EX LIBRIS William Healey Dall Division of Mollusks Sectional Library AA NZ a Era gesmn BUCAARITÀ S0HN Division of Mollusks Section) Library CATALOGO = SISTEMATICO E RAGIONATO LI DE TESTACEI DELLE DUE SICILIE DI ORONZIO-GABRIELE COSTA DOTTORE IN MEDICINA , SOCIO CORRISPONDENTE DELLA REALE ACCA- DEMIA DELLE SCIENZE, DEL REALE ISTITUTO D’ INCORAGGIAMENTO ALLE SCIENZE NATURALI, E RESIDENTE DELL’ ACCADEMIA PONTANIA- NA DI NAPOLI; DELL’ AUCADEMIA DI STORIA NATURALE DI PARIGI , E DELLA FILOSOFICO-MEDICA DI WURZBURG ; SOCIO ORDINARIO DELLA SOCIETA’ ECONOMICA DI TERRA D' OTRANTO )} E DI QUELLA DEL ° GIGLIO DI ORO DI LECCE; CORRISPONDENTE DI ALTRE SOCIETA" ECONOMICHE DEL REGNO — FRA GLI ARCADI, dECINDO TIMBREO.» A Con due tavole fitografiche. ' NAPOLI, DALLA TIPOGRAFIA DELLA MINERVA 1529. 1 Li e) pi fi N 154 ni CA N: tb h Well Da ; ii (a n At «sa uE. SIGNOR MARCHESE D. GIUSEPPE RUFFO DIRETTORE DEL MINISTERO E REAL SEGRETERIA DI STATO DI CASA REALE E DEGLI ORDINI CAVALLERESCHI , GRAN CROCE DEL R. ORDINE DI FRANCESCO I.° , MAGGIORDO- MO DI SETTIMANA E GENTILUOMO DI CAMERA DI S, M, ( D.G. ), GRAN CROCE DEL R. ORDINE COSTANTINIANO , COMMENDATORE DEL REAL ORDINE DELLA LEGION D’ONO- RE , SOCIO ORDINARIO DELLA REALE ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI NAPOLI, €CC. ECC. ecc. BCCELLENZA: Now i chiari titoli che la decorano , mi chiamano ad offrirle in omaggio questo tenue lavoro , perciocchè è tributo neces- sario e dettato da sentimenti più leali e più semplici. Le qualità personali che la distinguono , tanto nella repubblica lette- (2) raria, quanto nel disimpegno della sua ca- rica; la protezione che concede agli uomi- ni di lettere ed agli scienzati d’ ogni classe; la beneficenza che esercita verso coloro che gliene schiudono il bisogno , son titoli as- sal eminenti che richiamano I’ attenzione di chi ha la sorte di conoscerla. A questi si aggiungono in me particolari sentimenti di gratitudine e di amicizia, dai quali obbli- gato mi sento a retribuirle questo picciolo, ma pubblico contrassegno di divozione : e la scongiuro, Sicnore, a volerlo accogliere ancora a questi soli titoli, in difetto dei meriti di che l’ opera manca. Sono dell’ E. V. Napoli 23 Novembre 1830. Napoli 24 Novembre 1830. j 5 d accetto con ticonoscenza Marcunese Giuseppe Rurro. Divotiss. , ed Obblig. Serv. ed Amico Oronzio-GABRIELE Costa. (3) PIRVE CER ZIONE A far sì che lo studio della conchigliologia meno avanzato degli altri rami della storia naturale si fosse ne’ già passati giorni, due potentissime cagioni hanno concor- so: lo scopo cui mirarono i primi che a questi naturali oggetti diressero lo sguardo, ed il modo col quale tenta- rono di pervenirvi. Certamente , la bizzavria delle forme, l’ eleganza del- le tinte, ed il lucido smalto di cui le spoglie de’ mollus- chi di questa famiglia vanno adorni, risvegliarono 1’ at- tenzione de’ contemplatori della natura , dopo ch’ ebbero per lungo tempo innanzi esercitata quella del bel sesso. Le conchiglie furono in effetti i primi ornamenti, de’ qua- li le donne di ogni nazione si servirono : nè sono state per anco obbliate in mezzo a’ più ricchi giojelli, che il regno minerale e l’arte ha loro apprestati fino ai nostri giorni. Senza riandar quello, a ‘cui la religione e la superstizione stessa le han fatte servire ; nè l’ uso che han tenuto in commercio nella permutazione delle opere e delle merci ; i più opulenti europei ebbero in pregio ammassare le più belle e le più rare conchiglie, che le rimanenti parti del globo gli offrirono , per abbellirne i loro gabinetti, ed ar- ricchirne le collezioni. La scoperta dell’ America accrebbe le loro premure, ed in mezzo alle cure di posseder quan- to di meglio quella contrada racchiude, le conchiglie oc- cuparono un posto distinto. I dotti si accinsero dar loro nomi e contrassegni, onde l una dall’ altra distinguere ; e facendo servire le forme generali per base di una grosso- * (4) lana distribuzione , che tenne luogo di Classi o Famiglie; le tinte, le macchie, le spine, os rughe, ec. s indicaro- no quali distintivi specifici di questa numerosa ed inte- ressante serie di naturali produzioni. Quindi avvenne , che trovate insussistenti tali monche descrizioni, più al- l’uopo soddisfacente al contrario si videro le immagini che se ne potevano esibire. Così presero origine i Cataloghi e le Iconografte ; 3 soli mezzi, co’ quali si cercò trasmettere la cognizione di questi esseri. Col proponimento di farle servire ad appagare gli oc- jchi, in mezzo alle inesauribili ricchezze de’ modelli, che a natura ha con sì prodiga mano diffusi , si scelsero quel- li, che più lasciavansi ammirare, per la ‘grandezza , la forma , ed i colori. Le conchiglie più ovvie, picciole, e sfornite di eleganti dipinti furono perciò neglette ed ab- bandonate come di niuno interesse. In questa ultima cate- goria ebbero a tenersi molte specie mediterranee, le quali, a dir vero , all’ occhio idiota meno nobili appajono di quelle de’ grandi Oceani , e più di tutte furono obbliate le minutissime, quasicchè risguardar si potessero come inu- tili prodotti della madre comune. Se a tutto ciò si unirà l’ imperfezzione de’ bolini di que’ tempi, ci sarà facile spie- gare perchè i progressi della scienza de’ testacei ne rima- nessero così lungamente ritardati. Così malconci materiali pervenuti nelle mani dello Svepese , Padre e Maestro della Storia Naturale, a mal grado del più profondo sapere , con cui questo genio im- mortale si adoperasse nel coordinarli, grandi lacune ha lascia- to tuttora a riempire ne’ generi del suo Systema Naturae ; non pochi testacei , smi nelle altime edizioni di questo classico lavoro, sono stati considerati d’incerta sede; nè il progressivo incremento , che questo ramo di di na- turale ha provato, ha potuto giovare a dileguarne affatto l’ imperfezione ( v. GmeLin = Syst. Nat. aedit. XIV). (5) Di ciò è stata principal cagione l’ essersi raccolti i gu- sci, che si trovano figurati, logori da’ flutti e dall’ attrito sofferto sulle sabbie , e fra i scogli: cosicchè i più inte- ressanti caratteri, siccome sono le rughe, i solchi , le pie- ghe, gli aculei, e le altre scabrosità, le dentellature , i denti delle cerniere ec. ec. , distrutti n’ erano stati pria che alle mani de’ naturalisti ne fossero giunti i nicchi testacei, quelli specialmeate de’ mari più lontani dall’ Europa. Questi stessi caratteri neppure guardati furono con quel- lo interesse, che le fondamenta della scienza, allora non conosciuta , richiedevano ; onde , anche i meglio conservati esemplari, con pochissima precisione vennero figurati. Per la medesima sopra additata causa, consumata l’ esterior sopraffaccia delle conchiglie , le tinte, le macchie, e le fascie non poco cambiate ne furono: e quindi le tante svariate immagini di una medesima specie. Questa scien- za, rimasta perciò senza utile applicazione, poco potea in- teressare la classe de’ dotti, che a quelli successero. Non bisogna tacere che Lister, Adansone, Muller, ed altri, avevano di buon ora diretto lo sguardo agli animali costruttori di tali abitacoli calcarei; ma ben malagevole era per essi il riandare tutti quelli già figurati per cono- scerne gli abitanti : ne pare che negli stessi dotti lavori di questi sommi uomini molto essi si attenessero all’ esa- me analitico di ciascun’ animale, per distinguerne la spe- cie dal genere, e per aggregarvi le semplici varietà ; ma solo si fermarono a scoprirne la di loro più grossolana strot- tura, ed a classificarli per generi. Attenendosi alle sole este- riori analogie, lo stesso Linneo non conobbe perciò , che nove generi di vermi fabricatori di conchiglie, ond’ ebbe per fermo, che gli abitanti delle Foladz, de’ Soleni, delle Mie, e de? Mitoli fosse un ascidio ; risguardò come un li mace Vl animale delle Pizze, assimilandolo a quello del- l’Elici e della maggior parte de’ suoi univalvi , non esclu- (6) so il genere patella: ed un Tetide vide nelle rimanenti bi- valvi, eccettocchè nelle aromzie , il di cui vivente non potè definire con sufficiente chiarezza. Comunque mostruosa si fosse cotesta generica deter- minazione de’ molluschi ( verm:', L. ) costruttori delle con- chiglie fatta dal Plinio Svedese, certo è ch’ Egli intese il bisogno di conoscerli , e gl’indicò come primo , e fonda- mentale carattere de’ suoi generi. Nulla di meno, gl’ infor- mi materiali cumolati dal Lister, dall’ Adansone , dal Mul- ler, da Fabio Colonna, dal Redi, ec. qualche interrotto raggio di luce non mancavano di balenare sull’ orizonte scientifico, per far travedere il sentiero , che batter do- vevano i Zoologi de’ tempi posteriori. Nè tardò a ricono- scerlo il Chiarissimo Port, onore del Cielo Partenopeo , che giustamente venerar dobbiamo tra i primi , che al vero scopo di questa scienza diretto avesse le sue lugubrazioni , ed il coltello anatomico. Egli fin dal 1796 si accinse al- l’ analisi de’ molluschi testacei reperibili ne’ mari delle due Sicilie, ne determinò le specie colla scorta del sistema allora ricevuto , e diè alla luce la prima parte della sua interessante non men che splendida Opera. Le specie mediterranee vennero poste a giorno da questo dotto naturalista, ma i suoi lavori rimasero sgra- ziatamente interrotti, per le vicende de’ tempi. Ristabilito alle sue pacifiche occupazioni non aveva Egli mancato di ripigliare le sue ricerche. Di già l’ultima mano metteva al suo lavoro allorchè la Parca fatale recise il filo di sì bella vita. Desideroso di concorrere colla mia debole opera a sparger qualche lume, e coordinare le ricchezze, che in questo ramo di Storia Naturale possediamo , fu mio pen- siero dapprima redigerne un semplice CaraLogo. In ciò fare mi avvidi, che, per le cagioni esposte poco innanzi , moltissima confusione ed oscurità ancor regnava nella esat- (97) ta determinazione delle specie proprie de’ sicoli mari; e parecchie specie, o poco ben definite, o mal rappresen- tate, od intieramente sconosciute giacev vano. Quindi co- nobbi il bisogno di far brevi cenni di ciò, che a me sem- brava aver rilevato intorno alla diagnostica de’ patri te- stacei , onde giustificar quello , che nuovo e svariato sa- rebbe stato per comparire. Passando in rivista le stesse bivalvi, già descritte mae- strevolmente dal Poli, non poche lacune vi ho incontra- te , e forse qualche svista da raddrizzare, nata per av- ventura dalla somma fiducia che quel grand’ uomo avrà risposta ne’ pochi classici che gli servirono di guida sul co- minciamento del suo lavoro. Discutendo così le rimanenti , credo esser giunto a poter esibire ai cultori della conchio- logia un CATALOGO RAGIONATO , purgato, per quanto mi sia stato concesso , delle anfibologie troppo frequenti negli an- tichi, e non iognicra anche ai moderni. Se giunto io sia a conseguire il mio scopo , lo giudicheranno coloro , cui spetta farlo: in quanto a me protesto averlo desiderato , e nulla omesso per raggiungerlo. Nel complilare un Catalogo non era certo indifferen- te la scelta di un metodo; ma non era cosa lieve del pari torne uno, che a tutti ugualmente soddisfacente giungesse. Nello - attuale della scienza, preferibile Sara poteva quello che rileva dall’ organizazione degli animali costruttori delle conchiglie ; ma questo metodo , comunque plausibi- le, non è geralmente adottato , e per le quotidiane osser- vazioni soffre ancora de’ cangiamenti a seconda del riempi- mento delle lacune che tutt’ ora presenta. Il sistema lin- neano d’altra parte, tuttocchè risenta di notabili imperfe- zioni, è quello che più si presta alla riordinazione delle conchiglie ; ed il vederlo per lungo tempo quasi general- (GS mente adottato, rende indispensabile farlo concorrere alla compilazione di un Catalogo, il di cui principale scopo si è quello di metterne la conoscenza a portata di tutti. A conciliare siffatte disparità mi sono avvisato ritener questo da un lato, e disporre le stesse specie nell’ altro servendomi de’ generi di Lamarck. In tal guisa spero aver soddisfatto al desiderio degli uni, senza nuocere al me- glio vedere degli altri. A questo titolo ancora ho riporta- te le specie di ciascun genere senza alcuna sinonimia, on- de offrire come in un quadro compendiato la concordan- za de’ due predetti sistemi. Studio maggiore ho riposto nella scelta de’ sinonimi e delle figure , che senza equivoco rappresentino le specie di testacei abitanti i mari del Mediterraneo spettanti alle due Sicilie. A questi ho fatto nel mio Catalogo succedere ta- lune importanti osservazioni ; e per le specie sole , ch’ io ho credute nuove o poco esattamente conosciute vi ho ap- posta una frase, e la corrispondente figura. Lascio al giu- dizio de’ dotti il ritenerle, o rischiararmi degli errori , ne’ quali avrò potuto cadere. In mezzo all’ esame attento delle specie, mi sono so- vente avvertito delle innumerevoli varietà , cui una gran parte va sottoposta 3 € mi è sembrato uscire da’ confini prescritti a me stesso per questo lavoro , se avessi voluto attendere ad esporre minutamente tutte le abberrazioni ac- cidentali, e le cagioni efficienti di esse , d’ onde proven- gono le svariate tinte, e le modificazioni delle forme. Mi sono convinto del bisogno di parlare appositamente di tali cause, ed a ciò fare ho intrapreso a pubblicare delle particolari menografie , che seguiranno il presente lavoro. BITITII® RITIIZIIBITITITMLPATIYITTYA BITITTIIATITITTI T14) LITITTILI LLLLLLLA ATIVITITTITIIVIIZVY LIITIVI1 LIDI} CATALOGO DE’ TESTACEI DELLE DUE SICILIE DISTRIBUITI SECONDO IL SISTEMA DI LINNEO E DI LAMARCK. Gex. Caron, Lix. Curron, Lam. 1. Chiton squamosus , L. Oscabrion ecailleux, Lam. 2. fascicularis, L. fesciculaire, Lam. 3. —— cinereus, Poli ( non Gm.) cendrè, P. 4. ——= Cajetanus, P. — de Gagte , P. 5. ——— cinereus, L. —— cendrè, 6. -—— rubicundus, nob. —— rouge , nob. 7. —— Euplaeae, nob. —— _d' Euplaeae , nob. 8. -—— sigma, nob. —— point, nob. 1.° Secondo Linneo abita l’ America , ove cresce fino a due pollici e più. Trovasi nel Mediterraneo. Nel porto di Messina acqui- sta fino a 15 lin. di lunghezza , ed in Pozzuoli taluno ne ho tolto lungo lin. 16. Le sue varietà , descritte da Poli , non lo pareggiano mai in grandezza. Ottime sono le figure di Poli, Tab.IIl, fig. 21, 22. — e quella di Born., Zad. I., fig. 1, 2. 2.° Trovasi in Barbaria. Lin. ). Raro nel cratere napolitano. P.). Frequente nel porto di Messina, e nel seno di Pozzuoli, dove I ho raccolto col precedente ; cresce alquanto più dello squamoso. PoliavTab. IVo; fig: 33° 3.° La specie Poliana non conviene con quella di Linneo , e di O. Fabr. descritta nella Fauna Groelandica , nè colle descrizioni 1 II che ne hanno date Muller, Born, ecc. , e che abita l’ Oceano Norve- giano. Le valvole, o scudetti di quello sono infatti carenate e levi- gate ; il legamento marginale quasi ciliato ; tutto rosso nello stato di vita e non maggiore di due linee : tale è l’ esemplare che io ho trovato sopra l’ascidia rustica nella scogliera di Posilipo. Il cinereo di Poli per l'opposto, ha le valvole , o scudetti finamente zigrinate, trasversalmente rugose ne’ margini. Un risalto piramidale geminato vi corre dal margine verso l’ apice posteriore dorsale , ove non si osserva carena distinta, nè i due solchi longitudinali cingenti la carena. Il legamento è ugualmente zigrinato. Acquista fino a 5 lin. di lunghezza , ch’ è quasi il quadruplo del cinereo degli autori. Vero è che lo Gmelin cita sotto al cinereus la fig. 818, t. 96 di Chemnitz, la quale rappresenta questo chitone assai più grande ; ma quella stessa io credo non potere appartenere alla specie linneana che per semplice analogia. Nè potrà dirsi che il maggiore sviluppo rende sensibili i caratteri del cinereo , non riconoscibili nel cinereo di L. per la troppo picciolezza; giacchè individui di 2 *, lin. , esi- stenti nella mia collezione, presentano eminentemente pronunziate le medesime note caratteristiche ; e generalmente fra i chitoni si veri- fica, che nella di loro gioventù più nitidi si presentano i caratteri specifici, solchè si guardino con occhio armato. È da osservarsi fi- nalmente che nello stato di vita , siccome dopo morte , il colorito dell’ animale è verdognolo , e quello delle valvole è bigiccio. Que- ste ultime si trovano quasi sempre coverte da un minutissimo fuco, che varii colori gli fa mentire , d’ ordinario verdognolo. Questa me- desima incrostazione fa scomparire le granulature delle valvole e del legamento , ciocchè probabilmente ha potuto illudere a prima vista il nostro autore , che inseguito non ha mancato egli stesso notarle. Per tutte siffatte ragioni io credo dover ritenere il CA. cinerews TII di Poli come specie distinta da quella di Lin.-Gm. Vedi Poli Tab. HI. f. 1, 2.= La figura di Ginanni citata da Poli non con- trassegna veruna specie , nè la descrizione può menomamente dare indizio di quella che )’ autore ha avuto in animo di rappresentarci. 4.° Questa pretesa specie non è che una varietà del preceden- te. In effetti , ritenendo la medesima struttura generica degli scudet- ti e del legamento , non meno che l' abito ed il colorito del cine- reus P., si modifica soltanto nelle rugosità trasversali, le quali in- crespano maggiormente nel tempo stesso che cresce con mag- giore convessità tutto lo scudo, Cotesta modificazione però succede in taluni individui con molta chiarezza, mentre in moltissimi si osserva una degradazione successiva finchè si confonde collo stesso cinereo. Nè fra centinaja , che ho avuto luogo esaminarne presso il P. Petagna, nè fra quelli esistenti nel mio gabinetto , un solo ne ho visto col legamento nudo , siccome il chiariss. autore pretende, ma costantemente è ricoperto da minute squame embricate. In mezzo alle abberrazioni ed ai passaggi del cinereo al gaetano si trova qualche individuo , in cui gli angoli posteriori marginali de’ scudetti dorsali si distendono alquanto verso dietro, e danno una fisura semilunare al margine posteriore de’ scudetti medesimi. Poli Tav. IV. fig. 1 e 2. Alquanto alterate. 5.° Born. Mus. Caes. Vind. Tav. 1. f. 4. 6.° Ch. octoclypeolatum rubicundum: clypeolis carinatis , extimis laevigatis, mediis triangulis marginalibus laevibus , cae- teris longitudinaliter striatis ; nob. Questo picciolo chitone non oltrepassa quattro linee in lunghez- za , ed 1 22; in ampiezza. Differisce dallo squamoso — 1. per le proporzioni delle sue dimensioni; — 2. per gli scudetti anteriori e posteriori, ed i triangoli marginali mancanti di strie e di rugosità » IV d’ ogni maniera. Fosse ciò dipendente dall’ età ? Il confronto fattone con esemplari dello squamoso di minor grandezza mi decide per la negativa, osservandosi in questi costantemente la proporzione di 1:2, tra ampiezza e larghezza ; ed i triangoli marginali degli scudetti dorsali, siccome gli estremi , elegantemente striati, o me- glio a guisa di merletto increspati. Trovasi sopra l’ ascidia rustica. Tav. I. fig. 2. 7.° Ch. octoclypeolatum fusco-testaceum suboyalis , anterius angustatum; clypeolis omnibus laevibus ; ligamento eleganter im- bricato squamulis oblongis aurantiis. nob. La forma di questo picciolo chitone più che il cinereo sembra scostarsi da quella delle specie congeneri a me note. Lo scudetto che corrisponde al capo, essendo più piccolo di quello che spetta alla coda , e gli altri successivamente dilatandosi fino al 4 e 5 medio, gli conciliano una forma quasi cordata. I triangoli marginali sono con- vessi , e terminati ne’ lembi in semicerchio. Tutta la superficie è le- vigata. Il lesamento è embricato di squame lunghe di color d’ aran- cio, che in gran parte conservasi dopo la morte dell’ animale. La sua lunghezza è di lin: 2 :,,; l'ampiezza nella parte più larga lin. 1 :1;. L'ho tolto da sopra uno spondilo presso la Cajola ( Euplaea de’ lat. ), d’ onde il suo nome. 7av. I. f. 3. 8.% Ch. octoclypeolatum minimum ovatum anterius dila- tatum ; clypeolis laevibus subarcuatis ; ligamento ciliato. n. Law: 3, £.0731 La sua grandezza non oltrepassa un punto, siccome il nome lo disegna. Sembra esser questo l’ultimo anello del genere de’ chi- toni, ove riguardar non si voglia come un parto schiuso appena dall’ uovo d’ una specie maggiore. Il suo abito però lo distingue : e se l'estrema picciolezza non avesse vietato osservarle , malgrado lo V averlo sottoposto ad un microscopio di sommo ingradimento , la mancanza d’ ogni sorta di granulatura 0 di rugosità nelle valvole ; siccome i cigli, di cui è rivestito il legamento marginale , ci con- ducono a crederlo una specie distinta , prenda o no altro incremen- to. Trovasi sulla zostera oceanica nel cratere di Napoli. OSSERVAZIONI GENERALI. Il gran Linneo , dopo i caratteri generici assegnati all animale ed al guscio de’ chitoni, desunse quelli delle specie dal numero e conformazione delle così dette valvole , dalla struttura del legamento, e da talune altre parti accessorie, siccome i tubercoli , gli aculei , e fascetti spinosi ec. Insuflicienti essendo sembrati questi caratteri este- riori al sig. Lowe ( Zoolog. Journal. avril. 1825. p.93.), ha e- gli creduto dover ricorrere alla forma generale ed al numero de’ denti marginali delle valvole ; caratteri, che lo stesso distinto autore confessa esser corrispondenti sempre alle differenze più osservabili , e più importanti : cosicchè non se ne avvale nelle frasi specifiche, ma solo nelle descrizioni fatte di talune specie di Chitoni dell’ Argyles- sire. Un carattere veramente organico e capace di normali differenze credo aver io discoperto , il quale immancabilmente si osserva nel- le diverse specie, almeno per quelle reperibili sulle coste di Napoli. Esso consiste nel nnmero e disposizione delle branchie , talchè nel Ch. squamosus esse sono al numero di 35 per ciascun lato, ed oc- cupano lo spazio intercetto dal margine anteriore del secondo scu- detto dorsale e dal posteriore del sesto , dove 4. branchie più te- nui sembrano distaccate dalla serie, € decrescendo divergono verso il ligamento marginale. Nel Ch. fascicularis le branchie sono al num. di 15 per ciascun lato: più tumide di quelle del precedente, VI e non occupano che lo spazio intercetto dai 3 ultimi scudetti dor- sali. Nel cinereus di Poli sono al n. di 21, e si trovano disposte sopra i quattro scudetti medii de’ dorsali, prolungandosi alquanto sopra l’ ultimo o posteriore di essi, dove divengono sommamente delicate. Io non ho potuto ripetere lo stesso esame sopra le altre specie descritte , a causa che erano già secche quando mi avvidi del carat- tere sopra enunciato ; ma , attenendomi ai caratteri generalmente ri- conosciuti come idonei a stabilire le differenze specifiche, credo a- ver con fondamento distinte le specie, che si sono riportate nel pre- sente catalogo, e di aver congiunto a ragione il ch. cinereus , P. col suo cajetanus. Che se si sono lasciati così come si ritrovano e senza permutarne i nomi, ciò è perchè ho voluto lasciare al giu- dizio di altri accurati zoologisti la convenienza o la discrepanza del- le cose che si sono fatte osservare. Volendosi d’altronde ritenere i no- mi di cinereus e di cajetanus come sinonimi della stessa specie, propongo per essa il nome di rugosus, che ben se le conviene per le increspature , di cui sono fregiati gli scudetti , conservandosi i nomi antichi per disegnare le due riconosciute varietà. INDI Gen. LepAs, Lin. BaLanus ) Lam. 1. Lepas , Balanus, P. Balane sillonée , Lam. Balanus Tulipa. v. a ). Ranzani. 2. —— balanoides, P. Balanus oeuvée-v. a ). Lam. Bal.— balanoides. v.a ) Ranz. 3}: tulipa, Mull. , et Pol. Bal. — Tulipe. Bal.— Tulipa, var. b ). Ran. 4. —— fistulosa, P. Bal.— flageolet. Bal.— Tulipa , var. c ). Ran. VII 5. Lepas stellata, P. Balane astèrisque. Chtamalus stellatus, Ran. 6. vitrea, nob. cassant, nob. 7. depressa , P. Chthamalus glaber. Ranz. Acasra, Lam. 8. —— spongites, P. Acaste de l' eponge. Balanus Tulipa v. d ). Ranz. CoronucLi, Lam. 9 —— testudinaria. L. et P. Coronule des tortues. Lam. Coronula testudinaria y Ranz. AnatirA. LAm. 10. —— anatifera, L. Anatife lisse, Lam. 11. —— apserifera, L. striée. Lam. 12. —— muricàta , P. —— dentelée ? Lam. 13. -—— subdivisa, nob. subdivisée , nob. Cinéras, Lam. 14. ——— coriacea , P. Cinera flambé, L. * -— leporina, P. i Orion We: :) ai Lar 1.° Il vocabolo Balarus , col quale distinse Linneo una delle specie del suo genere Zepas , essendo stato adottato da Lamarck e da altri recenti naturalisti per indicare il genere naturale , cui nel- l ordine de cirripedi sessili il mollusco di quella conchiglia sì ri- ferisce; la specie linneana è stata dallo stesso autore designata col nome di Su/cosus ( sillonnée ). Ma sebbene il sig. Lamarck sot- to questa specie abbia registrato il Zepas Balanus del nostro Poli, nulla di meno Ranzani lo riguarda come varietà del 2. tulipa , ed io mi sottoscrivo al sentimento del naturalista di Bologna , comecchè fondato sopra potentissime ragioni , le quali legger si possono nella sua dotta memoria su questo argomento , inserita negli Opuscoli VIII Scientifici di Bologna. Fasc. 6.° e segu. Questo dotto naturalista italiano , essendosi accorto delle aberrazioni alle quali vanno sotto- posti gli abitacoli costrutti dai balani, per cagioni del tutto estrin- seche alla di loro organizzazione , è ricorso a caratteri meno’ varia- bili ed inerenti alla natura dell’ animale, alla quale fa d’uopo atte- nersi per iscansar gli equivoci nel distinguere le specie dalle di lo- ro varietà. Ritenendo perciò gli ordini di Lamarck , giusta il pro- ponimento già fatto, mi attengo per le specie alla sinonimia del Ranzani, salvo ciò che far potrò osservare nell’ indicare quelle che mi stanno sotto gli occhi, e che costituiscono la serie della mia collezione. E poichè tutte le specie di balani descritte dal nostro Poli sono ottimamente figurate nella sua opera, intendo riportarmi a quelle col solo indicarle. 2. Trovasi di rado sulle patelle, sopra i tubi delle serpule ec. Le figure citate dagli autori sono troppo discordanti fra loro, e danno luogo a molti equivoci : ciò è senza dubbio l’effetto delle anomalie alle quali va soggetta questa , siccome le rimanenti specie. Il suo carattere diagnostico consiste nell’ apertura troppo grande del tubo , nel che conviene perfettamente col ulipu di Miller , unita alla sua picciolezza , ciocchè potrebbe farlo considerare come la stes- sa specie ammiserita. La picciola incurvatura della parte anteriore del tubo è talvolta appena sensibile. Ponendo mente ai caratteri del coperchietto altra differenza non vi è che una brevità maggiore del- le sue valvole posteriori , ed una depressione somma , ch’ io consi- dero come il risultato dell’ accorciamento di tutto l'animale, cagionato dalle modificazioni della sua vita, siccome sembrami aver dimostra- to nelle mie Memorie inedite , ec. 3. L’ esemplare, sul quale il mostro Poli ha descritta questa specie, non è che poco diverso da quelli , ch” ebbe presente probabil- id. S mente Miller nello stabilirla , e che trovasi riportata dallo Gmelin. Io lo giudico dalla esatta corrispondenza della frase del prelodato autore cogli esemplari che possego nella mia collezione; e perciò l'ho citati insieme. Vive nell’ Adriatico, ma è un poco raro; i miei esemplari sono del medesimo mare , ma ne ignoro il sito natìo. Trovansi attaccati sopra un ramicello di antipate ( azipathes, Cuo. ) Gorgonia antipathes , Lin. , volgarmente corallo nero. 4,5. — Vedi. Ranzani, e Poli — Luogo cit. 6. Questo picciolo balano , che ho trovato attaccato ad un grosso pezzo di pomice rigonfiata di un bel colore violetto misto al verde, rigettata dal mare sulla spiaggia di Cuma, e che secondo l'avviso del Chiarissimo sig. Covelli appartiene al vulcano di Lipari, sembra esser distinto dal Zepas stellata. P.— 1.° per la valvola po- steriore fatta a placca concava senza ripiegamenti, nè risalti di sorta veruna, nè strie trasversali. — 2.° per le aje depresse molio dilata- te elevigate, che in quella sono filiformi. — 3.° per lo coperchiet- to romboidale ( non triangolare ). — 4.