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DALL sil MmDAD SECTIONAL LIBRARY, _ DIVISION OF MOLLUSI Volume 8 1882 ANTIQUARIAAT JUNK Dr. R. Schierenberg & Sons B.V. LOCHEM (Netherland) 973 ti glo BULLETTINO DELLA SOCIETÀ MALACOLOGICA ITALIANA Volume 8 1882 Reprinted by: ANTIQUARIAAT JUNK Dr. R. Schierenberg & Sons B.V. LOCHEM (Netherland) 1973 Reprinted with kind permission of the Societa Malacologica Italiana BULLETTINO SOCIETÀ MALACOLOGICA ITALIANA SISSSNSPSSSSPRAR VOLUME VIII. 1882 SOCIETÀ MALACOLOGICA ITALIANA Il ti Î i BT 000: Fer n ia 1 { O O IT fi { î i ; È E (na în i i Ù i / ° f Ù Lg (1 \ i = CAR , RI DEI 3 Me DI A Dan È da ino «4 ROS ita pn Ù i RAC i A Dì } i \ Ù N i o i i I È { I le i di Ri | : fia i 0 KE e 0 AGILI dodo | Aron A: ì ur : 4 Rea IT we; i J Di I II DI rt Ù 9, Ì di x È ui è i si 7 > Î Ù n pa Si i i si f } è x I Le CATALOGO SISTEMATICO E SINONIMICO DEI MOLLUSCHI TERRESTRI E FLUVIATILI VIVENTI NELLA PROVINCIA ROMANA per l’ Ingegnere AUGUSTO STATUTI _———6——_T__nsl Desideroso di offrire una qualche contribuzione alla Fau- na Malacologica Italiana, volli accingermi a compilare il presente Catalogo dei Molluschi terrestri e fluviatili viventi nella Provincia Romana, nell’ intendimento che questo mio benchè tenue lavoro potesse tornare di un qualche interesse ai cultori di questo ramo speciale di Zoologia: e tanto più mì confortai in tale fiducia inquantochè mentre quasi tutte le provincie d’ Italia, sulle norme di quanto trovasi prati- cato anche nelle altre nazioni, furono già qual più qual meno completamente illustrate anche sotto l'aspetto Mala- cologico (') la nostra provincia di Roma era tuttora real- (') A titolo di Bibliografia Malacologica Italiana si possono consultare le pubblicazioni degli autori qui sotto notati per le diverse regioni del. l’Italia geograficamente e non politicamente considerata. LomBaRDIA. — Porro 1838 — Villa 1844, 1871 — Rezia 1848 — Stro- | bel 1856, 1857 — Adami 1875 — Tommasi 18% — Pini 1876. PIEMONTE. — Stabile 1864. LuGaNESE. — Stabile 1845, 1859. Carso ED IsTRIA. — Brumati 1838 -- Prada 1892. VENETO. — Lanfossi 1825 — Strobel 1848 — De Betta e Martinati 1851 = pie mente in difetto di una pubblicazione qualsiasi sopra questo importante oggetto. Non devesi peraltro argomentare da ciò che fino al presente verun naturalista siasi occupato appo noi di questo interessante ramo di storia naturale, dap- poichè a prescindere dalle molte ed erudite opere pubbli- cate sul molluschi fossili del nostro territorio, a tutti è noto che fin da remote epoche non pochi illustri conchiologi si dedicarono espressamente anche nella nostra Provincia allo studio dei molluschi viventi, come ne fan fede le grandiose e magnifiche raccolte tra le quali primeggia ai giorni no- stri quella dei signori fratelli Rigacci di Roma ('). Ciò no- nostante siccome egli è positivo che fino ad ora mancava — Menegazzi 1855 — Spinelli 1855, 1856, 1869 — Pirona 1865 — De Betta 1870 — Sordelli 1870 — Adami 1876. —. TRENTINO. — Strobel 1851, De Betta 1852 -— Gredler 1856. NizzarRDO. — Risso 1826, Verany 1846, Mortillet 1851. LIGURIA. — Tapparone-Canefri 1870. EMILIA. — Strobel 1877. Toscana. — Issel 1866, 1872 — Gentiluomo 1868 — De Stefani 1871, 1875, 1879 — Targioni-Tozzetti 1873 — Bonelli 1873 -- Del Prete 1875, 1879. UmBRIA. — Issel 1870 — Pantanelli 1877. MarcHE. — Valentini 1879. CAMPANIA. — Costa 1829 — Delle Chiaje 1824 — Scacchi 1836 — Phi- lippi 1836 — Cesati 1875. ABRUZZI. — Tiberi 1878, 1879 — Paulucci 1881. CALABRIA. — Paulucci 1880. SiciLia. — Poli 1791 — Costa 1829, 1840 — Maravigna 1836, 1838 — Philippi 1836 — Bivona 1839 — Aradas e Maggiore 1839 — Pi- raino 1840 — Calcara 1842, 1845 — Brugnone 1873 — Benoit 1875. SARDEGNA. — Villa 1836 — Gestro ed Issel 1873 — Adami 1877. Corsica. — Payraudeau 1826 — Requien 1845 — Moquin-Tandon 1855. MaLTA. — Mamo e Caruana 1867 — Issel 1868, 1873. ITALIA CONTINENTALE ED IsoLE. -- Paulucci 1878. (') La collezione dei sigg. fratelli Rigacci in proprietà attualmente del sig. Enrico Rigacci erede dei suoi germani Giovanni e Giuseppe conta ben 10,273 specie ed oltre all’essere fornita delle conchiglie le più rare e pregiate è ricca straordinariamente in mutazioni e duplicati di esemplari tanto marini che terrestri e fiuviatili. Può consultarsi il Ca- talogo della suddetta collezione pubblicato nel 1874 e l appendice al ca- talogo suddetto pubblicata nel 1881. ia > realmente « Una enumerazione specifica dei Molluschi vi- venti nella nostra Provincia » quindi è che informandomi al noto principio proclamato già magistralmente dall’ insi- gne Naturalista Svedese che cioè « il primo studio deve essere fatto sui prodotti del proprio paese » compatibil- mente colle mie limitate cognizioni malacologiche mi de- dicai, con quell’ impegno per me possibile, alla compilazione di questa reclamata Fauna locale (‘) ed animato in seguito dagli eccitamenti di parecchi rispettabili Malacologi italiani, della cui amicizia altamente mi onoro, mi decisi renderla di pubblica ragione. E di tal mia deliberazione mì terrò ben pago ove questo mio modesto lavoro possa in qualche modo essere riconosciuto di una qualche opportunità a col- mare se non altro in parte una delle lacune, che come si è detto, finora esistevano nella distribuzione geografica dei molluschi viventi nelle diverse regioni della nostra penisola. Sotto il nome di Provincia Romana intendo considerata la superficie di tutto il territorio compreso nella circonscri- zione (amministrativa) omonima. Essa si estende parallela- mente al mare, da Terracina ad Acquapendente, per circa 200 chilometri di lunghezza sopra una larghezza media di chilometri 60; abbracciando in assieme una superficie di chil. quad. 11,917, 13: la medesima è limitata al settentrione dal corso del fiume Tevere e precisamente dalle falde me- ridionali del monte Amiata e monti di Radicofani (Provin- cia di Siena); a levante dai monti di Veroli, Filettino, Su- (') La mancanza di una illustrazione qualsiasi sulla Fauna locale Ro- mana diè motivo al ch. sig. Edoardo von Martens, nelle sue « Note bi- bliografiche riguardanti i molluschi terrestri e fluviatili dell’Italia » di rimarcare che « alcune parti o regioni fanno desiderare ancora moltis- simo su questo rispetto e sono ,principalmente quelle che appartengono od appartenevano agli Stati Pontifici ». L’esimia malacologa sig. mar- chesa M. Paulucci nella sua memoria « Estratto del Catalogo generale della Sezione Italiana all'Esposizione internazionale di Berlino » nell’an- no 1880 confermava quanto sopra dichiarando « che non si hanno rag- guagli sul Lazio ». biaco ecc. (Abruzzo ulteriore II e Provincia dell’ Umbria); a mezzoggiorno dal mare Mediterraneo, e finalmente a po- nente per un tratto confina col mare e pel resto colle ma- remme Toscane (Provincia di Grosseto). Per quanto si attiene alla costituzione geologica, mi li- miterò ad accennare che la massima parte del suolo rac- chiuso nel perimetro della Provincia è formato da terreni vulcanici derivanti dai noti quattro sistemi dei vulcani La- ziali, Sabatini, Cimini ed Ernici (') essendochè in unione alle lave, ceneri e lapilli, il tufo vulcanico è appunto quello che occupa la maggior estensione della medesima. Il rimanente del paese è costituito per una buona porzione da terreni allu- vionali dei fiumi Tevere, Aniene ecc. spiaggie marine, torbe e travertini dell’epoca quaternaria antica e moderna (*) e per ‘una più ristretta zona dai terreni pliocenici, miocenici ed eo- cenici dell’ epoca terziaria (°) non che dai calcari a rudisti e calcari giurassico e liassico dell’ epoca secondaria (‘) figu- (‘) Le lave dei vulcani Laziali appariscono nei territori di Velletri, Civita Lavinia, Genzano, Nemi, Ariccia, Albano, Marino, Grottaferrata, Rocca di Papa, Monte Porzio, Monte Compatri, Colonna ecc. Quelle dei vulcani Sabatini a Bracciano, Oriolo, Campagnano, An- guillara, Formello, Scrofano ecc. Quelle dei vulcani Cimini a Ronciglione Vetralla ecc. Finalmente quelle dei vulcani Ernici a Ticchiena, Monte Cacume, Gio liano, Pofì ecc. (*) Il quaternario antico è rappresentato da quel di Civitavecchia, Selva di Nettuno, di Cisterna, di Terracina, Palidoro, Castel Porziano ecc. La torba occupa una rilevante estensione alle foci del Tevere ed alle Paludi Pontine. I travertini si rinvengono nei circondari di Tivoli, Fiano, Civita. Ca- stellana, Sgurgola ed anche ai Monti Parioli presso Roma. (3) Il terreno pliocenico si trova ai Monti Gianicolo e Vaticano in Roma, a Monte Mario, Mentana, Palombara, Monte Libretti, Ceprano ecc. Il miocene a Frosinone, Ripi, Anagni, Paliano ece.. L’eocene a Monte Romano, contorni di Civitavecchia, Viano, Rota, Ceccano, Falvaterra, Trevigliano, Alatri, Ferentino, Fumone ecc., ecc. (‘) I calcari a rudisti occupano la regione dei Monti Lepini e Pontini, Terracina, Monte Circeo, Sonnino, Piperno, Maenza, Pisterzo, Sezze, Bas- siano, Sermoneta, Norma, Cori, Rocca massima, Giulianello, Monte For- tino, Segni, Sgurgola, Morolo, Supino, Subiaco ecc. un (i = rando appena per una estensione relativamente minima i terreni trachitici ('‘). Essendo estraneo all'oggetto prefissomi di una semplice enumerazione di molluschi lo intrattenermi partitamente sulla distribuzione dei medesimi in dipendenza dell’altime- tria dei luoghi e delle diverse qualità dei terreni sui quali abitualmente vivono, ho creduto potermi dispensare nel re- digere il presente catalogo dall’ entrare in qualsiasi detta- glio sopra questo argomento, pur riconoscendo che sarebbe assai commendevole che a complemento di un trattato ge- nerale di Malacologia indigena (che forma tuttora il desi- derio di molti malacologi italiani (*)) anche questo studio corologico venisse regolarmente coltivato ed esteso a tutti i molluschi viventi nelle diverse regioni d’Italia (°). i I calcari Liassici. Monte Gennaro, Monte Soratte, Montorio Romano, Civitella, Monti Corniculani, Serrone, Guarcino, Collepardo, Monte S. Gio- vanni, Monti Tiburtini, Tivoli, Castel Madama, Guadagnolo, Poli. (') I terreni Trachitici si presentano alla Tolfa, Monte Virginio, Vi- terbo, Soriano ecc. (°) Mi riferisco in proposito a quanto fu scritto recentemente dall’ illu- stre Commend. Edmondo De Betta nel suo discorso « intorno agli stu- di per una Malacologia terrestre e fiuviatile dell’Italia » non che dalla Ch. Sig. Marchesa Paulucci nei suoi « Matériaux pour servir è l’ étude de la Faune Malacologique ». (*) Come semplice saggio di Corologia Malacologica aggiungo un cenno sulla distribuzione di alcune elici nella nostra Provincia. Gruppo Campylea — Specie HELIX PLANOSPIRA, Zamb. La forma tipica è stata raccolta presso noi: In un terreno calcare ippuritico: Monti Sublatensi — Subiaco a me- tri 408 sul mare. In un terreno ad ammoniti: Monti Tiburtini — Tivoli a metri 245 sul mare. In un terreno calcare ad ammoniti (Lias): Monti Corniculani — Mon- ticelli a metri 412 sul mare. In un terreno calcare eocenico: Colline di Civitavecchia a metri 251 sul mare. i In un terreno vulcanico a base feldspàtica‘ (Sistema Cimino): Colline di Civita Castellana a metri 152 sul mare. La var. SeruLosa Briganti è stata raccolta in un terreno vulcanico a ii Per ciò che riferisce alla classificazione dei generi ho preferito attenermi al sistema adottato dal Ch. Dottor Wilh. Kobelt (Catalog der im europàischen Faunengebiet lebenden Binnenconchylien) salve lievi modificazioni introdottevi da autori ad esso posteriori. Oltre poi alle indicazioni delle diverse località di dimora o come dicesi dell’Zabitat dei singoli molluschi riportati nel seguente Catalogo, ho stimato conveniente richiamare per ciascuno le relative figure, riferendomi alle opere più accreditate; e soprattuto ho voluto corredare la nomencla- tura di ogni singola specie di una estesa e copiosa sino- nimia nella vista esclusiva, che ove questo mio qualsiasi lavoro per avventura fosse per cadere sotto gli occhi di qualche giovine che amasse di iniziarsi allo studio della conchiologia locale romana potesse in qualche modo ser- virgli di guida a più facilmente stabilire l’identità delle. specie, senza tema di confondersi o smarrirsi nel caos delle sinonimie, in grazia del quale può avvenire o a chi non è provetto nella scienza e talora anche a chi non può disporre di una sufficiente biblioteca malacologica di qualificare di- base silicea (Sistema Laziale) nei pressi di Monte Cavo a metri 949 sul mare. La var. PuBESCENS Zberî vive col tipo in un terreno come sopra (Lias) a Monticelli. Gruppo Iberus — Specie HELIX CARSOLIANA, Fer. Abita un terreno calcare ippuritico a Subiaco a metri 418 sul mare. La var. UziELLIANA Pauluccî vive unitamente al tipo nella suindicata località. i Gruppo Hielicogena — Specie HeLix LucoRUM Mill. Abita in un terreno calcare ad ippuriti: Monti Lepini — Cori a me- tri 330 sul mare. Abita in un terreno calcare ad ammoniti (Lias medio): Monte Soratte — S. Oreste a metri 690 sul mare. Abita in un terreno calcare eocenico: Monti Ernici — Porciano a me- tri 638 sul mare. Abita in un terreno calcare ad ippuriti: Monti Ernici — Contorni di Anticoli a metri 747 sul mare, de Mi versamente un’ identica specie per la ragione che si trova designata sotto differenti nomi specifici. Del resto, quantunque nella redazione del presente Ca- talogo sia stato coadiuvato da parecchi distinti malacologi, i quali cortesemente mi furono larghi dei loro consigli e dei loro lumi nella determinazione di talune specie, tra i quali per debito di gratitudine ricordo per prima la sig. M. Paulucci di Firenze e quindi il sig. B. Donati di Civitavec- chia, il sig. D." Del Prete di Viareggio, il sig D." Tiberi di Napoli, il sig. comm. De Betta di Verona ecc. ecc. tuttavia sono ben lungi dal presumere che questo mio modesto la- voro d’ interesse meramente locale riunisca in sè tutte quel- . le condizioni di esattezza e precisione desiderabili al grado in cui ora sono pervenute le cognizioni malacologiche, per meritare una considerazione qualsiasi: che anzi a prescin- dere da qualche incertezza quasi inevitabile nell’ enumera- zione di talune (poche) specie, in causa dei non conformi giudizi su di esse propugnati da alcuni fra i più eminenti malacologi, non esito fin d’ora di ammettere che il mio la- voro possa essere soggetto a censure e che come tale sia meritevole forse di non poche mende vuoi pel fatto di qual- che equivoco inavvertentemente incorso nella determina- zione delle specie, vuoi per quello di qualche omissione nel novero delle medesime: in conferma di questa possibile even- tualità, premessa una formale dichiarazione che realmente tutte le parti montuose del nostro territorio non sono state per anco bastantemente esplorate, io stesso riconosco che il presente Catalogo debba considerarsi ben altro che com- pleto, essendo anzi mia ferma convinzione che non poche specie omesse nella seguente Enumerazione, perchè non rin- venute finora presso di noi, per analogia di condizioni geo- gnostiche e climatologiche con altre regioni d’Italia, dap- presso indagini più estese e minuziose si possano altresì trovare viventi nella nostra provincia. Faccio voti che altri più edotto di me nelle cognizioni EA | 1, ROD malacologiche abbia e voglia avere la pazienza di riandare sul presente mio lavoro, sia per rettificarlo ove occorra, sia per completarlo ove meriti, coll’aggiunta di tutte quelle altre specie che una più accurata e diligente ricerca nelle diverse località della nostra provincia potrebbe porre in evi- denza; ben soddisfatto per mia parte di aver dato per il primo, se non altro l'impulso alla compilazione di una « Fau- na Malacologica Romana ». CLASSE I. Gasreropopa, Cuvier. DIVISIONE I. GasrEROPODA INOPERCULATA. Ordine I. PULMONATA TERRESTRIA. Famiglia ArIonIDA Gray 1840. Genere I. ARION Férussac 1819. Sezione I. ProLEPIS Moquin-Tandon 1855. 1. Arion hortensis. 1774 LIMAX FUSCUS Mill. Verm. hist. Vol. II, pag. 11, n.° 209. 1819 ARION HORTENSIS Fér. Hist. nat. Moll. pag. 65. 1821 LiMmAx HoRTENSIS Gray Nat. arrang. Moll. Vol. XV, pag. 239. 1822. « asciatus Nils. Moll. Suec. pag. 3. 1855 ARION Fuscus —Mog. Tand. Hist. Moll. Fr. pag. 14. Figure. Fér. Hist. Nat. Moll. + Tav. II, fig. 4-6. Drap. Hist. Moll. Tav. X, fig. 5. Moquin-Tandon Hist. Moll. Tav. I, fig. 28-30. Specie comune nella Provincia Romana. Vive negli orti, nei giardini e nei campi e sì rinviene di preferenza sotto gli ammassi di pietre nei luoghi umidi ed ombreggiati. Famiglia Limacina Lamk. 1809. Genere II. LimAx Linneo 1740. Sezione I. HeyrENEMANNIA Malm. 1870. 2. Limax cinereus. 1678 LIiMAX cINEREUS Lister Hist. anim. angl. 1758 « MAXIMUS O Lînn. (partim) Hist. nat. Ed. X, Vol. I, pag. 652. 1774 « cinerEUus M4%ll. (partim) Verm. hist. Vol. II, pag. 5. 1815 LIMACELLA PARMA Brard Coq. Paris pag. 111. 1819 LIMAX ANTIQUORUM Fér. (partim) Hist. Moll. pag. 68. 1853 « COERULANS Bielz Beitrag zur Kanut. 1876 LIMACELLA MAXIMA JIouss. Malac. Paris Bull. Soc. Zool. 4 pag. 97. Figure. Lister Anim. Angl. Tav. II, fig. 15. Brard GCoq. Paris Tav. IV, fig. 9-10. Fér. Tabl. Syst. T'avstVafit-2x73, 1; 8: Drap. Hist. Moll. Tav. IX, fig. 10. Moquin-Tandon Hist. Tav. IV, fig. 1-8. Iousseaume Mal. Paris Tav. IV, fig. 1-3. Specie assai comune come la precedente. Sezione II. AcrioLIMmax Malm. 1870. 8. Limax agrestis. 1758 Limax AGRESTÌS Linn. Syst. nat. Ed. X, Vol. I, pag. 652. mess IM cn 1774 LIiMmAX RETICULATUS Muli: Verm. hist. pag. 10. 1815 LimACELLA OBLIQUA Brard Coq. Paris pag. 118. 1831 LimAcELLUS oBLIQuUS Turton Shells Brit. pag. 26. 1876 LIMACELLA AGRESTIS Iouss. Malac. Paris Bull. Soc. Zool. Fas. II, pag. 105. Figure. Brard Coq. Paris Tav. IV, fig. 5, 6, 13, 14, 15. Drap. Hist. Moll. Tav. IX, fig. 9. Mog. Tand. Hist. Tav. III, fig. 1-2. Fer. Hist. "Moll. TavW ie, DI Specie abbondantissima soprattutto negli orti di Roma, ai quali apporta talora danni gravissimi nelle ore notturne. Genere III. AMALIA Mog. Tand. 1855. 4. Amalia gagates. 1805 LimAx GAGATES Drap. Hist. nat. pag. 122, n.° 1. — 1855 AMALIA « Mog. Tand. Hist. moll. Vol. II, p. 19. Figure. ; Fér. Tabl. syst. Tav. VI, fig. 1-2. Drap. Hist. Moll. Tav. IX, fig. 1-2. Menegazzi Malac. Veronese Tav. XI, fig. 1. Mog. Tand. Hist. Moll. Tav. II, fig. 1-3. Non rara specialmente nel territorio di Civitavecchia. F'amiglia TEsTtACELLIDA Kodb. 1871. Genere IV. TESTACELLA Cuvier 1800. 5. Testacella haliotidea. 1802 TesrAacELLUS HALIOTIDEUS Faure Big. Bull. Soc. Phil. ‘ pag. 98, n.° 61. pene, e 1804 TESTACELLA EUROPAA Roiss. In Buff. Sonn. Moll. pag. 252. 1805 « HALIOTIDEA Drap. Hist. moll. pag. 121, Mod 1815 « GALLIA Oken Lehrb. nat. Vol. III, pag. 212. Figure. Drap. Hist. moll. Tav. IX, fig. 12-14. Vive entro la terra, non rara nei fossati di Castel S. An- gelo dentro Roma. 6. Testacella bisulcata. 1826 TESTACELLUS BISULCATUS Risso Hist. nat. Europ. merid. Vol. IV, p.58, pi 130. 1847 TESTACELLA BISULCATA Dupuy Hist. Moll. Vol. I, pag. 44. 1855 « GALLOPROVINCIALIS Grateloup Limac. p.15. 1855 « HALIOTIDEA var. y BISULCATA Mog. Tand. Hist. Moll. Vol. II, pag. 39. Figure. Dupuy. Hist. Bay. Litie.2. Bourguignat Spic. Malac. Tav. XIII, fig. 17, 18, 19. Mog. Tand. Moll. Fr. Tav. DG fis. 23, Vive entro la terra come la precedente: rinvenuta nelle alluvioni dei corsi d’acqua che bagnano il territorio di Ci- vitavecchia. PeR. Famiglia HELICIDA Gray 1824. Genere V. VITRINA Draparnaud 1801. Sezione I. SemILIMAX Stabile 1859. 7. Vitrina elongata. 1802 HELIX SEMILIMAX Fér. (pére) in Naturf. Fas. XXIX, pag. 236. 1805 VITRINA ELONGATA Drap. Hist. moll. pag. 120. 1815 TEsTACELLA GERMANIA Oken Lehrb nat. Vol. II, pag: 262: 1820 HYALINA ELONGATA Hartm. In Stud. Kurz. Verz. pag. 86. 1821 LIMACEA — « Hartm. Syst. Gast. Vol. XII, pag. 54. | 1821 « VITREA var. B Hartm. In Neue. Alp. Vol. IL pag. 246. 1822 HELICOLIMAX ELONGATA Fér. Tab. syst. pag. 25. 1855 VITRINA SEMILIMAX Mog. Tand. Moll. Fr. Vol. II, pag. 45. Figure. Fèr. (pére) Naturforsch Tav. I, fig. A. D. Fér. Hist. Tav.0D%, fio. 1. Drap. Hist. moll. Tav. VIII, fig. 40-42. Rossm. Icon. Vol. I Fig. 26. Mog. Tand. Hist. Tav. VI, fig. 1-4. Rarissima nella Provincia. Finora fu trovata nelle mac- chie che sovrastano Civitavecchia verso Tolfa ed Allumiere ed anche al piede di un albero secolare di faggio che esiste nel centro del piazzale sulla vetta del monte Cavo. ene Genere VI. HyALINA Gray 1840. Sezione I. EunvaLIina Albers 1850. 8. Hyalina cellaria. 1774 HELIX CELLARIA Mull. Verm. hist. p. 38, n.° 230. 1803 « LUCIDA Mont. Test. Brit. pag. 425 (non Drap. nec Stud.) 1807 « NITENS Mat. et Rak. Cat. Brit. Test. in Trans. Linn. VIII, pag. 198 (non Gmel. nec Shepp.) 1815 VORTEXx CELLARIUS — Oken Lehrb. nat. Vol. III, p. 314. 1831 ZONITES LUCIDUS Leach Brit. moll. pag. 104, (ex Turton). 1833 OnycHILUS CELLARIUS Fitz. Syst. Verz. p. 100. 1837 HELICELLA CELLARIA Beck. Ind. Moll. pag. 6. 1837 POLITA « Held. in Isis pag. 916. 1840 ZoniTES cELLARIUS Gray inTurton Shells Brit. p.170. 1851 HYALINA CELLARIA Alber. Die Helicen p. 68. 1870 HELIX RUBROFLAVA Chierig. in Brus. Prin. Iadransk. pag. 101. 1876 HYALINA NITENS Hartm. (teste Pfeif.) Mon. Hel. viv. Vol. VII, p. 178, n.° 1078. Figure. Montagu Test. Tav. XXIII, fig. 24. Forbes et Hanley Brit. moll. Tav. CXX, fig. 1-3. Drap. hist. Moll. Tav. VII, fig. 11-12. Rossm. Icon. Vol. I Fig. 32. ‘ Mog. Tand. Moll. Fr. Tav. IX, fig. 1-2. S' incontra non raramente nei tummoleti presso il mare (Palo, Fiumicino, Corneto, Civitavecchia) sotto i sassi nei luoghi umidi (Palestrina, Piperno, Frascati) e nella tromba delle cisterne (Roma). | Bull. della Sce. Mal. It. Vol. VIII, 2 3, 9. Hyalina lucida. 1801 HELIX LUCIDA Drap. Tabl. Moll. pag. 96, n.° 46 (non Mont. nec Stud. nec Drap. Hist. 1805). 1805. « NITIDA Drap. Hist. moll. p.117,n.°54 (non Mill. nec Gmel.) 1837 HELICELLA DRAPARNALDI Beck Ind. moll. p. 6, n.° 10. 1855 ZONITES LUCIDUS Mogq. Tand. Moll.Fr. Vol.II, pag. 75. | Figure. Drap. Hist. Tav. VIII, fig. 23-25. Mog. Tand. Hist. moll. Tav. VIII, fig. 32-33. Vivente nel territorio di Albano Laziale secondo che ne assicura il Ch. Sig. Ed. von Martens nelle sue « Note bi- bliografiche riguardanti i molluschi terrestri e fluviatili del- l’Italia». 10. Hyalina nitida. 1774 HELIX NITIDA Mill. Hist. verm. Vol. I, pag. 32 (non Drap. nec Gmel.) 1789 « SUCCINEA Stud. Faunul. Helv. in Coxe Vol. III, pag. 429 (non Mill.) 1805 « LUCIDA Drap. Hist. moll. p. 103, n.° 34 (non Drap. Tabl.) 1826 HELICELLA NITIDA Risso Hist. nat. Europ. merid. Vol IVapi 721 1833 OxYCHILUS LUCIDUS Fitz. Syst. Verz. p. 100. 1834 TANYCHLAMYS « Bens. in Proceed. zool. pag. 89. 1837 HELICELLA sUuccINEA Beck Ind. moll. pag. 7. 1837 POLITA LUCIDA Held. in Isis pag. 916. 1851 HYALINA NITIDA Alb. Die helicen pag. 69. perg 1855 ZONITES NITIDUS 1877 OXxyYCHILUS « 1878 ZONITOIDES « Mog. Tand. Hist. moll. pag. 72. Iouss. Malac. Paris Bull. Soc. Zool. Fas. 6, pag. 416. Lehmann. in Nomenc hel. viv. Glessin Fas. 2, p. 70. Figure. Drap. Hist. Moll. Rossm. Icon. Mog. Tand. Moll. Tav. VIII, fig. 11-12. Tav. I, fig. 25. Tax: VIL bs. 1}, 15: Iousseaume Malacol. Paris Tav. I, fig. 47-48. Non rara nei tummoleti presso la spiaggia del mare, soprattutto nelle località molto umide. Sezione II. VitreA Pitzinger 1833. 11. Hyalina crystallina. 1774 HELIX CRYSTALLINA 1777 « —PELLUCIDA 1822 & EBURNEA 1827 « VITREA 1831 ZONITES CRYSTALLINUS Mill. Verm. Hist. Vol. II, pag. 23, n.° 323. Penn. Brit. Zool. pag. 138 (non Miill.) Hartm. in Neue Alp. Vol. I, pag. 234. Brown Desc. new Shells in Edimb. Journ. Vol. I, p. 12. Leach Brit. Moll. p. 105 (ex Turton). Fitz. Syst. Verzeisch p.99. 1837 HELICELLA CRYSTALLINA Beck Ind. Moll. pag. 7. 1833 Discus « 1837 POLITA « 1851 HYALINA « Held in Isis pag. 926. Alber. Die helicen pag. 69. 1877 OxycHILUS cRYSTALLINUS Zouss. Malac. Paris Bull. Soc. Zool. VI, pag. 421, — 20 — Figure. Rossm. Icon. Tav. IXL, fig. 531. Drap. Hist. Tav. VIII, fig. 13, 14, 15. Bourg. Amén Malac. Tav. XX, fig. 19-24. Mog. Tand. Hist. Tav. IX, fig. 26-29. Specie trovata nei terreni aquitrinosi delle Paludi Pon- tine e nei fossi del territorio di Civitavecchia. 12. Hyalina pura. 1822 HELIX NITIDOSA Fér. Tabl. Syst. pag. 45. 1830 —« NITIDULA var. B Jeffr. Syn. Test.in Trans.Linn. XVI, pag. 340. 18390 « PURA Alder Catal. Northumberland pag 12. 1837 HELICELLA NITIDOSA Beck Ind. moll. pag. 6. 1837 POLITA « Held in Isis pag. 916. 1840 ZONITES PURUS Gray in Turt. Shells Brit. pag. 171 (non Fér. nec Beck nec Held). Figure. Moquin Tandon Hist. Tav. IX, fig. 22-25. Raccolta nei terreni macchiosi sul litorale di Terracina. 13. Hyalina hydatina. 1836 HELIX DIAPHANA Mihlf. (teste Pfeiffer) Mon. hel. v. Vol. VII, pag. 106. 1838 « HYDATINA Rossm. Ic. Fas. VII, p. 36. 1851 HYALINA HYDATINA Alber. Die helicen pag. 69. 1855 ZONITES CRYSTALLINUS var. B_Mog. Tand. Moll. Fr. p. 89. — A 1856 ZONITES HYDATINUS Bourg.Amén. Malacol.Vol. Ita pe s4190 1870 HELIX SEMINA ET CUMA Chier. in Brus. Prin. Ian- drans. pag. 101. Figure. Rossm. Icon. VII, VIII Tav. IXL, fig. 529. Raccolta sulla spiaggia del mare presso il Promontorio Circeo, asportata senza meno dalle alluvioni dei corsì di acqua Pontini. Genere VII. ZoniTES Montfort 1810. 14. Zonites Kraliki. 1878 ZonITtES KRALIKI Letourneux in litteris 1878. 1880 « « Servain Etud. Moll. Espag. et Port. pag. 18. Il Sig. Servain nel suo « Etude sur les mollusques re- cuellis en Espagne et en Portugal 1880 » ha pubblicato una Zonites Kraliki Letourneux come vivente in diverse loca- lità di Spagna e Francia senza accennare che questa spe- cie sia stata rinvenuta anche in Roma: esistendo peraltro nella collezione della Sig. Marchesa Paulucci un individuo trasmessole sotto tal nome dal Marchese di Saint Simon e coll’ Habitat « Roma » comprendo questa specie nel pre- sente Catalogo, sull’ assicurazione favoritami dalla sullodata Malacologa che la descrizione sembra convenirle assai bene. Genere VIII. HeLIX Linneo 1758. sezionask Pieve 19 1891 15. Helix rotundata. 1774 HELIX ROTUNDATA . Mill. Verm. hist. Vol. II, | pag. 29, n.° 231, ip 1778 HELIX RADIATA Da Costa Test. Brit. p. 57. 1831 ZONITES RADIATUS Leach. Brit. moll. pag. 102. 1833 DISCUS ROTUNDATUS Fitz. Syst. Verz. pag. 99. 1837 EyRYOMPHALA ROTUNDATA Beck Ind. Moll. pag. 9. 1837 PATULA « Held. in Isis pag. 916. 1340 ZONITES ROTUNDATUS Gray in Turt. pag. 165. Figure. Dupuy. Moll. Fr. Tav. XII, fig. 4. Chenu. Man. Conch. Pag. 424, fig. 31397. Drap. Hist. Moll. Tav. VIII, fig. 4-7. Rossm. Icon. Tav. XXXII, fig. 454. Da Costa Test. Brit. Tav. IV, fig. 15-16. Mog. Tand. Moll. Tav. X, fig. 9-12. Var. 1.2 1864 HELIX ABIETINA Bourg. Malacol. Alg. pag. 179. Figure. Bourg. Malac. Alg. Tav. IXX, fig. 17-19. Il tipo è comune nelle alluvioni dei fiumi tributari del Mediterraneo, più spesso ancora si trova nei crepacci dei muri esposti a tramontana. Rinvenuta a Civitavecchia, Ci- vitacastellana presso il Ponte Clementino, Rocca di Papa, Subiaco, Monte Cavo e nell’interno stesso di Roma a S. Cro- ce in Gerusalemme. Ho citato l’ H. abietina Bourguignat che ritengo essere una semplice varietà della H. rotundata Mull. a striature più forti ed ombilico meno espanso sulla fede del Sig. Mar- chese di S.' Simon che la rinvenne nella suindicata località di S. Croce in Gerusalemme, quantunque tale varietà non esista nè presso la collezione Rigacci, nè in quella della R. Università di Roma, nè in quella del Sig. B. Donati a Civitavecchia, nè tampoco nella mia. soa Sezione II. AcaNTHINULA Beck. 1837. 16. Helix aculeata. 1774 HELIX ACULEATA Mill. Verm. hist. Vol. II, pag. Si; ‘n° 279. 1778 TRocHILUS TERRESTRIS Da Costa Test. Brit. pag. 166. 1786 HELIX SPINULOSA Lightf. Phil. Trans. LXXV, pag. 166. 1831 TEBA « Leach. Brit. Moll. pag. 100 (ex Turton). 1837 FRUTICICOLA ACULEATA Zeld. in Isis pag. 914. 1839 HELIX GRANATELLI Bivona (figlio) in Giorn. Occhio Maggio 15 n.° 9. Figure. Dupuy Hist. Tag XIfio..11. Lighif. Phil. Trans. LKXKXVI Tav. II, fig. 2. Da Costa Test. Brit. Tav. II, fig. 1-5. Rossm. Icon. Tax KJXL, ie. 536. Drap. Hist. Tav. VII, fig. 10-11. Giornale Occhio Palermo N.° 9, fig. 2. Mog. Tandon Hist. Tav. XV, fig. 6-9. bi Finora la suddetta specie è stata designata in una sola località della nostra Provincia e precisamente dal distinto naturalista Sig. Marchese Carlo Gualterio, presso Bagnorea. Sezione III. Triconostoma /itzizger 1833. 17. Helix lenticula. 1822 HELIX LENTICULA Fér. Tabl. System. pag. 41, n.° 154. 1822 HELICIGONA « Féèr. Prodr. pag. 37 n.° 154. 1830 CARACOLLE « Menk. Syn. moll. pag. 24. ic DA e 1830 HELIX STRIATULA Colard. Bull. Soc. Linn. Bor- deaux Vol. IX, pag. 98. 1833. « SUBTILIS Lowe. Prim. Faun. Mad. in Trans. Camb. IV, pag. 45. 1836 « PINTORELLI Bonelli (fide Villa) Conch. in- setti Sardegna. 1837 CARACOLLINA LENTICULA Beck. Ind. Moll. pag. 28. Figure. Lowe. Faun. Mad. Tav. V, fig. 13. Mich. Compl. Drap. Tav. XV, fig. 15-17. Fér. Hist. Tav. LXVI, fig. 1. Rossm. Icon. Tav. XXXII, fig. 452. Mog. Tand. Hist. Tav. X, fig. 13, 16. Abita ai piedi degli antichi bastioni di Civitavecchia. 18. Helix obvoluta. 1774 HELIX OBVOLUTA Mill. Verm. hist. Vol. II, pag. 27, 15229! 1788 « OLOSERICEA Gmelin Syst. nat. pag.3641 n.° 186 (non Stud.) 1792 "« BILABIATA Olivi Zool. Adriat.pag. 177. 1792 « TRIGONOPHORA Lamk. in Journ. Hist. nat. Vol. II, pag. 349. 1801 PLANORBIS OBVOLUTUS Poir. Prodr. coq. p. 88-89. 1803 TRIGONosToMA oBvoLuTtuM tz. Syst. Verz. pag. 98. 1826 HELICODONTA OBVOLUTA sso Hist. nat. Europ. mer. Vol. IV, p. 65. 1837 VORTEX OBVOLUTUS Beck Ind. Moll. pag. 29. 1837 GONOSTOMA OBVOLUTA Held. in Isis pag. 915. Figure. Gualt. Test. Tav. IMfig B. Fér. Hist. Manti 4; pr Chemn. Conch. Tav. LXXVII, fig. 1128, a, b, c. Blainv. Malac. Tav.6XL}' fig: ‘7. Drap. Hist. Moll. Tav. VII, fig. 27, 29. Rossm. Icon. Tav. Li fieò 2. Mog. Tandon Hist. Tav. X, fig. 26, 30. Non comune; nel territorio di Civitavecchia sotto le pie- tre nei luoghi umidi. Sezione IV. VALLONIA Résso 1826. 19. Helix pulchella. 1774 HELIX PULCHELLA 1778 « —PALUDOSA 1819 TURBO PALUDOSUS 1821 LUCENA PULCHELLA 1826 VALLONIA ROSALIA 1827 AMPLEXUS PALUDOSUS 1831 ZURAMA PULCHELLA 1833 CHILOSTOMA PULCHELLUM 1837 CINCINARIA PULCHELLA 1837 CORNEOLA « 1867 VALLONIA « 1876 HELIX NITIDULA 1876 « CRYSTALLINA Mull. Verm. hist. Vol. II, pag. 30, n.° 232. Da Costa Brit. Conch. p. 59. Turton. Dict. pag. 228. Hartm. Syst. Gasterop. p. 54. Risso Hist. nat. Europ. merid. Vol. IV, pag. 102. Brown. Ill. Conch. p. 441. Leach. Brit. Moll. pag. 108 (ex Turton). Fitz. Syst. verzeisch. p. 98. Beck. Ind. moll. pag. 23. Held. in Isis pag. 912. Tryon.in Am. Journ. Conch. III. Stud. (teste Pfr.) Mon. Hel. viv. Vol. VII, pag. 428. Dillw. (teste Pfr.) loco citato. Figure. Dupuy. Hist. moll. Féèr. Hist. Brown. Ill. Conch. Bull. della Sce. Mal. It. Vol. VIII, Tav. VII, fig. 3. Tav. LXIX E fig. 12, 14 Tav. XLI, fig. 76-77. MI pese Drap. Hist. Moll. Tav. VII, fig. 30-32. Rossm. Icon. Tav. VII, fig. 439-440. Pfeiffer. Syst. anord. Tav. II, fig. 31. Mog. Tand. Hist. Tav. XI, fig. 34. Non comune nella Provincia: abita ordinariamente le regioni vallive nei luoghi ombreggiati sotto i sassi e sulle foglie secche. Se ne rinvengono ancora delle spoglie sulla spiaggia tra i porti di Terracina e Badino e sul litorale di Civitavecchia rigettate dal mare dopo le piene dei fiumi che hanno foce in quei paraggi. Il Sig. Cantraine la designa eziandio di Roma. Sezione V. TricHIia Hartmann 1840. 20. Helix cinctella. 1801 HELIX CINCTELLA Drap. Tabl. moll. pag. 87. 1826 HYGROMIA « Risso Hist. nat. Europ. mer. IV, pag. 67. 1829 CARACOLLE ALBELLA 0. Costa Cat. pag. 516 (non Lamk.) 1837 FRUTICICOLA CINCTELLA ZHeld. in Isis pag. 914. 1837 BRADYBANA « Beck Ind. Moll. pag. 18, n.° 8. 1840 HELIX LIMBATA Var. Cantr. Malac. Med. pag. 124 (non Drap.) 1855 ZENOBIA CINCTELLA Mog. Tand. Moll. Fr. pag. 215. 1868 HELIX RANZANI Orsini (teste Martens) in Ma- lac#BL DEV, pass e F'igure. Dupuy. Hist. Tav. VI, fig. 39-40. Rossm. Icon. VI Tav. XXVI, fig. 363. Drap. Hist. Lav pos, 10, Moquin Tand. Moll. Fr. Tav. XVI, fig. 39-40. e e Varietà. 1838 Var. AR Frusca Pot. et Mich. Gal. Douai pag. 78. Vive nei luoghi assai ombreggiati. Frequente alle Pa- ludi Pontine, Civitavecchia, Civitacastellana, Rocca di Papa, Subiaco, ed in altre località della Provincia. Si trova vi- vente anche nell’ interno di Roma presso S. Croce in Ge- rusalemme. La var. BR fusca citata da Moq. Tand. (Moll. Fr.) è stata raccolta a Tivoli. 21. Helix villosa. 1802 HELIX PILOSA Alfen. Syst. Aband. pag. 46. 1805 « VILLOSA Drap. Hist. moll. pag. 104, n.° 36. 1837 BraDYBANA « — Beck Ind. moll. pag. 20. 1837 FRUTICICOLA « Held. in Isis pag. 914. Figure. Alten. Syst. Abandl. Tav. X, fig. 7. Drap. Hist. Tav. VII, fig. 18. Il Sig. Cantraine nella sua « Malacologie Mediterra - néenne, Bruxelles 1841 » asserisce che Vl H. villosa Drap. vive eziandio sul Monte Testaccio (Mons Testaceus degli antichi) in Roma, ed è unicamente sull’autorità del mede- simo che io ho ricordato qui sopra la detta elice, tuttochè finora sì ritenga essere una specie esclusivamente del Nord. Del resto ad onta di ripetute ed accurate ricerche nelle suindicate località, nè a me nè ad altri che io mi sappia (escluso il Sig. Cantraine) è stato dato fin qui di rinvenire la detta specie in Roma. Sa Sezione VI. MonacHa Hartmann 1844. 22. Helix gregaria. 1839 HELIX ONYCHINA var. Rossm. Icon. Vol. IX, pag. 7. 1842 « OLIVIERI . Pirajno Nota Moll. Sic. pag. 6, (non Mich. nec Fér.) 1848 = « SyRIACA var. R Pfr. Mon. Hel. viv. Vol. I, pag. 131, (non Ehrem.) 1859 « GREGARIA Ziegler in Rossm. Icon. IX, pag. di 7, n° 509. 1859 « OCCULTA Bivona (pater) olim, teste Pirajno in Benoit Moll. estramarini, Sicilia. Figure. Rossm. Icon. Tav. XLIII, fig. 569. Benoit. Il. Sist. Crit. Icon. Sic. Tav. III, fig. 19. Non rara nei luoghi incolti nel territorio di Civitavec- chia e Terracina. 23. Helix Olivieri. 1821 HELICELLA OLIVIERI Fér. Prodr. n.° 255 (non Mich.) 1837 HELIX OLIVIERI Rossm. Icon. VI, pag. 37. Figure. Rossm. Icon. Tav. XXVII, fig. 365. ‘La specie di cui sopra è piuttosto rara nella nostra Pro- vincia. Tuttavia può raccogliersi alle Paludi Pontine e sul cratere di un antico vulcano Laziale, oggi detto Campi di Annibale. Essa corrisponde precisamente alla Var. nana designata dall’ esimia malacologa Sig. Marchesa Paulucci nella sua « Fauna Malacologica della Calabria 1879 pag. 71 ». ce 9 — 24. Helix Carthusiana. 1774 HELIX CARTHUSIANA Mill. Verm. hist. Vol. II, pag. 15. 1792 « ARENARIA Olivi Zool. Adriat. pag. 178 (non Ziegler). 1801 « CARTHUSIANELLA Drap. Tabl. Moll. p. 86. 1821 « BIMARGINATA Gray Nat. arrang. Moll. in Med. rep. Vol. XV, pag. 239. 1826 THEBA CARTHUSIANELLA Risso Hist. nat. Eur. mer. Vol. IV, pag. 75. 1831 TEBA « Leach. Brit. Moll. pag. 95, (ex Turton). 1833 HELIX GIBSII Leach. in Brown Illust. Conch. 1833 MonACHA CARTHUSIANELLA — tz. Syst. Verz.pag. 95. 1837 BRADYBANA CARTHUSIANA Beck Ind. Moll. pag. 19. 1837 FRUTICICOLA CARTHUSIANELLA Held. in Isis pag. 914. 1870 HELIX LUCINA Chier. in Brusina. Ipsa Chier. Conch. p. 222. 1876 « CLAUSTRALIS Ziegler in Pfeiffer. Mon. Hel. viv. pag. 221. 1877 HYyGROMIA CARTHUSIANA Iouss. Malac. Paris Bull. Soc. Zool. Fas. VIII. Figure. Rossm. Icon. Tav. XXVII, fig. 366 Db. | Hidalgo Cat. Ic. Tav. XXIII, fig. 249-251. Drap. Hist. moll. Tav. VI, fig. 31-32. Iousseaume Mal. Paris Tav. III, fig. 1, 2. Albin. Gras moll. Fr. Tav. II, fig. 24. Mog. Tand. Hist Tav. XVI, fig. 20-26. ue 30 Varietà 1.3 1830 HELIX RUFILABRIS Jeffr. in Trans. Linn. XVI, pag. 509. Figure. | Jeffreys in Trans. Linn. XVI, Tav. XVI, fig. 25-26. Il tipo delle suddette specie è comune e trovasi sparso ovunque trovasi una vegetazione rigogliosa: la var. rufila- bris non è rara in quel di Terracina. 25. Helix adiecta. 1832 HELIX ADIECTA De Crist. in Rigacci Cat. Conch. pag. 32, n.° 2631. 1837 THEBA « Beck. Ind. Moll. Cito la suddetta elice sotto la suindicata denominazione specifica fide Rigacci nella cui collezione esiste come pro- veniente da Palestrina (Contorni di Roma). Sezione VII. EuLota A. Hartmann 144. 26. Helix cantiana. 1801 HELIX cARTHUSIANA Drap. Tabl. moll. pag. 86 (non Mill.) | 1803 « cAntIANA Mont. Test. Brit. pag. 422. 1803 « PALLIDA Donovan. Brit. Moll. pag. 94 (ex Turton). 1831 TEBA CANTIANA Leach. Brit. Shell. V. 1837 BRADYBZAENA « Beck Ind. Moll. pag. 19. Figure. Rossm. Icon. Tav XXVII, fig. 364, b. Montagu Test. Brit. Tav. XII, fig. 1. pes, Dig Drap. Hist. Tav. VI, fig. 33. C. Pfr. Naturg. III, Tav. VI, fig. 2-3. Rossm. Kobelt Fig. 1201. Varietà 1. 1826 THEBA RUBELLA isso Hist. nat. Europ. mer. pag. 75, n.° 169. 1871 HeLIix DA Campo Villa in schedis Bull. Malac. It. pag. 85. Varietà 2.8 1826 THEBA CEMENELEA kisso Hist. nat. Europ. mer. pag. 75, n.° 168. 1848 HELIX GALLOPROVINCIALIS Dup. Hist. moll. Vol. II, pag. 204, n.° 52. 1872 « ANCONA Issel App. Cat. moll. Pisa pag. 63, n.° 6. Figure. Drap. Hist. moll. Tav. IX, fig. 5. Dupuy Hist. moll. Tav. IX, fig 5. Varietà 3. 1881 HELIX CANTIANA var. CamPANICA Paulucci Bull. Malac. Ital. pag. 87. Figure. | | Bull. Malac. Ital. 1881 Tav. II, fig. 1. Varietà 4..° 1881 HELIX CANTIANA var. ALMONIS mihi. L’ H. cantiana Mont. tipica si presenta assai frequente- mente nella nostra Provincia e fu raccolta a Monterotondo, Tivoli ed altrove. dz DO ia La var. rubella Fisso non è rara a Monticelli e Terracina. La var. cemenelea Fisso scontrasi sovente parimenti a Terracina ed anche a Frosinone. La var. Campanica Paulucci abita nei dintorni di Roma. Finalmente sotto la denominazione di H. cantiana var. Almonis ho creduto opportuno di segnalare una mutazione oltremodo interessante della suindicata specie che si rin- viene in preferenza nella zona dei vigneti che circondano la nostra città. Togliendo ad esame questa varietà, a primo aspetto si giudicherebbe partecipare in egual proporzione dei caratteri . specifici della H. carthusiana Mill. e della H. cantiana Mont. var. Cemenelea Risso, di guisa che si potrebbe ri- tenere quasi come l'anello di congiunzione tra le anzidette due specie. Infatti per quanto attiensi alla forma presso che piana superiormente non che per l'insieme dello svol- gimento della spira, questa conchiglia rassomiglia assai da vicino la H. carthusiana var. 8 major Drap. (Hist. Moll. Fr. pag. 101) mentre per convesso sia pel suo ombelico sia per la forma inferiore dell’ ultimo anfratto, sia pel colore rossigno che notasi in prossimità dell'apertura e soprattutto per la sagoma dell’ apertura medesima, che relativamente può dirsi grande e quel che più monta, sempre inferior- mente tondeggiante, non può revocarsi in dubbio che pre- senti una grande affinità col H. cantiana Var. Cemenelea Risso: ciò posto, a prescindere che la nostra Helix è forte- mente sagrinata in tutto il suo guscio, come all'incirca lo sono altresì le due specie summentovate, fatto riflesso che l’H. carthusiana anzichè essere ombelicata è piuttosto sem- plicemente rimata, poichè in sostanza sono maggiori i ca- ratteri che l avvicinano alla Canziana Mont. anzichè alla Carthusiana Mill. in attesa che da altri venga più accu- ratamente studiata ho preferito designarla come una varietà della prima, anzichè della seconda delle suindicate specie, indicandola sotto il nome di H. cantiana var. Almonis, sx 199 avendo frequentemente constatato la sua presenza nelle ripe erbose dei fossi di scolo delle vigne che occupano di pre- sente la valle dello storico fiume Almone. La Chiarissima Signora Marchesa Paulucci alla quale comunicai parecchi esemplari della suddetta elice, associan- dosi al suesposto opinamento, si compiacque altresì dichia- rarmi ritenerla positivamente come una forma localizzata, tanto più che a suo giudizio veruna specie nè d’ Italia nè di Francia potrebbe esserle paragonata. 27. Helix Orsini. 1841 HeLIX ORSINI Porro in Villa Disp. Sist. pag. 54, n.° 3. 1869 « ORSINI Tiberi in Bull. Soc. Malac. It. pag. 66, Db Figure. Bull. Malac. Ital. 1869 Tav. III, fig. 9-11. La suddetta specie fino ad ora è stata trovata unica- mente nei terreni vallivi e cespugliosi del territorio di Sezze. Sezione VIII. CAMmpyrLzaa Beck 1837. 28. Helix planospira. 1826 HELIX ZONATA C. Pfr. Naturg. moll. pag. 19, (non Stud.) Sa «& VITTATA Jan Cat. rerum Nat. pag. 3, n.° 107 (non Miill. nec Villa). 1837 CAMPYLAA PLANOSPIRA Beck Ind. Moll. pag. 25. 1838 HELIX « Lamk. Anim. sans vert. Vol. VII, pag. 48, n.° 48. 1838 « —UMBILICARIS Brumati Cat. sist. conch. Mon- falcone (non Olivi). Bull. della Sce. Mal. It. Vol. VIII. 5 e RL Figure. Daud. Hist. Tav. LXVIII, fig. 7-10. Rossm. Icon. Tav. II, fig. 90. Mich. compl. Drap. Tav. XIV, fig. 3-4. Varietà 1.° 1825 HELIX SETULOSA Briganti Desc. due nuove elici: Atti R. Accad. Scienze Napoli, Vol. II, pag. 168. 18359 « SETIPILA Ziegler in Rossm. Icon. pag. 2 (non Bourg.) 1339 —« seTtosa @ Costa (senior) Faun. Gast. pulm. pag. 9 (non Fér.) Figure. Paulucci Fauna Calabria Tav. IV, fig. 1, 2, 5. Bourg. Amén Malacol. Tav. XII, fig. 5-6. Tiberi Quelq. Moll. Tav. ao-te. Rossm. Icon. Tav. VI, fig. 89. Varietà 2. 1829 HELIX PLANOSPIRA Costa Cat. test. Due Sic. pag. 105, 109 (non Lamk.) | 1869 « PuBEscENS Tiberi Note add. Conch. Abruzzi Bull. Malac. Ital. Anno II, p. 14. Figure. Tiberi Quelque Moll, Neap. Tav. I, fig. 3, Varietà 3. 1880 HELIX PLANOSPIRA var. ALIFANSIS Paulucci Bull. Soc. Malac. 1881, p. 95. Figure. Bull. Soc. Malac. Ital. 18S1 Tav. II, fig. 3. a Sull’ autorità della Ch. Sig. Marchesa Paulucci, la quale nella sua « Fauna Malacologica della Calabria » rese già di pubblica ragione un suo dettagliato ed interessantissimo studio sull’ H. planospira Lamk. e sue mutazioni, sono in grado di poter assicurare che le Elici di questa specie vi- venti nella Provincia Romana (Subiaco, Civitavecchia, Ci- vitacastellana, Piperno ecc.) appartengono realmente alla forma tipica: lo che peraltro non esclude che nella Provin- cia stessa si trovino altresì le tre varietà. suindicate. La var. setulosa Briganti già segnalata da Rossmàssler come vivente nello Stato Romano (Ròmisches Gebiet) vive in preferenza nei boschi che attorniano il Monte Cavo in una regione assolutamente vulcanica. La var. pubescens Tiberi è comune a Monticelli. La var. Alifensis Pauluccì abita Tivoli. 29. Helix macrostoma. 1818 HELIX MACROSTOMA Miihlf in Mus. Caes Vindob. 1836 —« PLANOSPIRA Phil. Moll. Sicil. pag. 130. 18759 « SICULINA Ziegler fide Benoit. Catal. Conch. Sic. n.° 18 in Bull. Soc. Mal. 1875 « PERVIA ET DIDYMA Mtuhif fide Benoit loco citato. Figure. 1857 Benott Ill. Sicil. Tav. IV, fig. 18. Il Sig. Ed. v. Martens ammette che la suddetta specie, la quale in sostanza sembra possa riferirsi ad una var. pilosa della H. planospira Lamk. abiti Subiaco (Provincia Romana). Vedi note bibliografiche riguardanti i molluschi terrestri e fiuviatili d’Italia. Bollettino Malacologico Italiano Vol. III. Suppl. 1870. ue Sia sezione IX. XeroPHILaA Held. 1837. 30. Helix Pisana. 1774 HELIX PISANA Mull. Verm. hist. Vol. II. p. 60. 1777. « ZONARIA Penn. Brit. Zool. pag. 137. 1778 COCHLEA VIRGATA Da Costa Test. Brit. pag. 79. 1792 HELIX PETHOLATA Olivi Zool. Adriat. pag. 178. 1801 « RHODOSTOMA Drap. Tabl. Moll. pag. 74. 1803 = « CINGENDA Mont. Test. Brit. pag. 418. 1817. « STRIGATA Dillw. Descr. Cat. Shells pag. 911 (non Mùull.) 1826 THEBA PISANA Risso Hist. nat. Eur. merid. Vol. IV, pag. 75. 1831 TEBA CINGENDA Leach. Brit. Moll. pag. 92 (ex Turton). 1837 XEROPHILA PISANA Held. in Isis pag. 913. 1840 EuPARYPHA RHoDosToMA Hartm. Erd. Siussw. Gast. Vol. I, pag. 204. Figure. Gualt. Ind. Test. Tav. XII, fig. C. Hidalgo Cat. Icon. Tav. XIII, fig. 116-127. Chemn. Kust. Tav. XXII, fig. 5-6. Drap. Hist. Moll. Tav. V, fig. 13-15. Mog. Tand. Tav. IXX, fig. 18-19. Varietà 1.° 1837 HELIX PISANA var. MAJOR Rossm. Icon. Vol. VI, Tav. XXVI, fig. 359, a. Varietà 2. 1830 HeLIX PISANA var. b Menke Syn. Moll. pag. 3. 1855 =« SARDOA Ziegler in Moq. Tand. Hist. Moll. Franc. pag. 259. Lsu e Varietà 3.° 1855 HeLIX PIsANA var. ALBA Mog. Tand. Hist. Moll. Fr. pag. 260. Varietà 4.* 1869 HeLIx Pisana var. CAPITOLINA Fontemaggi Rigacci in schedis. Il tipo è abbondantissimo in tutta la zona litorale ed anche in altre località della nostra Provincia, come le pia- nure delle acque Albule ecc. Quest’ elice, la quale come è no- to, vive in numerose famiglie sugli steli delle piante, è com- mestibile in Roma a prezzo vile, ove si vende ordinaria- mente cotta per consumo del basso popolo che ne è ghiotto soprattutto nella notte della vigilia di S. Giovanni. Oltre le varietà 1.°, 2.8 e 3.° di sopra notate ho aggiunto per sem- plice notizia che esiste nella Collezione Rigacci in Roma un magnifico esemplare registrato col nome di Helix Capi- tolina Fontemaggi, il quale presenta la specialità di una serie di fascie ben nette e continuate in tutti gli anfratti, di color fulvo più o meno carico e che affetta l'apparenza esteriore di una vera H. nemoralis anche per la sua gran- dezza. Il suddetto esemplare venne raccolto dal Sig. Fon- temaggi nei giardini sottostanti il Campidoglio. 31. Helix Alibrandi. 1874 HeLIx ALIBRANDI Rigacci Cat. conch. n.° 2649. Noto come specie l H. Alibrandi Rigacci, perchè sono stato ripetutamente assicurato dai suddetti signori Rigacci che quest’ elice fu già accettata con il suindicato nome da molti illustri conchigliologi italiani e stranieri senza osser- vazioni in contrario. i gie Non pertanto mi corre l'obbligo di far rilevare che la suddetta elice ha molta analogia colla H. Pisana var. alba Mog. Tandon ricordata anche dal Ch. Dott. Gentiluomo nel suo Catalogo dei Molluschi Toscani, colla quale tuttavia non potrebbe assolutamente identificarsi per la ragione che man- ca in essa uno dei caratteri distintivi della Pisana, am- messo dallo stesso Moquin Tandon, cioè a dire della bocca più o meno rosea, carattere che non rilevasi affatto nella nostra elice. Del resto fatta astrazione dal colore della con- chiglia che è di una candidezza totalmente nivea, per amor di verità non posso omettere di dichiarare che tutti gli altri caratteri dell’ H. Pisana MUII. si rinvengono anche in que- st’ elice a modo che, per quanto almeno io ne penso, non andrebbe lungi dal vero chi amasse sostenere che la me- desima in sostanza sia una mutazione albina della H. Pi- sana comune. La suddetta elice piuttosto rara vive in comunione colla H. Pisana nelle regioni marittime della nostra Provincia e più precisamente nei pressi di Civitavecchia ove fu rac- colta fin dal 1866 dal distinto conchigliologo Sig. Avv. Ce- sare Alibrandi di Roma (') in omaggio al quale piacque al Rigacci (Giovanni) d’intitolarla col nome di lui. i 32. Helix Anxurina. 1874 HELIX ANXURINA Rigacci Catalog. Rigacci n.° 2672. Ho riportato come specie questa bellissima elice che fa parte della ricca collezione dei signori Rigacci, sull’ auto- rità del Ch. Prof. Achille Costa di Napoli, il quale secondo (1) Il sunnominato naturalista Sig. Alibrandi ha dovuto abbandonare ora è già qualche anno i suoi prediletti studi malacologi, a seguito di una penosa ed incurabile malattia dalla quale è stato sventuratamente colpito, Para ee che mi fu riferito dai prefati Signori si sarebbe esternato nel senso di ammetterla realmente come una nuova specie. La suddetta conchiglia fu raccolta nelle vicinanze di Ter- racina (antica Anxuf) e misura in larghezza mm. 12 in altezza mm. 11. Del resto questa conchiglia, che per quanto riguarda la forma sì potrebbe a prima vista caratterizzare | per una semplice anomalia della H. Pisana Mull. differisce in qualche modo da questa per avere i suol giri nella parte superiore più appiattiti; l’ultimo poi dei suddetti giri es- sendo assai meno sviluppato in larghezza e più rigonfio in altezza che nella Pisana ne modifica sensibilmente la bocca, la quale per conseguenza risulta ben più arrotondata che nel tipo. Inoltre quest’ elice non solo è fortemente mal- leata ma si scorge altresì sotto la lente finamente stria- ta tanto nel senso longitudinale che in quello trasversale (decussata). Quello poi che conferma l’eccezionalità di questa con- chiglia si è il vedere sulla medesima nettamente distinti su tutti gli anfratti a cominciare dal primo, i successivi strati di accrescimento, marcati ciascuno da una linea cenerina vagamente sfumata, colorito che si mantiene costante an- che nell'interno e nel peristoma in cui manca affatto il color roseo tipico della Pisana: inoltre a vieppiù accrescere l'eleganza di questa colorazione speciale, la conchiglia è ornata da una fascetta tinta in castagno scuro che ricorre andantemente alla base di ciascun anfratto compreso l’ul- timo sul quale se ne scorgono tre. Ho voluto dare un semplice cenno intorno a questa con- chiglia affinchè possa aversi un'idea della H. Anaurina Rigacci ricordata unicamente nel succitato Catalogo, ma non mai fin qui pubblicata. 83. Helix Ammonis. 1837 HELIX: AMMONIS Schm. (in litt.) sr ge 1854 HELIX CANDICANS Menegazzi (partim) in spec. Mus. Accad. Veron. ‘ « ERICETORUM Auct. plur (non Drap.) Figure. Rossm. Kobelt Tomo V, Tav. CXLIII, fig. 1423-1424. Abita Terracina, Acuto, Palestrina, sopra gli steli secchi del grano e si trova eziandio nei contorni di Roma. 34. Helix discrepans. 1869 HELIX BATHYOMPHALA Tiberi Bull. Malac. It. Anno 2.° pag. 10, 11 (non Charp.) 1878. « DISCREPANS Zderi Quelq. Moll. Napol. pag. 14. Figure. Tiberi Quelq. Moll. Nap. Tav. II, fig. 2. Vive in numerose famiglie sopra i monti calcarei che attorniano il bacino lacustre di Anticoli. 35. Helix variabilis. 1800 HELIX ZONARIA Donov. Brit. Shell. Vol. II, pag. LXV (non Penn.) 1801 « —VARIABILIS Drap. Tabl. Moll. pag. 73. 1803 « VIRGATA Mont. Test. Brit. pag. 411. 1817 « ELEGANS Brown Wern. Trans. Vol. VI, pag. 524 (non Drap.) 1826 HELICELLA VARIABILIS isso Hist. nat. Europ. merid. VolMIVi pan 1831 TEBA VIRGATA Leach. Brit. Moll. pag. 93 (ex Turton). 1837 XEROPHYLA VARIABILIS Held. in Isis pag. 913. 1879 THEBA VIRGATA Iouss. Malac. Paris Bull. Soc. Zool. Fas"; pas:* 2008 su Mea Figure. Brown Wern. Trans. Tav. XXIV, fig. 9. Gualt. Ind. Tav. II, fig. A. Drap. Hist. Moll. Tav. VW, fe. 11-12! Rossm. Icon. Lava Vle 356. Mog. Tand. Hist. Moll. Tav. XIX, fig. 21-26. Iousseaume Malac. Paris Fas. IX, Tav. III, fig. 7-8. Varietà 1. 1876 HELIX oBsoLETA Ziegler (in Pfeiffer) Mon. Helic. viv. Suppl. IV. Varietà 2. 1876 HELIX AGREABILIS Ziegler (in Pfeiffer) loco citato. Varietà 3. 1876 HELIX DISJUNCTA Turton (in Pfeiffer) loco citato. Varietà 4.2 1876 HELIX MONILIFERA Menk. (in Pfeiffer) loco citato. Varietà 5. 1855 HELIX ISTRIENSIS Ziegler (in Moq. Tand.) Moll. Fr. pag. 263. 1355 —« VARIABILIS var. ALBICANS Mog. Tand. loco citato. Varietà 6.° 1876 HELIX vARIABILIS var. } Pfeiffer Mon. Hel. viv. Sup- pl. IV. Bull. della Sce. Mal. It. Vol. VIII. bis PIREO.) prg Specie comunissima in tutta la Provincia. Le varie- tà 1.°, 2.°, 4.°, 6.* sono state designate nel Catalogo Ri- gacci coll’ habitat Roma. La varietà 3.* proviene da Monticelli, la varietà 5.° da Castel Madama. 36. Helix profuga. 1801 HeLIX stRIATA Drap. Tabl. Moll. pag. 91 (non Mich.) 1854 = « PROFUGA A. Schm. Malak. Blatter Vol I, p. 28. 1870. « FIMBRIATA Chier. (in Brusina) Ipsa Chier. Conch. pag. 224. Figure. Rossm. Icon. VI. Tav. XXVI, fig. 354 b. Drap. Hist. Moll. Tav. VI, fig. 18-19. Specie comune quasi come la precedente: riscontrasi a Roma, Civitavecchia, Velletri ecc. ecc. 37. Helix Hamilcaris. 1877 HELIX HAMILCARIS Kobelt in Rossméssler pag. 102. Figure. Cont. Rossmàssler V. Tav. CXLV, fig. 1449. Specie rappresentata finora nella nostra Provincia da una sola spoglia rinvenuta sulla spiaggia del mare presso Terra- cina, forse proveniente dagli scoli dei corsi di acqua Pontini. 88. Helix marittima. 1801 HeLIX MARITTIMA Drap. Hist. Moll. pag. 85, n.° 13. 1837 THEBA « Beck Ind. Moll. pag. 12. «cc Di Figure. Rossm. Icon. Tav. XLVII, fig. 612 c Drap. Hist. Tav. V, fig. 9-10. Rara, sulla spiaggia del Mediterraneo. 39. Helix apicina. 1822 HELIX APICINA Lamk. Anim. sans vert. Vol. VI, pag. 98, n.° 102: 1827. « — cENISIA Charp. Moll. Suiss. pag. 12, n.° 42. 1837 THEBA APICINA Beck. Ind. Moll. pag. 12. 1837 XEROPHYLA « Held. in Isis pag. 913. Figure. Hidalgo Cat. Icon. Tav. XVI, fig. 155-157. Rossm. Icon. Tav. XXVI, fig. 312. Fér. Hist. Tav: GAXXV, ne: 1922: Mich. Compl. Drap.. Tav. XV, fig. 9-10. Charp. Moll. Suisse Tav. I, fig. 21. Moq. Tand. Hist. Tav. XVII, fig. 29, 35. Non rara nella Provincia. Comunissima al Cimitero di : Roma (Campo Verano) sopra i tumuli dei sepolcri. 40. Helix conspurcata. 1801 HELIX consPuRcATA Drap. Tabl. Moll. pag. 93. 1826 THEBA « Fisso Hist. Europ. merid. Vol. IV, pag. 74. 1832 HeLIx RADIOLATA = Jan Cat. (fide Benoit) Cat. Moll. Sie: n.° 52. cli a Figure. Rossm. Icon. Vol. VI. Tav. XXVI, fig. 351. Drap. Hist. Tav. VII, fig. 23-25. Bourg. Malacol. Alg. I. Tav. XX, fig. 1-8. Mog. Tandon Hist. Moll. Tav. XVIII, fig. 1-6. Frequentissima sotto le pietre ammassate e nelle fessure dei vecchi muri in,campagna. Roma, Subiaco, Frascati, Ci- vitavecchia, Rocca di Papa, Terracina, Anticoli, Velletri, Viterbo ecc. ecc. 41. Helix pyramidata. 1805 HELIX PYRAMIDATA Drap. Hist. Moll. pag. 80, n.° 4, 1826 THEBA « Risso Hist. nat. Eur. — mer. Vol. IV, pag. 74, n.° 164. 1837 XEROPHYLA « Beck Ind. Moll. p. 11. 1869 HELIX MERIDIONALIS O. Costa (fide Tiberi) Note addizz. Mar- tens. 1875 « RUGOSIUSCULA Calcara (fide Benoit) Conch. Sicil. n.° 93. 1876 HELIX LITORALIS ET SPECTABILIS Ziegler (in Pfeiffer) Mon. hel. viv. pag. 234, n.° 1488. Figure. Bourg. Malac. Alg. Tav. XXX, fig. 26-32. KRossm. Icon. VI. Tav. XXVI, fig. 349. Drap. Hist. Tayi“WWNpg. 1SP6. Mog. Tand. Hist. Tav. XX, fig. 1-5. °° 4 = Si trova piuttosto frequentemente sopra i rami delle piante secche, specialmente sulla spiaggia del mare che ‘bagna la nostra Provincia: vive altresì nelle pianure della Valle del Sacco presso Frosinone. 42. Helix elata. 1822 HELIX ELATA « Faure Biquet in Féruss. Prodrome. 1836 CARACOLLE ELATA Fer. (fide Philippi) Enum. Moll. Sic. 1875 HeLIX ELEGANS Delle Chiaie (in Benoit) Conch. SigilL_m.° 100. Figure. Rossm. Icon. Tav. XVI, fig. 344. La specie di cui sopra, è rappresentata nella mia piccola raccolta da un solo esemplare che rinvenni sulla spiaggia del mare in mezzo alle spoglie di altre elici fra il Porto di Badino e Torre Olevola: ritenenendo possa essere stata convogliata in mare dai fiumi Pontini, comprendo questa elice nel presente Catalogo, quantunque nè da me nè da al- tri, per quanto io conosca, sia stata finora trovata vivente nella nostra Provincia. 43. Helix trochoides. 1789 HELIX TROCHOIDES Poir. Voy. Barb. Vol. II, pag. 29. USDÌ = « CONICA Drap. Tabl. Moll. pag. 69. 1826 HELICELLA « Fisso Hist. nat. Europ. mer. Vol. IV, p. 65. 1837 THEBA CONICA ET TROCHOIDES Beck. Ind. Moll. pag. 1053. — Ai 1837 XEROPHYLA CONICA Held. in Isis pag. 913. 1841 HELIX TURRITELLA ET REMISSA Parr. in Villa Disp. syst. Conch. pag. 18. 1841 « PYRAMIDELLA Jan in Villa loco citato. 1846 « PUMILIO Pfr. Symb. Vol. IL 1870 « ALGIRA Chier. in Brusina Prin. Jandransk pag. 100. Figure. Rossm. Icon. Tav. VI, fig. 347. Drap. Hist. Tav. V, fig. 3-4-9. Mog. Tand. Hist. Tav. XX, fig. 13-17. Bourg. Malac. Alger. I, Tav. XXXII, fig. 23-28. Varietà 1. 1837 HELIX SULCULATA Jan. in Rossm. Icon. pag. 25. 