testo antico, le modificazioni proposte ed il testo modificato. Testo da modificare ART. 3 — Essa ha una Direzione generale amministrativa e sedi particolari scientifiche. Art. 5 — (omissis) ... e dei Dele- gati delle singole Sedi. ART. 16 — Saranno istituite Sedi della Società là dove ne fanno domanda almeno 12 soci residenti nella provincia. o in provincie limitrofe a quella ove si trova il luogo designato a S Art. i" — La domanda firmata dai richiedenti per ogni Sede è trasmessa al Consiglio. Il Consiglio delibera, e dopo la sua deliberazione favorevole la Sede viene costituita. Art. 18 — Le Sedi sono dirette da da un seggio costituito : ila un Presi- dente, un Vice-Presidente ed un Segre- tario-Economo, eletti in conformità allo speciale Regolamento per le sedi me- desime. Art. pi — Le sedi tengono. . . omissis) . . . Art. 20 — Le sedi sono . . . omis- ... : trasmettono ogni quadrimestre la nota delle loro spese minute, che non Testo modificato Essa ha una Direzione generale Sede Centrale e Sezioni regimali. I omissis l . . . e dei Delegati delie sin- gole Sezioni. Saranno istituite Sezioni della Società là dove ne facciano domanda almeno 75 Soci residenti nella regione. La domanda firmata dai richiedenti per ogni Sezione è trasmessa al Consiglio. Il Consiglio delibera e dopo la sua deli- berazione favorevole la St ■ '<• viene costituita. Le Sezioni sono dirette da un seggio costituito da un Presidente, uno 0 dite I '.< -presidenti, un Segretario Economo ed un Delegati- alia Sede Centrale, eletti in conformità allo speciale Regolamento per le Sezioni medesime. Le Sezioni tengono . . . (omissis . . . Le Sezioni . . . fotnissis . . . ; tra- smettono per il rimborso ogni quadri- mestre la nota delle loro spese minute 1 Modificazioni proposte : Art. 16 — Saranno istituite Se/ioni della Società là dove ne facciano domanda almeno 15 soci. Esse avranno carattere regionale. Art. 20 — Le quote annue possono ecc. . . . (omissis) . . . dichiarato Socio per- petuo, fermo restando il disposto per i Soci collcttivi di cui all'art. 2}. 124 oltrepassino in total-- L. 50 — per a- verne il rimborso . . . omissis) . . . Art. 21 — I procossi verbali delle adunanze delle sedi . . . omissis ... le ideazioni fatto dai Soci alle Sedi . . . - . . 2 2 — Perchè uni) possa essere ammesso nella Società, occorre ne (accia alla Direzione domanda per iscritto mu- nita della firma di due Soci. Art. 23 — Il socio paga una tassa di ammissione di Lire io ed una quota annua di Lire 40. L'anno incominciato sarà pagato per intero. ART. 20 — Le quote annue possono 1 omissis 1 . . . dichiarato Socio perpetuo. Art. 28 — I Soci possono interve- nire alle adunanze delle diverse Sedi con gli stessi diritti che nella propria. che non oltre pensi no annualmente il 20 °/0 Selle quote vet 'la Sezione I Processi verbali delle adunanze delle S " ... milieu ... te comunica- tieni fatte dai Soci alle Sezioni ... o- missi^ . . . • itivi possono ess> re indivi- duali e collettivi Enti riconosciuti). I diritti dei soft collettivi, esclusa la eleg- gibilità alle cariche sociali, sono ricono- sciuti al loro legittimo rappresentante. /' essere ammessi nella Società occorre presentare domanda scritta alla Presi- denza munita della firma di dite Soci. II socio paga una tassa di ammis- sione di lire 10 ed una quota annua di lire 40. L'anno incominciato sarà pagato per intero. I contributi dei soci colletti- vi sono stabiliti nella misura del doppio. Le quote annue possono 10- missis . . . dichiarato socio perpetuo, fermo restando per i soci collettivi il disposto di cui all'art. 23. / soci possono intet-cenire alle adu- nanze delle diverse Sezioni con gli stessi diritti che nella propria, salvo il diritto di voto nelle deliberazioni di ordine in interno. Terminata la lettura, il Presidente mette in votazione il nuovo testo dei 12 arti- coli nel loro insieme. È approvato all'unanimità. Ha poi la parola il Prof. E. Carano, il quale nella sua qualità di Direttore del- l'Istituto Botanico di Firenze, chiede che la Società voglia cedere all'Istituto, a prezzo da convenirsi, le o annate dei « Jahrbucher » di Ptingslieim e le 1 2 annate di quelli di Engler, che essa possiede sole mentre mancano all'Istituto Botanico. Il Presidente ricorda che l'art. 33 dello Statuto prescrive che per le alienazioni di patrimonio sociale, che non sieno fondi di ordinaria amministrazione necessita l'appro- vazione di almeno i tre quarti dei Soci effettivi; e l'Aw. (rUIDT, interpellalo, con- ferma che questo articolo non consente che la domanda del Prof. Carano possa essere in esame nell'attuale Riunione. Essa deve essere portata alla Riunione Generale secondo le clausole dell'art. 33. Il Prof. C'arano si riserva di ripeterla allora, ed esprime l'intenzione di intavo- US lare in quell'occasione trattative per riprendere la cessione dei periodici della Società all'Istituto Botanico ; cessione che fu sospesa soltanto temporaneamente per difficoltà economiche dell'Istituto. Dopo di che, non essendovi altro da trattare, il Presidente dichiara chiusa la Riu- nione e toglie la seduta. /nONTE/VVARTINI L. — SOPRA LA NUTAZIONE SPON- IAXKA DEI COTILEDONI NELLE PIANTINE GER- MINANTI DI HELIANTHUS ANNUUS L. Nel suo classico lavoro sopra lo sviluppo delle piantine ger- minanti, l'Haberlandt (i) ha descritto l'abbassamento dei cotiledoni delle piantine di girasole e lo ha compreso nella categoria delle nutazioni non spontanee, paragonandolo all'incurvamento che presentano i piccioli di molti fiori o bottoni fiorali (un esempio tipico lo abbiamo nel papavero) e che trova la sua spiegazione nella insufficente tensione dei tessuti degli stessi picciuoli. Se si pone, egli dice, un seme di girasole in terra o in sab- bia umida e colla radice in basso, esso cresce verticalmente ver- so l'alto fin che è sorretto dal terreno, ma appena i cotiledoni giungono fuori terra, si piegano verso il basso per 90 gradi ed anche più, abbattendosi conerò la parte superiore dell' ipocotile e rimanendovi fin che la piantina ha raggiunto un certo grado di sviluppo: il piano di nutazione è indipendente dal piano media- no che passa pei cotiledoni, e la nutazione é dovuta unicamen- te, secondo l'Haberlandt, al peso dei cotiledoni e del pericarpo che li copre, ossia all'azione della gravità. Avendo io avuto occasione di far germinare, per altre licerne di fisiologia vegetale, molti semi di girasole, osservai lo stesso fenomemo, ma potei convincermi che esso è indipendente dalla azione della gravità e si verifica anche all'infuori di essa e tan- te volte in contrasto con essa. 1 G. rlABBBLANDT) Die Schutzeinrichtungen in dtr Entwtckehmg de» Keit . Wien, 1877. Ì2Ò Infatti in semi posti in germinatolo, non è raro il caso che l'incurvamento e l'abbattimento dei cotiledoni contro la parte superiore dell'ipocotile avvenga nel piano orrizzontale del ger- minatuio stesso, senza che la gravità o il peso dei cotiledoni e e del pericarpo, adagiati completamente sul sostegno tanto pri- ma che dopo l'incurvamento, abbia potuto avere nessuna influen- za nel determinarlo. E' pure frequente il caso di piantine che appoggiandosi sul piano del germinatolo colla estremità superiore dei cotiledoni ancora avvolti nel pericarpo, compiono, per raggiungere la posi- zione verso cui tendono, uno sforzo di sollevamento di tutti gli altri organi indubbiamente superiore al peso dei cotiledoni stessi. Inoltre si può fare questa esperienza : Appena la radichetta è uscita dal seme, questo viene fissato, con un po' di paraffina fusa, ad una lastra di vetro capovolta in posizione orizzontale su una vaschetta contenente dell'acqua : di mano in mano che l'asse della piantina si allunga fuori dai te- gumenti seminali, si piega in senso orizzontale (vincendo il geo- tropismo) contro e sotto il seme, e solo più tardi sì curva ver- so il basso. E finalmente : osservando le piantine provenienti da semi posti colla radice verso il basso in terreno o in sabbia umidi, si ve- de spesso che il movimento di nutazione in parola comincia già sotto terra quando, come dice 1' Haberlandt, i cotiledo- ni sono ancora sostenuti ; molte volte tale movimento porta alla presentazione ginocchiata delle piantine che escono dal terreno, presentazione che certamente facilita il fenomeno della perfora- zione dello strato di terreno sotto il quale i semi vengono se- polti. Il fenomeno in parola deve dunque essere ritenuto spontaneo: il suo manifestarsi, dovuto ad una sensibilità propria della parte superiore, immediatamente sottostante ai cotiledoni, dell'ipocoti- le (quella parte la quale, anche dopo il taglio dei cotiledoni, si incurva, per un fenomeno che non può essere solo, come la chiama l'IIaberlandt, Nachivirkung des Krtommungsreizes, è forse I2J in relazione con il trasformarsi delle sostanze di riserva nel se- me, quale venne studiato dal Miller (i). Questo Autore ha infatti visto che all'inizio della germina- zione dei semi di girasole il materiale di riserva scompare prima nella parte più bassa dei cotiledoni, ed in seguito, quando lo piantina spunta fuori dal terreno (lo stadio nel quale è più evi- dente il movimento di nutazione del quale ci occupiamo), scom- pare da tutte le cellule dei cotiledoni mentre nelle guaine della parte più bassa delle nervature di questi ultimi si presenta l'a- mido; il quale in seguito si diffonde a poco a poco, quando la pianta acquista la sua posizione normale, a tutte le altre parti della piantina. L'ipotesi che il tempo di formazione dell'amido in determinati tessuti della piantina sia in relazione col fenomeno che ci occupa, è appoggiata dal fatto che al buio molte volte la posizione anormale dei cotiledoni dura più a lungo. Essa inoltre ci richiama le orservazioni delle S.ne Mameli e Cattaneo (2) sopra la spesso irregolare distribuzione dell'amido nei tessuti di queste piante, e le anomalie di accrescimento che ne derivano. Pavia, maggio 1925. POLLACCI G. — NUOVE OSSERVAZIONI SUL CICLO DI SVILUPPO DEI GEX. TRICHOPHYTON, ACHO- RÌON, MICROSPORON, E LORO RAPPORTI COX EORME SAPROFITICHE. Sopra il ciclo di sviluppo su alcuni dermatomiceti sono state iniziate da tempo, nel mio Istituto, ricerche sperimentali i cui risultati saranno oggetto di dettagliate pubblicazioni ; ora mi limito a far noto brevissimamente, alcuni fatti osservati dal mio ili E. C. Mn.i Kit, A physiological study of the germination of Helianthus annuus. Annals of Bot., 1910, \'<>l. XXIV. (2) E. Mamki.i e E. CaTTANko, Sul geotropismo negativo spontaneo di radici di Helianthus annuUs, e di alcune oltre piante-. Atti Ist. Bot. di Pavia, Ser. II, Voi. 17. 128 collaboratore Nannizzi, sul ciclo di sviluppo delle specie di miceti che sono causa delle tigne dell' uomo e degli animali. Com' è noto la maggior parte dei miceti patogeni esistono in natura anche allo stato saprofitico {Actino?nyces, Sporotrichnm, 1 lonispora, ecc.). In tali condizioni essi sono per lo più innocui ed è soltanto dopo un certo periodo di soggiorno nell' organismo animale che possono divenire virulenti e determinare processi morbosi più o meno gravi. Nelle lesioni questi parassiti si presentano sotto forme particolari di adattamento, di solito molto ridotte. La loro identificazione botanica è per lo più possibile dopo averli isolati e posti a vivere in mezzi appropriati che ne consentano lo svi- luppo normale. Le colture dei miceti patogeni ci permettono in generale di stabilire con precisione caso per caso a quale famiglia, genere o specie questi appartengono. Se esaminiamo però delle colture di Trichophyton, di Microsporon, di Achorion, ecc. si è colpiti da certe strutture anormali del loro micelio e dal polimomorfìsmo di tutti i loro elementi ; aspetti che rivelano una palese disar- monia di sviluppo, dovuta probabilmente alla scomparsa di fatti di correlazione in seguito all' influenza dell' ambiente artificiale in cui costringiamo a vivere questi organismi. Tali strutture hanno un habitus quasi teratologico e non trovano riscontro con quelle di altri funghi viventi allo stato naturale saprofiti o paras- siti, e ciò spiega le difficoltà incontrate dai botanici per tentare di inquadrare i dermatofiti nelle odierne classificazioni micologi- che. Per i miceti delle tigne malgrado Matruchot e Dassonville fino dal 1899 intravedessero analogie morfologiche tra i Tricho- phyton e qualche ascomicete comune come saprofita in natura, pure alle loro vedute non fu data l' importanza che si meritavano, e la questione è rimasta fino ad ora insoluta. Oggi posso annunciare che il Nannizzi in esperienze complete, diligenti e numerose e da me controllate, con colture di diver- 129 si Trichophvion, Achorion e Microsporon isolati dall' uomo e da animali e coltivati in seguito in mezzi speciali e precisamente sopra penne di uccelli, cuoio, peli, capelli, ossa, tenute in ambiente umido e all' oscuro e meglio, se inumati per molto tempo (da 3 ai \z mesi) ha ottenuto forme di sviluppo (di queste specie) con periteci ; forme con periteci che si riscontrano analoghe anche in natura, viventi saprofìticamente sopra sostanze organiche molto simili a quelle usate nelle sue ricerche. L' importanza di questi fatti appare assai grande quando si segua assai diligentemente giorno per giorno il ciclo di sviluppo di questi miceti nei mezzi speciali usati dal Nannizzi, fino alla formazione dei periteci, poiché così solo si ha la spiegazione precisa del formarsi dei candelabri, delle spirali, delle ife petti- nate, dei fusi e dei grappoli che troviamo nelle specie prima de- scritte dei Trichophyton, Achorion, Microsporon. Quando il micete è costretto a vivere sopra ad un pelo, esso forma solo rari filamenti e molte spore, la parte somatica è ridot- tissima ed ogni cellula diventa generativa ; quando lo stesso mi- cete è tolto dal capello e messo in terreno di Sabouraud o me- glio nel terreno Pollacci dove ha a sua disposizione non solo idrati di carbonio ma anche 1' azoto del peptone ed alcuni sali quali il cloruro di sodio, allora esso assume tutt' altro aspetto, allora compaiono le spirali, le ife pettinate, i fusi ed i grappoli. Queste formazioni vanno interpretati come tentativi della specie per formare 1' organo riproduttore più evoluto ma in questi mezzi culturali le suddette forme in generale non raggiungono il loro scopo se non in modo imperfetto. Se invece lo stesso micete si porta sopra particolari terreni naturali, allora le forme di spirale, di candelabri, ecc. si intrecciano, si anastomizzano e formano in- somma uno stroma che costituisce la parete del peritecio. Ripor- tati questi miceti con periteci in terreno Pollacci allora essi riper- dono la facoltà di produrre tali organi. Se noi prendiamo per esempio 1' Arachniotus candidus, specie 13° di Girci noascacea che vive come saprofita sopra il cuoio putre- scente e la si osserva al microscopio, essa risulta costituita da micelio strisciante bianco con conidii clamidospore, ecc. e con numerosi periteci, ricchi di spirali e contenenti densi grappoli di aschi u otto spore. Se si coltiva questa specie in terreno Pollacci si ha un micelio bianco con conidi, endospore ed in generale non si formano periteci, poiché gli elementi destinati alla loro costituzione si disgiungono e le ife destinale a formare aschi si presentano con articoli e ramificazioni molto lunghe ed in luogo di aschi si formano spore di varia forma. Nel medesimo tempo le ife involucranti, avendo perduto la funzione di limitare e proteg- gere gli elementi riproduttori, non più riuniti, si formano disor- dinatamente nel substrato come ife ordinarie ma sempre ben ri- conoscibili per la loro struttura, essendo ravvolte a spirale op- pure con ramificazioni unilaterali allungate. In questo stadio di sviluppo se non si conoscesse la sua ori- gine : 1' Arachniotus candidus dovrebbe essere determinata come un Trìchophyton. Lo dimostrano le figure schematiche che sotto- pongo alla loro osservazione. Rimangono ora da farsi esperienze dimostrative per poter constatare se queste specie trovate soprofite in natura possono divenire patogene negli animali viventi; è necessaria per questo la collaborazione dei dermatologi ; naturalmente se si potesse dimostrare l' origine delle tigne sarebbe risolto un' importante problema della dermatologia. Al botanico rimane ancora il defi- nire la posizione di questi miceti e di tutte le specie create in questi ultimi tempi, la massima parte delle quali probabilmente non sono che stati polimorfici della stessa specie. Ricerche in questo senso ho io intrapreso ma non mi nascondo però le gravi difficoltà che rendono assai difficile il compimento del lavoro. i3i SEDE DI FIRENZE (SEDE CKNTRALK) Adunanza del 13 giugno 1925 Presietle il Presidente N. PASSERINI Aperta Li seduta sano presentate le note seguenti, dopo di che l'adunanza è tolta. CHIARUGI A. - NUOVA STAZIONE ITALIANA DELLA SAX/FRAGA CERNUA L. E SUA DISTRIBUZIONE NELLA CATENA ALPINA. Nell'estremo angolo nord-orientale della Val Gardena, nel massiccia dell'Alpe di Puèz (2500 m.), che chiude il fondo della solitaria Yallelunga raccolsi, il 6 Agosto 1924, la Saxifraga co- lina L. nella sua forma bulbillosa Engler et Irmscher. Più preci- samente essa si trova poco sopra la Capanna Puèz (24QO m.) fino al Passo Puèz (2513 m.) e verso le pendici meridionali del M. Puèz Est in direzione del margine occidentale del desolato altipiano della Lrardenazza (2600 m.). In quest'area, fredda e squallida, esposta alla più gelida tra- montana, vive la pianta tra le fessure erbose delle roccie umide insieme a Gtiaphalium ìupinum, Veronica, alpina, Gentiana bavarica var. iìnbricaia, Androsa.ee carnea, Saxiftaga androsacea, Ranunculus alpester, ecc. La natura del suolo è varia: dolomitica, ma anche silicea, perchè quivi affiorano e si mescolano tipi di roccie diverse. Essa però predilige i punti dove la silice è più abbondante. Questa è l'unica stazione della specie finora segnalata nella regione alto-atesina. (1) La Saxifraga cernita L. è assai estesa nelle regioni artiche 1 Chiarugi A., Erborizzazioni ni vai Gardena, Nota seconda (Archivio per l'Alto Adijje. Roma 1023, in cor>,> di pubblicazione). *32 dell'emisfero boreale : a grandi linee la sua distribuzione geo- grafica è la seguente: AMERICA : Groenlandia, Terranuova, Canada dal Labrador alle Montagne Rocciose e all'Alaska. Asia : Siberia artica e coste del Mar di Cara, Kamciatska, Manciuria, Corea, Giappone, Siberia orientale, Baikalia, Cina set- tentrionale, Mongolia occidentale, Montagne dell' Aitai, dell' Ala- tali, Himalaya occidentale e Tibet occidentale. Europa : Russia settentrionale dagli Urali e dal Paese dei Samoiedi alla Finlandia e alla penisola di Cola, Nuova Semlia e isola Waigat, Lapponia, Scandinavia, Terra Francesco Giu- seppe, Spitzbergen, isola Jan Mayen, Islanda, Scozia. A sud del Mar del Nord e del Baltico essa diventa rara e localizzata in poche stazioni sporadiche nei Carpazi, Alpi di Tran- silvania e Catena alpina, (i) Nelle Alpi in particolar modo è nota per: Alpi Marittime : Tra Tenda e Pesio, andando dalla Cima Mar- guareis al Colle del Pas. Alpi bernesi: A Sanetsch e a Sublage, presso il Passo di Sanetsch ; a Bellalui nell'Alpe di Lens (Vallese). Alpi Veneto- Tridentine : Presso il Passo di Rolle, a Cavallazzo e a Col Bricon. Nei monti tra la Val Travignolo e la Val di San Pellegrino all'Alpe della Bocca. Nel Gruppo del Marmolada : nella Valle dei Monzoni al laghetto delle Selle ; a Cirelle in Val Contrin ; all'alpe di Padon. Nelle Alpi Agordine al M. Civetta. Nel Gruppo del Cisles all'Alpe di Puez. Alti Tauri : Alpe di Grossfragrant ; a Schober : Valle di Klein Zirknitz presso Dollach ; Wurtenthal salendo verso Priessnigsee. Alpi Noriche : M. Eisenhut presso Turrach ; Stangalpe; Iloch- wildstelle tra Obersee e Neualmscharte. i Manca nei Pirenei, dove diversi autori 1' hanno indicata iSternberg, Rev. Saxifrag. p. l8, Suppl. II, p. 30, 183 1 ; Engi.ER, Monographie der Gattung Saxi- fra%a L. pag. 106. Breslau 1875); ma autori più recenti non la ricordano più: Bu- BANI, Flora Pyreaaea, Voi. II, pag. 689, Mediolani 1900 ; "Wll.LKOMM et LANGE, Prodr. H. hisp ; Engi.er et Ikmschkr, Saxifragaccae I. pag. 276 in Pflanzenreich. 133 Località erronee : Alpi Leopontine : Al Sempione sopra Gondo. Alpi Pennute : Gran S. Bernardo e Saaxen in Vallese. Alpi Kc- tiche : a Lenz (Grigfioni). (i). * * Alpi Marittimi-:: Oursta stazione ad oriente del Colle di Tenda, fu scoperta da BRIQUET e CAVILLIER il i. Agosto 1901 ad un'altitudine di 240Ò m., e pubblicata da BURNAT (2) (TIerb. Ginevra). Gran S. Bernardo: Tale località fu pubblicata da M. Loisei.eur-Deslong- CBAMPS (31 e dopo di lui fu riportata da COLLA 14, Re 151, ZUMAGLINI 16), e Fiori i"i ; De Caxdolle (8) però aveva già dubitato di un errore di determina- zione e dello stesso parere sono Burnat (9) e Vaccari noi. Nessuno l'ha mai più ritrovata, quindi l'indicazione di questa località deve ritenersi assolutamente erronea. Saaxen : Questa località nella Valle della Viège fu erroneamente citata da En- gler mi e conseguentemente da REICHENBACH 1121, ma nelle Flore più recenti l'er- rore è rettificato. Sempione : Questa stazione fu scoperta da Biroli sopra Gondo verso il Passo (li Non ha nessun valore 1' indicazione Carnia » del CESATI, GlBELLI e PAS- SERINI, Compendio della fiora italiana. 2 BURNAT e.. Flore de$ Alpes Maritimes, voi. Ili, pag. 243-44, Genève 1899-1902. (31 Loiseleur-Deslongchamps, Notice sur les plantes à ajouter à la flore de Frane e, pag. 62, 18 io. 141 COLLA, Herb. pedemont, voi. II. pag. 533. ; Re, App. ad lì. pedetn., in Mem. Acuì. Se. Torino, voi. XXXI, 1827. 6 ZUMAGLINI, Flora Pedemontana, voi. li. pag. 262, Bugellae 1860 (supra Montrm fovis, m Valle Bellina, vulgo Gran S. Bernardo . • FIORI A., Flora analitica K.OCH. loc. cit. 7 PAMPANINI R., Essterr. Alpenver. Bd. IX, pag. 55, [878 . 10 Englrr et Ikmschek, op. cit. ili Wolf V. Doìomitenfiihrer, pag. 295, Wien 1898 . 136 Infine ElCHENFELD (l) indica la località generica « Val Tra- vignolo » che si riferisce con ogni probabilità alla località del M. Cavalazzo. II. - Alpe della fiocca — Questa località trovasi sulla catena tra la Val eli S. Pellegrino e la Val Travignolo, sul versante della Val Travignolo e quindi dell' Avisio. Fu scoperta da Fac- » il ini, che la comunicò al Bertoloni (2) e da questi pubbli- cata nel 1839: « ex alpe della Bocca in provìncia Belunensis », e fu riportata da HAUSMANN (.3) e da Visiani e Saccardo (4). Per quanto nel bacino dell' Avisio la località è inclusa nel di- stretto di Fiera di Primiero, perchè il confine del distretto oltre- passa il passo di Rolle fino al Passo di Valles, la forcella di ( riaribrutto e l'Alpe della Bocca. E questo vale a spiegare la frase del Bertoloni « in provincia belunensis » . III. - Monsoni di Fassa — la località dei Monzoni (contrafforte del Marmolada attraversato dal Passo delle Selle) fu scoperta da Paterno e pubblicata da Bertoloni (5) nel 1839 e riportata da HAUSMANN (6) nel 185 1. Nel 1855 Facchini (7) afferma che in tale località fu pure raccolta da RoiT di Agordo. Infine nel 1893 il GELMI (8) riferisce di averla trovata al laghetto delle Selle nel gruppo dei Monzoni. IV. - Girelle di Contrin — Tale stazione trovasi nel cuore della Marmolada verso il Passo di Contrin dominato del M. Ci- relle : fu scoperta da FACCHINI e pubblicata da Ambrosi (9) nel 1853 e da Gelmi ecc. V. - Alpe di Padon — Si tratta di due località assai prossime: 1 ElCHENFELD, Ueber in Travi gnolo-Thale in Sild-tirol gesammeltc Phanero- gamen - Verh. zool. bot. Ges., Wien, XLIII Bd. 1893 *» Sitrungsber. p. 33-34 - Bot. Centralbl. LV, Bd. 1893, Pag- 228-2301. : Hkktolo.nt, op. cit. ; HavsmaN'N, Flora von Uro/, voi. I, pag. 342. Innsbruck 1851. 4 Visiani e Saccardo, Catalogo delle piante vascolari del ì'eneto, (Atti del R. Istituto Veneto di Se. Lett. ed Arti. Venezia 18691. 151 Bektoi.oni, op. cit. HAUSMANN, Flora von Ti/vi, voi. I, pag. 342, 185 1. ) FACCHINI, Flora von Sud-tirol. Innsbruck, pag. 48, 1855. 18 IELMI, Prospetto della Flora Trentina, pag. 70, Trento 1893. (9 AMBROSI, Floravon Siid tirol (Oesterr. bot. wochenbl., Ili, Ig. 1853, pag. 2341. U7 la prima trovasi sul versante della Val di Fassa nel territorio delle sorgenti dell' Avisio al confine col distretto di Livinallong, fu scoperta dal Facchini e da PASOLINI e pubblicata da Ber- TOLONI (i) nel 1839 (Habui ex Tyrolo Italico in Padon Fassano ab Eq. Parolinìo et a Facchinio). Fu riportata poi da HAUSMANN (2) (al confine del terr. di Livinallongo e all'Alpe Padon di Penìa), da Facchini (3) nella sua opera postuma (In alpe quadam distr ictus di Livinallongo ditioni Bellunensi contermine, situ umoroso, semper frigido, S'.ptentrioni obverso, solo granitico-trappico) , da VlSIANI e Saccardo (4) da Engler (5), ecc. La seconda località trovasi sul versante della Val Cordevole dell'Alpe di Padon, e quindi nel distretto di Livinallongo : la pianta fu scoperta e raccolta da Facchini e distribuita da Rei- CHENBACH (6) nella FI. germ. exsicc. ; l'indicazione riportata da Engler et Irmscher (7). VI. - M. Civetta — Questa località delle Alpi Agordine fu comunicata da PORTA (8) a Pampanini e da questi pubblicata (9). VII. - Alpe di Puez — Mio reperto del 6 Agosto 1924 (Herb. Centr. Fiorentino). Alti Tauri (Carinzia) — Le stazioni degli Alti Tauri tro- vansi raccolte non lontane fra loro nell' alta valle del Mòli ad oriente del massiccio del Gr. Glockner. Le due prime località, l' Alpe di Gross/ragant, e quella di Sclwber furono scoperte da GUSSENBAUR, parroco di Flattach in Val di Moli, comunicate a Pacher e da questi pubblicate nel 1 1 1 Bertoloni, op. cit. 2 IIausmann, op. cit. ì Facchini, op. cit. 4 Visiani e Saccardo, op. cit. 5 ENGLBR, op. cit. 161 Rkichknbach, FI. germ. exsicc. n. 2447. (Herb. "Webhianum !|. 7 ENGLBR et Irmsciikk, op, cit., pag. 276. (8) Lettera del 21 nov. 1901 ! (91 Pampanini R., Essai sur la gcographic ctc, pag. 170-1 7 1 . tav. X, fig. 151. Fribourg 1903. 13* 1843 '0- Trovansi citate cU Ha.usma.nn (2.) in modo generico < nella valle del Moli all' Alpi di Sagritz (Pacher) ». Sono riportate da JOSCH (3) nel 1 8.5 1 da ENGLER (4) nel 1875. Grossfragrant, citata anche da Pacher e Jarbonegg (5) nel 1887, esistono esemplari nell' Erb. Centr. Florent. raccolti da Pichler e da Pit- TONI I A Schober venne pure raccolta da HuTÉR a 1900 m. (Herb. Berlino. (6) La terza località assai prossima alle precedenti è la valle di Klein Zìrknitr: presso Dollach, salendo verso Waschgang, scoperta da PECHER. (7) La quarta località è Wurterthal sul pendio verso Priessnigsee, anch' essa scoperta da Pacher. (8) Ai. l'i X« iriche — Le stazioni delle Alpi Noriche trovansi al conline della Stiria con la Carinzia, tra la valle del Gurk e quella del Mur. La prima località da più gran tempo conosciuta è quella del M. Eisenhut presso Turrach a 1300-2500 m. scoperta da Steyer e pubblicata daMALY(Q)]nel 1838, ricordata da Pacher (io) nel 1843, da JOSCH (11) nel 1853. ecc.; fu anche raccolta da Strobl il 23 luglio 1875 (Herb. Centr. Fiorent.! HerbLevier!) e da I. Ball il 29 Agosto 1867 (Herb. Centr. Fiorenti). Le altre due località sono Stangalpe a 2441 m. scoperta da F. HOFFANN (Herb di Berlino) e Hoch-Wildstelle tra Obersee e Xeualmscharte a 2000 m. scoperta da Hayek (Herb. Univ. Wien) : ambedue pubblicate da Engler et Irmscher (12). 1 PACHER D., Beitrage zur Kenntuiss der Vegetation der Reichenauer und Flatnitzen Alpen, Flora, voi. XXVI. pag. 8 io. Regensburg 1843. 2 HAUSMANN, op. cit. (3 JORSCH E., Die flora von Kdrnten. Klagenfurt 1843. I Engler a., op. cit. ; PACHER e Jarbonegg, Flora voti Kdrnten, I Th., IH Ab., pag. 46, 1887. 6 Engler et Irmscher, op. cit. 7 Pacher e Iarbonegg, op. cit. ENGLER et Irmscher, op. cit. Ma IV I. Jv., Fiora Stvriaca, pag. 51. Leipzig 1838. - Flora von Steiermark, pag. 178. Wien 1868. 10 Pacher, loc. cit. I I Iosch, loc. cit. ii2) Engler et Irmscher, op. cit. 139 * Concludendo la distribuzione attuale della Saxifraga cernila nelle Alpi è assai ridotta : essa si è rifugiata in poche località di altezza considerevole che gli autori sono concordi nel descri- vere come sempre freddi, umidi, volti a settentrione. Due fatti sono da porre in rilievo : che la pianta raggiunge la massima frequenza (sempre relativa) nelle Alpi orientali, special- mente nelle Veneto-Tridentine e nei Tauri ; e che tutte le stazioni specialmente quest' ultime per quanto orientate a settentrione tro- vansi sempre sul versante meridionale dello spartiacque principale della catena. Questi due fatti sono da porre in rapporto con una maggiore piovosità di quelle località, essendo questa un fattore favorevole alla vita delle piante glaciali. La grande estensione della specie nelle terre circumpolari, e la sua localizzazione nelle Alpi nei luoghi elevati freddi e umidi 140 testimoniano per essa una origine nordica. La sua distribuzione sporadica per tutta l'estensione della Catena dimostra che essa aveva una estensione antica assai più vasta dell' attuale. Essa ha subito una grande riduzione col regresso del periodo glaciale e probabilmente, diventando il clima delle Alpi più caldo e xe- rofilo, il suo regresso dura tuttora, essendo pianta rarissima anche nelle sue località classiche. Pianta di alto interesse fitogeografico essa dovrà esser tenuta presente dal legislatore quando la legge sulla protezione della natura in Italia anche dal punto di vista puramente scientifico sarà presto, come auguriamo, un fatto compiuto. R. Istituto Botanico di Firenze, 14 Maggio 1923. PAMPANINI R. — CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DELLA FLORA DELL'ISOLA DI RODI. La flora di Rodi è abbastanza conosciuta. In un mio studio di due anni fa mostrai come andò svolgendosi la sua esplorazio- ne iniziatasi nel 1761, ed illustrai le antiche collezioni inedite di Colnaghi e di Hedenborg, ed altre più recenti di Pichler e di Forsyth-Major, oltre a quelle recentissime del Dott. N. Maz- zocchi-Alemanni e del Sig. A. Cimini, portando il numero delle piante vascolari note della flora rodiota complessivamente a 629. In seguito, le erborizzazioni eseguite dal Prof. A. Fiori nel 1923 le aumentarono a 712. Infine quest'anno resi note altre tre fanerogame rimaste inedite delle raccolte di Aucher-Eloy, Bour- geau, Forsyth-Major (1). 1 PAMPANINl R., L'esplorazione botanica dell'isola di Rodi dal l~6i al K)22 (L'Universo, a. IV, n. 11-12, p. 859 e 955. Firenze 1923 1. — Cfr. il «Prospetto cronologico e statistico » a pag. 971. Firmi A., Contributo alla Flora di Rodi e catalogo delle piante vascolari finora note di quell'i ola Annali del R. Istituto Superiore forestale Nazionale, voi. IX, p. 141. Firenze, 1924 . PAMPA NINI R., Un manipolo di piante della Tripditania e dell'Isola di Rodi ('Bull. Soc. bot. it., 1925, p. 221. I4I Alla conoscenza della flora di Rodi contribuirono, fra gli antichi, specialmente: Sibthorp (1787)) Aucher-Eloy (1832) Col- naghi ed Hedenborg (1S54), Pichler (1883 e 1889), Fprsyth-Major (1886), e, più di tutti, Bourgeau (1870); e dopo l'occupazione italiana, sopratutto il Col. Dott. A. Vaccari (191 2 e 19 14) il Dott. M. Mazzocchi-Alemanni (191 1) ed il Prof. A. Fiori (1923). Nella primavera dell'anno scorso l'Istituto Geografico di Mi- litare di Firenze inviò a Rodi il Dott. Francesco Ferrini in qua- lità di tecnico agrario per il rilievo catastale dell'isola, ed egli, per quanto le sue occupazioni glielo consentirono, erborizzò a Coschino, ad Acripoli, sul Monte Psalido tra Asando e Calitea, e sopratutto sopra il Monastero di Calopetra a nord di Psitos ; e mi mand») le sue raccolte, che qui illustro. Raccolse in tutto 91 fanerogame, delle quali le seguenti note dell'isola, ma non ancora state osservate dopo l'occupazione italiana (1) : Aira caryophyllea Asphodtline liburnica Fumaria anatolica Coronilla parvi flora Ononis tuttissima 7 ri politi m Presln ititi tu Vida dasycarpa e nuove per la fiora di Rodi j: rotti us fascicuiaius Meliloiut indica Linum strictum Euphorbia cxigua Heliantlieuutti lavandiilac follimi Convolvulus Cau tuo tii n / a unum aniplexicaule Daucus involucrattis Micro m e ria uei~josa Scrofularia lucida var. genuina Pterocephalus plumosus Scabiosa sic u la Specularla falcata Picris paucitìora Antirihinuin I > tv ti titilli Plantago Lagopus f. eriostachija Kitbia peregrina C '< titrant/ius Calci/ rapa /'.. rtx cxigua lledi/pnots polymorpha var. gracili* nera croci/olia 1 Coronilla pauci flora iSibthorp, I "87 ; Aucher-Eloy. 18^: . Asphodeline liburnica (Hedenborg, 1854 ; Bourgeau, 1870. Aira caryoplu/llea, Daucus involiicratus, Micromeria n ''lonis mitissima, Pterocephalus pliinii'sus, Scabiosa sicula. Scrofularia lucida var. genuina. Spccularia falcata, Tri fol litui Preslianum, Vieta datycOTpa (Bourgeau. 1870). Fumaria anatolica, Picris paucijlora Pichler, 1883 ■ I4-1 Infine mi risultano entità nuove (i Attiviti Fefriniì Trtfdtltvm rhodense Littoria lì/aline var. JiHfortnis Evax exigua var. rhodensis c 'repis seto'sa var. Babcocki (I) ALLIUM FbRRINII sp. n. — Bulbus ovatus Cì'rc. 7 nini. longus, tanieis memiranaceis, gristis in sicco. Scapus exilis usque 25 erti, [et ultra?) allus, cir- citer ad tertiam partem longitudinis folialus. Folia bina tenuiler filiformùt : Jblium nus scapum modice superans. Umbella globosa, W-15 mm. luta, spathae vai- vis binis, membranaceis, latissime ovatis, mucronàtis, injtorescentia drmidio bre- vioribus, 'liluir purpurascentibus : pedicelli* 3-6 mm. longis : perigmii oralo-cam- panulali phyllis intense purpureis, gvato-oblongis, carinatis, carina scabra sub lenir fere aculeata : staminibus filamenti^ glabris, inlerioribus longe 5-cuspidalis, cuspide anlherifera lateralibus perigoni" acquilongis vel etiam panilo exerlis di- midi" breviore. Eab. — Is. Rodi: Monte Psalido. — Leg. Dod. I' . Ferrini. 3-4 Jun. 1994. Ricorda maggiormente VA. rubrorittafuui Boiss. di Creta ; ma ne differisce, ol- treché per il colore dei fiori ed altri caratteri, specialmente per gli stami 5-cuspidati, carattere che lo distingue da tutte le altre specie più vicine. Trifolii'm rhodense, sp. n. — Anntuum. Undique patule hirlum, caulibus dijfusis, prpslratis, usque Ji> era. longis; slipulis parte libera sectacea : foliolis óblongo-obovalis ; capilulis ovato-globosis ; calycis dentibus '■"rolla parer tongio- ribus, longe patule ciliatis, seliceis, basi 3-nerviis, in Jructu 3 ' ,. mm. longo, fauce villosa. E' affine al T. lappaceum L. Ma nel T. lappareitm la pubescenza è più rada e più breve ; i fusti sono assai più lunghi ed ascendenti od eretti, ed i capolini globosi ; la parte libera delle stipole è lanceolato-setacea ; ed i denti del calice sono lunghi il doppi" del tubo, mentre nel T. rhodense sono appena ' :1 più lunghi del tubo. Unii. — Is. Rodi : Psitos, prope coenobium Calopetra — Leg. Doct. F. Ferrini, 20-24 Maj. 1^24. LlNARIA Kl.ATlNi: L. var. FFLIFORMIS, var. n. — Differì a rar. Sieberi (JRchb.* evi prossima, caulibus exilibus foìiisque mediis et superioribus hastatis [ut etiam inferioribus f] parvis, sparse viUosis; petiolis lamina acquilongis rei panila brevioribus ; culmis longissimis, /lliformibus, glabris ; floribus valile minoribus, sepnlis angustioribus. EVAX EXIGUA DC. var. RHODKNSis, var. n. — I'ijert a typo ramis' exilibus. capilulis minoribus, foliis involkcralibus capitalo brevioribus, squamis interio- ribus /",/>/'■ acuminatis ri atsertis. Crepis SBTOSA Hall. f. var. Babcocki, var. n. — Differì a typo statura mi- nore, usque i5 cm. alta semper ! . pedunculii nudis, pubescenlibus ut involucri ji/igl/is hispidospinulosis, acheniis rostro tripl" longiòre. In lyp" peduneuli et involucri phylla tantum hispido-spinulosa, et roslrum aehenio subaequilongum. 143 Coschino, Maggio 1924 Onobrychis supina Lam. et DC. Acripoli, Piaggio 1924 Orchis coriophora L. Melilotus indica Ali. Helianthemum lavandulaefolium Jl/ill. f. syriacum [Jacq.) Dùn. Arbutus Andrachne L. Erythraea Centaurium Pcrs. var laxa Boiss. Micromeria nervosa Pentii. Campanula Sporadum Feer Lactuca eretica Desf. /VI. Psalido, 3-4 Giugno 1924 Andropogon hirtus L. var. pubescens Vis. Bromus fasciculatus Presi Phleum subulatum Aschcrs. et Graebn. f. ciliatum Aschcrs. et Graebn. Osyris alba L. Reseda lutea /.. Erodium malacoides VHèrii. Linum strictum L. var. spicatum Pers. Kuj)horbia exigua L. Cistus creticus A. Fumana arabica Spaili Bupleurum glumaceum 6*. et S. Daucus involucratus S. et S. A.nagallÌ3 arvensis L. var. coerulea Cren, et Godr Erythraea pulchella /foni. Origanum Onites L. Thymus capitatus Hoffm. et Lk. '44 Li nana Elatine Mill. var. tìliformis Patnp. Plantago eretica L. < Irucianella latifolia /.. < i.tliuin murale AH. Knautia integTifolia Beri. var. rhodia Szabò Pterocephalus plumosus Coult. Scabiosa sicula !.. Campanula rhodensis A. DC. Atractylis cancellata /.. ("r-'pis setosa Hall, var. Babcocki Pamp. Evax exigna DC. var. rhodensis Pamp. Filago gallica L. Hedvpn<>is polymorpha DC. var. gracilis Batt. et Trab. Sopra il monastero di Calopetra a N. di Psitos, 20-24 maggio 1924 A ira caryophyllea L. Avena barbata Brot. Brachvpodium distachyum P. B. — ramosum 6". et S. Dactylis glomerata L. var. hispanica {Poi li) Gastridium ventricosum Schìnz et Thell. Koeleria phleoides Pers. Asparagus aphyllus L. Asphodeline liburnica Rchb. (i) Tamus communis L. var. eretica Boiss. Gladiolus illyricus A'oc/i var. anatolicus Boiss. (2) 1 Differisce dal tipo per le minori dimensioni di tutte le sue parti e per lo scapo più lungamente nudo. Forse si tratta di una nuova varietà ; ma non oso affermarlo mancando l'esemplare di fiori completi. sta varietà si riferiscono gli esemplari raccolti dal Dott. Mazzocchi-Ale- manni che identificai al tipo iPampamm R., L' esplorazione botanica dell'isola di Rodi ecc., p. 965 e 967). 145 Quercus coccifera L. Silene Belirn /.. Fumaria anatolica Boiss. Poterium spiti osum L. Circinus circinnatus < '. Kze. Coromilla parviflora Willd. Onobrychis Caput-galli Lam. Ononis mitissima /.. Scorpiurus subvillosus L. Trifolium Lagrangei Boiss. (i) — Preslianum lìoiss. — stellatum L. Trifolium rhodense Pamp. \'icia dasycarpa To). Krodium cicutarium L'J/t'uf. Linum strictum L. var. spicatum Pers. Malva eretica Cav. — silvestri* L. var. eriocarpa />o/ss. Ilypericum empetrifolium Willd. — triquetrifolium Turra Bupleurum glumaceum S. et 6". Daucus involucratus ^. et S. Lagoecia cuminoides, L. Scaligeria eretica Vis. Anagallis arvensis /,. var. coerulea Greti, et Godr. Convulvulus Cantabrica L. Lamium amplexicaule /.. Satureja Thymbra /.. Mandragora vernalis Bert. Antirrhinum Orontium /-. Scrofularia lucida L. var. genuina Boiss. Plantago Lagopus L. f. eriostachya ( Ten.) Big. i (ìli esemplari della raccolta del Dott. Mazzocchi- Alemanni, da me riferiti nel [923 <>/>. <•.. ;>. e 967 al f. agrart'um, corrispondono invece al /'. La- grangei Boiss. 14'» Crucianella latifolia L. Rubia peregrina L. Sherardia arvensis L. Vaillantia hìspida L. Centranthus Calcitrapa Dufr. Scabiosa siculi /.. Specularla falcata Ten. < rcpis parviflora Desf. Crupina Crupinastum Vis. Filago gallica L. germanica L. var. eriocephala (Guss.) fioìss. 1 [elichrysum siculum Boiss. Pìcris pauciflora Willd. Scorzonera crocifolia S. et .S". SEZIONE LOMBARD A (MILANO) IO1 Adunanza ordinaria - 30 giugno 1925 La seduta è aperta alle ore 15. Presiede il Presidente Prof. G. B. Traverso. Sono presenti : Fenaroli, Rossi e Traverso anche per Arnaudi, Brizi, Carbone, Mazzucchelli. Montemartini e Ugolini che scusano l'assenza. Dopo breve discussione degli affari sociali vengono presentati i seguenti lavori : Carbone D. : Biologie der Flechten per F. Tobler (recensione!. FENAROLI L. : Risultati botanici di tin soggiorno al Monte Rosa. Il D.r Rossi ripresenta quindi la 2a puntata delle sue contribuzioni alla Flora delle Grigne [Phancrogamae excl. Compositae et Gen. Rosa et Rubus) che per motivi di salute non aveva potuto presentare di persona all'adunanza di Pavia del 28 maggio u. s. e la illustra con numeroso ed interessante materiale d'erbario. Fenaroli commemora poi Alfred Keller, ingegnere alla Direzione Generale delle Ferrovie Federali Svizzere, lo stimato cerastiologo la cui opera valente più volte i colleghi ebbero occasione di poter apprezzare, morto in Zurigo il 28 aprile u. s. Esaurito lo. d. g. la seduta è tolta alle ore 17. 147 SEDE DI FIRENZE SEDE CENTRALE Adunanza del 10 Ottobre 1925 Presiede il Presidente X. PASSERINI Aperta la seduta è proclamato a nuovo socio : Sig. PATRICE DE RlENCOURT DE LONGPRÉ di Charmont-sous-Bar- buisse, Aube (Francia). Indi vengono lette le seguenti comunicazioni del Prof. T. Provasi : « In una recente escursione botanica i 17 Agosto 1 in Valle Sassina e Valle Varrone Alpi Orobie , salendo al M. Melaccio (situato sulla lunga cresta che dal M. Legnone va al Pizzo dei Tre Signori 1 ho trovato abbondantissimi esemplari di Androsace brevis (Hcg.) Ccs. in frutto, a partire dalla quota 2302 della cresta S. W., e poi, di se- guito alla Bocchetta di Melaccio ni. 2304), sino alla vetta ni. 24621. Trattandosi di una specie ad area così circoscritta e anche saltuaria, credo opportuno segnalare questa nuova stazione di cui avevo già presunto l'esistenza (v. Storia e distribuzione geografica delia Androsace brevis illeg. Ces., in X. (r. B. I.. n. s., voi. XXIX (1922 , p. 128). Il rigoglio e la frequenza riscontrati in questa località è tale, che non l'avevo mai potuta osservare in maniera così accentuata in nessuna delle altre stazioni classiche da me visitate, come il M. Legnone e il Pizzo dei Tre Signori : ogni fessura delle rocce sulla cresta ne era ricoperta ; scendendo di pochi metri sui due versanti la pianta spariva. Ho avuto anche occasione di trovare verso i 2300 m. nella stessa località un mo- desto esemplare di Androsace Vandeìlii [2urra) Ckiov. var. tomentosa (Schleich.l, rarissima nella regione. » Il 6 Agosto u. s. ho avuto occasione, passando da Madesimo (Valle Spluga , di vietare l'interessante giardino alpino * Pirottca » fondato dall'A. I. P. M. A. e re- centemente inaugurato e battezzato. E veramente da compiacersi che quella Società. così benemerita per l'incremento degli studi di Botanica pratica in Italia, abbia potuto realizzare, volendosi dell'opera illuminata del Prof. Brizi, questo orto sperimentale, che sebbene da poco tempo organizzato presenta già un aspetto gradevole e molte cose interessanti. Come è noto, esso è situato a 1550- 1600 m., sopra il Grand Hotel, presso il bosco di abeti e larici, del quale include una piccola porzione : ò circondato ila una robusta rete metallica, condizione essenziale per la sua esistenza. È tenuto ancora in massima parte a prato, con vegetazione lussureggiante, tra cui si distinguono qua e là piccoli appezzamenti destinati a coltivazione di piante medicinali, come ad es. Gentianm lutea, etc. l'iù la alto è il vero giardino con rocailles artificiali opportunamente disposte a Bentierini. Ivi è ben rappresentata la Bora >ilicicolai delle circostanti montagne, e, mediante frammenti calcarei, quella calcicola di altre parti delle Alpi. Troppo lungo sarebbe elencare le numerose specie, tra cui alcune rare o endemiche (come ad es. la Saxifraga Vandellì Sterno.) e munite in massima parte di cartellini di porcellana smaltata, il rimanente li ha provvisoriamente di legno. Un'apposita conduttura d'acqua assicura l'innaffiamento. Cosi anche questa parte delle Alpi italiane si è arricchita di un ottimo giardino, che insieme a quello tiorentissimo del Piccolo S. Bernardo, e a quello, speriamo in buono sviluppo, dì Pra di Toro nelle Alpi indorine, costituirà un'ottima palestra di >tiuli botanici, e varrà, meglio di ogni scritto, a diffondere il rispetto e la tutela per le piante alpine ». Indi il Dott. A. CHIARUGI comunica di aver osservato che in una vasca del Giar- dini) botanico fiorentino nel giugno scorso fiorì abbondantemente non solo la Lemna minor L., come osservarono Pampanini e Provasi nel 192 1, ma, benché in propor- zione minore, la Lemna polijrrhiza L., che con essa vive mescolata. In tutte le altre vasche del Giardino le due piante si mantennero completamente sterili. Presenta poi degli esemplari di Digitalis ferruginea facendo tilevare i caratteri che li distinguono dal tipo e che pertanto lo inducono a considerarli come appartenenti ad una nuova forma : Digitalis ferruginea L. forma nova flavescens Chiar. \1925). Differì a typo corolla non ferruginea, sed pallide fava sicut in Digitali lutea et micrantha ; inttts venis reticolata pallide viridibus [non fuscis) ; loto margine breviter ciliata [non lanu- ginosa) ; labii inferioris lobo medio supra et margine pilis brevibus, articulatis, apice glandulosis, lL quam in typo longis, pilos» [non pilis longis dense barbato aut vil- loso 1 . Habitat cum typo prope Florcntiam, sub Monte Morello, ad vicum « Cercina » secus rivitm « la Palancola » dicium, ubi legi 25-VIII-25. Infine vengono presentate le note seguenti : 149 PAMPANINI R. -- LA LIBYELLA CIRENAICA (DUR. ET BARR.I PAMP., NUOVO GENERE DI GRAMINACEA, ED UN SUO CURIOSO ADATTAMENTO. Questa minuscola Graminacea fu scoperta a Bengasi da Ruh- mer il io febbraio 1883, ed Ascherson, il quale studiò le colle- LIBYELLA CYRENAICA (Dur. et Barr.) Pamp. (Ingr. 5 volte) (ili stimmi del fiore ipogeo sporgono dalla fauce delle guaine la cui base è rigonfiata dal mio ovario. 1 fiori sono rappre- sentati, per meglio mostrarne i dettagli, con le glumette distese, e quindi appariscono un po' più larghi, mentre nel • >no più angusti avendo le glumette convolute. *50 zioni di lui della Cirenaica, la identificò alla Poa annua f. exigua ; ma più tardi, nel 19 io, Durand e Barratte la interpreta- rono per una nuova specie e la chiamarono Poa cyrenaica (1). S ilo in questi ultimi anni fu raccolta nuovamente, sempre nei dintorni di l 'enfasi : dal P. Don V. Xanon a Sciallabi-el-Bebas il g febbraio 1916, e nel 1022 dal Dott. A. Maugini ad Auà-Zard il 29 gennaio ed a Scleidima il 5 iVbbraio. Oltre a questi esem- pi, tri, pervenutimi con le raccolte di questi due raccoglitori (2), dd Museo botanico di Berlino ebbi anche qualche individuo dell'esemplare stesso di Ruhmer. Uno studio attento di questo materiali', relativamente abbon- dante, mi induce a ritenere che la pianta non sia una Poa, ma che si debba riferire ad un nuovo genere ; e mi rivelò i suoi caratteri biologici oltremo- do interessanti. Durand e Barratte l'avvicinarono alle Poa annua L. ed exilis (Tonini.1 Murb. (P. annua var. remotiflora Hackel), e specialmen- te, causa le antere allungate, alla Poa di- morphanta Murb. del Marocco. Ma, ali 'infuori di questo carattere per quest'ultima, gli altri più importanti caratteri divergono da quelli del genere Poa : LlBYKU.A CYRKNAICA Cariossidi nngr. io volte a dei fiori aerei b dei fiori ipogei POA Pannocchia. Spighette pluriflore. Glume compresso-carenate. Glumetta inf. com presso-carenata, mutica. — sup. bicarenata, biloba. Stimmi brevi. Cariosside lineare-oblunga, trigona, ester- namente angolosa, internamente cana- liculata, con macchia ilare puntiforme. LIBYELLA Spiga. Spighette uniflore. Glume concave. Glumette cencave, subeguali e subcon- formi, + acuminate, lacero-erose. Stimmi lunghi o lunghissimi. Cariosside compressa, ovato-oblunga 1 quella dei fiori ipogei, ovato-acumina- ti, esternamente gibbosa, internamen- te piana , con macchia ilare oblunga. 1 DURANO E. et BARRATTE G., Florae libycae prodromus, p. 268. Genève 1910. 