PROVINCIE VENETE. a uk o due #7. È Li DAL ci e . - 20 - RN I sg gf ino Mi gp; mr RIT E) LO NC? PETRI \E FLERE ENEA TT TZ ; 64 "a o | fall Raf” ii) E EX LIBRIS William Healey Dall Division of Mollusks Sectional Library VZIATA? Vi IAA dub IURIS È MEG VILLE l'RÙa a aL Ò CATALOGO Division of Mollusks Sectiona] Library DEI MOLLUSCHI TERRESTRI E FLUVIATILI VIVENTI NELLE PROVINCIE VENETE DI EDOARDO Cav. de BETTA E PIETROPAOLO Dott. MARTINATI SOCJ DI PARECCHIFE ACCADEMIE VERONA DALLA TIPOGRAFIA DI G. ANTONELLI Febbrajo 4855 e 4 spese degli Autori. SS PRG MGIOIGZAO 10 0 VOIII IOINO MAGIE IO 13:19 MOI GREEN a, SIC III sica 0 Od» i aiar omne studium, omnem laborem im- pendendum esse, totisque nervis incumbendum, ut quam diligentissime fieri potest, Italiae partes rimemur. PoxrepeRA, in Compend praet. pag. VI... Kicco di molluschi terrestri e fluviatili è il territorio del- _le attuali Provincie venete poste fra l' Isonzo; il mare, il Po, il Mincio e le Alpi, più che non lo prometta a primo sguardo la sua limitata ampiezza. Tale abbondanza è dovu- ta alla sua .costituzione topografica, per cui unisce in sì breve spazio mutazioni di clima, di suolo e di vegetazione le più svariate. Dalle vette alpine coronate di nevi, dalle irsute foreste di pini e larici, dai ghiacciaj che sfuggono al- l'occhio del sole, dalle giogaje aride e nude fino ai cam- pi ubertosi e ai pingui pascoli bagnati dal Po, dall’ Adige e dal Brenta, alle maremme, ai lidi, alle acque salmastre e ai terreni salini dell’ Estuario adriatico, sono sì abbon- danti e spessi i cangiamenti che si succedono nella natura ed elevazione del suolo, così vario l'influsso del sole, dei venti e delle meteore, così avvicendati gli effetti dell’ umi- do e del secco, e così multiforme il volubile aspetto di Flora, da render possibile la stazione e il consorzio dei molluschi ai quali queste o quelle condizioni son necgs- 4 sarie per vivere e propagare la propria specie. E pari a quella dei terreni è l’acconcezza delle acque scorrenti in grossi fiumi, precipitanti in torrenti, fluenti in ruscelli, spia- nate in laghi, stagnanti in paludi, mormoranti in fontane, e quà fatte amare dalla vicinanza e dal tocco del flutto marino, là riscaldate dagli arcani calori delle terme, là tem- perate da salutari molecole nelle fonti minerali. In tanta bellezza e varietà di scena, in tanta facilità ed aspettazione di preda, la caccia dei molluschi promise ogno- ra nel Veneto ampio e giocondo successo; ma, duole il dirlo, nessuno degli illustri e dotti Zoologi che quì fiori- rono mai vi si accinse col fermo e costante intendimento di raccogliere e render note tutte le dovizie malacologiche del nostro suolo. E mentre in altre regioni d’ Europa, e specialmente in Francia ed in Germania, sapienti natura- listi sulla terra e nelle acque dolci tanto allargano il do- minio della Malacologia, mercè gli scritti e le indagini più sagaci ed assidue, fra noi, come nel resto d' Italia tran- ne la Lombardia ove ebbe ed ha benemeriti e valenti cul- tori, non si attende abbastanza a questa importante e bel- lissima parte della Zoologia, e si affronta e patisce la ver- gogna che troppo spesso gli scienziati stranieri scoprano e rendano palesi quei tesori che noi non sappiamo di posse- dere. Pochi lavori parziali sminuiscono il danno di questo vuoto. Citeremo prima fra quelli in ordine di tempo la Zoologia Adriatica dell’ Ab. Giuseppe Olivi (Bassano 1792), nella quale il celebre autore enumerò e descrisse non poche specie linneane terrestri e fluviatili, ed altre proprie o viventi nell’ Estuario, o abbandonate morte sulla spiaggia dall’ onda dell’ Adriatico. È contenuta negli stessi limiti la serie datane dal chiarissimo Abate Stefano Chiereghini nel- ò V opera ms. intitolata Descrizione dei Crostacei, dei Testacei e dei Pesci che abitano la laguna ed il Golfo Veneto ecc. ma poco giovamento se ne può ricavare pei nostri studj, an- noverando essa fra le nostre le specie rigettate dal mare, delle quali molte sono di patria incerta, e molte indubbia- mente straniere al Veneto, come apparisce dalla Sinonimia moderna che di questo lavoro dell’insigne Clodiense fu stam- pata dal suo concittadino Dott. Giovanni Domenico Nardo (Venezia Antonelli A847). A questo autore siamo pur debi- tori delle notizie sui molluschi terrestri e fluviatili viventi nei dintorni di Venezia, che fanno parte della Fauna com- presa nel Vol. II. dell’opera Venezia e le sue Lagune colà impressa dall’ Antonelli nel 4847, il pregio delle quali la- scia vivo desiderio che il disegno generale dell’opera stessa avesse permesso all’ autore di trattare più diffusamente questo argomento. Parlò altresì di qualche specie abitatrice del Veneto il Prof. Catullo nel suo Trattato sopra la costi- tuzione geognostico-fisica dei terreni alluviali o postdiluviani delle Provincie venete (Padova A844); e due ne pubblicò Edoardo de Betta coll’ opuscolo Descrizione di due nuove conchiglie terrestri del Veneto (Verona Antonelli 4852). All agro padovano il Prof. Nob. Vittore Trevisan attribuì 72 specie di molluschi terrestri e fluviatili, nominandone alcune poche, in un breve scritto che comparve a carte 491 della Strenna / Colli Euganei stampata in Padova nel 18453. Nel Feltrino il Dott. Jacopo Faccen rinvenne una bella va- rietà della Helix arbustorum L. (H. arbust. var. Xatartii di questo catalogo) su cui dettò un articolo nell’anno 4844 che fece inserire nel Vol. I{. della Enciclopedia popolare di Ignazio Cantù; indi, accresciute maggiormente le sue inda- gini, potè favorirci nell’ autunno del i850 una manoscritta 6 Serie delle conchiglie o chiocciole univalvi terrestri viventi nell’ agro e monte Feltrese, distinte nelle loro specie e varietà. Questa serie non comprende che 17 specie terrestri ed una acquatica, ma è degna di lode per l' accuratezza usata dal- l’autore nel far nota delle abitudini di ciascuna, dei ter- reni, delle erbe, e degli altri particolari fra cui ebbe a trovarle. Solo le conchiglie del Veronese vantano una illu- strazione che poco forse lascia a desiderare nella Malacolo- gia Veronese che la coscienziosa penna di Luigi Menegazzi, dopo molti anni di studj quanto dir si possa perseveranti e accurati, specialmente sull’ anatomia dei molluschi, dona- va alla patria Accademia nell’ estate del 4854, accrescendo con essa alla scienza due nuove specie, il Limax Da-Campi Meneg. e il Limneus Tommasellii Meneg. Ahimè! Fatto lieto e compensato appena di tanti meriti dalle accoglienze che l'Ac- cademia faceva a sì dotta fatica, decretandone la stampa nei propri Atti,e onorandone l’autore con aurea medaglia, quel- l’uomo egregio che faceva sfavillar fin nella scienza le rare doti di un’ anima candida, modesta, riboccante di affetti, inaccessi- bile alle invidie dei semidotti, e non d’ altro vogliosa che di veder ampliata la signoria della verità, della giustizia e del sapere, ci veniva rapito da inopinata morte. — Precedet- tero al Menegazzi il Nob. Benedetto Da Campo colla Relazio- ne letta all’ Accademia di Verona nella tornata del A5 Agosto 4849, e stampata negli Atti dell’ Accademia stessa, di una nuova conchiglia vivente indigena della Provincia Veronese, conchiglia che Edoardo de Betta colle sue Osservazioni sulla Helix Polliniù Da Campo (Verona Antonelli 1852.) dimo- strò non essere che una varietà albina della Hel. cincta Mill.; e gli precedette eziandio il Sig. Giovanni Battista Spinelli col Catalogo dei Molluschi terrestri e fluviali della Provincia Bre- * 7 sciana (Brescia 4854) il quale fa parte puranco della Ma- lacologia veronese in tutto ciò che risguarda le conchiglie del Benaco. Ultimo lavoro sul Veronese, quanto a ragione di tempo, è il Catalogo dei Molluschi viventi sul Monte Baldo steso da Edoardo de Betta, e stampato nel N. 9. Anno If, del Giornale malacologico del Sig. P. Strobel. . Da questa succinta Bibliografia si scorgerà facilmente quanto manchi ancora per colmare il vuoto che abbiamo lamentato nella Zoologia veneta. Vogliosi per quanto stava in noi di restringerlo, ci demmo da qualche anno a riunire le produzioni malacologiche del nostro suolo, col proponi- mento di rendere profittevoli anche agli altri le nostre sol- lecitudini, ed a tal uopo abbiamo invocato il cortese ajuto dei nostri amici e corrispondenti. Molti tennero l’invito tras- mettendoci conchiglie di varie provincie, onde stimiamo no- stro debito di renderne loro pubblici ringraziamenti, indiriz» zandoli particolarmente a quelli che più li meritano o per ab- bondanza di spedizioni, o per novità e rarità di specie a noi donate. Da più luoghi ci recò conchiglie, nè mai si dimenticò di noi nelle sue dotte escursioni, il nostro amico Prof. Abra- mo Dott. Massalongo. Moltissime ce ne inviò dal Vicentino e dai contorni di Venezia il regio Ingegnere di I. classe Gio. Battista Festari, altre dal nostro Estuario il Dottor G. Domenico Nardo Membro E. dell'I. R. Istituto veneto ed altre dal Vicentino il R. Ing. di riparto Girolamo Gia- retta. Dal Padovano ci trasmisero belle specie il Conte Leo- pardo Martinengo, il Nob. Vincenzo dott. Brunelli, il R. Ispet- tore delle Strade ferrate Gedeone Scotini, e il Nob, Nicolò Grubissich ora Ing. in capo presso il Ministero del com- mercio, che arricchì noi e la Malacologia italiana per la prima volta dell Unio sinuatus. Lamk. (A74-VII.). Ce ne 8 recarono dal Polesine il Sig, Gio. Battista Roggia Direttore delle pubbliche Costruzioni in Venezia, e l’ Ing. Agg. prov. Antonio Toniolo; dal Feltrino il Dott. Jacopo Faccen, il R. Ing. Augusto Sartori, ed il Consigliere Nob. Francesco dalla Torre; dal Bellunese il Sig. Ermenegildo Fagarazzi di Longa- rone, e l’ Ing. in capo Vincenzo Bognolo; dal Trivigiano il Sig. Luigi Legrenzi di Valdobbiadene; dal Friuli infine il R. Ing. Gio. Batt. Piutti e il Prof. Giulio Andrea Dott. Pirona. Quest’ ultimo ci favorì di una collezione assai copiosa di quella importante Provincia, e ci diede con essa parecchie specie assai rare e fino ad ora straniere alla Malacologia Veneta, aggiungendo pregio al suo dono colla diligenza delle indicazioni attinenti alla dimora de’ suoi molluschi, Se chi si accinge a lavori simili al nostro ricevesse da molti i soccorsi che a noi porsero il Prof. Pirona e i cortesi che abbiamo or ora nominati, potrebbe sperare di non rimanersi dalla perfezione molto discosto. Frutto di tali cure è il Catalogo che ora porgiamo agli studiosi, più col modesto intendimento di eccitarli ad altre ricerche e a studj più elevati, che coll’ orgogliosa presunzio- ne di aver tutto corso e mietuto il campo ubertoso in cui ponemmo la falce, Nella divisione fondamentale e nel collocamento dei gene- ri abbiamo tenuto il modo che ci parve il più naturale ed in uso, e nella esposizione delle specie seguimmo l’ ordine alfabetico, sembrandoci che questo meglio d’ ogni altro sod- disfi allo scopo di un catalogo, e al desiderio di chi voglia sapere se nel Veneto viva o no la tale o tal altra specie, e che una distribuzione più scientifica in un lavoro chiu- so da confini sì angusti fosse per riescire necessariamente manchevole di molte parti e quindi confusa. | 9 Ad ogni specie abbiamo procurato di mantenere o resti- tuire il nome impostole da chi primo la diede in luce, in- dicandone l’ epoca, e citando fra le figure offerte dai varj autori qui appresso indicati quella che meglio rappresenta i nostri esemplari. Fra le tante sinonimie che troppo spesso allo studioso delle cose naturali fanno penoso, arido e tardo il cammino, credemmo di non sciegliere che le principali, o le più ac- concie all’ emenda di qualche errore. Alle varietà non abbiamo dato posto che per annunziare le più belle, le più importanti a tesser la rete dei passaggi, e quelle che non vedemmo accennate puranco in altri ca- taloghi, o in altre Malacologie. Esponemmo come patria il luogo od i luoghi dove le specie e le varietà furono rinvenute da noi stessi o dai nostri corrispondenti, lontani dal supporre che la loro abi- tazione debba rimaner circoscritta a quei soli. Nell’ accen- nare qual patria una provincia o più d'una si volle dire che la specie ivi è assai diffusa, ed ogni indicazione si ommise per quelle che sono comuni a tutto il Veneto. Forte è in noi la speranza che questa incantevole con- trada d’Italia ospiti ed alimenti un numerò di specie e di varietà assai maggiore di quello che or conosciamo; e perciò, mentre con maggior calore torniamo alle consuete indagini, raccomandiamo vivamente non solo agli studiosi, ma eziandio a quanti apprezzano l'onore e l'incremento delle scienze naturali, di fare altrettanto, o almeno di non lasciar cadere l’ occasione di nuove prede, e di raccogliere utili osservazioni sopra i patrii molluschi. Stimiamo quindi di non far cosa vana od inutile ponendo qui in seguito poche istruzioni sulla ricerca dei molluschi terrestri e flu- 40 viatili, da noi compilate colla guida della nostra sperienza, e dei pregievoli scritti di Morelet e di Petit che sullo stesso argomento comparvero nel Journal de Conchyliologie publie sous la direction de M. Petit de la ici alle pag. 545 del Vol. 1, e 102 del Vol. II Verona, nel Gennajo 1855. EpoarRpo DE BETTA PistropaoLo Dott. MantTINATI. ISTRUZIONI SULLA RICERCA DEI MOLLUSCHI TERRESTRI È FLUVIATILI An Chi scorre i cataloghi degli ultimi libri di Malacologia ter- restre e fluviatile, e li confronta con quelli che uscirono prima di questo secolo, stupisce nel riconoscere quanto sia stata in esso arricchita la suppellettile della scienza, e anno- verando le specie che si aggiunsero alle serie anteriormente note quasi non crede a se stesso, Il cresciuto amore allo studio della natura, i viaggi, le esplorazioni nell’ interno di paesi lontani o mai conosciuti, le agevolate corrispondenze, gli avvicendati commerci ed altre cause che è inutile ram- mentare, vennero in soccorso di una cerca la quale è sem- pre facile e fortunata, e che in passato, convien confessarlo, fu troppo trascurata, 0 in picciol pregio avuta da chi nella Malacologia non teneva conto che delle curiosità marine. Tutta la superficie terrestre è patria di molluschi, e le più allargate differenze di clima e di postura geografica ben lungi dall’ impedirne la diffusione amplificano il campo alla moltiplicità dei generi e delle specie, ed aumentano vaghez- za alla loro incredibile varietà. Striscia tacito il mollusco fra la squallida vegetazione delle regioni glaciali, e sotto la rara ombra delle piante equinoziali ; sale le più ardue cime delle montagne, e nel fondo s' appiatta dei precipizii e dei burro- ni; popola la fresca verdura delle regioni temperate, e cerca 42 nutrimento fra i licheni che iniziano sulle ignude roccie i doni di una vegetazione futura; fugge taluno le abitazioni umane, tal altro le invade e vi pianta dimora; fa suo ricetto il bosco e il prato, la landa deserta e il giardino, la serra fio- rita e la steppa irsuta ; diventa abitatore del torrente ringhio- so, del ruscello tranquillo, del terso lago e della putrida palude ; ora va in traccia degli acri umori delle terme e delle” acque salmastre, ora s’acconcia nelle dolci e pure fontane ; passa con misterioso viaggio dal continente all'isola solitaria, e porta movimento e vita in luoghi inaccessibili a più per- fetti organismi. Di tanta ampiezza di patria non hanno però i molluschi illimitata padronanza, chè la natura ne circo- scrisse i godimenti con leggi invariabili e severe o a @orta stagione, o a condizioni che per insufficienza od eccesso mancar possono totalmente, o mutarsi da favorevoli in con- trarie. Così p. es. quasi tutti i molluschi amano l'oscurità e fuggono il sole, ma non possono durare nei luoghi impervj alla luce : hanno bisogno di perenne umidità, ma la sover- chia gli affoga, e quella medesima specie che il freddo di- strugge, il calor soverchiante dissecea. Dotati di tenacissima vita, a tale da riprodurre il capo mozzato, soggiaeciono senza difesa alle insidie di altri animali, e persino diventano inerme preda delle larve di alcuni insetti. Anzi tanto patiscono lo squilibrio di ciò che occorre a soddisfare i pochi loro bisogni, che una specie sparsa a migliaja e migliaja d’individui in un luogo apparentemente opportuno alla sua riproduzione, può sparire affatto da una primavera all’ altra, da questo al susseguente autunno. Da ciò deriva che la ricerca di questi animali vuole esser guidata da una piena conoscenza delle loro abitudini, e da molti accorgimenti che l’esperienza sem- pre più perfeziona ed accresce. Variano questi e quelle a seconda dei diversi climi, delle configurazioni topografiche e 45 delle fisiche particolarità di ogni regione; ma noi, attenendoci allo scopo delle presenti istruzioni, parleremo di ciò solo che fa a proposito per i paesi temperati d’ Europa e quindi pel territorio veneto, trattando prima dei Molluschi terrestri, po- scia dei fluviatili. Molluschi terrestri. — Quantunque un raccoglitore provetto anche fra i rigori invernali e sotto la sferza del sol- lione possa sorprendere il mollusco già reso inerte ne’ suoi nascondigli, nullameno le sole stagioni nelle quali possa ri- promettersi preda abbondante sono la primavera e l'autunno, e più questo che quella, specialmente nell’ ottobre e nel set- tembre se questo sia temperato da fresche aure ed inaffiato da frequenti pioggie, perchè nell’ autunno più che in primave- ra troverà esemplari compiuti e perfettamente