PROF, GIUSEPPE MENEGHINI XXIV marzo MDCCCLXXXIX Co po OPEN È leo) ) PISA TIPOGRAFIA T. NISTRI x C. 1889 ERE Re È si Ste ci COMMEMORAZIONE GIUSEPPE MENEGIHINI NELL'AULA MAGNA DELL'UNIVERSITÀ PISANA at XXIV marzo MDCCCLXXXITX PISA TRO GRAB RITENNE SLI EC 1889 COMMEMORAZIONE DI GIUSEPPE MENEGHINI FATTA NELL'AULA MAGNA DELL’UNIVERSITÀ PISANA AI XXIV marzo MDCCCLXXXIX La Società Toscana di Scienze Naturali il 29 gennaio 1889 perdeva in Giuseppe MenecHINI il suo primo presidente, che le fu pernio e decoro fino dalla sua fondazione. Fu unanime il compianto, generale la coster- nazione all’ annunzio della sua morte, e in tutti i soci dello scientifico sodalizio surse spontaneo il pensiero di onorarne la memoria solenne- mente, onde fu convocata e tenuta straordinaria adunanza ai 17 di febbraio. Erano presenti 39 soci e cioè: Richiardi, D° Achiardi, Busatti, Cai- fassi, Arcangeli, Avanzati, Baraldi, Bertelli, Bosniaski, Canavari, Casella, Casaretti, Castelli, Colucci-Nucchelli, D’ Abundo, Ficalbi, Finzi, Gaspe- rini, Chiarugi, Gioli, Gotti, Landi, Lotti, Maffucci, Mantovani, Monsel- les, Nissim G., Nissim C., Nistri, Palamidessi, Pardo-Roquez, Romiti, Sestini, Simonelli, Sonsino, Tarugi, Tobler, Valenti, Visart. Apriva l adunanza il prof. Sebastiano Richiardi tessendo l’ elogio dell’ estinto presidente, e dichiarato esserne scopo di provvedere ai modi di onorarne la memoria, la Società unanimemente deliberava di collocare l’ effigie del defunto nella sala delle adunanze, riproducendola anche per le stampe; di far solenne commemorazione di lui ai 24 marzo di questo stesso anno e di promuovere una sottoscrizione per erigergli un monu- mento nel camposanto urbano di Pisa, ove ne fu sepolta la salma, Mae eda Dell’ orazione commemorativa fu dato incarico al socio Mario Ca- navari e della costituzione del comitato per il monumento al Consiglio direttivo della Società, che in quella stessa adunanza veniva completato per l’ elezione a presidente del prof. Sebastiano Richiardi e a vicepresi- dente del prof. Giovanni Arcangeli. Nel mesto ufficio di commemorare il defunto alla Società Toscana delle Scienze Naturali associavasi la Facoltà di Scienze Fisico-Matema- tiche e naturali e con essa il rettore, gl’ insegnanti e scolari dell’ Uni- versità pisana, onde la commemorazione, che ebbe poi luogo al giorno stabilito nell'aula magna dell’ Università stessa, riusciva oltremodo so- lenne e degna dell’ uomo che si onorava. Presiedeva il rettore con i rappresentanti della Facoltà, della Società delle Scienze Naturali e della scolaresca (*). Prefetto, sindaco, senatori e altri pubblici ufficiali presenti; molte le signore, numerosissimi professori e studenti; non pochi i cittadini, in tutti essendo pari il desiderio e di sentire commemorare il defunto e di rendere al suo nome meritato tri- buto di riverenza e d’affetto. A tutti la Società Toscana delle Scienze Naturali rende qui pubbliche grazie dell’ omaggio reso alla memoria del suo primo presidente. Alle 12 1/s il rettore, prof. Ulisse Dini, apriva l'adunanza ricordando con efficaci parole la morte dell’ illustre scienziato, dell’ anziano della nostra Università, del presidente della Società Toscana delle Scienze Na- turali, dell’uomo che seppe cattivarsi insieme generale affetto e venera- zione. Disse della irreparabile perdita che in lui avevano fatto non solo l’ Università e la città di Pisa, ma Italia tutta e la Scienza; e come all’ unanime sentimento di cordoglio rispondesse in tutti il desiderio di onorarne la memoria con questa solenne commemorazione, alla quale, (*) Rettore Prof. Ulisse Dini. — Deputati dalla Facoltà di Scienze fisico-mate- matiche e naturali prof. Betti e D’Achiardi, anziano il primo, preside il secondo. — Rappresentanti della Società Toscana delle scienze naturali Richiardi presidente, D’Achiardi segretario, Canavari oratore; rappresentanti della Scolaresca Avanzati e Casaretti, na = do — se ne spetta l’ iniziativa alla Facoltà e alla Società delle Scienze natu- rali, può ben dire ora che partecipi l’ Università tutta e l’intera citta- dinanza. Ringraziati indi le autorità, le signore e gl’ intervenuti tutti, invita il prof. Antonio D’ Achiardi, come segretario della Società Toscana delle Scienze Naturali, a dar comunicazione delle lettere e telesrammi giunti per questa funesta occasione. Il prof. D’ Achiardi legge i nomi dei deputati a rappresentare Isti- tuti e società scientifiche, e sono per IEeR-CUniversità di Padova... <<... Prof ‘Emilio Teza.: 2. R. Istituto veneto di Scienze, Lettere e Arti Prof. Emilio Teza. 3. R. Università di Roma . . . . . . . Prof. Antonio D’Achiardi. 4. Società belga di geologia e paleontologia . Ing. Dott. Bernardino Lotti. 5. Società malacologica italiana . . . . . Prof. Sebastiano Richiardi. 6. Società dei Naturalisti di Modena. . . . Dott. Francesco Testi. 7. Società geologica italiana. . . . . . . Prof. Antonio D' Achiardi. 8. Real Corpo delle Miniere. . . . . . . Ing. Dott. Bernardino Lotti. 9. R. Università di Parma . . . . . . . Prof. Giovanni Tamassia. 10. R. Università di Cagliari. . . . . . . Prof. Giuseppe Toniolo. ll. Università di Perugia. . . . . . . . Prof. Antonio D’Achiardi. 12. Regio Comitato geologico italiano ‘. . . Prof. Dini e D'Achiardi. 13. R. Università di Siena. . . . . . . . Prof. Domenico Barduzzi. 14. Università di Camerino . . . . . . . Dott. Mario Canavari. 15. R. Scuola di applicazione per gl’ ingegneri RONN e Erof Antonio VAchiardi 16. R. Università di Catania. . . . . . . Prof. Ulisse Dini. 17. Società geologica di Svezia. . . . . . Img. Dott. Bernardino Lotti. 18. R. Università di Sassari . . . . . . . Prof. Ulisse Dini. Altri istituti o Società, come l’ Università di Modena e di Bologna, l'Accademia gioenia di Catania, le Società linneane di Lione e di Bor- deaux, le Società di Scienze Naturali di Basilea e di Norimberga, la Società dei Naturalisti di Kiew (Russia) e l’ Istituto Canadese delle Scienze, senza delegare alcuno, si associano alla mesta cerimonia, così come per lettera o telegramma si scusano di non essere intervenuti e anche da lunge di- chiarano di partecipare alle onoranze i senatori Lampertico e Secco, 1 Le Ira deputati Orsini-Baroni e Panattoni; i professori Bombicci, Capeilini, Coc- chi, D' Ancona C., De Stefani, Labanca, Palamidessi, Silvestri e i soci Major, Ficalbi e Malaspina. Tutti esprimono affettuose e riverenti parole per l’ estinto, rinnuo- vando nel dolore quella stessa armonia di sentimenti che or sono quasi cinque anni in quella stessa aula, lui presente, ne associava nell’ alle- grezza. Terminata questa lettura il rettore dà la parola al dott. M. Canavari, che legge la seguente orazione commemorativa, che fu accolta alla fine da generale approvazione. DISCORSO DEL SOCIO MARIO CANAVARI La benevolenza dei Colleghi della Società toscana di scienze naturali, nell'adunanza del 17 febbraio decorso, volle affidarmi l ufficio di commemorare oggi il defunto prof. Groserre Mene- GHINI, nostro presidente venerato e più che presidente padre affet- tuosissimo, vanto e gloria dell’ Ateneo pisano. Compito invero dif- ficile ed arduo per chi, come sono io, muove i primi passi nella via scientifica; compito certamente molto superiore alle mie deboli forze, e del quale avrei desiderato esimermi se non mi avessero consigliato ad accettare la stima che mi lega a voi, egregi Colleghi della Società, e il pensiero di poter oggi manifestare ancora una volta la devozione, l'ammirazione, la riconoscenza che uno degli ultimi scolari per data ed ultimo certamente per meriti, professò e professerà per tutta la vita verso lo Scienziato e verso il Maestro. L’affettuosa venerazione per lui vivente, l’inconsolabile dolore per la sua perdita, rendono ancora più arduo l’ ufficio, ma lo rendono pure doveroso, e la soddisfazione del dovere rinfranca l’animo e lo rafferma. Conscio delle difficoltà, abbattuto dal dolore, ma ardente di soddisfare al debito mio, imprendo a parlare del caro estinto, nella fiducia che la benevolenza dei Colleghi della Società toscana a mio riguardo, sia per estendersi anche all’illustre Corpo Acca- demico e agli egregi studenti di questa celebre Università, che vol- lero associarsi alla mesta cerimonia, e ai corpi scientifici e alle auto- rità e a tutti voi, Signore e Signori, qui convenuti, non ad ascol- 2 TOA tare la mia parola, ma spintivi dal sentimento di amore e di rico- noscenza che i presenti unanimemente professano verso il caro estinto. Possa nell’eco del suo nome associarsi alla gloria imperitura anche l'affetto universale che lo accompagnò in tutta la sua lunga car- riera di cittadino, di scienziato e d’ insegnante e che in quest’ aula, dove tante volte ascoltammo i suoi ammaestramenti, trova oggi la più ampia e la più commovente manifestazione. Giuseppe Giovanni Anronio MeneeniNi di Agostino e di Elisa- betta Gagini nacque a Padova il dì 30 Juglio 1811 e fu bat- tezzato nella parrocchia di S. Giustina il primo del mese suc- cessivo 1. Circostanze favorevoli e naturali propensioni lo indirizzarono negli studi e nelle opere. Ebbe dapprima a precettore l’ abate Giu- seppe Bernardi, uomo altamente apprezzato, il quale gl’ impartì i germi della virtù, ne svolse la intelligenza e gli dischiuse le fonti del sapere 2. Gli ameni studi della natura irresistibilmente lo attrae- vano oltrechè per se stessi anche per l'esempio dell'altro maestro D. Pietro Melo *, diligente raccoglitore di piante e botanico di- stinto. Divenne ben presto emulo di D. Pietro e sin da giovanetto la botanica fu sua scienza prediletta; ma in poco tempo anche lo sor- passò, perchè, oltre all’erbario, egli estendeva le sue private raccolte ai minerali e ai fossili che con grande diligenza rinveniva nei clas- sic terreni del Veneto. Percorse quindi nelle scuole pubbliche gli studi filosofici durante il triennio 1826-29, e, dopo averne ottenuta l’ assolutoria, s’ iscrisse nell’anno scolastico 1829-30 al corso quinquennale medico-chirur- gico nell’I. R. Università padovana. Gli ordinamenti austriaci che dominavano allora nel regno lom- bardo-veneto non consentivano al naturalista nessun’ altra via al- l’infuori di quella percorsa dal MeneGHINI. Superati con grande lode tutti gli esami, destando sempre l'ammirazione dei maestri e dei condiscepoli, si addottorò in medicina il 16 marzo 1834, e il 22 aprile dello stesso anno conseguì la laurea in chirurgia e fu ap- provato maestro in ostetricia. Con il giorno 1 maggio 1834, in que cui ottenne il titolo di maestro in oculistica, si chiude il periodo preparatorio degli studi percorsi da Guseppe MEnEGHINI. Il suo lavoro di laurea, De aze cephalo-spinali, dimostrò quanto erano fondate le speranze che di lui avevano concepito i maestri. Quel lavoro pubblicato per le stampe destò l’ ammirazione dei dotti per l’acume delle nuove osservazioni ed esperienze e per la non comune valentia nel coordinarle 4. Ma se la fisiologia del sistema nervoso e la patologia delle malattie mentali sembravano i campi ch'egli coltivasse a preferenza, egli progrediva però di pari passo in tutte le discipline naturali. i L’alma mater veneta era in quei tempi famosa per la pleiade degli uomini illustri che v'impartivano ogni ramo dello scibile umano dal Giacomini al Caldani, al Santini, al Racchetti, al Bonato, al Catullo....., e più ancora lo era per la gioventù studiosa che vi accorreva d’ ogni parte del regno lombardo-veneto, e dalla quale doveva sorgere una generazione di scienziati e di eco- nomisti, che tanta parte ebbero nel risorgimento italico, e i cui su- perstiti formano ancora la nostra ammirazione. Le cliniche chirur- giche e mediche rigurgitavano di studiosi e il celebre Giacomini considerò il MeneGHINI, non come scolare, ma quale amico, avendolo a compagno negli studi e nei lavori. La tanta assiduità che il MenecHINI poneva nella frequenza delle cliniche non lo distoglieva punto dal frequentare con grande profitto il laboratorio chimico, 1 gabinetti di fisica, di zoologia, di mineralogia e di botanica, talchè si fece ammirare, non solo dai professori delle scienze salutari, ma benanco da Tommaso Catullo e da Niccolò da Rio, il primo zoologo e geologo, il secondo orittologo, ed entrambi valentissimi. Delle scienze tutte si rendeva in tal maniera famigliari i fon- damenti e tutte riunì poi ad applicarli allo studio della natura as- sociandovi anche le umane lettere, perchè la elegante e purgata forma italica dovesse servire di mezzo efficace alla diffusione del sapere. Va orgogliosa l’ epoca nostra della estensione grandissima ac- quistata da ogni scienza: di ognuna si annoverano rami molti e la vita intellettuale d’un uomo è da un solo di quelli ad esuberanza riempita. La specialità degli studi è creduta necessaria, le esigenze paio ai sociali la consigliano, le instituzioni la favoriscano, il sistema la impone. Non si disconosce la solidarietà di tutte le scienze diverse, ma si