2 Cfr. PAM PANI NI R., Piante di Bengasi e dei suo territorio raccolte dal Rev. P. D. l'ito Zanon della Missione dei PP. (Hu.u-ppini al Fttehat Nuovo Giornale hot., it., n. s., voi. XXIII, 1916, p. 260) ; Nuovo contributo alla conoscenza della Plora della Cirenaica (Ibid., voi. XXXI, 1924, p. 193 '. I S I Libyella gen. nov. (Festuceae). Spica simplex spiculis unifio- ris, /loribus licrmap/i roditi* raro abortivi s e7 '. paleis subaequalibics et subconformibiis, stìgmatibus binis et staminibus exsertis, caryopsi ovato-oblonga et compressa, macula //ilari obbliga, Basi culmi spi- cula uiiiilora hypogaea, flore focminco, stìgmatibus loii^issimis et folloni m vaginis exsertis, caryopsi ovato-acuminata intus plana et extus rotondata, mietila fi ilari oblonga. Annua, pusilla. Duratici e Barrette erroneamente descrissero la pianta cespito- sa, con spighette brevemente pedicellate e con stami inclusi ; e passarono sotto silenzio caratteri importanti. Pertanto ripeto la descrizione rettificandola ed integrandola: Libyella Cirenaica Pamp. (Poa cyrenaica Dur. et Barr., FI. lib. prodr., p. 268). Pusilla, plerwnque vix 2-2 ' ., raro in speciminibus luxariantibus ns/ue 5 ' ., (>:■>. alta, annua nunquam caespitosa [raro 2 - caulis), sed den- sissime gregaria radici bus valde intricatis psetido-caespitosa videtur, praeter paleis undique glabra. Folia 2-3, anguste linearla, duplicata, ligula elongata, tacer o-tr lineata, decurrenti. Culmus (vel pseudoculmus : rhachidis internodium inferìus elongatumf) interne valde vaginatus, vaginis scariosis, irregulariter sulcato-angulatus, levis, e uni spica fo- lia subaequans. Spiculae 2-3, saepe 1, raro in speciminibus luxu- riantibus usque 5-6, uni fior ae, sessiles, adpressae rhachi sinuosae, citc. j nini, longae : gflumis niinimis ovatis, pallide virescentibus , late sca- riosis, ovato-rotitudatis. inf. ci/ e. 1 inni, lo figa, sup. ' ., inni, iuta ; paleis lanceolatis, apice lacero-eroso, dorso ad basiti virescentibus et tenuiter pilositlis. coeteruin aibido-scariosis, in sÙCO COnvolutis, interiori panilo ma/ori, triuervia nervis lateralibus sub lente vix conspicuis; sta- minibus 3, longe exsertis, anthera lineari vel elliptico-oblonga y1 .,-/ Kj^ min. longa, post authesin lineari 2 nini, longa : stigmatibus 2, clon- gatis, parcè papilloso-plumosìs, 2 mm. longis ; caryopsi ovato-oblonga, sub lente granulosa, compressa, oiato-ctliptica. macula li ilari oblonga, circ. 1 ' ., mm. longa. — Intcrduin floi cs abortivi rf . Spicula hypogaea uni/loia (rarissime òiflora), abortiva, foeminea: glumis 0; paleis lincari-taecolatis, tcnuissim is, bya/iiiis ; s/ainiiiibus O ; l$2 stìgmatibus longissimU foliorum vaginae superantibus et exsertis, in speciminibus luxuriantibus usque 25 »i»i. longis : caryopsì culmo ad- pressa, ovaio-acuminata, intus plana, extus rotondata, macula hilari oblonga, llab. — Cyrenaica: Bengasi (leg. Ruhmer, io Febr. 1883); 1. (1. Sciallabi-el-Bebas (leg. P. V. Zanon, 9 Febr. 19 1 6), Auà-Zard (leg. Doct. .1. Maugìni, 29 Jan. 1922) et Scleidima (leg. Doct. A. Man o'nii, 5 Febr. 19221: in solo argilloso-calcaréo compacto, ut vi- detur in speciminibus. * La Libyella si isola dalle Poa anche per caratteri istologici. Mentre non osservai differenze apprezzabili nelle altre parti, I il SEZIONE TRASVERSALE DEL CULMO I — Libyella cyrenaica : e epidermide ; /> parenchima f fascio; ci] cordone sclerenchimatico. II — poa exilis : e epidermide ; as) anello sclerenchima- tico ; fj fascio ; /■ parenchima. [53 nel culmo constatai che fra i fasci e L'epidermide corrono, ad -essi sovrapposti, dei cordoni sclerenchimatici la cui ubicazione corrisponde agli angoli del culmo. Invece nelle Poa — nelle P. annua ed exilis, p. es., per riferirmi a specie ricordate nella sto- ria della Libyella (non vidi la P. di mar pliant a) — lo sclerenchima ipodermico è disteso in un anello continuo ed uniforme. Questa distribuzione dello sclerenchima nel culmo della Li- byella si potrebbe, forse, interpretare come un depauperamen- to dell'anello primitivo, magari imposto da speciali condizio- ni di vita della pianta, il quale si sarebbe frazionato e ri- dotto agli angusti isolotti posti di fronte ai fasci. Ma io credo -che si tratti di un carattere veramente costituzionale perchè I II SEZIONE TRASVERSALE. DSL FASCIO I - Libyella curetta II - Poa exilis ;r guaina sclerenchimatica ; I\ libro : v vasi; />/ protoxi- lema e lacuna. ha riscontro in un altro che non saprei ricondurre ad alcuna cali- ga ambientale. 154 Questo carattere più profondo e tipico sta nel fascio, nel qua- li- lispessimento delle cellule della guaina sclerenchimatica è in forma di ferro di cavallo aperto verso la periferia. Nelle Poa, invece, è uniforme in ogni parte della cellula. * * La Libyella è un curioso esempio di pianta di clima arido e caldo. Annuale, di dimensioni minuscole, privo di qualunque dei soliti adattamenti xerofitici della vegetazione desertica — se non la stenofìllia e le foglie duplicate, comuni del resto nelle Graminacee anche di regioni non aride — esso appartiene a quella microflora che si difende dal clima arido e caldo con la precocità e la fugacità. In questa Graminacea il clima desertico forse ha depresso e fatto sparire il culmo facendola completamente acaule, e riducen- dole l'infiorescenza ad una spiga estremamente depauperata. Per- chè potrebbe anche darsi che il suo culmo sia un pseudoculmo, il primo internodio, cioè, della spiga molto allungato. Sta di fatto che esso non presenta nodi. Anche negli individui più impoveriti ed apparentemente sterili, persiste il fiore femminile ipogeo destinato a riprodurre la pianta sul posto. Così sotto questo aspetto, pur essendo di fatto an- nuale e fugace, è persistente in loco. D'altra parte, essa ha svi- luppato spiccatissimi caratteri di pianta anemofila: nei fiori er- mafroditi gli stami sono lungamente exserti, le antere grandi e quindi ricche di polline, gli stimmi lungamente sporgenti dalle glumette, non ostacolati dalle glume che sono di dimensioni mi- nime. Nemmeno nel fiore ipogeo si smentisce la natura anemofila della pianta. Obbligato, causa la sua ubicazione, a trasformarsi, invece di farsi cleistogamo come avviene in altre Graminacee, ha rinun- ziato all'androceo allungando invece enormemente gli stimmi fi- 155 no a farli sporgere dalla fauce delle guaine, come avviene nelle spighe del Mais. In questa pianta così evidentemente anemofìla, è tuttavia il lìore ipogeo che — fatto curioso ed apparentemente in antitesi con l'ubicazione del fiore — costituisce la sua ultima e più si- rura riserva. Infatti gli stimmi sono qui ancora più sporgenti che non nei fiori aerei, e possono quindi approfittare del polline che il vento può portar loro da altre piante, ma anche di quello proveniente dai fiori ermafroditi soprastanti, poiché essi spor- gono fin dall' inizio dell' antesi della spiga. E il fiore inferiore l'ultima garanzia della impollinazione del fiore ipogeo, non solo perchè è il più tardo ad aprirsi, ma perchè per la sua prossi- mità e la sua posizione immediatamente soprastante può man- dargli il polline più facilmente e col mezzo più semplice : lascian- dolo cadere. E poi chiaro che la cariosside ipogea può ben meglio delle oltre assicurare la persistenza della specie perchè fin dall'inizio si trova al riparo, protetta dalle guaine fogliari e seppellita nel terreno. Questa frequente, anzi quasi sicura, germinazione sul posto spiega come — a quanto mostrano gli esemplari che ho visto — la pianta non s'incontra isolata, bensì fittamente gregaria.. La Libyclla presenta una grande analogia con altre due inte- ressantissime piante mediterranee; della famiglia delle Composte, queste: la Melitella pwÀlla Smum. e la Cymnarrhena mìcrantha Desf., ambedue magistralmente illustrate, la prima dallo stesso Sommier (i) e la seconda dal Prof. A. Trotter (2). 1 .a Melitella, endemica di Malta (3), vi s'incontra solo in qualche 1 SOMMIER S., Un gioiello della Flora maltese. NUOVO genere e specie di Com- poste (Nuovo Giornale bot. it., n. s., voi. XIV. IM07, p. 4961. ; TROTTER A., Di un nuovo e. singolare adattamento antica/può in una pianta desertica di Tripolitania 1B0II. di Studi e Inforni. R. Giard. Col. Palermo, voi. I-III, 1917, p. 27 . 13) La Melitella pusilla sarebbe stata raccolta anche in Cirenaica, a Derna, dal Prof. Borzì il 1 Ottobre 1912, in terreno argilloso-calcareo compatto con screpolature 156 Località dove abbonda in fitto colonie ( «in solo calcareo-argil- loso compacto inter microphytas gregaria et abunde crescit»); è annuale, precoce e fugace ; di dimensioni minuscole ed acaule; è caratterizzata poi da una eterocarpia marcata e da una rizo- cefalia, o basanzia, che a maturità la rende addirittura ipo- geocarpica, ciò che le toglie la possibilità di una disseminazione longinqua. Sono i caratteri della pianticella di Bengasi, solo che in questa non il frutto diventa ipogeo, ma lo è addirittura già il fiore, e persiste anche la disseminazione a distanza. La (ìvmnarrhena, diffusa dall'Algeria al Belutcistan, è un bel- lissimo esempio di pianta desertica psammofila. Anch'essa è an- nuale, acaule ed eterocarpa, con acheni ipogei derivati da fiori probabilmente femminili i quali germinano entro la pianta ma- dre riproducendola in /eco mentre gli acheni dei fiori esterni so- no anemocori e provvedono alla disseminazione longinqua. E quello che avviene nella Libyella. Il Trotter vede — e ben a ragione — nella Gymnarrhena una pianta che si è adattata alle insidie di una clima arido nel mo- do più singolare e curioso con adattamenti nella riproduzione, nella morfologia, ed anche nella struttura istologica. Ma la Gijmnarrhena — e così la Melitclla — è una Composta e quindi con un'organizzazione fiorale facile all'autogamia, ciò che deve averle reso meno ardue le sue modificazioni nella riprodu- zione. La Libi/ella nella esiguità delle sue dimensioni e nella strut- tura dei suoi tessuti indifesa, quanto ed anche più delle Poa exìlis e dimorphanta, e della Poa annua dei nostri campi — per rimanere sempre nella cerchia delle parentele indicate da Durand ripiene di terra rossigna, come a Malta (Bull. Soc. bot. it., 1912, p. 313. Ma il fatto che nell'Erbario Sommier il campione del terreno mandato dal Borzì insieme alla pianta è invece la solita finissima arena della Libia, e quello che malgrado le sue più accurate ricerche il Borzì non riuscì a trovare che un' unico esemplare della pianta — mentre a Malta nelle poche località dove è circoscritta è fittamente gre- garia — suggeriscono di aspettare ad ammetterla nella Flora della Cirenaica che la sua presenza vi sia confermata da altre raccolte. 157 e Baratte — può resistere solo con la fugacità della sua durata e col suo modo di riproduzione. Non rinunziando, malgrado la sua anficarpia alla anemo- filia tipica delle Graminacee — anzi, direi quasi, esaltandola — la quale di regola è tutt'altro che favorevole a questo mode» di riproduzione, esso costituisce un nuovo meraviglioso esempio della plasticità della specie per assicurarsi la persistenza. E ciò come ripeto, conservando l'aspetto normale delle Graminacee. Le Graminacee indicate come cleistogame sono molte, ed al- cune presentano qualche analogia con la Libyella ; ma nessuna le corrisponde. Quelle che meglio la ricordano hanno fiori ipogei (Mikum am- phicarpwn Pursh ed Amphicarpum floridannm Chapm.), oppure nascosti nelle guaine lungo il culmo {Danthonia spica/a R. et S., intermedia Vasey, compressa Austin, americana ed epilis Scribn., Triplasis americana Beauv. e purpurea Chapm., dell'America sett. ; Danthonia montana Doell., del Brasile; Danthonia collina, del Chili; Danthonia nuda Hook, f., della Nuova Zelanda). Ma tutte sono, come dissi, cleistogame. Finora nessuna Gra- minacea a fiori ipogei o nascosti nelle guaine era stata segnalata dell'Antico Mondo (i). Le strette analogie della Libyella con la Melitella si estendono anche alla stazione ed alla natura del terreno in cui le due piante vivono. Ricordo infine, benché lontana dalla Libyella, un'altra minuta e curiosa Graminacea che Murbeck scoprì in Tunisia e descrisse come genere nuovo: il Mcringurus af ricami*. i HACKEL E,, Ueber /Cleistogamie bei den Grdsem < ><*sterr. bot. Zeitschrift, LVI Jahrg., eoi., p. s 1-N2. 1 |i,-i 5 1 . FRANCESCHI!*] A., Contributo allo studio della Cleistogamia iRiv. di Fisica, Mai. e Se. Nat. | Pavia], a. Vili. 1907, p. 34 e 39, «str. . Chask A., Notes on cleistogamy of Grasse* (Botanica! Gazzette, voi. XI.V, 1908, P. 135 . 1,58 SIBILI A C. - LA CORALLOUUIZA INNATA R. BROWN A VALLOMBROSA. • In una escursione fatta il 4 giugno di quest'anno a Vallom- brosa ebbi occasione di trovare parecchie e ricche colonie di Co- rallorhiza innata R. Brovvn o Corallorhiza trifida Chat., come oggi è chiamata. Tali colonie avevano per stazione il margine delle abetine (Abete bianco) lungo la strada Vallombrosa-Saltino, specie in località S. Caterina, e si presentavano in serie lineari, lunghe qualche volta parecchi metri. Segnalo questo reperto fatto in cosi gran numero di indivi- dui perchè fino ad ora le stazioni conosciute di questa orchidea nell'Italia centrale, erano poche e poco numerose e la specie era data da vari Autori come rara o rarissima. Infatti il chiarissimo prof. A. Fiori, che lungamente soggiornò a Vallombrosa, ebbe a dirmi che egli, prima d'ora, l'aveva raccolta una sola volta nel 1921 insieme ai proff. Passerini e Pampanini in piccolo numero di individui. (1) Circa la distribuzione geografica, il Parlatore (2) la cita per le seguenti località dell'Appennino : « Bobbio (Cesati secondo De Notaris) nell'Appennino pistoiese nei boschi di faggio di Bosco- lungo e nell'Appennino degli Abruzzi nei boschi del Monte Pizzo di Sivo presso Fonte Vidone (Orsini !) » ed aggiunge « Non dubito che si trovi in molti altri luoghi e che sia sfuggita all'osserva- zione dei botanici. Fiorisce in luglio e nel principio di agosto. » Il Bertoloni (3) dice di averla esaminata proveniente dall'Appen- nino bolognese (Caduta della Dardagna) raccolta da Pirazzoli. Il Plori (4) dice : « Boschi di abeti e faggi, tra i muschi e detriti, Alpi, Appennino sino Abr., Camp, al Picinisco ed Avellin. al Montevergine; luglio-agosto » . Il Parlatore e il Fiori danno come (li ANONIMO, Un'escursione a Vallombrosa, II Nuovo Giornale, FireDze J luglio 1921. 121 PARLATORE F., Flora italiana, voi. Ili, pagg. 385-386, Firenze 1858. J Bkktoi.ONI A., Flora italica, voi. IX, pngg. 635-636, Bologna 1853. 4 FIORI A., Nuova Flora analitica a" Italia, pagg. 333*334, Tip. Ricci, Fi- renze 1923. »59 periodo di fioritura luglio e agosto, il che è invece in contrasto con quanto ho potuto osservare io, che la raccolsi in piena fio- ritura in principio di giugno, e con ciò che dice Bertoloni che indica giugno e luglio. Nell'erbario dell'Istituto Superiore agrario e forestale di Fi- renze, esistono di questa specie gli esemplari di Yallombrosa raccolti dal prof. Fiori nel 1921, ed uno del Parlatore con la ci- tazione : « Boscolungo 1S57 • Per le Marche il Paolucci (i) non ne fa cenno ; egualmente sconosciuta, almeno per quello che mi risulta, è nell'Umbria ; in- fatti né il Rateili (2) nelle sue tre contribuzioni alla Flora umbra, né il Corazza (3) per il territorio di Spoleto, l'hanno trovata. Per l'Avellinese, che sembra essere il limite meridionale di questa specie, il Casali (4) la ricorda per : « Montevergine, sopra il Santuario. Rara. Milani ! ■> Xon é invece citata dal Trotter (5) nei suoi numerosi lavori sulla flora irpina. A nord della Toscana è data dal Cocconi (6) pel Bolognese : « Fra le foglie secche e fra i muschi - Acero: alla Caduta del Dar- dagna ! (Lorenz, e Piraz.). Rarissima. Giugno-luglio » L'epoca di fioritura data da questo autore corrisponde a quella trovata da me. Da quanto ho esposto, risulta quindi che nella distribuzione della CorallorJiiza innata nell'Italia centrale vi è una grande lacuna infatti essa è conosciuta per l'Emilia e la Toscana ; scompare I I Paoi.VCCI L., Flora marchigiana, Pesaro 1890. 2 Ba 1 BLU A., Contribuzioni alla /-'/ora Umbra, 1 I'1, 2;i e 3*), Perugia I 885-1888. 13) CORAZZA G., Contribuzione alla Flora dei dintorni di Spoleto, Spoleto 1889. \ CASAL] C, Flora Irpina, pag. 35, Avellino IOOI. : I KOTI'KK A., Osservazioni ed aggiunte alla Flora Irpina, 1 Bull. Soc. bot. >t- '. Pa^g- 2° e 32. Firenze 1905. » » Nuove osservazioni ed aggiunte alla Flora Irpina, Bull. Soc. bot. it. », pagg. 9-24, Firenze 1906. » » Nuova serie di osservazioni e di appunti alta Flora Irpina, ■■ Malpighia », XX, pagg. 305-320, Genova iqoó. » » Citeriori osset-vazioni e rieereìie sulla Flora Irpina, « Mal- piglio », XXII, pagg. 64-78, Genova 1908. » » Nuove osservazioni e ricerche sulla Flora Irpina, «. M.ilpi- ghia , XX. Ili, pagg. 425 44O, Genova 1909. 16 COCCONI G., Flora della provincia di Bologna, pag. 47.S, X. Zannichelli, Bologna 1883. nelle Marche e nell'Umbria per poi riapparire nell'Abruzzo, al Pizzo
  • acutamente di cunigrina, per quelli di Crepis foetida L. che sanno di acido fenico, per le infiorescenze di Eu- palivi u ni cannabimtm L. che spandono l'aroma dello zabaglione cotto e per i capolini di Helichrysum bracteatum L. che puzzano di cimice selvatica; e da ultimo il Prunus spinosa L. a odor di se- mi di pesca, la Stachys veda a odor di cera vergine e il Camus sanguinea L. a odor di lezzo e di rigovernatura di stoviglie. Botanici e Arte ! Ecco due termini contradditorii. E diciamo così perchè tutte le discussioni che si fanno sui rapporti tra scienza ed arte partono immancabilmemte sempre dal pregiudi- zio inveterato che l'una cosa escluda l'altra e che la mentalità dello scienziato mal s'accordi, per incompabiliià di carattere, con quella dell'artista. Non sapendo vestire il suo pensiero con sfarzo ed eleganza, per il peso della cultura che gli grava sul cervello, lo scienziato deve rassegnarsi, costoro dicono, a rinunciare alle folle per ac- contentarsi dei piccoli cenacoli. Quindi lo Stoppani ebbe buon giuoco di sostenere, nella prefazione del suo Bel Paese, che i li- bri di scienza non faranno mai perdere un'ora di sonno, aggiun- gendo che il quadro della madre che va a deporre la figlia mor- ta di peste sul carro dei monatti, interesserà perpetuamente molto più che non, tutti assieme, i quadri dell'universo di Alessandro Humboldt. E sta bene. Non si può mica pretendere che una modista, o una signorina impiegata, abbiano da preferire i libri, splendidi sì ma troppo seri, di colui che ha gettato le basi del- la geografia botanica, ai romanzi di Carolina Invernizio o di Gui- do da Verona. Le categorie dei lettori sono molteplici e di dif- ferente levatura intellettuale e sociale. I motivi che inducono a leggere variano al variare dei temperamenti, dell'educazione e delle circostanze del momento, e non sempre sono puramente ideali. Xon vi si ricerca sempre l'istruzione e il diletto estetico. Però, con buona pace dell' illustre aliate lecchese, che fu in pari tempo scienziato e Letterato, poiché nelle sue opere, com- preso quel terzo volume del trattato di geologia che è tutto un inno elevato alla potenza del Creatore, vi palpita forte il senti- mento del bello e vibra armoniosamente la più alata poesia, è duopo non dimenticare che la maggioranza dei lettori, ai quali egli accenna, è quella stessa stragrande maggioranza che non conosce Stoppani e Humboldt, e non si cura del Manzoni. Jn questo il Carducci ebbe ragioni da vendere. D'altra parte c'è scienza e scienza. E la botanica non è una scienza esatta. Xon ha nulla a che fare, essa, coli' astronomia, colla geodesia, collidraulica o col calcolo infinitesimale di mate- matica sublime. 11 naturalista - quanto meno poi il botanico ! — non è un elet- trotecnico né un ingegnere ferroviario. Diremo di più : v'e più parentela tra botanica e arte che non tra filosofia e belle lettere Identico ne è lo scopo. Sì l'artista che il botanico hanno di mi- ra di far conoscere la natura e di esporla nella miglior luce. Il primo, poi, per conto suo, cerca di incorniciarla ben bene, av- volgendo^ magari, nei drappi luccicanti e vaporosi della fan- tasia, per renderla più seducente. Dove si scostano l'uno dall'al- tro è nell'uso dei mezzi : dacché il botanico disgiunge (metodo analitico) e l'artista raccogliti (metodo sintetico). Il naturalista — e con maggior ragione il botanico ! — è dunque, senza confronto, più vicino all'arte, del cronista, dello storiografo e del così detto critico d'arte, i quali non avendo mai, in vita loro, maneggiato il pennello o lo scalpello, compo- sto una riga di musica o martellato un sonetto, s'illudono bella- mente di spaziare nelle regioni fiorite dell'arte, od almeno di dimorarvi ai margini ; mentre in realtà, sfruttando l'arte e vi- vendo parassiticamente alle spese della medesima, costoro non 172 fanno che della scienza, scienza che è talvota fredda e pallida come la morte. Che il binomio botanici e Arte, da noi proposto a confutazio- ne di tutti quelli che nel botanico non vedono rdtro che un raccoglitore di semplici o un archivista di forme vegetali, non sia una sortita qualunque paradossale ma una palmare verità, ri- sulterà chiaro da quanto verremo esponendo ora, col riportarne le prove di fatto. Basterà cioè ricordare i nomi, scegliendo i più significativi, di coloro che ne furono la personificazione vivente. Eccone qualcuno. Il sommo poeta tedesco, Wolfango Goethe, professò l'arte e insegnò la botanica. Egli diede alla scienza, ol- tre la teoria vertebrale del cranio umano, uno studio ampio e originale sulla metamorfosi delle piante. Il grande briologo Bri- dei, l'autore della « Bryologia universa*, godette fama, a' suoi tempi, di distintissimo letterato. Il Chamisso, lirico di primo or- dine, intraprese, in qualità di botanico, il giro del mondo con Otto Kotzebue. Celebri nella pittura e nella scienza dei fiori fu- rono Grimpel e Guillemin. Di Gian Giacomo Rousseau sappiamo che « devenu vieux, i?ijìrme et mélancoliqìie, dut a fétude des plan- tes ses plus douces consolations » . Bernardino Saint-Pierre tra le brighe e gl'impegni della botanica che lo assorbivano, prese a raccontare i casi teneri e appassionati di Paolo e Virginia, in un libricino che ha fatto piangere le fanciulle sentimentali di parecchie generazioni. Ma che bisogno abbiamo di mendicare gli esempi nei paesi forestieri, quando ne abbiamo in casa nostra ? Chi non sa che Leonardo da Vinci, figura colossale di artista e di sapiente, si è pure occupato di botanica e, come ha dimostrato recentemen- te Mario Cermenati, ha erborizzato anche nella ValsassinaV E qui. partendo dal gran Leonardo, per arrivare, con una corsa a volo d'uccello, ai tempi presenti, noi dovremmo amma- nire al lettore una lunga lista, noiosa anzichenò, di uomini che onorarono insieme e degnamente la scienza positiva e le arti belle. Senochè, por amore di brevità e per non portar acqua al ma- 173 re, ci limiteremo unicamente a nominare, un po' anche alla rin- fusa. Francesco Redi, naturalista insigne e autore del famoso ditirambo : Bacco in Toscana ; Aleardo Aleardi, il quale, prima di acquistare la laurea in giurisprudenza e di diventare in se- guito il poeta delle Lettere a Maria, aveva studiato storia natu- rale all'Ateneo patavino ; il fine umorista Raiberti di Monza, traduttore in vernacolo milanese dell' Arte poetica di Orazio ; lo psichiatra Andrea Verga, leggiadro prosatore e poeta, amico in- timo del Maffei, del Grossi e del Cantù, appartenente a quella schiera di medici che furono contemporaneamente forbiti scritto- ri e scienziati e le cui opere sfidano i tempi pel valore della forma letteraria. E rammenteremo l'antropologo Ettore Regalia, i cui versi furono lodati, ciò che è tutto dire, anche dal Prati ; Giuseppe Gibelli e Federico Delpino botanici e musicisti perfet- ti : Paolo Lioy, Michele Lessona, Giuseppe De Lorenzo, Paolo Mantegazza, Ferruccio Rizzatti, Piero Giacosa e Giacomo Lo For- te, scienziati e volgarizzatori di scienza in forma d'arte, precisi senza il peso pedantesco che rende insoffribili i libri di scienza, e brillanti senza la sciatta faciloneria dei gazzettieri ; il lepidot- terologo e poeta Guido Gozzano, tempra delicatissima d'artista e innamorato della natura ; il botanico Gaetano Crugnola. che ha dedicato un grosso volume all'opera poetica del francese De Musset; e il nostro Antonino Anile, mente versatile e profonda, anatomista ed anche botanico, come si scopre dalle sue osserva- zioni di biologia vegetale, nonché poeta schietto ed efficace. Le sue poesie si trovano raccolte in quattro volumi, recano il tito- lo di Sonetti religiosi (192,}), Primi Tu ni ulti (1894), I sonetti del- l'anima (1904-6) e La croce e le rose (1907-10), e non meritavano certo il colpo di zampa dell'Omo salvaiico di Papini e Giuliotti. Beppe Ciardi, uno dei più apprezzati pittori paesisti della scuo- la veneta moderna (anche la sorella Emma è rinomata pittrice !), dicesi che abbia studiato Scienze Naturali all' Università di Pa- '74 dova; mentre presenta il caso contrario Lorenzo Camerario, il quale, poscia che ebbe raccolto i primi allori in pittura, produ- cendosi anche all'Esposizione di Torino, passò alle scienze; e divenne, prima l'assistente, <• poi l'ordinario alla cattedra di zoo [a <■ anatomia comparata nell'Ateneo della sua città. An'he nel genere di letteratura inaugurato da Giulio Verne vediamo sovente l'arte e la scienza moversi in stretto abbraccio. Il Verne è benemerito per aver suscitato nei fanciulli tante vo- li per la Storia naturale. Peccato che i suoi imitatori in Italia, quali Salgari, Mioni ecc., stiano a lui, come i libri di Lui- gj Gualtieri, del Rosini e del Balbiani stanno al capolavoro di Alessandro Manzoni ! L'esploratore botanico di solito è un artista. Se non lo fosse, non tarderebbe a diventarlo. Non è possipile che l'incanto della natura vergine e lussuosa non abbia da esercitarvi il suo fasci- no potente. Ed allora la fantasia si accende, le idee si affollano e la penna corre più spedita. Chi ha letto i viaggi dei due fra- telli botanici Schomburgh nella Guiana può testimoniarne abba- stanza. Ma è proprio necessario di essere esploratori botanici per sentire tutto ciò ? Chiedo venia, ma non so trattenermi, a questo proposito, dal riferire qualche brano, stralciato dalla relazione di una gita al- pina, scritta dall'avv. Guido Alberto Rivetti di Torino, e pub- blicata nella Rivista mensile del Club Alpino Ital. (Maggio 1924). Eccoli : < // divino edificio della natura riluce come una fantasia incorporea, annegante e vanente nello scintillio della caligine vesper- tina, con riflessi d'argentee incandescenze di plaghe sconfinate dì ghiacciai, popolate e vigilate da gigantesche guglie rossigne, rotte da scoscendimenti di scogliere, che paiono fondersi e struggersi in roven- te amore ». E più avanti: « Mani gonfie e scarnificate, membra livi- dose, abiti a sbrendoli. Ma siamo dei pezzenti regali, con un 'anima lu- '75 mìnosa e brillante più della fonìe stessa della luce : siamo noi stessi la sostanza della gemma taro/osa //orila sulle altezze ideali anelate dal- l'uomo ». Ed infine Uu gruppo di paria (è la descrizione di un bivacco!) o di deportati o di naufraghi avrà certo una più leggia- dra armonia. Nói non abbiamo forma : siamo spiriti felici in un vi- luppo di cenci confusi nella roccia abbrividenti alle sferze del gelo mon- tano, ma irradianti un ardore di vittoria È a queste fonti salubri, limpide e terse come il cristallo, monde da retorica e achvceras) deve essere escluso dalla flora della Russia eu- ropea essendo stato raccolto soltanto in Crimea e nel Caucaso. 177 SEDE DI FIRENZE SEDE CBN 1 HAI.K Adunanza del 14 Novembre 1925 Presiede il Presidente N. Passerini Aperta la seduta è proclamato a nuovo socio : Dott. Vittorio Cerutti, di Milano Il Presidente N. Passerini comunica, poi, di aver trovato abbondantissima, nel no- vembre scorso, la Anthemis fuscata Brot. > A/a ruta fuscata DC. - PeriJeraea fuscata Webb - Chamomilla fuscata Gren. et Godr.l nella pianura coltivata fra la Venturina ■e Casaluppi in Comune di Campiglia Marittima, Provincia di Pisa (ora di Livorno), specie che era stata raccolta sin qui solo in regioni più a Sud della Maremma To- scana e sempre nei pressi di Orbetello, Monte Argentario (falde) e a Giannutri isolai, località che distano circa ioo Km. da Campiglia. Ritiene che la fioritura autunnale di questa pianta stia in relazione colla tempera- tura straordinariamente mite verificatasi quest'anno 19251 fino alla fine di novembre. Indi il Segretario presenta e riassume le note seguenti : MASS ALO NGO C. — NUOVO CENSIMENTO DELLA FLO- RA MICOLOGICA DEL VERONESE. Nel 1902 colla mia pubblicazione che porta il titolo di « Xo- vitates Florae Mycologicae Veronensis » (i) il numero dei miceti noti per l'Agro Veronese, ascendeva a circa 1264 specie (2). — Dopo qnell'anno a tutto oggi venivano alla luce numerose altre contribuzioni (3), in seguito alle quali, la flora micologica del ter- 1 Atti Accad. Agricolt., Scienze e Lettere, ser. IV, voi. III ; Verona 1902. 2 MASSALONGO C. - Le nostre cognizioni intorno ai funghi della prov. di Verona al principio del secolo XX, in 1. s. e. ; Verona 1902. ? M assai. ONGO C. - Note micologiche in e Malpighia » ; Genova 1903 ; Nuove reclute in FI. Micolog. Veronese, ibidem, Genova 1906 ; Osservazioni /ì/olologiche in « Madonna Verona » 1908 ; Nuove osservazioni filologiche, ibidem, Verona 1909 ; Appunti micologici, in Atti Se. Mediche e Naturali, Ferrara 1910 ; Pugillo di fungi nuovi per la FI. dell'Agro Veronese in « Malpighia », Catania 191 2 ; Species furi- gorum ad FI. Veroncnsem addendae, in Atti R. Ist. Venet., Tom. 74, P. Il ; Ve- nezia 19(4; Fmenomiceti ed altri funghi per lo più della FI. Veronese, figurali in acquerelli mediti, in « Madonna Verona », 1 <> 2 1 ; Intorno alla Leucocystis cellaris Schr, recentemente segnalata nel Veronese, in Bull. Soc. Hot. It., Firenze IQ2I. Parecchie diagnosi poi di specie nuove di funghi da me descritti, trovansi inserite qua e là in Saccardo P. A., Notae Mycologicae, ser. Ili, Y, VII-VIII, X, XIII, ri torio, arricchivasi di numerose altre entità. Attualmente in detta flora, tenendo conto ancora delle ultime reclute aggiunte al pre- sente articolo, si conoscono 1045 specie, numero veramente co- spicuo, massimamente se si consideri, che eccettuate appena 200 specie, tutte le altre furono messe insieme dallo scrivente. Noto poi che fra queste, a più di un centinaio ammontano le specie di funghi nuovi, da me, in varie riprese, descritte, per ta- cere di numerose forme di miceti parassiti o saprofiti, i indicati so- pra substrati sui quali finora non erano stati segnalati. Nel 1871 il Barone L. Hohenbuhel-Heufler (1) giustamente la- mentava le miserrime nostre cognizioni intorno ai funghi delle prov. Venete. Ora però, dopo poco più di mezzo secolo, per ope- ra essenzialmente del prof. P. A. Saccardo e suoi allievi, la flora micologica delle prov. venete, figura fra le meglio illustrate, non solo d'Italia, ma ancora d'Europa. Relativamente poi alla provin- cia di Verona in particolare, si può affermare che essa ora, in se- guito alle mie lunghe e pazienti ricerche, può con onore rivaleg- giare colle altre prov. di Treviso e Padova, meglio illustrate a tale riguardo. Ecco ora i miceti che devonsi aggiungere a quelli già noti per la provincia, e che ho disposto come segue : n. 1-20 Hy- micniales, 2I-22 Uredinales, 23-24 Oomycales, 25-26 Discales, 27-30 Hvphales. N. B. La determinazione di quasi tutti gli imenomiceti è sta- ta ancora controllata dall'illustre micologo G. Bresadola in base alle figure ad acquerello da me eseguite ; alcuue altre specie fu- rono dallo stesso determinate. XIX, XXV. Inoltre esemplari di fungi del Veronese da me raccolti e comunicati trovansi in Kabat et Bubak, Fungi t in perfetti exsiccati, fase. I-XVII ; Turnau et Tabor 1903-1914. - SACCARDO P. A., Fungi Veronenses (= Notae Mycologicae ser. XXV), in « Madonna Verona » 1918. 1 Enumeratio Cryptogamaruin Italiae-Venctae ex « Caesareo », R. Soc. Zool.- Botan., Tom. XXI; Wien 1871. 179 I. — TELEOMYCETES i. Clìtocybe ectypa Fr. var. in fumata Rres. — Sulla terra erbosa nella selva di castagni detta delle Raidc presso il paesetto di Co- golo ; 20 Sett. g 16. 2. C. pithvophila Fr. — Sulla lerra fra le foglie morte di Cedrus f 'rodar a, a Tregnago ; autunno 923. 3. Pluteus nanus Pers. var. lutescens Fr. — Sulla terra di un bo- sco di castagni fra le erbe, nella località detta « Bernardi » pres- so il paesetto Finetti ; Sett. 916. '4. Eccilia parkcnsis Fr. — Sulla terra in un bosco coilino, sopra il paese Selva di Progno ; Sett. 922 (A. Barghetti). 5. Psathyra fagicola Lasch. — Sopra un pezzo di legno a Tre- gnago; Xov. 913. 6. Cortinarius palcaccus Fr. — Fra le erbe di un prato collino, nella località detta « Vico » sopra il paese di Tregnago ; Sett. 916. 7. C. sanguineus Fr. f. gracilis. — Nel bosco di castagno detto delle Raute, presso il paesetto di Cogolo; Sett. 916. 8. Hygrophorus obrusseus Fr. — Fra le erbe presso il paese di S. Mauro di Saline; Sett. 913. 9. Lactarius squalidus (Krombh.) Fr. var. — Sulla terra di un bosco di castagni nella valletta chiamata « Damati > presso il paese di Badiacalavena ; Marz. 912. io. Russala grisea Fr. v. coerulea Bres. — Mt. Gadà in un bo- sco di castagni, sopra il paese di Tregnago, sulla terra ; Giugno 922. 11. R. musteliua Fr. — Bosco di quercie sulla terra presse Tre- gnago «all'uccellanda di Colognato» ; Giugno 922. 12. R. ochracca Fr. — Bosco di castagni «Raute» sulla terra erbosa ; Sett. 913. 13. R. ochroleuca Fr. — Presso Badiacalavena nella vallecula « i Damati > detta, sulla terra di un bosco di castagni ; Luglio 913- 14. R. velernosa Fr. — Nel bosco di castagni « delle Raute » detto, sulla terra ; Sett. 922. i8o 15. Marasmius scorodonius Fr. — Sulla terra fra la Calluna vul- garis, nel bosco « delle Raute » ; Ag. 924. 16. M. urens Fr. — Sulla terra lungo i sentieri del bosco col- lino, nel Parco Pompei ad Illasi ; Giugno 924. 17. Boletus fetleus Bull. — Mt. Gadà, sopra Tregnago sulla ter- ra erbosa di un bosco di castagni ; Giugno 924. 18. B. xanthoporus Krombh. var. — Sulla terra erbosa in un bosco di castagni collino, nella « Valle dell'Orso » presso Tregna- go ; Sett. 916. 19. Polyporus pietas Fr. — Sopra il paese di Selva di Progno nella valle «Vanti» ; Ott. 1877. 20. Hydnum pudorinum Fr.-Syn. = H. ochraceum Pers. fide Bres. — Sui rami di castagno caduti al suolo, nel bosco delle « Raute» ; Ott. 918 ?. 21. Puccinia Baryi Wint — Sulle foglie di Brachypodium silva- ticum presso il paesetto di Cogolo ; Sett. 22. P. Mentirne Pers. f. Origani major anae ( I-II). — Nel giar- dinetto annesso al civico Museo di Verona; Maggio 922. 23. Peronospora Corydalis D. B. — Sulle foglie di Corydalis ca- va, al Giardino Giusti ; Verona 921. 24. P. Trifoliorum D. B. — Sulle foglie di Trìfoliiim pratense, presso il Camposanto di Verona ; Aprile. 25. Morchella conica Pers. — Boschi montani di Pino, dei din- torni del paese Boscochiesanuova ; Maggio 925 (com. Q. Biadego). 26. Barlaea Polythrichi Rehm. — Fra i muschi sopra un muro fuori Porta S. Giorgio di Verona ; Febbraio. 27. Cryptomyces Pteridis (Rebent.) Rehm — Sulla pagina in- feriore della fronda di Pteris aquilina nella valletta « Damali » pres- so Badiacalavena ; Sett. 922. II. — DEUTEROMYCETES 28. Tonda disciformis Cda. — Sulla corteccia di un tronco di Aesculus hippocastanus, a Verona ; Febbr. 92I. 29. Coniothecium applanatum Sacc. — Sui pali morti di Salice a Tregnago ; Xov. 30. /saria brachiata (Batsch.) Schw., fide Bres. — Sopra una foglia subemarcida di Geranium nodosum, in un bosco collino so- pra il paese di Selva di Progno ; Sett. 922 (A. Borghetti). CENGIA-SAMBO fl\. — DUE ESCURSIONI LICHEXICHE IN PIEMONTE: ALTA VALLE DELLA DORA BALTEA E ALTA VALLE D'ALA. Ho studiato 92 licheni raccolti dal prof. Ettore Sambo nel 1924, a monte di Courmayeur nel luglio e al Pian della Mussa nell'ottobre. Le due zone, non troppo vaste sono ben limitate per l'altitu- dine, il che ha importanza per l'habitat, e non erano state an- cora esplorate per i licheni. * * L'abetina di Portud era invasa da licheni frondosi in modo singolare per la quantità ; pareva presa in una ragna di barbe di bosco come non mi fu dato di vedere p. e. nel Bolzanese e per le Dolomiti quest'anno. Frequenti erano le usnee di oltre 30 cm. di lunghezza. Dei 67 licheni della zona (1224-I492 m.) 36 risultano nuovi per il Piemonte, uno per l'Italia Caloplaca Baumgartneri Zahl., 5 va- rietà sono nuove per la scienza. Della Val d'Ala, ben nota ai mineralogisti per le pietre verdi, si conoscevano tre licheni (1), uno di Ceres, uno di Modrone, uno di Balme : della parte più alta (Ì750-1850 m.ì cioè dal Pian della Mussa fino a Testa Ciarva, località famose per gli splendidi cristalli (2), nessuno. Dei 25 licheni riportati, in gran parte sassicoli, io sono nuovi per la Val d'Ala, 9 per il Piemonte, e due varietà sono nuove per la scienza. La Val d'Ala è detta anche la valle delle pietre verdi (ser- pentine, granatiti ecc.) e a chi la percorre mostra le rocce nude 1 Martel E. - Vedi bibliografia speciale. 2 Repossi E. - La Val d'Ala ed i suoi minerali in Natura, Voi. X. Pavia 1919. 182 tinte di un verde vivo : si badi però che esse sembrerebbero quasi nere anche per l'alterazione superficiale se non fossero ovunque coperte da certe specie di licheni molto verdi fra cui due varietà di Rhizocarpon geographicum e la Parmelia conspersa. Non si può ancora fare il confronto per il Piemonte dei li- cheni presenti o mancanti alle diverse altitudini e in località diverse perchè siamo ben lungi dall'avere esaurito l'elenco delle specie endemiche : molte località non sono state ancora studiate o appena sfiorate. Per la classificazione ho seguito le opere di Zahlbruckner (i) pur consultando quella di Jatta (2) e ho avuto a mia disposi- zione la raccolta dell'Erbario centrale di Firenze. La bibliografia fino al 1910 è desunta dal lavoro del Martel. Licheni dell'Alta Val Dora Baltea 1. Vemtcaria nigrescens Pers. — Muretto granitico Courmayeur (1224 m.). 2. V. rupestris Schrad. — Rupi calcaree del Santuario X. D. de Guérison (1436 m.). Val di Veni. 3. Polyblastia spadicsa Krb. — Muretto gr. Courmayeur. * (3) 4. Dermatocarpon glaucum Delis. — Su granito al Santuario. * 5. Arthopyrenia stìgmatella Ach. f. elabens Mass. — Sui faggi del Santuario. * 6. Pyrenula nitida Schrad. v. nitidclla Schaer. — C. s. ;: -;. Mycoporum elabens Flot. — C. s. * 8. Diploschistes bisporum Bagl. — Muretto gr. Courmayeur. Oss. — Le spore sono assai grandi 65 X 40 \i. * 9. Sagiolechia timbrica Mass. — (Tran ito al Santuario. 1 /. IHLBRUCKNER A. - Die naturlichen Pflanzenfamilien. I Teil Ab. I * Lichene*. Leipzig 1007. id. - Catalogni lichenum universali*. Leipzig in corso di stampa). ^ CATTA A. - Flora italica cryptogama. Pars III. Lichenes. Rocca S. Casciano I 909-191 I. Nuova per il Piemonte. i83 * io. Lecidea ambigua Ach. — Su schisto oltre il ponte sulla Dora. Oss. — Con I in KI i °/0 gli aschi si colorano in rosso mo- gano e non in bleu come dice Jatta(i). ii. L. brachy spora Th. — Schisti muretto Courmayeur. 12. L. in fiata Anzi — Schisti oltre il ponte. 13. L. confìuens Fr. — e. s. * 14. L. enteroleuca Ach. v. oììvacea 11 1 i li i — Faggi a valle del Santuario. Oss. — Questa lecidea ha l'aspetto della L. olivacea Mass. ma per i caratteri microscopici deve ascriversi alla specie L. en- teroleuca. 15. L. platvcarpa Ach. — Granito al Santuario. 16. L subconfluens Th. Fr. — Schisti oltre il ponte. * 17. L. testacea Fr. — Granito al ponte. * 18. Rhizocarpon geographictim L. v. contìguum Schaer. — Granito al Santuario. * 19. R. viridi-atrum Krb. — Granito al ponte. 20. Cladonia pvxidata L. v. Pocillum Ach. — In terra nell'a- betina del Portud (1492 m.). * 21. Acarospora smaragdula Mass. — Schisti muretto Cour- mayeur. * 22. Pannar ia pezizoides Lightr. — In terra nell'abetina del Portud. 23. So/orina saccata Ach. — C. s. * 24. Nephroma tonientosum Xyl. f. helorum Mass. - - C. s. 25. Pelligera rufescens llffm. — C. s. * 26. Lecanora alphoplaca Ach. — Granito al punte * 27. L. clharothera Xyl. — Faggi sotto il Santuario. * 28. L. calcarea Sinf. v. concreta Schaer. — Muretti g'r. Courmayeur. ::; 29. L. calcarea Smf. v. Hoffmanni Ach. — Su schisti oltre il ponte. * 30. L. calcarea Smf. v. viridescens ]\rb. — Granito al San- tuario. "31. A. Hageniì Ach. v. coerulea 111 i Ili — Faggi a valle del Santuario. 1 Jatta, op. cit. Oss. — (tIì apoteci sono coperti di una pruina cerulea. * 32. /.. (oa> (tata Sm. — Muretti gr. Courmayeur. 33. L. subfusca Ach. v. clharona Ach. — Faggi a valle del Santuario. * 34. L. sitò/lisca Ach. v. sylvestris Xyl. — C. s. * 35. L. varia Ach. v. melanocarpa Anzi — Tavole abete delle staccionate fuori di Courmayeur. 3Ó. Candelaria concolor Dcks. — Faggi a valle del Santuario. 37. Parme Ha capo aia Ach. — Sasso granitico al ponte. 38. P. conspersa Ehrh. — C. s. 39. P. conspersa Ehrh. v. puntila Ach. — Ramuscoli di abete dell'abetina del Portud. * 40. P. laevigata Ach. v. florida mihi — C. s. Oss. — Differisce dalla tipica per avere i lobi del tallo molto più larghi e il tallo molto più robusto. * 41. P. physodes Ach. — C. s. * 42. P. physodes Ach. v. inflata mihi — C. s. Oss. — Le espansioni all'apice dei lobi tallini sono vere ve- sciche quasi bianche e i lobi stessi sembrano gonfi. * 43. P. proiixa Xyl. — Sasso granitico al ponte. 44. Alectoria jubata Nyl. — Abetina del Portud pendente dai rami. Oss. — Questa specie e le seguenti 6 avevano invaso tutti i rami degli abeti di questa località in modo eccezionale. 45. Usnea dasypoga Xyl. — C. s. 46. U. florida Hffm. — C. s. Oss. — Lunga fino a 30 cm. e oltre. * 47. U. tondissima Ach. — C. s. Oss. — C. s. 48. Evernia furfuracea (L.) — C. s. * 49. E. furfuracea (L.) f. elongata mihi — C. s. Oss. — Tallo molto sviluppato in lunghezza tanto da simu- lare una Leiharia. 50. E. furfuracea (L.) var. cincinnata mihi — C. s. 51. Letharia divaricata Hue — C. s. 52. L. vul pina Wainio — C. s. 53. Blastenia ferruginea Arn. — Schisti oltre il ponte. 54. Caloùlaca aurantiaca Lgth. — Tavole di abete delle stac- cionate fuori di Courmayeur. * 55. C. Baumgartneri Zahl. — Muretti granitici Courmayeur. i85 Oss. -■ È specie nuova per l'Italia. Fu trovata da Zahlbruckner in Austria sugli schisti presso le rovine del castello di Seuften- berg (Cfr. e Verh. Zool. bot. Ges. Wien», voi. XLVIII (1898)). 56. C. cerina Xvl. — Faggi a valle del Santuario. 57. C. elegans Th. — Tavole abete staccionate Courmayeur. Oss. — Con I in KI 1 % gli aschi si colorano in ceruleo. 58. C. rubelliana Lojka — Muretti schistosi Courmayeur. 59. Xanthoria parutina Fr. v. aureola Fr. — Salici Courmayeur. * 00. Buellia badio-aka Schaer. — Sasso granitico al ponte. * 61. B. badio-atra Schaer. v. ambigua — C. s. 62. Rinodina sophodes Ach. — Abeti del Portud. * 63. R. Trevisani llepp — Faggi a valle del Santuario. 64. PJivscia obscura Fr. — .Salici Courmayeur. * 65. Ph. obscura Fr. v. adglutinata Nyl. — Tavole abete stac- cionate Courmayeur. 66. Ph. pulvertilenta Xyl. — Faggi a valle del Santuario. * 67. Ph. stellari* Fr. v. saxatilis niihi — Muretti granitici Courmayeur. Oss. — Jatta (1) dà la specie Ph. stellaris Fr. come rara sui sassi, Zalhbruckner (2) dice che vive solo sulle corteccie e sui legni. L'esemplare da me studiato ha caratteri ben distinti dalle altre varietà per avere le lacinie del tallo piccole, strette e ■discrete, gli apoteci piccoli e pruinosi. * 68. Ph. trfbacia Xvl. — Salici Courmayeur Licheni dell'Alta Val d'Ala 1. Dermatocarpon miniatimi Mann. — Su roccia serpentinosa. * 2. Encephalographa Elisae Mass. — Roccia serp. * 3. Lecidea atro-brvnnea Ach. — Roca serp. 4. L. contigua Fr. — Granatite Testa Ciarva. * 5. L. testacea Ach. — Serp. * 6. L. testacea Ach. v. flava 111 i li ì — Serp. Oss. — Gli apoteci invece che color nocciola scuro sono giallo-biondi. 1 1) Jatta, op. cit. (2i Zalhurlcknhr - PJianzenfamitien, op. cit. i86 7 /.. AtartinaHana Mass. — Serpentini a struttura cavernosa. 8. L. superba Krb. — Ib. 9. !.. turgida Schaer. — ih. io. L. vorticósa Flit. — Schisti micacei di un tetto. * 11. Rìzocarpou geograpkicum \.. v. continuum Schaer. — Serp. Questa specie, molto diffusa, è una di quelle che danno alle roccie il verde vivace. \2. A'/i. geograpkicum L. v. conglomeratimi Schaer. — Granatite di Testa Ciarva. Oss. — Come sopra. [3. ( ladonia pyxidaia L. — In terra. 14. Lecanóra atra Ach. — Serpentini a struttura cavernosa. \\. L. ckrysoleucd Sm. — Serpentini e granatite. * 16. L. ckrysoleuca Sm. v. pallida mini — Ib. Oss. — Differisce dalla specie per avere gli apoteci quasi solfini e l'apice delle lacinie molto più pallido del resto del tallo. Assomiglia esternamente all'esemplare di L. pinguis Zalh. su sassi arenacei di California, esistente nell'erbario centrale, ma per i caratteri microscopici deve ascriversi alla L. ckrysoleuca Sm. Con I ili K I all'i " 0 gli aschi si colorano in rosso mogano e le mem- brane delle alghe in viola intenso. 17. Parmelia conspersa Ehrh. — Su roccie serpentine e interra su muschio. * 18. P. olivacea Ach. — In terra. 19. Blastenia ferruginea Arn. — Serpent. a struttura cavernosa. Oss. — Con I in KI all'i °/0 gli aschi si colorano leggermente ir. rosso mogano o rimangono inalterati. * 20. Caloplaca calopisma Ach. — Serp. * 21. C. subsimilis Th. — Su cristalli di granato, di Testa Ciarva. Oss. — Questo habitat è nuovo. 22. Physcia aepolia Xyl. — Su muschio. 23. Ph. caesia Nyl. — Serp. 24. Ph. stellar is Xyl. — Ramuscoli di abete. 25. Anapfyihia sp. — Ib. Oss. — L'esemplare non era completo. Prato, 19 settembre 1925. i87 BIBLIOGRAFIA DEI LICHENI DEL PIEMONTE Allioni — Flora pedemontana, 1785. — Auctarium ad fiorarti pedemontanam, 1789. BELLA.RDI — Appendix ad floram pedemontanam. Taurini 1789. BALBIS G. B. — Additarkentunì ad fiorarti pedemontanam , 1800. — Flora Taurinensis, 1806. — » » Ì827. BiR IL] G. — Flora economica. Vercelli 1S05. — Flora aconicnsis, 1808. Re j. — Flora segusiensìs 1805. — Flora Taurinensis, 1806. — Apponi ice alla flora pedemontana dì Allioni. Baglietto e Carestia — Licheni nuovi dell'Alta J 'a/sesia. (Atti Soc. Crit. ItaL). Milano r864. — Anacrisi dei licheni delia Valsesia (ibid.). Milane» 1880. BARONI E. — Lidie ne s Pedemontani a CI. Prof. Arcangeli in AL Cinisio et AL. Rosa etc. (Bull. Soc. Bot. Ital.) 1892. MiCHELETTI — Licheni di Domodossola (Bull. Soc. Bot. It.) 1893. MARTEL E. — Contribuzione atta lichenologia del Piemonte (Mem. Acc. Scient. di Torino. Ser. 2a. Voi. LXI). Torino 1910. HENRY J. — Contribution à la lichenologie Valdòtaine (Bull. Soc. Flore Valdòtaine VI-VII-VIII-IX-X). Aosta 1910-15. VACCARI L. — Contribuzione allo studio dei licheni nivali della Valle d'Aosta (Bull. Soc. Flore Valdòtaine). Aosta 19 14. — Za Flora nivale del AL, Rosa (ibid.). Aosta 191 1. SEDE DI FIRENZE SKDK centrale) Adunanza del 12 Dicembre 1925 Presiede il Presidente N. Passkkini Aperta la seduta è proclamato a nuovo socio Sig.na Eleonora Francini, di Firenze. Indi viene data lettura di una comunicazione del socio Prof. Longo su due piante da lui raccolte recentemente: la Querctu Robur var. Virgiliana (Ten.) nel Montefel- tro, dov.- è detta « Quercia castagnola », e la Ephedra neòrodensis Tin. a S. Ma- rino, nelle spaccature delle rupi del Titano stazione scoperta dal Petrucci e già nota Bertoloni, El. it. X, p. 395 1 ma passata sotto silenzio nelle » Flores di Parlatore e di tiori e Paoletti. Poi, dopo aver riassunto la nota seguente, il Segretario presenta l'elenco delle pub- blicazioni pervenute in dono alla Società durante il IM25. Dopo di che, non essendovi altro dn trattare, l'adunanza è tolta. [88 PAMPANINI R. — SECONDO CONTRIBUTO ALLA CONO- SCENZA DELL'ARTEMISIA VERLOTORUM LAMOTTE. So stehen wir der auffallenden Tatsache gege- nùber, das eine Pflanze, die als Fremdling in grosser Zahl bedeutende Landstrecken von W'e- steuropa ùberschwemmt und stellenweise zu einer Landpl;.ge zu werden droht, in ihrer eigentlichen Urheimat von den Botanikern noch nicht ent- deckt worden ist. A. Thellung Sfrondata la leggenda dell'identità dell' Artemisia Verlotorum con VA. selengensis, e quindi quella della sua provenienza dalla Siberia e dalla Manciuria (i), risorgono inevitabili le domande che aveva posto Lamotte : T.4. Verlotorum in Europa è indigena od introdotta? se è introdotta, quale è la sua patria? * * Già Verlot aveva osservato che VA. Verlotorum « n'est pro- bablement que naturalisée » ; e Lamotte aggiunse : « M. J. B. la considère cornine étant naturalisée et je partage volontiers sa manière de voir » (2). Sarebbe superfluo insistere a dimostrare che il modo di vita e la diffusione della pianta confermano questa interpretazione, contro la quale, del resto, non fu quasi mai sollevato alcun dub- bio (3). Ad ogni modo, se fosse pianta indigena solo tardi- vamente riconosciuta e segnalata, come se ne spiegherebbe l'as- (1) PAMPANINI R., Contributo alla conoscenza dell' Artemisia Verlotorum La- motte (Bull. Soc. bot. it., 1923, p. 76). (2) VB.KLOT J. B., /ardiri botanique de la Ville de Grenoble: Catalogne des graines récolte'es en 1875, P- I2- Grenoble, 1875. — Lamottf. M., Recherches sur une nouvelle espèce du genre Artemisia (Mém. Ass. fran9. Clerm. - Ferr., 1876, P- 5»»)- . 