1859 =« RUGOSA Aradas e Maggiore Cat. pag. 68. 1844 = « RUGOSULA Phil. Moll. Utr. Sic. Vol. II, pag. 207. 1846 « TRocHOIDES var. Chemn. Kuster Ediz. II, Helic n.° 134. Figure. Chemn. Ed. 2. Tav. XXIII, fig. 12-13. Rossm. Icon. Fig. 348. Varietà 2.* 1836 HELIX CATENATA Parreyss. Phil. Enum. Moll. Sic. Vol. I, pag. 134, n.° 10. No par L’ H. trochoiîdes abita in preferenza le località marittime della nostra provincia: si trova in abbondanza tra le sabbie ed i detriti nel lido. Può raccogliersì anche lungo le sponde del canale delle acque Albule. La var. sulculata Jan è piuttosto rara e si trova ta- lora sulla spiaggia del mare tra Terracina ed il Promon- torio Circeo. La var. catenata Parr. vive nei contorni di Palo. 44. Helix terrestris. 1774 HeLIX crENULATA = Mull. Verm. hist. Vol. II, pag. 68 n° 200. 1777 TRocHus TERRESTRIS Penn. Brit. Zool. pag. 127. 1801 HELIX ELEGANS Drap. Tabl. Moll. pag. 70 (non Brown.) 1822 CARACOLLA « Lamk. Anim. sans. vert. Vol. VI, pag. 100... 1826 HELICELLA « Risso Hist. nat. Europ. merid. Vol. IV, pag. 69. 1828 HELIX TERRESTRIS Flem. Brit. anim. pag. 260. 1837 TuRRICULA ELEGANS Beck. Ind. Moll. pag. 10, n.° 7. Figure. Chemn. Conch. Tav. CXXII, fig. 1045, a, b, c. Drap. Moll. Tav. V, fig. 1-2. Mog. Tand. Hist. Tav. XX, fig. 6-11. Varietà 1. 1789 HELIX TROCHILUS Poir. Voy. Barb. Vol. H, pag. 28. 1832 « SCITULA Crist. et Jan. Cat. pag. 4, n.° 161. RON CRISTA 1846 HELIX TERRESTRIS VAR. . Chemn. Kust. Conch. 1848. « « VAR. DEPRESSA Pfr. Mon. hel. viv. Vol. I, pag. 180. Figure. Chemm. Kust. Conch. Tav. XXIII, fig. 34-35. Mog. Tand. Hist. Tav. XX, fig. 12. Varietà 2. 1874 HELIX TERRESTRIS VAR. CANALICULATA Rigacci Catal. conc. n.° 3687. Varietà Ba 1874 HELIX TERRESTRIS VAR. FERRUGINEA PRigacci Catal. conc. n.° 3688. Vive esclusivamente sopra i cespugli secchi presso la spiaggia del mare. Il tipo non è raro a Civitavecchia e Ter- racina. Le tre suindicate varietà si trovarono in preferenza a Civitavecchia. o 45. Helix conoidea. 1801 HeLIx conomea = Drap. Tabl. Moll. pag. 69, n° 1, (non Cox nec Sow.) 1835 BuLiMmus conompEUSs Rossm. Icon. Vol. VI. 1837 THEBA conoIDEA Beck. Ind. Moll. pag. 11. 1840 OBELUS cownomeus Hartm. Gast. Vol. I, pag. 159. 1842 « SOLITARIUS L. Pfr. Symb. Helix Vol. II, p. 122. 1848 HELIX FIBULA Wood. in Pfr. Mon. hel. viv. Vol. IL pas216, ma 092: — da Figure. Blainv. Malac. pag. 40 Fig. 5. Rossm. Icon. Tav. XXXIII, fig. 376. Drap. Hist. Tav. V, fig. 7-8. Mog. Tand. Hist. Tav. XX, fig. 18-20. Si trova abbastanza frequente tra l’ erba dei terreni sa- linìi in prossimità del mare da Civitavecchia a Terracina. 46. Helix ventricosa. 1801 BULIMUS VENTRICOSUS Drap. Tabl. Moll. p.68 (non Brus.) 1821 « VARIABILIS VAR. VENTRICOSUS Hartmann Syst. Gast. pag. 51. 1822 HELIX VENTRICOSA Fér. Tabl. syst. | pag. 56. 1826 COCHLICELLA VENTROSA Risso Hist. nat. Europ. mer. Vol. IV, p. 77, n.193. 1837 COCHLICELLUS VENTROSUS Beck. Ind. Moll. pag. 162,109 &. 1846 BuLIMUS « L. Pfr. Symb. He- lix, Vol. III, pag. 7a 1855 HELIX BULIMOIDES Mog. Tand. Hist. moll. Vol. II, p. Alt: 1864 —« BARBARA Lin. (fide Bourg.) Malac. Alg. Vol. I, pag. 276. Figure. Albin. Gras. Descr. Moll. Tav. III, fig. 25. Bourg. Malac. Alg. Tav. XXXII, fig. 36, 41. Bull. della Scc. Mal. It, Vol. VIII, - Mi Gualt. Test. Drap. Hist. Moll. Mog. Tand. Moll. davo 1, fio. Ii Tav. IV,ufig. 31-22; Tav. XX, fig. 21-26. Comune tra i sabbioni del litorale: nell’ interno di Roma vive anche alla passeggiata pubblica del monte Pincio. 47. Helix acuta. 1774 HELIX ACUTA 1777 TURBO FASCIATUS 1789 BULIMUS ACUTUS 1799 HELIX BIFASCIATA 1821 BULIMUS VARIABILIS Mill. Verm. hist. Vol. II, pag. 100, n. 297, (non Lamk). Penn. Brit. Zool. pag. 131. Brug. Encyc. method. Vol. VI, pag. 323, n. 42. Pultn. Cat. dors. pag. 49. Hartm. Syst. Gast. pag. 51. 1826 COCHLICELLA MERIDIONALIS Risso Hist. nat. Europ. mer. 1830 LIMNEA FASCIATA 1831 ELISMA « 1831 BULIMUS FASCIATUS 1837 COCHLICELLUS ACUTUS 1838 BULIMUS LITORALIS 1848 LONGA:VA TURRITA Vol. IV, pag. 78. Flem. Edinb. Encyc. Vol. VII, pag. 78. Leach. Syn. Brit. Moll. pag. 119 (ex Turton). Turt. Mon. Brit. Shells pag. 84, n. 67. Beck. Ind. Moll. pag. 63, n. 8. Brumati Cat. Conch. Mon- falcone. | Muhlf. in Pfr. Mon. hel. viv. | Vol. II, pag. 215, n. 590. Figure. Gualt. Test. Albin. Moll. Fr. Penn. Brit. Zool. Tad leo, Tav: 163-924. Tav. LXXXII, fig. 519. E Rossm. Icon. Vol. VI. Drap. Hist. Moll. Tav. XXVIII, fig. 378. Tav. IV, fig. 29-30. Mog. Tand. Hist. Moll. Tav. XX, fig. 27-32. Comune, come la precedente, soprattutto nelle località marittime della Provincia. Sezione X. TAcHEA Zeack 1820. 48. Helix nemoralis. 1759 HELIX NEMORALIS 1778 COCHLEA FASCIATA 1801 HELIX HYBRIDA 1820 « TURTURUM 1826 HELICOGENA NEMORALIS Linn. Syst. nat. Ed. X, Vol. I, pag. 773. Da Costa Test. Brit. pag. 76. Poir. Prodr. coq. Aisne et Paris, pag. 70-71. Stewart Hist. nat. Vol. II, pag. 413. Risso Hist. nat. Eur. mer. Vol. IV, pag. 60. 1831 TACHEA « Leach. Brit. Moll. pag. 84. 1833 HELIX QUINQUE FASCIATA Shepp. Linn. Trans. XIV, pag. 163. 1837 COEPEA NEMORALIS Held. in Isis, pag. 910. Figure. Fér. Tabl. syst. Tav. XXXIV, fig. 4. Da Costa Test. Brit. Doxa Vfie-l:25, &, 19 Drap. Hist. Tav. VI hs. 5. Rossm. Icon. Favero» b. Moquin Tand. Moll. Fr. Tav. XIII, fig. 3, 5. Varietà 1.° 1850 HeLIX LEucosTOMA Stabile Prosp. sist. Moll. Lugano, pag. 26-54. « —HORTENSIS Porro, Villa, Spinelli (non Muller). st Varietà 2.8 1850 HELIX PUDICA Sfabile loco citato. Varietà 3. 1774 HeLIx LUcIFUGA Ziegler in Rigacci Catalog. conch. pag. 41. Quest’ elice si trova abbondantemente diffusa nei luoghi umidi e cespugliati delle nostre valli. Mi dispenso dall’enu- merare la serie delle note varietà per colorito e numero delle fascie che non mancano nella nostra Provincia. Sola- mente noterò che la mutazione unicolore inornata non è rara tra i cannucceti delle terre in colmata alla bonifica- zione Pontina. La varietà /lava inornata con peristoma interamente bianco (Helix hortensis Porro, Villa ecc. non Miller) fin da me trovata a Fiuggi presso Anticoli di Campagna. La varietà rosea înornata non è rara ai Grecili sotto Sezze e nella macchia che attornia i laghi di Castel Gandolfo e Nemi. A Subiaco poi esiste una varietà a fascie 1-2-3—45. (Mutazione Rikardia Moq. Tand. Hist. Moll. Fr. pag. 166) assai notevole tanto pel suo colorito rufo-fuscescente. quanto per la forma minore. Sezione XI. MacuLarIA Albers 1850. 49. Helix vermiculata. 1774 HELIX VERMICULATA MWll. Verm. hist. Vol. II, pag. 20, n.° 219. 1837 HELICOGENA « Beck. Ind. Moll. pag. 33. Figure. Chemn. Conch. Tav. CIXX, fig. 1148, a, b, c. Lister Conch. Tav. XLIX, fig. 47. RS Gualt. Test. Tawglsfie.; CH Rossm. Icon. Tav. VI, fig. 301. Drap. Moll. Tav. VI, fig. 7-8. Mog. Tand. Moll. Tav. XII, fig. 27-28. Il tipo di questa specie è comunissimo ovunque non meno che le sue mutazioni ed anomalie: edule nella nostra Provincia. Sezione XII. Iserus Monfori 1850. 50. Helix muralis. 1774 HELIX MURALIS Mull. Verm. Hist. Vol. II, pag. 14, n.° 213 (non Stud.) 1810 IBERUS « Montf. Conch. system. Vol. II. 1837 HELICOGENA « Beck. Ind. Moll. pag. 40. Figure. Lister. Anim. Angl. Tav. LXXIV, fig. 74. Hidalgo Cat. Icon. Tav. IV, fig. 42-45. Rossm. Icon. Fig. 230-231. Mog. Tand. Hist. Tav:XE “i 3a.:97) 38 Varietà 1. 1831 HEeLIX UNDULATA Mich. Comp. Drap. pag. 22. 1868 « oRGONENSIS Philbert mss. Mabille Rev. Mag. pag. 18. Figure. Mich. Comp. Drap. Tav. XIV, fig. 9-10. Comunissima nella Provincia anche in Roma stessa, ove vive sempre in numerose famiglie specialmente sopra i tetti delle case. La varietà non è rara. ser E 51. Helix signata. 1821 HELIX SIGNATA Fér. Prodrom. 55. 1837 HELICOGENA « Beck. Index Moll. pag. 39. 1876 HELIX FICUM Munhlf. in Pfr. Mon. hel. viv. pag. 338, n.° 2981. Figure. Fér.Hist..Tav. XXXjdig.:9: Abita i contorni di Terracina: rara. 52. Helix Carsoliana. 1822 HELIX CARSOLIANA Fér. Prodrom. n.° 67. 1878. « MARuccINA Tiberi fide Paulucci Matériaux pag. 8, n. 196. Figure. Fér. Hist. Tav. XLI, fig. 1. Varietà 1. 1878 H. CARSOLIANA var. UZIELLIANA Paulucci Loco citato. « CARSEOLIANA Auct. Figure. Rossm. Kobel. Tav. CXXIII, fig. 1174-1175. S' incontra non raramente la suddetta specie e sua va- rietà. a Subiaco ove già era stata segnalata dal Sig. Ed. v. Martens ('). Anche il Ch. D." Tiberi la indicò come vi- vente nei già Stati Pontifici (?). (') Note bibliografiche riguardanti i molluschi terrestri e fluviatili del- l’Italia inserita nel Bollettino Malacologico Italiano, Vol. III, Supple- mento 1870. ii (®) Note addizionali all’ articolo Sig. Ed. v. Martens intorno ad alcune conchiglie degli Abruzzi inserite nel Bollettino Malacologico Italiano, anno 2.° 1869, n.° III, pag. 73. -- BG — Nella collezione della Sig. Marchesa Paulucci la sud- detta specie è rappresentata da molti individui provenienti da diverse località italiane, una delle quali è segnata « Con- torni di Roma ». Sezione XIII. HELICOGENA Risso 1826. 53. Helix aspersa. 1774 HELIX ASPERSA Mill. Verm. Hist. Vol. II, pag. 59, n. 253. 1776 « HORTENSIS Penn. Brit. Zool. pag. 136 (non Muller). 1778 COCHLEA VULGARIS Da Costa Test. Brit. pag. 72. 1788 HELIX VARIEGATA Gmel. Syst. nat. pag. 3650. 1789 « LUCORUM Razoum. Hist. nat. Sov. Vol. I, pag. 74 (non Linn.) 1829 « SECUNDA Costa Faun. Reg. Nap. 1837 POMATIA ADSPERSA Beck. Ind. moll. pag. 44. 1837 COENATORIA ADSPERSA ZHeld. in Isis, pag. 911. 1876 HELIX FLUMINENSIS Lang. teste Pfr. Mon. hel. viv. pagti322; n.° 2221. Figure. Poli Test. Vol. III Tav. LIV, fig. 17-18. Gualtieri Test. Tav. I, fig. E. Lister Conch. Tav. XLIX, fig. 47. Chemn. Conch. Tav. CXXX, fig. 1156-1158. Da Costa Brit. Conch. Tav. IV, fig. 1. Pennant Brit. Zool. Tav. LXXXIV, fig. 129. Rossm. Icon. Tav. I, fig. 3. Moquin Tand. Moll. Fr. Tav. XHI, fig. 27-29. La suddetta specie e sue varietà è frequentissima nella Provincia, specialmente nei vigneti e negli orti: è comestibile. PB: NESS La mutazione $ scalaris Pfr. Mon. hel. viv. 1848 Vol. I, pag. 242 esiste nella Collezione Rigacci coll’ Habitat Con- torni di Roma. Catalogo Coll. Rigacci 1874, n.° 2708. 54. Helix aperta. 1742 COCHLEA TERRESTRIS Gualt. Test. 1778 HELIX APERTA Born. Ind. Mus. Caes. Vindo- bon, pag. 399. 1786 « NERITOIDES Chemn. Conch. Cab. Vol. IX, pag. 150. 1801 « NATICOIDES Drap. Tabl. Moll. pag. 78. 1826 CANTAREUS « Risso Hist. nat. Eur. mer. Vol. IV, pag. 64. 1837 POMATIA APERTA Beck. Ind. moll. pag. 44. 1837 COENATORIA NATICOIDES Held. in Isis, pag. 911. 1876 HELIX TERRESTRIS Foòrskall in Pfr. Mon. hel. viv. Vol. VII, pag. 58, n. 18. Figure. Gualt. Test. Tav. I, fig. F. Born. Mus. Vindebon Tav. XV, fig 19-20. Chemn. Gonch. Tav. CXXXIII, fig. 1204. Drap. Hist. moll. Tav. V, fig. 26-27. Rossm. Icon. Vol. V. Tav. XXI, fig. 285. Moq. Tand. Hist. Tav. XIV, fig. 17, 19. Frequente soprattutto tra i cespugli nelle valli aquitri- nose Ostia, Palo, Civitavecchia e Fiumicino. | 55. Helix cincta. 1774 HeLix cincTA Mill. Verm. Hist. pag. 58, n.° 251. « GRISEA Auct. (non Linneo). 4 BD] => Figure. Rossm. Icon. Tav. XXI, fig. 287 b. Cito la suddetta specie ‘come vivente nella Provincia di Roma sull’ autorità del Sig. Menard de la Groye, ricordato nella succitata Bibliografia del Sig. Martens. 56. Helix ligata. 1774 HELIX LIGATA Mill. Verm. hist. pag. 58, n. 60. 1823 = « POMATIA Chiaie Mem. Vol. II pag. 286. (non Linneo). — 1837 Pomatia LIGATA = Beck. Ind. moll. pag. 43, n. 3. 1837 COENATORIA LIGATA MHeld. in Isis, pag. 910. 1846 HeLIX GussoneANA Shut. In Pfr. Symb. Hel. Vol. II, pag. 71. 1846 « CINCTA L. Pfr. Conch. Cab. Ed. II, pag. 38 (non Muller). . Figure. Gualt. Test. Tav. I, fig. E. Fér. Tabl. Syst. Tav. XX, fig. 1, 4. Bourg. Amén. Malac. Vol. II Tav. XXIII, fic. 1-2. Comune nelle regioni montuose della Provincia. È comestibile. 57. Helix lucorum. 1774 Hetix LUCoRUM M%/I. Verm. Hist. Vol. II (non Razoum nec Stud.) 1817 HELICOGENA « Fér. Prodrom. 30. 1837 POMATIA « Beck. Ind. Moll. pag. 43. 1838 HELIX MUTATA Lamk. (part) Anim. sans vert. Ed. II, Vel:VIE pagx30;in. 1860 « sTRAMINEA Bourg. Amén. Malac. Vol. II pag. 171. Bull. della Sce. Mal. It. Vol. VIII. ia NE VDR Figure. Gualt. Ind. Tav, îie. 0. Olivi Voy. Tav. XVII. fig. cap b. Martens Vord. As. Tav. I, fig. 22. Fér. Hist. Tav. XI: deli goll 45: Rossm. Kob. Fig. 1024. Daud:4Hists moll. lavi XXbafis. A Rossm. Icon. Tav. WV, is-.290 Comune in alcune località. Mentana, Civitacastellana, Cori, Macchie di Porciano presso Ferentino di Campagna ed altrove. Gli esemplari più grandi di questa specie che si conser- vano nelle nostre collezioni provengono dalla montagna di Tancia (Sabina). Genere IX. BuLiminus Ehrenberg 1837. Sezione I. ZeBRINA Held. 1837. 58. Buliminus detritus. 1774 HELIX DETRITA 17838. « 1789 BULIMUS RADIATUS 1792 HELIX TURBINATA 1814 LYMNA:A DETRITA 1821 BULIMUS SEPIUM SEPIUM ET DETRITA Mill. Verm. Hist. Vol. II, pag. 101, 1300; Gmel. Syst. Nat. pag. 3654, n. 200 e pag. 3660, n. 129. Brug. Encyc. Vers. Vol.I, pag. 312, n. 25. Olivi Zool. Adriat. pag. 178 (non Gmel.) Flem.in Edinb. Encyc. Vol. VI, pag. 77. Hartm. Syst. Gast. p. 51. a ARL 1820 BuLIMUS DETRITUS ET RADIATUS Stud. Kurs. Verz. pag. 88. 1822 HELIX RADIATA Fér. Tabl. Syst. p. 57. 1826 BULIMULUS RADIATUS Risso Hist. nat. Europ. mer. Vol. IV, pag. 78, De UT 1830 LIMNEUS DETRITUS Jeffr. Syn. test. in Trans: EinnWoXVE, pag. 378. 1837 BULIMINUS « Beck Ind. moll. p. 72. 1837 ZEBRINA RADIATA Held. in Isis, pag. 917. 1838 BULIMUS DETRITUS Desh. in Lamk. Anim. sans. vert. Vol. VIII, pag. 231. Figure. Gualt. Test. Tavadia fis. 18. Pfeiffer Syst. Tav. II, fig. 4-5-6. Chemn. Kust. Tav. XVII, fig. 18. Fér. Hist. Tav. CXLII, fig. 4, 6. Woassm. Icon. I. ‘Tav..II, fig. 22. Drap. Moll. Tav IVicfio: 20. Mog. Tand. Hist. Tav. XXI, fig. 21. Varietà 1.° 1821 BuLIMUS RADIATUS var b. C. Pfeiffer Deutsch. moll. pag. 50. 1837 « DETRITUS var. b. RADIATUS Charp. Moll. Suisse pag. 14. Figure. C. Pfr. Deutsch. moll. Tav. III, fig. 5. Il tipo è piuttosto raro presso noi. Si trova tuttavia ma con qualche difficoltà nei. vigneti di Civitavecchia, e più et frequentemente insieme alla suddetta varietà sui massi delle roccie vive che fiancheggiano la strada da Acuto ad Anticoli. Sezione II. CHonpruLa Beck 1837. 59. Buliminus tridens. 1774 HELIX TRIDENS Mill. Verm. hist. Vol. II, pag. 106, n.° 30. 1788 TuRBO. « Gmel. Syst. nat. pag. 3611, (non Pult.) 1792 BuLimus « — Brug. Eneycl. Vers. Vol. II, i pag. 350, n.° 90. 1801 PupA « Drap. Tabl. moll. pag. 60 (non Gray). 1815 « TRIDENTATA © Brard. Coq. Paris, pag. 88 (non Lamk.) i 1815 BULIMUS VARIEDENTATUS Hartm. in Sturm. Vol. VI e VII. 1817 CHONDRUS TRIDENS Cuvier Regn. Anim. Vol. II, | pag. 405. 1826 IAMINIA « RFisso Hist. nat. Europ. mer. Vol. IV, pag. 90. 1837 CHONDRULA « Beck Ind. moll. pag. 37. 1837 GonoDoN DI i racina, Civitavecchia, Palestrina, più spesso però nelle allu- vioni dei torrenti in spoglie. 60. Buliminus quadridens. 1774 HELIX QUADRIDENS Mill. Verm. Hist. Vol. II, pag: 107, n-8306. 1788 TURBO « Gmel. Syst. nat. pag. 3610. 1792 BuLIiMus « Brug. Encycl. meth. Vol. I, pas!850! n 9 1801 PuPA « Drap. Tabl. moll. pag. 60. 1826 IAMINIA HETEROSTROPHA ‘isso Hist. nat. Eur. mer. Mol. IV, passio 1837 CHonDRULA QuaDRIDENS Beck Ind. moll. pag. 87. 1837 GonoDon « Held. in Isis, pag. 918. 1837 BUuLIMINUS « Ehren. in Beck. Ind. moll. 1840 EucoRE « Agassiz in Hartm. Gast. Vol. I, pag. 50. 1841 TORQUILLA « Villa Disp. Conch. pag. 24. Figure. Hartm. Gast. PAVSSERTAS® for 83: Risso Hist. Tav JI die 3). Chemn. Conch. Tav. CXII, fig. 965. Rossm. Icon. Fig. 723. Wp-3Histbmoll. Tav. IV, fig. 3. Moquin Tand. Hist. Tav. XXII, fig. 4, 6. Non raro nella nostra Provincia, si rinviene nelle fen- diture delle roccie e più spesso nei rifiuti dei corsi di acqua come la specie precedente. Genere X. SteNnocvra Shuitlleworth 1850. 61. Stenogyra decollata. 1758 HELIX DECOLLATA Linneo Syst. nat. Ediz. X, Vol. I, pag. 773, n. 608. RI - 1789 BuLimus DECOLLATUS Brug. Encycl. Vers. Vol. I, pag. 326, n.0 49. 1821 BuLimus « Hartm. in Neue Alp. Vol. I, pag. 223. 1826 RUMINA DECOLLATA Fisso Hist. nat. Eur. mer. Vol. IV, pag. 79. 1826 ORBITINA TRUNCATELLA isso loco citato (pulli). 1837 OBELISCUS DECOLLATUS Beck Ind. moll. pag. 61. 1860 STENOGYRA DECOLLATA Shutll. in Alb. Die Helic. p. 263. Figure. Gualt. Test. Tav. IVfig. 0, P0 Chemn. Conch. Vol. IX. Tav. CXXXVI, fig. 1254-1250. Rossm. Icon. Tav. XXVIII, fig. 384. Drap. Hist. moll. Tav. VI, fig. 27-28. Mog. Tand. Hist. Tav. XXII, fig. 36, 38. Specie diffusa abbondantemente in tutta la Provincia. Genere XI. CIoNELLA Jeffreys 1829. Sezione I. Zua Zeach. 1820. 62. Gionella lubrica. 1767 HELIX SUBCYLINDRICA Linn. Syst. nat. Ed. XII, Vol. II, pag. 1248 (non Mont.) 1774 « LUBRICA Miller. Verm. hist. Vol. II, pag. 104. 1778 TURBO GLABER Da Costa Test. Brit. pag. 87. 1789 BuLIMUS LUBRICUS Brug. Encycl. Vers. Vol. I, pag. 311. tra 1801 BULIMUS LUBRICUS ET SUBCYLINDRICUS Poîr. Prodrom. 1809 ACHATINA SUBCYLINDRICA 1814 LYMNEA LUBRICA 1826 COCHLICOPA « 1830 CIONELLA « 1830 ACHATINA « 1831 Zua « 1832 COLUMNA < 1833 STYLOIDES LUBRICUS 1850 GLANDINA LUBRICA 1855 BULIMUS SUBCYLINDRICUS 1856 FERUSSACIA SUBCYLINDRICA 1858 OLEACINA LUBRICOIDES 1860 CIONELLA POLITA pag. 43. Desh. ex Anton. Verz. Conch. pag. 105. Flem.in Edinb. Encycl. Vol. VII, pag. 78. Risso Hist. nat. Eur.mer. Vol. IV, pag. 80. Jeffr. Syn. test. in Trans.Linn. XVI, pag. 347. Menke Synon. Moll. pag. 29. Leach.Brit. Moll. pag. 114 (ex Turt.) Cristof. et Jan Cat. IX, n.° 6. Fitz. Syst. Verz. pag. 105. Alb. Die Helicen. Ed.I,pag.198. Mog. Tand. Hist. moll. pag.304, Vol. II Bourg. Amén. Mal. I, p. 209. Adams Gen. of rec. moll. p. 106. Alb. Die Helicen. Ed. II, p. 256. cile Figure. Dupuy Hist. Tav. XViatfio.18: Rossm. Icon. Fig. 43. Mog. Tandon Hist. Tav. XXII, fig. 18-19. Specie piuttosto rara nella Provincia. Si trova in pre- ferenza nelle località boschive solcate da piccoli corsi di acqua. Sezione II. Ferussacia £isso 1826. 63. Cionella Hohenwarti. 1839 ACHATINA HOHENWARTI Possm. Icon. 10, pag. 34. 1850 GLANDINA « Alb. Die Helic. pag. 199. 1856 CACILIANELLA « Bourg. Amén. Malac. Vol. I, pag. 214. 1878 FERUSSACIA « Paulucci Materiaux, p. 9, n. 228. Figure. Rossm. Icon. X. Tav: TX, MiA 657 Abita le paludi Pontine: rarissima. Sezione III. Acicura isso 1826. 64. Cionella acicula. 1774 BUCCINUM ACICULA Mill. Verm. hist. Vol. II, p. 150. 1789 BuLImus « Brug. Encyc. vers. Vol. I, pag. Ie 1789 HELIX « Stud. Faun. Helv. in Coxe Trav. Switz. II, pag. 431. 1803 Hola TERRESTRE Mont. Test. Brit. pag. 248. 1820 BULIMUS ACICULA Stud. Kurz Verzeis, pag. 88. Ri | -- PReE 1822 ACHATINA ACICULA Lamk. Anim. sans. vert. Vol. VI, pag. 133. 1826 ACICULA EBURNEA . isso Hist. nat. Eur. mer. Vol. IV, pag. 81. 1830 CIONELLA ACICULA Jeffr. Syn. Test. in Trans. Linn. | Vol. XVI, pag. 347. 1831 ACHATINA PUSILLA Scacchi Cat. conch. 1833 STYLOIDES ACICULA Fitz. Syst. Verz. pag. 105. 1837 ACHATINA ACUTA Aleron. Moll. Pyr. Or. in Bull. Soc. phil. Perpig. III, pag. 92. 1837 ACICULA ACICULA Beck Ind. moll. pag. 79. 1841 PoLYPHEMUS « . Villa Disp. Conch. pag. 20. 1846 CECILIOIDES « Beck in Amtl. Ber. Vers. p. 122. 1852 ACHATINA ACICULOIDES De Betta Malac. Val di Nona pag. 75. 1856 CACILIANELLA ACICULA Bourg. Amén. Malac. Vol. I, pag. 215. 1857 CoLumNA ACcIcULOIDES Jan fide Strobel Essai pag. 20. 1864 GLANDINA ACICULA De Betta Esame critico pag. 19. 1867 ACICULA HYALINA Biel. Fauna Moll. Sieb. pag. 89. Figure. Rossm. Icon. Tav. XLIX. fig. 658. Drap. Hist. Moll. Tav. IV, fig. 25-26. Mog. Tand. Hist. Tav. XXII, fig. 32-34. De Betta Malac. Val di Nona Pag. 75, fig. 111. De Betta Esame critico Pas4l9piegg, 3: Piuttosto comune nei contorni di Terracina e Civita- vecchia. 65. Cionella aciculoides. 1841 PoLyPHEMUS AcIcuLoInEs Villa Disp. Syst. pag. 20. 1848 ACHATINA « Pfr. Mon. hel. viv. Vol. II, pag. 214. Bull. della Scc. Mal. It. Vol. VIII. D) su DAG de 1855 ACHATINA ACICULA De Betta et Mart. Gat. Moll. Ven. pag. 57. 1856 CACILIANELLA ACICULOIDES Bourg. Amén. Malac. Vol. I, pag. 222. 1857 COLUMNA ACICULA Jan in Strobel, Essai p. 20. 1864 GLANDINA JANI De Betta Esame critico pag. 23. 1871 CIONELLA ACICULOIDES obelt Cat. Binnen. p. 29. Figure. De Betta Malac. Val di Nona Pag. 75, fig. IL Bourg. Amén. Malac. Tav..L fisse De Betta Esame critico Pag: 28, fig 4160: Si trova nella medesima località che la precedente. Piut- tosto rara. Genere XII. PupA Draparnaud 1805. Sezione I. TorquiLLa Studers 1820. 66. Pupa quinquedentata. 1778 Turso QUINQUEDENTATUS Born. Mus. Vindebon p. 370. 1792 BULIMUS SIMILIS Brug. Encycl. Vers. Vol. II, pag. 355. 1801 PupA CINEREA Drap. Tabl. Moll. pag. 61. 1821 HuLix® ,« Gray. Nat. arrang. in Med. rep. XV, pag. 239. 1826 CLAUSILIA « Risso Hist. nat. Eur. mer. Vol. IV, pag. 85. 1832 CHONDRUS CINEREUS Orist) et'Jan Cat. XI aim 1837 TORQUILLA CINEREA Beck Ind. moll. pag. 87. 1838 PUPA QUINQUEDENTATA Desh. in Lamk. An. sans. vert. Vol. VIII, pag. 174, (non Muhlf.) ir Figure. Mrap./Hisi., moll..;. Tav. ill, fig. 53. Moquin Tand. Hist. Tav. XXV, fig. 12, 22. Rara: si trova in spoglie nei detriti dei fiumi Pontini. 67. Pupa frumentum. 1801 PuPA FRUMENTUM Drapar. Tabl. Moll. pag. 50. 1812 TURBO TRIDENS Alt. Syst. Abh. pag. 21. 1821 CHONDRUS VARIABILIS var. FRUMENTUM HMHartm. Syst. Gast. pag. 50. 1822 HELIX FRUMENTUM Fér.Tabl. Syst. pag. 64. 1833 TORQUILLA « Fitz.Syst. Verz. pag. 107. 1837 GRANARIA « Held. in Isis, p. 918. 1840 PUPELLA « Swain. Treat. Malac. p.334, Figure. Drap. Hist. moll. Tav. III, fig. 51-52. Rossm. Icon. V. Tav. XXIII, fig. 310. Moquin Tand. Hist. Tav. XXVI, fig. 12, 15. Si trova non raramente sopra i vecchi murati a Civita- vecchia, Terracina, Roma ed altrove. 68. Pupa granum. 1801 PuPA GRANUM Drap. Tabl. Moll. pag. 50. 1820 TORQUILLA « Stud. Kurz. Verz. pag. 89, du (08 de 1821 CHonpRus GRANUM —ZHartm. in Neu. Alp. 219. 1822 HELIX « Fér. Tabl. syst. pag. 64. 1826 IAMINIA « Risso Hist. nat. Eur. mer. Vol. IV, pag. 90. 1836 PuPA SECALE Phil. Enum. moll. Sic. pag. 138 e 145 (non Drap.) 1843 STOMODONTA GRANUM Merm. Moll. Pyr. Occ. pag. 52. Figure. Drap. Hist. Moll. Tav. III, fig. 45. Rossm. Icon. Tav. XXIII, fig. 324. Moq. Tand. Hist. Tav. XXVI, fig. 34, 38. Si trova comunemente in spoglie nei relitti delle allu- vioni dei corsi di acqua della Provincia. 69. Pupa avenacea. 1789 HELIX CYLINDRICA Stud. Faun. Helv. in Coxe Trav. Switz. Vol. III, pag. 481 (nonFér.nec Gray). 1792 BULIMUS AVENACEUS Brug. Encycl. Vol. I, pag. 355. n. 97. 1801 PUPA AVENA Drap. Tabl. Moll. pag. 59. 1820 TORQUILLA « Stud. Kurz. Verz. pag. 89. 1821 CHONDRUS SECALE var. AVENACEUS Hartm. Syst. Gast. i pag. 50. 1822 HELIX AVENA Fér. Tabl. Syst. p. 64. x 1837 GRANARIA « Held. in Isis, p. 918. 1843 STOMODONTA « Merm. Moll. Pyr. Occ. pag. 02. cuor 1843 PUPA AVENACEA Mog. Tandon Moll. Toulouse, pag. 8. Figure. Rossm. Icon. V Tav. XXIII, fig. 619. Chemn. Kust. Conch. Cab. Tav. VI, fig. 12-13. Drap. Hist. moll. Tav. III, fig. 47-48. Mog. Tand. Hist. Tav. XXVI, fig. 1, 4. Vive in numerose famiglie nelle parti montuose della nostra Provincia. Subiaco, Palestrina, Civitavecchia. 70. Pupa polyodon. 1801 Pupa PoLyoDpon Drap. Tabl. Moll. pag. 60. 1822 HELIX « —Fér. Tabl. Syst. pag. 64. 1837 ToRQUILLA « Beck Ind. moll. pag. 86. 1837 GRANARIA « — ZHeld. in Isis, pag. 918. Figure. Hai Histt molle: Tav. IV, fig. 1, 2. Moquin Tand. Hist. Tav. XXVII, fig. 1, 4. Vive sulle alture dei monti Prenestini aderente alle roc- cie, ma non s'incontra frequentemente. La detta specie fu rinvenuta altresì dal Sig. Donati alla foce del fosso Fiuma- retta presso il cimitero di Civitavecchia quivi convogliata senza meno dalle acque dei terreni superiori alluminiferi di Tolfa ed Allumiere. Non sarà senza interesse pei cultori della Malacologia l’apprendere che la suddetta specie viva effettivamente nella Provincia Romana, dappoichè fino ad ora si era ritenuto che non abitasse questa regione. Difatti il Ch. Sig. Pini la dice specie di oltre Alpi e non per anco rinvenuta in Lombardia e la esimia malacologa Sig. M. Pau- lucci nella sua interessante pubblicazione « Matériaux pour servir ecc. » la cita unicamente di Nizza, e O Sezione II, PupiLLa Zeack 1820 71. Pupa muscorum. 1758 TURBO MUSCORUM 1774 HELIX « 1789 BuLimus « 1801 PUPA MARGINATA 1819 TURBO CHRYSALIS 1821 PuPA MUSCORUM 1823 TURBO MARGINATUS 1826 IAMINIA MARGINATA 1830 ALZA « 1851 PUPILLA « 1837 « MUSCORUM 1837 TORQUATELLA « Linn. Syst. nat. Ed. X, Vol. I, pag. 767 (non Mont.) Mull. Verm. Hist. Vol. II, pag. 105, n.° 304. Brug. (part.) Encycl. Ver. Vol. I, pag. 334. Drap. Tabl. moll. pag. 58. Turt. Conch. Dict. pag. 220. C. Pfr. Deuts. MollNWo e pag. 57 (non Drap.) Shepp. Desc. Brit. Shel. in Trans. Linn. XIV, pag. 152 (non Brown.) Risso Hist. nat. Eur. mer. Vol. IV, pag. 89. Jeffr. Syn. test. in Trans. Linn. XVI, pag. 357. Leach. Brit. moll. pag. 27 (ex Turton) | Beck Ind. moll. pag. 84. Held. in Isis, pag. 919. 1843 STOMODONTA MARGINATA Merm. Moll. Pyr. Occ. p. 53. Figure. C. Pfr. Naturg. Tav. HI, ie o94: Lister. Anim. Ang. Tav. II, fig. 6. Rossm. Icon. Fig. Drap. Hist. moll. Tav. Mog. Tand. Hist. Tav. III, fig. 36, 38. XXVIII, fig. 5, 15. Vive sotto le foglie morte e sotto le pietre in diverse ii a località della Provincia. Terracina, Corneto, Monte Mario ecc. Più spesso s'incontra nelle alluvioni dei fiumi. 72. Pupa triplicata. 1820 PUPA TRIPLICATA Stud. Kurz. Verz. pag. 89. 1822 HELIX « Fér. Tabl. Syst. pag. 63. 1831 PuPA TRIDENTALIS Mich. Compl. Drap. pag. 61. 1837 PUPILLA TRIPLICATA Beck Ind. moll. pag. 84. 1837 TORQUATELLA « Held. in Isis, pag. 919. 1858 VERTIGO « — H. et A. Adams Gen. of Moll» | ba 172 Figure. Mich. compl. Drap. Tav. XV, fig. 28, 30. Rossm. Icon. Tav. XXIII, fig. 324. Moqg. Tand. Tav. XXVIII, fig. 16, 19. Abita le colline che dominano Civitavecchia. Rara. 73. Pupa edentula. 1789 HELIX EXIGUA Stud. Faun. Hetv. in Coxe Trav. Switz. Vol. III, p. 430 (non Lowe nec Stimps). 1805 PUPA EDENTULA Drap. Hist. moll. pag. 52. 1820 VERTIGO « Stud. Kurz. Verz. pag. 89. 1822 « NITIDA .Fér. Tabl. Syst. pag. 68. 1823 TuRBO OFFTONIENSIS «Shepp. in Trans. Linn. XV, pag. 155. 1826 IAMINIA EDENTULA Fisso Hist. nat. Eur. mer. Vol. IV, pag. 89. 1828 TURBO EDENTULUS Wood Cat. suppl: 1830 ALAA NITIDA Jeffr. Syn. test. in Trans. Linn. XVI, pag. 338. i i 1837 VERTIGO LEPIDULA Held. in Isis, pag. 307. 1843 STOMODONTA EDENTULA Merm. Moll. Pyr. Occ. p. 54. PUPA COLUMELLA Auct. Figure. Drap. Hist. moll. Tav. III, fig. 28-29. Mich. Comp. Drap. Tav. XV, fig. 31, 38. Wood. Cat. suppl. Tav. VI, fig. 14. Rossm. Icon. Tav. XLIX, fig. 646. Si trova con difficoltà nel circondario di Terracina, più spesso in quel di Civitavecchia nelle alluvioni dei corsi di acqua. Sezione III. VerTtIGo Muller 1774. 74. Pupa pygmea. 1789 VERTIGO QUINQUEDENTATA Stud. Faun. Helv. in Coxe Trav. III, pag. 432. 1801 PUPA PYGMZAA Drap. Tabl. Moll. pag. 57. 1807 VERTIGO « Fér. Ess. method. Conch. pag. 124. 1821 HELIX CYLINDRICA Gray Nat. arr. moll. p. 239 (non Fér. nec Stud.) 1821 PuPA QUINQUEDENTATA —Hartm. in Neue Alp. (non Born. nec Muhlf.) 1830 ALZA VULGARIS Jeffr. Syn. Test. Vol. XVI, pag. 359. 1831 VERTIGO « Leach. Brit. moll. pag. 129 (ex Turton). 1837 ALAA PYGMZAA Beck Ind. moll. pag. 85. 1843 STOMODONTA « Merm. Moll. Pyr. Occ. p. 55. Figure. Drap. Hist. moll. Tav. III fig. 30-91. I Rossm. Icon. Tav. X, fig. 648. Mog. Tand. Hist. Tav. XXVIII, fig. 37, 42. Non comune presso noi. Si trova tuttavia in diverse lo- calità sotto le pietre presso i piccoli corsi di acqua. Sezione IV. SpHyRaDIUM Aygassîz 1837. 75. Pupa biplicata. 1831 Pupa BIPLICATA = Mich. Compl. Drap. p. 62, n. 7. 1840 SPHyRADIUM FERRARI Hartm. Gasterop. pag. 53. Figure. Chemn. Kust. Tav. V, fig. 1-3. Mich. Compl. Drap. Tav. XV, fig. 33-34. Mog. Tand. Hist. Tav. XXVII, fig. 26, 28. Vive tra i muschi alle paludi Pontine e nelle valli aqui- trinose presso lo sbocco del Mignone. 76. Pupa doliolum. 1789 HELIX CORONATA Stud. Faun. Helv. in Coxe Trav. Vol. III, pag. 430 (non Desh.) 1792 BULIMUS DOLIOLUM Brug. Encycl. Verz. Vol. I, pag. 351. 1801 Pupa « Drap. Tabl. Moll. pag. 58. 1817 TurBo MuscoruM var. Dillw. Cat. II, pag. 878. 1822 HELIX DOLIOLUM Fér. Tabl. system. p. 63, n. 111. 1837 PUPILLA « Beck Ind. Moll. pag. 84. 1837 ORCULA « Held. in Isis, pag. 919. Bull. della Scc. Mal. It. Vol. VIII. 5 bis pi n” Genere XIII. CLAUSILIA Draparnaud 1805. Sezione I. Marpessa Gray 1821. 77. Glausilia laminata. 1774 HELIX BIDENS Mull. Verm. Hist. Vol. II, p. 116. 1777 TuRBO « Penn. Brit. Zool. pag. 131 (non Linn. 1758). 1792 BuLIMUS « Brug. Encycl. Vers. Vol. II, p. 352. 1801 Pupa « Drap. Tabl. Moll. pag. 61. 1803 TuRBO LAMINATUS = Mont. Test. Brit. pag. 359. 1805 CLAUSILIA BIDENS = Drap. Hist. moll. pag. 68, n. 7. 1814 OposTOMIA LAMINATA Flem. in Edimb. Encycl. VII, pae: 19 1821 CLAUSILIA AMPLA Harim. Syst. Gasterop. pag. 50. 1822 HELIX DERUGATA — Fér. Tabl. system. pag. 67. 1830 CLAUSILIA « Jeffr. Syn. test. in Trans. Linn. XVI, pag. 354. 1831 « — LAMELLATA Leach. Brit. moll. pag. 118 (ex Turton). 1831 « LAMINATA Turton Brit. moll. pag. 70. Figure. Chemn. Kust. Tav. XII, fig. 13, 18. Montagu Test. Brit. Tav. II, fig. 4. Drap. Hist. moll. Taw4TWofie. by. Bourg. Malac. Chartr. Tav. VIII, fig. 1-4. Mog. Tandon Hist. Tav. XXIII, fig. 2,9. Specie abbastanza comune dovunque. 78. Clausilia incisa. 1875 CLAUSILIA INCISA = Kusfer Dalmat. Claus. pag. 20. PR, - VAIO, 1877 CLAUSILIA ADAMI Clessin in Iahrb. d. d. Malakoz. Gesel. pag. 253. « LAMINATA Auct. plur. Figure. Boettger Cont. Rossm. Icon. VI, Tav. CLXIX, fig. 1701. Vive sulle alture del Monte Cave e si trova aderente ai blocchi di scoria vulcanica che formano il recinto del ri- tiro dei PP. Passionisti. La suddetta specie per altro fu an- che da me rinvenuta fin dal 1864 sulle sponde tufacee del profondo burrone sopra cui s’ erge il magnifico ponte Cle- mentino presso Civitacastellana. sezione II. DELIMA Harimann 1844. 79. Glausilia gibbula. 1836 CLAUSILIA GIBBULA Ziegler in Rossm.Icon.III, p.12. 1877 « HISTORIENSIS Tiberi Bottger. Paleont. p. 34. Figure. Chemn. Kust. Tav. XV, fig. 22, 28. Rossm. Icon. Tav. XII, fig. 171. Cito la suddetta specie sulla fede dei signori Potier et Michaud che la ritengono di Roma. 80. Glausilia piceata. 1836 CLAUSILIA PICEATA Ziegler in Rossm. Icon. IV. 1841 « ADAUCTA Porro in Villa Disp. pag. 57. 1872 « INCERTA Parr. in Kobelt. Binnen. pag. 45. Figure. Rossm. Icon. Tav. XVIII, fig. 266. fa MR ne Vive nei contorni di Roma. Abita altresi Tivoli secondo che ne assicura il Sig. Ed. V. Martens. 81. Clausilia Itala. 1824 CLAUSILIA ITALA Von Mart. Reis. Vened. Vol. II, pag. 442. 1829 « ALBOGUTTULATA Wagner in Chemn. Neu. Syst. Conch. Cab. XII, | pag. 191 (non Pfr.) 1831 « PUNCTATA Mich. Compl. Drap. pag. 55, n. 5. 1833 « ALBOPUSTULATA Crist. et Jan Cat. Mantissa, pag. 3. 1837 « BRAUNII Charp. Cat. Moll. Suisse. Figure. Von Martens (loco citato) Tav. III, fig. I Chemn. Kust. Tav. VII, fig. 18, 20. Mich. compl. Drap. Tav. XV, fig. 23. Mog. Tand. Hist. Tav. XXIII, fig. 31, 37. Alquanto rara, ma tuttavia s’' incontra vivente in diverse località della Provincia, Civitacastellana ecc. Sezione III. PapiLLIFERA Hartmann 1844. 82. Clausilia candidescens. 1855 CLAUSILIA CANDIDESCENS Ziegler in Rossm. Icon. Vol.II, p.10. 1875 « —. TABURNENSIS ET PALLENS Scacchi in Kobelt Binn. pag. 42. Figure. Rossm. Icon. Tav. III, fig. 104. Ber SIAE Varietà 1. 1836 CLAUSILIA ciNEREA Phil. Enum. Moll. Sic. Vol. I, pag. 145, n. ll. 1836 « omnINosA Ziegler in Rossm. Icon. Vol. III, pag. ll. Figure. Philippi Enum. Moll. Tav. VIII, fig. 24. Chemn. Kust. Conch. Cab. Tav. V, fig. 41, 44. Rossm. Icon. III Tav. XII, fig. 168. Specie piuttosto frequente sulla catena dei Monti Pre- nestini. Abita anche i contorni di Piperno. 83. Clausilia leucostigma. 1836 CLAUSILIA LEUCOSTIGMA Ziegler in Rossm. Icon. III, pag. 11. 1874 « AVEZZANA — Rigacci Cat. Moll. n. 4517. Figure. Rossm. Icon. Tav. XII, fig. 166. Varietà 1.3 1830 CLAuUSILIA LATILABRIS Muhlf. in Menke Syn. Ed. II, pag. 30. 1836 « OPALINA Zieglerin Rossm.Icon. III, p. 11. 1872 « VESTINA Tiberi Bull. Malac. Ital. pag. 26, md. | Figure. Chemn. Kust. Conc. Cab. Tav. V, fig. 45, 47. ti La suddetta specie e sua varietà s'incontra non rara- mente a Tivoli, Subiaco, Anticoli e nei contorni stessi di Roma. 84. Clausilia solida. 1778 STROMBIFORMIS PERVERSUS Da Costa Test. Brit. p. 107. 1803 TURBO LABIATA Soland in Mont. Test. Brit. pag. 362. 1805 CLAUSILIA SOLIDA Drap. Hist. moll. pag. 69, n. 2. 1814 ODOSTOMIA LABIATA Flem. in Edimb. Encyc. VII, pag. 72. 1822 HELIX SOLIDA Fér. Tabl. Syst. pag. 67. 1826 CLAUSILIA HETEROSTROPHA fisso Hist. nat. Eur. mer. Vol. IV, pag. 87. 1830 < LABIATA Jeffr. Syn. test. in Trans. Linn. XVI, pag. 353. Figure. Da Costa Test. Brit. Tav. VIII, fig. 15. Rossm. Icon. Tav. XVIII, fig. 267. Drap. Hist. moll. Tav. IV, fig. 8-9. Moquin Tand. Hist. Tav. XXIII, fig. 15, 19. Specie molto comune e notissima. 85. Glausilia bidens. 1616 TURBO TERRESTRIS Colonna (Fabio) in Lamk. Anim. sans vert. pag. 200. 1798. « BIDENS Linn. Syst. nat. Ed. X, Vol. I, pag. 767 (non Penn.) 1774 HELIX PAPILLARIS Mill. Verm. hist. Vol. II, p. 120, n. 317, Hrogy {be 1786 TURBO « Chemn. Conch. Cab. Vol. IX. 1792 BuLIMUS « Brug. Encycl. Vers. Vol. II, pag. 333. 1801 Pupa « Drap. Tabl. moll. pag. 62. 1805 CLAUSILIA « Drap. Hist. moll. pag. 71. 1831 « BIDENS Turt Shells. Brit. pag. 79. Figure. Fabio Colonna Aq. et terr. Tav. XVI, fig. 10. Rossm. Icon. Tav. XII, fig. 169. Chemn. Kust. Tax. VS fig. 28331, Drap. Hist. Moll. Tav: Ha de; 3, Mog. Tand. Hist. Tav. XXIII, fig. 20, 30. Specie comunissima come la precedente: si trova anche in Roma sopra i muri dell’ Anfiteatro Flavio (vulgo Colosseo). Sezione IV. Pirosroma Mollendorf 1873. 86. Clausilia dubia. 1805 CLAUSILIA DUBIA Drap. Hist. moll. pag. 70, bd 1821 « OBTUSA C. Pfr. Syst. anord. 1822 HELIX DUBIA Fer. Tabl. syst. pag. 67. 1855 CLAUSILIA NIGRICANS var. x Mog. Tand.Hist. Moll. Vol. II, pag. 334. « « RUGOSA Auct. plur. in Moq. Tan- don loco citato. Figure. Schm. Krit. Gr. Fig. 86, 89, 194. Drap. Hist. moll. Tav. IV, fig. 10. Mog. Tand. Hist. Tav. XXIV, fig. 17, 19. Abita le colline di Civitavecchia tra le fessure delle pietre. PARI, IRE 87. Clausilia rugosa. 1774 HeLIX pPeRvERSA — MU. ‘Verm. hist. Vol. II, pag. 118 (non Linn. nec Fér.) 1777 TurBo PERVERSUS Penn. Brit. Zool. pag. 130 (non Alten). 1789 HELIX ELONGATA —lRazoum Hist. nat. Ior. I, pag. 277 | (non Stud.) 1792 BuLIiMus PERVERSUS Brug. Encycl. Vers. Vol. II, p. 351. 1801 Pupa RUGOSA Drap. Tabl. moll. pag. 63. 1822 HELIX « Fér. Tabl. syst. pag. 67. 1838 CLAUSILIA PERVERSA Desk. in Lamk. Anim. sans ver. VIII, pag. 201 (non Fitz). + 1843 StomoponTA RUGOSA Merm. Moll. Pyr. Occ. pag. 847. Figure. Schm. Krit. Gr. Fig. 103, 106, 201. Drap. Hist. moll. Tav. IV, fig 19-20. Moquin Tand. Hist. Tav. XXIV, fig. 21, 27. Abita le regioni montuose nei contorni di Civitavecchia. Famiglia V. SucciniIDa in Pini 1876. Genere XIV. SuccineA Draparnaud 1801. 88. Succinea putris. 1753 NeRrITOsToMA RETULA Klein Meth. Ostr. pag. 55. 1758 HELIX PUTRIS Linn. Syst. nat. Ed. X, p. 774 (non Penn. nec Fér.) 1774 = « SUCCINEA Mill. Verm. hist. Vol. II, p. 97, (non Stud.) 1778 TurBo TRIANFRACTUS Da Costa Brit. test. pag. 72. 1789 BULIMUS SUCCINEUS Brug. Encycl. Vol. VI, p. 308. I 1801 SUCCINEA AMPHIBIA Drap. Tabl. moll. pag. 55. 1805 AMPHIBULINA SUCCINEA Lamk. in Ann. Mus. Vol. VI, i pag. 236. 1815 LUCENA PUTRIS Oken Iehrb. Nat. Vol. III, pag. 342. 1817 HELIX LIMOSA Dillw. Cat. IX, pag. 965, n. 175 “ (non Linn. nec Mont.) 1821 AMPHIBINA PUTRIS Hart. in Neue Alp. Vol. I, pag. i SQ4T. 1821 AMPHIBULINA « Hart. Syst. Gast. Vol. XV, pag. 55. 1828 LIMNEA SUCCINEA Flem. Edimb. Encycl. 1830 SUCCINEA PUTRIS Jeffr. Syn. test. in Trans. Linn. XVI, pag. 324. 1831 « MUÙLLERI Leach Brit. moll. pag. 78 (Ga Turton). 1870 HELIX DAPHNE Chier. in Brusina Princ. Iandr. Figure. Fér. Tabl. system. Tav. XI, fig. 4. Rossm. Icon. .. Tav. I fic:45. Drap. Hist. Moll. Tav. III, fig. 22. Chenu. Man. Pag. 428, fig. 3158. Mog. Tandon Hist. Tav. VII, fig. 1, 5 Vive in numerose famiglie in prossimità dei corsi di acqua Pontini. 89. Succinea Pfeifferi. 1789 HELIX ANGUSTA Stud. Faun. Helv. in Coxe Trav. Switz. III, pag. 432. 1805 SuUccINEA AMPHIBIA var. y et è Drap. Hist. moll. p. 58. 1820 TAPADA SUCCINEA Stud. Kurz. Verzeisch i pag. 86. Bull. della Scc. Mal. It. Vol. VIII. 6 su RD ta 1821 AMPHIBULINA PUTRIS Var. FULVA et ELONGATA Hartm.in Sturm. Deut- sch. Faunul VI. 1822 HELIX PUTRIS Féèr. Tabl. Syst. p. 30. 1828 SUCCINEA CALYCINA Menk. Syn. moll. 1830 « PUTRIS Var. & Jeffr. in Trans. Linn. XVI, pag. 325. 1831 « OBLONGA Turt. Shells. Brit. p. 92 (non Drap.) 1835 « PFEIFFERI Rossm. Iconog. Vol. I, pag. 96. 1837 « GRACILIS Ald. in Mag. Zool. and | Bot. Vol. II, pag. 106. 1855 « AMPHIBIA Menegazzi in Malac. Veron. pag. 228 (non Drap.) 1870 HELIX PULULA Chier. in Brusina Princ. Iandr. Figure. Fér. Hist. Tav. XI, fig. 13. Kossm. Icon. Tav. II, fig. 46. Moquin Tand. Hist. Tav. VII, fig. 8, 31. Abita le Paludi Pontine, Subiaco, Tivoli e contorni di Roma allo stagno di Maccarese. Rara. 90. Succinea elegans. 1826 SuccINEA ELEGANS Risso Hist. nat. Europ. mer. IV, ; pag. 59. Figure. Baudon in Journ. Conch. XXV, Tav. IX, fig. ll a. Rara: nel territorio di Terracina. gi 91. Succinea megalonixia. 1836 SUCCINEA MEGALONIXIA Bourg. Amén. Malacol. Vol. II, pag. 118. Figure. Bourquignat Amén. Tav. XV, fig. 5, 7. Abita come la precedente la Bonificazione Pontina presso i canali Schiazza e Selcella. Rara. 92. Succinea oblonga. 1789 HELIX ELONGATA Stud.Faun. Helv. in Coxe Trav. III, pag. 432 (non Razoum.) 1801 SUCCINEA OBLONGA Drap. Tabl. moll. p. 56. 1806 AMPHIBULINA « Lamk. in Ann. Mus. Vol. VI, pag. 306. 1820 TAPADA « Stud. Kurz. Verz. p. 86. 1821 AMPHIBULINA « Var. OBLONGA et IMPURA Hartm. in Sturm. Deutz. Faun. Vol. VI, pag. 8. 1821 AMPHIBULINA ELONGATA Hartm. Syst. Gaster. Vol. XV, pag. 50. 1821 AMPHIBINA OBLONGA Hartm. in Neue Alp. Vol. I, pag. 248. 1822 COCHLOHYDRA ELONGATA Fér. Prodrom. 10. 1837 HELIX BUCCINUM Schv.teste Beck Ind. moll. 1857 SUCCINEA DROUETI Dum. et Mort. Cat. Moll. Figure. Fér. Hist. Tav. XI, fig. 1-2. Rossm. Icon. I Fig. 47. Drap. Hist. . Tav. III, fig. 24-25. Mog. Tand. Hist, Tav. WI, .Hie. 32, 98; pe, Si trova raramente sui bordi dei fossi di scolo delle Pa- ludi Pontine. Famiglia VI. AurICcULIDA Risso 1825. Genere XV. CArycHium Miiller 1874. 93. Carychium minimum. 1774 CARYcHIUM MINIMUM = M%ll. Verm. hist. Vol. II, pag. 125, n 320 1788 HELIX CARYCHIUM Gmel. Syst. nat. Ed. XII, pag. 3665, n.° 156. 1789 BULIMUS MINIMUS Brug. Encycl. Verz. Vol. I, pag. 510. 1801 AURICULA MINIMA Drap. Tabl. Moll. pag. 54, n.° 2. 1803 TuRBO CARYCHIUM Mont. Test. Brit. pag. 339. 1807 CARYCHIUM MINIMUM Fer. (pere) Ess. method. conch. pag. 54. 1814 OpostoMIA cARYCHIUM Flem. in Edimb. Encycl. Vol. - VII, pag. 76. 1818 AURICULA « Klees. Dissert. Test. Tub. p. 30. 1828 AURICELLA « Hartm. Syst. Gast. pag. 48. Figure. Rossm. Icon. Tav. XLIX, fig. 660. Drap. Hist. Moll. Tav. III, fig. 18-19. Bourg. Amén. Malac. Tav. X, fig. 15-16. Moquin. Tand. Hist. Tav. XXIX, fig. 15, 26. Abita località umidissime: non è raro sulle rive del lago di Castel Gandolfo e presso Civitavecchia. 94. GCarychium tridentatum. 1826 SERAPHIA TRIDENTATA — isso Hist. nat. Europ. Vol. IV, pag. 84. = e 1839 CARYCHIUM NANUM Ant. Verzeis der Conch. pag. 48, n.° 1960. 1841 « MINIMUM var. L. Pfr. in Weigm. arch. pag. 224. 1841 « ELONGATUM Villa Disp. Syst. p. 59, n.° 22. 1864 « TRIDENTATUM Stabile Moll. terr. Piémont pag. 107. Figure. Bourg. Amén. Malacol. II. Tav. XV, fig. 12-13. S' incontra ma raramente sopra i legni in putrefazione entro le macchie di Piano presso Terracina. Ordine II. PULMONOBRANCHIATA-AQUATILIA. Famiglia VII. AncyLIDA Fitzinger 1833. Genere XVI. AncyLus Geoffroy 1767. Sezione I. AncyLASsTRUM Moquin-Tandon 1853. 95. Ancylus simplex. 1771 LEPAS SIMPLEX Buc” hoz Aldov. Lotharing. p. 236. 1774 AncyLus FLUVIATILIS M%l. Verm. hist. Vol. II, pag. 20.1,..n.® 1386. 1778 PATELLA « Gmel. Syst. nat. pag. 3711. 1801 « CORNEA Poîr. Prodrom. pag. 101. 1840 « LACUSTRIS Flem. in Edinb. Encycl. VII, pag. 65 (non Linneo). 1862 ANCYLUS SIMPLEX Bourg. Spicil. Malacol. pag. 189. Figure. Forbes et Hanley Tav. CXXXII, fig. 4. Bourg. Malacol. Alger. II Tav. XII, fig. 1, 6, ARC Drap. Hist. Moll. Tav. II, fig. 23-24. Mog. Tand. Hist. Tav. XXXV, fig. 5, 38. Frequente presso i laghi di Castello e Nemi. Abita an- cora Terracina, Civitavecchia ecc. 96. Ancylus costulatus. 1839 AncyLUSs costuLAaTUS Kust. in Anton. Verz. Conch. pag. 36. Figure. Bourg. Malac. Alger. II. Tav. XII, fig. 31, 36. Chemn. Kuster Tovo 407: Mog. Tand. Moll. Fr. Tav. XXXV, fig. 1, 4. Abita le Paludi Pontine e i contorni di Civitavecchia. Si trova tuttavia anche in alcune fontane nell’ interno di Roma, ove esiste altresì una forma locale o mutazione ad apice più prominente dell’ ordinario. Sezione II. VeLLETIA Gray 1840. 97. Ancylus lacustris. 1758 PATELLA LACUSTRIS Linn. Syst. nat. Ed. X, pag. 783 (non Flem.) 1774 ANCYLUS « Mill. Verm. hist. Vol. II, p. 199, n.° 385. 1786 PATELLA OBLONGA Lightf. Brit. Shell. in Phil. Trans. LXXVI, pag. 168. 1838 AcRroLoxus LACUSTRIS Beck Ind. Moll. pag. 124. 1840 VELLETIA « Gray in Turt. Shells, Brit. pag. 50. Figure. Dupuy Moll. Fr. Tav. XXVI, fig. 7, el) a Drap. Hist. Moll. Tav. II, fig. 25, 27. Mog. Tand. Hist. Tav. XXXVI, fig. 50, 55. Si rinviene non frequentemente sopra l’ erbe acquatiche lungo i fiumi Pontini. Famiglia VIII. Limnama Gray 1840. Genere XVII. LimnzA Bruguieres 1791. Sezione I. GuLNARIA Zeack 1831. 98. Limnea auricularia. 1758 HELIX AURICULARIA Linn. Syst. nat. Ed. X, Vol. I, pag. 774. 1774 BUCCINUM AURICULA Mull. Verm. hist. Vol.II, p. 126. 1778 TURBO PATULUS Da Costa Test. Brit. pag. 95. 1789 BuLiMmus AURICULARIUS Brug. Encycl. Vers. Vol. I, pag. 304. 1801 LIMNEUS « Drap. Tabl. Moll. pag. 48. 1803 HELIX LIMOSA Montf. Test. Brit. p. 381 (non Linn. nec Dillv). 1814 RADIX AURICULARIA Flem. in Edinb. Encycl. Vol. NULL, Ipagrori. 1831 GULNARIA « Leach Brit. moll. pag. 148 (ex Turton). Figure. Kobelt Malac. Blàt. Tav. I, fig. 1. Albin. Gras. Moll. Fr. Tav. V, fig. 1-2. Chenu. Man. Fig. 3346. Bourg. Malac. Alg. IL Tav. XI, fig. 1. Rossm. Icon. II. Fig. 55 Drap. Hist. moll. Way. II, fie. 28, 20. dro Comune in molti fossi, canali e stagni della Provincia Romana. 99. Limnea ovata. 1758 HELIX LIMOSA Linn. Syst. nat. Ed. X, Vol. I, p. 774 (non Mont. nec Dillw.) 1788. « TERES Gmel. Syst. nat. pag. 5667. 1801 BuLimus LIMOSUS Poîr. Prodr. pag. 39, n.° 7. 1805 Limnaus ovatus Drap. Hist. moll. pag. 50, n.° 2. 1822 LyMNAA ovaTA Lamk. Anim. sans. vert. Vol. VI, pag. 161. 1834 LIMNEA LINEATA Bean. In Mag. Hist. nat. Vol. VII, pag. 493. 1837 GULNARIA Ovata Beck Ind. moll. pag. 114. 1853 LIMNAA TERES Bourg.in Voy. mer. morte Moll. p. 58. 1855 « LIMOSA Mog. Tand. Hist. moll. pag. 465. Figure. Rossm. Kobelt. Tav. CIXXX, fig. 1243. Drap. Hist. Tav. II, fig. 30-31. Mog. Tand. Hist. Tav. XXXIV, fig. 12. Non comune; sull’ erbe nelle piscine delle Paludi Pontine. Fu trovata anche presso il lago di Albano. 100. Limnea peregra. 1760 HELIX ATRATA Chemn. GConch. Vol. IX. 1774 BUCCINUM PEREGRUM Mill. Verm. hist. Vol. II, pag. 130, n.° 324. 1777 HELIX PUTRIS Penn. Brit. Zool. Vol. IV, pag. 139 (non Linn. nec Fér.) 1788 « PEREGRA Gmel. Syst. nat. pag. 3659. 1789 BUCcINUM MEDIUM Stud. Faunul. Helv. in Coxe ‘Trav. Switz. Vol. III, p. 433. pen. e 1789 BULIMUS PEREGRUS 1801 LIMNEUS PEREGER 1822 LyMNAA PEREGRA 1828 « 1830 « LIMOSA PUTRIS 1831 GULNARIA PEREGRA 1839 LYMNA:A PEREGRINA 1855 « PEREGRA 1871 « DECOLLATA Brug. Encycl. Vers. pag. 301, n° 10. Drap. Tabl. Moll. pag: 48. Lamk. Anim. sans. vert. Vol. VL&pae:0161, n.39. Flem. Brit. Anim. pag. 274. Flem. in Edinb. Encycl. VII, pag. 77. Leach Brit. moll. pag. 146 (ex Turton). Mand. Moll. Vien. pag. 95. Mog. Tand. Hist. Moll. Fr. Vol. II, pag. 468. Ziegler fide Kobelt Cat. Bin- nen. pag. 126. 1871 LimNAUS MELANOSTOMUS Parr. fide Kobelt loco citato pag. 127. 1871 « BADIUS Kust. fide Kobelt loco citato pag. 125. Figure. Rossm. Kobelt Tav. CXLIX, fig. 1489. Rossm. Icon. Tav. II, fig. 54. Drap. Hist. Moll. Tav. II, fig. 34, 37. Mog. Tand. Hist. Tav. XXXIV, fig. 13, 16. Varietà 1. 1855 Limnz:A PEREGRA var. 8 opAcA Mog. Tand. Moll. Fr. 1871 LIMNAUS OPACUS pag. 468. Zieglerin Kobelt Binn. pag. 127. Specie diffusa ovunque soprattutto nelle fontane. Bull. della Scc. Mal. It. Vol. VIII. Gbis RRORAIL 0 () PIPA 101. Limnaea lagotis. 1835 LIMNARA VULGARIS Rossm. Icon. I, pag. 97 (non C. Pfr.) 1845 « ACUTALIS Morelet Desc. Moll. Portug. 1871 Limnaus PHARAONUM Eehrem. in Kobelt Binnench. pag. 127. i 1871 LIMNEUS EFFUSUS Kust. in Kobelt loco citato p. 126. 1871 « MERIDIONALIS Parr. in Kobelt loco citato p. 127. 1871 LIMNA:A LAGOTIS Schrank in Kobelt Cat. Binnen- conch. pag. 127. 1878 LIMNAA FELIX Rigacci (in schedis) Paulucci Mater. Nota n.° 80. Figure. Benoit Moll. Sic. Tav. VII, fig. 8 c. Merelet. Moll. Port. Tav. VIII, fig. 1. Rossm. Icon. Jafll, fie. bs. DS La suindicata specie non è rara in Roma e contorni. Vive al laghetto interno della Villa Borghese. La Limnaa felix Rigacci si trova entro l’ acquedotto Felice in Roma. Sezione II. Livnus Morifort 1810. 102. Limnea stagnalis. 1758 HELIX STAGNALIS Linn. Syst. nat. Ed. X, pag. 774. 1774 BuccinuMm sTAGNALE M%0l. Verm. Hist. Vol. II, pag. 132, n (920. 1778 TuRBO STAGNALIS Da Costa Test. Brit. pag. 93. 1792 BuLIiMUS « Brug. Encycl. Method. n.° 13, pag. 303. 1805 LIMNEUS « Drap.'Hist-pag:(51,m bi 1822 LIMNZA « Nilss. Hist. Moll. Suec. pag. 60. 1831 STAGNICOLA VULGARIS Leach Brit. Moll. pag. 145 (ex Turton). ni Figure. Dupuy Hist. Tav. XXII, fig. 106. Bourg. Spicil. Tav. XII, fig. 1-2. Chenu. Man. Fig. 3540. Rossm. Icon. Tav. II, fig. 49. Drap. Hist. Tav. II, fig. 38-39. Moquin Tand. Hist. Tav. XXXIV, fig. 17, 20. Varietà 1.° 1879 LIMNZ5A VIOLACEA Paulucci in schedis. Specie comune nella Provincia. Vive in numerose fami- glie anche alla presa dell’ acqua Feliee presso il villaggio della « Colonna » ed altrove. La var. violacea Paulucci proviene da Roma. Può leg- gersi la diagnosi di questa bella varietà nel « Catalogo dei Molluschi fluviatili Italiani inviati all’ Esposizione di Berlino » Paulucci 1880. 103. Limnaa truncatula. 1774 Buccinum TRUNcATULUM Mill. Verm. Hist. Vol. IIgq pag. 1905010 825: 1788 HELIX TRUNCATULA Gmel. Syst. nat. pag. 3659, n. 132. 1789 BUCCINUM FOSSARUM Stud. Faunul. Helv. in Coxe Trav. VIII, pag. 433. 1801 BuLIMUS OBSCURUS Poir. Prodrom. avril. pag. 35 (non Drap.) 1801 LIMNEUS MINUTUS Drap. Tabl. Moll. julbiet. pag. 5I. 1803 HELIX FOSSARIA Mont. Test. Brit. pag. 372. 1814 LYMNAA « Flem. in Edinb. Eneycl. Vol. MII pae. 77. = 9 1822 LIMNAA MINUTA Lamk. Anim. sans. vert. Vol. VI, pag. 162. 1830 LimnEus TRUNcATULUS Jeffr. Syn. test. in Trans. Linn. XVI, pag. 377. 1831 STAGNICOLA MINUTA Leach Brit. Moll. pag. 143 (ex Turton). 1833 LIMNOPHYSA « Fitz. Syst. Verzeisch pag. 113. 1837 LIMNAA TRUNCATULA Beck Ind. Moll. pag. 112. 1871 LIMNEUS RIVULUS Brown. in Kobelt Binnench. pag. 127. Figure. Kobelt Malak. Blatter Tav. II, fig. 13. Rossm. Icon. Vol. I. Tav. II, fig. 57. Bourg. Malac. Alg. IL Tav. XI, fig. 11. Mog. Tand. Hist. Tav. XXXIV, fig. 21, 24. Varietà 1. 1855 LIMNA:A TRUNCATULA var. B Mog. Tand. Hist. Moll. p. 473 (forma major). Figure. Drap. Hist. Moll. Tav. II, fig. 5-6. Comune nei canali Pontini: si trova pure a Civitavecchia ed altrove. La var. B abita Foro Appio. Sezione III. Limnopuysa Fitzinger 1833. 104. Limnea palustris. 1774 BUCCINUM PALUSTRE Mill. Verm. Hist. Vol. II, pag. 131, n. 326. 1788 HELIX PALUSTRIS Gmel. Syst. nat. p. 3658. 1789 BuLIMUS « Brug. Encycl. Method. n. 2 pod: = 99 1789 HELIX CRASSA Razoum Hist. nat. Vol. I, pag. 276 (non Da Costa). 1801 LIMNEUS PALUSTRIS Drap. Tabl. Moll. pag. 50. 1814 LyMNAA « Flem. in Edinb. Encycl. VII “pag: S77: 1830 LimnEUS coMuUNIS et TINcTUS Jeffr. Syn. Test. in Trans. Linn. XVI, p. 376, 378. 1831 STAGNICOLA COMUNIS Leach Brit. Moll. pag. 142 (ex Turton). 1833 LIMNOPHYSA PALUSTRIS Fitz. Syst. Verzeisch pag. 113. 1855 LIMNAA « Mog. Tand. Hist. Moll. Vol. II, pag. 475. 1871 LIMNZAA FORENSIS Ziegl. in Kobelt Binnench. pag. 126. Figure. Rossm. Icon. Tav. II, fig. 51. Rossm. Kobelt Fig. 1266-1267. Drap. Hist. Tav. II, fig. 40-41. Albin. Gras. Tav. V, fig. 6. Varietà 1. 1840 LIMNA:A PALUSTRIS var. TURRICULOSA Clessin in Can- traine Malac. Me- diter. Varietà 2. 1821 LIMNEUS FUSCUS C. Pfr. Deuts. Moll. I, pag. 92. 1855 LIMNAA PALUSTRIS var. $ FuscAa Mog. Tand. Moll. p. 476. Figure. C. Pfr. Deutsch. Moll. Tav. IV, fig. 25. Drap. Hist. Moll. Tav. II, fig. 42, MN O Il tipo di questa specie è comune nelle acque tranquille dei laghi e degli stagni che esistono nella nostra Provincia, La var. 1.* è citata in Roma da Cantraine. La var. 2.3 si trova sui bordi limacciosi del lago di Albano. Genere XVIII. AmpPHIPEPLEA Nilsson 1822. 105. Amphipeplea glutinosa. 1774 Buccinum GLuTINosum —Myll. Verm. Hist. Vol. II, p. 129» 19258, 1788 HELIX GLUTINOSA Gmel. Syst. nat. pag. 3659. 1789 BULIMUS GLUTINOSUS Brug. Encycl. Vers. Vol. I, pag. 306, n. 18. 1805 LimnEUS « Drap. Hist. moll. p. 50, n. 3. 1822 AMPHIPEPLEA GLUTINOSA Ni/ss. Moll. Suec. pag. 58. 1823 LIMNAA « Sow. Gen. Shells. 1831 Myxas MULLERI Leach Brit. Moll. pag. 149 (ex Turton). 1871 LIMNAA GUTTA Villa Boll. Malac. Ital. p. 92. Figure. Montag. Tav. XVI, fig. 0. Mich. compl. Drap. Tav. XVI, fig. 13-14. Gualt. Test. Tav. V, fig. 5. Rossm. Icon. Fig. 48. Mog. Tand. Moll Fr. Tav. XXXII, fig. 16, 20. S' incontra nelle acque stagnanti e sull’autorità del Sig. Cantraine vive perfino entro le grandi tazze delle monu- mentali fontane del Bernini sulla piazza di S. Pietro in Roma. Genere IXX. PHysAa Draparnaud 1801. 106. Physa hypnorum. 1758 BULLA HYPNORUM Linn. Syst. nat. Ed. X, Vol. I, pag. 727. PERI] — DSS 1774 PLANORBIS TURRITUS Mill. Verm. Hist. Vol. II, pag. 169, n. 354. 1788 BULLA HYPNORUM et TURRITA Gmel. Syst. nat. pag. 3428, n. 20. 1789 BULIMUS HYPNORUM Brug. Encycl. Vers. Vol. I, pag. 301. 1801 PHyYSsA « Drap. Tabl. Moll. p. 52. 1930... «,. TURRITA Stud. Kurz. Verz. p. 92. 13823 LIMNAA « Sow. Gen. Shells. 1831 NAUTA HYPNORUM Leach Brit. Moll. p. 152 (ex Turton). 1837 APLEXA « Beck Ind. Moll. p. 116. 1840 APLEXUS « Gray in Turt. Shells. Brit. pag. 255. 1871 PHysAa TRYONI Cuv.in Kobelt Binnenc. pag. 137. Figure. Da Costa Brit. Conch. Tav. V, fig. 66. Drap. Hist. Tav. III, fig. 12-13. Mog. Tand. Hist.Vol. II Tav. XXXIII, fig. 11-12. Sow. Gen. Shells. Fig. 10. Abita le regioni paludose della provincia. Maccarese, Foro, Appio, Mesa. 107. Physa fontinalis. 1758 BULLA FONTINALIS Linn. Syst. nat. Ed. X, Vol. I, pag. 727. 1767 BuLImus « Adams Hist. nat. Senogal. pag. 5. 1774 PLANORBIS BULLA —Mull. Verm. hist. Vol. II, pag. 167. 1788 TURBO ADVERSUS Da Costa Test. Brit. pag. 96. 1789 BuLimus FONTINALIS Brug. Encycl. Vers. Vol. I, p. 306. 1801 Payrsa « Drap. Tabl. Moll. pag. 92. ii 1815 BULLINUS PERLA Oken. Iahrb. Naturg. Vol. II, i pag. 303. 1819 BuLLA FONTINALIS Turt. Conch. Dict. pag. 27. 1823 LIMNAA — « Sow. Gen. Shells. 1828 APLEXA « Flem. Brit. Anim. pag. 372. Figure. Lister Conch. Tav. CXXXIV, fig. 34. Chemn. Kust. Tav. II, fig. 14, 16. Gualt. Test. Tav. V, fig. CO. Drap. Hist. Tav. III, fig. 8-9. Moq. Tand. Hist. Tav. XXXII, fig. 9, 13. Anche questa specie è stata trovata entro le vasche delle fontane di S. Pietro in Roma. 108. Physa acuta. 1805 PaysA ACUTA Drap. Hist. moll. pag 53. 1807 BuLLa RIVALIS Mat. et Raket. Cat. Brit. Test.in Trans. Linn. VIII, pag. 26 (non Dillw.) 1828 APLEXA « Flem. Brit. anim. pag. 272. 1837 BuLimus AcUTUS Beck Ind. moll. pag. 117. Figure. Drap. Hist. Tav. III, fig. 10-11. Moqg. Tand. Hist. Tav. XXXII, fig. 14, 23. Vive nel canale della linea morta presso Foro Appio tra l’erbe palustri. Specie piuttosto rara nella nostra Provincia. Genere XX. PLANORBIS Guettard 1758. Sezione I. SPiropIscus Stein 1850. 109. Planorbis corneus. 1758 HELIX CORNEA Linn. Syst. nat. Edix X, Vol. I, pag. 770 (non Drap.) Nr por 1767 CorETUS Adans. Hist. nat. Senegal, p. 7. 1774 PLANORBIS PURPURA M%Wll. Verm. hist. Vol. II, pag. 154, n. 343. 1778 HELIX CORNU ARIETIS Da Costa Brit. Conch. pag. 60. 1801 PLANORBIS corNEUS Poîr. Prodrom. pag. 87. Figure. Woodward Man. Tav. XII, fig. 34. Chenu. Man. Fig. 3558. Rossm. Icon. TavtWliriig2143: | Bourg. Amén. Malac. Tav. XVI, fig. 4,9. Drap. Hist. Tav. I, fig. 42, 44. Mog. Tand. Hist. Tav. XXXI, fig. 32, 38. Non rara nelle acque stagnanti presso Ostia e soprattutto alle Paludi Pontine nei fossi e canali ove la vegetazione è molto rigogliosa. Sezione II. GrrauLus Agassiz 1837. 110. Planorbis albus. 1774 PLANORBIS ALBUS Mull. Verm. Hist. Vol. II, pag. 164. 1788 HELIX ALBA Gmel. Syst. nat. Ed. XIII, pag. 3625. 1801 PLANORBIS VILLOSUS Poir. Prodr. Avril. pag. 95. 1805 « HISPIDUS Drap. Hist. Moll. pag. 43, n. 3. 1826 « RETICULATUS isso Hist. Nat. Europ. merid. Vol. IV, pag. 98. Figure. Westerl. in Malak. Blatter Tav. IV, fig. 1, 3. Drap. Hist. Moll. Tav. V, fig. 45, 47. Mog. Tand. Hist. Tav. XXXVI, fie da, 19. Non è raro presso il lago di Albano. Bull. della Scc. Mal. It. Vol. VIII, 7 se QRL Sezione III. AnIsus Fifzizger 1833. 111. Planorbis carinatus. 1774 PLANORBIS CARINATUS Mull. Verm. Hist. Vol. II, pag. 175, n. 344 (non Stud.) 1788 HELIX LIMBATA Da Costa Test. Brit. pag. 63 (non Drap.) 1801 PLANORBIS ACUTUS Poir. Prodrom. pag. 91 n. 5. 1803 HELIX CARINATA et COMPLANATA Mont. Test. Brit. p. 450 . (non Linn.) 1807 « PLANATA Mat. et Rak. Cat. Brit. Shells. in Trans. Lin. VIII, pag. 189. 1820 PLANORBIS UMBILICATUS Stud. Kurz. Verzeisch. | pag. 92 (non Mill.) Figure. Albin. Gras. Hist. Tav. IV, fig. 39. Kossm. Icon. I. Fig. 60. Drap. Hist. Moll. Tav. II, fig. 13-14. Mog. Tand. Hist. Tav. XXX, fig. 29, 33. Non rara presso i laghi di Castello e Nemi; sulla testi- monianza del Sig. Cantraine, la suddetta specie vive altresì in alcune fontane di Roma. 112. Planorbis umbilicatus. 1774 PLANORBIS UMBILICATUS Mill. Verm. Hist. Vol. II, pag. 160, n. 349. 1805 « MARGINATUS Drap. Hist. moll. pag.45, n. 3. « COMPLANATUS Auct. plur. (non Linn.) —- (90 — Figure. Rossm. Icon. I. Fig. 59. Drap. Hist. Tav. II, fig. 11-12. . Mog. Tand. Hist. Tav. XXX, fig. 18, 28. La suindicata specie vive nei canali di scolo della Bo- nificazione Pontina. I signori Potier et Michaud assicurano che abita ancora i dintorni del Tempio di Minerva Medica in Roma! Sezione IV. GyrrorBis Agassiz 1837. 113. Planorbis vortex. 1758 HELIX VORTEX Linn. Syst. nat. Ed. X, Vol.I, pag. 772. 1774 PLANORBIS « Mill. Verm. Hist. Vol. II, pag. 158. 1778 HELIX PLANORBIS Da Costa Test. Brit. pag. 65 (non Linn.) 1820 PLANORBIS TENELLUS Stud. Kurz. Verzeisch. pag. 92. 1831 < comPREssus Mich. Compl. Drap. pag. 81. Figure. Rossm. Icon. I. Fig. 61. Mich. Compl. Drap. Tav. XVI, fig. 6, 8. Drap. Hist. Moll. Tav. II, fig. 4-5-6-7. Vive nelle acque tranquille dei stagni di Ostia e Mac- carese. 114. Planorbis spirorbis. 1758 HELIX SPIRORBIS Linn. Syst. nat. Ed. i X, Vob. I, p. 770. — 100 — 1774 PLANORBIS SPIRORBIS Mill. Verm. Hist. Vol. II, pag. 161, n.° 347. 1859 « ACRONICUS Fér. fide Moq. Tand. Hist. pag. 457. 