° finalmente , per l’ esterna superficie tutta elegantemente striata a traverso. La forma totale di questo balano è quasi quadrilatera : è tutto d’ un bianco candidissi- mo, e così fragile, come le bollicine della stessa pomice , sopra la quale vive. Potrebbe però considerarsi come una varietà di quello , quando ammetter si voglia il principio adottato di sopra, che io ho ampiamente sviluppato altrove. Comunque però considerar si voglia, l’ ho distinto col nome di sitreo, a causa della sua sottigliezza , e della trasparenza e can- dore del tubo e delle valvole del coperchietto : Eccone la sua com- pendiata descrizine. Tubo conico-depresso , basi tetragona , areis prominentibus undolato-costatis , a. depressis dilatatis , laevigatisque ; opercu- 2 Xx lo fere romboidali , valvis anterioribus majoribus triangularibus , posterioribus minoribus trigonis, apice vix exerto , non unguicu- lato. — Chthamali. Sp. Ranz. 8. Il disparere che regna tra le considerazioni , per le quali Lamarck ha riposta questa specie nel suo genere Acasta , e le os- servazioni del Professore di Bologna, portano a credere che ciascii- no ha dovuto esaminare una specie distinta , ed entrambe reperibili nella spugna. In quanto a quella descritta dal Poli , trovandola uni- forme alle saggie considerazioni del Ranzani , l ho con esso conside- rata come una varietà del #ulipa , riserbandomi di moltiplicare le osservazioni per rischiare il dubbio, nel quale mi trovo. g. Trovasi sullo scudo della testugine di mare, a spese della quale sembra vivere in gran parte , ed alla quale reca almeno qual- che nocumento. Esaminando infatti le corazze o scudi delle testugi- ni, attaccate da questa specie di cirripede, nella parte inferiore cor- rispondente all’ insersione dell’ animale , si osserva una escrescenza callosa , risultante senza meno dallo stimolo del vivente che gli so- vrasta, il quale a parer mio assorbir debbe molto umore dalla so- stanza di quello. ro. Poli. Tad. 7. fig. 12.— 17. Trovasi aderente sopra le lave basaltine del Vesuvio , ovunque esse esistano lungo il cratere di Napoli, 11. Comune nell’ Adriatico e nel Mediterraneo. Aderisce a di- versi corpi, ma sempre capaci di mantenere nell’ interno molta u- midità , la quale sembra che questi animali assorbiscano per mezzo degli organi ‘o vasi del di loro tubo o pedicello , col quale si at- taccano a quelli. Quindi la di loro vita si prolunga anche fuori del- l’acqua del mare, finocchè del tutto inariditi non siano i corpi che gli prestano appoggio. XI 11. Vive sola o colla precedente in società e sopra i medesimi corpi. 12. Più piccola e più rara dell’ anserifera , colla quale vive promiscuamente , specialmente sopra le pomici. Poli. Tad. VI. fe (23124 13. Testa septem-valvis, depressiuscula ; valvis triangula- ribus oblique striatis. n. — an. List. Tab. 44o. f. 223 ? Questa specie non differisce dall’ anserifera , di cui può esser una varietà , eccettocchè nelle due valvole minori laterali , le quali sono diagonalmente divise, e dalla di loro figura romboidale ne ri- sultano due tringoli, de’ quali uno minore a guisa di appendice for- ma l’ angolo estremo. Io l'avrei considerata come una abberazione accidentale , se la figura di Lister non mi avesse assicurato trovarsi costantemente co- sì costruita questa conchiglia, anche in mari stranieri, siccome il sudetto autore riferisce la sua alle Indie. Trovasi di rado nel Mediterraneo. 14. Specie rara , che trovasi attaccata ai legni , ed agli aculei dell’ Echinus cidaris ( Cidarites hystrix, Lam. ). Poli. — Tad. 7. fig. 20. SANI Gen. Puoras , Lin. ProLis, LAm. 1. Pholas dactylus, L. Pholade Dactyle, Lam. 2. candida, L. —— scabrée, Lam. 3. —— pusilla, Lin. —— en massue. var. € ) minori Lam. 1. Trovasi nel seno di Taranto , e presso Gaeta , nell’ interno delle pietre calcari. Poli. Tab. YI. fig. a — 5. * - XII 2. Gualt: Tab. 105. fig. E. — Trovasi alquanto rara sulle coste del Tirreno. Vive come la precedente. 3. Poli. Tab. VII. fig. 12: 13. —! Chemn. 8. -t4 102. f. 872-874. Abita nell’ America , e nelle Indie , Gm. ). Nel mediter- raneo , lungo la costa di Portici e Torre del Greco. HRR a Gex. Mya, Lin. Unio, Lim. 1. Mya pictorum , L. Mulet des peintres. Lam. 1. Specie unica di questo genere reperibile appo noi. Vive ne? laghi, ne’ stagni, e ne’ fiumi. La carne di questo mollusco è troppo insipida, viscida , e difficile a digerirsi. Ne' stomachi deboli produ- ce la scialivazione e la nausea : promuove le urine. inni i Gen. Soren , Lim SoLen, Lam. 1. Solen siliqua, Lin. Solen silique, Lam. v. b.), nob. vb) ne 2. ——— vagina, L. —— gaîne, Lam. 3. —— ensis, L. ——— sabré, Lam. var. b. ), nob. VIPOLO) 4. ——— legumen, L. —— gousse, Lam. 5. -—— strigillatus, L. rose, Lam. 6. —— coarctatus, L. —— rétréci, Lam. 1. — var, db. ). Testa alba, epiderme fulvo vestita. Di- stinguesi dal siligua pel suo colore tutto ugualmente bianco : quan- do è rivestito dal suo epidermg è d'un color leonino o verdastro chiaro. Raro nel Mediterraneo. 2. Poli, Tab. X,f_2-10. XIII 3. — var. b. ). Testa majore rectiuscula. Chemn. Conc. 6. Tab. 4. f. 29. Questa varietà troppo rara acquista una dimensione di 4. pol. in larghezza — Vive nel golfo di Pozzuoli . Gmelin e Lamarck hanno citata questa figura sotto il S. sili- qua , di cui il secondo lo considerò come varietà. » Soler siliqua major. Ma convenendo pel cardine coll ensis, dal quale non diffe- risce in altro che nella forma più retta, e nelle dimensioni mag- giori, io lo considero come varietà di questo , e non già del silz- qua. Lamarck medesimo lo citò con dubbio per varietà dell’ ensis, e ciò forse perchè , non avendo potuto esaminare la conchiglia, ne riguardò soltanto la figura , la quale stà intermedia tra queste due specie, 4. Poli, Tab. XI. f. 15. 5. Poli, Tad AZI: f. 1-10; Tab. XIII. 6. Chemn. Conch. 6 f. 45. Lamarck non conobbe questo Solene che nello stato fossile pro- veniente dall’ Italia , e perciò citò Brocchi anche con dubbio. Lin- neo lo dice abitante dell’ Isole di Nicobar. Renieri , secondo Broc- chi assicura , lo ha trovato vivere nell’ Adriatico. Vive nel Tirreno, ne' fondi fangosi , presso la spiaggia di Cuma — Raro. MII Gen. TeLuini , Lin. TeuLinA, LAm. 1. Tellina planata, L. Telline applaltie. Lam. v.a) T.complanata, Gm. 2. _—= cxigua, P. —— petite. v. a}, rubra. v. 4 ), rouge. v. b), flavescens. v. b ), jaunétre. vice) alba: v. c ), blanche. 3. -——- incarnata, P. pàlescente, Lam. 4. 5° 6 7 0 < s hl (Co) 11. 15. XIV Tellina rostrata, P. nitida, P. distorta, P. variegata ; P. balaustina, Gm. —— serrata, Br. —— pellucida, Br. — Gari, Lin. —— Gari, P. v. b ). Cumana , nob. —— polita, P. —— fragilis, L—Gm. —— striata, nob. —— togata , P. ——- gibosa, Gmel. —— digitaria, L—Gm. —— divaricata, Gm. Telline gentile, Lam. onix , Lam. torte , P. —— bigarrée , P. —— dentele. —— balaustine , P. ——— — transparente. Psimmozia, Lam. Psammobie bleudtre, Lam. —_— fleuri, Lam. v. Bb). —— de Cuma, n. —— de Poli, n. —= fragilis ? Lam. PsAmorAra. LAm. Psamolée traillisée , n. SoLemyA, Lam. Solemye mediterranéenne , Lam. Lucina , Lam. Lucine bossue. —— digitale, Lam. —— divergent, Lam. —— lactea, Lin—Gm., e Poli. —— lacte, Lam. —— Papyracea. P. —— Mediterranea , nob. —— Olimpica, uob. —— reflexa, Br. aCiPol 220 ROSI Mio. OponcineTA , Cos. Odoncinete papyracée, n. Corrura, Lam. Corbule mediterranéenne , n. —— olympique, n. —— reflesci, n. — var. a ). Born. Tab. 2. fig. 9. — XV La var. a ), descritta da Born ( Mus. Caes. Vind. ) col nome di planata, è riguardata dallo Gmelin come specie distinta , desi- guandola col nome di complanata , e dal chiarissimo Lamarck viene citata come sinonimo della parata stessa. Brocchi la crede specie distinta , e pretende esser la stessa che la Madagascariensis , do- lendosi dello Gmelin che ne ha fatte due specie diverse. Ma s° egli avesse fatto attenzione alle strie trasversali troppo sensibili della Madagascariensis , secondo la figura di Lister ( Z'ab. 386 f. 233. ) chiaramente le rappresenta , e siccome negli originali si veggono , le quali nella planata e nella complanata sono quasi per intiero can- cellate ; ed alla solidità maggiore che ha quella ; malgrado l’ oscurità della frase dello Gm., non sarebbe caduto in questo equivoco. Lamarck, citando la stessa figura di Lister sotto la sua Tel. obliqua, ri- ferita con dubbio alla Madagascariensis , soggiunge, che |’ infles- sione del lato e margine anteriore è appena sensibile , mentre in indidividui cotanto maggiori della nostra plarata dovrebbe questo carattere mostrarsi meglio pronunziato. In quanto alle differenze tra la planata e la complanata ridu- consi alla sola grandezza minore , e nell’ angolo acuto , nel quale vien terminato il lato anteriore della complanata. Il Brocchi , con- siderando come errore |’ espressione della frase dello Gmelin re- lativa alla complanata , vorrebbe che in vece di margine acuto, leger si debba au eto, acciò possa assimilarla alla Madagasca- riensis. Ma 1° Aut. si è servito di questa espressione per designare P angolo acuto , che distingue questa bivalve dalla sua affine , la planata , per la quale usò l’ altra marginibus acutis , essendo in enivambe realmente i margini quasi taglienti. 2. Poli. Tad. XV. f. 15, — Bonan. Mus. Kirch, II, f, 43. Tellina Tenuis, Maton. Atti della Soc. Lin. di Lond. Vol.8, p. 52, n.8. — Chemn. t. 11, f. 101, XVI Questa specie era già nota a Bonanni , il quale ne diede una chiara descrizione , ed una buona figura , specialmente della v. a ), nel suo Mus. Kirch. n. 43. Chemnitz ne aveva figurata la sola varietà rossa. La Tellina zonata, di Gm. non è che la varietà rossa; e nel- le osservazioni fa parola ancora della var. bianca. È reperibile lungo le coste del Tirreno ( e nell’ Oceano Bri- tannicco ); e sospetto che la exilis di patria ignata , secondo le descrizioni che ce ne da Lamarck , appartenga a questa medesi- ma specie. 3. Poli I.° Tab. XV, f. 1. — Gualt. Tab. 88. f. M. Sebbene registrato avesse il Gualtieri sotto una medesima cate- goria le telline da lui rappresentate colle lettere H, I, L,M,N; di quesie non di meno la sola M rappresenta esattamente la nostra specie , tanto per la forma che pel raggio pallido osservabile sul la- to anteriore. Quindi a ragione l adottarono esclusivamente (melin e Poli, qualificandola per l’ incarnata descritta da Lin. nella Fauna Suecica. Lamarck per l’ opposto , citando come sinonimi della sua T. depressa , la depressa di Gm. e la incarnata di Poli, si at- tiene unicamente alla figura L, la quale si riferisce piuttosto alla 7. nitida, P. Il carattere distintivo della 7°. incarnata, consistendo nel- la forma ricurva del pube, ove sembra quasi sinzato , e nelle nati- che sporte in fuori e sensibilmente ricurve , non può esser confusa colla specie figurata da Lister ( Zad. 405. fig. 251. 252. ) citate dallo Gmelin come due varietà ; nè con quelle di Chemnitz ( Tab. 12. f. IIo‘e 117 — o. g: Gm), e.di Born ( Tab.'2. f. 13), le quali spettano a specie esotica ben dalla nostra distinta. — Inquan- to alle varietà notate dall’ Olivi, esse soro di poca o niuna impor- tanza. XVII Trovasi di rado sul Tirreno; frequente nell’ Adriatico, e spe- cialmente nel seno Tarentino. APolAZia ONERO: — MBorno L'ad 2 fato: La differenza che passa fra la 7°. rostrata di P. e quella di Lin. è quella stessa, che si osserva fra ogni altra specie del Mediter- raneo e le identiche dell’ Oceano settentrionale , delle Indie ec. Per questa ragione non sembra fondata la distinzione , che ne ha fatta La- marck, descrivendola come specie distinta, che ha designata coll’epi- teto di pu/chella ; mentre, le frasi stesse, adottate dall’ autore per di- stinguerle, sentono di quella stiracchiatura propria de’ casi, in cui man- cano caratteri essenziali, peri quali restar possano definiti , e disgiun- ti due esseri. Sarebbe quindi meglio considerare la nostra tellina ro- strata come varietà della specie linneana , senza introdurre un nome nuovo , dappoichè la moltiplicazione di questi reca non poco nocumen- to alla scienza. Trovasi come la precedente sulle coste del Tirreno , e nel Golfo di Taranto. Nell’ Adriatico è rarissima. ; 5. Poli, IL Tad. XV. f. 2—4. — Frequente nel Mediterraneo. 6. Poli, I. Tab. XV. f. 11. — Frequentissima e bella con- chiglia abitante 1’ Adriatico , e specialmente il Golfo di Taranto. 7. Poli, 1. 7ab. XV. f. 10. * Rarissima nell’ Adriatico. Questa elegantissima bivalve, poco dalla precedente diversa , ne differisce per una maggior solidità , meno inuguaglianza delle valvo- le, le quali sono ancora più regolari , e per la maggior brevità del lato anteriore. Due o tre grandi raggi rossi semplici, o suddivisi , che dall’ apice vanno al margine, adornano la bianca conchiglia. 8. Brocchi. Conch. Subap. 2. p. Bio. n. 3. Tav. XII. f. 1. Testa ovata , compressa, transversim striata , latere antico oLlique truncato , pube lamellari-rugosa in altera valva angu- stiori, vulva canaliculata. 2 (0) XVII Brocchi discuoprì questa conchiglia fossile in Valle di Andona e nel Piacentino ; e per sua medesima testimonianza , il Prof. Re- nieri trovata l’ aveva già vivente nell’ Adriatico. Trovasi assai di ra- do anche nel Tirreno , d’ onde proviene l esemplare della mia colle- zione. Il suo colore è di un bianco sporco , o gialliccio ; le strie trasversali finissime. In tutt’ altro conviene colla descrizione, che ne dà Gmelin della 7°. virgata , di cui potrebbe essere una varietà. Lunga lin. 8, larga 12. g. Poli. I. Tad. XVI. f. 17. — Gli apici o natiche rezte , la uguaglianza de’ lati, l’ impressione muscolare similare alla figura delle valvole, e non a zona prolungata , e la piega flessuosa pro- pria delle telline , mi hanno persuaso riporre questa conchiglia fra le telline di Lamarch, e non fra le Zucine , ove per qualche ana- logia del cardine potrebbe registrarsi. Ma, a confessione dello stes- so Autore , questo carattere è troppo variabile nel gen. Luci. na; e quindi non può meritare la preferenza agli altri sopra in- dicati. Il sig. Payraudeau , che ha descritta una Lucina dell’ I. di Corsica sotto il medesimo nome ( Catalogue descript. ec. des Mol- lusq. de 1’ Ile dé Corse ; Paris, 1826 ), citando con dubio Lin- Gm. , e Poli, osserva a torto, che la figura di Poli non è esatta, dopo essersi accorto delle differenze che vi esistono , tanto nella fisura che nella descrizione : e non lo avrebbe citato come sinoni- mo , se più accuratamente avesse paragonato i caratteri generici dell’ una con quei dell’ altra. La sola analogia del colorito avvi- cina queste due conchiglie. Rarissima nel Golfo di Taranto. Vive ancora nel Tirreno, d’ onde qualche raro individuo ho pur tratto. to. ( Brocchi. Conch. Sub. 2. p. 514. n. 11. — Tav. XII. f. 8. ) Testa ovali-convexa , fragilis , laevigata , utrinque rotun- XIX data , pube obsoleta, cardine in utraque valva unidentato cum foveola adjecta , dentibus lateralibus elongatis , obtusis. Ben si avvisò il Brocchi a distinguer questa specie dall’ opali- na ( erroneamente detta Apelina ), cui riferita 1 aveva Renieri ( secondo lo stesso Brocchi assicura ) , il quale Ia trovò nell’ Adria- tico. L’opalina, nativa del m. di Nicobar , si distingue per una costa elevata, che , nell’ interno di essa, dall’ apice ed obbliquamente si porta al margine esterno. Le differenze del cardine non sono però ri- conoscibili , dappoichè nulla sopra questa parte si dice nella descri- zione dell’ opalina. Mi riserbo non di meno dar altri schiarimenti su questa specie in altro lavoro. Il. Chemuiiz. Conc: 0,t. 10%, £92 ,, 199% Abita i mari delle Indie, Lin. ); rara nell’ Adriatico presso Chioggia, Olivi ); e rarissia nel Tirreno. Gli esemplari di questa rara specie, esistenti nella mia collezio- ne , sono stati pescati nella Spiaggia di Chiaja. Un individuo picco- lo esprime perfettamente i caratteri assegnatili. 12. Chem. Conch. 6. t. 7, f. 5g. 60 — Solen vespertinus. Gm. v. D) magis violacea ; radiis intensioribus. Lam.—Born. Tab. 2 fo. Poli fu condotto forse in errore da Born, il quale avea già qualificato il Sol. vespertinus. di Gm. per la 7° Gari di Lin. Ma se l’ uno e l’altro avessero meglio esaminata questa conchiglia , si sarebbero acccorti certamente , che tanto la frase linneana , ove sta detto striis transversis recurvatis, dentibus lateralibus obsoletis ; quanto le figure dello Chemnitz , citate dallo Gmelin sotto questa specie, poco gli corrispondono. Non so poi con quanta ragione Lamarck ne ha fatta una specie distinta della sua Psam. gesperti- na , mentre non è che una semplice varietà della stessa; siccome x XX altre ancor ne presenta , che a primo sguardo illuder potrebbero chi giunge nuovo alla scienza. Tali sarebbero p. e. alcuni individui ricevuti dai mari di Sicilia, ed altri più giovani della Spiaggia di Chiaja, paragonati con quelli provenienti dall’ Adriatico. 13. P.Testa ovata laevi , postice rotundata, antice detrun- cata; inaequivalvis, alba , natibus pallide roseis ; margine fle- xuoso. — An laevigata ? Lam. Vedi — Atti della R. Accad. delle Scienze , vol. 3. Vive sul fondo sabbionoso del Tirreno, che dal Promontorio di Miseno corre fino a Patria , e più frequente presso Cuma , d’ onde il suo nome. — Lunga lin. 10 :7,, larga 16. 14. Tellina polita. Poli. Tab. XXI, f. 14. 15. Il cardine di questa bivalve è composto di un sol dente complicato o bifido sulla valvola destra , e tre sull’ opposta , de’ quali uno più piccolo , al- quanto discosto , e situato sulla regione del pube. Manca di pie- ga sul lato anteriore , ed entrambe 1’ estremità sono alquanto sbadi- glianti ( Rians ). Questi caratteri mi hanno persuaso a riporla nel genere Psammobia. Lam., distinguendola col nome dell’ autore, comecchè questo dotto naturalista l’° ha descritta ed illustrata (1). Poli si avvide , che l’ abito di questa conchiglia si accosta a quel- lo delle donaci , se non che manca di quella troncatura nella parte anterione, comune alle specie di questo genere; e si determinò a riporla fra le zelline , per la struttura del cardine a questo genere più convenevole, e perchè 1’ animale, che 1’ abita ( Peronea Bre- virostris ), presenta notabili differenze, le quali dalla Peronea (1) Bonanni conobbe questa conchiglia, e ne diede una buona de- scrizione $ ed una esatta figura, tanto nel Mus. Chircheriano , quanto nelle sue Ricreazioni, al n. 42. XXI ramosa , abitante la Don. semistriata, P., lo discostano, — v. Po- Lita pr 45 Fa meraviglia però come il chiarissimo Lamarck abbia potuto sospettare che esser possa una Z'erere, citandola con dubbio sotto la sua Z. petalina n. 67, mentre, allo infuori dell’ estremità sba- diglianti , tutti i rimanenti caratteri si trovano chiaramente descrit- ti da Poli: ed è ben distante il cardine tridentato di entrambe le valvole delle veneri ( perus. Lam. ), da quello già decritto del- la nostra Psammobia, perchè ambigua non resti la sua generica de- terminaz ione. 15. Poli. 1. Tad. XV. f. 22. — Chemnitz. t. g. f. 84. La Psammobia fragilis di Lamarck sembra del tutto conveni- re colla nostra specie, salvo che pel colorito. Egli però non ripor- ta alcun sinonimo , onde ha dovuto considerarla come specie distin- ta, e con dubio ancor la ripone nel Mediterraneo. 16. P. Testa albida, ovato-oblonga , transversim striata , posterius rotundata , anterius subacuminata breviore. Trovasi presso il Promontorio di Miseno. Lunga lin. 3., lar- SEZIONI Vedi, Atti della R. Accad. delle Scienze , v. 3. --» (1). 17. Poli. Tab. XV fig. 20. Bella e rara specie del Mediter- raneo. Trovasi alquanto più frequente sulle coste di Sicilia. 18. Gualtieri. Zad. 77, f. Q. — La patria di questa conchi- glia fu ignota a Gm. La specie adriatica è alquanto più piccola e più tenue degli esemplari provenienti da mari stranieri. Esterior- mente è tinta d’un legiero colore di ocra. È un poco rara, nè mai (1) Zamarck da questo nome specifico (trailliste ) alla sua T. de- cussata. XXII coll’ animale mi è pervenuta, L’ Olivi confuse questa specie colla Tel. lactea, di cui la considerò come una varietà , notando , che l’ abito , 0 forma esteriore, è da quello della /actea diverso. 19. ‘Polit!Zab: XV; ‘253 20. La figura manca presso gli autori. Non sono ancor per- suaso , che queste due conchiglie esser possono specie diverse , ma piuttosto l’ una sembrami varietà dell’ altra. L’ età fa prendere una certa modificazione ai solchi obbliqui , e distrugge la legerissima tinta, che sopra le natiche della digitalis vi considera Lamarck, e che in qualche esemplare della divaricata anche legermente si os- serva. | Trovasi ben di rado ne’ nostri mari. Più frequente è fossile , nei terreni di recente formazione , presso Taranto. Sempre picciolissima, e non maggiore di 3 lin. nel diametro trasversale. 21: Poli. Tab. -XV./f.28:, 29. — Gualt. Ziab.g1.f. D. Lamarck , dopo di aver riferita la tellina lactea al suo gene- re Amphidesma, credè dover distinguere la 7°. Zactea di Poli dal- la 7. lactea di L.-Gm., riferendo la prima all’ amph. lactea, e la se- conda all’ amph. lucinalis. Ma è siugolare il vederle riunite e ri- prodotte nel genere Zucina, ove sono citate come sinonimi , in- sieme colle figure del Gualtieri , dello Chemnitz, e dell’ Enciclope- dia, riferite già all’ amphidesma lucinalis. Questa amfibologia mostra ad un tempo la legerezza e l’ inco- stanza de’ caratteri , sopra i quali taluni generi sono stati fondàti , e l'incertezza, nella quale ha dovuto trovarsi quel dotto naturalista, nel determinare questa specie. Confessa egli in fatti, che il cardine delle Zucine è variabile, e non occulta, che il genere amphidesma è tatto artificiale. Esaminando attentamente la Lucina, di cui è quistione, non XXIII si può tacere che la stessa presenta non lievi difficoltà nell’ asse- gnarsi un posto , sia fra i generi linneani , sia fra fra quelli del metodo naturale di Lamarck. L’ animale è stato analizzato da Poli, e distinto da quello del- le congeneri bivalvi, percui lo definì. Loripes orbdiculatus. = La conchiglia , avendo il legamento del tutto coperto dall’ espansione del labro, potrebbe esser riferita al genere amfidesma. Ma non es- sendovi l’altro più piccolo all’ esterno , siccome in questo genere sì richiede ( Zigamentum duplex );e l’ occultazione del legamento derivando dallo avvicinamento sommo degli orli del torace , onde non può dirsi propriamente ir/erz0 , siccome lo stesso Lamarck fa avvertire ; impropriamente verrebbe riposta tanto nelle amfidesme, che nelle /ucine. Altronde vi è da riflettere che , sì in questa, che nelle altre lucine, si trova l’' infossamento o depressione ca- ratteristica delle vereri , nel qual genere infatti riposta venne da Linneo la maggior parte delle Lucine di Lamarck; ma nella lucina lactea questo catattere è quasi incipiente , ed associato colla dila- tazione angolare propria delle telline , non però ripiegata , nè cor- rispondente al margine anteriore. Quindi a me sembra , che questa specie costituisca ]l’ anello di passagio tra le ze/line e le veneri di Linneo , e tra le amfidesme e le lucine di Lamarck. Poli fece perciò un genere a parte per questa specie sotto il nome di Zoripes ; e Lamarck , nelle osservazioni apposte sotto il genere Zucina, conviene esser ben fondato il pensiere del nostro Conchiologo , tanto per i caratteri della conchiglia, quanto per quel- fi dell’ animale; ma soggiunge non averlo Egli adottato per de? rap» porti , che esistono col genere da lui stabilito , benchè di minore importanza ! 22. Testa fragilissima, ovata ventricosa candida , antice XXIV uncata depressiuscula , striis exilissimis transversalibus ex@a- rata. Cardo dente unico plano semilunari, ope ligamenti , tran- sversaliter inserto. Tav. 2. f. 1-3 — Poli. Tab. XV. f. 18. — Encycl.upl. (230: f113.Wta. 106. L'animale abitatore di questa conchiglia è stato finora ignoto, a causa della rarità di essa ; giacchè soltanto vota e rigettata dalle onde potè esaminarla 1’ illustre autore de’ Testacei delle duè Si- cilie, cui la conchiglia stessa non pervenne che mutilata. Il mollusco di questa bivalve ha due trachee fistolose e lun- ghissime , delle quali l’ inferiore , o branchiale «@ ) si tiene sempre più corta e più ampia, ed il suo orifizio presenta quattro angoli posti in croce, che sembrano risultare dall’ incrociamento delle fi- bre muscolari, dalle quali è formata, e dalla dì cui contrazione ne resta ristretta la cavità, e l’orifizio chiuso a guisa di sfintere. La trachea superiore d ) si allunga fino ad uguagliare due volte l’ am- piezza delle valvole , attenuandosi in proporzione, ed in varie guise modellandone l’ appertura, onde l’ animale possa assorbire ed in- irodurre gli alimenti nel suo canale digestivo. Questo mollusco ha un piede lanciolato e ), ed il pallio delicatissimo , il di cui lembo è intiero ( non cirratus ), ondolato , disgiunto, e tinto appena di colore ocraceo. Aperta convenientemente la conchiglia, -e seissa quella parte del pallio, che fa l’ uffizio di peritoneo, veggonsi tosto a nudo le branchie x ) fig. 2, col sistoma di vasi lattei y ), che: si anasto- mizano con esse ; il fegato 2) ricoperto da un pannicolo muscola- re, che lo ritiene in sito col rimanente de’ visceri : le ovaja r ); ed il legamento p ). Avendo le branchie nude e disgiunte , e due trachee lunghe e fistolose, questo mollusco, secondo il sistema di Poli , apparter- SVI rebbe al genere Peronea , cui potrebbe assegnarsi lo specifico no- me di textilis, a causa della sua somma delicatezza. In quanto alla conchiglia, a me sembra non potersi convenien- temente riferire ad alcuno de’ generi conosciuli, non eccettuato quel- lo delle Telline del naturalista svedese. Ed infatti , a riserva della leggiera depressione degli angoli anteriori, niun altro carattere es- senziale ha dessa di comune colle Telline. L’ inuguaglianza delle valvole potrebbe farla credere una corbula ; e forsi per tale la ri- tenne Bruguière , se la figura citata dell Enciclopedia Metodica , cui la nostra specie rassomiglia , potesse appartenerle realmente. Lamarck fu decisivamente di questo avviso , nè punto esitò a riportarla alla sua corbula porcina proveniente dai mari australi. Egli la trovò benanco simile all Amphidesma corbuloides. Sottoponendo però il nostro testaceo a più accurato esame si vedrà non potersi riferire al genere amphidesma , perchè il legamento interno è ben da quello delle altre specie congeneri distinto , per situazione , e per struttura, Esso non giace in alcuna fossetta distinta, ma è inserito sul mar- gine del pube, e consiste in due iumide lamine cartilaginee con- giunte esteriormente , che nella parte risguardante l’ interna cavità restano libere o divise, Ciocchè principalmente distingue poi la no- stra conchiglia è il suo dente , il quale non nasce in alcuna delle due valvole, nè in veruna cavità s’ inserisce ; ma è attaccato col- l’ interna ripiegatura dell’ apice , o natica della valvola sinistra , per mezzo d’un legamento delicatissimo, La figura di questo dente è affatto simile a quella d’ un fagiolo, ed il suo legamento corri- sponde perfettamente al sito del funicello ombilicale della stessa se- menza. Situato trasversalmente , i suoi lobbi estremi occupano le corrispondenti sinuosità interne degli apici , ai quali applicandosi con una delle facce si oppone allo slogamento delle due valvole. 