maturi. Però anche nei mesi intermedii tornerà contento dalle sue escur- sioni, se in qualunque ora del giorno uscirà a rovistare i ter- reni, i boschi, le siepi, i luoghi tutti insomma e gli oggetti che furono appena bagnati da copioso acquazzone, 0 se sprezzando il disagio di avere i panni inzuppati d'acqua, e la persona inzaccherata di fango, le farà lunghe e pazienti fra il piovigginare leggiero ma continuo dei giorni sciroccali, o sotto un cielo gravido di grossi vapori. Ed anche nei giorni sereni e caldi avrà a rallegrarsi d'essere stato desto e non pauroso dell’ umidore serotino, se le avrà ripetute nei primi albori mattutini prima che la rugiada sia svanita dalla terra e dalle erbe, o se le avrà protratte ben oltre il tramonto del sole, dappoichè è noto che i molluschi lucifugi escono allora in traccia di pascolo e di frescura. Lo studioso che trova mezzo di accrescere le proprie cognizioni e di giovare alla scienza fin quando gli fallisce l’aspettazione di buona ricolta, spingerà le sue esplorazioni anche dove saranno minori o non ferme le sue speranze ; 44 ma chi miri a procacciarsi diletto le avvierà prima di tutto nel- le parti montuose, e a preferenza fra le formazioni calcaree, e nelle zone marittime, situazioni che, assai più delle ordinarie pianure, danno copia di specie e varietà e bellezza di esem- plari. Sarà desso instancabile nel frugare ogni parte più re- mota dei paesi montani ove si alternano i boschi e le roccie, i cespugli ed i prati, i terreni smossi e i poggi erbosi, i fre- schi burroncelli e gli umidi ingressi delle spelonche, le falde ronchiose e i piani sparsi di cespugli e di sassi, le acque riposate o correnti e le vallicelle uliginose : ma non perderà il suo tempo affrontando gli interni orrori delle fitte foreste ove i molluschi per lo più scarseggiano, o sdrucciolando sul fondo delle tenebrose caverne battuto da incessante stillici- dio, o affidando il piede a terreni fatti limacciosi da frequenti ed improvvise irruzioni di acque. Sarà copiosa invece la preda nel primo accesso delle foreste e nei boschi ove giun- ga copiosa e sosti umida l’ aria, e la luce del sole penetri scemata d’ intensità e di calore. La farà tale certamente chi non si stanchi colà di spostare e di far ruzzolare gli abbattuti ed infraciditi tronchi; di staccare dalle vecchie piante le scorze morte 0 screpolate, e di esaminarne la superficie inte- riore sede di piccole EZci, di Pupe minute e di snelle Claw silie; di smuovere le foglie e i tritumi raccolti nelle cavità dei fusti decrepiti od ammalati, o fermi nelle forcature dei grossi rami, ed il terriccio mantenuto soffice e leggiero al piede degli alberi dalla umidità del luogo e dai muschi. Sfo- gliando questi attentamente coglierà Limaci, EZici, Vitrine ed altri piccoli molluschi; approfondandosi in quello ed aguz- zando gli occhi prederà picciolissime Pupe, Agatine e Cari- chis e se durerà paziente nel fatto suo ammasserà buon nu- mero di esemplari delle piccole specie, la cui rarità è spesso compensata dalla presenza di molti individui. E qui vuolsi 45 | ricordare che tanto i piccoli quanto i grandi molluschi vivo- no quasi sempre in società talvolta numerose, e che l' indivi- duo isolato è probabile indizio di non esser là intorno il solo della propria specie. Le tronche ceppaje a mezzo fracide e coperte di funghi e di altre crittogame saranno diligente- mente spogliate di ogni parassita vegetazione, decorticate e scalzate fino alle radici, perchè l agevolezza dei nascondigli e la ghiottornia del pasto avrà in esse attirati Limaci, Elct, Balee ed altri molluschi. Im autunno chi smuoverà assidua- mente le foglie cadute, umide e prossime alla macerazione, troverà al di sotto piccole e grandi conchiglie e Limaci, e farà sua qualche specie ancor rara fra noi, quali sarebbero I Helix aculeata Drap., V Helix ruderata Stud. e simili. Quanto dicemmo sui boschi varrà altresì per le mac- chie minori, pei vecchi e grossi alberi isolati, pei terre- ni leggieri, ombreggiati e muscosi, pei tronchi recisi ed abbandonati sull'erba, e pei soffici muschi, i quali. se sa- ranno rifrugati minutamente e scossi sopra pannilini daran- no tenui Zitrine ed altre conchigliette minori. Anche gli alberi sarchiati da poco, nel succhio che geme dai recisi rami imbandiscono dolce esca ad alcune EZcì, e noi stessi. sulle larghe ferite dei gelsi rimondati cogliemmo non po- che varietà della Helix nemoralis, che in primavera assai frequenta anche i filari e le altre piantagioni di viti. Gra- dita dimora a molte specie offrono le siepi nei loro cespi fronzuti, fra i pedali delle piante, e fra i muschi, i sassi e il terriccio che ne celano e difendono le radici. Adoprerà bene il suo tempo chi ne andrà esplorando ogni riposta parte, giacchè troverà fra i rami E/icîé di media e di mag- gior grandezza, sui piccoli tronchi Bulmi ed Etici, e più sotto, fra i sassi, la terra vegetale ed altri oggetti, non po- che specie ignude e conchifere, dalle più grosse Elici 46 mangereccie fino alla Pupa non più grande di un seme di papavero. Qui anzi farà lunga dimora svolgendo sassi, strappando erbe e approfondando la mano, per guadagnarsi così alcune specie che vivono soltanto in siffatti luoghi, o che penetrano ben dentro fra i sassi, né abbandonano la solitaria e segreta dimora, nè si arrampicano che di ra- do su ciò che s'alza sopra il terreno. Tali sarebbero al- cune C/ausilie, Vl acuminato Pomatias, le Elici a guscio lu- cente, o quelle irte di peli come la obvoluta Mill., o co- perte di lanugine come la strigella Drap. e simili. Chi va sull’orma dei molluschi visiterà pure la verdura allietata dalla vicina sorgente, o le erbe spruzzate da lenti e non copiosi stillicidii, ed ivi sorprenderà la polita Vitrina e la Succinea, emula del grano d’ambra. Se incontrerà nel suo viaggio un terreno sterile e secco, sparso d’ispidi cardi e di rare gramigne, non affretti di troppo il passo, che anche qui vedrà, e spesso in quantità maravigliosa, pendere dallo spino o dall’erba tigliosa esposta al sole cocente la Hel. ericetorum Drap., la H. cespitum Drap., la candicans Z., e molte altre che serbando l'impronta di una paternità forse comune, rendono tanto incerta e con- fusa la classificazione delle specie legate in codesti grup- pi: e più vicina al terreno coglierà la Hel. candidula Stud. fida satellite delle prime, e raramente il Bulimus quadridens Mil! Ma raccolte maggiori gli porgeranno le rupi calcaree ombreggiate da qualche verdura, umide per pioggie recenti o per gocciolamento perenne, e quà e la tappezzate di licheni e di qualche fiocco d’erba; e se andrà rifrustando le fessure e le piccole cavità, e ne staccherà le croste già prossime a cadere, dentro le pri- me e le seconde, sotto le ultime e anche sulla superficie esterna, incontrerà la maggior parte delle Elie: a guscio 47 piatto con altre a :spira elevata, Clausilie, Bulimi, e Pupe. Nel terreno muscoso che calza il basso delle stesse rupi por- rà indi l’occhio e la mano, come gli abbiamo detto di fare a piè degli alberi e sotto le siepi, e ne coglierà frutto eguale. Né sarà del tutto sfortunato uno sguardo attento anche ai ciglioni brulli di vegetazione e battuti dal sole, che sembra- no cercati o almeno non isfuggiti da alcune conchiglie, come le Pupe frumentum Drap., avena Drap. etc. Recandosi dal monte alla pianura il cercatore di mollu- schi porterà il piede nei luoghi che ripetono qualche acci- dente dei monti, ed ivi farà buon uso delle istruzioni che gli abbiam date. Andrà poi lungo le sponde dei fiumi, le rive dei ruscelli e dei fossi, i prati irrigui ed uliginosi, e per tutto ove s’aggruppi un cespuglio, si stenda un tappeto di verde musco, si ammassino foglie cadute, o si apra a quegli esseri un ricovero fresco, ombroso e difeso da solitudine, da foltez- za ed intrecciamento di rami o da sassi ammontichiati, non ricusi di far breve sosta, tutto scrutando minutamente. In vi- cinanza all'acqua, e dove ne sia sentito il benefico influsso, gli verrà sempre innanzi qualche mollusco, ed ivi molte Suc- cinee toglierà dalle erbe o sporgenti o fiancheggianti il fluido, o dal letto ancora limaccioso dei fossi di fresco rimasti in secco. Dai giardini, dagli orti e dalle stesse serre, frugando sotto i sassi e nelle altre situazioni che abbiamo accennate, siano prodotte dalla natura o dall’arte imitate, porterà seco qualche Ciclostoma e parecchie specie di E%ci e di Limaci avide delle piante succose sì indigene che straniere, e ne mi- surerà maggiori che altrove le dimensioni. Tanto al piano che al monte sono feraci di conchiglie le opere murali, scassinate dal tempo o già invase da sollecita vegetazione, e mal farebbe chi andando a cerca di conchi- glie non le facesse campo di lunghi esami. Dovrà quindi fer- 2 18 marsi alle rovine degli antichi castelli, alle vecchie muraglie, ai cumuli di macerie, alla bocca dei sotterranei abbandonati, ed ivi dalle fessure ben profonde, dai vani esistenti fra le pietre smosse, dalle commessure già vuote di cemento , dalle radici in esse abbarbicate e dal rovescio degli scheg- gioni prossimi a cadere, si torrà non poche specie di molluschi, e particolarmente C/ausilie in numero talvolta quasi incredibile. Le parti volte a tramontana, il pietrame più dominato dall’ umidità e più ornato di vegetazione saran- no da preferirsi, ed anche le muriccie, e i terreni vegetali a questi ruderi sottostanti, saranno esplorati come gli altri con- simili, con successo eguale o almeno con fatica non gettata. Anche dei muri a secco che cangiano in pingui scaglioni i ripidi clivii ribelli al voto della natura ripeteremo lo stesso, perché ancor essi danno asilo a grandi e piccoli molluschi che vi si moltiplicano felicemente. Nella zona marittima converrà cercare con avvedi- menti uguali a quelli che occorrono per le altre regio- ni secondo gli accidenti locali, ricordando che le Auricule tanto si appressano alle acque salmastre e salse da aver la- sciato lungo dubbio se siano veramente specie acquatiche o terrestri; che i terreni spogli di piante e le stesse dune di sterilissime sabbie albergano e nutriscono qualche specie, e che taluna fra queste, come 1° H. pisana Mill., vi si propaga in quantità sterminata, e copre talora a rigor di parola i ta- marischi e le altre piante littorali fin dove giunge l’ onda ma- rina. Abbattendosi in qualche barca abbandonata in terra gioverà rovesciarla per vederne il fondo non che il terreno su cui giaceva. Vi sono però non poche conchiglie che per l'estrema loro piccolezza, o per l’ abitudine di vivere sottéerra a grandi profondità, e di non uscirne che poche volte o di notte, o 49 per i limiti che la natura impose alla loro propagazione, non vengono colte viventi che di rado anche dalla mano più e- sercitata, Dei loro gusci sopperiranno al difetto le posature dei fiumi e dei torrenti. Sì questi che quelli, ingrossati che sieno da stemperate pioggie o da nevi disciolte, trascinano seco i piccoli sterpi, i ramoscelli, i bronchi, e il tritume ve- getale che spazzano dalle proprie sponde o dai luoghi circo- stanti, e ne depongono grandi quantità ove trovino rosta naturale o fittizia che ne fermi la corsa. In questi depositi stanno imprigionate e nascoste moltissime spoglie delle ac- cennate conchiglie, laonde diverrà possessore delle più belle e rare specie di tenui Pupe, di Carichi, di Acicule, di Agati- ne, di Elici e di altre ancora chi le scernerà con claustrale pazienza fra quei minuzzoli separati colla mano o col vaglio. dai più voluminosi frantumi. Anche la tendenza che hanno in generale i molluschi di ogni grandezza a bazzicare. sulle cose molli, fresche e sulle materie putride, nel pietrame commisto alle erbe e alla terra, sulle foglie succulenti, e nella cavità dei sassi, sarà di ajuto ad impadronirsi di loro lusingandoli con acconcie trap- pole. Laddove si abbia segno o sospetto della loro esistenza si porranno quelli fra gli oggetti testè indicati che più con- vengono alle specie prese di mira, apprestandoli nel modo che la pratica avrà conosciuto il più conforme alle loro abi- tudini, e ciò specialmente quando si vegga prossima la piog- gia, o corra il tempo più favorevole alla loro uscita. Da tali insidie si terrà lontano per poco tutto ciò che possa sturbar- ne il silenzio e la quiete, per sorprendervi poscia e farvi prigionieri gli incauti invasori. Consiglia 1° Ab. Brumati, nel suo Catalogo delle conchiglie terr. e fluv. del territorio di Mon- falcone, questo mezzo con mucchi di coeci, e con testi per metà capovolti e a bocca inclinata verso terra, per liberare 20 i giardini e le piantagioni di erbe da cucina dal vorace morso dei molluschi, che talvolta vi reca estesi e non lievi danneggiamenti. Finalmente non ischiferà il naturalista di avanzare le sue ricerche persino entro il gozzo degli uccel- li carnivori e precipuamente dei selvatici alpini, dove potrà rinvenire ancora intere conchiglie recentemente ingojate. Vale anche per i Limaci l’arte di prendere le chiocciole ; se non che quelli gavazzano più di queste nelle materie pin- gui e putride, nel pattume e nelle più abbiette sozzure, e vengono a cercare dimora e pasto fin presso l’ uomo. Si fic- cano quindi entro i giardini, ove è facile pigliarne buon nu- mero sul mattino o nelle ore notturne ; strisciano accanto ai mondezzai ed agli scoli delle acque impure ; s’attaccano alle pietre che coprono le fogne e i rifiuti delle cucine, ed en- trando nelle case si celano nelle cantine, e nei luoghi terreni sotto i vecchi mobili, e lasciano la loro striscia argentina nelle stesse cucine e nei ripostigli ove si conservan fresche le carni e le altre vivande. Quivi si potrà scoprirli e. pre- darli, quando, fatti sicuri dal silenzio notturno, saranno usciti dai loro covaccioli per trascicarsi ove lor piace. Molluschi fiuviatili. — In qualunque stagione può es- ser fatta con buon successo la pesca delle conchiglie acqua- tiche, ma sara più copiosa nelle temperate e nella calda, e quasi sempre men disagiata che la caccia dei molluschi terrestri. Una borsa di rete inastata su lunga pertica, qual è quella che nel Veneto dicesi volgarmente negossa, che scorra e sfiori il fondo dei fossi, degli stagni e dei piccoli fiumi, sarà l’ istromento migliore per farla, quando spingerla si pos- sa buon tratto innanzi nell’ acqua. Essa recherà sulla riva grosse chiocciole e bivalvi, erbe palustri, fango e quanto avrà incontrato nella sua spinta. Tolte le prime converrà prender per mano tutto il resto, ed attaccate alle erbe si 24 rinverranno le specie più piccole dei Limnei, dei Planorbi, delle Segmentine, delle Paludine ecc. Dal fango, che si dovrà slemperare e rimestare attentamente, si torranno altre Palu- dine, Valvate, Cicladi e talvolta. le piccole bivalvi del genere Pisidio. Ad acque basse potremo estrarre le conchiglie an- che a mano, o tenendoci lungo le sponde dei fossi, dei fiumi, dei laghi e degli stagni, o spingendoci innanzi sopra leggie- rà barchetta, o camminando ben entro nell’ acqua muniti di lunghe ed impenetrabili calzature. Il naturalista e il dilettante già impratichito vedranno sul fondo le grandi Paludine sotto la loro coperta di finissimo limo che non basta a celarle : vedranno il fango e la sabbia che si trarrà all’ asciutto per levarne le piccole conchiglie bivalvi che ben sotto vi si tuf- fano, e le altre chiocciole che strisciandovi sopra le segnano, come le Pirgule, di lievi e bizzarre solcature : vedranno le erbe palustri che saranno strappate 0 recise dolcemente, per- ché le conchiglie che vi stanno aderenti non se ne stacchino prima d'essere in asciutto : vedranno le grandi bivalvi affat- to sepolte nel loto, ma tradite dal solco che prima di affon- darsi hanno scavato, o dalla fessura che colle valve semi- ‘ chiuse tengono aperta alla superficie, e saranno lesti ad abbrancarle sotto il fango prima che sieno giunte a rinchiu- derle: vedranno i sassi sommersi che svolgeranno su ogni lato per ispogliarli delle variopinte Neritine, degli adunchi Ancili e di tenuissime Paludine: raggiungeranno nelle ore calde la trasparente Physa, il Limneo ed il P/anorbe mentre sta cullandosi alla superficie dell’acqua sotto il tepore dei raggi solari, colla conchiglia rovescia a guisa di barchetta, e il piè ben disteso all’insù, e ne faranno agevol preda, con fitta reticella o borsa inastata. Si appresseranno pure al sassi di recente emersi dalle acque, irrorati dallo spruzzo di onda cadente o bagnati dall’irrequieto flutto del lago, e in- 22 contreranno intorno ad essi all'aria aperta /Veritine, Limnei, ed altri Gasteropodi acquatici in compagnia delle Succinee e di altre conchiglie terrestri che vivono prossime all’ acqua, quasi a sfidarle di ricambiare nel liquido elemento l' ardita prova. Non lasceranno senza indagini gli steli e le foglie delle erbe uscenti dall'acqua, nè i legni galleggianti, nè i più grossi oggetti che posan sul letto, ma guarderanno ovun- que se vi stia aderente qualche conchiglia, e sui fusti dei giunchi come sui sassi rinverranno parecchi Limnei, Ancili e Paludine. Rammenteranno pur sempre con profitto che anche le conchiglie acquatiche vivono insieme associate, e che ove sta un individuo colà quasi sempre, o poco lungi, esiste numerosa la sua specie. Varranno questi cenni al raccoglitore di conchiglie flu- viatili per ritrovarle anche nel loto e fra le erbe dei lenti scoli