reputa sufficiente a serbarne il nesso 1’ orpello della scienza popolare e della così detta coltura. Il MenEGHINI invece si approfondì in molte e svariate scienze, apprezzò la profondità più che 1’ esten- sione, mai volle arrestarsi alla superficialità in cosa alcuna; fece valere in ognuna delle scienze professate o coltivate il concorso delle altre, non al solo oggetto delle parziali applicazioni, ma he- nanco a lume e svolgimento dei principi fondamentali. Intelligenza grande, elevata, pronta; attitudine naturale ad osservare e naturale intuizione dei punti più essenziali quand’ anche i meno emergenti; armonia rara fra il talento analitico ed il genio sintetico, ed ancora più rara e preziosa armonia fra la mente ed il cuore, fra 1’ intel- letto ed il sentimento. La vita e le opere del MexecHINI dimostrano che tutte si verificarono le conseguenze di quei principi, tutti si svolsero quei semi, tutti ne maturarono i frutti, che su quella trama tutta si ordì la tela della sua esistenza. Reggeva in quei tempi nell’Ateneo padovano la cattedra di bo- tanica il buon vecchio Giuseppe Antonio Bonato, al quale es- sendo morto l’assistente, dott. Francesco Pegoretti, e doven- dosi nominarne uno nuovo che potesse soccorrere il più che ottua- genario professore e sostenere all’ occorrenza il carico delle ordi- narie lezioni per il secondo semestre dell’ anno scolastico 1834-35, fu additato all’ autorità superiore il giovane naturalista MenecHII 5. Ecco quindi come nel 28 ottobre 1834, cioè nell’anno medesimo in cui aveva felicemente superati gli esami di laurea, fu nominato assistente e supplente gratuito alla cattedra di botanica nella patria università, e dopo averne avuto voto favorevole dalla facoltà di medicina. Giubilato il Bonato nell’anno 1835, il MexeGHINI so- stenne con plauso il concorso alla cattedra di botanica rimasta vacante; ma ne fu affidata la supplenza temporanea e quindi fu definitivamente conferita al prof. Roberto de Visiani. Nel biennio scolastico 1835-36, 1836-37 con decreto dell’ I. R. governo 28 ot- tobre 1835, il MexeGHINI ne fu invece nominato assistente effettivo. Com’ egli adempisse l'ufficio e in qual maniera egli se ne ren- desse sempre più meritevole, oltrechè dall’ amicizia che per tutta ao Ci la vita corse tra lui e il de Visiani, viene dimostrato pure dal lavoro che pubblicò nell’anno 1836. Esordì nella botanica con successo pari a quello ottenuto negli studi medici, e l’ opera “ Ricerche sulla struttura del caule nelle piante monocotiledoni ,, in 4.°, di 110 pagine e con 10 tavole stu- pende, disegnate con estrema cura dall'autore medesimo, rilevò quanto grande fosse l’acume dell’ osservatore e quanta percezione egli avesse nella scelta dell'argomento. Si possono oggi obbiettare alcune delle: deduzioni a cui l’autore credè di arrivare, ma rimane sempre il fatto di avere discusso e svolto uno dei quesiti più ardui della istologia vegetale, intorno ai quali si occupavano indefessamente in quei tempi i più distinti botanici °. Ugo Mohl”, professore a Tubinga, si compiace con l’ autore della coincidenza dei fatti da lui esposti nella sua anatomia delle palme con quelli che si trovano annoverati nelle Ricerche sulla strut- tura del caule nelle piante monocotiledoni, e dice d'essere stato da quest’ opera prevenuto, avendo egli stesso avuta intenzione di occu- parsi d’ un simile piano dello stesso argomento. L. C. Treviranus 8, professore a Bonn; il Martius 9, pro- fessore a Monaco; Alfonso de Candolle !° professore a Ginevra a nome anche del celebre botanico suo padre; Gustavo Kunze 11, professore a Lipsia, e una serie numerosa di botanici italiani e fo- restieri, con le parole le più lusinghiere accolsero il lavoro del Mexecami. Esso solo gli valse l'onore d’essere annoverato tra i cultori più valenti delle discipline botaniche e d’ essere ascritto con entusiasmo nelle più reputate accademie scientifiche. Data infatti da quel tempo, per citarne alcune, la sua nomina di membro corrispondente della Reale Società Botanica di Rati- sbona, di membro ordinario della Società Cesarea dei Curiosi della Natura di Mosca, e la sua ammissione, sotto al cognome di Des- fontaines, all’ Accademia Cesarea Leopoldino-Carolina dei Curiosi della Natura di Breslavia. Fu confermato nello stesso ufficio di Assistente per un secondo biennio con decreto dell’I. R. governo 1 luglio 1837, e cioè sino al 1839, Potranno i cultori superficiali di ogni scienza o quelli che si limitano alla descrizione di qualche specie nuova nelle scienze na- turali, avere l’incoraggiamento e il plauso dei contemporanei; ma solo come una cosa rara, forse, sarà ricordato da qualche dotto dell'avvenire il loro nome; non accade, così di quelli che aprono le vie a nuove investigazioni o gettano un nuovo sprazzo di luce su qualche ramo dello scibile umano. È per questa ultima ragione che rimarrà associato il nome del MeneGHINI a quella parte della botanica che si occupa della Algologia, nella quale egli divenne famoso, e a buon diritto ne è ricordato come maestro. Negli Atti della È. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Padova, di cui il MexeGHNI era diventato socio attivo sin dal 7 marzo 1837, pubblicava nell’anno 1838 una nota sotto il modesto titolo di “ Cenni sulla organografia e fisiologia delle alghe ,, che il Montagne !? di Parigi e il Bartling !3 di Gottinga additarono come modello a tutti quelli che si occupano di simili studi. Anche Adriano de Jussieu 14, professore al Museo di Storia naturale di Parigi, ne fece grandi elogi. Ebbe in quei tempi comunità di studi coll’algologo Giovanni Zanardini, che lo amò come fratello e del quale lesse la com- memorazione al R. Istituto veneto di Scienze, Lettere ed Arti, il dì 27 luglio 1879; tributo doveroso verso l’ amico e che lo ricon- dusse dopo tanti anni al ricordo dei primi plausi avuti nel campo della botanica. Il Bertoloni nella grandiosa “ Flora Italica !5 , e il critto- gamista De Notaris 16, citarono più volte i lavori del MeneGHMI. Non deve poi lasciarsi sotto silenzio che, sebbene ora non più ri- conosciuti, furono intitolati dal suo nome alcuni generi di piante 17; ciò che sempre dimostra in quale considerazione fosse tenuto da celebri botanici. Egli stesso istituiva poi, tra le alghe, il genere Corallineae delle floridee. Ma ormai l’ ufficio di assistente non era quello che più vagheg- giasse il MeneGamnI, che, desideroso di avanzare nella carriera del- l’ insegnamento, in cui, oltrechè dal sapere, era chiamato dalla ele- gante parola che facile e affascinante gli sgorgava dalle labbra, ed LT AI essendo rimasta vacante la cattedra di medicina legale e polizia urbana, ne sostenne con plauso il concorso a Vienna il 30 dicem- bre 1837, ma senza risultato proficuo. Nel giugno 1838 vinse finalmente per concorso la cattedra delle Scienze preparatorie per i chirurgi, consistente nell’ insegnamento delle fisica, chimica e botanica. “ Molte ore di lezioni settimanali alle 8 del mattino io avevo allora, egli diceva pochi giorni prima di morire, e senza veruna o con pochissima soddisfazione. Éra quella una cattedra che per derisione si diceva di valore intermedio a quello del posto di bidello e del posto di assistente. Non ricordo ciò per lamentarmi dei primi anni percorsi nell’ insegnamento; ma per dimostrare a voi, miel cari amici, quanta fatica e quanta ab- negazione siano necessarie per acquistarsi posizione decorosa. Ri- masi in quel posto circa 9 anni, e solo mio divertimento era quello dello studio delle scienze naturali ,. Quanto fosse grande la sua attività viene infatti dimostrato dalla serie numerosa di memorie ch'egli pubblicò in quel turno, cioè dal 1838 al 1847, di botanica, principalmente di algologia, di zoologia e di geologia. Meritano particolare notazione la “ Memoria sui rap- porti fra le Alghe propriamente dette o Ficee e le Alghe terrestri o Licheni !8,, in cui ebbe il presentimento delle relazioni che le- gano i licheni alle alghe; — la “ Monografia Nostochinearum Ita- licarum , premiata con medaglia d’oro dalla R. Accademia di Scien- ze di Torino, — e l’opera “ Sulla animalità delle Diatomee, e revi- sione organografica dei generi di Diatomee stabiliti dal Kiitzing ,, tradotta poi in inglese da Chr. Johnson e pubblicata nelle me- morie della Ray Society di Londra. Prescindendo dalla tesi gene- rale che si volle sostenere, per la parte speciale, è questo un lavoro che fece epoca e dal quale gl’indagatori di cotesti minuti organismi silicei trassero il più ampio profitto. L’abate Castracane che da molti e molti anni si occupa di Diatomee, e che ha avuto l’ onore d'essere stato chiamato ad illustrare quelle dragate nella famosa crociera dello Challenger, ebbe a ripetere molte volte al MexeGHINI che quanto sapeva intorno alle Diatomee l’aveva imparato dal classico lavoro di lui. In quel lasso di tempo il MeneGHINI si palesava anche scrittore SAMO elegante e volgarizzatore accurato della scienza. Il brillante arti- colo pubblicato nel Giornale di Botanica di Firenze nell’anno 1844 “ Sulla teoria dei meritalli del Gaudichaud ,, al nuovo periodico assicurava il successo e al MreneGHINI procacciava la riconoscenza degli agricoltori pratici. “ Il modo con cui passa, gli scriveva da Torino il De-Sambuy 1°, dalle nozioni comuni a tutti, a quelle particolari della scienza, è così chiaro e lucido che i principi scienti- fici diventano evidenti a qualunque persona e perciò eminentemente applicabili all'industria, che è il fine. , Altri articoli applauditi furono quelli, sotto il titolo di “ Lezioni popolari di botanica ,, pub- blicati nell’ Euganeo di Padova(1847); cosicchè quando nel 1840 lo zoologo De-Filippi 2°, lo chiamava ad associarsi ad un’ opera di scienza che aveva in animo di pubblicare, gli ricordava ch'era spinto a far tesoro delle sue qualità “ da quei magnifici articoli di botanica elementare , che oltre ai pregi scientifici dimostrano l’ at- titudine del volgarizzamento anche delle cose più difficili e discusse. Per rendersi conto della grande attività che il MeneGHINI im- piegò in un altro ramo delle scienze naturali, non meno attraente di quello della scienza dei fiori, e nel quale aveva gia apportato, come vedremo, contributi non indifferenti, sia concesso, o illustri Signori, d’intrattenerci un poco sui moti di libertà che scossero l’Italia e l’ Europa tutta durante il fortunoso anno 1848. Per noi che di poco abbiamo varcata la trentina quell’ anno è già antico; muoiono gli uomini illustri di quel tempo e spesso con loro sono sepolte anche una serie numerosa di memorie. La storia che sorge non si occupa che dei fatti più salienti che determina- rono o seguirono una qualunque grande commozione. Il valore in- dividuale è sacrificato dalle esigenze sociali, e solo in rari archivi, forse, i futuri potranno far rivivere qualche personalità dimenticata del nostro risorgimento. Padova ebbe i suoi martiri e numerosi; dopo le stragi dell’otto febbraio narrate da un testimonio oculare 21, la cui esistenza fu conservata mercè un savio consiglio, cacciati gli Austriaci ne fu istituito il governo provvisorio, mentre si attendeva che l’armata SIN To pn di Carlo Alberto vittoriosa sorgesse dai piani lombardi a redi- mere la patria. La casa MeneGHINI, e specialmente AnpreEA 2%, va- lente finanziere, e di 9 anni maggiore di Giuseppe, fu anima dei moti padovani. Caddero ben presto le speranze fecondate da tanto sangue, e Giuseppe MeneGHINI, sia per essere fratello di AnpREA, se- riamente compromesso, sia per aver tenuto l’ ufficio di tenente nella guardia nazionale 23, sia per aver adempiuta la missione delicata ed importante di recarsi, insieme al prof. Giuseppe Clementi ?