1868 « DAZURI Mborch.inAm. Iourn. Conch. IV, p. 27. 1870 « GYRORBIS et sPIRORBIS Stud. fide Charp. in De Betta Moll. Prov. Ver. Figure. Dupuy Hist. Tav. XXI. Rossm. Icon. I. Tav. II, fig. 63. Albin. Gras. Tav. IV, fig. 34. Drap. Hist. Moll. Tav. II, fig. 8-9. Moqg. Tand. Hist. Tav. XXXI, fig. 1...5. S' incontra, non però frequentemente, nei fossi di fondo paludoso nei contorni di Civitavecchia. Vive ancora nei stagni che esistono presso le foci del Tevere. (Fiumicino Ostia). Sezione V. BAaTHroMPHALUS Agassiz 1837. 115. Planorbis contortus. 1758 HELIX CONTORTA Linn. Syst. nat. Ed. X, p. 770. 1774 PLANORBIS conToRTUs M%/l. Verm. Hist. Vol. II, p. 162. 1778 HELIX CRASSA Da Costa Brit. Conch. pag. 66 (non Razoum). 1799 « UMBILICATA Pultn. Cat. dors. pag. 47 (non Hérs) Figure. Dupuy Hist. Law XX, -fis2: Rossm. Icon II. Fig. 117. — 101 — Albin. Gras. HavidVy fig. 30. Drap. Hist. Moll. Tav. I, fig. 39, 41. Mog. Tand. Hist. Tav. XXXI, fig. 24, 31. S'incontra assai raramente nelle vicinanze di Civitavec- chia entro i fossi di lento corso, ove abbonda la vegeta- zione palustre. Sezione VI. Hippeutis Agassiz 1837. 116. Planorbis complanatus. 1758 HELIX COMPLANATA Linn. Syst. nat. Ed. X, pag. 769 (non Mont.) 1786 =« FONTANA Lightf.in Phil. Trans. LKXVI pag. 165 (non Stud.) 1805 PLANORBIS COMPLANATUS Drap. Hist. Moll. pag. 47 (non Stud. nec Poir.) 1812 « LENTICULARIS Alfen. Syst. Abbandl. pag. 35. Figure. Westerl. in Malak. Blatter Tav. IV, fig. 31, 33. Albin. Gras. Tav. IV, fig. 40. Fér. Hist. Taw:5H, fiouo20/22. Mog. Tand. Hist. Tav: JOCXK, ne. 10, 17. Raccolta non frequentemente nei canali Pontini. Sezione VII. SEGMENTINA Fleming 1817. 117. Planorbis nitidus. 1774 PLANORBIS NITIDUS Mill. Verm. Hist. Vol. II, pag. 163, n.° 349 (non Gray). 1784 HELIX LINEATA Boys et Walk.Tést.min.var. 1786 NAUTILUS LACUSTRIS Lightf.in Phil. trans. LXKXVI Vol. I, pag. 163, — 102 — 1788 HELIX NITIDA Gmel. Syst. nat. pag. 3624 (non Miill. nec Drap. Hist.) 1801 PLANORBIS COMPLANATUS Poîr. Prodr. pag. 93 (non Drap. nec Stud.) 1815 « LINEATUS Brard. Coq. Paris. 1820 « cLausuLaTUus Fér. Concord. Moll. Brit. in Iourn. Phys. pag. 240. 1823 « NAUTILEUS Sturm. Deutsch. Faun. 1828 SEGMENTINA LINEATA Flem. Brit. Anim. pag. 279. 1830 < NITIDA Flem.in Edimb. Eneycl. XII. 1831 HEMITHALAMUS LACUSTRIS Leach Brit. Moll. pag. 137 (ex Turt.) 1840 SEGMENTARIA < Swains Treat. Malac. p. 338. Figure. Rossm. Icon. II. Fig. 114-115. Drap. Hist. Tav. II, fig. 17-18-19. Mog. Tand. Hist. Tav. XXX, fig. 5, 9. Abita i terreni aquitrinosi sulle rive del lago di Albano e si rinviene eziandio in alcuni fossi nelle vicinanze di Roma. DIVISIONE II. GaAsrEROPODA OPERCULATA. Ordine I. PULMONATA-TERRESTRIA. Famiglia IX. CrcLosrtomna Gray 1840. Genere XXI. CrcLostoma Draparnaud 1801. 118. Cyclostoma elegans. 1616 COCHLEA TURBINATA F. Colonna De Pur. Cap. IX, pag. 18. 1774 NERITA ELEGANS Mill. Verm. Hist. Vol. II, pag. 177, n. 363. -- 103 — 1777 TURBO TUMIDUS 1778 « STRIATUS 1788 « ELEGANS 1789 POMATIAS. « 1792 TURBO REFLEXUS 1801 CYCLOSTOMA ELEGANS 1810 CrcLostoMUS « Penn. Brit. Zool. pag. 128. Da Costa Test. Brit. pag. 85. Gmel. Syst. Nat. pag. 3606. Stud. Faunul. Helvet. in Coxe Travel. Switz. Vol. III, pag. 432. Olivi Zool. Adriatic. p. 176. Drap. Tabl. Moll. pag. 38. Montf. Conch. Syst. Vol. II, pag. 287. 1847 CrcLosToMA MARMOREUM .Sow. Thesaur. Conch. Vol. I, pag. 101. Figure. Penn. Brit. Zool. Tav. LXXXII, fig. 110. Woodward Man. Tav. XII, fig. 40. Rossm. Icon. I. Tav. II, fig. 44. Drap. Hist. Taro Loi. -bDj,8 Mog. Tand. Hist. Tav. XXXVII, fig. 3, 22, 23. Specie comunissima tanto nella pianura che in collina. Genere XXII. PomaTIAS Studer 1789. 119. Pomatias patulum. 1801 CyCLOSTOMA PATULUM 1830 « 1832 POMATIAS PATULUM Drap. Tabl. Moll. p. 39 (excl. var. b). TURRICULATUM Var. b Menke Syn. Moll. pag. 40. Crist. et Jan Cat. Xa d2: Figure. Rossm. Icon. VI. Fig. 401-402. — 104 — Drap. Hist. Tav. I, fig. 9-10-11. Mog. Tand. Hist. Tav. XXXVII, fig. 39, 41. Vive nascosto tra i crepacci delle roccie calcari sui monti Prenestini. Piuttosto raro. Ordine II. BRANCHIATA-AQUATILIA. Famiglia X. PALUDINIDA, Gray 1840. Genere XXIII. PALUDINA Lamarck 1821. 120. Paludina vivipara. 1758 HELIX VIVIPARA 1774 NERITA FASCIATA 1788 HELIX « 1792 « VENTRICOSA 1801 BULIMUS VIVIPARUS 1801 CyCLOSTOMA ACHATINUM 1810 VIVIPARUS FLUVIORUM 1820 PALUDINA ACHATINA 1821 « VULGARIS 1823 TURBO ACHATINUS 1838 PALUDINA FASCIATA 1851 VIVIPARA « Linn. Syst. nat. Ed. X, Vol. TI, epastinzi Mill. Verm. Hist. Vol. pag. 182. Gmel. Syst. nat. pag. 3646. Olivi Zool. Adriat. pag. 178, (non Mùll. nec Fér. nec Jan). Poir. Prodr. Avril 1801, p. 61. Drap. Tabl. Moll. Iulliet p. 40. Monitf. Conch. Syst. Vol. II, pag. 247. Stud. Kurz. Verzeisch p. 91, (non Sow.) Gray Nat. arrang. Moll. Med. rep. XV, pag. SAUNA Shepp. Desc. Brit. Shells. in Trans. Linn. XV, pag. 152. Desh. in Lamk. Anim. sans. vert. Vol. VIII, pag. 512. Dup. Hist. Moll. Vol. V, pag. 540. II, — 105 — Figure. Chemn. Kust. Tav. I, fig. 11. Dupuy Hist. Tav. XXVII, fig. 6. Bourg. Spicil. Tav. X, fig. 4. Wwééist Tav.LI, fic. 18. Varietà 1. 1832 PALUDINA PYRAMIDALIS Jan In Bourg. Spic. Malac. 1837 « PYRAMIDATA Xust.in Chemn. pag. 8, var. A. Figure. Bourg. Spic. Malac. Tav. X, fig. 3. Chemn. Kust. Tav fiea Md Comune in molti corsi di acqua della Bonificazione Pon- tina e specialmente al fiume delle Volte e nei canali di scolo ove esistono molte erbe palustri. La varietà si trova talora insieme al tipo. 121. Paludina contecta. 1774 NERITINA VIVIPARA Mull. Verm. Hist. Vol. II, pag. 182. 1778 COcHLEA « Da Costa Test. Brit. pag. 81. 1801 CrcLostoMA vIvIPARUM Drap. Tabl. Moll. pag. 40. 1801 NATICA VIVIPARA Fér. (pére) Syst. conch. in mém. Soc. méd. émul. Paris IV, pag. 390. 1813 CrcLosToMA conTECTUM M7/!. Moll. Main. et Loir. p. 5. 1814 LyMNZA VIVIPARA Flem. in Edinb. Encycl. VII, Pas nae d 1820 PALUDINA —« Stud. Kurz. Verz. pag. 93. 1821 « CRYSTALLINA Gray Nat. arrang. Moll. in Med. repos. XV, pag. 239. Bull. della Scc. Mal. It. Vol. VIII. 7bls — 106 — 1823 PALUDINA ACHATINA — Sow. Gen. Shells. (non Stud.) 1831 VIVIPARA COMUNIS Dup. Hist. Moll. Vol. V, pag. 537. 1862 « CONTECTA Bourg. Spicil. Malacol. Figure. Da Costa Test. Brit. Tav. VI, fig. 2. Chemn. Kust. Tav IL her Dupuy Hist. Tav. XXVII, fig. 5. Rossm. Icon. Fig. 68. Mog. Tand. Hist. Tav. XL, fig. 1, 24. Drap. Hist. Tav. Ls 16: Specie piuttosto abbondante come la precedente alle Pa- ludi Pontine. Famiglia XI. Rissorna H. et A. Adams 1853. Genere XXIV. BrTHINIA Gray 1821. 122. Bythinia tentaculata. 1758 HELIX TENTACULATA Linn. Syst. nat. Ed. X, p. 774. 1774. NERITA JACULATOR Muli. Verm. Hist. Vol. II, pag. 185, n. 372. 1778 TURBO NUCLEUS Da Costa Brit. Conch. p. 91. 1801 BuLIMUSs TENTACULATUS Poîr. Prodr. Avril 180], pi601, n. 30. 1801 CycLostoMA IMPURUM Drap. Tabl. Moll. Iuilliet 1801, pag. 4l. 1801 TURBO JANITOR Vall. Exerc. Hist. Nat. Aoùt 1801, pag. 6. 1807 CyrcLosToMA JACULATOR Fér. (pére) Ess. method. conch. pag. 66. 1814 LyMNZA TENTACULATA Flem. in Edimb. Encycl. Vol. VII, pag. 78. -- 107 — 1815 PALUDINA IMPURA Brard. Coq. Paris pag. 183. 1820 « JACULATOR Stud. Kurz. Verzeisch. pag. 91. 1823 TuRBO TENTACULATUS Shepp. Desc. Brit. Shel. in Trans. Linn. XIV, pag. 152. 1826 BITHYNIA JACULATOR — Riîsso Hist. nat. Eur. mer. Vol. IV, pag. 100. 1828 PALUDINA TENTACULATA Flem. Brit. Anim. pag 315. 1840 BITHINIA « Gray in Turt. Shells. Brit. pag. 93. 1850 ByTHINIA « Stein. Schneck. Berl. pag. 92. 1862 « CODIA Bourg. Spicil. Malacol. Figure. Gualt. Test. Tav. fig) B. Lister Conch. Tav. CXXXII, fig. 32. Albin Gras. Desc. Moll. Tav. V, fig. 12. Da Costa Brit. Conch. Tav. V, fig. 12. Rossm. Icon. VI. Tay. Jkofim. 65. Bourg. Spicil. Malac. Tav. VIII, fig. 5, 7. Mog. Tand. Hist. Moll. Tav. XXXIX, fig. 23, 40. Varietà 1. 1855 ByYTHINIA TENTACULATA var. b PRoDUCTA «= Menk. in Moq. Tand. Hist. pag. 528. Figure. Drap. Hist. Tav. I fig__.19. Mog. Tand. Hist. Tav. XXXIX, fig. 41. Varietà 2.8 1874 ByTHINIA INFLATA Ziegler in Rigacci Catal. Conch. Specie abbondante e comunissima nei laghi, fossi e paludi. — 108 — Le var. producta e inflata si trovano non raramente a Terracina. Nella collezione Rigacci esistono altresì le va-. rietà elongata, ocroleuca, e carenata (in schedis) tutte coll’ Habitat Terracina. 123. Bythinia Boissieri. 1852 ByYTHINIA BorssiERI Charp. in Chemn. Kust. pag. 35. 1878 « UzzieLLII StabileinPaulucci Matériaux p. 18. Figure. Chemn. Kust. Tav. VII, fig. 30, 32. Vive nei contorni di Roma e non è rara in talune delle grandi fontane anche nell'interno della città. 124. Bythinia rubens. 1812 PALUDINA succINnEATA Megerle Beschr. Conch. 1828 « RUBENS Menk. Synopsis Ed. II, pag. 134. 1832 « FERRUGINEA Poli in De Crist. et Jan Cat. pae on Figure. Chemn. Kust. Tav. IX, fig. 27, 29. Vive nei fondi melmosi dei canali Pontini a Terracina. Sì trova eziandio nella gran vasca della fontana monumen- tale dell’acqua Paola a S. Pietro in Montorio in Roma. 125. Bythinia similis. 1805 CycLostoma sIMILE Drap. Hist. Moll. pag. 34, n. 4. 1821 VALVATA SIMILIS « Hartm. Syst. Gast. pag. 57. 1831 PALUDINA « Mich. Comp. Drap. pag. 93 (non des Moul.) — 109 — 1849 BITHINIA SIMILIS Dupuy Cat. extram. test. n. 48. 1850 BrTHINIA « Stein. Schneck. Berl. pag. 93. 1851 HYyDROBIA « Dup. Moll. Vol. V, pag. 052. Figure. Dupuy Hist. Tav. XXVII, fig. 9. Chemn. Kust. Maw Xi, fig, 20, 20. Drap. Hist. Moll. Tav. I, fig. 15. Mog. Tand. Hist. Tav. XXVII, fig. 9. Si trova nei fontanili dei tenimenti campestri nel terri- torio di Civitavecchia. Genere XXV. AmnNICOLA Gould 1841. 126. Amnicola macrostoma. 1837 AMNICOLA MacRosToMA Kust. in Chemn. pag. 75. 1837 PALUDINA ANATINA Kust. in Chemn. pag. 76 (non Mich.) 1871 AMNICOLA « Kobelt Cat. Binnenc. pag. 62, (non Poir.) 1871 PALUDINA SIMILIS Villa Cat. Moll. Lomb. Bull. Malac. Ital. pag. 93 (non Drap.) 1876 ByrTHINIA « Adami Cat. Moll. Sard. Bull. Soc. Malac. It. Figure. Mist: Chemn. Tav. XV; fig. 5, 7. Abita taluni corsi di acqua della Bonificazione Pontina cioè Mortola Storticchia ecc, — 110 — Genere XXVI. BELGRANDIA Bourguignat 1869. ‘127. Belgrandia thermalis. 1767 TuRBo THERMALIS Linn. Syst. nat. Ed. XII, p. 1237. 1866 BrTHINIA SAVIANA Issel Moll. Pisa pag. 38. Figure. | Bull. Malac. Italiano 1868 Tav. I, fig. 4, 6. Nella collezione Rigacci esistono molti esemplari della suddetta specie coll’ Habitat « Fontanoni S. Pietro in Mon- torio a Roma ». Genere XXVII. HvrpRoBiA Hartmann 1821. 123. Hydrobia ventrosa. 1797 TURBO EBURNEUS Adams Microse. 1846 HypRoBIA vENTROSA Mont. Test. Brit. Vol. II, p. 317. Figure. Adamson Microscop. Tav. IXV, fig. 15. Montagu Test. Brit. Tav. IV, fig. 29. Le spoglie di questa specie si possono raccogliere in ta- lune epoche dell’anno sulla spiaggia del mare nel tratto che corre tra il porto di Terracina ed il porto di Badino me- scolate sempre all’ erbe palustri provenienti dallo spurgo ar- tificiale dei canali Pontini, che il mare rigetta sulla riva. 129. Hydrobia vitrea. 1801 CrcLostoma vitrEUM Drap. Tabl. Moll. pag. 41. 1821 HyDROBIA VITREA Hartm. Syst. Gaster. pag. 98. — ili — 1830 PALUDINA VITREA Menk. Syn. Moll. pag. 40 (non Moq. Tand.) 1831 « DIAPHANA Mich. Comp. Drap. p. 97, n. 10. 1836 LEACHIA VITREA Risso Hist. nat. Eur. mer. Vol. IV, pag. 103. 1849 BITHINIA DIAPHANA Dup. Cat. extram. test. n. 38. Figure. Mich. comp. Drap. Tav. XV, fig. 50-51. Drap. Hist. Tav. I, fig. 21-22. Vive nei fontanili in campagna nel territorio di Civita- vecchia. 130. Hydrobia ulve. 1787 TuRBO ULvA Penn. Brit. Zool. Vol. IV, p. 132. 1814 CrcLostoma PusILLUM Fér. Mem. geolog. sur les terr. 1831 PALUDINA sTAGNORUM Turt. Manuel. pag. 136, n. 123. 1845 « = STAGNALIS Menk. in Zeitschr. Malakozool. pag. 37, n. 15. 1853 RiIssoA ULVA Forbes et Hanl. Hist. Brit. Moll. III, pag. 141. 1855 PALUDINA ACUTA De Betta et Martin. Cat. Moll. Veron. pag. 85. Figure. Turton Manual. Fig. 123. Drap. Hist. Moll. Tav. I, fig. 25. Vive attaccata all’erbe palustri in diversi fossi nel cir- condario Pontino. — 112 — Genere XXVIII. ByrHineLLA Moquin Tandon 1851. 131. Bythinella abbreviata. 1831 PALUDINA ABBREVIATA Mich. Comp. Drap. p. 98, n. 12. 1849 BITHINIA « Dup. Cat. extramar. test. n. 34. 1851 HyDROBIA « Dup. Hist. Moll. Vol..V, p. 565. 1851 BrTHINELLA « Mog. Tand. Iourn. Conch. p. 239. Figure. Dup. Hist. Moll. Tav. XXVIII, fig. 4. Mich. Comp. Drap. Tav. XV, fig. 52-53. Mog. Tand. Hist. Tav. XXXVIII, fig. 37-88. Vive nei piccoli corsi in quel di Civitavecchia, ma non è comune. 132. Bythinella viridis. 1801 BuLimus virIDIS Poîr. Prodrom. pag. 45, Avril 1801. 1801 TURBO GRISEUS Voll. Exercis. Hist. nat. Aoùt 1801 pag. 6. 1805 CycLostoma viRIDE Drap. Hist. Moll. pag. 37, n. 9. 1821 PALUDINA vIRIDIS Hartm. Syst. Gast. pag. 57. 1849 BITHINIA « Dup. Cat. extramar. test. n. 51. 1851 HyDRoBIA « Dup. Hist. moll. pag. 553. 1851 BYrTHINELLA « Mog. Tand. Iourn. Conch. 1851, pag. 239. 1871 PALUDINA MILIARIS Bertè in Villa Cat. Moll. Loonb. pag. 15. Figure. Dupuy Hist. Tav. XXVII, fig. 10. Drap. Hist. Tavo ®Z0, 20 Mog. Tand. Hist. Tav. XXXIX, fig. 12, 17. — 113 — Si trova nei fossati di Civitavecchia e talora anche alle Paludi Pontine. 133. Bythinella bulimoidea. 1831 PALUDINA BULIMOIDEA Mich. Comp. Drap. pag. 39, n. 13. 1855 BYTHINIA VITREA var. y BULIMOIDEA Mog. Tand. Hist. moll. Vol. II, pag. 318. 1871 PALUDINELLA BULIMOIDEA Mich. in Kobelt Binnen. Conch. p. 63. Si trova questa specie in ispoglie nelle alluvioni dei corsi di acqua che solcano le colline che contornano Civi- tavecchia e Corneto. Famiglia VALVATIDA Gray 1840. Genere IXXX. VALVATA Muller 1774. 134. Valvata piscinalis. 1774 VALVATA PISCINALIS Mill. Verm. Hist. Vol. II, pag. 172. 1779 TROCHUS CRISTATUS Schròt.Fluss. Conch. pag. 280. 1788 HELIX PISCINALIS ET FASCICULARIS Gmel. Syst. Nat. pag. 3627, 3611. 1789 NERITA OBTUSA Stud. Faunul. Helv. inCoxe Trav. Switz. Vol. III, pag. 436. 1801 TURBO CRISTATUS Poir. Prodr. Avril 1801,. pag. 29. 1801 CrCLOSTOMA OBTUSUM Drap. Tabl. Moll. Iuillet, pag. 39. Bull. della Scc. Mal. It. Vol. VIII. 8 — lid — 1803 TURBO FONTINALIS Mont. Test. p. 348. 1807 VALVATA PISCINALIS Fèr. (pére) Ess. syst. conch. pag. 75. 1814 LYMNAA FONTINALIS Flem. in Edinb. En- cyc. Vol. VII, p. 78. 1815 VALVATA OBTUSA Brard. Coq. Paris pag. 190. 1817 TURBO THERMALIS Dillw. Desc. catal. shells. pag. 852. 1871 VALVATA UMBILICATA Parr.in Kobelt. Bin- nen. Conch. p. 148. Figure. Brard. Coq. Paris Tavu Vit feed, Chemn. Kust. Tav. XIV, fig. 9, 11 Bourg. Malac. Aix les Bains Tav. I, fig. 11, 15. Drap. Hist. Moll. Tav. I, fig. 14. Mogq. Tand. Hist. Tav. XLI, fig. 1, 25. Specie assai comune nei canali di lento corso nella Bo- nificazione Pontina. 135. Valvata cristata. 1774 VALVATA CRISTATA Mwll. Verm. hist. Vol. II, p. 198, n. 384. 1788 NERITA VALVATA Gmel. Syst. nat. pag. 3675. 1801 VALVATA PLANORBIS Drap. Tabl. Moll. pag. 12. 1803 HELIX CRISTATA Montf. Test. Brit. pag. 460. 1807 Turso cRIsTATUS Mat. et Rak. Cat. Brit. test. in Trans. Linn. VIII, pag. 169. Figure. Martin. Chemn. Tav. XIV, fig. 21, 24. Drap. Hist. Tav. I, fig. 34, 35. Mog. Tand. Hist. Tav. XLI, fig. 33, 36. — 115 — Vive come la precedente alle Paludi Pontine: è piuttosto rara. Famiglia MELANIDA Gray 1840. Genere XXX. MELANOPSIS Férussac 1807. 136. Melanopsis Dufouri. 1823 MeELANOPSIS DurourI Fér. Monog. Melanop. pag. 24, hir2i 1858 LyREcA DurouREI H. et A. Adams. Gen. of rec. moll. I, pag. 310. Figure. Rossm. Icon. Tav. LXVIII, fig. 839. La suddetta specie esiste nella collezione Donati in Ci- vitavecchia coll’ Habitat « Contorni di Civitavecchia ». Famiglia NeERITIDA Turton 1831. Senere XXXI. NERITINA Lamarck 1809. 137. Neritina fluviatilis. 1758 NERITA FLUVIATILIS Linn. Syst. nat. Ed. X, p. 777. 1810 THEoDoxUS LUTETIANUS Montf. Conch. syst. Vol. II, pag. dol. 1822 NERITINA FLUVIATILIS Lam. An. sans. vert. Vol. VI, pag. 188. 1833 « VARIABILIS Hicart. Moll. Valenc. in mem. Soc. Ag. Valenc. I, pag. 146. Figure. Dupuy Moll. Fr. Tav. IXXX, fig. 1, 6. Gualt. Test, Tav, IV, fig. LL — 116 — Rossm. Icon. II. Tav. VII, fig. 118-119. Lister. Conch. Tav. CXLI, fig. 38. Drap. Hist. Moll. Tav. I, fig. 3-4. Mog. Tand. Hist. Tav. XLII, fig. 32-33, Varietà 1. 1874 NERITINA TRAJANA Rigacci Catalog. Coll. n. 6374. Varietà 2.3 1815 NERITINA FONTINALIS Brard. Hist. Coq. pag. 196. 1871 NERITA LACUSTRIS Linn. in Kobelt. Binnen conch. pag. 130. Figure. Brard. Hist. Coq. Tav. VII, fig. 11, 19. Specie comunissima in pressochè tutte le località della Provincia. La var. Trajana Rigacci, în schedis, abita Roma. La var. fontinalis si trova nelle fontane di S. Pietro, in quelle di piazza Farnese in Roma, nonchè nel fiume Marta presso Corneto. È mio avviso che la Neritina Vulsiniensis Rigacci Catal. n.° 6464 proveniente dal lago di Bolsena potrebbe riunirsi a taluna delle note mutazioni della Neritina fluviatilis Lamk. 138. Neritina meridionalis. 1836 NERITINA MERIDIONALIS Phil. En. Moll. Sic. Vol. I, pag. 159. 1850 « PHILIPPIANA Reclur. in Journ. Conch. pag. 149. 1850 < TESSELLATA Ziegler fide Reclur. loco citato, — ll7 — Figure. Philippi Enum. Moll. Sic. Tav. IX, fig. 13. La specie suddetta sì trova nei corsi di acqua Pontini a Foro Appio sull’ autorità del Ch. Sig. E. von Martens. CLASSE II. Acepnara, Cuvier. Ordine I. LAMELLIBRANCHIATA. Famiglia UnIonIbDaA Gray 1840. Genere XXXII: UNnIO Retzius 1788. Sezione I. LyMNIUM Oker 1815. 139. Unio sinuatus. 1801 UNIo RUGOSA Poir. Prodrom. pag. 105. 1805 « MARGARITIFERA Drap. Hist. Moll. pag. 32, n. 2 (non Linn.) 1819 « SINUATA Lamk. Hist. anim. sans. vert. Vol VI, pag. #40;n0:1. 1822 « MARGARITIFERUS /Vî/ss. Moll. Suec. pag. 103 (non Philipps). 1827 « CRASSISSIMA Fér. ex Des. Moulins. Moll. Gi- rond. pag. 42. 1836 « SINUATUS Rossm. Icon. Vol. I, pag. 22. 1864 « SOLIDA Bleich. Ess. Monog. (Bull. Soc. Hist. nat. Colmar. ann. V, pag. 150). Figure. Dupuy Hist. Moll. : Tav. XXIII, fig. 7. Rossm. Icon, Tav. LXX, fig. 853, — 118 — Blainv. Man. Malac. Tav. LXVII, fig. 3. Drap, Hist. Moll Tav. X, fig. 17, 19 (per errore tipo- grafico 8, 16, 19). Mog. Tand. Hist. Tav. XLVII, fig. 1, 3. Il Ch. Sig. Prof. Ing. Romolo Meli in una sua erudita memoria sulla natura geologica dei terreni incontrati nelle fondazioni tubulari del nuovo ponte in ferro costruito sul Tevere a Ripetta in Roma indicò l’ esistenza dell’ Unio si- nuatus Lamk. nei depositi superiori dell’ alveo attuale del Tevere, dichiarando altresì che questa specie avea vissuto sul posto in epoche non molto lontane, ma recenti d’ assai. Posteriormente alla pubblicazione della suddetta memoria nell’ ultimo tronco del fosso delle Castellaccie che ha la sua foce nel Tevere superiore, nella località appunto di questo nome, da taluni operai addetti ai lavori di navigazione del fiume venne raccolta una valva di un individuo adulto lun- ga mm. 123 larga mm. 62 in uno stato di quasi perfetta conservazione sia per la lucentezza dello strato perlaceo interno sia per l’ epidermide nerastra tuttora esternamente aderente al guscio. Questa valva vennemi favorita dall’ esi- mio Prof. di Scienze Naturali Sig. G. Tuccimei, il quale te- nuto conto della relativa sua freschezza, mi dichiarava che a suo avviso, non avrebbe potuto considerarsi come un esem- plare rappresentante una specie rigorosamente fossile. Il prelodato Sig. Prof. Meli a cui resi òstensibile la suddetta valva nel riconoscerne l’ assoluta superiorità in fatto di con- servazione su tutte le molte altre fin quì estratte dal Te- vere da esso già esaminate, volle altresì farmi rilevare che coll’ aver egli dichiarato nella sua precitata memoria che la detta specie avea vissuto sul posto în epoche recenti d’assai, non avea inteso di precludersi la via ad ammettere che la medesima potesse vivere tuttora nel Tevere e nei suoi principali influenti; opinione nella quale anzi, dopo l ispezione della valva in parola, riteneva doversi più che — 119 — mai confermare. Esclusa pertanto l'ipotesi che la detta valva si possa considerare come fossile, nel dubbio tuttavia se deb- ba ineccezionabilmente riferirsi ad una specie attualmente vivente nel nostro fiume o tutto al più sub-fossile, ho cre- duto comprendere tale specie con riserva nel presente ca- talogo, nel pieno convincimento però che ulteriori più accu- rate ricerche nel Tevere e suoì influenti non tarderanno ad eliminare qualsiasi incertezza in proposito, nel senso cioè di confermare l’ esistenza nella nostra Provincia dell’ Unio sinuatus Lamk. in istato vivente ('). 140. Unio Requieni. 1758 MyA PIcTORUM (partim) Linn. Syst. nat. Ed. X, Vol. I, pag. 671. 1805 UNIO « (partim) Drap. Hist. Moll. pag. 131. 1831 « REQUIENI Mich. Compl. Drap. pag. 106. 1859 « BATAVUS De Betta e Martinati Cat. Moll. Venet. pag. 89 (non Lamk.) 18559 « GLAUCINUS De Bettae Martinati Cat. sud. Figure. Rossm. Icon. Tav. XIII, fig. 198. (1) L’ Unio sinuatus Lamk. fin quì è stato ritenuto come specie indi- gena anche dell’ Italia, ma vivente esclusivamente le regioni settentrio- nali della penisola. Può gonsultarsi in proposito: De Betta e Martinati — Catalogo dei Molluschi viventi 1855, pag. 89. De Betta — Molluschi della Provincia Veronese 1870. Nota in calce alla pag. 142. A. e G. Villa — Catalogo sinonimico dei molluschi della Lombardia 1871. A. Tommasi — Catalogo Molluschi terrestri e fluviatili viventi nel ter- ritorio di Castel Goffredo 1875, n.° QI. M. Paulucci — Matériaux pour servir a l’étude de la Faune Malaco- logique terrestre et fiuviatile de 1’ Italie et de ses îles 1878, n.° 511. M. Paulucci — Molluschi fluviali italiani inviati all’Esposizione in- ternazionale di pesca in Berlino 1880, n.° 771. — 120 — Mich. Compl. Drap. Tav. XVI, fig. 24. Drouet. Najad.. Tav. VII, fio. 01958. Varietà 1.2 1874 Unio Romanus Rigacci Paulucci Matériaux ecc. n. 518, pag. 20. Figure. Rossm. Kobelt Tav. CXVI, fig. 1145. Varietà 2. 1874 Unio RosHA Rigacci Catalogo Moll. n. 1375. Il tipo di questa specie si trova in diversi corsi di acqua della Provincia soprattutto nei canali principali della Pa- lude Pontina. Le varietà 1.° e 2.8 sono forme localizzate dei fossi che esistono nei contorni di Roma. 141. Unio Turtoni. 1826 UnIO TURTONI Payr. Cat. Moll. Corse pag. 65. 1855 « REQUIENI var. 7 TuRTONI Mog. Tand. Hist. Moll. Fr. pag. 570. Figure. Payraud. Cat. Moll. Corse Tav. II, fig. 2, 3. Abita il canale Botte a Terracina. 142. Unio Molteni. 1877 UnIio MoLTENI Adami in Sch. Vedi Paulucci Moll. in- viati Esposiz. Berlino 1880, n. 75. a ib — Sulla fede della Ch. Sig. Marchesa Paulucci cito la sud- detta specie come propria del Lazio. 143. Unio pictorum. 1758 Mya PICTORUM Linn. Syst. nat. Ediz. X, Vol. I, pag. 671 (non Mont.) 1788 UNnIO « Philipps Nov. Test. gen. pag. 17. 1821 « RosTRATUS C. Pfr. Syst. Deutsch. Schneck. I, pag. 114. 1822 Mysca PICTORUM Turton. Conch. Brit. Vol. XLVI, pag. 245. Figure. Rossm. Icon. Tav. XII, fig. 762. Dupuy Hist. Tav. XXVI, fig. 20. Drap. Hist. Tav. XI, fig. 1-2. Mog. Tand. Hist. Tav. LI, fig. 4. Varietà 1. 1831 Unio RostRATA Mich. Compl. Drap. pag. 108, > 4. Figure. Mich. Compl. Drap. Tav. XVI. Lister. Conch. Tav. CXLVII, fig. 2. Comune in molti corsi d’ acqua della Provincia. La var. rostrata sì trova a Terracina. 144. Unio Gargotta. 1836 Unio GAaRGOTTA Phil. Enum. Moll. Sic. Vol. I, pag. 66. | Figure. Philippi loco citato Tav. V, fig. 6. Bull. della Scc. Mal. It. Vol. VIII. ghis — 122 — Sull’ autorità della menzionata Sig. Marchesa Paulucci ricordo questa specie come vivente nei fossi della campa- gna romana, riportandomi all’ erudita memoria pubblicata dalla suddetta esimia malacologa in atti della Società Ma- lacologica Italiana, Vol. V, Anno 1879 sotto il titolo « Sopra alcune specie del Genere Unio ». 145. Unio Lawleyanus. 1868 Unio LawLEraNUS Gentiluomo Bull. Malac. Ital. p. 54. Figure. Bull. Malac. Ital. 1868, Tav. IV, fig. 1, 3. Varietà 1.8 1869 UNIO LARDERELLIANUS Pecchioli Bull. Malac. Ital. pag. 163. | Figure. Bull. Malac. Ital. 1869 Tav. V. Va riferita all’ Unio Lawleyanus Gentiluomo una specie di Unio proveniente dal lago di Villa Pamphily in Roma designata già sotto la denominazione di Unio tumidus Re- tzius nei « Matériaux pour servir ecc. » pubblicati dalla Sig. M. Paulucci nel 1878. Può consultarsi in proposito la memoria succitata « Sopra alcune specie del Genere Unio » della stessa Sig. M. Paulucci. A semplice notizia trovo opportuno di aggiungere che il Bonanni « Ricreazione dell’ occhio e della mente 1681 » citò un Unio tumidus vivente nelle acque Albule presso Tivoli, il quale ove dovesse riunirsi all’ Unio tumidus Phi- lipps — Mya Orata Donov.nulla avrebbe di comune col- l’Unio Lawleyanus Gentiluomo. Ho detto però ove dovesse — 123 — riunirsi, giacchè ad onta di accurate indagini fatte eseguire ripetutamente per mio conto sia nei laghetti che nel canale portatore delle dette acque, le quali come è noto sono emi- nentemente sovracariche di zolfo ed acido carbonico, non mì è riuscito finora scoprire in essa la presenza di alcuna specie di Unio. La varietà U. Larderellianus Pecchioli fu riconosciuta dallo stesso Pecchioli in taluni individui provenienti dalle Pa- ludi Pontine che io stesso sottoposi a quell’ esimio natura- lista per la relativa determinazione. Famiglia NAJADEA Lamarck 1812. Genere XXXIII. ANODONTA Cuvier 1798. 146. Anodonta cygnea. 1758 MyTILUS cYGNEUS Linn. Syst. nat. Ed. X, Vol. I, pag. 706 (non Schrot). 1801 ANODONTITES CYGNEA Poir. Prodrom. Avril 1801. 1801 ANODONTA vARIABILIS var. b Drap. Tabl. Moll. Iulliet 1801, pag. 108. 1805 « CYGNEA Drap. Hist. Moll. pag. 134. 1822 « CYGNAUS Turt. Conch. Brit. p. 239. Figure. Rossm. Icon. Fig. 67. Drap. Hist. Tav. XI, fig. 6. Dupuy Hist. Tav. XV, fig. 14. Mog. Tand. Hist. Tav. XLII, XLIV. Magnifici esemplari di questa specie lunghi mm. 161 larghi mm. 175 alti mm. 51 si possono avere dragando nel fondo melmoso dell’ antica foce ora condannata del fiume Portatore presso Badino. — 124 — 147. Anodonta anatina. 1758 MyTILUS ANATINUS Linn. Syst. nat. Ed. X, Vol. I, pag. 706. 1801 ANODONTITES ANATINA Poîr. Prodrom. pag. 109. 1819 ANODONTA « Lamk. Anim. sans. vert. Vol. VI, pag. 85 (non Drap.) 1822 ANODON ANATINUS Turt. Conch. Brit. Vol. XLVI, pag. 241. 1871 AnoDonTA BENACENSIS Villa Bull. Malac. Ital. pag. 94. | Figure. Rossm. Icon. Fig. 417-418. Anche questa specie benchè non tanto comune quanto la prima, si trova nei corsi di acqua Pontini verso Piscinara. EF'amiglia SpierDa in Pini 1876. Genere XXXIV. CALYcuLINA Clessin 1872. 148. Calyculina lacustris. 1774 TELLINA LACUSTRIS Mill. Verm. Hist. Vol. II, pag. 204, n. 388. 1803 CARDIUM LACUSTRE Mont. Test. Brit. pag. 89. 1805 CycLAS CALYCULATA = Drap. Hist. Moll. pag. 130. 1812 TELLINA TUBERCULATA Alf. Syst. Abhandl. pag. 4. 1818 CrCcLAS « Klees. Dissert. Test. “Tubing. | pag. 45. 1855 « LACUSTRIS Mog. Tand. Hist. Moll. Fr. pag. 593. 1872 CALYCULINA « | Clessin In Malak. Blatt. p. 160. | Figure. Alt. Syst. Abhand. Tav. I, fig. 1. Drap. Hist, Tav. X, fig. 14-15. — 125 — Mog. Tand. Hist, Tav. LIII, fig. 34-39. Clessin Deutsch. Exc. Moll. Fig. 318. Vive nei terreni paludosi nei contorni di Civitavecchia. Genere XXXY. Pisipium P/eiffer 1821. 149. Pisidium amnicum. 1774 TELLINA AMNICA Mill. Verm. Hist. Vol. II, pag. 205, n. 389. 1797 « RIVALIS Mat. Spec. Tell. in Trans. Linn. Vol. III, pag. 44. 1799 « STRIATA Schròt. Fluss. Conch. pag. 193. 1801 CrcLas PALUSTRIS Drap. Tabl. Moll. pag. 106. 1803 CARDIUM AMNICUM Mont. Test. Brit. pag. 86. 1814 CycLas AMNICA — Flem. in Edinb. Encyc. Vol. VII, pag. 92. 1818 « OoBLIQUA Lamb. Anim. sans. vert. Vol. V, pag. 559. 1821 Pisipium oBLIQUUM C. Pfr. Deutsch. Moll. Vol. I, pag. £7 e 125. 1823 = « AMNICUM Zen. Monog. Cycl. in Trans. Cam- bridge IV, pag. 309. Figure. C. Pfeiffer. Deutsch. Moll. Tav. V, fig. 19-20. Drap. Hist. Moll. Tav. X, fig. 15-16. Clessin in Malak. Blatt. Tav. IViSas 5,8. Moquin Tand. Hist. Tav. LII, fig. 11-12. Rara sulle sponde dei fossi nel tenimento di Ostia. 150. Pisidium pusillum. 1789 TELLINA PUSILLA Gmel. Syst. nat. p. 3231. 1805 CycLAS FONTINALIS (partim) Drap. Hist. Moll. p. 130, — 126 — 1822 CYCLAS PUSILLA Turt. Conch. Brit. p. 251. 1833 PISIDIUM PUSILLUM Ienyns Monog. Cyel. in Trans. Camb. IV, p. 302. Figure. Dupuy Moll. Fr. Tav. XXXI, fig. 3. Mog. Tand. Hist. Tav: LII, fig. 38, 42. Drap. Hist. Tav. X, fig. 11-12. Clessin in Chemn. Ed. II, Cycl. Tav. I, fig. 13, 15. Si trova non però frequentemente in alcuni corsì d’acqua del territorio di Civitavecchia. 151. Pisidium Casertanum. 1795 CarDIUM CAsERTANUM Poli Test. utr. Sicil. I, pag. 65. 1826 CYyCLAS VITREA Risso fide Bourguignat. 1856 Pisinium CASERTANUM Bourg. Amén. Malacol. I, p. 38. 1871 « STABILEI Schm. in Villa Bull. Malac. | 1871, pag. 95. Figure. Philippi Enum. Moll. Tave/XIV, fe ll. Poli Test. Tav. XVI, fig. 1. Clessin in Chemn. Cycl. Tav. IV, fig. 10, 12. Vive nei laghi di Castello e Nemi nelle vicinanze di Roma. Amalia gagates . Amnicola macrostoma . Amphipeplea glutinosa Ancylus costulatus . « — lacustris. « simplex . Anodonta cygnea « anatina Arion hortensis Belgrandia thermalis Bythinella abbreviata . < bulimoidea . « - viridis Bythinia Boissieri « rubens . « similis: . « tentaculata Buliminus detritus . « quadridens . « tridens -. Calyculina. lacustris . Carychium minimum « tridentatum Cionella acicula . « aciculoides . « Hohenwarti « lubrica . Clausilia bidens . « candidescens . dubia gibbula . incisa itala . laminata leucostigma piceata . rugosa . « solida Cyclostoma elegans. A A A À A ARS A A INDICE 4°) ARARAAAAAAA AA RAAAARA AAAAAAAAA AA AA A Gi À A A A A A A Helix acuta. . . À aculeata . adiecta . Alibrandi . Ammonis . Anxurina . apicina . aperta aspersa . cantiana Carsoliana . carthusiana cincta cinctella conoidea conspurcata discrepans . ‘. elata . gregaria. . Hamilcaris. . lenticula ligata lucorum . macrostoma . marittima . muralis . nemoralis . obvoluta Olivieri . Orsinii . pisana planospira . profuga . pulchella pyramidata — rotundata . signata . terrestris trochoides . . =) SIRIA SIA ARA ATA TRIATASA GA ALA AURA AA A A A AAA RA Helx variabilis . « ventricosa . « vermiculata « villosa Hyalina cellaria . « cristallina « ydatina. < lucida. « nitida . « pura , Hydrobia ventrosa . « vitrea . « ulvae Limax agrestis <« cinereus Limnea auricularia . « lagotis « ovata . « palustris «< peregra . « —stagnalis « truncatula . Melanopsis Dufouri . Neritina fluviatilis « meridionalis Paludina contecta « vivipara Physa acuta « fontinalis . « ypnorum. Pisidium amnicum . « pusillum « Casertanum . Planorbis albus « carinatus . . < complanatus (4 contortus . da DIRE TR A RATA RR ALA A AA RA A AIA IAA ACA: A A AA AA AA ASA: — 128 — ivi 40 | Planorbis corneus « nitidus. -. « spirorbis . . < umbilicatus . « vortex . Pomatias patulum Pupa avenacea « biplicata. doliolum edentula . frumentum. . granum . muscorum . polyodon Pygmea . A A A A A AS A A A « triplicata . Stenogyra decollata . Succinea elegans . « megalonixia . « oblonga. « Pfeifferi. « putris Testacella bisulcata . « haliotidea . Unio Gargotta « Lawleyanus « Molteni . « pictorum. « Requieni. « sinuatus . « Turtoni . Valvata cristata . « piscinalis Vitrina elongata . Zonites Kraliki quinquedentata . - P A A A AIR ATATA A AAA A ATA ff ARUROÀ AAA ATA CA TATA AA A A AA & NUOVE FORME ITALIANE DEL GENERE WLUmxo STUDIO DEL SOCIO CAY. G. B. ADAM MAGGIORE NEL 5.° REGG.° FANTERIA 1. Unio Stephaninii, Adami. TavSOMNEie 2I92. Concha subreniformis crassa, solidissima. ventricosula; extus atra, regulariter striato-rugosa; supra arcuata, în- fra sub recta, vel variabiliter subsinuata; antice brevi ro- tundata, lunulifera; angulo antero dorsali distincto; po- stice ovali-elongato-rostrata; umbonibus obtusis, parum prominentibus, extremitati anteriori valde approximatis; natibus distantibus; ligamento lato, parum elongato; den- tibus: cardinali crasso, pyramidato-truncato, supra striato; laterali valido, subrecto, producto; margarita albo-argen- tea; impressionibus, antica profundissima, asperulata; po- stica semiellyptica; palleali antice sulculata. Lone. Sere: lLal.9955: Diam: 2015 Habitat in lacu Castro Toblini; provincia Tridentina. Conchiglia leggermente reniforme, solidissima e pesante, poco ventricosa, di color nero fosco, regolarmente striata Bull. della Scc. Mal. It. Vol. VIII, 9 — 130 — sul davanti e rugosa di dietro; il margine superiore è re- golarmente arcuato, l’ inferiore quasi piano o contrassegnato da una leggera sinuosità, il margine anteriore è breve ed esattamente rotondo, lo spazio lunulifero di forma lanceo- lata discretamente allargata; il margine posteriore si pro- tende in un rostro ovale allungato e talvolta leggermente angolato; gli umboni molto ottusi, sono assai ravvicinati al margine anteriore, cogli apici relativamente distanti fra loro; il ligamento è molto largo e piuttosto breve; il dente cardinale molto grosso e di forma tronco-piramidale, col lembo superiore striato; la lamella laterale assai robusta, quasi retta e molto rilevata. Nella valva sinistra, dei due denti cardinali, l'anteriore è conico, il posteriore trigonale, colla fossetta intermedia molto ampia, profonda ed a super- ficie rugosa; delle due lamelle, l’ interna è assai robusta, mentre l'esterna è appena sporgente. Internamente il co- lore è bianco argenteo-madreperlaceo; l'impressione ante- riore assai profonda, striata; la posteriore semiellittica, quasi completamente liscia, la palleale è foggiata, specialmente sul davanti, a stretta solcatura. Vive nel lago di Castel Toblino nella valle del Sarca nel Trentino, ove lo raccolsero il Cap. Stefanini e il Tenente Armani nel 1874, e dove io stesso trovai delle valve sulla spiaggia nel marzo del 1880. L’ unica specie alla quale può paragonarsi questa forma è 'U. Ater, Nils. Confrontato con numerosi esemplari pro- venienti dalla Francia, dalla Germania e dalla Svezia, ho potuto persuadermi esser questo una nuova forma. L' U. Ste- phaninti si distingue dall’ UV. Ater, per colorazione più fosca, per la rugosità della parte posteriore, per gli umboni più de- pressi, per gli apici assai distaccati, per l’ ampia superficie lunulare che manca affatto nell’ Ater, pel dente cardinale più tronco ed ottuso, e finalmente per la sua forma comples- siva che nello Sfephaninii 8° avvicina sempre alla renifor- me, mentre nell’ Afer è ovata-ellittica. — 131 — Per quanto io sappia nessuno ha ancora segnalata la presenza dell’ UV. Afer al di. quà delle Alpi, e se in seguito a nuovi confronti con maggior numero di esemplari, non avendone io che due soli completi, si potesse riconoscere per una semplice varietà dell’ Afer, esso rappresenterà in ogni modo, una nuova forma, che viene ad arricchire la numerosa famiglia delle Najadi italiane. Dedico questa forma alla memoria del compianto Capi- tano Antonio Stefanini, appassionato cultore di -questi studi, tributo di sincera amicizia e di stima all'ottimo collega, al soldato valente, all’esimio patriota, che al servizio della pa- tria logorava la vita con instancabile zelo e intelligenza ('). 2. Unio Moltenii, Adami. lav Qibie 3; 4) Concha oblongo-elongata, subreniformis convexo com- pressula, crassa, solida, valde inequilaterali, lutescens vel luteo-virescens, striis incrementi sordide ornata; supra subrecta, infraque sinuata, in ventre vulvarum curvo-sul- cata; antice late rotundata, postice in rostrum vix atte- nuatum subdecurvatum, late truncatum producta; umboni- bus vix prominulis, decorticatis; ligamento pralongo; intus (') Il Cap. Stefanini, che fu per qualche anno membro della nostra società, ha lasciato una collezione, nella quale dovrebbero trovarsi delle cose nuove. Egli ha esplorato la Calabria, 1’ Abruzzo, il Trentino, la Si- cilia, e ultimamente i monti del Vicentino e del Veronese; egli mi av- vertiva più volte aver delle cose interessanti, ma il tempo mancava a me ed a lui per occuparsene. So positivamente che avea trovato sui monti del Trentino una C/ausilia di color bianco, e così pure una forma albina dell’ H. planospira Lk., che sembra un anello di congiunzione fra | questa specie e la Z. cisalpina Stab. È desiderabile che la sua collezione non vada dispersa, ed io faccio una calda raccomandazione ai parenti, perchè essa venga depositata o nel museo di Trento o di Rovereto, es- sendo d’ altra parte costante suo desiderio di cooperare al lustro di que- ste utili istituzioni, che tanto onorano le due città sorelle della indimen- ticabile patria nostra, il Trentino, -- 132 — candido-margaritacea; dentibus, cardinali crassulo, elon- gato, trigonali, crenulato; laterali, valido, elongato, cul- tellato, subcurvilineo, callo marginali convexo, postice len- te evanescente. Long. 579-70%®_870"; Lat. 26"m_3]9m_39"®,; Diam. 177°Pr-2077_23nm Var. Umbrica. Tav. O, Fig. 6, VA 8. Concha ovato oblonga, fusco virescens, aut fusco cin- gulata, nitida; infra non sinuata, natibus integris, pau- lulum tuberculosis; intus roseo margaritacea, dente cardi- nali compresso. Long. 85"; Lat. 305; Diam. 2605 Habitat in Tiberi in Provincia Umbrica. Conchiglia di forma allungata quasi reniforme, convessa ma leggermente compressa (carattere assai variabile), molto solida e negli esemplari adulti molto spessa soprattutto nella parte anteriore; di color giallo, o giallo verdognolo, talora olivaceo, grossolanamente ornata di striature rugose, non sempre regolari. Superiormente è quasi piana, o appena leggermente convessa, inferiormente, ma in modo assai va- riabile, è più o meno sinuata, contrassegnata da un’analoga curvatura nel mezzo delle valve. Anteriormente è larga- mente rotondata, posteriormente si protende in un rostro allungato, tronco, quasi attenuato e leggermente angoloso; gli umboni sono piuttosto ottusi, poco prominenti, sempre decorticati; il ligamento piuttosto allungato; internamente bianca margaritacea, lucente, talvolta bianco-cerulea iri- descente; il dente cardinale è grosso, triangolare, robusto, dentellato; la lamella laterale, robusta ed allungata; ele- wata, coltelliforme, poco ricurva; le valve portano un robu- — 133 — sto callo marginale convesso, che va lentamente diminuendo verso la parte posteriore. Fra i numerosi esemplari esaminati vi ho trovate le di- mensioni minime, massime e medie sopra indicate. La va- rietà, che sembrami meno frequente, differisce dal tipo per forma ovale allungata, pel colore fosco-verdognolo, per striatura sottile e regolare, per le fascie oscure che ornano le valve, per la mancanza di sinuosità, per gli umboni più rilevati e non corrosi, .cogli apici tubercolosi; internamente è di color roseo margaritaceo, ed il dente cardinale è sen- sibilmente compresso. Vive, a quanto mi venne riferito dal cav. Molteni, che lo raccolse pel primo, in tutto quel tratto del fiume Tevere che attraversa l'Umbria, e lo si pesca generalmente nel letto melmoso, e più specialmente lungo le rive sotto i ce- spugli di salici ed ontani. Se ne trova anche qualche esem- plare nei fossi di scolo che sboccano nel fiume stesso. (Molteni). Gli esemplari sui quali ho redatta la descrizione di que- sta forma furono pescati nel Tevere sotto il villaggio di Torgiano a 8 chilometri circa Sud-Ovest di Perugia. Il ter- reno traversato dal Tevere è in generale nell’ Umbria molto cretaceo e argilloso, misto a breccia calcarea di recente formazione (Molteni). Non conosco nessuna forma italiana che possa confon- dersi coll’ Unio Moltenii, la di cui distinzione specifica venne accettata da molti dotti malacologi. Colle sue gradazioni se- riali va bensì a ravvicinarsi all’ U. Requienii Mich., non già al tipo, ma a qualcuna delle numerosissime varietà di questa multiforme specie. Di questo nome parmi siasi un po’ troppo abusato, e si trovò assai commodo il riferirvi ogni forma, quando agli autori che le scopersero riesciva troppo difficile un’ esatta. determinazione. Io credo che uno spassio- nato esame di queste forme, persuaderà ognuno a distac- carne molte dall’ U. Requienii, e dar loro un nuovo posta — 134 — nella famiglia delle nostre Najadi, non so se con minore 0 maggior vantaggio della nomenclatura malacologica, ma certo con maggior rispetto alla verità. É cosa naturale e ragionevole il distinguere ciò che la natura ha distinto: se- guiamola quindi, non già ciecamente, ma francamente fe- deli all’ antico aforisma, qui bene distinguit, bene docet. i L’U. Moltenîi secondo la Sig. Marchesa Paulucci, sa- rebbe identico all’ 7. Ardusianus Regnies, della Francia. Non posso associarmi a quest’ opinione, poichè dall’esame di esemplari autentici di questa specie, mi risulta non po- tersi affatto confondere le due forme. L’ Ardusianus adulto, ha una forma molto più allungata, e non reniforme, co- lorazione fosca, decorticazione profonda ed estesa, gli apici degli umboni così distanti come non si nota in alcuna specie, notevoli "differenze vedonsi nella cerniera, e nelle impressioni muscolari, i margini dorsale e ventrale sono paralleli 0 quasi, e la forma generale più ventricosa e non sinuata. Benchè fin dall’ epoca della sua scoperta (1877) io avessi ritenuta per nuova questa forma, e per tale spedita a molti corrispondenti, non mi sono deciso che ora a farne la pub- blicazione, appoggiato al confronto di pressochè tutte le forme del sistema europeo, che credo di possedere, e con- fortato dalla concorde opinione di valenti malacologi, e specialmente di quella dell’ illustre Drouet del quale a tutti. è nota l'alta competenza nello studio degli Unionidi. Ho dedicato questa forma all’ egregio Cav. Luigi Molteni, Ispettore delle Ferrovie Romane, che pel primo la sco- priva, e generosamente me ne inviava molti esemplari. 3. Unio Opisodartos, Adami. Tav. O, Fig. 9-10. Concha irregulariter angulatim ovato-elongato, tumi- dula, solidiuscula, lutescens vel brunnea, sepe fusco or- — 135 — nata; supra convexa, late decorticata, infra rectiuscula, vel subconvera; antice rotundata, fere truncata, postice in rostrum attenuato-subangolatum producta, angulo ante- ro dorsali distincto; areola dilatata; umbonibus tumidis, ad marginem anteriorem valde approximatis; ligamento breve, brunneo, valido, intus coruleo-albida, seepe lividula, vel rosea; dentibus; cardinali crassulo, compressulo, tri- gonali, crenulato; laterali alto, elongato, validulo, arcuato. beno: 02°; Lat. 207”: Diam. 199". Habitat prope Chiari in canalibus Provincia Brixiana. Conchiglia ovata-oblunga irregolarmente angolosa, più gonfia che depressa, poco solida, coll’epidermide di color giallo sporco, o bruna, ornata spesso di fascie oscure, so- pra leggermente convessa, estesamente e profondamente ‘ corrosa fino all’ estremità posteriore, al di sotto quasi retti- linea o quasi convessa; .davanti rotondata, quasi troncata, angolosa al limite del margine superiore, di dietro allun- gata, attenuata, col rostro controsegnato da leggere ango- losità, coll’ angolo antero-dorsale ben distinto; la lunula molto e variabilmente dilatata; umboni gonfi e straordina - riamente ravvicinati al margine anteriore, cogli apici sen- sibilmente distaccati; il ligamento è piuttosto breve, bruna- stro, robusto; la superficie interna non molto lucente, azzur- rina-lattea, spesso livida, o rosea, di rado iridescente, con frequenti granulazioni perlacee. Il dente cardinale piuttosto crasso, leggermente compresso, triangolare e dentellato; la lamella laterale è relativamente molto elevata, allungata, resistente, curvilinea. I denti sono molto variabili secondo l'età. Le impressioni muscolari sono assai marcate, le an- teriori profonde e sottilmente striate, colle strie parallelle a quelle d’accrescimento, le posteriori superficiali, di forma ovale e generalmente coperte negli adulti da un incrosta- zione granulosa conchigliacea affatto anormale; raramente — 136 — se ne trova traccia nelle impressioni anteriori; queste gra- nulazioni dipendono forse da una qualche malattia del tes- suto fibroso dei muscoli adduttori. L’ impressione palleale è sempre poco marcata. Il margine antero inferiore delle valve porta quasi sempre una callosità assai robusta che non oltrepassa l'impressione palleale. DI L'animale è in generale di color giallo, col margine del mantello frangiato e nero: il colore è del resto varia- bile, avendo osservato degli individui di color cinereo ed olivaceo; il piede è grosso e lungo. Vive nei canali derivati dall’ Oglio, che solcano le cam- pagne di Chiari, ed è molto abbondante nel tratto di ca- nale, detto Seriola, fra la ferrovia ed il quartiere della Rocca. i Questa forma è distinta da tutte quelle che conosco dell’ alta Italia. Qualcuno lo ha confuso coll’ YU. corrosus Villa, il quale ha una forma regolarmente ovale allungata, umboni meno prominenti, corrosione meno estesa, e final- mente una convessità tutta affatto differente. Vi è chi non ravvisa nelle forme dell’ alta Italia, che un complesso di varietà e mutazioni dell’ U. Requienii, e per molto tempo fui anch'io di questa opinione, main seguito a numerosi confronti eseguiti sopra un copioso materiale, mi sono per- suaso che l U. Requienii ha nulla a che fare colla mag- gior parte delle nostre forme, e forse vi è completamente estraneo. Ciò che risulta evidente da questi confronti si è, che quasi tutte le nostre forme settentrionali hanno dei caratteri comuni, assicurandoci in tal modo derivare da un unico tipo. Quale sia questo tipo, ove trovisi, quali i suoi caratteri, non dovrebbe esser difficile il determinare, pur- chè si disponga di un copioso materiale. Lo studio delle nostre Najadi è ancora un pio desiderio, e perciò il pro- blema resterà sempre insoluto, finchè qualcuno non si de- dichi a compilare una monografia parziale delle Najadi italiane. — 137 — Nel catalogo dei fratelli Villa (Ed. 1871) trovo elencato un U. Destructilis Villa, sinonimo dell’ UV. Moquinianus Dup. Dubitando questa forma potesse essere il mio Opisodartos, mi rivolsi agli stessi egregi Villa, per averne schiarimenti; ed ebbi infatti da loro questa affermazione. Ma qui evi- dentemente vi è un equivoco, poichè se la forma dei Villa è identica al Moquinianus, dichiaro che essa non può con- fondersi col Opîsodartos. Basta infatti leggere la descri- zione dell’ UV. Moquinianus nell’ opera di Drouet e Rossmàs- sler, e consultarne le figure, per convincersi che le due forme sono ben distinte. Ignorando inoltre in quale dei mol- tissimi scritti degli egregi fratelli Villa sia descritto l’ U. Destructilis, credo poter persistere nel ritenere la mia for- ma come nuova e affatto distinta dalla loro, sempre dispo- sto a ricredermi, qualora io sia in tal modo caduto in errore ('). Il nome dato a questa forma deriva dalle parole greche che ne determinano uno degli speciali caratteri oTi7% (0tizTa, oTITÒE) posteriore, a tergo, e Sapros, corroso, escoriato. (') Avendo. visitato recentemente la collezione Villa, ho potuto con- statare |’ esattezza delle mie osservazioni. L°U. Destructilis, ha una forma affatto diversa, ed è della Dalmazia. Esso venne spedito con questo nome al Rossmàssler dal noto Parreyss di Vienna. INDICE DELLA TAVOLA O. Fig. 1,2. — Unio Stephaninii, Ad. « 3, 4, 5. -— Unio Moltenii, Ad. « 6,7,89.— « « var. Umbrica, Ad. « 9, 10. — Unio Opisodartos, Ad. M. PAULUCCI NOTE MALACOLOGICHE SULLA FAUNA TERRESTRE E FLUVIALE DELL’ ISOLA DI SARDEGNA UN'TRODUZIONE Nel maggio 1879 il signor Caroti, da me incaricato, si recò in Sardegna per farvi delle ricerche malacologiche in compagnia del suo amico signor A. Biondi, che, per pro- prio conto, voleva visitare quell’isola allo scopo di racco- gliervi piante. Essi sbarcarono a Cagliari di cui visitarono accurata- mente i dintorni, recandosi al promontorio S. Elia, al Monte Santo di Pula ed a Zinnigas presso Siliqua. Quindi parti- rono per Laconi ove fecero una sosta di alcuni giorni; di là continuarono per Aritzo, visitarono la foresta di Monte Cresia alle falde del Gennargentu sul quale furono impe- diti di salire in causa del cattivo tempo e dellu neve che cuopriva questa montagna. Dipoi si recarono nella Ogliastra prendendo per centro delle loro escursioni Gairo ed esplo- rarono la Valle del Tacquisara, i dintorni di Osini sino a Gola San Giorgio. Retrocedettero per Muravera ove si fer- marono nella bassa Valle del Flumendosa, da dove ritor- narono a Cagliari. Dal dettaglio dell’ itinerario seguito sarà Vagano rilevare — 140 — che l'esplorazione si limitò dunque ad un quinto circa della superficie dell’ isola, comprendente una parte del lato orien- tale ed il meridionale della medesima. Era per conseguenza mio desiderio, al quale d’altronde non ho renunziato, di far ripetere e continuare questa esplo- razione che ha prodotti resultati cotanto soddisfacenti. Que- sta sola è la cagione che mi ha fatto ritardare sino ad ora la presente pubblicazione che avrei bramato poter rendere più completa e più estesa. Disgraziatamente molte e molte cause mi hanno impedito sin quì di poter realizzare tal pro- getto. E siccome alcune di queste cause sussistono anche. oggi, nè so quando potranno venir remosse così, temendo con l’ indugiare soverchiamente di perdere quanto ho otte- nuto, mi sono risoluta a restringere il campo delle mie aspirazioni ed il programma del mio lavoro contentandomi di presentare delle Note Malacologiche sulla Fauna della Sardegna, al posto della Fauna dell’ Isola che da prima avevo ideata ed accarezzata. Spero ed auguro che quantunque incompleto nell’insie- me, il mio lavoro potrà nondimeno interessare i cultori della scienza tanto più che esso ricolma una lacuna da tutti deplorata per la completa cognizione della Fauna europea e per la distribuzione delle specie, giacchè sino ad oggi nulla si ha di concreto sulla ricchezza malacologica delle isole Sardegna e Corsica. Infatti se si eccettuano per la prima un semplice elenco dei fratelli Villa pubblicato nel 1836; alcune specie descritte e catalogate da Cantraine nel 1840; talune indicazioni del professor Issel, inserite negli Annali del Museo Civico di Genova, 1873, ove sono regolarmente denominate e rappre- sentate due nuove specie ed un catalogo del cap. Adami, incluso nel Bull. Malacol. Italiano 1876, nel quale sono enu- . merate 49 specie, tutte dei dintorni di Sassari; inoltre sparse più quà o più là la descrizione di alcune poche specie di Menke, Pfeiffer e Shuttleworth; e per la seconda i lavori — 141 — di Payraudeau del 1826 e di Requien del 1848, i quali bensì sì riferiscono soprattutto a specie marine; un elenco di Shuttleworth 1872, alcune specie da esso descritte in diverse pubblicazioni ed un lavoro di Mabille del quale avrò ad occuparmi nel corso del mio studio, questa è tutta la bi- bliografia riguardante la fauna delle due isole. Alle specie raccolte dal signor Caroti ho la sorte di po- terne aggiungere alcune altre dei dintorni di Sassari rin- venute dal signor H. Dohrn che ebbe la compiacenza di confidarmele; talune mandatemi dal signor Meloni raccogli- tore di oggetti di storia naturale a Cagliari ed esperta guida dell’ isola; due nuove belle Helix dei monti di Oliena dono del professor Gennari direttore dell’ orto botanico di Cagliari e finalmente alcune altre poche delle quali sono debitrice alla cortesia dei professori Targioni-Tozzetti e Hillyer Gi- glioli del Museo di Firenze; il primo de’ quali le rinvenne all’ isola di S. Antioco ed il secondo nelle sue feconde esplo- razioni delle isole del Mediterraneo, le raccolse all’ Isola Rossa in Corsica ed all'isola della Maddalena presso la Sardegna. Sebbene questi diversi dati anche riuniti sieno certa- mente lontani da rappresentare quello che sì potrebbe real- mente chiamare la Fauna malacologica dell’ isola, nondimeno essi sono bastanti per fare apprezzare il suo interesse scien- tifico e sono tali da spiegare il perchè non abbia ulterior- mente voluto ritardare la pubblicazione di queste note e met- termi con ciò al cimento di perdere il vantaggio delle effettuate ricerche e di questo studio. Il numero delle specie rinvenute in Sardegna dai signori Dohrn e Caroti ascende a n.° 126 e tutte sono conservate nella mia raccolta. Aggiungendovi le altre poche indicate dai diversi autori cioè la Hyalinia Antoniana, Vl Helix Meda, Porro, la Pupa Sardoa, Cantraine, la Paludina gra- nulum, Villa e la Neritina Sardoa, Menke, non comprese tra le prime si raggiungerà un totale di specie 131, RA. Qbr Su queste 131 specie, 31 sono proprie ed esclusive della Sardegna o almeno non è a mia cognizione che sieno state indicate come trovate in altre località: le altre, in diverse proporzioni, sono repartite in varie regioni dell’ Europa e dell’ Affrica settentrionale ed una sola è da riferirsi all’ar- cipelago delle Canarie. Per far meglio abbracciare a colpo d’ occhio i rapporti della Fauna Sarda con quella delle altre contrade e prin- cipalmente del bacino mediterraneo, aggiungo un prospetto della loro distribuzione geografica. Siccome tanto Villa quanto Adami hanno catalogato in Sardegna la Hyalinia obscurata, (Helix) Porro, la quale è di Corsica e che in generale è poco definita ed assai in- compresa, ho dedicato uno studio a questa specie e l’ho fatta illustrare onde in seguito almeno si possa chiarire da ognu- no se realmente vive anche in Sardegna. Caroti raccolse pure alcuni pochi Molluschi nudi e que- sti per la loro determinazione sono stati da me confidati, assieme a tutti gli altri della collezione italiana, al signor Mario Lessona, il quale spero renderà di pubblica ragione l’elenco delle specie della Sardegna. Non ho fatto economia di tempo nè di fatica per ottene- re che il mio lavoro riesca accurato e per cercare di rispar- miarvi inesattezze ed errori. Nondimeno ve ne saranno pur troppo tanto più che in alcuni casi mi sono mancati tipi sicuri di paragone per identificare talune specie. Devo anzi osser- vare che talvolta piuttosto che arrischiare una identificazione della quale non mi credevo abbastanza certa e ove scorgevo una differenza anche non molto vistosa, ho preferito descri- vere: la specie come nuova piuttosto che riferirla ad altra che da una diagnosi o da una figura mi sembrava potesse esserle affine. Ritenendo minor danno, tra i due mali, de- scrivere come nuova una conchiglia che sia solo una va- rietà o una modificazione di altra già conosciuta, che iden- tificare o riunire sia l’ una sia l’altra ad una specie con — 143 — la quale in realtà non ha poi che fugace analogia. In tali casi bensì ho francamente esposto i miei dubbi. Augurò adunque a questo mio nuovo lavoro la benevo- lenza o almeno l’ indulgenza dei malacologi, ai quali sarò ben grata se vorranno indicarmi le mende nelle quali sarò incorsa, onde correggerle e non ripeterle nella Fauna Ma- lacologica generale d’Italia, alla quale conto ormai dedi- carmi esclusivamente. M. PAULUCCI. Villa Novoli 16 Marzo 1882. MOLLUSCA GASTEROPODA, GASTEROPODA INOPERCULATA. PULMONACEA. 1. Fam. TESTACELLIDA. I. GEN. T'estacella CuvieR (1800). 1. Testacella Gestroi. 1873 TestAcELLA GesTROI, Issel, Di alcuni Moll. raccolti nell’ isola di Sardegna dal D.' Gestro, in Ann. Mus.. Civico Genova, pag. 277, fig. 1-5 (no- vembre).' Venne descritta da esemplari raccolti dal D.