e canali 5 tra il fango, sotto le larghe foglie dei nannun- fori, e fra il denso tessuto delle lenti acquatiche negli stagni e nelle paludi ; nelle sabbie e ghiaje dei fiumi e dei laghi; frammezzo ai sassi rotolati dai torrenti o avulsi dalle cascate; sulle briglie e roste di pietra o di legno che frenano le pre- cipitose correnti; sui sassi rinfrescati dalle stille frequenti della fonte che piomba dall’ alto o del mulino che rota; e nei tersi pelaghetti che raccolgono nei monti le tacité goccie delle sorgive, ove abita fra il limo e la ghiaja minuta il pic- ciol Pisidio delle fontane. Sempre potrà ritrarre non vuota la mano ; e benchè la presenza delle specie acquatiche sminui- sca quanto più si va salendo nei monti, nullameno piglierà a grandi altezze il Limneo viaggiatore, e colla assiduità delle 0s- servazioni rafforzerà le speranze, e meriterà forse che la na- tura gli apra taluno di quei misteri che tenne agli altri celato. Nè crederà esclusiva di questo o di quel luogo, di tale 0 tal altra condizione una specie, ma s’incontrerà con essa in 25 situazioni fra loro lontane e fra particolari apparentemente contrarii, e si accorgerà che può vivere fra le ghiaje quel mollusco cui pareva indispensabile il fango, reggere alla foga delle acque correnti quello che popola le stagnanti, fer- marsi sull’ alga oscillante o sulle cannuccie scosse dal vento quello che per solito ama la solidità delle roccie. Perciò il naturalista, notando argutamente gli effetti di così fatte muta- zioni, scoprirà a mo’ di esempio che l’ Anodonta abitatrice degli scoli campestri e delle acque di lento corso, dei fondi grassi e fangosi, abbrevia per lo più le sue grandi dimen- sioni fra le sabbie dei laghi, e prende forme mostruose fra le ghiaje dei fiumi, e si guarderà cautamente dall’ inganno di queste e simili accidentalità, per non cadere nell’ errore, oggidi troppo famigliare e frequente, di moltiplicare con nuove specie le riboccanti sinonimie. Farà sollecita provvista di conchiglie chi nella calda stagione andrà esplorando le piscine che restano nei fossi e negli stagni a mezzo secchi, perché in quelli gli sfortunati molluschi sono cacciati in folla dal naturale istinto a cercar acqua o frescura; e chi distri- cherà lentamente le erbe acquatiche tratte alle rive degli scoli di campagna e dei ruscelli irrigatorj, negli spurghi pe- riodici che diciamo sgarbî. Sarà profittevole altresì una visita alla spiaggia lacustre testè sbattuta dalla burrasca, su cui le onde avran deposte ed accumulate spoglie morte ed individui viventi; l’ esame delle posature dei fiumi, e del pattume gia- cente negli alvei o bacini che rimasero asciutti, e persino l’aprimento dei grossi pesci e degli uccelli acquatici che dei molluschi si cibano, Finalmente si metteranno in serbo an- che gli astucci che le larve delle Friganee si costruiscono nell'acqua con minime conchiglie, perchè da quelli si avran- no gusci ancor freschi che sfuggono per la loro estrema piccolezza all’ occhio di chi li desidera, e quindi esemplari 24 di specie rare e forse nuove. Il lettore del nostro Catalogo vedrà che da uno di tali astucci traemmo la Paludina ventri- cosa Gray, di cui la Malacologia italiana ha fino ad ora mancato. Chiuderemo con poche parole sul trasporto dei Mol- lusehi da un luogo all’altro. Perchè i terrestri giungano vivi e non guasti alla loro destinazione, è mestieri dopo la raccolta conservarli in luoghi freschi ma bene asciutti, ed in recipienti che lascino scolare o assorbano la bava e l’ umido che quegli animali vanno perdendo, e quindi non si useran- no vasi di vetro, di metallo o di terra inverniciata, perchè in questi le liquide secrezioni, mescendosi agli escrementi e ri- manendo senza pronta uscita, in breve tempo affogheranno gli animali, e guasteranno l'epidermide delle conchiglie. Per lo stesso motivo non si darà nutrimento ai molluschi né con crusca, nè con altro, ma anzi si procurerà sempre di tenerli ben netti ed asciutti, e sarà opportuno di cangiarli talvolta di prigione, la quale, secondo la grandezza della specie, sarà sporta, o cesta, o scatola di legno sottilmente sforacchiata, finchè abbiano perduta l’ umidità soverchia, del che daran segno l’affondamento dell’ animale entro la propria conchi- glia, la sua inerzia, il rassodamento della bava in sottili membrane, e talvolta la costruttura di spurj ed intempestivi epiframmi. Sarà quello il momento di metterli in viaggio, en- tro scatola o cassetta di legno munita di spiragli che diano passaggio all’ aria, ed assettati in modo che restino fermi, nè sieno agitati e smossi. Se non basteranno essi medesimi a riempiere il vuoto, si supplirà con istoppie o grossi ritagli di carta o muschi ben secchi, astenendosi sempre dall’ erba fresca, dalla crusca, e da materie che imbrattino o infracidi- scano facilmente. Le conchiglie grosse saranno collocate sul fondo, e sopra queste si porranno le mezzane, purchè siano 25 abbastanza solide, tramezzandole, ove abbisogni, con lievi strati di stoppie come or ora si disse, e turando egualmente ogni interstizio. Le piccole, le sottili e le rare chiederanno cure speciali, e si riporranno o separate in cartocci, 0 avvi» luppate in bambagia, o chiuse in piccole scatole, o difese in cannelli di penna, secondo la rarità e il pregio di cadauna specie, e le precauzioni che la fragilità loro chiedesse. I molluschi ignudi privi di cibo hanno corta vita, e perciò saranno bensì conservati e spediti entro scatole arieggiate come i conchiferi, ma converrà dar loro nutrimento con fo- glie grosse e resistenti alla corruzione, o con ritagli di carta pecora. Se si temesse però di perderli, o di vederli avvizzire prima che giungessero a chi vuole farne tema di studio, sì potrà ucciderli senza più, immergendoli, come insegna M. Gratiolet nel Journ. Conchyl. Vol. 2. p. 227, nell'acqua dolce leggermente acidulata con forte aceto, o meglio ancora con acido acetico ordinario, tuffandoli poi fino alla completa imbibizione nell’ alcool allungato e ridotto a 412.°, e riponen- doli per ultimo in alcool più vivo, a 22.° circa, entro vasi ermeticamente chiusi. Per le conchiglie acquatiche converrà usare gli stessi spedienti da adoperarsi per le terrestri, ma essendo quelle più gonfie di acqua e di altri liquidi, ed avendo vita più sfuggevole quando siano tratte dal naturale elemento, biso- gnerà tenerle ben difese dal calore, e spedirle con sollecito viaggio tostochè abbiano perduta quella parte di acqua che non è necessaria alla loro esistenza, fra materie che possibil- mente le mantengano fresche. Se non si potesse farlo così presto, sarà meglio tenerle vive, ma non troppo ammassate, in qualche recipiente d’acqua fino al momento di prepararle al viaggio. Ciò vale per tutte le bivalvi e per alcune chioc- ciole minute, mentre le maggiori durano più a lungo fuori 26 dell’acqua, e noi stessi vedemmo le Paludine fasciata e pivi- para mantenersi vive presso di noi parecchi mesi. Aggiungiamo finalmente che le chiocciole terrestri ed acquatiche hanno i nomi volgari nei nostri paesi di bdopoli e bovoleti nelle provincie di Venezia, Treviso e Polesine ; di cappari e cappareti nel Padovano ; di bogoni e bogonele nel Veronese; di cornioli e cornioleti nel Vicentino; di schiostî, schiosele e schiosete nel Bellunese ; di cais e cajesse nel Friu- li: che i molluschi ignudi si appellano volgarmente limeghe, lumaghe, limazzi e lumegazzi, e nel Friuli Zacàis : e le conchi- glie bivalvi cape, caperoni, e caperozzoli de fosso, e dai pe- scatori del Benaco coche. 27 AUTORI DEI QUALI SI CITANO LE TAVOLE. Alten Joh. W. — Systematische Abhandl. iber die Erd-und- Flussconchylien um Augsburg etc. Augsburg 4842. Charpentier (de) Jean — Catalogue des Mollusques terr. et fluv. de la Suisse. ( Nouv. Mém. de la Soc. Helvet.) — Neuchatel 4837. de Retta Ed. -—- Malacologia terr. e fluv. della Valle di Non, nel Tirolo italiano. ZYerona 1852. de Retta Ed. — Descrizione di due nuove conchiglie terre- stri del Veneto. Verona 1852. Draparnaud J. P. R. — Histoire naturelle des Mollusques terr. et fluviat. de la France. Paris 4805. Dupuy (Abbè b.) — Hist. natur. des Mollusques terr. et d'eau douce qui vivent en France. Paris 4847-4852. Férussac — Histoire naturelle générale et particulière des Mollusques terr. et fluviat. etc. continué depuis le 29. livr. par G@. P. Deshayes. Paris 1820-1851. Gray J. E. — New edition of Manuel of the Land and fresh- water Shells, by W. Turton. London. 41840. Gualtieri N. —- Index testarum Conchyliorum. Florentiae 1742. Hartmann J. D. W. — Erd-und Siisswasser Gasteropoden beschreib. u. abgebildet. S. Gallen 4840-1844. 28 Martini «nd Chemnitz — System. Conchyl Cabinet, ed. II. Section: Helix, Clausilia, Cyclostomacea, Paludina; Valvata. Menegazzi Luigi — Malacologia Veronese - ms. 4854. Michaud A. L. G. — Complément de l Hist. natur. des Mol- lusques terr. et fluv. de la France de J. P. R. DraPARNAUD. Verdun 4834. Porro Carlo. — Malacologia terrestre e fluviatile della Pro- vincia comasca. Milano 4838. Pfeiffer Carl -- Naturgeschichte deutscher Land-und Siisswas- ser Mollusken. ZZ'eimur 4824-1828. Rossmiissler E. A. --- Iconographie der Land-und Sisswas- ser Mollusken. Dresden und Leipzig 1835-1844. (MOLLUSCHI TERRESTRI ) CLASSE I. GASTEROPODI. ORD. I. POLMOBRANCHIATI ( Pulmonacea Cuv. — Pulmobranchiata Blainv. ) a) NUDI ( Limaces FÉR.) GENERE I. ARION FÉRUSSAC. 4-I Arion rufus (Limax) Linn. Faun, Suec, p. 507. (4761 ). Syn. ( Limax succineus Mull ( Arion empiricorum var. t Fér. Icon. Fér. t. 3. f. 2. ‘Ziabit. Provincia di Padova ( Gorgo ). GEN. II. LIMAX FÉR. » 2 - I Lîmax agrestis Linn. Syst. Nat. p. 1082. (1767). S. (L. reticulatus Miill. (L. filans Hoy. Icon. Fér. t. 5. f. 7. 8. 11. 50 = 3 - II. L. cinereus Miiller Verm. Hist. IL p. dB. (1774). S. L. antiquorum Fér. var, a. cinereus, clypeo dorsoque maculis irregula- ribus nigris. Icon. Drap. t. IX. f. 40. — b. cinereus, clypeo maculis dorsoque fasciis longitudinalibus nigris. Icon. Fér. t. 4. f. 7. — c. cinereus, clypeo dorsoque maculis nigris, solea nigro-limbata. — ? d. cinereus, maculatus, solea rufo-limbata. —. e. cinereo-olivaceus, clypeo dorsoque maculis vel fasciis longitudinal. fuscis; solea rufo-lim- bata ( Zerona). — f. rufescens, clypeo maculis, dorsoque fasc. lon- gitud. nigris ( Zerona). Zcon. Fér. t. 4. f. 3. = 4-III, Limax Da Campi Menegazzi Malac. Ver. ms. (4854). Fcon. Meneg. t. 41. f. 1-4. #8. Prov. Verona (doschetti cedui di Garda). = 5, IV. L. gagates? Drap. Hist. p. 422. (4805). Zcon. Meneg. t. 2. f. 4. 2. #2. Prov. Verona (dintorni di Verona ). « 6 - V. L. marginatus Drap. Hist. p. 124. (4805). S. (Arion marginatus Porro, Villa. (Lim. marginatus Mill. ? Icon. Drap. t. IX. f. 7. = 7.- VI, L. variegatus Drap. Hist p. 127. (1805). Icon. Fer, t. d. f. 4-3. 54 b) CONCHIGLIFERI. (CocHLeaE FER.) GEN. III. VITRINA DRAPARNAUD. 8 - I V. diaphana Drap. Hist. p. 120. (1805). S. ( Helix limacinà Alt. (Hyalina vitrea Stud. icon. Rossm. I. f. 27. ai - 9 - II, V. pellucida (Helix ) Mill. Verm. IL p. 45. (1774). S. (7. pellucida Drap. . (7. beryllina €. Pfr. Icon. Rossm. I. f. 28, 27. Prov. Verona. GEN. IV. SUCCINEA DRAP. * 10 - I. S. oblonga Drap. Tabl. p. 56. (4804 ). S. ( Tapada oblonga Stud. ( Helix elongata Fer. ( Amphibina oblonga Hartm. Icon. Drap. t. III f. 24. 25. = Rossm. I f. 47. 44 = II S. putris ( Helix ) Linn. Syst. Nat. p. 774. (1758). S. ( Hel. succinea Mill. (S. amphibia Drap. (Amphibina putris Hartm. Econ. Dupuy t. I f. 43. var. a. major, ochracea; alt. 24, diam. 42 millim. (Prov. Verona). --- b. albina ( Yerona). 32 GEN. V. HELIX LINN. (EMEND. DRAP.) © 42, - I HH. aculeata Mill. Verm. II. p. 84. (1774). S. (H. spinulosa Lightf. Mont. (H. delectabilis Soland. ( Trochus terrestris Penn. Icon. Drap. t. VII. f. 40. 441. = Dup. t. XI. f. 44. ZE. Prov. Verona (Navene ). -- P. Padova ( Gorgo). «« 13 - II. HI. aemula Rossm. (*) in litt. 4848 (fide L. Pfr. in litt.): in Mart. Chemn. ed. II. Helix n. 745 (4854 fide P/r.). S. (H. Ambrosi Strobel. (H. Martinatiana de Betta. (H. cingulina Baseggio (în litt.) . Jcon. de Betta Deser. tab. fig. L a. d. c. H. Prov. Vicenza (Bassano). -- Prov. Belluno (Lamon e Quero). var. minor, alt. d. diam. 7 2/3 --- 8 mill. ( Lamon). + 44 - II. HI. arbustorum Linn. Syst. Nat. p. 774. (1758). S. ( H. castanea Mihlf. ( Ant.) (Arianta arbustorum Leach. Neon: ‘Co Pie. Iv 2 iron Per. t. 27. Bb. 0. È. SU ZF. Prov. Verona ( Pol di Lazise e Fontana fredda ). var. a. HI. Xatartiî Farîm. ( /utescens, vel brunnea, fasciata vel inornata. ) (*) Questa bellissima Elice riscontrata per la prima volta dal Prof. Ross- miissler nell’ Istria, vive pure in Valsugana presso Tazze, e nel luglio 1854 io la trovai abbondante in altra speciale località del ‘l'irolo merid. presso i villaggi di Zret e S. Felice, nella Valle di Non. DE BETTA. 55 S. (Hel. alpina Faccen Encicl. popol. di I. Cantù. Vol. 2. p. 375. (H. arbustorum var. e Pfr.! sed spec. Venet. alt. 16-18, diam. 24-26 mill. EF. Prov. Belluno (contorni di Lamon). var. db. HI. alpestris Ziegl. Zcon. Rossm. V. f. 297 bd. aa. Pieve di Cadore. 43 - IV. Fielîx aspersa RHùll. Verm. IL p. 59 (4774). &. (H. hortensis Penn. (IH. variegata Gmel. (H. grisea Dillw. (non Linn.) ( H. lucorum Pult. ( teste Mont. ) Econ. Fér. t, 48. f. 3. 5. 9., t. 24 A. f. 2.= Dup. t. III f. a. d. c. g. A. var, a. major, alt. 35-36, diam. 37-39 mill. — Db. minor, — 25, — 26-27 — . A __guera B. var. c. fase. A. — (4.2.3. - 4.5), più frequente nel Padovano. — d. fase. 2. — (23 - 4.5), comune. — e. fasc. 4. vermiculatis vel integris (4. 2. 3. - 4. B. — 4. 2.3. - x.8), comune. — f. fase. 5. integris distinetis; non molto fre- quente ( Venezia ed Udine). — g. avellanacea, fasc. 4 angustis, rufescentibus, albo-strigillatis (4. 2. 3. - 0. 5. ). Zittorale di Pelestrina. Diffusa in tutte le prov. del Veneto manca però, od almeno non venne fino ad ora riscontrata in quella di Verona. Gli esem- plari del Padovano distinguonsi per le tinte molto cariche delle fascie le quali, anche molto dilatate, vengono frequentemente a 3 34 congiungersi , risultando in allora quasi tutta la conchiglia di color castano-nerastro sparso di rare macchie giallastre. 46 - V. Helix austriaca Miiblf. (.....?) S. (H. vindobonensis C. Pfr. (4828). (H. sylvatica var, vindobonensis Fér. (H. mutabilis Harim, Zcon. Fér. t. 32 A. f. 6. 7. = Rossm. VIII. f. 495. Z48. Prov. del Friuli ( contorni d’ Udine ). «e 47 - VI. HR. candicans Ziegl. Pfr, in Wiegm. Archiv. I. p. 290. (4844 ). S. H. obvia et ericetorum auctor. et collection. et var. alba (HI. candida Porro ). Zeom. Vide tab. fig. A. — 7. — var. fig. 9. 40. Le molteplici e svariate forme sotto cui presentasi quest’ elice furono causa di non pochi errori e dispareri sulla specie cui ascrivere gli individui raccolti in varie località delle prov. ve- nete. Vi notiamo infatti una singolare incostanza nella elevazione della spira, nella forma dell'apertura, nella piegatura e nelle pro- porzioni dell'ultimo anfratto, nell’ampiezza del foro ombilicale, e nelle dimensioni in genere ; e conveniamo appunto sulla insuffi- cienza di questi od altri pochi caratteri esterni sui quali appog- gia la distinzione delle molte specie appartenenti alla proteiforme famiglia in cui tale elice comprendesi, e delle quali può dirsi la nostra vestire più o meno i diversi caratteri specifici nei varj suoi individui disgiuntamente presi ed osservati. Ancora meno poi potrebbe servire nel caso nostro il colorito della conchiglia quale carattere di distinzione, mentre seguendo esso pure l influenza della età, del clima, dell’ abitazione ecc. pre- senta negli individui della elice nostra le più singolari variazioni nell intensità delle tinte, nel colorito, numero, disegno e disposi- 35 zione delle faseie che scorrono sugli anfratti. E tanta diversità di colorazione scorgesi non solo nel confronto di individui proprj di disparate e lontane località, ma fra quelli ben anco che uniti in famiglia vivono in uno stesso ed anche ristretto spazio di terreno. Viene questa specie ritenuta da alcuni per la H. obvia Harim., da molti per la MH. ericetorum Drap.; ma troviamo però baste- voli caratteri per ritenerla da queste distinta, presentando la prima una maggiore depressione di spira e gli anfratti legger- mente appianati verso la sutura ; la seconda un tessuto meno crasso, l ombelico assai più ampio, ed è poi certo che la vera ericetorum di Draparnaud non incontrasi nelle nostre provin cie. Noi riteniamo invece essere la nostra specie la 7. candicans Ziegl. (Pfr. Mon. I. p. 424) ed in tale nostro giudizio ci confer- mano ancora più le conformi dichiarazioni avute dai chiarissimi Sigg. Charpentier di Bex, e Dott. L. Pfeiffer di Cassel, ai quali inviammo alcune serie delle variazioni avvertite. Non abbiamo creduto inutile di figarare nella tavola che accompagna questo catalogo alcune delle più importanti varietà, fra le quali osserviamo essere le forme figurate sotto num. 4-4. quelle che più generalmente incontransi nei dintorni di Verona; quella sotto n. 7. raccogliesi a Gorgo presso Padova ; quelle n. È. 6. trovansi presso Caldiero e Montebello. =- Specialmente abbon- dante presso Verona trovasi frammista alla specie anche la sua varietà affatto bianca, di cui presentiamo figurate due forme ai num. 9. 