*, al campo di Carlo Alberto a chiedere soccorso e ad offrire le chiavi della città natale 25, sopraggiunta la reazione, il 13 giugno 1848, dovè premere, insieme a tanti altri la via dell'esilio 29. Egli, con la nobile famiglia Gritti, si rifugiò a Bologna; altri esuli si erano recati a Milano, dove avevano trovata la più cordiale ospi- talità. In quei momenti disastrosi il MexeezINI, sebbene sin d'allora cagionevole di salute, ebbe l’idea di porre la sua scienza medica a pro’ dell’armata e ne scrisse al padovano Giannelli profugo a Milano. Ma ne veniva calorosamente sconsigliato perchè nell’ armata erano richiesti i soli chirurgi e non avendo da lunghi anni eserci- tata la chirurgia , la vostra domanda o non sarebbe secondata o vi porrebbe in circostanze imbarazzanti e tali da compromettere forse il vostro onore, forse la vostra vita, e forse l’.uno e l’altra, dappoichè oltre alla guerra degli invidi potreste essere esposto al fuoco dei nemici. Avete nelle mani tre rami delle scienze naturali; più siete per istudi fatti e per disposizioni attissimo ad occuparvi di psicologia e psichiatria. Parmi adunque che voi abbiate a dedi- carvi a quello o quelli degl’insegnamenti, che fra i cinque vi si presentasse al più presto 27...,. È davvero notevole, o doi se in tanta adtà e in tanta scarsezza di uomini sapienti non si accettassero nell'ufficio delicato di chirurgo, se non quelli, che, oltre a giustificarne i titoli, potes- sero, in qualche pratica operazione, giustificarne anche la valentia. Veniva difatti ad esso affidata la vita di tanti martiri, 1 quali erano rassicurati in tal maniera di cadere sotto mani sicure ed esperte. E quando un altro valente medico e chirurgo distinto, come il ve- neto Cortese, già professore e rettore magnifico, entrò nel ser- So vizio attivo, poco dopo la richiesta fattane dal MeneGHINI, dovè sog- giacere all’ esame di un principiante nell'arte chirurgica. Ma, come dice il Lampertico 25, il Cortese si vendicò della umiliazione patita: “se ne vendicò col seguire il soldato italiano in tutte le guerre dell’ indipendenza, col seguirlo sotto le tende, negli spedali, col dare all'Italia il primo la chirurgia militare ,. Quanti am- maestramenti fornisce la storia della nostra epopea! Dopo che il MexecriNni fu dissuaso dalla via che aveva in animo d’intraprendere, e montando ognor più la reazione, :e i tedeschi minacciosi di fare una passeggiata militare attraverso l' Italia, pronti a piombare, siccome fecero, su Bologna, si portò, ancora con i Grittiin Toscana e passò qualche mese a Firenze e a Collina Tonti presso Pistoia. La corrispondenza che egli tenne in questo tempo con tutti 1 più illustri esuli veneti che da Bologna o da Milano o da Firenze, dopo la sconfitta di Novara, accorrevano a Venezia o a Roma, ultimi baluardi di libertà, se da un lato dà conto delle aspirazioni, dei dolori, delle ansietà, di tempi cotanto fortunosi, rileva dall'altro la grandezza d'animo del MexeguNI, la bontà del suo cuore e le parole d’incoraggiamento c di santo amore di pa- tria che aveva verso tutti. In Collina la piccola colonia di esuli era visitata di quando in quando da altri rimasti a Firenze, come ad esempio dal veronese Aleardi, l’autore del canto Monte Circello. Allorchè era deciso il ritorno in patria della famiglia Gritti e n'era fissata la par- tenza per il 24 dicembre 1848, ed il MeneGHMI veniva avvisato di non recarsi in patria, perchè non ancora cessati 1 pericoli, egli annunziava alla madre padovana il ritorno della figlia, la nobile e buona signora contessa Laura Gritti, con una commovente poesia espressamente dettata dall’Aleardi ??: Va Colombella tu che l’ali ài pronte, Va portatrice di gentil ventura; Valca quel monte e poscia un altro monte, Finchè t’ è manifesta una pianura, Dove a guaràiana è un’ aquila bifronte, Che fa tremar e trema di paura. DITO RAEE RE TO Og SIGNORI, È ormai giunto il tempo di dire in qual maniera 1’ Università di Pisa acquistò ad insegnante un uomo così benemerito della pa- tria e della scienza com’ era Giuseppe MeneGHINI. Leopoldo Pilla, napoletano, professore di Geologia in questa Università, gloriosamente moriva il 29 maggio 1848 nella giornata di Curtatone e Montanara, nel fiore degli anni e nella vigorìa del- l'intelletto, quando le discipline geologiche attendevano largo pro- fitto dal suo genio fervido e dalla sua mente elevata 8°. I concorrenti alla cattedra rimasta deserta per tanta sciagura erano quattro, due toscani e due di altri Stati. “ Se, come scriveva Pietro Savi 8!, il governo vorrà aver riguardo unicamente al merito della persona, non havvi verun dubbio che tu debba essere il preferito, essendo al certo tu il più distinto fra quanti natura- listi si puol prevedere che compariranno come postulanti.... Sii poi certo che tanto Paolo che io saremo prontissimi ad attestare l'alto tuo merito nelle scienze naturali, la tua vasta erudizione e la tua coltura; è però vero che tal testimonianza a tuo riguardo è superflua, essendo tu ovunque conosciuto, e molto più in Toscana ove hai figurato nei due congressi qui avvenuti. Il Mexnecnmni aveva infatti preso parte alle riunioni degli Scien- ziati italiani che ebbero luogo a Pisa (1839) e a Firenze (1841); ma fu massimamente nella prima che si era attirata la stima e l'ammirazione dei più illustri botanici. Egli ricordava spesso l’ escur- sione fatta a S. Giuliano nel dì 6 ottobre 1839, in cui aveva po- tuto raccogliere e studiare le alghe che vivono nelle acque termali di quella celebrata località. Ma se i profondi studi di botanica lo avevano messo in inti- mità con Pietro Savi e con Gaetano Savi sin forse dal 1834 82, in cui visitava per la prima volta il nostro Museo di Storia na- turale, allora in embrione; i suoi lavori di zoologia e l’amore che professava per la geologia lo avevano legato anche in amicizia con Paolo Savi. Si è accennato sin da principio che le collezioni geologiche e mineralogiche del MenecHINI datavano dalla sua giovanezza, e quanto ET pn fosse grande in lui il fervore per queste scienze viene testimoniato dal Catullo 88, allorchè nel 1834 scrive che il MenecHINI “ spinto dall’amore grandissimo che nutre per la geognosia, volle seguirmi qualche volta nelle diverse mie gite montanistiche, disotterrando egli stesso oggetti fossili al tutto nuovi per le nostre provincie, e dividendo meco le fatiche, che pur sono inseparabili da siffatti studi ,,. Anche il conte Niccolò da Rio 8* ebbe a menzionare lo spirito geologico d'osservazione che accompagnava il MenecHINI ne’ suol viaggi scientifici lungo l’Italia. Però i lavori che testimoniavano la valentia del MeneGHINI come geologo e ch'egli adduceva quali documenti al concorso della cat- tedra di Pisa, erano quelli in cui, dal 1845 al 1846, si discuteva l’età del terreno nel quale si trovò il combustibile fossile di Raveo in Carnia, coltivato da una società industriale. Sin d’ allora il Me- NEGHINI consacrava l’opera sua ad esercitare il senno oltrechè nei campi vastissimi della pura scienza, dell’ insegnamento, delle pri- vate collezioni, in quelli pure delle utili applicazioni, fra i quali primeggiano gli argomenti delle miniere. È ben noto che dall’ arte delle miniere sorsero in Germania le basi della moderna geologia e che inteso il vincolo reciproco, il lume scientifico, che tanto av- vantaggiò l’arte, ebbe poi a sua volta sempre da questa largo com- penso, perchè insieme ai preziosi o utili materiali ci discoperse nuovi e fecondi fatti per l’ addietro sconosciuti. La presenza del combustibile fossile di Raveo, simile al litan- trace, poteva far supporre nelle Alpi orientali l'estensione del ter- reno carbonifero, così sviluppato nella Inghilterra e nella Francia; ma ad onta della seducente deduzione e della apparenza litologica, dopo un esame accurato e minuzioso delle regioni adiacenti, il MexeeHiNI ritenne che quel terreno non era paleozoico, ma bensì secondario e che si doveva ascrivere al sistema triasico. Le Alpi erano appena conosciute, le generalizzazioni di Leopoldo de Buch appena iniziate, la memoria di Rodrigo Murchison non ancora pubblicata; la stratigrafia tuttora bambina e ben lontana dal sup- porre o dallo spiegare i molteplici e svariati fatti geotettonici, fre- quenti nelle grandi Alpi e pei quali ne riusciva allora quasi im- penetrabile la struttura: tali considerazioni rendono doppiamente oo] interessante la deduzione cui era arrivato il Menecmni. Nella ottava riunione degli Scienziati italiani tenuta a Genova nel settembre dell’anno 1846, presenti gli stranieri Michelin, Coquand, de Buch, il MenecHNI tornava a parlare della posizione stratigrafica del terreno di Raveo, ma, com'egli di frequente ricordava, esitante e commosso, per la presenza di così eminenti maestri. La comuni- cazione fatta diede luogo ad una discussione celebre, nella quale Leopoldo de Buch suggellava il valore del MexecHINI col di- chiarare che la scoperta del Muschelkalk nella valle del Taglia- mento, era una fra le più importanti della geologia italiana 85. Ma pur troppo quella scoperta che dava al MeneanINI la fama di geologo, e che contribuì certamente all'acquisto che di lui fece Pisa, rimase per lungo tempo dimenticata ed anzi fu attribuita ad altri. Il governo toscano nella nomina del nuovo insegnante di geo- logia per l’università di Pisa, seguì appunto il criterio accennato da Pietro Savi, e il MexegumNI fu il prescelto, anche contro un giovane naturalista e matematico toscano, anch'egli dotato di molto ingegno e assai studioso, caldamente raccomandato e che in un altro campo, in quello militare, ha pur egli fatta una splendida carriera, ricoprendo ora il grado di generale. Il Decreto granducale di nomina porta la data del 20 gennaio 1849 e comprende anche la Direzione del museo di mineralogia e di geologia. Col giorno 29 dello stesso mese in cui il MeneGnINI si recava a Pisa, incomincia una nuova fase della vita scientifica del grande che onoriamo, che da quel giorno in poi si consacrava tutto alla geologia. Si accrescono i vincoli di amicizia coi Savi, la famiglia dei naturalisti che ha dato tanto incremento al nostro Museo, e da quel giorno egli divenne, come ebbe più volte occasione di ripetere, il discepolo, l’amico e l’ammiratore più entusiasta di Paolo Savi. Egli trovò in Paolo comunanza d’ ideali e di studi, cosicchè si può dire che nelle opere e nel cuore questi due scienziati si ras- somigliano totalmente. Non vi crucci, anime immortali, il paragone che noi, tanto minori, osiamo istituire fra voi: si compiacerebbe luna dei pregi che nell'altra i magnificassero, ma niuna vorrebbe essere maggiore. Il naturalista si affeziona con entusiasmo agli oggetti che rac- coglie, di ognuno di essi ha tracciata la storia, da ognuno ha im- parato qualche cosa; cosicchè privarsi di raccolte che formano gioie indefinite è pregio, è liberalità grandissima. Il MeneGHINI ebbe questo pregio perchè appena venuto in Pisa, non reputando conveniente serbare la proprietà di collezioni particolari, simili a quelle di cui diveniva direttore, suo primo pensiero fu di trasportare al Museo e donare tutto quello ch’ egli aveva raccolto nel corso di lunghi anni. Ma legando al Museo le sue raccolte, egli legava a Pisa tutto il suo avvenire, perchè anche quando il barone Hiigel, botanico distinto, ambasciatore d’Austria presso il Granduca, e ammiratore del MexeGHINI, avrebbe desiderato il ritorno nella patria università dell’ eminente scienziato, il MexecHINI disse che la Toscana lo aveva accolto esule, che nei Savi aveva trovata una seconda famiglia e che a Pisa voleva rimanere e morire 8°. Mentre a Pisa douava le raccolte mineralogiche e geologiche, all’erbario centrale di Firenze donava la preziosa collezione delle alghe. A tanta magnarimità il Granduca rispondeva col dono di un elegante microscopio, espressamente fabbricato dal celebre Amici, e che forma ora una delle rarità del Museo. Come potrei io dire, o Signori, la grande attività che il Menz- enni spiegò nelle nuove scienze, alle quali ben presto (nel 1851) si aggiunse l'insegnamento della geografia fisica, e nelle quali lavorò per oltre 40 anni, sempre con eguale ardore e sempre con eguale lucidezza di mente, pubblicando, tra grandi e piccole, oltre a 100 memorie? Mi limiterò ad accennare che alcuni di questi lavori con- cernano la mineralogia, altri trattano di questioni minerarie o di pura geologia, i più sì occupano di paleontologia. In tal maniera egli completava la scuola geologica toscana fondata da Paolo Savi, ei germi del suo insegnamento largamente si diffusero, per modo che Pisa divenne in Italia il centro della nuova scienza 87. Nelle “ Considerazioni sulla geologia stratigrafica della To- scana *8, è dovuta al MexecHNI la parte che discorre dei fossili. Distinguere le specie è appunto principalissimo ufficio del na- turalista e non è dato a tutti il senso, direbbesi quasi particolare, a ciò necessario; poichè non basta sempre neppur l’analisi più mi- IR Li nuziosa, nè sempre si può con le parole sufficientemente esprimere quell’ insieme di piccole specialità che, o passano ad altri inosser- vate, o si confondono con quelle variabili e di poco valore. Il Mr- neeHINI anche nelle specie paleontologiche, come lo era stato in quelle botaniche, fu sommo. La discussione colla quale procede nella determinazione della specie, del genere al quale deve essere ascritta può, sin da quel primo lavoro paleontologico, servire di guida e di modello in quest’ufficio principalissimo del naturalista, perchè è un saggio di vera filosofia naturale. Il visconte d’ Ar - chiac e Giulio Haime nella descrizione dei fossili dell’ India 3° dicono, in riguardo alle Nummwulti, che il lavoro del MexecmNI su quei piccolissimi rizopodi è ciò che si conosce di meglio e che dimostra una attenzione scrupolosissima nell’ osservazione dei caratteri 4°. Ma quello che maggiormente colpisce nelle Considerazioni è la descrizione della flora di Jano, collegata alla scoperta del terreno carbonifero della Toscana, che destò tanta ammirazione. Nella vita scientifica del MexeGHINI è questo uno dei fatti più salienti, e al quale egli alludeva annualmente