° Gestro a Giovanni Bonus in Sardegna nel 1872 e 1873. — idd — Nel 1877 ne ottenni tre individui dalla squisita cortesia dei professori Targioni-Tozzetti e Giglioli e questi erano stati rinvenuti nel 1876 nei dintorni di Cagliari dal mar- chese Nerli. In seguito, cioè nel 1879, altri ne furono riportati dal sig. Caroti, il quale li raccolse al Monte Santo di Pula presso Cagliari (m. 800), nel parco di Laconi, nella foresta di Monte Cresia, e nella Valle del Tacquisara. Spesso in indi- vidui isolati, altrimenti sempre molto scarsi. II. GEN. Daudebardia HARTMANN (1821). 2. Daudebardia rufa. 1805 HELIX RUFA Draparnaud, Hist. Moll. France, pag. 118, tav. VIII, fig. 26-29 (Ju- venis). 1819 — — Férussac, Hist. nat. gen. et partic. des Moll. Atlas, tav. X, fig. 2. 1821 DAUDEBARDIA RUFA Hartmann, Syst. der Erd-und- Sussw. Gaster. Europa ’s, pag. 54, n. 122. 1828 HELICOPHANTA — CC. Pfeiffer, Naturgesch. Deutsch. Land-und sussw. Moll. II, pag. 13, tav. IV, fig. 4-5. 1835 — — Rossmdssler, Iconographie, I, pag. 85, tav iz 90) 1856 DAUDEBARDIA — Bourguignat, Amenités Malacol. I, pag. 93. Caroti raccolse nella Valle del Tacquisara alcuni esem- plari che riferisco all’ attuale specie perchè ne hanno tutti i principali caratteri, sebbene debba notare che paragonati con tipi provenienti da Monaco di Baviera e che ho avuti dal signor Clessin, differiscono per avere l’ultimo anfratto — 145 — meno allungato e relativamente più largo, e per essere ur poco più rugosi e striati nel ‘senso degli accrescimenti, ciò che si scorge solo con l’aiuto di una buona lente. Bensì questo identico carattere lo riscontro pure su esemplari del Casentino (ne ignoro la esatta località) di Basilicata nel- l’abetina del principe di Sant’ Antimo e della Petrosa del Pollino (Caroti 1880). Tra le figure citate quella che a parer mio dà l’idea la più esatta della D. rufa, è l'illustrazione di C. Pfeiffer, perchè tanto Draparnaud quanto Férussac hanno rappresen- tato la conchiglia troppo rotonda, con l’ultimo giro non abbastanza allungato. Anzi la figura di Draparnaud, astra-. zione fatta dall’ ombelico, assomiglia piuttosto ad una Vi- trina, che ad una Daudebardia. 3. Daudebardia Sardoa. 1873 HELICARION SaRDOUS /ssel, Di alcuni Moll. raccolti nell’ isola di Sardegna dal D. Gestro, in Ann. Mus. Civico Genova, IV, pag. 279, fig. 1-5. (Novembre). 1876 DAUDEBARDIA SARDOA Pfeiffer, Mon. Helic. vivent. VII, (Addenda) pag. 509, n. 2.° ORRAUISSELIA ...-....4%. Bourguignat, Syst. Européen, pag. 20, n.14. 1878 DAUDEBARDIA SARDOA Pfeiffer, Nomencl. Helic. viven- tium (Opus post.), pag. 5, n. 2.3 Venne descritta da un unico esemplare raccolto dal D. Gestro nella Valle del Tacquisara (Ogliastra). Detto tipo è depositato nel Museo civico della città di Genova ove lo vidi nel 1877 sebbene a quell’ epoca poco o punto mi occu- passi di molluschi terrestri soprattutto europei. Caroti ne rinvenne pure un solo esemplare, ma questo Bull. della Scc. Mal. It. Vol. VIII. 10 — 146 — privo del suo mollusco, al di sopra di Osini, gola S. Gior- gio (Ogliastra). La forma della conchiglia ha la maggiore analogia con la D. Fischeri, Bourguignat. Il D.' Issel dice di aver veduto l’ animale dopo che aveva subita una lunga immersione nell’ alcool. Esso indica di aver osservato all'estremità della coda il poro mucoso che caratterizza il genere Helicarion, sebbene esso pure osservi che questo genere non faccia parte del sistema europeo. Basandosi su questo carattere il signor Bourguignat fondò il suo genere Isselia, che però mi astengo da adottare sino a tanto che non sieno stati fatti studi anatomici su questo mollusco, tanto più che non lo vedo accettato dai maestri della scienza. 2. Fam. HELICIDA. III. GEN. Vitrina DRAPARNAUD (1801). 4. Vitrina pellucida. 1774 HeLIx PELLUCIDA Muller, Verm. terr. et fluv. bist. IE pag.bgnaglo: 1813 VITRINA — Goertner, (non Draparnaud) Conch. Wilt, pag. 34. 1854 — — Chemnitz, Conch. Cabinet, ed. II, V2- trina, pag. 6, n. 1, tav.I, fig. 14-17 (fig. 16 bene). La forma tipica di questa specie, stando al paragone di esemplari che provengono dalla Svezia e da Meudon presso Parigi, non vive in Sardegna. Vi si rinviene invece una varietà o mutazione che nella mia collezione italiana distinguo come forma y la quale è caratterizzata dall’ ultimo anfratto più compresso sopra e — 147 — sotto alla periferia, per apertura più allungata, più obliquà e più scendente. Quella che Férussac nel Prodrome n. 7 chiama Helico- limax pellucida, e che è rappresentata alla tav. IX, fig. 6 della Histoire générale et particulière des Mollusques, ne dà un’ adeguata idea. Caroti ne rinvenne alcuni pochi esemplari nella foresta di Monte Cresia, nella Barbagia. Siccome ho già in pronto uno studio critico e sinoni- mico sulle Vitrina che vivono in Italia, e che spero potere in breve pubblicare; siccome molto, anzi moltissimo, avrei da dilungarmi sulla Vifrina pellucida, allorquando inco- minciassi a spiegare i miei apprezzamenti in proposito; così preferisco rimandare ad un apposito articolo quanto con- cerne le specie di questo genere. IV. GEN. Hyalinia Acassiz (1837). HyALINIA (s. str.) 5. Hyalinia Balmei. tavenbofio; #: 1878 ZonITES BALMEI Shuttleworth, Notitiee Malacologice, Beitrag z. naheren Kenntn. der Mol- lusken, II Heft (text von P. Fischer, pag. 6, tav. II, fig. 3 (!). 1879 HyrALINA — Paulucci, Etude critique sur quelques Hyalina de Sardaigne, in Journal Conehyliologie, XXVII, pag. 15. (1) Non Helix Balmei, Potiez et Michaud, Galerie Moll. Museum Douai I, pag. 120, n.° 142, 1838, Helix flavida Ziegler in Rossmàssler 1839. Vedi Paulucci, Journal Conchyliologie 1879, Vol. XXVII, pag. 6 e seguenti. — 148 —. Abita i dintorni di Laconi presso le scogliere, a Osini ai piedi del muro della Cappella di S. Giorgio e la Valle del Tacquisara (Ogliastra) Caroti. La forma più comune dell’ attuale specie, giudicandone dagli individui raccolti nelle località esplorate dal signor Caroti non è quella figurata nelle Notitia Malacologica; sarebbe invece una forma più grande e in generale prov- vista di apertura un poco più ovale allungata e più scen- dente, anche l' ultimo anfratto è più compresso di cale che si possa supporre da quella illustrazione. Siccome però il professor Studer, conservatore del Museo di Berna, ebbe la gentilezza d’inviarmi (2 Dicembre 1879) in comunicazione quattro esemplari i quali avevano appar- tenuto al signor Shuttleworth, e che perciò rappresentano il tipo originale della specie, così mi riuscì facile lo sce- gliere, fra i miei numerosi individui delle sunnominate lo- calità, 6 di essi a quelli assolutamente identici per forma, grandezza e colore, e procurarmi in tal modo un tipo con- forme a quello del Museo di Berna. . Questo mio tipo proviene dai dintorni di Laconi, da una località ove dominano delle alte scogliere calcaree ai piedi delle quali tra i rottami e le scaglie di roccia vivono na- scosti numerosi individui di questa Hyalinia. Nella mia collezione ho distinte alcune forme; una de- pressa, una convexiuscula che è di dimensioni leggermente maggiori ed una subangulata. Ciò dimostra che la specie subisce diverse modificazioni, sebbene tutte queste forme: vivano promiscue al tipo nelle tre località. Quello però che resta costante su tutti gli esemplari che ho esaminati, è la forma dell’ ombelico, lo svolgimento lento e regolare dei suoi anfratti, la sua scultura poco marcata, il colore corneo, ialino e lucido dal lato superiore, biancastro madreperlaceo da quello inferiore. — 149 —- 6. Hyalinia albinella. nespisava lt, fig. .1. Testa depressa, discoidea, aperte umbilicata, diaphana, opaca, fragili, supra subcomplanata, striatula, pallide cor- neo-albescens, vel pallide cornea, subtus convexiuscula, nitidissima; — striis irregularibus, ad suturam subcri- spulatis; — spira parum elevata; — apice minuto, nitente, levigato; — anfractibus 6-7 convexiusculis, compressis (pri- mi sub valida lente eleganter et minute cancellatis), re- gulariter crescentibus, sutura marginata, profunda, sepa- ratis; — ultimo latiore, depresso-rotundato, non descen- dente, subtus convexiore; — apertura obliqua, lunato ovata, vel comprexiuscula; — margine umbilicari breviter reflexo; — peristomate simplici, acuto. Diam. major 13-16; — minor 11 ?/,-14; — alt. 58/7‘ mill. Habitat în diversis locis insula Sardinice. Conchiglia depressa, in forma di disco, provvista di om- belico non troppo largo (nell'interno del quale si scorge una piccola porzione del penultimo anfratto) diafana, opaca, fragile, superiormente quasi pianeggiante, più convessa in alcune varietà, sottilmente striata, color corneo biancastro pallido ovvero corneo sbiadito, sotto un poco rigontia e li- scia, lucida; — strie irregolari leggermente increspate in- torno alla sutura; — spira piuttosto rilevata; — apice pic- colo, liscio, lucente; — anfratti 6-7 appena convessi (i primi osservati con buona lente appariscono elegantemente e mi- nutamente cancellati, questa specie di reticolazione in alcuni esemplari è diffusa su tutta la parte superiore) crescono rapidamente e sono separati da profonda sutura marginata; — l’ultimo è regolarmente un poco più allar- gato, depresso, rotondo, diviene più convesso al di sotto a — 150 — misura che si avvicina all'apertura; — questa è obliqua, ovale, alquanto compressa; — peristoma semplice, acuto. Questa specie è stata raccolta dal signor Caroti nel giardino botanico e nell’ anfiteatro di Cagliari, a Laconi ed a S. Sofia nel Sarcidano, ad Osini e Gola S. Giorgio nel- l’Ogliastra. Tutti gli esemplari di queste diverse località hanno un carattere uniforme facilmente riconoscibile, tutti si distinguono principalmente e a colpo d”occhio per il color pallido ed opaco del loro guscio. Nella mia collezione ho distinto le seguenti forme o mutazioni. Tipo. — Forma depressa, spira poco rilevata, colore pallidissimo quasi sbiancato. Abita Cagliari e S. Sofia. B — Guscio ancora più sottile e fragile, ombelico un poco più stretto, scultura più marcata. È stata raccolta sopra Osini, Gola S. Giorgio. y — Esemplari più grandi, di forma più rilevata con ultimo anfratto più arrotondato, e colore meno sbiadito, più biondo. Provengono da Osini. Da questi si scorge una non lontana analogia con la H. Balmei Shuttleworth, dalla quale bensì si distinguono, per lo sviluppo della spira, per l’ultimo anfratto più allar- gato e meno arrotondato, per apertura più ovale. Il colore è affatto diverso. Ho prescelto per tipo dell’attuale nuova specie gli esem- plari più pallidi e più depressi perchè si trovano in mag- gior numero e sono più diffusi non solo, ma anche perchè essendo per tal colore più distinti dalle altre specie con- generi, rimarrà più facile rimarcarne i caratteri differen- ziali e riconoscerli da ogni altra. 7. Hyalinia Nevilliana. DISpo Rave io meo. Testa discoidea, late umbilicata, diaphana, nitida, so- — 151 — lidiuscula, supra cornea, sub-convexo depressa, minute vel obliterato striatula, subtus pallide lactescente, planu- lata; — spira convexa, declive; — apice minuto, levigato, prominente; — anfractibus 6-6 '/, planulati (primi lente ultimo velociter crescentibus) sutura impressa divisis; — ultimo majore, depresso, supra medio subangulato, subtus converxiore, ad aperturam non dilatato nec descendente; — apertura lunato rotundata; — margine columellare re- ctiusculo-descendente; — peristomate simplici acuto. Diam. major 11 ‘/,-13; — minor 10-12; — alt. 3'/4-4‘/ mill. Habitat Calaris, Sardinia. Conchiglia discoidea, depressa, fornita di largo ombelico (nell'interno del quale si scorgono tutti gli anfratti sino all’ apice, disposti in guisa che parte dell’inferiore è sempre lasciato in parte scoperto dal superiore) diafana, nitida, assai solida, superiormente di color corneo, alquanto con- vessa, ma sempre depressa, minutamente e leggermente striata, inferiormente pianeggiante, con una tinta pallida tendente al latteo; — spira convesso-declive, apice piccolo, levigato, proeminente; — anfratti 6-6 ‘'/, (i primi crescono lentamente, l’ultimo assai più presto) separati da sutura impressa; — l’ultimo più grande pressochè pianeggiante, quasi angoloso, anzi carenato in prossimità dell’ apertura al di sopra della periferia, la carena si oblitera quindi mano a mano che il giro si approssima all'apertura; — questa è arrotondata, lunare; — peristoma semplice, acuto. Abita a Cagliari ove Caroti ne rinvenne nell’anfiteatro tre soli esemplari. La Hyalinia Nevilliana differisce dalla H. albinella; 1.° per anfratti più pianeggianti — 2.° per scultura più obli- terata e per non aver nessuna tendenza ad essere cancel- lata o reticulata — 3.° per aver l’ ultimo giro più compresso e più allargato — 4.° per ombelico più allargato non solo — 152 — ma anche per l’interna sovrapposizione dei giri di spira i quali si scorgono sino all'apice — 5.° per maggiore de- pressione. dal lato dell’ombelico — 6.° per apertura più pic- cola, più orizzontale, meno scendente, non obliqua. Mì è grato dedicare questa specie al signor G. Nevill di Calcutta, noto distinto malacologo il quale si è princi- palmente occupato dello studio della Fauna terrestre e flu- viale dell'India e che ha pur pubblicato nel 1880 un lavoro sulle conchiglie fossili e viventi dei dintorni di Mentone, imponendo il mio nome ad una Clausilia fossile. Lo prego accettare questa lieve i e della mia considera- zione e gratitudine. 8. Hyalinia Libysonis. n. sp. tav. I, fig. 4. 1876 HYALINA OPACA Adami, Moll. raccolti nei dintorni di Sassari (in Bull. Soc. Malacol. Italiana, pag. 219, n.° 3). 1878 = — Paulucci, Matériaux, ecc. pag. 2, n.°8 (non H.opaca, Shuttleworth). 1879 — Lisysonis Paulucci, Journal Conchyl. pag. 19, EEA Testa umbilicata, pallide corneo-lutescens, discoidea, subcomplanata, superne subopaca, striatorugosiuscula, in- ferne striatula, nitidula, subtranslucida; — anfractus 6 regulariter et lente crescentes, convexiusculi; — sutura impressa, submarginata; — anfractus ultimus medio obso- lete angulatus, infra aliquantum convexus, prope umbili- cum parum declivis; — apex albescens, lavis, plerumque subimmersus; — apertura transversa, semilunaris; — pe- ristoma simplex; zi margines aperture callo columellari tenui, dilatato juncti; — margine superno regulariter ar- cuato, basali valde obliquo, supra umbilicum leviter reflexo; — 153 — umbilicus profundus, vix ‘'/, diametri basalis aquans et partem internam anfracium usque ad apicem exibens. Diam. maj. 10 ‘/, — minor 95/ — alt. 4'/, mill. Habitat prope Sassari Sardinie. Conchiglia ombilicata (alcuni esempiari lo sono più lar- gamente altri meno, ma in tutti però sì scorge all’ interno lo svolgimento degli anfratti sino all’ apice ed i giri supe- riori riposano su parte della spessezza degli inferiori) pal- lida, corneo giallastra, rotonda, pianeggiante, superiormente striata, rugosa e quasi opaca, inferiormente lustra quasi diafana e più leggermente striata; — 6 anfratti convessi che crescono lentamente e regolarmente; — sutura impressa ornata da una stretta marginatura poco apparente e più pallida; — ultimo anfratto alquanto angoloso alla periferia, sotto piuttosto convesso e leggermente declive in prossi- mità dell’ ombelico; — apice biancastro, liscio, spesso un poco incavato; — apertura obliqua, trasversalmente allungata e semilunare; — peristoma semplice; — margini dell’ aper- tura riuniti da un callo columellare sottile ma assai esteso; — il superiore regolarmente arcato, il basale obliquo e un poco ripiegato sull’ ombelico. Questa specie è ben distinta dalla H. Balmei, Shutt- leworth, (H. opaca, Shuttleworth) di cui ho avuto tra mano gli esemplari tipici per paragone. Credo che la H. Libysonis, venne raccolta primiera- mente dal Maggiore Adami nei dintorni di Sassari e fu da lui comunicata al signor Appelius che la chiamò A. opaca, Shuttleworth. Ad appoggio della mia supposizione sta il fatto che il sullodato Maggiore Adami scrive (pag. 221 loc. cit.) di aver consegnato il materiale da lui raccolto in Sardegna al compianto signor Appelius onde lo determinasse, e che cinque dei miei individui mi furono dati appunto da que- — 154 — st ultimo, col nome di Hyalina opaca, Shuttleworth, e come provenienti da Sassari. Caroti ha pur raccolto questa specie nell’ anfiteatro di Cagliari ed a Muravera (Sarabus) ma quivi in un unico esemplare, il quale differisce dal tipo per il suo ombelico un pochino più allargato. La forma generale della specie è alcune volte un poco più alta e convessa, tal carattere si verifica non solo sull’esemplare di Muravera, ma anche sopra a qualcuno di quelli di Sassari. Devo al signor H. Dohrn una forma raccolta nei dintorni di Sassari, in pochi esemplari, la quale diversifica dal tipo pel suo ombelico un buon poco più allargato. Ma ho inoltre un individuo anche dei pressi di Sassari il quale mi serve di intermedio fra il tipo e quest'altra forma e mi prova che non potrebbesi da quello dividere. 9. Hyalinia oppressa. iav.i dito De. 1878 ZoxnIiTES oPPRESsA Shuttleworth, Notitia Malacologica Beitrag z. nàheren Kenntn. der Mollusken, II Heft (text von P. Fischer) pag. 6, tav. II, fig. 4. 1879 HyYALINA — Paulucci, in Journal Conchyliologie, XXVII, pag. 18;en:0 2: Il tipo di Shuttleworth venne stabilito sopra un indivi- duo unico riportato da Blauner nel 1844. Ed è questo esem- plare, deposto al museo di Berna, che ha servito alla dia- gnosi latina comunicata dal professor Studer al D." Fischer. È indicata della Sardegna. Nella mia collezione possiedo pure un esemplare di que- sta interessante specie che sino ad oggi non trovo menzio- nata da verun autore. Essa mi venne donata dal signor — 155 — H. Dohrn assieme a diverse altre specie di Sardegna e venne raccolta nei dintorni di Sassari. 10. Hyalinia pura. 1830 HELIX PURA Alder, Cath. Northumberland, Moll. pag. 12. 1853 ZoniTEs PuRus Forbes et Hanley, Brit. Mollusca, IV, | pag. 37, tav. CXXI, fig. 5-6. 1862 — — Jeffreys, Brit. Conch.I, pag. 164, n.° 4, Vigtav. I, fio4. 1876 HvALINIA PURA Westerlund, F. Europea Prodromus, Pag. 209, D° 30, Var. lenticula. lavo, (168 1 1837 HELIX LENTICULA (Helicella) Held, in Oken, Isis, p. 303. Il tipo, per quanto mi consta almeno, non vive in Italia, ove è sparsa invece sulle vette degli alti monti di tutta la penisola e della Sardegna e Sicilia la sunnominata varietà, la quale identica ad esso pei caratteri di forma ne diffe- risce unicamente per quello del colore. Infatti mentre la forma tipica propria dell’ Inghilterra, Germania e Svizzera è perfettamente bianca o appena ten- dente al giallastro pallidissimo, la varietà si distingue per color corneo pendente in marrone più o meno carico. Caroti la raccolse nella foresta di Monte Cresia presso Aritzo. Nella mia collezione italiana lho inoltre rappresentata delle seguenti località. Salita di Monte Croce vetta di que- sto stesso monte, m. 1633, e Lacuna presso Campitello, nel Comelico superiore, (Caroti Paulucci); Edolo nella provincia di Brescia (Adami); Verna nel Casentino m. 1100 (Caroti); — 156 — Boscolungo nell’ Appennino Pistoiese m. 1300 e Cascina Vec- chia presso la Vallombrosa m. 1000 (Paulucci Caroti); Monte Amiata in località denominata la Scarpa m. 1200 (‘'); Piana del Pollino m. 1800 nella Basilicata, Petrosa del Pollino nella Calabria (Caroti). Nei Matériaux, pag. 2, n.° 40, avevo confuso sotto il nome di H. hammonis Stròm anche l’attual varietà. Ciò per mi- seria di materiale di confronto e per mancanza di pratica. Sono lieta di poter rettificare questo involontario errore. La H. hammonis Stròm (1765) della quale la H. striatula Gray (1821) è sinonimo, mi resulta propria delle pendici alpine sul nostro territorio, nè la conosco di località più meridionali. Credo pure si debba riferire alla nostra attual varietà la H. nitidosa Benoit (non Férussac) (*) la cui diagnosi l’autore siciliano copia da Pfeiffer (°) e la cui figura quan- tunque non molto finamente eseguita combina però benis- simo con la H. pura. | La sinonimia della H. pura è assai intricata. Ho posto ogni mia cura onde riuscire a farmene un giudizio esatto e cercherò di spiegarlo nel miglior modo. Bourguignat (‘) parlando dello Zonites nitidosus Férus- sac, scrive: « Monsieur Moquin Tandon dans son MHisfoîre des Mollusques de France, tome II, 1855, ainsi que plu- sieurs autres auteurs, ont eu grandement tort de con- siderer cette espèce toute speciale à la France, comme identique à l’ H. pura d’Alder qui est une espèce toute (1) Mi sembra probabile che la Hyalina striatula Gray indicata da Bo- nelli nel Catalogo dei Moll. raccolti nei dintorni di Siena, in Atti Soc. Ital. sc. naturali, Vol. XV, pag. 404, 1872, debba invece essere riferita alla H. pura, var. lenticula, Held, non alla H. hammonis Stròm. (*) Illustrazione sistem. critica Sicilia, pag. 160, n.° 54, tav. III, fig. 29, 1859. (*) Helix pura Pfeiffer, Mon. Heliceorum viventium, I, pag. 96, n.° 239, 1848. (*) Malacologie terrestre et fluviatile de la Bretagne, pag. 50 (1860). — 157 — differente et appartenant au groupe du Zonites crystal- linus ». Moquin-Tandon (') col nome di Zonites purus Alder rappresenta infatti una conchiglia che sembra dover appar- tenere ad una Vitrea, ma che indubbiamente non ha verun rapporto con la H. puru; nella sinonimia poi vi pone lo Z. viridulus Menke, cioè una forma affine alla H. hammo- nis Stròm e la H. vitrina Férussac che da quanto affer- mano Dumont e Mortillet (*) non è altro se non la H. Pe- tronella Charpentier, che quest’ ultimo autore aveva in primo luogo inviato a Férussac con la denominazione di H. vitrina, che dipoi cambiò, tal nome essendo anterior- mente appropriato ed accettato per una specie del Brasile. Mabille (*) parlando della H. pura la dice speciale all’In- ghilterra. Si capisce che esso è solidale con le opinioni del Bourguignat per cui è inutile farvi sopra commenti. Locard (*) accetta una H. nitidosa Férussac, pag. 54, e la H. riadutala Alder, pag. 57, citando le figure 21-22 della tavola VIII, di Draparnaud, Histotre. Ora Férussac per la sua ZH. nitidosa (*) che dice di Fran- cia e di Svizzera cita le figure 21-22 della tavola VIII di Draparnaud, Histoîre, il quale (pag. 117) le chiama H. niti- dula, var. R e la caratterizza per « minor, magis striata ». Il signor Jeffreys che ha avuto in mano i tipi della colle- zione Draparnaud onde paragonarli scrive (°) che la MH. ni- tidula B corrisponde per due esemplari allo Z. radiatulus Alder (H. hammonis Stròm) ed un altro allo Z. purus Alder. Sono debitrice dei miei tipi di H. pura Alder, al signor Jeffreys e provengono dall’ Inghilterra, altri ne ho pur ri- () British Conchol. I, pag. 310, 1862. — 158 — cévuti dal signor Ponsomby. Il signor Westerlund me ne ha favoriti di Svezia. Noto che i primi sono alquanto più piccoli più giallognoli (in parte) e con apertura un poco più arrotondata e meno scendente di quelli di Svezia, in mas- sima però sono compagni. Quelli raccolti nel Cadore sono conformi a quelli del continente. Devo i tipi della varietà lenticula al signor Boettger, provengono dai dintorni del lago di Stieritz presso Berlino, non trovo fra questi e quelli d’Italia la minima differenza. Da tutto quanto ho superiormente scritto mi sembra re- sulti, in primo luogo che non è punto esatto che la H. pura Alder sia una specie appartenente al gruppo delle H. cry- stallina siccome lo insegna il signor Bourguignat. In se- condo luogo che non è vero che la H. nitidosa Férussac sia speciale alla Francia, giacchè anche il suo autore la in- dica pure di Svizzera. In terzo luogo, che la figura di Moquin-Tandon non può venir riferita alla H. pura Alder nè alla H. nitidosa Férussac. In quarto luogo, che la H. nitidosa Férussac, bisogna necessariamente sia la H. ham- monis Stròm, siccome l’ osserva molto giustamente il signor Westerlund loc. cit., e per conseguenza il nome di H. nî- tidosa diviene assolutamente un sinonimo di H. hammonis. E finalmente, che la H. striatula Gray 1821, H. nitidosa Férussac 1822, H. radiatula Alder 1830, sono tutti sino- nimi della H. hammonis Stròm 1765. — 159 — STUDIO SINONIMICO SULLA Hyalinia (Helix) obscurata DI DIVERSI AUTORI —Ccf_2_DdLr— Conosco al presente nientemeno che sette diverse specie di Hyalinia, le quali a vicenda, sia contemporaneamente sia successivamente sono state riferite da varii autori alla H. obscurata Porro. Per parte mia ho pur contribuito non poco alla diffusione di falsi apprezzamenti rapporto a detta conchiglia. Per cui ora che mi è concesso di dileguarli, ne profitto con massima sodisfazione passando accuratamente in rivista queste diverse specie, assegnando ad ognuna un nome, descrivendo quelle che non sono ancora state pub- blicate e facendole figurar tutte, affine di render finalmente possibile ad ognuno di giudicare dei caratteri differenziali propri a ciascuna di loro. 4. Hyalinia obscurata. lav; be. 2: 1840 HELIX oBscuRATA Porro (Museum Mediolanense). 1841 — — (pars) Villa Dispositio system. pag. 56, n"8.() () Testa aperte umbilicata, depresso-planiuscula, carina depresso-ova- ta, nitida, duriuscula, corneo-brunnea, substriata; — apertura ovato-de- pressa, oblique lunata; — peristomate simplici, acuto, repando; anfracti- bus sex. Alt. mill. 4-6. Lata 11-17. Helici cellaria Miller affinis, sed major magisque umbilicata et du- riuscula. Habitat in insulis Corsice et Sardinie sicuti prope Genua. — 160 — Testa pervio umbilicata, depressa, supra cConvexa, cor- neo-brunnea, opaca, substriata, duriuscula; — anfracti- bus 5'/, planiusculis, sutura profunda separatis, regula- riter crescentis. ultimo majore, peripheria plus minusve compresso, antice non descendens; — apertura lunari-ova- ta; — peristomate simplice, rectum, acutum; — margine columellari breviter reflexo. Diam. major 13-13 ‘/; — minor 11-11 ‘/,j — alt. 6-6 5/4 mill. Habitat in insula Corsica (Porro). Conchiglia con ombelico aperto, piuttosto largo (nell’in- terno del quale si scorgono gli ultimi due giri di spira) depressa, superiormente convessa, corneo scura, alquanto striata, opaca, piuttosto solida; — anfratti 5 '/2 quasi piani, separati da sutura assai incavata, che crescono regolar- mente, ma il cui ultimo (più grande) è compresso sopra e sotto la periferia, in modo più o meno marcato e non scen- dente vicino all’ apertura; — il lato inferiore della conchiglia è più chiaro, più pallido e più lucente; — apertura lunato- ovata; — peristoma semplice, diritto, acuto; — margine columellare un poco reflesso. Su due esemplari che mi sono stati comunicati uno è alquanto più grande, più alto, più fortemente striato, più solido e la depressione dell'ultimo anfratto essendo più pro- nunziata né risulta nel mezzo della conchiglia una specie di angolosità, bensì molto smussata, che non vorrei quali- ficare come carena ma piuttosto di tendenza ad una leg- gera carena. Devo al professor Cornalia, in grazia della intromessione del professor F. Sordelli, la comunicazione di due individui della attuale specie, appartenenti alla collezione Porro ed esistenti nel Museo Civico di Milano. A quest’ ultimo si- .gnore sono pur debitrice delle seguenti indicazioni, conte- nute in una lettera datata 20 gennaio 1882. — 161 — « Le invio due esemplari tipici della 7. obscurata, Porro, dei migliori su 5 che si trovano in una scatoletta con la indicazione — H. oBscuRATA PoRrRO, 4 NOVEMBRE 1840, Corsica. — Pare dunque debba questa ritenersi per la for- ma tipica. Infatti i signori Villa la descrissero su esemplari avuti dal Porro, di CORSICA, a cui aggiunsero poi per pa- tria anche la Sardegna e Genova. A _ proposito di che osser- verò che nella stessa raccolta Porro conservansi pure esem- plari di Genova, ma sono in scatoletta a parte e sono poi diversissimi da quelli della Corsica; l'etichetta di questi non porta nome specifico, ma la sola indicazione — GENOVA — ». Prego i due egregi sunnominati professori di gradire l’ attestato della mia gratitudine per la loro compiacenza a mio riguardo, in grazia della quale mi è ora dato di poter sapere con sicurezza cosa è e quale è la H. obscurata Porro e di poter così eliminare e correggere ogni inesatto ante- riore apprezzamento sui suoi caratteri specifici. Da quanto precede sì capisce in modo positivo che Porro non aveva nè punto nè poco identificato la forma di Corsica con quella di Genova, della quale il Museo di Milano pos- siede 3 individui che mi sono pure stati comunicati e che sono identici ad alcuni della mia collezione raccolti da me stessa pure a Genova. Per cui i Villa aggiunsero le località « SARDEGNA e GENOVA » arbitrariamente, direi anzi contra- riamente all’ opinione di Porro il quale tenendole in scato- letta diversa e senza distinguerle col nome di H. obscurata, dava a divedere che da questa le riteneva diverse come lo sono realmente e come lo indica lo stesso professor Sordelli. 2. Hyalinia Antoniana. Na \Spyrtawiall, fio. 3. 1836 HrLIX osscuraTA Villa (non Porro) Conchiglie ed i insetti raccolti nell’ isola di Sar- degna. Bull. della Scc. Mal. It. Vol. VIII. 11 — 162 — Di questa specie seguirà la descrizione, perchè fa parte della Fauna Sarda. 3. Hyalinia Porroi. n: !sp.‘tave IOne:04) 1841 HELIX OBSCURATA, (altera pars) Villa Dispositio syst. pag. 56, n° 8. Testa mediocriter umbilicata, depressa, supra planiu- scula, corneo-viridula, lucida, nitida, fragili; — anfracti- bus 5 '/,, leviter convexis, primi lente, regulariter, ultimo ac penultimo celeriter crescentibus, sutura profunda se- paratis; — ultimo majore, ad peripheriam rotundato, in- ferne subconvexo, ad aperturam non descendente; — apertura ovato-rotundata, ampla; — peristomate simplice recto; — margine columellari breviter reflexo. Diam. major 16 ‘'/2; — minor 14; — alt. 7 mill. Habitat Genua. Conchiglia con ombelico non grande, depressa, superior- mente pianeggiante, corneo-verdastra, lucida, liscia, fragile; — anfratti 5 '/, leggermente convessi, i primi crescono lentamente e regolarmente, l’ ultimo e penultimo veloce- mente e sono separati da sutura profonda; — ultimo più grande arrotondato alla periferia ed un poco convesso al di sotto, non scendente in prossimità dell’ apertura; — que- sta assai grande è ovata arrotondata; — peristoma sem- plice diritto; — margine columellare leggermente reflesso, un sottilissimo callo lo riunisce al bordo diritto. Questa è la specie i cui tipi esistono nella collezione Porro, che sono conservati nel Museo di Milano e che Villa Cb = incluse, tanto nelle dimensioni da lui indicate quanto nella località assegnatale, nella H. obscurata da esso descritta. Ho superiormente spiegato che 1 tipi di Porro mi furono gentilmente comunicati e che potei identificarli con individui da me raccolti in un giardino della città di Genova presso l’ Acquasola. Non conosco l’ attuale specie che di tal località. La dedico alla memoria di C. Porro, il primo fra i no- stri connazionali che avesse avuto l. idea ed avesse com- preso l’ utilità di riunire il materiale per preparare la Fauna Malacologica Italiana alla quale aveva appena posto mano quando, giovane ancora, morì fulminato dalla palla di un moschetto che, dicesi, non era in mano di un nemico nè di uno straniero! 4. Hyalinia tropidophora. tav. II, fig. >. 1846 HELIX OBSCURATA Pfeiffer in Chemn. ed. II, Helix pag. 262, n.° 738, tav. CXXI, fig. 16-18 ('). 1853 — — Pfeiffer Mon. Helic. vivent. III, pag. 104, n.° 465. 1869 Zoxrres TROPIDOPHORUS Mabille Archives Malacol. 4.P* fascic. pag. 65. 1879 HyALINA OBSCURATA Kobelt Cont. Rossmàssler Ico- nographie, IV, pag. 22, tav. CLVI, fig. 1586. Credo di non ingannarmi adottando la sopra. indicata sinonimia e credo di non andare errata riferendo alla spe- (') Non Z. obscurata Paulucci, Faun. Malacol. Calabria pag. 47, 1878; nec A. obscurata, Paulucci, Contrib. Faun. Malacol. Italiana, specie rac- colte dal Dott. Cavanna, pag. 13, n.° 6, 1881, che è la ZH. Zsseliana. — 164 — cie attuale la conchiglia descritta da Mabille, che esso dice abitare presso Bastia ed esser stata pur raccolta nei depositi quaternari di Toga sempre in Corsica. Infatti possiedo esemplari subfossili di Toga ove vennero rinvenuti dal D." Major che ebbe la gentilezza di donarmeli, uno de’ quali è appunto quello figurato; e possiedo indivi- dui viventi ad Isola Rossa portatimi dal prof. Giglioli; gli uni e gli altri mentre benissimo combinano con la de- scrizione dell’ autore francese, si adattano egualmente bene alle diagnosi ed alle figure dei malacologi tedeschi, i quali si accordano ad indicare la specie di Corsica ed a dire che le loro illustrazioni furono eseguite sopra individui esistenti nella collezione Rossmàssler. Dico individui, al plurale, perchè scorgo nelle figure del- le due opere una qualche differenza tra l’ una e Vl’ altra, sia nella larghezza dell’ ombelico, sia nella grossezza dell’ ulti- mo anfratto; quantunque bisogna osservare che l' illustra- zione dello Chemnitz sia orrendamente eseguita, e che quella di Kobelt non rappresenti la conchiglia dal lato della spira. D'altro lato non si può mettere in dubbio che queste due figure nulla hanno di comune con la genuina ZH. obscu- rata Porro. 5. Hyalinia fulgida? 1859 HELIX OBSCURATA Benoit (non Porro) Illustraz. sistem. critic. Sicilia. pag. 159, tav. JV, ua. 1879 HyALINA FULGIDA Parreyss teste Kobelt, Cont. Ros- smàssler, Iconographie, VI, pag. 23, tav .CLVINAe: 1587 L’attual conchiglia è propria della Sicilia e non ha la minima somiglianza con la specie di Porro. Non so come il D." Kobelt abbia potuto effettuare l' iden- — 165 — tificazione della Hyalinia siciliana con la H. fulgida Par- reyss, dappoichè questi pone la sua specie nel novero di quelle dell’ impero austriaco (') e precisamente di Schafberg nell’ arciducato d’ Austria, lo che è pur confermato da Ze- lebor (*) pag. 218, n.° 40, il quale ripete la sopra indicata località aggiungendone altre pure tra cui Soos presso Baden. Credo dunque che qualora si voglia conservare il nome di H. fulgida alla specie in discorso bisognerà considerare per suo autore Kobelt, come lo è difatti in realtà e. tro- vare un altro nome per la specie dei dintorni di Vienna, che non ne ha mai posseduto uno regolarmente imposto. 6. Hyalinia Isseliana. ne spo tav DE nali. 1866 ZONITES OBSCURATUS Issel (non Porro) Moll. racc. nella provincia di Pisa (in Mem. Soc. Ital. sc. Nat. Vol: H,m.abs pae. 8. 1868 — — Gentiluomo (non Porro) Cat. Moll. terr. e fluv. To- scana, in Bullet. Malacol. Ital. I, pag. 74. 1875 — LUCIDUS (pars) De Stefani Moll. viv. nella | | Valle del Serchio sup. in Bullet. Soc. Malacol. Ital. I, pag. 4l. 1878 HYALINA OBSCURATA (pars) Paulucci (non Porro) Ma- tériaux pour servir à la F. Mal. de l’Italie, p. 2, n.° 37. (*) Syst. Verzeichniss der im Erzherzog. Oesterreich, bis in Jahre” 1849, aufgefund. Land-und Fluss-Conchylien (Aus den Berichten u. d. Mittheilung. Von Freurd. der Naturwissenschaften in Wien) VI Band, october 1849, seite 97. (£) Nel medesimo periodico, dicembre 1851, — 166 — 1879 HYALINIA OBSCURATA Paulucci (non Porro) Fau- na Malacol. della Calabria, pag. 47, 0016: 1881 — — Paulucci (non Porro) Con- trib. F. Malac. Italiana, sp. racc. dal D.° Cavanna, pag. pnt 0 Testa aperte umbilicata, depressa, supra planulata, tenera, fragili, rugoso-striata, corneo-virescens; — apice minutissimo, obtuso; — anfractibus 5 '/,, planiusculi, irre- gulariter (primis tribus constrictis lente, reliquis majores velociter) crescentibus, sutura profunda separatis; — ulti- mo supra planulato, subtus compresso; — apertura obli- qua, ovato elongata; — peristomate acuto, recto, simplice. Diam. 15‘; — minor 14; — alt. 5 ‘/ mill. Conchiglia con ombelico piuttosto grandetto, superior- mente pianeggiante, delicata, fragile, ornata da strie o ru- gosità apparenti anche ad occhio nudo, distanti le une dalle altre ed irregolarmente disposte, alcune delle quali sono protratte anche sul lato inferiore, di color corneo verda- stro; — apice piccolissimo, ottuso; — anfratti 5 ‘/, piani, che crescono irregolarmente, i primi tre, molto stretti len- tamente, gli altri più grandi velocemente, separati da su- tura ben marcata; — ultimo giro pianeggiante al di sopra, compresso al di sotto; — apertura obliqua, ovato-allun- gata; — peristoma acuto, diritto, semplice. Questa specie è molto sparsa in tutta l’Italia centrale e meridionale, conservo bensì per tipo della nuova Hyalinia la forma che si rinviene nei dintorni dei Bagni di Lucca ove si potrebbe dire che trovasi il suo centro di sviluppo. La conchiglia figurata proviene infatti da una località de- nominata le Fabbriche, a poca distanza dai Bagni. Già nel mio ultimo lavoro pubblicato l’ anno decorso, — 167 — parlando della forma attuale, spiegavo che mi trovavo assai imbarazzata riguardo alla H. obscurata Porro, e che sup- ponevo sotto questo nome dovessero esser confuse più di una specie. Confessavo inoltre che mi ero scelta un tipo a modo mio, scegliendo una forma che fra tutte le Hyalinia ita- liane da me conosciute, meglio si adattasse alle figure dello Chemnitz. Ed oltre che la H. Isseliana vi si accostava realmente un poco, almeno come forma generale, per la depressione dell'ultimo anfratto, per il suo ombelico largo e che mo- stra una parte del penultimo anfratto, non bisogna dimen- ticare che la diagnosi primitiva di Villa aveva successiva- mente subìto le modificazioni di Pfeiffer e quelle di Kobelt, talchè appunto come io l’accennavo in questo mio libro su- periormente indicato, riusciva impossibile di farsi un’ idea esatta dei caratteri da riferirsi alla specie. Finalmente accettando per Hyalinia obscurata, la me- desima specie che per tale adottavano gli altri autori che sì erano occupati della Fauna Toscana, avevo supposto ne resultasse maggior probabilità di una esatta identificazione, giacchè taluno di loro avrebbe potuto forse conoscere la specie di Porro, mentre era a me completamente incognita. Ho superiormente indicato che la H. Isseliana è sparsa nell’ Italia centrale e meridionale. Aggiungo ora che nelle sue numerose stazioni, mentre mantiene un tipo suo proprio, subisce nondimeno alcune modificazioni, le quali consistono principalmente nella forma generale talvolta meno schiac- ciata, nella striatura meno decisa e più obliterata, nel gu- scio un poco meno fragile soprattutto quando gli esemplari sono trovati privi dell’ animale, e finalmente nel colore al- cune volte più giallognolo, meno verdastro. Bensì questi caratteri differenziali si trovano non tutti riuniti sopra in- dividui di una tal data località ma sparsi a vicenda, ora l’uno ora l’altro su esemplari di diverse provenienze, ipa Profitto con piacere d’ imporgli il nome del prof. Issel avendo il medesimo per il primo notato questa specie tra quelle viventi in Toscana, pregandolo di gradirne la dedica come attestato di considerazione e come espressione di gra- titudine per le specie che a varie fiate egli ha avuto la cor- tesia di donarmi ed anche per quelle che dietro mia ri- chiesta ha sempre consentito a comunicarmi, 7. Hyalinia meridionalis. lavi e 2: 1378 HYALINA OBSCURATA (alt. pars) Paulucci (non Porro), Matériaux pour servir a l’ét..de la Faune Mal. de l’Italie, p. 2, n°37° 1881 HYALINIA MERIDIONALIS Paulucci Contrib. alla F. Malacol. Italiana, sp. racc. dal D. Ca- vanna, pag. 14, n.° 7, tav. I, fig. 6 (mala). Anche questa specie è sparsa in moltissime località del- l’Italia centrale e meridionale e vive principalmente nella provincia di Lucca. Mi sembra probabile che altri autori prima e dopo di me l’ abbiano confusa con la falsa H. obscu- rata, ossia con la H. Isseliana, dalla quale differisce, per guscio assai più liscio, per ultimo giro molto più grande, per diverso modo di accrescimento degli anfratti, per om- belico più stretto, per forma di apertura affatto diversa, cioè più orizzontale, meno scendente ed allungata come pure più ovale e più piccola. Oltre queste sette specie, trovo poi nominata dal Mag- giore Adami, dei dintorni di Sassari un’altra conchiglia col nome di Hyalinia obscurata Porro e non so a qual forma debba venir riferita. — 169 — Retinella SAuttleworth (1). 11. Hyalinia Antoniana. ni sp tav Lf R. 1836 HELIX OBSCURATA Villa (*) Conch. ed insetti rac- colti nell'Isola di Sardegna. 1882 HyALINIA ANTONIANA Paulucci in sched. 5 aprile. Testa umbilicata, depressa, supra convexa, corneo- ful- vescente, subtus pallidiore, opaca, nitida, vel inconspicue distantiter striato-cingulata; — spira convexiuscula, apice minuto; — anfractibus 6 '/,, plano-declivis, irregulariter (primi lente regulariterque, ultimo ac penultimo celeri- ter) tcrescentibus, sutura profunda, marginata, separatis; — ultimo maximo, prope umbilicum concavo, ad apertu- ram non descendens; — apertura obliqua, lunato-elongata; — peristomate simplici, recto, acuto; — margine colu- mellari breviter reflexo; — marginibus callo junctis. Diam. major 19; — minor 17; — alt. 10 mill. Habitat ‘in insule Sardinia (Villa). Conchiglia ombelicata, depressa, superiormente convessa, corneo giallastra, cerchiata da strie di accrescimento di- stanti e poco marcate; — spira convessa, apice piccolo; — an- fratti 6 ‘/,, piano declivi, ineguali, i primi crescono lenta- mente e con regolarità, l’ ultimo e penultimo celermente, sono separati da sutura ben marcata e marginata; — ultimo grande, concavo vicino all’ ombelico e non scendente presso (') Gruppo proposto da Shuttleworth e che comprende le ZH. olzve- torum, Hermann, H. fuscosa, Ziegler ecc.; vedi Journal Conchyl. 1879, pag. 02. (°) Non ZH. obscurata, Porro, 1840, =" Tm l'apertura; — questa obliqua, lunato-allungata; — peristo- ma retto, acuto; — margine columellare brevemente ripie- gato sull’ombelico; — margini riuniti da un callo biancastro. Un esemplare di questa bella conchiglia mi fu comuni- cato dal signor A. Villa, col nome di H. obscurata, Porro. In seguito egli spinse la sua gentilezza sino a farmene dono, talchè ora fa parte della mia collezione. Prego l'illustre cav. Antonio Villa, vice-presidente della Società Italiana di scienze naturali e decano dei nostri ma- lacologi, di gradire questa dedica come un tributo di stima e di riconoscenza per aver esso acconsentito con tanta li- beralità a comunicarmi i suoi tipi della Sardegna (ed inoltre a rilasciarmene diversi) ciò che aumenterà di non lieve l’ interesse dell’ attuale pubblicazione. Non saprei paragonare questa nuova specie che con la H. obscurata, Benoit (') di Sicilia, dalla quale differisce bensì per ombelico più stretto, scultura più obliterata, spira più | declive, diverso sistema di accrescimento degli anfratti, l’ ultimo dei quali assai più allargato e finalmente per forma più obliqua e più stretta dell’ apertura. Vitrea Fitzinger. 12. Hyalinia diaphana. 1820 HELIX DIAPHANA Studer, Kurz. Verzeich. pag. 86. 1821 — EHYALINA Férussac, Tableau system. pag. 41, n.° 224. 1837 — DIAPHANA Charpentier, Catal. Moll. Suisse, pas. 9, n.° de, (1) Non Z. obscurata, Porro; — Illustraz. sistem. critica Sicilia, pag. 159, tav. IV, fig. 2, 1859. — Z. fulgida, Parreyss, teste Kobelt, Contin. Rossmàissler Iconographie, VI, pag. 23, tav. CLVI, fig. 1587, 1879. — 171 — 1838 HELIX HYALINA Rossmdssler, Iconographie, VII, pag. 36, tav. 39, fig. 530. 1849 — — Dupuy, Hist. Moll. France, pag. 244, tav. XI, fig. 9. 1852 — —_ Dumont et Mortillet, Hist. Moll. Savoie et bassin du Leman, pag. PARI 1855 ZONITES DIAPHANUS Moquin-Tandon, Hist. naturelle Moll. France, II, pag. 90, n.° 14, tav. IX, fig. 30-32. 1855 — _ Bourguignat, Aménités Malacol. L..pag: 195. 1857 HELIX HYALINA Dumont et Mortillet, Catalogue Critique et Malacost. Savoie et bassin du Leman, pag. 26, n.° 26. 1862 ZONITES DIAPHANUS Bourguignat, Malac. du lac des Quatre Cantons, pag. 22. 1864 — — Bourguignat, Malac. d’ Aix-les- Bains, pag. 27. 1864 — — Bourguignat, Malacol. Gr. Char- treuse, pag. 46. 1868 —- - Moitessier, Hist. Malac. départ. Herault, pag. 20. 1871 — — Mabille, Hist. Malacol. bassin Pa- risien; pag. 1125. 1872 HyYyALINA SUBRIMATA Martens, in Bonelli, Catal. Moll. dint. Siena, in Atti Soc. Ital. sc. Nat., Vol. XV, pag. 404. 1874 — — Reinhardt, Mollusken fauna der Sudeten, pag. 13, n.°.22. 1876 HYALINIA DIAPHANA Westerlund, Fauna Europ. Pro- dromus, pag. 26, n.° 37. 1877 HyYALINA SUBRIMATA Clessin, in Malakozool. Blatter, Vol. XX. pas. 150, tar. di, fig. 8 (mala), — 122 — 1879 HyALINIA DIAPHANA Paulucci, Fauna Malacol. Cala- bria, pag. 48, n.° 17. 1880 ZONITES DIAPHANUS Bourguignat, in Servain, Etude sur les Moll. recueill. en Esp. ‘et en Portugal, pag. 28. 1880. — — Locard, Etude sur les variations Malacologiques, I, pag. 68. 1881 HyALINIA DIAPHANA Paulucci, sp. racc. dal D." Cavan- na in Bull. Soc. Malac. Ital., Vol. VIE pas. 79.055 Sino a pochi anni indietro sembrava che tutti gli autori si trovassero concordì nell’ apprezzamento scientifico della H. diaphana, Studer, sia la chiamassero con questo nome, sia che prescegliessero quello di H. hyalina; ma poco alla volta, dal 1874 in poi, si sono formate due correnti, o se meglio posso esprimermi, due scuole, le cui vedute ed i cui resultati sono così diversi che, credo meriti la pena di fer- marvisi sopra onde studiare l’ una e l’altra con giudizio imparziale, e vedere quale delle due abbia maggior proba- bilità di essere la vera. Passando dunque in rivista i principali autori che si sono occupati della nostra specie, noterò in primo luogo fra i più competenti Charpentier, il quale cita per rappre- sentare la HA: diaphana, Studer, Draparnaud, Histoire, tav. VIII, fig. 18-20 (‘) e che la dice comune in tutta la Sviz- zera, soprattutto nei dintorni di Bex. Osservo che la. cita- zione di Draparnaud, anche corretta, non dà però idea punto netta nè positiva della specie in discorso. Mortillet, loc. cit. pag. 224 cita Rossmdssler, fig. 530, e Dupuy, tav. XI, fig. 9. Fra le molteplici località indicate noterò Bex, le Alluvioni del Rodano, la Grande-Chartreuse, (') Vedi in Dumont et Mortillet, Hisf. Moll. Savoie, pag. 222, la corre- zione di questa citazione, e la spiegazione dell’ errore. — 173 — il bacino di Saint Jean de Maurienne, le parti montagnose della Francia (Alpi, Pirenei) ecc. ecc. Moquin-Tandon ne dà una buonissima illustrazione, ci- tata pure dal signor Bourguignat; esso ripete che la specie vive sui Pirenei, sulle Alpi, in Corsica ecc., ecc. Bourguignat che nei suoi molteplici lavori chiama au- tore della specie medesima Moquin-Tandon, la dice comune in tutta l'Europa, e nella sua rivista dei Zonites di questo gruppo (') la pone nella categoria delle specie non ombe- licate. Sin quì adunque tutti gli autori sopraccitati si trovavano concordi nel comprendere per H. diaphana, Studer, la con- chiglia rappresentata da Rossmàssler e da Moquin-Tandon, ed io per parte mia seguivo le loro traccie senza contrasto. Conviene però osservare che tutti questi sunnominati autori si accordavano pure nel dire questa specie facilmente riconoscibile da ogni altra perchè mancante affatto di om- belico. Il signor Bourguignat fu il primo che notò a Saint Innocent (*) una varietà di essa la quale offriva una leggera perforazione ombelicale. Basandosi su questo carattere di assoluta mancanza di ombelico della H. diaphana, alcuni autori tedeschi, Reinhardt, Clessin, Boettger hanno rilevato che la nostra specie non essendo sovente priva affatto di rima umbilicale non poteva considerarsi ne accettarsi per la specie di Studer. Il signor Reinhardt l’ ha descritta come nuova, col nome di subrimata, ed il signor Clessin non solo l’ha accettata con questa nuova denominazione, ma rettifica pure la sino- nimia della H. diaphana quale la comprende, e vi cita la già indicata figura di Rossméssler, 530, e aggiunge una «nuova illustrazione (°) che rappresenta una conchiglia con ‘) In Servain loc. cit. ( (3) Malacologie d’ Aix-les-Bains, pag. 28, 1864. (3) In Malakozool. Blatter, XXIV, pag. 132, tav. II, fig. 10, 1877. — 174 — spira assai depressa ed ultimo anfratto superiormente ed inferiormente pressochè quadro, la quale (eccettuata l’ asso- luta mancanza di traccia ombelicale) non ha la benchè mi- nìma analogia con quella di Rossmassler. Invece questa figu- ra del Blatter combina a pennello con due individui che mi vennero gentilmente spediti. dal D." Boettger col nome di H. diaphana, Studer. Bensì essi non possono venir riferiti alla fig. 5380 di Rossmàassler, e non hanno veruna analogia con la H. diaphana, quale la comprendo sia paragonandola con le citate figure della sinonimia, sia con gli apprezza- menti di Mortillet e di Bourguignat, sia infine con i miei tipi di Bex, di Savoia, delle alluvioni del Rodano, dei Pi- renel ecc., ecc. Ora, avendo comunicate queste mie osservazioni al si- gnor Boettger esso mi ha risposto (‘'). La H. diaphana deve essere una specie Svizzera e deve essere non ombelicata. Non conosco di Svizzera, del gruppo Vitrea, che una sola specie non ombelicata e questa combina con la forma di Germania, per cui con Clessin accetto questa per diaphana, sebbene possa ingannarmi. Tutta la questione adunque si riduce al valore che de- vesi accordare all’ espressione non ombelicata. Rossmassler per illustrare la H. diaphana riproduce una figura assolutamente priva di traccia ombelicale. Moquin-Tandon rappresenta una conchiglia che è prov- vista di un piccolo foro, la descrive però per « non ombe- liquée, une depression d sa place ». Mortillet la dice « împerforée, seulement mr d'une depression à la place de l’ombelic ». Bourguignat, come ho superiormente indicato cita e de- scrive una varietà che offre una « leggera perforazione ombelicale ». (') In lettera datata 15 dicembre 1881. — 175 — Mabille loc. cit. pag. 125 fa una nuova diagnosi della specie e nella frase latina la qualifica « anguste subobtecte perforata » ed in quella francese scrive: « munie d’ une perforation ombelicale tellement étroite que l'on ne peut que difficilement l’ apercevoîr ». Locard finalmente, loc. cit. pag. 69, indica una varietà che chiama « subumbilicata ». Tutti gli individui che considero come tipi della H. dia- phana Studer, e che ho ricevuti da Bex, in diverse epoche dai signori Blanchet e Suter Naef; dal marchese di Saint Simon, e che provengono da Tour de Gresy in Savoia, come pure quelli dei dintorni di Lione che devo al signor Locard, SONO TUTTI PRIVI DI OMBELICO, È VERO, MA TUTTI PIÙ O MENO SONO PROVVISTI DI UNA DEPRESSIONE OMBELICALE NON SOLO MA SPESSO ANCHE DA UNA RIMA SOTTILISSIMA, MA BEN DI- SCERNIBILE, CON L'AIUTO DELLA LENTE. Questi tipi si accor- dano bene con la forma generale della figura di Rossmàs- sler e perfettamente con quella di Moquin-Tandon, e non combinano necessariamente nè punto nè poco con la HA. diaphana degli autori tedeschi, nè con la figura 10 del Blatter. Bisogna pure considerare che questi tipi dei quali ho superiormente parlato provengono appunto dalle località indicate da Charpentier, da Mortillet e da Bourguignat. Per cui accettando come lo faccio la Helix diaphana Studer quale l’ ho compresa sino ad oggi, mi trovo concorde con gli autori svizzeri e francesi superiormente menzionati, di più resta così esatto il detto di Bourguignat che questa specie è sparsa in tutta l’Italia compresa la Sicilia ('). Mentre se per H. diaphana, dovesse accettarsi la specie quale la com- prendono i sullodati autori tedeschi è positivo, stando al materiale da me sin quì riunito, che non si trova o è ap- pena scarsamente rappresentata nell’ Italia superiore. ('Y Malacologie Algérie II, pag. 345, nota 9. — 176 — Osserverò inoltre che tra le specie prive di ombelico, nella rivista di cui ho sopra parlato, il signor Bourguignat pone al primo posto il suo Zonites apalistus di Algeria. Ora se esamino la figura di esso (‘) e se la paragono con esemplari avuti in comunicazione dal D." Del Prete e che ha ricevuti con egual nome dal signor Juba De Lhotellerie, è positivo che vi trovo lo stesso identico carattere ai rima ombelicale apparente solo con l’aiuto della lente. Le diverse premesse considerazioni mi portano adunque a ritenere per H. diaphana quella stessa che avevo cre- duta ed accettata sino ad oggi per tale; restando così d’ ac- cordo coi summentovati autori svizzeri e francesi, come mi trovo concorde coi tipi che da diversi di loro ho ricevuti. Da questo stato di cose resulta' necessariamente che la H. subrimata, Reinhardt non può più venire accettata come specie distinta ma può solo venir considerata come forma della H. diaphana Studer. Se ciò affermo e sostengo è per- chè possiedo tipi di H. subrimata che devo all’ autore stesso della specie, e ne ho avuti pure con egual nome dal signor Clessin. É poi curioso osservare, in appoggio della mia opi- nione, come il signor Boettger col nome di H. subrimata, mi ha inviato esemplari i quali si riferisconò invece alla forma che adotto per tipo della H. diaphana, perchè com- bina con gli individui di Bex e di Lione, quantunque que- sto malacologo mi abbia scritto che tutte le sue H. sudri- mata, le furono date o vennero rivedute dall’ autore della specie. Questi ultimi esemplari provengono da Luttach nel Tirolo, da dove provengono pure gli individui speditimi dal signor Clessin, i quali bensì si riferiscono invece alla forma subrimata. E pure interessante di leggere la nota di von Martens in aggiunta al Catalogo Bonelli, sulla H. subrimata, dalla quale resulta come esso pure accetta per H. subrimata (') Malacologie Algérie, Î, pag. 77, tav. IV, fig. 17-22, 1864. — 177 — la medesima specie che sin quì si era chiamata H. diaphana, ovvero una forma di questa che sì distingue per avere una sottil rima ombelicale e che è comune molto più del tipo, in tutta la Toscana. Ma tutto questo conferma appunto che la H. subrimata degli autori tedeschi è una H. diaphana modificata e nulla più, la quale probabilmente corrisponde alla varietà indi- cata da Bourguignat, ovvero a quella chiamata subumbili- cata da Locard. Del resto, a scanso di equivoci, voglio ripetere che la H. subrimata non può venire accettata nemmeno come va- rietà della H. diaphana. Infatti possiedo esemplari raccolti alle Cascine di Firenze, i quali mentre hanno l’ apertura di forma più scendente e traversa, l’ultimo anfratto più ri- gonfio e la rima umbilicale, caratteri tutti che li fanno appartenere alla H. subrimata; altri di ugual località, che presentano i primi due caratteri, hanno poi l’ ombelico per- fettamente chiuso e non mostrano il più lieve indizio di perforazione o rima ombelicale. Dunque non è la rima o perforazione più o meno chiusa ovvero aperta che può ca- ratterizzare la forma subrimata, ma bensì il suo insieme il quale però, quanto il tipo e le altre forme, subisce mol- teplici anzi infinite lievi modificazioni. Stando al materiale sin quì riunito nella mia collezione ecco come divido le modificazioni della H. diaphana, e la loro distribuzione. Tipo. — Che ben combina con la figura 530 di Rossmàs- sler. Bex nel cantone di Vaud in Svizzera (Suter e Naef e Blanchet); alluvioni del lago del Burget in Savoia (Locard); Tour de Gresy in Savoia (Saint Simon); Eaux Bonnes, dipart. Bassi Pirenei (Paulucci); Luttach presso Weissenbach nel Tirolo (Boettger); Maiborghetto nella Carinzia (Westerlund); Nabresina presso Trieste (Paulucci); Verna nel Casentino (Caroti); Cascina Vecchia sull’ Appennino Vallombrosano e Bull. della Scc. Mal. It. Vol. VIII, 12 — 178 — Sammezzano nel comune di Reggello (Paulucci, Caroti); Calaforno presso Giarratana in Sicilia (Cafici). ForMA f — A spira più depressa che nel tipo. Dintorni di Lione (Locard); Avellana nell’Umbria (Ca- vanna); Cascina Vecchia sull’ Appennino Vallombrosano, m. 1008 (Paulucci, Caroti); Monti tra Saroch e S. Pietro di Pula, e Valle del Tacquisara nella Sardegna (Caroti). FoRMA y — ‘Apertura inferiormente più arrotondata. Brescia, mura del Castello e Passo Zovelli m. 1900 in Valle di Scalve (Adami); sulla salita al lago di Misurina a circa m. 1200, Cadore; e sulla salita al Monte Croce nel Comelico superiore, dai 1000 ai 1600 m.; Boscolungo sul- l'Appennino Pistoiese, m. 1350 circa; presso la chiesa di Pancole nel comune di S. Gemignano (Paulucci Caroti); Monteleone sulle mura del Castello, nella Calabria (Caroti). FORMA SUBRIMATA. — regione ombelicale più o meno marcata da una distinta rima; apertura più scendente, più traversa, più grande; ultimo anfratto più rigonfio; colorazione în generale un poco più verdastra ('). Waldenburg nella Slesia (Reinhardt); Luttach nel Tirolo (Clessin); Montemignaio nel Casentino (Caroti); Sammez- zano nel Comune di Reggello, comunissima nei prati, a m. 200-250; Cascine di Firenze nei prati; detriti di bocca d’ Arno presso Pisa (Caroti Paulucci); detriti della Val d’'Era (Lawley); Siena; Ponte Stazzemese; Viareggio; Bozzano e Montramito (collezione Del Prete); Avezzano in Abruzzo Ulteriore II.