40., e che corrisponde esattamente alla H. candida Porro di cui possediamo esemplari autentici: Siccome poi il prelodato Sig. Pfeiffer avrebbe, fra le svariate forme della nostra elice, segnata come appartenente alla H. ce- spitum Drap. la forma più globosa e di. dimensioni più grandi presentata da individui raccolti sui colli di Verona al Castello S. Felice, così di essa diamo la figura sotto il n. 8., che in ogni caso sarà almeno distinta varietà della specie. 36 = 418 - VII. Helix candidula Studer Syst. Verz. p. 87, (1820). — S. (H. striata var. Drap. (H. bidentata Drap. non Gmel. (fide Pfr.). (H. thymorum Alt. Fcon. Rossm. VI. f. 350. var. a. unicolor, inornata. — bb. multimode fasciata. — c. brunnea, albo — 41 — fasciata. Qualche nostro autore colloca erroneamente questa specie fra le Sinonimie della H. costulata Z. la quale distinguesi sempre per > l'ombelico più dilatato, per gli anfratti più larghi e molto più sensibilmente costulati. «« 49- VII. H. Cantiana Mont. Test. Brit. p. 422. (1803). S. (H. carthusiana Drap. (non Mull.) (H. pallida Jeffr. (H. Da Campi Villa. Zcon. C. Pfr. IIL t. VI. f. 2, 3. = Rossm. VI. f. 364 a. ( H. carthusiana). Z7. Prov. Verona (Isola della Scala). — P. Friuli (Udine, Portogruaro ecc.) — P. Rovigo (Porto di Levante). + 20-IX. HI carthusiana Mill. Verm. IL p. AB. (1774). S. (H. carthusianella Drap. ( H. claustralis Ziegl. (H. rufilabris Jeffr. ? Zcon. Rossm. VI. f. 366. a. d. c. var. major, alt. 7 4]2—8, diam. 13—44 mill. ( H. carthusiana auct. plur. ) — minor. alt. 7, diam. 44 mill. (H: carthusia- nella auct. pl.) « 24- X, Helîx cellaria Mill. Verm. II p. 28. (4774). S. (H. lucida Pult. (non Drap.) (H. nitida Drap. Zcon. Drap. t. VIII f. 23—25 = Rossm, I. f. 22. var. major, alt. 8, diam. 49 mill. ( Bassano ). ca 22 = XI. H. cespitum? Drap. Hist, p. 409. (1805). Icon. Vide tab. f. 8. #7. Prov. Verona ( Zerona, Castello S. Felice ). Vedasi la nota alla H. candicans Ziegl. ss 23 -» XII HI, ciliata Venetz Stud. Syst. Verz. p. 86. (4820 ). S. H. hirsuta Jan. Icon. Rossm. VIII. f. 430. Zi. Prov. Verona. sci 24 - XIII, HI, cimeta Mill. Verm. II. p. 58. (1774). S. (H. grisea Linn. ? (H. lemniscata Brum. Icom. Fér. t. 20. f. 7. 8. — Rossm. V. f. 287. IX. f. 583. bS4. ecc. A. var. a. major, alt. 42—48, diam. 37—39 millim. — b. minor, alt. 25—26, diam. 24--25 millim. (Zerona). B. var. c. fusco-grisea vel grisea, peristom. fusco vel castaneo : fasc. 2. (12.3 - i 8) comunissima. — 3.(4.2.3- 4.5) comune. — 4 (4. dA - di 5 ) meno frequente. var. d. griseo-lactea, peristom. rufo vel rubello : SN d 4 E P fasc. 4. 2. 3. perspicuis, 4. evanescenti, 5. obli- terata, comune 38 IS fasc 4. 2. 3. perspicuis, 4. 5. oblite- ‘ ratis. è comuni — omnibus_obliteratis. \ var. e. alba, epidermide tenuissima lutescente de- cidua obtecta, perist. candido (major alt. 40. diam. 38: minor alt. 28 172, d. 22 millim. ) _ ( Helix Pollinii Da Campo Mem. Accad. Veron. (1849). “n ( H. cincta var. albina de Betta. L' interessantissima var. e. fu solo fino ad ora rinvenuta nella Prov. di Verona, e nella prov. padovana ( Colli euganei), ed è anche abbastanza frequente. Le var. comprese sotto la lettera d. la congiungono per la presenza di molti passaggi intermedj al tipo della specie, e possono convalidare l opinione essere la MH. cincta di Miiller la grisea di Linneo, su di che conviene anche il Sig. L. Pfeiffer nella sua Monographia Heliceorum (III. p. 482.) 23 - XIV. Helix cinctella Drap. Hist. p. 99. (4805). S. HI. albella Costa (fide Cantr. ) Icon. Rossm. VI. f. 363. var. a. albida, albo-carinata. — b. rufescens, carina alba crassa. var. e. rosea, pellucide carinata. ( Bassano ) * 26 - XV. HI. cingulata Stud. Syst. Verz. p. 44. (1820). S. H. zonaria Harim. Icon. Fér. t. 68. f. B. 6. = Rossm. II. f. 88. A. var. a. major, alt. 45-46, diam. 84—32 mill, — db. minor, — 12-43, — 21-22 — ( Yaleggio Veron. ) — c. elevata, alt. 24, diam 82 mill. ( Monte Baldo). 39 B. var. d. inornata ( Zeor. Rossm. VI. f. 374.) — e. albo-lactea, fasciata ( Monti Zeronesi). RES f. major, umbilico latiore, marginibus sub- connexis (Monte Baldo). Hel. bhaldensis °° Willa. (Zcon. Rossm. X. f. 603. 604. ) — g. albina ( Monti Lessini nel Veronese ). +27 - XVI, Helix colubrina Jan Cat. Mantissa p. 2. (4832). S. H. cingulata var. % Pfr. Icon. Fér t. 69 F. f. A5—18 = Rossm. VI. f. 370. ZI. Prov. Verona ( Monte sanità = Prov. Vicenza ( Bassano ). A. var. a. major, alt. 45--16 4/2, diam. 29--32 mill. — b. minor, — 40--40 472, — 20--241 — B. — c. fasciata. — d.inornata (rara). — e. albida, maculis fuscis pellucidis ( Monte Baldo). — f. albina. ( M. Baldo, Malcesine). 28 - XVII. HI, conica Drap. Tabl. p. 69. (4804 ). S. H. trochoides Poir.? Hcon. Rossm. VI. f. 347. Z#. Littorale veneto. o 29 - XVIII. HI. erystallina Mill. Verm. II. p. 23. (1774). S. (H. vitrea Brown. (H. pellucida Penn. (H. eburnea Hartm. Zeom. Rossm. VIII. f. 534. HI. Prov. Verona e Vicenza — ( arie spoglie nelle posature dell’ Adige, dell Alpone e del Brenta; viva a Bassano ). 40 = 30» XIX. Helix fruticum Mill. Verm. II p. 74. (4774). S. (H. terrestris Gmel. (I. cinerea Poir. (fide Pfr.) A. var. a. major, alba, inornata, alt. 16—20, diam, 23—26 millim. — b. minor, alba, inornata, alt. 42, diam. 45 millim. B. — c. alba, vel flavidula, vel rosea inornata, — d. rufescens, inornata. ( Padova, Bassanese e Treviso). — e. alba, castaneo — 4 — fasciata. ( Bassa- mese e Trevigiano ). — f. rufescens, fusco — 1 — fasciata (Bassanese). — g. rufescenti-fusca, inornata vel fasciata (Pus- sanese ). — h. alba, fascia suturali rufa (Zassanese e Trevigiano ). Zcom. var. c. Hartm. t. 64. f. 4. 2. — Rossm. I. f. $. — var. d. Hartm. t. 64. f. 4. — var. e. IHartm. t. 63. f. 2. Gli individui delle maggiori dimensioni incontransi sui Colli euganei. Gli individui fasciati nel Bassanese sono preponderanti ai non fasciati, in modo che questi possono esservi considerati rari, e colà veggonsi anche le maggiori varietà della specie. Gli indi- vidui fasciati abbondano anche nel Trevigiano; all’ opposto nel Veronese mancano affatto, od almeno vi devono essere rarissi- mi non avendone fino ad ora riscontrato alcun esemplare. «o 84 = XX. HI, fulva Mill. Verm. II. p. 66. (4774). S. (ZL. trochiformis Mont. (IL. nitidula Alt. Zcon. Rossm. VIII. f. 535. ZI. Prov. Verona = Prov. Vicenza (Oliero e Bassano). 41 = 32 - XXI. Helix gemonensis Fér. Prodr, p. 40. (4824). S: H. isodoma Jan: Heon. Fér. t. 80. f. 6. = Rossni, HI. f, 153. © ZF. Prov. di Verona, Vicenza, Belluno' e Friuli. +33 < XXI HI. glabra Stud. Fér: prodr. p. 248. (1824). S: (H. nitens Shepp. (H. hit. var. tenera Faure Biguet. Teon. Rossm. VII. f. 528. “— 34 - XXIIH. HI, hispana Bimn, Syst. Nat. p. 772. (4758 ). S: ( H. sonata €. Pfr. (H. planospira Lam. ? ( H. planospira Desh. Rossm. (H. umbilicaris Brun. comi. Gualt. t. 3. f O. — Fér. t. 68. f. 40. (fig. dertra et sinistra). = Rossm. II. f. 90. VIIL f. 603. A. vat. @. major, alt. 43 4/2-46; diam. 34—34 mill, (Zerona, Vicenza e Padova). — b. minor; alt. 44-42, diam. 24-23 mill. (Vicenza, Treviso e Friuli). B. — è. inornata. = dd. àlbina, inornata ( Bassano ). La Sinonimia è stabilita sullo studio delle descrizioni e fi- gure presentate dai Sîg. G. Pfeiffer, Férussac, Deshayes e Ross- mésster; e quanto alla H. umbilicaris su esemplari avuti dallo stesso ch. Ab. Brumati. Ritenuta generalmente fra noi tale specie per la planospira di Lamarck, non crediamo di ommettere l'avvertenza come sotto tal nome ,due distinte specie vengano confuse. L'una, figurata nelle tavole dei prelodati autori, è quella che precisamente in- 4 42 contrasi nelle prov. venete : la seconda figurata in Michaud (t. XVI. f. 3. 4.) come H. planospira, che noi abbiamo invece nella collezione nostra come H. vittata Jan dalle Alpi lom- barde. y E la confusione della nomenclatura si fa poi per noi ancora più evidente laddove, vedendo presentata dall’ Ab. Dupuy' (Mist. t. VI. f. 4.) la suddetta figura di Michaud la troviamo da esso citata e descritta come H. sonata Stud., colla Sinon. H. planospira Mich. non Lam.; mentre all'opposto il Sig. L. Pfeiffer la ri- terrebbe come la vera planospira di Lamarck (Mon. I. p. 449. HI. p. 232.), dando il nome di hispana Linn. all’ altra specie, figurata come tale in Férussac, come zonata Stud. da C. Pfeif- fer, come plunospira Lam. da Rossmàissler, citando però erro- neamente nella Sinonimia l H. vittata Jan, almeno se dobbiamo giudicare dall’ esemplare autentico che di questa possediamo. Il Sig. Deshayes deserivendo (Mist. p. 23.) come planospira Lam. la specie alla tav. 68 /fiy. destra e sinistra del n.40), indicata nella spiegazione premessa alle tavole dell’opera come MH. hi- spana Linn. si opporrebbe alla distinziune presentata dal Sig. L. Pfeiffer per le due specie in questione, e ci farebbe ritenere all'incontro la planospira di Lamarck come la stessa hispana di Linneo. Noi crediamo quindi di scansare altri equivoci col- l’ adottare il nome Linneano per la nostra specie, la quale secon- do noi sarà anche più probabilmente la vera plunospira Lam. IL’ Ab. Brumati che volendo rivendicare la specie al celebre Olivi l’appella H. umbilicaris di questo naturalista cadde in errore, giacchè l Olivi dà questo nome (Zool. Adr. p. 477.) alla specie figurata nella tav. 3. fig. N. di Gualtieri, la quale è notevol- mente diversa ed avvicinerebbesi piuttosto alla MH. ericetorum, con cui anzi la colloca Pfeiffer (Mon. I p.463 var. 4, depressa cretacea). Nelle tavole di Gualtieri vedesi all'incontro rappre- sentata la nostra specie alla fig, O. della stessa tav, 3., che ci- tasi anche dal Deshayes. 45 * 33- XXIV, Helix hispida Dinn. Syst. Nat. p. 774. (1758 ). s. H. sericea C. Pfr. (non Drap.). Icon. Rossm. VII. f. 427. #F. Prov. Verona. - 36- XXV. ML incammata mini. Verm. IL p. 63. (1774). Icon. Drap. t. VI. f. 30. = Rossm. I. f. 40. = Dup. t. IX. f. 8. A. var. a. major, alt. 40, diam. 46, mill. — bd. minor, — 8, — 12. — B. + c. albina ( Bassano e Bosco Montello). » 37 - XXVI. RI. insubrica Jan Cat. Mantissa p. 2. (41832). Ss. H. frigida var. g. Pfr. Fcon. Rossm. VII. f, 542. ZE. Prov. Verona. A. var. a. major, alt. 9-472—40, diam. 20-21 mill. — b. minor, — 8, — 415-416 — B. — c. inornata. — d. fasciata. Non venne fino ad ora incontrata che sul Monte Baldo, e nell’ unica località detta al telegrafo, a circa m. 2100 dal livello dell'Adriatico, vivente colà in famiglia ed isolata da ogni altra specie. 38 - XXVII. Hi. intermedia Fér. Prodr. p. 38. (4824 ). S. ( H. cornea Brum. (H. catenulata Mhif. (fide Pfr.) Icon. Fér. t. 68. f. 4. 2. — Rossm. III. f. 465. var! a. inornata. — b. fasciis continuis vel interruptis. — cc. lactea unicolor. 44 x. Prov. Belluno ( Zamon e Longarone) = Prov. Friuli ( 4rsegna, Zenzane e Dignano). « 39 - XXVIII. Helix leucozona Ziegl. C. Pfr. Naturg. III. p. 34. (41828). et var. delopida Jan Mantissa p.4, (1832). Icon. Rossm. VII. f. 434, 486. H. Prov. Verona ( Monte Baldo). = Prov. Vicenza (Bassano e Recoaro). Prov. Friuli (Venzone). La var. dolopida Jan trovasi sempre frammista alla specie. _ 40- XXIX. HI Imneormm Mill, Verm. II. p. 46. (1774). S. (H. lucorum Linn, ? (4758). ( H. castanea Olivi. ( H. mutata Lam. IJcam. Fér. t, 24. A. f. A--83. — Rossm. V. f. 294. A. var. a. ‘major, alt. 40—42, diam. 43—44 mill. — b. minor, — 80, — 30-31 — — I B. — c. fasc. 2. (4.2, 8. — 4. 5.) comune. NL DONNA — d. — 3. (4.2.3. — 4. 5.) comune. —'e — 4. (4.8. 8. — 4. 5.) paco frequen- te (Pesina e Costermano). — f. — B. distinetis — molto rara, (Garda), — g. albescens, strigis fuscis radiata — r4r4, ( Punta di S. Vigilio). — h. alba, peristomate candido. — rarissima, ( 7erona). #7. Prov. Verona. Per vivacità di tinte e di fascie distinguonsi specialmente gli individui della eostiera veronese del Benaco. — La bella var. g. ha non poca affinità pel colorito alla H. Taurica Aryn. — Della 45 interessantissima var. A. ne dobbiamo la cognizione al nostro ottimo defunto amico Luigi Menegazzi, che potè rinvenirne 4 esemplari visitando in yarie epoche le elici mangereceie portate al mercato di Verona. Non possiamo così indicare la località precisa del Veronese in cui vennero raccolti, ed osserveremo es- sere certamente più degno di nota l’ albinismo totale in questa specie che non nelle H. cincta e pomatia. 44 - XXX. Helix nemoralis Linn. Syst. Nat. p. 773, (1758). S. Tachea nemoralis Hartm. Icon. Drap. t. VI. f 3-5, et fig. plur, auetor, var, a, major, alt. 48, diam, 25 mill, — b. minor, — 44, — 418. — Come in generale in tutte le specie sul fondo della cui con- chiglia disegnansi fascie continue od interrotte, così anche nella H. nemoralis, ma senza confronto però maggiori d'ogni altra, presentansi le variazioni e modificazioni nel colorito e nella di- sposizione e numero delle fascie, Sparsa questa specie per ogni dove delle venete provincie, e favorita quindi più o meno dalle sya - riatissime condizioni del suolo e della vegetazione, presenta infatti presso noi tali e tante varietà, che impossibil cosa riescirebbe te- ner eonto d’egnuna, e seguirne le. molteplici mutazioni e transa- zioni che una all’ altra insensibilmente collegano. (*) Troppo lungo quindi, e fors’ anco inutile, sarebbe il presentare quì un prospetto di tutte le varietà, ed abbiamo perciò prescelto di comprendere le più frequenti sotto una generale indicazione (I.), (*) Possessori di moltissime varietà della specie, merita però , quanto a quelle del Veneto, una speciale menzione la raccolta Martinati, nella quale io stesso ho preso in nota circa 200 varietà distinte, in cui veggonsi i più bizzarri e svariati accidenti di colorazione , larghezza e disposizione delle fascie. De BETTA. 46 segnando all’invece sotto speciali distinzioni (II.) quelle che, meno frequenti e devianti dalle leggi dello sviluppo normale nella colo- razione o disposizione delle fascie, rendonsi certamente degne di nota e d'interesse scientifico. Ed i casi non pochi e sempre rari che presentiamo distinti, ed i cui esemplari conserviamo nelle nostre collezioni, avemmo occa- sione di adunare fra le migliaja di esemplari della specie che raccogliemmo, o ci pervennero dalle varie località di tutte le prov. venete, l'esame dei quali ci presentò poi anche 1 opportunità di stabilire in genere: D casi maggiori di fusione delle fascie, negli individui del Pado- vano e della prov. di Venezia ( specialmente a 8. Dond ): maggiori casi di fascie interrotte nelle parti montuose del Ve- ronese, nella prov. di Treviso e nel basso Padovano : i una preponderanza senza confronto maggiore di individui a peristoma bianco e con fascie jaline, nei dintorni della città di Verona: maggiore vivacità di colorito e di tinte, nelle parti basse del Veronese e del Padovano: maggiori casi di deviazioni dalle leggi normali dello sviluppo e colorazione delle fascie, nel Padovano, nel Vicentino (Bassano) e nel Bellunese (Dist. di Longarone); e finalmente le minori dimensioni della specie, negli individui del Vicentino e del Friuli. . Accenniamo quindi come comuni o frequenti le seguenti : A. var. alba, albido-lutea, lutea, rosea, purpurescens, rufa, roseo-viridescens, viridescens, viridescenti-fusca. B. var. inornata vel fase. 4A—5, continuis vel interruptis vel .obsoletis ; filiformibus vel latissimis, distinctis vel fusis. C. var. peristomate fusco, rufescente, roseo, rubello, vel albo (H. hortensis Porro, Brum., Villa, Spin.) AT II. Segniamo fra le varietà distinte : A. Casi di fusione delle fascie. a) var. lutea, peristomate fusco : \ NL fuse. color. 2. (0. 0. 3 — 4. B. ) poco frequente. Basso Padov. Bassano e Venezia. —_S_ li — — —(4. 2.3 — 4. 5.) rara. Patriar- ca nel Padovano, a — —— 3.(41.0.3 — 4. 5) frequente. Bas- sano NI TSI —- — —(41.2.3 — 4.5) frequente. Bas- so Padovano, Verona, Venezia. NSIN NI — — — (1 2.3 — 4. 5) paca frequente. Padovano, — — 4(4.2.3-- 4.5) comune. Prov. Verona, Padova, Vicenza, Venezia. b) var. rosea, peristom, fusco : SI fasc. color. 2. (0. 0.3 — 4. 5.) rara. Basso Padovano. c) var. albido-lutea, peristom. fusco: Wa Nr > fusc. color. 3. (4. 2.3 — 4. bd.) comune. Basso Padovano a a — — —(0. 2.3 — 4. 6.) poco /requente. Bassanese, NI À è. — — 4. (12.3 — 4. B.) comunissima. d) var. albido-lutea, peristom. albo: fase. hyalinis 4. (4,2.3 — 4. 5, ) rara, Verona. B. Casi sempre rari di fascie colorate e peri- sfoma bianca. a) var. lutea, peristomate albo: fuse. A. vaulde castanea (0.0.3 — 0.0). Vero- na. Esemplari 5. 48 fasc. A. casta. interrapta (0. 0.3 + 0..0.). Belluno ( Longarone ). Es. 2. in SARTRE (4: 0.3= 4. 5.) Verona Zs.2. — 5. + (4.2.3 = 4. 5.) Verona e Bas- sano. Es. 3. — = — interruptis. — Bassano e Longa- rone. Es. 2. b) var. rosea, peristom. albo : fasc. 1. castan. (0. 0. 3 — 0. 0. ) — Belluno (Lon- garone ). Es. 4. = 3. = dinterrupit. (0. 0.3 — 4. B.). Belluno (Longarone). Es. 2. C. Casi sempre rari di fascia 3a .jalina e te altre colorate. a) var. lùtea, peristomate fusco : fasc.4. castano-hyalina (0. 0. 3 -- 0. 0.) Verona. Es. 4. — 2. (0. 0. 3.2 Ayal. + %. B. fuscîs interruptis) Bas- sano. Es. 2, — 3. (0.0.3. Ayal — 4. 5. fuscis continuis ) Pa- dova. Es. 4. — B. (1.2. fuscis filiform. 3.à hyal. 4. D. fuscis obsol. interruplis.) Bassano. Es. 2. B) var. viridèscenti-luteà, peristom. fusco : fasc. BD. (Aa et 2.0 fuse. interrupt. 3a hyal. — 4.2 et 5.a filiform. interrupt.) Basso Padova- nò. Es. 4. c) var. rosacea, peristom. rubello : fasc. 2. (0. 0. 3.a hyal. — 0. 5. fusca) Treviso. Es. 2. D. Casi rarissimi di manctania della 3. fascia. a) var. lutea, peristom. fùsco: fasc. 4. filiform.