dalla cattedra quando ripeteva la frase del fortunato colpo di martello, che mise a giorno la prima traccia di quella flora. La frase sembrava oziosa a chi non pensava che l'entusiasmo della scienza rimaneva sempre vivo nel cuore del Maestro, il quale aveva sempre in mira di trasfondere quell’ entu- siasmo nel cuore del discepolo. Un altro lavoro che fece epoca negli annali scientifici è quello dal titolo “ Paléontologie de 1’ île de Sardaigne ou description des fossiles recueillis dans cette contrée par le général Albert de La Marmora 4!,. “ La paleontologia dell’ isola di Sardegna, scrisse il MenzGHNI stesso, è un soggetto di così alto interesse, che il suo annuncio deve avere eccitato da lungo tempo l’impazienza dei geologi ,. Come corrispondesse a questa impazienza fanno fede il riconosci- mento, pei fossili, di alcuni piani appartenenti al sistema siluriano, di altri al carbonifero e così via dicendo di altri a sistemi terziari. Si determinarono poi di età tutto affatto recente grandi avveni- menti geologici, di cui l'isola di Sardegna è stata il teatro. BE 507 QUE Nessuno elogio che io facessi di questo importante lavoro avrebbe virtù di accrescere la fama del Mexecmsi. Carlo Darwin ha scritto che “ dopo un lungo intervallo, un autore può criticare il suo pro- prio lavoro quasi così bene come se esso fosse di un altro 4? ,. Quando il MexneGHINI nel giugno dell’anno decorso stava correggendo le bozze di stampa dell’ ultimo lavoro pubblicato sul primo capitolo della fauna cambriana di Sardegna, quello delle Trilobiti, e dovè tornare a rileggere dopo più di trent'anni l’ opera superiormente citata, egli ebbe occasione di dire: “ Se io dovessi rifare quel la- voro, ad eccezione della sinonimia aumentata, non avrei nè da to- gliere, nè da aggiungere una parola ,. Incosciamente il MeneGHINI faceva da se stesso il più grande elogio cui mai un autore potesse aspirare. La Sardegna, quest’ isola tanto feconda di materiali industriali e scientifici, diede al MeneGHINI infinite soddisfazioni, coronate, come dicevo, dal suo lavoro testè pubblicato, da cui emerge la scoperta della fauna primordiale. Noi che abbiamo visto con quanto studio, con quanta pazienza, e direi quasi con quanta divinazione, da og- getti incompleti e mal conservati, con dati stratigrafici insufficienti e apparentemente in opposizione con le leggi fondamentali dello sviluppo organico, egli arrivasse a resultati tanto splendidi, possiamo forse più di qualunque altro commuoverci del plauso col quale la scoperta venne accolta, e dolerci che non tutte egli ha potuto ascol- tare le lodi che ancora meritamente gli si tributano. In una parte del grandioso lavoro ch’ egli stava apparecchiando fu purtroppo da altri preceduto, valendosi di quel poco ch’ egli aveva in piccole note annunciato. Nella carriera del naturalista, ora spe- cialmente che il fervore degli studi è tanto cresciuto, e che i più studiosi sono in generale i più lenti a pubblicare, avvengono di frequente casi consimili. Ma i più se ne addolorano, taluni se ne irritano; il MewneGHINI conservò sempre la stessa serenità consolan- dosi e consolando col ripetere che il campo scientifico è così ampio che havvi messe da raccogliere per tutti. Molti altri lavori paleontotogici del MexeGHINI si dovrebbero ricordare trattanti generi, ordini e classi di animali ben differenti dai rizopodi ai vertebrati; accenneremo solo al maggiore, quello LIESTTO i relativo alla “ Monographie des fossiles appartenant au calcaire rouge ammonitique de Lombardie e de l’Apennin de l' Italie cen- trale 43 ,, e per il quale, oltre i materiali del Museo di Pisa, rac- colti dal conte Alessandro Spada e da Antonio Orsini, ebbe, dalla liberalità dello Stoppani, pur anco quelli copiosissimi rin- venuti nel Lias superiore di Lombardia dal Villa, dal Curioni e da altri. II Neumayr4* ha detto che quest’ opera è una delle più interessanti per la conoscenza del Lias alpino. Ma quello che non devesi passare sotto silenzio si è che in tale lavoro, in cui sono descritte ben 189 forme organiche differenti, come in tutti gli altri pubblicati dal MeneGHINI, le specie indicate con nomi nuovi sono relativamente poche. È una caratteristica molto particolare e che dovrebbe trovare molti seguaci ora che lo sminuzzamento delle specie è diventato tanto di moda. Il procedimento del MexeGHINI trova spie- gazione da ciò che egli stesso ripeteva e da ciò che egli ha anche pubblicato. “ Una lunga abitudine degli studi di osservazione ci hanno messo nel caso di giudicare da noi stessi del grande imba- razzo che apportano nella scienza le cattive specie 49 ,, cosicchè egli sì limitava a proporre ravvicinamenti sempre attendibili, ben lieto di poter segnalare tra i fossili che studiava specie conosciute. Perchè lo scopo del paleontologo deve essere quello di recare in pari tempo incremento alla zoologia ed alla cronologia geologica. Dai ravvicinamenti con tanta sapienza e modestia proposti dal Me- NEGHINI, così nel campo dei fossili, come in quello della botanica, sono sorte per opera d’ altri specie e generi nuovi numerosi; era l’unica cosa questa di cui egli tanto si rammaricava. SIGNORI, Da quanto sono venuto ricordando si appalesa quali traccie in- delebili il MenecHINI ha lasciato in ogni ramo delle scienze naturali. Quegli che volesse tesserne la biografia dovrebbe nelle opere di lui ricercare ora il pensiero filosofico che lo guidò in tutte le sue investigazioni. E poichè in generale il pensiero filosofico è in ar- monia con quello predominante nel paese in cui si vive, raramente lo si precede, così si dovrebbe riandare colla mente alle idee pre- dominanti che nel principio del nostro secolo si discutevano nelle ao pe SI scuole di Europa, tanto nel campo geologico quanto in quello della paleontologia. Alla sterile e trasmodata lotta scolastica dei nettunisti e plu- tonisti, dei werneriani e huttoniani, era succeduta la scuola della geologia positiva, che imponeva la osservazione particolare, locale, minuziosa, i successivi confronti e 1’ assoluta astensione da teoriche preconcette od immature. La tendenza a questa prudente riserva, provocata dalla intemperanza stessa dei precedenti conflitti, reagiva nelle menti di tutti i geologi, in molti anzi con tale efficacia da indurli ad evitare ogni spiegazione dei fenomeni anche se con evi- denza suggerita dai fatti, pur di non essere sospettati seguaci di uno fra i due dogmi che il prevalente scetticismo egualmente ri- provava. A Pisa, nella mente limpidissima di Paolo Savi, si andavano sviluppando i germi della nuova teorica relativa ai terreni cristal- lini, e che ora è accolta in tutte le scuole, e sarebbe tornata in Italia come merce straniera se il MexecHII, sin dai primi tempi, non ne fosse diventato caldo fautore e non avesse dalla cattedra e cogli . scritti #9 cercato di diffonderla. Nello stesso tempo egli seguì in geologia tutto ciò che vi era di accettabile nella teorica delle cause attuali sostenuta in Inghilterra da Carlo Lyell, e si trovò quindi in disaccordo colla teorica delle rivoluzioni del globo, con tanto in- gegno espressa dal Cuvier e in voga presso i geologi di Francia. Nella grande questione lungamente agitata, se gli esseri che vivono oggidì sulla Terra, siano i discendenti, modificati dal tempo e dalle circostanze, di quelli che lasciarono le spoglie loro fossiliz- zate nelle sue viscere; oppure se si è incessantemente ripetuto e si ripeta attualmente il mistero della creazione, e quindi non da un punto, nè da un istante, ma da tutti i luoghi, da tutti i tempi si iniziassero e si inizino quelle mille e mille serie di forme organiche, che anche senza vicendevole parentela di materiale discendenza, pos- sono tutte serbare la unità di piano nella struttura e l'identità di legge nell’azione, perchè provenienti dallo stesso principio virtuale, come sosteneva il Cuvier, la mente del MexecHMNI rimase per molti anni dubbiosa. Egli però non si lasciò guidare giammai da idee preconcette, e la frase celebre di Geoffroy Saint-Hilaire: = Vr Historiens de ce qui est, notre r0le se borne à dire que les choses sont ainsi, ch’ egli poneva nel frontespizio del suo primo lavoro 4”, dimostra a quali resultamenti egli dovesse arrivare cogli studi suc- cessivi. I lavori di paleontologia che si riferiscono agli invertebrati e più ancora quelli che riguardano i vertebrati, che palesano la variabilità e la successione della specie, dovevano servire, come ser- virono difatti, a fargli abbracciare la teoria della discendenza. Tutti gli scolari del MeneenINI serbano scolpita nella mente una lezione celebre dell’anno scolastico 1880-81, in cui egli disse che la embriologia comparata, le scoperte zoologiche, anatomiche e pa- leontologiche, delle quali tutte si teneva al corrente, e la luce nuova della istologia consentivano tentare, con molto maggior profitto che per il passato, la soluzione del grande problema della vita, che nessuno pertanto oserà dire definitivamente risoluto, e quando pure lo fosse, includerebbe pur sempre il concetto metafisico delle cause prime. Che da tali forme organiche primordiali altre diverse e suc- cessivamente più composte e organicamente più elevate provenis- sero, lo si poteva dedurre dai fatti che copiosamente somministra- ® vano tre fonti: la distribuzione geografica, la paleontologia, la biologia. Quella lezione fu accolta con applausi più fragorosi di quelli con i quali terminava ogni lezione del MeneGHINI, perchè la dottrina nuova che egli veniva ora a professare dalla cattedra non era se non il frutto di lunghi anni di studio e di meditazione. “ Che buona cosa sarebbe se ogni uomo di scienza morisse a 60 anni! perchè dopo egli si -opporrebbe sicuramente a ogni nuova dottrina ,, esclamava Carlo Darwin 48 quando la vecchia scuola di geologia faceva tanta guerra alla sua teorica. Eppure il celebre Lyell e il Menecuni abbracciarono la teoria darwiniana solo nella tarda età; ed il MeneGHINI, come fece il Lyell, avrebbe potuto ri- cordare al Darwin la frase, chiedendo il permesso di potere d’ al- lora in poi vivere ancora lungamente. Come suggello della luce nuova che si diffondeva dalla cattedra di Pisa sta la commemorazione ispirata che il MeneGHINI fece del grande naturalista inglese, il 22 aprile 1882 49. Alle qualità di scienziato sommo e di scrittore elegante, il Me- — GI) — NEGHINI aggiungeva anche quella di parlatore e di educatore incom- parabile. Egli fu dalla cattedra coscienzioso in ogni detto al pari che in ogni atto; dotto e quindi modesto, studioso e quindi indul- gente, appassionato per la sua scienza e quindi desideroso di pro- curarle cultori, instruito nelle scienze affini ed assiduo a seguirne i progressi, sempre pronto quindi a valersi dei nessi fecondi che le collegano e sempre in accordo cogli insegnamenti dei colleghi; co- stante nel mirare sempre all’ unico fine d’ educare le menti giova- nili ed avviarle franche e sicure per i più ardui sentieri dell’ osser- vazione, dell’ esperienza e della scoperta. E quel seme di scoperta futura non vale esso più ancora della scoperta individuale del pro- fessore a far progredire, diffondere la scienza? Lo dicano i numerosi discepoli di Gruserre MeneGHINI fra i botanici, fra i mineralisti, ed 1 geologi dicano se delle maggiori e più gloriose loro opere e sco- perte non riconoscono i germi primi e le radici negli insegnamenti di quel venerato Maestro. Nè la testimonianza ha d’ uopo d’ essere invocata, chè d’ ogni intorno risuona spontanea e conforta i buoni nell’ universale gratitudine. Di tutte le facoltà dell’ intelletto si può valere il professore nell'adempimento del suo sacro dovere, ma non tutte sono in grado eguale concesse ad ognuno, e può al difetto dell’ una supplire la eccellenza dell’ altra. Il MeneGHINI fu eccellente in tutte, ragione per cui le sue lezioni entusiasmavano; egli divulgava i più recenti e meravigliosi concetti della scienza per via dell’ insegnamento, e la sua scuola era sempre frequentata da numerosi uditori. Quanto fosse grande la sua facondia e il suo sapere tutti lo possono dire; quanto fosse grande 1 amore ch’ egli ebbe per l’ insegnamento viene di- mostrato dal fatto, ignorato forse da molti, che egli, ancora negli ultimi anni, studiava una giornata intera per fare una lezione di un’ ora. La sola testimonianza scritta della dottrina ch’ egli impar- tiva è data dalle “ Lezioni orali di geografia fisica raccolte dagli studenti nell’ anno scolastico 1850-51 5° ,. Quanto è grande il no- stro rammarico di non aver raccolte nella stessa maniera le sue lezioni orali di Geologia! I resultati immensi da lui ottenuti nel- l’ insegnamento emergono dal fatto che la maggior parte dei pro- fessori di mineralogia e di geologia delle università d’Italia furono suol discepoli 51, In qual maniera poi gli scolari tutti dell’ Università di Pisa corrispondessero a tanta amorevolezza, ha avuto ultima dolorosa manifestazione nel pio affetto col quale ne composero le spoglie mortali. Ma in ogni anno vi era un giorno nel quale, a confronto degli altri, maggiormente prorompeva l’ amore e la venerazione dei discepoli verso il Maestro; era il giorno onomastico del Professore, il 19 marzo, in cui essi non dimenticarono mai di offrirgli un mazzo di fiori e un indirizzo che tanto lo commovevano. Quel giorno di profumo e di amore era la festa del Museo! 