° e Santa Cristina Vecchia nella Calabria (Ca- roti). Conosco di questa stessa forma scarsi individui raccolti nel Cadore i quali hanno l’ anfratto ultimo più ri- ('Y Non è esatto che le dimensioni sieno sempre minori. — 179 — gonfio di quanto si osserva generalmente, sebbene gli altri caratteri restino concordi. Questa è la forma più comune che si rinviene in Italia, e ciò che è interessante di osser- vare è come essa viva egualmente a grandi altezze quanto in prossimità immediata del mare. Non cito la figura del Malakozoologisce Blatter che do- vrebbe rappresentarla perchè è fatta in guisa tale che non la capisco. FORMA SUBELATA. — Differisce dal tipo per tutti i ca- ratteri pei quali si distingue la forma subrimata. Ma la sua spira è inoltre relativamente assai alta e la sua aper- tura piuttosto grande, ovale arrotondata, è scendente e traversa. Venne raccolta dal signor Caroti in Basilicata cioè al Pizzuto di S. Michele, a m. 1100, e ad Avigliano nell’ Abe- tina del principe di Sant’ Antimo. Ho già indicato che la H. diaphana, Studer, è indicata come vivente in Corsica da Moquin-Tandon. In Sardegna oltre le due località ove l’ ha raccolta Ca- roti, cioè nella Valle del Tacquisara e dei monti tra Saroch e S. Pietro di Pula, non la trovo nominata da nessuno, a meno non vi si debba riferire la H. crystallina elencata con punto interrogativo dal Maggiore Adami, forse appunto per- chè non vedendo in essa l'assoluta mancanza di traccia om- belicale, vedendovi anzi una piccola rima, non avrà saputo a quale specie poterla riferire positivamente. Prima di terminare, propongo venga imposto, alla specie chiamata dai moderni autori tedeschi Hyalina diaphana, il nome di Hyalinia equegyra, giacchè i suoi anfratti sono così uniti, e si svolgono così regolarmente. La già indicata figura del Malakozoologische Blatter ne dà una idea per- fettamente esatta. Bisognerà necessariamente correggerne la sinonimia e togliervi la citazione della figura 530 di Ros- smàssler. — 180 — La Hyalinia equegyra, sembra vivere in Svizzera, da quanto mi ha accennato il D." Boettger, e vivere pure in” Germania. Gli esemplari che devo alla cortesia del sullodato malacologo provengono dai bagni di Teplié presso Weis- skirchen nella Moravia, ma ne possiedo un altro pure che venne raccolto da Caroti nel 1880, nei dintorni di Adel- sberg. 13. Hyalinia petricola. n. Sp., tav. II, fig. 6. 1880 HyYALINIA PETRICOLA, Paulucci in sched. Martins. Testa minuta,convexo-depressa, profunde et pervio um- bilicata, albidula, crystallina, fragili, nitente, supra polita (ac sub lente levissime striatula) subtus levigata; — spira subplana, apice minuto, obtusiusculo; — anfractibus 5-6, subconveris, regulariter ac celeriter crescentibus, sutura profunda, marginata separatis; — ultimo majusculo, de- presso-rotundato, subtus vix complanatus, ad aperturam non dilatato nec descendente; — apertura parum obliqua, lunata, margine columellari breviter reflexo; — margini- bus callo lato, opaco, tenue, junctis; — peristomate sim- plici acuto. Diam. major 3 '/-4 '/,; minor 3 ‘'/-3 %;, alt. 1'/21 %; Habitat în diversis locis insule Sardinia harens ad lapides et saxa. Conchiglia assai piccola, convesso depressa,. profonda- mente ombelicata (con pareti interne unite, perpendicolari, senza che vi si scorgano le sovrapposizioni dei diversi giri) biancastra, cristallina, fragile, lustra, polita (osservata con buona lente è leggermente striata), inferiormente liscia; — spira pianeggiante, apice piccolo, piuttosto ottuso; anfratti — 181 — 5-6 alquanto convessi, che crescono regolarmente e velo- cemente, separati da profonda sutura (alcuni intorno a questa sono leggermente increspati) delicatamente margi- nata; — ultimo più grande, depresso, arrotondato, quasi piano al di sotto, non dilatato nè discendente in prossimità dell’ apertura, tende anzi a risalire; — apertura leggermente obliqua e lunata; — margine columellare appena ripiegato; — margini riuniti da un callo largo opaco e sottile; — peristoma semplice, acuto. Caroti raccolse diversi esemplari di questa conchiglia nei dintorni di Laconi; — nel bosco (salto) di S. Sofia nel Sarcidano è nella Valle del Tacquisara. Alcuni altri indivi dui vennero rinvenuti nei dintorni di Sassari dal sig. Dohrn il quale ebbe la gentilezza di comunicarmeli sapendo che mi accingevo a fare uno studio sulla fauna malacologica di quest’ isola. È interessante, ma non unico, il modo di stazione del- l’attuale piccola specie che vide sotto ai sassi e vi si at- tacca così forte che accade troppo sovente di romperne il guscio nel volersene impossessare. E infatti noto che molte Hyalinia di questo gruppo abitano tra la borraccina, nei prati, ovvero sotto e fra le foglie putrefatte; sebbene nel Cadore, per esempio, ci sia pure accaduto spesso di racco- gliere le Vitrea attaccate ai sassi, bensì non vi aderivano in modo da romperle per prenderle. Questa specie è diversa dalle H. crystallina Mùller, dia- phana Studer, e forma subrimata Reinhardt, per forma generale più depressa. Si distingue inoltre, dalla crystal- lina per ombelico più stretto, fatto differentemente, per forma della spira, i cui anfratti si svolgono altrimenti, per maggior depressione dell'ultimo giro dal lato inferiore, per apertura più ovale o più allungata. Dalla diaphana differisce per l’ ombelico .aperto e per l'accrescimento dei giri le cui proporzioni sono tutt’ altre, mentre poi vi sì approssima per la forma dell’ apertura; — 182 — dalla forma subrimata infine per ombelico più largo, deci- samente aperto, per spira più pianeggiante, per ultimo anfratto meno ingrossato, per dimensioni più grandi ec. ec. Questi diversi caratteri distintivi i quali mi hanno im- pedito di riferire gli esemplari di Sardegna all’una o all’altra delle sunnominate spire mì hanno pure indotta a creare ‘una nuova denominazione per questa graziosa forma ed ho prescelto il nome di H. petricola appunto per denotare il modo nel quale essa vive e si rinviene. 14. Hyalinia Targioniana. n. sp. tav. II, fig. 7. 1882 HyALINIA TARGIONIANA, Paulucci, in sched. 19 Mart. Testa minuta, convexo-depressa , declive, perforata , alba, crystallina, fragili, polita; — spira converiuscula, apice minuto obtuso; — anfractibus 5 '/-6, convexiusculi (primi lente ac regulariter crescentibus, penultimo paullo major, ultimo majuscolo) sutura profunda divisis; — ul, timo lato, rotundato, inferne loviter convexo, ad apertu- ram non dilatata nec descendente; — apertura obliqua, valide lunata; — margine columellari reflexo ; peristo- mate simplici, acuto. Diam. major 4; — minor 3 ‘/; — alt. 2 mill. Habitat in Laconi insula Sardinia. Conchiglia piccola, convesso depressa, superiormente declive, un poco a guisa di tetto, provvista di piccola per- forazione, bianca, cristallina, fragile, liscia; — spira assai convessa, apice piccolo, piuttosto ottuso; — anfratti 5 '/,-6, i primi crescono lentamente e regolarmente, il penultimo è un poco più grande e l’ultimo relativamente assai grande, divisi da profonda sutura; — l’ ultimo largo, arrotondato, — 183 — inferiormente alquanto convesso, non dilatato nè scendente in prossimità dell’ apertura; — questa è obliqua, molto lu- nata; — margine columellare refiesso; — peristoma acuto, semplice. Vive nei dintorni e nel parco di Laconi. Caroti. Mi faccio un piacere di imporre a questa bella piccola specie il nome del professore Targioni-Tozzetti, che sempre mi è stato così cortese ad ogni occorrenza ed è sempre stato meco così generoso, sia mettendo a mia disposizione per eseguire i miei studi il materiale Malacologico del Museo di Firenze, sia donandomi alcune specie italiane da Esso raccolte nelle sue escursioni; lo prego gradirne la dedica quale attestato di stima e di gratitudine. 15. Hyalinia hydatina. 1838 HELIX HIDATINA Rossméssler, Iconographie II, i pag. 36, tav. 39, fig. 529. 1856 ZonIiTES HYDATINUS Bourguignat, Aménités Malacolo- giques, I, pag. 188, tav. 20, fio. 4-6. 1860 HyALINA HIDATINA Albders, Die Helicen, ed. II pag. 69. 1876 HyALINIA — Westerlund, Fauna Europ. Pro- drom. pag. 27, n.° 42. 1879 —_ — Paulucci, Fauna Malacol. Cala- bria, pag. 49, n.° 19. Onde essere viepiù sicura dell’esatta determinazione degli esemplari appartenenti a questa specie, ne comunicai alcuni individui al chiarissimo dott. Boettger, il quale ne confermò la denominazione ed a sua volta mi comunicò un suo tipo proveniente da Corfù, località originaria, e me ne donò un altro raccolto all’ isola di Lesina. Caroti raccolse un solo individuo di questa specie nel giardino di Laconi presso la cascata; altri due esemplari — 184 — provenienti dai dintorni di Sassari mi vennero donati dal sig. H. Dohrn. Ignoro se sia stata indicata in Corsica. Nella mia collezione italiana questa conchiglia è rappre- sentata delle seguenti località. Rimini sulla spiaggia del mare; Novoli, Cascine, Monte alle Croci, san Martino alla Palma, nei contorni di Firenze. Cerbognole nella Valle della Sieve; Sammezzano nel Val d’ Arno superiore. Monte ‘nel comune di S. Gemignano, provincia di Siena. Viareggio, Gombo e bocca d’Arno presso Pisa. Perugia e Orvieto nel- l' Umbria, Monte Cassino; Pesto; Vetta della Dirupata di Morano nella Calabria citeriore; Monteleone nella Calabria ulteriore 1.8 Aci Castello in Sicilia. Dalla sopra indicata distribuzione geografica si rileva facilmente quanto questa Hyalinia è comune nell Italia centrale e meridionale e come si ritrovi pure nelle nostre isole. Viene dunque confermata l’ asserzione del cav. Be- noit (') il quale la indica delle vicinanze di Palermo ed os- serva che la sua sutura « è circondata da piccola orlatura ». Del resto il sullodato signore copia la frase descrittiva di Pfeiffer (ciò che esso medesimo indica) e riproduce una figura lucidata da quella dell’ Iconographie di Ros- smàssler. Non è dunque esatta l’ opinione del signor Bourgui- gnat, (*) il quale scartando questa specie dal novero delle siciliane, riporta la H. hydatina di Benoit al suo Z. psewu- dohydatinus, giacchè la specie catalogata da Benoit non può venir riferita che a quella di Rossméssler. È possibile che Benoit abbia potuto confondere le due conchiglie tra loro assai affini, ed abbia spedito al malaco- logo francese esemplari di H. pseudohydatina con la deno- minazione inesatta di H. hydatina, tantopiù che la specie (+) Helix hydatina, Benoit, Illustraz. Sistem. critica Sicilia, pag. 161, n. 55, tav. IV, fig. 3, 1859. (@) Malacologie de 1’ Algérie, II, pag. 345, nota lò, 1864. — 185 — di Bourguignat vive pure in Sicilia ove io stessa ne raccolsi diversi individui a Palermo. Ma ciò non toglie che la H. hydatina, pure alligna in Sicilia e che Benoit nel suo lavoro ha inteso parlare di essa. Nel far disfare un vecchio lastrico presso la casa colo- nica del mio possesso di Novoli (Settembre 1880) ebbi la sorte di rinvenirvi nascosti sotto di esso un discreto nu- mero di belli esemplari di questa specie, dei quali alcuni vivi che ho conservati nell’ Alcool. Il mollusco è completa- mente bianco pendente in un giallognolo pallidissimo, tra- sparente. Conulus Fitziînger. 16. Hyalinia fulva. 1774 HeLIX FuLva M%ller, Verm. terr. et fluv. Hist. II, pag. 56, n.° 249. 1805 — —- Draparnand, Histoire, pag. 81, tav. NEL 2 IS. 1838 — — Rossmdssler, Iconographie, VIII, p. 38, | tav. 39, fig. 535. 1850 HYALINA — Albers, Die Helicen, pag. 73. 1855 ZONITES FULVUSs Moquin-Tandon, Moll. France, II, pag. 67, tav. VIII, fig. 2-4. 1876 HyALINIA FULVA Westerlund, Fauna Europea Pro- dromus; pag18, n.V.k Scarsì esemplari di questa specie furono rinvenuti nella foresta di monte Cresia, nella Valle del Tacquisara e nei dintorni di Laconi. Moquin-Tandon la indica di Corsica. L’attual conchiglia varia assai nelle sue diverse stazioni. Talora la sua spira è mediocremente rilevata ed il suo ul- timo anfratto più o meno sensibilmente carenato; talora — 186 — invece la sua forma è più conoidea e l’ ultimo giro non solo è più arrotondato, ma anche più alto. Siccome recentemente sono state create ben sette di- verse specie separandole dalla H. fulva (') delle quali tre o quattro dovrebbero spettare all’ Italia, così mi ero posta a fare uno studio particolarmente accurato sulle forme di questo gruppo (tanto più che ne ho un discreto materiale) basato su oltre 250 individui, dei quali una sessantina di sette varii paesi di Europa ed altri 200 almeno provenienti da 17 località italiane. Ora quantunque il mio proponimento fosse stato di se- parare questa Hyalinia in diverse specie, non ci sono però. riuscita! Perchè ? In primo luogo, perchè ho trovato che gli esemplari più sono piccoli più sono carenati. In secondo, perchè gli individui più piccoli e più carenati sono anche mancanti di un giro o mezzo giro paragonati coi più grossi e ciò mi ha condotto a supporre che quelli sono esemplari meno completamente adulti. Ognuno sà d’ altronde quanto sia difficile, per non dire impossibile, il determinare in modo positivo, se una Hyalinia di piccole dimensioni è o nò com- pleta. Non vi è quindi che il paragone di molti individui della stessa specie che possa servire a stabilire un giudizio sullo sviluppo e le dimensioni alle quali può giungere una qualunque specie. In terzo, perchè in molti casi, soprattutto per le località italiane, delle quali possiedo una maggior quantità di esemplari, trovo mescolate diverse forme seb- bene raccolte nel medesimo identico sito. In quarto, perchè sarebbe insano il voler negare l’ influenza che la diversità del clima, l’elevatezza del paese ove vivono, possono produrre sullo sviluppo della medesima specie, come ce lo dimostra in modo innegabile il paragone di un Helix nemoralis del- l Europa settentrionale e centrale con quella dell’Italia (') Bourguignat, in Servain, Etude sur les Moll. recueil. en Espagne et en Portugal, pag. 30-33, 1880. — 187 — media. Finalmente perchè appunto coi miei esemplari ita- liani riesco a riunire le medesime forme che trovo negli altri paesi di Europa e viceversa. Ho dunque tentato di separare queste forme o età in gruppi diversi ed ecco il resultato ottenuto. FORMA « TYPICA. — Conchiglia relativamente piccola, più o meno carenata sull'ultimo anfratto ; apertura assai stretta; giri di spira 5'/,a 6; colore più o meno scuro secondo gli esemplari, ma pendenti generalmente al biondo dorato. Distribuzione geografica. Isola Riigen nel Baltico (Rein- hardt); — Gelfe e Ronneby in Svezia (Cleve e Westerlund); Contea di Tipperary in Irlanda; Alluvioni del Rodano (Locard) — Castelgolfredo nella provincia di Brescia (Tommasi); Ma-\ miano nella provincia di Parma (Paulucci); Bocca d’ Arno in provincia di Pisa, monte Amiata, nella provincia di Gros- seto, foresta di monte Cresia in Sardegna (Caroti). Forma 8 — Dimensioni leggermente maggiori che nel tipo: — ultimo giro tondeggiante, inferiormente più ri- gonfio, il che produce l’ apertura più alta. Distribuzione geografica. Losanna in Svizzera. — Ronches sul Moncenisio, m. 2500, (Blanc); Monte Mortirolo nella prov. di Brescia (Adami); Salita al lago di Misurina, m. 1200, sponda destra e sinistra del torrente Anziei presso Auronzo, nel Cadore; salita di monte Croce, piano di Padola, nel Co- melico superiore (Paulucci Caroti); Brianza (Villa). Mon- tramito presso Viareggio (Del Prete); Piana del Pollino, m. 1400 nella Basilicata; Aspromonte regione Cavaliere, nella Calabria (Caroti). Qui pure convien fare la solita parte alle modificazioni generali e notare principalménte che anche in Cadore alla forma predominante che è quella in discorso sì trovano mescolati esemplari più piccoli e più carenati. — 188 — FORMA y — Dimensioni assai più grandi, forma ge nerale più conoidea, ultimo anfratto più sviluppato e più convesso, apertura più arrotondata, numero degli an- fratti e colore con le medesime modificazioni come nel tipo. Distribuzione geografica. Marignan, nel dipartimento del Gers in Francia (Dupuy); Castelgoffredo nella prov. di Bre- scia (Tommasi); Monte Cuccio presso Palermo (Aradas); Valle del Tacquisara e dintorni di Laconi in Sardegna (Caroti). Potrò forse ingannarmi, ma dietro i dati sopra indicati mi sembra resultare unicamente il fatto che non vi è modo di separare specificamente queste forme, perchè non saprei proprio su quali caratteri stabili poter basare questa divi- sione, tantopiù che coerente a me medesima ammetto le modificazioni che può subire la specie. Anche la distribuzione geografica mi conduce a simile resultato. Tempo indietro mi era indotto a separare come specie la forma y , paragonando coi tipi i soli esemplari di Sicilia e di Sardegna, ed a distinguerla col nome di Hyalinia (Helix) Mandralisci, Bivona (') Non perchè fossi rimasta persuasa dalla diagnosi e dalla figura che ne dà questo autore, ma perchè non avendo tenuto calcolo della forma intermedia, scorgevo una discreta differenza tra gl’esemplari in discorso e la forma tipica. Tanto più che i miei individui di Sicilia provenivano dalla località indicata da Bivona, e sopratutto perchè avevo creduto e mi ero fidata all’opinione del signor Bourguignat (*) il quale ne dà una nuova accurata descri- zione, accompagnata dall’ esame dei caratteri distintivi e corredata da una bellissima illustrazione nella quale mì. ('Y Nuovi Moll. terr. e fluv. dei dint. di Palermo, pag. 16, n.° 3, fig. 6, a. b. 1839. (*) Malacologie de l’Algérie I, pag. 69, tav. IV, fig. 1-4, 1864. — 189 — sembrava riconoscere tutti i particolari segni dei miei esemplari. Ma ecco che il medesimo autore francese (') nel pub- blicare un nuovo studio sulle specie di questo gruppo mo- difica completamente quel suo primo apprezzamento ed insegna, che la specie da esso descritta e figurata nel- l’ Algeria è diversa da quella di Bivona e deve chiamarsi Zonites improperus, anche di Sicilia. Il signor Bourguignat riguardo alla H. Mandralisci scrive: « Cette espèce est celle de Bivona; c’ est egalement celle qui est dècrite et figurée dans l'ouvrage de Benoit sous le nom de fulva. » Costante nel mio proponimento di distinguere le diverse specie di questo gruppo, e al possesso di questi schiari- menti interessanti e preziosi, mi sono dunque messa a consultare e studiare Bivona e Benoit. Bivona descrive la sua conchiglia, con la seguente frase « Testa parva, globoso conica, imperforata, tenui, fragili, pellucida cornea; apertura depressa, labio simplici acuto. » La figura è cattiva, tale da non riconoscervi i caratteri di una piccola specie, di più è provvista di un ombelico con- simile a quello di una ZH. rupestris! Dunque figura e de- scrizione non sono concordi! Per conseguenza impossibilità di notare e riconoscere un segno specifico sia nella diagnosi, sia nell’ illustrazione. Mi restava ad esaminare la specie quale l’aveva intesa, descritta e figurata Benoit. Ora questo autore (*) chiama la specie Helix fulva Muller, copia letteralmente la descri- zione di Pfeiffer (°) come esso stesso lo indica e come è (') In Servain, Etude sur les Moll. recueillés en Espagne et en Por- tugal pag. 31, Agosto 1880. () Illustrazione sistem. crit. Sicilia, pag. 194, n.° 75, V. tav. fig. 4 (per errore nel testo è indicata la fig. 5} 1862. (3) L. Pfeiffer, Mon. Helic. viventium, I, pag. 30, 1848. — 190 — facile ad ognuno di poter constatare e lucida la figura di Rossmàssler, ciò che non è nemmeno diflicile di para- gonare. Finalmente Rossmassler (') indica qual patria di questa specie la Germania, la Svizzera, la Svezia, la Danimarca e l’ Inghilterra, per cui non si può in verun modo supporre che per rappresentarla abbia preso un esemplare siciliano. Certamente -.non tutti gli uomini sono dotati di un talento così straordinario che permetta loro col solo aiuto di dati così negativi di saper riconoscere i caratteri ed il valore delle specie. Infatti, persuasa di questa verità si capirà di leggeri come dopo tutte queste ricerche e dopo simili resultati mi sia svanita ogni velleità di separare in tante diverse specie la Hyalinia fulva! Col nome di Zonites callopistcus, Bourguignat, ho ri- cevuto dai dintorni di Lione, posature del Rodano, (Locard) cinque individui di una forma relativamente gigantesca, che è diversa da qualunque altro esemplare e forma di cuì ho superiormente parlato. Bensì anche tra questi 5 vi è una differenza di dimensioni, di convessità degli anfratti, del- l’ultimo principalmente, e soprattutto dal lato inferiore. Forse però esistono esemplari di altre località che col- legano simile forma con quelle da me attualmente co- nosciute. Zonitoides Lehmann. 17. Hyalinia nitida. 1774 HeLIix NITIDA Miller, Verm. terr. et fiuv. II, pag. dis 1805 — LUCIDA € Draparnaud, Histoire (non H. lucida Tableau) pag. 103, tav. 8, fig. 11-12. 1) Iconagraphie, VIII, pag. 38, tav. 39, fig. 535, 1838. — i91 — 1835 HeLIX LUCIDA Rossmdssler, Iconographie, I, pag. 72, ot, fi: 250 1836 — nitdDA Villa, Conch. ed insetti race. nell’isola di Sardegna. 1855 ZONITES NITIDUS Moquin-Tandon, Moll. France, II, pag. Quan 3 tav. 8,.fie., 1515 Questa specie che vive pure in Corsica, è stata raccolta da Caroti nel Sarcidano, al salto S. Sofia. Osservo che i signori Villa i quali tra gli autori sono i soli che hanno indicata la presenza di questa specie in Sardegna, la chia- mano « H. nitida, Lamarck », mentre questo (Histoire des animaux sans vertèbres Vol. VI, n.° 97, 1822, e ed. II, Vol. VIII, pag. 72, 1838) dice la specie non sua ma di Miller. V. GEN. Leucochroa BECK (1837). 18. Leucochroa rimosa. 1832 HELIX CANDIDISSIMA —« rimosa, Cristofori e Jan Ca- tal...a&..2. 1, 36. 1836 — — Villa, Conch. ed insetti racc. nell’ isola di Sardegna. 1837 — —_ (partim) Rossmdssler, Iconogra- piies VI, Pag 198, av 24, fig. 367 Db. | 1848 — — ò Pfeiffer, Mon. Heliceor. vi- ventium I, pag. 283. 1853 — BaATICA Rossmdssler, in Zeitschr. f. Ma- é lak. pag. 170. 1854 — — Rossmdssler, Iconogr. XIII, pag. 16, tav. 65, fig..812-813. 1864 ZonITES BETICUS Bourguignat, Malacol. Algérie, l, pag. 88, tav. VI, fig. 18-20. — 192 — 1873 ZonitEs canpIpIssimus Issel, di alcuni Moll. raccolti nell’ Isola di Sardegna dal D. Gestro, in Ann. Mus. Ci- vico Genova, IV, pag. 275. 1875 HELIX BATICA Hidalgo, Catalogo Icon. Moll. terrestres de Espana, Portu- gal ecc., pag. 190, tav. 17, fig. 166-169. Rivendico per questa specie il nome da Cristofori e Jaa, che è indiscutibilmente il più antico, anche quando ci si dovesse attenere alla pubblicazione di L. Pfeiffer, il quale oltre ad assegnare per la L. rimosa di Cristofori e Jan la figura 367 di Rossmàssler, vi aggiunge come distintivo la lettera b, denotandola con questo segno per diversa dalla candidissima, ossia per varietà di questa, lo che manca in realtà sulla tavola dell’ Iconographie; ed indicandola di Sar- degna, contrariamente a quanto avevano erroneamente scrit- to i due summenzionati autori, i quali la volevano dell’Ita- lia boreale. La conchiglia di Sardegna combina perfettamente con la figura 367 b, nè so comprendere come tanto Rossmàssler quanto Pfeiffer abbiano potuto riferirla ad una varietà della L. candidissima, piuttosto che riconoscere in essa l’ altra forma che dipoi venne distinta col nome di Batica e da tutti accettata come tale. . D'altronde non è solo la forma rappresentata alla ta- vola VI che vive in Sardegna ove se ne rinvengono pure altre diverse. Aggiungo anzi che vi si riscontra pure una varietà sub- umbilicata ed un'altra con ombelico assolutamente aperto, la quale ha una così grande analogia con lo Zonites argius, Bourguignat, tav. VI, fig. 16-17 dell’ Algeria, che mi senti- rei tentata di riunirvela ‘decisamente, se non riflettessi che è savio partito non allontanarsi mai dalle regole consigliate — 198 — dalla prudenza e che perciò non conviene azzardare una identificazione quando non si possiedono tipi sicuri sui quali basare il confronto. Ho nella mia collezione europea due esemplari avuti dal signor Nevill col nome di L. argius, Bourguignat e prove- nienti dal Cap. de Garde nell’ Algeria, ma questi non sono ombelicati, mentre l’autore sembra annettere grande im- portanza a questo carattere sino a farne il principale. Stando agli individui di Sardegna almeno, questo parti- colare non avrebbe gran valore, nel senso specifico. In ogni caso insisto nel constatare che la forma umbilicata di Sar- degna è più argius, di quella del Cap. de Garde. Divido la L. rîmosa nelle seguenti forme. Tipo. — Che ben risponde alla figura 537 b di Ros- smàssler. R globulosa, che combina con la fig. 812 del medesimo autore. y elata. ò minor. e subumbilicata. 7 umbilicata. y subscalaris. Provengono tutte dai dintorni di Cagliari presso il Capo S. Elia. Della forma minor, me ne vennero donati due in- dividui dal signor H. Dohrn e questi provengono dai dintorni di Sassari. Il professore Issel dice la sua H. candidissima dei pressi di Cagliari. Moquin-Tandon indica lo Z. candidissimus Draparnaud della Corsica a Bonifacio. Gli esemplari della Sardegna tanto per la scultura quanto per la forma sono identici nel modo più assoluto ad indi- vidui che devo alla cortesia del signor Hidalgo e che mi ha spediti col nome di H. Batica e provenienti da Archena nella provincia di Murcia. Bull. della Scc. Mal. It. Vol. VIII. 13 — 194 — D'altro lato non ho mancato di confrontarli con la L. candidissima della Francia meridionale, del Nizzardo, di Spagna di Algeria e di Sicilia ove è comunissima. Ma non può sussister dubbio che da questa è diversa. Questa è an- che una specie da aggiungere nel novero delle italiane, e certamente è curioso l’ osservarne la distribuzione geogra- fica oltremodo limitata. Infatti l’attual conchiglia vive nel mezzodì della Spagna, al Marocco, in Algeria, nè mi consta sia stata raccolta in altre località. Ecco che viene ora sco- perta, contro ogni aspettativa, nella Sardegna. Col nome di HA. candidissima Draparnaud, questa specie è pur citata da Cantraine (') come dei dintorni di Cagliari; ma esso vi mescola pure la L. cariosa Olivier e la L. ri- mosa Jan, osservando che tali nomi devono riferirsi agli individui i quali malgrado il loro completo sviluppo conser- vano la carena e la forma depressa (degli anfratti) del- l’età immatura. Bourguignat, loc. citato, pag. 87, ripetendo l'errore dei suoi antecessori riporta la H. rimosa Jan, ad una varietà della H. candidissima, che distingue col nome di var. sub- carinata nel testo, e di var. rimosa nella spiegazione della tavola fig. 18-19. Bensì queste figure si riferiscono real- mente alla candidissima e non corrispondono per conse- guenza nè alla figura 367 b di Rossmàssler, nè agli indi- vidui di Sardegna. VI. GEN. Hielix LINNEO (1758). Patula Held. 19. Helix rupestris. 1801 HeLIX RuPESTRIS Draparnaud, Tabl. Moll. pag. 71, med: ('Y Malacologie Mediterranéenne, et Litorale, pag. 103, 1840. — 195 — 1803 HELIX UMBILICATA Montagu, Test. Britan. pag. 484. 1888 — RuPESTRIS Rossmdssler, Iconogr. VIII, pag. 38, tav. 39, fig. 534. 18559 — — Moquin-Tandon, Moll. France II, pag. 192, n.° 37, tav. 15, fig. 11-13. Var. trochoides. 1819 HeLIX RUPESTRIS Var. « Férussac, Hist. tav. 80, fig. 3. Il tipo di questa specie sembra non vivere in Sardegna, ove alligna solo la varietà a spira più elevata ed a giri più convessi e più staccati così ben rappresentata nell'opera di Férussac, e da lui distinta col nome di Var. trochoides (Tableaux system. pag. 40, n.° 201, 1822). I signori Villa, Issel e Adami non citano l’ H. rupestris, tra le specie che sono state raccolte in Sardegna e non la nomina nemmeno Cantraine, sebbene egli enumeri general- mente quelle da lui rinvenute nelle diverse località da lui esplorate. Bensì la sua presenza in Corsica è stata ripetutamente indicata e essa vive pure in Algeria (Bourguignat, Malacol. Algérie, I, pag. 184, tav. XVI, fig. 24-32). Stando alle indicazioni del sunnominato autore la H. um- bilicata, Montagu, non dovrebbe considerarsi come assoluto sinonimo della H. rupestris, ma sibbene come una varietà provvista di ombelico più allargato e propria ai paesi più settentrionali dell’ Europa. Caroti l’ha raccolta al capo S. Elia presso Cagliari e nella gola S. Giorgio (Ogliastra). 20. Helix Massoti. 1863 HeLIX MassoTtI Bourguignat, Moll. nouv. litig. ou peu connus, pag. 30, tav. V, fig. 5-8. -- 196 — Questa piccolissima specie venne raccolta da Caroti nel Sarcidano, a S. Sofia, in numero di 14 individui, La sua presenza in alcune località dell’Italia continen- tale è pur positiva. Mi do anzi premura di rettificare un errore nel quale sono incorsa nella Fauna della Calabria ove a pag. 65 ho nominato H. pygmoa, invece di H. Mas- soti, il solo individuo che Caroti raccolse sull’ Aspromonte regione Cavaliere. Diverse cause influirono a questo mio errore. In primo luogo perchè prendevo come tipo di paragone (il solo d’al- tronde di cui potessi disporre in mancanza di H. pigmoaa di Francia) esemplari ricevuti dal D." Westerlund e prove- nienti da Ronneby in Svezia, con quest’ultimo nome. In secondo luogo perchè il Maggiore Adami, Catalogo dei Moll. terr. e fiuv. della Prov. di Catanzaro, pag. 7, n.° 10, cita la H. pygmea, come abbondante sotto Taverna. Dipoi, cioè nel luglio 1879, avendo fatto un soggiorno di diversi giorni sull'Appennino Vallombrosano ebbi la sorte di trovare nascoste sotto le foglie cadute e marcescenti del faggi un discreto numero di rappresentanti di questa gra- ziosa specie. In pari tempo Caroti riportava di Sardegna il materiale da lui raccolto. Per conseguenza nell’incominciare a studiare le specie di Sardegna ho nuovamente stabiliti i miei confronti ed ho facilmente potuto constatare in primo luogo che la specie ricevuta dal D." Westerlund non è lA. pygmea, Draparnaud, ma bensì l’ H. Massoti, Bourguignat, inoltre che a quest’ultima convien pur riferire alcuni indi- vidui, pure di Svezia, avuti dal Prof. Cleve ed altri stati raccolti presso Losanna in Svizzera. Riepilogando dirò dunque che l’ H. Massoti, vive in di- verse località dell’ Appennino Vallombrosano, presso il varco di Reggello fra i 1200 e 1350 metri, sull’ Aspromonte a circa 1700 metri, e nel Sarcidano, a S. Sofia a 648 metri. In que- ste diverse località è sempre stata raccolta nelle sopra in- dicate condizioni. — 197 — L’H. pygmea, invece abita il Comasco (Villa); la pro- vincia di Brescia (Adami e Tommasi); alcuni prati del parco di Sammezzano in Toscana, i prati delle Cascine a Firenze, l'orto botanico di Napoli (Cesati). Queste almeno sono le località da dove nella mia colle- zione ho rappresentanti delle due specie, le quali a parer mio sono provviste di caratteri ben distinti e che permet- tono di convenientemente separarle. I caratteri principali che distinguono la H. Massoti, dalla H.pygmoea, sono i seguenti: Maggior depressione della spi- ra; — Minor dimensione; — Striatura molto più sottile, vi- sibile solo con l’aiuto di una buona lente; — Suture assai più profonde, quasi canaliculate; — Apertura più rotonda; — Ombelico relativamente più grande più allargato. D'altronde disponendo di individui delle due specie e potendo paragonarle con le eccellenti figure che sono rap- presentate sulla medesima tavola dei Mollusques nouveaux, sarebbe difficile di rimanere in dubbio sulla determinazione di queste due HELIx. 21. Helix abietina. 1836 HELIX ROTUNDATA ? Villa, (non Miiller) Conch. ed in- setti racccolti nell'isola di Sar- degna. 1864 — ABIETINA Bourguignat, Malacol. Algérie I, pag. 179, tav. 19, fig. 17-20. 1873 — ROTUNDATA? I/ssel, (non Miller) di alcuni Moll. racc. nell'isola di Corsica dal D. Gestro, in Ann. Mus. Civico Ge- nova, pag. 275. 1876 — — ? Adami, (non Miiller) Moll. dei din- .torni di Sassari in Bullett. So- cietà Malacol. Italiana, pag. 219, Do 5. — 198 — 1881 HELIX ABIETINA Paulucci, Specie raccolte dal D. Cavanna negli anni 1878-1880, in Bullet. Soc. Malacol. Italiana, pag. 83, n.° 13. Abita i dintorni di Laconi e di S. Sofia nel Sarcidano; presso Aritzo nella foresta di monte Cresia nella Barbargia; tra i sassi, le foglie putride e la scorza degli alberi (Caroti). Riguardo a tutto quanto si riferisce a questa conchiglia ed al suo valore specifico, come pure rapporto alla sua di- versità confrontata con la H. rotundata, Miller, rimando a quanto già ne ho detto nel sopra citato lavoro, ripetendo solo che gli esemplari di Sardegna sì riferiscono positiva- mente meglio alla H. abietina che alla H. rotundata. Mi sembra dunque che non sarebbe fuor di luogo di accettarla come una modificazione meridionale o circunmediterranea della H. rotundata, sia riunendola a quest’ ultima a titolo di varietà, sia lasciandola con denominazione distinta come l’ho fatto sino ad oggi. Trigonostoma /ttzinger. 22. Helix lenticula. 1822 HELICOGENA LENTICULA Férussac, Tableau Syst. 2.2° partie, II. pag. 37, n.° 154, et Histoire generale et partic. des Moll. tav. 66*, fig. 1. 1836 HELIX = Villa, Conch. ed insetti rac- colti nell’ isola di Sardegna. 1838 — — Rossmtissler, Iconographie VII, pag. 12, tav. 32, fig. 452. 1840 via in Cantraine, Malacologie Medi- terranéenne et litor. pag. 128, n.° 45. — 199 — 1855 HELIX LENTICULA Moquin-Tandon, Hist. Moll. France II, pag. 109, n.° 4, tav. 10, fig. 15-16. 1864 — —_ Bourguignat, Malacol. Algé- rie I, pag. 178, tav. XVI, fig. 34-36. 1886 — — Adami, Moll. dei dintorni di Sassari, in Bullet. Soc. Ma- lacol. Italiana, pag. 219, n.° 6. Abita l’anfiteatro e presso la caserma Carlo-Alberto a Cagliari, il Capo S. Elia, Saroch sotto le foglie putride del- l’ Opuntia Ficus-indica e ad Uta in vicinanza della fontana Caroti. Esemplari provenienti dai dintorni di Sassari mi vennero donati dal signor H. Dohrn. Moquin-Tandon la indica di Corsica, a Calvi ed a Bo- nifacio. Ho distinto una forma minor, caratterizzata da dimen- sioni più piccole circa due millimetri dal tipo e che vive ad essa frammischiata nelle diverse località. Acanthinula £LecA4. 23. Helix aculeata. 1774 HELIX ACULEATA Miller, Verm. terr. et fluv. II, pag. 81, DA 279. 1838 — -- Rossmdssler, Iconographie, VIII, pag. 38, tav. 39, fig. 536. 1855 — = Moquin-Tandon, Moll. France, II, pag. 189, n.° 36, tav. 15, fig. 6-9. Non è a mia cognizione che questa specie sia stata anteriormente indicata in Sardegna; almeno non la trovo citata dai signori Villa, Issel e Adami i quali si sono spe- — 200 — cialmente occupati dei molluschi raccolti in quest'isola, e nemmeno da Cantraine che ha nominato parecchie volte nel corso del suo lavoro le specie che vi ha trovate. La sua presenza in Sardegna non deve però maravi- gliare alcuno, perchè l’ H. aculeata, è sparsa in tutta l’Eu- ropa, è stata ripetutamente indicata in Corsica e vive anche in Algeria ove il signor Bourguignat l’ enumera (Malaco- logie de l’ Algérie I, pag. 186, tav. XIX, fig. 21-24). Caroti l’ ha rinvenuta nel giardino o pareo del marchese di Laconi, nella foresta di monte Cresia e nella Valle del Tacquisara. Arichia Hartmann. 24. Helix Gorsica. tav. III, fig. 5. 1843 HELIX CORSICA Shuttleworth, in Bern. Mittheil. pag. 15 (nom). 1852 — —- — Shuttleworth, in Bern Mittheil. pag. 294 (Dec.). 1853 — — Pfeiffer, Mon. Helic. viv. III, pag. i 637, n.° 601. 1859 — — Moquin-Tandon, Hist. nat. moll. France II, pag. 214, n.° 47, tav. 16, fig.37 (mala). 1876 — Da Adami, Moll. dei dintorni di Sas- sari in Bull. Soc. Malacologica ita likipag: 219); n°483! 1817 — LanucInosa Paulucci, (non Boissy) Matériaux pour servir à la F. Malacol. d’ Italie, pag. 3, n.° 85. Caroti l’ha raccolta in scarsi esemplari nascosta fra le ortiche ed altre erbe nelle seguenti località. Capo S. — 201 — Elia presso Cagliari. Dintorni e parco di Laconi; S. Sofia nel Sarcidano; Valle del Tacquisara; Ogliastra gola S. Giorgio. Il Maggiore Adami la dice non rara, particolarmente nella Valletta di Logulentu sotto i fichi e le foglie cadute. Sebbene le dimensioni sieno un poco minori in tutti i miei esemplari di quelle indicate da Pfeiffer, sebbene la figura di Moquin-Tandon, sopra citata, lasci molto a de- siderare, credo nondimeno che sia realmente questa la specie di Shuttleworth, che non seppi riconoscere quando la studiai sui tre individui dei dintorni di Sassari, che devo alla li- beralità del compianto amico signor Appelius, il quale me l'aveva data col nome di H. Corsica. Dipoi avendo avuto da altri colleghi tanto l’ H. lanu- ginosa, Boissy quanto l’ H. roseo-tincta, Forbes, di Algeria e queste due specie avendomi potuto servir di confronto; inoltre avendo acquistato l’ opera del signor Bourguignat sull’Algérie ove l'una e l’altra sono dettagliatamente de- scritte e benissimo figurate, mi è riuscito possibile di cir- coscrivere queste diverse forme e così correggere il mio primo errore. Villa, Conch. ed insetti raccolti nell’ isola di Sardegna (1836) cataloga col nome di H. lanuginosa, una specie che suppongo potrebbe forse doversi riferire a questa. | Gli esemplari dei dintorni di Sassari differiscono alquanto da quelli del centro e del mezzogiorno dell’ isola per avere gli anfratti un poco più convessi e per essere un poco più | piccoli. Shuttleworth la indica di Corsica, dicendola rara presso Aleria nel circondario di Corte ('). | { ) Diagnosen neuer Mollusken, N.° 1, Mai 1852, pag. 39. — 202 — 25. Helix perlevis. tav. III, fig. 4. 1852 HELIX PERLEVIS Shuttleworth, in Bern Mittheil. pag. 295 (Dec.). 1853 — — Pfeiffer; Mon. Helic. viv. III, pag. 637, n.° 602.8 1878 — —- Paulucci, Matériaux pour servir è la F. Malacol. de l’Italie, pag. 3, n.°86. Abita il parco del Marchese di Laconi e nei dintorni ove Caroti ha pur rinvenuto un individuo di forma sub- scalare, e il monte Santo di Pula. Si nasconde generalmente fra le scaglie di pietra cadute dagli scogli. Shuttleworth indica questa specie anche di Corsica, di- cendola rara. Pfeiffer la ripete pure di Corsica. Non la trovo nominata da nessuno dei soliti malacolo- ghi che si sono occupati di relatare le specie rinvenute in Sardegna. Carthusiana obelt. 26. Helix carthusiana. 1774 HELIX cARTHUSIANA Miller, Verm. terr. et fluv. pag. 15m: 204. | 1801 — cARTHUSIANELLA Draparnaud, Tabl. Moll. pag. 86. Hist. pag. 101, n.° 30 (1805). 1836 — — Villa, Conch. ed insett. raccolti nell’ isola di Sardegna. 18397 — — Rossmdssler, Iconogr. VI, pag. 37, tav. 27, fig. 366. — 203 — 1855 HELIX CARTHUSIANA Moquin-Tandon , Moll. Fran- ce II, pag. 207, n.° 44, tav. 16, fig. 26. 1876 — -_ Adami, Moll. dei dintorni di Sassari (in Bull. Soc. Ma- lac. Ital. pag. 219, n.° 9). Caroti non ha riportato nessun esemplare di grandezza tipica, ma solo individui che si riferiscono alla forma B minor, Draparnaud, i quali si adattano appunto alle so- praccitate figure di Rossmàssler e di Moquin-Tandon; questi individui sono stati da lui raccolti nei dintorni di Decimomannu e nel Sarcidano fra Laconi e S. Sofia. Moquin-Tandon la cita di Corsica, Bastia, Corte e Bo- nifacio. Tacheocampylaea P/eiffer. 27. Helix Carotii. n. sp. tav. III, fig. 1. Testa subobtecte umbilicata, depresso-globosa, supra vix convexiuscula, infra rotundata solida, opaca, leviter, striatula, sub epidermide olivaceo tribus zonulis castaneis ornata; — spira subconvexa, apice levigato ; anfractibus 4-4'/, convexiusculix (primi regulariter, ultimo celer- rim crescentibus) sutura distincta separatis; — ultimo maximo, rotundato, ad aperturam paululum infilato ac rapidissime descendente ; — apertura perobliqua, subcir- culari vel circulari; — peristomate vix reflexo; — mar- gine columellari dilatato, incrassato, umbilicum subob- tegens; — marginibus approximatis, callo valido junctis. Diam. major 29 — minor 23, alt. 17 mill, Habitat in insule Sardinie. — 204 — . Conchiglia con ombelico più o meno ricoperto dalla callosità del bordo columellare, depressa, subglobosa, su- periormente piuttosto convessa, inferiormente arrotondata e rigonfia, solida, opaca, leggermente striata, sotto l’ epider- mide olivastro ornata da tre zone castagne nel ‘lato su- periore dell’ ultimo anfratto, delle quali una sola percorre pure buona parte del penultimo; spira pressochè convessa, apice liscio; — anfratti; 4-4'/,; convessi (i primi crescono re- golarmente poco alla volta, l’ ultimo rapidamente) separati da sutura distinta; ultimo giro grande, arrotoridato, più ingrossato in prossimità dell’ apertura e scendente ad un. tratto rapidamente: — apertura un poco obliqua quasi circolare ovvero circolare; peristoma leegermente ripie- gato all'infuori; — margine columellare ingrossato e dila- tato sull’ ombelico che ricuopre più o meno; — margini convergenti, approssima.ti, riuniti da un forte callo rilevato. Di questa .bella ed interessante specie il signor Caroti non riuscì a trovare che tre soli individui malgrado le più diligenti ricerche ; uno di essi è giovane ed incompleto, l’altro è calcinato. Vive nell’ Ogliastra, sopra ad Osini, in loca- lità denominata Gola S. Giorgio. Mi è grato dedicargliela come lieve compenso delle sue fatiche, e come testimo- nianza della mia gratitudine per il bel materiale da esso raccolto e per la sua collaborazione costante nello stu- diarlo. La scoperta dell’ attuale specie dimostra che anche in Sardegna alligna il gruppo delle Tacheocampylaea Pfeiffer, così riccamente rappresentato in Corsica. Macularia A/bers. 28. Helix vermiculata. 1774 HeLix veRMICULATA Miller, Verm. terr. et fluv. pag. 20::n:8219) — 205 — 1819 HeLIX verMIcuLATA Ferussac, Hist. (Helicogena ) tav... 18396 — — Villa, Conch. ed insett. race. nel- l'isola di Sardegna. ledb. + - Chemnitz-Kiister, Ed. II, Helix, tav. 1; fis 150. 1855. — _ Moquin-Tandon, Moll. France, II, pag. 159,. tav. 12, fie. 27-28: ipa — di Issel, Moll. racc. in Sardegna dal dott. Gestro (in ann. Museo Genova, pag. 275). 1876 — _ Adami, Moll. dei dintorni di Sas- sari (in Bullet. Soc. Malacol. Ital. pag. 219, n.° 10). Gli esemplari raccolti da Caroti si riferiscono tutti, con lievi modificazioni, alla mutazione marmorata, la quale è figurata benissimo nella seconda edizione di Chemnitz; le modificazioni riferendosi esclusivamente al colore più o meno scuro o marcato ed alla diversità di dimensione. Questa specie vive al capo S. Elia nei dintorni di ‘Ca- gliari, sul monte fra Saroch e san Pietro di Pula e sulle rocce calcaree dei dintorni di Laconi. Caroti. Il Museo di Firenze ne possiede individui provenienti da Codrongianus, e dall’ isola di S. Antioco, riportati dal pro- fessore Targioni nel 1869; ne possiede pure due individui che devono venir riferiti alla Helix thalassina, Porro, (Villa disposit. System. pag. 55, n.° 5, 1841) la quale siccome lo indica quest ultimo autore e lo conferma Pfeiffer (Mon. Helic. Viv. I, pag. 274, Rf 1848) non è che una varietà molto più fragile e più sottile del tipo. Secondo la scheda che ac- compagna questi esemplari essi furono raccolti nei dintorni di Cagliari. — 206 — 29. Helix Gennarii. nisspistani IL dae Testa imperforata, conoideo-globosa, leviter striatula, tenue, opaca, epidermide olivaceo induta, superne zonulis castaneis dilutis, inaqualis, ornata; — spira conoidea, apice levigato, corneo; — anfractibus 4'/,, convexiusculi, celeriter crescentibus sutura impressa separatis; — ultimo ventroso, rotundato, antice ad aperturam valde descen- dente; — apertura obliqua, lunato-ovata; — columella in- crassata, breviter subdentata; — peristomate tenue, sub- reflexo, fusco violaceo marginato; — margine columellari dilatato, albo; — marginibus conniventibus callo tenui, pellucido, pallido, junctis. Diam. major 31-34; — minor 26-27; — alt. 24-28 mill. Habitat in monte Oliena, Sardinia. Conchiglia priva di ombelico, conico globosa, legger- mente striata, sottile, opaca, coperta da epidermide oliva- ceo, ornata superiormente da fascie ineguali ed incerte di color castagno pallido che si confondono in una tinta cor- nea uniforme sugli anfratti superiori, e mancano comple- tamente al di sotto; — anfratti 4 ‘'/ piuttosto convessi, che crescono regolarmente, separati da sutura profonda; — ul- timo ventricoso, arrotondato, molto scendente sul davanti presso l’apertura; — questa è obliqua, lunare, ovata; — co- lumella ingrossata, fornita da un rudimento di dente corto e poco sporgente; — peristoma sottile leggermente ripie- gato, marginato internamente di violaceo; margine columel- lare allargato, bianco; margini convergenti, riuniti da callo pallido e lucente. Due esemplari di questa bella specie vennero donati al signor Caroti dal professor Gennari, direttore dell’ Orto bo- — 207 — tanico di Cagliari, il quale ne possedeva sei. Esso gli aveva positivamente raccolti in Sardegna e credeva averli trovati sui monti d’ Oliena nel Nuorese. Mi faccio per conseguenza un dovere ed un piacere di designarli col di lui nome ringraziandolo in pari tempo per la sua gentilezza. Iberus Montfort. STUDIO CRITICO E SINONIMICO sulle specie del gruppo IBERUS VIVENTI IN SARDEGNA ED IN CORSICA CO 29 Per buona sorte accade raramente di trovare le specie, ossia l'apprezzamento, la sinonimia e tutto quanto ad esse si riferisce, imbrogliato, svisato, mal definito, inesattamente spiegato, come avviene quando una disgraziata conchiglia o un gruppo qualsiasi è stato analizzato dissecato e di- scusso da qualcheduno degli addetti alla giovane scuola francese! Allora si può prevedere senza speranza d’ingan- narsi, che si troverà inviluppato nel caos il più profondo dal quale a mala pena si potrà tentare di estrarlo, ma non sempre con fiducia di completo favorevole resultato. Con la scusa o la pretenzione di fare « UN PEU DE JOUR DANS LA SYNONYMIE » delle specie del gruppo delle Helix serpentina e muralis, il signor J. Mabille (') ha fatto il caos il più completo nella questione che d'altronde prima del suo lavoro non era nè imbrogliata soverchiamente, nè com- plicata in modo particolare. Mi accingo a dimostrare quello che affermo. ('Y Archives Malacologiques, deuxième fascicule, pag. 18, 1867. — 0908 Esso principia per decretare, pag. 18, che l’H. serpen- tina « EST SPECIALE À L’ITALIE MERIDIONALE, ET QU’ ELLE NE SE TROUVE QU’ ACCIDENTELLEMENT DANS LE NORD DE CE PAYS ». Sarebbe il caso di doversi domandare cosa esso in- tendesse per « Italie méridionale » perchè non avevo mai saputo che Pisa e Livorno dovessero considerarsi come Italia meridionale, nè posso credere nè ammettere che questa spe- cie viva, nemmeno accidentalmente, nel nord, tanto più quan- do si considera che qualora avesse inteso includervi il Niz- zardo, il quale non è nord d’Italia, esso non l'avrebbe de- finito come Italia ma bensì come Francia. Ma passiamo su questa definizione che è puramente geografica e veniamo a studiare la questione dal lato malacologico. Secondo questo autore (') cinque sono le specie di que- Sto gruppo « JUSQU' ICI AUTHENTIQUEMENT CONSTATEES EN CORSE ET EN SARDAIGNE », ed ecco la sinonimia da esso adottata per ognuna di loro. 1.° HrLIx MAGNETTI Cantraiîne, Malacologie mediterrané- enne et pag. 108, 1840. — SERPENTINA Dupuy, (non Férussac) Histoire Moll. France, pag. 124, pl. IV, 1848 exclus. syn. Espèce de la Sardaigne, de la Corse et de la France. 2.° HeLix IsiLensIis Villa, in J. Mabille, Arch. malac. I, fasc. Dip. SO Espèce de la Sardaigne et de la Corse méridionale. 3.° HELIX HALMYRIS J. Mabille, Archives Malac. IV, fascic., pag. 71, 1869. Espèce du nord de la Corse. (') Archives Malacologiques, cinquième fascicule, pag. ‘79, 1869. — 209 — 4. HELIX JASPIDEA J. Mabille, Arch. malac. I, fasc. II, pag. 19, 1867, fasc. V, pag. 73, 1869. — SERPENTINA Varietas, Rossmdssler, Iconogra- phie der land und sussw. Moll. IV, heft, pag. 9 et 26, fig. 24], 1836. — — Varietas marmorate affinis, Ros- smdssler, loc. cit. pag. 26, fig. 242, 1836. — — Varietas jaspidea, Moquin-Tan- don, Hist. Moll. France, II, pag. 145, 1855. — CENESTINENSIS Crosse et Debeaux, in Journal Conchyl. tom. XVII, pag. 51, pl. II, fig. 3, Fevrier 1869 ('‘). Cette coquille habite la Sardaigne et la Corse, à Boni- facio, Notre Dame de la Trinité, Olmeto près de Corte. 5.° HELIX HOSPITANS Bonelli, in Rossmissler, Icon. IV, fig. 240, 1836. — CARA Cantraine, Malacol. mediterran. et li- torale, pag. 108, pl. V, fig. 7, 1840 (*). Espèce de la Corse et de la Sardaigne. Passerò in rivista queste diverse specie indicate dal- l’autore francese, e ne indicherò la sinonimia accurata- mente riveduta e corretta. Quindi chiuderò questo studio con un riepilogo il quale spieghi e dimostri il resultato al quale sono giunta e quanto diverso, anzi opposto sia il mio apprezzamento riguardo a questo gruppo. (') Citazione erronea, alla quale va sostituita la seguente, pag. 53, tav. V, fig. 7. (*) Per la sinonimia adottata da Mabille per l’attuale specie, vedi Arch. Malacol. fasc. II, pag. 19, 1867. Bull. della Sec. Mal. It. Vol. VIII. 14 — 210 — Intanto è interessante constatare che secondo il signor Mabille l’Helix serpentina non è nel novero delle specie da esso indicate come autenticamente rinvenute in Sarde- gna ed in Corsica. Per cui onde meglio e più positiva- mente dimostrare l’erroneo apprezzamento di questo autore che la vuole solo dell’Italia meridionale e settentrionale, ho voluto far figurare il tipo ‘raccolto sulle mura della città di Pisa ed il suo tipo corrispondente rinvenuto sulle roccie calcaree di Laconi. Poste le figure così accanto l’una all’al- tra non potranno più sussister dubbi sulla loro identicità di forma e di colore. Il medesimo signore venendo a trattare dei principali autori che hanno illustrato l Helix serpentina, scrive, pag. 18: PARMI LES FRANCAIS, UN SEUL, MICHAUD, L'A BIEN REPRE- SENTÉE; LA FIG. 15 DE LA PLANCHE XIV DE SON COMPLEMENT À DRAPARNAUD EST FORT BONNE; (non so perchè la fig. 14 che rappresenta la conchiglia di profilo e della quale Mi- chaud scrive « H. serpentina » mentre per la fig. 15 dice « la méme vue en dessus » non sia egualmente buona, e per esser più vera lo so benissimo e lo spiegherò a suo luogo) CELLE DONNEE PAR MoquIN-TANDON DANS son Hi- STOIRE DES MoLLUSQUES DE LA FRANCE EST DEPLORABLE, ELLE REPRESENTE UNE COQUILLE IMAGINAIRE. (Asserzione del tutto ingiusta ed infondata). LA FIGURE 239 DE L’Ico- NOGRAPHIE DE ROSSMASSLER SE RAPPORTE À UNE VARIETE MINOR DE NOTRE ESPECE (questo è esatto). 30. Helix serpentina. tav. IV, fig. 1-2-3. 1822 HELICOGENA SERPENTINA Férussac, Tableau System. ‘2.2 partie, II, pag. 31, n.° 64, et Histoire Natur. générale et partic. des Moll. tav. XL, ue. 1. - 2li — 1836 HELIX SERPENTINA Rossmdssler, Iconographie, IV, pag. 9 et 26, tav. XVII, fig. 239. 1836 — — Villa, Conch. ed insetti rac- colti nell'isola di Sardegna. 1840 — MURALIS (pars) Cantraine, Malacolo- gie Mediterranéenne et li- torale, pag. 110. Férussac diede una buonissima figura della sua specie e l’indicò dei muri di Pisa, di Nizza e di Livorno, per cui non potevano nascere dubbi sui suoi caratteri, tanto è vero che eccettuato Cantraine il quale la riunisce alla H. mu- ralis, gli antichi e moderni autori l'hanno in generale esat- tamente apprezzata e definita. Alcuni di loro vi riuniscono, è vero, delle forme affini, ma siccome le distinguono come varietà così riesce facile ad ognuno di poterle dividere se- condo il proprio apprezzamento. D'altronde si vedrà in se- guito se queste riunioni da essi eseguite fossero ingiuste o sconsigliate o se nella maggior parte.dei casi queste riu- nioni fossero invece molto più savie delle divisioni e distin- zioni che sì vorrebbero adottare da alcuni. Conosco l’ Helix serpentina di Pisa e di Livorno, ed in Sardegna è stata raccolta presso Laconi, a Nurallao ed a Villa Nuova Tulo ('). Férussac come ho superiormente indicato la dice pure di Nizza ed il signor Mabille sembra confer- marlo poichè la cita del dipartimento del Varo. Nella mia sinonimia non ho azzardato citare la H. ser- pentina catalogata dal Maggiore Adami (*) perchè non co- noscendo tale specie di questa località, ma conoscendovene (') Il tipo dell’ AH. serpentina trovasi pure in Corsica, a Bonifacio, di dove ne ho esemplari nella mia collezione. a (*) Moll. dei dintorni di Sassari, in Bullett. Soc. Malacol. Italiana, Vol. II, pag. 220, n.° 14, 1876. — 212 — altre affini, ho temuto di incorrere in una inesattezza, la quale potrebbe poi influire su qualche erroneo apprezza- mento. Non si vorrà al certo supporre che l’ H. serpentina com- presa anche nel modo più stretto e limitato ed esclusione fatta delle sue varietà non presenti delle modificazioni di forma. Queste modificazioni esistono realmente e consistono nelle dimensioni maggiori o minori, nella spira più elevata e più conica, nella colorazione molto scura o pallidissima, le cui macchiette cioè rade e staccate sono bigiognole o caffè e latte invece che marrone più o meno scuro e final- mente nella chiazza della regione ombelicale e dell'interno dell’ apertura molto estesa e molto scura, ovvero appena marcata e ridotta ad un puntolino che segna l’attaccatura del margine columellare. Ecco ora come divido le mie H. serpentina. Tipo, al quale riferisco la citata figura di Férussac, e le due fig. 1-2, tav. IV, dell’attual lavoro. Abita Pisa e Livorno sulle mura delle due città e sui tetti delle case ove è comunissima (Toscana nell'Italia cen- trale); dintorni di Laconi, Nurallao e Villa Nova Tulo (Sar- degna). B globosa, Tav. IV, fig. 3 serve di passaggio alla var. trica. Ne ho esemplari delle mura di Pisa, e di Villa Nova Tulo. y minor. Rossméssler, Iconographie, tav. XVII, fig. 239. Ne ho individui delle mura di Pisa e di Livorno, dello sta- bilimento dei bagni di S. Giuliano presso Pisa. ò minor elata. Delle roccie calcaree presso Laconi. e pallida. Con macchie rade e sbiadite, e la chiazza in- feriore marrone obliterata o deficente, ridotta ad una sem- . plice punteggiatura posta al punto d’inserzione del margi- ne inferiore. L’ ho delle mura di Pisa e delle roccie cal- caree dei dintorni di Laconi. — 213 — Var. trica. 