(0. 0. 0. -- 4. 0) Basso Padovano. Es. 2. — d. Av -= 0. 0) Maso sui monti Veronesi. £s. à. 49 hse 4 cn DZ filiform0. — a rel Bia è glie sano. dei Fenuvinooni ili i (4a et 2a filiform. 0 — !4. d: n Pieve, di Ga dore. Es. 4. .iubiviboi. di mi — — (4.2.0. — 4. È.) Megna cpl .(B) var. rosea, peristòmifastò #0 io pilIRE 2 inlerruptis. (0.0.0. — 4. sp È Basso Padovano. DES Sb VR r c) var. lutea, peristom. albo : | Lo fase. Alhgalina.:(0.70. 0110315): Vetonà? Ex 2 Y E. Casi di fascie jaline è peristoma bianco. var. lutea;-peristomate albo x i fasc. hyalin. 4. (0.0. 3. —00.:0.) .Nerona ; la più frequente. Liu 02.000,13. MD 0..3/—4; 0.) Verona, meno frequente. — — 3. (040.3. — 4/50 —4:013. — 0. Bd.) Verona, poco: frequente. — —- 0004 (41013. 456. 0.2.3. 4.-B.) Verona; frequente, — — 5. (4.2. 3:— 4. 5.) Verona, comune. A queste importanti varietà aggiuigeremo anche’ quella ra- rissima a .6 fastie presentataci ‘fino *ad .ora ‘da un unico esemplare raccolto mei contorni ‘di Udine ( Codlez. Martinati). F. var. luteay peristom. roseoy fase. 6. :castan. pellucidis. (A.a et 2a normal.j3a filiform. 4.2: filiform: et'ispatiò tantum 45 millim: distincta) ;15.a:et1@à vlatissim.) Poche: differenze’ abbianîo a. notare «quarto» alle dimensioni degli esemplari veneti di questa specie, misurando, comunemente 5 50 in alt. 16—18, ed în diam. 20—25 millim. Nelle provincie di Vicenza e del Friuli incontrasi una bella varietà minore (alt. 43—14, diam. 46—48 mill.) che riesce più rara altrove, e li- mitata a pochissimi individui. 42 - XXXI, Helix nitens Mich. Compl. p. 44. (4831). Ss. H. hiulca Jan. Fcon. Mich. t, XV. f. 4A—3. = Rossm. VIII. f. 525. 43 - XXXII. HI. nitida Mill, Verm. IL p. 32. (4774). S. ( H. lucida Drap. (H. succinea Hartm. ( H. nitescens Andrz. (teste Kryn.) Zcon. Rossm. I. f. 2b. 44 - XXXII, MH. nîtidula C. Pfr. Naturg. I. p. 45. (1824). S. H, nitidosa Fér, Icon. Rossm. I. f. 28. 45 - XXXIV. HI. obvoluta Mill. Verm, IL p. 27. (1774). S. (H. trigonophora Lam. (H. bilabiata Olivi, ( H. holosericea Gmel, (non Stud.). Icon. Rossm, I. f, 20. var. a. albina. (Treviso, Bosco Montello). Non fu mai rinvenuta fino ad ora nel Veronese, e meno poi nelle altre prov, del Veneto l’ affine specie H. angigyra Z., ben- chè dal Milanese e Bergamasco, ove è assai frequente, spingasi nelle nostre limitrofe prov. di Brescia e Mantova, Potrebbe darsi però che più estese ricerche la facessero trovare anche fra noi. 46 - XXXV. HI. olivetorum Gmel, Syst, Nat. p. 3639, (1789). S, H. incerta Drap: 5A Fcon. Rossm. VIII. f. 522. var. a. major, alt. 45, diam. 26 mill. — b. cerea. (frequente presso Verona ). 47. Prov. Verona. cu 7 XXXVI. Helix personata Lam. Journ. Hist. nat. n. 24. p. 348. (4792). S. (H. isognomostomos Gmel. (ex parte). ( Isognomostoma personatum Fitz. Hcota. Rossm. I. f, 48. 44. Prov. Verona ( Soave e M. Baldo). = P. Vicen- za (Bassano e Oliero). = P. Belluno ( Capo di Ponte). = P., Friuli (Yenzone). 48 - XXXVII HI. pisana Mill. Verm. II p. 60. (4774). S. (H. zonaria Penn. (H. cingenda Mont. (H. rhodostoma Drap. ( H. petholata Olivi. Tcon. Drap. t. V. f. 13-45. = Hartm. t. 78. f. 80. var. a. alba, inornata, i — b. multimode et ditissime vel dilute fasciata. 4. Litorale ed Estuario veneto, . Questa specie presenta le più belle variazioni di colorito e particolarmente nella forma, disposizione e’numero delle fascie, che quì tornerebbe impossibile annoverare e descrivere. Fra esse però non avemmo mai fino ad ora a trovare la bella varietà fascia unica integra fusca continuata di Draparnaud (var. e) — Nelle dimensioni varia fra i mill, 40-14 di altezza e 4b—19 di diametro. 2 PA AI Fegl 49 - XXXVII. Helix Pia DAnp, Hist: p.,105, (1805). Si (Hoturidal Zieylo; { onox( Ha plebeia; Li: Pfr. Fcon. Drap. t. VII. f. 5.2 Dap..t. VI: f. 40. ZI. Prov. Verona ( Monte Baldo], — Prov. Vicenza gta dell s(Primolano eRecoaro)s =iP. Treviso (Trevi so e Bosco Mantello. { star. va. ) albina (I: Baldo)... FIT REVISORE { poet } Corrispondono ai nostri individui la figura citata e la descri- zione! dit Draparnaud, è più ancora la figura citata e descri- zione) di; Diupuy ‘(ist JI. \p. 484), —Scosterebberonsi invece dalla frase(specifica data; da Pfeiffer (Mon. .I. n. 364) pel loro tessuto lenuis, subpellucidus, per la loro superficie leviler stria- ta, e pervéostanti.dimnensioni minori (.alt..8-&H4/2,; diam. maj. 40—4! mill.). Così la forma,.dei, nostri. individui invece che alla fig. 360 di Rossmiissler, \citata..dallo.;Pfeiffer per la specie, sarebbe piuttosto rappresentata \dalli altra fig 437, che egli ci- terebbe come appartenente; alla ssua...var. 43 ma alla quale i nostri individuiinot potrébberu ascriversi, mancando dei carat- teri assegnati per essa da quell'iautore e dallo stesso Rossmiissler. Pensiamo però doversi attribuire. tali! differenze alle solite ma- dificazioni topografiche:-delle specie ‘in!,genere.;;.? MI . bO=1 XXXIX. (IH pormatia Linm. Syst: Nat; pi 774.,(4760). Team. Drap.to.\Vi.£, 2022 et fig. plur. auetori;zs, viovAso var. asmarajorzi alt: 55-60, diam. 46+—48, mill \11 (efter mantagne Fevomesi).s | 19” rei minor ‘alto 28—30,,, diam. (29-32; mill. ib Ul) o esilio i £(Prov.Belluno;; Longanone,). i! — ce. scalaris, alt. 42, diam. 32 mill. (Yerona). B. — d. flavescens, inornata vel rufo-fasciata. — e. rufescens, castaneo-fasciata. 53 var... fusca, fusco-nigricante-fasciata,,; .,.,,....,; 19» fusco-violaeea unicolor, vel rufo-fasciata. —, h. rufescens, transversim, rufo-radiata. —. i. alba, peristomate candido (Zerona e Bassano). S C..—, l. peristom. fusco,; violaceo, carneo vel albo. :D.i —;j mm. fase, 4, Ure e i frequente. TTM. 2. (T 23 na 5), comune. 0 Si (4.12. Bermrd. dd comune. en, bri pp. 40(4.02. 3714. dB) COMUNE. — q. — 5. distinetis.(H. lucorum, Stud.), abbastanza frequente. Crediamo di non errare asserendo; non potere questa specie presentare altrove tante variazioni e;mutazioni di colorito e fascie, quante ne offre in queste provincie e sopratutto nel Veronese. Ed invero la varietà e..vivacità delle tinte; il risalto delle fascie tanto spiccanti, e distinte nel. più degli esemplari; unitamente. a. qualche modificazione sia inelle dimensioni della. conchiglia, sia nella, sua apertura; nel.peristoma o. nella fessura ombilicale, potrebbero an- che indurre taluno ;in. errore, sulla specie qualora, volesse ritenere per.tipo dir essa le, figure dateci generalmente dagli autori, .('ér. ti 24. £ A—-5; Gray t, IV. £. 34; Hartm.t. 30; Mart. Chemu t. d. f. 5. 6.; C. Pfr.I. t.2.f. 9. ecc. ecc.), tanto da queste si scosta (lavmaggier parte dei, mostri individui. 17 Noi ommettiamo però, comeigià.femmo per altre specie, di presentare un particolareggiato prospetto. di tali varietà, sicco- me anche lavoro proprio piuttosto; d'una ;;Malacologia che non di un Catalogo quale;; intendiamo: esibire. 7 Solo vosserveremo come degna di nota la frequenza nel Veronese di due varie- tà; fasciate., altrove..sempre; rare; la,.varietà cioè ai Byfascie fuse (42 3 — 4. 5), e l'altravforse più rara ‘ancora colle 5 fascie distinte (77. lucorum Stud. non Mill) } ed osserveremo 54 puranco în genere, come la vivacità delle fascie, diminuendo or- dinariamente in ragione della maggiore dimensione della con- chiglia negli individui, risulti sfumata o quasi nulla in quelli delle località montuose, i quali colle maggiori dimensioni già no- tate (var. a.) presentano una tinta generale fulvastra, che risulta poi anche fulvo-lattea o biamcastra, specialmente negli individui derivanti dai vivaj, nei cuali vengono nutriti e trattenuti fungo tempo dai montanari prima d'esser posti in commercio. Nel Venete incontrasi poi anche la var. affatto bianca (var. î.), che riesce però non così frequente come nella H. cincta, ma più comune che nella /ucorum Mill. b4 - XL. Helix Preslii Ziegl. var. nisoria Rossm, Icon. VIII. p. 32. (4838). Fcon. Rossm. VIII. f. 509. 37. Prov. Belluno ( Longarone). Di questa specie non abbiamo fino ad ora nelVeneto (/oca- lità suindicata) che la var. nisoria Rossm. Nondimeno il Si- gnor Stentz (fide Strobel Malac. Trent. p. 63, atque in litt.) avrebbe rinvenuta la specie sul Monte Baldo, dove però noi dobbiamo osservare di non averla mai trovata. Per la forma e figura tipica della specie vedasi Rossm. IV. f. 225. : «-. 52 - XLI, HI, pulchella Mill. Verm. II. p. 30. (4774). S. (H. paludosa Mont. ( H. minuta Say. var. a. H. costata Mill. Icon. Rossm. VII. f. 439. 440. «« 53 - XLII. Helix rotundata Mill. Verm. II. p. 29. (4774). S. (H. radiata Mont. ( Zonites radiatus Leach. ba) Icon, Rossm. VII. f. 454. var. a. albina ( Yerona) — Zconm. Fer. t. 79. f. 3. 84 - XLIII. Helix ruderata Stud. Syst Verz. p. 96. (1820). S. H. rotundata 4. Nilss. Zcon. Rossm. VII. f. 455. 47. Prov. Belluno .( Cadorino, Monte Spina; trovatavi dal Prof. Massalongo). » Benchè di questa specie non possiamo indicare altra località, riteniamo però debba abitare in varie altre parti montuose del Veneto. - 55 - XLIV. H. rupestris Drap. Tabl. p. 74. (4801). S. ( H. umbilicata Mont. ( H. spirula Villa. Zcon. Rossm. VIII. f. 534. « 56 - XLV. HI. sericea Drap. Tabl. p. 85. (1804). S. (H. sericea Mill.? (4774 ).— H. incarnata juv. sec. Beck. (.H. pallescens et rubiginosa Z. ( fide Pfr.). ( H. piligera Anton. Zcon. Rossm. VII. f. 428. « 57 - XLVI, H. striata Drap. Tabl. p. 91. (1804). 19. (H. caperata Mont. ( H. intersecta Poir. Zcon. Rossm. VI. f. 354. a. b. c. = Dup. t. XII. f. 4. var. a. albida unicolor, vel fasciis fuscis interruptis ornata. — bd. lutescens unicolor, vel fasc. fuscis ornata. — ce. major, sordide lutescens vel nebulosa, fase. 56 interrupt. vel obsoletis ‘ornata’ a:(H. inter- ‘seta Collection). ‘ var. d. albida, fascia unica ornata. + 58 - XLVII. Helix strigella Drap: Tabl'p 84 (1801). S. (H. sylvestris Alt. (non: soi, ‘(Hi ‘altenana Garin sa (H. plebéja- Kryn. (non Mich. ) Icon. Drap. t. VII. f. 4. 2. — Dup. t. IX. f. la Ma. Prov. di Verona;'Vicenza' e Belluno. var. minor, alt. 8 4)2,° diam: 44° mill. in atto). 59 - XLVII. H. variabilis Drap. Tabl. De 73. Csi iS. (H. vîrgata Mont. © (H. zonarià Dono. ni Zcon. Rossm. VI. f. 356. è. bd. 4. -è. A. var. a. major, alt. 44—45, diam? 47249 mill. — b. minor, — 4140-4042, diam. 143—44 mill. B'— c. albida vel sordide Tutescens aniedlor. - 00 * 1 di alba, fascia ‘unica’ frisca! — e. alba, supra fascia unica fusca, subtus fasciis ‘conceritricis, contimiis vel interruptis or- nata (var. a. Drap. — Rossm. f. 356 d.) — f. albescens, mactulis-‘fulvis' radiata. — g. lutescens, supra d—fasciata, lia fase. fuscis intertuptis notata. +0 1/0 — Ah. supra lutescens ‘unicolor } subtus maculis fuscis radiata! mi Prov. Padova ( Colli ‘euganei a Patvinzibio) = = ‘ Prov. Rovigo {Porto Levante; var. d. e.) —= Prov. Friuli ("contorni d° Udine ). 57 60 - XLIX. Helix verticillus Fér. Prodr. p. 40. (1824). S. H. algira Brum. Zcon. Rossm. III f. 449. ZE. Prov. Friuli ( Udine e Gemona). GEN. VI. ACHATINA LAMARCK. « 64 - I. Ach, acicula (Buccinum) Miill. Verm. IL p. 450. (14774). S. (Bulimus acicula Brug. . (Columna acicula Jan. ( Polyphemus acicula Villa. Icon. de Betta Malac. f. II. a. bd. « 62 - II. Ach. aciculoides (Columna) Jan (*) Cat. Mantissa p. 2. (1832) S. (Polyph. aciculoides Villa (exclus. Synon. ) (Ach. acicula Charp. Kiist. Pfr. (in litt.) Icon. de Betta /. c. fig. III, a. d. NOTA. Riguardo alle due Achatine ora nominate non dob- biamo tacere come ben diverso sia il giudizio avuto dai Si- gnori Charpentier, Kiister e Pfeiffer sulla specie, cui assegnare gli individui che dell’ una e dell'altra raccolgonsi nel Veneto. Secondo essi la nostra aciculoîdes (de Betta 4. c. fig. III. ) sa- rebbe la vera acicula di Miiller, ed i Sigg. Kiister e Pfeiffer riterrebbero poi la nostra acicula (de Betta fig. II.) per l' A4ckh. Hohenwarti Rossm. Noi non possiamo che ripetere ancora di (*) In ‘un recente scavo presso Verona fu rinvenuto un sepolereto romano , ed in una ampolla di vetro, che era chiusa in un’ urna e che sì conserva presso di noi, trovaronsi numerose spoglie di questa specie. 6 58 avere. stabilita la. specie. di Jan dietro dichiarazione avuta nell’ Aprile 4852 dallo stesso ch. autore sopra gli esemplari per ciò stesso inviatigli ; e di avere poi anche prima in varie col- lezioni private della Lombardia osservata sempre la distinzione delle specie quì presentata. In ogni modo però è anche per noi -di grave valore tale diverso giudizio dei prelodati Autori, e se dubbiosi ci doveva rendere perciò nella opinione nostra, ancora più ci troviamo ora incerti per aleuni saggi riflessi direttici nell’ argomento dal Sig. de Charpentier, fra i quali ci permettiamo di quì presentarne uno che noi pure riconosciamo di qualche importanza, e forse non lontano dal vero. Ci. fa Egli riflettere che attesa la rarità della nostra acicula; fimo ad ora non rinvenutasi che in Lom- bardia, nel Veneto e nel Tirolo meridionale (*), mentre all’ in- contro e senza confronto più comune mostrasi la nostra acicu- loides nella Francia, Svizzera e Germania; possa ritenersi ben poco probabile che Miiller quella e non questa precisamente avesse avuta nelle mani quando creò il suo ZBuceinum acicula (4774); siccome, ammesso il caso contrario, sarebbe ben sor- prendente che Miiller, e dopo lui tanti autori tedeschi e francesi avessero ignorata sempre l’esistenza della più comune nostra aciculoides; fino alla scoperta fattane dal Prof, Cavaliere Jan (4832). Tale supposizione è în vero assai ragionata, e volendo noi con- venirvi dovrtessimo spiegare la confusione nata fra le, due specie col ritenere, che poco forse conosciutasi sul principio la piccola (*) Nel catalogo dei molluschi del lembo orientale del Piemonte, dalla Toce alla Trebbia, vediamo anche indicate fra essi le Ach. acicula Brug. ed aciculoides Jan. (Strob. Giorn. Malac. 1853 pag. 53. — E fra i molluschi raccolti nella Romagna da G. Fassinari vengono pure enumerate Je G/andine ( Ach.) Hohenwarti Rossm. ed acicula Brug. (Strob. L. c. 1854, p. 68), 59 specie di Miller e riscontratisi i nostri italiani Malacologi nel- l’altra più grande (acicula nob.), fra noi anche la più comune, avessero a questa assegnato senz’ altro la denominazione Miille- riana, e per tale continuandola poi a ritenere avessero dato motivo al Prof. Jan di distinguere più tardi sotto il nome di aciculoides la specie quì presentata come tale, e che forse dovrà aversi invece per la vera acicula di Miller. — Ma d'altronde a giustificare questo ancora supposto errore dei nostri italiani Malacologi non varrebbe assai l ispezione della grossolana figura B. B. tav. VI di Gualtieri, citata da Miiller come figura optima della sua specie, e che in vero per le dimensioni disegnate più alla nostra acicula che non all’ aciculoides si riferisce ? In ogni caso però se venisse seguita la supposizione del Sig. Charpentier, e, adottate le recenti emende presentate dal Sig. Pfeiffer (Mon. III p. 656, 657, in conferma anche precisa- mente della sua distinzione delle due specie già anteriormente avvertitaci in lettera), si dovesse di conseguenza rigettare la denominazione nostra, allora dovrà senz’ altro essere cancellato îl nome di aciculoides Jan, restituendole quello di acicula Mull. L'altra poi dovrebbe distinguersi con un nome che fin d' ora proponiamo in quello di Ach. Fanti; non convenendo noi coi Sigg. Kiister e Pfeiffer nel pensare che la nostra attuale acicu- la sia V Ach. Hohenwartî Rossm., che noi avemmo dalla Sicilia e riteniamo per specie separata e distinta; nel che avressimo poi anche in appoggio la dichiarazione di un distintissimo Na- turalista. (*) | (*) Mentre trovavasi în corso di composizione il presente foglio di stampa ci pervenne «il N. IX. Anno II. del Giorn. Malacol., del Sig. Strobel, il quale dà a pag: 136 il seguito della enumerazione dei Molluschi raccolti in Dalmazia dal Sig. Cristoforo Belloti. Nel genere Achatina vediamo nomi» , nate come distinte le specie acicula Mill., aciculoides Jan ed Hohenwar- ti Rossm., e con ciò anche il Sig. Strobel verrebbe a confermare il giudizio 60 3 63 - III. Achatina lubrica (Helix.) Mill. Verm. II. p. 404. (4774). S. ( Bulimus lubricus Brug. + (Ach. subcylindrica Anton. ( Columna lubrica Jan. ZJcon. Rossm. I. f. 43. = Dup. t. XV. f. 8. GEN. VII. BULIMUS SCOPOLI. 64 -- I. Bulimus acutus (Helix) Mill. Verm. II p. 400. (4774). S. (Bul. acutus Brug. (B. littoralis Brum. (var. major, albida unico- lor, ex spec. miss.) Jeon. Rossm. VI. f. 378. Z#. Litorale ed Estuario veneto. 65 - II. Bul. decollatus (Helix) Linn. Syst. Nat. p. 1773. (1758). S. B. decollatus Brug. Zcon. Fér. t. 140. f. 4. 2. ZI. Prov. Padova ( Colli euganeîi). nostro sulla distinzione specifica della terza dalle altre due. — Assegnando poi come sinonimie della Ack. acicula Mill. la aciculoides de Betta, e della aciculoides Jan la acicula de Betta mostrerebbe di credere che avessimo confuse lè due specie, o in ogni modo concorrerebbe esso pure a persua- derci di dover ritenere per la vera acicula di Miiller la specie quì pre- sentata come acfeuloides Jan. Se, dopo quanto dichiarammo nella Nota a pag. 57, debbasi ammettere la rettifica delle due specie mantenendo an- cora col Sig. Strobel le due denominazioni di Miiller e di Jan, o prefe- rendo all’invece la mutazione da noi proposta, ne lasciamo ad altri il “giudizio. 