52. Non v’ha dubbio che, come in letteratura, così nelle scienze, l'animo si rileva negli scritti, sembra anzi che nei lavori scienti- fici, ancor più palesi che nei letterari, si manifestano le qualità intellettuali e morali degli autori. L’incitazione può nelle lettere apparir genio, la bellezza della forma può far velo ai sentimenti, così da far creder veri anche 1 mentiti. Nella esposizione delle cose osservate, nella descrizione di un oggetto o di un fenomeno, nei paragoni e nei giudizi, nelle citazioni delle autorità, nelle deduzioni più o meno legittime, nelle induzioni più o meno verosimili e nelle teoriche abbracciate o combattute, l’uomo della scienza appalesa, oltrechè il suo valore scientifico, anche tutto l'animo suo, più o meno leale e coscienzioso, più o meno scevro di puerile vanità o di velenosa invidia. Preceduto dagli scritti il MeneGHINI. doveva quindi essere bene accolto da quanti avevano potuto da quelli ar- guire i rari pregi del naturalista e dell’uomo. Ma più di tutte queste favorevoli prevenzioni valsero le sue qualità personali a pro- eurargli nei dotti di tutti i paesi altrettanti amici, perchè trovavano quelle qualità, all’ opposto di ciò che frequentemente suole avvenire, di gran lunga superiori all’ aspettazione. Chi potrebbe esprimere, narrare ed analizzare, le impressioni ed i giudizi di uno scienziato al primo incontrarsi con altro cultore della medesima scienza? La disposizione dell’ animo ed i gradi del- l'intelligenza sono tanto diversi che in quel primo incontro pos- sono verificarsi tutte le gradazioni, dalla sospettosa misura delle reciproche forze, alla ingenua e fraterna benevolenza. E poichè quest’ultimo caso esige perfezione morale d’ambo le parti, nessuno può da per tutto ed in tutti rincontrarlo. Ma certe rare qualità che 2omogi = nel conversare ben presto si appalesano, hanno virtù di conciliarsi anche gli animi più ostili. Sono qualità che non possiamo con arte acquistare, perchè l’adulazione e l’artificiosa umiltà possono arre- carci favori, ma non arrecarci la stima col benvolere. Sono qualità difficili a definire e che provengono dall’animo e dall’ intelletto in perfetto accordo di onestà e di dottrina. Il MeneGHINI possedeva queste qualità, trovava quindi negli uomini eminenti per sapere, grado ed autorità il benvenuto procuratogli dalle favorevoli dispo- sizioni, vera e sincera benevolenza, gli aiuti morali e materiali i più premurosi perchè sicuri del ricambio, e bene spesso le più salde e le più durevoli amicizie. Ebbe amici e ammiratori tra gli scien- ziati di tutto il mondo, e, a citarne solo i nomi, sì riempirebbero parecchie pagine. Sebbene fosse eccessivamente modesto, egli fu ascritto a tutte le più celebri accademie scientifiche italiane e straniere; fu primo presidente della società geologica italiana; fu insignito delle più grandi onorificenze italiane; tenne l'ufficio di Consigliere dell’ Or- dine Civile del Merito di Savoia in sostituzione del Sella 53, e, tra le straniere, ebbe la massima delle decorazioni prussiane, quella “ Pour le Mérite , 94. Il governo largamente si servì dell’opera sua. Fu senatore 55, fece parte del Consiglio delle Miniere 56, del Consiglio provinciale di Sanità di Pisa 7, della Giunta centrale di statistica 58, del Comi- tato geologico tenendo l'ufficio di presidente 5°, e ultimamente fu anche membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione. SIGNORI, La Società toscana di scienze naturali si fece iniziatrice delle feste tributate al prof. MexeGmnI il xrv decembre dell’anno MDCCCLXXXIV, nella fausta ricorrenza del cinquantesimo anno d’ insegnamento del Maestro. Quella festa, concepita con modesti intendimenti, divenne per la fama dell’uomo verso cui era diretta, solennità universitaria. Quella festa, a cui assistemmo commossi dall’entusiasmo, ci addolorò quando il Maestro mestamente ci disse: Avete anticipato il mio fune- rale! Non pensavamo che quel cuore sempre giovane e quella mente limpidissima fossero tanto vicini alla morte. I pente La mattina del 29 gennaio di quest’ anno alle ore 10, la na- tura compie l’ufficio doloroso e straziante 9°. Un grido di angoscia si diffonde come lampo nell’ Italia e nel mondo scientifico. I pro- fessori dell'università perdono una gloria di questo celebre studio e un amico benevolo; gli studenti tutti il Maestro e il padre af- fettuoso e indulgente; Padova, Pisa, l’ Italia, il cittadino esemplare; la Scienza il naturalista insuperabile. Il dolore di noi, suoi discepoli, è inenarrabile, perchè più di tutti gli altri avidi degli ammaestramenti preziosi che ancora per lunghi anni egli avrebbe potuto impartirci. Noi dobbiamo deplo- rare, più di ogni altro, che colla vita dell’amico dilettissimo, del maestro incomparabile, dell’uomo integerrimo siasi spenta anche quella luce della quale ci è dato ormai solo tentar di mantener vivo qualche riflesso! Consumato dagli anni e dal lavoro, il MeneGHINI non volle nel- l'autunno passato cercar ristoro nel paese natìo e rivedere il tra- monto al Prato della Valle nella sua Padova, per tema che non si avverasse, come si avverò, il proposito di morire a Pisa, dove morì Paolo Savi. La città di Pisa potè così avvicinare in morte 1 due grandi, che in vita si amarono come fratelli. Dopo la seduta del 11 novembre 1888, l’ultima presieduta da lui, e dopo la quale grandemente peggiorò, egli rivolse ad uno di noi, che dolcemente lo rimproverava d’essere sceso nel Museo, le parole seguenti: “ O dunque tu non ricordi che Paolo Savi cinque giorni innanzi di morire insegnava dalla cattedra? Io avrei voluto morire in mezzo a voi, diletti scolari; ma ciò purtroppo a me non sarà concesso! Io sono vicino alla morte, e avreste dunque desi- derato privarmi della gioia provata di aver conversato con voi di scienza, forse per l’ultima volta? , Queste sue parole, colle quali pongo termine al mio discorso, trasfondano in noi l’entusiasmo ch'egli conservò immutabile per la scienza durante tutta la vita, e ci siano di stimolo a dare incremento alla Società che nata e prosperata in Pisa, ebbe tanto splendore dal suo nome e procacciò al grande che oggi abbiamo commemorato le ultime gioie della vita. —_4+-+-@-0-0 (3) (0) (5) NOTE A di 23 ventitre agosto 1837 trentasette, Padova. Certifico io sottoscritto, che Giuseppe Giovanni AnToNIO figlio del signor Agostino Meneghini del fu Giuseppe, e della signora Elisabetta Gaggini del fu Pietro jugali nacque il giorno trenta di luglio dell’anno 1811 ottocentoundici, come apparisce dal Libbro Battezzati, pag. 26, n. 38. Firm. D. Bartolommeo Giuseppe Cremonese * Parroco di S. Giustina. Nei manoscritti del MenEGHINI, di calligrafia chiarissima, il cognome della madre è scritto con un solo g e cioè Gagini; nel testo del discorso io mi sono attenuto a quest’ ultima ortografia. L’abate Bernardi fu maestro ai due fratelli Andrea e Giuseppe Me- neghini. Egli « poneva singolar cura a studiare le giovani menti, ad in- dagarne le più riposte virtù dell'animo, a farvi scattare quella molla, che avrebbe deciso dell’ avvenire. Molti uomini distinti devono a lui il primo e più felice indirizzo, e sopratutto la discoperta della via da battere e la sa- pienza dei metodi ( Commemorazione di Andrea Meneghini, Sindaco di Padova, fatta dall'assessore Giovanni Tomasoni nell adunanza del Consi- glio comunale del 26 novembre 1870, Padova, tip. L. Penada, 1870) ». Si legge negli Scritti storici e letterari di F. Lampertico, a pag. 52, nota 3: “ D. Pietro Melo, vicentino, cappellano del cav. Vigo-d’Arzere a Saonara. Conosciuto da Giorgio de Martens a Saonara lo visitò poscia ad Ulma e ne arricchì l’erbario; lodasi dal de Martens nell'opera: Reise nach Venedig, Ulm, 1838, seconda parte, pag. 178-9. Fu maestro a GrusEPPE MENEGHINI ,,. Nel Medicinische Jahrbiicher des k. k. Oesterr. St. ecc., Bd. XX oder Neueste Folge, Bd. XV, Stiick IV, Wien, 1836 si legge nella Literatur, N. 44, a pro- posito del lavoro De axe cephalo-spinali, quanto segue: Verf. dieser lesens- 242, GY, (066 werther Schrift befasst sich mit Untersuchungen iiber das Nerven-System im Allgemeinen, dann das Riickenmark und Gehirn, sowohl im Ganzen als nach deren einzelnen Theilen insbesondere. Ueberall werden die Entwicklungs-Ge- schichte, der vollendete anatomische Bau, und die Beziehungen der ver- schiedenen Partien zu einander genau und umstindlich gewiirdigt, und die erliuternenden Versuche, Beobachtungen und Ergebnisse pathologischer Sec- tionen beigefiigt. Das Ganze beurkundet vielfache Belesenheit, Selbstheo- bachtung und Gediegenheit, und wir kònnen diese Schrift ohne Austand als die beste der ganzen Reihe bezeichnen. () Vedi R. de Visiani, L’orto botanico di Padova nell’anno MDCCCXLII, pag. 33. Padova, coi tipi di Angelo Sicca. (6) Si vegga la dettagliata rivista che di questo lavoro si pubblicò nella Baiblio- thèque Universelle de Genève (Mai 1837) nell’ articolo: Recherches sur la structure de la tige dans les Monocotylédones par Joseph Meneghini. L’ articolo incomincia con le seguenti parole: Dans le mémoire dont nous allons rendre compte, l’auteur s' occupe du sujet encore si neuf et si dif- ficile de la structure et de l’ accroissement de la tige dans les monocoty- lédones. o (7) Da una lettera al MeneGHINI, in data 12 gennaio 1837. (5) Idem, in data 14 febbraio 1837. (?) Idem, in data 15 febbraio 1837. (19) Idem, in data 18 febbraio 1837. (11) Idem, in data 9 luglio 1837. (1°) Idem, in data 2 decembre 1838. (1) Idem, in data 10 febbraio 1839. (14) Idem, in data 10 novembre 1888. (5) Bononiae, 1834-59. (15) Sillabus Muscorum Ital. Taurini, 1838; — Prim. Hepaticol. Ital. Taurini, 1835. (1°) Così Endlicher (Genera Plantarum, pag. 1492, n. 3766, Vienna, 1840) chiamò col nome di Meneghinia un genere di piante delle Asperifoglie, oggi Borraginacee; il De Visiani (Atti d. 82 riun. d. Scienz. ital. tenuta in agi Li Genova nel sett. 1846, pag. 559, Genova, 1847) propose il nome generico di Meneghinia per una specie delle Gesneriacee ( Achimenes alba Hort.= Niphaea oblonga Lindl. in Walpers, Annal. Bot. Syst., t. II, pag. 1067, Lipsia 1851-52); e finalmente il Trevisan dedicò al MeNnEGHINI un genere di alghe (Alghe cocc., pag. 101, 1848). (8) Negli Atti della III riunione degli Scienziati italiani. Torino, 1841. (9) Da una lettera al MenEGHINI, in data 11 decembre 1844. (£°) Idem, in data 27 decembre 1849. (1) Scritti di Alberto Mario scelti e curati da Giosuè Carducci. Volu- me I, Bologna, 1884, pag. 3-15. (**) Andrea Meneghini nato a Padova il 18 agosto 1806, morto il 21 no- vembre 1870, celebrato finanziere, esule per molti anni a Torino, fu il primo sindaco di Padova libera. Il giorno seguente alla data memorabile dell’otto febbraio 1848 fu arrestato e condotto a Venezia ove fu liberato dal popolo il 19 del mese successivo. Si vegga la commemorazione che ne fece Giovanni Tomasoni assessore, nell'adunanza del Consiglio comunale di Padova del 26 novembre 1870. Padova, tip. L. Penada, 1870. (CHEN738: Il Comando Generale della Guardia Nazionale AI Cittadino Meneghini Giuseppe. Padova, li 13 maggio 1848. Dalla 1® Compagnia della Parrocchia di S. Francesco foste eletto a suo Tenente. È veramente piacevole per questo Comando che la pubblica opinione si accordi con quella ch’esso medesimo ha concepito del vostro zelo ed attività. Non dubita quindi che corrisponderete all’ aspettativa comune, e che il voto dei vostri soggetti vi sarà a memoria continua degli obblighi e della santità dell’ ufficio che assumete. Il Comandante in Capo firm. Vandoni Colonnello. Per il Capo dello Stato Maggiore Il Capit. di Stato Magg. firm. Platter (?) (24) Giuseppe Clementi nacque in Alcenago, piccola terra fra i colli della Valpantena, il 30 dicembre 1812. Fu botanico molto distinto, e caldo pro- po 10 FRA pugnatore dell’ unità italiana. Amicissimo della famiglia MeneGHINI, divise con essa i primi dolori dell'esilio. Si vegga: Della vita e degli studi del prof. Giuseppe cav. Clementi socio corrispondente dell’ Accademia d' Agr., Arti e Commercio di Verona. Memoria letta nella seduta pubblica del giorno 19 di agosto 1876 dal membro effettivo Antonio prof. Manganotti. Ve- rona, tip. di G. Franchini, 1876. (29) N. 3654. Il Comitato provvisorio dipartimentale di Padova. Padova, li 13 maggio 1848. Ai Comitati Dipartimentali, Distrettuali ed a tutte le Autorità italiane. I cittadini Giuseppe prof. Meneghini e Giuseppe prof. Clementi si recano al campo di S. M. il Re Carlo Alberto incaricati di una importante missione. Vi interessiamo caldamente a prestarvi per loro affine specialmente che senza ritardo abbiano i mezzi di trasporto necessari per proseguire il loro viaggio. Salute e libertà. Il Presidente firm. A. Meneghini. (29) Cancellato dal Ruolo dell’I. R. Università di Padova per ragioni politiche, con Decreto 13 agosto 1848 di S. E. il Ministro di Stato Montecuccoli, Commissario plenipotenziario per le Provincie italiane. (£°) Lettera al MeneGnIiNI del Giannelli datata da Milano, 14 luglio 1848. (25) Scritti storici e letterari, Vol. I, pag. 77. Firenze, success. Le Monnier, 1882. (2°) La poesia dell'Aleardi fu scritta a Pistoia; essa è senza data, ma deve essere di poco anteriore al 24 decembre. 