131 Solo Voigt inclina a ritenere che invece sia sfuggita ai botanici causa la sua fioritura tardiva (Ber. schweiz. Bot. Gesellsch., XXVI — XXIX, 1920, p. 356J. i«o senza negli Erbari della flora europea nei quali dovrebbe pur fi- gurare di località e di date diverse da quelle segnalate nella let- teratura botanica pur sotto il nome di A. vulgaris o di altro no- me errato ?. È troppo difficile ammettere che sia sempre sfug- gita a tutti, anche in località dove ora abbonda mentre si sa che erano ben note all'occhio sicuro di botanici di vaglia. Invece le date di raccolta degli esemplari conservati negli Er- bari corrispondono a quelle registrate nella letteratura botanica, le quali permettono di seguire passo passo la diffusione della pianta dalla sua prima segnalazione nel 1873 a Grenoble ed a Ciermont-Ferrand alla sua area attuale : dall'Algeria alle Alpi orientali e dalla Francia settentrionale alla Toscana (1). Il Lamotte — lui solo, però — espresse anche l'opinione che la marcata sterilità degli acheni e la vigoria della riproduzione vegetativa de\YA. Verlotorum potrebbero far sorgere l'ipotesi che essa sia un ibrido. Ma, se uno dei genitori sarebbe facilmente trovato nell'^. vulgaris l'altro bisognerebbe cercarlo in flore eso- tiche, poiché non lo saprei vedere in nessuna delle altre Arte- misie europee. L'ipotesi non sarebbe da prendere in considera- zione se non quando qualunque altra si fosse dimostrata insoste- nibile, perchè essa non risolve il problema ma solo lo sposta complicandolo. I caratteri fondamentali che distinguono VA. Verlotorum dal- l'^, vulgaris (2) furono fatti rilevare già da Verlot e da Lamotte. I. Facile moltiplicazione per mezzo di getti radicali. Verlot descrive la pianta con la « racine longuement ram- « pante, émettant des bourgeons hors de terre à 30 et 40 centi- « mètre du pied et quelquefois jusqu'à 1 mètre et 1 m. 20 centi- (i) PaMPANINI R., 1. e, p. 84-85 nota 1. — <§ COZZI C, Nuova inqnilina della flora lombarda (Atti Soc. It. di Se. Nat., rol. LXI, 1922, p. 87). — PaMPANINI R., Nuove località ^//'Artemisia Verlotorum Lamotte iBull. Soc. bot. it., 1923, p. 121; Nuove stazioni ^//'Artemisia Verlotorum Lamotte libid., 1924, p. 165). (2) Per A. vulgaris intendo qui VA. vulgaris dell'Europa centrale e meridionale. igp nu-tres », e la distingue dall'.4. vulgaris appunto anche per «sa rai'inr, qui n<- forme pas une souche compacte, mais bien une « sorte de fourré provenant des nombreux rejets qu'elle produit ci qui sVntrreroisent AikIu' Lamette è molto esplicito. « Au printemps 1873 — « scrive — j'observai une grande quantità d<- jrunes pousses « d'une Artemisia qui couvraient la berge d'un chemin et de « là, se répandaient en abondance dan& le champ voisin » . E prosegue ; « grande fut ma surprise, quand, ayant arraché quel- »* ques tiges de cette piante, je m'apercus qu'elles prenaient tou- « tes naissance à l'extrémité de longs rejets souterrains partant de souche commune. Ce mode de végétation s'éloignait énor- « mément de l'Artemisia vulgaris dont la souche émet des ra- « meaux courts et serrés. « J'en récoltai plusieurs pieds que je piantai et cultivai avec « soin. Ils produisirent dès l'autumne une si grande quantité de « drageons qu'au printemps suivant, ils couvraient de leurs jeu- « nes rosettes un espace d'au moins un mètre de rayon tandis « que X Artemisia vulgaris cultivé à coté formait une touffe com- « pacte ». Bonnet pure la distingue dall' A. vulgaris « par sa souche plus « grèle, munie de nombreux rejets rampants qui couvrent rapi- « dement de larges places d'une grande quantité de tiges » (1). Cariot e Saint-Lager, Le Grand, Rouy, Coste, Defillon, Ducel- lier e Maire, Thellung indicano anche essi questo carattere de- gli organi sotterranei della pianta ; e Battandier e Trabut, poi, ne fanno l'unica differenza fra essa e VA. vulgaris (2). 1 BONN ET E., Petite flore par isienne, p. 208. Paris, 1883. 2 ( akiot et Saint Lager, Botanique e'Ie'inerttoire, voi II: Flore descripti-.-e dn bassui moi/rii tilt Rlióiic et de la Loire, 8'' ed., p. 458. Lyon, 1897. — Le GRAND A. in Coste H., Flore descriptive et illustre? de la France, voi. II, p. 332. Paris, 1903. — Roi'Y G., Flore de France, voi. VIII, p. 291. Paris, 1903. — Costk H. in Detìllon F., Contribuitoti à l'étude eomparee de /'Artemisia vulgaris L. et de /'Artemisia selengensis Turca. lA. Verlotonim La/notte , p. 33. Lyon, 1922. — Di-:i' n.t.oN F., op. e, p. 83. — DfCKU.iKK L. et Maike R., Végitauf adien- tices observes dans r.lfriqiie du A'ord (Bull. Soc. Hist. Nat. de rAfriipie du Nord, voi. XIV. 1923, p. 304 1. — Thki.iamì A.. Der « Bolschewisten Beifuss » Neue igi Questa grande facilità di moltiplicazione vegetativa spesso rende VA. Verlotorum infestante. Verlot la trovò nei dintorni di Grenoble particolarmente abbondante in un prat<> qu'ellr ip- feste de ses rejets ainsi que les cultures voisines ». Così pure, infestante, Coste nell'I Iérault ; Saccardo nel basso Trevigiano; Cozzi in Lombardia a S. Macario ecc. ; io nei dintorni di Vit- torio Veneto; Thellung a Castagnola presso Lugano; il sig. A- brìal mi scrive che a Roussillon, nell'Isère, < ce vegetai cnva- « hit tous les terrai ns incultes et mème certaines vignes et de- « vient une véritable mauvaise herbe » ; Battandier dice che in Algeria nella Mitidja < c'est un fléau ». La rapidità della sua dif- fusione fu indicata con dati di fatto da Battandier appunto per La Mitidja, dove nel 1879 ricercando VA. vulgaris aveva osserva- to un unico esemplare deli' A- Verlotorum mentre nel 1924 ave- va invaso tutta la regione; da Coste, che nel 1892 nella valle dell'Orb (Hérault) ne aveva trovato un solo cespuglio mentre nel 1896 si era diffusa su tutta la riva destra del fiume; da De- fillon, il quale ricorda che dalle rare colonie osservate nel 1894 nei dintorni di Lione ora la pianta si è largamente estesa spe- cialmente lungo le ferrovie; da Cozzi, il quale nel 1910 la os- servò a S. Macario « in numero piuttosto scarso » mentre « l'an- « no seguente i pochi individui si erano già moltiplicati in mi- '■-■ sura incalcolabile » ; infine, da me a Cozzuolo presso Vittorio Veneto, dove apparve nel 1907 e dove ora in certe località è di- ventata infestante (1). II. — Intensa aromaticità, Lamotte osservò che VA. Verlotorum differisce dall'./, vulgp- Ziircher Zeitung, i Aprii i < > 2 4 ; . — BATTANDIKR J. A. et TRABUT L., Flore atta- lytique et synoptique de l'Algerie rt de la Tunisie, p. 186. Alger, 1004. 1 Virimi J. B , 1. c. — Costk II. in Defillon F., op. e, p. 32. — Sac- Caruo P. A., Flora Tarvisina renovata, p. 274 Atti R. Ist. Ven, Se, Lett., Arti, voi. LXXVI, 1917, p. 1510 — I'ami'\MNI R., Nuove località c. it. «li Se. N.it.. voi. I.XI, l')22, p. i$7,. — TllKi.- lung A., 1. e. — Ahkial C, Hit. io. IV. 1923. — Battandier J. A., Modi- fications de la dorè atlantique ; acquisitions, extutetions, plantes intermittcntes Bull. Soc. bot. de France, voi. LI, IW04, p. 345 . 192 ris anche per 1' « odeur aromatique très prononcé de toutes ses parties : e questo carattere fu rilevato anche da Cariot e Saint- Lager, da Defillon e da Thellung ; da Saccardo e da Béguinot, i quali la distinsero perciò dall'/?, vulgaris rispettivamente coi nomi di var. aromatica Sacc. e di var. suaveolens Bég. (1). È merito del Defillon l'aver messo in luce l'esistenza di ca- nali secretori nel fusto dell'. 4. Verlotorum, totalmente mancanti invece nel fusto àe\YA. vulgaris. III. — Fioritura tardiva. A Grenoble Verlot osservò che VA. Verlotorum fioriva « de deux à trois mois plus tardive » che non VA. vulgaris. Così pu- re Lamotte ne indicava la fioritura verso la fine di ottobre. Bon- net, Cariot e Saint- Lager, Gola, Voigt (2), Coste, Defillon, Thel- lung ugualmente fanno rilevare la diversità dell'epoca della fio- ritura : estiva nella A. vulgaris, autunnale (da settembre od ot- tobre a novembre) nella A. Verlotorum. IV. — Frequente sterilità degli acheni. « Jusqu'à ce jour — scrive Lamotte — je n'ai pu voir ses achè- « nes mùrs et bien développés, ce qui est peut-ètre dù à l'epoque « reculée de sa floraison, ses fruits n'ayant pas le temps de se « développer et de mùrir avant les gelées ». Béguinot indica di aver coltivato la pianta da seme, ma osserva che solo « un numero esiguo di acheni perviene a maturazione ». Cozzi (1. e, p. 89), riferisce di averla osservata « perennemente sterile » . « Fu « soltanto l'anno scorso — aggiunge — in seguito ai calori « eccessivi delle giornate d'autunno che la pianta ebbe agio « di maturare i suoi capolini e di abbonire i suoi acheni » ; e Thellung, che nelle annate sfavorevoli, come nel 1923, in cer- 1 Saccardo P. A., op. e. — Bkguinot A. in Fiori A. et Béguinot A., Schedae ad floram italicam exsiccatam, n. 237 1 (1917). (2) Gola G. in Fiori A. et Béguinot A.. Schedae ad floram it. e.xsicc, n. 1372 (Nuovo Giornale bot. it., n. s., voi. XVII, 1910, p. 6481. — Voigt A., Beitràge tur Floristik des lessins (Ber. schweiz. Bot. Gesellsch., Heft XXVI-XXIX, 1920, p. 356 ; Floristische Beobachtungen ani Bahnkòrpcr (Sachsisches Eisenbahnblatt | Dres- den|, IV Jahrg., n. 7, 1 Oct. 1924. P- >)• te località a nord delle Alpi non riesce nemmeno a fiorire men- tre conserva tutta la vigoria d Ila moltiplicazione vegetatn i. V. • Altri caratteri che distinguono 1 '. /. Verlotorum dall' À. vulgaris sono: fusti meno angolosi e ramificati solo in alto; fo- glie a lobi più angusti, allungati, interi ; « infiorescenza » più o meno curvata, a rami arcuatoci valicati, racemiformi o, nelle in- fiorescenze » più ricche, con racemuli pendenti ; capolini un po' più grossi, unilaterali o quasi ; corolle non glandolose ed a tubo più largo, meno imbutiforme (i). Considerato in sé, isolato, il carattere della moltiplicazione vegetativa nella sua vigoria e nella sua maniera potrebbe an- che interpretarsi come indizio di una provenienza settentrionale della pianta. Infatti, restando nel gruppo dell' A. vulgaris, esso si incontra molto sviluppato anche, p. es., nelle : A. Tilesii Ledeb. (Siberia, Alaska, Canada) ; A. vulgaris var. stolonifera Maxim. (Manciuria) : A. Gormanni Rydb. (Alaska) ; A. eia t ior Rydb. (Alaska, Canada. Stati Uniti sett.). L' A. Verlotorum non dimostra, è vero, nessuna predilezione per i siti aridi e soleggiati ; anzi, tutt'altro. Già Verlot l'osser- vò la prima volta « dans un pré ombra gè et frais > e nei esti- vati vicini ; e tutti furono poi concordi nell'indicarla dei siti fre- schi e dei terreni coltivati o pingui. D'altra parte la sua fioritu- ra non è una fioritura normalmente tardiva, analoga a quella di pi. iute a fioritura autunnale, dell'. ìs/cr Aincìlits, p. es. Il disse- camento delle foglie e dei fusti non è in rapporto con la cdra- i Coste in Delillon, op. e, p. 33 afferma che VA. Verlotorum non rana; e difatti m;ii furono segnalate forme o varietà di essa. Questa costanza, certamente in rapporto anche con. la marcata steriliti degli acheni, non <■ però assoluta; Kfentre gli autori sono concordi nel descrivere i capolini dL-ll'./. Verlotorum con l'involucro gla- bro o glabrescente e le corolle rossastre, nelle colonie di Firenze la pianta s'incontra anche con capolini ad involucro decisamente tomentoso (Cascine, leg. ./. Fiori, 22 Xov. 1018 | I lerb. Centr. Floreat.]) <> con Mori giallastri Via Andrea Del Castagno, leg. R. Pampanuu, 5 Ottobre 1924 [ibid. | . 194 piata maturazione degli aduni, corni- néiYAstet Amellus, il qua- le in autunno va in riposo alla stessa epoca delle altre piante a fioritura più precoce, ma con l'arrivo del gelo, troppo preco- ce per la pianta, cosicché negli inverni più miti e nelle esposi- zioni più favorevoli, a Firenze, i fusti giovani conservano, tutte o molte, le foglie anche durante la stagione invernale. Non è .dunque, pianta propria delle nostre regioni e tanto meno proveniente da regioni settentrionali . Perchè la marcata sterilità degli acheni e la fioritura tardiva che ad essa si colle- ga, ed il prolungarsi della vegetazione sono in aperta contraddi- zione con la natura di una pianta settentrionale trasportata in un clima più mite. Così pure l'intensa aromaiicità male s'accor- da con la natura dell ' habitat, per una pianta originaria di pae- si freddi. In quelle regioni vivono bensì, come dissi, Artemisie con apparato sotterraneo analogo a quello dell'. 1. Verlotorum, ma nessuna presenta i suoi caratteri dei canali secretori nel fusto e della fioritura tardiva. E poiché il carattere della facile moltipli- cazione vegetativa non è peculiare alle piante dei paesi fred- di (i), è neutralizzato dagli altri, i quali invece s'accordano nel- T interpretazione dell' A. Verlotorum quale pianta settentrionale per escludere tale provenienza. Verlot osserva che l'apparato sotterraneo dell' A. Verlotorum è « comme dans le Solidago glabra Desf., Aster Novi-Belgii L., ecc. ». Ambedue queste piante dell'America settentrionale sono a fioritura tardiva ed a facile moltiplicazione per getti sotterra- nei e spesso in Europa sono avventizie : precisamente come VA. l 'erlotorum. Nel suo classico studio sulla flora avventizia di Montpellier Thellung osserva che « une grande partie des espèces naturalisées i Di regola la pianta anche in un clima ostile alla fruttificazione conserva tutta la sua forza di espansione : p. es. 1' Arundo Donax nella nostra flora europea. 195 « — et surtout odles qui possedei! t au plus haut di gre le ca- rradóre de piante envahissante, p. ex., les Amaranthus graecieans L., Ocnothera biennis L.. Erigemn canadensis L., Btdens bipinnatus L., Xanthium spinosinn L. — sont originaires d'Amérique » ; e Béguinot e Mazza confermano che la grande maggioranza delle nostre avventizie provenienti dall'America « ci ha offerto forse « i più cospicui esempi di rapida e talvolta infesta invasione (Azolla carolìniana e filicuhides, Helodea canadensis, Cuscuta Gro- € nowttf Erigeron canadensis, crispus ed annuus), o di perfetta na- « turalizzazione (Agave, Opuntia, Cy chioma platyphyUum, Oeno- « thera 5 sp., Amaranthus 6 sp., Acalypha virginica, 3 Xanthium, « 5 Btdens, ecc. (1). Nella sez. Vulgares delle Artemisie americane s'incontrano parecchie specie a fusti radicanti alla base ed a spiccata aroma- ticità (2); e queste specie sono più frequenti negli Stati Uniti meridionali-occidentali (3). E appunto in queste regioni che figura l'unica località, per l'America, donde è stata indicata VA. Verhtorum. Rydberg cita la pianta — col nome di A. selengensis Turcz., come molti autori europei — da un esemplare raccolto da \W1- don a Lower Albina presso Portland nell'Oregon, e la indica come « probably escaped from culti vation » (4). 1 Tiiku.i'Nc A., La Fior,- adventice de Montpellier, p. 058. Cherbourg, 191 2. — BKGUINOT A. e MAZZA O., Le avventizie esotiche della Flora italiana e le leggi che nr regolano V introduzione e la naturalizzazione Nuòvo Giornale bot. it., n, s., voi. XXIII, 1916, p. 403) p. 518. 121 Per questo ultimo carattere VA. Svkdorfii Piper [A. heterophylla Nutt. , pei es., della California, è largamente usata nella medicina popolare, non solo dagli in- diani ma anche dai bianchi, come efficace rimedio nella cura di diverse malattie : in- freddature, reumatismi e specialmente bronchiti, da cui il suo none di òrochitis plani (CHBSNUT W. K., Pianti used by the Tndian of Mendocino County California [U. S. Dep. of Agriculture. Div. of Botany : Contributions from the X. S. N'ottonai Iter* barium, voi. Vili, p. 295. Washington, 1900-1902 |, p. V- (31 A. arachnoidea SheTdon, Leibergii Rydb., stkiùola Osterhut, potens A. Nelson, cuneata Rydb.. Ludoviciana Nutt.. Underwoodii Rydb., Sukdorfii Piper. (4' Rydbbrg A., Carduaceae, Tageteae, Anthèmideae (North American Flora, voi. 34, P. 3. New-York, 1916 , p. 266. [Q/6 Probaòfy, notisi : non si può dunque escludere che potesse essere indigena. Ne il fatto che è stata raccolta una sola volta è sufficiente a dimostrare infondata questa supposizione. Infatti, noi isss, Asa (iray nella sua «Mora < dell'America settentrionale, pas- sando ad enumerare le specie del gruppo dell',4. vulgaris osser- vava che erano < species of very difficult discrimination » ( i ); cosicché Rydberg, nel 1916, nella se^. l'u/gares ne conta 28, delle quali solo s figuravano, com».' specie o come varietà, nella « Flora » di Asa (xray. Questo per dire quanto poco note sieno state per tanto tempo queste Artemisie, e quindi come in tanta frequenza di specie e di forme affini, ve ne possano essere an- cora di insufficientemente conosciute. Nessuna meraviglia che fra queste possa essere appunto anche VA. J'er/otorum. Non si può negare, mi pare, che, come implicitamente ac- cennò già Verlot, VA. Verlotorum ha i caratteri per entrare nel quadro delle nostre avventizie di origine americana. Sarebbe perciò, come indicherebbe l'esemplare di Portland, l'Oregon stesso o qualche altra regione vicina sul Pacifico la sua patria? L' 'A. Verlotontm si colloca, fra le specie americane, presso VA. silicata Rydb. (Arizona, Nuovo Messico, e Messico) VA. Ghiesbrechtiì Rydb. (Messico : prov. di Chiapas e distretto fede- rale di Messico) e VA ■ falcata Rydb. f Dakota). Sono specie de- scritte recentemente solo su qualche esemplare d'erbario, e ciò permette di ritenere che questo gruppo non sia ancora ben noto e che anche altre Artemisie si possano riferire ad esso ; tanto più che due di esse (A- sutcala ed A. Ghiesbrechtiì) appartengono agli Stati Uniti mer.-occ. ed al Messico, territori — il Messico specialmente — la cui flora è lontana dall'essere ben conosciuta. Si osservi ancora che quella che più si avvicina alla A. Verlo- 111 Aha <ìkay, Synopiìcal Flora of Norik America, II ed., voi. I, P. 2, p. 372. New- York, [888. 197 torum è la più meridionale, X A- (rhicsbrechtii, la quale ha, è vero, le foglie più lunghe e meno divise, e le corolle giallastre, ma ha anche, secondo la descrizione, l'« infìorescence large, open, < with elongate racemiform branches and nodding heads . An- che gli altri caratteri indicati nella descrizione s'accordano con quelli analoghi dell\l. Verhtorum. Questa parentela dell' A. Verlotorwm con specie degli Stati Uniti occidentali-meridionali e del Messico — e precisamente con VA, Ghiesbrechtii del Messico meridionale — troverebbe con- ferma anche nella introduzione della pianta in Europa. Difatti VA. Verhtorum fu osservata la prima volta nel 1873 avventizia indipendentemente dalle culture: da Verlot a Grenoble presso un lavatoio di lane e da Lamotte a Clermont-Ferrand presso un mulino. Ora, pochi anni prima — dal gennaio del 1862 al novembre 1867 — tra Francia e Messico si era svolta la guerra che il 19 giugno 1867 aveva condotto alla tragedia di Querelare È ovvio che nel corso di quei sei anni i rapporti tra la Francia e Vera Cruz, il principale porto del Messico meridio- nale che fu la base dell'esercito francese, sieno stati frequenti. La prima apparizione in Europa della pianta contemporaneamente a «irenoble ed a Clermont-Ferrand (e nulla autorizza a ritenere che prima in Europa sia apparsa altrove) coincide col fatto che le due città sono — e più ancora erano allora — sedi di guar- nigioni numerose e d'importanti magazzini militari. Non sarebbe quindi senza verosimiglianza la congettura che la pianta possa essere stata introdotta in queste due città in occasione della guerra del Messico. * * * Come dissi, è incerto se l'esemplare di Portland fosse o no avventizio ; ma, da quanto ho esposto, emerge che nulla auto- rizza a non ritenerlo indigeno. Ma si tratta veramente dell'. 1. Verlolorumt Rydberg dapprima (pag. 245) pone VA, l'crloUrnm (eiorl'.l. ig8 selengensù, alla quale sinonimizza l'.-l. l'erlotorum) nel gruppo delle specie a segmenti fogliari divisi o lobati accanto a.\YA. vulgati*, e le attribuisce l'infiorescenza molto ramosa e pirami- dale ed i capolini campanulati di questa, dalla quale la distin- gue per i segmenti primari delle foglie inferiori strettamente lanceolati ed interi o con un dente poco sviluppato ; poi (pag. 248) la include nel gruppo delle specie a segmenti fogliari interi o quasi, ed a capolini campanulati od elissoidali molto numerosi disposti in densa infiorescenza (« heads very numerous, in dense compound panicles »). Nella descrizione poi (pag. 266) con- ferma che le foglie od i loro lobi sono generalmente interi o raramente con pochi denti, i capolini numerosi, paniculati, lun- ghi 4 mm. e del diametro di 3 mm., mentre per VA. vulgaris li dice lunghi 4 mm. e del diametro di 3-4 mm. Ricordando che nell'J. Verlotorum le foglie inferiori e medie sono a lobi lanceolati, acuti, interi ; quelle superiori semplice- mente lanceolate ed intere; i capolini più grossi e più globosi che nell'.-l . vulgaris, e disposti su rami racemiformi, lunghi ed arcua- ti, divaricati, non si può — mi pare — non rimanere perplessi sull'identificazione dell'esemplare suddetto secondo la sinonimia indicata da Rydberg (A. selengensis = A. Verlotorum). Mi pare evidente che se si fosse trattato realmente dell\4. [ 'crlotorum Rydberg avrebbe collocato la sua pianta accanto al- le A. sulcata, falcata e Ghiesbrecìitii, che caraterizza appunto con le foglie a segmenti interi ed i capolini campanulati e disposti su rami racemiformi, come effettivamente sono nell'ai. Verlo- 4 tortini. Ed infatti nel recente lavoro di Hall e Clements sulle Arte- misie americane il dubbio è ampiamente confermato. Hall e Cle- ments accettano l'identificazione di Rydberg ed interpretano la pianta come forma dell' A. lietcropfiylla (A. vulgaris ssp. hetero- phylla). Evidentemente videro esemplari di Portland poiché osser- vano che questa pianta dell'Oregon ha lo stesso aspetto genera- le dell';!, selengensis d'Europa. Però constatano che neìYA. selen- gensis d'America le foglie sono, come nell'.l. li et ero/) tirila, prive i£9 dei lobi stipulari (i quali invece nell'ai, l'erlotorum sono sempre presenti), conchiudendo che la presenza in America dell'ai, se- lengensìs d'Europa — cioè, VA ■ l 'trlotonun — è incerta : « its admission to the Xorth American flora may await further evidence » ( i ). Non ho potuto vedere la pianta di Portland e nemmeno averne la fotografia, ma avendo mandato allo stesso Rydberg esemplari italiani di A. l'erlotoru?n, egli mi confermò: « is not « identical with A. selengensis mentioned in my monograph in « Xorth American Flora » [Liti. 2. VII. 1923). Escluso che, oltre a quelli di Portland, altri esemplari ame- ricani di A. ì'er/otorum possano essere noti, poiché Rydberg e poi Hall e Clements li avrebbero citati, col cortese concorso del- le rispettive Direzioni mi assicurai della loro completa assenza anche nei grandi Erbari d'Europa (2). In conclusione, sono condotto ad ammettere che Ì'A. Ver loto- rum non è originaria di regioni settentrionali (Siberia, Manciù- ria, ecc.). mentre invece ha evidenti parentele in America, le quali si concentrano negli Stati Uniti occidentali e nel Messico ; e che in America, però, finora non fu mai osservata. Sono risultati ben modesti, ma che, forse, possono utilmente guidare ulteriori ricerche intorno a questa enigmatica pianta. 1 Hall il. M. and Clements F. E., The phylogenetic Method in Taxonomy' The Xorth American Sf>ecus of Artemisia, Chrvsothamnus and Atriplex, p. 80. Washington, 1923. I.e 51 specie che Rydberg enumera nella sez. VulgartS 132) e nella se/. Gna&ha- ioJcs io Hall e Clements le raggruppano come <- minor variations » suddividendole in 15 sottospecie dell'.-/, vulgaris, 2 Come è unto, negli anni (865-66 la Francia mandò al .Messico una CorpD\ÌS- missione scientifica, e Bourgeau, che ne faceva parte, raccolse un ricco materiale bo- tanico la cui collezione completa, al Museo di Storia Naturale a Parigi, è ancora per la massima parte indeterminata. Ho potuto assicurarmi che 1". 7. Verlotorum non figura neanche in questa colle/ione. 200 Relazione intorno al Consuntivo DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA PER L'ANNO 1924 Egeegi Consoci, Per adempiere al mandato da voi affidatoci, abbiamo esami- nati i bilanci della nostra Società Botanica Italiana. Nel Bilancio Consuntivo del 1924.il conto di cassa presenta un'entrata di L. 11929,60 di poco superiore quindi a quella del 1923 che fu di L. 11776,40. L'uscita effettiva invece pel 1924 ammonta a L. 11563,30, essendovi al 31 Dicembre 1924, un resto di cassa di L. 366,30. T crediti, per quote arretrate di soci, si sono mantenuti su per giù gli stessi dell'anno precedente e cioè per un importo di L. 1065, somma che rappresenta il 25 °/0 circa del gettito (con- suntivo) di quella partita ; tale somma è quindi, relativamente al numero doi soci, forte abbastanza ed è sperabile che la buona volontà di essi voglia contribuire a diminuirla e ad estinguerla del tutto nei futuri esercizi. Nell'anno 1924 vi è stato un sensibile aumento di soci (nu- mero 26 soci), che aggiunti ai 134 esistenti nel 1923 portano il detto numero a 159. E desiderabile che tale sensibile incremento abbia a verifi- 201 carsi anche negli anni successivi, pel sempre maggiore sviluppo del nostro sodalizio. Il Bilancio Preventivo del 1925 presenta un'entrata di Li- re 10123,05. In esso si sono previste L. 1 500 per vendita di pubblica- zioni arretrate e L. 1500 per abbonamenti e vendita di pubbli- cazioni del 1925. La somma complessiva di L. 3000 è suffragata dalle espe- rienze degli ultimi anni. L'uscita porta le spese per pubblicazioni a L. 8503,00, e cioè ad una cifra proporzionalmente minore di quella corrispondente del Consuntivo 1924. Per quanto riguarda la Flora italica cryptogama si è preso in esame il Resoconto finanziario dell'anno 1924. Stante l'attuale sospensione della stampa di quest'opera, l'uscita si limita a Li- re 220,65, mentre l'entrata, per sottoscrittori, è stata di L. 2331,30. È stato anche reintegrato a saldo il capitale, con la restitu- zione di L. 370,35 da parte della Società Botanica. Fiduciosi in tal modo di aver assolto il nostro compito, vi invitiamo ad approvare il Bilancio sociale dell'esercizio 1924-25. Napoli-Pisa, 30 Giugno 1925. I SINDACI Ing. MICHELE GUADAGNO Prof. EGIDIO BARSALI SOCIETÀ BO BILANCIO < CONTO DI CASSA 1923 E NTKATA Dà quote arretrate di soci L. l).-i quote dell'anno corrente » Da quote anticipate di soci » Da tasse d'ammissione di soci » Da vendita di pubblicazioni arretrate , . » Da vendita di pubblicazioni corrente anno » Da contributi estratti e tavole » Da interessi » Da aggi per riscossioni dall'estero * Da iscrizioni a socio perpetuo » Da Istituto Botanico per cessione periodici » Da rimborsi » USCITA !.. Spese per le pubblicazioni L. Spese postali, di cancelleria e minute Sede di Firenze i ...,.» » » » Sedo di Milano i . . . . s Stipendi, compensi, oblazioni » Acquisto consolidato 5 0[o » Restituzione alla Flora italica crvptogama a saldo » Kesto di Cassa al 31 Dicembre » 325,— 3850,— 435,— 130.— 1541,90 1603,- 1958,25 917,50 1000.— 15,75 11776,40 7152,85 1350,90 420.— 951,50 1901.15 L. 11776.40 BILANCIO PREVENTIVO 1925 KNTRAT A Kesto di Cassa al 31 Dicembre Contribuzioni sociali arretrate diminuite del 50 0j0 . . . Dette per il 19'25 Crediti per abbonamenti dimi- nuiti del 50 Ojo Crediti contributi estratti . . Vendita pubblicazioni arretrate Abbon. e vendita pubblicazioni Interessi di capitali 366,30 532.50 5000,— 176,50 137,75 1500.— 1500.— 910.— L. 1O123.05 USCITA Spese per le pubblicazioni . Spese postali, cancelleria. . Stipendi, compensi, oblazioni L. FLORA ITALI CONTO DI CASSA. E N T RATA Beato di Cassa al 31 Die. 1923 L 1 ),i sottoscrittori alla Flora. . Da Società Botanica a saldo restituzione imprestito . . USCITA Spese postali L. Compenso d'amministrazione . > Resto di Cassa al 31 Die. 1924 L'Economo : Prof. E. CHIOVENDA Avvertenza — Gli allegati e i documenti relativi al presente ri C A ITALIANA 3 1923-1924 STATO ATTIVO E PASSIVO A TTIVil por quote sociali !•• per abbonamenti e vendita di pubblicazioni » verso le Banche per contributi estratti e tavole della Biblioteca sociale * dei mobili e suppellettili » delle pubblicazioni sociali li Cassi » 1923 1924 1020,— 513,60 9000,— 246,25 4575,— 200,— 3679,— L065,— 353,— 9000,— 137,75 1803, 200, 3779,— 366,30 L. PASSI VO per quote anticipate di soci L verso la Flora italica oryptogama » onio sociale » 19233*5 19104,05 165,- 370.35 18398,50 580,— 19124,05 19233,85 19-04,05 STAIO L> E 1 SOCI Dicembre 1923 N tori : Allegri, Alpe. Arnandi. A rt ini. Bazzi, Bri/.;. Carbone, sco, Comotti, Corradi, D'Albertis. Fedtschenko, Gigante, z. .Marte:. Mariani. Menozzi. Monteiiia rtini. Moliti. NicCOlini, (ani, Paris, Pasinetti, Bamazzotti, Rossini. Sambo, Tenze, •ari M.. Valseceli:, /.ammarano » jonari : Bottiir » !. Ballerini, Coselschi, De Toni » I .- Chiai erio » Dicembre 1924 • » N. 134 30 164 1 3 1 159 1154 YPTOOAMA STATO ATTIVO e PASSIVO A T T IVO i Cassa al 31 Die. 1924 L verso sottoscrittori . . verso le Banche . . . delle copie della Plora Iposito P A S S I V O Debito verso sottoscrittori Patrimonio della Flora . 11 Presidente : Prof. N. PASSERINI bili presso la sede della Società ai Soci die ne facciano richiesta. 205 Pubblicazioni pervenute in, dono alla Società DURANTE L' ANNO 1925 Alpi Giulie. Rassegna della Sezione di Trieste del Club Al- pino Italiano. Anno XXV (1924) n. 5-6. fìulletin de la Société Linnéenne de Normandie. Ser. 7'1, voi. 6° (i923). Bulletin dit /ardin Botanique de VÉtat- Bruxelles. Voi. X (1924). Bulle/in of the New ) ork Botanical Garden. Voi. 13 (1925) n. 46. Field Museum of Naturai Ilislory, Report Series. Voi. VI (1924) n. 3. Memoires de la Società Linnéenne de Normandie. Voi. XXVI (1924) fase. 1. Proeeedings of the Nalional Acade my of Sciences of the U. S. A. Voi. X (1924) n. 1 i-i 2 ; Voi. XI (1925) n. 1-10. R. Stazione di Patologia Vegetale - Bollettino mensile di infor- mazioni e notizie. Anno V, n. 7-12, Luglio-Dicembre 1924. The Journal of the Ouehett Microscopical Club, Ser. 2a. Voi. XV (1924) n. 90. The Ohio Journal of Science. Voi. XXIV (1924) n. 6; XXV (1925) n. 1-5. Trabajos del Museo Nacional de Ciencias Naturales. Series Bota- nica. N. 19. Madrid 1925. Bollettino della Società degli Agricoltori Italiani. Annate XXVII- XXVIII (incomplete). Roma 191 2-1 9 18. ** Fiume. Rivista semestrale della Società di Studi fiumani in Fiume. Anno I-II. Firenze 1923-1924. Beilrage zur Kryptogamenflora der Schiveiz. Rd. V, Heft 4 (1923); VI, Heft 1 (1924). Campanile (7., Ricerche sopra le condizioni di attacco e di sviluppo di Heltninthosporium Aliti su aglio. Milano 1924. 20Ó Cavano E., Osservazioni sul meccanismo di divisione della cellula madre del sacco embrionale nelle piante apogame. Ro- ma 1934. Ci ferri A\, Entoyos de la Germi nacion de la Semilla por me- dios quimicos. Santo Domingo. 1925. Curzì J/., Sulla flora micologica delle Marche. Milano, 1925. Dalla Fior G., Contributi alla conoscenza della flora sponta- nea e avventizia del Trentino. Trento, 1925. De Toni G. B., Appunti dal carteggio inedito di Domenico Cirillo. Siena 1925. — Spigolature Aldrovandiane. XXI, XXII. Venezia, 1925- Douglass A. E., Some aspects of the use of the annual rings of trus in climatic study. Washington 1924. /■io-ini G, P., Nuove osservazioni 46 FIORI A. - Spigolature di Flora Italiana . . . » 54 Grande L. cfr. Cavara F. Lacaita C. - Le sottospecie del Tkymus striatus Yahl » 108 LONGO B. - La Quercus Robur var. Virgiliana (Ten.) nel Montefeltro e Y Ephedra nebrodensis Tin. a S. Marino (Proc. verb.) . . . . . . » 187 Mameli-Calvino E. - Commenti ad alcuni recenti la- vori sulla biochimica dei Licheni . . » io Massalongo C. - Nuovo censimento della flora mico- logica del Veronese . . . . . . » 177 Montemartini L. - Discorso pronunziato in occasione dell'inaugurazione del busto al Prof. G. Briosi nel Giardino Botanico di Pavia, il 28 Maggio 1925 » 114 — Sopra la nutazione spontanea dei cotiledoni nelle piantine germinanti di Helianthus annuii s L. . » 125 Pam PANINI R. - A proposito di un piccolo Erbario di G. B. Brocchi andato perduto . . . » 36 — Contributo alla conoscenza della flora dell'isola di Rodi . . . . . . . . » 140 — E. O. Fenzi (1843-1924) (Proc. verb.). » 5 — La Libyclla cyrenaica (Dur. et Barr.) Pamp., nuovo genere di Graminacea, ed un suo curioso adat- tamento . . . . . . . » 149 — Secondo contributo alla conoscenza dell'Artemisia Ver/oiorum Lamotte . . . . . . » 188 — Un manipolo di piante della Tripolitania e del- l'isola di Rodi . . . . . . » 22 210 PAMPANINI - Un manipolo di piante raccolte in Cire- naica dal Dott. IL Scaetta . . . . . Pag. 72 PASSERINI N. - Esperienze sulla moltiplicazione della • patata comune per mezzo dei germogli e dei tu- beri privati dei medesimi . . . . . » 60 — Nuova stazione dell' Anthemis fuscata Brot. in Toscana (Proc. verb.) . . . . . » 177 — Sopra la influenza della divisione della radice di Brassica Rapa L. sulla produzione del seme . > 6 POLLACCI G. - Nuove osservazioni sul ciclo di svilup- po dei gen. Trichophijton, Achorion, Microsporon, e loro rapporti con forme saprofitiche . . » 127 PROVASI T. - Il giardino alpino « Pirottea » [Proc. verb.) . . . . . • . . » 147 — Nuova stazione dell' Androsace brevis (Heg.) Ces. nelle Alpi Orobie (Proc. verb.) . . . » 147 Sibilla. C. - Azione dei raggi ultravioletti su piantine di Lupino . . . ■ . . . » 160 — La Corallorhiza iyinata R. Brown a Vallombrosa » 159 — Note di teratologia vegetale . . . » 25 Stucchi C. - La Stixifraga sarmentosa L. avventizia a Lavagna (Genova) (Proc. verb.) . . » 54 Trotter A. - Di alcune Graminacee nuove o critiche della Flora libica ........ 58 — Sulla presenza di Draba (Erophila) verna L. in Tripolitania . . . . . . . . » 1 1 2 Pubblicazioni pervenute in dono alla Società durante l'anno 1925 » 205 Bilancio consuntivo 1924 e preventivo 1925 . . » 200 Statuto . . . .' . . • • . » 123 XIXa Riunione Generale a Pavia (28 Maggio 1925) » 114 ed a Firenze (31 Maggio 1925) . . . . » 122 Adunanze della Sede Centrale pagg. 5, 54, 71, 100, 131, 147, 177,187 — della Sezione Lombarda . . pagg. 42, 62, 96, 146 BULLETTINO EELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA BULLETTINO DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA Anno 1 9 13 6 FIRENZE 1926 SEDE DI FIRENZE SEDE CENTRALE Adunanza del 9 Gennaio 1926 Presiede il Presidente X. PASSERINI Aperta la seduta il Segretario dà lettura della seguente comunicazione del socio Prof." M. Cengia-Sambo a proposito dei Licheni dell'alta Vaile della Dora Baltea e dell'alta valle d'Ala da essa pubbicali nel Bullettino di Novembre p. l8l : « In alta Val Dora l'abate Henry, il Marte), il Vaccari hanno raccolto licheni a valle di Courmayeur ; il prof. Sambo ha erborato a monte di Courmayeur lungo la carrozzabile fino al Portud in Val Veni, raccogliendo esemplari dalle tavole delle stac- cionate, dai salici, dai muretti di granito e di schisto fuori dell'abitato, poi dai mas- si di granito che la Dora ha accumulato nei pressi dèi piccolo ponte di legno, quindi dalle rocce schistose che costeggiano la via e dai massi granitici di vecchie frane pres- so il santuario di N. D. de Guérison e finalmente dagli abeti e dai rami caduti del- la piccola abetina del Portud. Va notato che i massi granitici della frana del 1920 che staccatasi dal M. Bian- co ha ricoperto e scavalcato, come le più antiche, il torrente nei pressi del Portud e del Santuario) erano ancora intatti da licheni. » Indi riferisce intorno al concorso Piròvanò indetto per il iO-<> dall'Istituto •mentale di Elettrogenetica in Belgirate su temi proposti dal Dott. Roberto Sa- velli : 1" Un premio di L. 2.500 alla migliore memoria che, tenendo esatto conto di quanto è già noto, faccia progredire con osservazioni originali le cognizioni sitilo em- nesì abortiva nell'ibridazione delle Angiosperme. Yw premio di 2.500 alla migliore memoria che, raccogliendo in un diligen- te studio bibliografico quanto è già noto, contribuisca con ricerche embriologiche a far progredire le cognizioni sulla genesi dei ■ falsi ibridi'» nelle /•", dimorfe prodotte da ini K0( io fra Stirpi pure. 3 Un premio «li L.2.500 alla memoria che dia il miglior contributo di oss zi'>ni sitila doppia fecondazione e mila formazione dell'albume nell'ibridazione inter- specifica delle graminacee agrarie. Infine, presenta e riassume le note seguenti : FENAROLI L. — RISULTATI BOTANICI DI UN SOG- «,l« >RNO AL MON II-. ROSA. Ospite dell'Istituto Scientifico A. Mosso al Col d'Olen (m. io), dove occupai uìì posto ili studio di patronato della Sez. di Milani del Club Alpino Italiano, nelle estati del 19236 del 1924 mi applicai allo studio della flora nivale del Monte; Rosa, desi- deroso di poter approfondire le mie conoscenze nei riguardi di lineili flora cosi notevolmente diversa da quella che mi era fin allora più particolarmente nota per aver limitato le mie escursio- ni alle Alpi orientali. Col sussidio dell'ottima memoria del Prof. Vaccari sulla flora nivale del Monte Rosa mi fu assai agevole aggiornare in breve le mie cognizioni e ritrovare notevole parte delle 275 entità fanerogamiche già citate in quel lavoro per la regione subnivale e nivale (da m. 2676 a m. 3825). In accordo con le conclusioni del Vaccari, che pienamente condivido circa la scarsità delle attuali cognizioni floristiche sul Monte Rosa nei riguardi particolarmente di molti settori affatto frequentati e pochissimo esplorati perchè all'infuori delle comuni vie alpinistiche e turistiche, mi ripromisi per l'estate del 1924 di iniziare ricerche metodiche sulle creste rocciose divisorie dei ghiac- ciai del versante meridionale del Rosa e sugli isolotti glaciali che per essere stati assai raramente investigati da botanici rite- nevo di indubbio e notevole interesse naturalistico. Le condi- zioni meteoriche però particolarmente avverse dell'agosto 1924 ostacolarono notevolmente l'attuazione del mio programma ; alcu- ne nevicate ricoprirono lungamente la montagna, sì che per di- versi giorni si rimase immobilizzati nell'Istituto o se ne uscì solo per piccole escursioni nei dintorni cogli sci, a differenza dell'anno precedente nel quale mi furono possibili gite di alto interesse ed anche un soggiorno prolungato al Laboratorio biologico della Capanna Regina Margherita a 4560 m. Ciò malgrado, e quan- tunque la vegetazione avesse subito notevoli danni per la quasi completa assenza di una sia pur breve estate alpina, mi furono egualmente possibili con qualche risultato esplorazioni allo Stra- ling (lungo la cresta che va .il Corno Bianco), alla cresta me- ridionale della Putita Giordani ed in varie altre località. Non si lusinghi però chi scorrerà queste brevi note di ritrovarvi notizie «li notevole interesse ancorché siano il risultato di laboriose ricerche; sono solo poche osservazioni che mi é stato possibile di fare ad integrazione del lavoro del Vaccari e che ho ritenuto non inutile di render note fin d'ora perchè ignoro quan- do potrò riprenderò con migliore successo le appena iniziate e già interrotte ricerche. L'Istituto A. Mosso è indubbiamente in condizioni favorevolis- sime per poter essere ottima base per un ai-curata esplorazione naturalistica del versante meridionale del Monte Rosa; la ricca dotazione di apparecchi e di libri (fra i quali qualche buona opera bo- tanica) permette inoltre di poter condurre a buon punto già in luogo ricerche e determinazioni. L'unica e certo grave difficoltà per que- ste elevate regioni delle Alpi che mi é doveroso prospettare a quei naturalisti (certamente la maggior parte) che, come il sottoscritto, diffìcilmente possono trovare un compagno per simili esplorazioni, ne vogliono giustamente aggravarsi della compagnia di una gui- da che per tante buone regioni mal si adatterebb • a seguirli in queste lente e minuziose peregrinazioni, è il pericolo continuo del- le esplorazioni a solo, per le quali é qui giocoforz a attraversare ghiacciai talora insidiosi per crepacci, percorrere creste ardite, senza il sussidio fedele di un compagno e della vigile corda. Alla Sezione di Milano del C. A. I., che per due anni mi ha assegnato il posto di studio di suo patronato, al Prof. Amedeo Herlitzka, Direttore dell'Istituto A. Mosso, che mi fu largo di consigli ed aiuti e che in ogni modo curò di rendere sempre più gradito il magnifico soggiorno lassù sì da lasciarne u\\ indimen- ticabile ricordo, rinnovo qui le espressioni della mia viva e dura- tura riconoscenza. * + * Ed ora ecco il piccolo manipolo ddlc piante da me osservate come nuove per la regione o per le (piali ho ritenuto di poter 8 apportare integrazioni o modificazioni al prospetto del Vaccarì in base ,ul osservazioni personali (i): Cystopterù fragilis Bernh. var. dentata llook. — Col d'Olen, < limalegna etc. Dryopteris lonchitis O. Kuntze — Noi vallone di Bors sot- to le miniare d'oro dello Stolenberg. Aspieninm viride Huds. var alpinum Schl. — Corno del Camo- scio. • te. LyCOpodinm sfinirò 1.. — (resta nord del Corno Rosso a m. i e. Festuca Halleri Ali. ssp. decipiéns A et G. — Frequente; raz- za geografica ad area di diffusione limitata alle Alpi occidentali e centrali fino al Trentino. Poa alpina !.. var. frudifern Auct. — Colla var. riripara ma assai più rara. Trisetum spicatum Richt. - A Quota 3523 della cresta sud della Punta Giordani (fra i ghiacciai di Tndren e di Bors). Carex ciarlila Ali. var. pygmaea Holler — Col tipo. C. Lachenalii Schk. — Nel Vallone di Bors a m. 2800 e. Eriophornm Scheuchzeri Hoppe - Nel Vallone di Bors fin oltre 2700 m. funcus trifidus L. ssp. eutrifldns A. et G. — Corno del Ca- moscio etc. Luzula spadicea Lam. et DC. var. Allionii E. Mey. — Comune var, laxiflorn Desv. — Più rara colla var. pre- cedente. L. spicara l.am. et DC. var. minima Schur — Col tipo. S.dix (apponimi L. ssp. helvetica A. et G. — Sotto lo Sto- lenberg nel Vallone di Bors. S. myrsinites L. ssp. serrala Neilr. ■ Località come sopra. Polygonum viviparum !.. var. nova minimum Fen. — Al Col d'Olen fin verso i 3000 m. (Pianta ridottissima iti ogni parte, alia da 20 a 25 in in A. 1 Le aggiunte e variazioni sono contraddistinte dal carattere grassetto. Anemone alpina L. ssp. sulpluiira L. — Nel Vallone di Hors. kanunculus montanns Wild. ssp. Horiischucliii Hoppe. — Pas- so dei Salati 2950 C. R. glacialis L. var. crithmifolins Rclil). — Frequente. — var. roséns Heg. - Colle Signal a m. 3700 e. Cardamine lMumieri Vili. — rara : Cimalegna. Saxifraga oppDsitii'olia I.. ssp. aietn-alphia Br. Bl. - Corno Rosso. .S". stellarti !.. ssp. genuina Br.-Bl. var. puntila txaud. Col tipo. 6". moschetta Wulf. ssp. rhodanensis Br.-Bl. — Sottospecie ben caratterizzata ad area di diffusione definita, diffusa nelle Alpi Perniine e della Savoia; frequente negli immediati dintorni del Col d'Olen, a Cimalegna ed in altre varie località in assenza di altre sottospecie ; a questa entità vanno certamente ascritti anche gli esemplari di S". moschetta Wulf. ricordati dal Vaccari e da lui rac- colti fino a 3618 m.. Secondo gli autori svizzeri viene frequen- temente confusa con S. exarata Vili. Parnassia palustris L. var. alpina Br.-Bl. — Vallone di Bors a 2850-2900 m. Vaccinium uligiitosum L. var. l'ri^iduni Schur. - Col tipo Primula hirsuta Ali. (= Primula viscosa Vili, non Ali.) Col d'Olen e dintorni. Androsace multiflora Moretti (== A. imbricata Lam.l var. tomen- tosa Sch. et Th. — Sostituisce il tipo. Geni/afta verna L. var. elong&ta rlaenke — Col tipo. G. ramosa Heg. — Nel Vallone di Bqrs a 2800 m. e; non è ricordata dal Vaccari ma fu già indicata pel Col d'Olen da Wilczek e Jaccard (cfr. Wettstein : Die au . Arieti J. Gali. Genita- na Sekt. Endotrirha {344) 36 {1896), s. n. (ì. Murbeckii Wettst.) Eritrichium >taiii(»i Sehr. var. leiospernium Koch — Frequente. — var. odontospermun] Koch Più raro, colla var. precedente. Tkyntus Serpyllum L. ssp. alprstris Briq. var. lignsticns Briq. — Rupi del Corno Rosso. IO Galium tnimiium Murr. ssp. alpestre Scli. et Th. var. (ìauriini liriq. — ( >len, Cimalegna etc. Pkyteuma hemisphaerìcum 1.. var. Ion^ihractcaliim Borimi. — Coni" del Camoscio, Straltng. Gnaphalinm supìnum L. var. t vincimi Fiori — Colla var. acau- le I > T. ma più raro. Saussurea dÌ8COlor DC. — Rupi fra il Col d'Olen ed il Cor- ni» Rosso a m. 287 1 Leoniondon pvrenaicus Gouan var liii't if'oliiis Beauverd et var. villosus Beauverd — Col tipo. Taraxacum officinale Web. ssp. cuculiatimi Thellung — Ver- so Cimalegna. ìlieratium (1) peìeterianum Mérat ssp. subpeleterianum XP. //. pilosella L. ssp. inalpe stri forme Zahn var. òbscurisquamum NP. ssp. pulverulenium XP. var. nova subpulverulentum Fen. et Zahn. — ssp. rarovelutum XP. spp. velntinum NTI\ a genuinum 1 normale a striatimi XP '. — — — — b exstriatum NP. — — — 2 calvicaule XP. — — (3 subveìutinum XP. H. auricula Lam. et DC. ssp. coiiiophorum XP. var. nova Olenieum Fen. et Zahn. ssp. melaneilema XP. a genuinum 1 epilosum XP. — — — 2 siibpilosum XP. (3 marginatimi 1 epilosum XP. — — — .2 pilisqiiamum XP. — ssp. tricheilema XI'. H. glaciale Reyn. ssp. eriocephaloidcs Zahn. //. niphobium XP. ssp. glaucophylloides Zahn 1 po/jtric/ium XP. — — 2 meiotrìclium XP. 1 Per il genere Hieracium ho ritenuto non inutile ricordare qui anche le entità raccolte nll'infuori del dominio della flora nivale (sotto i 2700 m.) lungo il percorso Gressoney-la-Trinité per il Lago Gabiet all'Alpe Zindra circa 1 regione montana, su- balpina ed alpina pp. 1 : queste sono distinte dal carattere corsivo. I I //. niphobium XP. ssp. capillatum XP. var. normale XP. //. dentatum Eloppe ssp. pseudovillosum NP. //. valéUpilosum Vili. ssp. oligopkvllum XP. leptophyes XP. — ssp. hololeptum XP. //. murorum L. ssp. tenni florum A.-T. a genuinum _NP. i nor- male, 2 subfloccosum et 3 glabrescens Zahn. p1 pilosiccps XP. 1 normale a veruni et b austrohel- veticum Zahn. TI. bifida m Kit. ssp. psammogenes Zahn a genuinum 1 normale b profundidentatum Favre et Zahn. — ssp. sagittaium Zahn a genuinum a macradenium Zahn. — — — b microbi fidum Zahn. H. :i 1 1> i 11 11 111 L. ssp. alpimim Zahn |3 pullulimi Zahn 2 t(4- nellum Buckh a suhtmelluiii Zahn. Milano, 25 giugno 1925. VIGNOLO LUTATI F. — COXTRIBUTO ALLA FLORA DELLE LANGHE E DEL CIRCOXDARIO D'ALBA. NOTA 3" La presente nota annovera solo piante delle Langhe ; ciò perché, concretandosi il mio proposito di una flora di tale regio- ne, flora che vorrei compiuta in occasione del prossimo bicente- nario della fondazione del R. Orto Botanico di Torino, devo de- dicare il poco tempo di cui dispongo alla perlustrazione delle Lan- ghe, trascurando per ora quella porzione del circondario d'Alba che ne è decisamente fuori : vale a dire quanto si trova sulla sinistra del fiume Tanaro. Riservandomi, ad opera compiuta, di discutere un po' più a i 2 fondo il significato dell'espressione Langhe ► , credo opportu- no precisare, fin d'ora, non gli incerti confini di queste, bensì quella regione che, sotto tal nome, intendo considerare come campo delle mie ricerche. E la delimito come segue : ad Ovest colla profonda incassa- tura del Tanaro (contine da tutti accettato in tale direzione); ver- so Nord, per un tratto ancora col Tanaro e poi con una linea ideale [> issante per Castagnole-Lanze e S. Stefano-Belbo e congiun- tine il Tanaro col punto di confluenza delle due Bormide. O- ve finiscono le Langhe e cominci il Monferrato non è possibile stabilire mancando all'uopo ogni criterio geografico o storico e nemmeno soccorrendo la costituzione geologica dei terreni in questa zona. Mi sono, quindi attenuto alle concezioni locali che fanno precisamente considerare Castagnole e S.Stefano come il tratto d'unione fra le due regioni. La suaccennata linea, poi, cor- risponde discretamente al tortuoso confine fra il circondario di Alba e la astigiana provincia. Ad Est prendo come limite la Bormida di Millesimo : vera- mente mi sarei spinto anche fino alla Bormida di Spigno od al- meno al torrente Lezzone che dalle vicinanze di Saliceto scende quasi drittamente a sboccare, presso Cortemilia, nella Bormida di Millesimo. Ma mi arresterò a questa, perchè in tal modo ven- go ad incontrarmi col confine che il Gola stabilì verso O- vest per la zona da lui studiata nel suo lavoro : « La vege- tazione dell'Appennino piemontese» (Ann. di Botan. 1912. Voi X. Fase. 30). Infine come confine a Sud considero la regione o- ve i terreni preterzarì prevalgono sui terziari, e cioè una linea che unisce Xuceto, poco sotto Ceva, a Millesimo; quindi anche da questo lato coincido all'incirca col limite Nord fissato dal Gola al suaccennato suo studio: il contado, cioè, fra il miocene medio e l'inferiore, fra Ceva e Saliceto. Nella loro prima nota sulla flora del Circondario d'Alba (N. •G. bot. ital. X. Serie Gennaio 1904) i proff. T. Ferraris e G. Ferro, accennando all'erbario del D. Carlo Bertero, di S. Vitto- ria d'Alba (1789-1837), erbario che è conservato nell'Istituto Te- 13 cnico G. Sommeiller di Torino, rilevavano la necessità di uno studio speciale per metterlo in valore ed utilizzarne in modo particolare il materiale raccolto sui colli albesi. Tale lavoro, grazie alla cortesia della D.sa R. Treves-Segre, Prof, orditi, di Scienze Naturali, sto ora facendo e, ad una pri- ma revisione di tutta la voluminosa e complessa collezione ho constatato che su quasi 6000 entità ivi riunite, solo circa 600 provengono dai dintorni di Alba. Queste, invero, rappresentano la parte migliore per lo stato di conservazione e modo di raccol- ta nonché la più interessante poiché costituiscono una notevole raccolta di piante di una limitata regione, la quale durante l'ul- timo secolo (Bertero erborizzò prevalentemente fra il 1808 e 1826) ha subito per opera dell'uomo ben profonde modifica/ioni che ne hanno assai mutata la vegetazione ; e che vedrà, fra non molti anni cancellate anche le ultime traccie di quei bei boschi, a faggi, castagni, quereie e pini che ne rivestivano i colli, ora tutti a vigneti e campi, e dove Bertero raccoglieva caratteristiche specie oggi, forse, scomparse. Per citarne una : la Montorópa Hypopithys. Oltre a queste, vi sono ancora parecchie specie italiane, per lo più delle Alpi e di un certo interesse. Ala tutto il restante, cioè circa i 4/5, è formato di, piante esotiche o coltivate, in massima parte donategli in cambio dal prof. Balbis dell' Orto Botanico Torinese, senza speciali indicazioni di provenienza ed anche più deteriorate : onde scarsa è la loro importanza. E poiché, per conseguenza, l'erbario tutto, anche per la fra- gilità degli esemplari,, i quali per di più non sono puntati, non serve quasi affatto come materiale didattico, mi auguro che esso possa venir acquisito al R. Orto botanico della nostra Univer- sità ed ivi riunito alle raccolte degli altri illustri botanici pie- montesi: e le piante albesi ed alpine vadano ad arricchire mag- giormente il già ricco e prezioso llerbarium Pedemontanum. Ad ogni modo le specie raccolte dal Bertero sui colli d'Alba verranno da me citate nelle prossime contribuzioni o ad opera completa. 