64 Le dimensioni degli individui variano assai poco, mantenen- dosi generalmente in /ong. 28—32, diam. 14-42 4/4 millim. ve 66 - III. Bulimus detritus (Helix) Mill. Verm, IL p. 404. (4774). S. (Helix sepium Gmel. (Bul. radiatus Brug. et auctior. Icon. C. Pfr. I. t. 3. f 4A—6. — Fér. t. 442. f, 4. 6. = Rossm. I. f. 42, | var. a. alba, unicolor. a — b. alba vel grisea, fusco-radiata. — c. alba, hyalino-radiata. — d. albo-lutea, fusco-radiata. 4. Prov. di Verona, Vicenza e Belluno. = 67 - IV. Bul. obscurus (Helix) Mill. Verm. II p. 403. (4774). S. (B. obscurus Drap. (B. hordaceus Brug. Zcon. Rossm. VI. f. 387. 68 - V. Bul. quadridens (Helix) Mill. Verm. II. p. 407. (4774). % S. (5. quadridens Brug. ( Pupa quadridens Drap. Icom. Rossm. VI, f. 308. ZH. Prov. Verona, Vicenza ed Udine. «sw 69 - VI. Bul. tridens ( Helix ) Mill. Verm. IL. p. 406. (4774). S. (B. tridens Brug. ( Pupa tridens Drap. Icon. Rossm. I. f. 33. var. a. major, long. 42—413, diam. 5 millim, 62 var. b. minor, long. 8. diam. 4. millim. | — c. ovala, — 7. — 4 — (Verona). Questa specie è sempre sparsa e piuttosto rara. GEN. VIII. PUPA DRAPARNAUD. = 70 - L Pupa avenacea (Bulimus) Brug. Encycl. méth. I. p. 355. (1792). S. Pupa avena Drap. Icon. Rossm. VI. f. 349. var. a. major, solidiuscula , peristom. expansiore , incrassato, albo — Pupa megacheilos Jan (Monti veronesi). *» 74 - IL Pupa biplicata Mich. Compl. p. 62. (4834 ). Zcon. Mich. t. XV. f. 33. 34. ZI. Prov. Verona. Specie assai rara e forse ancora poco conosciuta perchè più volte confusa da qualche autore con ‘altra specie distinta, la P. Ferrari Porro. Ne vennerousolo raccolte aleune spoglie nei ri- fiuti dell Alpone dall’amico nostro L. Menegazzi, e dell’ Adige da noi. Coll animale non venne fino ad ora rinvenuta in queste provincie, benchè viva nel limitrofo Tirolo merid., ma anche colà rarissima (de Betta, Malac. Valle di Non p. 9A. ). 72- IN. Pupa cinerea Drap. Tabl. p. 64. (4804 ). S. ( Helix cinerea Fer. ( Clausilia cinerea Risso. Icon. Rossm. V. f. 336. HI. Padova (fide Trevisan). — Venezia (Nardo ex spec.). 63 73 - IV. Pupa dilucida Ziegl. Rossm. Icon. V. p. 15. (1837). Zcon. Rossm. /. c. f. 326. 42. Prov. Vicenza ( Angarano ). x 74 - V. Pupa doliolum (Bulimus) Brug. Enc. méth. I p. 354. (4792). Zcon. Rossm. VI. f. 328. Z2. Prov: di Verona, Vicenza ed Udine. «75 - VI. Pupa dolium Drap. Tabl. p. 58. (4804). S. Helix dolium Fer. Hcomn. Rossm. VI. f. 330. 4. Prov. Verona: (trovasi molto raramente). «76 - VIL Pupa frumentum Drap. Tabl. p. 59. (4804 ). Icon. Rossm. I. f. 34. V. f. 340. var. a. major, long. 10—44, diam. 3 2,3—4 mill. — b. minor, long. 6—6 4/2, diam. 3. mill. = c. elongata, long. 42-13, diam. 3472 mill. ( Torquilla elongata ? Ziegl. ) «e 77 - VIIL Pupa granum Drap. Tabl. p. 59. (4804). S. Pupa secale? Phil. (non Drap.) Jcon. Rossm. VI. f. 322. #F. Prov. Verona ( Cavalcaselle, Colà e dintorni ). = P. Vicenza ( Bassano). «78 = IX. Pupa minutissima Hartm. N. Alp. p. 220. (4821). S. (Pupa muscorum Drap. (non Linn.) ( Zertigo muscorum Mich. Icon. Rossm. I. f. 38. Z#. Prov. di Verona ed Udine. 64 «- 79 - X. Pupa muscorum (Turbo) Linn. Fauna Suec. p. 525. (4740). S. ( Pupa marginata Drap. ( P. unidentata et bidentata C. Pfr. Icon. C. Pfr. I. t. 3. f. A9—24 — Rossm. L f. 37. Z4. Prov. di Verona, Vicenza, Padova, Venezia e Friuli. = 80 - XI. Pupa pagodula des Moulins Act. Bord. IV. p. 158. (1830). Jcon. Rossm. V. f. 325. II. Prov. Verona ( Monte Baldo). «» 84 - XII. Pupa pygmaea Drap. Tabl. p. 57. (4801). S. ( Zertigo 4—dentata et B—dentata Stud, (7. pygmaea Mich. Icon. Rossm. X. f. 648. Z4. Prov. Verona, Vicenza e Padova. - 82- XII. Pupa secale Drap. Tabl. p. 59. (4801 ). S. Pupa frumentum Gaerin., Brown (teste Beck p. 86. ) Icon. Rossm. V. f. 347. H. Friuli ( Gemona). «83 « XIV. Pupa umbilicata Drap. Tabl. p. 58. (4801 ). S. ( Bulimus muscorum Brug. (ex parte). ( Pupilla Draparnaudii Leach. Icon. Rossm. VI. f. 327. i ZI. Prov. Verona ( Zerona e Cologna) = P. Vicenza ( Bassano) = P. Padova ( Gorgo). "“ 84 - XV. Pupa Venetzii (Vertigo) Charp. Cat. Moll. de la Suisse p. 48. (4837 ). 65 S. Vertigo Wenetzii Rossm. Icon. Charp. l c. t. 2. f. 44. = Rossm. X. f. 650. ZF. Prov. di Verona e Vicenza. GEN. IX. BALEA GRAY. 85 - I. Ralea fragilis (Pupa) Drap. Tabl. p. 64. (4804). S. ( Turbo perversus Linn. ? ;( 4760 ) ( Clausilia fragilis Stud. ( CL perversa Charp. Icon. C. Pfr. I. t. III, f. 46. 34. Prov. Belluno. (( Lamon ). Non «conosciamo altra località ove abiti questa specie; è però. probabile che. viva. anche in altre. parti montuose. del Veneto. GEN. X., CLAUSILIA DRAPARNAUD. -86 - I Clausilia alboguttulata Wagn.in Chemn. XIL p. 494. S. CI. ornata Z. Mus. :(.teste Pfr. et Kiist.) Zcon. Mart. Chemn. Claus. t. 7. f. 24—23. A. var. a. major, long. 46—47, diam. 3 2,3—4 mill. — b. minor, — 13—14, — 34/2. — B. — c. saturatius rufo-cornea (C'/. albopustulata Jan. — CI. rubiginea Z. ) — d. pallide rufo-cornea, subpellucida ( Cl di- luta? Z.) Monte Baldo. — e. minor, detrita (var. bolcensis de Betta in litt.) M. Bolca. —. f. rufo-cornea, callo palatali crassiore, pa- 66 pillis confertis, distinctioribus: (C/. ornata Z. Parr. ex specim. miss. ) var. g. minor, tenera, subpellucida, (C/. Balsami «s. Strob.? Charp.) colli di Verona. — h. rufa, sutura anfract. super. papillifera , ultim. albo-filosa. — i. albida, sublaevigata, papillis obsoletis. Monte Bolca. — I hyalina, (Zerona e M. Bolca). «- 87 - II. Clausilia baldensis Parreyss in sched. (1852). Jcon. Vide tab. fig. 14. ZE. Prov. Verona (HM. Baldo e Valpolicella). Rinvenuta per la prima volta sul M. Baldo, trovasi però questa specie anche in Valpolicella al Yajo dei Falconi, ed a S. Anna, nella quale seconda località anzi gli individui presentano ancora più elevate e distinte le costicine che sono caratteristiche della specie, ed anche dimensioni maggiori degli individui del Baldo (*). Benchè sia stata da qualche autore ritenuta per varietà della CI. alboguttulata 7agn., noi però troviamo in essa caratteri sufficienti per crederla specie distinta, e come tale fu anche accettata dal Sig. Charpentier (Journ. Conchyl. 1852. p. 384). Non possiamo perciò riconoscere nella baldensis una modifica- zione dell’alboguttulata consimile a quella che questa specie presenterebbe nelle località montuose della Lombardia ( Yalsas- sina nel Comasco, Zalbrembana nel Bergamasco ) nella sua var. latestriata Charp. (*) Spec. (M. Baldo long. 14-15, diam. 3 172—4 mill. — (VajoFalconi— 13—14, — 3 1/2—4 —_ — (S.Anna — 15-17, — 3172-4144 — 67 88 - III Clausilia bidens (Helix) Ml, Verm. IL p. 146. (1774). S. (CI. laminata Mont. ( CI. bidens Drap. Zcon. Rossm. VII. f. 461. 462. Za. Prov. Friuli ( Alpi di Venzone). == 89 - IV. CI, Braunii Charp. Rossm. Icon. IMI. p. 9. (4836). Icon. Mart. Chemn. Claus. t. 7. f. 44-47 —= Rossm. lc. f. 462. HH. Verona e Padova. var. a, major, sublaevigata, sutura albo-filosa: (CI. itala Martens) Icon. Mart. Chemn. l. c. f. 18—20. MH. Vicenza (Monte Berico). — db. plumbea, (ib.). — c. brevior, ventricosa, plus minusve detrita, pa- pillis obsoletis vel rarissimis ( CI. onusta? Villa) — Verona. «90 - V. CI. ecomensis Shuttl, Pfr. Zeit. f. malac. p. 408. (1849). S. CI. blanda Villa. Zcon. Mart. Chemn. Claus. t. 7. f, 34-33, , HI. Prov. Verona (dintorni di-Verona,*Mbîfte Baldo). — Prov. Vicenza (Castelfranco). — P. Pa- dova ( Colli euganei fed an 94 - VI, CI. commutata Rossm. Icon. IV. p. 49. (4836). S. CI. diodon auctor. et. collect. (non Stud.). Icom. Mart. Chemn. Claus. t. 42, f 40-44, ZH. Prov. Friuli ( Udine e Gemona). 68 92 - VII. Clausilia conspurcata Jan in lit. Rossm. Icon. IV. p. 18. (4836). Icon. Rossm. /. .c. fig. 265. HI. Estuario veneto (Nardo ex spec.) 93 - VIII. C1. fusca de Betta Descr. p. 6..(1852). Icon. de Betta /. c. fig. II a. d. c. #42. Prov. Vicenza ( Bassano e Colli d’ Angarano) — Prov. Friuli. : var. a. corneo-fusca ( Bussano ). — b. major, rubiginosa (Friuli). 94 - IX. CI. gibbula Ziegl. Mus. Rossm. Icon. III. p. 12. (1836). S. CI. Brinieri Pot. Mich. Icon. Mart. Chemn. Claus. t. 45. £. 2b—28. ZI. Prov. Friuli ( Alpi di Venzone). Trovata e comunicataci dal Sig. Prof. Giulio Andrea Pirona. Schmidt la nota dell’ Istria, Kiister della Dalmazia ecc., ed è questa la prima volta: che. la specie figura anche come del Veneto. Nel-citare la figura data da Kiister dobbiamo aggiungere che mentre essa corrisponde ‘esattamente agli esemplari della specie che noi abbiamo: dalla Dalmazia, presenterebbe una leg- giera differenza cogli individui. del Friuli, i. quali, meno ventri- cosi, tendono in generale alla forma cilindraceo-fusiforme. Così non ommettiamo d' avvertire che, corrispondendovi del resto anche le frasi di Pfeiffer e Kiister, i caratteri però di f. ri- mata, solidula devono essere modificati pei nostri ‘individui in quelli div £. subrimata, pellucidusz il qual secondo carattere tro- ‘ veressimo anche assegnato alla C/. Brinieri dei contorni di Roma (Pot. Mich. Gall. p. 479.) dai prelodati autori ‘citata pure come Sinonimia della specie. Negli individui del Friuli le papille bianche divengono assai meno spesse sugli ultimi anfratti. 69 sn 95 - X, Clausilia papillaris (Helix ) Mill. Verm. IL p. 420. (41774). S. ( Turbo bidens Linn. ( CI. papillaris Drap. Rossm. Icon. Rossm. II. f. 4169. — Mart. Chemn. Claus. t. Bb. f. 28—31. ZI. Prov. Verona (orti interni di Verona, e Fumane: ma rarissima) — A Padova, a Vicenza, a Venezia e nel Friuli comunissima. var, a. tenera, sutura concolore, interdum papillis minulissimis parce instrueta, callo palata- li obliterato. — CI. papill. var. pafavina Chaxp. (Journ. Mal. 4852 p. 378.) Icom. Mart. Chemn. I. c. f. 3b—37. HI. Padova (Charp.). A questa specie dovrebbe essere restituito il nome Linneanò, siccome il primo con cui fu pubblicata (4760. ). Noi abbiamo ritenuta la denominazione di Miller per evitare il facile scambio coll omonima CI. bidens di questo autore, e perchè conosciuta generalmente e descritta anche dagli autori come papillaris. Qualche moderno che volle rivendicare a Linneo tale diritto di priorità , e che doveva evitare nello stesso tempo lo scambio avvertito, si è poi trovato nella necessità di dare alla C/. bidens Mill. (A774.), il nome di laminata Mont., a quello di molto posteriore (4803 ). 96 - XI. CI. Paroliniana de Betta (sp. nova). T. rimata, fusiformis, teniuscula, fusco-cornea, costulis capillaceis, albidis, irregularibus munita; sutura inter- ruple albo-filosa, papillisque minutis , raris , striaefor- mibus ornata. Spira superne valde attenuata, apice 70 acutiuscula; anfr. AN—42 converi, supremi cornei, lacvigati, ultimus basî cristatus; apertura ovalis, pyri- formis; peristoma continuum, solutum, fusculum, albido- marginalum, undique expansum ; lamella supera margi- nem non attingens, infere profunda, valida ; lunella di- slincta ; plica palatalis A. supera, subcolumellaris im- mersa, extus conspicua. Long. 18, diam. vix 4 mill Ap. 4 mill. longa, 3 lata. ZI. In Prov. Vicetina prope Oliero (fide Parolini). Icon. Vide tab. fig. 42. Conchiglia fusiforme, con fessura ombilicale minima, di color fosco-corneo, semitrasparente, a superficie solcata da irregolari costicine biancastre che sul principio molto marcate, si fanno capillacee e vengono quasi a sparire in prossimità della sutura del seguente anfratto ; sutura interrottamente marginata in bian- co, sparsa di minute e rare papille bianche, strieformi, costituite dalla base più crassa delle costicine. Spira superiormente molto attenuantesi, più acuta verso l'apice; anfratti 41 a 42 convessi, i primi levigati, cornei ; l’ultimo crestato alla base ; apertura ovale piriforme ; peristoma continuo , libero, espanso, tinto di color fosco, marginato in biancastro; una laminetta superiore che non arriva al margine ; una inferiore robusta e profonda ; plica lunata distinta ; una plica palatale superiore, la subcolu- mellare immersa, esternamente robusta. Osserv. La frase e la descrizione è stabilita sopra due esempla- ri che il chiarissimo Sig. Alberto nobile de Parolini di Bassano raccolse ad Oliero. — La specie colla quale presenta qualche affinità è la CI. costulata Jan (clavata Rossm., lamellosa Villa), dalla quale però va separata e distinta per diversa forma, per maggiori dimensioni, pel diverso tessuto e colore, per le costi- cine e papille biancastre , per la forma diversa dell’ apertura e ul” 7A pel peristoma libero e di color fosco. A primo aspetto ricorda per la sua forma e figura esterna la Cl similis Charp. (Rossm. f. 468.) o meglio ancora la CI. plicata Drap. (Rossm. f. 470), dalle quali però non occorre osservare quanto si discosti. Il rinvenimento di questa bella specie , unitamente a quello pure recente della C/. fusca de Betta, ambedue del Bassanese, ci fa con tutta ragione ritenere che nel Veneto vivano altre specie nuove od almeno non mai fino ad ora osservatevi, e questa nostra supposizione ci fa rinnovare i desiderj che espo- nemmo nella Prefazione, affinchè gli stranieri pubblicando i frutti di dotte escursioni fatte fra noi, tacitamente ma a ragione non ci rimproverino di trascurare siffattamente le cose nostre. 97 - XII. Clausilia plicatula (Pupa) Drap. Tabl. p. 64. (4801 ). Zcon. Rossm. VII. f. 474. 472. var. a. spira sursum longe attenuata (C/. attenuata Zieyl.) — P. Verona M. Baldo e M. Bolca. Zcon. Rossm. l. c. f. 474. — b. minor, striis validioribus (Cl superflua Mihlf. Villa ex spec.). Anom. testa dextrorsa. Monte Baldo. 98 - XIII. CI. Rossmiissleri Pfeiffer Symb. I. p. 48. (1844). S. ( Claus. Stenizii var. Rossm. ( Cl. Stentzii var. a. Kiist. Icom. Mart. Chemn. Claus. t. 6. f. 24—26. ZI. Friuli (Alpi di Venzone). 99 - XIV, CI. Schmidti Pfeiffer Symb. I. p. 49. (1844). Icon. Mart. Chemn. Claus. t. 46. f. 24-27. #2. Prov. Friuli ( Alpi di Venzone). 72 Questa specie trovata e comunicataci. dal prelodato Prof. G. A. Pirona è anche dal Sig. Pfeiffer indicata delle alpi della Carinzia e del Friuli. Molto affine alle CI. gracilis C. Pfr. e parvula Stud., distinguesi da queste però per alcuni caratteri risultanti dalle frasi specifiche date dallo stesso Pfeiffer (Mon. II n. 460. 162. 463.) — Solo ci risulterebbe una differenza nel numero degli anfratti che, a luogo di 12—43, limitansi nei no» stri individui a 10—441 come nella C. gracilis. Del resto vi cor- risponde benissimo anche la figura da noi citata. 400 - XV. Clausilia Stentzii Rossm. Icon. III. p.49 (1836). S. Cl. Stentziana Pot. Mich. Fcon. Mart. Chemn. Claus. t. 6. f. 2A4—-23. HI. P. Vicenza (dintorni di Bassano ) — P. Belluno ( Feltrino ). 404 - XVI. CI. ventricosa (Pupa) Drap. Tabl. p. 62. (1804). S. (CI. ventricosa Drap: (CI. perversa Fitz. (fide Pfr.) Icon. Rossm. II f. 402. MH. Prov. Vicenza ( Bassano. Collez, Parolini ). — P. Friuli ( Alpi di Venzone). GEN. XI. CARYCHIUM MULLER. 402 - I. €. minimum Mill. Verm. II p. 125. (1774). S. (Bulimus minimus Brug. Dic (Auricula minima Drap. Hcon. Rossm. X. f. 660. GEN. XII. ACICULA HARTMANN. + ‘403 - I. Ae. fusca (Turbo) Walker Test. min. rar. f. 42. (4784). S. ( Bulimus lineatus Drap. (Auricula lineata Drap. ( Carychium lineatum Rossm., de Betta. (*) ( Cyclostoma ? lineatum Porro. ( Pupula lineata Ag. Econ. Mart. Chemn. Cyelost. t. 30. f. 23—25. #2. Prov. Verona, (sempre rara). 1404 » II. Ac. spectabilis (Carychium) Rossm. Icon. X. p. 36. (1839). S. ( Pupula spectabilis Rossm. ( Acicula spectabilis Pfr. Icom. Mart. Chemn. Cyelost. t. 30. f. 29—34. 4. Prov. Verona (M. Baldo, A esempl.) — Prov. Belluno ( Cadorino, 4 esempl. ). Di ambedue le specie si raccolgono anche varie spoglie nelle posature dei torrenti del Veronese. (*) Per tutte le ragioni addotte nella Nota a pag. 127 della mia Mala- cologia della Valle di Non (Verona 1852.) io escludeva in allora l’ esi- stenza di un opercolo nel Carychium lineatum. Più opportuni e ripetuti studj mi resero dappoi accorto del mio errore, avendo potuto osservare , ed in più individui, il tenuissimo opercolo di cui è precisamente provveduto l’animale, siccome aveva scoperto e notato pel primo il Sig. Charpentier. Nell Appendice che darò a quella Malacologia, arricchita di varie altre ed importanti specie, mi riservo quindi di presentare la descrizione e figura dell’ animale e dell’ opercolo a rettifica della accennata mia Nota. pa Berra. 74 GEN. XIII. POMATIAS STUDER. «= 305 - I. Pomat. maculatum (€Cyclostoma) Drap. Hist. p. 39. (4805). S. Cyclost. turriculatum a. Mke. Icon. Rossm. VI. f. 399. 400. var. a. immaculata. — b. albina ( Zerona). — c. elongatior, costulis anfract, super. distinctio- ribus: Pom. Villae Spinelli (Prov. Verona, Mizzole. Spin. ex spec. ). = 406 - II. Pomat. patulum (Cyelostoma) Drap. Tabl, p. 39. (4801 ). S. Cyclost. turriculatum b. Mke. Icon. Rissm. VI. f. 4041—403 — Mart, Chemn. Cy- closi. t. 26. f. A0—42. war. a. lutescenti-cinerea, anfr. capillateo-costulatis vel sublaevigatis — long. 8—10 4]2, diam. 3—44]2 mill. = Prov. Vicenza ( Bassuno ed Oliero ). — b, cinerea, vel lutescenti-cinerea, anfr. mediis albo-costulatis, inferioribus sublaevigatis — long. 9—410, diam. 3 472—3 3/4 millim. ( Pom. Henricae Strob. ea spec. Tyrol.) — Prov. Verona (Monte Baldo). — Prov. Vi- cenza (Bassano) — Prov. Belluno (Pieve di Cadore). — c. violacescenti-fusca , anfr. mediis costulatis, 2 ultimis sublaevigatis: (spec. sec. frras. Pfr. et Kiist.) — long. 8-40, diam. 3 4}2 mill. — Friuli ( Alpi di Venzone ). 