4 XXVI Ogni piccolo urto o leggiero stropiccio basta per rompere il deli- catissimo legamento , e distaccarne il dente. Per questa ragione, allorchè 1’ animale è morto , e la sua spoglia testacea vien rigeltata dalle onde, il dente è pur caduto , e quindi si osserva il cardine edentulo , siccome lo definì Poli , che sempre vota la vide. Un carattere così essenziale ed esclusivo , mi è sembrato suffi- ciente a formare della nostra conchiglia un genere particolare , che ho definito col nome di OponcinetA , dai due greci vocaboli oSoys dente, e xvyròs mobile. Osservazioni. Le branchie del mollusco, che abita in questa conchiglia , son congiunte ne’ bronchi, ed elegantemente s’ intrecciano col sistema de’ vasi chiliferi j siccome può vedersi in 6 ) fig. 3. Esse sono disuguali, e la maggiore a ) aderisce per tutta la sua lunghezza colla trachea branchiale, mentre la minore d ) resta per I’ apice soltanto attaccata alla trachea del pallio, od esofago , per mezzo della membrana che la riveste, ivi addensata. Da questa di- suguaglianza delle branchie convien ripetere , se mal non mì ap- pongo , l’ ineguaglianza delle valvole corrispondenti , comecchè pro- dotte dal trasudamento della mucciosa somministrata dalle due disu- guali sorgenti vascolose. Questa osservazione, che , in analoghi casi, non manca di verificarsi più o meno generalmente , ci guida ad opinare , che 1° animale delle cordule esser debba del tutto o nella massima parte simile a quello della specie , di cui è parola. 23. C. testa inflata laevis , antice reflexa; valvis inaequa- PAS libus flavescentibus spadiceo radiatis. Dessa è di figura elittica, più larga che lunga ; tumidetta è le- vigata; anteriormente alquanto ripiegata. Le valvole sono disuguali , di color giallo pallido , con tre raggi rossi di mele, che partono dal- Je natiche , e ) dilatandosi, si stendono fin presso al margine, Il car- XXVII dine è generico. Lunga lin. 2. larga 3. ( V. attii della R. Accad. delle Scienze v. 3.° ) 24. Ginaoni. Adr. T, II, t. 20, f. 140. — Tellina gib- ba, Olivi. Zool. Adr, p. 10r. — Brocchi-Conch. fos. sub.-app. 2. p. 617. — Ency. metod. plang. 230. f. 4. — Mya inaquival- vis. Maton -- Atti della Soc. Lin. di Londra, v. 8. pag. 4o. n. 1a; Lan Ios. Ginanni il primo conobbe questa conchiglia vivente nell’ Adria- tico, e dopo lui l’ Olivi ugualmente lavide. Brocchi la trovò nel- lo stato fossile nell’ Italia, ed in questo stato frequente s° incon- ira in tutti i banchi conchigliferi di antica e di recente formazio- ne. S'ignora se la figura dell’ Enciclopedia sia tratta da origi- nali freschi, o fossili, siccome sembra piuttosto , a causa che niuno de’ conchiologisti francesi cita questa specie fra le corbu- le viventi. Maton e Montagu ne rinvennero nell’ Oceano Britannico una analoga, e la riposero fra le Mie, a cagion del dente solitario, che ciascuna delle valvole presenta. Io ve l'ho citate come sinoni- mi non trovandovi che la piccola differenza delle rughe trasversali delle valvole, che nella nostra olimpica si osservano. L’ ho trovata per la prima volta nella spiaggia di Chiaja, ri- gettata dalle onde : indi nella fanghiglia del mar piccolo di Taran- to in mezzo ai gruppi di ostriche ( ostrea edulis ), e frequentis- sima colà sì trova fra i moltissimi gusci rigettati dal mare, In Si- cilia trovasi anche frequente. Nel Golfo di Ajaccio, Payraud. n.44. 25. Testa ablonga , depressiuscula , inaequivalvis , transver- sim profunde rugosa, pube truncata , carinata , margine antico alterius valva sursum revoluto , cardine unidentato. Brocchi. Conch. subapp. 2, p. 516. n. 14. Tav. XII, f. 6. — Fossile ). Vive nel Golfo di Taranto. Rarissima. * XXVIII Gen. Canpium, Lin. Carpiu»m, Law. 1. Cardium tuberculatum , L. Bucarde tuberculé , Lam. v. a ) absque nodis. v. a ) sans tubercules. 2, ———— edule, L. —— sourdon, Lam. —— v.a) vV..(a/). 3. --— papillosum, P. —— ripe? Lam. 4. -—— aculeatum , Gm. —— épineaux , Lam. 5. —— echinatum, L., Mull. —— herissonné , Lam. 6. —— ciliare, Gm. —— rare-épine, Lam. v.a)etb) Vera”) CTD): 7. —— mucronalum, P. —— a papilles, Lam. 8. —— flavum, Poli et Born. —— sillonné , Lam. 9g. —— laevigatum , Lin. —t— lisse, Lam. 10. —— casertanum, P. —— dé Caserte, P. 1. Chem. Conch. 6. t. 17 f. 173. — Gualtieri t. 71. f. M— Cardium rusticum. Poli, 1. pag. 51, Tab. XVI. f. 5-7. Poli s° ingannò qualificando questo cardio pel rustico di Lin. e considerando il 7uberculatum dello stesso aut. come semplice varietà del rustico, perchè suol trovarsi talora sparso di tubercoli, e tal altra senza di essi. Ma se l’ insigne conchiologo napolitano avesse avuto sott’ occhio la frase linneana , e la figura di Chemnitz ( alla quale Lamarck aggiunge ancora quella di Lister. Tad. 338, f. 170), sì sarebbe chiarito della gran differenza , che passa tra queste due specie — vedi la seguente nota. 2 PolibZ'ab AVI. iau Zab 91 fi F. — List. Tad. 334. f.171. v. a)— Cardium glaucum , Brugu. Dict. n. 14 — Non a torto il celebre Lamarck opinò, che il cardio edule del mediter, fosse varietà dell’ esotico. Quello de’ nostri mari dif- XXIX ferisce dallo straniero non solo per una maggior solidità della con- chiglia, ma anche per le costole , che in questo sono spianate e trasversalmente solcate. Questa differenza è così sensibile, che il sig. Bruguiere ne fece una specie distinta, che chiamò C. glaucum. La figura 194. Tab. 19. dello Chem: rappresenta la specie esoti- ca, e non ha menoma rassomiglianza con quella del mediterraneo ; per cui l’ ho esclusa — Fosse mai il nostro edu/le il rusticum di Lin? La figura 197. tab. 19. Chemn. citata da Gm. sotto al rw- sticum, vi rassomiglia del tutto; anche Lamarck ve la citò con du- bio ; e nelle osservazioni aggiunte sotto il card. rusticum , dice — Il Car. edule di Poli ha molta somiglianza con questa specie, e sembra differire alquanto dal C. edule della Giammaica., — Questa discordanza suole d’ altronde incontrarsi di frequente nel paragonare lespecie di en mare con quelle di altro molto remoto, e nel quale soncorrono circostanze affatto diverse. 3. Poli. — Tad. XVI. f. 2-4. Trovando molta analogia tra questa specie del Mediterraneo de- scritta da Poli , ed il cord. scobinatum ( ràpe ) di patria ignota descritto da Lam. , io ve l ho riferito con dubio. Lamarck però non cita il car. papillosum come sinonimo del suo scodinatum, nè fa di quello menzione altrove : sarebbero desse per avventura distinte specie ? 4. Poli, Tab. XVII. f. r —3. — Chemnitz. Conch. 6. t. 15. p. 156. Cord. muricatum. Lin. Mus. Lud. Ult. 485. n. 35. N. B. Gmelin cita per errore la fig. 157. — Vedi la nota seguente, 5. Miiller, Zoo/. Dan. 1. 46. t. 13. f. 1. 2-+ Poli Tab. XVII. f. 475.—Chemn: Conch. 6. tab. 15 f. 157. — (non 158). XXX 6. Ben a ragione Lamarck ha fatto di questa specie due di- stinte varietà, la prima cogli aculei più lunghi e compressi nella base , la seconda con aculei più corti e più ottusi ( ch' ei chiama iubercoli ), e che nel lato posteriore sono quasi in forma di cuc- chiajo. Poli non conobbe che la prima solamente , che figurò nella tav. XII, f, 20, la quale crescer suole molto di più; Lamarck l’ha scambiata citandola sotto la varietà b ), la quale, secondo lo stesso a, , e Gm. , abita le coste di Africa, donde forse vien ri- gettata sopra quelle dell’ Adriatico , per cui si trova rare volte co- gli aculei intieri, 7. Poli Tab. XVII. f. 7. 8. — Lister, Conch. T. 324. f. 161. Lamarck riguarda questa specie di Poli come una varietà del Card. echinatum, L. ( Buc, a papilles, Lam. ), il quale dif- ferisce dal Card. echinatum , P. per le papille costantemente tubu- lifere ed a spatola auriforme, mentre che nella specie poliana le papille sono corte, compresse , uncinate e molto obblique. 8. Poli — Tab. XVII. f. 9g. Cardium ablongum. Gm. . 19 f. 190, — Chemnitz -- Conch, 6. Il Cardium Crassum di Gmelin non è che una semplice va. rietà di questa specie , nella quale i solchi e le dentellature sono più profonde, e la conchiglia tutta è più grande, e più doppia. Il Cardium flavum di Lin. è specie esotica, distinta dalla presente. Lamarck riferisce il card. flavum di Poli al suo c. sulcatum ; ma io lo trovo più corrispondente al serratum, tanto per le descrizio- ni, quanto per la figura 185, 186 della tav. 18, di Chemn, , al- la quale puntualmente corrispondono i nostri esemplari. 9. Poli, Tab. XVII. f. 10. 11. — Chemn. Conch. 6. tab. 18. f. 189. Lamarck non riporta sotto il suo c. Zaevigatum la nostra XXXI specie, Egli lo riguarda come esotico, e tale ancora lo considerano Lin. e Gm. La perfetta corrispondenza del nostro cardio colle de- scrizioni de’ conchiologi, e colle figure che ci hanno eglino esibite del Car. /evigatum non lasciano, a mio credere, luogo ad alcun dubbio sulla identità della nostra specie con quella proveniente dal- l Oceano atlantico ed americano. La carne di questo mollusco è dolcissima e sapida. Il suo piede falciforme, e ripiegato , è bianco, screziato di rosso sanguigno , non già punteggiato come quello del car, flavum. 1o. Poli, Tad. XVI, f. 1. Trovasi non molto frequente ne’ ruscelli, e nelle rive del Sebeto. ta vsdd Gen. Mactra, Lis; Macrra , Lam. ®. Mactra glauca, L. Mactre fauve , Lam. 2, —— stultorum, L. —_— lisor, Lam. 3. —- lactea, Gm. —— lactée, Lam, 4. -—m striata, Gm. —— cannelee, Amupiinesma, Lam. —— cornea, P. 5. Amphidesme donacille , Lam. 1. Mactra neapolitana , Poli. Tab. XVII. f. 1-3. —Chemn. t. 256, fig.1. a, b — Encycl. met. pl. 256. f. 1. a, Ò. Il chiarissimo Poli qualificò questa bivalve per nuova , distin- guendola dal nome della patria di essa. Il dotto uomo non ne vide forse che la figura di Born, citata dallo Gmelin come varietà del- la glauca , e ch’ egli riferì pure con dubbio alla sua M. neapoli- tana; onde potè crederla a ragione specie distinta ; ma se avesse osservata la figura di Chemnitz, si sarebbe convinto , che la sua pre- XXXII tesa nuova specie conviene esattamente con quella. Abita le coste di Spagna e dell’ Italia. 2. Poli. Tab. XVIH.5! 10-12 \-— /Chemn; “Conch\. 96. t. 23 f. 224-226. Specie comunissima nel Mediterraneo. Lamarck esclude la fig. 26 e 27 di Chem., citate dallo Gme- lin; la 26 però rappresenta un individuo giovine di questa specie, frequente ad incontrarsi fra le moltiplici che ne allignano nel nostro mare. 3. Poli, Tab. XVIII. f. 13, 14. — Chem. t. 22, f.220. Lamarck cita la fig. 220 , e 221 dello Chem. nella sua mac. alba , ove riporta come sinonimo la m. Zactea dello stesso A., la quale vive nell’ Oceano Indiano, e da ciò solo distinta. Gmelin , e dopo lui perecchi altri conchiologi , hanno riferita di accordo la m. Zactea all’ Oceano Indiano ; ed al contrario han riposta nel Mediterraneo la n. corallina. Quantunque non vi sia fra queste due specie un carattere fondamentale per distinguerle es- senzialmente, ma una semplicc graduazione di tinta sopra le fascie trasversali, risultanti dal successivo accrescimento della conchiglia , tuttavia corrispondono meglio alla nostra mactra le frasi e le fi. gure citate per la m. Zactea, che quelle spettanti alla 72. corallina. 4. Chemn. Conch. 6. t. 22, f. 222. La patria di questa con- chiglia fu ignota sempre ; ne io posso assegnarla con precisione. Abita però il Mediterraneo , avendone ricevuti degli esemplari fre- schi da Sicilia. Ne’ terreni di recente formazione , s'incontra sovente fossile , siccome più circostanziatamente farò osservare nel catalogo de’ testacei fossili del Resno, che seguir deve il presente. 5 “Poli. dad XIXAEl:8 nia Ben si avvide il nostro autore, che questa bivalve corrisponde- va pel suo abito più alle donaci che alle maztre ; nè tralasciò di XXXIII far conto dell’ analogia che si osserva tra l’ animale che l’ abita , e quello delle donaci e di talune telline , cosicchè lo registrò nel suo genere Peronaca, distinguendola col nome di ramosa. Abbaci- nato dall’ analogia del cardine, riportò la sua conchiglia al genere mactra, tuttochè avesse avvertito non trovarvisi affatto corrispondente. Abita il Mediterraneo ; frequentissima nelle spiagge arenose del Regno di Napoli. 30 Gen. Donax , Lin. DonaAx , Lam. nd + Donax trunculus , L. Donace tronquée , Lam. semistriata , P. allongée ? Lam, 3. —— venusta , P. élegante, P. VeneruPISs, Lam. Irus, L.-Gm. Venerupe lamelleuse , Lam. Ja 1. Poli, Tab. XIX, f. 12 — Specie comune in tutti i mari europei e dell’ Allantidi, Gm. ): in tutte le spiagge del Regno di Napoli, e non nel solo golfo di Taranto , secondo Lamarck. 2. Poli, Z’ab. XIX f. 7 — Vive colla precedente, ma è ra- ra. La descrizione, che dà Lamarck della sua D. elorgata è appli- cabile puntualmente alla specie poliana; ma le figure da quello ci- tale, e specialmente la fig. F, Tad. 89, Gualt. , in nulla le so- migliano. È perciò che 1’ ho rapportata a quella con dubbio. 3. Poli, Tad. XIX, f. 23 — Poli ha descritta questa dona- ce, assegnandole a ragione il nome di venusta, per l’ elegante suo colorito — Trovasi di rado nel Golfo di Taranto , e presso Napo- li — Più facile è in Sicilia nel mare di Palermo, ove cresce anche dippiù. 4. Poli, I, Tad. XIX, f. 25, 26, — Encycl. pl. 262, f.4. — Chemn. Tad. XXVI, f. 268, 270 — Gualt. Tab. XCV, f. A, 9 XXXIV Gmelin si era avveduto che il cardine di questa conchiglia ap- parteneva alle Zeneri più che alle Donaci, ma non osò distaccarla da questo genere , sia per tema di errare, sia per la forza delle prime idee ricevute , che sovente non si abbandonano senza |’ im- pero di forza superiore. Era riserbato ai Naturalisti della Senna, ed al secolo XIX l’operare questa necessaria riforma — Nulla dimeno la confusione non è del tutto dilesuata. Lo stesso Lamarck riferi- sce, benchè con dubbio, al suo Gen. Petricola questa medesima specie , dopo averla risguardata come Zenerupis ! adapagicocee RIE - Gen. Venus, Lin. Venus, Im. 1. Venus Casina , L. Venus chambriére , Lam. D. verrucosa , L. = à verrues, Lam. 3. —— corrugata - v. 2. ), Lam. —t— rugelle - v. 2. ), Lam. } 4. —— gallina, L. —— poule, Lam. 5. —— Petagnae, nob. —— dè Petagna, n. 6. —— geografica, Gm. —-— geographique , Lam. 7. —— Tenorii, nob. —— dè Tenore, n. var. a), b), c). var. a),"b), c). 8. —— rariflamma , Lam. —— rariflamme , Lam. 9. —— bicolor, Lam. —— bedau, Lam. 10. —— florida, Lam. —— fleurie, Lam. 11, —— petalina, Lam. —— petaline , Lam. 12. — decussata , L.-Gm. —— croisée, Lam. va), B},y) va), B),y) 13. ——— Dysera , L. —— Dysere. 14. —— Paphia, L. —— Paphie. Crraerea , LAM. 15. —— Chione, L. Cythérée fauve , Lam. 16. —— lupinus, L. —— lunaire , Lam, XXXV 17. —— exoleta, L. —— exoltte, Lam. 18. —— nux, Gm. —— noix. PerricoLA, LAm. 19. —— rupestris, Broc. Pétricole lamolleuse , Lam. 1. Lister, Zad. 286, f. 123 — Bella e rara specie dell’ O- ceano Europeo ed Atlantico. Facile a confondersi colla Discina , dalla quale però si distingue per le lamine ineguali, pel colorito intieramente bianco nell’ interno, rossigno presso gli apici o nati- che, e più oscuro nei lato posteriore. Un solo esemplare , pescato presso la punta di Posilipo, ne posseggo nella mia collezione. Le fig. 301, 302 della Tav. 29, Chemn., poco o nulla convengono col nostro esemplare. Lunghezza lin. 18. 2. Poli, Tab. XXI, f. 18. — Specie comune de’ mari euro» pei, e di quelli delle Indie. La 7. corrugata, v. 2) Lam., sem- bra essere una semplice varietà di questa specie, nella quale le ru- ghe longitudinali, che tagliano le trasversali , sono meglio pronunzia- te: e forse ancora ciò dipende dall’ essere più giovine, e dall'aver subìto minore attrito , essendo le prime sempre più delicate delle seconde. In fatti, tra i moltiplici esemplari della medesima specie comune tra noi, si osserva siffatta differenza, secondocchè la con- chiglia proviene direttamente dal suo domicilio , oppure , rigettata dalle onde , vien sulle spiagge raccolta. Ciò non ostante, ritengo lo specifico nome datole da Lamarck finchè non avrò accumulati maggiori schiarimenti. 3. Vedi il numero precedente. 4. Poli, Tab. XXI, f. 6 — Volgarissima specie de’ nostri mari, di cuì si conoscono moltissime varietà di colorito e di scre- ziature, 5. Testa erassa cordato-rotundata , sulcis transyersis pro- * XXXVI fundis et aequalibus exarata , margine externo laevi, interno exquisite crenato. Extus fusco ferruginea , intus rubiginosa. nob. A primo sguardo il solo colore distingue questa conchiglia dal- la 7. gallina ; nondimeno è da questa diversa , per i solchi rileva- ti, i quali sono doppi ed uguali dall’ uno all altro lato ( non già frastagliati e disuguali verso entrambi i lati, siccome nella ga/li- na ). Le valvole sono più doppie, e meno tumide ; le natiche a- cute e meno ripiegate ; il margine interno quasi addentellato , e non finamente crenulato, come nella gallina ; il cardine finalmente si distingue da quello delle congeneri, consistendo in due denti validi , divaricati, e quasi bifidi nella valvola destra; ed altrettan- ti nella sinistra, de’ quali uno cuneiforme , valido, quasi bifido , situato precisamente sull’ apice , il quale s’ inserisce fra i due della valvola opposta: l’ altro è lineare , disteso sulla regione del pube, e s'inserisce in una fossetta corrispondente dell’ altra valvola. Que- sta struttura di cerniera , come ognun vede, accosta la nostra bi- valve al genere crassina, ove forsi a giusto titolo dovrebbe riporsi. 6. Poli, Tab. XX, f. 12, 13 — Poli riferì questa conchi- glia abitatrice del Mediterraneo alla 77. Zitterata di Lin. , la quale spetta all’ Oceano indiano. Essa però non può con quella confon- dersi, sia che si guardi la solidità delle valvole ( differenza per al- tro troppo comune tra le specie mediterranee e quelle de’ mari stra- nieri ), sia che si confrontino i solchi trasversali, e le macchie più cospicue dell’una colle lineole rare, angolari e frastagliate del- I altra. Anche la figura quasi trigona della 7. littera vale a farla distinguere dalla nostra geografica, ch’ è di figura ellittica, seb- bene questa forma ha pure quella che ci ha rappresentata Argent- ville, che però è molto più distinta dalla nostra, per la grandezza, e per la flessuosità delle valvole nella region del pube. Lo stesso XXXVII Poli si avvide delle notabili differenze , che questa bivalve presen- ta, ma le attribuì Egli forse a quelle cause ordinarie, le quali, in due mari assai diversi fra loro, sogliono modificare la stessa specie; e quindi si credè autorizzato a confonderle. Bonanni la co- nobbe ugualmente, e la descrisse come propria del mare di Na- poli , nel suo Mus. Kirch. n. 42, esibendone una buona figura. Il suo commentatore però fortemente s'illuse aggiungendovi , come si- nonimo , la Donax scripta , Lin. , e citandovi la figura G. Zad. 77 del Gualtieri : l'una e l’ altra spettanti a specie anche fra loro diverse. La fig. 2. a, 3, della pl. 283 dell’ Enciclopedia , citata da Lam., parmi doversi riferire ad una varietà della decussata , e quindi deve essere esclusa della 77. geografica — Vive nel golfo di Taranto , e più ancora ne’ mari di Sicilia presso Palermo. n. Testa elliptica inaequilatera , transversim sulcata, lon- gitudinaliter obsolete striata ; cardine recto , pube producto. Nob. Tab AE a) Crocea , maculis rarissimis fulvis. ——— b) Alba, vel carnea, natibus violaceis , radiis duobus pal- lidis — Ven. Beudantii, PavrAuDEAU, n. 90. c) Alba , lineolis punctisque fulvis varimode picta. La figura di questa venere è affatto simile a quella della pre- cedente; ma la struttura del cardine , e gli accidenti de’ colori e delle macchie la distinguono a bastanza. Nella prima i denti cardi- nali sono spianati e convergenti verso l’ apice delle natiche ; nella seconda sono elevati, e paralleli, non altrimenti che nella rari- flamma , bicolor ec. La var. a) è frequente in Sicilia presso Pa- lermo — La var. è) e c) abbonda nel golfo di Taranto, ed è men ovvia sulle coste dell’ Adriatico. XXXVIII 8. Fenus laeta, var. £ ), Poli, Tab. XXI, £.4— Encyel. PIS2800, VERONA EDI 9g. Venus laeta, var. e); Poli, Tab. XXI, £.3 — Lungo sa- rebbe a discorrere sopra queste ed altre novelle specie introdotte dal chiarissimo Lamarck , nel suo sistema degli animali senza vertebre ( Hist. des anim. sens vertébres ); ma fuori de’ limiti a me stesso prescritti, e dalla natura di questo lavoro richiesti, mi condurreb- bero le considerazioni a farsi, dovendo assumere a ragionar di pro- posito sopra i caratteri distintivi delle specie, e quelli che spettano alle di loro semplici varietà. Riserbandomi , quindi , di rivenir so- pra questo argomento in altro luogo , agginngerò quì solamente -- 1. Che il cardine di queste due specie, siccome quello della pe- talina e della florida, varia sovente in guisa , che, se molti ed identici esemplari non si hanno fra le mani, facilmente può esser condotto in errore chi strettamente volesse attenersi al numero e disposizione de’ suoi denti -- 2. Che queste aberrazioni crescono ancor più, per rapporto ai loro colori ed alle macchie. Con ragio- ne quindi il nostro dotto Poli la chiamò venus Zaeta ( venere ca- pricciosa ), facendo altrettante varietà , quante più costanti e più interessanti differenze egli ne vide. ro. Venus laeta, Poli, Tab. XXI, f. 1, 2. — Escluse le due precedenti, e la seguente varietà della 77. /aeta di Poli, la specie rimane circoscritta nelle due sole citate. E malgrado che la frase della 7°. Zaeta di Gm., e le figure dallo stesso indicate (meno quelle di Chemn., Zad. 353, 354 ) non disconven- gano dalla specie poliana, pure, riferendosi ad una delle molti- plici varietà, e ciascuna delle altre essendo risguardata come spe- cie distinta dal signor Lamarck, è piaciuto al prelodato zoologo permutare anco il nome del tipo principale , sostituendovi quel» XXXIX lo di 7. florida, nome da Poli assegnato alla 77. decussata di Linneo. 11, Non più che una tinta di bel violetto , di cui |’ esterna superficie va adorna, ed una maggior levigatezza, distingue la Yen. petalina di Lam. dalla 7. Zaeta , e dalle due precedenti specie, Vive esclusivamente nel golfo di Taranto, ove è frequente. La- marck vi ha pur riferita con dubbio la Tell. polita di Poli, la quale è una vera Psammobia , siccome ho fatto osservare sotto que- sto genere, pag. XX, n. 14. 12. Poli, Tab. XXI, f. 16, 17. — Born, Mus. Caes. Vind. , Tab. V, f. 2. — L’illustre autore de’ Testacei delle due Sicilie credè esser questa la 77. deflorata di Lin. , e per ischivare P in- decenza vi sostituì l’ opposto nome di Florida. Born prima di lui qualificò questa conchiglia del Mediterraneo per la de/lorata del. l’Atlantidi, e dell’ America , dalla quale eminentemente si distingue , per le linee o solchi trasversali, che ad intervalli tagliano i longitu- dinali, alquanto più profondi, e perchè manca della tinta violacea nell’ interna superficie, e delle ninfe nere, essendo pel contrario qua- si gialla; e finalmente per la forma ovale, mentre quella della de- florata è quasi triangolare ; onde in due suddivisioni del genere , nel sistema linneano , si trovano collocate. 13. List. Tab. 285, f. 22. — Galt. Tad. 88, f.D — Gl' in- dividui di questa specie , che ho trovati tanto nel golfo di Napo- li, che sull’ Adriatico , non oltrepassano 4 linee nel diametro tra- sversale. Le valvole sono bianche e carniccine , variegate e raggia- te d’ un bel colore roseo. Rarissima. 14. List., 70. 279, f. 116. — Gualt., Tab, 85, A-— Poco più grande della specie precedente ; ugualmente rara , ed a- bitaute ne’ medesimi luoghi. XL La prima di queste due specie abita l' Occano Americano , ed Indiano , secondo Lin. Gm. -- La seconda nell’ Isole opposte all’A- merica. Renieri trovò la 77. paphia nell’ Adriadico , secondo ci ri- ferisce Brocchi , il quale pretende , ch’ esser debba la 7. dysera , ch' ei ha trovata fossile nel Piacentino, in Valle di Andona, e nelle crete Sanesi : siccome l’ ho anch’ io rinvenuta in questo stato nella Terra d'Otranto. È quì che debbo farne osservare, che le differenze caratteristiche di queste due specie , se hanno appena limiti distinti negl’ individui adulti, siccome Linneo dichiara, molto più facili sono a confondersi negl’individui giovani. Nulla di meno, l' attenuamento delle rughe nella region del pube , e la di loro complicazione, è sensibile ne’ miei esemplari della 77. paphia; siccome ben diverse sono le pieghe delicate , acute , e svariate nella 77. dysera, giu- sta le illustrazioni dello Gmelin. 15. Poli, Tad. XX, f. 1- 13. — Frequente ne’ fondi are- nosi del Cratere napolitano ; scarsa nel seno tarentino ; e rarissima sulle coste dell’ Adriatico. 16. Poli, ab. XXI, f.8 — Il prelodato autore opinò, che la conchiglia da lui figurata ed indicata per la 77. Zupinus , Lin., poteasi risguardare come una varietà della 77. ewoleta : opinione , che io trovo molto fondata, e dichiarata ancora da qualche altro moderno scrittore. Una maggior levigatezza , un bianco nitido più o meno splendente , e gli apici delle natiche un poco più acuti, distinguono questa specie dalla exoleta. Benchè più piccola , non puo attribuirsi tal differenza all’ età. La figura di Poli, rappresenta un individuo assai grande, e non ordinario. Le maggiori della mia collezione hanno un pollice di diametro. La sola differenza che ho potuto rilevare nell’ animale riducesi al piede meno ampio, ed al pallio appena ondegiato ( non fimbriato , siccome ( nella exo- XLI lata. Trovasi non di rado nel Tirreno, e nel golfo di Taranto — Qualche giovine individuo ha gli apici o natiche purpurine , e tal volta ne spiccano due raggi dello stesso colore, che si dileguano a piccola distanza. Ciò ha dato luogo a Lamarck di formarne una nuo- va specie, che ha chiamata Cyt. lactea. 17. Poli, Tad. XXI , f. 9 - 11. — Specie comune del Me. diterraneo. los bonannibeRece VIT, fs ten Mus Kireh'a lo c£ 3802 Secondo questo scrittore , abita il mar Jonio. Io P ho trovata ugual- mente nel Tirreno e nell’Adriatico. Sempre rara, e non maggiore di 7 linee , nel diametro trasversale. Quando non è sdrucita, si trova co- perta da una pellicola color di mele , con raggi bianchi variabili. 19. Brocchi , Conch. subap., Tav. XIV, f. 1. — Questo il- lustre Italiano l’ ha descritta come fossile, proveniente dal Piacenti- no. Io lho trovata ne’ scogli calcari dell’ Adriatico, ove egli ha osservata ancora la 77. Zithophaga, che non ancora ho potuto trovarvi -- Assai rara. Csi Gen. SponpyLus, L. SponpyLus, Lam. 1. Spondylus Gaederopus. Spodyle Pied-d-Ane, Lam, 2, —— Gussonii, nob. de Gussone, n. 1. Poli, Tab. XXI, f. 24, e Tab. XXII, figure tutte. — Specie comunissima su tutte le scogliere del fMediterraneo, e gene- ralmente conosciuta. Essa però offre moltissime varietà , delle quali Lamarck crede doversi fare altrettante specie. Io non vi ho trovato fin ora caratteri abbastanza valevoli per riconoscerle; ma non perciò mi sonv meno occupato dello studio di questa specie così doviziosa sulle nostre coste. 6 XLII 2. Testa parva candida, subaurita , sulcato-pectinata , sulcis elevatis confertissimis spinosis ; margine interno denticu- lato , Tav. II, f. ) — Lungo linee 5 ‘1, -- largo 4 — Vive sulle coste di Napoli, aderente alle roccie poliparie. Specie distin - tissima, ed in niun modo a confondersi cogli individui giovani del Gaederopus. 22900: [dalsialal d-ddd7 N; Gen. Cnama, Lin. Isocarvia è Lam. 1. Chama Cor, Lin. Isocarde globuleuse , Lam. CarpitAa , Lam. 2. antiquata, È. Cardite canelée, Lam. 3. —— muricata , P. écailleuse , Lam. 4. —— calyculata , P. —— sinuée , Lam. 5. —— lithophagella, Lam. —— lithophagelle , Lam. Cuama, Lam. 6. —— gryfoides, L.-Gm. Chame gryphoide, Lam. 7. —— unicornis, Lam. —— unicorne, Lam. ti. Poli. i Mad: XXIII.) £. 1021; Fado, XWipif. dp 896 — Elegante, ma non ovvia conchiglia, che suol trovarsi indistintamen- te in diversi punti de’ mari delle due Sicilie. a Poli Za SXXII,, £ 12, 13,,— Chema7, Tab. 48, f. 488, 489 — Frequente, ma più piccola s’ incontra nell’ Adria- tico. Meno ovvia è nel Tirreno, e specialmente presso Napoli -- La Chama Ayar di Adansone ( Seneg. pl. 16, f. 2) credo essere una semplice varietà della presente specie. 5. Poli, Tab. XXIII , f. 22. -- Poli qualificò questa specie come distinta dalla aculeaia, che a me sembra essere la stessa con- chiglia nello stato d’integrità. In fatti, Egli tenne presente nel de- XLIII finir la prima , le valvole rigettate dal mare sulle spiaggie dell’ A- driatico, ove sono abbondantissime , ma sempre logore e consunte , per locchè gli aculei, o picciole palette , si trovano distrutte , e solamente se ne osservano le basi, che a guisa di tettoja ricuopro* no i cordoni ( 15 in 16 ) delle valvole. Il colorito è vario, ma d’ ordinario è rossastra, con macchie più oscure, e sbiadite. Presso Palermo è più frequente di color carniccino , 0 roseo. Lamarck , e dopo lui Payraudeau, hanno riconosciuta la C. muricata e non la C. aculeata di Poli; e ciò perchè difficilmente questa specie si trova nello stato di perfetta integrità, nel quale stato soltanto le sue squame allungate e quasi tubercolate prendono l’ aspetto di 4- culei, o spine. La cosa però proceder dovrebbe in modo inverso , essendo l’ aculeata il vero tipo della specie. 