14 Ancln- nella presente nota vengono riportate - fuori nume- razione - alcune specie già segnalate, o perchè di speciale im- p trtanza <> perchè raccolte prima solo sulla sinistra del Tanaro e quindi fuori delle Langhe. Oltre alle entità da me raccolte, ne sono notate alcune gentilmente favoritemi dagli amici: Gio- vanni Griacosa, chimico-farmacista, e prof. Jvanohe Ceruti: che ringrazio vivamente. Torino, Dicembre Ì925. Ferdinand* • Vignolo-Lutati io 19. Aspidium aculeatum Sw. p1 lobatum Sw. — Castiglione- Falle tto, in un pozzo del Magg. Manzelli. Sorghum halepense Pers. — Cortemilia, campi sulla sini- stra della Bormida. 1020. Digitarla filiformis Koel a typ. — Alba, arenosi sulla destra del Tanaro, a valle del ponte. Oryza clandestina A. Br. — Cortemilia, sulla sinistra della Bormida - Alba, sulla destra del Tanaro presso il ponte. — Crypsis alopecureides Schrad. — Alba, sulla destra del Tanaro, a valle del ponte. 1021. Pìdeum pratense L. (3 nodosum L. — Tra Castiglione- Falletto e Monforte d'Alba al Bric Ramuirasca, fra le robinie : a questi esemplari sarebbe più adatto il sinon. P/i. bnlbosum Gouan per lo sviluppo e forma delle nodosità - e. abbreviatimi Boiss. - Roddino, presso la Cappella di S. Margherita (m. 592) terreni aridi, soleggiati ; Dogliani, presso la Cappella di S. Fer- reolo (m. 512), id. — Cvnosurus echinatus L. — Gerbidi, presso la Cappella di S. Ferreolo sopra Dogliani. \o2 2. Eragrostis poaeoides P. B. a typ. — Alba, arenosi sulla destra del Tanaro. Melica unijìora Retz. — Serralunga d'Alba, nell'ex bo- sco di Areti. Bromus asper Murr. |~> serotimis Benek. Serralunga d'Alba, nel bosco d' Areti. 1023. Bromus sterilis L. y madritensis L. a glaber milii et b <7- liatus (ìuss. — Casti glione-Falletto, vecchie mura del paese: le due forme trovatisi promiscue. 1024. Bromus molli s L. o commutatus Schrad. Castiglione- Falle.tto, ripe della strada dello Scarrone. 1025. Bromus squarrosus L. b villosus C.C. (ìuss. — Monforte -d'Alba, terreni aridi, soleggiati al Bric. S. Pietro (m. 555). 1026. Brachypodium silvaticum P. B. a villosum Lej. ft Court, et b glabresceiis Coss. et Gem. — Castiglione-Falletto, siepi e ripe erbose : le due forme crescono promiscuamente 1027. Brachypodium pinnaium P. B. a typ. a vulgare Koch et f. rupestre R. et S. — Tra Castiglione-Falletto e Monforte, ripe stradali a sinistra. 102S. Cyperus longus L. a typ. — Alba, ruderi fra Porta-Ta- naro e Porta-Cherasca. Scirpus mar iti in hs L. e macrostachys "\V '. — Cengio, sulla sinistra della Bormida, leg. J. Ceruti - Alba, sulla destra del Tanaro e sulla sinistra della Cherasca. 1029. Scirpus friquettus L. — Alba, sulla strad.i del Tanaro, a valle del ponte. 103'). Heleocharis ovaia R. Br. — Alba, sulla destra del Tanaro, a valle del ponte. 1031. Care.x nutricata L. |J) divulsa Go\. Chenopodi pm gtaucum L. — Alba, sabbiosi sulla destra del Tanaro, a valle del ponte. Chenopodium Bolrys L. — Cortemilia, ghiaieti a sinistra della Bormida. [037.1 Amarantus graecizans L. — Cortemilia, sassosi a sinistra della Bormida. [038. A. albus L. — Castiglione-Falletto, ruderi nel paese. 1039. A. asccndens Lois. — Cortemilia; Alba; Castiglione-Fal- letto, ecc. nei luoghi coltivati. 1040. Herniaria glabra L. a typ. a glaberrima mihi — Corte- milia, sabbie sulla sinistra della Bormida: pianta totalmente glabra. 1041. Hvpcricnm perforai it»i L. a typ., C. inìcrohp\'llum\)Q,. — Fra Torre-Bormida e Cravan/.ana, sentieri campestri, leg. (i. Giacosa. 1042. Viola li ir la L. fi sciaphila Koch — Serralunga d'Alba, nel bosco d' Areti. 1043. Reseda liticala L. r i e S. Pietro, promiscuamen- te le due forme 1053. Trìfolium resupinatum L. a typ., b robustum Rouy. — Castiglione-Falletto, in una vigna, a Cascina Serra : avventizio ?. — Trìfolium hybridum L. |"$ elegans Savi — Serralunga, nell'ex bosco d'Arieti. 1054. Trìfolium montami >n L. a typ. , b Burnati. Fiori — Ca- stiglione-Falletto nel boscetto di Brunella e nei boschi lungo la strada per Monforte : assieme alla forma a fiori bianchi. 1055. Lotus cornicuìatus L. a arvensis Pers. a glaber mihi et 1). /n'rsatus Koch — Castiglione Falletto, erbosi e coltivi : la for- ma glabra é molto più rara. 1056. Lathyrus montanus Bernh. u typ. f. pyrenaìcus DC. — Tra Castiglione-Falletto e Monforte, boschetti a sinistra. io^j. Lathyrus montanus Bernh. |J> tcnuifolius Ces. Pass. Gib. [= L. Rothii Rouy], b. angustissimus Rouy — Tra Castiglione- Falletto e Monforte col precedente. — Lathyrus fuberosus [,. — Roddi d'Abba, margini dei campi presso il molino. — Lathyrus hirsutus L. a geniti nus mihi — Castiglione-Fal- letto, fra le messi in regione Garbelletto. Lathyrus hirsutus L. b pinnatus Vis. et Sacc. (= L. hirs. [] Bert.) — col precedente a Castiglione-Falleto, in re- gione Garbelletto. E strano che della variabilità dei caratteri fo- gliari di questa specie ben poco si parli nelle flore — Bertolo- ni eccettuato. — Nella Flora Anal. d'Italia di A. Fiori è ripor- tata la f. pinnatus Vis. et Sacc. colla dizione «... 2-3 paia di foglioline ». In realtà, ben spesso ho raccolto in varie località, e non so- lo delle Langhe assieme alla forma, dirò cosi, genuina (cioè a fg. con 1 paio di foglioline e cirro ramoso) esemplari con fino a 5 paia di foglioline gradatamente decrescenti, con o senza un mucrone terminale od una fogliolina dispari lineare a rappresen- tare il cirro trasformato. Pare che nò l'ambiente né l'andamento della stagione vi influiscano perchè ho raccolto proprio franimi- ste le diverse forme ed anche esemplari aventi contemporanea- mente i diversi tipi fogliari. Ebbi anche occasione di trovare individui con i solo paio di foglioline a cirro ridotto a breve mucrone, (vedi nota preced. Bull. 1922, N. 8). Xella prossima estate mi propongo di raccogliere semi maturi dalle diverse for- me per osservare come si comportano. 1058. Vida pannonica Crantz. |"5 striata M. B. — Castiglione- Falletto, siepi all'inizio della strada dello Scarrone. 1059. Vida saliva L. a vulgaris Gr. et Godr. b alba Moench — Castiglione Falletto, fra le messi in regione Brunella. ioóo. Vicia Ciacca L. a {rubrìcata Grilib. — Castiglione-Fallet- to, ripe della strada del (i rosso. ioói Rhamnns cathartica !.. — Castiglione-Falletto, regione Garbelletto, nella boscaglia del Pontetto. 1062. Erodium Cicoiiium W. — Tra Castiglione Falletto e Monforte, ripe stradali soleggiate. — Unum galli cum L. — Fra Torre-Bormida e Cravanzana, leg. G. Giacosa. 1063. Euphorbia Peplus L. — Castiglione-Falletto, ecc., nei coltivati. lùipìiorbia exigua L. — Dogliani, campi presso S. Fer- reolo. 1064. Datura Straunviiion L. — Alba, ruderi presso porta-Ta- naro; Castiglione-Falletto allo Scarrone; Cortemilia, sulla sinistra della Bormida. Hyosaamus niger L. — Diano, ruderi entrando in paese da Alba. 1065. Veronica Anagallis L. |! ovalis Vis. Alba, sabbie a destra del Tanaro, — 'reiterili in Polium L. a typ. — Fra Torre-Bormida e Cra- vanzana, leg. G. Giacosa; Cortemilia; ''astino, ripe stradali. 1066. Thymus Serpyllum I.. e subeitratus Schreb. — Castiglione- Falletto, erbosi magri. _ Thymus Serfiyllum L. y ovatus Mill. — Fra Torre-Bor- mida e d'avanzarla, leg. G. Giacosa. — Galium p urpu re um L. — Fra Torre-Bormida e Cravan- zana, l<\g. G. Giacosa! Castiglione-Falletto, ripa, sièpi; boschetti aridi. 1067. Galium Mollugo L. fi erectum Iluds. — Castiglione-Fal- letto, col procedente, freq. 1068. Scabiosa gramumtia L. £ anomala Rouy — Monforte, Bric S. Pietro. — Onde non creare intempestivamente nuove forme, riferisco per ora a detta var. del Rouy (FI. de Fr.) questa elegante Scabiosa, ben distinta dalle altre var. o forme del gruppo (e colle quali cresce frammista) per le fg. caulinari medie e super, a lobo molto grande, lanceolato od ovale-lane, inciso nella \2 super, ed intero nella */g infer. (nelle fg. più alte è intero tutto), gra- datane attenuantcsi in un picciolo strettam. alato (lungo \ 3 - 2 - dell'intera fg. che misurano cm. 1-2 X .5-9), munito di 3-5 paia di lobi corti e strettam. lineari. Pianta alta fino a 1 m., di color verde-gaio, leggerm. pubescente in basso, glabra nel resto. Mi propongo di raccoglierne altri esemplari onde assicurarmi che non si tratti veramente e solo di anomalia. 1069. Bryonia dioica Jacq. b elongata Tcn. — Castiglione-Fal- letto, fra le siepi: bella forma e ben distinta. — Asier Amellus L. — Ripe stradali fra Borgomaie, Ca- stino, Cortemilia. — Raro fra Castiglione-Falletto e Monforte, regione Bussia. 1070. Chrysantli. Leucanth. L. a pallens Gay a hirsutum mihi b glabrum Fiori. — Castiglione-Falletto, campi e vigne: le due forme promiscue. 107 1. Chrysanth. corymbosum L. u typ. d Clusii Fisch. — Mon- forte d'Alba al Bric S. Pietro. — Chrysanth. Parte nium L. — Castiglione-Falletto, freq. lungo le siepi, strade campestri, nei ruderali, ecc. 1072. Artemisia vulgaris L. -- Castiglione-Falletto, ecc. vol- gare. Gnaphalium uliginosum L. |J> rantosum Lam. — Alba, sabbie nella destra del Tartaro. Sono da riferirsi a questa var. anche gli esemplari raccolti fra Mussotto ed Alba nel 1902 (ia Nota. Giorn. Bot. lt. 1920, fase. 2-4). 107^. 1 It'Uclirysum ilalicum (ì. Dona typ. - Fra I orrc-Bor- mida e Cravanzana, leg. (r. Giacosa. 1074. lutila spi) nei /olia L. e lati/olia (ioir. — Fra Castiglione Falletto, siepe lungo la strada verso Bru nella. 1075. Inula graveolens Desf. Cortemilia, ghiaieti sulla si- nistra della Bormida. lìiJens cernuus L. \ì radiatus DC. — Alba, sulla destra del Tanaro. Echinops sphaerocephalus L. — Cortemilia, dirupi salendo al Castello. Crupìna vufgaHs Cass. -- Cortemilia, dirupi salendo al Castello. 1076. Centauri a panii ulula L. a maculosa Lam. a anguloso-ma- culata Micheletti — Cortemilia, sulla sinistra della Bormida; b fulvo-maculata Micheletti : Castine, rupi erbose sopra il paese. Catananche caerulca L. a typ. — Lungo la strada fra Benevello, Borgomale, Castine e Cortemiiia — Boschetti fra Perno e Monforte d'Alba. Leontodon auluuual/s L. a typ. b mntinatus Kitt. — Alba, sabbie sulla destra del Tanaro. 1077. Leontodoti hìrius L. a tip. — Cortemilia, sabbie sulla sinistra della Bormida. 107S. Lactuca muralis L. — Castiglione-Falletto; Monforte d'Alba; Diano d'Alba, siepi, muri. 2 2 BOLZON P. CONTRIBUTO ALLA FLORA DKLI/AL- l< ) ADIGE. Pubblicazioni citate (Bolz. i) Bolzoni Ricerche botan. ecc. Bull. Soc. Hot. Ital. 1924. (Bolz. _) BOLZON, FI. M. Ma> ino'., X. (iior. Bot. Ital. 19 14. (Bott.) Bottini, Sfagnologia Ital., 19 19, 1 Edi/.. (I). T. u. S.) Dalla Torre u. Sarnthein, Die Farti,- u. Bln- tenpfl. voti Tiro!. Innsbruck. (Fiori 1) FIORI, FI. Analit. d'Italia. (Inori 2) FIORI, Ar. FI. Analit. d'Italia, voi. I e voi. II, p. Ia. (Gort.) GORTANI, Flora Friulana. (Koch) KOCH, Deutscken u. Sckweiz. I-I. -Leipzig 1892-1907. Nell'Agosto del 1923-24-25 ho compito parecchie escursioni in vari luoghi dell'alto Adige e particolarmente nell'alta Valle Aurina (Ahrntal) raccogliendovi 252 entità (comprese le varietà e forme) di cui 16 di sfagni (gentilmente determinati dal prof. Bottini) e le altre di piante vascolari. Delle io entità di sfagni, in base alla citata opera del Bot- tini, tre sono da aggiungere alla Flora Italiana (in carattere grosso negli elenchi) ; sette, sono nuove per le Tre Venezie e quindi per le Alpi orientali (con tre asterischi negli elenchi) ; tre, nuove per la Venezia tridentina (con due asterischi negli elen- chi) ; le rimanenti tre, sono nuove per la Valle Aurina (con un asterisco negli elenchi). Nella Valle Aurina, comprese le valli confluenti in essa da me pure visitate, cioè V. di Selva, V. di Riva e V. di Riobianco, ho raccolto 120 entità di piante vascolari che non figurano di essa in (D. T. u. S.ì (accompagnate negli elenchi da un asteri- sco). Xove di esse sono da aggiungersi alla Flora dell'Alto A- dige e anche del Tirolo (negli elenchi, con due esterischi). Riferendomi poi alle (\u<- opero succitate del Fiori, ho da notare quanto segue. 23 i.) Euphorbia nutans Lg., Gentiana calvi ina Wst. e' Gaieopsis intermedia VI. non vi figurano dell'Alto Adige per dimenticanza perchè dell'Alto Adige sono indicate in il). T. u. S.). 2.) Euphorbia mandala L. e Bidens tripartitus L. |J> tennis DC. non erano note della Venezia tridentina. 3.) Trifolium saxaiile Ali. raccolto dal dott. Superti nella Ci- ma Rossa a 2500 m. (alta Valle Aurina), è importante perchè la località della Cima Rossa collega quella della Val Venosta, cioè Val di Fosse (Pfossental) col Glockner negli Alti Tauri del quale è indicato in (Ivoch) ; per cui è probabile elicsi trovi an- che nei monti frapposti, cioè nell'Italiano Picco dei Tre Signori (Drei 1 lem Sp.) e nell'Austriaco Gross Venediger. 4.1 Cardamine amara L. fi grandifplia Bert. da me osservata in Valle ilei Vento (Wind Tal) nell'alta Valle Aurina, è molto importante perchè in Italia non era nota più a settentrione di Vallombrosa in Toscana (Fiori 2). 11 Fiori, al quale ne ho spe- dito una pianta e che ha confermato tale determinazione, mi fa però osservare: < Vescmplare inviatomi, corrisponde alla var. gran- di/olia Bert. per le antere gialle, per le foglie citiate e per Io stimma slargato ; non vi corrispondo invece per il racemo semplice e pei- il sermento terminale delle foglie più piccolo ; ma questi due caratteri sono di minore importanza e quindi credo che debba ritenersi la var, I") grandi/olia Beri. In Valle del Vento a e. 2100 m. ne ho os- servato, lungo il sentiero che conduce al Rifugio del Giogo lun- go, una colonia di parecchie piante, ma credendole fonile di C. amara L. a typica, ne ho raccolto una sola. Perciò ritengo che convenga fissare tale divergenza con un nome e di farne la fm. b. minor, pianta piti piccola (1-2 decim.) foglie con segmento termi- nale più piccolo (largo /0-/5- mm.), radino semplice. Ilo fissato con un nome le seguenti variazioni, da conside- rarsi come pigmeismi attitudinali e xerofili : Arahis puntila Jq. fm. reducta ni. Ramine, glacialis L. Ini. nanus m. Polystichum Lunch. Rili. fm. reducta in. Saxìfr. aizoides !.. l'in, pauciflora ni. iconfr. l'.ol/. 2 . Veron. alp. L. fin. nana 111. -4 Oxyria digyna 111. fm. umbro/ila in. è un gigantissimo um- brofilo'é igrofilo. Luzula spadicea Lam. fin exfransa m. e Lycopodium annotinuni L. |i pungens Desv. b. ìniermedium m. rappresentano divergenze dalla descrizione degli autori. Di Cardaminà amara L. (3 grandi- t'olia Bert. ./w. minor in. ho parlato di sopra. Espongo ora le piante da me raccolte, distribuite in gruppi secondo le località. I - Valle dell'Isarco (i) i.) Campodazzo (Atzwang) m. 374 lungo la ferrovia presso la stazione. Euphorbia nutans Lg. " E. maculata L. sp. 2.) Pr. Bressanone m. 550, lungo le vie campestri. Camatlina saliva Ctz. B pilosa DC. 3.) Pr. l'Alò, al M. Giovo (JairfenhausJ m. 2000 (sopra Vipiteno). Cardani, resedif. L. b. nana Slz. Veronica serpyllifolia L. Alchem. alpestr. Scimi. ademissa(Bus.) (3) I V. alpina L. fm. nana m. 141 4.) Presso Colle /sano (Grossensass m. 106,5). a) Lungo la'^via del Brennero m. 1000-1374. Ocltmtit. serot. Duni. Lamium album L. Salvia verdelli. L. Senecio cordifol. Rchb. Cìrsìum oleraceum Scop. Asplen. Ruta-mur. a Brunfcls. Hfl. Selaginella helvet. Lk. Thlaspi arvense L. Geranium phaeum L. vari Linaria italica Trev. b) Lungo la via che conduce alle rovine di Strassenberg : Lappala defìexa Gk. c) Vicino Vallorsa di denlro (Boden) in V. di Pflersch a 1300- 1400 m. 1 I nomi delle località sono quelli indicati nella Guida delle Tre Venezie, li Ediz. del Touring C. I. e nella carta dell'Ist. Topograf. di Fireuze. 2 fra Bolzano e Chiusa. 131 e non Tur. frigens Buser Iconfr. Bolz. 1). 1 confr. 1B0I/.. 1 pag. 27 . 25 Stellai ia Alsine Gm. Chaerophyllum aureum L. Cardamine impatiens L. 5.) Vicino Vipiteno (Sterzing) m. 948. Nasturtiuni silvestre R. Br. Geranium palustre L. i t II - Valle Aurina (Ahrntal) 1.) Val di Scha (MUhlwaldertay. a) Qua e là al margine della strada a m. 900-1100. Sagina hryoìdes Fri. Myricaria ^ernian. Desv. Arabis Thaliana L. Neslea paniculata Desv. Thlaspi arvense L. Chelidonium majus L. Thalictr. elatum Jq., siepi, 1100 m. Berberis vulgaris L. Potentilla rupestris L. Impat. Noli tang. L. siepi i ioo m. Malva rotundifolia L. Euphorbia Cypariss. L. Lithosp. arvense L. Lycopsis arvens. L. * Veronica Beccab. L. Satureja Acinos Schele A typ. Lycopus europ. L. b. mollis iKn.ì Mintila longif. b. jurana Bq. * Gallimi Cruc. Sp. b. brutium Ter. Senecio viscosus L. b) Presso la chiesa di Selva dei Moli ni (Mùhhvald) pendii aridi e rupestri a 1200 m. Scleranthus ann. L. b. caespit. Mr. Herniaria glabra !.. Capsella B. - p. var. subacaul. R. et F. Plantago major L. b. minima DC. - 2.) Valle di Riva di Tures ( Rei n tal). a) Margini della strada a 870-1000 m. Cystopt. frag. b. anthriscis. Il fin. Potentilla rupestris I.. Vacciniuni Vitis Idaea I-. b) C. s. a m. 11 00- 1300. Lycopod. annot. li punyens Dv. var. intermedium m. 3 . Stellarla Alsine (ini. St. longifolia Mhl. Si lene exseapa Ali. Cardani, resed. b. platyph. R. et F. Saxilrajja stellaiis L. * Lycopsis arvensis L. Erigeron canadensis L. Filago arvensis L. S. cuneifolia L. Carduus rhaeticus DC. Sphagnum Girgensohn. Russ.^" b. gra- cilescens Grav. e subf. flagella- tum Ròll. — "e. flagellare Schl. 1 lun^o la via verso Colle Isarco a e. tooo m. I gentilmente determinata dal prof. Béguinot. 3) foglie bensì terminate in punta cartilaginea come nella var, B ma lunghe circa 7 min , patenti o riflesse come nel tipo confr. [Fiori 2]^ 2à e) ' '. s. a m, 1400 e: Oxyriadigyna 111. fm. umbrofila m., fusto lungo fino a 25-30 ceniint., foglie e lembo misurante 'fino a •.•,- cenlim., anfrattuosita ombr. <• umide fra i massi di gra- nito. Alchemilla alpina L. — Saxifraga aspera L. .li Nella «onci di Riva a 1500-1600 ni. ■ kmn''\ arifolius AH. Spergul.i ai ?ens. L. a vulg. Bn. Axabis alpina L. Senecio nemorens. b. interced. G. Bk. Erigeron acer L. 3.) Attorno Campo Tures (Sand) a e. "8,55 m. -tintinni palustre DC, rupi irrorate lungo la via di Lutago. Nepeia Catana I... lungo le vie del paese. * /.appaia Myosotis Mh., lungo la via di Lutago. 4.) Attorno Lutago (Luttach) a 870-1000 m. Equisetum palustre L. b. ramulos. Md. * Carex rostrata W'ilh. Herminium Monorcbis R. Bv, Herniaria glabra L. a typ. * Ramine, fluit. b. Bacini (Wg.) Potentilla argent. b. demissa ijd.) * Menyanthes trifoliata L. Lycopsis arvensrs L. * Odontites serotina Dum. Satureja Acinos Sche. b. lancif. Bq. * Senecio viscosus L. * Bidens tripart. B tenuis DC. Sphagnum squarrosum Pers. *"* b. patulum Ròll. (1) 5.) Valle di Rwbianco (Weissenbach) a m. 1200- 1300. Sempervivum arachnoideum L. * Potentilla argent. b. demissa (Jd.) 6.) Vicino S. Pietro (S. Peter a m. 1300- 1400. Gvpsophila repcn> L. * Semperv. tectorum B alpinum iG. et S.l 2 7.) Da Predoi (Prettau) a Casere (Kasern) m. 1400-1600. Cvstopt. frag. 1). anthriscif. lini. Polygonum Convolvulus L. Sclerantlius animus L. e b. caespit. Nr. Stellarla Alsine Gm. Siler.e rupestris L. ' Saxifraga aspera L. * Potentilla argent. b. demissa i Jd.) * P. anserina L. a. discolor AYr. * Lamium amplexìcaule L. L. album L. Sambucus racemosa L. 8.) Nei pendii a N.-O. di Casere su rocce silicee. 1 1 lungo la strada vicino Lutago a m. 960. : -iti muri lungo la strada. 27 a) Poco sopra l'albergo di Casere a e. 1650 m. Polypodium Phegopteris L. Spergula arvens. I-. a Milg. Bn. s* - * Veronica fruticans Jq. minali. b) A 1900-2000 m. verso Pratobasso. Polipod. vulg. b. rotundatum Md. fin. 1 besium alpinum !.. pumilum m. Bolz. - . * Prenantbes purpurea 1.. Luzula neniorosa E, Mey. Efypochaeris uniflora Vili. 9.) Nei pendii a S.-E. di Casere a) Nelle pinete sottostanti alle miniere di S. Ignazio a 1700- 1S00 ni, Blechnum Spicant \\"li. raro. " (ieraniiun silvaticum L. Kquiset. varieg. Scili, a. caespitos. Dòli. b) Nei pendii erbosi e sassosi da Casere verso Valle Rossa a 1900-2000 in. Alchemilla alpina L. Gentiana calvcina Wt. IO Agosto 11. * Meum Mutellina Gn. c) Nei piani ondulati, acquitrinosi a S.-E. dell'albergo di Ca- sere al di là dell'Aurino a e. 1 600-1950 ni., i seguenti sfagni. Sfi/i. Girgensohnh Russ. - * b. conipachtm Roll. - *** e. den- sum Grav. - ** d. tenellum Roll. - ** e. gracilcsccns Grav. io.) Cima Rossa (Ròth Spitze) m. 3496. a) 11 Dott. Superti Mario di Cremona, l'ii Agosto 1 » j j 4 , ha raccolto per mio conto le seguenti piante. Nel versante O. a 2500 ni. : * Alsine verna B Geranli Wb. Cerastiuni iiiiillorum Tbom. Sazifraga bryoides L. * Sedimi atratum L. * Tri foli um saxatile Ali. Androsace alpina Lam. Liuaria alpina Mill. Xel versante ( ). a 2000 m. : * Gentiana bavarica I.. Nel versante O. a 2700 m. : • Ramine. glaciali* L. Im. nanus m. i Saxifraga stellaris L. b. paiiciflora Egl. S. aizoides L. fm. paiiciflora m. 2 * Sedum atratum L. Veronica alpina L. b. Integri fot. Sch. | Pliyteuma globulariaefol. S. et H. Nel versante O. a 2750 : Gentiana bavarica L. b. rotundifolia (Hpe.) - * Androsace pediincu'ata Clairv. (3) Nel versante E. vicino al Rifugio Giogo lungo (Lenkjochl) a 2700 ni. : '• Artemisia nitida Bert. 11.) Valle del \'cnto (Vind Tal), lungo il sentiero della Cappella di S. Spirito al Rifugio del Giogo lungo. a) A e. 2100 m. (substrato siliceo). Botrychium Lunaria Sw. Cardani, amara b grandifolia Bert. fm. minor m b) A e. 2500 m. substr. e. s.). Ranunculus aduncus G. et G. Achillea mosch. Wf. a. stenorach. Hm. Polyst. I.onchit. Rh. fm. reducta ni. (Bolz. 2). Cystopteris frag. " b dentata Hk. * Sesleria disticha Pers. Eriophorum Scheuchzeri Hpe. Silene acaulis A vulgaris Rb. Gypsophila repens L. Arabia alpina L. e b. nana Bg. Saxifraga aizoides L. Saxifraga aspera L. Dryas octopetala L. * Geum mont. L. b. nanun Gd. * Anthyllis Vuln. B alpestris Rt. " Meum Mutellina Gn. " Thymus Serp. a comm. Bég. b. prae- cox"' (Op.) * Homogyne alpina CI. * Achill. mosch. W. a stenorach. Hm. c) attorno al Rifugio Giogo lungo (Lenkjochl) a e. 2600 m. (substr. e. s.). Lycopodium Selago a. densum iSm.i " Sesleria disticha Ps. Poa alpina L. * P. laxa b. paucifl. Pari. Carex nigra Bell. Limila spadic. Lm. Oxyria digyna HI. " Alsine verna B Gerardi iWb.l 1 fusto (e. 5 cetttitn.) i-floro. 2 fusto (e. 5 centim.) i-paucifloro. J Determ. dal Pampanini. In iD. T. u S. ile indicata soltanto delle seguenti località: Val di Senales in V. Venosta (un sol esemplarci ; Passo di Pisnaga lAda- mello ; M. Montalon in Valsugana. In Friuli è indicato unicamente del Pizzo Collina in Carnia (Gort. i). Allo stato delle nostre cognizioni, la Carnia e le Alpi Aurine sono dunque il limite orientale di questa entità nelle Alpi, mentre il limite occident. è la Val Camonica Fiori 2;i ; a settentr. si estende fino alla Svizzera; manca in Francia FI. de France di Rouv et Foucaud . 29 ' A. biflora Wb. Arenaria biflora E. Si lene excapa Ali. Arabis puniila Jacq. " Cardani, resedif. B integrifol. DC. Ranunculus glacialis b. nanus m. Saxifraga adscendens L. S. moschata W. S. Ai/.oon Jq. A brevifol. Slb. Seniperv. montanini) L. » b. pygmaenm J. et T. Sedimi atratair L. Alcheni. vulg. Aalpestr. b. demissa iBus.l Astragali» alpinns L. * Primula glutinosa Wf. I Androsace alpina I.am. Soldanella pusilla Bmg. * Gentiana havar. b. rotundifol. Hpe). Li nana alpina Mill. * Veron. alpina b. integrif. (Sch.i * Phyteunia globulariaef. S. et II. * Doronicuni grandi!!. Lam. Erigeron uniflorus L. e b. nanum Rk. * Chrysanth. alpinuni L. Artemisia Genipi Wb. b. eriantlia In. 2 Taraxacum alpinum Koch 3 12.) ]'a/!c Rossa (Ruth Tal). a) Attorno alla Malga Rossa di fuori (Auscr Ruth m. 2118} a m. IQ00-2200, in luoghi o rupestri o pratensi (substrato sili- ceo) o torbosi. * Eriophorum Scheuchzeri Hpe. Scirpus caesp. B austrìacus A. et G. Carex echinata Mr. C. pallescens L. C. limosa L. C. Oederi Retz. Juncus trif. L. b. medius Rouy Coelogloss. viride Hm. Cerastium uniflorum Tm. Arabis pumilajq. fm. reducta m. 141 * A. bellidifolia Jq. * Cardamine amara L. a. glaberr. St. * Saxifraga esarata VI. A Villarsii E et J. > B moschata (Wf. Saxifraga bryoides L. Astragalus alpinus E. * Empetrum nigrum L. * Primula minima E. * Gentiana bavarica E. ** Thymus subcitr. Sb. fm. istriac. iBn.t Doronicum grandifl. Eam. ** Sphagnum Schimp. Roll. b. compa- ctum Roll. Sph. robustum Roll. *** b. densum Ròll. » ■» * * * e. flagellatimi R.-.U. 15) » » » *** d. porosum Bott. (6i Sph. Girgensohnii Rùss. ** b. gracc lesccns Or. Sph. compactum DC. * b. capitatimi Roll. e *** e. Bnbquarrosum Wl. b) Attorno alla Malga Rossa di dentro (InnerRòth m. 21^4) a e. 2200-2500 m. (lì I fiori disseccati sono usati in paese come succedaneo del te. 121 nelle morene vicine al Rifugio del Giogo lungo. (3) però a pappo bianco iconfr. Fiori 1). (4) fusto ridotto a e. 2-4 centim., subscaposo, circa 3-floro, rupi a 2150 ni. ; noto in Italia soltanto della Toscana (Bott. . ^61 noto in Italia soltanto di Viozene in prov. di Cuneo iBott. . 3« . L. b. Rndolphtana li (idilli ICllt.ltls I.. I \V. rt K. " Gnaphal. supinuin L. b. fuscum iScp.) » " e. acaule Sii. Artemisia Genipi Wb. b. erianlha iTn.) i i.) /hi Court im. 1560) alla Forc. del Picco (Birnliicke) m . : ' a) Da Casere alla Caserma di Finanza della Fante della Roc- \ albergo Trinkenstein) a m. 1566-1643. 1. vnlg. !.. ' b. rctuiitl.itum Mil. Asplftiium Txicbom. L. " A. leptentrionalc Hf. ' Selaginella selaginoides Lk. Carex Oetleri Retz. ria digyna HI. " Juncus bufonius L. ' Silene rupestri» L. * S. ex«.capa Ali. 2 Arabi- alpina I.. 2 Saxifraga aizoide- I.. * S. supera L. b) Dalla Caserma di Finanza di Trikenstein alla Malga della Svolta (m. 1644-1847). )d. vulg. L, * b. rotundatum Md. " A-plenium viride Hmls. 5 " A. septentrionale Hoff. Saxifr. aspen L. * Trifolium badium Schb. m. 1800. Attorno Malga di Lana (m. 1983) da m. 1900 a 2200 Polystichum Lonch. Roth Equisetun» arvense L. ' I.vcopodium Selago L. a. densum Lm.) rioph. Scheuchzeri Hpe. * Polygnnum viviparum L. ' Sagina saginoides D. Torre A typ. Galeopsis intermedia Vili. Sambucus racemosa L. Epilobium alpinum L. Gnaphalium silvat. L. " Cirsium heteroph. Ali. a incisum DC. Sphagnum ( 3 1 Sph. Girgens. Russ. " b. compactum Riill. Sph. "* e. tenellum Roll. » " d. flagellare Schl. Sph. teres Aong. b. elegans Ròll. fm. viri de R6II e fm. laxum R5II 4 Geranium silvaticum L. Veronica fruticans ijq-l Ajuga pyramidalis L. Bellidiastrum Michelii Cass. Silene rupestris L. Arabis alpina L. ** Cardam. resedif. L. b. platyph. R. et S. e * e. nana Schulz. Hutchinsia alp. R. Br. B brevic. (Hpei. * Ranunculus aconitifol. L. 1 nella morena frontale della Vedretta Rossa a 2400-2500 m. 2 sul greto dell'Aurino a e. 1630 ni. irgine della strada poco più sotto dell' Alb. Trinkenstein a 1625 ni. 4 insieme a Dicranclla squarrosa Schimp. b, intermi.xtum. 1800 m. subentra -AVA. Trichomanes. Saxifr. bryoides L. S. Aizoon Jq. B recta I.p. * Sedimi animimi L. * Geum niontanuni L. Potentina Sibbaldi Hall. f. Trifolium prat. L. B nivale Sith. . * T. repens L. B pallescens Schm.i ' lieum Mutcllina Gtn. Callitriche sp. Rhododendron ferrugineum L. Primula minima L. * Gentiana nivalis L. 31 Veronica Beccabunga L. * V. bellidioides L. ' Thymus Serp. L. A comm. B praecox < (p. . rbymus Serp. B subcitratus Sh.) a. ge- nuinus Bég. ' Phyteuma hemisphaer. L. Bellidiastram Micheln Cs. * Solidago alpestris W. et K. * Achill. niosch. Wf. a. stenorach. Hm. * Gnaphalium sapin. L. b. fuscuni Sp. e e. acaule Sl>. . d) Attorno al Rifugio Forc. del Picco (Birnluckenhùtte m. !4jo) a 2300 2500 m. e. * Carex nigra Bell. * Salix herbacea L. Arenaria biflora L. Cerastium unitlorum Tm. Silene acaulis L. A vulg. Rchb. * Cardam. resedif L. B integrif. DC. * Ramine, glacialis L. e b. roseus 1 Heg. 1 Saxitraga adscendens L. Potentilla Sibbaldi Hall. f. Alchemilla alpestris Schm.a. demissa iBus.) * Alchem. alpestris b. obtusa (Bus. 1 Epilob. alpinum L. b. tenellum Ferina * Veronica alpina L. a. glabra Bég. e b. integrifolia (Sch.) Erigeron uniflorus L. e b. nanus Rikli Alchem. mosch. Wf. a. stenorach. Hm . * Gnaphalium supinum L. e. acaule iSb.) Cerastium strictum L. e) Attorno alla Forcella del Picco (m. 2671) e m. 2600-2700). Alsine sedoides Kitt. Cardani, resedif. L. B integrifol. DC. ' Ranunc. glacialis L. b. nanus m. Saxifraga moschata Wf. S. stellaris Engl. b. pauciflora Egl. S. nizoides L. (m. pauciflora m. * Sedum annuum L. Androsace alpina Lam. * Gentiana bavar. L. b. rotundif. (Hpe.i Veronica alpina L. a. glabra Bég. * Phyteuma pauciflor.im L. * Ph. globulariaefol. S. et H. * (ìnaphal. supinum L. e. acaule Sb. 14.) Vetta d'Italia (Glockenkaarkofel), m. 2qt4 nel ver- sante dell'Aurino, graniti, gneis ed altre rocce silicate. a) Dal Trinkenstein alla C. dei Tauri ( Tauern A. 2024) a 1700-2050 ni. e. li dai 2500 m. in su. bum Lonchil K< »t h l.. • • h. orophila Briq. • rhesium pjrrenaicun Poarr. ibalua W !'. I> laiif. l .- !.. .1. rulg, DC. |.|. A l>r--\ Ifoli i Stb. Potentilla erecta Hmp. 1». minor Goir. 1*. grandiflora I.. a i<>oo m. ' I'. aurea !.. Alchem. alpestr. Scimi, b. pratens. Schm.) A. alpina L. In Dalla C. dei lauri verso il Rif. Vetta d'Italia (Neu-Gers- dorferhQlte) a m, 2000-2400. S ' !.. \- irta bi flora L. Cerastium Schl. : f. 1>. platypbilla R. Rjuraoculiu aconitifolioa L. S tifraga i . 1 x « . ì « I • > L. ;>er\. mont. I). pygmaeum J. et T. Epilob. mont. ' ' b. tenellum Feri- Primula glutinosa \\f. Veronica bellidioides L. Ruphrasia minima Jq. a. Sohleicb. \\ t. Pbvteuma hemisphaer. L. I [omogyne alpina Cs. Gnaphalium lloppeanum Kr eli c) Vicinanze del Rif. Vetta d'Italia (m. 2600 e.) a m. 2500- Antho\anth. odor. I.. ' ' 1>. montanuin A Phleum commutatimi Gd. ri.i djaticha Pera, tip. !.. * b. minor Hpe. » " fm. vivipara B badensis Hk. Junc. trifidua L. a. raginatns Nr. Lumia spadicea l.am. » fm. expanso m. 2 . lerpyUifoUum Soop. AUine biflora Wb. :ium nnillorum Ini. Cardani, resedif. L. B integrif. DC. pygmaea Ila». S. stellari', !.. b. paucitlora Engl. S. bryoides L. Sedimi annullili L. Epilobium alsinaefol. DC. Meiim Mutellina Gn. * Empetrum nigrum L. * Soldanella pusilla L. Gent. bavàr. L. b. rotundif. iHpe.) Veronica alp. L. b. integrifol. Sch.) * Bartsia alpina L. Fhyteuma globulariaef. S. et H. Doronicum grandiflorum l.am. * * Chrysanthem. minimum DC ? Achill. mosch. YVf. a. stenorach. Hm. Gnaphal. supinum L. e. acaule (Sb.) Cirsium spinosiss. Sp. Taraxacum officinale Wb. A typ. Noti ho esplorato la parte più elevata, al di sopra dei 2700 m. in gran parte coperta di neve. 1 In Vaccarì, FI. Vandòt. ■■•ni inferiori dell'untala assai lunghi e patenti o riflessi. CHIOVENDA E. - ENTORNO AI. GENERE UYMENOSI- CYOS CHIOV. [CUCURBITACEAE). Nel soggiorno che io feci a Gondar (Àbissinia settentrionale) dal 17 luglio al 2- novembre 1909 ebbi occasione di osservare assai comune nella fitta b «scaglia tanto <\iratteristica, che rico- pri' i ruderi di quella città lasciativi dalla distruzione che ne fe- cero i Dervisci quando invasero parte dell'Abissinia e anche del- l'Eritrea, una cucurbitacea scadente, esile, con radice annua. I<> potei seguirla nel suo sviluppo con tutto agio, poiché la vidi quando arrivai in Gondar senza fiori, vidi comparire prima i fio- ri .staminiferi e poi quelli pistilliferi, e circa la metà di agosto potei notare i primi frutti maturi. Questi si imponevano alla no- stra attenzione; perchè passando attraverso a quelle boscaglie, al minimo urto schizzavano con estrema facilità il liquido di cui erano pieni e i semi, con un piccolo colpo secco assai caratteri- stico. Questo schizzo generalmente era diretto in alto p^icli so si determinava in corrispondenza di una fessura aprente- si alla base dell t cassula rivolta verso terra, presso il punto d'inserzione di essa sul pedicello. Avendo potuto studiare la pian- ta con tutto agio sul fresco, potei prenderne una quantità di ap- punti e di disegni per i (pi di venni fin da allora nella persuasio- ne di trovarmi in presenza di un genere differente da quelli in- dicati nel noto prontuario della Flora Africana di Franz Thon- ner (ij che tenevo con me quale utilissimo vademecum. Ritornato in Patria facendo lo studio delle raccolte potei stabilire con si- curezza, mercè materiali di confronto, che si trattava della Gucu- mis meni) ani/olia I Ionie, t. della (piale i fiori non erano descritti COn abbondanza di particolari e Chiare/Zza forse a causa di scar- sità dei materiali ; e mi persuasi vieppiù a tenerlo separato dal gen. Cucumis e da tutti gli .diri noti per varii caratteri ; anzi per antere diritte e semplici ascrivevo il genere piuttosto che alla tri- i In iNNKR I-\, Die Blùtenpfianzen Afrikas. Berlin K Fricdlinder ui Nachtràge inni Veròessenmgen, 1913, 34 bù delle Cucumerinae con antere flessuose, a quella delle Melothrii- he per hi forma delle antere ben vi corrispondeva, come me ne faceva tede il confronto fatto pure sul fresco coi fiori della Melotrhia tomentosa, I caratteri sui quali distinsi il mio genere da quelli delle Me- lothrAinae sono specialmente : lo stimma massiccio ovato, irregolar- mente mammellonato ; i fiori pistilliferi con staminodi conformati in maniera da non distinguersi dagli stami perfetti dei fiori sta- miniferi, contenendo anche il polline, il quale però era differen- te da quello contenuto in questi ultimi stami, per essere i loro granuli alquanto più piccoli ; la deiscenza particolare basale con esplosione e lancio del contenuto. Fig. i.) Fiore pistillifero intiero; 2) Fiore pistillifero sezionato; 3) stimma; 4) Fiore staminifero intiero ; 51 Fiore staminifero sezionato ; 6> stame diteco visto di fron- te ; 7 1 stame diteco visto di fianco ; 8) stame monoteco visto di fronte ; 9) granello di polline dei fiori staminiferi; 1 0 1 Tubercoli del frutto maturo; 11) seme; 121 frutto maturo sezionato trasversalmente. Questo genere recentissimamente è stato accettato anche dal prof. Harms del Museo botanico di Dahlem (Berlino) nella ela- borazione che egli ha fatto per il Pflanzenreich (Heft. 88 [ IV. 275. II] pag. 157). Senonchè il prof. Harms ha ritenuto di am- pliare il genere da me proposto includendovi alcune specie, che invece io, pur rispettando al massimo grado l'opinione del- 35 l'esimio botanico berlinesi-, sarei d'avviso che non vi possano stare. Premetto che di tutte le specie indicate dal prof, llarmsnon ne ho veduto alcuna ; ma ciò ritengo non abbia per il caso presente grande importanza, avendo per alcune le descrizioni e le figure. In primo luogo vi unisce e anzi ne fa un sinonimo dell'//. membranifolius (Hook f.) Chiov. addiritura, YOreosyce parvi/olia Cogn. (il quale era stato in precedenza dal Cogniaux stesso in erbario determinato col nome erroneo di Cucumis subsericeus Hook f.) del Chilimangiaro. Di questa pianta ce ne dà la figura a pag. 137 fig. 14. Y-C e da questa figura e dalla descrizione data dal Cogniaux è certamente una pianta ben diversa dalla mia. gli stimmi trifìdi coi lobi pianeggianti e bilobi non hanno nulla a che vedere con quelli dell'//, membranifolius e anche il frutto è diverso; il frutto dell' Himenosicyos mio è coperto da aculei mol- li lineari acuti quasi regolari coperti di piccoli peli bianchi e di setole nere ; nella pianta del Chilimangiaro sono invece assai ir- regolari e ottusi all'apice. L' Oreosyce parvi felici Cogn. perciò non solo non è sinonimo dellY/rw. membranifolius ma non può lai- parte del genere quale io lo considero. UH. parviflorus (Cogn.) llarms è pure disegnato a pag. 22^ tìg. 26. G-L ed anche questo a mio parere non può far parte del nostro genere per lo stimma tripartito. Per le altre specie //. subsericeus (Hook f.) llarms, //. Beguaer- tii (De Wild.) llarms, //. villosus (Cogn.) llarms, //. triangularis (Cogn.) llarms, Oreosyce Keller i Cogn., O. aspera Cogn. e Cucu- mis Cecìlii X. E. Br. non posso pronunciarmi mancando le descri- zioni di indicazioni utili. Io propendo per il momento perciò a ritenere il gen. Hymenosìcyos monotipico, e a riferire forse tutte le altre specie al gen. Oreosyce. 36 PAMPANINI R. — CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DELLA FLORA DEL CARACORÙM (ASIA CENTRALE), I. Nel SUO rapido viaggio dall'India al Turkestan, dal princi- pio di giugno alla mota di agosto del 1898, il Colonello di Sta- to Maggiore russo V. Novitzky raccolse qua e là anche delle piante, le quali non sono state ancora illustrate. Esse si trova- no nell'Erbario del Giardino Botanico Principale di Leningrado, dal quale ebbi in esame quelle della regione del Caracorùm che m'interessavano. Il Novitzky entrò nel Caracorùm passando l'Indo a Calatzè il iq giugno, e ne uscì il \z luglio da Sciaidulla seguendo la via più breve che da Le, per il Cardòng-la e la Valle del Nu- òra, superando il valico (alt. S574 m.) del Caracorùm conduce a Jàrcand ed a Cashgar. Nella relazione del suo viaggio (i), parlando della Valle del Nubra, Ipag. 113) rileva la grande povertà della flora erbacea e cita 27 piante da lui osservatevi ; e più avanti enumera quelle — 25 in tutto — che incontrò sull'« altipiano » del Caracorùm. In queste regioni più elevate, le vegetazione — osserva — è caratterizzata da una povertà estrema, ed è ridotta a sole piante erbacee di piccole dimensioni radunate in piccoli praticelli sparsi qua e là nel deserto pietroso (p. 144 e 145). Egli cita parecchie di queste piante con determinazioni in- certe; e la maggior parte, poi, non corrisponde agli esemplari da lui raccolti, i quali, come dissi, figurano ancora tutti inde- terminati. In questa piccola collezione, ancora inedita, le piante della valle
  • <■ l'Inde <> In Fergana . Mém. Soc. Imp. Russe de Géog sect. Géogr. gén., voi. XXXVIII. n. 1. St. Pétersbourg, 1903). 37 valle floristicamente quasi del tutto sconosciuta, come in gene- rale tutto il versante settentrionale della Catena. Nell'insieme mi risultano nuove per la Catena del Caracorùm : Pituranthus Thomsoni Sisymbrium irio Thermopsis inflitta \'icia narbonensis Adelocaryum anchusoides Alhagi maurorum Artemisia Campbellii Bromus oxycdo» Dianthus anatolicus ed inoltre Oirsium arvense Scop. var. horridum Wimm. et Grahb. forma minor ni. Differì a forma 'genuina varieiatis capitulis minoribus, sub antitesi vix i ' , longis, brade is exterioribus spina longiori armatis. 19 giugno — Valle dell'Indo, fra Calatzè e Le: Inula obtusifolia A. Kern. 25 giugno — Cardòng-la, vers. mer., alt. 3650-4875 m. : Biebcrsteinia odora Steph. ■Cicer songaricum Steph. LJndelophiq angastifolìa [Sckrenk Brand Nepeta longibracteata Benih, Pituranthus Thomsoni C. B. Clarice Stachys tibetica Vatke giugno — ■ Valle N ubra, alt. 3650 m. Perowskia atriplicifolia Benih. Ribes orientale Z. Artemisia laciniata ìl'illJ. Inula obtusifolia A. Kern. Myricaria elegans Royle 1 luglio — Valle Nubra, dal Cardòng-la al Passo « Lasket » : Alhagi maurorum Desv. I.ycium ruthenicum Murr. Elaeagnus hortensis Af. Bieb. l'.irrya exscapa C. A. Afey. Haloxylon Thomsoni Bge. Physochlaina praealta Hook. f. var. gracillima Hook. f. Solanum nigrum L. 2 luglio — Valle Sciàiok presso « Sani > (Samùr), alt. 3650111.: Artemisia Campbellii Hook.f.etThoms.'i) i) bientba silvestris L. HippophaC rhamnoides L. var. Royleana Benih. Hook. f. Medicago falcata L. (l) Questo esemplare è molto incompleto e pertanto la sua identificazione mi ù incerta. 38 3 luglio — Da Murgo al Sassìr-la, alt. 4725 m. : Allium blandum Wall. Passo « Lasket » e Valle « Margistam » (Mur- 4 luglio gistàng): (1) Arnebia Thomsoni C, B. Ciarde Cicer songaricum Stcph. Cirsium arvense Scop. var. horridum Wimm. et Grahb. f. minor Pamp. Dracocephalum heterophyllum Benth. Erigeron andryaloides Benth. Nepeta discolor Royle Physochlaina praealta Hook f. 5 luglio 5330 m. : Dal Sassìr-la al valico del Caracorùm, alt. 4570- Oxytropis micropylla DC. Thermopsis infiala Camb. 7 luglio — Dal Sassìr-la al Passo Sughet, al. 4265-5180111. Alyssum canescens DC. Parrya exscapa C. A. Mey. Tanacetum tibeticum Hook. f. et Thoms. luglio — Valle Sughet, alt. 4115-4570 m. Adelocaryum anchusoides [Lindi.) Brand Agropyrum longearistatum Boiss. Astragalus adesmiaefolius Benth. — densiflorus Kar. et Kir. Broraus oxyodon Schrenk Convolvulus arvensis L. Dianthus anatolicus Boiss. Echinospermum Redowskii Lehm. Euphorbia tibetica Boiss. Lepyrodiclis holosteoides Benzi Medicago falcata L. Populus balsamifera L. Potentilla Salesoviana Steph. Prangos pabularia Lindi. Ranunculus trichophyllus Claiw. Ribes orientale L. Rumex orientalis Bernh. (?) (2) Silene Moorcroftiana Wall. — venosa (Gilib.) Aschers. Sisymbrium irio L. Vaccaria pyramidata Medik. Vicia narbonensis L. II. Nella Spedizione De Filippi al Caracorùm (19 13-19 14), oltre al Prof. G. Dainelli ed al Prof. O. Marinelli, anche il Maggio- re C. Antilli — allora Tenente — raccolse alcune decine di pian- te, le quali, come quelle dei Prof. Dainelli e Marinelli, si tro- vano nell'Erbario Centrale di Firenze. 1 Sulle etichette delle piante questa località è indicata col nome di « gola del fiume Bamastan ». : L 'esemplare è in fiore e quindi la sua identificazione mi è incerta. 39 L'illustrazione della raccolta Dai ne Ili-Marinelli figurerà in uno dei prossimi volumi della Relazione sui risultati scientifici della Spedizioni' ; qui enumero le piante raccolte dall'Antilli. Esse provengono dalle regioni più elevate della Catena : la valle del Cipciàk ed il fianco destro e quello sinistro del Ghiacciaio Rimu. Sono 44, delle quali non figurano nella raccolta Dainelli-Ma- rinelli : Leontopodium alpinum var. subalpi- num Polygonum cognatum Potentilla gelida vor. genuina f. pilosior Saussurea sorocephala var. glabrata Saxifraga Hirculus var. alpina Sedum crenulatum Thermopsis inflata Valle del Cipciàk: Dèpsang, alt. 50005360 m. : Androsace akbaitalensis Derganc Arenaria polytrichoides var. perlevis Wil- liams Astragalus Arnoldi Hemsl. et Pears. — Thomsonianus Benth. Carex melanantha var. Moorcroftii (Fak. i Kitkenth. Cerastium trigynum Vili. Dracocephalum heterophyllum Benth. Ephedra Gerardiana Wall. Eurotia ceratoides [L] C. A. Mey. Gentiana falcata lurcz. Hedinia tibetica [Thoms.) OstenfelJ Lagotis decumbens Rupr. Leontopodium alpinum var. subalpinum I.tdeb. Melandrium apetalum Fenzl Oxytropis De-Filippii Pamp. — proboscidea Bge. Parrya exscapa C. A. Mey. Poa pratensis var. alpigena Blytt Polygonum cognatum Meissn. Potentilla fruticosa var. vulgaris f. pro- strata Th. Wolf — gelida var. genuina f. pilosior (C. A. Mey.) Th. Wolf — multifida var. angustifolia Lehm. — sericea L. _ _ /. alpina Th. Wolf Primula sibirica Jacq. Saussurea Schultzii var. nana Pamp. Taraxacum leucanthum Ledeb. Waldlieimia tridactvlites Kar. et Kir. Ghiacciaie! Rimu, fianco destro, alt. 5200-5400 m. Aster tibeticus Hook f. Cheirantus himalayensis Carni/. Lloydia serotina Rchb. Xepeta longibracteata Pentii. Saussurea sorocephala Hook./, et Thoms. Saxifraga Hirculus var. alpina Engl. Sedum crenulatum Hook. f. et Thoms. 40 Ghiacciaio Rimu, fianco sinistro, alt. 5200-5400 m. Mvricaria prostrata Hook. f. et Thoms. Polygoaum pamiricuui h'orsh. Oxytropia lapponica var. Jacquemontia- Saussurea glaaduligera Sch.'Bip. oa Benth. Therraopsis inflata Camb. III. Nel 1915, in seguito all'esame della collezione Dainelli-Mari- nelli, pubblicai le entità che mi risultavano nuove (1); ora mi risultano tali anche : Agropyrum Jacquemontii Hook. 1. var. pubescens Pamp., var. n. -- Differf a typo foliis acuminali* et puèescentiòus. Hab. — Valle sup. dello Sciàiok: presso il « Campo del Pic- colo Cumdàn », alt. 4930 m., 15 luglio 1914 (leg. Dainelli e Ma- rinelli). Braya foliosa Pamp., sp. n. — B. tibeticae Hook./, et Thoms. a/finis, sed undique glaberrima caulibus debilioribus et omnibus fo- liosis (foliis 2-4). Fructus non vidi. Hab. — Valle sup. dello Sciàiok: presso il «Campo del Guado», alt. 4830 m., 12. VII. 1914 (leg. Dainelli e. Marinelli). Inoltra, trovai nell'Erbario Webb : Tanacetum Senecionis J. Gay var. nuda C. B. Clarke in sched. 1876 (Herb. Webb) — Differì a typo caulibus simplici- bus et parce foliosis. Hab. — Caracorùm, alt. 12000 ped . 7 aug. .1876 (leg. C. B. Clarke, n. 30 160). 1 PAKPANXNI R., Nuove piante del Karakorum | Bull. Soc. bot. it., 1915, p. 28 . Dott. Alberto ChIAKUOI Redattore - capo responsabile — Forlì, Tip. Valbonesi 41 SEZIONE LOMBARDA (M I LANO) Adunanza 24 Gennaio 1926 La seduti è aperta alle ore io, presenti Abbado, Brizi, De Marchi M., Fenaroli, M.t/zucchelli e Traversò anche per Allegri. Arnaudi e Carbone. Presiede il Prof. Traverso. Il Presidente informi circa l'attività svolta dalla Sezione dopo l'ultima seduta del Luglio scorso e giustifica la ritardata convocazione a causa dell'ingente lavoro di pre- parazione per la pubblicazione della Iconografia MycologictL Bresadoliana di cui da ampia relazione presentando le bozze definitive delle tavole e delle diagnosi, nonché quelle delle circolari di propaganda. Dopo esauriente discussione, alla quale prendono parte tutti i presenti, le bozze vengono approvate. Su proposta del Presidente viene pure approvato por acclamazione un voto di plau- so ai soci M. De Marchi e P. Rossi che hanno già versato cospicui contributi per fronteggiare le spese iniziali. Il presidente propone per le sedute del corrente anno il seguente diario : Gennaio 24; Marzo 14; Maggio 16; Luglio 4; Novembre 21 : che viene apDrovato. Comu- nica quindi la notizia che l'Istituto Sperimentale di Elettrogenetica in Belgiraie ha bandito per il 1920 tre concorsi a premio, di L. 2500 ciascuno per lavori originali >ui seguenti temi : 1 Sulla embriogenesi abortiva nella ibridazione delle Angiosperme : 2 Sulla genesi dei falsi ibridi nelle F \ dimorfe prodotte da ina or/o fra stirpi pure ; 3 Sulla doppia fecondazione e sulla formazione dell'albume nelf ibridazione interspe- cifica delle Graminacee agrarie. Esaurito l'o. d. g., la seduta è tolta alle ore 11,30. // Segretario II Presidente L. FENAROLI G. B. TRAVERSO SEDE DI FIRENZE 51 DE CENTRALE) Adunanza del 13 Febbraio 1926. Presiede il Presidente N . PASSERINI. Aperta la seduta sono proclam iti a nuovi soci : Dott. PiKkn (iiaj Levila., di Turiti.» Sig. LlBERTADE N'AMI Kl<< ».\ l, di Milano 4- Imli il Segretario Pampanini espone la itoria della Gentiana verna »ar. vexans Massai, mostrando che questo nome, adottato dal Prof A. Fiori nella sua « Nuova Analitica d'Italia » in corv> di pubblicazionea non è valido. Difatti questa bella varietà, confusa da Tenore e da altri con specie e varietà di- , prima che il prof. !.. Vaccari ne facesse oggetto di uno studio particolare era stata riconosciuta solo da Porta e Rigo, i quali l'avevano distinta — in schedis — col nome di var. calcarea. Ma il Vaccari nel suo lavoro sulle forme della G '. verna valendosi dell'art. 37 del Codice di Vienna '19051, secondo il quale il nome non era valido essendo in schedis ed anche nudum, le attribuì il nome di var. J'enoreana. Il lavoro del Vaccari, uscì nel fascicolo di ottobre del Nuovo Giornale bot. it. » del l'i 17 1 . Ma intanto il Prof. C. Massalongo, illustrando le raccolte botaniche fatte dallTng. G. B. Biadego sul M. Vettore nel 1916 aveva descritto nel fascicolo di go- sto di sv Madonna Verona» >il Bullettino del Museo Civico di Verona) questa Gentiana dandole il nome di G. verna forma vexans 2 . Ora, nell'opera del Fritsch « Neue Beitràge zur Flora der Balkanhalbinsel », il Ronniger, il quale elaborò le Gentianaceae, descrisse dettagliatamente la Gentiana in questione su esemplari della Maiella, che col nome di magellensis, gli aveva comuni- cato il Prof. L. Vaccari. Il Ronniger pubblicò la pianta nel 1916 conservandole il nome attribuitole dal Vaccari : G. verna forma magellensi<; Vaccari in herb. Ronn. 3 Questo nome ha quindi la priorità su quello datole dal Massalongo. Ma volendo considerare questa Gentiana non semplice forma bensì varietà della G. verna, come — e, credo, giustamente — fecero Parlatore ed altri, Porta e Rigo, Vaccari 1917 , Massalongo, ed anche tiori, come dissi, nella sua * Nuova Flora Analitica d'Italia », poiché dal lavoro del Ronniger non risulta quale grado gerarchi- co il Vaccari avesse attribuito in schedis alla sua magellensis — se di specie, sotto- specie, varietà o sottovarietà — , stando al testo, il nome della pianta va modificato : G. verna var. magellensis L. Vaccari sec. Ronn. Pamp., comb. n. Syn. — Gentiana imbricata Ten., non Froel, nec al 1824 . — verna Auct. ital. p. p., sec. L. Vacc. 1917 . — Favtati Soltokovic p. p. 10011; Schroter p. p. 1908 , non Rittener sec. L. Vacc. 1917 . — brachyphylla var. rotundifoìia Pari, nec non Groves in sched., sec. L. Vacc. ni: . — bavarica Pari. p. p. in sched., sec. L. Vacc. 1017 . 1 — VACCAKI L., Note su atei/ne forme di Genziana del gruppo verna Z. ■ ) Giornale bot. it., n. s., voi. XXIX, 1917, p. 2131 cfr. p. 22^ . 2 MASSALONGO C, Manipolo quinto di piante raccolte da un veronese nel- l'Appennino centrale ecc. Madonna Verona, a. XI, 1 9 1 7 , p. 63 Icfr. p. 73 . 