1848. Veniva accompagnata dalle parole seguenti: « Eccoti, Beppo mio, lo stornello che mi chiedesti, venuto giù come Iddio non vuole: abbi indulgenza, e saluta con mesto affetto chi parte ,,. (3°) Si vegga l’affettuosa e patriotica « Notice bibliographique sur Léopold Pilla, lue a la Société géologique de France dans la séance du 16 avril 1849, par H. Coquand » nel Bull. de la Soc. géol. de France, t. VI, deux. sér., 1848 à 1849. Paris, 1849. (31) Da una lettera al MeneGHINI, in data 14 agosto 1848. Uan (&) Non è precisato l’anno in cui il MeneenmNI venne per la prima volta a Pisa; da quanto verbalmente egli ripeteva al dott. Adolfo Savi, figliuolo di Paolo, fu o nel 1834 o nel 1835. Ho indicata con più probabilità la data del 1834, ‘perchè nell'opera del conte Niccolò da Rio (Orittologia Euga- nea ecc.) è detto che il prof. G. MenEGHINI faceva un viaggio scientifico in Italia appunto in quell’anno. (3) Osservazioni sopra i terreni postdiluviani delle provincie austro-venete pag. 48-49. Padova, coi tipi della Minerva, 1834. (85) Orittologia Euganea, pag. 46-47. Padova, tip. Cartallier, 1896. (3°) Atti della VIII riunione degli Scienziati italiani tenuta in Genova dal xIv al xxrx settembre MDCCCXLVI, pag. 671. Genova, tip. Ferrando, 1847. (*) Non ultima ragione di tale preferenza fu certo il pensiero che a Padova i professori dovevano anche dalla cattedra secondare ogni desiderio del go- verno dominante. Fra tanti altri lo dimostra il seguente brano di una circo- lare ai professori emanata dalla Reggenza dell’I. R. Università padovana il 5 giugno 1844 (N. 475): «.... In pari tempo s'impegna la compiacenza dei predetti signori professori a far conoscere agli studenti medesimi come sia pure in opposi- zione alle prescrizioni delle Leggi accademiche, e come sia sconveniente al rispetto ch’essi devono ai Professori, allo Stabilimento di pubblica istruzione a cui appartengono, alla ricevuta educazione, quel presentarsi, che fanno non pochi, alle Lezioni in abito indecente, con Cappello alla cacciatora, o con Berretto, o con Bastone, quel fumar la zigarra nell'interno di questa r. Uni- versità, o sul Portone della medesima, e finalmente quelle deformi ed inde- centi Barbe, quelle Moschette, e quei Barbisi di straordinaria lunghezza, cose tutte espressamente vietate dai $$. 18 e 19 delle Leggi scolastiche suddette a loro pubblicate e ripubblicate, che devono essere dagli studenti rispettate ed osservate onde non venire, altrimenti, allontanati dalla r. Università a norma delle comminatorie portate dal $. 30 delle leggi predette ».. « Questa Reggenza confidando nella zelante cooperazione dei Signori Professori spera vedere negli studenti osservata la sopra indicata disciplina »l. I patrioti di quei tempi sanno bene quale significazione politica avessero il cappello alla cacciatora, il fumar la zigarra, i lunghi barbisi ecc. (*?) Per farsi un’ idea dell'incremento che il Savi e il Meneghini diedero alla geologia e paleontologia toscana si vegga: Un brano di storia della geologia toscana a proposito di una recente pubblicazione del signor Coquand per Carlo De Stefani, (Boll. del R. Com. geol., anno 1875, n. 5-6. Roma, 1875). RIS (35) In appendice alla traduzione della Memoria sulla struttura geologica delle Alpi, degli Appennini e dei Carpazi di Sir R.I. Murchison. Firenze, 1851. (39) Description des animaux fossiles du groupe nummulitique de 1’ Inde précédée d'un résumé géologique et d’ une monographie des nummulites, pag. 46. Pa- ris, 1853. (4°) D’'Archiac e Haime (I. c., pag. 46), aggiunsero anche: « En classant d’après les details de la spire les espèces qu'il a étudiées directement, ce savant a montrè qu'il avait saisi ce qu'il était essential d’examiner dans ces mémes espèces pour les bien déterminer ». (45) Turin, Impr. Royale, 1857. (4°) La vie et la correspondance de Charles Darwin avec un chapitre auto- biographique, publiés par son fils M. Francis Darwin. Tome premier, pag. 98. Paris, 1888. (43) Nella Paltontologie lombarde par le prof. A. Stoppani (4° Serie). (44) Neues Jahrbuch fiir Mineralogie, Geologie und Palaeontologie. Jahrgang 1882, II Bd., Erstes Heft, pag. 124. Stuttgart, 1882. (4) Paléontologie de l’île de Sardaigne, ecc., pag. vi. (49) Della scuola geologica di Paolo Savi discorso del prof. G. MENEGHINI, letto il 4 novembre 1881 a prolusione degli studi nella R. Università di Pisa. Pisa, tip. Nistri e C., 1881. (4) De axe cephalo-spinali ecc. (45) La vie et la correspondance de Charles Darwin ecc. Tome premier, pag. 75. Paris, 1888. (4°) Carlo Roberto Darwin nato a Shrewsbury il 12 febbraio 1809; morì a Down nel Kent il 19 aprile 1882. (5°) Pisa, tip. Pieraccini, 1851. (91) Im ordine di data si hanno i seguenti: Igino Cocchi, già professore di geologia nel R. Istituto di studi su- periori pratici e di perfezionamento in Firenze e attualmente professore ono- rario della stessa cattedra. Laureato in Scienze naturali il 18 giugno 1852. Luigi Bombicci, professore di mineralogia nella R. Università di Bologna. Laur. in Sc. nat. il 30 giugno 1853. PLOT (0 Vele Cesare D'Ancona, professore di paleontologia nel R. Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento in Firenze. Laur. in Sc. nat. il 30 giugno 1853. Orazio Silvestri, professore di geologia e di mineralogia nella R. Università di Catania. Laur. in Sc. nat. il 19 giugno 1854. Giovanni Capellini, professore di geologia nella R. Università di Bologna. Laur. in Sc. nat. il 22 giugno 1858. Antonio d’Achiardi, professore di mineralogia nella R. Università di Pisa. Laur. in Sc. nat. il 13 giugno 1859. Uzielli Gustavo, professore di geologia alla R. Scuola d'applicazione per gl’ingegneri di Torino. Laur. in Matematiche applicate il 1.° luglio 1861. Arturo Issel, professore di geologia e di mineralogia nella R. Uni- versità di Genova. Laur. in Sc. nat. il 2 luglio 1863. Dante Pantanelli, professore di geologia e di mineralogia nella R. Università di Modena. Laur. in Matematiche pure il 18 luglio 1865. Carlo De Stefani, professore di geologia nel R. Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento in Firenze. (Il De-Stefani, quan- tunque figuri laureato in Giurisprudenza il 26 luglio 1870, pure per molti anni frequentò assiduamente il Museo geologico di Pisa, e pubblicò sotto la direzione del prof. MexnEGHINI molti tra i suoi lodati lavori). (*°) Tra i diversi indirizzi riporto quello del 19 marzo 1878: «Illustre signor professore, « Questo giorno, che tanti cuori saranno uniti nel festeggiare come ono- mastico di qualche persona diletta, non può passare inosservato pei sotto- scritti congiunti dallo stesso sentimento di riverenza affettuosa per l'illustre capo della scolaresca universitaria pisana. « Essi dal più profondo del cuore inviano riverenti auguri di felicità al venerando scienziato, che nella lunga carriera cooperò validamente a tenere alta la bandiera della scienza italiana; all’illibato cittadino che amò costan- temente la sua patria, e per lei non paventò pericoli e dolori; all’ amoroso Maestro che all’insegnamenti scientifici unisce parole di consiglio affettuoso, di nobile esortazione. « Che Iddio Lo mantenga ancora per molti anni alla nostra ammirazione, e a quella dell’Italia, che ancora per lungo tempo possa col suo splendido nome esser vanto della nostra Università, ecco il voto che oggi, suo giorno onomastico, gli fanno insieme ai sottoscritti gli altri suoi figli della scola- resca di Pisa. (seguono 57 firme). (2) Con Decreto Reale in data 16 novembre 1885. (24) I cavalieri dell'ordine reale di Prussia « Pour le Mérite » si dividono in due — serie, la serie dei cavalieri per le scienze e quelli per le arti. Nella prima serie appartengono d’Italia il senatore Giuseppe Fiorelli (nominato nel 1882), il senatore prof. Michele Amari (nom. nel 1884) e il prof. Gia m- battista de Rossi (nom. nel 1886). Il MeneGHINI fu nominato cavaliere di questa serie il 13 gennaio 1888. Alla seconda serie sono iscritti il maestro Giuseppe Verdi e lo scultore Giulio Monteverde. Quest’ ordine non comprende che trenta cavalieri tedeschi e trenta fore- stieri. Vi fu ascritto anche il Darwin sin dal 1867, ma non ne apprezzò il valore se non nel giugno dell’anno seguente, in cui, dopo averne ricevute le felicitazioni dal celebre scienziato Sir J. D. Hooker, scriveva a questo suo amico: « Quel homme vous ètes pour témoigner de la sympathie! J'ai été fait Eques, il y a quelques mois, mais je n° y ai pas prété grande at- tention. Maintenant, par Jupiter! nous y faisons tous attention; mais c'est vous, en fait, qui m’avez fait chevalier ( Vie et corr. de Ch. Darwin ece. Tome second, pag. 361). ‘ (55) Con Decr. R. in data 7 giugno 1886. (9) Con Decr. R. in data 18 febbraio 1866, e richiamato con Deer. R. in data 31 gennaio 1880. (°) Per il triennio 1871-1874 con Decr. R. in data 17 settembre 1871. (8) Con Decr. R. in data 16 novembre 1873. (5°) Con Decr. R. in data 15 decembre 1867 il MeneGHINI fu nominato membro del R. Comitato geologico incaricato della compilazione della gran carta geo- - logica del regno d’Italia; con Decr. R. 2 febbraio 1879 ne fu nominato pre- sidente, ufficio che tenne fino alla morte. Infatti nel mese di gennaio 1889 egli ricevè i decreti di conferma a membro e a Presidente del R. Comitato geologico anzidetto. Egli rispose accettando con una lettera in data 24 gen- naio, cioè cinque giorni innanzi di morire. In quella lettera è l’ultima firma fatta dal MENEGHINI. (5) Lo stato di morte diceva: malattia catarro-bronchiale; morte - per asfissia! 1834. 1835. Catalogo dei lavori scientifici pubblicati dal prof. G. Meneghini !. De axe cephalo-spinali. Dissertatio Inauguralis. — In 8.0 di pag. 274. — PATAVI. Di questo lavoro fu pubblicato in Napoli, nove anni più tardi, la tradu- zione italiana di A. C. De Meis, per cura del prof. P. Ramaglia. Rapporto e giudizio intorno alle lezioni sulle malattie nervose del prof. Puccinotti. — Nel Giornale per servire ai progressi della medici- na. — PADOVA. Ricerche sulla struttura del caule nelle piante monocotiledoni. — In 4.0 di pag. 110, con 10 tav. lit. — PADOVA. Conspoectus Algologiae Euganeae. — In 8.0 di pag. 37. — Paravia. De Bryopsidum fructificatione. — Nel Giornale Flora. — REGENSBURG. Cenni sulla organografia e fisiologia delle Alghe. — Negli Attì della I. R. Accad. di Sc. Lett. ed Arti, vol. IV, in 4.0 di pag. 64. — PADOVA. Monografia del genere Anabaina. — Nel Dizionario di Convers. — PADOVA. Nuova specie di alga (Coccochloris Orsiniana). — Nel Nuovo Giornale dei Letterati, pag. 67. — Pisa. 1 Nella nota delle pubblicazioni del prof. G. Meneghini inserita nel fascicolo: Decimo anniversario della Società tosc. di Sc. nat. e cinquantesimo d’ insegnamento del prof. G. Meneghini, pag. 69-75, Pisa, 1885, incorsero parecchi errori, che sono stati recentemente ripetuti da altri. Si è creduto quindi conveniente di ripubblicare ora quella nota correggendola e ampliandola notevolmente, 1840. 1841. 1842. (o ge Osservazioni frenologiche. — Negli Atti d. I Riunione d. Scienz. ital. tenuta in Pisa nel 1839, pag. 216. — Pisa. Descrizione di alcune nuove specie di Alghe ecc. — Ibid., pag. 111 e pag. 151. Synopsis Desmidiearum hucusque cognitarum. — Nel Giornale Linnaea. — HALLAE. Considerazioni sui caratteri generici delle Alghe e descrizione di alcune nuove specie. — Negli Atti d. II Riunione d. Scienz. ital. tenuta in Torino nel 1840, pag. 172. — Torino. Alghe mediterranee italiane enumerate ed illustrate. Fasc. I. — Pisa. Le Alghe delle Terme Juliane, Lettera al dott. Jacob Corinaldi in data 9 novembre 1840. — Nel Giornale Toscano di Scienze mediche, fisiche e naturali, t. I, N. 2. — FIRENZE. Memoria sui rapporti di organizzazione fra le Alghe propriamente dette o Ficee e le Alghe terrestri o Licheni. — Negli Atti d. IJT Ruu- mione d. Scienz. ital. tenuta in Firenze nel 1841, pag. AV7T. — Firenze. Monographia Nostochinearum Italicarum addito specimene de Rivulariis. Nelle Mem. d. R. Acc. delle Scienze di Torino, Vol. V, ser. II, in 4.0 di pag. 143, con 17 tav. — TauRINI. Lavoro premiato con medaglia d’oro della R. Ace. d. Scienze di Torino. 1842-46. Alghe italiane e dalmatiche. Fasc. 1-5. — In 8.0 di pag. 384, con 1843. 