4. Poli, Tad. XXIII, f. 7-9. -- Chem. Tab. 50, f. 500, bor. Poli assimilò ( e parmi non essere andato errato ) questa conchi- glia alla C. calyculata di L.-Gm. Ma saldo ne’ suoi principii , il chiarissimo Lamarck , non l’ ha riconosciuta come specie identica alla C. calyculata di L. , sul riflesso di esser questa dell’ Oceano Atlantico, Americano, ed Indiano. Payraudeau riporta la C. Ca- Iyculata di P. alla sinuata del prelodato Lamarck. Che che ne sia di coteste differenze, per le quali mi rimetto a ciò, ch’ è stato detto nella prefazione , e nella nota apposta alla T. rostrata; la Cama caliculata di Poli incontrasi ben di rado ed assai piccola presso Napoli; Frequentissima e di mezzana gran- dezza si vede sparsa sulle coste dell’ Adriatico; ma sempre in val- vole isolate e logore, onde sospetto che sia proveniente dalla vicina Dalmazia, o dai bassi fondi di quel medesimo mare. 5. Lamarck è stato il primo a descrivere questa conchiglia , di ui non conoscendone la patria, la ripose con dubbio ne’ mari di x XLIV Europa. Io ne ho trovato parecchi individui nella cavità d’ un pez- o di roecia calcare, proveniente dal promontorio di Leuca , sul quale vi erano de’ monconi d’ Zsis nobilis, Lin. ( Corallium ru- brum , Lam. ). Non s’ ingannò quindi il prelodato autore sospettando esser abitatrice delle roccie , e credendola propria del Mediterraneo. 6. Poli, Tab. XXIII, f. 3. — Comune nel Mediterraneo. Tro - vasi aderente alle roccie, ed ai Zoofiti. Bianca, o variegata di rosso. 7. Poli, Tab. XXIII, f. 20? — Questa specie, che Lamarck ripone con dubbio nel Mediterraneo, ove realmente | ho trovata , parmi una semplice modificazione della precedente. In fatti, sem- precchè la valvola inferiore trovasi aderire lateralmente , essa si al- lunga più o meno, a seconda della libertà che incontra, e le na- tiche prendono la forma d’ un cornocopia. Quando all’ opposto gia- ce di piatto sulle roccie, l’ animale è costretto rivolgersi sopra il medesimo piano, e le natiche in tal caso trovansi depresse e con- fuse ne’ rivolgimenti successivi della valvola inferiore. La figura di Poli che ho citata è una delle varietà di questa speeic. ANI Gen. Arca, L. ArcA, Lam. 1. Arca Noae, L. Arche de Noé, Lam. 2, barbata, L. — barbue , Lam. 3. —— letragona , P. —— tetragone, Lam. umbonata, Lam. —— grande-crochets, Lam. anadara , Lam. 4 5. —— antliquata, L. 6 >. —— Modiolus, Gm. menue , P. 7. —— scabra , P. S. —— imbricata, P. —— d toit, P. Vena): VAR2)) 9. —— lactea, Gm. —— lactée. XLV PecruncuLus, LAm. 10. —— pilosa, L.-G. Pectoncle flammulé, Lam. 11. —— glycymeris, L. —- large, Lam. 12, —— bimaculata , P. Nucura , Lam. 13. —— nucleus, Gm. Nocule nacrée , Lam. sillonnée, Lam. 14. —— Pella, Gm. 15. —— minuta, L.-Gm. —— menue. 1. Poli, Tab. XXIV, figure tutte, e Tab: XXV, fi 1-5. Specie comune in tutti i mari. 2. Poli, Tad. XXV, f. 6-7 — Come la precedente. 3. Poli, Tad. XXV, f. 12-13 — Più rara delle precedenti. Rarissima sulle coste dell’ Adriatico e del Jonio — Trovasi attac- cata alle roccie, ed ai gruppi di testacei , di zoofiti ec. 4. List. Tab. 367, fig. 207. Differisce appena dalla prece- dente per la maggiore elevazione , ed ingrossamento delle natiche. Tutta la conchiglia è più doppia. Rara nell’ Adriatico, sulle coste di S. Cataldo ( Terra d’ Otranto ). Lamarck riferisce questa specie alla Giammaica. 5. Poli, Tab. XXV , £. 14 - 15 — Trovasi nel golfo di Na- poli, rarissima; più rara ancora nell’ Adriatico — Nello stato d’ inte- grità è rivestita da squamette di color leonino, o fosche; spoglia- ta da questo epiderme , è bianca , e senza macchie , sì dentro che fuori. 6. Gmelin riferì questa conchiglia al Mediterraneo , ma dopo lui sembra non essere stata da verun altro riconosciuta, menocchè dall’ Olivi, che anche la citò con dubbio. Quella che descrive Poli con questo nome non è identica coll’ 4. modiolus di Gm. Ma lA. scabra dello stesso autore vi ha molta affinità, e forse sarà un in- XLVI dividuo più adulto, sebbene il margine di questa è crenolato , e forma il passaggio all’ 4. imbricata. La rarità di essa, e la frequenza della specie seguente , colla quale può confondersi, è la cagione, a mio credere, per la quale si vede sovente quella con questa scam- biata. L’ Arca modiolus si distingue agevolmente per essere assai depressa , colle natiche poco elevate, aja del cardine angustissima , lato posteriore ritondato , brevissimo e stretto , anteriore dilatato , angolato , e troncato; margine interno liscio — Vive aderente alle roccie — Rarissima. 7. Poli, Tab. XX, f. 22. — Rara nel mare di Napoli , e molto affine coll’ 4. darbdata. — v. 2). Arca Gaimardi, Payr. Catal. n.° 108, PI. 1. f. 36 = 39. — Differisce dal tipo principale per essere solo più tu- mida, e quindi meno allungata anteriormente , onde si accosta ad esser quasi equilatera ; il margine interno offre appena traccie di denticelli. Avendo sotto gli occhi parecchi esemplari freschi della prima e della seconda, si può rimanere agevolmente convinto , che l’una non è che semplice varietà dell’ altra, osservandosi i successivi passagi per gradi così piccoli, che difficile se ne rende la separazione. 8. Poli, Tab. XXV, f. 10-11, non molto esatta — Lung. lin. 2 ‘4, larga 4 74 — Elegantissima conchiglia affine alla Modiolus, dalla quale differisce essenzialmente per le squame imbricate, ed e- levate, che colla di loro flessuosità rendono alla conchiglia un a- spetto noduloso. Il margine interno è legermente crenato. Senza epiderme, e non sbadigliante — Vive nel seno di Napoli. Rarissima. o. Arca modiolus. Poli, Tab. XXV. f.10, 21. — Arca no- dulosa, Broc. 2. p. 477 sttav. XI. f. 6. a, b, c.— Arca Quogyi, Poyr. Catal. n, 109 PI 1, f. 40 - 43. — Bonan. Recr. 2, f. 34. XLVII Questa conchiglia è assai tumida, colle natiche ricurve , e non ri- piegate verso dietro ; l’ aja cardinale ellittica allungata , con una macchia rombo:dale nel mezzo di color livido. Il lato anteriore è molto obliquamente tagliato , cosicchè forma un angolo acuto. La superficie esteriore delle valvole è finamente stiata per lungo , e le strie trasversali sono appena visibili ad occhio armato. Il margi- ne interno è legermente addentellato. Trovasi sulle roccie , e sopra altri gruppi di testacei in società delle precedenti. Quando questa conchiglia è rigettata dal mare , spogliata del suo epiderme foliaceo e fosco , è bianchissima, e i denticelli del margine sono appena ri- conoscibili negl’ individui meno maltrattati dalle onde. Da ciò il nome di /actea datole da Gm. Nello stato fossile , i cordoni essen- do più elevati, per l'erosione maggiore de’ solchi ( e ciò sì verifica in quasi tutte le conchiglie fossili , siccome vedremo altrove ), ha svegliata a Brocchi |’ idea di riferirla all’. nodulosa di Miiller, che Gmelin riguarda come varietà della Zactea , e forse non a torto : Vedi la nota seguente. Che se la vide Brocchi col margine intiero, facilmente ha egli osservata la varietà 2) della stessa specie , sic- come anche a Poli ha dovuto avvenire. — Payraudeau 1’ ha credu- ta specie nuova, e distinta ancora dalla seguente. ro. Poli, Tab. XXVI, f. 2 - 14 — Comune nel Mediterraneo. Allorchè questa conchiglia è spogliata dal suo epiderme, trovasi sovente fiammeggiata di rosso e di violetto , siccome Poli la rap- presenta nella Zav. XXV , f. 19, d’onde il nome assegnatole da Lamarck. 11. Poli, Zad. XXVI, f. 1. Comune nel Mediterraneo. 12. Poli, Zad. XXV, f. 17, 18. Come la precedente, dalla quale appena distinguesi per una maggiore regolarità di forma , qua- si rotonda : e per le lince o solchi longitudinali, e | epiderme più XLVIII rasiccio, si discosta dalla pilosa. Poli si avvide con molto accorgi- mento, che a torto si potrebbe considerare la dimaculata , e la gly- cimeris come semplici varietà della pilosa, onde ne stabilì chiara - mente i confini ; vedi Vol. II, pag. 144. 13. Arca argentea , Poli. Tab. XXV , f. 8, 9. Gmelin ripose nell’ Oceano settentrionale la patria di questa conchiglia, e solo nello stato fossile la riconobbe in Europa. Olivi la rinvenne nelle lagune di Venezia. Poli la trovò nel golfo di Na- poli, e la credè ignota ai conchiologi. I maggiori esemplari della mia collezione hanno 8 linee di ampiezza. 14. Brocchi, Tab. XI , f. 5. — Chemn. Tab. 170, f. 1657, 1658. — Rara nell’ Adriatico e nel Mediterraneo ; più frequente tro- vasi fossile in tutti i strati conchigliferi, 15. Brocchi, Tav. XI, f.4.— Martini, 740.55, f. 556, — Specie affine, ma distinta dall’ 4. pella, alla quale appartengono le fisure di Chem. citate dallo Gmelin nell’Ar. minuta. Vedi Brocchi 2. pag. 462. — Linneo la ripose ne' mari della Groelandia. Renie- ri la trovò nell’ Adriatico. Io ne ho raccolta una sola valvola sulla . . . ® . F il x D, È spiaggla di chiaja. ossile e men rara. INI Gen. Ostrea , L OstREA , Lam. 1. Ottrea edulis, L. } Huitre commestible. Lam. angetcristata0B. -—— men crete. v. c), Lam. 3. —— denticulata, Born. —— dentelége, Lam. 4.-— cochlear, P. —— en cuiller , Lam, 5. —— Cyrnusii, Payr. —— de Cyrnus, Payr. Lina, Lam. 6. Ostrea lima, L. Lime commune, Lam. 1. Poli, Tab. XXIX, f. tutte. — Specie comunissima in tut- 7. Ostrea inflata, L. 8. —— fragilis, Lam. 9g. —— Jacobaea , L. 10. —— plica, L. 11. —— sanguinea , L. - —— var. omnes , Poli. logie varia is —— var. omnes , P. 13. —— corallina, P. 14. —— flexuosa, P. 15. —— pusio, L. 16. —— glabra, L. 17. —— flagellata, Lam. 18. —— flavidula, Lam. 19. —— nebulosa P. 20, —— Dnmasii, Payr. 21. —— hyalina, P. —— v. 2). —— v. 3). ti i mari, 2. Poli, Tab. XXVIII, f. 25 - 27. Lamarck riguarda la cri- stata di Poli, come una varietà di quella di Gmelin ; mentre assi- cura non averla veduta. 3. Born, Mus. Caes. Vindob. Tab. VI, f. 9g, 10 — Encydl. PI. 183, f. 1, 2. Anche questa vien risguardata da Lamarck come una varietà del vero tipo. Abita il golfo di Napoli, probabilmente ne bassi fondi, avendola trovata attaccata ad un pezzo di roccia ri- gettata dalle onde , in seguito di una forte burasca , sulla punta di Posilipo. XLIX Lime enflée, Lam. etreitte, Lam. Pecren, La: Peigne de S. Jacques , Lam. mantelet, Lam. sanguin, Lam. —_— avec ces varielce, bigaré, Lam. —— avec ces varielce. gibeciére , Lam. onde, Lam. degéneré , glabre, Lam. flageolé, Lam. flavidule, Lam. nebuleuse , P. de Dumas, Pay. vitré, P. Yz): —— v.3). L 4. Poli, Tab. XXVIII, f. 28. Frequente nel golfo di Napoli. 5. Favanne, PI. XLI, f. C 2 — Payraudeau , n. 152, PI. 3, f. 2. Trovasi sovente, ma più piccola, aderente alle roccie , e specialmente fra i gruppi di Ba/ani sotto Nisita. Osservazioni. Le abberrazioni, cui il genere ostrea , propria- mente detto dai moderni, va sottoposto , sono moltissime e difficili a distrigarsi. I limiti di questo lavoro non mi permettono esporre tutte le osservazioni raccolte intorno a questo soggetto , e tutte le considerazioni che giova fare nel riconoscere le specie reali. Faran- no esse l’ argomento d’ un lavoro distinto , che medito pubblicare in seguito a questo. 6. Poli, Tad. XXVIII. , f. 22- 24. — Ostrea tuberculata , OLivi — Gualt. Tab. 88, f. FF — Frequente nel Mediterraneo — Le discussioni, alle quali ha dato luogo la determinazione di questa specie , legger si possono in Brocchi ; Conch. subap. pag. 570,e seg. 7. Poli, Tab. XXVII , f. 19-21. — Come la precedente. 8. Tav. 2., f. 6. I cirri del pallio dell’ animale abitatore di questa conchiglia sono assai più lunghi e più numerosi di quelli della Z. glacialis ( Glaucus unilabiatus, P. ), e molto più del Gl. capillatus, P., abitante la Lima squamosa , Lamarck ( Ostr. lima, L. ). Il colore de’ sudetti cirri è miniaceo. Glaucus longica- pillus , nob. 9. Poli, Tab. XXVII, figure tuzte. ro. Poli, Tab. XXVII, f. 1-3. — Frequente nel Mediter- raneo ( v. n.° 14 ). 11. Poli, Tab. XXVII , f. 7-8. — Specie comune, fecon- da d’ infinite varietà nelle sue dipinture. Ecco un altro esempio fra i tanti, in cui Lamarck distingue le specie per la sola differenza di località. L° Ostr. sanguinea di Linneo la ripone nell’ Oceano LI Atlantico , e la specie poliana nel Mediterraneo , distinguendola col nome di pellucida ( P. pellucidus ). Egli lo ha stabilito sopra e- semplari appartenenti ad una delle tante varietà , siccome si dedu- ce dalle illustrazioni che vi aggiunge. Nè il P. Audowinii di Pay- raudeau è altra cosa che il sangwinews, quando si sta alle note ca- ratteristiche, e non già alle dimensioni, od alle picciole e variabili differenze del colorito, o della gibbosità. Brocchi ne avea già data la figura nella sua Conchigliologia subappennina ( Tav. XIV, f. 10 ), qualificandola pel P. pledejus descritto da Lamarck negli Annali di Storia naturale: Ma siccome si è nella prevenzione che le specie fossili debbano esse.e necessariamente risguardate come apparte- nenti ad altra organizzazione, tutta diversa dalla presente ;- così sa- rà imputato ad errore il confonderle. Io non istò nè punto nè poco a questo pregiudizievole principio ; e quindi mi limito a riconosce- re le specie per i di loro fondamentali e costanti caratteri. 12. Poli, Tab. XXIII, f. 10. — Frequentissima bivalve , di cui si osservano delle gaje varietà nel colorito. Poli ne ha notate 6. 13. Poli, Tab. XXVIII, f. 16. — È questa forse la più e- legante delle conchiglie di questo genere , che abitano nel Mediter- raneo ; ed è ugualmente più rara. Per lo più è di color rosso di giuggiola , con macchie più oscure dello stesso colore ; ma non è raro ancora il vederla col fondo giallo od arancio variegata di ros- so. Ciò ha dato anche luogo a costituirne due specie distinte! Il Sig. Payreaudeau ha creduto dover assegnare a questa specie un nuovo nome ( P. Bornii ) sul riflesso, che elongatus , siccome lo chiamò Born, non dovea chiamarsi, per non confondersi colla spe- cie fossile, cui Lamarck ha imposto tal nome; e senza darsi eari- co dell’ aggettivo dato alla stessa specie da Poli, dichiara essersi trovato costretto ad imporgli il nome nuovo ! Intanto , tutte le so- * LII praccennate specie convengono coll’ Ostr. Pes felis di Linneo , di cui Gmelin considerò come semplici varietà |’ Ostr. elongata di Born; e quella che ha figurata Poli corrisponde puntualmente col- la fig. 613 dalla Tav. 65 di Chemnitz. 14. Poli, Tab. XXVIII, f. 11.—È questo un individuo gio- vine dell’ Ost. plica del medesimo A., distinto solo perchè il mar- gine non si è ancor ripiegato -- V. le osservazioni generali. 15. Poli, Zad. XXVII, f. 14? La descrizione che ne dà Lamarck conviene coll’ O. pusio di Poli, che però non cita; e crede esser questa una specie degenerata. Il P. Bruei di Payr. ap- partiene a giovani individui dell’ O. multistriata di Poli, che io credo il tipo dell'O. pusio. 16. Bonanni, Recr. 2, f..15.— Poli, Tab. XXVIII, f.1r. Poli appellò questa specie /lexwosa , e Lamarck 1’ ha riporta- .ta collo stesso nome come specie distinta. A prescindere della va- riabilità delle tinte , e della incostanza de’ solchi , il carattere , sul quale poggia la differenza di queste due presunte specie, consiste ne’ margini ripiegati e striati della flexuosa , di cui manca il 2. glabrus di Lamarck ; ma quando se ne avranno sott’ occhio molti esemplari, si rimmarrà convinto che quest’ ultimo carattere dipen- de dall’ età, poichè la grandezza alla quale giunge questa specie è di due pollici nel diametro trasversale : e prima di toccar questa dimensione , sugli accrescimenti successivi , sì osservano i confini de’ giovani individui espressi nella figura del Bonanni. Nè bisogna trasandare ugualmente, che la struttura delle due valvole è costan- temente diversa , siccome in tutte le specie di questo genere. Quin- di , nella specie in quistione, una delle valvole ha 5 in 6 raggi e) con altrettanti intermedii minori, mentre nell’ altra i raggi sono LIII più grandi e geminati, e taluno anche triplo — Dai moltiplici e- semplari della mia collezione parmi potersi ancora dedurre , che lO. inflexa di Poli sia pure una modificazione variabile della inedesima specie , siccome l O. coarctata di Born. 17. Dubito s’ esser possa una specie distinta , non avendone avute finora che valvole disgiunte , e non naturalmente appajate. 18. Lamarck , descrivendo questa bivalve come specie non an- cor conosciuta, dice aver de’ rapporti coll’ O. citrina di Poli, Tab. XXVII, f. 15. Anche questo nostro dotto conchiologo so- spettò , che la sua O. citrina poteva essere una semplice varietà dell’ O. rustica. A me sembra che in realtà l una e l’altra non siano che varietà di quest ultima. Il colorito del P. flavidulus di Lamarck corrisponde a quello della rustica , secondo la descrizione di Poli. L’ O. citrina di quest ultimo si diparte da quella pel nu- mero de’ raggi (12), e per ia di loro levigatezza nella parte supe- riore. Io trovo incostante , e per lo più corrispondente all’ età, il numero de’ medesimi raggi. Variano da 10 a 12; e di più, secon- do lo stato d’ integrità e di perfetto sviluppo dell’ animale , ne os- servo l’ aspetto più o meno rigonfio , e le strie longitudinali più o meno sensibili. Quindi , tanto |’ O. citrina di Poli , quanto il P. flavidulus di Lamarck credo doversi risguardare come semplici ed accidentali modificazioni dell’ O. rustica , Lin. 19 Poli, Tab. XXVIII. f. 12. Poco o nulla distinta dalle due specie precedenti. Una delle valvole trovasi sovente di color di giug- giola uniforme. 20. Payraudeau , N.° 145, PI. 2, f. 7,8 — L’O. clava di Poli è una varietà di questa specie , assai ben distinta. Nella mia collezione vi sono degli esemplari di 15 lin. di lunghezza. 21, Poli, Tad. XXVIII. f. 6. — Delicatissima quanto ele- LIV gante bivalve del Mediterraneo, non ovvia, ma reperibile in tutte le coste. Le sue varietà si distinguono per i raggi quasi del tutto svaniti, e non discernibili che a traverso della luce. La varietà 6 ) proviene dai mari di Sicilia, e mi è stata gentilmente comunicata dal Sig. D. Carlo Scalea di Palermo. Osservazioni Generali . Generalmente le specie di questo ge- nere hanno le valvole coi raggi diversamente disposte, e non di raro variabili. Siccome il raggio convesso dell’ una deve combacia- re col concavo dell’ altra , così il numero de’ raggi maggiori è di- verso e si compensa coi minori, meno discernibili de’ laterali. Da ciò risulta ancora che i piccioli , i quali sovente tramezzano i più grandi, sì trovano ingrossati ed associati nella valvola opposta , tal- chè si veggono questi geminati : così nell’ O. plica, flexuosa; ec. I margini ripiegati e pettinati, o striati , che Poli ha notato nell’ O. plica e nella inflexa , sì trovano ugualmente nel P. gla- brus di Lam., e nell’ O. nedulosa di Poli, alloraquando i di loro abitatori giunti sieno al maturo e finale stato dì vita ; siccome man- ca per lo contrario ne’ giovani individui della stessa plica ed in- Slexa. Il colorito è nella massima parte diverso nelle due valvole , al- meno nella intensità. Le sole eccezioni a questa regola sono quelle ch’ io trovo nel P. sanguineus e nel P. pes-felis. Da queste considerazioni potrà inferirsi , che, per ben procedere nella definizione delle specie di questo genere , fa d’ uopo. 1.° Aver- ne molti esemplari, freschi, ed appajati naturalmente. La mancan- za di queste condizioni nelle collezioni disposte dai venditori idioti ha causate moltissime ambiguità , ed ha dato luogo all’ introduzio- ne di molte specie nuove. — 2.° Averne la specie di ogni età, e di tutte le località d’ un medesimo mare. Le condizioni, nelle quali LV si trovano costretti a vivere , ed il grado di sviluppo che hanno ricevuto , modificano grandemente l’ aspetto ed i colori di questi bi- valvi : restando i caratteri fondamentali, ch’ io perciò crederei do - versi ridurre all’ uguaglianza o disuguelità delle valvole , ed al numero e disposizione de’ raggi di ciascuna di esse. Convengo, che questi pochi cenni bastar non possono a far ben intendere le mie idee; ma se si consulterà la mia collezione , e se potrò dare un giorno /’ iconografia completa ed analitica delle specie mediter- ranee , mi lusingo che la quistione sarà risoluta definitivamente. MRI Gen. Anoma , Lin. Anoma, Lam. 1. Anomia caepa , L. Anomie violatre, Lam. 2. —— ephippium, L. —— pelure d’ Oignon, Lam. 3. ——— electrica , L. —— ambrée, Lam. 4. —— margaritacea , P. —— _ nacree, P. 5. + radiata, Broc. —— rayonnée. 6. — sulcata , P. —— sillonnée, P. 7. —— squamula , L.-G. —— ecaille, Lam. 8. — lens, Lam. —— lentille, Lam. Crania, Lam. 9. —— craniolaris, L.-Gm. Cranie masque, Lam. TenesratuLa , Lam. 10, —— truncata, L. Terebratule tronquée, Lam. 11. —— Caput serpentis, LL. -—. tete de serpent, Lam. 12. —— pubescons. —— pubescente. Hvavdea, Law. 13. ——— tridentata , Gm. Hyalé trìdentée, Lam. N. B. ( 1--8 ). Non men variabile delle ostriche è la strottu- ra delle anomie ( Anomia, Lamarck ), e quindi non meno ambi- LVI gua , e talvolta arbitraria Ja determinazione delle specie. Prive di caratteri costanti e proprj di ciascuna specie ; in mezzo ad infinite modificazioni, che prendono a seconda de’ corpi, sopra de’ quali, gli animali abitatori di questo genere, vivono parassiti, e con colo- riti variabilissimi ; difficile, se non impossibile , si rende il pre- scrivere i confini delle specie di questo genere. Riserbando perciò ad altro lavoro lo sviluppo di quello, che sulle specie notate ho potuto osservare, mi rimetterò per ora alle descrizioni ed alle figu - re de? rispettivi autori. o. Anomia iurbinata , Poli. Tab. XXX. f. 15, e, d; et f. 21-24.Questa bivalve ha dato luogo a molte anfibologie, per cagione della sua struttura non solo, ma eziandio per la valvola inferiore , che non mai intiera può svellersi dai corpi , sopra de’ quali aderisce. Nep- pure sono d’ accordo i conchiologi intorno al genere cui riferirla. (Esq. — Annals of Phil. oct. 1825. p. 241.); Lamarck la ripose nel suo genere Ordieula , designandola come specie distinta dalla P. Anomala di Miller. Il chiarissimo sig. Barone de Ferussac ha dimo- strato, che la P. anomala di Mill. sia il tipo del Gen. Orbicola di Cuv., e che appartenghi al gen. Discina di Lam; genere da ra- dersi, giacchè le specie che vi si riportano sono le stesse che quel- Je, che han servito di tipo alla formazione di G. Orbdicola. ( Bul- Jet. uuiv. des Scien. Gen. 1826. ) 10. Poli, Zad. XXX. f. 15, Trovasi attaccata sulla AZadre- pora Ramea , L. ( caryophyllia ramea , Lam. ). Rara ne’ bassi fondi del mare di Napoli. 11. Poli, ibid. f. 15, Colla precedente. 12. Lamarck riguarda questa specie come appartenente ad in- dividui giovani della Ter. Caput serpentis. Ma giova osservare , LVII che la peluria , di cui questa specie è rivestita , non si trova ne’ più piccoli individui della medesima, ma soltanto ne’ più svilup- pati. Potrebbesi perciò considerare piuttosto come una varietà di quella 13. Chemn. p. 66. vign. 13. f. a, d.c,d, F, G.—Gioe- ni, Descr. di una nuova famiglia di Testacei , ec. f. XIV, XV, XVI. — Cuv. Ann. du Mus. V. VI. pl. 59, f. 1-9. Trovasi in Sicilia , nel Faro di Messina, Re 00 erre] Gen. Myritus, L. Myrizus, Lam. 1. Mytilus edulis, L. Moule comestible , Lam. 2. ungulatus , L. en sabot, Lam. 3. —— gallo-provincialis , Lam. —— de Provence, Lam. 4. -—— sagittatus , P. —— commestible , v. b. ) Lam. 5, —— minimus, P. —— treés-petite. MopioLa , Lam. 6. + lithophagus, L. Modiole lithophage. Lam. 7. »— discors, L. fluette. Lam. 8, — barbatus , L. —— barbue, Lam. Avicura ; Lam. g. —— hirundo , Lin. Avicule de Tarente , Lam. Anoponta , Lam. 10. = cignens , Gm. Anodonte dilatée, Lam. 11. —— analinus, L. —— des canards, Lam, 1. Poli, Tad. XXXI. f. tutte. — Vive in quasi tutti i mari. Cresee molto più nelle baje, ne’ seni , e ne’ porti , ove i flutti del mare sono meno sensibili, Nel picciolo mare di Taranto acquista 8 LVII fino a 4 pollici di lunghezza ; e non so quali altre dimensioni es- so acquisti fra i tropici, per esser vero ciocchè lo Gmelin asseri- sce , cioè che quivi sia massimo , e che sotto il polo artico è minimo, Il Mit. flavus di P. è una delle varietà di questa specie , distinto dal sagittatus solo per la mancanza de’ raggi longitudinali , e pel colorito più pallido. 2. Poli, Tab. XXXII. f. 5..= Malgrado .che) Linneo e Gmelin riposto avessero questo mitilo nel mare Mediterraneo , nel capo di B. Speranza, e nella nuova Zelanda, Lamarck lo riguarda come straniero all’ Europa : nè riporta fra i sinonimi 2° ungulatus di Poli, ma per quanto abbia potuto osservarlo ho sempre tro- vato convenirle i caratteri assegnati alla specie , e la figura del Gualtieri ( Tab. gr. E.), che lo rappresenta chiaramente. È raro. Trovasi più frequente in Taranto ; e fra i terreni di recente forma- zione di quella contrada se ne incontrano de?’ belli esempleri. Gio- verà soggiunger, che il M.wngulatus di Poli è lo stesso che il M. Galloprovincialis di Lam. , il quale tiene nn luogo intermedio tra Pedulis , e l’ ungulatus , siccome fa notare lo stesso Lamarck. Si distinguono queste due specie per la presenza de’ due denticelli api- cali nel primo , che nel secondo mancano. Poli si avvide di questa mancanza , e stando alla sola figura, imputò a Linneo l' errore di averlì notati. 3. Vedi la nota superiore. -- Trovasi ben raro nel Tirreno. 4. Poli, Tab. XXXII. f. 2, 3.— È questa la varietà 8 ) del M. edulis di Lam. ( M. pellucidus, Mont. ). Poli sospettò po- ter esser desso un individuo giovine del M. commestibile , ma lo stato morboso dell’ unico esemplerè ch’ ei n° esaminò , ed i raggi violetti di cui lo vide adorno , lo persuasero a riguardarlo come specie distinta. Non è raro però osservare anche nella modiola bar- bata siffatti raggi, che oscuramente pure presenta il M. comme- LIX stibile allorchè le sue valvole non sono assai doppie. Trovasi. più frequente questa varietà nel porto di Messina. 5. Poli, Tab. XXXII. f. 1.-- Vive abbondantemente sopra gli scogli coperti a fior d’ acqua. Quasi da pertutto. 6. Poli, Tab. XXX. f. q. -- 13. Zithodomus, Guv. — Lith. dactylus. Sou. e Menke -- Lith. lithophagus , Payr. Frequente ne’ mari delle due Sicilie. 7. Poli, Tab. XXXII. f. 15, 16. -- Minutissimo testaceo re- peribile ne’ crapacci delle roccie poliparie, ed anche involto dalle espansioni carnose delle Ascidie. Assai raro nel Golfo di Napoli. 8. Poli, Tab. XXXII. f. 6. 8. Comunissima nel Golfo di Taranto, Più rara in Napoli, ove però acquista maggiori dimen- sioni, g. Poli, Tab. XXXII. f. 19--21. Del Myt. hirundo di Lin. , Lamarck ha fatto 15 specie, delle quali una sola ripone nel Mediterraneo , cioè P 4. Trentina. Egli la crede esclusivamente di quel mare, ma ciò non è vero. Questa con- chiglia vive egualmente nel Golfo di Napoli, siccome lo assicura Poli, ed io ve l’ ho trovata del pari. Gli esemplari che Lamarck ha ricevuti da Taranto avean dovuto appartenere a de? giovani indi- vidui, spogliati delle squame , che in forma di spine sorgono dai margini de’ suscessivi accrescimenti della conchiglia. Tale desquama- zione suole essere artifizialmente proccurata dagli stessi venditori, on- de renderne più aggradevole 1’ aspetto esterno. Ma quando gli e- semplari sono intieri , costantemente si trovano coperti di squame acute , specialmente sulla valvola maggiore. L’ uguaglianza deile valvole, che vi nota Lamarck, dipende dalla picciolezza degli indi- vidui, ove le differenze sono sempre minime, e dacchè di rado tro- vandosi le valvole naturalmente accoppiate , quei venditori ne riu- ® LX niscono quelle che hanno isolatamente raccolte , e riescono ad ac- coppiarle con singolare industria. Io credo quindi , che 1’ avicula de’ nostri mari non sia nè punto nè poco diversa dalla squamosa del sullodato Lam., colla descrizione della quale perfettamente con- viene. 