3 — R.ONN1GRR K., Gentianaceae in Fritsch K., Xeue Beitràge sur Flora der Balkanhalbinsel ecc. iMitteil. Naturwiss. Ver Steierm., Jahrg. 1915, Bd. 52. — Graz,. [916 . 4 3- — — var. rotundifolia Pari, nec non al. in sched., sec. L. Vacc. (1917I.. — rotundifolia var. calcarea Porta et Rigo in sched. sec. L. Vacc. i : ed il suo erbario, attualmente conservato dai figli, contiene certamente numerosi do- cumenti inediti, avendo il Negri erborizzato a lungo, oltre che nel nativo Monferrato, in parecchie valli delle Alpi occidentali, e mantenuti attivi scambi cogli altri lloristi pie- montesi. Lanciò anzi inedito un catalogo della flora del Moncenisio, e lo Stoppani, nel « Bel Paese ;->, pubblicò di lui un elenco delle specie crescenti nell'alta Valle del Toce. L'importanza delle collezioni lasciate da lui richiama del resto il pensiero a quell'Er- bario Pedemontano dell'istituto Botanico di Torino, nel epiale sono andati successiva- mente fondendosi tanti erbari privati di benemeriti raccoglitori, da Terraneo in poi, offrendo cosi agli studiosi delle flore piemontesi, la più grande raccolta regionale che il nostro paese possieda. Poi viene presentata la nota seguente : SAVELLI R. — ULTERIORI NOTIZIE SULLA PRETESA EFFICACIA DEL POLLINE DI VERBASCUM COME e CATALIZZATORE FECONDATIVO ». Sotto il titolo suggestivo Catalizzatori o stimolanti fecon- dativi e mutamenti in Nicoziane (i), ./. Splendore annunziò nel 1915 una serie di ricerche il cui principal risultato era che L'intervento di polline estraneo su date pi, iute provoca nella loro 1 Bollettino tecnico della coltiva/ione ilei tabacchi - Scafali - X. 1-2, [915, estratto di pp. 31, con 27 tavole. 44 discendenza mutazioni attcstate da figli che sono bensì variati ri- spetto alla madre, ma non ritengono tuttavia alcuna traccia dei caratteri paterni nò li rivelano in successive riproduzioni ; sono dunque, secondo Splendore y t ibridi negativi » da contrapporsi a quelli comuni o < positivi » i quali mostrano chiara negli attri- buti somatici l'origine difiletica. 11 fenomeno veniva designato da Splendore come « catalizzazione fecondativa » . E qui bisogna tagliar corto con qualsiasi possibile interpre- tazione equivoca. I dati di Splendore si debbono discutere secon- do il suo pensiero genuino dal quale esula completamente l'idea che il polline ecciti apomissìa, di cui Splendore non fa cenno. Del resto, per uno stimolante dell'apomissia non si potrebbe parlare di catalizzazione fecondativa » senza rasentare una contraddi- zioni- in termini. (ili zoologi, procacciando unioni di uova e spermi di specie lontane, le hanno viste favorite dalla presenza di certe sostanze in data concentrazione ; e per queste sostanze potrebbe forse passare, in un certo senso, l'espressione di « catalizzatori fecon- dativi ; ma chi confondesse queste cose col concetto di Splen- dore avrebbe tutta l'aria di volerlo circondare di una spe- cie di nebbia artificiale per togliere la possibilità di precisar- ne i contorni. Così pure fu prospettata l'idea che sostanze oligo- - dinamiche presenti nel succo stimmatico possano favorire unio- ni ibride ; ma la « catalizzazione » di Splendore non è un'azione che si eserciti sul polline, è invece una azione che viene esercitata dal polline ; e non è uno stimolo alla fecondazione, bensì una con- seguenza della fecondazione. I « catalizzatori » di Splendore non pos- sono perciò neanche confondersi con gli ormoni pollinici che e- sercitano i loro influssi prima della fecondazione e indipenden- temente tanto da potersene fare estratti efficaci. Il concetto di Splendore sussiste soltanto in quanto l'agente della catalizz azione" possa riconoscersi, non dico nel polline, ffià addirittura nei gameti medesimi che il polline contiene ; ed il gamete vien detto catalizzatore non in quanto si supponga che -agisca ' di presenza » (nel qual caso l'attributo di fecondativo 4^ sarebbe un non senso), ma perchè nel risultato finale non rimane di esso traccia sensibile : vale a dire eh" nella costituzione del prodotto, almeno per quanto viene rivelato dai caratteri somatici della discendenza, non sono riconoscibili gli attributi ereditari propri del gamete catalizzante. Dunque verrebbe operut;i una reale fecondazione ; ma, i caratteri dell'impollinante restando come sommersi e totalmente riassorbiti in quelli della matrice, niente tradisce all'esterno (né in F, né in I\, e seguenti) una tale an fimissi. Tutto ciò non è detto nella memoria di Splendore, ma risul- ta agevolmente dalla comparazione delle singole esperienze e dei commenti che le accompagnano. Ed allora io debbo far nota- re che — a parte il diverso materiale usato — per quel che ri- guarda il contenuto generale dei risultati, la < catalizzazione fe- condativa » di Splendore coincide pienamente con la « ibridazio- ne senza incrocio » del Millardet; solo che gli « ibridi negativi » di Splendore riproducono più spesso la matrice, come era stato visto anche prima del Millardet, il quale invece fece progredire la questione scoprendo il caso simmetrico della riproduzione della forma paterna, fatto di un'importanza che il Millardet mette in chiara luce. Ed io voglio sottolineare che, anche limitando l'esame alla prima memoria del Millardet sulle fragole (i), vi si trovano descritte le variazioni dei « falsi ibridi > a confronto delle forme di partenza. Dipende dal punto di vista personale, e dall'epoca tanto più recente delle ricerche, se Splendore ha creduto di por- re in primo piano questo fatto della variazione (su cui il Mil- lardet non sosta a lungo), e se ha creduto attribuirgli il recen- te termine di « mutazione ». Tuttavia importantissimo senza dubbio sarebbe stato questo richiamo sulla possibilità di un fattore di mutazione agente per una via tanto naturale come l'impollinazione eterogenea. Discu- tere la eventuale base scientifica di questi concetti, e qua! par- (i) A. Mii.i.akdkt - Note sur l'bybridatiop sans croisement ou busse hybrida- tion - Mémoires de la Soeiété des Sciences pbysiques et nuturelles de Bordeaux - 4° strie. T. IV, 1894, P- 347-372- 46 te di essi rimanga oggi accettabile, è compito che mi riservo in altra occasione ; qui voglio ricercare soltanto se esista il ne- cessario fondamento empirico per una parte dei dati di Splendo- re, e scelgo precis unente l'esempio più tipico : l'incrocio Altotia- na Tabacum L. /> X Verbascum Pklomoìdes L. rf. È questo il ca- so più tipico perchè le due specie genitrici essendo tassonomi- camente le più lontane fra tutte quelle usate da Splendore la «ca- talizzazione » vi si mostra da sola (cioè non mescolata con ibri- d i/i Mii positive »)e perchè le caratteristiche del fenomeno vi si riscontrano tutte insieme . operanti in maniera evidente e po- tente, attestata da mutazioni di cui fa parte un intenso rinvigo- rimento delle piante prodotte in confronto della matrice. Splendo- re stesso, del resto, dichiara meritevole di rilievo il fatto che tra molte piante di generi diversi dalle Nicotianae utilizzate per tent uivi d'incroci, il Verbasco sia riuscito, relativamente, il più efficace stimolante fecondativo, determinando, nei derivati, accen- tuati mutamenti ». II — Appunto a tal proposito io pubblicavo, sei anni fa, in questo medesimo Bullettino (i) una nota nella quale dicevo : Mai le forme N. Tabacum mi han prodotto seme con polline di Verbascum » e nei riguardi di tutto il genere Nicotiana rifiutavo l'idea • di Splendore che i semi eventualmente ottenibili dopo impollina- zione con Verbascum potessero provenire da fecondazione per par- te di questo : non mi ripeto, e per l'inquadramento dei nuovi ri- sultati rimando il lettore a quella mia nota. Ma, ad onta della mia espressa opinione, mi accadde di leg- gere poco dopo, negli scritti del Lopriore, che le catalizzazioni dei tabacchi avevano già assunto importanza industriale (2), e mi tornò a mente quella frase che un nostro appasionato divulgato- re di studi genetici citava da Goethe : « La vera pietra di para- 1 Apomissia ed ibridazioni difficili in Nicotiann. 1920 - N. 4-9, p. 22-30. 2 LoPRlORB - • Genetica sperimentale» in « Moltiplicazione delle piante » - To- rino - U. T. IO. T. 1920 - p. 226-227; « Teratologia sperimentale» p. 17-19 in «Rivista di Biologia», Roma - 1921 ; e vedasi anche la recensione comparsa in ■<■ Le Stazioni sperimentali agrarie » - Modena 1 9 1 5 . 47 g"one per giudicare del valore di una teoria scientifica rimane il risultato acquisito nella pratica a (i). E certamente, il trovato scientifico che esce dal laboratorio e, divenuto utile, penetra nel- la vita, ne riceve una testimonianza solenne di verità ti i fronte alla quale ogni critica deve tacere. Senonchè, il R. Istituto Sperimentale per La coltivazione dei tabacchi, in Scafati, già diretto dallo stesso Splendore, da me in- terrogato dove e come fossero state fatte le colture perle prove d'applicazione industriale della catalizzazione fecondativa, mi ri- spondeva, in data 29-4-1921, di non essere in grado di fornirne notizia, e, in data 27-10-2 1, meglio specificava: Non consta che siano state fatte applicazioni industriali del principio della cata- lizzazione fecondativa in generale, ed in particolare di quella o- perata col Verbasco». Neanche al Ministero delle Finanze se ne sapeva nulla ; e per chi abbia cognizione anche superficiale del modo come è organizzata la coltivazione del Tabacco in Italia è evidente che le applicazioni industriali della catalizzazione non sono mai esistite e la contraria affermazione non rappresenta al- tro che .... una benevola anticipazione fatta dal Lofin'ore, in ispi- rito di ottimismo, e da valere tutt'al più come un buon'augurio per lo Splendore. Il quale — è doveroso aggiungerlo — non ha mai conclamato, come cosa certa e già conseguita, risultati di grande applicazione, ed ha portato sempre nel fervore dei suoi studi un abito di modestia, di disinteresse e di buona fede assolutamente superiore. Tolto di mezzo così il risultato industriale, per quanto con- cerne il reperto scientifico dirò che il notissimo nicozianografo Dott. Anastasia (il quale aveva per conto proprio, da molto tempo ed in più luoghi eseguito prove di controllo) appena letta la mia nota mi scriveva le seguenti parole che suonano piena conferma dei miei risultati: « Verbascum (sia Phlomoides usato dall'Autore, sia altre specie) portato su Tabacco non dà luogo a formazione di 1 Cimosi - Discorso letto nella solenne adunanza del 7 giugno 1914 all'Acca- demia dei Lincei - e Atti Lincei» - Voi. Il - Roma 1 9 1 4 . 4S seme. Così a Cava, ad Avellino, al Vulture e a Scafati. » (in tetterà 13-9-20). E soggiungeva che « gli ammessi fenomeni di catalizzazione sono derivati da grossolani errori» (1). 1 1 1 - Chiunque riconosca come norma di scienza il dubbio metodico e ricordi che molto spesso « la verità è un errore in cui si è saputo insistere, l'errore una verità troppo presto abban- donata*, vede appunto l'opportunità d'insistere ancora sperimen- talmente sull'argomento. L'esito di questo asserito incrocio si presenta verosimile : non la distanza sistematica dei genitori, non la persistente matroclinia del prodotto sono tali da uscire dal quadro dell'odierna genetica. E vero invece che influenze ignote e piccole differenze varietali possono ostacolare la regolare ripe- tizione di tal sorta di fenomeni, e che quella della fecondazione è la più delicata delle fisiologie, per cui bisogna molto andar cauti nell'escludere anche un sol fatto positivo sulla fede di sia pur molti reperti negativi. Giorno verrà certamente in cui la scienza dirà il « perchè razionale » di certi fatti apparentemente paradossali, come p. es. l'impossibilità d'ibridazione tra alcune specie tassonomicamente molto vicine, in contrasto con la fre- quente fecondazione tra specie assai lontane ; in attesa di quel giorno constatiamo che l'interferenza di moltissimi fattori rende apparentemente atipico l'andamento di questi fatti, per il cui stu- dio, molto più che per quello dei fenomeni fisici, ha da valere il motto : « provando e riprovando » . Perciò, anche dopo la comunicazione del Dott. Anastasia, ho continuato gli esperimenti e, quanto al Verbascum Phlomoides, mi sono procurato seme della stessa stirpe adoprata a Scafati da Splen- dore, ottenendola per due vie : dall'istesso Istituto di Scafati e dal Dott. Anastasia ; e di più ho utilizzato piante di altre sette provenienze, una da Palermo favoritami dal compianto Prof. Borzi, una da Trieste favorita dal Prof. Marchcsetti, e cinque favorite- mi dal Prof. Penzig provenienti da vari Orti botanici stranieri 1 Dispongo di una lettera, in data 12 agosto 192 1, nella quale il Dott. Anastasia mi autorizza a pubblicare le notizie scientifiche contenute nelle sue comunicazioni epi- stolari. 49 (Tolosa, Wurzburg, ecc.) : ringrazio tutti questi cortesi corrispon- denti. Inoltre ho sperimentato poco polline di V.sinuaium e pul- verulentutn e molto di Thapsus e Bìattaria. Anche per le matrici oltre a procurarmi precisamente quelle adoprate da Splendore che sono solamente tre {«Avana , inacrophylla, e i Brasile esotico ») ne ho tentate parecchie altre, come ora si vedrà partitamente. La massima parte degli esperimenti sono stati fatti a Perugia, pochi a Roma : dò rapido cenno di qualcuno soltanto, tutti essendo concordi. « Brasi/e esotico > o « di Baja », quello stesso che Splendore ritiene «pura razza della var. brasiliensis » (mem. cit., p. 12) non merita qui lunga sosta, ma senplice conferma dei risultati già dati a p. 29 della mia citata nota : cascola di fiori più o men freschi a seguito d'impollinazione con le menzionate forme di Verbascum. Ugual risultato con N. macrophylla Le km., quella medesima che Splendore brevemente descrive, notandone la sinonimia con N. ma- crophylla rubri flora Comes e con A7, purpurea Anastasia (mem. cit., p. 28). Di questa forma ebbi anche dal Dott. Anastasia seme pro- venuto nel 191 7 da Upsala e, tra i tanti, vai la pena di riferire i dati di un ridotto esperimento fatto su una pianta di questa stirpe. Nelle seguenti cifre vengono paragonati i pesi di ovari di fiori all'aìitesi, freschi e seccati a 1 00", di ovari vergini e di ovari di fiori impollinati col Verbasco di Splendore al momento in cui cadono dalla pianta, (irli ovari di cui si calcolarono i pesi medi furono 20 all'antesi, 20 vergini e 40 impollinati ovario all'antesi: peso fresco gr. 0,0644; peso secco 0,0086 > vergine: > » » 0,1660; » » 0,0158 » imp. con V. Phlomo ides:* » » 0,0803; * * 0,0110 I fiori si trovavano in condizioni di nutrizione ottime, sottratti a qualsiasi concorrenza, essendo in pochi contemporaneamente sulla pianta perchè l'esperimento abbracciò lungo tempo (dal prin- cipio di giugno alla fine d'agosto) mentre i fiori cadevano in po- chissimi giorni e la pianta era regolarmente inaffiata con solu- 5Q zione nutritizia (i). I ginecei vergini si accrescono alquanto (fino a min. i)1, x 7). ma il polline di Verbasco fa sì che i fiori. cadano prima, e L'accelerata autotomia che colpisce il fiore si rispecchia in un minore accrescimento, quindi in un minor peso secco e più ancora in una minore acquosità dell'ovario che rende vieppiù sensibile li differenza del peso fresco a danno dei fiori impolli- nati in confronto dei vergini. Nettamente sfavorevole e dunque l'in- fluenza del polline di Verbascum. Pronta cascola ebbi con una N. atropur purea a salienti carat- teri di purpurea Anastasia, favoritami da questo Autore, prove- nuta da Erfurt nel 191 6. Né miglior risultato ebbi col « Xantliy Yakà », tabacco orienta- le da sigarette (2). Il paragone non può farsi bene tra i fiori vergini e impolli- nati se non confrontando quelli di uno stesso individuo, perchè si tratta di apprezzare piccole differenze, minori di quelle che talvolta intercedono fra individuo e individuo. In una pianta di < Erzegovina gigantea », bel tabacco della Dalmazia, i fiori ver- gini han persistito in media 5 giorni e 9 ore dopo l'antesi ; quelli impollinati con V. Slattarla 4. giorni e 21 ore ; quelli con V. Tha- psus 5 giorni e 6 ore. L'ovario all'antesi, seccato a ioo°, ha un peso medio di gr. 0,008 ; prima di cadere cresce un poco sicché giunge ad un peso secco di gr. 0,010 mentre nei fiori impollinati con V. Blattaria si giunge a 0,0095 e con V. Thapsus a 0,0096. Il pol- line, ben lungi dal fecondare, peggiora, sebben di pochissimo, le condi- zioni di sviluppo in confronto dei fori vergini. Le medie furono cal- colate su una quarantina di fiori. Dati maggiormente analitici raccolsi da esperimenti fatti sur una forma di N. Tabacum comparsa, per disgiunzione d'ibrido, nel mie colture di Perugia, ed in altre mie pubblicazioni desi- 1 Mitrato di Mg., nitrato di K, fosfato di K neutro in ragione, rispettivamente, di 100, 4^0, 200 grammi su 40 litri di acqua. Qualche volta ho concimato anche con solfato di Mg, cloruro di K, fosfato di Na, ecc. — Ho dato talvolta concima- zioni incomplete nel senso agrario della frasei, spesso nessuna concimazione. Ho con- cimato fortemente anche alcuni Verbaschi. (2) Tutte queste forme hanno mantenuto costanti i loro caratteri nelle mie colture. 5i gnata convenzionalmente macrophylla bis » per distinguerla dal- la genuina macrophylla di cui sopra. Questo esperimento, dura- to tutto l'estate 192 1, fu caraterizzato dal gran numero degl'indi- vidui impiegati (ventidue) in confronto al numero relativamente piccolo di fiori (2) che consentì a ciascuno di essi ottime condizio- ni di nutrizione. Si hanno peculiarità individuali delle singole piante circa la tendenza alla maggiore o minore persistenza dei fiori, che rag- giunse il minimo nella pianta X. 12 i cui fiori impollinati con / *. Pblomoides dettero una persistenza media di soli 3 giorni (mini- mo di 2 giorni), contro un massimo di persistenza media che spetta ai vergini della pianta X. 2 ed è di 8 giorni e 22 ore. Scegliamo appunto la pianta X. 2 per paragonare tra loro i fiori di uno stesso individuo: mentre i vergini resistono in media 8 giorni e 22 ore, quelli impollinati con / '. B lattari a resistono solo o giorni e 12 ore e quelli con V. Phlomoides 6 giorni e 16 oro. Il peso fresco medio dei vergini è gr, o, 105 ; quello degTimpol- linati con V. Phlomoides, gr. 0,0000 e con / '. B lattaria, gr. 0.103. Quanto al complesso di tutte le 22 piante credo che valga la pena di dare soltanto le medie generali dei pesi degli ovari fre- schi e seccati a ioo°: media calcolata su ovario all'untesi : peso fresco 0.0548, secco 0,0076 1 50 fiori » lasciato vergine : » » 0,0873, ■ 0,0109 I 95 » 1 » imp. con Thapsus » » 0,0773, » 0,0098 1 45 » ) » » Phlomoides : » » 0,0776, » 0,0106 1142 » » » Blattaria : » » 0,085», * 0,0102 47 » ) Lo spontaneo lievissimo accrescimento che nei fiori vergini avviene dopo l'antesi (che in un ovario giunse ad un massimo peso fresco di gr. 0,137 Qd a mm. io X 8 3/4) è ostacolato dal pol- line di Verbascutn. Merita segnalazione il fatto che, mentre in tutti gli altri fio- ri impollinati da /'. Blattaria la persistenza media fu di g giorni il) Complessivamente 379 : circa 17 per pianta. e 20 ore (con un massimo di 8 giorni e un minimo di 3), vi fu un fiore eccezionale che persistette 15 giorni; ma i suoi ovu- li non erano accresciuti ed esso cadde ben lontano dalla maturanza, per la quale occorrono circa 30 giorni. Questa sua rudimentale tendenza alla partenocarpia si sarebbe probabilmente meglio e- splicata se non fosse stato impollinato, come lo mostra un'altra razza di tabacco, 1' « Avana Vuelta de Abajo », pure adoprata da Splendore, secondo il quale essa « corrisponde alla forma « Criollo » ritenuta da Hasselbring pura razza di tabacco Cubano » (mem. cit. p. 6). In essa può parlarsi di lievissima tendenza alla partenocarpia non tanto perchè gli ovari vergini si accrescano molto, quanto perchè, alcuni individui, tendono a persistere lungamente e qualcuno, in- vece di cadere, può portare a maturanza verso il 300 giorno un piccolo frutto secco (1) e vuoto. Ma se la media persistenza dei ginecei vergini fu nelle mie piante di 23 giorni, l'impollinazione di una cinquantina di fiori con V. Phlomoides ebbe per effetto di abbreviare a 14 giorni questa persistenza media rendendo meno frequenti i frutti maturi. Due forme, Sumatra Deli » e « Fumo S. Paolo » , vanno esclu- se da questa trattazione per certe loro particolarità su cui m'in- tratterrò in altra occasione ; ma quanto al fenomeno qui discus- so anch'esse danno conferma dei risultati precedenti. IV — I risultati pubblicati nella mia precedente citata nota potevano essere viziati dal sospetto d'essere basati su saggi fat- ti in qualche singolare avversa condizione di ambiente ; ma le successive ricerche sembreranno a tutti ben concludere in ma- niera definitivamente negativa, non tanto perchè ormai in diversi lucghi condotte numerosissime e concordantissime, quanto perchè, in confronto delle asserzioni di Splendore, conducono, non dico al dubbio, ma alla certezza del contrario. Qualora sul fiore di N. Tabacum il polline di Verbascum avesse avuto un'azione in 1 l frutti di Tabacco, in quanto cassuU, sono sempre, botanicamente, « frutti secchi ». Ma in questi piccoli frutti viene a mancare l'abbondante sviluppo della car- nosa placenta e perciò, in realtà, essi vengono a meritare ancor meglio questo at- tributo di « frutto secco ». 53 qualunque senso favorevole esplicantesi in modo scalare, si sa- rebbe potuto supporre che, nella estensione delle probabilità, fos- se potuto capitare, una volta o l'altra, quel grado estremo di efficacia che avrebbe potuto condurre ad una fecondazione pro- lifici; ma qui, al contrario, risulta un'azione sfavorevole: si di- parte dal polline un leggero stimolo negativo. Rincresce di dover constatare che, quasi per ironia, mentre nella generalità dei casi la descrizione delle catalizzazioni è ca- ratterizzata, nella memoria di Splendore, dall'abbondante cascola e dal numero estremamente esiguo di semi ottenuti, proprio per questi disgraziati esperimenti con Verbasco si trova affermato, nel i" caso, l'ottenimento di < semi numerosi » (p. 19), nel 20 ca- so poi, l'attecchimento riuscì sollecito ed i semi ottenuti furo- no parecchi, di normale forma e costituzione (p. 24) e nel 30 caso si raggiunge addirittura un «facile attecchimento ► (p. 28). La ragione della differenza fra questi risultati ed i miei sta tut- ta nella rigorosa tecnica da me adottata, che mentre da un la- to lascia la pianta nelle sue più naturali condizioni, coi fiori li- beri da qualsiasi involucro artificiale, dà la massima sicurezza dei risultati. Ho rifiutato qualsiasi fiducia all'isolamento celiare, tutto il rigore del procedimento consistendo in un largo isola- mento spaziale, vale a dire nell' assicurarsi che non ci fosse in '_;iro polline né di tabacco, né di altre qualità capaci di agi- re sul tabacco (1), all'infuori di quella sottoposta ad esperimento. Nella prima e probabile ipotesi che — pur senza fecondare — il polline di Verbascum potesse fornire (con la sostanza gialla che ne riveste i granelli, e coi prodotti del loro disfacimento) uno stimolo chimico all'accrescimento dell'ovario, caricai anche al- cuni stimmi con impollinazioni ripetute più volte al giorno e per più giorni ; ma se in qualcosa io debbo rettificare il punto di vista della mia prima nota (2) è appunto nel senso di rendere 1 Questo era facile nella regione dov'io lavoravo ; credo però che sarebbe stato quasi impossibile a Scafati, a meno di non lavorare in serra durante L'inverno. 2 A p. 29 della mia precedente nota mi mostravo propenso ad accordare al pol- line di ì'erbascum un'azione puramente vegetativa, ma « debolmente favorevole ». 54 ancor più severa la critica e recisa la negazione : sono da ritenersi nulle e senza valore hit le le esperienze d incrocio col polline di Verba- scum descrii te da Splendore e quella parte delle sue conclusioni gene- rali che vi fosse basata. V — C'è anche una < storia naturale dell'errore » che interessa studiare, perchè esistono certe regolarità», se non addiritura certe leggi, secondo le quali l'errore si insinua e procede. Pos- siamo fare un tentativo di ricercarle in questo caso? Vediamole qualità degli ingannevoli risultati avuti da Splendore. Nel primo incrocio, descritto a p. 19, « savana-» X V. Phlomoides* dà piante precoci, di sviluppo vigorosissimo, quasi doppio della cagionevo- le matrice » che non presentano nessuna traccia dell'impollinante, per cui vengono considerate come « forme di mutazioni presso- ché simigliami ». La prima riproduzione conserva i caratteri ac- quisiti di vigoria, precocità, fertilità e sopra tutto sanità in con- fronto della matrice in media sempre debole e malaticcia. Il rein- crocio ottenuto ancora con polline di V. Phlomoides « ha dato pian- te ancor più vigorose, ma di due tipi», uno « corrispondenti' a vistosa forma di Sumatra Deli » a foglia sessile, l'altro a foglia subpicciolata corrispondente a Sumatra Pano ; per cui anche il se- condo riporto di polline di Verbasco ha provocato ulteriori muta- zioni. Similmente dall'incrocio N. Tabacum « Brasile esotico ». V. Phlomoides (p. 24) riesce ad allevare « molte piante di precoce ed uniforme sviluppo » che presentano « solo notevole mutamento della pianta matrice, ed accentuati caratteri di vigoria», delle quali piante « la prima riproduzione conserva la forma acquisita ma diminui- Debbo però rilevare che in quella nota si parla dell'azione su Xicotiana in generale, e specialmente su N. rustica. In piante della var. texana di questa specie, coltivate in vaso, i fiori vergini e quelli impollinati con Verbasco cadevano fra il 40 e il 16" giorno con un leggero anticipo per gl'impollinati. Nella var. brasilia, forma « Erba- santa sì ebbe un peso fresco medio di gr. 0,091 per gli ovari di fiori impollinati contro gr. 0,052 per i vergini, e rispettivamente dimensioni medie di nini. 7 8 con- tro mm. 5 [ 5 Vs ! eu" im lievissimo vantaggio parve aversi anche per azione del- l'estratto acquoso di polline di Verbasco ; ma si tratta di esperimenti fatti su pochi fiori, non comparabili con gli estesi ripetuti esperimenti fatti su N, Tabacum. Perciò non è escluso che il risultato lievissimamente favorevole avuto su -V. rustica possa esser casuale. 55 sce di vigore». L'Autore osserva che «questo caso fa riscontro all'incrocio di «Avana» x Verbascum, in confronto del quale l'uniformità degli esemplari ottenuti è superiore». Infine da N. macrophylla 1 rerbascum Phlomoides « procedettero piante di precocis- simo sviluppo » vigorose e sanissime in confronto della pianta madre che si presenta cagionevole e di cui rappresentano soltan- to una vantaggiosa variazione (p. 28). Anche qui la prima ripro- duzione « mantiene i caratteri di precocità e vigoria acquisiti » mentre • un secondo riporto di Verbasco ha indotto maggior vi- goria, apprezzabile fin dal primo periodo di sviluppo, e generato interessanti mutazioni. Le piante adulte infatti sono di due tipi affatto differenti > e questi due tipi, uno a foglia sessile e uno a foglia picciolata, costituiscono un caso di mutazione che « è sta- to già riscontrato in Avana 2 Verbascum » . Come si vede, in questi risultati non manca neanche una certa concordanza, quella concordanza che per molti sperimenta- tori ha valore di prova decisiva, mentre invece può anche non provar nulla ed essere soltanto la conseguenza inevitabile della ripetizione dei medesimi errori. Quei particolari descrittivi che l'Autore dà per i suoi nuovi ibridi sono veramente troppi per ibridi immaginari ; ma troppo pochi per riuscire a indovinare qual sorta di errore sia intervenuto negli esperimenti, che sarà per certo uno di quegli errori più facili a rimproverarsi che ad evitarsi. Più vivamente di ogni altra cosa può deplorarsi che Splendore non faccia cenno di aver tenuto per testimoni fiori non impollinati affatto, che avrebbero potuto trarlo d'inganno. Se Splendore avesse adoprato qualcuna di quelle rarissime for- me di N. Tabacum in cui c'è apomissia si sarebbe potuto trovare in ciò la spiegazione di tutto, e non avrebbe più potuto far me- raviglia che i prodotti non avessero mostrato traccia di caratteri paterni, perchè in questo caso non avrebbero avuto padre. Male tre forme usate da Splendore non sono assolutamente apomit- tiche e allora non resta altro da pensare che sia avvenuto il soli- to insospettato intervento d'impollinazioui naturali. Il massimo effetto dell'isolamento celiare è quello di porre in riposo l'atten- 56 zione dello sperimentatore che dovrebbe essere sempre vigile. D'altra parte mentre si è così solleciti nell'incappucciare le piante funzionanti da femmine, non si pensa m ti all'isolamento del ge- nitore maschile, come se gl'insetti ed il vento non potessero por- tar- il temuto polline di Nicotiana proprio sulle antere del Ver- bascum facendo in modo che le mani stesse dello sperimentatore divengano artefici del suo proprio inganno. Senza escludere la possibilità di castrazioni difettose, bisogna notare che l'incappucciamento delle infiorescenze della matrice le sottrae all'osservazione dello sperimentatore : è prodigiosa la celerità con cui sulle infiorescenze mutilate spuntano e cresco- no nuovi bocci che fecondano e si fecondano entro il sacchetto cartaceo, e benché questo sia l'errore più grossolano non é il meno probabile. Ma l'inopinato meticciamento spiegherebbe as- sai meglio dell'inopinata autofecondazione la vantata vigoria dei prodotti e le loro asserite « mutazioni » e disgiunzioni. Anche i semi del tabacco sono squisitamente insidiosi e possono andare nei vasi di esperimento o trovarvisi già nella terra se questa non fu sterilizzata. Quanto alla vigoria dei prodotti osservo che il tabacco è sensibilissimo ai più lievi vantaggi di nutrizione, e lo spe- rimentatore, per uno spiegabile motivo psicologico, quasi vorrei poter dire per il maggiore affetto che porta alle piante ri- sultanti dal suo lavoro, può, senza volerlo, metterle in con- dizioni di maggior rigoglio. Inoltre l'impollinazione acciden- tale, essendo quasi sempre parziale, dà perciò pochi semi : se que- sti sono, p. es., una ventina in un ovario che normalmente ne porta circa 3000, essi possono (nonostante l'influenza sfavorevo- le del sacchetto) venire qualche volta meglio nutriti del norma- le e dare piante più robuste. Insomma, per molte vie può giun- gere una spiegazione dei risultati di Splendale e delle loro par- ticolarità. Per finire, voglio aggiungere che la pretesa efficacia del pol- line di Veròaseum indusse Splendore ad ammettere che tra le piante esistesse una « correlazione fecondativa più o meno efficace, che Dott. Alberto Chiaritoi Redattore - capo responsabile — Forli, Tip. Valbonesi 57 •poteva trovar riscontro con le simpatìe segnalate da taluni •scrittori antichi ». E per questi nuovi rapporti ecologici Splendore aggiungeva che « utili correlatori fecondativi possono esser supposti i pronubi . Ebbene, io sono contento di aggiungere •questa mia osservazione : che è proprio vero che i più attivi pronubi da me visti a Perugia sulle mie colture di tabacco gli Halietus (i), sono operosi anche sul Veràaseum : pur imbrat- tati dal suo polline li ho molto spesso sorpresi a replicar visite a Nieotiaìia. Nondimeno resta il fatto puro e semplice della non fecondabilità di Nieotiaìia da parte di Verbascum (come anche di Verbascum da parte di Nieotiands e questo caso di « catalizzazione i che doveva essere il più tipico per il suo valore genetico, resta invece il più tipico per la sua inesistenza. Perugia, Ottobre 1923. SEDE DI FIRENZE ISEDE CENTRALE I Adunanza del 13 Marzo 1926. Presiede il Presidente N. Passerini. Aperta la seduta sono proclamati a nuovi Soci : Dott. Mario BRESAOLA, di Lodi Sig. Edmondo Castelli, di Milano Indi il Dott. Alherto Chiariw.i fa la seguente comunicazione : e Poche settimane addietro riuscii a rintracciare nella Biblioteca Landau, che con- tiene tesori d'inestimabile valore e che è conservata nella Villa I-'in.ilv :i!la Pietra presso Firenze, l'opera del naturalista forlivese P. Cesari-: Maioi.i intitolata lenoni teorico-pratiche di Botanica ». Di quest'opera si era completamente perduta la traccia come risulta dal lavoro dello ZANGHBR1 2) sulla vita e sulle opere del nostro naturalista. L'ultima notizia i Forse proprio gli Halictus hanno tutta la colpa dei deplorati errori. 2 Zanghbki P. - I! naturalista forlivese p. Cesare Majoli 1746-1823 e la sua ■opera ■ Ftemtarum Collectio » Nuovo Giornale Botanico Italiano, nuova serie. Voi. XXXII, pag. 115-205, [925 . 58 sicura su di essa è dovuta al BERTOLONI che la vide nella Biblioteca, in seguito an- data dispersa, del Marchese Lovatelli a Ravenna e che ebbe per essa parole di viva lode nell'81 riunione degli scienziati italiani tenuta a Genova nel 1846. Tali lodi erano veramente giustificate per un'opera di 21 volumi in folio di ma- gnifiche tavole a colori, rappresentanti a grandezza naturale le piante che il naturalista raccoglieva nelle sue erborizzazioni, e rilegate alternativamente con pagine manoscritte, dove è citata la sinonimia delle piante, accompagnata da una breve descrizione e dal- l'indicazione del luogo di raccolta. Tale opera, come è noto, fu lasciata incompiuta nel 1790, quando il naturalista concepì un'opera di più vasto disegno in lingua latina^ e intitolata e Plantarum collectio ...» illustrata recentemente dallo Zanghkri. Dopo poco tempo che avevo avuto la fortuna di questo'rinvenimento dell'opera, e precisamente la mattina del 5 marzo corrente la ricchissima biblioteca veniva devastata da un incendio che distruggeva molti codici e manoscritti preziosi. Per fortuna l'opera del MAJOLI non è andata distrutta completamente come in un primo tempo fu creduto: 12 volumi sono stati salvati e si presentano soltanto bru- ciacchiati ai margini, senza che il testo e le tavole siano intaccate nella loro parte essen- ziale ; agli altri volumi è rimasta bruciata la costola, ma le pagine sparse sono state ricuperate e sarà quindi possibile ricostruirli, almeno in gran parte. L'opera sfuggita per miracolo alla distruzione meriterebbe certamente uno studio accurato sia per identificare le piante secondo la nomenclarura odierna, sia per co- noscere le località dove furono raccolte, facendo attenzione a rilevare gli eventuali er- rori di determinazione e le possibili confusioni di provenienza per piante non comuni di un certo interesse fitogeografico ». Indi il Segretario Pampanini riferisce che fra le piante raccolte dal Maggiore C. Antilli nel Caracorùm (Dèpsang, alt. 5000-5360 m.) (Bull, di febbraio, p. 39 , figurano anche : Aster tibeticus Hook. f. Pycnoplinthus imiflora (Hook. f. et Thoms.i O. E. Schulz Saussurca TTiomsoni C. B. Clarke — sorocephala iSchrenki Hook. f. et Thoms. var. glabrata Hook. f. Sedum tibeticum Hook. f. et Thoms. var. Stracheyi (Hook. f. et Thoms.) C. B. Clarke Sono poi presentate le note seguenti : 59- CHIARUGI A. — IIIERACIA IN VALLE GARDENA AB AUCTORE ANNIS MCMXXIV ET XXV LECTA. Haec Hieracia quae in Valle Gardena (i) annis MCMXXIV et XXV legi, Carolus Ilermannus Zahn, clarissimus et peritissi- mus vir, cui multas gratias ago, determinavit. Hieracium bupleuroides Gmel ssp. mocnense Zahn. — Rupi sotto S, Cristina (1400 m.). H. oxyodon Fr. Epicr. ssp. Mureti (Gremii) Zahn var. sub-Mu- retti Zahn. — Alpe di Ferrera (2000 m.). H. villosum L. ssp. glaucìfrons X. P. — Alpe di Ferrera (.2000 m.). H. — — 1 normale N. P. — Valle del Kedul (1900 m.). H. ssp. villosum N. P. var. stenobasis X. P. — M. Seceda (2400 m.). H. var. steneilema N. P. — Pian (1600 m.) - Val Frea (1800 m.). //. — ssp. calvi f olì um N. P. — Sent. Federico- Augu- sto sotto la P. di Grohmann (2300 m.) - Pian di Frea (1900 m.). - M. Ciamp. Pinoi (2000 m.) - Alpe di Ferrera (2000 m.). H. villosiccps X. P. ssp. villosiceps N. P. I. normale N. P. — Vallelunga (1600 m.) - Sent. Fed.-Aug. sotto il Sasso Piatto (2300 m.). H. — — 2. calvulum X. P. — Alpe di Ferrera (2000 m.). //. — var. subcalvifoliuni Zahn var. nov. : Caulis e. 5 dm. altus gracilis superne cum peduneulis albo-floccosus fere usque ad basin dense stcllatus ad io foliis late lanceolatis mar- (i) CHIARUGI A. - Erborizzazioni nella Val Gardena (Alpi Veneto-Tridentine . [Bull. Soc. Bot. Ital., pp. 106-120, 1924). — — Nuova stazione italiana della « SAXJFRAGA CERNUA » L. e sua di- stribuzione nella Catena alpina. 1 Bull. Soc. Bot. Ital., pp. 131-140, 1925 . — — Erborizzazioni nella Val Gardena • Nota seconda. (Archivio per l'Alto- Adige, Voi. XIX, 1926]. 6o gine subundulatis supra glabratis sensim decrescentibus obsitus. Pianta inferme g/aàrior, foliis radiealibus lanceolato-spathulatis. Transìtus inierssp. VlLLOSlCtefcs A. P. et II. villosi ss/>. calvifolium N. P. — M. Ciamp. Pinci (2000 m.) (A. ClllARUGI 20-VII-25). //. villosiceps ssp. laniceps X. P. — M. Seceda (2400 m.) - Alpe del Cisles sotto Sass Rigais (2300 m.) - Valle del Kedul (igoo m.) - Pian di Frea (1900). //. ssp. sericothrichum N. P. (3 decrescens N. P. 2 spa- ihtdonium X. P. — Pian (1623 m.). //. glabratum Hoppe ssp. glabratum X. P. u gehiiiniim X\ P. — Alpe di Schnascht (1900 in.) - Vallelunga (1 700 m.) — Col Tu- rand, vers. merid. (2300 m ). fi. ssp. glabrescens F. Schultz — Vallelunga (1600- 1900 m.) - Valle del Kedul (1900 m.) - Pian (1600 m.) - Col Turarla, vers. merid. (2300 m.). H. — — f. lai i/o! invi XT. P. typicum — Alpe di Schnascht (1950 m.). H. — — — versum normale X. P. — M. Se- ceda (1400 m.). H. dentatimi Hoppe ssp. subrnncinatnm X. P. — Tra Selva e Pian (1600 in.). H. ssp. dentati/orme N. P. — Alpe del Cisles sotto Sass Rigais (2200 m.). H. — ssp. Caudini Christ 1 villosius XT. P. — Alpe di Schnacht (1950 m.). //. ssp. subexpallens Zahn 3 staolepium X. P. — Al- pe del Cisles (2200 m.). H. iluvidi iolloides Vili. ssp. (liiaiu^iaiiuiii Zahn 1925 in sche- dis, ssp. nov. (ex grege Boissieri Zahn). Caulis e. io cm. attus sat dense et longe albo - pilosus fpilis basi ipsa atris) usane infra mè- dium floccosus 2-4 - eephalus, acladio 3-8 cm. longo, ramis 3-4 falde f emoiis 1 - cephalis cano - albido - floccosis sat dense albopilosis parcis- siine glan tulosis, bracteolis 3-4 angustissimis elongatis obsilis. Capi- tuia ad r 3 min. longa latissima densiusenla albo - pilosa modice minute glandulosa inferne tantum subfioccosa, squamis vix sublatiusculis, loti' ai. gè acuminatis densiusculis et acuii», nonnullis subobtusiusculis , obscuris, internis pallescenti-marginatis. Licitine lu/eae longae angustae, s/ylis luteis. Folio, basalia eteieriora oblongo-spathulata obtusa, reliqua sub- angusta lanceolata acuta vel acutissima subrigida utrinque rigìdiuscule sublonge pilosa vel cito iota subglabrescentia, margine eximie undu- lata vix obsolete denticulata ; caulinia 3-4 anguste - vel lima? i-lanceo- lata Ionicissime acuminata acutissima utrinque sublonge pilosa. Ilabitu ssp. DEXTAT1K0RMIS — Vallelunga (1730 m.) (A. Chi arili 24- VII-24). H. valdepilosum Vili. ssp. oligophyllum X. P. (3 phaeostylum 1 normale a rerum N. P. — Tra Selva e Pian (loco m.). H. piliferum I loppe ssp. piliferum X. P. a genuini/ ni 1 normale a veruni X. P. — Passo di Gardena (2 136 m.). H. — — — — p lati foli um X. P. — Passo di Gardena (213601.). H. — — 2 Sdì rader i (Schl.) X. P. — Passo di Sella (2200 m.) e Forcella Rodella (2300 m.). //. — — — 4 calvi folium X. P. — Col Rodella (2400 m.). H. — 5 tubulijlorum X. P. — Col Ro- della (2400 m.). H. — ssp. glandulifcrum (1 loppe) X. P a genuinum 1 veruni 3 calvescens XT. P. — Col Rodella (2400 m.). H. — ssp. mulUglandulosum (X. P.) Zahn (= //. amphi- genum A. T.) — Pian di Frea (1900 m.)- Passo di Fassa (2297 m.). //. murorum ssp. subbi fidi/orme X;ihn 1 normale a veruni Zahn — Alpe di Schnacht (1900 m.). II. — ssp. semisilvatìcum Zahn y subfloccosum Zahn, f. subulpi^eilUlll Zahn f. ti. Cau/is e. 25 cm. allus 2 - ccphalus ; folium caulinum angustimi. Ilabitu ssp. SENILI9 .1. A'em. — Alpe di Fer- rera (2200 m.). (A. CHIARUG] 22-VII-24). H. bifidum Kit. ssp. siibpup.vraceiiin llarz. et Zahn ssp. nov. Folio basalia numerosa giaucescentia, exleriora parva ovalia basi ro- tandola vel subconstricta, rei/qua mediocria ve/ magna late ovata vel late ovaio -vel obtongo-lanceolata obtusa vel acuminata brevità vel sic- t)2 blonge petiolata saprà glabra subtus pilosula margine costaqae dorsali et in petiolo densiuscule ve/ modice tantum pi/osa, omnia rigidiuscu- la in peti olimi contralta, pltiridenticulata vel brevi ter lateque dentata, dentibus + obtusis mucronatis, interiora infra medium dentibus majo- ribus triangularibus vel acutioribus mucronatis compluribus munita vel basi subsagittata ; caldina i {-2) plerumque anguste lanceolata vel li- neario, brevi ter pluridcntata vel subintegra. Caulis ad 6 dm altus gla- bet ad 5-10 {-15) - cephalus ; acladio 2-5 cm. longo ; ramis 3{-4) ; pe- dani ulis apice vix modice obscure pilosis et sparsim vel disperse glan- dulosis. Involucro ± magna obscura disperse vel vix modice obscura pilosa. pane vel disperse nigroglandulosa, 12-14 mm. longa, squamis latitisi ulis atris longe acuminatis obiusiusculis vel acutiusculis et acu- tissimis, virescentì - marginatis margine subjloccosis ; externis vix marginati*, margine saepe subdensius floccosis. Ligulae aureae. Styli subatri. \ .ir. a. geimillUlll Zahn (superne descriptum) in monte Arlbey et in m. Brecherspitz Alpium Bavariae. vai". I"). (loloiniticoluill Zahn. Folla omnia breviter vel longius in pcliolum contrada, intimimi longissime acuminatimi basi dentibus in pel t'olii in descendeniibus anellini. Pili in involile ris pedunculisque densiores apice albidi. — Pian di Gardena (1600 m). (A. CHIARU- GI 5-VII-25). H. bijìdum Kit ssp. caesijlorum Almq. 2 genninum 1 normale Zahn. — Vallelunga (162301).- Alpe di Kemum, verso il Passo di Fassa (2000 m. e). //. — — — f. alpigenum Zahn. — Vallelunga 1623 m). — Alpe di Ferrera (2200 m.). H. — ssp sinuosifrons Almq. var sub - Trachselianum Zahn. — Vallelunga (1623 m.). //. — var. nipholcpioides Murr et Zahn* — Alpe di Ferrera (2000 m.). //. — var. dentcllatuni Zahn. — Valle del Ke- dul (1900 ni). //. ssp. cardiobasis Zahn a genninum Zahn. f. subin- iegratum Zahn. — Valle del Kedul (1900 m.). 63 H. bifidum Kit ssp. basicuneatum Zahn. f. lyratifolium Zahn. — Vallelunga (1623 m.). H. — ssp. senili/orme Zahn. a genuìnum Zahn. — M. Seceda (2400 m.). //. ssp. pscudobasicuneatum Touton var. psnirioilipho- lepipides Zahn, var. nov. Folta rigida saepe submaculata supra pilosa ovato-oblonga vel ovato - vel oblongo-lanceolata, in ti munì lauceo- latum, obtusiuscula vel ± intimimi longe acuminatimi, grosse vel longe inciso-dentata ": in petiolum saepe brevem attenuata; caulinum augustum subtus floccosum. Acladium e. 5 cm., rami 0-2 (-j) fal- de remoti i-cephali. Involucro, 012 mm. lo riga cu>u pedunculis bre- vìter sub pilo sa subglandulosa, squamis subangustis acutissimis den- se vel densissimi ne fìoccosis, vel peduncìdis apice tantum parec glandulosis parce pilosis cernuis. Styli lutei — Valle del ECedul (1900 m.). (A. CHIARUGI 25-VTI-24). — Col Turand, vers. mer. (2300 m.) (A. CHIARUGI 8-VIII-24). //. alpinum L. ssp. alpinnm (L.) Zahn var. pumìlum 1 loppe — Passo di Fassa (2297 m.). //. ssp. hallerìforme Zahn (II. alpinum ssp. melanoce- phalum Tausch. var. iuter medium [A.-T.] Zahn). Saepe hypopbyllo- podum. folia saepe rigidiuscula rosularia (exteriora rotundato-spathu- lata) lanceolata-subspathulata vel lanceolata obtusiuscula apice saepe pli- ca ta, tono a vel longissima scnsìm ad basiti pet ioli/or me ni loticissime attenuate vel longe vel brevi us lai issi ine alato-petiolota margine i< miniata et denticulata vel PAUCIDEN1 ATA VEL DENTIBUS INAEQUALIBUS GROS- SIOR1BUS NUMERORIORIBUS OBSITA, ubique ! pilosa et minute glandu- Iosa vel pattini subglabrescentia; cantina e. 2-4 (6) anguste lanceolata vel ti maria ob/usiuscula vel acuta sublonga se usi in decrescentia, pancidenta- ta vel integerrima. Caulis gracilis vel crassiusculus, suòdensiuscu- le pilosus sursum cano-floccosus, subglandulosus, superne DEUSlUSCU- LE SUBLONGE SIMUL BREVITER NIGROGLANDULOSUS l- I PILTS BA- SI ATRIS A l'Ii E OBSCURIS ± ftUMKROSIS mXiìlORI- Brs OBSlTUS. Involucra maona /,?-/n mm. longa Ultissima (20-25 mm. lata ) va/de depressa dense sat breeìter dilute pilosa, sauamis latiuseu- lis acuminatis acutis vel acutiusculis (apice barbuta tis ) nonnullis obtu- sioribus, numerosi* obscuris brevissime subg/andu/osis, exterioribus in- terdilli latis foliolaceis + obtusis. LAgulaè exolutae ve/ + tuboìosae- et sty/osae. Stvli lutei. Iìracteae 2-3, super iores 1-2 (foliolaceae) ca- pitilo valde appropinquata. Saepe eau/is lateralis evolutus. — Passo di Sella, vers. gardenese, (2200 m.) (A. Chiarugi, 20-VII-25). — Tra il Passo di Sella e la Forcella Rodella, vers. fassano, (2300 m.) (A. Chiakuiìi, 20-VII-25). — Lungo la strada camionabile del Passo di Gardena, sotto le rupi del Murfreid, alla selletta fra il Gruppo di Sella e il Pitz Culatz, (2000 m.) cum /igu/is tubulosis (f. tubulosum). (A. Chiarugi 8-VIII-24). — Pampanini quoque in Cadore legit (Col della Poina 2000-2225 m. [S. Vito del Ca- dore]). H. nigresccns Willd. ssp. cochleare (Huter) Zahn. — M. Sece- da (2400 m.). — Passo di Fassa (2297 m.). H. Pilosella L. ssp. fulviflorum N. P. — Val Frea (1 800 m.). H. aurìcula Lum. et DC. ssp. melaneilema X. P. a genuinum 1 epilosum X. P. — Rifugio Firenze in Cisles (2000 m.). — Pian (1600 m.). — Pian de Graalba (1700 m.). H. niphobium X. P. ssp. niphostribes X. P. a genuinum X. P. 1 cahicaule X. P. — Alpe di Ferrera (2217 m.). H. sphaerocephalum Froel. ssp. meiocephalum N. P. a genuinum 1 parcifolium N. P. — M. Seceda (2400 m.). H. — — — 2. brevipilum N. P. — Passo di Fassa (2000 m.). H. — ssp. vittatiflorum N. P. — Pian (1600 m.). H. brachycomum X. P. ssp. brachycomum N. P. a genuinum 1 microthrichum X. P. — M. Seceda (2400 m.). //. rubellum (Koch) Zahn. ssp. erythrodes N. P. — Val Frea (1800 m.). //. Zizianum Tausch ssp. subfarinosum Zahn ( = ssp. farinosum N. P.) a genuinum X. P. — Pian (1600 m.) lungo, la ferrovia. H. florentinum Ali. ssp. obscurior Aebb. Fil. — Vallelunga (1600 m.). NOELLI A. SULL'ORIGINE DELLE LENTICELLE NEL. SAMBUCUS NIGRA L. Sull'origine e sullo sviluppo delle lenticelle esistono nume- rosi lavori dei quali è importantissimi) quello del Devaux (i) che ne tratta metodicamente e diffusamente e riassume inoltre quanto si è fatto su tale argomento sino al 1900. Dopo quel- l'anno non esistono altri lavori notevoli al riguardo e perciò le figure che si trovano nei trattati sull'origine delle lenticelle, so- no prese dai lavori dello Staiti, del De Bary e di altri, ma spe- cialmente dal lavoro del Devaux. In base a numerosissime osservazioni eseguite per più di due anni sopra rami di Sambucus nigra L. dal loro inizio sino a completo sviluppo, notai in proposito qualche divergenza su quanto asserisce il Devaux sull'origine delle lenticelle, riservan- domi di estendere le ricerche anche sopra altre specie vegetali. Devaux asserisce (2) che le lenticelle primarie (cioè a nascita precoce in un punto determinato e formate dà tessuti primari), hanno origine sotto uno stoma e tale origine non ammette una sola vera eccezione. Anche per le lenticelle secondarie ammette l'origine come per le primarie e quindi formula il seguente postulato : « la na- scita sotto uno stoma è una regola di una portata assolutamen- te generale, e se questa regola non sembra vera, si è perchè gli stomi sono troppo numerosi ed allora la lenticella abortisce o perché mancano. '» Inoltre (3) descrive l'origine, e lo sviluppo delle lenticelle par- tendo dalla macchia prolenticellare la quale è rappresentata da uno stoma, il quale si ingrandisce e l'ostiolo appare più largo. Che le lenticelle abbiano origine dagli su uni già lo sosten- 2 Dkv.u'x II. - Riecherches sur les Lenticelles - Ann. d. se. nat. 8'' sor. Voi. XH-Paris 1900. 1 <>p. cit. pag. 76. 3 » » 94. nero altri autori. <- fra essi Duchurtre e Sàchs \\) i quali asserì4 vano che le lenticelle hanno origine al disotto dei tessuti di- strutti o in via di morire che circondano la cavità respiratoria sottoposta agli stomi ; così pure Boni (2) che riteneva le lenti- celle di natura fogliare: Van Tieghem (3) afferma che le lenticel- le nascono sempre al disotto degli stomi e procedono la forma- zione dello strato di sughero di cui sono il punto di partenza. Le cellule corticali che circondano la camera sottostomatica per- dono la clorofilla e si segmentano, è i loro segmenti esterni ar- rotondati riempiono la camera, poi rompono l'epidermide e la lenti- cella esce all'esterno. Se Ja peridermide è profonda, la lenticella non ha rapporti cogli stomi. , l'a>i Tieghem e Costantin (4) aggiungono, che allorquando jl periderma è superficiale, i suoi pori o lenticelle corrispondono e-, sattamente agli stomi. Se gli stomi sono poco numerosi, sotto ciascuno di essi si forma una lenticella, se invece sono numerosi e riuniti a gruppi, si forma una lenticella al disotto di ogni gruppo. Mattateci (5) nel suo studio sulle placche sugherose asserisce che sono della medesima materia delle lenticelle, come già am- metteva Borzi (6), ma ritiene occorrano studi ulteriori sulle piante viventi. ' • Ter ras (7) accenna che nella maggioranza dei casi le lenti- celle hanno origine da uno stoma o da gruppi di stomi. , Haberlandt (8) ripete l'origine stomatica dello Stahl (9) e ta- 1 Dichaktre et Sachs - Tratte de botanique. Paris 1874 - pag. 123. 