1844. 4 tavole. — Papova. Descrizione di un’antolisi osservata nel Delphinium amoenum. — Negli Atti d. IV Riunione d. Scienz. ital. tenuta in Padova nel 1842, pag. 303. — PaADpova. Osservazioni sulla struttura e sulla fruttificazione di alcune specie di Liagora. — Ibid., pag. 266. Sulla teoria dei meritalli di Gaudichaud. — Nel Giorn. Bot. — FIRENZE. Polipi della famiglia dei Tubuliporiani finora osservati nell’ Adriatico. — Mem. letta all I. R. Acad. d. Sc. Lett. ed Arti nella seduta privata del VII marzo MDCCCXLIV, vol. VI dei nuovi saggi della suddetta Ac. — PADOVA. Considerazioni sulla quistione attualmente agitata all’ Accademia di Francia tra Mirbel e Gaudichaud intorno alla struttura del tronco delle monocotiledoni. — Negli Atti d. V Riunione d. Scienz. ital. tenuta in Lucca nel 1843, pag. 352. — Lucca. Considerazioni sulla nuova teoria di Morfologia vegetale del Gaudi- chaud detta dei meritalli. — Ibid., pag. 360. Rapporto sul Piano uniforme di nomenclatura pe’ due regni, animale e vegetale. — Ibid., pag. 386. Nuove specie di Bryopsis ece. — Nel Giorn. Bot. — Firenze. 1844. 1845. 1846. 1847. CA Delle Alghe viventi nelle Terme Euganee. — Nelle Nuove Ricerche ecc. del prof. Ragazzini. — Papova. Osservazioni su alcuni generi delle Cordariee. — Negli Atti d. VI Riu- nione d. Scienz. ital. tenuta in Milano nel 1844, pag. 455. — Mirano. Descrizione di 33 nuove specie di Alghe. — Ibid., pag. 500. Osservazioni sull'ordine delle sertulariee della classe dei polipi. — Nelle Memorie dell’ I. R. Ist. ven., vol. II. pag. 183, in 4.0 di pag. 19, con 3 tav. — VENEZIA. Cenni geologici sul terreno nel quale si trovò il combustibile fossile di Raveo. — Negli Atti d. I. R. Ist. ven., tom. I, 8. 1.% — VENEZIA. Intorno agli strati di litantrace scoperti ultimamente nella Carnia. — Ibid. Dell’antracite di Raveo. — Papova. Rapporto scientifico sul combustibile fossile di Raveo in Carnia. — In 8.0 di pag. 29. — Papova. Rapporto sui lavori della sezione di Botanica dell’ VIII Riunione d. Scienz. ital. — Nel Giorn. l Euganeo. — Papova. Sulla animalità delle Diatomee, e Revisione organografica dei generi di Diatomee stabiliti dal Kiitzing. — Atti delle Adun. dell'I. R. Ist. ven., t. V, pag. 43-2931. — VENEZIA. Lavoro tradotto in inglese da Chr. Johnson e pubblicato nelle Me- morie della Ray Society del 1853. — LoNDON. Lezioni di Botanica popolare. — Nel Giorn. V Euganeo, annata terza. — PADOVA. Osservazioni postume di Zoologia Adriatica del prof. S. A. Renier pubblicate per cura dell’I. R. Ist. ven., a studio del prof. G. Me- neghini. — In fol. di pag. 120, con 16 tav. — VENEZIA. Tavole del Renier illustrate dal prof. G. Meneghini. — Negli Atti d. VITI Riunione d. Scienz. ital. tenuta in Genova nel 1846, pag. 483. — GENOVA. Considerazioni organografiche sulle trevirane. — Ibid. pag. 561. Sulla significazione delle spine dello Xanthium spinosum. — Ibid., p. 563. Osservazioni sulla infiorescenza della tiglia. — JIbid., pag. 573. Osservazioni alla memoria del prof. Ugo Mohl «Sullo sviluppo della membrana delle cellule ». — Ibid., pag. 585. Combustibile fossile di Raveo. — Ibid., pag. 667. Scoperta del Muschelkalk nella valle del Tagliamento. — Ibid., pag. 671. Traduzione della Memoria di Sir. R. Murchison: Sulla struttura geo- logica delle Alpi, degli Appennini e dei Carpazi. — Firenze. Considerazioni sulla geologia stratigrafica della Toscana dei professori Paolo Savi e Giuseppe Meneghini. — In Appendice alla tra- duzione del lavoro del Murchison. — FIRENZE. 1861. 2225. 7, 0, gp Lezioni orali di Geografia fisica. — In 8.0 di pag. 658. — Pisa. Mineralogical Notices, A letter to J. D. Dana. — In Slim. Amer. Journ. — NEW Haven. Gazzetta medica italiana, Luglio. — Firenze. Nuovi fossili toscani illustrati. — Negli Ann. d. Univ. tosc., tom. III. — Pisa. Rapporto sulla miniera ramifera di Bisano nel Bolognese. — Società mi- neralogica Bolognese. — BoLogna. E rapporti sulla stessa negli anni successivi 1853-1868. Sulla attuale scienza geologica. — Discorso di Laurea. — Pisa. Sulla cronologia geologica. — Discorso di Laurea. — Pisa. Conclusione del discorso anniversario del presidente W. I. Hamilton esq. alla Soc. geol. di Londra. — Discorso di Laurea. — Pisa. Paléontologie de l’île de Sardaigne. — In 8.0 di pag. 586, con 8 tav. MS Turn. ( Questo lavoro fa parte del Voyage en Sardaigne par le Général C. A. de La Marmora. Elogio funebre del prof. C. Bertagnini. — Pisa. Sui recenti progressi scientifici. — Discorso di Laurea. — Pisa. Sui giacimenti ramiferi di Libbiano. — Pisa. Notizie sui marmi campigliesi inviati all'esposizione di Firenze nel no- vembre 1850. — FIRENZE. Secondo rapporto sui giacimenti ramiferi di Libbiano. — Livorno. Supplément au second volume du Voyage en Sardaigne. — TurRIN. Nota sul macigno ofiolitico. — Nel Giorn. @ Nuovo Cimento. — Pisa. Sulla presenza del ferro oligisto nei giacimenti ofiolitici. — Ibid. Rapporto sulle cave di marmi varicolori, aperte nei beni della signora T. Gelichi nei Caporali, nel luogo detto il Capannino presso. il Gabbro in comune di Colle Salvetti. — Pisa. Rapporto sui lavori eseguiti dalla Società mineraria anglo-toscana durante l'annata sociale 1860-61. — Livorno. Della legislazione mineraria e delle scuole delle Miniere. — Discorsi due compilati per commissione di S. E. il Ministro di Agr., Ind. e Comm. da E. Poggi e C. Marzucchi e dai professori Paolo Savi e G. Meneghini. — FIRENZE. Descrizione dei resti di due Fiere trovati nelle Ligniti mioceniche di Montebamboli. — Negli Atti d. Soc. it. di Sc. nat., vol. IV. — Mrano. Notizie sulla lignite della miniera del Poder Nuovo in Monte Rufoli. — Livorno. Notizie ulteriori sulla lignite della miniera del Poder Nuovo in Monte Ru- fol. — Lrvorso. egg 1862. Studi sugli Echinodermi fossili neogenici di Toscana. — In 8.9 di pag. 31, con 2 tav. — Nella Descrizione di Siena, pubblicata nell’ occasione del Congresso ecc. — Srena. 1863. Enumerazione dei prodotti minerari della provincia di Pisa. — Nella Stat. d. prov. dì Pisa. — Pisa. 1864. Dentex Miinsteri, specie di pesce delle argille subappenniniche del Vol- terrano (con tavola in rame). — Negli Ann. d. Univ. tosc., tom. VIII. — Pisa. - Studi paleontologici sulle Ostriche eretacee di Sicilia (con tavole). — Negli Atti d. Soc. it. di Sc. nat. — Mano. — Correlazioni di parallelismo fra le classi di Vertebrati secondo il prof. J. D. Dana. — Nel Giorn. il Nuovo Cimento. — Pisa. 1865. Minerale di rame della miniera del Caggio in Monte Rufoli. — Livorno. _ Saggio sulla costituzione geologica della Provincia di Grosseto (con carta geologica). — Nella Stat. della prov. di Grosseto. — FIRENZE. — Rapporto sulla miniera cinabrifera del Siele e su quanto si riferisce al già stabilimento mineralogico Modigliani, ora Sadun Rosselli. — Livorno. _ Classificazione degli animali basata sul principio della cefalizzazione di J.D. Dana. — In 8.0 di pag. 18. — Nel Giorn. il Nuovo Cimento. — Pisa. 1866. Del merito dei Veneti nella Geologia. — Prolusione alla. R. Università degli studi di Pisa per l’anno accademico 1866-67. — Pisa. 1867. Sulla promiscuità dei minerali di Zinco e di Piombo nelle miniere del Salto di Gessu in Sardegna. — Livorno. — Sulla produzione dell'acido Borico dei Conti De Larderel. — Pisa. 1867-68. L’Europa secondo i recenti studi geografici. — Nella Nuova Antolo- gia. — FIRENZE. 1867-81. Monographie des fossiles appartenant au calcaire rouge ammonitique de la Lombardie e de l’Apennin de l’Italie centrale. — In 4.0 di pag. 242, con tav. 31, e in appendice: Fossiles du Medolo, di pag. 56, con tav. 7. — Nella Paléontologie Lombarde par l’abbé A. Stoppani. — Mirano. 1868. I Marmi di S. Maria del Giudice e S. Lorenzo a Vaccoli. — Lucca. _ Rapporto scientifico sulla miniera carbonifera di Monte Rufoli. — Livorno. — Mitra Caterinii. Nuova specie di conchiglia fossile. — Livorno. — Rapporto della visita fatta alla miniera di Bisano il 15 maggio 1368. — BOLOGNA. ss Lettera al sig. G. vom Rath. — Die Berge von Campiglia. — Nel Zeitschr. d. D. g. Gesellsch., XX Bd., pag. 320. — BerLIN. 1869. Aturia Spinellii n. sp. — Nel Boll. Malacol. ital., vol. I, pag. 54 (con tav.). — Pisa. —_ La Geologia del presente. — Nella Nuova Antologia. — FIRENZE, 1872. 1879. — 46 — Lettera al prof. I. Cocchi su di un lavoro di E. Suess: Sulla strut- tura della penisola italiana. — Nel Boll. d. R. Com. geol. d’ Italia, vol. ITI, pag. 72. — FIRENZE. Nota dei prodotti minerali da costruzione e da ornamento della provincia di Pisa, raccolti per l’ esposizione di Vienna del 1873. — Pisa. La Scorza del globo terrestre. — Nella Nuova Antologia. — FIRENZE. Nuove specie di Phylloceras e di Lytoceras del Lias superiore d’Italia. — Negli Atti d. Soc. tosc. di Sc. nat. — Pisa. I Crinoidi terziari. — Ibid. Discorso di apertura della Società malacologica italiana. — Letto nel- l’adunanza del 29 novembre 1874. — Pisa. Sulla struttura degli Aptici, in unione al dott. G. Bornemann. — Ibid. Nota sulle Ammoniti del Lias superiore descritte dal sie. Eug. Du- mortier. — Ibid. i Paragone paleontologico dei vari lembi di Lias superiore in Lombardia. — Negli Atti d. R. Acc. dei Lincei. — Roma. Commemorazione scientifica del conte Alessandro Spada. — Letta nell’adun. della Soc. tosc. dî Sc. nat. del dì 12 marzo 1876. — Pisa. Parole pronunziate nel Camposanto urbano di Pisa per la inaugurazione del Monumento in memoria di Giuseppe Orosi il dì 8 luglio 1877. — Pisa. Resti fossili di Mastodon arvernensis. — Negli Atti d. Soc. tosc. di Sc. nat. Proc. verb. Vol. I, pag. VI. — Pisa. Breve replica alla comunicazione: Cronologia dei terreni terziari della Toscana di De Stefani C. — Ibid., pag. XXVII. Nuove osservazioni sui Crinoidi terziari. — Ibid., pag. XXXI. Due nuove specie di Suessia E. Desl. — Ibid., pag. XXXII. Osservazioni alla nota: Delle argille galestrine di De Stefani Carlo. — Ibid., pag. XXXXIII. Relazione sulla Memoria del prof. Seguenza avente per titolo: Studi geologici e paleontologici sul Cretaceo medio |dell’ Italia Meridionale (in unione al prof. Gastaldi). — Letta alla R. Acc. dei Lincei nella seduta del 3 marzo 1878, vol. II, ser. 3.2, Transunti. — RomA. Commemorazione del dott. Giovanni Zanardini. — Letta al R. Ist. ven. il dì 27 luglio 1879. — VENEZIA. Fossili oolitici di San Vigilio. — Negli Atti d. Soc. tosc. di Sc. nat. — Pisa. Descrizione dei nuovi Cefalopodi titonici di monte Primo e di Sanvicino (con tavola). — Ibid.,, Mem. Vol. IV, fasc. 1.0 Fossili titonici di Lombardia. — Ibid., Proc. verb. Vol. I, pag. CIV. Relazione sopra la Memoria del prof. Baretti avente per titolo: Studi 1880. 1881. 1882. 1883. AVI geologici sulle Alpi Graie settentrionali, versante italiano (in unione al prof. Capellini). — Letta alla R. Acc. dei Lincei nella seduta del 6 aprile 1879, vol. IZI, Ser. 3.8, Transunti. — Roma. Nuovi fossili siluriani di Sardegna (con tav.). — Negli Atti d. R. Acc. dei Lincei. — Roma. Fossili oolitici di monte Pastello nella provincia di Verona (con tavole). — Negli Affi d. Soc. tosc. di Sc. nat. — Pisa. Osservazioni alla nota: Fossili dei diaspri di Pantanelli D. — I%id., Proc. verb. Vol. II, pag. 29. Trias in Sardegna. — Ibid., pag. 73. Resti di Tapiro e d’Istrice nella Lignite di Ghivizzano. — Ibid., p. 74. Studio microscopico delle varie calcarie fossilifere delle Alpi Apuane. — Ibid., pag. 74. Nuovi fossili delle Alpi Apuane. — Ibid., pag. 102. Dell’alta Val di Nievole. Cenni topografici. — Nel Manuale clinico delle acque di Montecatini del prof. F. Fedeli. — FIRENZE. Fauna primordiale in Sardegna. — Nei Transunti d. R. Acc. dei Lin- cei. — Roma. Ammoniti del Lias medio. — Negli Atti d. Soc. tosc. di Sc. nat. Proc. verb. Vol. II, pag. 188. — Pisa. Osservazioni alla comunicazione: Di nuovo sui lavori del Comitato geo- logico nelle Alpi Apuane di De Stefani C. — Ibid., pag. 195. Nuove Trilobiti in Sardegna. — Ibid., pag. 199. Ulteriori notizie sulle Trilobiti di Sardegna e sui fossili paleozoici delle Alpi Apuane. — Ibid., pag. 234. Posizione relativa dei vari piani siluriani dell’Iglesiente in Sardegna. — Ibid., pag. 258. Sur luniformité de la nomenclature des grandes divisions de l’écorce terrestre. — BoLoGnE. Relazione sul premio di S. M. Re Umberto. — Nei Transunti d. R. Acc. dei Lincei. — Roma. Della scuola geologica di Paolo Savi. — Prolusione alla R. Univer- sità degli studi di Pisa per Vanno accademico 1881-82. — Pisa. Biografia di Paolo Savi. — Nelle Memorie d. Soc. ital. di Sc. detta dei XL, tom. IV. — Napoti. Fossili di Monsummano e del monte delle Panteraie presso Montecatini in Val di Nievole. — Negli Atti d. Soc. tosc. di Sc. nat. Proc. verb. pag. 111. — Pisa. Fauna cambriana dell’Iglesiente. — Ibid., pag. 158. Discorso di apertura dell'adunanza estiva tenuta in Verona dalla Società geologica italiana. — Nel Boll. d. Soc. geol. it. — Roma. Nota dei fossili rinvenuti nei terreni siluriani dell’isola