10. Poli, Zad. XXXIII. f. 2. 11. Poli, Tab. XXXIII. f. 1. Vivono insieme nelle acque dolci de’ canali di Caserta, e luoghi circostanti. Gmelin dubita a ragione che possano esser que- ste specie distinte. Io non vi trovo che differenze di età; e la maggiore espansione dell’ angolo posteriore nelle valvole dell’ anati nus , parmi assai variabile e suscettibile di modificazioni, ‘per quel- lo che ho potuto osservare in migliaja di individui freschi. -- Per tutt altro mi riporto alla nota apposta nel Dizionario di Agricol- tura, ediz. Napol. art. AnoponTA. mt) ene Gen. PiymA, Lun. PinnA, LAm. 1. Pinna nobilis, Lin. Pinne hérissée, Lam. 2. —— rudis, L. —— rouge , Lam. 3, —.— muricata, L. roude. 4. —m=— saccata, P. —— enflée, Lam. 1. Poli, Tad. XXXV. f. 1. 2 -- Frequente nel M. Jonio, nel Golfo di Taranto , ove acquista fino a due palmi di lunghezza. Non rara nel rimanente del Mediterraneo. Il suo bisso ( Zana- penna del volgo ) è colà impiegato in finissimi lavori. Devesi al sig. Marino Conti di Galatone l’ arte di ridurla in tessuti piumo- s di squisita delicatezza darle , e di un elegantissimo apparecchio. LXI Una morte prematura , causata in gran parte da’ dispiaceri , ha tolto alla provincia di T. d’ Otrando questo abile ed intelligentissimo mani- fatturiere mecanico. La sua artc è stata mezzanamente trasmessa a qualche suo allievo. 2. Poli, Tab. XXXIII. f. 3. — Vive non molto frequente- mente nell’ Adriatico e nel Tirreno. Abita particolarmente i bassi fondi, ove trovasi attaccata alle roccie. 3. Poli, Tad. XXXIV. f. 1. — Più frequente della prece- dente. 4. Poli, Zad. XXXIV. f. 3. Rara — N. B. Lamarck non conobbe che una sola specie del Gen. Pinna vivente nel Mediterraneo , cui diede il nome di Argustata , la quale non è riferibile ad alcuna delle prime specie , tutte ripo- ste dal sullodato autore in mari stranieri. imita Gen. Argonauta , L. ArconautA, Lam. 1. Argonauta Argo, L. Arganaute papyracée , Lam. 2, —— uniumbilicatus, n. à un seul umbilique , 1 Carinania , Lam. 3, — vitreus, Gm. Carinaire vitrée, Lam. 1. Bonanni, Recr. 1, f. 13. — Gualt. t. II, f A, B. — Favanne , Pl. VII, f. A 2. — La conghiglia di questo mollu- sco , appartenente alla famiglia de’ cefalopodi monotalami di La- marck, è comunemente conosciuta co’ nomi di Mautilio , Navi- cella, Gondola, e Scorza di Polpo a vela. Quest’ ultimo nome dato le viene da’ marina} di Terra d’Otranto , e meglio di ogni al- tro disegnar sembra la struttura del Cefalopede al quale appartiene. LXII Questo curiosissimo testaceo ha richiamata in ogni tempo l’ atten- zione de’ naturalisti, tanto per la forma elegante della sua conchi- glia ( modello naturale de’ navigli ), quanto pe’ singolari costumi del suo abitatore. Si è sospettato per qualche tempo che il mollu- sco che lo abita costantemente non ne sia il vero costruttore : e molto sopra ciò sì è disputato ; senza che però indicato si fosse da alcuno qual tra i conchiferi abitatori del mare sia il suo legittimo padrone. Ma al presente, in grazia delle reiterate osservazioni di- rette e comparative, che ne han cumolate i più illustri zoologi , ogni dubbio intorno a ciò sembra dileguato , ed io mi credo così dispensato dal parlarne altrimenti, Intorno a questo argomento consultar si possono le memorie del Professore Ranzani ( Opuscoli Scient. di Bolagna, v. 3, pag. 198, con tavola ) ; l'altra del Poli, letta alla R. Accad. delle Scienze nella tor- nata de' 14 Dicembre 1824; e quella del dottissimo Zoologo G. Sangio- vanni, letta alla stessa R. Accad. delle Scienze, nella tornata degli 8 Marzo 1825; come pure la notizia letta all’ Accademia R. delle Scienze dell’ Ist. di Parigi dal chiariss. sig. Barone De Ferussac ( Bull. des Scienc., Dai 1835 — Rapporto sopra questa notizia de' signori Cuvier e Dumeril ). Il Mollusco di cui è parola è stato minutamente descritto dal sullodato mio collega Sangiovanni nella memoria testè citata, e tutti i suoi caratteri sono stati someggiati colla stessa vivacità di tinte, colla quale natura sì è compiaciuta adornare questo singolare cefa- lopode, dopo averlo munito della elegante conchiglia , che lo rac- coglie. Nell’ organo cromoforo specialmente vi ha trovato , il nostro Zoologo , in un raccolti tutti i colori, di cui partitamente, e sva- riatamente combinati, si trova fornito questo sistema di g/obdetti ne- gli altri molluschi di questa famiglia, da lui esaminati e descritti ( vedi, Giorn. Encicl. di Napoli, An. XII, n. IX ). Le tavole del meritevolissimo Poli esibiranno i risultamenti della sua anatomia, e vi si troverà pure la più ele gante figura del= LXITI la conchiglia. Queste tavole vedranno fra non guari la luce con quel medesimo lusso , di cui ridonda la prima parte de’ Testacci delle due Sicilie. 2. Testacei e Crustacei microsc. Tav. 10, f. 1, — Minutis- sima conchiglia vivente nel Mediterraneo nel Golfo di Taranto , ove l’ ho trovata fra i moltissimi testacei microscopici. Il suo nome ba- sta a disegnare l’ essenziale carattere , che lo distingue dall’ 4rgo- nauta cymbyum di Gmel., cui potrebbe rapportarsi per le sue di- mensioni -- Nell’ Opera sopra citata ne ho data una completa de- scrizione , ed una esatta figura. 3. Favanne, PI. 55, f. C 2. — Martin. t. 18, , f, 163 — Poli e delle Chiaje ( Atti del R. Ist. d’ Incorag. di Napoli, v. 4, p. 219 e segu. ), tav. XIV , f. 2. Nel luogo testè citato trovasi riunito tutto ciò , che i lavori del Poli, e quelli del signor delle Chiaje han potuto discoprirci della struttura del mollusco , cui questa conchiglia appartiene: e vi si trovano benanco inserite tutte le osservazioni che l’ accuratissimo Filippo Cavolini, e’l chiarissimo signor Macrì vi avevano fatte an- teriormente. Una esatta fisura dell’ animale e della sua conchiglia , ricavata nello stato di piena vita e nuotante in un bacino di acqua di mare , si può vedere nel vol. XVI degli Annali di Scienze Na- turali , che si pubblicano a Parigi , ove è stata inserita una breve nota sulle funzioni di questo singolarissimo vivente (1). (1) Mi si permetta di cogliere questa occasione per rendere un pub- blico attestato di riconosoenza ai signori Villiams F. e M. Edwards, i quali si sono dati la sollecitudine di fare inserite nell’ opera enunciata la nota di cui ho fatta parola : e l’ altra ancora sopra una novella spe- cie di Ziatella , di cui ne parlerò nell’ appendice di quest’ Opera. Gen. NaAvrirus , Lun. . Natilius obliquus, Gm. . —— Rhaphanus, Gm. —— Legumen, Gm. USA W N —— Fascia, Gm. 6. —-—— radicula, Gm. 7. —— siphunculus, Gm. 8. —— depressus, o. —— Lituus? Gm. 10, —— Calcar, Lin.-Gm. 11. —— crispus, Lin. Gm. 12, Beccarii, Lin.-Gm. . —— Raphanistrum, Gm. LXIV OrtnocERA ,è Lam. Orthocere oblique, Lam. —— rave, Lam. —_ ravenelle, Lam. —— gause, Lam. —— obtuse, Lam. Noposaria, Lam. Nodosaire radicule, Lam. —— siphoncule , Lam. SpiroLinA, Lam. Spiroline aplatie, Lam. LituoLA, Lam. Lituole nautiloide , Lam. LenticuLina , Lam. Lenticuline eperon. crépue. Discorgis, Lam. Discorbe de Beccari. 1. Gualt. t. 19, f. N — Mart. Conch. I., p. r1., vign. r., f, 2 — Vive nel Mediterraneo sulle coste di Napoli e nel Golfo di Taranto. 2. Gualt. t. 19, f. L, L, L, M. — Planco; de conch. t. 1, f. 6, — Come il precedente. 3. Raro nel Mediterraneo. 4. Gualt. t. 19, f. P. — Planc. t. I, f. 7. Come i prece. denti.! 5. Gualt. t. 19, f. O — Rarissimo ne? luoghi sopra citati. 6.#Planco', "ito Io. 05, —#Eney e). pl- 9405, 1.04 end n" /Gualti”, t.' 19, f. R..S — Mart. Ving. 1. fifa E PF. LXV 8. Annal. du Museum d’ Histoi, Natur. de Paris, v. 5, p. 245, nu; et vole 8, pl. (6251614: Essendomi proposto di seguire il doppio ordine de’ due siste- mì , di Linneo cioè e di Lamarck , ho registrato fra i Nautilii del primo la conchiglia, di cui il secondo ha fatto il suo genere Spirolina, considerando che così fatto avrebbe Linneo medesimo se nota le fosse stata questa minutissima conchiglia. Lamarck non l’ ha conosciuta che fossile , ond’ egli dò alla stessa il nome generi- co di Spirolinites , per disegnare il suo stato; ma io vi ho disco- perto l’ analogo vivente nel mediterraneo aderente alle spugne pe- scate nell’ Isola di Ponza. Non ho potuto osservare il mollusco abi- tatore , perchè morto ed aggrinzito giacer lho veduto nelle cavità della conchiglia. Non di rado l’ ho trovato ancora fra le sabbie del litorale di Cuma voto, e senza avervi osservato il menomo acciacca- mento. Quest ultima circostanza gioverà a dimostrare che tali spo- glie testacee provengono dagli animali viventi attualmente in quel mare , e non sono state già dissepellite dalle piove da’ terreni cir- costanti, e strascinate sulle sponde , siccome si è sospettato per altre specie. Nin. duMus. vol tp. 129% nea etev:8 ip]. 1628, f. 12 — Come le precedenti. 10. Plane. t. I. f. 3, — Gualt. t. 19, f. B, C — Lamarck non avendo riconosciute che due sole specie di /enticulinites, ossia di Zenticuline fossili , riporta con dubbio a questo genere il I. calcar ed il MN. crispus dello Gmelin, ma senza occuparsene di- stintamente, nè come specie viventi, nè come fossili! — Vive nel Mediterraneo , e particolarmente nel Tirreno. Planco, t. I. £. 2 — Gualt. t. 19, f. A, D — Ginanni, Adriat. t. 14) f, 112 — Vedi la nota precedente. 9 LXVI 12. Plane. t. I, f. 1 — Gualt. t. 19, H,H, I— Ginan., Adr. t. 14, f. rtr — Come i precedenti Moltissime altre specie appartenenti a diversi generi de' cefalopedì testacei di Lamarck noverar potrei in questo luogo , avendoli trovati vi- venti nel Mediterraneo. Ma tra perchè taluni entrar non possono rigo- rosamente nel Gen. Nautilus di Linneo, e perchè lo studio laborioso che ho dovuto fare, per ricercare e determinare esseri cotanto minuti , mi ha condotto a farne un'opera particolare; così veder se ne potranno nella stessa le descrizioni e le figure. Di quest opera è stata intrapresa la pubblicazione in Germania, dal mio amico sig. Cav. de Scioemberg. Essa sarà aumentata a misura che la conchiologia microscopica del Medi- terraneo, non menocchè de’ terreni conchigliferi delle due Sicilie , mi offriranno interessanti materiali. ANIA Gen. Conus, L. Conus, Lam. 1. Conus mediterraneus, Lam. Cone mediterrannéenne, Lam. 2. Franciscanus, Bosch. Franciscaine , Lam. 1, Gualt. Tab. 25, f. E — Encycl. plan. 330, f. 4. — Le figure che io cito per questa specie non sono le sole che vi si pos- sono riportare; ma tanto queste che le altre citate da Lin-Gm. nel Con. rusticus, non rappresentano che varietà, una non somigliante all’ altra. Il nostro cono , in fatti, è fecondo di molte gradazioni nella spira, net fondo del suo colorito, e nelle densità delle mac- chie: e non di rado, fra le moltiplici varietà, se ne incontrano ta- lune di quelle, che stando alle figure dello Chemnitz e del Mar- tini, emular sembrano il Conus monacus, il minimus, | achati- nus , il leoninus , il Bullatus ec. Trascurando le più piccole diffe- renze , quanto tra esse eminentemente distinguono alcuni esemplari fra i moltiplici che ne ho esaminati e raccolti nel Mediterraneo , le LXVII quali considerar si possono come insigni varietà. Esse sono le se- guenti : a) testa parva castanea ; fascia duplici albida. »b) testa parva eburnea immaculata, fascia nulla. c) testa parva , spira conica, anfractibus discretis. d) testa mediocri, spira conica acuta. 2. Encycl. PI. 337 — Abita ne’ mari di Africa e nel Mediter- raneo; meno comune del precedente — Bruguiere è stato il pri- mo , che ha distinta questa specie dal C. Mediterraneus ; ed en- trambi dal C.rzsticus di L. Il naturalista Svedese confuse le aveva col C. rusticus , che ripose ne’ mari di Africa, ed io non dubito, che il C. mediterraneus sia una semplice modificazione di quest’ ultimo , il quale anche si trova ne’ mari di Sicilia , che con quelli di Africa confinano. ‘Tenendo presenti le note caratteristiche che Linneo assegna al C. rustico , e quelle che Bruguiere ha ricono- sciute nel C. mediterraneo, altra differenza non vi si trova che quella della spira convexo-acuta in questo , e convexo-conica in quello. Or queste differenze sono cotanto lievi, che certamente non valgono a distinguere due specie , e neppure due varietà nel senso preciso della parola. É sì facile d’ altronde ossesvare coteste anoma- lie fra i molti individui di questa specie, che due fra cento non se ne trovano puntualmente corrispondenti fra loro. In fine, io credo che il C. rustico di Linneo debba considerarsi come il tipo princi- pale , dal quale ed il Mediterraneo , ed il Francescano non sono che lievi modificazioni, procedenti da una legge, che costantemen- te trovo mantenuta in natura : che gli esseri organici, cioè , a mi- sura che si moltiplicano diminuiscono in volume , e che in propor- zione della fecondità di essi crescendo l’ ibridismo , se ne mol- tiplicano le variazioni sotto tutti i rapporti. Ciò per lo appunto ad- * LXVIII diviene nel bacino del Mediterraneo, e precisamente per quelle spe - cie che vivono sulle coste meridionali dello stesso , ove la poca pro- fondità delle acque , la dolce agitazione che soffrono , ed il calore che sperimentano (*) accresce la fecondità , moltiplica gl’ individui, e quindi da luogo a tutte le succennate modificazioni. L’ animale vivo del cono mediterraneo tramanda leggiero odo- re di storace, ed ha sapore aromatico e piccante, molto simile a quello della Satureja capitata. — La sua figura è ovale stacciata ; con un piede piano, munito di un opercolo lanceolato assai stretto , corneo , di color leunino oscuro. Il suo capo è quasi conico, mu- nito di due tentacoli cilindrici terminati in punta, verso la base de’ quali, ed al lato esteriore , sono inseriti gli occhi piccoli e ne- ri. Il mantello è di un color violaceo squallido , con macchie più vive dello stesso colore , che gli conciliano un colorito variegato e vago. Io mi contento indicare le forme esteriori de’ molluschi te- stacei da me esaminati; abbandonando gli organi interni al domi- nio de’ delicati coltelli anatomici. (*) Se più particolarmente si esamina questa legge ne’ porti, ne’ se- ni, ce ne'laghi comunicanti col mare, in confronto col Mediterraneo stesso, trovasi essa eminentemente dimostrata. Il piccolo mare di Ta- rante, il Porto interno di Brindisi, il lago del Fusaro , e di Mare-morto presso Pozzuoli, porgono luminosi fatti in comprova di questa verità ; ed io credo , che nelle Lacune di Venezia debba accadere altrettanto — Se nonchè parmi, che ne luoghi vulcanici vi concorre ancora il calore sotterraneo , il quale aggiunge forza alla temperatura ordinaria. LXIX Gen. Crerded, Lin. Cypragd , Lam. 1. Cypraea lurida, L. Porcellaine souris, Lam. a) var. Virescens. a) var. verdoyant. b) — amethystina. b) — couleur d' Amatyste. c) — rufescens. c) — rougeatre, d) — albida. d) — blanchàtre. 2. —— pyrum, Gm. roussette , Lam. 3. pediculus , L. pou-de-mer , Lam. 4. coccinella, Lam. — coccinelle , Lam. 5. —— oryza, Lam. —— kMgrain-de-riz , Lam. 6. umbilicalis, nob. —— ombilicaile , n. 1. List. t. 671, f. 17, et t. 673, f. 19 — Bonan. Recr. 3, f. 251 — Mus. Kircher. 3, f. 250 — Gualt. t. 13, f. E G. Frequente ne’ mari de’ climi caldi. Lamarck non la riconosce nel Mediterraneo, e la crede ancor poco comune. Le quattro varie- tà che vi ho segnate sono assai rare: la var. c ) manca del tutto delle due fascie sbiadate trasversali proprie di questa specie , e vi- ve ne’ mari di Sicilia. La grandezza varia dalle 8 linee fino a due pollici. 2. Martini, Conch, 1, tab. 26, f. 267, 268. — Io cito e- sclusivamente questa figura, perchè puntualmente rappresenta la specie nel suo stato di integrità e di freschezza. L'età e l’ attrito ne indeboliscono il colore, facendolo diventar quasi leonino colle due fascie bianchiccie, o giallogne , mentre nello stato primiti- vo esse sono macchiate e variopinte. Il Gualtieri la rappresentò in questo stato nelle fisure O. P. della tav. 13, che Gm. considerò come varietà della sua C. varzolosa , di patria ignota. Il carattere costante che distingue questa specie è il color rosso- LXX croceo delle labbra, i di cui denti sono più o meno pallidi. An- che in questo può distinguersi Jo stato di logoramento sofferto dal- la conchiglia , allorquando sbiaditi se ne trovano i colori del dor- so, le labbra rossso- pallide , ed i denticelli quasi bianchi. 3 Gualtieri, jt. 005, (H..P2—#Ebeycl. pl. (390, fi 1 a. — La ciprea pidocchio, che vive nel Mediterraneo non uguaglia in grandezza quella delle Antille, del Surinam ec. ; nè così chiare s0- no le macchie dorsali, che la distinguono. Trovasi di rado sulle coste dell’ Adriatico , e nel golfo di Taranto. Payredeau 1° ha tro- vata sulle spiagie sabionose dell’ I. di Corsica. Lunga lin. 2 e-mezzo. 4. Tister} 117075 1197. == Encyel piir3 5694 be Lamarck ha separata dalla C. pediculus, che considera vivente esclusivamente nelle Antille ,, la C. coccinella, di cui nun ha po- tuto additare la patria. I caratteri, che secondo il prelodato A. di- slinguono questa specie sono, la mancanza della linea dorsale , e le striscie trasversali levigate ( non già quasi granulate, come nella C. pediculus ). Ma non è raro trovare la C. pediculus, anche ne’ mari stranieri, senza la linea dorsale; siccome per | opposto ia C. coccinella del Mediterraneo n’ è spesse volte provveduta. An- che le granulature delle strie trasversali mancano talvolta nella prima e sì trovano nella seconda. Le macchie dorsali sono or più or meno visibili in entrambe ; e lo stesso Lamarck dà per incerto questo carattere. Da tutto ciò si deduce chiaramente, che la C. cocci- nella non è che una varietà accidentale della pediculus : che le sue modificazioni sono più variabili nel Mediterraneo , ove esiste la identica specie a quella dello Antille e del Surinam : e ciò per le ragioni assegnate nella pag. 67, 68, sotto al Conus franciscanus. 5. Gualt. , i. 14, f. F — Adans. Seneg. — Vive nell’ Ocea- no Asiatico, Lam. ); nel Mediterraneo. Io l’ ho trovata in Taran- LXXI to, e sulle coste dell’ Adriatico. La linea dorsale manca sovente» La sua grandezza è minore di quella descritta da Lam., non oltre- passando lin. 3 e mezzo. Oss. Pare che tutte tre le specie testè. citate siano varietà della Pediculus, che Linneo riguardò come comune all’ Oceano setten- trionale Europeo ; dell’ America, dell’ Indie, e del mare Medi- terraneo. 6. Testa globosa alba, diafana , striis transversis planula- tis laevibus ; linea dorsali nulla ; immarginata; autice exquisite umbilicata, b) Zar. testa ablongiuscula , fulva subopaca, dorso laeviusculo. Elegantissima e rara specie eminentemente distinta dalle prece- denti per l’umbilico, composto da 4 anfratti ben pronunziati , coll’ apice della spira elevato. I solchi trasversali sono segnati da linee delicatissime longitudinali , visibili solo col soccorso di acuta lente, specialmente sul labbro destro — La var. b) è di color leonino ros- satro , opaca , colle linee trasversali meno sensibili, specialmente nella regione dorsale , ove sono quasi nulle, osservandosi in vece le linee segnate dall’ accrescimento suecessivo. Trovasi nel golfo di Taranto. Rara. 1/1: corre] Gen. Vorura , Lin. CoLumseLtaA , Lam. 1. Voluta rustica, L. Colombelle etoilée , Lam Mirra, Lam. 2. — lactea , Mitre lactée, Lam. 3. —- cornicularis , —— corniculaire, Lam. 4, -—_ COrnea , —-- cornée , Lam. LXXII 5. Voluta tringa, Mitre bigarrée, Lam. 6. —— ebenus, —— bois-d’ébene , Lam. MarcineLLA, Lam. 7." muscaria, Marginelle mouche, Lam. OLiva, Lam. 8. —— oryza, Olive grain-de-riz. Vorvaria, Lam. 9. —— pallida, L-Gm. Volvaire byaline, Lam. 10. —— exilis, Gm. —— grain-de-blé, Lam. —— var. b). —— v. b), Lam. î. eListepshto 024) fM4rta80900) 1451, 460 tal 8e6n-f. 48, t. 827, f.49 a, b — Guat., 43, f. E, G, H. — Adans. Seneg. pl. 9, f. 28 Ze Siger — Il colorito di questa specie è molto varia- bile, e le figure di Lister corrispondono esattamente alle variabili- tà delle macchie di quelle che frequenti vivono nel Mediterraneo , delle quali però Gmelin fece più varietà — Il costante carattere di questa conchiglia, siccome accortamente ha notato Lamarck , consi- ste nelle macchie bianche o pallide, quasi in forma di stella , che circondano la superior parte dell ultimo giro della spira — Il pre- lodato Autore ripone questa specie esclusivamente nell'Oceano Atlantico ed in quello delle Antille, mentre è risaputo ch’ essa vive egualmen- te in tutto il Mediterraneo , siccome ne’ mari Etiopico ed America- no Lin. ). Forse appo noi giunge questa specie a maggiori dimen- sioni , incontrandosi non di rado lunga un pollice. 2. Chem, , t. 179, f. 1736 — Encycl. pl. 371, f.2 a,b Ann. du Mus. , vol. 17, p. 210 — Abita le coste di Sicilia pres- so Palermo , e quello di Africa? Lam.). Chemnitz ha risguardata questa specie come semplice varietà della cornicola ;. ma Lamarck prendendo in cosiderazione il colore uniforme e senza macchie , e LXXIIT le striscie punteggiate assai fine, delle quali è questa conchiglia trasversalmente fregiata , ne ha fatta una specie distinta , assegnan- dole il nome tratto dal suo colorito — Lunga 1. 6. 3. Chemn. , t. 179, f. 1733, 1734 — Ann. du Mus. ibid. n. 38. Abita le coste di Africa, Lam.), e quelle del Regno di Napoli nell’ Adriatico , ed in Sicilia. Questa specie ha molta affinità colla 7. cornicola di Lin. Lunga l. 9. 4. Aun. du Mus. ibid. n. 4o. — Il carattere che particolar- mente distingue questa specie consiste nel rigonfiamento dell’ ultimo giro della spira, il quale è liscio, e nella base soltanto ha talune rughe. trasversali. La spira è acuta, e la base troncata appena. — Lunga |. 19) ce , t. 43, f. B. — Eneycl. pl. 374, f. 10 a,b — Ann. du Mus. ibid. n. 41 — Abita il Mediterraneo sulle coste di Africa, Lam. ), e sopra quelle del Regno di Napoli. Il rigonfia- mento del labro destro accosta questa specie alle Columbelle, e sem- bra servire al passaggio fra questi due generi. Le tre pieghe della colonnetta sono appena appena apparenti — Lunga l. rr. 6. Ann. du Mus. idid. n.58 — Abita il Mediterraneo nel gol- fo di Taranto. Distinguesi pel suo color nero , e per la linea pal- lida che cinge la sutura degli anfratti. 7. Lamarck ha distinta questa specie, ch’ ei ripone ne’ mari della nuova Olanda , ove vive abbondantemente. Trovasi , benchè rarissima , nel golfo di Taranto. Fig. manca . 7 8. Martini, t. 50, f.548 — Ann. du Mus., vol. 16, n. pesta Lamarck ne ignora la patria; e la dice lunga tre linee, trovasi nel Golfo di Taranto. Abbondante. g- Lister, t. 714, f. 70, — Mart. t. 42, f. 426. Ze Falier e le Simeri di Adansone, che lo Gmelin riporta a questa specie , 10 LXXIV non convengono cogli esemplari provenienti dal Mediterraneo. Le figure citate di Lister , e del Martini gli corrispondono puntual- mente salvocchè nella grandezza. Il colore è giallo-pallido , qualche volta leonino , e per lo più bianco. Trovasi ne’ mari del Senegal, Lam. ) , nell’oceano Africano , L. Gm. ), ed nel Golfo di Taran- to. — Lunga lin. 4g, ro. Martini, t. 42, f. 428, 429, — v.b ) — gesta albida aut rubente , fasciis nullis. Lam. Benchè questa specie è riferita da Lamarck ai mari del Senegal, Fabricio l’ ha riconosciuta negli esemplari provenienti dal Mediterraneo , ove trovasi abbondantemen- te ed in particolare nel Golfo di Taranto e nell’ Adriatico. La varie- tà 5), è più frequente , e sospetto che ciò dipenda da cagioni in- tieramente straniere alla natura dell’ animale che la produce. N. B. La figura 428 del Martini, a me sembra rappresentare il vero tipo della voluta erilis, cui convengono ben anche i caratteri as- segnati alla stessa nelle descrizioni. abricio riferisce questa medesima figura alla v. miliaria dello Gmelin', mentre Lamarck ne fa una specie distinta ( v. oryza ), e lo Gmelin non cita alcuna figura per la sua mi- liaria. To non conosco le circostanze per le quali Fabricio è stato con - dotto a distinguere la miliaria dalla exilis; ma son persuaso che le figu- re citate del Martini, e lo Stipon di Adansone , che si riporta da La- marck alla sua ». oriza, rappresentano la medesima conchiglia ne' diver- si suoi incidenti , e proveniente da diversi mari , ove acquista grandezza e solidità diversa, non chè qualche anomalia nel suo colore. Payraudeau ha creduto doverci dare una figura della v. miliaria (v. miliaria , Lam. ) sul riflesso che nè lo Gmelin, nè Lamarck ne citano alcuna. Finchè i conchiologisti si attaccheranno ai caratteri accidentali , e non studieranno le specie sopra gran numero d' individui intieri , non logori, e meglio ancora nel luogo natio , le anfibologie , e moltiplicità delle specie cre- sceranno a dismisura. LXXV TorwateLLA, Lim. 11. -—— Voluta tornatilis, L. Tornatelle fasciée , Lam. 11. List. t. 835, f. 58, — Martini, t. 43, f.442, 443. Fre- quente nel Mediterraneo. Le due fascie bianchiccie che cingono !’ ul- timo anfratto , e che distinguono questa specie mancano sovente. IO Non Gen. Butta ; Lin. BuLLaA , Lam. 1. Bulla lignaria , L. Bulle aublie, Lam. 2, = striata, Lam. striée , Lam. v. b). —— v. b). 3. —— hydatis, L. —— hydatide , Lam. i BuLLAeA, Lam. 4. —— aperta, L. Bullèe plancienne , Lam. Ovura , Lam. j 5. —— birostris, L. Ovule birostre, Lam, 6. —— carnea, Gm. —— incarnate , Lam. 7. —— triticea , Lam. —— grain-de-blé, Lam. 8. —— lactea, Lam. —— lacteè, Lam. 1. List. , ab. 714, f. 91 — Mart., t. 21, f. 194, 195 — Specie non rara de’ mari Europei, la di cui grandezza uguaglia ialvolta due pollici e mezzo. 2. List. , tab. 714, f. 72 — Bonanni, Recr. 3, f. 3 — Gualt. i. 12, f. F — Gmelin aveva registrata questa specie sotto la Bul. ampulla facendone una varietà della stessa. ‘Bruguiere ne l’ha se- parata affatto, considerandola come specie distinta ; e ciò per la sua figura più allungata della B. ampulla, e per le strie trasversali che * LXXVI sono sensibili nella parte inferiore della sua muova specie , mentre mancano affatto nella B. ampulla. ‘ La v. b) si distingue pel suo colorito più chiaro , e talvolta d’un marmorino pallido , nonchè per una maggior solidità della conchiglia. 3. Gualt. tab. 13 , f. DD. — Chemn. t. 118. f. 1019. Tro- vasi frequente nel Golfo di Taranto: rara nell’ Adriatico , e rarissi- ma nel Tirreno. 4. Gualt. tab. 13, f. EE. — Favanne , pl. 27, f. 77 - Chemn. t. 146, f. 1354, 1355. Gmelin la reputò indigena del Capo di buona speranza; ma essa vive ancora, benche non vi s’incontri mol- to frequente, nel mare Mediterraneo che bagna le coste del regno di Napoli. Questa conchiglia non è un vero abitacolo del mollusco al quale appartiene , siccome le altre univalvi; ma piuttosto consi- derar si deve come uno scudo destinato a guarantire i visceri più nobili e più delicati , siccome l’ opercolo delle Aplisie , il cimiere delle Carinarie , quei pezzi cartilaginei delle Bifore, delle Cym- bulie ec. ec. Essa in effetto giace sul dorso dell’ animale, ed è affat- to ricoperta dai suoi tegumenti. Gmelin, il quale, o non si avvide della presenza della conchiglia, o che la risguardò ancor esso nella maniera stessa ch'io l'ho già indicato, ripose perciò questo animaletto fra i molluschi nudi, mancanti cioè d’ una conchiglia esteriore at- ta a raccogliere l’ animale , facendone il genere Lobdaria. Que- sto medesimo genere era stato antecedentemente descritto da Miiller nella sua Zoologia Danica ( vol. 3., p. 30, t. 100, f. 1, 5 ). Questi autori descrissero la Labdoria come propria de’ mari setten- trionali, Il Caposcuola della Notomia Comparata , sig. Cuvier, die- tro l’accurata analisi di questo mollusco ne fondò il genere Bull/aea ( Annal. du Mus. , v. 1, p. 156, pl. 12, f. 1-6). LXXVII 5. List. , t. gir, f. 66 — Favan. pl. 30, Kr. — Secondo tutti i Conchiologi , abita le coste di Java. Nelle passata stagione estiva, nel mar Tirreno presso Cuma, ne ho pescato tre individui, le di cui dimensioni non oltrepassano 8 lin. in lunghezza, e quin- di inferiori esse sono alle ordinarie grandezze cui giunge la stessa specie nei mari dell’ America — Il di loro colore è di rosa pallida. 