2 BORZl A. - Di alcune lenticelle fogliari - Malpighia - V I-pag 535-Messi- na 1886. 3 Van TlBGHKM - 7 ratte de botanique - Paris 1891 - pag. 797. 4 Van TlKGHEM et Costantin - Elements de botanique Ve la pag. 231. Paris 1918. Maitkicci E. - Contributo allo studio d. placche sugherose nelle piante. Nuovo giorn. hot. it. Firenze 1807 pag. 224-243. (6) BOKZÌ - op. cit. pag. 535. 7 Tkkras A. Jamks - Notes on the Origin of the Lenticels - Ac. Transactions and l'roceedings of the Bot. Soc. of. Edimhurgh. 1904, pag. 452 e seg. (8| H.MiKRLANDT - Physiologische P/lanzenanatomie. Leipzig 1909, pagg. 433- 437- (91 STAHL - Enf.vickelungsgeschichte und Anatomie der Lenticellen. Bot. Zei- tong 1873. "7 le orìgine trovasi jmr.^ riportata nei vari trattati di Botanica quali: Bonniet et Ledere du Sablon, Chodatt ecp. * . Riferendoci al lavoro del Devaux, è dà notare ehe oltre la citazione per cui la nascita di una lenticella sotto uno stoma è una regola di una portata assolutamente generale e che non am- mette, una sola eccezione, egli riferisce più tardi; < i ) che tutte le volte che lo stoma esiste, tende a prodursi una lenticella al disotto della corteccia o talora nel periciclo .Troppi stomi deter- minano l'abortire della lenticella e, se mancano, le lenticelle sono tardive presso i germogli dopo la caduta delle foglie. In seguito (2 ) riferisce ,che si origina la macchia prolenticel- lare la quale è rappresentata da uno stoma il quale si ingrandi- sce sempre, ma sopra tutto si accresce l'ostiolo. L'accrescimento si osserva poi in modo particolare in sezione tangenziale. Le cellule parenchimatiche sottostanti all'apertura stomatica si seg- mentano già attivamente originandosi nuove cellule che si accre- scono e riempiono la camera sottostomatica. Ciò premesso debbo avvertire che in seguito .all'esame di numerosi rami di Sambuco, non trovai una perfetta corrispondenza colle affermazioni esplicite ed abbastanza concordi degli autori citati e perciò fui indotto a intraprendere tutta una serie di osservazioni le quali mi permisero di giungere a conclusioni al- quanto divergenti. Le suddette osservazioni le eseguii per due anni dall'inizio della vegetazione, cioè in aprile sino alla metà di novembre e periodicamente sopra rami di una medesima pianta e sopra ra- mi di pianti- differenti e raccolti in località molto disparate. Anzitutto ho notato che in numerosissimi rami molto giovani, ovvero già sviluppati, mancavano affatto gli stomi, fatta eccezioni • (il Op. cit. p. 216. 121 Op. cit. pag. So e 1)4. 68 per qualche ramo in cui dopo accurate osservazioni riusciva a scoprire qualche stoma. Fig. i - Stomi fogliari Fig. 2 - Stoma caulinare (obb. 4, oc. 2) Inoltre dal confronto tra i rari stomi caulinari e quelli fogliari risulta che i caulinari sono molto più grandi in larghezza co- me è provato dalle seguenti misurazioni (fìgg. 1-2). stomi foliari 55-72 * 42-50 u » caulinari 55-75 * 55-73 u anzi uno stoma caulinare presentava una lunghezza di 112 per 62 u. di larghezza, e con un ostiolo largo 12 u. È poi da notare che mentre gli stomi fogliari sono allungati, quelli caulinari presentano quasi tutti le medesime dimensioni tanto in lunghezza quanto in larghezza. Sui piccioli trovansi talora degli stomi, ma spessissimo mancano, ed hanno dimensioni cor- rispondenti a quelli degli stomi fogliari. Ritengo utile accennare a questa differenza relativamente a- gli stomi dei piccioli, perchè anche su di essi si nota la presen- za di lenticelle, e inoltre perchè Devaux asserisce che all'inizio delle lenticelle lo stoma si ingrandisce sempre, talora notevol- mente, e sopratutto l'ostiolo ( 1 ). 1 DBVAUX - < >p. cit. pag. 81. 69 Da accurate osservazioni, ho rilevato che durante l'inizio delle lenticelle, lo stoma non si ingrandisce, né si rompe, ma rimane inalterato nelle sue dimensioni e risulta invece spostato di fianco all'apertura della lenticella stessa (fig. 3). Fig. 3 - Inizio dell'apertura di una lenticella collo stoma iniziale (obb. 4, oc. 8 comp.h Mi sembra perciò opportuno rendere noto che le lenticelle primarie nei rami di Sambuco si originano prevalentemente da una semplice proliferazione (fig. 4), qualche volta anche da uno stoma, mai però da gruppi di stomi come in generale asserisco- no Van Tieghem e Costantin (1) non avendo io mai riscontrati gruppi di stomi sui rami e di fatti gli stomi caulinari, nelle pa- recchie centinaia di mie osservazioni, apparivano soltanto in ta- luni rami e in ogni modo sempre isolati. Iniziatasi la macchia prolenticellare, si sussegue la prolifera- zione accompagnata dalla formazione di meati. In quei rari casi in cui mi fu dato di osservare l'esistenza di uno stoma, notai che questo non si ingrandisce e difatti da misurazioni eseguite, mi risulta che la larghezza dell'ostiolo in stomi situati all'inizio di una lenticella, come in quelli isolati, va- riava da io a 12 (.1. In qualche lenticella l'ostiolo presentava u- na maggiore larghezza, ma lo stoma era anche più grosso. Anche in sezioni osservate direttamente o colorite coi soliti (1) Van Tieghem e Costantin - Op. cit. V I. pag. 231. 7° procedimenti, i rari stomi accompagnanti le lenticelle non pre- sentavano affatto dimensioni maggiori. Sui germogli gli stomi, per lo più mancano e quando esisto- no, le lenticelle che in essi si osservano possono talora originarsi da uno stoma. Fig. 4 - Inizio di una lenticella obb. 4, oc. 2). Adunque mentre il Devaux afferma (1) che tutte le volte che lo stoma esiste, tende a prodursi una lenticella al disotto, nella corteccia o talora nel periciclo, che troppi stomi determinano l'a- bortire della lenticella, e infine mancando gli stomi le lenticelle sono tardive presso i germogli dopo la caduta delle foglie ; in- vece dalle mie osservazioni nel caso del Sambucus nigra, posso asserire che lo stoma non è necessario perchè si inizii la lenti- cella, salvo qualche caso sporadico, non esistono gruppi di sto- mi, e che in loro assenza, le lenticelle, come già aveva preconiz- zato Staili^ si originano ugualmente sui rami, e sui germogli ; 1 » »p. cit. pag, 2 ne 7i inoltre lo stoma se esiste, è più grosso di quelli fogliari, con dimensioni in lunghezza e larghezza pressoché uguali; inoltre esso non si ingrandisce, una rimane spostato lateralmente all'a- pertura lenticellare. Torino, marzo 1926. SAVELLI R. — OSSERVAZIONI SU ANOMALIE FIORA- LI IN CUCURBITA E SU PRESUNTI EFFETTI DEL- LA t/ONOLISI* DEL POLLINE. I. — Inizio con la presente nota una serie di contributi d'os- servazione diretta sulle mutazioni elettriche» di Alberto Piròvano, contributi che, per questo corrente anno 1925, debbonsi alla gen- tilezza del Piròvano medesimo, il quale volle favorirmi piante vive e semi che avrebbero dovuto costituire — come difatti, in parte, hanno costituito — la prova delle sue affermazioni. Queste piante furono coltivate, in massima parte, nel R. Orto Botanico di Roma diretto dall'illustre Prof. Piroi/a, che vivamente ringrazio, in parte nella R. Stazione di Bieticoltura di Ro- vigo, il cui illustre Direttore, Prof. Muncrati, volle anche accor- darmi, nel laboratorio di Elettrogenetica del suo Istituto, una ospitalità generosa che mi consentirà, io spero, di render nota, verso la fine del prossimo anno 1926, qualche osservazione più propriamente elettrogenetica, cioè fatta su materiale da me stes- so elaborato, mentre queste di oggi sono soltanto osso/razioni culturali su piante • elettrogenite prodotte dal Piròvano, Essendo toccato a me l'onore di iniziare la discussione teorica dei procedimenti del /'/'forano, debbo rimanergli sinceramente grato se — per sua cortesia — riesco ad essere anche il primo che possa dare un contributo di controllo basato sul necessario fondamento empirico di osservazioni per certo assai modeste, ma scientificamente condotte. II. Nel suo libro (i) il Piròvano registra fra i più cospicui prodotti del suo lavoro una. /orma dioica di Cucurbita Pepo; ma non può valutarsi bene la vera portata di questo ottenimento at- traverso una espressione che costituisce una inesattezza termi- nologica : per poter parlare di dioicismo bisognerebbe avere una stirpe formata da individui a sessi separati e bisognerebbe che questi individui fossero congiunti da un costante legame gene- tico. Nel caso concreto bisognerebbe aver constatato l'esistenza di zucche esclusivamente maschili accanto a zucche esclusivamente femminili e dai semi raccolti da queste ultime bisognerebbe aver ottenuto la riproduzione della stessa condizione, vale a dire la ripetizione non solo di individui femminili ma anche d'in- dividui maschili, perchè il dioicismo consiste appunto nella coesi- stenza di individui diversamente sessuati nell'ambito di una stessa stirpe, che porta questa caratteristica come un attributo fisso del suo corredo ereditario. Il Piròvano ha ottenuto soltanto esemplari puramente femmini- li in un numero che nel suo libro (p. 156) sembrerebbe di tre; ma che in una recente e più particolareggiata descrizione (2) trovasi ridotto ad tino, forse perchè gli altri due esemplari dopo una lunga fioritura femminile dettero qualche fiore maschile che costrinse a radiarli dal quadro del fenomeno (3). L'unico esemplare femminile rimasto costituisce un reperto certamente interessan- tissimo, data la enorme prevalenza di fiori maschili che produ- ce normalmente la « Zucchetta d'Italia », soggetto dell'esperimen- to ; ma accanto a questo esemplare puramente femminile non ri- 1 La mutazione elettrica delle specie botaniche e la disciplina dell'eredità nell'ibri- dazione. Milano, Hoepli, 1922; pp. X-268, con 19 tavole e 114 illustrazioni di cui 23 intercalate nel testo. 1 Ksperimenti elettrogenetici sulle zucche - Annali di Botanica del Prof. Pirotta. Voi. XVI, fase. IV. Vedasi, in questo articolo, il N. 4 del 2° capitolo. ì Forse la stessa sorte sarebbe toccata anche all'altro se avesse potuto fiorire più Lungamente : per aumentare la probabilità di dare un giudizio esatto sul valore di questi individui bisognerebbe costringerli a sviluppare il maggior numero possibile di fiori mediante una continua ablazione fiorale che ne impedisse la fruttificazione e ne pro- lungasse la vita in serrai sì da obbligarli a svelare, per quanto è possibile, le loro attitudini latenti. 73 sulta che siasi trovato nessun esemplare puramente maschile ; e allora, evidentemente, non può parlarsi di dioicismo (3). Di più, da quell'esemplare femminile non si ebbero semi ma- turi, per cui la discendenza ne fu troncata alla base e, circa quel- la determinata stirpe, tutte le osservazioni finirono ; perciò man- ca il fondamentale requisito della ereditarietà, ed anche per que- sto é prematuro parlare di dioicismo. Io nelle mie colture di « Zucchetta d'Italia », derivate da al- tre stirpi elettrogenite del Piròvano, non ho potuto osservare tat- ti simili a quelli descritti ; ma in una recente visita a Yaprio ho dovuto riconoscere nelle colture del Piròvano la presenza di individui eccezionali: pur non avendo potuto osservarne alcuno puramente femminile, posso attestare che finora non avevo mai visto altrove individui di « Zucchetta d'Italia » in cui i fiori femminili avessero una tal prevalenza. Ma non saprei dire se ciò propriamente dipenda dal tratta- mento elettromagnetico subito dai gameti che produssero que- gl'induvidui; ed anzi le più estese osservazioni che ho potuto fa- re su di un altro fenomeno — che passo ora a discutere — mi autorizzano a mettere in guardia contro i facili errori del «.post hoc, ergo propter hoc » . III. Nella medesima pagina (156) del suo libro il Piròvano annunzia la comparsa di un'altra importante variazione « jono- genita» : quella ch'egli chiama « la sottospecie ermafrodita » del- la Zucca, e ch'egli ha ottenuto in numerose colture. Anche in questo caso dobbiamo rilevare una leggera inesattezza termino- logica, perchè la designazione dell'Autore sarebbe giusta quan- do queste piante producessero fiori tutti androgini : la coesisten- za sullo stesso individuo di fiori androgini con fiori normalmen- te unisessuati va designata con altro termine. Dalla descrizione sommaria del Piròvano parrebbe trattarsi ili individui andromo- noici, ma con esattezza ancora maggiore si sarebbero potuti ri- (31 Sarebbe, caso mai, ginoJioicismo ; ma dovrebbe essere ereditario per potergli -attribuire un tal nome ! 74 conoscere almeno nella maggioranza di essi, degli individui ce- nomonoici. Circa la comparsa di questi fiori androgini nelle mie colture io ho un cumulo veramente enorme di osservazioni ; ma qui mi preme soltanto di raccoglierne l'estrema sintesi dicendo che nel- le accuratissime colture di Roma, avendo potuto disporre di mol- teplici serie di semi «jonogeniti» e di confronto, mandatimi dal Pi) ciano stesso, ho avuto la disillusione di trovare fatti di an- droginia più cospicui nei confronti che non nelle colhire «jono genite ». In ciascun lotto non tutte le piante producono fiori androgi- ni, e quelle che ne producono li danno solo per un breve perio- do della loro vita, passato il quale la fioritura riprendre coi ca- ratteri normali. Fra le altre, ebbi una pianta, un prodotto d'in- crocio tn* Cucurbita Pepo e maxima (i), che emergeva particolar- mente perchè fu la prima a dare androgini, durò a produrne per un tempo più lungo delle altre, ed anche i singoli fiori in sé considerati mostravano il fenomeno in grado intensissimo, nel senso che erano in essi molto sviluppati gli organi anomali la cui presenza stabiliva l'androginia : ebbene, questa pianta apparte- neva ai confronti. Tra il molto materiale che ho raccolto, quello che ho potuto esaminare fino ad oggi mostra che l'androginia insorge per tra- sformazione dei fiori maschili. La fig. i è tratta appunto da uno di questi fiori maschili ; essendo stati tagliati via calice e corol- la può scorgersi soltanto un ingrossamento anormale verso la base dell'androceo e, da un lato, una fenditura (y) tra due filamenti staminali, divaricati come se qualcosa dal di dentro facesse pres- sione. E difatti, tagliando gli stami, si scopre proprio in corri- spondenza di quella fenditura un corpo carnoso, crasso, arcuato, il cui estremo distale si appiatisce e si allarga in una gran su- perfice gialla riccamente papillosa : uno stimma senza dubbio. Nella fig. 2, allo stesso fiore sono stati tolti via gli stami, e la coppa ricettacolare sezionata mostra il fondo sinuoso per irrego- (i) Secondo il Piròvano tratterebbcsi di un « falso ibrido». 75 lari emergenze e, nascente verso il margine, il descritto carpelloi- de in cui s{ è l'espansione stimmatica ed s può considerarsi come una parte corrispondente allo stilo. L'inserzione di questo corpo è molto ristretta (benché esso si ingrossi molto, subito dopo) ed è situata in maniera esattamente alterna rispetto agli stami, sic- ché sembra che questo corpo possa interpretarsi nel modo più Fig- 1-3 • Formazioni carpellari in fiori maschili di Cucurbita (spiegazione nel tesjo). semplice come una filloma soprannumerario a caratteri carpel- lari. E questa la manifestazione più semplice che possa dirsi costi- tuire una ben dichiarata androginia ; altre anomalie minori, che non giungono alla formazione di organi con attributi carpellari, possono considerarsene come deviazioni o come stadi premonitori. Xon molto diverso è il caso della fig. 3 in cui due carpelloidi (sa ed so) divaricano ed inflettono i filamenti staminali (fi ed f2) A questo grado la deformazione è sensibile dall'esterno fin nel giovane boccio che nella sua parte inferiore appare ingrossato, 7b pur rimanendo sempre riconoscibile per un fiore di tipo maschile. L'androginia sorge dunque per l'aggiunta di elementi carpel- lari soprannumerari al fiore che normalmente avrebbe dovuto es- tere soltanto maschile. In biologia si registrano molti casi mo- struosi di cosidetti « ermafroditi » risultanti dalla anormale tra- sforma/ione di alcune parti degli organi sessuali, trasformazione facilitata in quei casi (come p. es. nell'Uomo) dalla fondamentale omologia esistente tra l'apparato maschile e quello femminile. Anche nelle piante è molto facile trovare carpelli anteriferi o stami ovuliferi. Ma nelle nostre zucche non si tratta di una meta- morfosi sessuale di qualche elemento staminale, bensì di un au- mento di membri con la comparsa ex novo di elementi carpellari: è dunque una modificazione morfologicamente diversa, e forse più profonda. Quei botanici i quali credono che l'ermafroditismo sia la condizione primitiva delle piante potrebbero vedere in ciò la ricomparsa di un carattere atavico. Solo raramente questi car- pelloidi producono ovuli. A Rovigo si son ripetuti fatti simili, avendosene anche là dei casi bellissimi nei confronti. I semi coltivati a Rovigo erano il doppione di quelli coltivati a Roma, e la minore intensità del feno- meno e la minore abbondanza dei reperti autorizzano a credere che molto influiscano la qualità del terreno, oppure il clima o il modo di coltura. Ma a Rovigo ho fatto una osservazione ancora più interessante : in alcune zucche appartenenti alla Stazione di Bieticoltura, e coltivatevi per altro scopo prima dell'introduzione dei semi del Pirovano, io ho potuto trovare casi di androginia di una sorprendente regolarità. Le piante osservate appartengono alla razza localmente detta «Zucca marina». E pur evidente che in questo caso la « jonolisi » non può averci avuto nulla da fare, a meno che non si tratti di quella specie di « jonolisi » na- turale e gratuita operata dalla luce sul polline, o intervenuta per invecchiamento del medesimo, (i) i In € Revue Horticole », 95*" Annue 119231 N. 21, 16 Settembre, p. 459, in un articolo * sur la discipline de l'hérédité cliez les vegetaux », posteriore alla pubbli- cazione del suo libro, il Piròvano scrive : «... i risultati ottenuti confermano larga- Dott. ALBERTO Chiakugi Redattore - capo responsabile — Forlì, Tip. Valbonesi 77 A propositi di queste colture di Rovigo è per me ben gra- dito dovere di ringraziare, oltre che l'illustro Prof. Munèrati, anche i miei colleghi Dottori Milan e Costa che si prodigarono per la buona riuscita delle colture medesime. IV. Coni'' è ben noto, l'ermafroditismo in Cucurbita Pepo è stato descritto ripetutamente, e le più antiche osservazioni sem- brano risalire al 1833 ( i ). Questo fenomeno ha formato recente oggetto di studio da parte di G. />'. Durham (2); ed è anche noto come alcuni scritti in proposito abbiano assunto intonazione po- lemica, pretendendosi che qualcuno (3 1 abbia confuso le conseguenze di un insospettato ermafroditismo con fenomeni di < partenoge- nesi » (non nel senso lato in cui questo termine è preso da certi autori, cioè nel senso di apogania, bensì nel senso di vera parteno- genesi aploide !) che in verità non sembrano molto probabili nelle zucche. Fra l'altro — lo noterò incidentalmente — lo svi- luppo dell'embrione è, nelle zucche, legato ad una particolare funzione del tubetto pollinico, scoperta dal Lonqo : per accordare uno sviluppo apomittico ili embrioni di Cucurbita bisognerebbe mente l'esistenza di un parallelismo tra le mutazioni dette « spontanee • e quelle ri- sultanti dal mio procedimento. Una recente e più profonda riflessione mi fa supporre... -che L'origine «li certe mutazioni spontanee potrebbe essere analoga a quella delle mu- tazioni che io ho potuto produrre, a diverse riprese, per jonolizzazione del plasma maschile », ed attribuisce alla luce ed ai suoi raggi ultravioletti una tal sorta ili effetti. Fin dalla mia prima pubblicazione sull'argomento {Rendiconti Acc. Lincei, voi. XXXIII, fase. 7-8 io ho rilevato tuta l'importanza degli indizi, segnalabili in qualche parte del libro del Pi r ovatto, « che il semplice invecchiamento dei gameti abbia effetto attenuante . Questo mio rilievo è stato particolarmente felice, perchè le ulteriori espe- rienze del Piròvano stesso ne fanno aumentale l'importanza. Segnatamente nell'in crocio fra Papavero sonnifero e Papavero bratteato, che costituisce una delle più belle e dimostrative esperienze ilei Piròvano, questi ha scoperto che il polline molto in chiato consegue effetti che ricordali'! da vicino quelli del polline jonob'zzato municasione orale . < >ccorre dunque vedere in quanta parte il processo di « jonolisi » possa identificarsi con un processo di invecchiamento artificiale del polline. 1 PENZIG <>., Pflanzen teratologie, II Aull. p. 304 2 George B. Durham, Hai Parthenogenesis been confuscd with Hermafhrodi' tism in Cucurbita.' - The American Naturatisi. Voi. I.1X. X. (102. May-June 1 p. ."*.;, e Zeitschrift far Inlu'uive ÀbstammungS UQd VererhungMelire - Band XXXVII. Ileft 4, 1925, ,,. 558.362. J rlAGBD iORN A. C. and A. 1... Parthenogenensis in Cucurbita - Zeitschrift tur tnduktive Aibstammungi - und Vererbungslehre • Hai. XXXIV, lleft 3. p. 180- 213 - 1924. altresì immaginare un qualche cosa che potesse assumere una funzione vicariante rispetto al particolare ufficio che compie il tubetto pollinico dopo la fecondazione, ufficio che in, fiori vergini verrebbe a mancare col mancare del tubetto pollinico medesimo. In riguardo a questi lavori, io credo che la priorità della se- gnalazione di fiori morfologicamente androgini in ibridi fra Cucur- bita Pepo e maxima rimanga a Piròvano (i ) ; ma da tutto quello che ho esposto non ne risulta molto favorita l'ipotesi che sul fenomeno abbia influito la < jonolisi » . Questa ipotesi non ne è tuttavia esclusa addi- rittura perchè, in verità, nella mia recente visita al Piròvano io ho visto nei più svariati lotti ed in molte porrne di Cucurbita una gran quantità di fiori androgini; ma invero manifestazioni teratologiche a carattere epidemico sono ben note e possono avere diverse cause. Data anche l'opinione del Durhdm, che sulla androginia in Cucurbita influiscano le condizioni del suolo, viene appunto il sospetto che nel luogo ove il Piròvano fa le sue colture possa esserci qualcosa di particolarmente favorevole al fenomeno, e questa supposizione non è in necessario contrasto con l'ammis- sione di una certa attitudine ereditaria : l'uria supposizione e l'altra sembrano bene concordare insieme e col fatto che in Roma e in Rovigo gli stessi fenomeni si sono riprodotti, è vero, ma con minore intensità che non a Vaprio. In conclusione, io propendo a credere che l'attitudine all'er- mafroditismo sia latente in tutte le Cucurbitae, ma che determi- nate stirpi ne portino come caratteristica ereditaria una più mar- cata « predisposizione » ; che questa attitudine abbia bisogno di particolari stimoli per manifestarsi; che questi stimoli possano sere vari e talvolta presenti nell'ambiente; e non debba esclu- dersi che, fra i tanti, possa essere attivo anche quello della «jo- nolisi . V. Un particolare gruppo di zucche, ottenute da incrocio fra C. Pepo e C. maxima, mi ha dato, tanto a Roma che a Rovigo, (i i Vedasi, nel citato articolo del Piròvano in « Annali di Botanica », il capitolo I0,. ove si descrivono fiori ermafroditi che l'autore chiama pseudo-erma froditi) in ibridi jra « Zucca pasticcina » e « Zucca a turbante bicolore ». 79- abbondanti fiori che ad una grossolana osservazione potrebbero credersi dotati di ovario infero: trattasi Invece di fiori puramente maschi/i e quel rigonfiamento è un semplice benché voluminoso ingrossamento dell'asse fiorale, destinato a crescere ancor più alquanto dopo l'antesi ed a formare una piccola interessantissima Bacchetta maschile . Per una prima designazione generica, questi fiori potrebbero dirsi macropodici', e questo reperto, che si ricollega ad un altro notissimo illustrato principalmente dal Longo% costituisce davvero una piccola gemma nel cerchio di queste così poco incoraggianti osservazioni. Nella teoria degli ormoni morfogeni ricercheremo il legame fisiologico fra l'androginia e questo feno- meno che ne dà una così mendace apparenza, e vi troveremo anche una connessione con un terzo fenomeno, la partenocarpia, già nota in Cucurbita, e di cui ho visto casi di insuperabile evi- denza nelle colture del Piròvano, che nuovamente ringrazio per la cortesia e liberalità con cui mi consentì l'esame del suo ma- teriale. Tornerò dunque in prossime note ad illustrare, statisticamente e morfologicamente, punti speciali degli stessi argomenti qui trattati per il loro contenuto generale. E circa la questione elet- trogenetica concluderò ricordando che l'illustre Professore Ro- mualdo Pirotta, presentando il libro del Piròvano all'Accademia dei Lincei, ben disse che esso contiene » parti certamente buone e partì dubbie » : a me oggi è toccato il commento di una parte dubbia; ma è appunto con questo severo lavoro di cernita che potrà maggiormente rifulgere quel che vi è di meglio nella com- plessa opera del Piròvano. Perugia, Settembre 1925. SEDE DI FIRENZE SEDR CBN THAI .H Adunanza del 13 Aprile 1926 Presidenza del Presidente X. Passerini Aperta la seduta è proclamato a nuovo socio il «'onte Dott. ALESSANDRO MARCELLO, di Venezia. Indi il PresiJente Prof. X. PASSERINI presenta un esemplare di Frumento pro- veniente dall'agro Grossetano, tratto da una coltivazione di Frumento trapiantato in autunno. Esso presenta ben 57 culmi, né si tratta di un esemplare che crescesse iso- lato e fosse di eccezionale sviluppo, perchè in quella coltura molti altri esemplari pre- sentano un uguale rigoglio e un simile non ordinario accestimento. A cpiesto proposito il Segretario R. PAMPAN1N1 ricorda che fra i quadri che ornano il Museo botanico fiorentino uno rappresenta a grandezza naturale un folto esemplare di Frumento, accestito e maturo, con la seguente dicitura : « Un sol Granello di Gra- no l'Anno 17 13 nell'Orto di trancesco Magnelli Liuellario dello Spedale di S. Maria Nuova a Legnaia nel popolo di S. Piero a Monticelli produsse le Cento ottanta spi- ghe nella forma espressa in questa Tela ». Il Presidente comunica, poi, che in seguito alle pratiche svolte lo scorso anno dall'allora Rettore dell'Università di Firenze, Prof. G. Chiarugi, ed alle sue premure la e Rockfeller Insti tution » pel tramite dell'Accademia dei Lincei elargì alla Società Botanica Italiana un sussidio di seimila lire allo scopo preciso dell' incremento del Nuovo Giornale botanico italiano nel 1926, e fa presente che il Consiglio, interprete dell'intera Società, espresse al Prof. G. Chiarugi la sua gratitudine per il dono co- spicuo ottenutole. Infine il Segretario presenta e riassume: MlMo M., Le osservazioni fitofenologiche della rete italiana nel quadriennio 1922-1925 • che figurerà nel « Nuovo Giornale », e la nota seguente : 8v CENGIA-SAMBO IA. — LICHENI DELLA TERRA DEL. FUOCO RACCOLTI DA <,. B. DE GASPERI NEL 1913. La nobile figura del dott. G. B. De Gasperi, caduto nel ioi6r eroicamente combattendo per la Latria, a ventiquattro anni, rivive intera nelle pagine che ne scrisse chi lo ebbe prediletto disce- polo (1). Qui dirò soltanto che nel principio del 1913, quand'era ancora studente ma già noto naturalista-geografo, il compianto De Gàsperi accompagnò il padre salesiano De Agostini in un viaggio di esplo- razione nella Terra del Fuoco. La piccola spedizione italiana — la completavano due guide valdostane — ebbe un notevole successo- alpinistico e geografico. Inoltre il De Gasperi ne riportò copiose note per uno studio glaciologico (2) e interessanti raccolte botaniche. Le fanerogame furono studiate (3) dal prof. E. Chiovenda, i muschi dal prof. G. Negri e le epatiche dal prof. G. Citila ; ri- manevano nell'Erbario centrale di Firenze i licheni delle più splen- dide forme che qui illustro. Il De Gasperi non ha voluto raccogliere tutti i licheni della Terra del Fuoco : Egli ha scelto con rara perizia una florida di 42 specie frondose, cespitose e fogliose caratteristica della regione cordiglierana (4) attraversata estremamente umida, pantanosa e torbosa. La raccolta è stata fatta intorno al M. Sarm-iento, nella Valle del Fiume Grigio, nelle Isole del Labirinto, nel seno I'igafetta (i Dainki.i.i (ì. - G, B. De Gasperi in G. B. De Gasperi, Scritti vari : Stretto di Magellano imboccatura no sempre però (li ambienti' umi- dissimo. Non credo che siati" dell'isola Navarino e delle altre B4 isole visitate a sud del Canale Beagle perche ivi il 1)3 Gasperi fe(e una rapida escursione a solo scopo etnografico. (ili esemplari sono 42 fra specie e varietà ; tutti belli, vistosi,. • piasi tutti fertili, e benissimo conservati. Di essi 31 risultano nuovi per la Terra del Fuoco e 7 varietà nuove per la scienza. Bibloografia 1. BITTER — Zur Morphologie und Systematik voti Partitella, Huntergaitung Hypogymnia - lledwigia voi. XL, 1901. 2. DARBISHIRE — Crypiogams fron the Antarctic. - Journ. of jBpt. l.XI (1923). 3. id. — IT/ss. Ergeb Schwendischen Sudpolarexpedilion 1 n/01-1903) Voi. IV, Liei". 11 Stokolm 19 12. 4. DE AGOSTINI — / miei viaggi nella Terra del Fuoco- Car- togr. FU. De Agostini - Torino 1923. 5. De GASPERI — Un'esplorazione nella Terra del Fuoco - Ri- vista geografica Italiana Anno XX, 19 13, Fase. 7 Firenze 191 3. 6. id. — Scritti vari di geografia e geologia, - Pubblica- zione postuma a cura di G. Dainelli - Ed. Le Memorie Geogra- fiche - Firenze 1921. 7. — DELISE — Hist. Lidi. Gen. Slieta. 1822 8. De NOTARIS — Osseti-arsioni sul genere Slieta - Meni. Accad- Scien. di Torino serie 2a voi. XII, 1 85 1 . 9. HelborN — Lichenologiska Anteckningar frati en resa i Tu- ie Tapinarle Sanmaren iSbj. - Flora 1867. io. HUE — Tichenes extraeuropei - Xouvelles Archives du Mu- seum serie 3a (1890), serie 4* (1901). 1 1. JATTA — .I/o uograp liia Tichenuni Italiae meridionale - Traili 1889. 12. id. Flora It. Cryptogama Pars III Tichenes - Rocca S. Casciano 191 1. 13. id. Licheni Patagonia raccolti nel 18S2 dalla R. Na- ve Caracciolo - Bull. Soc. Bot. It. voi XXII, 1890. 85 14- LemàNDER G. — Parmelia Acctabuhtm (Neck) Dub. - I Skandinavien Swenk Bot, Tidskr. XVII, 1923. 15. Ma i.Mi': Bei tra gè sur Stictaceen-Flora Feverland und Pa- tagonitns - Bilia ng till. K. Svenka Vet. Ak.nl. Eiandlingar Bd. 25. 1899. i''. Montagne Voyages au ròte sud - Ann. Scient. Nat. Bot. serie 2a voi. XX, 1843. 17. MiiLLER Ariì. - Mission Scientif. Cap. Horn. Voi. V. T. S. Botanique Paris 1889. 18. id. — Lichenes Sfrega: -inìani in Siate I sland, Fuegia, et in reo ione Foetì Magellanici lecti. — Xuov. Gior. Bot. Tt. voi. XXI. [889. 1 9. id ( )bservationes in Lichenes argentinenses Flora LXXI1 1889 pag. (62-68). t-' 20. id. Lichenes in Argentina australe et in Patagonia etc. Flora I.XX. 21. NYLANDER Synopsis Method. l.ìch. Voi. I. 1860. 22. id. Lichenes novi e Freto Beheringii - Plora IX VI II. 2$. id. Lichenes Fuegiae d Patagonia e - Paris 1888. .'4. id. Lichenes Novae Zelandiaè, [888. 25. id. Addenda qua edam ad lickenographiant Novae X.e- landiae - Flora [867. 26. id. Novae explorationes Licheni/m Nco Caledomae - Mora 1867. 27. id. Lichenes I. Campbell - Comptes rendus Accad. des Scien. Tome I.XX XI li, 1876. id. Apud Crombie Jour. of Bot. New sor. Voi. XIV 1876 pg. 359- 29. id. Addimentum in Floratn crypt. chitensem quo liche- nes praecipui saxicolas exponit - Ann. Se. Nat. Bot. Ser. 4" voi. Ili .855. 3< >. id. / ./■ hem t ( 'hilenses, ,ì 1 . id. Lichenes exotici - Ann. Se, Nat, Bot. Ser. 41 voi. XI 1859. 86 32. jrtYLANDER Recogn. Ramai, - Bull. Soc. Linn. Normand. Ser. 2 ' voi. I V i 870, $1. Oi.i.manxs Morphologie und Biologie der Algen Bd. I . [922. 34. Waixm Reactionem lichenum etc. - Mem. de l'Herbier Boissier \. 5, igoo. 35. i«l. Licheiies in l'icinis hibernae expeditionis Vegae />>(>/>r pagum Pìlekai in Sibiria seplentrionali a D. li. Almquinst coliceli - Archiv. for Bot. Bd. \'1II Hàfte 1-3. 36. ZAHLBRUCKNER — Deutsche sttdpolarexpedition (1901-1903) Bd. Vili Hf. I 1906. 37. id. Botanische ergeb. der Schwetid. Iixp. nach Patago- nien und don Feuerland ( 1 907-1 909). - VI Die Flechten. - Kungl. S^nka veten. Akad. I laudi. Bd. 57 N. 6 1917. 38. ZAHLBRUCKNER — Ergeb. der Bot. Exp. der Kais. Akad. der. Wiss. nacli Sùdbrasilien 1901 - Lichenes - Wien 1909. 39. id. Pflanzenfamilien ITeil. Abteilungl* Leipzig 1907 40. id. Cathalogus Lichenum Universalis (in corso di stampa). EXSICCATA 1. — Erbario centrale di Firenze. 2. — Erbario Levier. 3. — Erbario "Webb SPHAEROPHORACEAE 1. Spacrophorum compressimi Ach. (Cfr. herb. centr. campione raccolto da M. Filhot in exped. astron. Is. Campbell 1874 ed herb. Levier X. Zelanda Grreynworth leg. R. Ilelms.) — Loc. in- determinata. Oss. Fu trovato da Spegazzini nel 1882 (Cfr. Xvl. Lich. Fue- giae et Patagoniae) ; Mùller : Lich. Spegaz. etc. N. G. B. I. XXI I ).irbsh in Wiss. Ergeb. Swend. Sudpol. Exped (1901-1903) Bd. 1\'. Lief. 1 1. [912, 8? <-|..\])< ».\l.\< l-.Al in Baeomyces sp. Sterile Loc. Cima Gastaldi in terra <>ve segna il limite del bosco. Oss. Manca ogni traccia ili apoteci e non si può con sicurezza definire la specie. 3. ;: Cladonia alpestris Rabh. (Cfr. Nyl. p. 212 e Zahl. p. 24). Sterile — ■ Loe. l'orto Sicurezza. Oss. Fu trovata dalla Sw. Ex. (1907-1909) in terra lungo le rive del Rio Azopardo. 4.?:: CI. alpestri^ Rabh. v. conglobata Krn. Sterile — Loc. e. s. 5. ;: CI. alpeslris Rabh. v. conglobata f. major n. f. Ceng.-Sambo. Sterile — Loc. e. s. Oss. Un campione misura cm. 20 di altezza. 6. * CI. australis Fr. Sterile — Loc. ind. 7. CI. deformis llffm. (Cfr. Nyl. Syn. p. 222). Fertile — Loc. ind. Oss. Fu trovata in terra a Ushuwaia dalla spediz. svedese (1901-1903). 8. * CI. glauca f. long/ssiman.i. Ceng.-Sambo. Sterile — Loc. ind. Oss. Un Campione misura oltre 22 cm. mentre quelli da me veduti nell'erbario centr.de non arrivano ai [8 cm. 9. :;: CI. insidiosa f. ma/or n. f. Ceng. -Sambo (Confr. Hue., Nouv. Archiv. Mus. - Ser. IV. Voi. Ili ed hb. centr.) I oc. Sbocco Valle delle Fate. Oss, Tutto il tallo e specialm. i podezi hanno un aspett i assai robusto come non ho mai riscontrato in nessuno dei campioni degli erbari. Anche l'I lue descrive un tallo in < onfronto esilissimo. io. * CI. macilenta lltfm. (('t'r. Nyl. Syn. p, 223). — Loc. Cima (iastaldi nel bosco e presso l'orto Sicure/za nel bosco. Oss. I podezi dell'esemplare della e località misurano cm. 3,5 di altezza, quelli della seconda cm. \-2. 1 Nuovo per la 1 erra del Fuoco. ii. e/, pimgms v. )>a>ia h. var. Cengia-.Sàmbd Sterile. — - Loc. I. del Labirinto con Stereocaulon mixtum. i'»v 1 podezii misurano .il massimo mm. vs di altezza e 0,3 di grossezza. i-'. ": CI. pungerti v. auslralioides u. var. Cengia Sambo. Storile. — Loc. Sbocco Vaile delle Fate con muschio. Oss. 1 la l'abito di Cladonia australi s per la rigidezza e per la densità degli apoteci e per il colore tendente al castaneo, ma h 1 tutti gli altri caratteri della 57. pitngens. 13. €1. pyxidata Yx. Sterile. — Loc. Ancoraggio nelseno Pi- gafetta. Oss. Fu trovata dalla spediz. Svcd. (1 901-1903) nelle seg. lo- calità : Ushuwaia, L. Roca, I. Hoste, I. degli Stati. 14. * CI. pyxidata Yx. v. costata Ach. (Cfr. hb. centr.). Sterile — Loc. e. s. 15. * CI. pyxidata Yx. v. Pocillum Ach. (Cfr. Xyl Syn. p. 193.) Sterile — Loc. e. s. 16. CI. rangiferìna (L.) Webb. (Cfr. Nyl. Syn. p. 211 e Zahl. p. .24). Sterile — Loc. Porto Sicurezza. Oss. Fu trovata nelle paludi alla foce del Rio Azopardo (Du- sén) e nella Valle Azopardo sulle rocce m. 700 s. m. e nelle paludi alle foci del Rio Fontaine (sped. sved. (1907- 1909) e a Ushuwaia, L. Roca,, I. Hoste e Isola degli Stati (sped. sved. 788) 1901-1903). 1 7. CI. rangiferìna v. sylvatica Ilffm. (Cfr. Xyl. Syn. 2 1 2). Sterile — Loc. Presso Porto Sicurezza. Oss. Fu trovata la forma sphagnoides Flk. Sterile nelle paludi alla foce del R. Azopardo (sped. svedese 1907-1909). 18*. CI. rangiferìna v. vulgarìs Schaer. (cfr. hb. Levier X. Sterile — Loc. Porto Sicurezza. ir. CI. scabriuscula Coen. (cfr. llue Xouv. Arch. d. Mus. Se- ri*4 111 voi. io" ed. hb. centr.) — Loc. bosco Cima Gastaldi. 20'. Stereocaulon condensatum llffm. (Cfr. Xyl. Syn. p. 249 e hb. Levier a Cotopax [Messico) a 4:00 m. s. m. nel 1903) Fertile. — Loc. Su corteccie con Parmelia hypoleia Xyl. 8g ji. Sii jtoridnm Del. (cfr. ab. centr; e hb. Lev.) Sterile. — Loc. Is. del Labirirìto sulle rocce della costa; 22*. .S7. mixtum \yl. - Isole (1. Labirinto, sterile; con Cladonia* jnmgens V. >iia. 23*. .SV. sphaeróphóroides Tuck. (Cfr. Xvl. Syh. p, 2341 Fertile: — Loc. I. del Labirinto sulle rocce della costà: STtCTACÉAE 24*. Siicla coriacea Hook. (Cfr. Xyl. Syn. p. 366 Hook, et Taylor in London Jour. of Bot. voi. Ili p. 648) Sterile. — Loc. ind. 2,y;:. Sfida dissimulata Nyl. (Cfr. Xvl. Syn. p. 362 e llue, se- rie 3*, voi. II p. 306, Nyl. Lich. Nov. Zel. 1888 p. 37). Fertile — Loc. Bosco f'iggi Is. del Labirinto. 26 Sticta endochrysea Del. (Cfr. Xyl. Syn. p. 358, line, Nouv, Archiv. da Museum ser. 4*, voi. Ili, p. 43 e DXtrs. Meni. R. Acc. Torino, ser. 2", voi. XII (1851) p. 149). Fertile — Loc. e. 9. Oss. Fu trovata la v. flavicans (Xyl.) all'Is. Dawson Bahia Harris e alle Is. Wollaston : I Otter, sterile ; la specie all'I, degli Stati e la v. orygmaeoides Mail, al C. Hóro. (Spegaz. 1882). 27. * Sticta (Sect. Stictina) etidochrysoides llue (Cfr. Ilue, ser. 4", voi. Ili, p. 87, tav. VI, fig. 3). Fertile — Loc. Bosco sotto il M. .Sarmiento. 28. Siicla (Sect. Stictina) filicina A.eh. (Cfr. Xyl. Syn. p. 349, Mont-. Ann. Scieac. Nat. Bot. ser. \\ voi. X V 1 1 1 (1852), llue, Nouv. Arch. Mas., ser. 4*, voi. Ili, p. ioo, tav. IV, fìg. 2) — Loc. M. Sarmiento, nel bosco. Oss. Fu trovata con soredi a Ushuwaia (sped. sved. 1901-1903). 2y. Siicla (Sect. Stictina) hir stila Xyl. {('ir. Monto. Ann., ser. 2", voi. IV, p. 88 e Monto-. Voyage, tav. XV, fig. 2); — Nyl. Fueg. pg. 26; hb. Webb). Sterile — Loc. M. Sarmiento, nel bosco. Oss. È specie propria del sud-America. Fu trovata all'I, degli Stati (Spegaz.) <• al L. Roca (sped. sved. 1901-03). 30. Siicla (Sect. Stictina) Lenormandiì Zahl. (Cfr. Nyl. Syn., go p, 343 e line, tfouv. Archiv. Mus., ser. 3* voi. II, p. 98). Fer- tile — Loc ind. PELTIGERACEAE 31. Nephroma antarcticum (Wulf.)Nyl. (Cfr. Nyl. Syn. p. 317). Bellissimi esemplari, fertili. — Loc. Tronchi di Fagus betuloides alla tocc del tiume (tritio e nel bosco sotto il M. Sarmiento. Oss. Fu trovato dalla sped. sved. (1 907- 1909) su Nothofagus foce del R. Azopardo e nell'Is. di Navarino ; e da Spegazzini in tutte le località da lui esplorate e dalla sped. sv. (1 901- 1903) nelle seg. località: Harberton, I. Navarino. I. lloste. — Gli apo- teci arrivano a 5 cm. di diametro. LECANORACEAE 32. * Placolecania (Sy. Ricasolia Mass. non DNtrs.) /ecanori na (Kn.) Zahl. (Cfr. hb. Webb. gen. Ricasolia) — Eoe. Su schisto, Ancoraggio nel seno Pigafetta. PARMELIACEAE 33. * Parmelia acetabulum v. De-Gasperii n. v. Ceng.-Sambo. Fer- tile. — Loc. Su schisto, Ancoraggio nel seno Pigafetta. Oss. Tallo olivaceo fosco rugoso minutamente lobato ; lobi ascendenti crespi minutamente crenulati ; apoteci, spore, spermo- goni, sterigmati come nella specie; con K O II rosso. — Finora fu trovata sempre sulle corteccie (Cfr. Nyl. Add. etc. Flora 1867 e Lemander Greta in Bih. ti 11. K. Svenka etc. Bd. 25, 1899). 34. * P. camerata Ach. (Cfr. Nyl. Syn. p. 376). Sterile — Loc. Su muschio, porto Sicurezza. 35. P, cìteinnata Ach. (Cfr. Nyl. Syn. 403 e Hue, ser. 4», voi. Ili, Nyl. e Fueg., pag 5). Fertile. — Loc. Su corteccie, Is. del Labirinto. * Oss. Fu trovata a I. Basket, I. degli Stati su Fagus (Spegaz.) e la var. allùda Zahl. da sped. sv. (1907-09) su Fagus, alla foce del R. Azopardo e ad W. del Lago Fagnano. 36. P. cribellata Tayl. (Cfr. Nyl. Syn. p. 403 e Taylor in 9' Journ. of Rot. 847, p. 164). — Loc. rronchi di faggio, I. del Labirinto. 37. * P. hypoleia Nyl. (Cfr. Ny.l Syn. p. 393). — Loc. Su cor- teccic con Stereocaulon condensatum Hffm. 38. P. opuntioides Muli. (Cfr. Wainio Meni. Herbier Boissicr X. 5, 1860 p. 7) — Loc. In torni, is. del Labirinto. Oss. Fu trovata fertile all'isola Desolacion su corteccie (sped. sved. 1907-1909). 39. : /'. protoflavesetns Zahl. (v. line, Nouv. Archiv. du Mu- seum si-r. 4*, voi. I, p* [92-202 e Nyl. /■'/era, voi. Vili (1885), p. 607 e Zahl. Exp. Kais. Akad. sùdb vasi lieti pag. 90). — Loc. Su corteccie ? USNEACEAE 40 * Usnea florida Muli. v. sorediifera Arn. (Cfr. Hue, ser. 4a, voi. Ili, p. 36). Sterile. — Loc. ind. Oss. Non arriva a cm. 6 di lunghezza. Fu trovata la specie all'I, d. Stati (sped. sved. 1 901-1903). 41. * l T. melaxantha Ach. v. nigro-paUida n. var. Ceng. -Sambo (Cfr. Nyl. Syn. 272 e hb. Levier). — Loc. Passo dei Laghi e Ancoraggio nel canale nuovo (cioè nel seno De Agostini). Oss. I campioni sono ben sviluppati, i podezii sono un po' più gracili e di un giallo assai più chiaro della specie, tanto da far pensare a U. sulphurea Th., ma per i caratteri anatomici è da ascriversi alla specie melaxantha Ach.; per il colore più chiaro dei podezi risaltano di più gli anelli neri all'estremità dei podezi stessi. Oss. Fu trovata la specie da Spegazzini in Fuegia e nell'I, degli Stati dove fu raccolta pure dalla sped. sved. (1901-1903). UCHENES [MPERFECTI 42. * Lepraria flava Ach. (Cfr. hb. centr.). — Loc. Su ra- moscello, sotto i faggi, Is. Labirinto. "- S EZ l< ).\ E LOM BA R DA (M I LAN O) Adunanza 2 Maggio 1926 Presiede il Prof. TK SU RANfJNCULUS $£GUI£RIVILL. ED l'.\.\ STA NU( IVA VARIETÀ. Ranunculus Seguìeri Vili. var. nova cadinensis Fen. (1925). — Folta radicàfia et cani ina ìnferiora ambi tu suòre/nuda, palmato-multifida lobulis acuminatis, va/de nervosa ! pi/osa et margine ditata ut etiam in specie: caulina media integriora quam in tvpo et plerumque tri fida; superiora integerrima spathulata vel obovaia, apice ì abrupte acuminata. Caulis, fìores et carpclla (kaec primodum pilis se- riceis longissimis tomentosa vel quoque " glabrescentia) ut in speciei tvpo. Hab. - Longobardia sup. : in rupestribus calcariis solutis Alpium brixiensium in ditione Vallis Judicariae inter Passo di Croce Domini et Valle di Cadin, ni. igoo e. ubi a. d. VII. Kal. Julias a. D. MCMXXV detexi. Il Ranunculus Seguieri, specie eminentemente calcicola, ab- bastanza rara nelle lavine e nelle fessure delle rupi della regione subalpina delle Alpi e negli Appennini fra i 1200 ed i 2400 m.r ha un'area di distribuzione frammentaria e discontinua, delimitata cume segue : Alpi : 1 1 Alpi ealcaree e dolomitiche meridionali a sud della linea Anaunia - Val Pusteria - Val della Drava, dalla Valle Ca- monica (Passo di Croce Domini) alle Caravanche, con centro di gravitazione nelle dolomiti tridentino-atesine. _') Alpi di Unterwalden (Giswilerstoecke). 3) Alpi del Deltìnato, Provenzali e Marittime, dall' Isère al Mont Ventoux e dalla Durance alla 'linea. Appennini: 41 App. Abruzzese. S ; Cesati, Passerini e Gibelli : Comp. FI. It., p. 878; Coste: FI. Je France, I, p. 23 ; Dalla TORRE u. Sarnthein : FI. v. Tyrol, Votarlo, u. Lidi- tenst., VI. 2, p. 276 ; De Candolle .• Prodr. Syst. Nat., 1, p. 30 in. 38; ; Engler : Die Pfl. formationen 11. d. pfìanzengeogr. Gliederung d. Alpenkette, p. 77 ; ENGLER- I'kanti. : Die noi. Pflanzenfam., T. Ili, I, Abt. 2, p. 65 ; FiORI : N. PI. Art. - 3 . pag- 4^-7- • 2 Vedi : prof. E. CHIOVENDA, Flora delle Alpi /.epontine occidentali OSSia Ca- talogo ragionato delle piante crescenti nelle vallate sulla destra de! / ' .ore. Saggio di Flora locale. 1' Supplemento alla . • Sa - Forlì, tipograf. Valbonesi 1924, in 8° «li p.ig. 52 Estratto da] Nuovo Giornale Botanico Italiano), Voi. XXXI, n. 4, < Htobre 1924, pag. 2^5-322. 2 L'Ing. Comm. GIOVANNI BATTISTA BlADBGO nacque a Verona lì i(> Feb- braio 1850, morì a Roma il 3 Dicembre 10:;. 96 Fu merito speciale del fratello avv. comm. Pietro Biadego di Verona se si potè ottenere il rinvio a cura del mons. Giuseppe Crosatti pure veronese originario di Caprino, colà residente, oggi illustri^ bibliotecario alla Biblioteca Vaticana di Roma, amico in- timo dell'ingegneri'. Tutte le piante sono racchiuse in 147 voluminosi pacchi, dove ben cinquantotto famiglie di fanerogame vi sono conveniente- mente rappresentate e costituiscono vastissimo materiale di con- trollo, per la più parte raccolte dall'ingegnere stesso in copiosa messe di esemplari durante le frequenti escursioni scientifiche nelle regioni più differenti, a preferenza di montagna, attraverso la catena alpina su tutta la sua estensione. Ma però materiali ancora più copiosi vi si trovano provenire da l'Italia centrale (Roma, Lazio, Abruzzo) e meridionale (Amalfi, Sorrento, regione Salernitana ecc.) dove, durante gli ultimi anni, l'appassionato bo- tanico risiedette alternativamente e dove morì. Numerosissimi sono i luoghi visitati e le piante raccoltevi divennero spesso utile materiale di studio anche da parte di bo- tanici provetti suoi amici : tra questi il collega di ufficio l'ing. Gaetano Crugnola (1), esploratore del Gran Sasso d'Italia, il prof. Caro Massalongo già illustre insegnante all'Università di Ferra- ra, (2), benemerito ordinatore di raccolte già esistenti nel Museo (i) Di questa comunanza di passione per lo studio delle piante col Crugnola vi . 21 Sirà opportuno riferire per disteso alcuni titoli delle pubblicazioni del prof. C. MASSALONGO che si occupano dell'argomento, stampate tutte in un periodico non esclusivamente dedito agli studi di litografia e che perciò potrebbero restare mal co- nosciute : — Manipolo di piante del m.te Rosa raccolte da un Veronese - Verona. Ti- p grafia Cooperativa, 1913, in 8" di pag. 5 (Estratto da * Madonna Verona » An- nata VII, fase. 25 I , pag. 54-58 . — Afanipolo secondo di piante del m.te Rosa raccolte da un Veronese - Ve- rona, Tipografia Cooperativa 19 13, in 8 di pag. 7 (Estratto da « Madonna Verona >■ Annata VII, fase. 28 (IV), pag. 207-216). 97 Civico di Storia Naturale di Verona, aggiungendone in dono al- tre molte sue proprie ; Emilio Chiovenda che rivide e illustrò molto materiale, sovratutto proveniente da Valle d'Ossola ; nel- l'ultimo tempo Renato Pampanini cne studiò e in parte ha «la completare un'importante ricerca su piante del Comelico raccolte di primavera e molti altri suoi estimatori che in ripetute occa- sioni gli divennero compagni di escursione, sovente di pensiero anche attraverso quella poetica malinconia che ne soffuse la vita degli ultimi tempi. Nulla vi è ancora di stampato su quest'ultima contribuzione all'incremento dell'erbario che fu controllo del Pampanini e che a- vrà un séguito in una pubblicazione promessa a dimostrare l'u- tilità particolare della stagione in cui fu fatta tale collezione e come venne eseguita nell'estremo tempo della vita dell'atttivo raccoglitore. A parte le contribuzioni indirette che si poterono avere dalle raccolte di G. B. Biadego nelle opere cecidologiche e micologi- che del prof. Caro Massalongo e di cui fa cenno anche il Chio- venda (op. cit. 1923 : p. 1 dell'estr.) e che sarebbe lungo ricorda- re partitamente, nel primo dei sopracìtati manipoli si tratta del- le raccolte fatte nel ioij tra 1,5000 2800 m., facendo il giro del m. Rosa, regione in cui prevalgono le pietre verdi nel tratto da Alagna a Gressoney la Trinitè con alternanza di gneiss e micaschisto. — Manipolo terzo di piante raccolte Ja un Veronese attorno V7/ monte Rosa e ad altri molti delle Alpi Occidentali nonché neW Italia media - Verona, Tipografia Cooperativa, IQ15, in 8° di pag. 10 e. tav. (Estratto da • Madonna Verona An- nata IX, fase. 33-34 'I) pag. i-io e I tav. f. t. . — Manipolo quarto di piante raccolte da un Veronese attorno al monte Resa, al Monte Bianco e ad altri monti delle Alpi Occidentali nonché in Italia media - Verona Tipografia Cooperativa 1 9 1 6, in 8" di pag. 13 e. tav. Estratto da • Madonna Verona » Annata X, fase. 38 3<> Il pag. 37-40 e I tav. f. t. . — Manipolo quinto di piante raccolte da un Veronese nelt 'Appennino Centrale ( Capracotta e Monte ì'ettore nei colli Albani presso Roma, nelle Valli di I.anzo e nelle adiacenze del Monte Rota Valli d'Avaz e di ì'altournancìie ) in Piemonte - Ve- rona Tipogr. Cooperativa 1017, in 8" di pag. 20 e. tav. Estratto di Madonna Ve- rona » Annata XI, fase. 41 I pag. 63-82 e I tav. f. t. . — Piante provenienti ila Amalfi e dintorni e da altri siti della Peniso.' . sentina - Verona, Tipografia Cooperativa, 1020 in 8° di pag. 32 e. tav. Estratto da « Madonna Verona» Annua XIV. fase. 53 1 pag. 1-32 eon tav. 1 f. t. . 