1831 HELIX sERPENTINA Michaud, Complements à Drapar- naud. pag. 21, n.° 30, tav. XIV, fig. 14-15. 1847 — — Dupuy, Hist. Naturelle des Moll. pag. 124, n.° 11, tav. IV, fig. 4, ai. be, fd. 1867 — MacneTTI Mabille (') Archiv. Malac. I, fasc. pag. 21, et 5.®° fasc. pag. 79, 1869. 1877 — _ Kobelt (') cont. Rossméassler Icon. Vi passi. tav!423, fi: BIS: Stando al mio materiale questa varietà mi resulta della Provenza. Potrà forse trovarsi in Corsica, non sono in grado nè di affermarlo nè di negarlo, nulla conosco di Sardegna che possa venirle identificato nè avvicinato. È probabile che da taluno verrà considerata qual specie distinta ed in quan- to a ciò non ho nulla da opporre. Per me l’accetto come una buona varietà della H. serpentina; sono però concorde nel riconoscerle un facies suo proprio, sebbene la forma globosa della H. serpentina che a bella posta ho fatto raf- figurare segni il passaggio dall'una all'altra. Quello che. è positivo si è che l’attual conchiglia non può venir riportata alla H. Magnettii di Cantraine, per la semplicissima ragione che quest’ autore dice la sua specie dei muri di Cagliari e che in tal località vi è comunissima . solo un’altra specie, cioè l’ H. Rospitans Bonelli, alla quale si adatta perfettamente la descrizione di Cantraine, come lo mostrerò in seguito, mentre non si addice nè punto nè poco alla forma attuale. ('Y Non H. Magnetti, Cantraine, Malacol. Mediterranéenne et litor., pag. 108, n.° 14, 1840, la quale è sinonimo della H. hospitans Bonelli in Rossmàssier, 1836. — 214 — Michaud la dice di Provenza e come ho già superior- mente indicato, alla spiegazione della tavola XIV, scrive: « fig. 14 Helice serpentine, fig. 15 la méme en dessus ». Il signor Mabille vuole invece che sia la sola figura 15 che rappresenta la ZH. serpentina. Con tal sistema verrebbe di conseguenza che un medesimo esemplare figurato da due diversi lati rappresentasse due differenti specie. Perchè infatti, se si paragona la fig. 14 di Michaud la quale rap- presenta la conchiglia veduta di profilo, bisognerà conve- nire che è identica alla fig. 4, b di Dupuy, della quale Ma- bille si serve per fare la falsa Magnettii. Ed è appunto perchè non poteva rifiutare questa identità che esso ha ci- tato per la H. serpentina tipo la sola figura 15, che rap- presenta la conchiglia dal lato della spira ciò che non per- mette necessariamente di giudicare dell'altezza della me- desima. Qualora le avesse citate ambedue avrebbe dovuto ri- ferire la fig. 14 alla varietà attuale o mettersi in contradizione con sè medesimo. Non si è accorto probabilmente che col sistema prescelto raddoppiava questa contradizione. Fra i miei individui di var. frica ne possiedo provenienti da Saint-Cyr, dipartimento del Varo, località indicata da Mabille per la sua spuria H. Magnettii, i quali mi vennero donati dall’illustre signor Dupuy e che convengono perfet- tamente alle sopra indicate figure della sua bella opera. Var. Isarzse. tav. AV BO: Discrepans a typo testa rugosiuscula, zonulis intere ruptis pallidioribus, macula umbilicali et parietali nulla, margine columellari brunneo punctato. Diam. major 20; — minor 17; — alt. 12. Differisce dal tipo per il suo guscio più opaco più ru- goso e più sensibilmente striato; per le zonule o macchiette — 215 — che ne cuoprono la superficie, meno frastagliate e più pal- lide; per la mancanza della larga macchia marrone la quale è solo limitata ad un piccolo puntolino bruno poco appa- rente, posto all’ inserzione del margine columellare; per l'apertura più allargata e inferiormente più tondeggiante. Abita la Valle del Tacquisara (corruzione di Taccu Isara) e Gola S. Giorgio presso Osini (Caroti). Di questa varietà pure esistono forme più alte ovvero più basse, esemplari più grandi o più piccoli, con colore assai scuro e discretamente frastagliate, oppure con mac- chiette più pallide e più staccate. Bensì il sistema di colo- razione si avvicina principalmente a quello della H. ser- pentina tipica. Helix serpentina. Var. Isilensis. tav. IV, ie. O. I signori Villa raccolsero nel 1856 ad Isili in Sardegna una conchiglia che mai non descrissero, ma che nel loro catalogo « Conchiglie ed insetti raccolti nell’ isola di Sar- degna » chiamarono « Helix hospitans Bonelli, Var. Isi- lensis, Pintor » e distribuirono in seguito con tal nome ai loro amici e corrispondenti. Ecco quanto da ognuno si poteva sapere riguardo a questa forma. Dietro mia richiesta i signori Villa ebbero la cortesia d' inviarmi in due diverse epoche un’ esemplare di detta conchiglia, col nome di HH. Isilensis ma senza veruna altra indicazione. Uno di questi individui tipici lo faccio figurare onde ognuno possa rendersene un conto esatto. L’altro dif- ferisce per spira più alta ed ultimo anfratto più rigonfio, senza traccia alcuna di carenazione. Ambedue sono di un bianco latte perfetto e segnati da unà larga macchia mar- — 216 — rone più o meno decisa, che occupa il margine columellare, la regione ombelicale e la parete aperturale come nella H. serpentina tipo. Per l'altezza della spira essa si rife- risce alla mia forma globosa dell’ H. serpentina della quale ho superiormente parlato. ‘Sono dunque di opinione non possa venir considerata che come una varietà o forma locale della H. serpentina, il cui principal carattere sarebbe appunto la sua total man- canza di colore, mentre la differenza della spira più elevata e dell’ultimo anfratto più rigonfio, si verifica pure sugli esem- plari di Pisa e di altre località, e sopra individui marcati ed ornati di punteggiature o macchiette scure come e quanto il tipo. D'altronde ho individui provenienti dalla stessa località ove vive la Var. Isilensis, identici ai tipi dei Villa, sui quali poco a poco le macchie che costituiscono la H. ser- pentina e ne ornano la superficie superiore impallidiscono, | si obliteranno sino a divenire punti staccati, poco frequenti, bigerognoli, dai quali si passa quindi agli esemplari asso- lutamente lattei. Dimodochè mediante una serie di un centinaio di indi- vidui circa, passo senza interruzione e senza salti, ma anzi con una insensibile gradazione di forma e di colore dalla H. serpentina tipo, alla Var. Isilensis. Anzi queste gradazioni sono così tenui, così fra lor col- legate che non riesco a rendermi conto del dove finisce la H. serpentina, del dove principia la Var. Isilensis, se non riserbo esclusivamente questo nome alla variazione alba. Questa forma alba o Var. Isilensis che dir si vo- glia; vive ad Isili (Villa); sulle roccie calcaree dei dintorni di Laconi e nel parco del marchese di tal nome (Caroti). In quanto poi alla H. Isilensis Mabille (‘) che esso dice (') Archives Malacologiques, 2."° fascicule, pag, 20, 1867. — 217 — di Villa, della quale da una estesa descrizione e che indica « de la Sardaigne, Villa; et de la Corse, à Bonifacio, Fa- bre » non so cosa possa essere. Osservo solo che i carat- teri assegnati dall’ autore francese non convengono ai tipi ricevuti da Villa. Non parlo della frase « albido grisea ac subseriatim maculis castaneis fulguratis, marmorata.» Per- chè quanto si riferisce alla colorazione può essere infinita- mente variabile come già ho superiormente indicato. Parlo bensì della frase « subcostulato striata, presertim ad su- turas striis validis confertis », poichè i tipi di Villa sono semplicemente striati e non altrimenti quanto e come una H. serpentina tipo; non pressochè costulati, nè vi trovo traccia di particolare striatura attorno alla sutura. Parlo dell’ altra frase « ultimo anfractu, compresso-rotundato, ob- scure carenato, ad aperturam non descendente » la quale mentre per la prima parte ben combina con uno dei due esemplari non si accorda però con l’altro il cui ultimo giro è arrotondato e non presenta veruna traccia di carena, e non combina poi con nessuno dei due individui la seconda parte, perchè tanto i due tipi di Villa quanto tutti gli esem- plari da me veduti e posseduti scendono anzi assai, circa quanto l’ H. serpentina di Pisa. Finalmente perchè anche le proporzioni delle dimensioni non combinano giacchè il signor Mabille scrive: « Diam. 20 à 21 mill.; haut. 10 à 11 mill. » mentre i miei tipi misurano, diam. 17 ‘/, alt. 10-12 ‘/, mill. Sugli altri caratteri indicati nella diagnosi non farò ulteriori osservazioni perchè questi si possono riferire indif- ferentemente dal più al meno a pressochè tutta questa nu- merosa serie di forme della Sardegna e della Corsica. Per terminare ripeterò dunque che non posso accettare la specie descritta dal signor Mabille per la H. Isilensis, Pintor, perchè diversi caratteri in tal diagnosi indicati, non sono conformi agli individui avuti con tal nome dai si- gnori Villa. Aggiungo infine che la Var, Isilensis, ristretta — 218 — alla sola forma alba l’adotto come una varietà della H. serpentina. Helix serpentina. Var. Jaspidea. tav. IV, fig. 4-0. 1836 HeLIX SERPENTINA Varietas, Rossmdéssler, Iconogra- phie, IV pag. 26, tav. XVII, fig. 241. 18396. — — Varietas marmorata affinis, Ros- smdssler, Iconograpie, IV, pag. 26, tav. XVII, fig. 242. 18559 — — S. Jaspidea, Moquin-Tandon, Hist. Moll. France, II, pag. 145. 1867 — JASPIDEA, Mabille (') Archives Malacol. I, fasc. II, pag. 19, et V, pag. 79 (1869). Divido pienamente l’ opinione di Rossmassler e di Mo- quin-Tandon, nel considerare questa conchiglia come va- rietà dell’ H. serpentina Férussac, ed accetto quanto su di essa scrive Moquin-Tandon, il quale così la caratterizza. « Coquille, plus grande, à bandes non distinetes en dessus, réduites à des marbrures ; couleurs plus vives (Ros- smàssler, Iconogr., IV, 1836, fig. 241). » La indica della Cor- sica, di Bonifacio e dell’eremitaggio della Trinità non lungi da questa città. Alla figura 241 unisco pure la figura 242 come lo fa Mabille, perchè gli individui di forma un poco più depressa e di minori dimensioni raccolti sia nella medesima iden- (') Exclus. syn. H. Cenestinensis, Crosse et Debeaux, in Journal Con- chyliologie, Vol, XXII, pag. 53, tav. V, fig. 7, 1869. — 219 — tica località come pure in altre, vi si adattano perfetta- mente. Non posso invece assentire all'apprezzamento del signor Mabille il quale vuol considerarla qual specie autonoma perchè salvo le maggiori dimensioni e la forma alquanto più rigonfia, caratteri che d'altronde con una numerosa serie di individui scelti si equivalgono o pressochè, non trovo caratteri differenziali che permettano di separarle spe- cificamente; tantopiù che anche il sistema di colorazione finisce col divenire identico su singoli individui sia del tipo come della varietà. Inoltre l’ uno e l’altro in diversi siti si trovano conviventi. Dimodochè non esiste possibile de- marcazione fra l'uno e l’altra ed io accetto questa va- rietà piuttosto per comodo, per separare cioè gli esemplari più grandi e più globosi da quelli di minori dimensioni e più depressi, che perchè sia convinta esista realmente un segno caratteristico il quale meriti di essere distinto. Tanto meno poi posso trovarmi consenziente col pre- fato signore nel riunire alla Var. Jaspidea, V H. Cene- stinensis, Crosse et Debeaux, di Corte in Corsica, della quale possiedo diversi individui che combinano a pennello con la descrizione, dimensioni, forma e colorazione della con- chiglia in discorso, della quale esiste nel giornale una figura che non permette incertezze nè indecisioni. Il signor Mabille si era talmente lasciato trascinare dal- l’ira, per il preteso torto che gli aveva fatto la vecchia scuola malacologica, descrivendo come nuova una specie che lo è realmente e che esso molto a torto riferiva alla sua ZH. jaspidea, che oltre un lunghissimo ragionamento dei più violenti contro i difetti e le enormità commesse, a suo dire, da questa povera scuola, non ebbe nemmeno la calma necessaria per accorgersi da un accurato paragone delle figure di Rossméssler 241, 242, da esso citate e da quelle del giornale di Conchyliologie, che non vi è fra loro la benchè minima analogia, — 220 — Scambiò perfino la citazione del giornale indicando per l’H. Cenestinensis, la pag. 51, Tav. II, fig.3 (invece della pag. 53, tav. V, fig. 7) la quale si riferisce alla H. insularis dei due medesimi autori e che è una Campylea! Possiedo la Var. jaspidea, delle mura della città di Li- vorno, ove vive unitamente al tipo; del parco di Laconi e dei dintorni, sulle roccie calcaree, di santa Sofia nel Sar- cidano, dell’ anfiteatro di Cagliari assieme all’H. hospitans, ma in rari esemplari; dei dintorni di Sassari; fra Ghisimi e Sartone e isola Rossa in Corsica. Ho distinto una forma major, e questa proviene dal- l’ anfiteatro di Cagliari e da Santa Sofia nel Sarcidano e da Isola Rossa, nella Corsica. Le sue dimensioni sono, diam. major 24, alt. 16 mill. Nella continuazione del Rossméssler, tav. 123, fig. 1178, il dott. Kobelt rappresenta la forma che si rinviene a Li- vorno. Sebbene di questa località io non possieda esem- plari grandi quanto quello figurato è però positivo che ben si addice agli individui che si trovano sulle mura di quella città e che si riferisce alla Var. jaspidea. Infatti se si pa- ragona questa figura con le 241 e 242 di Rossmòssler, sarà facile riconoscervi la più stretta analogia. Invece la fig. 1179 dello stesso autore, rappresenta una forma maxima del tipo, del quale bensì, non ho verun individuo di così gigantesche dimensioni. 31. Helix hospitans. tav. V. 1836 HELIX HosPITANS Bonelli, apud Rossmdssler, Iconogra- phie, IV, pag. 26, fig. 240. 1836 — —_ Villa, Conchiglie ed insetti raccolti nell’ isola di Sardegna. — 221 — 1840 HrLIix MAGNETTI Cantraine (') Malacologie Mediterra- néenne et littorale, pag. 108, n.° 14. 1867 — Hospitans Mabille (*) Archives Malacologiques, pag. 19 (premier fascicule). 1877 — CARA Kobelt (*) Continuation Rossméssler, Iconographie, V, pag. 12, tav. 123, fig. 1180. Cantraine descrive la sua H. Magnettii con la frase seguente: « H. testa orbiculato-convexa, depressiuscula, imperfo- rata, glabra, alba, zonis fuscis quinque. interruptis ornata: spira prominula: apertura lunato-oblonga, alba, vel subro- sacea: labro margine reflexo. — Anfr. 5; — Alt. 7/4”; Diam. 9 ‘/’”” » (linee, non millimetri le quali rispondono ognuna a mill. 2, 2567). Alla quale fanno seguito le seguenti osservazioni. « Une autre belle espèce Sarde, qui s' éloigne un peu de celle qui précède (A. Care) et dont on ne la croirait qu’ une variété, est celle que je dédie à M. G. Magnetti de Cagliari, dont l’amitié inalterable et desintéressée l’aurait porté à faire bien de sacrifices pour me mettre à méme de connaître parfaltement les productions naturelles de sa patrie. Elle est lisse, luisante, assez épaisse, BLANCHE, ma- culée et vermiculée de brun, de manière à PARAÎTRE CHINEE; quatre séries de taches brunes anguleuses et irrégulières remplacent les 4 zones supérieures de l’H. Care, mais la 4° série pénètre presque toujours dans l’ouverture sans tra- verser la lèvre. Une zone rudimentaire, d'un brun jaunàtre, entoure la base de la coquille. La spire est surbaissée et (') Non H. Magnettiî, Mabille, Archives Malacologiques, 1.e° fascicule, pag. 21, che è la var. trica dell’ H. serpentina. (*) Escluso il sinonimo dell’ 7. Care Cantraine. (3) Non H. Care Cantraine, Malacol. Mediter. pag. 103, n.° 18, tav. V, fig. 7, che è specie affatto diversa. — 2229 — quelquefois déprimée; l’ ouverture blanche AUSSI HAUTE QUE LARGE, munie d’ un bourrelet de méme couleur; le péristo- me faiblement réfléchi et l’ ombelic fermé, un peu déprimé; la callosité qui le recouvre porte une tache rose ou brunàtre. Je croyais cette espèce identique avec l’H. marmorata Férussac, pl. 40 fig. 8; la comparaison que j' en ai pu faire au Musée de Paris, me permet de la donner comme en étant. très-distincte. Elle s’ éloigne moins de VV H. marmorata figurée par Ziegler (Rossmassler Iconographie) IV, pl. 17, fig. 243. Je l’ai recueillie sur LES MURS DE CAGLIARI, ET JE NE L'AI TROUVEE QUE LÀ où elle remplace l’H. muralis Muller ». Convien ricordarsi che l’autore sotto il nome di H. mu- ralis comprende tra le altre specie del gruppo anche la H. serpentina siccome egli stesso lo indica a pag. 110. La sola specie che vive sui muri di Cagliari è questa, per cui non vi possono essere nè dubbi nè incertezze sulla sua esatta identificazione con la H. Magnettii. D'altro lato il paragone dei miei esemplari di Cagliari con la figura 240 di Rossméssler non può nemmeno permetter dubbi nè in- certezze che debbansi riferire alla H. hospitans Bonelli. Osservo anzi che il signor Caroti pure non l’ha raccolta che a Cagliari. Al Capo S. Elia non lungi da questa città vi ha riscontrato una modificazione della medesima, la quale si distingue per l'assoluta o quasi assoluta mancanza della macchia marrone, la quale in alcuni individui è deficiente, in alcuni ridotta ad un puntolino pressochè impercettibile, in altri occupa il solo margine columellare ed in altri infine ricuopre la regione ombelicale, il margine columellare e si estende pure sopra al callo. Di queste modificazioni tornerò a parlare in seguito. In- tanto alla descrizione datane dall'autore belga aggiungo che il suo guscio è tutto malleato massime dal lato superiore. Ora se il signor Mabille avesse seriamente avuto inten- zione di far luce come lo afferma, non avrebbe confuso que- — 223 — sta specie con lH. Care, che tra gli altri caratteri è co- perta da un epidermide olivaceo, e che secondo lo stesso Cantraine ha un'apertura più larga che alta, senza parlare di altre differenze le quali benissimo sì rilevano dalle bel- lissime figure che ne dà questo autore; e non avrebbe nem- men chiamato Helix Magnettii Cantraine la H. serpentina var. trica Paulucci, della Provenza, identificandola con una specie che è sempre più grande e che il suo autore dice bianca; come lo è difatti; perchè avrebbe principiato per studiare l’H. Care e l’ H. Magnettii e si sarebbe accorto che Cantraine paragona quest’ ultima con la H. marmorata rappresentata in Rossmàssler tav. XVII, fig. 2483; che ana- logia può esservi fra questa figura e la figura 4 tav. 4 di Dupuy? Lo lascio giudicare agli altri (‘). Eppure il paragone stabilito da Cantraine non è punto fuor di luogo, perchè infatti non solo Vl H. Magnettii ha una analogia non indifferente (per la sua forma generale ed an- che pel suo sistema di colorazione) con tal figura, ma pure con alcune H. marmorata provenienti da Gibilterra che pos- siedo nella mia collezione. Lo stesso Rossmàassler indica quella figura di Gibilterra e probabilmente con quel nome stesso confondeva anche qualche forma di Sardegna, perchè nomina Aristo (per Arizzo) ove bensì il signor Caroti non l’ha trovata. Se dunque il signor Mabille avesse effettuate queste ri- cerche indicate e consigliate dal buon senso il più elemen- tare, sì sarebbe risparmiati due spropositi che hanno tra- viato anche il D." Kobelt, ed avrebbe realmente reso un servigio ai malacologi sviluppando un imbroglio invece di complicarlo. Invece esso si è limitato a prorompere (pag. 76) nel se- (') Il Sig. Dott. Servain nel suo lavoro, Etude sur les Mollusques re- cueillis en Espagne et en Portugal pag. 44, cade in un simile errore, di- cendo cioè l'H. Care, Cantraine, sinonimo della H. hospitans, Bonelli. — 224 — guente lamento: « Nous déplorons sincèrement la voie anti- scientifigue suivie par la presque totalité des auteurs de l’ancienne école malacologique. Ces auteurs en effet, se contentent presque toujours, d’à peu près; les travaux de leurs devanciers ne sont nulfement étudiés par eux ». Se il signor J. Mabille, della giovane scuola, chiama studiare « les travaux de leurs devanciers » il sistema da lui adottato, mi sembra incontrastabilmente più utile di non studiarli come pretende faccia la vecchia scuola alla quale mi onoro di appartenere. Perchè fra i due mali, dato e non concesso che la di lui affermazione fosse esatta, stimerei di certo minore quello di contentarsi dell’ « à peu près » che di svisare ogni cosa come nel presente. caso ha fatto lui. Sembrerà strano che Cantraine il quale paragona, come ho sopra indicato, la fig. 243 di Rossméssler con la sua H. Magnettii, non abbia poi riconosciuto nella fig. 240 della medesima tavola di Rossméssler la sua nuova specie. Tal riflessione l’ ho fatta io pure. Ma i fatti stanno là per di- mostrare l'esattezza della mia argomentazione. D’ altronde se il signor Mabille ammetteva come possibile che Can- traine non avesse riconosciuto in questa stessa fig. 240 la H. Cara perchè non potrò accettare io che non vi abbia invece ravvisato l’H. Magnettiit? È interessante l’ esame dell’ apice di questa conchiglia osservato con buona lente, perchè nel punto ove terminano i giri embrionali i quali sono lisci e bigerognoli si verifica un curioso strangolamento che fa apparire l’apice stranamente rilevato, più da un lato che dall'altro e perciò gobbo. Come colorazione la A. hospitans passa da un fondo bianco tutto coperto da punteggiature marrone più o meno scure o pallide, disposte per serie a guisa di zone inter- rotte, sino al bianco latte senza traccia di macchie. Bensì rimane sempre costante la chiazza che ne orna il lato in- feriore, sebbene anche questa subisca grandi modificazioni sia nell’intensità del colore sia nelle sue dimensioni. — 225 — Per forma le modificazioni sono ancora più vistose, per- chè mentre il tipo è piuttosto globuloso e l’ ultimo anfratto relativamente rigonfio, si trovano mescolati a questo, esem- plari quasichè angolati ed altri assolutamente carenati. Al Capo S. Elia vive una forma o varietà che dir si voglia, ove la macchia marrone è alcune volte assoluta- mente mancante, ovvero ridotta ad un puntolino appena vi- sibile posto sul margine all’inserzione del labbro. Gli indi- vidui di questa località si distinguono per avere la super- ficie del guscio ornato da macchioline più piccole, più fitte e serrate, le quali spesso invece di essere di color marrone hanno tendenza al color violaceo, paonazzo. Nella mia col- lezione l’ho distinta col nome di mutazione porphydica. Non posso poi tralasciar di notare che dalla H. hospitans si può giungere alla H. serpentina per mezzo della var. . jaspidea e per mezzo della var. Isilensis. Quantunque ri- tenga miglior partito lasciarle distinte l’una dall'altra. Helix hospitans. ‘- Var. alabastrina. Ran vE niet: Differt a typo testa globosior, solidiore; — anfractu, ul- timus minus dilatato; — macula umbilicali ac parietali nulia; — margine columellari crasso, alabastrino; — aper- tura parvula. Diam. major 20; — minor 16 ‘/; — alt. 14 mill. Si distingue dal tipo per forma più globosa, guscio più solido; — per ultimo anfratto meno allargato; — per mac- chia ombelicale e parietale deficiente; — per margine co- lumellare ingrossato, alabastrino; — per apertura assai più piccola. Il suo genere di colorazione è consimile a quello del tipo ed il suo guscio è malleato come in quello. Non Bull. della Sce. Mal. It. Vol. VIII. 15 — 226 — possiedo che un solo esemplare di questa varietà il quale mi venne donato unitamente ad individui di altre specie dal professore A. Targioni-Tozzetti che lo aveva raccolto all’isola S. Antioco ed al quale offro per questo i miei rin- graziamenti. Questa forma mi è sembrata così distinta da tutte le al- tre congeneri da me conosciute, da meritare un nome pro- prio sebbene sia per massima sempre contraria a creare una nuova denominazione quando non possiedo di quella data forma che un solo rappresentante. 32. Helix Cara. 1840 HELIX CARA Cantraine (') Malacol. Mediterr. et littorale, pag. 108, n.° 13, tav. V, OTO 1867 — HosPiTAnSs (pars) Mabille, Archives Malacolo- giques, pag. 19 (?). Cantraine descrive la sua bella specie con la seguente frase. H. testa orbiculato-convexa, depressiuscula, imperforata, glabra, lutescente, vermiculata, maculisque fuscis seriali- bus angulatis picta: spira prominula aut subplana: apertura ovato-lunata, alba, macula rosea umbilicali insignita: labro margine reflexo. Aufi.(b;(4It. 8%: Diam 118 (dineo)i Une des belles Hélices d’Italie est sans contredit celle que j'ai trouvée en 1829 sur une montagne èà Capoterra, à environs quatre lieues de Cagliari. Elle est lisse, luisante, assez épaisse, D'UN GRIS JAUNATRE, MARBREE ET VERMICULEE (') Non ZH. Care, Kobelt, Contin. Rossmîssler Iconographie, V, pag. 12, tav. 1283, fig. 1180 (1877) che è l'Z. hospitans Bonelli. (2) Non Z. hospitans, Bonelli, apud Rossmàssler, 1836. — 227 — DE BLANC SALE, et ornée de cinq zones brunes, interroni- pues par les marbrures; LA PREMIÈRE DE CES ZONES EST CONTIGUÈ À LA SUTURE; LA SECONDE EST PLUS ETROITE QUE LA TROISIEME, AVEC LA QUELLE ELLE SEMBLE SE CONFONDRE QUELQUEFOIS; LA QUATRIÈME, LARGE COMME LA TROISIÈME, NE SE VOIT QUE SUR LE DERNIER TOUR et coupe la lèvre pour pénétrer dans la cavité de la coquille; LA CINQUIEME EST MOINS PRONONCEE QUE LES AUTRES, quelques fois peu apparente, et entoure la base qui est souvent dépouillée de SON EPIDERME et blanchàtre. La spire est surbaissée et ses tours faiblement déprimés: l’ouverture est versante, oblon- gue, PLUS LARGE QUE HAUTE, d'un blanc de lait, quelque- fois FAIBLEMENT NUANCÉ DE VIOLET; un bourrelet intérieur blanc; le peristome réfiéchi; l’ombelic fermé, légèrement déprimé; UNE PETITE ZONE JAUNATRE BORDE LA CALLOSITE QUI LE RECOUVRE, et va se perdre à la partie supérieure du bord droit de l’ouverture. Diamètre 11”; hauteur entre le sommet et la callosité ombilicale 6°”. Dans presque tous les individus, le sommet de la spire ou le premier tour est brun ou moitié brun, moitié gris rosé. Les jeunes sont ombiliqués. Si l'on attachait toujours la méme importance au ca- ractère qui a motivé la séparation des H. vermiculata et Alonensis, nous trouverions’‘dans l’ H. Care des individus qui préteraient à l’ établissement d’ une autre espèce à cause de leur ouverture plus arrondie; je dédie cette espèce à mon ami M. G. Cara, préparateur du Musée de Cagliari. Je saisis cette occasion pour le remercier des services qu'il m'a rendus en m'accompagnant dans mes excursions en Sar- daigne, et en m' aidant, par tous les moyens en son pouvoir, à atteindre le but que le gouvernement se proposait en me confiant une telle mission. Come mai una specie così minuziosamente descritta e così perfettamente figurata è stata così falsamente interpe- trata da tutti gli autori che ne hanno parlato, principiande — 228 — da Pfeiffer (') il quale sebbene con dubbio la considera quale una varietà dell’ H. serpentina, fino agli autori più moderni, ecco quello che non arrivo a spiegarmi ammeno che se ne debba cagionare la rarità o scarsità relativa, degli esem- plari che se ne rinvengono. Infatti l’attual conchiglia, all’ incontro della maggior parte degli altri Iberus invece di vivere attaccata ai massi sfidando i raggi del sole, vive come le Campyl®a nascosta tra i sassi nelle località umide ed ombrose. In tali condizioni Caroti la raccolse in scarsi individui presso il Monte Santo di Pula a circa m. 800, il qual monte non è molto lontano dalla località indicata da Cantraine. Assieme al tipo esso rinvenne pure una forma che da questo differisce per dimensioni un poco minori e spira assai più rilevata. La ritrovò anche identica all'isola di S. An- tioco. Inoltre raccolse a S. Gregorio, cioè dal lato opposto o all’ oriente di Cagliari, una forma molto più piccola, a spira sempre più elevata che nel tipo. Ovunque però in pochi esemplari. Nella diagnosi latina Cantraine scrive: « macula rosea umbilicali insignita ». Questo carattere non è punto mar- cato sulla figura, sebbene la superiore sia rivolta in modo tale che questa macchia se vi fosse dovrebbe essere ben visibile. Nella frase francese esso scrive invece « une pe- tite zone jaunàtre borde la callosité qui le recouvre! E ciò è perfettamente esatto. Var. Agdjaciensis. tav. VI, fig. 3. Discrepans a typo, testa minor, magîs globuloidea, spi- ra elatior, macula fusca in regionem umbilicali, margine columellari, ac callum parietali insignita. Diam. major 21; — minor 17 *%; — alt. 15 4, mill. (') Monografia Heliceorum viventium, I, pag. 286, 5?, 1848. — 229 — Questa varietà si distingue dal tipo piuttosto per la mac- chia che ne segna la parte inferiore stendendosi sul mar- gine columellare e sul callo, perchè si è già veduto che anche sugli individui la cui colorazione è tipica, la forma della conchiglia è sovente più rilevata e l’ultimo anfratto meno depresso di quanto sì osserva nella figura data da Cantraine. Ho un discreto numero di esemplari dell’attuale varietà i quali mi vennero favoriti da un signore Corso che mi as- sicurò provenivano da Aiaccio. Altri ne ricevei come raccolti in Corsica, senza indica- zione più precisa, ed uno solo lo ebbi dal signor Thierlens come rinvenuto a Bastia. In queste diverse località la var. Adjaciensis varia dal più grande al più piccolo o dalla forma ancora più alta o meno. Mantiene nondimeno un’ apparenza sua propriai cui caratteri la fanno facilmente riconoscere come una sem- plice modificazione della H. Care. Esemplari di questa medesima varietà vennero raccolti dal professor Giglioli nel 1880 all'isola della Maddalena, Sardegna. Non conoscendo rappresentanti della H. Halmyris Ma- bille (') mi era nato il dubbio potessero dovercisi riferire questi giacchè è molto difficile, per me almeno, giudicare su di una semplice descrizione dei caratteri specifici di una conchiglia appartenente ad un gruppo le cui forme sono così varie e fra loro così affini come nel presente caso. Tanto più poi che esso indica la sua specie come non rara nel dintorni di Bastia. Ma mentre i caratteri da esso asse- gnati alla sua nuova specie si riferirebbero nella massima parte alla mia varietà, ne trovo indicato uno che non può convenirle ed è quello di « frès obtusement carenée », i {') Archives Malacologiques, quàtrième fascicule, pag. 71, 1869. — 230 — miei esemplari non mostrando veruna tendenza alla carena anche smussata. Inoltre anche le proporzioni delle dimensioni non com- binano. Nondimeno potrebbe darsi che si trattasse della me- desima conchiglia più o meno modificata. In ogni caso per- chè potessi accertarmene mi converrebbe possedere in mag- gior copia esemplari di Bastia i quali disgraziatamente mi mancano giacchè non so poi in modo positivo se quello avuto dal signor Thierlens con questa indicazione di habitat, e col nome di AH. serpentina, è stato veramente raccolto nei dintorni di quella città. 33. Helix Cenestinensis. tav. VI, fig. 4. 1869 HEeLIX CENESTINENSIS, Crosse et Debeaux, in Journal Conchyliol. XVII, pag. 53, n.° Rrtavi VI MOSS Questa specie è indicata dai suoi autori come vivente sotto le pietre nella foresta di Mello presso Corte in Cor- sica, ove è abbondantemente sparsa; non era stata a quel- l’ epoca rinvenuta in altre località. Var. suburbana tav. VI, fig. 5. Differt a typo testa magis convexiuscula, solidiore, ac striata, anfractum ultimo minus globosus, apertura pre- cipue protracta, strictiuscula. Diam. major 19'/; — minor 16; — alt. 13 mill. Habitat prope Sassari, Sardinie (Dohrn). Differisce dal tipo per forma più conica, per guscio più solido, per striatura più marcata; — per colorazione più — 231 — incerta composta di 4, o 5 fascie interrotte marrone, tutte di egual larghezza, eccettuata l’ inferiore alcune volte de- ficiente o meno marcata; — per ultimo anfratto meno ri- gonfio ma più tondeggiante, senza nessuna tendenza ad esser compresso; — per l'apertura più scendente, più al- lungata e più stretta; — pel margine inferiore più diritto ed il superiore più arcato. Si sarebbe forse da alcuno preferito che avessi accet- tato questa nuova forma come specie autonoma, ma ve- dendo fra essa e la H. Cenestinensis diversi caratteri ana- loghi non mi ci sono voluta azzardare. Libero ognuno di considerarla come distinta se ciò le aggrada. Ne possiedo 10 esemplari dei quali sono debitrice al signor H. Dohrn che gli raccolse nei dintorni di Sassari. 34. Helix pudiosa. n. sp. tav. III, fig. 6. Testa imperforata, orbiculata, depresso convexa, opaca, striatula, parum malleata, alba, zonulis quinis castaneis interruptis ornata; — spira subprominula, apice obtuso, levigato, corneo; — anfractibus 4'/,, vix convexiusculi (primi lente, ultimo celeriter crescentibus) sutura impressa divisis; — ultimo subcompressus, inferne convexo, antice prope aperturam subito deflexo, non dilatato ; — apertura obliqua, ovato-oblonga, albida; — peristomate lavissime labiatum; — marginibus conniventibus, approximatis. Diam. major 16; — minor; — alt. 9 ‘/, mill. Habitat prope Sassari Sardinia (Dohrn). Conchiglia priva di ombelico, orbiculata, convesso-de- pressa, leggermente striata e malleata, bianca, ornata da cinque zone color castagno, interrotte e come punteggiate (due delle quali occupano la parte inferiore dell'ultimo giro — 232 — e penetrano nell’ interno dell’ apertura); — spira alquanto elevata, apice ottuso, liscio, corneo ; anfratti 4 ‘/, più o meno convessi (i primi crescono adagio, l ultimo celermente) separati da sutura impressa; ultimo assai compresso sopra e sotto la periferia è poi rigonfio nel mezzo in vicinanza dell’ ombelico e dell’ apertura, in prossimità della quale, è superiormente scendente tutto ad un tratto, non è però dilatato; — apertura obliqua, ovato-allungata, bianca; — peristoma sottilmente ingrossato all’interno, particolarmen- te lungo il margine basale; — margini convergenti, av- | vicinati. Sette esemplari di questa conchiglia mi vennero donati dal signor H. Dohrn che gli aveva rinvenuti nei dintorni di Sassari. Tre appartengono alla forma e colorazione tipica, due differiscono solo per essere assolutamente bianchi, altri due invece sono caratterizzati per forma generale più elevata, per anfratti più convessi e staccati. ‘ L’attual conchiglia ha una vistosa analogia con la H. surrentina, Ad. Schmidt. A questo proposito mi cade in acconcio rispondere ad alcune osservazioni fatte dal dott. Kobelt (') sulla Fauna della Calabria, ove esso scrive che per H. surrentina prendo la vera H. strigata Férussac. No, egli s' inganna, per H. surrentina prendo appunto la forma liscia, senza ombelico ed a labbro bruno alla quale così esattamente si adattano le fig. 11, 12 tav. 113, del Chemn. Kiister, e le fig. dell’Iconographie di Rossmàssler 441, tav. 32 le quali sono appunto citate da Martens per rappresentare questa specie (*). Mentre prendo per I. stri- gata, Var. fuscolabiata Rossméàssler, la figura 684 dell’Ico- nographie, ed anche le fig. 1172 e 1173 della tav. 123, della (*) In Jahrbiicher der Deutschen Malakozool. Gesellschaft VII, Luglio 1880, pag. 296. (°*) Martens, in Malak. Blatter, V, 1858, pag. 130. — 233 — continuazione di Rossmàssler, che il dott. Kobelt chiama AH. strigata, Var. surrentina. D'altronde mi sarebbe difficile disconoscere queste due conchiglie mentre ho raccolto centinaia e centinaia di esem- plari di H. strigata, presso la cascata di Terni e lungo tutta la strada che vi conduce, e che questa località è appunto indicata dallo stesso Férussac per patria della sua specie; ed ho raccolto nei dintorni di Cava e di Sorrento, egualmente abbondante la H. surrentina. Bensì a Sorrento sì trovano mescolate su quei grossi massi che costeggiano la via lungo il mare, tanto la surrentina quanto la strigata. Non capisco proprio punto, per conseguenza, perchè il dott. Kobelt (') voglia chiamare H. Carseolana Var. costata, la H. strigata tipo, quale sì rinviene a Terni in così grande abbondanza da poterne empire casse e bauli. Quella è per me la vera H. strigata Férussac, non solo perchè conviene perfettamente alla illustrazione datane da questo autore, Hi- stoire, tav. 67, fig. 6, ma anche perchè si raccoglie nella località originaria. A scanso di equivoci ripeto dunque che la A. surrentina da me nominata (*) di Palmi e di Scilla è identica a quella di Cava dei Tirreni, per cui non posso in verun modo iden- tificarla con la AH. strigata di Terni. Ciò non toglie che forse il dott. Kobelt abbia ricevuto dalla Calabria anche quest’ ultima specie. 35. Helix villica. n. sp. tav. III, fig. 3. Testa mediocriter umbilicata, orbiculata, depresso-con- vera, opaca, rugoso-striata, albida, zonulis 4 castaneis (‘) In Nachrichtsblatt 1878, Excursionsberichte aus Italien, pag. 118, 119. (€) Fauna Malacol. della Calabria, pag. 117, n.° 56, 1879, outta interruptis punctisque ornata; — spira subprominula, apice minuto, mamillato, violascente ; — Anfractibus 4-'/, 5 convexiusculi (primi regulariter, ultimo celerrime cre- scentibus) sutura impressa separatis; — ultimo subcom- presso, inferne subinflato, antice prope aperturam subito deflexo, non dilatato; — apertura obliqua, subcirculari, marginibus approximatis; — peristomate tenue, reflexo; — margine columellare dilatato, perforationem semi-oc- cultante. Diam. major 19; — minor 16; — alt. 11 mill. Conchiglia provvista di ombelico piuttosto piccolo, ar- rotondata, convesso-depressa, opaca, coperta di strie fitte tramezzate da altre più grosse, bianca, ornata da 4 fascie interrotte formate da macchiette o punteggiature marrone (3 delle quali continuano sugli anfratti superiori, mentre la 4.* occupa il di sotto della periferia e penetra nell’ in- terno dell’ apertura seguendo l’ andamento della sutura; — spira un poco rilevata, apice piccolo, mamillato, violaceo; — anfratti 4 ‘/, 5, piuttosto convessi (i primi crescono regolar- mente l’ ultimo è molto più grande) separati da sutura ben marcata ; ultimo alquanto compresso, inferiormente rigonfio, sul davanti cioè in prossimità dell’ apertura ripiegato e scen- dente, non dilatato; — apertura obliqua, quasi circolare, margini avvicinati; — peristoma sottile, arrovesciato, mar- gine columellare un poco allargato ricuopre in parte l’om- belico. l Questa specie appartiene al gruppo della H. strigata, Férussac e pel suo sistema di colorazione si avvicina alla var. Posidoniensis (Helix Posîdoniensis, Tiberi) di Pesto. Il signor Caroti ne ricevè in dono 7 esemplari dal pro- fessor Gennari di Cagliari il quale ne possedeva molti altri ancora. Venne raccolta dal sullodato signore ad Oliena nella provincia di Nuoro in Sardegna. — 255 — RIASSUNTO. Epilogando adunque in brevi parole quanto ho antece- dentemente dimostrato dirò che gl’ Iberus di Sardegna e di Corsica da me oggi conosciuti ascendono a sei specie così divise e repartite. 1. HELIX SERPENTINA, Férussac con le sue diverse modifi- cazioni e forme. Sparsa in diversa località del cen- tro della Sardegna e Corsica. Iden- tica al tipo di Pisa e di Livorno. VAR. ISILENSIS, Pintor, Vive con la precedente. VAR. JASPIDEA, Moquin-Tandon, abita il centro del- l'isola assieme al tipo, la conosco inoltre di Sassari e di Corsica. VAR. TRICA, Paulucci, della Provenza. VAR. ISARZE, Paulucci, propria del centro orientale della Sardegna. Questa divisione è basata sullo studio di oltre 250 esem- plari che fanno parte della mia collezione, oltre tutti quelli destinati a venir distribuiti agli amici e corrispondenti. 2. HELIX HOSsPITANS Bonelli, con le sue modificazioni. Propria di Cagliari e del Capo S. Elia, ove bensì si rinviene al- quanto distinta per costituire una mutazione che nella mia collezione ho chiamato porphydica. VAR. ALABASTRINA, Paulucci, raccolta all’ isola di S. An- tioco. L’ H. hospitans è rappresentata nella mia collezione da 95 individui, oltre altrettanti almeno designati per i cambii, — 236 — 3. HELIX. CARA, Cantraine, con la sua forma elata e minor, della parte meridionale- occidentale dell’ isola in prossimità di Capoterra. Nella mia collezione non ne possiedo che 19 individui lo che denota che questa conchiglia è assai rara. VAR. ADJACIENSIS, Paulucci, dei dintorni di Aiaccio e pur anche di Bastia, stando almeno ad un individuo ricevuto con tale in- dicazione dal signor Thierlens. La possiedo anche dell’isola della Mad- dalena (Sardegna). Rappresentata da 15 esemplari. 4. HELIX CENESTINENSIS, Crosse e Debeaux. Di Corte in Corsica. Soli 4 individui rappresentano questa specie nella mia collezione. VAR. SUBURBANA, Paulucci; dei dintorni di Sassari. Ne possiedo 9 esemplari. 5. HELIX PUDIOSA Paulucci; dei dintorni di Sassari. Ne ho solo 7 esemplari. 6. HELIX VILLICA, Paulucci ; del centro della Sardegna. Rappresentata da 7 individui. Se ora si mette in confronto il resultato qui indicato col quadro sinonimico posto al principio dell’ attuale studio sì vedrà, — 237 — 1.° La HrLix IsiLensis Mabille, diversa a quanto sembra da quella comunicatami con tal nome da Villa ignoro a quale specie o forma debba venir ri- ferita. Quella di quest'ultimo non può venire accettata che come varietà della H. serpentina. 2.° LA HELIX JASPIDEA Mabille, egualmente ; ma da questa conviene escludere la H. Cene- stinensis, Crosse et Debeana da esso riunitavi a torto perchè detta specie è perfettamente di- stinta. 3.° LA HELIX MAGNETTII Mabille , affatto diversa dalla H. Magnettii Cantraine, è anche una dipendenza della H. serpen- tina. Corrisponde alla mia Var. trica. 4.° LA HELIX HOSPITANS Bonelli rimane, ma non come l’ ha compresa Mabille; escludendo cioè dalla di lui sinonimia la H. Cara Cantraine, specie as- solutamente diversa. 5.0 LA HELIX HALMYRIS Mabille, specie che non conosco. potrà forse restare, ammeno che non sia la medesima di quella da me nominata Var. Adjacien- sîs, nel qual caso diverrebbe una dipendenza della H. Care Cantraine. Ecco dunque cosa s’ intende dalla giovane scuola fran- Cese « FAIRE UN PEU DE JOUR DANS LA SYNONYMIE! » Per fare uno studio proficuo su di un gruppo di questo genere, che contiene cioè forme così variabili quanto lo — 238 — sono gl Iberus, è indispensabile avere a sua disposizione un ricco materiale, affine di poterne diligentemente osservare le numerose modificazioni ed assegnare ad ognuna il posto che le si compete. Altrimenti si va soggetti a cadere in numerosi errori non solo, ma pure a strascinarvi gli altri, come è appunto accaduto nel caso attuale in causa dei falsi ed inesatti apprezzamenti del signor Mabille. Questi, col suo lavoro, ha fuorviato il giudizio di diversi autori contempo- ranei tra i quali i signori Kobelt nella continuazione di Rossmàssler, e Westerlund nella Fauna Europea, Prodro- mus. Infatti ambedue che molto probabilmente non avevano nè potevano avere un materiale abbastanza ricco per do- minare la situazione, se così posso esprimermi, si sono ba- sati e valuti, pei loro reciproci studii, del lavoro di Mabille ed hanno accettato e copiato i suoi errori non avendo modo di controllare la esattezza delle sue asserzioni. Lo che in analoghe circostanze può accadere ad ognuno; perchè non trovandosi in grado di potersi creare un apprezzamento basato sulle proprie osservazioni, si è costretti a lasciarci dirigere da coloro che si suppone abbiano avuto in mano tipi e materiale sufficiente onde poter effettuare paragoni ed identificazioni. E da questo deplorabile stato di cose ne segue che gli errori e le inesattezze si diffondono, si propagano, sì per- petuano a detrimento della verità e per conseguenza della scienza. Inoltre la sinonimia, questa gran piaga della storia naturale, si complica sempre maggiormente, tantopiù che è in generale di gran lunga più facile fare accettare un erro- re di quello che possa essere espellerlo o riconoscerlo. Ep- pure lo stesso signor Mabille fra i suoi lamenti sopra i torti della vecchia scuola, pone in prima linea, naturalmente, quello della sinonimia. Ma se in queste poche specie ora passate in rivista non vi fossero da segnalare i suoi errori e da porre in sinoni- mia i suoi inesatti apprezzamenti e quelli degli altri autori — 239 — che però ad esso principalmente sono dovuti, bisogna con- venire che non vi sarebbe stato di che lamentarsi, e dal più al meno, salvo rare eccezioni, le specie erano state regolamente definite e ben circoscritte. Helicogena fisso. 36. Helix aspersa. 1774 HeLIX AsPERSA Miller, Verm. terr. et fluv. II, pag. 59, nt -:253: 1819 — — Férussac, (Helicogena) Hist. tav. 18. 1836 — — Villa, Conch. ed insett. racc. nell'isola di Sardegna. 1855 — = Moquin-Tandon, Moll. France II, pag. 174, tav. 13, fig. 27-29. 1876 — — Adami, Moll. dei dintorni di Sassari (in Bullet. Soc. Malacol. Italiana, pag. 219,14) Abita tutta l'isola. Caroti ha raccolto la forma tipica quale è compresa e definita da Moquin-Tandon loc. cit. al Capo S. Elia presso Cagliari, assieme ad una mutazione rugosa di forma più o meno globosa. Al monte Santo di Pula (metri 800) ha trovata una forma conoidea piccolis- sima ed alcuni individui di grandezza media, di forma co- mune e di colore fulvo uniforme. Sui monti fra Saroch e S. Pietro di Pula ha rinvenuto la mutazione zonata, assai scura, rugosa e solida. Nel giardino o parco del marchese di Laconi ha raccolto un esemplare che per la disposizione delle fascie appartiene pure alla mutazione zonata, ma che è rimarchevole per il suo colore molto scuro e per la sua piccolezza. Nella valle del Tacquisara vive la mutazione grisea, e nella gola di San Giorgio (Ogliastra) una zonata, di piccole dimensioni. — 240 — Il Museo di Firenze possiede esemplari di questa specie provenienti da Ozieri e porto Scuso, riportate dal prolasA sore Targioni nel 1869. 37. Helix aperta. 1780 HELIX APERTA Born, Mus. Cas. Vind. pag. 387, | tav. 15, fig. 19-20. 1786 — NERITOIDES Chemnttz, system. Conch. Cab. IX, | pag. 150, tav. 133, fig. 1204-1205. 1805 — NATICOIDES Draparnaud, Hist. Moll. pag. 91, tav. 5, fig. 25-27. 18396 — — - Villa, Conch. ed insetti racc. nel- l’isola di Sardegna. 1837 — — Rossméssler, Iconogr. V, bag: l, tav. 21, fig. 285. 1840 — APERTA Cantraine, Malacol. Mediteriaii sO APASLLOO, pi9 1. 1855 — — Moquin-Tandon, Moll. France II, | pag. 186, n.° 35, tav. 15, fig. 1-3. 1876 — — Adami, Moll. dei dintorni di Sassari (in Bull. Soc. Malacol. Ital. pag. 219, \ne9512): Abita il Capo S. Elia presso Cagliari, i dintorni ed il parco del marchese di Laconi. La mutazione brunnea, di Moquin-Tandon vive a Zinnigas, comune di Siliqua. Caroti. Xerophila Held. 38. Helix pisana. 1774 HeLIX PISANA Miller,. Verm. terr. et fluv. II, pag. 60, n.° 259. |» 1836 — — Villa, Conch. ed inset. racc. nell'isola di Sardegna. — 24i — 1897 HELIX PISANA Rossmdssler, Icon. VI, pag. 34, tav. 26, fig. 359. 1855 — — Moquin-Tandon, Moll. France II, pag. 259, n.° 70, tav. 19, fig. 18-19. 1873 — — Issel, Moll. di Sard. racc. dal D.” Gestro (in Ann. Mus. Genova, pag. 275). 1876 — — Adami, MOll. dei dintorni di Sassari (in Bull. Soc. Malacol. Italiana, pag. 219, n.° 13). Abita i contorni di Cagliari ove è comunissima ed ove gli steli degli arbusti in riva al mare ne sono letteralmente ricoperti. Questa specie è distinta dai cagliaritani col nome di Mungettas, mentre essi chiamano le altre chiocciole ter- restri col nome generale di Zizicorrus. Caroti. Vi si riscontrano tutte le possibili gradazioni di gran- dezza, di colorazione e di spira più alta o più depressa. Var. Sardoa. HELIX SARDOA Ziegler. 1836 — PISANA Var. Sardoa, Villa, Conch. ed inset. , racc. nell'isola di Sardegna. 1848. — — ò. minor, sphaeroidea, umbilico oblitera- to. Pfeiffer Mon. Helic. viv. I, p. 159. Abita assieme al tipo particolarmente la spiaggia della Maddalena nei dintorni di Cagliari (Caroti) ove si rinven- gono esemplari di forma più o meno depressa ed alcuni dei quali hanno la spira decisamente conoidea; la colorazione è varia come nel tipo, però tutti hanno ben distinto il ca- rattere dell’ombelico ricoperto ‘0 chiuso dall’ inflessione del bordo columellare. Il Prof. Targioni riportò dall’ isola di S. Antioco nel 1869 alcuni esemplari, che mi ha gentilmente comunicati, Bull. della Sec. Mal. It. Vol. VIII. 16 — 242 — ai quali si adatta particolarmente il carattere di forma spharoidea, indicato da Pfeiffer, bensì il loro ombelico è meno decisamente chiuso ed inoltre sebbene adulti tutti pre- sentano un indizio di carena più o meno marcata nel mezzo della periferia dell'ultimo anfratto; il loro colore è bigio- gnolo pressochè uniforme. 39. Helix Terveri. 1831 HeLIX TERvERI M?chaud, Complements à Draparnaud, pag. 26, n.° 41, tav. XIV, fig. 20-22. 1864 — — Bourguignat, Malacol. Algérie, I, pag. 249, tav. XXIX, fig. 1-3. 1869 — — Rambur, in Journal Conch. XVII, pag. 263, tav. IX, fig. 6. Scarsi esemplari, in mediocre stato di conservazione, fu- rono raccolti da Caroti al promontorio Santa Elia. Questa specie vive pure in Corsica, di dove ne possiedo esemplari d’Isola Rossa, ed in Sicilia, ove sembra rinve- nirsi più frequentemente che nelle altre due sopra indicate isole. 40. Helix variabilis. 1801 HELIX VARIABILIS Draparnaud, Tableau Mollus. pag. 73. 1805 — — Draparnaud, Hist. Naturelle Moll. pag. 84, n.° 12, tav. V, fig. 11-12. 1864 — - Bourguignat, Malacol. Algérie, I, pag. 224, tav. XXIII, fig. 1, ll. Il tipo di questa specie, che ben combina cioè con la figura di Draparnaud è stato raccolto nei dintorni di Sas- sari dal signor Dohrn, unitamente ad una forma più pic- — 243 — cola, poco o punto fasciata, di un bianco giallastro sporco tendente al bigiognolo. Il signor Caroti rinvenne al Capo S. Elia, nell’ anfiteatro di Cagliari e sulle roccie calcaree sopra a Laconi diverse forme e modificazioni di colore, tutte però di dimensioni piuttosto piccole. Non bisogna perder di vista quanto credo aver già in- dicato altrove, che cioè le figure di Draparnaud hanno in generale il difetto di esser disegnate in modo che la con- chiglia apparisce più alta di quello che lo è realmente. La presenza dell’attuale specie in Sardegna è indicata dai fratelli Villa, professor Issel e Adami. È catalogata in Corsica da Requien, Shuttleworth e Moquin-Tandon. Sebbene sia fermamente convinta che la H. variabilis Draparnaud sia la medesima specie della H. virgata Da Costa (‘) e che per conseguenza il nome di quest’ ultimo autore essendo anteriore a quello di Draparnaud dovrebbe esser preferito; nondimeno sarei disposta a riserbare il di- stintivo di H. variabilis alla forma meridionale, più grande e ad anfratti più arrotondati, tantopiù che già tanto vasto e variato è il contingente delle forme generalmente incluse ed intese in questa appellazione. Un esame accurato delle figure attualmente da me ci- tate per la H. virgata e H. variabilis, darà un'idea più chiara ed esatta del mio concetto di quanto potrebbero farlo lunghi ragionamenti. 41. Helix maritima. 1805 HELIX MARITIMA, Draparnaud, Hist. Moll. France, pag. 85, n.° 13, tav. V, fig. 9, 10. 1839 — — Rossmdssler, Iconographie, IX, pag. 14, tav. 47, fig. 612. (') Britt. Conchol. pag. 79, tav. 4, fig. 7, 1798. — 244 — 1864 HELIX LINEATA (pars) Bourguignat, Malacologie Algée- rie, I, tav. 24, fig. 22-24 e 26 20 1879 — MARITIMA, Paulucci, Fauna Malacol. della Calabria, pag. 97, n.° 43. Questa specie venne rinvenuta solo nei dintorni di La- coni, cioè nel parco del marchese di tal nome, sulle roccie calcaree al di sopra di questa località, e fra Laconi e Santa Sofia. E pure catalogata dai fratelli Villa ed indi- cata dei dintorni di Sassari dal maggiore Adami. Non so poi se debbasi pur riferire a questa specie la AH. lineata indicata dal professore Issel (*) dei diritorni di Cagliari, e la Var. minor della stessa, proveniente dall’ Ogliastra e specialmente dalla Valle del Tacquisara. L’H. maritima è citata da Requien fra le specie vi- venti in Corsica a Bonifacio e Bastia. È pure indicata nel catalogo di Shuttleworth senza località esatta. Oltre al tipo si rinviene a questo promiscuo una muta- zione unicolore castagno pallido giallastra. Nella Fauna della Calabria, a pag. 99 incorsi in un errore di citazione riguardo a questa conchiglia. Cercai di rimediarvi nell’ Errata-Corrige, nondimeno il ragiona- mento non riuscì abbastanza esplicito per sodisfarmi. Mi preme dunque spiegare che il senso del mio discorso ha la stessa identica interpetrazione là come quì, perchè allora come oggi vedevo nell’ H. lineata, Bourguignat della Faune Malacologique de l Algérie una mescolanza di forme che in parte devono riferirsi alla H. maritima, come ho su- periormente indicato, in parte alla H. variabilis Drapar- (') Non tav. 24, fig. 25, 28-31 le quali nel mio modo di vedere si ri- feriscono alla genuina H. virgata, Da Costa. (2) Di alcuni Moll. racc. nell’ isola di Sardegna dal dott. Gestro, in Annali Mus. Civico Genova, vol. IV, pag. 275 e 276, 1873. — 245 — naud; o per esser più esatte al tipo dell’ H. virgata Da Costa della Inghilterra e della Francia, della quale la specie di Draparnaud non è che una forma major rela- tivamente depressa, più particolarmente speciale al bacino Mediterraneo. 