6. — 7. — 8. Pyraud. pl. 8, f. 30-32. Benchè coteste spe- cie siano del Mediterraneo , indicar non posso con precisione il di loro luogo natio, non avendole giammai trovate in qualsivoglia modo sulle coste del Regno. Payraudeau le ha trovate presso le coste Meridionali dell’ Iso- la di Corsica. I pescatori di coralli la portano appo noi dalla Sar- degna. Pare che queste specie vivano ne’bassi fondi, ed è perciò rarissimo incontrarne i gusci rigettati sulle spiagge. Lamarck considera l’ O. carnea come propria delle coste di Barbaria, ed egli ha per la prima volta separata da questa specie l’ O. triticea , ch’ io credo essere la specie stessa, diversa solo per la grandezza e per un colorito più fosco. SERE Gen. Buccinum , Lin. Buccinum , Lim. 1. Buccinum mutabile, L. Buccin centuré, Lam. 2. reticulatum, L. reticulé, Lam. 3. asperulum , Br. — rude. 4. flexuosum, Br. — tortu. O) + ——— corniculum, Oliv. —— cornichon. LXXVII 6. -—— macula , Mont. —— Maille, Pay. 7. — elegans, nob. élèégant, n. S. —— semiplicatum , nob. —— demi-plié , n. g. —— Linnaei, Payr. : ——— de Linnè , Pay. Nassa, Lam. 10. —— neriteum, L. Nasse néritoîde , L. Cassiparia , Lam. 21, —— echinophorum , L. Cassidaire échinophore , Lam. 12. —— thyrrenum, Gm. —— thyrrhénienne , Lam. Cassis, Lam. 13. —— undulatum , Lin. Casque cannelé , Lam. 14. —— Saburon, Lam. —— Saburon, Lam. Donium, Lam. 19. —— Galea, Lin. —— Tonne cannelée, Lam. 1. Specie comune del Mediterraneo , le di cui anomalie del colorito le hanno fatto meritare tal nome. 2. Lister, Tab. g66, f. ar, 4. Per iscansare le anfibologie che sembrami essersi prodotte colle citazioni di poco esatte figure mi attengo strettamente alla figura sopra citata di Lister, che pun- tualmente corrisponde a questa specie, almeno per gli esemplari provenienti dal nostro Mediterraneo. Raro. 3. Brocchi , Conch. foss.. Subapp. 2., p.- 339, n. 23, t. 5, f. 3. — Questo illustre Italiano si avvide che ignota o confusa era stata per lo innanzi questa conchiglia, da lui trovata fossile nel Piacentino solamente. La descrisse quindi e ne diede una esatta fi- gura , facendo osservare le note caratteristiche che dal 8. clathra- tum distinguono questa novella specie. In grazia del vero però gio- va avvertire , che non avendolo egli trovato che fossile non ha po- LXXIK tuto accorgersi , che la solidità di questa conchiglia è molto mag- giore di quella delle specie affini; e spesso la varice che fiancheg- gia il destro labro trovasi ripetuta ancora sopra gli anfratti, Essa gode costantemente di bianchezza pari a quella dell’ avorio -- Rara nell’ Adriatico — Il B. Zacapedii di Payraudeau ha con questo molta analogia , ma manca della ripiegatura della base sul dorso , e delle varici. Sospetto ancora , che il B. Ascanias di Lamarck possa essere la stessa cosa, convenendogli in gran parte la frase e la figura del Gualtieri dallo stesso A. citata. 4. Brocchi l. c. n. 24, t. V., f. 12 — Affine al precedente. Conchiglia delicata , con coste longitudinali flessuose , canaletto del- la base alquanto più lungo ed apppena ri{@egato » l’altro acuto e senza varice di sorta. Il suo colore è di mele — Raro nell'Adriatico. 5. Gualtieri, Tab. 49, f. N — Corniculatus ? Lam. — B. Calmeitii. Payr. p. 160, pl. 8, f. 7-9 — Olivi nella sua Zoo- logia Adriatica ha descritto questo buccino citandovi la figura del Gualtieri , alla quale puntualmente corrisponde. Egli ha fatto no- tare un grave sbaglio preso da Linneo , citando questa stessa figura sotto la sua voluta cornicola, la quale essenzialmente appartiene al gen. duccino. Allorchè questo duccino è giovane presenta due ascie bianco-cerulee nel mezzo della spira, delle quali una viene occupata dal giro successivo , e l’altra rimane libera , cosicchè sol- ifanto nell’ ultimo giro osservar si possono. È quì merita ancora os- servarsi, che ne’ mari di Sicilia trovasi una varietà di questa ele- gante specie di un color paglino , sul quale è appena visibile la doppia fascia bianca — Lamarck non cita alcuna figura, nè ripor- ta verun sinonimo pel suo 2. corniculum; ma la frase molto con- viene alla presente specie. Payraudeau lo ha creduto nuovo , e lo ha dedicato al sig. Calmeil. LXXX 6. Montagu, Test. Brit. , t. 8, f. 4 — Mat. e Rack., p. 138, tab. 4, f. 4 — Dorset, Catal. p. 42, t. 15, f. 8 — Payr. p. 155, n. 318. PI. 7, f. 23, 24 — In riguardo di questa spe- cie non saprei raccomandare abbastanza l'osservazione più volte ri- petuta in varii luoghi di quest’ opera ; cioè , che uopo sia ricono- scere le specie ne’ luoghi nati, ed avendone nelle mani molti e- semplari, quando errar non si voglia nella di loro ricognizione. La variabilità del suo colorito, e gli accidenti che risultano allor- chè spogliato viene della sua esterna copertura , per cagione dello stritolamento che soffre , fanno variare assai spesso 1’ aspetto di questa conchiglia, vedendosi or di color leonino più o meno cari- co , talvolta di color fd&rugineo oscuro , e spesso ancora bianchis- simo e nitido. Il carattere però, di cui è mai sempre freggiata consiste nella grossa varice che circonda il labro esterno ( la qua- le ripetuta pur si trova sovente sopra gli altri giri della spira ), sulla quale le macchie delle fasce non mai si estinguono , ciocchè gli ha fatto meritare il nome che lo distingue — Frequente sulle coste del Mediterraneo. n. B. Ferussacii, Pay. 1. c. n. 326. PI. 8, f. 15-18 — Le stesse circostanze notate nel numero precedente han condotto il sig. Payraudeau a far due specie di questa conchiglia , ch’ egli ha dovuto osservare in età diversa. La sola ispezione delle figure basta per convincere chicchessia delle anomalie ch’ essa soffre. Io ritengo come sinonimi i nomi assegnati dal prelodato autore , indicandolo con quello da me impostogli per non alterare la nomenclatura di va- rie collezioni da me inviate allo straniero. — Frequente nel Me- diterraneo. 8. Testa solida fulva ovato-ventricosa, anfractibus extimis supra longitudinaliter undato-plicatis , ultimo fascia alba fusco- LXXXI marginata notato ; labro acuto , intus denticulato roseo. Gual- tieri,, Tab. 43, £. D. La forma di questa conchiglia si accosta a quella del retico- fato, dal quale differisce per le pieghe longitudinali degli ultimi giri della spira , i quali non si estendono per tutta la di loro am- piezza , e privi sono affatto di solchi trasversali; per le quali cose differisce ancora dal B. miga, col quale ha moltissima analogia: ed io lo credo una degenerazione di quello. La descrizione che ci dà Lamarck del sno semiplicatum sembra convenirgli — Raro nell Adriatico e nel Tirreno. MNPayr (Cat. piis0r, n.324, Pl. 8, «uo rei quente nell’ Adriatico. I primi anfratti sono costantemente tinti di un bel colore di porpora. 10. Gualt.., tab. (65, £. G, I.— Born., tab. 10, f. 3-4 Frequente nell’ Adriatico e nel Tirreno ; fecondo di molte varieta . Quando esso è intatto, tiene una spina molto elevata nel vertice della spira. Il suo colore è ferrugino matto al di sopra, sbiadato e lucidissimo nella faccia inferiore. Born ha figurata questa specie nel - lo stato giovanile, e stritolata dalle sabbie. Non esiterei però a ri- guardarla come specie distinta, per ragioni che altrove esporrò. rt. Specie comunissima nel Mediterraneo. 12, Bonann. Ricr., f. 160 — Ginan., t. V, f. 44, e t. 6, f. 45 — Appera dal precedente distinto per la maucanza de’ tuber- coli, de’ quali però talvolta se ne veggono le traccie. Trovasi nel Tirreno, nel Golfo di Gaeta. 13. Lister , tab. 996, f. 61 — Bonan. Ricr. e Mus. Kirch. 3, 159 — Gualt. t. 39, f. B — Non so perchè lo Gmelin cita come varietà le figure del Bonanni e del Gualtieri , mentre esattamente convengono con quella di Lister , e tutte colla nostra specie. Egli II LXXXII non ne conobe la patria. Trovasi, benche di rado, nel Medi- terraneo. 14. Lamarck , n. 21 — Bonanni, Recr. 3, f. 20 — Gualt. t. 39 , f. G — Payr., p. 154, n. 309 — Riporto questa specie sulla fede di Payraudeau, il quale assicura averla trovata nel Gol- fo di Ajaccio in Corsica, mentre io non l’ ho rinvenuta che nella stato fossile, ed anche di rado. Lamarck lo porta come indigeno dell’ Oceano Atlantico. 15. List. , t. 898, f. 18 — Bonanni, Ricr. , f., 183 — Gualt. t. 42, f. A A. Specie comune nel Mediterraneo , ove giunge a 9 pollici di diametro. API Gen. SrRomsus , Lin. RosreLLARIA, LAm. 1. .Strombus Pes-Pellicani, Lin.Gm. Rostellaire pied-de-Pelican , Lam. 1. Specie comune in tutti i mari. L'animale ha un piede lan- ciolato-cordato , munito di un opercolo quasi simile ( subsimilare ) corneo, unguicolato , il quale aderisce al lato interno per una parte soltanto. La proboscide è di color rosso scarlatto picchiettata di bianco , col margine ed interna superficie bianchi. Ha due lunghi tentacoli conici similmente colorati con una linea bianca che scorre lungo tutta la di loro lunghezza. Alla base , ed esteriormente , vi sono situati gli occhi neri , tondi, estuberanti con iride bianca. Il resto del mantello è bianco sporco screziato di bianco più nitido , e di rosso pallido. Al lato esterno giacciono gli organi della generazio- ne , che per un condotto visibile esteriormente si aprono nel mar- LXXXITI gine corrispondente del piede. Col dissecarlo si trovano in fondo le ovaja ( nello stato di sterilità sono esse tinte di rosso, siccome il cuore ), le glandole che sequestrano 1’ umor fecondante , ed il resto degli organi vitali e della riproduzione. Oss. È singolare che, della lunga serie di specie del genere Strombus di Linneo, questa sola vive nella parté del Mediterra- neo , che bagna le due Sicilie, IAT Gen. Murex, Lin. 1. Murex brandaris, L. 2. trunculus, L. 3. —— erinaceus , L. var. b), Lam. 4. —— scaber, var. b), Lam. ui . —— Tritonis, L. 6. —— nodiferum . 7. —— cutaceus , L. S. —— serobiculator, L. 9. —— reticularis, L. 10. —— syracusanus , L. 11. —— pusio, Gm. Murex, Lam. Rocher droite-épine , Lam. —— fascié, Lam. —— érinacé, Lam. —— var. b), Lam. —— Scabre, var. b), Lam. Triton, Lam. Triton emaillé, Lam. —— nodifére, Lam. —— cutacé, Lam. —t— scrobiculé, Lam. RaneLta, Lam. Ranelle geante? Lam. Fusus, Lam. Fuseau rubané , Lam. —— marqueté , Lam. x» LXXXIV veiné , Lam. 12. —— lignarius, L. 13. —— strigosus, Lam. de Tarente, Lam. ù FascioLaria, Lam. 14. —— lignarius ? Gm. Fasciolaire de Tarente , Lam. È PLeuroroma , Lam. 15. —— echinatus ? Broc. Pleurotome de Cordier , Pay. 16. —— Bertrandii. —t— de Bertrand, Pay. 17. —— Vauquelini. —— de Vauquelin , Pay. 18. —— oblongus, var. Br. —— oblonga. 1g. —— C..., nob. —— C...,pn. 20. ——— M.A . ., nob. —— M-A...,n. al. —— A. ..., nob. TA Ceritmum , Lam. 22. — alucoides , Olivi. Cerite goumier ( vul/gatum ), Lam. 23. —— fuscatus, Gm. obscur, n. 24. —— scaber, Oliv. — Lime, Lam. Vv. a). Vemia)e v. b). V. Cb). 25. —— cingulatus, Gm. granuleuse, Lam. 26. —— inversus, nob. inverse, n. TursineLLa , Lam. 27. —— craticulatus, L. Gm. Turbinelle costulée, Lam. 28. —— eburneus , nob. —— avoire , n. 1. Specie comune del Mediterraneo e dell’ Adriatico , difficile ad equivocarsi con altre specie. 2. Come il precedente. Trovasi non di rado tutto ugualmente tinto di blu-nero , specialmente ne’ mari di Sicilia. LXXXV SGualt. it 49u,fH — Bornhpt.fixn jif 3-40 Havan. pl. 37, f. C. Abita i mari europei; non raro fra noi. La sua pic- cola varietà è molto meno ovvia. List. , t. 921, f. 14? 4. Encycl. , pl. 438, f. 5, a b — Questo murice, di cui Lamarck non conobe la patria , vive nel Golfo di Taranto : assai raro. Il sullodato Autore descrive un’ altra specie propria del Golfo ‘ di Taranto, al quale ha dato lo specifico nome di tarentinus, ma non ho potuto finora riconoscerlo. 5. Bonan. Recr. t. 3, f. 188 — Lister, Conch., t. 959, f. 12 — Gualt., t. 48, f. A— Murex Tritonis, L'Gm. — Se- condo Lamarck , abita i mari di Asia, e specialmente quelli della Zona torrida. Io l’ ho trovato nell’ Adriatico. Il mio esemplare ha 14. pol. e 5 lin. di lunghezza. Raro. 6. List., Conch., t. 960, f. 13 — Martin, Conch., t. 136, f. 1284, 1285 — Gmelin avea registrata questa specie come var. del Murex Tritonis , dal quale è ben distinta, siccome lo ha sag- giamente avvertito Lamarck. Essa è frequente nel Mediterraneo , e nell’ Adriatico, dove giunger suole a straordinaria grandezza. L’ a- nimale non è diverso da quello delle specie congeneri, la di cui or- ganizazione è oggi molto bene conosciuta. Esso però è assai gajo per le tinte di cui è ornato il suo mantello. 7. List. Conch., t. 942; f. 38 — Seba, Mus. 3, t. 49, f. 71, 73 — Abita la Barbaria, la Guinea nale ; e le Isole avverse, Lin. ), e l’ Oceano Atlantico , Lam. E , l America meridio- Nell’ Adriatico e nel Mediterraneo , non molto frequente nell’ I. di Corsica. 8. List. Conch. , t. 943, f. 39 — Gualt., t. 4g, f. B — Favan. pl. 32, f. E ( individuo giovine ). Trovasi nel Mediterra- neo , assai raro. LKXXVI g. List., Conch. , t.935 , f. 30 — Bonan. Recr. 3, f. 193 — Gualt:) t:34950 faiMo nie t.boffnAS= Encycl..pliÙM1900£ D — Mus. t. 11, f. È — Abita l'America, ed il M. Mediterraneo, Lin. Lamarck lo crede esclusivo de’mari americani. La figura M , t. 4g del Gualt. , rappresenta un individuo giovine di questa specie. Nella mia collezione ve n° è un’ esemplare di 4 pollici di lunghezza — Raro. 10. Bonan. Recr. 3, f. 80 — Chem. Conch. 10, t. 161, £. 1542, 1543 — Encycl. pl. 423 , f. 6, a b — Frequente nel Mediterraneo , e più ne’ mari di Sicilia. Trovasi nna varietà cogli anfratti più tumidi, meno carinati, ed anco meno tubercolati. È forse specie distinta ? Esso giunge a 26 linee di lunghezza. Tutto di color marrone quasi uniforme. Sembra intermedio fra il Syra- cusanus , e lo Strigosus di Lam. 11. List. Conch., t. 914, f. 7 — Adans. Seneg. pl. 4, f. 3. Favan. Conch. pl. 33, f. I — Mart. Conch. 4, t. 147, f. 1357. Abita i mari del Senegal, Lam. ) , ed il Mediterraneo, ove però non è sì comune. La sua grandezza siccome il suc colorito varia moltissimo. La figura di Lister conviene perfettamente alle più fre- quenti sue varietà; ma io ne posseggo taluni esemplari di color fosco verdognolo macchiato di bruno-violetto. Gli anfratti dell’ api- ce sono costantemente tuberculati. L’ animale ha un piede cordifor- me allungato e curvo , con opercolo quasi simile , corneo , ungui- colato. Il capo è piccolo , munito di due tentacoli conici, ai di cui lati, e verso la metà vi sono gli occhi neri, rotondi. Il man- tello è di color d’ arancio uniforme al di sopra, e bianchiccio al di sotto. 12. Encycl. pl. 424 f. 6. Io cito esclusivamente questa figura , come quella che perfet- tamente rappresenta gli esemplari del Mediterraneo ; ma non diver- LXXXVII se essenzialmente son quelle del Martini ( t. 147, f. 1357 ), e di Seba ( v.3.° t. 52, £.4), le quali dallo Gmelin sono riferite al M. pusio. Lamarck cita soltanto, pel /. lignarins, la figura dell’ Enci- clopedia e quella di Seba , escludendo l’ altra del Martini , che si- curamente rappresenta la stessa specie proveniente da mari stranieri. Mi riserbo aggiungere altri schiarimenti , intorno alle distinzioni del pusio col lignarius, ne’ supplementi a quest’ opera. 13. Lamarck, 7, p. 130, n. 26 — Il chiarissimo Autore te- stè citato descrive questa specie come propria del Golfo di Taran- to. Essa trovasi del pari in tutti i rimanenti mari che bagnano le coste del Regno di Napoli e di Sicilia. Non molto frequente. Sic- come non sì cita per questa specie alcuna figura, ho creduto pre- gio dell’ opera ì’ esibirne una accuratissima. /edi le tavole 14. Lo Gmelin riferito aveva al M. Zignarius questa con- chiglia , di cui Lamarck ha fatta una specie distinta del suo gen. fasciolaria , stando alla figura del Buonanni, benche citata fosse con dubio nella specie soprammentovata. Trovasi un poco raro nel- l’Adriatico e nel Tirreno , ne’ mari che bagnano l’ Is. di Corsica , e non nel solo Golfo di Taranto , siccome opinò Lamarck. 15. Brocchi, Conch. Sub. 2.° p423 , n. 44. Tav. 8, f£.3.? Payr. Catal. p. 144 pl. 7. f. 11, Ho riportato con dubbio al M. echinatus di Brocchi la PI. Cordieri di Payraudeau , perchè la descrizione del primo è alquan- to diversa da quella del secondo. Ma siccome quello ebbe presente la conchiglia fossile , così non potè rilevare taluni caratteri visibili nelle conchiglie fresche , tra quali 1’ incisura dell’ angolo superiore del labro , onde la riferì ai fusi e non alle plewrotome, LXXXVIII 16. Payr. l. c. n. 288, pl. 7. f. 12, 13. Frequente nel Gol- fo di Taranto , e nell’ Adriatico. 17. Payr. l. c. n. 289, pl. 7. f. 14, 15. Come il \preceden- te, e ne’ medesirri luoghi. 18. Broc. l. c. p. 430. — var. ); Tav. 9g. f. 19. Non rara su tutte le coste del Regno di Napoli. 1g. Pleurotoma , testa ovata, apice acuto; anfractibus con- vexis costulatis transverse striatis subcarinatisque, supra nigro- maculatis , cauda brevi recta. La forma di questa conchiglia è quasi ovale col vertice della spira acuto. Gli anfratti sono convesi , costolati , e trasversalmente solcati; in mezzo vi corre un solco elevato più de’ rimanenti, il qual wi forma una specie di carena , ed è bianco nitido. Le costole , nella parte superiore, sono alternativamente macchiate di nero , il resto della conchiglia essendo bianco-sudicio. La coda è breve. Al- ta, lin. 5 s,,, — Trovasi nell’ Adriatico , rarissima. 20. Pleurotoma , testa pyramidata, anfractibus planulatis costulatis transversaliter sulcatis , costulis bini) alternatim albis et ferrugineis. Conchiglia piccola e svelta quasi piramidale. I giri della spira sono alquanto depressi , costolati e trasversalmente solcati ; alterna- tivamente son essi due bianchi, e due di color ferrugineo — Alta, lin. 4 :7y» Trovasi nell’ Adriatico , rara. 21. Pleurotoma , testa turrita eburnea, anfractibus subca- rinatis costulatisque , transverse lineis coloratis exaratis , spire apice violaceo. Picciola ed elegante conchiglia di un bianco di avorio , co? giri della spira costolati, e quasi carenati, trasversalmente lineati da LXXXIX delicatissime linee di color rosso-oscuro , ed arancine ; |’ apice è violaceo Alta , lin. 3. — Rara nell’ Adriatico. 22.) Olivi}sZool.» Adr..,; ps153, n-.2:—yGin) 2%, t. 6, f.5r. Gualt. , t. 56, f. L — Brocchi, 2°, p. 437, n. 1 — Abita nel Mediterraneo , e nell’ Oceano Atlantico, Lam. ). La figura del Bo- nanni , citata da Lamarck ( Recr. 3, f. 82 ), poco conviene colla nostra specie, e quella di Adansone ( Senegal. , t. ro, f. 3 ) è pessima ; che anzi sembra appartenere a specie molto diversa. Quin- di mi riporto strettamente alla figura sopra citata del Bonanni, che più di ogni altra somiglia al nostro cerizio , benchè a ragione non ve n’è una che puntualmente li corrisponda. Nel lago della Coluccia , volgarmente detto del Zusaro ( A- cherusia Palus , vel. Acheron ), vive abbondantemente questo cerizio , ma cuopresi talmente d’ una crosta calcare feruginosa ;. ed i tubercoli sono così rigidi, che a stento può riconoscersi. Esso si accosta molto al C. muricatum di Lamarck, n. 13. 23. La descrizione che dà Gmelin di questa specie conviene perfettamente a taluni esemplari tratti dall’ Adriatito, i quali han pure molta analogia col C. uderculatum, di Lam. Tuttavia, le fi- gure citate dal prelodato Autore poco le convengono ; ma per nen moltiplicare le specie, e forse a torto, lo ritengo con questo nome. 24. Gualt. t.58, f.I — Olivi, Zool. Adr., p. 153, n 4— Brocchi, Conch. Sub. 2°, p. 448, n. 76; t. 9g. f. 17 — Olivi ha il primo descritta questa specie come abitatrice delle lagune di Venezia, citando la figura del Gualtieri, che lo rappresenta col la- bro destro incompleto , e quindi mancante del canaletto , siccome d’ ordinario s' incontra, per la fragilità del labro suddetto. Bruguie- re lo descrisse come indigeno della Guadalupa : e Brocchi lo trovò fossile nell’ Isola d’ Ischia, Esso vive pertanto sulle coste dell’ Adria- 12 xXC tico abbondantemente, e non di rado trovasi pure su quello del Tirreno , acquistandovi l' altezza di lin. 8. v. a) Testa minor, magis subulata , anfractibus conve- xiusculis , granulorum serie superiore dimidiata ; varicibus confertis albis. v. b) Testa mediae magnitudinis , anfractibus subexpla- natis, cingulis moniliformibus 3). — Cer. ferrugineum , Brug. Frequenti sono queste due varietà nel Mediterraneo , la prima delle quali trovasi sulle coste dell’ Adriatico, e la seconda più par - ticolarmente presso Palermo , dove per lo più si presenta d’ un bianco candidissimo. Non sarei alieno dal risguardare le suddette varietà quali di- stinte specie, siccome ha fatto Bruguiere per la v. b) ; ma per le ragioni che addurrò in fine di questo titolo, mi limito per ora a ri- tenerle come semplici varietà, onde non gravare soverchiamente di novelli nomi la scienza senza assoluta necessità. 25. Mart. Conch. 4, t. 157, f. 1492 — La figura che meglio conviene alla specie nostra è la già notata del Martini, che anche dallo Gmelin si trova esclusivamente citata : mentre le altre ci- tate da Lamarck le corrispondono meno. Forse risguardar si potreb- be come specie distinta , anche perchè trovasi nel Mediterraneo ! Esso è di color bigiccio , colle maggiori granulatare bianche di avorio , un pò rigonfio nel mezzo ; assai solido. Long. lin. 14. 26. Costa-Test. e Crust. microscopici, Tav. 5. f.6 a, b — A- bita nell’ Adriatico. Minutissima conchiglia distinta non solo dal 2. contrarius di L.Gm., ma eziandio dal Cer. marroccanum di Brug. e dell’ inversum, che Lamarck ha descritto negli Annali del Museo; come pure dal perversus dello stesso Autore. xCI Osservazioni. Il Cerithium vulgatum acquistar suole nel Mediterra- neo due pollici e mezzo di altezza. Nella sua prima età è egli carico di varici, che mano mano divengono più rare e più spianate, fino a ren- dersi quasi indìscernibili. Costantemente però il lato opposto al labro de- stro ne ha una più o meno elevata. Un tal carattere quindi , che La- marck assegna come distintivo del tubereulatum , non è esclusivo di quel- la specie. I tubercoli e le spire soffrono eziandio moltissime modificazioni ; e fra i molti esemplari delle specie da me indicate nel presente catalogo è facile ravvisare il passagio che fa l'una nell’ altra. Mi rimetto perciò alle tavole colorate, che mi propongo di pubblicare, onde rischiarire i dubj , che di leggieri insorger potrebbero in questa ed in analoghe cir- costanze. 27. Lister, Conch. t. 967 , f. 22 major — Buccinum d' Orbi- guy. Payr. pag. 159, n. 322, pl. 8, f. 4—6. — Comune nel Mediterraneo. Payraudeau descrivendo questa conchiglia ha trascura- to, oppur non sì è avveduto delle tre picciole pieghe della colon- netta , percui la registrò fra i Succini, ai quali anche per gli al- tri caratteri sembra non potere riferirsi. 28. Turbinella , testa solida eburnea, ovato-ventricosa , lon- gitudinaliter costulata , striis elevatis transversalibus decussata ; columella triplicata, basi canaliculata; labro dextro intus den- tato. Longit. lin. 4 23 Questa piccola conchiglia, che in bianchezza supera l’ avorio, trovasi nell’ Adriatico , donde due soli esemplari ne ho tratti. Essa st distingue dalla 7°. craticulata per la forma meno allungata , e per la lunghezza della coda , o canale; e dalla 7°. globulus mag- giormente , perchè quest’ultima manca affatto di coda. TAP XCJII Gen. Trocnus, Lun. Trocaus, Lam. 1. Trochus Magus , Lin. Troque Mage, Lam. i zizyphinus , L. —— marginé, Lam. 3. —— conulus, L. —— petit còne , Lam. 4. —— granulatus , L. —_— granulé , Lam. 5. —— erythroleucos; Gm. —— pygmee , Lam. 6. —— umbilicatus , Born. —— ombilicaire , Lam. 7. —— umbilicaris ; L. Gm. 8. —— Phoraonius, L. —— de Pharaon , Lam. v.b. ) — nigra. —— v. b. ) noire, v. c. ) — nigra albo-ma- —— v. c. ) noire maculèe de- culata. blanch. 9. —— cinerarius , L. —— cineraire, Lam. Monoronta, Lam. 10. —— aegyptius, Gm. Monodonte égyptiene, Lam. 11. —— varians , nob. —— variable , n. 12. —— tessellatus —— var. Gm. —— fraise, Lam. 13. —— lineolatus, n. —— lineolé , n. Soranium, Lam. 14. —— stramineus , Gm. Cadran treéillissé, Lam. RoTELLA. 15. —— vestiarius, I. Roulette linéolée , Lam. 1 list. 1. 041 fi 3a: — Gualt. f.#60296 Log Chemn. tt 171 f. 1656, 1660. Elegante e comune specie del M. Rosso e del Me- diterraneo. I giovani individui offrono all’ esteriore un vivo color di porpora variegato di bianco e di rosso. Allorchè è vecchio si scarica del suo colorito e diviene di un bianco sudicio , con leggiere mac- chie carniccine. La figura 1660 di Chem. lo rappresenta in que- sto stato. XCIII 2. Gualt. T. 61, f. C. Mi attengo strettamente alla citata fi- gura del Gualtieri , alla quale corrispondono esattamente tutti i miei esemplari provenienti dal Mediterraneo. La figura di Lister , per ia posizione in cui è delineata , non decide de’ caratteri di questa spe- cie. Le figure dello Chemnitz ( t. 166. f. 1592 , 1594 ) citate da- gli autori son poco esatte , e piuttosto riportar sì potrebbero al 7°. conulus che allo zyziphinus , se il colorito della figura 1593, e le fine strie longitudinali che vi sono espresse non persuadessero in con- trario. Osserv. Olivi cita la figura B. della tav. 61 del Gualt. come appar- tenente ad una varietà , ch' egli ha trovata vivere nel limo della /ossa. Intorno a questo è indispensabile avvertire, che , rappresentando un gio- vine individuo , può facilmente scambiarsi col conul/us, ove non si ponga mente alle proporzioni della base coll’ altezza, ed alla solidità della conchiglia , sotto pari circostanze, maggiore sempre nel zizyphinus. Al- lorchè questo è adulto, e precisamente dopo il compimento dell’ ottavo giro della spira , l' anfratto successivo si ripiega in dentro , ed il margine del precedente sporge in fuori con un solido cordone. 3. Chem. T. 166. f. 1588. Le figure del Bonanni e del Gualtieri citate dallo Gmelin restano escluse , siccome ha saggia» mente giudicato Lamarck , dappoichè quella del primo è cattiva , e quelle del secondo son pessime. Frequente nel Mediterraneo. Osserv. Le moltiplici varietà di questo trogo ne rendono confusa la determinazione, e tanto più , per quanto lievi successivamente sì rendono i cangiamenti che subiscono i solchi, le granulature , ed il colorito. A render meno equivoche le note caratteristiche dello stesso giova atte- nersi alle due, ch'io credo le più fondamentali per la specie. — 1. Secon- do le accurate descrizioni de’ conchiologisti , i primi anfratti, o l’apice di questa conchiglia, sono granolati ( nello stato d’intierezza essi sono al n. di 7. ), i rimanenti essendo lisci, o con strie appena visibili ad oc- chio nudo. — 2. Gli anfratti sono distinti da un cordoncino appena ele- XCIV vato, prodotto dal margine del giro precedente. Il colore è rosso-ranciato con fiammelle più oscure , e sul cordoncino alcune macchioline bianche poste a distanze quasi eguali. Una o più linee sottili o scavate corrono per mezzo ai giri della spira. Presso alla base queste divengono più pro- fonde, e frastagliate dalle strie longitudinali : tutte sì trovano macchietta - te, siccome i cordoncini degli anfratti. Lamarck vi aggiugne ancor la pro- porzione tra il diametro della base e l’ altezza, ciocchè può agevolare la ricognizione delle specie , per quel che dicesi abito ( abitus ) od aspetto esteriore ( facies ), e per la specie di cui si parla la stabilisce di lin. 6 107,,, per 9 ‘7, di altezza. Partendo da questi dati, trovo, fra i molti esemplari della mia col- lezione, le seguenti varietà. a ) Diam. 5 5,, , per 6 5,,, donde risulta un cono più svelto. Man- cano in esso le granulature negli anfratti dell’apice, ed i solchi della ba- se, ove costantemente si osservano in vece 3 linee di color sanguigno in- terrotte da macchie bianche. b ) Diam. 7 12, , alt. 6 2,,, , donde risulta un cono più depresso I primi giri dell’ apice sono granolati , i successivi han quattro solchi profondi con un cordoncino granolato, i quali mano mano si attenuano tilchè l’ ultimo giro n° è privo affatto. Il suo colore è rosso con fiam- melle rosso-oscure. c ) Diam. 6 57,, alt. 4 ‘2. Diverso nella grandezza totale, ma di ugual proporzione al precedente, dal quale differisce ancora per avere tre o quattro giri soltanto granolati, e ne’ rimanenti un solo solco profondo, più prossimo al margine superiore di ciascuna spira. Colore vario, ma sempre fiammeggiato o marmorato. d ) Sotto le medesime proporzioni, e dello stesso colorito, si trova un’ altra varietà , distinta solo pel numero de’solchi (304), della quale Lamarek ha fatta la specie conuloides, cui ben corrisponde la figura 1590, 1591 della tav. 266 dello Chemn. , e che io non posso risguar- dare che come semplice varietà, per le osservazioni già fatte , e per quel- le che sieguono. XCV Per rapporto al colore trovo pure degli individui della v.c ), e d) dì color verde antico persistente, e di forma alquanto più svelta : ed altri di un bel violetto col cordone degli anfratti bianco. e ) L'andamento di questa conchiglia è veramente singolare. I suoi primi giri (2,03) sono granulati; i rimanenti lisci , distinti sul princi- pio dal cordoncino , siccome nel tipo originale , che poscia svanisce a causa del rigonfiamento o convessità che affettano i giri susseguenti, tal- chè in suo luogo si osserva un solco finissimo. Il colore è costantemente bruno fiammeggiato di verde , di ceruleo , di torchino , o di bianco. Discostandosi notabilmente dal tipo , potrebbe risguardarsi come specie, che per la variabilità delle fiammelle dir si potrebbe cangiante ( muta- bilis). Esso è forse rappresentato dal Gualt. t. 61. f. L. Finalmente , in Sicilia vive una picciola varietà, che rassomiglia a quelle segnate c ) e d ) di color giallo cedrino , coll’ apice rosso o violetto : e giova osservare in proposito , che in tutti i testacei di quell’ isola il colon giallo o cedrino vi predomina. Vedi Dentali , Telline , Veneri. Ha molta analogia col T. striatellus , Gm. Le due seguenti varietà, appartandosi sempre più dalla specie conu- lus, ed accostandosi a quelle che seguono , parmi che meritar potrebbero di esser riguardate come specie distinte : per la qual cosa io ne dò la frase caratteristica, riserbando per altro lavoro le maggiori illustrazioni. 