98 Ugual prevalenza di roccia si ha fino a Zermatt dove interferisce una zona di calcescisti. Da Stalden al M. Moro sono prevalenti i micaschisti e i gneiss con una zona sottoposta di dolomia. Vi sono elencate circa 85 specie. Wllo stesso anno del periodico « Madonna Verona » vieti pubblicato il secondo manipolo su materiali raccolti durante erbo- razioni compiute durante l'anno successivo (1913) in località spesso sjfiii percorse ma partendo da Alagna Sesia (m. 1205) il^Biadego salì al Colle del Camoscio (m. 3026). Poi da Fiery alle Cime Bianche e al passo del Teodulo (3322 m.) intercalandovi altri percorsi al Theodulhorn al Gornergrat etc. Il giro termina a Macugnaga. E vi sono 127 specie elencate tra cui una forma nana di Aronic. Bau h ini Rchb., un'altra gracile di Centaurea tini flora L. e una va- rietà di Saxifraga exarata Vili, che può confondersi con la poli- morfa Sax. moschata Wulf. — Il terzo di questi manipoli ebbe a campo di azione il Monviso da Paesana (m. 587) a Pian del Re verso il Rifugio O. Sella non oltre 2,500 m. ; il Gran Para- diso da Ceresole Reale (1495 m.) ad Aosta (587 m.) attraverso il Colle di Xivolet (m. 2632) e risalendo pei colli dell'Herbetet (3260 m.) per discendere a Cogne ; il Grand Combin da Aosta a Sembrancher (7 14 m.) per il Col de Fenetre (2812 m.) ; il Monte Rosa da Zermatt a Fiery di là irradiando con ripetute escursio- ni. Tutte regioni di formazione primitiva o arcaica. Il contributo è di 105 nupieri. Talune forme sono assai interessanti e vengono riprodotte in una tavola : Bitpl. ranunculoidcs L. var. humilius ; Dianthus heglectus Lois. ; Draba aizoides L. var. Bértolonii (Nym.) ; Gentiana verna L. var. aestiva (R. et S.) ; id var. elongata (Haenk.); /fiera cium Auricula L. var. ; Saxifraga stellaris L. fa pusilla. E ve ne sono talune altre non raffigurate di minore importanza. I din- torni di Fiery e del Monte Rosa costituiscono buona parte delle località da raccolte esplorate dal giugni al settembre 1915 sen- za contare che, nelle otto escursioni più lunghe, le ricerche ven- ni n> spinte su altri nuclei di montagne : alla Capanna del Cer- vino (3298 m.) ; a Cogne nella regione del Gran Paradiso .(1534) a Yalsavaranche pel Colle del Lauson (3301 m.) poi a Courma- 99 yeur (1224 in.) e al rifugio Torino (3320 m.) Quindi in Val Ve- ni e ritorno. Vi si aggiungono altro piante prese sul calcare del- l'Umbria e dell'Abruzzo (tra Norcia e Arquata del Tronto). E la pubblica/ione risultò di n. 130 specie ili cui le più interessanti furono raffigurate : Cerasiium latifolium L. var. subrotundifolium ; Gentiana verna I.. var. brachyphylla ; Scafi/osa Col uni Ini ria L. var. decipiens ; Sedum dasyphyllum L. var. Donatianum ; Viola Eugeniae Parlat. var. a fiore violaceo e a fiore giallo. Ancora maggiore mi- scellanea si trova nel manipolo quinto, come dice Io stesso tito- lo : Capracotta è in prov. di Campobasso (1400 m. s. m.) sul cal- care; il m.te Vettore, per Norcia (604 m.ì, Forca Ventosa (1500 m.) fino al m. Vettore (2500 m.) sul calcare ; i colli Albani, nella primavera 1916 di preferenza al m. Cave (950 m.) e intorno al lago; nelle valli di Lanzo, a Balme (1458 m.) donde, intercalan- dovi la solita permanenza a Fiery, vennero fatte ben diciotto e- scursioni ben definite. Notevolissimo il contributo di 201 specie non mai enumerate nelle occasioni precedenti. Quivi pure le spe- cie più importanti sono raffigurate : Cardamine alpina Willd. e var. ambigua ; Cardamine resedìfolìa L. var. subhamulosa, (ìaleopsis Ladanum L. var. angusti/olia (Wallr.) fa exilis ; Ranunculus gla- cialis Selliceli. ; Saussurea alpina D. C. var. brevicaulis. L'ulti- mo opuscolo, come dice il titolo, tratta esclusivamente «li piante «Iella penisola Sorrentina non solo provenienti da Amalfi «• din- torni ma da altri luoghi finitimi. Vi è descrizione della splendi- dissima regione così per bellezza artistica come per interesse scientifico tanto geologico andando dalla zona montana al man' «pianto botanico essendo stata fatta l'esplorazione (\a marzo a a- prile in piena fioritura. S mo premessi brevi cenni, tratti dalle indicazioni dell'inge- gnere stesso, su la stazione di Amalfi, sulla costituzione calcare (cretacea) e dolomitica (del Trias) intramezzata 'alle formazioni eo- liche-eruttive del lapillo vesuviano, «la ciò la interessantissima confusione degli elementi delle due vegetazioni antagoniste. Ul- timi accenni si tanno poi sulla vicenda della coltivazione (fatto- re antropico) che costituì specialmente dalla parte spianata «li i 00 Sorrento gli agrumeti non essendosi conservate della primitiva macchia, che 1<- piante più utili. Il Carrubo, i boschetti di Quer- cia, con qualche Pino e XElce per i suoi rami usati a protezione dei Limoni. Le $07 entità identificate sono però sempre ca- ratteristiche della marchia mediterranea e vengono facilmente raggrupp indo quelle formazioni botaniche che furono dal Béguinol riconosciute esistenti anche nelle [sole Ponziane e Na- poletane. Nell'elenco delle piante, oltre le località ben precisate, viene definito il loro aspetto di vegetazione e la condizione dì sviluppo In cui vennero raccolte. Sono raffigurate alcune forme tra le più caratteristiche: lìellis perennis L. f. pusilla ; Coronilla Emerus L. var. emeroides; I hdypnois polvmorpha DC. var. eretica (\Y.) f, minor et f. tenella; Orchis longicruris var. direi sijlora, con rachide di- mostrante due fiori di origine ibrida esistenti insieme àgli altri di aspetto normale; JJrospermum picroides Desf. var. minor. — Nella enumerazione venne tenuta la disposizione in ordine alfabetico per i nomi dei generi, certo per brevità; non è certo questa la migliore delle sistemazioni. Le preziose collezioni poi vennero dall'ingegnere proseguite e sempre con lo stesso metodo severo che Emilio Chiovenda.il quale continuò ad occuparsene essendosi a lui rivolto come Ossolano, defini il più utile a far conoscere l'aspetto delle singole associa- zioni floreali sebbene sia più disadatto e malagevole per chi debba classificare i singoli elementi. Tali raccolte il Biadego eseguiva durante le fermate delle escursioni, cercando di prendere su quanto incontrava. Interessanti perciò alcuni ibridi che così poterono rilevarsi essendo il Chiovenda stesso ormai particolarmente ad- destrato nella conoscenza della flora Ossolana. Egli restringe il suo trattato a parlare di quelle forme che dimostrano un più immediato interesse con tutto che lo stesso l'enumerazione ascenda a cehtoventisettè unità. Le analisi sistematiche sono fatte nel modo più meticoloso e con l'usata profonda conoscenza della più ree- ute produzioni1 letteraria sia generale che del luogo. — I ma- teriali studiati provengono da raccolte eseguite in Val Formazza Dolt. Alberto Cmiarugi Redattore - capo responsabile - Forlì, Tip. Valbonesi IOI nel 1917 e nel 1918, in Vali»- Antigono nel 1 920, infine nella Penis<>lt Sorrentina e nelle Alpi Marittime negli anni 1920 e 1921. Xmi vengono date figure per te forme riconosciute eberranti 0 degli endemismi e »si se iperti, ma vengono date esatte descrizioni. Ecco i nomi delle specie degne di nota: Cerastium latifoliwn !.. subsp. fìiadegii, v.tr, a pilifera, var. b. tnicrogtanduli/era, forma glabrescens ; Cerastium granulatimi ili. P. K.i (cori la sinonimia stabilita): Drosera (>''v;ga (1 ). Con la attesa illustrinone delle piante cadorine, promessa da Renato Pampanini, potrà dirsi che non è certo frequenti' atten- dersi da un semplice dilettante una messe così cospicua di ma- teriale per importanti studi di complemento floristico in luoghi poi, come quelli percorsi, fra i meglio conosciuti d'Italia. lde prezioso erbario ci fa conoscere l'attività di Botanico, tenuta quasi nascosta da l'illustre Ingegnere Avvezzo agli ar- diti progetti di ferrovie che, come quella del Canal di Ferro (la Pontebbana) in Friuli sono oggetto di ammirazione tuttora. [ Questo elenco venne riportato tale e quale in un;i notizia necrologica che sarà stampata nel Bullettino del C. A. 1. della Sezione Veronese, essendo stato il No- stro per molti anni aggregato al Club «Iella Sezione di Biella e \i si aggiunse il titolo ili un notevole numero ili . il t re memorie a soggetto matematico, tisico, meccanico, idrografico e simili che il celebre in^e^nere allora ai suoi primordi, soleva offrire al Dott. Giulio Cesare Forti mio zio paterno 1833-1893 appassionato matematico co- me lui e suo abituale compagno n<*lla partita al gioco degli scacchi in cui erano abi- lissimi e sostennero spssso ansi insieme varie partite di competizione internazionale. 102 impegnava così l'attività della verde vecchiaia che fu quella del- l'uomo che non vuol conoscere l'adagiarsi in un riposo prolun- gato, sempre inebbrìato di luce e di aria come aveva comportato l'austera gioventù del pioniere (i). Ed è attività quasi ignorata la sua di litografo dove anzi il Biadego non volle giammai com- parire dirottamente come esecutore sebbene ognuno che gli sia stato vicino, ben ne sappia ricordare l'acutezza e spesso la vera perspicacia delle osservazioni non soltanto nella stretta partico- larità della conoscenza delle piante ma nelle larghissime vedute del geologo e del morfologo appassionato delle sue montagne e le deduzioni molto spesso felici del fitogeografo, le quali ultime è male siano sfuggite col discorso e così non sia riuscito farne tesoro non avendosene fatto da sé stesso. E le vaste collezioni sono oggi tutte ritornate, raccolte a Verona anche a merito del fratello il quale interpretandone il desiderio ne ha fatto generoso omaggio alla città nativa e ne curò il ritorno da Roma, divenuta la patria di adozione soltanto nell'ultimo tempo. Aprile 1926. SEDE DI FIRENZE SEDE CENTRALE Adunanza del 12 Giugno 1926 Presidenza del Presidente N. Passerini Aperta la seduta è proclamato a nuovo socio il Dott. Armando Maugixi. di Firenze. Indi i Soci Prof. G. Negri e Dott. A. Chiarugi comunicano sommariamente i resultati di una loro escursione in Maremma, compiuta nei giorni 20-22 Maggio 1926 ; e precisamente il primo giorno nella Pineta litoranea fra Follonica e la Punta della Troia ; il secondo a M. Calvi, salendo per il Vallone delle Rozze e scendendo per li Rocca S. Silvestro, e il terzo nella Pineta litoranea fra S. Vincenzo e Donoratico. Indipendentemente dai materiali raccolti per lo studio della Pineta litoranea e per (i) Inutile riferire un'altra volta i titoli delle grandiose monografie ingegnerili di natura troppo diversa dal nostro studio e già elencate dal Chiovenda nella suindicata bibliografia delle Alpi Lepontine. i°3 ricerche sul genere Bivonaea, l'escursione rappresenta il primo contributo ad una serie metodica di indagini sulla Vegetazione Maremmana intraprese dai due soci e delle quali verranno date successivamente notizie. Tra i più interessanti reperti di questa prima gita possono annoverarsi : V Ano galli s parvifiora Hoflf. et Lk. della penisola Iberica, nuova per l'Italia, raccolta nella pa- lude presso la Punta del Barbiere; il Coris monspeliensis L., anch'esso elemento occi- dentale con stazioni molto sporadiche sulla costa tirrena della Penisola, raccolto n- -Ila Pineta litoranea di Gualdo fra la Valle dell'Alma e la Punta della Troia; VHesperis laciniata Ali. var. glutinosa 'Vis,' crescente sulla sommità di M. Calvi, nuova per la Toscana. Interessanti pure per il loro significato ecologico e geografico sono da rilevare l'ab- bondanza della Monotropa Hypopiihys L. nei boschi mesofiti della Valle delle Rozze sotto M. Calvi a e. 300 m., nonché la sua presenza anche Pineta litoranea di S. Vincenzo, la presenza dell'//<\v Aquifolittm L. sulla Vetta di M. Calvi; quella della Cliamaerops humilis L. oltre che nella stazione già segnalata di Rio Palma, anche fra la Punta Troia e la Punta del Barbiere ; l'esistenza del Prasium majus L. sulle roccie della Punta del Barbiere e sulle pendici di M. Calvi sopra la Rocca S. Silvestro, la quale ultima località rappresenta oggi la stazione più settentrionale conosciuta per la specie in Toscana, e finalmente l'esistenza della Platanthera bifolia Rich. var. chlorantha Rchb. - nei boschi umidi ai piedi di M. Calvi. È stata inoltre constatata la persistenza nelle stazioni già note della Bivonaea Sa- viana Cantei sulla Vetta di M. Calvi (646 m. e dell' ' IJalimium halimifolium W'illk. nella Pineta di Donoratico. Le piante raccolte sono state intercalate nell'Erbario Italiano dell'Istituto Bo- tanico Fiorentino. Segue il Segretario Prof. R. PaMPANINI, il quale fa la seguente comunicazione : Può sembrare che Muschler quando compilò il suo < Manual Flora of Egvpt Berlin, 19121 non avesse idee ben chiare intorno alla Crepis rad/rata For-k., perchè dapprima [p, 1053 1 la considera sinonimo della Picris coronopi/olia DC. mentre poi p. 1067 la ritiene specie buona. Veramente egli non fece che copiare Sprengel SySt. Veget.», voi. Ili, p. 634 e 664); e male, anche, perchè nelle « Curae posteriores » p. 3051 Sprengel si era corretto secondo il modo di vedere di Treviranus, riportando, cioè, la C. radicata alla Thrincia caulcscens Trev. Fra -stato infatti Treviranus in * Nova Acta phys.-med. Acati. Ces. Leopold. Carol. », T. XIII, p. i, e che le brattee involucrali sono ornate « setis nigris », a mio parere, esclude che possa trattarsi della Picris coronopi/òlio, nella quale le foglie sono a lobi ottusi od ovati e le brattee involucrali mancano di setole nere ; ma, ad ogni modo, nell'inceitezza delle opinioni suesposte era utile avere la conferma di un esemplare au Mtipo. Qualche anno fa il Christensen illustrando l'Erbario di Forskal lin « Dansk Bo- tanisk Arkiv », voi. IV, n. 3 [1922 j), che si conserva nel Museo botanico dell'Uni- versità di Copenaghen, osservò ip. 25, n. 62) che l'esemplare di Crepis radicata mancava : « non repertum », egli dice. Però, avendogli scritto in proposito, egli mi rispose ilett. 11 gennaio 1926 1 che nell'Erbario Forskal si trova un esemplare di ('. radicata evidentemente venutogli in luce dopo la sua pubblicazione suddettal, ma che un attento esame gli aveva dimostrato che si trattava di una Picris ; ed il Prof. E. B. Babcok, dell'Università di Berkeley, ben noto per i suoi studi sulle Crepis, mi assicurò ilett. 17 settembre 1925) che dalla fotografia dell'esemplare che aveva avuto dal Prof. Christensen si trattava della Picris coronopi/olia. ireviranus avrebbe dunque ragione, e per conseguenza anche Muschler a pag. 1053 : la Crepis radicata di Forskal dovrebbe chiamarsi Pieri* radicata 1 Forsk.) Less. Ma piante di Forskal si trovano anche in altri Erbari icfr. anche A. DC, « La Pliyt.», p. 4121, e lo stesso Treviranus ricorda un esemplare di Crepis radicata pro- veniente da Forskal da lui visto nell'Erbario di Banks. Con l'aiuto del sig. C. Lacaita, che mi fu cortese intermediario, il sig. A. Will- in >tt addetto all'Erbario del British Museum, dove si trova l'Erbario di Banks, riusci a rintracciare l'estmplare, e dal confronto con materiali che gli avevo trasmesso a tale scopo riconobbe che corrisponde alla Crepis radicata ilett. 21 maggio 1926 . Quindi avrebbe ragione Forskal, e per conseguenza anche Muschler a pag. 1067: la pianta dovrebbe veramente chiamarsi Crepis radicata Forsk. Si potrebhe opporre che l'esemplare di Copenaghen figurando nell'Erbario stesso di Forskal è documento più autorevole che non quello di Londra ; ma poiché la descri- zione di Forskal corrisponde a questo anziché a quello di Copenaghen, mi pare che si possa ritenerlo come vero autotipo della specie in questione. Non sarebbe la prima volta che un Autore sotto una sua specie ne confonde anche un'altra. In conclusione, la Crepis radicata Forsk. rimane veramente (mi si scusi il bistic- cio ! la Crepis radicata Forsk., malgrado che l'esemplare di Copenaghen sia di Picris coronopi folla. Anche prescindendo dall'esemplare di Londra, la discordanza di quello di Copena- ghen dalla descrizione non basta, mi pare, ad infirmare la descrizione stessa e quindi a far annullare la Crepis radicata di Forskal e mettere al suo posto la Crepis sene- cioides di Delile. Quante volte nell'Erbario di Linneo stesso gli esemplari non corrispon- dono all<- descrizioni ! Tanto più, poi, la descrizione é valida nel caso della Crepis radicata in quanto che si adatta bene a pianta che effettivamente s'incontra anche nella dita indicata da Forskal stesso : « Circa Pyramides ». Secondo i risultati delle osservazioni di Christensen e di Willmott, Muschler si io5 trova, dunque, ad aver sempre ragione. Ebbe però un torto, e non lieve ; quello di non essere stato preciso, perchè avrebbe dovuto dire: a pag. io'-: Crepls radicata Forsk., FI. aeg. - arali., p. 145 et sec. specim. in Herb. Brit. Nfn-i. iion alibi. ed a pag. 1053: Picrls coronopifolia DC. ita Forsk. prò min. parte, quoad specim. in Herb. suo. Sono poi presentati e brevemente riassunti questi lavori : Fkancinj E., Embriologia del Cynaochum acutum L. MESSERI A., Morfologia del sistema conduttore delle Cicadacee. NkGki lì., La vegetazione dei * Sabbioni > dell'alta pianura padana. che figureranno nel Nuovo Giornale », e le note seguenti. A proposito di quella del Prof. Minio sugli Erbari del Museo Civico di - Naturilo di Venezia, il Segretario PAMPANIN1 ricorda brevemente che da poco — nel 102: — anche a Trento fu itituito un » Museo Civico di Storia Naturale » nel quale la Sezione botanica, riordinata dal consocio Prof. G. Dalla Fior, comprende le seguenti collezioni : Erbari ili F. Facchini 1788-1852 e di F. Ambrosi [821-1899 riuniti; Erbario europeo di F. AMBROSI, che egli formò per mezzo di scambi e di cloni, ai quali agggiunse anche le piante raccolte da IJ. Porta Dell'Abruzzo e nelle Calabrie. Comprende in tutto circa 5000 specie; Erbario europeo di M. SaRDAGNA, di circa 3000 specie; Erbario briologico di G. VENTURI 11830-1898 , di 4636 esemplari; Erbario trentino di E. GELMI (1855-1901 . di circa 2000 specie con 3000 e- semplari; Erbario fanerogamico di circa 3000 specie quasi tutte di Sicilia e dì Sardegna, donato dal Prof. P. CoLOSi; Erbario micologico radunato dall' Ab. G. BRESADOLA apposta per il Museo. Com- prende un migliaio di specie della Venezia tridentina; Collezione di circa 1400 acquerelli di funghi trentini eseguiti dalla Baronessa Tu rea ti- Lazzari sotto la guida dell' Ab. G. Bresadola; Collezione di legni nel Bl esemplari ; ed una pìccola raccolta di semi, radici e frutta esotiche. MINIO /V\. — GLI ERBARI DEL Ml'SK< l CIVIO ' DI ST< >- RIA \.\ 1 l'KAI.I- Di VENEZIA. Ultimata la sistemazione delle collezioni con cui si è costitui- to — ed in questi giorni aperto al pubblico — il Museo di Sto- ria Naturale di Venezia, ritengo opportuno far noto ai botanici quali siano gli Erbari che vi furono riuniti, sia a modificazio- ne delle notizie che prima se ne avevano, è che si riferivano al- la loro precedenti- collocazione, sia come contributo a quel cen- ioò simento del materiale d'erbario disseminato nelle più varie sedi, che sarebbe desiderabile poter dedurre, a poco a poco, dalle in- dicazioni dei rispettivi preposti o proprietari perchè il materiale stesso rispondesse meglio alla sua funzione di documento da consultare. Si trovano quindi era nel nostro Museo: a) la raccolta Contarini, che il botanico e zoologo Nicolò Contarini (1780-1*849), appassionato raccoglitore, in relazione coi botanici contemporanei, quali Naccari, Martens, Welwitsch, legò in eredità al Museo Correr, dove finora era stata conservata. Consta di 50 buste e 4 volumi, di cui 30 buste comprendono l'Erbario generale ordinato secondo la classificazione linneana {21 colle classi delle fanerogame e 9 con la Cryptogamia), ed il resto — di piante prevalentemente venete — è suddiviso per province o per provenienza; fanno parte della raccolta (ai n. 52- 54) i tre volumi dell'Erbario, già da tempo illustrato (1), di Lo- renzo Patarol. b) l'erbario composto, in parte a mezzo di una vasta rete di corrispondenti e in parte con diligenti esplorazioni proprie (spe- cialmente nel Veneziano e nel Veronese) dal maggiore dell'eser- cito austriaco Carlo Kellner VOD Kollenstein (1807-1849). Acqui- stato dal Reale Istituto Veneto, fu ordinato poi (2) dallo Za- nardini, come ora si conserva, per famiglie, in 20 pacchi di fa- nerogame e 2 di crittogame oltre a 2 pacchi a parte di piante esotiche ». e) gli erbari di Giovanni Zanurriiiii (1804-1878) cioè: YAlga- ? inni — già appartenente al Museo Correr — che con tal nome fu illustrato e ordinato com'è attualmente (2425 specie in 16 grandi buste) da G. B. de Toni e D. Levi (3), e comprende, oltre a gran numero di autotipi zanardiniani, esemplari importanti per varia provvenienza (dovuti in parte a Le Jolis, Agardh, Ki'i- t/ing, Rabenhorst, Crouan, Meneghini, Ardissone, Piccone, Bauer, lieccari ecc.); V Erbario fanerogamico in 25 buste, che era stato le- gato all'Istituto Veneto, ed è specialmente ricco di piante vene- ziane dovute a raccolte dell'autore e di esemplari provenienti 1 In « Atti dell'Accademia ven. - trent . - istr. » anno II "19051 pag. 97-144. J S.ICCAKQO, Della storia e letteratura della Flora veneta, Milano, 1 869, pag. [21. (31 Venezia, Fontana, 1888. 107 •da scambi coi più noti botanici e raccoglitori del Veneto ; più altri 7 pacchi di materiale non ordinato, prevalentemente di crit- togame. d) infine l'erbarie dell'ab. diuseppe Olivi di Chioggia ( 1 769- 1795) comprendente 3 pacchi ordinati secondo Linneo più alcu- ni fascicoli di piante non intercalate e probabilmente di varia provenienza, tutto pervenuto nel 1862 al R. Istituto Veneto ott. A. I r al vani. A parte quest'ultima serie, si tratta di erbari che uniscono all'eventuale importanza di esemplari singoli quella del valori' documentario per la flora veneta e specialmente per i dintorni di Venezia ; <■ 1 è perciò che ho ritenuto utile farne nota l'attua- le sede ove si conservano ed ove possono essere consultati. A complemento di tali notizie, per chi avesse occasione di valersi del materiale stesso, aggiungerò chi- vi sono unite alcu- ne Exsiccata, e cioè: Saccardo, Muschi irìvìgiani ; Trevisan, Li- ■hcca veneta iserie 1, voi. (-41 ; Massalongo, Lichenes italici iti (fase. t-IX); De Ioni e Levi, Phycotheca italica (cent. I e li); Erbario Crittogamico italiano (fase. f-XXX e serie li fase. 1- XII 1 1 : Désmizières, Plantes cryptogames dn X.>iii de la Fra/ice. PAMPANIN! R. — DESIDERIA MIRABILTS PAMP., GEN. ET SI». NOV., NUOVA CRUCIFERA ANOMALA DEL CARAO >RÙM (ASIA CEN IKAl.Ki. Fra le pi. mie che i Prof. G. Dainelli ed 0. Manticlli ripor- tarono dal loro viaggio nel Caracorùm con la spedizione De Fi- lippi nel 1913-1914, ve n'ha una particolarmente interessante. Si tratta di un'umile Crucifera delle regioni più elevate del- la Catena, che uno sguardo superficiale potrebbe facilmente scimi)! ire con il Cheiranthus àimalavc-nsis, del quale ha l'aspetto <3 le dimensioni e eh • nell 1 sud letta raccolta figura pure della -a sssa zona. La pianti in questione fu raccolta nel 1014 sul ver- sante sett. della Catena, dapprima in pieno fiore il 21 ed il 28 giugno presso il l'asso di Chisil Gilgha nell'Alta valle del Ca- 1 Elogio deìtàb. G. Olivi, Padova, 1796. io8 racash a 5300-5360 m., e poi in frutto maturo il 29 luglio pres- si» il Campo Remo nord alla testata della Valle del Iarcand ,i s-1 Bo ni. Purtroppo nessuno dei tre esemplari è abbondante (sono 6 individui in tutto), ma essendo bene conservati e com- pleti il loro esame dettagliato mi fu facile. Questa Crucifera è oltremodo curiosa causa il ricettacolo pia- no, l'asimmetria del perianzio, il calice gamosepalo e persisten- te, i lobi stimmatici orientati già nell'ovario perpendicolarmente al pian» dei carpelli, la siliqua uniloculare e totalmente mancan- te del setto, ed i semi con la radichetta lungamente sporgente. Le Crucifere costituiscono una famiglia strettamente natura- le, nella quale i caratteri tipici hanno rare eccezioni. Per quanto riguarda la Desideriti, qui ricordo che : il ricettacolo è dì regola più o meno convesso; solo nel ge- nere Suòularia (S. aquatica L. [Europa ed America bor.], S. inoli- atola A. \\x. [Abissinia]) è concavo, e quindi i fiori sono perigi- ni anziché ipogini come di solito ; il calice ha raramente (p. es., nelle Iberis) due sepali conti- gui simili fra loro e diversi dagli altri due, mentre generalmen- te quando il calice è zigomorfo uguali fra di loro sono i sepali opposti : la corolla è quasi sempre regolare : solo nelle Iberis i due pe- tali anteriori, corrispondenti ai due sepali anteriori maggiori, so- 1 1 ssi pure assai maggiori dei due posteriori ; l'ovario ha gli stimmi di aspetto variabile, ma quando sono divisi sono ambidue orientati normalmente secondo il piano del- la foglia carpellare; e gli ovuli sono generalmente campilotropi ; il frutto (siliqua o siliquetta) è caratterizzato dal setto (replum), il quale, prescindendo dalle Isatidee dove la sua mancanza è nor- male (però si tratta di siliquette per lo più monosperme ed in- deiscenti) e dalla Graelsìa saxifragaefolia Boiss. (Persia), manca rarissimamente. Così, neìVApàragmus Eschscholtzianus Andr., del- le .Mentine, nel quale il setto manca del tutto e la placen- tazione è basale, e nella Redowskya sophiifolia Cham. et Schecht., del Kamtschatka, nella quale il setto è ridotto ad un angusto margine lungo le placente. La siliqua è poi longitudinalmente contorta solo nello Strcpto- loma de sci torum Bge., del Turkestan. IOQ Li Desideriti è inulto interessante non solo perchè mostra questi caratteri anormali noti solo, come ho detto, in pochi esempi, ma più ancora per la loro concomitanza. 11 calice gamosepalo e persistente, l'anormale orientamento dei lobi stimmatici che si rivela fin dall'inizio dello sviluppo dell'ovario, ed i semi con la radichetta lungamente rilevata, sono caratteri che prima d'ora non erano stati segnalati nelle Cruci- fere e rendono quindi questa pianta oltremodo curiosa. Finora erenza nei fillomi fiorali nelle Crucifere era nota solo come parziale per l'androceo [Velia, Sterigma, Anchonium, ecc.). Nello Sireptoloma, poi, la torsioni- si è riscontrata soltanto nel frutto ed interessa i carpelli in tutta la loro lunghezza : mentre nella Desiderio, si restringe nello stilo, pure essendo completa, né è riconoscibile esternamente, ma solo dal percorso dei fasci nelle sezioni in serie. Aggiungasi l'anormale ì rientamento dei verticilli interni del fiore rispetto al perianzio (stami esterni epipetali o quasi e quelli interni epi sepali o quasi, mentre nelle altre Crucifere è l'inver- so), a quanto mi risulta dall'osservazione nel secco e confermata da quella dei preparati di Mori paraffinati e sezionati in serie .il microtomo (i). Qiiesto spostamento «lei verticilli potrebbe essere in rapporto con la zigomorfia del perianzio, o con una torsione del disco analoga a quella dello stilo. Degna di attenzione nella Desiderio, è, inline, la marcata di- cotomia delle nervature tanto nelle foglie come nei petali, essendo la dicotomia delle nervature dei fillomi interpretata come carat- tere ancestrale (2). La Desiderio con la convergenza nella siliqua della completa mancanza del setto .• della placentazione parietale costituisce una nuova e più stretta affinità fra le Crucifere e le Capparidee 1 »ic\. I )edico questa interessantissima pianta alla memoria del Missio- 1 Per questa delicata operazione ebbi il valido aiuto del Dott. A. Cbiarugi, a] quale ripeto i mii-i pia rivi ringraziamenti, 2 BuGNON 1'.. La dichotomie eotylédonaire, caractère ancestral Bnl)a S01 Fr., voi. LXXII, (935, p. i< I IO nano Gesuita Ippolito Desideri (ri. a Pistoia nel 1764, m. a Roma nel 1733). Egli fu il primo Europeo a penetrare nel Ladak, che com- prende buona parte del Caracorùm orientale, quando nel 17 15 si recò a Lhassa trattenendosi poi nel Tibet per sei anni. Fig. 1. — Siliqua matura visti di fianco ing. circ. 2 volte : Calice gamosepalo, persistente, zigomorfo ; valve con tre nervature dorsali diritte e stimmi trasversali . Fig. 2. — Foglie medie lingr. circ. 3 volte : A di un esemplare in frutto; B) di un esemplare in fiore. F'g- 3"4- — Petali lingr. circ. io voltei : 3> petalo minore; 4 petalo maggiore. Fig. 5-6. — Stami .-i quote dell'anno corrente » Da qnote anticipate di soci * Da tasse d'ammissione di soci » Da vendita di pubblicazioni arretrate , . » Da vendita di pubblicazioni Tente anno » Da contributi estratti e tavole » Da interessi • I>a aggi p -"ni dall'estero Da Istituto Botanico per cessione period ci >• Prelevamento dal patrimonio della Flora italica cryptogama . . » DSC IT A • L. - • per le pubblicaz oni L. postali, di cancelleria e minute (Sede di Firenze . . . . » * Sede di Milani > Spese d; rappresentanza, stipendi, compensi, oblazioni ....>■ Restituzione alla riera italica cryptogama » di Cassa al '-il Dicembre L. 320,— 4 187,— 580,— 240, - 1502,20 1536, - 1779,6») 910,40 1 1,40 500, - 11929,60 951*7,65 1093,60 160,50 421. 20 370,35 366,30 31 li 17] «',( II 211 2 1500. — Abbonamenti e vendita pubbli- cazioni per il 1926. . . . 2000,— Interessi di capitali .... 1000, L. 10782,— USCITA Spese per le pubblicazioni . , Spese postali, cancelleria. v Spese di rappresentanza, sti- pendi, compensi, oblazioni Refusione imprestito alla • Flo- ra italica cryptogama » . !.. 101 FLORA 1 T A L I C CONTO OI CASSA E N T R A T A . Cassa al 31 Die. 1924 L. I la sottos ìrittori alla Flora del- l'.-ii ii" 1925 »' 9673.80 3268,40 USCITA Spese postali L. 21 Compenso d'amministrazione . » ( Imprestito alla Soc. Bot. It. . 6| Kesto di Cassa al :il Die. 192Ó » 119i !.. 129- !.. 12942,20 L'Economo: Prof. E. CHIOVENDA Avvertenza — Gli allegati e i documenti relativi al presente rendi [ C A ITALIANA VO 1924-1925 STATO ATTIVO E PASSIVO A T T IVO iti per quote sociali per abbonamenti e vendita di pubbl verso le Banche .... per contributi estratti e t.i\ n- della Biblioteca sóc ale dei mobili <■ suppellettili . delle pubblicaz on ) di L'asci ole P a S S I V O ;i per quote anticipate di Foci . . . :o verso l;i Plora italica cryptogama roonio sociale &80, — 665, 698,45 19124,05 18040,55 19704,05 19404,— BHLLliTTINO HI1 '.!.!()• 1KAK1CD E N T K A T A Inscrizioni dei Soci al l rv (completo) . . . . L Inscrizioni di non Soci Voi. IV icompleto) . . . » 536,20 40,- :»;i).2(i USCITA no.— Compensi e spese di redazione L. Resto di Cassa al 31 Dicem- bre 1925 136,20 576,20 t Y P T ( ) O A M A S T A T o attivo e PASSIVO A T T I V O .ii Cassi al :ì! Die. L925 L. i verso sottpscrittori . . i verso le Banche . . . f verso la -Scc. Boi It. • copie della Flora in dep. » !.. 11957,55 I523,3(i 6000, 698,45 23024,05 13903,35 PASSIVO Debito \ erao sottoscrittori Patrimonio della Flora . !.. 87,- . 431x6,35 43,203£5 Il Presidente : Prof. N. PASSERINI sibili presso la 6ede della Società ai Soci che ne Eaooiano richiesta. H4 Relazione intorno al Consuntivo DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA PER L'ANNO 1925 Cgreg/ Cortsoa, Accingendoci a riferire sul consuntivo del 1925 della nostra Società dobbiamo anzitutto esternare il nostro compiacimento per la ordinata tenuta dei libri e registri, per cui è stato facile controllare le cifre che figurano nel bilancio. Il conto di cassa ci da un'entrata di L. 15120,90 notevolmen- te superiore a quella dell'anno precedente che fu di L. 1 1929,60, specialmente per un maggior gettito delle quote sociali arretra- te, e correnti e per una maggiore vendita delle pubblicazioni sociali, il che sarebbe motivo di legittima compiacenza. Purtroppo però stante la forte spesa per pubblicazione e la più forte spesa per cancelleria e spese postali e minute, il bilan- cio non solo non offrirebbe nessun resto di Cassa, ma si sareb- be chiuso in ditavanzo di L. 698,45 ove non si fosse ricorso ad un prelevamento dal Patrimonio della Flora Italica Cryptogama„ come imprestito alla Società Botanica. Tale prelevamento ha pure un precedente poiché analoga o- perazione, ma per somma minore, dovette farsi al Patrimonio del- la « Plora Italica Cryptogama » nel 1917. E da augurarsi e si raccomanda vivamente che per l'avvenire non si debba più ricorrere a tali prelevamenti, i quali, andreb- "5 bero a scapito della solidità del bilancio autonomo della Flora cryptogama. Dato questo stato di cose sarà purtroppo necessario, di limi- tare le spese per la stampa e tenerle rigorosamente nei limiti di quelle preventivate nel Consuntivo e ciò sino a tanto che per nuovi gettiti non si possa ridare al bilancio quella elasticità che le spese sempre maggiormente crescenti ed il rincaro della ma- no d'opera e materie prime per (pianto riguarda la stampa, ten- dono a ridurr^. Non sarebbe per altro inopportuno che il Consiglio Direttivo della Società rinnovasse ancora una volta presso i varii Ministe- ri competenti ed altri Enti o Società pubblici o privati, pratiche per ottenere qualche sussidio da essere destinato ad aumentare il fondo destinato alle pubblicazioni. Tali sussidi di incoraggia- mento si veggono correntemente nei bilanci delle varie Società scientifiche nazionali o straniere. Il Bilancio preventivo del 1926 rispecchia il precedente stato di cose ed opportunamente si è tenuta la spesa per pubblicazio- ni nei limiti di !.. 7183,55, limite che non converrà sorpassare potendo il Consiglio, ove lo creda necessario, ridurre lo spazio concesso per la stampa ai singoli Soci. Le spese postali, di cancelleria e di rappresentanza, sono in- vece preventivamente in aumento. Il Bilancio del Bullettino bibliografico ha I.. 576,20 di entra- ta e si chiude con un resto di Cassa di L. [36.20. Il resoconto finanziario dell'anno 1925 della « Flora italica Cryptogama ■■> presenta un'entrata di !.. 3268,40 di fronte aduna uscita di L. 984,65 nella quale uscita è compreso il prestito di L. 698, 4=; fatto alla Società Botanica. Il resto di Cassa è di L. 11957.55 al 51 decembre 1025. Il valore della Mora» in deposito è attualmente di Lire 23024,05. Ciò posto, fiduciosi di avere in tal modo assolto il nostro i (6 compito vi invitiamo ad approvare il bilancio sociale «Ifll'eser- cizio i ,•,-."' della Società Botanica italiana. Napoli, 2j Maggio 1996. Pisa, 1 Giugno iy2b. 1 SlKDAl 1 Ing. MICHELE GUADAGNA > Prof. EGIDU > BARSAL1 Stato dei Soci al 31 Dicembre 1925 Al 31 Dicembre 1924 Nuovi soci : Bertel, Carini, Cattorini, Chiesa, Curti, Curzi, De Marchi Ghermì, Fran- cini, (Tinelli, Guidi, Isorni, Lupetti, Maz- zucchelli, Paini, Preda, Riencourt, Tur- coni, Zoja. Radia/i : Calestani, Falqui, Pasinetti, Tenze. Ai 31 Dicembre 1925 \. X 59 iS 177 173 177 Dott. Alberto Chiakugi Redattore - capo responsabile — Forlì, Tip. Valbonesi "7 SEZ [ON E U >M I»A R DA IMII.AN Adunanza del 4 luglio 1926 La seduta è aperta alle ore Q,4;. > presenti: Allegri, Castelli, De Marchi-i ìhei im, Fenaroli, Nangeroni, Rossi, Rossini e Traverso anche per Ugolini assente per indisposizione. Presiede il Prof. ti. B. [TRAVERSO D>]i) la relazione presidenziale sull'andamento dei lavori dell' Iconographia Mi- cologica » vengono discusse alcune questioni relative alla gestione finanziaria dell'* [co nographia » stessa ed approvate alcune decisioni prese provvisoriamente in anticipo dalla Presidenza. Il Presidente ricorda la gita sociale eiTettuatasi con successo il 20 giugno u. s. al Monte Is>la sul Lago d'Iseo, gita indetta in comune colla Società Italiana di Scienze Naturali e Colla Reale S grafica Italiana Gruppo di Milano , alla quale par- tecipò buon numero di S Segue la lettura del Dott. P. Rossi su Le rose- delta Valsavaranche che l'A. do- cumenta ampiamente con ottimo materiale d'erbario. Indi il Dott. L. Khnaroli presenta, illustrandolo brevemente, un manipolo di piante da lui raccolte in Francia, e particolarmente nei Pirenei. ne di un suo recente viaggio colà luglio-agosto 19251. Le entità presentate sono le seguenti: a Piante raccolte nella Haute-Garonne verso il Gruppo della Maladetta Pirenei •centrali sul p gnères de Luchon m. i>2<> — Superbagnères m. 1797 — Pie de Céciré m. 2400 — Col de la Coume de Bourg m. 2200 e. — Vallon de >s — Lac d'Oo m. 1300 -■- I.ac d'Espingo m. [875 — Val d'Astau — B i^nères de Luchon e dintorni : Carex leporina I.. -- Val d'Astau. Allium ockroUucum Waldst. et Kit. w= A. erìcetorum Thore — Val d'Astau alle Granges d'Astau e da queste all'Hòtellerie d'Oo. Iris xyphioides Kluh. — Aiti pascoli della Vallèe du Lys e del Vallon de M - si iles. Polygonum bistorta L. var. nova brachyphyllum Fen. 1925 — > Differt a speciei typo foliis Ultissime rotondato obovatis, apice more solito acumìnatis — Val d'Astau. Dianthus barbatus !.. — Da Superbagnères al Col de la Coume de Bourg. — Seguieri Vili. — Pie Meconopsis cambrica Vig. — Vallèe d'Astau. Resede : I.. — Dalle Granges d'Astau al I.ac de Seculéjo o d'Oo. SeJnm telephium L. ssp. purpureuin Link — Val d'Astau. 1 1 ruga aizoon Jaeq. — Superbagnèrea. — ftrtmioides L. — Alle Granges d'Astau. — umorosa L. — Da Bagnéres de Luchon a Superbagnères. Alchumlla saxatiJil Buser — Plateau de Superbagnères. Ruini . Luogo la ferrovìa a cremagliera da Luchon a Superbagnères. Genisiella sagittali* Gams — Pie de Céciré. • Simonkai — Lac de Oo. Euphofòia lisbonini L. — Granges d'Astau. Malva moschata L. — Vallee de Larboust et d'Oo. l'iota cornuta L. — Da Superbagnères a la Coume de Bourg. Hypericum Burseri Spach — Lac de Oo. — pittili rum L. — Val d'Astau. — undulatum Schousb. — Vallon de Médassoles. Helianthemum nummularium Miller ssp. tomentosum Scop. — Val d'Astau. Bupleurum ranunculoides L. — Lac de Oo. Eryngium Bourgati Gouan (— E. amethystinum Lam. non L. ) var. pyrenaicum Lange — Alle Granges d'Astau. Hypopithvs multi flora Scop. — Frequente nei boschi della Valle du Lys e sotto- Superbagnères. Gentiana lutea L. — Abbondante nel Vallon de Médassoles. — nivalis L. — Lac de Espingo, Coume de Bourg. — campestris L. — Vallèe du Lys. Brunella hastifolia Brot. — Lac de Oo. Sideritis hvssopifolia L. var. pyrenaica Briq. — Vallèe d'Astau. Stachys danica Mill. var. alpestris R. et F. — Bagnéres de Luchon. Euphrasia hirtella Jord. — Vallon de Médassoles. — Rostkoviana Hayne — Lac d'Oo. — salisburginsis Hoppe — Val d'Astau. — Willhommii Freyn — Lac d'Espingo, Lac d'Oo. Veronica fruticulosa L. — De Superbagnères al Pie de Céciré. — officinalis L. — Lac d'Espingo. Succisa pratensis Moench — Lac d'Oo. Phvtheuma hemisphaericum L. — Pie de Céciré. .Interinarla dioica L. var. discolor R. et F. — Lac d'Oo. Onopordon a^anthium L. — Lac. d'Oo. Senecio abrotanifolius Gouan var. platylobus R. et F. — Superbagnères. Serranda tinctoria L. — Val d'Astau. Crepis nicaecnsis Balb. — Bagnéres de Luchon. Mulgedium Plumieri DC. — Superbagnères. Hieracium hypeuryum NP. ssp. hypeuryum NP. (X genuinum 2 pilosius NP. — Superbagnères, Granges d'Astau. auricula Lam. et DC. ssp. micranthum Zahn p nanum Zahn — Lac d'Oo. iig — cordifolium Lap. ssp. Gouani A.-T. — Haute Vallèe d'Astau. — Ramondii Griseb. ssp. trichoeetìnthe A.-T '. — Vallèe do Lys, Val d'Astau. — oltvaceum Gr. et Godr. ssp. lividitlum A.-T. et G. (X gen ititi ititi A.-l . et G. — Val d'Astau. — — — Y Pantiiosar A.-T. et G. — Val d'Astau. — — ssp. sublitriditm A.-T. |) olcicolor A.-T. a dilatatum A.-T. et G. — Val d'Astau. — m'trorum I.. ssp. grandidens Dahlst. — Bagnères de Luchon. — prenanihoidts Vili. ssp. per/btiatum Froel. u genuinum i normale Zahn — Superbagnères. — — ssp. ìupleurifolium Tausch p buplturifolium Taascfa 3 fi sius Zahn — Superbagnères. pyrenaicum Jord. ssp. pyrenaicum Jord. forma cordigerum Sudre — Vallèe d'Astau. 1) Piante raccolte nei campi del Gers Armagnac nei dintorni di Condoni alt. m. 80 a 200 e. Carex distans L. Poìygonum aoiculart L. var. ctgrcstinum Jord. — Convolvulus L. Nigella arvensis L. Ranunculus bitlbosus L. var. albonaevus Jord. Coronilla scorpioides Koch Rosa stylosa Desv. inelle siepi Dorycniìtm Itirsulttm Ser. Coriaria myrti folta L. nelle siepi HelosciadwM repens Koch Anagallis arrensis L. ssp. coerulea Sch. et Kell. Blackstonia perfoliata Huds. Centaitriitm pulchellum Druce Centaurium ìt mìni latititi (ìilib. Ajuga Chamaepitys Schreber Stachys annua L. Lina ria spuria Mill. Lonicera etrusco Santi nelle siepi Ruòta tinrtorum L. (nelle siepi Carthamus lanatus L. Xeranthcmum ciflindraceum Sibth. et Sm. Rieranum niveum Muell. Ar^. Zahn ssp. nivtum Zahn p angustisqtttimum NP. Presenta infine esemplari di Abies Ptnsapo Boiss., specie frequentemente coltivata nel Sud-Ovest della Francia, e di Irnpatiens pani flora DC, specie naturalizzatasi ed ora I 20 abbondantissima nel Bois de Boulogne presso Parigi nei dintorni del Giardino di Acclimatazione. Esaurito l'o. d. g. la seduta è tolta alle ore 11,45. // Segretario II Presidente L. FENAROLI <■. B. TRAVERSO SEDE DI FIRENZE . ISKDK CENTRALE Adunanza del 9 Ottobre 1926 Presiedo il Presidente X. PASSERINI Aperta la seduta sono proclamati a nuovi soci : Sig. Corrado Caja. di Roma. Dott. Sitata Colla, di Torino. Dott. Teobaldo Costa, di Rovigo. Sig-.na Piera Scaramella., di Firenze. g\ Carlo Zirnich, di Trieste. Indi il Segretario dà lettura di una breve comunicazione del socio Prof. B. Longo, il quale riferisce che alla fine dell'agosto u. s. in occasione di una sua gita nelle Alpi Apuane trovò sotto il Monte Contrario al di sopra dell'* Orto di Donna » due soli vecchi, grossi ed alti esemplari di Abies alba Mill.. che egli ritiene essere probabil- mente gli ultimi superstiti degli Abeti di cui parlava più di un secolo fa [819 il Bertoloni nella sua « Flora Alpium Apuanarum ». Indi presenta la nota seguente : CHIARUGI A. — CONTRIBUTO ALTA TERATOLOGIA DEL GENERE ZIZYPHUS. Avendo avuto occasione di osservare un gran numero di fiori di Zizyphus sa/iva Gaertn. ho potuto notare le seguenti anomalie che descrìvo separatamente, poiché questo genere non ha finora quasi per niente richiamato l'attenzione degli studiosi di terato- logia : i° CASO: K 5, C 5, A 6, G (2). Polimeria delVcuidroce.o : tal- volta lo stame sovrannumerario è semisaldato alla base con uno normale e si presenta leggermente petaloide lungo il peduncolo, con tendenza a portarsi, intorno al disco, nella posizione contrap- posta rispetto ad un sepalo, invece che alterna. Infatti in qualche caso la posizione dello stame sovrannumerario è nettamente con- trapposta al sepalo, pur non essendo accompagnato da un petalo sovrannumerario. La presenza dello stame sovrannumerario in posizione opposta alla nervatura mediana di un sepalo potrebbe esser ì\a taluno considerata come d'importanza filogenetica, db di appoggio all'ipotesi di un secondo ciclo di stami scomparso, emessa ^,i A. \V. Eichler (Blutendiagramme, Lipsia [925. p. 373) per spiegare l'opposizione degli stami ai [letali nelle Rhamnaceae. .Ma la possibilità di trovare tale .stame sovrannumerario in posi- zioni diversissime, perfino alterne rispetto ai sepali, mi sembra che tolga a tale fenomeno ogni valori superiore a quello di un semplice fatto teratologico. 20 CASO: K 5, C ", A 6, (1 (2). Polimeria dell' androceo e della corolla: lo stame e il petalo sovrannumerario si trovano in ge- nere contrapposti al nervo mediano di uno dei sepali, raramente in una posi/ione intermedia fra l'opposta e l'alterna. La tendenza a formare un petalo s. ivran numerario era indicata dalla frequente - mipetaloidia dello stame sovrannumerario del caso precedente. 30 CASO: K 6, C 6, A 6, '• assai grosso e il disco fiorale è di forma ellittica, leggermente curvo a cupola lungo l'asse maggiore sul (piale sono disposti i due ginecei. io0 CASO: Atrofia d'una foglia carpellare. Il fiore presenta un solo stigma, un solo stilo e una sola loggia ovarica, occupata dall'ovulo nel quale maturano gli elementi goniali. A lato del pistillo si scorge nel disco una piccola cavità, nel fondo della quale, esaminando al microscopio in sezioni in serie, si scorgono gli abbozzi della foglia carpellare che è rimasti atrofica. A causa di tale aborto la foglia carpellare che si è sviluppata non si pre- senta i questa anomalia 'li sviluppo della quale la pianta