42. Helix tuta. nsp: tav. VI Ist. Testa globosa, subotecte perforata, tenui, albida, ca- staneo multifasciata, vel lutea, fasciata ac punctata, sub- striata ; — spira convexa, apice minuto corneo vel nigre- scente, levigato; — anfractibus 5 */,-6 convexiusculis, primis lente, cateris velociter crescentibus, sutura impressa separatis; — ultimo maior, ventroso, rotundato, ad aper- turam recto; — apertura obliqua, exacte rotundata, iîn- tus leviter labiata; — marginibus callo tenuissimo jun- ctis; — margine columellari reflexiusculo, perforationem semi-occultante. Diam. major 13-14; — minor 11 3A 3 E alt. 9 %/;-11 mill. Conchiglia globosa appena perforata, sottile, bianca, or- nata da numerose fascie marrone, la prima delle quali posta appunto al di sopra della periferìa, continua sui giri supe- riori costeggiandone la sutura, mentre le altre in diverso numero, più sottili ed alcune volte interrotte, occupano tutta la parte inferiore dell’ ultimo anfratto (taluni indivi- dui ‘invece del fondo bianco ne hanno uno giallastro, la parte superiore dell’ ultimo giro è ornata dalla zona mar- rone più o meno decisa e circoscritta, che talora continua sugli anfratti superiori, talora in questi è mancante, ovvero assolutamente deficiente ovunque, e la parte inferiore è più o meno zonata o punteggiata di scuro ovvero unicolore), leggermente striata con l’aiuto della lente; — spira con- — 246 — vessa, apice piccolo, liscio, corneo o nerastro; — anfratti 5 ‘/,-6 piuttosto convessi i primi crescono lentamente, gli ultimi due celeremente, separati da sutura ben marcata; — l’ultimo molto più grande, arrotondato e ventricoso, non declive verso l’ apertura; — questa è obliqua, affatto cir- colare, guarnita nell’ interno da un cercine poco marcato; — margini riuniti da un callo sottile; — il columellare ri- piegato cuopre quasi intieramente la perforazione ombe- licale. Abita sui monti tra Sarroch e S. Pietro di Pula nella provincia di Cagliari e l’ anfiteatro della città omonima. La conosco pure di Sicilia ed i miei esemplari di questa provenienza “mi vennero donati dal professor Hillyer Giglioli il quale li aveva raccolti presso Selinunto, durante la sua proficua campagna a bordo del Washington nell’estate 1881. In questa località gli esemplari sono un poco più grandi che in Sardegna, e la mutazione unicolore vi predomina, sia questa giallognola ovvero di un bianco sporco pendente nel bigio. In Sardegna è più comune sui monti di cui ho superior- mente parlato e qui si trova di tutte le possibili dimensioni, principiando dal diametro 8, altezza 5 ‘/, sino-a quella in- dicata ; bensì è costante nella sua forma, e l’ interno della sua apertura ornato dal cercine indica che anche a quelle ridotte dimensioni la conchiglia è adulta. Nel descrivere come nuova la H. tuta mi rendo perfet- tamente conto che essa altro non è se non una delle tante forme o modificazioni della H. variabilis; nondimeno mi rendo conto pur anche della impossibilità nella quale mi trovavo di poterla a questa riunire senza aumentare il caos che impera così largamente attorno a questa specie; nè po- tevo neppure identificarla con nessuna delle forme sin quì conosciute e che generalmente ad essa si riferiscono. Ecco perchè mi sono decisa a pubblicarla con un nuovo nome. É positivo che malgrado la crivellatura eseguita dal — 247 — signor Bourguignat intorno alla H. variabilis, esistono in Italia e nelle isole principalmente, una quantità di forme che si chiamano tutte H. variabilis dando a questa specie un significato infinito. È vero che dette forme tutte si col- legano alla H. variabilis, ma è vero pur anche che conti- nuando di questo passo si rischia di non intendersi più affatto. Perchè per esempio conosco di Sicilia delle forme largamente ombelicate, le quali hanno una vistosissima analogia con la ZH. cespitum, e che nondimeno specifica- mente non si distinguono dalla H. variabilis. Per cui pro- seguendo per questa via non vi sarà più possibilità di separare la H. cespitum dalla variabilis. Converrà dunque studiare accuratamente questo diffici- lissimo gruppo ed introdurvi quei tali spurghi che saranno richiesti dai caratteri differenziali proprii alle diverse forme cercando di seguire, ed indovinare occorrendo, la natura nel modo che più si approssimi alle sue molteplici modi- ficazioni. Per mio uso ho già iniziato un simile studio, ma non è ancora abbastanza depurato, i suoi resultati non sono suffi- cientemente completi nè sodisfacenti. Conviene eseguirlo su più ampia scala, possedere e conoscere a fondo un maggior numero di forme, non limitate all’ Italia, ma che compren- dano pure quello della maggior parte del bacino mediter- raneo. Molti altri assai più di me sarebbero in grado di ese- guirlo, sia per le maggiori cognizioni, sia per il loro più ricco materiale di confronto. In ogni caso per eseguire come io l’intendo uno studio di questo genere, converrebbe dar prova di pazienza, e di gran costanza, perchè non bisogne- rebbe piangere il tempo che converrebbe impiegarvi. Limitandomi ora a trattare della H. tuta dirò che essa differisce dalla H. variabilis oltre le sue dimensioni sempre minori, per il suo ombelico così ristretto che è piuttosto una perforazione, quasi ricoperto dal margine columellare; — 248 — — per la sua forma a guisa di trottola; — per l’ ultimo anfratto che costituisce lui solo quasi tutta la conchiglia; — per la convessità regolare di quest’ ultimo anfratto, ed infine per la sua apertura arrotondata. 43. Helix parva. HELIX PARVA, Parreyss in sched. 1846 — — Chemn-Kuster, Ed. II, Helix, Vol. II, p. 244 n.° 711 c. tav. 113, fig. 18, 19. 1848 — — Pfeiffer, Mon. Helic. vivent., I, pag. 44], n.° 4122. 1876 — — Adami, Moll. dei dintorni di Sassari, in Bullett. Soc. Malacol. Italiana, II, pag. 220, n.° 16. 1879 — — Kobelt, Cont. Rossméssler, Iconographie VI, pag. 7, tav. 152, fig. 1548. Deve ritenersi che questa specie sia assai rara sebbene discretamente sparsa, Caroti avendone sempre raccolti pochi esemplari nelle seguenti località. Cagliari presso la caserma Carlo Alberto, al Capo S. Elia, sulla via tra Sarroch e San Pietro di Pula, dintorni di S. Gregorio, parco del marchese di Laconi. Adami la indica dei dintorni di Sassari e di presso Codrongianos; esso pure la dice rara lo che sembra straordinario riflettendo alle generali abitudini delle Xero- phila.In Sardegna bensì questo gruppo non è rappresentato dalla massa di individui come sul continente se si eccet- tuano le H. Pisana, le quali sono frequentissime. Al Capo S. Elia Caroti rinvenne alcuni esemplari di di- mensioni assai maggiori di quelle indicate da Pfeiffer, con- viventi col tipo; e tanto in questa località quanto sulla via tra Sarroch e S. Pietro di Pula, vi sono individui ornati sulla periferia dell’ ultimo anfratto di una stretta zona o filetta- tura marrone qualche volta continua, altre interrotta @ — 249 — guisa di puntolini. Tal carattere si riscontra indifferente- «mente sugli esemplari più grandi come su quelli tipici. 44. Helix pellucens. HELIX PELLUCENS, Shuttleworth in sched. Mus. Cu- ming. 1848 — — Pfeiffer, Mon. Helic. vivent. I, pag. 155, n.° 402. 1853 — — Reeve, Conch. Iconica, VII, tav. CLXIV, fig. 1095 (ingrandita). 1879 — = Kobelt, Cont. Rossmàssler Icono- graphie, VI, pag. 6, tav. CLII, fig. 1543. È indeata da diversi autori della Corsica. Kobelt aggiunge come località i dintorni di Bastìa (Blauner). Caroti la rin- venne in Sardegna a Muravera sulla via nazionale e nei dintorni ci Decimomannu, nel Campidano. Moquir-Tandon, Hist. Moll. Franc, II, pag. 263, consi- dera ques& specie come varietà della H. variabilis, ma la fig. 24, tav. 19 che chiama pellucens non è molto sodisfa- cente, sebbene abbia analogia con una forma più depressa che sembra meno rara del tipo, stando alle dimensioni in- dicate da Pfeiffer ed alle citate figure, e che vive con esso promiscuamante. Moquin-landon la indica di Biguglia presso Bastia. 45. Helix herbicola. tav. VII, fig. 2. 1839 HELIX YARITIMA (pars) Orbigny, Moll. Canaries p. 60. — I_ERBICOLA Shuttleworth, Mss. 1872 — — Mousson, Revision de la F. Ma- lacol. des Canaries, pag. 35, tav, II, fig. 37, 38, — 250 — 1874 HELIX HERBICOLA Pfeiffer , Novit. Conchol. IV, pag. 67, n.° 751, tav. 120, fig. 37, 38. 1876 — —_ Pfeiffer, Mon. Helic. vivent. VII, pag. 232, n.° 1480. Esemplari di questa specie vennero raccolti da Caroti sulle roccie calcaree dei dintorni di Laconi, nella Velle del Tacquisara e alla cappella di S. Giorgio sopra ad Osini, ovunque bensì in scarsi esemplari. Assieme al tipo fu pur rinvenuta una forma più globosa e più alta (tav. VII, fig. 2 c.) ed un’altra un poco più de- pressa, ambedue però conviventi col tipo.. Non azzardando identificare una specie delle isole Ca- narie con una di Sardegna, non possedendo d’ altronde che un unico individuo della patria della specie e ricevuto con diverso nome da un corrispondente poco autorevae, comu- nicai 2 esemplari di Sardegna che mi sembravano potersi riferire alle figure delle MNovitates, al chiarissimo professore A. Mousson a Zurigo per avere il di lui parere. In lettera 20 Marzo 1882 l’ insigne scienziato, con la cortesia che lo distingue mi rispose: « Les deux coquilles que vous voulez bien soumettre è « mon jugement me semblent en effet concorde avec l’ A. « herbicola, Shuttl., que je posséde de la main de l’auteur, « auquel l’ avait fourni le Voyageur Blauner. Jugez vous « méme de l’ analogie des formes, d’ après les deux exem- « plaires de Teneriffe que je vous envoie. » La conchiglia che faccio figurare come tip è una delle due che avevo comunicate al professor Moussm. L'autorità incontrastata del suo apprezzamento, ed il paragone degli individui di Teneriffa con quelli di Sardegna hanno remosso qualunque incertezza sulla identità delle due conchiglie. — 201 — 46. Helix Hillyeriana. n. sp. tav. VII, fig. 4. Testa depresso globosa, umbilicata, tenue albido-lute- scente, zonulis interruptis exiguis pallide-castaneis ornata, irregulariter costulato-striata; — spira convexa, apice levigato, subprominulo, corneo-rufescens ; anfractibus 5 ‘/, regulariter crescentibus, ultimo paullo major, non descen- dente, sutura impressa divisis; — ultimo ad peripheriam obscure carinato, prope aperturam carina evanescente; — apertura obliqua , lunato rotundata, intus albo-labiata ; — peristomate tenue, acuto, recto; — margine columel- lariì reflexiuscolo. Diam. major 12 ‘/,; — minor 11; — alt. 9 mill. Habitat în locu Decimomannu dicto, insula Sardinia. Conchiglia depresso-globosa, ombelicata, sottile, bianco- giallognola, ornata da strette zone interrotte e da macchiette a guisa di puntolini che ne percorrono il di sotto della su- tura, irregolarmente costulata e ‘striata; — spira convessa, apice liscio, alquanto rilevato, corneo rossiccio; — anfratti 5 ‘/ che crescono regolarmente, l’ultimo un poco più grande, non scendente, separato-da sutura ben marcata ; — l’ultimo leggermente carenato alla periferia, diviene rotondo avvi- cinandosi all’ apertura; — questa è obliqua lunata, arro- tondata, internamente provvista di un cercine bianco ben circoscritto; — peristoma sottile, acuto, diritto; margine columellare leggermente ripiegato sull’ ombelico che non cuopre. Vive nei dintorni di Decimomannu ove non è comune e non è stata raccolta in altri siti dell’ isola. Non ho mancato di paragonare l’ attual conchiglia con — 252 — la H. Madrilensis, Rambur, (') che a prima vista, giudi- candone dalla figura ingrandita, mì era sembrata molto affine, ma il paragone dei caratteri indicati fra i quali il suo guscio solido le dimensioni tanto minori, l ultimo an- fratto più rigonfio negli esemplari della Sardegna, mi hanno tosto convinta trattarsi di specie affatto diversa. Prego il professore Hillyer Giglioli di gradire la dedica di questa conchiglia come testimonianza della mia sincera ammirazione per la splendida collezione di animali verte- brati della quale con mille cure ed infinite ricerche è riu- scito a dotare la città di Firenze, e per la mia viva gra- titudine per l’aiuto costante che mi ha recato onde formar la mia, donandomi le conchiglie raccolte nelle sue proficue scientifiche esplorazioni delle isole del Mediterraneo. 47. Helix Dohrni. n. sp. tav. VII, fig. 3. Testa globoso conoiîdea, suboctecte umbilicata, tenui, sor- dide-grisea, zonulis exiguis interruptis castaneiîs ornata, distincte ac inaqualiter striata ; — spira conoidea, apice obtuso, levigato, pallide corneo; — anfractibus 6-6 ‘/,, pri- mis lente, regulariterque (ultimo ac penultimo multo major, ac magîs globuloso) crescentibus, sutura distincta separa- tis; ultimo ventricoso, rotundato celeriter descendente ; — apertura parum obliqua, subrotundata; marginibus con- vergentibus; — peristomate acuto, recto; — margine co- lumellari reflexo, perforationem preobtegente. Diam. major 11; — minor 10 ‘/, — alt. 10 mill. Habitat prope Sassari. (') In journ. Conch, XVI, 1868, pag. 266, e XVII, 1869, pag. 256, tav. — 253 — Conchiglia globosa, conica, appena ombelicata, piuttosto sottile, bigio sporca, ornata da sottili zone interrotte, ridotte a delle punteggiature castagno, distintamente striata con costicine framezzate più marcate; — spira conica, apice ottuso, liscio, corneo, pallido ; — anfratti 6-6 '/,, i primi cre- scono lentamente, l’ ultimo e penultimo assai più ingrossati e più globosi, separati da sutura distinta; — ultimo ven- troso, arrotondato e scendente celeremente; — apertura al- quanto obliqua, pressochè tonda; — margini convergenti; — peristoma acuto, diritto, sottile; — margine columellare ripiegato sull’ ombelico che cuopre quasi completamente. Questa ben distinta e graziosa specie mi venne donata dal signor H. Dohrn al quale mi è grato dedicarla anche come tenue testimonianza della mia gratitudine per la ge- nerosità con la quale mi confidò tutto il materiale da esso raccolto nei dintorni di Sassari. Esiste già una H. Dohrniana, Pfeiffer, del Siam, ma que- sta devesi riferire al genere NANINA, Gray. 48. Helix Rozeti. 1833 HeLIX RozetI Michaud, Cat. test. Ale. pag. 6. 18592. — RosetI Reeve, Conch. Iconica, VII, tav. CXLIII, fig. 919. 1864 — RozetI Bourguignat, Malacol. Algérie I, pag. 203, tav. 21, fig. 7-9. Raccolta in scarsi esemplari tra Sarroch e S. Pietro di Pula, ed al Monte Santo m. 800. In quest’ ultima località la conchiglia acquista dimensioni un poco maggiori, la spira ne è più depressa e la carena maggiormente acuta. Malgrado l’opinione contraria di alcuni moderni autori tra i quali per brevità citerò solo i signori Kobelt e We- sterlund che riuniscono col nome di H. Rozeti Michaud, l’ H.amanda, Rossmàssler, mi associo alle vedute del signor — 254 — Bourguignat che le ritiene distinte. In pari tempo non posso accettare per H. amanda, Rossmàssler, la conchiglia ripro- dotta con tal nome nell’ Algérie perchè essa si piTeRiSRa in- vece all’ H. dormiens, Benoit. Per meglio spiegarmi dirò che nel mio modo di capire la questione, trovo tre specie distinte che a vicenda sono state confuse o scambiate l’una con l’ altra. 1.° La H. RozetI Michaud, della quale ho sopra indicata la sinonimia e che per quanto mi re- sulta non è stata raccolta in Sicilia. 2.° La H. AMANDA Rossmdssler, Iconographie, VII, pag. 10, tav. 32, fig. 449 (1838). Specie che l’autore dice dei pressi di Palermo e la cui presenza in Sicilia è confer- mata dal signor Benoit Ill. Sistem. Crit. Sic., pag. 188, n.° 77 il quale tav. IV, fig. 29 la riproduce lucidan- dola da Rossmàssler. Esso la indica di Calatafimi da dove ne possiedo pure esemplari dovuti alla cortesia del- l’amico Monterosato. 3.° La H. DoRMIENS Benott, Ill. Sist. Crit. Sicilia, pag. 137, n.° 35, tav..III, fig. 4, 1859. H. AMANDA Bourguignat, (non Rossmdssler) Mala- cologie Algérie I, pag. 266, tav. XXXI, fig. 24-33, 1864. Propria dell’ isola Maretimo da dove l’ho ricevuta con egual nome dall’ egregio suo autore. Di questa stessa specie possiedo pure diversi esemplari provenienti dall’ Algeria, dono dei signori Nevill e Joly, sem- pre col nome di H. amanda Rossmàssler, sebbene niente abbiano di comune con la specie dell’ autore tedesco e sieno invece identici ai tipi di Benoit. — 255 — Quest’ ultimo autore avendo benissimo spiegato le diffe- renze specifiche che passano tra la H. Rozeti e la H. dor- miens, per ulteriori spiegazioni, rimando al di lui lavoro. In quanto poi alle differenze esistenti tra le H. amanda e dormiens, ii limiterò ad indicarne le principali. La H amanda è sempre più solida, più depressa soprattutto su- periormente, la sua carena è più staccata, più isolata, come cerchiata da un cordoncino, la sua apertura è molto più piccola e l’ interno orlato da un forte cercine bianco che, nell’ Helix dormiens, anche sugli esemplari ben adulti, i quali allora sono assai più grossi che l’ H. amanda, è meno marcato e non ristringe tanto l’ apertura. 49. Helix Meda. 1840 HeLIX MEDA Porro, in Revue Zoolog. pag. 126. 1841 — — Villa, Dispositio System., pag. 54. 1848 — — Pfeiffer, Mon. Helic. vivent. I, pag. 169, n° 435. 1859 — — Benoit, Ill. Sist. crit. Sicilia, pag. 139, n.° 36, tav. III, fig. 9. L'attuale specie venne creata sopra esemplari di Sassari in Sardegna. Non la possiedo di questa isola, sibbene della Sicilia e di Malta. È catalogata da Villa (1836) e da Adami che la dice rarissima. 50. Helix conspurcata. 1801 HELIX consPURCATA Draparnaud, Tabl. Moll. pag. 93. 1805 — _ Draparnaud, Histoire, pag. 105, n.° 38, tav. VII, fig. 23-25. 1836 — -- Villa, Conch. ed insetti raccolti nell’ isola di Sardegna. 1837 Helix conspurcata Rossmdssler, Iconographie, VI, pag. 27, tav. XXVI, fig. 351. 1864 — — Bourguignat, Malacol. Algérie I, . pag. 194, tav. XX, fig. 1-6. 18733 — — Issel, Moll. racc. nell'isola di Sar- degna dal D." Gestro, in Ann. Mus. Civico Genova, pag. 275. 1876 — — Adami, Moll. dei dintorni di Sas- sari, in Bull. Soc. Malac. Ital. pag. 220, n.° 20. Comune in tutta l’isola. Caroti raccolse l’attuale specie sui monti tra Sarroch e San Pietro di Pula, nei dintorni di S. Gregorio, di Decimomannu e di Laconi, sulle rive del Flumendosa, presso Villaputzo; rinvenne un individuo di forma pseudoscalare sul Monte Santo di Pula a m. 800. Il signor Dohrn la trovò presso Sassari. Individui inferiormente più rigonfi e che perciò si adat- tano principalmente alle figure 7, 8, tav. XX, dell’ Algérie, i quali rappresentano appunto la forma che vive in quella contrada, si rinvengono pure in Sardegna e precisamente nei dintorni di San Gregorio e sulle rive del Flumendosa presso Villaputzo. La H. conspurcata è citata anche di Corsica. Osservo che gli individui di Sardegna sono generalmente assai piccoli, paragonandoli con quelli dei dintorni di Fi- renze, ma si adattano però bene alle dimensioni della ci- tata figura di Rossméssler. 51. Helix sardiniensis. tav. VII, fig. 7. 1836 HELIX sARDINIENSIS Villa, Conch. ed insetti raccolti nell’ isola di Sardegna. — 257 — 1838 HELIX SARDINIENSIS Porro, in Revue Zoolog. par la Soc. Cuvierienne, pag. 225, n.° 9. 1841 — — Villa, Dispositio, pag. 54, n.° 2. 18483 — — Pfeiffer, Mon. Helic. vivent. I, pag. 39, n.° 63. 1859 — CONSPURCATA VAR. SARDINIENSIS, Pfeiffer, Mon. Helic. vivent. IV, pag. 146, n. 900. Il signor Villa mi comunicò (') 3 esemplari di questa specie, uno dei quali è quello figurato. In grazia di essi ho quindi potuto identificare gli scarsi individui raccolti da Caroti al promontorio S. Elia ed a S. Gregorio presso Ca- gliari, ove convive con la H. conspurcata Draparnaud. Pfeiffer ha perfettamente ragione osservando che l’attual conchiglia venne da Porro incompletamente descritta. Cer- cherò di più dettagliatamente indicarne i caratteri, la figu- ra inoltre li spiegherà meglio di qualunque altra cosa. Essa ha certamente assai analogia con la H: conspur- cata. Se ne distingue però per minori dimensioni, minor numero di anfratti, che crescono più velocemente e meno regolarmente; — per ombelico più ristretto, per apertura più grande, meno rotonda e più quadra; — quando è fre- sca il suo guscio è coperto di scarsi peli meno lunghi e meno fitti che sull’ H. conspurcata; — la colorazione è con- simile, ma quelle macchiette formate dalle strie sono meno regolarmente disposte e più sparse senza ordine e senza metodo. Il carattere differenziale più saliente consiste nella scultura, la quale è formata da costoline rilevate, salienti, molto irregolari, relativamente ben staccate le une dalle altre, spesso interrotte e che allora formano come tante goccioline o nodicini sparsi quà e là, più o meno rilevati o allungati, che le danno un’ apparenza veramente parti- colare. \ (1) 2 aprile 1882. Bull. della Scce. Mal. It. Vol. VIII, 17 — 258 — L’esemplare figurato fu raccolto morto, perciò non vi sì scorge traccia di variegazione nel colore e per la stessa ragione anche quelle sottili lamelle sembrano più staccate e rilevate. | Alcunì individui sono di spira un poco più rilevata, altri hanno una maggior tendenza ad esser carenati. 52. Helix quisquilie. n. Sp. tav. VIa Testa anguste umbilicata, globoso-depressa , leviter carinata, tenui subopaca, cornea, filammulis albidis per- paucis variegata (pilis irregularibus distantiter disposttis) distincte crispato-costulata; — spira elevata; — apice corneo, levigato, obtuso ; — anfractibus 4 '/:-5, supra con- vexiusculi, regulariter crescentibus, sutura profunda se- paratis; — ultimo paullo major, ad aperturam fortiter descendente, in medio subcarenato, subtus convexo; — apertura parvula, obliqua, parum lunata, ovato rotunda- ta; — peristomate recto, simplice, acuto, margine colu- mellari reflexiusculo. Diam. major 5 ‘/,; — minor 5; alt. 4 mill. Habitat in locis S. Gregorio et Villaputzo dictis, Sar- dinie. Conchiglia con ombelico stretto, globoso-depressa, leg- germente carenata, sottile, quasi opaca, di color corneo variegata da scarse e piccole fiammelle bianche poste prin- cipalmente di contro alla sutura e sulla carena (peli radi, distanti, irregolarmente disposti molto caduchi) distinta- mente increspato-costulata; — spira alta; — apice corneo, liscio, assai grande, ottuso; — anfratti 4 ‘/,-5 superiormente convessi, che crescono regolarmente e sono separati da pro- fonda sutura; ultimo alquanto più grande, scendente molto — 259 — in prossimità dell’ apertura e pressochè carenato nel mezzo: — apertura piccola, obliqua, leggermente lunata, ovato-ar- rotondata ; — peristoma diritto, semplice, acuto; — margine columellare reflesso. Soli 5 esemplari di questa conchiglia che non è forse che una estrema modificazione della H. conspurcata, Dra- parnaud, vennero rinvenuti da Caroti nei dintorni di San Gregorio e di Villaputzo. Differisce dalla specie Draparnaldiana per ombelico più stretto, per diverso svolgimento della spira, forma più ri- gonfia, per scarsità di variegazioni bianche, striatura assai più forte, per avere l’ultimo giro convesso superiormente ed inferiormente leggermente carinato alla periferia, e molto scendente in prossimità dell'apertura; finalmente per la forma di questa assai più piccola, più obliqua, più tondeggiante. Ne ho fatto nondimeno una specie distinta perchè con- vive con la H. conspurcata nelle due località mantenendo ì suol caratteri differenziali nella loro integrità: 53. Helix apicina. 1822 HELIX APICINA Zamarck, An. sans vert. VI, pag. 93, n.° 102. Ed. Deshayes, VIII, pag. 74, n.° 102, (1838). 18396 — — Villa, Moll. ed insetti. racc. nell'isola di Sardegna. 1837 — cEnNISIA Charpentier, Catal. Moll. Suisse, bag. un° 42. 1837 — APICINA Rossmdssler, Iconogr. VI, pag. 27, tav. 26, fig: 352. 1855. — — Moquin-Tandon, Moll. France, II, pag. 232, tav. XVII, fig. 32-34. 1873 — —_ Issel, Moll. racc. in Safdegna dal dott. Gestro (in ann. Mus. Genova, pag. 275). — 260 — Abita l’ anfiteatro di Cagliari ed il capo S. Elia. Caroti. Var. Requieni. 1855 HELIX APICINA, y REQUIENII Moquin-Tandon, loc. È cit. 1864 — — VAR.B.REQUIENI, Bourguignat, Malac. Algérie I, pag. 199. tav. XX, fig. 19, 20. Framiscua al tipo si trova nell’ anfiteatro a Cagliari. Caroti. È stata raccolta anche in Corsica, a Bonifacio. Var. hirsuta. 1879 HELIX APICINA, VAR. HIRSUTA, Paulucci, Fauna Mala- col. della Calabria, pag. 107. Assieme alla varietà precedente vive nell’anfiteatro di Cagliari. Caroti. Ho spiegato loc. cit. le ragioni che m'’inducevano a isti- tuire questa varietà ed i caratteri che la distinguono. 54. Helix trochoides. 1789 HELIX TROCHOIDES Poîret, Voyage en Barbarie, II, pag. 29. 1801 — coNICA Draparnaud, Tableau Moll. pag. 69. 1805. — — Draparnaud, Histoire, pag. 79, n.° 2, tav. V, fig. 3-5. 1855 @— TRocHOIDES Moquin-Tandon, Hist. Moll. France, II, pag. 273, n.° 75, tav. XX, fig. Torna 1864 — — Bourguignat, Malacologie Algérie I, pag. 282, tav. XXXII, fig. 23-28. — 261 — 1876 HELIX CONICA Adami, Moll. dei dintorni di Sassari in Bull. Soc. Malac. Italiana II, pas 220, n.022: Var. verticillata. 1836 HELIX FANULUM Megerle, teste Villa, Conchiglie ed Insetti raccolti nell'isola di Sar- degna edinesempl. comunicati. — VERTICILLATA Parreyss, in sched. 1870 — —_ Pfeiffer, in Malak. Blatt. XVII, pag. AS: nib3 — — Parreyss, teste Pfeiffer, in Novi- tates Conch. IV, pag. 43, tav. CXVII, fig. 19-21. 1876 — TROCHOIDES, VAR. VERTICILLATA, Westerlund, Fauna Europ. Prodromus, pag. 114. Il tipo dell’ H. trochoides non è stato rinvenuto in Sar- degna, ove invece tanto alla caserma Carlo-Alberto in Ca- gliari quanto al capo S. Elia nei contorni di quella me- Gesima città vive l’ attual varietà unitamente alla mutazione fasciata. Essa corrisponde positivamente alla H. fanulum Megerle, specie che non venne mai descritta, stando ad un esem- plare di Sardegna, che mi venne gentilmente comunicato, il 5 aprile 1882, dal signor Antonio Villa con quest’ ultimo nome. Credo di non ingannarmi riportandola alla H. verticil- lata Parreyss, della quale Pfeiffer dà una accurata dia- gnosi ed una buonissima illustrazione che si addice benissimo ai miei esemplari. Pfeiffer indica la specie di Parreyss dell’isola di Rodi, ma Westerlund dice averne ricevuti esemplari dallo stesso Parreyss come provenienti dall’ Italia. — 262 — In quanto poi alla riunione della forma attuale come varietà della ZH. trochoides, divido pienamente l’ opinione del dott. Westerlund, ed osservo che se si accettano come varietà della H. trochoides tutte le altre forme che sono state segnalate, non vi è ragione alcuna di distinguere specificamente questa; giacchè sebbene presa isolatamente, paragonandola col tipo essa ne sia ben diversa, non si può però lasciare in dimenticanza le altre forme che ser- vono da intermediarie tra l'una e l’altra. Var. infulata. tav. VII, fig. 5. Testa perforata, conico-turrita, solida, cretacea, obli- que costulato-plicata; — spira pyramidata ; — apice mi- nuto, corneo, levigato; — anfractibus 7 declive planulati, sutura funiculata separatis; — ultimo carina funiformi sulco decurrenti munita, ad aperturam non descendens, basi subplanulata; — apertura subtetragona ; — peristo- mate labiatum. Diam. major 5 ‘45; — minor 5; — alt. 6 mill. Habitat in locu promontorium S. Elia dicto. Sardinie. Conchiglia munita di discreta perforazione ombelicale, conico-turrita, solida, cretacea, coperta di pieghe o costi- cine oblique; spira piramidata, apice piccolo, corneo, liscio ; -— anfratti 7 declivi, pianeggianti, separati da sutura fu- niculata ; ultimo ornato da una carena a cordoncino, ac- compagnata da un solco, non scendente in prossimità dell’ apertura e pressochè pianeggiante alla base; — aper- tura quasi quadrangolare; peristoma internamente guar- nito di un cercine non molto rilevato. L’attual varietà non può venir paragonata col tipo, sibbene con la forma antecedente, dalla quale però si — 263 — distingue facilmente per forma più turrita, per anfratti più pianeggianti, l’ ultimo dei quali meno rigonfio alla base, per apertura non tondeggiante ma piuttosto quadrata, ecc. Ne possiedo esemplari totalmente bianchi, altri fasciati anche inferiormente, altri infine più o meno maculati di marrone. Cochlicella, Risso. 55. Helix conoidea. 1801 HELIX coNoIDEA Draparnaud, Tableau Mollusques, pag. 69. 1805. — -—_ Draparnaud, Histoire, pag. 78, tav. Vi 6778: Var. Calaritana. tav. VII, fig. 6. Testa anguste perforata, regulariter conico-turricu- lata, subtus convexiuscula, solida, rugoso-malleata, cre- tacea, alba, fascia fusca basali ornata, vel corneo di- verse marmorata; — spira elata, acutiuscula, apice nigro vel corneo, levigato; anfractibus 8 (primis fere planis, ultimo ac penultimo convexiusculis) sutura impressa se- paratis; ultimo majore, rotundato, saepe subangulato; — apertura obliqua, fere circulari; — peristomate simplex, acuto; — margine destro arcuato, columellari subrecto, reflexo. Diam. major 7; — alt. 10; — Apert. 4 mill. longa, 3 */, lata. Conchiglia discretamente perforata, regolarmente co- nico-turrita, un poco convessa al di sotto, solida, ruvida, rugosa, la cui superficie cretacea è tutta fortemente mal- leata e sparsa di puntolini bigerognoli, bianca, talora or- — 264 — nata alla base da una fascia marrone, alcune volte inter- rotta e come punteggiata, talora assolutamente bianca, ovvero di color corneo diversamente marmorata; — apice liscio, nero o corneo; — anfratti 8 (i primi pressochè piani, l’ultimo ed il penultimo più convessi) separati da sutura ben marcata, al di sotto della quale ogni anfratto si vede increspato e solcato nel senso longitudinale, sino alla metà circa dell'altezza del medesimo; — ultimo giro un poco più grande, arrotondato, alcune volte leggermente carenato; — apertura obliqua, quasi circolare; peristoma semplice, acuto, margine destro arcato, columellare quasi diritto, ripiegato, e superiormente allargato. Assai comune in Cagliari presso la caserma Carlo Al- berto e nell’anfiteatro, più rara al Capo S. Elia. Il signor Dohrn ne rinvenne un esemplare anche presso Sassari. Il tipo della specie è nominato nell'elenco dei fratelli Villa, ed è pure indicata di Corsica. Ho voluto dare una dettagliata descrizione di questa varietà per dimostrare che sebbene per la diversità della sua forma potesse da taluno supporsi che appartenga ad altra specie, i caratteri tutti del suo guscio la fanno ri- conoscere per una H. conoidea, dalla quale non differisce finalmente che per la sua spira più turriculata ed allun- gata, e per l’ultimo anfratto meno allargato in propor- zione dell'altezza ed inferiormente meno convesso. La forma di Sardegna denota un passaggio tendente ad avvicinare la H. conoîdea, alla H. Pringi (Bulimus) Pfeiffer, del Portogallo e della Spagna. Essa è inoltre molto più prossima alla H. conoidea di Algeria (') che a quella della Francia meridionale e della Sicilia. (‘) Bourguignat, Malacologie Algérie I, pag. 284, tav. XXXII, fig. 29-35, 1864, — 265 — 56. Helix ventricosa. 1801 BuLimus vENTRIcOSUS Draparnaud, Tabl. Moll. pag. 68. 1805. — — Draparnaud, Histoire, pag. 78, n° 8; tav IN 31, 22. 1822 HeLIX venTROSUS Férussac (Cochlicella) Tabl. sy- stem. pag. 56, n.° 377. 1836 BuLimus veNTRICOSUS Villa, Conch. ed insetti racc. nell’ isola di Sardegna. 18837 — ventrosus R’ossmdssler, Iconographie, VII, pag. 41, tav. XXVIII, fig. 377. 1848 — — Pfeiffer, Mon. Helic. vivent. II, pag: 215; 6n 8591. 1855 HeELIX BULIMOIDES Moquin-Tandon, Hist. Moll. Fran- | ce II, pag. 277, tav. XX, fig. 20. 1864 =— BARBARA Bourguignat, Malacologie Algérie Intpae: 2867 av XXI] deo. 36-41. | 1876 — veNTRICOsA Adami, Moll. dei dintorni di Sas- sari in Bullett. Soc. Malacol. Ital. pag. 220, n.° 26. 1877 BuLiMmus vENTROSUS Peiffer, Mon. Helic. viv. VIII, pag. 7oy 91352: Abita nei dintorni e nel parco di Laconi, Siliqua presso il rio Sixerri, Muravera nel Sarrabus. Il signor Bourguignat e dopo di lui alcuni altri auto- ri, hanno creduto poter riconoscere in questa specie la Helix barbara Linneo, ('‘) ed hanno adottato tal nome. E positivo che qualora si potesse indiscutibilmente pro- vare che Linneo avesse inteso parlare di questa specie bisognerebbe accettare il nome da esso imposto perchè po- sitivamente anteriore ad ogni altro. 01) Editio X, pag. 773, n° 610, 1758. Ed, XII, pag. 1249, n.° 701, 1767, — 266 — Questa identificazione però mi sembra oltremodo az- zardata. In primo luogo Hanley (') opina che per H. barbara Linneo, debba ritenersi la H. acuta, stando agli esemplari della collezione di questo autore, il quale li avrebbe ri- cevuti dal Console svedese di Algeri (Brander). È noto ad ognuno infatti che sulle coste d’ Affrica è estremamente comune tanto la H. acuta quanto la H. ventricosa. Secondariamente Linneo pone la sua Helix barbara, in una categoria particolare che distingue con la frase caratteristica « OvAaTA IMPERFORATZ. » Inoltre esso de- scrive la sua specie servendosi delle parole « H. TESTA IMPERFORATA » le quali sono egualmente poco esatte, o parimente esatte, sia per la ventricosa sia per l’acuta che ambedue sono leggermente perforate in alcuni individui e punto in taluni altri. Finalmente perchè qualora Linneo avesse avuto in vista sia la H. acuta sia la H. ventricosa, non avrebbe proba- bilmente dimenticato di citare la fig. I, tav. IV, di Gual- tieri, Testacea, giacchè l’autore Svedese si vale continua- mente di questa opera, quando in essa trova rappresentate le specie che descrive; tantopiù che non aveva a sua dispo- sizione altre figure da poter indicare e che detta figura non è certamente meno riconoscibile di tante altre che pure ha citate. Per conseguenza, onde non scostarsi dalla savia pru- denza e non agire arbitrariamente, credo più savio partito non valersi di un nome che non presenta una, convinzione assoluta, e continuare a distinguere le due specie in di- scorso coi nomi di H. ventricosa e di H. acuta. La specie attuale vive pure in Corsica. (') Ipsa Linnei Conchylia, pag. 384, 1855. — 267 — 27. Helix acuta. 1774 HeLIX AcuTA Mwller, Verm. ter. et fluv. II, pag. 100, n.° 297. 1836 BuLIimus acuTUs Villa, Conch. ed insetti. racc. nell'isola di Sardegna. 1837 — — Rossmiissler, Iconographie, VI, p. 41, tav. 28, fig. 378. 1848 — — Pfeiffer, Mon. Helic. vivent. II, pag. 214, n.° 590. 1855 HELIX ACUTA Moquin-Tandon, Moll. France II, pag. 280) n.° 78, tav. XX, fig. 32. 18733 — — JIssel, Moll. race. nell'isola di Sar- degna dal dott. Gestro (in ann. Mus. Genova, pag. 275 e 276). 1876 — — Adami, Moll. dei dintorni di Sassari (în. Bull. Soc. Mal. It. p. 220, n:°’25). 1877 — — Pfeiffer, Mon. Helic. vivent. VIII, pag. bYopra:® 1351: Abita i dintorni di Laconi assieme alla H. ventricosa. Caroti. É stata raccolta anche ad Alghero sul lato occiden- tale, dal professor Targioni Tozzetti, nel 1869. Vive pure in Corsica. Tanto questa specie quanto la precedente malgrado la loro forma allungata a guisa di BuLIimus, sono però delle HELIX, da quanto ha dimostrato lo studio anatomico dei molluschi. VII. Gen. Buliminus, EBRENBERG (1831). Napaeus A/bers. 58. Buliminus obscurus. 1774 HELIX OBSCURA Miller, Verm. terr. et fiuv. II, pag. 103, n.° 302. — 268 — / 1801 BuLimus osscurus —Draparnaud, Tableau Moll. pag. 65, n.01. 1805 — — Draparnaud, Histoire, pag. 74, tav. 4, fig. 23. 1837 -- —_ Rossmdssler, Iconogr. VI, pag. 46, tav. 28, fig. 387. 1850 BuLiminus oBscurus Albers, Die Heliceen; et ed. 2 pag. 234, (Napeeus) (1860). 1855 BULIMUS - Moquin-Tandon, Moll. France, II, pag. 291, tav. 21, fig. 9. 1876 BULIMINUS — Adami, Moll. dei dintorni di Sas- sari (in Bull. Soc. Malac. Ita- liana, pag. 221, n.° 28). ‘Abita il parco del marchese di Laconi e i dintorni di questo ; Osini presso la cappella di S. Giorgio. (Ogliastra) Caroti. Questa specie sembra ovunque poco frequente; Caroti non ne rinvenne che soli 9 esemplari ed il Maggiore Adami scrive di averne raccolti due. I signori Villa ed Issel non ne fanno menzione. La citata fig. 9 di Moquin- Tandon, convien meglio per forma e grandezza di quella di Rossmassler. Non trovo che il B. obscurus, sia citato nel numero delle specie che vivono in Corsica. Chondrus Cuvier. 59. Buliminus pupa. 1758 HELIX PUPA Linné , Syst. Nat. ed. X, pas. is: n.° 609. 1767 — —_ Linné, Syst. Nat. ed. XII, pag. 1248, n.° 700. 1792 BuLimus — Bruguière, Encycl. Méthod. I, pag. 1349, n.° 89. — 269 — 1836 BuLimus pupa Villa, Molluschi ed insetti. racc. nel- l'isola di Sardegna. 1837 - — Rossmdssler, Iconographie, VI, p. 42, tav. 28, fig. 379, et XI, pag. 9, tav. 53, fig. 719 (1842). 1840 — — Cantraine, Malacol. Méditerranéenne, pag. 136, n.° 4. 1850 BuLiminus Pupa A/bers, Die Heliceen, et ed. II (Chon- drula) pag. 237 (1860). 1864 BuLimus =— Bourguignat, Malacol. Algérie II, pag. 17, tav. II, fig. 33-44. Abita il Capo S. Elia nei dintorni di Cagliari ed i monti tra Saroch e S. Pietro di Pula. Caroti non l’ ha rinvenuto in località più settentrionali. Anche .Cantraine lo dice fre- quente al promontorio S. Elia. Non lo trovo citato fra le specie raccolte in Corsica. Gli esemplari delle due sunnominate località apparten- gono alla forma tipica, quale è rappresentata da Rossmàs- sler, fig. 719, e da Bourguignat, fig. 33-36 ; tutti hanno una colorazione incerta fra il fulvo ed il rosaceo e sono forte- mente striati. Ho preferito adottare per il gruppo il nome di Chondrus, imposto da Cuvier nel 1817, piuttosto che quello di Chon- drula, di Beck, il quale data dal 1837. (‘) VII. Gen. Stenosyra, SHUTTLEWORTH (1854). Rumina fisso. 60. Stenogyra decollata. 1758 HELIX DECOLLATA Linné Syst. nat. ed. X, pag. 773, n.° 608. (') Bourguignat, Descriptions de deux nouveaux genres Algériens, sui- vies-d’ une classif. des famil. et des genres des Moll. terrestres et fluv, du système Européen, pag. 24, n.° 24 (1877. — 270 — l'767 HELIX DECOLLATA Linné, ediz. XII, pag. 1247, n.° 695. 1792 BuLIMUs DECOLLATUS —Brugutére, Encycl. Méthod. I, pag. 9207n 40 1826 RUMINA DECOLLATA Risso, Hist. Nat. Eur. Mer. IV, pag. 79, n.° 178. 1836 BuLimus DEcoLLATUS Villa, Conc. ed insetti raccolti nell’ isola di Sardegna. 1837 —- — Rossmiissler, Iconogr., pag. 45, tav. 28, fig. 384. 1850 STENOGYRA DECOLLATA (fumina) Albers, Die Heliceen. et ed. II, pag. 263, (1860). 1855 BuLimus DEcOLLATUS = Moquin-Tandon, Moll. France II, pag. 311, n.°} LiavAX XE fig. 35-40. 1864 — — Bourguignat, Malacol. Algérie II, pag. 3, tav. I, fig. 1-21. 1876 STENOGYRA DECOLLATA Adami, Moll. dei dintorni di Sassari (in Bull. Soc. Malac. Ital. pag. 221, 020% Questa specie varia notevolmente nelle sue dimensioni e nel suo colore che alcune volte è bianco pendente in bigio ed altre fulvo più o meno scuro. Individui di forma tipica (stando alle misure indicate da Pfeiffer, Mon. Helic. vivent. II, pag. 153, ed alle figure 1-3 di Bourguignat, loc. cit.) sono stati raccolti al capo S. Elia nei dintorni di Cagliari e nel parco del marchese di Laco- ni; la forma minor, è stata trovata al capo S. Elia, al monte Santo (metri 800) ed a Nurallao ; in queste due ul- time località gli esemplari sono assai scuri; la forma ma- jor, vive nell’ anfiteatro a Cagliari e vi è abbondante; è generalmente di color fulvo; una forma minor lanceolata, che ben si adatta alla fig. 14 della sunnominata Malacolo- gie de l’ Algérie proviene dal Capo S. Elia. — 271 — n La presenza della $S. decollata, è stata ripetutamente segnalata anche in Corsica. IX. GEN. Azeca, LEACH (1820). 61. Azeca Dohrni. spo tav. VIIL, lie. LD. 1882 AzECcA DOHRNI, Paulucci, in sched. 19 Martius. Testa cylindracea, gracile , nitida , leviter striatula, pellucido-cornea; — spira conica, apice mamellato; an- fractibus 7, subplanulatis, sutura impressa, marginata, di- visis; — ultimo '/, longitudinis aquante , ad aperturam non descendente ; — apertura semioblonga, fere verticali; — peristomate recto, simplice; — margine externo in medio paululum incrassato; — margine columellari sim- plex, rectum; — marginibus callo junctis. Long. 6; — diam. 1*/ mill. Prope urbem Sassaris, detexuit claris. Dohrn. Conchiglia cilindrica, gracile, lucente, sottilmente striata, corneo trasparente; spira conica, apice mamellato; — an- fratti 7, pressochè piani, separati da sutura impressa e mar- ginata, quasi parallela nei primi, più scendente cominciando tra il 3.° e 4.°; — ultimo eguale in lunghezza ad un terzo della conchiglia, non scendente in prossimità dell’apertura, anzi leggermente rialzato; — apertura quasi lunga, pres- sochè verticale; — peristoma semplice, diritto ; — margine columellare semplice e retto, l’ esterno un poco ingrossato nel mezzo; — un callo discreto riunisce i due bordi. Il signor Dohrn raccolse questa specie interessante nei dintorni di Sassari e mi è molto gradito di poterle imporre il di lui nome. — 272 — X. Gen. Ferussacia, Risso (1826). 62. Ferussacia lubrica. 1774 HELIX LUBRICA Miller, Verm. terr. et fluv. II, pag. 104, | n.° 303. 1835 ACHATINA De Rossmdssler, Icono- graphie I, pag. 88, i tav. II, fig. 43. 1859 BULIMUS SUBCYLINDRICUS — Moquin-Tand. Moll. France, II, pag. 304, ‘tav. 22, fim 18,9: 1864 FERUSSACIA SUBCYLINDRICA (ZUA) Bourguignat, Mala- col. Algérie, II, pag. 26, n.° 1. 1871 CoCHLICOPA LUBRICA Westerlund, Expos, Critique pag. 63, node 1878 CIONELLA — (Zua) Paulucci, Matériaux pour servir à l’etu- de etc., pag. 9; n° 216. Abita il Sarcidano presso il rio Baumello fra i detriti. Caroti. | Nessuno degli autori che si sono occupati delle specie che abitano la Sardegna hanno nominato questa conchi- glia, sebbene essa sia citata fra quelle raccolte in Corsica. Credo prudente di non seguire le orme di Moquin-Tan- don nè di Bourguignat i quali hanno riferito questa specie all’Helix subcylindrica, di Linneo. Infatti a parer mio la specie descritta da questo autore (Ed. XII, pag. 1248, n.° 696) mal si adatterebbe all’ HA. lubrica, di Muller. Perchè non solo Linneo scrive « Habitat în acquis dulcibus Europe — 273 — borealis » lo che non può convenire alla nostra specie che è terrestre, ma di più la dice formata da quattro anfratti, e questa ne ha sei, non parla della sua trasparenza, la chia- ma anzi cornea, indica il margine interno reflesso e descrive ancora altri caratteri che non le si addicono. Per cui, conseguente alle adottate abitudini, preferisco impiegare un nome sicuro, sebbene posteriore di data, piuttosto che ac- cettare quello di Linneo, il quale anche secondo il parere del Dott. Westerlund (loc. cit.) lascerebbe la più grande incertezza di apprezzamento. Nei « Materiaux ecc. ecc., pag. 9 » io aveva accettato, seguendo in ciò un sistema praticato da alcuni autori, il genere CIONELLA, Jeffreys comprendendovi a titolo di gruppi distinti le Zua, Leach, le AzeEca, Leach, le FERUSSACIA, Risso e le AcicuLA Risso. Dipoi nella Fauna malacologica della Calabria, pag. 130, ho spiegato le cause che mi hanno fatto preferire un ordinamento che mi è sembrato più lo- gico e perciò ho adottato il metodo praticato dal signor Bourguignat (Descriptions de deux nouveaux genres Algé- riens, suivies etc.) che considera il genere AZECA e il ge- nere FERUSSACIA come autonomi, comprendendo però come gruppo di quest’ ultimo le ZuA. Non ho però creduto necessario di seguire per il genere FeERUSSACIA, la divisione da lui creata, che comprende il gruppo delle EurERUSSACIA, Bourguignat e le Zua, Leach. Per me esistono delle FeRUSSACIA sensu-stricto e delle Zua. Qualora si dovesse o volesse separare le FERUSSACIA in gruppi distinti, bisognerebbe accettare per le prime di- verse divisioni appunto come il medesimo autore lo indica nella Faune Malacologique de l’ Algérie II, pag. 24. In ogni caso dunque il gruppo EUFERUSSACIA mi sembra superfluo. 63. Ferussacia folliculus. 1781 HELIX roLLICULUS Gronovius, (teste Bourguignat). Bull. della Scc. Mal. It. Vol. VIII. 18 — 274 — 1850 ZUA FOLLICULUS Dupuy, Hist. Moll. France, pae. ‘333; 1° SI Mavane Me 0. 1856 FERUSSACIA — Bourquignat, Amén. Malacol. I, pag. 208 (in nota). 1860 — — Bourquignat, Malacol. terre- stre du Chateau d' If, pag. PA E A 1864 — — Bourguignat, Malacol. Algé- rie Il, pag: 270.) fig. 4-6. Il signor Dohrn ne raccolse un discreto numero di esem- plari nei dintorni di Sassari, ma la maggior parte sono in- completi, non adulti. È catalogata dai fratelli Villa, col nome di Achatina folliculus, ed elencata dal maggiore Ada- mi con quello di Cionella folliculus, che la dice poco fre- quente. Per la identificazione della attuale specie mi sono valuta, oltre le indicate figure, di esemplari provenienti da Tolone, dono del signor Abate Dupuy e di altri provenienti da Mi- norca ricevuti dal signor professore Monjo Monjo. 64. Ferussacia Vescoi. 1856 GLANDINA VeSscor Bourguignat, Amén. malacol. in Rev. et Magas. de zool. pag. 67. 1856 FERUSSACIA — Bourguignat, Aménités Malacol. I, pag. 203, tav. XV, fig. 2-4. 1860 — — Bourquignat, Malacol. terr. du ‘Chàteau ‘d'If; pag Romea tav. II, fig. 10-12. 1864 — — Bourguignat, Malacol. Algérie II, pag. 28, n.° 13, et pag. 42, tav. III, fig. 22-24. — 275 — Il tipo dell’ attuale specie, identico agli individui della Sicilia, che lo stesso. signor Bourguignat adotta per località originaria, vive comunissimo a Sarroch, nella provincia di Cagliari e si rinviene sotto le foglie delle Opuntia in avan- zato stato di putrefazione. Meno frequente nei dintorni di Nurralao, in eguali condizioni. Caroti. Ho distinto nella mia collezione una forma un poco più corta e più rigonfia, che ho chiamato înflata e che vive a Sarroch assieme al tipo, ma che è di questo meno fre- quente. Var. lanceolata. 1864 FERUSSACIA VESCOI, VAR. LANCEOLATA, Bourguignat, Malac. Algérie II, pag. 43, tav. III, fig. 25. * Caroti rinvenne questa varietà nell’ Orto botanico di Ca- gliari fra i Sassi, la raccolse anche ad Uta.. Deve riferirsi a questa varietà la F. Gronoviana indi- cata dal professor Issel (') come raccolta a Cagliari o nei dintorni dal Dott. Gestro, stando almeno a due individui che nel 1876 mi vennero donati dal marchese G. Doria a Ge- nova, corne raccolti a Cagliari dal Dott. Gestro, col nome di F. Gronoviana. 65. Ferussacia amblya. 1860 FERUSSACIA AMBLYA Bourguignat, Malacol. terrestre du Chateau d’If, pag. 33 (spieg. tavole) tav. II, fig. 17-19. 1864 —_ — Bourquignat, Malacol. Algérie, II, pag. 28, n." 11, e pag. 40, tav. III, fig. 13-15. (') Di alcuni moll.- raccolti nell'isola di Sardegna ecc., in Annali Mus. Civico, Genova, IV, pag. 276, 1873. — 276 — La specie attuale unitamente alla F. Vescoi, var. lance- olata , vive discretamente comune nell’ Orto botanico di Cagliari tra i sassi. Mi è riuscito più agevole l’ identifica- zione di questa specie in grazia di alcuni esemplari di Al- geri che mi vennero donati dal signor A. Joly a Parigi nel 1878. Si distingue facilmente dalle F. folliculus e Vescoi, per la sua forma più corta o più obesa, e da quest’ ultima anche per il callo della columella molto meno fortemente sviluppato. Della medesima località possiedo alcuni scarsi individui di forma ancora più corta e più rigonfia. La Ferussacia amblya, vive in Algeria, Bourguignat; al Marocco, Morelet e Bourguignat; in Spagna, Servain. Nella mia collezione la possiedo pure di Gibilterra. XI. GEN. Pupa, DRAPARNAUD (1801). Torquilla Suder. 66. Pupa Philippii. 1840 Pupa PxHinippii, Cantraine, Malacologie Méditerra- néenne, pag. 140, n.° 1. — CAPREARUM, Philippi (in litteris). 1842 — = Rossmdssler, Iconographie, XI, pag. TIA vio ti e 20: 2 — — Kiister (in Chemn. Conch-Cabinet) pag. 32, tav. 4, fig. 14-16. 1844 — Puiuippli, Philippi, Enum. Moll. Sicil. II, pag. 4° nave 2a: 1876 — caPREARUM, Adami, Moll. dei dintorni di Sassari in Bull. Soc. Mal. It., p. 221, n.° 34. Numerosi esemplari di questa specie vennero raccolti dal signor Caroti al Capo S. Elia, in vicinanza di Cagliari. — 277 — Ve ne sono due forme distinte che vivono promiscue ; la più frequente è quella più snella, più allungata, alla quale ben si addice la sopracitata figura di Philippi; mentre l’al- tra un poco più corta e più rigonfia sì adatta egregiamente alle nominate figure di Rossmassler e di Kiister. Non credo che la specie in discorso sia stata fin quì rinvenuta in Corsica. 67. Pupa granum. 1801 PupA GRANUM Draparnaud, Tabl. Moll. pag. 50. 1805 — _ Draparnaud, Histoire, pag. 63, n.° 11, tav. 3, fig. 44, 45. 1837 — — Rossmdssler, Iconographie, V, pag. 14, lav. 29, fig 322. 1864 — - Bourguignat, Malacol. Algérie, II, pag. 84, tav. 6, fig. 1-3. Questa specie non è indicata da veruno dei soliti au- tori che hanno trattato delle produzioni malacologiche della Sardegna, ma tal fatto mi sembra facilmente spiegato dalla eccessiva rarità di questa conchiglia; perchè infatti il signor Caroti non ne rinvenne che un unico esemplare al Capo S. Elia presso Cagliari. Un altro individuo venne rinvenuto dal sig. H. Dohrn nei pressi di Sassari. Tanto l’uno quanto l’altro sono particolarmente raccorciati. Bensì raccolsi a Sorrento rappresentanti di questa specie di di- mensioni identiche a quelli di Sardegna. La figura che meglio vi si adatta è quella di Draparnaud, però su di essa si contano 7 anfratti, mentre su quelli in discorso non ne scorgo che 6. Non mi consta che sia citata come raccolta in Corsica. — 278 — 68. Pupa sardoa. 1840 PuPA SsARDOA, Cantraine, Malacol. Méditerr. et litto- rale, pag: 142,'n.* db. 1840 —. — Pfeiffer , Mon. Helic. Vivent. II, pag. 390," n.*Ior . Non conosco questa specie che dalla descrizione del suo autore, riportata anche da Pfeiffer. Caroti non ha rac- colto nessuna conchiglia. che potesse adattarsi ai caratteri assegnati da Cantraine. Questo autore la dice di Sarde- gna senza aggiungere verun' altra indicazione di località più esatta. Non è nemmeno catalogata da veruno dei malacologi che si sono occupati della Fauna dell’isola; ho voluto nondimeno elencarla essendo speciale alla Sardegna. Pupilla Leacàk. 69. Pupa cylindracea. 1778 TuRBO cYrLINDRACEUS Da Costa, Test. Britan. pag. 89. 1801 PUPA UMBILICATA Draparnaud, Tab. Moll. pag. 58. 1805. — — Draparnaud, Hist. pag. 62, tav. 3, fig. 39-40. 1837 — = Rossmdssler, Iconographie V, pag. 15, tav. 29, fig. 327. 1840 — _ Cantraine, Malacol. Méditer. et littorale, pag. 143, n.° 8. 18559 — cYLINDRACEA _Moquin-Tandon, Moll. France, II, pag. 390, ni° 21% tav! 288 fig. 2-4. 1876 — UMBILICATA Adami, Moll. dei dint. di Sassari, in Bullett. Soc. Malacol. Ital., pag. 220, n,° 32, — 279 — Caroti raccolse questa conchiglia nel Sarcidano presso Santa Sofia; nel parco del marchese di Laconi, a Laconi presso la cascata e nella foresta di Monte Cresia. È indi- cata anche di Corsica. Riguardo a questa specie rimando a quanto -già ne ho scritto, nella Contribuzione alla Fauna Malacol. Italiana, in Bullett. Soc. Malacol. Ital. Vol. VII, pag. 120, 1881, aggiun- gendo che gli esemplari di Sardegna sono tutti tipici, prov- visti cioè di un solo dente o lamella posto al punto d'’ in- serzione del peristoma. Mentre i moltissimi individui che possiedo dell’Italia continentale, dal settentrione al mezzo- giorno, sono per la maggior parte provvisti di una seconda piega o: lamella, più o meno marcata, posta internamente sulla metà del bordo columellare. Questo carattere si ritro- va identico sopra esemplari di alcune località della Francia. Kiister (‘) dà appunto l'illustrazione di questa forma, che Bourguignat (*) distingue col nome di Var. C. didentata. Nella mia collezione italiana ho separato le seguenti forme o mutazioni, edentula, Westerlund; didentata, Bour- guignat; curta, Westerlund; gracilis, Issel; translucida, Paulucci, quest’ ultima particolare ai dintorni di Nicolosi sull’ Etna, la quale si distingue per il suo guscio partico- larmente sottile e trasparente pressochè ialino. Var. misella. tav. VIII, fig. 2. 1882 PuPA CYLINDRACEA, VAR. MISELLA Paulucci, in sched. | 21, Mart. Differt a typo testa minuscula, adducta, fragilissima, edentula, vel in pariete palatali minutissime subdentata; (')Y Chemnitz, Conchyl. Cabinet, Ed. II, Pupa, tav. III, fig. 10-12. (*) Malacologie Algérie, II, pag. 92, 1864. — 280 — — apertura angustiore, rotundata; — peristomate minus reflexo, strictiusculo. Longa 3; — lata 1 5, mill. Differisce dal tipo per essere più piccola, più raccorciata, più fragile; — per esser priva di denti o lamelle o raramente - provvista di un minutissimo denticolo posto nel mezzo della parete palatale, ossia del penultimo anfratto; — per apertura più piccola ed assai più rotonda; — per peristoma meno ripiegato e sottile. Convive col tipo nella foresta di Monte Cresia e nella Valle del Tacquisara; non ne ho veduti che 6 individui e gli ritengo come una forma delicata ed esile del medesimo, la quale si avvicina principalmente, per forma generale, alla curta di cui ho superiormente parlato e con la quale pure vive in società. 70. Pupa Semproni. 1837 PUPA SEMPRONI Charpentier, Catal. Moll. Suis- : se, pag. 15, n.° 65, tav. II, fig. 4. ? — — Chemn-Kiister, pag. 55, tav. 7, fig. 11-14. 1848 — — Pfeiffer, Mon. Helic. vivent. II, pag. 330, n.° 73. . 1864 — UMBILICATA Var. SemPRONI Bourguignat, Malac. d’Aix-les-Bains, pag. 52. 1874-75 — SEMPRONI Westerlund, in Malak. Blàt- ter, pag. 125. 1876 — — Westerlund, Fauna Europaa, pag. 185, n.° 50. DI La specie attuale non è nominata da nessuno dei soliti autori che hanno date delle indicazioni sulla Fauna mala- — 281 — cologica della Sardegna. Non mi consta nemmeno che sia stata rinvenuta in Corsica. Caroti ne raccolse alcuni esemplari nell’Ogliastra, presso Osini e nella Valle del Tacquisara. Var. dilucida. 1837 PUPA DILUCIDA Ziegler, in Rossmàs- sler Iconographie, V, pag. 15, tav. 23, fig. 326. 1874-75 — SEMPRONI, VAR. DILUCIDA Westerlund, in Ma- lakozool.-Blatter, pag. 125. Venne raccolta da Carcti assieme al tipo presso Osini. Ne possiedo inoltre due individui che mi vennero gen- tilmente donati dal marchese G. Doria di Genova nel 1876, i quali vennero rinvenuti nel 1872 dal D." Gestro nella valle del Tacquisara, Il signor Bourguignat, loc. cit. scrive: « Nous n’avons pas rencontré le type de cette espèce (P. umbilicata, Dra- parnaud) mais plusieurs sous-variétés des plus interessan- tes de la variété Semproni (Pupa Semproni. Charpentier, Cat. Moll. Suisse pag. 15, pl. II, fig. 4, 1837) ». Dichiaro che sono rimasta molto maravigliata nel ve- dere che il signor Bourguignat riunisce la P. Semproni, alla P. umbilicata, a titolo di varietà. Non solo perchè la massima parte degli autori tedeschi sono unanimi nel ri- conoscere queste due forme come specie autonome; non solo perchè a parer mio la P. Semproni, si può sempre distin- guere, anche a colpo d’ occhio, dalla P. umbilicata, per minori dimensioni, per peristoma sempre meno ingrossato e per forma relativamente più ventricosa ed in pari tempo anche più allungata dell'ultimo anfratto; ma più partico- -— 282 — larmente perchè non sono abituata davvero ad osservare che sia negli usi: del summenzionato autore di riunire le forme più o meno affini, quando esistono caratteri stabili e costanti che ne permettono la separazione. È vero che anteriormente, Moquin-Tandon, Hist. Natu- relle Moll. de France, II, pag. 390, n.° 21 (1855) aveva pure effettuata simile riunione, ma quelle erano altre epoche e lo studio della malacologia era allora basato su paragoni meno minuziosi, sa caratteri meno dettagliati di quanto si pratica attualmente e la cui iniziativa devesi appunto alla nuova scuola inaugurata dal signor Bourguignat. Anche il signor Pini, Moll. del territorio di Esino, pag. 102, scrive che la P. Semproni, alquanto più piccola della. P. umbilicata, ne è forse una varietà. Ma questo suo giu- dizio lo trovo facilmente spiegato dal fatto di avermi egli spedito col nome di P. Semproni, delle genuine P. umbi- licata. | Non so poi comprendere la ragione che ha spinto il D.” Westerlund (Fauna Europea pag. 185, 1876) ad adottare piuttosto il nome di Var. edentula, Gredler, invece di quello di Var. dilucida, Ziegler; primieramente perchè quest’ ulti- mo è senza dubbio di data anteriore, secondariamente per- chè il distintivo di edentula, essendo stato già impiegato da Draparnaud per designare una forma che dipoi venne riconosciuta esser lo stato giovane ed incompleto della P. inornata, Michaud, quest’ appellazione identica potrebbe ge- nerare delle confusioni che credo sempre savio di eliminare ogni qual volta, come nel caso attuale, la cosa sia possibile. 71. Pupa vulcanica. ? PuPA VULCANICA Kvister, System. Conch. Cabinet, pag. 18, tav. 2, fig. 23-24. 1848 — — Pfeiffer, Monogr. Helic. viv. II, pag. Slo mi 28. — 283 — Tre individui di questa specie interessante vennero rac- colti dal signor Caroti a Laconi, presso la cascata, sotto dei sassi. Pfeiffer descrive questa conchiglia impiegando l’ag- gettivo « glabriuscula » che però non è assolutamente esatto perchè essa è invece coperta di fitte strie sottili, obli- que, visibilmente distinte con un discreto ingrandimento. Gli esemplari incompleti i quali non hanno formato il loro peristoma sono provvisti di una seconda lamella posta sulla metà interna della columella. Il D Westerlund (in Malakozool. Blatter, 1874-75, pag. 128, e nella Fauna Europea pag. 199, n.° 93, 1876) mentre cataloga questa specie col nome generico di Pupa, la pone però nella categoria dei VERTIGO. Giudicandone ai caratteri della conchiglia essa dovrebbe trovare il suo posto in pros- simità della P. cylindracea. Kister ha nominato la sua specie sopra individui pro- venienti da Nurri dalla qual località Laconi è relativamente poco lontano. La figura data da questo autore conviene assai bene ai miei esemplari, la cui apertura è bensì al- quanto più obliqua. XII. Gen. Vertigo, MiLLER (1774). 72. Vertigo antivertigo. 1789 VERTIGO 6-DENTATA, Studer, Faunul. Helv. in Coxe, Trav. Switz. III, pag. 482 (sine caract). 1801 PUPA ANTIVERTIGO Draparnaud , Tabl. Moll. pag. 57, n.° 3. 