75 var. d. ‘fusca, anfr. capillaceo-costulatis — /ong. 7 41240, diam. 3 4172 mill — Lamon nel Feltrino. GEN. XIV. CYCLOSTOMA LAMARCK. =407 - I. Cyclost. elegans (Nerita) Mill. Verm. II. p, 477. (1774). S. (Turbo striatus Costa. ( Cyclost, elegans Drap. Zcon. Drap. t.I. f. B—8 — C. Pfr.I. t. 4, f. 30. 34. var. a. albo-violacea fusco-maculata. — b. cinerea, fusco vel violaceo-maculata. — c. aurantiaca, unicolor. — d. fusco-violacea, unicolor, GEN. XV. AURICULA LAMARCK, 108 - I. A. myosotis Drap. Tabl. p. 53. (4804 ). (*) S. ( Carychium myosote Mich. (A. venetiensis Meg.? (Villa). Icon. Drap. t. III f. 46. 47, Z4. Venezia, (*) Non ignoriamo come molti autori abbiano ritenuta o continuino è collocare questa specie fra le fluviatilî, mentre qualche altro la considera affatto marina. Noi crediamo però che dopo le diligentissime osservazioni di Bouchard - Chantereaux e di Moquin-Tandon non possa più mettersi in dubbio essere la A. myosotis specie perfettamente terrestre, come già l'aveva indicato Draparnaud nella celebre sua opera, e lo aveva anche ripetuto il suo continuatore Michaud. m6. Gli esemplari veneti di questa specie, avuti da altrui mano e che abbiamo sott'occhio, ci presenterebbero due forme di- stinte: l'una ovato-oblonga, precisamente corrispondente alla citata figura di Draparnaud s l’altra, ed in un unico esemplare, molto più corta e coll’ ultimo anfratto della conchiglia in pro- porzione maggiore e più gonfio (Jong. 8 4/4, diam. 6 42 mill.). A fronte però di tale differenza è evidente che questa seconda forma non deve aversi che per una semplice variazione della tipica, Non conoscendo altra specie vivente nel Veneto sospettiamo che l' 4ur. venetiensis Meg. indicata dai Sigg. Villa nella loro Disp. Syst. Conchyl. p. 30, possa essere una sola varietà della specie di Draparnaud, e forse la stessa risultante dalla diversa forma accennata. In caso diverso avressimo una nuova specie da aggiungere al nostro catalogo. ( MOLLUSCHI FLUVIATILI ) GEN. XVI. LIMNEUS DRAPARNAUD. «a 109 - I, L. anricularius Drap. Tabl. p. 48. (4804 ). S. (Helix auricularia Linn. (4760). ( Buccinum auricula Mull. (Gulnaria auricularia Leach, Beck. Tcon. Drap. t. II. f. 28. 29. — Rossm. L. f. bB. # 440 - II. L. fuscus €. Pfwe. Naturg. I. p. 92. (41824). S. (L. palustris var. 8. Drap.? ( Limnaea fusca var. a. 8 y. Nilss. ( L. longispira Andrz.? ( Beck.) (L. elongatus Menegazzi ( Malac. Veron:). MI Icom. Drap t. II. f. 42. ( haud sat bona). MH. Prov. Verona (ruscelli irrigatorj del suburbio di Verona). Più che dalla frase e descrizione dataci da Pfeiffer, deter- miniamo questa specie sulla descrizione di Nilsson ( Moll. Suec. p: 70.), e sull'esame di esemplari della specie avuti dalla Dal- mazia. Non conosciamo una figura che rappresenti esattamente il nostro Limneus, ed anche per quella citata di Draparnaud, che del resto gli converrebbe più d’ ogni altra dei var] autori, no- tiamo una qualche differenza nella forma risultante dalle dimen- sioni dei nostri esemplari, long. 49—25, diam. 8—9 millim. In ogni modo è specie ben distinta dal palustris, da cui diversifica per le stesse accennate dimensioni e conseguente forma allungata e ristretta, e più ancora per la sua apertura che uguaglia ap- pena i due quinti della lunghezza totale della eonchiglia, mentre che ne tocca la metà o poco meno l’ apertura del palustris. Alcuni individui ci presentano una forma speciale che, meno le dimensioni molto minori, direbbesi quasi la stessa figurata da Rossmissler (Icon. I. f. 52) per una sua varietà americana del palustris. 444 - III. Limneus Hartmanni Charp. Moll. de la Suisse p. 400. var. e. (4837). S. Gulnaria Hartmanni Hartm. #cos:. Hartm. t. 19. f. A-4. E. Prov. Padova ( Scolo Paltana nel Conselvano ). Non ignoriamo le svariatissime mutazioni presentate da molte, o diremo da quasi tutte le specie del gen. Limneus, e la somma difficoltà quindi di determinare, attesa la presenza ‘delle molte forme intermedie , i precisi caratteri di distinzione fra di esse specie, e molto più poi fra quelle create dagli auturi a spese di 78 una sola. Il L. ovatus Drap. ed il vulgaris Pfi. entrano nel numero di tali variabilissime specie, e quando all’ uno, quando all altro di essi vediamo riportarsi da qualche autore il L. Hart- manni come varietà. Noi però pensiamo di accoglierlo come specie distinta per alcuni particolari suoi caratteri, e perchè in ogni modo facilmente determinabile sulla figura di Hartmann sopra citata, cui corrispondono gli individui del Padovano da noi compresi sotto tale denominazione, mentre tanto all’ incontro diversificano e si scostano dal L. vulgaris C. Pfr. (I. t. IV. £. 22.). 442 - IV. Limneus marginatus Mich. Compl. p. 88. (4834 ). S. L. succinea var. e. Beck. Icon. Mich. t. 46. f, 45. 46. Z4. Prov. Verona ( Peschiera). = 443 - V. L. minutus Drap, Tabl. p. 54. (4801). S. ( Buccinum truncatulum Mill. (4774). (Helix fossuria Mont. ( Bulimus truncatus Brug. (L. truncatulus Jeffr. Zcom. Drap. t. II. f b—7. = C. Pfr.L.t. IV. f. 27. = Dup..t. 24 £ 4. ad. e. var, mujor , long. 4444, diam. 6—7 mill. ( Prov. Verona ). — minor, long. b—6, diam. 3—3 4/4 mill. a 114- VI IL. ovatus Drap. Hist. p. 50. (1805). S. (Bulimus limosus Poir. (L. vulgaris var. ovatus Fitz. ( L. acronicus Miihlf. (non Stud.) teste Mke. p. 37. Icon. Drap. t. II. f. 33. = Rossm. I. f. 56. = Dup. t. 22. f. 43. var, a. alba, solidiuscula ( Benaco ). 79 _11d - VII Limneus palustris (Buecinam) Mill, Verm..IL p. 134. (1774). S. ( Bulimus palustris Brug. (L. communis Jeffr. (L. palustris Drap. (exclus. var. £.) icon. Drap. t. IL f. 40. 44. = Rossm. I. f, 51. = Dup. t. 22. f. 7. var. a. major, testa crassiore, apert. intus nigro- violacea. (Mel. corvus Ginel. — Limn. cor- vus auci.) Zconm. Dup. t. 22. f, 6. «446 - VIII. L. pereger (Buccinum) Mill. Verm. II p. 4130. (4774). i S. ( Helix putris Penn. (H. peregra Mont. Icon. Drap. t. II. f. 34—37 = C. Pfr, I t. 4, f, 24, —= Rossm. I. f. b4, ecc. ‘ecc. var. a, major, long. 20—21, diam. 44142 mill. — b. minor, — i2—415, — 8-10 — — c. solidiuscula, fusca, apice truncato, frequenter corrosa. (stagno di Novesine al Monte Baldo). — d. fragilissima, fusca. ( Zerona). Molteplici sono le variazioni che questo Zimneus presenta sia nella forma, sia nel tessuto della conchiglia o nel suo colo- rito. A spese di esso vennero create le maggiori specie dagli autori, le quali figurare devono come semplici varietà dipendenti dalle topografiche condizioni d’ abitazione, o dalla chimica com- posizione dell’ elemento. in cui vivono. È la specie più comune anche fra noi, e che riscontrasi in ogni acqua, in ogni stagno o palude, ed alle più rilevanti altitudini delle prov. venete. 80 cu 417 IX. Limneus stagnalis (Buecinum) Mill. Verm. IL p. 432. (4774). S. (Stagnicola vulgaris Leach. ( L. bicolor Parr. (spec.). Jconm. Drap. t. II f. 38. 39 —= Dup. t. 22. f, 40. var. a. spira breviore, anfractu ultimo ad suturam angulato. L. lacustris Stud. (Basso Pado- vano). = Fcomn. Charp. t. 2. f. 44. — b. minor, anfract. planulatis — ver. fragilis Charp. = fee. Charp. I. c. f. 43. — c. major, solidior — alt. 61. diam. 28 mill. «a 448 - X. L. Tommasellii Menegazzi Mal. Veron. ms. (1834). Icom. Vide tab. f. 13. E. Prov. Verona (Zazise) — Prov. Padova ( Pa- triarcà). Le piccole dimenstoni e la forma propria di questo nuovo Limneus non permettono confonderlo con altra qualsiasi delle specie conosciute fra noi. Rinvenuto presso Lazise dal defunto amico nostro L. Menegazzi, figurerà descritto nella sua Mala- cologia Veronese, che ripetiamo prossima ad essere pubblicata negli Atti dell'Accademia di Verona. Intanto però credemmo opportuno di offrirne nella nostra Tavola la figura, che non fu data nel manoscritto testè citato, Un unica spoglia di questa bella specie fu anche raccolta nelle posature del Patriarca nel Padovano. «« 449 - XI. L. vulgaris €. Pfr. Naturg. IL p. 89. (4821). Icom. C. Pfr. I. t. 4. f 22 — Rossm. I. f. 53. 284 GEN. XVII. ‘PHYSA DRAPARNAUD. «« 120 - T. Physa fontinalis: (Bulla) Linn. Syst.\Nat, p. 727. (1760). S. (Planorbis bulla Mill, (Turbo adversus: Costa. ( Physa fontinalis Drap. ( Limneus fontinalis Sow. .fecon. Drap. t. HI: f. 8,9. ‘GEN. XVII. PLANORBIS MULLER. «i 424 - IL PL albus Mill. Verm. II. p. 464. (4774). S. ( PI. villosus Poir. ( PL: hispidus Drap. Icon. Drap. t. I. f 45-48, #4. Prov. > Verona: ( nei fossi di ‘lento corso ; poco frequente ). — Prov. Padova (raro). «e 122 - II. PI. carînatus Mill. Verm. IL p. 457. (1774). S. ( PI. umbilicatus Stud. ( PI. marginatus var. carinatusì Hartm. Icon. Rossm. I. f. 60. «423 - III. PI. compressus Mich. Compl. p. 84. (4834 ). i Teon. Michi. t.\XVI.. f. 6-8. EE. Prov. Verona. (rarissimo). Species bona ? ? 82 san 424 = IV, Planorbîs contortus Mill. Verm, II. p. 462. (1774). S. Helix umbilicata Pult. (teste Dupuy). Fcom. Rossm. II. f. 1447. — Dup.t. 2i. f. 2. ZE. Prov. Verona: (rarissimo nelle acque di S. Bo- nifacio presso Verona). 425 - V. PI. corneus (Helîx) Limn. Syst. Nat. p. 750. (4760). S. ( PI. purpurea et similis Mill. (PI. corneus Drap. Icon. Drop. t. I. f. 42—44 = Rossm, II. f. 113. — Dup. t. 24. f..6. a; db. c. var. major, alt. 41-42, diam. 88—85 mill. 7 — 21-22 — su 126 - VI. PI. leucostoma Millet Moll. Maine-et-Loire p. 46. (48413). S. ( PI. leucostoma Mich. (PI. vortex var. spirorbis Hartm. in Sturm. Fcom. Mich. t. XVI, f 3—5 = Rossm. I, f. 62. 44. Prov. Yerona — Prov. Padova. = 427 - VII. PI. marginatus Brap. Hist. p. 45. (4805). S. ( PI. umbilicatus Mili, (ATT4). ( PI. complanatus Poir. (PI. carinatus et complanatus Stud. A LI Fcom. Rossm. I f. 59. var. a. major, alt. 2 4/4—3, diam. Ab—46 mill. — b. minor, — 2 s — 10-12 — — c. minor, carina obtusa — PI. submarginatus. Jan ( Benuco). 428 - VIII. PI. similis Bielz Verh. Ver. Hermannstadt p. 63. (1854 ). S. PI. transylvanicus Lang (Bielz Nitt. ). #F. Nel basso Padovano. Distinguonsi gli individui compresi sotto tale denominazione specifica da quelli del P/ corneus per minori dimensioni , pel sensibile appianamento dell'ultimo anfratto e proporzionata ri- strettezza dell’ aperiura. Corrisponderebbero agli esemplari della Transilvania avuti dallo stesso Sig. Bielz. Noi pensiamo dover ritenere questo P/lanorbis come specie distinta, dacchè i parti- colari e costanti caratteri accennati lo diversificano dal cor:revs, e non potrebbero poi in ogni modo ritenersi individui giovani di esso. cu 429 - IX. Plamorbis spirorbis Mill, Verm. IL p. 161. (1774). S. PI. vortex var. y. Harim. (fide Rossm.). Teen. Rossm. I. f, 63. = Dup. t. 21. f. 9. Z4. Prov. Verona ( Alluvioni dell’ Adige: Spec. col- leetion. Da Campo in Mus. Accad. Veron.) —. Prov. Padova ( Patriarcà). 130 - X. PI. vortex Mill. Verm. IL p. 458. (4774). S. PI. compressus Mich. ? Fcom, Rossm. I. f. 61. Gli esemplari del Veneto toccano assai difficilmente le dimen» sioni specifiche risultanti dalla citata figura di Rossmissler. lite GEN. XIX. SEGMENTINA FLEMING. 431 - I. Segm., nitida (Planorbîs) Mill. Verm. II. p. 163. (4774). S. ( Nautilis lacustris Liqghtf. ( Planorbis nitidus Drap. ( Seg. nitida et lineata Flem. 84 Icom. Rossm: II. f.:444, Z#. Prov. Verona (abbondante al Gazzolo: d' Arcole ) — Prov. Friuli (nelle fosse «di Udine). GEN. XX. ANCYLUS GEOFFROY. — 132 » I. Ane. fluviatilis Mill. Verm. IL p. 204. (4774). Si (Patella fluviatilis Gmel. (A. riparius Desmarest. ( Pat. lacustris Dw. (teste Beck). Icon. Drap: t) If 23/24.—= Ci Pîr Lo tidi f/44: 48,5 var. a. major, long. 8; lat. 6 4/4; ‘alt. 4 millim. ( Benaco ). v 433 » II Ance. lacustris.(Patella) Linn: Syst, Nat. p. 783. (1760). S. (A. lacustris Mill. Drap. ( Patella oblonga»Lighitf Fcon. Drap. t. Il. f. 25-27. Z#. Prov. Verona. ORD. II. PETTINIBRANCHIATI ( Peetinibranchiata. Cuv: ) GEN. XXI. VALVATA , MULLER. « 434 -I, Valy, cristata Mill. Verm. 1I. p. 198. (1774). S. (V. planorbis Drap. ( Helix ‘cristata Mont. 85: Icon. Drap..t. I. f. 34. 35. = Mart: Chiemn. Valv. t. 44. f. 22-24, 47. Prov. Verona.(\rarissima ). = 435 - II. Valvata;piscinalis (Nerita) Mill. Verm. II. p. 172. (4774). S. ( Cyclostoma, obtusum Drap. ; (7. oblusa C..Pfr. Zcon. C..Pfr. I. t. IV. f. 32. 436 - III. Valv, spirorbis Drap. Hist. p. 41. (4805). Icon. Drap. t. IL f..32. 33. — Mart. Chemn. Valu. t..44. f..27. 28. ET. Prov. Vicenza (nel Bassanese). GEN. XXII. PALUDINA LAMARCK. = 437 - I. Pal. abbreviata Mich. Compl. p. 98. (4834 ). Zcomi Mart. Chemn. Palud. t. 43. f. 44. 15, ZE. Prov. Verona:.(mnelle acque delle. valli, ma non mollo. frequente ). — 438 - II Pal. acuta (Cyelostoma.) Drap. Hist. p.40. (4805). S. Pal. stagnorum Turt. Fcon. Drap. t. I, f. 23. — Gray t. X. f. 4123. ZA, Prov. Verona: (varie spoglie nelle posature del- l’ Adige) — Prov. Padova (Patriarcà) — Venezia: (fide Porro et. Nardo ). «= 439 - III Pal. atra: Jan Cat. Mantissa p. 3. (4832). S. P. crassa Villa. 86 ; 4. Prov. Verona (Lago di Garda, specialm. abbon- dante presso Lazise). var. a. inornata, bd. fasciata. — 440 - IV. Paludina fasciata (Nerita) Mill. Verm. II. p. 482. (4774). ; S. ( Cyclostoma achatinum Drap. ( Pal. achatina auctor. Econ. Drap. t. 1 f 48. — Rossm. I. f. 66. #€ var. a. major, fasciis 3 ; lony. 49—52, diam. 32—34 mill. — Pal. pyramidata Dam (nelle valli Veronesi ). — bb. major, faseiata, ventricosa, long. b0—52 diam. 36—37 mill. — c. minor, olivacea, inornata vel fasciis obsolet. (Lago di Fimon nel Vicentino). — d.opalina mob. -- /vng.25—29, diam. A9—24 mill. (Lago di S. Croce nel Bellunese). — e. alba, deirita ( Benaco). La bella var. d. distinguesi per il suo tessuto leggiero , pel colore opalino che le è proprio, ma che lascia però scorgere qualche tratto di verde verso il.peristoma. Vive col tipo nel Lago di S. Croce, ove la specie presenta le minime dimensioni conosciute (major, long. 30—34, diam. 21—22 mill — minor, I. 23—24, d. A7—.8.). «» 444 - V. Pal. fiumînensis Lang (..... ? Porro ex spec. ° Langob. 1838 ). S. ( Pal. Idria Fér. (4839), et Kiist. ( P. minuta Z. et parvula Jun (teste Villa ). Foon. Mart. Chemn. Palud. t. 40. f£ 47. 48, t. 414. f. 35. 36. 87 #7. Prov. Verona (abbondantissima nelle acque e fontane di S. Michele, Villabona, Montorio e Gazzolo ). 442 - VI. Paludina patula Brumati Conch. Monfale. p. 49. (4858 ). i S. P. expansilabris Muhlf. in Vitt. Fcom. Mart. Chemn. Palud. t. 8. f. A5_A7. ZE. Friuli : ( Portogruaro, nel fiume Lemene). Trovata per la prima volta nel Veneto, e comunicataci dal Prof. G. A. Pirona. Gli esemplari ricevuti non arrivano esatta- mente alle dimensioni figurate da Kiister in Mart. Chemn. t. c. «443 - VII. Pal. similis (Cyclostoma) Drap. Hist. p. 34. (4805). S. P. similis Mich. Kist. Fcom. Mart. Chemn. Palud. t. 40. f. 25. 26. ZF. Prov. Verona. — 444 VIII. Pal. tentaculata (Helix) Linn. Syst. Nat. p. 774. (4760). S. ( Nerita jaculata Mill. ( Cyclost, impurum Drap. ( Palud. impura auctor. Econ. Drap. t. I f. 19. = Rossm, I, f, 65. = Dup. LAT, var. a, major, long. 143—15, diam. 7_8 mill. — b. minor, — 8-44, — 5B_7.- — c. maxima, Patavina mob. long. 16-47, diam. 8—8 4)4 — (Paludi del Padovano). 445 - IX. Pal. thermalis (Turbo) Linn. Syst. Nat. p. 1237. (4767). (8. Pal. muriatica Lamk. Icon. Mart. Chemn. Palud. t. 43. 4. Z2. Prov. Padova ( Abuno e Monte Ortone) — Estua- rio veneto. i ‘var. ‘a.'Wiedenhoferi Frauenfeld. Icom. Verhandl.. Z. B. Ver. Wien. 1853. p.'T6. f. 2. FI. Abano. 446 --X. Paludina ventricosa (Rithinia) Gray.Med. Rep pe239. (14821). S. ( Turbo Leachii Shepp. ( P. acuta Flemm. (teste Turton). ‘(P. humilis N. uv Caria (P. Kickxii Westend » Icon. Gray Turt. t. 8. f. 128. = Dupît. 27. f. 8 db. —= Tab. nostra. fig. 44, HI. Prov. Padova. Ennoto: come fra i Neurbtteri de Friganee»vivano.allo stato di larva nelle acque formando astuccio.‘al corpo con fuscellini, arena e conchiglie ; ed a nessuno sarà mancata ‘occasione di osservare questi foderi:singolarissimi, di cui alcuni poi destano maggiore ammirazione per la regolare disposizione con cui I ani- male vi ha agglutimato ed-attaccato ‘esternamente: molte piecole conchiglie, di una sola o di diverse specie..E fu appunto nel- l esaminare di tali foderi od astucci, raccolti nelle acque del Padovano, che ci caddero sott'occhio » per la prima volta varj esemplari di questa:specie , i. quali agglomerati con molte altre ci risultarono. distinti) per la diversa e caratteristica loro forma, da tutte le Paludine fino ad ora conosciute nel Veneto. Non tardammo a'riconoscere ‘queste spoglie come: appaftenenti alla Bithinia ventricosa Gray, corrispondendovi la descrizione 89 e; meno le dimensioni. maggiori: mei? mostri’ individui, anéhe la figura data, da Turton. La descrizione specifica e la migliore figura che più tatdi trovammo nella Mistoîre nàturélle des Mol- lusques terrestres et d'eau douce de la France dell’ Ab. Dupuy, ci rese poi: sicùri' del primo giudizio, ‘e siamé' be 'lieti di dare qualche ‘maggior pregio al mostro catalogo coll’ enumerarvi questa Paludina fino ad ora sfuggita ai Malacologi nostri, e che noi pre- sentiamo pei primi come specie del: Veneto'; e crediamo anche come specie; italiana. È pér tutto ciò' che reputiamo utile darne la figura nella nostra tavola, disegnata' sugli esemplari del Pa- dovano,. ove ‘più tardi raccogliemmo: nelle! posatùre del Putriarcà esemplari provveduti dell’ opercolo, che mancava alle spoglie stac- cate dai predetti astueci, 447 - XI. Paludina:viridis (Bulfimus) Potiset Prodr. p. 46. (4801 ). S. ( Cycelostoma. viride: Drap? (:Pal. viridis Lam. Hcon. Drap. t. I. f. 26. 