1. Trochus auratus, anfractibus convexiusculis , infimo ro- tundato , omnibus (5) sulcatis; sulcis punctato-crenulatis; colo- re aureo-micante sub epiderme fulvo , apice violascente. — Diam. lin. 3. , alt. aequali. 2. Trochus smaragdulus , anfractibus planis sulcato-puncta- tis ( sulcis 8 ), cingulo prominulo discretis ; colore viridi mi- cante , maculis pallidioribus. — Diam. lin. 2 1f3 , alt. aequali. 4. Born, Mus. Cas. Viod. 1. 12. f.9, 10. Conchiglia assai tenera di bianchissima madreperla , coverta esteriormente da un epi- derme lurido. L’ animale è munito d’ un opercolo corneo assai de- XCVI licato e ritondo. Vive ne’ fondi fangosi dell’ Adriatico e del Tirreno. 5. List. T, 621, f.8. La figura 1529 della tav. 162. Chem., citata sotto questa specie dallo Gmelin e da Lamarck , sembra appar- tenere ad una delle piccole varietà del conulus già sopra descritte , ed è per questo ch’ io mi attengo esclusivamente alla figura di so- pracitata da Lamarck. L° erythroleucos varia sovente per i giri del- la spira, or convessi ed elevati, ora piani e depressi. A questa spe- cie parmi doversi riferire come semplici varietà il 7°. cremulatus , che Brocchi descrisse tra i fossili d’ Ischia , il 7. turgidus, e mi- liaris dello stesso ; nonchè il 7°. pyramidatus di Lamarck , e lo striatus di Gmelin, giusta le figure ch’ ei cita del Gualtieri, Tab. 61. f. N: et A. Tulte quesie presunte specie vivono nell’ Adria- tico e nel Tirreno , trovandosi le di loro spoglie frequenti sulle spiaggie. Z' erythroleucos vien riposto da Gm. negli stati di Ma- rocco. 6. Born, Mus. t. 12. f. 1, 2. 7. umbilicaris? Gm. Le descrizioni di entrambe queste specie convengono , ma le fi- gure poco si rassomigliano : e sarebbe ben arduo il decidere della di loro identità o differenza, senza aver fra le mani il vero 7°. ombilicatus di Born. Payraudeau ha ugualmente avvertito la variabilità dell’ umbdi- licaris; ma io credo che egli non abbia neppur trovata la specie Borniana, La struttura di questo troco è tale, che sembra fare il passaggio tra questo ed il genere Solarium di Lam. Il suo umbili- co è largo, e l’interna faccia è piana, cilindrica, e lascia veder li- beramente tutta la cavità , di maniera che, se l’ apice della conchi- glia non fosse sormontato da una punta acuta elevata, e distinta da tutti gli anfratti, e se gli orli dell’ umbilico fossero un poco più sensibilmente increspati , egli sarebbe veramente un solario. * 7. Chemn. t. 171. f. 1666. Questa figura , citata da Gmelin e XCVII dagli altri conchiologisti , rappresenta una delle tante varietà di que- sta specie , ch’ io riguardo come distintissima dall’ umbilicatus di Born, colla quale è stata confusa. Le sue numerose varietà riducon- si sempre agli accidenti de’ colori e delle macchie , ed a qualche anomalia nelle striscie e solchi della spira. La sua struttura però è sempre la stessa. 8. Monodonta Couturit , Payr. n. 274 , PI. 6, f. 19, 20. Non vi ha dubbio, che consultando le figure de’ conchiologisti rav- visar non si può in quelle il 7. Pharaonis del Mediterraneo. Ma stando ai caratteri essenziali non si può non riconoscerlo identico a quello del Mar rosso , solchè la solidità e la grandezza non illu- da. Io ho fatto osservare più volte in quest’ opera che le specie me- diterranee differiscono sempre in ciò da quelle de’ mari stranieri : il che non autorizza certamente a distinguerle quali specie, ma tutto al più risguardar si possono come semplici varietà. Linneo ri- pose infatti il 7. Pharaonis nel M. Rosso ugualmente che nel Mediterraneo. Le due varietà b ), e c ) le trovo differire soltanto nel colore. Payraudeau ha fatta una specie distinta della mia v. b ), che ha dedicata a M. VierLLor , celebre ornitologo ; Monodonta Vieillotii : n. 275; pl#8, f. 21, 22. g. Muller, Zool. Dan. tab. 102, fn, 4, È questa la sola fisura che meglio conviene al vero tipo del 7° cinerarius , fecondo anch’ esso di molte varietà , tra le quali scorgesi regnare grandissi- ma confusione. Vive nel Mediterraneo , assai frequente. La Monodonta Richardii di Pay: n.° 273, plL.7,f.1, 23 appartiene a questa specie. 10. Chem. f. 171, f. 1663, 1664, Ginanni T. XI. f. 79. Le stesse differenze che si osservano tra 7°. Pharaonius del M. Rosso, e 13 XCVIII quello che vive nel Mediterraneo , trovansi nel 7. aegyptius dello stretto di Suez ed il nostro ; malgrado ciò è stato esso ritenuto per tale, mentre del primo si sono fatte due specie distinte. PAyRAUDEAU ha creduto dover descrivere e figurare questa conchiglia ( v- n. 277; P1. 6, f. 26, 27), senza far menzigione del sinonimo linneano. Egli crede innoltre che la tinta rossa delle sue macchie si acquisti dalla conchiglia col lungo giacere sulla spiaggia , mentre nello sta- to vivente è bianca. Mi permetta il giovine conchiologo di far os- servare , che quante volte questa conchiglia trovasi incrostata di flustre o d’' alcioni, liberandola da queste straniere vesti se ne po- trà scorgere il suo nativo colore; e che la stessa cosa ha luogo nel- la conchiglia fresca , e nello stato di vita del suo mollusco. Le stesse sue macchie sanguigne e rosse, al contrario, si levano , e si altera- no col soffregamento che la conchiglia riceve fra le sabbie. 11. Testa conico-dapressa, transversim striata , viridi-flave- scente , lineis rubris flexuosis ornata ; intus margaritacea , labro albo , apertura sub-tetragona, anfractibus discretis , planulatis , ultimo subrotundo. I giri della spira di questo monodonta variano nella direzione e nella figura. Sul principio essi si addossano ai precedenti , talche il margine superiore del giro successivo si eleva sopra il suo antece- dente. Il sesto, abbandonando la primitiva direzione , e divenendo più turgido e più ritondo , lascia libero il margine del giro superio- re, se ne discosta sempreppiù , e rende alla conchiglia una forma più elevata. La mon. Lessonii di Payraudeau sembra essere una va- rietà di questo. i 12. Gmelin riporta due specie di trochi collo stesso nome ; una riposta fra quelli a colonnetta perforata , per lo quale cita la figu- ra 1683, della tav. 171, Chem; e l’altra fra quelli coll’ ombilico XCIX chiuso , sotto îa quale novera molte varietà. Una di queste è ris- guardata da Lamarck come distinta specie, cui ha dato il nome di fragaroides ; specie comune nel Mediterraneo , sulle coste del Regno di Napoli. Il tipo del 7°. tesselatus vive sulle coste di Barbaria , Desso è più solido , variamente macchiettato di bruno , di nero e di ceruleo, La Monodonta Drapernaudi di Payr. appartiene evi- dentemente a questa specie; e la M. Olivieri dello stesso non è a mio credere che una delle varietà del 7°. tessellatus di L—Gm., la più comune del Mediterraneo. La figura I. della tav. 63, del Gual- tieri, sembra dovergli appartenere ugualmente. 13. List. t. 641, f. 31, Gmelin registrò questa specie figu- rata da Lister fra le indeterminate. Essa ha moltissimi rapporti col- la nostra M. varians, descritta al numero 11. Ne differisce princi- palmente pel modo con cui gli giri della spira si dispongono. Essi sono perfettamente tetragoni , e lasciano una sutura profondissima in situazione contraria a quella della monod. varians, Ne sarebbe mai anche questa una semplice varietà ? 14. List. f. 635, f. 23, — Chem. f. 172, f.. 1690. I° con- chiologisti han risguardata questa specie come indigena de’ mari di Tranquebaria. Io ne ho trovati due individui, uno pescato presso Castellamare , e l’ altro presso 1’ I. di Ponza , insieme coll’ undili- catus e col Pharaonis. 15. Vive nel Mediterraneo , ma ne ignoro il luogo natio. Ne ho trovato pochi individui sulle coste dell’ Adriatico , ed è probabi- le che provenir possano dall’ Africa , trasportate dalle onde marine. Tutte le figure di questa elegante conchiglia sono imperfette , poi- chè senza il soccorso di un delicato bulino, e di eccellente pennel» lo difficile si rende lo esprimere la variabilità delle macchie, e ’l nitore ed eleganza de’ colori: del rimanente , per rapporto agli esem- * c plari che io ho raccolti nel Mediterraneo , mì riporto alle figure del Gualtieri e dello Chemnitz , citate dallo Gmelin medesimo, Turro , Lin. Turbo rugosus, Lin. o) — pullus, Lin. wo mn — cancellatus, Lam. au a . —— costatus, Lam. 6. — elegans, Lin. . ——— terebra. SI 8. — clathrus, L. Gn. a Vba: g. —— raricosta, Lam. 10. —— lamellosus , Lam. 11. Rissoa costata , Desm. 12. —— oblonga, Desm. 13. —— ventricosa, Desm. —— caerulescens, Lam. SIN Tuazo, Lam. Turbo Sabre, Lam. —— pourpré , Lam. — bleuàtre , Lam. — cancellé, Lam. —— costulé, Lam. CrcLosroma , Law. Cyclostome èlégant. Lam. TurriteLLA, Lam. Turritelle tarriére , Lam. ScaLaria , Lam, Scalaire commune , Lam. var. b. ) Lam. —— raricoste, Lam. —- lamellouse . Lam. RissoA , Freminville. Rissoa à còtes, Desm. ,#, —— oblongue, Desm. —— ventrue , Desm. CI 24. — violacea , Desm. —— violette , Desm. 15. elegans , n. —— elegante , n. 16. — splendens , n. — splendente, n. 1. Conchiglia comune nel Mediterraneo , ove acquista più di due pollici di diametro trasversale. I primi anfratti , e quindi i gio- vani individui, sono coronati da spine lunghe , o ricurve al di so- pra; e l’ombilico è aperto onde facilmente può esser risguardato pel T. calcar di L. Gm.; ed opino, che realmente questo sia stato con- siderato per tale da Gmelin , non essendovene altro vivente nel Me- diterraneo che possa riferirsi a tale specie. La figura dello Chem : citata dal prelodato autore sotto la var : 8 ) vi corrisponde perfetta- mente ; siccome quelle citate alla v. , ) , ch’ ei specialmente dice abitare nel Mediterraneo. L’ Olivi si era accorto ugualmente di que- sta circostanza , e l’ avvertì nella sua Zool: Adriat: p. 172. L’ opercolo di questa conchiglia è solido, estuberante , di color carniccino più o meno vivace. Fu detto dal volgo omQilico di ve- nere, ed in Taranto vien chiamato occhio di S.Lucia. Servonsi di esso come amuleto contro |’ emorragia nasale. N. B. Quì debbo fare osservare, che in Taranto chiamas occhio di S. Lucia tanto l’opercolo che la conchiglia, e con que- sto nome è indicata ancora la Matica glaucina. In un’ opuscolo che ha per titolo — Spiegazione delle conchiglie che si trovano nel piccolo mare di Taranto , che si attribuisce al chiarissimo Monsignor Capece-Ladro Arcivescovo di Taranto, perchè da questo dotto prelato controfirmata si vede la dedica all’ Imperatrice delle Russie ( Caterina II.), ma che in realtà fu scritto da alcuni dotti , ben- chè non naturalisti, Tarentini; sotto il titolo occHio DI S.Lucia, pag. 28, sta detto — ve ne ha di due razze , una detta da’ nostri 08- CII chio di S. Lucia, e 2 altra occhio di S. Lucia tondo ( ed è questa la natica glaucina ), cui corrisponde una nota concepita ne’seguenti termini. — Quest occhio di S. Lucia non e conchiglia, ma uno scudo calcareo , con cui rinserrandosi l’ animale nel suo iurbi- nato guscio , resta difeso dai suoi nemici. Ogni anno si rinno- va come le corna dei cervi. Questa nota ha fatto credere che lo stesso a. abbia considerato la conchiglia e l' opercolo come la stessa cosa. La cosa però sta diversamente ; giacchè la nota si crede scrit- ta da Poli, cui fu rimesso il manoscritto prima di pubblicarsi, e Poli ha potuto credere che nel testo si parlasse dell’ opercolo, ignorando che la conchiglia cui appartiene , ed anche la N. glaucina , siano colà indistintamente appellate occhio di S. Lucia. 2. Born. Tab. t.12, f. 17, 18, — Phasianella pulla, Payr: Questo elegantissimo #rd0 proprio del Mediterraneo è suscettibile di molte varietà , e nella forma esso presentasi più o meno allungato, col- le spire distinte, lasche, e tenui; * oppure raccorciate, continue e solido. Variabilissima n°è pure la colorazione e la disposizione delle macchie e delle lineole trasversali ; queste ultime però serbano co- stantemente una direzione a zic-zac. L' opercolo è solido, semiglo- boso , e bianco-sporco. 3. Lamarck. 7, p. 49, n.° 32, — Zaujas descrisse questo picciolo 24rd0 rinvenuto presso Cette nel Mediterraneo ; e Lamarck lo ha descritto come inedito, essendo una delle tante minute spe- cie viventi ne’ nostri mari , e neglette da’ conchiologisti. Trovasi sopra i scogli ammonticchiato , e talmente ne ingombra la super- —1——————ro—oo—-_——_—@_—-—c—_—eorr——- ,_————r—r———=—à * Di cui il signor Payraudeau ne ha fatto una specie distinta, PA. Vieuxii, CI ficie che fa scomparire il colore della roccia, e d’un nero denso la cuopre — Ama vivere a fior d’ acqua, e là dove possa essere meno scosso dalle onde. Questo suo costume lo accosta al genere littorina di Ferussac , ma le sue labra sono superiormente connesse, benche faccino un angolo , o piuttosto un seno allungato e riton- dato. Il suo opercolo è corneo , delicato , similare , e spirale. Il labro sinistro presenta un seno longitudinale nell’ interno. Molto afline colla dittorina Basterotii di Payr., e forse la medesima specie. 4. Lamarck, Î. c. — Turdo cimex. Gm.= Rissoa cancellata Desmar. n.° 7, f.5.=Payr. n.1. = Lamarck descrive il 7°. can- cellatus come nuovo, ma io credo, per quello che le descrizioni di- mostrano , non essere altro che il cimex di Gm. , così chiaramente descritto , benchè le figure di Adansone, e di Gualtieri oscuramente lo esprimano. I bulini de’ tempi in cui vissero questi autori mal si prestavano a rappresentare con precisione oggetti tanto minuti. - 5. Lam. l. c. Comune nell’ Adriatico , e specialmente nel golfo di Taranto. 6. List. Conch. t. 27. f. 25. — Gualt. t. 4. f. A B. Frequen- te ne’ laghi e ne’ fiumi. 7. Le moltiplici varietà di questa specie , e le figure che ne sono state date, tratte da originali provenienti da’ mari diversi , ne rendono difficile la determinazione. La specie mediterranea convenen- do colle figure 25, tab. 56, Seba; e 1419, tab. 151, Martini, a quelle esclusivamente mi attengo per gl’ individui freschi, salvo ciò che sarà detto de’ fossili in altro luogo. 8: List. t.588, f. br — Gual. t.53, f. 11 — Planco, t. d. fano, — v. b.) Testa longiore, roseo-violacea ; costis purpureo- maculatis, Lam, Il chiarissimo Lamarck distingue come varietà del CIV tipo originale quella che a me sembra la vera specie della scaloria in parola. Egli crede che il tipo originale sia più piccolo ( 16, lin. in lun. ) e di color dianco, 0 Zeonino-pallido, mentre assegna alla varietà b), 17, lin. e mezza di lunghezza, ed un color di rosa vio- letto, con macchie porporine sopra le costole. Or , trascurando l’ os- servare che la grandezza non mai decide delle specie nè delle va- rietà, e volendo ritenere per fermo che il colorito debba distinguer- le , giova far avvertire , che i giovani individui di questa specie hanno sempre un colorito più chiaro ; ed allorchè sono dall’ acqua del mare fra le sabbie agitati e ribattuti si scaricano del colorito , e divengono bianchi più o meno candidi ; vi resta solo talvolta una serie di macchie purpurine che segnano una fascia lungo il cammi- no degli anfratti. Gli stessi adulti individui presentano sempre del- le tinte più deboli ne’ primi giri della spira. Intanto non manca di vedersi ornato di tutte le sue belle macchie anche nell’ età minore, siccome dalla nostra sarie apparisce , ove n° esistono esemplari da 8 fino a 22 linee di lunghezza. Trovasi di rado sulle coste del Tirreno. g. Lamarck il primo ha descritta questa specie , che veramen- te si allontana dalla precedente. Anche per essa si verificano i me- desimi incidenti avvertiti per la scalaria communis. Nella mia col- lezione possego degii esemplari di un bianco di avorio , e degli al- tri color leonino oscuro; ma il colorito naturale sembra essere un bigio con fascie ondate più oscure. La grandezza supera un pollice. 10. Payraudeau , n.° 158, PI. 6, f. 2. 1r—14. Vedi, Desmarest, Bullet: des sciences de la Societé phil. de Paris, année 1814, p.7, Mn. 1, pi. CI. 15. Costa, Testac, e Crast. microscopici, Tav. 6. f. 2. 16,/Cosra), Ue. Tav:lt6-hf2 48 0a db: Le sudette due specie vivono sulle coste dell’ Adriatico , e più abbondantemente su quelle del Golfo di Taranto. CV Il Genere Rissoa, costituito da Fréminville, racchiude delle conchigl‘e molto analoghe per la forma a quelle del genere zurdo di L., talchè re- gistrate le avrebbe quel naturalista, ed ogni altro seguace del suo siste - ma, fra le specie di quel genere. E di fatti, il Turdo cimex del sullodato autore è stato riconosciuto per una rissoa dal chiarissimo Desmarest , il quale, descrivendolo come specie nuova, gli ha imposto il nome di RR. can- cellata, di cui ho fatto parola nel num. 4. È per siffatta ragione , che , ri- tenendo col nome generico di Rissoa le specie delle quali da veruno sono state antecedentemente descritte sotto altro genere , le ho fatte se- guire alle specie del Gen. Turbo , fra le quali Linneo medesimo le avreb- be certamente registrate. —, pb lerdo— Gen. Hex, Lin. Heuix, Lam. 1. Helix lucorum, L. Heélice changée, Lam. 2. —— vermicolata, Mill. vermiculée , Lam. 3. —— pomatia, L-G. —— vigneronne, Lam. 4. —— aspersa , Mill. —— chagrinée , Lam. 5. —— aperta, Gm. ematico melame 6. —— olivetorum, Gm. —— semi-rousse , Lam. 7. —— algira, L. —— peson, Lam. 8. —— planospira, Lam. —— planospire , Lam. 9. —— variabilis, Lam. —— variable, Lam. 10. —— obvoluta, Gm. —— trigonofore, Lam. 11. —— maritima, Lam. —— maritime, Lam. 12. —— muralis, Gm. —— des murailles, Lam. 13. —— incarnata, Miill. —— bord roux, Lam. 14. —— ericetorum, Mill. —— ruban, Lam. 15. —— Pisana, L. —— rhodostome , Lam. 16. —— conica, Lam. —— conique, Lam. H. corma, 17. —— conoidea , Lam, —— conoide, Lam. 18, —— wnitens, Gm. —=— luisante Lam. 14 1g. Helix pulchella , Gm. carthusiana , Gm. cornea, Lam. 22, = hortensis, Lam. —— crispata, nob. coniformis 25. ——— albella , Lin. 26. —— janthina , L-G. 27. —— bicolor, nob. Tuaso , Lin. * 28. Turbo tridens, L-G. 29. —— fasciolatus, Lam. 30. —— splendiduius , nob. 31. —-— corrugatus , Chem. 32. —— bidens, Lin. CVI Hélice mignonne , Lam. -—— chartreuse, Lam. —-— cornée, Lam. — des jardins . Lam. —— plisèe, n. —— coniforme, Lam. CorocoLLa , LAm. Caracolle albelle, Lam. JanrHINA, LAm. Jan thine comune, Lam. a deux couleurs , n. Pupi, LaAm. Maillot troi-dents’, Lam. —— fasciolé’, Lam. —— ceclatant, n. Crausiia , Lam. Clausilia froncée, Lam. —t— papilleuse, Lam. * Ho creduto convenevole distaccare intieramente queste specie dal genere 7urbo di Linneo, a fine di esporre tutte in una serie le conchiglie terrestri e le fluviatili i di cui abitanti appartengono pure ad una famiglia distinta. Lo stesso intendasi per la Bulla fon- tinalis, L. cc. SuccineA , LAm. 33. H. putris, Lin. Ambrette fauves CycLosroma, LAm. 34. ( Turbo ) elegans, Lin, Cyclostome elegant, Lam. PLAnoRzIS, LAm. 35. H. planorbis, L. Planorbe cornée, Lam. 36. —— carinata. — carénée , Lam. Butta, Liìn. PuysA, Lam. 37. Bulla fontinalis, L-G. Physe desfontaines, Lam. LynneA ) Lam. 38. H. stagnalis, L-G. Lymuée des etangs, Lam. 39. —— auricularia , L-G. —— auriculaire , Lam. 40, = fragilis, L-G. —— des marais , Lam. 4i: —— limosa , L-G. —— labiée, n. MeLaniA , Lam. ( edi il Catalogo de' fossili ). PaLupini, Lam. 42: fasciata, Gm. Paludine agathe, Lam. 43. —— tenlaculata, L.G. —— sale, Lam. 44. ( Turbo ) Termalis, L Gm. —— saumatre , Lam. * CVIII Nerità , L. Neritina , Lam. 45. Nerita fluviatilis, L-G. Neritine parée, Lam. 6. —— viridis, L-G. —— verte, Lam. {7. —— Boetica , Lam. —— d’ Andalusie , Lam. NaticA , Lam. 48. —— canrena ; L-G. Natice flammulée , Lam. 49. —— glaucina , L-G. glaucine , Lam. stercus muscarum , L-G. mille-points, Lem. y- (Oliv. Noy. pl. 17, f. 1. a, b..—Daudebi pl-izat, VA- Lamarck , considerando questa specie come una degenerazione della Pomatia , l ha distinta col nome di mutata , ed egli crede che sif- fatto cangiamento è dovuto al clima d’ Italia e del Levante, ove que- sta specie è frequente. Io trovo questo pensiere assai uniforme alle mie osservazioni, onde mì cì sottoscrivo senza riserva. o Tasti. 4g Le 47 Gualt..t. 1°, SE: —Wavan i pl 60, f. D, F. Comune ne” giardini = Nelle Puglie , nelle Calabrie , ed in tutta la Grecia si mangia con sommo gusto. ZoIost0t, 49, 1 40,02 Gualdo ila. f. Di/Ghempnost. 0123 11380 ab ic — Daud-pli 21, ct pl. 24, f. 2. Specie assai comune ne? luoghi selvatici ed umi- detti. Mangiasi in Napoli, siccome in Francia, dalla sola classe povera. La notomia dell’ animale abitatore di questa specie’, siccome quella del Limace , Zimax rufus, Lin. , fu dapprima intentata da Severino, Mo- ralt, ed Harderus — Rai ne discoprì l’ ermafroditismo, e Redi lo svilup- pò, e ne diede la figura, benchè grossolana , insieme con quelle di altri CIX organi dello stesso animale. Lister imprese a darne la notomia completa ; ma avanti di lui, Swammerdamio aveva fatto il miglior lavoro sopra que- sto soggetto , che fu posteriormente pubblicato nella sua Biblia naturae. Cuvier l’ ha finalmente illustrata (v. Ann. des Science. Nat. v. vir. p. 140 e seg. ); el Sig. de Ferussac ci ha regalati del più completo lavoro. 4. List. t. 49, f. 47.= Gualt. t. 1, f. E.=Favanne, t. 63, f. D. 3.= Chem. t. 129, f. 1148 a, b, c.—Daud. pl. 37, et pl. 59, a f. 5, 6. Trovasi nelle parti meridionali di Francia, nella Spagna , in Italia ec. Si mangia insieme colla pomatza. La figura del Gualtieri, citata per questa specie, è riportata da Lamarck anche all’ #7. Pomatia. 5. Gualt. t. 1, f. 5. — Born, t. 15, f. 19, e 20. — Daud, pl. 11, f. 17, 20. Trovasi ne’ paesi più caldi della Francia , Italia , e Grecia. È commestibile , specialmente nella state , quando trovasi munita dell’opercolo. Vedi nel Corso compl. di Agric. Art. ELicE. 6. Gualtieri, t. 3, f. G. — Daud. n. 205. Propria delle contrade meridionali della Francia e dell’ Italia. L’ ho raccolta sul Piano della Melèa in Calabria ultra ; assai rara. 7. H. oculus capri, Mill. Verm. — Gualt. t. 3, f. G. ( ci- tata pure per la olivetorum, da Lam. ) — Favan. t. 63, f. L. 1. — Born. , t. 14, f.3, 4.= Chemn. t. 125, f. 1093, 1094. — Daud. piossao fin. Rara appo noi, non avendola trovata che sul piano di Aspro- monte in Calabria ultra ; più frequente è in Barbaria, e nella Fran cia meridionale. Nello stato naturale di sua freschezza è rivestita da un epiderme verdastro. 8. Gualt. t. 3, f. O.= 77. sonata , Daud. n. 165. — Questa vara conchiglia era stata già trovata in Italia da M. Menard, e sem- bra essere abitatrice esclusivamente di tale regione. CX g. Gualt. t. 2, f. A, L._— ZY. subalbida, Poiret, Prodromo, p: 83. n. 18. — Daud. Hist. Des mollus. n. 284. v. a) Cozza pinta , dal volgo= v. b ) Cozza porcina, dal volgo. Laprima di queste due varietà mangiasi avidamente in Puglia ; la seconda viene rifiutata, ed a ragione. Entrerò ne’ particolari delle innumerevoli va- rietà di questa specie, e delle cagioni loro, nelle monografie, che seguiranno il presente lavoro. 10. Gualt. t. 2, f. $; 1.3, f. R.— Z. trigonophora, Lam. Jour. d’ Hist. Nat. pl. 42, f. 2. — Chemn. t. 127, f. 1128. a, bd, c.--Daud. n. 107. Rara nelle maremme dell’ adriatico. L’ apertura non è sempre evidentemente trigona ; questo carattere non è quindi costante , nè esclusivo. 11. Drapern. pl. 5, f.9, 10 Daud. n. 299. Vive sulle spiag- ge del Mediterraneo e nell’ Is. di Teneriffa, Maugés ). 12. Lister, t. 74, f. 74.— Gualt. t. 3, f. F.— Daud. pl. 41, f. 4. Trovasi in tutto il regno sulle mura, sulle tettoje , e so- pra le roccie , anche de’ più alti monti della Calabria , ove però si modifica notabilmente , dicchè discorrerò altrove. 13. Mill, Verm. — Chemn. t. 135, f. 1206 — Daud. 254. — Trovasi in Francia ed appo noi — Molto affine coll’ 7. Cartusianel- a, dalla quale differisce solamente pel colore rosso del labro. 14. Chemn. t. 132, f. 1193 — 1195 — Daud. n. 281. — Tro- vasi sulle piote ne’ margini delle strade = in Monteleone ( Cal. ultr. ): non molto frequente. 15. Gualt. t. 12, f. E.— Chemn. t. 132, f. 1186, 1187. — Daud. n. 290. H#. rhodostoma, Draper. pl. 5, f. 14, Trovasi nel mezzodì della Francia, ed Italia. Il labro è internamente tinto di CXI color di rosa, siccome talvolta lo è pure la regione columel- lare. 16. Drap. pl.5, f. 3,4, 5, — Ferus. n. 305. Frequente in tutta l’Italia, in Malta, nell’ Arcipelago , in Francia; sulle coste del Mediterraneo. 17. Drap. pl. 5, f. 7, 8.— CocHlicella conoidea , Ferus. n. 375. — Trovasi sulle spiagge arenose del Mediterraneo, in Pro- venza , in Napoli, nell’ Isola di Zante , ed in Sicilia. 18. ZH. nitida, Drap. pl. vu, f. 11, 12. — Brard. pl. 2, . 2. — Ferus. n. 218. Frequente ne’ contorni di Napoli. 19. H. minuta, Say; Journ, Acad. nat. sc. vol. 1. p. 124. H. crenella, Montagu — Turbo helicinus, Light. — Brard , pl.2, f.g. — Helicella pulchella , Ferus, n. 179. Trovasi sotto le pie- tre, e sotto le fronde secche degli alberi: non rara. 20 Drap. pl.6, f. 33. — Brard. pl. 1, f.6, 7, Ferns. n. 258. Frequente nel Regno, ne’ luoghi ove vi predominano le acque. 21 Lam. n. 92. — Drap. pl. 8, f.1, 3. —Ferus. n. 161. — Trovasi in Francia ed in Italia. Rara appo noi. Raccolta in Monte- leone ( Calabria ultra ). 22. Brard. pl. 1, f.2,3, 4. — Ferus. pl. 35 e 36. Le varietà di questa specie sono assai rare fra noì , ove ritrovasi solamente quella col labro bianco. 23. Testa subglobosa imperforata, fragilis, rudis, anfractibus discretis transverse rugosis , apertura ampla , labro simplice ; ocreacea vel fusca , fasciis 5. rubris , n. La figura di questa conchiglia è molta affine a quella dell’ aper- ta, dalla quale differisce per essere la spira più elevata, per le cin- CXII que fascie, che circondano tutti gli anfratti , due delle quali restano occultate dai giri seguenti, e dal non essere opercolata, e la con- chiglia stessa più tenera. Trovasi in Sicilia ed intorno Napoli, ove però è meno frequente e fragilissima. 24. Helicostyla coniformis , Ferus. n. 321, pl. 108, f. r. Favans Dab, 61 feDi ur. Questa lumaca, che io ho trovata in Calabria Ultra, sembrami essere stata figurata da Favanne nel luogo citato. Ferussac la de- scrive , ignorandone la patria. 