  • voluto presentare i risultati degli anni i 25-26 dettagliati insieme a quelli dèi singoli anni di tutto que- sto ventennio. Così essi possono essere giudicati più esatta- mente, sopratutto anche riguardo all'anteguerra, che tropi» • spesso siami indotti .1 r e mi ire — laudatores teihporis acti — ne un'età dell'oro orniti irrimediabilmente tramontata sotto o- jrni aspetto. I 20 TOTALI uomv n o e- 'i : r x t r> o - oc co e o «-■ oo « • o > - co fo» o x t^ a- rr> O m -t- i - ~ O o i^ to r^ •t "t TT t t 1 s -t fy rO fO fO M «O M Ed H r^x r^ n c^ o^^o O >coo T « o to rj « o > ed ■- h C »OX rOO T TX O C ro «O »0 '|rO'Or|PO'OrC'-ii-(i-if|p-ii-ii-ii-ii-ii-iNfOiH 1 1 «O t^ T hi O 1 O C T «O <0 | M q M h ION | ' ih IH M 1 M 1 e O >o CX «O rO O O O »0 (NO rONQ »OX rg CO i-1 COO O C^l r>- •- T __ o o 0 30 N h CX rororon O O « ai r^iH T^OCTX T'Orow hi r^M «O O X >-> m N (V, _ HI IH r|__IHIHIHIHIHIH « H M M tfi TfOCCCOTIOnr^iOTHiOO 1 *t M 1 C _, _ -f "| — | H H H IO M | 1 IH O > ed H I^Xt^'NOX'MC CO O 'OH T io «OO T "H M _ CN) IH M IH M M M tu e So ed Oh O r^O O <^ O M «oh O TX 0 -> <-o T 0>OrOT(v» r< "-■ l_l HiHiH>-i00'-,|-l-|r0,O r^.00 o e e r-^X C O '-' 00 r^X C O "-1 ^ rO T «OO 000"-|>-l,-|'-l,-,'-'|-,WH'_,>-',v' C CCC'CCCCCOCCCCCCC e Così inquadrato in questo non breve periodo di vita della Società, più che un'accelerazione di quel movimento ascensionale iniziatosi negli anni 102 i e 1922 dopo il grave stato di depres- sione ( 1 9 1 S - 1920) causato dalla guerra, questo triennio è un ve- ro balzo in avanti che porta la Società più alto ancora di quanto fosse nei suoi anni migliori prima della guerra, escluso il 1912 che fu un anno eccezionalmente favorevole. Le cifre lo dimostrano. Dal 191 8 al 1922 ii numero dei Soci oscillò fra i 108 ed i 114: furono 134 nel io-1;; ed in questo triennio: 159 nel 1924, 173 nel 1925, 187 nel 1926. Dal 1918 al i(j22 la mole del Nuovo Giornale e del Ballettino complessivamente andò dd 287 a 563 pagine con 2 a 5 tavole ed 1 a 38 figure ; fu di 342 pagine e ó tavole e 26 figure nel 1923 ; ed in questo triennio ebbe por limiti un minimo di 449 pagine ed un massimo di 862, un minimo di 4 e un massimo di 21 tavole, un minimo 3 figure ed un massimo di 26. Né si tratta — e questo mi preme far constatare — di un movimento fittizio ed accidentale ; bensì di un movimento pro- fondo, che senza arresti nò regressi si è andato progressiva- mente affermando dal 1924 (anzi dal 1923) in poi. Difatti, spentesi le sezioni di Palermo e di Napoli, alla fine del 1923 (il 25 novembre) sorse a Milano la Sezione 1. (imbarda. e crebbe rapida e vigorosa. Ma non è ad essa che risale tutto l'aumento dei Soci ; esso è generale, e si è verificato anche fuo- ri dell' ambito della Sezione, come mostra il rapporto del nu- mero dei Soci della Lombardia con quello dei soci restanti : Sez. Lombarda Resto della Società 1923. — Soci n. is n. 118 1924. — n. 39 n. 120 1925. — » n. 47 n. 126 1926. — n. 49 n. 138 US T.r\ regolarità delle due pubblicazioni sociali, e la loro veste — la quale, non si può negare, se non ottima è sufficientemente buona — sono state le cause non ultime, credo, a mantenere al Nuovo Giornale ed al Bullettino quell' afflusso di lavori e di autori, il quale nel complesso non è ancora affatto diminuito da quello che era prima della guerra; e quindi, per conseguenza, conservando la loro importanza, a determinare l'aumento dei soci. Sono constatazioni confortanti. Ma non devo nascondere un fatto che adombra un'altra ma- nifestazione della Società. Al chiudersi del triennio precedente la ripresa della Flora Italica Cryptogama che era stata decisa nella Riunione Generale del 1921 (cfr. Bull. 1921, p. 05), si prospettava bene avviata, ed il Consiglio all'Assemblea del 1923 poteva presentare l'elenco dei Collaboratori che si era venuto ricostituendo. Ma, disgra- ziatamente il seguito non corrispose alle speranze, e nessun manoscritto ci pervenne per la pubblicazione. La melanconica constatazione di questa stasi, e la tema non infondata che il suo prolungarsi non debba cessare tanto presto, indusse il Consiglio ad accogliere le sollecitazioni che gli ven- nero da molti Soci di riprendere la pubblicazione del Bullettino bibliografico, rimasta interrotta al 1 gì 6, e ne affidò la redazione al Socio Prof. C. Sibilia. Così, senza affatto pesare sul bilancio generale, col sussidio momentaneo dei redditi della Flora Italica Cryptogama, che per la ragione suddetta, rimanevano inerti, furono pubblicate le annate del Bullettino bibliografico 1917-1920, e fra poco usciranno le an- nate 1921-1923 : complessivamente un volume di circa 325 pagine. In quanto alla Biblioteca sociale ho poco da dire. L'aumento di opere ed opuscoli (è solo per doni) fu in que- sto triennio di 224 numeri ; ed i periodici con i quali scambiamo le nostro pubblicazioni da 66 che erano nel 1923 sono ora saliti a 77 : io in Italia e 67 all'estero. L'attività dei cambi impedisce l'isolamento della Società nel mondo scientifico ed è quindi il naturale complemento della sua 120- vita. Il campo già vasto segnato da essi è molto allargato dagli abbonamenti. Purtroppo qui c'è un'ombra: mentre alla fine del triennio precedente sommavano a 40 ora sono diminuiti a 32. Le defezioni sono avvenute in Itali, 1. Nel complesso, dunque, questo triennio segna un forte au- mento nella diffusione delle pubblicazioni sociali, aumento ebe è indice dell'accresciuta considerazione per la nostra Società. ES i ER< » IT \i ,i.\ 1 otali • 1923 iQ 26 1923 H)2Ó Soci Abbonati n. 9 n. 5 ■ n. io n. 13 n . \ 1 5 n. 35 n. 177 n. 19 1 1923: l 1926 : n. 242 n. 296 Cambi n. 57 n. 71 n. 67 ti. 1 1 n. 171 n. 10 n. 206 1 Totale n. 00 Ilo mostrato l'andamento degli anni sociali 1924-1926 nell'in- tero ventennio, ed ora. per non derogare dal principio seguito nelle Relazioni precedenti espongo anche i totali relativi ai Soci ed alle pubblicazioni (.V ornale e Bullettino) le quali sono la manifestazione principale e fondamentale della nostra Società — vorrei quasi dire: la sua ragione d'essere — raggiunti in questo triennio in confronto a (incili del triennio precedente: Trienni Suri NI 0V0 G10KS \l.i: BULLE! 1 ino Totali Pag. Lav. Pag. Fig. Lai . Pag. Tav. Fig. Lav, 1921-1928 1 92 ; 115-135 159-183 16 1519 17 22 21 23 - 26 13 ::; '..ut 16 18 76 117 Ililti •]■■ ll.'.l ■ 21 21 !-'.• 18 +1119 + 21 14 " 1". con la prova ili questi risultati che il Consiglio si presenta al- l'Assemblea a renderle conto del proprio operato nel triennio 1924-1926. // Segretario K. l'AMl-ANINr «3° Indi il Presidente dà li parola ill'Economo, il quale legge la seguente Relazione sulle condizioni economiche della Società Il Bilancio consuntivo dell'anno 1926, come si può prevedere che siamo assai prossimi alla chiusura dell'esercizio finan- ziario sarà assai migliore del Bilancio preventivo già pubblicato nel Bollettino. Infatti, mentre era preventivata un'entrata di sole 10.782 lire con un deficit di oltre 4.000 lire sulle entrato dell'anno precedente abbiamo avuto invece quest'anno un'entrata effettiva di circa 20.000 lire, con un aumento di 9.000 lire sul preventivo e con uno di 5.000 lire sulle entrate dell'anno precedente. Dimodoché, mentre le spese per le pubblicazioni erano pre- ventivate circa 7.800 lire, esse sono salite invece a circa 1,5.000 lire con una differenza in più del previsto di circa 7.200 lire. Questo aumento in parte è dovuto a risorse proprie della Società (e ciò è molto confortante a constatarsi), ma per la più gran parte è dovuto al contributo straordinario di circa 6.000 lire pervenutoci dalla benemerita Rockfeller Institution. con lo scopo preciso dell'incremento del Nuovo Giornale. Per le condi- zioni statutarie attuili della nostra Società tale contributo fu riversato esclusivamente sull'incremento della parte tipografica del giornale, lasciando come al solito agli autori il compito di corredarlo con tavole e illustrazioni. Le uscite per l'anno in corso si possono calcolare circa 19.000 lire, 1 è presumibile che vi sarà un resto di cassa di ol- tre r.ooo lire, a patto che i soci morosi compiano il loro dovere entro l'anno corrente primi della chiusura dei bilanci. Le condizioni finanziarie di questo ultimo triennio sono un rate in confronto al triennio precedente : 13» Entrate Spi s« per pub- bli cagioni Numero tavolo Sfamerò B gii re ('••un riunii amori ìiiisti azioni (approMi'mato) 1931 1 L.466 BO 80 1922 : I 11.778,40 34,635,75 7.158 - 27.328,75 6 16 26 48 2500 1921 approaa, Il ti HI 15.120 BO 47.883,05 12.943.50 15,256,25 37.717,40 •i 21 12 37 34 7500 Infatti nel triennio presente le entrate totali della Società furono di I.. 47.883,05, mentre nel triennio pass. no furono ili sole 1.. 34. 635, 7S con un aumento di lire [3.248,30. I spese per le pubblicazioni, la cui limitazione e diminuzione sarebbe esiziale, furono nel triennio attuale di L. $7.717,40: pre- sentano quindi no aumento di circa 10.000 lire su quelle del triennio passato, in cui furono sole !.. 27.717. A tali mtribuirono anche gli autori : difatti nel trien- nio p. tss.n.o le tavole a loro carico furono 10, e le illustrazioni nel testo furono 48, importanti una spesa totale di circa 2.500 lire, mentre nel triennio attuale le tavole furono ben 36, e le il- lustrazioni ,S4, importanti una spesa di 7.500 lire circa. 1 il- contributo degli autori è segno ilei prestigio di cui go- de la Società <• d dia fiducia che essi hanno nella baita e nella sione dei nostri periodici, aumentandone d'altra parte il va- lore scientifico e eomnierei.de. Devo qui rilevare come un elemento di successo dei nostri liei sia ostituito anche dalli loro puntualità di pubblica- zione, l'ale puntualità non può ottenersi altro die con una no- stra scrupulosa puntualità di pagamento della Tipografia, e per- chè «io avvenga sarebbe necessario eia- il servizio di cassa fun- zion 1 - - npre regolarmente. Envece 1' Economato si trova spesso imbarazzato per colpa dei Soci trascurati che, invece di pagare a principio d'anno, pa- a ti te <1' .nino, se non addirittura l'anno dopo, e di tale imbarazzo finanziario risente naturalmente la puntualità delle pubblicazioni. Non sarà quindi mai abbastanza raccomandato ai S l'adempimento dei loro doveri all'epoca stabilita dallo Statuto.. I." condizioni del bilancio della Flora italica crypiogama sono sempre ottime, perchè prosegue la vendita delle pubblicazioni ar- retrate, senza che vi siano purtroppo spese di pubblicazione. sono invece le condizioni del Ballettino Bibliografico che presenta un passivo di circa 3500 lire, ricoperto con un io fatto dalla Flora italica crypiogama. "E però sperabile che negli anni venturi, quando 1' opera sarà aggiornata, il debito si ammortizzerà a poco per volta e che il Bullettino al pari della Flora potrà bastar" a sé stesso. Le condizioni finanziarie generali della Società sono quindi nell'insieme un po' migliorate in rapporto coli' aumentato be- !'■ morale messo in evidenza poco fa dal Segretario. Tale miglioramento dipende in massima parte dal maggior numero dei Soci, dal maggior gettito delle quote sociali e dal contri- buto delia benemerita Rockfeller Institution. E' doloroso consta- tare però come tali maggiori risorse vengano falcidiate da una ntuale sempre maggiore di spese generali, specialmente per quel che riguarda le spese postali, le quali, in rapporto alla maggior diffusione dei periodici sociali, gravano in maniera sem- pre più preoccupante sul bilancio, a detrimento purtroppo dei fóndi destinati alle spese tipografiche. Dobbiamo però rilevare che le abbastanza buone condizioni attuali non si potranno mantenere a lungo, perchè aumentano le spese, mentre il e mtributo della Rockfeller non durerà nella migliore delle ipotesi che due anni ancora. Quindi nel triennio venturo la Società si troverà ad un tratto- in condizioni finanziarie peggiori, e dovrà improvvisamente di- minuire di molto la mole attuale delle pubblicazioni con evi- dente danno per il suo prestigio morale e quindi di riflesso a più lunga scadenza anche con danno economico. Di qui la necessità imprescindibile di ricercare fin da ora uà i u aumento dplle entrate, in maniera 'li stabilizzare le condizioni attuali. La Società deve appunto approfittare delle fortunate condizioni presenti per compiere un più grande sforzo nelle pubblicazioni cosi da far loro acquistare, per il maggior credito e insieme per una maggior forza economica, un livello più ele- vato «lai quale sia ben difficile the condizioni avverse possano tarla tornare indietro. Igo l'occasione per ripetere qui quello «'he fu già fatto rilevare nella Riunione Generale del '23, che cioè i numerosi cainhi ci tolgono certamente un certo numero «li abbonamenti Tuttavia nonostante i cambi il numero degli abbonamenti all'estero in quest'ultimo triennio, considerato nel suo insiemi1, è leggermente aumentato: da 23 che erano nel triennio passato SOnO saliti a Questo aumento è dovuto all'effettivo miglioramento del Nuo- vo Giornale per la mole, la varietà degli articoli, il corredo delle numerose illustrazioni, li puntualità di pubblica/ione. La Società dovrà quindi coltivare questi elementi di successo per la diffusione del Nuovo Giornale e l'aumento degli abbona- menti specialmente all'estero: (-he dovrebbero a mio modesto parere costituire nell'avvenire la sui maggior forza, se vuol vi- vere di una vita \eramente florida. Dovrà cercare quindi di ren- dere il Nuovo Giornale sempre più il massimo organo della Bo- tanica Italiana. Soltanto allora sarà tacile il compito degli Economi futuri della nostra Società. U Economo \. Chiarugi renninata la lettura, il Presidente apre la discussione sulle due Relazioni. Tkavkrso prende la parola a proposito tldla Flora italica cryptogama. Espone le pratiche che cf^li. come Direttore
  • ■ conte esse tiene rimaste siriili anche dopo l'av- viso ufficialmente comunicato loie dalla Direzione della Società nel gennaio l'>2'., die, cioè, avrebbe potuto rinunziare alla loro collaborazione qualora non le avessero fatto "34 pervenire il ms. antro il 31 dioembre 1924. Assicura che farà nuovi tentativi |><-r <>i- veng 1 effetti varaen te avviato. hiede che venga data lettura dei verbali delle Riunioni Generali del [921 pi:; per quanto riguarda la Flora italica cryptogama. gge i verbali richiesti Bull. 1921, p. 94-95 e 1923, p. 128), <■.•> voto consultiv > nelle adunanze di Consiglio ci.-! 1 .1 Sci,- Centrale. Art. 12. — ■ Approvato senza modificazioni. Art. 15. — Modificato nel senso che i lavori presentati alle Sezioni, pei la pub- blicazione nei periodici sociali, sono soggetti alle stesse norme di qaeHi presentati al- la Sede Centrale e quindi all'accettazione del Consiglio. Ait. 11. — Approvato senza modificazioni. Art. 15. — NEGRI chiede la parola e spiega le ragioni che Io indussero a pro- porre di elevare la quota sociale a L. 50. MlCATOVICH trova che c'è sproporzione fra le necessità effettivamente impellenti e le giustificazioni prospettate dal Prof. Negri da una parte, e dall'altra l'aumento che egli propone. Crede che la quota dovrebbe essere elevata a L. 60. CHIARITOI fa notare lo squilibrio fra la (piota attuale e il costo odierno della stam- pa, e mette in evidènza l'innegabile crescente aumento del valore commerciale dei pe- riodici in questi ultimi due anni ; crede quindi che sia sempre molto moderato eie- vare la (piota a L. ~o. Ricorda la necessità impi cscindiltile per la Società di provve- dere ad un maggior gettito delle sue entrai' pi 1 gli anni venturi. Pampa NiKi non trova allatto esagerata la proposta del Dolt. Chlarugi. Fa vare che anteguerra il foglio di stampa di i<> pagine costava alla Società 35 1 : gli ultimi anni 50 lire ; e quindi, facendo una media, si può calcolale 40 lire. Allora la .piota era di !.. 2u. cioèilcosto di mezzo fòglio di stampa. Adesso che per mole, regolarità ed importanza, le pubblicazioni Sociali sono ritornate quello che erano allo- ra, coni- ha mostrato la Relazione, sanili,,- logico portare la quota alla stessa pio- porzione rispetto al prezzo attuale' del foglio di stampa. E poiché esso oraceli I.. |8b, la quota dorrebbe essere di 'io lire. Con ciò non Intènde fare proposte, ma sólo giù stincate quella del Socio Chlarugi; e. a più forte ragione, qui - I e Négri. Nrori riconosce che l'anniento che egli propone è troppo modesto, ma ritiene che non si debba aggravarlo per non ostacolare l'afflusso dei Soci che rientra nel qua- dro tracciato dall'Art. I dello Statuto. MlCATOVICH rinunzia alla sua proposta, e Chiamici dichi.ua di astenersi da] voto. Poiché nessuno chiede più la parola il Presidente mette ai voti la proposta del :. E approdata ili ; 3 vxJti sono contrari. I'!' i- ' modificato riguardo all'ammontare della (piota annua che da Quaranta è portata a Lire Cinquanta. — Approvati senza modificazioni. \It. io. Fiori osserva che la proposta della Sezione Lombarda, che, cioè, nelle Riunioni Generali i Delegati delle Sezioni abbiano a tanti voti quanti ^ono i :1. da essi rappresentala, i inammissibile, perché praticamente signifi- • legati una tale estensione «li voto da rendere inutile una votazione. 1k\\i:ksm propone allora che venga aumentato il numero delle procure che ogni può assumere. Dopo uno -lamino di vedute in proposito si conviene di portarlo da due a tre. L'art. 20 è approvato con questa modificazione. Art. ai. — Approvato senza modificazioni. Art. 22. — Xi-.r.Ki, richiamandosi ai dati relativi alle due pubblicazioni sociali >ti nelle Relazioni del Segretario e dell'Economo, prospetta l'utilità di far con- re tutti gli sforzi per dare un maggior incremento al Nuovo (.-tornale. E quindi propone che la mole del Ballettino venga ridotta e che esso esca unito ai fascicoli del Nuovo Giornali . CfilARUGI si dichiara nettamente favorevole alla proposta del Prof. Negri. Rileva come la tiratura di due periodici sia un inutile spreco di forze da parte della età, la «piale de^e invece concentrare nel Nuovo Giornale, che ha una lunga Sto- ria gloriosa, il massimo sforzo finanziario, nell'intento di mantenere più alto possibile il credito del periodico. L'unione del Bullettino al Nuovo Giornale porterà ad un au- mento della mole di quest'ultimo di almeno nove o dieci fogli di stampa, inoltre si realizzerà un risparmio nelle spese delle Copertine, e delle spedizioni. Un'altro rispar- mio -i potrà ottenere stampando in carattere più piccolo, oltre i verbali delle adunan- ze e le comunicazioni, anche le piccole note che ora si stampano nel Bullettino. Fa n ilare come tali criteri siano del resto adottati in tutte le maggiori e più floride So- cietà Botaniche all'Estero. Cita come esempio da imitare la redazione dello Si ri l'i da parte della Società Botanica Svedese. Insiste inoltre nella ne- tà d i curare più che sia possibile la veste tipografica del Xnovo Giornale, che, a parità di interesse scientifico delle Memorie, è una condizione essenziale per il cre- dito specialmente all'estero di un granile giornale, l'ale credito deve essere curato, per- < riornale dovrebbe contare molto sugli abbonamenti esteri. Fa rilevare la meschinità dell'attuale copertina, e la piccolezza delle attuali pagine, che non sono adatte per un periodico di carattere scientifico. Conclude affermando che questo mag- gior decoro esteriore -i potrebbe benissimo ottenere, senza aggravio per le spese ge- t 1 parte dei risparmi che verrebbero effettuiti con L'unione del Bullettino ni A'. C male. PAMPANINI condivide il modo di vedere dei Soci Negri e Chiarugi. Ricorda che la riforma proposta non costituisce una improvvisa novità. Difatti nei suoi primi anni «li vita 1 il Ballettino era unito come appendice al Nuovo Giornale, eh" apparteneva al Carnei. Quando poi Caruel cedette il Nuovo Giornale alla Società pubblico i «lue periodici separati. Ma che il Bullettino sia sempre stato . '37 considerato come un'appendice del rnale lo dimostra anclie il fatta die a- gli effetti am ai Distrativi è sempre rimasto fuso ad esso, cosicché l'abbonamento è sempre stato cumulativo per ambedue i periodici. Ricorda inoltre ohe nel 1908 era ventilata la soppressione del Bullettino per poter dare maggiore inct ^':^ri. ma senza venire al voto, il quale dovrebbe rimandarsi alla seconda Adunanza della Riunione che avrà luogo il 18 decembre ; e che intanto tutti i Soci Meno interpellati per referendum sull'opportunità della unione dei due pe- riodici. Messa ai voti, la proposta è approvata, e dopo un largo scambio di vedute risulta che tutti i presenti sono favorevoli all'union'- del Bullettino al Nuovo Giornale. In seguito a questa discussione Pampanini propone ili modificare l'art. 22 in modo che il su l'eventuale accoglimento della proposta del Socio Negri, e ne redige il 1" comma cosi : t La Società pubblica un Bullettino per i verbali e per le brevi comunicazioni, ed il Nuovo Giornale per le memorie dei Soci. A 10 mandati gratuitamente ai Soci ». M 55 ■ ai l ■(; • approvato all'unanimità. 11 2' comma <■ approvalo senza modificazioni. 1 iti la dis< Missione del muovo Statuto propósto dal Socio Minio, poich non prevede i Soci onorari, il Presidente mette in discussione la proposta della Se- zione Lombarda ad essi relativa. ■ un attento esame d'-ìla questione i presenti s'accordano nel ritenere che convenga rinunziare alla categoria dei Soci onorari per titoli scientifici, come propone h Sezi »ne Lombarda, <> p r benemerenze verso la S secondo l'Art. 35 dello statuto finora in rigore. L'Assemblea approva l'esclusione dei Soci onorari per qualunque titolo. Cosi pure l'Assemblea ritiene opportuno aggiungere a^li articoli proposti «lai Socio Minio e già discussi, l'art. 22 dell'antico Statuto relativo ai Soci collettivi, modifi- candolo ed intercalandolo tra l'art. 18 e [9 del nuovo Statuto, cosicché yli articoli seguenti vengono spostati da [9 a 22 diventando 20 a 23. Alt. 19. — I Soci possono essere anche collettivi 1 Enti riconosciuti . 1 diritti dei S itivi, eschi- sibiliti alle cariche sociali, sono riconosciuti al loro le- ppresentante. 1 , i • , ■ lei Soci collettivi sono stabiliti mila misura del doppio di quelli dei diviiìuali. ! ' ipprovato alla unanimità. ..mata la discussione dei singoli articoli, il Presidente ne fa dare lettura dal irio e li pone in votazione nell'insieme, -uno ciucile la parola, ed il nuovo Statuto è approvato all'unanimità : S T A T T J T O DELLA SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA Art. i. — La Società botanica italiana ha per scopo la dif- fusione ed il pr< degli studi botanici in Italia. Art. 2. — Essa ha una Direzione generale (Sede centralo e Sezioni regionali. Art. 3. — La Direzione risiede a Firenze. Art. 4. — Essa è costituita da un Consiglio composto di un Presidente, un Vice-Presidente, e di cinque Consiglieri, tre dei quali compiono gli uffici di Economo, di Bibliotecario e di Se- gretario, Art. 5. — 11 Presidente, il Vico-Presidente ed i Consiglieri sono eletti dalla Riunione generale ordinaria (triennale) dei Soci, a schede segrete ed a maggioranza assoluta di voti. Tutti durano in ufficio un triennio e sono rieleggibili ; veri- ficandosi vacanze, il Consiglio provvede a sostituirli fino alla prossima Riunione generale ordinaria. Art. 6. — Il Consiglio può per gravi motivi, o quando ne sia fatta domanda motivata da almeno un ter/o dei Soci, con- u-e la Società in Riunione generale straordinaria. *39 Art. 7. — Nelle Riunioni generali ordinarie vengono pure i-letti due Sindaci, i quali possono essere anche non Soci, colle norme- stabilite dall'art. 5, i quali hanno l'ufficio di controllare o£hj anno il bilancio consuntivo e di compilare una Relazione che d-\e essere resa nota ai Soci insieme al bilancio stesso. Durano in ufficio un triennio e sono rieleggibili. Non possono essere Sindaci coloro che abbiano legami di pa- rentela con i membri del Consiglio. Ari. 8. — 11 Consiglio ha facoltà di aggregarsi un Consul- Legale anche non Socio, il quale avrà solo voce consultiva e presterà l'opera sua gratuitamente, fruendo dei diritti dei Soci. Art. 9. — Saranno istituite Se/i. mi regionali della Società su domanda al Consiglio di almeno quindici Soci residenti nella re- gione, e su deliberazione favorevole di esso. Art. io. — Le Sezioni provvedono alla nomina del pro- prio Consiglio direttivo e del proprio Delegato presso la Sede centrale secondo il loro Regolamento interno. Art. 11. — Ogni Se/ione è rappresentata presso la Direzione generale da un proprio Delegato con diritto d'intervento nelle adunanze di Consiglio, ma con solo voto consultivo. Art. i2. — Le Sezioni ogni quadrimestre trasmettono per il rimborso al Consiglio della Società la nota delle loro spese mi- nute, le tpiali non devono oltrepassare annualmente il 2O°/0 delle (piote versate dai Soci della Sezione stessa. Per altre spes corre l'approvazione preventiva del Consiglio della Società. Art. 13. — I Processi verbali delle adunanze delle Sezioni ed i lavori che vi sono presentati sono pubblicati con le stesse norme dei lavori presentati alla Sede centrale, previa accetta- zione da parte del Consiglio della S »ci.-ià. Art. 14. — Per essere ammessi alla Società occorre presen- tare alla Direzione domanda scritta controfirmata da due Soci. Art. [5. — Il Socio paga una t.tssa di ammissione di Lire dieci ed una quota annua di Idre cinquanta. Le quote annue possono essere sostituiti1 dal pagamento per '4° una volta sola di Lire seicento senza deduzione delle quote che Fossero già state versate, ci il socio è dichiarato Socio perpetuo. Art. 16. — Al Socio che nel primo semestre dell'anno, dopo preavviso dell'Economo, non abbia versato la sua quota, sarà so- speso l'invio delle pubblicazioni ; se, si rende moroso per un altro semestre decade senz'altro dalla sua qualità di Socio. Art. 17. — 11 Socio si obbliga a far parte della Società al- meno per tre anni ; non presentando per iscritto le dimissioni due mesi avanti la fine del triennio, si ritiene obbligato per l'anno successivo, e così di seguito di anno in anno. La sua iscrizione come Socio importa accettazione di tutti i patti dello Statuto, e per gli obblighi da questo dipendenti la sua elezione di domi- cilio presso la sede della Società. Art. 18. — 1 Soci possono intervenire alle adunanze delle diverse Sezioni con gli stessi diritti che nelle propria, salvo il diritto di voto nelle deliberazioni di ordine interno. Art. 19. — I Soci possono anche essere collettivi (Enti ri- conosciuti). I diritti dei Soci collettivi, esclusa la eleggibilità alle cari- che sociali, sono riconosciuti al loro legittimo rappresentante. I contributi dei Soci collettivi sono stabiliti nella misura del doppio di quelli dei Soci individuali. Art. 20. — Nelle Riunioni generali ordinarie il Consiglio rende conto dell'andamento della Società sottoponendo all'appro- vazione dell'Assemblea il proprio operato, e propone all'Assem- blea questioni su cui deliberare. Proposte possono anche essere avanzate da Soci, i quali, però, devono darne avviso al Consiglio prima della seduta. Nelle Riunioni generali ordinarie si fanno pure le elezioni dei membri del Consiglio e dei Sindaci nel modo determinato dall'Art. 5. Art. 21. — I Soci assenti possono farsi rappresentare dai pre- senti alle Riunioni generali mediante una procura scritta. Ogni socio non può assumere più di tre procure. Art. 12. — Qualunque proposta ti modificazione allo Statuto dovrà essere fatta nota por circolare ai Soci duo mesi prima della Riunione generale, e per essere adottata dovrà riunire i voti dei quattro quinti dei Soci presenti o rappresentati alla Riunione. Le proposte di modificazioni allo scopo (Art. i) od alla sodo (Art. 3), e quelle relative allo scioglimento della Società è «li alienazioni di patrimonio sociale, che non sieno fondi d'ordinaria amministrazione, dopo essere state approvate dalla Riunione ge- nerale dovranno essere sottoposte per referendum ai Soci insieme al verbale della Riunione stessa, l'or ossero adottate dovranno riunire i voti di tre quarti dei Soci. Art. 23. — La Società pubblica il Bulle ttino per i verbali e per le brevi comunicazioni, ed il Nuovo Giornale Botanico Italiano [Nuova Soie) per le memorie dei Soci. Ambedue sono mandati gratuitamente ai Soci. Al principio dell'anno il Consiglio stabilisce in sede di bilan- cio la somma per le pubblicazioni. Nei limiti di questa somma ogni Socio potrà avere a sua disposizione per la stampa dei propri lavori, accettati da Consiglio, trentadue pagine di stampa. E in facoltà del Consiglio eccedere da questo limite, (ili Autori ricevono gratuitamente venticinque copie a parte del proprio Lavoro. Esaurita questa parte dell'ordine del giorno, il Presidente mette in discussione la proposta del Socio PROVASI relativa al concorso della Società nella spesa per le illu- strazioni, la quale ora grava per intero sugli Autori. Il Segretario spiega come anteguerra il Socio aveva diritto, entro i limiti del bilancio, a tante pagine di stampa o ad illustrazioni per il costo di 5 fogli di stampa ; poi, dopo la guerra i fogli furono ridotti a 2 con esclusione del diritto di computarvi il- lustrazioni cfr. Bull. 1919, p. 63 e 1923, p. 131 . 11 Presidente interpella l'Economo se le condizioni del bilancio permetterebbero che la Società concorresse nelle spese per le illustrazioni. l'iiiMU'Gl pone in rilievo il fatto che l'aumentata diffusione del periodico verifi- catasi nel 1926 Imporrà certamente all'Amministrazione una maggior tiratura di esso. Se restano vigenti le disposizioni attuali, si verta a verificare il controsenso che la maggior fìoridità della Società si risolverà in un aggravio per l'Autore per quello chs riguarda la tiratura delle tavole. Andando di questo passo, quando la Società M- avr.'i r aggiunto le dorili.' condisioni auspicate, nessun Autore pubblicherà nel periodico ile lavori con tavole, che d'altra parte sono vantaggiosi ad essa sotto molti punti di \ • P r li Illustrazioni intercalate nel testo la Società concorre con le spese di carta e ili tiratura mentre all'Autore rimane la sola spesa del clichè. Pone in rilievo che l'attuale tipo dì carta del Xum'O Giornale non permette la stampa di disegni delicati, e perciò pensa che la Società dovrebbe concorrere almeno in parte alle spese di tira- tura delle tavolo, restando sempre a carico dell'Autore le spese dei relativi clichès. Crede che tale concorso della Società non porterebbe un aggravio eccessivo al bilancio: nel io.", ad es., si sarebbe potuto sopportare senza diminuire la mole delle pubbli- cazioni. Dichiara inoltre di astenersi da qualunque decisione verrà presa dall'Assemblea. FlORI ritiene che non sia possibile ripristinare le condizioni d'anteguerra, ma che d'altra parte non si possa non tener conto delle ragioni esposte dal Socio Chiarugi e propone che la Società concorra, entro le possibilità del bilancio, con non oltre la m ita della spesa per la carta e la stampa delle tavole. La proposta del Socio Fiori è approvata. Indi il Segretario mostra l'opportunità che le disposizioni amministrative e tipo- grafiche prese in tempi diversi nei riguardi dei Soci e portate a loro conoscenza con circolari o con verbali delle Riunioni Generali pubblicati nel Bullettino, vengano riu- nite e coordinate in un Regolamento da allegare allo Statuto, e ne fa esplicita propo- sta. Presenta le circolari ed i verbali in questione ed in schema di Regolamento com- pilato in base alle norme in essi contenute. Il Presidente pone ai voti la proposta, la quale è approvata all'unanimità, e si pro- cede all'esame dello schema presentato. Dopo essere stato ampiamente discusso ed integrato con alcune aggiunte il Rego- lamento è approvato : REGOLAMENTO art i. — Non vengono accettati lavori dei Soci i quali non sono in regola con l'Amministrazione della Società. aim. 2. — Gli Autori sono vivamente pregati di mandare i manoscritti stesi con calligrafia chiaramente leggibile — o prefe- ribilmente dattilografati — , ed inoltre nella loro dizione definitiva, per evitare il più possibile modificazioni (soppressioni di testo, 143 aggiunte o soppressioni di capoversi, spostamenti di titoli, ecc.) che portino alla scomposizione di righe costituendo «corre/inni straordinarie >. L'eventuale spésa per queste < correzioni straordinarie sarà a carico degli Autori, come pure la spesa in più per composi- zioni speciali : tabelle, quadri sinottici, ecc. L'esecuzione delle illustrazioni è, come il testo del periodico (scelta dei caratteri per i titoli, ecc.), regolata dalla Redazione. ART. 3. — Le bozze vengono comunicate agli Autori una sola volta. Qualora non siano giunte di ritorno alla Redazione entro dieci giorni dal loro invio, saranno corrette dalla Redazione stessa. Le bozze impaginate sono rivedute dalla Redazione solo per controllare l'esecuzione delle correzioni indicate dall'Autore. art. 4. — La spesa per tutte le illustrazioni è a carico degli Autori. Solo per le tavole la Società concorre — entro le possibilità del bilancio — con non oltre la metà della spesa per la carta e la stampa. aki. 5. — Gli estratti sono dati agli Autori dopo la pubbli- cazione del periodico. Qualora l'Autore desiderasse averli prima sarà a suo carico il 25 % del loro costo. art. 6. — La Società non dà gratuitamente estratti delle co- municazioni nei Processi verbali quando esse non superano una pagina di stampa. aki. 7. — 1 Soci o gli Abbonati che per disguido postale non avessero ricevuto un fascicolo del periodico sono pregati di darne sollecito avviso al Segretario. I reclami giunti oltre un mese dopo la pubblicazione del fa- scicoli-) seguente non saranno presi in considerazione. ART. 8. — Il Socio sarà iscritto nell'elenco dei membri della Società e gli sarà inviato il Diploma dopoché avrà pagata la tassa d'ammissione. «44 ari. o. — Normalmente l'Amministrazione non rilascia rice- vuta per i pagamenti che le vengono fatti dai Soci, ma ogni volta che un Socio si sarà messo in regola con essa gliene darà < \> i : >n apposito avviso. Quando il Socio volesse avere la regolare ricevuta, dovrà ag- giungere alla somma 1.. 0,50. A.RT. io. — Li Società non pubblica recensioni. Alla fine dell'anno dà nel Ballettino l'elenco delle pubblica- zioni che le saranno state mandate in dono. Esaurito così l'ordine del giorno il Presidente toglie la seduta. Adunanza del giorno 19 Decembre 1926 Presiede il Presidente X. PASSERINI. Sono presenti o rappresentali i Soci Minio Prof. Michelangelo Negri Prof. Giovanni Noelli Prof. Alberto Alpe Prof. Vittorio Bri/.i Prof. Ugo Chiarugi Dott. Alberto Fenaroli Prof. Luigi 1- Mori Prof. Adriano I-Orti Prof. Achille ongo Prof. Caro Mattirolo Prof. Oreste Pagliani Doit. Luigi Pampini ni Prof. Renato Provasi Prof. Tiziano Raineri Dott. Margherita Traverso Prof. Giambattista Micatovich Dott. Giovanni Zangheri Rag. Pietro ta la seduta, il Presidente fa procedere allo spoglio delle schede del referen- dum per l'unione del Ballettino al Nuovo Giornale. Il risultato è : Votanti 81. Risposero sii 75 — no : 5. "■M'hede nulle : 1. l'r 1 coloro che risposero affermativamente, q aggiunsero la raccomandazione che il male diventi bimestrale. I S '-..jretagio dichiara di essere esplicitamente favorevole ad una maggiore frequenza dei fascicoli del periodico, ritenendola utile non solo scientificamente ma anche mo- ralmente. Perchè certo contribuirà a mantenere vivi i rapporti fra i Soci e la Dire- zione della Società ed a meglio stringere i legami che tengono unita la famiglia bota- nica italiana. Con l'approvazione dello Statuto proposto dal Socio Minio nell'adunanza del 28 Novembre u. s.. è stato tolto o»ni ostacolo statutario ad aumentare il numero an- '45 nuale dei fascicoli del Nuove Giornali-, poiché contrariamente all' antico Statuto esso passa sotto silenzio l'epoca in cui i singoli fascicoli devono uscire. Rimane sol< stacolo finanziario, grave, certamente, ma non impossibile da superare, anzi già bene avviata ad essere superato. Egli ritiene, tuttavia, che una decisione in proposito or.t sarebbe prematura. Il Presidente mette in votazione la [imposta del Socio Negri, di riunire il Ballet- tino al Nuovo Giornale, rimasi i nell'adunanza tlel 2.X Novembre in attesa del- l'esito del referendum. La proposta è approvata all'unanimità. Indi si procede alle elezioni delle cariche sociali per il triennio 1927-1929. 11 Pre- sidente chiama scrutatori i soci CfilAKUGI e MlCATOVICH, e, terminato lo spoglio delle schede pervenute, annunzia l'esito della votazione : Votanti 8t Presidente Passerini Prof. Napoleone Fiori Prof. Adriano Longo Prof. Biagio Prof. Giovanni le nu IL- Vice Presidente Fiori Pro). Adriano Negri Prof. Giovanni De Marchi l)'>u. Marco Longo Prof. Biagio Mattirolo Prof. Oreste Pampanini Prof. Renato rini Prof. Napoleone Schede 11 iti le Voti :o » 1" » 1 » 1 Consiglieri Pampanini Prof. Renato Chiarugi Dott. Alberto Bargagli-Petrucci Prof. Gino Maugini Dott. Armando Peyronel Prof. Beniamino Negri Prof. Giovanni (Jhiovenda Prof. Emilio Carano Prof. Enrico Colozza Prof. Antonio Vaccari Prof. Lino Fiori Prof. Adriano Passerini Prof. Napoleone Gola Prof. Giuseppe Piccioli Prof. Lodovico I raverso Prof. dio. Battista Schede nulle Voti 78 73 * 70 02 » 62 9 6 4 3 3 » 2 Zangheri Rag. Pietro Mussa Prof. Enrico Barsali Prof. Egidio . Guadagno Ing. Michele Negri l'rof. Giovanni . Noelli Prof. Alberto . Schede nulle . . Sindaci Voti 69 i46 e proclama eletti : Presidente : Passerini Prof. Napoleone Vice-Presidente : Fiori Prof. Adriano Pampanini Prof. Renato Chiarugì Dott. Alberto Consiglieri : ( Bargagli-Petrucci Prof. Gino Maugini Dott. Armando Peyronel Prof. Beniamino 0. . . I Zangheri Rag. Pietro Sindaci : B 6 I Mussa Prof Enrico Dopo di che dichiara chiusa la Riunione e toglie la seduta SEZIONE LOMBARDA (MIL A X » » Adunanza del 19 Dicembre 1926 SonD presenti: Castelli, Curti, De Marchi- M., Fenaroli, Mazzucchelli, Nangeroni, Ponzo e Rossi, anche per Traverso che giustifica l'assenza partecipando alla seduta della Sede Centrale in Firenze. In assenza del Presidente e del Vicepresidente presiede la seduta il Comm. Ing, V. Mazzucchelli. Aperta la seduta alle ore io il Segretario informa i Soci dell'attività svolta dalla Presidenza nel periodo intercorso dall'ultima seduta ad oggi, attività quasi esclusiva- mente rivolta all'organizzazione delle onoranze all'Abate G. Bresadola ed alla pubbli- cazione della Ir.onographia Mycologica. Di questa anzi, dopo averne documentato ed illustrato la gestione finanziaria, vengono presentate le tavole già ultimate del primo fascicolo che incontrano la soddisfazione e l'approvazione degli intervenuti. Il 1° fa- scicolo, quasi ultimato, sarà quanto prima distribuito ai sottoscrittori. La discussione del bilancio sociale 1926 è rimandata alla prossima seduta, man- cando ancora alcuni elementi per la sua compilazione. Si procede quindi alla nomina delle cariche sociali pel triennio 1927-29 che, in seguito a regolare votazione, risultano così coperte : Presidente: Prof. G. B. TRAVERSO Milano' 1" Vicepresidente : Prof. Ugo BRIZI (Milano : Vicepresidente: Prof. UGOLINO UGOLINI} 'Bresciai Segretario-Economo: Dott. LUIGI FENAROLI Milano) irita la parte amministrativa l'Ing. Mazzucchelli commemora il compianto brio- logo F. A. Artaria e presenta quindi una sua memoria su : e La stazione della Paln- lìclln squarrosa ^ L. j Brid. di Santa Caterina Val Furva ». writo l'ordine del giorno la seduta è tolta alle ore 12. // Segretario II Presidente L. FENAROLI V. MAZZUCCHELLI '47 Pubblicazioni pervenute in, dono alla Società DURANTE L'ANNO 1926 Bollettino dell'Istituto Agrario ai Scandicci presso Firenze. Voi. Vili (1925). Bulletin de la Sodile Liunéenne de Normandie. Ser. 70, Voi. ;e (1924)- Bulletin of the New York Botanica/ Garden. Voi. 13 (1926) n. 47. Field Museum of Naturai History. Botanical Series, Voi. IV (1925) n. 3, 4; 'Report Series, Voi. VI (1925) n. 4. Fiume. Rivista della « Società di Studi Fiumani » in Fiume. Anno III (1925) i° Semestre; 20 Semestre (1926); Anno IV (1926) i Semestre. Istituto Federale di Credito per il Risorgimento delle Venezie. Anno V (1926) n. 2-9. Ohio Biologica/ Survey. Bulletin 13 January 1926. Proceedings of the National Academv of Sciences of the U. S. A., Voi. XI (1925) n. 11-12; Voi. XII (1926) n. i-n. The Journal of the Quekett Microscopica! Club. Ser. 2*, Voi. XV, n. 91. The Ohio Journal of Science. Voi. XXV (1925) n. 6 ; Voi. XXVI {1926) n. i-3, 5. Trabajos del Museo Nacìonal d Ciencias Saturale*. Serie Bo- tanica X. 21. .Madrid 1925. Anonimo. Il Museo Civivo di Storia Naturale di Trento. Trento 1920. Arnaudi C, Sopra uno pseudo ambocettore emolitico del gelso. Milano 1925. Barbami J/., Sopra l'annerimento dei semi di una varietà di Pisello adoperata nell'industria delle conserve. .Milano 1925. i48 Cam ara (da) M. De Scusa, Xovae fungorum species duae, erae helicis parasiti propeque Colares (Sintra) collectae. ( >inibr.i, r. ,:<>. ('i> natia Gatto ./., Primo contributo alla conoscenza dei Zooce- cidii delle Isole Maltesi. Valletta 1926. Casti /'., La voragine. Romanzo con prefazione di P. Gio- vanni Semeria. Voghera 1926. ( aialogue of the printed books and pamphlets in the Library of the Linnean Society of London. Xew Ldition. London 1925. Caitorini P, E., La questione del centrosoma e della sua pre- senza nelle cellule delle Fanerogame Angiosperme. Monza 1924. Cengia-Sambo M., Ancora della polisimbiosi nei licheni ad alghe cianoficee. I batteri simbionti. Pavia 1925. I licheni della Terra del Fuoco raccolti dai Missionari Salesiani. Torino 1926. Chiarugi A., Erborizzazioni in Val Gardena. Nota 2a. Gleno 1926. Fenomeni di aposporia e di apogamia in Artemisia nitida Bertol. (Xota preventiva). Roma 1926. Clark A. //., Life in the Ocean. Washington 1925. Ciferri R., Primer informe anual de la Estacion agronomica y Collegio de agricultura de Haina. Santo Domingo, R. D. 1926. — Studi sulle Torulopsidaceae. Milano 1925. — e Fragoso R. G., Hongos parasitos y saprofitos de la Republica Dominicana. Serie I-III. Santo Domingo, 1925-26. — e Redaclli P., Monografia delle Torulopsidacee a pig- mento rosso. Milano 1925. Commissione Reale del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Torino, Marzo 1926: Raccomandazioni e deliberazioni per la raccolta delle piante officinali nel Parco del Gran Paradiso. Curzi .1/., La puntatura » delle cariossidi di frumento e una nuova specie di A/ternaria. Pavia 1926. La tracheo-verticilliosi della patata in Italia. Pavia 1926. De Marchi 3f., Appunti di fisiologia vegetale sopra la Saxi- fraga Qoiyledan L. Milano 1925. 149 De Toni G. fi., L'opera lichenologica. Verona 1926. Farnetti V.t Lai vasta opera scientifica di Achille Forti se- condo le sue pubblicazioni al 1925. Fenaroli L., La flora della Conca del Baitone (Val ( 'amonica - Gruppo dell' Adamello). Pavia 1926. Figini G. P.. Fasciazione, nutrizione e peloria neWAntirrhi- ìium mafus L. iXota preliminare). Forlì 1925. Fi nardi /,., Caratteri di senilità nelle piante. Milano 192 5. Forni fi., Contributo alla Reologia del Verbano. Milano 1925. Forti --/., Alghe del paleogine di Bolca (Verona) e loro affi- nità con tipi oceanici viventi. Padova 1926. Giovanni Battista De Toni (1S64-1924). London 1925. L'Erbario di G. B. Biadego al Museo di Scienze Na- turali di Verona. Forlì 1926. Giaj Levra P., Diatomee del Lago d'Orta. Pavia 1925. Diatomee della Valsesia. Forlì 1926. — Diatomee della Valle d'Aosta. Pavia [926. Diatomee postglaciali della Torbiera di Trana. Torino 1926. Diatomee raccolte nell'Orto Botanico della R. Univer- sità di Genovo. Torino 1926. Gortani M., La Flora. Estratto dalla Guida delle Vallate del- l'Isonzo e di Vipacco della Società alpina friulana. Udine. Guide des Autodidactes. Tom. VI. Botanique I. Varsovie 1926. Hitchcock A. S.y A botanical trip to Ecuador, Perù and Bo- livia. Washington 1 Horlroyd A'., M<>rphology and physiology of the axis in Cu- curbitaceae. Philadelphia 1924. Kettey .1. /'., Soil acidity, an ecological factor. Philadelphia 1923- Kostischt-w S., Lehrbuch der Ptlanzenphysiologie,. Band I. Berlin 1926. Marnilo A., Appunti di una visita ad Istituti Agrari Ceco- slovacchi. Treviso 1926. Mattirolo (>., I vegetali scoperti nella Tomba dell'Architetto «50 Khà e di sua moglie Mirit nella Necropoli di Tebe, dalla Mis- \rcheologica italiana diretta dal Senatore E. Schiaparelli. Torino 1926. Mv 93 Risultati botanici di un soggiorno al Monte Rosa » 6 FORTI A. - L'Erbario di G. B. Biadego al Museo di Scienze Naturali di Verona .....> 95 Minio M. - Gli Erbari] del Museo Civico di Storia Naturale di Venezia . . . . . . » 105 Negri G. - A proposito dell'Erbario dell' Avv. Fran- cesco Negri (1 841-1924) (Proc. vere,) ... 43 — e Chiarugi A. - Itinerari Maremmani l.iProe.verò.) » 102 NToelli A., Sull'origine delle lenticelle nel Sambucus nìgra L. Pag. 65 ]' wii'ANixi R. - A proposito della Crepis radicata Forsk. (Pi oc. vero.) . . . . . . . . » 103 Contributo alla conoscenza della Flora del Ca- racorùm (Asia Centrale) ...... 36 Desideria mirabili* Pamp., gen. et sp. nov., nuova Crucifera anomala del Caracorùm (Asia Centrale) . . . . . . » 107 I e Collezioni botaniche del Museo Civico di Storia Maturale di Trento (Proc. zero.) . » 105 — Qualche altra pianta del Caracorùm (Proc. vero.) » 58 — Una piccola questione di nomenclatura a propo- sito della Gentiana verna var. magellensis (L. Vacc, sec. Ronii.) Pamp., comb. nov. (Proc. zero.) . » 42 — cfr. Passerini N. Passerini X. e Pampanini R. - Esemplari rimarche- voli di Frumento accestito (Proc. vero.) . . » 80 Sa VELLI R. - Il concorso « Piròvano per il 1926 [Proc. vero.) ........ ^> jj — Osservazioni su anomalie fiorali in Cucurbita e su presunti effetti della « jonolisi » del polline . » 71 Ulteriori notizie sulla pretesa efficacia del pol- line di Verbascum come «catalizzatore feconda- tivo ......... » 44 VlGNOLO-LuiATI F. - Contributo alla Flora delle Lan- che e del Circondario d'Alba. Xota III . . » 1 1 Adunanze della Sede Centrale . . 5, 41, 57, 80, 95, 102 Adunanze della Sezione Lombarda . . 41, 92, 117, 146 Rilancio consuntivo 1925 e preventivo 1926 . . » 112 Pubblicazioni pervenute in dono alla Società durante l'anno 1926 ........ 147 Riunione Generale straordinaria a Bologna, 4 Novem- bre 1926 » 124 XX Riunione Generale in Firenze, 2S Novembre e 19 Dicembre 1926 ........ 125 Statuto » I38 Regolamento ......... 1 4- Djtt. .Vujerto ' littore - capo responsabile — Forlì, Tip. Valbonesi IQ2 LlTGI.Il i-DB E M RRE BULLETTINO SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA * INDICE ChiarUG] A. — Contributo alla teratologia del genere Zizypkus . . Pag. 117 FBNAROLI L. — Note di llora gallica e pirenaica [Proc. vero.). . . » ]20 1 B. — \S Abies alba Mill. nelle Al|)i Apuano Pro,-, vero, . » 120 Riunione generale straordinaria a Bologna . . . . . . . - 124 XX' Riunione generale in Firenze ........* 125 Pubblicazioni pervenute in dono alla Società durante l'anno iQ2b . . ; < MRENZE 30 Gennaio 1927 SOCIETÀ BOTANICA ITALIANA Vi.-i Lnninrmom, '» - Firenze i 1 Consiglio di Direzione: Presidente: Passerini Sen. Prof. Napoleone - Vicepresidenti : De Marchi Doti. Ma«co Deleg. della Sei. Lomhn rdaj\ Fiori Prof. Adriano f, Architisl'aJ', Traverso Prof Gio- Battista - Consiglieri: Baugagli-Petrucci Prof. Gino; L'a- rano l'ini'. Enrico; Chiovrnda Pfóf. Mmilio; Colozza i'r. l'. Antonio; Pampanini Prof. Renato (Segreltrrio) ; Piccioli Prof. Lodovico; Provasi Dott, Tiziano; Vaccaai Prof, Lino - Economa: Cbiakugi Don. Alberto Sindaci: Iìarsali Prof BteiLio; Guadagno lnjf Mkhki.i:. Consultore legale: dtoipi Avv. Alberto, Seggio della Sezione Lombarda Presidente: Traverso Prof» Giovanni Battista - Vicepresidente: Ugo- lini Prof. Ugolino - Segr. -Economo: Frnaroli Doit. Luigi. Adunanze nell'anno 1926 SEDE DI FIRENZE SEZIONE LOMBARDA (SBDB CKNTIi.W.K) (MILANO) Gennaio 9 Maggio 8 Gennaio "24 Muglio ]<> Febbraio 13 . Glutini Vi Ma,zo 14 Luglio 4 Marzo 13 Ottobre 9 Aprile lo Novembre 13 Dece ni b re 11 .Novembre 'l\ Iconographia Mycologica curante Ab. J. BRESADOLA Sono aperti- le sottoscrizioni al I fascicolo di imminente pub- blicazione al prezzo ridotto di L. it. 6o per l'Italia e Colonie, e Ir. svi/./. 17,50 per L'Estero. Elenco dei Soci della Società botanica italiana >N L'INDICAZIONE DELL'ANNO I \ IONO VMM ESSI M . 1902 Albo Prof, i l: l.i. ■ u !..•■ .,.■■ i 1924. Alli 'gì i E, \ » I...I-1 dui . Milano 1024. Alpe Prol \ u (111 Insaldi Doli. I*. x r.rji. Ai iiaiiili Dott. ( '.. \ mi. Sabotimi 5 1924. AHini Prof. !•:. Mu-, u ci» ico di St< turale, Milano te'M., Via ili i Bardi \ Vii. li l'ai imi. ni". A logli" 121 1. lutili ni li Prof. I ISiirltiaui l'in 1901. Bargagli IVI Sopì A i ii". I I ■ . • 1902. Uaraali Prol ilei l ìai 'n K 1924 Bii iet<> l. Milimo. \. i; Urto bobinici», >i< ,|, -..,,. it torio Urna miele s7. Napoli. I9i5. l'.-n. i a. \ in V oltn ■ Milim 1907. Bei inni ( lonipidot i li. Via 1 (oh il nudi A . Xlmitiii per I HHtelfnlti. i "!> liolzoii l'i. il oiin, I >]... i min mìo 'li Agrii ultimi, Muli ii v i Ili.... .ii Agi il .'iin.i Viilli-tl i (Maltiij 1926. Un-. ii. li li. .ii. M. Stazione Bpcrinicuta'o di i'riitir.illnta. Lodi. l'.'i'T .• 1924. l'.ii/.i Prof, t \ i.i Marsala 8, Milano (il.. 1923. l'.niin. Iioit. I... Murano C'allibro | '..mu/.:.). ,i:i C. Via dindin ">"», Roma :n). UHI. Calvino Prof. M. C11a.-I1a4101.taua :. S 1;, mu i tuo. ■ ampbell Dott. 1 . Cubatilo. 1922. Cappelletti M..11. < '.. R. Orto Botanici», Padova. 1920. Cappoui C.ssn 1 \ di Baiti i 20, !• ii.n/i-. 1922» C'arano Prof. E.. U. Istituto Botami .. \ 11 Milano 7". Koma. 1924. Carbone Prof. I).. Via Maucini 15, Milano 21). 1025. 1 iiiini ii. - Via Mazzini . . Brescia. 1893. Casali Prof. 1 Vin abbati ss* 10 l'Imi lisa. noti-Ili E., Via kisorgiiuenio, :.. Milano. 1915 Catalano Doti 1, It. botanico -■ colo lliillf. l'ili. IMI.. ioni ii.. Prelùdente Consiglio Proviiu-ialii il. \ _ , • ni... ii. ji, n Doi 1 l'. ! ■' ni -'. Milano inda Prof. A . K. Istituto Tecnico, Asti. Orto botanico, Napoli. l'.iju. Cet Doti M \ Il I''.. ti. 1 .. Il, mi l'.i'Jl. CI,i..niM li ,.11. \ \ . . M.-i.i .1 _ ii . 62 l'Ireneo. ■ ilovenda Proi l 1. Orio l 'atonia. Mio 1. Milano. 1921 . Ci forti h. .11 1: > • ottura, I ' \ M. 1 || mini Prof. |f., R. latitato l'i ali a Ut Lini Prol i: . R, \.. -i..i. .li 1;. Ila Arti 1926. Colla D Montebi Ilo 1. Orino. Milono, Prof. 1 \ ■ Roma. . Itni. 1. i:.- i.H.ii. 1. «"niii 1. il R, Ninni.. Botanico '.■Un Fior Dot*. liti.. 1924. D Albei li» lì. \ oli .-_ .. . \ . ■ Ila Nave Dott. I . Via liufalii 1923. 1 ne G . Retti HI o 160, Napoli. 1912. Di Dott. M., Via Borboni Milin... - 1924, 1>>- Mmiii Gheriui Ras \ Via Sol feri no ri. Mili no Mi.. i-'.n i>. ;;..., l'i. 1 • Ilko UÀ I ■•- I I 'ili. Iti l.ilin: .. • Prof. 1 • 'I. ti., R. Ninni . lì. I»., Viu i;ui . I- iorui aliti. V ..11 II. Ninni,. Superiore 1 I ni. mia I, Vi i... Dott, " " l'i 110 ii:i). 1 1... \ in l;..ì.l. :. - 19.5. 1, in. -Ili 1 1 .. R, Nili 1 1..1. I.I: ola Prof, <;.. R. Ulto 1.. .i.ii.i.... Pai logon 191 1 i.i.n.i.- N, l.\ mi., botanico, Rapi Napoli. Via I'.ni .lini ; I8MH. Ihinliii! La Mortola, V'triiliiuiglin. 1900. Illgeglioli Dott. A.. Coivo Un. 1 M ili, n... 1924. N ini l;.i„ r \ ..1 X.iino 0, Miliini.. 1920. Jiiggli I M., Scuola ( 'in. 1.. 11. il.- .li Con; in. hì... lielliir/.oun, (Clinton l'iciuo). 1902. Ktii.ii Prof, O., tal. Slip. Agr., Pi 1 • ili. un. Pel » in ili I li- Imi. 1 I ..' Socio ."• / / . Cimi. .11/11 l'i..l. Di, Yhi Uni. 1.1 Iti, l'ali-imo. \| . U..H1.11. . Sondrio). I .mi;.. U1..1. U. U. Orto botanico Pisa. 1924'. I.i.|ii'/ Doli. I... V'itilo rimi'ii/ii ili Lorenzo, r. ligia. ls;i.">. I.npriori l'i i.i ( i .. K. Srin.l.i «iip.il A ili Punici 1926. LfipeUi Dulf. E. C'nttedra Amb.d'agr. Ri- mini. 1924. Muli. 1 Dòlt. S I l: 11 Pai i.i. 1913 \l.iii.- Prof, i:.. lii.iilii' dea geiencca, l m \, raitA-, «Igei 1917. Miniii-li ("nix ino l'io». K.. l:. Otto U tallirò, 1 lagjiai ■ (926, Mnrcc.Uo inni. a., l'oiiiiiini.iitn della Vero- na, 3666, Veni 1924. M 1 .mi Dott. R., Via Solferino 16, Milano. ungo P111I ( '.. l'i .1 1I.1 Val 1 . Verona. 191 U. Mattirolu Prof. O., IL Orto botanico, 1926. Maugini Dott, Armando, Viale Principe l ni- In 1 1>. 9, Firenze. 1925. Mazzuci In III log. V., Via A. Saffi 17. Mik 1924. Min..//.: Prof, x .. V 1,1 M.ii -.il:i - Miiauo(ll) 1921. M.-iiz Di ieate. i . 6 Mi sseri Dott. I., Via Itoli 1 Inni ugl 1 '• \lmil nylii 52, ;-'.- \l. \ nini II, ini,, boi ■ I nerbi Dott. ' . Via •• (lui Pallone 23, l'ini M 1 Prof. M • 1 Montali 1 Monti l i-i l R. Orto Boto ■ i Vgricolture, Via Milano il 1 ». Bologna. 1912. Mini. uni Prof. O., limi. Rol ino. l'ili Nanni Iti Prof. \.. B « » « t «. botanico 1: Orto botati ico 1 Dot 1, • 10 Pori 1911, Ni igliani Dott. L.. Via ino (l 1 1. 1 uni Doti I 12, Milano. /.• i 1924. Paria-Superti l'rol ■ Vittorio BmB itologiii . I' •!! I . \ I .' \ I. [hIì! Milano. Prol a. l; j 1 1 i 1 ì . . > . ■ Torino. Milano. '•" ■■■ KJ< . D..11 1 io, Genova. uni. mi Bona- ., pIiiio 0, l!i lino, itonol Dott, I». Via m.him. IU24. .,,,, '.11 1:. e -11- Gambetta - .'i Ifl, Prato 'I" 1 ■ oltnrn, 1909. 1920. 1910. 1917 l'.irj. 1921. sbologna Hi I IrepM 1 .lullini li. t- illll/p. 1 : Sturi li ■ Zammarau 1 Mag£. \ Via N Rnma. ' iti Km., pho IT f. (1 11 l: Hdiiolii Slip* A^i ii ■ ■ 1 1 il? ; i , Milano. .;;■ Superiori ■iliiirn l'.n 1 iJott. M. I:. I -linii., Botanico, Paria, l'rof. I'. Vii Prof, L. 1:. Mli PiiltblICH I ■■■■ (IU). .1 1 Prof, i- '., ' 'in -'. Vitto! io lùu.-i n >. Vili .ni Prof, v • H Vojjlilio l'mt P I..1I11.1 atorin ili l'i t •>]•!§ f< • I III i.'l. II. Dott. 11.. Via <;iuli:i J'> III l'i W'il./rk Prof. !•:.. .ImkIìii ImiI:iiiìi|ii.v Lausanne, /:i»i>lin MmiiIiivii'iÌ Dott; A. Vili Gali polii li. Lido- Venezia. /inibii. -i. Rag. 1'.. V1.1 I'. Anderlini 1. Folli. Zanon Don V., Collegio Pio X. Roma. /..nini Doti, s.. R. Orto Botanico, Padora. Zi nidi C, \' i:t Emo Taraboclila 5, Tritate. /.mi. hi Prof. <;., R pinta. /oj» Doti A. Via Mario Pagano 61 , Milano, zappetti Prof. L., Villa Mosone.Domc Società Botanica. Italiana Via La marmora Firoi 1/0 14 BULLETTINO BIBLIOGRAFICO DHLLA BOTANICA ITALIANA ^ in continuazione) . 4 , Voi, IV - Parte 1 ( 1917- 1920) Lire 20. — fi voi. t, IF. Ili [1004-1916]: Lire 200). FLORA ITALICA CRYPTOGAMA (in continuazione Parte I. (Funeri) : Lire 292,80 1905, I912i Elenco bibliografico, fase. 1,9. 1906, lìH.7. 1913: Pyreiioroycetae, fasi- 2, 3, 11. 1908, 1910, 1914: I redinales, fase. 4. 7. 12. 1909 : Gaste ratea, fase. 5. l(.)lo. 1912, 1913, 11U4 : Hypkales, fase 6, 8, 10, 13. 1915, 1916: Hynienialès, fase. 14. 15; Parte li. (Algae) : Lire 42,50 1908: Bibliografia, rase. I 1909 : Florirteae, fase. 2, 3. rte HI. (Lichene©) (completa) : Lire 72,60 1909-1911: Bibliografia, Nozioni generali, Omeolichenes. Hete- rollcl isc. 1-6. 1 la Bpediftione. Abbonamento ai Xu<>vul- lettino della S'in'ctà Botanica Italiana: Lire 80. Forlì - Tip. Valbonesi vcnsii t u* ILLINUIS URBANA 3 0112 084207395 1