1807 VERTIGO SEXDENTATUS Férussac, (père) Ess. meth. conch. pag. 124. 1822 — T-DENTATA Féerussac,Tabl.Syst. pag. 68. 1839 — SEPTEMDENTATA PRossmàssler, Iconographie X, p. 28, tav. 49, fig. 647, — 284 — 1852 PUPA ANTIVERTIGO Chemn-Kqister (Pupa) pag. 125, n.° 13l,tav.al6 4h 27-29. 1855 VERTIGO — Moquin-Tandon, Moll. Fran- ce, II, pag. 407, n.° 7. Caroti raccolse due esemplari di questa specie fra la borraccina in prossimità del rio che scorre nella Valle del Tacquisara. Questa conchiglia non è citata da nessuno degli autori che si sono occupati della Fauna della Sardegna e non vedo che la sua presenza sia stata neppure indicata in Corsica. Gli individui raccolti differiscono leggermente da tutti quelli che ho nella mia collezione e che provengono da diverse località di Lombardia. La diversità consiste nel- l'essere un pochino più grandi a cagione dell’ultimo an- fratto alquanto più allungato; lo che dà all’ apertura una forma più ovale. Anche il color generale è più scuro, pres- sochè nerastro, ma queste differenze sono così lievi, così minime da non poter valere nemmeno per costituire una | varietà. 73. Vertigo Moulinsiana. 1843 PUPA ANGLICA Moquin-Tandon, Moll. Toul. n.° 28-(sine caract). 1849 — MOULINSIANA Dupuy, Cat. extra Gall. Test. n.° 284. 1852 — CHARPENTIERI Shuttleworth, ex Kiister, in ‘ Chemn. (Pupa) pag. 129, n.° 134, tav. 16, fig. 41-43. — 1853 — = Pfeiffer, Mon. Helic. viv. III, pag. 555, n.° 187. 1847 — MoULINSIANA — Dupw, Hist. Nat. Moll. pag. 415, n.° 30, tav. XX, fig. 11. — 285 — 1855 VERTIGO MouLINSIANA Moquin-Tandon, Moll. France II, pag. 403, n.° 4, tav. XXVIII, fig. 31-33. Abita la valle del Tacquisara ove Caroti ne rinvenne un solo esemplare che è identico a quelli che ho di Ca- stelgoffredo in Lombardia, gentilmente donatimi dal mag- giore Adami e dal signor A. Tommasi e ad altri raccolti dal Dott. Del Prete nei prati di Montramito presso Via- reggio. È anche uguale agli individui di Danimarca, di cui sono debitrice alla cortesia del Dott. Westerlund. Questa graziosa specie non era stata ancora segnalata in Sardegna e non è a mia cognizione che sia stata tro- vata in Corsica. XII. GEN. Balea, PRIDEAUX (AP. GRAY 1824). 74. Balea perversa. 1758 TuRBO PERVERSUS Linnéo, Syst. Nat. Ed. X, I, pag. 767. 1801 PuPA FRAGILIS Draparnaud, Tabl. Moll. pag. 64. 1813 CLAUSILIA PARVULA Getner, Conch. Wettereau. 1824 BALEA FRAGILIS Prideaux, in Gray, in Zool. journ. 1839 — _ Rossmdssler, Iconographie X, pag. 24, tav. 49, fig. 636. 1848 — PERVERSA Pfeiffer, Mon. Helic. viv. II, pag. Ski de 1860 BALIA —_ Bourguignat, Amenités Malacol. II, pag. 68, tav. 13, fig. 1-3. Il tipo, vale a dire la forma identica ad esemplari ri- cevuti di Svezia (I. Oland) dal D. Westerlund, e dall’ I. Gotland, dal professor Cleve, non è stato raccolto in Sar- degna; Caroti vi ha però trovato una mutazione più snella — 286 — 6 più gracile che non è comune nemmeno nell'Italia con- tinentale, ma della quale ho alcuni individui tanto di Lom- bardia che dell’ Istria e del Casentino. Questa forma gracile è stata rinvenuta in un unico esemplare nel Sarcidano a S. Sofia. Var. Deshayesiana. 1860 BALIA DESHAYESIANA, Bourguignat, Aménités Malacol. II, pag. 74, tav. 13, fig. 4-6. Tre individui di questa varietà sono stati raccolti da Caroti ad Aritzo nella foresta di monte Cresia. Essi ben sì addicono alla citata figura delle Aménités. Quì mi occorre osservare che sebbene io abbia minu- ziosamente studiate e paragonate le molte BALEA di nume- rose località che possiedo nella mia collezione, non sono però giunta a scuoprire altro carattere stabile e costante tra la B. perversa, e la B. Deshayesiana, oltre quello della presenza o della mancanza della callosità dentiforme verso l’ inserzione del labbro sinistro. Il signor Bourguignat distingue la Deshayesiana, dalla perversa, per i seguenti caratteri. 1.° Per la sua conchiglia più piccola, meno allun- gata, più obesa, più fragile, più trasparente e più sottil- mente striata. Ho delle Deshayesiana svelte e sottili le quali arrivano a 10 mill. di lunghezza (egli ne indica 7). Gli altri caratteri sopra indicati sono generalmente esatti; ciò mi sembra dimostrare pertanto che la dimensione e l’ obesità della forma non sono caratteri stabili. 2.° Pei suoi anfratti meno numerosi e soprattutto per il suo ultimo giro arrotondato alla base e non angoloso, solcato da strie fini ed eleganti e non ornato di rugosità e da coste sporgenti come nella perversa. Ho delle Desha- yesiana, provviste di 11 e 12 anfratti (egli ne assegna = Bi 8-9). Ho delle perversa, coll’ ultimo giro arrotondato alla base. Ho delle une o delle altre più o meno fortemente costulate, più o meno rugose; anche questi caratteri dun- que non sono costanti. 3.° Per la sua perforazione piccola, arrotondata e che non imita la fessura ombelicale della perversa. Ho tanto delle perversa quanto delle Deshayesiana, la cui fessura è totalmente ricoperta dal margine columellare, ne ho la cui perforazione è rotonda, altre in cuì è compressa ov- vero in forma d’imbuto. Ciò denota per conseguenza che anche questo carattere è fallace. 4.° Per la sua apertura un poco più obliqua, per il suo peristoma più sottile, per la sua callosità sempre priva di tuberculo, ecc.... Principio per dichiarare che non ho mai veduti individui di B. perversa, con un’ apertura tanto al- lungata quanto quella dell’ esemplare figurato a tav. XIII. Inoltre se si paragonano sulla medesima tavola le fig. 1, - 2 rappresentanti la perversa, con le fig. 4, 6, rappresentanti la Deshayesiana, quali hanno l’ apertura più obliqua? In- dubitatamente le perversa, la cui apertura ha un’assai mag- giore inclinazione verso il lato sinistro che la Deshayesiana. Dunque il solo carattere vero, stabile, persistente come ho già detto di sopra, è quello della presenza o della man- canza del tuberculo. Ho voluto dettagliatamente notare queste diverse osser- vazioni che ho avuto campo di fare onde spiegare perchè non accetto come specie autonoma la B. Deshayesiana, e perchè la considero invece come varietà della B. perversa. Aggiungerò inoltre che stando a quanto lo stesso signor Bourguignat scrive sulla storia bibliografica (loco cit. pag. 66) « ce genre a été définitivement établi en 1824 par Gray, sous l’ appéllation de BALEA »...Per conseguenza è questo nome che deve essere adottato, senza curarsi della deriva- zione o della significazione del vocabolo, e non quello di Balia imposto dal sig. Bourguignat nel 1860 come corre- — 288 — zione del termine Balaea nome manoscritto di Leach, che venne solo pubblicato nel 1852. Questa storia bibliografica merita veramente di essere studiata ponderatamente perchè ne emerge una logica molto singolare. La distribuzione geografica italiana di questa specie, dai dati che ho fin quì potuti coordinare, è delle più in- teressanti a segnalare. Essa è sparsa in tutta la regione settentrionale inclusa fra le Alpi e la catena dell’Apennino. Si rinviene nel Nizzardo e vive, quantunque rara, sulle Alpi Apuane. Abita l’Apennino Toscano tanto sul versante Casen- tinese che su quello Vallombrosano. I suoi rappresentanti sì spingono sino sul monte Amiata nella provincia di Siena, ma questo è il punto più meridionale ove fino ad ora sap- pia esser essa stata raccolta sul continente. Comparisce quindi di nuovo in Sicilia ed è segnalata in Sardegna ed in Corsica! XIV. Gen. Clausilia, DRAPARNAUD. (1805). Marpessa Moquin-Tandon. 75. Clausilia Kusteri. 1836 CLAUSILIA KUSTERI, Rossmdssler, Iconographie IV, pag. 13, tav. 18, fig. 254. 1836 — — Villa, Conch. ed inset. racc. nell’ isola di Sardegna.. 1846 — ADJACIENSIS, Shuttleworth, Moll. Corse, in Mittheil. Gesellsch. Bern., pag. 10. Qual forma tipica di questa specie considero gli esem- plari che conformandosi esattamente alla indicata figura di Rossmàssler, misurano 17 '/,-18 mill. di lunghezza su 3 ‘/ — 289 — mill. di diametro. Caroti ne ha raccolti nell’Ogliastra, gola S. Giorgio; — nel Sarcidano a S. Sofia; — nella valle del Tacquisara; — sui monti fra Saroch e S. Pietro di Pula. Nel parco di Laconi ha rinvenuto una forma un poco più grande e più grossa il cui esemplare più sviluppato misura 20 mill. di lunghezza su 4 mill. di diametro. Var. Sarda. 1836 CLausIiLIa SARDA, Villa, Conch. ed inset. racc. nell’iso- la di Sardegna. 1841 _ _ Villa, Disposit. pag. 57, n.° 15. 1873 —_ — Issel, Di alcuni Moll. racc. nell'isola di Sardegna dal Dott. Gestro, in Ann. Mus. Genova, pag. 276. Piuttosto che una varietà questa dovrebbesi ritenere come una forma minor, non solo perchè i suoi caratteri generali non differiscono menomamente da quelli del tipo, ma anche perchè individui appartenenti a questa forma si rinvengono mescolati a quelli di dimensioni tipiche e che fra gli uni e gli altri vi sono esemplari di grandezza in- termedia. Ho un esemplare acquistato nel 1876 dai signori Villa col nome di CI. Sarda, che è identico ad altri raccolti dal signor Caroti nel Sarcidano a S. Sofia e nella valle del Tacquisara; questo misura 16 ‘/ mill. di lunghezza su 4 mill. di diametro. Bensì fra gli individui della Valle del Tacquisara ne ho alcuni che non oltrepassano i 14 ‘/ mill. di lunghezza su 3 ‘/. mill. di diametro. Accetto ed impiego nondimeno questo nome perchè generalmente adottato per distinguere questa forma minor. Bull. della Scc. Mat. It, Vol. VIII, 19 — 290 — Var. Sancta. tav. VIII, fig. 4. Differt a typo forma ventricosior apertura amplior fere rotundata; fusca; intus hepatica. Long. 19, lat. 4'/, mAll. Oltre al suo colore assai più scuro che nel tipo, que- sta forma ventricosa si distingue soprattutto, per la sua . apertura molto più larga e quasi assolutamente priva di quella depressione che negli individui di questa specie si osserva sul bordo sinistro del peristoma. Il suo sistema di abitazione è anche diverso da quello del tipo e delle altre varietà, perchè mentre gli individui di quelli vivono attac- cati ai sassi ed alle roccie, questi invece si rinvengono na- scosti sotto la scorza degli alberi. La Var. Sancta è stata raccolta in scarsi esemplari solo sul monte Santo di Pula a circa 800 metri sul livello del mare. Fra questa varietà ed il tipo esistono pure delle forme intermedie, cioè più o meno ventricose ed anche più o meno scure. A queste convien benissimo l’ illustrazione data da Kister nella seconda edizione del Martini und Chemnitz, System. Conch. Cabin. — Gat. Clausilia, tav. 12, fig. 5-8. Var. Sophise. tav. VIII, fig. 3. Apertura magis angusta; peristoma appositum; den- ticuli albescentes 7-9, scepe bifidi, intus în circulo dispostti. Long. 16; — Lat. 3” mill. Un peristoma posticcio sembra esser aggiunto o sovrap- posto a questa varietà; esternamente il bordo è privo della epidermide ed è per conseguenza biancastro, fortemente co- — 291 — stulato, quasi lamelloso, mentre nell’ interno vi si scorgono in giro 7-9 denticolazioni biancastre, assai grosse, alcune delle quali bifide, che le danno un apparenza molto sin- golare. Due esemplari di questa interessante varietà vennero raccolti da Caroti nel Sarcidano a S. Sofia; un altro indi- viduo con un solo tuberculetto meno marcato, posto sul lato sinistro, venne rinvenuto dal medesimo nella Valle del Tacquisara. Avrei facilmente supposto che questi esemplari potessero costituire una nuova specie se non avessi osservato che di- versi altri individui, particolarmente fra quelli di S. Sofia, sebbene privi di denticolazioni presentano però il carattere del bordo esternamente biancastro e che sembra sovrap- posto. La CI. Kiisteri abita pure la Corsica. 76. Clausilia Meisneriana. 1843 CcLausiLia MEISNERIANA Shuttleworth, Moll. Corse, in Mittheil, Gesellsch. Bern, pag. 18. 2 — — Kiister, System. Conch. Cab. Gat. Clausilia, pag. 107, n.° 105, tav. 12, fig. 1-4. 1855 —_ — Moquin-Tandon, Hist. Moll. France pag. 323, n.° 3. 1876 —_ - Adami, Moll. dei dintorni di Sassari in Bull. Soc. Malac. ital. pag. 221, n.° 35. Questa specie che a quanto sembra è limitata alla Sar- degna settentrionale, ma che vive pure in Corsica, non è stata rinvenuta nelle località esplorate da Caroti. Ne pos- siedo bensì diversi esemplari nella mia collezione i quali — 292 — mi vennero donati nel 1870 dal compianto amico signor Ap- pelius e che erano stati raccolti nei dintorni di Sassari dal Maggiore Adami, il quale scrive (loc. cit.) « Assai comune « ed abbondante in tutti i muri vecchi e specialmente in « quelli che fiancheggiano la strada che porta a Scala di « Ciocca. Vive anche sugli olivi, nei crepacci dei tronchi « e sotto le corteccie ». 77. Glausilia Porroi. 1848 CLAUSILIA PorRoI Pfeiffer, Mon. Helic. vivent. II, pag. 407, n.° 28. 1856 — — Rossmàssler, Iconographie, XVI, pag. 69, tav. 78, fig. 885. Pfeiffer dice questa specie di Sardegna. Il Maggiore Adami, Moll. dei dint. di Sassari, in Bull. Malac. ital. 1876, pag. 221, parlando della CI. Meîsneriana, Shuttlew. scrive: « Nei numerosissimi esemplari spediti quà e là ai miei cor- « rispondenti qualcuno vi ha trovato la CI. Porroî, Pfr. assai « affine alla Meisneriana, della quale non è forse che una « varietà. Io non ebbi tal fortuna ». Non possiedo esemplari di CI. Porroi stati raccolti in “Sardegna, ne ho però di Corsica, alcuni rinvenuti a Boni- facio ed altri nel cantone d’' Isola Rossa, dal professor Gi- glioli nel 1877 e da lui gentilmente donatimi. Anche il D." Bòttger; System. Verzeich. der leben. Arten der Landschneckengatt. Clausilia, pag. 10, 1878, cita la Cl. Porroîi tanto di Sardegna quanto di Corsica. Essa però non è catalogata da Moquin-Tandon nell’ Histoire Naturel. Moll. terr. et fluv. de France. — 293 — 3. Fam. ACICULIDA.: XV. GEN. Acicula Risso (1826). 78. Acicula Petitiana. 1862 ACHATINA PETITIANA Benotit, Ill. sist. crit. Sicilia, pag. 247, n.° 15, tav. VIII, fig. 8. 1864 CACILIANELLA — Bourguignat, Malacol. Algérie IL, pag. dll; nsalé. Il signor H. Dohrn, raccolse alcuni esemplari della at- tuale specie nei dintorni di Sassari. Sono assolutamente eguali a quelli ricevuti con lo stesso nome dal cav. Benoit e provenienti da Palermo. Oltre a questi, sempre nei dintorni di Sassari, il signor Dohrn rinvenne altre quattro Acicula, le quali devono ve- nir riferite a tre diverse specie. Due di esse, a giudicarne dalle figure, perchè disgrazia- “tamente non possiedo i tipi corrispondenti, sono assai affini alla A. nanodea, Bourguignat ('); però ambedue non sono completamente adulte, per la qual ragione tanto meno mi arrischio ad eseguire una identificazione che potrebbe in seguito venir riconosciuta erronea. Un terzo esemplare, di forma svelta ed elegante si ri- ferisce certamente ad altra specie e non possiedo nella mia collezione nessun individuo al quale possa venire assimilato. Però troppi sono i tipi di Acîcula già conosciute e che mancano nella mia raccolta, perchè voglia azzardarmi su di una sola conchiglia a creare una nuova specie. Finalmente il quarto pure, un poco giovane, e provvisto di un piccolo dente sulla metà della columella, differisce (') Aménités malacologiques, I, pag. 221, tav. XVIII, fig. 12-14, 1856, et Malacol. Algérie II, pag. 111, tav. VIII, fig. 4-6, 1864. — 294 — da ognuna delle specie delle quali ho potuto paragonare le figure e che sono fornite di questo carattere, e differisce pure anche da tutte quelle della mia collezione. Talchè trovan- dolo così unico rappresentante di tal forma preferisco limi- tarmi a segnalarne la presenza in Sardegna senza proporre per esso una nuova denominazione; augurandomi che possa sollecitamente giungere il giorno in cui mi sia concesso di far ripetere e continuare l’ esplorazione malacologica del- l’ isola e che allora con la scorta di più ricco materiale mi venga reso possibile di completare l’ enumerazione delle Acicula di Sardegna. 4. Fam. SUCCINIDA. XVI. GEN. Succinea, DRAPARNAUD (1801). 79. Succinea putris. 1758 HELIX PUTRIS, Linneo, Syst. Nat. Ed. X, I, pag. 774. 1824 SUCCINEA — Blainville, in Dict. Sc. nat. LI, pag. 244. Var. vitracea. 1881 SUCCINEA PUTRIS VAR. VITRACEA Paulucci, in sch. 8. jun. Differt a typo testa parva, teniuscula , fragilissima , spira brevi. Long. 12; — lata 7; — apert. long. 9; lata 5 mill. È una miniatura del tipo, del quale è più sottile e più fragile, con spira meno allungata Abita nei dintorni di Sassari, ove probabilmente venne raccolta dal maggiore Adami, la ricevei dal sig. Uzielli, determinata come S., Corsica, Shuttleworth. — 295 — Probabilmente a questa stessa devesi riferire la S. Pfeif- feri indicata da Adami dei dintorni di Sassari. Conosco questa medesima varietà del r. parco di Monza, Adami. Nelle prime date di Giugno 1881 la comunicai col nome che porta attualmente al signor dott. Baudon, il quale mi rispose in proposito che i miei individui non li sembra- vano perfettamente adulti, che la credeva una delle in- numerevoli variazioni della $S. putris, ma non speciale alla Sardegna, perchè si riscontra in ogni regione, principal mente presso alle paludi, che del resto il nome di vi- tracea non essendo ancora stato impiegato nulla si op- poneva a che io lo adottassi. Questa è la forma che nei Materiaux avevo chiamata S. Corsica, Shuttleworth. (') 80. Succinea intricata. 1880 SuccinEa Corsica, Kobelt, Cont. Rossmiassler Ico- nographie, VII, pag. 71, tav. 202, fig. 2064. 1882 — INTRICATA Paulucci, ìn sched. 28 Martius. Il signor Bourguignat (*) pubblicò una Nota relativa alla Succinea elegans, Risso, nella quale concluse alla identità di questa specie con la $. Corsica, Shuttleworth (*) ed alla necessità di riunire tal nome, posteriore di diciassette anni, come sinonimo della $. elegans. Il medesimo autore (*) confermando l’identità della specie di Shuttleworth, ripete che il nome di Risso deve essere adottato. (') Pag. 15, n:° 375, nota 76, pag. 41, 1878. (*) Aménités Malacologiques, I, pag. 141, 1856. (*) In Mittheil d. Bern. nat. Ges., pag. 13, 1843. (') Etude synon. Moll. Alpes Maritimes, pag. 29, 1861, — 296 — Il signor Baudon (') divide la S. elegans in due varietà. Cioè 1.° S. longiscata, Morelet. 2.° S. Corsica, Shuttleworth. Senza fermarmi a parlare della S. longiscata, che sono di parere debba considerarsi per specie autonoma, perchè provvista di caratteri suoi proprii i quali mi hanno sin quì permesso di distinguerla dalla S. elegans, mi limiterò a copiare quanto esso scrive, pag. 175, sulla 2.8 Var. Corsica, Shuttleworth. « C’ est évidemment une S. elegans. Ordinairement, elle « est moins allongée, plus ventrue, moins grande, à ouver- « ture plus ample. Les exemplaires authentiques que j'ai « recus de Bastia et d’ Ajaccio m’ ont tous présenté cette « conformation. » Il dott. Kobelt, loc. cit. rappresenta col nome di $S. Cor- sica, Shuttleworth, una forma che dice di aver ricevuto dall’ Abbé Dupuy come tipo, e questa è positivamente di- versa dalla S. elegans. Finalmente avendo comunicato i miei esemplari di Sar- degna al Dott. Baudon, con la seguente annotazione — « N.° 6, S. elegans, Risso, var. Corsica, Shuttleworth, Sar- « daigne. Je crois que pour var. Corsica, vous comprenez « une autre forme distincte de celle ci; j'ai pourtant ado- « pté ce nom pour la presente varieté, parce qu’ elle s’ac- « corde à la fig. 2064, de la continuation de Rossmàs- « sler, que le Dott. Kobelt écrit avoir eu par M. l’ Abbé « Dupuy avec ce nom » — esso mi rispose in data 27 Giu- gno 1881. — « N.° 6 Jeffreys m'a apporté un individu « de S. elegans venant de la collection méme de Risso qui « établit son espéce sur des jeunes sujets. Ce N.° 6 de votre « envoi est completement identique à celui de l’ auteur. » Ora io non posso convenire che i miei esemplari di Sar- degna possano adattarsi alle figure che il Dott. Baudon (*) (') InJournal Conchyliologie XXV, pag. 171, 1877. (°) In Journal Conchyliologie, 1879, vol. 29, tav. XI, fig. 5. — 297 — dà del tipo di Risso; trovo invece che essi ben si riferi- scono alla figura 2064 del Dott. Kobelt. Del resto, come dimostrerò in seguito, questo tipo di Risso non solo secondo il mio apprezzamento, ma anche secondo i lucidi da me ese- guiti, non può venir riferito ad una S. elegans, ma bensì alla S. Pfeifferi. Infatti i miei esemplari hanno maggior analogia con quest’ ultima specie, che con la $. elegans. Come resulta da quanto precede, Bourguignat identifica la S. Corsica alla S. elegans; Baudon, l’ intende come una . forma di S. elegans, ma meno snella e più obesa; Dupuy e Kobelt, la riguardano come specie distinta, intermedia fra la S. Pfeifferi e la S. elegans. Finalmente per tener conto anche dell’opinione di Pfeiffer (') questi la pone (tra le sp. non descritte) nella sezione delle S. oblonga, are- naria, ecc. Bisogna però considerare che in Corsica, accadrà come in Sardegna, vale a dire che diverse saranno le forme o specie che vi abitano. Bisognerebbe dunque per deci- dere la questione, conoscere il tipo di Shuttleworth! Chi ha fatto questa identificazione? Nessuno che io sappia; per conseguenza qualunque decisione in proposito è almeno azzardata. In seguito al presente stato di cose, per troncare ogni questione , per uscire da questa împasse e per dare un nome alla forma di Sardegna, che pure deve averne uno, mi sono decisa a creare una nuova denominazione. Alla peggio potrà venir rigettata in sinonimia, ma almeno sarà così eliminata una incertezza ed io avrò imparato qualche cosa. La S. intricata è stata raccolta sulle sponde del rio Baumello nel Sarcidano, Caroti. Nella collezione di Succinea del signor Fagot, che egli ebbe la gentilezza di comunicarmi nel Giugno 1881, in un (') Monographia Helic, vivent. II, pag. 517, 1848. L 00 tubetto contenente delle S. elegans provenienti da Bastia, col nome di S. Corsica, rinvenni pure ivi confuso un esem- plare identico alla attuale specie, ciò che prova indubbia- mente che la S. intricata, vive anche in Corsica. Questi esemplari erano stati determinati dal marchese di S. Simon e credo pure da esso raccolti. 81. Succinea elegans. 1826 SUCCINEA ELEGANS isso, Hist. nat. Europe Meridion. IV, pag: 59/0828) 1861 _ —_ Bourguignat, Etude synon. sur les Moll. des Alpes Maritimes, pag. 29. 1877 — — Baudon, in Journ. Conchyl. pag. 171, n:®6, tav. Aygo 1877 — — Bourguignat, Apercu sur les esp. francais. du g. Succinea, pag. 14. 1880 — Kobelt, Cont. Rossméssler Icono- graphie VII, pag. 71, tav. 208, fig. 2066. Abita il rio Sixerri presso Siliqua ed il rio Baumello nel Sarcidano, sopra le piante acquatiche, Caroti. Vive pure in Corsica, Baudon, Bourguignat. Il signor Bourguignat scrive 1861, dopo di avere esami- nato la collezione Risso, che sul medesimo cartoncino si trovano incollati oltre la S. elegans, alcuni individui di S. ochracea, de Betta, ma che i primi predominando per nu- mero e le descrizioni riferendosi indubbiamente alla $. ele- gans, conviene accettare tal nome. Il dott. Baudon (') scrive a sua volta che il nipote di (') In Journal Conchyliologie, 1879, vol. 27, pag. 298, Observations sur la S. elegans de la collection Rissc, — 299 — Risso, attual proprietario di quella collezione, consentì a cedere un esemplare di S. elegans al Sig. G. Jeffreys il quale glielo rimise nel dicembre 1876. Il malacologo inglese avrebbe quindi affermato al Dott. Baudon che il cartoncino di Risso conteneva 4 esemplari simili, di uguali dimensioni e senza mescolanza alcuna di varietà. Da quanto precede mi sembra resultare che le opinioni in proposito sono tutt'altro che concordi. Il Dott. Baudon aggiunge inoltre che la S. elegans, quale venne descritta, è a parer suo appena conosciuta dai mala- cologi, ed esser egli convinto che Risso prendesse per tipi « des sujéts à peine adultes. » Questo tipo di Risso è rappresentato nel medesimo vol. XXVII, tav. XI, fig. 5, (1879). Se ora si paragona quest’ultima illustrazione con quella del 1877 tav. IX fig. 1, mi pare emergere nel modo più as- soluto che le due figure sono tra loro molto diverse, tal- mente che non saprei ammettere potessero riferirsi alla medesima specie. Le dimensioni sono pressochè uguali, ma la forma è tutt'altra ed i caratteri differenziali che sì scor- gono a prima vista, non si possono riferire ad una diver- sità di età nè ad uno stato più completo della conchiglia, giacchè la spira è diversa, il penultimo anfratto sull’ esem- plare di Risso è meno allungato e più obeso, l’ultimo meno protratto, l’ apertura più ristretta ecc. Invece dal riassunto dell’ esposizione del Dott: Baudon sì scorge chiaramente che egli è di opinione che l’ esem- plare di Risso, da esso figurato nel 1879, sarebbe divenuto simile alle altre S. elegans (delle quali avrebbe avuto da Mi- chaud esemplari adulti raccolti a Nizza) e figurate nel 1877, se il suo sviluppo fosse stato completo. Ebbene no; non lo posso ammettere. Se l'esemplare figu- rato è quello di Risso, se per una qualunque inavvertenza non è stato ‘scambiato, se la figura è esatta, quella è una S. Pfeifferi Rossmissler, nè potrà mai venir riferita ad — 300 — una S. elegans, anche non adulta. Per convincersene ba- sterà lucidare, come ho fatto io, la S. Pfeifferi data dal medesimo autore tav. VIII, fig. 1 1.8 (1877) e riportarla sul tipo di Risso tav XI, fig. 5 (1879) e si avrà la prova di quanto sostengo. Si osservi bensì che la fig. 5 è più lunga di 1 ‘/, mill. dal lato dell’ apertura che da quello del dorso e del profilo. A parer mio per uscire da questa confusione non trovo. che un solo sistema possibile ed è quello di lasciare in di- sparte questa figura data dal Dott. Baudon come S$. elegans, tipo di Risso, e accettare la S. elegans, come la intendono Bourguignat, Kobelt, come l’ intendeva in principio lo stesso signor Baudon e come ne ho io pure indicata la sinonimia, altrimenti bisognerebbe ritenere per S. elegans la specie da tutti conosciuta col nome di S. Pfeifferi. 82. Succinea megalonyxia. 1860 SUCCINEA MEGALONYXIA Bourguignat, Aménités Mala- cologiques, II, pag. 118, tav. 1878 = — Paulucci, Matériaux pour ser- vir à l’ etude la F. Malaco- logique de l’ Italie, pag. 15, n 378. 1880 | — — Kobelt, Contin. Rossmàssler, . Iconographie, VII, pag. 74, tav. 208, fig. 2079: In Sardegna Caroti la raccolse nel rio Sixerri presso Siliqua. | Il signor Bourguignat la descrisse da esemplari ricevuti dal professore O. Costa di Napoli, il quale li aveva rac- colti sul monte Gibilmanna presso Cefalù nella provincia di Palermo, | -- 301 — Conosco questa stessa specie, di Sicilia senza indicazione di località esatta, della sponda destra del lago piccolo di Monticchio nella Basilicata, dei dintorni di Firenze presso Novoli, e della Spezia, quest’ultima bensì poco caratteristica, forse perchè gli esemplari non sono sufficientemente adulti. Ovunque però si trova scarsa ed in esemplari pressochè iso- lati, conviventi con altre specie. 83. Succinea debilis. SUCCINEA DEBILIS, Morelet, Mss. in Mus. Cuming. 1859 _ — Pfeiffer, Mon. Helic. viv., IV, pag. 811. 1864 = — Bourquignat, Malacol. Algérie, I, pag. 65, tav. III, fig. 32, 33. 1879 — —_ Paulucci, Fauna Malacol. Calabria, pag. 169, n.° 84, tav. VIII, fig. 5. (') È stata raccolta presso il rio Baumello nel Sarcidano e lungo il rio del Tacquisara, Caroti. Gli esemplari della Valle del Tacquisara differiscono un poco dal tipo, per forma leg- germente più traversa dell’ ultimo anfratto e per una spe- cie di strozzatura della sutura tra il penultimo e l’ ultimo giro, che dà al primo dei due una forma più convessa e rigonfia. Bensì tal carattere è più o meno marcato secondo gli individui. Mi preme rettificare un errore commesso nella Fauna della Calabria, pag. 169, a proposito di alcuni individui rac- colti nel fiume Angitola e ché chiamai S. debilis, var. stagnalis Gassies, citando pure le figure del Dott. Baudon, loe.cit. tav. IX, fig. 7. (') Eccettuata la sinon. della S. debilis, Baudon, in Journal. Conchyl. vol. XXV, pag. 177, tav. 9 fig. 4, che secondo il signor Bourguignat, rappresenta la S. Dupuyana. — 302 — Essi devono invece riferirsi ad una forma raccorcita e assai traversa della S. elegans Risso. Nota sulla S. italica, Jan. tav. VIII, fig. 6. Alcuni autori francesi prendono a compito, non so a qua- le scopo, di tirar fuori dei nomi di specie che non sono mai state descritte, che non descrivono e che inoltre interpe- trano a modo loro, rendendo così sempre più incerta ed imbrogliata la sinonimia non solo, ma anche l’ identifica- zione delle specie. Se ciò può chiamarsi agire regolarmente e scientificamente lo lascio giudicare agli altri. Il signor Bourguignat (') pag. 15, nomina una Succinea italica, Jan, che esso dice, dovrebbe trovare il suo posto al seguito della S. elegans, Risso. Malgrado le mie più dili- genti ricerche non mi è riuscito trovare nessuna indica- zione positiva sulla S. italica. Pfeiffer, Mon. Helic. vivent. la nomina nei vol. III, pag. 8, vol. V, pag. 28, n.° 53, e vol. VII, pag. 36, n.° 61, dicendo ovunque di non cono- scerla. Kobelt, Catal. Binnenconchylien pag. 53, 1871, la pone tra le specie dubbie e la dice di Sardegna, quindi nella Cont. Iconographie VII, pag. 77, 1880, la menziona come specie assolutamente incerta della quale conosce il solo nome. Finalmente Clessin, Nomenclator Heliceorum viven- tium, pag. 412, 1881, la cataloga facendola precedere da un punto interrogativo; la indica d’ Italia. Passando ora in rivista gli autori connazionali trovo in Villa Dispositio, pag. 9, 1841, indicata la S. italica dell’ Italia boreale e la S. Pfeifferi della Carniola; nel Ca- tal. Moll. Lombardia, pag. 5, 1844 vedo citata la S. italica, ma non la S. Pfeifferi. Invece nel Bullet. Malacol. Italiano vol. IV, pag. 83, 1871, correggendo, a quanto sembra il (') Apercu sur les espéces francaises du genre Succinea, 1877. — 303 — primo apprezzamento, Villa pone la S. italica come sino- nimo della S. Pfeiffer? Spinelli, Catal. Moll. terr. e fluv. della prov. Bresciana, pag. 7, 1851, indica la sola S. ?falica, Jan, quindi nella seconda edizione di questo stesso catalogo, pag. 4, n.° 10, 1856, pone la S. italica in sinonimia della S. Pfeifferi. Strobel, Essai d’ une distribution des Moll. terr. dans la Lombardie (in Mem. Acad. sc. Turin, série II, tom. XVIII, pag. 239, 1857), considera la S. italica Jan, come sinonimo assoluto della S. Pfeifferi, Rossmassler Bonelli, Cat. Moll. prov. Siega, (in Atti Soc. Ital. Sc. Naturali, vol. XV, pag. 417, 1872) adotta la medesima riu- nione. Borsari, Moll. del Modanese, pag. 3, n.° 7, 1878 segue un identico sistema. Da quanto precede è ovvio rilevare che i malacologi tedeschi non hanno nessuna contezza della specie di Jan, e che gli autori italiani, tutti tra loro concordi, appena venuti a cognizione di una specie regolarmente descritta e figurata, cioè della S. Pfeifferi, non hanno titubato per preferire un nome positivo ad un mito, ed hanno relegato la S. italica tra i sinonimi della specie di Rossmassler. Nondimeno bisogna pur convenire che con le esigenze attuali, con l’importanza che sì usa accordare a caratteri relativamente lievi, con l’ abitudine invalsa di separare e distinguere, abitudine che forzatamente finisce per prevalere anche non volendolo, non foss’ altro per non passare per trascurati di faccia agli altri, conveniva studiare con mag- | gior diligenza questa S. italica, per vedere se realmente doveva o nò venir distinta dalla S. Pfeifferi, come lo af- fermano i signori Bourguignat, Baudon (') e Servain (?). (') In Journal Conchyl. XXV, 1877, pag. 176. (°) Etude sur les Moll. recueillis en Espagne et en Portugal, pag. ll, 1880. — 304 — Îl primo di questi autori si limita a dire che la S. ita- lica Jan, dovrà venir posta al seguito della S. elegans. Il secondo scrive che Paladilhe raccolse presso le sor- genti dell’ antico Martinet (Hérault) una piccola Succinea elegante che riferisce alla S. |\s6|35|s2| & |S6 Se/35 se) 4 & & [83 S » |128|53/5°| 5 |s2|g®/£e|s°| gs|®2]|5s |Z5 AAUVS MIOMdIS EJ a) g'uiaord D : © BD ca) J “i Sue DE === a ue = ss SARTO Li VAO0LUAA Z © i VNOICUYS IC VIOSI STTIN ILNWATA TTILVIANTA ® INISTUUAL IHOSATTON 190 BoyeIT00d auorznquIIsIiD 9 090198Ur99SIS 09990801] *» EUROPA MERIDIONALE meridion. SPECIE SARDE AFFRICA SETTENTRION. Sicilia | Malta Corsica Italia Italia centrale Italia settentr. Francia Spagna Isole Baleari EUROPA. CENTRALE EUROPA SETTENTRION. meridion TRICHIA. H. lanuginosa . . . . . . X* . . . C) . . 0 . . . . . . . X * a Corsica . . . . CD . ; . . . . . . . È 3 . . . . è . . . . . . . Prese perlevis . . . . e O CD . ° . . . . X . . . . ni . . . ° . 0 O — cinctella . . . .... 1% PR, I » x * LeuileZimd)* CARTHUSIANA. X sul Ancona 2 Var. . . . ° ° . . O . . . . . . 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X* . . . . . ° ° SITIQOp cea ‘CIT ° O ° ° * X* O ° ° ° XK ° ° ° . . ° ° eixAuo]esaw CE II * % X* PEER * sea, * "e De ORE ONTO e» su0so|a a tolti] e SE Le n: sia * SESSI CS cia de e Ea = ‘ +e, ve apuorg= #0 ie leo o o snolpiunu a «+++. somesse — rel fi e cene @ I L00A ‘SNTAVUAL) ‘sp J ou vd NI) IXX +» * tuoni — "ost * * + ** tuesnides — EI * * * * euemoaedde], — ‘DEI ata gno euUBIUIYTIUA]N = 'G6I ®*** * * &qI0oquoo — ‘| 'ZEI *VUOCISI 4 *vsdstagig "ua — — * * movdogns ‘uva — — te te e ene daino LOI ‘SOQNITO A ‘esfu JJ 'NIS ‘XX ee = © temmiuougia — SET ° D97407U09 "409 ina dci] > ot, st: siggsaled = ‘cel ‘VSAHAONNIT * * 0800409 ‘40A = — — «+. + @15019d — * | ‘gg1 200° RIBAO — ‘L6I e 0 r * 0 * SIMode[— (021 *SRSRR2ES e GN nonae*"] (| ‘GzI ‘VIMYNINI) ‘vatu wa ‘NT ‘XIX ‘eepiosuwng ‘NY ‘L + +0... > a sugoS19gs * | ‘pel * ‘am è e ®.* sonsgia | ‘CSI snsoqgi8 — |'23I JIIUYNVO ‘NOTUINAI.LLAS Ed VAIOUNA Ad'IVULNAHI & % VIOUNA pasa (e) 3 (co JRE Do) sal Cu DEA o Sn (23 [sua Bet eg ct ©) D) =. to 3) n°. SD o °° (om) (Ce maia loi a (co) SS pese = larvale] Hd ol|t9 | LD | 9 ° . . C) . . . * . ® ° . ° . D . . * * . . . . . . Lal . * Sao SEEEIO * * yet o . * * * * X% O . . * . ® Li . 0 O . . * e . o. Li O * * * * * l ° se * * * è . . . o * X * * * * * * * * * . dA'IVNOICIUHN Va OLUNIA CUCN | BITIDIS ‘NOIQINALLAS - VOTUMAV e7e]iuew 1301gO * t@assidoz — V ‘aoopuwury ‘NTI) ‘AIXX i | SUAQunI ® Pps ste i Tuoi i eJemogzuey? ‘q ‘epupyp fg INTO ‘TITXX ‘ee pruipu[ed ‘NV, 'VLIVIMONTVUH DIV]NIYIL “IDA = — Tele: * — Wunygo[us . . ° . . . sueSa [9 ‘6 ‘0 ‘uuro)so[9£9 ‘INTO ‘IIXX ‘eepiuro>so[o ‘I ‘NV ‘8 ‘VIOVNONTAA ‘VIVINOUAdO VIOdONIISYO. ‘ sIqIosrds *SITUOUAL) ° * sn9emsuegns * * * Sn7eoliquo ‘SOSINYW ® . O C CD . sne[igneu ° O LI 0) D . CD O nuIoo9 ITAVS HIOHdS —- "SI ‘GSI 19 ‘OST ‘6FI ‘871 "LYI ‘O7I ‘GPI QUIPIO P oN * * * * *% * * * unqesngqo — °° “ wn[snd — ui une — °° * * * WNULIBSSO; — o SR uno uve: * WMF piStE NIO ‘XXX "a stgsnov so ‘eujgno Aug ‘NT ‘XIXX alle 4 ‘NV ‘EI . : IUO7Z.IN I, — ‘Opi ‘INTO "IIIAXX ‘aAepiuoltu(] ‘NVH ‘GI 'VIVIHONVUSITIMI VI VIVHAHOYV VOSNTION *_** Ropieg — ‘ Sqerang N ‘UWUIRLION "NIO) ‘TIAXX IDE ‘NYA ‘II i: Stan "A SITBUIOSIC LA ‘@pUAIBA 'NIO) 'ITAXX *QEPIZBAITBA ‘NV ‘OI eg a sisuosesSiuuIz ‘IL dic NI AXX TRI tonmuess ac ‘991 "COT ‘791 "€91 ‘691 ‘TOI ‘091 ‘68T "8GI LET ‘91 "GGI TAL rn SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE INDI TT TAVOLA I. 1. Fyyalinia albinella, Paulucci. Da un esemplare raccolto da Ca- roti a Cagliari, veduto dal lato della spira; — 1a, (idem) veduto di faccia; — l d, (idem) veduto dal lato dell’ ombelico; — l c, forma major, da un esemplare raccolto ad Osini veduto dal lato della spira; -— 1 d, (idem) veduto di profilo; — l e, forma conve- xiuscula, da un esemplare pure di Osini veduto dal lato dell’aper- tura; — l f, (idem) veduto dal lato della spira. 2. Huyalinia Balmei, Shuttleworth. Da un esemplare raccolto da Ca- roti a Laconi veduto dal lato della spira; — 2 a, (idem) veduto di profilo; — 2 2, (idem) veduto dal lato dell’ ombelico. 3. Hyalinia Nevilliana, Paulucci. Da un esemplare raccolto da Caroti nell’ anfiteatro di Cagliari, veduto dal lato della spira; — 3 a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 3 8, (idem) veduto dal lato dell’ ombelico. 4, Flygalinia Libysonis, Paulucci. Da un esemplare dei dintorni di Sassari, ingrandimento veduto dal lato della spira; — 4 4, (idem) ingr. veduto di profilo; — 4 bd, (idem) ingr. veduto dal lato del- l'ombelico; — 4 c, (idem) contorno di gr. nat. veduto dal lato della spira; — 4 d, (idem) cont. di gr. nat. veduto dal lato del- I’ ombelico. 5. FHiyalinia oppressa, Shuttleworth. Da un esemplare raccolto a Sas- sari dal sig. H. Dohrn, ingrandimento veduto dal lato della spira; — 5 a, (idem) ingr. veduto di profilo; — 5 d, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ ombelico; — © c, (idem) cont. di gr. nat. veduto dal lato della spira; — 5 d, (idem) cont. di gr. nat. veduto dal lato dell’ ombelico. TAVOLA II. 1. Ffyalinia pura, Alder, var. LENTICULA, Held. Da un esemplare rac- colto da Caroti sul Monte Cresia, ingrandimento veduto dal lato della spira; 1 a, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ apertura; — 1 è, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ ombelico, (SS fd — 375 — . Hygalinia obscurate, Porro. Da un esemplare della collezione Porro, proveniente dalla Corsica, veduto dal lato della spira; — 2 a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 2 5, (idem) veduto dal lato dell’ ombelico. . Hirgaliniao Antomianea, Paulucci. Da un esemplare della ‘mia col- lezione ricevuto dai signori Villa come raccolto in Sardegna, veduto dal lato della spira; — 3 «, (idem) veduto dal lato del- l'apertura; — 3 2, (idem) veduto dal lato dell’ ombelico. , Hyalinia Porroi, Paulucci. Da un esempl. raccolto in un giardino della città di Genova, veduto dal lato della spira; — 4 a, (idem) veduto dal lato dell'apertura; — 4 5, (idem) dal lato dell’ombelico. Hyalinia tropidophora, Mabille. Da un esemplare (subfossile) raccolto dal dr. Forsyth Major alle cave di Toga presso Bastia veduto dal lato della spira; — 5 @, (idem) veduto dal lato del- l'apertura; — © d, (idem) veduto dal lato dell’ ombelico. MHwyalinia Targioniane, Paulucci. Da un esemplare raccolto da Caroti nei dintorni di Laconi, ingrandimento veduto dal lato della spira; — 6 «, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ apertura; — 6 0, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ ombelico. . Hyalinia pelricola, Paulucci. Da un esemplare raccolto da Ca- roti nei dintorni di Laconi, ingrandimento veduto dal lato della spira; — 7 «, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ apertura; — 7 5, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ ombelico. ENO TCA LLI. . Helix Carotii, Paulucci. Da un esemplare raccolto da Caroti a Gola San Giorgio presso Osini, veduto dal lato della spira; — 1 a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — l è, (idem) veduto dal lato inferiore. Fielix Gennar'ii, Paulucci. Da un esemplare dono del professor Gennari, che lo crede dei Monti di Oliena, veduto dal lato della spira; — 2 a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 2 8, (idem) veduto dal lato inferiore; — 2 c, altro individuo di forma più depressa. . Helix Villica, Paulucci. Da un esemplare dono del professor Gen- nari, probabilmente dei monti di Oliena, veduto dal lato della spira; — 3 a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 3 5, (idem) veduto dal lato dell’ ombelico. Hetix perlevis, Shuttleworth. Da un esemplare raccolto da Caroti nei contorni di Laconi, veduto dal lato della spira; — 4 a, (idem) — 376 — veduto dal lato dell’ apertura; — 4 d, (idem) veduto dal lato inferiore. D. Helix Corsica, Shuttleworth. Da un esemplare dei dintorni di Sassari, dono del Capitano Adami, veduto dal lato della spira; —. a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; —- 5 0, (idem) vedu- to dal lato dell’ ombelico. 6. Felix pudiosa, Paulucci. Da un esemplare dei dintorni .di Sassari, raccolto dal signor H. Dohrn, veduto dal lato della spira; — 6 a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 6 d, (idem) veduto dal lato inferiore. LAVO TASTE l. Helix serpentina, Férussac, tipo. Da un esemplare delle mura della città di Pisa come paragone col tipo di Sardegna veduto dal lato della spira; — l a, (idem) veduto dal lato dell’ apertu- ra; — ld, (idem) veduto dal lato inferiore. 2. Helix serpentina, Ferussac. Da un esemplare raccolto da Caroti nei dintorni di Laconi veduto dal lato della spira; — 2 a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 2 5, (idem) veduto dal lato in- feriore. 3. Helix serpentina, Férussac. Forma di passaggio alla VAR. TRICA, Paulucci. Da un esemplare delle mura della città di Pisa, veduto dal lato dell’ apertura. 4. Helix serpentina, Férussac, VAR. JASPIDEA, Moquin-Tandon. Da un esemplare dei dintorni di Laconi, raccolto da Caroti, vedu- to dal lato dell’ apertura. 5. Helix serpentina, Férussac, VAR. JASPIDEA, Moquin-Tandon. Da un esemplare raccolto da Caroti nei dintorni di Laconi, veduto dal lato della spira; — 5 4, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 5 5, (idem) veduto dal lato inferiore. 6. Felix serpentina, Ferussac, var. IsiLENSIS, Pintor. Da un esem- plare dono dei signori Villa, veduto dal lato della spira; — 6 a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 6 %, {idem} veduto dal lato inferiore. 7. Helix serpentina, Férussac, var. Isara, Paulucci. Da un esem- plare raccolto da Caroti nella valle del Tacquisara, veduto dal lato della spira; — 7 @, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — "7 6, (idem) veduto dal lato inferiore. — 377 — TAVOLI. 1. Zielix hospitans, Bonelli, tipo. Da un esemplare raccolto da Ca- roti nell’ anfiteatro di Cagliari veduto dal lato della spira; — l a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 1 8, (idem) veduto dal lato inferiore. 2. Helix hospitans, Bonelli, forma depressa. Da un esemplare della medesima località, veduto dal lato della spira; — 2 «, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 2 a, {idem) veduto dal lato inferiore. (') 3. Helix hospitans, Bonelli, forma depressa. Da altro esemplare di ugual località veduto dal lato della spira; — 3 «, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 3 d, (idem) veduto dal lato inferiore. 4. Helix hospilans, Bonelli, forma subangulata. Da un esemplare della stessa località veduto dal lato della spira; — 4 a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 4 È, (idem) veduto dal lato in- feriore. 5. Felix hospitans, Bonelli, forma carenata. Da un esemplare della sunnominata località veduto dal lato della spira; — 5 4, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 5 5, (idem) veduto dal lato in- feriore, PAVOSA NI 1. Helix hospitans, Bonelli, vAR. ALABASTRINA, Paulucci. Da un esem- plare raccolto dal professore Targioni-Tozzetti all’ isola di S. An- tioco, veduto dal lato della spira; — l «a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — l È, (idem) veduto dal lato inferiore. 2. Helix Care, Cantraine, tivo. Da un esemplare raccolto da Caroti, sul Monte Santo di Pula, veduto dal lato della spira; — 2 «, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; 2 5, (idem) veduto dal lato infe- riore; — 2 c, altro individuo di forma elata, raccolto dal profes- sor Targioni-Tozzetti all’ isola di S. Antioco, veduto dal lato del- l’ apertura; — 2 d, forma minor da un esemplare di S. Gregorio veduto dal lato dell’ apertura. 3. Helix Cara, Caniraine, var. ApIACENSIS, Pauluccîi. Da un esem- plare proveniente dai dintorni di Aiaccio veduto dal lato della (1) Questa forma depressa è quella che Kobelt nella continuazione dell Icono- graphie di Rossmissler, V, tav. 125, fig. 1180, ha impropriamepte riferito alla H. Care Cantraine. — 378 — spira; — 3 a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 3 }, (idem) veduto dal lato inferiore. 4. Hiclix Cenestinensis, Crosse e Debeaux, tipo. Da un esemplare di Mello presso Corte, veduto dal lato della spira; — 4 4, (idem) ve- duto dal lato dell’ apertura; — 4 d, (idem) veduto dal lato inferiore. D. Melia Cenestinensis, Crosse e Debeaux, VAR. SUBURBANA, Paulucci. Da un esemplare dei dintorni di Sassari raccolto dal signor H. Dohrn, veduto dal lato della spira; — 5 «, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 5 bd, (idem) veduto. dal lato inferiore. PROVIOTSA Ve l. Zfelix tuta, Paulucci. Da un esemplare raccolto da Caroti a Sar- roch, veduto dal lato della spira; — 1 «, (idem) veduto dal lato dell'apertura; — l d, :idem} veduto dal lato dell’ ombelico. 2. Helix herbicola, Shuttleworth. Da un esemplare dei dintorni di Laconi, veduto dal lato della spira; — 2 a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 2 ò, (idem) veduto dal lato dell’ ombelico; — 2 c, altro esemplare di forma globosa, della valle Tacquisara, veduto dal lato dell’ apertura. 3. Felix Molrni, Paulucci. Da un esemplare dei dintorni di Sassari raccolto dal signor H. Dohrn, ingrandimento veduto dal lato della spira; — 3 a, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ apertura; — 3 5, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ ombelico; — 3 c, (idem) contorno di gr. naturale veduto dal lato dell’ apertura; — 3 d, (idem) cont. di gr. nat. veduto dal lato dell’ ombelico. 4. Hlelîix HHillyeriama, Paulucci. Da un esemplare raccolto da Ca- roti a Decimomannu, ingr. veduto dal lato della spira; — 4 a, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ apertura; — 4 }, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ ombelico; — 4 c, (idem) cont. di gr. nat. veduto dal lato della spira; — 4 d, (idem) cont. di gr. nat. veduto dal lato dell’ ombelico. 5. Helix trochoides, Poiret, vAR. INFULATA, Paulucci. Da un esem- plare raccolto da Caroti al promontorio S. Elia, ingrandimento veduto dal lato dell’ apertura. 6. Felix conoidea, Draparnaud, vaR. CALARITANA, Paulucci. Da un esemplare raccolto da Caroti a Cagliari veduto dal lato del- l’ apertura. 7. Helix Sardiniensis, Porro. Da un esemplare della collezione Villa, ingrandimento veduto dal lato della spira; — 7a, (idem) ingr. — 379 — veduto dal lato dell’ apertura; — 7 5, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ ombelico; — 7 c, ingrandimento massimo di porzione del- l’ultimo anfratto; — 7 d, (idem) cgnt. di gr. nat. dal lato della spira; — 7 e, (idem) cont. di gr. nat. dal lato dell’ ombelico. 8. Zelix quisquilia, Paulucci. Da un esemplare raccolto da Caroti a Villaputzo, ingr. veduto dal lato della spira; — 8 4a, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ apertura; — 8 5, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ ombelico; — 8 c, (idem) cont. di gr. nat. dal lato della spira; — 8 d, (idem) cont. di gr. nat. dal lato dell’ ombelico. TAVOLA VILI. 1. Azeca Dolwni, Paulucci. Da un esemplare raccolto dal signor H. Dohrn nei dintorni di Sassari, ingrandimento veduto dal lato dell’ apertura; — l a, (idem) ingrandimento veduto di profilo. 2. Pupa cylindracea, Da Costa, var. MISELLA, Paulucci. Da un esem- plare raccolto da Caroti nella foresta di monte Cresia, ingran- dimento veduto dal lato dell’ apertura; — 2 4, (idem) veduto dal lato del dorso. 3. Clausilia Fiisteri, Rossmiissler, var. Sopare, Paulucci. Da un esemplare raccolto da Caroti a S. Sofia nel Sarcidano, ingr. veduto dal lato dell’ apertura; — 3 «, (idem) ingr. veduto di profilo; — 3 6, (idem) ingr. veduto di profilo; — 3 c, (idem) ingr. veduto dal lato del dorso; — 3 4, (idem) conchiglia di gr. nat. veduta di faccia. 4. Clausilia Hiisteri, Rossmissler, var. Sancta, Paulucci. Da un esemplare raccolto da Caroti sul monte Santo di Pula, ingr. ve- duto dal lato dell’ apertura. o. Sueccinea iniricata, Paulucci. Da un esemplare raccolto da Ca- roti lungo il rio Baumello nel Sarcidano, veduto dal lato dell’ aper- tura; — 5 a, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ apertura; — 5 8, (idem) ingr. veduto dal lato del dorso; — 5 c, (idem) veduto di profilo. 6. Succinea Italica, Jan. (') Da un esemplare della collezione De Cristofori e Jan nel Museo Civico di Milano, proveniente, secondo la scheda, dall’ Italia boreale, ingrandimento veduto dal lato del- l'apertura; — 6 «, (idem) ingr. veduto dal lato del dorso. (1) Il disegno originale di questa specie venne eseguito il dì 8 settembre 1881 dal sigoor Ed. Ximenes al Museo Civico di Milano, ove esistono conservati ì tipi della collezione De Cristofori e Jan. fa Sd — 380 — . Carychium Biondii, Paulucci. Da un esemplare raccolto dal si- gnor A. Biondi nella valle del Tacquisara, ingr. veduto dal lato dell’ apertura. Carychiun: Maria, Paulucci. Da un esemplare dono del signor N. Pini e provenienti da Esino, ingr. veduto dal lato dell’ aper- tura. . Planorbis corn, Ehrenberg. Da un esemplare raccolto da Caroti in una sorgente sul monte de’ Sette Fratelli, ingr. veduto dal lato della spira; — 9 a, (idem) ingr. veduto di profilo; — 9 8, (idem) ingr. veduto dal lato dell’ ombelico. TAVOLA IX. . Limnea pernegra, Miller, var. carIOsA Genè. Da un esemplare donatomi dai signori Villa veduto dal lato dell’ apertura; — l a, (idem) veduto di profilo; — 1 5, (idem) veduto dal lato del dorso. Physa Meneghiniana, Paulucci. Da un esemplare del fiume Ana- po (Sicilia) veduto dal lato del dorso; — 2 a, (idem) ingr. di pro- filo; — 2 5, idem) veduto dal lato dell’ apertura. Physa saeprusana, Paulucci. Da un esemplare del Flumendosa presso Villaputzo, raccolto da Caroti, veduto dal lato del dorso; —8 a, (idem) ingr. di profilo; — 3 d, (idem) veduto dal lato del- l’ apertura. . Physa Tapparoniana, Paulucci. Da un esemplare dei dintorni di Palermo, dono del marchese di Monterosato, veduto dal lato del- l'apertura; — 4 a, (idem) ingr. di profilo; — 4 5, (idem) veduto dal lato del dorso. . Bythinia proxima, Frauenfeld. Da un esemplare del rio Sixerri veduto dal lato dell’apertura; — 5 a, (idem) veduto dal lato del dorso. . Thermhydrobia aponensis, Martens. Da un esemplare di Aba- no (Veneto) ingr. dal lato dell’ apertura; — 6 a, operculo. . Thermhydrobia Zinnigasensis, Paulucci. Da un esemplare raccolto da Caroti a Zinnigas, ingrand. veduto dal lato dell’aper- tura; — 7 a, operculo. . Amnicola granulum, Villa. Da un esemplare avuto dall’ autore, ingr. veduto dal lato dell’ apertura. . Amnicola zopissa, Paulucci. Da un esemplare raccolto da Caroti nella sorgente del monte de’ Sette Fratelli, ingr. veduto dal lato dell’ apertura. = = 10. Pisidiuwm fossarinum, Clessin. Da un esemplare dell’ Apenninò Vallombrosano (Cascina vecchia), ingrandimento veduto di profilo; — 10 a, (idem) cont. di gr. nat.; — 10 ò, (idem) ingrandimento veduto di faccia. ll. Pisidium Halicunai, Clessin. Da un esemplare di Pisa, dono del- l’autore, ingr. veduto di profilo; — ll «, cont. di gr. nat.; — 11 5, (idem) ingrandimento veduto di faccia. 12. Zfyalinia meridionalis, Paulucci.(') Da un esemplare dei Ba- gni di Lucca, veduto dal lato della spira; — 12 a, (idem) veduto dal lato dell’apertura; — 12 5, (idem) veduto dal lato dell’ ombelico. 13. Myalinia Isseliana, Paulucci. Da un esemplare delle Fabbriche presso i Bagni di Lucca, veduto dal lato della spira; — 13 a, (idem) veduto dal lato dell’ apertura; — 13 5, (idem) veduto dal lato dell’ ombelico. ERRATA-CORRIGE pag. 157 linea 18, H. riadutala, leggi: H. radiatula. « 177 « 28, Suter e Naef, « Suter-Naef, « 180 « 10, Martins, «< — Martius SE e 18, vide, « vive. «182 « 6,spire; « specie. « 265 « 20, Peiffer, « Pfeiffer. « 2795 « 16, Sassi, « sassi. "" sd3 « 27628, « 334 « @5el8,( Bithynia « Bythinia MIL5. Le 25, (') Faccio nuovamente rappresentare questa specie così mal riuscita, sulla ta- vola I, fig. 8, Specie raccolte dal dott. Cavanna (1881). ELENCO DEI SOCI DELLA SOCIETÀ MALACOLOGICA ITALIANA per l’ unno 1883 È Adami Cav. Giov. Battista, maggiore nel 5.° Fanteria, Bari. Allery di Monterosato March. Tommaso, Via Canelle 17, Palermo. Aragona Dott. Luciano, Fobecco d° Oglio. Bagatti Dott. Odoardo, Parma. Balston Edward-William (Inghilterra) Bearsted house Maid- stone. i Bellardi Cav. Luigi, R. Università di Torino. Boccaccini Prof. Corrado, R. Liceo, Cuneo. Brugnone Abb. Giuseppe, Vicolo Api 1, Palermo. Burlamacchi Stanislao, Lucca. Borneman Dott. Giorgio, Eisenach. Cafici Bar. Corrado, (Sicilia) Vizzini. Caifassi Bartolommeo, Pisa. Cantamessa Avv. Filippo, Via Cernaja 38, Torino. Caramagna Giovanni, Capitano di Fregata, Spezia. Castelli Cav. Dott. Federigo, S. Michele fuori porta Marem- mana, Livorno. Chigi-Zondadari March. Buonaventura, Deputato al Parla- mento, Siena. Ciofalo Saverio, Termini Imerese. Costa Cav. prof. Achille, S. Antonio alla Vicaria 5, Napoli. Del Prete Dott. Raimondo, Viareggio. De Betta Comm. Edoardo, Verona. —igga De Stefani Avv. Carlo, Firenze. Fanzago Prof. Filippo, R. Università, Sassari. Foresti Dott. Lodovico, Bologna. Gentiluomo Dott. Camillo, Pisa. Guiscardi Cav. Prof. Guglielmo, R. Università, Napoli. Issel Cav. Prof. Arturo, R. Università, Genova. Jago I. G., Via dei Preti fuori porta a Mare, Livorno. Jeffreys Gwyn J., 1 The Terrace, Kensington. Masson Dott. Luigi, Colle Val d’ Elsa. Meli Prof. Romolo, Gabinetto di Geologia, Università, Roma. Mella Conte Carlo, Via del Duomo 17, Vercelli. Meneghini Comm. Prof. Giuseppe, R. Università, Pisa. Ninni Conte Alessandro, S: Lorenzo 3391, Venezia. Pantanelli Prof. Dante, R. Università, Modena. Paulucci March. Marianna, (Firenze) Novoli. Piatti Prof. Angelo, Desenzano sul Lago. Pini Dott. Napoleone, Via del Crocifisso 6, Milano. Prada Prof. Teodoro, Direttore del Museo Civico di St. Na- turale, Pavia. Ricchiardi Cav. Prof. Sebastiano, R. Università, Pisa. Scander De Levi Barone Comm. Adolfo, Firenze. Statuti Cav. Ing. Augusto, Via dell’ Anime 17, Roma. Seguenza Cav. Prof. Giuseppe, R. Università, Messina. Strobel Cav. Prof. Pellegrino, R. Università, Parma. Terracciano Niccola, Caserta. Tiberi Dott. Niccola, Portici. Tommasi Cav. Anselmo, (Mantova) Custelgoffredo. Uzielli Dott. Vittorio, Via Vittorio Emanuele 32, L2v0rm0. LA D hat STATUTI Augusto — Catalogo sistematico e sinonimico dei molluschi terrestri e fiuviatili viventi nella provincia romana , P È ADAMI Giov. BatTIstA — Nuove forme italiane del genere Ux%0 PauLUCCI MARIANNA — Note malacologiche sulla fauna terre- stre e fluviale dell’ isola di Sardegna ELENCO DEI Soci della Società malacologica italiana per l’ an- no 1883 pag. © « 129 « 139 « 382 x SOCIETA KALACOLOGICA Lia ACOLOGICA. ITALIANA ADANI. Tav. 0. SG0IETÀ. MAL 20F: ©. PILZOLOTTI = MODENA a È = oe a 3 Li a D ca D WU 6 i <}; = < = < |: i ca È co 3 mn VW ) fi 2 O = o Mc) Qu z: psi L NOILNLILSNI _NVINOSHLIWS_S3 IUVUa 1 LIBRARI ES_SMITHSONIAN Giani - UE: - MP Pg, di Lit, i ) (3) 2 do 4 S vu Ke y So 5 D S 0 È » bl » aa “ » : = a crd =, DI oa © — Hi LIBRARIES SMITHSONIAN INSTITUTION NOILNIILSNI NVINOSHLINS S31 i n PA (07) Zz v S = = = A, < i s x. A ra i 4A Z A - SN £ E Z, Li = > ANS 2a = N >’ = > 1 n ti z mila z 2) z 1 NOILOLILSNI — SIIUVYAI1 LIBRARIES SMITHSONIAN INSTIT Dan z di > v > S pel > (42) e, SU; J , = oc zi 2 mi ; È Ve zi < of. c = oe = : e) E 3) mr . 5 5 = 4 z 4 2. _LI BRARI ES_SMITHSONIAN INSTITUTION NOTTALLSNI 19) a =) ‘o e) a NE (e) A 9 b> / Lo 4 o f> o vs a D DIA) D 9, 5 sa 5 dI; = > > E 3 - Ti, sa t- si b- i NOILOLILSNI NVINOSHLIWS SI IUVYA VILI BRARI ES, ,SMITHSONIAN_ È È: = a e E 4 rd A ra H z > a Zi Lr z = > i o z 5 2 «a > > > f> he, P ai E x a. 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