25. Helix explanata , Miill. — n. 228 — List, t. 64, f. 62, è. 72, f. 70. — Chemn. t. 126, f. tro2. a, b. — Drap. pl. 6, f. 25-27. — Daudeb. n. 296. Trovasi sopra i giunchi nelle spiage maritime della Franc'a -meridionale , dell’ Italia ec. Raccolta pure fra i testi del R. Orto Botanico, 26. Colum. Aquat. p. xx. — List. t. 572, f. 2. — Gualt. t.64., f. O. — Chemn. t. 166, f. 1577 , 1578. — Jenthina fra- gilis, Encycl. pl. 456. f. a, b. — Annal. du Mus. v. x1. p. 123. Il primo che descritto avesse la conchiglia della jantina , ed il suo abitatore è stato il nostro immortale F. Colonna. Devesi a Cuvier l’ analisi più esatta di questo trachelipode; ed al Sig. Raynal Coa- tes una bella memoria sull’ apparato galleggiatore dello stesso. 27. Testa depressiuscula supra convexa, subtus planiuscula, anfractibus vix distinetis, apertura subintegra ; anfractibus cari- nato-angulatis , supra albo-caerulescentibus, subtus violaceis. i istat 572 , f. 23. — Coclea e caeruleo purpurascens.= Pe- ron. Voy. pl. xxvi., f. 7. Niuno de’ Conchiologisti ha fatto menzione di questa specie figurata da Lister, e da esso riportata ai mari della Giammaica, Con molta avvedutezza il prelodato autore ci ha indica- CXIII to la doppia tinta di questa conchiglia , con che l’ ho distinta dalla specie precedente. Peron ne ha osservato l’ animale, e dalla figura del capo dello stesso gl’impose il nome di peni-cefala ( Janthina pe- nicephala). Gli scrittori posteriori pare non avessero avvertito le dif- ferenze essenziali di questi due testacei, e taluno gli ha pure scam- biati. L’ apertura è puntualmente triangolare, mentre alla specie pre- cedente è quasi ellittica, col labro bicipite. Gli anfratti sono appena segnati da un lieve solco. Tutta la conchiglia è emisforica, mentre la prima è quasi. globosa. Trovasi più rara della precedente nel nostro Mediterraneo. L’ho raccolta nell’ Adriatico e nel Faro di Messina. 28 Gualt. t. 4, f. F.— Draper. pl. 3 , f. 57. — Daud. n. 453. Trovasi sopra le piante nella Francia meridionale e nella Italia. 29. Drap. pl. 3 , f. 44. Rara fra noi 30. Testa subellyptica carnea , spira brevi, labro subcoaro - tato albo. Trovasi sotto le pietre ne’ vecchi edifizj , e precisamente ove esistono sostanze animali in putrefazione. 31. Chemn. t. 112, f. 961, 962 — Daud. n.519. — In Tir- riolo ( Calabria Citeriore ) ; rara 32. Bonan. Recre 3, f. 41. — Gualt. t. 4, f. D, E. — Daud. n. 540. Trovasi comunemente in Inghilterra, in Francia , ed in tut- ta l’Italia. Varia sovente nel suo colorito principale. Talora ha un fondo carniccino-pallido , tal altra cilestre, e qualche volta pure giallognolo. Così del pari la grandezza è incostante. 33. Succinea oblonga? Drapern. pl. 3, f. 24, e 25. = MH. elongata? Daud. pl. 11, f. 1, 3. Trovasi di rado appo noi sulle rive del Sebeto — Nel mezzodì della Francia è più frequente — Nella nostra specie , |’ apertura non tocca la spira. 15 CXIV 34. Nerita elégans, Mull. == Lister, Tab. 27, f. 25. — Gualt. t. 4 , f. A, B. Comunissima è questa specie appo noi, come al- trove. Trovasi eziandio fossile ne’ terreni argillosi. Io la credo però sommersa ed avviluppata dalle crete trasportate dai torrenti, e dal- le piove, e non già sotterrata dalle antiche vicende geologiche. Di ciò altrove. 35. List. t. 237, f.41 — Pennat, Brit. Zool. t. 83, f. 126. — Encycl. pl. 460, f. 1 a,5 — Gualt. t. 4, f. DD.— Ginanni, Op. Post. 2, t. 2, f. 12. — Chem. t. 127, f.1113, 1120. — Trovasi nelle riviere, in Francia, sulle maremme dell’ Adriatico , ed in Sici- lia — non molto frequente. Lister e Swammerdamio ci hanno lasciata una notomia abbre- viata dell’ animale di questa specie ; ma toccava al chiarissimo ana- tomico francese di completarla e rischiararla. Esso pensa , che il giro della spira sia inverso , ciocchè dicesi conchiglia sinistrorsa, con- siderando la parte concava corrispondente all’ ombelico , e 1’ opposta alla spira, a causa che questa guarda sempre la destra quando l’ ani- male cammina. Da ciò Miiller e Linneo la dissero supra umbilicata. 36. List. t. 138, f. 42. — Gualt. t. 4, f. GC, E. — Born, t. 14, f.5, 6.— Trovasi più frequente nelle riviere , ne’ fiumicelli , e ne stagni. Più piccola, ed assai depressa della precedente. È stata quistione qual delle due faccie fosse l’ inferiore , se la più stacciata, siccome è naturale il supporre, o la più convessa. 37. List. t. 134, fol. 34. — Gualt. t. 5, f. CC. — Favan. pl. 61, f. E 5. — Bulimus fontinalis , Brugu. Dict. n. 17. — Trop- po rara è presso di noi questa specie. Essa non eccede mezzo pol- lice in lunghezza. 38. List. t. 123, f. 21. — Bonan. Recr. 3 , f. 55. — Gualt. t. 5, f. I — Encycl. pl. 459, f. 6, a, b. Comunissima ne' sta- gni, e ne’ ruscelli. CXKV 39. List. t. 123, f. 22. — Gualt. t. 5, f. F, G.— Chemn. t. 135, f. 1241, 1242. La figura di Favanne è cattiva. — Non rara , nè molto frequente trovasi questa specie nel regno di Napoli. L’ ho trovata sulle rive del Sebeto. 4o. Gualt. t. 5, f. F. — Favan. pl. 61, f. F 9. — Helix pa- lustris , Montagu. Più rara della precedente, e nel medesimo luogo. 41. Chemn. t. 135, f. 1246, 1247. 42. Gualt. t. 5, f. M. — Seba, 3. t. 39, f. 33, 34 — En- cycl. pl. 45, f. 1, a, b. Trovasi nelle acque dolci del mezzodì delia Francia, Lamk. ), nelle lagune di Cumacchio nell’ Adriatico , Menard ); e nelle maremme di S. Cataldo presso Lecce, sulle rive dell’ Adriatico stesso. Rarissima 43. List. t. 132, f. 32. — Gualt. t. 5, f. 3. — Ghemn. 1. 135, f. 1245. Nelle acque dolci, in Francia, e fra noi: un poco rara. 44. Drapern. pl. 1, f. 24, 25. — Turbo muriaticus , Beu- dant, Mem. — Bulimus anatinus , Poiret , Prod. p. 47, n. 15. Trovasi ‘in Francia, ed in Italia nelle acque dolci, ed anche nelle termali , fino al g. 34, secondo attesta Menard : nelle acque salmastre prossime al mare ; la si trova eziandio nelle acque appena salate del M. Baltico; Menard), ove le anitre ne fanno loro cibo. — Trovasi in Sicilia presso Palermo , nel luogo detto il gabriello. ASTLIst.t. ragno 36. — PetiveiGazoop. teloni. fa. — Gualt. t. 4, f. LL, inferiormente a sinistra. — Frequentissima appo noi. 46. Broun., Jamaic. p. 399. — Chem. t. 124, f. 1089 1, 2. — Questa specie reputata finora abitatrice delle rive delle Antil- * CXVI Je, non è raro trovarsi nel Golfo di Taranto. Essa ha un bel co- lor verde lucentissimo , talvolta con delicati rivoletti splendenti di bianco , o di color di rosa pallido. i 47. Il Sig. Daudebart ha trovata questa specie nelle acque dol- ci dell’ Andalusia. Io l ho ricevuta dalla Sicilia , ove abita nelle ac- que del Gabriele presso Palermo. Debbo questa specie al Sig. Scalea. 43. List. t. 560, f. 4. — Gualt. t. 67, f. V. — D' Argent. pl. 7, f. A. — Favan, pl.xr. f. D, 4. — Seba, t. 38, f. 27, 51, 52.= Chem. 186, f. 1860 , 1861. — Abita l'Oceano Indiano , Lamk ). Gmelin la ripone nell’ India, Africa , e nell’ America. Essa però vive nel nostro Mediterraneo , e non ha colle specie straniere altra dissomiglianza , eccetto quella più volte notata, e che distingue i testacei de’ mari più caldi e più profondi da quelli dell’ Europa in generale , e specialmente del basso Mediterraneo. Le varietà di questa conchinglia sono numerosissime , ed anche fra noi difficilmente si trovano due individui perfettamente simili. Il mantello dell’ animale è di color violaceo-livido , la parte su- periore del piede è varìegata di giallo , ove aderisce l’ opercolo, Il margine dell’ opercolo è scoperto. 49. List. t. 562, f. 9. — Gualt. t. 7, f. A, B. — Favan. p°. x. f. K L.— Chemn. t. 186, f. 1856, 1859. — Abita nella Baja di Campeche , secondo Lister ), nell’ Oceano Indiano , secon- do altri; in Tranquebaria e nella Barbaria , Gmelin ; Nel Medi- terranco frequente. — Animale di color bianco-paglino , col dorso variegato di color di rosa. Opercolo corneo bordato dal mantello. — Ovvia appo noi. 5o.. List. t. 564, f. 1r. — Gualt..it. 67,.f. S. — Favan. pl 11, ft D, g. — Seba, t. 38, f. 60, 61. — Chemn. t. 186, f. CXVII 1862 , 1863. — Abita l’ Oceano Indiano , e le coste del Madagas- car, Lamk ); il Mediterraneo, e il mare Americano, L—Gm, ) Gmelin dubitò se questa sia una specie distinta dalla Canrena ; e nella negativa egli avrebbe riposta eziandio la canrena nel Medi- terraneo. È però certo che la canrena ha costantemente tre zone di macchie quadrilatere oblonghe, che cingono tutti gli anfratti, di color pavonazzo livido : il rimanente è tutto sparso di macchie irre- golari dello stesso colore. La MM. Stercus muscarum per lo contra- rio è tutta sparsa di minuti punti piccoli , distinti , isolati, e qua- sì vguali, nè mai uguaglia in grandezza la Conrena. Meno ovvia delle due precedenti (1). _—> dro Haioris , Lin. HaLioris, Lam. 1. A. tubercolata, L. Haloide commune , Lam. 2. —— striata, L. —— striée , Lam. 3. —— marmorata ,, L. —— marbrée, Lam. 4. —— bistriata, L. —— bistriée , Lam. Di glabra, L. —— glabre, Lam. 1. List. t. Gir, f. 2. — Bonan. Recr. et Mus. Kirch. 1, f. ro, 11. — Gualt. t. 69, f. 9g. — Ginan. Adr. a, t.3, f. 27. _ _—__—_—t______r—rr * *"‘‘ ° (1) I generi Zimar, Helix, Succinea, Planorbis, Liîmnaa, Physa, e Paludina trovansi recentemente illustrati dal sig. Pfeiffer , nella seconda parte della sua Storia naturale de’ Molluschi terrestri e Fluviatili dell’ Al- lemagna ( Naturgeschichte Deutscher Landemd Sussivasser-mollusken ) ; una co’ generi Zalvata j Arcylus, Unio , e Cyclas. CXVIM Mart. t. 15, 16, f. 143, 149. — Comunissima in tutto il Medi- terraneo , e specialmente sulle coste dell’ Adriatico. 2. Gualt. t. 69, f. E. — Martini, t. 14, f. 138. Gmelin ri- porta questa specie ai mari di Asia , ed alle coste di Barbaria. Es- sa però vive, benchè rara, nel Golfo di Taranto , e sulle coste del- la Sicilia presso Palermo. 3. List. t. 614, f. 6. — Gualt. t. 69 f. A, C.— Mart. t. 14, f. 139. 4. List. t. 612, f.g — Mart. t.ù5, f. 142 — Trovasi ne’ marì di Africa, secondo Gmelin ; rarissima sulle coste dell’ Adria- tico e del Jonio. 5. Chemn. t. 166 , £. 1602. — La patria di questa conchiglia fu ignota a Gmelin. Lamarck la ripone nella nuova Olanda. Le di mensioni ch' egli le assegna non convengono ai nostri esemplari: è però in ogni altro carattere identica. Rarissima sulle coste del Jonio. OSSERVAZIONE. Nella maggior parte de’ generi de’ molluschi testacei , i di cui abita- tori godono un’ organizazione semplice , e poco variabile nelle forme este- riori, difficile si rende la determinazione delle specie dal semplice esame delle di loro spoglie calcari. Il Genere Patella propriamente detto , sic- come i Dentali , sono di questa indole ; per lo che indispensabile mi è sem- brato sottoporre ad accurata analisi gli animali costruttori di tali conchi- glie. Dietro un tale esame parmi esser giunto a prendere il capo-filo d’ un lavoro atto a condurre al desiderato risultamento , quello cioè di distin- guere le vere specie dalle semplici ed accidentali modificazioni di esse, almeno per le specie che vivono fra noi. L' esposizione de’ principii del mio metodo, e la conseguenza che mi è sembrato doverne dedurre , mi CXIX porterebbero fuori de’ limiti prefissi per questo lavoro , e quindi mi riser- bo sottoporgli ai dotti nelle particolari manografie , che pubblicherò in se- guito del presente catalogo. Lo stesso intendasi per i Dentali, e per le Serpole. Nè la difficoltà ch'io provo può esser imputata a mia imperizia, che pur non voglio del tutto escludere, mentre il sig. Kun l’ ha speri. mentata ugualmente nel definire le specie da lui trovate in America ( Lett. de’ Sig. Kun e VansrosseLT, scritta dal distretto della Sonda , America , a 17 ottobre 1820 ). Pari difficoltà ha incontrate PawvrAuprav nel definire le patelle dell’ Isola di Corsica, e non è del tutto a condannarsi se, ab- bandonando il pensiere di ricercarle negli antichi scrittori di conchigliolo- gia , le ha egli come nuove definite e descritte. todi PATELLA, Lun. PareLLA, Lam. 1. Patella vulgata Patelle commune, Lam. 2. —— plicata, Born. —— tele de Meduse, Lam. 3. —— coerulea, L. Gm. — bDleue , Lam. 4. —— aspera , Lam. —— rude , Lam. 5. —— granularis, L. Gm. —— granulaire , Lam. 6. —— Tarentina, Lam. —— de Tarente , Lam. 7. —— pectinata , L. Gm. —— pectinée , Lam. S. —— Galathea , Lam. — Galathée , Lam. g. —— distorta , Mont. —— tetragone, Lam. Emarcinura , Lam. 10. —— fissura, L. Emarginule treillissée, Lam. 11. —— rubra, —— rouge, Lam. 12. —— adriatica, n. —— adriatique , n. 13. —— elongata , n. —— allongée , n. AL i — solidula, n. —-— consistante , n. CXX FissureLLA, Law. 25. —— nimbosa, L. Fissurelle en bateau, Lam. 16. —— graeca, L. —— cancellée , Lam. 17. —— rosea, L. —— rose , Lam. 18. —— fascicularis , Lam. —— fasciculaire , Lam. 19. —— minuta , Lam. —— naine, Lam. PiLeopsis, Lam. 20. —— ungarica , Lin. Caboscion bonnet hongrois. CaLvwerraeA, Lam. 21, —— Sinensis, Lin. Calyptrèe chapeau-chinois , Lam. « —— muricata , Broch. —— eriste. CrePIpuLA, Lam. 23, —— fornicata . L. Crepidule voutée , Lam. 24. —— crepidula , Lin. —— onguiforme, Lam- AncxLus, Lam. 25. —— Gussonii, nob. —— Anc. de Gussoni , n. 1. Gualt. t. 8, f. Q. — La discordanza che regna nella deter- minazione di questa specie è inestricabile. Limito perciò la citazio- ne delle figure a quella sola del Gualtieri , cui corrispondono esat- tamente gli esemplari provenienti da Sicilia, da Sardegna, ed altri CXXI luoghi. L’età difforma sovente | aspetto di questa conchiglia. E forse da ciò , che mal si accordano le figure de’ diversi conchiologisti. 2. Patella plicaria, Gm. — Born. , t. 18, f. 1. Trovasi nel- lo stretto magellanico, Gm.), e sulle coste della Sicilia, e del I. di Pantellerea ; Costa, Lettera al Cav. Gussoni, pag. 10, n. 15. 3. Mart. t. 8, £. 64, 65. — Trovasi abbondantemente sulle nostre coste. 4. Favan. t. 2, f. Go. — Lamarcek ne ignora la Patria. Tro- vasi sulle coste del Regno di Napoli. La descrizione , e la figura convengono per fettamente. 5. Gualt t.18,,,,f,,D>—Bonan. sRecr.i ft}; figa fisuratdi Lister la escludo , perchè parmi diversa dalla nostra specie. Fre- quente sulle coste del Regno. 6. Questa specie , descritta da Lamarck come ignota ai natura- listi anteriori, è suscettibile d’ innumerevoli modificazioni, talchè di- scordi si trovano le figure clie a me sembrano rappresentarla , nè veruna descrizione può per questo esattamente convenirle. 7. Born, t. 18, f. 7. — Ben si avvide Lamarck che questa specie segna il confine tra il genere pazella ed il genere capulus € ma dubito fortemente se essa sia distinta affatto dalla seguente. 8. Differisce dalla precedente soltanto nel colore ( bianco ) e nella solidità. Assai rara. g. Montagu. Thrans. of. Linn. Soc. London , v. 1I. t. 2 f. 5. Secondo BrarviLLe questa conchiglia appartiene al G. Orzi- 9 coLA , genere che il Sig. De Ferussac crede doversi conservare, perchè la specie che ha servito di tipo a Cuvier nello stabilirlo (la pat. anomala, Mull. ) appartiene al g. orbicola e non al g. cra- nia, siccome ha opinato M. Gray ( Vedi Bullet univers. Des Sci- 16 CXXII enc. ; Gen. 1826. Zool. p. 139 ). Trovasi di rado sopra altri te- stacei, e sopra i Zoofiti. 10. Mull. t. 24, f..7, 9g.— List. t. 543, f. 28.— Mart. t. 12, f. 109, 110. — Born, t. 18, f. 12. — Bella e non comune conchiglia del Mediterraneo , ove un tempo era assai più comune , siccome si rileva dai depositi lasciati sulle terre da esso abbandona- te. Vedi Catalogo de’ Fossili delle due Sicilie. tr. Lamarck ha distinta a ragione questa specie dalla preceden- te, a causa non solo del suo colorito , ma eziandio per l’ incisura che si osserva sul margine posteriore , in vece d’ un forame che tro- vasi nella fissurella di Gm. — Figura, manca. 12 Zesta ellyptica , convexo-ovoidea , costellis longitudinali - bus, striisque transversis cancellata , vix pellucida, brunnea ; vertice recurvo marginali ; margine crenulato. La forma di questa conchiglia è di un mezzo uovo ; le sue co- stole sono più spesse di quelle delle specie precedenti, e la con- chiglia è pure più doppia ; il vertice è quasi a parpendicolo del mar- gine posteriore (*). Il colore, nello stato naturale, è bruniccio ; quan- do poi è Softregata dalla sabbia e dall’ acqua diviene bianca. (*) Si è fin ora stato in errore, considerando come la parte posterio- re, quella iu cui trovasi la rima longitudinale, ed anch'io ho così con- siderate l’ emarginole sulla fede de’ classici conchiologisti. Ma avendo re- centemente trovato varie specie di questo genere col di loro animale, mi sono convinto del contrario. È per questa rima che l'animale da fuori un sifone che gli corrisponde sul capo, e le branchie si trovano lateral- mente distese. Riporterò nell’ opera più volte citata la notomia completa di questo gasteropede. CXXITI Trovasi nell’ Adriatico, ed anche nel Jonio, ove però acquista minor solidità, Diametro longitud. 00,1. Diam. trasv. 00, 07. 13. Costa, Osservaz. Zoolog. sull’ Isola di Pantelleria , pag. 10, num. 17. 14. Costa ]. cit. n. 18. T9SVLists ti 0020008 f. 4. —Bonan,{f.(33—-Gualt*it9,; OR Re, tS6iT.iMart.W8y1. fg Lga 16. List. t. 527, f. 1, 2. — Mart. t. 11. f. 98. — 100. — Frequente 17. List. t. 529, f. 22. — Mart. t. 12, f. 105. — Lamarck la risguarda come specie straniera ai mari di Europa. Trovasi di rado nell’ Adriatico, e nel Mediterraneo. Facile a confondersi colla nimdosa. 18. Lam. n.° 14. Lamarck ignora la patria di questa conchi- glia. Essa trovasi, benchè un pò rara, nel golfo di Taranto. Facile a confondersi colla rosea. 19. Piccola, e frequentissima conchiglia abitatrice de’ nostri mari; e mi sorprende come Lamarck ne avesse ignorata la patria. Lamarck n. 19. 20. Lam. p. 17, n. 1.— List. t. 544, f..32. — Gualt. t. 9, E. V, V.—Favan. pl. 4, f. E 2.— Born, vergn. pag. 414, f. D. — Mart. t. 12 , f. 107, 108 — Elegante conchiglia del Me- iterraneo ; non ovvia. Payr. Catal. p. 93, n. 182. 21. Lam. 6, p. 21, n, 2. — Payraud. p. 94, n. 184. — Gi- nan; Op. Post. pag.4, tav. , 3, f. 23.— Bonan. Ricr, c Mus. Kirch 1, f. 12.— Lamarck la risguarda come ignota ai conchiologisti an- teriori, onde non riporta alcuno sinonimo. Payraudeau sospetta es- sere la Pat. lavigata di L. Gm, ma parmi essersi troppo illuso. x CXXIV Trovasi di color di mele , o bianca sudicia , sopra il guscio di al- tri testacei. 22, Brocchi, Conchiologia subappennina II, p.254,t.1,f.2, a,b, c, ha descritta il primo questa specie, ben distinta dalla precedente , per essere più grande, più depressa, e coperta di pic- cole squame , che la rendono ruvida al tatto come una raspa. Non è raro però trovare di tali squamette, meno spesse e meno elevate , anche nella precedente , onde poco gli conviene 1’ epiteto datole da Lamarck di /aevigata : e forse di quest ultima parla Ginanni , e non della mzricata , siccome opina il Brocchi medesimo , ond’ è che or la dice spinosa, ed ora liscia. L'animale della Calyptraea è stato contemporaneamente analizato da' signori G. P. Deshaies ( Annal. des Scienc. Natur., Nov. 1824, p.339 ), ed Eud. Deslonchamp ( Mem. de la Soc. di Calvados , Dicembre 1824 ). Questo mollusco ha due tentacoli al quanto stiacciati, oculati esterior- mente nel mezzo, ed un poco piegati nell’ insersione degli occhi ; sembra- no non essere alcun poco retrattili. Il mantello è senza appendici. Le branchie consistono in un solo ordine di fila semplici, inserite nel sini- stro lato dell’ animale , le quali traversano da sinistra a destra e monta- no tal volta a questo lato del collo. Il piede è piccolo , ovuliforme , col margine delicato. Il sig. de Ferussac osserva, che la maggior differenza tra le Caliptree e le Crepidole consistendo in ciò , che il sacco addomi- nale è ripiegato alla destra, e le branchie alla sinistra nelle prime , men- tre nelle seconde le branchie sono intieramente anteriori , ed il sacco po- steriore, tali differenze permettono appena separare questi due generi , siccome ha cercato dimostrare nel Dizionario classico. 23 (List: 00545 ‘f. 33/1035 —2Mart.IMt0lr9 ft 1296 A90s= Gmelin l’avea già riconosciuta nel Mediterraneo , ma Lamark la con- CXXV fina soltanto ne mari di Barbados. È rara, e più piccola degl’indi- vidui stranieri. 23. Gualt. t. 69 , f. II — Adons. Seneg. t. 2, f. g. — Tro- vasi nel Mediterraneo e nell’ Adriatico ; di rado però giunge alla grandezza segnata dagli autori. Nell’ Adriatico ho raccolto qualche bello e grande esemplare. 24. Costa, Osservazioni Zool. intorno ai Testacei dell’ I. di Pan- talerea, pag. 10, n. 21. Trovasi nel Sebeto assai raro. In Panta- lerea più frequente. _— DentALIUM Lin. DentALIum , Lam. 1. Dentalium fasciatum, Lin Dentale sillonée , Lam. 2. —— dentalis, L. —— è petites còtes, Lam. 3. —— entalis. L. —— lisse, Lam. 4. —— tarentinum. Lam. —_— de Tarante, Lam. 5. —— corneum. —— cornée , Lam. 6. —— coarclatum. Br. -—— rétrécie , Lam. 7. —— minutum. —— menue, 8. —— splendens , n. —— luisente , n. 1. Mart. 1, f. 3, B. — Trovasi sulle coste di Palermo, Va- rio nel colorito, essendo per lo più di color solfureo. 2. Born. t. 18, f. 13. — Nel Mediterraneo 3. Bonan. Recr. f. 9g. — Gualt. t. 10, f. E. — Ab. il Medi- terraneo , siccome Ì° Oceano Europeo e quello delle Indie. 4. Lamarck , n. 14. — Del Golfo di Taranto. CXXVI 5. Lamarck , n. 15. — Lo dice de’ mari di Africa ; io Vl ho trovato sulle coste dell’ Adriatico , rarissimo. 6. Brocchi, conch. subap. 2. pag. 264 T. 1, f. 4. Brocchi ha descritta questa specie trovata da lui fossile in Calabria , che an- tecedentemente lo Scilla avea già figurata. Io l ho trovato ancor vi- vente, tanto nel Golfo di Taranto che in quello di Napoli, però non così grande come gl’ individui fossili. 7. Planco , Conch. min. not. t. 1, f. 2. — Vive nell Adria- tico : l'ho trovato nel Golfo di Taranto. Lamarck si è ingannato credendo che degl’ individui piccioli del D. coarctatum abbino dato luogo alla formazione di questa spe- cie. Essa è ben distinta , e principalmente per la sua forma arcua- ta , quasi in semicerchio. Gmelin si è illuso credendo di vedere il D. minutum descritto da Planco in altri individui , che forse non saranno , che i piccoli della specie seguente. 8. Testa parva erectiuscula lacvis, alba , translucida , fra- gilissima. Trovasi nel Golfo di Taranto. Le dimensioni lo distinguo» no dal D. vitreum. di Gm. La nostra specie è lunga lin. 3, e nella base larga 57,» N. B. Siccome per le Patelle, così per i Dentali mi sono limitato alle sole e meno equivoche citazioni delle figure, riserbandomi pel lavo- ro ivi citato le più ampie illustrazioni. HMI Ue SerpuLA, Lin. Spironsis, Lam. 1. Serpula spirillum, Lin. Spirorbe transparente, Lam. 2, —— spirorbis, Lin. —— nautiloide, Lam. CXXVII SerputA, Lam. vermicularis , L. Serpule vermiculaire , Lam. . —— inlricata, L. —— tres-petit, Lam. —iawcrelemwsiuame cristata , contortoplicata , L. —— toyau de mer, Lam. —— decussata , L. —— treillissée, Lam , —— glomerata , L. ‘-—— glomerulée, Lam. —— filograna, L. —— filograne, Lam. — étendue , Lam, ORSO RENI TTI | | —— protensa, L. 11. —— echinata , L. —— herissée , Lam. SiLiquariAa , Lam. anguina, L. Siliquarie anguine , Lam. 1. Planc. Conch. t. 1, f. 8. — Ginann. Adr. 2,t.1,f.7.— Mart 4:09 20 Trovasi sopra le sertularie , ed altri zoofiti, e testacei, tanto nel Mediterraneo, che in tutto l’ Oceano. 2. List. t. 553, f. 5. — Gualt. t. 10, f. O.— Ginan. t. 1. f. 8. — Mart. t. 3, f. 21. Trovasi sopra i fuchi in tutto l’ Oceano Si Maler gt. 60: Abita l’ Oceano europeo ; frequente nel Mediterraneo. 4. Ginanni , t. 2, f. 92 — Guettard, miner. Bellust. 3, t. 61. 213. Trovasi ne’ mari indiani, delle Atlantidi , e nel Mediterraneo. 5. Lamarck 5, p. 365. n. 17. Questa specie che il citato au- CXXVIII tore ha trovata tra i fossili di Grigron vive eziandio nel golfo di Taranto. 6. Mart. ‘t:'3%, f. 24, A- — Bonan, Recr. ‘et Mas. KirckiMI, f. 20, G.— Abita nell’ Adriatico , e ne’ mari americani. 7. List. t. 547, f. 4.— Gualt. t. ro, f. Z. — Abita le An- tiglie, Lam. ) — Mart. t. 2, f. 17. Trovasi nell’ Adriatico , rara. 6. Gualt.. it. 10:,.f.. D. — Bonan. t. 20., st. E. — Mart. ct. 3. SO Trovasi in tutto il Mediterraneo, è più frequentemente nell’ Adriatico. g. Planco , t. 19, a B. — Seba, 3. t. 100, f. 8. — Abita il Mediterraneo , e più propriamente |’ Adriatico. TO, MArb. te 02,0 SSL, A RUDMIPR: VIUS AI O Abita i mari delle Indie, e quei dell’ America. Trovasi nel Medi- terraneo presso Cuma. Ir, Gualt. it 10,, dd. d.,— Marttyt. (20 fa On— Dbrocchw;nte 10) i Trovasi con tutte le sue varietà vivente nel Mediterraneo. 12 BOrnipnit. IO 1, Abita nelle Indie, Lin. e Lamarck ). Trovasi sulle coste orien- tali del Regno di Napoli. L’ animale di questo genere e stato conosciuto dal sig. Audoin , e da esso riconosciuto per un vero mollusco, e molto analogo al- l animale del Z’ermetus Lumbricalis , Lin ( Vermet di Andanson. ) Egli è fornito di un coperchietto grosso, e corneo ; ha il mantel- lo diviso da una estremità all’ altra ; le branchie soltanto nel lato sinistro, e non già in ambo i lati, come ha creduto Blainville. La CXXIX parte posteriore terminata in spirale; la testa è distinta e fornita da due occhi situati alla base di piccoli tentoni cilindroidi, appena ri- gonfj nell’ apice. ‘Gen, Tereno, Lin. Terreno, Law. Teredo Navalis, Lin. Taret commun, Lem. Infestissimo animale che invade e distrugge i legni bagnati dalle acque del mare. Trovasi da per tutto. RT N E. Pag. [© | UA W N DE Ps Man MO (5) DI (CEN) DON Dì ver. ERRORI 17) N (wi) bi Oro ND eo N [_ MN ie] won (O) Wo) N NNN » a NIASMI E Wi UD he) Re NO Co = troppo subovalis ingradimento ligamento possego undolato rischiare solene Fleuri fra fra sistoma forsi elittica lavide Cord. Allantidi littera Adriadico exolata caliculata pezo Dnmasii pubescons strottura cygnens crapacci deile autice Nelle convesì bini Phoraonius subcoarctato Re cre mensigione dapressa questo chiamas subcoarotato Halioide lavigata CXXX MENDE troppa subovale ingrandimento legamento possedo undulato rischiarare soleno Fleurie fra sistema forse ellittica la vide Card. Atlantidi ]etterata Adriatico exoleta calyculatà pezzo Dumasii pubescens struttura cygneus crepacci delle antice Nella convessi binis Pharaonius subcoarctato Recre mensione depressa questa chiamasi subcoarctato Haliotide laevigata E ni CXXXÎ SPIEGAZIONE DELLE TAVOLE. Tav. I. F.1. A. pezzo di pomice rigonfiata, col balanus vitreus di na- tural grandezza indicato per a. — b,lo stesso balano ingrandito , onde osservarne la strut- tura del tubo; la valvola posteriore 1, e la sua opposta 2. — e, il coperchietto, anch’ esso ingrandito , ove è a no- tarsi la macchia x di figura ovale. I, 2. Chiton rubicundus ingrandito, onde meglio mostrarne la struttura de’ scudetti. F. 3. Ch. Eupleae ingrandito. F. 4. Ch. cinereus, l'analogo a quello di Maller , e diverso da quello di Poli. F. 5. Ch. stigma , inolto ingrandito. N.B. Le linee laterali ne indicano la naturale grandezza. F. 6. Corbula mediterranea — a di natural grandezza — b ingrandita e rappresentata dalla parte interna , per mo- strarne la struttura della cerniera — c la stessa veduta dalla faccia esterna della valvola minore. Tav. II. se) 1. Odoncineta papyracea di natural grandezza, ove «a è la trachea inferiore — 2 la superiore — c il piede. F. 2. La stessa coll’ animale sparato , ove si mostrano le bran- chie x; il sistema di vasi lattei o chiliferi y; il fega- to z; le ovaja r; il legamento p. F. 3. Rappresenta in dettaglio tutte le sudette parti. F. 4. La conghiglia aperta colla sua cerniera. F. 5. Psamatea striata ; di natural grandezza. F. 6. Cyclas Sebetia; a ingrandita; £ di natural grandezza. — e, veduta dalla parte interna. CXXXII F. 7. Psammobia Cumana; A. veduta da lato; b dalla parte delle natiche. F. 8. Venus Tenorii. (a, b, c, ) colle sue varietà, — d. la cerniera. F. g. Zenus Petagnae ( Crassina); a di natural grandezza; b. la cerniera. cp SMITHSONIAN INSTITUTION LIBRARIE ES LTT Do) ina LS5ay i DUGi 18C83 miematico e re, i&onato de’ te