d'Elba. — Negli Atti d. Soc. tosc. di Sc. nat. Proc. verb. Vol. ITI, pag. 211. — Pisa. 1883. BA. CM Nota dei fossili rinvenuti dall'ing. Zaccagna nel titoniano in Luni- giana. — Ibid., pag. 220. Osservazioni alla comunicazione: Di alcune ammoniti del Lias medio rin- venute a Monte Parodi di Spezia di Canavari M., Lotti B. e Zaccagna D. — Ibid., pag. 274. Nuova ammonite della pietraforte di monte Ripaldi. — Ibid., 254. Lobo antisifonale dei Lytoceras. — Ibid., pag. 255. Le Cruziane .0 Bilobiti nei terreni Cambriani in Sardegna. — Jbid., pag. 256. Cenni necrologici di F. Cortese, P. Canal, O. Heer e G. Bar- rande. — Ibid., Vol. IV, pag. 3. Note alla fauna cambriana dell’Iglesiente. — Ibid., pag. 7. Nuovi fossili cambriani di Sardegna. — Ibid., pag. 56. Nuove specie di Ammoniti dell’ Appennino centrale. — Ibid., pag. 75. Ellipsactinia del Gargàno e di Gebel-Ersass in Tunisia. — Ibid., p. 106. Bilobiti cambriane di Sardegna. — Ibid., pag. 184. Osservazioni alla comunicazione: La creta e l’eocene nei dintorni di Fi- renze di Lotti B. — Ibid., pag. 222. Osservazioni alla comunicazione: L’ Amphistegina del calcare lenticolare di Parlascio (Pisa) di De-Amicis C. A. — Ibid., pag. 226. Goniodiscus Ferrazzii n. sp. — Ibid., Vol. V, pag. DI. Goniodiscus Ferrazzii Mgh., nuova stelleride terziaria del Vicentino. — Negli Atti d. Soc. tosc. di Sc. nat. Mem. Vol. VIII, fasc. 1.0. — Pisa. Fossili triasici delle Alpi Apuane. — Negli Atti d. Soc. tosc. di Sc. nat. Proc. verb. Vol. V, pag. 69. — Pisa. Replica alla comunicazione: Sulla trachite della Tolfa di Lotti B. — Ibid., pag. 102. Sulla fauna del Capo di S. Vigilio illustrata dal Vacek. — Ibid. pag. 152. Actinocrinus di Serabuss in Sardegna. — Ibid., pag. 284. Paleontologia dell’Iglesiente in Sardegna. Fauna Cambriana. Trilobiti. — Nelle Memorie del R. Com. Geol. d’ Italia, Vol. ILI, Parte seconda. — In 4.0 di pag. 53, con 7 tav. — FIRENZE. Accademie e società scientifiche alle quali fu ascritto il prof. G. Meneghini *. DATA DELLA NOMINA I. R. Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Padova. — Socio: corrispondente... . . ... dois gennaio 01834: (Data del Diploma 1 maggio 1834). Società dei Naturalisti Meclemburghese in Rostock (Die Me- cklenburgische Naturforschende Gesellschaft zu Ro- stock). — Membro corrispondente. . . . . 26 gennaio 1837. I. R. Accademia di Scienze Lettere ed Arti di Padora — Socio attivo. . . . . 7 marzo —_ R. Società Botanica in ius (Die Kinigliche inni sche Gesellschaft in Rengensburg). — Membro corri- spondente colt. STO GAIA . 7 marzo _ Accademia Cesarea Leopoldino- dia dei curiosi della Na- tura di Breslavia (Caesareae Leopoldino-Carolinae Aca- demiae Naturae Curiosorum). — Ascritto sotto al nome di “ Desfontaines ,, . . . i È . 3 agosto _ Società Cesarea dei Curiosi della Nera di Mosca ( Sodi Caesarea Naturae Curiosorum Mosquensis). — Membro ordinario site MU ia 20roktobre _ Accademia di Agricoltura Commercio i Arti di Verona. — Socio onorario. . . . Sedi eOaprile 1838. (Data del Diploma 28 apr. 1888; n.° del Dipl. 866). 1 La lista è stata fatta con i diplomi originali che si trovano depositati nel Museo geologico della R. Università di Pisa, I. R. Società dei Medici in Vienna (Kaiserliche kònigliche Gesellschaft der Aerzte in Wien). — Membro corri- SPONAENDE i e N e I e e TU OR Ateneo di Treviso. — Socio corrispondente. . . . . . . 2 agosto _ (Data del Diploma 10 agosto 1838) per il lavoro: Organogr. e fisiologia d. Alghe. Ateneo di Venezia. — Socio corrispondente . . . . . .27 agosto — (Data del Diploma 31 agosto 1838). I. R. Ateneo Italiano di Pisa. — Socio onorario. . . . . 31 ottobre —_ Società Agraria dell’ Assia Elettorale (Der Kurfiirstlich Hes- sische Landwirthschaftes-Verein [Cassel]. — Membro ONOraTION. te e HE: So sea e lil'igennaloatS59) (Data del DO 13 genn. oi Società per l’avanzamento delle scienze naturali di Marburgo ( Die Gesellschaft zur Befoerderung der Gesammten Naturwissenschaften in Marburg). — Membro ordinario. 26 febbraio — Società di Storia Naturale e di Medicina di Dresda (Die Ge- sellschaft fiir Natur-und Heilkunde zu Dresden). — MEMPIO COISpPoOndente ei N RZ INATZO — R. Accademia di Torino (Regia Taurinensis Academia) — SOCIO NCOLTISPOnNdENtE. 0 SI API — (Titolo per Senatore). Società degli Amici Naturalisti di Berlino (Die Gesellschaft naturforschender Freude zu Berlin). — Membro estero. 9 aprile —_ Accademia di Udine. — Socio corrispondente. ... . . . 16 aprile —_ (Data del Diploma 15 agosto 1839). Società di Storia Naturale di Halle (Die Naturforschende Gesellschaft zu Halle an der Saale). — Membro ordinario. 8 maggio — Società Scientifica di Siena (Societas Scientiarum Senensis). AMODIO e ne RE 0) aio —_ Accademia Valdarnese del Poggio Bracciolini in Montevar- chi. — Socio onorario . . . . . . .24 settembre — Società di Storia Naturale di Lipsia (Dic ratuef rssitnde Gesellschaft zu Leipzig). — Membro ordinario . . . 10 dicembre — Società Medico-Fisica fiorentina. — Socio corrispondente. . 15 dicembre — (Dopo il Congresso degli Scienziati tenuto in Pisa). Società Medico-Chirurgica di Bologna. — Socio corrispon- REDBert i i OLE ES I RU RIVATZO 1840. (Data del Diploma 7 aprile 1840). Società di Storia Naturale e di Agricoltura di Hannover (Die Naturhistorisch-Oekonomische Gesellschaft in Hanno- ver). — Membro onorario. . . . . Sio 0 aprile —_ Società Economico-Agraria di Perugia, — Socio corrispon- 2-0 ppi dente. CU rev oaprile 1840 Società Botanica “ Vittoria Eesina 5 di Fao (Societas Botanica “ Victoria Regina ,). — Membro ordinario CROCNOIUIE RCS ee io0gluglro —_ Accademia Scientifico-letteraria dei Concordi in Rovigo. — Accademico corrispondente . . . . . . . . . . 7agosto 1841. Accademia della Valle Tiberina Toscana di Scienze, Lettere ed Arti. — Socio corrispondente . . . . . . . .30 agosto —_ I. R. Società Agraria Tirolese — (Sezione Italiana, residente a Trento). — Socio ordinario . . . eiaz0) (aprile 1842. I. R. Società di Agricoltura del Tirolo e Voia residente a Innsbruck (Die k. k. Landwirthschafts-Gesellschaft von Tirol und Vorarlberg). — Membro corrispondente. 24 giugno — Accademia Labronica di Livorno. — Socio corrispondente. . 3 settembre 1842. Società Fisico-Medica erlangense (Societas Physico-Medica Erlangensis) — Membro . . . . «+. + + l4 novembre. — I. R. Istituto di Scienze Lettere ed Arti, ia in Vene- zia. — Socio corrispondente . . . . «lee e 29 novembre, — (Data del Diploma 14 febb. (09) (Titolo per Senatore). I. R. Società Agronomica della Stiria (Die Kaiserl. kéònigl. Landwirthschafts-Gesellschaft in Steyermark). — Membro corrispondente. . . . 3 LI O) Ni (o ERO INATZO 1843. (N.° del inibilgnn 3) Società di Scienze Naturali del Harz (Der naturwissenschaf- tlichen Verein des Harzes. — Membro corrispondente . 26 luglio — Ateneo di Brescia. — Socio d'onore . . . . . . . . .30 settembre — R. Accademia Lucchese. — Socio corrispondente .. . . . 8gennaio 1844. Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna (Academia Scientiarum Instituti Bononiensis). — Socio . . . . 30 giugno —_ Accademia Scientifico-letteraria dei Concordi in Bovolenta. — Socioxonorario). Nom. cca ei lurlio 1845. Accademia Pontoniana di Napoli ui Pontonianae ). — SocioRcorrispondente Re e O aprile 1846. Ateneo di Scienze Lettere ed Arti in Bassano. — Socio cor- FISpondente NS . «a 0 Settembre; \— (Data del Diploma 9 settembre a) Museo di Storia Naturale di Strasburgo (Société du Muséum d’ Histoire Naturelle de Strasbourg). — Membro corri- spondente . . . . 12 novembre — R. Accademia dei Filomati di dl is, e | Belle Nat residente in Lucca. — Socio corrispondente . . . . 4luglio 1851, Imp. e Reale Accademia dei Fisiocritici di Siena. — Socio — 52 — corrispondente di diritto (perchè professore del pubblico Studio di Pisa) . Msc A Imp. e Reale Accademia Toscana d’ Arti e Manifatture in Firenze. — Accademico scienziato . (Data del Diploma 30 luglio 1853). I. R. Istituto Geologico dello Stato Austriaco. Vienna (Kai- serlich-kònigliche geologische Reichsanstalt). — Socio corrispondente . . _ SIAGIRI Accademia Olimpica di Scienze n ed Anti di Vicenza. — Accademico onorario. MEO AITINA Società dei Curiosi della Natura in Colle. — Socio onorario. (Data del Diploma 25 settembre 1858). Accademia dei Quiriti in Roma. — Socio . . - Società dei Naturalisti della Nuova Granata (Sociedad de Naturalistas Neo-Granadinos). — Socio onorario. Società Italiana delle Scienze dei XL residente in Modena. — Socio attuale . (Titolo per senatore). Accademia Romana Pontificia de’ Nuovi Lincei. — Membro corrispondente (uno dei XL). (Data del Diploma 1861). R. Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Modena. — So- cio corrispondente 3 FIERE SR Reale Istituto Lombardo di Scienze, Ti ed Arti — So- cio corrispondente i, (Data del Diploma 24 (0 1601). Società geologica di Londra (The Geological Society of Lon- don) — Corrispondente estero . - I. R. Società zoologico-botanica di Vienna (Die laselich ki- nigliche zoologisch-botanische Gesellschaft in Wien). — Membro . 5 Società Reale di Napoli — Nn delle ISLicave Fisiche e Matematiche. — Socio corrispondente (uno dei XX soci corr. italiani) . ICI INI SUO 5 Reale Accademia Economico-Agraria dei Canti di Fi- renze. — Socio corrispondente . Dee Accademia Gioenia di Scienze naturali di Catania. — Socio onorario . SIE AE EE OE (Data del Diploma 15 marzo 1865). Accademia Canali degli Studenti di Storia Naturale nel Liceo di Perugia. — Accademico d’ onore Accademia Urbinate di Scienze Lettere ed Arti. — Membro. (Data del Diploma 20 maggio 1867). . 28 giugno 1853. . 24 luglio — l gennaio 1855. . 27 aprile 1858. 24 settembre. — 1 ottobre = 7 luglio 1859. 3 marzo 1860. 1 aprile — 3 febbraio 1861. 4 aprile — 6 maggio 1863. 7 ottobre — 1 dicembre — . 21 settembre 1864. . 19 febbraio 1865. . 14 gennaio 1866. 6 aprile 1867. o leo ra Società Geografica Italiana. — Membro . (Data del Diploma 16 agosto 1869). Accademia del Progresso di Palazzolo-Acreide. — Socio cor- rispondente . AA : Società Reale di Napoli — doni delle data Fisiche e Matematiche. — Socio ordinario. (Data del Diploma 5 giugno 1869). Approvata la nomina con Decreto Reale 26 aprile 1869 (Titolo per Senatore). Reale Accademia di Scienze, Lettere ed Arti de’ Rinnovati in Massa. — Socio corrispondente . puo Società geologica di Francia (Société géologique de France). — Membro . 3 SEEN REA CAI UR Ateneo di Scienze, Lettere, cd Arti Belle di Bassano. — Socio d'onore . Società Toscana di dn Naturali residente in Pisa — Socio e presidente sino dalla fondazione. Accademia Olimpica di Agricoltura, Scienze, Lettere ed Arti di Vicenza. — Accademico corrispondente . Società Malacologica italiana. — Socio e presidente sino dalla fondazione 5 o R. Accademia dei Lincei. — Socio. (Data del Decreto 25 febbraio Er (Titolo per Senatore). R. Accademia Alfea in Pisa. — Socio residente . Reale Accademia della Valle Tiberina Toscana di Scienze, Lettere ed Arti in Sansepolcro. — Socio corrispondente. (Data del Diploma 23 marzo 1876). Accademia di Scienze naturali di Filadelfia (The Academy of Natural Sciences of Philadelphia). — Socio corri- spondente Di ES MENZIONE Circolo Pistoiese Scientifico- Ti Artistico. — Socio ono- rario . AVS SIE NAGIGNITEO Società dei Naturalisti in Mana Huaui nel 1865. — Socio onorario . Società Geologica Italiana fidati. in 0A Ai XXIX set- tembre MDCCCLXXXT. — Socio e primo presidente (Data del Diploma: Fabriano, il 2 sett. 1883). R. Società delle Scienze di Liegi (Société Roy. des Sciences de Liège). — Socio corrispondente 0g, Società Geologica di Londra (Societas Geologica Londinen- sis). — Socio estero sa Istituto Geologico Ungherese osano Foldtani Tarsulat). . 16 maggio 1867. 6 maggio 1868. . 10 aprile 1869. . 27 aprile 1871. . 17 giugno 1872. . 15 ottobre 1872. . 21 aprile 1874. . 11 maggio 1874. . 29 novembre 1874. . 14 febbraio 1875. . 23 aprile 1875. 19 marzo 1876. . 26 febbraio 1878. 1 maggio —_ . 28 gennaio 1880. . 29 settembre 1881. (0 1882: . 28 maggio 1884. SM = iMemhro onorario i). MZ ON oe 100) 800 Accademia dei Liberi di Città di Castello. — Socio onorario. 30 gennaio 1887. Reale Società didascalica italiana con l’alta protezione delle loro Maestà il Re e la Regina d’Italia. — Socio ono- VALLO MPI OREtLOrE A LAVO I SO I E I ZOIZIUONO — (N.° del Diploma 32). Società Geologica Italiana. — Socio perpetuo. . . . . . 17 settembre — (Nominato nel Congresso di Savona). Società filosofica Americana di Filadelfia (The American Phi- losophical Society of Philadelphia). — Membro . . . 21 ottobre — R. Accademia palermitana di Scienze, Lettere e Belle Arti (Regia Academia Panormitana Scientiarum Bonarum- que ‘Artium). —. Socio onorario. \. |. 0... 0. 6/genmaro 8888 (Data del Diploma 10 gennaio 1888). u ‘di: o rale csi +1 ERO o’ Pre A salina MISTE) phi RETI i: LS Mg MELA CM sa i ro) ARI IOR O RIE è Valli 1 RESI LE } 3 Fi # vg È. ak f, at RE VITTI