27. #8. Prov. Verona, Vicenza, ‘Venezia’ e' Friuli, 148 - XII. Pal. vitrea (Cyclostoma ) Drap. Tabl. p. 44. (4804 ). S. Paliidina vitrea Menke: Icon. Mart, Chemin. Palid. t//440 f. 412. FI. Prov. Venezia. var..a. Pal. pellucida Benz.: S..(/Paluditia:nitida Fér. ( file: Kist:). ((Paludina vitrea var. Av Kiist.in' Mart: Cheiitit. Icon! Mart. Chemn.'/. ce. t0 44 f, dì 4 4. Provinciè venete confinanti! col Trentino : (fide» Strobely" Maluci Trent: pug. AV#): 10 90 n 149 - XIII. Paludina vivipara (Helix) Linn, Syst. Nat. p. 1247. S. ( Pal. vivipara ( Cyclostoma) Drap. ( Pal, achatina Sow. Icon, Drap. t. I. f. 16, = Rossm. I. f. 66. var. a. fasciata, long. 43—45, diam. 34-35 mill. ( Benaco). — b, viridescens vel olivacea, inornata vel fasc. obsoletis (Benaco). — Zeon. Mart. Chemn. Palud. t. I. f. 2. 3. — c. viridescenti-brunnea, fasciata: ( paludi del Veneto ). | — d. alba, detrita: ( Benaco). GEN, XXIII. MELANIA LAMARCK, È 450 - I, Melania afra Ziegler (..... ?) S, Mel, Hollandri var, afra Z. Rossm. IX. X, p. 88. (1839). | Hcon. Rossm. l c. f. 665. #8. Prov. Verona ( Risaje di Guzzo: fide Menegazzi). Devesi alle diligenti ricerche del dotto autore della Mala- cologia veronese, L. Menegazzi, l’incontro di questa specie nel luogo citato, ove trovolla unita al ZLimn. palustris. Il ch, Carlo Porro di Milano, cui già dal 4847 aveva Mene- gazzi inviato alcuni esemplari della specie, ritenevala giustamente prezioso acquisto per la Malacologia italiana, arriechita per la prima volta così di un secondo rappresentante dei Melaniani. Citando la figura di Rossmissler dobbiamo però avvertire come negli esemplari nostri le dimensioni siano leggermente minori, ed offrano essi una forma propria tendente assai più a quella dei Zimnes. i 9A GEN. XXIV. PYRGULA JAN. * 454 - I, Pyrg. annullata Jan Cat. Mantissa p. 4. (4832 ). S. ( Melania italica Meg. (M. helvetica Michel. Lam. (M. annulata Rossm. Hcon. Rossm. X. f. 681. ZE. Prov. Verona ( Benaco, e specialmente abbondante presso Lazise). GEN. XXV. NERITINA LAMARCK. “452 - I. Nerit. damnubialis Ziegl. C. Pfr. Naturg. II. p. 48. (4828). S. (IV. fluviatilis plicata Schrét. (1779). (N. gardensis Stentz. (Spinelli ). (N. Benacensis Stentz. ( Récluz). (N. serratilinea var. gardensis Strob. Econ. C. Pfr. III t. 8. f. 17.48. — Rossm. IL f. 120, MH. Benaco. Questa Neritina del Benaco è indubbiamente la danubdialis di Ziegler, della quale oltre all’ avere tutti i caratteri specifici, me presenta benanco identica la forma e disposizione delle fascie, e le varietà di colorazione. Noi abbiamo sott'occhio molti esem- plari del Danubio viennese, ed anche il confronto di questi cogli esemplari nostrali non ci lasciano menomamente dubitare sull'identità della specie. Forse soltanto avrebbesi a notare negli individui del Benaco in generale un maggior numero di fascie, e di queste assai più anguste e riavvicinate quelle che disegnansi al termine della conchiglia ; ma anche tale differenza non è però sempre costante. 92 * 453 - IL Neritina fiuviatilis (Nerita) Linn. Syst. Nat. p. TTT. (4760). Ss. N. fluviatilis auctor, Icon. Rossm. II. f. 148. ( haud sat bona). var. a. viridula, luteo vel albido-guttulata. — b. luteola, albido-guttulata, violaceo vel fusco- reticulata, — ec. violacea, albido-guttulata. | — d. elongata, violacea vel fusca, albido vel vi- ridulo-guttulata, dorso nigricante: (‘f. Me- nago, Veron:). " 454 - III Nerit. rhodocolpa Jan Cat. Mantissa p. 4. (1832). S. (N. fluviatilis var. Rossm. (N. rhodocolpa Porro. 4con. Porro t. 2. f. 44. I. Benaco, var. 1. @lbida vel lutea., lineis, coloratis intextis reticulata. (Nerit. inteyta. Villa ) — Benaco, = 4155 - IV. Nerit. serratilinea Ziegl. (..... d) S. (N. danubialis var. Rossm. (IV. serratilinea Porro, Villa, Icon. , ignota, I. Pr rov. di Verona, Vicenza,, Padova,, Friuli, var. a, pallide fusca, vel. viridula;,. lineis angustis | nigris sagittata: (Padov. Canale di Ca- gnola.), — D. pallide fusca, vel, lutescens.,. lineis, angulosis nigris latissimisgue ornata; (Veron. f. 7ar- laro ), — N, Mantuana Porro, ex. spec, a Parr. missis. 93 var. c. nigrescerns vel atra, lineîs latis obsoletis: (Veron: f. Menago.) — (Padov. Canale di Cagnola |. ( var. a. b. e. major, long. 12-43, lat. 8 4729; alt. 7—8 mill., apice saepe corroso. — - - - minor, long. 8—8 474, lat. 6—7, alt. 4 4]2—5 mill.). Il Sig. Rossmissler citerebbe questa specie come varietà della danubialis, ma noi dobbiamo però ripetere le distinzioni speci- fiche già esposte dal ch. Porro nella sua Malac. Comasca, ed in cui benissimo notava differire la serratilinea dalla danubialis pei caratteri costanti della minor quantità delle fascie , della maggior distanza fra di esse, e del numero maggiore dei loro angoli. Ed anche il Sig. Récluz nel suo diligentissimo ‘lavoro sui generi Merita e MNeritina (Journ. Conch. 4850 p. 434.) ri- tiene infatti la serratilinea della Lombardia come specie distinta dalla danubialis. Quanto poi agli esemplari del Veneto noi aggiungeremo anche altro segno di distinzione nella differenza del colorito, che ren- desi tanto più pronunciata nelle varietà nostre sopraesposte e specialmente nella var. c.; colorito che non è proprio e che non ebbesi mai a notare nella vera dunubdialis. La nostra var. d. avvicinerebbesi assai alla /. stragu/ata Mihlf., e la var. e. alla sua var. atra Parr., avute dall’ Illiria ; mancano però i nostri esemplari del carattere specifico t. supra obtuse angulata ( Rossm. II. 48. n. 124. ). — Esemplari Mantovani della stessa nostra var. db. ci vennero trasmessi dal Sig. Parreyss -col nome di N. Muntuana Porro. = 156 - V. Neriîtina trifasciata Menke Sy. p. 140. (1830). S. (IV. trizona Z. (teste Porro, Villa ), (IN. transversalis var. a. C. Pfr. (N. transversalis var. b. Porro. 94 Fcom. C. Pfr. III. t. 8. f. 13. 42. Prov. Verona (f. Tartaro). Rara. Gli individui nostrali non toccano le dimensioni risultan» ti dalla citata figura di Pfeiffer, ma limitansi a —= long. 5 4/2—7, lat. 4—4 4/2, alt. 6—6 mill. = Meglio quindi sotto tale rapporto converrebbe citare la figura 122 di Ròssmassler, MNe- rit. iransversalis Z., di cui la nostra viene dagli autori ritenuta varietà, Finora però non abbiamo qui riscontrato il tipo specifico (t. pallide fulva, nigricanti-trifasciata ) , ed osserveremo anche che i nostri individui hanno un tessuto assai più tenue di quelli che possediamo del Danubio Ungherese, e spettanti al tipo ri- tenuto e figurato da Rossmiissler. Nel precitato lavoro del Sig. Récluz troviamo enumerata la N. trifasciata Mke. come specie distinta dalla transversalis Z., e noi pure siamo persuasi di tale specifica distinzione sulle dif- ferenze risultanti dall’ esame degli esemplari dell’ una e dell’ altra, abitatrici poi anche di diverse regioni. 95 CLASSE II. ACEFALI. GEN. XXVI. ANODONTA BRUGUIÈRE. 457-I. Anod. anatina (Mytilus) Linn. Syst. Nat. p. 706. (4760). S. A. cygnea (pars) Lamk. Icon. Rossm. VI. f. 447. 449. 420. = Dup. t. 49. f. 13. “me = 158 - II. Anod, Benacensis Villa Disp. Syst. p. 61. (41841). S. (4. anatina var. benacensis Strob. (A. Benacensis Spinelli. Zcon. ignota. HH. Benaco. 459 - III. Anod. cellensis (Mytilus) Schrét. Flussconch. t2.£4.(4779). S. (4. cygnea Drap.? (4. sulcata Lam. (A. cellensis Rossm. Icon. Rossm. IV. f. 230. H. Prov. Belluno ( Lago di S. Croce ). Gli individui nostrali non ci presentano le dimensioni della cita- ta figura di Rossmiissler, ma limitansi a = long. centim. 9 —9 412; alt. 4 4123; diam. 2 4/2. «460 - IV. Anod. cygnea (Mytilus) Linn. Syst. Nat. p. 706. (4760). S. A. cygnea C. Pfr. Rossm. Icon. Rossm. I. f. 67. — Dup. t. 45. f. 44. var. major, long. 140-444, alt. 60-62 millim, 96 *4641 - V. Anodonta glabra Ziegl. (..... ?) . S. A. glabra Villa, Spinelli. Zcon. ignota. HI. Benaco. (fide Spinelli ). 462 - VI. Anod. piscinalis Nilss. Moll. Surc. p. 116. (1822). S.. Auod, anatina Drap. t. 42. f. 2.? (sec. Nilss.). Icon. Rossm. IV. f. 281. IT. Prov. Padova ( Scolo Paltana presso Gorgo). I nostri individui mantengono, costanti le dimensioni ; /ong. 80-85; alt. 49—54; diam. 25—27 mill. «463 - VII. Anod. ponderosa €. Pfr. Naturg. IT. p. 34. (1825). S. A. piscinalis Gauss. (teste Dupuy). Icon. C. Pfr. IL t. IV. f 3_-4. 44. Prov. Verona! (ubi?) — Prov. Padova ( Lago della Costa, e tronco abbandonato del canale di Pontelongo). «464 - VIIL Anod. rostrata Kok. Mus. — Rossm. IV. p. 25. (1836 ). Icon. Rossm. IV. f. 284. Z4. Prov. Verona (fide Menegazzi ex specim.). — Prov. Vicenza (Lago di Fimon). « 465,-.1X. Anod. ventricosa €. Pfr, Naturg. II. p. 30. (1825). S. A. cygnaea var. Dup. Zcon. C. Pfr. /. c. t. III, f. 8. 4. (sed spec. Venet. epidermide brunneo-virescenti, vel brunnea ) =. Dup. t. 46. f. 43. Si distinguono per maggiori dimensioni gli individui che pescansi nello «Scolo Barbegara (Padov. ) = long. AB_47 472, alt. 7-8 314; diam. 56, 112 centim, 97 var.?? a. crassior, rubiginosa vel castanea, posterius in rostrum obtuse angulatum producta: um- bonibus decorticatis; decorticatione mar- garitacea; long. 12—44 4/2, alt. (—6 3/4, diam. 2 314—5 474 centim. ZI. Prov. Rovigo ( Scolo Melara a Bergantino). GEN. XXVI: ALASMODONTA SAY. +». 166 - I. Alasmod. Bonellii (Unio) Fér. (..... 2) ‘8. ( Unio depressa Meg. ( Alasm. compressa Menke. (Alasm. Bonellii Porro. ( Unio Bonellii Rossm. Icon. C. Pfr. II. t. 8. f. 4. — Rossm. II f. 434, #42. Prov. di Verona, Vicenza, Padova e Venezia, var. a. curvata Rossm. Icon. XI. p. 414. Icon. Rossm. f. 746. (var. incurvus). #I. Benaco: (un unico esemplare, perfettamente cor- rispondente alla figura citata). GEN. XXVIII UNIO BRUG. 467 - I Unio ater? Nilss. Moll. Suec. p. 406. (4822 ). Icon. Rossm. II. f. 133. ZH. Prov. Belluno (Lago di S. Croce). Le dimensioni degli esemplari nostrali sono in generale quelle stesse risultanti dalla citata figura di Rossmiissler, e ad essi bene corrisponderebbe anche la frase specifica dell'autore. Un dubbio solo ci rimarrebbe però sull’ identità della specie, in vista 44 98 I della forma dei nostri esemplari che tenderebbero piuttosto ad allungarsi ed a prolungarsi posteriormente in rostro, però poco perspicuo ed ottuso. La convessità poi delle valve nella parte anteriore è tale in alcuni esemplari da ricordare sotto questo rapporto l’ Unio Rhenanus De C. et Jan. 468 - II. Unio batavus Lam, Hist. A. s. v. VI. T. p. 78. (4849). S. (Unio batavus Nilss. (Mya pictorum Mont. (fide Dupuy). Jcon. Dup. t. 25. f, 14, 45. 4°. Benaco. var, a. major , long. 60—65, alt 33—35, diam. 48—20 mill., epidermide fusculo-rufescente. — b. minor, long. 4442, alt, 25—27, diam. 4AB—47 mill, epiderm, viridi-cretacea, 469 - III, Unio elongatulus Meg. €. Pfr. Naturg. II. p. 35. (4825), S. Unio elongata Catullo 2 Icon. C. Pfr. 1. c. t. VIIL f, 5. 6. Za. P. Padova ( Canale, di Cagnola ). — P. Vicenza? ( Lago di Fimon. Cat. ). * 470 - IV. Unio glaucinus Ziegl. Porro Mal. Com. 401. — II. (48383). S. Unio Requienii V illa. (non, Mich, ), Icon. ignota. AT. Benaco, 474 - V. Unio longirostris. Ziegl, Rossm. Icon. IL p. 26. (1836). Icon. Rossm. XI. f. 738. 4. Friuli (fossi di Zagagna); 99 «472 - VI. Unito ovalis Meg. (..... ?) S. Unio ovalis Porro, Villa, Spinelli. Icon. ignota. #7. Prov. Verona ( Benaco e f. Menago). « 473 « VII. Unîo pittorum Lan. Hist. A. s. v. VI L p. 77. (18419). S. (U. pictorum (pars) Drap. (U. rostrata Pfr. ( U. pictorum Rossm. Icon. Rossm; INI. f. 496. XII. f. 762. — Dup. t. 26. f. 20. var. a. major, long. 430-437; alt. 54-60, diam. 3b—50 mill. 28. Padov: (Scolo Barbegara). Teon. Rossm. XII. f. 767. — b. flavo-viridis, radiis longitudinalibus ornata. —= c. elongata, brunnea. — d. flavo-viridis, vel flavo-brunhea, margelio roseo-margaritaceo : ( Padov. Scolo Bar- begara). «= €. citrina fere unicolor vel fusculo-dilute-cin- gulata. ( Padov. Zago della Costa). 174 - VIII. Unio sinuatus Lam. Hist. Anim. s, v. VI. p. 70. (1822). S. (Unio sinuatus Desh. in Lam. ed, II. VI. p. 530. (U. margaritifer Drap. (esclus. Synon.). (U. sinuatus Dupuy. Icon. Drap. t. X. f. 47—49 (erroris causa 8.46. 19): sed figura Draparn. nostris speciminis minor. = Dup. t. 23. £. 7. a. d.: sed fig. Dup. nostris specim. major. HI. Prov. Padova ( Sostegno Brancaglia presso Este ). 100 Non ci consta che alcun autore abbia mai fino ad ora indicata come italiana, questa grande specie d’ Unio , propria del Reno, della Senna, della Loira e di altri fiumi della Francia. Noi dobbiamo la sorte di poterla annoverare fra le specie del Ve- neto e di fregiarne questo nostro catalogo, al nob. Nicolò Gru- bissich, ora Ing. in capo presso il Ministero: del commercio, il quale, con altre bivalvi, spedivacene un bel esemplare pescato nel Sostegno Brancaglia presso Este, ove trovavasi in comunione colle solite e comuni specie del suo genere e delle Anodonte. Questo nostro unico esemplare misura le dimensioni ; long. 140, alt. 68, diam. 36 mill, ed è quindi, come sopra notammo, intermedio in grandezza fra la figura di Draparnaud e quella di Dupuy. L'Unio sinuatus così distinto, ed i cui caratteri sono tanto speciosi, venne confuso da quasi tutti gli autori francesi, da molti italiani, e da qualche autore della Germania colla Alasmodonta ( Unio) margaritifera Retz. ( Nilss. — C..Pfr.— Mya marga- rilifera Linn. — Unio elongata Lam. — Margaritana marga- ritifera Dup.), ma questa ne differisce essenzialmente per la mancanza delle lamine posteriori ; il quale carattere anzi servì alla creazione del distinto genere 4lasmodonta, in cui figura essa col- locata dagli autori. L' Ab. Dupuy nella tanto pregiata sua storia dei Molluschi della Francia, accennando a tale confusione degli autori, offre con molta diligenza ed esattezza anche i pìù mi: nuti e precisi caratteri di distinzione fra le due specie ; e noi dobbiamo convenire seco lui sulle differenze accennate, esami- nando e confrontando gli esemplari che abbiamo ;sott’ occhio sia dell U. sinuatus Lam. della Francia, sia dell’ Alasmodonta (Unio) margaritifera Retz della Germania, sia della molto affine 4/as- modonta arcuata Barn. dell'America settentrionale. Osserviamo però che il mostro - esemplare veneto dell’ Unio sinuatus reca nell'interno delle valve quelle stesse impressioni lacrimiformi che l'Ab. Dupuy attribuisce alla sua Margaritana margaritifera 404 senza farne poi cenno quando parla dell’ 7. sinuatus, che in fatto ne mancherebbe negli esemplari della Francia che noi possediamo. GEN. XXIX. CYCLAS BRUG. -+475 - I. Cyclas calyeulata Drap. Hist. p. 130. (1805). S. Tellina tuberculata Alten. HZcon. Alten t. LL f. A. = C. Pfr. I t. B. £. 17. 18. ZI. Prov. Verona (fiumi Tromegna e Menago). — Prov. Padova ( Gorgo). « 476 - II. Cyelas cornea-(Tellina) Linn. Syst. Nat. p. 678. (4760). S. ( Cyclas rivalis Drap. { C. cornea Lam. (non Drap.). Icon. Drap. t. X. f. ‘4. 5. = C. Pfr. I. t.b.f. 1. 2. «477 - III Cyelas lacustris (Tellina) Mill. Verm. II. p. 204. (4774). S. Cyclas lacustris Drap. Fcon. Drap. t. X. f. 6. 7. — C. Pfr. t. È. f. 6. 7. ZI. Prov. Verona (Benaco e f. Menago). — Prov. Venezia. GEN. XXX. PISIDIUM C. PFEIFFER. so 178 - I. Pisid. amnicum (Tellina) Mill. Verm. II p. 205. (ATT4). S. (Cyclas palustris Drap. ( Pisid. obliquum C. Pfr. ( Cyelas obliqua Nilss. Icom. Drap. t. X. f. 45. 46. = C. Pfr. I t. 5. (49. 20. 402 «« 479 - II, Pisid. fontinale (Cyclas) Drap. Hist. p.130. (1805). S. Pisid. fontinale C. Pfr. Icon. C. Pfr. I. t. B. f. 45. 46. ZH. Prov. di Verona, Vicenza e Friuli. «« 480 - III. Pisid. obtusale C. Pfr. Naturg. I. p.12b5. (4821). S. Cyclas obtusalis Lam. Nilss. Jcon. C. Pfr. I. t. d. f. 24. 22. AX. Prov. Verona ( Rivoli). — P. Venezia. CORREZIONI. a pag. 44. n. 33 — XXII. i (Hel. glabra Stud.) aggiungi 47. Prov. Verona ( Monte i Baldo). a pag. 66. n. 86 — LI, var. g. NOTA. Avendo sott’ occhio un esemplare autentico della C2. Balsami Strob., che noi sospettavamo sola varietà della C?. alboguttulata, ci tro- viamo in debito di dichiarare che se i suoi caratteri sono costantemente quali vediamd nel detto esemplare, favoritoci ad esame dal Sig. G. B. Spi- nelli, non potrebbesi esitare a ritenerla specie buona e ben distinta dalla alboguttulata. — In ogni modo gli individui da noi compresi sotto la var. 8., benchè molto vi si avvicinino anche pel loro tessuto fragile e per la mancanza di callosità, non potrebbero ora più ritenersi appartenenti alla specie di Strobel, nell’ esemplare della quale, con varj altri caratteri, osser- viamo ben notevole lombilico così aperto. Fig. A—7 » 8. » 9.40 » 44 » 42 TAVOLA . Helix candicans Ziegl. — vartet. — (17—VI. ) Helix cespitum ? Drap. — (22—XI. ) . Helix candicans Z. var. candida Porro. — (47—VI.) . a. Clausilia baldensis Parr. — (87—IL.) — Grandezza naturale. b. l'apertura della stessa veduta a forte ingrandimento. . a. Clausilia Paroliniana de Betta — (96—XI.) — Grandezza naturale. b. V apertura della stessa a forte ingrandimento. c. l'apertura veduta di fianco a minore ingrandimento. , Limneus Tommasellii Menegazzi — (1148—X.) . Paludina ventricosa Gray — (446—X.) bar na. ni rnastbinò. si va nat ) anal se altobi siva io retattona "9 plitaat de iaSiprtatiare, dazsbumi di — io somogtibae spasti. wr, Idata "pit srintsagnit n, Lo coniata a cegretora fi obaigit ib sitiilaita surttoga | H dt LARA Parco dirà damn long iilnariconzai apo in and ssi de beta e Martinati: Grol MAL Ver. La. de Detta dis. È O LS RARO LAI Net a ci «5 INSTITUTI INK JU) 00594 ANN 3 9088